@ * - + RE 1° i n Not DE era —S te i i =" e e_ “ 5 e : FORSTHEGPEOPLE FOR EDVCATION FOR SCIENCE LIBRARY OF THE AMERICAN MUSEUM OF NATURAL HISTORY 2/24(727 [ball LA GK 1995-4188] l ih Le; . 7 AURON ARIUSTATE — Collettore Allevatori Eoltivatore 7.065) I , _ Compilato da SIGISWONDO BROGI = con la collaborazione di tutti gli abbonati e principalmente dei Signori: “di BARGELLINI Prof. MARIANO — Siena GRrossEAU Conte CARLO — Ginevra BARBERINI Cav. ASsunTO — Marsilia > MASERATI Prof. Pietro — Piacenza DESMEURE IPPOLITO — Firenze ì SENONNER Prof. Cav. ApoLro — Vienna i FERRAGNI ODoARDO — Cremona È TASSI Cav. Dott. FLAMINIO — Siena — Ì | *Ficarpi Dott.$EUGENIO — Pisa TIncoLINI Dott. Veter. Tito — Siena Ì GrAcHEeTTI G. CESARE — Firenze, TovcHet I. Naiuraliste — Parigi (307 SRI AI Screen de & Per facilitare le comunicazioni scientifiehe tecniche e com- Pour faciliter les communications scientifiques, techni- merciali, fra i professori, preparatori e studiosi di Scienze | ques et de commerce, entre les. professeurs, préparateurs et I fisiche-naturali; direttori di musci e giardini; possidenti, agri- | étudiants des sciences naturelles; les directeurs de musées et | A coltori; dilettanti"di caccia, orticoltura e giardinaggio; alleva- | jardins; agriculteurs; amateurs de chasse, d’ horticulture et de | à tori e acclimatatori di animali, > jardinage; ceux qui éièvent les animanx et qui -s’ occupent de | Mo, £ Si pubblica dal 10 al 15 di ogni mese, eccettuato 1’ ot- | leur acclimatation. | $ obre, în 20 pagine compresa la copertina, e principalmente in Parait du ro au 15 de chaque mois, excepté 1’ octobre, par È. lingua latina, italiana e francese. - fascicules de zo pages, est redigé principalement en Latin, Te Abbortamento per tutti i paesi dell’ unione postale L. 3 | Italien et Francais. I il all anno. cAbonnement pour l’ union postale 3;00 Frs. H SCR Gli abbonamenti si ricevono presso l’ manina e Les abonnenients sont recus près de D'administration, et. | | da tutti gli uffici postali italiani ed esteri, in qualunque epo- | par tous les bureoux de l'union postale, »à toutes les Cpogues ca dell’ anno. j ina decorrono dal principio di ogni anno con | de l'année, mais ! abonnement part du premier janvier. avec i diritto ai fascicoli arretrati. o droit aux fascicules arrierés. ; i Ù L° abbonamento non disdetto nel Decembre si ritiene per L’abonnement non refusé dans le mois de décembre est rin uovato. — considéré comme renouvelé. Î Mel abbonati hanno diritto ad inserzioni gratuite per le Les abonnés ort droit à des insertions gratis pour commu- i P: Fi oetinicazioni proposte ec. (esclusi gli avvisi commerciali) e per | mications, propositions etc. (exceptes lesannoncès de commerce) | È domande ed offerte di cambi di animali, semi, piante, minerali, | et pour les demandes et les offres d’ échanges d’animaux, semence, i libri, macchine arnesi e di qualunque altro oggetto relativo | plantes, minéraux, livres, machines, ustensiles, et de tout autre i alle scienze fisiche naturali. La medesima inserzione non sì ha | objet relatif aux sciences physiques-naturelles. ‘On n’a droit | ritto di pubblicarla gratis piùdi una volta; ma la direzione | qu’ une publication gratis pour une méme insertion, mais la può accordarne la ristampa contro ur piccolo compenso, come | direction peut accorder la reproduction contre une petite dif- i ria di pubblicare qualsiasi comunicazione senza biso=-| férence, de méme qu'elle peut refuser de publier les communi- RI mo di dare peaicazioni in proposito. cations ou demandes, sans en donner la raison. vi ° amministrazione s incarica di rappresentare gli abbona- L’ Administration sè charge de. représenter les aboninéa: I ar pubblicando avvisi desiderano non far conoscere il pro- | qui en publiant des avis ne veulent pas faire connaitre leur I À ne. Im questo caso il rappresentato dovrà rimborsare | nom. Dans ce cas la personne représentée payera à l’admini- | ministrazione le spese di corrispondenza, e per le vendite | stration les frais de correspondance, et pour les ventes ou achats 3) od acquisti i effettuati pagare un compenso da combinarsi. effeciues une compensation qui reste à fixer. — . | Inserzioni a pagamento. Quelle relative alla Storia Natu- Insertions. Celles concernant |’ histoire naturelle s'impri- | rale. si pubblicano nel corpo del giornale e costano L. 1 per | ment dans le_ corps du journal è 1 Fr. la ligne; les autres I | linea; gli altri avvisì da stamparsi nelle apposite pagine costa- insertions, à ‘la page des annonces, se payent un frane par i no L. 1-ogni 5 centim. di spazio occupato in una colonna. espace. de 5 centimètres de hauteur dans ies_ colonnes, Des fa- li Agli abbonati si fino speciali facilitazioni. cilitations spéciales se font aux abonnés. | È SA annunziano le pubblicazioni mcevute in dono e in On annonce les publications recues en don ou en échange: il È pc imbio; si.fa speciale menzione di CL delle quali ci perver- ! une mention particuliètre sera faite pour celles dont mous rece | 4 ‘anno. due ‘esemplari. vrons deux exempiaires. * i pal Tutti î pagamenti devono essere anticipati. Chi desidera Les payements se feront à l’avance. Pour les rèponses ti sposta ‘unisca i francobolli necessari. envoyer le montant en timbre-poste. | Amminisir azione presso Casimirro Coli via di Città CA Cao da buletin près Casimirro Coli via di ii Siena. Città N. 14 Sica Ù TI 0 A NIGRO Ss. Brogi naturalista alla R. Accademia È Direction pres S. Brogi naturaliste ù SE Roy. Aca, dei ci ; È Fisiocritici SiexaA. METEORITES et a S. Brogi naturaliste Sienne (Italie). Avendo già esauriti stai i mezzi: più o “meno privati, riconsiamiona stampa per invitare i seguenti signori, a. PRESS di SOGNANO a que bollettino. 4 I Bott. Antonio Campilari Carnilino questi signori qiessono 10,10 Diomede Tarugini Z2v0rz0 nale fino dal 1881 e non ne hanno — Prof. Osimo Carli Napoli ( mai pagato l’ abbuonamento. Il loro O. P. Zandelli Canoni dare e di L. 8. per ciascheduno, Avvertiamo inoltre tutti gli abbonati, che, atteso il tenue costo del | l’ abbuonamento, non possiamo tenere corrispondenza privata per pregarli. d a porsi in regola con i pagamenti, e quantunque con nostro rineresci- mento, siamo RE ricorrere a questo mezzo per noi più economico. Quantunque 1° abbonamento dovrebbe pagarsi SO pure pubbli- cheremo solamente i nomi di coloro che sono arretrati di 2 o più annate. | Rammentiamo che con soli 20 cent. di spesa tutti Bio uffici nt sono obbligati ricevere gli abbonamenti. w — | CEMENTO LIQUIDO ‘| CEMENT BIOGIDE È A per - riatta ccare solidamente pietre, ve- } pour coller solitement des pierres, N tri, ossi, terraglie di ogni genere res, os, terrailles de tous genres ece Pa oe: È . & Ce cement est très utile auk naturalistes. dd en se prétant remarquablement è la restaura X tion des fossiles, minéraux, roches, os ete. — . Une couche de ce liquide étendu sur les em- preintes de fossiles ou sur des objets friables, ’ les rend plus solides et les préserve des dégata È de l’ action atmosphérique. P Le flacon fr. 0,60. Li ‘Dépòt au cabinet d’ histoire naturelle de. S. Brogi Sienne. DI Utilissimo per i naturalisti servendo ot-. timameute per restaurare fossili, minerali, roc- cie, ossa ec. Uno strato di questo liquido steso sulle impronte di.fossili o sopra oggetti fria- bili, gli rende più solidi e gli preserva dai danni dell’azione atmosferica. Una boccia L. 0, 62. . Deposito al Gabinetto di Storia. Naturale di S. Brogi Siena. Scheletri ° di Se è AI _On cherche 4 recevoir les MéTÉo- rITES per lachat ou l’ échange, prin- cipalment contre des ‘beaux exem-. plaires des minégreux russes.- ini di serpenti Boa lu oltre 3 metri L. 50, 00. co Scheletri di serpi italiani dal S’andresser 4 M. J..de Stemacaxo, S. Pé- | a 10 P uno. ì tersbourg, Russie, Vass. Ostr. 13 Ligne N. 2, Rivolgersi al cabiagh di storia ‘naturale di S. Brogi: — - Siena. Essenza antisettica Per garantire la conservazione delle ‘col- lezioni zoologiche, botaniche ecc. e di tutti i generi di piume, pelliccerie ed abiti di lana. Un litro L. 10; 1/2 litro L. 5,50; una boccia L. 1, 20. Essence miepigli Pour assurer la conservation des colle zoologiques, botaniques etc. et de toute ces de plumes, de pelleterie et d’ ha) laine. Pi Le lit. 10 frs. Le demi lit. fra “dec {eo 1 00, ue si litica ono camicia rr PT rPrr6m___—_—___—_—_—___——————————@——__ÉÈm_———mÉ@@@———@@ x \ Q ì ‘O -_- PP" <**?®r£rr- tranno anche formar dei gruppi, costruendo dei piccoli recinti con delle statlattili, ripieni di terra d’ Erica e ben fognati, procurando che la superfi- ce prenda la forma come suol dirsi di schiena d'asino, affinchè le piante non vengano danneg- giate dalla troppa umidità. Tale operazione potrà farsi verso la metà di maggio, e giunto }'ottobre si metteranno in riposo. La ripro !uzione che dovrà esser praticata sem- pre dentro la ser:a, potrà effettuarsi in due modi diversi, primieramente col mezzo del seme, per ottenere anche delle varietà ibridate, e perciò fare si prendono dei vasi ripieni della solita terra, nella cui superfice si spande il seme, ch’ cssendo sottilissimo non dovrà esser ricoperto che da cam- pana od anche lastra di vetro. L'umidità necessaria allo sviluppo del germe gi otterrà mediante l’ assorbimento, col'ocanilo i vasi entro una sottocoppa piena di acqua, ed ap- pena le pianticine comincieranno a mostrarsi, si avrà la cura di asciugare l’ umidità che si con- densa nell’ interno del'e coperture. Volendo poi moltiplicare le specie lesittime, sì userà il sistema delle Talee, che possono farsi di rami di foglie; servendosi di queste ultime si disporranno in un recipiente di larga superfice, ove la terra non abbia che lo spessore di circa sei centimetri. Alle foglie scelte per tal uso s' in- Ni if “adele cab) i ai cideranno le nervature principali in vari punti della loro parte inferiore, e ciò allo scopo di pro- vocare lo sviluppo delle gemme, procurando di tenerle aderenti al terreno con piccole traverse di vimini fissate per mezzo d’uncinetti di legno e ricoprendo il tutto con campana di vetro. A quei cultori che si contenteranno di possede- re una serra adorna di tai pregiati vegetabili, po- trè bastare l'applicazione di queste poche e sem- plici cure. Chi poi desiderasse conoscere anche il numero delle specie e varietà, e la nomenclatura loro, potrà ricorrere al Nouveau jardinier, edito da E. Donnaud Parigi (1). Capolona 15 ottobre 1884. L. ARCANGIOLI. (1) Nell’ annata 1882 di questo Bollettino trovasi un interes- sante scritto sulle Begonie nel quale oltre alle generalità, è la nomenclatura e descrizione di 125 varietà del gruppo delle Ibride Rex. Questo lavoro è stato favorevolmente giudicato da- gli intelligenti e si deve al nostro egregio collaboratore G. C. Giachetti. Le Sarracenie II. (Continuazione) Crediamo prezzo dell’ opera l’accennare le spe- cie che ora coltivansi nei giardini d’ Europa, con una breve diagnosi; in tal modo, coll’ aiuto di questa frase, sì potranno facilmente riconoscere alle loro foglie in istato ben sviluppato, e senza il soccorso dei fiori. I: Sarracenia flava. Linn. Bot. mag. 780. — Foglie lunghissime, strette, diritte, di tubo gra- dualmente dilatato dalla base alla sommità, verdi con leggere nervature porporine all’ apice; ala molto stretta, opercolo rotondato, risorgente, verde dilavato di rosso sugli orli, petali di un giallo ver- dastro, obovali. La S. flava abita i boschi umidi della Florida, e sì avanza all'ombra delle foreste di pini verso il golfo del Messico. Le sue foglie che acquistano talvolta più che m. 0,70, disseccate nell’ erbario prendono sovente una tinta azzurra particolare. II. S. variolaris. Mich. —. Foglie diritte, di tubo pressochè regolarmente dilatato dalla base alla sommità, verdi, lavate di violetto verso l’apice, e seminate sul dorso di macchie rotonde, bianche ; gola obliqua ; opercolo rotondato, ottuso, violetto; petali ovali, verdi, cogli orli ricurvi, stimma verde. Abita la Carolina del Sud, e la Florida nei bo- schi umidi. II. S. undulata. Den. S. Drummundi. Hortul. — Foglie regolarmente dilatate dalla base alla sommità, di gola grandissima, venate di porpora, sopra un fondo verde, dilavato di rosa; opercolo strangolato alla sua origine, acuminato all'apice, cogli orli molto ondati e ricurvi; petali rossi, stimma verde. Questa specie fù scoperta dal Dott. Charripon nei padali della Florida. La sua particolare bel- lezza proviene non tanto dai suoi grandi fiori” un rosso pallido, quanto dalla forma elegante, e dalla brillante screziatura, dei suoi cornetti, (as- sidie) i quali hanno 45 a 75 centim. di lunghezza. IV. S$. Drummundi, Croom. — Foglie lunghe, diritte, di un bianco giallognolo all'apice, venate di porpora violetto; opercolo diritto, strangolato, concavo, emisferico ; petali ottusi di color violetto carico ; stimma giallo. Abita la Florida e ritrovasi abbondantemente nelle parti occidentali della riviera Apalachicola, si riconosce al colore bianco che occupa l’ apice del tubo, che è percorso da un’ elegante reticella pur- purea, alla forma di conchiglia rotondata e quasi emisferica dell’ opercolo, come pure al color giallo dello stimma. V. S. rubra. Walter. — Foglie assai lunghe, diritte, gracili: tubo dilatato dalla base alla som- mità; opercolo diritto, ovale, strangolato alla sua origine ; petali di un rosso porporino ; stimma ver- diccio. Abita i paduli della Carolina del Sud; le sue foglie acquistano sovente più di 30 centim., ed allungansi regolarmente dalla base alla sommità in forma di tromba. VI. S. psittacina. Michy. — Foglie corte, incli- nate, di tubo rigonfiato, venate di violetto carico, sopra un fondo biancastro ; opercolo ricurvo, quasi globoso-enfiato, mucronato, depresso, e che chiude quasi l’orifizio piccolo e rotondo della foglia; pe- tali porporini. Abita la Georgia e la Florida nelle vicinanze di Quincy e d’ Augusta; si riconosce facilmente alla forma del suo opercolo che rassomiglia al labellum, di alcuni Cypripedium. VII. S. purpurea. Linn. — Foglie corte raddriz- zate, di tubo rigonfiato, gibboso, molto ristretto: all’ orifizio, munito di un’ ala larga, arcata, verde; opercolo diritto, quasi cordiforme, venato di por- pora, e munito internamente di peli; fiori di un rosso violaceo; petali rotondati all’ apice; stimma verde. € ! : Se astrazion facciamo delle foglie, che porre si possono fra le meraviglie del regno vegetale, i fiori soli farebbero delle Sarracenie un tipo origi- nale e rimarchevole fra gli altri tutti. Un solo altro genere, rappresentato da una specie, l’ Helianphora nutans, scoperta dal Schon- burg nei paduli della Gujana brittanica, compie la piccola ma singolar famiglia colla quale abbiamo fatto conoscenza. i Cultura. — Poste in vaso nella serra calda o temperata, perdurante la loro vegetazione che ab- braccia tutta la bella stagione, sopra una sotto- coppa piena d’acqua, vi mostrano i loro curiosis= simi fiori, e le loro foglie rassomiglianti ad urne. In tempo del loro riposo un posto nell’ aranciera vicino ai vetri basta loro sino al momento in cui | mettonsi di nuovo in vegetazione. | ‘a queste condizioni è d’uopo nell’ estate p loro abbondanti innaffi sulle foglie colla siringa; | nel verno appena bastante acqua per impedire alla | terra di seccare. Questa dev'essere permeabile all'acqua, condizione che si ottiene formando un composto di torba, o di terra d’ erica e di musco, «edi uno strato di minuti cocci nel fondo del vaso. Pietro Maserati Professore d’ Orticultura Notions Générales et Pratiques SUR LES Musées Scolaires I PAR È J. TOUCHET NATURALISTE EBOTANIQUE (Continuation) Phanérogames Chaque contrée nourrit assez de plantes pour | permettre d’y recueillir un très bel herbier, dit do la flore locale, On lui donnera plus ou moins d’ étendue selon le nombre d’ échantillons qu'on y accumulera. Trois à quatre cents peuvent suffire; mais il n’est guère de contrée où j’on ne puisse en recueillir de huit cents à un mille. Le rangement, la dispòsition de l’herbier, va- rient quelque peu avec chaque botaniste, par le papier qu'on emploie, la facon de disposer les | étiquettes, le paquetage, etc. Un détail important, cest d’avoir un système (comme j’en ai un qui «m’est particulier) pour trouver rapidement, à | l’aide d’étiquettes extérieures, n'importe quelle plante dans l’herbier. | On disposera, dans le coin le moins garni de | la salle, une petite table, sur laquelle on posera | les paquets simplement attachés, ou renfermés dans des cartons. Il serait bon de ménager un ou deux tiroirs dans la table pour y renfermer les objets suivants. Mousses, hépatiques, lichens Ces petites plantes, très abondantes partout, | fournissent de très jolis sujets. Biea préparées et | proprement disposées sur du papier blanc et fort, |_’elles ne sont pas un des moindres attraits de Vherbeir. Algues i Il faudra avoir également quelques éhantillons de cette famille de plantes très nombreuses dans la mer et dont la collection complète est sp!en- dide. Aux espèces marines que l'on pourra se procurrer, on joindra celles d’eau douce que l'on recueitlera dans !es ruissavx et les mares. ha Champignons La filore micolocique ne devra pas étre oubliée. \La parfaite connaissance de toutes les espèces de ‘champignons des plus utiles aux habitants ces pagnes, pour les guider dans l'usage qu’ils de cette ressource alimentaire. ur l’herbier, la préparation de ces plantes ues est assez embarrasante. On peut mettre Fe dans des bocaux remplis d’un liquide con- #01 LARA d Ù i A *À ira ag V ai È È se ——___.—. WWW servateur, les principales espèces eomestibles et vénénenses. Il y a uu moyen de les trancher et; de les dessécher comme les phanérogames. On peut les avoir en 2essins que l'on en fait au fur et à mesure de la récolte. Jen fais une reproduction des plus exactes par la photographie et je colorie ensuite mes èpreuves d’apiès les échantillons qui m’ont servi de modéles. «)n peut en former ainsi des tableaux vu un album possédant une grande valeur. Ces mèmes photographies collées. sur de forts cartons, découpées, et plantées sur leur pied comme les champignons, représentent la nature à Sy méprendre. i Graius, Graines, Noyaux On réunira les grains produits par l’agricolture et les graines dens plantes industrielles; on y ajoutera celle des plantes potagères cultivées dans les jardins et autant que possible celles dens plan- tes spontanées contenues des l’herbier. On recueil- lera les dernières en mème temps que les plan- tes, en herborisant On mettra toutes ces semences dans des bouts de tubes de différents diamétres, fermés à chaque extrémité par un bouchen de liège. De petites boites vitrées feraient enoore meilleur effet. On mettra, toutes ies fois qu'il sera possible, avec les graines nues, quelquessuns dens fruits, gousses, siliques, ete, qui les renfermaient On rangera de mème les pepins, noyanx, etc, des fruits pulpeux et charnus. Tous ces objets se placeront sur un rayon cir- culaire, formè d’une planche munie d’un rebord et garnissant tout le vour de la salle, sans autre interruption q.e celle de la cheminée et de la porte. Sur ce rayon élevé à la hauteur des autres supports placés au milieu de la salle, on rangera également les minéraux les fossiles, etc. Pour la salle d’étude, il sera facile de placer dans un cadre, en forme dé’'tagére, une certaine quantité de tubes remplis des principales espèces de se- mences. Botanique Agricole Ce geure de collection que j'ai proposé, a été parfaitement accueilli. Il a deux avantages précieux: celui d’ètre èminemment utile pour l’enseigsement et celui d’orner magnifiquement la salle. Dans ses lecons le maître aura souvent à re- venir sur les plantes cultivées par l’ agriculture. Pour les bien faire connaître aux enfants, il faudra les leur montrer. Il serait cependant trés incom-. mode d’avoir à chaque instant à chercher et è enlever des plantes disséminées dans l’herbier. Du reste ces plantes atteignent souvent un grand développement, elles n’ont èté recueillies er des- séchées qu'’à l’état de fragment. Pour ces différents motifs je forme une collection spéciale des plantes cérèales et fourragères, que je dessèche entières, quelque soit leur hauteur. D'auter part je fais scier un madrier en planches minces. Je coupe ces pianchettes, convenablement rabottées, en listaux d’ une certaine largeura. Je coupe ces listaux par troncons un peu plus longs que mes plantes, que je place dessus en Jes y retenant par des attaches de fil de fer galvanisé, très fin. Au bas de la plante je fixe un paquet d’épis et au-dessous de ceux-ci, un tube, cu une petite boite vitrée contenant le grain nu. Enfin sur le bas bout du listau, je place l’étiquette por- tant les indications nécessaires. Sur l’un des murs de la salle, du còté opposé aux fenétres, je fixe une baguette horizzontale, à laquelle j° accrocche les plantes. Par une dis posi- tion spéciale, je met le bas des planchettes exactement sur la méme ligne, de sorte que l eil saisit de suite, d’une facon comparative la hauteur de chaque plaute Les planchettes peuvent se dérocher facilement pour lé besoîn des legons. Pour la salle d’étude, on disposera de la mèéme facon quelques-unes des plautes les plus utiles, blé, seigle, luzerne, sainfoin. etc. Botanique sylvicole Les déboisements considérables qui s’opérent depuis longtemps donnent à cette étude le plus grand iutérdt. Pour former la colletion des bois, on coupe sur un trone d'une grosseur convenable, trois morceax, dont un porte l’écorce, qu'on laisse in- tacte. Le second représente la coupe transversale, le troisième la coupe longitudinale, que l’on peut poli» et vernir ou cìirer. On cloue sur une baquette ces trois troncons de bois, l’un sous l’autre. On choisit un pan de muraille analogue à celui occupé par la collection précédente. On y dispose des bagvettes, trés solides, sur lesquelles en accroche les éhantillons. On met plusisurs rangs l'un sur l’autre, de facon que le mur soit complétement couvert. On pourra placer une bonne partie de cette collection dans la salle d’ étude. On peut d’ailleurs, choisir, à cet effet, des troncs de bois moins vo- lumineux. (Continvation.) dnsegnamenti pratici aaa a aa aa d Coltivazione delle piante bulbose negli appar- tamenti: Nel giardinaggie troviamo il seguente modo di coltivare negli appartamenti e durante l'inverno, i tulipani e i giacinti. Si riempie un | piatto un po’ profondo, con grossa sabbia e si li- vel!a, vi si pongono sopra i bulbi senza coprirli ; sì versa nella sabbia acqua tanta che giunga a toc- care Ja base del bulbo ma non più, altrimenti que- sto imputridisce, e si mantiene sempre allo stes- so livello aggiungendovene man mano che và eva- porando. Il bulbo emette in breve lunghe radici le quali serpeggiando nella sabbia formano una massa compatta come feltro. Utilità del solfato di ferro come concime. Il soliato di ferro umto al concime è utilissimo, per l'alimento delle piavte, fissando l’ammoniaca e formando coni sali volatili della medesima un sol- fato abbastanza fisso. Per farne uso se ne sciol- gono è Kiog. in © litri d’acqua per ogni 2900 Klog. di concime. Contro l’idrofobia. Il Gastell pubblica nella Gazzcita di Li) sia jl seguente rime:lio da egli sperimentato con sicuro resultato durante 50 anni: Avvenuta la morsicatura si lavi subito ed acca- ratamente la ferita con buon aceto misto ad acqua tiepida. Asciugata naturalmente la piaga vi si versi qualche goccia di Aczlo sdroclorico e la guarigione è ceria, perchè, egli dice, questo acido distrugge il veleno. Apicoltura. Che fare quando sè vuole ai miele anzichè sciami? Cook risponde nei Glea- nings = Il primo sciame che esce dall’ alveare N. 1, lo rsetto, entro un’ arnia nuova, in un posto qualunque. Quando l’alveare N. 2 dà uno sciame, tolgo dal N. 1 tutte le celle reali e dò lo sciame a questo N. 1 che per ciò diventa un buon alveare e che non sciamerà se gli si dà spazio. Se ! al- veare N. 3 sciama do lo sciame al N. 2; e, così di seguito, il quarto sciame dell’ alveare N. 4 lo dà al N. 3 ecc. Il metodo non falla se pure le api non soggiacciono alla sciami-mania. Per fare accettare una nuova regina. Rose- brough nell’ American Bee journal scrive : La vee- chia maniera di tenere imprigionata la regina per 2 0 3 giorni è cattiva: giacchè in questo frattempo le api spesse volte si contentano di qualche ope- raja che sì mette a deporre uova, e la nuova re- gina viene uccisa. Io vo in traccia della regina da sopprimersi, la imprigiono e la pongo nel gruppo del!e api, ove la lascio per un'ora, affin- chè le api si capacitino che la loro madre è in prigione. A questo punto tolgo la vecchia regina e faccio entrare nella stessa gabbietta la nuova, lasciandovela fino al cadere del sole, e allora la metto in libertà. APICULTORE Per studiare i batterii dell’acqua potabile. Brantlecht consiglia di trattare l’ acqua con alcune goccie di una soluzione composta di 1 p. solfato di alluminia, 1 p. acido cloridrico, 8 p. acqua stillata, e di precipitare quindi con poche goccie di ammoniaca ; Quindi si filtra il precipitato che si scioglie in circa 50 goccie d’ acido acetico. In questa soluzione di piccolo volume, ove i batferii si sono radunati possono essere riconosciuti e studiati col microscopio, e giova, in alcuni casi la colorazione col violetto metilico. CHEM ZEIT COTHEN Progresso, NOTE BIBLIOGRAFICHE RECENTI PUBBLICAZIONI DONI-CAMBI L’ Amministrazione del Bollettino s’ incarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle altre, quando sia possibile, se ne permette gratuitamente la lettura. Nel periodico illustrato: Blatter f. Kinderrund Iugendfreunde, Vienna 1884, il giardiniere del giardino imperiale a Schò.bruna Sig. Umblauft, cì dà un prospetto delle piante velenose dell’ Austria inferiore; con la descrizione e la figura di ciascuna pianta ed anche con i mezzi principali da usarsi nei primi momenti dell’avvelenamento. Egli divide queste piante in narcotiche e corrosive, Troviamo menzionate: Azropa delladonna, la quale colle sue LI e splendenti, col suo sapore dolce-acido, at- tira l’attenzione dei fanciulli; Myosciamus niger, la di cui apparenza melanconica è di già molto diffidente; Aehusa cynapium, che cresce spesso fra il prezzemolo e viene presa per quello; Paris quadrifolia, le cui bacche vengono prese per mir- tillo; Cicuta virosa, la di cuì radice viene confusa con quella del Sellero, della Pastrinaca; la radice del Helleborus viene ritenuta spesso per la radice della genziana; le bacche della Bryoniza dioica e Br. alba vengono masticate dai ragazzi; il Lolium temulentum trovasi sui campi fra le colture del grano, i semi vengono macinati con quelli del grano, ed il pane ed altre paste cotte contenenti la farina di questo grano infestato col Lolium, apportano gravi malattie; Cytisus laburnum è pure velenoso etc. Sotto il titolo di « Aphorismen der Pflanzen » il Sig. Temple negli scritti della società di scienze naturali di Reichemberg (1884) ci dà dei dati di alto interesse riguardanti alcuni fenomeni delle piante: Così su dell’ Arum, il quale emana un odore fetido di carne putrefatta, e la cui tempe- ratura qualchè volta è maggiore di quella del- l’atmosfera, le mosche attirate più dall’ odore che dalla temperatura, vi pongono le loro uova, ma quelle invece di svilupparsi si raggrinsano e per- dono la loro facoltà germinativa. Alcuni fiori, prin- cipalmente le orchidee, usurpano plasticamente i tipi d’ insetti, rassomigliano a farfalle, api, ragni ete Sorprendente è la metamorfosi del Cyclamen europeum: dopo la fioritura l’ovario si gonfia e vi si sviluppa una bacca capsullare, e quasi nello stesso tempo cominciano a contorcersi a spira i peduncoli inclinandosi verso terra, ed il frutto, quando è maturo, tocca il suolo. — Un caso di Lusus nature troviamo nella seconda fioritura di alcuni alberi (1) prodotta dal calore e dalla umi- dità. Di sommo interesse è il vedere un grappolo d’ uva nera in mezzo fra altri grappoli d’ uva bianca, core pure delle viti ad uva nera, piantate vicine a viti ad uva bianca, portare dell’ uva bian- ca etc. Il Sig. Temple ci dà (Mahr. Jagd. u. Vogelschutz Vercin. Brinn 1884) anche un prospetto delle specie della famiglia dei Corvi, con la loro descri- zione, i danni, ed i vantaggi che apportano al- l'agricoltura; e quì il Sig. Temple lamenta come bene spesso si dia la caccia ad uccelli utili perchè ‘non si conoscono o anche pur troppo per solo divertimento. Troviamo annoverati: Garrulus glandarius dannoso alla quercie, perchè al tempo della semina delle ghiande, va a cercarsi queste e se le porta al suo nido. — Nucîfraga cartoca- tactes, la quale apporta del danno al mais. — i Corvus sylvestris già menzionato nella Bibbia, (1) A Vienna sì veggono ogni anno nel tardo autunno molti cculus hippocastanum in seconda fioritura. 13 perchè fù il primo uccello messo in libertà dal- l'Arca di Noè. — Corvus monedula cacciato da alcuni per la sua carne di grato sapore. — Cor= vus corni, Corv. frugîilegus. Pica vulgaris e qualche altro, si appropriano, è ben vero, qualche uccellino, qualche piccola giovine lepre; ma molto maggiore è il vantaggio che apportano persegui- tando essi molti insetti nocivi alla agricoltura, le larve della Melolonta, topi ete. Ho fatto menzione di questi tre scritti perchè sono dati in stile popolare, chiaro, facilmente, in- telligibile a ciascun profano della scienza; è così che si possono diffondere le scienze naturali fra il po- polo e così si dovrebbe fare a tutta possa, per finalmente sradicare del tutto le idee di supersti- zione che regnano ancor nella testa di gran parte del popolo, e per dilucidare finalmente i fenomini della natura, che in gran parte da molti vengono ancor ritenuti per miracoli Tocca ai maestri di scuola seguire questo scopo, tocca ad essi il far conoscere le piante e gli animali dei propri din- torni, distinguendo l’utile del nocivo; tocca alle società di scienze naturali il tener pubbliche le loro adunanze onde vi possa prender parte chiun- que senza eccezione ; fan bisogno letture pubbliche gratuite, diffondere scritti popolari, in somma cercare che anche nelle classi del popolo vengano diffuse le cognizioni della natura. Vienna Sr. La Caccia. Osservazioni di Carlo Borromeo pre- sidente del Congresso Cinegetico Italiano. — L’egre- gio sig. Conte Borromeo che ben riunisce in se i meriti del Cacciatore e del Naturalista, siccome con la deliberazione della camera, (26 febbraio 1884), la questione della caccia rimane sempre in discus- sione, ha riunite in questo opuscolo le sue due lettere pubblicate già nello sport nel 1882 e che furono tanto favorevolmente giudicate dalla stam- pa. Noi pure ne parlammo diffusamente nel N. 6 del 1882. Sulla presenza dello spelerpes fuscus (Bp) in Piemonte. Nota del Dott. Federigo Sacco, assistente nel R. Museo di zoologia ed, Anatomia comparata in Torino. Lo Spelerpes fascus è specie esclusivamente italiana ed anche relativamente rara, in modo che incerta ne è pure la sua distribuzione geografica ; per la qual cosa riesce sempre più interessante lo scritto favoritoci dall’egregio Dott. Sacco. Egli nella mattina del 26 agosto scorso, raccolse 2 grossi individui e 3 giovani, dello. Spelerpes in discorso, in una caverna nella Valletta del rio Ru- burentello. Note sur une forme nouvelle de Rainette pour la faune francaise (Ayla barytonus) par Héron- Royer. È un accuratissimo studio comparativo, adorno di molte figure, e con il quale l’ egregio autore dimostra la differenza di questa rana, che miei i 7? ii» cado. 4 egli ba per il primo trovata in Francia, dalla co- mune Hyla arborea. L’° Eleveur. Iournal hebdomadaire illustré de Zootechnie, Chasse, Acclimatation et de Médeciné comparée des animaux utiles. Publié par une réu- nion d’ Agronomes, de Naturalistes, de Chasseurs, de Légistes, de Docteurs en Médecine et de Mé- decins Vétérinaires. Rédacteur en cheff Chev. Pier- re Mégnin, Rue de l'Hotel de Ville, 19, a Vin- cennes (Paris). Si pubblica cominciando dal Gennaio corrente. L’abbonamento per l’ unione postale è di L. 17,00 all’ anno. Gli abbonamenti si ricevono anche presso l’amministrazione di questo Bollettino. Cordelia giornale per le giovinette, diretto da Jda Baccini e pubblicato dalla Tipografia C. Ade- mollo di Firenze. Il 7.° numero dell’anno IV con- tiene. Pietà funesta. Invocazione. Ogni cosa a suo tempo. Sola. Corrispondenza. Esercizi di lingua parlata. IL’ Apiculture et } Hydromel par / B.!Leriche. Ci è stato favorito questo opusculo nel quale oltre a notizie generali trovasi pure il modo di fabbrica- re l’Idromele. L’ Apicoltura razionale risorta in Italia. Con questo titolo stà per pubblicarsi un pericdico. il- lustrato diretto dal ben conosciuto apicoltore P. Giotio Ulivi e che vedrà la luce una volta il mese in fascicoli di 16 pagine, al prezzo di L. 3, 50 all’ anno. Tratterà dell’ Ape zoologicamente e della sua coltura a scopo Industriale e sperimentale. Chi desidera abbonarsi può rivolgersi al suddetto direttore Pievano in Campi-Bisenzio (Toscana). Bollettino della società africana d’ Italia. In- teressante periodico bimestrale che si pubblica in Napoli sotto la direzione del Marchese Della Val- le di Monticelli. La scena illustrata, splendida pubblicazione quindicinale con ricche illustrazioni di musica, drammatica e letteratura. Si spedisce un numero di saggio gratis a chi ne fa richiesta con cartolina postale doppia al- l' Amministrazione del giornale — Firenze — Via S. Egidio 16. 11 Progresso. Rivista quindicinale illustrata delle nuove invezioni e scoperte; notizie scientifi- che, industriali, commerciali e varietà interessanti; brevetti d’inverzione; formulario moderno. Ahb- bonamento L. 8 all'anno; per l'estero L. 10,00. Amministrazione Via dei Mille 7 Torino. L° Amico del Contadino. Letture periodiche per i campagnoli. Si pubblica 2 volte al mese in fa- scicoli di 20 pagine, al prezzo di L. 6 all’ anno. Amministrazione ìn Firenze Via Faenza 72. pa INVENZIONI E SCOPERTE Avvisatore ferroviario. I sigg. Mayerhofer e Diener, hanno inventato un nuovo apperecchio con il quale gli impiegati ferroviari possono ad momento assicurarsi della posizione dei treni che circolano sulle linee, ed essere perciò in grado di prevenire le disgrazie. L’ elettricità è quella che fa agire l'apparecchio. Microscopia. Il Sig. Barre? ha presentato al- l’ Accad. des sciences etc. de la Rochelle un pic- colo istrumento che egli ha costruito ed adattato al microscopio per lo studio delle foraminifere. Nuova pila al Sodio. Il Sig. Iablechoff ha ot- tenuta una pila molto potente ricorrendo al sodio puro. Questo metallo viene adoperato in sottili la- stre ed accoppiato al carbone come nelle altre pile, oppure collocato in una capsula metallica fra pezzetti di carbone. Nuovo Sistema di Parafulmini. È una felice applicazione diun principio già indicato da Gay-Lus- sac. Il parafulmine non ha la consueta asta, ma è formato di una verga di rame di 3 centimetri di larghezza e 2 millimetri di spessore. Questa verga è collocata lungo i punti più elevati del fabbrîcato che si vaol proteggere ed è qua e là munita di piccole punte pure in rame; si prolunga poi fin sotto terra. Dicesi che anche la spesa d'impianto sia minore che con gli attuali sistemi. Le cascate del Niagara che come altra volta dicemmo furono già utilizzate trasportando per mezzo della elettricità la loro forza motrice a considerevoli distanze, sono ora adoprate come ge- neratore per far funzionare l’ ufficio centrale dei telefoni a Buffalo Nuova macchina a mano che contemporanea- mente semina e concima. È stata immaginata dal Dott. A. Viviani e dicesi sia comoda ed economica per i picooli possidentì . Diamante di zucchero. Leggesi nel Progresso che il chimico Monier calcinando dello zucchero ha ottenuto un carbone più denso di tutti gli altri, meno il diamante, conosciuti fin qui. Esso riga >l vetro il quarzo ecc. Nuova disposizione di pila primaria proposta dal Cav. De Sainte Marie: Il Polo positivo è del cloruro di piombo, il negativo dello zinco, ed il liquido contiene del cloruro di zinco. Motore termico. Dicesi che in America è stato inventato un. motore termico per il quale in vece del vapore acqueo si utilizza il bisolfuro di car- bonio, che bolle molto più presto dell’ acqua: ed il cui vapore ha maggiore forza espansiva di quel- lo ‘prodotto dall’ acqua. La soleina è un liquido che si estrae dalle co- nifere e che bruciando in apposite lampade, dà una luce splendentissima da far concorrenza alla luce elettrica e tanto bianca da non alterare î co- lori come fanno gli altri lumi. Non ha cattivo odore come il petrolio, ne esalazioni insalubri. He pn —— — Per colpa della tipografia, Ia pubblicazjone del presente fascicolo ha subito un forte ritardo. Ne chiediamo scusa agli abbonati, mentre procu- | reremo che per l’ avvenire, il Bollettino si pub- | —lichi regolarmente alla metà del mese come per i il passato. La direzione ringrazia gli abbonati che le in- viarono felicitazioni per il nuovo hanno ed augura . adessi eda tutti i cortesi lettori, ogni bene per molti anni. Ringrazia pure tutti coloro che in questa occasione ebbero parole di incoraggiamento, favorirono consigli e fecero voti, perchè il Bollet- tino abbia vita sempre più rigogliosa; e promette che porrà ogni cura a chè i giusti desideri degli ‘abbonati vengano sodisfatti e perchè il Bollettino possa meritarsi quella fiducia che và sempre più acquistandosi. Si rammenta che il prezzo di abbonamento de- ve pagarsi anticipato, ma sopra a tutti si pre - i gano gli abbonati che non hanno ancora sodisfatta l'annata 1884 o qualcuna delle precedenti, a vo- lersi mettere in pari al più presto possibile. Rammentiamo pure che l'abbonamento non di- sdetto nel mese di decembre s° intende confermato per una nuova annata. Essendo ancora disponibili diversi dei premi già promessi nello scorso fascicolo, ne invieremo uno a scelta a tutti coloro che pagheranno l° ab- bonamento per il 1S85 entro il prossimo mese di febbraio. i I premi rimasti disponibili sono: Un lunario in 12 fogli per annotazioni giornaliere. Un calen- dario con tutte le indicazioni relative agli uffici po- | stalî. Cinque specie di sem: di fiori e ortaggi. Un ‘opuscolo d’ apicoltura. Cinque specie di conchiglie | viventi o fossili. Cinque specwe di minerali 0 roc- | cie. (Per i minerali e le roccie, essendo pesanti, | occorre inviare 50 cent. per la spedizione in pacco postale). A chi favorirà 3 nuovi abbonati daremo gratis | un’annata del Bollettino. Alcuni abbonati rinnuovando il loro abbona- mento, ci hanno rimesse sole L. 2, 00; gli ram- mentiamo che l’ abbonamento costa L. 2,00 e per ciò restono in debito di L. 1. Nuova scuola agraria. L’esregio sig. Conte Napoleone Passerini ha con nobile zelo e certo «| con non lieve dispendio, aperto presso la sua | fattoria di Scandicci Alto in Comunità di Castellina e Torri, una scuola rurale allo scopo di formare dei buoni Agenti rurali e dei valenti Agricoltori. Il corso è repartito in 3 anni e comprende tutti “gli insegnamenti teorici e pratici atti a raggiun- | gere l'ottimo scopo prefissosi dal fondatore. P.. | Con vera sodisfazione tributiamo al distinto onomo Conte Passerini i nostri encomi, per co- ARAFAT ORA TIPO A Chieti si è costituita una sezione della .So- cletà Africana în Italin che ha la sede principale in Napoli. Spedizioni, esplorazioni e missioni: Spedizzo- ne Bianchi. Quantunque ormai già ben noto a tutti tuttavia vogliamo anche noi rammentare, per deplorarlo sentitamente, il massacro del ce- lebre viaggiatore italiano Gustavo Bianchi e di molti della sua scorta, avvenuto a Kouriboula pres - so la nostra baja di Assab. La Società geografica africana Italiana farà il 18 corrente una solenne commemorazione di questo triste avvenimento. I monti Vittorio Emanuele ed Umberto. Lo Spenser capo della stazione di Rudolfstadt, nelle sue escursioni in paesi sconosciuti abitati dai Ba-sundè, ha trovata una catena di montagne, della quale fanno parte due monti alti 1500 metri, ad uno dei quali egli ha posto nome Vittorio Ema- nuele ed all’ altro Umberto. L’ Mustre viaggiatore Serpa Pinto stà organiz- zando una spedizione per esplorare il paese che è fra l’ Oceano Indiano ed il Lago Niassa. In Amburgo si è formata una società per esplorare e comprar terreni nei bacini del Niger e del Beune. Fungo colossale. Nella selva di Vendrogno (Belluno) fu trovato un fungo (Clovario coralloide) che pesava 78 ch. Andremo a bevere in California. Se ir Italia il raccolto del vino è stato scarso in California è stato copiosissimo quantunque siasi dovuto ritar- dare di un mese la vendemmia. L’uva è stata venduta da 20 a 40 lire la tonnellata. Club Alpino. La sezione di Torino per onorare la memoria dell’insigne geologo ed alpinista Bar- tolomeo Gastaldi ha, d’ accordo con il Municipio, dato tal nome al Masso erratico di Pianezza che. è situato all’ anfiteatro morenico della Valle della Dora Riparda, e vi ha posta relativa lapide. Longevita. A Cagnotte (Landes) gode ancora buona salute una donna nata 1780 e cioè con 104 anni d’età, ed ha una figlia di 80 anni. La luce elettrica e la religione cristiana. Le autorità che presiedono alla tutela dei sacri riti hanno fatto sapere ai sacerdoti, che la luce elettri- ca non e ammessa per la illuminazione delle chiese. L'albero del latte o della vacca. E uno dei più ragguardevoli alberi dell’ America equinoziale, fatto conoscere in Europa nel 1800 da Humbaldt. Con una semplice incisione praticata nel tronco fornisce un latte abbondante e che Boussingault, che lo ha analizzato, assicnra aver proprietà smili a quelle del latte di vacca; Questo albero potrebbe pure coltivarsi per la estrazione della ‘cera vegetale. La conferenza internazionale di Telegrafia è stata fissata per il 10 Agosto prossimo ed avrà. luogo in Berlino. Un’ostrica colossale. Sui mercati centra Parigi e stata venduta per L. 7, 50 un’ostrica che misurava oltre 60 centim. di diametro e capace di contenere fra le due valve 12 dozzine di ostri- che della grandezza ordinaria. , Pol Centennario n Lamarck. Si è formato un comi- | ‘’*ato francese sotto la presidenza del Prof. Martil- 5% let, per organizzare un imponente festa in onore —‘’—’‘«el celebre naturalista Lamarc&k che fu nominato professore durante la rivoluzione del 1789. Concorsi. Il R. Istituto d’incoraggiamento in È Napoli ha bandito un concorso a premio per il | migliore Manuale popolare di agricoltura pratica. Dal 2 al 11 febbraio prossimo, avrà luogo a Invio franco a chi acquista SERIE SCIENTIFICA Legati în tela L. 1,50 Agronomia, di F. CAREGA DI MURICCE. Algebra Elementare, di SALVATORE PIN- n, CHERLE. Antichità private dei Romani, di W. Kopp, traduz. di N. Moreschi, con 8 incisioni. Antropologia, di GIOVANNI CANESTRINI, con 15 incisioni. Ò- vi; Archeologia dell’ Arte, I. Arte greca, di Li I. GENTILE. x Archeologia dell’ Arte, II. Arte Romana, e di I. GENTILE. #0 Astronomia, di J. NORMAN LOCKYER, traduz. di G. V. Schiaparelli, con 44 figure. Botanica, di J. D. HOOKER, traduz. di N. Pedicino, con 68 incisioni. Va Chimica, di E. ROSCOR, traduz. di A. Pavesi, -29 con 36 incisioni. E Computisteria, di VINCENZO GITTI. i Dante, Vira, di G. A. SCARTAZZINI. n OPERE » » » » Disamica clementare di C. CATTANEO con 25 incisioni. Diritti e doveri dei cittadini, di DAL- Ù MAZIO MAFFIOLI. cds Ecoromia politica, di W. STANLEY JEVONS, ì trad. di Z. Cossa. | Energia fisica, di RinaLpo FERRINI, con ‘ 15 incisioni. t; Erreri c pregiudizi volgari, ì d STRAFFORELLO. Etrografia, di B. MALFATTI. Fisica, di BALFOUR STEWART, traduz. di G. Cuntoni, con 48 incisioni. Fisislogia, di M. FostER, trad. di G. Albini, con 18 incisioni. | Geografia, di G. Grove, trad. di 7. Galletti, 1% «con 26 incisioni. Geografia classica, di H. F. TOZER, trad. di /. Gentile. vi Geografia fisica, di A. GEIKIE, trad. di A. $ Stoppani, con 20 incisioni. è 5 . di G. MANUALI HOEPLI | Palecet-rogia, di REGAZZONI con incisioni. moposifi ione e congresso internazionale anti pologico. E stato promosso dalla redazione dell giornale 7 Homme, ed avrà luogo a Parigi nel 1889. bp L’ esposizione Ialia în Buenos Ayrers e stata. rimandata al 1.° ottobre 1885. A Buda-Peste nel corrente anno sarà effettuata una mostra internazionale di animali. z A Kaenisberg in Prussia starà aperta nel mag- gio e giugno prossimo uza esposizione internazio nale di macchine agrarie e per le piccole indu- strie. Le domande si devono avanzare entro i gennaio PORIONIE per non meno di L. 5, 00. Geologia, di A. GEIKIE, trad. di A. Soppasi, con 47 incisioni. Geometria metrica e Trigonometria, di SALVATORE PINCHERLE, con 46 incisioni. Geometria pura, di SALVATORE PINCHERLE, con 112 incisioni. Letteratura americana, di G. STRAFFO- RELLO. La Letteratura francese, di F. MARCILLAG, trad. di A. Paganini. Letteratura greca, di VIGILIO INAMA. — Letteratura india:na,di A. DE GUBERNATIS. Letteratura inglese, di ENRICO SOLAZZI. Letteratura italiana, di CESARE FENINI. Letteratura spagrola e portoghese, — di LUIGI CAPPELLETTI. Letteratura tedesea, di Orto L di A. Paganini. Logica, di W. STANLEY JEVONS, traduz. di Di-Giorgio, con 15 incisioni. LI Logismografia - Teorica e applicazioni, di C. CHIESA. ©. . Meccanica, di R. STA J. Benetti, con 89 incisi do Metrica dei Greci e dei Eomarnri, di. ; MiLLER, trad. Zami. « Rineralegia generale, di LUIGI BOMBICCI, con 172 incisioni e 3 tavole cromolitografi- DI che ua Riîneralogia descrittiva, di L. BomBICCI, con molte incisioni. È Mitologia comparata, di À. DE Guser- NATIS. @mero, di W. GLADSTONE, trad. di Palwmbo- — Fiorilli. i | g» ® GE, trad. Mal î “i | {Po trad. di Protistologia, di LEOPOLDO MAGGI, Con 65 incisioni. Ragioneria, di VINCENZO GITTI. Religioni e lingue dell’ India ingl di R. Cus, trad. Gailucci De Guber i‘ ‘eee: us BROGI Di; ettore Les: onsatie IN ———————r-——r- fmi “i i, Siena. Febbraio i) Ul nA eni AZIIGPITIIOA | BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE, ALLEVATORE, COLTIVATORE MENSILE PERIODICO Abbonamento per tutti i paesi dell’ Unione postale, L. 3 all'anno. rr - - ONEINANANNNMSAANSANSSMAINASS\NS \EANANA NA NANA NA NAINSE LE NINSNGINAMAENIINZIEN Vac SOMMARIO Richieste offerte e domande di cambi — Comunicazioni: Preparazione dei pesci. Sale pastorizio per il Bestiame. Caccia. Grampus griseus. Interessanti catture di uccelli. La neve come concime. Gli animali del giardino di acclimatazione di Parigi. Acclimatazioni. Entomologie. Sur un nouvel insecte du genre Phylloxera Poison chat. — Colombicultura. — Astuccio mineralogico per escur- sioni. — Non esiste generazione spontanea. — Cera delle piante. — Insegnamenti pratici: Per anticipare la fioritura della Magnolia Yulan. Nuovi antifillosserici. Per i bachicoltori. Contro le malattie delle patate. Produzione del latte nelle vacche. La biada ai cavalli — Note bibliog grafiche: Il luppolo. Nel Sudan orientale. ed altro. — Invenzioni e scoperte: Ferro da cavalli. Per gli innesti delle viti. Lam- pade elettriche portabili. Elettricità e calore. Giacimento di nitrato di potassa. Macinino per i confe- zionatori di seme da bachi. Apparecchio tascabile di salvataggio. Telefono economico. Ipsometro. — Notiziario: Avvisi agli abbonati. Piscicoltura. Raccolto dei bozzoli. Società di esportazione agricola. È A ciascuno il suo. Animali riproduttori. Musco e conferenze agrarie. Fillossera. Spedizioni esplorazioni, missioni. Balena. Congresso. Concorsi. Esposizioni. — Ricevute. — Avvisi diversi. | RICHIESTE, OFFERTE pù, E DOMANDE DI CAMBI i fra gli abbonati Quando non v è speciale indirizzo rivolgersi all’ ammini- | strazione del Bollettino. Pagamenti anticipati. 81. Mr. Spiets pharmacien à Porrentruy (Suisse) | désire échanger: Carabus irregularis, violaceus | type, hortensis, glabratus, nitens, Pterost. Hagen- | bachi, moltipunctatus, cribratus, Iwinei, Nebria | castanea, Gyllenhalei, Iokischii, Platynus depressus, ‘Otiorhynchus pupillatus, villosopunctatus, difficilis, i Miarus Campanulae, Oreina elongata var. cyanea À feisse, vittigera, var. glacialis Weisse, hina 20 puactata, Cercus Sambuei, Meligethes Hebes, tuflpes etc; en échange contre des Cicindéles, Ca- i - Sii Lamellicornes, Buprestides et Longicornes . de la faune italienne. Envoyer liste d’ oblata. 32. Il Dott. Sardì E. N. (Nizza Monferrato) of- | fre: granati e cloriti della Mussa, selenite tra- sparentissima, ematite dell’ Elba, nonchè conchiglie fossili del Piemonte (non determinate) contro mi- ‘minerali cristallizzati e conchigiie fossili o viventi di qualunque regione del mondo. | 88. Per L. 5,00 Sì vende un’ enorme scorpione îmbalsamato lungo 20 centit:etri e le cui bocche sono larghe 2 centimetri e lunghe oltre 5. È al- uanto mutilato ma pnò sempre ben figurare in collezione zoologica. Monografia del baco da seta. Una collezione semplari dimostranti lo sviluppo del baco bi Mat A e a "add. it SSISNLLLSISLLISILISDIISS DEMANDES, OFFRES ET DEMANDES DECHANGES entre les abonnés Quand il n y a pas d’ adresse spéciale s’ andresse à 1’ admi- nistration du Bulletin. Payementes à 1° avance. e con diverse specie e forme di bozzoli; il tutto conservato in cassetta di noce a lustro di cen- timetri 43»432 con fondo di suvero e coperchio a cristallo L. 15, 00; franca nel regno L. 16. 35. M. Leon Charpy, conservateur du Musee d’Annecy (Haute Savoie France, offre un echanges: Des Roches eruptives des Vosges et des Alpes francaises — Des Mineraux — Des fossiles Cretaces, Jurassiques et Liasiques — Des coquiles terrestres et fluviatiles de France — Des objets lacustres et prehistoriques. 36. Iules Gruet à Renan, iura Bernois (Suisse) desire echanger les lepidopteres au des chrysalides vivantes, n’ appartenant pas a la faune du Iura. Liste: 20 Apollo. 6 P. Bryominea 10 A Ino. 10 M. Artemis. 10 P. Virgaurca. 10 ©. Hera 3 C. Dami- nales 10 N. Plantagines. 59 S. Carpini. 87. Si acquistano 10 o più Talpe cieche, chi ne avesse da vendere o dare in cambio può ri- volgersi all’ amministvazione del Bollettino. 38. M. E. Deschamps, è la Régie des Tabacs à Salonique, demande a echanger des especes du genre Helix. Envoyer oblata et desiderata. 39. Si desidererebba avere uno o più esemplari dell’ Helix corrugata var. scalare. 40. M. Breviere è Port S. Marie (Lot et Ga- NANNA alè td i al as i dati Di i a RAT RETE let “nd: 18 e rraOE]Ee] e e ee eo! ronne France desire faire echange de coquilles marines terrestres et fiuviatiles. Il recevrait vo- lontier du sable coquille des plages d’ Europe. 41. Si farebbero scambi di fossili Miocenici di Superga e Pliocenici dell’ Astigiano tutti ben clas- sati, contro fossili ben classati e £&i località ed età ben conosciute, appartenenti preferibilmente all’epoca primaria, ina anche secondaria, di qua- lunque regione. Dirigersi al Dott. F. Sacco. Museo Zcologico Torino. 42. Si vende a buonissima condizione un Cato- blepas gnù imbalsamato ed uno scheletro completo del medesimo animale 43. Uova di Galline di Cocincina fulva, bianca, concon; di Brama pootra; di Darking; di Padovane dorate, argentate bianche, ermelinate, camosciate, nere con ciuffo bianco; di Polverara, di Crévecour. di Houdan, di Campine argentate, di Maggi; di Boutam dorate, argentate, nere; di More, di Nau- gasaki, di Galline seta. Le uova costano Cent. 50 l’ uno, l’ imballaggio cent. 50 per ogni dozzina o frazione di dozzina. Tutte le specie sono poste in condizioni spe- ciali perchè sia effettuata la fecondazione delle uova, bensì non si garantisce la nascita di esse. Dirigersi al Giardino di acclimatazione di Ippo- lito Desmeur a Firenze. 44. Si desidera vendere una collezione di con- ebiglie terrestri e d’ acqua dolce della Sicilia, com- posta di più che 130 specie e varietà. Prezzo da combinarsi. La detta collezione trovasi a Palermo, ma per le trattative rivolgersi all’ amministrazione di questo Bollettino. 45. Il Sig. Eugenio Squassone di Quistello Man- tovano vorrebbe acquistare delle piante di Bambù. 46. Sî desiderano acquistare per contanti o in cambio, uno o più esemplari delle seguenti varietà di Helix planospîira Lamark — cioè: Pubescens Tiberi; Casertana, Paolucci; Depélata, Orsini (v. cal- va Kohelt); Setulosa, Briganti (v. setipila Zieg.); Confusa Benoit, Calabrica Paolucci; Napolitana Paolucci; Cassinensis, Paolucci; Stadilei, Paoluc- ci; Euganca, Stabile; Ulepitschi Westerl; IMyrica, Stabile; Padana Stabile. 47. Sî desidera vendere 12 piante di Pelargoni doppi, da cent. 20 a 50 luna. — 8 Camelie a L. 3 l' una. — l10 specie di Aloe e 5 di Cactus da cent. 30 a L. 1 1’ una. Tutte le piante sono mu- ° nite di solido vaso. 48. Una bella pianta di Limone ed una di Ce- dro entrambi in grande vaso (mezza conca) si vendono a L. 8 l’una. 49. Sî vendono per L. 10, 50, franchi di porto, SS i seguenti uccelli esotici in pelle: 1 Podiceps — 1 Falchetto che somiglia il tinnunculus — 1 Civetta piccolissima, tutti in buonissimo stato; più una pelle difettosa che somiglia un beccaccino nostrale. 50. Si fà ricerca di fossili della provincia di Lucca. 51. Si acquistano 400 o 500 occhi di Cycas re- voluta (getti di detta pianta). Se ne accettano anche quantità minori. 52. Fossili Pliocenici, Miocenici, e Giurassici in vendita e in cambio. 53. La bella e rarissima Renélla reniformis con polipi dilatati si vende per L. 15 franca di porto nel regno, e quella senza i polipi dilatati L. 7 idem. 54. Patate o pomi di terra. Varietà nuove. Prezzo al Chilogrammo.... L. 2,50. Si spediscono franco di porto e d’ imballaggio nei Regno. Diri- gersi all Amministrazione di questo Bollettino. Alpha Var. precocissima a tuberi bianchi tondi, polpa bianca. Cipolla precoce. Tubero grosso, a pelle rosa, polpa bianca rosacea. Vàr. precoce e di primis- simo merito. Chave. Giallo, grosso, tondo, assai tardivo e di grande prodotto. Compton surprise. Uno dei più grossi tuberi a pelle rossiccia e polpa bianca trasparente. D’ Alger hatif. Precocissimo. Early di Toreno. Var. precoce e molto produt- tiva di tubero grossissimo a pelle e polpa bianca. Extra Early Vermont. Tubero di straordinaria grossezza, pelle gialla rosacea, polpa giallastra. Assai fertile e precoce. Late rose. Tubero grossissimo, pelle gialla rosacea, polpa bianca. Precoce e fertilissima. Manhattan Tubero enorme, di pelie rossastra, polpa bianca. Molto produttiva e precoce. Maryolin. Giallo, semilungo, il migliore e più precoce per forzare. Negrine. Var. marcatissima tardiva, di pelle rosso bronzo, e polpa rossa barbabietola, Naine ronde quarantine, Tubero grossissimo, precoce. Patate ronde violette, Var. di molto merito a pelle rosso violetto, po.pa bianca, tardiva e fertile. | Peiho- Var. giapponese, a pelle rosacea, e pol- | pa giallo carico, molto tardiva. Rose hative, di straordinaria fertilità e molto pre?oce. i i Rose violette tardive. Var. tardiva e molto produttiva a tubero grosso e lungo, pelle rosa e violetta, polpa bianca. (Continua). i ia pre ? Risposte P In questa rubrica gli abbonati hanno diritto ad una inser- | gione gratuita di 3 linee per ogni numero, per scambiarsi | schiarimenti, informazioni, consigli e questioni da risolvere. La direzione, quando le sia possibile e lo creda opportuno, accorderà l'inserzione gratuita per pubblicazioni anche molto più lunghe. D. Desidererei istruzioni per conservare i pe- sci a secco. Roma. CALAMANI ALFREDO. R. Preso il pesce da prepararsi devesi ben la- vare come dicemmo per la conservazione in Al- cool, quindi occorre prendere note e disegno sulla sua forma in generale e sul colore degli ‘occhi e | del corpo, essendochè questi colori molto raramen- te si conservano con la disseccazione ed occorre | ridarglieli con pennello. IP Secondo la forma del pesce e la posizione che si desidera darli nelle collezioni, gli si fà l’ aper- Il tura o sotto il ventre o da un lato del corpo, ed abba- LA; stanza grande da permettere di poterlo spellare e | ben pulire. Da questa apertura si comincia a di- | staccare la pelle dal corpo, e qui occorre usare f molta cura e precauzione perché non cadano le | squamme, ciò che avverrebbe ripiegando la pelle |—’1su se stessa. È pure necessario aver cura di non | raschiare conil bisturi o con le forbici, la superfice interna della pelle, perchè con ciò si danneggia | quello strato argenteo che rende splendente il corpo del pesce. La coda le pinne e la testa de- vono restare attaccate alla pelle; quasi sempre | nonsi può spellare la testa e così solo si ripu- - lisce il più possibile dall'interno togliendone via le parti carnose. | Fatta la pelle si avvelena come quella degli altri animali e quindi, sia per mezzo di un mo- Ke dello in legno o in suvero, che si introduce nel- È la pelle stessa, sia riempiendo questa con cotone, stoppa, sabbia, segatura od altro, si ridonano al pesce le primitive sue forme. La scelta del ri- pieno è relativa al'a qualità, forma e grandezza Gel pesco. i Le anguille, le morene e simili, si preparano {come i serpi. Perchè la coda e le pinne si secchino bene stese | e nella posizione naturale, si stringono fra due cartoni o tavolette unte con sevo e tenute pressate l'una all'altra con mollette metalliche. Molte altre osservazioni e consigli per i casi eciali vi sarebbero da notare, ma si andrebbe roppo in lungo e crediamo possa bastare il già Pi, | | | | rare LI via \'za k ‘ ° Sa cel at SRNTTT AO AT e 8 VI TATO MRO TRI VANTA GI A TRI ì tel a Aa ” DIO. I MATO Domande | Communications-Propositions-Demandes Reponses Sous cette rubrique, les abonnés ont droit 4 une insertion gratis de 3 lignes par numéro, pour, | échange d’ explica- tions, d’ informations, de conseils et de questions d resoudre. La direction pour ce qui lui sera possib!e, et quand elle le jugera opportun, accordera encore |’ insertion gratuite pour des pubblications bien plus étendues. SNAXNANANSNSNA NA NANA NI detto per sodisfare alla domanda del Sig. Cala- mani; del resto gli abbonati sanno che pubbliche- remo sempre con piacere, le loro particolari ri- sposte ed osservazioni alle domande che vengono pubblicate in questa rubrica. S.ABI D. N° y aurait - il pas de l‘indiscretion de demander à la politesse de M. Touchet, des dé- tails autour son propre systéme de disposer et de contre signer les plantes dans l’erbier, a fin que la recherche en soit rendue plus facile et plus préte ? Carlo Miiller. D. Desidererei sapere in quale quantità si può somministrare il sale pastorizio al bestiame. Livorno CASONI. Non è cosa facile lo stabilire in cifre la quan- lità che è bene somministrarne per ogni specie di animali, essa deve variare secondo l’età, il ses- so, il genere di vita e di alimento ece. Ai vecchi se ne può dare più che ai giovani ; ai maschi più che alle femmine, ai grassi più che ai magri e via dicendo. Però mentre è fuor di dubbio l’ utilità di som- ministrare il sale agli animali, perchè ad essi è forse più necessario che all’ uomo, non è a credersi che se ne possano dare quantità esagerate: Un con- tadino avvelenò due vitelle coll’averli date due grosse manate di sale (circa 400 grammi) per ciascuna, ed una di esse morì. Così per norma, si possano indicare le seguen- ti quantità: Ai cavalli, da 8 a 16 grammi al giorno « bovini « 16 a 32 « « « « suini « 1,523,5 < « « « pecorini « 1,5 a 3,5 « « < Caccia. Le allodole — Un fatto anormale. In questi giorni, nelle nostre campagne, si verifica un fatto così anormale che vale la pena di farne menzione. Le allodole che, ultimato il passaggio autunnale, si mostrano scarsissime da noi, duran- te tutto l’ inverno, sono venute in quantità straor- dinaria a stabilirsi nei prati e nei seminati dopo che le abbondanti pioggie, cadute a tutto il 18 corr. , ebbero spazzata la terra dalle nevi dei giorni 11, 12, 13 e 14. Nei campi sparsi di letame, nei seminati ancorchè vicini alla città si trovano grandissimi branchi di questi uccelli; ma non è facile avvicinarli perchè diffidentissimi. Sì sà che quando la terra si copre di neve, le allodole ed altri passeracei si riuniscono in bran- chi in cerca di alimento ed emigrano, ed è pur noto che in tale occasione i cacciatori fanno ab- bondanti prede di piccoli uccelli e specialmente di allodole che si fermano nei luoghi scoperti come sono le marcite. Ora quest’ anno nei giorni di neve pochissime allodole furono uccise dai cacciatori perchè assai poche se ne incontravano, ed invece în gran copia ci apparvero quando fu ricoperto il terreno. La spiegazione di questo fatto, che per la prima volta ci accade di osservare, non è però difficile a rintracciarsi. Le nevicate di questo mese furono, sì può dire, generali sul nostro continente, essendosi | estese finoalla Sicilia, ma copiosissime in is pecie nel- l'Alta Italia. Ora appare evidente che questi uc- celli furono scacciati dalle abbondanti nevi, dai luoghi che occupavano e si stabilirono da noi perchè le pioggie sostituitesi alle nevi, le sciolsero liberando in pochi giorni la terra. Ora sarà interessante il vedere se, non verificandosi più caduta di nevi, questi uccelli rimarranno a lungo fra noi e se col sopraggiungere della primavera porranno il nido nelle nostre campagne: il che è probabile tanto più riflettendo che l’ allodola è uno dei primi uc- celti che vanno in amore e nidifica dal marzo al luglio. Cremona 28 Gennaio 1835. ON0ES Grampus griseus. Alla Spezia arrenò un indi- viduo maschio di questo raro cetaceo che abita l'Adriatico ed il mar Tirreno. Esso è lungo me- tri 3 e 45 centim. Fu acquistato dalla direzione del museo zoologico di Firenze e figurerà in quella ricca collezione. Ornitologia. Interessanti catture di uccelli: I due fischioni turchi (Féligula rufina Steph) maschi, dei quali ne ho inviato uno a lei Sig. Brogi, e l’altro lo conservo nella mia collezione, furono uc- cisi con un sol colpo di fucile il 13 gennaio scorso, nel fiume Corno in prossimità della Borgata detta i Casoli di Seravalle a circa 2 chilom. da Norcia. Furono veduti quei due soli individui, che dopo morti nessuno conosceva e pare per ciò che mai si fossero uccisi in questi dintorni. Norcia DoTT. EVANGELISTA. Ieri sul mercato di Bologna ho acquistati i se- guenti uccelli uccisi in S. Pietro in Casale: Un Cn NIE PED maschio adulto în abito perfetto ed un maschio giovane del Mergus serrator, ed una femmina del Mergus merganser. Bologna 30 gennaio 1885. A. FIORI. Ho ricevuti da Cremona una Galerida cristata var. isabellina ed un Passer italiae maschio adul- to var. melanura entrambi uccisi presso Cremona nella prima metà dello scorso gennaio. Siena, S. BROGI. Dal Sig. Ferragni di Cremona riceviamo noti- zia di un’ altra cattura di Videmia nigra, avvenuta nel cremonese il 23 novembre scorso. È un bel- l’individuo femmina che il Sig. Ferragni ha ceduto in cambio di altri uccelli, alla pregevolissima col- lezione ornitologica italiana che per le cure del Prof. Giglioli è stata formata nel museo di storia naturale in Firenze. $ Sotto la neve, pane è un proverbio ben cono- sciuto, e vero; ma sventuratamente non ne con- verranno quei tanti disgraziati che in quest’ anno sono stati vittime della neve stessa. Come abbiamo detto il proverbio è veritiero, forse però non tutti sanno il perchè la neve con- tribuisce a preparare dei buoni raccolti. Molti credono che derivi dall’ umidità che per mezzo della neve, che si liquefà a poco a poco, viene tut- ta e placidamente assorbita dal terreno; ma questa non è nè la sola nè la più forte ragione : La neve costituisce realmente un ingrasso utilissimo; essa non solo contiene dell’ ammoniaca come la pioggia, ma ha la proprietà di condensare gli alcali che si sviluppano dal suolo sul quale essa è caduta, e quelli che contengono gli strati di aria che sono in contatto immediato con essa neve. Tutti questi alcali vengono poi lasciati dal terreno e servono di nutrimento alla vegetazione. Boussignault (Compt. rend. Acad. des sciences) analizzando un litro di neve raccolta al momento della sua caduta, ha trovato che essa conteneva millg. 0,58 di ammoniaca, mentre la medesima quantità di neve, raccolta dopo che aveva soggior- nato 26 ore sul terreno, ne conteneva millg. 10,34. Da ciò resulta che più che la neve stà sul suolo più è l’ utile che essa rende alla vegetazione del medesimo. La neve protegge pure i cereali dai geli. Gli animali del giardino di acclimatazione di Parigi: Questo giardino sì è arricchito di una cop- pia di uccelli interessantissimi: un maschio ed una femmina di Casoar ad Elmo, delle Mollucche. Io ritengo che i Casoar dovranno un giorno figurare fra i nostri animali domestici destinati per cibo, perchè l’ abbondanza (il loro peso varia | dai 60 agli 80 chilog.) e la qualità della loro car- «ne li designa a tale uso. È Anche un cervo gigantesco e molto raro il Cer- vus alces maschio, è venuto da poco ad ornare questo giardino, nel quale si trovava la femmina da 2 anni. Avrete forse sentito parlare ancora voi del ra- rissimo uccello Hychea nivea che fu preso vivo nel 1878, durante un uragano, nella traversata da New York ad Haùyre, venne donato a questo giar- dino di acclimatazione e fù rubato nel 1882 da un visitatore inglese, il quale dovè poi restituirlo e pagare un’ ammenda di 1000 franchi; questo bel- l’animale è morto, ed ora lo si imbalsama per il museo. In Europa non esistono che 3 esemplari di tale uccello: uno a Dresda. uno ad Anversa, e quello -.del quale vi parlo. È Parigi Gennaio 1885. T.O. i Acclimatazioni. La Chamaerops excelsa ori- Fi ginaria della China, si è perfettamente naturaliz- zata nell’ Ovest della Francia. Nel giardino di Ren- nes matura i suoi frutti e si riproduce anche obi: spontaneamente. Anche nel giardino della Marina | aBrestfruttifica egualmente. Le più antiche e for- | sele più belle piante si trovano in piena terra nel parco di Porzantrez e le più grandi misurano | «da 5 a 6 metri di altezza con 26 anni di età. | NelSudOvestdellaFrancia stessa, il Dott. Guil- laud ha trovata allo stato naturale la Boltonia glastifolix L. Her. della Pensilvania, specie non ancora stata segnalata in Europa, fuori che colti- vata artificialmente. Parigi T. O. _ —Entomologie. M. Bedel vient de décrire une nouvella espèce de Claviger, provenant d’ Algerie. i Ce Coléoptère, qui a nom Claviger barbarus, est È le primier insecte de ce genre que l’on trouve | È ven Afrique. Il se rapproche des C. Lederi, testa- È | ceus et Perezi par la conformation des antennes; «il est remarquable par son abdomen à pubescence dorsale relativement courte, serrée et prolongée Jusqu’au niveau de l’aire médiane où elle s’arréte brusquement. M.C Leprevost signale une curieuse aberration de la Vanessa C. album. Les ailes sont dentées, —_fortement anguleuses d’un fauve vif comme dans | le type, avec une bordure antémarginale d’un — brunroux gris cendrè, surmontée dans les supèrie- | mresde quatre taches noires se prolongeant triangu- lairement entre les nervures; supérieures evec s taches noires, celle du bout de la cellule large rectangulaire ; les deux points noirs interner- férieures sont reliées entre elles de facon à former une bande noire du disque è la nervure costale ; cette tache se prolonge sur les nervures triangu- lairement è moitié du bord terminal. Le dessous est également aberrant: jaune brun foncé, légère- ment verdatre, plus foncé vers l' angle apical et la base. Inférieures ayant au bout de la cellule un C dont la partie inférienre se prolonge en cédille sur la nervure, et très brillant. Sur un nouvel insecte du genre Phylorera (Phylloxera salicis Lichtenstein.) M. Lichtenstein avait remarqué sur l'écorce des saules de son jardin, une sorte de moisissure d’un blanc de neige; en fendant cette écorce il rencontra une peau desséchée qui, ramollie dans la potasse caustique, présenta sous le microscope la figure d’ un Phylloxera long de 0mm,67, jaune, avec des antennes de trois articles et un long rostre dépassant beaucoup l’abdomen. A còté de cette peau, se trouvaient de petites enveloppes ovoides, longues les unes de 0mm,35 et les autres de 0mm,25, incolores, que l’observateur considéra comme des pupes sexuées. En effet, ces sortes d’ceufs, piacées dans un tube, se dressèrent sur leur extrémité inférieure, puis se dégagèrent d’une fine pellicule. Vers le cinquième jour parurent deux yeux noirs; puis de courtes pattes et des antennes plus courtes en forme de moignon triar- ticulé. Huit ou dix jours durant, cet animal a continué à s’élever en se balancant, puis enfin les insecte sexués, màle el femelle, se degagerent en- tiérement et s’acouplérent. Peu après le mile meurt, et la femelle pond un énorme ceuf, jaune clair, presque aussi gros qu'elle. Le microscope a bien fait reconnaître des Phylloxéras sexués, dont le rostre manque absolument, dont les mem- bres sont rudimentaires et les autennes réduites à un très court petit bouton. La moisissure du saule n’est que l’amas des dèpuilles de ces pupes qui se dégagent si singuliérement de leur longue pellicule. L’évolution ultérieure de cet insecte re- ste à connaitre. Le PhyMoxera salicis,, se rangera donc dans la le groupe de ceux dont la forme pupifère est aptère. Poison chat. M. H. Grosjean, propose au ministre de l’Agricolture, l’acclimatation en France du pois- son-chat (Amzurus catus, albidus), silure améri- cain. Le poisson-chat est, dans tont l’acception du mot, un poisson robuste, rustique, et qui ne réclame aucun sojn. Il est seulement nécessaire de le placer dans une eau qui lui piaît d’autant mieux qu'elle est plus vaseuse et que le couran- te en est plus lent. Il peut s’accomoder indiffé- ” " 22 remment des eaux courantes et de celles des étangs, et il prospère également dans les eaux chaudes et dans les eaux froides. Il a été importé, il y a dix ans, avec succès, dans les eaux des fle- uves et des lacs de Californie. Paris LE NATURALISTE. — COLOMBICULTURA Riproduzione interdetta Continuazione I Piccioni Volteggiatori. Onde viemeglio stabilire le basi di una esatta classificazione, mi sembrò utile l’adoperare quei nomi che ormai furono accettati dai più e che nella nostra Italia si giudicarono i più chiari per identificare le differenti razze e varietà. Così sot- to il nome di Volteggiatori io ho inteso compren- dervi tutti quei Piccioni che a seconda dei dif- ferenti paesi, sono chiamati Capitombolanti, Giranti, Saltatori, Ballerini etc. Questi uccelli sono stati da me incorporati nella sola e determinata razza dei Piccioni Volteggiatori, divisa in tre varietà. È doloroso il vedere la confusione che esiste fra noi nelle denominazioni degli animali e delle piante, proficua solo agli speculatori che spediscono la merce talora sotto di un nome, talora sotto di un altro, tanto cheil pubblico nerimane gabbato. Io pro- curai e procuro di prescegliere quei nomi maggior- mente consacrati dall'uso, contrapponendovi tutti i sinonimi per facilitare agli studiosi ed ai colle- zionisti tutti i mezzi per non cadere in inganno. Egli è perciò che io prescelsi per questa razza il nome di Volteggiatori, come già in un prece- dente Articolo (1) mantenni il nome di Cravattati ad un’altra razza descritta, a preferenza di quello di Collaretti adottato dal chiarissimo Cavaliere Giov. Batta Sella in un suo pregievole scritto (2). Il Piccione volteggiatore (Columba Giratrix) per la grossezza del corpo e la sveltezza delle forme, si avvicina al Torrajolo e al Volante: ha però tarsi più corti ed in talune varietà ricoperti di lanugine, iride screziata, e non sempre eguale nei due occhi. Furono notati individui con l’ iride ranciata da un lato, e dall’ altro biancastra, altri con un iride nera ed un altra giallognola. È fra i Piccioni quello che vola più in alto, e tanto s’innalza nello spazio, da perderlo per qualche momento di vista. Ma egli non rimane lungamente nelle sfere dell’aria, perchè di tanto in tanto (1) Bollettino del Naturalista Anno 1884 N. 3. (2) G. B. Sella — I Piccioni Cravattati e i Cappuccini — Vita di Campagna Anno 1877 N. 7. —————T nn _________d eseguisce col suo corpo un curioso volteggio che ripete fin cinque volte di seguito, e con tale ra- pidità da disgradarne il più abile saltimbanco. Eseguito il volteggio riprende, come una freccia, il suo volo e si risospinge in alto, per tornare a fare poco tempo dopo lo stesso esercizio. Non spiegasi facilmente il curioso carattere di questo uccello: sembra preso da contrazioni nervose che ripetonsi di tanto in tanto, come in coloro che sono affetti dal Ballo di S. Vito. Vi hanno taluni che dicono che i movimenti rapidissimi e strani dei Volteggiatori siano loro utili per porre in scacco i rapaci, ma osserva giustamente a questo pro- posito Pelletan, che nei momenti dei loro volteggi perdono di vista l’ assalitore, il quale può benis- simo profittare di un attacco di fiaaco, quando appunto gli uccelli presentano il petto scoperto (1). Ve ne hanno taluni che oltre al volteggio fanno in aria i movimenti più bizzarri e strani e si ro- vesciano e si contorcono tanto, da farli chiamare dai Francesi Cullutants Pantomimes, altri che giunti a grandi altezze si lasciano cadere a piombo nello spazio per una ventina di metri, altri infine che eseguiscono continui cerchi rapidissimi quasi presi da capogiro, non curanti degli ostacoli che incontrano e nei quali con loro grave danno per- cuotono. Non è raro il caso che questi uccelli fe- rendosi nelle loro aeree esercitazioni precipitino a terra. Queste strane movenze procurano in taluni luoghi ai Volteggiatori il nome di Ballerini. Difatti leggo su di un manualetto di colombicoltura edito a Roma e di probabile traduzione dall’ inglese quanto qui mi piace trascrivere: (2) « Il Ballerino « ebbe questo nome dalla sua straordinaria dispo- « sizione ad inalzarsi in aria e girare sopra se « stesso. Il Ballerino è piccione piccolo, il suo « corpo è breve, ben pettoruto, corto intorno la « testa, becco acuto, gli occhi di colore perla chia- « ro; belle zampe, corpo ben formato, ben lan- « ciato sul dorso............... Essi sono i più di- « lettevoli fra i piccioni. Le varietà comuni si « possono avere a prezzi assai ragione voli......... & .e0000000+00se» I Ballerini vogliono essere tenuti « in colombaje a buona distanza dal tetto o dal « terreno, perchè essi volano a tale meravigliosa « altezza, da diventare impercettibili alla vista. « Sono uccelli oltremodo socievoli, e coi loro mo- « vimenti aggraziati si rendono oltremodo cari ai « loro allevatori......... » (1) Pelletan. — Pigeont etc. — Opera citata. ; (2) Manuale d’ Allevamento dei Colombi. — Roma — Pe= rino editore. si MESE PO) SA | RETTA ‘A tua socievoli coll’uomo, e di questo io concordo, non lo sono veramente fra loro, poichè anzi questa piccola razza è la più battagliera fra quelle a becco sottile. La loro colombaja quando racchiude un numero troppo grande di paja, ad- diviene un Campo di giornaliere battaglie e le loro gesta ricordano quelle dei poco prolifici e feroci Piccioni Guerrieri (Columbae Patarinae.) I Piccioni Volteggiatori, coi loro giuochi aerei, servono a meraviglia per chiamare a raccolta i piccioni sbandati, impauriti o nuovi della colom- baja, ed io ricordo come un amico mio che nel- l’anno 1875 possedeva una scelta collezione di Piccioni Triganini, teneva come richiamo un Vol- teggiatore che serviva di condottiero e maestro del branco. Questo Volteggiatore, varietà Iumblers, l'ho sempre impresso, poichè mai più ne vidi dei simili; portava abito bianco e rosso sangue lucente, con macchia bianca a ferro di cavallo sul dorso. Veramente il servirsi di questi Piccioni, come fanno taluni, per attirare nelle proprie colombaje | quelli del vicino non è cosa troppo corretta ver li; quanto non sia possibile colpire colla legge gli alati mavutengoli. Difatti 1 Articolo 462 del Codice Civile del Regno d’Italia dice: « Piccioni, Conigli « e Pesci che passano ad un altra Colombaja, Co- _ « nigliera o Peschiera si acquistano dal proprie- «tario di queste, quando non vi siano stati attirati < con arte o frode. » Come accertare la frode quan- do i Piccioni sono ingannati dagli stessi congeneri che servono inscienti ai fini non retti del loro proprietario? È erroneo l’ asserire che il mantello dei Vol- teggiatori sia irregolare ; variano è vero le forme delle macchie, ma però resta sempre una certa armonia nell'insieme: essi vestono l’ abito della Cocotte, regolare nell’irregolarità o viceversa se più vi piace. La piastra bianca a ferro di cavallo sul dorso deve sempre trovarsi, sia l’animale di mantello nero, rosso, giallo o turchino. In generale ì Volteggiatori hanno il mantello disposto cosi: piccolo berretto colorato sul vertice della testa che copre le guancie, collare bianco fino al centro del petto, fascia colorata avvolgente il corpo ed il pieno delle ali (spalla) lasciando libero sul dorso un ferro di cavallo bianco, venti colorati, remi- ganti bianche, coda colorata, taluni, specialmente le femmine, non hanno berretto ma testa calva o brinata. — Questi uccelli non presentano più di due colori sul loro mantello, cioè il bianco ed uno dei quattro colori sopra notati, eccetto la varie'à Iurners che può avere l’abito cenerino o aurora pallido con macchie nere, rosse o gialle disposte il li A er (> LA sE REFPRENOO WIRE come notai precedentemente, e con ferro di cavallo bianco sul dorso. In commercio non trovansi che Volteggiatori bianchi e neri, e solo presso qualche appassionato amatore si possono osservare esem- plari bianchi e gialli (1) o bianchi e rossi. Non ho mai veduti Volteggiatori bianchi e turchini per quanto sappia che gli Inglesi ne abbiano ottennti. Questa razza offre le seguenti due varietà ! I. Il Piccione Capitombolante Inglese (Columba Giratrix Nordica) presentante due sottovarietà : (a) Il Piccione a berretto nero (Columba Nigro- cephala). (6) Il Piccione Domenicano (Columba Stefani- niana). II. Il Piccione Girante (Columba Girans). Tutte queste varietà e sottovarietà del Piecione Volteggiatore, trovansi in Commercio da lunghis- simo tempo, eccettuato il Piccione Domenicano da me ottenuto per incrocio nel 1873 e dedicato a persona che mi è carissima. I. Capitombolanti Inglesi. I Iumblers sono larghi, tozzi, piccolissimi; la testa hanno perfettamente sferica ed assai rossa. Il mantello è quello dei Volteggiatori di cni rap- presentano il tipo perfetto: Soltanto nei più le macchie di colore sono più grandi delle macchie bianche, e ve ne hanno taluni che accennano ap- pena il fichù bianco del collo ed il ferro di caval- lo bianco sul dorso, altri molto ricercati, che por- tano tutta o quasi tutta un ala eolorata e | altra bianca. Questo uccello è grande produttore e non falla mese nei paesi del mezzogiorno senza fare la sua covata, temendo poco il freddo, forse a cagione della sua origine Settentrionale. Non raro, ma difficile a trovarsi legittimo, il Capitombolante Inglese raggiunge prezzi elevati: il più comune, bianco e nero, si paga in Firenze circa L. 10. al paio. — Non trovansi mai vendibili Iamblers rossi e bianchi, gialli e bianchi, turchini e bianchi; ri- tengo sia necessario richiederli in Francia o in In- ghilterra (2). Le sottovarietà che si ottennero dal Capitomboiante Inglese sono: (a) I Piccioni a berretto nero. Il Piccione a berretto nere (Columba Nisroce- phala seu Nigrocapilla) è un vero e proprio Vol teggiatore modificato da continue selezioni, e che (1) Ne possedeva un paio la Società di Allevamento dei Piccioni Viaggiatori di Firenze regalati dal citato Cay. G. B. Sella che formarono l’ ammirazione dei Colombicultori perchè non mai veduti. (2) A scanso di malintesi quando do ad un Piccione d’ Europa il mantello turchino, intendo parlare del Bleu Biset solo pun- to di Turchino che si riseontra nei nostri Piccioni. non può certo ascriversi fra i Piccioni Rondini come pretenderebbero alcuni. — Fan fede di discen- denza oltre le forme del Iumblers, una contrazione nervosa che prende questo uccello mentre cam- mina e che gli fà di tanto in tanto ripetere un curiosissimo dietrofronte militare. Ha la testaornata di un berretto di piume nere che gli cuopre le guancie, il corpo interamente bianco niveo, eccet- tuata la coda che è nera ebano come la testa. Assai raro, è uno dei p'ù piccoli Piccioni conosciuti. (b) I Piccioni Domenicani. Il Piccione Domenicano è una sottovarietà del Volteggiatore che io ottenni nell’anno 1873 e che ritengo possa e debba riprodursi. Non bisogna con- fondere questo vero Piccione Domenicano al quale imposi il nome di Columba Stefaniniana, col Pic- cione Domenicano citato dal Manuale di alleva- mento dei Colombi edito da Perino a Roma nel 1883 è che non è in sostanza che il Piccione Mo- naco (Columba Cucullata). Io ottenni questa sottovarietà coi due seguenti : (Maschio) Volteggiatore bianco e nero perfet- tissimo, Varietà Iumblers, con berretto, collare, fascia, controfascia, e ferro di cavallo sul dorso: remiganti nere da un lato, bianche dall’ altro, coda nera lucidissima. — Becco Plumbeo ed acuto con due piccole favette sulle narici. — Età mesi 9. (Femmina) Torrajola di Colombaja bianco lat- tata, zampe rosse, becco plumbeo e relativamente alla razza, assai corto: ali lunghe, coda media. Questa femmina scelta in una numerosa Colom- baja per gentilezza di un Amico, selvatica e timo- rosa giudicai dell’età di quattro anni all’ incirca. Accoppiati i due Piccioni più per l’ ardore ed insistenza del maschio che per naturale inclinazione della femmina, mi dettero le prime tre Covate a metà fallaci, non avendo tirati a bone che tre pic- coli di mantello imperfetto. Alla quarta Covata che cadde in Agosto mi nacquero due Piccioni Ma- schio e femmina che vestivano il vero e proprio abito dei Domenicani, raggiungendo così lo scopo che io mi era prefisso. Testa bianca nivea, collo e mantello nero fino alla spalla, venti, remigantì, dorso e coda bianche. Di questo tipo rivendico la paternità e desidero che il nome che gli imposi, che ha per me tanti cari ricordi, gli rimanga per sempre. II. Giranti. Willughby gli definisce così: « Cirro a vertice « retro dependente et bifariam jubae equinae in « modum diviso insignes (1)-». Più grossi dei Ca- (1) Willughby — De Columbis in specie. schierandomi dalla parte di Pelletan che ne formò una sola'e determinata razza. Ha tarsi lanuginosi ma non impennati, l’occhio con sottile filetto, l’ iride nera o giallognola. È il più battagliero della razza, attaccabrighe e irrequieto da meri- tarsi il nome datogli dai Francesi di Iournant Frappeur, Iournant Bateur: il sno arrivo nella Colombaja è sempre dichiarazione di guerra, la sua partenza è la pace. Quando vola produce un suono particolare che ricorda quello delle nacchere. Nelle battaglie coi congeneri è il solo Piccione che si avventi sul dorso dell’ avversa- rio a guisa degli uccelli rapaci, ne lo lascia finchè una sporgenza del verone o del tetto non fa precipitare nello spazio i due campioni che vengono così separati. L’abito di questi uccelli è cenerino o grigio con pezzature identiche ai Ca- pitombolanti Inglesi e la solita macchia bianca a ferro di Cavallo sul dorso. Sono rarissimi e pres- so di noi trovansi casualmente in vendita. Firenze. G. C. GIACHETTI. NINAININSNSINSINANSNISINSINININAEXINANAI NENTI Astuccio mineralogico per escursioni rr I Continuazione e fine Segue l’enumerazione degli oggetti contenuti nel compartimento inferioro : 20. — N. 3 tudi d’ assaggio chiusi ad una delle due estremità, collocati uno entro l’altro e N. 2 tubi aperti alle due estremità e piegati ad angolo ottuso. 21. — Tubo contenente ampolline chiuse alla lampada con acido cloridrico ; quando occorra adoperare questo reattivo, si estrae un’ ampollina e rotta una delle sue estremità affilate, se ne ver- sa il contenuto in un recipiente. Tubo d’ assaggio o vetrò di orologio. 22. — Tubo contenente acido aszotico, c. s. 23. — Tubo contenente acido solforico, c. s. 24. — Tubo contenente ammoniaca, c. 8. 25. — Reagentario in carta, con N. 28 reattivi, e gelatine, come quello che và unito al modello A. I due corredi B e C, che si completano a_vi- cenda, contengono in complesso N. 52 utensili e reattivi diversi; ma sarebbe facile di accrescerne il numero. Di leggieri si comprende, d’altra parte, come in vista di speciali ricerche, taluni strumenti e reattivi possono essere vantaggiosamente sostituiti da altri più acconci. ì Acciocchè altri studiosi potessero profittare di questo tentativo, quantunque non riuscito ancora pitombolanti gli riunii alla razza dei Volteggiatori MALI Sp SATRITI | Ei El ta a seco. ite! desideri, ho voluto descrivere | questi tre modelli. Tra essi, il modello A, che è il meno imperfetto, si presta pel suo lieve peso e îl poco volume, alle escurs oni in montagna e può essere utilmente aggiunto al piccolo corredo tecnico dell’alpipista (1). A. ISSEL. (1) Il detto modello figurava nella Mostra del Club Alpino { Italiano alla Esposizione Nazionale di Torino. Due parole alla buona del Dott. EUGENIO FICAIBI ADSANSÉNA ( Continuazione ) Ho detto che gli Schizomiceti, sieno essi sotto forma di Micrococchi, di Batteri di Bacilli, di Spi- di rilli, sono enormemente diffusi in natura. Si ha generazione spontanea di questi elementari orga- Li nismi? No. E gli esperimenti e le ricerche di Pa- l —steur sono là a dimostrarlo. Ad ogni gruppo di Schizomiceti può applicarsi la massima della ori- gine da genitori e può dirsi, quindi, che non esiste spontanea generazione neppure dei Microbii pato- geni. Questa impossibilità di spontanea formazione degli Schizomiceti patogeni, come di ogni altro organismo, è importante a conoscersi. Una malat- tia, infatti, di natura batterica, della quale, cioè, causa unica, specifica, fosse un dato Schizomiceto, «non potrebbe spontaneamente nascere in una lo- . calità sana, ma solo potrebbe svilupparsi per l'importazione del Microbio specifico infettante. Del colera, per esempio, pel quale si ammette uno | —apeciale Bacillo infettante, ber descritto da Koch, i o . D . . | 19 e che si presenta alquanto ricurvo, in forma di Ì ° virgola, sì conosce il cammino, che à percorso nel- i: le varie epidemie e che rappresenta il cammino e il diffondersi del Bacillo colerigeno. Non posso estendermi a dire di tutto ciò che sulla biologia dei Microbii patogeni e non patoge- nici han fatto sapere Buchner, Nigeli, Pettenkofer, ed altri molti. Mi basti terminare concludendo e ripetendo che di nessun Microbio, anche patogeno, può ammettersi generazione spontanea, quindi di | nessuna malattia infettiva a base batterica. Chiu- i derò, a questo proposito, con le parole di Roberto, Koch, riferibili al colera: « Ammettendo che il colera sia dovuto ad uno speciale organismo, non sì può ammettere che il colera stesso possa scop- pe piare spontaneo in qualche luogo. Un tale organi- smo, anche se (come in questo caso) sottoforma di bacillo a virgola, ubbidirà alle leggi naturali di vegetazione, come qualunque altro essere. Si for- merà da individui simili, non dal nulla. » Esclusa per ogni organismo la possibilità di generazione spontanea, voglio dire, sempre alla buona, due parole di quelli animali, che più co- munemente e con tanta ostinazione gli ignoranti di ogni genere, vogliono, non sapendone di più, far nascere a tutti i costi per generazione spon- tanea. Non sono rari coloro che credono ovriginarsi spontaneamente i vermi intestinali; l’ acidità ga- strica, le indigestioni, il latte, il cacio, dicono al- cuni, ingenerano è bachi. — Si tenga per fermo che ogni verme, che trovasi nell’ intestino, è en- trato di fuori, sotto forma di larva o di UOVO, quasi sempre di minime dimensioni, insieme coi cibi o con l’acqua. Curiosa è la storia delle terze, che in due parole riassumo. Un individuo ha la tenia e questa fà le sue nova, microscopiche, che insieme agli escrementi del malato vengono emes- se e, specialmente portate coi concimi, si spargono poi per i campi, per le acque, pei prati. Se un porco o un vitello, mangiando erbe o bevendo del- l’acqua, ingerisce uno di questi uovi, esso si schiude appena giunto nel canale alimentare del vitello o del porco, e la larva che ne esce, perfo- ra del canale alimentare stesso le pareti ed emi- grando pel corpo va a fermarsi in una parte o in un’altra tra le carni; i così detti cisticerchi del porco e del vitello :mparicati, non sonoche lar ve (per far più presto mi servo di questo appellativo) di tenia. Se ora un uomo sano mangia della carne di vitello o di porco poco cotta, e ingerisce una di queste larve, essa, appena giunta col cibo nel- l'intestino, si trasformerà in tenia perfetta, la quale a sua volta farà uova che potranno infettare prima degli animali domestici, come il porco e il bue, più volte rammentati, poi nuovamente l’ uo- mo. — Verme intestinale comunissimo nell’ uomo, specialmente poi nei bambini, è l’ ascaride Zlom- bricoide, che è rotondeggiante a guisa di piccola anguilla, appuntato ad ambedue le estremità. Si sono contati fino a duemila ascaridi in un solo malato e si sono visti altri malati emetterne a dozzine per la bocca, pel naso e pel retto: in cer- ti casi poi di morte del paziente, specialmente nei bambini, gli ascaridi sono usciti a dozzine dal retto intestino e sonosi sparsi per il letto del morente o del morto. Gli ascaridi, secondo Leuckart, si prendono ingerendo le uova con i cibi e special- ai aa e i Dn i) SPINTO RISO RA N e I o mente con gli erbaggi e con l’acqua. Dice Leuckart che una femmina dì ascaride è capace in sua vita di emettere 60 milioni di uova, che hanno una resistenza grandissima contro gli agenti esterni distruttori; insieme agli escrementi della persona che ha ascaridi vengono esse in sterminata quan- tità alla luce, e sono poi con gli escrementi stessi sparse per ogni dove; gli erbaggi le acque ne con- tengono ed è facilissimo ingerirne anche bevendo sola acqua, come accade nei bambini. Ingerite, in uno stato di più o meno avanzato sviluppo. si trasformano in nuovi ascaridi, che di nuovo ori- ginano generazioni su generazioni. Le pulci, dicevaro gli antichi e dicono anche oggi molti saccenti, si sviluppano dal sudiciume e specialmente dalla segatura di legno bagnata di orina. Le pulci, dirò io, si sviluppan da uova, de- positate da pulci madri, come aveva visto Leeu- wenhoek fino dal 1682. I luoghi, nei quali le fem- mine di preferenza depongono le uova loro, sono le fessure degli intavolati e dei mattoni dei pavi- menti ; là le uova stesse si schiudono e ne nasce una piccola larva bianca, che si nutre di quelle immondizie, che a !e fessure dei pavimenti non mancano mai. Cresciuta ch’è la larva, si trasfor- ma in pulce perfetta. Questo modo di propagarsi delle pulci spiega perchè sovente esse in spaven- tevole numero si sviluppino in certi appartamenti che soltanto di rado ed a lunghi intervalli vengo- no spazzati ed abitati. Sulle anguille sonosene spacciate e se ne spac- ciano d’ ogni colore. Si è detto che possono nascere dalla umidità vischiosa Aella terra, e vi è chi as- sicura di aver visto anguille non ancor /inére di fare, che eran metà carne e metà fango!! Si è detto che i crini di cavallo gettati in acqua, gon- fiano e divengono anguille. Helmont poi dà la r- cetta per aver anguille, ma si dimentica di dire se a lui fece buona prova: « Tagliate due zolle di terra coperte di erba umida della rugiada di Maggio; ponete l'una sull’ altra la faccia erbosa di ciascuna zolla, mettetela poi al calore solare ed in poche ore si produrrà una quantità, grande di giovani anguille. » Queste ed altre simili storielle non han bisogno, tanto sono ridicole, di essere smentite. Non si può negare che spesso meraviglia il trovare anguille in stagni e fossati, ove quasi impossibile parrebbe che un tale unimale avesse a giungere; tuttavia è perfettamente provato che, attraversando mille ostacoli, superando perigli, questi pesci riescono a raggiungere mete, che dav- vero sarebbe sembrato pretenzione sperare. Le anguille nascon da uova depositate dalle femmine alla foce dei fiumi; appena un po’ grandicelle (e in Toscana van col nome di cieche) cominciano a risalire, per internarsi dentro terra; in questa migrazione non conoscono barriere o perigli, ed a milioni soccombono; superano correnti delle più violente, superano perfino palafitte e cascate. Si son viste anguille tentare di arrampicarsi (e riu- scirvi sovente), a rocce quasi verticali, ai legnami delle palafitte, per superare una cascata; se ne sono viste avventurarsi in così miseri fossatelli, ove quasi non v'era acqua per cuoprirle. E tanto fanno, tanto perseverano che raggiungono località a tutta prima credute inaccessibili a un pesce. Ecco perchè dissero alcuni Naturalisti che posson le anguille di notte tempo uscire dall’ acqua e, progredendo a guisa di bisce, andar a cercar nuo- vi stagni e fossati. È così sorprendente la tenacità e l’astuzia migratoria di questi animali, che si è avuto il caso d’anguille che, dopo esser riuscite a invadere i condotti d’ acqua di una città, sono, per mezzo di essi, salite ai terzi piani delle case. Quando le anguille han raggiunto uno stagno adat- tato, vi crescono e si rintanano nella mota al so- praggiungere dell’inverno; quando torna la buona stagione nuovamente escon fuori, e ciò ha fatto supporre ai creduloni che nascesser dal fango. Per generazione spontanea si è creduto che nascessero molti insetti parassiti dei vegetali, ed il buon Padre Kircher assicura di aver visto sui rami delle piante dei bacherozzoli, che mentre eran ben formati nelle parti loro anteriori, tut-> tora si mostravan di legno nelle posteriori, con le quali si immedesimavano nei ramoscelli. — Avviene spesso di trovare nell’ interno delle ciliege un pic- colo baco, che in certe annate specialmente infetta e sciupa la maggior parte di questi frutti. Esso è la larva di una mosca, detta dai Naturalisti Urophora cerasorum. Quando le ciliege sono per maturare, la accennata mosca vi sì posa sopra e vi pratica un minuto foro, pel quale deposita un uovo. La larva nasce e cresce, nutrendosi a spese della polpa del frutto. Giunta poi a completo svi- luppo, esce, va nel terreno e, attesa la futura primavera, si converte in una nuova mosca delle ciliege. Il foro che la mosca pratica nel frutto è tanto minuto, che si stenta a scuoprirlo. — Le pere e le mele presentansi esse pure spessissimo infette da un baco; esso è la larva, il Orco, di una piccola farfalla, conosciuta in Zoologia sutto il nome di Carpocapsa pomonana. Verso il Mag- gio, osservando i meli ed i peri, vi si vedon vo- lare intorno delle piccole farfalline, che cercano i frutti vicini a maturità e, trovatili, si dirigono verso il picciuolo, ove depongon le uova. Ben pre- sto nascono da queste dei piccoli bacherozzoli, che tosto perforano i frutti, presso il loro attacco col picciuolo, e si internano, rodendo la polpa e sciu- pandola coi loro escrementi. Giunti a perfetto svi- luppo questi bachi, quando non siano disturbati, escono dai pomi, fanno in luogo opportuno il pro- prio bozzolo e si trasformano poi in nuove far- falle. Amene e stranissime sono le storielle che cir- colano tuttodì tra ì volgari circa ai pidocchi. Chi non ha sentito parlare della famosa vena pidoc- china, chiamata anche pidocechiara, che, dicono le donnicciuole, scoppia in un bel momento in un malato, presso alla morte, empiendolo di pidoc- chi? Si distinguono tre specie di pidocchi : quello del capo, quello del dosso o dei vestimenti, e quel- lo dei malati o dei tabescenti, conosciuto più di di nome che di fatto, e che è forse identico con quello dei vestimenti. Non stò a dire che tutti i pidocchi nascono da uova deposte da altri pi- docchi, e se in una persona compaiono, sia pure all’ impensata, segno che le furono in qualche mo- do attaccati. Il pidocchio del capo, detto in Zoolo- gia Pediculus capitis, abita tra i capelli e nelle persone immonde, con capigliatura lunga e grossa, con qualche malattia della pelle del capo, la quale può dal pidocchio stesso esser provocata, mante- nuta o peggiorata, si sviluppa a miriadi. Sovente è difficile sradicarne la razza, specie quando il cuoio capelluto è ammalato, e presenta croste, | esulcerazioni, suppurazioni: io stesso ho conosciu- «to una Signorina che, con suo grande dolore, tor- nava pidocchiosa ogni volta che credeva essersi completamente liberata dagli schifosi e incomodi abitanti della sua testa; finalmente guarì. Il pi- «_docchio del capo, dice il volgo, viene éngenerato dalla sporcizia; dovrebbe dire: è mantenuto. È dI quello cui si riferisce Za vena pidocchina dei morenti. In certi casi, ed io uno ne ho veduto «|_’‘’sebbene non così esagerato come si dice, la per- : G sona che muore presenta un brulichio grandissimo di pidocchi per la faccia e pel collo; ma ciò non dipende dallo scoppiare di una particolar vena gravida di questi animali, sibbene dal fatto che essi eran da prima ben nascosti dai cappelli e, al sopraggiunger della morte dell’ ospite loro, si mettono come in rivoluzione; dice, a questo pro- posito, Perroncito che in casi di malattie, special- «| mente croniche, all’ avvicinarsi della morte, in o ad un tratto miriadi di questi insetti — (fi- i momento ben nascosti dai capelli) — ticolar modo se preceduta da sudori viscidi, Libia aria prendon le mosse dal capo e scendono sul collo e sul tronco del moribondo, in modo che queste parti ne restano gremite. — In conclusione quando sen- tite parlare di scoppio di vena pidocchinn ritene- te pure che nulla è scoppiato, ma sibbena è morto un porcaccione qualunque. — Il pidocchio dei ma- lati, o Pediculus tabescentium, (taccio di quello del dosso), invade la pelle di tutto il corpo, pro- muove eruzioni, peggiora i morbi cutanei, che già vi sono e facendosi protezione delle croste e di tutti i prodotti patologici, aiutato dalla prodigiosa fecondità sua, si rende, per così dire, invincibile e accompagna a morte il malato. Il poeta Aleman, Platone il filosofo, il re Antioco, Silla il dittatore, Valerio Massimo, Agrippa, l’ imperatore Massimi- mo, il re Filippo II morirono dietro questa ma- lattia pediculare. Non sono i pidocchi veri e pro- pri che uccidono, ma le lesioni cutanee coesistenti, e devono cacciarsì nel paese delle favole un monte di storielle che, a proposito di questa malattia, non molto studiata, si sono spacciate. Una ce la raccon- ta‘Amato Lusitano, medico portoghese di certa no- mèa. Un Gentiluomo aveva tale produzione di pi- docchi dal suo corpo, che due servitori non avevan altro da fare che empir cestelli con gli animali che pullulavan sul corpo del loro Signore e portarli ad annegarsi nel mare. Ma lasciamo i pidocchi. (Continua) Gera delle piante Patata aa tata In natura s'incontrano parecchie sostanze le quali sono eguali alla cera delle api per la loro forma esterna e queste sostanze ceree si chiamano cera vegetale. Sopratutto sulle piante a foglie li- sce p. e. i Mirti, le Camelie, la corteccia delle canne e delle palme, nell’umore e nel frutto di parecchi vegetali, la cera è espressa in figura di vesciche tra le celle dei tessuti cellulari. Parimen- te la troviamo nel frutto delle Balanofere in forma di farina amidacea, la quale è mista coll’ umore, poi anche nelle celle dei Banani immaturi in for- ma di piccole vescichette. Questa cera vegetale, per quello che si riferisce alla sua composizione chimica, è somigliante, parte alle sostanze grasse, parte alle sostanze resinose; è però affatto insolubile nello spirito di vino fred- do e non si rapprende sotto l’ azione della lisciva di potassa. Tra le varie qualità di cera vegetale, che quà e là s'incontrano, le più conosciute sono le se- guenti: i nil PRONTA E UTO, MEI gt, E OT, 28 =—————_—__TeTT————__t1=@@"“x©ccc=<11@@@@#@@@"@==2rr2%2@22%%111z La cera giapponese si ricava dal frutto del Rhus succedanea Lin; un albero che cresce nel Giappone, della famiglia delle Anacardiacee. Que- sto frutto è oblungo, somigliante ad un rene, piatto, largo 5 millimetri circa e contiene una farina ce- rea, la quale si acquista macinando questi frutti prima disseccati. La farina vien riscaldata e poi spremuta fuori. Questa cera vien raffinata col li- quefarla, lavarla e sbiancarla e allora è bianco- giallognola, ha la densità della cera e si può mo- dellare fra le dita. Raffreddata è molto morbida. Non è solubile nell'acqua fredda, nello spirito di vino e nell’etere, non si scioglie che nello spirito di vino caldo, e, raffreddandosi, si rapprende come glutine. Il suo peso specifico è di 0,97 e liquefà a 42 c. Si scioglie facilmente anche nell’ etere, nel cloroformio e nel petrolio. Non può essere adope- rata con vantaggio nella fabbricazione delle can- dele, perche consiste per la massima parte di Pal- mitina, la quale si raggruma più facilmente di quello che abbruci. La cera di Mirto si ricava dal frutto della Myrica cerifera, Lin. Il frutto ossiforme del vege- tale suol essere rivestito di uno strato cereo so- migliante alla brina. Cuocenlo i frutti la cera nuo- ta al di sopra dell’acqua e in questo modo si ri- eava, da sette od otto libbre di frutti, una libbra di cera. La cera di mirto è più dura di quella delle api, di color verdognolo, trasparente, si può pol- verizzare e liquefa a 50 c. È per la massima parte adoperata per la preparazione delle can- dele. La cera di palma è data dalla palma dell’ Ame- rica del Sud, Copernicia Cerifera. Si forma nelle foglie, dalle quali, quando siano state disseccate, vien sbattuta giù come polvere bianca e liquefatta col calore. È chiamata anche cera Carnauba, è di color grigio chiaro, quasi senza sapore e odore, il suo peso specifico è di 0,98 e liquefà a 65 c. Bollendo nella lisciva di potassa diventa ruvida non si scioglie nè si raggruma. I suoi elementi costitutivi sono per la massima parte cera e re- sina. Una cera somigliante, la dà anche la palma, Ceroxylon Andicola, Humb., la quale cresce sulle ande dell’ America del Sud. Il tronco di questa palma suol essere rivestito di uno strato di cera alto sino a 6 millim., )a cera vien grattata via e purificata bollendola nell’ acqua. Essa è di color giallo chiaro tendente al verde, molto morbida al freddo e riducibile in farina, nell'acqua calda di- venta molle e si può maneggiare, e liquefà a 100 c. Come materiale d’ illuminazione presta ottimi servigi. Qual succedaneo alla cera vien adoperata da molti anni la così detta Ceresina, una resina che si ritrae nel Brasile dal tronco e dalle foglie della palma Carnauba (Corypha cerifera). Già dal prin- clpio del settanta si preparavano a Londra can- dele con tre parti di cera Carnauba ed una parte di cera di api. Recentemente, fù portata a Marsiglia una cera vegetale, che destò molta attenzione. È il così detto cespuglio cerifero a bacche (Myrica cerifera), che cresce selvatico nell’ Hgland ed è coltivato su lar- ga scala a Tunisi ed in Algeri. Si ritrae la cera da queste bacche in aprile, facendo bollire nel- l’acqua le bacche brune, coperte di una crosta cerca, quando sono mature e le parti grasse si schiumano dalla superficie. Cera dî Cocco. La cera chinese, che da noi non trovasi in vendita che di rado, perchè vien consumata per intero nella sua patria per la fab- bricazione deile candele, deriva dal cocco cerifero, detto Coccus pela, il quale copre con essa le sue ova per proteggerle dalle intemperie, dalla piog» gia e dal freddo. Questo cocco vive sopra una particolare degenerazione del frassino spinoso (Fraxinus Chinensis) che cresce esclusivamente in China, dove è anche coltivato in gran quantità. Il cocco depone le ova sulle foglie di questo frassino e le ricopre con uro strato non insignificante di cera. Le foglie allora vengon nell’acqua calda li- berate dalla cera e si ricava così in China un 4000 quintali di cera, la quale è incolora, splendente, cristallizzabile, trasparente, insapora e assai dif- ficilmente solubile nello spirito di vino e nell’etere ; liquefà a 83 c., ma nell’ abbruciare dà una luce più chiara di quella della cera delle api. Delle diverse specie di cera vegetale ne sono spedite grandi masse in Europa, principalmente di quella Giapponese ; poichè queste costando quasi la metà della nostra cera d’api, trovano il loro impiego specialmente nell’ industria tecnica. L’ APICOLTORE. dnsegnamenti pratici DDSDDISSNE Per anticipare la fioritura della Magnolìa Yulan o Maniolia cospicua Salisb. Questa elegante pianta fiorisce in generale nel marzo, ma la Revue horticole dice che si può anticipare la fioritura tagliando nel febbraio i rami fioriferi e ponendoli in un vaso con acqua nella stufa calda. Dopo po- chi giorni i bottoni sviluppano completamente e fioriscono come se fossero uniti alia pianta. & Cinai tdi’: governo francese la Privativa per un suo speciale rimedio contro la fillossera, che con- siste nell’applicare alle vigne malate un miscuglio di ceneri non lisciviate e di acido arsenioso. Nell’ Eco delle Alpî basse, leggesi che mesco- lando alla terra ove sono piantate le viti invase dalla fillossera, della blenda, della calamina o un sale di zingo solubile, si ottiene l° avvelana mento e la morte della fillossera. Per i bachicoltori. IZ Gelso Cattaneo. Siccome viene da molti raccomandata la coltivazione di questo gelso, così indicheremo i pregi che gli ven- gono attribuiti. Il Gelso Cattaneo, detto anche pri- mitivo, è precocissimo e permette così di an- ticipare, l’ allevamento del baco, cosa ormai rico- nosciuta opportuna. Si adatta a terreni anche non fertili, ed è resistentissimo al gelo, alle nebbie ed alle brine. Di lussureggiante sviluppo, e di vita lunga, non richiede innesto e produce copiosissima foglia, sana e preferita dai bachi. La potatura generosa ed anche annuale, che nelle specie comuni è un difetto, nel Gelso Cat- taneo è un vantaggio grandissimo. Contro le malattie delle patate. Assicurasi che ponendo uno o due semi di lino nella buca ove si pianta la patata, questa viene con tal semplice mezzo, liberata da diverse delle malattie paras- sitarie che ordinariamente la danneggiano. Per far produrre alle vacche una maggior quantità di latte. La Revue d’ hygiene narra che alla scuola di agricoltura di Saint Remy (Haute- Saòne) si è fatta nell'inverno la seguente esperien- za: Due vacche che producevano medesima quan- tità di latte ed alle quali davasi il medesimo re- gime alimentare, vennero abbeverate una con acqua fredda e l’altra con acqua tiepida a 15 gradi; quest’ ultima dava dopo pochi giorni 13 di latte più che la vacca abbeverata con acqua fresca. La medesima esperienza e con gli identici re- sultati è stata pure fatta alla scuola veterinaria di Lione. La biada ai cavalli dice Le Cosmos, và som- ministrata dopo che essi hanno bevuto, perchè esperienze comparative hanno dimostrato che così la biada soggiorna più a lungo nell’ organismo di- gestivo ed è meglio e più completamente digerita e assimilata. + seni PETE Ap i Tai è A w- w NOTE BIBLIOGRAFICHE RECENTI PUBBLICAZIONI DONI-CAMBI L’ Amministrazione del Bollettino s’ incarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle altre, quando sia possibile, se ne permette gratuitamente la lettura. Il Luppolo. L’ egregio Sig. Luigî Vido chimico farmacista e segretario del Comizio agrario di Lendinara, ci invia un suo interessante opuscolo nel quale minutamente descrive la pianta ed il fiore del luppolo (Humulus lupulus L.) !a sua col- tivazione, le malattie a cui và soggetto ed i ri- medi da usarsi; Parla poi del come se ne fà il raccolto e dei molteplici usi per i quali viene adoprato cioè: Per la fabbricazione della birra, come foraggio prediletto da alcuni animali, per far cordamì e tele, per usì terpeutici, ed altro. Il luppolo nasce spontaneo nelle nostre siepi e dice l’autore, che coltivato razionalmente darebbe un buonissimo fruttato da compensare largamente le cure e le spese che occorrono. L’opuscolo è adorno di figure. Nel Sudan orientale. Ricordi di un viaggio in Affrica per studi zoologici, del Dott. Paolo Ma- gretti. Abbiamo letto con molta sodisfazione que- sto interessante volume favoritoci dall’ egregio autore e ci dispiace non poterne dare una idea ai nostri lettori, essendochè la descrizione di un si importante viaggio eseguito da persona tanto dotta e studiosa come il Dott. Magretti, presenta troppi punti interessanti per poterne fare un breve succinto. Il lettore per diletto vi trova di che pascere la sua curiosità istruendosi, e per lo scienziato vi sono inoltre gli elenchi con la descrizione degli esseri naturali di quei paesi e le osservazioni ter- mometriche, barometriche e metereologiche. Al volume è unita una carta itinerario. Bibliographische Notizen. Regensb. Corresp. Blatt. 1884. Interessante pubblicazione del nostro egregio collaboratore Sig. Prof. Senoner di Vienna. La Scuola Nazionale. Giornale di pedagogia e d’ istrazione popolare, diretto dal Prof. Ciro Mei. Si pubblica in Ancona ogni Î5 giorni in fascicoli di 28 pagine con copertina. Abbonamento L. 5 al- l’anno. INVENZIONI E SCOPERTE Nuovo ferro da cavalli. A Lione è stato speri- mentato un nuovo ferro, se così potesse chiamarsi, per cavalli, costruito intieramente di corno di mon- tone, e destinato per animali che fanno servizio su vie selciate. Gli esperimenti hanno dimostrato che i cavalli, così ferrati, possono essere slanciati all’andatura la più rapida, per vie selciate, senza alcun pericolo. Per gli innesti delle viti, il sig. Verdalle ha immaginata una ghiera di acciaio da sostituirsi alle ordinarie legature. Questa ghiera o cerchio, è formata con nastro di acciaio verniciato in modo da essere inattaccabile dalla ruggine. Essa collocasi nell’innesto in modo che lo serri fortemente, ma siccome il cerchio è tagliato da una parte, così quando l’ innesto ha preso, lo sviluppo naturale della pianta fà aprire il cerchio che può così essere tolto con facilità ed adoprato per altro innesto. Dicesi che con questo ordigno un’ uomo possa ese- guire molti più innesti al giorno, che con i siste- mi ordinarii. Lampade elettriche portatili. II sig. Gustavo Trouvé, ha inventate delle lampade ad incande- scenza di diverso modello e tali che in un solo apparecchio e in piccolo volume comprendono tan- to la sorgente della elettricità, che la lampada pro- priamente detta. Esse non hanno bisogno di nes- suna comunicazione con altri apparecchi e si pos- sono comodamente trasportare con se da un luogo ad un'altro, come una comune lanterna ad olio, della quale hanno pure presso a poco il volume. Ve ne sono di quelle che si accendono automati- camente appena vengono prese in mano, e si spen- gono quando si posano su di un oggetto qualunque; e ve ne sono altre che agiscano precisamente al contrario. Elettricità e calore. A Parigi sono state fatte le prove per riscaldare i convogli ferroviari pro- ducendo il calore con la macchina Gromme e di- stribuendolo per mezzo di tubi piatti. Un ricco giacimento di nitrato di potassa è stato scoperto dal sig. Sace in Bolivia e precisa- mente a Coka Bacuba. Questa scoperta sarà certo vantaggiosa all’ agricoltura producendo una dimi- nuzione del costo del detto nitrato, che è molto msato nei concimi chimici. Macinino meccanico per i confezionatori di seme da bachi. È stato immaginato dal sig. Giu- seppe Bersone direttore dell’ osservatorio sericolo di Ceva, e dicesi presenti i seguenti vantaggi: Una sola operaia riduce in pastiglia 24 farfalle nello stesso tempo che con i sistemi attuali ne peste- rebbe una; Si risparmia pure il tempo occorrente 2 rimescolare diverse deposizioni per eseguirne il controllo; non si potranno mai scartare farfalle buone per cattive e viceversa. Apparecchio tascabile di salvataggio in caso d’incendio, E un nastro di acciaio avvoltolato dentro una scatola che può comodamente portarsi in tasca. In caso di bisogno se ne fissa una estre- mità ad una finestra, od altro luogo qualunque e per mezzo di un freno, una persona può calarsi comodamente anche da se medesimo, da una con- siderevole altezza. Telefono economico. E stato inventato dall’ Ing. Meardi un sistema di servizio telefonico assai eco- nomico per ì piccoli centri, ove non si possono ave- re più di 40 o 50 abbonati. Con esso rimane sop- pressa la stazione centrale. Ipsometro. L’ Ing. Scarpari di Adria, ha ideato un’apparecchio elettrico per le operazioni di scan- daglio del fondo dei fiumi, laghi mari ecc, Questa macchina, che l’ inventore chiama Ipsometro, vie- ne immersa nell'acqua di cui si vuol rilevare il profilo del fondo e per mezzo di conduttori elet- trici vengono automaticamente trasmessi i dati per tracciarne il profilo stesso: NOTIZIARIO Come dicemmo nello scorso numero, restano ancora disponibili i seguenti premi, dei quali ne invieremo uno a scelta a tutti coloro che ci ri- metteranno il costo dell'abbonamento (L. 3, 00) entro il corrente febbraio. 1 premi rimasti disponibili sono: Un lunario in 12 fogli per annotazioni giornaliere. Un calen- dario con iutte le indicazioni relative agli uffici postali. Cinque specie di semi di fiori € ortaggi. Un opuscolo d’ apicoltura. Cinque specie di con- Chiglie viventi o fossili. Cinque specie di minerali o roccie. (Per i minerali e le roccie, essendo pesan- ti, occorre inviare 50 cent. per la spedizione in pacco postale). A tutti coloro che ci favorirano due nuovi abbonamenti daremo il terzo gratis, o un’ annata completa arretrata del Bollettino, o il valore di L. 2 in oggetti posti in vendita nelle pagine del Bollettino stesso. A chi ci troverà un nuovo abbonato daremo in dono una elegante Oleografia in colori da porsì in quadro. Piscicoltura. Per cura del Ministero sono già state incominciate le immissioni di pesci ed uova nei laghi di Iseo, Idro, Santacroce, Trasimeno, e nei fiumi Adige, Arno e Pescara. La Direzione di ‘questo rimpopolamento di pesci delle nostre acque, è affidata ai Professori Giglioli di Firenze, Ninni di Venezia e Pavesi di Pavia. Il raccolto dei bozzoli nel 1884. Dalla rela- zione pubblicata dal Ministero di Agricoltura, ap- prendiamo che in Italia il raccolto dei bozzoli nello scorso anno fù di Kilog. 36, 815 955 e così di kilog. 5, 404 974 meno che nel 1883. Però le razze nostrali gialle hanno anche in quest’ anno portato il vanto nella produzione, anzi il minor raccolto è dovuto tutto alle razze verdi. Anche i cartoni originali giapponesi vanno sempre più di- minuendo. Società di esportazione agricola. L’intrapren- dente e ben conosciuto Cirio, ha formata questa socie- tà, che disponendo di forti capitali, sarà di grande, utile per il nostro commercio agricolo, procuran- do il massimo smercio dei nostri prodotti all’estero. A ciascuno il suo dicono spesso molti giornali lamentandosi che altri periodici estraggono arti- coli dai loro, senza indicarne la provenienza o pa- ternità. Anche a noi avviene continuamente di ve- dere riprodotte le nostre notizie ed anche lunghi articoli senza che per nulla si nomini il nostro Bollettino, ma non ce ne siamo preoccupati, paghi, non fosse altro, di vedere che i nostri articoletti sono apprezzati e copiati; però è curioso che ap- punto alcuni giornali che spesso predicano a cia- scuno él suo, siano fra quelli che estraggono dal nostro senza nominarci. Se siamo ora entrati in questo argomento lo abbiamo fatto perchè alcuni periodici sono giunti a dichiarare loro speciali corrispondenze certe notizie che sono state a noi realmente comunicate da nostri collaboratori e questo lo abbiamo voluto notare perchè potrebbe credersi che siamo noi che ci facciamo propria la roba degli altri. Concessione temporanea di animali riprodut- tori. Presso la Direzione del R. deposito di animali migliorati, in Portici, sono disponibili per cederli , temporaneamente nella prossima stagione di mon- ta, i seguenti animali riproduttori : Un toro sviz- zero, un tor. olandese, un toro brettone, un toro Durham, 4 arieti Rambuillet, 2 Merinos, 1 Disley, 1 Soutdown, 1 Cotzwod ed un ariete di Poggioma- rino. Coloro che desiderano averli, ne facciano domanda al Ministero di Agricoltura. Museo e conferenze agrarie in Roma. A giorni sarà inaugurato in Roma il Museo agrario nazio- nale, e vi si darà principio al una serie d i con- ferenze domenicali, tennte dai più distinti profes- | sori del Regno. __Filossera. Nella sola provincia di Malaga la Ta 0 “i A atte ii lidia ei 31 Filossera ha invasi 50 mila ettari di terreno vi- tato. Spedizioni esplorazioni e missioni. Alfonso Massari ha incominciata l’ esplorazione del Quan- go affluente del Congo. Forse dovrà fondare sulle rive di questo importante fiume, qualchè nuova stazione per conto dell’ associazione internazionale affricana. Una balena che misura 19 metri di lunghezza e 10 di circonferenza e che pesa oltre 400 chi- logrammi è arrenata nella spiaggia di Luc-sur-Mer a Calvados. Congresso farmaceutico italiano. Avrà luogo in Torino nel corrente anno e probabilmente nel prossimo settembre. Un consiglio. I nostri lettori che desiderano gratis un consiglio utile e vantaggioso, spediscano subito il loro indirizzo, anche con semplice bigliet- to da visita all’ufficio centrale di Pubblicità Pa- lermo. Concorsi. Il Ministero di Agricoltura ha ban- diti concorsi per 3 manuali popolari di agricoltura, storia naturale e di fisico-chimica, che devono es- ser compilati in modo da servire come libri di testo nelle scuole pratiche di agricoltura nel Re- gno. I premi assegnati sono L. 5000 per il trat- tato di agricoltura ; L. 4000 per quello di storia naturale e L. 3000 per quello di fisica e chimica. Tempo utile per la presentazione, è a tutto l’anno 1886. Sono vacanti 14 posti nell’istituto forestale di Vallombrosa. Gli esami si daranno in Roma, presso il ministero di Agricoltura, e le domande devono avanzarsi non più tardi del 1.0 marzo. Sono aperti i concorsi all'ufficio di Redattore delle pubblicazioni del Club Alpino italiano con. l’annuo assegno di L. 1500, ed all’ ufficio di ap- plicato alla segreteria della sede centrale del Club medesimo con L. 1200 annue. Ai due uffici vi è l'obbligo di residenza in Torino e potranno essere conferiti anche alla medesima persona. Sono titoli di preferenza, le cognizioni di Scien- ze naturali, gli studi e lavori alpini, le pubblica- zioni scientifiche e letterarie e la conoscenza di lingue estere. Le domande devono essere presentate entro il febbraio corrente. Al Ministero si stanno promuovendo alcuni concorsi internazionali di macchine egrarie. Esposizioni. Nel prossimo mese di Agosto sarà tenuta in Vienna un esposizione internazionale di birra. Dal 20 al 31 maggio prossimo avrà luogo a Parigî una esposizione internazionale d’ orticoltura. Dal 20 al 27 settembre prossimo verrà effet= tuata in Milano una esposizione italiana d’ orticul- tura, animali di cortile, viticoltura ed apicoltura» 32 REIECEVUTE RECUS Hanno pagato l’ abbuonamento: Ont pay e leur abonnement: Per il 1SS4 i Sigg. (7° Nota) Pour lPannée 1884. M. M. (‘7° Liste) Fric naturalien V. Praga — Liceo e Ginnasio Cantonale. Lugano — René Oberthiir. Rennes — Breviere L. Port. S. Marie — De Giudici Marchese L. Arezzo — Pappasogli Prof. G. P. Alessandria — Restelli M. Tortona — Sardi Dott. Prof. E. Nizza Monferrato —- De Ioanna Rag. A. Lapio — Piccinelli Dott. G. Bergamo — Adami Cav. G. B. maggiore. Brescia — Fulcis Nob. Don A. Belluno — Mori Prof. T. Bologna — Ferragni O. Cremona — Ballico L. Lecco — Moretti Alfonso Catanzaro — Pirotta P. Calcio — Desmeure I. Firenze — Petrucci Dott. F. Firenze —— Pampana G. Firenze — Maggi Cav. U. Firenze — Del Puglia G. Alberese — Ricchini Cav. A. Cornigliano — Podenzana G. Spezia — Palau C. Livorno — Cambria De Luca Prof. G. Barcellona — Barazzetti C. Milano — Borromeo Conte C. Milano — Barbò Conte G. Milano — Pini Dott. N. Milano — Licopoli Prof. G. Napoli — R. Liceo Genovesi Napoli — Aimone Prof. G. Vercelli — Mùller C. Intra — Bonanno S. Palermo — Berti G. Palermo Angelini L. Pisa — Meneghini Comm. G. Pisa — Ricciarelli Cav. M. Volterra — Dal Fiume C. Badia Polesine — Razzetti Avv. L. Roma — Gualtiero C. Bagnorea — Marzoli Cav. L. S. Michele in Teverina — Macchiati Prof. L. Viterbo — Ficalbi Ing. A. Siena — Livini Ing. R. Siena — Muratori C. Siena — Sanfranceschi S. Siena — Bargagli Marchese G. Siena — De Vecchi N. S. Gimignano — Franceschi I. Montepulciano — Bonomi ©. Torino — Cantamessa Avv. F. Torino — Garbini Prof. A. Verona — Gemma G. Legnago — Gentili O. Stia — Bargel- lini E. Empoli — Papi F. Massa Marittima. Per il 1883 i Sigg. (1.8 Nota) Pour l’anné 14885 M. M. (1. Liste) Ckarpy L. musee d’ Annecy — Novak G. B. Brusje — Combes Abbé G. Limoux — Ba- rillot Ch. Limalonges — Spigai Prof. R. Tripoli — Graziali Don G. Trento — Spiets phar- m ucien C. Porrentruy — Tovonsend C. N. T. Costantine d’ Amerique — Arcangeli L. Capo- lona — Zonghi Lotti N. Fabriano — Sardi Prof. Dott. E. Nizza Monferrato — Rocchigiani L. Aquila — Piccinelli Dott. G. Bergamo — Fulcis Nob. Don. A. Belluno — Lenzi E. Bologna — Fiori Prof. A. Bologna — R. Istituto Tecnico Cagliari — Boccaccini Prof C. Cuneo — Craveri Prof F. Brà — De Marchì Cap. L. Gaeta — Nola Amalfitani Prof. G. Cosenza — Pucci Don. C. Fabriano — Pirotta P. Calcio — Chiri D. Villa della Riva — Biagi Dott. G. Casalmaggiore — Crippa Prof. G. Castrogiovanni —- Campori C. Forlì — Serughi E. Forlì — Carminati Prof. Dott. G. Cesena — Bercigli T. Firenze — Giachetti G. C. Firenze — Guidi Cav. G. Firenze — Petrucci Dott. F. Firenze — S. E. Principessa Rospigliosi F. Firenze — Gabinetto di Geologia e Paleontalogia Firenze — Briffanlt A. Firenze — Giardi T. Firenze Conture T. Monteturli — Paolucci Marchesa M. Novoli — Chiarella 0. Lecce — Lucchesi N. Lucca — Cavara G. Vorno — Del Prete Dott. R. Viareggio — Castelli Cav. Dott. F. S. Michele — Palau C. Livorno — Lopez €. Livorno — Pullè Ing. G. Portoferraio — Simonelli L. Macerata Cimati C. Pontremoli — Cambria De Luca Prof, G. Barcellona -— Pollastri F. Modena — Borromeo Conte C. Milano — Berzi M. Milano — Livini Prof. Dott. A. Napoli —- Piroja Sac. P. Domodossola — Muller C. Intra — Canestrini Prof. G. Padova — Signorini G. Pacova — — Barbieri L. Piacenza — Salini A. Piacenza — Maserati Prof. P. Piacenza —- Bonanno S. Palermo — Riggio Prof. G. Palermo — Marchese di Monterosato. Palermo — Failla Tedaldi L. Castelbuono — Caifassi B. Pisa — Busatti Dott. L. Pisa — Castagnola F. Pisa — Del Punta G. Cascina — Gondi Cerretani Cav. F. Palaia — Incontri P. Volterra — Biancheri Prof. T. Perugia — Bigatti Dott. E. Parma — Museo di Storia Naturale della R. Università Parma — Costa Prof, C. Parma — Dal Fiume C. Badia Polesine — Tannaci Prof. Dott. F. Reggio C. — Botti Cav. Ulderigo Reggio C. — Moschello G. Reggio C. — Savini Dott. F. Ravenna — Parisi Fratelli. Roma — Angelini G. Roma — Lavaggi Marchese I. Roma — Kesselring A. Roma — Calamani A. Roma — Gualtiero C. Bagnorea — Stiattesi Cav. A. Ceccano — Camilli Ing. ©. Formello — Manzetti Ing. A. Tivoli — Donato B. Roma — Tor- sellini A. Valentano — Crociani G. Valentano — Sborgi O. Siena — Cappelli Don. L. Siena — Bufalini Canco. L. Siena — Bargagli Marchese G. Siena — De Vecchi N. $. Gimignano — Buonajuti Dott. C. Belcano — Cinughi C. Siena — Barsini G. Monticiano — Peyron Z. Torino — Rey M. Torino — Gibelli C. Torino — Piolti Dott. G. Torino — Sacco Dott. F. Torino — Cantamessa Avv. F. Torino — Ridoni C. Torino — Rizzatti G. T. Torino — Ac- cotto G. M. Strambino — Longo Prof. A. Teramo — Tellini A. Udine — Torossi Dott. G. B. Vienna — Zambotto Bernardo Camisano — Mioni I. Venezia — Gentili O. Stia — De Ioanna Rag. A. Lapio — Bonalda Rag. C. Brescia — Ingegnatti Prof. A. Mondovì — Ballico L. Lecco — Neviani Prof. Dott. A. Catanzaro — R. Istituto Tecnico Fortì — Massalongo Prof. C. Fer- rara — Ricchini Cav. A. Cornigliano L. — Sobrero L. di S. Genova — Cirvitto S. Genova, I nomi di coloro che hanno avuta la ricevuta particolar- Le noms de ces M. M. qui ont eu un recu, ne figurent mente, non figurano in queste note. pas sur cette note SEGUITANO ee Im e gg tEe”eWoWPTt!.Frtt,.®fn rh rt1@/\\\\}{VWw S. BrogI Direttore Responsabile urti | : “ y 1® di 4 Ae è a d Lu "% ju h va ai inno v ; Stena, Marzo 1885. i di N. 3 ININSNANANNINIIISS BOLLETTINO DEL NATURALISTA — COLLETTORE, ALLEVATORE, COLTIVATORE PERIODICO MENSILE Abbonamento per tutti i paesi dell’ Unione postale, L. 3 all'anno. | SOMMARIO. — Richieste, offerte e domande di cambi. — Comunicazioni: Paleontologia. Pa- | laeophoneus nucius. Entomologia pratica. Domanda. Eucalipti. Interessanti catture di uccelli. Tassider- mia. Per liberarsi dalle Orabanche. Microbo della difterite. Mammout preistorico. Penetrazione della luce nell’ acqua. — Mustes scolaires. — Allevamento dei Fagiani. — L'acido salicilico. — Colombi- coltura. — Non esiste generazione spontanea. — Insegnamenti pratici: Contro i danni delle brine alle viti. Nuovo metodo per ringiovanire le viti. Nuovo processo per conservare la carne. — Note bibliografiche: Manuale pratico di viticoltura. Sulla crisi agraria. I Forni anelli. Giornali. — Invenzioni e scoperte : Filtro di porcellana. Nuovo metodof di conservare le uova. Carta di yucca. Zucchero di patate, Fabbricazione dell’ aceto. Nuovo processo per ridurre il grano in farina, Bachicoltura. — No- tiziario : Profezie per il 1885. Corvi affamati. Bachicoltura. Temperatura del sole. Canimania. Con- cimi a prodotto. Caccia. Enorme zucca, I doni del Re Menelik. Il più ricco del mondo. Congressi. Concorsi. Esposizioni. — Avvisi diversi. SS SNLL SS ISLLISIFSLIDILD NINSNSNSNTA RICHIESTE, OFFERTE E DOMANDE DEI CAMBI fra gli abbonati Quando non v° è speciale indirizzo rivolgersi all’ ammini- strazione del Bollettino. Pagamenti anticipati. DEMANDES, OFFRES ET DEMANDES DECHANGES entre les abonnés Quand il n y a pas d’ adresse spéciale s’ andresse à l admi- nistration du, Bulletin. Payementes à 1’ avance. TT NSNSENI NE EI 55. Il proprietario sottoscritto, della tenuta di Tecchiena (Circond. di Frosinone prov. di Roma) cederebbe per per quest'anno ad un socio Bachi- cultore, circa cinquecento piante di Gelsi e l’ uso di vasti locali per \’ allevamento dei Bachi da se- ta, con sola partecipazione agli utili del prodotto. BENEDETTO GIOVANNANGELI. 56. M. E. Durand 8 rue de Furstenberg a Paris, offre des specimens, ler choix, de coquilles vivantes fluviatiles et terrestres de France, contre des coquilles analogues au marines des autres pays. 57. M. A. Boeschenstein Faesi, Schaffouse (Sviz- zera) offre en echange contre des coleopteres d’Italie: Nebria castanea, Germari, Pterost. multi- punct., cribratus, Amara cardui, Otiorli. griseo purct., lanuginosus, v. neglectus, difficilis, Phyl- lob. viridicollis ecc. ecc. Adresser les lettres en francais au italien. 58. Ricerche e preparazioni, su domanda, di tutti i prodotti della natura in Francia. Invio del catalogo di Coleopteri europei ed esotici, prodotti dell’ Algeria e de!l’ America. £ Touchet naturaliste. Mainx. Iarnac, Charente. Francia. 59. Sono vendibili 300 tavole stupendamente colorate rappresentanti al naturale piante esoti- che fiorifere rare o nuove. Foglio grande, edizio- Gand, che non trovasi più in commercio. Prezzo L. 0,80 ciascuna. 60. Si desidera fare acquisto di due piccoli er- bari per l'insegnamento della Botanica. 61. Sono in vendita diverse Emberiza pyrrhu- loîdes Pall. uccise nello scorso febbraio al lago di Montepulciano (Toscana) I maschi costano ìn pelle L. 3, montati L. 4,50 e le femmine in pel- le L. 2, montale L. 3. 62. Si vende. Lecons &lémentatres de Botant que. Traite complet d' organographie et de phi- siologie végétale, par M. Emm. Le Maut. Un grosso volume illustrato, di pagine 600 per L. 12. 63. Attî del Congresso Nazionale di Bacologia e Sericoltura tenutosi in Torino nel Settembre dello scorso anno. La presidenza del Congresso, la quale ora fun- ziona da Comitato orlinatore del Museo Nazionale di Bacologia e Sericoltura, ha posto in Commercio questo interessante volume che vendesi per L. 5,00 a benefizio del detto nuovo museo. I nostri abbonati potranno averlo per sole lire 8,70 richiedendolo all’ Amministrazione di questo bollettino. 34 64. Si desidera vendere 4 pelli di Sylvia ni- sorîa Bech. uccise in Italia, al prezzo di L. 3 l’una, franche di porto L. 3,50. 65. Si vendono: Un bell’Istrice (Mystrix cristata) L.) imbalsamato e montato su elegante base nera per L. 37,00; e un grosso pipistrello vampiro (Pteropus Edwardsi) la cui apertura dell ali mi- sura $0 centimetri per L. 20,00; uno scheletro com- pleto e montato del medesimo vampiro per L. 30; ed il solo cranio L. 9 franco di porto. 66. Seme di fiori a 10 cent. il pacchetto, fran- chi di porto: Adoni Amorini, Aquilegia, Bell’ uo- mini variegati, Cappucci doppi, Cinerarie Convol- voli, Datura, Flos, Gaillardia, Garofano viola, Oenotera, Onfalodes, Pelargoni, Puzzole nane, Viole del pensiero, Viole a ciocche, Tropeoli, Zinne. 67. Bulbi da fiorì Amarillis di 3 specie a li- re 0,30 l’uno. Eucomia regia L. 0,40 Gesneria 0,20 Trigridia pavonia 0,30 Tubverosa L. 0,25. 6S. Patate o pomi dai terra. Varietà nuove. Prezzo al Chilogrammo... L. 2,50. Si spediscono franche di porto e d' imballaggio nel Regno. Diri- gersi all’ Amministrazione di questo Bullettino (1). Snowflake, Palla di neve. Var fertilissima e precoce, a tuberi grossissimi e bernoccoluti, pel- le verdastra. polpa bianca. Sutton. Var. tardiva distinta, a pelle gialla e rosa, polpa bianca giallognola. Van der Veer. Tubero tondo e grosso, giallo a polpa bianca. Var. produttivissima di maggior merito e valore. Zaffo di Pina, Stravagante novità in forma di cetriuolo lungo e sottile, a vertebre, con pelle gialla e polpa bianca, precoce. 69. Fossili Pliocenici, Miocenici, e Giurassici in vendita e in cambio. 70. Si acquistano 400 o 500 occhi di Cycas re- voluta (getti di detta pianta). Se ne accettano anche quantità minori. 71. Sî fà ricerca di fossili della provincia di Lucca. 72. Uova di Galline di Cocincina falva, bianca, concon; di Brama pootra ; di Darking ; di Padovane dorate, argentate bianche, ermelinate, camosciate, nere con ciuffo bianco ; di Polverara, di Créveconr. di Houdan, di Campine argentate, di Maggi; di Boutam dorate, argentate, nere ; di More, di Nau- gasaki, di Galline seta. 78. Si vende a buonissima condizione un Cato- plebas gnù imbalsamato ed uno scheletro completo del medesimo animale. (1) Seguite vedi fascicolo precedente. 74. Si desidererebba avere uno o più esemplari dell’ Helix corrugata var. scalare. 75. M. E. Deschamps, à la Régie des Tabacs à Salorique, demande a echanger des especes du genre Helix. Envoyer oblata et desiderata. 76. Si acquistano 10 o più Talpe cieche, chi ne avesse da vendere o dare in cambio può ri- volgersi all’amministrazione del Bollettino. 77. M. Leon Charpy, conservateur du Musee d’Annecy (Haute Savoie France, offre un echanges: Des Roches eruptives des Vosges et des Alpes francaises — Des Mineraux — Des fossiles Cretaces, Jurassiques et Liasiques — Des coquiles terrestres et fluviatiles de France — Des objets lacustres et prebistoriques. 78, Monografia del baco da seta. Una collezione di 40 esemplari dimostranti lo sviluppo del baco dall’ uovo alla farfalla, con le larve di diversa età e con diverse specie e forme di bozzoli; il tutto conservato in cassetta di noce a lustro di cen-. timetri 43»$32 con fondo di suvero e coperchio a cristallo L. 15, 00; franca nel regno L. 16. 79. Si farebbero scambi di barbatelle di viti americane, Riparia; Solonis, Taylar, Cordifolia, Cinerea e Rubra, con egual numero di viti no- strane o straniere coltivate in lecalità immuni dalla filossera. Rivolgere le offerte con cartolina i doppia al Dòtf. Giuseppe Teresio Rizzatti Torino, via Andrea Doria N. 1. 80. Sementi di Piante fiorifere Rare o Nuove a Centesimi 15 il pacchetto. Anagallis Napoleon III — Anthirrinum majus Delilianus — Anthirrinum nigricans — Anthir- rinum striatum — Calendula off. regalis plena — Calendula off. sulphurea pl. — Caliopsis bicolor marmorata — Campanula medium fl. pl. albo = Campanula fl. pl. bleu — Campanula nobilis ro- sea. — Campanula pyramidalis alba — Canna ind. aurantiaca superba — Canna ind. nepalensis — Canna ind. superbissima — Celosia nana piupurea — Celosia variegata coccinea — Convolvolus tri- color splendens — Convolvolus variegatus — Cu- phea miniata — Cuphea Zimapani — Datura fa- stuosa alba pl. — Datura huberiana pl. — Dian- thus barbatus atropurp. — Dianthus nanus com- pactus — Dianthus perpetuel — Dianthus in miscuglio — Dianthus Heddewigi grandifi. fl. pl. — Dianthus imperialis atrosang fl. pl. — Dianthus latifol atropurpur fl. pl. — Digitalis grandifi — Digitalis lindleyana — Digitalis monstruosa — Eryngium celestinum — Gilia californica — Gilia tricolor — Helianthus californ. plenus. (Continua). edi Riel Fi vÒ P | iI LI i 3 | n eni Mat DAD ; Risposte In questa rubrica gli abbonati hanno diritto ad una ?nser- gione gratuita di 3 linee per ogni numero, per scambiarsi schiarimenti, informazioni, consigli e questioni da risolvere. La direzione, quando le sia possibile e lo creda opportuno, accorderà l’ inserzione gratuita per pubblicazioni anche molto A ‘ Comunicazioni - Proposte - Domande | Communications-Propositions-Demandes Reponses Sous cette rubrique, les abonnés ont droit 4 une însertion gratis de 3 lignes par numéro, pour, | échange d’ explica- tions, d’ informations, de conseils et de questions d resoudre. La direction pour ce qui lui sera possible, et quand elle le jugera opportun, accordera encore |’ insertion gratuite pour des pubblications bien plus étendues. un delfinoide; e il prof. Cesare d’ Ancona aven- più lunghe. ly SHCCANANADNAZANA NM SMS NAS Paleontologia. — Riceviamo dall’ Illustre com- d mendatore Capellini (Reale Accad. dei Lincei): i Del Zifioide fossile (Choneziphius planirostris) | scoperto nelle sabbie plicceniche dì Fangonero presso Siena. Memoria del Socio G. CAPELLINI (Sunto). « Nel 1804 l’ ingegnere Gorsee avendo inviato al museo di storia naturale a Parigi un cranio incompleto di strano cetaceo trovato presso Fos nel dipartimento del Rodano, Giorgio Cuvier giu- dicò che quelle ossa fossero fossili e attribuendole | a un delfinoide diverso da quelli già noti, con es- se fondò il genere Ziphius. « Nel 1809 e nel 1812 mentre in Anversa si scavava un grande bacino, alla profondità di circa 12 metri sotto il piano della città furono scoperti due rostri di delfinoide, che inviati a Cuvier furono riferiti essi pure al genere Ziphius, notando peraltro che appartenevano a specie diversa da quella trovata a Fos. « De) Zifioide di Anversa illustrato da Cuvier nel 1823 col nome di Ziphius planirostris, oltre | i due esemplari summentovati, pochi altri avanzi | in seguito ne furono raccolti nel crag grigio del Belgio ; finora però nessun resto ne era stato se- gnalato nel pliocene di altre parti di Europa. Frattanto i zifioidi illustrati da Cuvier furono og- getto di nuovi studi da parte di Van Beneden, Gervais, Duvernoy, l’ultimo dei quali nel 1851 dimostrava che i rostri fossili trovati in Anversa \l avevano rapporto con il Ziphius raccolto a Fos, | ma che peraltro si dovevano considerare come tipo di un genere distinto pel quale proponeva il nome di Choneziphius che fu in seguito ammesso da quasi tutti i cetologi. « Nella primavera dello scorso anno 1883 alcuni cercatori di antichità etrusche scavando nel podere del Poggio a Fangonero presso Siena, scoprirono un masso con ossa fossili, Je quali acquistate dal cav. Brogi di Siena furono poi ce- dute al museo di storia naturale di Firenze. *. « Appena quelle ossa furono liberate dalla roc- |_ cia incrostante, si riconobbe che si trattava di una È: ragione occipitale e di avanzi di vertebre di ti; dx K a è, PITT TP AZZ TE RR domi gentilmente affidato ogni cosa per studio, trovai che tutti quei resti erano indubbiamente riferibili al Choneziphius glanirostris, di cui finora si conoscevano soltauto i rostri trovati in Belgio. « Questo fatto prova a sufficienza la impor- tanza di quella scoperta e il grande valore scien- tifico che si deve attribuire a questo esemplare fortunatamente raccolto in posto, nella stessa località e nello stesso piano geologico ove furono trovati avanzi di Felsinotherium Gervaisî, Rhino- noceros megarhinur, Sus sp. pei quali fu agevole di precisare i rapporti delle sabbie plioceniche di Fangonero con quelle di parecchie località del- l Emilia e del Piemonte e con le sabbie di Mon- tpellier in Francia. « La scoperta dei resti di Choneziphius pres- so Siena, permette di ben precisare l’ orizzonte geologico dal quale provennero quelli di Anversa, e nel tempo stesso ci mette in grado di istituire confronti fra il terziario superiore d’ Italia e del Bel- gio, le sabbie di Montpellier e il crag d’ Inghilterra. « Premessi brevi cenni intorno al giacimento del zifioide, di cui viene ad arricchirsi la cetologia fossile italiana, ho descritto i resti che finora ne sono stati raccolti accompagnando la descrizione con accurate figure, dalle quali si rileva quanto manca alla porzione di cranio trovato in Italia e che invece è conservato negli esemplari del Belgio; di modo che due scoperte fatte a tre quarti di secolo di distanza e in due località così lontane luna dall'altra (Anversa e Siena), vengono a com- pletarsi vicendevolmente. Da ultimo con misure proporzionali ho trovato che la lunghezza del Choneziphius planîrostrîs di Siena doveva essere di circa quattro metri, ed ho concluso riconoscen- done gli intimi rapporti col Ziphîus cavirostris trovato più volte anche nel mediterraneo e già da tempo notato come uno dei migliori esempi del cosmopolitismo dei cetodonti. » Palaeophoneus nucius. M. Charles Brongniart vient de faire à la Societè entomologique de Fran- ce, la suivante communication intéressante. « Dans la dernière séauce j'ai eu l’ honneur d’ appeler l’attention de la Société sur la décou- verte d'un scorpion (Palaeophoneus nuncews) dans les couches du terrain silurien supérieure de l' île de Ghotland (Snéle). La présence de ce scorpion dans des assises aussi anciennes est un fait très important puisq' il prouve que les animaux ter- restres à respìration aérienne existaient à cette Gpoque. C' était le plus ancien animal terrestre connu. < Les insectes avaient été jusqu'ici tronvés dans les terrains tert'aires et, parmi les couches primaires, les dépòts, carbonifères et mème dé- voniens (Nouveau-Brunswick) renfermaient des empreinies de ces articulés. « Il m’ est permis de dire aujourd” hui que /es insectes existacent pendant la pèriode silurienne. « M. Douvillé, professeur 4 l E'cole nationale des mines, m'a communiqué un morceau de grés silurien (silurien moyen), de Iurques (Calvados), provenant de la collection de M. de Verneuil, mor- ceau sur lequel on distingue une alle d' insecte. L’ état de conservation n’ est pas parfait, mais on peut cependant distinguerla plupart des nervures. L’aile avait 35 millimétres de long; Entomologia pratica. Preghiamo il sig. Ulani a scusarci se non rispondemmo subito alla sua domanda: « Quale è il miglior modo di prendere ed infilare gli insetti che bucano ». Si possono prendere anche con il consueto re- tino, quinli farli morire in un vaso contenente cianuro di potassio o una piccola spugna bagnata con antisettici e infilarli quando sieno morti; così ogni pericolo di essere bucati è evitato. Però il meglio è forse di andar provvisti di un paio di pinzette fatte a guisa di forbici, ma che in luogo del taglio terminano con un circolo o con un rettan- golo, nel cui spazio interno è una rete metallica molto fina o meglio un pezzo di tarlatana od altro tessuto di cotone fino e rado. Con queste forbici a rete, si prendono gli imenotteri dal retino or- dinario, o direttamente nelle piante e quindi si possono facilmente infilare, senza pericolo, mentre essi son rinchiusi fra le 2 reti delle forbici, 0, se ci piace di più, si possono comodamente get- tare nel vaso per farli morire. ®. Desidererei che qualchè abbonato mi favo- risse una breve istruzione sul modo col qualefsi ammaestrano i piccioni viaggiatori. Vicenza B. CLEMENTI Eucalipti. Il principe P. Troudbetshoy che pos- siede una gran villa ad Intra nel Lago maggiore e che da oltre 18 anni si occupa della coltivazione degli Eucalipti, assicura che l’ Eucalyptus amigda- lina vera, da lui introdotto direttamente dall’Au- stralia e coltivato sul Lago Maggiore, è Za sola specîe che sotto tutti è rapporti meriti di essere coltivata: su larga scala în Europa, perchè molto più resistente delle altre ai geli, cresce più pre- sto, ed è più igienica. Interessanti catture di uccelli. Il 27 novembre scorso fu ucciso a 4 miglia da Piacenza e nelle vicinanze del Pò un magnifico avvoltoio ( Vultur monachus) femmina, che venne poi donato al ga- binetto di S. N. di questo istituto e da me pre- parato; misura metri 2,80 di apertura d' ali. — E stata pure uccisa, verso la fine del decembre passato, a Bellala; borgata dell’ appennino piacen- tino, un Aquila reale, ma questa non l’ ho veduta. Piacenza 5 Gennaio 1885. LEOPOLDO BARBIERI (1). Durante il 1884 potei aggiungere alla mia rac- colta le seguenti specie piuttosto rare, almeno nei nostri dintorni: Cotyle rupestris Boie. Maschio, ucciso a Muri- gnano il 12 maggio. — Glareola pratincola Lev. Maschio, Murignano 6 maggio. — Crconin alba Bris. Femmina, S. Lorenzo 7 maggio. — Colymbus articus L. Maschio giovane, Murignano 14 novem- bre. — Colimbus septenirionalis L. Femmina. Ce- sena 19 decembre. Senigaglia SEcoNDO BoipI. (1) Domandiamo scusa all’ egregio sig. Barbieri per aver involontariamente dimenticato di pubblicare prima questa sua comunicazione. N. d. D. Tassidermia. Il nostro egregio abbonato signor Dante Roster notando che nella spellatura degli uccelli fatta con i metodi ordinari, non sempre si può rovesciare la pelle del collo e del capo senza pra- ticare un taglio nel capo stesso, e considerando che questo taglio quantunque ben ricucito presenta sempre dei difetti ed esige assai tempo, consiglia (Riv. Scient. indu.) il seguente metodo: Con piccole forbicine più o meno delicate, a seconda della mole dell'animale, aprendo la ca- vità buccale, si pratica una doppia incisione ai lati dei mascellari ed alla base del cranio, come nell’individuo spellato col sistema ordinario, e con un paio di forti pinzette si asportano le ossa dei processi maxillo-palatini e le ali dello sfenoide, quindi con due tagli si incidono le ossa quadrate in modo che rimanendo la volta craniense priva di base, divenga elastica e quasi cedevole. Per alcune specie è possibile impadronirsi del- la dura madre ed esportare dalla cavità buccale il cervello messo così allo scoperto, ma negli ani- ai n Ln de - e mali di una certa mole si rovescia la pelle della ‘testa, come nel caso ordinario, e compresso la- teralmente il cranio, le ossa cederanno senza frat- turarsi e lasciando passare la pelle risparmieran- no tempo e fatiche (1). (1) Consigliamo che la pelle del capo venga sempre rove- sciata sia aprendola o no sul capo stesso, perchè lasciando la parte superiore della testa senza spellare non otterremo mai una bella preparazione. N. d. D. Per liberarsi dalle orobanche o succiameli: Da una lettera inviataci dalla nostra distinta ab- bonata Santocanale Boussu, togliamo la seguente molto utile notizia: Ho letto nel bollettino come anche costì le orobanche, qui volgarmente chiamate 2upa, distrug- gono i prodotti delle fave anzi le piante ìistesse. Da un nostro amico ci venne suggerito un rimedio che a lui aveva dati ottimi risultati, e sono lieta poterle dire che anche nella nostra terra abbiamo ottenuto gli stessi vantaggi. E per esser sicuri, dell’ esperimento, abbiam preparato-un campo per la semigione delle fave, l’abbiam seminato tutto nello stesso giorno; ma metà fù seminato secondo il solito e concimato, nel- l’altra metà con ogni fava si metteva nel buco un pizzico di zolfo in polvere, ed il concime al solito. Le fave crebbero tutte bene ma verso la loro maturità ecco nascere le orobanche e distruggere quasi completamente il prodotto di quella metà del campo ove non era stato messo lo zolfo: men- tre nell’ altra metà zolfata le fave ci han dato ottimo prodotto, e si osservò non esservi nessuna orobanca. Le comunico questa piccola esperienza da noi fatta: se ella crede pubblicarla potrà forse esser utile a parecchi, e mi farebbe piacere. ORTENSIA SANTOCANALE Boussu. Palermo 14 Febbraio 1885. Il Microbo della difterite. Al recente congres= ‘so di Haye, il Prof. Emmerich, ha dimostrato con esperienze di cultura e con inoculazioni, che vi è identità completa fra il mierobo della difterite dei piccioni e quello della stessa malattia nell’ uomo. Egli ha anche veduto che in un uomo morso da un cane affetto di difterite, la piaga si coprì di membrane difteriche. Avviso a coloro che vivono in molta intimità con i cani, piccioni ecc. (Dal Journal de Medicine et Ph. Algeria.) Mammou preistorico. La Società geografica di | S. Pietroburgoha ricevuto dalla sua stazione scien- | tifica fondata presso il fiume Lena, una interes- Lal Ò Sr ia 3 sante comunicazione: Trattasi di un cadavere di Mammou, scoperto nei ghiacci dellu Siberia. Que - sto prezioso avanzo dell’ età preistoirica non è completo, ma in perfetto stato di conservazione. Pare che la testa e le difese sieno state prese dai Yakoutes, che sono il popolo nomade di quei paesi. Penetrazione della luce del giorno nelle acque del lago di Ginevra. Esperienze fatte con un ap- parecchio speciale dai Signori H. Fol e E. Sarasin e comunicate all’ Accademia delle scienze di Pa- rigi, hanno dati i seguenti resultati: La luce del giorno penetra nelle acque del lago di Ginevra fino a 170 metri di profondità, e forse anche un poco più; a questa profondità |’ intensità della lu- ce in pieno giorno, è come quella che si ha in una notte chiara senza luna. A 120 metri, l'intensità della luce è ancora molto forte. In settembre e con un celo nuvoloso, la luce penetra in più grande quantità e più profondamente, che in Agosto con un tempo assolutamente bello, Ulteriori studi saranno fatti per conoscere le ragioni della grande differenza di penetrazione che si riscontra dall’ estate all’ autunno. Notions Générales et Pratiques SUR LES Musées Scolaires PAR J. TOUCHET NATURALISTE BOTANIQUE (Continuation) Botanique ampelographique La collection des vignes sera précieuse, car c'est là pour nous, une question d’une importance capitale, Il ne faut pas laisser éteindre le souve- nir de notre prospérité, détruite, par le philloxera. Ces precieuses reliques auront peut-ètre ce resul- tat, bien désirable, d’inspirer aux enfants la réso- lution de tout tenter pour reconquérir cette source de nos richesses. Voci comment on range cette collection : On coupe, pendant l’hiver, un beau, bois, des principales espèces de vignes, en ayant soin d’en- lever en mème temps un morceav de la vieille branche. On fixe ces bois dans tonte leur longueur sur des baguettes, avec des attaches de fil de fer fin. Au bas, on place un flacon, plein d'un liquide conservateur, dans lequel on met un joli raisin. pi pèce que le bois. Sous cette feuille on éerit È — l'étiquette. On accroche ensuite les baguettes, com- «me celles des collections précédentes, snr la par- tie du mur qui reste vide. ir Maladies des Végètaux (0a Lés jeunes gens ne sauraient jamais trop bien | —‘connnaitre ce qui se rapporte à cette importante «question h On recuille toutes les galles, les excroissances | parasites, l’ergot du seigle, le blé, l’orge, l’avoine et le mais charbonré, l’oiduim du raisin, les feuil- Jes cloquées, les tiges rouillées, les végétations anormales etc. Comme la plupart de ces maladies sont causées par l’action des insectes, il faudra placer à còté de chaque échantillon affecté, l’espéce d’insecte qui «produit la maladie. i Pour s’assurer de ces espéces, on prend un échantillon de toutes les galles, au moment ou el- ; les contiennet encore les jeunes individus, éclos î des ceufs déposés dedans. On enferme chacune È séparément dans un flacon, et au bout d’un temps | plus ou moins long les insectes éclosent en foule. dii R On s'empare d’un certain nombre de sujets be; qu'on pique comme pour les autres col'ections. A. SUIVRE. v_ ra D, hr lequel on colle 1 une fenille, de la mòme | È | ALLEVAMENTO DEI FAGIANI In questi giorni ho ricevuto numerose lettere ‘che mi richiedono schiarimenti circa l’ allevamen- Ei to dei fagiani; trattai altre volte quest’ argomen- to (1) e senza entrare nuovamente oggi in parti- colari così complicati come lo feci allora, darò un breve cenno del cibo da darsi ai riproduttori e ai giovani fagianotti. 1. Il cibo comune da darsi ai fagiani è il | granturco, grano, molta verdura, cioè insalata, 9 ‘cavolo ed anche erba novellina tagliata corta. soa Nel momento della riproduzione, vale a dire | ora, occorre dare, in aggiunta al cibo comune — ogni mattina un cucchiaino da caffè di seme di | canapa a testa, e questo per incalorire i fagiani | ed essere più certi della fecondazione delle uova; id | appena venga deposto il primo uovo, si riduca «di metà la quantità di canapa e al quinto o sesto uovo si smetta del tutto questo cibo troppo calo- (o roso.. È; a 2. Per ottenere ottimi risultati non sì deve — lasciar covare le uova alle fagiane, in primo luo- Y. trario depongono da 10 a 1 di mano per pochi giorni e di nuovo Sata ancora, i in certe specie più particolarmente, altre 7 od 8 uova. Si diano dunque le uova al una gallina che cova, scegliendola quieta e molto domestica, non sì ponga sotto di essa un numero superiore a 15 uova, essendone sempre più sicura la na- scita, se poi desiderate provare di lasciar covar la fagiana, fatelo pure con le ultime uova, vale a dire quando avrete ricavato un 12 a 14 uova per ogni fagiana lasciate pure quelle che staranno | per deporre, esse forse le coveranno ed alleve- ranno i fagianotti, non occorre in questo caso levare il maschio, il quale, in certe specie, come gli Ar- gentali per esempio, è ottimo padre e spesso più accorto ed ha più riguardi della fagiana stes- sa. 3. Per 24 ore i nuovi nati non hanno bi- sogno di cibo, trascorso questo tempo occorre dare ai medesimi mattina e sera larve di for- mica comunemente chiamate uova di formica, si prepari un battuto composto di midolla di pa- ne non fresco, radicchio, e un uovo cotto sodo, in modo che tutto questo battuto formi un litro da servire per otto a dieci fagianotti, questo ci- bo deve esser distribuito in cinque o sei volte nel corso del giorno, alternandolo con un poco di miglio e grano; a 15 giorni si sopprima il miglio vi e s'incominci a dare granturco, a 30 giorni si sopprima pure il battuto; le uova di formica si. possono sopprimre al 20.° giorno, ma se sì può continuare fino a 30 e 35 giorni é sempre meglio edi fagiani si svilupperanno assai meglio. Quan- do vien soppresso il battuto occorre dare molta verdura tagliuzzata fine, distribuita in più volte nel corso del giorno. Se i fagianotti sono nati sotto la fagiana si lascino pure colla madre ed il padre fino alla nuova primavera, epoca in cui occorre dividergli. © Firenze Febbraio 1885 IL MATTO. (1) Bollettino del Naturalista, annata 1882 fascicoli di; (9 ACTOSRNO L’AGIDO SALICILICO e le sue applicazioni nei vari bisogni della vita domestica, e specialmente per la conservazione delle sostanze alimentari. da GENERALITÀ Ae Al congresso degli igenisti tenuto in Ambu Irgo £ TETTO »; CA ca p? ‘ fù dichiarato ?’ acido salicilico assolutamente in- nocuo per la conservazione delle sostanze alimen- tarî. La sua applicazione è delle più facili e l’ ef- fetto non dubbio, essendo ormai ben conosciute le sue qualità antisettiche ed antiputride. Esso diver- rà forse e presto, una sostanza indispensabile ad ogni famiglia; noi abbiamo tanta fiducia in que- sto prodotto che vogliamo farlo ben conoscere ai nostri lettori, indicando le sue più importanti ap- plicazioni. L'acido salicilico si presenta sotto forma di polvere bianca o di fini cristalli aghiformi bianchi. Esso si scioglie lentamente nell'acqua fredda, più sollecitamente nell’ acqua calda e più facilmen- te nell’alcool puro. Due grammi si sciolgono in un litro d’acqua fredda, di più nell'acqua calda; ma quando questa diviene fredda, l’eccesso si ricosti- tuisce in cristalli e serve per una nuova soluzione. Un grammo in 3 grammi di alcool puro, dà la soluzione la più forte. Un grammo si scioglie in 50 grammi di glicerina o d'’ olio, dopo il riscalda- mento. Un cucchiarino da caffè ben pieno, rappre- senta presso a poco l’equivalente di un grammo. La soluzione acquosa si fà presto versando dell’acqua calda sull’ acido secco nella proporzione di ] litro su2 03 grammi, i quali resteranno sciolti dopo il raffreddamento. Si possono sciogliere an- che 50 grammi in un litro d’acqua bollente, di- luendo poscia a poco a poco la soluzione con circa 20 litri d’acqua alla temperatura ordinaria. La soluzione non subisce alterazione di sorta, per cui ogni famiglia può tenerla pronta ad ogni bisogno. Qualsiasi persona può assicurarsi della purezza dell’acido salicilieo procedendo nel seguente modo. Tre a cinque centigrammi di acido salicilico vengono sciolti, nella minor quantità possibile di alcool assoluto, in un vetro da orologio che si ap- poggia su di un fondo bianco. Se vi sono delle impurità organiche, si vedranno nel centro del vetro e per mezzo del microscopio poi si potrà esaminarne la natura. In capo a qualche tempo, dopo l’ evaporazione dell’ alcool, si vedranno attorno al vetro delle barbe cristallizzate in lunghi aghi che bisognerà sottoporre ad attento esame. Se gli aghi sono bruni, l'acido salicilico è pieno d’impurità resi- nose e deve rigettarsi; se sono giallastrî e non uniti, il prodotto non ha sostanze resinose nè acido fenico, ma solo tracce di sostanza colorante; se sono wioletti o rossastri, l'acido salicilieo è fer- ruginoso; se infine gli aghi sono #rasparent: sen- za alcunatinta, il prodotto è inappuntabile. L'acido salicilico cristallizzato, ch’esce dallo stabilimento da 39 de! Dr. F. von Heyden di Dresda, sostiene sempre brillantemente questa prova. (1) L’acido salicilico puro, riscaldato su di una la- mina di platino, deve evaporarsi senza lasciar re. siduo alcuno. Bisogna evitare sempre il contatto dell’ acido coi metalli e specialmente col ferro che pro.lur- rebbe una tinta violetta. CONSERVAZIONE DELLE SOSTANZE ALIMENTARI I. Conservazione della carne e del brodo. Per impedire la putrefazione nella carne che si vuol conservare per alcuni giorni, si possono adoperar due metodi, cioè o strofinando con la mano |’ acido salicilico secco sulla superficie della carne, o im- mergendo questa per 15 o 20 minuti in ana solu- zione a caldo od a freddo di 3-4 cucchiarini da caffè di acido salicilico in 1 litro d’acqua. Se la carne, come ad esempio la selvaggina, la lin- gua ecc., presenta un puzzo più o meno marcato di putrefazione, può essere risanata risciacquan- dola in una soluzione tiepida di 1-2 cucchiarini da caffè di acido salicilico in un litro d'acqua, oppure aggiungendo un cucchiarino da caffè di acido, al- l’acqua che deve cuocere la carne. La carne cruda in contatto coll’ acido salicilico perde il suo color rosso naturale alla superfice, ma non subisce al- cuna alterazione nell’ interno e cuoce in minor tempo. Il brodo può esser conservato benissimo per alcuni giorni senza alterarsi menomamente, ag- giungendo un cucchiaio da caffè di acido ogni 3 0 4 litri di brodo quando è ancora caldo. II. Conservazione del latte. Non v'è sostanza migliore dell’ acido salicilico per impedire la fer- mentazione del latte e conservario quindi puro per qualche giorno. Mezzo cucchiarino da caffè di acido salicilico, 0 poco più se la temperatura è più ele- vata, aggiunto ad ì litro di latte è sufficente per preservarlo dalla coagulazione durante 48 ore, sen- za impedirgli di produrre la crema. Il latte può essere conservato ancora meglio se per coprire il vaso si adopera un pannolino, o un pezzo di carta sugante imbevuti in una soluzione di acido salicilico. (1) Siccome specialmente per la conservazione delle sostanze alimentari, è necessario far uso d’ Acido salicilico puro, che non sempre si trova in commercio, così per comodo dei nostri abbo- nati ne abbiamo fatta venire una certa quantità da detta casa di Dresda e possiamo cederlo a 26 lire il chilogrammo, edin sca» tolette di circa 50 grammi per L. 2.00 l'una, franco di porto in tutto il regno; desiderandolo raccomandato spedire 30 centesimi in più. è 40 III Conservazione del burro. Il burro sì con- serva fresco per lungo tempo, anche durante i calori dell’ estate, tenendolo avvolto in panni inzup- pati in una soluzione salicilica (1 cucchiarino da caffè in un litro d'acqua), o immerso in una so- luzione della medesima forza. Se il burro é già rancido può essere rinfrescato lavandolo ripetu- tamente con acqua solicilica (2-3 cuccchiarini da caffè per 1 litro d’acqua) e risciacquandolo con molta acqua pura. IV. Conservazione delle uova. Le uova possono essere protette dalla putrefazione tenendole per 15-20 minuti in una soluzione di acido salicilico. Nel Giornale austriaco di enologia cd agricoltura. (N. 16 del 18 aprile 1884) si legge quanto segue: « L'acido salicilico si è dimostrato eccellente an- tifermentativo ed antiputrido anche per le uova. Le uova tenute per lo spazio di un’ ora in una solu- zione fatta con 50 grammi d’acido salicilico sciol- ti in un po’ di spirito di vino, allungato con 1 litro di acqua, poi fatte asciugare e messe in una cesta con paglia tagliuzzata, si sono conservate perfettamente inalterate, durante 4 mesi, tanto pel peso che pel gusto; mentre le‘identiche uova, ‘conservate senza questa manipolazione pel me. desimo periodo di tempo, divennero tutte putrefat- te. Questo metodo di conservazione delle uova è ad ogni modo semplice, buono ed economico. » Il tuorlo e l’albume d’ uovo o le uova disseccate e ridotte in polvere, si conservano benissimo con l’aggiunta di piccole quantità di acido salicilico, cioè 2-3 cucchiarini da caffè per ogni chilogram- mo. V. Conservazione del vino. Gli studi dell’illu- stre chimico Prof, Neubauer, hanno dimostrato che l’acido salicilico non solo arresta la fermen- tazione in un vino che già fermenti coi suoi germi, ma assicura il vino che ha raggiunto il com- pleto suo sviluppo, dall’ulteriore formazione ed azio- ne di germi fermentativi ancora esistenti, el im- pedisce le noiose fermentazioni secondarie special- mente nei vasi. A causa della diversa qualità dei vinì bisognerà fare anzitutto un piccolo saggio per poter fissare esattamente la dose dell'acido sali- cilico. Neubauer consiglia di sciogliere 2 grammi di acido salicilico (2 cucchiarini da caffè pieni) in 100 centimetri cubici di spirito di vino (cioé Ijio di litro) e aggiungere ad ogni bottiglia di vino 1-3 centimetri cubici di questa soluzione (corrispon- dente a 2-6 centigrammi) per imparare a cono- scere la loro azione sul vino sotto l'influenza del- le varie condizioni esterne, tenendo le bottiglie in piedi, coricate, al caldo, al freddo, al sole e al- l'ombra. Secondo il risultato di questo esperimen - to, si potrà poi procedere all'applicazione in gran- de. L'aggiunta dell’acido salicilico si farà quan: do il vino è giunto a maturità. Sarà convenientis- simo risciacquare e ripulire il fusto con acqua sa- licilica. (Continua). COLOMBICULTURA Riproduzione interdetta Continuazione I Piccioni Triganini (1) Una sera del Gennaio 1878 passeggiava a brac- cio del mio amico carissimo il Conte Adolfo Ga- leffi Cappelletti per trovare l’ora del pranzo. quando all’ angolo di Via dei Martelli proprio sot- to Falchetto mi sento chiamare da una voce ben nota in pretto dialetto Modenese. Era il Nestore Cei Triganieri, il colombicultore intelligente ed in- faticabile conosciuto da mezza Italia, Piero Man- zini di Modena. Gentiluomo perfetto non aveva che una illusione, quella di ritenere i suoi Triga- nini i primi volatori della numerosa famiglia dei Piccioni; enon ebbe mai maggior dolore come quel giorno nel quale dovè convincersi che i Viaggia- tori Belga avevano per sempre detronizzato tut- ti gli alati compagni di colombaia. Le prime pa- role che mi rivolse furono: E così la Società costituita ? (2). Alla mia risposta affermativa sog- giunse: 'o fornirò i Triganini, la mia Colombaia è a vostra disposizione. Ti ringrazio, mio caro Piero a nome dei' Soci, ma temo grandemente che i tuoi Piccioni non serviranno. —.La mia profezia doveva presto avverarsi. (3) Ho posta questa prefazione come cappello al presente Articolo per far conoscere ai lettori co- me fino all’ anno 1877, il campo colombofilo fosse scisso in due diversi partiti: il primo e più nu- meroso capitanato da Piero Manzini, patrocinava (1) Nel numero passato incorsero i seguenti errori: AI primo periodo dove dice « divisa in tre varietà » deve dire divisa în due varietà ». Il terzo periodo ove si legge » Cullutants pantomimes » deve leggersi » Culbutantes pantomimes. AI quinto periodo ove si legge » Columbae Patarinae » deve leggersi » Columbae ‘Patavinae. All ultimo periodo ove si legge » Iournant Frappeur, Icror nant Bateur deve leggersi » Tournant Frappeur, Tournant Batteur. è In tutti i luoghi ove è scritto » Iumblers » deve essere 4 scritto» Tumblers, e dove è scritto Iurners deve dire Turners. (2) La Società per 1’ allevamento dei Piccioni Viaggiatori fondata in Firenze nel Gennaio 1878. (3) Non fu possibile servirsi dei Piccioni Triganini neppure a piccole distanze; le prove riuscirono nulle. e e. "RE “STI la causa dèi Colombi Triganini razza di origine puramente Italiana, il secondo, per il quale io militava, spezzava una, lancia in favore dei gros- sì Colombi di Fiandra. Per provare la verità di ‘ciò che vado narrando, ho spigolato dai Giornali di quell’ epoca interessanti dissertazioni: Piero i Manzini in un suo Articolo sui Piccioni Messag- | gieri edito dal Giornale La Vita di Campagna | nel Decembre 1877 poggiandosi a Plinio riteneva che i Colombi Triganini avessero servito fino dai tempi Romani quali porta-messaggi, e che quindi non dovesse nè potesse passare per invenzione e- stera, una invenzione antica nazionale. Ed in ciò l’ egregio amico mio aveva non ma una, centomi- la ragioni; il suo errore stava sclo in questo, nel credere bonariamente che la Razza Triganina conservasse tuttora il puro sangue dei padri co- ma ai tempi del Triumviro Antonio, e che fosse ai dì nostri adarta sempre ad essere impiega- ta in lunghi viaggi. — Replicava all’ Articolo di Manzini in via indiretta sullo stesso Giornale il î Cavaliere Giov. 3atta Sella nel Febbraio 1878 con | ammirabile lucidezza e precisione. « Non sono poi di opinione (scriveva il chiaris- « simo gentiluomo Piemontese) che il Triganino «o Barchetto possa prendere posto fra i Mes- « saggeri sebbene in antico abbia forse anche ser- i « vito a tale uso, perchè le forme di quello so- I | « no in perfetta contradizione colle forme del ve- | Ì indi « ro Messaggere generalmente riconosciute dalle « Società Colombofile. Ciò sia detto senza toglie- <« re alcun altro merito al Triganino che può van- | <« tarsi di essere fra le razze le più distinte, « quantunque non la più distinta. Dalle esperien- «« ze da me fatte resulta che i Messaggeri del | « Belgio, in concorrenza coi Triganini, percorro- | « no nello spazio di tempo il doppio e più di di- | <« stanza ed hanno Vistinto della direzione di | « gran lunga superiore. l partigiani dei Piccioni Triganini all’epoca del- la fondazione delle prime Colombaie Militari, ave- vano officiale sopravvento sui sostentori del Pic- cione Fiammingo come ne fanno fede i fozli pub- blici di quelli anni. Il Panaro di Modena annunziava \ che il Colonnello Comandante il 12. Artiglieria X. di guarnigione in Ancona coadiuva'o dal Fa- Pi iere Malagoli faceva al'evare Gazzi di Modena | per gli usi di guerra. Il Corriere di Taranto in ana corrispondenza da Napoli narrava la visita fatta alla Colombaia del Sig Gustavo Borsi Capitano 25° Fanteria, che allevava Colonbi Messaggeri iti dall’incrociamento di un Gazzo-Uccello olomba di Germania (sic), assicurando che L) ‘ 4l questi meticci avevano percorso la distanza da Torre Annunziata a Napoli, cioè circa venti chilo- metri in soli 16 minuti. La Società di allevamento dei Piccioni Viag- giatori sorta in Firenze per privata iniziativa ne I Gennaio 1878, volle provare a cura del suo Di- rettore Manzini la razza Triganina (Varietà Bar- chetto-Columba Triganina Elegans) nella propria Colombaia di Via degli Strozzi, ma come dissi in un precedente Articolo (ì) sei mesi dopo |’ im- pianto l’ aveva del tutto scartata. Questa prova sfortunata dette origine a qualche scherzo per par- te di taluni bnrloni: spiacemi assai di non poter riportare per intero un sonetto in vernacolo comparso in quei giorni, la di cui ultima terzina diceva così: Bucinan che ci sian degli Avvocati, Mi potesse venire un’ accidente S’ in fra un mese e piccioni e un son pelati! L’ allevamento dei Piccioni Triganini costituisce a Modena e città limitrofe una vera passione, co- me presso ì Romani antichi era divenuta passio- ne sfrenata l’allevamento delle razze della Cam- pania, della Spagna e della Tessaglia nelle su- perbe ville d’ Ostia, di Tivoli, di Frascati e nel- la lontana voluttuosa Pompei. Modena, Reggio, Carpi Guastalla e Piacenza sono le città nelle qua- li trovansi esclusivamente i Piccioni Modani dal- le svelte forme o. dalle lunghissime gambe, mi- sti ad una innumerevole legione di Piccioni Bar- chetti dagli splendidi variopinti mantelli: la raz- za Triganina è rimasta abitatrice dei luoghi da cui trasse l’ origine come la Gallina Padovana nel distretto di Polverara, e per quanto sì sia fatto dai Francesi e dagli Inglesi per mascherare con altri nomi la loro origine sono rimaste e rimar- ranno per il volger dei secoli, due razze essenzial- mente ed unicamente Italiane. (Continua) (O) Bollettino Seta N. 5 6 (1882) > NANL'XS NA NANIENLINABSERAEAEE im rst conio spontanea Due parole alla buona del Dott. EUGENIO FICALBI IINCANTAENZIN ( Continuazione e fine). I bachi del formaggio hanno che vedere con la generazione spontanea nè più nè meno di tutti gli animali fin qui ricordati ed è proprio assurdo e ridicolo ritenere che spontaneamente li ingeneri Ter dp o il grasso o la fermentazione del cacio. Essi non sono che le larve di una mosca, le quali, giunte a completa grandezza, nuovamente in mosca si tra- sformano, appunto come il baco da seta, che, nato dalle uova di una farfalla, si converte poi esso Stesso in ura nuova farfalla. Una sola specie di mosca, a quanto pare, depone le sue uova sul formaggio e porta il nome di Piophila casei 5 è una moschettina molto comune e frequente, liscia, di un bel nero, della quale le antenne, la testa, le zampe sono colorate in bruno-rosso, e della quale poi le ali sorpassano il corpo. Come tutte le mo- sche, anche la Piophila è più che altro abbondan- te nella stagione calda. Dove trova del formaggio, ivi depone le sue uova e, sebbene prediliga i formaggi molli, pure non sprezza gli altri, spe- cialmente quando abbiano crosta sottile e screpo- lata. Ogni formaggio, dunque, può essere da essa assalito e in conseguenza bacare; baca lo strac- chino, i caci pecorini, il parmigiano ed altre qua- lità di formaggio e ciò sanno i fabbricanti, che emono questa mosca come un loro dannoso ne- mico; ed io stesso ho saputo di una partita di formaggio di grana, che nelle cascine di San Ros- sore, andò quasi completamente in malora, perchè essendo i formaggi stessi in luogo poco difeso dal- le aggressioni delle moschette, (chè così chiamano i fabbricanti la Piophila), esse li empiron di uova e quasi tutti li fecer bacare. Deposte le uova nel cacio, da esse nascon le larve, che sono sul primo di piccolezza estrema; e sfuggendo facilmente per questo e per la loro bianchezza alla vista, han fatta venire agli sciocchi la credenza che sian for- mate dal cacio stesso. Le larve si internano subito nella massa del formaggio, specialmente se questo è un po’screpolato e molle; entrate dentro, si cibano abbondantemente, crescono, divengono visi- bilissime ; sono dei vermicciattoli bianchi, con testa punteggiata di nero; piegandosi su sè stessi e poi rapidamente distendendosi, posson fare dei piccoli salti ed è per questo che da molti sono detti saltarelli. Giunte a perfetta grandezza que- ste larve si raccolgono e si convertono in mosche. Facili sono gli esperimenti per rendersi conto che i bachi del formaggio altro non sono che larve di mosca, nate da uova depositate da mosche madri. Si prendano due fette di stracchino di Gorgonzola, ben sano e schietto, si pongano in luogo adatto, quale può essere una stanza ben aereata; delle fet- te, una si cuopra con una moscazola, costituita di fitta e sottil rete di ferro, l’altra si lasci comple- tamente scoperta. In capo a qualche giorno, se il luogo e la stagione soro adattati, si vedrà come la fetta BE, gii ià present | mentre l’altra mai ne Diretta” per quasi s n nelle stesse condizioni ; tutto dipende dal fatto che la reticella di ferro non lascia arrivare fino al ca- cie le mosche a deporre sovr’ esso le uova loro. Se infatti, attentamente si osserva la fetta scoperta vi si vedranno posar sopra di quando in quando ; le moschette. Raccolti poi alquanti bachi e postili sotto un bicchiere con un po di cacio, dopo un certo tempo vedremo ehe sono divenuti moschette, simili alle mosche madri. Ad alcuni piace il cacio bacato, perchè acquista un sapore piccante; ma in ge- nerale i più lo rigettano e nella fabbricazione de- vesi star bene attenti contro l’ invasione di questi parassiti. Il Cantoni, nella sua Enciclopedia agra- ria, dice che nella fabbricazione dello stracchino. — di Gorgonzola « è necessario sorvegliare i formag- gi, per iscoprire se si manifestino quei vermiciat- toli, detti saltarelli, che sono le larve di una pic- cola mosca, detta moschetta; se vi sono, si puli- sce accuratamente la parte offesa e si medica con un pizzico di sale. » — Concluderò ripetendo che. va lasciato ai soli balordi il credere che i bachi del formaggio nascano per generazione spontanea; — essi hanno stretta parentela coi bachi della carne | imputridita, dei cadaveri corrotti, e, com’ essi, sono larve di mosca Ed a chi piacciono, buon appetito. Con quello che ho detto, mi sembra di avere, sebbene alla breve, chiaramente dimostrato come la generazione spontanea degli organismi sia una. favola e null’ altro (1), specialmente poi quando la si consideri per rapporto a quelli animali di orga- nizzazione abbastanza elevata, che, come gli inset- ti, già servirono di base ai classici e inconfutabili esperimenti di Redi. Eppure — chi lo credereb- be? — ogni tanto scappa fuori qualche bell’ umore. che, con tutta serietà, porta nuovamente in ballo cose, che sanno di stantio alle mille miglia. Non parlerò di Cross che (1837) assicurava di esser riuscito a far nascere degli acari, elettrizzando una pietra vesuniana umida. Darò solo un cenno di un tal Casanova Achille che, anni addietro, in un suo opuscolo, consigliava di far nascere i ba- chi da seta con foglie di gelso fermentate, e ciò, per liberarsi dalle numerose malattie, che dan- neggiano il filugello e la raccolta della seta. Que- I (1) A proposito di generazione spontanea, avrei potuto ci- tare anche uno scritto italiano ad essa favorevole: « Mante gazza P. Sulla Generazione spontanea, note sperimen lano 1864 ». In cas scritto si tratta dei soliti Prot UT CA libercolo porta per titolo: Proposta d'un tentame | onde ottenerela generazione spontanea delle uova | bachi da seta mercè foglie di gelso ad un cotal | grado di subacòda emarcescenza assoggettate. Di Casanova Achille, Regio Veterinario. (1) — L’au- tore tenta comprovare mercè appropriati argo- mentî (non avendo naturalmente alcun fatto), che sarebbe ultroneo e disdicevole al dì d'oggi opporsi al gran fatto della spontaneità. Dopo esce in questi chiari concetti: E di vero, dato per concesso la spòntaneità, appunto perchè una determinata di- versa qualità d’uova di diversi esseri sessuali d’ infimo ordine, senza poter escludere quelle dei | bachi seta, sponte può svolgersi cd esistere nel | seno d'una varia ma determinata qualità di ma- | O teria organica, contenendo, esse uova, chi l’ em- brione femmina, che il maschio indipendentemente | da consimili preesistenti e dalla fecondazione, va- | le a dire astrazione fatta dall'intervento de’ pro- pri genitori e loro prolifica copula, chiaro mne emerge, che nel supposto avessero a svolgersi con qualsiasi processo nel seno delle foglie del gelso fermentate, molte uova bachi seta, e poî a sortire dalle medesime è relativi embrioni (già entro pre- viamente nati per generazione spontanea) mercè | Za notoria ovarica incubazione, egli è certo che dai liberì vermi, al crescere ad al moltiplicarsi, | fra loro, si otte»rebbe, a tempo debito, una se- | mente, la quale non può nè deve avere #2 temuto | ereditario morbo; meno che lo sì volesse supporre i dnsito originariamente nelle stesse foglie del gelso il che crediamo inverosimile affatto, e vi sarebbe non così difficile comprovarlo. Il Casanova è sicuro che ‘non rideranno del suo prezioso ritrovato se non coloro che sono ignari delle immense e svariate | risorse della Natura, per moltiplicare ed assicu- | rare l’esistenza di incommensurabili esseri nuo- tanti per così dîre nell’'immenso oceano delle cose, E taccio di altre bellezze. — Conclude il Casano- va esortando a provare, provare. Ma, di grazia, perchè non provò egli stesso, senza tanto affati- carsì ad esortare gli altri? La ragione è semplice: perchè era certo che avrebbe aspettato indefinita- mente i suoi dachî seta. Ma è tempo di terminare, ed io farò fine con- | sigliando, come meglio posso, le persone di buon | senso ad esser caute ad accogliere non solo quelle | che ho combattuto, ma anche altre storielle, che | i sì raccontano a proposito degli animali Non so | ij j | I ll . (1) Questo scritto fu pubblicato negli cAnnali d’ agricol- tura!!! (Anno. 1862, Milano.) VE “a * I * 5 — | sto ameno e, mi si perdoni la parola, ridicolo Astur palumbarius, L. Astore g.ero.0g.m. bia IL COLORE DEI Accipiter nisus, L. Sparviere giallo crom. Pernis apivorus, L. Falco pecchia-| 44. g. ero. I trattati di ornitologia difettono molto sulla. ijuolo, juv. caffè — indicazione precisa del colore dell’ iride negli) 7/j/vvs ictinus,Savigny. Nibbioreale| giallo p.. xò occhi degli uccelli, ciò che imbarazza i prepa- 7/j/0ws aegyptius, G. Nibbio egiziano| castagno | ratori tassidernici e fa sì che in guasi tutti i 2//vus migrans, Bodd. Nibbio nero id. n musei e nelle collezioni private, si trovano spesso Cerchneis vespertina, L. Barletta |bruno nero uccelli con occhi di colore diverso dal vero. Per ciò, e per le continue domande che su questo proposito ci rivolgono i nostri egregi ab- 77jerofa/co sater, Gm. Girifalco bonati, abbiamo deciso di pubblicare una nota) 7g/c0 communis, Gm. Falcone completa di tutti gli uccelli italiani conosciuti w4/c0 minor, Bp. Falcone minore fin qui, indicando il loro nome scientifico più y4/codardarus,L.Falconedi Barberia accreditato, quello comune più ammesso dalla 79/c0 -Feldeggi, Schleg. Lanario generalità, ed il colore preciso dell’ iride dei re- 79/60 su294te0, L. Lodolaio spettivi occhi. La classificazione è stata seguita quella 7y/c0 qesolon, Briss. Smeriglio castagno adottata dall’illustre Comm. Prof. E. H. Giglioli ga nella sua Iconografia dell’ Avifauna italica, per-| IIl FAM. PANDIONIDAE (PESCATORI) | chè la più perfetta, come è la più completa la te: collezione ornitologica italiana formata dal me- desimo Comm. Giglioli, che conservasi nel museo. IV, FAM. CIRCIDAE (FALCHI DI PADULE) Bi di storia naturale di Firenze, e della quale la). È ui. "a Iconografia ne è la illustrazione. Circus aeruginosus, L. Falco di| giallo ero. Quantunque abbiamo posto ogni cura peri Padule. " riuscire esatti e siamo stati molto e gentilmente Circus cyareus, L. Albanella ad. g. cro, coadiuvati dall’ esperto naturalista Sig. Riccardo) _. î JUO.anche CA. Magnelli, bravo preparatore al museo di Firenze, Cîrcus cine? aceus, Montag, Alba-| ad. g.cro. tuttavia preghiamo i nostri buoni abbonati, a co-| nella minore juo. s. g. municarci tutte quelle osservazioni che avranno|lircus Swaizsoni, Smith Albanella| giallo cro, occasione di fare e che potessero servire per cor-| Chiara reggere o completare il presente catalogo. \Pandion haliaetos, L. Falco pescatore] g. c. 0 b. 5) Noeturni. 1.° ORDINE ACCIPITRES (RAPACI) V. Fam. BUBONIDAE (GUI) 0) Diurni. Glaucidium passerinum, L. Civetta| ad. g. cro. : minore juv. g. P. BETA VULTURIDAE (AvvoLTo!) Carine noctua, Scop. Civetta ia. Colore delliride (1 |Cgrine glaua, Savigny, Civetta me- Vultur monachus, L. Avvoltoio nero| cast. s. ridionale Gyps, fulvus, Gm. Grifone id. Scops giù, Scop. Assiolo do Neophron percnocpterus, L. Capo-| ad. r. cr. |Bubo ignavus, Forest. Gufo reale | arancio vaccalo. Juv. ca. Ss. |Asîo otus, L. Gufo giallo m. Asio accipitrinus, P. Gufo di pudule id. Sa RT SSLUOLII E Ca) Nyctala Tengmalmi, G. Civetta ca-| giallo p. Gipaetos barbatus, Briss. Avvoltoio|g. p. sclero-| po grusso Sa barbuto tica visibile|Sy724472 aluco, L. Gufo selvatico |bruno nero RANCI: SI Mi Aquila chrissaetus, L. Aquila castagno tp STRIGIDAE (BARRAGE A Aquila Wahlbergi, Sundev. Aquila Stria fiammea, L. Barbagianni |hbruno nero | del Wahlberg id. 3, Aquila maculata, G. Aquila anatraia id. 2.° ORDINE PICI (PICCHI) | % Nisaetus fasciatus, Vieill. Aquila el dolci q A VII. Fam. PICIDAE (PiccHi) | Nisaetus pennatus, G. Aquila minore| cast. c. |Picws mayor, L. Picchio rosso magg.|cast.ro.or. Circaetus gallicus, G. Biancone |g.cro. g.m.\Picus Lifordi, Sharpe e Dress. Pic-| giallo ar. Haliaetos albicilla, L. Aquila di mare| castagno chio di Lilford Buteo ferox, S. G. Gm. Poiana al 4gd. cast. \Picus leuconotus, Bechst, Picchio a id. «coda bianca . Juv. ce. br. dorso bianco Buteo vulgaris, Leach. Poiana ad. cast. |\Picus medius, L. Picchio mezzano id. di Juv. br. ce. Picus minor, L. Picchio minore rosso | spiegazione delle abbreviazioni: ad. animale adulto, juv. giovane, ar. arancio, b. bianco, br. bruno, c. chiaro, ca. @ cast. — 0, Ce. senexino, ci. cinabro, cr. cremisi, cro. cromes, g. giallo, m. medio, p. pallido, r. rosso, ro. rossastro, s. scuro. m À T < PA x Ù A dal MEL tu s 1 I ri 56 COLOMBICULTURA Riproduzione interdetta I Piccioni Triganini Continuazione Remotissimo è l’ allevamento dei Piccioni Tri- ganini nelle provincie dell’ Emilia: la creazione di questa razza di Colombi sembra precedere l’ epoca Romana. Gli antichi disegni di questo Uccello per- venuti fino a noi, ed io ne vidi uno del 1600, rap- presentano tutti il capo-stipite della razza cioé ìl Piec'one Modano (Columba Triganina Maior); è quindi a ritenersi che l’elegantissimo Piccione Bar- chetto (Columba Triganina Elegans), coi suoi cen- to colori, sia stato un perfezionamento che non da- ta da più di centocinquanta anni. Alessandro Tas- sonì nell’ anno 1622 scriveva nella sua Secchia Rapita un ottava che dice così: « Nulla risponde e contro i Ravennati Tommasin a quel dir stringe gli sproni Con una compagnia di scapigliati Dediti al gioco e a far volar piccioni Che Triganieri fur cognominati Nemici natural dei Bacchettoni, Gente, che il ciel avea posto in oblio E l’ appetito sol tenea per Dio A questa ottava che non fà, per dire il vero, un gran be! quadro dei Triganieri di quei tempi, trovasi una Nota esplicativa (1) che ripete giù per sù ciò che ha detto il poeta « Triganieri sono in « Modena due fazioni; ma si dicono ancora alcuni < scapigliati oziosi. che non sapendo che farsi, si « danno a far volare i Colombi che essi chiamano « Trigani, e gli avvezzano non solamente a condur- « re alle loro Colombaie dei forestieri ma anche «a portar lettere da un luogo all’altro. » Nell’ Articolo portante il Titolo. « I Colombi Viaggiatori » da me pubblicato su questo Bollettino nell’ anno 1882, troverà. il lettore molti cenni sulla razza Triganina che qui mi sembra inutile di ripetere, — non essendo questo veramente il caso del « Repetita iuvant. » E adesso che abbiamo fatta di volo un po’ di storia dei Trigani e dei Tri- ganieri passiamo ad esaminare colla scorta di un Triganiere esperto qual’ é l’ amico mio Piero Man- zini, il Piccione più bello fra i più belli di Europa. Il Piccione Triganino o Piccione Tremolante di coda stretta, Columba Triganina (2) è per le for- me, per i colori, per le abitudini uno dei più ri- cercati uccelli di voliera. I Modenesi intelligenti (1) Edizione Antonelli Venezia 1851, (2) Columba Angusticaudae Tremula degli Autori. Da taluni è rammentato col nomeo di Columba Tremula Triganina o di Columba. Italica. ‘ allevatori di tutti gli animali da cortile, sono senza. tema di essere smentiti i soli in Italia che si oc- cupano con zelo ed amore di colombicultura e pol- licultura: a forza di studi di selezioni e di cure infinite riuscirono a cumulare in una sola razza di piccioni, tutti quanti i mantelli delle altre razze Europee, ed a trovarne o per meglio dire a for- marne altri, ancora bellissimi, che non si riscon- trano che nei più pittoreschi Fagiani Asiatici. L’ori gine del Piccione Triganino è puramente Italiana: ta- luni lo ritengono incrocio del piccione Pavoncello (Columba Tremula Laticaudae) con un Piccione Tamburo a tarsi nudi, assai raro, della Prussia Re- nana conosciuto col nome di Tamburo Lamentatore (Columba Timpanizans Praefica); altri del primo, col Piccione Volante Maltese (Columba Altivolans Melitensis), altri infine del primo col Piccione Ro- mano (Columba Campara) A questa ultima clas- sificazione noi ci associamo sembrandoci la più probabile, stabilendo la seguente genealogia: Columba Laticaudae Tremula — Columba Cam- pana — Columba Triganina Major (Modano). Columba Triganina Major — Columba Altivo- lans — Columba Triganina Elegans (Barchetto). Brisson che è uno dei pochi Naturalisti che si sia occupato con un certo dettaglio dei Piccioni, porta il Tremolante di coda stretta nella varietà sedicesima dei discendenti dal Piccione Romano ; la quale classazione è appunto quella da noi ‘ac- cettata, poichè nonostante che il dotto Ornitologo non accenni all’ incrociatura che dette origine alla presente razza, purtuttavia è a ritenersi come si- curo, che questi uccelli per divenire tremolanti prendessero un po’ di sangue del Piccione Pavon- cello che è il tremolante per eccellenza. Taluni Ornitologhi, fra i quali Pelletan, pure accettando la divisione di Brisson hanno creduto che alla raz- za dei Trumolanti di coda stretta appartengano i soli Piccioni Barchetti, mentre capo di questa razza è il Piccione Modano del quale i Barchetti sono i discendenti terziari perfezionati dalla sele- zione. Nell’ opera più volte citata di Pelletan tro- vasi scritto a Carte 20: « Treizieme race — Pigeon Trambleur — Trés petite race de voliere au bee fin, sans filet autorir des yeux dont l’iris est jaune. Ailes pendantes, queue relevée. Ces pigeons sont agiteés d’ un tremblement continuel dans la téte et le cou, sourtout au moment des amours. Plumage et formes variés, » Non occorre dilun- garsi in polemiche per provare che l’ autore parla esclusivamente dei Piccioni Barchetti importati dall’ Italia nelle voliere Francesi, e non dei Triga- nini in genere. i | La razza Triganina viene da noi divisa in due gruppi: I. Piccione Modano (Columba Triganina Major) II. Piccione Barchetto (Columba Triganina Ele- gans) che presenta una sottovarietà : (a) Piccione Barchetto Gazzo (Columba Triga- nina Elegans Bicolor). I. I Piccioni Modani Il Modano come di sopra fu detto è il tipo della razza e da questo con assidue cure può ottenersi dopo quattro o cinque incroci razionali il Piccione Barchetto. Grossa testa, bacco sottile e nerastro sormontato da due favette appena accennate, corpo corto ovoidale, gambe lunghissime, coda corta rile- vata e spiegata a guisa di ventaglio, ali pendenti. Quest’ uccello ha un poco |’ abitudine del Piccione Pavoncello di ondulare di tanto in tanto la testa sospingendola indietro, specialmente prima di sor- bire l’acqua e di prendere il cibo: un tremolio leggiero ma continuo gli agita il corpo. La sua carne è perfetta, delicata e gustosa tanto che ta- luni contadini Emiliani lo alievano come piccione da carne: robusto e sano cova assai bene in climi temperati dando circa dieci covate per. anno. In generale porta mantello misto bianco e maltinto o bianco marrone, ma se ne riscontrano però al- cuni con mantello unito nero-blu, bruno, bronzo, bianco o cenerino. Il suo aspetto è curioso, l’ anda- tura ondulata e le lunghissime zampe terminate da dita eguali, fusiformi, parellele, lo fanno asso- migliare ad un uccello della famiglia delle Gralle e dei Trampolieri. L’ACIDO SALICILICO e le sue applicazioni nei vari bisogni della vita domestica, e specialmente per la conservazione delle sostanze alimentari. A CONSERVAZIONE DELLE SOSTANZE ALIMENTARI (1) (Continuazione) VI. Conservazione del mosto. Il mosto o succo d’uva dolce, può essere conservato dolce e senza fermentazione per molto tempo (8-9 mesi e persino lì anno) con l’aggiunta di 25-30 grammi di acido (1) Siccome specialmente per la conservazione delle sostanze alimentari, è necessario far uso d’ Acido salicilico puro, che non sempre sì trova in commercio così per comodo dei nostri ab- bonati ne abbiamo fatta venire una certa quantità da detta casa ) di Dresda e possiamo cederlo a 26 lire il chilogrammo, ed in | scatolette di gram.25 L. 1,10 di gr. 50 L. 2,09; di gr. 100 L. 3,50 fn nco di porto in tutto il regno; desiderandolo raccomandato | spe ire 3o centesimi in più. \ 57 salicilico per ogni ettolitro. Conservato in que- sta maniera, e servito nei caffè e nelle bottiglierie, il mosto incontrerebbe tosto grandissimo favore presso i frequentatori, come bibita rinfrescante, deliziosa e salutare. Anche il cidro, che talvolta acidifica, può es- sere conservato mediante l'aggiunta di 10-15 centigrammi di acido salicilico per ogni litro. VII. Conservazione della birra. Nella fabbrica- zione della birra l’ acido salicilico serve a regola- rizzare le fermentazioni necessarie, a distruggere i fermenti deleterii ed a prevenire assolutamen- te ogni acidità. Inoltre l’uso di questo acido rallenta la maturazione della birra recentemente fabbricata e preserva le birre già mature dalle alterazioni nei magazzini per un dato tempo e dai guasti che derivano dai cangiamenti di tempera- tura nei trasporti. Per gli scopi domestici può es- sere utile avere in casa una provvista di birra in bottiglie. Ora per conservare bene la birra in guisa che non accada scoppio di bottiglie, espulsione di sugheri e deterioramento della birra stessa, bi- sogna procedere nel seguente modo: le bottiglie ben ripulite devono essere ben risciacquate con una soluzione di 1 parte di acido salicilico in 4-5 parti di alcool puro (che si verserà da una bot- tiglia in un’altra), e poscia si riempiono di birra. Anche i turaccioli devono essere tenuti immersi per qualche tempo nella medesima soluzione, o si fanno bollire nella soluzione acquosa. È importante conoscere ciò che dice l' illustre Prof. Blas dell’ Università di Lovanio sulla pre- senza dell’acido salicilico nella birra. « L’acido salicilico, egii dice, é adoperato su grandissima scala dai birrai belgi nella proporzione media di otto grammi per ettolitro. La birra salicilata nel rapporto di lo grammi per ettolitro può essere presa da un uomo sano nella proporzione di varii litri (5 o 10) al giorno senza effetto nocivo da parte dell’acido.i Io da molti anni faccio uso di birra d'orzo salicilata con 8 gram. per ettolitro e trovo che questa birra è migliore e si conserva meglio. » VII. Conservazione dell’ aceto. Per impedire la fermentazione putrida dell’aceto riescono utili le addizioni frequenti di acido salicilico nella propor- zione di 2 grammì per ogni ettolitro. In tal guisa si viene ad evitare anche il riscaldamento eccessivo e la perdita derivante dall’evaporazione dall’ alcool e dell’ aldeide. Aggiungendo 2 grammi di acido salicilico ad 1 litro d'aceto, si può dire di avere un « aceto preservatore o conservatore, » in cui si possono IX. Conservazione delle frutta. Le frutta pos- sono essere conservate con l’acido salicilico in diversi modi. I metodi più semplici e di maggior successo sono i seguenti: 1) Le frutta, come le ciliege, le pere, le prugne, le pesche, le albicocche, ecc., vengono messe in vasi di vetro a collo largo senza aggiunta d’ acqua ed in maniera da alternare uno strato di frutta con uno strato di zucchero. Lo strato della super- ficie dev’ essere di zucchero e su di esso si spar- ge 1]2 cucchiarino da caffè di acido salicilico cri- stallizzato. Indi sui vasi si mette un pezzo di pergamena che si lega attorno al collo; i vasi si mettono in un bagno di acqua che si mantiene in ebollizione da 15 a 20 minuti secondo la qualità delle frutta (quelle piccole richiedono meno tempo delle grandi; per quelle carnose bastano circa 15 minuti). Queste frutta conservano l’ aspetto come se fossero cotte di fresco. 2) Se si vogliono conservare delle frutta grandi, come le cotogne. i poponi, le zucche, ecc., in gros- si vasi d’argilla da cucina, si aggiunge allo zuc- chero, fatto bollire con l’acqua, una quantità d’acido salicilico proporzionata alla quantità delle frutta (112 cucchiarino da caffè per ogni chilogrammo di frutta). Non bisogna mai trascurare di mettere sul vaso una carta che chiuda bene e che sia imbevuta in una soluzione concentrata di acido salicilico nel rhum. 3) Per le frutta sotto aceto (poponi, cocomeri, pere, prugna, ecc., si aggiunge all’ aceto fatto bol- lire con lo zucchero, maggior quantità d’acido sa- licilico di quella indicata nel 2.° metodo; si può tralasciare in questo caso la carta inzuppata al rhum. 4) Un’ applicazione che ha un’importanza spe- ciale è quella dell’ acido salicilico alla così detta ‘composta di rhum russa. Questa composta si inco- mincia in primavera e si termina alla fine d’ au- tunno. Consiste nel mettere in un gran vaso tutte le frutta fresche man mano che maturano nei sin- goli mesi, procedendo del seguente modo: si fa un primo strato di frutta fresche cosperse di zucchero e si aggiunge del rhum, ma siccome questo com- posto va facilmente in fermentazione, così ogni volta che si fa lo strato di frutta e si pone il rhum, bisogna aggiungere circa 1]2 cucchiarino da caffè di acido salicilico per ogni chilogrammo . di frutta, per cui la composta si può conservare per lungo tempo senga fermentare. 5) Il succo delle frutta fresche ottenuto per pressione, con o senza zucchero, si conserva ec- 19 i ET Dia, Li si Si i METTIAMO N conservare i legumi, la carne, le frutta, i pesci. cell Dee, con IE CU salicilico ogni chilogna nai di sue co, con turacciolo incatramato e tenute al fresco. 6) Nel far cuocere la marmellata tanto di al- cune specie di frutta, come anche dei così detti tutti frutti, si può aggiungere dell'acido salicilico quando la cottura è piuttosto completata, e sareb- be meglio adoperare la soluzione concentrata al rhum. La quantità d’acido salicilico da adoperare sarà la stessa di quella indicata nel 2.° metodo. (Continua) LA CACCIA Quantunque non sia certo tanto prossima la discussione in parlamento della nuova legge sulla caccia, tuttavia torniamo volentieri su questo ar- gomento, essendoci stato domandato quali sono i principali concetti che ispirano le lettere pub- blicate dal Conte Carlo Borromeo e da noi annun- ziate nel fascicolo del gennaio scorso. L’ egregio signor Conte Borromeo giè, presiden- te del Congresso Cinegetico italiano (1881) e molto autorevole in materia, perchè esperto cacciatore ed abile naturalista, 20 vuole la morte del cac- cîatore, ma che egli sî diverta e viva; vuole la condanna del bracconiere ; due professioni non an- cora ben delineate e concepite da noi. Vuole che la caccia, pure tenendo di mira la protezione | dell’ Agricoltura, sia favorita dalla legge, la quale indichi nettamente ai cultori, fin dove possono sfo- gare una si buona passione, nell’ interesse precipuo della selvaggina e dell’agricoltura. Al di là dei limiti chiaramente indicati per questo esercizio ginnastico e salutare, trovi la legge è violatori e li gastighî, ma non si addivenga a restrinzioni ma- lintese, come sarebbero quelle emanate in certe provincie che vietano la caccia degli uccelli aqua- tici di passo fino dalla metà di gennaio, mentre senza aleun danno dell'agricoltura e nei luoghi lontani dalla riva del mare, può essere permessa fin tutto marzo. Fra gli uccelli che l’ autorità deve tutelare o far rispettare, pone fra i primi Za quaglia, ed è perciò che all’ articolo 6, della legge Berti, rivolge principalmente la sua attenzione; a quella facoltà speciale cioè, data ai Consigli provinciali di auto-. riszare nel tempo di divieto, ma non prima del 15 aprile e non oltre îl 15 maggio, la caccia co, fucile agora uccelli di passo ecc., sulla spiaggia ) 7. -Z-A € più diffuso che arriva in Italia « la quaglia » per la caccia della quale si fanno treni straordi- nari, si ottengono facilitazioni nei trasporti, si eri- gono ricoveri sulla spiaggia e così si fa facile e copiosissima strage di questo utilissimo gallinaceo, appena ci arriva esausto di forze, e che lasciato | in pace sì distribuirebbe in ogni angolo di Italia con sommo vantaggio dell’ Agricoltura, perchè è | in primavera eminentemente insettivoro, e con | utile eguale di tuétî è cacciatorî che dopo la ri- i produzione, e prima della partenza, potrebbero . darle la caccia nei propri dintorni. Nota pure che gli uccelli di passo giungono i a noi quando le uova degli insetti sono ben na- i scoste nel terreno od altrove e gli insetti stessi scomparsi per la maggior parte. Agli uccelli poi | non sono di nutrimento e la filossera, e la ceci- donia e la lucilia dei grani che più infestano l'agricoltura; e vediamo le locuste abbondare là | dove religiosamenente si rispettano gli alati. Molto ancora potremmo aggiungere, ma basta per oggi, lieti che i concetti dell'egregio conte concordino pienamente con i nostri già espressi in questo giornale ogni volta se ne è presentata l’ oc- casione e specialmente nel fascicolo 8. del 1882 e 2. del 1884. Essi si allontanano assai dalle restrin- zioni troppo spinte desiderate dal Comitato fioren- tino e da altri, fra i quali il Sig. Guffanti che in un suo recentissimo scritto intitolato: « Quello che a me pare la causa prima e necessaria dell’ cidio e della peronospora e mezzi di combatterla » nel È quale sostenendo che dette malattie sono causate | dagli insetti propone per liberarsene, fra gli altri do mezzi, Za proibizione della caccia con qualunque | mezzo, almeno per dieci anni. E sì noti che | per il bene dell'agricoltura raccomanda anche i caldamente il rispetto ai ragni, lucertole e ra- marri perchè si nutrano d’ insetti; ma non sa egli che sono appunto certe specie di uccelli che di- struggono quegli animali che l’uomo generalmente rispetta perchè non gli fanno danno e non sa che farsene ? Proibendosi qualunque specie di caccia come egli propone sì verrebbe indirettamente a proteggere i distruttori di quegli insetti e rettili che vorrebbe salvi. Noi ripetiamo adunque sî prov- | veda ma non sì esageri. dnsegnamenti pratici | i] _ Nuovo metodo per trasportare le squame dei Lepidotteri sulla carta. (Rivista Scientifico indu- striale.) Molti entomologi fanno raccolta di farfalle Album, trasportando senz’ altro le squame delle ) stesse sopra la carta. Con tali trasporti nuta in evidenza LI PR # » sg tà Ni i alla Paiolo: del primo volatile onnivoro la superficie vera DD, dae SE i è di dette squame, ma la inferiore, cioè quella ade- rente alla membrana dell'ala, poichè, la prima resta incollata sulla carta. Con il nostro metodo, per converso, la posi- zione delle squame rimane tal quale è sulle ali delle farfalle stesse. Posizione codesta importan- tissima, perchè sovente nei Lepidotteri la super- ficie interna delle squame offre un colore affatto diverso da quello della esterna. Si dovrà dunque cominciare l'operazione col tagliare, molto rasente al corpo della farfalla, le quattro ali, che si porranno una ad una fra due pezzetti di carta-seta, previamente ingommati (1), comprimendole delicatamente con le dita fra i due foglietti, allo scopo tanto di scacciare l’ aria, quan- to di spostare il soverchio della gomma. Fatto ciò, per asciugarle si sottoporranno allo strettoio, o meglio si collocheranno fra le pagine di un grosso libro. Seccata la gomma, si taglieranno con forbici sottili i due foglietti di carta, ormai riuniti in uno, esattamente al margine dell’ ala; poi con due pin- zette si prenderanno, in un punto in cui sieno un po’ staccati, i due foglietti di carta e dolcemente si separeranno. Si avranno allora le squame della faccia supe- riore e di quella inferiore dell'ala, ma disposte sopra la carta, per l’ osservatore, a rovescio del vero. Egli è per ciò che si dovrà nuovamente incol- lare le squame così rovesciate sopra altra car- ta-seta, bagnata con una soluzione cloroformica di guttaperca (2); e ripetere l’ operazione nel modo sopradescritto sopra i nuovi foglietti, per poscia immergere tutto nell’ acqua. Dopo alcuni minati, allo sciogliersi della gomma, si distaccherà la car- ta dalla superficie esterna delle squame rimanendo la superficie interna attacata all’altro foglietto. Sciacquati in seguito i pezzi di carta portanti le squame, affinchè sia tolto ogni vestigio di gom- ma, si asciugheranno un’altra volta, esponendoli al sole. In tal maniera approntate, conforme na- tura, le ali, null’altro rimane all'infuori che in- collarle sull’album appaiate e disegnarvi il corpo, Si abbia poi l’ avvertenza di adoperare maggior quantita di gomma, e più densa, quando le far- falle sono molto grandi. (1) La soluzione di gomma deve essere concentrata e filtra- ta; sarà buona cosa l’ aggiungervi un po’ di zucchero. (2) La soluzione di guttaperca si prepara nel seguente mo- do : si pone della guttaperca (5 p.), tagliata in foglie sottili, in etere solforico rettificato (50 p.), vi si lascia per 24 ore e quindi si aggiunge benzina (100 p.) e resina Elmi (5 P.) 3 l eci pr i : Da 1 È A 4 LES RI EMETTE La ) 60 Nelle raccolte preparate in tal modo si ve- dranno perfino i delicati colori delle L?ycaene, e sempre liberi e vellutati i folti fiocchi di peli che sono sul margine interno delle ali posteriori. P. MILANI e A. GARBINI. Utilità del solfato e limatura di ferro nella coltivazione delle piante. Nota del Prof. CARLO PAVESI Bol. Farmaceutico. « Benchè siasi constatata molte volte l’ utilità delle inaffiature fatte alle piante clorotiche con acqua alla quale sia aggiunto il solfato di ferro, pure questa pratica è poco o punto diffusa. Pochi ne hanno parlato, e quei pochi lo hanno fatto con molta circospezione, e questo a parere nostro è stato un grande errore, perchè il solfato di ferro si può avere facilmente in ogni luogo, costa po- chissimo, e i buoni effetti da esso prodotti sono innegabili. — Però per ottenere questi effetti è necessario usare qualche precauzione, per esem- pio è pericoloso inaffiare le piante, specialmen- te quelle a fogliame tenero, in un giorno di sole, e quando la temperatura è elevata, non biso- gna usare il solfato di ferro che nelle giornate nuvolose, e meglio dopo il tramonto del sole. Se la clorosi è dovuta a cause accidentali, si potrà usare con vantaggio il solfato di ferro alla dose del 2 per 100, ma non bisognerebbe partirsi da questo per credere di poter guarire i casi in cui la clorosi dipende dalla cattiva qualità del ter- reno. » (Annali d’ Agricoltura pratica.) Osservazioni: — Il solfato di ferro possiede proprietà irritanti, sarebbe perciò più opportuno sostituirlo colla limatura di ferro in polvere sot- tile, la quale costa pochissimo, e si trova da tutti i ferrai. Si depone la polvere di ferro sulla terra, presso le piante da curare; dopo qualche tempo il metallo si ossida, ed in seguito viene disciolto dall’acido carbonico e dall’ acido almico ; assorbito così dalle radici, si porta nell'organismo vegetale esercitando azione d’' alimento e di medicamento, attesta tale beneficio il colorirsi delle foglie in verde intenso. È manifesta l'utilità del ferro nel regno vege- tale, le piante richiedono questo elemento pel loro sviluppo, e contenendolo riescono vantaggiose nel- l'alimentazione degli animali. La quantità di que- sto prezioso metallo varia a norma della materia del terreno sul quale la pianta vive. Il principe Salm-Hustmar produsse la. clorosi neli’ avena, \e nella colza facendole nascere in un suolo privo di * ferro, condizione morbosa che fece svanire aggiun- gendo a quel terreno gli elementi ferruginosi. Sen- za il ferro nelle piante-non si sviluppa la clorifilla, la quale corrisponde all’ ematossina nel sangue dei. vertebrati: quest'ultima sarebbe più affine alle sostanze coloranti rosse dei vegetali, se non dif- ferisse pel ferro che contiene, mentre nei vegetali si trova solo nei semi e nei sughi. Il solfato di ferro, e specialmente il solfato di sesquiossido di ferro, che anch’ esso costa poco in commercio, hanno doti disinfettanti notissime, e secondo i nostri recenti studi sono anche sorgente di ozono, colorando immediatamente in bleu la carta probatoria di guajaco, perciò sarà di non poca utilità il farne uso come disinfettanti, disciolti in molta acqua, colla quale si bagnerà leggermente il letto delle stalle: in questo modo oltre di disin- fettare gli escrementi, tanto solidi che liquidi, si migliora alquanto l’ igiene del bestiame col fissare i gaz ammoniacali, decomporre il gaz idrogeno solforato, e si ottiene un concime molto fertilizzan- te e che impedisce la clorosi vegetale. Contro il fungo che danneggia i Rosai detto comunemente il male dianco delle rose, Il Iour- nal des roses raccomanda di usare una soluzione al 3 per 100 di sale comune, con la quale si asper- gono le rose. Una o due applicazioni bastano in generale per fare scomparire il parassita. Sarà prudente cominciare con soluzioni più leggere di quella indicata e quindi rinforzarle qualora non si vinca il male. Coltivazione delle piante in barili (Dal giar- dinaggio) In Olanda usano piantare il perzemolo in un vaso conico alto circa un metro, chiuso al fondo, e restringentesi verso la sommità; è buche- rellato nelle pareti, si riempie di terra e si pianta il perzemolo nei fori; e così si possono coltivare centinaia di piantine in pochissimo spazio. Ora si legge in un giornale di California che la Sig.* Sanfort di Livermare ha applicato questo modo di coltura alle fragole, servendosi di vecchi barili e botti, traforati da innumerevoli buchi. Nel centro dei barili pone del letame, che mantiene alle pian- te il calore necessario alla vegetazione, e tutto all’ intorno di esso, della buona terra nella quale pone le piantine di fragole introducendovele dai fori. Ha così una fragoliera che gli occupa poco spazio e che nell'inverno può trasportare nell’aran- ciera, ove, con un po di calore si possono aver frutti tutto l’ inv erno. La peronospora della vite. Nota del Prof. O Comes (Sunto) Il geallume che nell’anno scorso si è largamente manifestato sui pampani, è stato sovente erroneamente ascritto alla peronospera. Questa, quando invade un vitigno, è facilmente — riconoscibile da dei fiocchetti trasparenti e bianchi, Ì P P; Piz TAO cd rovansi altrettante isocttà (prima scolorate © poi arsicce) alla pagina snperiore delle foglie. Che — sto * I | | 1 Il O se poi in questa pagina si notano dei rilievi o delle piccole bozze prominenti, non sì tratta più di Jeronospora, ma di Erinosì, la quale, sebbene si presenti anche sotto forma di fiocchetti (prima bianchi e dopo rossastri) e deformi alquanto la foglia, pure non arreca alla vite danni rilevanti. Per provvedere a che la peronospora non si presenti e anche per combatterla quando si sarà presentata, fà duopo &mpolverare le viti con un miscuglio, a partî eguali di cenere non lisciviata e di calce caustica polverizzata. L’impolveramen- to deve farsi in tutto il vigneto e su tutte le parti aeree della pianta nelle ore vespertine e va ripe- tuto una volta al mese cominciando dall’ aprile, ed ogni volta cada la pioggia. Impolverando bene i grappoli si possono anche risparmiare le ordi- narie solforazioni. Compiuta la vendemmia bisogna, levare a mano tutte le foglie e raccogliere le cadute e bruciarle perchè esse sono un fomite d'infezione per l an- no futuro. Occorre procurare che i proprietari limitrofi facciano lo stesso. NOTE BIBLIOGRAFICHE RECENTI PUBBLICAZIONI DONI-CAMBI L’ Amministrazione del Bollettino s’ incarica di procurare ; agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa “rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle altre, quando ‘sia possibile, se ne permette gratuitamente la lettura. | Appunti di Carcinologia siciliana, per il Dott. Giuseppe Reggio. L'egregio professore, nel feb- braio 1884 ebbe la fortuna di trovare sul mercato di Palermo, in una cesta di grossi gamberi (Pa- | laemon xiphios) provenienti dal mare di Augusta, | la femmina del Palycheles typhlops che } illustre Heller aveva descritto e figurato su di un solo individuo maschio. Egli in questo opuscolo descri- ve minutamente la femmina in parola e ne dà 5 tavole illustrative. La principale differenza fra i due sessi consiste nell'avere la femmina tutte le Împe munite di pinze, mentre il maschio ha T l’ultimo paio sprovvisto _ E siccome l’ Heller dava a questa specie il no- Na Panighe vo Coligio dello stesso Rio di | | cambiarli quel nome specifico e denominarla Pa- Uycheles Doderleini, Riggio ex-Heller. Di una particolare disposizione di alcuni vasi venosi del collo nelle scimmie, e della possibilità di spiegare con essa alcune‘'anomalie venose re- peribili nell’ uomo, per il Dott. E. Ficalbi. Come dice l’egregio autore, del quale i nostri abbonati hanno molto apprezzati i suoi articoli sulla gene- razione spontanea, è oggi notissimo ai cultori di Anatomia umana, che buona parte delle anoma- lie e varietà anatomiche che si incontrano nella conformazione dei singoli apparecchi organici nel- l’uomo, abbiano risconstro in altrettanti stati nor- mali reperibili nei mammiferi all'uomo inferiori e qualchè volta negli altri vertebrati. Da cio l'indirizzo comparativo che si dà allo studio dell’ Antropotomia, considerandola una bran- ca della Morfologia animale, e da ciò il grande interesse che hanno gli studi simili a questo del giovane ma studioso sig. Ficalbi. La memoria è illustrata con 3 figure, Materiali per una fauna veneta per A. P. Ninnî. Abbiamo ricevuto il 6.° fasciscolo di questo interessante lavoro, che l’ egregio sig. prof. Conte Ninni, di Venezia pubblica sotto il modesto titolo di materiale per una fauna veneta. Contiene l’in- dicazione con importanti dettagli di molte specie di uccelli. Torino Commerciale. È un giornale utile spe- cialmente per i suoi annunzi. Si pubblica due volte la settimana in Torino. Abb. L. 6 all’ anno o L. 10 con diritto a pubblicazioni di avvisi. Corriere commerciale, giornale finanziario com- merciale, industriale. Abb. L. 3, 50 all'anno. Am- ministrazione in Via Mastrangelo 2 Palermo INVENZIONI E SCOPERTE Generatore di forza, solare. E già molto che si dice che seguitando il consumo di combusti- bile come si fa attualmente verrà un giorno che non ne avremo più. Da ciò la necessità di utiliz- zare altre sorgenti per produrre i medesimi effet- ti del fuoco. Il sole è stato quello che sopra tutti si è preso di mira, ma fino ad ora poco si era fatto di assolutamente pratico. Ora il sig Mauchot prof. di matematiche nel liceo di Turs, ha scoperto il modo di utilizzare il calore solare, e l’ingegnere A. Pifre, quello della sua applicazione pratica per mezzo di un apposito motore. Dietro queste scoperte si è fondata la So- cietà centrale di utilizzazione del calore solare. i i ; x_i A st Estintore termo-automatico Grinnell, Consiste |. in un tubo in comunicazione con un condotto d’acqua a pressione. Tale tubo fa capo nel centro del soffltto del locale che si vuol preservare dal- l'incendio. L'apertura è chiusa con sostanza fusibi- le quasi istantaneamente quando il calore atmo- sferico del locale giunge a 70° ciò chè si raggiunge avanti che l’incendio abbia preso vaste propor- zioni. Fuso che sia il coperchio del tubo esso getta acqua in tutte le direzioni per una superfice di almeno 9 m. q. In America sono già collocate ol- tre 250 mila di queste bocche di estinzione. Nuova cella per la selezione del seme .da ba- chi. Il sig. Amedeo Colonelli di Cremona ha ideata al suddetto scopo una cella di carta che presenta tutti i pregi di quella di garza, mentre ne è assai più economica. Egli prende la privativa per la fabbricazione di queste celle. Apparecchio portatile Kuntze per filtrare l’ acque potabile. È un piccolo apparecchio tasca- bile semplicissimo ed econumico, che può essere molto utile per i militari, cacciatori ed escur- sionisti di ogni genere, che sono spesso costretti a bevere le acque dei fossi. Consiste in un cilin- dretto di carbone poroso nel cui centro è un foro cilindrico del diametro di cent. 1 '/4 aperto solo ad una delle 2 basi; in questa apertura si pone un sughero pure forata, si ha poi un tubo di gom- ma lungo 15-20 cent., le cui estremità sono mu- nite di un cannelletto metallico di cui uno si adatta nel foro del suvero e l’ altro si tiene in bocca per aspirare l'acqua quando il carbone siasi immerso nell’ acqua stessa. Quantunque torbida e melmosa l’acqua che si aprirà, essa giungerà alla nostra bocca sempre limpida. Sarà facile pulire questo filtro lavandolo nelle parti esterne e facendoci passare l'acqua in senso inverso cioè dal di den- tro al di fuora. Petroleina. Un chimico francese ha attenuta la patente d’invenzione di questo nuovo prodotto che egli dice essere un'eccellente antisettico per la conservazione delle sostanze alimentari. Termometro per osservazioni sottomarine. I sigg. Negretti e Zombra, ottici in Londra hanno immaginato un termometro con il quale, per mezzo di uno speciale meccanismo, si può conoscere la temperatura reale e precisa del mare ad una pro- fondità qualunque Tessuti di Spugna. E stato trovato il modo di utilizzare i ritagli delle spugne; se ne fabbricano dei tessuti che sono poi adattatissimi per diversi usì e specialmente come filtri. Formazione della grandine. Il Prof, Luvini dà possiede il tuono di PA congelare r acqua im- mediatamente. Al momento della scarica elettrica, il calore delle nubi si convertirebbe in elettricità. e ne avverrebbe per conseguenza l’ immediata congelazione del vapore acqueo che costituisce le nubi stesse. Nuovo apparecchio elettrico per i treni fer- roviari. È stato adottata dalla compagnia della ferrovia sotterranea in Londra, e consiste in un meccanismo che fa apparire simultaneamente in tutti gli scompartimenti dei convogli, il nome della stazione alla quale il treno si avvicina. Si annunzia la scoperta in Serra S. Bruno in Calabria, di un giacimento di carbon fossile (?) di una ricchezza eccezionale e di qualità eccellente. Polvere caccao. È una nuova polvere esplosi- va che mentre ha forza superiore alla polvere ordinaria da guerra, non esplode che quando è rinchiusa in qualchè recipiente ed ha il grande vantaggio che all’aperto, anche ammucchiata, bru- cia lentamente come le ordinarie sostanze combu- stibili. Ha di più il merito di produrre poco fumo. e di non impedire per ciò la vista del bersaglio. — NOTIZIARIO A tutti coloro che ci procureranno due nuovi abbonamenti daremo ‘il terzo gratis o una annata completa arretrata del Bollettino o il valore di L. 2 in oggetti posti in vendita nelle pagine del | Bollettino stesso. i A chi ci troverà un nuovo abbonato daremo in dono una elegante Oleografia in colori da porsi in quadro. 4 Spedizioni, esplorazioni e missioni. Fra poco partirà da Nuova York una nuova spedizione per | il polo Nord. Ne è comandante il Sig. Melville, e tenterà di passare per la terra di Francesco Giu- seppe. Il presidente della Società agricola di Hie-. chberg ha avuta la pazienza di contare quanti gra- ni dei seguenti generi sono contenuti in un litro, ed ha trovato che ve ne entrano: 28,000 di segale 21,700 di grano, 18,100 d’ orzo, 12,500 di ave] 5,400 di piselli. Popolazione d’ Assab. Ecco la statistica della popolazione del nostro possedimento di Assab: Eu- ropei 34; Arabi sudanesi ed altri appartenenti a tribù del Mar rosso 443; Donàchili 540. Abissini 475 individui di razze diverse (Somali, Indiani ecc.) 49; Totale 1113 abitanti. Il censimento del 1883 dava abitanti 630 e così vi è un aumento di 483. rt E Ae stinto naturalista Senatore | L. 500, all'autore della migliore memoria sulla ] i Ascoli Piceno, lasciò mo- | cagione delle forme cristalline di tipo diverso nel- rendo nel 1870 un ricco erbario di oltre 50,000 | Ze sostanze d’identica composizione chimica. Le specie, preziose raccolte di minerali, roccie, fossili | memorie devono inviarsi entro il mese di marzo e conchiglie, nonchè una discreta libreria di scien- | 1886 al segretario della detta accademia, al quale ze naturali ed una interessante corrispondenza | si può rivolgersi per maggiori dettagli. scientifica, di oltre 60 anni, coni più illustri scien- Un concorso internazionale di piccole tribbiatri- NEO ziati suoi contemporanei. ci a vapore avrà luogo a Pesaro dal 1.° al 20 del Questi oggetti erano stati fin ad ora trascu- | prossimo luglio rati ed è con vero piacere che abbiamo saputo Presso il ministero della istruzione pubblica che il sig. Cav. Prof. Tranquilli erede del com- | sono aperti concorsi a 6 posti annui di studio di pianto Sen. Orsini è ora intento al riordinamento | perfezionamento all’estero con l'assegno di L. 3000 di questo museo e ne ha affidata la direzione al- | per ciascuno. Possono concorrervi coloro che hanno l’egregio Prof. Mascarini insegnante scienze na- | conseguita da non meno di 1 anno, ne da più di 4, turali in quelle scuole tecniche. Il sig. Tranquilli | la laurea dottorale nelle Università o negli istitu- Li non badando a spese, vuole che il museo resulti | ti di studi superiori del Regno. Tempo utile a montato con lusso e, quelchè più monta, ordinato | tutto aprile corrente. 1 x» i secondo i più recenti progressi della scienza, ed Il comizio agrario di Firenze ha stanziate L. 500 ìl Prof. Mascarini lo farà certo con amore e scien- | e medaglia di argento per premio al migliore la- c za. Lode adunque al Sig. Tranquilli, ed al Sig. | voro sui vizi apparenti e ccculti che negli animali | Mascarini, vaccini si ritengono dai pratici allevatori come Nuove località invase dalla fillossera sono | indizi o ragioni di mala attitudine sia per la ripro- «000 state scoperte nella provincia di Porto Maurizio | duzione sia per il lavoro, e che conseguentemente alla sinistra del fiume Roja verso il confine con | ne costituiscono altrettanti difetti da diminuirne la Francia. il prezzo, o danno diritto a nuovi accordi od allo Club alpino italiano. S. M. nostro Re ha stan- | scioglimento del contratto. ziato un premio annuo per un triennio, da confe- Presso ii Comizio agrario di S. Miniato (To- rirsi dalla sede centrale del Club alpino Italiano, | scana) il 15 ottobre prossimo si aprirà un con- a quelle sezioni del Club stesso che più siansi rese | corso internazionale di apparecchi per la distil- meritevoli per importanti escursioni, pubblicazioni, | lazione delle vinacce. Primo premio L. 500 e di- La costruzioni di rifugi. o per altro, in favore della | ploma di onore; 2. e 3. premio L. 200 e medaglia tre è scienza o delle piccole industrie di montagna. di argento. | Congresso, Nel prossimo ottobre avrà luogo Esposizione. Una grande esposizione di conigli, a Biarritz un congresso internazionale d’ hydrocli- | piccioni, gallinacci, uccelli cantatori e di voliera, matologia. avrà luogo a Neuchatel dal 14 al 17 maggio pros- Concorsi. Un concorso di vini Francesi, Italiani | simo. Per le ammissioni o schiarimenti rivolgersi e Spagnoli sarà tenuto fra breve a Montpellier. | al sig. Ch. Barbey. . Il ministero di agricoltura ha aperti concorsi Oltre quelle annunziate nel scorso fascicolo vi | a premi, per colmate di monte e per condotta ra- | sarà un’altra esposizione di cani dal 10 al 3 apri- zionale delle acque sui terreni inclinati. Le pro- | le, in Dublino al Giardino zoologico, Phoenis park, Fi vincie ammesse sono Alessandria, Brescia, Vicenza | e saranno fra gli altri conferiti 2 premi del valore Firenze, Siena. Arezzo, Perugia, Ancona, Macerata, | di 5 ghinee. Aquila, Chieti, Teramo, Poteuza, Catanzaro, Co- La società internazionale degli elettricisti si | senza, Reggio Calabria, Messina, Cagliari, e Sas- | radunerà a Parigi il 1.0 aprile prossimo a ore sari. I premi per ogni provincia sono per gli enti | 8 4/, pom. nella sala delle sedute della société | morali e consorzi L. 1200 con diploma d’ onore di Géographique, boulevard S German 184. prima classe e di L. 600 con diploma di seconda Ricevute di abbonamenti. Con la nota che pub- | classe; per i privati ed affittuari L. 600 con di- | blichiamo nella seguente pagina abbiamo terminata î ploma di prima classe e di L. 300 con diploma | l'indicazione degli abbonamenti ricevuti fino a tut- | di seconda classe. I premi verranno conferiti nel | to febbraio scorso. Preghiamo perciò coloro che ] o nel 1889 avessero pagato entro quell’ epoca ed il di cui no- È ì z 7 me non fosse ancora stato pubblicato, purchè però vi » Accad. delle scienze fisiche e matematiche | non abbiano avuta Sea bia: a pr li ha bandito un concorso con premio di | avviso per poter fare i necessari reclami. = VITTORI TM CA i Su.) Lal 4 Viu OSPITATE Vr MI. d U w ali 0 PE = RICEVUTE Hanno pagato 1’ abbonamento: Ont paye leur abonnement: ì Per il 1SS4 i Sigg. (8.° Nota) Pour Pannée 1884, M. M. (8.° Liste y Pt si, ) ‘ Brini C. Cortona — Paolucci prof. L. Ancona — Oddone A. Aquila — Pilone Conte G. Limana — Villelli Farm. L. Catanzaro — Roster D. Firenze — Niccolai F. Firenze — Pas- serini Conte N. Scandicci — Fucini D. Limite — Carreras A. Livorno — Malfatti Prof. G. Milano — Schiano G. Fario a’ Ischia — Santocanale B. O Palermo — Mascarò Comm. Dott. G. Firenze — Fabretti Prof. F. Perugia — Bedini Prof. A. Spoleto — Andreucci A. Siena — Andreini F. Siena — Bartalini Avv. R. Siena -— Brogi F. Siena — Grisaldi Del T. G. Sie- na — Gaelotti Avv. C. Siena — Luzzatti G. Siena — Marconi P. Siena — Paolini P. Siena — Palmieri-Nuti Cav. G. Siena — Pannilunghi Ing. F. Siena — Rossi Prof. T. Siena — Strac- LAT cali F. Siena — Stab. Bacologico Cubattoli Siena — Sergardi F. Siena — Toscani Prof. C. 18 Siena — Tribbiani F. Siena — Ugurgeri Malavolti Conte S. Siena — Ballati Can. F. Siena — I Cinughi Dott. P. Siena — Petrucci Cav. P. Siena — Sadun ing. A. Siena — Mattii prof. dott. B. Siena — Bindi Sergardi G. Siena — Sciarelli Arditi C. Siena — Morandi O. Sie- È; na — Torti O. Siena — Frilli ing. G. Siena — Pucci Sansedoni March. A. Siena — Cerretani È Conte F. Siena — Cecchi Prof. S. Siena — Formichi Cav. Prof. P. Siena — Bandelli G. B. r Siena — Grilli R. C. N. Bersi — Monaco Dott. L. Torino — Mestri Cav. C. Torino. A Per il 1SS5 i Sigg. (2.2 Nota) | Pour Panné 1885 M. M, (2 Liste) bo: Condotti P. Premariacco — Del Torre F. Civitella Friuli — D’Amato Prof. F. Teramo — i; Giuliani B. Civitella del Tronto — Monaco Dott. L. T. Torino — Cabrino Prof. G. B. Aosta n — Cascio Barone A. Trapani — Copietti Prof. G. Torino -— Ballati Can. F. Siena — Mar- NC coni B. Siena — Colomberi Cav. Prof. M. Siena — Minucci Farm. F. Siena — Bandelli G. B. Siena — Grilli R. C. N. Bersi — De Vecchi N. S. Gimignano — Spadi Dott. N. Castagnoli — Torsellini A. Sovicille — Galassi C. Montalcino — Arrighi Griffoli Conte G. Lucignano bi — Comizio Agrario Salluzzo — Cini Avv. T. Montevarchi — Paolucci Prof. L. Ancona — Boidi S. Sinigaglia — Mens Prof. G. Casalmonferrato — Oddone A. Aquila — D'Agostino G. Avellino — Mennuti G. Monteparano — De Toni Cav. Prof. E. Belluno — Pilone Conte G. Limana — Cavara F. Bologna — Baldini U. Bologna — Cansella E. Cuglieri — Villelli Farm. L. Catanzaro — Guidi March. C. Cesena — Giuntoli S. Troia — Nannetti L. F. Fi- De renze — Roster D. Firenze — Niccolai F. Firenze — Hyller Giglioli Comm. Prof. E. Firenze — Passerini Conte N. Scandicci — Landini G. Lamporecchio — Mamini Prof. G. A. Pistoia fà — Del Vivo C. A. Empoli — Facini D. Limite — Circolo dei Cacciatori Empoli — Bargagli March. P. Firenze — Levi D.di G. Venezia — De Betta comm. E. Verona — Santini Prof. E. Lucca — Salvi C. A. Lucca — Raffaelli Cav. P. Lucca — Carreras A. Livorno — Suor G. T. — / Livorno — Giacomelli Prof. A. Livorno — Malfatti Prof. G. Milano — Charrel Cav. Prof. L. 4 Milano — Redaelli Maestra M. Monza — Rossini C. Gallarate — Venturini L. Ispett. Scol. Monza — Tosi Prof. E. Codogno — Mella Conte C. Vercelli — R. Liceo Vercelli — Doderlein Prof, P. Palermo — Clementi B. Vicenza — Ninni Cav. Conte A. Venezia — Modena Prep. G. Palermo — Santocanale B. O. Palermo — Berti A. Palermo — Moscarò Comm. Dott. G. Firenze — Fabretti Prof. F. Perugia — Bedini Prof. A. Spoleto — Bartali Cav. L. Norcia — Lucentini Veter. P. Norcia — Marchetti A. Norcia — Malfreli A. Parma — Meli Prof. R. Roma — Londei Fratelli Roma — Tuccimei Prof. G. Roma — Balderi R. Roma — Nazzari. A. Roma — Giovannangeli B. Tecchiena — Clementini Piccolomini Conte G. Siena — Filippi. Dott. D. Siena — Galgani G. Siena — Pannilini P. Siena — Bartoloni Cav. Prof. A. Bologna. Bi I nomi di coloro che hanno avuta la ricevuta particolar- Le noms de ces M. M. qui ont eu un recu, ne figurent. SEGUITANO. < bd . mente, non figurano in queste note. pas sur cette note S. BroGi Direttore Responsabile ro, Mara Sat) 04 N. 5 ENINANSENL Siena, spera 1885. ANSANANANANANANNNANANIN\/N BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE, ALLEVATORE, COLTIVATORE PERIODICO MENSILE Abbonamento per tutti i paesi dell’ Unione postale, L. 3 all'anno. AMA DIA NANA NAN INA LI CRE NISNANAINANANINANG NANA NANA ANSNINAS SS NANNINI SA SS NSINSADANI NS NA SOMMARIO. — Richieste, offerte e domande di cambi. — Comunicazioni : malaria. Agave. Olio di Rose. Catteleia labiata. Conservazione delle uova per collezione. Ailevamen- Piante contro la to di uccelli. Consumo della Selvaggina a Parigi. Les Monotrémes ovipares. Helis Cooperi vivipara. Sede del principio vescicatorio delle cantaridi. Come riprodurre la figura delle piante. Malacologia. Amphibia. Entomologia. — Colombicultura. — Un abus. — Musces Scolaires. — Gli uccelli italiani Per aumentare la facoltà germinativa dei semi. Inchiostro per etichette. Polli e insetti. La polvere con- ed il colore dei loro occhi. — Vegetazione intertropicale. — Il cholera. — Insegnamenti pratici : tro l’oidium. Per preservare i semi dai topi. Rimedi contro i Bruchi. Importanza dell’orina in agri- coltura. — Note bibliografiche: Storia delle Scienze fisiche e matematice in Italia Bibliografia sulle acque potabili della prov. di Roma. Lavori di chimica agraria. Quadro sintetico delle funzioni vege- tali. Giornali. — Invenzioni e scoperte: Nuovo filtro da vino. Granate Harden. Salvagente a carbone di sughero. Anemometro tascabile. Mattoni di sughero. — Notiziario: G. Pastori. Sorgente del Mis- sissipi. Povere quaglie. Escavazione d’oro e di argento. Corse di cani. Centennario della Dalia. Cac- cia. Congresso. Concorsi. Esposizioni. Avvisi diversi. cava: RICHIESTE, OFFERTE E DOMANDE DI CAMBI fra gli abbonati Quando non v’ è speciale indirizzo rivolgersi all’ ammini strazione del Bollettino. Pagamenti anticipati. SSL DL LIS ALI LISI LIISTS \ANAAANN DEMANDES, OFFRES ET DEMANDES DÉCHANGES entre les abonnés Quand il n y a pas d’ adresse spéciale s’ andresse à l admi- nistration du Bulletin. Payementes è 1’ avance. -—— € £<”°?9?-"" 106. M. Iules Gruet è Renan, Iura Bernois (Suisse) desire échanger les Lepidopteres suivan - tes, contre des lépidoptères, ou des chrysalides ‘vivantes n’ appartenant pas a la faune du lIura. Liste: 20 Apollo; 6 P. Bryominea; 10 A. Ino; 10 M. Artemis; 10 P. Virgarua; 30 C. Hera, 3 C. Dominalis ; 10 N, Plantaginis; 50 S. Carpini. 107. M. Ch. Barrzlot, Instituteur Naturaliste à Limalonges (Deux Sèvres. France) désire augmen- ter le nombre de ses correspondants italiens. Il offre de nombreux échantillon d’ histoire naturelle: fossiles, mineraux, coquilles, plantes, algues ma- rines, coléoptéres etc. 11 recevrail en éhange des échantillons d' Italie. 108. Si fa ricerca di un Merops aegitius e si accetta in cambio o contro pagamento. 109. Si desidererebbe vendere i seguenti libri splendidamente rilegati: 2 Figuzer. Gl' Insetti con 606 incisioni, ciascuno L. 5,006 1 Brehm Les Isectes con numerose incisioni e tavole litografiche, L. 14. Rivolgersi a Bri/fault 28 Via Principe Amedeo Fi- renze, 110. Dottor Putzeys. Rue des Champs Elysées 31 Bruxelles, Belgique, desire faire des echanges en Coleopteres. 111. Conte M. G. Peracca Via S. Anselmo 6 To- rino, si occupa di Zoologia e sopratutto di Erpeto- logia (Rettili e Amfibi) e desidera far cambi e ri. cevere specialmente animali vivi. 112. M. E. Deschamps, è la Régie des Tabaces à Salonique, demande a echanger des especes du genre Helix. Envoyer oblata et desiderata. 113. M. Ch. Sprets a Porrentruy (Suisse) offre : Galerîta innus, Chlaenius pensylvanicus, Dysidius mutus, Passalus cornutus, Dichelonycha elongata, Petraopes tetrophtabmus, Daryfora 10 lineata, Chrysometa clivicollis, Diaperis hydni. etc. ete. en echange, d’ autres coleoptéres exotiques ou des bonnes espéces d’ Europe: 114. M Leon Charpy, conservateur du Musee d’Annecy (Ilaute Savoie France, offre en echange: Dcs Roches eruptives des Vosges et des Alpes francaises — Des Mineraux — Des fossiles Cretaces, Jurassiques et Liasiques — Des coquiles terrestres et fluviatiles de France — Des objets lacustres et prebistoriques. 115. M. Guerin 13 rue de Strasbourg Màcon(Fran- ce) desire entrer en relations d’ echange avec des naturalistes de l'Italie meridionale et de la Sicile. 116. On offre Cetonia: fioricola, affinis, aurata, pisana, lucidula, morio, stitica, hirtella, en echan- ge d’austres especès de Cetonia ou d’ autres objetes d' histoire naturelle S' andresser a S. Bro- gì naturaliste a Siena. 117. Uova dî Galline di Cocincina fulva, bianca, concon; di Brama pootra; Darking; di Padovane dorate, argentate bianche, ermelinate, camosciate, nere con ciuffo bianco ; di Polverara, di Crévecour, di Houdan, di Campine argentate, di Maggi; di Boutam dorate, argentate, nere ; di More, di Nau- gasaki, di Galline seta. Le uova costano Cent. 50 l’uno, l’ imballaggio cent. 50 per ogni dozzina o frazione di dozzina. Uova di Fagiani: Argentati a L. una, Dorati a L. tre, Lady Ambherst a L. 5 ciascuno. Tutte le specie sono poste in condizioni spe- ciali perchè sia effettuata la fecondazione delle uova, bensì non sé garantisce la nascita di esse. Dirigersi al Giardino di Acclimatazione di Ip- polito Desmeur a Firenze. 11S. Il Sîg. Alberto Ricchini di Cornigliano Li- gure, fa ricerca di un abile giardiniere capace per la coltura dei fiori e dell'orto, che sappia mantenere le corbeilles, far mazzi, e capace per Ja mosaico-coltura. Per dettagli e schiarimenti ri- volgersi al suddetto Sig. Ricchini ed anche all’am- ministr. di questo Bollettino. 119. 12 Ség. L. Failla di Castelbuono (Sicilia) ven- de i seg. Lepidotteri siciliani: Thais v. polymnia L. 2,00; Anthoe ab. turritis L. 0,50; Lib. cettis 1,00; Melit. v. meridionalis 0,50; Melin. Tapigià 0,50; phèrusa 1,00; plesaura 2,00; Satyr. v Aristaeus 0,50; Epin. v. lupinus 2,00; Thyciîs diaphana 1,00; Hydroe canthenes 3,00; Agrotis cantographa 0,25 ; var cohaesa 0,50 — Mammiferi: La rara Arvi- co'a nebrodensiîs L. 5,00. 120. On vande et on donne en echange d’ objets d' histoire naturelle les Reptiles et les Amphibies vivantes, suivantes: Testudo graeca a Frs. 2,00 — Lacerta viridis a Frs. 1,00 — Podarcîs mu- ralis 0,30 — Seps chalcides 1,50 — Anguis fra- gîlis 1,50 — Coronella ausiriaca 2,00 — Zamenius virtidiflavus 1,50 — Tropidonotus natrîs 1,00. 121. Si acquistano 400 o 500 occhi di Cycas re- voluta (getti di detta pianta). Se ne accettano anche quantità minori. 122. Si vendono: Un bell’Istrice (Hystria cristata) L.) imbalsamato e montato su elegante base nera per L. 37,00; e un grosso pipistrello vampiro (Pteropus Edwardsi) la cui apertura dell’ali mi- sura 80 centimetri per L. 20,00; uno scheletro com- pleto e montato del medesimo vampiro per L. 30; ed il solo cranio L. 9 franco di porto. 123. Si vende. Lecons &lEmentaîres de Botani- que. Traite complet d’ organographie et de phi- siologie végétale, par M. Emm, Le Maut. Un grosso volume illustrato, di pagine 600 per L. 12. 124. Il sottoscritto desidera far cambi di prepa- razioni microscopiche e macroscopiche di animali che abitano la vite, e offre preparazioni microsco- piche della Fillossera, dei suoi neraici naturali e di altri insetti microscopici viventi sulla vite Euro- pea ed Americana. Sopra a tutto desidera avere delle pubblicazioni sui nemici naturali della Fillos- sera, e sulla semicultura della vite. Karlsruhe Baden (Germania) DR. ADOLPH BLANKENHORN 125. Due bellissimi uccelli imbalsamati per ornamento : Per L. 23, si vendono due Aironi, uno rosso e l’altro cenerino. Sono animali molto belli e curiosi con gambe lunghe circa 30 centimetri, collo circa 40 e becco 15; hanno elegante ciuffo di penne acuminate sul capo, alla fine del collo e sopra le ali; occhio grande giallo vivo. Quello ce- nerino (Ardea cinerea) è di colorito generale bigio sfamato e macchiato elegantemente di bianco e di nero; quello rosso (Ardea purpurea) è color . rosso castagno sfumato ed elegantemente mac- chiato di bianco bigio e nero. Sono montati su base lucida. ; Si vende pure imbalsamato lo strano uccello detto corvo di notte (Nycticorax grisea) bello an- che esso per ornamento nei salotti; montato su base lucida L. 8. 126. Semi d’ Ortaggi a C. 15 il pacchetto : Bar- babietola nera lunga — Basilico fino — Biétola a larghe costole — Bietola gialla del Brasile —Bietola rossa del Brasile — Carota cortissima — Carota lunga di Brunswich — Cavolo verza cuor di bue — Cavolo grosso verde tardivo — Cavolo comune d’inverno — Cavolo di Vienna nano piccolo — Cavolo pan di zucchero — Cavolo precoce d’ Estate — Cavolo precoce d’ Ulma — Cavolo verde nano inglese — Cavolo rapa bianco precoce — Cicoria cappuccio d’inverno — Cicoria a grossa radice da caffè — Cicoria indivia a foglie di lattuga — Cicoria mezza lunga di Siles — Cicoria scarolle ronde . verte — Cipolla bianca grossa — Cipolla rossa | grossa piatta — Cetriuolo grosso lungo d’ Atene. — Cetriuolo Rollison — Cetriuolo verde corto di | Parigi — Fagiolo Ceurrè nano — Fagiolo bianco nano precocissimo. | | | il \ Comunicazioni - Proposte - Domande Risposte In questa rubrica gli abbonati hanno diritto ad una inser- gione gratuita di 3 linee per ogni numero, per scambiarsi schiarimenti, informazioni, consigli e questioni da risolvere. La direzione, quando le sia possibile e lo creda opportuno, accorderà l’ inserzione gratuita per pubblicazioni anche molto più lunghe. 67 Communications-Propositions-Demandes Reponses Sous cette rubrique, les abonnés ont droit 4 une insertion gratis de 3 lignes par numéro, pour, l’ échange d’ explica= tions, d° informations, de conseils et de questions a resoudre. La direction pour ce qui Jui sera possible, et quand elle le jugera opportun, accordera encore |’ insertion gratuite pour des pubblications bien plus étendues. CANA NAINANZSÀ SMSA FA NHH Comunicazioni per Sr. di Vienna. Piante contro la malaria: Nella Gartenzeilung di Berlino (Novembre 1884) il Signor Sprenger di Portici scrive: Le piantagioni dell’ Eucaliptus non portano in Italia quei vantaggi che in generale vengono tanto vantati. Se anche vi si trovano quà o là alcuni esemplari di stupendi dimensioni, ciò avviene perchè si trovano in località ben difese dai rigori del freldo e del vento. Sprenger di- chiara l’' Eucaliptus non essere a raccomandarsi in Italia per imboscamenti; il clima non essere fa- vorevole ed in pochi anni si vedranno morte tutte le piantagioni; rivolgersi piuttosto al Quercus Nex unitamente all’ Acero, al Laurus Glandulosa ; da questi si ricaveranno molti più vantaggi. Anche il Dott. Dieck Loschen è della stessa opi- nione, come Sprenger, non meritare l’ Eucaliptus quelli elogi che gli vengono tributati in ogni dove, esser dello stesso vantaggio (1. c. N. 1. 2 del 1885.) 1’ Acer californicus il quale cresce pure così ce- lere come l’ Eucaliptus, poi l’ Acer macrophyUum della California, l’ Acer insigne dell'Imalaya, più che altro adattato per piantagioni in Italia, ed an- che per le sue foglie ben di 30 cent. Anche la Salyx babylonica, il Populus angulata e bhete- ropylla, la Myrica, il Myrtus, sono tutte pian- te a preferirsi all’ Eucaliptus perchè più adattate al clima d’Italia, mentre contengono gli stessi Al- caloidi, che, come quello, sono indicati contro le febbri. Il Dott. Dieck nota, la calamità dell’Italia aver la sua origine non tanto nel diboscamento e spopolamento delle regioni basse paludose, ma ben’ anche nel diboscamento dei monti ed occorre rivolgere tutta l’ attenzione anche a questo, se si desidera allontanare la Malaria. Agave Wiesenburgensis Wittam. La troviamo descritta dal Dott. Wittmack nella Garlenzeilung di Berlino (N. 2 del 1885). Questa nuova specie si distingue dalla Ag. Virschaffelti, dalla Parryi, Wi- slizène ed altre affini, per avere le foglie più stret- te, più piccole, più dentate, li steli di soli 2. 20 m. ecc. IL tanto rinomato Olio di Rose riuscì, alla fl: ma Schimel e Comp. di Lipsia, produrlo ora anche in Germania (Il Signor Haupt. ci dà nella disp. 3. 1885, della Gart. Zeil di Berlino i respettivi dati) Da Rose raccolte nei diversi giardini di Lipsia Schimel produsse |’ anno scorso circa 3 Kil. d'olio di un’aroma egualmente pregevole come quello della Turchia e che gela a 32° c. ecc. ece. I Ramoscelli della Catteleja labiata, sospesi in un'atmosfera umida e tepida, emettono alla loro base delle radici avventizie. Questo metodo si usa nelle culture dello stabilimento Mrazek a Louvreux (Belg. hortic) con felicî resultati. Domanda. Mi ero formata una piccola collezio- ne di uova di uccelli che conservavo in scatolette; sono stato molto tempo senza riguardarle perchè non supponevo che mi si potessero guastare; ma con mia sorpresa ne ho ora trovate molte ridotte in pezzi e miste ad una polvere granulosa. Mi viene il dubbio che qualchè animale ne sia stata la causa ma non ne sono certo, ad ogni modo desidererei spiegazioni in proposito e se fosse possibile anche qualchè ammaestramento per evitare la ripetizio- ne di questo fatto. Roma A. VANNI, R. Parmi certo che le sue uova sieno state invase dalle larve degli Anthrenus o dei Dermestes, forse perchè non erano state ben vuotate dal loro contenuto, e se ella guarda bene fra la polvere, vi troverà anche delle spoglie di dette larve o le larve stesse. È facile evitare tali danni, prima con ben vuo- tare e ripulire le uova e poi iniettando nell’ inter- no delle medesime un poca di soluzione di subli- mato corrosivo o di arsenico, che avvelenando la superfice interna dell’ uova farà morire le lar- ve qualora si mettessero a rossicchiare qualchè piccolo resto del contenuto dell’ uovo stesso. S. B. Domanda. Desidererei sapere quale sia il mi- glior modo ed il pasto più confacente per allevare i piccoli nidiacei del Rigogolo e della Ghjandaia marina. Bagnorea CARLO PROF. GUALTERIO R. Io non so se gli allevatori di uccelli, abbiamo un metodo o un cibo speciale per i nidiacei dei SI, RETE. COLTI NOTE vato felicemente una Ghiandaia marina (Coracias | garrula) che visse per 4 anni, dirò come mi con- tennì. i Finchè fa giovine l° alimentavo con cuore di vitella e di Capretto pestato assai fino; e di quando in quando, le davo ancora qualche poca di pasta fina cotta al brodo, ed anche qualche piccolo pez- zetto di carne lessata. Quanlo fu adulta, scemai la dose del cuore, ed aumentai il lesso tritato e la pasta cotta, e quando potevo, le davo anche degl’ insetti, dei ; quali era ghiotta. Nell'inverno per altro tornavo a darle il cuore finenè ne voleva, e lesso, sopprimevo in gran parte la pasta, che essa in tale stagione non vo- leva mangiare. Necessaria poi nel verno è per lei una tempe- ratura non minore di 18 a 20 gradi centigradi. ‘ Quanto al Rigogolo (Ordolus gabbula) per quan- to mi disse un amico che ne ha allevati diversi, occorre presso a poco lo stesso trattamento. Esso al b: di: per altro passa già difficilmente l’ inverno. 5 Le femmine tanto dell’ una, quanto dell’ altra ‘specie vivono più facilmente e più a lungo dei 5) | maschi. A. DEI Desiderate sapere quanto selvaggiume fresco sì è mangiato a Parigi nello scorso anno? Tolgo questi dati da una statistica che ho fra mano: —_1,829,688 lolole; 16,156 beccaccie; 11.474 beccac- de, cini; 58,900 quaglie; 7,825 cervi e caprioli ; 39,524 |_— fagiani; 41,580 tordi e merli; 406,000 conigli; | ‘248,000 lepri; 495,000 starne e pernici; 21,000 di Î; anatre; 46,000 pavoncelle ; 1,500 pivieri ; ecc. ecc. “po In tutto 3,453,000 capi per un peso di 2,538,998 | _‘’«hilog. senza tener conto del contrabbando che ha pure il suo valore. "i Parigi. T. O. “ Nouvelles scentifiques. Le professeur Liver- sidge. de Sydney, a communiqué à la Société des sciences naturelles de Londres une découverte des plus intéressantes, concernant les Monotrémes, qui, suivant l’auteur, M Cadwell, seraient ovipares: les deux genres Orrithorhynchus et Echidna pon- draient de véritables ceufs semblabes è ceux des oiseaux et des reptiles, et qui sont couvés dans | une sorte de poche abdominale, spéciale à la fe- | melle. Le petit ne peut y ètre contenu en totalité; Mila, po he loge seulement la tète et les membres di antérieurs ; le reste est caché par les poils et la | partie inférieure du corps de la mère.L’ornithorhyn- ‘que pond deux ceufs, l’échidné un seul. Ces ani- maux n’ont encore été trouvés que dans l’Australie, la Tasmanie et la Nouvelle-Guinée. M. le professeur Baray a constaté la viviparité pri 1 «due uceelli in questione. Avendo io per altro alle- | we af de l'elix loss s il avait recu de l’Utah mo rique du Nord) une boite contenant plusieurs © exemplaires de ces mollusques; ceux-ci expédiés vivants, étaient tous morts et en pleine putréfac- tion à leur arrivée en France. En procédant au nettoyage des coquilles, M. Baray a constatè qu’ un grand nombre d’elles renfermaient de jeunes héli- ces assez déreloppées. Chaque individu renfermait 3 ou 4jeunes, pourvus de leur coquille, cette par- tie est assez différente de celles adultes. La spire est presque plane, la base est saillante, conique- tronquée ; la troncature est occupée par un om- bilic assez ouvert; une forte caréne sépare les deux régions apicale et basale; l’ouverture est oblique, quadrangulaire, allongée. Paris LE NATURALISTE. Le cantaridi e la loro azione vescicatoria. Le conclusioni di una lunga ed interessante memoria sur les însectes vésicants par M. Beauregard (Journ. de pharm. et de chiîm.) sono che nelle can- taridi il principio attivo vescicatorio non si trova che nel sangue e negli organi della generazione; nella femmina tutte le parti dell’ apparato geni- tale sono attive, nel maschio il secondo paio di glandule seminali caratterizzato per la sua forma a tubo allungato è il luogo di elezione del princi- pio attivo, mentre le altre glandule e gli stessi testicoli ed i canali deferenti non sono vescicatori. Come ottenere facilmente la figura delle pian- te. Il Sig. Cyme di Marsiglia ha trovato il seguen- te metodo utilizzando il grande potere colorante che hanno le aniline: La pianta da riprodursi è stiacciata e fatta seccare fra due fogli di carta senza colla, come si fà per gli erbari. Nella super- fice destinata alla riproduzione si applica con un pennello, uno o più colori di anilina disciolta in alcool e si lascia seccare. La carta che deve rice- vere l'impronta si bagna con spugna, si asciuga con carta sugante e si stende sopra un’oggetto re- sistente come p. e. un foglio di zinco; vi si ap- plica la pianta dalla parte colorita, e si copre il tutto con carta ordinaria, sopra la quale si eser- cita una certa pressione con un ferro freddo da stirare o con altro. Si possono così tirare diverse copie in pochi istanti. Per ottenere maggior precisione, anche nella prima tiratura, sarà bene quando l’anilina data alla pianta e ben secca, passare su di essa un pen- nello bagnato in soluzione di sale marino, e se la carta che deve ricevere l'impronta verrà bagnata con alcool in vece che con acqua e le piante da " riprodursi saranno delicate e di pv te situra si avrà sempre miglior resultato. c È si it da vo ‘alia Apre” di; eta 7 » AT Ù ' | la ‘Si possono anche ottenere figure nel legno vetro ecc. passando nella superfice colorata della pianta un leggerissimo strato di glicerina. Malacologia, Novae speces in Sicilia collectae a Bar. C. Cafici; Melia Ciofaloi H. Silvestri (Na- turalista siciliano Anno IV. N.° 6.) Amphibia. Il Prof. Reibisch (Soc. di se. nat. di Isis. Dresda 1884) ha dimostrato che la Rana pla- tyrrhinus e la R. oxyrrhinus dello Steenstrup non sono due buone specie, ma la prima è la femmina e la seconda il maschio della Rana temporaria. Entomologia. Nuove specie descritte dal Sig. Giovanni Gribaldo nel Bullettino della soc. ent. Ita- liana. Anno XVI Trim. III e IV. Imenotteri antofili : Allodape ambigua, A. ceratinoides, Nomia Magretii, Crocisa Quartinae, Coclioxys Montandeni. Imenot- teri scavatorî: Sphecius Quartinae, Stizus Quarti- nae, Hoplisoides (n. g.) intricans, Nysson Doriae, Lindenius nasutus, Trypoxylon Quartinae, T. Strondi, T. Magretti, Agenia Brovoni, Mutilla Fluonia, M. Eumenis, M. Quartinae. COLOMBICULTURA Riproduzione interdetta Continuazione II. I Piccioni Barchetti (1) Il Piccione Barchetto è un piccione creato dalla mano industriosa dell’ uomo che ne formò il più elegante uccello di voliera. Il suo mantello offre tutti i colori possibili, e come ciò non bastasse, i pazienti allevatori Modenesi, ottennero ed ottengono a volontà le mezze tinte, le verghe, le trinature, quadrinature, le sfumature, le frisature, le mi- niature, le punteggiature, le brinature. Riteniamo che a questa formazione dei colori siano state im- piegate in principio cinque delle sette varietà del Piccione Volante, cioè il Maltese, il Retato, il Man- tovano, lo Svizzero, e il Volante a specchietti, e più tutti i tipi dai colori eccentrici riscontrati ca- sualmente fra i Piccioni Torraioli di Colombaia. « On m’a assuré (dit Temminck) que des gens possédent 4 un si hant degré le talent de eréer, pour ainsì dire, des bigarrures extraordinaires dans le plumage des pigeons, qu’ ils n’ est guére de varieté de plumage qu’ils n’ obtiennent 4 vo- lonté; mais ils sont souvent obliges, pour atteindre leur but, des croiser une infinité de varietés afin d’arriver & celle aésirée (2) ». (1) Le dettagliate notizie su questi Piccioni le devo alla cor- tesia del mio amico Piero Manzini di Modena. (2) Temminck — Histoire naturelle des pigeons. 69 Il Piccione Barchetto che è il perfezionamento della razza Triganina, deve il suo nome alla biz- zarra conformazione del corpo che lo fa appunto assomigliare a una barca. Per essere perfetto, o come dicono nell'Emilia, legittimo, occorre sia corto, abbia amplio petto, coda corta, ali pendenti con la punta che tocchi l'estremità della coda me- desima che rimane sempre rialzata. La posizione della coda che non deve essere mai orizzontale è presso che eguale tanto nei Modani che nei Bar- chetti, colla sola differenza che il Modano ha coda rialzata e spiegata, mentre il Barchetto 1’ ha rial- zata e chiusa. I Barchetti hanno testa relativamente grossa ed oblunga, collo lungo, becco fine, zampe alte del colore di porpora, piuttosto sottili e con unghie corte e nerastre, occhio nero con iride rossa 0 ranciata. Per distinguere questi piccioni unicolori dalla sottovarietà da essi ottenuta e della quale parleremo in seguito, i Modanesi gli chiamarono Schietti, dando agli altri invece il nome di Gazzà. Gli Schietti per quanto abbiano il corpo di co- lore uniforme, variano nel colore delle ali, che può essere più debole o più accerito e qualche rara volta nelle due ali differente. Ve ne hanno alcuni col corpo marezzato di differenti tinte all’ infuori del bianco, altri colle ali traversate da verghe varianti in carnicino, in nero, in giallo, in rosso, in bianco, in lionato, in maltinto. Perchè gli Schiet- ti siano tali, occorre che in quelli di colore non si trovino capette bianche, e che nei bianchi non si mostrino capette colorate. I mantelli di questi piccioni sono trenta, portanti nomi convenzionali accettati dell’ uso e che non si possono variare e passeremo a descriverli: 1. Bianco. — Bianco argentato uniforme; può avere verghe di differenti colori leggieri. 2. Bigio. — Ali color cenerino chiaro tendente al turchino lattato, petto più scuro, con coda ce- nerina terminata da una sbarra sfumata sopra- colore. Sempre vergato di nero, di rosso, di giallo o di bianco. 3. Bissone. — Più scuro del precedente è ge- neralmente squamato, ha ali maltinte, e vergate come il Bigéo, corpo grigio carico, coda grigia con sbarra nera. 4. Brod-zez. — (Inerociatura del Bigî0 col Co- vro) color bigio con velatura rossa, ali rossastre, remiganti con punta scura, coda bigia velata in rosso con sbarra all’ estremità. Si dicono lattati, quando hanno la spalla color crema. 5. Caldano. — Color d’anchina unito. Dicesi che il nome gli sia venuto dalla famiglia Caldani n0 di Modena che per la prima ottenne questo man- . tello. | 6. Covro. — Color rosso come il Sauro nella spalla, remiganti rosse con punta nera, petto scu- ro, coda scura con sbarra nera all'estremità. 7. Dorato. — (Incrociatura del Caldaro col Covro) Spalla color d’anchina come il Caldano, remiganti gialle puntate color terra d' ombra, pet- to scuro con velatura gialla, coda color terra d'ombra, traversata da sbarra di colore più ac- cerito. 8. Maltinto. — Colore uniforme nero-filiggine con verghe nere, rosse, carnicine, gialle o bianche. 9. Magnano. — Più che un colore è l’accoz- zaglia di tutti quanti i colori riuniti insieme. So- pra un mantello diafano velato di rosa o di ce- ciato spiccano frisature e macchie di uno o più colori. A seconda del colore predominante prende il nome di Magnano di bigio, di nero, di rosso, di covro ecc. Chiamano a Modena Magnani dalla Pezza quei Magnane che sopra qualche parte del corpo hanno una larga macchia di colore differen- te dalla frisatura, specificando insieme macchia e frisatura come per esempio: Magnano di nero con Pezza di bigio, Magnano di covro con Pezza di nero ecc. 10. Munaro. — Colore piombo-lattato con verghe rosse sanguigne, coda biancastra velata in rosso. Vi ha pure un Munaro color fior di pesco con verghe marrone, coda rosata velata in marrone, ed un altro privo di verghe frisato in differenti colori. 11. Nero. — Nero lucido unito su tutto il cor- po, talora vergato in rosso, in bianco, in giallo o in carnicino. 12. Penna furba. — (Incrociatura del Munaro col Pietra- Bianca) Colore biancastro con velature giallognole, coda color lava frisata sopracolore o in altro colore, verghe ceciate visibili appena. 13. Pietra-Bianca. — (Incrociatura del Muna- so col Caldano) Colore giallo chiaro con verghe più scure del mantello, coda chiara con rigo ve- lato in giallo qualche rara volta frisata d’altro colore. 14. Pietra-Chiara. — Colore caffè e latte con verghe rosse o gialle, corpo e coda scura con sbarra più scura all’ estremità. 15. Pietra-Marmo. — (Incrociatura del Pietra- Scura col Munaro, unicolore lava chiara velata in giallo senza verghe ne sbarra alla coda. La spalla è leggermente squamata. 16. ?’ietra-Scura. — Colore terra d° ombra uni- forme con verghe più accerite o giallo-caldano, coda con sbarra simile alle verghe. Dall’incrocia- tura di questo mantello col Dorato si ottiene il Pietra. (a) Pietra-Scura dalla Spalla Gialla — il quale ha il corpo eguale al Pielra-Scura colla differen- za che la spalla è tutta punteggiata di giallo-do- rato, e le caudali e remiganti sono del pari velate di gialle-dorato. Incrociandosi poi il Pietra-Scura col Covro si ha il (0) Péetra-Scura dalla Spalla Rossa — che è del colore dei precedenti con spalla remiganti e caudali velate di rosso-covro. 17. Quadrinato. — Il Mantello quadrinato può essere composto di tutti i colori che riscontransi nella razza. La spalla dei quadrinati presenta un curioso ricamo a quadretti scaccando ogni penna in quattro colori differenti due dei quali formano per così dire la trama e due l’ ordito. La tinta più carica da il nome alla varietà dell’ uccello. 18. Ramato. — Questo colore è il resultato del- l’ incrociamento del piccione Mantovano col Triga- nino. La selezione ha fatto sparire il ciuffetto del Mantovano e dato all’uccello le forme del Bar- chetto. Ha tutto il corpo color rame lucente le ali brune la coda grigia con sbarra nera. 19. Rospo. — (Incrociatura del Varazo col Co- vro) Colore nero con velatura bianca e rossa sulla spalla e nelle remiganti, coda nera. 20. Rosso. — Colore rosso unito che differisce dal Sauro per le remiganti velate all’ estremità di rosso rosato e per la coda traversata da sbar- ra dello stesso colore. (Continua) UN: ABUOSA Parmi les quelques abus que l'on pourrait citer en histoire naturelle, il en est un en particulier qui a été combattu parfois, mais sur Iequel il n’est peut étre pas inutile de revenir de temps à autre. Je veux parler de l’abus que l’on fait des noms (<) Con molto piacere pubblichiamo questo articolo del- l egregio Prof. Rabaud essendo davvero a deplorarsi che siasi così generalizzato l’ uso di porre alle muove specie di esseri naturali nomi che non hanno alcun rapporto ne con i caratteri essenziali degli oggetti stessi ne con le località nelle quali si trovano. Che per rendere omaggio di affetto o di ossequio si dedichi ad una persona un lavoro scientifico o letterario è cosa che va bene; ma che per la medesima ragione s’ imponga il di lui nome ad un’ animale ad una pfanta ecc., non si può ap- provare, perchè si generano difficoltà inutili e confusioni per gli studiosi. N. d. R propres pour les appliquer à la dénomination gé- nerique ou spécifique des divers objets d’histoire naturelle. Sous prétexte d’honorer un ami, un savant éminent, on u’hésite pas à s'emparer de son nom, d'y ajouter une termina:son latine et de le faire servir pour la désignation d'un genre ou d'une espèce. Le sentiment est excellent, je l'avoue, mais le rèsultat est des plus mauvais: le nom d’un ani- mal, d'une plante, doit indiquer, en effet, sa forme générale, un détail de moeurs, une particularité de constitution, l’habit ordinaire, le parasitisme de cet animal, de cette plante. L'étymologie seule du nom fournira ces différentes explications. Les noms de Helix, Saxîfraga, Hydrophilus, Phillopneuste, Trifolium, Necrobia, et bien d'au- tres encore, donnent un 1enseicnement précis sur les animaux ou les plantes qui les portent. Si à cette dénomination s'appliquant è un groupe d’objets parfois trés étendu, on en ajoute une autre se rapportant à une seule espèce, et contenant étymologiquement une indication prècise, on con- naîtra d'un seul coup deux particularités de l’obiet dé terminé, l’une par le nom génériqne, l'autre par le nom spécifique. Mais quelle indication le naturaliste peut-il ti- rer d’un mot sans étimologie ? Les auteurs de ces noms devraient réfléchir que pour honorer un seul homme, ils en mettent un grand nombre dans l’embarras. Il y a, d’ ailleurs, tant de facons d’étre agréable è un ami! Pourq uoidone user d'un moy- en égoiste ? En résumé, cet abus doit cesser. Aprés n’avoir été qu'une exception, il tend è devenir un usage Journalier. C'est ce qui est à éviter. Les natura- listes de l’avenir auraient tout à refaire et il faut leur éviter un travail fastidieux. Il suffit seulement de faire bien ce que l’on fait. Que l'on ne craigne pas de chercher une désignation convenable, au lieu d'employer un nom propre qui ne dit rien, dans le but apparent d’honorer nn ami, plutòt dans celui d’éviter une légére fatigue. Etienne RABAUD. Notions Générales et Pratiques SUR LES Musées Scolaires PAR J. TOUCHET NATURALISTE (Continuation) MEINERALOGIE, GÉCLOGIE Toutes les contrées ne sont pas également ri- «ches en ce genre de production de la nature, dint dit - Cependant on recueillera partout quelques échan- tillons. Du reste on trouvera souvent l’ occasion d’ en augmenter le nombre par les produits des contrées plus favorisées sous ce rapport. Une partie très essentielle, pour les pays agri- coles surtout, sera la collection complète des terres de la contrée. C'est la matière sur laquelle les connaissances scientifiques font le plus défaut aux gens des campagnes. Ces notions leur seraient pourtant de première nécessité pour leur culture. Conche arable On prendra les terres de la couche arable ou superficielle et celles du sous-sol. Les terres et argiles industrielles ne devront pas étre oubliées. Toutes ces matiéres se mettront dans de pe- tites boites plates de 10 centimètres carrés. Elles se placeront sur le rayon circulaire déjà indiqué. Chacune portera une étiquette explicative, don- nant la nature chimique du contenu. Pour la salle d’étude, les boîtes seront fermées par un verre, et placées sur le còté, de manière è pouvoir mon- trer les objets, comme pour les autres vitrines. Engrais et amendements Quoique ce ne soit peut-étre pas bien sa pla- ce, j indiquerais ici cette collection, qui se rangera à còté de la précédente et de la méme facon. On distinguera les engrais naturels: le fumier de ferme, les crottins de poule, de pigeons, la ma- tière fécale, etc. et les engrais chimiques, qui sont assez nombreux. Les amendements sont: la suie, la cendre, la chaux, le plàtre, les marnes, etc. On poarrait y joindre un certain nombre d’insecticides. Il faut étiqueter exactement le tout. PALEONTOLOGIE Cette dernière division des sciences naturelles, n’est pas la moins intéressante. Aucune collection n’aura plus de portée que celle-ci pour compléter l’ instruction des jeunes gens. C’ est sur ces restes des dges antérieurs que le maître leur fera ces nombreuses lecons relatives aux phénomènes qui se sont accomplis et s'accompliront dans la forma- tion et l’existence du globe terrestre. A peu près toutes les contrées en contiennent dans leurs terrains, dans les champs, dans les carrières de tuf de moéllons, de pierres de taille. Tous les objets se placeront sur le rayon cir- culaire et de préférence sur la partie qui se trouve sous les fenétres, parcequ'ils sont, de tous les objets du Musée, les moins sensibles è l'humi- dité et a la décoloration. A. ruivre. va — +60) ko) GLI UCCELLI ITALIAN 4 ED IL COLORE DEI LORO OCCHI (2) pl 2 ( Continuazione) Colore dell’ iride (1) Picoides tridactylus, L. Picchio a tre dita Dryocopus martius, L. Picchio nero id. Gecinus viridis, L. Picchio verde bianco Gecinus canus, Gm. Picchio cenerino|bianco rose? giallo solfo VIII FAM. IYNGIDAE (TORCICOLLI) Iyna torquilla, L. Torcicollo |] nocciuola SI 3.° ORDINE COLULCYGES (CUCULOIDI) 0) Zygodaetylae. fi IX. Fam. CUCULIDAE (CucuL1) | VASI h, i A V. ORDINE. © a) Latirostres. io, o” i Me XVI. FAM. HIRUNDINIDAE (RonDINI) Chelidon urbica, L. Balestruccio castagno Cotyle rupestris, Scop. Rondine| cast. scuro montana Cotyle riparia, L. Topino castagno Hirundlo rustica, L. Rondine cast. scuro Hirundorufula, Tem. Rondine forest. id. XVII. FAM. MUSCICAPIDAE (PIGLIAMOSCHE) Muscicapa collaris, Bechst. Balia |cast.scuro Muscicapa atricapilla, L. Balia nera id. Erythrosterna parva, Bechst. Pi- id. gliamosche pettirosso Butalis grisola, L. Pigliamosche id. XVIII. FAM. AMPELIDAE (AMPELI) Ampetis garrulus, L. Beccofrosone | castagno )) Bentirostres. _Cuculus canorus, L. Cuculo giallo cro. | XIX. FAm. LANIIDAE (AVERLE) __ Coccystes glandarius, L. Cuculo af-| r. vinato | Zanius excubitor, L. Averla magg.|cast. scuro È. fricauo 1 chiaro |Zanius meridionalis, Temm. Averla id. è A Coccyzus americanus, Wils. Cuculo| castagno forestiera hi americano chiaro |Zanius minor, Gm. Averla censrina| castagno + | È; Lanius collurio, L. Averla piccola id. le: LEA alsodaciviae. Lanius rufus, Bris. Averla capirossa id. È ; X. Fam. ALCEDINIDAE (ALCEDINI) c) Acutirostres. _Alcedo ispida, L. Piombino | caffè scuro| XX. Fam. PARIDAE (CiNcIE) MEX. Fim. MEROPIDAE (VespIERI) |Regulus cristatus, Koch. Regolo cast. scuro e — U ignicapillus, (C. M. Brehm. id. De Merops apiaster, L. Grottaione rosso cr. pei to n nt; va Merops persicus, Pall. Grottalone id. —Aegithalus pendulinus, L. Pendolino| castagno È SUIziaNO Panurus biarmicus, L. Basettino | g-. paglia MIT OXII. Fam. CORACIDAE (Coracie) |\Acredula Irbyi, Sarpe e Dress. Co-| cast. scuro 5) ; è 1 dibugnolo bi. Coracias garrula, L. i mattone |Acredula rosea, Blyth Codona id. SÙ marina Acredula caudata, L. Codona capo id. MO INI. Fam. UPUPIDAE (UPUPE) bianco dy PR Cyanistes coeruleus, L. Cinciarella id. n Upupa epops, L. Puppola | bruno nero pgyus mayor, L. Cinciallegra id. ì 4. ORDINE RIACROCHEIRES (CIPSELOIDI) Parus atene Cinele ROL id, È Poecile palustris, L. Cincia bigia id. a) Diurni. Poecile borealis, Selys, Cincia alpina id. ni Poecile lugubris, Matt. Cincia dal- id. "975 XIV. FAM. CYPSELIDAE (RONDONI) dt | Cypselus melba, L. Rondone di mare|cast. scuro N lo CI II DL è, Cypselus apus, Briss. i Mid ur. 1 Lago ci Sitta caesia, Wolf, Picchiotto o Mu-| castagno TÉ )) Nocturni. ratore °° XV. Fam, CAPRIMULGIDAE (Norrotoni) | _% Tenturostres. e: Caprimulgaus europaeus,L. Nottolone| cast. scuro e CERTE Me (CERZIE) __ Caprimulgus ruficollis, Tem. Not-|caffèscuro | Certhia familiaris, L. Rampichio| castagno | ‘’—’tolone a collare rosso alpestre __Caprimulgus tamaricis, Trist. Not-| cast. scuro Certhia brachydactyla,Breh. Rampi- id. PA . tolone di Palestina chino Ki; Caprimulgus aegyptius, Lich. Not- id. Ticodrona muraria, L. Muraiolo id. d |». tolone del Deserto (Continua) i x» oe dele Gi RI Se PIER adulto, pio sPlovato ar. Aasngie, bribizneo; br. bruno, c. chiaro, ca. e cast, — a , , CI. . Sl, Cro. 1g. n Mm. , P. gT ) (i n È % van | ‘(2) Preghiamo i nostri cortesi abbonati a comunicarci rai EMA Glerviziohi cile Stindanto Goclione di Mic sisi servire per correggere o completare il presente catalogo. da A ( KEPT mo! î Ù rid NW + che avranno occasione di fare e che IMI, 3 > PISA Vaia; ii liti red; I MT V7, BE LTNTI ; RA gn 1, da Vegetazione dntertropicale Le cose create presentano ovunque la loro stupenda bellezza. IH Questo quadro è uno dei più sublimi della Natura. Il continente d' America è diviso in tutta la sua lunghezza, da un immensa catena di montagne che stendonsi dal nord al sud, diramandosi per ogni senso, dall’ est all’ovest, in una infinità di catene secondarie. Il Messico, il Brasile, il Perù, Venezuela, la Nuova Granata, l’ America centrale, sono con- trade montuose, il cui suolo s’innalza bruscamente partendo dal mare, di maniera che la terra calda, come la chiamano gli indigeni, non forma che una striscia di terra più o meno larga, ed una super- ficie relativamente poco considerevole. Il resto si compone di piani successivi sostenuti e rinserrati dalle catene secondarie, che s’ innalzano gradual- mente a varie altezze le quali raggiungono, vicino la grande cordigliera, sino ai limiti delle nevi per- petue. Si concepirà facilmente che il clima di questo immenso continente varia incessantemente, non solo per la latitudine dei luoghi, ma ezianlio e sopratutto per la loro altezza od elevazione as- soluta. Sappiamo infatti che la temperatura de- cresce di un grado ogni 352 piedi inglesi d’ altez- za, di maniera che partendo dalla costa, o dalle pianure basse, e salendo le montagne, ed i piani che succedonsi, e sovrappongonsi senza interru- zione, si potrebbe, rigorosamente parlando, pas- sare in un giorno solo dalla zona torrida, ove l’aria ha l'ardore di una fornace, a zone tiepide e tem- perate ove prosperano i cereali d’ Europa, quindi alla regione fredda la quale altro non produce che cespugli, ceppaje, piante alpine, ed infine raggiun- gere i limiti in cui cessa qualunque vegetazione, sotto l’influenza di un freddo agghiacciato ove cominciano le nevi perpetue. Gli indigeni dell’ America ed i viaggiatori ca- ratterizzano comunemente i differenti clima che risultano dall’ Altezza dei luoghi coi nomi di terra calda, terra temperata e terra fredda. La terra calda comincia al livello del mare, e finisce, an- che sotto l’ equatore, all’ altezza di pressochè 2000 piedi (670 metri). È inutile il dire che verso i tropici questo limite si abbassa. A 2000 piedi tutt'al più comincia la regione temperata, che estendesi, scemando di calore, sino a 6000 piedi circa, oltre - passata quest’altezza incomincia la terra fredda. Il clima della terra calda sarebbe di un ardore intollerabile, in qualsiasi tempo, se i venti del mare, e l'umidità dell’aria non vi rimediassero 13 alcun poco. La vegetazione vi è rara, sovente lan- guida e raccrespata; i fianchi delle montagne esposti al sole sono nudi, e soltanto nelle vallate strette e bene irrigate gli alberi fanno pompa del Ioro vigore. Le regioni di mediocre elevazione, la terra temperata dell’ America equatoriale, fra 3000 e 6000 piedi d'altezza, offrono realmente il clima il più delizioso della terra. Da che si è oltrepassati i limiti della terra calda (2000 piedi) i più forti calori che si provano sono di 23 a 28 centigradi, mentre il termometro non discende giammai al disotto dei 12. Al limite opposto, verso i 4a 6000 piedi il freddo delle notti è più sensibile, ma le giornate sono moderatamente e regolarmente calde. In tutta questa zona è una luce abbagliante, un’aere vivo e puro, d’ una salutare umidita, una primavera perpetua, e durante le notti rugiade intense, eccitano e mantengono la vita vegetale con tale un’ esuberanza, di cui non possiamo formarci un’idea nei nostri paesi settentrionali. Gli è a que- ste altezze che la vegetazione equatoriale dispiega tutta la sua magnificenza, che si riveste con pro- fusione di mille svariate ricchezze, ed acquista proporzioni tali dinanzi a cui i viaggiatori europei s’arrestano confusi, cercando indarno espressioni bastanti per dipingere la maestosa bellezza di que- sta grandiosa Natura. Colà la vita sì manifesta ovunque con esuberan- za; al disopra delle piante basse e striscianti che tappezzano il suolo, s'innalza una rigogliosa ve- getazione rivale di quella delle nostre foreste, ma che è ombreggiata e dominata alla sua volta da un nuovo ordine d’ alberi giganteschi di tronco di- ritto e senza rami. Liane mostruose attortigliando i fusti, correndo dall’ uno all’altro, avviticchian- doli e strozzandoli nelle lore strette, slanciansi in- sino alle più alte cime, donde penzolano cadendo qual pioggia di fiori. Sui tronchi, nelle biforcazioni delle branche, lunghesso i rami: muschi. licheni, licopodii, felci, aroidi scadenti, ricoprono tutto, tutto rivestono di orgogliosa verzura, insino gli alberi morti, insino lo scoglio vivo, el intratten - gono, succiando la rugiada, raccogliendo la pioggia, che scola dagli alberi, l’ umidità necessaria alle Orchidee, alle Bromeliacee, ed a tutta questa fa- tata coorte di piante, i cui fiori abbaglianti 0 biz- zarri completano meravigliosamente l'armonia di questo gran quadro, l’ uno dei più sublimi della creazione, All'altezza di pressoche 6000 piedi la vegeta- zione cangia ancora una volta d’ aspetto. Là inco- mincia la regione alpina caratterizzata da arboscel- [Ta e © Per li poco elevati, da cespugli, da arbusti, da piante erbacee d'aspetto elegante e grazioso, d’ infinite variate forme di fogliame, e di fiori, fra le quali brillano le famiglie vicine alle Eriche ed ai Vac- cinii. Qui il freddo diventa sensibile; il termometro scende talvolta verso ìl mattino, ‘assai vicino allo zero, e le giornate costantemente rinfrescate dal- l’aer vivo delle montagne, vi sono piuttosto lie- pide anziche calde. A mano mano che c' innalziamo, la temperatura decresce rapidamente; fra gli ot- tomila e diecimila piedi gela talvolta leggermente sul far del giorno, ed i più forti calori raggiun- gono appenai 20 centigradi. La popolazione vege- tale è scomparsa quasi dappertutto, ma in queste solitudini le Orchidee meno sensibili al freddo di quello che agli ardenti calori della terra calda, continuano a mostrarsì in gran numero, special- mente fra i 6 mila ed i 9 mila piedi, quindi in quantità che va rapidamente decrescendo, sino a 10 mila 12 mila ed anche sino a 14 mila piedi, in orride regioni ove cessa qualsiasi vegetazione, ove l’aria é rara, ove il sole più non arde, ed ove si toccano i limiti delle nevi perpetue. Si comprenderà facilmente che sotto queste la- titudini in cui il sole dardeggia i suoi raggi ver- ticalmente pel corso di tutto l’anno, l’ alternativa delle stagioni non ha nulla di comune coi nostri estati, ed inverni d’ Europa; nonostante annovi eziandio fra i tropici stagioni benissimo caratteriz- zate che chiamansi di sovente, in mancanza d’ altre denominazioni, dei nomi d’ estate e d’inverno; so- lamente colà il verno è l’epoca delle pioggie, la state quella deile siccità. In tutte le contrade cal- de queste due stagioni succedonsi regolarmente, e determinano il movimento o la sospensione della vegetazione, ma con questa particolarità, che la stagione piovosa, corrispondendo ai nostri inverni del nord, è al contrario l’ epoca in cui la natura si rianima, gli alberi si rivestono nuovamente della loro verzura, e della loro profusion di fiori, e la yita circola dapertutto con un’attività che non ha pari, mentre l'estate, stagione secca, di un ari- dezza divoratrice, bentosto ha inaridite le sorgenti della vita, appassiti i flori, spogliato anche di fo- gliame una parte degli alberi, ed immersa tutta la natura in un torpore da cui non risveglierassi che al ritornar delle pioggie. L’immensa maggioranza delle Orchidee è la sbitatrice di queste foreste vergini, in cui il viag- giatore non .penetra che coll’ azza alla mano, ove l’ albero che muore, privo dello spazio sufficiente per lasciar cadere il suo cadavere, putrefassi e scomponesi in piedi, nascondendo lo scheletro sot- to la verde e brillante acconciatura dei muschi e delle piante epifite. Nel profondo strato di terric- cio che ricopre il suolo, le radici degli alberi non si approfondano ma serpeggiano alla superficie, e non nascono esclusivamente sotto il suolo, ma spesso al disopra, in forma d’archi, e talfiata, sotto l’ energica azione di quest’ atmosfera, discen- dono dai rami stessi per servir loro d’appoggio e di nuovo tronco, ricoprendo in tal guisa grandi spazii un albero solo il cui fusto è dappertutto nè giammai finisce. Tali sarebbero alcune specie di Fichi i Ficws elastica, religiosa, ecc. In queste foreste a triplo ordine di vegetali, fitte ed intralciate al punto d’ essere talvolta inac- cessibili all'uomo isolato, il sole avventura appena qualche raggio furtivo e bentosto sparisce. Un’ om- bra fitta protegge la vegetazione parassita e ter- restre, e la garantisce dall'azione diretta delle pioggie. In queste profondità dove I’ aria non cir- cola che lentamente dove il sole non penetra giam- mai, dove il suolo spugnoso e grasso mai dissec- ca, dove rugiade intense succedono la notte alle pioggie regolari della giornata, e ne tengon luogo sino ad un certo punto nella stagione asciutta, si concepisce di leggieri che quest’ aere pesante, e costantemente carico di vapori porta la vita alle piante aeree, ed è sufficente al loro alimento du- rante la fase del loro sviluppo e della loro fiori- tura. Certe specie d’Orchidee, anzi non sbocciano i loro fiori se non che sui fusti adulti e già spogli di foglie, aspettando la stagione secca, e trovando nelle rugiade notturne, e sopratutto nei succhi di cui son rigonfiati i loro cauli grossi e carnosi, l'alimento necessario allo sviluppo delle loro co- rolle, e delle loro semenze. Alcune specie d’ Orchidee vivono sul terreno, nel terriccio vegetale ivi accumulato, sulle radici striscianti degli alberi; altre s’attaccano indifferen- temente alla vegetazione inferiore ed alle roccie tappezzate di muschi, Jà ove l’aria è ancor sof- focata e carica d’' abbondante umidità; altre 8’ in- nalzano maggiormente, cercano i tronchi elevati, le grandi ramificazioni da dove penzolano in tutti i sensi quai saltimbacchi che si abbandonassero a disornata ginnastica. Infine le più aeree slanciansi sino all’apice dei grand’ alberi, ad un' altezza ove la luce è più intensa, e l’aria più viva e meno carica di vapori. Si annoverano Orchidee che at- taccansi di preferenza a certe specie d’alberi, e che punto non ritrovansi sopra altre. Avvene al- cune che prediligono le roccie, altre le serpeggianti radici; finalmente si assegna per stazione ad al- cuni Cyrtopodium del Brasile i cui pseudo-bnlbi sono enormi, le pianure aride e nude; quand’ in- vece certe Sobralia coprirebbero le balze abbru- ciate dal sole coi i loro cauli fitti, somiglianti a canne, ed alti talora venti piedi. Quest’ ultime abi- tano le regioni elevate, ove cessano le grandi temperature, di maniera che ricercano la viva luce, e non già il calore. Quando le pioggie abbondanti e quotidiane han- no copiosamente proveduto ai bisogni dei vegeta- bili, che tutti hanno germogliato, fiorito, e frut- tificato secondo la lor natura, colla forza e la pro- digalità caratteristiche di queste vaste regioni, la stagione secca si avanza poco a poco, preceduta da un periodo intermedio, durante il quale le pioggie scemano successivamente, e quindi cessano quasi completamente. L’aria diventa ben presto secca, il calore è ardente, la terra si fende, qual- siasi vegetazione è sospesa. Quest” epoca di siccità quasi perfetta perdura più che tre mesi, ed è susseguita alla sua volta da una stagione inter- media, transizione necessaria fra i due estremi della secchezza e dell’umidità. Che addivengono nel corso di queste lunghe stagioni prive di piog- gie, quelle Orchidee così delicate che si ciondo- lavano nella rugiada, e che assorbivano l’ umidità dell'atmosfera? Divengon esse ciò che sono da noi, in una parte dell’anno, le piante bulbose e tube- rose, giacinti, ranuncoli, tulipani, frittilarie, e mille altre; esse riposano, maturano i loro cauli pseudo-bulbosi, di cui l'abbondante sostanza man- tiene la loro vita, ma una vita latente, un lungo sonno, che cesserà allorquando le pioggie risve- glieranno tutta la Natura; solamente avvi questa differenza che le Orchidee, tropicali conservano co- munemente le loro foglie coriacee e carnose, men- tre le nostre piante se ne spogliano intieramente. PRroF. PIETRO MASERATI. IL CHOLERA Altri resultati di studi cd esperienze fatte duran- l'epidemia dell'anno scorso. ENALINTANAN Ciclo di evoluzione del Microbio colerigeno del Pacîni, o Bacillo virgola di Koch. Il Dott. Ferran di Tortosa, incaricato dalla Spagna di studiare il colera durante la scorsa epidemia in Francia, an- munzia avere scoperto il ciclo di evoluzione del Microbio Colerigeno che egli riporta al gruppo Peronospora (P. Ferrani). Questo bacillo coltivato on le necessarie precauzioni si ricopre di spirilli > SLI VITTI RAZZI dei quali una estremità si sviluppa in sferule, che non tardano a rompersi ed a liberare i granuli verdastri del loro interno; questi in poche ore divengono nuove sferule, dalle quali esce dopo un certo tempo un filamento sottile, e da questo si svi- luppa uno spirillo libero; infine l’ evoluzione si compie con la semmentazione di questo che ripro- duce i bacilli primitivi. Inoculazione anticolerica. Il medesimo dott. Ferran ha presentata all’ Accad. delle scienze di Parigi, una nota nella quale, narrando diverse sue esperienze, conclude ritenendo che si possa pre- servare l’uomo dal colera inientandoli un virus calerigeno attenuato, come si fa per il vaiolo e per altre malattie epidemiche. Profilassa del cholera. — Alcune Conclustîoni votate dalla Reale Società Italiana d’ Igiene. 1.° Im ordine alla eziologia del cholera, la So- cietà udita la relazione del prof. G. Sormani in- torno ai principali fatti osservati durante l’ epide- mia cholerica del 1884, ritiene: a) Che le vestimenta infette siano uno dei mezzi per cui avvenne in molti casi e colla mag- gior facilità la propagazione dei germi del chole- ra;e però quelle siano da temere più delle stesse persone provenienti da luoghi infetti; 6) Che fra gli oggetti costituenti le vestimenta dell’uomo, sia da porsi speciale attenzione alla calzatura, come quella che restando a contatto della superficie del suolo, facilmente inquinato in luoghi infetti, e mantenendo abitualmente un certo grado di umidità, può conservare, trasportare e diffondere facilmente il germe del cholera ; c) Che dai fatti avvenuti nel Penitenziario di Bergamo, parrebbe come anche la biancheria di bucato possa trasmettere il cholera, quando sia stata risciacquata in una corrente d’acqua conta- minata, come era, nel caso concreto l’acqua del fiume Brembo; d) Che probabilmente nelle biancherie e negli abiti contaminati da deiezioni cholerose o da acque infette, il germe del cholera acquisti caratteri. speciali (sporificazione?) di maggiore tenacità e durata; i e) Che anche gli animali, specialmente quelli immondi, sembra possano portare aderente ai peli ed alle penne il germe cholerigeno ; f) Che le acque della superficie e degli strati superiori del suolo siano pur esse, in modo bene accertato, un mezzo di trasmissione dei germi cholerigeni; g) Che i corpi d’acqua scorrenti alla superfi- cie del suolo trasportino e moltiplichino i germi STRO Se, PT I_put E OT se Re a. . 007 DI dl a er o 0 * i SN PANTTREII sir LARE dagli APRITE RESTOI matilizizio là ' . h ® Ù nre * Li h Ade ifizsadi rata II A CI VE ANTIFA Ù Mar lid PRIORE , a - bhe MNT VS O VOS } 2 È È 6 | è bat ——rto@—t —ratr1r del cholera, e li diffondano nel senso della corrente stessa, quando gli abitanti delle sponde a valle facciano uso di quell'acqua come bevanda, od an- che semplicemente come mezzo di risciacquatura per usi domestici; h) Che perciò le autorità amministrative locali abbiano il dovere di prendere tutte le misure per- chè l'inquinamento dei corsi d’acqua non avvenga, e perchè una volta avvenuto o sospettato, non possa diventare mezzo di larga diffusione del morbo; î) Che a provvedere alla preservazione efficace riguardo al cholera, il Governo debba favorire con opportuni mezzi ed incoraggiamenti gli studi in- trapresi in Italia per una più esatta conoscenza dei fatti, che devono stabilire le basi della profi- lassi scientifica. 2.0 In ordine ai cordoni sanitari ed alla circo- lazione delle persone nell'interno dello Stato, la Società accoglie le seguenti mozioni: a) I cordoni sanitari costituiscono un mezzo di difesa interna, alla cui applicazione si dovrà ri- correre solamente in casi eccezionalissimi e limi- tatamente a punti molto circoscritti; ad ogni modo anche in questi rari casi dovrà sempre permet- tersi agli abitanti in essi rinchiusi, di uscirne, purchè si sottomettano a speciali misure contu- maciali ; 6) L'applicazione di tali cordoni sanitari dovrà essere esclusivamente decretata dal Ministro del- 1’ interno, sentito il Consiglio provinciale di sanità; c) La circolazione, per via ferroviaria, delle persone fra regioni infette e sane nello Stato, do- vrà essere, per quanto possibile, limitata e sorve- gliata da appositi sanitari, viaggianti sui treni o posti alle stazioni principali, per il pronto se- questro e l'assistenza delle persone che fossero colpite in viaggio; d) I suffumigi delle persone e degli oggetti ordinariamente usati alle stazioni ferroviarie, od altrove, dovranno essere proibiti come inutili ed anche dannosi. 3.° In ordine alla profilassi locale la Società raccomanda: a) Si combatta, per quanto è possibile, il cho- lera fino dai primi casi, appena si manifestino in qualche luogo, anche se dubbi, isolando le persone infette e sospette in appositi lazzeretti, o curan- dole a domicilio con tutte le possibili cautele per- chè l'infezione in nessun modo si diffonda; b) Di instistuire nei Comuni forni per disinfe- zioni non illusorie, ma efficacemente eseguite se- condo le attuali cognizioni scientifiche, e l' impian- e ——_ to di lavanderie speciali esclusivamente destinate a lavare convenientemente e separatamente gli oggetti infetti, bandita ogni pratica di inutile suf- fumigazione così delle persone come degli oggetti; c) Di impedire qualunque apparato di difesa che tenda ad aumentare la miseria o il panico nel popolo ; di favorire l'istituzione di cucine popo- lari e di stabilire un’ ispezione severa sugli spacci di sostanze alimentari e sulle acque potabili; d) Raccomanda di curare sopratutto l'igiene delle case, del suolo e del sottosuolo dei luoghi abitati. | 4.° La Società ritiene per l’ultimo che, in mas- sima, nella contumacia delle persone provenienti da luoghi infetti, siano sufficienti due giorni per le opportune pratiche di disinfezione. dnsegnamenti pratici Per aumentare la facoltà germinativa dei semi, il Prof. Kopp di Zurigo narra avere ottenu- ti ottimi resultati impiegando l'acido ossalico : Quando si abbiano semi da porre dei quali, sia per vecchiaia o per altra causa, si dubiti che pos- sano ben germogliare, si pongono per 24 ore in acqua nella quale siasi aggiunto un grammo di acido ossalico per ogni litro. Il proponente avendo dei semi di Larice raccolti da 2 anni ne sementò parte allo stato naturale e parte dopo averli trat- tati nel modo suddetto, ed assicura che nacquero. solamente questi ultimi. { Inchiostro per etichette da giardino. Il Sig. G. Gastaldi nella Gazzetta del contadino insegna il seguente inchiostro per scrivere sulle etichette che devono stare all’ aria libera. Prendi 20 centesimi di solfato dî rame, pesta e fai sciogliere in mezzo bicchier d'acqua; aggiun- gi 5 centesimi od anche più di nero fumo; agita finchè il nero fumo sia bene incorporato ed avrai l'inchiostro con il quale poi scrivere sulle lastre di zinco, sicuro che la iscrizione si conserverà per molto tempo. I polli e gli insetti. Il Sig. De La Feld narra nell’agricoltura meridionale, come nello scorso anno avendo un campo di barbcbietole da foraggio completamente invaso dai bruchi che lo avevano ridotto in cattivo stato vi mandò una grande quan- tità di pulcini e questi in 3 o 4 giorni avevano completamente mangiati tutti i bruchi e le bar- bebietole ripresero quindi il loro sviluppo e pro- sperarono completamente. La polvere contro 1’ oidium. Secondo la rifor- ma agricola di Madrid, spolverando della polvere da cannone ben polverizzata, sulle ceppaie attac- cate dall'oidium, se ne ottiene in breve tempo la guarigione. Per preservare i semi dai topi e dagli insetti: I semi di fiori ed ortaggi e in generale tutti i semi dei quali se ne conservano non grandi quan- tità, si possono salvare dai danni dei topi e di molti insetti, rinchiudendoli in sacchette o carte, e mescolandovi qualche sostanza antisettica che però non possa recar danno al seme, così per esempio, della canfora, del tabacco ; oppure bagnare ante- cedentemente l’ involucro con soluzione d’ acido fe- nico, con qualche essenza antisettica ecc. Rimedio contro i bruchi. L’ Amico del Con- tadino dice che la Fundgrube raccomanda l’uso di una soluzione di 2 decagrammi di allume sciolti in acqua bollente e quivi aggiuntivi altri 20 litri d'acqua; con questo liquido si annaffiano per di- verse volte le aiuole ed i bruchi e gli insetti scom- paiono. Con uno schizzetto si può spruzzare una tale soluzione anche nelle foglie degli alberi da frutti e saranno liberate da ogni parassita. Importanza dell’orina in Agricoltura, e di- spersione che si fa di essa. (Sunto dall’Amzico del Contadino.) — Costretto per ragione d’ uffizio ad analizzare da tanti anni orine umane, non ho po- tuto non esser sorpreso del conto che se ne fa presso di noi, conto d’assai inferiore alle di lei qualità intrinseche. Rimasi anzi molto sorpreso una tal volta quando, domandando a persona compe- tente se sarebbe stata buona cosa innaffiare il grano già grandicello con orina per avere un maggiore e miglior prodotto, mi fu risposto che l’orina non può a rigor di termine considerarsi come concime per la poca quantità dei materiali solidi e fertilizzanti in essa contenuti e che tutto al più potrebbe considerarsi come un semplice ec- citante. Per quanto le di lui parole sembrassero in opposizione ad una prova da me fatta in pic- colo, per quanto non armonizzassero con quello che io pensava in proposito, nullostante, e per la di lui autorità e per la di lui esperienza, mi con- tentai, della sua risposta e credei che, poco pra- tico di cose rurali, io mi fossi ingannato. Sen- nonchè leggendo un tal giorno un trattato di chi- mica agraria ebbi a notarvi parole che mi fecero rientrare nella mia primitiva opinione. Infatti leg- gevo che Dawy avendo concimato con le orine il grano, ottenne una quantità di questo, ricchissima în glutine, ed in proporzione quasi doppia di quel- la ottenuta con altri ingrassi, e ciò collima per- fettamente con la mia prova, perchè una mezzetta di grano seminato a buche e innaffiato con orina, Ul me ne diede trenta mezzette. Del resto e Catone e Columella adopravano nell’ agro Romano l’ orina come ingrasso, e si trova in Boussingault che i Chinesi fanno un conto grandissimo delle orine, e che lungo le strade trovansi di tanto in tanto collocati appositi ritiri ove è passeggieri vanno a deporle e sono poî raccolte con gran cura per somministrarle alle coltivazioni: Questi fatti mi pare che provino ad evidenza l’ utilità delle orine nell’agricoltura, e per farsene una più chiara idea, basta rammentarsi di che constano i suoi ma- teriali, e qual sia la sua composizione. L’orina è una secrezione, la cui composizione è variabile, perchè varie sono le cause che alte- rano la proporzione dei suoi materiali solidi, però in media si può ritenere che un chilogrammo d’orina consta di grammi 975 d’acqua e 25 di materiali solidi tutti fertilizzanti in massimo gra- do. Secondo Le-Canu questi materiali solidi con- sterebbero di 12 d’urea, materiale il più ricco d’azoto di ogni altro, di 9 di sali minerali, che constano quasi in totalità di Cloruro di Sodio e Fosfati alcalino-terrosi, e 4 fra Acido Urico, e materie estrattive poco conosciute, però anch’ esse azotate. Conosciuta così la sua composizione ci si rende molto meglio ragione della sua grande uti- lità nell’agricoltura. Ma, mi duole il dirlo, in questo noi siamo più indietro dei Chinesi. Invece di raccoglierla come fanno essi, noi lasciamo che vada dispersa ; e siccome gli Zoochimici concorda- no che un individuo nel corso delle 24 ore emetta in media 1,300 grammi d’orina. Così può appros- simativamente calcolarsi che nella sola città di Firenze vadano annualmente disperse dagli orina- toi pubblici 7,300,000 chili d’orina contenente * 182,500 chili di materiali solidi eminentemente. azotati e fertilizzanti, cifra rispettabilissima che va perduta e che serve a fertilizzare.... l Arno Io però non conoscendo la ragione per la quale si fa tale e tanta dispersione, mi astengo dal far lamenti, lasciando agli agricoltori il ripiglare l’ar- gomento e trattarlo con quella diffusione che meri- ta. A me basta averlo accennato. C. PRATESI. NOTE BIBLIOGRAFICHE RECENTI PUBBLICAZIONI DONI-CAMBI L’ Amministrazione del Bollettino s’ incarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle altre, quando sia possibile, se ne permette gratuitamente la lettura. Storia delle scienze fisiche e matematiche in Italia e loro origini. L’egregio sig. cav. prof. "8 __—T_———r—/)—-——_tr;r;;;;+*g TT }Kw+#8#5 __r—r—r—_—_T*>*—_*!*:*:**'**E(cIS>!;:!1.-r.,. "ror——— ————r———r———_—t—r_— ——r—————————17———1#@21À11À24%À2%=4%na2z=z=2 A Stiattesi di Ceccano (Prov. di Roma) sta per pubblicare, sotto questo titolo, un opera divisa in 7 grandi volumi di circa 400 pagine ciascuno, al prezzo per associazione di L. 5 al volume. Chi desideri sottoscriversi può rivolgersi all’ autore od anche all’ agenzia di questo Bollettino. Bibliografia riguardante le acque potabili e minerali della provincia di Roma. Il Prof. R. Me- lî della R. Università di Roma con molta fatica e con non poca spesa ha consultato un gran numero di pubblicazioni riguardanti le acque della provin- cia romana, le loro sorgenti, composizione, pro- prietà usi ec. e ne ha pubblicata una interessante bibliografia corredandola di notizie e rettifiche, e tenendo anche conto delle varie ristampe. È un lavoro utilissimo, tanto dal lato storico che scien- tifico, pubblicato a spese dell’ egregio autore ed in numero limitatissimo di copie. Lavori di Chimica agraria eseguiti nel labora- torio chimico agrario annesso al laboratorio di chimica farmaceutica della R. Università di Siena, diretto dal Prof. C. Giannetti, nell’anno 1884. E una interessante relazione che l’ egregio Prof. Giannetti fa su 18 lavori eseguiti per conto del Comizio agrario di Siena, alla cui iniziativa e man- tenimento devesi il laboratorio stesso. Contiene inoltre la storia di questo laboratorio nei suoi 13 anni di vita. Quadro sintetico delle funzioni vegetali per il Prof. E. Tosî. Nello scorso anno l’ egregio auto- re pubblicò il Quadro sintetico delle funzioni ani- mati. che noi facemmo già conoscere ai nostri let- tori e che ha incontrato molto favore tra gli in- segnanti e studenti, poichè con esso resta facile il farsi una chiara idea delle diverse funzioni e degli organi che le compiono. Il quadro sulle funzioni vegetali che il Prof. Tosì ha ora pubblicato, lo crediamo degno della medesima accoglienza, perchè utile davvero a chi si occupa di Botanica elementare. Costa L. 1,00 e può acquistarsi anche presso l’ agenzia di questo Bollettino. L’ Ape ed i Fiori. Periodico mensile per la dif- fusione dell’apicoltura razionale. Si pubblica in Jesi e costa L. 2,50 all’ anno. L’ Eleveur. lournal hebdomadaire illustré de Zootechnie, Chasse, Acclimatation et de Médecine comparée des animaux utiles. Publié par une réu- nion d’ Agronomes, de Naturalistes, de Chasseurs, de Légistes, de Docteurs en Médecine et de Mé- decins Vétérinaires. Rédacreur en cheff Chev. Pier- re Mégnin, Rue de l'Hotel de Ville, 19, a Vin- cennes (Paris). Si pubblica cominciando dal Gennaio scorso. L'abbonamento per l’ unione postale e di L. 17,00 all’anno. Gli abbonamenti si ricevono anche presso l’amministrazione di questo Bollettino. Il Bacologo Italiano. Giornale tecnico com- merciale di bachicoltura ed industrie affini; diret- to dal Prof. V. Sîné con la collaborazione di di- stinti specialisti. Si pubblica tutte le domeniche e costa L. 8,00 all’anno o L. 4,50 per 6 mesi. Am- ministrazione in Casale Monferrato INVENZIONI E SCOPERTE Nuovo filtro da vino. Il sig. Dott. Ravizza del- la R. Stazione Enologica di Asti ha felicemente modificato il conosciuto filtro olandese in modo da renderlo sempre più bene accetto a chi desidera far una buona e lesta filtratura. Granate Harden per estinguere gli incendi. Nello scorso aprile il rappresentante della casa Harden ha eseguiti in Torino degli esperimenti per far conoscere l’ utilità delle granate Harden. Furono incendiate delle piccole masse di oggetti di diversa natura e quando il fuoco ardeva vi si gettarono sopra le dette granate e queste rom- pendosi sviluppavano tanto acido carbonico da spengere prontamente le fiamme. Salvagente a carbone di sughero. Mentre il sughero allo stato ordinario ha un peso specifico eguale a 0,080, quando sia ridotto in carbone sale a 0,238; così un chilog. di carbone di sughero può sostenere nell’ acqua da 10 a 12 chilog. di peso, e basterebbero 350 grammi di questo carbone per sorreggere un uomo vestito. Partendo da questi dati il sig. Bernhard ha immaginati dei corpetti ripieni di carbone di sughero e destinati a far ben galleggiare qualunque persona. Anemometro tascabile. E immaginato dal Sig. Biram ed ha l'aspetto di un orologio da tasca, nel quale il rotismo è rimpiazzato da una ruota a. palette e da un contatore di giri. Aperto l’ap- parecchio i due coperchi gli servono di base e la ruota a palette resta verticale ; in questa posizione sì colloca nel luogo ove si vuole misurare la velo- cità della corrente d’ aria. Mattoni di sughero. Polverizzando i cascami di sughero e mescolandoli con argilla, si sono for- mati dei mattoni molto impermeabili all’ umidità, ed adatti in special modo per rivestire ghiacciaie ‘ cantine e simili poichè impediscono l’irradiazione | del calore. Sono leggerissimi e sopportano per ogni centimetro quadro chilog. 3. 6, di peso. NOTIZIARIO È Morto a Brescia il benemerito Giuseppe Pa- storî, lasciando un milione di lire per l’ impianto di una scuola superiore di agricoltura nella pro- vincia di Brescia, oltre di 100 mila lire all’ Ospe- dale di Milano e 100 mila al Comune di Orzinuovi. Esplorazioni, spedizioni e missioni. La spe- dizione diretta dal capitano W. Glazier passando per il lago Itasca che si credeva essere la sorgen- te del Misissipi, trovò che al 47° 13! 25” di lati- tudine e circa 2 metri di altitudine sopra al detto lago, avvi un'altro lago di grandi dimensioni che può considerarsi la vera sorgente del Misissipi il quale avrebbe così una lunghezza di 5126 chilo- metri. Povere quaglie! Nell’Egitto si è fatta nello scorso mese grande strage di quaglie e se ne sono spedite in Inghilterra perfino 40 mila in una sola volta. L’oro e l'argento scavati nel 1884. Secondo la statistica pubblicata dal Direttore della banca di Nuova York nell’anno scorso e dalle diverse cave esistenti in tutto il mondo, si ottennero in totale 141,479 chilog. d'oro rappresentante un valore di lire 470,175,505, e chilog. 2,747,785 di argento per il valore di lire 571,088,663. La pro- duzione dell’ oro va sensibilmente diminuendo, mentre quella dell'argento è in aumento. Corse di cani. A Parigi il 6 corrente ebbe luogo la inaugurazione di un nuovo genere di Sport, le corse dei cani. Esse vennero effettuate al Campo di Marte ed a quanto ne dicono i giornali riuscirono animate e divertenti malgrado la piog- gia. Domenica 10 vi saranno le seconde corse di tal genere. Centennario della Dalia. Al palazzo di Cristal- lo in Londra si terrà una esposizione internazio- nale di Dalie per solennizzare il centennario da chè fù introdotta in Europa la Dalia. Fù lo spagnolo Vincenzo Cervante che trovò questo fiore nel Messico nel 1784 e ne inviò nel 1785 dei tuberi al sig. Cavanille, direttore del giardino botanico di Madrid, che lo battezzò con il nome che porta. Caccia. Nel Granducato di Lussemburgo discu- tendosi la nuova legge sulla caccia, si è aumentato il costo di porto d’armi e permesso di caccia, por- tandolo da L. 35 a L. 50 all'anno. Il Congresso alpino internazionale e quello degli alpinisti italiani che non poterono effettuarsi l’anno scorso, avranno luogo in Torino nei giorni 29, 30 e 31 del prossimo agosto e saranno seguiti da escursioni che dureranno fino al 3 settembre. Per maggiori dettagli rivolgersi in Torino alla se- greteria del Club alpino italiano. Concorsi. Un concorso internazionale di mec- canismi elevatori dell’acqua, avrà luogo a Lecce dal 15 settembre al 15 ottobre prossimi. Durantela esposizione internazionale di Anversa, che sì è già aperta, saranno tenuti concorsi in- ternazionali di animali e cioè: dal 27 al 30 giu- gno per le specie cavalline, e dall’ 11 al 16 luglio per i bovini, ovini, suini, conigli, e volatili. Esposizioni. La R. Società Toscana di orticul- tura con sede in Firenze, ha deliberato che dal 16 al 25 maggio corrente, nei propri locali annessi al giardino sperimentale, abbiano luogo 3 conferenze articole, una mostra di piante fiorite, mazzi di fiori recisi, frutta ed ortaggi, ed una Fiera di piante, di prodotti e di oggetti attinenti all’ orti- cultura. Una grande esposizione di gatti verrà fatta a Parigi verso la fine del corrente mese. Questa è forse la prima esposizione di tal genere, poichè dei gatti pochi se ne curano ed anzi vengono sem- pre malignati, quantunque ingiustamente. Questa mostra avrà luogo nella terrazza delle Tuileries, e la esposizione di cani che pure doveva effettuarsi in quel locale, verrà fatta sul Corse Za Reine dal 28 maggio all’8 giugno. A proposito di questa esposizione di cani, sap- piamo che la società per il miglioramento delle razze canine ha messi a disposizione del Giurì 10,000 franchi perchè li distribuisca in premi da L. 4000 a 500 Dal 14 al 17 maggio corrente anche a Tolosa avrà luogo una mostra di cani. A Palermo nel 1887 si terrà una esposizione in- ternazionale di vini. Un congresso con esposizione orticola nazio- nale avrà luogo in Roma nella primavera del 1886. Agli abbonati. Preghiamo gli abbonati che non lo hanno ancora fatto ad avere la compiacenza di rimetterci l’ importo del loro abbonamento, e que- sta preghiera la rivolgiamo specialmente a coloro che hanno da saldare l’ annata 1884 o le antece- denti. Tutti coloro che desiderano esonerarsî dal pagare l’ abbonamento in corso non hanno che a procurarci 3 nuovi abbonati, e qualora avessero già sodisfatta la quota di abbonamento, potranno scegliere per il valore di L. 3 in oggetti posti in vendita nelle pagine del Bollettino. € “30 possedere detto filtro, e per ciò ci siamo messi in rapporto con la casa d A ' ’ ut 4 ; : rue Di 1 pale x i ] ANS ‘ 4 MSI STEIN, x e a { Li PRet PAT RAZIONE MS ID a Tr di un terzo nuovo abbonamento gratis. A chi ci favorirà un nuovo abbonato daremo “A - -0090-=—_ Nello scorso fascicolo, alla rubrica Invenzioni e scoperte parlammo del filtro portatile Kantze; alcuni abbonati ci hanno mostrato desiderio di Marzocchi, unica per la fabbricazione di filtri portatili riconosciuti uti- lissimi da molti istituti e privati ed anche dal nostro governo che gli __—aadottati per l’esercito, sommistrandoli alle truppe di presidio ad Assad. Prezzo del filtro completo L. 8,50 e L. 9,20 franco di porto nel regno. Questo filtro si immerge nell'acqua impura, quindi si aspira da ap- ‘posito beccuccio e si ottiene l’acqua completamente purificata e limpida. | 8, BrocI Direttore responsabile A (33 PT, ME PITTRICE Mi sian Ae = Stena, Giugno 1885. N. 6 ASINI VININENIX IXSINSNINISAINAININSINSNSNSN ANSNEINIRINSINLNANAS" BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE, ALLEVATORE, COLTIVATORE PERIODICO MENSILE Abbonamento per tutti i paesi dell’ Unione postale, L. 3 all'anno. 1t._1rr_r.rrrrr—_——————————————————————É——É—É——__ÉT8T — mm ___m_.1 RNA N NANTNINERDII NA NANHNA IE NLDLNISNA NA NL NAGANNA NA NSA NI NINSINNH NA SLI XNANEPNC/ISONEI SOMMARIO. — Richieste, offerte 6 domande di cambi. — Comunicazioni : Giubbileo d’ oro di Dzierzou. Echinodermi fossili. Api fossili. Fillossera fossile. Ancora sulla disposizione delle pian- te negli erbari. Osservazioni ornitologiche. Inzengaea asterosperma. — Sulla oviparità dei mam- miferi monotremi. — Gli eucalitti. — Colombicoltura. — L’ Acido salicilico e le sue applicazioni. — Insegnamenti pratici: — | sostegni per le viti. Alfta epizootica. — Note bibliografiche : Note Geo- logiche sul bacino del Samoggia nel bolognese. Del Zifioide fossile. Dioplodon e Mesoplodon fossili. Manuale ittiologico del Mediterraneo — Litologia. Correzioni. Sulle superfici della Dolomite ece. Meteorites du gabinet de mineralogie de Bologne. Ranae fuscae del veneto. Saneamento de Barcel- lona. Resoconto. Notices sur les moeurs des Batraciens. Giornali. — Invenzioni e scoperte: Nuovo albero del cotone. Forza motrice distribuita a domicilio. Misuratore automatico per la profondità dei mari. Tessuto di piume. Macchinetta per togliere dalle viti i cartocci del puntarolo. Azione dell'acido nitrico sulla carta. Nuovo meccanismo per tiratura e torcitura della seta. Un aratrino volta orecchio. — Notiziario: Spedizioni esplorazioni e missioni. Testamento a favore delle bestie. Ricerca di cavalli-stalloni. Concorsi. Congressi. Esposizioni. — Ricevute. — Avvisi diversi. SSL SSISSSE LS IL LISI SILITIS MANNA RICHIESTE, OFFERTE DEMANDES, OFFRES E DOMANDE DI CAMBI ET DEMANDES D'ÉEÉECHANGES fra gli abbonati entre les abonnés Quando non v’ è speciale indirizzo rivolgersi all’ ammini- Quand il n y a pas d’ adresse spéciale s’ andresse à 1 admi- strazione del Bollettino. Pagamenti anticipati. nistration du Bulletin. Payementes è 1’ avance. 127. Due bellissimi uccelli imbalsamati per | acquistare: Collozoum a L. 0.50 l’ uno — Hydro- ornamento : Per L. 23, si vendono due Aironi, uno | #eduse da L. 1 a 3 l'una — Saîpe da L. 3 a 4 rosso e l’altro cenerino. Sono animali molto belli | l’ una. S. BROGI - Siena e curiosi con gambe lunghe circa 30 centimetri, 130. Est par erreur qui M. le Dott. Putzeys (Rue des Champs-Elyses 31 Bruxelles — Bel- i i del dell giques) nous avait ecrit qu’il s’ occupait en co- di penne acuminate sul capo, alla fine del collo e e dorlornt de cletpgr sopra le ali; occhio grande piallo vivo. i °©- | lusques de son pays, contre des mollusques dautres nerino (Ardea cinerea) è di colorito generale bigio | Jocalites. sfumato e macchiato elegantemente di bianco e 181. Sono in vendita alcuni dei curiosi ed in- di nero; quello rosso (Ardea purpurea) è color | teressanti topi delle piramidi (Dipus gerboa) le di rosso castagno sfumato ed elegantemente mac- | cui zampe posteriori sono lunghissime (circa 20 chiato di bianco bigio e nero. Sono. montati su | centim) mentre le anteriori sono molto corte. base lucida. L’ animale imbalsamato costa L. 20, 50 lo sche- Si vende pure imbalsamato lo strano uccello | letro completo e montato L. 22, 50; franchi di detto corvo di notte (Nycticorax grisea) bello an- porto. Ve ne sono anche conservati in alcool. che esso per ornamento nei salotti; montato su 132. Si acquistano 400 o 500 occhi di Cycas re- base lucida L. 8. voluta (getti di detta pianta). Se ne accettano 128. Ala direzione deî giardini comunali al | anche quantità minori. Pincio în Roma, si vendono 6 cigni dell’età di 133. Il Sig. Angiolo Petri (Via dei Tufi. 1. Siena) oltre due mesi, al prezzo di L. 40 ciascuno, e semi | offre delle uova fecondate di Gallina di Faraone, di Chamerops humilis e di Chamerops excelsa, al | in cambio di uova di Fagiani o di altre Galline prezzo di L. 3 il mille. di buone razze. Dirigersi al Sig. Carlo Police. 134. Due bellissimi gruppi stallattitici di calcite 129. Si avvertono quei Signori Professori che | in nitidi cristalli a dente di porco; il più grande | ne avevano fatta richiesta, che presso il gabinetto | che pesa 4 Kil. si vende per L. 10, ed il più pic- | di Storia naturale del sottoscritto, si possono ora | colo di Kil. 2, L. 4 franco di porto. collo circa 40 e becco 15; hanno elegante ciuffo 135. Vova di Galline di Cocincina fulva, bianca, concon; di Brama pootra; Darking ; di Padovane dorate, argentate bianche, ermelinate, camosciate, nere con ciuffo bianco ; di Polverara, di Crévecour, di Houdan, di Campine argentate, di Maggi ; di Boutam dorate, argentate, nere ; di More, di Nau- gasaki, di Galline seta. Le uova costano Cent. 50 ]’uno, l’ imballaggio cent. 50 per ogni dozzina o frazione di dozzina. Uova di Fagiani: Argentati a L. una, Dorati a L. tre, Lady Ambherst a L. 5 ciascuno. Tutte le specie sono poste in condizioni spe- ciali perchè sia effettuata la fecondazione delle uova, bensì non sî garantisce la nascîta di esse. Dirigersi a! Giardino di Acclimatazione di Ip- polito Desmeur a Firenze. 136. 12 Ség. L. Failla di Castelbuono (Sicilia) ven- de i seg. Lepidotteri siciliani: Tha?zs v. poltymnia L. 2,00; Anthoe ab. turritis L.0,50; L20. cettis 1,00; Me%it. v. meridionalis 0,50; Melin. Tapiîgià 0,50; phèrusa 1,00; plesaura 2,00; Satyr. v Aristaeus 0,50; Epin. v. lupînus 2,00; Thycis diaphana 1,00; Hydroe canthenes 3,09; Agrotis cantographa 0,25 ; var cohaesa 0,50 — Mammiferi: La rara Ar»vi- cola nebrodensis L. 5,00. 137. M. Leon Charpy, conservateur du Musee d’Annecy (Haute Savoie France) offre en echange: Des Roches eruptives des Vosges et des Alpes francaises — Des Mineraux — Des fossiles Cretaces, Jurassiques et Liasiques — Des coquiles terrestres et fluviatiles de France — Des objets lacustres et prehistoriques. 138. M. E. Deschamps, è la Régie des Tabacs à Salonique, demande a echanger des especes du genre Helix. Envoyer oblata et desiderata. 139. Sono in venditaa diversa Emberizia cyr- rhuloîdes Pall. uccise nello scorso febbraio al lago di Montepulciano (Toscana) I maschi costano in pelle L. 3, montati L. 4, 50 e le femmine in pelle L. 2, montale L. 3. 140 On offre Cetonia: fioricola, afflnis, aurata, pisana, lucidula, morio, stitica, hirtella, en echan- ge d’austres especès de Cetonia ou d’ autres objetes d’ histo' re naturelle S° an resser a S. Bro- gi naturaliste a Siena. 141. Semi d’ortaggîi a C. 15 il pacchetto. Fagiolo rampicante a baccelli lunghissimi — Fagiolo bianco senza fili — Fagiolo d’ Algeri per cornetti — Fagiolo della Cina giallo fertilis — Fagiolo Friolet fertili. — Fagiolo panciuto di Praga per cornetti — Fagio- lo rosso precoce per cornetti — Lattuga bionda d’au tunno — Lattuga imperiale — Lattuga piccola di primavera — Lattuga rossa — Lattuga sanguigna — Lattuga verde romana — Melone ananas d’ Ame- rica — Melone bianco del Giappone — Melone brodè a polpa verde — Melone contaloup a polpa verde — Melone contaloup grosso — Melone con- taloup moscatello — Melone contaloup nero di Carmes — Melone di Cavaillon a p. rossa — Me- lone verde rotondo — Navone bianco piatto pre- cocissimo — Navone d'Olanda giallo precoce — Navone lungo bianco — Navone roseo del Palati- nato — Navone rosso precocissimo — Peperone grosso quadrato dolce — Peperone rosso lungo — Peperone tomates rosso — Petronciana bianca lun- ga — Petronciana mostruosa — Pretonciana violetta tonda — Prezemolo grande di Napoli — Preze- molo nano arricciato — Ravanello d° estate bianco — Ravanello d’estate giallo — Ravanello d'inverno nero lungo — Ravanello grosso bianco — Ravanel- lo mezzo lungo roseo — Ravanello mezzo lungo scarlatto — Ravanello nero grosso d’ inverno — Ravanello scarlatto precoce — Pisello nano pre- coce — Pisello nanissimo d’ Olanda — Pisello nano reale grossissimo — Pisello nano zuccherino — Pisello rampicaute di Olamart — Pisello rampicante quadrato grosso — Pisello rampicante Marlis gros- sissimo — Pisello rampicante a baccelli gialli — Pisello mangiatutto — Pisello mangiatutto nano ' precoce — Pisello mangiatutto giganteo a fior violetto — Sedano comune — Sedano imperiale a coste larghissime — Sedano pieno precoce — Sedano rapa — Sedaro violetto di Tours — Zuc- ca a collo torto precoce — Zucca Baretta — Zuc- ca courgeron di Ginevra — Zucca di Iokoama — Zucca di Valparaiso — Zucca Mammoth enorme — Zucca marina grossa bianca — Zucca marina rotonda gialla — Zucca piena di Napoli — Zucca potiron grossissima — Zucca rosso vivo grossa — ?ucca zuccherina del Brasile. Semi d’ Alberi ed Arbusti a C. 15: Acacia hor- rida; longifolia; lunghissima; mucronata ; ornata — Acer austriacum; macrophyllum; negundo; opulifolium; pseudo-platanus — Alnus communis; incana — Amorpha fragrans; fructicosa; Lewisi; mycrophylla — Berberis dulcis ; elegars; Tamesoni ‘ — Betula Alba — Benthamia fracifera — Bignonia catalpa — Calycanthus precoy — Calicarpa to- mentosa — Ceratonia siliqua — Cityns laburnum — Clematis vitalba — Clematis viticella — Crate- gus glabra; nepalensis — Colutea arborescens; crocea; cruenta — Desmodium Incanus; nutans — Deutzia crenata fl. pleno — Gonista elegans ; scoparia; tinctoria — Gleditschia horrida — Gle- ditschia chinensis — Glycine sinensis — Kebren-. theria paniculata - Eaurus cerasus indica. MR i La 7A LIA Comunicazioni - Proposte - Domande Risposte In questa rubrica gli abbonati hanno diritto ad una ?nser- gione gratuita di 3 linee per ogni numero, per scambiarsi schiarimenti, informazioni, consigli e questioni da risolvere. La direzione, quando le sia possibile e lo creda opportuno, accorderà l'inserzione gratuita per pubblicazioni anche molto più lunghe. i dà e a 83 rr _ E. zE:àgày*<@EEEEE: Communications-Propositions-Demandes Reponses Sous cette rubrique, les abonnés ont droit à une insertion gratis de 3 lignes par numéro, pour, |’ échange d’ explica- tions, d° informations, de conseils et de questions d resoudre. La direction pour ce qui lui sera possible, et quand elle le jugera opportun, accordera encore l’ insertion gratuite pour des pubblications bien plus étendues. CNAINAINANA NANA NASTNA NADA Giubileo d’oro del celebre apicoltore Dzierzon. Con piacere pubblichiamo la seguente circolare diramata dagli apicultori tedeschi. Onorare Dzier- zon, l'inventore del Favo mobile, è un dovere anche per noi italiani e siamo certi che le nostre Socie- tà apistiche i Comizi gli istituti e le associazioni agrarie non mancheranno di festeggiare, in qualche modo, in questa occasione, il celebre apicoltore, e di esternargli i sensi della loro ammirazione. Ecco l’ invito: Stimatissimi colleghi di tutti è paesi e di tutte le lingue. < Il più grande conoscitore delle api dei tempi passati e dei tempi moderni è il Dott. Giovanni Dzierzon e il suo alveare a favo mobile sta là, sino ad oggi, non superato. » « Non abbiamo bisogno di far noti i meriti del vecchio e gran maestro; poichè una schiera nu- merosa e rispettabile di discepoli portò già da lungo tempo la teoria e la pratica del maestro in tutti i paesi civilizzati della terra. » « Già il fanciullo e giovinetto Dzierzon era un amico delle api; mà solo dall'anno 1835 prese il parroco Dzierzen a Carlsmarkt a coltivare le api. È quindi nell’anno 1885 che cade il giubileo d’oro d’apicoltore del maestro. Il 29° Congresso nomade a Konisberg in Prussia ebbe il delicato pensiero di scegliere la città di Liegnitz in Slesia come Sede del 30° Congresso nomade, per celebrare la festa del giubileo .nella provincia nativa del vecchio maestro. » « Stimatissimi Signori e colleghi di tutti i paesi e di tutte le lingue! A noi, scolari del vecchio maestro, a render manifesto nel 30° Congresso no- made a documento di tutte le generazioni venture, che in ogni petto di apicoltore batte un cuore ri- conoscente. I sottoscritti si sono riuniti per ri- volgere a tutti i discepoli ed amici del vecchio e grande maestro, qualunque sia il paese dove abi- tano, come pure a tutte le Società sia centrali che speciali, la cordiale ed amichevole preghiera. Predisponetivi, o carissimi colleghi e amici del- l’apicoltura al Giubileo d’ oro d' Apicoltore del vecchio Maestro Dott. DZIERZON. « Venite nel settembre venturo a Liegnitz al 300 Congresso nomade degli apicoltori Austro-un- garici-tedeschi e animati da sentimenti di .icoro- scenza rallegratevi con noi nel giorno d’ onore del maestro. » Chi onora il Maestro onora sè stesso. « Resta in facoltà di ogni singolo apicoltore e di ogni Società, la scelta e determinazione del modo di prender parte alla festa. Solo dobbiam pregare, onde poter rimanere nei limiti del tempo stabilito per la festa giubilare e non esporre il festeggiato ad una tensione di spirito eccessiva, a non volergli tenere lunghi discorsi, bensì a trasmettergli le fe- licitazioni per iscritto. La Società generale degli apicoltori della Slesia ha nominata una Commis- sione incaricata delle disposizioni relative alla par- tecipazione della Società slesiana alla festa. Chi bramasse maggiori spiegazioni si rivolga alla Com- missione del 30° Congresso nomade. » « Il sig. Prof. Bayer in Liegnitz (Taverstrasse 19) è l’incaricato per l'accettazione di tutto quello che i privati e le Società volessero per avventura presentare al Gran Maestro nel giorno della sua festa. > W. VoGEL, vice Presidente perpetuo del Congresso nomade. Echinodermi fossili. L’ egregio Sig. Prof. R. Meli della R. Università di Roma, ci comunica di aver rinvenuti bellissimi esemplari di Echinodermi nelle rocce plioceniche, che formano costa elevata sul littorale romano presso Anzio e Nettuno. Spe- cialmente le arenarie giallastre, dotate di varia coesione, che devono riferirsi alla parte superiore del pliocene recente e che sul luogo vengono in parte impiegate come materiale da costruzione col nome di macco, racchiudono numerosi e ben conservati echinodermi. Ora il prof. Meli sta stu- diando i fossili che vi ha raccolti e, tra gli Echi- nodermi, ha fin quì riconosciute le seguenti specie: Dorocîidaris papillata Leske (Cidaris) Echinus melo Lam. « sardicus Leske (Echinometra) Psammechinus (cfr. Psam, mirabilis Nicol.) Sphaerechinus granularis Lam. (Echinus) Arbacia (cfr. Spadae Desor) B4 ì Brissus unicolor Leske (Spatangus) Echinocardium cordatum Penn. (Echinus) Schisaster canaliferus Deslong. (Spatangus) « Scillae Desmoul. Hemiputagus (sp?) Spatangus Rhodi Cott. « Desmarestì Mùnst. Oltre le sopraindicate specie, il prof. Meli ha osservato un’ esemplare di echinide, da esso rico- nosciuto spettare allo Styrechinus Scillae Desmoul. (Echinus), conservato nella collezione di fossili del R. Istituto Tecnico di Roma come proveniente da Anzio ed un frammento di Clipeastroide, da esso riferito all’ Echinolampas hemisphaericus Lam. (Clypeaster), che trovasi nella collezione paleon- tologica della R. Università di Roma parimenti colla medesima provenienza. Peral:ro 1 esame del- la roccia, che aderisce ai due fossili. gli ha dimo- strato che entrambi non provengono dal giacimento di Anzio e che quasi con certezza l’ Echinolampas hemisphaericus è da riferirsi invece all’ omonimo macco di Palo (pliocene inferiore) Di quest'ultima specie furono raccolti dal Meli più di una ventiva di esemplari sulla sommità del Monte Mario (Roma), alla quota di 13].m sul mare, negli sterri eseguiti per le fondazioni del fortino costruitovi, qualche anno fa, dal Genio Militare. Api fossili. Nei terreni terziari, in specie mio- cenici, si riscontrano, secondo T. W. Cowan, molti imenopteri fossili, fra i quali l' Apîs Ada- mitica. Già in quell’ epoca remota, molte piante nettarifere. ch’ egli cita, e che ora si distinguono fossilizzate nelle argille, potevano provvedere al- l’esistenza degli insetti, prima assai della com- parsa degli uomini sulla terra. Presso le abitazioni lacusteri dell’epoca preistorica, non sì trovarono attrezzi attinenti all’ apicoltura, e se quei popoli facevano uso di miele è probabile che se lo s.eno procurato dagli alberi abitati dalle api. Dott. ANGELO DABINI. Fillossera fossile. In una comunicazione fatta all’ Accadervia delle scienze di Parigi, il Dott. Le- moine, ha presentate delle impronte di foglie fos- sili di vite, trovate nel calcare eocenico di Sezanne (Francia). Egli ritiene che trattisi di una specie sconosciuta, che denomina Vitis Balbiani. Fra le altre particolarità fa osservare su quelle impronte certe depressioni che presentano una grande so- miglianza con le galle fillosseriche ‘delle viti at- tuali, e crede, che sieno state prodotte appunto da nna specie di fillossera che già a quei tempi, tanto remoti, danneggiasse la vite. Ancora della disposizione delle piante negli cen erbari. Nel N. 4 del suo Bollettino leggo un arti- coletto del Signor Muller sul nuovo sistema del chiarissimo naturalista Touchet, intorno alla di- sposizione delle piante negli erbari, o meglio del modo di attaccare i cartellini. Anch'io sin dal 1880 ho ideate un metodo per la disposizione degli esem- plari che vo raccogl’endo per il mio piccolo erbario. E poichè mi sembra anch’ esso molto semplice e rispondente allo scopo precipuo ch’ è quello di trovar subito la pianta che si desidera senza scartabellare i volumi, le sarei gratissimo, s' Ella volesse farne cenno nel Bollettino. Io attacco a ciascun foglio, in alto, e non in basso, un cartellino, che contiene il nome scien- tifico, se la pianta è annua, bienne, perenne, il nome o i nomi volgari, la classe, l’ ordine, il ge- nere, il te npo della fioritura, il luogo e il tempo dove e quando fu raccolta. Al cartellino che segna i il limite fra un ordine e l’altro, è attaccato un | pezzettino di carta rossa che portante un numero progressivo in cifre romane, sporge fuori l’erbario. e si riferisce al numero convenzionale dato a cia- scun ordine in un apposito elenco nnito al primo volume. Per Il gerere segno lo stesso metodo, scri- vendo il numero in cifre arabe e servendomi di cartellini verdi. La ricerca di una singola pianta mi è più age- vole ancora, poichè in alto il cartellino bianco porta il numero progressivo del posto che occupa l'esemplare, numero che risponde al posto che tiene la pianta nella Flora di cui mi servo, e sic- come detto numero è in alto e basta appena sol- levare un piccolo lembo del foglio per leggerlo, è facile anche, da un volume che contenga molti esemplari, estrarre quell’uno che serve. Ogni vo- lume su d’ un cartellino attaccato alla tavoletta superiore, porta il numero del primo esemplare e quello dell’ ultimo. Savigliano. Prof. DE LUCA FRANCESCO SAVERI.O Osservazioni ornitologiche. Il 5 aprile p. p vidi sul Po tre Beccaccie di mare (Haemantopus ostra- legus); di queste potei avere un solo esemplare. Il 21 detto uccisi un Ardeola Ralloides pure nel Po e vidi nna Anitrella bianca che non potei cogliere ne riconoscere. i Il 26 detto vidi due Numenius phaeopus. Il 10 maggio p. p. uccisi nelle risaie inondate un Himnatopus candidus maschio con la testa af- fatto bianca e potei osservare per parecchie ore di seguito uno Strepsélas interpres che era in com-. pagnia di parecchi Totanus canenscens. 4 ll 14 detto osserva’, pure un Larus leuco- phaeus. Mo: i Cremona giugno 1885. O. FERRAGNI. | | = ia 4 ca È Il Sig. Prof. Ranieri Reali della R. Università di Camerino, sul finire del novembre passato, acquistò in quel mercato un bellissimo esemplare di Beccofrosone (Ampelis garrulus Lin) maschio adulto, che ora conservasi nella raccolta ornitolo- gica di quella università. Esso era stato ucciso a Mergnano, poco distante da Camerino, a circa 450 metri sul livello del mare. Nella seconda metà dello scorso maggio furono veduti a Montealbuccio, presso Siena, 8 storni rosei ‘ (Pastor roreus Lin) dei quali ne furono presi due; uno, maschio, è tuttora vivo presso il Nobil Sig. Antonio Cinotti, e l’altro, femmina, fu dal mede- simo a medonato ed ora fa parte della mia col- lezione ornitologica. Siena Giugno 1885. A. DEI Inzengaea asterosperma. È un nuovo fungo pa- rassita delle Olive, scoperto dal Sig. A. Borzi di S. Filippo del Melo. Ne è stato fatto un nuovo genere degli Ascomiceti, ed è molto prossimo agli Euphomyces. Sulla oviparità. dei. Manmilri Nonotrem Vige attualmente in iscienza una importante questione, relativa alla presunta scoperta della oviparità dei Monotremi, fatta dal Sig. M. Caldwell e comunicata telegraficamente dal Prof. Liversidge alla associazione Britannica di scienze naturali, e della quale si sono recentemente occupati parecchi giornali scientifici, italiani ed esteri. Tale scoperta non può dirsi assolutamente nuo- va. Essa da lungo tempo è conosciuta, ma dibattuta altresì fra i naturalisti. 1 Monotremi, infatti, relegati come sono in lon- tane regioni, (1) rari piuttosto e non molto acces- sibili agli studi dei naturalisti, lasciarono questi per molto tempo incerti su qualche punto della loro organizzazione. Indipendentemente però dagli (1) fl gruppo dei Monotremi od Ornitodelfi, come è noto, è ristrettissimo, ed è costituito da due sole specie viventi cioè: V Ornitorinco (Ornithorhynchus paradoxus, Blum. 1796; Pla- tipus anatinus, Shaw) e l’ Echidna (Echidna hystrix G. Cuv. Myrmecophaga aculeata, Shaw 1792); di quest’ ultima taluni ammettono come specie distinta 1’ E. setosa, G. Cuv., che altri considerano come semplice varietà. Un’ altra specie è stata descritta recentemente dal Gervais sotto il nome di Acantoglos- sus Bruyni (Bruijnia tridactyla, Dub.) che differisce dall’ Echi- dna per un becco più affilato. Vivono tutti nell’ Australia e nella Terra dî Van-Diemen (Tasmania). Non si conoscono avanzi fossili, di questi animali, se si eccettuino i resti di un Echidna trovati nei terreni quaternari dell’ Australia. (Vogt, ne Mammif. p. 537). 85 altri caratteri, quello che ha più occupato gli scien- ziati è stato il modo con cui questi animali sì ri- producono. È stata questione cioè se i Monotremi fossero viîvipari, come gli altri Mammiferi, ovvero ovo-vivipari, od anche semplicemente ovipari. Ciascuna di queste tre opinioni ha avuto i suoi seguaci, ed ognuno di essi ha creduto di trovare fatti ed analogie sui quali appoggiare la propria credenza. Riguardo all’ Ornitorinco, l’ opinione più anti- camente emessa, e forse più accreditata, sembra quella della oviparità La quale è stata sostenuta da parecchi naturalisti eminenti come il Lamark, il Latreille, il Vander-Hceven, il Geoffroy Saint Hilare (Et.) ed altri. Il Lesson, nel suo manuale di Mammologia (Paris 1827) a pag. 3 dice: /ra è vi- vipàri V Ornitorinco fa eccezione perchè emette uova; ed a pag. 319, nel relativo articolo su questo animale, afferma che diversi naturalisti lo credono oviparo, mentre altri lo ritengono viviparo; ed aggiunge più sotto che an Sig. Murdoch ed altre persone certificano di averne trovate le uova; e che il Sig. Patrick-Hill afferma di avere trovato, nell’ovario sinistro di una femmina, un uovo giallo della grossezza di un pisello. Ma anche se ciò non bastasse, Sir Iohn Iamison (Linn. trans. XII p. 585) prima ancora del Lesson, affermava l’ oviparità dei Monotremi; oviparità che era anche ammessa dal Rev. Dott. Fleming (Philos. of Zoo]. Il, 1822, p. 215; ediz. ital. p. 313-14.), e della quale, egli dice, non si può serbar dubbio, essendosene trasmesse a Londra le uova. (1) Però chi concorse maggiormente all’ afferma- zione della oviparità dell’ Ornitorinco fu il Geoffroy Saint Hilaire, il quale cominciò a propugnarla fino dal 1882, proponendo arche una classe distinta pei Monotremi. In seguito lo stesso pubblicava nel 1829 una apposita memoria (Ann. del Sc. nat. t. XVIII p. 157.) nella quale, oltre la descrizione delle uova dell’ Ornitorinco, ne diede pure la re- lativa figura. Questi fatti relativi alla oviparità dei Monotremi ed in ispecie dell’ Ornitorinco, ad onta dell’ auto- torità delle persone che l’ affermavano, furono in seguito quasi dimenticati; e se qualcuno dapprima li tenne presenti e li ricordò nelle classazioni, og- gi non se ne parlava quasi più e la viparità con- tinuò ad essere considerata come principale at- tributo della intera classe dei Mammiferi. (1) Vedi lettera pubblicata dal Prof. Theo-Gill nel Science di Cambridge (n. 93), tradotta quasi per intero nel giornale italiano « La Natura » 21 Dic. 1884 p. 387. — Vedi pure Fle- ming; Filosofia Zoologica, traduz. ital., Pavia 1829. | nella persistenza di altri scienziati, fra cui Blaia- | ville, Meckel, Owen, Brehm ecc., di ritenere i . Monotremi a riproduzione vivipara ; naturalmente — fondando la loro credenza sopra idee preconcette di analogia, e forse anche dando soverchio peso | alle osservazioni negative del Bennett, che avendo Da | trovato tre piccoli nella tana «li un Ornitorinco lo dichiarò addirittura viviparo. (1) cominciarono più Ma È Ulteriori studii e confronti ‘tardi a portare un poco di luce sull’ argomento. Si cominciò quindi a piegare verso l’ opinione del- l'Everard Home, il solo che dapprima sostenesse l’ovoviviparità dei Monctremi. Ma anche questo modo «li vedere, benchè più vicino al vero, non era esatto. i Il Martin-Saint- Ange (Etude de | App. repro- duet. dans les Vertebrès, Paris 1854, p. 40), pur accennando l’idea della possibile ovi carità dell’ Or- nitorinco, sì dimostra in ultimo più disposto ad | accogliere l' ovoviviparità di questo animale, che egli assomiglia, sotto questo rapporto, alla Vipera ed al Mustelus; anche lo Chenu (Enciclop. d’hist. nat. Marsup. et Monotremes p. 350), considera i fici come ovovivipari ; ed infine, per tacere d'altri, lo stesso Prof. R. Owen, seguace dapprima della viviparità, si dichiara in seguito, nella sua È — splendida Anat. compar. dei Vertebrati, (vol. II, — 1866, pag. 275) per l’ovoviviparità di questi cu- x | bi x î riosi e strani animali. DI Questi ì fatti principali che precedettero l’ at- tuale scoperta; questa la storia sommaria di quan- Ì to si riferisce alla riproduzione dell’ Ornitorinco. | Ed ora passiamo all’ Echidna. L L’Echidna, non meno dell’ Ornitorinco ha oc- r cupato la mente dei naturalisti. I quali comincia- rono dapprima col descriverne gli organi genitali, i ma poco o nulla sapevano intorno al suo modo «di ovulazione e di sviluppo embrionale. Dai più «intanto veniva considerata come vivipara e con è forma di riproduzione analoga a quella dei Mar- supiali. Il venerando Prof R. Owen è quegli che più di tutti ha concorso a'lo studio ed alla conoscenza . dello sviluppo dei Monotremi, ed in ispecie del- | l’Echidna. Egli fin dal 1865, descriveva (Trans. of the Royal Soc.) le tasche marsupiali di questo DSS animale ed un feto immaturo trovato in una di 7 esse. Le quali tasche, negate fin’allora e da talu- | ni fino adesso, sono in.numero, di due,,a differenza (1) Brehm, L hiv Wp:1350. iene"; Me. La spiegazione di questa incredulità la troviamo | dei Marsup a vita degli Animali, I Mammiferi II} 1872; ed incapaci di contenere l’intero. mero I resta colla sola testa e le estremità anteriori, men- tre il rimanente del corpo viene solamente coperto dal pelo della madre. (1) In seguito a questa V Owen pubblicava altre memorie sullo stesso argomento. In una di tali note, comparsa recentemente (Ann. and maga. of nat.hist. p. 373, Dic. 1884), il dotto anatomista inglese fa conoscere i resultati di studii fatti sugli organi femminili di un’ Echidna cattura- ta in settembre. Nella quale l’ Owen, dice di aver trovato un uovo per parte, in ambo gli uteri, senza nessuna aderenza colle pareti di questi; tali uova erano voluminose e presentavano uno spessore- notevole nella tunica esterna, la quale offriva solo. una leggiera traccia di vascolarizzazione. Da tali: dati |’ Illustre Professore traeva argomento per- concludere che quelle uova dovevano essere emesse: in iale stato e che quindi l’ Echidna doveva essere. ovipara In questa induzione l’ Owen si trova con- fermato dalle osservazioni del Dott Haacke Diret-. tore del Museo Zoologico di Adelaide (Australia) ; il quale in una lettera pubblicata nel South Austra- lian Register (8 Sett. 84\, afferma di aver trovato, in una Echidna histrix vivente ricevuta il 3 Ago- sto, un uovo nella borsa mammaria, il quale, ben- chè decomposto, forse per lo stato di cattività della madre, pure prova a sufficienza la sua teo- ria che l’ Echidna, quantanque animale allattante la prole, pure partorisce uova che vengono in- cubate nelle tasche addominali. di questo ani- male Da quanto si è detto risulta chiaramente come la questione non sia nuova, e che nemmeno. tale possa dirsi a rigor di termini la scoperta del Cal- dwell; essendo essa stata già affermata positiva- mente da altri autori e sopratutto dal Geoffroy Saint Hilaire che descrisse e figurò persino le uova dell’ Ornitorinco; e. recentemente dal Prof. Owen: e dal Dott. Haacke, che affermarono positi* vamente colle loro osservazioni, l' oviparità del- l’ Echidna: Per: cuircò sembra: uni poco. azzardata l''espressione-del’ Caldwellquando afferma; essere: affatto sconosciuta (absolutely unknown) l’'embrio- logia dei. Monotremi. — Ciò. non toglié però cha. la; sua scoperta. abbia: una. grande. importanza, sia, per la conferma definitiva dei fatti precedenti, sia per l'affermazione novella della segmentazione’ parziale delle uova di questi esseri. 1 Ecco pertanto.i. risultati.a.cul è giunto. “Pa (1) Védi' Owen, Ciinpe Amat. Soa un pi7r ne Pad 603. È 1 Siti mai n Sr sono | ste ipizzata al inni dl « pera Herald » in ia del 16 Settembre 1884. « Il Caldwell dopo aver detto che l’ embriologia dell’ Ornitorinco e dell’'Echidna è attualmente as- solutamente sconosciuta, aggiunge cha le due for- me sono ovipare; con nova ricche di vuorlo di nutrizione e conseguentemente con segmentazione parziale (uova meroblastiche). «Le uova sono partorite in uno stato di svilup- po uguale a quello di un pulcino di 30 ore, e sono contenute in un guscio bianco, forte e flessibile ; esse misurano circa 3[4 di pollice nell’ asse mag- giore e 12 pollice nel minore. Le due specie però .differiscono rispetto al numero delle uova che ‘emettono, ed al modo di incubazione. L’ Echidna infatti emette un solo di queste uova, il quale si svolge nella tasca ventrale, mentre 1’ Ornitorinco ne emette due (1) che colloca nel nido all’ estre- mità di una tana. » Così vengono risolute le principali controversie intorno la riproduzione dei Monotremi, e la loro oviperità definitivamente ammessa. Solo resta a sapersi il periodo di incubazione di queste uova, e se l’ Ornitorinco come pare, le cova a guisa degli uccelli, e se infine esso allatta realmente la sua prole come ritiene 1’ Owen (b. c. p. 763. Infatti mancando questo animale di una inffossatura mam- maria particolare, ed essendo provveduto di glan- dole mammarie e senza capezzolo, come l' Echidna, deve adoperare un meccanismo tutto speciale per fornire il latte ai suoi neonati; latte che forse si spreme da se come è stato supposto da alcuni, e come credesi, avvenga anche nei cetacei. La constatazione definitiva di questi fatti, se non muta radicalmente la sistematica dell’intera serie dei Mammali, che resta sempre abbastanza bene distinta nei soliti tre gruppi di Placentali, Marsupiali e Monotremi; non potrà dirsi certa- mente lo stesso riguardo alla loro diagnosi gene- rale. Infatti anche in trattati recentissimi di Zoolo- gia troviamo i Mammiferi definiti indistintamente come vivipari; mentre d'oggi innanzi dovremo invece necessariamente definirli a riproduzione vi- vipara (Placentali), sud-vivipara 0d ovo-vivipara (Marsupiali) ed ovipara (Monotremi). Concluderò infine questa breve rivista col dire che l’ affermazione di questi caratteri viene a ren- dere ancor più manifeste le affinità dei Mammiferi (1) Questo numero crediamo vada accettato con riserva, e | non in modo assoluto, avendo il Dott. Bennett trovato in una’ bi» ‘Suor eg madre con tre piccoli, ed il Seorop descritto le : = eli a colle vicine cla hi degli ecelli e dei Rettili, e ri- o ‘ mette in campo le varie questioni relative alla 5 discendenza e filogenia dell'intera classe. Ma di queste questioni lasciamo ad altri di occuparsene,. sì bastandoci di averle semplicemente accennate. Palermo, Maggio 1885. I DorT. G. Riggio. Me» AXANANSMNANSANAN\S NSA NANANA NANNA NHLNASANAZZTE Si n GLI EUCALITTI pi Dopo i Coniferi giganteschi, gli Eucalyptus so- » no alberi di una immensa mole che colpiscono il viaggiatore, allorquando percorre le foreste ver- gini e selvaggie di quella parte dell’ Australia che. si noma Tasmania, selve piene di belve feroci, e di serpenti velenosi, dai quali deve difendersi ad ogni piè sospinto, e di cui non di rado egli resta x vittima. Cotali contrade abitate da indigeni che i dell’uomo non hanno che le sembianze, poco dis-- simili dalle belve che il circondano, e dei quali il Tn: Giornale deî Viaggi ne fece la più triste e deso- lante pittura. È Gli Eucalyptus sono di tutti i vegetali dell’ Au-_ stralia (1) le piant> che più contribuiscono allo strano carattere della Fiora di questa regione. Quasi sempre giganteschi, le specie di questo ge- nere, di cui ne furono descritte più che 150, sono conosciute dai coloni sotto il nome d’ alberi della gomma, a motivo di una qualità di gomma resi- nosa che scola dal loro tronco sia spontaneamen- te, sia per incisioni artificiali, sostanza estratta particolarmente dall’ E, resinifera, e che costitui- sce una delle numerose sorti di gomma. Kino del commercio. Raccolta nella Nuova Galles del sud, questa specie di Kino ha le proprietà astringenti — i dei K?nos dell’ India, ma è molto meno comune, e meno usata in Europa. 1 Astrazion fatta di un piccol numero di specie le cui foglie sono opposte e di rami penduli, gli | Eucalitti sono alberi di foglie alterne, coriacee, bh; intiere generalmente allongate ed oblique, sovente | più o meno curvate a falce, di un colorito pallido e glauco, che comunica alla pianta intiera un’ ap- parenza cupa, monotona e triste. Nell’età adulta le loro foglie persistenti diven- tano verticalmente pendule dai rami pei loro lun- ghi picciuoli, ed hanno in ambo le pagine una organizzazione uniforme. Per la loro natura co- riacea sembrano organizzate in modo da resistere — i (0) Fra i quali citeremo le Banksia, le Dryandra, le Previl- r 2; lea, Hakea, Hovea, Pultenea, ecc. specie tutte di fogliame [oeralssenisi rigido, e melanconieo. ; A val ty OS foi rocco, e la grandina. i Gli Eucalyptus, come abbiam detto, soro gli alberi più grandi dell’ Australia, ove raggiungono | talvolta l’ immensa altezza di cento e più metri. — Se dobbiam credere a quanto ne dice un viaggiato- re, avendo misurati due alberi, l’ uno d’ essi «aveva m. 91.30 d'altezza, ed il tronco alla sua base m. 39,65 di circonfereaza. Una cubatura ap- | prossimativa gli fece stimare il suo peso totale | 8800 quintali. Il legno degli EwcaZyptus della Tasmania (Isola Van Diemen) è solidissimo, adatto a tutti i generi di costruzione, ed è stimato sopratutto per lavori marittimi, per traverse delle ferrovie, ed è tenuto in gran pregio per far mobili di Insso, e lavori da ebanista. Gli indigeni se ne servono per fare, zattere ed alcuni utensili. Nonostante la compattezza del loro legno, que- sti alberi sviluppano un acc:escimento rapidissimo. Gli E. amygdalina, globuly (1) gigantea e robusta sono le speci» che si raccomandano maggiormente per le grandi piantagioni, essendo dessi i più ru- stici, ed ì più facili ad allignare. _ Etimologia. Questo nome di Eucalyptus è de- 3 rivato dal greco e si compone della particella ew, bene e del verbo Korypsto io copro, el esprime da maniera con cui la natura ha coperto e garan- tito per mezzo di un cappuccio caduco, gli stami ed il pistillo. I fiori non hanno petali e consistono dn mumerosi stami coi filetti bianchi e le antere gialle | Cultura. Incomodi nelle serre per il loro trop- po grande sviluppo, gli Eucalitti devono sopra- tito essere raccomandati come alberi da piena terra nelle regioni dell’ Europa ove possono sop- portare i rigori del verno, quali sono le provin- «cie napoletane, la sicilia, e su tutto il littorale del mediterraneo. Tutte le specie d’ Eucalyplus richieggono una ‘buona terra sostanziosa mista a terra d’ erica. Si "moltiplicano colle sementi. te Diamo la diagnosi di molte specie che trov: nsi I commercio orticolo. Amygda"na, specie di dimensioni colossali in- di cata fra le meno sensibili al freddo. CA lpina. Di bel poriamento regolare, e molto or namentale. | Bicolor. Albero di mediocre grandezza che pre- ferisce i terreni secchi, di legno assai duro. E° 1) Basta tagliare una delle radici d' E. g/obulus perchè ne sgorghi tosto un filo d’acqua limpida e fresca Boussenard, oe nel i pai ag 15 Sig Altra specie dei terren secchi, fogliame assai largo, molto ornamentale. + — Citriodora. Rimarchevole pel grato odore di limone delle sue foglie. Coccifera. Altra specie citata fra le meno sen- sibili al freddo. Colossea. Albero di dimensioni enormi, chiama- to in Australia Karri. Coriacea. Albero interessante per la sua ru- sticità. Cornuta. Specie assai rara, la quale non s'in- nalza che a 30 metri circa. Corymbosa. Albero di mediocre altezza, anche adatto pei terreni secchi. Corynocalyx, Portamento e fogliame partico- lare ; soffre piuttosto l’ umidità. Cunninghami:. Albero di altezza enorme, di portamento elegante, molto ornamentale. Dichromophloia. Albero elegante di un porta- mento bizzarro. l'issilis. Specie delicata, più adatto per la col- tura in vaso, molto ornamentale. Globulus. Specie la più coltivata, essendo la più robusta, e dalla quale si estrae un liquore feb- brifugo molto salubre. Goniocalyx Albero di dimensioni gigantesche che cresce nei terreni umidi, di legno assai duro, Gunni. Specie molto rustica che resiste facil- mente al freddo, di legno duro. Hem:ipholia. Albero di mediocre altezza, legno più adatto per ardere. Longifolia. Grand’ albero di portamento magni- fico, resistente alla siccità. Marginata. Albero d’ enorme altezza, di legno assai duro. Micropylla. Foglie assai piccole, di po: tamento elegante moito ornamentale. Occidentalîs. Albero di mediocre altezza che resiste alla siccità. Resinifera. Considerato come il più resistente | alla siccnà e dal quale scola una gomma resinosa. detta gomma Kino. Rolu ta, Specie più confacente pei terreni umili. Rostrata. Albero di dimensioni gigantesche, che cresce sulle rive dei fiumi e nei luoghi umidi ; le- gno assai duro molto ricercato per |’ ebanisteria. S?deropholia. Albero di legno assai duro e com- patto, di molta durata. Stderoxylon. Albero di rapida cresciuta; legno. assai duro detto legno di ferro. Stuartiana. Alta specie di grande dimensionani ai LL i . 4 $1S . L 7 Viminatis. Albero di mediocre altezza, di rami penduli, molto ornamentale, e che resiste benis- simo alla siccità. (1) Pror. Pietro MASERATI. COLOMBICULTURA Riproduzione interdetta I Piccioni Barchetti Continuazione 21. Sauro. — Rosso-sauro uniforme con spalla lucida e vellutata. 22. Sanguigno. — (Inerociatura del Sauro col Murano) Color di sangue nel petto, sulla spalla, sul dorso, remiganti e caudali bigio-lattato velate in rosso-carminio. 23. Schiavone. — Rosso-mattone unito, coda grigia e rossa con sbarra nera. 24. Sgurafosso. — (Incrociatura del Bigz0 col Murano) Corpo di un colore cenerognolo che può essere più o meno carico a seconda dei mantelli dei due produttori, verghe rosse o gialle, coda cene- rina. Lo Sgurafosso può avere macchie e frisature di vari colori e riprodurre di tanto in tanto il Barchetto (a) Stavato — che è di un colore aurora-pallido | senza verghe ne macchie ne frisature. 25. Smagliato. — (Inerociatura del Dorato col Tringhen- Covro Colore terra d'ombra squamato sull’ ali, verghe gialle dorate, coda del colore del corpo con sbarra bruna all’ estremità. 26. Solfanîno. — (Incrociatura del Nero col Pietra- Bianca) Bianco e nero, giallo e nero o ros- so e nero a scagliola con coda generalmente più cupa. È raro legittimo. 27. Tringhen. — Nei Tringhen ogni penna del- l’ ali ha la punta più chiara e i lati più scuri, for- mando una trina di vario colore. Come nei Qua- drinatî il colore predominante dà il nome alla varietà cioè se Tringhen- Covro Tringhen-Bigio ec. 23. Uccello. — Mantello ottenuto dall’ incrocia- mento del Piccione Svizzero col Piccione Triganino. Colore grigio o bronzo cangiante, coda grigia con sbarra nera, ali velate o in bianco o in rosso, o | in giallo o in carnicino, con remiganti puntate in nero. 29. Varazo. — (Incrociatura del Sol/fanino col Nero) Mantello nero velato in bianco sulla spalla, dr sulle remiganti e sulla coda. Difficile a trovarsi Se, ut i POLI °E e vie . Rd frei La con altro colore). Bianco-sporco unito su tutto il corpo con velature del colore che è entrato nella sua formazione. A seconda di questo colore pren- de il nome di Zarzanello di Nero, di Rosso, di Covro di Sauro, ete. Mediante l’incrociamento fra Joro dei trenta mantelli sopra descritti si possono ottenere sem- pre uuove gradazioni di colore, nuove sfumature, nuove frisature. Gli allevatori Modenesi creano ogni anno a loro piacimento dei nuovi mantelli con tanta precisione con tanta armonia con tanta eleganza da renderne meravigliati i nostrani e gli. stranieri, che gli giudicarono e gli giudicano i primi Columbicultori di Europa. (a) I Piccioni Barchetti Gazzi Da un Piccione Barchetto Schietto di mantello bianco accoppiato con altro a mantello colorato ebbe origine la graziosa sottovarietà dei Piccioni Barchetti Gazzi. I Gazzi devono avere la testa le ali e la coda di un colore qualunque e tutto il ri- manente del corpo bianco. ll nome di Gazzi gli è venuto dall’ assimigliare nella disposizione delle tinte la Gazzera Reale (Pica Caudata) specialmen- te i Gazzi neri i quali a mio credere furono i primi ottenuti. All’infuori dei mantelli segnati coi nu- meri l e 18 tutti gli altri mantelli dei Barchetti Schietti possono aversi sui Barchetti Gazzi. Per avere Gazzi legittimi, non poche difficoltà si pre- sentano perocchè oltre alla conformazione del cor- po occorre guardare attentamente a che i ripro- duttori non abbiano penne bianche sulle parti colorate, ne penne colorate sulle parti bianche: tra- scurando questa attenzione si corre il rischio di andare man mano tanto aumentando la dimensione delle macchie da ritornare dopo dieci generazioni al tipo degli Schietti. Accade non di rado, ed io ne ho avute le prove, che un paio di Gazzi perfetti dopo un numero grande di covate nelle quali det- tero sempre prodotti d’identica specie, facciano senza conoscerne le cause una covata di Schietti. È dunque a stabilirsi da questi fatti che la varietà dei Gazzi è puramente accidentale e se non fos- sero le selezioni, la pazienza, le cure e gli studi degli allevatori Modenesi a quest’ ora l’ elegantis- simo uccello dai due colori sarebbe da lungo tempo scomparso ritornando la varie‘à a spengersi nel tipo primitivo. Poche parole ancora sulla ccm posizione dei co- lori. Per avere un colore sempre fisso occorre scegliere un maschio ed una femmina del colore che si vuol rendere stabile ed accoppiarli ins'eme. f? al figli di questi tramanderanno lo stesso colore i na 4 VE 30. Zarzanello, —_ iolistara del Magnano ‘alle generazioni successive poichè è provato delle | il maschio ritrae il mantello della madre, la fem- mina quello del padre. Per avere mantelli versati non bisogna mai accoppiarli con mantelli lisci, e per conservare i mantelli lisci non inerociarli con mantelli vergati. Volendo portare sopra un dato colore le verghe o le frisature di un altro, oppure farle sparire, non si terrà allora più conto del mantello sia vergato sia liscio e sì procederà a razionali incroci fino a tanto che non si sia ottenu- to lo scopo desiderato. Finalmente per accerire un colore, si appaia un maschio del mantello che sì vuol rendere più scuro con una femmina di mantello sopra colore, e se invece trattasi di schiarirlo si procede ad un accoppiamento inverso. (Continua) GIULIO CESARE GIACHETTI. L’ACIDO SALICILICO e le sue applicazioni nei vari bisogni della vita domestica. CONSERVAZIONE DELLE SOSTANZE ALIMENTARI (1) . (Continuazione) X. Conservazione delle paste. Talvolta nelle famiglie si sente bisogno di avere a disposizione una certa scorta di pasta: ma questo desiderio non può essere soddisfatto, per la ragione che la pa- sta, specialmente quella cosi detta di casa, acqui- sta dopo qualche tempo un odore di muffa pene- trante, che disgusta moltissimo. Per evitare ciò, basta aggiungere 1]2 cucchiarino da caffè di acido ad ogni chilogrammo di pasta. I famosi maccheroni di Napoli possono essere parimenti conservati per lungo tempo inalterati, aggiungendo 5 grammi di acido salicilico ogni 3) chilogrammi di pasta. XI. Conservazione delle confetture marinate, sciroppi, legumi cotti, ecc. È necessario prima di tutto sciogliere l’ acido (1 cucchiarino da caffè per ogni chilogrammo di frutta) sia nello sciroppo caldo, sia nell’alcool, a norma della sostanza da conservare. Per impedire l’evaporazione dell’ aci- do a mezzo della cottura delle confetture, lo si aggiunga quando la loro temperatura è ridotta a 80° C (1) Siccome specialmente per la conservazione delle sostanze alimentari, è necessario far uso d’ Acido salicilico puro, che non sempre si trova in commercio, così per comodo dei nostri ab- bonati ne abbiamo fatta venire una certa quantità da detta casa di Dresda e possiamo cederlo a 26 lire il chilogrammo, ed in scatolette di gram.20 L. 1,00 di gr. 5o L. 2,08; di gr. 100 L. 3,50 franco di porto in tutto il regno; desiderandolo caceamandato ciento 3o centesimi in più. 1-1 1 cucchiarino da caffe di acido salicilico ‘ogni 1C litri o 10 chilogrammi. ALTRE APPLICAZIONI DELL’ ACIDO SALICILICO XUI. Carta salicilata. Le famiglie, che hanno molta cura dell’ economia domestica, sono oggi tut- te provviste di questa carta salicilata che si pre- para in un modo semplicissir:o. Si fa anzitutto una soluzione di un cucchiarino da caffè di acido sali- cilico in 5 o 6 parti di spirito di vino puro; in questa soluzione si inzuppa della carta bianca e piuttosto sottile, che poi si lascia asciugare al- l’aria distesa su di una corda. La carne, il burro, la conserva dei pomodori e di ogni specie di frutta e simili sostanze, trat- tate coll’acido salicilico, si conservano per un tempo molto più lungo quando sono avviluppate dalla carta salicilata. Le grandi importazioni di pomi dall’ America in Inghilterra si fanno serven- dosi della carta salicilata sottile con la quale si involge separatamente ogni pomo. In tal guisa i pomi restano perfettamente freschi. XIV. Polvere salicilata per uso delle famiglie. È noto come i bambini, e specialmente i lattanti, per quanta cura speciale abbiano le loro madri, vanno soggetti frequentemente a delle irritazioni eritematose della pelle nella piegatura degl’ inguini, sotto le ascelle, in mezzo alle natiche ed in altri punti del corpo che rimangono in contatto del- l'orina per qualche tempo. Ora, per far scomparire ogni irritazione, che trascurata può dar luogo a funeste conseguenze, non v'ha nulla di meglio della polvere di riso salicilata nella proporzione di 1 o 2 cucchiarini da caffè pieni di acido salici- lico ogni 100 grammi (cioè 2 chicchere da caffè piene) di polvere, secondo i casi. Il rimescolamen- to delle due polveri si fa molto facilmente con le mani o con un cucchiaio, In molte famiglie che usano questa polvere è conosciuta col nome «di « polvere dei bambini ». Ma essa può servire benissimo anche per tutti co- loro che vanno soggetti d’ estate a delle irritazioni eritematose per causa di sudore. Inoltre è stata sperimentata con molto successo nel sudore abbon- dante o fetido dei piedi, e va quindi raccomandata ai militari ed a tutti coloro che per la natura delle loro occupazioni devono rimanere molto tempo in piedi, o devono percorrere molta strada durante il giorno (fattorini, corrieri, ecc.). XV. Disinfezione degli appartamenti. Quando — ei SORERBiOt Sue stati ta lungo ee chiu- n | | | dl I | * ente O ico, oppure bagnando il suoi con una soluzione più o meno concentrata di questo acido. XVI. Conservazione di altre sostanze fermen- tescibili. Le soluzioni d’ amido, di gomma arabica, di gelatina, la colla, l' inchiostro, ecc. facilmente ammuffiscono o fermentano, massime nella calda stagione. Ebbene, piccole proporzioni d' acido sali- cilico sono sufficenti per conservarle benissimo per lungo tempo. PROPRIETÀ FISIOLOGICO-TERAPEUTICHE DELL’ ACIDO SALICILICO L’acido salicilico ha una triplice azione potente: antifermentativa, cioè impedisce la fermentazione delle sostanze organiche ; antisettica, impedendo la decomposizione e la putrefazione delle sostanze organiche ; febbrifuga, perchè abbassa la tempera- tura persino di 3-4 gradi, e diminuisce la forza e la frequenza del polso e della respirazione. Le prime due azioni sono state dimostrate da una serie lunghissima di esperienze che del resto possono essere ripetute senza alcuna difficoltà da chi ne abbia vaghezza. Il iatte, la carne, il burro, le frutta, le paste, ecc., non fermentano mai, nè sì putrefanno, purchè si aggiunga loro una piccola quantità di acido salicilico. tli infusorii, i bacterii, i fungbi, i piccoli organismi di qualunque specie, .che si sviluppano là dove accade decomposizione o putrefazione, muoiono inevitabilmente in contat- to dell'acido salicilico. E se si vuole poi un esem- pio luminosissimo, facilmente constatabile perchè alla portata di tutti, basta aggiungere una piccola .dose di acido salicilico al mosto per assicurarsi «che questo dopo un anno od anche di più non fer- menta mai e si mantiene sempre mosto In quanto all’ azione febbrifuga dell’ acido sali- .cilico le innumerevoli osservazioni fatte finora nel- la medicina umana e veterinaria sono concordi in modo da non ammettere più il benchè menomo .dubbio Anche recentemente l'illustre Professor Vulpian ne ha vantata l’azione nella febbre tifoide, in cuì la temperatura si abbassa di 2 a 3 gradi ‘in 48 o 72 ore. E senza fare. inutili ripetizioni ri- «mandiamo a quello che diremo in appresso a pro- posito delle malattie febbrili del cavallo. . La grande riputazione che ha acquistato oggi l'acido salicilico Ja deve appunto all’ azione anti- fermentativa, antisettica e febbrifuga di cui è do- tato e perciò ha trovato larghissima applicazione hi solo nelle malattie dell’ uomo, ma in molte di ° che a t icogno, gli animali: domestici e nelle || | varie conservaz P acido salici- i n j sostanze che © fermentano e RO L'acido salicilico poi ha la buona qualità di essere ben tollerato dall’ organismo, perchè non di- sturba lo stomaco e non altera la digestione. Il 4 suo uso è perfettamente inriocuo all’ uomo ed agli animali cui si amministra. Da alcuni studii recentissimi fatti dal Dr. Stumpf risulterebbe che il salicilato di soda aumenta la quantità del latte in modo considerevole. L’au- mento è incominciato al settimo giorno dopo la prima dose. Aumenta molto anche la quantità dello zucchero nel latte. Durante l' amministrazione dell'acido salicilico la coagulazione spontanea del latte ha luogo un po’ più. lentamente. Nel latte si dal trovano delle quantità insignificanti di acido sali- cilico. ( Continua). dnsegnamenti pratici III SSDINISIA b i I sostegni per le viti. Nella riunione di viticul- à tori che fù venuta in Diano d' Alba il 29 marzo >. scorso, vi fu una viva discussione sui diversi so- stegni in uso per le viti, e concludendo che il sistema a /ilî di ferro è quello da preferirsi, ven- nero stabilite le seguenti cifre di confronto sulla spesa d’ impianto per un filare dì 100 metri, a viti equidistanti m. 0,60 Sistema a pali 200 pali condotti nel luogo L. 25 00. Aggiustamento e piantamento dei me- desimi 400088 < LE ‘a L. 29 00 s Deduzione del valore del legno che resìa 300, Costo totale L. 26 00 DS Le % Sistema a filo di ferro (I 2 pali capisaldi L. 2:50 ; 8 pali intermedi 4 COSA 3 ordini di fili di ferro 5 50 l'iaptamento e tiratura 2 00 Costo totale L. 14 00 E così nella spesa d'impianto e per un solo filare di 100 metri, si ha una economia di 12 lire; z a questa è da aggiungere l'economia annua di circa L. 5,00 per le spese di manutenzione che | RA È sono quasi nulle col sistema a fili di ferro. «Viene @nche nipoanrsinio: eccellente il. perte ;a > ai? POSTE Rd) i Ù sd LI si - adottato dal Cav. Parà nella sua tenuta di S. Ma alle falde dei colli di La Marra. Egli pianta le sue Si in filari distanti fra loro m. 1,80 econ m. 0,60 fra pianta e pianta e così in un ettare di vigna ha 55 filari; per ogni filare pone 4 pali robusti e 8 più piccoli per sostegno dei fili. La spesa d'impianto per un’ettare è 200 pali forti a 0,95 L. 56 00 440 pali piccoli a 0,20 96 00 440 chili di filo di ferro a 0,55 242 00 Impianto e tiratura 50 00 Totale L. 444 00 Così per ogni 100 filare di metri, spende circa L. 8,00 e quasi non vi ha spese di manutenzione. Alfta epizootica. Il dott. P. Ceresa Costa ha completamente preservato il suo bestiame in 2 invasioni di questa malattia, praticando dall’ esor- dire della malattia stessa fino alla sua scomparsa il seguente preservativo: Tutti i giorni ed anche due vo!te al giorno chiudeva bene le stalle e su di un recipiente di ferro accendeva un pugno di stoppa inzuppata in soluzione di acido fenico, e con il fumo che si sviluppava, affumicava tutta la stalla in ogni sua parte fino a che egli stesso od un suo incaricato poteva resistervi, quindi*spa- lancava le finestre e le porte per rinnuovare l aria. Verso sera e dopo la rinnuovazione dellà let- tiera faceva spruzzare sulle mangitoie e per il pavimento una soluzione di 6 a 10 g. di acido fe- nico in 100 di acqua. Innesto dei castagni sulla quercie. Dicesi che innestando il castagno su degli alberetti di quercie grossi poco più di un dito, sì ottengono castagni di più facile sviluppo e danno poi frutti di ot- tima qualità. NOTE BIBLIOGRAFICHE RECENTI PUBBLICAZIONI DONI-CAMBI IL’ Amministrazione del Bollettino s’ incarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle altre, quando sia possibile, se ne permette gratuitamente la lettura. “ST È, vi, «. Note Geologiche sul bacino del Samoggia nel — bolognese. Appunti del Dott. Antonio Neviani. à Dopo una minuta descrizione geologica delle | diverse località della valle del Samoggia, avvì il catalogo dei fossili raccoltivi, ed il riassunto di tut- te le formazioni conosciute di quella vallata. L’egre- so autore patio fepezione pubbliea in ) Lo Opu anche le già pole fare sulle Baritine raccolte Ao Sep rie del Bolognese, prima che egli per ragioni di ufficio dovesse lasciare Bologna. Del Zifioide fossile (Choneziphius planirostris) scoperto nelle sabbie plioceniche di Fangonero presso Siena. Memoria del Comm. G. Capellini. Parla estesamente di questa importantissima sco- perta della quale l’egregio autore ce ne favorì già un sunto che pubblicammo nel N. 3 di que- stanno. Il fascicolo è adorno di figure. Resti fossili di Dioplodon e Mesoplodon. È pure questa una interessante memoria favoritaci dall’ illustre Comm. Prof. Capellini della R. Uni- versità di Bologna, nella quale illustra e figura gli avanzi fossili di Dioplodon e di Mesoplodon rac- colti finora in Italia. Manuale ittiologico del mediterraneo, ossia si- nossì metodica delle varie specie di pesci riscon- trate sin quì nel Mediterraneo ed in particolare nei marì di Sicilia, per il Prof. P. Doderlein della R. Università di Palermo. Parlammo già di que- sta opera quando l’egregio autore ci favorì i due primi fascicoli; basta leggerne il titolo e conoscere la competenza dell’ autore in materia ittiologica per persuadersi della grande importanza che ha quest'opera, della quale si è ora pubblicato il 3. fascicolo, che contiene la continuazione degli Elasmobranchi (Bonap). e più specialmente dei Ba- toidei o razze. Dall’ illustre ed infaticabile Comm. Prof. L. Bombicci della R. Università di Bologra rice- viamo : Corso di Litologia, filoni metalliferi, roccie pie- tre edilizie, marmi. È un utilissimo manuale di petrografia non solo per gli ingegneri costruttori ecc. ma per tutti gli studiosi che amano conoscere questi prodotti della natura. Dopo aver parlato delle prime dimore dell’ uomo, delle roccie della crosta terrestre, delle condizioni naturali e tecniche | delle roccie edilizie, dei diversi modi di costi- tuzione mineralogica delle roccie, dà 6 prosperti della classificazione litologica adottata in questo libro e descrive poi minutamente tutta la serie litologica. E un volume di oltre 600 pagine che si vende al prezzo di L. 5,00 e che i nostri abbonati potranno ricevere franco inviando |’ Moporto a questa amministrazione. Correzioni a ciò che scrive il prof. R. Pane- bianco nel libello intitolato Scienza e Filosofia mal digerite. L’ illustre Comm. Bombicci con poche ma concludenti parole e con argomenti scientifici di- mostra non solo inesatte ma false le citazioni dell da Prof. Pansbnai: de) be lo gure. Meteorites du gabinet de mineralogie de la R. Universite de Bologne. È un elenco di 68 pietre meteoriche, e 38 ferri meteorici, con la data della loro scoperta ed il peso dei diversi esemplari. Abbiamo pure ricevuto il programma del suo nuovo corso di Geologia fisica, terrestre e litolo- gica applicate ai materiali da costruzioni. Opera in 2 volumi illustrati, e costano il primo L. 4 ed il 2. L. 5,00. Sopra le Ranae fuscae del veneto, per A. P. Ninni. L’ egregio sig. conte cav. Ninni constata che la Rana latastii e la agilis sono le sole comu- ni nelle pianure venete, e che la muta è frequente in quelle regioni alpine (Zaldiano, S. Tiziano di Gaima, Fusine, Cadorino. Saneamento de Barcelona; Condiciones higie- nicas de la arbe; su mejoramento; Disminucion de la mortalidad de sus habitantes y aumento de la vida media de los mismos, por D. Pedro Garcia Faria, precedida de un pròlogo por le Dott. Luis Gongara. Ringraziamo 1’ egregio Signor Ingegnere Fària di questa sua importante me- moria. Resoconto dell’ operato del Comizio Agrario di Siena nell’anno 1884. È una interessante rela- zione compilata dall’egregio Signor Carlo Scia- relli Arditi presidente del comizio stesso. Notices sur les moeurs des Batraciens par Héron-Royer. Dopo delle osservazioni preliminari nelle quali parla dei Batraci in generale, del loro accoppiamento e distribuzione nei diversi paesi, dei loro costumi, metamorfosi ecc. in un apposito capitolo tratta dell'accoppiamento e de- posizione delle uova nei Batraci anuri, e quindi si diffonde dettagliatamente su genere Ayla e su «quello Rana con le sue diverse specie. È un lavoro coscienzioso e di merito e siamo lieti che l’ egregio autore ce ne prometta il se- guito nel quale si occuperà della famiglia dei Pe- lobates. Rivista italiana di scienze naturali e loro applicazioni, pubblicata per cura del Circolo degli aspiranti naturalisti. Si pubblica in Napoli ogni 3 mesi e costa L. 12 all'anno. Abbiamo ricevuto il primo fascicolo di questa rivista e lo troviamo degno d’ incontrare il favore della grande schiera dei naturalisti ai quali lo raccomandiamo. Il Naturalista Valtellinese. È un interessante giornale di scienze naturali diretto dall’ egregio Sig. Marîo Cermenati e che si pubblica ogni mese, dal primo del corrente anno, in Sondrio e costa di: 5 all ‘anno. Un nuovo AlWera del cotone. — Una scopi erta che può condurre, fra qualche anno, ad una vera rivoluzione nell’ industria del cotoni, è stata fatta in America nello stato di Georgia da un orticultore fur della piccola Città di Macon, certo Subers. Egli cercava da diverso tempo, a quanto pare, di ottenere un innesto dell’ albero del cotone sel- vaggio, il quale cresce liberamente nella Florida, coll’ ocra comune. Il risultamento ha superato di gran lunga le sue speranze. La nuova pianta ha la foglia del- l’ arbusto del cotone ed il fusto dell’ ocra, senza che il suo fiore od il suo frutto ricordino punto le due piante primitive. Essa si innalza ad una me- dia altezza di 70 centimetri, produce un solo fiore, | ma un fiore magnifico, grande come quello della. magnolia, cui rassomiglia assai per la forma e per il protumo. f. Come il fiore della pianta del cotone comune; — questo fiore, bianco appena sbocciato diventa sue- cessivamente rosa pallido, rosso cupo e cade infine © lasciando scoperta una enorme testa, che durante i primi dieci giorni rassomiglia a quella dell’ al- bero del cotone e poscia rapidamente si sviluppa fino a raggiungere le dimensioni di una grossa noce di cocco Fino a tanto che lo sviluppo non è completo nessuna traccia di filo; ma a trasformazione com- piuta si presentano nùmerosi filamenti bianchi nell’ interno della testa, che sono fortemente man- tenuti dalle molte spine che ia circondano. Allora è il momento di procedere alla raccolta; un me- diocre operaio raccoglie dalle 800 libre di co- tone al giorno, un mietitore abile ne produce il "I il duppio ed il triplo. Economia considerevole di mano d’ opera dl ni aumento notevole di produzione: tali i primi ri sultati della scoperta del signor Subers, che sem- bra destinato a prendere un posto eminente fra il benefattori della agricoltura americana. | Essa presenta inoltre un altro vantaggio pre- zioso, quello cioè che i semi non sono aderenti alal filamenti tessili come si verifica nella pianta del cotone, ma giacciono, alla base della testa, in nu- mero di cinque o sei, prote'ti da uno strato fila- | mentoso, a mo’ di stoppa. d (Italia Agricola) "5 % dd n i) Forza motrice distribuita a domicilio. Parlam- — mo già di questa scoperta, ed ora sappiamo che essa è in piena applicazione a-Parigi in Via Reau- ina officina centrale e da questa » viene Ss buita la forza motrice a numerosi lavoranti di. spazzole, pettini, cartonaggi, tornitori ecc. ecc. Misuratore automatico per la profondità dei mari. Consta di un contagiri combinato con un | molinello e sormontato da un palloncino ripieno di aria che serve per far galleggiare l’apparecchio. Quando si desideri conoscere la profondità del mare in un dato punto, vi si getta l’ apparecchio munendolo di un peso per mezzo del quale esso viene calato al fondo nei tempo che il molinello gira e comunica il moto al quadrante. Appena lo scandaglio batte nel fondo dell’ acqua il peso si di- stacca e l'apparecchio torna a galla per mezzo del palloncino; allora non si ha da fare altro che ri- prenderlo e leggere nel quadrante la profondità registrata. Tessuto di piume. Si è trovato il mezzo di uti- lizzare le piume aegli uccelli formandovi dei belli ed igienici tessuti a trama di seta. Macchinetta per togliere dalle piante di viti _ i cartocci o sigari formati dal puntarolo della vite e che contengono le uova dell’ insetto stesso. È stata proposta dal Sig. Don Angelo Candeo e consiste in due lamine fissate ad un bastone e che sì aprono e richiudono a scatto per mezzo di una cordicella; così è facile prendere e schiacciare i detti cartocci. : Azione dell’ acido nitrico sulla carta. Secondo | il Sig. H. Francis, se s'immerge della carta da filtri nell’acido nitrico a 1,42 di densità, e poi si | lava con acqua, questa carta diviene molto più | consistente, in modo che la si può anche lavare e strofinare con pannolino senza che perda là sua porosità o cessi di servire per filtrare. Nuovo meccanismo per mezzo del quale si ot- tiene il filo di seta lavorato direttamente dalla baccinella. È. il sig. C. Bonetti di Orvieto che ha inventato questo meccanismo e dice che con esso si può ottenere qualsiasi genere di filo organzinato | ed altro, a 2, 3 e anche 4 capi, e di qualunque | torsione. Da una baccinella si possono avere gior- | nalmente 350 gr. di filo, mentre il costo della È uniano d’ opera non differisce che per una sola ope- | raja in più ogni 4 baccinelle. | Un aratrino volta orecchio per i vigneti è stato immaginato dal Prof. Cavazza, direttore della | IR. Scuola Enotecnica di Alba. Gli esperimenti fatti a Castelolfero il 17 maggio dettero soddisfacentis- simi resultati. SA) Spedizioni esplorazioni e missioni. Il nostro mi- nistero ha stabilito che la stazione di Buso nel Goggiam (Africa) fondata dal compianto viaggia- tore Bianchi, debba essere protetta e conservata come ricovero per i viaggiatori studiosi e com- mercianti. A tale uopo ha invitato l’ingegner Sa- - limbenì, che trovasi colà, ad esserne il capo. Testamento a favore delle bestie. La vedova del conte di Sussex di Londra morendo ha lasciato il suo patrimonio di 225 mila lire da distribuirsi così: 150,000 lire alla Società protettrice degli animali, 50 mila per l’impianto di abbeveratoi pubblici per gli animali; 25 mila per il rifugio di cani perduti. Onde giustificare questo suo operato, ella nota nel testamento che durante la sua vita non ha mai avuto da lamentarsi degli animali, mentre dalle persone e specialmente da quelle alle quali ha prodigati favori è stata sempre compensata molto malamente. Ricerca di Cavalli-stalloni. Chi avesse da ven- dere cavalli-stalloni di puro o mezzo sangue in- glese o arabo, può indirizzare le offerte redatte in carta da bollo da nna lira, entro il prossimo mese di luglio, alla Direzione generale dell’ Agri- coltura (Ministero) in Roma. Concorsi. Presso il ministero di agricoltura è aperto il concorso a due posti di alunno nelle stazioni sperimentali agrarie. Gli esami avranno luogo dal 1° al 15 novembre prossimo, ed i vin- citori riceveranno per un’ anno L. 125 al mese ; le domande di ammissione devono essere presentate entro il lo ottobre. Siamo lieti che a sede del concorso agrario re- gionale del 1887 sia stata prescelta la città di Siena, e siamo certi che i senesi sapranno farsi onore in questa solenne occasione. Congressi. Dal 1° al 10 agosto venturo sarà. tenuto in Anversa un congresso internazionale di Botanica ed Orticultura. La società degli apicoltori ungheresi ha invi- tato tutti gli apicoltori di qualsiasi nazione a pren- der parte al congresso internazionale che avrà luogo a Budapest dal 21 al 23 agosto prossimo in occasione della esposizione generale. Esposizionj. Dal 20 al 30 agosto vi sarà in Bu- dapeste una esposizione internazionale di apî vè- ve con grossi premi in denaro. Esposizione di rose recise. Al momento di an- dare in macchina, il nostro egregio collaboratore: Sr. di Vienna ci comunica che la esposizione di — rose recise apertasi a Dobling presso Vienna ha superata ogni aspettativa; bellissimi i locali, gli addobbi, e la disposizione in generale ; straordi- naria ricchezza di rose sia per grandezza che per colori. Le rose di color viola chiaro (Aristide Du- pîus), di color viola oseuro (Nuts de Young), color rosso vivo (Eugine Verdiere e Madame Dis- bordeaux), rosso porpora (General Iacqueminat) ; la Malmaison di color rosa delicata, il Marechal Nictl giallo pallido, Persica giallo zolfo, la Cappuc- cina arancio all’interno e giallo all’ esterno, la Carcere di Abel rosso oscuro quasi nero, 2’ Entice- Zante rosso vellutato, la piccola Mignanette ecc. ecc. I nostri associati le Prefetture, i Municipi, i Comizi agrari, le Direzioni delle Scuole, delle So- cietà operaie, delle Biblioteche popolari, delle Con- gregazioni di Carità, delle Carceri ecc; che desi- derassero il recentissimo e ben assortito CATALOGO delle Ditta Giacomo Agnelli (Lébré di lettura e di premio, Attestati, Cromolitografie storîche per de- stare l’ emulazione nelle Scuole primarie e negli Asili Medaglie ecc. ecc.), lo potranno avere gratis domandandolo con una fascetta del Giornale in busta affrancata: alla DITTA GIACQMO AGNELLI, in Milano, via Santa Margherita, 2. _ ER ottennero le prime medaglie e i premi in denaro. tn RECUS Ont paye leur abonnement: Pour l annèe 1884. M. NI. (9° Liste) RICEVUTE Hanno pagato l’ abbonamento: Per il 1SS4 i Sigg. (9.2 Nota) | Deschang E. Longuynn — Pruliere Marseille — Gruet I Renan — Polese W. Wien — Roselli del Turco O. Firenze — Schiano G. Forio d’ Ischia — Gentile R. Peglio — Iona Prof. A. Reggio E. — Siri Ing. V. Ravenna — Giovannelli E. Siena — Levi D. Venezia — Per il 1885 i Sigg. (3.2 Nota) ] Pour 1° année 18895 M. MM. (3. Liste) Pruliere Marseille — Deschamps E. Solonicco — Bucchich G. Lesina — Museo civico Ro- vèreto — Breviere L. Port S. Marie — Touchet I Iarnac — Gueren C. Macon — Boeschen- stein Faesi A. Schaffouse — Girtanner Dott. A. St. Galle — Polese W. Wien — Durand E. Paris — Associazione postale Leipzig — Holeezek Skole — Curò Ing. A Bergamo — Coz- zaglio A. Brescia — Nannini G. Bologna — Galardi Dott. P. Catania — Socini L. Firenze — Roselli Del Turco O. Firenze — Bargellini E. Empoli — Podenzana G. Genova — Castelli E. Livorno — Crtociani G. Macerata — Bentivoglio Conte E. Modena — Osculati Cav. G. Meina — Lucarelli Cav. Prof. F. Napoli — Calderini Prof. P. Pisa — Moris C. Pisa — Gentile R. Peglio — Iona Prof. A. Reggio Emilia — Siri Ing. V. Ravenna -— Cohen R. Roma — Guidi L. Roma — Baldini N. Roma — Clerici E. Roma — Mochi G. Roma — Bonafede F. Roma Francini U. Roma — Pontecorvo P. Roma — Tarlasco T. Roma — Guglielmi G. Civitavecchia — Zaccaria Prev. N. Sondalo — Bassi A. Siena —- Brancadori G. B. Siena — Staderini N. Siena — Pacini G. Siena — Bottai Dott. O. Colle d’ Elsa — Fanelli Nobil Cav. G. Sar- teano — Lorena Don G. Dronera — Comizio Agrario Soluzzo — Levi D. Venezia. — Coni U. Venezia. Con le suesposte note son terminati di pubblicare i nomi dei signori che ci hanno favo- rita }a quota del loro abbonamanto entro il passato maggio; preghiamo perciò coloro che avessero pagato entro detta epoca ed il di cui nome non fosse stato ancora pubblicato, ad avere la compiacenza di darcene avviso per fare i necessari reclami e riscontri. Si rammenta però che i nomi di coloro che hanno avuta la ricevuta in particolare, non si pubblicano in queste note. > Wi sorro pareechî che non solo non hanno ancora pagato |’ abbonamento della corrente annata ma neppure quello del 1884 ed alcuni sono arretrati avche per il 1583. Preghiamo caldamente 7u//7 ad avere la compiacenza di mettersi in regola con l’ amministrazione, poichè quantunque l'abbonamento sia tenuissimo tuttavia essendo molti che hanno da pagare, dob- biamo tenere in disborso una discreta sommetta Tutti coloro che desiderano esonerarsi dal pagare l° abbonamento in corso non hanno che a procurarci 3 nuovi abbonati, e qualora avessero già sodisfatta la quota di abbonamen- to, potranno scegliere per il valore di L. 3 in oggetti posti in vendita nelle pagine del Bollettino. Ogni due nuovi abbonati danno diritto ad un terzo nuovo abbonamento gratis. A chi ci favorirà un nuovo abbonato daremo in dono un elegante oleografia sacra o profana, grande da porsi in quadro. x dr ti Ù PALE TU E SIRO, VORO E PRIA d'a ih è (SA pe er n° nl î " di “= Sl: à el TA, — —nr[Tt_1[T_1:I esili VIA Sese vel SALAD Nar: NUOVA PUBBI DINI MITI TRE ICAZIONE © ni UN VIAGGIO IN ORIENTE per il Cav. Dott. FLaminio Tassi T Un elegante volume uscito ora dalle stampe e contenente i seguenti | capitoli: I. Da Genova a Suez — Il Malabar — Partenza da Genova — Ru- _battino e la Società generale italiana di navigazione -— La Riviera di _ Levante — Le coste Tirrene — Lo stretto di Messina — Addio all’ Italia | _— Candia — Porto Said — I deserti — Il Canale di Suez — Kantarà — Le carovane — Ismailia — Attraverso i grandi laghi — Passaggio degli Isdraeliti — Le fontane di Mosè — Suez — Romolo Gessi — Gli Arabi. — II Il mar Rosso. — Il mar Rosso — Il Sinai — Il sorger della Luna — Le stelle filanti — I tramonti orientali — Le Rondini — La fosforescenza del mare — Gedda — La Mecca e i pellegrinaggi — Coste dell’ Abissinia — Matteucci e gli esploratori italiani — La baia d’ Assab — Giulietti e Biglieri — I Somali — Moca — Il Porto delle Lacrime -— Piante d’ Arabia. — IU Da Aden a Ceylan — Aden e il mare di Latte — Soccotora e gli Aloe — L’ Oceano Indiano e la vita intraoceanica — Un uccello singolare —— Le isole Laccadive e Maldi- ve — Rada di Colombo — Una visita a bordo — Le Lucciole — .__L’Areca e il Betel -—— La città di Colombo e suoi dintorni — I Corvi — Punta di Galles — Incantatori di serpenti —- L’ isola di Ceylan — I Cingallesi — Piante ceilaniche. — IV. Da Ceylan a Singapore. — Le isole Nicobari — Capo Accin — Lo stretto di Malacca — Singapore e la sua rada — I Banani, le Dracene, i Bambù — L’ albero del pane — La pianta del Sagù — La Sensitiva — Minaccia d’ arresto — I miasmi — Il cimitero Cinese — Una funzione religiosa — Il Console Cav. Maack — Una Dalia --- Il giardino Botanico — L’ albero del viaggiatore — La piazza del mercato — Singapore di notte — Taverne dei fumatori d’ op- pio — Un cambia monete — I Cinesi. — V. Da Singapore a Giava. — I Malabaresi — L’ isola di Rio — Passaggio dell’ Equatore — Lo stretto di Banca — Invasione di serpenti — Sumatra — Piante singolarissime — Giava e sua vegetazione — I vulcani — I Giavanesi — Samarang ---- Il Colera ---- Commovente episodio ---- Sciami di farfalle e grilli ---- Caldo opprimente ---- Ritorno in Europa ---- Un tramonto nell’ oceano ---- La quarantena a Suez ---- Ancoraggio a Messina ---- Arrivo a Genova. Si vende al prezzo di L. 1,00. | Ai nostri abbonati lo cediamo per soli 80 Centes. franco di porto. Wi Rivolgersi in Siena all’ Agenzia del Bollettino del Naturalista. di ACIDO SA LICILICO È | pui Dopo gli articoli che andiamo pubblicando nelle molteplici applicazioni dell’ Acédo saliczlico ai vari | —>isogni della vita domestica, molti abbonati si rivolgono a questa amministrazione per avere dell’ a- | «ido garantito puro e perciò assolutamente innocuo alla salute. $ Dia _ Rammentiamo adunque che abbiamo preso un deposito di quello fabbricato dalla casa Heyden di Dre- sda che è il migliore che si conosca. Costa L. 26 al chilog: ed in scatole da 20 gram. L. 1. 00 da 50 gram. L. 2. 00 da 100 gram. L. 3. 50 franco di porto. Per la raccomandazione aggiungere Cent. 30. \ y : ue ED Teano Î gr i Ide ri DA ’ i S. BrocI Direttore responsabile i 0 1 a E ae 3 9 p gi à Fe ie I] = Lo A 1 a i È La: i f nu Cd 5] Set Ai e ANA PART PEG I fee. \ d] a fino niVi > 77 AAANNIAANANAAANIINISSINISINIVNXIZZYNZN N. T ANSSASNSEANI ANINSXIS BOLLETTINO DEL NATURALISTA © Stena, Luglio 1885. COLLETTORE, ALLEVATORE, COLTIVATORE PERIODICO MENSILE Abbonamento per tutti i paesi dell’ Unione postale, L. 3 all'anno. SOMMARIO. — Richieste offerte e domande di cambi. — Comunicazioni: Question de no- menclature. Paleontologie. Mahonia aquifolium. Deyeuxia elegans. Liquido insetticida. Nuovo ibrido della Naegelia con l’ Achimenes, Ornitologia. Esposizione di cani a Havre. Tecnica microscopica ve- getale. Articolati terrestri fossili dei terreni paleozoici. Pollicultura. Del culto delle armi di pietra nel- la età neolitica. Liquido disinfettante Deparois. Un nuovo tipo di Cyclamen. Entomologia. Il Bacte- rium foetidum. Traumatologia forense con armi da fuoco. — Colombicoltura. — L'acido salicilico e le sue applicazioni. —— Musées Scolaires. — Gli uccelli italiani ed il colore dei loro occhi. — Per i cacciatori. — Sulla concomitanza della Botritys-Bassiana (calcino) col Micrococus prodigiosus. — Insegnamenti pratici: Ricerca delle sorgenti di acqua. Come ottenere un prodotto annuale dall’olivo. Con- cimazione degli alberi da frutto. Conservazione dei foraggi verdi. — Note bibliografiche: Sopra un ibrido di Turtur. Relazione sul primo congresso ornitologico internazionale. Annuario cartografico italiano. Giornali. — Notiziario: Avvisi agli abbonati. La guerra nel Sudan ed il commercio degli animali selvatici. Note cinegietiche. Società generale dei viticultori italiani. Carne di animali equini. Onoranze ai celebri naturalisti. Esempio da imitarsi. Due miliardi in fumo. Sorgenti di petrolio in Pensilvania. Premi per le corse di cavalli. Congressi. Concorsi. Esposizioni. — Breve corrispondenza con gli abbonati. Avvisi diversi. vana SSSDLISSIILSLISSLIDILSDIS \ANAINIIIDIIAN- NANANAAAN RICHIESTE, OFFERTE E DOMANDE DE CAMBE fra gli abbonati Quando non v’ è speciale indirizzo rivolgersi all’ ammini- strazione del Bollettino. Pagamenti anticipati. DEMANDES, OFFRES ET DEMANDES DECHANGES entre les abonnés Quand il n y a pas d’ adresse spéciale s’ andresse à 1’ admi- nistration du Bulletin. Payementes à 1’ avance. = —_-%°—1 €*Y@T< <=" 142. Il Sig. Cap. Giulio Buzzetta di Domodos- sola (Piemonte) desidera far cambio di uno o due bellissimi esemplari di vivera aspis contro una 0 due Vipera berus. 143. A. Holeczek, Kruszelnica par Skole (Au- trichien) desire faire des echanges en Coleopteres contre des Coleopteres et Karpates. 144. Sî farebbero scambi di barbatelle di viti americane, Riparia; Solonis, Taylar, Cordifolia, Cinerea e Rubra, con egual numero di viti no- strane o straniere coltivate in località immuni dalla filossera. Rivolgere le offerte con cartolina doppia al Dott. Giuseppe Teresio Rizzettî Torino, via Andrea Doria. N. 1. 145. Si desidera acquistare dei crostacei del genere Penaeus. 146. Si desidera vendere le seguenti scimmie imbalsamate e montate su elegante base. Un Cercopi‘hecus callitricus per L. 28; altro Cercopithecus per L. 38; un Cerc. Diana per 147, M. E. Deschamps, à la Régie des Tabaces à Salonique, demande a echanger des especes du genre Helix. Envoyer oblata et desiderata. 148. M. Leon Charpy, conservateur du Musee d’Annecy (Haute Savoie France) offre en echange: Des Roches eruptives des Vosges et des Alpes francaises — Des Mineraux — Des fossiles Cretaces, Jurassiques et Liasiques — Des coquiles terrestres et fluviatiles de France — Des objets lacustres et prebistoriques. 149. Si avvertono quei Signori Professori che ne avevano fatta rich'esta, che presso il gabinetto di Storia naturale del sottoscritto, si possono ora acquistare: Collozoum a L. 0.50 l’ uno — Hydro- ineduse da L. 1 a 3 l'una — Sazpe da L 3a 4 l'una. S. BrocI - Siena 150. Sono in vendita alcuni dei curiosi ed in- teressanti topi delle piramidi (Dipus gerboa) le di cui zampe posteriori sono lunghissime (circa 20 centim.) mentre le anteriori sono molto corte. L’ animale imbalsamato costa L. 20, 30, lo sche- 98 —___——=== — 2 e « «o@( »_ rr vrrtttm'm>>> letro completo e montato L. 22, 50; franchi di porto. Ve ne sono anche conservati in alcool. 151. Uova di Galline di Cocincina fulva, bianca, concon; di Brama pootra; Darking; di Padovane dorate, argentate bianche, ermelinate, camosciate, nere con ciuffo bianco ; di Polverara, di Crévecour, di Houdan, di Campine argentate, di Maggi; di Boutam dorate, argentate, nere ; di More, di Nau- gasaki, di Galline seta. Le uova costano Cent. 50 l’uno, l imballaggio cent. 50 per ogni dozzina o frazione di dozzina. Uova dî Fagiani: Argentati a L. una, Dorati a L. tre, Lady Amherst a L. 5 ciascuno. Tutte le specie sono poste in condizioni spe- ciali perchè sia effettuata la fecondazione delle uova, bensì non sè garantisce la nascita di esse. Dirigersi al Giardino di Acclimatazione di Ip- polito Desmeur a Firenze. . 152. Due bellissimi gruppi stallattitici di calcite in nitidi cristalli a dente di porco; il più grande che pesa 4 Kil. si vende per L. 10, ed il più pic- colo di Kil. 2, L. 4 franco di porto. 153. Si fa acquisto di molte Tortole (Turtur aurîtus) domestiche adulte, della varietà bianca o color isabella e collare nero. 154. Semi di alberi ed arbusti a C, 15: (segui- to vedi n. precedente) — Ligustrum japonicum — Ligustrum nepalense; robustum — Lonicera etru- sca — Lonicera latarica; xylostson — Mahonia acquifolia — Mespilus japonica — Minosa.julibrisin — Morus alba — Paulownia imperialis — Populus alba — Populus nigra; tremuta — Prunu s lusi- tania — Quercas coccinea — Quercus rubra — Quercus steila — Quercus pyramidalis — Ribes album — Ruscus aculeatus — Sambucus laciniota — Sophora japonica — Sparmannia africania — Sterculia platanifolia — Filiia argentea — Fillia platiphilla — Vitev agnus castus — Yucca aloefolia. 155. Semi di Conîferi Resinosi a C. )5: Abies picea — Abies pectinata — Callitris quadrisalvis — Gedrus atlantica — Cedrus libani — Cephalo- taxus fortunei — Criptomeria japonica — Cupres- sus horizzontalis — Cupressus Lawsoniana — Cu- pressus pyramidalis — Iuniperus communis — Iuniperus phenicea ; sabina — Larix europea — Pinus austriaca — Pinus carnariensis — Pinus pi- nea — Pinus sylvestris — Taxus baccata — Thuya aurea — Thuya compacta — Thuya orientalis va- riegata — Thuya pyramidalis. ———_—_—_—_—_—_>__-_ >>> _—_T_—_T— Comunicazioni - Proposte - Domande Risposte In questa rubrica gli abbonati hanno diritto ad una inser- gione gratuita di 3 linee per ogni numero, per scambiarsi schiarimenti, informazioni, consigli e questioni da risolvere. La direzione, quando le sia possibile e lo creda opportuno, accorderà l’ inserzione gratuita per pubblicazioni anche molto più lunghe. Communications-Propositions-Demandes Reponses Sous cette rubrique, les abonnés ont droit à une irsertion gratis de 3 lignes par numéro, pour, 1 échange d’ explica- tions, d’ informations, de conseils et de questions a resoudre. La direction pour ce qui lui sera possible, et quand elle le jugera opportun, accordera encore l’ insertion gratuite pour des pubblications bien plus étendues. AVRAI INN NIDI Question de nomenclature. Nous trouvons dans une pubblication périodique la communication sui- vante de M. Nylander: Que stions de nomencla- ture. — 1. On lit dans le BuZetin de la Société Botanique 1884, p. 28, un nom spécifique: Bade2lus Amylobacter. Mais dacter n'étant ni du grec, ni du latin et n’étant pas déclinable, ne peut pas ètre admis et doit ètre changé en amylobacterinus cu amyloideus ou un autre non: conforme aux règles des langues classiques. — II Rudus arcticus L. Lapp. p. 78, sécrit en toutes lettres Linnei Flo- re lapponice pagina 78. Le nom de l’auteur doit ainsi ètre toujours au génitif. Il en résulte que des abreviations comme « Desne » ou « Malvd » ne sont pas corrects. Il faut nécessairement les remplacer par Decsn., Malvd., etc., ces abrévia- tions significant: Decaîsnei, Malinvaudii, ete. | Paleontologie. La grotte de Gargas, dècouver- tes par M Félix Regnault. Au fond de la grotte de Gargas située près de Montréjean, et dans les | Hautes-Pyrénées, il existe un puits profond de 20 | mètres qui a été exploré pour la prémiére fois | par M. Félix Régnault. Le courageux explorateur est descendu dans ce trou à parois verticales, au moyen d’échelles de cordes, et a eu la surprise I d’y trouver des squelettes entiers d’ours grands et petits, de loups et d’hyènes, e‘ de plus intacts, ce qui est fort rare. M. Gaudry chargé d’examiner les hyènes fossiles de Gargas, pense qu’elles sont de la mème espèce que l’hyène tachetée (Myoena crocuta) vivant actuellement dans l’ Afrique aus- trale. L’hyène des cavernes s’éloigne de l’hyène rayée (Hycna striata) et de l’hyène brune (Hyoena fusca), par la taille, la forme des dents et du eràne. La seule diflérence entre l’hyène des ca- vernes et l'hyène tachetée, c’est qu'à grandeur égale, la première a les os plus gros et devait ètre une béte plus lourde que l’hyène actuelle. L’hyène du quaternaire pourrait done s’appeler Hycena crocuta (race spelea). Il est curieux que l’hyène des cavernes d'Europe soit l'hyène tachetée de l’Afrique australe qui ne dépasse pas le 17e degre de latitude nord, et non pas l’hyène rayée d'Algérie. Sur des mousses à l’èpoque hovillere. — Note de MM. B. Renault et R. Zeiller. Les mousses fossiles sont rares; 0. Heer a rencontré dans le lias de Schambelen en Argovie, des Coléoptères du gronpe des Byrrhides, qui vivent aujourd’hui parmi les mousses, d’où il a conclu à l’existence des mousses à la méme époque. C'était l'indice le plus reculé que l’on possèdat. M. Fayol a rencontré à Commentry des impreintes indubitables de mous- ses proprement dites, constituéess par un grand nombre de petites tiges, sonvent en touffes ser- rées. Ces tiges, longues de 0m,03 à 0m,04 et lar- ges de 1|3 millim. généralemente simples, sont garnies de petites fenilies alternes, rapprochées, longues de 1 millim. à 1mm,5 et distantes de Omm,5 à l millim. Le microscope permet de di- stinguer sur les tiges et les feuilles la tra:e de cellules en files parallèles ; les tiges ont de fines cannelures longitudinales. Ces empreintes rappel- lent l’aspect de plusieurs espéces de PoZytrichum ; aucun organe fructificateur n’ayant eté trouvé, on n° peut fixer sùrement leur place dans la clas- sìification actuelle des mousses. Elles seront dési- gnées sons le nom de Mw cites polytrichaceus. Pour le moment ce sont les plus anciennes mous- ses que l’on ait rencontrées. M. Flot. vient de trouver è Montmorency dans, la couche à Ostrea cyathula le bassin d'un Hali- therium Schenzî. C’ est le premier qu'on trouve en France. Ce bassin présente un iliaque, un ischion et un pubis bien car ctérisés, avec une cavirè cotyloide nettement ind:quée. Malgré les re- | cherches qu'il a faites, M. Flot n'a pu découvrir les fémurs rudimentaires qui existent dans l’exem- plaire de Darmstadt et dont la cavité cotyloide inlique l’existence Grdce à ce bassin, on peut rattacher facilment les Siréniens actuels aux Mam- miféres à 4 membres au moyen de formes de transition dont l'Halxherium, avec ses membres postérieurs rudimentaires, est la première et dont la seconde serait représen'ée par un Sirénien à 4 membres bien conformés; malheureusement, cet- te derniére forme est encore à trouver. Paris LE NATURALISTE, 99 Comunicazioni per Sr. di Vienna: La Mahonia Aquifolium, arbusto che si coltiva nei parchi, giar- dini ecc. pei suoi fiori e frutti, è un potente ve- leno per i votatili; e perciò fa bisogno o tener lontano ogni sorta di essi, o estirpare |’ arbusto, o anche torgliergli soltanto i fiori onde evitarne la fruttificazione. — Anche le foglie dell’ A&lanthus glandulosa sono velenose per gli uccelli. (Soc. ornit. Sez. p. volat. N, 23 1885). All’ultima esposizione di fiori promossa dalla s0- cietà d'orticultura di Vienna, trovò grande interes- se la Deyeuxia elegans variegata, introdotta sono appena due anni dal Ball. nel New Sudwales. Questa pianta con le sue foglie di color verde oscuro, con margine giallo crema, larghe 6 mm, pervengono fino a 30-45 centim. di lunghezza e formano negli appartamenti un vero oggetto di decorazione. Il Sig. Hooibrenk, distinto orticoltore a Hietzing presso Vienna, ha fatti, sotto gli occhi di apposita commissione, degli esperimenti con un liquido, me- diante il quale in pochi minuti si possono liberare le piante dagli insetti parasssiti. Così la Phillorera morì in 45 minuti, gli Hormetopinus in 25 minuti, un Dactylopus in 25 minuti ecc. Il giardiniere Hibsch del Barone Viummer a Tavarnok in Ungheria, descrive un nuovo ibrido ottenuto mediante fruttificazione artificiale, dal- la Naegelia zebrina e dall’Achimenes gloxiniaefi lia. Questo ibrido che porta il nome di Naegelia Achi- menoides Bart. è un arbusto alto 50 cent. asso- miglia molto a prima vista alla Naeg. zebrina, i suoi fiori che spiccano alle ascelle delle foglie come nelle Achimenes, sono tubolosi di color rosa giallo, al- l’intorno giallo con punteggiature color rosa ; il tubo è lungo 5 cent., largo 3, con 5 lembi di bel color rosa. Questa nuova Naegelia fiorisce ricca- mente dal Luglio fino alla fine d' Agosto, e merita distinto posto nella serra. (Soc. ortic. Vienna giugno 1885.) Ornitologia: Approfitto dell'invito fatto nel Bollettino, per parteciparle che di questi giorni, mi venne recata una nidiata di Dryocopus mar- | tius (Bo) composta di tre piccoli già pervenuti a completo sviluppo Ho osservato che ]’ iride dei loro occhi invece che di color giallo zolfo come negli adulti è castagno scuro. Bisogna quindi sup- porre che il cambiamento di colore dell’ iride av- venga assai già tardi, forse alla muta autunnale o meglio nella primaverile. In alcuni autori è scritto che i nidiacei del Dryocopus invece che già rosso, hanno l’occipite striato a fasce scure alternate con altre bianco sucide eche le penne rosse sopraggiungono più tardi, cioè alla muta. Ebbi 100 nidiacei di detta specie che appena mettevano le penne, come altri tolti dal nido già completamente piumati, e sempre osservai che il rosso all’ occipi- te si manifesta fin dalle prime pennuzze ed è an- che facile il distinguere i maschi dalle femmine ‘per l'estensione di dette macchie. Domodossola 18 giugno 1885 Cap. GruLIio BAZZETTA conservat. museo zoologico Galletti. Esposizione internazionale di cani a Havre. Il nostro bol'ettino si è occupato di molte espo- sizioni canine che hanno avuto luogo in questi ultimi tempi, ma non ha neppure annunziata quel- la che si è ora aperta in questa città e che è la prima organizzata dalla .Socdété havraiîse pour l amelioration de la race canine; permettetemi adunque di dirvene due parole : Ammirabilmente organizzata e piazzata sotto le fresche ombre del giardino dell’ Orangerie, que- sta esposizione ha avuto un vero trionfo. Trecen- toquindici cani vi figuravano, tutti animali di prima scelta. La direzione della società organiz- zatrice esponeva i suoi stupendi stalloni fra i quali avvi un Setter d’ Irlanda degno di figurare nelle più grandi esposizioni. Mentre alla recente esposizione di Parigi mancavano quasi completa- mente i cani da arresto, qui ve ne era una prege- vole collezione, specialmente di bei Saint-Germain, di bracchi francesi, di grifoni, di pointer e di gor- dons; fra i bracchi ho rimarcato i Saint-Germain e bei tipi di razza francese marrone macchiato e bleu; gli Spagnoli erano pochi e dirò anche poco rimarcabili, mentre fra i Setter, quantunque non molti, ve ne erano dei belli. I cani da corsa erano rappresentati: da 2 grandi e belle mute, una di 22 bastardi tricolore e l’ altra di 20 anglo-francesi pure tricolore, da 3 grandi cani di cui 2 bastardi di Santoge ed uno d’ Artois tricolore, e da diversi altri di minore importanza. Molti altri gruppi vi figuravano ma i notati sono i principali (1). i Havre LA Tecnica microscopica vegetale. — Trattamen- to delle gemme fiorali di agrumi con l’ acido pi- crico. (Riv. Ital. Sc. Nat:) Nel mio studio sulle Forme teratologiche del fiore e frutto degli agru- mi avevo bisogno di anatomizzare gemme fiorali di qualunque età. I tagli in tali gemme, massime (1) L’ egregio abbonato aveva anche aggiunta a queste no- tizie la lista dei premiati, ma ci siamo permessi di non pub- blicarla parendoci cosa che non interessasse la maggioranza dei nostrl lettori. N. della D. nelle molto piccole, sono doppiamente difficili sia per la troppa delicatezza dei tessuti, sia per l’ ab- bondanza dei principii immediati. Cercai allora di applicare qualcuno dei tanti metodi usati in zoologia. Quello del trattamento coll’ acido picrico mi è riuscito abbastanza bene, ed è per giunta molto semplice. Raccolte le gemme di agrumi si mettono in infusione nell’ acido picrico, curando che il liquido sorpassi di qualche centimetro lo strato delle gemme, che si accumulano in fondo al vaso. È indifferente usare una qualunque soluzione del detto acido: risponde meglio quella a metà o due terzi: si può usare anche la concentrata, ma que- sta con i fiori già sviluppati. Si lascino in infusio- ne per 2-3 giorni, sino a che l'acido non sia pe- netrato in tutto il tessuto. Nelle piccole gemme bastano 24 ore, nei fiori aperti 2-3 giorni, ed anche di più se trattasi di frutticini. Sezionando qualche gemma si vedrà se l’acido sia o no pe- netrato in tutto il tessuto dal colorito giallognolo, che questo piglia quando è penetrato dal detto acido. Si decanti l’ acido e si lavi con acqua distil- lata per più volte e per 1 a 2 giorni, sino a che non si scarichi dell’ acido. Dopo ci si versi l’alcole e si lasci in infusione per 2-3 giorni: scaricherà un’altra porzione di acido; si decanti e se ne aggiunga dell'altro, e per 2 o 3 volte, sino a che ne scarichi punto o poco. Con questo trattamento i tessuti fiorali acqui- stano una consistenza pastosa tale che ne rende molto facile il taglio non solo, ma ancora i tessuti restano intatti e non deformati come succede quando siano trattati direttamente con l’ alcole. Conservo gemme da un anno e si sono mante- nute perfettamente bene: non hanno pigliata quel- la tinta scurognola, che si osserva nella gemma conservata direttamente nell’alcole. E poi resta un odore punto sgradevole. Lo stesso acido può essere usato per due o tre volte, ma poi dopo acquista un color bruno e per- de tutta la sua efficacia. L. SAVASTANO. Articolati terrestri fossili dei terreni paleo- zoici. (Riv. scient. îndus.) Il signor Carlo Bron- gniart nelle adunanze del 10 e del 24 dicembre 1884 della Società Entomologica di Francia, comu- nicava ai consoci alcune importantissime scoperte di insetti e di uno scorpione fossile. Il celebre entomologo presentava da primo un’ ala trovata nel terreno carbonifero di Commentry (Allier) la quale misura non meno di trenta centimetri, il SeNGARO i ssi ira io __ SRO che dà tragione a credere che |’ insetto nel volare avesse ‘una distesa di ali che oltrepassava i se/- tanta ‘centimetri. Questo insetto, che doveva ras- somigliare alle Efemere, e che dal signor ‘Bron- gniart era stato comunicato anche all’ Accademia delle Scienze, vien «chiamato Dictyoneura Monyi. Col nome poi di ‘Dictyoneura Goldembergi lo stesso Autore designa un altro ‘insetto di dimen- sioni più modeste, ma pur sempre assai notevoli, la cui ala misura otto centimetri ed ha ‘una ner- vatura simile a quella della D. Monyi; il corpo è ‘corto e grosso; le zampe sono robuste, corte, spi- nose:; gli ultimi anelli dell'addome hanno delle appendici alcune delle quali in forma di uncino, altre foliacee, altre in forma «di filamenti core ‘nelle Efemere. Di questi insetti,.che hanno caratteri di Nevrot- teri «e di Ortotteri, il signor Brongniart :propone di formare l’«erdine «dei Neurorth-pteri che do- yrebbe riunire «anche :altri tipi del terreno carbo- inifero. In un migliaio di :insetti fossili di Commentry il signor Brongniart rieonobbe circa quaranta tipi di diversi ordini nei quali erano «dei parenti dei generi Fulgora, Lystra, Membracis, tra gli Emit- teri; dei Corydal.s, Chauliodes, Hemerobius, Neu- ronia tra i Nevrotteri; delle Ephemera e Perla tra gli pseudo-Newrotteri e dei Blattidi e I*roto- phasmidi tra gli Ortotteri. ‘Il medesimo signor Brongniart distingueva inol- tre un'ala di un insetto, ehe egli chiama Palaeo- blattina Douvillei, in un pezzo di grès o arenaria di Jurques (Calvados) appartenente al terreno Si- luriano ; cosicchè questo insetto, insieme allo scor- pione designato dal prof Linstròm col nome di Palaeophoneus nuncius, sono i due soli animali a respirazione aerea del terreno Siluriano, la cui fauna è costituita da fossili essenzialmente marini. L'importante scoperta di questi due articolati terrestri ci denota dunque i primi abitatori con- tinentali del monlo sin qui conosciuti. P. BARGAGLI, Pollicoltura. Domanda : Quanto in peso scru- golosamente precîso, di granelle, crusca, erbaggi ed altro, occorre quotidianamente per mantenere un determinato numero di capi di pollame (mille galline, p. e. della razza Darking) e quali cibi meglio loro convengano tenuto conto della età, della stagione e delle funzioni economiche alle quali vennero destinati. Tivoli A. MANZETTI . Del culto delle armi di pietra nella età neo- litica. « Comunicazione » di L. Pigorini alla 101 0. R. Acc. dei Lincei. I Pigorini descrive un sin- golare ‘aggetto di selce piromaca, rinvenuto dal De Stefani nella grotta dell orso, nel comnne di Breorio Veronese. Esso rassomiglia ad una cuspide di lancia, o di freccia e pesa Kg. 1,710 per cui non può es- sere stato utensile di uso comune, ed ha tali gran- di dimensioni che si richiederebbe per maneggiarlo un manico colossale. Ha la forma di un triangolo isoscele, dal lato minore parte un gambo che porta un incavo artificiale ed irregolare in una delle sue faccie. Presso i Greci, i Romani, gli Etruschi, come oggi presso il volgo, si attribuiva alle armi libiche un origine celeste. Ciò mostra che durante quei tempi primitivi le armi litiche servivano per usi della vita e come oggetti sacri, ed essendo dimostrato che nell’ età neolitica si prestò un culto all’ ascia, non è inverosimile che fosse pure un ‘oggetto di culto la colossale cuspide di lancia o di freccia trovata nella grotta dell'orso. Liquido disinfettante Deparois. Il Prof. Depa- rois ha composto questo liquido a base di Cloruro d’ Alluminio e dietro esperimenti fatti da illustri chimici, si è riconosciuto che esso impedisce im- mediatamente le fermentazioni putride e toglie rapidar.ente il cattivo odore di fetido ; Non è ve- lenoso, distrugge i microbi, non ha che un leg- gerissimo odore di cloro. Un nuovo tipo di Cyclamen è stato ottenuto da un giardiniere di Londra e consiste in un fiore di forma comune ma che nel centro dei sepali presenta una frangiatura in rilievo come hanno i petali del garofani. Entomologia. Imenotteri nuovi della sicilia per T. De-Stefani Perez (Naturalista Siciliano) Hylo- toma cyanocrocea Forst. n. var. Messanensis — Peroneura Crippae — Ichneumon bellicosus — Amblyteles rufus — Ischnus Minai — Phaeogenes montanus — Pimpla Ragusae — Salins elegans Nomada parvula. Il Bacterium foetidum. Il Dott. Moore ha ri- scontrato che questo bacterico, già scoperto dal Dott. Thin nei piedi delle persone che vi soffrono molto e fetido sudore, trovasi sovente alla snperfice del suolo ed ha la proprietà di ridurre i nitrati, solfati e fosfati, in nitriti, solfiti e fosfiti. Egli crede che questo bacterico passi dal suolo alla pianta dei piedi, insieme alla minuta polvere che s' infiltra vel piede stesso per le cuciture delle scarpe, e che poi si sviluppi specialmente sotto forma di mi- crococchi i quali però, coltivati in umore acqueo sterilizzato, riproducono nuovamente la forma bacterica e bacillare. 102 Pm .m.mmmr—@@p@ptrr"rw___ P_—_—_ _ _— —_—_—P—_—_———__C Traumatologia forense con armi da fuoco, Si é fino ad ora generalmente ritenuto che il proiet- tile di un’ arma da fuoco, esplosa mentre la bocca della canna trovasi ermeticamente chiusa contro îl corpo dì una persona, anzichè penetrare nel corpo stesso, cade a terra, non producendo che una semplioe ammaccatura della pelle; ma le esperienze eseguite dal Dott. G. Ravaglia e co- municate alla R. Accad. delle Scienze dell’ istituto di Bologna, dimostrano quanto erronea sia questa credenza ; egli ha provato che la forza di rinculo di una pistola o di una rivoltella, è sempre supe- riore alla forza che può esercitare un braccio umano teso in atto di esplodere e che per ciò, distaccandosi ]a bocca dell’ arma, al momento dello sparo, dal posto ove era stata applicata è impos- sibile che nell'interno della canna sì formì uno strato di aria compressa valevole a neutralizzare Îa forza propulsiva del proiettile. Ha quindi eseguite espe- rienze anche con arma messa in modo che non avvenisse quasto distaccamento ma tuttavia ha sempre riscontrato la penetrazione della palla sia in animali vivi che in cadaveri umani. COLOMBICULTURA Riproduzione interdetta Continuazione I Piccioni Ricciuti Ritenemmo che i Piccioni Ricciuti (Columbae Cincinnatae) dovessero classarsi a parte nella presente monografia, poichè, nonostante il deside- rio nostro di restringere a poche le razze dei Piccioni Europei, non ci sembrò utile ne per gli studiosi ne per gli amatori il confondere questi uccelli poco conosciuti, in una categoria unica comprendente le razze e varietà incerte, meticcie o rare, come praticarono taluni naturalisti stra- nieri. Il Piccione Ricciuto non va incorporato in una delle molte varietà di Piccioni Frisei perocchè è Piccione volatore e gran volatore. Deve essere cer- tamente stato ottenuto dall’ incrocio del volante Maltese col piccolo volante di Seta, e quantunque assai raro, la sua origine rimonta ai tempi antichi sembrandoci che possa essere una delle varietà rammentate dall’ Aldovrando e dopo di lui da Vi- eillot. Ha la grossezza del corpo dei Volanti, lunghe le ali, media e scalata la coda, becco roseo e acu- minato, iride biancastra, zampe di un rosso vinato tendente al cremisi, piuttosto alte e sottili. La testa, | il petto, il dorso, i venti, le remiganti e le cauda- li sono levigate, il collo e le spalle ricciute. Una differenza notabilissima si osserva fra la piuma del Piccione Ricciuto e quella del vero Piccione Friseo: i Frisei, a qualunque varietà appartenga- no, hanno piume a barbe separate sericee o co- tonose le quali cadono in pioggia dalle spalle sule anche, come nell’ Oca Danubiana, mentre i Ricciuti hanno la piuma a barba unica liscia nella metà inferiore e voltata in ricciolo nella superiore. Questi uecelli unicolori sono belli ma poco pro- duttori e procaccini: razza che per mantenersi pura necessita completo isolamento, poichè altri- menti vivendo in compagnia di altri Colombi perde presto la curiosa particolarità che la distingue. Presenta una varietà secondaria : Il Piccione Ricciuto di Germania o Piccione Biondo dei Tedeschi (Columba Cincinnata Germa- norum) che non differisce dalla razza che per i suoi tarsi infoderati e per essere più alto e pet- toruto. Ha mantello biondo bellissimo, composizione ottenuta coi colori Avana, anchina, ardesia, ceciato, tortora, crema e aurora. I Piccioni Rondinelle Questi piccioni (Columbae Hirundininae) rari quanto i precedenti non trovansi che in una scelta voliera dì un qualche ricco amatore, sono piccolis- simi quanto i Cravattati Bocchette (Columbae Ma- hometanae) e le assomigliano un poco. La testa hanno piuttosto larga e rotondetta, sottile il becco e baffuto alla base, ed un ciuffo di pennette colo- rate sulla testa simile in tutto a quello della Ca- pinera, che a volontà dell’ uccello si solleva o si abbassa: Le ali e le anche sono del medesimo co- lore del berretto della testa. Î tarsi impennati presentano alla base una fronte di piuma che va- ria dai dieci ai diciotto centimetri impacciando l’ andatura di questo uccello che è però leggeris- simo al volo ed ama librarsi al di sopra degli alberi e degli edifici come le Rondini alle quali assomiglia assai anche nella maniera di tenere le ali in riposo. I Piccioni Rondinelle offrono due varietà : (a) Il Piccione Rondone (Columba Hirundinina Nigra). (0) IT Piccione Carmelitano (Columba Carme- litana) dal quale ne è deriva*a una sotto varietà rarissima : IZ Piccione Fringuello, Pigeon Bouvie- uil dei Francesi (Columba Fringilla). Il Piccione Rondone è un poco più grosso delle Rondinelle, tutto nero morato con zampe cortissime ed impennate. L'occhio ha piccolo, nero, lucente con iride grigia, la testa è priva di ciuffo o' ber- LL I LL CITTA ri DA dn KA î 1 BERT AO SET Pe TS dei, 103 —’—r—r————_—_————_—_————————————————————— — = _ ——__z—z%2=< retto. Questa varietà secondaria del Piccione Ron- dinella accoppiata al Cravattato di Giava (Colum- ba Indica) produce dei piccoli piccioni neri a tarso nudo o semplicemente infoderato assai belli e pro- duttori. Si smerciano in tutta Italia delle graziose coppie di questi Rondoni, provenienti da voliere Francesi o Inglesi. Il Piccione Carmelitano si distingue per la pic- colezza del corpo e le cortissime zampe larga- mente impennate. Le calze di questo uccello mi- surano sulla fronte non meno di venti centimetri di sbraccio. Cammina male, ma all'incontro vola forte e altissimo. Ha l' abito bianco vaccato in mar- rone che ricorda quello dei frati del Monte Car- melo. Rarissimo, offre una sottovarietà ancora più rara ottenuta dall’ incrocio col Capitombolante In- glese, chiamata giustamente dai Francesi Pigeon Bouvienil perchè rammenta perfettamente nella disposizione dei due colori nero a rosso il Frin- guello Marino. (Continua) GIULIO CESARE GIACHETTI. L’ACIDO SALICILICO €@ le sue applicazioni nei vari bisogni della vita domestica. (Continuazione) L’ acido salicilico nella cura delle malattie degli animali. (1) I. — MALATTIE DEI BOVINI. lì. Carbonchio dei bovini: Il Cardonchio è una terribile malattia infettiva. a decorso acuto, che sì presenta ora isolatamente qua e là, ora su molti animali nel medesimo tempo. Essa è micidialissima ed è sosteuuta da certi organismi microscopici che sì trovano nel sangue e sono detti daczerzi. Sono varie le forme sotto le quali si presenta, ma le più comuni sono: la Splenite carbonchiosa, febbre . carbonchiosa, carbonchio ematico, essenziale o bacteridiano ed il carbonchio sintomatico 0 bacte- rîco detto anche acetone, citone, cedrone o ma- lattia di Chabert. (1) Siccome per ottenere buoni resultati, è necessario far uso d’Acido salicilico e di salicilato di soda puri, che non sempre si trovano in commercio, così per comodo dei nostri abbonati ne abbiamo fatta venire una certa quantità diret- tamente dalia fabbrica del Dott. F. Heyen e possiamo ce- derli! a 26 lire il chilogrammo, ed in scatolette di gram. 20 L. 1,00 di gr. So L. 2,00; di gr. 100 L. 3,50 franchi di porto in tutto il regno; desiderandoli raccomandati spedire 30 centesimi in più. In tutte le forme di carbonchio l'acido salici- lico è un eccellente mezzo preservativo e fino ad un certo punto anche curativo quando la malattia è appena cominciata. Essendo stato messo fuori dubbio che il carbonchio è dovuto ai bacterii, ì quali si sviluppano da corpuscoli-germi presi con gli alimenti ai pascoli, è chiaro quindi che se agli animali che corrono il pericolo di divenir carbon- chiosi si amministrano continuameste delle dosi di acido salicilico, i corpuscoli germi si distruggono e l'organismo diviene resistente alla malattia. Allorchè poi questa è appena sviluppata, se si cura subito con ripetute somministrazioni di acido sa- licilico, i bacterii possono essere rapidamente distrutti, e l’ animale presenta la più grande pro- babilità di guarire. A queste asserzioni che paiono soltanto ‘eoriche corrispondono perfettamente i fatti. Volendo adoperare l’ acido salicilico come mez- zo preservativo, dev’ essere amministrato tutti i giorni. La trascuratezza di un giorno solo, po- trebbe essere fatale, perchè è necessario tener con- tinuamente l’ organismo sotto l’azione dell’ acido salicilico. La dose preservativa trovata più efficace è l grammo al giorno per ogni capo di grosso bestiame; anzi pei tori qualcosa di più di un grammo. Queste dosi poi devono essere aumen- tate fino ad arrivare a 3 o 4 grammi al giorno per ogni bovino se il carbonchio domina con molta intensità, e se il pericolo è maggiore per la man- canza di buone condizioni igieniche e di rigorose misure sanitarie. Per poter amministrare facilmente l’ acido sa- licilico bisogna procedere nel seguente modo: Tut- ta la quantità necessaria di acido, calcolata se- condo il numero degli animali, viene messa in un vaso di terra ove si scioglie con l’acqua bol- lente; indi si aggiunge tant’acqua tiepida sino a che si ha la proporzione di 5 grammi. di acido per ogni litro d’ acqua. Nel vaso destinato ad ab- beverare ogni capo, si versa poi un quinto di litro di questa soluzione, cioè 200 grammi che tengono in soluzione un grammo di acido. La be- vanda non acquista nè odore nè sapore di sorta per questa addizione. Agli animali divenuti carbonchiosi bisogna dare ogni mezz’ ora e poi ogni ora una soluzione di 2 a 3 e persino 5 grammi di acido salicilico. È da notarsi che ciò potrà farsi solo quando il carbon- chio si manifesta piuttosto lentamente e si è ap- pena in principio. Naturalmente bisognerà prov- vedere anche alla separazione degli animali ed alle 104 buone condizioni igieniche. La forma apopletica fortunatamente non si manifesta negli animali che sono stati assoggettati per lungo tempo all’ uso dell’ acido salicilico. 2. Afta epizootica 0 taglione dei bovini. L’ a/ta epizootica o febbre aftosa, febbre aftungolare,, malattia aftungolare, detta volgarmente taglione è una malattia contagiosa che si presenta sotto forma di eruzione vescicolare alla bocca od ai pie- di, o a tute e due queste parti contemporanea- mente, ed è accompagnata da febbre. In questa malattia l’ acido salicilico si adopera per uso interno ed esterno. Internamente potrà essere dato nella bevanda come si è detto nel capitolo precedente a propo- sito del carbonchio. Per l’uso esterno sì prepara una soluzione di due cucchiai da tavola di acido nell’ acqua bollen- te, che poi si allunga con acqua tiepida sino a tre litri, e con questa si lavano più volte nella gior- nata la bocca ed i piedi. Sulle ulceri così deterse sì sparge a pizzichi la polvere di acido salic lico. Con questo trattamento la malattia assume un decorso mite e molto più breve, come risulta dalle osservazioni fatte in Italia e specialmente in Inghilterra, in cuì veterinarii ed agricoltori can- tano unanimi le lodi in favore dell’acido salicilico. Nei luoghi ove domina l’ afta epizootica è buona pratica amministrare ogni giorno la solita dose di acido salicilico a quegli animali che non sono stati ancora affetti dalla malattia. In questi casi l'acido salicilico, se non è un vero preservativo, contribuisce moltissimo a rendere mite la malattia che talvolta, come pur troppo sanno bene gli agricoltori, è veramente spaventevole per la sua intensità. Alla gentilezza di un illustre allevatore ed agri- coltore lombardo, il Dr. Giovanni Secondi, Deputato al Parlamento, dobbiamo la comunicazione di un'importante osservazione che riferiamo nella sua integrità. Egli amministrò, dietro consiglio del Prof. Lanzillotti Buonsanti, Direttore della R. Scuo- la Veterinaria di Milano, per due invernate con- secutive l’acido salicilico ai bovini delle sue ber- gamine. Una di queste, quella di Cologno, presso Melegnano, sì mantenne incolume, pur trovandosi in una località in cui il taglione ha rovinato tutte le indndre cho la circondano. Ad onor del vero bisogna poi aggiungere, che indipendentemente dall’uso dell’ acido salicilico, il Dr. Secondi man- tenne nella stalla una vera atmosfera fenica du- rante tutto il tempo in cui dominò la malattia. Dando l'acido salicilico alle vacche gravide quasi a termine, affette dalla febbre aftosa, si è sicuri di risparmiare ai vitelli l'inevitabile diarrea. A conferma degli eccellenti risultati ottenuti con l'acido salicilico nell’afta epizootica, riportia- mo dal Veterinary Journal di Londra quanto segue. Il Duca di Bruaswich (Slesia prussiana) ha combattuto ultimamente con successo i danni della febbre aftosa con l’uso dell'acido salicilico. Questo ben noto antisettico già dopo pochi giorni di cura dà dei risultati sorprendenti. Versando dell’ acqua calda sopra circa tre cucchiaj da tavola pieni di acido salicilico, messo dentro un vaso di terra, e poi aggiungendo acqua tiepida fino ad avere un totale di circa 4 litri e 1]2, si prepara una solu- zione con la quale si lavano accuratamente, tre volte al giorno, la bocca ed i piedi dell’ammalato. Dopo ciascuna lavatura, si spolverano le sommità delle unghie con dell'acido salicilico secco. Si ot- terranno ancora migliori risultati aggiungendo al- l’acqua comune due cucchiai da tavola pieni di acido salicilico sciolto in acqua calda. Durante que- sto trattamento bisogna avere gran cura della perfetta polizia delle stalle. Il letame deve essere saturato con una soluzione di acido salicilico ‘per prevenire un’ ulteriore infezione; giacchè ‘egli è particolarmente nel concime che i germi della malattia devono trovarsi. Il suddetto trattamento ha dato anche buonis- simi risultati in Alsazia 3. Diarrea delle vacche e dei vitelli. Le vac- che puerpere ed i vitelli, vanno soggetti assai spesso ad una diarrea ost'natissima che resiste per lo più ad ogni trattamento curativo il più energico. In Germania è stato adoperato l’ acido salicilico col più gran successo; ed anche in Italia se ne sono constatati i vantaggi. Ai vitelli si amministra mezzo cucchiaio da ta- vola di una soluzione acquosa costituita da | p. di acido salicilico su 300 p. d’ acqua, due volte al giorno, in 1]J4 di litro di acqua tiepida; ed alle vacche un cucchiaio da tavola pieno, nella bevanda due volte al giorno. Con questa cura la diarrea cessava al secondo giorno, ed i vitelli si salvavano tutti, mentre prima ne soccombeva la quinta ed anche la quar!a parte. L’acido salicilico fa adoperato con successo an- che in una vacca che aveva stomaco debole ed anche diarrea piuttosto forte. Un vitello, la cui madre era affetta da grave mastite, fu colpito da forte diarrea e rifiutava già il latte delle vac- che sane; nello spazio di 3 giorni guari perfet- tamente per mezzo dell'acido salicilico. artt E stato sperimentato, che, amministrando 1 grammo al giorno di acido salicilico alle vacche in istato di gravidanza inoltrata, si previene l’aborto ch' è una delle conseguenze della diarrea. Le dosi sopra riferite vengono giudicate leg- gere. Nei suddetti casi si calcola 12 litro di so- luzione (1 su 300 d’acqua) al giorno per una vac-o ca, ed 16 di litro per un vitello in tre o quattro dosi. Ha corrisposto benissimo nella diarrea dei vitelli la dose di 1]? grammo di acido salicilico al giorno, stando ad alcune esperienze recentis- sime. In generale, nei casi ostinati, queste dosi possono essere aumentate senza inconveniente di Sorta. Anche il veterinario russo Belowrow ha ado- perato con buon successo l’acido salicilico nella diarrea dei buoi. Adoperava la dose di 8 grammi due volte al giorno, oppure di 6 grammi 3 volte al giorno. 4. Febbre puerperale e arresto delle secondine nelle vacche. Dopo il parto le vacche vanno sog- gette frequentemente a due malattie piuttosto gravi in generale, cioè alla fedbre puerperale detta nervosa ed all’ alterazione dipendente dall’ arresto delle secondine (0, come dicesi comunemente, letto) putrefatte. Ad una vacca robusta di 5 anni, che da tre giorni era malata di febbre puerperale e trovavasi ripetersi tre volte, e sotto forma di pomata da far frizioni sulle mammelle. La pomata si prepara con adipe suino non salato o vaselina ed acido salicilico (4 a 5 parti su 100). Nell’assemblea generale dell’ 8 dicembre 1880 della Società centrale d’ agricolura di Potsdam, il Prof. Alessandro Miller ha insistito, dal punto di vista della buona produzione del latte, sulla ne- cessità della grande nettezza nelle vacche e so- pratutto delle mammelle, raccomandando |’ ad- dizione dell’ acido salicilico alla bevanda come mezzo eccellente per mantenere le mammelle sem- pre in buona condizione. Ha sconsigliato l’ acido fenico, perchè l’odore penetrante di questo sì co- munica al latte. Abbiamo già detto innanzi (v. pag. 91) che l’acido salicilico, e specialmente il salicilato di soda, aumentano la quantità del latte. (Continua) nre sdraiata a terra senza coscienza e senza sensibi- lità, furono date tre dosi di 15 gram. di salicilato di soda ciascuna con tintura di chinoidina e cala- mo. Queste dosì furono ripetute il giorno sus- seguente. Al terzo giorno di cura l’animale si destò dallo stato letargico, cominciò a mangiare ed in breve tempo guarì (Miltner). Allorchè le secondine arrestate nell’ utero sono putrefatte, danno luogo a delle a'terazioni piut- tosto gravi. Giova moltissimo in questi casi l’ aci- do salicilico o salicilato di soda amministrato in- ternamente e per varii giorni consecutivi, ed il lavacro nell’ utero con una soluzione di acido sali- cilico (2-3 010) per mezzo di un tubo di gomma elastica. Il tubo può partire da una vaschetta te- nuta ad una certa altezza e contenente la soluzione, oppure può attaccarsi ad un grosso clistere il cui stantuffo vien spinto mettendosi su di un scala all'altezza di 3 o 4 metri. o. Mastite o infiammazione delle mammelle nelle vacche. L’ acido salicilico è stato adoperato con vantaggio anche nella mastite o infiammazione delle mammelle. Si amministra internamente alla ‘dose di 1 grammo sciolto in un litro d’acqua, da Notions Générales et Pratiques SUR LES Musées Scolaires PAR J. TOUCHET NATURALISTE (Continuation et fin) CONCLUSION Tel est le plan que j'ai établi en exécuté pour le Musée de l’école de Jarnac (Charente) à la de- mande et au compte de l’instistuteur. La réunion de toutes ces collections forme un très bel ensem- ble, contenant la matière de toutes les lecons de choses dont l’ usage se multiplie dans les écoles. Tous les objets contenus dans le Musée, peuvent se déplacer, pour ètre, au besoin, apportés tour à tour dans la salle d’étude, pour y servir aux lecons du maître, sous les yeux des élèves, rendus attentifs aux sujets traitès par des objets visibles et palpables. Non seulement un semblable Musée est indi- spensable pour les écoles, mais chaque chef lieu de canton au moins, devrait en posséder un,aussi bien pour les adultes que pour les enfants. Les habitants de nos campagnes, tous très curieux dans le fond, iraient y chercher d’utiles rensei- gnements sur bien des choses, au contact desquel- les ils sont chaque jour, mais qu'il ne connaissent qu’ imparfaitement, . Cette fàcheuse lacune dans l'instruction des classes populaires étant dùe à ce que jusqu'à aujourd’hui, les moyens de s’instruire n’ont pas été placés à leur proximité, c'est à faire cesser cet état de choses regrettables que tend le gon- vernement. C'est à le seconder que les municipa- lités, les maitres d’écoles, les parents des enfants, doivent appliquer leurs efforts en aidant à multi- plier les moyens d’ enseignement. C'est à cette ceuvre de paix, capable de diminuer les guerres, que doivent concourir aujourd’hui tous ceux qui aiment véritablement le Peuple et la Patrie 106 — —rrrrr___vy_v=—_——;rr_, z———————11t11tttt@tm——————@m GLI UCCELLI ITALIANI (Cwurruca atricapilla, Briss. Capinera| cast. scuro ED IL COLORE DEI LORO OCCHI (1) Sylvia nisoria, Bechst. Bigia pado- vana g. pallido Sylvia orphea, Temm. Bigia grossa id. ( Continuazione ) Sylvia curruca, L. Bigiarella cast. scuro = Sylvia rufa, Bcod. Sterpazzola castagno olore vi ici i €) Subulirostres | ante LA RI in, ppi cast. scuro XXII. FAM. TROGLODYTIDAE (SoriccroLI) |SY/vî4 subalpina, Bonelli. Sterpazo- lina castagno Troglodytes parvulus, Koch. Re di|brupo nero |Melicophilus undatus, Bodd. Magna-|ca. palpebre macchia nina rosse s a Melizophi . Ma-|ca. palpebre XXXIII Fam. —CINCLIDAE (Cimota) pan pariiere bara rn, 0197) -PA Cinclus agquaticus, Bechst. Merlo|cast. scuro |?Y70ph/alma melanocephala, Gm. acquaiolo Occhio rosso rosso Phyliopneuste trochilus, L. Luì giallo| cast. scuro XXIV. FAm. TURDIDAE (TorDI) |Phyllopneuste rufa, Boda. Luì id. Turdus merula, L. Merlo | br. scuro i PORGE, ele id. Sho torquatus, L. Merlo con col- k: Phylopneuste sibilatria, Bechst. Luì A, lari 5 verde id. Turdus sibiricus, Gm. Merlo di Si- i Hypolais icterina, Vieill. Canepino beria id. maggiore id. j Turdus obscurus, Gm. Merlo chiaro id. Hypolais polyglottà, Vieill. Canepino id. { Turdus dubius, Bechst, Merlo scuro id. Hypolais pallida, Ehr. Canepino fo- Turdus atrigularis, Temm. Merlo LETTO i id. i pula suera id. Acrocephalus palustris, Bechst. Can- i Turdus Naumanni, Temm. Tordo ia paio : castagno rossiccio id. halu us Vieill. Can- Turdus varius, Pall. Tordo dorato id. AROAGeA Pot i id. Turdus viscirorus, L. Tordela cast. scuro Acrocephalus arundinaceus, Briss. Turdus pilaris, L. Tordela gazzina Cat SEE ine i id. o Cesena id. OT ni0i i (7) uscinio Savi Sal- Turdus musicus, L. Tordo id. 7 Dio ai cast. scuro Turdus iliacus, L. Tordo sassello id. Iusciniopis fluviatilis, Wolf. Sal- Turdus Svvainsoni, Gab. Tordo a- ciaiola olivastra id. mericano id. ; ; j È IU U via, Bodd. Forapaglie Monticola cyana IL. Passera solitaria] castagno Lo gt id. Monticola saratilis, M. Codirossone id. Calamodyta schoenobaeus, L. Fora-| castagno Dromolea leucura, Gm. Monachella paglie nera cast. scuro mo quatica. Gm. Paglia- Sazricola leucomela, Pall. Monachella COTE dy0a davotici, ; * cast. scuro a dorso nero id. Iusciniola melanopogon, Tomm. Fo- Saxicola melanoleuca, Gilda Mona- ner I : id. ; chella forestiera id. Bradypterus Cetù, La Marm. Rusi- Sazicola rufa, C. L. Brehm. Mona- gnolo di padule id. x chella a gola nera id. i ; ctodes, Temm. Rusignolo Sazicola stapazzina, L. Monachella id. pr: 10 il sai 3 Sazicola venanthe, L. Culbianco id. Bdon familiaris, Mènètr. Rusignolo Pi Pratincola rubreta, L. Stiaccino id. TION id. 4 Pratincola rubicola, L. Saltimpalo id. Cisticola cursitans, Franckl. Bec - Accentor collaris, Scop. Sordone |,castagno A SERA ; castagno Accentor. modularis, L. Passera sco- pi paiola i ide XXV. FAM. MOTACILLIDAE Ruticilla phoenicurus, L. Codirosso| cast. scuro (CUTRETTOLE PISPOLE) Ruticilla thithys, Scop. Codirosso Montacilla alba, L. Ballerina cast. scuro spazzacamino id. Montacilla lugubris, Temm. Balle- Cyanecula suecica, L. Pett’ azzurro id. rina nera id. Eryihacus rubecula, L. Pettirosso id. Pallemura melanope, Pall. Cutrettola id. Daulias luscinia, Briss. Rusignolo id. Budytes Rayi, Bp. Cutti del Ray id. Curruca salicaria, L. Beccafico id. Budytes flavus, L. Cutti id. (1) Preghiamo i nostri cortesi abbonati a comunicarci tutte quelle osservazioni che avranno occasione di fare e che potessero servire per correggere o completare il presente catalogo. (2) Spiegazione delle abbreviazioni: ad. animale adulto, juv. giovane, ar. arancio, b. bianco, br. bruno, c. chiaro, ca. e cast. castagno, ce. cenerino, ci. cinabro, cr. cremisi, cro. cromes, g. giallo, m. medio, p. pallido, r. rosso, ro. rossastro, s. scuro, PER I CACCIATORI Ci è stato espresso il desiderio che ci occupas- simo anche noi della circolare-protesta diramata dalla Commissione dei cacciatori Romani e che ha già ottenute numerose firme. Noi lo facciamo volentieri pubblicando la cir- colare stessa seguita dal famoso articolo 10 che ha suscitate tante discussioni e dalle modificazio- ni proposte dalla commissione, e teniamo una copia della detta protesta all’ agenzia di questo Bollettino (via di Città N. 14) a disposizione di tutti coloro che desiderassero firmarla; la invie- remo quindi alla Commissione in Roma. Chi poi volesse averne delle copie per farle sottoscrivere può liberamente chiederle alla Com- missione dei Cacciatori via Torre Argentina N. 76 palazzo Siniboldi Roma. Ecco la circolare ; Cacciatori Italiani! La Commissione del ceto dei Cacciatori roma- ni che rappresenta per mandato anche il ceto dei Cacciatori italiani. Visto che non ostante le petizioni presentate alla Camera e i vari Comizi tenuti nella Capitale per tutelare il libero esercizio della Caccia nei fondi incolti, minacciato dall'art. 10 del nuovo progetto di legge, il giorno 9 dello scorso giugno l’ onorevole Gerardi ha depositato la sua relazione sul detto progetto alla Presidenza della Camera, e quindi prossima ne sarà la discussione ; Visto che pochi proprietari, con firme di co- loni ed affittuari, si sono fatti scudo per tentare di ottenere le odiose tavolette e ricostituire con ciò un loro diritto baronale. Invita tutti i Cacciatori d’ Italia a rinnovare le loro proteste, sia ponendo la firma a tergo della presente, sia ufficiando i loro Rappresentanti, sia ‘ tenendo appositi comizii, affinchè a danno di tutta la popolazione italiana coll’ approvazione dell’arti- .colo 10, non venga calpestato il diritto naturale di caccia e creato qui, ricostituito altrove, un pri- vilegio di casta per i favoriti dalla fortuna. La Commissione G. P. Avv. Ciavela — P. Avv, Zarù — P. For- tuna — Avv. Ferrantini — A. Pagnoncelli — F. Avv. Reali — L. Avv. Provenzani — A. Marroni — R. Sernicoli — E. Avv. De-Grassi — E. Stam- panone — G. Cav. Gherardini — G. Enrico — T. Fabri. Riportiamo per maggiore intelligenza dei let- stori il testo dell'art. 10 del progetto di legge 107 Berti e la modificazione della Commissione dei cacciatori: « Art. 10. — A nessuno è lecito d’ introdursi nel fondo altrui contro il divieto del proprietario. Lo stesso è dei laghi e degli stagni di privata proprietà. « Il divieto è presunto: « a) Quando il fondo sia chiuso ai termini del Codice penale; « 5) Quando il terreno sia seminato o vi sia raccolto pendente, si di piante arboree che er- bacee. < Il divieto è espresso quando consta dall’ ap- posizione lungo il fondo e singolarmente sulle strade che conducono ad esso, d’ un sufficente nu- mero di segnali portanti una iscrizione che indichi il divieto di caccia. « Può essere considerato come non cadente sotto l’ applicazione di questo articolo, il fatto del passaggio dei canì sul terreno altrui, allorchè essi persegui tanouna selvaggina scovata sul fondo o del loro padrone o di chi non ha fatto divieto di caccia, salvo l’azione civile in caso di danni. » Modificazione della Commissione « A nessuno è lecito introdursi nel fondo altrui per l’esercizio della caccia : « a) Quando il fondo sia chiuso a termine del Codice penale ; « 6) Quando il terreno sia seminato o vi sia raccolto pendente. » Sulla concomitanza della Botritys Bas- siana (calcino) col Micrococcus pro- digiosus. In questi ultimi giorni dal Prof. Perroncito di Torino fu osservato il fenomeno della colorazione rossa in alcuni bachi colpiti da calcino. Questo fe- nomeno lo meravigliò tanto, che si accinse subito alla ricerca della causa, con tutta quella acutezza d’ingegno che gli è propria. I suoi esperimenti riuscirono fruttuosi, poichè potè accertare che .si trattava della concomitanza della Botritys Bas- sîiana col Micrococcus prodigiosus (*). Però, inen- tre è dovere riconoscere il merito del chiaris. Professore per la definizione data; è bene dichia- rare come questo fenomeno non è nè nuovo nè raro; anzi per questo gli allevatori del Piemonte e della Lombardia chiamano il calcino coi nomi di Marin rosso e marin bianco, il primo appunto (1) Vedi Bollettino di notizie agrarie del Ministero di Agri- coltura anno VII n. 4o relazione sulla campagna serica 1885. 108 a e eee e e e e e] e" ——_____ _@& per il fenomeno in parola. Però a tale colorazione non fu mai data grave importanza e molti trat- tatisti di Bacologia sì limitarono a citarlo come uno dei caratteri incostanti della malattia e nulla altro; qualcuno che se ne occupò non giunse a dare che delle notizie vaghe senza corroboro di fatti dimostrati, tuttavia sarà bene ricordarne alcune, ritenute fino ad ora, se non le più esatte, almeno le più logiche (‘). La prima sarebbe quella del Dott. Lomeni, il quale troverebbe la spiegazione nella separazione dei due colori elementari della foglia in giallo ed in azzurro, colori che, secondo M. Fremy, sarebbero il primo Phylocantina il se- condo Phylocianina (*) e che M. G. Kraus nomina invece Cyanopylla e XantopyUa (8). Cosicchè la parte gialla anderebbe a formare le parti liquide (sangue seta, ecc), l’azzurra quelle solide (cute, ecc.) Però in seguito al processo evolutivo della bo- trite si formerebbe un acido che dovrebbe arros- sare le parti azzurre. Secondo questa teoria il fe- nomeno dovrebbe essere costante e generale, cosa invece che non avviene sempre e non in tutti gli individui colpiti. La seconda è quella del Vittadini, il quale ammetterebbe che fosse dovuta alla mur- ressida. Contro questa versione sta il fatto che il calcino può colpire i bachi in qualunque età; ed în qualunque di queste si osservano i casi di co- lorazione rossa. Ora siccome nei vasi renali una quantità ap- prezzabile di acido urico non si trova che nelta quinta età, la formazione della murressida sarebbe molto dubbia; in qualunque caso, poichè per .ot- tenere da questa una bella colorazione rosso-por- pora è necessaria la presenza della ammoniaca, questa, come saggiamente osserva il Dott. Quajat (4), bisogna immaginarla come prodotta dalla de- composizione dello stesso acido urico. E dato an- cora che ciò fosse, trattando un baco così colorato con della potassa caustica, dovrebbe il rosso tra- sformarsi in azzurro, come appunto avviene della murressida. Ma provato che ciò ron avviene, anche codesta ipotesi non è più verosimile della prima. Fra le altre congetture fatte sopra tale argomento vi sono ancora quelle di certi bacologhi improvvi- sati o per meglio dire di Semai per combinazione, i quali s' impancano alla mensa del sapere con serietà meravigliosa, A titolo di curiosità ne citerò (1) Compendio di Bacologia Dott. Quajat pag. 156. * Pa- dova 1878. (2) Quajat — La Seta Pag. 15. (3) Elementes de Botanique par P. Duchartrer deuxieme edi- tion Paris 1877. (4) Quajat compendio di Bacologia. | una: il colore rosso dei bachi calcinati non è cau- sato che da l’ ecchimosi (!) prodotta dall’ invasione di spore nell’ interno del baco ('). Questa non ha bisogno di essere commentata basta solo osservare che il sangue dei Lepidotteri è privo affatto di globuli rossi, che per questo non esistono vasi preformati per la circolazione e che questa si li- mita al vaso pulsante con ingresso all’ altezza del cornetto ed egresso al lobo cefalico e quindi torna libera negli spazii interviscerali. In mezzo a tanti studi di ricerche intorno alle cause di questo fenomeno non è a mia notizia che alcuno abbia avvertito il fatto da me osservato lo scorso anno, cioè quello di aver trovata una colorazione rossa analoga a quella di cui ora ci occupiamo, in alcune farfalle sane. Le farfalle così colorate si trovavano rinchiuse in sepolcretti di carta e la colorazione non si li- mitava soltanto a quste ma si estendeva eziandio sulla carta in larghe macchie con un centrodi un ros- so vivo dolcemente sfumante alla periferia. Abben- chè il fenomeno fosse per me nuovo pur nonostante mi balenò l’ idea di trovarvi quella certa analrgia sopra ricordata e fra le prime ipotesi, tenendo conto della presenza dell’amido nella composizione della carta e dell’ essere state quelle scatolette in una località un poco umida e calda, credetti si trattasse di qualche formazione di ischizomiceti cromogeni e dall’ esame microscopico mi sembrò di non essermi ingannato. (Continua) G. B. BANDELLI. dnsegnamenti pratici Ricerca delle sorgenti di acqua. La Gazzetta del Contadino insegna il seguente modo di sco- prire i luoghi dove si trovano sorgenti d’acqua: Prima del levar del sole bisogna sdraiarsi con il ventre a terra, nel suolo che si vuole esaminare ed in maniera da potere scorgere tutto all’ intor- no; se si vede una, appena percettabile, colonna di vapore sollevarsi in un luogo dove da segni esterni non vi sia umidità, è un indizio certo che scavando il terreno si troverà acqua. Lo stesso si . (1) Consigli pratici per combattere il calcino di A. Morelli. Questa aurea sentenza mi ricorda come un Semaio di que- sto mondo, avesse trovato il modo di riconoscere la. com- pleta soffocazione avvenuta delle crisalidi, con un sistema suo speciale il quale consisteva nell’ aprire un bozzolo e spaccata la crisalide accertarsi se il sangue si fosse completamente coa- gulato nel cuore (sic). È bene avvertire. che il preteso cuore non era che la vescica cecale ed il sangue non altro che glî urati d’ ammoniaca in essa contenuti. N TT | Mile COSI vr "potrà supporre se si vedrà una quantità di pic- coli moscini volare in vicinanza della terra e sem- pre nel medesimo posto. I luoghi ove più facilmente si può sperare di rinvenire dell’acqua sono al piede delle montagne poco ripide, coperte di verdura, esposte a venti ‘inmidi e specialmente dalla parte che guarda tra- montana. Come ottenere un prodotto annuale dall’ olivo. Secondo |’ esperienza di distinti agronomi il segre- to consiste principalmente nella razionale pota- tura: Bisogna potare ogni anno per togliere la vegetazione che s' innalza verticalmente e che ri- chiamando troppo in alto i succhi nutritori dan- neggia i rami inferiori che devono darci il prodotto; potare in modo da permettere nell’ interno della pianta libera circolazione all'aria e azione diretta alla luce ; eseguire la potatura estiva, che va fatta in agosto, per togliere i tarli che 1’ olivo mette sul legno vecchio e che sarebbe troppo tar- di levarli nel marzo, perchè allora hanno già sot- tratto molto alimento a scapito delle altre parti della pianta, ed anche le'ferite che ne resultano per la potatura sono più grandi e di più difficile ri- marginatura. Con questo sistema non sono più necessarie le potature triennali a quadriennali. Oltre le potature è pur necessario tener netti gli ulivi dalla borraccina, dalla carze, dagli insetti ecc. e darli una buona concimazione. Concimazione degli alberi da frutto. Nella re- lazione annuale presentata dal Sig. Lanche, ispet- tore dei giardini reali di Potsdam, si trovano i seguenti pareri emessi dopo ben accurate espe- rienze: La migliore concimazione per gli alberi da frutto e quella fatta col perfosfato (20 per cento di acido fosforico) e con il solfato di potassa (15 per cento di potassa). Il letame bovino puro è il meno efficace, però può rendersi molto attivo me- scolandolo con della cenere. Relativamente al tempo egli dice che con la concimazione fatta in primavera o nel principio della estate, si facilita lo sviluppo dei rami legno- si, mentre concimando da agosto a settembre si avrà abbondanza di frutta nell’anno prossimo. Conservazione dei foraggi verdi. Per la buona conservazione dei foraggi verdi accorre sopra a tutto una pressione continua che favorendo l’ eli- minazione dell’ aria, impedisce la decomposizione della massa. Son già conosciuti i metodi di con- servazione per mezzo dell’ infossamento (Sàò) ma il Sig. Carmouls-H di Mazamet ci fa conoscere nel Journal d’ agricolture un metodo molto economico e che ba dati già buoni resultati. Egli dice: Nella primavera del 1883 posi alcuni carri d’erba, appena tagliata, sotto una tettoia aperta ai lati, e coprii il mucchio con tavole mobili po- nendovi sopra delle pietre del peso di 1000 a 1200 chilog. per ogni metro quadro; nell'agosto succes- sivo marimessi questo sé/ò di nuovo: genere e trovai che ii foraggio erasi conservato perfet- tamente. Molti miei amici hanno adottato questo siste ma e posso assicurare che tutti ottennero un ec- cellente resultato, perfino il mio cugino A Rauviere che fece il sitò nel mezzo di un cortile all’ aria libera. SETMONTEZAPOLEAA NOTE BIBLIOGRAFICHE RECENTI PUBBLICAZIONI DONI-CAMBI L’ Amministrazione del Bollettino s’ incarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle altre, quando sia possibile, se ne permette gratuitamente la lettura. Sopra un? ibrido artificiale di Turtur auritus (Ray) con un T. risorius (Lin) var. domestica. Nota del Sig. Conte Ettore Arrigoni degli Oddi: In una sua uccelliera di Cà Oddo l’ egregio Sig. Conte ebbe da una femmina di Turtur risorius (Lin) fecondata da un Turtur auritus (Ray) un uovo dal quale nacque regolarmente un pulcino. Della livrea di questo pulcino che poi divenne adul- to ne dà una dettagliata diagnosi comparandola a quella dei genitori e facendone risaltare le differen- ze. Da questo ibrido e da una femmina comune, ottenne un’uovo dal quale nacque un pulcino che campò un mese. Fatte alcune considerazioni sull’ibridismo, 1’ e- gregio autore esprime come suo parere che, trat- tandosi di uccelli in cattività, dalle Colombe dai Gallinaccei e dalle Anatidi si hanno meticci fecondi, ma non così dai Passeracei; riguardo poi alle specie selvatiche, dubita che il problema debba durare per molto tempo nel suo stato semi-embrionale. Il primo congresso ornitologico internazionale, tenuto a Vienna dal 7 al 14 aprile 1884. Relazione del delegato del Governo italiano Dott. Enrico H. Giglioli Prof. ord. di Zoologia ed Anatomia degli animali vertebrati nel R. Istituto di studi supe- riori in Firenze — I nostri lettori conoscono già assai di quanto si riferisce al detto congresso ed al- la istituzione delle stazioni ornitologiche deliberate durante il medesimo, per ciò oggi ci limitiamo a notare che questa interessante pubblicazione favo- ritaci dall’ egregio Sig. Comm. Giglioli, fu fatta per cura del Ministero di agricoltura indusiria e com- 110 e IIOèOH e=llilililililleM. et 4] ly) mercio, e contiene le seguenti rubriche: Introdu- zione — Il primo ‘congresso ornitologico interna- zionale — Apprezzamenti intorno alle conclusioni e ai resultati del congresso e proposta per at- tuare il programma della Commissione interna- zionale permanente, per l'impianto di stazioni or- nitologiche, in ciò che riguarda l'Italia — Mostra internazionale ornitologica tenuta a Vienna nel- l'aprile del 1884. Ne riparleremo dovendo trattare nuovamente delle stazioni ornitologiche italiane. Annuario dell’ istituto cartografico italiano. L'istituto cartografico fu fondato il 1° gennaio 1884 per iniziativa dell’ illustre Barone Cristoforo Negri presidente onorario della società geografica italiana e la direzione venne affidata al ben conosciu- to cartografo G. T. Fritasche. Nell’ opusco!'o che ci è stato favorito e che porta il suesposto titolo, avvi non solo il rendiconto dei lavori eseguiti nel suo pri- mo anno di vita, ed il saggio dei lavoris tessi, ma un’ interessante sguardo generale sulla cartografia e sui cartografi italiani nel medio evo ed un’ ar- ticolo sulla idea e compito di un istituto carto- grafico îtaliano. Scopo principale di questa pub- blicazione è stato quello di far conoscere chiara- mente le idee che guidano l’ istituto, le mire a cui tende ed il modo con il quale si propone di ar- rivare alla meta. Auguriamo a questa nuova e importantissima istituzione, che agli elogi ed incoraggiamenti giu- stamente già ricevuti, seguano importanti e nu- merose commissioni senza le quali ]’ istituto non potrebbe materialmente reggersi in vita. NOTIZIARIO Vi sono parecchi che non solo non hanno an cora pagato l’ abbonamento della corrente annata, ma neppure quello del 1884 ed alcuni sono ar- retrati anche per 1883. Preghiamo caldamente tut- ti ad avere la compiacenza di mettersi in regola con l’ amministrazione, poichè quantunque l’abbo- namento sia tenuissimo tuttavia essendo molti che hanno da pagare, dobbiamo tenere in disborso uva discreta sommetta. Tuitî coloro che desîderano esonerarsi dal pa- gare l abbonamento in corso non hanno che a fprocurarci 3 nuovi abbonati, e qualora avessero già soddisfatta la quota di abbonamento, potranno scegliere per il valore di L. 3 in oggetti posti in vendita nelle pagine del Bollettino. Ggni due nuovi abbonati danno diritto ad un terzo nuovo abbonareento gratis. A chi ci favorirà un nuovo abbonato daremo in dono un elegante oleografia sacra è profana, grande da porsi in quadro. La guerra del Sudan e il commercio degli animali selvatici. (Bol. S. Africana sez. fiorentina). È questo il titolo di una notizia che riassumiamo dalla Revue Scientifique del 16 maggio. Le spedizioni militari hanno a volte effetti sin- golari, specialmente su certe industrie eteroclite, inclassificabili, che si conoscono, ma di cui non si suol valutare l’importanza. Così la guerra del Su- dan impedisce in gran parte il commercio dei grandi animali selvatici. V’ ha carestia di leoni; i provveditori dei ser- ragli trovano difficoltà a procurarsene. I grandi carnivori sfuggono l’ uomo e tanto più gli eserciti; onde, man mano che le contrade inesplorate dimi- nuiscono di raggio, questi animali divengono più rari. Ma non sono i soli carnivori quelli che ten- dono a sparire: le giraffe e gl’ ippopotami fanno altrettanto. I” epoca nostra si distingue fra le altre per il fatto importante della rapida diminuzione e della scomparsa delle bestie selvaggie. Si fa strage del bisonte americano e nell’ India si estirpano la ti gre e il boa; non è certo lontano :1 tempo, in cui non resteranno altri animali che domestici o man- suefatti. Anche il cammello e 1’ elefante potrebbero seguire la sorte delle bestie selvatiche, se non si trovasse il modo di assicurarne la riproduzione, dato che continuino ad essere utili come mezzi di trasporto, ora che le ferrovie invadono ogni punto del globo. La scomparsa degli animali selvatici è l’ inevitabile risultato dell’ esplorazione fatta dagli europei nelle cinque parti del mondo. Le arti, la poesia, la letteratura non ci perderanno nulla? Fin quì la Revue. Noi aggiungiamo esser molto più importante il domandarsi, se non vi perderanno assai più le scienze biologiche in genere; perdita ben altri- menti grave di quella che può risentirne l’ arte. Ad ovviare a tale dannoso risultato non vi ha che un rimedio: proibire ogni cattura e caccia in al- cuni vasti territorì, a somiglianza di quel che stanno facendo gli Americani, per esempio, col Yellowstone Park, e gl’ Inglesi vietando la caccia dell’ elefante negli Animalien. Quando le Potenze europee si saranno spartite il continente africano, bisognerà che alcune commissioni di 2: ologi e viag- giatori stabiliscano i territorì da destinarsi a parchi per la conservazione delle grandi specie se:vatiche. Note cinegetiche. Dobbiamo ancora una volt ripetere che è inutile escogitar nuove leggi e nuo- vi rigori sull’ esercizio della caccia e la protezione della selvaggina, quando non si trova neppur mo- do di far rispettare quelle che vi sono. Le quaglie in quest'anno si sono ben riprodatte in quasi tut- ta l'Italia, sono perciò abbondanti e potrebbero alla prossima apertura delle caccie essere di utile e di ricreazione ai molti che praticano legalmente il salutare esercizio della caccia; ma i bracconie- ri, i cacciatori di contrabbando son già nella breccia a farre strage ed in qualchè luogo se ne fà illecito commercio, come p. e. a Chivasso ove un negoziante con una cesta piena di quaglie, le ven- deva impunemente girando per la città, come la cosa più naturale di questo mondo. La società generale dei viticoltori italiani ha stanziate 38,500 lire da distribuirsi in premi concorsi viticoli, ecc. Fra i concorsi già stabiliti avvenne uno per la monografia viticola -vinicola di ciascuna delle 12 regioni d’ italia, ed un’ altro per una memoria sull'arte della distillazione e utilizzazione dei residui della vinificazione. Quanto prima darà principio ad una serie di pubblicazio- ni relative alla viticultura. La carne degli animali equini è stata già da molto tempo dichiarata salubre e adattatissima per l'alimentazione dell’uomo, tuttavia poclie sono, specialmente in Italia, le località nelle quali si fà uso di questa carne, ma però il consumo và lentamente ma gradatamente aumentando e nel 1884 nella sola Milano furono mangiati 2579 cavalli, 380 muli e 251 somari, tutti, naturalmente, dopo aver su- bita la consueta visita veterinaria ed essere stati dichiarati sani. Onoranze ai celebri naturalisti. A Stocolma il 28 maggio scorso fu inaugurato un monumento a Carlo Linneo e nel nuovo museo di storia na- turale di South-Kenniagton a Londra, il 10 giu- gno fu inaugurata una statua a Carlo Darwin, la quale statua è stata eretta per sottoscrizione ‘o blica aperta in tutto il mondo. Un’ esempio da imitarsi è quello dato dalla Cas- sa di Risparmio in Bologna, la quale ha consegnate alla Banca cooperativa agricola di Castel S. Pietro lire 30 mila per fare imprestiti con il solo frutto del 2 1]? per cento e con seadenze non maggiori di 2 anni, ai piccoli proprietari ed ai coloni dan- neggiati dalla grandine che desolò quelle campagne pochi giorni fa. Due miliardi di lire è il prodotto lordo rica- . vato dalla rendita del tabacco fatta per conto della regia nei suoi 15 anni di vita, dal 1869 al 1883. Due miliardî mandati în fumo non sono pochi davvero! Certo potevano essere spesi più utilmente. Sorgenti di Petrolio in Pensilvania. Vi sono attualmente in attività 20 mila sorgenti le quali danno complessivamente un prodotto di 60 mila barili di petrolio al giorno. 111 _— Premi per le corse di cavalli. Il ministero di agricoltura (Direzione generale) rende noto che anche nel 1886 verranno dal pulnistero stesso di- per premi, ippiche municipi od altri enti dotati i ottetioceni corse con lo scopo del miglioramento della specie cavallina. Le domande per ottenere questi sussidi devono essere avanzate entro il 10 del prossimo gennaio. Congresso internazionale farmaceutico. Dal 31 agosto al 6 settembre prossimo avrà luogo questo congresso in Bruxelles e fra i temi da discutersi v è pure quello di una farmacopea universale. Nella prima riunione dei dottori in Scienze agrarie tenutosi in Milano fu stabilito che la 2 riunione abbia luogo in Pisa. Concorsi. È aperto il concorso al posto di aiuto direttore ed insegnante scienze fisiche naturali nella R. scuola di viticultura di Avellino. Assegno annuo L. 2000 e alloggio. Nell'occasione del Concorso internazionale degli apparecchi per la distillazione delle vinacce che verrà effettuato in S. Miniato dal 15 ottobre al 1.° novembre prossimi, avrà contemporaneamente luo- go colà un concorso di apparecchi di saggio e di strumenti che hanno attinenza con gli apparecchi distillatori e con i prodotti della distillazione. Esposizioni. In occasione dell’ XI congresso dell’ Associazione medica italiana, che avrà luogo in Perugia nel prossimo settembre, sarà tenuta nella stessa città una esposizione di oggetti rela- tivi alle scienze ed alle arti sanitarie e cioè: Mac- chine, strumenti, materiali, prodotti ec. referibili alla Chirurgia, Medicina, Chimicae Farmacia; prepa- razioni anatomiche, materiale ospedaliero, Libri ec. A. Sarogozza in Spagna, e sotto gli auspici della Società economica Aragonese, verrà aperta una esposizione internazionale che durerà dal 1.° settembre al 30 ottobre prossimi. Comprende: Scienze, arti ‘liberali; agricoltura; Industrie mec- caniche, chimiche ed ia stribniti suecidi Breve corrispondenza con gli abbonati Sig. C. A. Usigliano, — Abbiamo variato indirizzo . Bollet- tino si pubblica una sola volta al mese. Abbonamento costa L. 3 e così restate a dare L. I co. Sig. Prof. G. B. Aosta. — Spediamo i fascicoli per la se- conda voltà. Risposte ne son venute ma non sodisfacenti ne corrispondenti allo scopo. Sig. C. A. Galatina. — Le lire 2 spedite sono per v. abbona- mento dello scorso anno 1884. Sig. Com. G. M. Empoli. — Tutti gli abbonamenti comin- ciano con il 1. gennaio. Speditili arretrati. Sig. B. Cano. L. Norcia. — Ricevemmo. Spedimmo. Cor- ri ig. A. M. Tivolî. — Non ci è pervenuto il fascicolo e lo gradiremmo molto. Sig. Cap. G. B. Domodossola. Spedimmo il fascicolo che sivortà rimandarlo dopo letto. ig. F. R. Ferrara. — Troppo tardi per questo fasci- colo, pubblicheremo nel prossimo. Riceverà arretrati. Tutti gli abbonamenti scadono al 31 decembre s’ intendono rinno- vati se non sono stati disdetti nel decembre. 112 (16 Medaglie — 19 Bipiomi d’ onore) diretto dal Cav. Cataloghi gratis GABINETTO:.DI STORDR® NATURALI E LABORATORIO ZOOLOGICO-ZOOTOMICO TASSIDERMICO SIGISMONDO BROGI suvab 346019209 Naturalista preparatore — Siena (Italia) a cara Preparazioni di Anatomia umana e Zootomia- Animali imbalsamati ed in pelle, tanto indigeni che esotici - Nidi- Uova- Minerali. Conchiglie - Fos- sili- Manufa:ti litici- Arnesi per la tassidermia e per la caccia e raccolta di animali, piante e mi- nerali - Occhi artificiali - Spilli da insetti - Pomate per imbalsamare - Antisettici - Fili metallici - Basi scatole, tubetti in vetro e corno, ed etichette, per le Collezioni, - Riproduzioni in cera, gesso creta, ecc. di animali, frutti, fiori ecc. - Lenti, Microscopi e accessori - Preparazioni microscopiche. ecc ecc. Si fanno cambi e si compra qualunque oggetto di Storia natura'e - S' imbalsamano animali a prez- zi mitissimì (da L 1,00 in più) per conto dei com- mittenti. Seuola di Tassidermia Collezioni per 1’ insegnamento della Storia naturale, secondo i programmi governativi: 1800 esemplari di Zoologia Zootomia; Botanica, M ne- ralogia, Geologia e Paleontologia L. 1200 — 1000 esemplari id. id. L. 600. — 600 esemplari id id. L. 270. — 450 esemplari id. id. L. 170. — 200 esemplari id. id. L. 75. — 100 esemplari L. 35. Tubetti cornei per conservare e spedire, semi, molluschi, fossili e qualsiasi piccolo oggetto. 100 tubetti assortiti e con turacciolo L. 1,50, franchi nel regno. Pomata per lavori in cera Con questa pomata si possono eseguire tutti i lavori per i quali si adopra la cera, con molta meno difficoltà ed in brevissimo tempo Un vaso L. 3. Liquido arsenicale. per preparare da se e sen- za alcun pericolo ne spesa, una eccellente pomata da tassidermia. Questo liquido preserva dalle tarme qualunque oggetto che con esso si bagni. Un litro L. 2 compreso il vaso. Nuova pomata arsenicale per gli imbalsamatori di anìmali. Un Kilo. L. 2 compreso il vaso. Il Conciatore istantaneo. Questo liquido ar- resta immediatamente la putrefazione, impedisce la caduta del pelo, e contenendo degli antisettici, preserva le pelli dalle tarme; è perciò utilissimo per la tassidermia. Un litro L. 4; 1{2 litro L. 2,20; una boccia li- re 1,50. Essenza antisettica per garantire la conserva- zione delle collezioni zoologiche, botaniche ecc. e di tutri i generi di piume, pelliccerie ed abiti di lana. Un litro L. 10; 1j2 litro L. 5,50; una boccia li- re 1,20 Cemento liquido per riattaccare gli oggetti rotti, per preservare dall'azione atmosferica i fossili ece. Una boccia L. 0,60. Préparations d’Anatomie humaine et Zootomie- Animaux embaumés et en peau, tant indigénes qu’ exotiques - Nids - Oeufs - Minéraux - Coquilles - Fossiles - Àrmes et autres objets antiques en si lex - Outils pour la taxidermie, pour la chasse et pour la récolte d’ animaux, de plantes et de mi- néraux - Yeux artificiels - Epingles à insectes - Pom- made pour embaumer les animaux- Antiseptiques - Fils métalliques - Percoirs, bòites, petits, tubes en verre «it en corne et étiquettes pour les collections - Reproductions encire, plàtre, argile etc. d’animaux, fruits, fleurs etc. - Microscopes et accessoirs - Pré- parations microscopignes - etc. etc. On échange et on achète toutes espéèces d’objets d’ histoire naturel!e. Ecole de Taxidermie Collections pour l’enseignement de l’histoirena- turelle, d’après les programmes du gouvernement. 1800 exemplairs de Zoologie, Zootomie, Botanique, Minéralogie, Géologie et Paléontologie pour Frs. 1200 — 1000 exempl. id. id. Frs. 600. — 600 exempl. id. id. 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Le demi litre frs. 2,20. Le flacon Fosgit50. Essence antiseptique pour assurer la conser- vation des cellections zoologiqu. s, botaniques etc. et de toutes espèces de p'umes, de. pelleterio et d’habits de laine. Le lit. 10 fers Le demi lit. frs. 5,50. Le flacon frs. 1,20 4 > Cement liquide pour coller solidement les objets casses, pour preserver les fossiles des degàts de l'action atmosterique etc. Le flacon frs. 0,60. S. BRroGI Direttore responsabile sh e dazi ei par agat P Sten, Agusio Lig — BOLLETTINO DEL NATURALISTA — COLLETTORE, ALLEVATORE, COLTIVATORE PERIODICO Abbonamento per tutti i paesi dell’ Unione postale, N.d MENSILE L. 3 all'anno. A VERANA NANMNAPA NASA LE DNA A AGNA NARNIA NINA NA Nhl SNAVARNL VE 4 È NA PA, 7 / 7 7 Va SOMMARIO. — Richieste offerte e domande di cambi. — Comunicazioni : Inocu- lazione del colera. Temperatura della terra, Rose turchine. Nettezza o asepsi delle mani. Aceclimatazione e naturalizzazione. — L’ Africa. — La Rabbia dei cani. — Sulla concomi- tanza della Botritys Bassiana (calcino) col Micrococcus prodigiosus. — Dell’ esalazione ster- coracea dei fiori della Kleinia articulata. — Sulla durata delle piante. — L’ Acido salicilico e le sue applicazioni. — I più grandi Eucalitti dell’ Australia. — Insegnamenti pratici : Disinfezione dei locali. Per avere patate precoci. Lo zolfo e le malattie della vite. Per com- battere la peronospora. Concime per gli alberi fruttiferi. — Note bibliografiche: Sulla ri- comparsa dei gamberi nel trevigliano. Avifauna tridentina. Decimo anviversario della So- cietà toscana di scienze naturali e cinquantesimo d’ insegnamento del Prof. Meneghini. Ecc. ecc. — Invenzioni e scoperte: Zappa estirpatrice Candeo, Nuovo telefono. Cava di fosfato di calce. Sapone naturale. — Notiziario: L’ alimentazione dell’ acqua alle truppe inglesi nel Sudan. Grano in America. Aquario in Roma. Spedizioni, esplorazioni, e missioni. Premi. Congressi. Concorsi. Esposizioni. — Avvisi diversi. SRNIANENAINATANA TNAGSLNA NANA SNANALNZERZNANANSENA NANASN AA NA NANA NA SAENSNSNSENARSESTLEENI RICHIESTE, OFFERTE E DOMANDE DI CAMBI fra gli abbonati Quando non v° è speciale indirizzo rivolgersi allì ammini- strazione del Bollettino. Pagamenti anticipati. DEMANDES, OFFRES ET DEMANDES P'ECHANGCES entre les abonnés Quand il n y a pas d’ adresse spéciale s’ andresse à 1’ admi- nistration du Bulletin. Payementes è l’ avance. 156. Si acquistano per contanti, pesci esotici o rari, Tartarughe, Ranocchie rare, serpenti non velenosi, lucertole e salamandre, tutti vivi. Dirigere le offerte a M. Sfebeneck a Mannheim (Alemagna). 157. Si desiderano Fossili paleozoici e spe- cialmente Devoniani in cambio di altri oggetti di Storia Naturale, come p. es. Fossili terziari e del Lias sup. , Minerali, Conchiglie, Piante ecc. Rivolgersi al Prof. Alessandro Mascarini in Ascoli Piceno, 158. Guglielmo Reichardt di Herrstein (Ger- mania) desidera cambiare, agate, calcedonie, dia- spri, topazzi, amatiste, matrici di cristalli e fos- sili della formazione carbonifera, contro minerali e fossili. 159. Il Sig. Cap. Giulio Buzzetta di Domodos- sola (Piemonte) desidera far cambio di uno o due bellissimi esemplari di vipera aspis contro una o due Vipera be»us. 160. A. Holeczek, Kruszelnica par Skole (Au- trichien) desire faire des echanges en Coleopteres contre des Coleopteres et Karpates. 161. Si farebbero scambi di barbatelle di viti americane, Riparia; Solonis, Taylar, Cordifolia, Cinerea e Rubra, con egual numero di viti no- | strane o stranerie coltivate in località immuni dalla filossera. Rivolgere le offerte con cartolina doppia al Dott. Giuseppe Teresio Rizzetti Torino, via Andrea Doria. N. 1 162. Si desidera vendere le seguenti scimmie imbalsamate e montate su elegante base .Un Cercopi:hecus callitricus per L. 28; altro Cercopithecus per L. 38; un Cerc. Diana per L. 45. Tutti in perfetto stato di conservazione. 163. M. Leon Charpy, conservateur du Musee d’Annecy (Haute Savoie France) offre en echange: Des Roches eruptives des Vosges et des Alpes francaises — Des Mineraux — Des fossiles Cretaces, Jurassiques et Liasiques — Des coquiles terrestres et fluviatiles de France — Des objets lacustres et prebistoriques. 164. M. E. Deschamps, à la Régie des Tabacs à Salonique, demande a echanger des especes du genre Helix. Envoyer oblata et desiderata. 165. Sono in vendita alcuni dei curiosi ed in- teressanti topi delle piramidi (Dipus gerboa) le di cui zampe posteriori sono lunghissime (circa 20 centim.) mentre le anteriori sono molto corte. L’ animale imbalsamato costa L. 20, 50, lo sche- letro completo e montato L. 22, 50; franchi di porto. Ve ne sono anche conservati in alcool. il; dea % e e Ts PIRO TRO RELA 114 dra - 166. Si fa acquisto di molte Tortole (Turtur | 29. Neri vergati bianchi con ciuffetto —-30. Tim- auritus) domestiche adulte, della varietà bianca o | pani collo bronzato extra — 31. Cravaties --assaî color isabella e collare nero. belli — 32. Covri neri spalla rossa — 33. Trom- 167. Grande Colombaia in Ferrara via Pic- | bettieri africani che cantano - rarissimi. in Italia ca n. 7: 1. Gazzi modonesi neri — 2 Gazzi cene- | — 24. Pietra bianca e bigia vergati gialli. — 335. rini di Carpi — 3. Viaggiatori di Bruxelles — 4. | Brodses collo dorato extra — 36. Magnani ;colorati Pavoncelli egiziani neri — 5. id. id. bianchi — 6. | spalla gialla -- 37. Guzzutti di Lilla --bellissimì id. id. cenerini — 7. Parrucchetti di Firenze neri | con molto gozzo — 38. Gazzi gialli modonesi. — — 8 id. id. sauri — 9. Tunisini bianchi — 10. | 39. Da carne grossissimi di Firenze — 40. Ma- id. neri — 11. Viaggiatori modonesi — }2. Uccelli | gnani grossi - assi belli. modonesi - spalla argentina molto belli — 13. Ma- Olire le suddette razze di Colombi esistono schere di Pari i - bellissimi — 14. Magnani mo- | altre paîa incrociate con diverse razze: Maschi e . donesi - piccoli tigrati assai belli — 15. Chimpel | Femmine scompagnate. viennesi — 16. Conchiglie Olandesi — 17. Polonesi Il Proprietario. bianchi — 18 id. neri — 19. Messaggeri francesi — 20. Grifoni bagadesi — 21. Rondinelle di Sas- PA PArTTNRRS de sonia — £2. Caldani gialli — 23. Parrucchetti bian- 168. Porcellini d' India. (Cavia Cobaja);sixven- chi — 24. Rondoni del Belgio — 25. Gazzi inglesi | dono, giovani a L. l e adulti a L. 2ril pajo. ma- — 26. Guzzati di Lilla — 27. Bigi vergati bianchi | schio e femmina. Sono omnivori visono. e si ri- modonesi — 28. Pietre chiare vergati gialli — | producono in qualurque luogo. Comunicazioni - Proposte - Domande | Communications-Propositions-Demandes Risposte Reponses In questa rubrica gli abbonati hanno diritto ad una inser- Sous cette rubrique, les abonnés ont droit'4 une: dresertion zione gratuita di 3 linee per ogni numero, per scambiarsi | gratis de 3 lignes par numéro, pour, 1’ échange d’ explica- schiarimenti, informazioni, consigli e questioni da risolvere. | tions, d° informations, de conseils et de questions. d;resoudre. La direzione, qvando le sia possibile e lo creda opportuno, La direction pour ce qui lui sera possible, et quand elle le accorderà l’ inserzione gratuita per pubblicazioni anche molto | jugera opportun, accordera encore l’ insention. gratuite pour des più lunghe. pubblications bien plus étendues. Ì Inoculazione preservativa del Colera. Da chè | nel senso di non aver mai promosso femomeni che il colera fà disgraziatamente larga strage in Spa- | non sieno scomparsi spontaneamente e dopo po-. gna, ha acquistato un certo favore la inoculazione | che ore. preservativa o attenuante come si usa comune- Speriamo adunque che le prevsionì del signor» mente per il vaiolo. Ferran si avverino completamente e che siasi. È il Prof. Ferran che la pratica e che ne so- | perciò trovato alfine un mezzo per rendere meno, stiene l'utilità; egli cominciò da inocula:e il vi- | micidiale questo terribile flagello. rus colerico ai porcellini d’ India, poi lo inoculò Temperatura della terra. Nell* ultima riuzione a se stesso, quindi al suo amico e collaboratore | della Società degli ingegneri cìvili degli statù Pott. Pauli, poi a vari membri delle loro famiglie, | Uniti, i signori Smith Darsey hanno fatti conescere ad amici e colleghi, ed è stata quindi tanta la | deidatiinteressanti sulle temperature sotternanea : fiducia accordata a questa scoperta che il numero Nelle miniere di New Amalden in California degli inoculati sale ora a un 50 mila. Il governo | si è constatato un fatto singolare che parrebbe in spagnolo il 23 maggio la proibì fino a che una | contradizione con quanto si conosceva e si credeva commissione di dotti medici non si fosse pronun- | fin qui: verso 180 metri di profondità, la tempe- ziata sulla medesima, el ora dopo il rapporto di | ratura è elevatissima giungendo a 50° centìg. men- questa commissione, l’ ha nuovamente autorizzata. | tre che alla maggior profondità della miniera cioè Ferran fà le inoculazioni con i brodi che con- | a 450 metri sotto la superfiee del suolo e 150 me- tengono a profusione il dacàlZo virgola el impiega | tri sot*o il livello del mare, la temperatura è, due virus, uno più attenuato che l’altro. I dati | sopportabilissima. raccolti fino ad oggi proverebbero che l’azione Nelle miniere Eureka, situate nella stessa res profilattica di queste inoculazioni è vera, ed è or- | gione la temperatura si mantiene pressochè eo» mai per lo meno accertato che esse sono innocue, | stante dai 30 ai 360 metri di profondità. r——————___—_ ]] iui in enieaiA LOI I | Le miniere di Comstok (Nevada) sono straor- .dinariamente calde, e Darsey ritiene che un ter- smometro posto in un foro recente alla profondità da*450 a 600 met, monterebbe a 58° cent In que- ‘ste-aniniere-wi sono corsi d’acqua calda della ‘temperatura «che varia da 68° a 76° cent. (1). *Pare resulti da comparazioni fatte, che la co- stituzione geologica del suolo, abbia assai influen- za sulla repartizione della temperatura sotto ter- ra:iI sotterranei più freddi sono le miniere di ‘Chanareto. ed i tunel del Moncenisio che sono ‘circondati da. calcare; i più caldi sono quelli nelle formazioni carbonifere e trachitiche. (L_M. d. 2. £.) ‘Un pozzo scavato a Yakutsk in Siberia fino alla profondità di 160 metri ha mostrato che il suolo.era ancora, gelato a questa profondità ;l'ac- crescimento della temperatura è stato trovato di 1° per ogni 28 metri di profondita. Tenuto conto.di questa cifra e della temperatura media annuale a Yakutsk, si può ritenere con assai cer- tez.a che in questa.regione la terra è costantemen- te gelata alla profondità dai 15 ai 300 metri. D. Rose turchine. Vorrei sapere se veramente esistono «rose turchine. Roma Via del pianto 3 RoDpoLFo BALDERI. Nettezza o asepsi «delle mani. Il Dott. Forster di Amsterdam ha fatto.una serie di esperienze per accertare la purezza © apsesi delle mani dopo differenti lavature. Egli ha osservato che, anche dopo avere diligentemente lavate le mani con acqua e sapone, usando altresì di spazzolini, e dopo averle risciacquate anche con soluzioni forti diacido fenico, di acido borico, di cloruro di zinco, o di percloruro di ferro e dopo averle infine protette dalla polvere eec. asciugandole ed avvolzendole in salviette, preventivamente scaldate da 130 a 140 C. per distruggervi ogni organisr’o vivente, pure le mani sono ancora impure. Infatti se dopo aver prese tali minuziose precauzioni s'immergono le dita nella soluzione di peptone di carne steriliz- zata e neutra, o debolmente alcalina, ovvero si comprimono le dita sulla gelatina preparata per «coltura secondo il metodo di Koch, tosto vedesi che il peptone o la gelatina diventano nido di microrganismi che rapidamente si sviluppano. Non gioverebbe neppure a rendere asettiche e pure le mani, la soluzione di Acido fenico al 2 1{2 per 100 come è generalmente usata e nep- pure la Glicerina fenicata al 10 per 100. Il Bott. Forster ha notato che la soluzione la (1) Perchè sia possibile la vita degli operai in queste miniere ci così calda vi si slancia dell’ aria resa fredda facendola passare | nel ghiaccio in fusione. quale effettivamente giova a togliere dalle mani i microrganismi ed i loro germi è quella di Su blimato corrosivo alla dose di 1|2 ad 1 per 1000; ma che asciugando le mani con salviette non pu- rificate nrecedentemente si vene ad infettarle si- curamente di molti microrganismi. Acclimatazione e Naturalizzazione. Domanda : In una questione sorta fra noi sul vero significato e sulla differenza dei due termini Acclimatazione e Naturalizzazione relativamente alle piante, desi- dereremmo avere il parere della direzione del Bollettino del naturalista. Milano NATALI e BELLI. V’è chi confonde fra loro queste due parole dandole uno stesso significato, ma ciò non è as- solutamente corretto, solo può esservi questione sui limiti da assegnarsi al significato della parola Naturalizzazione. Stando al parere di illustri bo- tanici, una pianta è acclimatata quando per mezzo di modificazioni, anche profonde, alla sua natura, o di coltivazioni e cure speciali dell’uomo, si è riusciti a farla vegetare e moltiplicare in un dato paese e sotto un clima o in terreno differente a quello ove cresce spontanea, ma che la pianta Stessa va a poco a poco scomparendo quando ces- sino le cure prodigateli dall'uomo; mentre per pianta naturalizzata deve intendersi quella che non esisteva in un dato paese ma che essendovi stata trasportata per una causa qualunque vi si comporta precisamente come le altre piante spon- tanee indigene, resiste cioè a tutte le variazioni climatologiche, si moltiplica e si diffonde sempre più estendendosi fino a certi limiti nei quali si con- serva costantemente e ciò sena4a #1 soccorso del- l uomo. Alcunì autori e fra questi il celebre Decandolle non ammettono fra le piante naturalizzate quelle che introdotte in una località vi vegetano e vi si riproducono naturalmente per mezzo delle loro radici senza però produrre semi fecondi; ma altri sostengono il contrario e parmi non ha torto, poi- chè difatti come non dire naturalizzata p e. la E lodea canadensiîs (Michx) che quantunque non pro- duca semi, perchè è pianta dioica e uno dei sessi è rimasto in America, pure si è disgraziatamente tanto propagata e diffusa in tutta l’ Europa oc- cidentale da rendere vani gli sforzi fatti per di- struggerla ? S. B. Per mancanza di spazio rimandiamo al pros- simo fascicolo la continuazione degli articoli sul colore degli occhi degli uccelli e sula Colom- bicultura. 116 L’ AFRICA LA POLITICA COLONIALE CONFERENZA DI NICOLA LAZZARO (1) Signore e Signori. L'Africa! questa sfinge dalla strana figura; questa sirena che fa soffrire ed attira, quasi donna che s' ama; questa ammaliatrice che avvelena e fa morire gli avvelenati col sorriso sulle labbra, l'Africa sin dai tempi più remoti ha avuto gran parte d’influenza sui destini dell’ Europa e del | mondo. Coni Faraoni si mette alla testa della civiltà e ne lascia quelle tracce luminose di cui an- cor oggi è sparso l’ Egitto e che servirono di base alla civiltà Babilonese, alla Greca ed alla Romana; con Annibale fa tremare Roma; con gli Arabi di Maometto ridona }a luce delle arti all’ Europa im- barbarita ed imbastardita dalla feroce oppressione | del medio evo. E qui forse parra a taluno strano che io metta fra gli elementi di civiità gli Arabi seguaci di Maometto ; ma se per poco si consideri come qui presso, a pochi passi lungi, vi sono ancora pa- recchi splendidi ricordi del valore architettonico degli Arabi e del loro squisito sentimento artisti- co, se sì ricorda che aucor oggi noi ci serviamo di una numerazione da loro inventata, e che il ri- nascimento delle arti e della poesia nei paesi d’' Europa, bagnati dal Mediterraneo, è dovuta alle opere artistiche e poetiche lasciateci dai Mori, ron mi si darà più torto: non si darà più che la nia parola é erronea, si riconoscerà meco che il Co- rano fu per gli Arabi un elemento grandissimo di civiltà, come il Vangelo sei secoli innanzi lo era stato pei popoli dell’ Europa. E malgrado che gli Arabi in questa sicula terra, nel resto d'’ Italia, nella Spagna, fossero apportatori di civiltà, i no- stri padri li scacciarono e li forzarono a ritornar in Africa, giacchè, o signori, non vi è civiltà più bella, più cara, più splendida che l’ indipendenza della patria. L’ Europa nei secoli decimo, undecimo e duo- decimo dell’ èra cristiana, si contentava di rimaner (1) Nella speranza di far cosa gradita a molti dei nostri egregi abbonati, pubblichiamo questa interessantissima confe- renza tenuta dal Comm. Lazzaro, vice-presidente della società africana d’ Italia, al circolo filologico di Palermo il 27 maggio scorso e favoritaci dalla direzione della società suddetta. |’ barbara pur di non essere soggetta, ed i cristiani, . | ma incivili guerrieri del. medio evo, ricacciarono - nel deserto i civili invasori mussulmani. Ciò che noi facemmo nel passato, oggi non si | vuole che altri lo faccia, ed invertite le parti,. noi popoli europei, che ci diciamo civili, a no- stra volta vogliamo imporne agli africani e con l'inganno e con la forza, con è bombardamenti e- le fucilate, vogliamo dar loro una civiltà che essi non desiderano: e non vogliono. Se violentati nelle loro abitudini, offesi nelle- | loro credenze religiose, rubati nelle loro proprietà,. costretti ad accettare altri usi ed altri costumi, prendono le armi contro l’ invadente procedere degli Europei, si chiamano ribelli. Ribelli? A chi si son ribellati? Qual governo. legittimo essi sconoscono ? Perdonatemi, o signori,. ma io son fermamente convinto che gli africani i quali oggi si battono nel Sudan e nel Sennaar per la indipendenza del proprio paese, fanno nè più nè meno di quel che fecero i nostri padri nel medio-evo. — In quel torno noi eravamo i bar- bari, essi i eivili; oggi al contvario, noi siamo i civili essi i barbari. Le parti sono invertite ma rimane, sempre sacro ed inviolabile il diritto alla propria libertà, alla propria indipendenza.. Nei tempi romani, o Signori, dell’ Africa chia- mata Libya si conosceva solo una parte di quella che oggi conosciamo, e questa non è gran cosa, giacchè io mi penso che non si posson ritenere per note quelle regioni africane, per le quali a stento son passati uno o due e magari tre viag- giatori europei. Nell'antichità conoscevasi l’ Egitto inferiore e superiore, con nel mezzo un paese intermedio, detto Herptanomis, nel quale era la grande città di Menfi. Fu da questa provincia che trasse ori- gine la parola libro; essa viene da Ziber specie di cortecce d’ albero sulle quali scrivevasi il pa- piro, che pur adoperavasi sin dal tempo di Ero- doto d’° Alicarnasso, 484 anni innanzi Cristo, non introdotto in Menfi se non quando sparita la gran civiltà Egiziana, era per incominciare quella fa- mosa decadenza, che col suicidio di Cleopatra uc- cideva per sempre il regno dei Faraoni. Dopo l’ Heptanomis, gli antichi conoscevano pu- re la Cirenaica, il cui nome viene da upa setta capitanata da Aristippo filosofo epicureo nato a Cirene, l’ Etiopia, la Nubia, l’ Abissinia, e tutte le rive del Mar Rosso fino allo stretto di Bab-el-Man- deb e poi la cosidetta Barberia, la Tripolitania, la Tunisia, la Numidia, la Getulia e la Mauritania, oggi Algeria, la Libia, il Marocco e la Nigrizia- Valse e i peo “Non ignoravano le isole Canarie chiamate ‘fortu- nate per la:fertilità e la dolcezza dell’aria che vi si respirava. -Strabone,:il geografo classico dell’ an- tichità, fa di queste isolei più grandi .elogi, le mette a paragone dei paesi etiopici e le dice popolate di giraffe, di elefanti ed altri animali selvaggi; rac- conta di battaglie fra leoni ed elefanti, non tra- scura. quelle fra gli nomini, ed assicura che Bogad Re della Mauritania ne:ritornò recando in dono a sua. moglie delle canne da zucchero d’ una gran- dezza «prodigiosa «e simili alle indiane. Da questo rapido schizzo sull’ Africa antica, ri- sulta chiaro come la conoscenza del vasto conti- nente nero, si limitasse presso i Romani a poco più oltre le coste settentrionali ed orientali, igno- rando quasi del tutto le meridionali e non osando «avventurarsi oltre le isole Canarie per raggiun- .gere il Capo Verde e quindi le coste occidentali, oggetto di tante odierne complicazioni diplomati che e di -tante investigazioni. E tuttavia ai Roma- ni .che pur .conoscevano la Nigrizia, da essi detta Melnno-Gaeluli o paese dei gauteli nerî, non avrebbe dovuto riuscire difficile di andar oltre ver- so ila linea dell'Equatore; forse lo avrebbero fatto se il Conte Tecdosio sotto l’imperatore Valenti- niano I. nel quarto secolo, inviato a combattere i mori del Sahara, giunto al promontorio Atlas o Capo Bojador non si fosse incontrato con tale mas- sa d’uomini dallo aspetto spaventevole, la cui sola presenza pose il disordine nelle file romane e fece fuggire gl’ Imperiali. E vero che Teodosio rattenne i fuggenti, li ras- sicurò e li ricondusse al combattimento, ma dopo aver saccheggiato alcuni villaggi ebbe timore d’inoltrarsi in terre sconosciute e si ritirò spar- gendo la notizia che quei paesi erano abitati da uomini giganteschi impossibili a vincersi. Furono i califfi fatimiti, cioè i discendenti di Alì e Fatima, figlia di Maometto, che giunsero fino al Niger fondando la città di Nigira al 18° grado di latitudine Nord e 30° di longitudine. Per lunga pezza io potrei parlare, se volessi intrattenervi, o signori, sulla conoscenza che gli antichi romani aveano del continente nero. Ma fa- rei torto alla vostra istruzione, facendo sfoggio di facile erudizione. Altro è il mio proposito. (Continua) LA RABBIA DEI CANI NANNINI ISTRUZIONE POPOLARE ]l prossimo sviluppo della rabbia nei cani non sele A 117 bia significato caratteristico. I segni premonitori di questa malattia si confondono con quelli di pa- recchie altre. La rabbia nei cani si presenta sotto due forme distinte, che conviene conoscere ngi loro principali sintomi, ed esse sono: la rabbia furiosa e la rab- bia muta. Segni cd andamento della rabbia furiosa. Un cambiamento nel comportarsi del cane suole segnare l’ invasione di questa forma di rabbia. Il cane talvolta si mostra più vivace, p'ù carezzevole, più obbediente ed anche più sensibile del solito, e talvolta, al contrario, più pigro, più melanconico, più silenzioso ed altresì più restio ad ubbedire, I cani tenuti negli appartamenti cambiano spes- so di luogo: ora si coricano nel loro giaciglio, ora sul nudo pavimento; prendono la posizione del cane che si dispone a dormire, e ben tosto balzano in piedi come spaventati; guardano ed : nche an- nusano oggetti e persone loro note, come per esa- minarle; leccano i corpi freddi, ne abboccaro al- tri indigeribili, e schiacciatili ovvero stritolatili, li ingoiano, oppure li lasciano cader di bocca. Al- cuni di essi leccano la propria orina (e questo è segno di molta importanza) ed anche i propri escrementi, e talvolta li ingoiano pure. I cani tenuti alla catena dentro stalle, o canili, smuovono la paglia colle zampe anteriori, o se la cacciano sotto il ventre e talvolta ne pigliano del- le boccate, e la mordono, e la scuotono con fu- rore. A capo del secondo o terzo giorno di malattia, i cani cercano di allontanarsi dalla casa del pa- drone. Quindi avviene che, se essi sono tenuti li- beri negli appartamenti, soventi volte si avvicinano all’ uscio, allo scopo di fuggire da casa: e se sono tenuti legati entro le stalle. o dentro i canili, fan- no ogni loro potere per rompere il guinzaglio, 0 la catena, e se ciò loro vien fatto, rosicchiano le imposte e tentano strappare le tavole, al fine di aprirsi un varco alla fuga. Per lo più, dopo un’ assenza di parecchie ore, durante le quali essi vanno quà e là vagando senza scopo, fanno ritorno a casa, e collo strisciare il ventre sul terreno, alla vista delle persone di casa, danno segno non dubbio di aver cognizione del fallo commesso. D’ ordinario già fin dall’ esordire del male i cani mostrano tendenza al mordere, la quale è in alcuni molto spiccata, in altri assai debole. Fra i primi ve ne sono di tali che addentano con furore tutto ciò che si muove, o si fa muovere, attorno a loro, animali e corpi inanimati; e se ne incon- trano eziandio alcuni, che mordano il proprio ccr- po, e specialmente la parte precedentemente mor- sicata dal cane, o da quell’ altro animale rabbioso, che loro comunicò la rabbia. In qualche caso la è preannunziato da alcun indizio speciale, che ab- | tendenza al morsicare non fa la sua apparizione. sò. pe 118 che nel secondo o terzo giorno di malattia; ed ac- cade altresì che alcuni cani rabbiosi, nel mordere, chiudono con poca forza le mascelle, e perciò non producono che ferite molto superficiali, ed anche semplici contusioni. L’ alterazione della voce e della maniera d’ab- baiare costituisce un indizio molto importante e quasi caratteristico della malattia. La voce è di tuono un 20° più basso che nello stato normale, è ruvida, ovvero seu ea daloto E F ed è ruvida ero anche completamente rauca. | minante sopra tutti gli altri, che il cane malato Nell’ abbaiare i singoli latrati non sono sempre distinti e stacccati l uno dall'altro, ma sono tra di essi intercalati degli ululati; di maniera che l’abbaiare del cane rabbioso è alcun che d'inter- medio tra ì’ abbaiare e )' ululare. La fisonom'a, o l’aspetto dei cani rabbiosi non tarda molto a cambiare ed a farsi diversa dallo stato normale. Gli occhi vivi ed accesi in sul prin- cipio del male, sono poi in progresso di tanto in tanto tenuti chiusi da alcuni malati, come se la luce tornasse loro molesta; e verso il quarto o il quinto giorno di malattia, lo sguardo loro appare spento perchè gli occhi s’ intorbidano e la cornea lucida sembra coperta da un sottile velo di pol- vere. Essi provano certamente delle allucinazioni, perchè dopo aver guardato ‘fissamente, e per qualche tempo, in aria, abboccano quella nella stessa guisa che sogliono fare quando danno la cacc'a alle mosche. In molti cani rabbiosi verso il terzo giorno di malattia la pelle forma delle pic- cole grinze sopra la fronte e al di sopra degli oc- chi. La sensibilità loro è notevolmente diminuita sopra tutta la estensione del corpo, cosiechè, in generale, si possono battere, ferire e perfino scot- tare senza provocare manifestazione di doiore. In questa forma di rabbia i cani, generalmente parlando, non perdono saliva, o bava, dalla bocca ; chè anzi col progredire del male, la lingua e le labbra loro aldivengono secche, e leggermente screpolate, come succede in parecchie malattie febbrili. Non tutti i cani rabbiosi cercano sottrarsi alla vista dell’acqua; al contrario alcuni cani ne be- vono, e talvolta cercano l’acqua avidamente come gli assetati per causa di febbre. Nei primi giorui di malattia essi mangiano ancora, ma. facilmente vomitano i cibi ingeriti; e vomitano altresì so- vente quando non pigliano più cibo. Nei primi giorni di malattia. i cani rabbiosi portano la coda nella maniera che è propria della razza, dalla quale ciascuno di loro discende, cam- minano con vivacità e scioltezza senza dar segno aleuno di debolezza e di prostrazione, ma, trascorsi tre o quattro giorni, essi dimagrano notevolmente, i loro fianchi s' incavano, camminano dondolando la' parte posteriore del corpo, e tenendo la coda penzoloni, ed infine, addivenuti debolissimi.e pa- ralitici delle estremità posteriori, muoiono d' or- dinario verso il settimo giorno di malattia, talvolta al quarto, rarissimamente al nono o al decimo. Segni ed andamento della rabbia muta. Allo svolgersi della rabbia muta ì cani, pur presentando un cambiamento nel loro comportarsi, simile a quello indicato come proprio dell’ esordire della rabbia furiosa, si mostrano più silenziosi e più tristi in questa ultima forma di rabbia. Nella rabbia muta si nota come segno predo- tiene di continuo la bocca più o meno largamente aperta, dalla quale cola per lo più in abbondanza bava filamentosa. La bocca in questa forma di rabbia è tenuta aperta dai cani, perchè i muscoli che hanno per ufficio di chiudere la mandibola inferiore contro la superiore, trovansì in istato di paralisi incom- pleta, o di impotenza a contrarsi. Nella rabbia muta i cani per lo più non pos- sono assolutamente marigiare nè bere, oppure ciò fanno con grave stento ed in modo incompleto, anche quando cibi o bevande s’introducono, dalla mano dell’uomo dentro la loro bocca. = li maggior numero dei cani affetti da questa forma di rabbia mostra poca o nessuna tendenza al mordere. Quindi è che i cani affetti da rabbia muta sono assai meno pericolosi pell’ uomo e per gli altri animali, che quelli colti da rabbia furiosa; ciò non di meno non conviene fare a fidanza con tali cani, perchè in un momento dì sovracitazione potrebbero avvventarsi e serrare le mascelle di quel tanto che bastasse per produrre ferite con inoculazione del virus radico. Il cane colto da rab- bia muta ha la voce alterata nella stessa maniera che il cane preso da rabbia furiosa; ma abbaia assai più di rado. La rabbia muta, per gli altri sintomi per il modo di decorrere e di finire, non differisce dal- la rabbia furiosa. Il cane morsicato da un altro cane, o da un gatto arrabbiato, guarisce della sua ferita in breve tempo, e la sua salute generale non offre nessun fenomeno sospetto; mu dopo un periodo più o meno lungo di tempo, anche maggiore di 3 mesi, avvicinandosi lo sviluppo della malattia, succede in non pochi casi un fatto, il quale deve essere te- nuto in gran conto dai padroni dei canì. Questo fatto consiste in ciò, che il cane lecca e morsica frequentemente Ìa cicatrice della ferita statagli inflitta dall’ animale arrabbiato. Questa ci- catrice arrossa, e sotto le graffiature e le morsi- cature prende aspetto di piaga color vinaceo. Se la ferita è alle orecchie, dove il cane non può leccare o mordere, desso allora graffia crudelmente Ja cicatrice colle zampe, o la strofina contro terra, o contro i muri, sino al punto di renderla apert® e sanguinante. ; « Quando il nostro cane è stato morsicato da C——_—_____—m_—_—_AA_Ao«<<—_ « un altro cane sconosciuto in istrada, o giunge « a casa con ferita accidentale qualunque, è cosa « indispensabile il lavare la ferita con acido fenico, « 0 cauterizzarla col ferro rovente, e quindi tener « d’ oechio la cicatrice Questa cicatrice può a un « dato momento dare il primo allarme della ma- « nifestazione della rabbia. » A questi segni si può facilmente riconoscere la invasione della malattia del cane. Ove si pre- sentino anche in grado minimo, è dovere darne tosto avviso all’ ufficio d' Igiene Municipale per i provvedimenti richiesti dal caso; ed è cosa pru- dente sequestrare il cane in camera chiusa, e tenerlo in osservazione per abbatterlo, appena si manifestino i sintomi caratteristici La compassione e la male intesa affezione pel cane, può essere causa di morte pel padrone o per le persone della sua famiglia; e se la malat- tia giunge all'ultimo periodo, ed il cane fugge, allora può essere causa di gravi ed irreparabili sciagure. PRroF. ALBERTO GAMBA — Pror. RoBERTO BASSI Assessori di Pubblica Igiene al Municipio di Torino. CENA ENNA NI NA NANNINI NANA NA AOONNAIENAT Sulla concomitanza della Botritys Bas- siana (calcino) col Micrococcus pro- digiosus. {Continuaatone e fine vedi n. antecedente) Dissi come le farfalle presentanti la tinta rosea fossero perfettamente sane; questo mi fu pro- vato dalla mancanza assoluta di miceli, steli e spore della botrite, nonchè dei corpuscoli del De Filippi (1) determinanti l’atrofia parassitaria. Tale condizione è, a mio parere, interessante, la questione, poichè è ammesso e provato, che i bachi che vengono inquinati dalla botrite, anche nel tempo della tessitura del bozzolo, per la ra- pidità di sviluppo del morbo, non giungono mai a trasformarsi in farfalle, conseguentemente non è possibile l' uscita di queste dal bozzolo già in- fette, come è ammesso pure che rare volte pos- (1) Ho creduto di compiere un dovere rivendicando al De Filippi il merito della scoperta dei Corpuscoli brillanti, nel baco da seta, mentre fu merito incontrastabile del Cornalia l’avere colla sua grande opera Monografia del Bombice del Gelso, riportata a nuova vita la questione dei corpuscoli e di- mostrata la possibilità del loro significato nosologico. Se la proposta del Prof. Vlacovich di chiamare i corpuscoli Nosema De Filippî non trovò quella popolarità dovuta a tanto merito, fu per l’ effetto della comparsa dello stupendo lavoro del Cor- nalia, che conquistando in breve tempo tuttii bacologi italiani edesteri, fu sanzionata, come attestato di alta stima, la deno- | minazione di Corpuscoli Cornalia. Vedi Quaiat Comp. di Bacologia pag. 123. a 119 —————--rrrrrrrss:** yTyg;-=*r***£fff--«‘‘‘@(|@è(‘’ sono acquisire l’ infezione dopo l’ uscita. (1) Il Ver- son confermando questa possibilità scrive: « la « farfalla similmente va soggetta al calcino, ma, « siccome nella cerisalide, rade volte vi apparisce « una estesa fioritura della botrite ; «ssa impic- « colisce, si dissecca, diventa rigida e fragile dopo « la morte. Talvolta essa offre una tinta legger- « mente rosea e pare che le squame stesse siano « compenetrate dalla sostanza colorante che la « cagiona » (2). Ora se tale colorazione è avvenu- ta in soggetti sani, non sarebbe questa da attri- buirsi al calcino, ma bisognerebbe per logica ri- cercarne la causa altrove. Ritengo indubbiamente accertata la sanità di queste farfalle anche dal- l’esperienza che bacolini, provenienti dalle mede- sime, coltivati a contatto immediato coi sepolereti ove erano state deposte le uova, riuscirono nor- malmente, e nessuno di questi fu colpito da ma- lattia. Tale normalità sarebbe stata difficile, se non impossibile, in presenza delle spore della botrite ; attesa la loro tenace vitalità che può raggiungere fino i 16-18 mesi, conservando sempre la pro- prietà di riprodursi. Passando alla osservazione microscopica prima praticata sopra particelle di carta e poi sopra alle farfalle, trovai che tutte le fibre della prima (carta) erano compenetrate da corpiccioli tondeg- gianti di colore giallastro più o meno intenso aventi un diam. di 0,004-5 di millim ; ad alto foco presentano delle linee corrispondenti a leggere insolcature longitudinali; per lo più queste sono quattro, cosicchè questi corpiccioli, quando presen- tano all’occhio dell’ osservatore uno dei poli, hanno l'apparenza di turgide vescichette legate in croce da un cingolo. Il contorno appare alquanto scuro e sembrerebbe costituito da una membrana avvol- gente di una certa consistenza. Osservando l’in- terno a più forte ingrandimento (700 d) si scorge che contiene una sostanza finamente granulosa, talvolta leggiermente tinta in roseo; spesso sulla parte interna della cute della farfalla trovansi riunite delle vere colonie di questi parassiti. La grandezza di questi bacteri non è costante, anzi, avendone trovati moltissimi di 0,001 di mil- lim. dotati di movimento browniano, al contra- rio di quelli più grandi che ne sono privi, non mi, sembrerebbe inverosimile il ritenere quelli grandi, come cellule, matrici e la granulazione in- terna essere costituita da miriadi di germi i quali potrebbero uscire, previa rottura del'a membrana (1) Prof. Tito Nenci, I Bachi da seta Hoepli Milano pag. 204. (2) Prof. E. Verson Opera citata pag. 137. 120 avvolgente, ed alla loro volta, nutrendosi nel medio ove trovansi, sviluppare e raggiungere la gran- dezza e forse la proprietà delle prime (1). In ultimo dirò, che anche la forma non è sempre uguale e che se ne trovano degli appuntiti da uno o da ambo i poli; in quest’ ultimo caso si as- somigliano molto (soltanto per la loro forma) ai corpuscoli che si trovano nel frutto del gelso (mo- ra) in fermentazione ; però questo caso l'ho tro- vato più raro. Disseminati ovunque, sia nelle preparazioni della carta, sia in quelle di farfalle, trovai altri globetti, o meglio delle goccioline di umore untuo- so di varia grandezza a contorni esattissimi, lim- pidi, colorati di un bel roseo brillante e unito: talora questa tinta è diffusa in tutti i tessuti e le squame ne sono completamente compenetrate: alcune chiazze dello stesso colore, però isolate, di un’ aspetto membranaceo le ritenni per vere zoo- glee, in somma mi parve di riscontrarvi tutte le caratteristiche dei Micrococchi cromogeni, ed ora ne sono sempre più convinto dalla autorevole de- finizione data dal valente Micrografo Torinese. Da questi esperimenti, fino a prova contraria, resulterebbe: che la colarazione in rosso sanguigno ‘o roseo, che talvolta presentano i bachi calcinati non è dipendente dalla dotritys bassiana ma dalla concomitanza di questa col micrococcus prodigio- sus; che il cdietto micrococco può invadere indivi- dui anche se isolato: che la causa della scompar- sa o indebolimento di questa tinta, che talvolta si verifica nei bachi calcinati alcuni giorni dopo la morte, è da attribuirsi alla fuoruscita attraver- so alla cute dei conidi e delle spore della botrite, producenti la caratteristica efflorescenza bianca del calcino ; che la temperatura e il grado igro- metrico essendo coeficenti primi per lo sviluppo dei parassiti (2), la concomitanza di qaeste due specie è spiegata coll’accidentalità favorita dalle condizioni di tempo e di luogo. Ora resterebbe a provarsi se il micrococeo in questione abbia potenza morbigena e concorra colla botrite alla distruzione dell’ organismo animale, se invada l'individuo prima o dopo questa e se le (1) Questo modo di proliferazione troverebbe analogia con quello dei corpuscoli dell’ atrofia. Vedi È tudes sur la Maladie des vers a soie par M. L. Pa- steur T. prim. Chap. III Paris 1870. (2) Contrariamente a quanto asseriva lo stesso Dott. Ago- stino Bassi scopritore della Botrite, dalle esperienze risulta che il Calcino infierisce sempre più ove è umidità, come giustamente osservò il chiarissimo Prof. V. Sini nel suo articolo — Il cal- cino e l’ umidità — Vedi — Il Bacologo Italiano — Casalmon- ferrato anno VIII N. 14. farfalle da me osservate furono invase prima o do-- po la morte. Tali quesiti potranno essere sogget- ti di futuri studi per persone più competenti diume, . non avendo affatto la presunzione d’ invadere. .il campo altru per due forti ragioni: prima, che non possedendo io una profonda cultura in tale materia non potrei fuggire agevolmente il perico- lo di spesso ingannarmi, tanto più che in tali studi è necessaria tanta perspicacia, tanta attitudine di osservazione continuata, la.quale non può essere acquistata che col grande esercizio guidato. dai retti principii fondamentali della scienza: secondo che, coll’essermi accintoa rendere note le mie semplici osservazioni, non ebbi in animo di schie- rarmi tra i sapienti nè di volermi mettere în evi-- denza, perchè so quello che valgo» Perciò mi lu- singo che niuno vorrà taeciarmi di:poca modestia, se dichiaro d’ essermi deciso a questo collì’inten- . dimento di emettere, sopra un fenomeno. poco conosciuto, o per meglio dire poeo osservato, un, parere, che dalle esperienze mi è sembrato non, privo di fondamento e se mi sarò ingannato nelle osservazioni, mi sarà sempre grato l'avere alme-. no data ad altri, più felici di me, l'occasione di; combattere il mio errore col dimostrare»la verità. Intanto sarebbe sperabile che i resultati fossero negativi alla questione della potenza morbigena, di questo micrococeo, per non trovarsi nella do-. lorosa necessità di dovere classificara. anch*esso; fra i tanti flagelli, che da oltre 30 anni.colpiscono. la più ricca delle nazionali industrie. G. B. BANDEBLI: Direttore del R. Osservatorio Sericolo Senese. Dell'esalazione stercoracea, der fori DELLA MILENA ARTICULATA HAW Nora DEL DoPrT. FLAMINIO TASSI Questa pianta del Promontorio è&’Aifriea, che porta il nome del botanico tedesco Klein, è stata anche denominata Cacalia a motivo forse dell’odore nauseoso che tramandano ì fiori di alcune specie formanti questo gruppo generico: gli scrittori però non hanno indicato qualì di esse presentano questa particolarità, ovvero che la manifestano in grado superiore alle altre, e per quanto è a mia noti- zia nessuno ha menzionato ìn proposito i fiori della Kleinia articulata Haw. (1) Nel Decembre dell’ anno passato mentre stava (1) I fiori della K/einîa repens Haw e K. ficoides Haw, non tramandano alcuna esalazione. è [4 121 osservando alcune piante grasse in uno dei tepi- dari di questo orto Botanico, avvertii un’ esalazione come di sterco animale; la stanza era pulitissim a e nulla accennava all'esistenza di materie fecali vicine; data una rapida occhiata a quelle piante, nessuna di esse era in fiore eccetto la Kleinia ar- ticulata i cui rami fiorigeni allungati spiccavano sulle altre piauticelle : mi avvicinai e l’ emanazione era più sensibile; ne colsi alcuni capolini, ne fiutai i piccoli fiori e dovetti convincermi che eran questi che tramandavano lo spiacevole odore. Mi feci allora a studiarli e ad analizzarna le parti e trovai nel fondo del sottilissimo tubo della co- rolla una piccola ghiandola secernente un’ umore oleoso giallo . La scarsa quantità dell’umore ghiandolare e la difficoltà «i estrarlo dal fondo di tubicini quasi capillari, non mi hanno permesso di farlo analiz- zare chimicamente e determinarne la natura. A questa secrezione devesi probabilmente attribuire l'odore stercoraceo dei fiori della K/einza, odore che perdura finchè i fiori stessi non cominciano ad appassire, ed è così forte e intenso da essere avvertito ad una certa distanza, mentre le foglie, i rami ed i peduncoli hanno un leggero odore re- sinoso. Siena Agosto 1885. Sulla durata delle pianto în cenere E DI ALCUNE SOLANACEE IN SPECIE NOTA DEL PROFESSOR ANTONIO ALOI (Naturalista siciliano) La durata delle piante viene dai botanici esti- mata dalla durata delle radici, e siccome le radici, vivono uno, due, o più anni, a seconda delle di- verse specie dei vegetali, così le piante si soglio- no distinguere in annuali, biennali e perenni. — Sono perciò annuali le piante che entro il giro di un anno, od anche meno, compiono tutie le fasi della vegetazione; val quanto dire che nascono, crescono, fioriscono, fruttificano e muojono, come sarebbero, il Frumento (Triticum vulgare, Vil.), l’ Orzo (Hordeum vulgare, L.), la Fava (Faba vul- garis, Moench), il Pisello (Pisum sativam, L.), le Veccie (Viciae) ec. ec. Sono biennali le piante che durano in vegetazione due anni, ossia, nel primo anno menano semplicemente le foglie e nel secon- do anno si muniscono di stelo, fioriscono, fruttifi- cano e mucjono ; tali sarebbero la Carota (Daucus carota, L.), la CipoVa (Allium cepa, L.), il Rape- | ronsolo (Campanula rapunculus, L.), il Prezzemolo i (Petroselinum sativum, L.); alcune specie del ge- nere Verbdascum ec. ec. Sono finalmente perenni le piante che vivono per più anni e fruttificano più volte prima di morire, come ad esemp'o: il Rafano selvatico (Cochlearia armoracia, L.), la Robbia (Rubia tinctorum, L.), lo Scalogno (Allium ascalonium, L), la Czcoréa (Cichorium intibus, L.), il Pero (Pirus communis, L.), Cipresso (Cupressus sempervirens, L.) ec ec. Ora a me pare che la divisione delle piante in annuali, biennali e perenni, non sia nè rigorosa- mente esatta, nè tampoco scientifica, principal- mente perchè il periodo vegetativo varia, si può dire, da una specie all'altra, e mentre in alcune è brevissimo in altre è più o meno lungo; il con- siderare quindi come pianta annua tanto il Mays detto quarantino ad esempio, che dura in vege- tazione 40 giorni o poco più, quaato il Frumento che vive circa dieci mesi, non è giusto, anzi è inesatto. Se lo scopo finale della vegetazione delle pian- te è riposto nella maturazione del seme, che è destinato a perpetuare la specie, il che è lumino- samente provato dal fatto, che la maturazione del seme segna sempre o la morte totale della pianta, o la cessazione temporanea, ovvero il rallentamen- to delle funzioni vegetative, molto più interessante ed anche più scientifica sarebbe una divisione che si poggiasse sul numero delle fruttificazioni che una pianta compie pria di morire. Io dividerei quindi le piante in due grandi ca- tegorie, comprendendo nella prima tutti quei ve- getali che fruttificano una sola volta e muojono, come ad esempio il Frumento, l' Orzo, la Carota, il Prezzemolo ec. e nella seconda categoria tutte quelle altre che fruttificano diverse volte pria di cessare totalmente dal vivere, come sarebbero, il Fico, il Ciliegio, il Cipresso ec Le piante della prima categoria si potrebbero contrassegnare col nome di Monocarpoforiche, dalle voci greche povos, solo, uno e Xxorogopix fruttificazione, e quelle della seconda categoria col nome di PolZicarpoforiche da moli molto più e Yeorovopix fruttificazione. In tal modo le piante di sopra designate come an- nuali e biennali sarebbero comprese nelle Mono- carpoforiche perchè fruttificano una sola volta e muojono, e quelle indicate come perenni sareb- bero comprese nelle Policarpoforiche, perchè frut- tificano diverse volte prima di morire. Comunque poi la durata della vegetazione delle piante possa variare per ragioni climatologiche specialmente, pure nello stabilirla per una deter- minata specie di piante, fa d’uopo considerare detta specie nella regione che le è propria. Molte piante perenni o policarpoforiche «dei climi caldi, portate nei climi temperati e freddi, fruttificano una sola volta e muojono, ciò non pertanto deb- bono essere considerate come Folicarpoforiche. In tal caso trovasi il /ticzn0 (Ricinus communis, L.), Il Ricino nelle regioni medie e settentrionali d’ Eu- ropa vegeta un solo anno, fruttifica e. muore; nell’ Africa invece, luogo della sua origine, ed an- che in Sicilia, diventa arboreo, vive diversi anni in vegetazione e fruttifica diverse volte pria di perire. Il Ricino quindi è pianta perenne, e come tale la considerano i botanici. In altri termini debbe una pianta essere consi- derata come annua, o meglio Monocarpoforica, se sotto qualunque latitudine fruttifichi una sola volta e poi muore, e debbe invece essere considerata come perenne o meglio Policarpoforica, se messa nelle condizioni di clima e di suolo che le son pro- prie, dura in vegetazione più anni e frattifica più volte prima di morire, non ostante che in alcune regioni viva un anno e fruttifichi una sola volta. — Il Frumento è pianta Monocarpoforica perchè do- vunque sì coltiva fruttifica una sola volta e muore; il Ricino è pianta Policarpoforica perchè nei climi proprii vive più anni e fruttifica più volte, con tutto che nelle regioni medie e settentrionali d’ Europa, vive un solo anno. Or non so comprendere il perchè, trovandosi nelle identiche condizioni del Ricino, alcune piante della famiglia delle Solanacee, e precisamente il | Pomodoro (Solanum Lycopersicum, L. o Lyco- persicum esculentum, Mill.), il Solaro nero, orto- lano o Pomidoretto selvaggio (Solanum nigrum, L.) ed il Pîmento o Peperone (Cupsicum annuum, L.) vengono, in tutte le botaniche ed in tutte le fiore, anche recenti, che ho potuto riscontrare, designate come piante annue, mentre che nei siti caldi come la Sicilia, vivono più anni e fruttifi- cano diverse volte prima di morire. A comprovare la mia asserzione non ho che a ricorrere ai fatti. Di fatti potrei citarne una infinità, ma per non andare troppo per le lunghe mi restringerò ad accennarne alcuni semplicemente. A Girgenti, alcune piante. di pomodoro, nate «spontaneamente, durarono in vegetazione. per 5 anni circa, senza essere assoggettate a speciali ar- tificj ; erano soltanto riparate dal Nord da un mu- ro. Quelle piante di pomodoro durante i cinque anni, continuarono sempre a vegetare, emettevano continuamente nuovi. germogli, e fruttificavano «ugni anno. Nel R. Istituto Tecnico di Catania, il Prof. Ric- ciardi col riparare dalla tramontana alcune piante di pomodoro, le ha tenute in vegetazione tre anni. Nella loggia dell’ Ospedale di S. Marta, qui. in Catania, esiste tutt'ora una pianta di. pomodoro che richiama l’attenzione dei passanti. Detta pian- ta che conta già più di tre anni di vita, ha rag- giunto una lunghezza di 5 a 6 metri, e le nume- rose ramificazioni di cui si è guarnita vengono so- stenute da aste di ferro, messe a guisa di pergolato. Detta pianta non ha cessato un sol momento dal vegetare e ad ogni primavera emette nuove ra- mificazioni e matura nuove bacche. Lo stesso dicasi del Solano nero. — Di diverse piante, che vegetano spontaneamente nel giardino dell’ Istituto Tecnico di qui, e nei dintorni del me- desimo, nessuna, da tre anni a questa parte, ha cessato di vivere. Ogni mese di febbraio dette piante, emettono nuovi rami, sui vecchi dell’ anno avanti, fioriscono e fruttificano. E poi basta sem- plicemente osservare, in Sicilia almeno, una pianta di Solano nero, per vedere che è guernita di ra- mi deli’ anno usciti dalle gemme ascellari dei rami di anni anteriori. Del Pimento detto annuo poi posseggo attual- mente nel giardino dell’ Istituto Tecnico, 10 pian- te, che contano già quasi quattro anni di vita Esse piante son poste in piena terra e nessun artifizio serve a ripararle dal rigore del verno ; alcune han raggiunto l'altezza di un metro e 20. centi- metri circa, posseggono un tronco abbastanza li- gnificato e sono ramificate con due ordini di rami. Durante l inverno perdono quasi tutte le foglie, e qualche ramo secca, ma nella primavera nuovi germogli si vedono a sorgere dalle ascelle delle foglie cadute e delle esistenti, quali germogli poi si guarniscono di fiori e poscia di frutti. I fatti accennati li ritengo più che sufficienti a provare che le specie di Solanacee sopra desi- gnate, lungi dall'essere delle piante annuali 0 Mo- nocarpofori che, sono delle vere piante perenni o Policarpoforiche. Esse cessano dal vegetare dopo un anno di vita, dove la temperatura nella sta- gione invernale scende a tal punto da farle perire, ma nei siti dove il termometro nello inverno non arriva a segnare lo zero, le specie in parola con- tinuano a vivere. Sulla durata delle Solanacee quindi sonvi degli errori da correggere, e bisognerebbe d’ ora innan- zi segnare nelle Flore non più come piante annue il Pomodoro, il Solano Nero ed il Pimento, ma come piante perenni o Policarpoforiche. — Biso- gnerebbe del pari evitare dal portare ad esempio di piante a radici annuali il Capsicum annuum,- Arr rr o c—u % » 123: come in botaniche anche recentissime mi è stato dato di leggere. E se mi fosse permesso ci cam» biare il nome specifico di tal pianta, il Capsicum annuum, lo muterei in Capsicum perenne. Non credo infine di azzardar molto asserendo, che tutte le specie di piante della famiglia delle Solanacee, considerate come annue, quali sono le specie dei generi Da/ura, Nicotiana, Physalis ed alcune specie dei generi Hyosciamus, Solanum e Capsicum sono perennt o Policarpoforiche, come lo sono le specie dei generi Lycîum, Atropa e Mandragora. L’ACIDO SALICILICO e le sue applicazioni nei vari bisogni della vita domestica. te) (Continuazione) L’acido salicilico nella cura delle malattie degli animali. (1) II — MALATTIE DEI CAVALLI. l. Malattie Febbrili del cavallo in generale. L’ azione febbrifuga dell’ acido salicilico e suoi pre- parati, era ammessa come fatto indubitato, perchè provata e riprovrata sull’ uomo, ed oggi riceve una splendida conferma anche negli animali e special- mente nel cavallo. Alla Clinica della Scuola Vete- rinaria di Vienna sono stati sperimentati per que- sto scopo l'acido salicilico ed il salicilato di soda, ed eccone ora i risultati pubblicati dal prof. Kon- hauser. L'acido salicilico, amministrato in discreta dose agli animali febbricitanti, produce abbassamento della temperatura. Le grandi dosi producono la morte perchè paralizzano la funzione respiratoria, per cui l’acido salicilico viene adoperato a pre- ferenza in chirurgia come antisettico. Per uso in- terno è preferibile il salicilato di soda, ch’ è molto solubile nell'acqua. Esso è stato adoperato per molto tempo alla Clinica di Vienna. La dose è di 20 a 30 grammi pei cavalli e bovini, più volte al giorno, sotto forma di elettuario con una sostan- (1) Siccome per ottenere buoni resultati, è necessario far uso d’Acido salicilico e di salicilato di soda puri, che non sempre si trovano in commercio, così per comodo dei nostri abbonati ne abbiamo fatta venire una certa quantità diret- tamente dalla fabbrica del Dott. F. Heyden e possiamo ce- .derli a 26 lire il chilogrammo, ed in scatolette di gtam. 20 L. 1,00 di gr. 50 L. 2,00; di gr. 100 L. 3,50 franchi di porto in tutto il regno; desiderandoli raccomandati spedire 30 centesimi in jpiù. za mucilaginosa, oppure sciolto nell’ acqua da bere. Per le pecore e per le capre la dose è di 3 a 5 grammi, pei cani e pei gatti da l a 4 grammi. Nel tifo se ne sono amministrati 75 grammi in clistere. Dapprima si amministrava agli ammalari feb- bricitanti il salicilato di soda contemporaneamente alla tintura di digitale; in seguito però il salicilato si è amministrato solo. Dalle molte osservazioni fatte risulta che il preparato determina una re- missione della febbre e sopratutto un abbassamen- to della temperatura. Infatti in vari cavalli affet-. ti da polmonite e nei piccoli animali con catarro bronchiale febbrile, la temperatura scendeva. nello spazio di 4 a 5 giorni da 41° e 42°.C. a 389,5 e 38°, In alcuni casi si notò anche diminuzione, del polso. A parte qneste esperienze, |’ acido salicilico ed, il salicilato di soda sono stati adoperati con sue, cesso nella così detta influenza del cavallo e nella febbre tifoide o malattia dominante che in questi utimi tempi è stata. osservata quasi in tutti i paesi. Nella febbre tifoide il salicilato di soda vien raccomandato anche dal i rof. Nocard della Scuola Veterinarîa d’ Alfort alla dose di 20-25 ed anche 30 grammi secondo la grandezza degli animali. 2. Pleurite; peritonite e polmonite del caval- lo. Per le due, prime malattie l’ha adoperato il veterinario tedesco Buhl e con, successo. Nella polmonite il. Prof. Trasbot. di Alfort (Scuola Veterinaria) ha adoperato il salicilaro di soda, Si trattava di un cavallo pneumonico che si considerava perduto e nel quale il trattamento classico pareva dovesse fallire. Il succeso sor passò la speranza di Trasbot. Fù somministrato per 5 giorni alla dose di 20. grammi al giorno (10 la mattina e 10 nel pomeriggio), e fin dal. primo giorno della medicatura, cinque o sei. ore dopo la somministrazione, si verificò un notevole mi- gloramento. La respirazione divenne più ampia ed un po’ più lenta, il polso. sensibilmente. marcato, la temperatura interna più bassa, e si ebbe anche una abbondante diuresi. Questo miglioramento è stato notato in tutti ì 5 giorni, in cui fu sommini» strato il salicilato di soda ; al sesto l’animale era fuori di pericolo ed entrò in convalescenza. Sebbene caso isolato, pure è di un'importanza notevolissima per le condizioni in cui è stata fatta la cura. Nella polmonite l’ ha adoperato con successo anche il Veterinario Faller. 3: Reumatismo. articolare e muscolare del ca- vallo. Nei cavalli affetti da reumatismo sia ai mu- 124 scoli, sia alle articolazioni, l' acido salicilico ed il salicilato di soda hanno corrisposto assai bene. Faller adoperava 30-40 grammi di acido salici- lico nel cavallo con 15-20 grammi di radice d'’altea, e nei casi gravi ne faceva dare la metà in una volta. Di quello che avanzava ne faceva amministrare ogni 1 o 2 ore un cucchiajo da tavola pieno nell’ acqua. Un pony, che era stato curato invano per sei settimane di reumatismo, fu sottoposto dal Vete- rinario Martens al trattamento di 15 grammi al giorno di salicilato di soda per lo spazio di 8 giorni; le pulsazioni diminuirono da 96 a 46, l’ ap- . petito ritornò e la rigidità degli arti scomparve. Il Veterinario Kònig ha adoperato nelle affezioni reumatiche acute sempre con buon successo il sa- licilato di soda che preferisce all’acido salicilico, In un cavallo, che soffriva grave reumatismo dei muscoli pettorali e dei muscoli degli arti an- teriori, in guisa che poteva appena respirare, riescirono inutili vari medicamenti dati interna- mente e gl’irritanti sulla pelle. Dopo l’ ammini- strazione di 15 grammi di salicilato di soda, 3 volte al giorno si ebbe tosto miglioramento e ra- pida guarigione. Il veterinario russo Belowrow l’ha adoperato nel reumatismo articolare acuto e cronico alla dose di 8 grammi tre volte al giorno. 4. Crepacce e piaghe del cavallo in generale. Sulle gambe dei cavalli tanto anteriori che poste- riori, e specialmente alla faccia posteriore dei pa- sturali, si formano piuttosto facilmente delle ferite o piaghe che vengono conosciute da tutti col nome di crepacce. In questi casì riesce utilissimo l’ acido salicilico dato internamente, mescolandolo alla bevanda, ed applicato sotto forma di polvere localmente sulle crepacce. Si forma una specie di crosta nera, la quale poi si distacca lasciando vedere una piaga di bello aspetto. L'applicazione della polvere si continua sino a che la cicatrizzazione non è com- pleta. Internamente l’acido salicilico si dà solo nei primi giorni. Invece della polvere si può adoperare con van- taggio la pomata di acido salicilico (5 p. su 30 di grasso). Qualsiasi piaga in generale può essere portata a cicatrizzazione mediante la polvere o la pomata di acido salicilico. Alcuni gradi leggeri delle così dette piaghe estive dei cavalli possono guarire con l’uso dell’ acido salicilico. III. — MALATTIE DEI MAJALI. 1. Modo di dare l'acido salicilico ai Majali. Chi ha appena un po'di pratica di questi animali conosce perfettamente le difficoltà che s'incontrano nell’amministrar loro i medicamenti. Per 1’ acido salicilico i metodi migliori sperimentati con suc- cesso sono i seguenti. 1) Iniezione della soluzione nella gola per mezzo di una siringa di stagno, tenendo l’animale in piedi appoggiato contro il muro e sollevando la mascella superiore divaricata per mezzo di un nastro ; 2) Far colare il liquido contenuto in nna bot- tiglia nella gola mentre si tengono divaricate le due mascelle per mezzo di un bastone; 3) Dare l’ emulsione di acido salicilico al lat- te se l’appetito non è ancora scomparso; 4) Mescolare l'acido salicilico col grasso e met- tere di questo miscuglio uno strato spesso sulle fette di pane. I majali, anche malati, mangiano le fette di pane col grasso; ma se essero rifiu- tarlo, si potrà far ingoiare il grasso così salicilato per mezzo di una spatola. 2. Tifo dei Majali. Nel tifo dei Majali l’ acido salicilico è stato adoperato con buon successo dal veterinario sassone Haubold. La malattia era avan- zata a tal grado che su tutto il corpo si notavano delle petecchie. Il medicamento fu dato interna- mente nella proporzione di 1 su 250 di acqua e fu adoperato anche sotto forma di clistere. Questa dose può essere di molto aumentata secondo le circostanze. 3. Erisipela dei majali. L’ erisipela dei majali vien combattuta amministrando per 8 volte, 50 centigrammi di acido salicilico sciolti in 4], litro d’acqua ogni mezz'ora per ogni capo. In seguito lo si dà ogni giorno tre volte, la mattina, il mez- zogiorno e la sera, fino a che il majale mangia, il che accade generalmente dopo un giorno e mezzo o 2 giorni. Poscia se ne danno 30 centigrammi al giorno sciolti nello stesso modo. Un agricoltore, il signor E. Meyer, ha ammini- strato, nei casi dell’istessa malattia, a ciascun majale durante i due primi giorni, 1 grammo d’ acido salicilico, sciolto, ogni ora, in seguito 1 grammo ogni due ore ed alla fine tre volte al giorno. Il successo fu completo. — Egli adoperò l'acido salicilico anche come profillatico, dando agli altri majali, per lo spazio di quattro giorni; i[, grammo 3 volte al giorno a ciascun capo. Non si ebbe a deplorare alcun altro caso di malattia. Per l’ eresipela il fatto principale sta nell’ am- ministrare forti dosi quando appena si manifestano i fenomeni morbosi. Bisogna tener conto fino ad un certo punto della grandezza del majale. 4. Angina dei majali. L’angina si manifesta nei majali ora isolatamente su qualche animale, ora invece ne attacca molti o tutti in una volta. Quando la febbre è forte e continua, si dà l grammmo, cioè un cucchiarino da caffè, di acido salicilico sciolto in ‘[» litro d’acqua. Se gli animali hanno voglia di mangiare, come sì osserva nell’ an- gina che si presenta isolatamente in qualche ma- jale, a principio, l’ acido salicilico può essere me- scolato al latte denso. Anche per angina bisogna stare attenti di dare forti dosi di acido salicilico appena si mani- festano i primi segni della malattia, per es., l grammo ogni ora, poi ogni due ore ed infine 3 0 4 volte al giorno. 5. Vajuolo dei majali. Nel vajuolo dei majali si dà ad ogni 2 capi 30 centigrammi di acido sa- lieilico al giorno, sciolti.in mezzo litro d'acqua e nejsti all’ Co Dopo 3-5 giorni cessa la tosse e si ha la guarigione. (Continua) I PIÙ GRANDI EUCALITTI DELL’ AUSTRALIA SDRNANSIENE Come complemento dell'articolo sugli eucalitti inserito nel 6.° fascicolo, di quest’ anno, pubblichia- mo le seguenti notizie: La vegetazione australiana presenta un curio- so contrasto: la gran maggioranza delle sue pian- te sono molto piccole, mentre avvi poi degli eucalit- ti straordinariamente colossali. Da misure prese sul luogo e che riteniamo perciò esatte, togliamo quanto segue: Al fondo della catena di montagne di Berwick, Georgs Ro- bison scoprì un Eucalyptus amygdalina alto 150 metri, ossia 6 metri più alto della grande pirami- de di Cheops, 10 metri più della torre della cat- tedrale di Strasbourg e 19 metri più della famosa Sequoîa Wellingtonia che nella Sierra-Nevada in California si slancia a 135 metri. — A. Black-Spur a 16 chilom. da Healsville, G. Klein ha veduto un’Eucalitto alto 144 metri ed il Dott. Bayle ha misurato a Dandenoug un’ altro E amygdalina e lo ha trovato alto 126 metri. L’ Eucalyptus colossea che per molto tempo è stato creduto il più alto albero, misura 120 metri di altezza e nel suo tronco, che è vuoto, possono entrare 3 per- sone a cavallo e riuscirne abbastanza comodamente. A Dandenong avvi ancora un Eucalitto che si e rotto a 105 metri e mezzo di altezza e che ad un metro dal suolo misura 12 metri e 30 di circonferen- za; dove nascono i primi rami (78 metri di altezza) ha 1 metro e 20 di diametro ed alla rottura 90 .centim. di diametro. Un'altro ancora più grosso, FINORA RIA » i Rd 125 e e LL _ ______222229y — ——.—++—<<<=<<=6=6=66r misura ad un metro dal suolo metri 15,900 di cir- conferenza; e quello già notato in principio, alto 150 metri, arriva a 24 metri e 30 di circonferen- za, sempre ad un metro dal suolo. dnsegnamenti pratici XXIX Disinfezione dei locali: I Prof. Kònig di Got- tinga avendo la camera totalmente invasa da molti insetti li sterminò facilmente, senza recar danno alle pareti della camera ove gli insetti sì erano anche annidati, con una fumigazione di sublimato corrosivo; egli volle quindi assicurarsi se con questo metodo si potevano distruggere le sostanze infettive delle malattie, fece ripetute prove in lo- cali ove avevano abitato persone ad animali effetti da malattie contagiose, ottenendone sempre buoni resultati Questo sistema di disinfezione è molto sem- plice: Si chiude ermeticamente il locale da disin- fettare, vi si porta un fornello con carbone ar- dente ponendovi sopra una paletta da fuoco nella quale si gettano da 50 a 60 gr. di sublimato, usciendo rapidamente dalla stanza e chiuden- done bene la porta. Si lascia così il tutto per 3 o 4 ove, quindi si riaprono le porte e finestre lasciando che l’aria vi circoli liberamente per pa- recchie ore; poi richiusa di nuovo la stanza, vi si pratica una fumigazione di zolfo per neutralizzare il mercurio che vi fosse rimasto in eccesso. L’ autore assicura che così operando non ne è mai derivato danno alcuno ne a chi pratica la disinfezione, nè a chi ha poi abitata la camera disinfettata. Per avere patate precoci ci viene indicato il seguente metodo : Nella prima metà di settembre si prendono piccoli tuberi di patate e si pongono in terreno ben concimato ed esposto al sole, pian- tandole alla profondità di circa 30 centimetri; sopra ognì patata si pone un poca di terra, poi concime ben consumato, quindi si finisce di empire la buca con terra e si da strame a tutta la pian- tagione. Con questo sistema avremo le patate nel febbraio e marzo e siccome allora sono rare così si venderanno assai più care che nei tempi ordi- narii. Lo zolfo e le malattie delle viti. Secondo il Dott. Marès la zolfatura delle viti fatta in tempo opportuno e ripetuta spesso non solo è il miglior mezzo per combattere l’ Oidio ma è anche il più efficace per liberarsi dall’ Antracnosi e dalla Pe- ronospora. Però onde ottenere migliori resultati 126 il Sig. Marès consigliava di far uso non di zolfo comune ma di zolfo sublimato poichè questo con- tiene degli acidi che sono quelli appunto i quali rendono |’ azione dello zolfo più pronta e più ef- ficace; ma lo zolfo sublimato oltrechè il maggior costo, presenta l’inconvenienti di aderire peggio sulle piante e di corrodere più facilmente i man- tici degli zolfatori. Onde è che la direzione tecnica delle miniere solfuree Albani nelle Romagne dopo replicati tentativi e studii, pone ora in commercio una qualità di zolfo che mentre mantiene il so- lito grado di macinazione (mai inferiore a 60°) per uso delle viti, ha i requisiti di acidità dello zelfo sublimato. Per combattere la peronospora. In una circo- lare pubblicata dal Ministero di Agricoltura, si trovano indicati i seguenti mezzi riscontrati i più utili per combattere la peronospora che anche in quest'anno è comparsa in diverse località dell’Italia: Scifato di ferro solo o mescolato con gesso in polvere, nella proporzione di 1 a 4, sparso sopra le foglie, però alle volte ha fatte annerire le foglie ed i tralci; Il solfato di ferro in soluzione si usa in proporzione del 5 all’8 per mille secondo la delicatezza delle foglie e l’età dei vitigni: Solfato di rame sciolto nell’ acqua in varia proporzione e spruzzato sulle foglie con una si- ringa. Fiori di zolfo e zolfo sublimato acido (Vedi più sopra quanto abbiamo detto sotto il titolo Zo zolfo e le malattie delle viti). Mescolanza polverulenta in eguali proporzioni di zolfo, gesso e solfato di ferro gettato sulle fo- glie con gli zolfatori ordinari. Acido fenico în soluzione nell Acqua di sapone addizionato con ll per ogni 100 di glicerina e spruzzato nelle foglie con un polverizzatore. Calce sospesa nell’ acqua nella proporzione di 800 gr. per litro e usata al solito con polveriz- zatore. La cenere non lisciviata e la calce în eguali proporzioni con o no l'aggiunta di zolfo. Come rimedi preventivi il Comes consiglia: Eseguire durante l’ inverno dei lavori profondi nel vigneto. Ricorrere di preferenza ad un'abbondante ro- vescio di erbe fresche, o, in mancanza, di strame, anzichè alla concimazione ordinaria. Praticare una potatura più corta che negli tri anni. Lavare la parte aerea della vite con soluzione ‘etriolo verde o vetriolo azzurro in proporzione ‘0 per cento. Secondo il Pichard i rimedi liquidi hanno in generale più azione di quelli pulverulenti, Concime per gli alberi fruttiferi. Naturalmen- te anche gli alberi fruttiferi esauriscono il terreno e devono perciò essere concimati. Il Dott. Fasso dice che il miglior concime per tale uso è il poz- zo nero e che bisogna procurare di darlo diret- tamente alle radici, cioè più o meno lontano dal tronco secondo lo sviluppo dei rami, poichè que- sto corrisponde a quello delle radici. L'epoca mi- gliore è nell’estate. NOTE BIBLIOGRAFICHE RECENTI PUBBLICAZIONI DONI-CAMBI L’ Amministrazione del Bollettino s’ inarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle altre, quando sia possibile, se ne permette gratuitamente la lettura. Sulla ricomparsa dei Gamberi nel trevigliano. Lettera di A. P. Ninni al Cav. Dott. G. B. Zava. Il Sig. Conte Ninni fà noto che tanto lui che il Dot*. Scarpa hanno rinvenuti i gamberi in molti ruscelli della Provincia di Treviso, ove erano scom- parsi per causa di un’ infusorio ( Vaginicola pan- cerîi Ninni o Cothurnia ninniù Maggi) che in- troducendosi nelle branchie toglieva, ai gamberi l'ossigeno necessario alla loro respirazione. Nei gamberi ora esaminati non ba trovato neppure una di queste Cothurnie e così vi è fondata spe- ranza che la specie possa nuovamente vivere e sempre più propagarsi in quelle acque; purchè l’uomo non ecceda nel pescarli, distruggendo così nel nascere un prodotto che regolatamente rispet- tato recherebbe una utilità duratura. Avifauna Tridentina di A. Bonomi, i. r. Prof. Ginnasiale in Rovereto. E molto interessante l’ Avi- fauna di questa parte meridionale del Tirolo, poi- chè entro così angusti limiti trovansi annoverate ben 311 specie di uccelli fra stazionarie e di pas- saggio. L’egregio autore ha aggiunte all’ indica- zione delle specie, interessanti osservazioni sul loro passaggio e nidificazione. Decimo anniversario della Società toscana di scienze naturali e cinquantesimo d’ insegnamento del Prof. Giuseppe Meneghini. Nel maggio dello scorso anno nacque alla suddetta società, che ha sede in Pisa, l'ottima idea di offrire una medaglia d'oro all’illustre scienziato Comm Prof. Mene- ghini in occasione del suo 10° anniversario d' inse- gnamento Furono a tale scopo diramate delle schede di sottoscrizione da L. 10 ed in pochissimo PILE STRANA Ran tempo si raccolse la somma necessaria in modo che si potè presentare la medaglia stessa nel 14 decembre scorso, giorno nel quale la società tosca- na celebrava il decimo anniversario della sua fon- dazione. La festa riuscì oltre ogni dire interessante e commovente, come al certo si meritava |’ illustre ed ottimo Prof. Meneghini. L'opuscolo ricevuto e del quale ora parliamo contiene il rendiconto della festa stessa. Ricerche intorno alla distribuzione geografica degli Anfibi urodeli in Europa. Memoria del Dott. L. Camerano (Atti R. Acc delle Scienze di Torino V.XX 1885) che fa se.uito all'altra già pubblica- ta sugli Anfidbî anuri di Europa (idem. vol. XVIII 1885). Alcune nuove combinazioni cristalline della pirite di Bros Piemonte) (idem. vol. XX). Due nuove specie di Picchi raccolte durante il viaggio intorno al mondo della pirofregata Ma- genta (idem ) Lavoro fatto dai Proff. Sal\adori e Giglioli. Le due nuove specie sono state denomi- nate Iyngipicus frater e I. wattersiì. Rana Latastii e Spelerpes fuscus in Piemonte per il Dott. M Peracca (idem). Massima elevazione del Pliocene marino al piede delle Alpi per il Dott. X. Sacco (idem). Un cranio d’ Orso trovato nella caverna detta il Buco di Donà in distretto di Fanzaso. Memoria del Sig. T. De Toni (Bol. soc. veneto trentino di sce. nat. T. III N. 3 1885). o Alcune ricerche nel cosidetto carbonchio sin- tomatico nei bovini. (Enfisema carbonchiosa, Ace- tone, Forbicione, Carbonchio bacterico). Memoria del Prof. A. Gatti con 4 tavole. (Memorie della R. Acc. d. scienze di Bologna Tom. VI fas. 2 1885). Atti della R. Accad. dei Lincei. (Fas. 14 1885) Capellini Sulle roccie vulcaniche di Montecatini e Orciatico nella provincia di Pisa — Dotaro. Ulte- riorì studi sopra lo sviluppo delle piante — M@- losevien. Osservazioni del nuovo pianetino fra Marte e Giove — Lovisato. È la Sardegna parte dell'asse centrale della catena tirrenica ? ecc. Il cacciatore italiano. Diamo il benvenuto ed auguriamo prospera vita a questo nuovo periodico illustrato del quale abbiamo ricevuti i primi 3 nu- meri, e siamo certi che i cacciatori gli faranno buona accoglienza Si pubblica in Roma due volte al mese e co- sta sole L. 6 all’anno. Lo sport subalpino rivista illustrata di caccia pesca, corse, scherma canottaggio velocipedistica ecc. Nuovo periodico bimensile che uscirà in To- ’ de 127 rino dal 15 del corr. agosto, sotto la direzione del Sig. Alessandro Stella. INVENZIONI E SCOPERTE Zappa estirpatrice Candeo. Il Sig. Don Angelo Candeo parroco di Mestrino ha inventato il sud- detto strumento con il quale si smuove la terra intorno le viti alla profondità di 15 centim. senza troncare ne lacerare le radici; il cotico erboso viene ad essere voltato e sotterrato in modo che va a benefizio della nutrizione della vite e si può fare una buona economia nella consueta concima- zione. Presenta pure altri vantaggi e non costa che L. 5,90. Nuovo Telefono. Il sig. G. Mett ha immagina- to un piccolo apparecchio, del volume di un’ oro- logio da tasca, per mezzo del quale egli ha po- tuto da Chicago conversare lungamente con un suo corrispondente di New-York servendosi dei fili telegrafici per la comunicazione. Ad Alahua nella Florida si è scoperta una immenza grotta le cui pareti sono formate di roc- cie che contengono il 57 per cento di fosfato di calce pura. Si dice che queste roccie occupino una grandissima estensione. Scoperta di un giacimento di sapone naturale. Una scoperta molto straordinaria è stata fatta da poco tempo a Corning in Ohio (Stati Uniti) da al- cuni cacciatori i quali percorrendo le grandi fo- reste di Rig-Woods e volendo prepararsi il pasto, accesero il fuoco contro un monticello roccioso. Avendo il calore staccata una scheggia di roccia solida, essì furono assai sorpresì nel vedere colare dalla fessura una sostanza viscosa, color giallo sporco, ed avente la consistenza della melassa in tempi freddi. Dopo aver raccol'a una parte di questa mate- ria, i cacciatori riuscirono ad arrestarne lo sgor- go dalle roccie. Si dice che siansi già mandati dei campioni di questa sostanza ai più rinomati chi- mici del paese, i quali hauno cato tutti 11 mede- simo giudizio, cioè che essa sia c«apone quasi puro. Gli scienziati credono che il deposito pro- venga dalla combinazione dei laghi di potassa coi fiumi d’olii essenziali che si trovano in caverne sotterranee, sotto eli immensi strati di carbon fossile che abbondano nell’ Ohio del sud. La scoperta può sembrare inverosimile; ma tuttavia si dice che si è già costituita una società con un capitale di 200,000 dollari per sfruttare questo giacimento di sapone naturale. IL PROGRESSO. ri 128 NOTIZIARIO L’ alimentazione dell’ acqua alle truppe in- gliesi nel Lalan. Le spedizioni al centro dell’ Africa non hanno molto bisogno di occuparsi dell’ acqua poichè seguono generalmente il corso dei grandi fiumi che sono maltotnhumerosi in quel continente; ma non è così di quelle che trovansi nei deserti del Nord, ove l’acqua potabile è sempre scarsissima. Gli inglesi per provvederne alle loro truppe nel Sudan, sono dovuti ricorrere alla distillazione dell’acqua di mare ed a Suakim hanno installate 10 macchine distillatorie munite di filtri; ciascuna macchina può dare circa 30,000 litri d’acqua po- tabile al giorno e così si ha un prodotto totale di circa 300 metri cubici. Le pompe ela macchina a vapore di 1,100 ca- valli sono sulla nave Calabria ancorata nel porto di Suakim. A bordo vi sono serbatoi capaci di con- tenere 800 metri cubici d’ acqua. L'acqua divenuta potabile è incanalata in tubi di ferro di Metri 0,101 di diametro e delle mac- chine a condensazione ci un sistema speciale la fanno salire fino alla pressione di 140 metri con un getto di 680 litri al minuto. Coltivazione del grano in America. Le notizie che ginngono dall’ America dicono che colà va di- minuendo sensibilmente l’ estenzione delle semente a grano, poichè questo prodotto si rende sempre meno remuneratore, stante il suo basso prezzo ed il forte costo della mano d’ opera. Per il corrente anno il raccolto sembra sia assai scarso. L’aquario in Roma. A_ Roma si sta impian- tando un grande aquario avendo per scopo lo studio della piscicoltura teorica e pratica e gli aquari di acqua dolce e marina. Vi sono pure sale da studio, biblioteca e sale da museo ; insom- ma si avrà colà un completo istituto d’ Ittiologia. Spedizioni, esplorazioni e missioni. Il Capitano terrari, reduce dalia sua missione presso il negus d’ Abissinia, porta seco alcune armi del compianto Bianchi stateli consegnate alla corte del Re. La spedizione Boehm e Reichardt fu assalita presso il lago Moero; Bcehm rimase ucciso men- tre Reichardt riuscì a sfuggire il massacro. Il Prof Fischer ha deciso di andare alla ricerca della spedizione della quale faceva parte il nostro Casati, e di cui da molto temp? non si hanno no- tizie in Europa. Il premio Barotte di L. 3400 destinato a chi avesse fatta la scoperta più importante e più utile per l' agricoltura, venne conferito al Prof, Pasteur. Il premio Franchetti posto a concorso dalla R. Accal. Virgiliana di Mantova, per il miglior Manuale di agricoltera, è stato aggiudicato al Prof. Francesco Gazzette. Il congresso dei meteorologisti italiani avrà luogo in Firenze nel prossimo settembre. Concorsi. Presso il Ministero di Agricoltura sono aperti i seguenti concorsi: A 5 posti di Ajuto nel R. Corpo delle Miniere con stipendio di L. 1800. Tempo utile per le do- mande fino al 15 settembre prossimo. A 3 posti di allievi ingegneri nel R. corpo delle miniere, con 2000 lire all’ anno oltre le in- dennità. Tempo utile fino al 20 settembre pros- sosimo. La terza esposizione nazionale della Federa- zione orticola italiana, avrà luogo a Roma nel maggio 1886. Per programmi ece. rivolgersi alla sede della società o al Comizio agrario di Roma. Indirizzi utili per gli Abbonati Costo dell’ inserzione L. 1, 00 per ogni avviso di non più che 4 versi. (Gli abbonamenti ai giornali sotto notati si ricevono anche presso l’agenzia di questo Bollettino). di Ferrara. Via Picca N. 7 Pro- prietario Sig. Rabitti Francesco. Grande colombaia Miniere sulfuree Albani con sede in Pesaro e Mi- lano. Zolfo sublimato acido racco- mandato specialmente come preservativo dalla Peronospora seconco gli studi e le esperienze del Dott. Morès. =" cellulare doppio controllo. Razza bianca e Seme bachi gialla del premiato stabilimento bacolo- gico senese dei S:g. Cav. Girolamo Giovannelli e figli. Animali domestici Desmeure Firenze. General import Co. Pesci vivi e Piante acquaticbe. Bulbi e radiche da fiore per |’ autunno 1885 Raffael- lo Mercatelli orticoltore Via della Mattonia 16 Firenze. vivi, scimmie, fagiani, pappagalli, galline, piccioni ecc. Sig. Ippolito 3 Featherston Buildings Lon- don. Compra Rettili, Anfibi e Piante rare e nuove. CRE Maserati Pia- Il Naturalista Valtellinese, Periodico mensile di pae in Sondrio. Direttore Sig. Mario Cermenati. Abb. 5. (Anno I. N. 6). L'amico del Contadino. LAS ubbhca in Firenze 2 volte al mese e costa L. 6 all’ anno. L’ Elve ur Journal illustré de Zootechmie, chasse Acclima- tation e Medecine comparee des animaur utiles. Redateur en cheft. Chev. P. Megnin. Rue de l’ hotel de Ville 19 a Vincennes (Paris). Abb. frs. 17. H î Giornale tecnico commerciale Il Bacologo italiano di bachicoltura ed industrie affine, diretto dal Prof. V. Sinî. Si pubblica in Casale Mon- ferrato tutte le domeniche e costa L. 8 all’ anno. ’ H È ’ Periodico educativo L’Infanzia e l'adolescenza Lo Felicita Pozzoli. Due fascicoli illustrati al mese. Abb. L. 8. i S. BrogI Direttore responsabile a MANIN Me TU © GP ‘ Annu V. sienu, Settembre e Ottobre 1855, N. 9 e 10 CONTA NIAN TAN ON UCNENINAINRANENAE ANANANANANCENSNA NA NANNINI NSNINANANSININANAIDSONSNA BOLLETTINO DEL NATURALISTA © COLLETTORE, ALLEVATORE, COLTIVATORE PERIODICO MENSILE Abbonamento per tutti i paesi dell’ Unione postale, L. 3 all’anno. CA IEANZXIXANUNAIENAMANA NATMANAI DANA NSA NSA NANA NASA AE SANS NSVS ISS NNAMNANINASNASNL ANALE RIEN SOMMARIO. — Richieste offerte e domande di cambi. — Comuricazioni: Cenni storici sulla fillossera. Nouvelle contribution è la question de l’ origine de l’ acide borique; eaux de Montecatini. Dendropupa Walchiarum. Interessanti catture di uccelli. Malattie de Colombi. Api. Fauna assabese. Nuovi esseri della nostra fauna. Una bella pianta da orna- mento. Studi sul gatto. — Diario del naturalista. — Colombicoltura. — Africa. — Gli uc- celli italiani ed il colore dei loro occhi. — Insegnamenti pratici: Scelta delle uve migliori per vino. Conservazione delle larve d’insetti. Conservazione deli’ uva fresca. Per gli apicul- tori. Il vino che si ottiene dalle uve danneggiate dalla Peronospora. Per stagnare i fusti che perdono vino. — Note bibliografiche : L’ Italia preistorica. Ricerche chimiche sulle acque potabili. Not» fenologiche. Contributo alla procreazione dei sessi a volontà. I microbi o fer- menti figurati. Giornali. — Invenzioni e scoperte: Per scoprire i filoni metalliferi. Oro. Nuovo filtro per il vino. Albero della guttaperca. Nuovo arnese per le sarchiature. Telefono senza elettricità. Pila a gelatina. Carbon fossile in Chipa. Lubomirskia baicalensis. — Notiziario: Velocità dei telegrafi. Spedizioni, esplorazioni, missioni. Peronospora sui grap- poli. Rifugi alpini. Contro la rabbia. Il Prof, G. A. Ottavi. Un grosso pesce cane. Fillossera. Esposizioni, Congressi, Concorsi. — Corrispondenza. — Ricevute. — Avvisi diversi. NANNA NANLINLINA NI NSA NALE NSA NAZ NMSLSNZZAISNSACANAAISSNAANASISASXAMANMXASENS DADI IMI: RICHIESTE, OFFERTE E DOMANDE DI CAMBI fra gli abbonati Quando non v'è speciale indirizzo rivolgersi all’ ammini- strazione del Bollettino. Pagamenti anticipati. DEMANDES, OFFRES ET DEMANDES D'ÉCHANSES entre les abonnés Quand il n y a pas d°’ adresse spéciale s’ andresse à l’ admi- nistration du Bulletin. Payementes è 1’ avance. 169. Due dellissimi avoltoî (Gyps fulvus 6. B G.) domestici, abituati in schiavitù e che potrebbero ben figurare come ornamento in giardino pubblico cambio di altri animali. 170. M. T. Deschamps & Salonique, prie ses correspondants, ceux surtont 4 qui il doit des en- vois de coquilles, de vouloir bien patienter, quelque temps, etant dans l’impossibilité de s’oceuper ac- tuellement d’echanges. 171. Sî acquistano terre diatomifere delle se- Î guenti località: Tripoli di Licata (Sicilia), Mondai- no, Caltanisetta; chi ne avesse o potesse procu- rarie, può rivolgersi all’ amministrazione di questo Bollettino. 172. Il Sig. Stefano Meloni di Cagliari desidera vendere Pelli di Cervo e di Mufione con corna per tappeti; Teste per trofeo, di Cinghiale, Mu- flove Cervo, Volpe, Capro selvatico ecc. animali | 0,50 a 1,00 dell’ isola di ogni genere. 173. M. Leon Charpy, conservateur du Musee d’Annecy (Haute Savoie France) offre en echange: Des Roches eruptives des Vosges et des Alpes |. francaises — Des Mineraux — Des fossiles Cretaces, Jurassiques et Liasiques — Des coquiles terrestres | et fluviatiles de France — Des objets lacustres et o privato ; si vendono per contanti o si danno in | prebistoriques. 174. Si fa acquisto di molte Tortole (Turtur aurîtus) domestiche adulte, della varietà bianca o color isabella e collare nero. 175. Helix variata Pini. Nuova e rara specie della quale sarà quanto prima pubblicata la deseri- zione e la ficura; si vendono 2 esemplari per L. 1,00 franchi di porto come campioni. Desiderandoli raccomandati agginugere Cent. 30 Dirigersi in Siena da -S. Brogi. 176. Demetrio Bonelli, Piazza Pianigiani N. 6, Siena, desidera vendere le seguenti piante: Con vaso. Eucaliptus Resinifera specie diverse, altezza da M. 1,00 a 2,00 L. 1,00 Eucaliptus Amigdalina altezza da metri < 1,00 « 1,20 « 1,50 « 0,50 Olivi di tre anni altezza da m. 2,00 a 2,50 Tuya compatta altezza da m. 0,50 a 0,70 Abeti altezza da m. 0,10 a 0,15 130 Vasi con piante diverse e fiori prezzo da con- venirsì. Senza vaso. Viti Americane Riparia di anni 1, altez- za da M. 0,30 a 0,80 Melia alzederach altez. da m. 1,50 a 2.50 « 1,20 Carubo altezza da m. 0,50 a 1,00 « 1,00 Nibiscus altezza da m. 1,00 a 2,00 « 1,20 Ligustrum altezza da m. 2 a 2,50 <« 1,00 Evonimus altezza da m. 0,50 a 0,70 e 0,35 Peschì altezza da m. 1,00 a 1,50 « 0,70 Melagrani altezza da m. 0,50 a 0,80 « 1,00 Cipressi altezza da m. 1,00 a 1,50 « 0,50 177. Cipolle e Radiche da Fiori che fioriscono nel verno ed in primavera. Si spediscono in pacco postale in tutto il Regno dall’ammipnistrazione del Bollettino Anemoni doppi 12 varietà con nomi J. 3,50 « « in miscuglio sceltissimo la dozzina « 3,00 Convallaria Mughetto odoroso «L83100 « « a fiore dop. caduno « 1,25 « « a fiore roseo « «1,20 Convallaria Mughetto a foglie screziate di giallo caduno « 1,50 Cyclamen Pamporcino bian. odor. da 2a « 3,00 Crocus zafferano d'inverno bellissimo miscuglio la dozzina « 2,00 Giacinti doppi d’ Olanda 12 varietà su- perbe con nome « 12,00 L. 0;15 | Giacinti doppi di tutti i colori in miscu- glio scelto la dozzina « 9,00 Giacinti semplici d' Olanda in miscu- | glio scelto la dozzina « 9,00 Frittilaria Corone imperiali senza sen- za nome caduna « 1,50 | Frittilaria a fior grande rosso vino « 2,00 « a doppia corona « 2,50 « Gialla doppia « 5,00 < « semplice « 3,00 Rossa doppia « 5,00 « semplice « 2,00 Iris anglica 12 var. nuove con nome « 10,00 | Ixia crocata « « < « 9,00 Lachenalia fragans; tigrina caduna « 1,75 | « tricolor; quadricolor «°° et so Narcisi tazzetta doppi precoci la doz. « 4,00 « in varietà scelte n < « 3,50 Narcisì gianghilie gialle semplici odo- rose la dozzina « 4,00 Narcisi giunghilie gialle doppie odo- rose la dozzina « 6,00 Ranuncoli dop. in miscuglio scelto « « 3,00 Ranuncoli doppi 12 varietà nuove con | nome la dozzina « 4,00 Tolipani doppi in miscuglio scelto « «3,00 Tolipani doppi 12 varietà nuove con nome la dozzina « 4,00 Tolipani semp. in miscug. scelto « « 3,00 « papagalli in miscug. scelto « « 4,50 ———e—©——_-—t Comunicazioni - Proposte - Domande Risposte In questa rubrica gli abbonati hanno diritto ad una inser- gione gratuita di 3 linee per ogni numero, per scambiarsi schiarimenti, informazioni, consigli e questioni da risolvere. La direzione, quando le sia possibile e lo creda opportuno, accorderà l'inserzione gratuita per pubblicazioni anche molto più lunghe. Communications-Propositions-Demandes Reponses Sous cette rubrique, les abonnés ont droit à une ènsertion gratis de 3 lignes par numéro, pour, l’ échange d’ explica- tions, d’ informations, de conseîls et de questions d resoudre. La direction pour ce qui lui sera possible, et quand elle le jugera opportun, accordera encore l’ insertion gratuite pour des pubblications bien plus étendues. AINININANAINA NA NANSNSENAIA Cenni Storici sulla Philloxera Vastatrix. Si sa di certo che la Fillossera la portò l’ uomo dal- l’ America, ove era detta Pomphigus vitifolia da Asa Fith di New-Yorch fino dal 1854 e Dactylo- sphoera vitifolia dallo stimmer di Filadelfia, e che il Fiteh non aveva creduto temibile quest’ insetto, mentre Wals e Riley dissero che era assai peri. coloso. Nel 1863 la Fillossera fu scoperta nelle serre di Flammersmith a Londra, dove Weetwodo no- minolla Peritymbia vitisana. Dall’ uomo fu pure portata in Francia, dove i suoi danni si fecero sen- tire anche prima del 1865 senza che si sapesse a qual causa attribuirli. Accadde lo stesso a Kloster- nenburg in Austria, e nel Portogallo. Si può cre- dere che non sia successo diversamente in Unghe- ria, in Germania, nella Spagna, nell’ Algeria, e nel Caucaso. Nell’ Italia sembra che non sia stata scoperta prima del 1880, ove incominciò ad invadere, Mes- sina, l' Istria, la Lombardia, ed alcune altre pro- vincie italiane (1). Pror. PIETRO MASERATI. (1) Nel 1881 la superficie coltivata a viti in tutta 1’ Italia era di ettari 1,926,932. La produzione del vino di ett. 37,538,649. Negli ultimi tre anni l’ esportazione dei vini dell’ Îlalia special- mente verso la Francia, si è aumentata di dieci milioni d’ et- tolitri all’ anno. Nouvelle contribution à la question de l’ori- gine de l’acide borique; eaux de Montecatini (Italie). — Note de M. Dieulafaîit. L'un des gisements pris pour iype par M. Dieulafait, dans une étude sur les terrains ophioli- tiques et serpentineux de l’Italie, est celui de Mon- tecatini, entre Pistoja et Florence. Les géologues italiens le considèrent comme d’àge tertiaire ; il renferme de célèbres et riches gisements de cuivre, et des eaux salines très minéralisées. L’une des sources laisse un résidu fixe de 22 gr. 5 par litre. En conséquence de ses recherches précédentes, M. Dieulafait pensait que ces sources devaient ètre très riches en lithine, bien qu'on n’y ait encore reconnu cette substance qu’à l’état de traces. L’expérience a confirmé cette hypothèse, et les eaux de Montecatini sont des plus riches en lithine que l’on connaisse, au point qu’une seule goutte, soit 1|50 de centimètre cube, suffit pour en faire apparaitre le spectre d’ une facon presque bril- lante. La strontiane y est suffisamment reconnue, de méme, avec lc. c. d'eau; pareillement, l’acide borique avec 5 c. c. d’ eau. Il est probable que les eaux de Montecatini se minéralisent dans des ter- rains ayant appartenu à d’ anciennes lagunes. Ces sources sortant sur plus de 1 k. m. q., et donnant une quantité d'eau considérable, depuis des mil)iers de siècles, on voit que la quanti:é d’acide borique qui en est sortie est énorme. Il n°’y a pas à £Mon- tecatini de lagoni à acide borique, connu dans la Toscane occidentale; ceci prouve une fois de plus que l’acide borique n’est pas nécessàirement tou- jours un produit volcanique, mais souvent un pro- | duit exclusivement aqueux, provenant de l’évapo- ration d'eaux de mers anciennes. Dendropupa Walchiarum. M. P. Fischer vient de donner la description d’ une nouvelle espèce de Dendropupa du terrain permien de Saòne et-Loi- re Les couches fossilifèeres de ce terrain parais- salent dépourvues de mollusques terrestres; la trouvaille d’une empreinte de coquille a prouvé l’existence à cette époque d’un mollusque de la famille des Pupido, — Dendropupa Walchiarum, Fischer. — Coquille imperforée, allongée, cylin- dro-conique, a sommet assenz aigu; tours de spire au nombre de sept et un peu convexes, ornés de costulations 1ayonnantes assez forles, serrées, sa- | illantes, légèrement obliques, paraissant moins prononcées sur le dernier tour; suture bien mar- quée ; l’ouverture n'est visible qu'en partie: lon- gueur 12, largeur 4 millimètres. Permien moyen de Chambois (Saòne-et-Loire) Paris LE NATURALISTE. 131 Ornitologia. Interessanti catture di uccelli: Lo scorso autunno ebbi occasione di esaminare un maschio di Aquila reale (A. /ulva, Savig.) ucciso il 14 novembre 1884 a Monte Vaccino, villaggio poco lungi da Trento, situato a non più di 500 metri sul mare. Fu, preso da un contadino, al quale nei giorni antecedenti aveva rapite due galline, men- tre stava divorando la terza. Egli asseriva d'aver veduto assieme un' altro esemplare, il quale però dopo la perdita del compagno, non si fece più ve- dere. L’ucciso fu preparato per il civico Museo di Trento. AGOSTINO ProF. BONOMI. Colombicultura. Il sottoscritto domanderebbe quale sarebbe la cura più efficace intorno alle varie malattie che quasi tut gli anni si presentano nella mia grande colombaia, come per esempio quest'an- uo ho avuto molti Colombi ammalati, ai quali in bocca li sì formava una certa quantità di materie, a guisa di zucca cotta, colore canerino, ne ho guariti molti somministrando ai n:edesimi dell’ olio con zolfo, ma però questo mio ritrovato fu molto efficace ma non sufficente onde distruggere affatto la suddetta malattia, ho anche fatto uso dell’ acido fenico nell'acqua ove si lavano e dove bevano, ho fatto dell’innaffamenti con acqua e acido fenico per tutta la Colombaia ; ho trovato qua!che mi- glio:amento ma con tutto ciò seguitano sempre ad esserci molii ammalati specialmente nei no- velli: La sopraccennata malattia io la ho dichia- rata difterite, e questa si presenta per lo più nei mesi di molto caldo (1) Ferrara ESRS Api. Geo. E. Boggs, scrive: « Pare abbastanza confermata la legge nella vita animale, che ja Iunghezza della vita sia in proporzione al periodo di tempo durante il quale si consegue la maturità. Collane la cosa muta d’ aspetto. La Regina nasce 5 giorni prima e prin- cipia la sua vita attiva 10 giorni più presto che non l operaja, e nonostante la Regina dura per lo meno tre anni, intanto che l’ operaja, se assidua al lavoro, a stento vive 60 giorni. » Nel British bee journal — luglio 1884 —- Hardy scrive: « La settimana scorsa nell’ esaminare una colonia d’api, tagliai netto il capo di un’ ape con un separatore delle sezzoni. Con ria grande ma- raviglia, essa non dava sentore di sofferenze, ma correva intorno come se n.lla le fosse accaduto. La recai in camera sulla mia mano è stetti a lun- (1) Il nostro Bollettino si è già occupato delle malattie dei polli piccioni ecc. e della loro cura, specialmente nelle annate 1881 e 82. LA DIREZIONE. 132 go osservandola. Essa ripetutamente sfregò l’ una sull'altra le due zampe posteriori, passò le ante- riori sopra il suo collo decapitato, e di tanto intanto agitava le ali. La lasciai per 40 minuti, ed al mio ritorno la trovai vivace come prima. Le offersi il mio dito perchè vi corresse sopra, ed essa d'un subito mi inflisse una delle più severe | punture, se la confronto colle molte che ebbi a soffrire. Non so capacitarmi come l'ape, privata del capo, abbia potuto conoscere il giusto momento e il luogo opportuno per piantare il suo dardo, mentre prima non aveva tentato di pungere. » L' APICOLTORE. Fauna assabese. Fra gli animali raccolti in AS- sab nel 1»83 dal Prof. Licata eranvi 2 forme di- stinte di Chirotteri e pipistrelli. Il Dott F. S. Monticelli li ha stadiati ed ha trovato che una specie era la Rhinopoma microphyUum Geoff., ma l'altra mentre si avvicinava molto al Taphozous perforatus Geoff. ne differiva per diversi caratteri, come differiva pure dalle a!tre specie affini; però il Dott. Monticelli non ha crelu'o farne una nuova specie e solo propone di chiamarlo Tapnozous perforatus var. assabensis. Nel fase. IV. 1885 del- l'interessante Bollettino della Soc. africana d'Italia trovasi la descrizione e la figura di questo chi- rottero. Nuovi esseri della nostra fauna. Il ?’rof. Grassi ha data comunicazione all’ Acc. Gioenia di Sc. Nat. di Catania, del'e seguenti nuove specie di animali studiati sotto la sua direzione nel laboratorio z00- logico e zootomico della R. Università di Catania Essi sono: Scolopendrella isabella — Philaria? — Ioenia annectens (Protozoo). Il Sig. L. Picaglia, negli atti della Soc. Ital. di sc. nat. Vol. XVIII, descrive le seguenti nuove specie di Pediculini (Artropid!) Docopharus lari nus, D neviae, D. pustaliferus, Lipeurus fulvofa- sciatus, Menopon biaculeatum, M. sigmoi dale, Cal- pocephalum quadriseriatum. I sigg. Raffaele e Monticelli, descrivono negli Atti della R. Acc. dei Lincei 1° marzo 1885, un nuovo Lychomolgus (crustacea) parassita del My- tilus gallo-provincialis Lk e lo denominano Lycho- molgus spinosun. Una bella pianta da ornamento, Ora che mol- ‘tì italiani sono a Massaua e che per ciò è facile poici ricevere prodotti lo quella regione, indi- «chiamo ai nostri abbonati la Cailliea dichrostachys *(Guill. e Perrot) che è un curioso alberetto colà conosciuto sotto il nome di Conna?f; forma dei ‘folti cespugli a rami divaricati «con ‘molte ‘spine. La pianta si ricopre di bei fiori che al mattino sono color rosa e verso sera divengono bianchi. i IV! D 1 le] o hu Mife N Studi sul gatto. Il dotto medico e chimico Kha- meron ha intrapresi studi minuziosi sul sangue, ossa, carne, pelle, escrementi ec. del gatto e ne rende conto nella Fisiological revue di Calcutta. Fra le altre cose egli ha trovato nei baffi del gatto un nuovo corpo che egli chiama Fenzlina: È un alcaloide velenosìssimo avente sapore di aglio e color lattiginoso; è un antisettico disinfettante potentissimo, i microrganismi non vi possono vi- vere e uccide ì microbi di ozni specie. Dicesi che lo scopritore abbia guariti a Calcutta molti cole- rosi, con le iniezioni di questa Fenilina. L’autore ha trovato che tutto il pelo del gatto che è sempre carico di fluido magnetico, è un buon disinfettante quando venga riscaldato e trat- tato con una soluzione di ammoniaca. Il gatto è refrattario in genere ai parassiti, meno il cisticerco che gli è comunicato dai topi, ed alle malattie infettive. , DIARIO DEL NATURALISTA Ho sott’ occhio la circolare sulle osservazioni fenoscopiche che il Ministro d’'Agricoltura inviò - ai Direttori degli osservatori meteorici delle scuo- le pratiche di agricoltura e non posso a meno di pensare che la spinta che il governo dà a questo genere d’ osservazioni, sarà di grande utilità per la scienza: però vorrei che le osservazioni non si limitassero alle sole piante. Sino dal 1878, anno nel quale cominciai a col- laborare col Co. Almerico Da Schio, che primo introdusse in Italia queste osservazioni che già da anni si facevano in Russia, in Germania e nell’ In- ghilterra, osservazioni che chiamò feno'ogiche ed estese oltre che ai vegetabili anche agli animali, io cominciai a tenere nota non solo dei fatti riguar- danti le piante determinate nella scheda adottata, ma estesi il mio campo d’osservazione a tutti i vegetali e animali che il caso mi poneva .sott’ oc- chio. Mi compilai così un giornale o diario varia- bile d'anno in anno e che ha una grandissima re- lazione colle' vicende meteorologiche; esso è un dolce ricordo per me, come lo potrebbe essere per un innamorato quello del suo amore. Non si potrebbe estendere quest’ uso la cui uti- lità è ovvio dimostrare ? Come saggio riporto alcune note che tolgo dal diario nominato e prese nel 1884, mentre mi tro- vavo a Cavazuccherina, paese dell' Estuario Vene- to, a studiare, contro voglia, su me stesso e per più di due anni, gli effetti della febbre malarica. Febbraio 13 — Udii cantare la Cinciallegra — Parus major. L. « 15 — Vidi diverse Anitre codone — Dafila acu- ta, Eyton — e diverse Alzavole — Quer- quedula crecca, Steph. « 19 — Vidi fiorita la Myosotis arnensis, Sib. « 25 — Nella sera gran passaggio di Fischioni e Germani — Mareca penelope, Selby — Anas boscas. L. Il tempo è burascoso — ieri 24 ha piovuto. Marzo 1 — Si sono uccisi dè Voltolini — Porzana maruetta. G. B. Gray. «11 — Udii il canto della Gambetta fosca — To- tanus fuscus, Bechst. « 13 — S'incominciò oggi la pesca del pesce no- vello — Cefali — Mugil cephalus Cuv. « 14 — Le zanzare non mi lasciano dormire. « 14 — Si vendono Caparozzoli dal scorzo sutil — Serobicularia piperata, Gm. « 14 — Si va nelle Valli (lagune d’acqua salma- stra) in cerca di Cape tonde — Cardium edule, L. « 15 — Si vendono Coragoî — Gibbula albida, L. < Aprile 2 — Vidi al sole le prime lucertole = Podarcis muralis. Wagl. « 13 — Le Raganelle — Hyla arborea, L. — gra- cidono. « 24 — Stamare udii il canto del Cuculo — Cu- culus canorus, L. Maggio 2 — Vidi le prime Lucciole — Lucciola Italiae, L. — la spuma delle Afrofore — Aphophora spumaria, L. — Udi il Gril- lo — Gryllus compestris, L. « 15 — Vidi fioriti i Papaveri — Papaver Rhoeas, L. — Tutti hanno notato in quest'anno la presenza di molti Cuculì. Giugno 15 — I Passerotti — Fringilla domestica, L. — incominciano i loro primi esercizi di volo. Luglio 11 — Trovai sulla spiaggia del mare non pochi grappoli d'uva di mare. Sono ova di Seppia — Sepia officinalis L. — leri il mare era agitato. <« 12 — Mi portarono tre ova di lucertola. Le posi in una scatola con terra fine innumi- dita leggermente Prato — 5 — 8 — 85 PRoF. GIOVANNI MARIACHER 133 COLOMBICULTURA Riproduzione interdetta Continuazione I Piccioni Bagadais Grossa e robusta razza di voliera rimarcabile per il lunghissimo becco nascosto quasi del tutto da narici carunculate e carnose che non permet- tono di vederne che la semplice punta. Alti sulle anche riposanti su fortissime zampe, collo lungo, testa oblunga ed ai lati depressa. Due carnosità ovoidali circondano gli occhi di questi uccelli; in talune varietà di un bel rosso rubino, morbide, lisce e vellutate, in altre biancastre e farinose, in altre infine violette macchiate in turchino, quasi cornee, rilevatissime e presentanti le forme le più bizzarre e strane. All’ epoca degli amori queste carnosità subiscono nei maschi un cangiamento di colore, divenendo le tinte più accese e accerite. Nei Piccioni Bagadais a spugnosità rosse o violet- te la diminuzione del colore nei cerchietti degli occhi denota l'approssimarsi della vecchiaia: in quelli a spugnosità biancastre la variazione del bianco in giallo pallido è pure un segno di età matura. L’ uomo ha ridotti questi uccelli a furia di selezioni, mostruosi e grotteschi: ve ne hanno taluni la di cui testa deforme non ricorda alcuna delle altre razze di Europa. Riteniamo che i Bagadais e tutte le varietà che noi abbiamo comprese in questa razza siano Piecioni di provenienza Asiatica discendenti dai Piccioni Persiani. In questa opinione concordano | tutti i più distinti ornitologhi moderni fra i quali Moore, Pelletan. La Perre de Roo e G B. Sella. Incrociati col Torraiolo dom st co produssero il Piccione Viaggiatore (Columba Tabellaria) del qua- le già diffusamente parlanimo in separa o articolo, Gerolamo lata vino gentiluomo e medico Vien- nese portò probabilmente dal paese, dei Tartari in una delle sue esplorazioni scientifiche 1’ imper- fetto e bizzarro disegno dì questo uccello rappre- sentante la varietà Guerriera tipo puro della raz- za. Gli ornitologhi scambiando il nome del Pata- vino con quello di un paese chiamarono i grandi Piccioni Guerrieri col distintivo di Piccioni Baga- desi di Batavia (Columba Fortirostrata Batava) ma noi gli restituinimo come sì vedrà in appresso il ' nome del Patavinro, onde venga ricordato colui che | primo fece conoscere in Europa il più curioso dei Colombi domestici. E qui cade in acconcio che io apra una paren- tesi. Mentre approvo nella massima le idee sulla nomenclatura esposte dal Signor Stefano Ribaud 134 in uno dei Bollettini di quest’ anno, (1) non posso però convenire circa l’esclusione assoluta dei nomi propri applicati a distinguere animali e piante sconosciute o nuove. Vi sono dei casi nei quali è utile per la storia delle scienze il ricordare il nome di una persona: quel nome il più delle volte identifica un epoca, rischiara un dubbio, distrug- ge un’errore, mostra il carattere, il cuore, la mente di gente ignorata che soffre, stenta e stu- dia, rammenta un popolo, da insomma l’ esatta idea cronologica del progresso della scienza. Chiusa la parentesi ritorniamo ai Piccioni Ba- gadais. I) indole battagliera mal si associano alle altre razze chiuse con essì in voliera, guastando le mol- te volte le altrui covate poco curanti delle pro- prie e perfino dei piccoli nati. Solo i Colombi Turchi vivono in pace con questi uccelli turbolen- ti perchè loro consanguinei. Tenuti in libertà re- stano meno pericolosi per le piccole razze che sfuggono facilmenie le loro beccate e la loro col- lera. Pessimi covatori in climi temperati danno circa sei covate per anno: in generale |’ inverno non prolificano o prolificano malamente, eccettuata la quinta sottovarietà della prima classe che pro- duce tutto l’anno come tutti i Piccioni Frisei. Tuiti quanti i Piccioni di razza Bagadese non devono mai avere ne ciuffo ne corona. Questa mancanza di ornamento occipitale e l'essere pla- nirostri in luogo di curvirostri gli separa e di- stingue dai Turchi (Columbae Carunculatae) i quali sono sempre ciuffati. Noi dividiamo la razza Bagadese in quattro classi distinte comprendenti alcune sottovarietà. Il Bagadais propriamente detto (Columba Forti- rosirata) con cinque sottovarietà: (A) Bagadais Capobianco (Columba Fortirostra- ta Leucocephala). (B) Bagadais Capogrigio (Columba Fortirostra- ta Cinereocephala). (C) Bagadais Bianco a coda nera (Columba For- tirostrata Albonigra). (D) Bagadais Pierrè (Columba Fortirostrata Splendens). (E) Bagadais Friseo (Columba Fortirostrata Crispa). II. Grifone (Columba Monstruosa). HI. Carrier (Columba Persica). IV. Guerriero (Columba Patavina) con una sot- tovarietà : (A) Guerriero piccolo (Columba Patavina Mi- nima). . I Bagadais propriamente detti Sotto questo nome abbiamo inteso comprendere (1(Vedi Bollettino N. 5. soltanto quei Piccioni che formavano l'antica va- rietà dei Bagadais secondo gli autori. Le varietà Carrier, Grifone e Guerriero è per la prima volta che cor:pariscono aggregati alla numerosa fami- glia Bagadese. No: ritenemmo e riteniamo che da questa famiglia abbiano tratta la loro origine, e che quantunque qualche differenza gli abbia fatti separare dai Bagadais veri e propri prendendo altri nomi, sono tutti uccelli che portano più o meno puro il sangue del Piccione Persiano. Però non riunimmo come ha fatto Pelletan la razza Turca alla Bagadese per quelle differenze este- riori ed anatomiche superiormente accennate le quali non ci permettevano di fonderli insieme. Non tutti i Bagadais sono battaglieri e feroci nella stessa maniera: taluni si mostrano meno irosi ed attaccabrighe e perciò più produttori. Tale è per esempio: (A) It Bagadaîs Capobianco volgarmente Ca- pocchione il quale è discretamente fecondo ed al- leva con maggior cura i suoi nati. Ha la testa bianca, il collo bruno violaceo ed il rimanente del corpo colore Tabacco di Spagna. Molto raro rag- giunge prezzi elevatissimi. (B) Il Bagadais Capogrigio volgarmente Mo- rettone è il più selvaggio fra i Bagadais. Ha la testa grigia e tutto il mantello nero. Il becco lun- ghissimo è ricoperto da una fungosità ; il contorno degli occhi carunculato; l’iride perlata ; la testa assai grossa, lungo il collo e sottile ; il corpo lar- go e corto, le gambe altissime. Nonostante la ru- sticità di questo uccello, quando non è molestato è discretamente fecondo. (C) IL Bagadais Bianco a coda nera, volgar- mente Codone, nonostante che si allontani più di tutti dalla razza è però magnifico ed ormai quasi scomparso. L'occhio ed il becco di questo Pic- cione rammentano il Piccione Reale per la mino- re estensione dei cerchietti e dei tubercoli. I cer- chietti stretti e lisci a guisa di piccoli nastri hanno però un colore infuocato e spiccano gran- demente sul niveo del corpo. La coda nera-morata è scalata e lunghissima, lo sterno costantemente rosso. (D) IL Bagadais Pierrè ha perduto egli pure alcuni caratteri distintivi della sua razza, ma non lascia alcun dubbio sulla sua provenienza. Ha me- no spugnosità, meno pelle nuda e turbercolosa intorno agli occhi, il petto più stretto, il collo più corto. Il becco di questo Bagadais non sorpassa mai i tre centimetri. Produttore discreto è ricer- cato dagli amatori per il suo mantello smaltato composto di piccoli scacchi bianchi e neri a ri- flessi metallici. )4:° x (E) IL Piccione Bagadais Friseo ordinariamen- te bianco o aurora ha come tutti gli altri Frisei le penne a barbe separate e cadenti: Becco bian- co, occhio nero con iride rossa; zampe porporine piuttosto alte. E il più fecondo di tutti i Bagadais. II Grifoni Il Piccione Grifone è un Bagadais a grandi spugnosità irregolari. Gli occhi ed il becco sono ricoperti da tubercoli grandi aventi le forme le più bizzarre. La testa ovoidale terminata da un becco lungo e grosso rassomiglia al grifo del Por- co. Il Grifone poco produttore è sangue misto di Turco, Romano e di Bagadais; l’occhio ha nero con iride biancastra, lo sterno di un rosso infiam- mato: vola grave ed a piccole distanze. Si av- vicina del pari al Carrier ed al Guerriero, al pri- mo per le caruncole gigantesche, al secondo per la lunghezza del becco e per l’indole battagliera. Però le spugnosità del Grifone sono irregolari, mentre quelle del vero Carrier sono regolari e simmetriche, ed il lungo becco a guisa di sciabola differisce da quello del Guerriero che è più stret- to ed a punta acuta. Questo Piccione è assai ri- cercato dai collezionisti, ma è difficile a trovarsi per la sua poca fecondità. Generalmente nero o rosso carico. È III Carriers Il Piccione Carrier è l’uecello più strano della numerosa famiglia dei Colombi. Allorquando il chiarissimo Cav. G. Batta. Sella, inviò un paio di questi superbi Piccioni alla società di allevamento dei Piccioni Viaggiatori in Firenze, (1) quanti Co- lombicultori vi hanno in Toscana rimasero mera- | vigliati alla vista di Piccioni così grotteschi: Ri- teniamo di far cosa gradita ai nostri 'ettori ripro- ducendo per intero la descrizione che ne fa lo stesso Cav. G. B. Sella, non trovando noi parole più acconcie a descriverli (2). « Il Carrier è il più originale ed il più curio-. so fra tutti i Piccioni propriamente detti, se si eccettuano i Trumpeters pochissimo conosciuti ancora. Vuolsi che egli sia originario della Persia e che anticamente da quelle parti se ne servissero anche da messaggiere, tale essendo pure l' opi- nione di Moore e di La Perre de Roo; ma è certo che d’ allora in poi deve aver subito siffatta tra- sformazione da 1enderlo oggidì il meno adatto a quel servizio. » (1) Furono venduti per prezzo altissimo al Sig. Conte Ca- stracane di Fano. (2) La Vita di Campagna Anno 1 N. 14 — G. B. Sella — Il Piccione Carrier. 139 si rivolgono tutte le migliori cure intorno a que- sta specie, sia per i suoi pregi naturali, sia per l'altissimo prezzo a cui si vendono, essendo no- torio che alcune coppie premiate alle esposizioni, e veramente superlative, furono vendute oltre 1500 franchi caduna ; e d’ ordinario una coppia medio- cre si vence da 150 ai 200 franchi. » « Questo piccione non è in tutta la sua perfe- zione prima dei tre ai quattro anni, e non è fa- cile averlo perfetto quand’ anche la coppia gene- ratrice sia inappuntabile in tutte le sue forme. Mi proverò ora a descriverlo sebbene la penna non valga a raffigurarlo convenientemente. » « Il Carrier ha un becco lunghissimo circa 5 centimetri diritto ed a punta acuta; a circa un terzo dalla punta comincia la caruncola biancastra, ossia escrescenza carnosa, che va poi aumentando di volume fino ai due terzi del becco per quindi decrescere più sensibilmente è terminare all’ estre- mità. Questo becco si potrebbe quasi paragonare ad una noce più grossa che lunga, alla cui estre- mità più sottile fosse attaccato l’intero becco d’un passero. » « La caruncola deve essere regolare tanto nel crescere che nel decrescere, ma la sua sommità dev’ essere più vicina alla base che alla punta del becco, come pure la salita a partire dalla punta deve essere p'‘ù lunga che la discesa verso la te- sta. Inoltre l’escrescenza, che in alcuni maschi raggiunge perfino nella parte più larga il diame- tro di oltre a quattro centimetri, non deve avere la superficie liscia ma bitorzoluta, sebbene rego- lare, e come sarebbe quella di un cavolfiore alla sua maturità: è poi di rigore che l’ escrescenza avvolga il becco non solo nellà parte superiore, ma anche nell’ inferiore, sebbene in minor misura per questa e meno estesa sulla lunghezza del becco Agli occhi hanno uns larghissima aureola carnosa, d’ egual natura delia caruncola del becco, ma quella non deve confondersi con questa; si preferiranno quelli la cui aureola è grande, com- pita e rilevata nel centro, con bitorzoli non spro- porzionati, osservando che nei maschi la caruncola e l’aureola sono sempre in maggior proporzione in confroto colle femmine e parlando di una cop- pia di eguale origine. » « La testa del Carrie» è piccola in proporzio- i ne e pare anche più piccola in cansa del volumi- « In Inghilterra particolarmente si rivolsero e | noso ornamento del becco di cui parlammo, essa è leggermente depressa ai due lati ed è perfet- tamente liscia, cioè senza cocollo di sorta. » « Il collo è sottile, largo il petto e saliente, larghe le spalle; le ali e la coda proporzionate 136 e'strette in punta; le gambe sono snelle, rosse e nude fino alla coscia, un po’ distanti l’ una dal- l'altra e poste indietro in proporzione degli altri piccioni. » < Il Carrier è prepotente e litigioso; ma ci vede poco per |’ aureola sporgente che gli circon- da gli occhi, motivo per cui si deve preferibil- mente tenere in compartimento separato ed ove non cì sieno tante coppie assieme per evitare battaglie che possono avere serie conseguenze con quei potentissimi becchi e colle parti carnose così esposte È mediocre produttore, piuttosto robusto, sebben richiegga qualche riguardo speciale sia per le disposizioni della colombaia sia pel manteni- mento. Questa specie è generalu ente d’ un sol colore, nero o bianco, o bigio azzurrognolo, ma preferibile il nero. » « Farò in ultimo osservare che alcuni vendi- tori di Carriers hanno il brutto vizio di perfezio- nare loro il becco e l’aureola degli occhi con ferri taglienti, togliendo cioè le parti troppo sporgen- ti; ciò può benissimo ingannare per qualche tempo l’ inesperto compratore, ma dopo pochi mesi l’ im- perfezione risorge. » Non potrebbesi al certo fare una più esatta e veridica descrizione del grottesco uccello che per la prima volta videro i Colombicultori Toscani nell’anno 1878, per la benevolenza di cui volle onorarci l’ egregio gentiluomo Piemoutese. GIULIO CESARE GIACHETTI. ( Continua) da AFRICA E LA POLITICA COLONIALE CONFERENZA DIP NICOLA LAZZARO (Continuazione vedi N.° antecedente) Sparito l'impero romano, comincia la civiltà cristiana ad invader l’ Africa e quasi dapertutto ove era giunta l’ aquila latina, apparisce e si sta- bilisce la croce di Cristo; ma la conoscenza del paese e specialmente dell'interno non s’ accresce di un passo. Vengono gli Arabi di Maometto: dalle rive asiatiche del Mar Rosso passano sulle coste afri- cane, invadono tutta la costa settentrionale: le immense estensioni di paesi posti al Nord ed al Sud del gran deserio Sahara, divengon mussul- mane; gli Arabi si spandono per il Sudan, il Wadai, il Darfur, la Nigrizia, il Marocco, 1° Alge- ria, la Tripolitania, la Tunisia e l'Egitto e da questi ultimi paesi passano in Europa. L'unico paese che non abbraccia l' Islamismo è l° Abissinia; esso sì tiene fermo alla legge del vangelo ea an- cor oggi, accerchiato per dodici secoli da popola- zioni o mussulmane o idolatre, conserva il culto alia Croce. Siccome però gli Arabi si spingevano al Nord, cioè verso l’ Europa, così non rimontavano le sor- genti del Nilo e la maggior parte del ‘continente nero, sotto di loro, restò egualmente sconosciuta, che durante l’ impero romano Una maggiore conoscenza delle terre africane si ebbe poco a poco con i viaggi dei celebri esplo- ratori olandesi, portoghesi, inglesi ed italiani del rinascimento. Fu Vasco di Gama che per primo raggiunse il Capo di Buona Speranza e da quel torno, per ragioni strategiche, p'ù che per cause commerciali, vediamo sorgere delle colonie euro- pee e troviamo gl Inglesi nella Guinea, gli Spa- gnuoli a Biafra, i Portoghesi ad Angola e poi an- cora gl’ Inglesi ul Capo, i Portoghesi nel Zambese ed a Mozambico, gli Olandesi in altri punti della Guinea ed al paese degli Acianti. Più l’ Europa cominciava a sen‘irsi satura di se stessa più si sviluppavano i suoi commerci, le sue industrie e 8° accrescevano i suoi bisogni e più l’invasione s’allargava verso il continente nero, territorio vergine non ancora sfruttato dalla in- gordigia degli speculatori e dalla necessità del- l'espansione europea. E si giunse a tanto, che nella metà del secolo presente, noi troviamo già la Francia padrona dell’ Algeria, del Senegal e dell’isola di Maurizio con stabilimenti sulla Costa d’oro e nella Nigrizia Meridiouale. L’ inghilterra possiede le vas e colo- nie del Capo, la Costa d’oro e quella degli Schia- vi con varie stazioni e fattorie sul fiume Gambia limitrofo alla Senegambia ed altre possessioni for- manti il gove. no di Sierra Leone. Il Portogallo, la costa d’ Angola, l’ isola Fer- nando Pò, le coste di Biafra ed altri punti del continente di fronte al Madagascar e così altre naz oni, non esclusa la giovane America, che con il protettorato sulla Repubblica di Liberia, for- mata da schiavi liberati, volle pur porre il suo zampino nell’ Africa. È pur dolorosa, o signori, la storia di questa vasta parte del mondo caduta in retaggio, come alcuni pretendono, ad Afar nipote di Abramo, da cui prese il nome, Ogni piccolo statarello europeo si crede in dritto di sbocconcellarsela e questi bocconi son di tale grandezza da coprire per dieci e magari cento volte lo staterello invadente. E con lo avanzarsi degli anni questa espansione del- l'Europa verso l’ Africa si è aceresciuta di tanto che in vero mi par strano come la Russia e l’ Austria non abbian ancor possedimenti africani e come non pensino ad averne, la Rumania, la Grecia ed il Montenegro, che pur hanno sul mare navi da guerra e mercantili. Posso ingannarmi; ma a me pare che l' ulti- mo impulso alle conquiste africane sia venuto di Francia; sono state le ambizioni di questo paese che hanno spinto le altre potenze sulle coste del continente nero, magnificato sotto tutti gli aspetti dai viaggiatori che riuscirono ad esplorarlo. È la prepotenza, delle annessioni francesi, che a ragion di difesa ha fatto nascere in noi Italiani il bisogno di guardare a Tripoli come punto di base nel Mediterraneo ; è la missione del Brazzà sul Congo che ha condotta la Germania ad Angra-Pequena sull'Oceano Atlantico ed è la ingiusta guerra che la Francia fa al Madagascar che im pone alla stessa Germania i tentativi di protettorato a Zanzibar. Oggi ‘si può dire che di tutte le coste africane appena poche centinaia di chilometri sono esenti da invasioni europee, e queste certamente non hanno avuto il consenso degl’indigeni. ®r son quattro anni io mi son trovato testi- mone oculare del modo come fu imposto il pro- tettorato della Francia al Bey di Tunisi. — Or sono tre anni assistetti al modo violento, con il quale gli Inglesi invasero |’ Egitto. Permettete che vi racconti queste due invasioni: Era il 9 maggio del 1881, io mi trovavo a Biserta, la famosa Bi- serta della quale i Cartaginesi facevano il loro porto di rifugio per la grande flotta che dove- va.attaccare i Romaui: invece di Romani io non vedevo che un arrivo continuo di navi francesi, dalle quali sbarcavono trunpe e materiali. Il gior- no istesso in sul pomeriggio io mi trovavo col Console d’Italia ed ‘altri fuori Ia Porta, quando vedemmo uscire ‘una forte colonna di truppe in pieno assetto di guerra. Nessuno sapeva ove essa fosse diretta; il segreto più perfetto era mante- nuto: a Chiunque degli ufficiali o dei soldati si domandava, dove và questa colonna? quale è il suo scopo ? rispondevano: signora. Io avevo per- duto la speranza di saperlo quando per caso tro- vandomi vicino ai carri di retroguardia intesi un ufficiale chiedere ad un soldato che cosa avesse fatto di un involto; il soldato rispose; è giù nei bagagli, e l'ufficiale: bene lo piglieremo a Tunisi. Questa parola fu per me la luce. 137 L'indomani lasciai Biserta, e partii per Tunisi per assistere agli avvenimenti. Per un tratto non scorgo nulla, ma arrivato ad un certo punto vedo la colonna in ordine di marcia; la comandava il generale Breart, egli mi guarda e mì fa fer nare chiedendomi dove andassi, ed io gli rispondo. Ma, a Tunisi! Allora parla un pò col suo capo di stato maggiore e mi dice: può andare, la stra- da è libera. Felicissimo di questa risposta io dò ordine alla carrozza di camminare presto. Ero per giungere all'avanguardia, quando il colonnello comandante i due squadroni di usseri, che la formavano, ap- pena vistomi mi si slancia contro impedendomi di andar oltre. Ebbi un bel dire, che il generale mi aveva permesso di passare! Aspettai il gene- rale; mì gli avvicinai e gli dissi quel che suc- cedeva, ma con modi vicaci abbastanza, tanto che il generale capì o che aveva avuto torto facen- domi passare o di trattenermi allora, onde per- mise, e per iscritto, che proseguissi. Tornai al- l'avanguardia, mostrai al colonnello il permesso del generale e passai. Dopo due giorni la colonna è a Tunisi, accampa ad un chilometro dal Bardo il generale Breart seguito da tutti gli ufficiali di cavalleria e con una scorta di 40 usseri invade armata mano il palazzo del Bey, entra nel gran salone, e dice a Mvhamed-el-Sadock che ec’ è un trattato da firmare. E quel povero vecchio: Se non volessi firmare? Lo firmerà un altro al posto vostro. E mentre succedeva questo, si bombarda- vano Sfax ed altri punti della Tunisia Nè ciò ba- stava, lungo la strada dall’ Algeria a Tunisi ci erano delle tribù berbere e di altre nazionalità, che credevano difendere il loro paese con i fucili di 300 anni addietro ed erano massacrati come malfattori. Ciò per Tunisi, passiamo all’ Egitto. Un anno dopo; siamo alla mattina dell’1l lu- glio L’ Inghilterra che aveva provocato certi mo- vimenti, celebri col nome di massacri d’ Alessan- dria, ne domanda soddisfazione al Kedive, non ne ottiene e minaccia, a questa seguono i fatti, Lord Seymour invita le navi estere a lasciare il porto gli si domanda perchè? Perchè domani si bombarda Alessandria, ecco la risposta. — Ed infatti la mat- tina dell’ 1l noi eravamo in rada, io mi trovava sulla Castelfidardo ; verso le 5 ant. si cominciano a vedere le navi inglesi mettersi in ordine di bat- taglia, ammanire le batterie e alle 6 precise prin- cipia il bombardamento. Per tre ore di seguito non vi è un cannone alessandrino che risponda, perchè rimontavano 138 all’epoca di Napoleone il grande e tutti compren- derete quale differenza di tiro vi fosse fra 1’ offesa e la difesa. Gli Inglesi al sicuro uccidevano senza pietà i poveri egizii impossibilitati a rispondere. Costretti ad abbandonare la città i disgraziati egizii vollero che essa non cadesse nelle mani ne- miche che ridotta un pugno di rovina e nell’ al- lontanarsene, l’ incendiarono* Questo colossale, insieme orrido e bello, spet- tacolo d’ una vasta citta che avvampa, e nelle cui spire verticose le fiamme s° innalzano al cielo, noi l’avemmo la sera del 12 luglio. La mattina del giorno 15 le truppe inglesi occupavano Alessandria. E vi domando ora, o Signori, se questa civiltà imposta a colpi di cannone e mercè intrighi d' ogni sorta debba essere accettata e rispettata dagli in- digeni? No, o signori, non vi è che una sola civiltà che ha il dritto di imporsi ai popoli selvaggi ed essa è quella della scienza e della libertà. Essa hai suoi martiri, sono anche numerosi, ma il loro sangue è fecondo e dalle zolle che bagna fa venir tuori pianticelle le quali coll’andar degli anni si fanno alberi, che sono i veri alberi del vero, del bello e del buono. Ma allorchè potenze di primo ordine seguono vie diverse ed all'espansione lenta e sicura della industria e del commercio preferiscono la violenta degli eserciti, ne sorge per necessità che anche le altre nazioni debbano seguire la stessa via se non vogliono vedersi calpestate dai selvaggi, che ubbidienti alla forza brutale, soggiogati dal fucile e dal cannone si vendicano sopra chi non adopera gli stessi mezzi credendoli incapaci di offenderli. Vigliacche con chi esse credon forti, prepotenti e vendicative con quelli che credon deboli, le popo lazioni selvagge dell’ Africa han costretto pur noi ad inviar truppe su quelle coste inospitali. I no- stri bravi soldati che per la prima volta portan fuori delle patrie frontiere la bandiera della Na- zione e ve la terranno alta e rispettata, malgrado le privazioni e le sofferenze, meritano il nostro applauso, hanno diritto alla nostra ammirazione. ]l loro invio sulle coste del Mar Rosso è la legittima conseguenza della prepotenza delle altre nazioni. Da non pochi anni un gruppo di bravi geno- vesi cacciati dalle vicende politiche lungi dalla patria si stabilì a Tunisi ed a forza d’ intelligente lavoro creò una colonia numerosa ed importante, nella quale centinaia e migliaia di siculi trovarono lavoro e vitto. Vigile degli interessi italiani, il Go- verno spinse quei coloni nella via intrapresa ed in breve la loro posizione nella Tunisia fu supe- riore tanto da suscitare la gelosia dei coloni fran- cesi. Si crearono i Krumiri e tutti sapete quel che avvenne; vi ho raccontato poc'anzi del famoso trattato del Bardo. Se non che l’ umiliazione subita scosse la indif- ferenza degli Italiani per le cose africane ed ai Piaggia, Gessi, Messadaglia, degli altri illustri ita- liani che viaggiavano in quelle terre, la Società Geografica aggiunse |’ Antinori, il Cecchi, il Chia- rini, il Martini, ed altri; a sua volta la Società d’esplorazione di Milano dava incarico al Bianchi d’esplorare i paesi Galla ed a parecchi volenterosi l’incarico di stabilire fattorie nella Tripolitania. Oltre questi movimenti ne surse un altro, allora solamente di agitazione interna, con la creazione del Club africano di Napoli. Con l’ occupazione francese di Tunisi, lo sguar- do degl’Italiani si fissò su Tripoli e sopra Assab. Non starò qui a dirvi come Assab venisse acqui- stata dal compianto Rubattino e come divenisse proprietà dello Stato che prima volle servirsene qual punto di deposito di carboni per le navi di- rette nei mari Asiatici, e poscia avvenuti i fatti di Tunisi vi guardò come possesso suscettibile di essere emporio di un commercio d’ importazione ed esportazione italo africano. Crederei farvi torto o Signori, se v'intrattenessi lungamente su quel che sia Assab, sulla sua ubicazione, sulla - sua flora, sulla sua fauna; solo richiamo la vostra at- tenzione suì confini. Eccoli: da una parte i paesi Danakili o Afar, popolati da tribù nomadi e sel- vagge : dall'altra le possessioni dell’ Anfari d’ Aus- sa: oltre i paesi Danakili, l’ Abissinia : oltre 1’ Aus- sa, lo Scioa e quindi i ricchi paesi Galla che nel Ghera costarono la morte al povero Chiarini e la prigionia all’ illustre Cecchi. Descritti dail’ Anti- nori, dal Cecchi, dal Bianchi, si vide che se il com- mercio abissino affluiva a Massaua, quello dello Scioa, dei Galla e della vastissima zona dei laghi d’ onde partono e il Nilo ed il Congo, oggi affluen- te a Zeila e Berbera sul golfo d° Aden, avrebbe potuto invece discendere ad Assab. Da qui i tentativi per una strada diretta fra Assab e lo Scioa. L’ Antonelli investito di missione governativa, fattosi amico a forza di doni e di de- naro lo sceicco Abd-ur-rhaman, riuscì a pene- trare nell’ Aussa e mercè splendidi doni, colpendo il momento in cui Mebemed Anfari era contra- riato dai Francesi di Obock, stabilì con lui un trattato, mercè il quale, con condizioni punto belle, ottenne il permesso di traversare pei suoi Stati e raggiunse così la sede del Re Menelick. Ivi or- ganizzò una carovana che doveva esser diretta ad Assab, attraversando l’ Aussa. Dall’ organizzazione di questa carovana può dirsi che incomincia il primo passo di quella politica italiana che oggi fa stare i nostri soldati sulle coste del Mar Rosso. Il trattato fra l’Antonelli e l’ Anfari se passò inosservato fra noi, dispiacque ai connazionali sta- biliti in Assab. Essi eran ancora sotto la viva im- pressione del massacro del viaggiatore Giulietti che scortato da dodici maripari comandati dal te- nente di vascello Biglieri avea voluto tentare di traversare i paesi Afar ed aprire una via diretta fra la costa e l'interno, senza por piede nel ter- ritorio dell’ Aussa. Egli era giunto a Beilul, s'era inoltrato per due giornate nell'interno ed ivi con la intera scorta veniva assassinato, massacrato dagli indigeni. Questo eccidio avveniva nel maggio del 1881. La notizia della loro morte giunse in Italia e destò viva, profonda, impressione, tanto più forte da quanto che non pochi indizii facevano supporre che istigature del delitto fosse stato appunto l’ An- fari, cui mal piaceva che si trovasse altra via in- dipendente da lui. Il Club Africano di Napoli. la Società di Esplo- , razione di Milano chiesero che il governo diret- tamente andasse alla ricerca degli assassini ed esemplarmente li punisse. Il governo promise, ma timido, incerto. titu- bante, affldò la vendetta dei massacrati al gover- no Egiziano che, sostenuto dall’ Inghilterra, dichia- GLI UCCELLI ITALIANI ED IL COLORE DEI LORO OCCHI (1) ( Continuazione) Colore dell’ iride (2) Budytes veridis, Gm. Strisciaiola Budytes melanocephalus, Licht. Cut- ti capo-nero castagno cast. scuro Anthus arboreus, Briss. Pispolone id. Anthus pratensis, Briss, Pispola id. Anthus cervinus Pall. Pispola gola- rossa id. Anthus spinoletta, L. Spioncello id. Anthns obscvrus, Lath. Spioncello settentrionale id. Agrodroma campestris, Briss. Ca- landro id. _ Agrodroma Richardi, Vieill. Calan- È dro forestiero id. (1) Preghiamo i nostri cortesi abbonati a comunicarci tutte quelle osservazioni che avranno occasione di fare e che potessero servire er correggere o completare il presente catalogo. o a TU ». è 139 ravasi sovrano dei territorii Afar ed a dimostrarlo inviava una guarnigione a Beilul. Ciò che preve- devasi avvenne: il governo Egiziano imprigionò tre farabutti, simulò un processo, due morirono in carcere, un terzo fu assoluto ed il governo ita- liano se ne accontentò. Nel mentre si faceva questo strano, per non dire inverecondo, processo che lasciava impuniti gli assassini del Giulietti, la ca- rovana organizzata nello Scioa dall’ Antonielli su- biva ogni specie di disastri; causa la mala fede dell’ Anfari. Una parte di esse rimase preda dei . briganti, un'altra ne andava in Obock, e solo una minima parte ne giungeva in Assab. Antonelli che era già venuto in Italia, lieto del suo successo, ritornava di tutta fretta nell’ Aussa, ma nel menire lui vi andava, il Bianchi che tro- vavasi nelì’ Abissinia, informato del disastro, ani- moso qual’era, pieno d’ intelligenza, coraggioso al- l'eccesso, volle ancor lui liberare l’Italia dalla soggezione dell’ Anfari ed in senso inverso al Giu- lietti, tentare di aprir la via diretta fra Assab e l’ Abissinia. Il Giulietti dalla costa voleva penetrare nel- l'interno e fu assassinato a cinque giorni lungi da Assab; Bianchi dall'interno voleva giungere alla costa e coi suoi compagni fu massacrato a cinque giornate da Assab e quasi nello stesso punto in cui giacciono tuttora insepolte le ossa dei primi martiri della colonizzazione italiana. (Continua) XXVI. FAM. ALAUDIDAE Alauda arvensis, L. Lodola Alauda arborea, L. Tottavilla castagno Melanocorypha calandra, L.Calandra id. Melanocorypha yeltonensis, Forest. Calandra nera Galerita cristata, L. ‘| appellaccia | castagno Ammomanes cinctura, Gould. 1,0- (LODOLE) dola del deserto id. (Calandrella brachydactyla, Leisl. Calandrino id. Calandrella pispoletta, Pall. Calan- drino asiat!co Colandrella minor, Cab. Calandrino africano id. Otocorys alpestris, L. Lodola gola- gialla id. /) Covirostres. XXVII. FAM. FRINGILLIDAE (FRINGILLE) Miliaria proier, P. L. S. Mull. Stril- lozzo casta gno iegazione delle abbreviazioni: ad. animale adulto, juv. giovane, ar. arancio, b. bianco, br. bruno, c. chiaro, ca. e cast. gn , ce. cenerino, ci. cinabro, cr. cremisi, cro. cromens, g. giallo, m. medio, p. pallido, r. rosso, ro. rossastro, s. scuro. cast. scuro cast. scuro cast. scuro 140 _———————_r —r’ro’rr—ro————roo—eo,r; —————11_———————1n"__OOOLLIII III Passerîina melanocephala, Scop. Zi- golo capinero Passerina aureula, Pall. Zigolo dal cast. scuro collare id. Emberizia citrinella, L. Zigolo giallo| castagno Emberizia cirlus, L. Zigolo nero id. Emberizia hortulana, L. Ortolano id. Emberizia caesia, Cretrm. Ortolano grigio cast. scuro Emberizia cia, L. Zigolo muciatto | castagno Emberizia leucocephata, S. G. Gm. Zigolo golarossa. cast. scuro Emberiza rustica, Pall. Zigolo bo- schereccio id. Emberiza pusilla, Pall. Zigolo mi- nore id. Emberiza schoeniclus, L. Migliarino | cast. scuro Emberiza pyrrhuloides, Pall. Pas- sera di padule id. Plectrophanes lapponicus, L. Zigoio di Lapponia id. Plectrophanes nivalis, L. Zigolo della neve castagno Passer montanus , Briss. Passera mattugia cast. scuro Passer domesticus, Briss. Passera oltremontana id. Passer italiae, Vieill. Passera id. Passer hispaniolensis, Temm. Pas- sera sarda id. Petronia stulta, Briss. Passera lagia id. Montifringilla nivalis, Briss. Frin- guello alpino castagno Frigilla coelebs, L. Fringuello cast. scuro Fringilla montifringilla, L. Peppolo id. Ligurinus chloris, Briss. Verdone id. Chloròptila citrinelia, L. Venturone id. Chrysomitris spinus, L. Lucarino |cast. scuro Carduelis elegans, Steph. Cardellino id. Cannabina linota, Gm. Montanella id. Cannabina flavirostris, L. Monta- nello forestiero id. Lgiothus linarius, L. Organetto id. Egiothus rufescens, Vieill. Orga- netto minore id. Serinus hortulanus, Koch. Raperino id. Coccothraustes vulgaris, Pall. Fro- sone cast. chiaro Pyrrhula europaea, Vieill. Ciuffo- lotto cast. scuro Erythrospiza githaginea, Licht. Trombettiere id. Carpodacus erythrinus. Pall. Ver- done bastardo id. Pinicola enucleator, L. Cardinale id. Loria pithyopsittacus, Bechst. Cro- ciere maggiore castagno Lozia curvirostra, L. Crociere ‘id. Loria bifasciata, GC. L. Brehm. Cro- ciere fasciato id. 9) Cultrirostres. XXVIII. Fam. ICTERIDAE (ITTERI) Agelaius phoeniceus, L. Ittero spal- line rosse br. nero XXIX. FAM. STURNIDAE (STORNI) Sturnus vulgaris, L. Storno Sturnus unicolor. La Marm. Storno cast. scuro nero id. Pastor roseus, L. Storno roseo castagno XXX. FAM. ORIOLIDAE (RIGOGOLI) Oriolus gabbula, L. Rigogolo | r. cremisi dnsegnamenti pratici NANUNL A Scelta delle uve migliori per vino. Pratica colla scienza Progresso con prudenza. Il Coltivatore trascurar non deve di scegliere quelle varietà di viti che possono dare i migliori vini, ed i più squisiti. Il porre dunque la massima precauzione nella loro scelta, è oggetto della più grand’ importanza, giacchè per quanto adatto pos- sa essere il terreno, e felice l’ esposizione, sì ot- terranno sempre vini inferiori se le uve saranno di ca!tiva qualità. Per massima le varietà più tardive a germo- gliare e più precoci a maturare, sono le più van- taggiose, perchè alla primavera sono meno espo- ste alle brine, ed all'autunno i loro frutti acqui- stano una perfetta maturazione. Vi sono qualità le quali contengono maggiori parti zuccherine, altre sono più produttive, e ve ne hanno che vo- gliono essere mischiate con altre per dare vini buoni. L’ esperienza ha però dimostrato che molte varietà riunite non danno mai un vino di ottima qualità. Fu fatta l’ osservazione che quelle viti che han- no i sarmenti con poca midolla, e coi nodi vicini, danno del vino di prima qualità. Alcuni coltivatori hanno compreso il vantaggio di piantare quelle varietà di uve, che oltremodo fertili danno eziandio un vino eccellente, come il Cabernet nero, il Medoc, i Penot, ecc. e ne fe- cero estese piantagioni col tanto vantato sistema Gurzot, per cui l’introito annuale che percepisco- scono dalla vendita dei loro vini, risulta triplice. Ecco l’ elenco di alcune viti da preferirsi che danno abbondanti uve e vini squisitissimi Alicante. Di moltissimo prodotto, di fertilità grandissima, di grappolo grosso e di acino medio violetto. Barbera Una delle migliori per vino nere da bottiglia. di moltissimo vigore e di grandissima fertilità. Borgogna bianco e nero. Due varietà feracis- sime, di molto merito, eccellenti, e assai adatte al.mostro; clima. 14l Borgogna rosso Molto più zuccherina delle due precedenti, di grappoli rossastri adatta anche per tavola. Bracchetto d’ Asti. Produce il vino tanto rino- mato d' Asti, di grappolo medio, acino nero. Cabernet nero. Varietà del Bordelese per vino rosso da bottiglia, di vigoria e fertilità grandis- sima. Gamay nero. Di grandissima fertilità, che pro duce vino scelto da bottiglia. Malbeck. Vigore moltissimo e fertilità grandis- sima, di grappolo grosso, el acino medio produ- cente vino eccellente. Medoc. Buona varietà anche per tavola di un prodotto enorme, e di grappoli neri. Negrara. Varietà feracissima, ed ottima per vino rosso. Pinot bianco. Di grande fertilità, e di mediocre vigore, di grappolo piccolo serrato, e di acino verdastro. Pinot nero Varietà feracissima, e la più pre- giata per vino da bottiglia. Come i Borgogna, i Pinot appartengono a quella classe di uve fran- cesì tanto stimate per la loro immensa fertilità, e per l'eccellente vino. Teinturîier. Di mediocre vigore, e di grande fertilità, di grappolo ad acino medio nero, da ado- perare per colorire i vini; oltre ad essere di buo- nissima qualità, ne aumenta il loro colore, frami- schiandovi la decima parte. Verdal. Eccellente varietà del Bordelese per vino bianco da bottiglia, molto produttiva. (1) ProF. PIETRO MASERATI. Conservazione delle larve degli insetti. L’ egre- gio Sig. Cav. Prof. Troîs ha comunicata all’Isti- tuto veneto di scier.ze e lettere la seguente ricetta per comporre il liquido nel quale egli conserva le larve degli insetti così tanto bene, che quelle po- Stenvi già da 20 mesi e tenute nelle condizioni le più sfavorevoli, ad una luce vivissima, non han- no subito aleun mutamento nel loro colorito, che è pur tanto difticile a conservarsi. Ecco la ricetta: Cloruro so lico, gr. 235 — Solfato allumico po- tassico, gr. 59 — Cloruro di mercurio, centig. 18 — Acqua distillata bollente, litri 5. Conservazione dell’ uva fresca. Ai metodi già indicaii per prolungare ia conservazione dell'uva fresca, uniamo il seguente : Si coglie l'uva, quando è ben matura, con parte del tralcio e la estremità inferiore di questo, ta- (1) Chi desiderasse fare acquisto di queste viti, potrà diri- gersi al Bollettino del Naturalista. gliata a punta, si infigge in una patata. Così pre- parate si pongono le zocche su paglia in modo che non si tocchino fra ioro. Per gli apicoltori. Assicurasi che l’ Alcool cal- ma islantaneamente il dolore ed impedisce |’ enfia- gione nelle bucature di api. Il vino che si ottiene dalle uve danneggiate dalla Peronospora è in generale di cattiva qua- lità, per renderlo migliore occorre aggiungere al mosto, a seconda della debolezza del medesimo, più o meno zucchero di buonissima qualità. Per stagnare i fusti che perdono vino troviamo raccomandato il seguente mastice: Prendi 42 gr. sevo, 34 gr. cera, 67 gr. strutto; fai ben fondere mescolando il tutto, quindi ritira dal fuoco e nel tempo che la massa va raffreddandosi aggiungi 42 gr. di cenere siacciata. Per servirsene si pulisce bene, raschiandola, la parte del fausto che gemica, e vi si applica un poco di mastice fatto rammollire a leggero calore. Questo mastice si conserva bene in luogo asciutto. —® NOTE BIBLIOGRAFICHE RECENTI PUBBLICAZIONI DONI-CAMBI L’ Amministrazione del Bollettino s’ incarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle altre, quando sia possibile, se ne permette gratuitamente la lettura. L’ Italia preistorica. Memoria di L. Pigorini. L'egregio autore constatando che 1’ Ita‘ia pare non sia stata abitata, dall’ uomo prima dell? epoca quaternaria, propone che ai popoli di quest’ epoca che appartengono alla fase archeolitica, sì ponga il nome d'Indigeni. Scesi in Italia gli Iberéc? si conobbe il mollusco che produce le perle la ne- frite, la giada, i diaspri ecc. con i quali si fabbri- carono le armi dî pietra, usarono i fondî di capan- ne, le grotte sepolclari, © inumazione. Venuti i popoli delle palafitte che segna il passaggio dall’ età della pietra all' età del bronzo, costruirono le terremare ed in questo periodo si usò la cremazione dei cadaveri. Gli Iberici entrarono a poco a poco nell’ età del ferro, si stabilirono sui Colli Albani ove la- sciarono le tombe Laziali, si spalsero pui per gran parte d’Italia costruendo le tomde Picene e Campane. Di alcune ricerche chimiche sulle acque pota- bili delle pubbliche fonti di Siena, per C. Giannetti e G. Cantuccî. L’egregio Sig. Giannetti Prof. di 142 Chimica farmaceutica in questa Università, ha pub- blicate queste ricerche, eseguite in collaborazione con lo studente Sig. Cantucci, e che acquistano tanta più importanza ora che all’ acqua si attri- buisce pure la brutta prerogativa di trasportare i germi che determinano le malattie contagiose ed epidemiche. Note Fenologiche ad un quadriennio d° osser- sazione (1880-1883). Dall’ egregio Prof. G. Maria- cher direttore dell’ Osservatorio meteorologico di Cavazuccherina, riceviamo questo interessante opu- scolo. Contributo alla procreazione dei sessi a volon- tà del Dott. G. B. Mascarò. L’ egregio comm Ma- scarò ha in detta pubblicazione dottamente spie- gato il suo parere su questa parte di fisiologia della generazione, e con persuasivi argomenti si dichiara favorevole alla teoria di alternanza dei germi maschili e femminili, secondo la quale co- nosciuto il sesso del primo bambino si può in se- guito ottenere a volontà figli maschi o femmine, tenendo conto delle mestruazioni che sarebbero cau- sate dalla maturazione regolarmente alternata di germi maschili e femminili. 1 Microbi o fermenti figurati, per il Prof. G. Pochettino. L’ egregio autore annunziando che la descrizione dei microbi attualmente conosciuti e studiati corredata dalla figura di ciascuno di essi, è di prossima pubblicazione, ne dà in questo .vo- lume l'indice con l'elenco delle opere direttamen- te o indirettamente consultate. Le descrizioni delle specie morbigene vi saranno più particolareggiate, siccome quelle che interessano non solo il biologo ma anche e forse più il medico, poichè dalle sta= tistiche resulta che in Italia muoiono circa 800 mila persone all'anno e di queste circa 2|3 sono uccisi dagli esseri piccolissimi chiamati microbi, che si trovano sparsi ovunque, nell’aria, nell’acqua, negli alimenti ecc. ccc. ; Il Pollicoltore pratico. Supplemento al giorna- le La villa e la fattoria. Abbiamo ricevuto il 1.° fa- scicolo di questo periodico che promette di essere utile per gli allevatori di animali da corte. Si pub- blica in Milano una volta al mese e costa L. 5 al- l’anno. Lo Sport subalpino. Anche di questo nuovo periodico abbiamo ricevuto il primo numero. Esso si occupa di caccia, pesca, ippica, scherma, canot- taggio velocipedistica ecc. è illustrato, esce in Torino il 1.° ed il 15 di ogni mese e costa L. 6 all’ anno. - INVENZIONI E SCOPERTE Per scoprire i filoni metalliferi. Un ingegnere, al solito americano, dice di avere scoperta la pre- Ae (RICA MBRSIOE 4 1] af 4 senza di filoni metalliferi in alcune località, ser- vendosi di pali di ferro, comunicanti con i poli di una batteria elettrica nel cui circuito è pure una soneria. Introducendo i pali quà e là nel ter- reno ove dubitasi possa esservi qualchè miniera metallifera, quando uno di essi arriva al contatto del metallo, la soneria ne dà subito |” annunzio (2?) Oro. Nella catena dei monti Wittewater nel Transvaal sono stati scoperti ricchi giacimenti di minerale aurifero. Nuovo filtro per il vino. È inventato dal Sig. Gaetano Stabile di Palermo e la direzione della stazione agraria sperimentale di Palermo che lo ha provato per la chiarificazione di un vino bian- co molto torbido, lo dichiara ottimo e destinato ad una grande diffusione. È fondato sul principio di quello Mésot però ha su questo incomparabili vantaggi per il costo assai minore per la piccola mole, e la rapidità della filtrazione. Nuovo albero della guttaperca. La imminente sparizione dell’ Isonandra gutta causata dalla ignoranza ed imprevvidenza delle popolazioni in- digene che ne fanno commercio, ha fatto sentire il bisogno di ricercare altre fonti per estrarre la guttaperca, ed il Dott Heckel ha trovata co- mune nella zona equatariale affricana, fra il Se- negal ed il Nilo, la Butyrospermum Parkti, pian- ta che può utilmente sostituire l’ Ironandra per lo scopo in discorso. Nuovo arnese per eseguire le sarchiature. È una specie di piccola pala, immaginata dall’ agro- nomo Sig. Robustino Livini, con la quale si pos- sono eseguire i lavori di zappatura delle viti, olivi ec. e la sarchiatura del siciliano, degli ortag- gi e simili, con più comodità o meno fatica per la persona che lavora e con il vantaggio di poter cominciare il lavoro dall’ alto al basso sostenendo così meglio il terreno smosso e non calpestando il già lavorato. A chi desiderasse possederlo sì spedisce franco di porto con la istruzione median- te l’invio di L. 4. Telefono senza elettricità. A Londra si è pub- blicamente sperimentato un nuovo sistema di te- lefono che non è altro che un grande perfeziona mento del portavoce usato dai bambini e fatto con un filo e due scatole o due tubi di canna. A 800 metri trasmette bene il #ic-tac di un orologio, da tasca. Non vi è spesa di mantenimento, agendo senza il soccorso della corrente elettrica. Pila a gelatina. Il Sig. Guerin, allo scopo di renderne più facile il trasporto, ha proposta una pila nella quale sono stati immobilizzati i liquidi. Egli adopra in vece dell’acqua, la gelatina ottenu- ta facendo bo'lire un'alga dell'estremo Oriente, la Agaragar. Carbon fossile in China. Mentre dava da pen- sare 1’ idea che fra non molti anni sarebbero stati completamente consumati i carboni fossili delle cave ora conosciute, i Sigg. Depping e Ri- chthofen comunicavano alla Società geografica di Parigi che nel Celeste impero, avvi grande abbon - danza di carboni fossili e che il solo giacimento di Chan-Si, che sura 14,000 miglia quadrate inglesi e può calcolarsi contenga 730 mi.liardi di tonnellate di eccelleute antracite, può bastare al consumo mondiale per 2433 anni, tenendo per norma il consumo attuale. Lubomirskia baicalensis, è una spugna rac- colta nell’ isola di Behring dal Dott. Dybowsky la quale è l’unica che viva tanto nell’ acqua dolce (lago di Baikal) che in mare (mare di Behring. MCP TATA GPPO Velocità dei telegrafi. Da esperimenti eseguiti a Washinyton, resulta che la velocità con la quale i telegrammi percorrono i fili telegrafici è di 15,744 chilometri al minuto, ossia 944,640 chilo- metri all’ora. T Spedizioni, esplorazioni, e missioni. Il Conte Porro, presidente della Società, di Esplorazione in Milano, ha organizzata una spedizione, che par- tirà fra breve, per esplorare il paese dei Mensa e l’Asghedé in Africa. Un'altra spedizione con a capo il tenente Bove partirà fra pochi giorni per esplorare il tratto inferiore del Bacino del Congo. Il Luogotenente Palat farà la traversata del Sahara fra il Senegal e l’' Algeria. Durbon si propone di esplorare geograficamen- te ed etnograficamente, le regioni ancora ingnote, della riviera cel Niger. Il Su!tano di Zanzibar incaricò l’ing. Angeley di esplorare il Bacino lel Rienda per vedere se vi fossero miniere importanti. L’Angeley vi ha rinve- nute tracce di malachite, minerali di ferro e car- bon fossile di ottima qualità. Il tenente Alfonso Massari è stato nominato capo divisione dell’ Alto Congo fra Stauley-Pool e l’ Equatore. É stata fortunatamente smentita la notizia del massacro della spedizione dal medesimo guidata. Nell’ alto Congo sono morti il marchese Buon- fanti fiorentino ed il Sig. Casman di Bruxelles, ambedue agenti dell’ Associazione internazionale africana. La peronospora sui grappoli notata in que- st'anno, non è cosa nuova, ma venne osservata gia da del tempo, solo è caso assai raro. Nuovi rifugi alpini. È compiuto quello eretto 143 dal Club alpino italiano sul Monte Bianco a 3600 m. sul mare e dedicato alla memoria di Quintino Sella. È compiuto pure l’altro, iniziato dal Sella | e dovuto specialmente al Sig. Corona del quale porta il nome, sul monte Cervino ai piedi della grande Tour a 4000 metri sul mare. Quanto prima saranno posti al servizio degli alpinisti, it rifugio Damzano Mariani a 3200 m. sul Monte Rosa, fatto costruire dalla sezione del Club di Milano, e l’altro di Bardellino a 1200 m. sul monte omonimo, e dovuto pure al Club al- pino italiano. Una buona notizia è quella annunziata dal Journal des Debats secondo la quale il celebre parassitologo Pasteur è giunto a trovare il modo di assicurare l'immunità dalla rabbia tanto per gli uumini che per gli animali. Egli avrebbe già con esito felice curati alcuni individui morsi da cani idrofobi. Abbiamo molta: fiducia nelle teorie e negli studi di Pasteur, e non ci sembra impos- sibile che egli possa esser giunto a quanto narra il Journal des Debats. Deploriamo anche noi la morte dell’illustre agronomo Prof. G. A. Ottavi. Un grosso pesce cane femmina della lunghezza di 5 metri e del peso di oltre mille chilogrammi è stato qui preso nelle acque di S. Croce. Trieste E. C. Fillossera. Una nuova località invasa dalla fil- lossera è stata scoperta in Sardegna nel territorio di Urì, in un vigneto del Sig. Cap. Satta. Altre località trovate infette in Lombardia, sono a S. M. della Vite e nel comune di Olginate. Una esposizione orticola internazionale si ter- rà in Lione nella prima quindicina di settembre del 1886. Cocsgressi : Un congresso di agricoltori italiani avrà luogo in Roma nel prossimo ottobre. 11 Congresso Geologico internazionale che do- vera aver luogo a Berlino nello scorso anno, verrà colà effettuato nel corrente settembre. Concorsi. La società generale dei viticoltori italiani, ha bandito un concorso per monografie viticole ed enologiche per ciascuna delle seguenti regioni: Veneto, Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia, Toscana, Marche e Umbria, Lazio, regione meridionale Adriatica, regione meridionale medi- terranea, Sicilia e Sardegna. Le monografie devono essere presentate in Roma alla Presidenza della società entro l'ottobre 1886. Verranno conferiti due premi per ogni re- gione, il primo di L. 1500 e medaglia d'oro, il secondo L. 500 e medaglia di argento. La medesima società ha posto pure a concorso una Monografia sull'arte della distillazione delle 144 vinaccie e del vino e sulla Zavorazione dei residui della viniîficazione ; verrà dato un premio di li- re 2000 alia migliore fra quelle presentate entro il 1.° novembre 1886. La R. Acc dei Georgofili invita quei proprie- tari od agenti di campagna che nell’ ultimo de- cennio abbiano in qualchè n odo migliorate le pra- tiche agrarie localmente in uso, ad inviarne una relazione entro l’anno corrente alla segreteria del)’ Accademia, indicando anche i resultati ottenu- ti. Verranno conferiti ai più meritevoli un premiv di L. 400, un’altro di L. 200 e tante menzioni ono- revoli per quanti saranno i concorrenti che ne verranno giudicati degni. La medesima accademia ha pure bandito un concorso con L. 1080 di premio, da conferirsi al mi- glior lavoro sulle opere del Cuppari. Tempo utile a tatto il 31 agosto 1886. Altri premi uno di L. 800 e altro di L. 400 saranno dalla detta Accademia conferiti agli auto- ri dei due migliori scritti illustrativi di una de- terminata azienda rurale a loro scelta. Per mag- giori schiarimenti rivolgersi alla segreteria della R. Ace. dei Georgofili in Roma. n RICEVUTE Hanno pagato 1’ abbonamento : Per il 1884 i Sigg. (10.2 Nota) Breve corrispondenza con gli abbonati Rammentiamo ai benevoli associati che nel mese’ di ottobre non si pubblica il Bollettino. Sig. L. S. Torino. Perchè regalare alla posta? Abbiamo noi chiesto e ottenuto duplicato del pe Aa e lo notiamo per sno abbonamento del 1886. Sîg. Prof. G. S. Conegliano. L'abbonamento costa i. 3 così ella resta a dare L. 1,00 Sîg. E. S. S. Giacomo Segnate. Con sua 20 set- tembre non chiedeva altri libri oltre gli spe- dit.. La 4. edizione della Viticultura ed Enolo- gia del Sig. Prof. Pollacci può averla da questa amministrazione. Costa L. 10,50 franca di porto. Sig. A. G. Villa e Fattoria Milano. Ha adoprato le annate spediteli? Se si, preghiamo riman- darcele. Stig. M. RR Tortona. Per pubblicare notizia, occor- re sapere data e luogo di cattura. Stg. Marchi G. F. A. Firenze. Ricevuto l’ abbona- mento ma non comprendiamo bene il suo nuovo indirizzo. RECUS Ont paye leur abonnement: Pour l'année 18853 M. M. (10.0 Liste) Nercini E. Arezzo — Frati P. Pratovecchio — Torsellini G. Reggello — Snc. Agr. Trap- pisti Roma — Cipriani H. Kieff. Airoli Cav. Prof, March. F. Firenze — Ulven Barone O. Marsiglia. Per il 18SS5 i Sigg. (4.2 Nota) Pour Vannée 1$S5 M. M. (4.° Liste) Guiducci Dott. A. Arezzo — Nengini E. Arezzo — Frati P. Pratovecchio — Federici Prof. F. Ancona — Manganelli C. A. Cupramontana — Restelli M. Tortona — Moscarini Prof. A. Ascoli Piceno — Istituto Tecnico O. E. Bergamo — Sostene Prof. B. Taranto — Dusi G. Roncadelle — Adami Cav. G. B. Brescia — Riva U. Lecco — Rabitti F. Ferrara — Gual- tieri L. La Rocca — Mariacher Prof. G. Prato — Municchi Comm. G. Empoli — Ramazzotti D. Pitigliano — Castagnola Filippo Spezia — Anglani F. Ostumi — Squassoni E. Quistello” Mantovano — Merlardi 0. Messina — Lancellotti F. Modena — Arrigoni Conte E. Monselice — Morici M. Castelbuono — Diret. Miniere S. A. Pesaro — Passerini G. Norcia — Rebaudi S. Ca- stelvittorio — Estra C. Roma — Soc. Agr. Trappisti Roma .-— Lavaggi Rev. P. C. Mondra- gone — Kuptzicker E. Pera — Spanio C. Venezia — Loher A. Calmar — Bonomi Prof. A. Rovereto — Reichardt G. Herrstein — Martissa G. Vienna — Airoli Cav. Prof. March. F. Firenze — Rossetti C. seravezza — Vorlumi Ing. D. Tresilino. Con le suesposte note son terminati di pubblicare i nomi dei signori che alla fine del passato agosto ci avevano favorita la quota del loro abbonamento; preghiamo perciò coloro che avessero pagato entro detta epoca ed il di cui nome non fosse stato ancora pubblicato, ad avere la compiacenza di darcene avviso per fare i necessari reclami e riscontri. Si rammenta però che i nomi di coloro che hanno avuta una particolare ricevuta non si pubblicano in queste note. ; Vi sono parecchi che non solo non hanno ancora pagato l’ abbonamento della corrente anvata ma neppure quello del 1884 ed alcuni sono arretrati anche per il 1883. Preghiamo caldamente Zuzii ad avere la compiacenza di mettersi in regola con l’ amministrazione, poichè quantunque l’abbonamento sia tenuissimo tuttavia essendo molti che hanno da pagare, dob- biamo tenere in disborso una discreta sommetta. Tutti coloro che desiderano esonerarsi dal pagare l° abbonamento in corso non hauno che a procurarci 3 nuovi abbonati, e qualora avessero già sodisfatta la quota di abbonamen- to, potranno scegliere per il valore di. .L. 3 in oggetti posti in vendita nelle pagine del Bollettino. Ogni due nuovi abbonati danno diritto ad un terzo nuovo abbonamento gratis. A chi ci favorirà un nuovo abbonato daremo ‘in dono un elegante oleogratia sacra 0 profana, grande da porsi in quadro. S. BrocI Direttore responsabile i DL) \ Lu ae ceo ie po Mera br È N. 4J DLP MI a I a Pag ————_@& BOLLETTINO DEL NATURALISTA CoLLEiiori, ALLEVATORE, COLTIVATORE PERIODICO MENSILE bienu, Novembre 1855. NANA ARAN Amno V. I DI DS MEN Abbonamento per tutti i paesi dell’ Unione postale, L. 3 all'anno. ———_————————— eee eee VCANIISINANSNANIINSREMES AIA MSA ZANACA A SP IVADNANAIAANNINANSANL'VSANLEAMADANSNS AI SOMMARIO. — Richieste offerte e domande di cambi. — Comunicazioni: Mala- cologia. Conservazione dei Sauriani, Per conservare i fiori. Cicale alla fine di Ottobre. Se- laginella rediviva. Idrometro di Sanguisughe. Piante carvivore. Costo di uccelli aquatici. Nuova specie di legname. La miglior qualità di guttaperca. Pesca del Merluzzo nel 1884. Per colorire il marmo. Cocomero enorme. Orgya antiqua. -— Colombicoltura. — L’ Africa e la politica coloniale. — I licenzini scentifici per la caccia. — Nuovo bozz» da seta lungo mezzo metro. — Gli uccelli italiani ed il colore dei !oro occhi. — L’ acido salicilico e le sue applicazioni. — Insegnamenti pratici: Per conoscere se la carue di majale sia af- fetta da trichina. Utilizzazione del miele. La chiarificazione del vino colle pietre roven- ti. — Note bibliografiche. — Notiziario: Avvisi diversi per gli abbonati. Il prezzo dei più grandi telescopi. Enorme cavolo. Le viti americane in Francia. Giranio gigantesco. Pioggia rossa. I danni della fillossera. Consolanti notizie. Nuova malattia della vite. Ri- medio per la fiilossera. Due nuovi centri d’infezione fillosserica. Premi agli osservatori bacologici. Quanto gli stati europei spendono per la istruzione e quanto per la guerra. Congresso di bacologia e sericoltura. Concorsi. Esposizioni. — Corrispondenza con gli ab- bonati. — Avvisi diversi. RICHIESTE, OFFERTE E DOMANDE Di CAMBI fra gli abbonati Quando non v'è speciale indirizzo rivolgersi all’ ammini- strazione del Bollettino. Pagamenti anticipati, E NIENSNUIEXANSENAU NM NASA NSENSESAIIA DEMANDES, OFPRES ET DEMANDES DECHANGES entre les abonnés Quand il n y a pas d’ adresse spéciale s’ andresse à l’ admi- nistration du Bulletin. Payementes à 1’ avance. 178. Viti per uve da vini squisiti. Elenco delle migliori qualità : Barbera. Una delle migliori qualità per vino nero da bottiglia, di moltissimo vigore e di gran- dissima fertilità. Bordeaux nero. Var. di grappolo grosso per vino prezioso. Borgogna bianco. Dà eccellente vino, pianta fertilissima in nero. Queste due var. sono di un gran merito per la loro abbondante produzione, molto convenevole al nostro clima. Cabernet nero. Superba var. del Bordelese per vino rosso da bottiglia, di vigoria e fertilità mol- tissima Corbinella. Fornisce un vino molto eccellente, pel suo costante e feracissimo prodotto. Dolcetto nero. Da un vino molto eccellente, var. fertilissima. Friulara. Fornisce un vino forte eccellente, e di luuga durata ; qualità molto ricercata. Gamay nero. Di grandissima fertilità che pro- duce vino scelto da bottiglia. Medoce. Eccellentissima varietà per vino rosso, | ed anche per mensa, di un prodotto enorme. Negrara. Buonissima varietà per vino nero, fer- tilissima. Pinot bianco, e nero. Come i Borgogna, i P.- not sono tanto stimati per la loro immensa fer- lità, e per l’ eccellente vino. Prezzo. Barbetelle di uno e due anni ben radi- cate, esenti da fillossera, il cento L. 15. Comprese le spese d’imballaggio Si spediscono contro vaglia postale dal prof. Pietro MASERATI di Piacenza. 179. Ricerca di uccelli per imbalsamare. Al gabinetto di Storia Naturale di S. Brogé Siena si acquistano molti dei seguenti uccelli freschi in carne purchè sieno in completo piumaggio ed in stato da poterne fare delle buone preparazioni tassidermiche: Assioli o Chiù, Gufi, Barbagianni, Allochi Tor- ci. Ii, Uccel S. Maria, Picchi piccoli, Cingalline, Murajole, Codirossoni, Beccaccie, Qualie, Tortole, Gambette, Gallinelle, Piovanelli, Voltolini, Rondini e Rondoni di mare ecc. Si acquistano anche ben preparati in pelle ed in cambio di altri oggetti di Storia naturale. È però inutile offrirne a prezzi superiori a quellî 146 dèl catalogo del gabinetto suddetto. Scrivere in cartolina doppia, cd unire il francobollo per la risposta 180. Si vende un elegante astuccio con i fac-si- mile in cristallo di Boemia dei 15 più celebri diamanti del mondo. Prezzo lire sessanta franco di porto in tutto il regno. 181. A 60 lire l'uno si vendono franchi di porto dei bellissimi Vanarus Arenarius vivi e sani. 182. Leone Sinigaglia Torino, Via Maria Vit- toria 2, offre contro buoni Carabici di Europa: Carabus Linnei, alpinus, auron v. Escheri, Rossù ; Nebria v. arctica, Germari; Feronia Prevosti, mul- tipunctata, oblongopunctata; Soecilus lepidus; Rat- gnus cjaneus, assimilis; Orcina superba ecc. 183. Helix variata Pini. Nuova e rara specie della quale sarà quanto prima pubblicata la descri- zione e la figura; si vendono 2 esemplari per L. 1,00 franchi di porto come campioni. Desiderandoli raccomandati aggiungere Cent. 30. Dirigersi in Siena da S. Brogi. 184. Demetrio Bonelli, Piazza Pianigiani N. 6, Siena, desidera vendere le seguenti piante: Con vaso. Eucaliptus Resinifera specie diverse, altezza da M. 1,00 a 2,00 L. 1,00 Eucaliptus Amigdalina, altezza da metri 0,50 a 1,00 < 1,00 Olivi di tre anni altezza da m. 2,00 a 2,50 « 1,20 Tuya compatta altezza da m. 0,30 20,70 « 1,50 Abeti altezza da m. 0,10 a 0,15 « 0,50 Vasi con piante diverse e fiori prezzo da con- venirsi. Senza vaso. Viti Americane Riparia di anni 1, altez- za da M. 0,30 a 0,80 L. 0,15 Melia alzederach altez. da m. 1,50 a 2,50 « 1,20 Carubo altezza da m. 0,50 a 1,00 « 1,00 Nibiscus altezza da m. 1,00 a 2,00 « 1,20 Ligustrum altezza da m. 2 a 2,50 « 1,00 Evonimus altezza da m. 0,50 a 0,70 € 0,35 Peschi altezza da m. 1,00 a 1,50 « 0,70 Melagrani altezza da m. 0,50 a 0,80. « 1,00 Cipressi altezza da m. 1,00 a 1,50 « 0,50 185. M. Leon Charpy, conservateur du Musee d’Annecy (Haute Savoie France) offre en echange: Des Roches eruptives des Vosges et des Alpes francaises — Des Mineraux — Des fossiles Cretaces, Jurassiques et Liasiques — Des coquiles terrestres et fluviatiles de France — Des objets lacustres et prehistoriques. 186. .Sî acquistano terre diatomifere delle se- guenti località: Tripoli di Licata (Sicilia), Mondai- no, Caltanisetta; chi ne avesse o potesse procu- rarle, può rivolgersi all'ammipistrazione di questo Bollettino. 187. M. T. Deschamps à Salonique, prie ses correspondants, ceux surtont 4 qui il doit des en- vois de coquilles, de vouloir bien patienter, quelque temps, etant dans l’impossibilité de s’occuper ac- tuellement d’echanges. 188. Alberi fruttiferi. Pere nuovissime. Armand Morel. Frutto grosso, butir1oso, squisitissimo sempre sano sino in marzo e.aprile, L 3, 50. Aspasie Au court. Fr. oblungo, a polpa fina butirrosa, estremamente succosa e profumata, di una fertilità straordinaria, fin luglio, L. 4. Belle d’ Ecully. Fr. enorme, fino, succosissimo, zuccherino, maturante in agosto settembre, L. 4. Beurré Chaudy. Fr. enorme di 800 grammi, butirroso e profumato, ottobre a dicembre, L. 4, 50. Beurré Mertillet. Fr. enorme, fino, butirroso, zuccherino, estremamente profumato, L. 4. Charle Ernest. Albero vigoroso, piramidale, fertilissimo. Fr enorme, compatto delicato, squi- sito molto zuccherino, novembre a dicembre, L. 4. Directeur. Alphand Fr. enorme alto 13 cen- timetri e 10 di diametro, compatto, zuccherino, d’un’aroma particolare che matura in febbraio, e si può conservare a tutto aprile, L. 4, 50. Kieffex Seedling. Fr. enorme di 700 a 800 gram- mi croccante, butirroso, succoso, di prodotto abbon- dante. Premiato all’ Esposizlone di Filadelfia, ot- tobre, L. 6. Le Conte. Albero piramidale di un prodotto prontissimo ed abbondante. Fr. grosso in forma di campana, di tutta prima qualità, luglio ago- sto L. 4, 50. Notaire Lepin. Fr. grossissimo, fino, succoso, zuccherino e profumato, gennaio a raggio, L. 3,50, Secretaire Reodin Fr. grosso, a polpa, gialla, vinosa, di un gusto affatto particolare, L. 3, 50. Triomphe de Tournai. Albero vigoroso e fer- tile, a polpa fina, zuccherina e profumata; pre- miata all’ Esposizione di Parigi, L. 4. Cotogni. Varietà nuovissime: Champòn Origi- nario del Conneticut, di fr. grossissimo bellissimo ben colorito, assai squisito, che conservasi lun- gamente, L. 4. De Bourgeaut Albero di straordinario vigore, a frutto grosso, eccellente molto tardivo, L. 3, 50. Rea Mammouth. Fr. enorme, rotondo, molto squisito, di straordinario prodotto, L. 4. Mandorli a buccia tenera. Varietà nuove. Ma- rie Dupuy. Fr. grosso, ovale appiattito molto sa- porito ed estremamente dolce, L. 2, 23. Pistache. Fr. eccellente, di straordinaria fer- tilità. L. 3, Princesse. Fr. grosso, bianco, dolce squisitis- simo e assai precoce, L. 1, 50, Rugense. Superiore a tutte le altre varietà per la grossezza, e la qualità insuperabile del suo frutto, L. 3. Sultan. Fr. grossissimo, albero fertilissimo, L. 1, 50. Lamponî. Varietà nuove. Cornwell Victoria. Varietà di prodotto straordinario a frutto grosso, bianco, molto zuccherino e profumato. L. 2, 75. Couleur de Chair. Stupendo frutto di grossezza 147 enorme rosso giallastro, di sapore agro dolce, affatto particolare. L. 2. Gregg. Var. d’ una robustezza e ;.rodotto stra- ordinario; frutto di bella grossezza, nero velluto, di prima qualità. L. 3. Iaune de Danvers. Fr. grossissimo, giallo dorato, succosissimo precocissimo, di tutta prima qua- lità. L. 02,50. Magnum bonum. Magnifica varietà a frutto grossissimo bianco gialliccio, squisitissimo, di stra- ordinario prodotto. L. 2. Si spediscono contro vaglia postale dal prof. P. MASERATI di Piacenza. —— >> —_ Comunicazioni - Proposte - Domande i Risposte In questa rubrica gli abbonati hanno diritto ad una irser- gione gratuita di 3 linee per ogni numero, per scambiarsi schiarimenti, informazioni, consigli e questioni da risolvere. La direzione, quando le sia possibile e lo creda opportuno, accorderà l’ inserzione gratuita per pubblicazioni anche molto più lunghe. Communications-Propositions-Demandes Reponses Sous cette rubrique, les abonnés ont droit 4 une insertion gratis de 3 lignes par numéro, pour, l’ échange d’ explica- tions, d’ informations, de conseils et de questions a resoudre. La direction pour ce qui lui sera possible, et quand elle le jugera opportun, accordera encore l’ insertion gratuite pour des pubblications bien plus étendues. LNANA MESE NM SCATTI AN Malacologia. Il Sig. Prof. Trinchese nei rend. della Acc. reale di Napoli, dà la diagnosi di un nuovo genere (Govia) e di due nuove specie cioè: G. rubra e G. viridis. Desidererei conosceere uno dei migliori metodi per conservare in liquidi i Sauriani e più special- mente il. genere Tropidonotus. Spezia M. F. CASTAGNOLA. Uno dei migliori liquidi per conservare i Sau- riani è l’Alcool. Preso il rettile si pulisce ben bene all’ esterno, ed all’ interno nella bocca, da dove con una cannu!a si inietta nei visceri dell’ Alcool non molto forte e si procura che bagni tutto il tubo digerente fino all'ano dal quale si inietta pure altro Alcool. Si pone quindi l’animale in vaso vetrinato e si ricopre con Alcool debole per 2 o 3 giorpì e poi si cambia con del più forte, ma basta quello usuale del commercio. A qualche serpe molto grosso ed a quei nei di cui visceri è cominciata un po’ di putrefazione, sì può fare un taglio nella pancia perchè vi agi- sca più direttamente l’ Alcool. Per conservare i fiori. Si tiene il fiore che si vuole conservare per le estremità del gambo, e si tuffano le foglie e i petali nella paraffina fusa a bagno maria, poi lo si ritira e lo si scuote in modo che la paraffina superflua se ne vada via e non resti sulle foglie che una leggerissima ve- latura. Dopo ciò si mettono i fiori sotto una cam- pana di vetro perchè non ricevano polvere. Siena G. B. Cicale alla fine d’ ottobre. La mattina del 23 ottobre mentre giravo nel monte Maggio a circa otto miglia da Siena, in cerca di una qualche Bec- caccia (essendosi già vedute le prime nel nostro mercato) mi sembrò ad un tratto di udire il canto di una Cicala, ciò mi destò meraviglia, e fatta un po di sosta per accertarmi della cosa, mi dovetti convincere che si trattava appunto non solo d’una, ma di tre cicale che con iutta la loro energia cantavano come in pieno luglio. Cercai di avvici- narmi ad esse fra la macchia e con un poca di costanza riuscii a prendrene una che reclusi nel- la mia cartucciera ove volle continuare, non so se tranquillamente, il suo canto. Mando a lei Sig. Brogi questo insetto (1) contandole il fatto, che non so quanta importanza possa avere; per parte mia posso assicurarle che è la prima volta che nelle mie escursioni venatorie, cercando Beccaccie, trovo Cicale. Siena 25 ottobre 1885 T. Rossi. Comunicazioni per Sr. di Vienna: Selaginella rediviva (2) è una pianta che vive nei luoghi ombrosi :) La cicala che ci ha favorita l’ egregio Sig. Prof. Rossi e dcila quale parla in questa comunicazione, è la comune Ci cade fraxini Fab. La sera del 23 cantava molto facilmente ap- pena toccata, ma la mattina del 24 non cantava più ed in que- sto giorno stesso morì. /\. di (2) La Selaginella rediviva la troviamo ora notata in diversi periodici come nuovità del giorno, ma ciò non è vero e noi la de- scrivemmo e procurammo ai nostri lettori fin da-1883. 5 N. d. D. suî più alti monti della California ; essa e per quasi tutto l’anno di color bruno e secca, è solo dopo forti pioggie, 3 o 4 volte l’anno, essa si apre e sì fà di bellissimo color verde per chiudersi di nuovo 3 o 4 ore prima del sopraggiungere del gran caldo. Il Signor A2fonso Forrer di S. Gallo (Svizzera) ne hi portate diverse di queste piante dalla California e le mette in commercio per 2 frauchi la pianta. In fontane, acquari e vasi qualunque, con acqua, questa Selaginella può servire di ornamento per appartamenti; finchè essa trovasi nell'acqua resta sempre viva e verde, messa fuori dall'acqua si secca, si fa bruna e la si può conservare così per moiti anni. (Weinl. N. 27. 1885). Idrometro di sanguisughe. Le sanguisughe sono assai sensibili ai cambiamenti del tempo, e possono fare le veci d'un idrometro, come lo confermano le osservazioni di Brehm, di Altman ed altri (Zool. Gart. Francoforte S. M. Luglio 1885). Delle di- verse specie: Awlacostomum gulo, Kemopis vorax, Hirudo officinalis e medicinalis, la prima e l’ ùl- tima sono le più adattate. Le si mettono in un vaso di vetro cil'’ndrico, lungo 20 cent. e largo 50, con al fondo uno strato di sabbia, lo si riempie per circa 1]3 del volume d’acqua e si copre con tela o carta perforata. — L'acqua non deve esser fredda, ma temperata (acqua di fiume) e la si cambia ogni 8 giorni aggiungendovi un pizzico di crusca. Le osservazioni diedero i seguenti risultati: Se le sanguisughe si eran fissate al terzo su- periore del vetro ovvero al coperchio, era da aspet- tarsi in 12-24 ore gran temporale. Se esse si eran poste sulla superficie dell’ acqua attraverso del vaso, ovvero si erano attaccate al vetro per metà nell'acqua una vicina all’altra — in 24 ore venne la pioggia. Se le sanguisughe rimasero al fondo ovvero ‘attaccate al vetro sotto acqua si era certi di tem- po sereno. Se esse invece della forma piana presero una forma gobba e si tennero sulla superficie dell’acqua o l’abbandonarono, era segno di vicina tempesta. Appena che le sanguisughe nuotarono inquiete nell'acqua si era certi di veemente vento. Nell'inverno a continuato freddo le sanguisughe rimasero imrcobili nel fondo del vaso o sotterrate nella sabbia, nol loro sonno invernale. Appena ché il tempo si fece sereno esse ab- bantonarono l'acqua. Piante carnivore (1). Nella Riv. Scient. di _.(1) Nelle antecedenti annate di questo Bollettino abbiamo più volte parlato delle piante carnivore. N. d. D. Parigi dell'8 agosto scorso, Simms d’ Oxford parla della Utricularia vulgaris, la quale si nutre non solo di vermi e di piccoli crostacei, ma anche di piccoli pesci, che per caso le si avvicinano; questi vengono presi per la testa e non possono più ri- tirarla a causa delle spine che sporgono al mar- gine dell’ atro. I pesci si decom pongono, ma pare che non vengano digeriti: Nella detta Riv. del 15 agostò Zrea? parla della Sarracenia variolaris come pianta carnivora e ‘'eserive come le formiche attratte dalla secre - zione zuccherina vi trovino la morte. Sarebbe d’in- teresse conoscere la composizione chimica del fluido emanato dalla pianta, e la forma sotto la quale vengono assorbiti gli alimenti ed il modo con cui penetrano e circolano per la pianta. Costo di uccelli acquatici. Nella riv. scient. di Parigi del 5 Settembre trovansi i prezzi di alcuni uccelli acquatici per bacini, laghi, vasche ecc. e cioè: Cigno bianco con collo nero L. 2000 al pajo; Cigno. nero da 4 a 500 lire; Cigno ordinario L. 100; Oche dell’india da 5 a 600 lire; Oche del Magillan L. 250 ; Oche Sandiwich L. 200, Oche d’ Egitto e del Canagà L. 200; Mandarine della China L. 180 ecc. ecc. Nuova specie di legname. Il vice console di Francia a Bakoum dà la notizia che nelle foreste del Caucaso, trovasi un legno bellissimo di colore rosso, che esposto all'aria diviene duro e non imputridisce; ha un peso specifico 3 volte mag- giore del legno di quercia, serve per lavori di ebanisti, tornitori ecc. essendo facile a lavorarsi. Si vende a L. 15 al qnintale. Campioni di detto legno trovansi presso il Ministero di Commercio a Parigi. (Monit. industrielle). La miglior qualità di guttaperca si ricava da un Palaquium cioè dal P. gutta, farmapun di Sumatra e della Malaa princeps bornense di Bor- neo: (Soc. Linn. Paris). Pesca del Merluzzo nel 1554. (Infor. commer.) Nello scorso anno furono seccati 8,285,660 chilog. di Merluzzo, salato poi seccato al sole o al fumo. Del Merluzzo fresco se ne ottennero Chilog. 23,889,167 sventrato, toltoli il fegato, la testa, le uova, ecc. poi salato Olio di fegato Chilog. 564098. Rognes Chilog. 194584 (sono le uova salate e servono per la pesca delle sardine). Capelan, Ch. 120354 (E una specie di piccolo merluzzo) Flitan 33970 che (somiglia ai Plies, ha una lunghezza di 1 a 7 metri e un peso di 150-200 Chilog. Per colorire il marmo bianco e l’alabastro in 149 turchino si prende una soluzione di borace nella quale fù sciolto dell’indaco e dell’ azotato di ferro ; per avere un colore nero si prende noce di galla ; per 1 rosso, borato di soda, un qualche colorante rosso e acido nitrico. Enorme cocomero. All’ esposizione industriale e agricola di Budapest, trovavasi un cocomero di 115 centimetri in lunghezza e di 8 a 17 in gros- sezza. Orgya antiqua. — D'ordinarie, il est peu facile de reconnaître à son examen extérieur le sexe d’ une chenille ou d’ une chrysalide. J'ai élevé dernièrement une trentaine de chenilles d’ Orgya antiqua, peu rares icì sur les saules bordant les rives du Tarn, et voici ce que j'ai remarqué: Toutes les chenilles n’atteignent pas la méme taille; des plus petites, se chrysalidant en méme temps que les plus grosses et donnant par suite des chrysalides de moindre volume, naissent des 0. antiqua, masch. des plus grosses, naissent des femelles. Il résulte de là, que lorsqu’on a pu comparer le volume des chenilles ou des chrysalides mdles et femelles, à première vue, il est facile de dire, sans risque d’ erreue, le sexe du lépidoptère qui naîtra. a Ceci, je ne l’ai observé que sur cette unique espéce; mais il y a lieu de croire que dans les espèces où l’ un des sexes est plus petit que l’au- tre, on peut distinguer le male de la femelle, à l’ examen extérieur seul de la chenille ou de la chrysalide. Je ne donne pas cette observation comme nou- velle; bien d’ autres doivent l’ avoir faite déjà, mais ils l’ont gardée pour eux et elle n’ est men- tionnée dans aucun des ouvrages que j'ai eu l’ oc- casion d’ examiner. Moatauban. Étienne RABAUD. feui jeaun. natur. COLOMBICULTURA Riproduzione interdetta Continuazione IV Guerrieri Questa grossa varietà della razza Bagadese per il suo particolarissimo aspetto non rammenta alcun altro carattere sensibile dei piccioni delle altre varietà. Non sembra un piccione ma un vero Fagiano di monte. Le caruncole edi tubercoli che circondano gli occhi e sormontano il becco hanno | piccole dimensioni: sono formati di una pelle grinzosa farinosa e biancastra sulla quale non notasi nemmeno una macchia di rosso o di vio- laceo. Ma ciò che è meraviglioso in questo uccel- lo raro, è ìl becco lunghissimo ed il liuugiissimo collo. Questo becco che in alcuni individui sorpas- sa i 6 centimetri, diritto, largo e piatto, parallelo nelle due sezioni termina in punta acutissima a forma di lancia. Il corpo è grosso e corto, alte le zampe, corta la coda e rada; le ali parimente corte e male impennate lasciano scorgere nuda l'articolazione prominente della spalla. Le zampe rosso sanguigne allorchè si distendino sorpassano di parecchi centimetri la lunghez:a della coda. L’iride è bianco perlata, i! mantello bianco con brinature nere, gialle, o vinate. I Guerrieri camminano male e volano poco, la loro andatura ed il loro volo sono affaticati e gra- vi: soltanto costretti dall'uomo o dal bisogno di cibo calano in basso, del rimanente non abbando- nano mai la loro Colombaia o Voliera. Ma quanto sono timidi e dubbiosi a prendere il volo, altrettanto si mostrano arroganti e bat- taglieri. Il loro becco potente dove arriva spenna, ferisce spacca ed uccide. Noi avemmo occasione di studiare per vari apni tutte le qualità malvagie di questo uccello. Un giorno un maschio Guerriero per disattenzione della persona del servizio, passò dalla sua voliera in un altra ove alloggiavano pic- cole razze di lusso, Volanti, Cravattati e Triganini. Nello spazio di tre ore ruppe tutte le uova che si trovavano nei nidi, uccise a colpi di becco tutti i nati impossibilitati a volare; e spennacchiò e ferì tutti i vecchi piccioni che per difendere i nidi osarono opporgli resistenza. 11 modo di combattere del Guerriero è il più temibile per l'avversario. Egli caccia il lunghis- simo becco a guisa di lancia sotto il corpo del combattente: lo agguanta alla forcella, lo solleva, lo rovescia, lo precipita. La sua collera è potente, potentissima poi al momento degli amori essendo fra tutti i Piccioni il più lussorioso: poco o nulla sente l’amore della prole, ma soltanto il bisogno continuo di un qualunque accoppiamento Difficilmente sì possono allevare questi uccelli i quali perciò si sono resi rari e dì prezzi elevati. Solo trovasi in commercio. (A) It Piccolo Guerriero simile in tutto al pre- cedente ma soltanto più piccolo. Meno battagliero dei Grandi Piccioni Guerrieri è più facile ed al- levarsi e più fecondo. Porta lo stesso mantello, ed è chiamato da taluni. IZ Piccolo Sciabolatore. GIULIO CESARE GIACHETTI. (Continua) ——————+— L’ AFRICA E LA POLITICA ‘COLONIALE CONFERENZA DI NIUOLA LAZZARO (Continuazione e fine) Dapprima smentita, poscia confermata, poi an- cora smentita e quindi accertata, la notizia della morte del Bianchi e dei suoi compagni suscitò in Italia un grido d’indigna‘ione. Era chiaro che la mano che aveva organizzato il primo misfatto, aveva ordito il seconde; ancora più chiaro che la debolezza mostrata dal governo italiano nel ven- dicare gli assassini del Giulietti, aveva reso ar- diti i malfattori, che quasi sicuri dell’ impunità commettevano un più terribile misfatto. La Socie à Africana, succeduta al Club africa- no, con la sua sede centrale di Napoli e le sue sedi di Firenze e Chieti, arditamente chiese al governo che un corpo di truppe si recasse in As- sab, occupasse Beilul ed imponesse ali’ Anfari d’ Aussa la consegna immediata degli assassini. Dei comizìi pubblici erano indetti, l’ agitazione cresce- va ed il governo si decise ad agire. Noi applau- dimmo ed avemmo ragione di applaudire, perchè un'azione che avesse avuto per iscopo la punizio- ne «degli assassini dei nostri fratelli e la base di un vasto e serio concetto coloniale era nelle aspia- zioni nostre e del paese. Disgraziatamente le nostre aspirazioni, le no- stre speranze andaron deluse ed ora io, fra Ì' azio- ne odierna del governo e la nessuna, non so quale doversi preferire, perchè l’ odierna mi sembra po- liticamente e commercialmente sbagliata. Essa non è nostra, ci è stataimposta dall’ Inghilterra, cui diamo ainto di sbieco e della quale saremo sem- pre tributarii perchè può bloccarci nel Mar Rosso chiudendo con le sue numerose coraz- zate lo sbocco del canale di Suez e lo stretto di Bab-e!-Mandeb. Non è a Massaua e Suakim che è stato assassinato il povero Bianchi; non è occu- pando Arafali e Monkulo che si ricercano i suoi assassini. Povero Bianchi! la tua morte, il tuo sa- crificio generoso doveva servire all’avvenire co- lonlale del tuo paese e tu non solo non sei ven- dicato, ma s'ignora perfino in qual punto'preciso delle terre Afar sono i tuoi resti mortali ! La Nazione che ti voleva vendicare è stata tra- | sportata dal governo sopra altra via, via sbaglia- ta come non mi riuscirà difficile di dimostrarvi. Eccoci a Massaua. A che farci? Pochi chilome- tri lungi è l’ Abissinia, il cui sovrano ha sempre aspirato al possesso di Massaua come unico e sol sbocco possibile sul mare, e per il trattato He- wett sì credeva sicuro di andarvi. L' Abissinia oggici gnarda torva, e malgrado le parole di cortesia per il nostro Ferrari, occupa Keren ed il territorio dei Bogos; fa avanzar Ras- Alula verso Massaua, ci minaccia, ed ha ragione; certamente il Negus non possiede mezzi offensivi per scacciare da Massaua le nostre truppe, ma noi, a nostra volta, non abbiamo forza per esten- dere il nostro possesso oltre una ristretta zona di terreno — E se per poco ci inoltrassimo verso Keren non solo avremmo di fronte l’esercito del Re Giovanni, quanto alle spalle correremmo il rischio di essere attaccati da Osman-Digma. Tina campagna in Abissinia sarebbe ìl più gra- ve degii errori, significherebbe perdita enorme d’' uomini e di denaro senza rlsultati, perchè non potremmo sostenerci in quei paesi. Le nostre trup- pe avrebbero delle vittorie in campagna aperta forse arriverebbero a prendere prigioniero il Re Giovanni, ma dopo? Dopo dovremmo ritornare al mare con l’unico risultato di aver seminato di soldati quelle terre inospitali come avvenne al- l’ Inglesi. Invece noi bisognava tener presente lo scopo per il quale le nostre truppe dovevano recarsi in Africa. Bisognava cercare ìl vero mandatario degli assassni di Bianchi o forse e senza fors: lo sì sa- rebbe trovato nel solo che aveva prepotente in- teresse che il Giulietti ed il Bianchi non riuscis- sero nella missione intrapresa, nell’ Anfari di Aussa, Bisognava dimostrargli che l’ Italia possedeva non solo l'oro ed i regali di cui gli era stato prodigo l° Antonelli, ma anche fucili e cannoni; non rico- noscere la nominale sovranità che l’ Abissinia ac- campa, chiedere da lui arditamente e fortemente la consegna degli assassini appartenenti alle tri- bù Danakili sce soggette e per evitare che nell’av- venire si ripetessero nuovi eccidii, stabilire il pro- tettorato italiano sull’ Aussa. Con questo protet- torato la via tra Assab e lo Scioa, era aperta libe- ramente, noi avremmo chiuso in una cerchia di ferro i francesi stabiliti ad Obock e Tagiurd, avremmo attirato a noi, con la sicurezza della strada, tuttoil commercio dello Scioa, dei Galla e dei laghi e scendendo giù all’ Oriente dell’ Aussa, noi saremmo usciti nei paesi Somali, cioè nel golfo d' Aden e quindi nel Mare Indiano liberandoci cosi n ——————___—_——_—————cc‘—cceccececeeeeeeeeeeee dalle strettoie di restar nel Mar Rosso a pieno beneplacito dell’ Inghilterra. Capisco e so tutte le difficoltà di una tale po- litica coloniale, ma essa non è stuggita al governo ed ecco la missione Cecchi a Zanzibar con l’irca- rico di esplorare il fiume Juba. Ci riuscira ? Io spero, ma oramai parmi tardi. Già la Germania con una possente Società ha steso le sue mani su quella parte Africana e sarà gran cosa se noi arriveremo A stabilirci con qual- che fattoria sulle coste Somali. E neanche a questo giungeremo se dietro agli esploratori ed al soldati non vi è pronta una forte Società finanziara la quale stabilisca il commercio non appena le trup- pe han piantato la bandiera nazionale. È così che ha proceduto l’ Ingh]lterra nell’ organizzazione delle sue colonie, così che han fatto nazioni più antiche più unite e più forti di noi. L'epoca delle colonie militari è finita per sempre con la caduta dell’ Im- pero Romano; oggi non è possibile pensare ad altro, neanche ideare altre colonie che non sieno commer- ciali e politiche; ed a fondar queste non bastano i battaglioni, ci vogliono i capitali, ed i capitali non deve darli il governo, ma il paese. Surge quin- di necessaria l’opera delle Società Geografiche, commerciali, che appoggiate dal governo, sostenu- te dall’ opinione pubblica, forti di uomini arditi ed intelligenti sien capaci di stabl'irsi nei punti già occupati dalle truppe e darsi agli scambi coll’ in- terno. % È in siffatta guisa che il paese deve seguire il governo nel movimento coloniale e far che que- sto sia veramente serio e fecondo di ricco avve- nire per la nostra patria È in siffatta guisa che l’Italia redenta, in un tempo più o meno lontano potrà gloriarsi di aver fondate delle ricche colo- nie senza aver il rimorso delle barberie e dei mas- sacri commessi dagli Spagnuoli e dai Portoghesi nei secoli scorsi; senza il rimorso dei massacri di Shuk-Arras e di Alessandria, degli inutili borbar- damenti di Tabar ka, Sfax ed Alessandria perpe- trati dalla Francia e dall’ Inghilterrn, nel più bello del secolo decimonono. I licenzini scentifici PER LA CACCIA Si dicono licenzini scientifici, quei per- messi speciali di cacciare col fucile, durante il tempo del generale divieto, ad esclutivo sco- po scientifico, che dal Ministero di agricol- tura, vengono concessi allo scopo di facilita- 151 re gli studi e l'incremento delle collezioni zoologiche. Sono permessi accordati già fin da quandosi iniziarono i musei zoo- logici, perchè se ne sentì subito il bisogno; ma hanno spesso dato luogo ad abusi per parte di qualcuno che gli possedeva ed a lamenti anche esagerati dai cacciatori che non ne erano provvisti. Nella guerra giusta ed ingiusta che si fà, specialmente in questi ultimi tempi, con- tro tali licenzini e che vorrebbe farli sop- primere affatto, non è logico che un gior- naletto dell’ indole del nostro, se ne stia in silenzio; diremo perciò anche noi il nostro parere. Si è ripetuto le tante volte che la scienza non ha nulla da guadagnare dai permessi speciali di caccia in tempo di divieto; ma chi assarisce questo non sono i veri natu- ralisti, ma il più delle volte sono cacciatori appassionati che toccherebbero il ciel con un dito se potessero ottenere tale permesso e che non potendolo avere lo combattono troppo severamente; sono in generale arti- coli vaghi pubblicati nei giornali politici o di caccia, ma non discussioni veramente pratiche scientificamente vere. Ecco secondo noi come stanno le cose, e I5 anni di pratica daranno forse un po’ di valore alle nostre idee: Sono 5 mesi dì ogni anno in cui le caccie si trovano totalmente o in parte chiuse, ed è in quest’ epoca, che comprende la prima- vera e l’ estate, che un gran numero di uc- celli cambia, come suol dirsi, colore, si ve- ste cioè dello splendido abito di amore o di nozze e dell’ abito d’ estate, è in quest’ epoca che gli uccelli costruiscono il nido, fanno le uova e si hanno i nidiacei; è in quest’ epo- ca che si trovano i non pochi uccelli che accidetalmente giungono in Italia di prima- vera e di estate, e che quelli di passo rego- lare estivo, sono in stato da poter essere im- balsamati per le collezioni, poichè ali’ aper- tura delle caccie, o essisono già partiti o în muta per vestirsi dell'abito di autunno o d’ inverno. E inutile riportare la filascrocca dei nomi delle specie che si trovano nelle suddette condizioni, gli increduli, quelli che negano, visitino le collezioni orvitologiche ben tenute, per esempio quella formata dal- l’ Illustre comm. Giglioli e che si osserva nel museo di storia naturale di Firenze; guardi- no se togliendo da quella classica collezic- ne, ammirata e studiata da tutti gli ornito- logi moderni, gli uccelli uccisi in primavera ed in estate e se privandola della raccolta dei nidi e delle uova che pur dovrà posse- 152 dere, essa perde nulla della sua importanza; domandino al suo direttore e fondatore il rinominato Prof. Giglioli se ha ricavato nes- sun’ utile dai licenzinì scientifici, ‘esi per- suaderanno che questi non solo sono utili ma necessari; da lui e dagli altri ai quali si devono i migliori studi sull’ avifauna ita- lica, si sentiranno forse rispondere che abo- lendo i permessi di caccia in tempo di di- vieto, non potrebbero continuare uno studio serio sull’avifauna stessa, a causa delle spe- ciali condizioni fisiche, geografiche e clima- tologiche dell’ Italia. L’egregio Sig. A. R. autore di un arti- colo contro i licenzini scientifici pubblicato nell’ultimo numero dell’interessante giornale Il cacciatore italiano, faccia questa prova, e non domanderà più quale utile ricavano i nostri istituti zoolozici da questi permessi. Con:rariamente a quanto eglisembra rite- nere; l’avifauna italiana non è formata soltan- to de zli uccelli che comunemente si cono- scono, ma ne annovera oltre 400 specie, lo stu- dio delle quali, per molti riguardi. è per noi più interessante di quello delle specie che abitano in lontane regioni. Il Sig. A. R. dice che le. sue opinioni, sono divise da tutti i cacciatori disinteres- sati e questo può essere, ma è ben p9co; quello che più conta sarebbe che fossero divise anche da tutti i cultori di studi zoo- logici e specialmente dagli ornitologi. Tuttavia il ma c’è, e ce ne sono più d’ uno non privi d’ importanza; è ad essi che il governo dovrebbe porre riparo, non con una rifiorma troppo radicale come sarebbe la soppressione dei licenzini, ma con oppor- tune norme e disposizioni capaci di togliere il male e lasciare il bene. * Si assicura esservi dei possessori di que- sti permessi speciali, che in tempo di divie- to fanno man bassa su tuttociò che le si para dinanzi; l’autore dell’ articolo citato, giunge ad asserire di avere tra i possessori di licenzini, molti e molti amici che quantun - que tutti giovani dabbene, del loro permesso non se ne sono finora serviti ad altro che a prov vedere la loro cucina di qualche quaglia fuor di stagione, di qualchè croccolone nell’ aprile, e di qualche starna 0 pernice in primavera rovi- nandone cosi le cove. Noi stentiamo a credere che sieno molti ma ad Ogili modo essi sono indigeni, di g0- dere la fiducia di chi gli ha procurato e con- cesso il permesso sbettiale di caccia; con essi non ci vogliono riguardi, trassrediscono alle leggi, screditano i veri studiosi e danneggia- no la generalità dei cacciatori, dunque de- vono essere puniti per lo meno con il pri- varli del permesso. Ma se ci sono degli indiscreti, dei diso- nesti, si deve per questo impedire il pro- gresso degli studi zoologic:? Tanto sarebbe chiudere le biblioteche e gli archivi pubblici perchè di quando in quando qualche frequen- tatore danneggia i libri, ruba delle opere. Chi troverebbe giusto un tale provvedimento, in vece che il procurare in altri modi che il male non si ripeta? Prima si concedevano questi permessi speciali a persone designate e raccomandate dalle direzioni dei musei, tenendo soltanto conto delle loro qualità morali e venatorie, ed il permesso concesso una volta durava per sempre; ma sono IO o 12 anni un’or- dine miristeriale soppresse tutti questi per- messi stabilendo che da allora non potevano essere concessi che ai direttori e preparato- ri dei musei zoologici ed a chi faceva studi speciali ci zoologia, dietro il parere delle prefetture locali, ed il permesso stesso non era valevole che per il tempo del generale divieto di caccia, del solo anno in cui veni- va accordato. Perchè queste disposizioni non sono state osservate? Esse toglievano molti degli incovenienti lamentati, poichè un na- turalista appassionato per gli studi e per le collezioni, è un cacciatore molto meno ve- nale e più protettore della selvaggina di un bravo ma semplicemente cacciatore, cui la passione alla caccia può far velo al dovere e se non la venalità della preda, la soddi- sfazione del colpo può farli commettere degli abusi. Il cacciatore che chiameremo scientifico, ha bisogno di vedere con i propri occhi l’animale destinato al suo tiro, se può, lo studia e l’osserva bene prima di ucci= derlo e per ciò lo si vede quasi sempre a caccia senza cane, recandoli questo spesso più danno che vantaggio; ma l’ appassionato cacciatore si dividerà di mala voglia dal suo utile compagno ed è così che le starne, le quaglie le pernici, possono ricevere dei colpi niente utili alla scienza. Il caccia- tore scientifico trova raramente da scaricare la sua arma, ma non se ne lamenta ed è sempre soddisfatto perchè la sua preda scarsa di numero, avrà forse molta importanza per i suoi studi per le sue collezioni, ed an- che tornando a casa senza aver trato un colpo, si sarà con la gita sempre procurata qualchè osservazione qualche ammaestra- mento utile, mentre il cacciatore guidato solo dalla passione è invece difficile che si con- tenti di portare il fucile quasi per figura. Da noi l’utilità dei licenzini scentifici si riduce però solo per gli uccelli e si potreb- be adunque togliere il permesso di tirare ai mammiferi utili, come sarebbero le. lepri. Si potrebbe magari. proibire il tiro anche per certe specie di uccelli stazionari come starne, perhici, fagiani di monte, ecc. e se vuolsi anche per le quaglie, animali meno neces- sari agli studiosi in tempo di divieto, e cau- sa più speciale di abusi da parte dei privi- legiati caccciatori e di lamenti degli altri, che temono doverne soffrire le conseguenze all’ aprirsi delle caccie. Concludiamo col. dire che la scienza ha i suo diritti e non può renunziare agli stu- di ed alle collezioni per far piacere ai cac- ciatori; ma la selvaggina deve essere ragio- nevolmente protetta ed i cacciatori che pure pagano per sodisfare la lorosalutare passione, hanno diritto di ottenere che sotto il manto della scienza non si commettano atti dan- nosì ai loro interessi od a quelli generali dell’ agricoltura. Si concedano adunque i permessi di cac- ciare nel tempo del divieto, ma sì limitino il più possibile alle persone che ne usano ad esclusivo vantaggio scientifico, ad esse le si vieti pure di cacciare certe specie come ab- biamo detto di sopra, ma igli si conceda di potersi appropriare di certi animali non solo col fucile ma con qualunque altro mezzo e di poter prendere qualche nido con le uova e i nidiacei, ciò che non potrebbero fa- re ora, perchè il permesso parla di sola caccia col fucile. Le autorità dieno ordini severi per sco- prire quali sieno i cacciatori privilegiati che se ne approfittano per scopo culinario, ciò chè non sarà difficile in tempo del genera- le divieto di caccia, ed i cacciatori non ab- biano riguardi facciano in qualche modo pa- lesi i nomi dei contravventori, cosìle prefet- ture che ogni anno devono dare il loro pa- rere per il rinnuovamento del permesso, po- tranno provvedere a chè non venga ricon- cesso a chi non se lo merita. S. BROGI. —————__r—r——r—————_=2=2l_==__—_=-=—— <= Nuovo bozzo da seta lungo mezzo metro È L'American Journal of Faùrie and Lry Goods Bulletin di Nuova York che ne dà la no- tizia: « Un dottore di San Salvatore, il sienor Guz- can, ha scoperta una nuova specie dI baco da .seta. In una visita che egli fece alla Cordigliera, 153 in cerca di antichità, osservò degli strani oggetti che erano sospesi agli alberi e che rassomigliava- no a saccocie d’ argento, Avendole esaminate at- tentamente, riconobbe che non erano altro che bozzoli da seta di cui il filo era morbido, elastico, e assai tenace. Il Dr. Guzman si indirizzò al Mini- stero dell’agricoltura degli Stat! Uniti, che gra- ziosamente gli fornì tutto il materiale per filare la seta. Dopo aver fatta questa operazione, il Dr. Guz- man inviò un campione della seta ottenutaa San . Salvatore, con una memoria. In questa ultima fa- ceva la descrizione dei bozzoli, che avevano da 30 1j2 a 70 centimetri di lunghezza; gli alberi su cui si, trovavano questi bozzoli appartengono alla famiglia dei Tecoma sideraxilum, specie di gelso- somini. 1 bozzoli sono molto ricchi in seta; gene- ralmente quando sono lunghi due piedi, danno un prodotto eguale alla seta asiatica e costa meno di questa ultima. Il Congresso di San Salvatore tenendo conto della utilità della scoperta, accordò al dottor Guz- man il privitegio pe? 50 anni di produrre simile seta, più una gratificazione. Egli è certo. che gli Stati Uniti faranno fare esperienze su questo me- raviglioso baco. I giornali messicani domandano che sia fatta, nelle foreste del paese, una minuta ricerca perchè ritengono che tal baco vi si debba anche ivi trovare. I giornali americani più accre- ditati eccitano simili ricerche perchè secondo essi, ciò renderebbe gli Stati Uniti indipendenti per la seta dalla vecchia Europa e che col tempo anzi si potrebbe attivare una importazione in Europa, es- sendo il suo costo inferiore a quello delle sete asiatiche » . Quest'articolo ha occasionato varie comunica- zioni ai giornali americani. Il sig. Lorin Blodget scrive: « Esiste una seta selvatica eguale a quella de- scritta dal sig: Guzman. Noi abbiamo ricevuto, tre o quattro anni fa, da una casa di Filadelfia un grosso campione di tale seta. Satto il microsco- pio le fibre erano cilindriche, translucide e belle, nè chiare nè scure; rassomigliavano a quelle del Tussah, seta selvaggia dell’ India. Io cercherò que- sto campione. Non ne so nulla sulla lunghezza dei bozzoli ma so di certo che erano stati trovati su alberì in piena foresta, come dice il Dr. Guzman. Il prof. Deau scrive: Io ho nella mia collezione uno di questi boz- zoli argentei scoperti dal Dr. Guzman. Quantun- que non abbiano due piedi di lunghezza non sono meno rimarchevoli. Contengono una grande quan 154 tità di seta priva di gomma, l’ interno è di color erudo, mentre l'esterno è di color crema ». Che simili bozzoli, dice argutamente il Bw2e- tin serîcole francais, siano semplicemente gusci dell'uovo di quei carards che di quanfio in quan- do ci ammaniscono i nostri colleghi d' America? Il Bacologo Italiano PANNA ZA IN SNISANINANIINI SL SSN IBITA Eos. C.CEdKuolitoob TA-ISISAGNI ED IL COLORE DEI LORO OCCHI (1) ( Continuazione) Colore | caffe 0 XXX{. FAM. CORVIDAE (CORVI) Fregilus graculus, L. Gracchio co-| rallino bruno nero Pyrrocorar aipinus, Koch. Gracchio id. Corvus corax, L. Corvo maggiore id. Corvus corone, L. Cornacchia nera c. Ss. Corvus cornie, L. Cornacchia bigia| castagno Corvus frugilegus, L. Corvo cast. scuro Lycos monedula, Briss. Taccola b. celestog. Nucifraga cariocatactes, L. Noccio- laia Pica rustica, Scop. Gazza Garrulus glandarius. L. Ghiandaia cas. chiara bruno nero celeste VI. ORDINE COLUMEBAE (COLOMBE) XXXII, FAM. COLUMBIDAE (PICCIONI) Columbas palumbus, Briss. Colom- baccio giallo ce, Columbas livia, Briss. Piccione sel- vatico giallo m. Columbas ocenas, L. Colombella id. Turtur vulgaris, Eyton. Tortora | arancione VII. ORDINE PTREROCLIBAE (PTEROCLI) XXXIII. PPEROCLIDAE(PERNICI DEL DESERTO) Pterocles alchata, L. Ganga Syrrhaptes paradorus, L. Siratte castagno id. VIII. ORDINE GALLINVAE (GALLINACEI) XXXIV.FAM. TETRAONIDAE (GALLI DI MONTE) Lagopus mutus, ILeach. Roncaso 0 Pernice della neve cast. scuso Tetrao urogallus, L. Gallo cedrone| castagno Lyrurus tetria, L. Fagiano di monte id. Bonasia belulina, Scop- Francolino di monte id. )1) Preghiamo i nostri cortesi abbonati a comunicarci tutte quelle osservazioni che avranno occasione di fare e che potes- sero servire per correggere o completare il presente catalogo. (2) Spiegazione delle abbreviazioni: ad. animale adulto, juv. giovane, ar. arancio, b, bianco, br. bruno, c. chiaro, ca. e cast. castagno, ce. cenerino, ci. cinabro, cr. cremisi, cro. cromens, g. giallo, m. medio, p. pallido, r. rosso, ro. rossastro, s. scuro. 4 XXXV. Fam. PERDICIDAE (PERNICI) Francolinus vulgaris, Steph. Fran- colino | castagno Perdia saratilis, Meyer. Coturnice id. Perdia rubra, Briss. Pernice id. Perdia petrosa, Gm. Pernice sarda id.®@ Starna perdia, L. Starna cast. chiaro’ Coturnia communis, Bonn. Quaglia] castagno XXXVi. FAM. TURNICIDAE (TURNICI) Turnia sylvatica, Desfon. Quagiia siciliana castagno IX. ORDINE GRALLAE (CORRIDORI) XXXVII, FAM. OTIDIDAE Otis tarda, L. Otarda (OTARDE) cast. chiaro” Otis tetrax, L. Gallina prataiola giallo m. Houbara undulata, Jacq. Ubara afri- cana castagno Houbara Macqueeni, I. E. Gray. Ubara asiatica id. X. ORDINE LIMECOLAE (TRAMPOLIERI) XXXVII. FAM. CHARADRIIDAE (PIVIERI) Edicnemus scolopar, S. G. Gm. Oc-! chione | giallo m. Vannellus vulgaris, Bechst. Pavon- cella castagno” Hoplopterus spinosus, L. Fifa ar- mata id. Chettusia gregaria, Pall, Pavoncella gregaria id. Chettusia Villotaci, Audouin. Pa- vovcella a coda bianca id. Squatarola helvetica, L. Pivieressa id. \Charadrius pluvialis, L. Piviere id. Charadrius fulvus, Gm. Piviere mi- nore id. Eudromias morinellus, L. Piviere tortolino castagno Mygialites hiaticula, Linn. Corriere grosso cast. SCUro < Egialites curonica, Gm. Corriere piccolo id. Bgialites cantiana, Lath. Fratino id. XXXIX. FAM. GLAREOLIDAE (GLAREOLINI) Glareola torquata, Briss. Pernice di mare castagno Cursorius gallicus, Gm. Corriere biondo id. {L. FAM. HAEMANTOPODIDAE (VOLTASASSI) Strepsilas interpres, L. Voltapietre| castagno Haematopus ostralegus, L. Beccaccia di mare id. XLI. FAM. RECURVIROSTRIDAE (CAVALIERI) Recurvirostra avoceta, L. Avocetta| cast. scuro Himantopus candidus, Bonn. Cava- lier d’ Italia rosso cr. (Continua) it L’ACIDO SALICILICO e le sue applicazioni nei vari bisogni della vita domestica. (Continuazione) L’acido salicilico nella cura delle malattie degli animali. (1) IV — MALATTIE DELLE PECORE 1. Carbonchio delle pecore. Nell’ istesso modo che pei bovini l’acido salicilico è un mezzo stu- pendo per preservare le pecore dal carbonchio. Nei !uoghi ove di solito domina la malattia si potrà dare 25 centigrammi di acido salicilico sciol- to nell'acqua al solito modo, ad ogni capo ovino; e se invece si è già avuto qualche caso o nei din- torni esiste il carbonchio, convien aumentare la dose fino a mezzo grammo ed anche ad un gram- mo al giorno per capo. Alle pecore coì sintomi del carbonchio biso- gnerà dare ogni mezz’ ora e poi ogni ora, mezzo grammo di acido salicilico od anche un grammo. Alle pecore che vanno al pascolo l’ acido sali- cilico si amministra insieme al sal marino o sale pastorizio, cui potrà essere aggiunta anche un po’ di crusca. 2. Artrite degli agnelli. Contro questa malat- tia Fornwald raccomanda l’acido salicilico nella seguente proporzione: acido salicilico grammi uno, spirito di vino grammi 200, acqua distillata 100; se ne dà un cucchiaio da tavola ogni ora. Ogni agnello malato viene quindi a prendere in ciascu- na dose 5 centigrammi d’ acido salicilico e nel «corso d>lla giornata 30 centigrammi. Le piccole dosi ripetute sozo più attive delle grandi dosi date in nna volta sola. Il miglioramen- to si manifesta dopo le prime 24 ore, e la ma- lattia scompare nella massima parte dei casi in 3 o 4 giorni. Quando la malattia s' incomincia a curar subito la guarigione è sicura. Gli agnelli malati da più «di 8 giorni non risentono più la benefica azione dell’acido salicilico; però in talune circostanze pos- sono anche guarire. V. — MALATTIA DEI POLLI. 1. Malattie o morbo dei polli. Sotto il nome generico di malattia o morbo dei polli noi com- (1) Siccome per ottenere buoni resultati, è necessario far uso d’Acido salicilico e di salicilato di soda puri, che non sempre sì trovano in commercio, così per comodo dei nostri ‘abbonati ne abbiamo fatta venire una certa quantità diret- tamente dalla fabbrica del Dott. F. Heyden e possiamo ce- derli a 26 lire il chilogrammo, ed in scatolette di gram. 20 L. 1,00 di gr. 50 L. 2,00; di gr. 100 L. 3,50 franchi di porto in tutto il regno; desiderandoli raccomandati spedire 3o centesimi in più. 155 e —_—_—— prendiamo quelle varie malattie che si conoscono coi nomi di diflerite, di corizza contagiosa, car- bonchio, colera, ecc, e per le quali l'acido sali- cilico spiega stupendamente la sua azione efficace nonostante la loro dlversa natura. L'acido salicilico è stato adoperato sotto forma di pillole con la crusca e col miele, preparate sulle indicazioni del Dr Florschitz alla Farmacia Duca- le di Cobourg. Feco che cosa dice a questo pro- posito il Dr. Baldamus nel suo Manvale illustrato sull'allevamento dei volatili, tomo 1, pag. 228, se- conda edizione: « Ciascuna di queste pillole, con- tiene mezzo grammo di questo antisettico. Se ne dà una ogni due o tre ore, e dopo di averle fatte ingoiare per forza ai polli, questi finiscono per prenderle facilmente da loro. Io ho potuto assicu- rarmi che l’acido salicilieo non produce alcun ef- fetto dannoso sulla costituzione e particolarmen- te sul tubo digestivo. Uno dei miei polli, che ave- va mangiato veati pillole in tre giorni ed aveva per conseguenza assorbito dieci grammi di acido salleilico, si trovò molto bene dopo lo spazio di tre mesi. Si potrebbe adoperare il medicamento come preservativo nelle località ove si trovano grandi popolazioni di polli, e quando nelle vici- nanze sì manifestano delle epizoozie fra questi ani- mali. Ùna piccola aggiunta d’acido salicilico alco- olizzato, o di polvere pura, nell'acqua da bere, riescirebbe allora certamente vantaggiosa. » S’impedisce la diffusione del carbonchio della difterite, dell'oftalmite catarraîe, della corizza contagiosa separando i polli ancora sani da quel- li malati ed amministrando loro, per un tempo prolungato, dell’acqua in cui si siano sciolti- due grammi e mezzo d’acido salicilico per ogni litro. Con un pennello bagnato in questa soluzio- ne il Dr. Baldamus ha toccato più volte le con- giuntive ed è riescito a guarire l’ oftalmite, e toc- cando la regione attorno al becco ed il fondo del- la gola col pennello bagnato in una soluzione al- coolica di unodi acido su quattro d'alcool, ha guarito in pochi giorni la corizza. Le afte vennero trattate nel medesimo modo e con l’istesso successo. Il signor Riccardo Jacobi, farmacista in Elber- feld, ha pubblicato una comunicaziene da lui fatta al Congresso internazionale degli allevatori di polli, tenuto in Elberfeld ai primi di marzo di questo anno, Sull’uso dell'acido salicé'ico nelle malattie det polli, dalla quale togliamo le seguen- ti cose più importanti. Il signor Jacobi ha fatto quattro preparati sa- licici per le malattie dei polli, cioè: 1) Polvere di acido salicilico. — Serre quale 106 mezzo preservativo delle malattie contagiose, co- me ad esempio la oftalmite catarrale, la corizza contagiosa, la difterite, il carbonchio, la dissente- rìa, li colera, ecc. Si amministra nel seguente mo- do: un grammo di polvere viene sciolta in un litro d’acqua calda, e la soluzione raffreddata viene adoprata come bevanda pertutti i polli. Quelli che sono già malati devono essere tenuti in un luogo separato. 2) Pillole di acido salicilico. — Le esperien- ze fatte dal Dr. Florschùtz, dal Dr. Baldamus e da altri hanno dimostrato l’ efficacia di queste pillole nella cura del colera, della dissenteria, della dif- terite, ecc. Secondo la grandezza del pollo e se- condo la maggiore o minore intensità della ma- lattia, si danno da una a quattro pillole ogni due o tre ore. Nella difterite bisogna adoperare, oltre le pillole, il medicamento N. 3. 3) Soluzione alcoolica di acido salicilico. — Viene adoperata con molto successo nella corizza contagiosa, nell’angina, nella pipita e princlpal= mente nella difterite. Per servirsene bisogna in- zuppare nella soluzione un pennello molle col qua- le si tocca la regione attorno al becco e la gola la mattina, il mezzogiorno e la sera. Il migliora- mento si nota presto. 4) Collirio di acido salicilico. Serve per l’ of- talmite catarrale, Si adopera anche un pennello molle col quale si tocca la congiuntiva ogni ora. Il signor Jacobi fa osservare che la parte at- tiva dei quattro medicamenti è solo l’ acido sali- cilico. Il N. 1 è acido salicilico puro; il N. 2, cioè le pillole, sono fatte in modo che ognuna di queste con- tiene 1 decigrammo di acido salicilico; il N. 3 è una forte soluzione alcoolica dello stesso; il N. 4 è una soluzione acquosa satura. Aggiunge in ultimo i casi di malattie in cui questi medicamenti sono riesciti splendidamente. (Continua) dnsegnamenti pratici NATATA Per conoscere se la carne di majale sia affet- ta da trichina. Siamo alla stagione in cui si fa molto uso della carne di majale e non sarà inutile conoscere il metodo proposto da Fikhomiroff per accertarsi, anche senza il microscopio, della pre- senza delle trichine nella carne del majale stesso. Si fa a pezzetti la carne sospetta, e si lascia per mezz'ora in un miscuglio di 4 p. acqua forte con 1 p. di clorato di potassa, si pone quindi la carne in una boccetta con acqua distillata ed agitando fortemente il liquido le fibre muscolari si sepa- rono con facilità luna dall'altra e si possono anche ad occhio nudo vedere dei rigonfiamenti fu- siformi i quali non sono altro che trichine ncestate. Utilizzazione del miele come bibita rinfrescan- te. Con un ch. di mi iole\el:un pd di lievito fresco di bivra sciolto in 10 litri di acqua bollente si ot- tiene una buona bibita spumante, alla quale si può dare l’odore con essenza di cedro, limone ecc. In- cominciata la fermentazione, cicè dopo due giorni, si pone il liquido in bottiglie forti e ben chiuse con sughero legato come si usa per la gazzosa. La chiarificazione dei vini colle pietre roventi. (Dalla Villa e Fattoria) È un sistema ideato da un negoziante francese o da lui praticato da mol- t'anni sempre con successo. Consiste semplicemen- te nel far roventare delle pietre da fuoco, ridot- te a pezzi piccoli da poter passare per il foro del cocchiume. Quando le pietre sono incandescen- ti sì gettano nel vino che si vuol chiarificare. Dopo circa sei settimane si travasa il vino, e se questo non ha ancora guadagnato tutta la limpidez- za voluta, si ripete l'operazione. Il detto negozian- te assicura che il vino così trattato si chiarifica perfettamente, si fa più rotondo, e prènde il colore caratteristico del vino vecchio. Le pietre sono ca- riche di una materia spessa e vischiosa che non si assomiglia alla feccia ordinaria. I lettori si spiegheranno facilmente in che con- siste il segreto di questo curioso niodo di chiari- ficare il vino. Le pietre roventi fanno precipitare le sostanze albuminoidi coagulandole e ne forma- no come una rete, e così trascinano con se sostan- ze tenute libere in sospensione nel vino: le pieire roventi riscaldano naturalmente il vino; e fanno così succedere quelle trasformazioni che accompa- gnano il riscaldamento, quale una più pronta ete- rificazione, per cui il vino si fa più rotondo, ed una parziale riduzione ed ossidazione della ma- teria colorante, per cui il vino prende il colore gialliccio proprio dei vini vecchi. È in sostanza una specie di pastorizzazione dei vini, ridotta ai più semplici termini pratici d° ese- cuzione: non potrà forse servire per grandi masse ma può adattarsi ai piccoli fusti, Dato poi quest’impiego delle pietre roventi, non si potrebbero esse adoperare anche per qual- che altro uso per cui si consiglia il riscaldamento del vino, ad esempio per distrurre certi fermen- ti perniciosi, la fioretta ecc ? Facciamone la pro- va? Le pletre servirebbero per tal modo ad altri usi in enologia; oltre a quello già noto, di impie- garle a tener sempre colmi i fusti, facendo così. a. meno delle colmature col vino. att” aa NOTE BIBLIOGRAFICHE RECENTI PUBBLICAZIONI DONI-CAMBI L’ Amministrazione del Bollettino s’ incarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle altre, quando sia possibile, se ne permette gratuitamente la lettura. Rimandiamo al prossimo fascicolo 1’ annunzio delle opere pervenuteci in dono e ne domandiamo seusa agli egrevi autori. NOTIZIARIO Avvicinandosi la fine dell’ anno si rammenta agli associati che l'abbonamento non disdetto entro ìl decembre si ritiene come confermato per l'an- no futuro. Preghiamo coloro che intendono disdire 1° ab- bonamento rifiutando un fascicolo del Bollettino, ad attenersi al regolamento delle R. R. poste, il quale prescrive che nelle fascie vi sia scritto ri- fiutato e Za firma di chi rifiuta îl giornale, altri- menti non possiamo tenere alcun conto dei gior- nali che ci ritornano non conoscendo il perchè la posta ce li riporta. Ci sono qualchè volta perve- nuti anche dei fascicoli nei quali era stata tolta la fascia d'invio e postavene un’altra con l’indi- rizzo a questa amministrazione; è naturale che così facendo è a noi impossibile sapere chi è che rimanda il giornale. Al presente fascicolo uniamo un piccolo av- viso con il quale rammentiamo a tutti gli abbo- nati che sono arretrati al pagamento, quanto è il loro dare a questa amministrazione; preghiamo perciò tutti coloro che lo ricevano, ad avere la compiacenza di inviarci il saldo del loro dare, altrimenti dovremmo anche per loro ricorrere allo spiacievole invito che facciamo agli abbonati morosi pubblicandone, il nome nella copertina del giornale. Ai vecchi e nuovi associati che pagheranno l’ abbonamento per il 1886 entro l’ anno corrente daremo uro dei seguenti premi a loro scelta. 1.° Un elegante calendario per il 1886. 2.° Una bella oleografia in colori o sacra o profana seria od umoristica. 3.° 10 oleografie piccole in colori o sacre o profane. 4.° 5 specie di semi di fiori (1). 5.° 5 specie di conchiglie viventi o fossili (1). 6.° 5 specie di minerali o roccie. (1) 7.° 2 inserzioni gratuite di 4 linee, nella rubrica Indirizzi utili agli abbonati, per i possidenti agrari (non commercianti) per annunziarvi in vendita i prodotti del loro suolo come vino, olio, grano, semi piate ecc. 8.° 1 fascicoli pubblicati nella corrente annata del Bollettino per sole L. 2,0, e quelli delle aa- nate 1883 e 84 per L. 1,50 ciascuna. Tutti coloro che desiderano esonerarsi dal pa- gare l’abbonamento di un’ annata, non hanno che a procurarci 3 nuovi abbonati. Ogni due nuovi abbonati danno diritto ad un terzo nuovo abbonamento gratis. Rammentiamo che tutte le domande ed offerte di cambi si pubblicano, gratuitamente, e raccoman- diamo di approfittarne specialmente ai produttori agrari per le ragioni altre volte spiegate. Il prezzo dei più grandi Telescopi. Il tele- scopio dell’ accademia navale di Washington che vi fu collocato nel 1853 è costato 260 mila franchi. Esso è celebre perchè ha servito alla scoperta dei satelliti di Marte fatta dall’ Hall nel 1877. Ha una apertura di 650 millimetri ed una lunghezza fo- cale di 9 m. 95. Il telescopio dell’osservatorio di Poulkova ha una apertura di 760 millim. L'obiettivo è stato costruito dalla ditta Carlo Meare e figli di Cam- brigeport negli Stati Uniti, per la somma di 62 mila lire. La medesima casa sta ora costruendo per l’osservaterio di monte Hamilton in California, un obiettivo che sarà il più grande di tutti; la sua apertura non misurando meno di 910 millimetri. ]l telescopio costruito dal Rose e che ha ser- vito per le interessanti ricerche sulle nebulose, ha una apertura di 1830 millimetri, pesa 10 mila chilog. ed è costato 130 mila lire. Enorme cavolo. Dall’ E/veur apprendiamo che nel dipartimento delia Lodre-inferieure avvi un cavolo che misura metri 3,75 di altezza. Le viti americane in Francia. Si è creduto che le viti americane fossero uno dei più po'entl mezzi per resistere ai danni della Fillossera, e vaste piantagioni se ne sono all'uopo fatte anche per conto o con l’incoraggiamento del Governo, ma pare che questa speranza de>ba fallire poichè già giungono notizie sconfortanti dalla Francia, che aveva forse per la prima raccomandate que- ste viti, ed ora ha dovuto constatare che esse (1) Indicare le specie già ricevute in premio onde se ne possano inviare delle differenti 158 hanno sofferto al pari delle altre specialmente perla Peronospora e per l’'Ictère malattie per- venuteci appunto con la introduzione delle viti americane. Giranio gigantesco. Trovasi a Brest nella Normandia in un tepidario del giardino dell’ Ospi- tale di marina ove fu piantato nel 1876. È appog- giato ad un muro e misura 7 metri di altezza e 6 di larghezza. Si è calcolato che nella scorsa primavera abbia dati circa 1500 mazzolini di fiori. Pioggia rossa. Nella metà di ottobre si è ri- petuto il fenomeno della pioggia alquanto ros- sastra, ed è caduta in parecchie località d' Italia. Pare che vortici d’aria abbiano fatta inalzare dal deserto africano, della minuta sabbia rossastra e che con venti sciloccali essa sia stata trasportata a noi dalle nubi le quali dissolvendosi in acqua, l’ hanno lasciata calere mista all'acqua stessa. I danni della fillossera causati alla produzione del vino in Europa si calcolano a 25 milioni di ettolitri dì vino all'anno. Consolanti notizie. Da una recente statistica rilevasi che in Italia va diminuendo il numero dei morti. Cresce la proporzione dei matrimoni, cre- sce quella dei nati, ma diminuisce quella dei morti. Facendo il confronto fra il 1862 ed il 1884 si ha che nel 1862 avemmo 31 morti per ogni mille abitanti mentre nel 1884 eravamo gradatamente arrivati a 26 morti per i medesimi mille abitanti. Nel 1884 si arrivò ad avere 17 matrimoni per ogni 2000 abitanti, e l’ eccedenza dei nati sui morti che nel 1862 era di 150 mila individui, nel 1884 saliva a 350 mila ossia più del doppio. Nuova malattia della vite. Ai già tanti nemici che conta la vite se ne aggiunge in Francia un'altro scoperto dal Sig. Ricard e studiato dal Dott. Gregor. È una crittogama o fungo che attacca le radici e danneggia la pianta in modo da perderne anche il totale raccolto; è stata chiamata Black rot, Dry rot e Rot noîre, ed in italiano Marcîume nero. E mille. Un professore di chimica a Huelv in Spagna, (scrive la Tribuna) ha trovato nn liquido che distruzge la Fillossera senza recar danno alle viti. Due nuovi centri d’infeziozione fillosserica sono stati constatai nella provincia di Porto Mau- rizio. Premi agli osservatori bacologici. Dopo la ispe zione accuratamente passata dal Prof. Enrico Quajatag'i osservatori bacologici dall'Italia centrale e meridionale il Ministero di Agricoltura ha di- stribuiti i seguenti premi: Lettera di encomio e L. 200 al Sig. Iag. Domenico Aligno direttore del- Vosservatorio di Reggio Calabria; Lettera di en- comio e L. 100 per ciascuno ai Sigg: Alfonso Gai;a direttore dell’osservatorio di Avellino, Majatico Giustiniano idem di Benevento, Brunetti Enrico idem di Faenza, Luigi Ruggieri idem di Fermo, Bandelil Giovan Battista che ha saputo portare l'osservatorio di Siena appena istituito, alla pari con i primari del Regno. Lettere di encomio sono pure state distribuite ai Sigg. Sciacca Barone Presti Beniamino direttore deil’osservatorio di Patti, Pietro Pilati idem di Bologna, prof. Camillo Macchia idem. di Chieti, conte Rodolfo Pucci idem di Perugia. Quanto gli stati europei spendono per la istru- zione e quanto per la guerra. Secondo la statistica pubblicata dall’ Associazione internazionale per la pace, i seguenti stati spendono per ogni abitante: Per la guerra Per l'istruzione Francia L. 25,100 L. 76 Inghilterra 23, 10 3, 85 Olanda 22, 15 3, 85 Sassonia 14, 65 4, 15 Wurtemberg 13, 65 db Baviera 14, 65 3, 10 Prussia 13, 60 3, 00 Russia 32, 70 0, 15 Danimarca 10, 80 Do Italia 9, 35 0, 80 Belgio 8, 50 2, 80 Austria 8, 30 L'ISS Svizzera 5, 00 5, 20 Secondo congresso nazionale di bacologia e sericoltura. Dopo il primo congresso nazionale di bacologia e sericoltura che fu organizzato in Siena ed ebbe effetto in Torino, pareva andato in | oblio il secondo che si deliberò di tenere a Como, ma ora sentiamo con piacere il risvegliarsi di questa idea ed il fermo proposito che si ha di mandaria ad effetto nel prossimo anno, Concorsi. Presso il ministero di agriroltura è aperto un concorso con due grossi premi uno i di ventimila l’altro di diecimila }ire da conferirsi ai più meritevoli fra le associazioni ed i privati | esercenti |’ industria dei vini da pasto, specialmen- te per la esportazione. Le domande devono essere presentate entro il 31 decembre 1886 e per le in- formazioni necessarie rivolgersi alla Direzione ge- nerale dell’ agricoltura in Roma, Esposizioni A Liverpool nel prossimo anno sarà effettuata una esposizione di navigazione, esplorazione, industria e commercio. A Buenos-Ayres avrà luogo nell’ aprile del pros- simo anno una esposizione internazionale rurale. Per schiarimenti rivolgersi ai consolati ed alle Camere di commercio. del regno. A Berlino nel 1888 si terrà una grande espo- sizione industriale. La società zootecnica terrà in Torino sotto il“ patronato di S. A. R. il Duca di Aosta una espo- sizione-fiera di bestiame nei giorni 14, 15 e 16 .del corrente novembre. Gli animali ammessi sono: Bovini riproduttori, Suini riproduttori, Animali da cortile, Bovini in- grassati e Suini ingrassati. i espositore dovrà possedere gli animali ri- produttori da almeno 6 mesi e quelli ingrassati da 2 mesi. Breve Corrispondenza con gli «Abbonati ANCENATRAA Sig. Prof. Dott. A. G. Verona. sbbiamo corret'o | atte RA 159 indirizzo. Suo abbonamento anno corrente non pagato, paghi pure con quello del 1886. Sig. C. A. Roma. Troppo tardi ci è giunta la sua domanda, risponderemo nel prossimo fascicolo. Sig. Marchi G. F. A. Firenze. Ricevuto 1’ abbo- namento, ma non comprendiamo bene il suo in- dirizzo. Sîg. C. Z. V. Arona. Abbiamo spedito. Sigg. U. Z. Milano. — D. R. 0. Pisa. — P. V. H. Bologna. Preghiamo rimandarci i fascicoli pre- stati per Ia lettura. Sigg. L. B. Crema. — A. Z. Bari. Pubblicheremo nel prossimo fascicolo. Indirizzi utili per gli Abbonati Costo dell’ inserzione L. 1, 00 per ogni avviso di non più che 4 versi. (Gli abbonamenti ai giornali sotto notati si ricevono auche presso l’agenzia di questo Bollettino). (Seguito ai già pubblicati) Gazzetta delle Campagne Agricoltura Arti e | | trimestra- scicoli al mese. Abb. L. 5. Direz. in Torino Via U. Rattazzi 5. (Anno XIV). Il Cacciatore italiano Ceocia © tiro a segno na 2 volte al mese. | Abb. L. 6. Direz. in Roma Via del corso 495. (Anno 1.) P. Sposito Via Carintia 14 Trieste. Commissions, espe- Î ditions, Geschaft, Vertretaugen aller Art. M. Siebeneck Mannheim (Alemagna) compra Rettili, Anfibi e Pesci vivi. | i libri genealogic!, Rivista italiana di scienze naturaii jriedico le che si pubblica in Napoli per cura del Circolo degli aspi- sano Natur alisti. Costa L. 12 all'anno. È pubblicato Îl fasc. II. Anno Il Catalago dei Vegetali Steri dae nat | di Piacenza, si spedisce franco dietro richlesta. di registrazione per gli animali bovini, allo scopo Saggio di rilevare le attitudini dei medesimi e per iatfinive del Prof. D Dott. Tamaro Vice Direttore della scuola agraria di Grumellc del monte (Bergamo Prez- | zo L. 2,00. Biblioteca Scentifica Ifernazionale =_= aste — Invio franco agli abbonati Desiderandoli raccomandati inviare 30 cent. di più Balfour Stewart. L’ Energia. Sue forme sue leggi, sua conservazione. Che cos’ è la forza? per P. di Saint- Robert. Correlazione della forza vitale colle forze fisico-chimiche, per G. Le Conte. Correlazione della forza nervosa colla forza mentale per A. Bain. Milano 1875, un vol. in-8 di xvniI-255 pag. con figure intercalate nel testo. L.5 — Jevons W. Stanley. La moneta ed il meccanismo dello scambio. Milano 1876, 1 vol. in-8 di XXIX-349 pag. . L.6 — Draper 6. La storia del en fra la Religione e ta Scienza. Milano 1876, 1 vol. in-8 di xxIv- 383 pag. x L.6 — Dwight-Whitney G. #. vita e lo sviluppo del linguaggio. Traduzione e note di Francesco D'Ovido. Milano 1876, 1 vol. in-8 di xx1-389 pag. . - - : - - L.6 — Berthelot M. La sintesi chimica. Milano 1877, 1 vol. in-8 di xxxI-310 pag. L.6 — Cooke Giosa P. Jr. La nuova chimica. Milano Schutzenberger P. Le iii Milano 1876, 1 vol. in-8 di 326 pag. con 28 figure intercalate nel testo . E L.6 — Vogel E. Gli effetti chimici della luce e la fotogra- fia nelle loro applicazioni alla scenza, all'arte e all’ industria. Milano 1876, 1 vol. in-8 di VIII-298 pag. con 94 figure Intercalate nel testo. 5 - È . Leo 9 1877. 1 vol. in-8 di xvi-343 pag. con figure intercalate nel testo. L6— Vignoli T. Della legge fondamentale dell’ intelli- genza nel Regno animale. Saggio di Psicologia comparata. Milano 1877, 1 vol. in-8 di 226 pagine L.5 — Tyndall J. Le SUASA dell a acqua. Nubi e Fiumi, Ghiaccio e Ghiacciaj. Precedute da due discorsi sat 160 ea 'eoe1oro@* ovo «-- «* «=* er _=---—_————------- --- e da una lettera dell'On. Comm. Quintillo Sella, e seguite da una Conferenza, una Memoria ed una lettera sul medesimo argomento di H. Helmholtz colla risposta di J. Tyndall. Milano, 1877, 1 vol. in-8 di x1r-316 pag. con molte fi- gure intercalate nel testo. L.6 — Quatrefages A. De. La specie umana. Milano 1877, l vol. in-8 di vmi-599 pag. LL7- Secchi P. A. Le stelle. Saggio di Astronomia si- derale. Milano 1878, 1 vol. in-8 di vmi-425 pag. con 8 tavole colorate e 78 figure interca- late nel testo . - È . L. 10 — Dumont L. Il piacere ed è ore Teoria scen- tifica della sensibilità, con un sunto delle espe- rienze snlla misura, l’ espressione e gli effetti del dolore dei prof. P. Mantegazza e C. Lom- broso. Milano 1878, 1 vol. in-8 di vm-375 pag. 3 - ° 5 L.6 — Lombroso €. Pensiero e meteore Studi di un alie- nista, seguiti dalle Osservazioni psichiatrico- meteorologiche del prof. A Tamburini e dalle note sugli abitanti dei paesi in grandi altezze del prof. G. Marinelli. Milano 1878, 1 vol. in-8 di x-227 pagine con 3 tavole cromo-lito- grafiche . hi - L.6 — Lockyer J. Norman. Studî di analisi spettrale. Milano 1879, 1 vol. in-8 di x11-236 pagine con 9 tavole colorate e 51 figure intercalate nel testo. : 5 È ; L.7 —- Wurtz A. La teoria Gioia: Milano 1879, 1 vol. in-8 di vir-318 pag. con una tavola L. 6 — De Rossi M. S. La meteorologia endogena. Tomo primo. Milano 1879, 1 vol. in-8 di xv-290 pa- gine con 8 tavole litografate. L.7— De Rossi M. S. La meteorologia endogena. Tomo secondo ed ultimo. Milano 1882, i vol. in-8 di 1x-447 pag. con 24 incisioni e 5 tavole lito- grafate L.7— Bernstein G. I sensi dell'u uomo. Milano 1879, 1 vol. in-8 di pag. x11-290 con 90 figure inter- calate nel testo L.6 — Morselli E. IZ Suicidio. Saggio di Statistica mo- rale comparata. Opera premiata dal R. Istituto Lombardo. Milano 1879, 1 vol. in-8 di xvi-512 pagine con incisioni e 4 tavole cromolitogra- fiche. a £ s ” L.8— Vignoli T. Mito e scienza. sele. “ig 1879, 1 vol. in-8 di xtn-285 pag. . - .6 — PCTRIO È RE TEIO IA TI Bòhmert V. La partecipazione al profitto. Ricer- che sui salari e profitti con prefazione del Deputato Luigi Luzzatti. Milano 1880, un vol. in-8 «li xxII-472 pag. LL7— Bain A. La scienza dell educazione. Milano 1880, seconla edizione, 1 volume in-8 di xm1-473 pag. ? 5 È 2 7 L.6 — Canestrini G. La ada di Darwin criticamente esposta. Milano 1880, 1 vol. in-8 di x11-350 pag. con molte figure intercalate nel testo L. 7 — Fuchs €. Vulcani e Terremoti. Milano 1881. 1 vol. in-8 di xt1-862 pag. con 36 incisioni inter-- calate nel testo L. 6 — Mategazza P. Fisonomia e mimica. Milano 1883 Seconda edizione. 1 vol. in-8 di x1r-390 pag. con 100 e più disegni originali di Ettore ed Eduardo Ximenes . L.6— Sergi G. Teoria Fisiologica della percezione. In- troduzione allo studio della psicologia. Milano 1881, un volume in-8 di 330 pag. gia, sulla nona edizione inglese ricorretta ed aumentata, con prefazione di Giuseppe Sergi. Milano 1881. 1 vol, in-8 di Lx-570 pag. L. 7 — Ferrini R. e Pogliaghi P. La luminosità elettrica” dei gaz e la materia radiante. Milano 1882, l vol. in-8 di xv-314 pag. con 3 tavole e 55 fi- gure intercalate nel testo L.6 — Cattaneo G. Le Colonie lineari e la morfologia’ deî molluschi Milano 1883, 1 vol. in-8 di xxIv-- 420 pag. con lò incisioni e 2 tavole cromolito-- L.6 — grafiche Young C. A. /2 Sole. Milano 1883, 1 vol. in-8 con molte incisioni intercalate nel testo. L. 6 — Huxley T. H. IZ Gambero. Introduzione allo studio della zoologica. Milano 1883, 1 vol. in-8 con 82 incisioni intercalate nel testo . L.6 — De Candolle A. L’oririne delle piante coltivate. Milano 1883, 1 vol. in-8. L.7 — Buccola 6. La legge del tempo neî fenomeni del pensiero. Saggio di psicologia sperimentale. Milano 1884, 1 vol. in-8 con incisioni e tavole litografiche L.7 — Pogliaghi P. La trasmissione elettrica dell Ener- gia. Milano 1884, 1 vol. in-8. è L.6 — Hartmann R. Le scimmie antropomorfe e la loro organizzazione. Milano 1884, 1 vol. in-8 con molte incisicini LL7— srr—_É—__ _ __—_————_—_—_—tt === —— —_ S. BroGI Direttore responsabile LO. Spencer H. Introduzione alle studio della Sociolo- iaia si tito E TAR Siena, Dicembre 1885. N 12. ANISISISÀ, INSINMINSNNANINININANSASNMSAISNAISNINS NSF MANIN ZAIRE AVERE L BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE, ALLEVATORE, COLTIVATORE PERIODICO MENSILE Abbonamento per tutti i paesi dell’ Unione postale, L. 3 all'anno. —o—————_———_—_-_=2lnx<«al2nanl2——_=—_—— (Ir YWXWwKX}KKKNKIIKIKAKKtS.<«» 10. Aloè » » alti SS » UO. Zenzero » » RI IRR i 3g ZIO Questa polvere non venga data soltanto ai co- lombi che si sono divisi ma bensì a tutti quelli della Colombaia, essendo più efficace come medica- mento preventivo che come curativo. pa a (1) Non è qui il caso dl parlare di esagerazioni scientifiche, perchè richiedendo gli uccelli in?gran numero si vede subito che non trattasi di scopo scientifico. La richiesta dei detti uc- celli viene dall’ estero e supponiamo debbano servire per la moda che da qualchè tempo ne hi aumentato l’ uso. È naturale che questa ricerca non potrebbe essere fatta quando le caccie sono chius:, e dobbiamo anehe fare osservare che per le Ron- dini e Rondoni trattasi di quelli di mare o sieno sferne e non di quelli di terra tanto utili come insettivori. N. d. D. Nell'acqua per bere, mettete «ogni mattina quando la rinnovate, una presa: di Acido Salicilico, ©ppure preparate la soluzione segwante: Acqua un. litro, ovvero: Gramzai 1000; Acido salicilico » di Si lavi con aequa fenicata» o con una soluzione | d’acqua e solfato di ferro, i bastoni, i palchetti dei covi, ed anehe l’impiantito, e non tarderete a vedere sparire questa pur troppo crudele ma- lattia. Il miglior sistema, più. sicuro ed officace, sarebbe ai levare tutti i colombi, lavare come ho detto più alto, bruciare i cestini vecchi, rimpiaz- zandogli con altri nuovi, dare una mano dî bianco ai muri e tener la colombaia vuota un otto o. dieci giorni, rimettervi allora i colombi somministrando ai medesimi è preservativi che ho indieati più alto per un venti giorni o un mese. Firenze Il MatTO Comunicazioni di Sr dî Vienna: Rondine mes-. saggiera. \l libraio Meyer, di Renneburg, aveva. attaccato ad una rondine, che aveva fatto il nido. nella sua casa, un bigliettino con la domanda « ove: la rondine abbia passato l’ inverno. ». Ritornata, questa nel suo primo nido portava pure sotto l'ala un bigliettino con le parole: « In Firenze, casa Castellaria, con moltì saluti » Nature, Giugno: 1885. Zool. Gart. Francoforte M. R. 1885. Il Faggio refrattario al fulmine. Il. principe Rohan, ha osservato, come troviamo nella Presse di Vienna dell’ ottobre scorso, che i caprioli, in tempo di gran temporale, cercano sempre un ri- fugio sotto i faggi, i quali non vengono mai at- taccati dai fulmini. Il principe Rohan desidera sapere se è stata fatta. nessun’ osservazione, anche in altri paesi, poichè sarebbe di grande importanza assicurarsi di que- sto fatto, onde le persone che per caso si trovas- sero in tempo di burasche in qualche foresta o bo- sco, sappiano sotto quali alberi abbiano a cercare sicuro rifugio. Su questo argomento leggesi nella Presse del 23 Ottobre cho anche neila Turingia corre voce che il faggio non venga attaccato dal falmine, ma bensì la quercia ed il pioppo. Lumaca che mangia le uova. Negli scritti (Ot- tobre) della società per la protezione degli animali a Vienna, troviamo una notizia sorprendente, cioè fu osservata una lumaca in mezzo ad un nido di fringuelli, occupata a mangiarne le uova ?! Occor- rerebbe sapere se le uova erano gia rotte o come possa essa aver fatto a romperle. Atterîsmo. Il Prof. Landois fa menzione di uc- celli del tutto senza piume. Esso ‘nomina questo fenomeno Atterismo (Zool. Gart. Francof. Settem- bre 85) i MINER TM 165 NE = Un grosso Siluro fu pescato nel Danubio a Sa- nok in Ungheria; è lungo 2 m., ha 90 cent. di cir- conferenza alla testa, e pesa 60 Chilog. (Giorn. Weinlaube di Klosterneuburg presso Vienna Num. 42.1885) Elephas primigenus. Il Sig. Bolen ha data la notizia (Zool. Garten. Francoforte al M. Agosto 1885) che |’ Elephas primigenius si era nutrito di ra- mi di coniferi, e che anche gli elefanti del giorno d'oggi mangiano con grande appetito i coniferi, quantunque la loro patria sia 'ropicale, ove man- cano dette piante: Esposizione di Pachidermi în Hannover. 11 Dr. Bolan parlando (Zool. Gart. Francoforte Settembre 85) di questa esposizione fa menzione di un grup- po di 25 denti di Elefante dei quali il più gran- de aveva un peso di 137,127 libbre. Un Elefante porta adunque un peso di 275 libbre per 2 soli denti, ed altre 30 a 60 libbre per i denti mascel- lari, dunque l’ enorme peso di 330 libbre per i soli denti. La maggior parte dell’avorio viene dall’ Africa; nei 20 anni dal 1857 al 1876 furono esportati ogni anno, denti del peso 774,000 Chilog. del valore di i2 a 15,000 franchi, e per avere questi denti furono uccisi 51,000 elefanti! Nelle indie vengano messi in lavoro da 90 a 110,00° Chilog. di avorio. L'avorio più fino viene da (Siam. Zool. Gart. Francoforte Settembre 1885.) Vienna Novembre Sr. D. È vero che la vasellina conserva bene le unghie dei cavalli? Pisa LO R. Può essere benissimo che la vasellina abbia | questa proprietà essendo una sostanza grassa, che si ricava dal petrolio, che non irrancidisce ne si guasta tanto facilmente. Sarà forse migliore adoprandola mista con un poca di glicerina. D. Come si possono ottenere scheletri di pic- coli mammiferi, uccelli e pesci, e come di que- sti ultimi si avvelena la pelle? Roma. Novembre Calamani Alfredo. R. Nel primo fascicolo dell’ anno 1882 si dette- . ro già in questo Bollettino, diversi insegnamenti per la preparazione dei piccoli scheletri e riman- diamo perciò il Sig. Calamani a quell’ articolo. Ag- giungeremo solo che Sènèchal conservatore al museo di storia naturale di Parigi aveva trovato un bagno per mezzo del quale otteneva bellissimi scheletri di piccoli vertebrati; ma Sénéchal è morto portando seco il segreto del suo metolo. Il Sig. Vaillant, prof. di erpetologia al detto museo, stà facendo delle prove per rintracciare la composizione di quel bagno e dice di avere ottenuti sodisfacenti resultati. Ecco la ricetta: Im un vaso a larga bocca, si pone del sale ammonia- co o carbonato di ammoniaca in saturazione con l’acqua, chiudendo bene il vaso. Quando l’ acqua ha disciolto tutto quanto poteva assorbire, ciò che avviene dopo circa 24 ore, si pone nel liquido l’ani- male da scheletrire dopo averli tolta la pelle i vi- sceri e la carne principale. Vi si lascia soggior- nare da una a 6 e più settimane secondo la gran- dezza. La carne si leva quindi con facilità per mez- zo di uno spazzolino o di un paio di pinzette. Occore: però che il vaso sia sempre ben chiuso perchè non esali l’ammoniaca e che la soluzione sia fresca. L’ effetto pare sia anche migliore aggiungendo al liquido un poca di potassa caustica. La pelle dei pesci sì avvelena internamente con la solita pomata che si adopra per gli altri ani- mali oppure immergendo la pelle in llquidi arse- nicali o avvelenati con altre sostanze adatte allo scopo. Conservazione delle patate. Ho provato, con infelice successo d’impedire la germogliazione del- le patate, secondo le norme del Prof. Pavesi (N. 9 10 del 1884 di questo Bollettino) Ho seguito con attenzione le indicazioni ed ottenni che par'e delle patate si marcirono, e parte si guastarono da un lato: le intatte e le marcite in parte germoglia- vano come quelle non sottoposte al bagno acidalo; e si noti che dal bagno le estrassi parte al primo giorno, parte al secondo, e parte al terzo: per tutte l’istesso risultato. Se qualcuno potesse dar- mi qualchè spiegazione gliene sarei grato. Palermo N. Santocanale Il tarlo degli ulivi o Mosca olearia (Dacus oleoe.) Quest’ anno, almeno la contrada di Palermo ove sì ha un raccolto di ulive veramente bizzarro, perchè varia dal nulla al poco e al molto da un podere all’altro, si ha la fortuna di non avere il frutto spolpato dal tarlo (daco). Varie sono le opi- nioni dei contadini su questo fortunato fenomeno ed i colti almeno di mia conoscenza, pare che non vi abbiano fissata la lor attenzione. Io credo sia dovuto agli eccessivi calori di questa estate, sof- ferti a varie riprese, ed al caldissimo scirocco dell’ Agosto, che sembra abbia ucciso vari parassiti in ispecie quelli degli agrumi. Or, a proposito del daco, io crederei si potreb- be forse stuliare di comporre qua'chè pasta ole- osa che potrebbe attirare la mosca che produce il daco, prima che le ulive sieno al grado di ospi- tarne i germi, e quindi distruggere così i germi. Crede la S.V. questa idea da annunziarla nel suo bollettino, all'oggetto di suggerirne lo studio a chi si occupa della materia ? Palermo N. Santccanale. 166 Catture ornitologiche. Il 17 corrente acquistai mel Mercato di Bologna un Colymdus septemtrio- nalis femmina in abito di transizlone a quello del- l'adulto che per altro è ben lungi dail’ essere com - pleto, ed un maschio del Corvus corone, ambedue uccisi in questi dintorai. Bologna 2) Novembre A. Fiori Provvedimenti per combattere la Peronospora della vite: 1. Potare quest'anno il vigneto più a corto del solito - 2. Seppellire fra una fila e l'al- tra delle viti i sarmenti tagliati - 3. Strappare dai ceppi la corteccia vecchia e logora e-lavarli «con una soluzione concentrata di solfato di ferro - 4. Zappare il terreno del vigneto più profonda- mente dell” ordinarie»- 5. Rovesciare il prato man- tenuto nell'inverno - 6. Scalzare il ceppo della vite in estate se l annata corre. umida - 7. Per le ordinarie solforazioni, sostituire allo zolfo un miscuglio di cenere e di calee in polvere, a parti eguali - 8: Impolverare tutta la vite con tale miscuglio. nelle ore vespertine - ‘9. Zappare il ter- reno del vigneto anche durante l’ estate - 10. Da Giugno ìn poi impolverare tutta la vite con la sola polvere di calce, operazione che deve essere eseguita nelle ore della sera e ripetuta due volte. al mese fino all’epoca della vendemmia. Portici Ottobre 1385 Prof. 0. Comes. L'uovo di gallina e le sue fasi di tra- sformazione fino all’ uscita del pul- cino. (1) Le uova degli uccelli sono coinvolti esternamen- te da una sostanza formata di Carbonato e Fo- sfato di calce e che si chiama guscio, in cui sono numerosissimi pori pei quali l’aria penetra nell’ in- terno. Aderente al guscio trovasi una membrana bianca detta membrana dell’ albume (Fig. 1) la quale racchiude il bianco dell’ uovo o chiara 0 meglio albume (Fig. 1 d. d.) che è diviso in due strati uno esterno più fluido e più trasparente dell’ altro che sta all’interno. Il centro dell’ uovo è occupato dal tuorlo, involto anch’ esso in una membrana chia- mata borsa o membrana del iuorlo (Fig. 1) la quale va attortigliandosi entro l'albume e forma le così- dette calaze (Fig. 1 b. b.). La membrana del tuorlo ha nella sua superficie una macchia bianca lattea che è il tuorlo di evoluzione © cicatricola o meglio disco proligeno. Nel centro del tuorlo avvi la ve- sciola germinativa (Fig. 1 a) e nella estremità più larga dell’ uovo è uno spazio pieno d'aria che si chiama follicolo dell’ aria. (Fig. 1 ©). Questo per l'uovo avanti l’ incubazione. Durante poi l’incubazione il piccolo embrione che stà nel centro, progredisce formandosi una specie di rete sanguigna, e nutrendosi a spese del tuorlo e dell’ albumina, fino a completo sviluppo. Le diverse fasi per le quali passa l'uovo per giun- gere fino alla nascita del pulcino sono rappresentate nelle seguenti figure : HS ij VIMAAZ 1 PIRATE SAI e e” pe - LA —_ _ _________________________________- PI 1. Uovo semplicemente fecondato. - 2. Dopo 3 i giorni di covatura - 3. Al 6° giorno di covatura - 4. | Aspetto del medesimo uovo veduto dall'esterno per mezzo della camera di esplorazione - 5. Aspetto | interno nel 12° giorno - 6. Il medesimo uovo veduto dall'esterno come sopra - 7. Embrione al 18° giorno - 8. Pulcino al 20° giorno - g. Prima incrinatura che fa il pulcino nell'uovo - 10. Primo passo del pulcino fuori dell’ uovo - 11. Becco del pulcino atto a rome pere il guscio. Giacchè siamo nell’ argomento, diremo pure come sia facile accertarsi se un’ uovo è o no fecon- dato, circostanza essenzialissima per gli allevatori. Basta porre l'uovo in un raggio di sole che at- traversi lo spiraglio di una porta o di una finestra, tenendo l’ uovo stesso con la mano destra per la punta più acuminata, mentre la mano sinistra ri- mane stesa al disopra dell’ uovo. Osservando bene attraverso lo spessore dell'uovo, se la massa si pre- senta trasparente vuol dire che non è fecondato (Fig. A); se la massa è tutta opaca, l'embrione è morto; se si scorge un punto nero, che se è bene sviluppato rassomiglia ad un ragno, (Fig. B) l’ uovo è fecondato e l’ embrione è vivo. (Fig. A) (Fig. B) A facilitare queste ossesvazioni si trovano in | commercio certe piccole macchinette dette spera uova; rappresentiamo nella (Fig. C) quella del Voitellier che è molto usata. L'uovo si pone nel- T apposito scodellino e si traguarda alla luce di una lampada, imprimendoli un leggero movimento ro- tatorio finchè sia ben distinto Il tuorlo. (Fig. C) (1) Le figure intercalate in questo articolo ci sono state fa- vorite dall’ egregio Sig. Alberto Gemignoni collaboratore del- I ottimo giornale La Villa e la Fattoria, e che sta ora pub- blicando un’ interessante manuale di Pollicoltura pratica. ———_—_— Ò=">—->—=-=——r NOTERELLE STORICHE Cenni storici sul pomo di terra. Gli Spagnuoli furono i primi che sino dal decimo quinto secolo fecero coltivare i pomi di terra nel Perù, e nei dintorni di Quito, ove questo tubero vi è conosciuto sotto il nome di papas. Cresce presentemente spotaneo nelle Cordiliere. Ptawkins lo portò dall’ America in Inghilterra nei 1563; fù poi introdoito in Irlanda nel 1586, ed in Olanda e nei Paesi Bassi nel 1570 da Carlo de l’ Eclus, medico d’ Arras. Si sdegna la cultura di questa pianta e vi rimane trascurata in quei paesi sino al 1620. I Certosini costretti da politici avvenimenti ad abbandonare l'Irlanda, essendosi rifugiati nella Fiandra, ne fecero un po'rivivere la cultura sulla fine del 17.° secolo, Gasparo Bauhin, dotto botanico Svizzero diede nel 1595 la prima descrizione di questa pianta nell’ opera in- titolata Phytopinax ossia nomenclatura delle pian- te descritte dai botanici. In Alsazia il pomo di ter- ra eravi coltivato prima del 1643. Fu poco cono- sciuto in Francia sino al 1775, ove l’introdusse Parmentier. Nel 1757 si potè appena ritrovare in Parigi tanti tuberi da poterne fare una pian= tagione in un campo di mediocre estensione, de- stinato a fare esperimenti sulla sua cultura, da cui risultò che un arpente di terreno, che produce ordinariamente 12 quintali di frumento, può pro- durre 200 quintali di pomi di terra. Nel 1795 si fecero esperienze in Francia per farne del pane; dieci libbre di pomi, e sette di farina di frumento produssero circa 15 libbre di pane. La coltivazione del pomo di terra si propagò rapidamente in Europa. Tutte le Società d’ Agri- coltura la incoraggiarono sal finire del 18,° secolo. In Inghilterra ed in Germania se ne fecero prove d'ogni manieri. Si tentò di farne l aquavite, l'ami- do, la carta, il nitro, e persino il sapone. Nel- l'economia domestica si presta ad essere condito in ceuto maniere. Nel 1817 si fecero in Inghilter- ra osservazioni sulla sua coltura nelle cantine, piantandolo alla fine del settembre, e tali espe- irienze vennero riprese con successo in Germania. Prof. P. MASEATI. poi PISA TL L’ACIDO SALICILICO e le sue applicazioni nei vari bisogni della vita domestica. (Continuazione) L’acido salicilico nella cura delle malattie degli animali. (1) IV. — MALATTIE DEI CANI. I. Reumatismo acuto dei cani. Contro questa malattia nel cane è stato adoperato in due casi da Munckat, veterinario tedesco, con questa for- mola: acido salicilico grammi 5; spirito di rru- mento grammi 15; acqua distillata grammi 45. Ogni due ore si dava mezzo cucchiaio fino ad un cucchiaio da tavola. In un caso il successo fu immediato. L'animale, che in principio della cura non poteva riposare a causa dei dolori, guarì com- pletamente in 3 giorni. Il secondo cane guarì in 8 giorni, dopo di aver preso due volte il medi- camento. 2. Catarro dell’ orecchio ‘0 formichella. dei cani. Una malattia molto comune e molesta dei cani è la così detta formica o formichella inter- na dell’ orecchio (otorrea, o catarro auricolare cro- nico). Il veterinario tedesco Bréuer è rimasto mol- to soddisfatto dell’ applicazione dell’acido sal cilico nella cura di siffatta malattia. Egli l’adoperò sciolto nell’etere e lo portò in contatto delle par- ti malate mercè il polverizzatore. Il cattivo odo - re del secreto nel condotto uditivo cessò, e la guarigione si ebbe in 5 casi. La formola adope- rata fu questa: acido salicilico puro centigrammi 50; etere solforico grammi 5; e serviva per cia- seun condotto uditivo. Ogni 3 giorni il rimedio si ripeteva’ ed in tutto fu adoperato da 3 a 4 volte. (1) Siccome per ottenere buoni resultati, è necessario far uso d’Acido salicilico e di salicilato di soda puri, che non sempre si trovano in commercio, così per comodo dei nostri abbonati ne abbiamo fatta venire una certa quantità diret- tamente dalla fabbrica del Dott. F. Heyden e possiamo ce- derli a 26 lire il chilogrammo, edin scatolette di gram. 20 L. 1,00 di gr. 50 L. 2,00; di gr. 100 L. 3,50 franchi di porto in tutto il regno: desiderandoli raccomandati spedire 30 centesimi in più. Nella cura della stessa malattia il Prof. Walley (inglese) si è servito con vantaggio dell’acido sa- licilico in lozioni (1 p. su 12) ed in unguento (1 p_ o 1]? su8 p. con un po’ di glicerina). Egli di- ce che nelle ferite con odore fetido gli effetti del- l'acido salicilico sono superiori a quelli dell’ acido fenico e del creosoto. 3. Malattie della pelle dei cani. In varie di queste malattie accompagnate da prurito, ma spe- cialmente nella rogna, riesce assai efficace l’ un- guento salicilato, composto di 5 parti di acido salicilico e 100 parti di sugna o di vaselina. L’ un- zione e frizione della pelle dev? essere fatta due volte al giorno. dnsegnamenti pratici FNIFXGINIYN Pregi e difetti delle viti americane. Si legge- nella Rzvista di Enologia di Conegliano: A Cerva- rese S. Croce in quel di Padova, il conte Ales- sandro Nani-Mocenigo, un appassionato ed intel- ligente agricoltore, ha esteso su abbastanza larga scala la coltura lelle veti americane. La preferen- za però il signor conte Mocen.go la dà in modo assoluto ai porta innesti (1), non avendo ottenuto cheresultati assolutamente negativi per le viti ame- ricane a produzione diretta. Ed infatti alla poca sicurezza nella allegazione del frutto, al poco prodotto ed anche poco apprezzato, uniscono una minima resistenza vlla peronospora. Il Jacquez, lo Herbdèmont ed il Norton's Virginia hanno per- dute le loro foglie quanto le viti locali, ed il sig. conte Mocenigo ne tiene un piccolo numero di ceppi appunto per dimostrare la inutilità della loro coltura. Anche 1° Jorck's Madeira è attaccato dalla peronospora. Ottimi risultati in riguardo all'aumento della produzione il conte Mocenigo ebbe dall'innesto di viti europee su ceppi ameri- cani; la loro resistenza alla peronospora però è identica a quella del vitigno su franco piede, mal- grado che nei primi esperimenti si avesse ottenuta una qualche resistenza. L'’innesto che meglio ri- esce è quello fatto sul posto, su viti di due anni: quelli fatti sulla barbatella fuori di posto non die- dero che meschini risaltati, Liquido per la conservazione d’ animali e di preparati anatomici. Il Signor maggiore Annibale Caggiati, tassidermista dilettante, già volontario presso il Gabinetto di Storia Naturale della R. (1) Cioè piante americane sulle quali sono innestate le qua- lità nostrali. ì È peg: nr Università di Parma, avrebbe scoperto un liquido il quale al pregio non indifferente di costare po- chissimo, unisce l’altro di mantenersi limpido e di conservare il colore e la plasticità agli animali ed ai preparati anatomici posti nel medesimo. i opo ben © anni d’ esperimento nel nominato Gabinetto, vale la pena di renderlo nato al publi= co, affinchè altri ne faccia. pure e continui la prova. Eccone la ricetta ed il modo di procedere co- gli oggetti da conservarsi. Creosoto puro . grammi 12. Solfato d' Allumina e Potassa » 5. Nitrato di potassa . . .centigrammi 30. Acqua distillata . litri 1. Si mette l’allume ed il nitrato in una bottiglia a tappo smerigliato, vi si versa un quinto di litro d’acqua distillata, e si agita il tutto, finchè |’ al- lume ed il nitrato vi si siano sciolti. Indi vi si aggiunge il creosoto, si tura la bottiglia e la si agita di nuovo in modo che il creosoto, s’incor- pori bene all’ acqua. Poi, a poco a poco, ed agitan- do sempre, si versa nella bottiglia quattro quinti di litro d’acqua distillata. Infine, per feltro di carta entro imbuto di vetro, si passa il liquido in altra bottiglia. Prima di mettere nel liquido i rettili ed i pe- sci, devono essere ben lavati con acqua di potassa indi sciacquati con acqua distillata. Non occorre, ma per un di più, si aggiunge che il liquido cogli oggetti da conservarsi nel me- desimo, devono essere posti in vaso a tappo sme- rigliato o chiusi con dischi di vetro, che si fanno aderire ai vasi colla pomata di cera, trenientina e sevo. Parma AEnS, Conservazione delle castagne. Secondo il Sig. Mayn® si possono conservare le castagne per 6 e più mesi, mettendole in un vaso con terra sab- biosa secca, e chiudendo quindi il vaso. NOTE BIBLIOGRAFICHE RECENTI PUBBLICAZIONI DONI-CAMBI L’ Amministrazione del Bollettino s’ incarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle altre, quando sia possibile, se ne permette gratuitamente la lettura. Catalogo della Raccolta ornitologica Arrigoni degli Oddi in Da Oddo (Presso Monselice-Padova) Il pregiatissimo Sig. Conte Ettore Arrigoni degli 169 Oddi ci ha favorito questo catalogo da lui stesso compilato e nel quale sono notati gli Uccelli Ita- liani che si trovano nelle belle collezivue degli Ar- rigoni degli Oddi. Non è un semplice clenco ma uncatilogo elaborato e reso sempre più interes- santa per tutte le notizie ed illustrazioni che vi sono intorno agli esemplari notativi. Vi si trovano descritte ben novanta aberrazioni di colorito e di- verse anomalie teratologiche. L’egregio autore promette di pubblicare anche | l'elenco degli Uccelli esotici, della ricca collezione cui da vari anni attende suo Padre. Sopra un cranio d’ Orso trovato nella Caver- na detta il Buco di S. Donà in distretto di For- zaso per E. De Toni. Tempo addietro il Dott. Frattini ed il Prof. Taramelli trovarono in detta grotta dei denti di Ursus spelaeus, ed ai vrimi dello scorso aprile il Maestro Paolo Maccagnan vi rinvenne a circa 80 metri dall’ingresso e ad un metro e mezzo di profondità, un’intiero teschio d’orso insieme a denti separati. È di detto teschio che l’ egregio Prof, De Toni parla in questa me- moria gentilmente favoritaci. Tali resti preistoici si conservano ora nel Nivico museo di Belluno. Saggio di un catalogo dei Lepidotteri d’ Ita- lia compilato dall’ Ing. Antonio Curò. L’ egregio autore ci ha favorita la prima parte di questo suo interessante catalogo, e comprende i Rhapolocera e gli Heterocera (Sphinges, Bombyces) Avifauna cremonese per Udoardo Ferragni. È ana interessante pubblicazione che sarà certo be- ne accetta non solo dagli ornitologi ma anche dai dilettanti e dai cacciatori. Contiene la descri- zione e molti interessanti notizie di ben 232 specie di uccelli, oltre parecchi qualri e paragrafi illustra- tivi dell’opera o relativi all’ Ornitologia. È un bel volume di 260 pagine con diverse figure e costa L. 5.00. L’ abbiamo molto gradito e ne ringraziamo l’egregio autore, appassionato collettore ornitolo- gico e valente cacciatore. Guida alla Bacteriologia per Adriano Gardini. E questo un’altro interessante volume favoritoci dall’ egregio Sig. Dott. Garbini autore del Manuale per la tecnica moderna del microscopio favorevol- mente accolto dagli studiosi (1) La Guida alla Bacterrologia è divisa nei se- guenti capitoli: Utensili e reagenti; Tecnica del microscopio nella bacteriologia; coltura degli schi- zomiceti. Ricerche speciali; schizomiceti. (1) Si può acquistare presso l'Agenzia di questo Bollettino al prezzo di L. 4.00. (Raccomandato 4,50). Tratta i seguenti capitoli: Utensili e reagenti; Manipolazione; Preparazioni. Ar- redo di una tavola da microscopista. E illustrato con 5o figure. 170 La natura dei microbi e Ia loro azione sulla vita animale sono divenuti uno studio essenzia- lissimo, destinato a dare nuovo indirizzo alla me- dicina ed all'igiene, che si trovano innanzi ad un nuovo infinito campo di osservazione. Le teorie parassitarie contrastate ancora da molti, vanno acquistando sempre più favore, e la Bacteriologia è divenuta uno dei rami più importanti della pa- tologia generale. Però mancava un libro nel quale fossero riuniti gli insegnamenti più necessari per i giovani che si dedicano a tale studio, ed il Dott. Garbini ha felicemeute riempito questo vuoto. Il volume è adorno di molte figure e costa L, 3.50, (Raccomandato L. 4,00) INVENZIONI E SCOPERTE Nuovo reattivo per i saggi dei metalli al cannello. 1 Sigg. Wheeler e Ludeking propongono di sostituire al carbone che si adopra comunemente, dei dischi di gesso di Parigi bagnati nella tintura di Jodio. Si scalda con la fiamma bleu, gli io- duri volatilizzati si depongono sulla parte fredda del cisco ed i metalli si distinguono dai differenti colori dei loro ioduri, che però sono passeggieri. L’ Arsenico dà un doposito rosso-arancio. Il Piombo » giallo di crema. Lo Stagno » arancio cupo. L’ Argento » giallo grigio a freddo e gial- lo pallido a caldo. L’ Antimonio » Il Mercurio » mente allo scarlatto. Il Selenio » bruno rossastro. Il Bismuto è» brunocioccolatacon una au- reola rossa nel centro; ai vapori ammoniacali la massa scura diviene rossa. Il Cobalto » verde scuro con bordo ver- de; il verde scuro diviene verde chiaro soffian- rosso arancione. giallo che passa sollecita- doci sopra. IL Molibdeno » b'eu. Il Rame » bianco. Il Cadmio » biancoche diviene giallo do- rato se si espone ai vapori di solfuro ammonico. Lo zingo » bianco che sparisce rapida- mente. Semina del frumento innestato nel granturco. Il Sig. Felice Galbiati di Milano ha inventata una macchinetta con la quale introduce un seme di frumento in uno di granturco e semina questo in linee grano per grano. Pare che il grano turco serva a dare molta vigoria al frumento nutrendolo nella nascita, poichè da esperimenti pratici fatti nella Villa Sarino pres- so Monticello, si ebbero questi importanti resul- tati che leggiamo nel Bollettino del Comizio agrario di Monza. Il rendito di una pertica di terreno che corri- sponde a 654 metri è stato: Coltivazione con il grano innestato nel gran- turco. Rendita lorda L. 86,45 Spese di semi, tempo occupato nella . innestatura, ammortimento del costo della macchinetta tempo occupato per la semina in righe ecc. L. 27,80 Rendita netta L. 58,65 Coltivazione con il sistema ordinario Rendita lorda Spese 27,60 12,70 Rendita netta L. 14,90 Differenza in favore della semina con il nuovo sistema L. 43,75. Se fosse possibile attivare questo sistema su larga scala, l’ agricoltura ne risentirebbe certo im- menso vantaggio. Nuovo genere di cartucce da fucili. Il Sig. Boca di Parigi ha immaginata una cartuccia in celluloide, che mentre conserva benissimo la pol- vere, esce dall’arma e si fonde completamente al momento dello sparo. Carta di sulla. Il perito agrario Sig. Robustino Livini che da molto tempo si occupa con grande attività della coltivazione della Sulla (Hedysarum coronarium) nelle crete senesi e che ne ha otte- nuti buonissimi resultati; trovando che questa pian- ta come foraggiera aveva qualche difetto, si è dato ad utilizzarne lo stelo dopo completa maturazione, ossia dopo averne raccolto il seme dal quale ri- cava un buon utile diffondendolo per le provin- cie italiane. Abbiamo veduta della carta fabbricata con gli steli di detta pianta, e sebbene difetti ancora per raffinatura, tuttavia le prime prove eseguite dal rinominato Sig. R. Livini, in unione a suo fratel- lo Sig. Giuseppe nella di lui cartiera in Colle d'Elsa, sono riuscite r olto sodisfacenti, essendosi ottenuta una carta assai consistente e adatta anche per scrittura. Nuovo pianeta. Il 4 ottobre fu scoperto un nuovo Pianeta dall’ astromo Palisa dell’osservatorio di Vienna. È il 251° e trovasi nella costellazione della Balena Arsenico nativo nella Valtellina. Gli egregi chimici Prof. D. Bizzarri e G. Campani hanno isa pubblicato nella Gazzetta chimica, uno studio sul detto arsenico, studio compiuto nel laboratorio di chimica generale della R. Unlversità di Siena. È questo il primo giacimento di arsenico segnalato in Italia e trovasi nei monti detti Corna dei Dar- den vicino al Passo del Gatto nella Valtellina. Scoperta di cave di nitro in Russia. Assicu- rasi che nella provinela di là dal mar Caspio, sulle rive di Otrek e nei dintorni di Soukhoum sì sono scoperti ricchi strati di nitro. L’ euc.ilipto contro le incrostazioni delle cal- daie. L'ing. Dovoe assicura che la decozione di Eucalipto serve mirabilmente come discrostante delle caldaia. Egli consiglia di tagliare i rami in piccoll pezzi e farne, al fuoco, una decozione che si mescola all’ acqua nelle caldaie. Nuova sgranatrice a mano per il granoturco. Abbiamo sentiti fare molti elogi Ai detta macchina inventata e fabbricata dal fabbro ferraio Sig. Ghiro Bartolo di Albano. Dicesi che corrisponde pienamente allo scopo, non è facile a guastarsi, costa L. 230 e con 3 uomini si ottiene un prodot- to di 4 ettolitri di granoturco all’ ora. Il favo mobile invenzione italiana. Con arti- coli pubblicati dai Sigg. Rignon e Don Diego nel periodico L’ apicoltura razionale risorta in Italia si rivendica all’Italia l'onore di avere inventato il favo mobile per l'allevamento delle api, e l'in- ventore sarebbe il canonico Baloira di Frivoli la cui arnia trovasi descritta e figurata nel Calen- dario Georgico della R. Società agraria di Torino pubblicato nel 1794. NOTIZIARIO Si rammenta agli associati che l’ abbonamento non disdetto entro il decembre si ritiene come con- | fermato per l’anno futuro e li preghiamo tener presen- te quanto dicemmo in proposito nell’ ultimo fascicolo. Con lo scorso fascicolo inviammo un piccolo avviso nel quale rammentavamo a tutti gli abbonati che sono arretrati al pagamento, quanto era il loro dare a questa amministrazione. Molti ci hanno in- viato il saldo e preghiamo gli altri ad avere la com- piacenza di porsi in regola al più presto possibile. Ai vecchi e nuovi associati che pagheranno l’abbonamento per il 1886 entro l’anno corrente daremo uno dei seguenti premi a loro selta. 1.° Un elegante calendario per il 1886. 2.9 Una bella oleografia in colori o sacra o pro- fana seria od umorisrica. 3.° 10 oleografie piccole in colori o sacre o . profane. 171 4° 5 specie di semi di fiori (1). 5.0 5 specie di conchiglie viventi o fossili (1). 6.0 5 specie di minerali o roccie (1), 7.0 2 inserzioni gratuite di 4 linee, nella ru- brica Indirizzi utili agli abbonati. 8.0 I fascicoli pubblicati nella corrente annata del Bollettino per sole L. 2,00, e quelli delle an- nate 1883 e 84 per L. 1,50 ciascuna. Tutti coloro che desiderano esonerarsi dal pa- gare l’ abbonamento di un’annata, non hanno che a procurarci 3 nuovi abbonati. Ogni due nuovi abbonati, danno diritto ad un terzo nuovo abbonamento gratis. Rammentiamo che tutte le richieste ed offerte di cambi, tutte le domande per schiarimenti, infor- mazioni, consigli, questioni da risolvere e le relative risposte, si pubblicano gratuitamente agli associati che hanno pagato l abbonameto. Attesa la pubblicazione dell’ indice che ci ha occupata buona parte di questo fascicolo, abbiamo dovuto ritardare la pubblicazione di un’ articolo Sulle cause determinanti il fenomeno dei terremoti; di un’ altro: La caccia degli uccelli insettivori; di un’ altro I bachi da seta nell’ Assam; la continuazione del Catalogo degli uccelli con il colore dei loro occhi e della Descrizione delle diverse razze di colombi, nonchè la rivista di diverse altre opere ricevute in dono. Ne domandiamo scusa agli egregi autori. Stelle cadenti o filanti. Diversi egregi abbo- nati ci hanno inviate notizie sulla straordinaria e continua pioggia di stelle cadenti veduta la sera del 27 novembre dalle ore 6 fino a circa le 11 pom. Avendone già parlato i giornali quotidiani cì aste- niamo da pubblicare queste relazioni le quali in so- stanza dicono che l’effetto fù sorprendente, che ta- lune lasciavano dietro di se una lunga sdriscia di fuoco, altre mandavano un bel chiarore bianco ce- ruleo ecc. | Questa pioggia luminosa che si suol vedere nel novembre è dovuta a piccoli frantumi della cometa Biela. Il latte di calce e la peronospora. I nostri lettor si saranno forse meravigliati che il Bollettino non siasi per nulla occupato degli splendidi resultati ottenuti dai fratelli Bellussi di Tezze di Conegliano combattendo la Peronospora della vite con il lat- te o idrato di calce. La ragione si è che noi an- nettiamo molta importanza agli esperimenti dei Sigg. Bellussi come tutti ve l'hanno riconosciuta, cominciando dal Ministero di agricoltura, ed è per (1) Indicare le specie già ricevute in premio onde se ne possano inviare delle differenti, e desiderando le roccie che sono pesanti inviare L. 0;50 per la spedizione. } | i! ì | pro sN ciò che abbiamo pregato uno dei prelodati fratel- li, il Sig. Prof. Pietro a. seriverci una relazione con gli ammaestramenti necessari a chè anche i nostri abbonati possono nel prossimo anno porre în pratica ques .0 rimedio che sembra destinato a li- berarci dalla più terribile delle malattie della vite, dalla peronospora. L' articolo favoritoci dal Prof. Bellussì sarà pubblicato in uno dei più prossimi fascicoli. Concorso a premi per. polverizzatori, contro la peronospora ecc. Dal nostro ministero di agri- coltura è stato bandito un concorso internazionale per trombe e strumenti d’inaffiamento, irrorazione e di polverizzamento, stabilendo un primo premio di L. 500 e Medaglia d'oro; 3 di L. 150 e. me- daglia d’ argento e 5 medaglie di bronzo. Inoltre acquisterà per L. 1000 di strumenti premiati. Le domande di ammissione devono indirizzarsi alla direzione della regia scuola di viticoltura ed eno- logia di Conegliano non più tar.i del 22 febbraio 1886 e le macchine dovranno essere presentate alla scuola suddetta per il 1.° marzo. Esposizioni. ]l 4 marzo del prossimo anno si aprirà in Edimburgo una esposizione dell’ indu- stria internazionale che sarà la prima.tenutasi in Scozia. Comprende fra Je altre classi: Minerali, miniere, metallurgia, chimica, farmacia, alimenta- zione; sostanze animali e vegetali tanto naturali che lavorate; apparecchi scientifici; articoli per la educazione; quasi tutte le industrie e le belle arti. A Roma si terrà nel prossimo carnevale la solita esposizione-fiera vinicola. Pure a Roma avrà luogo nella prossima pri- mavera una esposizione internazionale di apparec- chi telefonici. Indirizzi utili per gli Abbonati Costo dell’ inserzione L. 1,00 per ogni ‘avviso di non più che 4 versi. (Gli abbonamenti ai giornali sotto notati si ricevono auche presso l’agenzia di questo Bollettino). (Seguito ai già pubblicati) ini Albani con sede in Pesaro e Mi- Miniere sulfuree lano. Zolfo sublimato acido racco- mandato specialmente come preservativo dalla Peronospora seconco gli studi e e del Dott. ea > i cellulare doppio controllo. Razza bianca e Seme bachi gialla del ELAIALO stabilimento bacolo- gico senese dei S gg. Cav. Girolamo Giovannelli e figli. il Pro resso Rivista quindicinale illustrata delle nuove g 3 invenzioni e scoperte, Elenco dei Brevetti d’ invenzione e Formulario moderno = Abbon. L. 8 all’ anno. i 3 Featherston Buildings Lon- General import Co. don. Compra Rettili, Anfibi e Pesci vivi e Piante acquaticbe. L’ Elve ur Iournal illustré de Zootechnie, Bhasse Acclima- tation e Medecine comparee des animaux utiles. Redateur en cheft. Chev. P. Megnin. Rue de 1’ hotel de Ville” 19 a Vincennes (Paris). Abb. ts li. A x H î iornale tecnico commerciale Il Bacologo italiano di bachicoltura ed industrie affine, diretto dal Prof. V. Sinî. Si pubblica in Casale Mon- ferrato tutte le domeniche e costa L. 8 all’anno. Amministrazione in Torino Via Principe Tommaso N. 5. dndice delle Materie trattate nell’ Anno 1885 ———LAFRIAIII__ Agricoltura: Vite tuberosa della Cocincina, pagina 4 — Utilità del solfato di ferro come concime, 12 — Nuova macchina che semina e concima, 14 — Nuova scuola agraria, 15 — Sotto la neve pane, 20 — Nuovi antifilosserici; 29 — Gelso Cattaneo, 29 — Contro le malattie delle patate, 29 — Inne- statore da viti, 30 — Società di esportazione agricola, 31 — Museo e conferenze agrarie, 31 — Per liberarsi dalle orobanche o succiameli, 37 — Contro i danni delle brine alle viti, 43 — Nuovo me- todo per ringiovanire i ceppi delle viti, 44 — Concimi a prodotto, 47 — Enorme zucca, 47 — Nuove varietà di frumento, 53 — Coltura del Tobinambour, 53 — Utilità della limatura e solfato di ferro nella coltivazione delle piante, 60 — La peronospora della vite, 60 — Per aumentare la fa- coltà germinatrice dei semi, 76 — I polli e gli insetti, 76 — Polvere contro l'oidium, 76 — Impor- tanza delle orine in agricoltura, 77 — Nuovo filtro da vino, 78 — Sostegni per le viti, 91 — In- nesto di castagni sulla quercia, 92 — Macchinetta per togliere dalle piante dì viti i cartoni o sigari formati dal puntarolo della vite, 94 — Aratrino voltaorecchio per i vigneri, 94 — Per liberare le piante dagli insetti parassiti, 99 — Come ottenere un prodotto annuale dall’ olivo, 109 — Concìma- zione degli alberi da frutto, 109 — Conservazione dei foraggi verdi, 109 — Lo zolfo e le malattie delle viti, 125 — Concime per gli alberi fruttiferi, 126 — Zappa estirpatrice Candeo, 127 — Scelta delle uve migliori per vino, 140 — Vino di uve danneggiate dalla Peronospora, 141 — Nuovo sar- chiatore, 142 — Le viti americane in Francia, 157 — I danni della fillossera, 158 — Nuova malat- tia della vite, 158 -- Il tarlo degli olivi, 165 -- Provvedimenti per combattere la Peronospora, 166 -- Pregi e difetti delle viti americane, 168 -- Semina del frumento innestato nel granoturco, 171 -- Nuova sgranatrice a mano per il granturco, 170 -- Il latte di calce e la Peronospora 171. } Acido salicilico e le sue applicazioni nei vari bisogni della vita domestica, pag. 38, 39, 57, 58, 90, 91 — L'acido salicilico nella cura delle malattie degli animali, 91, 103, 104, 123, 124, 155; 168. i 1173 —_————————Frcer c _cro "r"=eAOA ( (w w((;(((*!t(£|£r-;-s;-;y=-s--s-*:-xf:rrrrferf/{ TTT Alpinismo: La grotta di Trebiciano e la società degli alpinisti triestini, pagina 3 — Club alpino, 63 -- Masso Bartolomeo Gastaldi, 15 — Congresso alpino internazionale e degli alpinisti italian, 79 — Nuovi rifugi alpini, 143. I 1 1 Amphibia (Am/î04): Note sur une forme nouvelle de Rainette pour la faune Francaise, pagina 13 — Spelerpes fuscus in piemonte, 13 -- Rana platyrrhinus e R. ogyrrhinus, 69. Apicoltura: Che fare quando si vuole avere miele anzichè sciami, pagina 12 — Per fare accet- tare una nuova regina, 12 — Giubileo d’oro di Dzierzon, 83 — Api fossili, 84 --- Durata della vita delle Regine e delle operaie, 131 — Ape decapitata, 131 — Per le punture, 141 -- ll favo mobile invenzione italiana, 171. Astronomia: La temperatura del Sole, pagina, 146 — Il prezzo dei più grandi telescopi del mon- do 157 -- Nuovo pianeta, 171. Bachicoltura: Atti del primo Congresso nazionale di Bacologia e sericoltura, pagina 4 — Gelso Cattaneo, 29 — Macinino meccanico per i confezionatori di seme, 30 — Raccolta dei bozzoli nel 1884, 31 — Allevamento dei bachi sul gelso, 46 — Seme Broussa, 46 — Insegnamento di Bacologia, 46 — Cencorso fra i produttori di seme, 46 — Il Calcinio, 52 — Nuova cella per la selezione del seme, 62 — Nuovo meccanismo con il quale si ottiene il filo di seta lavorato, direttamente dalla baccinel- la, 94 — Sulla concomitanza della Botritys Bassiana (Calcino) col Micrococcus prodigiosus 101, 119 — Nuovo bozzolo da seta lungo mezzo metro, 153 — Premi agli osservatori Bacologici, 158 — Se- condo congresso nazionale di bacologia e sericoltura 158. Botanica: Vitis species Soudan, pagina 4 — Piante carnivore, 4, 148 — Naturalizzazione della Boltonia glastifolia, 5 — Azollta caroliniana 5 — Le Sarracenie, 10 — Phanérogames, mousses, hepatiques, lichens, algues, Champignons, grains, groines, noyaux, 11 — Botanique, agricole, 11, 12 — Botanique sylvicole, 12 — Coltivazione delle piante bulbose negli appartamenti, 12 — Piante velenose dell’ Austria inferiore, 12 — Alcuni fenomeni delle piante, 13 — Fungo colossale, 15 — L’ Albero del latte o della vacca, 15 — Camaerops excelsa, Boltonia glastifolia, 21 — Cera vegetale e piante che la producono, 27 — Rhus succidanea Lin. 28 — Myrica cerifera Lin. 28 — Cofernica cerifera, 28 — Ceresina, 28 — Cera di cocco, 28 — Il luppolo (Humulus 2upulus L.), 29 — Eucalipti, 36, 87 — Botanique ampelografique, 37 — Maladies des végétaux, 38 — Microvegetazione nei bigletti di banca, 51 — Miosotidium nobile, 53 — Piante del parco di Fiumè, 53 — Anthurium Varoqueanum, 53 — Halianthus tuberosus, 53 — Piante contro la malaria, 67 — Agave Wiesenburgensis, 67 — Catteleja labiata, 67 — Come ottenere la figura delle piante, 68 — La vegetazione intertropicale, 73 — Inzengaea asterosperma, 85 — Nuovo albero del cotone, 93 — Mahonia aquifolium, 99 — Deyeuxia elegans, 99 — Naegelîia achimenoides, 99 — Acclimatazione e Naturalizzazione, 115 — Dell’ esalazione stercoracea dei fiori della KX/eznia articulata, 120 — Sulla durata delle piante in ge- nere e di alcune solonacee in specie, 121 — 1 più grandi eucalipti dell’ australia, 125 — Pianta da ornamento, 132 — Nuovo albero della guttaperca, 142 — Selaginella rediviva, 147 — Nuova specie di legname, 148. Caccia: Osservazioni di C. Borromeo, pagina 13 -- Le allodole; fatto anormale, 19 -- Animali ue- cisi dall’ imperatore d’ Austria dal 1848 al 1884, 47 -- La Caccia, 58, 59 -- Polvere caccao, 62 -- Po- vere quaglie, 79 -- Traumatologia forense con armi da fuoco, 102-- Peri cacciatori 107 -- Note ci- negetiche 110 -- I licenzini scentifici per la caccia in tempo di divieto, 151, 152, 163. i Chimica: Diamante di zucchero pagina 14 — La soleina, 14 — L’Acido salicilico, 38 — Petro- leina, 62 — Azione dell’ acido nitrico sulla carta, 94 -- Nuovo reattivo per i saggi al cannello, 170. Colombicoltura: Riproduzione di nna razza di Colombi, pagina 5, — I piccioni reali 8 -- I pie- cioni mascherati, 8, 9 -- I piccioni volteggiatori, 22 -- I Capitombolini inglesi, 23 -- I piccioni a ber- retto nero, 23 -- I Piecioni domenicani -- 24 -- Piccioni giranti, 24 -- I piccioni triganini, 40, 56 —- Ammaestramento dei piccioni viaggiatori, 52 -- I piccioni modani, 57 -- I piccioni barchetti 69, 89 -- Piccioni Barchetti Gazzi, 89 -- Piccioni ricciuti, 102 -- Piccioni rondinelle 102, Difterite 2, 131, 164 -- I piccioni Bagadais 133 -- I guerrieri 149. Comunicazioni, Proposte, Domande, Risposte: Pagina 3, 19, 35, 51, 67, 83, 98, 114, 130, 147, 163. Concorsi: Per un Manuale di agricoltura, pagina 16 — Generale agricolo, 16 — Per Manuali popolari di agricoltura, 31 — Dell’Istituto forestale. 31 — Del Club alpino, 31 — Fra i produttori di seme da bachi, 46 — A preparatore del museo zoologicò, Sassari, 47 — Sopra nuove ricerche sui depositi nutritìvi dei grani ecc. 47 — Internazionale di macchine sgusciatrici, 47 — Di vini a Montpellier, — Per Colmate di monte, 63 — Sulla ragione delle forme cristalline di tipo di- verso ecc. 63 — Internaz. di piccole tribbiatrici, 63 — Per posti di studio, 63 — Per uno studio sui vizzi apparenti ed occulti negli animali vaccini, 63 — Apparecchi per la distillazione, 63 — Interna- zionale di meccanismi elevatori dell’acqua a Lecce, 79 — Di animali ad Anversa, 79 — Per Alun- nati nelle stazioni sperimentali agrarie, 94 — Concorsi viticoli ecc. 111 — Ad insegnanti storia natu- 174 i sE e———————____——_____________r rale, 111 — Per apparecchi di saggio e per la distillazione del vino, 111 — Premio Barotte, 128 _ Premio Franchetti, 128 — A 8 posti nelle Corpo delle Miniere, 128 — Per Monografie viticole ed enologiche, 143 — Per Monografia sull'arte della distillazione, 143 — Per miglioramenti delle pra- tiche agrarie in uso, 144 — Sull’opere di Cuppari, 144 — Per illustrazioni di aziende rurali, 144 — Per i proluttori di vini da pasto, 158 -- Per polverizzatori ecc. 172. Congressi: Antropologico, pagina 16 — Farmaceutico italiano, 31 — Dei delegati dei Comizi agrari, 47 — Di Hydroclimatologia a Biarritz, 63 — Di Botanica ed orticoltura in Anversa, 94 — In- ternazionale d’Apicoltura, 94 — Ornitologico internazionale, 109 — Di meteorologisti, 128 — Di Agri- coltori italiani, 143 — Geologico internazionale, 143. Conservazione delle sostanze alimentari: Conservazione della carne e del brodo, pagina 39 — Conservazione del latte, 39 — Conservazione del burro, 40 — Conservazione delle uova, 40 — Con- serzazione del vino, 40 — Conservazione della carne, 44 — Nuovo modo di conservare le uova, 45 — Conservazione del mosto, del cidro, della Birra, dell’ Aceto, 57 — Conservazione delle frutta, 58 — Conservazione delle paste, 90 — Conservazione delle confetture marinate, siroppi, legumi cotti ecc. 90 — Conservazione delle essenze di frutta, 90 — Carta salicilata, 90 -- Conservazione delle pa- tate, 165 -- Conservazione delle castagne, 169. Crostacea. (Crostacei) Maîà squinado, 151 -- Palycheles Doderleina, 61 -- Sulla comparsa dei gam- beri nel Trevigliano 126. Entomologia (Insetti): Claviger barbarus, pagina 21 — Aberation de la Vanesssa C. album, 21 — Sur un nouvelle insecte du genre Phélloxera, 21 — Come si prendono e s' infilano gli insetti che bucano, 36 — Trasporto delle squamme dei Lepidopteri, 59 — Le cantaridi e la loro azione ve- scicatoria, 68 — Nuove specie d’ insetti, 69 — Imenotteri nuovi, 101 — Cenni storici sulla Phi? loxera vastatrix, 130 — Conservazione delle larve d’insetti, 141 — Fillossera, 143, 158 — Cicale in Ottobre, 147 — Orgya antiqua, 149. Esposizioni: Antropologica a Parigi, pagina 16 — Italiana in Buenos Ayres, 16 — Di animali a Budapeste, 16 — Di macchine agricole a Koenisberg, 16 — Internazionale di Birra a Vienna, 31 — Internazionale di orticultura a Parigi, 31 — Italiana agricola in Milano, 31 — Rurale internazionale nell‘ Argentina, 47 — Internazionale di apicoltura a Pankow, 47 — Inter. di volatili, uova ecc. a Rosemberg, 47 — Di Rose a Ferrara, 47 — Di Conigli, Gallinacci ecc. a NeuckAtel, 63 — Di Cani, 47, 63, 79, 100 — Di Piante fiorite, mazzi, fr‘utta, ortaggi ecc. a Firenze, 79 — Di Gatti, a Parigi 79— Internazionale di vini a Palermo, 79 — Orticola a Roma, 79 — Internazionale d’Api{vive a Budapeste, 94 — Di rose recise a Dobliny, 94 — Esposizione medica italiana a Perugia, 111 — Internazionale a Saragozza, 111 — Nazionale della federazione orticola italiana a Roma, 128 — Orticola internazio nale a Lione, 143 — Di navigazione esplorazione ecc. a Liverpool, 158 — Industriale a Berlino, 158 — Di bestiami a Torino 159 -- Di pachidermi in Hannover, 165 -- Internazionale ad Edimburgo, 172 -- Vinicola a Roma, 172 -- Internazionale di apparecchi telefonici a Roma, 172. Fisica e Meccanica: Avvisatore ferroviario, pagina 14 — Microscopia, 14 — Nuova pila sl Sodio, 14 — Nuovo sistema di parafulmini, 14 — Te cascate del Niagra, 14 — Nuova macchina che semina e concima, 14 — Nuova disposizione di pila primaria, 14 — Motore termico, 14 — Conferenza di telegrafia, 15 — Nuovo ferro da cavalli, 29 — Per gli innesti delle viti, 30 — Lampade elettriche portatili, 30 — Elettricità e calore, 30 — Macinino meccanico per i confezionatorl di seme di bachi, 30 — Apparecchio tascabile di salvataggio per gl’ incendi, 30 — Telefono economico, 30 — lpso- metro, 30 — Penetrazione della luce del giorno nelle acque del lago di Ginevra, 37 -- Filtro di por- cellana, 45 — Apparechio per la fabbricazione dell’ aceto, 45 — Generatore a forza solare, 61 — Estin- tore termo-automatico Grinvell, 62 — Termometro per osservazioni sottomarine, 62 — Nuovo ap- parecchio elettrico per i treni ferroviari, 62 — Apparecchio portatile Huntze per filtrare l’acqua po-- tabile, 682 — Anemometro tascabile, 78 — Salvagente a carbone di sughero, 78 — Forza motrice distribuita a domicilio, 93 — Misuratore antomatico per la profondità dei mari, 94 — Nuovo tele- fono, 127 — Nuovo sarchiatore, 142 — Telefono senza elettricità, 142 — Pila a gelatina, 142 — Velocità dei telegrafi 143 -- Nuovo genere di cartucce da fucile, 170 -- Carta di sulla, 170 -- Nuova sgrauatrice, 17]. Generazione spontanea: Non esiste genarazione spontanea, pagina 5, 6, 7, 8, 25, 26, 4l, 42, Giardinaggio : Coltivazione delle Begonie, pagina 9 — Le Sarracenie, 10 — Coltivazione delle piante bulbose negli appartamenti 12 — Per anticipare la fioritura della Magnolia 28 — Appello ai coltivatori di rose, 52 — Miosotidinm nobile 53 — Il parco dell’ Arciduca Giuseppe, 53 — Contro il fungo che danneggia i rosai, 60 — Coltivazione delle piante in barili, 60 — Per aumentare la facoltà germinativa dei semi, 76 — Inchiostro per etichette da giardino, 76 — Per preservare i semi dai topi e dagli insetti, 77 — Rimedio contro i bruchi, 77 — Centenario della Dalia, 79 —- Tuovo Cyelumen, 101 — Giranio Gigantesco, 158. | si 175 [o onmupqupppÙ[[ ei Insegnamenti pratici: i2, 28, 43, 59, 76, 91, 108, 125, 140, 156, 168. Invenzioni e scoperte: 14, 29, 45, 61, 78, 93, 127, 142, 170. Ittiologia : (Pesci): Poisop chat (Amiurus catus, albidus), pagina 21 — Piseicoltura, 30 — Grosso pesce cane, 143 — Pesca del Merluzzo, 148 -- Grosso siluro, 165. L’ Affrica e la politica coloniale: 116, 117, 136, 137, 150, 151. Malacologia (Conchiglie): Un ostrica colossale, pagina 16 — Viviparità dell’ Helix Cooperi, 68 — Nuove specie siciliane, 69 — Nuovo genere (Govia) e nuove specie (rubra e viridis, 147 -- Lu- maca che mangia le uova, 164. Mammalia: (Mammiferi): Grampus griseus, pagina 20 — Cervus alces, 21 — Per far produrre alle vacche una maggior quantità di latte, 29 — Balena arrenata, 31 — Particolare disposizione di alcuni vasi venosi nel collo delle scimmie ecc. 61 — Oviparità dei monotremi, 68 — Sulla ovipa- rità dei mammiferi monotremi, 85 — La carne degli animali equini, 111 — La rabbia nei cani, 117 — Studi sul gatto, 132, Denti di Elefante, 165. Medicina e Veterinaria: Contro l’ drofobia, pagina 52 — Norme per la somministrazine del sale pastorizio al bestiame. 19 -- Proprietà fisiologico-terapeutiche dell'acido salicilico, 91 — Afta epizootica 92 — Carbonchio dei bovini, 103 — Afta epizootica o taglione dei bovini, 104 — Diarrea delle vacche e dei vitelli, 104 — Febbre puerperale e arresto delle secondine, 105 — Mastite o in- fiammazione delle mammelle, 105 — Inoculazione preservativa del colera, 114 — La rabbia dei cani, istruzione p polare, 117 — Malattie febbrili del cavallo, 123 — Pleurite, Peritonite e polmonite del cavallo, 123 — Reumatismo articolare e muscolare del cavallo, 123 — Crepacce e piaghe del ca- vallo, 124 — Modo di dare l'acido salicilico ai maiali, 124 — Tifo dei maiali, 124 — Erisipela dei maiali, 124 — Angina dei maiali, 124 — Vajuolo dei maiali, 125 — Immunità dalla rabbia 143 — Malattie delle pecore, 155 — Malattie dei polli, 155 — Per conoscere se la carne di maiale sia affet- ta da trichina, 156 -- Malattie dei cani, 168. Meteorologia : Formazione della grandine, 62 — Congresso di Hydrochimatologia, 43 — Pioggia rossa, 158 -- Stelle cadenti, 171. Mineralogia: Terra mangiabile, pagina 4 — Astuccio mineralogico per escursioni, 24 — Giaci- mento di nitrato di Potassa, 30 — Scoperta di Carbon fossile, 62 — Mineralogia e Geologia, 71 — Sorgenti di petrolio; 111 — Cava di Solfato di calce, 127 — Sapone naturale, 127 — Nuova contri- buzione alla questione dell’ origine de l’acido borico, acque di Montecatini, 131 — Per scoprire i filoni metalliferi, 142 — Oro, 142 — Carbon fossile in Cina, 142, -- Arsenico nativo nella Valtellina, 170 -- Cave di nitro in Russia, 171. Note bibliografiche: Agricoltura, pagina 44, 45 -- Amfibi, 13, 93, 127 -- Botanica, 12, 13, 29, 53, 78 -- Caccia, 13 -- Chimica, 78, 141 -- ©rostacei, 61, 126, -- Economia domestica, 45 -- Entomo- logia, 169 -- Fisica, 77 -- Geologia, 92, 127 -- Giornali, 14, 29, 45, 61, 78, 93, 127, 142 -- Ittiologia, 92 -- Mammalia, 61 -- Mineralogia, 92, 127 -- Ornitologia, 13, 61, 109, 126, 169 -- Paleontologia, 127, 169 -- Parassitologia, 169 -- Veterinaria, 127 -- Viaggi, 29. Notizie e Varietà : Almanacco universale dei' naturalisti, pagina 3 — La caverna di Trebiciano e la società degli a)pinisti triestini, 3 — Le frutta ed il colera, 4 — Terra mangiabile, 4 — Le ca- scate del Niagara, 14 — Nuova scuola agraria, 15 — Società africana d’Italia 15 — Vino in Cali- fornia, 15 — Longevità, 15 — La luce elettrica e la religione cristiana, 15, 47 — Centenario a La- marck, 16 — Cera delle piante, 27 — Ceresina, 28 — La biada ai cavalli, 29 — Società di esportazione, 31 — Concessione temporanea di animali riproduttori, 31 — I forni Anelli, 45 — Carta di yucca, 46 — Zuce- chero di patate, 45 — Fabbricazione dell’aceto, 45 — Per ridurre il grano in farina, 46 — Profezie sui rac- colti del 1885, 46 — Corvi affamati, 46 — Canimania, 46 — I doni del re Menelik, 47 — Il più ric- co del mondo, 47 — Societé micologique, 51 — I] pomo d’ Eva, 53 — Per filtrare l’acqua potabile, 62 — Tessuti di spugna, 62 — Grani contenuti in un litro di cereali, 62 — Popolazione di Assab, 62 — Museo Orsini, 63 — Società internazionale degli elettricisti, 63 — Olio di rose, 67 — Selvag- giume fresco mangiato a Parigi nel 1884, 68 — Un’abbuso nella nomenclatura di storia naturale, 70 — Il Cholera, 75 — Granate Harden per estinguere gli incendi 78 -- Salvagente a carbone di su- ghero, 70 — Mattoni di sughero, 78 — Giuseppe Pastori, 79 — Corse di cani, 79 — Polvere sali- cilata utile per le famiglie, 90 — Disinfezione degli appartamenti, 90 — Conservazione delle sostanze fermentescibili, 91 — Tessuto di piume, 94 — Testamento a favore delle bestie, 94 — Ricerca di cavalli stalloni, 94 — Questione di nomenclatura, 98 — Del culio delle armi di pietra nell’ età neo- litica, 101 — Liquido disinfettante Deparois, 101 — Traumatologia forense con armi da fuoco, 102 — Ricerca di sorgenti d’acqua, 108 — La guerra nel Sudan ed il commercio degli animali selvatici, 110 — La carne degli animali equini, 111 — Onoranze a celebri naturalisti, 111 — Esempio da imi- tarsi, 111 — Rendita del tabacco, 111 — Premi per corse di cavalli, 111 — Temperatura della ter- ra, 114 — Nettezza o asepsi delle mani, 115 — Disinfezione dei locali, 125 — Decimo anniversario DR ii pen 176 ri iii ". della Società toscana di scienze naturali e cinquantesimo d’ insegnamento dol Prof. Meneghini, 126 — L'alimentazione dell’acqua alle truppe, nel Sudan, 128 — Coltivazione del grano in America, 128 — L'acquario in Roma, 128 — Diario del naturalista, 132 — Per stagnare i fusti che perdono vino, 141 — L'Italia preistorica, 141 — Nuovo filtro per il vino, 142 — G. A. Ottavi, 143 — Idrometro di sanguisughe, 148 — Nuova specié di legname, 148 — La migliore qualità di guttaperca, 148 -- Per colorire il marmo, 148 -- Utilizzazione del miele 156 -- Chiarificazione dei vini colle pietro ro- venti, 156 -- Consolanti notizie, 158 -- Quanto gli stati spendono per la istruzione e quanto per la guerra 158 -- Il faggio refrattario al fulmine, 164 -- La Vasellina per le unghie dei cavalli, 165 -- Cenni storici sul pomo di terra, 167 -- L’eucalipto contro le incrostazioni delle caldaie, 171. Ornitologia (Uccell?): Riproduzione di Pernici in domesticità, pagina 3 -- Uccelli utili e nocivi, 13 -- Le allodole, 19 -- Interessanti catture di uccelli, 5, 20, 36, 84, 99, 131, 166 -- Casoar, 20 -- Hychea niîvea, 21 -- Stazionl per osservazioni ornitologiche, 54 -- Gli uccelli italiani ed il colore dei loro occhi, 55, 72, 100, 139,154 — Allevamento del Ricogolo e della Ghiandaja marina, 67 -- Osservazioni ornitologiche, 84 -- Ibrido artificiale di Turtur nuritus con T. risorius, 109 -- Primo congresso or- nitologico internazionale, 109 -- Costo di alcuni uccelli acquatici, 148 -- Rondine messaggiera, 164 -- Atterismo, 164 -- L'uovo e le sue fasi di trasformazione fino all’uscita del pulcino, 166. Orticoltura: Nuova varietà di pomodoro, pagina 4 -- Malattie delle patate, 29 -- Enorme zucca, 47 -- Coltivazione delle piante in barili, 60 -- Per aumentare la facoltà germinativa dei semi, 76 — I polli e gli insettl, 76 -- Per preservare i semi dai topi è dagli insetti, 77 -- Rimedio contro i bruchi, 77 -- Concimazione degli alberi da frutto, 104 -- Per avere patate precoci, 125 -- Concimi per gli alberi fruttiferi, 126 -- Avifauna tridentina, 126 -- Enorme cocomero, 149 -- Enorme cavolo, 157. Paleontologia: Choneziphius planirostris scoperto nelle sabbie plioceniche di Fangonero presso Siena, pagina 35 -- Paleophoneus nucius, 35, 36 -- Mammowt preistorico, 37 -- Paleontologia, 71 -- Echidodermi fossili, 83 -- Api fossili, 84 -- Fillossera fossile, 84 -- La grotta di Gargas, 98 — Mu- schi all’epoca del carbonifero, 90 -- Halitherium Schenzi, 99 -- Dendropupa Walchiarum, 131 -- Elephas primigenus, 165 -- Ursus spelaeux, 169. Parassitologia : Il bacillo del Colera, pagina 4 -- Per studiare i bacteri dell’ acqua, 12 -- Nuovi antifil- losserici, 29, 158 -- Fillossera, 31 -- Il microbo della difterite 37 -- Vitalità dei germi dei microbi, 51 -- Microvegetazione nei biglietti di banca, 51 -- Fungo dei rosai, 60 -- Peronospora della vite, 60 -- Nuove località invase dalla fillossera, 63, 158 -- Il colera, 75 -- La polvere contro |’ oidium, 76 -- Per liberare le piante dagli insetti parassiti, 99 -- Articolati torrestri fossili dei terreni paleo- zoici, 100 -- Bacterium foetidus 101 -- Sulla concomitanza della Botr:tys bassiana (calcino con il Micrococcus prodigiosus, 107, 119 -- I microbi o fermenti figurati, 142 -- Peronospora sui grappoli, 143 -- I danni della Fillossera, 158 -- Per combattere la Peronospora, 166. Pollicoltura: Allevamento dei Fagiani, pagina 38 -- I polli e gli insetti, 76 -- Malattie dei pol- li 155, 156. Premi e prezzi di favore per gli abbonati: Pagina 15, 30, 48, 157 -- oltre che in quasi tutte le fodere dei diversi fascicoli del Bollettino. Raccolta, preparazione e conservazione degli oggetti di Storia naturale: Conservazione dei pesci, pagina 4 e 5 -- Disseccamento di uccelli e piccoli mammiferi, 5 -- Notions générales et pratiques sur les musées scolaires, 11, 37, 105 -- Per studiare i batterii dell’ acqua, 12 -- Prepa- razione dei pesci a secco, 10 -- Astuccio mineralogico per escursioni, 25 -- Come si prendono e s°in- filano gli inestti che bucano, 36 -- Spellatura degji uccelli, 36 -- DIlspos'zione delle piante negli er- bari, 51, 84 -- Gli ucccelli italiani ed il colore dei loro occhi, 55, 72, 106, 139, 154 -- Nuovo metodo per trasportare le squamme dei Lepidotteri sulla carta, 59 -- Conservazione delle uova, 67 -- Per ottenere facilmente la figura delle piante, 68 -- Tecnica microscopica vegetale, 100 -- Conservazione delle larve degli insetti 141, -- Conservazione dei Sauriani, 147 --. Per conservare i fiori, 147 -- Sche- letri dei piccoli mammiferi, 165 -- Liquido per la conservazione di animali e di preparati anato- ‘ mici, 168. Reptilia (Resti2à) : Conservazione dei Sauriani, 147. Richieste, offerte e domande di cambi fra gli abbonati: Sono N. 203 che si trovono alle pagine, 1, 2, 17, 18, 33, 34, 49, 50, 65, 66, 81, 82, 97, 98, 113, 114, 129, 130, 145, 146, 147, 161, 162. Spedizioni, esplorazioni, missioni: Pagina 15, 31, 62, 79, 94, 128 Vermi: Idrometro di sanguisughe, 248 Zoologia: Gli animali del giardino d' acclimataziono di Parigi, pagina 20 -- Fauna assabese, 132 -- Nuovi esseri della nostra fauna, 132 -- Lubomirskia baicalensis, 143. S. BroGI Direttore responsabile Li sd DR" x. i ni ot Pla vg TA TH (}1 ANTO. VI, Foriion Allevatore, Coltivatore “rr —‘“=>teet_—__—__>_ h Compilato da SIGISMONDO BROGI con la collaborazione di tutti gli abbonati e principalmente dei Sigrori: BARGELLINI Prof. MARIANO — Siena BARBERINI Cav. ASSUNTO — Marsilia DESMEURE IppoLITO — Firenze FERRAGNI ODOARDO — Cremona FicALBI Dott. EUGENIO. — Pisa GIACHETTI G. CESARE. — Firenze BANDELLI Dott. G. BaTTA — Siena RENAULT Cav. ARTURO —* Firenze DLIDILAS GrossEAU Conte CARLO — Ginevra MASERATI Prof. PigTRO — ‘Piacenza SENONNER Dotti Cav. ApoLFOo — Vienna TASSI Cav; Dott. FLAMINIO — Siena TINcoLINI Dott. Veter. Tiro — Siena TovcHeT I. Naturaliste — Parigi Rossi Prof. ToRQUATO — Siena RABAUD prof. ETIENNE — Montaubau Per facilitare le comunicazioni scientifiche tecniche e com- merciali, fra i professori, preparatori e studiosi di Scienze fisiche-naturali; direttori di musei e giardini; possidenti, agri- coltori, dilettanti di caccia, orticoltura e giardinaggio; alleva- tori e acclimatatori di animali. Si pubblica dal ro al 15 di ogni mese, eccettuato l’ ot- tobre, in 20 pagine compresa la copertina, e principalmente in lingua latina, italiana e francese. v cAbbonamento per tutti i paesi dell’ unione postale rd all’ anno. no Gli abbonamenti si ricevono presso l’amministrazione, e da tutti gli uffici postali italiani ed esteri, ins qualunque epo- ca dell’ anno ; ma decorrono dal. principio di ogni anno con diritto ai ascicoli arretrati. L' abbonamento non disdetto nel Decembre si'ritiene per rinnuovato. Gli abbonati hanno diritto ad inserzioni gratuite per le comunicazioni proposte ec. (esclusi gli avvisi commerciali) e per domande ed offerte dî cambi di animali; semi, piante; minerali, | libri, macchine arnesi e di qualunque altro oggetto relativo alle scienze fisiche naturali. La medesima inserzione non si ha diritto di pubblicarla gratis più di una volta; ma la direzione può accordarne la ristampa contro un piccolo compenso, come può rifiutarsi di pubblicare qualsiasi comunicazione senza biso- gno di dare siuscgezzioni, in proposito. L’ amministrazione s’ incarica di rappresentare gli abbona- ti che pubblicando avvisi desiderano non far conoscere il pro- prio nome. In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di'corrispondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare un compenso da combinarsi. Inserzioni a pagamento. Quelle relative alla Storia Natu- rale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L. 1 per linea; gli altri avvisi da stamparsi nelle apposite pagine costa- no L. 1 ogni 5 centim. di spazio occupato in una (colonna. 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Dans ce cas la personne représentée payera à l’admini- stration les frais de correspondance, et pour les ventes ou achats effectuès ‘une compensation qui reste à fixer. Insertions. Celles concernant l’histoire naturelle s’impri- ment dans le corps du iournalà 1 Fr. la ligne; les autres insertions, è la page des annonces, se payent un franc par espace de 5 centimètres de hauteur dans ]es colonnes. Des fa- cilitations spéciales se font aux aborinés. On annonce les publications recues en don on'en échange: une mention particulière sera faite pour cellés dont nous rece- vrons deux exemplaires. Les payements se ferontà l’ avance. Pour.les rèponses envoyer le montant en timbre-poste. cAdministration da bulletin près Casimirro Coli via di Città N. 14 Siena, * Direction pres S. Brogi' paturaliste à la Roy, .Aca. dei Fisioèritici STEN. AE SITO Odesd: ri t» ; Fo da Laboratorio lolugitei fi Tassidermico® CON GABINETTO DI STORIA NATURALE s. per la fornitura completa di collezioni ed oggetti per l'insegnamento, per laboratori e, va Moth di scienze maturali | È @irettore Cari Sì «premiato con 16 ‘medaglie. Al - li Fornitore di molte S'cobole, a; ch stituti scientifici rtaliami ed esteri | Cataloghi gratis a chiunque ne. faccia domanda - ELEGANTI TUBETTI, IN. VETRO LIMPIDO CON. FONDO, PIANO E: TAPPO DI SUGHERO" ©’ —_ DIMENZIONI n N°. Cent.—Millim. LI 4 S'Lire 8,590 il ‘cento ESS It DD pila » ter400 » ea 3 "I DAI O) sl (RASO sei eta 10: Sirtalda dB MC 5 LA 99 [e “RR God 9rpér 90? EL ero seal x L'E T6 Ri pet | A i Hi Pep ZAR do iis " 2. @ fa 0.bf te TUBLTTI CORNEE.per conservare è Spedire semi ed altri RIPOAII con tappo, di sughero L. 1,50 franshi di porto, come campioni; Rivolgersi al Gabinetto di Storia Naturale di s. Brogi — Siena. Giardino d’ Acclimatazione d’ Ippolito Desmeure - Firenze» Si vendono fagiani di, ogni ‘specie; scimmie, uccelli esotici, ‘pappagalli, conigli, polli esteri piccioni; edé. È Le uova di galline a a qualunque-varietà ‘appartengano, costano centi. 50. l’ uno; l’ imballaggio costa cent. 50 per ogni dozzina 0 ‘frazione di dozzina. © Mineralogia descrittiva a La teoria ‘6 la pratica della viticultura «+. | i cggebdi; 100- tubetti DI LUIGI BOMBIOGI. ‘e della enologia. per il Prof. E. ‘POLZTACCI Quarta edizione ‘completamente. tifa fed 300 accresciuta di. 350..pagine-.se 217 disegni! <— Avvertiamo quei Signori ì sii Cene ave+ ro . vanofattarichiesta, checiè pervenuta la uova” edizione del suddetto manuale compilato dal ' l’ Illustre Comm. Bombicci. Chi desidera averlo fa Prezzo. dor Log frppaandi portò per gli NOTO i A invii L. 3,00 all’amministrazione. di elit d Bollettino. Per la raccomandazione aggiun+ onnona a VARFATA PANE. ui gere. Cent. 30, |. Nuova specie non, ancora descritta î ARTURO il US: ao i :. Due esemplari: per L. ‘I 00:franéhi di porto \ 3 come campioni 'eL''Ditigérsi al Gabinetto di. La caccia’ “Co fucile. Storia naturale di Sì «Brogi,, Siena. Moi ‘ bi (8. a POGAs i » Bel dea 16°, contenente fra’ di altri Di buonissima pento tedesca, da L.3.. d: i più ampli ragg vagli sulla caccia ai ralli,, al.e Li 4 il mille. ug palmipedi, alle tortore, ai colombacci ecc.... ; ZL. 3,50 franco di porto nel Regno, ‘> OCCHI DI VETRO” Rivolgersi all’ autore (3 Borgognissanti Fi- renze) o all’amministrazione di questo Bollet- tino, la quale lo cede agli abbonati per L. 3, 00 franao: di porto, Raccomandato-L; 8, re di per tutte le specie di nati, ti E AISTENTOPNTO imitati dal vero. vA i Coal ar cali LA” Pia ced" è PA ST PP Siena, Gennaio 1886. f A; i N. 1 DINANNIANISNINININ CCIE ITNIRNININAININSININI NMNINSSSNINSSSDSANISÈN A NANA NANANASIINA NA rr—_=———————————————_—__-_-————————-—__"+ooooeooW #"—— _———_—_—___—_—_—_—%—€— BOLLETTINO DEL NATURALISTA — COLLETTORE, ALLEVATORE, COLTIVATORE PERIODICO MENSILE Abbonamento per tutti i paesi dell' Unione postale, L. 3 all'anno. ———_——_—_——————————————+#>--———e I Ie a, SOMMARIO. — Richieste offerte e domande di cambi. — Comunicazioni: Rispo- ste a domande. Uccisione di una lince. Del fenomeno dei terremoti. Riproduzione di per- nici in domesticità. Albinismo della Perdix graeca. Fratercula artica. — Colombicoltura, — I Microbii. — La caccia degli uccelli insettivori e l’ agricoitura. — Insegnamenti pratici: Sulla Peronospora. — Note bibliografiche : Accessori della casa colonica. Pollicoltura pratica. Elementi di zoologia agraria. Prodromi della faunistica bresciana. La pulce. La cimice dei letti. Visitatori inopportuni. Molosso del Cestoni. Saggio registrazione di animali bovini. Almanacco dell’ agricoltore. Puglia-Calabria, schizzo geologico. Saggio catalogo coleotteri ro- mani. Alimentazione degli uccelini. Esposizione del vino all’azione del sole. Morte degli inset- ti per inanizione. Galla di Cinipide. Odontati. Elenco Coleotteri ecc. Giornali. — Invenzioni é scoperte: Mierofono a piastre di vetro. Algina. Miniere d’ oro. Legatura per gli innesti. Mac- . chine automatiche. — Noziziario: Agli abbonati. Nuovo istituto e Museo zoologico in Roma. ‘Predizioni per il 1886. Le nevate ed i freddi del decembre. Nuova sezione al ministero di agri- «coltura. Utile ai Bachicultori. Sussidi per le condotte veterinarie. La passione per i fiori. ‘Piante annose. Premio Volta. Esposizioni. Ricevute. Avvisi diversi. e EEN LL SSSSSISSNSINANANAARATUNAMNINSINANININSANANSIAANA RICHIESTE, OFFERTE E DOMANDE DI CAMBI fra gli abbonati Quando non v’ è speciale indirizzo rivolgersi all' ammini- straziene del Bollettino. Pagamenti anticipati. DEMANDES, OPFFRES ET DEMANDES DECHANGES. entre les abonnés Quand il n y a pas d’adresse spéciale s’ andresse à l’ admi- nistration du Bulletin. Payementes è l’avance, — °*©© <"T=+>=%5 >5+5; ;'<*CECTT* == pensando che la sc;enza attenda ancora dal tempo un verdetto che tronchi ogni cntestazione sul- l'argomento. Crema LUIGI BARBIERI Riproduzione di Pernici allo stato di dome- sticità. Sotto questo titolo parlai nel primo fa- scicolo dell’anno ora decorso di una coppia di Pernici (Perdix rubra Brîss) che trovandosi allo stato di schiavitù avevano pur tuttavia effettuata, Ja loro cova: questa stessa coppia anche in quest'anno nella solita località dette opera alla sua riproduzione, Negli ultimi di Maggio ebbe. principio la de- posizione delle uova e il 14 del successivo Giugno la incubazione, che fu protratta fino al nove di Luglio, giorno nel quale si videro nati sei Perni- ciotti; questi graziosi animaletti seguivano ,do- vunque la loro madre ed essa si dava ogni cura per insegnar loro a prendere gli alimenti che gli venivano somministrati, e che consistevano in. varie sorta di granaglie, in uova di Formica, in varie specie d' insetti e particolarmente in pic- coli Oriotteri saltatori che divoravano con molta avidità. In quest'anno la madre si mostrò affettuosa verso i figli, ciò che non aveva fatto nella prima covata, di cui è parola nel bullettino predetto, non cessava quasi mai di riscaldarli tenencdoli continuamente sotto le sue ali protettrici; non' era cosi del maschio, esso avrebbe anteposto il sodi- sfacimento delle sue brame invereconde alla pro- sperità della sua famiglia, (il sesso forte è tanto esigente in certi casi) ma la costanza della madre nel rigettare gli amplesi del drudo gallinaceo e nel proteggere i propri figli, sembrava che do- vesse riuscire a portare a salvamento la prole, e che questa volta la pernicea famiglia dovesse vivere e prosperare; ma non fu così, poichè dopo: poco, fosse per mancanza del cibo completamente adatto, o per mancanza del calore necessario, i pulcini principiarono a pensolare le ali perdendo la primitiva vivacità, fino a chè il 24 di Luglio uno di essi morì, ii giorno successivo fu seguito da due suoi fratelli, il 27 da altri due e il 4 di Settembre dall’ ultimo supèrstite, che visse perciò 2 mesi; e così fu completamente distrutta questa graziosa prole della quale rimasero i soli geni- tori. Bisogna però notare in quest'anno un vero progresso nella riproduzione di questi gallinacei ed io ritengo che sa l’anno venturo si riprodur- ranno ancora e il proprietario potrà trovar modo di separare il maschio appena nati i Perniciotti, tenendo questi con la sola madre in un’ ambiente i { i più soleggiato, io credo che debba riuscire a pro- curarsi delle pernici domestiche; in ogni modo egli con la sua intelligenza e con la sua costanza ha già ottenuto ciò che molti allevatori non riu- scirono ad ottonere. Siena T. RossI. Albinismo della Perdix graeca Briss. Le ri- cerche sopra l’albinismo degli animali vertebrati, degli insetti, e delle piante, sono così estese da poter completare un trattato sulle varie grada- zioni di colori, e sulle influenze che possono pro- durre tale modificazione negli animali e nelle piante; perciò aggiungere alla cronologia dell’ al- binismo della Pernice grigia, un’ altro caso, non sarà futile nota. Un primo cenno di pernice albina lo leggiamo nel Manoscritto del Cupani, conservato nella Bi- blioteca Comunale di Palermo, p. 15; che la chiamò Lagopus sîculus, Pernice bianca, che abitava alla Bagheria, ed a Burraggia. Il Palazzolo nelle sue note manoscritte di caccia, scrisse che ne esi- stevano molti branchi a Camposanto nel feudo di S. Biagio ed in Petraperzia; ove il Princi; e Bu- tera le faceva custodire per suo diletto. Il Davolio, nelle riflessioni sue sulle Leggi Ci- megetiche di Sicilia p. 62, conferma la esistenza di tali pernici nella costa meridionale di Sicilia, che erano tutte candide, con occhi, becco e piedi rossi, come la Coturnice. Il Caruso segnalava la esistenza di pernicì bianche, semicandide e variamente pezzate di macchie, nella va'lata presso Favara, ed affermava che erano varietà nccidentali, e che erano da cinque a sei per ogni branchetto di pernici. Il Martinis, cacciatore palermitano, riferiva che nelle montagne di Canicatti vivevano delle pernici bianche. Il Doderlein nel 1864, trovò nel Gabinetto del Liceo di Trapani una pernice albina proveniente dalle montagae di Alcamo; altra ne vide in Siracusa, una terza nel Gabinetto di Ca- tania, ed un maschio vivente lo ebbe complimen- tatoli dal Barone Caruso di Girgenti. Tì Minà Palumbo, nelle osservazioni sopra l’ al- binismo degli uccelli, parla di una pernice bianca uccisa in Castelbuono, ed un’altra in Petralia. Il Benoit, per lettera, scriveva di aver vedute pernici bianclie Vari cacciatori di montagna hanno riferito di aver vedute pernici bianche, o di colore più chiaro o macchiate di bianco; sempre saggi isolati e mai a branco. Nel febbraio 1885 cacciatori che andarono sul- le Madonie, a Gonato e Giummeti, videro un branco di pernici, delle quali una era tutta bianca e non potè uccidersi, e un’altra, che fu uccisa, era bianca, ma con lievi m:echie del colore naturale; questa aveva una particolarità cioè in un p.ede aveva lo sperone come il maschio, che mancava nell’ altro, e l’ ovaia presentava un grappoletto di uova piccolissime, quasi atrofizzate; eccone ora la descrizione dello stato albino. Becco rosso chiaro, vertice, occipite, parti su- superiori bianchi, gola e petto bianchi, la collana nera che dal becco passa attraverso l’ occhio e va a formare la collana sulla parte superiore del petto, attorno la gola è tratteggiata da penne cenerine brune e di raro nere. Parte media del- l'addome ceciato lionata, più chiara del normale, penne dei fianchi cenerino chiare, le fascie tra- versali nere sono meno cariche, manca il mar- gine castagno di ogni penna, remiganti bianche, con steli giallastri, copritrici bianche con qualche penna del colore normale, poche penne delle pic- cole cuopritrici conservano il colore normale più. chiaro, timoniere medie bianche come il dorso, quattro a sinistra con largo bordo interno bianco, nel mezzo color nocciola, in quelle a destra man- ca; piedi rosso giallastri, unghie gialle. Castelbuono Michele Morici Minà. Fratercula artica Leach. Cogliendo occasione dell’ invito fatto agli abbonati del Bollettino, per la nuova rubrica aperta nel medesimo (interes- santi catture di uccelli); encomiando questa ot- tima idea, mi accingo a dare annunzio, che nel mese di Gennaio 1885, in Cefalù, e proprio nella contrada S. Lucia, a poca distanza della città suddetta ed a quasi un chilometro lungi dal mare, durante un cattivissimo tempo di pioggie ed an- che neve, in un piccolo burrone venne ucciso un individuo della Fratercula artica Leach; dapprima fa visto che dalle rive andava a tuffarsi nell'acqua, stava sotto acqua un poco e poi ricompariva ed andava alla riva, laddove in uno di questi voli ricevette il colpo. La specie era conosciuta da quei paesani sotto il nome vernacolo di abbudda michelî, do assegnato a questa specie, un nome proprio, si arguisce non essere di molto rara comparsa. heil' Avifauna del Prof. Doderlein è chiamata col nome siciliano, puddicinedda di mari ; ìn ita- liano volgare: polcinella di mare, mormone (Calvi), fraticella, pica marina (St. degli uccelli). Il Prof Doderlein l’ annovera fra le specie proprie dell'Europa centrale e settentrionale, man- canti in Sicilia; poi nella classificazione la mette come specie assolutamente avventizia in Sicilia; or aven- mr E MLT n] == =" dice di essersene veduti di tratto in tratto pochi individui nelle acque di Palermo e di Castellam- mare, parla di un individuo ucciso alla Guadagna nel 1868, altri due individui uccisi nel marzo del 1872 a Ficarazzi dopo un fiera burrasca di sci- rocco, «ed un'altro finalmente ucciso nel gennaio del 1874; essi ora figurano nel museo di Palermo ;, asserisce pure che parecchie spoglie si conservano nei gabinetti di Catania e di Siracusa. Il Benoit vide questa speeie solo nel 1838; nel- l'inverno di quell’anno, ne vide un branchetto da otto a dieci nel Canale di Messina, prima di allora non l’ avea mai veduta. * Intanto da quanto è stato scritto chiaramente emerge ‘essere una specie rara per la Sicilia, di accidentale comparsa, e propria delle regioni set- tentrionali, gl’ individui sopra citati e quello in parola sono stati tutti catturati in occasione di fiere burrasche ed in epoche differenti. Castelbuono Michele Morici Minà. COLOMBICULTURA Riproduzione interdetta Continuazione I Piccioni Turchi È una delle più fgrosse razze di Colombi di voliera tanto che si riscontrano taluni individui di grossezza superiore ai Piccioni Cavalieri (Colum- bae Equites) ‘Hanno le ali e la coda più lunghe assai della razza Bagadese, ma la coda è de- bole e floscia a causa delle timoniere rade e pie- ghevoli. La testa voluminosa e rotonda termina con largo becco ricurvo e fortissimo color. bigio nerastro: il collo è più corto e più tarchiato che nei Bagadais, più amplio il petto, più sporgenti i fianchi, piu breve il tarso. Dondolano pesante- mente il corpo allorquando camminano ed al mo- mento di predere il volo restano incerti e dub- biosi come per misurare la distanza che gli se- para dal luogo ove intendono recarsi. In generale volano poco e solo costretti da fame o paura, poi- chè il corpo lungo e pesante e le imperfette ti- moniere, una volta lanciati nello spazio, gli tra- sportano in basso. Il Piccione Turco descrive col suo volo una parabola e non è che a fatica e con visibile sforzo che riguadagna lentamente l’altez- za perduta e si posa ansante sul culmine del tet- to da lui prescelto alla partenza. Membrane carnose di un rosso vinato o pavo- nazzo rilevate e abbondanti come quelle del Gal- lo d'India (Meleagris Gallopavo) o della Gallina di Faraone (Numidia Meleagris) incorniciano un occhio nero, attonito, immobile, discendendo sul becco sul quale si ricongiungono. Di vista più cor- ta delle altre razze, vanno le molte volte sogget- ti a malattie che non si riscontrano negli altri Co- lombi domestici, guasi sempre incurabili. Tali ma- lattie del sacco lacrimale hanno origine da flussioni prese nelle voliere nelle umide notti di Autunno o d'Inverno, e non poche volte da colpi di becco ricevuti dai loro congeneri nelle continue battaglie. Turbolenti,irrequieti, irascibili, presentano i me- desimi difetti dei Bagadais: mal soffrono la vici- nanza di piccole razze di Columbi e particolar- mente delle Tortore che odiano.a morte e di- struggono; accomodandosi più facilmente colle grandi razze quali i Bagadais ei Romani e tutte le loro varietà. Tenuti con massima cura e ben riparati dai freschi primaverili e autunnali possono dare fino a sette covate per anno non tette feconde: la loro fecondità si perde del tutto verso il quinto anno di età, allora quando appunto il rosso vivo dei cer- chietti oculari principia a cangiarsi in una tinta rosso-giallastra, ciò che denota una precoce vec- chiaia. Razza ricercatissima dai Collezionisti fece la fortuna di alcuni piccoli fittavoli dei dintorni di Parigi che si dedicarono al suo allevamento. Il prezzo si mantiene elevato per tutte le varietà pure che qui descriviamo. I. Turco Ciuffato (Columba Carunculata Cristata) IL. TurcoOrdinario (Columba Carunculata Vulgaris) III. Turco Friseo (Columba Carunculata Crispa) IV. Turchetto (Columba Carunculata Ircerta) V. Calabrese (Columba Carunculata Italiae» Il Piccione Turco Civffato o Turco degli au- tori è il tipo della razza: rarissimo, é oggimai quasi del tutto scomparso. Ha mantello nero lu- cente a riflessi azzurri e verdognoli: un ciuffo grande ed abbondante s’ erge sul pileo stretto fra i due cerchietti carunculati come nel Gallo d’ India Coronato. È il più grosso dei Colombi Turchi. Il Piccione Turco Ordinario è quello che tro- vasi in commercio e conseguentemente il più co- mune. È nero, come il precedente con la cervice sereziata di bianco candido, un poco più piccolo, meno carunculato e più produttore. Non ha mai ciuffo ne alcun altro ornamento occipitale. — Poco da questo differisce, Il Piccione Turco Friseo parimente nero mo- rato con testa brinata e senza ciuffo. Il color nero del mantello non getta riflessi metallici come nel Turco Ciuffato e nel Turco Ordinario, poichè muo- re slavato ed opaco sulle piume cotonose e ca- denti di questo uccello. In compenso è grande covatore come tutti ì Frisei. Il Piccione Turchetto è stato da me collocato fra le varietà dei Turchi, sembrandomi che a que- sta razza più che ad altre si approssimi. Proba- bilmente incrocio del Turco col Polacco (Columba Brevirostrata) ha del Turco l'identica conforma- zione della testa e de! becco: lo distingue una lun- ghissima coda graduata, e la statura relativamen- te piccola Siccome nessuna certa notizia si ha cir- ca la provenza di queste uccello, potrebbe anche supporsi una varietà del Piccione di Barberia. Pro- duce assai in climi caldi e temperati; malissimo neì freddi. Ciuffato talora. tal altra no, ha man- tello invariabilmente nero: più leggero nel volo di tutti i Turchi é ancora meno soggetto a ma- lattie. 1 Piccwne Calabrese è una varietà di Turco senza ciuffo con testa calva e depressa all’attac- catura del becco, che quasi sembra incassato entro i cerchietti carnosi degli occhi. Perché chiamasi Piccione Calabrese non mi fu possibile di rintrac- ciarne la causa: tutte le indagini che praticammo riuscirono infruttuose. Che forse i predoni Sarace- ni portassero Colombi Asiatici sulle coste meri- dionali d’Italia e qui accoppiatisi coi Colombi del- la Campania producessero questa curiosa va- rietà? E il solo di razza Turca che abbia mantello di due colori. O è nero vaccato di bianco o bianco vaccato di marrone. Î Studiammo attentamente questo uccello e scor- gemmo in esso caratteri particolari. Ama immen- samente il sole, ed ore ed ore rimare sdraiato su di un fianco a riceverne i più cocenti raggi. Per esso il sole è la vita: teme grandemente il freddo “« non produce mai con meno di diciotto gradi Reaumur. Nelle giornate umide non abbandona la colombzia, rimanendo immobile quasi in letargo appollaiato sui posatoi. Una cosa degna di nota si é pure la differen- za del mantello nei mantello nero vaccato di bianco l’ ho sempre osservato nei ma- schi; l’altro bianco vaccato di marrone nelle fem- mine. Questa differenza che sembrerà di nessuna importanza, la è invece grandissima negli uccelli poichè da questa può arguirsi, se non stabilirsi con certezza, il luogo di origine. Mi sorge il dub- bio, non del tntto infondato, che il piccione Cala- brese possa vivere allo stato selvaggio in qualche costa inaccessibile del littorale Affricano imbran- cato con altre razze selvaggie; ma siccome in fat- to di Colombi la scienza ha fatto ben pochi pro- - due sessi. Îl { | gressi e le nozioni: che se ne hanno rimangono da mezzo secolo stazionarie; così io mi astengo dal far passare per verità indiscutibili queste mie sem- plici induzioni. Sarà per me poi di ineffabile con- forto il sapere che-appassionati ornitologhi aman-- ti della nostra Italia abbiano riprese le abbando- nate ricerche sulle origini delle numerose famiglie dei Colombi che popolano vatta quanta Ja terra,;: ben fortunato di aver dato un impulso a dirada- re il fitto velo di tenebre e di errori nel quale- sono sempre involti questi uccelli; che possiamo- collocare fra i più utili della Creazione. « Omnes rès creatae sunt divinae sapientiae et potentiae testes, divitiae felieitatis humanae ; ex earum usu Bonitas Creatorisy ex pulchritudine Sapienta Domini; ex Oeconomia in conservatione propo: tione, renovatione Potentia Maiestatis elu- cet. Earum itaque indagatio ab hominibus. sibi reclitis semper aestimata; a vere eruditis et sa- pientibus semper exculta; male doctis et barbaris. semper inimica fuit. GIULIO CESARE GIACHETTI. Linneo Syst Naturae cur Gemk T. 1. p. 7. SE MICROBII DUI Due conferenze date dal Prof. H. Fol nell’ università di Ginevra tradotte ed annotate da T. Falcone. I Microbii, questi esseri infinitamente piccoli, e tuttavia tanto interessanti, che possono produr- re effetti grandiosi, importantissimi e dannosis- simi alla vita dell’ uomo e degli animali, sono ve- ramente deeni di tutto il nostro studio e della nostra attenzione. Pubblichiamo perciò con piace- re queste dotte conferenze che il Sig. Tebaldo Falcone ha egregiamente tradotte e che furono stampate nel pregevole periodìco Lo Spallanzani. Prima conferesza Signore e signori — V’ha .delle questioni scientifiche che acquistano ad un tratto una im- portanza capitale. Ognuno le giudica di un grande interesse, ognuno vuol conoscerle per darne un giudizio. La scienza stessa subisce 1° iufluenza di quel fascino; e così la moda stende il suo impero non solo su gli attributi graziosi del sesso ama- bile, ma anche nel gabinetto dell’ osservatore. In questi ultimi anni noi abbiamo più volte, ed in breve tempo, visto .sorgere ed allargarsì simili entusiasmi. Le generazioni spontanee, la teoria di Darwin, SG l’uomo preistorico, il magnetismo e le tavole gi- ‘ranti, le applicazioni dell'elettricità, la fillossera... ‘e così via: tutti questi argomenti hanno tenuto \il loro posto principale nelle conversazioni scien- tifiche e negli articoli di giornale. È percio ve- ramente gran ventura quando vediamo che |’ im- portanza del tema risponde pienamente alla foga dell'entusiasmo che esso desta: come avviene nel caso presente circa la questione dei microbii, e della loro azione nelle malattie. Mai il pubblico e lo scienziato si sono preoccupati d’ un argo- mento più degne della loro attenzione ! Microbio è una parola che viene dal greco. Essa risulta dalla contrazione di due vocaboli, dei quali il uno significa piccolo, l'altro veta (1) I microbii infatti sono gli esseri più piccoli che noi conosciamo. Essi sono stati ottimamente chiamati così e si volle attribuirne la paternità al signor Pasteur. In Francia fu ben presto adottato, ma ‘ in Germania si evitava con ogni attenzione di usarlo. Gli uni e gli altri hanno però in questa ‘occasione suscitato assai inutilmente simili qui- squilie, giacchè il vocabolo esisteva assai prima che il Pasteur non desse tanto splendore alla cosa che esso designa. Leeuwenhoek infatti è il primo naturalista che ne abbi. parlato: nel 1687 egli li descriveva come piccoli animalucci agilissimi, il cui diametro era anche più breve della sesta parte di quello d'un globulo rosso umano. Sia come si voglia, è più grave rispondere ad una domanda che cì si rivolge ad ogni ora: A quale regno appartengono queste creature? Esse sono così piccole che non possiamo sco- vrirvi alcuna struttura, anche quando le osser- viamo con i più forti ingrandimenti. In generale misurano un millesimo di millimetro in diametro; ma ve ne ha di più piccoli. In un millimelro cu- bico possiamo calcolarne mille milioni e per ri- empire uno spazio dell’ ampiezza di un centime- tro cubico dovremmo averne un bilione. E questa colonia colossale di esseri, peserebbe appena un grammo! Se paragoniamo uno di essi ad un pel- licello, troviamo la stessa diversità che corre tra uno scarafaggio ed un elefante. (1) Io scrivo perciò microbio e non microbo come direbbero i moderni italo-galli. Fin dal luglio dell’anno passato, quando tutti parlavano di specifici e preservativi e facevano profezie, | io scrivevo una semplice letterina ad un giornale politico di Napoli, contentandomi di parlare, in tanto caos di opinioni, dell’ etimologia del vocabolo. Molti vollero ascoltarmi ; molti han fatto orecchie da mercante. Tal sia di loro. Anche il Cane tani, più tardi, nel Morgagni, ripeteva doversi dire mfcrobio e non microbo. (Vedi il Piccolo, luglio 1884). Molti di essi sono mobili ed anche agilissimi; poche specie sono immobili, e non lo sono durante tutta la loro vita. Questo potere di locomozione non è carattere abituale e comune alle piante, ma il micrografo è testimone spesso di molti paradossi, ed i ve- getali che egli osserva col suo microscopio sono quasi sempre mobilissimi. Così ai vibrioni piace attraversare come freccie il campo del microsco- pio; e pure non ci tirano in inganno. Perchè, in realtà, sono veri vegetali, e noi Jo sappiamo. E lo giudichiamo non da caratteri che possono esser messi in discussione, non su apparenze che pos- sono trarci in inganno, ma su l’esistenza di una ,serie non interrotta di gradazione insensibili che le rilegano alle muffe ed alle alghe; mentre che non troviamo simili gradini di passaggio tra essi e gli animali. È vero che sono vegetali che non rassomiglia- no a quelli che abitualmente vediamo tutti i gicr- ni! Non sono interamente verdi, anzi non lo sono affatto, e non hanno poi bisogno della luce del sole. Vivono piuttosto come i funghi più oscuri, assorbendo il loro alimento per tutta la super- ficie del corpo, imbevendosi di liquidi come fanno le radici delle piante o i filamenti delle muffe, ed emettendo parimente dalla superficie corpor a i prodotti della loro nutrizione, che soro velenosl e che senza dubbio sono là causa immediata di moltissime malattie. (1) 4 I microbii dunque hanno la facoltà di vivere a spese dei liquidi organici e di alterarne la na- tura. Agiscono alla maniera dei fermenti. (2) Raccogliamo, per esempio, il musto d’ uva che vien giù dallo strettoio e chiudiamolo ermetica- mente in un vaso, dopo di aver liberato tanto il vaso quanto il liquido da tuttii microbii che essi (1) Queste ultime parole, da me fatte stampare in altri carat» teri, significano chiaramente che il parassitismo dà assai gran= de importanza ai prodotti di metamorfosi che i liquidi nutri- tivi assorbiti subiscono nell’ ambieute organico dei microbii. Ecco, dunque, che una pretesa scuola chimica, che vorrebbe scalzare quella del parassitismo, usurpa per lo meno dritti che non le spettano. Ed ecco come debbono i micrografi rivolgere le loro osservazioni con più cura ai prodotti della vita di que- sti infinitamente piccoli. Bisognò dImostrare che fossero dav- vero la causa dei morbi; poi si dovè ricercarli nei singoli mor- bi cui esclusivamente appartengono; oggi resta a rilevarne le più importanti proprietà biologiche e la maniera d’ azione sul nostro organismo - ars /onga - ma la mente umana va avanti desiderosa sempre di nuovi veri. (2) L’ affermazione è troppo recisa perchè possa essere vera Il vero modo d’ azione dei microbii noi non possiamo ancora conoscerlo. L’ A. per vero intende esprimere un paragone gros solano, per esser chiaro con i suoi uditori, e fa benè. contengono. In queste condizioni il mosto sì con- | renti le une dallè altre, a norma della specie serverà tale quale è, durante un mese, un anno, dieci anni; e dopo questo tempo sarà dolce, fre- sco come al primo giorno. Ma se v’introduciamo un pò di lievito di viuo, in poche ore il mosto ìîntorbìdirà, diverrà spumoso, fumoso. Lo zucchero sarà andato via e sarà rimasto l’ alcool. Questa trasformazione è dovuta al microbio che ass orbe lo zucchero che gli è necessario, e rigetta l° al- cool che gli riesce inutile. Il lievito della fermentazione vinposa non è il solo certamente che si trova nel mosto d’ uva quando è versato nella botte (e lievito significa quì microbio); ma è la specie che meglio sì è sviluppata in quell’ambiente speciale, e si è pre- sto sbarazzata delle altre, per restar sola domi- natrice del terreno. E questo che diciamo del vi- no si applica egualmente ed altre mille bevande. Ogni liquido ha 7 ur certo modo (1) il suo miero- bio di predilezione che vi si diletta meglio di ognì altro, e ogni microbio un liquido di cui è parti- colarmente ghiotto. Il latte abbandonato a se stes- so è invaso dal microbio del latte rappreso; l’ urina dal microbio dell’ urea; e così di seguito. Ma se il terreno è particolarmente favorevole ad una specie non è perciò meno vero che possa nutrir- ne molte altre. Se un giardiniere abbandona une plate-bande del suo giardino, la vedremo invasa prestamente da molte cattive erbe di ogni sorta; ma nna di queste non tarderà a predominare ed a scacciare tutte le altre. Secondo la natura del terreno questa dominatrice sarà il viluechio, sarà il cardoncello, sarà.... un’ altra pianta. Ma lo stesso terreno ben ripulito avrebbe potuto nutrire qualunque pianta utile che il giardiniere avesse voluto seminarvi. Lo stesso avviene dei microbii. Per assicurarcene basta sterilizzare uno dei li- quidi che abbiamo menzionati, chiulerlo in un vaso inaccessibile ai germi dell’ aria,,e poi semi- narlo con quella specie di microbii che vogliamo velere riprodotta: Spessissimo l’ esperimento riesce bene, e allora vedremo uno stesso liquido subire una serie di decomposizioni affatto diffe- (1) Ho fatto scrivere in altri caratteri queste parole în un certo modo, per far nota e meglio che l’ ultima proposizione non è puramente scientifica, ma racchiude meglio un modo di vedere la cosa. Perocchè da essa si potrebbe dedurne che esi- stano per lo meno tanti liquidi quante sono le specie di mi- crobii, e viceversa. Che i microbii non manchino ai liquidi può esser vero; ma che questi non manchino a quelli, deve essere almeno ancora provato. E sembrerebbe razionalmente assurdo quando si pensi che anche i microbii debbono combattere una lotta per |’ esistenza con l’ ambienti in cui vivono. che accolgono. Questo esperimento prova due cose: l. chie la fermentazione o la decomposizione non è inerente al liquido, giacchè non basterebbe allora privarlo di tutti i germi stranieri per renderlo inaltera- bile - e 2. che il genere di decomposizione, fer- mentazione, acidificazione, putrefazione, dipende principalmente dalla natura del microbio, e solo secondariamente dalla. natura del liquido; giacchè altrimenti, il latte, il brodo, il sugo d'uva non darebbero prodotti molto simili, sotto l'influenza di un solo microbio, mentre un solo di questi li- quidi può a sua volta subire le fermentazioni più diverse secondo la specie del microbio che vi è stato seminato. L'applicazione di questo fatto generale, alla teoria delle malattie epidemiche e contagiose è evidentissima e conseguente. Alcuni microbii pos- sono invadere il nostro corpo e modifiearlo alla guisa che modificano il brodo e il latte. Ogni spe- cie infligge a noi il genere di fermentazione che le è propria. Ogni malattia ha il suo microbio specifico, e la costanza dei sintomi s’ esplica pre- cisamente per le costanza delle proprietà dell’ ele- mento minuscolo che ne è la causa. Vi sono ma- lattie il cui mierobio non è ancora conosciuto, ma non ve ne ha che possono essere occasionate in- differentemente da specie diverse. Ciò non esclude la possibilità di una decom- posizione complessa, dovuta allo sviluppo simul- taneo o successivo di due o più specie. Se due microbii riuscissero a vivere insieme in un liquido senza danneggiarsi reciprocamente, la fermenta- zione che ne risulta sarebbe la somma delle fer- mentazioni dovute a ciascuno di essi (1) vosì il kefir, bevanda igienica il cui uso è stato introdotto presso di noi dal signor Haccius, si ottiene da due fermentazioni simultanee del latte. Combina- zioni di questo genere pare abbiano nelle malattie un valore assai più importante e capitale di quello che fino ad oggi non sì è creluto. ‘2) (Continua) (1) Io non ripeterò che questo voler ridurre |’ azione dei microbii ad occasionare delle fermentazioni non mi pare sem- pre giusto. Il loro modo d’ azione, come tutti i fenomeni n - turali; è complesso, e gioverà esaminarlo accuratamente. Tl più semplice-è-certo 1’ azione-locale del microbio virgola sulle pareti intestinali in quella forma del colera che in ho detta sierosa. (Vedi'le mie Recordacoes! do cholera de Napoles em 1884; pubblicate quest'anno a Lisbona per i tipi dei signori Rodriguez (Rua do Ouro, 1885, Lisboa). A cominciare da que- st azione semplicissima quarite altre non ne avremo ! (2) E da.ciò dipende, forse, ol*re che dalla varia resistenza dei vari individui, che alcuni sintomi siano incostanti, e trag- gano facilmente in inganno il clinico che osserva, Essi spesso possono essere doyuti ad altre cause concomitanti che sono specifiche. La Caccia degli uccelli insettivori e l'agricoltura © Si va continuamonte ripetendo.che i. prodotti agricoli sono grandemente danneggiati dagli insetti e che causa principale del moltiplicarsi di questi è lo sperpero che si fa degli uccelli insettivori. Si domandono leggi sulla caccia eccezionalmente rigorose, ed anche l' assoluta. proibizione di qua- lunque genere di caccia almeno per um certo pe- riodo di anni. Abbiamo già più volte espresso il nostro parere in. proposito, il quale è che pur ammettendo |’ uti= lità degli uccelli insettivori per l’ agricoltura, non la crediamo tanto grande quanto generalmente. si ritiene; desideriamo la protezione della selvaggina ma non al punto di proibirne la caccia ne di re- stringerla di troppo, dasterebbe anche il fare ri- spettare te leggi che pure sono attualmente în vi- gore, tuttavia modificazioni razionali e bene intese se ne potrebbero certo utilmente fare, e ripetiamo ancora ciò che più volte scrivemmo in proposito. Si provveda ma non si esageri. A quanto abbiamo già scritto per dimostrare la giustezza delle nostre idee, riportiamo oggi il parere dell’illustre Prof. Camerano il quale in un suo lavoro. sul Congresso ornitologico di Vien- (1) Era già composto questo articolo quando ci giunse un opuscolo Note sull’ alimentazione dell’ uccellini, favoritoci dal suo autore Sig. Prof. &Mariacher. In esso si sostengono e sì dimostrano le medesime teorie da noi sostenute, che. cioè sia esagerato il parere, tanto di chi vuol far derivare tutti i danni che annualmente soffre 1’ agricoltura per causa degll in- setti, dallo sperpero che si fa degli uccelli insettivori, quanto di chi non riconosce affatto 1’ utilità di questi uccelli: L’ egre- gio autore condivide pienamente l’ opinione dell’ illustre natu- ralista Prof. Canestrini il quale nella Rassegna di agricoltura industria e commercio del febbraio 1885 così si esprimeva: «Sebbene gli uccelli, oltre gli insetti dannosi all’ agricoltura, « distruggono degli insetti insettivori, e, insieme colle vittime, « anche degli insetti parassiti; tuttavia nessun argomento suffra- « ga l’ opinione che 1’ azione loro complessiva sia indifferente 0 « dannosa per l’ agricoltura. Gli stessi fautori degli insetti « parassiti mon possono respingere quest’ idea, imperocchè « nemmeno tutta l’ azione dei parassiti si manifesti a vantag- « gio delle piante coltivate, essendo noto che quei parassiti « producono la morte anche di molti insetti insettivori, e quin- « di di animali a noi utili. Io considero gli uccelli e gli insetti « parassiti nella loro azione complessiva, ma come animali fra « loro alleati a vantaggio dell’ agricoltura; con questa aggiunta, « che i secondi superano in attività i primi tutte le volte che « gli insetti fitofagi anmentano in proporzioni straordinarie. « Allora succede, a mio avviso, che gli insetti fitofagi per « mancanza di abbondante cibo, subiscono un indebolimento; « mentre invece i parassiti, per la quantità di vittime che pos- « sono invadere, prosperano più che mai e si moltiplicano _« oltre | ordinaria misura. » RAP E E ETNA na: ece. pubblicato negli Ann. della R. Accad. di agr. di Torino Vol. 27 p. 97-113 conclude cosi!: Gli uccelli e gli altri animali ìnsettivori di- struggono una certa quantità d’insetti. La quantità degli insetti*distrutti in tal modo, per quanto possa sembrare apparentemente gran- de, è'tuttavia piccolissima parte del numero degli insetti stessi. Pochi insetti possono, date certe favorevoli condizioni, dare origine in pochissimo tempo ad un numero tale di individui e produrre danni no- tevoli! prima che, dato che lo potessero, gli ue- celli abbiano tempo di divorarili. Gl’insetti' più intensamente notevoli, quelli cioè che pei loro costumi o per la loro mole troppo piccola, l’ uomo difficilmente riesce a distruggere, sfuggono in generale completamente alla distra- zione per parte degli uccelli. Gli uccelli divorano, insieme colle specie no- cive, anche molte che sono utilissime, perchè sono carnivore, o sono parassite. — Ora un micro-ime- nottero parassita, il quale fa perire sicuramente la sua vittima, per quanto piccola essa sia, è molto utile. L' utilità degli uccelli viene così ad essere di- minuita almeno della metà. I fatti, che si osservano in tutte quelle regioni della terra nelle quali e insetti e uccelli vivono al di fuori dell’azione dell’ uomo, dimostrano ch:a- ramente, che l'azione degli uccelli insettivori è piccola in ordine alla distruzione degl’insetti stes- si, e che anche là dove gli uccelli sono oltre ogni dire numerosi, di tratto in tratto certe specie d’insetti pigliano un enorme sviluppo e produ- cono danni nòtevolissimi. L'azione degli uccelli insettivori sarà solamen- te veramente utile, quando |’ uomo potrà concen- trarla in un dato tempo in una località ristretta, come già si pratica con buon frutto in località ristrette e chiuse coi rospi e come si fece in varie località colle anitre. Io credo che, volendo realmente utilizzare gli accelli nell’ opera della distruzione degl’ insetti no- cevoli, si dovrebbe cercare di addimesticare ed anche modificare opportunamente collo alleva- mento, quelle forme di uccelli che sono più schiet- tamante insettivore in modo da crearne delle razze, le quali riescissero veramente ausiliari al- l’uomo e in modo che questi potesse servirsene secondo il bisogno. Ciò facendo certe specie d’ insetti si potrebbero distruggere facilmente; altre invece, sfuggirebbero tuttavia, perchè, ripeto, i loro costumi e la loro 10 role sono tali da porli in salvo dal becco di qua- lunque uccello. La diminuzione degli uccelli in Europa dipende dallo estendersi della coltivazione e sopratutto dal taglio dei boschi. Qualunque cosa si faccia non si riescirà a fare aumentare ìl numero degli uccelli, se non si for- nisce loro convenienti condizioni di vita. I Governi faranno opera utilissima per sè stes- sa a frenare la distruzione degli uccelli con op- portune leggi e sopratutto curando l'esecuzione delle leggi attuali, che in generale sono buone; I provvedimenti che si prenderanno in pro- posito serviranno se non altro ad impedire la di- struzione totale dei piacevoli abitanti delle nostre campagne, perchè io credo fermamente che se da una parte i provvedimenti che si possono pren- dere non faranno crescere il nnmero degli uccelli, d'altra parte noi possiamo impedire che gli uc- celli attuali vengano distrutti. L'uomo può sem- pre non distruggere; mentre difficilmente può ri- fare ciò che ha distrutto. dnsegnamenti pratici NASANIEXAN Sulla peronospora. ( Viti americane e malattie della vite). Riceviamo con permesso speciale di traduzione, un b>llissimo lavoro sulla peronospo- ra, scritto con molta chiarezza e brevità dal Sig. Pierre Tochon, presidente della Società Centrale di Agricoltura della Savoia. Dolenti che lo spazio ci manchi a riprodurre per intero l'opuscolo del sig. Tochon, ci limitiamo a tradurre le conclusio- ni, alle quali l’autore è tratto in seguito all’ esa- me dei risultati ottenuti in Francia ed in Italia nella distruzione del fungo. Conclusioni. — Benchè i processi curativi pro- posti per difendersi contro la peronospora non sì basino sopra esperienze prolungate, si constata con soddisfazione che il vignaiuolo non è più di- sarmato, come lo è stato fin’ oggi, contro questa nuova calamità viticola; potrà infatti prevenire l’ invasione valendosi di uno dei seguenti processi: 1.0 Iniettando sulle foglie della vite dal 15 giu- gno alla fine di luglio, mediante il polverizzatore Riley o in altro modo, una soluzione di 3 a 5 Cg. di solfato di rame in 100 litri d’ acqua; 2.0 Servirsi nelle vigne di pali immersi in un bagno di 3 a 4 Cg. di solfato di rame per 100 litri d’ acqua; 3.0 Aggiungere a quest’ ultimo processo, per assicurarne la riuscita, l’impiego di paglia o di TIE _ II scorza di salice, solfatate nello stesso modo, e ser- virsi della paglia per legare i pampini e delle scorze per sospenderli all’ intelaiatura; 4.° Il vignaiuolo potrà anche far sciogliere da 8 a 12 Cg. di solfato di rame e altrettanti di calce caustica in 100 litri d’acqua e aspergere con questo liquido, dal 15 giugno alla fine di luglio, le foglie delle sue viti; 5° Finalmente si può impiegare la calce causti- ca sola diluita in ragione di 2 a 5 Cg. per 100 litri d’acqua e aspergere le viti una prima volta in giugno, poi rinnovare l' operazione sino alla fine di settembre tutte le volte che una forte pioggia abbia dilavato l’ aspersione precedente. Si osserverà che questi diversi mezzi d’ impe- dire lo sviluppo della peronospora riposano eselu- sivamente sulla utilizzazione del solfato di rame e della calce caustica impiegati assieme o sepa- ratamente. Il processo ètalzano col latte di calce sarebbe senza dubbio il più economico, se non si dovesse ripetere l’ aspersione dopo ogni pioggia. Resta da esperimentare se una sola o due asperzioni non fossero sufficienti per arrestare lo sviluppo del parassita, o se sia necessario per ottenere tal ri- sultato che le foglie siano sempre coperte di car- bonato di calce. Si potrà completare questo trattamento ed as- sicurarne la riuscita coll’ impiego di paglia solfa- tata per legare i pampini della vite. Il processo girondino, riunendo i due caustici ad una dose molto più elevata di quella degli altri mezzi proposti, sembrerebbe il più sicuro, se la sua applicazione potesse essere senza danno per la qualità del vino. Infine il processo dorgognone Ricant (quello dei pali solfatati) esperimentato in grande dal Sig. Prospero De Lafitte sarebbe d’ un’ applicazione pratica ed economica, aggiungendovi le legature con paglia solfatata, ovunque s' impala regolar- mente ogni piede di vite, ma là solamente. Però quante vigne non lo sono affatto o parzialmente! Resta a sincerarsi per raccomandare questo processo se il palo, solfatato ana volta, mantenga l'immunità continua al ceppo che gli si attacca, o se deve essere solfatato a delle epoche più o meno Vicine. La Motte-Servolex, 25 ottobre 1885. P. TOoCHON. D. C. Trad. Se ila © NOTE BIBLIOGRAFICHE RECENTI PUBBLICAZIONI DONI-CAMBI L’ Amministrazione del Bollettino s’ incarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle altre, quando sia possibile, se ne permette gratuitamente la lettura. Gli Accessori della Casa Colonica. È un buono libro pubblicato dall’ egregio Sig. C. Yole e contiene molti insegnamenti pratici per gli Agricoltori È adorno di 171 incisioni e costa L. 2,00. Pollicoltura Pratica. L’egregio Sig. Alberto Gemignani ha riuniti in elegante volume gli in- teressanti articoli di Pollicoltura dal medesimo pubblicati nel giornale la Villa e la Fattoria. Il volume adorno di molte figure costa L. 2,10. L’ egregio naturalista Dott. Eugenio Bettoni Prof. nella R. scuola agraria dì Brescia ci ha in- viato l'importante dono delle seguenti sue pre- gevoli pubblicazioni: Elementi di Zoologia Agraria: per il 3.° corso delle scuole Agrarie provinciali. È un libro utile non solo per gli studenti ma per tutti coloro che s’interessano dì agricoltura e dell'allevamento di animali domestici, perchè tratta diffusamente dei mezzi in cui vivono gli animali, e dei rapporti di essi fra loro e con la vegetazione ; fa ìa storia particolare dei principali animali utili e nocivi all'agricoltura e dei più notevoli animali nocivi al bestiame e pollame domestico. în questo volume, per la fretta con cui fu stampato, sono incorsi diversi errori ma un'accurata errata corrige ri- media a tale inconveniente. Il volume di 350 pa- gine costa L. 3,00. Prodromi della Faunistica Bresciana. Con questo modesto titolo il Sig, Bettoni ha pubblicato un volume di oltre 300 interessanti pagine, che contengono la Bibliografia faunista Bresciana, i ca- taloghi degli animali finora osservati nel territorio di quella provincia, la storia dei pregiudizi el un vocabolario zoologico vernacolo. ]l costa L. 4,09. La pulce, La cimice dei letti. Visitatori inopportuni ed inquilini che non pa- gano fitto. i Sono 3 pubblicazioni popolari ma che hanno pure molto interesse, istruendo su animali così tanto importunì all’ uomo. Sull attuale distribuzione geografica del Mo- . losso del Cestoni (Nyctimomus Cestonii Savi). Nota volume 11 ————————ptdS— T._——————_—_—_—_—_———Fv>ve»e"°00nooezrPH _!ePÙmuq Q qr‘—eoe—=" <- del prelolato Prof. Bettoni ed il cui titolo spiega chiaramente il contenuto della medesima. Saggio di registrazione per gli animali bo- vini. L’egregio Sig. Dott. D. Tamaro, Prof. e e Vice Direttore nella scuola Agraria di Grumello di Monte, ha pubblicato questo interessante volu- me, proponendo un sistema unico di registrazione da adottarsi dagli allevatori di bestiame bovino, — allo scopo di rilevare le attitudini del medesimo, e per istituire i libri genaloglci. Il volume si vende a L. 2,00. Almanacco dell’ agricoltore. Il medesimo Sig. Prof. Tamaro ci ha favorito anche il suo alma- naccu dell’agricoltore per il 1886. Contiene tanti insegnamenti uili all’agricoltore, produttore di vino ed olio, allevatore di bachi da seta ece. ecc. e non costa che 15 centesimi. Puglia e Calabria. Schizzo geologico per U. Botti. L’ egregio Sig. Cav. Botti limita il suo stu- dio in questo lavoro, alle due provincie estreme di Terra d'Otranto ossia di Lecce, e di Calabria Ultra I o di Reggio-Calabria e cominciando dal- l’ orografia, trova molto diverso il rilievo fra le due provincie, come opposte sono le condizioni della loro idrografia superficiale; ma la costitu- zione geologica delle due provincie presenta ad un tempo dei contrasti e delle analogie, e sono tali contrasti e analogie che l’ egregio autore ac- curatamente studia in questa pubblicazione. Saggio di un catalogo sui coleotteri della campagna romana per Pio Mingazzini studente nella R. Università di Roma. L’illestre Prof. Carruccio che con ranto zelo dirige il museo e l’istituto zoologico della k. Università di Roma, ha incorasgiata la pubblica- zione di questo interessante catalogo che va com- pilando |’ egregio Sig. Mingazzini e del quale ab- biamo ricevute le dae prime centurie. Note sull’ alimentazione degli uccellini. Lo egregio Sig. Prof. Giovanni Mariacher, ci ha fa- vorito questo suo opuscolo nel quale con dotti e persuasivi argomenti dimostra come s' ingannino tan‘o coloro che per l’ utilità dell’ agricoltura con- siderano come dannosa l’ uccisione di un’ uccel- lino, quanto queili che dichiarano di nessuna uti- lità gli uccelli insettivori. Egli divide pienamente l'opinione del !rof. Canestrini che pubblichiamo in nota all'articolo La caccia degli uccelli inset- tivori e l'’agricol'ura. L'egregio autore ha unito a questo suo studio avche un’elenco delle specie di uccelli rampicanti, Cantatori e Schiamazzatori, con la indicazione del loro alimento. L’ infaticabile e dotto Sig. Conte Napoleone Passerini ci invia: 12 Sopra 0? esposizione: del vino all'azione diret- ta del sole, come mezzo per preservarlo dalle | alterazioni e per învecchiarto. Sono osservazioni ed ammaestramenti pratici e scientifici che raccomandiamo ai produttori di vino. Sulla morte degli tnsetti per inanizione. Si co- moscevano già esperienze su animali superiori come Cani Conigli ecc. ed anche su uomini che si son presi il gusto di rimanere senza prendere cibo per più o meno lungo .tempo; .ma non si erano fatte accurata osservazioni in proposito per quanto riguarda gli insetti quantunque sì sapesse che taluni possono vivere lungo tempo senza nu- trirsi. L’ egregio Sig. Canestrini ha preso a fare queste esperienze, servendosi di un sistema molto semplice, ponendo cioè gli insetti, preventivamente pesati, entro un vasetto di cristallo chiuso con rete metallica. Sono parecchi gli’ insetti sottoposti all’ osservazioni e da queste ritrae le seguenti de- duzioni: i 1. — Alcuni insetti possono vivere un, tempo molto lungo senza prendere alcun cibo. L' insetto che visse più di ogni altro in tale stato, fu una larva adulte di Cossus cossus (Esp. 62 ). 2. — Gli individui tenuti senza cibo diminui- scono rapidamente di peso, fino a giungere ad 4[; del peso primitivo; in qualche caso hanno rag- giunto meno di ‘|, del primo peso. 3 — La durata della vita è generalmente più lunga d'inverno che d'estate; e ciò perchè quan- do la temperatura è bassa, il ricambio materiale dei tessuti e la vita degli insetti sono molto meno attivi. Si sa che gli insetti che svernano, in gene- rale non prendon eibo, ma passano la fredda sta- gione assiderati e come in uno stato di torpore, in cui le attività vitali sono debolissime. Negli insetti dunque avviene tutto ll contrario di quel che si riscontra nei vertebrati a sangue caldo, la cui vitalità è più attiva quando si ab- bassa la temperatura esterna, e la cui combustio- ne organica aumenta nello stesso caso. 4. — Durante la calda stagione la diminuzlone di peso è molto maggiore che nell’inverno; e ciò per le ragloni dette al $ 3, ed anche perchè, qua- do la temperatura è alta, è più attiva la evapo- razione dei liquidi del corpo. Un Acridium lineola durante l' inverno, in 52 giorni diminuì soli grammi 0,24, e ‘<;} del peso primitivo, pesando al principio dell’ esperienza gr. 1,45 e alla fine gr. 1,21 (Esp. 12). Un animale della medesima specie, ma nel mese di giugno in .soli 9 giorni diminuì di gr. 0,97 e di quasi 4; del primo peso (Esp. 1l). P_IAESTN Vr E CALO £ ‘ È. pig Ka Se gli insetti vengano tenuti, durante la fred- da stagione, in un ambiente caldo, la diminuzione del peso si accelera, potendosi così osservare ar- tificialmente d’' inverno, ciò che si vede natural- mente di estate (Esp. 8, 9 e 10). di 5. — La diminuzione di peso è in proporzione alla mole dell’ animale, ed.ha nn certo rapporto. colla maggiore 0minore consistenza degli inte- gumenti. A parità di condizioni gli insetti a in- tegumenti molto spessi e induriti, quali per esem- pio i Coleotteri, soffrono una diminuzione di peso minore di insetti a cute sottile e poco chitinizzata, come sarebbero le larve dei Lepidotteri. La ragione di ciò è da attribuirsi alla minore evaporazione che subiscono i liquidi del corpo di animali a integumeuto molto indurito, di quello che non avvenga per insetti che, come a mo’ d’ esempio i dachî da seta, lo hanno molto tenue e mollissimo. 6. -—— Fra gli insetti sottoposti a queste espe- rienze, quelli che hanno più a lungo resistito alla; inanizione, sono una larva di Cossus cossus ;e gli Acridium, In linea progressiva si ha; (Imenottero) Xylocopa violacea giorni 2 (Coleottero) Calosoma sycophanta . » 4 (Ortottero) Locusta viridissima . Di WU (Coleotteri) Rhyzotrogus. . .. » 8a 20 » Cerambya heros e velutinus. 9 a 17 (Lepidotteri) Larva di. . . ? . » 10 a 20 (Coleotteri) Lucanus cervus. . . » 730° » Cotontariia Sata »;Labaxsl (Lepidotteri) Larva di Bomdya morî » Ta 34 (Ortotteri) Acrideun lineola. . . » 9a 870 (Lepidotteri) Larva Cossus cossus. » 135 7. — Gli insetti sottoposti a queste esperienze quando sono stati alcun tempo senza prender cibo divengono deboli, macilenti e torpidi. Gli insetti volatori non possono più in verun modo sostenersi sulle ali. I bachi da seta costrui- scono un bozzolo floscissimo, morendovi dentro generalmente prima di trasformarsi in crisalide. Le larve dei lepidotteri diminuiscono grandemente di dimensioni, e si raccorciano e divengono grin- zose (rinfratiscono, come dicono gli allevatori di bachi da seta). Di una galla di Cinipide trovata sulle radici della vite. ( Vitis vinifera) Comanicazione preven- tiva del Dott. Paolo Magretti. È la prima volta che riscontransi su radici di viti, galle di insetti del genere Liorhiza (Cinipidi od Imenotteri gal- linsetti) e l’ egregio autore ne ha fatto noto su- bito il caso per richiamarvi l’attenzione degli studiosi onde poterne ottenere ulteriori prove. l A Contributo all’ anatomia ed alla biologia degli Odonati, per Roster Dante Alessandro. L' egregio autore dà in questa sua memoria una completa descrizione dell’ intiero sistema tracheale nelle Libellule, illustrandola con diverse figure accura- tamente eseguite. E uno studio coscenzioso e che colma molte lacune esitenti nelle cognizioni che vi avevano fino ad ora: Dalla direzione del Museo civico di Rovereto riceviamo : 1 Elenco sistematico dei Coleotteri finora rac- colti nella Valle Lagarina, per Bernardino Hal- bherr. Fascicolo {.° Cicindelidae, Carabidae. 2 Elenco sistematico degli Imeno-Disco-Ga- stero- Miscomiceti e Tuberaceiî finora trovati nella Valle Logarina dal Dott. Ruggero Cobdelli. La luce. Periodico quindicinale che si pubblica in Roseto Valfortore ed il cui abbonamento costa L. 4 all’ anno. Il Monitore Finanziario-commerciale. Perio- dico settimanale che si pubblica in Torino via Belvedere 17 e costa L. 6 all'anno. Pubblica 2 volte la settimana un supplemento intitolato /2 portinaio. La Chaine d’union de Paris. Iournal de la Maconnerie universelle, parait une fois par mois. Abonnement 14 Fr. par an. Redacteur en Chef. M. Eugène Hubert, 6 rue du Pont. de Lodi, VI arrondissement, Paris La Caccia illustrata. Raccomandiamo questo periodico del quale sono pubblicati i primi 4nu- meri Basterà dire che ne è direttore il Sig. Paolo Sani già redattore capo della Caccia, e redattore capo il ben conosciuto Cav. Arturo Renault, che con molto piacere abbiamo ancora noi l’ ono- re di ascriverlo fra i collaboratori del Bolletti- no. Si pubblica ogni domenica, l’ abbuonamento costa L. 15 all’ anno e la direzione e amministra- zione del giornale è in Parma in B. S. Anbrogio Ml apio COLA NA NISSAN SNSNANAS NA AAA INVENZIONI E SCOPERTE Microfono a piastre di vetro. li Prof. Boisard, perchè si possa vedere la disposizione interna del microfono, ha sostituito alle due piastre di legno che stanno sopra e sotto al microfono stesso, due, lastre di vetro. Con questa modificazione si pos- sono vedere facilmente tutti i movimenti, i con- tatti ecc. del microfono in azione, e lo strumento acquista anche in sensibilità, articolando più net- «tamente. L’ Algina. è una nuova sostanza che il Sig. Stanfard ha ottenuta, da diverse piante marine. Essa sembra possa essere utilizzata in varie in- dustrie; nella preparazione delle stoffe è superiore all’amido, può essere utilizzata nelle tintorie, ed è anche un prodotto alimentare; non è attaccabile dagli acidi. Miniere d’ oro in Siberia. Sulla riva chinese del fiume Amour si sono trovati ricchi giacimenti d’ oro ove il prezioso metallo dicesi che abbonda più che in California ed Australia. Nuovo sistema di legatura per gli innesti. Le legature che generalmente si usano per gli innesti marciscono facilmente quando il terreno e umido. Il Sig. Verdalle ha immaginata una lega- tura metallica che è stata premiata alla esposi- zione viticola di Montpellier ed al concorso di Be- riers; consiste in un’ anello di acciaio di forma ovale e fatto a molla aprentesi da un’ lato. A ppli- cato questo anello all’ innesto ne stringe bene le diverse parti senza presentare l’ inconveniente di marcire ed allargandosi e cadendo a poco a a poco a misura che l'innesto si sviluppa. Di que- sti anelli ne sono stati messi in vendita di diverse dimensioni. i Le macchine automatiche. Se si va di questo passo arriveremo al giorno in cui gli industriali non avranno più il timore che i loro operai si pongano in sciopero, poichè le macchine faranno tutto da se e saranno esse i soli operai occorrenti. Esistono già ueacchine automatiche maravigliose e complicatissire che eseguiscono lavori sorprenti senza quasi bisogno della mano dell’ uomo; ma ora vogliamo farne conoscere alcune ingegnosis- sime e di recente invenzione: Alcune società americane di omgnibus, per evi- tare la spesa d’ impiegati e assicurarsi contro le frodi, hanno posto allo sportello degli omgnibus certe macchinette le quali non lasciano aprire lo sportello stesso a meno che non venga introdotta in una apposita apertura la moneta stabilita dalle tariffe; lo sportello si richiude automaticamente appena entrata una persona Alla stazione Nord di Parigi è stata posta una bilancia sulla quale ognuno può vedere il proprio peso, previo pagamento di 10 centesimi; ma per risquotere questa tassa non v’ è nessun’ impiegato, poichè se sì sale nella bilancia per pesarsi essa non si muove ma se s"introduce una moneta di 10 centesimi in una apertura che rassomiglia a quello di un salva danaro, essa diventa subito com piacente e lascia vedere quanto pesiamo. Si sone perfino costruite fontane che versano 14 ———*;_;_—_-< e AAAITITNTIEE liquori e bibite rinfrescanti a piacere del richie- dente, il quale per averne un bicchiere non deve fare altro che introdurre la moneta nei luoghi indicati da apposito avviso. *_"_—@—@@——_Rm:[<@@u@@@@ueiti NOTIRETA RIO A tutti coloro che hanno avuta la gentilezza di inviarci felicitazioni in occasione del nuovo an- no, contraccambiamo con piacere gli auguri e de- sideriamo loro molti -anni di vita felice. I calendari che avevamo provvisti per darsi . in dono a chi pagava l'abbonamento entro il de- cembre scorso, non sono bastati alle richieste-ri- cevute e così ad alcuni abbonati non è stato an- cora spedito, ma lo riceveranno fra breve, appena ci ginngono gli altri commissionati. Due abbonati ci scrivono che al loro ufficio postale non è stato accettato l’ abbonamento per il nrstro Bollettino ; gli consigliamo a ricorrere alla direzione provinciale dell’ ufficio stesso, poichè tutti sono obbligati ad accettare gli abbonamenti. Rammentiamo a chi ci scrive per aver notizie di qualunque genere che non si risponde che a coloro che mandano: cartolina doppia o francobollo per la risposta. Diversi gionali ci fanno l‘onore di pubblicare spesso dei nostri articoli, ma non si ricordano mai di nominare la fonte dalla quale estraggono. Il nuovo istituto e museo di Zoologia per la R. Università di Roma. Nello Spallanzoni abbiamo letto con piacere il progetto ‘per la co- struzione del detto nuovo istituto, resosi indispen- sabile se non si vuole che la università della ca- pitale rimanga al disotto dell'altre università del regno; difatti gli attuali locali per gli istituti ed i musei di scienze naturali sono assolutamente in- sufficenti ed indecorosi per la capitale. Lo zelo e la scienza degli attuali professori hanno fatto fare grandi progressi scientifici e materiali alle vecchie collezioni, ma se il governo ed il muni- cipio non provvedano ai locali è impossibile an- dare innanzi. Predizioni per l'annata 1886. Mathieu de la Dròme è Aivenuto famoso per le sue predizioni perchè molte volte ha indovinato il tempo che dovrà fare durante l’anno, ed il suo Triple Al- manach viene venduto a migliaia e migliaia di copie, quantunque Mathieu sia morto ed ora fac- cia le predizioni suo genero Sig. Meyret. Noi pre- stiamo poca fede a questi proniostici, perchè la metereologia non è ancora in grado di potere pre- sagire il tempo a 12 e più mesi di distanza, e certe indicazioni sono tali da potersi preve- dere da ogniuno: di fatti chi è che non sà che d'inverno farà freddo specialmente nelle regioni settentrionali che avremo neve ai monti, tempe- ratura variabile ecc.; tuttavia vogliamo dare ai nostri lettori un breve sunto .lelle previsioni che trovasi in detto Almanacco per l'annata corrente: L'annata 1886 sarà assai variabile, più va- riabile della precedente. I cambiamenti di temperatura più frequenti avverranno massime verso la fine dell'estate e dell'autunno e nuoceranno all'igiene ed all’agri- coltura. La siccità farà sentire di nuovo i suoi terribili effetti durante il periodo canicolare ed il caldo, dal 15 giugno al 25 agosto, sarà eccessivo, tor- rido. La primavera sarà ventosa e piovosa in prin- cipio, bellissima nel mezzo, caldissima verso la fine, L’ estate sarà fresca in pincipio caldissima e burrascosissima nel mezzo, assai variabile. verso la fine. L’autunno sarà bello in principio, variabile nel mezzo. freddisimo verso la fine. L'inverno sarà rigido e ventoso in principio. Riassumendo : annata assai variabile; siccità molto lunga, durante l’esiate, caldo eccessivo e lungo nelle contrade littorali del Mediterraneo specie nella Spagna centrale, l’ Italia meridionale, la Tunisia, la Grecia e la Turchia Asiatica. Temperatura rigida nelle contrade della Ma- nica, del Mare d'Irlanda, del mare del Nord; temperatura malsana ed inuguale nelle contrade del Baltico durante gli ultimi mesi dell’anno. Numerose insolazioni in Portogallo, nella Spa- gna meridionale e nella Sicilia durante luglio ed agosto. Brinate forti dal 1 aprile al 3 maggio in gran parte della Francia, nel centro della Gran Breta- gna, del Belgio e dell’ Olanda ; in Danimarca, in Germania, lungo il Danubio, in Isvizzera, nell'alta Italia, nel Tirolo. Piene probabili alla fine di Settembre dei fiiumi e torrenti nell’ Europa occidentale. Strade e campi devastati, massime al sud-est della Francia ed in Italia. Le nevicate ed i freddi del Decembre che giunsero all'improvviso fra noi mentre godevamo una stagione straordinariamente mite, tanto chè molte piante erano in vegetazione, arrecò non lievi danni alle campagne e specialmente agli or- taggi, ma ben più gravi furono i danni della neve la quale causò anche la morte di diverse persone. La maggior quantità di neve cadde dal 12 al 13 e fù straordinariamente copiosa nel tratto del- l'Appennino che attraversa gli Abruzzi ed il Molise. A Chieti se ne misurarono 182 centimetri ed in molti altri luoghi le. comunicazioni furono interrotte e ne sofirirono anche qualchè edifizio. In quel di Lecce era dal 1835 che non avevano avuta una nevicata simile. Anche nell' interno del- la Sicilia si ebbe neve non mai veduta in tale quantità, e danneggiò sopra a tutto gli agrumi e gli ulivi. L’ illustre astronomo padre Denza ha studiato questo fenomeno e lo dice originato dalle stesse cause dell’anno scorso, però la bufera invece di scendere sul Piemonte come anno, si scaricò sui versanti .italiani dell’ Adriatico e del mare lonio. La causa il Denza la trova in una forte cor- rente caldo-umida, o come suol dirsi, un ciclone che si avanzò nel 10° da oriente verso le nostre contrade, ed il suo centro, invece di dirigersi, come in gennaio dell’anno scorso, alle Alpi per la valle del Po, arrivò più a Sud, alla latitudine del- le Marche aumentando dovunque il calore e l’ umi- dità, e diminuendo la pressione. Nei giorni ap- presso piegò a mezzodì e poi all est, verso la Grecia; perchè sospinto da una corrente fredda di alte pressioni, ossia da un anticiclone. In gen- naio questa corrente venne da oriente e spinse la prima contro le alpi; ora, al contrario, è par- tita dal nord-ovest d’ Europa, dove era apparsa tra 1’ 8 ed il 9, ed il giorno ll era già alle Alpi; e richiamata dalle basse pressioni adriatiche, si precipitò verso quelle regioni diminuendo la tem- peratura, e condensando, sotto forma di neve, il vapore aqueo che quelle avevano trasportato seco. La sua azione fu'ipiù intensa ìa dove era stata maggiore quella delle burrasche di ovest; ed in modo speciale nei luoghi più alti, dove il raffred- damento era più forte, e che incontrò pei primi. L’arrivo di codesta corrente fu indicato dai venti freddi di nord e di nord-ovest, che. soffiavano con forza sul nostro paese. Il cammino dell’anticiclone sul continente eu- ropeo fu tracciato nettamente dal successivo au- mentarsi delle pressioni, e dal diminuir della tem- peratura. Nel Ministero di agricoltura. si è istituita una nuova divisione che si occuperà: Bestiame bovino, ovino, suino equino, da cortile e da co- lombaia ; servizio veterinario e studi sulle malat- tie epizzootiche e contagiose; concorsi agrari re- gionali e speciali; fiilossera, bachicoltura, apicol- tura, caccia, pesca, insetti e crittogami delle pian- te coltivabili. A capo di questa divisione è stato chiamato Il Prof. Baldassarre. Utile ai bachicoltori. Il Comizio agrario di Cuneo dopo diversi considerando ha diramata agli 15 altri comizi una circolare in cui propone di avan- zare al ministero di agricoltura ecc. una domanda con la quale si chiede, 1.0 Che non possa essere introdotto in Italia seme-bachi; che in scatolette e pacchetti dai 25'a 40 graoîmi. 20 Ogni scato- letta deve essere’ sigillata e munita di un eti- chetta portante il nome del produttore e del paese da dove proviene il seme. 3.0_Ogni spedi- zione di seme deve essere accompagnata con cer- tificato d'origine. 4.0 Alla frontiera si applicherà ad ogni scatola o sacchetto un bollo, a garanzia dei compratori. 5.0 Su ogni spedizione verrà pre- levato un piccolo campione che il governo farà esaminare nei suoi osservatori pubblicandone i resultati. nella Gazzetta Ufficiale, senza punto im- pedire la introduzione del seme. Sussidi per le condotte veterinarie. Il Mihi- stero convinto ‘che la scarsità dei veterinari in- fluisce sulla propagazione delle malattie del be- stiame, ha stanziate 50,000 lire per distribuirle in sussidi di 500 lire, affine di aiutare la istitu- zione di condotte veterinarie consorziali, in quelle località che ne difettano e dove l’ allevamento del bestiame è di una qualche importanza. Piante annose. Nel giardino Digione in Francia avvi un gigantesco pioppo (Populus nigra) che calcolasi abbia non meno 550 anni di età. È alto 40 metri, presso al suolo ha una circonferenza di 14 metri, ed alla cima, allargata in forma di om- brello;) misura più di ‘70. metri di circonferenza. Presso Sehvraendi in Svizzera sono dei faggi la cui età calcolasi dai 700 agli 800 anni. Il premio Volta di 50 mila lire verrà aggiu- dicato nel 1887 all'autore della migliore scoperta che renda l'elettricità atta ad essere applicata con economia come sorgente di calore, di luce, di azione chimica, di pote?za meccanica, di mezzo di trasmissione, o nel tr itamento delle malattie. Il concorso è interziazionale e le memorie de- vono essere inviate all’ Accademia delle scienze di Parigi, prima del 30 giugno 1877. Esposizioni. Una esposizione internazionale si stà organizzando a Ginevra per il 1887. Ad Ouyeno (Tokio) nel Giappone verrà effet- tuata nel 1890 una esposizione generale asiatica Si parla di effettuare in Torino una esposi- zione italiana di cani. La passione per i fiori. A Nuova York, è mor- ta la signora Margon, la quale aveva speso oltre un milione di franchi per formare una collezione di Orchidee che era davvero sorprendente. Pos- sedeva la Vanda Sanderiana del valore di ll mila lire, il Cypripedium Morganiae che le costava 9000 lire, il Cipripedium Stoneî platytaenium lire 7500 ecc. ecc. Alla sua morte è stata venduta tutta questa collezione ma ‘on vi s_ è ricavato che circa 110 mila lire. Di > RR rr lè ci, e ———______________—- Rammentiamo agli associati che |’ abbonamento si paga azzicipato, e più special- mente preghiamo a porsi in regola con }’ amministrazione, coloro che non hanno ancora pa- gato l’ abbonamento della scorsa annata o di qualcuna delle antecedenti. Tutti coloro che desiderano esonerarsi dal pagare l abbonamento în corso non hanno che a procurarci 3 nuovi abbonati, e qualora avessero già soddisfatta la quota di abbonamen- to, potranno scegliere per il valore di L. 8 in oggetti posti in vendita nelle pagine del Bollettino, o rilasciare 1’ importo per l’ abbonamento del’ anno futuro. Ogni due nuovi abbonati danno diritto ad un terzo nuovo abbonamebto gratis. A chi ci favorirà un nuovo abbonato daremo in dono un elegante oleografia sacra o profana, grande da porsi in quadro. RICEVUTE RECUS Hanno pagato |’ abbonamento: Ont paye leur abonnement: Per il 1885 i Sîgg. (5.2 Nota) Pour I année 1885. M. M. (5.° Liste) Amaddio M. Trieste — Haller Dott. G. Zurigo — Putzey S. Ixelles — Gruet i. Renan — Baroldi Dott. L. Campi di Riva — Conversano Comm. P. Goletta —— Traverso Cav. A. Tunisi — Miceli F. Tunisi — Pezzola G. Arezzo — Spada Cav. Prof. Conte L. Osimo — Papasogli Prof. G. P. Alessandria — La Notte Prof. &. Napoli — Pallaveri Prof. A. Brescia — Bettoni Prof. T. Brescia — Bombicci Comm. Prof. L. Bologna — Pilati Cav. P. Bologna — Emery Prof. C. Bologna — Ghigi Avv. C. Bologna — Stanza L. Cagliari — Figuera M. Arcireale — Vercelloni Rag. C. Lecco — Mobilj T. Sora — Pignatari prof. F. Monteleone — Consiglio Ponti Prof. S. Catania — Dal Pozzo Contessa T. Firenze — Scander Barone A. Firenze — Thnmpson Marchesa A. Firenze — Auteri Barone A. Napoli — Traverso U. Firenze — Ca- iani G. Firenze — Tommasi A. Castelgoffredo — Lauzillotti Dott. A. Camerino — Lachi Prof. P. Camerino — Chiappe Dott. P. Massa -— Barazzetti F. Milano — Mojani P. Milano — Licopoli Prof. G. Napoli — D’ Aversa Cav. E. Napoli — De Gregorio March. A. Palermo — Vitale G. Villagiulia — De Simone P. Pisa — Ricciarelli Cav. M. Volterra — De Milita Prof. A. Potenza — R. Scuola Agraria Todi — Masci Dott. Q. Montecastello — Ranci Dott. F. Sellano — Toni Conte F. Spoleto —— Razzetti Avv. L. Parma — Parodi D. di E. Porto Mau- rizio — Pagliari T. Roma — Istituto Tenico Viterbo — Fanzago Prof. F. Sassari — Toscano Dott. S. Modica — Pannilunghi Ing. F. Siena — Bandelli G. B. Siena — Aldinucci A, Pienza — Bandi L. Rocca d’Orcia — Carlani G. S. C. dei Bagni — Ticci B. Sovicille -— Bocchi Bian- chi C. Celle — Gigli A. Montepulciano — Scarpa Dott. G. Treviso — R. Casa Torino — Sinigaglia L. Torino — Boschetti Dott. G. Campedello — Crongregazione armena Venezia. | Per il £8S6 i Sigg. (1 Nota) | Pour l année 1886 M. M. (1.° Liste) Novak Maestro G. Brusye — Putzey S. Ixelles — Spigai Prof. R. Tripoli — Polese W. Vienna — Bureau de Paste Leipzig — Vucetic Don S. Lesina — Arcangeli L. Capolona — Cini Avv. T. Montevarchi — Mareschini Dott. A. Sinigaglia — Zonghi Lotti L. Fabriano — Spada Cav. Prof. Conte L, Osimo — Mereghi Dott. (©. Iesi — Mens Prof. G. Casalmonfer- rato — Oddone A Aquila — Pallaveri Prof. A. Brescia — Bonalda Rag. C. Brescia — Piatti Prof. A. Desenzano — Rovati F. Brescia — Pajola A. Brescia — De Toni Cav. Prof. T. Spo- leto — Bombicci Comm, Prof. L. Bologna — Fiori Prof. A. Bologna — Craveri Prof. F. Brà — Lovera Parroco G. A‘ Montemale — Figuera M. Acireale — Galardi Dott. P. Acireale — Vercelloni Rag. C. Leccè — Riva U. Lecco — De Marchi Cap. L. Gaeta — Campori C. Forlì — Serughi Conte T. Forlì — Dal Pazzo Contessa T. Firenze — Giachetti (G. C. Firenze Nannetti L. F. Firenze — Scander Barone A. Firenze — Fanny-Rospigliosi Principe D. Firenze —- Giardi T. Firenze — Paolucci Marchesa M. Firenze — Roselli Del Turco 0. Firenze — Del Vivo C. A. Empoli — Circolo Cacciatori Empoli — Caiani G. Firenze — Becchetti Dott. S. Teramo — Cruciani G. Macerata — Cambria De Luca Prof. G. Barcellona — Barazzetti F. Mllano — Borromeo Conte C. Milano — Senna A. Milano — Rossini C. Gallarate — D’ Aversa Cav. E. Napoli —- Piroja Sac. P. Domodossola — Camola F. Valduggia — Mella Conte C. Vercelli — Arrigoni Degli Oddi Conte E. Monselice — Si- gnorini G. Padova — Doderlein Prof. P. Palermo — De Gregorio Marchese A. Palermo — Bonanno S. Palermo — Riggio Prof. G. Palermo — Vitale G. Villa Giulia — Morici M. Castelbuono — Caifassi B. Pisa — De Simone P. Pisa — De Milita Prof. A Potenza — Masci Dott. Q. Montecastello — Bonafede F. Spoleto — Bagatti Dott. O. Parma — Museo S. N. R. Università Parma — Botti Cav. U. Reggio Calabria — Angelini G. Roma — Tuccimei Prof. G. Roma — Clerici E. Roma — Francini U. Roma — Pagliari T. Roma -- Gualtiero C. R. Bagnorea — Camilli Ing. C. Formello — Donati B. Civitavecchia — Pannilunghi Ing. F. Siena — Marconi B. Siena — Cappelli Don Prof. L. Siena -— Minucci F. Siena — Bar- gagli March. G. Siena — Bottai Dott. O. Colle Val d’ Elsa — Barsini G. Monticiano — Bernardini B. Castelfranco — Piolti Dott. G. Torino — Sinigaglia L. Torino — Sacco Prof, Dott. F. Torino — Cantamessa Avv. F. Torino — Bizzetti Dott. G. T. Torino — Accotto G, M, Strambino — Tellini A. Torino — Torossi Dott. G. B. Vicenza — Congregazione Armena Venezia. S. BroGI Direttore responsabile Po i MELO IT $$ dg Stena, Febbraio 1886. N22 ENCEN SANS NIAINANANANSN IENSENSENANANIDNA NINA NANASEN A NANA NA NA ANS NSA VS NA NL NSINASNSINIDINAINA ———————=kÉ821n€°“n2©nR©x%À24 _@#01—— _—_———rrr———_—_——_—_—_—_—_—_—————2848%y% @——_————r—@—@—_m—_———————————@ BOLLETTINO DEL NATURALISTA © COLLETTORE, ALLEVATORE, COLTIVATORE PERIODICO MENSILE ‘ : ; % Abbonamento per tutti i paesi dell' Unione postale, L. 3 all'anno. ————————————————m——È1—._mT—T————_———_————_——_—_—_—_—————————————————— +————_-+__-_++->>P__---_—--—-—— (ORARIO NES SANTA NEZSEMNIINIIENA NANA SNAYSOA NMNAEA NAST NASANSANANSNAINA_LE ANI NLRANMADA NHKNANE SOMMARIO Richieste offerte e domande di cambi — Comunicazioni: Interes- santi osservazioni ornitologiche. Apicoltura. Conservazione dell’ acqua pura. Sulla morte degli insetti per inanizione. Eunectes murinus. Stainosaurus Bernardi. Un’ altro nemico della vite. Studi microscopici sugli organi della generazione dell’ ape regina. Deviazione del Gulf-Stream — Utilité de l’ étude des insectes — I microbii — Gli uccelli italiani ed il colore dei loro occhi — Insegnamenti pratici: Di una nuova forma di silò. Pre- parazione e conservazione delle piante marine. Contro il fungo che danneggia le piante di Rose. Ingrassamento dei colombi. Per la conservazione dei cadaveri. Coltivazione del gelso — Note biografiche: Fauna entomolozia dell’ isola d’ Ustica. Manuale pratico di vinificazione. Le marmitte dei giganti nella valle Lagarina. Giornali — Invenzioni e scoperte : Telemetro Bozzi. Pianta elettrica. Tappo solforatore. La zylonite. Borhydrina. Bottone telefono. Tosatrice a vapore — Notiziario: Agli abbonati. Nuova specie di noce. Nuovo vulcano. Nevate. Spedizione polare. Vitigno resistente alla peronospera. Sale, caffe ecc. consumati nel 1884. Sale pastorizio. Congressi. Concorsi. Esposizioni. Ricevute Avvisi diversi. NEI AIN, AIN INSNIE LIS LL LINAINATRI BI SX SNANSNLNS NA NANA NANA DA NANANASA NA NANE francaises — Des Mineraux — Des fossiles Cretaces, RICHIESTE, OFFERTE DEMANDES, OFFRES E DOMANDE DI CAMBI ET DEMANDES DECHANGES fra gli abbonati entre les abonnés Quando non v’ è speciale indirizzo rivolgersi all’ ammini- Quand il n y a pas d’ adresser spéciale s’ andresse à l’ admi- strazione del Bollettino. Pagamenti anticipati. nistration du Bulletin. Payements à l’ avance. rain Nommulitique, quelques uns du Taronien, et des coquilles vivantes de la region en échange d' objets quelconques d’ historie naturelle. 16. Si desidera cangiare una collezione di 230 12. M. Leon Charpy, conservateur du Musee Jurassiques et Liasiques — Des coquiles terrestres specie di fossilî pliocenici (Pliocene superiore) d’Annecy (Haute Savoie France) offre en echange: Des Roches eruptives des Vosges et des Alpes et fluviatiles de France — Des objets lacustres et | dell’ Astigiano, e di 90 specie di fossili pliocenici prehistoriques. (Pliocene inferiore) del rio Torsero (Liguria), tut- 13. Il Sig. Cav. Ubaldino Maggî Via Pinti 51 | te ben determinate, con qualche classico lavora Firenze offre uova e polli della razza Magg?, dal | di Paleontologia. Le due collezioni possono Cam- medesimo ottenuta, e premiata con Medaglie d’oro | biarsi separatamente. Dirigersi al Dott. Federico a diverse esposizioni. Giungono al peso di chilog. | Sacco, Palazzo Carignano, Torino. 4 1]? e 5. I maschi costano L. 15,00 — Le fem- 17. Si fa ricerca di varie specie di Mais (fru- mine L. 10 — Le uova L. 0,40 l'una — Porto ed | mentone) nazionali ed estere, contro pagamento o imballaggio a carico del compratore. o in cambio con altre qualità scelte. Per ogni spe- 14. Si desidererebbe cambiare i seguenti libri : | cic sono sufficenti 30 a 50 gram. di seme. Dirigersi 1.° Somiglianza protettiva degli animali di P. De | a C. A. Manganelli di Cupramontana Prov. Ancona. Vescovi — 2.° Gli insetti utili di F. Franceschini 18. Echanges de Coleopteres. préparéz et nou — 3.° Faune élémentaire des coléoptéres de Fran- | préparés (en chasses fraiches) autant que possible. ce, par L. Fairmaire — 4.° Résumés d’ Hjs:oîre | Je envoie oblata, et accepte tout ce qui n’ est pas naturelle par M. N. Meissas (Zoologie); Contro | dessus. Imballage très soigné. Echanges de Coquil- altri libri ed oggetti di scienze naturali. Inviare | les. IZ. Towchet naturaliste a Maina par Iarnac. obluta al Dott. Egidio Sardi in Voghera. Charente. France. 15. M. G. Combes, professeur & l' ecole S. Louis, 19. Il Sig. G. Podenzana preparatore natura- Limoux, Ande (France) offre des fossiles du ter- | lista alla Spezia, cede in vendita o in cambio di SER SI ERO I SA ERO RR SI n 18 altrì oggetti di storia naturale i seguenti prodotti scientifici : Uccelli, Pesci, Crostacei, Rettili, Anfibi, Conchiglie, e Fossili del Lias sup. e dell’ infralias, tutto di Spezia. 20. Achille Tellini (Via Mazzini 44 Torino) de- sidera cambiare fossili intieri, sezioni e prepara- zioni mieroscopiche dei generi: Nummolites, As- silina, Operculina, Orbitoîdes, Alveolina, con altri Foramiferi terziari determinati o no. 21. Si desidera fare acquisto di 15 a 20 Talpe (Talpa europaea o caeca) fresche in carne ; si ac- SLSIPIILIPISSS SISI VA Comunicazioni - Proposte - Domande Risposte In questa rubrica gli abbonati hanno diritto ad una 7rser- zione gratuita di 3 linee per ogni numero, per scambiarsi schiarimenti, informazioni, consigli e questioni da risolvere. La direzione, quando le sia possibile e lo creda opportuno, accorderà l'inserzione gratuita per pubblicazioni anche molto più lunghe. NARISA4l Interessanti osservazioni ornitologiche. Il 10 Gennaio scorso presso Vedana (Belluno) fu uccisa un'aquila reale (Aquila fulva L.) delle dimensioni di 93 cent. dal becco alla coda e di 2 m. d'apertura d’ali. Pesava quattro chilogrammi e mezzo. Fu affi- data per l’imbalsamazione all’ avv. Antonio Sam- martini di Belluno. ETTORE DOTT. DE-TONI. Il giorno 2 Novembre vidi 3 rondinelle (Hi- rundo rustica Lin.) presso Montebello nella pro- vincia di Vicenza. Queste entrarono nei nidi dei Balestrucci (Chelidon urbica Boie.) e tosto ne usci- rono. Il loro volo era fiacco la loro direzione da Nord-Ovest a Sud-Est. Alla loro vista i polli si diedero a gridare. Ai primi d'Ottobre qui, più non vi sono rondini. 17 Dicembre. Padova. Uccisi un codirosso in perfetto stato di salute ed abbastanza grasso. Questo codirosso (Ruticilla Phoenicura Lin.) è il primo ch'io mai abbia visto in questa stagione. Il giorno 4 Dicembre ho osservato sui bastioni della città (Padova) una sfinge rubiera (Macro- glossa Stellatarum Linn.). Padova S. G. Note di Ornitologia Nebrodense: Z Accentor alpinus Bechst.o Chiummalora muntanara, Sici- lia. Il giorno 14 Novembre 1885 nei monti Nebrodi e propriamente a Rocca rossa (Sicilia) fu ucciso un’individuo maschio dell’ Accentor alpinus Bechst, desso era insieme ad altri 5 o 6, giacchè questo è il loro costume. Le4 DADINI ISIS TPHNSLISIDI SIMS SIT INASINANANAS NATI A DI . < cettano anche in cambio di altri oggetti o libri. 22. Sono disponibili due belle collezioni di Mineralogia generale: Una di formato medio da scuole secondarie: circa 400 esemplari scelti, fre- schi, istruttivi, al prezzo di L. 500. L’altra di formato piccolo da amatori, sceltissima, elegante, con scatoline lucide, circa 600 esemplari L. 500. 28. Si vende un elegante astuccio con i fac-si- mile in cristallo di Boemia dei 15 più celebri diamanti del mondo. Prezzo lire sessanta franco di porto in tutto il regno. Communications-Propositions-Demandes Reponses Sous cette rubrique, les abonnés ont droit 4 une irserzion gratis de 3 lignes par numéro, pour, l’ échange d’ explica- tions, d’ informations, de conseils. et de questions d resoudre. La direction pour ce qui lui sera possible, et quand elle le jugera opportun, accordera encore l’ insertion gratuite pour des pubblications bien plus étendues. e Il Doderlein nella sua avifauna, parlando del sordone, dice che è in Sicilia affatto avventizio e che comunemente vive sulle Alpì; asserisce pure che sino a pochi anni addietro non era nota la sua immigrafione invernale in Sicilia. Nel Museo Zoologico dell’ Università di Palermo si conservano pochi esemplari. Presso noi la specie è rara soto nel piano, ove si vedono quando le alture sono coperte di neve; però ordinariamente nelle nostre alte mon- tagne si trovano branchetti di questa specie. Il sunnomato Doderlein rapporta che nel No- vembre 1871, e poi nel vegnente autunno 1872 nell'isola di Ustica ne uccise quattro o cinque in- dividui; anzi dice che avendo pure trovate altre specie del pari alpine sulle alture di quell’ Isola per due autunni consecutivi, fu indotto a farne parola in una seduta della Società di scienze eco- nomiche e naturali di Palermo; accennando alle probabilità su questo passaggio anormale di uccelli. Per noi non è rara e si trova in autunno ed in inverno; ma sempre però, come ho detto testé, sulle alture delle Madonie, scende quando fa fred- do volando a piccoli branchetti, e colla neve del dicembre scorso se ne trovarono anche nel piano. II. Parus ater Lîn. Il giorno 22 Novembre 1885 nelle falde dei monti Nebrodi, ad oriente e proprio nella contrada Olivazza nel nostro territorio ; ven- ne uccisa una femmina del Parus ater Lin e ve ne erano altri insieme che volavano nel mezzo degli alberi di olivi. an ae a an A BI CAR Dt y RA N60 s ——————————————_—_—__——————_——_—__—_——__—__—_——————"—F+-+—"—€*—xYxx-—v_— x Il Benoit ed il Doderlein asseriscono essere ra- | rissima pel piano. i ll primo ne trovò una sola nel mese di Aprile sulle colline che circondano Messina e dice di es- sere più comune nel bosco di Fiumedinisi ; il se- condo rapporta che qualche raro individuo appare in Novembre presso Palermo, proveniente dai monti vincini. Lo stesso può asserirsi pel nostro territorio. Volgarmente è chiamata Cincia Romagnola — Cingallegra nera o minore, appo noi le si dà il nome di Munachedda niura. III. Scolopax rusticola Lin. Addarru, Sicilia. Molti fatti sono degni di nota per rilevare la strage che si fa a tanti animali e specialmente agli uccelli senza volerne sapere se utili o nocivi; a testimonianza di ciò basta riportare un fatto che narra Antony Frollope di una caccia fatta da Napoleone III. avvenuta il 26 Novembre 1867 nella foresta Compiegne; era una comitiva composta di 19 cacciatori e 200 battitori e caricatori di fucili. La caccia durò cinque ore ed in tale spazio si uccisero 3829 animali tra pennuti e di pelo ; ciò che vuol dire circa 13 animali ogni minuto primo. Dì questi massacri molti se ne possono nume- rare, ed uno di questi succedette in questi giorni nelle nostre contrade, alle beccaccie, Scolopax rusticola Lin. Il giorno 13 Dicembre cominciò a nevicare e continuò sino al 18; in tal modo fummo rico- perti di mezzo metro di neve, e così in tutti i dintorni sino alla spiaggia del mare. Crescendo la neve nei boschi Nebrodensi le beccacce scesero al piano, fa coperto il piano ed andavano scendendo per trovar cibo, sino che ar- rivarono alla spiaggia marina del Finale. Alcuni cacciatori di Castelbuono, Pollina e Ce- falù si diressero in quella località, ne trovarono quantità straordinaria; vi furono cacciatori che ne necisero sino a trenta per uno. Quell’ accanita guerra alla rusticola durò tre giorni, giacchè la neve dopo si liquefaceva; e da quanto mi fu riferito in quel litorale si uccisero circa 500 beccaccie. È vero che la beccaccia è uccello di emigra- zione periodica, non nidifica fra noi ed è quindi permessa la caccia col fucile, pure tale guerra è sempre vandalica, come fu quello di anno per le quaglie in Egitto. Castelbuono Gennaro 1886 M. Morici Minà. è dir 19 Tre specie di uccelli da aggiungere alla Fau- na ornitologica Senese-Grossetana La mia gita fatta a; Grosseto, Orbetello, Ansedonia e Mon'e Argentario, nelle passate vacanze del Natale, riu- scì non senza qnalehe frutto: giacchè lasciando dà parte la caccia per usi gastronomici, mi riu- scì utile anche per quella a scopo scentifico, aven- do potuto procurarmi alcuni esemplari di due spe- cie di palmipedi non tanto comuni fra noi e man- canti, tanto nella mia collezione ornitologica delle provincie Senese e Grossetana, quanto in quella, della stessa specialità, nel Mnseo dei Fisiocritici, e perciò da aggiungere al Catalogo degli uccelli di dette Provincie e sono: 1. Un individuo della Sferna cantiaca Gmel : 2. Varii Individui dell’ AZca torda, Lin, o Gazza marina, conosciuta a Porto S. Stefano e Orbetello col nome di Sottanello, ed anche con quello im- proprio di Tuffetto. E dico improprio, perché già applicato ad altra specie, cioè al Podiceps minor. I Pescatori napoletani stabiliti a Porto S. Ste- fano, gli chiamano Sanguzzarellì. Il Prof. Savi, (1) il Perini (2), ed il Dott. Ade- mollo, (3) ritengoro come piuttosto rare queste due spècie nel mediterraneo, dicendo che solo di quando in quando ve ne apparisce qualche indi- viduo. Il chiarissimo amico Prof. Giglioli, tanto competente in questa materia, da me interregato in proposito, mi scrive che la Sterna cantiaca non è rara a Nizza, Genova, Bari e Cagliari: e che ogni anno si prendono diversi individui del- l’Alca torda nell’ inverno sulle coste della Liguria. Quanto a me, è un fatto, che mai avevo vedu- to queste due specie, nè mai le avevo potute avere quantunque, molti uccelli marini mi sieno stati mandati da Grosseto, Orbetello e Porto S. Stefano. Quest’ anno dunque abbiamo avuto un’ appari- zione straordinaria di queste due specie nel no- stro mare, e specialmente dell’Alca torda, che era numerosissime, anche nello stagno di Or- betello. Anche gli amici cacciatori di Porto S. Stefano mi assicurarono she questa specie capita di rado nel loro mare, e che quest’ anno il loro numero è stato più grande del solito. Anche il Prof. Giglioli mi avvisa che la com- parsa dell’ Alca torda è stata in quest’ anno più (1) Ornitologia Toscana, Tomo II, pag. 87 e 88, ove cita il catalogo del Prof. Calvi che la dichiara rara e di passo ac- cidentale anche a Genova. (2) Manuale di ornitologia veronese, Verona, 1874. (3) Ornitologia Maremmana, Grosseto, 1877. abbondante del solito, e si é estesa da Nizza a Monte Argentario. Oltre a ciò, segnalai ancora, sul Monte Argen- tario, una piccola rondine: Ma non avendo potuto tirarli, non potei allora con sicurezza precisarne la specie. Un amico di là peraltro, dopo avermi assicu- rato che tutti gli anni quest’ uccello arriva nel Novembre al Monte Argentario, per tornarsene via a primavera, mi promise di darli la caccia e spedirmelo. Difatti pochi giorni sono ricevei quest’ uccello che gentilmente mi spediva di là il Sig. Ettore Tognetti, Segretario del Comune di Monte Argen- tario, e Direttore della stazione termo-udometrica da me fondata a Porto S. Stefano. Esso è la Cotely rupestris, specie sedentaria da noi, e che, secondo mi dice il Prof. Giglioli, si vede in dicembre e gennaio nel Trentino, in Li- guria, in Toscana, nel Romano e nelle nostre Isole maggiori. Quanto a me, confesso, che, fin quì, non sapevo che esistesse anche sul Monte Argentario. Di più, credo dover notare ancora l’ acquisto di una piccola specie di Gabbiano (Larus minutus), dovuto alla squisita gentilezza dell’ egregio Sig. Capitano Gabuzzi comandante la Compagnia pre- sidiaria di Orbetello, che me ne fece un dono. Grazie dunque, tanto al Sig Tognetti, quanto all' egregio Capitano, quali auguro dì presto ri- vedere, avendo io in animo di presto tornare in quei luoghi. APELLE DEI. Apicoltura. Nel N. 9-10 .li codesto pregiato Bollettino a pag. 14l in cenno per gli apicoltori è detto che l'alcool calma istantaneamente il do- lore prodotto dalla puntura delle api, eccole quan- to posso dire per mia esperienza : Non sempre l’ istesso individuo sente l' eguale dolore per la puntura d’un ape: ciò dipende, o perchè l’individuo s'è abituato a poco a poco al veleno, o perchè l'acido fornico contenuto nella vescichetta velenifera non penetrò tutto nella fe- rita. Individui differenti poi possono talora risen- tirne danni gravi, tanto che dando un’ occhiata alle mie note in proposito, vi vedo segnate delle persone che, causa una puntura d’ape, si guada- gnarono un così detto /femmone, mentre altre, me compreso, non risentirono mai danno alcuno. Di solito le api offendono le mani o le braccia : un rimedio semplice, ma assai semplice, si è quel- lo di levare subito il pungiglione rimasto nella fe- rita e succhiarla con forza. Nel caso poi che non ci sia possibile eseguire detta operazione, un rimedio ottimo, che neutralizza l’ azione dell’ acido, è quel- lo consigliato dal mio buon amico l’ illustre api- coltore D. Giotto Ulivi. Una goccia di cianuro po- tassico in soluzione molto diluita. Avverto però che questo rimedio deve essere usato con pruden- za, essendo il cianuro potassico un potente veleno. A pag. 131 — Apî — leggo come il Sig. Hardy sì meravigliò di veder vivere un ape decapitata che poi finì per infliggerlî una solenne puntura. A me la cosa pare assai semplice; l’ape era de- capitata sì, ma quantunque priva dei gangli ce- rebroidì, cosa che non è detta, era pur sempre in possesso della catena ganglionare, sede dei nervi che hanno relazione cogli organi del movi- mento e della sensitività. Verona Giov. MARIACHER. Conservazione dell’acqua pura. Il Sig. Perinet, avendo posto in un barile di 250 litri d' acqua chil. 1,500 ossido nero di manganese. ha trovato dopo sette anni che l’ acqua, quantunque esposta a diverse temperature durante questo tempo, è rimasta limpida, inodora e così pura come era avanti l’ esperimento. Sulla morte degli insetti per inanizione. A quanto fu pubblicato nello scorso fascicolo di que- sto Bollettino, possiamo aggiungere il caso se- guente : Coleotteri. Dorcadion fuliginator vissuto 20-22 giorni in Autunno. (Note di S. Etienne Rabaud) Eunectes murinus Li. Dal Museo zoologico di Parigi è stato acquistato un serpente colossale che appartiene alla specie suddetta e che gli indigeni della Guiana e del Brasile, ove esso abita, lo chia- mano Anaconda. E il più lungo di tutti i serpi conosciuti. Quello acquistato dal Museo misura oltre a 6 metri di lunghezza, ma Firmin nella sua storia naturale di Surinom, afferma averne ucciso uno lungo 7 metri e mezzo, mentre altri viaggia- tori parlano di Anaconca lunghi fino a 10 metri. Stainosaurus Bernardi. Nel Botletin du Musée d’ hisioir naturelle de Bruxelles trovasi la deseri- zione di questa nuova specie di Sauro fossile, tro- vato negli strati della creta bruna fosfata di Ciply, strato superiore Venmien. Questo sauro è lungo 13 m, ed il teschio ha una lunghezza di 1.55 m. Un’ altro nemico della vite. Nel BoMettino di notizie agrarie, officiale per gli atti e comunica- zione del ministero di agricoltura, leggesi un’ in- teressante relazione su di un nuovo nemico della vite, il Copwus Gothicus che in Francia, ove è chia- mato grisette, fa molto danno coll’ infiggere il ro- stro negli organi fiorali sul grappolo. In dieci giorni un solo di questi Lopus distrugge un grappolo intiero. Studi microscopici sugli organi della genera- razione dell’ ape regina per F. R. Cheshire (Bri- tish bee jurnal). L’ autore ha trovata che alla congiunzione dei due ovidutti nell’ovidutto comune, sì scorge una specie di tasca o dorsa fertilizzante, non notata fin° ora da altri, sparsa all’interno di piccoli spini e nella quale scendono insieme gli spermatozoi o l' umore delle ghiandole che stanno ai lati della spermateca. I muscoli dei due ovidutti devono obbligare l’ uovo, nella sua discesa, ad entrare nella tasca, ove avrà tutto il tempo per ricevere nel micropilo lo spermatozoo. Ora posto che quelle fibre muscolari, per atto volontario riflesso, sieno in stato di rilasciamento, l'uovo non sì ferma nella tasca, ma va per la dritta via del comune condotto e quindi non viene fecondato. L’ autore, contro l’ asserzione di molti, che gli spermatozoi abbiano il capo globoso, scoprì che lo hanno sottilissimo e terminato in punta. L’ ultimo ganglio addominale giace sotto l’ ovi- dutto e la spermateca e i suoi filamenti, si distri- buiscono sugli ovidutti, sulla valvola spermatica e sui muscoli del pungiglione o aculeo Altri piccoli gangli provvedano nervi alla borsa fertilizzante. Deviazione del Gulf-Stream. L'ingegnere Goo- drideg di Nuova-York ha imaginato un curioso progetto per deviare la corrente del Gulf-Stream. Come è noto questa grande corrente dell’Atlan- tico si devolve dalla equinoziale, costeggiando lA- merica del Nord fino ai banchi di Terranova, e di qui si ripiega direttamente ad est verso l’Europa dove si perde nella corrente dei tropici. Questa corrente è calda, e però scopo della de- viazione sarebbe di elevare la temperatura dei paesi costieri dell’Antlantico, che secondo il Goo- dridge, non possono fruire del calore interponen- dovisi una corrente polare che proviene dal La- brador su per lo stretto di Belle Isle. Prcpone adunque di fermarla con una diga, in un punto dello stretto, di 10 miglia di lunghezza per 150 piedi di profondità. La diga costerebbe 40 milioni di dollari. Per tal guisa la Nuova Scozia avrebbe un clima temperato e il gran fiume San Lorenzo sarebbe navigabile tutto l’anno. 21 ———_- Utilité de 1’ étude DES INSECTES PAR Etienne Rabaud MEMBRE DE LA SoCIETÉ ENTOMOLCGIQUE DE FRANCE, ETC. Il m'est .souvent arrivé, étant en excurs'on entomologique, de rencontrer de braves paysan qui me demandaient, d’ un air 4 la fois narquois et étonné, ce queje comptais faire de ces « détes » que je ramassais. Ne pouvant entrer dans, des développements qu’ ils n’ aurient compris, je ré- pondais invariablement : « Un musée. » Alors, se dessinait sur la lèvre de mon iaterlocuteur, un sourire moqueur. Dans.le monde, aux yeux des gens bien éleyés, mais peu séricux, un entomologiste, et tout natu- raliste en général, est un maniaque, presque un fou digne de pitié. Le .sentiment des gens de la campagne est sans doute le. méme; ou plutòt, ils doivent penser que les personnes qui « s' amusent » & collectionner des insectes, ont des rentes leur permettant de vivre sans .-rien faire et que alors, pour occuper leurs loisirs, ils se livrent & cette distraction « enfantine. » Les. paysans sont pardonnables; leur caractère étant essentiellement pratique, ils ne peuvent dis- tinguer l' utilité de tout ce qui n'a pas de résul- tat financier. Les mondains n’ ont d' autre excuse que l’ignorance et la frivolité, pour le délain dont ils font profession 4 l’ encontre des sciences. Ces deux classes d‘ individus composent la ma- jorité dans toute l’ Europe, il s’ en suit que l’ etude d’ une science quelconque n’ est comprise que d’ un petit nombre de gens sérieux. Toutefois, 1’ histoire naturelle et particuliérement |’ entomologie ren- contre encore des sceptiques méme parmi les plus instruits. D' où vient ce sentiment? Je l’attribuerais vo- lontiers 4 la taille exige des sujets étudiés. « De quelle utilité, dit-on, peut ètre la connaissance de ces animalcules? » Et il n' est pas yùsqù aux collectionneurs d’insectes eux mémes, — vrais ma- niaques ceux là — qui ne se posent cette question, Ils les ramassent pourtant, ils les rangent arti- stement dans des cadres et ils se vantent de « s’oc- cuper d’ entomologie, » alors qu il seraient inca- pables d’ indiquer seulement les caractéres distin- etifs d’ un insecte. i 22 A quoi donc sert l’ étude des insectes? Je ré- pondrai hardiment; & tout. En effet, l’entomologie a une grande part dans l’ agriculture. Le PhyUoxera, cet animal microscopique qui ravage nos vignobles. n' est-il pas un insecte, un hémiptère? N° a-t il pas fallu l’ etudier 4 tous ses états, dans ses moeurs, dans ses moyens d’existen- ce? n'a-t-il pas fallu étudier sa structure afin de se rendre compte de la facon dont il commet ses dégàts ? Je cite cet esemple parcequ’ il esi malheuseu- sement le plus connu ; il ne me serait que trop facile d' en trouver d' autres. Si l’ entomologie se rattache 4 l’ agriculture par les insectes nuisibles, il est evident qu' elle s' y rattache par les insectes utiles. Mais, comme il arrive toujours, on s' acharne en vain sur le danger présent, sans chercher 4 le circonscrire et à prévenir les dangers futurs L’ agriculteur, superstiteux et ignorant, méme quand il saiv lire et écrire, pestera et tempéètera contre les chenilles, les larves, les pucerons qui devastent ses plantations et lui mème detruira les secoors que la nature lui envoie. El ne manquera pas d’ écrasersous le pied, les Cicindéles, les Cara- des, les Calosomes, les Ccccinelles suivant la belle théorie qu'il n° est pas un insecte utile. Ne se- rait-il pas nécéssaire que tout cultivateur connut l entomologie ? je ne veu pas dire, qu’ il en fasse une étude approfondie; non, qu’ il apprenne seu- lement 4 distinguer les espèces qui lui rendent des services de celles qui commettent des ravages: qu’ il puisse, en un mot, quand il trouve vn in- secte, désigner la famille 4 laquelle il appartient. L’ entomologie est donc necessaire 4 quiconque veut s° occuper d' agriculture. Elle est aussi indispensable 4 le médicine. Elle y est intimément lieé par les Vésicants (Cantha- ridee Meloicee) précieux auxiliaires contre des ma- ladies fort graves parfois. Puisque c’ est. par l' étude des insectes qu' on est arrivé 4 découvrir les qualités vésicantes de certains d’ entre eux, il serait fort possible que, parmi ceux qui les étu- dient actuellement, il se trouvàt des savants qui découvrissent dss espéces possédant des qualites analogues ou différentes Mais ce n'est pas le seul lisu qui unisse 1 Entomologie 4 la Medecine : il est des affections causées par les insectes; il est donc nécessaire de connaitre ces derniers, à fin de pouvoir conjurer les effets du mal qu’ ils occasionnent. A. SUIVRE IT NL'ICOROONZIET Due conferenze date dal Prof. H. Fol nell’ università di Ginevra tradotte ed annotate da T. Falcone. (Continuazione) Ma ritorniamo alla fermentazione del vino. Il lievito del vino invade ogni vino nuovo ed assorbe i corpi albuminosi e cambia lo zucchero in Alcool. Quando non trova altro alimento che gli sia con- faciente, cade in fondo del barile e va a costituire una buona parte della feccia. Ma nuove specie intanto trovano adatto alla loro nutrizione quel- l’ambiente già indifferente alla prima, e perciò vi prosperano. Così alcuni microbii decompongono, nutrendosi, l’ alcool che i primi hanno preparato, e formano una specie di gelatina, analoga alla gomma adragante; quella di cui i confettieri si servono per fare i gelati di frutta. Si dice che il vino è divenuto grasso; l'aggettivo è improprio: si dovrebbe dire, invece, che è divenuto gommoso. Altri microbii nella stessa maniera rendono il vino amaro, altri gli danno il colore, altri ne assorbono l’alcool e danno invece aceto. Questi ultimi hanno grande bisogno di ossigeno per agire rapidamente. Queste decomposizioni in ritardo si dicono le malattie del vino, e a me pare che la similitudine sia più profonda che non sembri, giacchè il meccanismo non differisce che in pic- cola parte da quello delle nostre comuni malattie. Generalmente queste fermentazioni vengono dopo la fermentazione vinosa, e sono perciò il terrore dei venditori di vino. Ma se esaminiamo ognuna delle singole specie di microbii nel mosto prece- dentemente sterilizzato, esse vi si moitiplicheran- no, e ciascuna lo modificherà alla sua maniera. Non è però necessario di seminare, come fa l’orticoltore, un numero di granelli superiore a quello delle piante che si vogliono ottenere. Una quantità straordinariamente piccola basta, e se il liquido conviene alla specie seminata, questa lo riempirà in qualche ora, indipendentemente dalla minore o maggiore quanti à. Noi abbiamo perciò un vocabolo adatto a significare questa speciale maniera di seminagione: la diciamo inoculazione. L'è che i microbii sono una razza feconda! La loro riproduzione è semplicissima: ciascuno di es- sì si divide in due parti uguali, ecco tutto. Le sin- gole metà crescono subitamente e si dividono al- la loro volta, e così di seguito, in progressione geometrica. Che valore abbia la frase: progres- stone geometrica ognuno comprende con facilità. Si e eee eee suv 23 ricorda a questo proposito l’ aneddoto del giuoca- tore di scacchi: « Un sultano faceva la sua partita col suo gran vizir, il quale per scempiaggine ebbe la disgrazia di vincere, e di chiedere, per- ciò, tanti grani di riso quanti erano necessarii per ricoprire la scacchiera, mettendo un gra- nello sul primo quadretto, due sul secondo, e così di seguito raddoppiando via via: 4, 8, 16, 32, 64, 128.... sino alla fine. Fatti i conti, si vide che i granai di tutto il regno non conte- nevano tanto riso che bastasse ad appagare la domanda del vincitore ; onde il sultano, per non mancare alla sua parola imperiale, si vide tri- stamente costretto a far saltare il capo dal < ‘busto del gran vizir! » Se questo signore avesse domandato un numero eguale di microbii anzi chè di granelli di riso, il sultano non sarebbe giunto a sì duri estremi; imperciocchè quella moltiplicazione in ragion geo- metrica è un prodigio che i microbiologi vedono ogni giorno svolgersi sotto i propri occhi. Io prendo una boccia di brodo precedentemente sterilizzato. Dal maggio dell’anno scorso questo brodo si conserva nella sua perfetta freschezza. Dall’ altro lato piglio una cultura di microbii del carbonchio. Bagno un ago in questa cultura e poi tocco il mio brodo con la punta di quell’ago. In otto giorni quel brodo conterrà i bacilli del car- bonchio a bilioni, a trilioni. Ecco intanto un coniglio che gode ottima sa- lute. Se noi esaminiamo al microscopio il sangue, la milza o il fegato di questo animale, non po- tremo scorgere in essi un solo microbio. E noa vi ha ragione perchè la cosa non corra similmen- te tra otto giorni. Ebbene ! Io bagno un’altra volta il mio ago in quella cultura carbonchiosa, e poi produco con lo stesso ago una leggiera sgraffiatura all'orecchio di questo povero coniglio. Se la cul- tura è virulenta il coniglio morirà, prima che io venga innanzi a voi per la seconda conferenza ; e nel sangue, nel fegato, nei reni, nella milza, in tutti gli organi di esso, noi troveremo gli stessi mierobii del carborchio, a migliaia, a_ milioni, a milioni di milioni. Il microbio del carbonchio, ha la forma di pic- coli bastoncini assai brevi. In principio, quando egli trova nelle sostanze animali in cui vive il suo alimento, si divide per traverso e si risuddivide rapidamente, e ad ogni divisione si allunga un poco, per riprendere la sua forma. Ma quando il terreno è sfruttato, esso cambia la sua maniera | di vegetare, pare che spighi, si allunga cioè ec- | cessivamente. Piglia la forma di lunghi filamenti A & è fl fà A 4A A A A A A tubulari. 1) contenuto di questi tubolini si raccoglie in piccoli granelli allineati come quelli di un ro- sario: più tardi le pareti del tubo si decompon- gono e quei granelli cadono in fondo. Si dicono spore. Il dott. Koch è stato il primo a seguire passo passo questo svolgersi e trasformarsi del microbio del carbonchio Come i semi resistono a quegli agenti che fa- rebbero perire mille volte prima la pianta, così queste spore sono infinitamente più resistenti del bacillo in piena vegetazione. ll bacillo muore alla temperatura dell’ ebul- lizione dell’acqua, e una dose relativamente pic- cola d’ un disinfettante, agisce nella stessa maniera che la temperatura dell'acqua bollente. Ma allo stato di spora quel bacillo resiste a 100.° e nep- pure muore subito a 110.° È necesaria per lo meno un'ora per potere essere sicuri della morte di esso. Friez ha dimostrato nel 1881 che esso re- siste a 120° di freddo. Del resto il dott. Hofstetter, di Lucerna, aveva già prima dimostrato che il lievito di birra non è ucciso a questa temperatura. Questa resistenza al freddo non è per nulla strana, giacchè il De Candolle ed io, dietro un esperimen- to del signor Raoul Pictet, potemmo verificare che i semi di senapa e di altre piante, ed anche alcuni piccoli animali allo stato di letargo, possono rimanere più ore a quella temperatura di freddo senza perdere neppure un grado della loro facoltà di vivere e germinare. Al contrario, non vi sono animali nè semi di piante che possano resistere all’acqua bollente, come accade per le spore del microbio carbonchioso Abbiamo detto che il bacillo carbonchioso ha la forma di un bastoncello; ma vi sono microbii di forme differenti. V'ha microbii rotondi come una palla, e si di- cono mécrococei; (1) quando si dividono, essi at- traversano un periodo in cui sì vedono come due piccole palle ravvicinate, che più tardi si dividono, per segmentarsi alla loro volta. Pasteur li chiama microbii ad 8. Si vedono abbondanti in quelle culture dove un micrococco è in via di rapida divisione. V’ hanno micrococci mobili, ma più spesso questi rgierobii sono sforniti d’ ogni organo di locomo- zione, e appariscono circondati di ana spessa veste di gelatina, che pare abbia la stessa com- posizione chimica della gomma adragante. For- mano così delle masse seminate di piccoli punti (1) Il dott, Uffreduzzi-Buonsanti ha pubblicato un pregevole manuale tecnico come guida allo studio dei microbii. Egli dice cocci, micrococci e non cocchiî, micrococchi, come scrivono tanti. È fa bene. Coccus, î, in latino non ha lA, 24 rotondi. Oppure sì dispongono sempre nell’istesso senso e formano lunghi rosarî racchiusi in una guaina mucilaginosa, come vediamo dei microbii del'a eresipola. A questi che si dispongono a.ro- sario diamo il nome di streptococci. Se invece si riuniscono in piccoli gruppi uniformi si dicono stafilococci. Tra i micrococei ed i bacilli troviamo nume- rose forme di transizione; forme ovali, come pa- stiglie di Vichy; bastoncini più grossi, più sottili, più corti, più lunghi, e via. Diciamo dacd? quelli più corti, datterzi quelli più lunghi. I batterii sono generalmente mobili ; si mo- vono per i loro cigli vibratili impiantati. agli e- stremi del bastoncello, vale a dire si movono per una lunga frustra ondulante di cui sono provveduti. Altri microbii sono ricurvi a spirale, a cava- turaccioli. Si dicono vibrioni spirilli. La spira può essere più o meno accorciata, i frammenti più o meno lungi. Donde una intera varietà di forma. Lo Spîrillum undula che si trova in tutte le infusioni che si alterano, è uno dei più grossi e più agili: forma la felicità dei principianti in batteriologia. Altri si dividono sempre in fram- menti troppo corti per formare anche un solo giro di spira; è il caso del famoso microbio vir- gola, che si crede abbia qualche importanza nelle epidemie coleriche (1) Tutti questi vibrioni incur- vati, se ne eccettuiamo pochi, sono agilissimi, hanno un ciglio vibratile ai loro estremi e si muo- vono nei liquidi di cultura girando su di sè come un'elica delle nostre navi. Ed ecco che la lista delle forme dei microbii è completa. (2) Ed è una vera disgrazia, perchè sarebbe meno spinoso il còmpito del micrografo {1) L'A. ha scritto in gennaio dello scorso anno, e gli si può perdonare questa frase. Anche noi, nei ricordi su accennati, mostrammo dei dubbi che erano pienamente giusti, non essendo ancora riusciti positivi gli esperimenti d’inoculazione negli ani- mali. Riconoscemmo i grandi meriti e la grande cura posta dal Koch nello studio dell’etiologia colerica; ma non volemmo gri- dare presto con le turbe. Siamo così fatti che ci piace il sereno giudizio scientifico. Ed anche oggi ci pare che la questione'scien- tifica sia ancora aperta (2) Riassumendo possiamo dire che questi microbii si pre- sentano o sotto forma di coccî, o sotto forma di bastoncini, 0 sotto forma di filamenti. Ai cocci appartengono i Micrococci, i Diplococc', gli Steptococci, gli Stafilococci, i Petalococci, gli cAscococci, ecc. Ai bastoncini i Batterîi, i Bacilli, i Clostridii, (affusati e rigonfi in mezzo). FORI IA 1 Ai filamenti le Leptothrix (filamenti diritti). i Vibrioni, gli Spirilli (quelli a spira larga e con piccolo numero di giri, vi- Ceversa questi), e poi le Spirochete, le Spiruliae; le Spiramo- nadi, le Clodotkrix, e via dicendo. Il lettore che ha vaghezza di conoscere meglio quanto si riferisce alla intricata questione della*'nomenclatura e della classificazione, cerchi i manuali, e le diverse memorie pubblicate quà e là | sulla biologia più che su la sola moforlogia se ogni specie avesse una forma speciale. In realtà le centinaia di specie che esistono rientrano tutte nell’una o nell’ altra delle tre forme accennate, ed a noi non è dato per distinguerle che tener calcolo delle dimensioni; delle proporzioni sempre più o meno variabili anche negli individui di una stessa specie; dei caratteri che ci danno le colo- razioni artificiali; e anche di quelle delle culture. (1) Ritorneremo su quest’ argomento nella futura conferenza quando parleremo dei mezzi adatti a distinguere i microbii delle nostre malattie. A tutto ciò si aggiunge, però, nna difficoltà costante, una causa permanente di errori, dovuta al numero considerevole di germi che son conte- nuti nell'aria, nell'acqua, e che aderiscono alla su- perficie di tutti gli oggetti che noi tocchiamo. Ba- sta che uno solo di quei germi penetri nelle nostre culture, perché esso non si periti di pullularvi, di mescolarsi alla cultura legittima o anche di- struggerla, ed allora noi esperimenteremo su di una forma mentre crediamo studiarne un’ altra. È così che il signor Buchner ha visto il bacillo del fieno sostituirsi nelle sue culture a quello del carbonchio ed ha creduto ad una trasformazione della specie; è così che il signor Tayon coltivando il sangue di malati tifozi ha visto invaderlo da microbi settici che ha giudicati microbii del tifo. Il numero dei germi che l'aria trasporta è considerevolissimo, specialmente nell’atmosfera di una città. Il signor Miquel trovò a Parigi nella via Rivoli circa 200 germi in ogni metro cubo, in tempo d’inverno; e più di 1500 nel mese di giugno. Nelle sale di ospedali la cifra va a 5 o 6000 in estate ed a 28,900 in dicembre. Le stagioni dunque esercitano un'influenza pre- cisamente inversa nei due casi. L’aumeuto inver- nale dei germi nei luoghi abitati é legato senza dubbio alla mancanza di ventilazione, alle legna che si bruciano ed alla quantità di polvere che ne deriva (la polvere contiene un numero stragrande di germi). Dopo le forti cadute di pioggia o di neve l’aria esterna diviene momentaneamente as- sai più pura. Basta abbandonare la città e ‘por- tarsi nei paeselli vicini per trovare un'aria molto meno piena di germi. Al parco di Montsouris le (1) Un’altra causa di errori è riposta nel polimorfismo di questi esseri infinitamente piccoli, da alcuni sostenuta, da altri combattuta. Alcuni di essi potrebbero presentarsi nelle varie fasi di sviluppo, sia come micrococco, ecc., sia come bacillo, spirillo, vibrione, e via dicendo. Pér questa ragione, oltre che per le altre, una classificazione esatta e naturale è ancora im- possibile, scientificamente; e la diagnosi di uno di essi va fondata cifre variano da £0 a 200 in ogni metro cubo, secondo le stagioni ed i venti: i venti che arrivano dopo avere attraversata la capitale sono notevol- mente più carichi di quelli che vengono da una dire- zione opposta. Basta elevarsi un ‘po’ al disopra’ dell'atmosfera delle vie per respirare un'aria in- comparabilmente più pura: sul Panteon il numero dei germi non è la quinta parte di qaello che sono ai piedi del monumento. Nell’aperta campagna e sopratutto nei luoghi di montagna, l'aria è assai più pura: il signor di Frendenreich ha ‘trovato, alla sommità del Niesen, 3 0 4 batterii per metro cubò. Sul ghiacciaio di Aletsch a 2900 metri, | germe per metro cubo, ed al colle di Théodulo, a 3340 metri d’altezza, 2 germi) dei quali ‘un sol batterio, su 3. metri cubici. In pieno oceano Moreau e Miquel hanno di- mostrata le presenza di 5 a 6 germi appena su 10-metri cubici. L'aria allontanata da? ogni sor- gente di contaminazione è dunque purissima, e nelle nostre città noi viviamo per dir così in mezzo alla feccia dell'atmosfera. I mezzi impiegati per riconoscere la presenza di germi nell’aria sono stati portati dai signori Mi- quele di Fréndenreich a un alto grado'di ‘perfezio- — ne. Questi mezzi consistono nel far passare l’aria attraverso del brodo sterilizzato. Io faccio passare attraverso questo tubo di brodo 100. centimetri cubici dell’aria di questa sala, cioè la decima parte di un litro. Se l’aria contiene più di 10 germi per litro, il che significa più di 10,000 per metro cubo, il brodo non mancherà di intorbidarsi prima della nostra prossima conferenza. Un procedimento più semplice e più comodo consiste’ nel far passare l'aria attraverso alla bambagia che poi si mette nel brodo sterilizzato. Bisogna poi andare a ten- toni per determinare la quantità di aria che lascia sulla stoppa un germe solo. Sui ghiacciai di A- letsch troveremmo un metro cubo: in questa sala probabilmente 5-10 centimetri cubici appena. A questo metodo di esame dei signori Miquel e Frendenreich io ne ho sostituito un'altro da me escogitato recentemente. Consiste nel filtrare l'a- ria, nona traverso della stoppa che impedisce la dosimetria dei germi, quando questi fossero molti; ma a traverso una polvere solubile nel brodo. Io mi servo del sale di cucina che aggiunto in piccola quantità al brodo riesce assolutamente indifferente alla cultura dei microbii. Ecco un piccolo tubo contenente un po'di sale; in polvere finissima, tenuta tra due masse di bam- bagia. L’orifizio inoltre è protetto da un fiocco d'ovatta. In questo stato l'abbiamo rigorosamente 25 sterilizzato col calore. Adattiamo ora un tubo di caoutchou ad un estremo e leviamo il fiocco di bambagia e la stoppa superiore. E dopo che l’aria è passata versiamo questo sale in un’ ampollina sterilizzata e piena di brodo similmente sterile; e agitiamo il contenuto fino a che la soluzione divien completa e il miscuglio intimo, e poi ripartiamo quel brodo in un gran numero di tubi, in 25, per esempio. Se abbiamo filtrato 100 centm. cubici di aria attraverso il sale, e se questo volume d’aria conteneva, per esempio, 10 germi, vedremo 9 o 10 dei nostri tubi intorbidarsi, e sapremo che l’aria che abbiamo voluto sperimentare, quest’ aria che ora respiriamo, per esempio, contiene 10,000:germi a metro cubo - questo metodo è dunque assai più esatto dell'altro.” (Continua) GLI UCCELLI ITALIANI ED IL COLORE DEI LORO OCÙHI (1) MALA ( Continuazione ) Colore dell’ iride (2) XLII. FAM. PHALA ROPODIDAE (FALAROPI) Phalaropus hyperboreus, L. Fala- ropo a becco sottile bruno s. Phalaropus fulicarius, L. Falaropo a becco largo bruno XLIII. FAM. SCOLOPACIDAE (ScoLopacipi) Calidris arenaria, L. Calidra bruno Limicola platyrhyncha, Temm. Gam- becchio frullino cast. scuro Pelidna maritima, Brùnn. Piovanello violetto id. Pelidna subarquata, Gùld. Piova- 1 nello pancia rossa id. Pelidna cinclus, Briss. Piovanello pancia nera ld. Actodromas minuta, Leisì. Gambec- chio id. Actodromas Temminckhi, Leisl. Gam- becchio nano id. Tringa canutus, Briss. Piovanello maggiore id. Machaetes pugnax, Briss. Gambetta castagno Actiturus longicaudus, Bechst. Pi- ro-piro americano cast. scuro (1) Preghiamo i nostri cortesi abbonati a comunicarci tutte quelle osservazioni che avranno occasione di fare e che potes- sero servire per correggere o completare il presente catalogo. (2) Spiegazione delle abbreviazioni: ad. animale adulto, juv. giovane, ar. arancio, b. bianco, br. bruno, c. chiaro, ca. e cast. castagno; ce. cenerino, ci. cinabro, cr. cremisi, cro. cromens, g. giallo, m. medio, p. pallido, r. rosso, ro. rossastro, s. scuro” ' SANANTINI NANS NA NINSINS NEI d) | si 26 1'——— .r— o o——————————————@——@1—_——1—1@11àddo]o)J mu Actites hypoleucos, L. Piro-piro pic- colo cast. scuro Totanus ochropus L. Piro-piro cul- bianco id. Totanus glareola, L. Piro-piro bo- schereccio id. Totanus fuscus, Briss. Chiò-chiò id. Totanus calidris, I.. Pettegola id. Totanus stagnatilis, Bechst. Alba- strello id. Totanus camescens, Gm. Pantana id. Terekhia cinera, Gùld. Pittima pic- cola id. Limosa aegocephala, L. Pittima id. Limosa rufa, Briss. Pittima rossa id. Numenius arquatus, L. Chiurlo id. Mumenius tenwirostris, Vieill. Ciur- lottello id. Numenius phaeopus, L. Ciurletto id. Scolopa@ rusticola, L. Beccaccia castagno Gallinago mayor, Gm. Croccolone id. Gallinago scolopacinus, Bp. Beccac- cino id. Gallinago Brehmi, Kaup. Beccacci- no muto id. Gallinago gallinula, L. Frullino id. XI. ORDINE RALLARE (MAORODATTILI) XLIV. FAM. RALLIDAE (GALLINELLE) Rallus aquaticus, Briss. Gallinella Crea pratensis, Bechst. Re di qua- glie rosso S. Ortygometra porzana. L. Voltolino id. Ortygometra Bailloni Vieill. Schiri- billa grigiata r. cremisi Ortygometra parva, Scop. Schiri- billa id. XLV. FAM. GALLINULIDAE (POLLI D’ ACQUA) Porphyrio coeruleus, Vandelli. Pollo sultano r. cremisi Porphyrio smaragnotus, Temm. Pol- lo sultano schiena verde id. Hydrornia Alleni, Thonpson. Pollo sultano di Allen i castagno Gallinula chloropus, L. Sciabica ca. ce. i r. cremisi « « Fulica otra, L. Folaga Fulicacristata, Gm. Folaga africana XII. ORDINE GRUES (GRUGHE) XLVI. FAM. GRUIDAE (GRUE) Grus communis, Bechst. Gru juv. g. ar. ad rosso Anthropoides virgo. L. Damigella | r. cremisi Balearica pavonina, L. Gru pavo- nina bianco ORDINE HMERODIONES (AIRONIDI) XLVII. Fam. ARDEIDAÈL (SGARZE) Ardea cintrea, L. Airone g. medio Ardea purpurea, L. Airone rosso id. Egretta alba, L. Sgarza g. chiaro id. Egretta gorzetta L. Sgarzetta cast. chiaro ad r. cr. jUv | Bubulcus ibis, Hassel. Sgarza fore- restiera gialla | Ardeola rallaides, Scop. Sgarza ciuf- ; fetto &. pallido Ardetta minuta, L. Nonpnotto giallo Botaurus stellaris, L. Tarabuso g. medio Nketicora® grisea, L. Corvo di notte] r. brillante XLVII. Fam. CICONIDAE (CICOGNE) castagno Ciconia alba, Willugh. Cicogna | Ciconia nigra, Gens. Cicogna nera| castagna XLIX. Fam. PLATALIDAE (SPATOLE) Platalea leucorodia, L. Spatola Adi: Ch Juv. ca s. L. Fam. TANTALIDAE (IBIS) Plegadis falcinellus, L. Mignattaio] cast. scuro XIV. PHOENICOPTERIE (FIAMMANTI) LI. FAM. PHOENICOPTERIDAE (FENICOTTERI) Phoenicopterus roseus, Pall. pa g. pallido mante XV. ORDINE ANSERES (ANSERINI) LII. FAM. ANATIDAE (ANATRINI) Cygnus olor Gm. Cigno cast. scuro Cygnus musicus, Bechst. Cigno sel- vatico id. Cygnus minor, Pall. Cigno minore id. Anser cinerus, Mey e Wolf. Oca selvatica castagno Anser segetum, Gm. Oca granajola id. Anser albifrons, Scop. Oca lombar- della id. Bernicla leucopsis, Bechst, Oca fac- cia bianca id. Bernicla brenta, Briss. Oca colom- baccio id. Bernicla ruficollis, Pall. Oca gola rossa id. Chenalopea aegyptiacus, L. Oca egiziana id. Casarca rutila Pall. Casarca id. Tadorna cornuta, S. G. Gm. Vol- poca id. Anas boschas, L. Germano id. Spatula clypeata, L. Mestolone id, Chaulelasmus streperus, L. Cana- | piglia id. Mareca penelope, L. Fischione id. Dafila acuta, L. Codone id. Querquedula crecca L. Alzavola id. Querquedula formosa Alzavola asia- tica id. Cyanopterus circia, L. Marzaiola id. Marmoretta angustirostres, Molnet. i Garganella marmorata id. Faligula Rufina Pall. Germano tur-, co ir. mat. e g. (Continua) Pareti dia ° PAL e MO dnsegnamenti pratici NANANZN Di una nuova forma di Silò. Lettera aperta a Giovanni Marchese. Mio caro Marchese, Se ben ti ricordi, io l’anno scorso in una altra letterina a te scritta su questa stessa pregevole Rivista, venni a spiegarti una nuova forma di silò da me ideata, o, per meglio dire, un nuovo sistema assai semplice ed economico per conservare i fo- raggì. Esso consiste — faccio solo per richiamarlo alla tua memoria — nel servirsi unicamente del torchio comune da vinacce formando con esso dei panè dei diversi foraggi che si vogliono conservare, nè più nè meno come si formano i pani delle vi- nacce che si torchiano. Qui dunque sì risparmia: 1.° qualsiasi fossa, tino, o ricipiente comunque, ove si pongono i fo- raggi negli ordinari silò, 2.° la spesa per la com- pressione bastando a ciò una stretta del torchio. D’altra parte vi si guadagna 1° per la facilità dell'operazione, 2.° per la comodità all’ atto del consumo, poichè, i pani essendo relativamente piccoli, si può sospendere la somministrazione finito che sia un pane e prima d' incominciarne un altro laddove cominciato a servirsi di un si!ò ordinario bisogna seguitare a consumarlo fino in fondo. Convinto dell’utilità di questo nuovo sistema, io l'anno scorso feci un semplice saggio, che mi riuscì abbastanza bene; quest'anno ho voluto quindi ripetere l’esperimento in maggiori proporzioni, ed eccomi quì a darti in poche parole ragguaglio dei resultati ottenuti. Tre furono i saggi da me fatti. I foraggi usati furono: pel 1° saggio sole vi- naccie non distillate; pel 2.° vinacce e foglie di gelsi; pel 3.° vinacce, foglie di gelsi e paglia trita di frumento, ma di qualità scadente. Questi saggi furono fatti addì 12 di ottobre. In mancanza di sale pas'orizio — che da noi prima di averne ci vuole un secolo! — usai sale di cucina. Per ogni saggio adoperai circa un chilo di sale, cioè l’uno per cento, poichè, ogni pane pesava sù per giù un centinajo di chilogr.; pe! 2.° saggio feci circa 2/3 di vinacce ed 1|3 di foglie; pel 3 ° saggio misi in parti uguali le vinacce, le foglie e la pa- glia, e sempre a strati alti non più di dieci cen- timetri, ed intercalati con una spruzzatina di sale. Esercitata una media pressione col torchio, Dl ———————————————m——_———————_—_————————_—_—_—_—___—_————————————_—___—_ z.É6 ciascun cilindro di foraggi si ridusse all’ altezza di circa 70 centimetri. Questi tre pari, così pre- parati, furono diposti in una camera attigua alla cantina, camera piuttosto asciutta che mi serve da dispensa. Furono messi l’uno in cima all’altro, e lì re- starono esposti all’aria, senza coprirli menoma- mente, fino al giorno 28 novembre, cioè per lo spazio di 47 giorni. Il giorno 28 novembre procedetti all'assaggio. Esternamente i pan si erano un po’ anneriti, ma il foraggio nonera guasto, e quest’annerimento non raggiungeva lo spessore di più che tre centi- metri. Tagliati i celindri nel senso del loro diametro, non istentai ad accorgermi che il foraggio erasi conservato sanissimo. Esso tramandava un grato odore vinoso; il colore era castagno chiaro; il sa- pore un agro-dolce assai buono. Con tuttociò i miei cavalli rifiutarono di man- giare ad ogni costo. Ciò forse dipendeva dal so- verchio odore vinoso delle vinaece fermentate. Anche le vacche rifiutarono in principio questo foraggio; ma poi cominciarono a mangiarne, sem- pre però svogliatamente. Non così avvenne alle pecore, le quali lo man- giarono con avidità indescrivibile. Il fatto del rifiuto dei cavalli e della svoglia- tezza delle vacche nel mangiare il foraggio delle mie conserve non mi spaventa punto, poichè so, che questi animali rifiutano a.che quello dei silò ordinari quando loro sì amministra per le prime volte. Ritengo pertanto, che — se io avessi potuto seguitare a darne loro — essi avrebbero finito per mangiarne senza difficoltà. Ecco in due parole il risultato delle mie pic- cole esperienze. Lascio a te, mio caro Marchese, ed al pubblico, di fare i commenti. ; Mi lusingo, che altri vogliano l’anno venturo ripetere queste prove un pò più ìn grande; come spero poter fare io e come desidererei che facessì anche tu, per chiarir bene, se questa mia è pro- prio un'utile scoperta, oppure se non sia una be- stialità qualunque. Ricevi un affettuoso saluto ed una stretta di mano dal tuo amico ING. CAMILLO MANCINI. Ceccano, (Villa e Fattoria) 28 Preparazione è conservazione delle piante ma- rine. (Riv. Scient. Ind.). Fra le alghe e piante ma- rine che popolano le nostre coste, ve ne sono di quelle che hanno un'estrema: finitezza di tessuti ed una splendida colorazione. Per poterle conser- vare bene, il signor Zindel proponeun metodo sem- plice: Si tengano le piante per qualche tempo nell'acqua; esse vi riprendono i loro colori e la loro delicatezza; si cambia l’acqua due o: tre volte per liberarle dalla sabbia, piccole conchiglie od altro. Si metta in un recipiente, per esempio in una catinella, un setaccio di seta con .dell’acqua, e nel setaccio si pone. il cartoncino su cui si vo- glion fissare le piante; queste, nell’acqua, galleg- gieranno. Con una punta fine si conduce la pianta ad oc- cupare, al disopra del cartoncino, una conveniente posizione, e si distendono le parti che si sopram- mettono. Ciò fatto si solleva lentamente il setaccio por- tando tutto fuori dell’acqua. La pianta. resta dis- tesa sul cartoncino, che si fa gocciolare e poi si mette in pressa fra due fogli di carta sugante. La pianta resta così aderente al cartoncino coi suoi vivaci colori e senza essersi deformata. Contro il fungo che danneggia Ie piante di rose. Nell'anno scorso parlammo di questa ma- lattia detta dianco de: rosaî indicando il sale come rimedio; Ora il Sig. Max-Singer di Tournay ci indica una nuova proporzione di sale da sceio- gliersi nell'acqua e cioè Ch. 1,50 per ogni ettolitro di acqua, avvertendo che questa dose devesi pra- ticare serunolosamente se si vuole ottenere l’in- tento senza danneggiare le piante. Il liquido si spruzza con qualche mezzo sulle piante malate e se una spruzzatura non basta :se ne praticano altre alla distanza di 15 giorni l’una dall’altra. Ingrassamento dei colombi giovani. Leggiamo in diversi giornali che ponendo i colombi dell’età di 3 settimane in un canestro in locale oscuro ma non privo di aria e nutrendoli con grani di frumentone cotto e tiepido, in 10 o 12 giorni si ottengono piccioni molto graasi e la cui carne è raorbida e saprosa. I grani si somministrano 3 volte al giorno, coll’intervallo di 5 ore, aprendo il becco ai piccioni ed introducendovi 30. a 40 chicchi alla volta. Per la conservazione dei cadaveri, il celebre imbalsamatore Alemanno Dott. Flussigkest racco- manda le iniezioni con un liquido formato di 70 grm. di Acido fenico, 70 grm. di canfora e 200 grm. di olio di petrolio. Questo liquido conserva anche ie carni che yi si immergono. ——_T __occc—_rr—r_.——r—__.—rmxm.rouJeÉé.mE® PRESI VT MUNE O N Caf ed : Coltivazione del gelso. Il Sig. Gasparini l’anno scorso propose per dar nuova vita ai gelsi ed aumentare di molto il quantitativo della foglia, di adottare la potatura o sfrondatura biennale; e per non renunziare ad un’annata di raccolto sarà con- veniente far capitozzare i gelsi in marzo un po- chî per anno cominciando dai più intristiti per poi sfrondarli dopo due anni di getto. RO NOTE BIBLIOGRAFICHE RECENTI PUBBLICAZIONI DONI-CAMBI L’ Amministrazione del Bollettino s’ incarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle altre, quando sia possibile, se ne permette gratuitamente la lettura. DILSLSSDS Materiali per una fauna entomologica .del- l'isola d’ Ustica. Prima contribuzione del Dott. Giuseppe Riggio. L'egregio autore dopo una op- portunissima prefazione nella quale parla dell’isola e degli studi .da altri fatti sulla medesima, riporta l'elenco degli insetti da lui raccoltivi e di quelli esistenti in altre collezioni e provenienti dall’isola ‘ stessa. Oltre la continuazione dello studio per quanto riguarda gli insetti, il Sig. Dott. Riggio promette occuparsi anche degli altri invertebrati propri di questa isola. Manuale pratico di vinificazione di Napoleone Passerini. È il terzo volume dell’Agrarîa Pratica 1) pubblicata da questo dotto autore ben cono- sciuto ed apprezzato dai nostri lettori; ed è perciò che non tesseremo gli elogi di questo lavoro limi . tandoci a dire che esso tratta i seguenti temi: Vendemmia. Che cosa sta il mosto e che cosa sia 21 vino. Ammostatura dell'uva e sgranatura. As- saggio e correzione deî mosti. Fermentazìone del mosto. Tini chiusiî e aperti. Tinaia. Svinatura e imbottamento. Cantina. Botti. Cure da aversi al vino. Colmatura. Governo. Malattia del vino. Infossamento delle botti, Chiaritwa. Filtrazione. Imbottigliamento e conservazione del vino in. bottiglie e in fiaschi. Secondi vini e acquarelli. Varietà dei vini. Classificazione. Commercio e spedizione. Preservazione dalle alterazioni. Ma- lattie e rimedi. Determinazione dell'Alcool del vino. Dosamento dell’acidità complessiva. Il volume è aderno di figure e costa L. 1,50. (1) Il Volume 1. tratta della Bachicoltura; il 2. della vini- ficazione, Si vendono a L. 1 30 presso 1’ agenzia del. Bollettino. Le marmitte dei Giganti della Valle Lagari- na finora conosciute. Note illustrative del Prof. Giovanni de Cobelli (Con una tavola). Questo interessante fascicolo ci è stato favo- rito dalla direzione del Museo civico di Rovereto Fra i tanti e svariati monumenti che 1? epoca glaciale si eresse da se stessa, le marmitte o pozzi glaciali costituiscono una forma speciale e caratteristica. Già 1° egregio autore aveva pubbli- cate fino dal 1877 alcune prove del passaggio del ghiacciaio pella Val d° Adige ma fino ad ora nes- suno aveva fatto cenno dell’ esistenza delle mar- mitte. Questa memoria ha adunque una impor- tanza speciale per gli studi geologici e ce ne ral- legriamo con |? egregio autore. La Cronaca della fondazione Galletti in Do- modossola. Gli ultimi fascicoli di questo periodico contengono il Catalogo dei Vertebrati Ossolani esi- stenti nel Museo Galletti, accurato lavoro dovuto all'egregio Sig. Cap. Giulio Bazzetta. Bollettino ‘della Società Africana d’,Italia. Questo interessante periodico che da 4 anni si pub- blica in Napoli sotto la direzione dell’egregio Sig. Marchese Della Valle dî Monticelli, nel nuovo anno 1886 per seguire più dappresso il movimento afri- cano e meglio studiare il problema dell’ emigra- zione, si pubblicherà una volta al mese in fasci- coli di 24 pagine rimanendo inalterato il prezzo di abbonamento in L. 4 all'anno Per abbonarsi scri- vere alla Segreteria della Società in Napoli via Gennaro Serra 30. L’ape ed i fori. Periodico mensile per la dif- fusione dell’agricoltura nazionale diretto dal Prof. Alessandro Chiappetti. Si pubblica in Iesi e costa L. 3 all'anno. I e enne n_____n_ INVENZIONI E SCOPERTE Telemetro Bozzi. Avevamo sentito parlare con molto favore di questo strumento immaginato dal Sig. Enrico Bozzi tenente nel 19.° reg. Fanteria ma avendo avuta l’occasion. di poterlo esaminare e vederlo praticamente agire, siamo rimasti vera- mente sorpresi della facilità con cui si manovra e della esattezza dei dati che fornisce con una sollecitudine straordinaria. Scopo principale del- l'inventore è stato quello di fornire alle truppe uno strumento atto alla facile e sicura misura- zione delle distanze in tempo di guerra e che pre- sentasse facilità di trasporto, di maneggio ecc. ed il suo Telemetro non solo corrisponde piena- mente a questo scopo, ma avrà certamente anche una estesa applicazione nelle misurazioni e rilievi per scopo civile. Questo telemetro può essere por- tato, montato ed adoperato da una sola persona e basta una mediocre intelligenza per compren- dere il suo facile maneggio e porlo in pratica. Non vi è bisogno di livellazione, agisce tanto di giorno che di notte, con un’ obiettivo fermo o in moto e basta un minuto di tempo per determinare la distanza desiderata. Si possono eseguire misu- razioni in diverse direzioni senza bisogno di spo- stare la macchina. Di limitato volume e di poco peso può senza incomodo essere portato sulle spalle da qualunque persona. Pianta elettrica. (Gaz. delle campagne). Pa- recchi giornali della Germania descrivono una pianta recentemente scoperta, la quale possede- rebbe in grado eminente le proprietà magnetiche. Le sì diede il nome di Phytolacca electrica. Quando se ne spezza un ramo, la mano prova una impres- sione simile alla scossa di un rocchetto d’induzione a sei metri di distanza; l'ago calamitato se ne ri- sente e si agita del tutto quando lo si avvicina ad essa. L'energia di questa influenza varia coi di- versi momenti della giornata ; è massima verso le due ore dopo mezzogiorno e nulla durante la notte; essa aumenta in proporzioni sensibili du- rante i temporali, ma colla pioggia sembra che la pianta avvizzisca. Nè uccelli nè insetti si po- sano sopra i suoi rami. Il suolo dove vegeta non contiene nessun metallo magnetico, ferro, cobalto, o nikel e questa elettricità sembra le sia tutta propria. Tappo solforatore. Un’ ingegnere francese ha immaginato un tappo in metallo da applicarsi alle botti dalle quali si attinge il vino un poco alla volta. Si sà che l’aria rimasta nel vuoto di una botte scema, danneggia la buona conservazione del vino e che l’ Acido solforoso è il solo agente efficace per neutralizzare l’azione dei fermenti contenuti nell'aria e mantenere in ottimo stato il vino. Questo tappo è adunque vuoto interna- mente e fatto in modo che al momento in cui si attinge il vino dalla botte, si brucia entro del tappo stesso una miccia di zolfo e così lo spazio lasciato dal vino atrinto, viene subito riempito dal gas solforoso. La zylonite. Togliamo dal Lyon scentifique i seguenti ragguagli su di questo nuovo prodotto che sembra destinato ad una estesa applicazione. La Zyncolite é una sostanza a base di carta che a volontà dell’operatore può imitare il corno, l’avo- rio, l'ambra e perfino il ve:ro. Si prepara trat- tando la carta bianca con bagni di acido solforico; e quindi passandola a diversi lavaggi per elimi- nare tutto l'acido in eccesso, e poi ponendola in un miscuglio di alcool e canfora. Si ottiene così una specie di carta pecora che ridotta in sotti- lissimi fogli ha la trasparenza del vetro, e colo- rendola quindi con adatte sostanze si imitano l' a- vorio, l'ambra ecc. Borhydrina. E un prodotto inventato dal Sig. Breithaupt, chimico a Strasburgo, che dicesi ha la proprietà di distruggere i microbii dell’ aria che provocano le putrefazioni e che producono le ma- lattie epidemiche. L’inventore, che ha preso il brevetto di privativa, insegna come si adopra per la conservazione delle sostanze alimentari, e con attestati medici lo dichiara assolutamente innocuo alla salute. Bottone telefono. Il Sig. Barbier ha poste in commercio, sotto questo nome, delle scatolette in legno aventi la nota forma dei bottoni da sonerie elettriche; in queste scatole sono, sebbene di pic- colissime dimensioni, tutti i dettagli necessari per il servizio telefonico e dicesi servano mirabilmente ed economicamente alla corrispondenza telefonica fra le diverse parti di una abitazione. Hanno pure il vantaggio di potere essere applicate agli attuali impianti di campanelli elettrici, utilizzando, senza punto modificarle, le disposizioni per essi adot- tate; facendo ciò uso delli stessi conduttori, sonerie, quadri indicatori ecc. Tosatrice a vapore. L'Australia esporta la lana in grande quantità. Per tosare i montoni si im- maginò una piccola tosatrice a vapore portatile, molto spiccia, la quale rispetta la pelle dell’ani- male. Questo strumento ha la forma di una specie di cazzuola, la cui lama è un pettine di ottone che si ficca nel vello contro la pelle. I coltelli sono portati da una piccola ruota mon- tata a piatto sul pettine e messa in moto dal pigno- ne di una piccola macchina rotativa di 76 millimetri di diametro. La lana è quindi levata regolarmente. Siccome bisogna che la tosatrice sia facilmente fatta scorrere sul corpo dell'animale e che il va- pore sia evacuato a distanza, così l’ istrumento è collegato alla caldaia da un tubo elastico che serve nello stesso tempo all’alimentazione ed allo scarico. Questo tubo si compone di due tubi concentrici in cautciù; il vapore, fornito da un piccolo gene- ratore portatile, arriva col tubo centrale e esce dallo spazio anulare compreso fra i due tubi. NOTIZIARIO I calendari per premio agli abbonati: Non avendo potuto avere dalla fabbrica i pochi calen- dari che ci mancarono per darsi in premio agli abbonati, preghiamo coloro che ne hanno fatta ri- chiesta, e clie non lo hanno ancora ricevato, ad avere la compiacenza di scegliere un altro fra i premi da noi annunziati, e scusarci di questa mancanza non dipendente dalla nostra volontà. Nuova specie di noce. In Francia per ini- ziativa del ministero di agricoltura si sta speri- mentando la coltivazione dei noci di Hickory che agli stati uniti sono molto apprezzati specialmente per le qualità del loro legno, assai rassomigliante al nostro noce. Nuovo Vulcano. Nell'Oceano pacifico fra i 20 e 21 gradi di latitudine e i 75 e 78 di longitudine è comparso un vulcano in perfetta eruzione e di straordinaria potenza. Il rapporto del Console di Oakland dice che è sorprendente il contrasto del- l'acqua col fuoco, che sembrano combattersi l'un con l’altro con feroce tensione. Le due nevate dell’8 e del 10 di dicembre sono costate al municipio di Parigi 220 mila lire per togliere la neve dalle vie e piazze. Colà per ese- guire l’operazione più rapidamente si asperge del sale impuro sulla neve e così con sollecitudine questa si liquefà e viene facilmente spazzata. Una nuova spedizione polare partirà fra breve con lo scopo di esplorare le isole della Nuova Siberia, sotto il punto di vista topografico e zoo0- logico. Sarà diretta dal Dott. Bunze e dal Barone Foll e si troverà sul luogo di esplorazione nella prossima primavera. Vitigno resistente alla peronospera. Stando al Mon:teur vinicole, esisterebbe un vitigno rosso detto Bartard de Portugal il quale avrebbe il bel privilegio di resistere agli attacchi della Perono- spera dando anche molta e buona uva da. vino. Il sale, caffè, spirito, zucchero e tabacco con- sumato in Italia nel 1884, corrisponde alle seguenti citre: Sale 666 mila quintali, ossia 6 chilog. e.90 gr. a testa di sale da mangiare e mezzo chilog. di sale pastorizio. Caffé, 163 mila quintali, cioè 554 grammi a testa. Spirito, un litro e 4 centilitri per ogni abitante. Zucchero, 960 mila quintali che equivale a I chilog. e 700 grammi per persona. Tabacco, 14 milioni e mezzo di chilog. ossia; mezzo chilog. a testa. Sale pastorizio. Della utilità di soministrare il sale al bestiame ne abbiamo già parlato, per cui ci limitiamo ad avvisare che una circolare del Ministero di Agricoltura ai Comizi agrari, annun- zia che anche in quest’ anno saranno concesse, le solite facilitazioni per la concessione del sale pa- storizio a tutti quelli allevatori che ne desiderano una quantità proporzionata al loro bestiame. Oc- corre presentare domanda, in carta da bollo da L. 1,00, alla direzione generale delle gabelle. Il secondo congresso degli allevatori di Be- stiame che deve aver luogo in Firenze è stato rimandato ai giorni 15, 16, 17, 18 del prossimo rarzo. Per schiarimenti rivolgersi a quel Co- mizio Agrario. Il Congresso internazionale d’idrologia che doveva aver luogo a Biarritz nell’ottobre dello scorso anno, verrà effettuato nello stesso mese dell'anno corrente. Il congresso dei Mugnai che ha avuto luogo in Bologna, deliberava fra le altre cose, di promuo- vere una Esposizione Internazionale di apparecchi per la macinazione del grano e. la panificazione. Un concorso internazionale di macchine e at- trezzi enologici, acquavite, alcool, cognac, cre- mor di tartaro ecc. avrà effetto in Roma nel pros- simo marzo in occasione della consueta fiera di vini italiani. Sono destinati parecchi premi in Di- plomi, medaglie e danaro stanziati dal Ministero e dal Circolo Enofilo. Concorsi: Anche e Montpellier avrà luogo un concorso di apparecchi ecc. relativi alla Perono- spora simile a quello clie nel prossimo marzo sarà effettuato a Conegliano. ll consiglio direttivo del museo nazionale di ba- cologia e sericoltura in Torino, in seguito ai buo- ni resultati del concorso tenutosi nel 1885, ne ha bandito uno simile per l’ anno.corrente fra i pro- duttori di sementi e gli allevatori di bachi da seta italiani ed esteri. Per i dettagli rivolgersi alla Direzione del museo di bacologia e sericoltura in Torino, via S. Francesco di Paola 24. Il R. Istituto Lombardo di scienze e lettere ha aperti fra gli altri i seguenti concorsi: Premio di L. 2000 alla migliore memoria illustrativa di un punto dianatomia macro o microscopica dell’ence- falo umano; tempo utile fino al 31 maggio pros- simo. Premio di L. 200 al miglior lavoro sul se- guente tema: Illustrare con ricerche originali la embriogenia del sistema nervoso nei mammiferi; tempo utile al 1 giugno 1887. Esposizione e fiera di vini e prodotti alimen- mentari.in Torino. Negli ultimi giorni del carne- vale, per iniziativa della Società Gianduja, si terrà din Torino nelle sale di quel Comizio Agrario una amostra con vendita di vini e sostanze alimentari’ 31 presentate dai produttori di qualunque parte d'I- talia, esclusi i negozianti e rivenditori. Alla esposizione internazionale delle inven- zioni che è stata aperta in Londra durante 6 mesi sono intervenuti 3.760.581 visitatori e così in media 23.071 al giorno. Esposizioni fiere enologiche. Negli ultimi gior- ni del presente carnevale oltre le già annunziate in Roma e Torino ne verranno effettuate altre due a Bari ed a Milano. Nous receyons le premier numéro de la Revue iUMustrèe des scinces physio-psychologiques LE MA- GNETISME, publiée sous la direction du célèbre professeur DONATO dont la competence exception- nelle est universellement reconnue. Dans cette publication. M. Donato traitera ex- professo, avec le concours de savants autorisés, toutes les questions scientifiques et philosophiques qui se rattachent au magnétisme humain, è l' hy- pnotisme, a la suggestion, à la fascination dont il s'est fait, depuis Uouze ans, l’ infatigable pro- pagateur et l’ apòtre dévoue. Par la lecture de la revuo « Le Magnétisme » tout le monde pourra s° initier rapidement è la connaissance d’' une science que M. Donato excelle à populariser dans un style clair, précis, acces- sible aux gen- du monde. Sachant à fond les questions qu'il traite, le célèbre magnétiseur n'a jamais besoin de recourir à l'ambiguité, à 1 obscurité sous’ lesquelles tant de faux savants dissimulent leur réelle ignorance. Le premier numéro qne nous avons sous les yeux fait bien augurer de cette utile publication; il débute par une très remarquable introduction à l' étude du magnétisme, dans laquelle M. Donato expose, avec une grade hautes de vues, les idées qui présideront à son ceuvre. Vient ensuite un article de M. Vasseur, électricien, sur des expé- riences d' une haute portée. Ce numéro est orné d' intéressants dessins, entre autres d' un beau portrait authentique de Mesmer. « Le Magnétisme » paraîtra deux fois par mois, le 10 et 25, en une é'égante brochure de 16 à 32 pages, enrichie de bulles gravures, Son succès est agssuré, puisque o' est M, Donato qui le dirige. L’ abonnement est de 10 francs par an, pour 24 numéros formant un splendide volume de 450 à 500 pages, grand in-8°, imprimé sur papier de luxe et orné d' au moins cent beaux dessin. (5 fr. 50 pour six mois). On s' abonne à toutes les li- brairies, dans les bureaux de poste et chez M. Grujon, administrateur, 1, rue Barye, Paris. Un numéro spécimen sera envoye franco à& toute personne qui en fera là demande par lettre à M. Grujon. Rammentiamo agli associati che !’ abbonamento si paga anticipato, e più special- mente preghiamo a porsi in regola con l’ amministrazione, coloro che non hanno ancora pa- gato 1’ abbonamento della scorsa annata o di qualcuna delle antecedenti. Tutti coloro che desiderano esonerarsi dal pagare l abbonamento in corso non hanno che a procurarci 3 nuovi abbonati, e qualora avessero già soddisfatta la quota di abbonamen- to, potranno scegliere per il valore di L. 3 in oggetti posti in vendita nelle pagine del Bollettino, o rilasciare il premio per saldo abbonamento dell’ anno futuro. Ogni due nuovi abbonati danno diritto ad un terzo nuovo abbonamento gratis. A chi ci favorirà un nuovo abbonato daremo in dono un elegante oleografia sacra o profana, grande da porsi in quadro. RICEVUTE BEOTS Hanno pagato 1’ abbonamento: Ont paye leur abonnement: Per il 18S5 i Sigg. (6.2 Nota) Pour l année 1885. M. RI. (6.° Liste) Nino Prof. G. Cagliari — Ferragni O. Cremona — Moretti A. Catanzaro — Desmeure T. Firenze — Ridolfi G. B. Firenze — Maggi Cav. U. Firenze — Sanvitale Conte E. Piacenza — De Conesi A. G. Lavagna — Fontana A. Roma — Naldini O. Casa Bianca — Piazza Dott. P. Sarteano -— Peracca Conte (. Torino — Vignale Cav. Avv. G. Tunisi — Mugnaini Cav. Dott. U. Tunisi — Sergardi Nobil F. Siena — Tribbiani F. Siena — Petrucci Nobil P. Siena — Cecchi Prof. S. Siena — Andreini F. Siena — Brancadori Cav. G. B. Siena — Giovanpelli Ing. E. Siena — Grisaldi Del Taia Nobil G. Siena — Galeotti Avv. C. Siena — Luzzatti G. Siena — Nini Nobil A. Siena — Palmieri Nuti Cav. G. Siena — Righi E. Siena — Straccali F. Siena — Sanfranceschini S. Siena — Cugini M. V. Siena — Ciacci R. Siena. Per il £886 i Sigg. (2. Nota) | Pour l'année 1886 NM. ui. (2.° Liste) Manganelli G. Cupramontana — Gasparini Dott. G. Iesi — Sardi Dott. T. Voghera — © Mennuti G. Monteparano -— Circolo Cacciatori Brescia — Adami Cav. Mag. G. Brescia — Fulcis Nobil Don A. Belluno — Nino Prof. G. Cagliari — Boccaccini Prof. C. Cuneo. — Chiri D. Villa Riva — Ferragni O. Cremona — Basile Prof. G. Catania — Moretti A. Catanzaro — Nola A. Prof. G. Cassano all’ Ionio — R. Istituto Tecnico Forlì — Pandolfi G. B. Firenze — Maggi Cav. U. Firenze — Conture E. Poggio Imperiale — Municchi Comm. Generale. M. Empoli — Bargali P. Firenze — Ricchini Cav. A. Cornigliano — Anglani F. Ostami — Raffaelli Cav. P. Lucca — Del Prete Dott. R. Viareggio — Castelli Cav. Dott. F. Livorno — Ascani F. Macerata — Cimati C. Pontremoli — Charrel Prof. L. Milano — Muller C. Intra — Guarnieri G. Padova — Barbieri L. Piacenza — Santini A. Piacenza — Sanvitale Conte E. Piacenza — D. B. Natolitzky Pisa. — Del Punta G. S. Frediano — R. Liceo Urbino — Gervasoni Dott. T. Potenza — Biancheri Prof. T. Perugia — Bartoli Canoc. L. Norcia — Malpeli A. Parma — De Conesi A. G. Lavagna — Vezzani Rag. A. Reggio Calabria — Ian- nacci Dott. F. Reggio Calabria — Moschello G. Reggio Calabria — Savini Dott. F. Ravenna — Parisi F. F. Roma — Londei F. F. Roma — Fontana A. Roma — Colamani A. Roma Stiattesi Cav. A. Ceccano — Turillazzi Dott. A. Valentano — Stoppani Prof. C. Siracusa —- Spadi Dott. N. Castagnoli — Ticci B. Sovicille — Naldini O. Casa Bianca — Comizio Agrario Saluzzo — Peracca Conte G. Torino — Bocca F. F. Torino — Levi D. Venezia — Ckarpy L. Annecy — Bucchioh G. Lesina — Touchet I. Iarnoc Combes Prof. G. Limoux — Reicharit G. Herrstein — Rabaud Prof. E. Montauban — Vignale Cav. Avv. G. Tunisi — Sborgi O. C. N. Berardenga — Filippi Dott. D. Siena — Magni Griffi Prof. March. F. Siena — Pannilini P. Siena — Lanzi G. Siena Cugini M. V. Siena — Romagnelli Prof. O. Bologna. Indirizzi utili per gli Abbonati Costo dell’inserzione L. 1,00 per ogni avviso di non più che 4 versi. {Gli abbonamenti ai giornali sotto notati si ricevono anche presso l’agenzia di questo Bollettino). (Seguito ai già pubblicati) H i er Alberto Germignani. Un ti Î Riparda, Taylor, Solonis, Cinerea Pollicoltura Pratica Fagiani con molte illustrazioui Viti americane Cardifolia, Odoratissima, Rubra, L. 2,00. Troncklia, Major, Canadeusis : Barbobelle L. 12; Talle L. 2 il 100 Imballaggio L. 1 — Dott Gius. Teresio Rigetti, Andrea Gli accessori della casa colonica !"S6n2: | Doria 1, Torino. di Ferrara. Via Picca N. 7 Pro- ratici per Agricoltori, elegante volume di 160 pagine con î i Cc: s7s sieotbno Îire 2 franco di porto. Rivolgersi alla Gazzetta Grande colombaia prietario Sig. Rabitti Francesco. e I Contadino in Acqni. E ———__———__—_——_—————— S. BrosI Direttore responsabile ii lea Di masi ; el i | — Siena, 1 marzo. RR6. N. 3 NIN — BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE, ALLEVATORE, COLTIVATORE PERIODICO MENSILE Abbonamento per tutti i paesi dell’ Unione postale, L. 3 all'anno. SOMMARIO. Richieste offerte e domande di cambi — Comunicazioni: Nouveau procédé de fabrication de l’ hydrogene. Mosca delle olive. Interessanti osservazioni or- nitologiche L’ idrato di calce contro la peronospora. Per distruggere i succiameli. Do- mande. Eucaliptus Mulleri. -— Il canto dei topi. — Di un nuovo metodo per doppia colorazione. — I microbi. — Utilité de l’ etude des insectes. — I licenzini scientifici per la caccia. — Congresso degli agricoltori italiani. — Gli uccelli italiani ed il colore dei loro occhi. — Notiziario: Spedale internazionale per la cura della idrofobia. Tre nuove comete. Permessi di caccia. Giardino zoologico a Torino. Lo zolfo acido per salvare le viti dalla Peronospora. Piscicoltura. Concorsi. Esposizioni. — Utilità dello zolfo acido contro la Peronospora. NANA NANAN AIN INS NANI NHENES NL kICHIESTE, OFFERTE E DOMANDE DI CAMBI fra gli abbonati Quando non v'è speciale indirizzo rivolgersi all’ ammini» strazione del Bollettino. Pagamenti anticipati. DEMANDES, OFFRES ET DEMANDES DECHANGES entre les abonnés Quand il n ya pas d°’ adresser spéciale s’ andressr à l’ admi= nistration du Bulletin. Payements à l’avance. _—— DT-_ °° t_'—__r”>yY>>> 24. Si desîdera avere, sia in cambio di altri oggetti, sia contro pagamento, diverse pelli di Monticola saxatilis Boîe o Turdus saxatilis Lin. 25. Sî comprerebbe una buona pelle di Pavo- ne maschio o un Pavone morto, fresco. 26. M. Em. Deschamps , administration de la Regie, Constantinople, desire echanger des coqui!- les du genre Helix. Envoyer oblata et desiderata. 27. Colombaîa razionale picaentina. Si offrono agli amatori, Colombi sceltissimi, razze Gozzuti grandio piccoli, Bagadesi Francesi, Modenesi schiet- ti e Colombi da carne. Prezzi mitissimi. Per la compra rivolgersi, con cartolina doppia o fran- cobollo per la risposta, all’ Agenzia «del Bollettino. 28. Il Sig. Cav. Ubaldino Maggi Via Pinti 51 Firenze offre uova e polli della razza Maggi, dal medesimo ottenuta, e premiata con Medaglie d’oro a diverse esposizioni. Giungono al peso di chilog. 4 1]? e 5. I maschi costano L. 15,00 — Le fem- mine L. 10 — Le uova L. 0,40 l'una — Porto ed imballaggio a carico del compratore. 29. M. Leon Charpy, conservateur du Musee d’Annecy (Haute Savoie France) offre en echange: Des Roches eruptives des Vosges et des Alpes francaises — Des Mineraux — Des fossiles Cretaces, Jurassiques et Liasiques — Des coquiles terrestres et fiuviatiles de France — Des objets lacustres et prebistoriques. 30. Sî desidera fare acquisto di 15a 20 Talpe (Talpa europaea o caeca) fresche in carne ; si ac- cettano anche in cambio di altri oggetti o libri. 31. Si vende un elegante astuccio con i fac-si- mile in cristallo di Boemia dei 15 più celebri diamanti del mondo. Prezzo lire sessanta franco di porto in tutto il regno. 32. Varietà nuove d’ insalate a C. 80 il pacco Cicoria frisèe Modele. Bellissima var. a foglie finamente frastagliate a scirolo pieno e sodo. No vità di un merito eccezionale e di molta utilità. Cicoria imperiale trés frisée d' kiver. Foglie frastagliatissime larghe ed assai tenere. Cicoria Witloof a gros. radice di Bruselles. Var. eccellente e saporitissima d’ inverno e di primavera a foglie larghissime. Lattuga a cappuccio precoce bionda. Molto conveniente per la coltivazione d’ inverno a sci- rolo grosso. Lattuga a cappuccio d' inverno Silberball. Var. assai tenera e dolce di squisito sapore a scirolo grosso e sodo colle foglie argentate. Lattuga frastagliata della California. Affatto nuova, foglie abbondantissime tenere e saporite, giallo pallido elegantemente frastagliate. Lattuga imperiale. Questa nuova var. sorpassa tutte le altre per la sua precocità e per la sua bontà. Lattuga romana ballon. È la più voluminosa delle lattughe. Assai vigorosa e produttiva, sarà da preferirsi nelle coltivazioni. 34 | e TI ——__ == Comunicazioni - Proposte - Domande Communications-Propositions-Demandes Risposte In questa rubrica gli abbonati hanno diritto aduna 7nser- gione gratuita di 3 linee per ogni numero, per scambiarsi schiarimenti, informazioni, consigli e questioni da risolvere. La direzione, quando le sia possibile e lo creda opportuno, accorderà l'inserzione gratuita per pubblicazioni anche molto più lunghe. Reponses Sous cette rubrique, les'‘abonnés ont droit 4 une însertion gratis de 3 lignes par numéro, pour, 1’ échange d’ explica- tions, d’ informations, de conseils et de questions d resoudre. La direction pour ce qui lui sera possible, et quand elle le jugera opportun, accordera encore l’insertion gratuite pour des pubblications bien plus étendues. ZNENSOININEAAZNIDANA Nouveau procédé de fabrication de 1’ hydro- gène. Dans la séance du 26 octobre de l° Académie des Sciences, M Bertrand a fait, au nom de MM. Félix Imbert et Henry, la communication suivante. « La fabbrication économique du gaz hydro- géne vient de recevoir une solution des plus heu- reuses. L’ opération se fait de la manière suivante: « De Ja vapeur d° eau surchauffée est projetée en jets trés-déliés sur du coke è I’ état incande- scent, placé dans une premiére cornue chauffée au rouge. En présence du carbone, la vapeur d’eau est immédiatement décomposée et donne de l’ hydro- &ène et del’ oxyde de carbone en volumes égaux. On fait ensuite circuler ces gaz dans une cornue dite de seconde réaction, egalement chauffée au rouge et contenant des corps réfractaires disposés en sens inverse, de manière à faire parcourir un très-long chemin aux gaz et à en favoriser l’échauf- ement et le contact. « Des jets de vapeur surchauffée au point de dissociation, arrivent à l’abri du charbon dans cette cornue, en mème temps que l’oxyde de car- bone. Cette vapeur, en présence de ce dernier gaz, se décompose; l’ oxygène se porte sur l’oxyde de carbone, qu’ il transforme en acide carbonique, et l’ hydrogène, mis en liberté, s' ajoute à celui déjà produit dans la première réaction. On obtient ainsi deux volumes d’ hydrogène pour la mème quantité de coke réduit, soit pratiquement trois mille deux cents métres cubes (3,200) de gaz hydrogéne par tonne de coke, ou environ onze fois le volume produit par tonne de houille (la tonne de houille produit environ 300 mètres cu- bes de gaz). Le prix de revient du gaz hydrogéne ainsi produit est d' environ 1 centime 1|2 le métre cube. » Une commission composée de MM. Berthelot, Debray et °éligot est chargée d’ étudier ce pro- cédé, qui peut avoir d’immenses conséquences pour l’ industrie. Signalons dès aujourd'hui la réduction de prix qu’il apportera aux ascensions aérostatiques, à la lumiére oxyhydrique, etc. BA Mosca delle olive. Nel Bollettino del natura- lista del passato decembre, ho letto una nota sulla mosca delle olive. L. A. dice; che in Palermo nel 1883 non si eb- hero danni prodotti dal daco delle olive, attribuiva ciò agli eccessivi calori dell’ estate ed allo scirocco dell’ agosto. Molte quistioni si sono sollevate sulla biologia di questo dittero; alcuni asseriscono essere di ap- parizione biennale, opinione risultata da ripetuti fatti, ed anche noi ne siamo stati testimoni per la nostra provincia. Il Comes che’ afferma l’ apparizione biennale, dice che ciò succede perchè le olive cadendo pre- sto, sono pochissime quelle che restano sull’ albero a conservare pape pel venturo anno. Tuttociò non deve recar meraviglia alcuna ; giacchè abbiamo la melolonta ed altri insetti che sono di apparizione biennale o triennale. Quindi risulta che era ben naturale che l’ agro palermitano dovea essere esente dal funesto daco, peroechè fu nel 1884 che arrecò danni immensi per la sua estesa apparizione. In Nizza questa asserzione J? hanno come cer- tezza, perchè comprovata da fatti; ed anzi in quella regione hanno un proverbio che dice: un anno di verme ed uno di carica. Molti sono stati gli scritti su questo dittero dannoso alle olive, e molti i rimedi proposti di difficile ed incerta applicazione. Nel Nizzardo, dove ha recato danno straordi- nario, ha anche messo in seria attenzione il Go- verno per proporre mezzi di distruzione; ma tutto è stato vano. Il maggior numero hanno proposto per sòlo rimedio la raccolta prematura delle olive, e su ciò posso citare il prof. Caruso e la dotta com- missione formata dal Passerini, Lambruschini e Piccinetti. Il Prof. Genè nel rapporto delle sette memorie presentate al 7.° congresso sopra il daco, conchiu- se che l’ unico rimedio è quello suggerito dal P. Giudice ossia la raccolta anticipata. I congressi di Genova e Marsiglia lodarono questo rimedio; nel circondario di Tolone è stato sperimentato utile; finalmente il Guerin Meneville nel suo rapporto all’ Accademia delle scienze con- chiuse dicendo: « è necessario il raccolto prema- turo delle olive ». In conclusione il rimedio è logico, perchè così si uccidono moltissime pupe e si impediscono molte generazioni che avrebbero luogo qualora re- stassero le olive sull’ albero. Il Meneville aggiunge che la formica a testa rossa si nutre delle uova del daco, quindi conver- rebbe, che questi utili insetti venissero protetti per così combattere gli altri. Infrattanto non dimentico di citare gli uccelli, quali la maggior parte sono avidi d' insetti, che dovrebbero essere rispiafmiati al massacro che negli attuali tempi se ne fa di ogni sorta, senza voler tener conto del bene che ci arrecherebbero. Infine il coltivatore deve mettere l'impegno a seguire i precetti dettati dalla scienza per la distruzione, proteggere gli uccelli come ausiliari, e fidare nell’ opera dei parassiti, e degli entomi insettivi. Castelbuono, Febbraio 1886. M. MorIcI MINA Interessanti osservazioni ornitologiche. Leggo nella colonna delle comunicazioni del N.° 2 del Bollettino del Naturalista, come a Padova il 17 de- cembre sia stato ucciso un Codirosso (Ruticilla phoenicura Linn.) che era in perfetto stato di sa- lute ed abbastanza grasso. Ciò a parer mio è de- gno d’un accurata osservazione e di maggiori schiarimenti per parte del Sig. S. G: poichè dagli ornitologi Italiani e specialmente dal Savi, è stato ritenuto che questa specie sia di passaggio da noi soltanto nel settembre, si trattenga per pochi giorni e mai sia stata trovata nell’ inverno. Pos- sibile che ci sia dato riscontrarla per l' appunto in un’ inverno dei più rigidi, quale è stato quello che abbiamo avuto? Non si tratterebbe per caso della specie affine R. tithys Brhem, o Codirosso spazzacamino, che non emigra e nell’ inverno scende dai monti, ove è consueto abitare, per sce- gliere un più temperato soggiorno? Mi risveglia questo dubbio il fatto che, mentre so che è piut- tosto raro, quest’ anno l’ ho incontrato con una certa frequenza e due individui giovani, un ma- schio ed una femmina, li ho uccisi io nei pressi di Siena, a pochi giorni di intervallo, negli ultimi del novembre: altra femmina, pure giovane l’ ac- quistai al mercato il 17 corrente. Forse il freddo. ‘più forte l’ha spinto a ricercare regioni più me- "È ridionali ed è perciò che potrebbe essere comparsa te = - ; Ù | 35 anche in luoghi ove non la si conosceva affatto. In ogni modo mi sembra che nell’ interesse dell’ orni- tologia italiana sia bene avere altre notizie sulla Ruticilla catturata a Padova. Siena, 24 Febbraio 1886. DoTT. GIROLAMO LANZI Comunico le seguenti catture di uccelli avve- nute in provincia di Cremona: 23 Settembre 1885 cattura di 2 Ciconia alba, ma- schio e femmina. 29 Novembre 1885 cattura di 1 Aquila naevia, giovane. 10 Decembre 1885 cattura di 1 Corvus monedula, femmina. 14 Decembre 1885 cattura di 1 Larus canus, fem- mina giovine. 3 Febbraio 1886 cattura di 1 Anser albifrons ma- schio giovine. 6 Febbraio 1886 cattura di 1 Anser albifrons ma- schio adulto. L’ esemplare bellissimo che fù oggetto di que- st' ultima cattura, caduto in mano di un signore più amante della pancia che degli studi ornitolo- gici, fù fatto spennare ed arrostire. Nell'ottobre 1885 fu qui uccisa una Tichodroma muraria, che mi fu inviata ma che non potei con- servare. Cremona, febbraio 1886. FERRAGNI. D. Quale è il modo migliore per uccidere prontamente i grossî lepidoterî notturni senza danneggearli ? Roma PAGLIARI. I’ idrato di calce contro la peronospera della vite. Insegnamenti e consigli del Dott. G. Cuboni, prof. di patologia vegetale nella R. scuola di Co- negliano. 1.° L'idrato, o latte di calce, nella propor- zione del 3 a 4 per cento (cioè l’ ordinaria calce spenta da costruzione, stemperata nell’ acqua in proporzione di circa 3 a 4 chili per ogni ettoli- tro d’ acqua) asperso sulle foglie in modo che la superficie di queste ne resti leggermente imbian- cata, preserva le foglie stesse dalla peronospora. 2.° Tale aspersione deve essere ripetuta ogni qualvolta un seguito prolungato di pioggia faccia scomparire la calce versata precedentemente. 3.° Il latte di calce deve essere applicato pri- ma che il parassita siasi largamente diffuso sulle foglie: ordinariamente ciò non succede da noi che nel luglio o nell’ agosto; basterà quindi comincia- re l’ aspersione sulle foglie nel giugno, tanto più che la calce sui tralci teneri potrebbe riuscire dannosa. 36 4.° Dopo che siansi cominciate le aspersioni delle foglie col latte di calce, l' uso delle solfo- razioni per premunirsi contro l oidio diventa inutile. Tali solforazioni dovranno essere fatte so- lamente una o due volte a primavera sui getti teneri prima del trattameuto di calce. D. Desidererei sapere se si conosce un mezzo sicuro per distruggere i succiameli che danneg- giano le fave Pisa R. 0. R. Questo bollettino si è occupato più volte delle Orobanche o succiameli, ed ha insegnato come il miglior modo per impedire la riprodu- zione di queste piante sia lo svellerle dal terreno prima che fioriscano e producano i semi. Onde ottenere un buon resultato da questa ope- razione, occorrerebbe la esegnissero con costanza tutti gli agricoltori, cosa certo non facile ne sem- plice. L’anno scorso pubblicammo una lettera della distinta nostra abbonata Santocanale Boussu, con la quale ella assicurava essersi liberata dai suc- ciameli, ponendo al momento della semina, un pizzico di zolfo per ogni buca di fave. Non sap- piamo se altri nostri abbonati abbiano fatta questa prova e nel caso affermativo desidereremmo co- noscerne i resultati. Il Sig. Fortunato Marini, dice pure di aver adoperato con buonissimo effetto durante 5 anni, la cenere mista a concime e cioè una parte di cenere e 2 o anche 3 di concime. D. Sî domanda da alcuni fabbricanti di candele da Chiesa, di cera o surrogati, quale bagno possa darsi ai lucignoli perchè non facciano cenere sulla combustione, ossia perchè si consumi la cenere mano mano che la candela si fonde, e questo si domanda affinchè le. candele ardano bene senza colare. Eucaliptus Mulleri è una nuova specie di eu- calitto rustico e di rapidissimo accrescimento. —__—__ EE o______© © IL CANTO DEI TOPI A? Chiarissimo Prof. Michele Lessona Cagliari, 15 Febbraio 1886. Nel lasciare quella di Reggio Calabria per tra- sferirmi in questa residenza di Cagliari, mi av- venne di comprare a Napoli il N.° 37 del « Cor- riere del Mattino » del 6. febbraio corrente, nel quale lessi, con la maggior sodisfazione, un di Lei articolo intitolato: « Il canto dei topi ». Trattandosi di un fatto pochissimo noto ed a cui generalmente non si vorrà credere, parmi interessante di raccogliere quel maggior numero di osservazioni che valgano a convalidarlo, ed è per questo che io mi pregio offrirle la mia testi- monianza, ad esplicita conferma del fatto stesso. La mia abitazione in Reggio Calabria era in- festata dai topi. Nella cucina, posta in alto ed a tetto come si usa in quella città, bazzicava il topo dei tetti, ma in casa circolava audace il topolito domestico (Mus musculus), il quale spesso mi si mostrava, e specialmente alla sera mentre io pranzava, avanzavasi talvolta fino sotto alla mia sedia per raccogliervi qualche briciola di pane, o si ascondeva dietro agli usci ad ai mobili in attesa che io gli gettassi aleuna mica per allettarlo a mostrarsi. Una notte, mentre io stava in letto tranquil- lamente leggendo, mi avvenne di udire un som- messo cinguettare come un canto di uccello in distanza. Dapprima non ne feci caso, ma conti- nuando non potei a meno di prestarvi avtenzione, e ciò finì col distrarmi ed impedire la mia lettura; laonde mi alzai ed avanzando pian piano nella di- rezione da cui il misterioso canto proveniva, pas- sai nel vicino salotto e giunsi ad un mobile appog- giato ad una porta permanentemente chiusa, per la quale si acederebbe ad altro appartamento abi- tato dal proprietario della casa; siccome di dietro a quel mobile o da quella porta veniva il canto, ed in quell’appartamento aveva altre volte veduta una gabbia con un’ uccello canoro, così mi convinsi, o per meglio dire credei di convincermi, che da quell’ uccello, forse disturbato nel sonno, come talvolta succede nei canarini, provenisse il canto. Tranquillizzata così la mia coscienza di curioso osservatore di cose naturali, tornai senz’ altro alla mia lettura. Ma la notte successiva il canto si ripetè e questa volta a più voci, più chiare e distinte, e non più da lontano provenienti ma dal soffitto della mia stessa camera, ed anzi chiaramente distingueva i cantanti aggirarsi e passare rapida- mente da una ad altra parte del soffitto della mia piuttosto ampia camera. Ciò durò assai quella notte e si ripetè per molte notti successive. Non essendo più plausibile l’ antecedente spie- gazione, confesso che mi trovai molto imbarazzato a trovarne altra; pensai ai topi, che già sapeva frequentare la soffitta, avendone spesso intese le scorrerie sebbene senza cantare, ma non sospet- tando che possedessero questa virtù, non mi ar- restai sù di loro, e dovei pensare ad altro. 37 Il canto che udiva era appunto quale Ella lo disse: dolce modulato, limpido, flebile e som- messo, e cercando a quale altro canto si assomi- gliasse, io trovava analogia con quello degli uc- celli, col pigolare dei pulcini, e col miagolare dei gattini; ma l'analogia non era identica e dovei concludere, che i suoni provenissero da alcuna specie animale il cui canto mi fosse perfettamente sconosciuto. La circostanza inoltre che il canto si udiva sol nella notte, mi faceva supporre dovesse trattarsi di animali notturni e quindi mi venivano in mente i pipistrelli, che pur mandano un piccolo sibilo allorchè vengono catturati, o pensava che alcun gufo od altro notturno uccello avesse stabilito nella mia soffitta il suo nido ed i suoi pulcini emettessero quella specie di canto. Ma intanto i canti aumentavano ed incominciai ad udirne durante il pranzo, indubbiamente prove- nienti da dietro o da sotto ì mobili, il che esclu- deva la ipotesi dei pipistrelli e degli uccelli not- turni, ed io pendeva viepiù incerto, ma tornava a pensare ai topi, allorchè ogni dubbio mi venne una sera sciolto da un grazioso topolino da me distintamente veduto, che si prese la libertà di attraversare la sala cantando! Altra notte un tenore di quella razza si trovò per caso nella mia camera; io non potei scorgerlo ma lo udiva aggirarsi irrequieto per tutti gli angoli della stessa; io stava per alzarmi onde cacciarlo via, allorchè pensai che avrebbe trovato egli stesso 1’ uscita, che evidentemente cercava, in un foro della porta della camera attigua, ed infatti dopo aver percorso, sempre cantando, tutti i lati della mia camera, passò nell’ altra che per- lustrò similmente e ad un tratto cessò il canto, avendo il cantore certamente infilato il foro che gli permise di passare nelle stanze di servizio, dove egli ed i suoi numerosi compagni avevano il loro domicilio. Parmi adunque remosso ogni dubbio, ed io posso pienamente confermare il fatto da Lei osservato: il topolino canta, ed il di lui canto si assomiglia più che ad ogni altro a quello degli uccelletti. ‘Resterebbe ora a spiegare il perchè avendo io abitato nella stessa casa per quattro anni ed i topi avendo continuato ad abitarla con me; sola- mente in una stagione abbiano fatti ndire i loro | ‘canti. Non ricordo precisamente qual fosse la detta stagione; forse fù la primavera dell’ anno scorso o del precedente; forse era per loro il periodo degli amori; ma negli altri tre anni non han fatto | ì topi all'amore? È vero che talvolta io mi sono allontanato dà Reggio, ma in epoche dell’anno diverse ; una sola volta in primavera, Je altre volte d' estate, e mai più ho udito il canto dei topi. Convien supporre che circortanze di fatto a me ignote, abbiano in- fluito sulla produzione o meglio sulla soppressione del fenomeno, il quale ha bisogno di essere meglio studiato. Se tbrnerò a Reggio nella stessa abita- zione, di cui non ho disdetto |’ affitto, farò migliore attenzione e terrò noia dei resultati. Intanto credo di potere escludere il loro am- maestramento per mezzo del pianoforte, non aven- done io alcuno ; è bensi vero che alla sera ho 1° abi- tudine di soffiare dentro un flauto, ma io non mi credo autorizzato a presumere di avere insegnata la musica ai topi; se così fosse converrebbe dire che quelle bestioline avessero superato il maestro, perchè i loro gorgheggi erano di gran lunga più brillanti dei miei. Comecchè sia, se a Lei riuscirà di ammaestrarli, io mi offro per l’ orchestra e faremo fortuna insieme, essendo anche io prossimo alla mia giubbilazione. 11 Topofilo U. B. NZAARANANAISESNAIXNGNINLSNANTLVADINAHA NAZ, Di un nuovo metodo per doppia colorazione Del Dr. Ad. Garbini, Verona (41) Dopo otto mesi di esperienze in osservazioni zooistiologiche con un mio nuovo metodo per tin- gere le sezioni, metodo che mi diede costante- mente bellissimi risultati, per la colorazione in sé, e per la considerevolmente diversa maniera di presentarsi da tessuto e tessuto, farò, io spe- ro, cosa grata ai cultori degli studi istiologici descrivendone i particolari. Due ‘sono le tinture che io uso: turchino di anilina (Bleu d’ aniline — Anilin Blau) solubile nell’ acqua, e safranina. Le dosi per farne le soluzioni sono: per la prima, Bleu di anilina gr. 0.1 Acqua distillata cm? 100 Alcool assoluto cm° da 1 a 2; per la seconda, Safranina gr. 0,5 Acqua distillata cm8 100 Alecol assoluto em 50 Passo le sezioni, libere, od attaccate al porta- oggetti con il metodo P. Mayer, dall’ acqua alla (1) Separat-Abdruck aus dem « Zoologischen’Anzeiger N. 213. 1886. 38 tintura azzurra per minuti da 1—4; sciacquate, le immergo in una soluzione di ammoniaca nel- l’acqua distillata (2) all'1 °, finchè abbiano per- duto quasi totalmente il colore: le trasporto im- mediatamente in una soluzione di acido cloridico al 0,5 ° per 5—10 minuti, e anche più (la tinta assumerà note sempre più caratteristicamente di- verse sui vari elementi). Egli è, iufatti, per la reazione acida che gli elementi turchinofiii acquistano un tono profondo che va per contrario a mano a mano rischiaran- dosi, fino a scomparire del tutto, negli elementi a questa tiuta ribelli Lavo, in seguito, le sezioni largamente in ac- qua distillata, e le passo nella saf-anina, per la- sciarvele da 4—5 minnti, e anche qualche minuto di più, ma non più di dieci, affinchè non scom- parisca il colore azzurro. Le immergo, per ultimo, nell’ alcool assoluto, dove si inostreranno subito con un color violastro, che, soito il debole moto in cui le mantengo, pas- sa alla tinta zaffirina. In questo momento le tol- go dall’ alcool e le tratto con olio di garofano. Qui i due colori azzurro e rosso vanno a poco a poco riducendosi fra i loro naturali confini, con crescente splendore che copre affatto il residuo di color viol:tto rimas'o nel toglier via le sezioni dall’ alcool. Le tratto con il xilolo, e le chiudo nel balsamo de} Canadà, sciolto nello stesso xilolo. Il microscopista, anche provetto, potrebbe in- travvedere preferibile il lasciar le sezioni nell’al- cool finchè i colori sien diventati bene distinti, e poi trattarle con una essenza non solvente delle due tinte, come quella di bergamotto, di legno di cedro, di origano ecc; ma in tal caso anche i nu- clei perderebdero nell’ alcool il color rosso, men- tre questi nell’ olio di garofano richiedono per perderlo, un tempo molto più lungo, senza tener conto che l’ azione del garofano è più omogenea di quella dell’ alcooì. Trattando le sezioni con ammoniaca, e poi con acqua acidulata, si ottiene di veder con la prima levate le piccole granuiazioni abbandonate quasi sempre dai colori di anilica, e di togliere inte- ramente il colore allo strato di albumina, quando le sezioni siano attaccate al porta-oggetti con il metodo P. Mayer; e di neutralizzare, con la se- conda, l’ azione ammoniacale, e dav vita e vaga trasparenza di zaffiro, al colore azzurro reso sbia- dito dall’ ammoniaca Questo metodo di doppia colorazione: (2) Perfettameute distillata per evitare i precipitati che sciuperebbero le preparazioni. Regi: Betatt,t,, I. Può essere usato con tutti i tessuti. II. È costante; onde è agevolata la ricerca di una data specie di tessuto nei vari organi. JII. Rende i preparati embriologici bellamente dimostrativi, perchè ogni tessuto assume la sua tinta speciale, invariabile nei diversi stadi. Così ad esempio, la sostanza nervosa bianca prende una tinta pallida e la sostauza grigia'un azzurro intenso ; le cartilagini si vestono di un rosso. vivace, ì muscoli di color violastro. IV. Viene altrettanto utilmente in soccorso dell’ istologo nell’ esame delle sezioni di anima- letti interi. Jo ho colorito le sezioni consecutive longitudi- nali di mezzo ratto bianco, nato da 5 giorni, e vi ho veduti i tessuti perfettamente distinti per co- i lore l’ uno dall’ altro. E, a parer mio, il metodo spiega la sua più grande efficacia in ciò che concerne allo sviluppo del tessuto osseo. Quando entra nel campo del microscopio un osso lungo, si vedono di primo acchito le varie sue parti, e il passaggio graduato dalla sostan- za cartilaginea al tessuto osseo bello e formato: questo colorito in azzurro forte, quella in rosso rubino; e gli osteoblasti in rosso carico nelle ossa già formate, e iu azzurro nelle ossa embrionali. V. Permette di rilevare le céllule di differen- te specie che vi possono essere nello stesso or- gano, assumendo queste sempre tinte diverse. Così, esempigrazia, nella glandula sottomascel- lare le cellule salivari si coloriscono in rosso, e le cellule mucose in azzurro; nelle glandule pe- ptiche, le cellule delomorfe sì colorano in azzur- ro, e le adelomorfe in rosso; nei villi iutestinali, le cellule epiteliali comuni si tingono in azzurro le caliciformi in un bel rosso ciliegia; nelle ossa, gli osteoblasti sì mostrano con un rosso rubino, gli osteoclasti (mieloplassi) cou azzurro pallido, e i nuclei un rosso vivace; nei peli, Ja guaina di Henle e quella di Huxley risaltano splendidamen- te, la prima assumerdo un bel color rosso, la se- conda un azzurro brillante; così. nel periostio, il cambio appare rossastro, lo strato fibroso azzur- roznolo. VI. Se nella stessa cellula il protoplasma di una parte differenzia da quello di un’ altra, lo si scorge a colpo d’ occhio, per la diversa grada- zione di tinta che presenta. Ne ho avuto un grazioso esempio nelle cellule pancreatiche dell’ uomo (3) e del gatto. In esse (3) Il pancreas era stato levato da un uomo appena de- capitato. Ho potuto avere un pezzo di quest’ organo, conser- vato presso l’ Istituto Istiologico deli” Università di Monaco per isquisita gentilezza dell’ egregio Dr. Bòhm. il protoplasma che riempie la lero parte acumi- nata si tinge in azzurro; quello dal quale solita- mente è involto il nucleo si colora in rosa. Nella massa poi di questa ultima parte protoplasma- tica scorgonsi da due a tre calotte sferiche tinte in rosso marcato, quasi come quello del nucleo ; ciò che mi fa supporre che ivi si nasconda una terza forma di protoplasma. VII. Si presta eziandio per lo studio della istio- logia vegetale. Le sezioni vegetali da me osservate per pro- va (patate, carota, tartufo, arum, petali di viola tricolor) mi riuscirono doppiamente colorate , e vi trovai costantemente le due tinte in quel dato organo nelle varie specie. E però il metodo dovrebbe anche condurre ad un grande risparmio di tempo in una scuola di istiologia generale. Con altra piccola memoria renderò conto delle reazioni che si hanno con il metodo suesposto, e dei resultati sulle ricerche microchimiche intor- no all’ azione che i reagenti suggeriti esercitano sul nucleo, sulle parti protoplasmatiche, e sugli elementi istiologici in genere — e in quella oc- casione farò conoscere le novità istiologiche che per esso ho trovate. IMICROBII ODO ve Due conferenze date dal Prof. H. Fol nell’ università di Ginevra tradotte ed annotate da T. Falcone. (Continuazione) All’ esame diretto dell’ aria sostituiamo la de- terminazione del numero dei germi che un certo volume di aria ci ha dato, attraversando una pol- vere solubile ed indifferente, e facciamo questa numerazione col metodo delie culture fr'azionate di brodo. Al posto del sale supponete che aves- simo preso tanti millimetri cubici di un’ acqua che si voleva esaminare nella stessa maniera, e avrete un’ idea esattissima del metodo che il prof. Dunant ed io abbiamo seguìto per contare i ger- mì contenuti nell’ acqua. (1) (1) Se non abbiamo fatto uso del metodo di cultura con la gelatina ciò non è stato perchè questo metodo non ci era molto noto, ma perchè sappiamo per esperienza che le dosì | stabilite con questo mezzo non danno alcun risultato molto serio. Così l’ acqua del porto, presa in un luogo tra i più im- puri, in un angolo della ripa Des eaux-vives e del Giardino inglese, ci ha dato col metodo delle ;culture frazionate 100,000 germi a centimetro cubico e soltanto 5700 con l’ altro. 39 E così che abbiamo potuto con molta esattez- za stabilire il numerò dei germi contenuti nella acqua del lago, in quella del Rhone, in quella della macchina idraulica, in quella delle fontane in quella del porto. L'acqua del lagò, presa in pieno lago, s'è trovata la più pura. È di una purezza assai ec- cezionale, checché ne dicano i detrattori. L° ac- qua del Rhone che la macchina attingeva diret- tamente dal letto del fiume era più carica, forse perchè l’ acqua del lago si mescola con una certa quantità dell’acqua del porto. Questa poi é assai impura, quella che ristagna là dove sono in or- meggio le navi d’ affitto, all’ angolo del giardino inglese, e presso la ripa Des eaux-vives non ha meno di 100,000 germi a centimetro cubo, cioè 100 milioni per litro, secondo le nostre ultime ricerche. È evidente che non ce ne vuol molta di quest’ acqua, mescolata nel porto a quella che vien dal lago per renderla impura ed insalubre Ecco perchè Dunant ed io, specialmente in pre- senza dell’ epidemia di febbre tifoide che regna- va, abbiamo tanto insistito perchè la macchina attingesse la sua acqua non in giù del porto di Ginevra, ma in su, in pieno lago. Il Consiglio am- ministrativo, dopo avere incoraggiate e secondate le nostre ricerche in tutti i modi s' è affrettato di entrare anch’ esso nei nostri studi; ma alcune difficoltà tecniche ed altri contrattempi hanno impedito di menare tutto a termine prima del l.o settembre dell’ anno passato. Popo pochi gior- ni l’ epidemia di febbre tifoide che regnava an- i cora con forza si spegneva subitamente, e non avemmo dopo che casi sparsi. Del resto ritorneremo su questo proposito nella fatura conferenza. Avendo dunque ammessa l’ impurezza dell’aria che respiriamo e la contaminazione possibile del- l’acqua che beviamo, le persone che si occupano Sicchè, se ci fossimo serviti di quest’ultimo metodo, 94,300 germi su 100,000 ci sarebbero sfuggiti? Io ho allora dato det= tagliatamente le ragioni del numero minore che si ritrova nella gelatina che non nel brodo, quando si tratti di ricerche stati- stiche. Ma sono il primo a riconoscere che la cultura in ge- latina è la più spiccia, la più comoda e la più buona, e per mostrarvi che pure ne faccio uso potrei farvi vedere dei tubi di gelatina seminati da quattro giorni con 1710 di ceatimetro cubico d’ un’ acqua da esaminare. Ma non m' illudo perciò sul | valore di questo metodo. [ L® A. presentò un tubo così semi- nato ]. Vedete delle macchie d’ ogni grandezza e d’ ogni co- lore in mezzo alla gelatina limpida. Sono come tanti serpenti nascosti. Ciascuna di esse è una colonia di microbii che s’ è formata intorno al punto dove un germe è rimasto racchiuso nella gelatina, mentre questa si solidificava. [Nota dell’ autore) 40 —————--»—»——"veeeo__—r"—"—ee—ee=ee==——_————_—_—_—_—_—_—_—_____m_m_________m___m LL — e—e*—_ Tee ee ee" e) e e —————————————1=@@—@@@@@@ d' igiene, e dirò anche tutte le persone di mente chiara (2) si son dati a vedere e ricercare i mez- zi adatti a purificare l’ una e l’ altra. I metodi più pratici per raggiungere questo scopo si riducono a quattro processi: il riscalda- mento, la filtrazione, il riposo, e l' uso degli an- tisettici. Il calorico ammazza i germi, la filtra- zione li arresta, il riposo lascia loro il tempo di precipitare in fondo, e gli antisettici li avvele- nano. Non si potrà persare di avvelenare l’ aria che respiriamo e l’ acqua che beviamo per bur- lare i microbii; il rimedio sarebbe anche peggio- re del male. Restano gli altri tre mezzi che vo- gliamo esaminare l’ un dopo l’ altro. I microbii sono duri a cuocersi: noi abbiamo già detto a che grado bisognerà arrivare per po- terli scottare. Una sola bollitura non bosta: que- sta uccide i microbii in via di vegetazione, ma non le spore. Quando tutta Ginevra faceva bollire l° acqua temendo la febbre tifoide, il prof. Dunant ed io non volemmo avere questi scrupoli. Facemmo bollire per più di 10 minuti l’ acqua impura rac- colta lungo la riva Des eaux-vives. Dopo averla raffreddata, quest’ acqua conteneva 60 germi per centimetro cubico. Seminatone il brodo ottenem- mo dall’ acqua bollita le più belle culture di al- cuni microbii che rassomigliano assai a quello che Eberth ha trovato nella milza di persone morte di tifo. lo non posso pronunziarmi su l’ identità di esso col microbio tifico, giacchè la prova neces- saria dell’ inoculazione non potette esser fatta, ma fino a più ampie notizie io riterrò un’ acqua impura come sospetta quando pure è stata bol- lita. Invece il riscaldamento a 1100 per lungo tempo è efficacissimo, e noi ci serviamo di que- sto grado di temperatura per ottenere le con- (2) Mi piace far notare, a questo proposito, quanto sia giusto che l’ uomo della scienza non si cristallizzi nell’ esame di quei fenomeni che principalmente son contenuti nella cer- chia dei suoi studi. La divisione del lavoro non deve distrug- gere il senso dell’ armonia che le varie parti dello scibile deb- bono necessariamente avere tra loro. È evidente che 1’ allar- garsi degli orizzonti ne rende sempre più difficile la compren- sione: ma nessuno pretende che si debba essere enciclopedici alla maniera degli scolari, i quali possono aver la testa piena di fatti particolari che sì riferiscono a dieci materie, e mon sanno vederne le relazioni. La ricerca speciale è degli specia- listij ma ciò che son leggi generali che da quelle ricerche sor- gono, debbono essere patrimonio di tutti i migliori ingegni. Alla fine dei conti, se il campo si allarga, anche il nostro cer- vello ed i nostri sensi si perfezionano, per non parlare dei me- ravigliosi vantaggi dei mezzi di esame, di cui ogni giorno ci arricchiamo. Ae TT Pila “ i serve di brodo sterilizzato o le gelatine nutriti- ve che servono per tutti i nostrì esperimenti. Noi le riscaldiamo in una marmitta di Papin mu- nita d’ una valvola che non lascia uscire il va- pore che quando si è giunti ai 1100; inoltre d’un termometro e d'un tubo a sifone. Il tubo termi- na in una cannula appuntata, con la quale noi buchiamo il turacciolo d° ovatta che serve di co- verchio alle bottiglie, sterilizzate col calorico. Il liquido passa direttamente dal fondo della mar- mitta nel recipiente sterilizzato, senza alcun con- tatto possibile con l' aria estérna. Il processo, di mia invenzione, dà risultati assai più sicuri che quelli che possono ottenere dai loro attrezzi Pa- ster, Miquel e Koch. Così preparati i nostri bro- di non si alterano mai. Il processo di filtrazione varia secondo la na- tura del fluido che si deve purificare. Sospesi nell’ aria i microbii si depositano sì facilmente che basta un filtro a larghe reti, dell’ ovatta, per esempio, per arrestarli. Sechròder e Tyndall sono i primi che abbiano conosciuta questa proprietà del cotone non filato. L’ ovatta è in grande uso nei nostri laboratori; con essa noi chiudiamo le nostre boccie di cul- tura e quand’ essa è spessa e moderatamente stretta non lascia passare giammai un sol germe. Filtrare l' acqua è più difficile, giacchè l’ ac- qua porta con sè i germi attraverso tutti i filtri ordinari, e non se ne libera se non la si lascia passare per uno strato poroso, le cui aperture siano realmente più strette del diametro dei più piccoli microbii. A questo riguardo i filtri di creta sono di una inutilità assoluta! anche i filtri di carta che hanno pori più piccoli di quelli della creta non servono. Ciò si può vedere chiaramen- guardando la fotografia della carta adatta ad uso di filtro e quella dei microbii del carbonchio e del tifo presi esattamente allo stesso ingrandi- mento del microscopio. Le maglie di questo fil- tro lascierebbero passare oggetti 20 volte più grossi dei mierobii. Quelli che credono purificare le loro acque con questo mezzo ci fanno pensare a Jocrisse che avendo fatto fuggire il canario del suo padrone, gridava al giardiniere perché chiu- desse presto il cancello del giardino acciocchè l'uccello non prendesse il larzo. Uno strato di sabbia, anche molto spesso non vale più che una lamina di creta o di carbone agglomera‘o. Me. glio serve la terra, specialmente in istrati mol- to spessi; e meglio ancora la melma. Più la pol vere è sottile e più è capace di ritenere corpu- scoli più tenui. : Mt APRE I A Pa 4 Ga o Era dunque assai difficile di trovare un filtro capace di arrestare i microbii in modo assoluto senza impedire all’ acqua di passare. Ebbene! Pa- ster ha.ottenuto questo resaltato filtrando i: li- quidi attraverso il gesso. Ma il gesso assai diffi- cilmente si sterili sce! Allora egli si é rivolto alla porcellana non verniciata detta biscotto, e che riesce più agevole ad essere adoperata. Infine M. Chamberland ha reso il procedimento possibile nella pratica giornaliera mettendo in commercio apparecchi da filtro assai ben fatti. Il filtro ha la forma di una grossa candela soprapposta ad un tubo metallico. L'acqua ar- riva nel tubo, penetra nelle pareti di porcellana da fuori in dentro e viene finalmente a colare goccia a goccia per l’ estremità superiore con- formata a becco. Soltanto c’ è questo, che la pa- sta della porcellana è così serrata ed 'i pori sì fini che l’acqua vi passa soltanto sotto una pres- sione molto forte, sicchè bisognano 2 a 3 atmo- sfere per ottenere una corrente che possa sod- disfare. Per dare questa pressione l’ apparecchio è accompagnato da una pompa premente e da un manometro. Nella nostra città si è stabilita una officina che mette in commercio a poco prez- zo un’ acqua gazzosa, o non, semplice o con s0- stanze minerali, filtrata con questo processo, che la rende così buona come quelle di Evian, di Saint Galmier, o di Vichy. ll prof. Dumant ed io abbiamo voluto vedere con esperienze proprie se realmente questi filtri | hanno il valore che il signor Chamberland dà loro, Non è che mettessimo ;menomamente in dubbio l'alta competenza dell’ inventore, ma alla fine, si tra'tava di un affare d' industria, e chi non sa che negli annunzi d’ industria vi ha alle volte... come dirò io. . degli eufemismi? Pensammo che il controllo di persone disinteressate non potesse mai recare alcun danno. Abbiamo perciò filtrata l’acqua più impura del porto di Ginevra, quella che contiene più di 100,000 germi in un centi- metro cubico, attraverso un filtro Chamberland. Ebbene, il successo è stato completo. L’ acqua, solo attraversando la sottile parete d Questa ci sembra grossa davvero! Prima di tutto è certo un complimento per lo meno poco delicato, verso gli studiosi, il dire che della loro onestà e discrezioni i cacciatori non possono fidarsi, mentre si fiderebbero benissimo di altre persone, semplici caccia- tori, autorizzati a cacciare in tempo di di- vieto da dei comitati provinciali. A me pare che con questo ripiego, se anche fosse at- tuabile e corrispondesse ai bisogni degli studi, si caccierebbe il male dalla porta per farlo rientrare peggiore dalla finestra. Di più come sarebbe possibile che la scienza ne ricavasse il benchè minimo utile? Il Sig. A. R. dice che il mandatario dovrebbe es- sere un semplice cacciatore, non un naturalista appassionato; ma di grazia, crede egli forse che anche i vecchi e provetti, ma semplici cacciatori sappiano distinguere l’ una dal- V altra tutte le specie e varietà di uccelli che capitano in Italia? Ed apprezzare il merito particolare di tale o tal’ altra specie che capita raramente o che forse non si era fino ad ora mai veduta fra noi? Io dico assolutamente di no; ma se an- che ciò fosse, occorrerebbe un’ altra gran bella cosa e cioè che il naturalista fosse indovino; cosi pare lo creda lo scrittore quan- do dice che gli scienziati potrebbero chie- dere a quei comitati, gli animali che le oc- corressero; mentre è naturale che per chi studia l’ avifauna di una data località, hanno un’ interesse relativamente superiore a tutte . le altre, le specie avventizie, o che non si | sarebbe supposto che potessero capitarvi. A A £È A A AA A A A Un’ ultima osservazione: L’ egregio au- tore scrive « Che le disposizioni emanate « dal Ministero di agricoltura, pet la conces- < sione di tali licenze sieno ottime, nessuno s lo nega, ma nessuno nega del pari che i « quattro quinti dei possesori dei licenzini, « non sono naturalisti, ma semplici caccia- « tori che ne abusano senza tener conto « dei loro stessi interessi » e dall’ essere la legge ottima, ma non fatta rispettare con- clude aboliamo la istituzione. Ma in questo medesimo articolo parlando della caccia in generale, lamenta severamente anche per questa che le leggi non sono ne rispettate ne fatte rispettare e soggiunge « noi qui in « Roma vediamo continuamente violate le « discipline sulla caccia sotto gli occhi degli < stessi agenti pubblici, i quali ignorano per- « fino che si tratti di trasgressione. » « Non più tardi di domenica scorsa io vidi una delle macchie in vicinanza dello stagno di Dragona presso Ostia, circondata di lacci a tal segno da rendere impossible l’ entrata ad un’ animale che senza far uso delle ali si fosse permesso di inoltrarsi fra quei cespugli. » « In quelle terre benedette per la caccia, « che chiamansi Paludi Pontine, si vedono < girovagare tutta la notte una quantità di « lumi. Sono individui che cacciano con la « lanciatora, senza che nessuno turbi l’ opera « « A A AR ARA loro, e che in una sola notte distruggono quanto potrebbero distruggere in una set- € timana cento dei più abili cacciatori. » I danni adunque arrecati dalla caccia di contrabbando sono ben peggiori di quelli dovuti ai licenzini sebbene troppo e mal di- stribuiti come lo sono stati fino ad ora; ma perchè adunque il Sig. A. R. con la mede- sima logica con cui tratta i licenzini scien- tifici, non raccomanda per le ragioni da lui esposte, la proibizione assoluta per tutti dell’ esercizio di caccia ? Anche nel seguente periodo egli pone alla pari le trasgressioni dei cacciatori ordi- nari con quelle dei privilegiati : « Le disposizioni che regolano la conces- sione di codesti licenzini, possono consi- derarsi come un’ appendice alle molte esi- stenti nel regno sull’ esercizio della caccia, tutte pressochè buone, ma tutte pressochè inutili o quasi inutili, perchè non osservate che da pochi, nè fatte osservare colla se- verità che sarebbe necessaria. E quindi cosa naturale che come non furono rispet= tate queste non si rispettassero quelle, ed ora, mentre vediamo la lanciatora ed i lacci, proibiti, menare impunita ed abbon- NR_R AR AA R A KAAR RR r bat AURA Lirio agi Za iii Di ARIE METTI ii deo - — - - vi dante distruzione nelle nostre campagne, vediamo del pari cacciatori con uno o più cani uccidere in primavera ed estate quanti animali loro capitano sotto il tiro dei fu- cili, e ciò sotto la salva guardia di licen- zini scientifici. » Dunque caro signor A. R. ad eguale male dovevate proporre per essere logico e giusto eguale rimedio. A A A AA a S. BROGI Congresso degli agricoltori italiani Il congresso degli agricoltori italiani tenutosi in Roma dal 20 al 27 febbraio scorso, riuscì su- periore ad ogni aspettativa, prendendovi parte ben 254 inscritti fra cui 105 rappresentanze di GComizi, Scuole ed Associazioni agrarie, province, comuni, giornali ecc. Fra le principali deliberazioni noteremo: Il Congresso fa voti perchè nel prossimo ri- maneggiamento delle tasse sugli affari, la impo- sta sulle permute sia applicata soltanto alla dif- ferenza tra i valori permutati. Che sia provveduto con leggi speciali, a ren- dere proporzionali all’ imposta, le tasse le quali in oggi aggravano eccessivamente la piccola pro- prietà ed a facilitare l’ esazione dei piccoli cre- diti. Fa voti che si studi dal governo se convenga o meno una razionale e generale riforma delle tariffe doganali; Fa voti perchè Parlamento e governo provve- dano sollecitamente a frenare, con un ragionevole dazio doganale, la importazione dei cereali esteri che per disparità di condizioni, ‘tutte a loro van- taggio, esercitano una insostenibile concorrenza alle produzioni indigene con danno della prospe- rità nazionale. Fa voti perchè tutti gli elettori politici ed am- ministrativi proprietarii del suolo o dediti all’a- gricoltura, o che dall’ agricoltura ritraggono di- rettamente od indirettamente le loro risorse, ab- biano di mira la scelta di deputati versati nelle discipline agrarie, bene informati dei bisogni e delle sofferenze della classe agricola ed aventi capacità e volontà di propugnarne gl’ interessi. Si augura poi che gli uomini dotati di questa qua- lità vincendo una inopportuna modestia, si mo- strino disposti ad assumere l’ alto mandato le- gislativo; Raccomanda cita siano istituite cantine so- . ciali ed enopoli sociali, specialmente in quelle re- gioni ove per mancanza di vasti ed adatti locali isolati, e di un personale tecnico e intelligente, l’ enologia é sempre allo stato primitivo. In que- ste condizioni, specialmente, è cosa utilissima che i proprietari mettano in comune le loro uve, ma- nipolandole sotto la direzione di abile enoteenico e conservando i vini in locali adatti e cou tutte le cure razionali. Fa caldissimi voti al governo affinchè voglia; o in tutto o almeno in parte, esentare dal dazio lo zucchero per l’ enologia, studiando il modo dî alterarlo affinchè non possa essere aloperato per usò diverso. In merito al queszto 5.° il relatore Comes pro- pose i seguenti mezzi per combattere le princi- pali malattie che danneggiano l’ oliveto: 1. Mosca olearia: « Trattandosi che questo in- setto si sviluppa (secondo il Comes) colla umi- dità, si scalzino e mettano le radici allo scoperto nell’ estate. » l 2. Seccume, gommosi e cancrena umida: « Pronta recisione degli organi e delle parti de organi colpiti od alterati. » 3. Carîe e pinguedine: « Recidere fino al sano le parti più o meno guaste degli organi, fognare il terreno e promuovere una più attiva vegeta- zione nelle piante. » 4. Melata fumaggine e cocciniglia: « Contro melata: indagarne le cause ed ovviarle, coll’ au- mentare, secondo le cause stesse, la freschezza del terreno nei luoghi aridi; nei terreni compatti e freddi coi lavori frequenti; recidere le radici marcite, rinnovare e fognare il terreno circostante. Contro fumaggine e cocciniglia: impolveramento della intiera pianta con cenere o calce o con en- trambe mescolate. » 5. Rogna: « Indagarne la causa speciale ed ovviarla e con più moderata e regolata potagio- ne e lavori profondi del terreno rinfrancare la pianta. » Fa voto al governo e al Parlamento, perché d’ ora innanzi ai trattati di commercio sulla base della nazione più favorita, sieno sostituiti grada- tamente quelli suila base dei singoli interessi com- merciali quali sono, ovvero dell’ applicazione di tariffe generali inspirate agli interessi speciali all’ agricoltura italiana. Fa voti al governo e al Parlamento, perchè siano concessì ai trasporti dei nostri prodotti a- gricoli destinati all’ esportazione, tntti i possibili vantaggi di tariffe in modo da poter con essi al+ leviare indirettamente le maggiori spese richie- ste per oltrepassare il confine. 146 Il ‘Congresso, facendo plauso all’ operosità ed'alla proposta del comm. Cirio, fa ‘voti che i ministeri competenti e le Società ferroviarie con- cedano la formazione di treni speciali per facili- tare lo scambio e l’ esportazione !dei prodotti a- gricoli. Viene proclamata Napoli a sede del futuro con- gresso. MINSNNAXNANINAINIFINUNININI GLI UCCELLI ITALIANI ED IL COLORE DEI LORO OCCHI (1) __ _P_ x (Continuazione e fine ) Colore dell’ iride (2) Fulix ferina, L. Moriglione g. arancio Fulic marila, L. Moretta. grigia g: chiaro Fulia cristata, G. R. Gray. Moretta| c. s. Fulia nyroca, Giild., Moretta tabac- cata bianca Bucephala clangula, L. Quattrocchi] giallo Harelda glacialis, L Moretta codona| castagno Somateria mollissima, L. Eider id. Oidemia fusca, L. Orco marino cast. scuro Oidemia nigra, L. Orchetto marino id. Erismatura leucocephala, Scop. Gob- bo. rugginoso cast. chiaro LV. Fam. LA'RIDAE (GABBIANI) Sylochelidon caspia, Pall Beccapesci forestiero cast. scuro Thalasseus medius, Horsf.. Becca- Mergellus albellus, L. Pesciaiola cast. scuro Mergus merganser, L. Smergo mag- giore rosso Mergus serrator, L. Smergo arancio XV1. ORDINE STEGANOPODES (TOTIPALMI) LIN. FAM. PELECANIDAE (PELLICANI) Pelecanus onocrotalus, L. Pellicano Pelecanus crispus, Bruch. Pellicano riccio r. cremisi rosso Phalacrocora@ carbo, L. Marangone verde Phalacrocoraa graculus, L. Maran- gone col ciuffo v. grigio Microcarbo pygmaeus, Pall. Maran- gone piccolo verde scuro Sula bassana, L. Sula giallo pesci forestiero id. Thalasseus cantiacus, Gm. Becca- pesci id. Sterna fluviatilis, Naum. Rondine di mare id. Sterna hirundo, L. Rondine di marè boreale id. SternaDougalli, Mantag. Rondine marina zampe gialle id. Sternula minuta, L. Fraticello id. Onychoprion fuliginosus, Gm. Bec- capesci oscuro id. Gelochelindon anglica, Montag. Bec- capesci inglese id. Hydrochelidon hybrida, Pall. Mi- gnattino bigio id. Hydarochelidon leucoptera, Schinz. Mignattino zampe rosse id. Hydrochelidon nigra, Briss. Mignat- tino id. Adelarus leucophthalmus,Licht.Gab- biano dagli occhi bianchi id. Chroocephalus melanocephalus, Natt. Gabbiano: corallino id. Chroocephalus minutus, Pall. Gab- bianello id. Gelastes Genei, Breme. Gabbiano roseo id. Rissa tridactyla L. Gabbiano ter- ragnolo id. Larus canus, L. Gavina castagno Lurus Audoini, Payraud. Gabbiano còrso cast. c. Larus cachinnans, Pall. Gabbiano reale giallo c. Larus fuscus, L. Zafferano id. Larus marinus, L. Mugnaiaccio id. XVII. ORDINE GAVIAR (GAVINE) LIV. FAM. PROCELLARIDAE (PROCELLARIE) Puginus Kuhli, Boie. Berta mag- giore cast. scuro Pugfinus anglorum, Temm. Berta minore id. Procellaria pelagica, L. Uccello delle tempeste id. Occanites Wilsoni, Bp. Petrello del Wilson id. (1) Preghiamo i nostri cortesi abbonati a comunicarci tutte quelle osservazioni che avranno occasione di fare e che potes- sero servire per correggere o completare il presente catalogo. (2) Spiegazione delle abbreviazioni: ad. animale adulto, juv. giovane, ar. arancio, b. bianco, br. bruno, c. chiaro, ca, e cast. castagno, ce. cenerino, ci. cinabro, cr. cremisi, cro. cromens, g. giallo, m. medio, p. pallido, r. rosso, ro. rossastro, s, scuro. Larus glaucus, Briinn. Gabbiano maggiore b. gialliccio Lestris pomatorhinus, Temm. Gab- biano nero castagno Lestris crepidatus, Banks. Labbo id. Lestris parasiticus, Briinn Labbo codalunga id. Megalestris catarhactes, L. Ster- corario id. x XVIII: ORDINE BRACHYPTERI (TUFFATORI) LVI. Fam. ALCIDAE (ALCHE) Fratercula artica, L. Polcinella di[b. negli ad. mare ca. ce. nei giovani Ultamania torda, L. Martina cast. scuro LVII. FAm. COLYMBIDAE (STROLAGHE) Colymbus glacialis , L. Strolaga maggiore cast. ro. Colymbus articus, L. Strolaga mez- ZAans i id. Colymbus septentrionalis, L. Stro- ; laga minore id. a i atte fe b: 41 (=___—_—____________-/t/° -_—-—_!/tr-_-'r'' ———_— = _ ai PODICIPIDAE Podiceps cristatus, L. Svasso mag- giore Podiceps griseigena, Bodd. Svasso|r. cr. adulti collo rosso giallognolo nei giovani Podiceps auritos, L. Svasso fore-|ar. con.cer- stiero SCION eat ld intorno alla pupilla (Svassi) LVIII, FAM. rosso cr. Podiceps nigricollis, Sundev. Svasso piccolo Podiceps minor, Gm. Tuffetto rosso Cr. cast. ro, vai INIISIPISSILISLSL ISIS SIDDIININIAI N (LA ALA Ted Per mancanza di spazio non abbiamo potuto pubblicare il solito annunzio delle opere ricevute in dono, e le consuete rubriche degli /nsegna- menti praticî e delle Invenzioni ‘e scoperte. Spedale internazionale per la cura della idro- fobia. I nostri lettori conoscono :già quanto si re> ferisce alla recente scoperta dell’illustre Pasteur per la cura dell’ idrofobia; Da una:statistica che abbiamo sotto occhio, resulta che ‘dal 14 luglio 1885, epoca in cui il Pasteur curò e guarì il pri- mo uomo morsicato da cane idrofobo, ad oggi, ben 385 sono state le persone da lui medicate ‘e non ne è morto che un solo individuo, il quale si presentò a Pasteur 37 giorni dopo essere stato morso e quando il virus rabbico si era troppo impossessato della sua persona. Questi splendidi resultati hanno fatta nascene l’idea di fondare un’ ospedale inter- nazionale speciale per la cura delle ‘persone so- spette di idrofobia, raccogliendo il capitale occor- rente con sottoscrizioni pubbliche con le quali si è già cominciato a radunare un discreto capitale. Non sappiamo nè dove dovrebbe sorgere, nè come potrebbe essere utile a tutte le nazioni eu- ropee ed a quelle delle altre parti del mondo; ma tuttavia abbiamo voluta far conoscere la no- tizia anche ai nostri lettori. Tre nuove comete furono scoperte nello scorso mese di decembre; la prima dal Sig. Fabry di Parigi, al confine della costellazione d’ Andromeda e dei Pesci; la secouda dal Sig. Barnard a Na- shville (America) nella costellazione del Toro; la terza dal Sig. Brooks a Phelps (America) nella co- stellazione dell’ aquila. I. permessi ‘di ‘caccia rilasciati dal governo negli anni dal 1879 al 1884 aramontano: 1879, N.° 62, 269 — 1880 N° 217, 854 — 1881, N.° 277; 783 — 1882, N.° 285. 091 — 1883, N.° 287; 275 — 1884, (primo semestre soltanto) N.° 82, 443. Giardino zoologico a Torino. Torino possedeva già ‘un’ importante giardino ‘zoologico dovuto alle cure ed al mantenimento del Re Vittorio Ema- nuele; alla morte di questi, Re Umberto offri alla città di Togino in dono od in uso gli animali ed i locali del detto giardino, ma quel municipio non crede di poter accettare l’ offerta attese le pro- prie cattive condizioni finanziarie. Ora sappiamo che egregi ed attivi signori torinesi si sono accor- dati per impiantare sul monte dei Cappuccini, un grandioso giardino zoologico con tutti gli annessi. necessari per renderlo, utile.agli studiosi e dilet- tevole per il pubblico. Lo zolfo acido per salvare le viti della Pe- ronospora. Nel fascicolo 8 dello scorso anno in un articolo « Lo zolfo e le malattie delle viti » par- lammo della utilità degli zolfi acidi per preservare le viti dagli attacchi non solo dell’ Oidio ma ‘an-- cora dell’ Antracnosi:e della Peronospora, e »di- cemmo ‘come dalla direzione delle Miniere solfaree » Albani si fosse appositamente composto uno zolfo » acido che aveva.-dati buoni resultati. È perciò che ora ci siamo messi in grado di poter fornire questo zolfo ai nostri abbonati, ed alla pagina 48 si potrà leggere un’ articolo su tale soggetto. Piscicoltura. È stata approvata in massima la istituzione di una stazione di Piscicoltura a Brescia. Al concorso internazionale di apparecchi pol- verizzatori per combattere la Peronospora, è stata ‘ conferita la medaglia ‘d’oro ‘al distinto sig. conte: Zorzi di Bologna. Cene rallegriamo con l'.intel- ligente inventore, Il tempo utile per presentare le domande di ammissione al concorso fra.i produttori e colti- vatori di seme da bachi è stato. prorogato a tutto il mese corrente. Un concorso internazionale di macchine se- minatrici, verrà effettuato a Foggia dal 20 ottobre al 30 novembre prossimi futuri. Esposizioni: L° esposizione internazionale in Ginevra che annunziammo come probabile per il! 1887 è stata stabilità per il ‘(1888 e già si dice dia a ‘sperare una splendida-riuscita. Altra esposizione internazionale pare debba. ‘ aver luogo ‘al Messico :nel (1892 in. occasione delle feste che si faranno per il quavtò.centennario: dello sbarco di Cristoforo Colombo in America. E nel prossimo anno verrà effettuata quella. internazionale articola.di Dresda, nel giardino e parco del Re di Sassonia. Presso la Scuola Agraria di Scandicci ( Pro- vincia di Firenze) si eseguiscono, a prezzi modi- cissimi, Analisi chimiche di concimi (dosamento dell’ azoto, acido fosforico, potassa), terreni, vini; olii, prodotti alimentari diversi, acque potabdili e per èrrigazione, ecc.; esami di uova di bachi dd seta e visite zootecniche di animali domestici. 48 MINIERE SOLFUREE ALBANI UTILITÀ DELLO ZOLFO ACIDO CONTRO LA PERONOSPORA 3 & Fra le cause che da qualche anno concorrono a ridurre e a deprezzare il prodotto dei nostri vigneti, va notata particolarmente la Peronospora viticola. L'importanza che può avere il trovato di un rimedio contro il terribile parassita, ha de- ciso questa Amministrazione a seguire attentamente i risultati dei diversi metodi di cura consigliati da distinti Professori di Agricoltura. Fra i molteplici rimedi adoperati, si è spe- cialmente ricordato quello dei Fiori di zolfo (zolfo sublimato) con leggera reazione acida. Sull’ uso di tale zolfo crediamo utile ripotare il parere che 1’ illustre MaRÉs espresse in una memoria letta all’ Accademia di Parigi. « Dopo le esperienze che ho fatte, dopo 4 anni che ho osservata la Peronospora, la mia « opinione è sempre quella che la solforazione della vigna, fatta in tempo opportuno e spesso « replicata, è fino ad ora, il mezzo più pratico e più efficace per combatterla, Bisogna aver « cura di adoperare preferibilmente lo zolfo sublimato, la cui polvere sia acida; la sua azione è « più pronta e più energica che quella degli zolfi a reazione neutra, comequella degli zolfi « triturati. Le polveri di zolfi acidi hanno un azione più rapida e più energica contro i pa- « rassiti crittogamici della vigna per disorganizzarli e distruggerli e per imprimere poi alla « vite stessa una vegetazione più rigogliosa. » ‘ Il parere del MARÉS è convalidato da quello dell’ illustre Prof. BrIiosI Direttore del labo- ratorio di Botanica Crittogamica in Pavia, il quale in una succinta relazione al Ministero di Agricoltura sui risultati degli esperimenti eseguiti per combattere la Perozospora viticola, dice che fra i moltissimi rimedi quello che diede migliori risultati fu il Fiore di zolfo acido; le viti trattate conlo stesso, furono le uniche le quali conservarono intatte e rigogliose quasi tutte le foglie che aveano, allorquando venne per la prima volta applicato il rimedio. Questa Amministrazione impressionata dell’ utilità dello zolfo acido, e della necessità di renderlo facilmente applicabile, ha creduto rispondere ad un interesse generale dei viticultori curando la preparazione di tale zolfo, preparato col precipuo scopo di combattere il terribile parassita e nel tempo stesso di offrire ai viticultori un mezzo più pronto ed economico per distruggere 1’ oidum, contro il quale sin d’ ora non si è usato che lo zolfo comune, che ha azione più lenta non solo, ma riesce più costoso per la maggior quantità che deve impie- garsene in confronto di quella richiesta di zo)fo acido. Il nostro zolfo acido contiene dai 15 ai 20 diecimillesimi di Acido solforico, e per la sua estrema finezza si spande ugualmente sul)’ intera lamina delle foglie e riesce d’ inaprez- zabile vantaggio e di facile ed efficace applicazione. Gli apparecchi soliti per solforare servono bene allo scopo, quando sieno forniti di una valvola per impedire il contatto dello zolfo col cuoio del Soffietto. Ad evitare contraffazioni, il nostro zolfo sarà messo in commercio chiuso in Sacchi con marca speciale, e del peso ciascuno di Chilogrammi CINQUANTA. Presso V agenzia di questo Bollettino trovansi î campioni ed il deposito degli zolfi delle suddette miniere Albani che sono i più attivi, e i più finamente macinati di tutti gli zolfi italiani, in modo che il consumo ne è relativamente.assai minore. La prima qualità di zolfo naturale costa in Siena L. 19,00 al quintale e lo zolfo acido (specialità) L. 21,00. [— ———_—_—_—_——€mmm—_———_—_——__—__m_—____—___—_______________ S. BreaI Direttore responsabile DRS 20) CANI Anno VI. Siena, aprile 12886. NIENTE VICI GER ASINI ENENINAAE NANA NANSNIO EN A BOLLETTINO DEL NATURALISTA — COLLETTORE, ALLEVATORE, COLTIVATORE PERIODICO MENSILE Abbonamento per tutti i paesi dell’ Unione postale, L. 3 all'anno. N. 4 CN NARASENA A DANA NANS NANA NA NL NI NANA NANA —— cessi eec====e._==_—_—_—-_ —..r.rr_—r_r_—_—_——————————————— SIRENA CAINE ATOMI CHE REL ACIENI NS NA NAIOANASNA NA NANA NA NA NANMNNUINA NI ND NL SAS NMANSINLS NINAIENG SOMMARIO Richieste offerte e domande di cambi — (Comunicazioni: Novità fioristiche. Gigantesco carpione e Salmo ferox. Insetti. Le uova del pollame. Sull' applica- zione dell’ idrato di calce alle viti. Interessanti osservazioni ornitologiche. Fungo colossale. Nuovo vespertilio — Colombicultura — Il linguaggio dei topi — L’ abbandono delle grandi razze di polli esotici — L’ esposizione ornitologica in Vienna — Le serpent Fer-de-lance -— I Microbii — I bachi da seta nell’ Assam — /nsegnamenti pratici: Come si possa aumen- tare la produzione del grano. Per far passare sollecitamente alle chioccie la voglia di covare. Utilità della feliggine per gli ortaggi. Per procurare che gli sciami di api si fermino in prossimità dell’ apiario. Per aumentare il prodotto delle patate — Noze dibliografiche : Formazioni quaternarie dei dintorni di Roma. Sulle diverse forme di Rana temporaria in Europa. Fillossera e viti americane. Ricerche chimiche nelle acque potabili di Siena. Osser- vationus sur le rangement des insectes en colletion. Telemetro Bozzi. Un villaggio dell’ av- venire. Gemmina. Giornali — /nvenzioni e scoperte: Areostatica. Nuova Pila. Bussola ma- rina. Il Sensofono. Un importante giacimento di carbone fossile. Il Plesiotelesccpio. Il Ger- manium. Idrogiobertite. Nuova turbina — Notiziario : I cedri del Libano. Rose nuove. Per promovere e diffondere |’ allevamento delle api. Ordinanza utile. Stazione zoologica. Concorsi. Esposizioni — Locomobili e tribbiatrici da montagna. kKICHIESTE, OFFERTE E DOMANDE DI CAMBI fra gli abbonati DEMANDES, OFFRESO © ET DEMANDES DÉCHANGES entre les abonnés Quando non v’ è speciale indirizzo rivolgersi all’ ammini- strazione del Bollettino. Pagamenti anticipati. << T_ rn 83. Si fa ricerca di pipistrelli vivi, o freschi appena morti, o anche conservati in Alcool. Chi potesse fornirne. anche fra del tempo, può rivolgersi al gabinetto di storia naturale di S. _Brogi. Siena. 84. Presso il Giardino di Acclimitazione di Ip- -polito Desmeure in Firenze, trovansi vendibili per ‘tutta la stagione delle cove, le uova che appresso: Di Galline di Cocincina fulva, bianca e perdrix; di gallina Brama-pootra; di Padovana nera col ciuffo bianco, dorata, argentata, bianca, blù e di polverara; Crevecceur nera; di Houdan; More del Giappone; Seta; Seta di Birmania; Bautam dorata, argentata, nera; Tutte le uova costano cent. 50 l’ uno. Uova di fagiani argentati L. 1 l’ uno, dorati L. 3, Landy Amherst L. 5, Venerati. L. 5. L’imballaggio costa cent. 50 per ogni dozzina o frazione di dozzina di uova. Tutte le galline sono collocate in numero non superiore a tre per ogni gallo e nulla viene tra- scurato onde le uova siano fecondate, bensì non si garantisce la loro nascita. Per pacco postale si aggiunga cent. 50 per ogni dozzina d' uova. Quand il n y a pas d’ adresser spéciale s’ andressr à l’ admi- nistration du Bulletin. Payements à l’avance. 85. Si desidera avere dei Toporagni (Sorex) delle diverse regioni d' Italia. 86. Si acquis:ano crani di mammiferi di tutte le specie. 87. S? desidera avere, sia in cambio di altri oggetti, sia contro pagamento, diverse pelli di | Monticola saxatilis Boie o Turdus saxratilis Lin. | 38. M. Leon Charpy, conservateur du Musee d’Annecy (Haute Savoie France) offre en echange: Des Roches eruptives des Vosges et des Alpes francaises — Des Mineraux — Des fossiles Cretaces, Jurassiques et Liasiaues — Des coquiles terrestres et fluviatiles de France — Des objets lacustres et prehistoriques. 39. M. Em. Deschamps , administration de la Regie, Constantinople, desire echanger des coqui!- les du genre Helix. Envoyer oblata et desiderata. 40, Il Sig. Cav. Ubaldino Maggi Via Pinti 51 Firenze offre uova e polli della razza Maggî. dal medesimo ottenuta, e premiata con Medaglie d’oro a diverse esposizioni. Giuugono al peso di chilog. 4 1 e 5. I maschi costano L. 15,00 — Le fem- mine L. 10 — Le uova L. 0,40 l'una — Porto ed imballaggio a carico del compratore. 50 41. Sî desidera cangiare una collezione di 230 | compra rivolgersi, con cartolina doppia 0 frane specie di fossili pliocenici (Pliocene superiore) dell’ Astigiano, e di 90 specie di fossili pliocenici (Pliocene inferiore) del rio Torsero (Liguria), tut- te ben determinate, con qualche classico lavoro di Paleontologia. Le due collezioni possono Cam- biarsi separatamente. Dirigersi al Dott. Federico . ‘Sacco, Palazzo Carignano, Torino. 42. Colombaia razionale piacentina. Si offrono agli amatori, Colombi sceltissimi, razze Gozzuti . grandio piccoli, Bagadesi Francesi, Modenesi schiet- ti e Colombi da carne. Prezzi mitissimi. Per la CROSSE NPNSINAI NI NIE Comunicazioni - Proposte - Domande Risposte In questa rubrica gli abbonati hanno diritto ad una z7rser- gione gratuita di 3 linee per ogni numero, per scambiarsi schiarimenti, informazioni, consigli e questioni da risolvere. La direzione, quando le sia possibile e lo creda opportuno, accorderà !' inserzione gratuita per pubblicazioni anche molto più lunghe. Comunicazioni di Sr. di Vienna. Nuovità fio- ristiche: Anthurium Archiduc Joseph, è un nuovo ibrido prodotto dall’ Anth. Ardreonam ed Anth. Lindeni, ce ha qualche somiglianza con l’ Anth. ferrierense. Questo ibrido ha una spata di color rosso carminio oscuro , liscio, splendente, ed uno spadice bianco, e verso la sna cima di colore ros- so pallido (Illust. Gart. Ztg. Wien. N. 1 e 2 del 1886). Un nuovo Pelargonium zonale Princesse Cle- mentie, porta fiori doppi di color rosso scar- latto, con foglie gialle d' oro. Un’ altro Pelargo- nium souvenir de Louis Van Houtte ha fiori dop- pi grandi di color rosa carminio. Brovvatlia elata purpurea di forma compatta, i fiori di color viola porpora trovansi in eleganti spighe, e si aprono appena sciolta la neve. Primula Olga raccolta dal Dott. Regel nel Turkestan ad un’ altezza di 7009-10000 piedi sopra il livello del mare, essa è affine alla Pr. si birica e rivalizza in bellezza colla Pr. névalis; i fiori sono di color rosa porpora di 1 1j2 cent. di diametro. Wormia Burbidgei venne introdotta dal Bor- meo l'anno scorso e fiorì lo scorso dicembre nélle serre del principe Schwarzenberg in Vienna. Le foglie sono lunghe circa 40 cent. e larghe circa 30; i fiori sono di color giallo d’ oro con numerosi stami filiformi bianchi ed assomigliano ai fiori d'una Hibertha o d'un Troleus o d' una Calina palustris; la fioritura dura solamente 2 giorni. CZ cobollo per la risposta, all’ Agenzia del. Bollettino. 43. Si desidererebbe cambiare i seguenti Iibri 1.0 Somiglianza protettiva-degli animali di P. De Vescovi — 2.° Gli insetti utili di F. Franceschini — 3.° Faune élémentatîre des coléoptéres de Fran- ce, par L. Fairmaire — 4.° Résumés d’ Hjstoire naturelle par M. N. Meissas (Zoologie); Contro. altri libri ed oggetti di scienze naturali. Inviare obluta al Dott. Egidio Sardi în Voghera. 44, St comprerebbe una buona pelle di Pavo- ne maschio o un Pavone morto, fresco. CANANSNI XA NIN NAINS NINNI NI NI SUNIRI AINSI NI, NI NI NI NING Communications-Propositions-Demandes Reponses Sous cette rubrique, les abonnés ont droit à une însertion gratis de 3 lignes par numéro, pour, 1° échange d’ explica- tions, d’ informations, de conseils et de questions d resoudre. La direction pour ce qui lui sera possible, et quand elle le jugera opportun, accordera encore l’ insertion gratuite pour des pubblications bien plus étendues. ANZNTSENTIA Per ultimo dobbiamo far menzione del Ranun- culus anemoîdes pianta rara del M. Baldo che meriterebbe d’ essere introdotta negli apparta- menti; essa fiorisce annualmente. (I. c.) I giornali di Berlino recano la notizia essere stato pescato al ponte del Churfurst un gigante- sco Carpione che alla parte inferiore della bocca portava un’ anello con la data 1618; questo pesce avrebbe dunque un’ età di 268 anni; pesa 36 lib- bre, è lungo un metro ed ha un diametro di 78 cent. (Presse, Vienna 4 febb. 86) Nell’ Isonzo venne pescato il 23 ott. 1885 un Salmo ferox del peso di 8 1[2 ch. Fu portato al mercato di Vienna e venduto al museo imperiale. Il Prof. O. Simony, fa menzione (Soc. bot. zoo]. di Vienna 1885) di circa 20 individui di Vanessa atalanta osservati intirizziti, il © ott. 1885, sulla vetta dei Cevedale (17500 piedi sul livello del mare) alla temperatura di-7. 6° R. Nella capan- na nominata Schaabachiitte (8800 p.) vide svolaz- zare alacremente intorno il lume un’ Agrotis st mulans (pyrophiîla) alla temperatura di 0,5° R. e fuori della capanna una Trichocera alla tem- peratura di -0,, 8° R. con 1 112 p. di neve. Le uova del pollame che formano considere- vole materiale di nutrimento, differiscono nel loro sapore, forma, colore e perfino il tuorlo è p'ù o meno chiaro nelle diverse specie di galline. Le uova di galline Brahma e Cocincina sono di sa- pore assai gradevole; quelle delle Fdeche , Cre- vecoeur, Bresses, hanno sapore assai fino e quel- le delle Spagnole lo hanno insipido. Quanto al peso, quelle della Bresses pesano 80 gr., della Cre- vecoeur 78 gr., Fleche e Barbecieux 70 gr, Spa- gnole 68, Mans 64, Houdan 62, Cocincina 59, Pa- dovane 58, Nangosaki 34, Inglesi 29. — Le uova piccole non servono per nutrimento ma solo per la riproduzione. Le uova di anitre sono di colore verde chiaro, di difficile digestione e servono il più per confetture. Le uova delle Tacchine so- no di sapore delicato, come pure quelle di pavo- ne e dei fagiani (Soc. ornitolog. N.° 10, gennaio 1886 Vienna). . Sull’ applicazione dell’ idrato di calce alle viti. Nota delchimico farmacista Giuseppe Boegan, L'applicazione dell’ idrato di calce alla vite per salvarle dalla malattia e stata coronata da felice successo, ma resta però sempre da studiare l’ in- conveniente della calce rispetto alla fermentazione del vino. Infatti con questa si sviluppa alcool (C4 H5 0, H 0) ed in seguito acido acetico (C4 E3 03, H 0) il quale unito alla calce forma l’ acetato di calce ( C4 H3 Ca 04 che se è insolubile nell’ al- cool è solubilissimo nell’ acqua. La quantità del- l’acetato di calce sciolta nel vino quali effetti potrà produrre? Conviene avvisare che il vino contenente calce è sempre una cattiva mistura. Interessanti osservazioni ornitologiche. Pres- so il lago di Montepulciano, il 10 corrente furo- no vedute 3 beccaccie di mare (Haemantopus o- stra'egus L.) delle quali ne venne uccisa una che .dal sig. Dott. Giannotti fu donata al sottoscritto Siena aprile 1886. S. BROGI Fungo colossale. Il Sig. S. Clement conserva- tore del museo di storia naturale di Nimes, ha trovato nel bosco delle Espèces un fungo molto va- lominoso di forma ovoidale, sostenuto da un gam- bo cortissimo e di appena un centimet.o di dia- metro. Era il Lycoperdor bovista (Bull.) o L gi- ganteon (Person) il cui cappello misurava al dia- metro maggiore m. 0. 80 ed aveva un peso di 3 chilog. Attualmente si conserva nel museo di sto- ria naturale di questa città. B. D. ll Vespertilio oxygnathus è una nuova specie di pipistrello italiano trovato dal sig. Fr. Sa». Monticeu. Si avvicina molto al V. murinus L., ma ne differisce per la forma del muso e delle Nimes (Francia) DI e e orecchie, per il trago, e per la piccolezza dei pre- | molari superiori, per i piedi più piccoli e per il colorito. COLOMBICULTURA Riproduzione interdetta (Continuazione) I Piccioni Pavoncelli Questa graziosa razza di piccioni da me collo- cata in una Categoria di razze di provenienza in- certa, è quella che più si allontana dal tipo della Columba Livia e per certi speciali caratteri costi- tuisce a nostro credere un vero Tipo a parte. Il Piccione Pavoncello o Tremolante di coda larga (Columba Tremula Laticauda) è di probabile origine Asiatica. Ha la coda eretta e circolare come la maggior parte dei Gallinacei composta di non meno di ventotto penne ne più di trentasei, forti e assai larghe in confronto delle caudali di altre razze e varietà di Colombi. Questo piccione chiamato in alcune parti d’ Ita- lia « Bicchierino o Ventaglio » erige ed arrove- scia la coda sul dorso per uno sforzo particolare, - annunziato ordinariamente da un tremito ed ese- guito da un’ apparato fibroso che non è sempre facile a scuoprirsi con lo scalpello anatomico. Nel medesimo tempo che erige la coda, reca la testa tanto in addietro da farla quasi toccare le penne caudali. (1) All’ epoca degli amori questo tremito convulso e n?rvoso si ripete di frequente, ogni qualvolta una femmina in fregola viene avvicinata da un maschio. Durante l’ incubazione e l’ allevamento della prole il tremito si fa più raro, poichè questi singolari e bellissimi uccelli si dedicano con grande trasporto ai doveri della famiglia. Il pavoncello di Europa, specialmente la varietà a penne frisate, è forse il solo piccione che ritarda a tornare in amore al momento .che i figli non hanno più bi- sogno di lui. Ma se il Piccione Pavoncello produce molto (nove covate per anno) ed è sotto questo rapporto raccomandabile, ha però un difetto grave per un piccione di voliera aperta, vogliamo dire il pes- simo e corto volo e la difficoltà di orientamento. Intento solo a carezzare la sua femmina o ad eri- gere superbamente la coda come il Pavone (Pavo Cristatus), il Gallo d' India (Meleagris Gallopavo), la Gazzera (Pica Caudata), non ha del primo il (1) Diz: Sci: Nat: Volume VIII. Care e ene ———_ PPT ER i rt | j i i tia 52 fino odorato, ne la scaltrezza dell’ ultima; e di- mentico di tutto non vede il pericolo che gli so- vrasta, rimanendo accalappiato fra gli artigli di un rapace o nella rete del paziente bracconiere. È quindi giuocoforza tenere i Piccioni Pavon- celli in voliere chiuse con danno evidente della loro salute e della loro fecondità. In città tentai invano di tenere liberi i Piccioni Pavoncelli che tutti a poco a poco in altre mani passarono, non essendovi fra noi per quello che concerne i volatili, rispetto alcuno per le altrui proprietà; vantandosi anzi i più, siano cittadini o campagnoli, di certi tirî poco costosi e molto succulenti. Non così però la s'intende in Francia e nel Belgio, dove le leggi che difendono la proprietà degli animali da cortile, da colombaja o peschiera sono severissime verso i contravventori. Giorni sono sfogliando vecchi giornali di Colombicultura, mi venne fatto di ge!tar |’ occhio su di una certa cronaca giudiziaria che vale la pena di riprodurre. I: giornale da cui la traggo è L' Epérvier di Bruxelles, portante la data del 13 Novembre 1877. « Le Tribunal de simple police de Fontaine Evéque, dans son audience du 5 octobre, a con- danné le nommé Louis Dartevelle, journalier, né à Monceau - sur - Samlre, 4 une ammende de 15 franes pour avoir tué des pigeons appartenant & autrui. « Le procés- verbal & charge du délinquent avait eté .iressé par les gendarmes Douin et Rouch de la brigade de Marchienne. » e più sotto: « Le mois de Décembre Sera Signalé par deux importantes affaires pigeonnierès qui seront sou- mises au tribunal correctionnel de Bruxelles C’ est en jeudi 13, qu’ est fixé le renvoi de Henri Meers, devant la Chambre correctionelie pour y répondre relativement aux faits qui lui sont imputés. Le débats de 1° affaire Tricoche et Cacolet seront des plus interessants « Le lundi 17. viendra le tour de Nicolas Mey-. smans, pius connu seus le nom de Cappellemans, domicilié à Bruxelles, rue des, Fleuristes, 32. Ce- lui-ci est prévenu de vol de pigeons au prejudice de divers amateurs de l’agglomeration bruxel- loise. « Ce colebeur émerite a eu déja maille 4 partir avec dame justice ; des faits analogues lui ont valu récemment une condannation sevère; le jugement qui sera rendu le 17 Décembre, debarassera défi- nitivement les, amateurs, bruxellois des engins et filets si habilement manoeviés par le prévenu. » Ed io avrei da continuare ancora, se non te- messi di stancare il lettore con troppo lunghe di- gressioni dall’ argomento principale ; mi basta solo di porre in sodo come all’ estero la proprietà degli animali sia intesa molto diversamente che da noi, dove in estate colle reti all’ acqua, proibite, ma non efficacemente perseguitate e punite, passano beatamente allo spiedo diverse migliaia di Piccioni Terrajoli. Il Piccione Pavoncello presenta due Varietà distinte e due sottovarietà : (A) Il Pavoncello di Europa o Tremolante di Europa (Colomba Laticauda Europea) che ha man- tello costantemente bianco-lattato con piccolo ciuf- fetto eretto sul pileo come i Volanti di Mantova. L’ occhio ha grande con iride perlata, largo il petto, alte e sottili le zampe di un color rosso sanguigno. A questo tipo appartengono: 1.° N pavoncello Nero (Columba L. E. Nigra) varietà ricercatissima e rara per il mantello nero lucente, e per essere più piccola della bianca. Ha pare i! ciuffetto. 2.° Il Pavoncello Friseo (Columba L. E. Crispa) di un bianco sporco simile in tutto per costumi è natura agli altri Piccioni Frisei. È molto prolifico, e tenuto in locali puliti, grazioso assai, rassomi- gliando a una palla di cotone. Dicesi che la sua carne ha sapore selvatico non iroppo gradevole al palato, analogo a quello della carne degli uc- celli di ripa; cosa per altro che io riferisco con riserva non potendo accertarla, perchè mai man- giai di questi uccelli. (B) Il Pavoncello della Guiana o Tremolante di Guiana (Columba i .aticauda Americana) è una bel- lissima varietà di Pavoncello che ha ricevuto il nome dal paese onde è slata recata. È bianca opaca, senza ciuffo con le ali di un turchino sca- lato, con specie d'occhi più chiari e con sbarre nere Tutti gli altri Piccioni Pavoncelli, aventi un mantello di colore diverso dai soprannotati, o un mantello misto di turchino, di bianco e di nero sono adulterati ed in essi scorre sangue di altre razze e varietà di Piccioni Domestici. GIULIO CESARE GIACHETTI —_ e EIA ___n IL LINGUAGGIO DEI TOPI SNAINSZIAA Da qualche tempo si vanno pubblicando arti- coli sul Canto dei Topi; sia permesso anche a me dire due parole, sopra argomento analogo: il Lin- guaggio dei Topi. Sarà circa un paio di anni che ho fatto alcune osservazioni che ora soltanto mi decido a render I _'aaa_‘e‘‘‘‘‘m[1...WWWLLT_.....rrrrrrrrreeretl note, sembrandomi non del tutto inutili per la storia di questo animale. È noto che nel Bolognése usasi tenere le legna da ardere sulle soffitte, dove per ristrettezza di spazio la mia famiglia soleva tener pure delle Galline. Quivi il Mus musculus regnava sovrano, con quanto danno dei poveri polli è facile im- maginare; i gatti più non ce la potevano, e si era costretti di assistere al pasto dei polli per impe- dire agli audaci topolini di sottrarre il cibo allora portato. Alcune volte volli io stesso fare questa nuova specie di guardia, e ripetutamente potei ascoltare il cicaleggio di quegli incomodi inquilini, e giungere perfino a parlare con loro. Il Pollaio aveva accanto una cameretta a cui l'’univa un vecchio uscio, dove non mancavano fessure dalle quali agevolmente vedere quanto ivi facevasi. Stando pertanto io nascosto in que- sta cameretta potei osservare che i topi viveva- no in famiglie o gruppi di 8 o 10 individui spar- sì per ciascun mucchio di legna. Appena si faceva silenzio, ecco uscirne alcuni, fare una specie di ricognizione; dopo la quale con uno strido speciale chiamavano i compagni, che tutti uscivano a dare l’ assalto al cibo, mentre i polli — é inutile il dirlo — fuggivano impauriti. Se qualche rumore sospettoso si faceva senti- re, un nuovo strido veniva emesso da alcuni, e ìl campo in un’ attimo abbandonato. Ripeiendo le osservazioni e stando molto ac- corto, arrivai un po’ per volta a comprendere lo strido fatto nelle due circostanze suaccennate, ed a contraffarlo. L’ avviso che nulla vi era da temere era pro- dotto da un suono molto simile ad un #s ripetu- to due o tre volte, che riproducevo tenendo ap- pena aperte le labbra, co’ denti chiusi e la lingua appoggiata contro i denti inferiori. Il cenno d'allarme era un trr.... allungato acuto, che si ripete benissimo facendo tremolare la lin- gua contro il palato, e tenendo la bocca socchiusa. Era per me un divertimento il fare uscire e fuggire i topolini a mia volontà; ma dopo due o tre giorni gli astuti animali cominciarono a so- spettare dell’ inganno, ed allora fui spettatore di una nuova manovra. Portato il solito cibo, e nascostomi, come di consueto, non vidi più uscire i topi che poi so- levano avvisare i compagni di venirsi a cibare; r:a ne vidi uno solo che rapido veniva verso l’u- scio dove ero nascosto, osservava attentamente. Come io, non sospettando tanta astuzia in un topo 59 non avevo avuto cura di occultarmi completa- mente, fui veduto e la coraggiosa vedetta diede un trillo così acuto e curioso che non mi ven- ne mai fatto di contraffare. Quel giorno per quan- to mi provassi ripetere il famoso #s....ts. .., i topi non si fecero più vedere. La sera dopo volli ritentare l’ esperimento; ed ecco rinnuovarsi con mia meraviglia la scena del giorno antecedente: un topo solo, forse lo stesso del giorno innanzi, venne verso il luogo ove ero nascosto. Come questa volta aveva avuto l’ accor- tezza di nascondermi perbene, così quello nulla sospettando, riprodusse il suo #s....ts.., che fece correre tutta la nidiata al lauto banchetto. Io avrei voluto ripetere e modificare le pro- ve; ma anche i polli premevano ; e dopo pochi giorni una ecatombe di sorci lasciava libero il campo alle nostre galline. A. NEVIANI. L'abbandono delle grandi razze di polli esotici È vero pur troppo, ieri tutti richiedevano le razze Cocincina, Brama-pootra, Maggi ecc. oggi invece tutti richiedono le razze di Houdan, .Crè- vecoeur, Polverara; per qual motivo?.,. è facile ri- spondere a questa interrogazione ed io in altra e- poca in questo stesso bollettino predivo questo re- sultato; le razze esotiche non sono atte che ad ap- pagare l’ occhio dell’ Amatore di collezioni, ma non mai l’uomo pratico il quale cerca il vero miglio- ramento delle razze nostrali, gli allevatori ed ama- tori si sono accorti pur troppo che gl’ incroci fatti con le razze grosse, hanno aumentato considere- volmente l’ ossatara del nostro pollame comune, rendendone la carne più dura e coriacea, renden- done pure l’ allevamento più difficoltoso e lo svi- luppo assai più tardivo, aggiungiamo pure che le grandi razze sono alquanto soggette alla Tubercu- lo-difterite, malattia che in esse si sviluppa con straordinaria rapidità; la fecondazione delle uova difficile assai sempre, più di tutto se il gallo ha un anno, impossibile se ha quattro anni. Certamente tutti questi difetti sono la ragione dell’ abbanlono di queste razze e la ricerca invece di razze con ossatura leggerissima, con petti larghi e carne delicatissima, sviluppo molto precoce alle- vamento facile, fecondazione certa, quali sono ap- punto quelle di Houdan, Crèvecoeur, Polverara ecc. Non voglio muovamente entrare in questo argo- 54 mento perchè altre volte ne parlai citando gl’ in- eroci: fatti con gli Houdan e Cràvecoeur ed i re- sultati ottenuti con i polli nostri, dirò soltanto che vari distinti allevatori Toscani, hanno allevato. gli Houdan su vasta scala ottenendo ottimi resultati come razza pura, trovando la carne squisita e la produzione di uova ottima e non indifferente an- che nella stagione invernale ora a termine, sta- gione per Firenze più rigida del consueto» Questi allevatori tenteranno quest anno gl’ in- croci nei loro possessi rurali, vedremo il risultato ottenuto ed a suo tempo ne terrò informati i let- tori del Bollettino. IL MatTO. CAI/XAXAIIAE ANITA IRA XINURLDAR AZIASDS NM Esposizione ornitologica in Vienna La esposizione di uccelli effettuata dalla società ornitologica di Vienna dal 20 al 28 marzo scorso superò ogni aspettativa e la società può andar su- perba dei resultati ottenuti. La esposizione offrì allo scienziato ed al pubblico oggetti di alto inte- resse; comprendeva 2500 gruppi e fu visitata da 53471 persone, delle quali 33577 studenti. Vogliamo dire alcune parole su questa esposi- zione: La prima sezione comprendeva la parte scienti- fica, preparati, nidi, uova; abbiamo da menzionare una piccola collezione di uccelli del Conte Alleon di Costantinopoli, preparati secondo un suo metodo particolare, lasciandovi cioè la carne la quale dà all’ uccello la naturale forma del corpo; poi una collezione di uccelli ed uova della Bosnia, Erzego- vina; un’ibrido di Phasianus colchicus e Tetrao tetrix (Descritto nelle Mitth, della soc. orn. di Vienna nel N.° 9 1886.) una collezione di uccelli esposta dalla società ornitologica stessa in cui figu- rava un Aquila clanga dell’ Austria inferiore, un Ibis Nipon di Korea. un Pelecanus rufescens di Si- listria, fino ad ora non osservato mai in Europa; una collezione di uova di uccelli dell’ Austria, Ungheria e Germania (398 specie, fra le quali sono interessanti quelle di Gypaetus barbatus della Dal- mazia, un unicum per l’ Austria Nisaetus Bonelli, uovo covato ai primi del febbraio, dell’ Erzegovina; Syrnium uraliense della Galizia ecc. ecc. Il prof. A. Fric di Praga espose un modello in gesso di un Cretornis Hlavvace della formazione cretacea, ed un'altro di un Anas basaltica del carbonifero della Boemia. Il naturalista V. Fric espose pure un mo- dello in gesso d' un' uovo dell’ Aepyornis maxi- mus (1) lungo 35 centimetri largo 24, e di 93 cen- (1) Dobbiamo qui ricordare gli studi del Prof. Bianconi pub- alcbti nelle memorie dell’ accademia di Bologna. NATIA PRI RA N L ) TP. timetri. in circonferenza, più uno scheletro del Kiwi (Apteryx australis) ecc. La seconda sezione comprendeva l’ Ornitologia popolare: A. Uccelli vivi: fra questi sono da notare in special modo un Passer domesticus di color isa- bella con le ali e la coda bianche; Sylvia atri- capilla (capinera) tutta bianca con occhi rossi; diverse specie di Acrocephalus, Vidua, Ploceus, Hyphantornis ecc; poi canarini di ogni colore, pap- pagalli ecc. ecc. B. Arnesi diversi, gabbie ecc. C Nidi artificiali; D. Mangimi; E. Diversi apparati per triturare i mangimi, tintura contro la difterite, zuffoli ecc. Nella terza sezione erano gli animali dà corte, galline, anitre, oche d'ogni colore e grandezza, giap- ponesi, spagnole, italiane ecc pavoni, cigni, co- lombi ecc. ecc. Per ultimo dobbiamo far menzione della gran- diosa tabella, nella quale era il prospetto delle sta- zioni ornitologiche estese per tutto il mondo e che danno i resultati delle osservazioni sugli uccelli, se- condo il progetto approvato nel congresso ornito. logico internazionale tenutosi a Vienna nel 1884 e del quale fu estesamente parlato in questo Bol- lettino. Vienna, marzo 1886 SR. de Serpent &aer-de-lance Le Muscum de Paris vient de recevoir dans le palais des reptiles un trigoncoéphale, Fer-de-lance, qui est bien certainement le plus terrible des ser- pents et le plus prompt des empoisonneurs Cet étre immonde et redoutable n° existe que dans les deux îles de la Martinique et de Sainte- Lucie, ces édens où tout est bris et rayons, fleurs, verdure, parfums, venin! La Martinique lui appartient. C' est son labora- toire sinistre et son domaine. Avec une étonnante audace il entre dans les cités et les villages, se glisse dans leur maisons, se blotit derrière les meu- bles et s'allonge, sybarite abject, dans les lits... Sa longueur atteint parfois dix pieds et sa gros- seur est celle du poignet. L'effet de son poison est foud-oyant. C° est le ficau irrédiable de la Mar- tinique. L' homme mordu s' affaisse et meurt, Com- ment, en effet, pourrait-on atteindre le Fer-de-lance dans ses retraites inaccessibles des fordts. vierges où sa femelle élève jusqu'à quatre-vingts petits serpents! ? Le serpent-corail trahit sa présence par |’ éclat de sa robe éblouissante; le crotale s'° annonce en "o cipria A » badate.’ 7 55 faisan sonnet, comme un glas de mort, ses sini- stres écailles; avant de s' élancer sur sa victime, le cobra Indien se coiffe de son lugubre capuchon; le giboya colossal fait entendre ses miaulements affreux ; enfin, l' horrible cracheur de venin avertit le passant par les miasmes empestée qu’ il dégage. Le Fer-de-lance, lui, ne se trahit par aucun signal ; il surprend, il mord, il tue: La teinte ter- reuse de sa robe: se confond avec la couleur du sol, et c'est toujours embusqué au bord d' un chemin, que ce bandit rampant guette sa proie. Aucun serpent ne s° élance aussi vite et aussi haut que le Fer-de-lance, C'est une fièche vivante qui s° élance du milieu des hautes herbes et qui tue en frappant. Sa téte hideuse se dresse jusqu’ à cinq pieds de haut, et son crochet mortel s' attaque presque toujours à la figure. Sa puissance de raptation ‘est prodigieuse. Le Fer-de-lance glisse sur les surfaces les plus verti- cales et les plus nues avec autant de ra pidité que sol. Sa fureur est telle qu’ il abandonne souvent un de ses crocs empoisonnés dars l’ objet qu’ il a mordu, et la blessure que produirait,, au bout d'un an, ce crochet desséché, est mortelle. Un jour, le savant Duéffer veut étudier la dent d'un Ferde-lance qui trempe depuis neuf mois dans de l'alcool; il se blesse et meurt. L’habitant des Antilles ne s'aventure jamais dans les foréts sans un couteau énorme et tranchant comme un rasoir. S'il est mordu par un Fer-de- lance, il n' hésite pas à s'amputer lui méme, en coupant le doigt, la main, le bras atteint par le reptile. A Saint-Pierre, è Fort-de-France, dans les vil- lages, il n'est pas rare de rencontrer des invalides qui n’ont échappé au venin, du trigonocéphale qu’en se mutilant. Un jour, un Fer-de-lance est surpris et décapité dans un village de la Martinique. Sa tìte baveuse et mourante gìt depuis quatre heures sur le sable. Sa gueule horrible et toujours menacante répand dans un affreux baillement un mélange infect de sang noir et d'écume empoisonnée. Tout à coup un dogue monstrueux arrive, flaire le reptile, et du bout du museau pousse comme une ordure cette tète sanglante. La téte se reveille, la gueule s’entrouve et | mord le dogue qui s'enfuit en gémissant. Quarante | minutes ‘après, le chien meurt en poussant des | hurlements affreux. LEGER BROUSSEAU. PMTOEGSELI — LIL Due conferenze date dal Prof. H. Fol nell’ università di Ginevra tradotte ed annotate da T. Falcone. (Continuazione) Permettete che io ritorni in poche parole sul- l'argomento che ho appena toccato di volo nella passata conferenza. È d’un’importanza capitale: Noi chiamiamo virus una sostanza che contiene microbii capaci di vivere a spese dell’ essere vivo sul quale è ino- culata. Questi microbii pullulano con una rapi- dità straordinaria, e riempono in poco tempo l’or- ganismo in maniera che ogni piccola parte di questo diventa virus a sua volta. Succede lo stes- so se seminiamo il brodo: ogni parte infinitesi- male di questo, diventa capace di essere seminato. Tra l'inoculazione e la seminazione è così stret- ta simiglianza che sì potrebbe, senza inconvenien- te, cambiare i termini e parlare d’ una inocula- zione nel brodo e della seminazione in un anima- le. (1) 1 veleni più attivi, l’ acido prussico per esempio, quello del serpente a sonagli, agiscono solamente in ragione della quantità che viene as- sorbita. Diluite l’ uno o l' altro all’ 1 1° ed iniet- tate una piccola goccia della soluzione, non avre- te alcuna azione. Prendete un animale che muo- re dietro morsicatura dei serpente, e col sangue di esso inoculate un altro animale: ebbene, que- sto continuerà a godere la migliore salute del mondo. — Succede il contrario per i virus. Un cane è stato morsicato da un altro cane arrab- biato; ebbene, esso è rabbioso e la sua saliva ba- sta ad inoculare un numero illimitato di cani. Di generazione in generazione, di morso in morso il virus ha la facoltà di moltiplicarsi all’ infinito. Ora la moltiplicazione, la riproduzione all’ in- finito è il carattere più essenziale della vita. Il veleno inerte non sì moltiplica; 4 virus sî propa- ga, dunque è vivente, e questa conclusione sareb- be da ammettere anche quando il microscopio non ci dimostrasse in quel virus, la presenza di .es- seri minuscoli che vi portano la vita. Ma il microscopio ce li mostra. Il problema è dunque risoluto, a grandi tratti. La dimostra- (1) Checchè ne dica l'A. e per quanto possano l’ inoculazio- ne e ta seminazione ridursi allo stesso processo fondamentale, ie non direi mai di avere inoculato il mio brodo con una specie d mierobio. L’inoculazione mi'fa sempre pensare ad un organismtè Che.si rende terreno adatto alla moltiplicazione di un parassita { qualunque. Si tratta di gusti. È cretiaià 56 zione è fatta. Restano i dettagli, la ricerca della causa speciale di ciascuna malattia contagiosa. A questo riguardo non si saprebbe essere mol- to prudenti: ma è necessario divenirlo. Prima di ammettere che una malattia è da attribuire a tale microbio piuttosto che a tale altro, è necessaria una triplice prova fatta nelle condizioni migliori Le tre condizioni che devono necessariamente te- nersì di mira sono le seguenti: 1° Il microbio deve trovarsi costantemente 0- gni volta che si presenta il morbo, e deve ritro- | varsi principalmente nell’ organo che é la sede principale della malattia; 2° Le culture artificiali debbono riuscire e an- che dopo molte generazioni di culture; 3° L’ inoculazione dell’ ultima cultura che non contiene più niente della semenza primitiva deve dare nell’ individuo inoculato tutti i sintomi della malattia con la quale si è seminata la prima cul- tura. Queste sono le prove che vengono reclamate, e si vede chiaramente che si è più esigenti a que- sto riguardo che non lo sarebbero molte persone che posano allo scetticismo Ma la p.ova comple- ta l’ abbiamo per un piccolo numero di malattie: per il maggior numero mancano ancora uno o due termini della dimostrazione; e sino a che le cose resteranno così, considereremo la nostra determi- nazione delle specie che sono la causa di quelle malattie come una presunzione. (1) Non bisognerà perdere di vista questo triplice criterio ne! giudizio che siamo chiamati a dare sopra i lavori che si pubblicano ogni giorno. Il Koch stesso ha stabilito con una nettezza perfetta le tre condizioni già enumerate, e le rispettò per quel che riguardò il microbo della tubercolosi. Due anni appresso invece incagliò, negli sforzi che fece per rispettarle a proposito del colera. Allora mutò linguaggio e dichiarò che si potesse in alcuni casi contentarsi di due prove su tre. I motivi di questo spostamento di principii sono troppo evidenti. (2) (1) Leggano queste ultime parole quelli ai quali basta aver ri- trovato nei liquidi organici di un ammalato un micrococco qua- lunque, per pubblicare i loro più o meno lunghi lavori, che vor- rebbero essere un contributo scientifico, e poi, invece, riescono un inutile scartafaccio d’ archivio. (2) Tutti sanno che anche la terza condizione pare ormai ri- spettata a proposito della etiologia del colera. E tutti, anzichè gridare la croce addosso all’ illustre professore di Ginevra, per Je sue franche parole, loderanno in lui la coerente severità nel giudizio. Intendo parlare di tutti quelli che sono abituati a pen- sare, non di quelli nati per abbaiare. Io mi permetterò far no- tare al mio egregio amico una cosa sola: Se una malattia con- tagiosa è propria e solamente della specie umana, come mai potrà lo sperimentatore rispondere alla terza condizione? E non dico altro. VT.” 1 Fat Tue NET ATA EA, ) saio a 3 APE, Ù, IAA Seni i - ,) "RARLIA Questa estrema esigenza è per noi un dovere una necessità, ed ecco perchè: il corpo umano, nello stato di sanità porta alla sua superficie, nella bocca, nel naso, negli occhi, una quantità ri- levante di specie innocenti o nocive che possono essere confuse con la specie patogena di cui si fa ricerca per coltivarla come tale. L’ intestino poi è un vero caravanserraglio per i microbii di ogni provenienza, che vi si volgono senza apportare a noi danni sensibili. D’ altra parte, nel sangue e negli organi interni, in tutte le parti dove non si giunge che incidendo, gli esperimenti ben fatti hanno sempre constatata l’ assenza completa di microparassiti. (1) Se vi penetrano alcuni, sono in piccolo numero, e momentaneamente, per es- sere tosto eliminati. Se vi re.tano e vi si molti- plicano, ecco il sorgere deila malattia. Per procedere in ordine nella esposizione del- le malattie principali, noi la faremo, in mancanza di una classificazione, raggruppandola a norma dei microbii. MALATTIE DOVUTE A GROSSI BATTERII Il cardonchio vero è la malattia classica dei microbiolosi per la facilità con cui si propaga e per la grandezza del microbio. Gli animali inocu- lati si mostrano, dopo qualche ora, inquieti e feb- bricitanti: più tardi sopravviene |’ abbattimento e la morte. Nessun sintomo locale, perchè la ma- lattia è generale a tutto |’ organismo. Il miero- bio scoverto da Pollenler, Branell, Davaine, ma conosciuto bene soltanto dopo i lavori di Koch, sì trova in tutti gli organi interni del cadavere, e abbonda nel sangue all’ ultima ora. Questo sangue filtrato sulla porcellana e iniettato nelle vene di un animale sano, non lo rende malato. Il che pro- va che il microbio non segrega alcuna sostanza velenosa e non può agire che per spoliation, per asfissia e per otturamento dei vasi sanguigni. Il microbio del carbonchio non è esclusivamen- te parassitario: vive nella terra e nelle mater'e vegetali in decomposizione. Così riuscirà diffici- lissimo evitarne il contatto. In compenso però pos- dl siamo combatterne la propagazione in altra ma- niera. Gli animali che sopravvivono a una prima invasione si mostrano più tardi perfettamente re- frattarii per lunghi anni. Di qui l’ idea di preser- (1) Se ho messa qualche noticina, qua e là, non intendo perciò dividere pienamente le idee dell’ A. in tutto il resto. Troppe note avrebbero rese meno belle queste conferenze, tanto agili nella loro forma. Qui, .però,! mi piace far notare che non ho ancora la coscienza della esistenza, o non, di germi nei tes- suti. Esperimenti ben fatti proverebbero una cosa e l’altra. Ciò significa che non saranno inutili nuovi studîì al proposito. MET, rm Van bici» £ l'a o 4 varli con una inoculazione preventiva fatta con un virus assai attenuato perchè serva di vaccino. Per qual meccanismo poi l’ animale che ha su- bìto un attacco diviene refrattario, anche quando il primo attacco fu molto tenue? Noi non ne sappia- mo niente alla lettera. Possiamo constatare il fatto che una serie di malattie microbiane danno una indennità più o meno lunga dopo una prima in- vasione; mentre una seconda serie di mali paras- sitarii non meno numerosi lascia gl' individui già colpiti predisposti come prima a subire l’ ìstessa influenza morbosa: —— ma niente altro. Ignoriamo le ragioni di questa differenza, il cui valore pra- tico non é chi non intenda. Fu Toussaint il primo che seppe attenuare il virus del carbonchio mediante culture ad alta tem- peratura, facendone un buon vaccino pel monto- ne. Egli l’ ha provauw con esperimenti convincenti. Il Pasteur ha combattuto a torto la teoria della attenuazione di Toussaint, servendosi di quei pro- cessi, e volendo spiegarli mediante |’ azione del- l'ossigeno sul virus. Il pubblico disse allora avere il Pasteur scoverta l' attenuazione del virus car- bonchioso, e Toussaint morì nella tristezza e nel- l'’obìio. La posterità sarà certamente più giusta, con lui, dei contemporanei. Chauveau infatti ha dimostrato recentemente che l’ ossigeno, diversamente da ciò che asserì il Pasteur, non ha alcun valore nell’ attenuazione mediante il calorico; che anzi l’ attenuazione si produce più facilmente a una temperatura ele- vata quando manca l’ ossigeno. Alla temperatura ordinaria l’ azione attenuante dell’ ossigeno si fa meglio sentire, ma si richiede allora un tempo assai lupgo. A questo proposito permettetemi che io ritorni su di un esperimento accennato nell’al- tra conferenza. Io aveva inoculato un coniglio con una cultu- ra di carbonchio. Alcuni di voi, o Signori, essen- dovi interessati alla sorte di quell’ animale, io ho il piacere di annunziare che sta assai bene. Dopo l’inoculazione per 2 o 3 giorni è sembrato pro- penso al raccoglimento, e poi è ritornato gaio co- me prima. Rinoculato, avantieri, con un virus fresco, esso è rimasto perfettamente refrattario. Ecco come ciò si è fatto: Il primo virus era rimasto esposto, all’ aria filtrata, alla superficie d’ una gelatina, per la du- rata di due mesi e più. ed esso si era così atte- nuato. Io confesso che avevo intenzione di dare al coniglio artificialmente una delle malattie cui i conigli sono naturalmente soggetti; ed invece io 1, ho vaccinato, rendendogli un buon servigio. Quel (1) Questo paese fin. dal coniglio può vantarsi di essere stato que volte fortunato! Per vero è stato prima preso da me e non da una cuoca, che |’ avrebbe presto fatto perire senza troppi riguardi; e poi ha avuto una cultura di carbonchio attenuata... Assai differente dal cardonchio vero è il car- bonchio batterico o sintomatico, che Arloing, Cor- nevin e Thomas ci hanno insegnato a distinguere dall'altro. Incomincia a manifestarsi con un tumo- re localizzato e guadagna lentamente I’ organismo. È quello che segue nelle nostre contrade e contro il quale si vaccina il nostro bestiame con wrus proveniente dal laboratorio di Arloing di Lioze. Il mierobio è un bacillo mobilissimo che pare possa vivere anche libero in natura. Le dne specie di carbonchio possono attaccare l'uomo, specialmente la seconda, ma raramente. La grangena che è divenuta, per fortuna, al- quanto rara dopo la medicazione alla Lister è ca- gionata da un bacillo differente da quello del car- bonchio sintomatico e assai più piccolo, ma che ha con esso alcuni caratteri di famiglia. Rosenbach ha recentemente coltivato e inoculato questo bat- terio. Le febbri intermittenti sono causate da batterii che, come i precedenti, sono dei parassiti occa- sionali. Tommasi Crudeli e Marchiafava li hanno trovati nella terra della campagna romana e li hanno coltivati e inoculati con successo negli ani- mali. Uu attacco non rende refrattari per un se- condo attacco. D’ altra parte non si può pensare di distruggerli nei campi. Però la chinina e l’ar- senico riescono ad essi eminentemente deleteri, e l’uomo può sopportare senza inconvenienti dosi assai forti di queste medicine. Si può dunque am- mistrarle in proporzioni sufficenti per arrestare la moltiplicazione di questi parassiti. La febbre ricorrente che regna a preferenza in Russia e nelle provincie baltiche si comporta in maniera analoga; ma è causata non da un ba- cillo, ma da uno spirillo che infetta il sangue degli infermi durante la febbre. I BACHI DA SETA NELL’ ASSAM Assam è una grande regione dell'Asia fra il Bengala, il Tibet e 1 impero Birmano divisa dal fiume Brahmaputra in due parti: l'una del set- tentrione detta Uttarakala; l'altra del mezzogiorno detta Dakscinacala. L' intero paese (1) ha una superficie di 47,126 1825 è caduto in potere degli Inglesi. e o nOn ann an nr. rr _——P——vre'’mvevcce gn rr gi DI chilom. quadr., con 602,500 abitanti. Vi è dell'oro; il sale ed il ferro vi sono in gran copia; il riso vi è coltivato dappertutto con gran vantaggio; ma la seta è uno dei prodotti principali e vi abbonda per modo che tre quarti degli abitanti non portano se non abiti di seta. Il direttore dell’ agricoltura nell’ Assam M. E. Stack. sotto il titolo di Silk in Assam, dà una mo- nografia completa dello stato attuale della sericol- tura in questa regione del gran continente indiano. Dal punto di vista commerciale la seta selvaggia non offre alcun interesse nel regno d' Assam. I bachi che vivono in questo stato sono rari, ed il raccolto dei loro bozzoli offre grandi difficoltà. È necessario adunque studiare l' Assam dal lato dei bachi domestici. La vallata del Brahmaputra, principale località dell'allevamento, ce ne presenta tre specie; il pdt (bombix textor), che si nutre di gelso; il muga (antherea assama) che si nutre del sum (sarcostem- ma brevistignia); 1° eri (atlacus ricini) che si nutre di ricino. = Il pat è il meno abbondante delle tre. La maggiore produzione è quella dei bozzoli del muga, che si svolgono alla baccinella più facil- mente dei nostri: ed i bozzoli dell’ eri, che si filano a mano senza svolgerli. Queste due specie, del resto, sono perfettamente adatte al clima dell’ Assam. Il muga dà un bozzolo di seta fina; ma per ragioni tutt affatto speciali di filatura produce un filo grossolano ed irregolare. La natura della materia, per altro, sarebbe buo- nissima, e questi bozzoli, se filati all’ europea, dan- no un prodotto soddisfacentissimo. L' eri, che abbonda nei giardini, fornisce una seta molto grossa e ruvida; per noi sarebbe un bozzolo adatto alla cardatura. I tentativi fatti dagli europei per istabilire nel- l' Assam filande da seta sono riusciti, fino ad ora, inf.uttuosi, giacchè i produttori indigeni, non aven- do facili comunicazioni, non portano a vendere sui mercati i loro bozzoli e la seta; inoltre essi sono molto indolenti ed una straordinaria diffidenza re- gna nei !oro principî economici e commerciali. Potendo vincere questi ostacoli, potrebbe ritrarsi gran profitto dai raccolti delle sete che, solitamente, giungono a cifre considerevoli. La specie eri prende il nome dall’ albero del ricino, che in questi luoghi viene chiamato eri; è polivoltina e si può allevarla in tutte le stagioni. Presentemente si fanno con essa da cinque a sei raccolte di 'bozzoli all' anno, ma sarebbe face portarle anche a più di otto. I raccolti di novenma- bre, febbraio e maggio sono. i più abbondanti e vengono destinati alla filatura. Quelli di giugno e settembre, mesi piovosi, sono destinati per la ri- produzione del seme. Mancando la foglia del ricino, il pasto preferito dall’ eri è la iatropha curcas. la gmelina arborea. Il baco ha quattro mute, ma per le poche cure che hanno i coltivatori, si riscontra una mortalità grandissima. Il colore del bruco, che appena nato è giallo, passa all’ arancio, poi ad un giallo chiaro, infine a! bianco o al verde carico. All’ ultima muta esso ha una iunghezza di nove centimetri. La durata dell'educazione è dai 20 ai 25 giorni sino all’epoca in cui il bruco comincia a salire al bosco. I bozzoli sono bianchi o d’ un rosso carico, quest’ ultimi sono prodotti dai bachi di color bianco pallido, mentre i bruchi verdi si racchiudono in bozgoli bianchi. Le crisalidi vengono diseccate esponendo i boz- zoli per due giorni al sole. Per filare la seta, prima si fanno bollire i boz- zoli per due o tre ore in una lisciva (acqua mista di cedro) per togliere tutta la parte gommosa, quindi si buca un'estremità del bozzolo per cavar la crisalide. Si estrae la seta dal bozzolo coll’ aiuto della mano attorcendolo come si fa della canape fra l'indice ed il pollice. Con questo filo, assai grosso, gli indigeni fanno un tessuto morbido ma forte, che viene usato per far camicie e corpetti; tessuti che si importano in buona quantità nel Ben- gala, Le crisalidi vengono preparate per un piatto di cucina assai stimato ed appetitoso. Il muga è un baco polivoltino, che dà cinque raccolti; quelli d’estate sono i più importanti e stimati. Il bruco cresce con cerchi alternati vamente gialli e neri; esso cambia di colore a misura che cresce. L'allevamento di questa specie, essendo fatto all'aria aperta, esige una continua sorveglianza, che riesce penosissima perchè bisogna lottare con- gli uccelli e gli insetti. Il bozzo!o del muga è più grosso di quello del- l’ eri; il suo colore è giallo oro. Dopo aver tolto la gomma a questi bozzoli con una soluzione alcalina, si filano, mettendone nella baccinella da 7 a 20 per volta. Essi si svolgono bene, e coi cascami, filati a mamo, gli indigeni tessono stoffe miste e di fantasia chiamate era. I tessuti colla seta mugw sono gialli e brillanti e si lavano benissimo; il di- stretto di Sibsager è îl luogo dove se ne produce maggior quantità, ed il commercio viene fatto con Calcutta e nel golfo Persico. Non si fa commercio per la seta del pat, nè dei tessuti che con essa si fabbricano, essendo stoffe di gran lusso e riservate alla casta dei tugis. Altre specie di bachi meno importanti esistono nell’ Assam e per porre termine a queste brevi notizie sericole, ne citeremo una delle rimanenti otto o nove; la deo muga è la più grossa ed il più grosso bruco che siasi visto in quesli luoghi ; vive come la muga sopra il sum; ha una lunghezza di sette centimetri, coperta di brillanti colori del- l'arco baleno; il bozzolo è d’ una grossezza straor- dinaria a fornisce una seta bruna e ruvidissima. IL Bacoroco VIANARANVFIAEAFAIAAAIZAONRIZFIRRZAZZA RI AARIA RIA RAA FARA dnsegnamenti pratici Come si possa aumentare Ia produzione del grano. ll prof. Bartolommeo Tommasi ha eseguito nella R. Scuola pratica di agricoltura di Cosenza alcuni esperimenti per dimostrare la possibilità di aumentare lo scarso prodotto in grano delle nostre terre, con razionali sistemi di coltivazione. Esperienze comparative fatte in quattro appez- zamenti di terreno nella parte più sterile del po- dere della Scuola, collo spargere in uno, poco prima della seminagione, concime di stalla; in altro, lupini cotti; nel terzo, al tempo della sar- chiatura del grano, perfosfato di calce e nitrato di soda, mescolati nel rapporto di 150 chilogram- mi del lo e 200 del 2° per ettara secondo la for- mola Cantoni, e lasciando il quarto senza concime di sorta, per gli studi dî comparazione, lo con- dussero al risultato che: Za vegetazione più rigo- gliosa era nel lotto concîmato col perfosfato di calce e nitrato di soda, ed in quello dei lupini. Il prof. Tommasi ha raccolto il resultato di queste sue esperienze sotto il titolo: Come st possa riparare alla diminuita produzione del grano; da esso risulta che col perfosfato di calce e nitrato di soda mescolati, si ebbe un prodotto ragguagliato ad ettaro, di ettolitri 22,11, coi lupini cotti etto- litri 20,25, col concime di stalla ettolitri 10,84 e nell’ appezzamento senza concime soli ettolitri 7,98. Confrontandosi poi l'utile ricavato, risulta che il miscuglio ha dato, dedotte tutte le spese, lire 115,54 per ettara, i lupini cotti lire 98,33, l’appezzamento senza concime lire 12,25, e quello sol concime di stalla, somministrato invero troppo tardivamente, una perdita di lire 20,40. ® Per far passare sollecitamente alle chioccie la voglia di covare. Stando a quanto dice la Maison de Campagne, con il seguente facile me- todo ed in 3 soli giorni di tempo, si fa passare alle chioccie la voglia di covare. « Si scaccia spes- so dal nido la chioccia che si dispone a covare e le si somministra un cucchiajo da tavola di Olio di ricino facendolo seguire da un posto rinfre- scante composto specialmente di verdura. » Utilità della feliggine per gli ortaggi. Spesse volte negli orti, specialmente se molto vecchi, avviene che il terreno, come suol dirsi, inacidisca, o che faciliti la nascita di parecchi insettì nocivi; per megliorare questi terreni è molto utile usare la feliggine mista alla calce. Per procurare che gli sciami di api si fer- mino in vicinanza dell’ apiario. Skibbe dispone presso I° apiario, delle, pertiche alta da 5 a 7 metri, all'estremità delle quali è fissa‘a una car- rucola ove passa la corda che sostiene un pezzo di scorza di rovere di 50 centimetri quadri, e che per mezzo della cordicella si fa salire e scendere a volontà. La parte esterna e ruvida della scorza deve guardare in basso, e perchè non si accartocci si inchiodano nella sua faccia interna due regoli di legno. Gli sciami si attaccano facilmente a queste scorze e serà anche f.cilissimo il poterli ripren- dere, calando a poco a poco la scorza. Per aumentare il prodotto delle patate ren- dendo i bulbi molto più voluminosi, il Sig. Gleury orticoltore a Vineuil, sopprime tutti i germogli esterni della patata meno uno o due dei principali. Questa operazione la eseguisce quando ì gambi sono alti dal suolo 10 o 12 centimetri e al con- corso agrario di Blois in Francia dichiarò che con tale mezzo ottiene da 30 a 35 mila chilog. di pa- tate per ettaro. Un’ altro sistema per ottenere abbondanti tu- beri dal pomo di terra, si è quello di ripiegarne i rami al momento della zappatura, e sotterrarli in modo che non resti fuori della terra, altro che la loro cima. LALA MR ZA RSS _— —_ To °__’'’— NOTE BIBLIOGRAFICHE RECENTI PUBBLICAZIONI DONI-CAMBI L’ Amministrazione del Bollettino s’ incarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle altre, quando sia possibile, se ne permette gratuitamente la lettura. SDLLISD Sopra alcune formazioni quaternarie dei din- torni di Roma. Studio di Enrico Clerici. Sono ri- È Ì (save ra a aiar Len — 60 cerche e descrizioni molto interessanti per la co- noscenza geologica e paleontologica dei dintorni di Roma. L° egregio autore studia il calcare ar- gilloso, e la Marna argillosa del Monte verde; il Tripoli marnoso della sedia del diavolo; l' Ar- gilla del ponte salario; dà la nota dei fossili rinvenuti, con tutte quelle notizie che servono ad illustrare ì fossili stessi. Cenno critico sopra è recentissimo seritto del comm. De Betta, intitolato: sulle diverse forme della Rana temporaria in Europa e piu partico- tarmente nell’ Italia per A. P. Ninni. L’ ezregio conte cav. Ninni fà alcuni appunti sullo scritto suddetto del comm. De Betta, e non trovando ab- bastanza chiare e persuasive le idee in esso espres- se rimane nella sua opinione, gia altra volta pub- blicata, che cioè je 3 specie di Ranae fuscae sieno ben distinte fra loro e perciò buone specie, e che nelle pianure venete si trovino comuni le sole Rana la'astei e R. Agilis mentre la R. muta vi è frequente nella regione ma confinata a notevoli altezze in quelle alpi. Difendiamoci. Fillossera e Viti Americane Con questo titolo l’ egregio Sig. Federigo Cupelli ha pubblicato un'interessante opuscolo che contiene utilissime istruzioni teoriche e pratiche intorno alla Fillossera ed al modo di combatterla racco- mandanio la propagazione delle viti americane ottenute da seme. Alcane ricerche chimiche sulle acque potabili delle pubbliche fonti di Siena, comunicazione se- conda di C. Giannetti in collaborazione dello stu- dente G. Cantucci. I nostri lettori ebbero già no- tizia della prima parte di questo studio dovuto al tanto distinto, quanto modesto, chimico Prof. Giannetti ed al bravo studente Sig. Cantucci. In essa prima parte ie osservazioni ed analisi veramente utili ed istruttive a chi le osserva, sieno fornite di esemplari e preparazioni speciali che mostrino i caratteri degli ordini e dei generi l’ indicazione se la specie è utile o nociva, l’ eti- mologia dei nomi ecc. ecc. Memoria sul Telemetro Bozzi. L' egregio Sig. capitano Enrico Bozzi, ci ha favorito questo vpu- scolo nel quale è chiaramente descritto il suo Telemetro, e dimostrata l’ utilità grande del me- desimo e la precisioue e facitità e celerità con la quale misura le distanze. Nello scorso fascicolo di questo bollettino e fra le Invenzioni e scoperte, parlammo già di questo tanto importante quanto semplice strumento, del quale ci congratuliamo con l’ intelligente suo inventore Sig. Bozzi. Un villaggio dell’ avvenire. Romanzo campe- stre pubblicato dalla stimata Ditta Giacomo Agnelli di Milano. È un volumetto che unisce davvero l’ utile al dilettevole, contiene buoni insegnamenti agrari, mentre e scritto in forma di ronanzo con un’ intreccio che interessa e si fa leggere volen- tieri. E un’ ideale magnifico e non impossibile a raggiungersi, quello al cui conseguimento l’ egregio autore ha scritto questo romanzo. Si vende al prezzo di L. 1,00 anche presso l' agenzia di que- stu Bollettino. Gemmina, racconto sociale di Luig? Barbieri preceduto da una lettera di Tito Mammoli all’ au- tore. Ringraziamo l'egregio autore di questo vo- lume favoritoci e che abbiamo letto con piacere. Si vende per L. 0, 60. La Prévision du Temps revue scientifique men- suelle de méléorologie Appliquée à l’ Agriculture, à l'Hyglène, à la Prévision du Temps et à la PhySsique du Globe, publiée a SouZignonne (Canton de Saint-Porchaire, Charente inferieure') par Hip- polyte Lamoulinette Géométe-Météorologiste, avec erano state eseguite nella stagione invernale, mentre) le concours des principaux savants, agriculteurs, in questa sono relative al periodo estiio. È inutile davvero dimostrare l’ usilità di questi studi, oggi che viene generalmente ammesso essere ]' acqua la ordinaria propagatrice delle peggiori malattie che affliggono la umanità, ed è certo grande for- tuna avere studiosi come questi, che per propria e spontanea iniziativa, si accingono a fare quanto dovrebbe essere fatto per cura ed a spese dei municipii. Observations sur le rangement des insectes en collection, par Ltienne Rabaud. I nostri let- tori conoscono già l' egregio autore di questo scritto, essendo uno dei distinti collaboratori del nostro Bollettino. In questo opuscolo egli racco- manda che le collezioni di insetti perchè riescono métèorologistes francais et é:rangers. Abbonement, ala première année France: 5 franes. Etranger: 6 francs. L’ Elce. Giornale letterario, artistico, commer- ciale. Si pubblica in Montalcino «Toscana) 2 volte al mese in 8, pagine a 2 colonne, e costa L. 2 all’ anno. INVENZIONI E SCOPERTE Areostatica. Anche la navigazione aerea cam- mina a gran passi verso la sua applicazione s'a- bile e sicura. I più recenti perfezionamenti sono agita! 1a dg quelli che il generale Thayer ha ora sottoposti all'esame del ministero della guerra inglese. Il primo consiste in un motore speciale con i) quale l’ inventore dirige il pallone a volontà, attraverso all'atmosfera ; con l’ impiego di una macchina ad acido carbonico, non occorrono più nè carbone, nè acqua nè altri accessori pesanti. Il secondo più che un perfezionamento può dirsi una idea affatto nuova; si tratta di tendere due fili o cavi con- duttori sorretti da appositi pali per tutto il tratto che deve percorrere l’ aereostato e con il mezzo della elettricità l’ aereostato stesso va e torna lungo questi fili come i convogli sulle ferrovie, con la differenza che può elevarsi fino a molta al- tezza al disopra dei fili e traversare monti fiumi laglii ecc; l'impianto dicesi facile e di spesa rela- tivamente mite. Si assicura che il pallone cosi si- stemato percorra da 60 a 70 miglia all’ ora. Nuova Pila. Il Slg. Dun ha immaginato un nuovo sistema di pila la quale si compone di zinco e carbone ; quest’ ultimo è collocato nel vaso po- roso, oppure è agglomerato sotto forma di vaso cilindrico, risparmiando così il vaso poroso. Il car- bone e lo zinco sono immersi in una lisciva di po- tassa coperta con paraffina; il corpo depolariz- zante è il permnanganato di potassa. Bussola marina a compensazione automatica. È immaginata dal Cav. Berlingeri, capitano di fre- gata, ed ha il vantaggio di essere insensibile alle deviazioni cui vanno soggette le bussole ordinarie. Persone competenti in materia la dichiarano di molta utilità pratica. Il Sensofono è un apparecchio con il quale si possono ricevere i telegrammi per mezzo del tatto, senza che l’ occhio e l° orecchio vi abbiano alcuna influenza. È una invenzione che avrà se non altro il non piccolo merito di utilizzare i sordo- muti negli uffici telegrafici. Un importante giacimento di carbone fossile sì è scoperto in Transilvania. Il Plesiotelescopio è un nuovo canocchiale astronomico con il quale si possono guardare 0g- getti lontanissimi e vicinissimi. Il Germanium è un nuovo corpo semplice sco- perto dal Dott. Ch. Winkler mentre esaminava il minerale argirolito della miniera di Himmel- sfuerst in Sassonia. È simile all’ Antimonio e pro- babilmente la ricerca del suo peso atomico indi- cherà che esso è da collocarsi fra l' Antimonio ed il Bismuto. Idrogiobertite. Il prof. Eugenio Scacchi ha pre- » sentata alla R. Accademia delle scienze fisiche e matematiche di Napoli la descrizione di una nuo- i, io 61 va specie di carbonato idrato di "magnesio alla quale dà il nome di Itrogiobertite e che ha tro- vata nell'interno di un’ antica lava. È dovuta alla profonda trasformazione della lava stessa al con- tatto del carbonato primitivo che si è mutato in questo nuovo minerale. Una nuova e ingegnosa turbina" o motore a vento è stata costruita dall’ ing. A. Dumont ed ha il vantaggio di agire regolarmente tanto con ven- to molto debole, Quanto con vento forte ed anche con un’ uragano. LIDDIDDLSIS_SSLSIINILSSIISSTISD NOTIZIA RIO Pao, I cedri del Libano. Il dotto viaggiatore tedesco Anderlind, che. visita attualmente la Siria, scrive da Beyrouth ch’ egli ha contato uno ad uno i fa- mosì cedri del Libano; essi sono in numero di 370, esattamente lo stesso numero che aveva con- statato Burkhardt nel 1810. Fra i più vecchi ve n’ hanno sette che si fanno risalire fine al tempo di Salomone; essi non hanno più d’ una ventina di metri d'altezza, ma la circonferenza del tronco ad un metro dal suolo è di circa quindici metri. A questo proposito segnaliamo un articolo molto interessante dell’ ispettore forestale Gerik sugli alberi storici, pubblicato nella rivista tedesca Blatter filtr Forsthehre. , L'autore stabilisce, dietro numerose notizie che gli sono state fornite dai silvicultori di Germania, d’ Austria e di Russia, che in Europa almeno i pini e le altre conifere, che fra tutti gli alberi raggiungono l’ età più avanzata, deperiscono rapi- damente quando sono giunti a sei o settecento anni: nondimeno si incontrano talvolta dei tagli che autenticamente sono pervenuti a quel numero d’ anni. Basandosi su questi fatti, il signor Gerick pretende che anche i più vecchi fra i cedri del Libano non possano datare tutt’ al più che dalle crociate. Rose nuove. Rosa #he, La Niege Ecco una va- rietà di rosa che farà impressione, dice il Lyon - horticole. Essa è doppissima e si apre bene, è molto grande e tuttavia graziosissima, di forma incomparabile e di un color bianco purissimo. Fu ottenuta da seme e presentata alla Association horticole lyonnaîse, ha guadagnato un certificato di prima classe. Rosa Glaîre de Bouchet bellissima varîetà ri- fiorente prodotta in Bouchet dal Sig. Maxime de la Rocheterie e giudicata pregevolissima. Per promuovere e diffondere 1’ allevamento LDL LS LDDSLL SSA tap. 62 delle api con sistemi razionali, il ministero di agricoltura ha dato incarico all’ associazione cen- trale d’ apicoltura con sede in Milano, di sommi- nistrare arnie e sciami a parecchi maestri della penisola. Sappiamo che l’ associazione stessa si è affrettata a sodisfare il desiderio del ministero, che davvero è lodevolissimo e può arrecare non pic- colo vantaggio agli abitanti di campagna ed alla nazione stessa, poichè più si diffonderanno i veri sistemi di allevare le api onde ottenerne maggior prodotto, e più diminuirà il forte contributo che paghiamo all’ estero per avere la cera ed il miele che ci abbisogna. Però siccome il razionale e pro- ficuo allevamento delle api, richiedo delle cogni- zioni speciali, così avremmo veduto con piacere che alle arnie ed agli sciami fossero unite le più necessarie norme di allevamento. Una ordinanza che potrebbe recare della uti- lità anche in Italia, ci sembra quella emanata dall’ ispettorato austriaco delle ferrovie, con la quale si stabilisce chè ai lati delle forrovie dello stato, in luogo degli attuali insignificanti alberi, si piantino alberi da frutta. Una stazione zoologica sperimentale verrà istituita in Comacchio. Corse internazionali al trotto. Verranno effet- tuate sul Meno dal 3 al 6 giugno prossimo. Vi sono premi fino a L. 4000 circa. Per schiarimenti rivolgersi al Sig. G. Monsinger segretario del Tirotting-Club di Francoforte sul Meno. Concorsi. Sono vacanti le seguenti cattedre : Clinica chirurgica e medicina operatoria, Medicina legale e igiene, Chimica farmaceutica nella R. Uni- versità di Cagliari — Medicina legale e igiene, R. Università Catania — Anatomia umana, Botanica, Medicina legale e Igiene, R. Università Genova — Geologia R. Università Napoli — Materia medica e Farmacologia, Anatomia, R. Università Pisa — Mineralogia, R. Università Pavia — Mineralogia e Geologia applicata, Scuola di applicazione per gli ingegnieri Roma — Mineralogia, Medicina le- gale e igiene R. Università di Sassari — Scadono tutti dal 10 al 15 del prossimo giugno. 11 Concorso internazionale per apparecchi an- ticrittogamici ed insetticidi tenutosi in Conegliano nello scoreo marzo ha avuto un’ esito superiore all’ aspettativa, avendovi preso parte più di 200 espositori presentando oltre 500 apparecchi , mentre nel concorso consimile che ebbe luogo a Montpellier vi concorsero soli 36 espositori. Fra tutti gli strumenti presentati erano in - grande prevalenza quelli destinati all’ uso del latte di calce contro la Peronospora e siamo spiacenti non poter dare una dettagliata relazione di questi strumenti, onde i nostri lettori potessero scegliere quello che meglio loro convenga. Ci limiteremo a dire che ve ne erano dei buoni anche a prezzi miti, da 10 lire in sù, e che la descrizione dei medesimi si può leggere nella relazione fatta per conto del ministero e nei giornali politici quoti- diani che hanno estesamente parlato di questo in- teressante concorso. Il concorso per la compilazione di una An- tologia, ad uso delle scuole pratiche e speciali di agricoltura nel Regno, non ha avuto un buon re- sultato e nessun lavoro è stato ritenuto degno di premio, per cuì è nuovamente aperto il concorso con un premio di L. 1500 accordato dal ministero di agricoltura. Tempo utile per la presentazione del manoscritto a tutto il 31 decembre 1886. Esposizioni: Nella primavera del prossimo anno 1887 verrà effettuata in Milano una esposi- zione internazionale limitata ai generi ed ai pro- dotti della macinazione. Nei giorni 15 16 e 17 maggio prossimi con- temporaneamente alla mostra degli animali ripro- duttori avrà luogo in Torino. una esposizione di cani, fatta per cura della locale Società zootecnica. Altra esposizione di cani sara tenuta in Mar- siglia dal primo al nove maggio prossimo, contem- poraneamente al concorso regionale, all’ esposizione artistica, al concorso ippico e tiro nazionale che avranno luogo in quella città. Subito dopo quella di Marsiglia cioè dal 14 al 17 maggio una terza esposizione canina avrà effetto a Rotterdam. Parecchi dei nostri egregi abbo- nati non ci hanno ancora inviato l'importo del loro abbonamento per l’ annata in corso; gli preghiamo a farcene l’invio al più presto possi bile, poichè come sanno 1)’ abbuona- mento si paga anticipato. In special modo preghiamo poi a porsi in regola coloro che hanno da pagare ancora una o più delle annate già scorse, poichè presto ri- cominceremo la pubblicazione dei nomi degli abbonati morosi per più annate di abbonamento. 63 Alcuni cenni sulle locomobili e trebbiatrici per montagna e per colliaa della forza di cavalli 2 1]? nominali, costruite nello Stabilimento di E. De Morsier di Bologna. Relazione presentata al concorso internazionale di Pesaro ove queste mac- chine furono giudicate le migliori e premiate con medaglia d’ oro. ——__—_—_>»oco>o>o>>__—_- Occupatomi il primo in Italia della costruzione di piccole locomobili e trebbia- trici per montagna e per collina, sono giunto dopo molti studi e molte spese a concretare il tipo di quelle che espongono al Concorso, e che mi pare soddisfacen- tissimo al suo scopo, poichè esaminandolo nelle singole parti troviamo che esso risponde e soddisfa a tutti i requisiti indispensabili, vale a dire: 1.° — TRAZIONE Sono condizioni essenziali a questi requisiti, perfettemente adempite dalle mie Coppie, la leggerezza, l’ altezza minima possibile e soprattutto che il peso graviti, quanto più è possibile nel centro e sulle parti basse; la larghezza fuori delle ruote non debba eccedere m. 1,30 per potere correre nei solchi delle anguste strade di montagna che raramente hanno maggiore larghezza; nessuna parte deve essere troppo vicina a terra, per evitare il pericolo di urtare contro i sassi e le sporgenze che abbondano nei viottoli di Montagna; devonci essere buoni freni da manovrarsi per di dietro a scanso di pericoli ; possibilità di svoltare rapida- damente ; ruote grandi che fanno conseguire la facilità della trazione, nonchè si- curezza contro i ribaltamenti; infine le macchine debbono essere dere equilibrate. Tutte le ora dette condizioni si trovano riunite nelle mie piccole coppie e non si risconirano, a mia saputa, in quelle di altri fabbricanti nè italiani, nè stranieri. 2.° — SEMPLICITÀ La semplicità dei meccanismi è auch’ essa una delle necessità più indispensabili in questo genere di macchine, che devono poter essere governate da persone senza grande conoscenza meccanica, e generalmente da contadini e da ragazzi poco pratici. Ora io non mi perito ad affermare che tale semplicità non se ne tro- va nelle macchine di altri costruttori, tanta quanta è nelle mie. E per vero nella trebbiatrice due sole cinte bastano a tutto il movi» mento. Il moto è dato ai vagli senza l’ uso di nessuno snodo, ma' unicamente mediante stecche flessibili che faccio ordinariamente di legno. Tre assi gi- ranti compongono tutto il movimento; le parti da ungere sono: sole nove in tutta la macchina, e precisamente i due cuscinetti dell’ albero del battitore, i due del ventilatore, i due esterni dell’ albero nello scotipaglia e i tre supporti interni dei medesimi. Per unto si può usare il sego con una spesa relativamente minima. Ciò nonostante la trebbiatrice dà in bel prodotto, il grano esce ben ventilato, la paglia perfettamente netta, e la pula è separata da ogni grano. Di grande semplicità sono anche i ponti per la posa del frumento; essi pre- sentano una estrema facilità per essere messi a posto, tanto a destra che a si- nistra, bisognando a ciò solo un dado avvitato, ed una massima comodità di col- locarlo nella cassa centrale per il trasporto. 3.° — La LunGHEZZA Altro indispensabile requisito. per le trebbiatrici da montagna è che la lunghezza Pera a I) nneen—_—— "= rr ©" EE CT RETTO, o SETE PT né ug nh DIRIMERE VAI nà: LIETI a 64 y _Pr—r— e oe nt} Rcqre_____—————————————117——@€@—@é@—@—@ r_ __e_—_ ——eeo eo e_yo*-_eeUe”e”e==E-F----e-.r.r --e“eee=e---— della Coppia in servizio sia minore che possibile, attesa la ‘angustia delle aie nei paesi montuosi. E anche a questo soddisfano benissimo le mie trebbiatrici. 4.° — SOLIDITÀ La solidità dell’ insieme si riconesce al primo colpo d’ occhio, debbo solo aggiungere che salvo pochi pezzi, ovunque la ghisa ordinaria è stata sostituita dalla ghisa malleabile. I denti sono in ferro, robusti, presentando ognuno la for- ma di due denti ordinari e con due gambe e due dadi. Nella Locomobile tutto è stato diligentemente studiato per una grande robu- stezza e una lunga durata. La caldaia a ritorno di fiamma, ha un focolare ab- bondante che permette di alimentarla e mantenerla in pressione con qualunque sorta di combustibile e con grande facilità. La possibilità di estrarre il fascio tu- bolare rende agevole la pulizia dei tubi e delle piastre ed evita affatto ogni bi- sogno di riparazione per un lungo seguito d’ anni, riparazioni che si rendono invece necessarie a brevissimi intervalli nelle caldaie del tipo delle locomobili or- dinarie. La caldaia è interamente rivestita di un corpo cattivo conduttore del ca- lore, di legno e di una lamiera invernviciata. Il camino è munito a richiesta di un parataville perfettamente sicuro. Il movimento è semplice, ed essendo di assoluta necessità al facile trasporto, che il volante sia piccolo, ho dovuto dare alla mac- china un numero di giri un poco maggiore di quello ordinario nelle locomobili, ma in misura sempre discreta. Il movimento è coordinato a questo numero di giri, tutie le parti freganti hanno larghissima superficie, i cuscinetti di bronzo hanno una lunghezza eguale a 3 diametri, per la qual cosa il loro consumo è del tutto nullo, solo che l’' oliatura sia regolarmente mantenuta, e a questo scopo servono ampi vasetti da olio. La macchina con 240 giri sviluppa a 5 atmosfere una forza effettiva di cavalli 4 1{2 e la mantiene con tutta facilità, forza esuberante per il norm-le lavoro della trebbiatrice, ma che offre il grande vantaggio di permettere di mantenere la mag- giore regolarità di marcia anche in presenza di paglia cattiva o umida, o di non uniforme lavoro della persona che fa da imboccatore. La detta forza riesce poi molto utile volendo servirsi della locomobile in altri usi, come per sgranare fru- mentone, pompare acqua, segare, mandare macchine da olio o piccoli mulini da grano ecc; di modo che il proprietario ha in essa una macchina che si presta ai vari bisogni di un’ azienda agricola, e per le piccole industrie. Il suo servizio per tali usi è tanto buono ed anzi superiore a quello della migliore macchina fissa. Queste macchine sono costrutte con calibri, laonde un pezzo qualsiasi si adatta a qualunque macchina, il che fa trovare sempre pronti i pezzi di ricambio. Le parti della macchina sono state accuratamente studiate, la pompa è perfettissima e così pure il regolatore, sicchè la locomobile marcia sempre alla stessa velocità tanto carica che a vuoto. Esattissimo il pistone, la distribuzione con una giusta espansione, ‘il cilindro immerso interamente nel vapore; da ciò deriva che mal- grado le sue piccole dimensioni la macchina. realizza una bella economia di con bustibile, consumandone molto meno che qualsiasi altra macchina, di simile forza, come si potrà verificare dalla prova di quelle esposte al concorso. Le mie locomobili e trebbiatrici per montagna e per collina, accolte con im- menso favore dagli agriccltori, furono premiate a tutte le Esposizioni colle mas- sime onorificenze, benchè meno perfette che ora. SANSNSASSINSNS N NANSISNAINAINNAININXS S. BrocI Direttore Responsabile 0 SEBLOORE ESISTA MR i i Siena, maggio 1886. N. 5 ; NNNANNANANINKNINXAET£CTLCTo«-;- << 24*‘*L< ANDRAZ BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE, ALLEVATORE, COLTIVATORE PERIODICO MENSELE Abbonamento per tutti i paesi dell’ Unione postale, L. 3 all’anno. r———————_—_—_—__..r_——_——_—____—_—————_—_—_—_—_—+—-++—_"___"POP"rPRr—rRrRrRrRr____{+_PO: i I II ‘© o ESE AINIA AE RNIAIIORSISINTA NA NANNI NANI NA NMAHA NHENA VA NSNALAN DISSNNAENA NANANINI NINE ELITE SOMMARIO Richieste offerte e domande di cambi — Comunicazioni: Cowuni- cations scientifiques. Comunicazioni di Sr. Vienna. Per conservare i fiori. Notizie di Orni- tologia Nebrodese. Nuove osservazioni sulla profondità cui giunge la vegetazione delle diatomee nel mare. Interessanti osservazioni ornitologiche. Paleontologia. La seta di Theophila mondarina — Distruzione o protezione delle passere? — Microbii — ‘’o!tombi- coltura — Cause della diminuzione degli uccelli — /nsegnamenti pratici: Innesto della vite. Per regolare la fioritura dei rosai. Per togliere Je macchie di ciliege. Conservazione degli asparagi. Per togliere le viti arrugginite. Distruzione degli insetti nelle serre. Per levare le macchie di nitrato d’ argento. Contro gli insetti e le crittogame — Note biblio- grafiche — Invenzioni e scoperte: Filtri di amianto. Bambù oleifero. Primula Olga. Nuova pianta saponaria. Clorimetro Giannetti. Trasmissione della forza a distanza — Notiziario : Avviso, Nuovo insetto che danneggia il Gelso. — I mesi dell’ anno e le pietre preziose. Il vino che si produce in tutto il mondo. La Fillossera. Polvere di tabacco insetticida. Spe- dizioni esplorazioni missioni. Concorsi. Congressi. Esposizioni. Ricevute. Avvisi diversi. CODES IN AI ANSASNMNANI SSANINS SANANAN > \ANANA RICHIESTE, OFFERTE DEMANDES, OFFRES E DOMANDE DI CAMBI ET DEMANDES DECHANGES fra gli abbonati entre les abonnés Quando non v'è speciale indirizzo rivolgersi all’ ammini= Quand il n y a pas d’ adresser spéciale s’ andressr à l’ admi- strazione del Bollettino. Pagamenti anticipati. nistration du Bulletin. Payements è l’ avance. n NN NINNA 45. Si cangerebbe una collezione mineralogica 50. Il Sig. Cav. Ubaldino Maggi Via Pinti 51 di oltre 150 pezzi, tutti determinati, con opere | Firenze offre uova e polli della razza Magg:. dal classiche e memorie originali di Geologia e Pa- | medesimo ottenuta, e premiata con Medaglie d’oro leontologia. Dirigere le offerte al Dott. Federico | a diverse esposizioni. Giungono al peso di chilog. 47. Si richiede l'opera di un valente Botanico | d'’Annecy (Haute Savoie France) offre en echange: Italiano o Estero per classificare scientificamente | Des Roches eruptives des Vosges et des Alpes una preziosa collezione di piante erbacee viventi | francaises — Des Mineraux — Des fossiles Cretaces, nella media Italia all’ altezza di metri 600 a 1200 | Jurassiques et Liasiques — Des coquiles terrestres Sacco, palazzo Carignano, Torino. 4 12 e 5. I maschi costano L. 15,00 — Le fem- i 46. Si desidera vendere un pappagallo dome- | mine L. 10 — Le uova L. 0,40 l'una — Porto ed È stico Psittacus foestivus il quale ha imparato a | imballaggio a carico del compratore. } dire diverse parole 51. M. Leon Charpy, conservateur du Musee i — aan sopra il livello del mare. et fluviatiles de France — Des objets lacustres et 4 Sì spediscono le piante franche di porto in | prehistoriques. | doppio esemplare e in compenso se ne cede uno. 52. Si acquwsiano crani di mammiferi di tutte i 48. Si fa ricerca di pipistrelli vivi, o freschi | le specie. appena morti, o anche conservati in Alcool. 53. Si desidera avere dei Toporagni (Sorex) | Chi potesse fornirne, anche fra del tempo, può | delle diverse regioni d'’ Italia. Ì rivolgersi al gabinetto di storia naturale di S. 54. Presso il Giardino di Acclimitazione di Ip- l Brogi. Siena. polito Desmeure in Firenze, trovansi vendibili per | 49. Colombaia razionale piacentina. Si offrono | tutta la stagione delle cove, le uova che appresso: agli amatori, Colombi sceltissimi, razze Gozzuti Di Galline di Cocincina fulva, bianca e perdrix; | grandi e piccoli, Bagadesi Francesi, Modenesi schiet- | di gallina Brama-pootra; di Padovana nera col ti e Colombi da carne. Prezzi mitissimi. Per la ciuffo bianco, dorata, argentata, bianca, blù e di compra rivolgersi, con cartolina doppia o fran- | polverara; Crevecceur nera; di Houdan ; More cobollo per la risposta, all’ Agenzia ilel Bollettino. | del Giappone; Seta; Seta di Birmania; Bautam i x dorata, argentata, nera; Tutte le uova costano cent. 50 l’ uno. Uova di fagiani argentati L. 1 l’ uno, dorati L. 3, Landy Ambherst L. 5, Venerati. L. 5. L’imballaggio costa cent. 50 per ogni dozzina o frazione di dozzina di uova. CINZRCENI Comunicazioni - Proposte - Domande Risposte In questa rubrica gli abbonati hanno diritto ad una z7rser- gione gratuita di 3 linee per ogni numero, per scambiarsi schiarimenti, informazioni, consigli e questioni da risolvere. La direzione, quando le sia possibile e lo creda opportuno, accorderà l’ inserzione gratuita per pubblicazioni anche molto più lunghe. Tutte le galline sono collocate in numero non superiore a tre per ogni gallo e nulla viene tra- seurato onde le uova siano fecondate, bensì ‘non sì garantisce la loro nascita. Per pacco postale si aggiunga cent. 50 per ogni dozzina d' nova. ASA NS NA DAZDAMA NAM ZMSLARZÀASMASSMZXA ALINA BLIDABDUDZER MEZZI Communications-Propositions-Demandes Reponses Sous cette rubrique, les abonnés ont droit & une insertion gratis de 3 lignes par numéro, pour, 1’ échange d’ explica- tions, d° informations, de conseîls et de questions d resoudre. La direction pour ce qui lui sera possible, et quand elle le jugera opportun, accordera encore l’insertion gratuite pour des pubblications bien plus étendues. CNZNSNSNAIANSADANA NA Comunications scientifiques Dessication des plantes dans des solutions aqueuses. — Note de M. Al- bert Levallois. Un rameau d’oranger placé dans une solution concentrée de chlorure de calcium, perd en deux jours une partie de son volum, devient cassant, et offre l’apparence de la p'ante; pesant 25 grammes avant l’expérience, son poids dtait réduit à 10 gr. 5 à la sortie de la solution, et la distillation démontre qu'il n'y a pas eu déperdi- tion d’ essence. Les tiges de menthe chargées de feuilles, les feuill:s de géranium odorant, les fe- uilles d'oranger isolées, se comportent dela méme facon. La menthe après 20 heures de sèjour dans la solution saturée de chlorure de calcium perd 70 pour 1oo de son poids; desséchée à l'étuve elle en perd 82 à 85 pour 100. Pour la menthe ‘et la feuille d'oranger, la dessication est d'autant plus rapide que la solution est plus concentrée. Si on prolonge le sejour des feuilles dans la solution, leur poids augmente; deux feuilles d'oranger pe- sant; l’une o gr. 620 et l’autre o gr. 680, pesaient après (oo heures d’immersion o gr. 742 et o gr. 858; ces feuilles, plongées dans l’ eau pure, repren- nent'à peu près le méme poids qu’ elles ‘avaient lors de la cueillette; puis remises dans la solution, elles regagnent le poids perdu. Les solutions de chlorure de magnèsium agissent de mème, quoique moins énergiquement, que celles de ch'orure de calcium. On peut donc enlever la plus grande partie de | eau contenve dans un végétal, le des- sècher dans un miliev aqueux, et cela, sans dé- perdition d’ essences, que l’on peut recueillir en temps utile, car dès lors elles ne subissent plus d' altération. Recherches sur la formation des gisements de nitrat de soude. — Note de M. A. Mintz. Les conclusions de ces travaux se rèsument ainsi: 1. Ces gisements doivent leur origine è l’azote des matières organiques, oxydées sous l’in- fluence du ferment de la niìtrification. 2, L’eau de mer, ou peut-étre l'eau méère de marais salants a été en contact avec ces matières, pendant le cours de la nitrification. 3. Le nitrate de soude est pro- duit par une double décomposition entre le nitrate de chaux originairement formé et le sol marin. 4. Le nitrate de soude ne s'est pas formè dans les terreins qu'il occupe actuellement; il s'y est con- centré, après avoir quitté son lieu d°' origine. Eiude chimique des matériaux ramenés par les sondages dans les expeditions du Travailleur et du Talisman; presence constante du cuivre et du ginc dans ces depòis. — Note de M. Diculafait. L’étude par M. Dieulafait des matériaux ra- menés par les sondages exécutés à bord du Trava- illeur et du Talisman, prouve que: au nombre des substances qui se séparent encore aujourd'hui des mers normales, et se déposent sur leurs fondîs, il faut placer le cuivre et le zinc. Le zinc se trou- ve dans les eaux des mers modernes, au moins dans la proporticon de o gr. 002 par métre cube. L’analyse spectrale a montré, dans tous les essais faits avec ces dépòts marins, les raies du cuivre et du zinc, avec une intensité variable, il est vrai, mais pour des quantités ne dépassant pas 10 gram- mes seulement. Constatation de l’ewistence du terrain glaciaire dans l'Afrique equatoriale. — Note de M. Chaper. Le rivage de la mer qui baigne les còtes du territoire d' Assinie est fermé de sable quartzeux, masquant le contour vrai du rivage orographique découpé par de profondes échancrures, comme celle qu'occupe la lagune d’ Assinie, dont la profon- deur a plus de 40 kilomètres. Aux environs les roches cristallines sont rares. Aux chutes d’ Abo- . od 67 : . ———— r—_—— e eea** .*Y roy =5-—-—-+=-=-yz;FF;7** « «+«<+<««’ isso, le barrage est formé de granulite è mica noir contenant beaucoup d’épidote; dans un pli, cette roche pince un grès ancien contenant aussi de l' épidote et de l’amphibole, en quantité. Les roches qui semblent suivre les précédentes sont des schistes sédimentaires feuilletés, micacés, mé- tamorphiques, peu consistants, surmontés parfois d' argiles sèdimentaires compactes, peu micacées. Par-dessus, un vaste manteau argileux, épais dans les creux, mince sur les hauteurs, où il est sou- vent remplacé par un encroùtement ferrugincux passant à la limonite et à l' hématite brune avec fragments quartzeux, Des filons quartzeux, parfois d'énorme puissance, sillonnent le pays; leurs dé- bris composent les cailloux des cours d'eau, les fournissant tous, conjointement avec l’ argile grise dont il a été question. Les débris quartzeux ren- fermés dans |’ argile sont à angles vifs, et n’ont jamais été roulés; ils sont placès sans ordre, de volume souvent énorme, et n'ont pu y étre dépo- sés par alluvion. On ne peut admettre alorS que le transport par voie glaciaire. Il y a analogie entre ces terrains et ceux de l' Oural entre 58° 30, latitude nord et 599. La ligne de faìte sèparative du versant sud et du versant du Niger est à peu de distance au fond de la lagune d’ Assinie. Paris Le NATURALISTE Comunicazioni di Sr. di Vienna: Musa Ensete. Nel 1862 venne seminata nel giardino d’ orticol- tura di Vienna una Musa Ensete ; nata e raggiun- ta l’ altezza di 4 cent., la piantina venne, in mag- gio, trapiantata in un punto del giardino difeso dai venti, ed inestate irrigata ben bene; in set- tembre fu messa in vaso relativamente piccolo e posto in serra fredda. Questa Musa ha presente- mente un’ altezza di metri 6,72 e una larghezza di m. 7,14; la foglia è larga 75 cent. la parte infe- riore del tronco ha m. 1,70 di circonferenza. (Wien. Illustr. Gart. Hg. N. 3 1886:) Longevità delle piante: Nell’ or citato giornale il sig. Thimen fa menzione di due piante vecchie che si trovano nella Villa reale di Pillnitz presso Dresda; l’ una è una Camelia di circa 110 anni, portata nel 1780 o 1790 dal giardino botanico di Kev, e trapiantata nel 1801 nel luogo ove tro- vasi presentemente, all’ aria aperta e solo coper- ta nell’ inverno; essa ha m. 6,50 di altezza e nella chioma 33 m. di circonferenza con un diametro di m. 6 a 8. La seconda è una Ortensia a fiori color azzurro opaco; ne fù portato un sarmento dal parco di Monceau presso Parigi nel 1790, e dopo essere stato piantato a Lipsia e Berlino venne nel 1865 finalmente portato a Pillnitz questa pianta ha u- na circonferenza di m. 9,50 e fiorisce ogni anno abbondantemente. N Delphinium formosum, che fà bella mostra nei nostri giardini, viene dagli americani piantato nei campi di patate per distruggere la Doripho- Fa. i(l.. e.) Nell’ aquario di Berlino avvi, come troviamo scritto nella Gartenlanbe p. 110. 1886: due rare Lacerte: Un Hydrosaurus salvator caratteristico per la sua testa di serpente, per le sue macchie gialle, per una stria bianco giallastra al collo e una nera ai lati, ha una lunghezza di 2 m., nuo- ta e si arrampica leggermente sugli alberi, la sua carne è di molto ricercata per il suo squisito sa- pore, abita le isole Filippine, Molluche e l’ Ima- laja. L’ altra lacerta è l’ Heloderma horridum del- l'America meridionale, è velenosa, in pochi mi- nuti uccide conigli, colombi ecc. mentre è innocuo all’ uomo. Felis moormensis Hogdt. Rara bestia che Ha- genbeck ha importata da Sumatra ad Amburgo; è da porsi fra il gatto e la pantera, ed ha la grafdezza di un Puma. D. Si desidererebbe conoscere una maniera per conservare i fiori in modo che non perdano la loro forma ed il loro colore naturale. Modena. Tito Bentivoglio R. Sono già stati pubblicati in questo bollettino, dei metodi per raggiungere detto scopo; ora ag- giungeremo il seguente che però non l’' abbiamo provato, ma che si dice corrisponda bene. Se qual- che abbonato conoscesse altri sistemi farà sempre cosa gradita a comunicarceli. Ecco il metodo: si mescoli un grammo di aci- do cloridico, in 600 gr, d' alcool puro, s’ immer- gano i fiori in questo bagno, poi si facciano Sec- care all’ aria. Dicesi che con questo mezzo si pos- sano anche disseccare le piante, molto meglio che con gli altri finora usati, Notizie di Ornitologia Nebrodese: Ardea pur- purea Lin. — Il giorno 3 di marzo, e proprio al- le 4 pom. fu osservato il passaggio di un' branco numerosissimo di Aironi ( Ardea purpurea Lin) riconoscibili pel loro particolare gracchiare, da non confondersi con altri. Il cielo era sereno, spirava il vento di N; quel- la carovana emigratrice da NE dirigevasi a SO, volava a grande altezza, ma simmetricamente. L’ epoca propria che abbiamo osservato que- sto passaggio negli altri anni, è stata sempre la ultima metà di marzo, quest' anno ha anticipato. Il passaggio in questa epoca è da attribuirsi 68 chè lo stato delle meteore nel luogo che abitava- no, minacciava un forte cambiamento; perciò an- ticiparono la loro partenza per le contrade adat- te alla nidificazione. Il prof. Giglioli dice che l’ ai- rone nidifica quasi ovunque in maggio e giugno , e parre in settembre. Secondo il Benoit qualcuno sverna nei pantani di Catania. I nostri contadini quando passano le ranocchiae, chiamate in vernacolo, russeddi; fanno dei pronostici di cattivo tempo, che questa volta sì sono avverati con evidenza, poichè 1° indomani dopo una bella serata, coinciarono piogge di- rotte e nevi che continnarono sino al giorno ll, dandoci la bella quantità di 174 mm. di acqua, producendo danni immensi di terreni, di uomini e di animali. La temperatura massima si man- tenne da 12 a 13 C, e la minima da 5 ad 8; però dal 7 in poi la temperatura andò sempre abbas- sardosi ed ìl giorno 10 il termometro giunse a segnare l 1j2 C; giornata che ci regalò la neve sino in paese. Non è da recar meraviglia se i nostri conta- dini mettonsi a pronosticare al passaggio di que- sti uccelli, dopoichè anche la scienza ammette che gli uccelli migratori presagiscono i cambiamenti atmosfericîì, e più di tutti |’ airone o ranocchiaia quindi non è un pregiudizio, ma bensì può rite- nersi per certezza confermata da autorevoli os- servatori e dalla esperienza sopratutto. Gypselus apus IUig. — Il giorno 5 aprile dopo il tramonto ho veduto i priroi rondoni (Gypselus apus Illig.) svolazzare sopra le nostre case, erano in numero di tre e sembravano timidi, poichè si mantenevano a considerevole altezza e non come nel tempo della nidificazione, però ogni giorno sono cresciuti di numero e questa mattina 7 aprile si è cominciato a sentire le loro voci stridule, quasi volessero annunziarci formalmente il loro ritorno a questi cari luoghi dove un anno fa mi- sero alla luce le loro generazioni. ìl rondone tra gli uccelli migratori è il più ammirevole per la periodicità del passo; viene fra noi ogni anno dal 3 al 7 di aprile e riparte il 22 luglio, data esat- tissima senza posterga o anticipo di sorta. Una sola volta si videro in Castelbuono maizo. Iì Doderlein come epoca del loro passo mette aprile e maggio. Il prof. Giglioli asserisce che nell’ Italia settentrionale si vedono verso il 10 aprile, e che nelle provincie meridionali antici- pano di 4 o 5 giorni, dice pure che sul finire dell’ agosto lasciano le città e nei primi di set- tembre sono in viaggio per l’ èffrica il 22 I rondoni nidificano due volte cioè in maggio ed in luglio. Il Malherbes assicura che molti ron- doni passano l’ invernata in Sicilia e così anche il Benoit; questo fatto per Catania venne confer- mato al Doderlein dal Gemmellaro e dallo Zucca- rello; però lo stesso Doderleinp dice che ciò non si verifica nelle altre città dell’ isola, poichè dopo il novembre il medesimo non ne ha mai riscontrato alcuno, e neppure io nel gruppo delle Nebrodi. Dissì più sopra, che dopo il 22 luglio non si ve- dono più rondoni, perchè partono, però qualche volta è successo vederne qualche branchetto di 10 e più nei primi di settembre, giovani la maggior parte, si vedono per due tre giorni e non più ol- tre, questi quindi sono quelli in ritardo o per la età o per malattia, che vanno in cerca di compagni di sventura, onde insieme raggiungere gli altri in quelle lontane contrade di mite temperatura.» Castelbuono 8 aprile 1886. M. Morici Minà Nuove osservazioni sulla profondità cui giun- ge la vegetazione delle diatomee nel mare per Ca- stracane Francesco. (Mem. Acc. Pont. Nuovi Lin- cei vol. I. Roma 1835). (Rivista Italiana dî S. N.) Dopo di aver ricordato quanto in altra sessione accademica avea riferito del contenuto dello sto- maco di due echini pescati dal Challenger nel- l'Atlantico a 2438 m. di profondità, deducendone aver dovuto le diatomee essere ingerite tuttora viventi da quegli animali, l’ A. espone di aver fat- to altre osservazioni sul, contenuto di sei olotu- rie, inviategli dal sig. Murray, Capo della Com- missione scientifica del Challenger. Queste olotu- rie pescate in diversi mari a profondità conside- revoli (3562-5271 m.) contenevano tutte nei loro stomachi miriadi di Diatomee, che 1° A. dubitò fossero state inzerite allo stato semifossile dall’a- nimale vivente. Ma l’ aver trovata in quel mate- riale intatte delle forme delicatissìîme (Rhzzosolenia Synedra, Thalassiothrix) le quali mai in tale sta- to si rinvengono nei depositi dragati, fù prova non dubbia, che I° animale le aveva inserite allo stato di vevetazione, a meno che non voglia am- mettersi che le diatomee morte possano, in bre- ve tempo, guadagnare, per forza di gravità, gli abissi del mare. A risolvere tale dubbio interessa gli esploratori delle raccolte marine ed i natura- listi che studiano i prodotti delle draghe. Cercan- do un’ argomento atto a dimostrare come i fru- stuli diatomacei venissero ingeriti come materia- le di nutrizione e non quale semplice zavorra, l' A. ebbe a riconoscere, nella sostanza bruta che esaminava, un frustulo di Coscinodiscus fornito ancora dell’ endocroma. UR A OO d, 4 » 69 rie ci Discorrendo in seguito della discesa dei fru- stuli«delle-.diatomee morte nel»mare, e r.cordan- do al «proposito un esperimento del Faraday per le particelle di oro, l'A crede di poter conchiu- , dere,.the, per la leggerezza, specifica del frustu- | lo, resa anche minore dal coleoderma e dalla re- lativa densità dell’ acqua marina, una diatomea possa «impiegare in cifra tonda circa 3500 anni, per raggiungere: la profondità di 5274 metri. Riferisce l esempio delle polveri meteoriche , le quali ri- mangono per molto tempo sospese nell’ aria, ab- benchè .specificamente più pesanti di essa. Posta la minore densità della diatomea e l’ esistenza delle «correnti «marine che ne ostacolano la disce- sa, l'A. conchiude che.una diatomea priva di vita non possa pervenire a grandissime profondità, e però debba trovarsi colà nello stato vivente e che, per conseguenza, a quella profondità possano pe- netrare, per lo meno, i raggi chimiei della luce, come risulterebbe dalle condizioni di trasparenza delle acque del mare. Basandosi sulle incertezze intorno al limite della penetrazione della luce per grandi profondità, crede che l’ azione attinica, ol- tre a produrre effetti chimici, possa estendersi ancora agli effetti fisiologici sugli esseri viventi negli abissi del mare. F. BALSAMO Interessanti osservazioni ornitologiche: Leggo sul Bollettino ricevuto ieri, la cattura di nn’ Hae- mantopus ostralegus, avvenuta presso Montepul- ciano : ho il piacere di annunciare la cattura di 10 individui di questa stessa specie fatta il 3 corr. :sul Po presso l'Isola Pescatori. Dei 10 esemplari catturati io ho avuta occasio- me di aprirne 6 e tutti erano maschi. Altre 2 bec- «accie di mare furono viste i passati giorni sul Po. Gremona 20 aprile 1886. O. FERRAGNI Uccelli comprati sul mercato di Firenze e pre- parati dal sottoscritto: 1 bellissimo esemp. di Glareola tarquota masch. comprato il 23 scorso; 4 bei Cerchneis Naumannî 2 masch. e 2 fem com- prati ieri, ed uno dei quali vivo (masch.) che spero far campare qualche tempo, benchè assai adulto, onde studiarne i costumi in domesticità. Credo che quest’ anno vi sia un passo abbondante di questi fulchetti, come è stato importante quello delle Ardee e dei Cav. d’Italia, mentre l’anno scorso, non trovai che un solo falco cuculo, poche sgazze, e un cav. d’Italia, spennato e senza gambe Nello scorso gennaio vennero parecchie A/ca torda; una ne ebbe il museo, una il Sig. Roster, mna il prof. Regalta ed una il sottoscritto. Firenze 30 Aprile. G. CAJANI Pallontologia. — A Lodesana presso Borgo S. Donnino in Prov. di Parma, si sono rinvenute pa- recchie ossa di un giovane Rinoceronte che il proprietario del fondo Sig. Cerretti ha donate al Museo Universitario di Parma. Queste ossa gia- | eevano in un deposito di argilla sabbi sa dello spessore di 2 metri e mezzo, ricoperto da uno strato arabile di un metro. In vicinanza l'argilla era compenetrata di foglie di piante arboree am- massate e quà e là vi si notavano gusci di mol- luschi di acqua dolce. L’ escavazione fù fatta sotto l° assistenza del Prof. Strobel, dell'Ing. Soglia e del Dott. Del-Prato. La seta di Theophila mandarina. — Leggiamo nel rapporto dei lavori eseguiti dal laboratorio per gli studi sulla seta in Lione, alcune notizie interessanti riguardo alla seta prodotta dalla sud- detta farfalla originaria del Sangai,ove la scoperse il Sig. F. Moore. Il laboratorio di Lione ha ricevuta una buona quantità di questi bozzoli dei quali se ne fà molto commercio a Choang Lin, nella China. I bozzoli sono piccolissimi ma si svolgono bene; la seta è bionda mentre i bozzoli sono di un color giallo molto pallido, i tentativi di incrocio con il nostro Bombyx morio non sono riusciti, la The- ophila maschio rifiuta il Bombyx femmina, la Theophila femmina finisce qualche volta per ac- cettare il Bombyx maschio, ma tutti i prodotti hanno i caratteri della razza salvatica. Distruzione o protezione delle passere? A proposito dei vantaggi e dei danni che ap- portano i passeri ai campi, orti ecc. le opinioni de- gli ornitologi non sono ancora d'accordo: Pfeil (Soc. ornitol. Vienna n. 9 1886.) condanna il pas- sero alla morte, perchè esso si nutre di granaglie, di sementi, frutti ecc. e solo nel più gran bisogno si accontenta di insetti. Homeyer dice che un pas- sero apporta ogni giorno un danno di 2 e 3 lire. Becker dice consumare un passero ogni anno 8 sacchi di grano, e trovandosi in Prussia circa 22 mi» lioni di passeri, questi consumano ogni anno 11 milioni di moggia di grano; in Baviera contansi 2 milioni e 112 in Sassonia 1 milione e 1]3 in Austria 6 milioni di passeri. P.feil nota essere assolutamen- te necessario diminuire il numero dei passeri, do- ver costruire apposite reti e trappole per poterli prendere in grandi masse e dover dare dei premi a quelli osti, i quali consumano nei loro locali il maggior numero di passeri arrostiti. mo. = ———roee—e«em=<«eee_c--ceeeeeeetete TTT —_——mm La società per la protezione degli animali nella Turingia al contrario cerca di far conoscere l’ uti- lità dei detti uccelli. Essa rimarca (Thierfreund, organo della soc. per la protez. degli animali a Vienna n. 3 a. c.) che un passero di nido e nu- trito dai suoi genitori, consuma ogni giorno circa 50 bruchi e ciò per circa 4 o 5 settimane, pren- diamo 30 giorni, un passerino dunque abbisogna in questo tempo di 1500 bruchi. Un bruco abbi- sogna per ogni giorno di tanta quantità di fiori e fo- glie quanta ne equivale al suo proprio peso — mettiamo 30 giorni e che questo bruco consumi solo un fiore fruttifero al giorno, abbiamo di già perduti 30 frutti in fiori al giorno, per 30 giorni sarebbero perduti goo pomi, peri, ciliege ecc. — un bruco però non si accontenta di un solo fiore, ma bensì ne distrugge 10, 20 e 30, dunque abbia- mo chiaro di quanto vantaggio siano i passeri. Nel detto periodico della società di Vienna si raccomandano i nidi artificiali per trattenere nei parchi, orti, giardini, campi ecc. i diversi uccelli utili. Vienna Sr. TRNC OSE Due conferenze date dal Prof. H. Fol nell’ università di Ginevra tradotte ed annotate da T. Falcone. (Continuazione) MALATTIE SETTICHE DOVUTE A MICROCOCCI Passiamo ad un’ altra categoria di microparas- siti, ai mierococci che paiono esistere in natara; sempre pronti ad invaderci e per un numero ?- limitato di volte, giacchè un primo assalto non può giovarci come vaccino, che anzi!.... La setticemia non sì prende che per inocula- zione. Abitualmente essa. penetra per la superfi- cie d’ una piaga aperta, onde i piccoli micrococci | si spandono nel sangue ‘e portano degli accessi febbrili che terminano spesso colla morte: È prin- cipalmente contro questo nemico ehe sono rivolte le precauzioni antisettiche prese dai chirurgi, i quali l’ appresero dal grande chirurgo inglese, il | Lister, che fra gli uomini è quello che ha salva- to il più gran numero di vite umane. Eranvi già delle sale d’ ospitali dove ogni ferito ché aveva la disgrazia di entrare, anche con una sgraffiatu- ra, era perduto senza dubbio. Ora invece si ve- dono guarire, per cosi dire, senza eccezione, an- che feriti che hanno il ventre aperto, 1’ intestino perforato; e si può perciò pensatamente sotto- mettere ad operazioni di questo genere individui per salvarli d' un male interno che minaccia la loro esistenza. E ciò con minore danno di quel che ne presentava altra volta l’amputazione di un dito. In seguito ad esperimenti sugli animali Lister è giunto a così splendidi risultati; ma quando volle recentemente sperimentare su conigli per ottenere perfezionamenti al suo metodo, dovè ve- nire a fare i suoi esperimenti in Francia, per ron cadere sotto i colpi della legge ingles= contro le vivisezioni. In un paese dove si lasciano perire ad ogni momento, della morte più crudele, ani- mali come cervi e volpi, inseguendoli fino a ve- derli morti di fatiche e d’ angoscia, per non dire delle operazioni crudeli che si fanno ogni giorno nei campi per ottenere animali più adatti ad in- grassare, in quel paese il benefattore dell’ uma- nità non può fare un’ amputazione ad un coniglio cloroformizzato, senza essere perseguitato come un malfattore volgare. Evidentemente la buona fede dei legislatori ha dovuto essere sorpresa per votare una legge si- mile. Il mierococco dell’ eresipela attacca gli strati profondi’ della pelle o derma, e vi forma delle corone che chiudono il lume dei vasi linfaticì pro- ducendo gonfiori esagerati. La malattia può at- traversare tutte le parti del corpo. È molto te- muta negli ospedali, dove è contagiosa, e parte dai bordi delle piaghe. La febbre che 1’ accompa- | gna indica che il microbio è più o menò velenoso. L’ eresipela volante comincia generalmente all’an- golo dell’ occhio, del naso o in qualche sgraffia- tura; ed è una malattia spesso benigna. I morbi settici non vaccinano, invece aumentano la pre- disposizione: non sì può dunque sognare di pre- servarsene con inoculazione preventiva. In com- penso si può molto con la disinfezione immedia- ta e accorta delle sale degli ospitali e delle mas- serizie degli infermi. A ‘questo proposito permettete che io vi dica il risultato degli esperimenti fatti nella ultima conferenza per determinare il numero dei germi contenuti nell’ aria d’ una sala, così piena di per- sone come quella nella quale io ho l’ onore di par- lare. I 23 tubî di brodo ‘tra i quali noi abbiamo ripartito il sale che era servito a filtrare un pò d’aria, si son tatti'intorbidati. Il che ci dà, fatti tutti i calcoli, un numéro' minimo di 25,000 ger- mi per metro cubo d’ aria. Essi apparteagono'sen- za dubbio per la più parte a specie innocenti; ma io preferisco, e lo confesso, non lasciar da parte l'inoculazione delle culture che essi ci hanno date. Nella stessa categoria io metto la pnewmonite o flussione di petto. Dopu i lavori di C. ; riedlin- der, recentemente confermati da Talamon e Sée vi é una specie di polmunite che è contagiosa, e nella quale si è sempre constata la presenza di un micrococco in forma d'’ oliva. Si è riesciti ad isolare il mierococco, a coltivarlo e dare la flus- sione di petto a dei sorci, facendo respirare a questi la polvere di quelle culture disseccate. Inol- tre in Germania si è potuta dimostrare la pre- senza del micrococco tra il soffitto e il pavimen- to d’ una casa i cui abitanti s° erano mostrati spes- so colpiti da quella malattia. Questo non vuol di- re che tutte le polmuniti sono dovute a quella causa; sembra invece che si trattî di due malat- tie sin oggi confuse dai medici, delle quali l’ una verrebbe da infreddamento, l’altra da contagio. Quando si tratti di questa ultima forma tutte le precauzioni debbono esser prese per disinfettare o distryggere le biancherie ed altro che appar- tengano all’ infermo, e bisogna ricercare nella ca- sa se il contagio vien fuori da qualche angolo na- scosto, dove bisognerà ritrovarla e distruggerla mediante il cloro, l’ acido solforico od altro mez- zo efficace. MALATTIE MICROBATTERICHE Una categoria differente di malattie è dovuta ad una serie di specie di batterii piccolissimi, dritti e immobili, a crescimento lento e che si ‘credono a ragione esclusivamente parassitarii. So- no il moccio, la lebbra, Ja tisi. Questi tre morbi sono lentamente e indiscutibilmente progressivi. Il mocc?o sì attacca all’ asino, al cavallo e a qualche erbivoro. Comincia al naso o alla gola, ciò vuol dire che si comunica per inalazione e cammina lentamente, per colonie, per settimane e per mesi. L' animale pare poco affetto, a prin- cipio; ma, malgrado le intermittenze, il malej a- vanza senza fermarsi e finisce per invadere il pulmone, poi tutto l° organismo, apportando la morie. L’ uomo piglia il morbo solo per contatto con animali già infetti e presenta spessissimo la forma acuta. 1 piccoli batterii sono corti, e vivo- “no aggruppati. Sono stati coltivati e inoculati con successo. La lebbra boreale non s’ attacca che all'uomo ‘e non ha potuto essere inoculata fino ad'oggi che «alla scimmia.-Noi dell’ Europa centrale non. pos- siamo farci alcun’ idea dei danni terribili che por- ni ta questa malattia del Nord. La visita che feci all’ ospizio di Bergen in Norvegia, dove 500 in- felici aspettano, senza alcuna illusione, una mor- te lenta, m° ha lasciato una impressione incancel- labile. Le dita si fanno nodose e cadono, e le no- dosità avanzano lentamente fino agli organi vita- li; che assalgono solo dopo lunghi anni, quando le membra e tutto il corpo hanno preso un aspet- to informe. Un idiotismo completo precede la mor- te. Questa malattia è contagiosa come la tisi, vale a dire che è poco contagiasa, e solo tra le per- sone che vivono insieme. Nci punti dove il male s' è stabilito da poco, facilmente si riconoscono nello spessore del tessuto piccoli ammassi di bat- terii analoghi a quelli della tubercolosi. Essi non si distinguono altrimenti che per il lore potere di colorazione. L’ arte di colorare i preparati microscopici dà grandi vantaggi in micrografia. Il naturalista è obbligato ad apprendere il modo di usare iliqui- di colorati, nè più nè meno che il più abile tin- tore. Così egli riesce a distinguere, sovente, spe- cie di microbii differenti, i quali si assomigliano sotto tutti gli altri rapporti, distinguendosene sol- tanto per la maniera di colorarsi. Solo così si può. notare la differenza tra il batterio della leb- bra e quello della tisi per es: La tubercolosi, tisi o consunzione che si vo- glia dire, è, fra tutte le malattie, quella che fa più vittime presso noi. }1 batterio che ne è la cau- sa, facilmente si distingue, con un artifizio di co- lorazione, negli sputi degl’ infermi. Esso cresce lentamente in piccoli focolai, e la sua marcia è tanto più insidiosa in quanto s' insinua senza pro- vocare infiammazione uè reazione. I primi passi sfuggono facilmente all’ osservazione e spesso gua- riscono spontaneamente. Più tard , quando i sin- tomi sono appariscenti, |jè già troppo tardi per agire terapeuticamente; ed allora la guarigione è assai rara. Il rimedio più efficace in principio è la dimora sulle alte montagne che provoca la es- pulsione del microbio e la cicatrizzazione. Nell’ul- timo periodo della malattia le febbri e il rifini- mento son dovuti in gran parte a mierococci set- tici che non trovano serupoli ad entrare nell’ or- ganismo attraverso quelle porte che il batterio deila tubercolosi ha aperte. I casi galoppanti ven- gono quando un ammasso di batterii è traspor- tato nel sangue che li semina in tutte le parti del corpo. La malattia è poco contagiosa tra per-. sone dimoranti insieme in intimità. Al Congresso dell’ Associazione medica inglese, tenuto a Cam- bridge nel 1869, si decise fare un*inchiesta pres- ‘e; 72 so tutti i medici pratici circa la questione della contagiosità di questo morbo. Su un migliaio di rapporti, che furono presentati in risposta al que- stionario indirizzato dall’ Associazione, 673 nega- rono la trasmissibilità, 105 non videro niente che la potesse dimostrare, 39 restarono nel dubbio , 261 | affermarono. i) maggior numero di questi ultimi citano al proposito esempi molto significanti. Eccone uno: « N. 196. Un giovane della marina delle Indie ritorna tisico presso i parenti. Dopo due mesi, due delle sorelle di lui sono prese dagli stessi accidenti, e muoiono Una terza sorella si marita e dopo poco tempo muore similmente a sua volta. Anche il giovane fra poco muore. Più tardi il pa- dre di famiglia presenta gli stessi disordini e soc- combe. Dopo la morte del padre la vedova divie- ne tisica e muore. Tutto questo si svolse nei quat- tro anni che seguirono il ritorno dalle Indie. Il padre era originariamente un uomo forte sanissimo, e tutti i figliuoli avevano goduta ottima salute fino a 21 anno e più. Io conosceva la famiglia sino dalla mia infanzia; una sorella vive ancora, ed ha 40 o 50 anni ». (Dott. Dickinson di Londra). E sui 261 rapporti affermativi ve ne hanno molti così dimostrativi. Quando ii contagio si dichiara, le persone col- pite presentano ordinariamente la forma galop- pante. 1 microbii si trovano in abbondanza negli sputi dei tisici, ma nè l'aria che è passata su questi sputi, nè l’alito dell'infermo, dopo le belle ricerche dei signori Celli e Guarnieri, é provato ne contengano. Al contrario gli sputi disseccati sono portati via sotto forma di polvere, dal vento, ed il batterio resiste per 2 mesi al disseccamento. Se noi tutti non prendiamo il male, è che la questione della predisposizione ha un gran valore. E poi la più parte dei batteri respirati non scen- dono sin giù al pulmone. Ma se la causa d’in- fezione è permanente, l’'inoculazione finirà per riuscire. Il contagio più frequente avviene tra labbra e labbra Un parente viene per così dire a cozliere i batterii che si agitano sulle labbra dell’ infermo, Cosa commovente senza dubbio, ma che l’igienista deve riprovare Questo batterio è stato scoperto da Koch, e questa scoperta basterebbe essa sola a immortalare il nome di lui, Egli l'ha coltivato sulla gelatina ed ha inoculato le sue culture in animali. Il cane è refrattario, ma il coniglio muore in poche set- timane. La prova è dunque completa. È meno completa poi per il lupus, questa ———_____————€t—.__x-@“ccomc | spaventevole malattia che deturpa.il volto: e che non sì è riusciti a combattere malgrado le cau- terizzazioni più Aolorose e-erudeli. Vi sì è-trovato o il batterio di Koch,..ma in piccolo nunero»È però | lo stesso? O non è che una specie-vicina?*La co- | noscenza della natura parassitarià.di.questa ma- | lattia ha ispirata.l’ idea d’un trattamento assai ‘| originale. Consiste. nel mettere in»lotta.ivmaerobii tra loro. S' inocula, pensatamente, .all’ infermo di i lupus una cultura di mierococci dell’eresipela. Ogni tentativo è permesso innanzi a. mali che non perdonano. In qual maniera. questo maìcrobio fa perire il suo congensere? Io non lo. so; ma il fatto positivo è che si è-ottenuto .così; deì casi di _ guarigione. Un'altra malattia assai frequente: presso i; bambini, la serofolosi s accompagna alla presenza. del batterio di Koch nelle glandole tumefatte. Una; buona parte dei bambini scrofolosi. sfagge più tardi alla tisi. Ma è lo stesso batterio che è causa di questi morbi? Gli esperimenti. del professore Arloing rilevano differenze notevoli: tra 1’ uno.e l’altro circa il grado d’ inoculabilità negli animali. La rabbia ha di comune: colle precedenti ma- lattie il cammino lento e l’incurabilità (1). Il imiero- bio, intravisto da Pasteur e.deseritto da Gibier è rotondo: è un micrococco molto refrangente, siechè brilla sotto il microscopio. come. un piccolo. dia- mante. Viene inoculato facilmente ai cani, ai gatti, agli uccelli, introducendo, però. la materia viru- lenta direttamente nel cervello: @ nell’ occhio In- trodotta sotto la pelle attecehisce una volta su. due. Non si è ancora riuseiti a coltivarlo. La prova è dunque incompletà Si propaga special- fnente nei nervi, nel sangue e nel cervello, e. uccide per irritazione dei centri nervosi. Se ib cammèno del male è rapido, come nel coniglio; la morte sopravviene dopo una paralisi generale e senza fenomenì furiosi. Se il cammino è più lento, come nel cane e anche più nel gatto, vi è una fase di furore molto dannevote, e triste a vedere. Gli uccelli cadono malati, ma si rimettono ed una volta guariti sono refrattarì. La rabbia è dunque una malattia contro la quale si può ten- tare la vaccinazione. Le belle esperienze del Pa- steur hanno dimostrato che ìl virus è attenuato dalla scimmia e che allora esso diviene vaccine per il cane (2) Quando si sarà trovato un mezzo | (1) I lettori tengano presente che l’ egregio autore scriveva verso la fine del 1885. (2) Un generoso studente di medicina, di cui non giova ri- cordare il nome, mangiò del pane già masticato da uno povero idrofobo, accolto nell’ ospedale degli Incurabili di Napoli, l’anno passato; e bevette dell’acqua in un bicchiere già accostato alle meno costoso per ottenere l’ attenuazione, non c'è dubbio che i governi si affretteranno a de- eretare la vaccinazione obbligatoria dei cani e dei gatti. Ciò sarà meglio che l'uso continuo delle museruole. Ma lasciamo queste tristi malattie che più facilmente si riconoscono che non si curino, e ve- niamo ad altre assai differenti. Il vaiolo, la scarlattina, la roseola' sono gli esempi più comuni d’una categoria di mali, ca- usati da micrococci, il cui contagio può esser trasportato dall’ aria. Si inoculano facilmente, ma difficilmente si coltivano. Non si conoscono che allo stato parassitario. Un primo attacco del male preserva da un altro per lunghi ann. Nessun dubbio che si possa preservare la specie umana mediante inoculazione preventiva. Per il vaiuolo gli esperimenti sono troppo noti a tuttida molto tempo. Jenner scovrì che il vaccino, sorta di vaiolo che si dichiara spesso tra le vacche, si inocula all’ uomo dandogli un’ indisposizione che lo pre- serva per lungo tempo dagli attacchi del vaiuolo. Questo vaccino si può propagare da bambino a bambino senza cangiare le sue proprietà. Ma in questo caso l’inoculazione espone al trasporto dei mali costituzionali di cui è affetto possibilmente il bambino, senza che il medico lo sappia. È una obbiezione grave e che è stata fatta ripetutamente dagli avversari della vaccinazione obbligatoria. Checchè ne sia, l’obbiezione è inutile quando labbra dell’infermo. Un medico di quell’ ospedale, che ebbe altre ragioni per vedere male 1° opera dello studente, volle ricoprire con la fredda ironia, di cuî solo poteva disporre, Vl ardimentosa prova cui il giovane s’ era sottomesso, e disse eroica 1’ opera di quest’ ultimo, irridendo in cuor suo. E non comprese che davvero era nobile ambizione quella del giovinetto, per quanto d’ altro lato fu giudicata diversamente quella del medico? Noi crediamo che non fu neppure impensata la decisione presa dallo studente (e confessiamo di averne notizie sicure,) giacchè questi sapeva che il virus rabbico passato attraverso l’ organismo del- I uomo deve rimanerne con molta probabilità attenuato: sapeva degli studii del Pasteur, e aveva sempre creduto poco alle sto- rielle, che si raccontano, di persone divenute idrofobe mediante la saliva spruzzata da altri rabbiosi. Quel giovine aveva notizia, infine, degli studii del nostro venerando amico prof. Filippo Lus- sana di Padova, il quale, prima del Pasteur, era venuto alle medesime conclusioni, cui venne, dopo, il biologo francese, circa le modificazioni del virus rabbico. Il Lussana ci ha ripetuto più volte che |’ idrofobia non è trasmissibile da uomo ad uomo. Ma gli uomini dagli istinti leprini non gli crederanno mai, e avranno sempre caro di abbandonare i poveri idrofobi, di sfug- gire da essil I lettori desiderosi possono ritrovare notizie nella Riforma medica (del 5 e del 9 febbraio 1884), possono leggere l’ opuscolo del Lussana Sulla trasmissione e sulle modificazioni del virus rabbico (del 1884, estratto dalla Gazzetta medica italiana, Pro- vincie venete, nn. 16, 17, 18), e possono anche aspettare, chissà, una curiosa pubblicaziane, di là da venire, di quello studente di medicina. 73 l'inoculazione è fatta non più da braccio a braccio, ma dalla giovenca al bambino; giacchè la razza bovina non è soggetta ai nostri mali costituzionali. È perciò che noi possiamo compiacerci di pos- sedere ora a Ginevra un istituto vaccinico, di- retto con abilità superiore ad ogni critica. Le persone nelle cui famiglie si presentano casi di vaiolo e sopratutto di scarlattina, dovreb- bero avere grande cura di prendere via via tutte le precauzioni di disinfezione che l'igiene prescrive, giacchè il virus disseccato della scarlattina è eccessivamente persistente. Si può inviarlo per la posta con una ciocca di capelli. Un abito por- tato dall’ infermo trasmette il male anche dopo molti anni. (Continua) COLOMBICULTURA Riproduzione interdetta (Continuazione) I Piccioni Tamburi Ai Piccioni Rondinelle ed ai Parrucchi si vicina d° assai il Piccione Tamburo o Trombettiere (Columba Tympanizans-Frisch) e più che per le forme esteriori, lo sepera dai primi la strana sua av- voce che non riscontrasi in altre razze o varietà di Piccioni domestici. In francia ed in Germania conosciuto col nome di Gli- Glù perchè fa intendere spesso questi due suoni che in talune varietà ricordano un poco il rullo del x questo piccione è tamburo, in altre il lontano squillare della tromba, ed in una, da pechi anni da me conosciuta, un fioco e prolungato lamento. Quest'ultima varietà (Columba Tympanizans Praefica) nonostante le no- tabili differenze estetiche, è stata da me incorpo- rata nella razza dei Piccioni Tamburi, imperocchè fra gli uni e gli altri esiste una certa analogia nella voce. D'altra parte è così poco nota che piuttosto che farne una razza a parte ho preferito riunirla in una categoria unica di Piccioni-Canta- tori. Ho quindi divisi i Piccioni Tamburini cosi: (a) Piccione Tamburo Coronato (Columba Tym- panizans Glù-Glù) (b)Piccione Tamburo Lamentatore (Columba Tym- panizans Praefica.) I Piccioni Tamburi Glu- Ghi hanno becco medio e sottile come i Piccioni Rondinelle e la testa depressa con doppio ornamento di piume, il primo - sulla fronte, l’ altro all’ occipite; essendo quest’ul- timo un vero cappuccio o colla-e, mentre l'altro na MR ASSI RR OI INTRO * Si RIT * È ue si. d: è una Ciocca a corona. Il corpo è più grosso di quello del Monaco, la coda più lunga, i tarsi più bassi e grandemente impennati (pattes culottees), l’iride bianco-perlata, le palpebre rosse. I Tamburi sono Piccioni molto famigliari e produttori, dando fra le sette e le otto covate per anno, ma estremamente delicati all’ epoca della muta. Un' altra malattia infierisce durante la mu- ta fra i Piccioni Tamburi, il cosf detto male dell’ ala ( affections articulaires) pericoloso e di difficile guarigione trovando i piccioni già sof- ferenti per il cambiamento delle penne. Va pure notato che quantunque i Piccioni Tamburi siano grandi produttori, purtuttavia l'allevamento della prole riesce per i genitori così laborioso. c..e verso il quarto anno ne rimangono estenuati e pochi si conservano adatti alla riproduzione. Dumont enumera fra i mantelli del Tamburo Glù-Glù i seguenti. Bianco. Bianco e nero. Bianco e rosso. Bianco e giallo. Bianco e turchino. Bianco e turchino con sbarre ranciate. Nero. Nero con testa grigia. ai quali vi aggiungo; Rosso (Glù-Glù di Dresde). Ardesia con testa bianca. .. Mediante l'incrociamento di un Ghì-Glù con un Volante, se ne ottiene un bastardo fecondis- simo, il Piccione Calzato Rospo-Volante che ha testa quadra e depressa, l’ iride nera, la palpebra senza il filetto rosato, piccola la statura, forte il volo, largamente impennato il tarso. Questo Pic- cione perde però la particolarità che distingue i Piccioni Tamburi, cioè la voce singolare, che una volta sparita per l’incrociamento più non ritorna, qualunque tentativo si faccia per restituirla a questi bastardi. Il Piccione Tamburo Lamentatore da me chia- mato così per la voce gemebonda che emette a corti intervalli, l'ho ascritto in questa razza di Piccioni Cantatori mancando di certe notizie su questo uccello curioso che vale la pena di essere attentamente studiato. La prima ed ultima volta che io vidi questo uccello, fu nell’anno 1879 presso certo Sig. Visconti che ne possedeva sei individui adulti bellissimi, e che mi disse pro- venienti dalla Prussia Renana. Stimo utile di farne quì |’ esatta descrizione, non avendone mai più riveduti. Statura e portamento del Piccione Terrajolo di Columbaja, testa oblunga, becco sottile grigio, nerastro in punta, piedi rossi nudi con unghie nere. Mantello biondo-cannella, con sbarre so- pra-colore sull’ ali, groppone grigio, ventre bian- castro. Ali lunghe con venti biondi e remiganti brune, coda leggermente cuneata colle penne cen- trali rossiccie, le laterali brune, Iride griggia. Questi piccioni che formavano tre coppie, mi sembrarono possedere una vivacità, una eleganza ed una grazia di movenze non facili a trovarsi nei Piccioni Europei. Di tanto in tanto emettevano: "in grido che non era il rullo del Glù-Glù, ne il riso della Tortora a Collare; svolazzavano pieni d' allegria, si dondolavano sui posatoi, si carez- zavano amorosamente colle più aggraziate mo- venze; ma quanto erano vivaci questi uccelli, al- trettanto era lugubre il loro canto; qualche cosa fra la nota bassa, di un trombone ed il lontano latrato del cane di guardia. Eppure quelli uccelli col loro stridulo grido fremevano di gioja, di al- legrezza e di amore, non curanti di un domani fo-- riero forse di pericoli, stenti, di morte! Jolis oiseaux! de votre vie Si vous connoissiez l' avenir Hèlas! ces èbats que s’ envie Bientòt vous les verrez finir: Car le printemps passera Et la bisè soufflera! Chantez, remplissez le bocage De gaité, de joic et d'amour! Reposez-vous sous le feuillage Sans songer au cruel vantour; Car le printemps passera Et ‘a la bise soufflera! (1) Ma prima di terminare quest’ articolo sui Pic-- cioni Cantatori di Europa, mi pare necessario di dare qualche cenno sul Piccione Tamburino Sal- vatico dell’ Affrica, abitatore del paese dei. Caffri; al quale Levaillant impose questo nome per ia singolare rassomiglianza del suo tubare col suono’ di un tamburo sentito in distanza; imperocchè io non sono ben sicuro circa la provenienza del Tamburo Lamentatore, ed è fuor di dubbio utilis- simo il confronto di questi uccelli, non esistendo a quanto io sappia, all'infuori dei citati, altri Piccioni Cantatori. Il Tamburino d’ Affrica ha la testa superiore, il collo posteriore e, tutto il mantello di un bruno: terreo; le tettrici delle ali più vicine al corpo con (1) Questi dolcissimi versi sono tolti dal piccolo libro della Signora Isabella Catrufo « De Chant de la Fauvette» Firen-- ze-Cellini-1886. alcune macchie nerastre a riflessi verdi cupi; le penne delle ali rosse bionde sulle loro barbe in- terne e brune sulle esterne, la prima essendo più corta di tutte c troncata sulla cima delle sue barbe interne; il groppone grigio bruno traversato da due fasce più Cupe; le sei penne del mezzo della coda brune rosse bionde, e le tre laterali da am- bedue i lati grigie alla base, nere verso la cima, con la punta estrema bigia; la fronte ed un so- pracciglio che vi si unisce e passa sull’ occhio da ambedue le parti, sono bianchi, come pure tutte le parti inferiori del corpo; i piedi sono gialli; il becco e l’ iride bruni. La femmina differisce dal maschio per avere le parti inferiori del corpo bianche sudicie, invece di essere di un bianco sincero (1) Questi uccelli aggraziati e vivacissimi nelle movenze nidificano nei grandi boschi e sulle cime dei più altri allori. Ch'io sappia non si ri- produssero mai in domesticttà ne al Zoologicai Garden di Londra ne al Iardin d’ Acclimatation di Parigi, ne sulle voliere del Re Vittorio Ema- nuele in Firenze Giucio CesaRE GIACHETTI Cause della diminuzione degli uccelli ANCNANA È a tutti nota la grande diminuzione degli uc- celli; causa di ciò si è ritenuto sempre la caccia ed i diversi metodi di distruzione inventati a dan- no di quei graziosi animali che tanto ben= ci ar- recano, distruggendone tanti altri che sono di gran danno alle nostre coltivazioni, ed altri ancora che vivono a danno dell’uomo e delle produzioni, co- me sarebbero i topi, di cui i falchi ne sono ghiot- tissimi. È vero che la caccia nei tempi attuali, a cacciatori e dei nuovi metodi di uccellagione, ha preso proporzio- ni gigantesche da giungere al vandalismo, ciò non- causa del numero crescente dei pertanto ben altre ipotesi possonsi ammettere. Nelle nostre contrade la diminuzione è stata evidentissi- ma, i giardini dentro l’ abitato erano tanto popo- lati di passeracei da stordire i vicini abitanti, ora se ne vede uno sparutissimo numero, e mai a bran- chetti più di otto; mentre allora di soli nidi, ne- gli alberi dei suddetti giardini, se ne contavano centinaia. In autunno verso sera vedevansi branchi innumerevoli di corvi che andavano ad appolla- iarsi nei nostri boschi, ed ora non se ne vedono, poi quando moriva qualche animale e veniva get- (1) Diz: Sci: Nat: N. VII tato fuori dell’ abitato, i corvi in un sol giorno spolpavano l’ intero animale mentre ora vedonsi durare più giorni ed esalare straordinario puzzo ; tanto da stabilirsi locali più lontani, e di questo passo arriveremo al punto che quelle carogne sa- ranno seppellite come si usa in molti altri centri popolati. Nei nostri monti attorno una carogna si vede- vano sino a quaranta avoltoi a satollarsi di quella carne mentre ora in' tali occasioni non se ne ve- dono mai più di cinque o sei. Il Falco milvus era sino a pochi anni addietro comunissimo e vedevasi a carovane tanto che ra- piva il pollame sin dentro l’' abitato; ora quel fal- co è divenuto raro. Di tali fatti se ne possono ci- tare molti altri, che tralascio per brevità, e vengo alla conclusione. Se vogliamo amnmiettere la caccia come causa della diminuzione, allora dovrebbesi questa osservarsi nei soli uccelli che formano la classe veramente cacciata, come sarebbero pernici, colombe e tanti altri mangiabili; ma non in tutti. Intanto la diminuzione si osserva in quelli de- stinati ad usi gastronomici, ed in quelli ancora che il cacciatore risparmia. quali sarebbero gli schifosi avoltoi, corvi e molti'altri rapaci inservibili agli usi culinari, quindi 1’ ipotesi della caccia pare che viene attenuata di molto. Abbiamo come altra causa i grani trattati col solfato di rame, che divengono velenosi; ma que- sti potrebbero essere per i soli granivori e non per gli avoltoi, gl’ insettivori, tutti irapaci ed altri non granivori; questa ipotesi sembra inammissibile. Si attribuisce pure questa diminuzione al rapi- do progresso che ha fatto |l' agricoltura, distrug- gendo tanti boschi e macchieti che formavano si- curo asilo a molti uccelli ed opportuni (ripari per la nidificazione; ma in contrario sappiamo che an- che in certe contrade dove il progresso agricolo non vi ha posto piede si è avvertita la diminuzione, e sappiamo pure che gli uccelli marini ed aquatici sono diminuiti; alati che la maggior parte non so- no mangiabili, come sarebbero i primi, in quanto ai secondi abitano località senza alberi, perciò pri- mi e secondi nulla han da fare coi boschi; sem- bra che anche questa ipotesi viene esclusa. Resterebbe in ultimo la dissenteria epîdemica, la difterite o qualche altra ornitopatia sconosciuta, come sole cagioni di questa diminuzione; quelle malattie attaccano tutti i volatili, selvatici e do- mestici, sembra quindi che a nessun’ altra può at- tribuirsi tranne che a queste la diminuzione in pa- rola e non alla caccia come generalmente si cre- de, mentre la cacciagione non rappresenta l' intie- ra classe degli uccelli e la diminuzione si è avver- tita in tutti gli alati. Ammettendo queste malattie come cause prin- cipali, non per questo niego che la caccia non vi contribuisca ancora, è quindi necessario far rispet- tare le leggi proibitive che attualmente esistono; e proibire quelle caccie che spesse volte prendono l’ aspetto di massacri, come quello delle quaglie fatto in Egitto ed Algeria nel 1885. Castelbuono (Sicilia) marzo 1886. M. Morici Mina’ —___ _ "T_ "_—"*_—_ *_—_ "_—°"_——_—_y"_——"_—r"_—°Py*—_——_—"*—8°’°" rr T—*° dnsegnamenti pratici Innesto della vite. — Da una dotta conferenza del prof. Cavazza togliamo il seguente riassunto. 1. L° innesto ha svariate applicazioni utilissime nelle nostre condizioni viticole; la necessità di for- nire alle nostre viti radici resistenti, lo impone. 2. Le viti nostrane si innestano senza difficoltà sulle viti (le vere viti) del nuovo mondo. 3. Nell’innesto si deve cercare di mettere a perfetto contatto la zona rigeneratrice del soggetto e della marza. Il midollo, la parte legnosa, gli strati esterni della corteccia hanno un’ azione passiva o tutt'al più protettrice, nella riuscita dell’innesto. 4. Qualunque differenza di sapore, di colore, di resistenza possa esistere fra la parte innestata e la innestante, nessuna alterazione può avvenire a quelle proprietà, per effetto dell’ innesto. 5. Le modificazioni che possono aversi in virtù dell’innesto sono vantagginse alla pratica, come: la fruttificazione più abbondante e precoce, la ma- turazione più completa e la maggior resistenza al freddo. 6. Le forme d’ innesto che bastano alla gran maggioranza dei casi nella pratica tanto antica quanto moderna, sono due: quello a spacco e quello inglese, il primo indicato specialmente per inne- nestare ceppaie adulte o vecchie, il secondo per viti giovani, barbatelle o talee. 7. Sebbene ad un lavoro in grande, possano utilmente sovvenire gli apparecchi meccanici al- l’uopo inventati, pure bastano gli strumenti più semplici, come il coltellino Kunde, alla esecuzione dell’ innesto. 8. I soggetti devono scegliersi fra i più resi- stenti e adatti al suolo; siano belli ed abbiano un diametro di almeno 6 millimetri nella parte che deve ricevere ii taglio. 9. Quando provengono da seme devono essere ben scelti, e meglio sarebbe, i migliori prodotti della semina, moltiplicarli prima per talea e in- nestare !e barbatelle ottenute. Così verrebbero eliminati gli individui poco uniformi o poco vi- gorosi che mandano a male la riuscita. 10. Le barbatelle di due o tre anni danno in generale i migliori risultati, sia che s'innestino in vivaio, ovvero a dimora, ovvero in casa, pro- venienti dal vivaio e prima di passare adimora. 11. Nelle regioni temperate, piuttosto nmide, sì possono innestare con vantaggio le talee sem- plici o ì maglioli da mettersi poi in vivaio, ove gl’innesti si possono meglio accudire. 12. I nesti o marze si devono prendere da quei tralci sani, fertili, non attaccati da malattie, né colpiti dalla grandine, che non sono troppo vigorosi e che non hanno perciò i meritalli di soverchia lunghezza e il midollo molto sviluppato. Saranno di ugual diametro del soggetto quando si tratta di viti giovani o di talee, massime adot- tando l’ innesto inglese. 13. I nesti si conservano molto tempo stra- tificati fra sabbia in luogo fresco, piuttosto asciut- to che umido, ovvero sepolti in terra. 14. L'epoca migliore per innestare è indicata dal germogliamento della vite; meglio dopo che prima. Il soggetto deve essere già in vegetazione, ma il nesto deve essere ancora inerte. 15. Conviene legare bene la parte innestata ed anche coprirla di mastice o almeno di argilla. Lo spago, le scorze di gelso, di canapa, di tiglio, meglio ancora Ja rafia, servono alla legatura. 16. Gl’innesti fatti d'inverno in casa, si devono ‘ stratificare fra terra o sabbia in luogo fresco; me- glio però é farli nelle giornate tranquille fra la metà di marzo a quella di maggio, in vivaio o nella vigna. 17. La profondità dell’ innesto, sia che si pian- tino talee o barbatelle innestate in casa, sia che si eseguisca sul posto, deve essere minima, però con apposita rincalzatura si proteggerà la parte innestata, coprendo quasi tutta la marza. 18. Qnalora |’ andamento della stagione lo ri- chiedesse, converrebbe innaffiare gl’ innesti per assicurarne la presa. 19. Nelle terre soffici, ricche, profonde, gl’ in- nesti attecchiscono meglio. 20. Le altre cure da aversi agli innesti sono: sarchiature e rimondature dalle maie erbe; taglio delle radici emesse dalla marza e dei getti pro- dotti dal porvinesto; protezione dei getti buoni contro i venti e specialmente contro la peronospora e qualunque altro attacco. D. CAVAZZA. Per regolare la fioritura dei rosai. — Ecco il risultato di alcune assal importanti osserva- zioni fatte da un fioricoltore, e che desumiamo dal Vicks ill. Monthly Mag. 1. Se nella primavera alcuni cespugli di rose sono potati, mentre alcuni altri sono lasciati nel [RR loro stato naturale senza soppressione di alcun ramo, questi ultimi entreranno in fioritura circa 15 giorni prima degli altri, i loro fiori saranno più numerosi e nello stesso tempo meno belli. 2. Se alcuni cespugli di rose sono completa- mente potati, e sopra alcuni altri sono lasciati intatti alcuni rami, questi avranno la medesima precocità nella fioritura. 3. Se due cespi di rose sono potati nello stesso modo, ma uno al fine di settembre e l'altro in febbraio, quello potato in autunno fiorirà per il primo. 4. Se verso la metà di settembre i rami di un cespuglio di rose sono chinati giù orizzontalmen- te, e quelli di un altro che viva nelle medesime condizioni sono lasciati nella loro posizione natu- rale, e nella primavera seguente sono potati allo stesso modo, la pianta i cui rami vennero incli- nati fiorirà per la prima. 5. Il potare le rose mentre la vegetazione è ancora dormiente, cioè in febbraio, fara si che si otterrà la loro fioritura prima che non le piante potate più tardi. 6. Lo spuntare i giovani getti ritarda assai la fioritura. Perciò la spuntatura dovrebbe essere fatta prima che appariscano ì bottoni dei fiori, o quando i giovani getti hanno soltanto tre o quattro foglie. Modo di purgare le biancherie dalle macchie di ciliege. Si lavi immediatamente con acqua tie- pida e sapone, quindi si bagni la macchia nel latte in modo che questo vi aderisca perfetta- mente. Si lasci riposare una notte; il giorno se- guente non si vedrà più alcuna traccia della macchia. Conservazione degli asparagi. — Il Sig. Pfeifer insegna il seguente sistema per conservare gli asparagi durante la-stagione improduttiva, dichia- rando che con questo metodo egli ne ha conservati benissimo per un’ intiero anno. Si colloca l'estremità del gambo, che dovrà es- sere fresco e tagliato orizzontalmente, contro una lastra metallica (Una paletta o qualunque altro oggetto) riscaldata fortemente fino a chè l'estremità del gambo stesso nor siasi carbonizzata. Poi si avvolge accuratamente ciascuna testa di asparagio con un poca di carta dì seta e si sistemano in una cassa su di uno strato di polvere di carbone ben secca in modo che non si tocchino l'uno con l’altro, si coprono con altra polvere e su questa se ne accomoda un'altro strato e così di seguito fino ad avere empita la cassa, terminando con la 1A 7 polvere di carbone. La cassa deve essere ben chiusa. Per togliere facilmente le viti arrugginite troviamo indicato di fare arroventare un pezzo di ferro e di applicarlo per 2 o 3 minuti sulla capocchia della vite arrugginita; appena la vite sarà riscaldata, la si potrà svitare co! cacciavite con la massima facilità. Distruzione degli insetti nelle serre. — Ci viene indicato dall'Inghilterra come mezzo spedi- tivo e sicuro il seguente per distruggere gl’insetti che destavano le piante nelle serre. — Si prende del buon tabacco in foglie, e si prepara come l’esca con nitro sciolto nell’acqua nella proporzione d’una cucchiata per mezzo litro. Bisogna che la soluzione sia ben calda. Quand’essa è completa vi si immer- gono le foglie del tabacco e poi si fanno asciugare. Si otterrà così un tabacco esca che brucerà cer- tamente senza aiuto di soffietti d’ alcuna specie, purchè si agisca nel modo che descriviamo quì sotto. — Si prenda un vecchio vaso da fiori bucato in fondo, vi si metta intorno una striscia rotonda di zinco bucherellata e che serva di grata; vi si in- troduca il tabacco e si accenda con tre o quattro zolfanelli. Si chiudano allora le porte e le finestre della serra e si lasci luogo alla evaporazione. Il giorno dopo le piante della serra saranno comple- tamente libere dagli insetti. Processo per levare le macchie di nitrato d’argento sulle mani, di LIESEGANZ. Oltre i metodi già noti, non sempre rispon- denti al bisogno e talvolta pericolosi, del joduro di potassio del cianuro di potassio, del sublimato corrosivo ecc. si aggiunge il seguente proposto dal LIESEGANZ; consiste in una soluzione acquosa di jodio nel joduro di potassio resa alcalina con ammoniaca, ed in un’altra di cloruro rameico. Eccone le proporzioni Àcqua stillata 100 Joduro di potassio 10 Jodio l Ammoniaca 1 Si toccano le macchie di nitrato d’argento con questa soluzione, poscia sì lavano nella soluzione cloridrica di rame, nel preparare la quale è da curare che il rame vi sia sempre in eccesso. , Contro gli insetti e le crittogame. — I mezzi più indicati per combattere i pidocchi delle piante sono l’acqua petroliata e l' infusione di tabacco; — contro le crittogame vale il polisolfuro Frison e l’acqua fenicata; — l'acqua di calce poi è rimedio specifico contro la peronospora della vite — Essendo massima la convenienza che ognuno si 58 prepari da sé le soluzioni di cui abbisogna, ne diamo le opportune indicazioni. L'acqua petroleata si prepara sciogliendo 8-10 grammi di sapone per ogni litro d’acqua, aggiun- gendo poi da 18-20 grammi di petrolio, pure per litro, e sbattendo fino a che il petrolio non si separi più dall'acqua se non a mezzo di un riposo lunghissimo. L’infuso di tabacco si prepara facendo bollire per mezz'ora circa un par d'ettogrammi di residui di tabacco in un litro d’acqua; si lascia raffreddare, sì decanta e la soluzione si diluisce aggiungen- dovi quattro litri di acqua comune. Il polisolfuro di calcio, noto anche sotto il nome di liquido Grison, tanto indicato per combattere i parassiti di natura fungosa delle piante, com- preso lo stesso ozdîum o crittogama della vite, si prepara facendo bollire, in un recipiente di terra o di ferraccio; un chilogrammo di calce unitamente a due chilogrammi di zolfo ed a cinque litri di acqua. — Si prolunga l’ebollizione per un’ ora almeno; si Jascia depositare, si decanta e si pone il liquido raffred dato che sia, in bottiglie che si tappano con cura. — Il liquido Grison sì con- serva così indefinitamente. — Al momento di usarlo lo si diluisce aggiungendo acqua in pro- porzione da 8-10 volte il suo volume. L'acqua fe- nicata è il rimedio preconizzato efficace dàl pro- fessore Foex contro la peronospora delle viti: la sua preparazione é molto semplice; — ad ogni litro di acqua si aggiungano 15-20 grammi di glicerina, o vi si sciolgano da 10-12 grammi di sa- pone, indi si aggiungono 10 grammi di acido fe- ! nico e si sbatte fortemente. Dell’ acqua di calce ne abbiamo già parlato. NIAANI_ÉNNT_©© o ì NOTE BIBLIOGRAFICHE RECENTI PUBBLICAZIONI DONI-CAMBI L’ Amministrazione del Bollettino s’ incarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle altre, quando sia possibile, se ne permette gratuitamente la lettura. Per mancanza di spazio rimandiamo al prossimo fascicolo le consuete note bibliografiche. INVENZIONI E SCOPERTE Filtri di amianto. — Sono già tante le appli- cazioni dell’ amianto, ed é notevole questa di ridurlo in carta tale da putere essere usata come i filtri ordinari, con il vantaggio che il silicato di magnesia resistendo all’azione degli acidi e degli alcani, questi filtri si possono adoprare per quasi tutti i liquidi dei lavoratori di chimica. Bambù oleifero. — Les corps industriels dice essere stata scoperta nel Congo una nuova specie di bambù che dà un olio eccellente: non solo per ungere le macchine, fabbricare saponi ecc. ma può essere pure usato per l’ alimentazione. Primula olga. — È una nuova pianta scoperta dal Dott. Rogec nel Turkestan ad un'altezza che varia dai 25 ai 32 mila metri sul livello del mare. I suoi fiori sono rosso porpora e del diametro di 15 millim. Nuova pianta saponaria. — Il Prof. G. Lico- poli di Napoli ha trovata nell’ Euterolobium tim- bouva Mart. una sostanza che, come la saponina fa spumeggiare l’ acqua, toglie il grasso, ed ec- cita lo starnuto. Tutte le parti di questa pianta; meno il corpo legnoso, ne contengono; ma quelli che più ne somministrano sono la corteggia ed il frutto. Clorimetro del Prof. Giannetti. — iQuesto clorimetro, che l’egregio prof. Giannetti a ragione chiama economico, mentre non lo cede agli altri molto costosi per la sua sensibilità e facilità di maneggio, presenta sopra a tutti il vantaggio di potersi costruire nel gabinetto medesimo da un diligente preparatore. Chi desiderasse conoscere dettagliatamente l'ap.- parecchio ed il modo di costruirlo può leggere la memoria originale pubblicata nella Gazzetta chi- mica italiana f. 16. 1886, pag. 65. Trasmissione della forza a distanza. — Il Marchese Luigî Fanti ha esposta all’ Acc. dei Nuovi Lincei una nuova maniera, da lui ideata, per risolvere l’ importante problema della tra- smissione a distanza dell'energia. Il sistema con- siste essenzialmente nel decomporre l’acqua con la energia elettrica delle dinamo, attivate da forze idrauliche, alla stazione mittente e trasmettere poi il gaz, mediante conduttura, alla stazione ricevente in appositi gazometri aspiranti. NOLIZIA RIO —TPDaoe_—- Ù Le elezioni politiche sono state causa del ritardo con il quale compare il presente fascicolo, non perché il Bollettino avesse qualcosa a fare con le medesime, ma perchè apportando esse uno straordinario lavoro al tipografo, egli ha fatto il comodo suo trascurando lastampatura del nostro: giornale. Vogliono g'i egregi abbonati perdonarle questo male?. Nuovo insetto che danneggia il Gelso. Nei mandamenti dì Canzo e di Erba si sono veduti i Gelsi ricoperti di miriadi d’ insetti emitteri. Il Com. Targioni Tozzetti che pei incarico del mi- nistero è andato nel luogo a studiare questo nuo- vo malanno, ha ritenuto trattarsi di una nuova specie del genere Draspis e l’ha denominata Dia- spîs pentagona. Pare che non debba essere tanto difficile il liberarsi da questo nuovo parassita. I mesi dell’ anno e le pietre preziose. In Ger- mania vi è l’ uso di portare anelli con pietre dif- ferenti secondo il mese in.cui uno, é nato, o si è coniugato, Una convenzione antica indica le pie- tre preziose corrispondenti ai diversi mesi del- l’anno e cioè: gennaio Giacinto o. Granato, feb- braio Ametista, marzo Diaspro sanguigno, aprile Zaffiro, maggio Smeraldo, giugno Agata o Onice, luglio Corniola, agosto Sardonica, settembre Cri- solito, ottobre Berillo, novembre Topazio, dicem- bre Turchese. Il vino che si. produce in tutto il mondo si fà salire a 113 milioni di ettolitri, dei quali la Francia ne dà 35 milioni, l’Italia 27,5, la Spa- gna 22, l’Austria Ungheria 8,5, Portogallo 4, Ger- mania 3,7, Prussia 3,5, Asia 1,6, Svizzera 1,3, Gre- cia 1,3, Stati Uniti d' America 1, Turchia 1, al- tri paesi 2,6. La Fillossera prosegue anche in Italia a_ dif- fondersi, lentamente si, ma con inesorabile costan- za. Del territorio di Porto Maurizio ove sembra- va domata per opera delle pronte distruzioni e cure dei luoghi infetti, è ora nuovamente seop- piata nei comuni di Vallecrosia, S. Biagio, Sol- dano e Perinaldoy;ed avvi di più sospetto per di- verse altre località. Polvere: di tabacco per uso insetticida. La Direzione generale delle gabelle modificando una sua antecedente deliberazione ha ora stabilito che presso tutti i magazzini provinciali dì vendita delle. privative, sì possa fare acquisto «della. pol- vere di tabacco che è stata riconosciuta. molto utile come insetticida» 79 : Spedizioni esplorazioni missioni: Ormai tutti i nostri lettori conosceranno già il massacro toc- cato alla spedizione Porro, e che dolorosamente non pare vi sieno speranze che venga smentito; il disastro avvenne a due ore circa prima di Gil- dessa. È tornato a Napoli suo paese nativo l’illustre viaggiatore Cav. Massari, dopo un soggiorno, la- boriosissimo ed utilissimo, di due anni al Congo. Il 2 maggio è partito da Napoli per una nuova spedizione nell’ Affrica, il Franzo] coni Sigg. Ion- dani e Ferrandi. Si dirigono a Zeila. Concorsi. .11 ministero di agricoltura ha aperto un concorso con premi di 500, 250 e 100 lire, fra i modellatori e formatori di frutti artificiali rap- presentanti le migliori varietà coltivate. Le domande devono avanzarsi non più tardi del 31 luglio prossimo, e i campioni staranno es- posti presso il museo agrario di Roma dal 1 al 12 decembre prossimo. Il medesimo ministero ha stabiliti. pure due premi da conferirsi ai due migliori alunni. delle scuole superiori di agricoltura di Milano e di Por- tici, allo scopo che essi vadano a perfezionarsi in luoghi da destinarsi dal ministero stesso. A cia- scun posto sono assegnate L. 2400, Il secondo congresso nazionale di bacologia e sericultura che doveva aver luogo in Como, verrà in vece effettuato in Varese (prov: di Co- mo) contemporaneamente ad un concorso agri- colo regionale ed esposizione di prodotti indu- striali della provincia. Il congresso sarà tenuto nei, giorni 19, e 20 del prossimo settembre. Esposizioni: La R. Soc, orto-agricola del Pie- monte ha stabilito che dal 29 maggio al 6 giugno prossimo abbia luogo in Torino la 19 esposizione Orticola e fiera di fiori e frutta, ortaggi, alberi ed arbusti da piena terra, piante ornamentali da stufa, piante decorative, aiuole, mazzi, oggetti e macchine di piccola mode. «1a; Spagna, si, lavora alacremente per la espo- | sizione internazionale che si assicura debba aprirsi 13115 settembre 1887, in Barcellona. Indirizzi utili per gli Abbonati Costo dell’ inserzione L. 1, 00 per ogni avviso di non più che 4 versi, (Gli abbonamenti ai giornali sotto notati si ricevono anche presso l’agenzia di questo Bollettino). (Seguito ai già pubblicati ) HA 7 î di Ul - Stabilimento d’ orticuitura di fefeio Der Mattonaie 16 — E pubblicato il nuovo catalogo generale degli alberi ed arbusti fruttiferi ed ornamentali e delle piante da sfufa e da tepidario disponibile in questo rinomato stabilimento. ifi ti « Si cedono barbatelle e talee di 90 Vifi americane : varietà produttori diretti. Torino ‘Dott. Gius. Teresio Rizzett:i. Via Andrea Doria 1. Galline della razza Maggi. Giunsono at peso maschi costano L. 15, le femmine L. ro, le uova L. 0,40 l° as c ( L. ro, le . 040 l’una. Dirigersi al Cav. Ubaldino Maggi, Via Pinti 51 Firenze. Il Bacologo italiano. Giornale tecnico commercia= ; na le di bachicoltura ed indu- strie affini, diretto dal Prof O. Sini Si pubblica in Casale Monferrato tutte le domeniche e costa L. $ all’ anno. 80 eee e—___———_____— —____eeeeee w (| -« «(«—«@|\=\e}="SF-..-.r....--?—— 2 --re_—_ Rammentiamo agli associati che 1’ abbonamento si paga anticipato, e più special- mente preghiamo a porsi in regola con l’ amministrazione, coloro che non hanno ancora pa- gato l’ abbonamento della scorsa annata o di qualcuna delle antecedenti. Tutti coloro che desiderano esonerarsi dal pagare V abbonamento in corso non hanno che a procurarci 3 nuovi abbonati, e qualora avessero già soddisfatta la quota di abbonamen- to, potranno scegliere per il valore di L. 3 in oggetti posti in vendita nelle pagine del Bol- lettino, o rilasciare il premio per saldo abbonamento dell’ anno futuro. Ogni due nuovi abbonati danno diritto ad un terzo nuovo abbonamento gratis. A chi ci favorità un nuovo abbonato daremo in dono un elegante oleografia sacra o pro- fana, grande da porsi in quadro. RICEVUTE RECUS Hanno pagato l’ abbonamento: Ont paye leur abonnement: Per il 1SS5 i Sigg. (7.2 Nota) Pour l année 1885. M. M. (17.8 Liste) Meloni S. Cagliari — Castriota A. Galatina — La Notte Prof. F. Napoli — Donà Prof. Potenza — Cagnacci Cav. Ing. I. Roma — Bartalini Avv. R. Siena -- Andreucci A. Siena — Livini Perito R. Siena — Marconi P. Siena — Paolini P. Siena — Senesi Avv. R. Siena — Ciabattini F. Siena — Toscani Prof. C. Siena — Ugurgieri-Malavolti Conte S. Siena — Vignale G. Siena — Cinughi Dott. P. Siena — Sadun Ing. A. Siena — Mattii Prof. B. Siena — Bindi-Sergardi G. Siena — Sciarelli-Arditi C. Siena — Morandi O. Siena — Torti O. Siena Frilli Ing. G, Siena — Pucci-Sansedoni March. A. Siena — Formichi Cav. Prof. P. Siena — Graziosi E. Siena — Chigi Deputato March. B. Siena — Direzione Scuola Normale Siena — Comm. Prefetto Siena — R. Provveditore agli studi Siena — Bozzi Capitano E. Siena — Baroni P. Città S. Angelo — Trois Prof F. Venezia — Garbini Cav. Prof. A. Verano — Liceo canto- nale Lugano — Siepi P. Marseille — Siebenek M. Mannheim — Ferrero G. Tunisi — Sbrana Cav. Dott. R. Tunisi — Brogi F. Siena Per il 1886 i Sigg. (3.2 Nota) | Pour Pannée 1886 M. mM. (3. Liste) Giuducci Dott. A. Arezzo — Frittelli G. Filline — Bertelli M. Pavia — Rocchigiani L. Aquila — Umana Avv. G. Cagliari — Landini G. Lamporecchio — Peruzzi Comm. C. Firenze — Becchelli Cav. Avv. N. Firenze — Del Veccia Cerreto Guidi -— F. F. Vanni Grosseto — Castriota A. Galatina — Vergine S. Tuglie — Santini Prof. E. Lucca — Simonelli L. Macerata — Melardi O. Messina — Lancellotti F. Modena — Bentivoglio Conte T. Modena — Berzi M. Mi- lano — Guarnieri G. Padova — Modena G. Palermo — Busatti Dott. L. Pisa — Incontri P. Volterra — Costa Prof. C. Parma — Canale C. Dott. F. Reggio Calabria — Candotti P. Sas- sari — Clementini Piccolomini Conte G. Siena — Colomberi Cav. Prof. M. Siena — Cinughi C. Siena -— Capietti Prof. G. Torino — Baroni P. Città S. Angelo — Venturini Prof. L. Udine — Canale B. Villaverla — Ninni Conte A. Venezia — Trois Prof, F. Venezia — Miani I. Venezia — De Betta Comm. E. Verona — Garbini Cav. Prof. A. Verona — Bassi A. Siena — Taja F. Conversano — Liceo cantonale Lugano — Siepi P. Marseille — Siebeneck M. Mannheim Baroldi Dott. L. Campi di Riva — Manchè Dott. L. Valletta — Bogo G. B. Tunisi — Ghez V. Tunisi — Cesana E. Tunisi — Valensi I. Tunisi — Scemema S. Tunisi — Sbrana Cav. Dott. R. Tunisi — Spigai Prof. R. Tripoli — Lucchesi N. Lucca, I nomi di coloro che hanno avuta la ricevuta particolar- Le noms de ces M. M. qui ont eu un recu, ne figurent mente, non figurano in queste note. pas sur cette note. Con le suesposte note sono terminati di pubblicare i nomi dei signori che alla fine dello scorso aprile ci avevano favorita la quota del loro abbonamento; preghiamo perciò coloro che avessero pagato entro detta epoca, ed il éui nome non fosse, stato ancora pubblicato, e che non avessero avuta una ricevuta particolare, ad essere compiacenti di darcene avviso per fare i necessari reclami e riscuntri. Zolfo acido per preservare le viti dalla Peronospora. Chi desiderasse spe- rimentare l’ utilità di questo zolfo può richiederlo all'Agenzia di questo Bollettino. Per i dettagli leggasi la pagina 48 fasc. 3 di questo bollettino S. BRo6I Direttore responsabile RR SRITERE PS Ap o areata da la Siena, giugno-luglio 1886. UV.N6*T CENSANTINIZN ANI ANANAS A NM NAINA NA SSNA NAHENM NASANSNANSNANMANANSNSNNAINSINININSNS BOLLETTINO DEL NATURALIST COLLETTORE, ALLEVATORE, COLTIVATORE PERIODICO MENSILE Abbonamento per tutti i paesi dell’ Unione postale, L. 3 all'anno. 1 RACCRIEROA NI NINA NIMAIA E LEAAÀ SASA NANA NAMSGS NAS NS NAS NSINSNMNHNL ANAGNI SOMMARIO. — Richieste, offerte e domande di cambi. — Comunicazioni: Applicazione del latte di calce sulle foglie delle viti. Il Carbonato di soda contro la peronospora della vite. Le api dannose? Interessanti osservazioni ornitologiche. L’ acido carbonico contenuto nell'aria. Flacons de chasse au cyanure, De l' emploi de l'acide sulfureux comme préeservatif de collections. Sur la fixa- tion des animaux inferieurs. Bacteries dans l’ eau, Mctéorites. Nouvelles rectifications de nomencla- ture. Altre rettificazioni di nomenclatura. — Per combattere la Peronospora della vite. — Le Rane in Italia. — Magnestismo, Ipnotismo, Donatismo. — I Microbii. — Colombicoltura. — Conservation r des champignons en herbier. — La Peronospora della vite. — Sopra alcuni caratteri esterni della peronospora viticola. — Di due nuove specie di uccelli da aggiungersi 2! Avifauna italica. — Spi- golature apistiche. — I fiori all’ estero, — Analisi celere delle acque potabili. — Predizioni el tem- po. — Insegnamenti pratici: Qnando si devono strigliare i cavalli. Modo abbreviativo di avere barba- telle di viti. Volete vitelli o vitelle?. Per liberarsi dalle formiche. Per distruggere la selondria. Con- tro le tignole dell’ uva. Il latte di calce negli occhi. Per liberarsi dagli incomodi e dai pericoli che arrecano le mosche. Il caffè come antisettico. Per distruggere il Grillo talpa. — Note Bibliografiche: Avifauna italica. Bollettino dei Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di T'o- rino. Mammiferi marini che si rinvennero fossili nelle calabrie. Alcune osservazioni geologiche su Squillace. Notizie ed osservazioni ornitologiche. I fossili quaternari del suolo di Roma. Studi su alcu- ne conchiglie del mediterraneo. Iconografia della fauna dell’ orizzonte alpiniano. Il disegno nelle arti e nelle industrie. Annuario dell’ istituto cartografico italiano. Giornali. — Invenzioni e scoperte: Afide che produce la cera. Colorimetro Giannetti. Incisore anulare per il tralcio delle viti. Pozzo artesiano di acqua calda. Cinque nuovi piccoli pianeti. Autometro universale. Nuovi strumenti termici registra- tori. Telefonia intercontinentale. Macchina per sgusciare i piselli. Macchina compositrice. I nuovi stru- menti alla esposizione di elettricità a Pietroburgo. Albero elettrico. Nuovo perfezionamento nel Te- lefono. — Notiziario: Agli abbonati. La profondità dei nostri mari. Società protettrice degli animali a Parigi. Sale pastorizio. Acquisto di cavalli stalloni. Depositi franchi di vini italiani. Pallone gigan- tesco. Filiossera. La grandine nelle diverse regioni d' Italia. Nuova specie di patata. Congressi. Con- corsi, Esposizioni. — Avvisi diversi. VINININANINSNANINSSASANADTL ANA RICHIESTE, OFFERTE E DOMANDE DI CANIEE fra gli abbonati Quando non v'è speciale indirizzo rivolgersi all’ ammini- strazione del Bollettino. Pagamenti anticipati. nn an IAT n DEMANDES, OFFRES ET DEMANEBES DECHANGES entre les abonnés Quand il n y a pas d’ adresser spéciale s’ adresser à l’ admi- nistration du Bulletin. Payements à l’avance. 55. Si fa ricerca di due buoni prezaratori tas- sidermiciî, uno dei quali che sia disposto a stabi- lirsi all’estero. Inviare le domande, con quanto si crederà opportuno per provare la propria ebi- lità e buona condotta, al Sig. Sigismondo Brogi naturalista preparatore in Siena. 56. Si desidera fare acquisto di alcuni rapeci notturni preparati in pelle, delle diverse località italiane. Rivolgersi con cartolina doppia o franco- bollo per la risposta all’ Agenzia del Bollettino. . 57. Sî cangerebbero fossile giurassici e cretacei, ben determinati e di località conosciute, contro la- vori originali geologici o paleontologici. Dirigersi al Dott. Federico Sacco, Palazzo Carignano, Torino. 68. Bramereîi avere: Un pajo di Colombi Gazzi magnani; uno Gazzi schietti color nero velluto con verghe bianche; ed un altro Go-zuti grandi, esem- plari scelti e giovani; darei in cambio bei colom- bi Gazzi modenesi di un bel grigio a verghe chiare. Dott. A. INGEGNATTI Prof. nel R. Liceo di Mondovì 59, Za Société heleetique pour l échange des plantes, fondée à Neuchàtel (Suisse) en 1870, four- nit à ses membres les moyens d’augmenter ra- siti e i 82 pidement leurs coilections à peu de frais (5 fr. par an) et n’ exige d’ eux qu' une contribution an- nuelle en plantes de 5 espèces au minimum, pre- partes en autant de parts qu’ elle compte de so- cietaires. Elle accepte des correspondants de tous les pays de l'Europe. Prière de s° adresser sans retard pour demandes d’ adhesicn et renseigne- ment au president de la Société M. Fritz Tripet prof. de botanique à l’ Academie de Neuchàtes (Suisse). 60. Si desidererebbe cambiare i seguenti libri: 1.° Somiglianza protettiva degli animali di P. De Vescovi — 2.° Gli insetti utili di F. Franceschini — 3.° Faune élementaire des coléoptéres de Fran- ce, par L. Fairmaire — 4.° Résumés d’ Hjsioîre naturelle par M. N. Meissas (Zoologie); Contro altri libri ed oggetti di scienze naturali. Inviare oblata al Dott. Egidio Sardi în Voghera. 61. .Sî vendono in eleganti astucci 24 bellissime imitazioni di differenti pietre preziosa per L 30. 15 stupende'imitazioni dei più celebri diamanti del mondo per L. 60 con descrizione dettagliata Il tutto franco di porto nel regno per L. 85. 62. M. G. Combes, professeur & l’ecole S. Louis, Limoux, Ande (France) offre des fossiles du ter- rain Nummulitique, quelques uns du Turonier, et des coquilies vivantes de la region, en échange d' otjets quelconques d’ historie naturelle. s. Il Sig. G. Fodenzana preparatore natura- lista alla Spezia, cede in cambio dij altri og- getti di storia naturale, i seguenti prodotti scienti- fici: Uccelli, Pesci, Crostacei, Rettili, Anfibi, Con- chiglie, e Fossili del Lias sup. e dell'iufralias tutto di Spezia. 6. Achille Tellini (Via Mazzini 44 Torino) de- sidera cambiare fossili intieri, sezioni e prepara- zioni microscopiche dei generi Nummolites, As- » silina, Orpeculina, Orbitoides, Alveolina, con altri Foramiìferi terziari determinati o no. 63. S7 cercano Cicindelle e Carabi Italiani da cambiarsi con Uccelli monta*i, Conchiglie marine, Fossili o Minerali = Dirigersi in Milano a Senna Angelo, Via Fiori oscuri ll - 66. Sono disponibili due belle collezioni di Mineralogia generale: Una di formato medio da scuole secondarie: circa 400 esemplari scelti, fre- schi, istruttivi, al prezzo di L. 500. L’ altra di formato piccolo da amatori, scelt:ssima, elegante, con scatoline lucide, circa 600 esemplari L. 500. 67. Venti bellissime forme in cristallo di Boe- mia molto adatte per |’ insegnamento della cristal- lografia mineralogica e conservate in apposito astuccio si danno in cambio di minerali. 6S. Si cangerebbe una collezione mineralogica di oltre 150 pezzi, tutti determinati, con opere classiche e memorie originali di Geologia e Pa- leontologia. Dirigere le offerte al Dott. Federico Sacco, palazzo Carignano, Torino. 69. Si desidera vendere un pappagallo dome- stico Psetacus foestivus il quale ha imparato a dire diverse parole 10. Si fa ricerca di pipistrelli vivi, o freschi appena morti, o anche conservati in Alcool. Chi potesse fornirne, anche fra del tempo, può rivolgersi al gabinetto di storia naturale di S. Brogi. Siena. 71. Presso il Giardino di Acclimitazione di Ip- polito Desmeure in Firenze, trovansi vendibili per tutta la stagione delle cove, le uova che appresso: Di Galline di Cocincina fulva, bianca e perdrix; di gallina Brama-pootra; di Padovana nera col ciuffo bianco, dorata, argentata, bianca, blù e di polverara; Crevecceur nera; di Houdan ;. More del Giappone; Seta; Seta di Birmania; Bautam dorata, argentata, nera; Tutte le uova costano cent. 50 l’ uno. Uova di fagiani argentati L. 1 l uno, dorati L. 3, Landy Ambherst L. 5, Venerati. L. 5. L’imballaggio costa cent. 50 per ogni dozzina o frazione di dozzina di uova. Tutte le galline sono collocate in numero non superiore a tre per ogni gallo e nulla viene tra- scurato onde le uova siano fecondate, bensì non si garantisce la loro nascita. Per pacco postale si aggiunga cent. 50 per ogni dozzina d’ uova. 72. Il Sig. Cav. Ubaldo Maggi Via Pinti 51 Firenze offre uova e polli della razza Maggi, dal medesimo ottenuta, e premiata con Medaglie d’oro a diverse esposizioni. Giurgono al peso di chilog. 4 1[2 e 5. I maschi costano L. 15,00 — Le fem- mine L. 10 — Le uova L. 0,40 luna — Porto ed imballaggio a carico del compratore. 73. M. Leon Charpy, conservateur du Musee d’Annecy (Haute Savoie France) offre en echange: Des Roches eruptives des Vosges et des Alpes francaises — Des Mineraux — Des fossiles Cretaces, Jurassiques et Liasiques — Des coquiles terrestres et fluviatiles de France — Des objets lacustres et prehistoriques. 74. Si acquistano crani di mammiferi di tutte le specie. 75. Si desidera avere dei Toporagni (Sorex) delle diverse regioni d’ Italia. 76. Colombaia razionale piacentina. Si offrono agli amatori, Colombi sceltissimi, razze Gozzuti grandi e piccoli, Bagadesi Francesi, Modenesi schiet- ti e Colombi da carne. Prezzi mitissimi. Per la compra rivolgersi, con cartolina doppia o fran- cobollo per la risposta, all’ Agenzia del Bollettino. ———_—__— Comunicazioni - Proposte - Domande Risposte In questa rubrica gli abbonati hanno diritto aduna #nser- gione gratuita di 3 linee per ogni numero, per scambiarsi schiarimenti, informazioni, consigli e questioni da risolvere. La direzione, quando le sia possibile e lo creda opportuno, accorderà l’ inserzione gratuita per pubblicazioni anche molto più lunghe. 83 Communications-Propositions-Demandes Reponses Sous cette rubrique, les abonnés ont droit 4 une însertion gratis de 3 lignes par numéro, pour, l’ échange d’ explica- tions, d’ informations, de conseils et de questions d resoudre. La direction pour ce qui Jui sera possible, et quand elle le jugera opportun, accordera encore l’ insertion gratuite pour des pubblications bien plus étendues. ANANAS NANANMRA NA NANALE Applicazione del Intte di calce sulle foglie delle viti. D. Siamo al momento di dover dare il latte di calce alle viti ed ancora non si è ben chiarito se si debba ricoprire con esso la pagina superiore o quella inferiore del pampano. Mi sa- rebbe molto gradita una dilucidazione in proposito, poichè temo aver già la Peronospora nelle mie vigne. Firenze Case: R. Conoseendo il modo con cui la Perono- spora procede nel suo sviluppo, cioè attaccando da prima la parte liscia o superiore del pampano, spiegando poi la sua malefica azione nell’ interno della foglia per quindi ricomparire nella pagina inferiore della medesima, e siccome pare che la calce abbia solamente l' azione meccanica d’ im- pedire cioè che i conidi di Peronospora vaganti per l’aria vengano a contatto con il pampano, è chiaro che sopra a tutto debba essere ben rico- perta di uno strato sottile di calce la pagina supe- riore del pampano stesso, che se invece si asper- gesse la sola pagina inferiore si impedirebbe forse la diffusione delle spore che appajono in questa parte, ma il danno al pampano sarebbe già completa- m: \\e avvenuto. Del resto anche volendo ci senì- bra difficile potere specializzare l’ aspersione alla sola pagina superiore o alla sola inferiore per cui il nostro consiglio è di dagnare bene tutte le parti della pianta senza distinzione, ma quando una distinzione dovesse farsi questa sia sempre în favore della pagina superiore del pampano. L’ egregio nostro abbonato dubita che la Pero- nospora sia già apparsa sulle sue viti e con dis- piacere dobbiamo dirle che potrebbe essere benis- simo, poichè in quest’ anno attesi i forti caldi ve- nuti nel maggio e le successive pioggie, la Pero- nospora si è sviluppata straordinariamente presto e già qui in Toscana ha cominciata in parecchi luoghi la sua opera tanto dannosa. Sarebbe stato molto bene avere applicato qualche preservativo subito quando il caido si fece sentire assai forte, poichè i più indicati hanno un’ azione preventiva ma non curativa per cui chi dia il rimedio quando il male si è già sviluppato, impedirà in gran parte una maggior diffusione del parassita ma non ri- medierà ai danni già da esso arrecati. Però non sarebbe stata prudenza dare il latte di calce pri- ma o durante la fioritura dell’ uva perchè ne sa- rebbe stata danneggiata; per noi il migliore pre- servativo da darsi subito sono i fiori di zolfo acidi. Il Carbonato di Soda contro la Peronospora della vite. Il carbonato di soda del commercio nella proporzione dell’ uno per cento, cicè 1 chilog. di carbonato di soda sciolto in un ettolitro di ac- qua, asperso sulle foglie della vite, o col mezzo di un grosso pennello o di adatto polverizzatore, in modo che tanto la pagina inferiore come la su- periore di quelle ne resti umettata, preserva le foglie stesse dalla peronospora. Il Carbonato di soda sciolto come di sopra fu detto, ha il vantag- gio sul latte di calce di permettere le asper- s'oni anche nel mese di maggio, cioè quando i tralci sono ancora teneri senza che questi abbiano a soffrirne danno. Le aspersioni cominciate verso la metà di maggio, si debbono ripetere ogni quin- dici giorni. Fino dall’ anno scorso ìl sottoseritto eseguì l’ esperienza su un suo podere e si ebbero ottimi resultati. Castelnuovo Scrivia BIDONE CARLO Chimico farmacista D. Le api dannose? E vero che le api possono recare danno ai fiori in genere? Nel caso affer- mativo si possono fare allontanare gli alveari che da altri proprietari venissero posti presso i no- stri giardini od orti. Milano USOVE R. Ci spiace che questa domanda ci verga da Milano, ove da circa 20 anni ha sede la prospera associazione centrale d' incoraggiamento per l'a- picoîtura in Italia che ha tenute conferenze, espo- sizioni, congressi ecc. e che pubblica un’ apposito periodico 7” Apicoltore per far conoscere ed ap- prezzare l’ utilità delle api e del loro razionale allevamento. Ci scusi il nostro egregio abbonato ma certi dubbi non sono ormai più permessi, per- chè la scienza ha già luminosamen*e provato che molti insetti comprese le api sono utilissimi alla riproduzione delle p'ante in genere, poiclè tra- L'oe — E n. ti -. «e Id _ DI ST Po 84 sportando il pollime da un fiore all’ altro facili- tano la fecondazione del fiore stesso e così la ri- produzione della pianta. Il Dott. A. Dodel Part giunge a dire « se si togliessero ad un tratto dal mondo tutri gli insetti, api, pecchioni, vespe, far- falle, si vedrebbe che in poche diecine di anni tutto il mondo delle piante presenterebbe un tri- ste caos di virgulti senza fiori, che gareggierebbe in noia e monotonia con una campagna ove fos- sero coltivate solamente ortiche e canape, e avreb- be l'aspetto di un prato artificiale o di un canneto » Qui vi è forse un poca d’ esagerazione ma è fuor di dubbio che le api sono utilissime alla buona propagazione dei fiori, mentre non manziano ne in alcun modo incidono ne fiori ne frutti, chè non sono atti al loro nutrimento. Interessanti osservazioni ornitologiche : Nello scorso inverno fu catturato nei dintorni di Por= retta un Turdus varius Pall. La pelle non molto bene conservata mi fù donata dal Sig. Demetrio ‘Lorenzini. Bologna A. FIORI Il 23 maggio furono veduti una quarantina di Pastor roseus in un prato presso Manswòorth (Austria inferiore) in compagnia di alcuni storni comuni. Dopo breve riposo questi rari ospiti spa- rirono. Il Prof. Blasius in una seduta della soc. di sc. nat. di Braunschiveig fece menzione di un Lanzus algeriensis stato preso nell’Alsazia; questo sarebbe il primo individuo osservato in Europa (Soc. ornit. Vienna N.° 14 1886). Vienna SR. Mentre un contadino falciava un prato non moito lungi da questa Città, vide due uccellini bianchi fuggire presso la falce, quali prese facil- mente per non essere ancora atti al volo, ed il 22 Maggio scorso li portò ad un mio conoscente che me li mostrò per sapere che uccelli fossero. Io tosto ravvisai in essi due pulcini di A/auda arbdo- rea, di cui uno che morì, ho già presso di me im- balsamato, e l’altro che vive tuttora ben coperto di piume lo imbalsamerò quando rcrirà. Ambe- due sono totalmente bianco-canario, senza alcuna penna scura, sicchè al colore sembrano veri ca- rari, ed hanro l’iride carnicina come in tutti i casi di albinisno. Io poi ho fatto premure per sapere se nel posto ove furono prese le suddette Tottaville se ne vedessero delle altre poichè esse sogliuno deporre 4 o 5 uova; ed osservare anche se i genitori fossero parimente bianchi. Fabriano ZoNGHI LOTTI IL’ acido carbonico contenuto nell’aria. Esiste in tutti i tratiati di fisica, chimica meteorologia ecc. una asserzione inesatta, che cioè l'atmosfera contiene una certa quantità di Acido carbonico equivalente da 4 a 6 diecimillesimi del suo volume totale. Numerose esperienze fatte con gran preci- s'one dai Sigg. Reiset, Schulze, Aubin e Miintz, provano in maniera certa che la proporzione del- l'acido carbonico nell'aria, varia dal minimo di 28 al massimo di 35 centimillesimi. Non dovrà dun- que più dirsi che nell'aria sono da 4 a 6 diecimil- lesimi di acido carbonico, ma solamente in cifra tonda e media, 3 diecimillesimi. Flacons de chasse au cyanure. Je me fais un plaisir de vous communiquer un mode de prépa- ration pour les flacons de chasse dont j' obtiens les meilleurs résultats. Je fais une solution assez concentrée de cyanure de potassium dans l'eau (20 %, environ), dans laguelle je délaye du platre fin, de manière & obtenir une pàte demi-liquide dont je coule rapi- dement 1 à 2 centimètres au fond de flacons à large ouverture que j expose ensuite au soleil. Un ou deux jours après. le plàtre ayant pris assez de consistance, je remplis les flacons de rognures de papier et je les bouche hermétique- ment. Les vapeurs toxiques se dézagent lentement et les flacons ainsi préparés durent plus d’un an; lorsqu’ ils sont devenus inertes, j’ enléve la couche de plàtre qui se détache facilement ct je renou- velle l’ operation. La propriété hygrométrique du cyanure entretenant dans les vases une fraîcheur constante, les insectes peuvent y séjourner lon- glemps sans qu’ on ait à craindre de les voir se moisir ou se dessécher, ce qui est à apprécier dans les excursions où l’on na pas toujours le temps et les moyens de préparer les capiures au jour, leurs articolations y conservent leur sou- plesse, ce qu'il est impossible d’ obtenir arec les autres substances telles que l' éther, le chloro- forme, la benzine ou le salfure de carbone. De plus, les plus gros carabes y meurent instanta- nément, surtout lorsque le fiacon est fraîchement préparé, et l'on peut en emprisonner un grand nombre sans craindre de les voir s’ entredévorer. Pour les Iépidoptéres, je me sers du mème pro- cédé ; j'emploie seulement des fiacons à ouvertures plus larges et je remplace le papier par une cou- che de coton: les crochets des tarses s’ accrochent aux fibres et les insectes ne ballottent pas. Ce procédé que je trouve parfait et auquel je me suis arrèté après avoir essayé de tous les autres, m’'a é'é indiqué par un correspondant; je crois ètre agréable et rendre service àè beaucoup de mes collèsues en le divulguant à mon tour. Nyons. A. RAVOUX De l’ emploi de 1) acide sulfarcux comme préservatif des collections. Dans la Itevue d'ento- mologie (tome 1, page 68), M. le docteur Ch. Raoult s' étonne de ce que « l’on n’emploie guère, pour asphyxier les coléoptères, la vapeur d’acide sol- fureux que l’on obtient en brùlant des allumettes. » L'emploi du soufre présente beaucoup d’avantages, sb > Be Su en effet; il ne prédispose pas à la moisissure, les pattes ne sont pas contractées, les tàches jaunes de certaines espèces ne brunissent pas comme sous l’acide phénique, par exemple. Mais ce procédé m'a fait perdre beaucoup de temps en chasse, et ne m’a pas toujours réussi, parce que le moindre vent éteignait mes allumettes. Etait-ce dù è mon inexpérience ? En revanche, l'acide sulfureux utilisé comme préservatif m° a donné de bons résultats. Il est d'un emploi facile. Je fais un cornet de papier troué à son sommet; je brîle à sa base un morceau de soufre, l’acide sulfureux, entraîné par le tirage de cette espéce de cheminée sort par l'’ouverture supérieure; au-d«ssus de cette ouver- ture j'expose la boite sur laquelle je veux opérer, pendant un temps variant évidemment avec l'état des insectes qui y sont contenus. Il faut, au pre- alable, retirer des cartons les espèces à couleur tendre qui, comme quelques cass7des, craignent un soufrage trop prolongé. Le Callidium sanguineum, ainsi que le dit M. Raoult, ne doit pas ètre soufré du tout. On pourrait encore se servir, pour cette opé- ration, d'une de ces boîtes en fer-blane dans les- quelles on enferme les cartons soumettre à l’action de la benzine. L’ acide sulfureux rend d’ailleurs beaucoup d'autres services. Il dèbarrasse promptement une chambre d'hòtes aussi incommodes que les mousti- ques et les punaises; il sert à combattre certaines maladies de la vigne et M. le docteur Vida!, d’ Hyères, vient de )’ employer avec succès contre le mildew. Toulon. J. Bossavy. Sur la fixation des animaux inférieurs. Parmi les lecteurs du Bulletin il en est certainement qui s° occupent de micrographie et qui ont dù consta- ter qu'il est très difficile de faire des préparations convenables, des animaux inferieurs qui vivent dans les eaux douces. Les vers inférieurs, les hydres, les, bryozoaires surtout, sont difficiles à fixer dans leur état d’extension, parce qu’ ils se brisent ou se contractent brusquement dès qu'on les irrite d'une facon quelconque. Le réactif le plus puissant est l’acide osmique ; mais il a plu- sieurs inconvénients et est d’un emploi difficile. Dans le courant de mes recherches phys'olo- giques sur l'action des poisons chez les inverté- brés, j'ai étudié l'action de la cocaine, et j'ai constaté que le chlorhydrate de cocaîne pouvait, dans plusieurs cas, remplacer avantageusement ) acide osmique. Prenons, par exemple, une petite colonie de bryozoaires; placons-la dans un verre de montre, avec 5cc d’ eau. Lorsque tous les indi- vidus sont bien étalés, ajoutons peu à peu ]l]2ec d’une solution au 1[100 de chlorhydrate de cocalne. Cinq minutes après les animaux restent immobi- les, malgrè des secousses assez fortes imprimées au verre qui les contient. Pour ne pas perdre de temps, ajoutons encore lj2cc. Quelques minutes après on pent les toucher directement, les exciter de toutes les facons sans les voir se contracter. On va alors les tuer au moyen de substances quel- conques, bichlorure de mercure, ete., et les colorer; ils restent étalés. Il en est de méme des vers, des hydres et des autres animaux inférieurs. (n peut, suivant les cas, modifier la concentration du réactif, qui, ie pense, agit, de la méme facon sur les animaux marins, quoique je n°aie pas eu l’ occasion de m’ en assurer. Comme on le voit, la manipulation du chlory- drate de cocaine est beaucoup plus simple et moins délicate que celle de l’ acide osmique. La fixation, il est vrai, ne se fait pas instantanément; mais je crois que ce réactif peut rendre de grands services dans beaucoup de cas, et c’est lui que )j emploie dans les circonstances particuliéres que J'ai indiquées. Clermont-Ferrand. J. RICHARD. Feuil. jeun. natur. Bacteries dans l’ eau. D’apres le Chemical Review, pour bien reconnaître les batéries dans une eau potabile, il suffit d’ ajouter à cette der- nièére quelques gouttes d’ une soluti.n composée de sulfate d' alumine 1 partie, acide clorhydrique 1 partie, eau distillée 8 parties, et ammoniaque quelques gouttes. Le précipité obtenu par le re pos du liquide est séparé par filtration et se dissout dans quelques gouttes d’acide acétique. Pour bien distinguer les formes des micro-organismes, on colore le liquide avec ie violet de mé:hyle. Meétéorites. La science des météo:ites a pris depuis quelques années nne grande extension. Il nous parait intéressant de citer quellies sont en Europe les collections les plus importantes. Ce n’ est pas toujours le volume des échantillons qui donne la valeur à la collection, mais c'est surtout la multiplicité des chutes et l’ authenticité des localités. Le cabinet de la cour impériale de Vien- ne, en Autriche contient 366 localités ; le British museum d’ histoire naturelle de Paris, 350 loca- lités. A Stockolm, d’après le catalogue récent de M. Nordenskjceld, il y a 181 piéces. La collection de M. le professeur von Pohl, à Vienne, est de 123 pièces, A Dorpat (professeur Grewinck), il y a 140 localités. A Moscou, avec la collection de M. Auerbach, 120 pièces. La collection de Bologne (professeur Bombicci), réunit 97 pièces. A Stras- . Martens (in: 86 bour& (professeur Bohen), il y a 75 pieces. A Klausenburg (professeur Kock), il y a 75 pièces également. L’ Universitè de Cambridge, 70. Madrid | possèlde 63 pièces. L’ Université de Bonn, 62. Musée de Dresde, 58; à l'Académie des Sciences de Saint Pétersbourg, 49; 4 l’école des Mines de Saint-Pétersbourg, 42; au musèe geologique de Dublin, 32 ; à 1’ université de Breslau, 31 ; à l’aniv. de Zurich et de Munich, 30; à Fre:burg (duché de Bade), 26; au SALT AOZIAA hington, 25; à Cracovie 19, au musée d'&limboarg, 24; à Helsingfors, 19; à Naples, 15; à so de Saint-Pétersbourg, 11; 9; à Clausthal, 8; à l'université de Kiew, 17; è l’université de Charkow, 12; à Neufchàtel, 7; au musée de Lausanne, à celui de Genéve, à ceux de Leiden et de Tiemberg, 5; ster, 3. Hors de i Europe: à Calcutta avec la colle- crion de M. Greg), il y a 299 localités. — A Cam- bridge (Mass) en y compreratt la collection de M. Law. Smith, il y en a 280, d' après la com- munication de M le professeur P. Cooke; à Am- à Berne, 10; à Bàle, herst College, avec la collection de M. C. U. She- | qard, il y a 211 pièces. — A Yale College, à New-Haven, 102 pièces. — Collection de M. C. U. Shopard fils, 160 localités. Nouvelles rectifications de nomenclature. 1.0 Helix (Xestina) albata W. T. Blanford (Contrid. to Indian malac., n.° XII, Descr. of new Land et freshwaler shells ect. 1880) non H. albata, Fagot. (in Bull. Soc. Hist. nat. Toulouse, XIII, 1879), qui est une espèce des terrains quaternaires. Je propose pour l’ espéce indienne postérieure a la coquille fossile de M. Fagot, le nom de AH. (Xestina), lucublanda. 2.° Buliminus secalinus Heude (matériaux pour servir à l’histoire naturelle de l’ empire chinois; | mollusques terrestres, 2e partie); non B. secalinus, Conch Mitt. 1880, p. 27, pl. VI, fig. 8-9), espèce de I° Asie centrale, bien antérieure. Le nom du P. Heude ne pouvant è*re conservé pour le mollusque qu’ il a publ'é sons le nom de B. secalinus, je lui avais éerit à ce sujet, et com- me il y a fort longtemps de cela, et que j'ignore s’il a le prcjet de donner suite à ses études sur la faune de la Chine et par conséquent d° opérer un changement de nom indispensable, je me crois autorise à modlfier celui de B. secalinus Heude, en celvi de Macer Ancey. 3.9 Ennea ringens Crosse (in Journ. de Conch. 1885, n° p 8il), Ennea ringens H. Adams, in Proc. zool. Soc. of London, p. 379 (1870). La coquille de M. Crosse, qui est une espèce très différente de celle de M. H. Adames, portera le nom de Ennea Bourguignatiana Ancey, en l’hon- neur d’ un savant suquel la malacologie est re- devable de travaux considérables, et qui a tant à celui de Mun- | RI EST LSTTRZOM i PALA RT RERETT TIA MAGRINI i i contribué à faire de cette partie de l’' histoire naturelle une véritable science. 4,° Bulimus inconspicuus, et B. exiguus, Mo- : relet (in Journ. Conch. etc). Ces espéces des Comores n’ont aucun rapport avec les Bulimes europèens et africains ( Chondrus nstitution, à Was- Buliminus etc.). Elles sont au contraire très voisines de l’Ennea Martensiana, et doivent étre considérées comme étant des formes d’ Elma, groupe dont le type | est lE. Swinhoei H. Adams, de l’ile Formose. Jaurais bien d'autres critiques à adresser et rectifications à faire; mais elles feront l’objet d’une i autre notice. C. F. ANCEY. Altre rettificazioni di nomenclatura. li Sig. Barbas fà (Giorn. botan. del Dr. Skofitz. Vienna N. 1) osservazioni critiche su a'cane piante; Così il Dianthus Lamuitzeri Deg dice essere un D. se- rotinus che vive sulle roccie; Eredithites hierac îifo- lia L. (Senecio Vukotinovicii Schl. S. sonchoîdes Vuk) non è una pianta europea, e non ha specie alcuna affine in Europa; Alisma arcuatum Barb. è una forma dell’ A. graminifolium. DISDIPDIISDISDIRALDANLTITAA lo combattere la Peromogyora della vile Quantucque siamo in stagione un poco troppo avanzata, tuttavia per il grande interesse che questo soggetto và sempre più acquistandosi at- teso lo straordinario diffondersi della malattia, ripurt'amo da una circolare del ministero di agri- coltura le seguenti istruzioni: Le sostanze che conviene prendere principal- mente di mira per liberarsi dai danni della pero- nospora sono le seguenti: 1.° Latte di calce 2.9 Fiori di 70lfo 3.° Calce spenta all’ aria con cenere viva in eguali proporzioni 4.° Idrato di calce con solfato di rame 5.0 Polvere Podechard 6.° Calce spenta all’ aria 7.° Solfato di rame. Fcco brevemente alcune istruzicni sui mezzi più consigl‘ati per applicare i detti rimedi: 1.0 — Il latte di calce nella proporzione del 3 al 4 per cento. Di tale rimedio e del modo di applicarlò ne parlammo già a pag. 35 fas. 3°; anno corrente, di questo Bollettino, aggiungeremo solo che siccome la calce non si scioglie nell’ acqua ma vi resta in sospensione, cosi è difficile mantenere il liquido ad una densità costante; in pratica basterà versare l’acqua in un recipiente che contenga calce in abbondanza e rimescolare un pò con un bastone =: E, i e e e e e e e TT TT TT TT TT TT TT [—=n.. — ogni volta si prende il liquido ; l' operaio sì abitua subito a rimescoiare solo quanto è sufficente per- chè il liquido lasci nelle foglie un leggero strato di calce. 2.0 — I fiorì di zolfo a reazione acida vengono proposti da Marès, il quale consiglia di ripetere le solforazioni ogni 15 giorni, e più frequentemente, quando per causa di pioggia lo zolfo dato prece- dentemente è stato portato via, mentre piu grave si fa allora il pericolo per le viti d' essere colpite dalla Peronospora. È consigliato lo 2070 sud'imato, che abbia una leggera reazione acida, essendo la sua azione più pronta ed energica di quella degli ordinari zolfi macinati. Anche dello Zolfo acido ne abbiamo già parlato diffusamente in quest'anno nel fascicolo 3.° pag. 47 e 48, e fra i nostri lettori molti sono coloro che stanno sperimentandolo poichè dalla agenzia di questo Bollettino ne sono stati distribuiti circa 200 quintali Fino ad ora per quanto sappiamo nessuno di coloro che ne fece uso fin dalle prime zolfature ha veduto comparire la peronospora nei suoi vi- gneti; auguriamo di cuore che questa immunità perduri fino alla vendemmia, ma raccomandiamo di non risparmiare zolfature ogni volta nelle viti per qualunque causa non si vede più zolfo, e di aspergelo bene anche in tutte le foglie. Se questa specialità corrisponderà all’ aspet'ativa saranno così evitati i non pochi inconvenienti che presenta l’ idrato di calce che è pure il preservativo più raccomandato. 3.° — Il miscuglio della cenere viva e della calce in uguali proporzioni, è stato consigliato dal professore Comes, per prevenire e combattere la Peronospora. Questo miscuglio, al quale si può aggiungere dello zolfo, senza però che sia ritenuto indispen- sabile, va al solito gettato sulle viti. « L’ impolverizzamento, scrive il Comès, deve « farsì in tutto i vigneto e su tutte le parti aeree « della vite, non esclusi i grappoli. Esso deve « eseguirsi non nelle ore mattutine, ma nelle « vespertine, per ottenere che l’umido della notte « e la rugiada, possano bagnare detta polvere. « L'operazione va ripe:uta nna volta al mese, a « cominciare dall’ aprile, ma è d' imprescindibile « necessità il ripeterla prontamente appena dopo « che è caduta una pioggia. Impolverandosi bene i « grappoli con tale miscuglio, si possono anche ri- « sparmiare le ordinarie solforazioni. Da ultimo, « compiuta la vendemmia, bisogna spiccare a « mano le foglie rimaste sui tralci, raccattare « quelle cadute per terra e bruciarie. » Come rimedi preventivi il Comes consiglia pure : 1.° D' eseguire durante l’ inverno dei lavori profondi nel vigneto; DI & fera ie pe 2.0 Ricorre e di preferenza ad un abbondante sovescio dì erbe fresch-:, o, in mancanza, di strame, anzichè alla concimazione ordinaria ; 3° Praticare una potatura più corta che negli altri anni; 4.° Lavare la parte più aerea della vite con. una soluzione di vetriolo verde o di vetri.!o tur- chino, in proporzione del 10 per cento. 4.0 — Ecco le esatte proporzioni imlicaie dal' Millardet, per il trattamento dell’ idrato d7 calce con solfato di rame, ed il modo altresì di prepa- rare il miscuglio. In 100 Ntri di acqua qualurque, si fanno scio- gliere 8 chilogrammi di solfato di ram. del com- mercio (vetriolo turchino). Quindi sì p:epara un latte di calce con 30 litri di acqua e 15 chilo- grammi di calce grassa viva e si mescola con la soluzione del solfato di rame, Il miscuglio che ne deriva di colore turchino sporco e piuttosto denso, si deve spargere sulle viti con alcuno degli apparecchi irroratori, giu- dicati più o»portuni a'lo spandimenio dell'idrato di calce. Si assicura che 50 litri di questo miscu- glio bastano per 1000 viti basse : la spesa per un ettaro con 10,000 viti si calcola, compresa la mano d' opera a lire 50 al massimo. Il prof. Audoynaud, della Scuola di Montpellier, propone poi, a proposito di questo trattamento, una modificazione, che consisterebbe nel non far precipitare il rame allo stato di ossido idrato con la calce, ma bensì con dell’ammoniaca, lu quile, usata in eccesso ridiscioglie l’ossido di rame, dando: una soluzione azzurra Questa soluzione, venendo spruzzata sulle viti, per la evaporazione dell’ am- moniaca, lascierebbe ben presto aderente alle fo- glie, ed in istato di estrema suddivisione, il so'- fato di rame alla cui azione distruttiva energica per le crittogame, è riservato l’ ufficio di preser- vare la vite della Peronospora. Con questo trattamento si «vrebbe un gran risparmio di solfato di rame, giacchè, a quanto ne dice il professore Audoynaud, un solo chilo- grammo di solfato di rame, sarebbe sufficiente per il trattamento di un ettaro di vigneto. 5.0 — La polvere Podechard, raccomandata re- centemente dal ministero d’ agricoltura di Fran- cia, e che, a quanto si riferisce, avrebbe dati buoni risultati in Borgogna, è composta nel seguente. modo: Calce grassa . . . +. . Chilogr. 100 Solfato di rame . . . . « 20 Solfo in polvere . . . . « 10 Cenere: viva. Me. e « 15 ACQUE i. « 50 Si fa in terra un cercine con la cenere e nel mezzo vi si pone la calce, che si spenze con la soluzione del solfato di rame in acqua a 20.0 Poscia agi * pus he ‘ai nl possi dieta i 88 si aggiunge lo zolfo e sì agita la miscela che ne deriva. La massa sì fa poscia asciugare e si pol- verizza. Questa polvere, della quale le sostanze maggiormente attive sono la calce ed il solfato di rame, sì spande con gli ordinari soffietti, e si calcola che un quintale di detta polvere, venga a costare circa lire ll. 6.0 — La calce spenta all'aria in polvere, con la quale il Gassol (Vedi Revista del Instituto agricolo Catalan de S. Istlro, anno XXXIV, n° 21) dichiara di avere ottenuti buoni risultati. La calce viva è stata utilizzata allo stato polverulento e sparsa sulle viti con lo stesso procedimento usato per lo zolfo. Tale operazioue si consiglia venga fatta al mattino, prima che sparisca la rugiada. Si calcola dal signor Gasso!, che con un quintale di calce si possano impolverare da 15 a 18 mila piante di viti. 7.0 — Finalmente si consiglia il solfato di rame sciolto nell’ acqua in piccola dose, giacchè bastano 3 grammi per ogni litro d’ acqua (3 per mille). Questa soluzione si dovrebbe spruzzare sulle viti, ricorrendo a tal uopo ad una tromba irro- ratrice. PID ISIISIDIISISNSLP SISS SSL SI IDILILILSSISLSIDISSISI LE RANE D' ITALIA SNANLSENI 5 i mi son un che quando Amore spira, noto, ed a quel modo Che detta dentro vò significando DANTE. Nello studio della sistematica degli animali, e sopratutto dei vertebrati, vi sono oggidì essen- zialmente due scuole. Una di queste ha conservato ancora, salvo po- che e poco importanti concessioni, fonda:mental- mente, l’ idea della specie fissa, l’idea della spe- cie, ente esattamente definibile: |’ idea in una pa- rola, della specie naturale. 4 La seconda scuola, lasciando in disparte nella classificazione delle forme animali l idea della specie naturale, non cerca altro nelle classifica- zioni che un mezzo artificiale per facilitare e ren- dere più preciso lo studio delle forme dei viventi (Camerano, Osservazioni intorno alle Ranae fuscae italiane. Atti R. Istituto Veneto di Scienze e let- tere, Tomo IV. Serie VI.) E sta bene. La spiacevole vertenza ora insorta fra il Conte A. P_Ninni e il Comm. De Betta ha la sua ca- gione precipua nell’ antagonismo delle due scuo- le: è dunque tutt’ affatto questione di classifica- zione e non d’ altro, poichè intorno all’ haditat delle Ranae fuscae, tutti sono pienamente d’ ac- d* Sr e, cordo, quantunque il Ninni abb'a creduto, per un momento ne sono certo, che il De Betta mani- festasse opinione contraria alla sua, particolar- mente per quanto riguarda il Veneto (Vedi: Nin- ni, Sopra le Ranae fuscae del Veneto. Lettera al Cav. Trois. Atti Istituto Veneto, Serie VI, To- mo III. 1885 — De Retta. Sulle diverse forme della Rana temporaria in Europa. Venezia, An- tonelli 1885 — Ninni. Cenno critico sopra il re- centissimo scritto del De Betta intitolato: Sulle forme, ecc. Atti Soc. Ital. Sc. Nat. Milano, Volu- me XXVIII 1886. — De Betta. Conveniente rispo- sta ad un cenno critico del Dott. A. P. Ninni. Ve- rona 1886.) Ciò premesso poniamo ne’ suoi veri termini la questione. Si deve ritenere col Ie Batta e il Gi- glioli che le tre specie di rane italiane del Nin- ni. Camerano, ecc. Rana agilis, R. Latastii e R. muta siano varietà della Rana temporaria, lin (R. fusca Roesel)? Dopo aver minuziosamente esaminate (p:r gen- tile concessione del De Betta che ora pubblica- mente ringrazio) le non poche centinaia di rane, di tante e si differenti località, che arricchiscono la stupenda collezione di rettili del De Betta, mi permetto, alieno come sono dal parteggiare per chicchessia, di prendere la parola in a»gomento, per dire la mia opinione. Se io seguo la classificazione della così detta, scuola vecchia, non posso a meno che dichiarare essere tante e tante le forme di passaggio tra la Rana agîlis e la R. Latastîî che anche studian- dole in serie, riesce impossibile classificarle per specie distinte. Più costanti e spiccati invece sa- rebbero i caratteri che contradistiaguono la R. temporaria de’ monti, da quella del piano (. agè- lis). Ciò notò benissimo anche il De Betta (pag. 47), sicchè non regge affatto | accusa che esso « non si sia ancora formato un idea chiara delle tre forme di rane fosche » Tuttavia tra le dette due forme, ve ne sono di intermedie per struttura e per colorito, sì che un sistematico moderno, tro- verebbe, esaminando la raccolta De Betta, una tale differenza da esemplare ad esemplare della stessa Rana muta del monte, da doverne fare un? altra specie. In conclusione dovrei ammattere in questo ca- so, pur riconoscendo le peculiari differenze fra la R. agilis e la R. muta, 'essere le tre forme non altro che varietà della R. temporaria. Per l’ incontro se io seguo le norme della mo- derna sistematica, non posso ammettere almeno PER ORA, che sole due specie, la Rana muta e la R. agilis e ciò perchè il carattere poco co- stante che distinguerebbe la Rana agilis dalla R. Latastii è la colorazione. Importanti assai sono i caratteri, che come ben dice Camerano (Osserv. intorno alle R. foscae ecc. citato — Monografia degli anfibi anuri ital. R. Accad. delle Scienze di Torino. Serie III. Vol. XXXV. 1883,), forniscono: 1. La forma delle spazzolette copulatrici, 2. La forma degli organi riproduttori, 3. La forma degli spermatozoi, 4. La forma delle ova: e il De Betta certamente fece male a non tener- ne conto: credo però che ora esso stia facendo dè serissimi studi in proposito e vedremo quali saranno i risultati che ne darà l’ illustre erpeto- logo che Sta come tòrre fermo che non crolla. Riguardo ai sacchi vocali nou credo inoppor- tuno osservare che ìil De Betta non entra in par- ticolari anatomici e solo dice a pag. 30 « I sacchi interni vocali esistono nei maschi di tutte e tre le forme indistintamente » Senza occuparci di particolarità anatomiche mi pare che il Boulenger dica « Ces derniers organes, au nombre de deux quand il existent. ...... » e in seguito « Je viens de dire que les sacs vocaux peuvent manquer : Rana agiîlis, R. Latasti et R. iberica, sont dans ce cas » (1) e il Leydig dice « Mich lehrt die eigene Untersuchung dass die Auffassung De l’ Isles als die richtigere zu bezeichnen ist, denn es ehlen in der That Schallblasen in der form ausgesprochener Hervortreibungen am Winkel der Kehle, und es mangeln innerlich zuleitende Spalteu » (2) ma non che i sacchi vocali manchino assolutamente. Il Thomas poi non diede anche un disegno in pro- posito, disesno che non concorda con quello di De l’ Isle? Se ci sono dunque Ranae agilis con sacchi vecali, cè euli da meravigliarsi che il De Betra | sì abbia avuto e detto di conseguenza che n° erauo provviste ? E dopo ciò non mi rimane che a far voti perchè a vantaggio della scienza, la questione venga presto risolta in un senso o nell’ altro. Tempo verrà che le discordie antiche Saranno un sogno. . ...... G. B. NicoLINI PROF. GIOVANNI MARIACHER (1) Boulenger - Etude sur les Grenauilles rousses Ann. soc. zool. de France 1880. [2] Leydig. - Anur. Batr. Deutsch. Fauna 1877. ; BERETTA AI E NITTI SE pre et Sei Tgr il Y Di Ùo ” i: I 89 Magnetismo ! Ipnotismo! Donatismo ! Se apriamo i giornali troviamo che le Joro colonne sono piene d’artiecli riguardanti i bar- bari esperimenti eseguiti dal Donato, ai quali, il pubblico, sempre avido di emozioni, assiste. È una vera febbre magnetica! Infatti come chiamarla altrimenti? Dopochè il magnetismo ebbe incusso così grande timore e meraviglia ai nostri atavi, l'industria se n'è impadronita togliendolo dal sereno campo della scienza per farne oggetto di sbalorditrici esperi- menti che si vogliono fare nei teatri e pei quali i giornali intessono degli articoli veramente lirici. La storia del magnetismo si presenta agli investigatori dapprima in una fase completamente ravvolta nelle superstizioni delle antiche popola- zioni; poi a poco a poco le tenebre si vanno di- radando finchè si arriva al punto in cui è am- messo ed ordinato dalla medicina scientifica. Non starò a parlare della prima parte poichè sarebbe una inutile esposizione di date, di nomi e di pro- cessi che puzzano più di ciarlatanismo che di scienza, ma mi accontenterò di nominare Mesmer (1774) che riassunse, ordinò le antiche esperienze, ne creò delle nuove destando l'ammirazione e l’ entusiasmo: ma dopo che questo fortunato svevo, si ebbe procacciato una grande quantità di quattrini, si ritirò lasciando nell’agone i suoi discepoli, che continuaron |’ opera del maestro malgrado )' av- versità dimostrata ripetutamente dall’ Accademia di Scienze di Parigi. Dopo le tèorie di Puiségur (1784) che scoperse il sonnambulismo magnetico ; di Grimes (1848), lo scopritore della suggestione magnetica, ed alcuni altri, si venne a Donato (1875) che pose di nuovo sulla scena la fascinazione, che dal suo nome è detta, donatica. Da molti si cercò di dare una spiegazione, una teoria di questi sorprendenti fenomeni, ma si cadde nel campo delle assurdità e ciò di molto impedì il rintracciamento della vera via. Il periodo scientifico del magnetismo comincia nel 1842 allorchè Braid scoprì l’ ipnotismo che è uno stato artificiale di sonno susseguito spesse volte dal sonnambulismo. Dopo molti studi lo vediamo nel 60 applicato alla chirurgia per diminuire Ja sensibilità dei pa- zienti nelle operazioni, come ora si adopera il cloroformio. i I processi per ipnotizzare sono assai varii possono servire benissimo i passi monotoni ripe- FERRARA TP 1 dr 90 tuti; Braid adoperava un mezzo semplicissimo ancora in uso nei nostri manicomi, cioè si serviva di un oggetto brillante che teneva alla distanza di 30 cent. dagli occhi del soggetto; per le per- sone isteriche può bastare un semplice raggio di luce elettrica o Drummond. Il dottor Rengade (4) narra che in un Ospitale di Parigi si vide una cucitrice che si ipnotizzava da se, ogni qual volta si applicava a fare coll'ago la bottoneria di un panciotto. Il Figuier parlando dell’ ipnotismo (?) dice che i monaci di Alhos, che s' immergono in lunghe estasi catalettiche, si ipnotizzano guardando fisso la regione ombelicale e che i fachiri delle Indie Orientali, cadono in catalessi guardandosi, per un quarto d’ ora la punta del naso. In capo a questo lasso di tempo, una fiamma azzurrognola, dicesi, si fa vedere ail’ estremità del naso ed in breve la catalessi sì manifesta. Il Donato lia inventato un sistema di meravi- gliosa prestezza e potenza; egli dopo aver scosso con violenza le braccia, fissa sul soggetto gli oc- chi, producendo così una stanchezza nel sistema nervoso. Ora che per sommi capi abbiamo scorsa la storia dell’ ipnotismo ed i vari metodi adoperati diremo qualche cosa sugli effetti. I muscoli dell’ ipnotizzato sono grandemente eccitabili e soggetti a contrazioni tetaniche vio- lenti, oppure sono talmente irrigiditi da render impossibile il piegamento di un arto qualunque senza il concorso dello esperimentatore. >La sensibilità è del tutto soppressa cosicchè nè le punture, nè le scottature, nè i pizzicotti sono sentiti dal soggetto iprotizzato ed è per questa ragione che l’ipnotismo, prima della scoperta del cloroformio, veniva adoperato nelle operazioni chi- rurgiche. Però la facoltà auditiva uon è soppressa pel magnitizzatore e con ciò si spiega come il soggetto intenda la voce ed agisca secondo il eo- mando dello sperimentatore. Le funzioni psichiche in un ipnotizzato sono sospese; l’ uomo è in tale stato un’ automa che inconsciamente è attratto ad ubbidire ed a seguire lo sperimenta'ore che per mezzo della suggestione | lo fa agire come deside.a dando luogo ad incidenti comici. Il dottor L. Bufalini in un dotto suo articolo (vedi Secolo 24 Maggio 86) dice che la immagine sonora irrita il cervello (in certi elementi) vi si (1) Rengate — La vita normale e la salute. (2) Figuier — Conosci te stesso, pag. 677. e E I - _———rr-rr.----—7r-rrrwrmr-ror--r-reoe--------*< <<< fissa e si ferma lì, nel pensiero; l' ipnotico allor- quando si sarà svegliato obbedirà alla immagine che egli si sarà fotogrofata nel cervello. Ed ecco appunto così spiegata la suggestione. Gli esperimenti eseguiti dal sig. Donato non hanno nulla di straordinario, ne di soprannaturale per il medico e per il fisiologo, ma, per maggiormente divertire il pubblico, sono circondati da un' au- reola di teatralità e ciarlataneria sì spiccata, che fu il fomite in Milano di viva polemica; ma però bisogna pur notare che il processo di M. Donato è di una potenza straordinaria ed ammirabile. Dopo spiacevoli fatti accaduti a Torino ed a Milano (non si sa se a torto oppure a ragione attribuiti al Donato) la polemica si ingagliardì talmente che uscì dal sereno campo della scienza per portarsi sotto l’egida dell'autorità politica che sospese i pubblici esperimenti. Io qui non voglio tesser l’ apoteosi al Donato, giacchè brutta cosa si è il trascinare la scienza in un teatro a scopo industriale, ma nemmeno posso lodare 1’ operato dell'autorità che col suo atto arbitrario violò le guarentigie e la libertà indi- viduale. Sulla utilità dell’ ipnotismo riferirò qui alcuni squarci tratti da una lettera del prof. A. Tebaldi, insegnante psichiatria all’ università di Padova. « L’ ipnotismo è utile quando per esso si cor- regga qualche forma vervosa, quando si aiuti qual- che pratica medica, o come che sia coadiuvi l’opera medicatrice. L° ipnotizzato per solo scopo di cu- riosità non ci guadagna nulla, anzi ci perde: in esso si induce una dispersione di forze nervose, cella quale s’ accorge quaudo dopo ripetuti espe- rimenti prova molti fatti di esaurimento. » Et de hoc satis. BARATTA MARIO L'IMPRERSOBIII Due conferenze date dal Prof. H. Fol nell’ università di (inevra tradotte ed annotate da T. Falcone (Continuazione e fine) MALATTIE BACILLARI TIFIOHE Le malattie di questa categoria sono tutte cau- sate da bacilli, o piccoli batterii corti in forma di pastiglie di Vichy, che si circondano di muco e restano riuniti in pacchetti o a corona. Essi si ri- trovano negli organismi degli infermi, e anche nelle acque stagnanti. Avvi una serie di malattie Tinti PL 4, / che si ravvicinano per caratteri dirò famigliari, benchè poi differiscano per altri segni. La febbre gastrica del Mezzogiorno d’Italia non è la stessa cosa che la nostra febbre tifoide, e questa non si confonde nè col tifo propriamente detto che si vede a Berlino ed a Lundra, nè col tifo delle armate. Tutti questi morbi sono senza dubbio determinati da specie di bacilli distinti, benchè possano parer simili a primo aspetto. La febbre tifoide, per parlare della sola forma che più c’interessa, si caratterizza pantologicamen- te per un lungo periodo d’incubazione, durante il quale si è indisposti ma non davvero malati. Questo dura 10 o 15 giorni, dopo di che la ma- - Jattia apparisce con una febbre alta, che aumenta la sera sopratutto. Il morbo può riuscire mortale, ma raramente. La convalescenza è lunga e peri- coloza; tutti gli organi pare si fondano per rin- novellarsi, anche l’ intelligenza resta fortemente affetta e non ritorna allo statu quo ante che len- tamente, secondo ebbe pure ad affermare un uomo di Stato conosciuto assai più per la sua lealtà che per la vivacità del suo spirito: « La febbre tifoide « è una malattia terribile. Se non si muore, per « essa, si resta idioti. Ed io ne so qualcosa, giac- « chè l'ho sofferta ». La frase è troppo assoluta, ma contien> una parte di verità. Durante e dopo questa convalescenza così pe- nosa, possono sopravvenire una quantità d’accidenti che sono la causa più frequente delle morti che sopravvengono dopo la febbre tifoide. Le placche di Peyer dell’ intestino, ulcerate, sono una porta aperta per la penetrazione d’ altre specie di mi- crobii, che s'aggiungono a quello tifico e incomin- ciano la loro opera perniciosa su di un corpo già debilitato e incapace a resistere. Così si spiega il fatto che nei cadaveri dei tifosi morti al di là del 10.° giorno di febbre (e quasi tutti si trovano ìn queste circostanze), nella milza, nei reni, nelle placche di Peyer, nelle glandole linfatiche, ecc. si riscontrano, oltre il bacillo del tifo, colome ili mierococci, pervenuti più recentemente nei tes- suti, per svolgervi quei prodotti settici che hanno | data la morte. Un primo attacco di febbre tifoide preserva 4 dal secondo per lunghi anni: sicchè molti di quelli È che studiano di trovare un mezzo per attenuare } il mierobio e dargli il valore d’un vaccino, pos- q sono bene trovare un campo fertile nel tifo. Aspet- tando i risultati di questi studi sarà utile met- tersì in guardia contro il contagio, ed è ottimo perciò sapere che oramai tutti i medici sono d’ac- | cordo che l’acqua da bere sia il principale, se non re i SPAN TA Loneta fuit "alza Ter il solo veicolo dell’ infezione. Il dott. Redard, ulti- mamente, nella passata epidemia, ha osservato lo sviluppo del tifo nelle vicinanze di un pozzo a Thoiry. Un infermo era giunto da Ginevra a quel paese, ed il bacillo aveva trovata la via del pozzo attraverso una pietra che permetteva all’ acqua di andare in esso. Quarantacinque persone che si giovavano di quell’ acqua caddero ammalate. Le misure sanitarie arrivarono come i gendarmi d'Offembach, un po’ tardi: e si chiuse il pozzo quando non v’era altra persona che potesse gio- varsi di quell’ acqua. Un altro fatto analogo av- venne a Vandoeuvres intorno ad un pozzo che fu poi disinfettato sotto la mia direzione, e non v° è dubbio che vada similmente la storia dell’ epide- mia di Ginevra che ci ha dati 2500 casi di attac- cati. Qualche caso aveva avuto luogo in ottobre e novembre 1883 sia al rione Pdquis, sia a quello des Eaux vives. Dopo quello che io ho detto nel- l’altra conferenza, a proposito della ricchezza in mierobii dell’ acqua del porto, non avrete gran difficoltà a pensare che le cose si svolsero presso di noi come intorno al pozzo di Thoiry. Alcune per- sone che s’intendono di questi studi reclamarono che l’ acqua fosse incanalata e mandata fuori del lago. Il che fu fatto, e incominciò a servire il 1° di settembre. Ebbene, pel 10 o 15 di settembre Il epidemia cessò, e non s’ebbero che casi sparsi qua e là, specialmente nel circondario, dovuti a piccoli focolai secondarii, del resto poco numerosi. ìl depuramento dell’ acqua mediante il filtro è tuttavia un’ ottima cosa e merita di essere ancora vivamente raccomandato, giacche il condotto co-- struito è fatto di lamine, e basta un colpo con un uncino per sbucarlo. In mancanza di filtro si potrebbe far uso dell’ acqua lasciata lungamente in riposo, come abbiamo già detto. La ebollizio- ne semplice non la considereremo efficace; giacchè abbiamo ottenuto, semizando culture con acqua così bollita, preparati bellissimi con microbii so- miglianti in una maniera strana a quelli ottenuti mediante cultura di microbii tratti ad un cadavere di tifoso. Ed ora, passando ad un altro argomento per- mettete che io ricordi un fatto che, se viene con- | fermato, sarà di una grande importanza pratica. Il dott. Dominguez Freire di Rio de Janero, an- nunzia che egli e riuscito a produrre l’' attenua- zione di una cultura del microbio della febbre gialla, ed a vaccinarne animali e uomini. A Parigi hanno finto di fare poco conto di queste ricerche, ma un medico tedesco, versatissimo nella materia, e che le ha viste da vicino, ne ha fatto un rap- “ LI EEE n sd x PNRA Ko porto favorevolissimo. Speriamo che questi abbia ragione. ]l Pasteur ha pensato di andare perso- nalmente a verificare la cosa, ma fino ad oggi non è ancora partito (!). Ed ora eccomi al colera asiatico, a questa ma- lattia che ha fatto tanto parlare di sè in questi vlti- mì tempi senza fare per fortuna molto male. Io ho voluto riserbarla pour Za donne bouche. L'anno passato l’ epidemia non è riuscita funesta che per qualche città del mezzogiorno. La scoperta annun- ziata dal Koch d' un microbio in forma di virgola, che sarebbe la causa dell'epidemia, non ha medio- cremente contribuito a sollevare gli spiriti, giac- chè bisogna confessare che l’idea del parassitismo è spiacevole. Ci si adatta facilmente a morire d’una malattia vagamente designata con un nome greco o latino, mentre cì s’indigna al pensiero d’ essere internamente roso da microbi, di vedere questi piccolissimi, trattarci come boccie di cul- tura ! Che il colera sia una malattia parassitaria, non può esser dubbio per noi, dopo quello che ab- biamo detto in queste conferenze (°). Ma è la vir- gola, detta di Koch, benchè essa sia già stata sco- perta precedentemente da Pacini, la causa del male, o no?; e, nel primo caso, si tratta della virgola di prima o di seconda edizione ? (giacchè ve ne hanno due, l’una venuta dall'Egitto e l’altra dalle Indie). Noi abbiamo avuto a Ginevra un certo numero di casi colerici alla prigione di Sant’ Antonio. Cin- que persone che vivevano nella stessa cella sono state colpite, a qualche ora d’ intervallo, e son morte. Avvertito in tempo dal dottor Vincent, io ho avuto cura di non lasciarmi sfuggire quest’oc- casione per verificare gli studi di Koch. Andai presto nella cella per fare preparazioni micro- scopiche e seminarne culture, e assistetti a due antopsie. Potetti elettivamente constatare la pre- senza delle pretese virgole di Koch, quelle della seconda edizione, sia nelle deiezioni degl’ infermi da me esaminate, sia nell’ intestino dei cadaveri Per altro serbammo una prudente riserva circa la questione: colera asiatico o colera nostrale ? [1] Il Pasteur aveva domandatn all’ imperatore del Brasile di fare le esperienze su i condannati alla pena capitale. Natural- mente l’ umanissimo sovrano non potette permettere questo, ed il Pasteur non partì più [2] Vogliamo a questo punto ricordare il nome di Filippo Pacini. A parte le questioni della possibilità di vedere, o non, con microscopî inadatti l’ agente causale del colera — che sono puerilità di chi s’ incarica meno del fatto che delle con- getture più o meno logiche — è questo il vanto che non bi- sognerà mai negare al grande maestro italiano, d’ aver cioè sostenuto, sempre, la natura parassitaria del morbo gangetico. E similmente fece la commissione medica consul- tata a questo proposito. Il Consiglio Federa'e non si contentò però di questo rapporto collettivo e volle conoscere i risultati delle mie osservazioni microscopiche. Lasciando stare i dettagli del rap- porto che presentai al proposito, voglio comuni- carvi un riassunto delle conclusioni: « Risulta da queste osservazioni che il bacillo « S'è trovato per lo meno in tre dei casi colerici « osservati nella prigione di Sant'Antonio. Questo « bacillo risponde presso a poco alla descrizione, « del resto insufficente, che Koch ci ha dato, e, « quel che è importante, è identico a quello che <« presentano alcune preparazioni autentiche rac- « colte a Marsiglia e colorate con gli stessi pro- « cessi. « Ma da questi fatti mi guarderò bene di con- « chiudere che abbiamo la prova che la malattia « che ha regnato nella prigione di Sant’ Antonio « sia il colera asiatico. La questione scientifica è « ancora aperta. Lo stesso Koch scrisse dall’Egitto « di avere rinvenuto nell’ intestino dei colerosi « un bacillo identico a quello del moccio. Ora il « bacillo del moccio è assolutamente diritto. Più « tardi, nelle Indie, il bacillo era dato tuttavia « come caratteristico, ma aveva preso la forma « di virgola! Le preparazioni che io posseggo, « sia di Marsiglia, sia di Ginevra, contengono un « bacillo ricurvo in forma di C, o d’arco di cerchio « egualmente grosso alle due estremità, e per con- « seguenza non meritante il nome di virgola. « Recentemente diversi medici francesi ed in- « glesi hanno annunziato di aver rinvenuto lo « stesso bacillo in casi di semplice dissenteria... « Sembra prudente di non affermare categorica- « mente in una disputa che e appena ora comin- « cia e di attendere la crisi prima di pronunziarsi, « Perciò la contestazione della presenza dei bacilli « di Koch in questo o quel caso di malattia non « potrebbe servire di base, penso io, ad una dia- « gnosi seria; ne esercitare, perciò, una influenza « su decisioni d’ ordine amministrativo o sanita- « rio ». È certo, in fatti, che le ricerche del Koch non rispondono che a due delle tre condizioni che egli stesso richiedeva per ogni ricerca microbiologica, prima di dare un giudizio. Manca l’ inoculazione. È vero che Nicati e Rietsch, a Marsiglia, preten- dono esser riusciti a trasmettere la malattia per inoculazione ad animali, ma l’ esperimento riuscì in tali condizioni che ne rendono dubbia |’ inter- pretazione. D'altra parte il Klein a Calcutta non ha temuto d' ingoiare una cultura di virgole senza risentirne alcuno inconveniente. A Parigi il signor Bochefontaine è andato più lungi: ha preso delle materie coleriche sotto forma di pillole senza averne che piccoli disordini, scusabili dopo un pasto di tal genere. Questi esperimenti provano sventuratamente una sola cosa: il coraggio di quelli che gli eseguiscono, giacché è da molto tempo risaputo che la proporzione delle persone refraitarie all’ infezione colerica è considerevolis- sima. La prova dovrebbe esser fatta non su di una persona, ma su cento individui presi a caso, e allora avrebbe un certo valore. Dal punto di vista scientifico tutto questo non è serio. i Non vi è bisogno di prestare orecchie alle per- sone che ogni tanto riempiono i giornali annun- ziando di avere scoperte virgole in una parte qualunque del corpo umano, o in acque impure. Se per virgola s'intende uno spirillo cortissimo, allora è risaputo da gran tempo che esistono spe- cie di microbii simili, che vivono dovunque. Gli autori di queste pretese scoperte non po- tranno dimostrare l'identità delle loro virgole con quelle di Koch, come Koch non ha potuto dimo- strare essere la virgola la causa del colera. (!) Checché ne sia di tutto questo, è certo che tutte le epidemie di colera ci vengono dalie Indie, dove la malattia regna in permanenza. È là che si dovrebbe attaccare il male per sradicarlo. Quan- do l'epidemia s' è sviluppata in Europa il tras- porto delle persone attaccate e delle loro merci, la distribuzione d’un’acqua contaminata dal'e deie- zioni, o l'acqua che è servita a lavare le bianche- rie, sembrano essere le principali vie di propa gazione. L’ esempio dell’ Italia che ha invano cercato di ottenere una quarantena seria alle sue frontiere, mostra come sia difficile in pratica op- porre un ostacolo all’ estendersi del flagello. Noi non abbiamo avuto il tempo di ricordare tutte quelle malattie contagiose dell’ uomo, la cui causa è attribuita «on più o meno certezza a spe- cie determinate di mierobi. Ma quello che abbiamo detto basterà a far comprendere che non si può sognare di adottare un piano di campazna uni- forme per combattere tutte queste invasioni. Havvi un certo numero di malattie contro le quali si giungerà presto o tardi a premunirsi mediante [1] A proposito delle virgole ritrovate in altri organi, oltre l’ intestino, e che non sono certamente quelle ci Koch, siamo perfettamente d’ accordo col nostro Autore. Anche a Napoli, ‘nel 1884 si pretese ritrovarli nel sangue, nella milza, e .che so io! Illusioni ottiche, o aberrazioni di chi non vede e ‘vuol vedere a forza! Per quello che l’ A. scrive circa il valore della scoperta di Koch ripeteremo, solo, che le sue conferenze sono state fatte nel genna o nel 1885. k inoculazioni preventive: queste sono che dopo un primo attacco preservano da un secondo, durante un tempo relativamente lungo. Ma vi ha malattie contagiose assai che non agiscono a questa ma- niera, e bisognerà, per esse, garantirsi dall’ in- troduzione del miasma, cioè dal microbio, nel no- stro organismo. Per i microbii che vivono solo allo stato di parassiti e non si trovano in natura, come quelli delia tubercolosi, della lebbra, ecc. bisognerà ar- restare la disseminazione dei germi a principio, disinfettando pure via via tutto quello che viene dai malati. Le altre malattie parassitarie, quelle i cui germi sono troppo universalmente sparsi per poterli distruggere, sfuggono a tutti i mezzi preservativi. Per questi bisognerà prenilere un cammino più lungo, siudiare attentamente i co- stumi ed i generi di vita del mierobio, le sostanze che gli recano danno e ne arrestano la vegeta- zione, e ricercare quelle di cui il corpo umano può sopportare una dose suflicente sénza troppi in- convienienti. — Vi sono specie che non possono durare a 40°, che il corpo umano può sopportare. Dunque è dallo studio minuto delle singole specie che bisognerà aspettarsi quelle rozioni di cui dovrà servirsi il medico pel bene del genere umano. Questi studi sono ancora bambini, ma una nume- rosa falange di lavoratori li coltiva con tanto ar- dore che possiamo augurarci in breve ora, secp:rte importanti dal punto di vista pratico, scoperte che apriranno un'èra novella all’ arte medica. Signori e signore. — Siamo giunti al termine di questa rivista, fatta di gran galoppo, di qual- cuna delle malattie parassitarie. Il soggetto è così vasto che mi sarebbe riuscito più facile esporlo in dieci conferenze anzichè in due ore. Io ho te- muto di abusare de'la vostra pazienza. Ma prima di terminare io debbo rispondere ad una obbie- zione fatta da qualche pratico ai lavori di miero- biologia. Si è detto che questi sono inutili, perchè non ci hanno ancora date il mezzo di trovare un rimedio nuovo per quelle malattie, o appena hanno confermata l’ utilità di quelli già conosciuti. Ciò significa dimenticare le migliaia di feriti ai quali la medicatura alla Lister ha donata la vita; ciò significa soprattutto mostrarsi sfiduciati, ingiusti- ficatamente, quando le scoverte scientifiche sono fecondissime. Il frutto potrà esser maturo assai tarli, ma sarà maturo senza dubbio; ed allora alcuno non esiterà a proclamare che la scoverta della natura parassitaria delle malattie contagiose è stata la più bella, la più grande scoperta del nostro secolo. di COLOMBICULTURA Riproduzione interdetta (Continuazione) I Piccioni Romani « Columbarum amore insaniunt multi; super tecta exaedificant turres, iis, nobilitatemque sin- gularum et origines narrant veteres. Iam exemplo Lucius Axius, cques romanus, ante bellum civile Pompejanum, denariis quadringentis singula paria venditavit, ut M. Varro tradit; quin et patriam nobilitavere, Campania grandissimae provenire existimatae » (1). Meglio che colla citazione di Plino non rite- nemmo di potere principiare questo Articolo sui Piccioni della Cai. pania. 'l'ale e tanto amuie por- tarono gli Italiani a questa razza, di tali e tanti studi fu oggetto per i naturalisti nostrani e stra- nieri, che può a ragione ritepersi il capo-stipite dei piccioni da carne non solo d’ Italia, ma di tutta Europa. La Roma imperiale creò un culto per questi mecelli, il di cui allevamento addivenne stolta pas- sione per il patriziato e per i.cavalieri ai quali dagli allevatori di Campania si giunse a far pa- gare prezzi favolosi un nuovo mantello del piccio- ne favorito. L° elegante trosulo che volea rendersi accetto alla compiacente matrona, il vecchio libertino costretto a comporre le paci colla superba cor- tigiana Epirota, ricorrevano sempre ai mercanti della vicina Campania, grandi allevatori di Piccioni, ed a .cso di sesterzi acquistavano un dono im- mensamente delle donne gradito. Gli artisti stessi, seguendo la moda dei tempi, nelle opere scultorie e nelle tele trovarono sem- pre il modo di collocarvi colombi e piante, per quanto le non poche volte ciò desse di cozzo colla serietà del soggetto, o colla armonia e maestà dell’ insieme. Gli allevatori di Piecioni in Campania avevano accumulato non poche ricchezze collo smercio grandissimo che essi facevano di questi uccelli sui mercati di Roma, di Cuma, di Capua, di Napoli, di Pompei, d'Ercolano : ne ciò dee destare meravi- glia, quando si pensi per un momento come in epo- ca a noi vicinissima nei subborghi di Parigi, dei pic- coli agricoltori giunsero a poco a poco a cumu- lare patrimoni coll’ allevamento degli animali da cortile. [1] Plinio — Hist. nat. lib. X. cap. 37. L'invasione dei barbari ed il disfacimento del- l'impero furono la rovina dell'attivo commercio degli agricoltori di Campania: il mercato dei pic- cioni di lusso cessava colla caduta di Roma, im- perocchè i popoli d’Italia costretti a combattere per la salvezza della patria contro gli stranieri, per una metà di secolo altra cura non ebbero che di frapporre un argine all’ orde barbaresche. Gli idoli barcollanti, I’ egoismo del patriziato, 1° igno- ranza dei cavalieri, il dispotismo dei pretori, dei questori, dei prefetti, dei consoli carnefici in nome di un despota, la corruttela delle dame consolari e senatorie, la tracotanza delle cortigiane, tutto si spegneva ne] sangue sotto il ferro dei barbari, poichè stava scritto nel destino che il sangue dei despoti dovesse vendicare il sangue dei martiri. Però, quale segno evidente che gli Italiani colla caduta di Roma non avevano dimenticata l’antica passione, e che rimaneva ancor vivo il ricordo del lucroso commercio, ecco che nell’ età di mezzo l’ allevamento dei volatili già sì diffuso in Campa- nia risorge in Emilia; là nelle pianure bagnate dal Po prende grido un’altra razza, sangue mi- sto del piccione Romano, non meno prolifica e cer- tamente più robusta di questo. Il Pieciona Romano degli autori, dalla taglia grandissima quasi quanto un giovane Tacchino non trovasi più o assai raramente: gli individui più grossi della varietà Cavaliere (Lighthorsemen degli Inglesi) non superano in volume ed in peso un Pollo nostrale. Ciò nullameno rimane il Piccione più grosso di Europa. La testa del piccione Romano è bislunga termi- nata da un becco grosso, robusto, leggermente adun- co, sormontato da dae favette rilevate e farinose che ricuoprono le narici. L’ iride è biancastra, il collo medio, il petto largo e sporgente, la voce rauca, il volo grave, l’ andatura penosa e imbarazzata. Un cerchietto di pelle nuda, rossa e grinzosa in- cornicia l’ occhio assai piccolo avuto riguardo alla grossezza della razza. Non ha un mantello deter- mirato ; tuttavia il più bello ed il più produttivo è il Piccione Romano colore caffè e latte che ha l’iride gialla ed il corpo di minor volume. Questa razza presenta tre distinte varie!à: a) Il Piccione Romano misto (Columba Cam- pana mista) ) Il Piccione Cavaliere (Columba Campana Eques) c) Il Piccione Piacentino (Columba Campana | candidissima) Il Piccione Romano misto inercciatura del i Romano col Bagadais hà qualche caruncola attorno <% ia al becco, l' iride perlata, il collo sottile ed allun- gato, il corpo molto elegante e svelto, le gambe lunghe. Colle ali di un minore sbraceio del Romano comune vola meglio e produce assai. In generale ha mantello piombato con sbarre nere. __ Il Piccione Cavaliere o Gigante di Spagna ‘inerociatura del Romano col Gozzuto è il più gros- so dei piccioni di Campania. Ha filetto rosso in- torno agli occhi, largo il becco e le narici rico- perte da spugnosità farinose e appariscenti. Gonfia la gola come il Gozzuto, camminando impettito sulle altissime gambe, dritta ed alta la testa. Io ritengo che possa esser linea di passaggio fra il Romano ed il Modano, e ciò m' induce a credere il portamento altero, e la voce sorda, e le gambe altissime. Il mantello è bianco opaco, o bianco pulvischiato di nero, con coda grigia. Riaccoppiando questo Piccione col Piccione Ba- gadais Pierré, se ne ottiene il Cavaliere Farraud che ha lo stesso mantello dei riproduttori, ma è più alto di gambe e gonfia maggiormente la gola. Il Piccione Piacentino è pochissimo noto ed oggimai quasi scomparso. Trovasi nelle campagne di Piacenza, probabile frutto deli’ incrocio del Piccione Romano col Piccione Reale (White rum- ped pigeon Latham), L’ egregio Sig. Conte Enrico Sanvitale di Piacenza col quale ebbi l’ onore di carteggiare nel perduto anno mi descrive questo piccione così: Il Piccione Piacentino bianco, colombo bellissimo e grossissimo è ormai quasi perduto. Ha forma simile al Bagadese ma due volte più voluminoso e con petto più grosso; gambe lunghe pulite, cerchio rosso all’ occhio, becco medie, collo lungo, testa grossa, coda lunga. Vola bene e pro- duce generalmente novelli dai 12 ai 14 ettogram- mi. » (1) Alla quale descrizione breve e chiara del competentissi a:0 gentiluomo altro non mi sem- bra di dovere aggiungere. Firenze G. C. GIACHETTI TI DUDIRINININIDILIDIDII ID ID ID DUI DI UD LI CONSERVATION DES CHAMPIGNONS EN HERBIER Les herborisations doivent s'accomplir par un temps sec et de préférence le matin. Elles offrent cet ‘avantage qu’ en rentrant de bonne heure chez soi, on peut visiter ses trouvailles, les determiner et les préparer, Cependant je recommanderai toujours l’examen .sur place, 2 loco natali, si l’observateur en trouve le temps. Ses notes ‘et un croquis pris à ce mo- ment, auront une très grande utilitè, surtout pour la précision de la couleur du chapeau et des la- melles, car bon nombre d' espèces, dans les aga- ricinées fragiles surtout, modifient leur ton de co- lotation aussitòt qu'elles sont un peu flétries. Avant de se mettre en route, je conseille au Jeune mycologue de se munir soit d’ une petite valise, soit d' un panier à fond large et d’ un cer- tain nombre de petites boîtes en bois de diverses dimensions, sans oublier un vieux livre sacrifié & cet effet qui permettra d’ intercaler entre les feuil- letsles plus petites espèces et de les sécher che- min faisant, mais c» livre sera entouré d'un caout- choue afin d'ériter la dispersion des champignons. On doit beaucoup se pré:ccuper de récolter tous les Ages d’ une mème espèce, s'attacher tout particulièrement à n’offeaser aucune de leur par- tie, ce point est très essentiel et mème indispen- sable. Préalablement, on garnit le fond de la valise ou du panier d’ un lit de mousse, débarrassée des corps étrangers qui la pénètrent, celle des vieux arbres doit ètre prèférée comme plus souple. On placera les champignons charnus récoltés par couches près les uns des autres, séparé3z par des feuilles de papier de soie recouvertes d’ un peu de mousse, et on prendra cette précaution pour chaque nouvelle assise. Cette facon d’opérer exige nécessairement plus de temps, en revanche on est assufé de retrouver intacts et sans souillures les sujets que l’ on désire conserver. Autant que possible, le mycologue doit éviter de renvoyer au lendemain la détermination des espéces qu’ il a recueillies ; s’ il a besoin des con- seils d’ un maitre, qu'il se hà*e de lui faire par- venir ses spécimens dans une boîte en fer-blane (les boîtes de conserves vides et sans usage sont à la portée de tout le monde et conviennent très bien pour les transports par la poste). L’ usage d’ un carton a tovjours é(é insuffisant et à part la quasi-certitude de I’ éerasement dans le tran- sport, le bois et le carton ne conservent pas le sujet dans un état le fraîcheur suffisante, surtout si le parcours est de quelque étendue. Du jour au lendemain, le champignon subit inévitazlement une grande transformation’ il doit ètre pris sur le vif, sinon grande difficulté d'obtenir une dètermination exacte. Les espèces coriaces, telles que la plupart des polypordes, exigent bien moins de précautions. T'outes les espèces ne peuvent étre mises im- méliatement sous la presse, celles qui sont char- nues, sont sujettes à se briser sous le moindre poids; dans ce cas, il est bon d’ attendre au len- demain. Le champignon s' amollit assez prom- 98 r———___e__—7<_Sy nella mia col- lezione italiana sotto il nome di Anser Albifrons. Se nonchè confrontanto questo esemplare con un vero Anser Albifrons ucciso nel Napoletano, fui non poco colpito per le dimensioni assai piccole dell’ esemplare fresco e per il colore del suo bec- co rossastro, mentre nell’ autentico A. Albifrons era d’un hel giallo. Comunicata tale importante cattura all’ illustre ornitologo conte Salvadori cui diedi anche la de- scrizione dell’ individuo catturato, egli ebte ad espormi il dubbio che si trattasse di una specie diversa dall'A. Albifrons, cioè |’ Anser erythropus (Linn) Non potendo io stesso appurare la cosa, inviai la mia Anser al Corte Salvadori perchè, fatti i confronti con altri esemplari esistenti nel Museo di Torino, venisse il caso deciso. Il Conte Salvadori avuto in comunicazions l' esemplare, mi rispose: credere trattarsi effettivamente dell’ A. Erythropus appoggiando il suo asserto special- mente sulle dimensioni minori oscillanti in questa specie fra i limiti seguenti: Lunghe-za dell’ ala Cmi 396 - Omi 314 Cu!mine del becco » 036 - » 032 PALOMA e 001 nonchè su altri rilievi specifici, quali il bianco della fronte molto più esteso che nell’A. Albifrons, la brevità del becco, il colore grigio alquanto più oscuro delle ali e del groppone. Anche il comm. Giglioli conosciuta l’importante cattura ed i dubbi sorti sulla sua identificazione, mostrò vivo desiderio di avere pur esso in esame questa Oca singolare, ed avendovi io aderito, ebbi in risposta: essersi perfettamente persuaso che questa Oca è lo Anser erythropus Linn, specie che va aggiunta all’ Avifauna italica. Adunque dopo il responso di si autorevoli giudici, ogni dubbio resta eliminato ed ho il piacere di essere ie :l primo ad annoverare questa specie fra le avventizie italiane dappoichè nessun altro indivi- duo vi fu prima d'ora osservato ne alcuna colle- zione pubblica o privata può vintare il possesso di esemplari artentici italiani e neppure il Giglioli, per non parlare di tutti gli altri autori di orni- tolozia italica, fa anche solo dubbicsa menzione 100 e _——_— e _—m———_t——___zz—t@ di alcuna cattura di questa specie nella sua splen- dida « Avifauna italica ». L’Oca lombardella minore è propria delle parti settentrionali dell’ Europa e dell’ Asia e sembra essere abbondanta in Siberia. Emigrando è giunta e fu osservata nell’ Austria, in, Grecia, nell’ Asia minore ed anche in Egitto. Ora ecco la descrizione dell’ esemplare ucciso sul Po, che è maschio adulto e conservo nella mia collezione. i.unghezza totale dall’ apice del becco all’ estremità della coda Omi 610, ala Omi 390, becco Omi 032, Tarso omi 0C0. Becco rossastro coll'apice bianco; una fascia di penne bianche che sulla fionte si estende quasi a tocca;e il vertice, cir- conda la mascella superiore ; parti superiori ce- nerino brune, ali e groppone grigio oscuri; parti inferiori bianco cineree con numerose macchie traversali nere; sottocoda candido; piedi giallo rossastri. Statura alquanto maggiore di un Ger- mano reale {Anas boscas). Le carni di questa specie sono dure e di sgra- dito sapore come quelle di quasi tutti gli Anseridi. Cremona 29 Giugno 1886 O. FERRAGNI a2—_P————6È6m——__—€mÈ—_—_—_———r—t€6mnttllu}k-rrlmrcr]ncc comu DI IASNANFXPISTXFNAEETFXUNTXENA SPIGOLATURE” APISTICHE G. Abe! assicura che essendoli avvenuto va- rie volte nel riunire insieme due colonie, che quantunque esse fossero state affumicate, pure si assalivano accanitamente l’ une contro le altre, gettò sulle api riunite un pugno di farina, scuo- tendo l’ alveare in modo che la farina si span- desse sulle api; esse si calmarono prontamente occupandosi solo di ripulirsi a vicenda. Dootittle insegna il seguente modo di pren- dere gli sciami per coloro che hanno l’ abitudine di togliere n° ala alle regine fecondate: prepara un palo legandovi ad una estremità dei rami, una tavoletta o dei cenci neri, quando esce uno scia-0 me ti sarà facile prendere la regina che non può volare, ponila in una gabbietta e legala all’estre- mità del palo preparato; accosta il palo allo scia- me e le api cominceranno ad agglomerarsi nella gabbietta che contiene la regina, quando ve ne sieno una discreta quantità conficca il palo nel terreno vicino allo sciame e tuite le api si riu- niranno in esso; per inarniarlo potrai fare tutto il tuo comodo, perchè con la regina imprigionata le api non si allontanano e se anche ciò facessero tornerebbero tosto a riunirsi presso là regina. Nel caso non infrequente che uscissero altri scia- mi e si rivnissero a quello formato nel palo, p»enderai le regine di essi e imprigionate in gub- biette le collocherai alla porticina delie arnie che devono ricevere gli sciami, quindi avvicinerai li sciami riuniti nel palo àd una di esse arnie ed allorchè un suflicente numero di api sarà entrato nella prima, porterai il palo presso la secenda e l'ultimo lo collocherai nell’ arnia insieme alla re- gina legata al palo. La sig. Jenniz Culp che pure tiene le regine con ali tagliate si serve di questo sistema per riprendere gli sciami: uscito nno sciame pone unv’arnia vuoti nel posto di quello da dove è usci- to, ma siccome la regina non può seguire lo scia- me, questo tòrna indietro ed entra nella nuova arnia nella quale la Culp pone la regina che ha raccolto. Ciò fatto poria l'arnia con lo sciame dove vuole e ripone l’aiveare ceppo nella sua antica sede. Con questo però non intendiamo di consiglia- re il Taglio dell’ ala alle regine, poichè se è vero che Dootittle il quale da 15 anni taglia un'ala alle sue regine, se ne dichiara tanto sodisfatto da di- re che tornerebbe piuttos:o al primitivo bugnolo a favi fissi, anzichè lasciare questa pratica, ed il prof. Cook lo ritiene indispensabile per chi non può sorvegliare molto le sue api, e la sig. CuZp dice cha non tollera nel suo apiario regine non ta- gliate e non ne ha mai perduta una; pure Bro- von ha vedute regine con ali tagliate cadere in terra ed essere uccise dalle formiche e HMutchin- son soggiunge, che se lo sciame non è veduto pro- prio al momento che comincia ad uscire, la re- gina caduta in terra cammina e salta andando a qualche distanza, così oltre il tempo e la noia di doverla cercare si corre il rischio di schiacc'arla sotto i piedi; di più le api circolano a lungo per l’aria e se in quel tempo esce un altro sciame quasi sempre si uniscono a questo; quando la re- gina sì toglie dalla gabbia alle vol‘e riesce dal- l'alveare credendo di non avere sciamato e le api naturalmente la seguono. Tanti altri sono i pa- reri pro e contro; ma lasciando l'apicoltore libero di decidersi come le piace, indicheremo so!o le la maniera seguita da Zénker per iltaglio in pa- rola: Prendo la regina per le ali con la mano destra e la passo alla sinistra tenendola delica- tamente per il corpo fra il pollice e l’ indice, con fina forbice taglio longitudinalmente una dalle grandi ali esportando una listarella del margine che rappresenti la metà della larghezza dell'ala. Diversi Apicoltorî dicono che si può rispar- miarsi l' acquisto di fogli cerei faccettati poichè 101 tagliando dai favi vecchi tutte le celle delle d 1e fac- cie e lasciando intatto la lamina centrale, si dà questa alle api; esse vi ricostruiscono le celle ed il favo ha il medesimo aspetto el i melesimi pregi delle fia'e intierarente nuove. Wren per la introduzione diregine in un alvea- re consiglia di non togliere la regina vecchia se non si ha pronta quella da sostituirsi, non intro- durre ne liberare una regina durante il giorno ma solo al cadere del so'e; la maggior parte de- gli insuccessi si devono all' introdurre le regine durante il giorno. La polvere di caffè contro la putrefazione delle corate. Come il lettore vedrà nella rubrica /nse- gnamenti pratici, la polvere di caffè si è riscon- trata utile contro le malattie contaziose o bacte- riche; ora essendo la putrefazione delle covate dovuta pure a bacteri, si ritiene da molti che possa essere guarita con la polvere di caffè, per cui gli apicnltori dovrebbero farne la prova molto p'ù che il rimedio è semplice e non può arrecare danno alle api, mentre sarebbe un gran bene se si po- tesse con esso vincere questa malattia tanto te- mibile per gli apicoltori. Rimedio contro le api predatricî. Nel Bullettino de la S.e d’Apiculture de la Gironde, troviamo in- dicato che l’acqua fenicata, ossia acqua con alcune goccie di acido fenico, serve molto bene per al- lontanare le api predatrici che avessero assalito un’ alveare. I ragni amici @egli apicoltori. Lanystroth scrive: « Tin nucleo con una Regina italiana im- portata, fu da me posto sopra una cassstta vuota, collocata a terra su di un fianco e colla sua ca- vità rivolta al nord, per proteggervi ciò che in- tendeva di mettervi. Vi posi infatti molti favi vuoti, da darsi poi di mano in mano al nucleo, tutte le volte che estraeva un fuvo con covate per allevare Regine. Era nella persuasione che per certo alcuni dei favi vuoti nella cassetta sot- tostante si sarebbero trovati invasi dalle tarme; ma nell’ esaminarli ad uno ad uno, non vidi dicon segno di tarme. La mia sorpresa ebbe tuttavia ben presto a cessare, allorchè al fondo della cas- setta mi si presentò una ragnatela col suo occu- pante e con varie prove del suo lavoro negli scheletri delle tarme ed altri insetti sospesi nella ragnatela. » « Nell’ anno successivo, ho accatastato molte ‘arnie con favi vuoti in un granajo, chiuso abbastan- za per non lasciar entrare i sorci. Nella primavera ‘avanzata lho scoperto che i ragni avevano preso possesso di quelle arnie, e che tarme non vi ave- =“==# vano trovato buon giuoco. Ho pensato aliora di rac- cogliere quei sacchetti bianchi e setacei che i ragni Sogliono attaccare a tutti gli angoli rientranti, sac- chi che contengono migliaia di uova di ragni, e di collocarne uno in ciascun’arnia con fuvi vuoti. Fate così, e avrete senza vet provveluto alla conservazione dci vostri favi. « Recentercente (1885) ho rd da una soffitta alcuni vecchi favi, di cui le tarme sono tanto ghiotte, e che io aveva lasciati in una cassetta dal 1874 in poi. Essi non furono molestati e le ra- gnatele che vi aderivano spiegarono in breve il perchè delia loro conservazione. » Nell’ American bee journa!, Heinemann scrive: « Per unire una colonia orfana ad una normale, io tolgo il fondo all’ orfana e la porto sulla normale, chiudendo la porticina dell’ orfana, ed aprendo il tappo della soffitta della sottostante. DÒ un po' di fumo alle due colonie, e curo che l'operazione sia fatta sull'imbrunire. Dopo 48 ore, se rimangono api nella cassa superiore, la tolgo e spazzolo le api davanti alla colonia normale. Da molti anni seguo questa pratica e ron perdletti rè Regine nè api. L' APICOLTORE I FIORI ALL'ESTERO n= sai ni L’ Italia. st suol dire, è tutto un giarlino — qualche sua città si Ghisa città dei fiori; — non per tanto se vogliamo vedere la fioricsltura portata al grado di vera industria, dobbiamo usci- re dal del paese, e portarci oltr'alpe, e scendere nei piani settentrionali, scaldati da un sole am- malato. Da due secoli e mezzo la città di Haarlem va arriechendosi col commercio dei giacinti e dei tu- lipani. — Dall' Aja ad Alkmaar si incontrano da 1200 a 1300 ettari di terra coltivata a bulbi fio- riferi. Nel 1882 la Società generale per la coltivazione dei bulbi, pubblicava i seguenti dati suil’ esten- sione della piantagione in 300 comuni dei dintorni di Haarlem. Giacinti ettari 231 Tulipani » 206 Zafferano » 74 Narcisi » 9 altre piante. da bulbo » 52 un totale cioè di 595 ettari — In quasto stesso anno furono rotti più di 36 ettari di prato, per convertirli in coltivazione da: bulbi fioriferi. I migliori giacinti non riescono che nelle terre più pingui, 1 mentre lastano terreni medicri e sca- 102 denti per la cultura dei tulipani e degli altri bul- bi. — Inogni caso devesi disporre di un terreno sabbioso rè troppo umido, nè troppo secco. Nei primi mesì dell’ anno, si lavora ripetuta- mente il terreno alla profondità di 35 centimetri, e lo si cuopre di stallatico. Si piantano poi patate od altri ortaggi. — Nel mese di agosto e di settembre si lavora di nuovo il terreno rivolgendolo ben bene e vi si mettono i bulbi di giacinti. — Durante l’ inverno si copre totalmente il terreno con stramaglie, che si la- sciano fino a febbraio. — Ai primi bei giorni si levano le stramaglie, sotto le quali si vedono spuntare i primi germogli. — Alla fine di marzo e durante l aprile i fiori sono sbocciati tanto, che l’intero paese riesce olezzante di grati profumi. E pure durante l' aprile che sopragziungono gli stranieri per gil acquisti; — fatte Je vendite, si tagliano i fiori e sì gettano come cose dì nessun valore. — 1 *bulbi vengono levati da terra nel luglio; — quelli venduti sì spediscono agli acqui- renti, gli altri vengono immagazzinati in locali perfettamente asciutti dove si conservano per la vendita fino al prossimo anno. — Un bulbo di giacinto deve avere da tre a cinque anni, onde possa assumere un valore commerciale e possa dare le belle infiorescenze che di solito ammiria- mo l'inverno nei nostri salotti. Quanto all’ importanza dell’ industria, basti il dire che un solo ettaro di buoni giacinti può dare facilmente, in un solo anno, un prodotto di cin- quanta mi'a franchi. Il prodotto dei tnlipani e delle gionchiglie è assai meno considerevole. — Si ritiene per altro eccessivamente scarso il prodotto di 5000 lire annue. Si intende bene che il valore del terreno è talvolta eccessivo; — di solito varia fra 6 mila e 30 mila lire all’ ettaro, ma non è raro il caso di vedere un terreno ben coltivato salire al va- lore di 40-50 mila lire. Anche la spesa di ingrasso non riesce mero notevole. La concimazione di un ettaro di giacinti non costa meno di 2,900 lire, e 750 lire per le altre coltivazioni. Ne viene che la sola spesa in concime di un ettaro di giacinti i cui bulbi sono porta'i ai cin- que anni' riesce superiore alle 14 mila lire. L'esportazione dei bulbi dell’ Olanda si fa in quasi tutti gli Siati d’ Europa e d’ America. I. M. AGRICOLO e ATA Analisi celere delle aeque petabili AN FIN LIE Si scioglie del sapore bianco nell? alcool e se ne versano sleune goccie nell'acqua da esami- are: se diventa lattiginosa' vuol dire che è cru- ‘ACQUoso. da ossia ron adatta alia cottura delle vivande; se invece intorbida anche leggermente, è buona per gli usi di cucina. La presenza dell’ acido carbo- nico nell’acqua vedesi con l’acqua di calce che le da un as petto lattiginoso; versandovi poi qual- che goccia di acido muriatico si sprigionano delle bollicine gassose di acido carbonico. Le acque ges- sate danno con acido ossalico del precipitato bian- co di ossalato di calce. Per vedere se l’acqua contiene zolfo se ne mette in una bottiglia con un po’ di mercurio e ben turata si lascia in riposo per alcune ore, .se la superfice del mèrcario prende una gradazione ai colore oscuro e scuotendo ia bottiglia si vede del pulviscolo di un color grigio, è segno che l'acqua contiene zolfo. Le acque solforose trattate con una soluzione di acetato di piombo danno un precipitato color grigio tendente al nero. Le acque alcaline restituiscono il suo colore alla carta arrossata di laccamuffata. Le acque acidule tingono la carta di laccamuffa in rosso. La presenza della magnesia si rende palese trat- tando l’ acqua con carbonato di ammoniaca unito a piccola quantità di soda, i quali precipitano la magnesia in fondo al vaso. Le acque che contengono rame trattate con li- matura di ferro dolce e ammoniaca si colorano ix azzurro Scuro. Se vi è del piombo si trattano con acido sol- fidrico il qualè da all’ acqua un colore grigio scu- ro. Il ferro vi si conosce con alcune goccie di una soluzione di noce di galla che comunicano all’ac- qua un color rero; una soluzione di prussiato di potassa le darebbe invece un colore azzurro. INTXAININPNIFXSNINT PISTA PREDIZIONI DEL TEMPO SISSI Traduciamo dal nuovo periodico La prèvision du temps le seguenti utili norme; Sintomi barometrici dell’ approssimarsi della pioggia. L'aumento brusco di 1 o 2 mm. specialmente quando il barometro è basso, ind'ca l’arrivo, a colpo sicuro, della pioggia. Si sa che la pioggia è prodotta dall'incontro di due correnti d’aria aventi una temperattra diver- sa. La più fredda fa precipitare una parte del- l'acqua ccntenuta dall'altra allo stato di vapore Mentre una leggiera salita del barometro spe- cialmente quando è basso, produce quasi sem- pre una pioggia assai abbondante, nei nostri climi temperati. La rugiada al contrario non è procotta che dal raffreddamento generale di un’ aria calma. Questo fenemnno assai comune in Primavera, può produrre la nebbia ed il nuvolo. Sintomi precursori di un barometro detto barometro del coltivatore. La meteorologia essendo una scienza nuova non sarebbe bene, da parte nostra, come meteo- logisti trascurare i sintomi che ci offre la natura. Difatti, quando siamo sui campi ad eseguire i la- vori agrari, sprovvisti di tutti gli strumenti me- teorologici, come fare per avere le notizie. sulle variazioni atmosferiche? Basta guardare il baro- metro del coltivatore. Eccone le indicazioni. La pioggia è vicina quando: le rondini rasen- tano la terra, le lucertole si cacciano nei cespugli gli uecelli assestono continuamente le loro piume, le mosche pizzicano più forte e piu fucilmente del consueto, i polli si grattano e si spollinano nella terra, molte specie di pesci saltano fuori dell’acqua, le anatre e le oche battano le ali, gridano, si bagnano e svolazzano, le bestie cor- nute volgono il naso verso il vento per aspirare l’aria fresca, i montoni fiutono le pasture, con ritegno e tristezza, gli asini ragliano lungamente e sovente scuotendo le orecchie, icani si mostrano pigri infingardi e sembrano voler disobbedire al loro padrone, i galli come i polli battono le ali e cantano a delle ore insolite i pavoni gridano dall’alto degli alberi ove si sono posti, le passere sì radunano in branchi numerosi e gridano inces- santemente, le rane cantano nell'acqua, le chioc- ciole le lumache fanno la loro apparizione ecc. Il tempo si rimetie quando: I moscini e le zan- zare volano la sera in colonne numerose e sem- brano eleva:si nell'aria, le pìccole rane che si tengono in vasì con acqua salgono sulle pareti ‘o sugli cggetti sporgenti dall'acqua stessa, men- tre al l'approssimarsi della pioggia esse si tufano continuamente. Quando si approssima îl vento: le bestie cor- nute saltano e scuotono bruscamenie e follemente la testa, i montoni divengono vispi cerrono sal- tano e bicciano, i porci prendeno la paglia ecc. con la bocca, gridono e scuotono la testa, i gatti si arrampicano e grattono gli alberi e i legni, le ‘oche stendono le ali e si slanciano per volare, i piccioni battono bruscamente le ali volando, le rondini si agzirono tutte da una medesima parte degli alberi per nutrirsi degli insetti che si ri- parano dalla parte opposta al vento, i corvi e simili si radunano e schiamazzano fra loro. —ere—P—ererer route odori dnsegnamenti pratici Quando si devono strigliare i cavalli? Un grande proprierario di Brunswich scrive al Jour- nal de la Sociètè agricole du Brabunt-Hainaut la nota seguente, che riproduciamo onde possa dar luogo a paragoni e ad osservazioni: « Da parecchio tempo faccio strigliare e pu- lire i miei cavalli da lavoro alla sera invece che alla mattina. Alla mattina mi limito a farli spaz- zolare. Mi sono convinto che in grazia di questa pratica i cavalli godono durante la notte di un . sonno più perfetto e clie al mattino sono notevol- mente meno esposti a raffreddori. « L'impiego della striglia determina una gran- de sensibilità della pelle e questa deve tanto più facilmente occasionare dei raffreddori perchè l’ a- zione dell’ aria frelda esterna succede immediata- mente e bruscamente all'aria calda della scuderia « Quando la pulitura ha luogo la sera, l’ irri- tabilità della pelle provoeata dalla pulitura stessa sparisce durante la notte. « Questa pratica sembra razìonale sotto parec- chi punti di vista e sopra tutto perchè ai cavalli è più aggradevole e più igienico essere sbarazzati prima della notte dal sudore, dalla polvere e dal fango che possono coprirli; mentre la pulitura completa fatta al mattino durante il loro pasto, incomoda molto i cavalli. Si può dunque am- mettere che il trattamento accurato di cui so- pra, non solo preserva gli anima!i da molte ma- lattie, ma li conserva atti al lavoro fino ad un età avanzata » Modo abbreviativo di aver barbatelle di viti — Certo Follner di Erd in Ungheria per procu- rarsi barbatelle di viti in breve tempo ha operato in questa maniera: Ha preso le talee lunghe 60 centimetri e le ha legate a fasci di 250 ognuno Ha disposto questi in posizione verticale in una buca scavata nella terra, profonda 30 centimetri e rivestita di paglia per lo spessore di un pollice circa. Empita la buca, le talee che emergevano dalla stessa per circa 30 centimetri vennero coperte di uno strato di paglia eguale al rive- stimento della buca e con la terra dello scavo fatto, e finalmente vi la soprapposto uno strate pel MI 04, I PE ra GA AVE 104 di muschio di circa 3 centimetri ed uno eguale di terra — L'ambiente in cui ha operato, gli ha permesso di poterlo riscaldare e mantenerlo alla temperatura di 20.° a £2.° R. Ha intanto avuto cura di tener costantemente umido lo stra- terello superiore di terra e quello di muschio con acqua tiepida — Le talee nello spazio di 3 a 4 settimane hanno messo numerose e forti radici; sicchè estratte dall’ ambiente e collocate a dimora hanno dato splendilo risultato, poichè le viti nel 2.° anne di piantamento hanno prodotto grappoli e nel 3.° anno si sono messe regolarmènte a frut*o. È questa ura pratica meritevole di essere spe- rimentata. Volete vitelli o vitelle? -- Fino ad ora la scienza non ha trovato il modo di regolare secondo il capriccio dell’ allevatore la produzione dei sessì — Molte osservazioni si sono fatte in proposito e varie opinicni emesse, ma nulla di certo si è po- tuto stabilire — I più ritengono che la condizione di maggiore energia nel maschio o nella femmina all’ atto dell’accoppiamento possa esercitare una certa influenza nella produzione del sesso — A tale nopo si consiglia di regolarsi nel modo seguente: volete vitello» ? Ebbene condvcete al toro la vacca nell'ultimo periodo di calore, dopo diaverla munta, stanca, non eccitata da alimentazione stimolante e in condizione di lievissimo eccitamento sessuale. Volete vitella? — In questo caso condurrete al toro la vacca nel primissimo eccitamento sessuale, con le mammelle turgide, che non sia defaticata e stanca da lungo camt.ino e somministratele ali- limenti eccitanti, Trattandosi che osservando questi suggerimenti non può venirne nulla di male, se ne potrebbe sperimentare la efficacia. Per liberarsi dalle formiche. Nei Gleanings în bee culture, Deem scrive che con la polvere per- siana di Piretro, detta polvere insetticida, sparsa lungo la processione delle formiche Ie disperde prontamente. Un contadino usava anche con buon esito di bagnare una spugna in acqua zuccherata e la poreva dove si trovavano le formiche; essa in breve era gremita e allora la gettava in acqua bollente; toltala e pulita dal'e formiche ripeteva l'operazione. Non abbiamo molta fiducia in questi mezzi ma ad ogni modo li indichiamo perchè pessano essere provati. Il petrolio o una soluzione arsenicale versate sui buchi dai quali vengono le formiche ci ha ser- vito molte volte per allontanarle. Per distruggere la selondria che allo stato di rn larva danneggia diversi alberi da frutta si è usato con felice successo, nel frutteto del R. istituto tecnico di Parma, calce viva in polvere aspersa sulle piante con uno dei consueti soffietti da zolfo. La larva del selandria è nerastra vischiosa, lunga da 12 ai 15 millimetri, con 29 zampe piccolissime. In gevrerale basta una sprùzzatura di calce per uccidere queste larve, ma sarà sempre prudente ripetere l’ operazione pochi giorni dopo la prima. Consigliamo ‘pure di provare lo stesso mezzo contro altre iarve che danneggiano i frutteti, gli ortaggi. ecc. Contro le tignole dell’ uva. Abbiamo vedute in quest'anno parecchie zocche di uva invase da piccoli bruchi che si racchiudono in una specie di bozzolo nel quale soro intrigati parecchi fiori O) biccolissimi chicchi dell’ nva e che tanto gli uni che gli altri vengono perciò a seccare e così si ha un danno non piccolo. Questi bruchi sono le larve di due piccole far- falle la Cochylis ambdiguella Hubn e la Tortria pilleriana St. et W. : Si sono proposti vari mezzi per distruggere questo insetto: La caccia dei bruchi tozliendoli dai grappoli con piccole. pinzette di ferro La caccia delle uova che vengano deposte sui pam pani. Ma forse il migliore è quello proposto dal Dott. Ravizza egli spolvera con calce caustica i grappoli invasi dalia larva, cercando di fare questa ope- razione allorchè la rogiada bagna ancora i grap- poli. Le larve irritate dalla calce lasciano il loro nascondiglio sosperdendosi al filo serico. In questo modo si possono agevolmente raccogliere e di- struggere. Il latte di calce negli occhi. Siccome questo fascicolo del Bollettino è in buona parte occupato da articoli relativi alla Peronospora così aggiun- geremo anche il consiglio di lararsi subito gli oc- chi con acqua zuccherata, quando nel dare il latte o ia polvere di calce alle viti, qua!chè spruzzo fosse schizzato negli occhi dell'operatore. Anzi sa- rebte bene che si avesse sempre presso di se, un poca di acqua zuccherata. Per liberarsi dagli incomodi e dai pericoli che arrecano le mosclie nella presen'e stagione, si usano molteplici mezzi, ma quello più economico spedito ed innocuo è il decotto di quassio amaro, il quale immediatamente uccide questi fastidicsi ' insetti. II Caffè come antiscttico. Nella Gasselte de medicin militaîre, troviamo la re!azione di pa- recchie esperienze fatte sull’ impiego del caffè come antisettico per la conservazione delle so- stanze facilmente alterabili, e ne traduciamo in riassunto quanto segue: A 10 gr. di sangue contenuto in un bicchiere si è unito 1 gr. di polvere di caffè rirescolando il tutto completamente ; sì è tenuto per 48 ore alla îemperatura di 16° e tuttavia non emanava nes- sun’ odore di putrefazione. A 10 gr. di gelatina già in prutefazione si ag- giunse 1j2 gr. di caffè in polvere, e dopo 1? mi- nuto scomparve ogni cattivo cdore e restò così altri 20 giorni quantunque il miscuglio sia ri- masto aperto esposto al forte calore naturale del luglio. Del sangue già putrefatto unito intimamente con l gr. di polvere di caffè, perdè subito il suo cattivo odore e rimase inalterato per 1 giorno e mezzo. 25 gr. di carne finamente triturata e mista a 11 gr. di caffè, esposta all’ aria si conservò pure per 20 giorni. 50 gr. di carne impastata con 9 gr. di caffè in polvere, è stata seccata completamente in tre giorni senza traccia di cattivo odore ne di decom- posizione. Anche nella cura delle ferite e delle piaghe è constatata l’utilità della polvere di caffè tanto negli uomini che negli animali; ed in generale si è veduto avere questa polvere una forte e benefica azione contro i Microbii e le malattie da essi causate. Per distruggere il Grillo talpa, si fà sciogliere in un litro di acqua, cinquanta gr. di sapone co- mune, e si mette in bottiglia qualunque; con essa si va sul terreno infestato dall’insetto, si segue il solco che vi avrà tracciato fino al posto in cui si troverà la buca per dove è rientrato nella terra, si versa in questa buca una cucchiajata circa della saponata e poco dopo si vedrà uscire il grillo-talpa e cadere asfissiato a poca distanza. Volendosi ap- plicare il rimedio a tutto il giardino ed orto, si innaffia il terreno con il detto liquido. Due chilog. di sapone basteranno per innaffiare un’ area di circa 16 pertiche; si innaffia la sera in tempo asciutto e i grillo-talpa moriranno sotto terra nella notte medesima, mentre questa operazione assicurasi non possa per nulla nuocere alla ve- getazione delle piante. 105 NOTE BIBLIOGRAFICHE RECENTI PUBBLICAZIONI DONI-CAMBI L’ Amministrazione del Bollettino s’ incarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle altre, quando sia possibile, se ne permette gratuitamente la lettura. Avifauna italica. — Questa pregevole pubbli- cazione che interesserà tutti coloro che si occu- pano di studi ornitologici, è stata compilata dal- l’Illastre naturalista Comm. Enrico Hillyer Giglioli per conto del Ministero di Agricoltura, industria e commercio e precisamente della sezione, Uf- ficio Ornitologico, del quale è direttore il prelo- dato Prof. Giglioli. Contiene l’ elenco delle snacie dì uccelli stazionarie o di passaggio in Italia, con la loro sinonimia volgare e con molte notizie più specialmente intorno alle migrazioni ed alla nidi- ficazione. È un volume di oltre 600 pagine in 8.° e costa L: 5,00. Bollettino dei Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino. — Ab- biamo ricevuti i primi 8 numeri di questa impor- tante pubblicazione; essi contengono: Sulla pre- senza del Pelodytes punctatus Daud. in Italia, del conte Mario G. Peracca — Allolobophora celtica, n. sp. del Dott. Danzele Rosa — Note sui lombricî del Veneto del Dott. Daniele Rosa — Dell’esisternza della Talpa Europea Linn. in Sicilia, osservazioni del Dott. Lorenzo Camerano — Sulla presenza del- la Rana Latastiî Boulenger in Piemonte del Conte Mario G. Peracca — Sulla presenza del Triton Alpestris (Laur) in Piemonte di M. Borzone — Della Lacerta Taurica Pallas. in Italia, del Dott. Lorenzo Camerano — La questione delle rane rosse d’Italia, e la critica scientifica del Dott. L. Camerano. Mammiferi marini che si rinvennero fossili nelle calabrie. E una breve memoria dell’ egregio Prof. Antonio Neviani, nella quale fa cenno di tutti gli avanzi fossili di mammiferi marini che per quanto è a sua conoscenza sono stati rinve- nuti fin qui in quei paesi. Alcune osservazioni geologiche su Squillace. Squillace è, geologicamente parlando, un paese im- portante delle Calabrie, ne hanno parlato parecchi geologici, ed ora il rinominato Prof. Neviani fa in questo scritto importanti osservazioni per lo studio cronologico di quei terreni e sopra a tutto osserva per il primo come il conglomerato di Squillace non è, come fu detto, identico a quello 106 di Corace, poichè mentre questo e prevalentemente granilico, e contiene molto gesso, l’ altro è formato di ciottoli calcarei el arenacei improntati e non vi sì trova gesso, esso è quindi più recente di quello di Corace. Not zie ed osservazioni fatte dall’ agosto @1 dicembre 1885 specialmente in riguardo alle emi- grazioni degli uccelli nella provincia di Padova e nell’ estuario veneto per Ettore Arrigoni degli Oddi. L’ egregio Sig. Conte Degli Oddi ha riuniti in elegante pubblicazione le osservazioni da lui accuratamente fatte sull’ emigrazione degli uccelli e che interessano molto chi si occupa di questa parte assai oscura della Ornitologia Ora che an- che in Italia funzionano sotto la direzione dell il- lustre Comm. Giglioli le stazioni ornitologiche de- liberate al congresso di Vienna, le pubblicazioni come questa del Sig. Arrigoni Degli Oddi acqui- stano speciale importanza. 1 Fossili quaternari del suolo di Roma. Per Enrico Clerici. Lo studio dei terreni che costitui- scono il sottosuolo di una popolosa città, è cosa evidentemente poco agevole, ma per lo straordi- dinario sviluppo che le costruzioni hanno rag- giunto in Roma da alcuni anni, |’ egregio autore ha potuto raccogliere e studiare in più luoghi ì materiali scavaii per le fondazioni delle opere edi- lizie. Nota tutte le specie di fossili rinvenute nelle diverse regioni della città, ricordando pure la serie dei terreni; ed il tutto arricchisce con interessanti note e citazioni. Riassumendo, se si prescinde dal gruppo pliocenico del Monte Mario, sotto i vari stati di tufo si trovano costantemente terreni di acqua dolce con fossili caratteristici, tanto in Roma che nei dintorni; le marne ora argillose ora sabbiose si estendono su tutto il fondo del Bacino raggiungendo la profondità di oltre 16 m. sotto l attuale livello del mare; i tufi sono superiori ed intercalati a sedimenti lacustri e fluviatili; indizzi certi dell’ esistenza locale dell’ uomo sì hanno nel posglaciale. Stuli su talune conchiglie mediterranee vi- venti e fossili per March. A. De Gregorio. L'egre- gio autore passa in rivista non solamente le specie che vivono nel Mediterraneo, ma anche un buon numero di quelle viventi nell’ Oceano atlantico e specialmente nel mar Glizciale artico; fà uno stu- dio comparativo delle specie posplioceniche, pli- oceniche e mioceniche, non solamente d’Italia ma di tutta i Europa Vi sono descritte parecchie spe- cie nuove viventi e fossili. Contiene inoltre una rivi- sta del gen. ficula e vulsella. Un volume di 432 pag. con 5 tavole L. 20,00. Iconografia della fauna dell’ orizzonte alpi- niano. È un’ altra interessante pubblicazione del prelodato Sig. March. De Gregorio, corredata di 30 belle*ed accurate tavole in litografica, conte+ nenti qualehè .migliaio»di figure molte delle qualî>. l'appresentanti specie- nuove principalmente del Vincentino (Sege in, Valpore, Canove, S. Vigilio ecc.) L’ orizzonte Alpipiano corrispondé in parte al Lias superiore ed in parte al Giuria, inferiore. E diviso in due sotto orizzonti dei quali il supe- riore corrisponde» alla zona a Z’asedonomya alpina auct. o a. Stepha noceras. Brongnartì. Sovv., l’in- feriore, alla zona a Harpoceras Murchisomie Sovv. Prezzo L. 60,00. Il disegno nelle arti e«nelle industrie, discorso di Torquato Rossi, Professore di disegno all e scuole tecniche di Siena. Contiene giuste e con vincenti: osservazioni per dimostrare come il! dis: :gno sia. utile e necessario a qualunque persona si a che si dedichi alle arti alle industrie o alle scie inze spe- cialmente fisiche. Annuario. dell’ istituto eartografico italiano. (L. Rolla). Ci è stata favorita la second a annata (1885) di questa interessante pubblica’ zione che dopo ura introduzione storica tratta: « Il Risve- glio della cartografia e dell’insegnameni ,o geogra- fico — 1 diversi sistemi:di esecuzione. delle carte geografiche — Lavori eseguiti nell’ isti' tuto carto- grafico italiano durante l’anno 1883,— Conclusio- ne » Contiere pure una. tavola (Susa «ed il Roceia- melone in l: 40 000) come saggio di. carta incisa in 2 colori. L’ape Giuridico Amministrativa periodico set- timanale in grande formato che si pubblica in Udine e costa L. 10 all'anno, tratta ogni branca del Diritto. e la Sociologia; risolve. gratuisamente. i quesiti d’ indole legale; dà premi alle migliori risoluzioni di quesiti banditi per concorsa. Il buon contadino. — È il titolo di un nuowo giornale settimanale che si pubblicherà, in Milano. presso la Ditta Giacomo Agnelli, via S. Margherita. 2. Il numero di saggio è bene illustrato. e contiene interessanti articoli. Tutti i numeri che si pubbli- cheranno durante il 1886 vengono spediti franchi per L. 3,00. L’ allevatore. Abbiamo ricevuto da Milano il primo numero di questa Rivista mensile di Agri coltura, Zootecnia, Caccia, Allevamento ece.; diretta dal Sig. A. Gemignani. Eccone il sommario: Il laboratorio dell’ Allevatore. — Corriera degli Allevatori. — Foraggi e bestiame. — Il vecchio o il nuovo? — Lo stabilimento Lagrange. — Lo Stud del re di Vurtemberg. — 1 Conigli. — Una buona ricetta. — Un prodotto negletto. — La razza Langshan. — Esposizione canina di Parigi. — Le spedizioni di animali vivi. — Sport. — Offerte e domande. tl Varia. — Don Ciseo cacciatore. — Buca delle lettere. ILLustRAZIONI. — Bue dell’ allevamento Mino- glio. — Vedute dello Stabilimento d’ Avicoltura Lagrange. — Cavalli arabi del Re di Vutmberg. — Gallo e. Gallina Laogsham. — Marco, spinone | Boulet. Per abbonamenti (L. 5 all’ anno) e numeri di saggi, rivolgersi ad A. Morestiroli, Via Pasquiro- lo 6, Milano. IX PSSISLSIO RIIIIIPIISISLISS a INVENZIONI E SCOPERTE Afide che prodnce la cera. dI sapeva da tempo che le enormi quantita di bella cera che vengono in Furopa dalla China erano prodotte da un in- setto a noi sconosciuto. Il viaggiatore inglese Sig. Hasie ci dà in proposito le seguenti interessanti notizie: Nella montagna della Chianchan, in certi alberi sempre verdi sì trovano delle galle o escre- scenze entro le quali sono la larva di uno scara- faggio ed una quantità di piccoli insetti che sem- brano appartenere agli afidi. I Chinesi tolgono con cura queste calle e le appiccicano con cera qua e là sui rami di altro albero da loro detto albero della cera, che vegeta nei bassi fondi dello Sechnen. Nel maggio lo sca- rafaggio fora la galla e ne esce fuori; dal foro da esso fatto ne escono subito dopo una infinità di afidi che si riproducono poi prodigioramente e che ben presto ricoprono tutto l’ albero; sono essi che secretono la cera e nel breve spazio di 3 mesi ogni ramo della pianta si trova coinvolto in uno strato di cera alto circa 3 linee. In agosto la cera viene raspata via e purificata per mezzo di 2 fu- sioni, quindi posta in commercio; anche dagli in- setti se ne cava una piccola quantità, ed essi ser- vono poi come cibo per i porci. Colorimetro del prof. Giannetti. Nello scorso fascicolo parlando dell’ apparecchio immaginato dall’ egregio sig. Giannetti, Professore di chimica farmaceutica nella nostra Università, fu soppres- so un’ o al nome dello strumento stesso e cicè fu stampato Clorimetro mentre doveva dire Colori met o. Con vero piacere aggiungiamo ora che questo utile e semplice s'rumento ha ottenuta la me- daglia di bronzo alla esposizione internazionale delle macchin> per v'no ed olio, tenuta in Pisa nel corrente giugno. 107 —=———____y____—— Incisore anulare per il tralcio delle viti. Si è da poco raccomandata questa incisione e se ne vanta tanto l’utilità; ma mancava un’arnese atto a praticarla facilmente. Questo arnese lo ha in- ventato il nostro concittadino Sig. Ing. Robuslino Livini, ed avendolo presentato alla esposizione in- ternazionale di macchine enologiche effettuata in Pi- sa nel corrente giugno ne ottenne in premio la me- daglia di bronzo. La macchinetta è una specie di for- bice con 3 occhi di diverse dimensioni ed a doppio taglio circolare in modo che si può operare con celerità ed uniformità nelle varie grossezze dei tralci. Pozzo artesiano di acqua calda. A Buda-Peste si stà scavando un pozzo artesiano che a 951 metri di nrofondità dà già una quantità considerevo!e di acqua a 70 gradi centigradi. Il municipio ha date alla società escavatrice 800 mila lire per distri- buirc quest’ acqua in tutti i lavatoi, bagni pubblici ecc ; mentre essa sarà di grande utilità anche per molte industrie. La società continua ad scavare per ottenere acqua anche più calda. : Cinque nuovi piccoli pianeti sono stati sco- perti in breve tempo e cicè: M. Palisa astronomo di Vienna ne ha scoperti 4 in una sola settimana; il 254° il 31 marzo la mattina, il 255° il giorno stesso alla sera, il 256° il 3 aprile e il 257° il 5 aprile; M. Lutper di Dusseldart scoprì il 258° il 4 maggio. I primi 4 sono di 132 grandezza circa, il 5° è più brillante dell’ 11a grandezza. IL’ Autometro universale inventato dal Signor Desbruéres è un meccanismo semplicissimo con il quale vengono misurate automaticamente le stoffe, carte, mercerie ecc. nel tempo che si arrotolano o riducono in pezze. Nuovi strumenti termici registratori. Il Prof. Filippo Artimini ha immaginati due utilissimi strumenti con i quali a somiglianza del comune termometro a mercurio, si possono misurare le tensioni calorifere dal punto in cui cessa di mi- surarle con precisione il termometro. Il primo è assai piccolo e lo chiama Termopirometro a mas- sima e minima o da laboratorio, l’altro di dimen- sione molto più grandi lo chiama Termopirometro registratore. La descrizione di queste macchinette e le loro figure si trovano-nel N.° 12 della Rivi- sta scientifica industriale (Firenze). Telefonia intercontinentale. Il sig. Rysselber- ghe, il cui nome ha acquistato una giusta celebrità perla soluzione del problema del telefono e tele- grafo simultanei sullo stesso filo, si è recato in America, ove ha fatte esperienze rimarchevoli di telefonia a grande distanza sulle linee telegrafiche degli Stati Uniti. 108 Egli è giunto a questa conclusione: che con conduttori in rame (o qualunque altro metallo non suscettibile di magnetizzarsi come il ferro, del bronzo fosforoso ad esempio) la portata del tele- fono era approssimativamente proporzionata alla conduttibilità dei fili, e che con filì di diametro conven'ente si potrebbe telefonare direttamente a qualunque distanza sui continenti terrestri; dal fon- do della Norvegia al Capo di Buona Speranza, 0 dal Capo Horn alle Cascate del Niagara. I suoi apparecchi collocati sulla linea di Chi- cago a New-York, composti d’ uno di questi fili in rame con anima d'acciaio, in uso agli Stati Uniti, hanno provato che con un filo di rame di soli © mm. di diametro si corrisponderebbe ab- bastanza bene ad una distanza di 3250 chilometri. Aumentando questo diametro, la distanza non avrebbe più limiti. Si potrebbe fin d'oggi, e con una spesa rela- tivamente debole, collegare telefonicamente ie varie capitali d' Europa. Una delle più grandi distanze, quella da Bru- xelles a Costantinopeli, non è che 2500 chilometri. Macchina per sgusciare i piselli. In quest'anno è stata finalmente posta in attività una nuova macchina che serve benissimo alla sgusciatura dei piselli. Fù inventata dal Sig. Alfredo Swingle di California. Macchina compositrice. Lo svedese Lagerman ha inventata una macchina molto complicata e costosa, ma che esezuisce con grande rapidita ed esa‘tezza le composizioni tipografiche come potrebbe fare un’ abile operaio compositore occu- pando però questi molto più tempo. Alla esposizione di elettricità in Pietroburgo sono da notarsi fra gli aitri i seguenti nuovi stru- menti : La nuova pila detta Stepanuow che alimenta a volontà 5 lampade ad incadescenza da 16 can- dele o 10 lampade da 10 candele, e che quindi ha una immediata applicazione per la illumina- zione delle case private e piccoli ambienti. I fonofori del dott. Wreden. Le nuove lampade ad incadescenza della so- cietà Jablochkoff che si stimaro più economiche di qualunque altra. I nuovi segnali a controllo per ferrovia, delle officine Riga. Il nuovo telefono Ochorowicz che ripete ad alta voce, diverse melodie eseguite dall’ orchestra e cantanti del piccolo teatro situato a circa 4 chi- lometri dall’ esposizione. I nuovi apparecchi telefonici ad induzione ma- gnetica dell’ ing. Abakanowicz. La macchina da cucire elettrica del Margen- stern, mossa dalla pila Trouvé è motore Griscoml. Il pianino elettrico inventato dai Sigg. Siemens e Halske, messo in attività da una pila Stepanow già sopra notata Un’ nuovo apparecchio che serve ad annun- ziare gli ancendi e che permette non solo di sa- pere in qual puato è il fuoco, ma si pnò anche parlare per il medesimo filo. Ne è inventore il Sig. Hovanko. Il nuovo termometro metallico dello Sokolow, che dà l'avviso con soneria, allorchè raggiunge una data temperatura stata preventivamente fis- sata mediante chiusura del circuito; questo pic- colo apparecchio messo per esempio nel grano od altri cereali nei magazzini di deposito serve a dare l’ allarme allorchè i cereali cominciano a riscal- darsi, evitando così tutti gli accidenti e perdite che avvengano per tal causa; è esposta ancora una applicazione di questo apparecchio alle lar- terne dei segnali ferroviarii per avvertire se il lume si spenge. Il telemeitro del medesimo inventore, che iscri- ve automaticamente il contorno delle coste ed il cammino delle navi o delle colonne nemiche. Albero elettrico. La Phitalacca Elettrica sa- rebbe il nome del curioso vegetale. Le proprietà elettriche di questa pianta sono, a dire di diversi giornali, rimarchevolissime. Quando si rompa un ramo di questa pianta, la mano riceve una scossa analoga a quella d’ una bombina d’ induzione. Un ago calamitato resta in- fluenzato alla distanza di 6 metri, ed oscilla for- temente se lo si avvicina alla pianta. L’ energia di questa influenza varia secondo le < re del giorno, raggiunge un massimo verso le d « pomeridian? e si annulla durante la notte; autienta conside- revolmente durante gli uragani, ei in tempo di pioggia la pianta sembra appassire. Non si vedono mai gli uccelli e gli insetti posarsi su questa pian- ta ed il suolo dove vegeta non presenta alcuna traccia di metallo magnetico. : Nuovo perfezionamento del telefono. A Nuova York, certo Gillet, ha trovato il modo di mettere in comunicazione la popolazione del Globo mercè un’ istrumento da Ini inventato, e che non è più grande d' un orologio tascabile. In sulle prime fa preso per un matto, ma fatte le prove riuscirono a meraviglia. Una domenica domandò l’ autoriz- zazione di servirsi del filo telegrafico postale da Nuova York a Chicago, distanti 1760 chilometri. Ivi attaccò al filo telegrafico il cordone della sua macchinetta, e conversò benissimo col suo corri- spondente a Nuova York Si poteva per fino sen- tire distintamente il movimento di un orologio. Una seconda prova fu fatta poco tempo dopo col medesimo successo. ll passare che fa il filo sott’ acqua, non impedisce di sentire: e questo te- lefono, che adopera i fili del telegrafo, non distur- ba punto la trasmissione dei dispacci. Chi sa che fra poco non possiamo liberamente discorrere, e conversare cogli amici, che sono in Inghilterra ed in America? NOTIZIARIO DOLL Per causa dello straordinario ritardo posto dallo stampatore nella composizione del fascico- lo di Giugno, lo abbiamo riunito a quello del Luglio che perciò esce in 32 pagine. Con il presente fascicolo abbiamo inviata una piccola circolare a tutti gli abbonati morosi av- vertendoli di quanto è il loro dare a questa am- ministrazione. Ripetiamo anche quì le nostre pre- ghiere perchè si mettano in regola al più presto possibile ed in special modo ci rivolgiamo a co- loro che hanno da pagare diverse annate, avver- tendoli che con il prossimo fascicolo saremo co- stretti ricominciare la pubblicazione dei nomi de- gli abbonati che ci debbono ancora due o più an- nate, avend6 orrcai provato che per alcuni non vi è che questo spiacevole mezzo per farli pagare. La profondità dei nostri mari. Dagli ultimi scandagli fatti, resulta che nel Mediterraneo la maggior profondità è tra Malta e Candia ove rag- giunge i 3900 raetri, fra Candia e Cipro tocca i 2000 metri. L’ Adriatico è più basso, variando la sua profondità dai 100 a 200 metri nella parte settentrionale mentre scende fino a 1400 verso Cattaro. Nell’ Ionio è un aiternativa dai 100 ai 1000 metri. Sulla costa occidentale dell’ Italia la maggior profondità appena arriva ai 200 metri. Tra l’Affrica, la Spagna, la Francia, la Sardegna e la Sicilia il bacino varia dai 1000 ai 2000 me- tri di profondità. La società protettrice degli animali a Parigi oltre i premi corcessi agli uomini, ha premiati pure due cani appartenenti al sig. Royer Pemar- tin. L'uno di essi chiamato Osail di razza le- vriera aveva salvata una bambina assalita da un .cinghiale che stava per divorarla; e l' altro Ta- ja, di Terranuova salvò dalle acque il fratellino della suddetta bambina, il quale stava per anne- = 109 garsi essendosi gettato nell’ acqua per sfuggire il feroce cinghiale. Sale pastorizio. Da esperimenti fatti eseguire pèr conto del ministero di agricoltura in diverse località e sulle diverse specie di animali, resulta in modo certo che il sale pastorizio sofisticato coll’ assenzio romano, è mangiato bene e senza in- convenienti dagli animali, qualunque ne sia la spe- cie, razza, sesso od età. Si ritiene anche che deb- ba, per la sostanza ancora che contiene, agire co- me tonico, stimolare quindi l’ appetito ed age- volare le funzioni digestive. Gii allevatori posso- no quindi farne uso senza "timore e con grande vantaggio. Acquisto di cavalli stalloni nazionali. Per conto del nostro governo sarà fatto acquisto in Ilalia, di cavalli stalloni puro sangue inglese , 0- rientale, e dei prodotti d° incrocio dei medesimi. Le offerte di vendita devono indirizzarsi al rini- stero di agricoltura entro il 10 luglio e la visita dei cavalli sarà fatta in giorni ca determinarsi dal 15 luglio al 15 agosto, nelle seguenti località: Torino, Cremona, Bologna, Treviso, Pisa, Roma, Foggia. Capua, Palermo, Catania, Cagliari e Sas- sari. Depositi franchi di vini italiani. Dopo i s3- disfacenti resultati ottenuti con il deposito fran- co per ì nostri vini in Lucerna, il ministero di agricoltura ne ha istituito un’ altro a Monaco di Baviera. La circolare con i dettagli può vedersi presso i comizi agrari ed istituzioni congenori. Un pallone frenato veramente gigantesco sa- rà quello che M. Gabriel Yon costruirà per farlo agire durante l’ esposizione mondiale del 1889 in Parigi. Esso avrà un volume di ;60,000 me. con un diametro di 48 metri. Solleverà 100 persone fino all’ altezza di 1000 metri. La macchina mo- trice avrà una forza di 600 cavalli. Fillossera. Sono stati scoperti iu Italia a Viz- zini (provincia di Catania) grandi centri fillosse- rici con molte viti morte. In Francia un altro circondario finora ritenuto immune è stato rico- nosciuto infetto; è quello di Montlucan nell’ AI- lier. Anche in Algeria, nella Germania e nella Svizzera la fillossera segnita a {[diffondersi; essa è comparsa pure al Capo di Buonasperanza. La grandine nelle diverse regioni d’ Halia. Dalla statistica pubblicata sulla grandine caduta in Italia durante l' ultimo decennio resalta la se- guente media per le diverse regioni delle quali sì compone l’ Italia. In Lombardia grandina 31 giorno all’ anno, in Piemonte 25, nell Emilia 24 nel Veneto 23, nell’ Italia centrale e meridionale 110 —__1ZZÀAÀ=À11——FPF—tttgcrer-—.,;, "22 ————66c6T_ yYT*®x'r”«(c«wWM\M(ro *«««««««««« «=<""""* %* *> >**È<< meno esposte alle correnti atmosferiche non gran- dina che in 9 giorni all’ anno. Una nuova specie di patata che si chiama so- lanum ohrondi è stata introdotia in Europa. Es- sa ha iltubero simile alla patata comune, ma pro- tende dei rami sotterranei o stoloni i quali vanno a formare a poca distanza un' altra pianta che co- me la pianta madre produce anch’ essa dei tube- ri. Relativamente ai meriti come vitto questa pa- tata è inferiore a quelle ora usate, ma a forza di ineroci si spera ottenere una nuova varietà che riunisca le buone qualità della specie comune con il vantaggio della facilità di moltiplicarsi che ha la specie nuova. Un congresso internazionale sulla navigazio- ne fluviale sarà inaugurato a Vienna il 15 gin- gno corr. 11 congresso internazionale di idrologia e cli- matologia che avrà luogo a Biarritz (Francia) sì aprirà il 1° ottobre e fino all’$ saranno tenute sedute locali; il 9 cominceranno le escursioni alle principali stazioni termali e sanitarie della regio- ne dei Pirenei. Coloro che desiderano prender parte a questo congresso debbono indirizzare li- re 12 al visconte De Chasteigner tesoriere gene- rale del congresso a Biarritz e riceveranno poi gli atti del congresso ed una carta di riconosci- mento con la quale godranno la riduzione del 50 per cento sulle ferrovie francesi ed un ribasso nei prezzi degli alberghi. Per la coltivazione dei prati viene dal mini- stero di agricoltara aperto un concorso con pre- mi da 100 a 300 lire l’ uno. Le domande di am- missione devono essere dirette alle sedi dei Co- mizi agrari entro il gennaio 1887, edi premi sa- ranno conferiti entro il 1888. Un altro concorso internazionale di strumen- ti per 1’ applicaziane dei rimedi contro le cerit- togame e gli insetti Gannosi alle piante colti- vate doveva essere tenuto in Udine nel prossi- mo agosto contemporaneamente al concorso agra- rio regionale; ma è stàto sospeso per causa delle poco buone condizionì sanitarie. Sono aperti i seguenti concorsi: A Venezia in- segnante ostetricia nell’ ospedale civile, stipendio L. 2789. Tempo utile fino al 1 settembre. A Parma, assistente alle cliniche medica e chi- rurgica veterinaria. Scade il 10 ottobre. A' Pavia presso la R. Università, 21 posti gra- tuiti a giovani ammissib.li all università. Tempo ntile al 29 agosto. A Mess'na, prof. di patologia chirurgica. Sca- de il 20 iuglio. A Pisa, prof. straordinari di patologia medica e igiene. A Catania, prof. di fisica. Scade il 15 luglio. A Crema, medico veterinario presso il R. De- posito cavalli stalloni. Stipendio L. 1200. Presso la direzione generale dei telegrafi in Roma, due posti di segnatore semaforico. Presso la R. Scuola pratica di agricoltura in Terni è aperto il concorso al posto di Veterina- rio con incarico dell’ insegnamento della Zootec- nia. Stipendio annuo L. 1200 e gratuito uso di una camera. Le istanze debbono presentarsi en- tro il 30 corrente. Concorso ad una Gara nazionale con colombi viaggiatori a Torino. La Società zootecnica di Torino allo scopo d’ incoraggiare l'allevamento e l’ educazione del colombo viaggiatore in Italia e dare in tal modo un maggior sviluppo ad un utile quanto dilettevole Sport, il quale va prendendo una certa estensione fra noi, specialmente nel- l’ Emilia. e che potrebbe in caso di bisogno, venire in sussidio alle colombaie militari, è venuta nella determinazione di tenere il primo agosto p. v.in Torino la suddetta Gara nazionale con colombi viaggiatori, alla quale potranno prendere parte tutti i colombicoltori del Regno che ne faranno dor anda alla Società Zootecnica di Torino. Via Plana, N. 5, entro tutto il giorno 20 del mese di luglio. Avranno luogo gare di velocità tra città e città e con colombi della stessa città a seconda degli accordi che verranno presi dai concorrenti e da quanto verrà stabilito dalla Commissiene esecu: tiva, la quale verrà formata da alcuni Membri nominati dalla Società Zootecnica e dai Rappre- sentanti delle singole città concorrenti. Le lanciate verranno fatte nel locale della So- cietà Zootecnica, Corso Dante, e saranno pubbliche, mediante una tenue tassa d’ ingresso. La mentovata Società metterà a disposizione dei concorrenti alla gara parecchi premi consi- stenti in medaglie d’ oro e d’ argento, diplomi di merito e menzioni onorevoli, i quali verranno ac- cordati ai proprietari dei colombi vincitori. La quantità dei premi sarà in ragione dei colombi concorrenti. L' aggiudicazione di essi verrà fatta in base ad apposito regolamento da compilarsi secondo i consueti criteri di massima dalla Commissione esecutrice su menzionata, che all’ uopo si riunirà presso la Società Zootecnica di Torino il £8 lu- glio p. v. Le città che desiderano inviare un loro rap- presentante a far parte della più volte citata Commissione ne dovranno dare avviso alla Società Zootecnica, indicandone la persona. Torino, giugno 1886. 1l Presidente della Società COMPANS DI BRICHANTEAU, Il concorso internazionale di seminatrici da effettuarsi in Foggia, avrà luogo dal 20 ottobre al 30 novembre prossimi. n Concorso internazionale di macchine e stru- menti per la cultura, e lavorazione rurale della canapa. Questo concorso è stato bandito dal Mi- nistero di agricoltura e dovrà tenersi in Ferrara nell’ agosto 1887. Una esposizione di frutta è stata aperta in Udine nello scorso maggio e durerà fino al 31 maggio 1889. Scopo della medesima è il racco- gliere i dati necessari per la formazione della po- mona italiana. Esposizione fotogrofica in Firenze. Nel pros- simo autunno, in occasione dello scoprimento della facciata del Duomo e del centenario di Donatello sarà effettuata in Firenze una esposizione nazio- nale per mostrare la fotografia in tutte le sue di- verse applicazioni e derivazioni, e far conoscere lo sviluppo che essa ha raggiunto in Italia sia sotto l’ aspetto artistico che sotto quello indu- striale; sarà perciò usata la maggior larghezza nell’ accettazione degli oggetti purchè non estra- nei all’ indole dell’ esposizione e compatibilmente allo spazio dei locali. Una esposizione apistica italiana sarà tenuta in Varese dal 4 Settembre al lu Ottobre prossimi. È divisa in 3 sezioni: Attrezzi; Prodotti ed edotti; Scienza apistica. Le domande devono rivolgersi entro il 25 Luglio al Comitato esecutivo in Va- rese La esposizione canina tenuta a Parigi nello scorso maggio riusci assai bene quantunque da del tempo in quà queste esposizioni siano troppo fre- quenti. Il premio d' onore fu aggiudicato al Sig. Bandry d’ Asson per la sua stupenda muta di 25 cani da caccia della Vandea, bianchi e arencio. Il Sig. Boulet Elbenf presentò dei magnifici ca- ni spinoni da Ferma tutti di colore uniforme di paglia secca con macchia bianca nel petto, ed ebbero ì primi premi poichè i’ intelligente e co- scenzioso espositore con razionale allevamento e selezione è giunto a sviluppare nei cani della detta razza le più rari doti ricercate nei cani da caccia. Esposizione internazionale di pollicultura in Roma. li Ministero di azricoltura ed il Comizio agrario di Roma stanno prendendo gli opportuni accordi per effettuare colà una esposizione con cor- sointernazionale di pollicultura, allo scopo di inco- raggiare questa industria che ha ora presa grande importanza fra noi, attesa la ricerca che viene dall’ estero. ___ LIBRI DI SCIENZE FISICHE-NATURALI IN VENDITA PRESSO L’ AGENZIA DEL BOLLETTINO DEL NATURALISTA Invio franco agli abbonati av quali si concedono anche riduzioni speciali per acquisti di parecchie opere —=7,==== —=="i ni Si prendono commissioni per qualunque altro libro relativo alle scien- ze fisiche naturali. Enrico E. Pertasi. — // piccolo cam- pagnolo. Libro per le scuole rurali. Jon 88 fig. L. 0,50 Cecchi. — La natura e l arte nel re- guo vegetale. } ; È » 0.50 » Sul vero modo di tener le pec- chie, 4. ediz» ; a " » 0,85 Passerini. — Manuale Pratico di ba- chicoltura. Con figure, » 1,30 Passerini. — Manuale pratico di vi- ticoltura, illustrato. c PR. BI Passerini — Manuale pratico di vini- ficazione illustrato NINE » 1,50 Giuntisi. — /l perito agrimensore, ovvero la stima dei beni immobili » 2,50 Broggi. — Relazione sui lavori del 2. congresso degli apicoltori italiani. » 0,25 Be Rauscheunfels. — LL’ apicoltura in Italia. Manuale teorico pratico industriale per la coltivazione ra- zionale delle Api col favo mobile - @ fisso, Trad. di S. Sartori. Un (e Pi 112 grosso volume di 530 pagine con 114 figure. . î 3 +. » 5,00 Franceschini. — Nuove istruzioni ed esperienze sull’allevamento dei ba- chi da seta e sul modo di prepa- rare il seme. 2. edizione. » 1,50 Berlepsch. — L'Ape e il suo alleva- mento con î favi mobili. ° » 5,50 Cadolini. — Ricordi mensili per la pratica dell’ apicoltura. 0,50 Clerici. — L'Ape, sva anatomir, suoi nemici. 30 tavole grandi in colori con frontespizio. » 20,00 Cianehi. — Del contratto di Colonia o mezQudiriu seccado il codice ci- vile italiano. 5 5 7 » 4,50 Barpi. — Manuale di pastorizia ad uso dei contadini, 2. edizione. >» 1,25 Carpene. — Sunto teorico pratico di enologia. Vol. 1. Viniflcazione. 4. ediz. illustrata L. 2,00 - Vol. 2. Analisi enochimica, illustrato, » 2,00 Naccari e Bellati. — Manuale di fi- sica pratiea o guida alle ricerche fisiche sperimentali. Un grande vo- lume di 680 pagine con illustra- zioni. ; 2 - È . >»10,00 BMontig:y. — Education et dressage du Cheval, attelè ou montè. Con figure, A ; - 5 NT DTI:00 Cloter. — Il medico deî cuni. » 1,00 Dubini. — Memorandum pratico per gli apicoltori già esperti. » 2,00 » Appendice al suddetto memoran- dum. 5 _ x 5 » 0,50 Roscoc-Pavesi. — Chimica con fi- gure, : : 00 Ottavi. — Viticoltura razionale. Con fisure. 7 % 5 , e A250.0 Ferrini. — Znergia fisica. Con fi- gure. : È » 1,90 Geikice-Stoppani. — Geologia. Con figure. 5 } È DIDO Balfour-Cantosni. — Fisica. Con fi- gure. n È » 1,50 Lockyer-Schiaparelli. — Astrono- mia. Con figure, - - » 1,50 Barbieri. — L’ Apicoltura RIA con îl favo fisso per comodo di chi usa arnie villiche. Con figure. » 0,50 De-Simone. — // campo, il giardi- no e l insetto. o x È » 1,00 Fosi. — Quadro sintetico dell? funzio- ni animali per uso delle scuole » Tosî. — Quadro sintetico delle funzio- e ni vegetali per uso delle scuole. Costa. — Manuale del trattamento del cavallo. È ; ; 5 Garbini. — Manuale per la tecnica moderna del microscopio nelle os- servazioni zoologiche istologiche ed anatomiche. - ° » . » : ig Danesteis.i — Soria naturale, ad uso del 1. corso del Liceo. Illustr. con 4 tavole e oltre 50 figure. » Pranti ec Buboni. — Manuale di Bo- tanica, con 391 incisioni. » Be Fiseher. — Pole des Reptiles en De Fischer — Pole des amplibiens en agricltunre agriculture. È È a » Rombicci. — Corso di litologia, filo- ni metallici, roccie, pietre edilizie, marmi. Un volume di 600 pag. dassi — Un viaggio in Oriente » Pollaeci — Za teoria e la pratica del- la viticultura e della enologia Quarta edizione, è 3 . » 10,00° RIorse-Pali — Primo libro di coologia con 200 incisioni . 4,00 2,00. 5,00 1,50 1,50: » » 5,00° 1,00 » 3,20 Bettoni — Prodomi della fa bresciana » 4,00 Bettoni — Elementi di zoologia agra- ria per il 3 corso delle scuole a- grarie . Ò » Gemigrnani. — Pollicultura prati- ca Illustrato 7 n » Educazione dei Fiori. use scuole e nelle famiglie . » 2,00° Cossa e Romegialli. — Nuovo trat- tato di chimica industriale » 18,00 Schutzenberger P. — Ze Fermen- tazioni Milano 1876, 1 vol. in-8 di 326 pag. con 28 figure . » 6,00 3,00. 2,10 DIADLSAOS SNDSSSDISSSISSSI S. BrocI Direttore Responsabile. NIDI SSSSANA SARI NS NIDI XI N. 8 NIMAIA n pe PA E - BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE, ALLEVATORE, COLTIVATORE PERIODICO RMENSILE Abbonamento per tutti i paesi dell’ Unione postale, L. 3 all'anno. INSINNA NANA NSESSEN SENSI AINSI MNAA NLENMA NF NL NA NM NI NLNSNLSI VAAN ANIA NANA NANA NI NI NZIINEINE SOMMARIO — Richieste offerte e domande di cambi — Comunicazioni: Notizie ornito- logiche, Heloderma horridum. Rana esculenta deforme. Odontoglossum pescatori. Acanthosicyos hor- rida. Rosa Bennetti. Conifere. Nuovi centri fillosserici — Colombicoltura — Phythophtora infestans — Sulle rane — Lo zolfo acido e la peronospora — La peronospora della vite — Insegnamenti pratici: Cimatura e sfogliatura del granturco — Note Bibliografiche: Organismi microscopici nell’ aria del mare. Cenno monografico degli odonati del gruppo ischnura. Un'altra nebbia nel frumento. Consi- derazioni sopra il Karst - Phanomen. Formazioni plioceniche dei dintorni di S.Severino — Notiziario: Spedizioni, esplorazioni, missioni. Plebiscito contro la vaccinazione. Il mare in fiamme a Bahn. Con- corsi. Congressi. Esposizioni: Corrispondenza con gli abbonati. Ricevute. Avvisi diversi, NENAANA NANNA NA ANA NADANHMANHCSANS NIAXANERIENINASDANICAIANASIASIRIASNCICX_SN SN NS NASINAENITIZA RICHIESTE, OFFERTE E DOMANDE DI CAMBI fra gli abbonati Quando non v’ è speciale indirizzo rivolgersi all’ ammini- strazione del Bollettino. Pagamenti anticipati. DEMANDES, OFFRES ET DEMANDES DECHANGES entre les abonnés Quand il n y a pas d’ adresser spéciale s’ adresser à l’ admi- nistration du Bulletin. Payements à l’ avance. \|v ‘fg ° ”"”°”*=>">” 77 Sî desidera avere qualche Acredula rosea in abito da estate. 78 Un’ aquila reale di nido ma con tutte le penne formate, abbastanza addomesticata, si cede- rebbe in cambio di oggetti di storia naturale. Il proprietario abita in Sardegna e le spese di tra- sporto sono a carico dell’ acquirente. 79 Sé comprano e si accettano in cambio diver- si esemplari di Dysopes Cestonî vivi o in alcool. 80 Sè cambierebbe volentieri il bel volume del Padre Secchi Le stelle, edito nella biblioteca scien- tifica internazionale Dumolard, appena tagliato, con altro volume di egual prezzo (L. 10) ma di bota- nica. Rivolgersi al Dott. Fridriano Cavara Via S. Martino 18. Pavia. 81 Sî offre una collezione di oltre 250 specie determinate di molluschi, marini, fluviali e ter- restri, preferibilmente in cambio di fossili o di liori di Conchigliologia o Paleontologia. Dirigere le offerte ad Enrico Clerici Via Sistina 75 D. p. 3° Roma. 82. M. Leon Charpy, conservateur du Musee d’Annecy (Haute Savoie France) olfre en echange: Des Roches eruptives des Vosges et des Alpes francaises — Des Mineraux — Des fossiles Cretace SA Jurassiques et Liasiques — Des coquiles terrestres et fluviatiles de France — Des objets lacustres et prebistoriques. 83. Il Sig. Cav. Ubaldo Maggi Via Pinti 51 Firenze offre uova e polli della razza Maggi, dal medesimo ottenuta, e premiata con Medaglie d’oro a diverse esposizioni. Giurgono al peso di chilog. 4 1]? e 5. I maschi costano L. 15,00 — Le fem- mine L. 10 —— Le uova L. 0,40 luna — Porto ed imballaggio a carico del compratore. 84. Presso il Giardino di Acclimatazione di Ip- polito Desmeure in Firenze, trovansi vendibili per tutta la stagione delle cove, le uova che appresso: Di Galline di Cocincina fulva, bianca e perdrix ; di gallina Brama-pootra; di Padovana nera col ciuffo bianco, dorata, argentata, bianca, blù e di polverara; Crevecceur nera; di Houdan; More del Giappone; Seta; Seta di Birmania; Bautam dorata, argentata, nera; Tutte le uova costano cent. 50 l’ uno. Uova di fagiani argentati L. 1 l’ uno, dorati L. 3, Landy Amberst L. 5, Venerati. L. 5. L’imballaggio costa cent. 50 per ogni dozzina o frazione di dozzina di uova. Tutte le galline sono collocate in numero non superiore a tre per ogni gallo e nulla viene tra- scurato onde le uova siano fecondate, bensì non si garantisce la loro nascita. Per pacco postale si aggiunga cent. 50 per ogni dozzina d' uova. 85. Venti bellissime forme în cristallo di Boe- mia molto adatte per l’ insegnamento della cristal- lograffia mineralogica e conservate in apposito astuccio si danno in cambio di minerali. e PITTRTA. CS 777.0 TO PO *; lia i - pe” ‘| spense (Soc. oRNITOL. VIENNA N. 16 1886.) 114 CEVA RETRERA TI P va ua 86. S: acquistano crani di mammiferi di tutte 89 Si fa ricerca di un buon ribes ia le specie. sidermico disposto a stabilirsi all’ estero. Indiriz- 87. Si vendono in eleganti astucci 24 bellissime | arsi al gabinetto di storia naturale di S_Brogî imitazioni di differen'i pietre preziose per L 30. ! Siena. 15 stupende imitazioni dei più celebri diamanti _90 Offro moltuschi terrestri della prov. di Bre- del mondo per L. 60 con descrizione dettagliata | 5°! © marini dell’ Adriatico e dei mari dell’ India Cala REA | e del Giappone, in cambio di molluschi ben deter- A E : < 3 . i minati dei mari italiani - Rag: Carlo Bonalda 8S. Si desidera fare acquisto di alcuni rapaci : 3 Lasa E g i stazione ferroviaria, Brescia. notturni in carne o preparati in pelle, delle diverse i località italiane. Rivolgersi con cartolina doppia o | —te— francobollo per la risposta all'Agenzia del Bollettino. | NANIINZIINA CAAM, 4 Comunicazioni - Proposte - Domande | Communications-Propositions-Demandes Risposte Reponses In questa rubrica gli abbonati hanno diritto ad una ?rser- Sous cette rubrique, les abonnés ont droit 4 une insertior gione gratuita di 3 linee per ogni numero, per scambiarsi | gratis de 3 lignes par numéro, pour, l’ échange d’ explica- schiarimenti, informazioni, consigli e questioni da risolvere. | tions, d’ informations, de conseils et de questions a resoudre. La direzione, quando le sia possibile e lo creda opportuno, La direction pour ce qui lui sera possible, et quand elle le accorderà l'inserzione gratuita per pubblicazioni anche molto | jugera opportun, accordera encore l’insertion gratuite pour des più lunghe. pubblications bien plus étendues. ANSNSINASNGSINANS RA ARLBIA Notizie ornitologiche. I pescatori dell’ Austria | cante nei grandi boschi di pino, che poi lascia inferiore, dichiarano la A/cedo hispida assai dan- | nell’ autunno. nosa alla pesca e propongono la sua totale distru- Nel giardino zoologico di Londra avvi un ibrido zione. Molti ornitologi però negano il danno che assai interessante di anitra, cioè della Tadorna questo uccello possa apportare; primieramente rutila e della Chaenolopex aegyptiaca. (: Zool. garl. trovansi in una certa località solamente uno o al | Francoforte S. M. N I. 18865) più due individui, di più prende solamente dei Vienna Sr. piccoli pesciolini e ne è ben presto sazio, e final- Comunicazioni di Sr. Vienna. Nel giardino mente si nutre anche di insetti e non del tutto | 200l0gico di Cincinnati trovasi 2 Heloderma hor- di pesce. ridum dell’ Arizona; è una lacerta di color giallo e nero, con tubercoli, con 5 dita nere allargate Nel museo Francisco Carolinum di Linz, tro- ai piedi anteriori e posteriori, di 2 piedi in lun- vansi diversi uccelli di colore anormale; così, fra ghezza, che giace tutto il giorno immobile nel suo i molti, un Corvus corone del tutto bianco, l'ala cassone ; per nutrimento esso abbisogna ogni set- superiore destra di color grigio, piedi e becco di | timana 3-4 uova crude di gallina. color nero; ed un’ altro individuo di questa specie Il Sig. Lauterhoirn di Ludivigisnafen ha preso con il becco rivolto a destra ( Monstriosilas cur- | nello scorso marzo a. c. una Rana esculenta con vîrostra) — poi una Pica caudata del tutto bian- | due singolari doformità. Essa ha solamente l' oc- ca; — un Passer montanus di color bianco grigio | chio destro ; invece dell’ occhio sinistro avvi solo (grigio perla); — Una Pyrrhula europea del tutto | una debole macchia brunastra. Vi manca poi il nera; — una Starna cinerea bianca, con sul dorso, | piede sinistro posteriore, in sua vece avvi un sulle spalle, sul petto ed ali alcune poche piume | piccolo moncone arrotondato coperto dalla pelle. di color normale. Del resto l' animale è del tutto sano, allegro e nuota nel suo acquario assai snello. Il Sir Iohn Lubbock possiede due femmine di Formica fusca già dal 1874; sono ancor vigorose e svelte. (:Zool gasl Francoforte S. M.N. 5. 1886.:) Una Orchidea — l’ 0 7ontoglassum Pescatori — Nelio scorso inverno furono osservate nella | fu premiata in una delle ultime adunanze in South» Livonia: Linaria rubra, Pyrrhuta vulgaris.e enu- | Kensington, con certificato di prima classe come cleator, e la rara Ulula uraliensis. —.Lo scorso | Knox ’s variety e poco dopo venduta per 165 agosto 1885 era assai numerosa la Nucîfraga | Lire St; una varietà dell’ Odont. Alerandrine fu caryocatactes sedentaria all'isola Oesel e nidifi- | venduta per 160 lire st. I signori Pelzen e dott. Madarusz sono in procinto di pubblicare la Monografia delle Pipridee o Mankiene con tavole colorate; saranno 11 di- i 4 i | Acanthosicyos horrida, è una Cucurbitacea del tutto particolare. che vive in terreno sabbioso alla costa di Damava (Africa), non distante dalla We?- Uwitschia, la quale però trovasi su terreno roccioso. Questa Cucurbitacea è un arbusto di forma nana, senza foglie con molte spine; essa porta abbon- danti frutti, i quali unitamente ai semi formano ricercato cibo degli indigeni. (ILL. GART. ZTG. VIENNA, LuGLio 1886). Sul proposito della osa Beenneti dei 5000 dollari, il signor Vilmos, coltivatore distinto di Rose a Budapest, scrive (1. c) non offrire la detta Rosa in natura quelle bellezze tanto vantate come viene figurata e descritta nei diversi giornali e cataloghi; essere il fiore solamente di color rosa, semipiena ed esser facilmente attaccata dai pa- Passivi vegciali. li sig. Dcenuvv e peraltro un distinto coltivatore, ma questa Rosa Beennetti è la più triste che sia messa in commercio dal suo Stabilimento. Il signor Rod. Sch?/fner a Gmunden nell’Austria superiore, coltiva gran numero di Conifere, fra le quali meritano esser menzionate: Abies nobilis, nordmanniana, argentea, lasiocarpa ed altri, Pinus Frasere, obovala, umbra, ecc. i quali tutti portano frutti con seme, il che non era ancor stato os- servato nell’ Austria. Il Signor Schiffuer è anche disposto a rilasciare, l’ autunno veniente, dei semi a chi ne faccia domanda. (I. c.) Nuovi centri fillosserici, Ci scrivono da Porto Maurizio: Anche qui fu scoperta la fillossera e precisamente nelle ville del Sig. Bono e del Sig. Lagorio, oltre ad altre località dalla parte di ventimiglia. n COLOMBICULTURA Riproduzione interdetta Continuazione I Piccioni Gozzuti I Piccioni Gozzuti (Columbae Gutturosae) sono uccelli dalle forme curiose ma non eleganti nè belle. In Francia e più specialment: in Inghilterra si fa attivo commercio di questi Piccioni imperoc- chè i collezionisti-amatori gli pagano elevatissimi prezzi, quali possono variare dalle venti alle centocinquanta lire al pajo. Nell’ ordine dei Galli- nacei sott’ordine dei Colombi, il Piccione Gozzuto è biso l uccello più strano, presentando oltre il incipale, un'altra notabile particolari- tà. Ha le gambe talmente collocate all'indietro del corpo che è obbligato a tenere una ridicola posi- zione verticale che non gli permette di camminare che a disagio, tanto che ricorda taluni uccelli del- l'ordine dei Palmipedi sott’ordine dei Tuffatori, per esempio lo Svasso (Podiceps cristatus). « Cette race ( scrive Pelletan) est bien définie par la dilatation extrème du jabot que le pigeon gonfle d’air de maniére 4 en former conme une boule enorme sous la gorge. C° est l’exagération de la faculte qu’ont tous les pigeons de se rengorger. La gorge de ce pigeon est quelquefois aussi grosse que son corps, mais cet organe, dans un tel ètat de develloppement, est le’ sièze de malalies incon- nues ou très-rares chez les autres races. (1) I Gozzuti aspirando e ritenenlo l’aria nella vaviia del gozzo lo dilavauo tanto da formarne co- me un palloncino oscillante eguale in volume, se non superiore, al rimanente del corpo. Quando l’uccello gonfia così la sua gola, ed è quasi in tutti i momenti del giorno, osserva Dumont, che rimane immobile dritto perpendicolarmente e sem- pre sul punto di cadere in addietro. In tale stato. non può vedere innanzi a se nè difendersi o pre- servarsi dagli assalti dei suoi nemici. Il vento me- desimo quando è un poco forte può arrovesciarlo, e violentemente trasportarlo altrove. Allorquando io teneva in Firenze una scelta e numerosa collezione di Colombi di lusso, mi sue- cedeva sempre nei mesi di Aprile e Settembre, che sono i più ventosi in Toscane, di perdere diversi Piccioni Gozzuti. Trasportati come palle di cen- cio dalla veemenza del vento, venivano sobbalzati a grandi distanze tutti pesti e malconci; ne rin- veniva taluni con ali e zampe infrante in un giar- dino lontano assai dalla mia Colombaja. L’ allevamento di questa razza necessita di cure infinite e per intraprenderlo con qualche profit- to conviene tenerla separata dalle altre ràzze e preferibilmente in volièra chiusa. I Gozzuti, produttori discreti, ma covatori pes- simi, sono di delicata costituzione e vanno soggetti ad una terribile malattia che non si riscontra in altri Colombi, vogliamo dire la rottura del gozzo quasi sempre incurabile Dividiamo la presente razza in quattro distinte varietà: I » Piccione Gozzuto Maggiore (Columba Gut- turosa Major) II » Piccione Gozzuto Lillese (Columba Gutturo- sa Insulana) II » Piccione Gozzuto Minore (Columba Guttu- rosa Minor) “n n I ra n IV » Piccione Gozzuto Scoppiettatore (Columba Gutturosa Percussor-Brisson). Il Gossu'o Maggiore (Grosse-gorge-Pelletan) è della grossezza del Piccione Reale, ma quasi lun- go quanto un Bagadais. Ha gambe nude fino al- l'articolazione del ginocchio, di un rosso-fuoco lu- cente, piccola la testa, sottile il becco, l'iride gial- la o perlata, fusiforme il corpo, lunghe le ali ed incrociantesi sopra la coda a guisa del Piccio- ne Rondinella. Vola male, cammina peggio, produ- ce poco. Talora sul petto presenta l' ornamento dei Piccioni di Giava e di Tanisi, ed al'ora prende il nome di Gozzuto imbavagliato (l’igeon a davette -Pelletan) Non fa mai più di sei covate per anno, le più volte fallaci. Il mantelîo di questa varietà è costantemente uniforme, rosso, anchina, biondo, turchino o ardesia. Il Gozzuto Lillese più piccolo del precedente, ha minor gozzo e produce meglio perchè rara- menie soggetio alla grave malattia che decima i Gozzuti Maggiori. Una fila di penne sottili riveste ìl margine esterno del tarso e del dito medio, te- sta piccola ovoidale, becco sottile, ali incrociate e lunghissime, corpo svelto sorretto da alte gam- be e col ginocchio che rimane scoperto quando l'uccello posa in posizione verticale. Dicono che voli destramente, ciò che però a me non resulta, perchè se vola meglio del Gozzuto Maggiore non può veramente dirsi che abbia volo lungo e so- stenuto. Questa varietà presenta diversi mantelli , dei quali non conosco che il turchino con sbarre | nere, il turchino con sbarre bianche, l’ ermellina- to e il vinato (Lé/l0îs soupe-au-vin) Il Gozzuto Minore (Pigeon Maillé-Pelletan) mi è piaciuto chiamarlo così piuttosto che Gozzuto Retato, essendo una semplice differenza di man- tello che potrebbe taiora riscontrarsi anche negli altri Gozzuti. Lo distinguono oltre il mantello, la mingherlina statura, non superando in grossezza i Volanti, e j tarsi bassì e largamente impennati. Gonfia il goz- zo meno ancora del Gozzuto Lillese, vola assai bene e produce più di tutti gli uccelli della sua razza. Ricercatissimo dagli amatori Francesi, spe- cialmente se di mantello retato giacinto o colore di fuoco (Ma?llé-jacinthe - Maillé-feu). II più volte citato Cav. G. B. Sella regalava alla Società d° Al- levamento dei Piccioni Viaggiatori in Firenze di- versì Gozzuti Minori bellissimi, che io potei a mio agio studiare fino allo scioglimento della Sozietà. Il Gozzuto Scoppiettatore (Willughby) frutto dell'incrocio di un Reale Calzato col Gozzuto Lil- lese, denota la linea di passaggio fra i Gozzuti e i Reali. Ha filetto rosso intorno agli occhi, lunghe ed incrociate, il gozzo minimo, le gambe alte e collocate assai indietro come i precedenti, tutte ricoperte da ampli calzoni di piuma. Ha preso il nome di Scoppiettatore dall abitudine che conserva di battere ripetutamente le ali prima di prendere il volo. Si libra nell'aria altissimo, rima- nendo alcuni secondi immobile come un’ uccello rapace. Presenta tutti i mantelli misti di bianco, nero e marrone. Nonostante che ritenga la classazione da me fatta dei Piccioni Gozzuti sia la più chiara e la pìù razionale; purtuttavia é prezzo dell’ opera, che a vantaggio degli studiosiio qui riporti quel- la di Bùffon, e l'altra del Manualetto del Perino, traduzione non dubbia d’Inglese autore. Il sommo naturalista Francese divide la razza dei Gozzuti in tredici varietà, basate sopra i tre- dici mantelli da lui osservati ed assegna loro in blocco i caratteri del Piccione Gozzuto Maggiore, del Gozzuto Lillese e del Gozzuto Minore (2) 1 Gozzuto zuppa dì vino (tarso nudo) » Pa II « camoscio (idem) III < niveo-cigno (idem) IV « grigio-variato (idem) N < grigio-ferro (idem) Vi < grigio-argentato (idem) VII giacinto (idem) VII « fuoco (idem) IRE noce (idem) x « . marrone \ (idem) RI turchino-rero-vellutato (idem) XI « ardesia (idem) XIII « bianco (tarso im pennato) Il piccoto Manuale di allevamento dei Piccioni . edito, in trentaquattro pagine, dall’ editore E. Peri- no di Roma verso l’anno 1885, e da me altra volta citato per essere il solo libro Italiano che tratti di questa materia, distingue due razze se- parate di Colombi con gozzo col nome di Piecéo- ne Panciuto e di Piccione Gozauto. Dice che il primo « è d'origine proveniente dall’ Inghilterra ed è tratto di unione fra il Cava- liere ed il Gozzuto Olandese. È rimarchevole per un gran gozzo che porta sul dinanzi sotto il bec- co; la specie più fina essendo pennuta sulle zam- pe, e la coda aperta. » « Esso deve essere molto alto, all’ incirca 17 o 18 pollici dal dinanzi del becco alla punta della coda, il gozzo bianco al disopra circondato da un verde brillante; se misto a colori pezzati è rimarcato. » « Maschio e femmina devono essere separati durante l'inverno e posti in grandi gabbie, avuto riguardo alla difficoltà che provano ad inchi (I e ali veg —_——T————m————( Z. _T- 3 == FAR n tant È abitudine di far covare le loro uova dal Dra- gone, il quale meglio di ogni altro ha cura di por- tarle a perfezione, mentre il Panciuto sovente tra- scura questo dovere. Accoppiando i loro piccoli col Gozzuto, acquista assai la loro bellezza ed au- mentano di molto in pregio. » « A rendere atili questi Piccioni occorre deli- catezza ed accuratezza nell’ allevarli, poichè vo- lando assai basso cadono facilmente nelle trap- pole. » « Fa poi il Gozzuto originario d’ Olanda, osser- vando « che la sua forma sembra stare in accor- do col paese da cui proviene. Il corpo è grosso breve e grossolano, come pure le gambe che sono pennute sino alla zampa. » « Hanno una larga borsa o taschetta sotto il loro becco che possono gonfiare d’ aria e deprimere a loro talento. » Come agevolmente si vede, l’autore fà una confusione fra Panciuti e Gozzuti, qualificando per razze due semplici varietà di una medesima specie, venendo in concreto a confermare ed am- mettere che gli uni e gli altri non formano che una sola e determinata razza. Quanto poi alla covatura delle uova di questi uccelli per parte del Dragone, che non è altro che il Bagadais Guerriero, è a ritenersi una fa- vola; imperocchè non sappiamo spiègarci che un Piccione che trascura le proprie uova ed uccide dì sovente i figli, possa covare le uova di un' al- tra razza allevandone con amore la prole. Gozzuti e Bagadais sono i peggiori covatori della numerosa e variopinta famiglia dei Piccioni domestici. (Firenze) GIULIO CESARE GIACHETTI. (1) Pelletan-Opera citata (2) Storia Naturale di Buffon ordinata a cura del Conte di Lacepède-Tomo XXVII- Livorno-Vignozzi-1831- LA PHYTHOPHTORA INFESTANS © Sommario. — Origine della phythophtora. - Sua diffusione in Europa. - Caratteri esteriori della malattia. - Differenza fra la phythophora infe- stans e la peronospora viticola. - Phythophtora sulle foglie e sui tuberi. - Biologia della phy- thophtora. = Organi della nutrizione. - Micelio. - Organi della riproduzione. Conidii. - Rami conidiofori. - Zoospore. - Danni prodotti dalla phythophtora. - Mezzi per prevenire e curare la malattia. La phythophtora infestans del De-Bary 0, come vien detta più comunemente, 12 fungo del pomo di terra, è un microparassita che attacca le foglie, lo stelo ed i tuberi del Solanum iudberosum, ossia (1) La cosidetta Malattia delle patate. 117 pomo da terra, o patata, e \i distrugge. Esso è un fungo microscopico della famiglia delle pero- nospore e dove si sviluppa fa danni e danni ri- levantissimi alle coltivazioni della patata; anzi è uno dei flagelli i più rimarchevoli di questa pre- ziosa pianta. Questo parassita non è una specie nuova, esso è originario dei paesi dove ebbe origine il pomo da terra e si ricerca quindi nell’ America setten- ‘ trionale, e vuolsi che di là, come molte altre ma- lattie di tal genere, ci venisse importato. Non è però malattia di vecchia data, fece la sua prima comparsa in Europa verso il 1844, e si trovò da principio nella Slesia, diffondendosi po- scia in tutta |’ Europa settentrionale. Nel 1850 si riscontrò pure in Italia ed oggidì tale malattia si é sparsa per tutto il mondo e non vi è rimasto alcun paese che non sia stato danneggiato La phythophtora dal più al meno attacca tutte le varietà delle patate e fa dei danni grandissimi; ma lo sviluppo e la diffusione di questo parassita non ha luogo se non in circostanze meteoriche speciali, che fortunatamente di rado si verificano; occorre cioè un intenso calore estivo accompagnato da un seguito prolungato di giorni piovosi ed u- midi. Quindi non sempre è da ritenersi questa malattia come periodica e di esito sempre fu- nesto. Compare generalmente verso la fine di luglio, e sono più specialmente le foglie che ne vengono attaccate e da esse si estende per tutta la pian- ta. Si incomincia a veder comparire, sulla pagina superiore della foglie, delle chiazze rosastre che man mano vanno estenden dosi prendendo un’ ar- rossamento che diventa poi bruno, e se la stagione è molto umida e piovosa divengon nere e marcis- cono, così le foglie e poi la pianta vengon distrutte. Esaminando nello stesso tempo la pagina in- feriore delle foglie infette, e precisamente in cor- rispondenza di queste tacche rossiccie, molte volte si vede una muffa biancastra d'aspetto farinoso cristallino; questa muffa esaminata al microscopio non è altro che i rami conidiofori che escon dalla apertura degli stami. Non sempre però si vede questa muffa biancastra, ossiano i rami conidiofori, e cio perchè dal micelio della pbythophtora, que- sti di rado si sviluppano. Una differenza grandissima fra la phythophtora infestans è la peronospora viticola, si è che que- sta non estende di molto il micelio nel parenchima fogliare, ma resta localizzato, e sempre vi sì svi- luppano i rarai conidiofori; mentre il micelio della phythophtora va sviluppandosi indefinitamente en- tro il parenchima delle foglie, penetra profonda- mente sotto l'epidermide dello stelo, passa alle radici e s’ interna nei tuberi ed il più delle volte senza la formazione dei rami conidiofori 118 L'andamento della malaitia sulle parti verdi si manifesta assai diversamente da quella della vite; le macchie rossiccie vanno man mano allar- gandosi invadendo la pianta tuttà che annerisce e marcisce. Il micelio raggiunge il tubero ed in allora vi si riscontruno alla superficie delle mac- chie di colcr cinereo che divengon poi violacee. Il tubero si arresta nel suo sviluppo e rimane come abbortito; le macchie sempre più vanno al- largandosi, il micelio sì estende per tutta la polpa del tubero che poi marcisce; el allora in lingug- gio volgare dicesi che le patate vanno in can- crena Fra i primi che studiò questo parassita, fu la signorina Liberts e la descriveva col nome di Bo- trytis infestans; e fa lo Sneiber pel primo che constaiò esser questo fungo la causa della malat- tia delle patate. Il De-Bary poi studiò e descrisse con grande chiarezza tutti i punti più importan- ti riguardo all’ organizzazione di questo micete. Lo riconobbe appartenere alla famiglia delle pe- ronosp re e lo denominò PhyMophtora infestans, Questo fungo come tutti gli altri appartenenti alle peronospore presentano distinti gli organi di nutrizione e della produzione. Gli organi della nutrizione stanno nascosti entro il tessuto delle foglie, dello stelo e del tubero ed occorre una certa abilità a renderli visibili attra- vers» le sezioni finissime del tessuto della pianta, esaminate al microscopio. Questi crgani non sono altro che dei filamenti che si internano fra le cellule del tessuto delle foglie e si estendono per tutta la pianta. L’ insie- me di questi filamenti è ciò che costituisce il mi celio. 11 micelio emette delle esilissime ramificazioni che chiamansi succhiéatori, e sono questi che per- forano le cellule e ne succhiano la sostanza nu- tritiva. Il micelio della pbythophtora è piuttosto gros- so, misura dai 4 ai 5 millesimi di millimetro, ed una volta penetrato nella foglia, come già si è detto, si estende indefinitamente e poco a poco la invade tutta, estendendosi nel picciuolo, poi nel fusto e giungendo fino al tubero. Tutto questo mi- celio viene considerato come una cellula sola’ fi- lamentosa, con le più svariate ramificazioni. Gli organi della riproduzione invece sono ester- ni, nascono sopra dei filamenti del micelio che escono dal tessuto delle foglie passando per i fo- ri o boccucce degli stomi. Questi filamenti si staccano dal micelio ramifi- candosi a mò di alberelli, ed i rami primari si suddividono in altri secondari che terminano in diverse punte con sopra un organo piriforme che dicesi conidio. L’ insieme di queste ramificazioni costituisce i così detti rami conidioforiî, ed il numero che si forma su di essi è immenso. I conidii quando sono maturi cadono o vengono trasportati dal vento, e se le circostanze sono favorevoli generano le zoospore, che sono di forma irregolare e munite di due ciglia vibratili. Sono assai delicate e muo- iono se vengono a trovarsi, anche solo per poco tempo all’ asciutto; oppure se l’acqua in cui de- vono vegetare è leggiermente acida od alcalina. Le zoospore si muovono per qualche tempo nella gocciolina d' acqua in cui cadono, si arresta- no poscia e perdono le ciglia vibratili; si arroton- dano e trascorso qualche poco di tempo emettono un tubetto che perfora l'epidermide, penetra nel tessuto delle foglie dando luogo ad un nuovo mi- celio. Tanto i conidii quanto le zoospore non sono capaci di lunga vita, all’ asciutto tosto isterilisco- no; epperciò lo sviluppo della malattia è molto mi- nore nelle annate asciutte o secche. Non sì conoscono ancora bene gli organi sessua- li della phythophtora, e non si sono ancora tro- vate delle spore ibernanti. Mancando queste la ma- lattia si riproduce mediante il micelio stesso che è un micelio ibernante. Questa malattia ha importanza per i danni che arreca alle coltivazioni dei pomi da terra. Quando si sviluppa, l’ intiero campo ne rimate infetto, tutto il raccolto ne viene compromesso; ed oltre al danneggiare il prodotto di un’ annata produce in- dubbiamente effetti perniciosi anche nell’ anno suc- cessivo, imperocchè il micelio del parassita stan do nel tubero, viene molto facilmente introdotto nel campo col tubero stesso, che serve per la propagazione del pomo da terra. Un campo di patate una volta colpito da que- sto parassita tutte le foglie e gli steli si anneri- scono, marciscono, e vengono distrutti. I tuberi incominciano a guastarsi nel campo, ma più spe- cialmente si guastano nell’ inverno durante la loro conservazione. Se i tuberi per conservarli vengono messì in un ambiente umido, vi si produce la pu- trefazione ed allora dicesi comunemente che le patate vanno in cancrena umida, e quando questa è molto avanzata diveugono inservibili; se vengo- no conservate in un ambiente secco, le patate infette si screpolano, la polpa del tubero pare che si trasformi in una massa dura cristallina inser- vibile alla nutrizione, e si ha la così detta cancrena secca delle patate. Queste cancrene sono talvolta così profonde nei tuberi da renderli inservibili a qualsiasi uso. Ora che si è cercato di dare così un'idea som- maria sulla storia e natura di questo parassita, vediamo le cause che producono e favoriscono la malattia, onde impedirne il più che sia possibile lo sviluppo da renderne meno funesti i danni. I coltivatori fra le cause che producono e fa- voriscono la conparsa di questo parassita segna- no: - la troppa umidità del terreno, - la pianta- gione tardiva delle patate, - la germinazione prematura e consumata prima di mettere in terra il tubero che serve per la propagazione, - l' im- piego di letame fresco non sufficientemente de- composto, - il semipare i tuberi in un campo infetto, - ed infine l’impiego dei semi cattivi ossi- ane tuberi che contengano già il micelio. La soppressione di tutte le anzidette cause costituisce il rimedio più efficace e conosciuto fin ora per prevenire la funesta malattia. Rispetto a rimedi diretti da applicarsi sulle foglie o su le altre parti della pianta per curare e distruggere il parassita, non se ne sono ancora trovati. Questo fungo essendo eudofito, cioè vivendo en- tro il tessuto delle foglie, dello stelo e dei tuberi, e non mostrando all’esterno che i soli orcani della riproduzione, non può venire colpito dai rimedi esterni come l’idrato di calce, il solfato di rame, lo zolfo ecc. ma la natura di queste so- stanze messe sulle foglie, può solo uccidere gli organi della fruttificazione, e non il micelio di questo parassita. Neppure per la peronospora viticola l° idrato o latte di calce è un rimedio curativo, ma piut- tosto un preventivo perchè ha in nessun modo la facoltà di uccidere il micelio, una volta ch’ esso si è sviluppato nell'interno delle foglie, ma vale solo a proteggere quest’ultime contro |’ infezione dei nuovi germi. Come tale il latte di calce può servire anche per salvare i pomi di terra contro l’ infeziòne dei conidii della phythophtora che ve- nissero trasportati dal vento: ciò chè avviene assai difficilmente ed allora quando tutto il campo ne è già infetto. Tutti gli sforzi quindi degli scienziati e degli empirici per trovare un rimedio pratico che giovi per combattere questa malattia, in oggi sono vani e pur troppo pare dalle esperienze che si sia an- cora ben lontani dall’ avere un mezzo sicuro per debellare questo funesto parassita. Agosto £886 B. VIOTTI. LN UN UD NU UU UDB UU DU UD UNUUDUDUNMNU UUDB UD ‘«&ncora sulla questione delle rane Riceviamo dal Pregmo. Sig. Conte Ninni: Egregio Direttore Nell’ ultimo numero del Bo2Zettino lessi un ar- ticolo intitolato «Le Rane d' Italia.» Chi scrisse quell’ articolo non conosce nè la questione insorta, nè le rane. L'A. è dell'opinione che «il carattere poco cos- tante che distinguerebbe la Rana agilis dalla R. latastiî è la colorazione». Con ciò egli ripete quan- to asserì il De Betta, e basta questa sola afferma- zione per far vedere che l'A. non sa cosa sia la R. latastir, poichè egli ignora tutti gli altri ca- ratteri esposti dai migliori Erpetologi per distin- guere la specie. Curiosissima è l’ interpretazione che l’ A. dà alle parole del Boulenger, che sono invece tanto chia- re! Difatti a pag. 5 dell’ Etude sur les grenovilles rousses, si dice che le specie del gruppo tempo- rariae si distinguono, oltre che per altri caratte- ri, per la presenza o mancanza di sacchi vocali nel maschio. (1) Questi sacchi vocali, quando esistono, «ne font jamais saillie à l' extérieur par deux fentes situées au dessons du tympan cu sous la machoire inferieure» ec. ec.... «les sacs vocaux peuvent man- quer: R. agilis, Latastei et iberica sont dans ce cas. Nei rispettivi articoli l’ illustre Erpetologo, da po- sitivamente come carattere specifico, la presenza dei sacchi vocali nella Rana fusca, l'assenza di essì nella Zatasteî e nell’ agilis!! Dopo tutto questo, l’ A. vien fuori a dire «Se ci son adunque R. agiîlis con sacchi vocali! c'è egli da maravigliarsi che il De Betta si abbia avuto e detto di conseguenza che n’ erano provviste» ? !!! Ma non sa adunque il Sig. Professore che lo stesso De Betta dichiarò che la sua asserzione non era fondata sopra una investigazione diretta, ma presa principalmente dalle pubblicazioni del Tho- mas e del Fatio, dimostrando così di non aver dato il giusto valore alle espressioni degli autori? L'A. dice di aver veduto tali differenze tra esemplare ed esemplare di Rana muta, da poterne creare una nuova specie. Io esaminai moltissime centinaia di R. muta delle Alpi e non ne trovai neppure una! che meritasse di essere distinta dalle altre, per cui prego il chiarissimo Profes- sore, di descrivere questa nuova forma che egli ebhe la fortuna di scoprire. Convengo che sulla distribuzione geografica delle rane tutti ora sono pienamente d’accordo, ma la questione non era così quando io scrissi intorno ad esse negli Atti del R. Istituto Veneto, e basta a provarlo il fatto che il De Betta nei Rettili ed Anfibi d' Italia dà alla Rana temporaria i nomi volgari coi quali Viene invece appellata la agilis,-e per quest ultima non indica pel veneto (1) È tanto valido questo carattere, che giustamente il Prof Camerano propone di dividere le Ranae fuscae in due gruppi: A. maschi con sacchi interni; Rana muta. B. maschi senza sac- chi vocali: Rana agilis, Rana Latastiî (Zool. Anz. N. 219. 1886) 120 che due sole località. E ciò dopo due anni (dico due anni) da chè il Fatio aveva dettagliatamente fatte conoscere le due rane! Ne viene adunque la consezuenza che la specie, comunissima in tutti i piani del Veneto, dovesse essere ascritta alla tem- poraria e non alla agilis. Errore o dubbio questo ch'io fui il primo a togliere. Ma quì fo punto per non abusare dell’ ospita- lità accordata a questo mio scritto. Venezia 25 Luglio 1886 A. P. NINNI _ Giacchè siamo in argomento riportiamo auche il seguente articolo dall’ Euganeo. Tempo fa in una mia no a bibliografica. ac- cennai ad un lavoro del conte Ninni, il quale ave- va per soggetto le Rare fosche, considerate prin- cipalmente nella loro Cistribuzione geografica nel Veneto. Queste rane costituiscono un gruppo, che si distingue dalla comune rana commestibile, verde giallastra o grigiastra (Rana esculenta), priacipal- mente per la colorazione dell’integumento, che é bruno rossastro o giallastro. Inoltre mentre la rana esculenta ha « costumi schiettamente acqua- Juoli » le rane fosche « vanno nell'acqua all’ epo- ca della riproduzione, e poi ne escono passando il resto dell’anno o fra le erbe dei prati o fra i sissi o sulla terra umida. » Se-ondo le più recenti determinazioni, in ques- to grappo si distinguone tre forme specifiche: la Rana agilis, la Rana Latastii e la Rana muta. Ed a chi volesse conoscere i caratteri distin- tivi delle tre specie, e li volesse esposti in un modo chiaro ed accurato e col sussidio di buone figure, si può indicare il Compendio della Fauna italiana per Lorenzo Carerano e Mario Lessona; un libro, che, sia detto fra parentesi, poteva e doveva essere fatto molto meglio, sia nei riguar- di del soggetto, sia nei riguardi degli autori. Non tutti però gli zoologi ammettono la bonta specifica, secondo |’ espressione consacrata, delle tre forme di rane fosche e particolarmente non tutti sono d'accordo sulla loro distribuzione geo- grafica, Inde îrae, cioè quindi una battaglia, che ferve tuttora, e che, per essere impegnata. colla penna e coll’ inchiostro non è meno vivace. L’operoso ed acuto illustratore della fauna ve- neta, che ho citato più sopra, il conte Ninni, ritie- ne bene distinte le tre specie in discorso, e col- l'autorità che gli conferiscono le sue molte ricer- che e la sua profonda conoscenza nella materia, professa che la Rana Latastiî e la Rana agilis sono comuni nelle nostre pianure, mentre la Rana muta é anch'essa « frequente nella nostra regio- ne, ma confinata a notevoli altezze sulle Alpi. » Oppugnatore della bontà specifica delle tre rane fosche e della loro distribuzione, quale è am- messa dal Ninni, si erige il De Betta, uno dei più benemeriti illustratori della nostra fauna, i cui lavori hanno sicuramente molta importanza. Egli però in questo argomento é, per quel ch’ io sappia, unico nella sua opinione, e, se sostiene la lotta con vigore, non si può dire la sostenga con successo. Si avvicinano invece al Ninni, parecchi dotti ed esperti zoologi, come Boulenger, Camerano, Les- sona, Peracca; ma dei loro seritti io non citerò nemmeno i titoli, perchè la mia nota bibliografica, confortata di tante c.tazioni, si troverebbe troppo fuori di posto in un giornale politico. Io non pos- so addentrarmi nei particolari della lotta; mi ba- sta averla annunziata mentre ancora si combatte e si combatte con molto fervore, perché gli scien- ziati non sono animati nelle loro battaglie meno dei letterati — mi basta aver additato i cam- pioni della lotta stessa — e solo aggiungo in via di conclusione che, chiunque studi la cosa spas- sionatamente ed accuratamente, non può non schierarsi dalia parte del Ninni e che il De Betta in questo punto, pare non sia al corrente coi tempi e per cirla col Ninni stesso, » non si sia ancora formato un idea chiara delle tre forme di rane fosche » (Vedi: A. P. Ninni, «cenno critico sopra il recentissimo scritto del Comm. De Betta intitolato: Sulle diverse forme della Rana tempo- raria in Europa e più particolarmente nell’ Italia. » Atti della Socie'4 italiana di scienze naturali Volume XXVII Milano, 1886,) Prof \u. W LO ZOLFO ACIDO E LA PERONOSPORA —_—ecqe>,—_— Fino dallo scorso anno ci occupammo dell ap- plicazione di questo zolfo per preservare le viti dalla peronospora e ne siamo rimasti tanto sod- disfatti che non abbiamo cessato di farlo conoscere e raccomandarlo ai nostri abbonati. La fiducia che avevamo per questo zolfo egregiamente preparato dalle Miniere Albani, ci indusse a farne venire una certa qnantità per cederlo agli abbonati onde po- tessero con più facilità e minore spesa, farne la prova, e gli abbonati pare gradissero questo nostro pensiero, perchè l’ esito fu proprio superiore al- l' aspettativa; sennonchè l’ aver noi fatio come da rivenditori di questo zolfo, potrebbe aver fatto sup- porre a qualcuno che li elogi che ne facevamo fossero, almeno in parte, dovuti all’ interesse pe- cuniario che potevamo avere nella rivendita del prodotto, ed è per ciò che parlandone abbiamo sem- pre citati i pareri di illustri e pratici scienziati ed è per ciò che ora riportiamo con piacere il seguente articolo dell’ egregio Prof. Ottavi pubbli- cato nel periodico, 22 vinicolo italiano, molto più | che anche le prove da noi fatte confermano quanto in esso è esposto. LA DIREZIONE Da varie parti ci si comunica che l’applicazio- ne accurata e ripetuta dello zolfo acido delle mi- niere Albani ha ritardato sin’ ora la comparsa della peronospora là dove la malattia ha già in- cominciato a svilupparsi. Noi pure, nelle nostre esperienze al Cardello, abbiamo insino ad oggi constatato la efficacia preservatrice dello zolfo acido: gli stessi contadini, dapprima così restii ad adoperarlo, col pretesto che avrebbe abbruciato le foglie..., ne sono ora entusiasti. L’amico C. Man- cini ci serive che ciò accade anche a Ceccano in quel di Roma: lo stesso il sig. Pariani da Intra, con varii viticultori monferrini: insomma tutti ora vogliamo zolfo acido. Questo prodotto, che tanto onora le miniere sulfuree Albani, offre infatti non pochi vantaggi all'atto pratico: crediamo bene di qui enumerarii, sia per diffondere |’ uso di tale zolfo, sia per viep- più persuadere l’ amministrazione delle miniere sullodate a produrre esclusivamente zolfo acido, come fanno alcune Case francesi. Sarà questo un vero servigio reso alla viticoltura italiana. 1° Zo zolfo acido aderisce perfettamente alle foglie, meglio di qualunque altro zolfo. Noi cre- diamo che ciò dipenda dalla ruvidità che offrono alla loro superficie le particelle tondeggianti che lo compongono; queste particelle, se giungono sulla foglia, non }° abbandonano che assai difficil- mente. Giova anche a ciò la loro estrema picco- lezza. Al Laboratorio Chimico Agrario di Siena, il sig. C. Giannetti esaminando lo zolfo acido Albani al microscopio, lo trovò, « formato da due specie di zolfo distinte; una globulosa e sferica aggruppata e dominante ; l’altra cristallina. La prima costi- tuirebbe il puro zolfo sublimato, o fiori di zolfo; l’ altra una modificazione, di questo, o di zolfo macinato. » (1) Anche il chiarissimo Prof. Briosi, Direttore del Laboratorio Crittogamico di Pavia, asserisce (2) che i fiori di zolfo acido, causa la forma speciale pi rn loro particelle, aderiscono più fa- i d,% fora i 121 cilmente ai tralci ed alle foglie, esercitando così una più potente azione preservatrice e curatrice non soltanto contro la peronospora ma anche con- tro l’ oidio (la crittogama). Infatti l’uso dello zolfo acido dispensa dall’ uso di altri zolfi, come è fa- cile ad intendersi. (3) 2° Lo zolfo acido uccide la peronospora. Ci esprimiamo in modo affatto popolare, per essere meglio intesi; intendiamo però di dire, che questo zolfo distrugge gli organi di fruttificazione della peronospora mano mano che essi vengono all’ e- sterno a constituire quella eflorescenza biancastra e puzzolente che tutti conoscono. Ecco infatti come sì esprime il Prof. Briosi, dopo aver provato e riprovato lo zolfo acido Albani (pag, 99) «I fiori di zolfo non uccidono quella parte del parassita che resta annidato entro i tessuti della foglia, ma ne uccidono gli organi di fruttificazione di mano in mano che appaiono alla superficie della foglia, e così dmpediscono o almeno limitano efficace mente la diffusione del male. Quando-la riappari- zione di nuovi ciuffi peronosporici indica che l’azione dello zolfo sì è indebolita, allora la solforazione va ripetuta. » — Ed è quanto noi facciamo al Car- dello sin dal 1885, avendo già l’anno scorso usato con successo lo zolfo acido Albani. ‘Ci piace riferire anche quanto il Prof. Briosi soggiunge a pag. 176: « Questi fiori di zolfo acidi uccidono in modo sicuro le spore della perono- spora edi sambetti che le producono, di mano in mano che escono dal tessuto fogliare, mentre hanno il gran vantaggio che, non danneggiando punto la vite, permettono dî ripetere la solforazione a piacere, senza pericolo alcuno. » 3° Lo zolfo acido è un buon preventivo contro la peronospora e l oidio. Da varie partici si an- nupncia che le viti trattate preventivamente, e di buon” ora, collo zolfo acido sin’ ora sono rispettate dalla peronospora, mentre quelle solforate collo zolfo usuale macinato mostrano già varie foglie attaccate.Sono specialmeute sane quelle viti di cui si solforarono col fiore di zolfo non solo i grap- poli, ma den’ anche le foglie; è questa un’ oser- vazione importante, inquantochè è noto che i conta- dini è gia molto se solforano le uve.e spesso si rifiutano di trattare preventivamente le foglie stesse. È inutile soggiungere che le viti esenti da pe- ronospora, mercè tale trattamento lo sono anche dall’ oidio e dalle altre molte crittogame che si riscontrano sulle viti. Sentiamo, anehe riguardo al prevenire la ma- lattia, il parere del Prof. Briosi, che è uno fra et (TR. di CONTO Pei dn dt” de ee 122 ——____—_——_—_++"_—+"_“__—__—___l1€=======#€È#+#+=#É#k#k#ÉSTSf &: _Tto@o@e—e“@“"t _n1n1n12ò1nkXÀ@kxkXMXÀ\|____==—==—1_21t122à=— _————————m1h1k1kp1_knÎ1n___m—m_wmt<=@"@xrrr+r-@<—Gr ste co Gi e E SC VICINE quelli che ha più studiato lo zolfo acido: (pag.177) « Se esso verrà somministrato prima che il pa- rassita compaia, è a credersi che si riuscirà ad impedire totalmente qualsiasi grado di infezione, poichè in contatto di questo zolfo le spore ael pa- rassita muoono; quindi non potranno riuscire a germogliare ed a penetrare entro i tessuti delle foglie sane della vite. » Conveniamo pienamente col Prof. Briosi. in seguito a quanto abbiamo os- servato nelle nostre vigne 4° Lo zolfo acido non danneggia menoma- mente le foglie o le uve, L'appellativo di acido dato a quèsti fiori di zolfo, ha indotto nel volgo dei viticultori la credenza che si tratti d’ uno zolfo corrosivo, il quale abbruci le foglie, . . . Niente di tutto questo, È bene si sappia che tutti gli zolfi, ,»* anehe queili da buon mercato, contengono una certa quantità di acido solforico e che lo zolfo acido d’al- tronde non ne contiene che piccolissima quantità; cioè da 0, 15 a 0, 20 di acido libero per ogni cen- to di zolfo, come già venne costatato ripetutamen- te da molti analizzatori, ed anche in questi gior- ni scorsi dal Laboratorio Chimico di Siena, Si trat- ta dunque di uno zolfo più attivo di quello fin qui usato; di uno zolfo, cioè, quale richiede ora la vi- te, per resistere a tutte le crittogame che la tor- mentano. Le centinaia di viticultori che quest? an- no adoperarono lo zolfo acido Albani, possono te- stimoniare che la vite, anzichè danno, ne ebbe evidente beneficio. 5° Infine; lo zolfo acido è il più economico. Quantunque lo zolfo acido costi qualche lira più dello zolfo usuale macinato, pure. finisce per es- sere il più economico. Supponendo anche che 100 chili di zolfo acido vengano a costare L. 25 a ca- sa del viticultore, l’ esperienza ha dimostrato che essi equivalgono a circa 150 chili di zolfo usuale, anche finamente macinato: vale a dire che all' at- to pratico si osserva che con due sacchetti da 50 chili cadauno di zolfo acido (che all’ aspetto, per la loro altezza, quasi paiono due quintali) si sol- forano tante piante quante se ne solforano con tre sacchetti del macinato. Abbiamo quindi: Spesa per 150 chili:zolfo macinato da L. 18... L. 27 (4) » 100 » acido » » 25 Differenza a favore dello zolfo acido L. 2 Si ha dunque un vautaggio pecuniario, oltre a lottare efficacemente contro le crittogame della vite. Di fronte a tutto ciò noi, e con noi molti altri colleghi viticultori, abbiamo deciso di non più ado- perare d’ ora innanzi altro zolfo all’ infuori di quello acido delle miniere Albanè. OTTAVIO OTTAVI ’ (1) Il distinto chimico prof. Carlo Giannetti fù dalla direzione del Comizio agrario di Siena, incaricato di determinare non solo la quantità di acido sol- forico libero contenuto nello zolfo acido delle mi- niere Albani, ma anche di stabilire il suo mag- giore o minore grado di purezza; ed ecco preci- samen!e cosa l’ egregio professore ha riferito nel giornale La Campagna. ... Dalle osservazioni predette resulterebbe che il detto solfo contiene realmente dell’ acido solforico libero dal quale, coi soli e ripetuti lavaggi, non riesce estrarne una quantità maggiore di 0, 110 per 0j0 Se però al saggio si procede come è in- dicato da Fliickiger, vale a dire, si trattano 100 parti di solfo con 8 parti di ammoniaca e 66 di acqua, e dopo lungo riposo sul liquido filtrato e aduizionato delle acque di lavaggio si aggiunge una soluzione di cloruro di Bario acidulato. il sol- fato di Barite che si ottiene corrisponde a 0, 174 di acido libero per ogni 100 parti di solfo. Ora essendo il titolo col quale detto solfo si vende corrispondente dal 0, 15 al 0, 20 di acido, si vede che il campione esaminato rappresente- rebbe la media di queste due cifre, e quindi ac- cettabilissimo. Inoltre questo solfo sottoposto ad altri saggi, dette i resultati che appresso: Il suo colore era di un giallo pallido, e molto più pallido degli solfi macinati. Per il calore bruciò quasi che completamente, ed il residuo lasciato non superò l'uno per mille. Non si mostrò intieramente solubile nel sol- furo di carbonio (carattere del solfo sublimato); ma però la parte indisciolta fu combustibile e in- tieramente volatile. Si sciolse quasi che tutto nella potassa a caldo lasciando un tenuissimo residuo imponderabile, dovuto a traccie di ferro. Col tubo di Chancel marcò 73 divisioni. I mi- gliori solfi ne marcano da 50 a 70 e gli solfi ma- cinati da 30 a 40. Al microscopio resultò formato da due specie di solfo distinte; una globulosa e sferica aggrup- pata e dominante; l’ altra cristallina. La prima costituirebbe il puro solfo sublimato o fiori di sol- fo; l' altra una modificazione di questo, o di solfo macinato; ciò spiega perchè una parts riescisse solubile nel solfuro di carbonio, cioè quella cristal- lina, e l’ altra, la dominante, no. g Non fa determinato il volume specifico; ma da una esperienza grossolana fatta di confronto con campioni di solfo macinato, sarebbe resultato «superiore di circa un quarto a questi. Ne concludiamo che lo solfo della casa Albani di Pesaro contiene degli acidi liberi; e se questi possono riescire efficaci alla applicazione indicata — il cui giudizio lo rimettiamo a chi più di noi può essere competente — è senza dubbio prefe- ribile agli solfi macinati. Inoltre offrirebbe il van- taggio di essere di fronte a questi più leggiero non solo, ma per la sua forma globulare o sferica restando molto più facilmente aderente alle piante, ne consegue che se ne debba ottenere una minor dispersione e una minor consumazione nell'atto della solfatura, e quindi di maggiore economia. Laboratorio chimico agrario di Siena C. Giannetti (2) Esperienze per combattere la peronospora. Milano, Ber- nasconi, 1886. (3) Nella suddetta pubblicazione del Prof. Briosi egli dice che di 30 sostanze sperimentate per combattere la peronospora 3 sole resultarono utili contro il parasita e non dannose alla vite, ed aggiunge: Fra tutti i rimedi da noi tentati, i fiori di zolfo acidi furono î più efficaci; I fiori di zolfo dovrebbero es- sere sostituiti allo solfo ordinario fin dalle prime solfature es- sendo molto più efficace anche sull’ oidium. Le altre due sostanze pure riscontrate utili dal prelodato Prof. sono: I! liquido anticrittogamico del Sig.&Monti di Monza la cui composizione è tenuta segreta, ed il Latfe di calce; ma a proposito di questo giustameate osserva che per la gran quan- tita d’ acqua che occorre, la sua applicazione è in molti luoghi difficile o impossibile; di più vi sono da notare ]’ inconveniente che presenta l’ imbrattamento dell'uva ed il timore che la in- crostazione bianca di calce, sulle parti verdi della vite non ab- bia, coll’ andar degli anni, a far soffrire la pianta. N. della D. (4) Qualcuno osserverà che è troppo valutare lo zolfo ordina- rio a L. 18,00 poichè difatti può aversi anche a meno; ma fa» remo pure osservare che quando trattisi di farne venire una di- screta quantità, anche lo zolfo acido non costa più di 20 a 22 lire, come anche noi lo abbiamo ceduto agli abbonati. N. della D. La peronospora della vite (Continuazione e fine) Tutti i funghi appartenenti alla famiglia delle peronospore presentano gli organi della nutrizio- ne distinti da quelli della riproduzione, così è adunque anche per la peronospora viticola. Gli organì della nutrizione sono i cosidetti Mi?- celî, formati di filamenti, irregolari che entro il tes- suto della foglia si diramano e diffondono in tutte le direzioni fra cellula e cellula, essi non appari- scono mai alle superfici esterne e per vederli oc- corre il microscopio; al contatto delle cellule que- sti filamenti emettono sottilissime ramificazioni che si chiamano Austori 0 succiatori perchè suc- i «chiano i succhi contenuti dalla cellula, ed è così 123 DI che la cellula stessa perde la sua vitalità, cam- bia di colore e dà origine alle macchie che si osservano sulle foglie e che, come già dicemmo, caratterizzano la presenza della peronospora. Lo sviluppo progressivo del micelio è però assai li- mitato e si estende poco dal punto dove il primo ger- me(Conidio) si è trasformato; questa è una buona cosa perchè occorrono parecchi germi che si svi- luppino su di una medesima foglia prima che que- sta si secchi completamente. È stato notato dice il Prof. Cuboni, che i fila- menti del micelio hanno una grande resistenza contro i reagenti chimici, molto maggiore di quel- la che presentano le cellule dei tessuti, le quali infatti soccombono nella lotta per la vita al con- tatto del micelio e resistono molto meno nei pro- cessi di macerazione, putrefazione e simili. Una ta= le nozione è importante, perchè da questa si è potuto disgraziatamente arguire essere difficile trovare un rimedio che uccida il micelio fche è nell’ interno dei tessuti, risparmiando nel tempo stesso la vita alle cellule e conseguentemente alle foglie. Come già dicemmo nell’ altro fascicolo, la pero- nospora ha speciali organi per riprodursi nell’es- tate e diconsi estivali e speciali per la sua ripro- duzione d’ inverno e si chiamano perciò dberzalà La riproduzione estivale gvviene per via agamica, cioè a dire senza l'intervento di un processo ses- suale. Su i filamenti del micelio nascono una quan- tità di altri filamenti più grossi che attraversan- do le aperture degli som o boccuccie della pagi- na inferiore del pampano, sporgono subito fuori della pagina stessa e formano quei gruppi di cri- stallini bianchi ben visibili anche ad occhio nudo e. che sono una delle principali caratteristiche per riconoscere la peronospora (vedi la prima parte di questo articolo, nello scorso fascicolo). Con il microscopio si vedono questi filamenti incolori uscire dagli stomi in fascetti di 3 o 4 e ra- mificati in forma di arboscelli, i cui rami più corti terminano in 3 o 4 punte fatte a guisa di becchi, chiamati sterîgmi; ìn questi è un’ organo piri- forme che dicesi conidio e rami conidiofori si chiamano l’ insieme dell’arboscello. I conidi sono gli organi di riproduzione del fun- go durante l'estate, quando hanno raggiunto il lo- ro completo sviluppo si staccano dalio sterigma e vagano per l’aria trasportati dal vento, fino a che si trovano nelle condizioni necessarie al loro nuovo sviluppo; questo avviene quando i conidi godino il necessario calore, come dicemmo, e si trovino immersi in ambiente umido, allora nell’ in- terno di ognuno di essi si generano 4 o 5 esseri 1 124 protoplasmatici, che forata la parete che li con- tiene (conidic) escono all’esterno muniti di due lunghe ciglia vibratili che perdono subito in capo ad un quarto d’ora, e quindi emettono un tubo con il quale forano l'epidermide della foglia e nel tessuto della medesima si comportano nuovamente come abbiamo già veduto Questi corpiciattoli usci- ti dai conidii si chiamano zoospore. La peronospora compie tale ciclo evolutivo in generale in 5 o 6 giorri, ma in certe condizioni favorevoli lo si è veduto compiere anche in 24 ore, I conidii hanno dimensioni variabili dai 10 ai 15 millesimi di millimetro e sono tanto leggeri che ne occorrono circa un miliardo per formare il peso di un grammo; un pampano attaccato ab- bastanza dalla peronospora, ne contiene oltre 500 miio cd ognuno di essi è capace di riprodurre la malattia; però la loro vitalità dura 8 o 10 gior- ni se le condizioni atmosferiche gli sono favorevo- li, altrimenti con tempo caldo asciutto sì avvizzi- scono e muoiono quasi subito. Da ciò evidentemente appare che se i conidii fossero il solo mezzo con il quale si riproduce la peronospora, essa non potrebbe propagarsi da un'anno all'altro; ma per rendere la sua vita con- tinua e duratura possiede un’ altro modo di ripro- duzione, quella cioè detta @mdernale ed ecco come essa avviene: Fra iramè del micelio, entro la fo- glia, avvene alcuni molto rigonfiati all'estremità, di questi in alcuni il rigonfiamento è sferico regolare e si chiama oogonio che è l'organo femminile, in altri il rigonfiamento è più piccolo e più irrego- lare e si chiama anteridio che è l'organo maschile; fra |’ ocogonio e l’anteridio avviene un processo di fecondazione sessuale che da origine all’ oospore le quali sono appunto gli organi della riproduzone ibernale o d’inveruo.. L’ oospore si formano nel settembre e nell’ ot- tobre, e munite di una robusta parete che le coin- volge resistono a tutti gli agenti esterni anche nel più rigido inverno; dato del pampano con oospo- rea mangiare al bestiame bovino si sono queste ri- trovate nello sterco sempre atte alla propagazio- ne. Le oospore si conservano nei pampani che in autunno cadono secchi a terra, là passono l’ in- verno ed a primavera quando il tessuto del pam- pano che le contiene é già tutto decomposto e quando le condizioni climatologiche sono favorevoli al loro sviluppo, invadono nuovamente i pampani freschi ed avviene quanto abbiamo detto per la riproduzione dell’ estate. Un pampano seccato per. la peronospora può in autunno contenere fino a 1 milione e mezzo di cospore: da ciò si vede chiaro quanto sia difficile che la malattia possa scomparire de se, atteso lo straordinario numero di germi che si conservano rell’ inverno e la grande prolificità che hanno durante l’ estate. B. —_ ces c————" "===" "<=" ==—te= . dnsegnamenti pratici Cimatura e sfogliatura del Granture? (Amico del Contadino} Alcuni periodici agricoli e special- mente quelli di Bologna e di Roma riportano alcu- ne istruzioni sulla cimatura e sfogliatura del gran- turco, che concordano con quanto fu da noi sug- gerito nel fascicolo 21 del 1.° anno e 1.0 del 2.° anno del nostro periodico una cattiva abitudine che hanno i nostri contadini, perciò crediamo utile il ritornare di nuovo su questo argomento, che a parer nostro è di gran- dissima importanza. La sfogliatura e la cimatura del granturco non si dovrebbero far mai, 0 almeno dovrebbesi atten- dere il tempo in cui riescono meno dannose, cioè la prima, quando le foglie danno segno che comin- ciano a divenire inutili coll’ingiallire, e la seconda Siccome si tratta di du Uud | quando il polline in forma di polverina gialla è già tutto caduto dalle antère sugli stimmi sottostanti. il che si verifica quando scuotendo la pianta non ne cada più. Infatti è noto, che le foglie compiono sotto l’ azione dei raggi solari l’ assimilazione del car- bonio, indispensabile all’ organismo vegetale, per cui senza di esse il granturco si trova astretto ad una maturazione forzata e produce granella grinzose, leggere, e vane, come pure è noto. che la intempestiva cimatura togliendo alle spighe feminee molto polviscolo fecondante, (polline) ne lascia gran parte incompletamente fecondate, per cui alla raccolta se ne vedono molte non ben gra- nite e con dei vuoti, ove mancano le granelle. Oltre a questo pare che gli animali cibati colle infiorazioni o cime ancor cariche di polline vada- no incontro a quella malattia che dicesi ascurza e volgarmente pîìsciasangue. P, NOTE BIBLIOGRAFICHE RECENTI PUBBLICAZIONI DONI-CAMBI - L’ Amministrazione del Bollettino s’ incarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle altre, quando sia possibile, se ne permette gratuitamente la lettura. Organismi microscopici nell’ aria del mare Per MOREAU € MIQUEL. — Dopo cinque viaggi ma- ‘ittimi, due dei nel Mediterraneo, gli autori hanno constatato che l'atmosfera del mare è eccessivamente povera di battèrii; l'analisi ne accusa in media sei in 10, 000 litri; le muffe sono ancora più rare; la loro pre- senza si manifesta sopra tutto in vicinanza dei continenti. Ecco del resto le conclusioni che More- au e Miquel deducono dalle loro ricerche sull’aria marina: 1° L’aria del mare presa a una grande distan- za dalle coste sul lido, nei porti ecc. da un vento che venga dal largo, è in uno stato di quasi per- fetta purezza; 2° In prossimità dei continenti i venti che giun - gono dalla terra cacciano davanti a sè un'atmo- sfera sempre impura; a 100 chilometri dalle coste questa impurità non esiste più; 3° il mare purifica dunque rapidamente le atmosfere rese infette dai continenti; per questa «ragione ogni distesa d’ acqua d’ una certa larghez- za diviene un’ ostacolo assolato alla propagazione delle malattie contagiose epidemiche; 4° Le atmosfere marine spinte sulla terra pari- ficano l’ aria delle regioni che attraversano; 5° Il mare è la tomba delle muffe e degli schizoofiti aerei; 6° In tempo normale gli oceani non cedano al- l’aria i battérii che contengono; tuttavia quando il mare è grosso e fluttuoso l’aria marina contie- ne dei battèrii, ma in debolissima proporzione; 7° L'atmosfera interna delle navi è sempre molto più carica di microbi di quella del mare, ma la purezza va poi aumentando nei primi gior- ni di viaggio; in seguito sembra stabilirsi un equi- librio tra la depurazione operata dal movimento dell’ aria e l'infezione originata dalle coste; 8° Concludono gli autori col dire che l’aria in- terna delle navi è relativamente poco ricca in bat- tèrii; ne contiene, ad esempio, centò volte meno che l'atmosfera delle abitazioni parigine. Cenno monografico degli odonati del gruppo Ischnura di Dante Alessandro Roster. È un’ accu- rato studio su questi insetti che comprendono tre svecie: Agrion elegans, van der Linden, A. pumilio Charpentier*, A. Geneî Pictet. Tutte e tre le spe- cie sono benissimo descritte e figurate, come pu- re le larve-ninfe dell’ elegans e del pumilio, e le seguenti varietà: eccelsa, eaigua, aurantiaca, ste- phanellii. Un? altra nebbia nel frumento. L’ egregîo Sig. Prof. G. Passerini di Parma ci invia questa sua “memoria nella quale descrive un nuovo fungillo ch danneggia il frumento, e che avendo caratteri de we 7 quali attraverso l’ Atlantico e tre br del tutto speciali egli crede poterne formare un nuovo genere che chiama Givellia ed una nuova È specie cerealis. Pare che questo nuovo sferiaceo È abbia fatta già la sua comparsa da alcuni anni, ve e per lo meno dal 1883, e siccome non ha arrecati È fin’ ora danni rilevanti, è a sperarsi che esso non A sia per il frumento un nemico troppo temibile, ma ad ogni modo è sempre uno di più che ci si sbarra dinanzi nel progresso agricolo. Considerazioni sopra il Karst-Phiinomen dei monti sabini per il Prof. G. A. Tuccimei, Da qual- che anno lo studio delle carità natutali che si rinvengono quà e là sui monti, ha presa non poca importanza dando luogo a ricerche e discussioni sulla loro origine ccc. L' egregio Prof. Tuccimei avendo dimorato due estate sui monti sabiai per altri studi geologici, si è pure occupato delle cavità naturali che vi si incontrano: Il Catino, il Revotano. il Merro, sono accuratamente descr:tte e geologicamente studiate tanto nella loro costituzio- ne che nella loro formazione ed origine. In apposi- to paragrafo viene pure spiegata la ragione per la quale l’ egregio autore ha adottato per questa memoria un titolo italo-tedesco. Formazioni plioceniche dei dintorni di Santa Severina. Facendo seguito al già annunziato nello scorso fascicolo, il Prof Antonio Neviani. ha ora pubblicata questa memoria nella quale, dato un d cenno dei monti, fiumi, paesi ecc. di quelle contrade, tratta della loro formazione geologica e special- - mente dei fossili pliocenici rinvenutivi e che am- montano a 105 specie. pot 4 Se eg dee tI sca dI ta mi Le diet È Preti PA 7, NES RETTA = — _—_mT——m_m ——t—_—___»__ Éez@©RhX@ò@o@ueee€ee»» NOTIZIARIO SL Con lo scorso fascicolo inviammo un piccolo avviso agli abbonati morosi, raolti si sono affret- tati ad inviarci il loro dare e gli ringraziamo w sinceramente, agli altri rinnuoviamo la preghiera di porsi in pari al più presto possibile L’abbo- namento è così tenue che non si possono scrivere lettere particolari, per cui siamo costretti a ri- chiedere il pagamento a quelli arretrati di più an- nate per mezzo della pubblicità. In questo numero cominciamo la pubblicazione dei nomi di alcuni È abbonati maggiormente morosi, quindi aggiunge- + remo gli altri, e così chi non desidera figurare : in questè liste si affretti a sodisfare il suo debito 1a0 Spedizioni, esplorazioni, missioni: Un atti- È pe vo viaggiatore italiano il dotto giovane prof. Gio-. vanni Licata è stato vilment= ucciso in Affrica 126 mentre seguiva la spedizione Porro facendo raccolte zoologiche e botaniche. Così si va sempre più ingrossando la schiera dei nostri martiri africani. Biglieri, Giulietti, Bianchi, Monari, Diana, Porro, Gottardi, Zannini, Coccastelli, Romagnoli e Licata tutti intrepidi viaggiatori nell’ Africa, non sono più, perchè vilmente assassinati dai popoli indigeni, ai quali non arrecavano alcun male. Occorrerebbe da- re una buona lezione specialmente al barbaro sol- tano dell’ Araar. H principe ereditario dî Monaco è partito con distinti professori, nella sua goletta la Rondinella. Durante questa nuova campagna scentifica il prof. Panchet continuerà i suoi studi sulle correnti mari- ne e la fauna marina dell’ Oceano Atlantico. Saranno gettate nell’ Oceano, verso il 20° di longitudine occi- dentale. fra il Cano Finisterre ed ii sud dell’In- ghilverra, 500 bottiglie contenenti, in tubo saldato delle note stampate. R cerche zoologiche nel golfo di Guascogna e all’ entrata della Manica, saranno fatte, tanio alla superfice che nel fondo del mare, sotto la direzione del prof. De Guerne. La Rondi nella porta seco un materiale completo di dragag- gio, ed un certo numero di termometri simili a quelli che il prof. Edwards aveva fatti costruire per le esplorazioni del Talîsman. La notizia che anche il conte Antonelli fosse stato catturato od ucciso, è stata fortunatamente smentita; esso sarà presto di ritorno in Italia con- ducendo seco parecchi giovani di nobili famiglie Scioane che vengono quà per ricevere una educa- cazione all’ europea. L’ ing. Cicognani stà per giungere a Lat Marefià (Scioa) ove trovasi un’ altro’ italiano, il Capucci. '! prof. Pietro Tacchini direttore dell’ osser- va io meteoreologico del collegio romano e del- l' ufficio centrale di meteoreologia è partito per recarsi, in unione alla spedizione governativa degli astronomi inglesi all’ Equatore per osser- vare la prossima ecclissi totale del sole. Giacomo Bove con il resto della spedizione da lui diretta, ha già visitato tutto Il basso e gran parte dell’ alto Congo. Plebisciti contro la vaccinazione. Al giorno di oggi, dopo i resultati ottenuti, parrebbe non do- vesse esservi alcuno contrario alla vaccinazione preservativa del vaiolo, ma non è così: In Ameri- ca si voleva stabilire questa vaccinazione come cosa cbbligatoria, ma primase ne è domandato il parere agli elettori i quali in generale si sono pronunziati contro la vacciuazione stessa; al Nevvion ed a Charlestoran, per esempio, su 1800 elettori, 500 si sono astenuti, 829 sono stati con- ‘trari alla vaccinazione; 253 favorevoli a questa 179 favorevoli all'uno ed all’ altro; 34 contrari all' obbligo senza pronunziarsi sulla utilità del vaccino, Il mare in fiamme a Baku. Nella Gazzetta di Mosca, è una corrispondenza da Baku nella qua- le si descrive il bello spettacolo che presenta quel mare quando si infiamma. Cioè veramente non è che s' infiammi il mare, perchè per ora non si è riusciti a far bruciare l’acqua; per spiegarsi il fenomeno bisogna aver presente che Baku è la capitale del regno del petrolio, ora come sgorga il petrolio da ogni parte del continente così da certi fori che si trovano nel fondo del mare pres- so la costa escono dei gas di nafta o petrolio e si radunano alla superfice delle acque. Ss vi s1 getta della stoppa od altro acceso, i gas si infiamma- u0 € pui ulia giande estensione si vede 11 mare coperto da migliaia di fiammelle che producono un’ effetto fantastico, magnifico. 11 concorso internazionale di macchine agra- rie e di apparecchi anticrittogamici che doveva aver luogo ad Udine e che, come annunziammo, fu sospeso per causa delle poco buone condizioni sa- lutari di quei dintorni, era stabilito effettuarlo in Firenze il 16 ottobre prossimo in occasiona delle feste che annuziammo già nello scorso fascicolo; ma anche queste feste sono state rimesse alla prossima primavera percui pure il concorso ver- rà rimandato. Sono aperti i seguenti concorsi: Quattro posti di aiuto direttore ed insegnante scenze fisiche: naturali nelle scuole pratiche di agricoltura. Sti- pendio L. 2000 ed alloggio. Gli esami si daranno in Roma 11 15 Settembre e le domande dovranno. essere presentate entro il 15 corrente. Un posto di direttore ed insegnante agraria nelle suddette scuole con lo stipendio di L. 2400 all’ anno ed indennità di alloggio in L' 300. Do- mande fino al 25 corrente. Quattro posti di professore nella R. Scuola di viticultura ed enologia di Avellino e cioè: Pro- fessore di agraria, frutticultura e computisteria, stipendio L. 2400; professore titolare di storia naturale, stipendio L. 2400; professore reggente di fisica e principi di meccanica, stipendio L. 2000;. professose reggente di matematiche agrimensura, costruzione e disegno L. 2000. Gli esami avranno luogo in Roma il 15 settembre prossimo e le do- mande devono presentarsi al ministero entro il 20 corrente. Un posto di professore di viticultura ed eno- logia nella R. scuola di viticultura ed enclogia di Conegliano; stipendio L, 5000 e più L. 300 e 1° al- inoculazione ma contrari a stabilirne 1 obbligo; | loggio nel caso che al detto professore venga af- Lea Pe ne ea F a 70% a la direzione della scuola. I titoli devono CORRISPONDENZA CON GLI ABBONATI I comizi agrari hanno avuto incarico dal mi- nistero di agricoltura, di bandire oltre i concorsi | Domandiamo scusa a quei signori abbonati che per i prati, un concorso per le concimaie; sono ricevettero lo scorso fascicolo tassato dalla posta stanziati 4 premi di medaglie e denaro per que!- | perchè conteneva due solé numeri fatti con la le concimaie chie meglio corrisponderanno ai bisogni | Penna, ed a coloro che pagarono la tassatura dell'agricoltura ed alla buona conservazione dei ‘ consigliamo domandarne la restituzione alla dire- concimi. : zione generale delle poste essendochè fuleccessivo Congresso internazionale per l'istruzione tec- | il rigore di chi la impose ingiustamente. Se qual- nica a Bordeaux. — Questo Congresso si aprirà cuno di quelli che lo rifiutarono non ha ancora i ricevuta altra copia li preghiamo darcene avviso i per fargliene subito l' invio. il 20 del prossimo settembre ed avrà a svolgere il programma delle seguenti questioni proposte. A È a) Stato attuale dell’ insegnamento tecnico, | |. S!8 Prof A. N. Catanzaro. Ella ha ragione ab- a A a. : ) i biamo corretto. commerciale e industriale in Francia ed all’estero; : e a x È NCLE Sig. I. I. Volterra secondo i nostri registri re- v) Campo di questo. Insegnamento importanza © sulterebbe che anche per 1’ abbonamento del 1885 da attribuirgli. Sua influenza sulla situazione eco- ‘ mandò sole L. 2 ed è per questo che resterebbe nomica, commerciale e industriale del paese; ' tuttora debitore di L. 1 per il saldo del 1886. c) Concezione generale d'una organizzazione | Sig. Comm: C. B. Vicenza Abbiamo ricevute dell’insegnamento tecnico. i L. 7 ma suo dare era solo di L. 3 per cui resta Per tutti gli schiarimenti e informazioni rela- i creditore di I. 4 che sono a sua disposizione. tive a questo Congresso, diriyersi al segretario | Sig: A. G. De C Lavagna L. Và benissimo che generale del'a Società Filomatica, a Bordeaux, si- | ella pagò l’abbonamento per il 1886 fino dal gen-. gnor Emilio Buhan. | naio scorso ed era regolarmerte registrato, per 1 DE : i cui S lama asci i Congresso alpino a Varallo. — Il diciottesimo ; i tag A SITO: E LSMOR ER Congresso Alpino avrà luogo quest'anno in Varal- | ° Sur È NUORA MI Per tutto il resto attendiamo ancora risposta lo nel corrente agosto. Le inscrizioni si ricevono : alla nostra 1 febbraio scorso. dalla sezione di Varallo. i Sig. G. C. G. Firenze. Vi preghiamo rimandareci Esposizione galleggiante italiana. — La Ditta i 1’ opuscolo che vi spedimmo in lettura fino dal Canepa e Piulmini ha presentato al pubblico ed i settembre 1885. al Governo il progetto di una Esposizione-campio- : Sig, Alessandro L. Milano. Riceviamo per po- naria faita sopra un vapore onde far conoscere | Sta V. abbonamento annata corrente. Siete voi che i nostri prodotti in molte parti dell’ America del ricevevate il bollettino a Camerino? In caso affer- Sud, delle Antille e delle Indie occidentali. mativo dobbiamo d’ ora in avanti spedirvelo co- ; i ; tà in Milano? Quest'idea già attuata dalla Germania e dalla | 5 ci c . x Francia, ebbe un felice esito. Vedremo se i nostri | | Sig S. @. Padova. Non ricevemmo pregiata UL È = i v. 28 maggio, e quella del 6 corrente ci è giunta produttori, il Governo e le Camere di Commercio : troppo tardi per pubblicare l' articolo nel presen- pertanno peer E 7 ade. ! te fascicolo, ma lo pubblicheremo nel prossimo. _ Una esposizione internazionale di vini, liquo- Sis. Ottavio S. Livorno. Per abbonamento 83 e ri, latte, birre ecc. e degli apparecchi che ser- | 86 ci dovete L. 6,00 che potete mandarle in va- vono alla loro fabbric=zione, avrà luogo a Parigi | glia postale. dal 28 agosto al 30 ottobre. F Indirizzi utili per gli Abbonati Costo dell’ inserzione L. 1, 00 per ogni avviso di non più che 4 versi. (Gli abbonamenti ai giornali sotto notati si ricevono anche presso l’agenzia di questo Bollettino). (Seguito ai già pubblicati ) Stabilimento d’ orticultura did}; 27 | Galline della razza Maggi. Gisnsono al peso "di Chi, d 12 CISErE ; Mattonaie 16 — E pubblicato il nuovo catalogo generale degli | maschi costano L. 15, le femmine L. ro, le uova i dio l’una. ‘ ‘alberi ed arbusti fruttiferi ed ornamentali e delle piante da stufa | Dirigersi al Cav. Ubalao Maggi, Via Pinti 51 Firenze. $ e da tepidario disponibile in questo rinomato stabilimento. n È Pari Si È ARM E - Feuille de leunes naturalistes. Parissant toos E Lo Spallanzani Eivistas italian di soa ee dB rue Pierre Charron 45 - Ab V etranger fi dI * e naturali redatta da un comitato di DSS VOnNemE nt POL eLrangen Lee %3 professori, medici, chirurghi e naturalisti, sotto la Direzione | P®F 20. del D.tt. Cav. Anzonio Carruccio Prof. ordinario nella R. Uni- sce 3 volte al mese versità di SER Si pubblica in Roma una volta al mese e Gazzetta delle Campagne sa orinà e CoRBBÌ all’ anno. i all’ anno. 128 RICEVUTE: RECUS Hanno pagato l’ abbonamento: Ont paye leur abonnement: Per il 48985 i Sigg. (8.2 Nota) Pour 1 année 1885, M. M. (8.° Liste) Spezzafumo comm. V. Tunisi — Agostini A. Venagrande — Agnolesi P. Firenzo — Man- tovani Prof. P. Livorno — Cittadella V. conte A. Padova — Iung prof. L. Parma — Passerini cav. prof, G. Parma — Ficalbi ing, A. Siena — Pezzuoli ing. C. Siena —- Costantino nob. F. Pinerolo, — Franceschi perito V. Perugia — Brini C. Cortona — Massi U. Palermo. Per il 18SG i Sigg. (4.8 Nota) — Pour lannrée 1886 M. N (4. Liste) Boe: chenstein F. A. Schaffouse — Pinelli G, marchese M. Tagliolo — Curò ing, A. Ber- gamo — Istituto tecnico V. E, Bergamo -— De Luca prof. G. Molfetta — Bettoni prof. E. Bre- scia — Mettica E. Gambara — Cavara Dott, F. Pavia — Cansella E. Cuglieri — Ingegnat- ti prof. A. Mondovì — Binda dott. A. Longacqua — Ballico L. Lecco — Villelli L. Catanza- ro — Carminati prof. G. Cesena — Massalongo prof. C. Ferrara — Agnolesi P. Firenze — Bercigli E. Firenze — Tompson A. Firenze — Gabinetto di Geologia e Paleotologia Firen- ze — Niccolai F. Firenze — Hyller G. comm: E. Firenze — Mamini prof. G. A. Pistoia — Cappugi G. Stabbia — Baroni A. Viareggio — Rossetti C. Seravezza — Grognoni R. Quiesa — Mantovani prof. P. Livorno — Bentivoglio conte T. Modena — Barbò conte G. Milano — Cittadella V. conte A. Padova —- Failla T. L. Castelbuono — Toni conte F. Spoleto — Passerini prof. G. Parma — Dal Fiume C. Badia P. — Meli prof. R. Roma — Nazzari A. Roma — Baldini U. Roma — Franchino G. M. Roma — Durazzo marchese C. Roma — Roggiani tenente 0. Torino — Galassi C. Montalcino — Cascio barone A. Trapani — Rey M. Torino — Ridoni E. Torino — Costantino nob. F. Pinerolo — Vallony G. Udine — Pincherle E. Udine — Del. Torre F. Cividale del F. — Clementi comm. B. Vicenza — Spanio C. Venezia -— Cucito G, Oriago — Martini comm. U. Napoli. — Brini C. Cortona — Cambi E. Gavorrano. Per il 1887 i Sigg. (1.8 Nota) — Pour l’ anne 1887 M. M. (1° Liste) Barbò conte G. Milano — Nazzari A. Roma — Martini comm. U. Napoli, — Brini O. Cortona Le noms de ces M. M. qui ont eu un recu, ne figurent pas sur cette note. I nomi di coloro che hanno avuta la ricevuta particolar- mente, non figurano in queste note. LIBRI DI SCIENZE FISICHE-NATURALI IN VENDITA PRESSO L’ AGENZIA DEL BOLLETTINO DEL NATURALISTA Invio franco agli abbonati ai quali st concedono anche riduzioni speciali per acquisti di parecchie opere —==e="=—_ (sequito ai già annunziati ) Si prendono commissioni per qualunque altro libro relativo alle scien- ze fisiche naturali. Balfour Stewart. LZ Energia. Sue cazioni alla scienza, all’ arte e forme sue leggi, sua conserva- all’ industria Milano 1876, 1 vol. zione. Che cos’ è la forza? per P. di in-8 di virr-298 pag. con 94 fi- Saint-Bobert. Correlazione della gure intercalate nel testo - » 6,00 forza vitale colle forze fisico-chi- miche, per G. Le Conte. Correlazio- ne della forza nervosa colla forza mentale per A. Bain Milano 1875, Fevows W, Stanley. Za moneta ed il meccanismo dello scambio. Mi- lano 1876, l vol. in-8 di xx1x-349 un vol. in-8 di xvIrr-225 pag. con PAZ:)} ent ai a i 00 figure intercalate nel testo . » 5,00) rn nni AAANAAIANAANA Wogcel E. Gli efetti chimici della luce S. BrocI Direttore Responsabile. e la fotografia nelle loro appli- SEDIIRAIERERARETE RIINA REPE £TTÈ VI 5° ta N. 9-10, DNS BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE, ALLEVATORE, COLTIVATORE PERIODICO MENSILE Abbonamento per tutti i paesi dell’ Unione postale, L. 3 all'anno. —_rrr._———__ CENVIINANA NANA SSR AAA CLOASANAXI NMNASA NANTNLANAL SN INSXANABAINISASA NAS NARNIA SOMMARIO. Richieste offerte e domande di cambi — Comunicazioni: Ciel et Terre. Concours. Rhopalea neapolitana. La peronospora, il marciume e |’ oidio sui grappoli dell’uva. Esperienze per aumentare il raccolto del grano turco. Il fungo della tise. La temperatura del- la luna. Peronospora. Interessanti osservazioni ornitologiche. Gibellina e non Gibellia. Un piccione che depone uova doppie. — Gli animali meno studiati della nostra fauna. — Hydrornia Alleni — Fauna erpetologica romana —- Colombicultura — /nsegnamenti pra- tici: La vendemmia. Per liberarsi dai Dermestes. Corservazione delle sostanze animali e vegetali — Noze bibliografiche: Proteo anguino. Erpetologia veneta - Gambero fluviale italiano. Giacimenti di cetacei fossili Sezione geologica da Bazzano a Tiola. Insetti nelle roccie carbonifere. Storia e fisiologia del digiuno. Nuova forma di Clausilia. Molluschi dei dintorni di Sassari. Molluschi postpliocenici di Colado. Nuove forme italiane del genere Unio. Nuovità malacologiche. Molluschi della valle dell’ Oglio — Invenzioni e scoperte: Esplora- tore elettro acustico sottomarino, Cinabro in Russia, Idronaftolo, nuovo antisettico. Pesa- trice meccanica di farfalle. Battello sottomarino: Cave d’ oro e argento in Australia. Macchi- na per falciare e caricare il fieno. Nofiziario: Centenario del vivente Chevreul. Club Alpi- no. Apotheker. Dono reale. Gare di Colombi. Concorsi. Esposizione — Corrispondenza — Avvisi diversi SD-._--- NZRANANANASSTENANATANINANASRANINANINSNTN A NA XNANANANA NASA XASENLO E RICHIESTE, OFFERTE DEMANDES, OFFRES E DOMANDE DI CANIRI ET DEMANDES DP'ECHANGES fra gli abbonati entre les abonnés Quando non v'è speciale indirizzo rivolgersi all’ ammini- Quand il n y a pas d’ adresser spéciale s’ adresser à 1’ admi- strazione del Bollettino. Pagamenti anticipati. nistration du Bulletin. Payements è l’avance. 91. Al Gabinetto di storia naturale diretto da ! desire èchanger des coquilles marines, terrestres, S. Brogi, Siena si fà acquisto di qualunque ogget- de dito de | lr ug et fluviatiles de France, contre des espèces analo- to relativo alle scienze naturali; animali, piante, | gues d'autres pays. minerali, roccie, fossili ecc. 95. Si desidera fare acquisto di memorie ori- Coloro che abitano in località dove si trovano | ginali Geologiche, Paleontologiche, Zoologiche e ì animali speciali, o cave di minerali o roccie, sono | Botaniche che riguardino la Sicilia. Rivolgersi al pregati darne comunicazione al predetto gabinet- | Sig Dott. Silvestro Toscano in Modica Prov. di to dichiarando se desiderano vendere o dare in | Siracusa. cambio di animali imbalsamati o di altri oggetti 96. Sé vorrebbe acquistare un cane cucciolo di di storia naturale. Terranuova femmina e di pelame nero. Chi ne avesse è pregato scriverne il costo all’ ammini- strazione di questo Bollettino. 97 Offro molluschi terrestri della prov. di Bre- scia, e marini dell’ Adriatico e dei mari dell’ India. e del Giappone, in cambio di molluschi ben deter- minati dei mari italiani - Rag: Carlo Bonalda, stazione ferroviaria, Brescia, 98. Sî desidera fare acquisto di alcuni rapaci notturni in carne o preparati in pelle, delle diverse località italiane. Rivolgersi con cartolina doppia o o francobollo per la risposta all'Agenzia del Bollettino. È 99. Venti bellissime forme in cristallo di Boe- 4 mia molto adatte per l’ insegnamento della cristal- 92 Esemplari di Analcime, Celestina, Pirosseno augite; collezioni di minerali di Solfo (ogni colle- Î zione consta di un esemplare di Solfo in cristalli i e di un esemplare di solfo per ognuna delle va- rietà a struttura listata, concrezionata, cavernosa) Altri esemplari di minerali e di roccie vulcaniche della Sicilia. Scrivere al Prof. Paolo Galardi Aci- 4 reale (Sicilia) inviandogli la nota dei minerali da corcedergli in cambio. 93. M. Felix Wagener rue Basse Wez 229 Liege (Belgio) desidera fare acquisto di piccioni Gazzî, Schietti, Rondoni e di altre razze italiane purchè di purissima razza. 94. E. Durand. 8, rue de Furstenberg à Paris Vea v LT i eo +. è ge, ua. 14 a 4 MPT lograffia mineralogica e conservate in aposito ‘ libri di Conchigliolo astuccio si danno in cambio di minerali. 100. M. Leon Charpy, conservateur du Musee d’Annecy (Haute Savoie France) offre en echange: Des Roches eruptives des Vosges et des Alpes francaises — Des Mineraux — Des fossiles Cretaces, Jurassiques et Liasiques — Des coquiles terrestres et fiuviatiles de France — Des objets lacustres et prebistoriques. 101 Sè? offre una collezione di oltre 250 specie determinate di molluschi, marini, fluviali e ter- restri, preferibilmente in cambio di fossili o di ADDIS DIDISDIIIINIIIDINILIDSLFDLLILIIDLDISDDIDISSISDILI LS LI LISTS LIDI LIDIIISAS gia o Paleontologia. Dirigere offerte ad Enrico Clerici Via Sistina 75 D. p. 3° Roma. 102 Sé cambierebbe volentieri il bel volume del Padre Secchi Le stelle, edito nella biblioteca scien- tifica internazionale Dumolard, appena tagliato, con altro volume di egual prezzo (L. 10) ma di bota- nica. Rivolgersi al Dott. Fridriano Cavara Via S. Martino 18. Pavia. 103 S7 comprano e si accettano in cambio diver- si esemplari di Dysopes Cestonî vivi o in alcool. = ANANDA Comunicazioni - Proposte - Domande | Communications-Propositions-Demandes Risposte In questa rubrica gli abbonati hanno diritto ad una 7rser- zione gratuita di 3 linee per ogni numero, per scambiarsi schiarimenti, informazioni, consigli e questioni da risolvere. La direzione, quando le sia possibile e lo creda opportuno, accorderà l’ inserzione gratuita per pubblicazioni anche molto più lunghe. Reponses Sous cette rubrique, les abonnés ont droit 4 une îrsertion gratis de 3 lignes par numéro, pour, 1’ échange d’ explica- tions, d’ informations, de conseils et de questions d resoudre. La direction pour ce qui lui sera possible, et quand elle le jugera opportun, accordera encore l’insertion gratuite pour des pubblications bien plus étendues. ANIZINIIA ta a N NARA, Ciel et Terre No. 4. — 15 Avril 1886. Zhe fixed îdea of astronomical theory. — M. Tischner est un adversaire du système de Copernic. Il considère que Ia découverte du mouvemente du Soleil a ren- versé le sistème de Copernic, qui, d' après lui, subpose le Soleil immobile. L' auteur perd de vue que le mouvement des planètes, tel qu’ il résulte de la conception copernicenne, n’ est qu' un mou- vement relatif qui réserve absolument tout ce qui concerne les dèplacementes absolus, On ne peut concevoir, d'apres M. Tischner, que la science continue à se confiner dans |, étude du mouve- ment des planètes par rapport au Soleil, mobile ou immobile. Pour lui, ce coté de la question est incompréhensible et inutile, Il semble cependant que ce soit là une notion usuelle et que la moin- dre expérience permette de concevoir wa corps en mouvement absolu et en mòme temps en re- pos relatif. Dans la théorie de 1° attraction, il est d’ ailleurs bien entendu que l’ immobilité absolue n° est point supposée au Soleil. C° est bien franchement, quoi qu’ en disse M. Tischner, que les astronomes ad- mettent que le Soleil est attirè par les planòtes tout comme lui-meme attire ces corps. Chacun admet que le Soleil décrit une orbite résultant de |’ attraction des corps de son système, et per- sonne, M. Tischner excpté, ne voit dans ce mou- vement un obstacle à l' étude des déplacements relatifs des planètes. L’ auteur, d’ ailleurs; ne pré- sente aucune objection qui préte à discussion. i | The fixed idea of astronomical theory, by A. Tischener Broch in 8.° Leipzig Fock 1885. Il semble que Mr. le reféerent n’ ait pas con- pris au ne veuîlle pas probabdlement comprendre l’objet dont è s° agtt. A. TISCHNER Prix de 50 Mark pour la meîlleure réponse aux question sulvantes I. Pourquoi est-ce que les astronomes considè- rent le soleil comme dtant en repos, quoiqu’ ils sachent et enseignet que le soleil se meut? La- place dit: « Le soleil se meut au moins avec la vélocité de la terre dans son orbite. » II. Le soleil se mouvant et n’étant pas fixe, l’intuition du monde Copernicaine est-elle tenable encore aujourd’ hui? III. Les astronomes sont-ils en droit de conten- dre que l’ astronomie consiste et tombe avec le système de Copernicus et qu' aucun autre systè- me, méme pour essai, ne peut ni doit ètre éta- bli? i Les réponses à ces questions adresser à Augu- ste Tischner, Marschnerstrasse 7, Leipsic, frco., jusqu' au 1. mai 1887. La décision de ce lequel des concurrents doit recevoir le priX, sera défé- rèe à la « Sociéte astronomique ». qui tiendra son assemblée en septembre 1887. La concurrence peut ètre envoyée en francais en allemand et en anglais par chacun appartenant a quelconque pays. Les brochures euvoy6es devien- net propriété du receveur et ne sont pas renvo- i TERI | y6es; leur Sniblicatien, totale c ou n paio e ‘il RE duta dei chicchi. w k xt » n fa È nécessaire, est permise au receveur. Leipsic, le 1. aout 1886. 50 Mk. = 62,50 Fres. = S= 25 Roubl. Rhopalea neapolitana. Nel 1848 il Prof. De Filippi scoprì nella baia di Napoli una nuova asci- dia alla quale dette il suesposto nome. Questa spe- cie viene ora studiata dal sig. Boule che ne ha parlato alla Socdeté d' Istoire naturelle de Tou- louse. Egli dice che è specie interessantissima servendo di anello di congiunzione fra i due gruppi nei quali sono divise le Ascidie, cioé Ascidie sem- plici ed Ascidie composte, quantunque egli riten- ga che debba essere posta fra le Ascidie sempli- ci nella famiglia della Phallusiadee. Relativamen- te al nome datoli, fà osservare che sarebbe più cor- retto chiamarla Rhopalona neapolitana a causa della parola greca che ha servito a formare il nome generico. Il microbio della cougiuntivite è intiera- mente distinto da quello della gonorrea ; e ciò è stato ben dimostrato dal Dott: Poncet il quale ha presentate alla società chirurgica francese delle preparazioni microscopiche tanto deli’ una che dell’ altra specie di microbio. Per conservare î cadaveri dice il Journal de Meédecine et de Pharmacie de l Algérie , il Dott. Domenech is serve di Fenol 1. parte; Alcool a 36° 3 parti, Glicerina 2. Questa soluzione viene iniet- tata dalla carotide primitiva fino a che la faccia divenga tumefatta, affine di prevenire la retrat- tazione dei tessuti I,corpi così iniettati conserva- no la flessibilità naturale. Per i pezzi difficili ad iniettarsi, la macerazione dà i medesimi risultati. La peronospora, il marciume e 1’ oidio sui grappoli dell’ uva. Potrebbe la direzione di que- sto Bollettino darmi qualchè insegnamento per di- stinguere con certezza e quando sono al loro prin- cipio uno dall’ altro il cosidetto marciume delle uve, la presenza della peronospora nei grappoli e l’ oidio senza dover ricorrere all’ operazione mi- croscopica? Firenze Celi La presenza della peronospora sui grappoli e la cangrena umida dell’ uva o marciume dell’uva che è lo stesso, si confondono fra loro in modo che anche fra i più attenti e assidui osservatori vi è chi ritiene il marciume causato dalla pero- nospora e chi nega in molti casi la presenza di questa e qui non vi é che il microscopio che pos- sa decidere. Vero è però che se la peronospora attacca i gra ppoli produce il marciume e la ca- 2 112 L. — 12,50 Molto facile è il distinguere le macchie del- l'oidio da quelle prodotte dalla peronospora: l’a- spetto del chicco attaccato dalla crittogama (0i- dium) è ruvido e la macchia come granulosa, men- tre la macchietta della peronospora lascia al chie- co la sua liscezza e lucidità; altra osservazione sicura è quella di aprire il chicco e guardarne la polpa, se si vede che la macchia esterna è pe- netrata anche nell’ interno in forma di strisce brunastre vuol dire si tratta di peronospora 0 marciume, poichè ciò non avviene coll’ oidio. Esperienze per aumentare il ricolto del Grano turco. A complemento dell’ articolo inserto in questo Bollettino (fasc. scorso pag 124) riportia- mo le seguenti esperienze, che furono fatte da un agricoltore per constatare se convenga ed a qual epoca il cimare il grano turco, Zea mais, volgo melica. 19. Il prodotto di un rango di piante nè cimate nè A fwd MiIsaresi e aa e . 9. 518 °. Quello di un TORO di piante mate e non i 7. 618 3°. Quello di un IE ; di Bione cimate e sfo- SALO IA ai RIGA E 7. 318 Quanta perdita ALA in un campo molto este- so di melica! Circa 1J4! Se i coltivatori conuscessero il danno che ne viene dal tagliare al grano turco il fiore che ador- na la sommità della pianta poco dopo fiorito, forse anderebbero ben più cauti nell’ eseguire tale ope- razione, Prof. Pietro MASERATI ll fungo della tise. I sigg. Dugney e Hericourt hanno presentata all’ Accademia delle Scienze di Parigi una comunicazione nella quale dimostrano che la tubercolosi o tise non è prodotta da un ba- cillo come si credeva ma da un fango, il Micro- sphoron furfur. Essi hanno comunicata la tuber- colosi a dei conigli, servendosi di detti funghi. La temperatara della Luna L’ astronomo ame- ricano Langley ha eseguite diverse prove per de- terminare la temperatura della luna servendosi di uno speciale strumento di sua invenzione detto Bolometro. Questo strumento diretto verso la lu- na piena, gli ha dato uno spettro segnato da due curve, una rappresentante la refrazione solare e l'altra proveniente dalla luna stessa e che rile- vava la sua temperatura reale, che secondo gli studi degli spettri di altri corpi freddi, sarebbe inferiore a zero gradi. Un altro astronomo, il sig. Ferrel, è arrivato ad un risultato analogo, per mezzo di deduzio- ni teoriche. i Peronospora. D. Nello scorso fascicolo del no- stro Bollettino trovasi a pag. 123 una nota di co- VOTO de e a Pra . 132 desta direzione nella quale è detto che il prof, Briosi « dé 80 sostanze sperimentate per combattere la peronospora, 3 sole resultarono utili contro èl parassita e non dannose alle viti » ed aggiunge quali sono queste 3 sostanze. Per evitare il caso che qualcuno ci proponga come nuovo un rime- dio già invece provato e dichiarato dannoso, po- trebbe codesta gentile direzione indicarè quali fu- rono le 30 sostanze che il prof. Briosi sperimen- tò per incarico governativo? Tito ROSSI R. I 30 rimedì sperimentati dall’ illustre prof. Briosi sono stati divisi in 3 categorie e sono: I. Rimedi dannosi alla vite: 1. La soluzione di soda del commercio all’1 00 la quale neppure impedì ia formazione di nuove spore della peronospora. 2. Le soluzioni di potassa del commercio dal- I 1, al 2 Oro che pure non impedirono la forma- zione di nuove spore. 3. I vapori di zolfo, i quali pure non manife- starono azione sicura contro il parassita. 4. Le soluzioni di solfato di rame anche all’ 1 ed al 0,33 Olo senza arrestare lo sviluppo della peronospora. 5. Le soluzioni di sal comune all’ 1, al 3, al 3,50 per O[o senza azione sicura contro il paras- sita. 6. La soluzione di glicerina (10), sal comune (3), acqua (100). 7. La soluzione di glicerina (10), sal comune (5), acqua (100). 8. La soluzione di iposolfito di calce all’ 1 O[g (dannosissima). 9. La soluzione di iposolfito di soda all’ 1 Oro (dannosissima). 10. La soluzione acquosa di acido fenico, glice- rina e sapone (dannosissima). ll. Soluzione di sapone comune al 3 0jq. 12. Soluzione di solfato di zinco (perniciossima) Il. Rimedii indiferenti tanto alla vite che alla peronospora. 1. Miscela di polvere di soda del commercio (6) e gesso (100). 2. Calce in polvere. 9. Cenere. 4. Miscela di cenere (50) e calce (50). 5. Miscela di solfato di rame (15) e gesso (85) 6. Soluzione di solfato ferroso all’ 1, 5, 10 Olo 7. Miscela di solfato ferroso (12) e gesso (100) 8. Miscela di sale comuna (10) e gesso (100). 9. Miscela di sale comune (3) e gesso (100). 10. Miscela di iposolfito di soda e gesso. 1l. Miscela di iposolfito di calce e gesso. GE 12. Le soluzioni di allume di rocca al 2 e al 3 Oto 13. La miscela di allume di rocca (20) e gesso (100). 14. Soluzione acquosa di acido fenico all’ 1 0g. 15. Miscela di solfato di zinco (8) e gesso (100). III. Rimedi utili contro el parassita enon dan- nosî alla vite. 1. 1 fiori di zolfo acidi. 2. Il latte di calce al 3 0]0. 3. Liquido anticrittogamico Monti di Monza. Interessanti osservazioni ornitologiche. Tro- vai nel 3.° numero del Bollettino del Naturalista del presente anno, alcune obbiezioni mossemi dal signor Girolamo Dottor Lanzi, circa la cattura di un R. Phoenicura da me fatta il 17 dello scorso dicembre. Non potendo spedire al Dottor Lanzi la spoglia di quel Codirosso, poichè io non la con- servo, altro non mì rimane, se non che il dimo- strare l’ autenticità di quel R. Phoenicura Linn. In primo luogo posso con sicurezza affermare, quantunque diversa dalla mia sia {l’ opinione del Savi, che il Codirosso Comune, non già è di pas- so nel solo mese di settembre, ma bensì anche nella prima metà di ottobre; anzi, qui nel Vicen- tino e nel Padovano, non raramente si riscontra il detto Codirosso anche nella seconda meta di ottobre. In quanto poi al confondere il R. Phoe- nicura Linn. col R. Tithys non era cosa tanto fa- cile, poichè quantunque quest’ ultimo non sia co- mune pure non è molto raro, d'altra parte poi nello stesso giorno (17 dicembre 1885) uccisi an- che un maschio di R. Titlfys pochi giorni ap- presso uccisi poi una femmina della stessa spe- cie. E perciò evidente che impossibile ne era si- mile sbaglio. Il Dottor Lanzi si meraviglia della presenza di simile uccello nel mese di dicembre; è un fatto anormale, e che appunto perciò io pubblicai. Io non voglio dare spiegazione di sorta sulla pre- senza del R. Phoenicura Linn. in tale stagione, a me basta l’ aver messo a conoscenza degli stu- diosi questo fatto, a loro poi il ricercarne una spiegazione soddisfacente. Tuttavia devo osserva- re che causa la stagione calda ed asciutta dello scorso autunno, il passo degli uccelli fu in gene- rale di molto protratto. Padova S. G. Il sig. Odoardo Ferragni comunica le seguen- ti catture di nuove specie di uccelli da aggiun- gersi all’ Avifauna cremonese. Tichodroma muraria }l1. ( Piechio murajolo ), un’ individuo fù ucciso sui primi di novembre 1885. i ed un altro fù veduto sulle pareti del Duomo di Cremona il 3 marzo scorso. Cincelus acquaticus Beehst (Merlo acquajolo) ucciso nei dintorni di Crema. — Anthus cervwinus Ketbl (Pispola golo- rossa) vi comparisce costantemente nel mese di ottobre. — Anser albifrons Bechst (Oca Lombar- della) un’ individuo adultissimo fù ucciso il 6 feb- braio scorso sulle acque del Pò. — Anas tadorna Lin (Volpoca), assicurasi che alcuni anni sono ne fù uccisa una in quel di Castellane. — Larus ca- nus Lin (Gavina), un bel maschio giovane fa uc- ciso verso la metà di dicembre 1885 sul Pò pres- so la foce dell’ Adda. Il 16 gennaio 1883 il sig: Faustino Manzone uccise nelle acque del Tanaro presso la R. tenu- ta di Pallenzo (prov. di Cuneo) un uccello che le parve essere |’ Uria troîle Lath ma che non fu poi studiato con sicurezza che in quest’ anno pres- so il R. istituto zoolog'co di Roma. Trattasi adun- que di una vera Uriatroile Lath adulta in abito d’in- verno e può considerarsi come specie nuova per ’ Italia, poichè quantunque il Bonaparte |’ avesse annoverata fra le specie avventizie in Italia, sen- za precisarne nessuna cattura, nelle recenti ope- re del Salvadori e del Giglioli essa era stata esclu- sa dall’ avifauna italica. Il nome del fungillo descritto nell’ art. - Un'a - tra nebbia nel frumento (V. Bollettino N. 8 pag. 125) » deve essere cambiato con quello di Gide2- lina, attesa la preesistenza del gen. Gedellia Sacc. che sgraziatamente non fu avvertita a tempo. ProfpaGa Pi Un piccione che depone nova doppie. In un allevamento di piccioni che io tengo, vi è una piccola picciona che ora é all’ età di 2 anni; a 6 mesi mi depose un’ uovo della forma e grossez- za dell'uovo di tacchina, cioè misurava la circonfe- renza di cent. 16 x 18. La curiosità mi spinse a rompere quest’ uovo e ho trovato che il guscio esterno racchiudeva oltre il tuorlo fecondato e l’albumina normale, un altro uovo grosso come gli ordinari di piccione e con guscio durissimo come quello dell’ uovo esterno. È La picciona é stata 8 mesi senza deporre uova e quindì ne ha fatto un altro eguale al so- pradescritto con la sola differenza che mancava il guscio calcareo all’ uovo esterno; dopo altri 8 mesi ha deposto altro uovo, simile al secondo. Ora ogni mese fà un uovo delle suddette dimensio- ni, entro il quale stà altro uovo senza guscio; dopo pochi giorni depone due uova regolari e le cova, e nello scorso Agosto ha fatto buon alleva- mento. | Tesidererei ora avere qualche spiegazione del come possa avvenire questo strano fenomeno, e de son pronto a mettere a disposizione di chi voles- se studiarla, la suddetta picciona. Aquila 2 Settembre 1886. LEoPOLDO RoCCHIGIANI orticultore. .HL'rr:i I) e ZI i n Gli animali mero studiati delia rostra Fauna ANA NANA Si può asserire che i trilobiti sono la più an- tica manifestazione della vita animale, da essi la Scienza prese le mosse per annoverare le miria- di di esseri che popolarono la terra. ]l gran Cu- vier immaginando una zoologia dell’ antico mon- do, compose il suo regno animale, per il quale passano sotto gli occhi nostri le strane forme dei sauri, le moli enormi dei Mammuth e dei Ma- stodonti. In siffatto modo svincolatasi la Scien- za dalle medioevali superstizioni e da'le volgari ipotesi che l’ ignoranza annetteva agli avanzi fos- sili a fine di non ledere, in'un certo modo, la tradizione biblica; la Paleontologia diede la mano alla Zoologia, per la quale gli studi avevano più pratiche applicazioni e più sereni giudizzi. Allo- ra fu possibile l’ istoria della vita attraverso le Epoche geologiche, lo Spirito d’ osservazione li- berato dalle pastoie religiose potè sciogliere i vanni ad orizzonti più vasti; la Zoologia, lo stu- dio del Regno animale, qual fù, quale è, quale sarà, divenne il vasto agone su cui convennero i dotti di ogni parte del mondo. I problemi più .a- strusi, le quistioni più intricate vennero in gran parte risolute tanto chè al presente il regno animale è quasi tutto esplorato. Molte opere si son fatte intorno ai mammiferi, nel quale ramo figu- rano molti nomi italiani, molte altre trattano de- gli uccelli e son ricche di tante cognizioni in modo da far nascere il dubbio se fosse tutia supersti- zione quella che guidava gli Auguri Romani a consultare il volo ed i visceri degli uccelli, pria di pronunziare il loro responso. i Riferendoci all’odierno progresso della scienza da circa mezzo secolo in quà, mi domanderei quale classe di animali, quale famiglia venne negletta o meno studiata? Le specie italiane dei mammi- feri sono tutte conosciute o poco meno, il Prof. E. Cornalia ne ha dato un catalogo descrittivo uti- lissimo. Che dire degli uccelli dopo gli studi del Savi del Cuponi, del Doderlein, per non citare che lavori italiani, ed il bel lavoro del Salvadori e l’ altro recentissimo dal Giglioli sull’ Avifauna italica di- mostrano chiaramente che gli studi ornitologici sono abbastanza inoltrati. In quanto ai rettili ed agli anfibi, tutti ricono- — scono la competenza del De-Betta ed il suo lavoro annesso alla Fauna d’ Italia. L’ Ittiofauna fu mol- tissimo studiata ed ebbe cultori il Doderlein il Ca- di e. rigo ri i i ni \: vst. baz 24 po di “a st e i beh, e = Gai . we WS ie heel ì TI: LI era nestrini e mi piace vedere anche pubblicato un catalogo dei pesci del mare di Messina (1) del Dottor A. Cocco, nome caro alla scienza. Intorno alla Conchiliologia, moltissimi si avvicendarono; tra le recenti pnbblicazioni il De-Gregorio occupa un posto cospicuo. Ma uno studio locale sui crostacei, fattoda un italiano resta ancora a desiderarsi. Uno studio fatto con seri intendimenti che riguardi questa interessante vita animale e che metta sott'occhio tutte le specie dei crostacei dei mari italiani, io ancora non sono riuscito ad incontrarlo. A mio credere, il Risso nella Storia Naturale dei crostacei di Nizza, è il solo che se ne sia occupato con iscopo diretto. Se l'alito della vita che informò | organismo animale, si ritiene che avesse avuto principio in fondo all’ Oceano, diventa essenziale una estesa conoscenza degli organismi marini. Se la conchi- liologia riesce tanto utile alla Paleontologia per la ricognizione di specie estinte, ed alla Geolo- gia per le caratteristiche dei diversi strati della crosta terrestre, se conoscendo bane le conchiglie viventi si possono determinare e classificare le estinte, perchè non si deve con pari amore rivol- gere l’ attenzione sui crostacei, visto che anche questi offrono campo ad investigazioni e ricerche, ed anche essi hanno i loro rappresentanti fossili; anzi come nella conchiliologia studiando il genere di vita, le abitudini, e la diversa distribuzione geografica si potrebbe indicare l’ epoca, ìl clima e le diverse condizioni della tale o tal’ altra sta- zione fossilifera. Per tutte queste ragioni e per uno studio completo di tutto ciò che vive e si muove in fon- do ai mari, è desiderabile che tra i moderni, ac- canto a tanti nomi benemeriti delle scienza, qual- cuno si applicasse ad uno studio locale dei cro- stacei, avrebbe così reso un contributo alla storia della nostra fauna, e troverebbe mille curiosità, mille cose interessanti ed attraenti, perchè potes- se riuscire sapiente e gradito. — Conchiudo, che se per l’antico si è fatto molto, nella Storia Na- turale per quanto più si faccia non è mai troppo. (Continua) GrusePPE MOSCHELLA [1] Vedi ii Naturalista Siciliano — Periodico mensile anno 18396. — HYDRORNIA ALLENI (Tomps) Rallus Alleni (Pist.) Gallinula jacana (Iaubert) Porphyrio variegatus (Angel Iuirao) Pollo sultano di Allen (Gigl.) Questo rarissimo e piccolo pollo sultano è il becco ed i tarsi colorati in rorso-sbiadito, la pias- in gia'lo-oro-rosso. — Tutte le piume del corpo nelle parti superiori sono colorate in verde-chiu- so-oliva, cioè: schiena, groppone e cuopritrici delle ali in verde-scuro; il collo in bleù con riflessi can- gianti, pari a quelli del collo d' una « Columba livia, » mentre tutte le parti inferiori, eccetto il petto ch' è bleù-chiuso brinato a marezzo anchino, sono uniformemente turchine, essendo le sottocaudali bianche affatto e le coscie rivestite di piume morbide e tinte in nero-lavagna. Questo rallo va eziandio al pari dei suoi congeneri, vale a dire dei « parra, » armato sulle scapole di sproni uncinati e taglienti, atti a ferire e a di- fendere. Strumenti questi più o meno di difesa o di offesa, qualora ce ne sia il bisogno, per la prole in pericolo, o per battaglie e duelli di amore. — Questa bellissima specie propria dei tropici e di cui appena si registrano due cattare nell’ Italia; continentale; una in Spagoa una in Francia (e l'esemplare ferito all’ala fu portato vivo a M. loaffret, (Ianbert) il. quale lo tenne un gior- no intiero trovandolo morto alla dimane, poi- chè ricusò ogni cibo ) un’ altra in Sicilia al Sud; cinque sole catture in tutta Europa. E rimar- cabile per le sue belle forme, le quali avendo la sveltezza propria dei rallidi, à le parvenze affatto maestose dei polli sultani ( porphyrio coeruleus). Infatti pari a questi à questa rara aves i costumi e le abitudini: vive sulle rive degli sta- gni dei grandi paduli tra le folte cannelle di melica, gettando nel suo volo ch’ è poco elevato e rapido un grido acuto e mugulante; vive tra le fitte erbe dei laghi, correndo quivi velocemente, tuffandosi rare volte nell’ acqua; di cui piace più la vista che il vivervi dentro, e nutrondosi sù e giù di semi di piante acquatiche, di piccoli vermi e di erbe palustri. — Sono i polli sultani di Allen per le nostre contrade uccelli affatto avventizi, dei quali si à appena notizia ed appena una sola cat- tura si conta. Sono io per il primo fortunatamente che annovero questo bellissimo rallus tra gli uc- celli siciliani; dico pel primo, perchè non ò trovata mai registrata siffatta specie in nessun catalogo ornitologico riguardante l’ avifauna sicula, e pria del 1881 anch’ io non ne aveva notizia. Però in quell’ anno trovandomi a fare un’ escurzione scien- tifica per il Sud della Sicilia e giusto fermatomi a Spaccafermo, in uno «dei pochi giorni del Di- cembre ch’ io vi stetti, da un certo Salvatore Modi- ca mi venne regalato il giorno diciassette, ucciso da poche ore ed ancora sanguinante, l’ esemplare da me conservato nella mia raccolta e poi donato tra frontale 1° à tinta in verde-malachita e r iride FRS ÀÀ Ret al rof. (3h Giglio, forgosudotvaato a boma mi, e che oggi figura nel R. Museo di Firenze (Avif. lital. Com. Giglioli p. 253 n. 342) insieme a quell’ altro individuo ucciso dal Conte G. Ottolini ael Dicembre del 1876 nei pressi di Lucca. — L’ esemplare ch’ io ebbi adunque fu catturato in un bel giorno nelle vicinanze di Pachino e Spac- caforme nel lago salato dell’ Ongarine; esso era un maschio e per quanto parmi di mezza età, giacchè le tinte del corpo davano piuttosto in colori spicca- ti, e. sesi à anco riguardo alla stagione e all’ epoca, ch’ era nel Dicembre avanzato, posso affermare essere un adulto. — Ho scritto ed ò riscritto, anco per consiglio dell’ Illustre Prof. Gìglioli, le mille volte ad amici che ò conosciuti colassù, per dar- mi notizie se altri esemplari sieno stati presi, ma sgraziatamente non mi ànno dato alcuna risposta soddisfacente, forse perchè, ed è l’ipotesi più pro- babile, non stanno quei cacciatori attenti ad esami- nare anco così alla svelta, la preda che fanno, Ad o- gni modo non avendo per parte mia nulla da aggiungere e non abbandonando nemmeno per sogno l’ idea che l’ esemplare da me ricevuto sia evaso da qualche gabbia, tanto perchè pochi, an- zi nessuno in dette contrade ci sia che ami col- tivare acclimatando, o tenere imprigionati per lusso o passatempo degli uccelli, eccetto dei ca- narini, mi fermo, essendo gli altri commenti su- perflui. (Materiale per un’ avif. sic.) Messina 18 agosto 1886. Gabinetto Pistone. CONTRIBUZIONE ALLA FAUNA ERPETOLOGICA DELLA CAMPAGNA ROMANA PER Pio Mingazzini Studente nel terzo anno del corso di scienze uaturali (Istituto zoologico della R. Università di Roma) (Spallanzant) (1) In tutti gli studi monografici fatti sugli Anfibi anuri italiani, è espresso il desiderio di allargare le conoscenze sulla distribuzione geografica delle specie esistenti nella nostra penisola. È per ciò che mi sono indotto a pupblicare questa piccola nota sulla presenza della R. agilîis Thom. nella Campagna Romana, giacché in nessuna monografia è stata citata questa specie come propria della provincia di Roma. Ciò dipende soprattutto dall’es- sere questa forma qui assai rara, e solo ora, da circa tre anni che mi occupo della fauna di que- sta localita, ho potuto avere un esemplare della . detta specie. Anche nel R. Museo di Zoologia non è in quest’ ultimo triennio pervenuto alcun esem- plare di R. agilis della prorincia romana, quan- tunque i) prof. Carruccio, attuale direttore del Museo, si occupi attivamente di tutta la fauna di questa località, e già nel triennio circa dacchè di- rige lo Stabilimento, da lui in tutto riordinato, abbia introdotto in esso quantità notevolissima di specie prima mancanti. L'unico esemplare che ho potuto procurarmi, e che cedetti al Museo Universitario, proviene dal- le pianure sottostanti a Tivoli, ed è una femmina colle uova giunte proprio in istato di maturità, tanto che una leggiera pressione nell’ addome ba- stava per fagliele uscire. Il corpo al disopra ha un bel color rosso mattone, con alcune macchie brune frequenti specialmente nelle regioni sacrale e lombare; le coscie sono al disopra di un colore giallo mattone, colle caratteristiche fascie traversali bru- ne, più accentuate però sono queste fasce nella tibia; le membra anteriori hanno al disopra lo stesso colore delle posteriori e le stesse fascie, sebbene meno accentuate. La parte inferiore è di un bianco latteo nell’ addome, chiazzato di rosso nella parte anteriore del petto, nella gola e nel mento. I lati lungo le ascelle ed i fianchi, sono di color verde, ma la macchia verde è più larga nei fianchi che alle ascelle, ed è chiazzata di picco- lissimi punti neri. Il capo è triangolare, e pre- senta nella regione temporale la macchia trian- golare bruna che copre il timpano e risalta sul colore piuttosto chiaro del restante di quella re- gione. Le dimensioni sono le seguenti: Lunghezza del corpo (dall’ estremità aateriore del capo all’ ano) . Rapporto tra i membri anteriori ed i Mm. 50 POSsterlori gia alt. È €13 Lunghezza dei membri ni €21] id. id. posteriori... «AUSi Lunghezza della tibia. . . . . . « 26 Lunghezza del capo (dalla bocca alla estremità dell’ occipite). . . . . « 15 Larghezza del capo (alla commessura delle mascelle). . . . K mi sento in obbligo di ringraziare pub- blicamente il signor prof. Carruccio che mi ha dato utilissimi consigli, e mi ha fornito di tutte le opere e dei giornali di cui poteva disporre 0 il R. Museo di Zoologia o la sua ricca bliblioteca privata. AI presente il descritto individuo di RR. agèlis conservasi vivo in Museo insieme ad altre rane diverse, e seguonsi con attenzione le modificazioni di colorazione, ecc, cui va incontro. [1] Per brevità togliamo da questa comunicazione le numerose note delle quall l’ ha corredata |’ egregio autore. COLOMBICULTURA Riproduzione interdetta Continuazione I Piccioni Torraioli Domestici. I Il Piccione Torraiolo di Colombaia (Columba Livia Domestica) non è che il piccione selvaggio di Europa, che a poco a poco ha subito il domi- nio dell’ uomo, e si è prestato a vivere domestico o semidomestico in Colombaje di alto volo. Que- sta trasformazione lo ha fatto il vicino dell’ uomo, ma non però il suo schiavo: difatti egli conserva tuttora l’ antica rusticità, e fa lunghì tragitti per procurarsi il vittu giornaliero. È bellissimo uccello di trentasei centimetri di lunghezza totale, sopra settantatre di volo. Il collo ha verde a riflessi azzurri dorati; le penne pri- “marie delle ali cenerine-nerastre; le altre ceneri- ne-turchine con punta nera. Due sbarre nere sul- l’ ala; ie timoniere centrali cenerine-brune con. punta nera, le due estreme bianche, i piedi rossi o vinati con unghie nere. Il becco è color di rosa leggermente plumbeo alla punta, l’ iride rosso-bruna. Tutto il corpo cenerino-azzurro eccetto ìl groppone che è ceneri- no-chiaro (o) interamente bianco. — Questi due co- lori furono osservati da tutti gli ornitologhi sopra uccelli provenienti da diversi Stati di Europa. È a ritenersi che gli individui che presentano il groppone bianco siano quelli che più si avvicinano al Piccione selvaggio; gli altri che hanno il grop- pone cenerino o bigiastro, sono quelli che in for- za di ripetute selezioni passarono già ad una domesticità più assoluta: da questì ultimi trassero l' origine ì diversi colori di mantello che si ri- scontrano nei Piccioni Torraioli di Colombaja. Questa deduzione è basata sul fatto ormai ac- certato che il Piccione selvaggio di Europa ha il groppone invariabilmente bianco. (1) La prima differenza di mantello verificatasi nei Piccioni Torraioli deve essere indubbiamente quella del Torraiolo Scagliolo le cui ali turchine sono ricoperte di macchiette nere più o meno ac- cerite e disposte a scaglia dì pesce: il corpo è cenerino-azzurro. Il cenerino-azzarro con sbarre nere ed il ce- nerino-azzurro con scaglie nere sono ì due man- telli dei Torraioli di tutte le Colombaje degli Stati Latini; però se ne notano alcunì color fior di pesco unito con sbarre cannella, ed alcuni pochi color fior di pesco a scaglie cannella. Rarissimi i neri, i bianchi, e ì canuti. Questo uccello è il più robusto di tutte le raz- ze e varietà di piccioni di Colombaja o Voliera che portano il suo sangue; muore di vecchiaia, raramente di malattia. Pensa da se al suo sosten+ tamento, e nei mesì invernali fa lunghi viaggi di 20, 30 e fino 40 chilometri per procacciarsi il cibo. Rustico, forte e sobrio, fuori dell’ epoca del- Ie cove consuma poco, accontentandosi di vinaccio- li, pinoli, semi d’ erbe selvatiche, piccole conchi- gliette e talora piccoli insetti. Il suo maggiore e costante bisogno è l’ acqua che gli necessita sempre vicina, facendo d’inverno e di estate più volte al giorno abbondanti ablu- zioni I Torraioli desiderano Colombaje altissime spa- ziose, pulite, libere dai sorci ed esposte a Levan- te. Amano il sole, l’ aria pura, i luoghi quieti, le vaste vedute, le rive del mare, dei laghi o dei fiu- mi. -- Non vivono che in numerose famiglie, forman- do branchi di almeno un centinaio: Se una Colombaja per qualche causa si decima, tutti i superstiti l’abbandonano, aggregandosi ad altri branchi an- che di lontani paesi. (2) (1) Savi — Ornitologia Toscana - Appendice al T II (2) È questa l’ emigrazione ritenuta periodica dal Prof. Ran= zani di Bologna - Elementi di Zoologia T III parte I VITI TRI (009 Merc cure | nflni e e ripetute Y amatore per modificare, trasformare e creare nuo- ve razze e varietà. I viaggiatori Belga si otten- nero in questo secolo mediante l’ incrocio dì questi uccelli Europei con uccelli Asiatici; imperocchè è cosa degna di nota, come tutti quanti i Piccioni domestici conosciuti, (nostrani ed esotici) ricercano con grande ardore |’ accoppiamento con i Piccioni Torraioli. II i Il Piccione Torraiolo, cespite un giorno di gran- di guadagni all'Italia, alla Francia e alla Spagna, al cadere del presente secolo, è a ritenersi o del tutto Scomparso, o reso rarissimo. Le grandi Colombaje d’ aldo volo del mezzodì della Francia che albergavano a migliaia questi ru- sticì uccelli, distrutte :dalla grande rivoluzione {1793.) perchè facenti parte degli antichi privile- gi feudali dei nobili, disequilibrarono i mercati del- le vettovaglie di Parigile dei dipartimeuti, toglien- do al popolo un cibo sanissimo ed al massimo buon mercato. L' odio dei Montagnardi verso la nobiltà doveva sfogarsi in distruggere tutto quan- to era a quella appartenuto, senza curarsi poi, se per tante rovine rimanessero affamate quelle stesse plebi che si spingevano al saccheggio ed alla devastazione! Mà siccome a taluno può sembrare esagerato quanto vado narrando citerò un autore Francese che non può tacciarsi di menzognero, il natura- lista Pelletan. » Mais aussi, aux jours de la grande tourmen- te révolutionnaire, l’ innocente pigeon porta la peine de fautes qu’il n’ avai guére commises, et lorsque le Comte di Virieu eut fait au nom de la noblesse, l’ abandon du droigt de colombier, dans la memorable nuit du 4. Aòut, le peuple des campagnes jaloux de detreuire tout ce qui lui etait un souvenir de l’ ancienne servitude, se rua sur les pigeonniers de haut vol qui luì fournis- salent annuellement plus de deux millions de hilogrammes de viande saine et da bon marché. Les Colombiers furent détruits. — Puis, des lcis farent édicteés qui, se faisant 1° écho d’ accusations exagéreés contre l’ instinct pillard du pigeon, restreignirent son élevage; moins sèvéres qu’ on ne le croit, elles portérent cependant & cette in- dustrie productive un coup dont celle-ci ne s° est pas encore relevée. » (1) Ne tardò guari cogli eserciti di Buonaparte invadenti l’ Italia e le Spagne a varcare la mania (1) Pelletan — opera citata. nl | razza pura servì e serve tuttora al coll ionista-. L+ ni h A n-DÉ Tg va SER TRIÀ ca LORO CI NOTI a rastatrice le vette nevose dell’ Alpi e dei Pire- nei: l' industria dell’ allevamento dei Colombi, pri- vilegio dei grandi, ma profitto del popolo, veniva annientata a suono di mitraglia dai soldati della Repubblica: — Eccetto I’ Italia centrale, in ogni altro paese latino poche furono le Colombaie tut- tora in piedi, pochi gli uccelli che le popolavano l’anno 1815. La restaurazione fece poco o nulla per riparare — ai molti guai lasciati dal Cesare onnipotente; anzi ai vecchi errori ne aggiunse dei nuovi, con danno gravissimo dei popoli ridotti da quindici anni di guerre alla miseria e alla fame. — Troppe brighe si avevano i governanti, troppe toppe da assesta- re sulla sdrucita carta di Europa, per occuparsi di simili bazzecole. — I privilegi dei nobili, per. quanto al Congresso di Vienna ritornassero a gal- la per l’ultima volta, tacitamente e virtualmente s' intesero dai plenipotenziari soppressi. (1) L’ Italia centrale fa quella che meno ebbe a risentire dalle soperchiere dell’ armi francesi, e quì si può dire rimanesse intatto ancora |’ ultimo baluardo dell’ industria Colombifila degli Italiani. Fino al 1849 nelle fattorie dei Ducati rimasero in- numerevoli brauchi di Piccioni Torraioli fornendo i mercati estivi di molte migliaia di chilogrammi di carne sana, squisita ed a mitissimo prezzo. — Nell’ ex Granducato di Toscana non sì pagavano mai più di un paolo al paio, ( cent. 56 moneta decim,) ma le più volte non oltrepassavano le cra- zie sette (cent. 49 M. D.). Ma purtroppo stava scritto che « Quod non fecerunt barbari, fecerunt barberini. » Le leggi Guerraziane dettero in Toscana il gran colpo di mano alla totale distruzione degli uccelli dome- stici e salvatici: pochi fuggiaschi a tanto ‘eccidio ripararono. L’ anno 1849 determina la vera cadu- ta delle Colombaie d’ alto volo in Toscana: le torri che per secoli avevano ospitato i prolifici uccelli rimasero deserte, o chiuse, o furono ad altri usi destinate. Così aveva fine dopo tanti secoli di lucrosi gua- dagni il commercio d'allevamento dei piccioni d’al- to volo in tutta l’ Europa Mediterranea. i IM La mancaaza di una vettovaglia sana ed a buon mercato non poteva a meno di essere universal- mente lamentata. Di punto in bianco erano spariti parecchie migliaia di chilogrammi di carne per la pubblica alimentazione, distruggendo la benefica concorrenza che per sei mesi dell’ anno portavano (1) A_qnel memorabile Congresso vi fù rappresentato l’ ul= timo feudatario di Toscana ii Conte Bardi di Vernio. % nie Cu dl sui prezzi delle carni vaccine, con immenso bene- fizio delle classi meno favorite dalla fortuna. Sorse allora la grave questione se dovevansi o nò ripopolare le Colombaje deserte: furonvi strenui oppositori e strenui propugnatori. I primi affac- ciavano il parere che i Piccioni Torraioli devasta- vano i raccolti, e che l’utile che ritraevasi dal loro allevamento non equilibrava il danno che arrecava- no. Gli altri invece, fra i quali noi ci schieriamo, pure ammettendo che questi uccelli procaccini danneg- gino in parte le semente non ancora germinate, sostenevano che i grandi benefizi recati all’ alimen- tazione ed alla agricoltura superavano d' assai i piccoli danni; tanto più che conviene considerare come questo uccello per circa sette mesi dell’ an- no vivacon nrna sobrietà di cibo, sconosciuta affatto a tutti gli altri Galliuacei. « Se i Piccioni domestici (scrive Luigi Figui- er (1) ) cagionano alcuni danni alle nostre raccol- te, ci compensano ampiamente di questi guasti coi servizi che rendono all’ agricoltura. Sono pure preziosi per l’ allevatore e il consumatore: perchè il primo ne ricava un benefizio certo, e il secondo vi trova un alimento buono e a buon mercato. Daremo un’ idea sufficiente della ricchezza che portano alla pubblica alimentazione, dicendo che certe specie fanno i piccoli fin dieci volte 1’ anno; ciò da un totale di venti uova per paio. Inoltre danno un'ingrasso efficacissimo per certe terre. » | Intorno all anno 1855 alcuni volenterosi si ac- cinsero ad un parziale ripopolamento delle Co- lombaje d’alto volo con Piccioni Torraioli di sangue puro provenienti dall’ Illiria, dalla Dalmazia e dall’ Albania; ma sia per la cattiva applicazione delle leggi sulla caccia, sia per sprezzo dell’ al- trui proprietà, sia infine perchè tale acclimata- mento non venisse fatto con solerti cure ed in epo- che propizie, tutti i tentativi fallirono. — Le Colom- baje d’ alto volo attualmente esistenti in Italia ed in Francia (e credo pur nella Spagna) non hanno una cinquantesima parte degli uccelli che le po- polavano sul finire del secolo XVIII, e neppure una ventesima di quelli che ancora rimanevano alla metà del secolo presente. Non è a credersi di quale entità fosse ancora il raccolto dei Piccioni Torraioli in Toscana sul cadere dell’anno 1848. (2) Vecchi agenti di beni (1) L. Figuier — Gli uccelli — 6.a Trad, Italiana — Mila- no — Fratelli Treves — 1883. (2) Di quell’ anno e del successivo restano nella mia fami- glia incancellabili memorie. — Il mio avo materno Giovanni Chiarini di Siena Prof. di lettere Italiane e Latine, giornalista e poeta dolcissimo, fu l’ amico costante nella prospera come nell’ avversa fortuna dell’Avv. G. D. Guerrazzi, di cui era sta- to Segretario nell’ infausto Governo Dittatoriale del ‘1849. Ra contar delle fole, mi narrarono come questo rac- colto facevasi ogni sabato sera in tutte le Colom- baje dai primi di Maggio a tutto Settembre, e che tale era il numero dei Piccioni mangerecci che si trovavano, che in luogo di gabbie si adope- ravano dei grandi sacchi, dove pesti ed accata- stati, asfissiati se ne morivano. — La mattina appresso, giorno di Domenica, si smerciavano sui mercatì delle vettovaglie. Ne dee ritenersi che tale operazione fosse facile e di lieve importanza; occorrevano persone adat- te, agili e svelte onde non disturbare con inop- portuni rumori i branchi degli adulti appollaiati sui posatoi, ne le femmine covanti le uova o i nati di pochi giorni. — In tutte le fattorie avevasi un giovanetto pratico del Colombajo al quale esclusi- vamente era riservata questa cerna in una com- pleta oscurità: il resto del personale dell’ Azienda attendeva di fuori, recando via di tanto in tanto i sacchi già pieni. — Scieglievansi le prime ore della notte, in generale dalle 9. alle 12, quando i Piccioni gravi pel sonno sono piu facilmente avvicinabili; perocchè ai primissimi albori questi rustici uccelli tutti con assordante frastuono sa- rebbero fuggiti, recando seco anche i piccoli che appena appena reggessero il volo. IV Ma più che la caccia col fucile, le reti all’ac- qua impunemente tese su tutti i torrenti, e il malvolere dei coloni, finisce col distruggere total- mente questo utilissimo uccello l° istituzione del Tiro al Piccione, la quale come ebbe a dirmi un’ espertissimo Colombicultore, consuma annu- almente in Italia in più di 50 gare, circa 100000 Piccioni Torraioli. Ammesso che queste cinquantamila paia di uccelli non avessero date che sole tre covate in un’ anno, e ritenutane una per totalmente fallace, sì vedrà che i nostri mercati sono stati ogni anno defraudati di almeno 200,000. capi di pollame sano e nutriente. Tralasciamo di valutare il danno immenso che il graduale depopolamento produce nelle annate future, poichè altrimenti si entrereb- be in un laberinto di cifre, di confronti, di pro- porzioni, di apprezzamenti che troppo lungo sa- rebbe il riportare. La proporzione del danno au- menta ad ogni gara compiuta, si moltiplica in un anno, si triplica ogni due, e così di seguito, te- nendo per base due covate pèr anno da ciascuna coppia di uccelli, e riducendo a quattro anni il limite della facoltà produttiva. — Constato solo che in Inghilterra paese eminentemente pratico e rurali, persone specchiatissime ed incapaci di rae- © i cip ' - lero essere radiati dai Ruoli della Società del dia al Piccione, ritenendo che l’ eccidio di un animale utile, a lungo andare, avrebbe portato un guasto irreparabile nella domestica economia. Difatti, a parer nostro, uccidere per il piacere di uccidere non ci sembra cosa degna del sentimen- to morale di un popolo civile; tanto più poi quando da questo eccidio se ne ottiene il pessimo resul- tato di un lucro cessante e di un danno emergente.. « Questa stupida mania di certi cacciatori di tru- cidare tutto quello che si presenta loro a tiro di fucile, tanto per uccidere per semplice divertimen- to non da profitto a nessuno; anzi è nocevolissima e non so come lè autorità competenti non se ne vogliano occupare. » (1) Egli è quindi giucoforza concludere che l’ istitu- zione del Tiro al Piccione non è utile ma anzi dannosa alla produzione di un volatile, che potreb- be, se protetto, contribuire in gran parte, come nei secoli scorsi, all'alimentazione estiva delle clas- sì le meno agiate. Il Tiro al Piccione creato dalla moda è mantenato dal lusso, perchè offre ai ric- chi una piacevole ricreazione ed un geniale ritro- vo. E che per questo dobbiamo noi plaudire al lusso che inconscio distrugge? Dobbiamo lasciare che scomparisca per sempre un uccello che a detta dello stesso Figuier, è benefico aiuto dell’ agricol- tura? (2) Iam pauca aratro j]ugera regiae Moles relinquent, undique latius Extenta visentur Lucrino Stagna lacu platanusque caelebs. Evincent ulmos. Tum violaria et Myrtus et omnis copia narium Spargent olivetes odorem Fertilibus domino priori; Tum spissa ramis laurea fervidos Ecxludet ictus. Non ita Romuli Praescriptum et intonsi Catonis Auspiciis veterumque norma. Privatus illis census erat brevis, Commune magnum: . . . . . . . . Firenze GIULIO CESARE GIACHETTI {1) R. Schneiderfî — L’ Agricoltura Pratica N.3 e 4. — 1885. (2) Orazio Ode XII Libro II —__ _ cc _— P—_— ___—*'"_ “ T° _ —— T— _— _ °_ TC: dnsegnamenti pratici ca preninia è bene a nei cu Di anni . | perati appena matura e nei freddi quando è mol- to matura. L' uva è matura quando il raspo si fa bruno la buccia del chicco si fa fina, la polpa che stà vicina al seme non è più aspra. L' uva deve essere possibilmente vendemmiata asciutta e sempre dopo la levata del sole. I raspi sono in generale utili per la buona qualità del vino da pasto ma hanno pure dei di- fetti e per evitare questi occorre non lasciarli stare troppo a contatto del vino. Compinta la pigiatura delle uve il tino deve essere tenuto coperto. (Dall’ opera Viticoltura ed enologia del prof. Pellacci 4.a edizione). Per liberarsi dai Dermestes (Tare) che re- cano danni forti ai confezionatori di seme da bachi il sig. Cesare Silva adopra polvere di formaggio che, egli dice, li attrae in modo prodigioso. è Siccome le larve di Dermestes e di Antrenus danneggiano molto anche le collezioni zoologiche; cosf si potrebbe provare se mescolando al for- maggio un poco di arsenico si riuscisse ad ucci- dere questi animali. Nuovo processo perla conservazione delle so- stanze animali e vegetali. — Il preparatore del Museo zoologico di Berlino, il signor Wickerschen- nev, ha scoperto un nuovo processo per la con- servazione delle piante e degli animali, che ha una tale importanza che il Governo tedesco non esitò a comperarne il privilegio per cederlo al dominio pubblico. Il processo fu esposto e descritto con tutti i dettagli, in una delle sessioni dell’ Accademia dela le scienze naturali di Filadelfia, ove questa comu- nicazione fu accolta con grande interesse. Ecco un estratto della descrizione data dal- l’ inventore: Si bagna il corpo che si desidera conservare col lignido, la cui composizione diremo più sotto. I corpi delle persone e degli animali sottomes- si a questo procedimento, conservano perfettamen- te la loro forma, il loro colore, la loro flessibili- tà, sino al punto che si possono fare sezioni, an- che dopo alcuni anni, sia per scopo scientifico, sia per la ° vestigazione di qualche delitto. Dopo questo trattamento cessa la corruzione del cadavere, come pure gli odori malsani, che esalano quando gli esseri sono privati di vita. Il tessuto muscolare presenta, quando si taglia, le stesse condizioni di un corpo fresco. Sela pre- parazione é fatta accuratamente, le parti predette, — come tendini, polmoni intestini, ecc. , conservano” PROIETTA E 140 Ja loro flessibilità e le parti vuote si possono gon- fiare. Si possono rimuovere impunentemente le parti degli insetti, dei crostacei e dei vermi così preparati senza eccezione. Sì posseno conser- vare perfettamente, se si desidera, i colori delle piante e degli animali. Il liquido preservativo si prepara nel modo seguente: Si prendono tre litri di acqua pura, nei quali si sciolgono 100 grammi di allome, 25 grammi di sale comune, 12 grammi di nitro, 60 grammi di potassa e 10 grammi di acido arsenioso. Per 10 litri del liquido neutro, incoloro e inodoro, si aggiungono 4 litri di glicerina ed uno di alcool metilico. Il procedimento di conservazione, che è appli- cabile sia ai cadaveri delle persone e degli ani- mali che ai vegetali, consiste, in generale, nel- l immergere i corpi, che si hanno da conservare, in questa miscela liquida e lasciarli un tempo sufficente perchè se ne impregnino bene. Se le preparazioni debbono conservarsi allo stato secco, è necessario lasciarle in contatto col liquido an- tisettico da sei a dieci giorni, secondo le dimen- sioni, e lasciarli poscia diseccare all’ aria. I ten- dini degli scheletri, i muscoli ecc. , rimangono morbidi e flessibili, in modo che in qualunque tem- po possono acquistare tutti i movimenti che si desiderano. Se si desidera conservare animali molto pic- coli, come lucertole, rane, ecc , o vegetali, senza che cangino il loro colore, non si debbono allora disseccare all’ aria, ma piuttosto lasciarli in con- tatto col liquido antiputrido. Se i cadaveri delle persone o degli animali debboao utilizzarsi come un’ oggetto scientifico, basta iniettarli del liquido conservatore. A questo scopo l’ autore impiega, secondo la proporzione dell’ oggetto, un litro e mezzo per un bambino di duc anni, e cinque litri per persone maggiori. I muscoli, dopo passati al- cuni anni, presentano l’ aspetto fresco quando sì tagliano. Se i corpi iniettati rimangono esposti all’ aria, perdono la loro apparenza fresca e l’ epidermide diventa un poco oscura; si può evitar ciò strofi- nando il corpo esteriormente col liquido e chiu- dendolo in una cassa al riparo dell’ aria. Si rac- comanda |’ ultimo metodo pei cadaveri che deb- bono conservarsi alcun tempo prima d’ essere analizzati; invece dell’ aspetto triste ordinario che hanno i cadaveri, presentano un colore fresco ed inalterabile e no hanno il menomo odore ll trat- tamento può variare secondo le circostanze, però la composizione del liquido è sempre la stessa. (Dal Progresso.) NOTE BIBLIOGRAFICHE RECENTI PUBBLICAZIONI DONI-CAMBI L’ Amministrazione del Bollettino s’ incarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle altre, quando sia possibile, se ne permette gratuitamente la lettura. Sul Proteo anguino, comunicazione del dott. Alessandro P. Ninnî. È una memoria nella quale l’ egregio autore dimostra il perchè egli ritiene debba annoverarsi fra le specie di urodeli italia- ni anche il Proteus anguinus Note sull’ erpetologia del veneto. I Triton cri- status Laur. s. sp. Karetinii. Nova del dott. A. P. Ninni. Contiene una minuta critica degli scritti pubblicati su questo Triton, intercalandovi le pro- prie osservazioni e confermando |’ opinione del dott. Camerano, vale a dire l’ identità degli esem- plari italiani con il Triton Kareliniî, Stravech. L’ opuscolo è corredato di una tavola con 3 figure. Sul Gambero fluviale italiano. Nota del Dott. A. P. Nenni. È questa un’ altra memoria del pre- lodato sig. Conte Ninni nella quale, provato come la specie di gamberi di acqua dolce più predomi- nanti in Italia è l° Astacus pallépes Lereb, pàssa a descrivere i caratteri differenziali fra il detto A- stacus e le specie /orrentium sceranck e /luvia- tilîis L, aggiungendo anche la respettiva sino- nimia. Sui giacimenti dei cetacei fossili nel Monte- leonese, con indicazioni di altri rinvenuti nelle Calabrie. In questa memoria l’ egregio prof. An- tonio Nevianì passa in rassegna quanto è stato scritto e raccolto sui giacimenti geologici di quei paesi e vi aggiunge importanti ed accurate sue osservazioni fatte sui luoghi stessi, parlando an- che dei fossili da esso rinvenutivi. Una sezione geologica da Bazzano a Tiola lungo la riva sinistra del Samoggia. È un’ altra memoria dello studiosissimo Prof. Neviani con la quale completa due altri suoi importanti studi già conosciuti dai nostri lettori e cioè: Note geologi- che sul bacino del Samoggia nel Bolognese; e, Dî un’ orizzonie a septarie nel Bolognese. Un nuovo lavoro del sig. Herbert Goss « Di alcuni insetti scoperti recentemente in roccie car- bonifere e siluriane per P. Bargagli. Di questa interessante memoria del sig. Goss, l’ egregio sig. marchese Piero Bargagli ne fà un’ accuratissimo riassunto, illustrandola con note ed osservazioni proprie. Fra le conclusioni togliamo: « Da ciò che è stato detto si rileverà che secondo le attuali | scoperte, gli insetti sono la RA giltica oa ‘ad ora conosciuta di animali terrestri; gli Ortot- teri o Palaeodicziopteri Ortotteroîdi, sono l ordi- ne più antico degli insetti, ed i B7a//7dè, od il lo- ro equivalente primitivo, sono la più antica fami- glia degli Ortotterì che si conosca. » Deducesi inoltre da questa memoria che l’ ala di Blatta rinvenuta nell’ areraria del Séuriano medio di Iurques nel Calvados dal prof. M. Ed- wards, lo Scorpione trovato dal dott. Hunter negli strati di Ludlow (Siluriano superiore) ci Lesma- hagow nel Lanarkspire, e l altro scorpione pro- veniente dal Silurzano superiore. dell’ Isola di Gol- land in Scozia, rappresentano i prime animali ter- estri fin qui conosciuti; ed essendo essi a respi- razione aerea gettano qualche raggio di luce sulle condizioni della terra e dell’ atmosfera in quel periodo. Da Mosè a Succi, Storia e Fisiologia del di- giuno per D. A. R. È una pubblicazione di at- tualità e che essendo scritta con brio si legge molto volentieri. Prezzo L. 1,00. Da} aistinto malacologo Cav. Giovanni Batti- sta Adami maggiore nel nostro esercito, ci sono state favorite le seguenti sue pubblicazioni: I. Una nuova] forma di Clausilia. Vi è tradotta in italiano, la descrizione che Clessin di Regen- sburg in Baviera, fece della Clausilia Adami. II. Molluschi dei dintorni di Sassari in Sar- degna. È un catalogo di 49 specie con molte no- tizie sulla loro dimora, varietà ecc. III. Molluschi postpliocenici della torbiera di Polada presso Lonato. Fà la storia e la descri- zione di questa torbiera; si trattiene sulla sua fauna malacologica che è rappresentata da 16 ge- neri con 36 specie, delle quali 11 terrestri e 25 fiuviatili, fra le quali descrive la nuova specie Pi- sidium Rambottianum. IV. Nuove forme italiane del genere Unio. Descrive e dà la figura dell Unéo Slephaninti; Unio Molteniî e sua varietà Umbrica e Unio Opi- sodarios. V. Nuovità Iulia ccrogiohe recenti. Importange lavoro sulle seguenti specie e varietà italiane: Hyalina de Bettana, Adami. Hy. Kutschigi, Parr. Helix planospira Lk var. italica Stab. mut 12asy- aca Adami, H. cingulata Studer var Pini Adami, var incerta Adami. H. colubrina lan, var Medo- acensîis Adami H. Nicolisiana Adami. H. Bonaldai Adami. H. Meridionalis Parreyss. H. Marianne Kobelt. H. austriaca Miìhlfeld. H. pomatia Lin, var Lagariînae Adami H. vestista Ramb. Bulimus tridens Mull var ecimins Ross. P. avenacea Brug. var pliculata Adami P. doliolum Brug P. gra- num L var meridionalis Adami. Clausilia Lau- rae Adami. C. Paroliniana de Betta var intermedia mi €. pplizarata Drap var latecostata Adami. 3 E) isa var rali po Pini. P. v ft ld j dn 4 ti o psi ancore, catene, gomene telegrafiche, navi sommer- se ecc. Quando questi corpi si trovano a con- Gredleri Wester. P. Philippianum Gred. P. Hen= ricae Str. var illasyacus Pini, var Strobeli Pini, var lissogyrus Wester. Limnaea stagnalas L. var violacea Adami Pisidium Piattii Adami. Bourguignatianus Adami. U. arthesinus Adami. U. Piccinelliù Adami. U. Tommasti Adami. U. Cristophori Adami. U. Gredleri Adami U. Ruffo- niî Adami Anodonta Ambrosiana Adami. A. delliana Adami var Toblinica, Adami, var medoacensis Adami. A. Zenti Adami. _ VI. Elenco dei molluschi terrestri e fluviatili, viventi nella valle deli’ Oglio, ossia nelle valli Unio » iù » TO Pad X Co- x D A. Strobeliana e a “ li Luo: Canonica di Scalve e Bartezza. Vi si trovano an- nunz'ate con molte indicazioni 165 SARA INVENZIONI E SCOPERTE Nuovo esploratore elettro acustico sottomari= no. Questo apparecchio è stato inventato dal cap: Mac Evan ed è destinato per la ricerca dei corpi bio metallici che trovansi nel fondo delle acque, come LI tatto con }' apparecchio questo ne dà l' aanunzio. per mezzo di un telefono che fa parte del mec- canìismo. 1 Cinabro in Russia. Nel bacino carbonifero | Donetz, sono stati scoperti importanti giacimenti di cinabro che dà la proporzione del 60 all’ 80 per cento di mercurio puro. Idronaftolo, nuovo antisettico per Dott. Fouw- + Ù ler. L' idronaftolo (C,, Hd; 0, H 0) appartiene alla serie del fenolo. Possiede proprietà antisetti- che tre o quattro volte maggiori di quelle del- l'acido fenico ed inoltre vantaggi tali da fargli occupare il primo posto fra tutti gli antisettici conosciuti. Non è irritante, nè deleterio, nè cor- rosivo, e sebbene non sia solubile se non in una quantità d’ acqua 100 volte maggiore, questa so- Hi luzione all' 1 050, è già molto antisettica. Non ha odore che possa mascherare quello della putre- fazione, e non è attaccato dagli ultimi prodotti di co ARA & VALI questa decomposizione (idrogene solforato e am- moniaca). Più stabile dell' acido fenico non si vo- latizza alla temperatura ordinaria e quando si ri- duce in vaporì per praticare inalazioni o fumiga- zioni, non esercita alcuna azione nociva sugli or- | gani della respirazione, per cui se si applica in tolo, per quanto debole sia, conserva per molto — e) I x . di À 3 soluzione o in forma di vapore, non attacca in modo alcuno i tessuti. Una soluzione di idronaf- sterno i tessuti liquidi: portata sui tessuti viven= | o Di ti, non produce altro effetto tranne la {formazio-. | ne di una leggiera pellicola albuminosa che pre- serva il rimanente dei tessuti dal contatto dei germi nuotanti nell’ atmosfera. L°idronaftolo è superiore anche al bieloruro di mercurio come : | missioni. antisettico e lo rimpiazza con vantaggio , sopra- tutto per la lavatura degli strumenti chirurgici, inquantochè non attacca l’ acciaio. Il suo sapore ed il suo odore sono aromatici. Cristallizza sotto | forma di squamme romboedriche. Sebbene poco solubile nell’ acqua, si scioglie molto facilmente nell’ alcool, nell’ etere, nel cloroformio nella ben- zina e negli olii fissi. Si sublima a 90°. Secondo l’ esperienze dell’ Autore l’ idronaftolo è un agente antisettico molto efficace ed inoffen- sivo; e si deve impiegare in una proporzione che può variare, a norma dei casi, tra )'1 e l’8 per 100. Neuw York M.L Pesatrice meccanica di Farfalle. La pesatura a mano delle farfalle seriche è sempre stata con- siderata una operazione abbastanza ardua ed im- portante da richiedere un’ estesa e severa sorve- glianza, onde la precisione ed esattezza indispen- sabili a si serupoloso lavoro non vengano a man. : care. ll sig. cav. G. Maggi direttore del R. osser- È u f vatorio sericolo di Caserta ha inventata una mac- china che rimedia a questi inconvenienti e facen- do scendere in ciascun mortajetto l’ acqua neces- saria per lo scioglimento delle farfalle, riduce queste in poltiglia adatta per l'esame microsco- pico, e compie la pesatura di 3000 farfalle al- l’ ora facendo così un lavoro per il quale oceor- rerebbero 24 persone. Nuovo battello sottomarino. L’ ingegnere fran- cese Goubet ha immaginato un nuovo tipo di bat- tello pesce che naviga completamente immerso sott’ acqua e si può spingere ad una velocità ver- tiginosa per mezzo di una potente macchina di- i namoelettrica. Due persone sono sufficienti per | 3 2 in! farlo manovrare e vi respirano comodamente aria : compressa in apposite casse. Questo battello può senza esser veduto recarsi sotto la chiglia di una na- ve nemica malgrado le reti protettrici, alle quali può passare di sotto, e malgrado anche le tor- pedini di difesa i cui fili possono essere tagliati da apposito strumento posto a prca; giunto sotto lo scafo della nave nemica, il battello pesce vi la- scia una o più torpedini, poi fila fuori della zo- na pericolosa di esplosione e comunica di là il fuoco alle torpedini; può essere usato anche per studi scientifici, ripescare navi, ecc. in caso di tempesta può recarsi fra due acque a portare boe Te i e ai tt a pi REA Lo ALTRE NS UNU SS O AIANGU MERI AS FOTAIE A PG SNA IOIAR MP 1 ie dini Mae SN in pericolo. Questi battelli Goubet, non costano che 20mila franchi, e già la Francia, la Russia, l'Italia, gli Stati Uniti ed il Giappone ne hanno date com- Nuove cave di oro ed argento in Australia. Il Sidney morning perald conferma la notizia che nel distretto di Kimberley si sono trovate minie- re di oro e di argento molto ricche. Macchina per falciare e caricare il fieno. Nel Progresso è figurata una macchina assai sempli- ce e che tagliato il fieno rei prati Io pone auto- maticamente sul carro. Non occorrono che 2 per- sone, una per condarre le bestie che tirano il car- ro e la macchina unita e l’altra per sistemare meglio il fieno già dalla macchina posato sul carro. NOTIZIARIO Rammentiamo ai nostri cortesi abbuonati che nel mese di ottobre non si pubblica il giornale. Centenario di uno scienziato vivente. ll 31 agosto scorso fù festeggiato a Parigi il centesi- mo anniversario di Chevreul il celebre chimico, le cui Ricerche chimiche sui corpîì grassi di ori- gine anîmale lo elevarono alla gloria fino dal 1823. Egli nacque a Auger il 31 agosto 1786. Fù nomi- nato professore di chimica al Liceo Carlomagno nel 1814 ed ha continuato ad insegnare fino alla età di 98 anni, ossia solamente due anni fà comin- ciò a sentire il bisogno di riposo. La scienza e l’ industria debbono a Chevreul una infinità di scoperte fra le quali l’ Acido feni- co e le candele steariche. Egli gode anche pre- sentemente buonissima salute ed è di buon umore. In occasione del suo centenario è stata posta dna lapide nella casa ove nacque, ed una statua nella gran sala del museo dell’ istituto {di Fran- : cia. Egli ha assistito personalmente alla festa scientifica fatta in suo onore alla Società di agri- coltura ed all'Accad. delle scienze di Parigi. In questa occasione le fù pure presentata dal consi- gliere della ambasciata italiana in nome del no- stro re Umberto la gran croce della Corona d'I- talia. Alla sera vi furono luminarie e spettacoli in suo onore. Club Alpino. Nei giorni 18 e 19 settembre la sezione romana del Club Alpino italiano, inaugu- rerà il rifugio da essa fatto costruire nel Grar sasso d’ Italia. ta di origine tedesca per cui un distinto linguista propone di sostituirlo con la seguente luughissi- ma parola « Gesundheitswiedersiellungsmittelzu- sammeumischungskundiger » che in italiano si- gnificherebbe: Praiico (0 dotto) mescolatore di so- stanze per il ristabilimento della salute. Un’ importante dono di bellissimi Lepidotteri (oitre 500 esemplari) fatto all’ ottima nostra regi- na Margherita, e proveniente dall’ America centra- le, fu destinato al museo Zzoologico della R. Uni- versità Romana. La maggior parte delle specie sono in assai buono stato e subito il distinto Prof. Carruccio che con tanto zelo ed intelligenza diri- ge quel museo, dispose per la scientifica sistema- zione, potendonsi oggi studiare bene, con le opere di cui dispone il museo stesso. Gare di Colombi viaggiatori. Nella ventura primavera avranno luogo due gare nazionali una con partenza da Torino, | altra da Firenze. Sono aperti i seguenti concorsi: Assistente alle cliniche medica e chirurgica veterinarie nella R. Università di Parma. Scade il 10 Ottobre. Prof. straordinario d’Igiene presso la R. Univer- sità di Pisa. Scade 22 Settembre. Prof. di Chimica nella R. Università di Padova Scade 31 Dicembre. | Prof. incaricato di scienze naturali nella R. Scuola Tecnica di Faenza Scade 15 Settembre. Prof. incaricato di scienze naturali nella Regia Scuola Tecnica di Castroreale (Messina) Scade 15 Settembre. Veterinario a Alonno jTeramo) - L. 1700 e alloggic. Scade il 30 Settembre: Veterinario a Mazzè (Torino.) Scade 30 Set- tembre. La Regia Accademia medica di Roma ha deliberato di conferire nn premio di lire 500 alla migliore memoria che verrà consegnata so- LIBRI DI SCIENZE FISICHE-NATURALI der IN VENDITA PRESSO L'AGENZIA DEL BOLLETTINO DEL NATURALISTA | Invio franco agli abbonati ai quali si concedono anche riduzioni speciali per acquisti di parecchie opere (DARA (seguito ai giù annunziati ) Si prendono commissioni per qualunque altro libro relativo alle scien- ze ‘fisiche naturali. » Cattaneo G. Ze Colonie lineari a la morfologia dei ‘molluschi Milano 1883, 1 vol. in-8 di xxIv-420 pag. con 15 incisioni e 2 tavole cromo- | Mora un ema libero di medicina, dhitangia e scien. CA SNISÌ ivi in o, i i tarmaglatii i esso non AO Avari, ze affini. Possono concorrervi tutti gli italiani, ec- : cettuati i membri della R. Accademia. I lavori do- vranno essere inviati non più tardi del 30 giugno — 1887. st RADI La società medico-fisica fiorentina ha aperto ‘il concorso al premio triennale di Lire 500 dsti a tuito dal fu dott. I. Galligo. Sono ammessi al con- corso tutti quelli che faranno qualchè lavoro ino ne teressaute di propria iniziativa, o che illustreran= no qualchè importante parte di sifilografia o di ti malattie dei bambini. Termine utile per la pre- sentazione dei lavori fino al 30 aprile 1887. Esposizione industriale italiana al Cairo (Egit- i to). L'idea di effettuare questa esposizione è sor- | ta al comm. Zamberletti industriale milanese e E, acquistando tanto favore che si spera poterla tra-. durre in pratica dal novembre 1887 all’aprile 1888. Si pregano gli abbonati morosi a porsi in ye= gola con i pagamenti. i SN AP, n Fi }0 CORRISPONDENZA con GLI ABBONATI — Par ur A e) «fa du —_— sce: wi Sig. dott. S. T. Modica. Ricevuto suo abba Da: % mento. Due dei tre fascicoli richiestici sono già in lettura e glie ne faremo l’invio appena ci ver- | — ranno restituiti ; Sig. Marchese R. A. Perugia. Ricevuto suo vano glia a saldo tutto 1886. 1l concorso del quale par- la non ebba buon esito per mancanza di concor-. renti Sig. Ip. And. Grosseto. Per errore le fu fatta la ricevuta dell’ abbonamento per il 1886 mentre — aveva da saldare l’anno 1885 per cui le L. 3 le ; passiamo in saldo di questa. e) Sig. Prof De N. G. Bari. Ricevuto suo invio dh e la ringraziamo. Bollettino le viene sempre re- golarmente spedito, e la preghiamo reclamare a codesto ufficio postale. A saldare l’ annata corren- — te mancano L. 1,00 ; ——— Young ©. A. // Sol:. Milano 18883, 1 Ù vol. in-8 con miclie incisioni inter- di x calate nel testo . > L.6,00 Muxley T. H. I Gambero. Introdu- ; | zione allo studio della zoologica. — T: 144 Milano 1883, 1 vol. in-8 con 82 in- nomeni del pensiero. Saggio di psi- cisioni intercalate rel testo . L. 6,00 cologia sperimentale. Milano 1884, De Candolle A. L'origine delle piante 1 vol. in-8 con incisioni e tavole coltivate. Milano 1883, 1 vol. in-8 » 7,00 litografiche . : ; i L 7,00 Buccola G. Za legge del tempo nei fe- ) Continua Indirizzi utili per gli Abbonati Costo dell’ inserzione L. 1, 00 per ogni avviso di non più che 4 versi. (Gli abbonamenti ai giornali sotto notati si ricevono anche presso l’agenzia di questo Bollettino). (Seguito ai già pubblicati) Grande colombaia o de rasi Pas: | Bulbi, radiche e semi da fiore hg cesco. na a Ò Si Il catalogo speciale viene spedito gratis dal proprietario del- Elenco descrittivo dei Vegetali muovi | 1: stattonaia 16 Firensen o eno Meroni Via del pel 1886-87 del prof. Pietro Maserati di Piacenza. Prezzo Galline della razza Maggi. Giungono al peso L. 1. 00. Centiene la descrizione esatta di moltissime piante J ù di ch. 4 172 e 5. I fruttifere, alberi ed arbusti ornamentali, Begonie, Fuchsie, | maschi costano L. 15, le femmine L. 10, le uova L. 0,40 l'una. Gigli, Gladioli, Pelargoni, Rose, Viti, Pomi di terra ecc. Dirigersi al Cav. Ubaldo Maggi, Via Pinti 51 Firenze, Nota delle Conchiglie terrestri viventi, del genere HELIX che ordinariamente si trovano presso il Gabinetto di Storia Naturale di S. Brogi, Siena. A richiesta si invia la nota di altre specie oltre alle sottosegnate. Per le specie comuni e per quelle anche rare ma delle quali ne abbiamo molti esemplari, si inviano più esemplari per i prezzi sotto indicati. Per collezioni di parecchie specie si fanno ribassi sui prezzi. Helix | Helix Heilx aculeata Mull. L. 0,30 covkiana Fer. L.0,50 | pisana var concolor L.0,30 acuta Mull. » 0,30 | cyzicensis Sall. » 0,50 | planospira Lam. » 0,30 acutissima Lam. » 0,40 i cyngulata Sf. » 0,50 | pomatia » 0,30 adspersa Mull. » 0,20 i depilata Bp. >» 0,40 | praeclara Cafici, » 0,30 albolabris Say. » 0,60 ' destituta Sciarp. » 0,80 | profuga A Sch. » 0,20 alvinala Say. » 0,60 | desertorum » 0,50 | pulchella Mull. » 0,20 ammonis » 0,50 | ebusitana Hidul. » 0,35 | pyramidata Drap. » 0,20 apicina Lam. » 0,20 | elegans Lia. » 0,20 | rotundata Mull. » 0,20 aperta Bron. » 0,20 | epistylium Mull. » 1,00 | rufescens Pen. » 0,30 arbustorum Lk. » 0,20 : exoleta Bin. » 0,60 » var alba. » 0,45 » var alpestris » 0,60 | fasciolata Poir. » 0,20 | rugata » 0,30 » flavescens » 0,50 | fuliginosa Mull. » 1,20 | rugata var submarici. » 0,80 .axia Bourg. » 0,50 | fructicum Grif. » 0,30 » » albida » 0,40 barceloi Nidal. » 0,30 | fusca » 0,30 | rupestris Drap. » 0,20 barduensis » 1,00 | hispidula » 0,20 | sericea Mull. » 0,40 bathylaema Bourg. » 0,85 | northensis Mull. » 0,30 sigarellina Charp. » 0,25 bathyocephala Char. » 0,30 | incarnata Mull. » 0,20 | solitaria Say. » 0,60 berlieri » 0,30 : lapicida Lin. » 0,30 | subplana Bum. » 0,60 . cantiana Mand. » 0,20 | lenticula Ferr. » 0,30 | tbyroides Say. » 1,60 candidissima Drap. » 0,25 lucorum Lin. » 0,20 tridenctata Say. » 0,70 caperata Mull. » 0,20 | minoricensis Mull. » 0,35 variabilis Drap. » 0,20 cartusiana Mull. » 0,20 : monodon Rach. » 0,30 | variata Pini. » 1,00 cintella Drap. » 0,20 : muralis Lk. » 0,80 | vestalis Par. » 0,35 colomesiana Baur, » 0,40 : nebrodensis » 0,70 | vermicularis Mull. » 0,20 concava Say. » 0,70 | negletta Drap. » 0,20 » var alba » 0,20 conspurcata Drap. » 0,20 ; nemoralis Lin. » 0,20 vittata Mull. » 1,20 cuperata Mull. » 0,30 | ohvoluta Mull. » 0,30 warnieropsis Bcurg. >» 0,35 costantine Fors. » 1,00 : otala » 0,20 | xerophila » 0,20 cricetorum Mull. » 0,20 | pisana » 0,20 SI FANNO CAMBI S. Brogi Direttore Lesponsabile "ARE PIANO: Ri a J Me dit è "4 BA PIRATE Re ERE 1 TOT, e a | CENA TOR I E n TI | Anno VI. SPRIENTUIANANA NINA TANI TN POSI PIE MICIANELEONIA CANTINA CIEAMENA ANA NTENZENASA NA SMNANANLISA NANA r———————————————————————— mmm m_m__-.+-_-__-_-_--_-="r——_ "rrr"r _r rr r*r*.__? _g*t--x—_—f———_r.——r———- ed le MORE Ni341. Siena, novembre 1886. BOLLETTINO DEL NATURALISTA — COLLETTORE, ALLEVATORE, COLTIVATORE PERIODICO MENSILE Abbonamento per tutti i paesi dell’ Unione postale, L. 3 all'anno. ._—r_r—rr—————————————€& CANANANANANASXSESZIESSESINARAE NMSAHEA NA NASA NA NMNASENMNSMNANMNNSNS NA A-NSNSNSNINASNANINE SOMMARIO Richieste offerte e comande di cambi — Comunicazioni: Interessanti osservazioni ornitologiche — Longevità di alcune piante, — Osseavazioni sul Germano reale — In Valtellina -— Colombicultura — Osservazioni sull’applicazione della luce otticamente pura alla bacologia — Gli animali meno studiati della nostra fauna -— Conferenze sulle malattie della vite — Noze bibliografiche: Sul giacimento e sulle forme cristalline della Datolite della terra dei Zanchetti, Sulla contorsione di tipo elicoide nei fasci prismatici di Autimonite del Giappone. I crostacei brachiuri e unomuri del pliocene italiano. Supplemento all’ avifauna cremonese. Pubblicazioni dell’ istituto zoologico della R, Università di Roma, Sui tempi nei quali gli anfibi anuri del veneto entrano in amore, Bollettino dei musei di Zoologia ed anatomia comparata della R, Università di Torino. Giornali — /mvenzivne € scoperte. Grotta naturale, Miniere di argento in Algeria, Nuova patata, Carta di Alghe. Olio di granturco, Un’ingegnosa macchinetta per scrivere simultaneamente due copie eguali. Nuova cometa, Tre nuovi pianetini — Notiei47/0: Pesca del: corallo, Editto contro l’acquavite e l’ ubriachezza. Morte del costruttore della prima locomotiva, La Fillossera, I biglietti già consorziali Esposizioni, Congressi, Concorsi, Ricevute, Avvisi diversi, NIN ANZIN ANI SIN ML NAM NASILIASANSNANAMENSNAINA NANTINANSNANANAHANANSNS NN RICHIESTE, OFFERTE E DOMANDE DI CAMBI fra gli abbonati Quando non v’ è speciale indirizzo rivolgersi all’ ammini- strazione del Bollettino. Pagamenti anticipati. DEMANDES, OFFRES ET DEMANDE D'ECHANGE entre les abonnés Quand il n ya pas d’ adresser spéciale s’ adresser à l’ admi- nistration du Bulletin. Payements à l’avance. 101 M. Z. Touchet naturaliste, Mainxe, Jarnac, Charente France. Demande a échanger grand nom- bre de Coleopteres, des maintenant, mais surtout en sujets frais, non prèparès, pendant les chasses de 1887. Demande, qu'on lui recolte, dans les mémes temps, une quantité de Myriapodes et des Orthopteres, quelques sujets de chaque espé- ces. Le tout dans l’ alcool. 105 Si vorrebbe fare acquisto di qualche bel pavone maschio adulto, vivo, o appena morto O già messo in pelle. Dirigere le offerte anche per cambi, al gabinetto di storia naturale dè S. Bro- gî. Siena — 106 Sé offrono animali imbalsamati o in pelle, minerali e fossili in cambio d’insetti anche comuni, esclusi i coleotteri. 107 Si offrono Euproctus platycephalus ( Otto ) in cambio di rettili ed anfibi e specialmente si desidera avere il Proteus anguinus (Laurt.) che si acquisterebbs anche per contanti. 108 Si desidera fare acquisto di torto!e bian- che e piccioni di razza piccola pure tutti bianchi. Si prenderebbero tanto vivi che già messi in pelle. Rivolgersi a S. Brogi Siena. di RS DO <> 109 Si pregano quei signori che possiedono o che fossero in grado di poter procurare dei Boz- zoli di Bombici selvatici di qualunque razza e va- rietà, con crisalide o senza, a farne gentile invio al Direttore del R. Osservatorio Sericolo di Siena, al quale occorrerebbero per completare alcuni studi comparativi sulle proprietà fisiche e chi- miche della seta dei vari Bombici setiferi. — ll medesimo Direttore si pone fin d’ ora a di- sposizione di tutti coloro che gli saranno cortesi del richiesto favore per tutto quello che riguarda la materia Bacologica. 110 Esemplari di Analcime, Celestina, Pirosseno augite; collezioni di minerali di Solfo (ogni colle- zione consta di un esemplare di Solfo in cristalli e di un esemplare di solfo per ognuna delle va- rietà a struttura listata, concrezionata, cavernosa) Altri esemplari dì minerali e di roccie vulcaniche della Sicilia. Scrivere al Prof. Paolo Galardi Aci- reale (Sicilia) inviandogli la nota dei minerali da concedergli in cambio. 111. S? desidera fare acquisto di alcuni ra- paci notturni in carne o preparati in pelle, delle diverse località italiane. Rivolgersi con cartolina doppia ò francobollo per la risposta all’ Agenzia dal Bollettino, 146 Proposte - Domande Risposte In questa rubrica gli abbonati hanno diritto ad una ?nser- zione gratuita di 3 linee per ogni numero, per scambiarsi schiarimenti, informazioni, consigli e questioni da risolvere. La direzione, quando le sia possibile e lo creda opportuno, accorderà l’ inserzione gratuita per pubblicazioni anche molto più lunghe. Comunicazioni Gommunications-Propositions-Demandes Reponses Sous cette rubrique, les abonnés ont droit à une znsertior gratis de 3 lignes par numéro, pour, 1’ échange d’ explica- tions, d’ informations, de conseîls et de questions d resoudre. La direction pour ce qui lui sera possible, et quand elle le jugera opportun, accordera encore l’insertion gratuite pos des pubblications bien plus étendues. ANS NSA YSAXNAÈASZAZIENIENAGINAIA Interessanti osservazioni Ornitologiche. Non per la vaghezza di aprire polemiche, bensì pel dovere di contribuire all' accertamento di una ve- rità devo compiacermi col Sig. G. S. della comu- nicazione che egli ba fatta sulla cattura della Ruticilla phoenicura inserita a pag. 18 di questo accreditato periodico. E mentre non so comprende- ra come li Dott. Lanzi (1) possa avanzare il dub- bio di una confusione tra la £. téthys e la R. phoenicura e perchè le caratteristiche differenze sono spiccate e perchè il Museo Universitario di Padova offre materiale a distinguerle a preori, devo dichiarare che il Cod?rosso, il cui passaggio nella provincia di Venezia è asserito, secondo me in epoche troppo ristrette, (dal Ninni dal 8 n 30 Settembre), fu preso nelle Uccellande delle reti aperte della mia famiglia nel 25 Ottobre 1872 e nel 17 Ottobre 1875; e come rilevo da note di mio Padre sull’ Ornitologia Veneta nel 29 Ottobre del 1866, nel © Ottobre 1867 nel 18 Novembre del 1877 e nel 22 Novern.bre del 1879. Ringrazio il Sig. G. S. che ci partecipa di averlo trovato anche in Dicembre. Riconoscendo interessante que- sta notizia per la patria Avifauna. Oggi che una spiccante intellizenza analitica quale è il nostro Prof. Giglioli inizia in Italia gli studi per l’' In- chiesta Ornitologica, amerei (francamente lo con- fesso) che agli indagatori intelligenti e coscienziosi come il Sig. G. S. non si muovessero dei dubbi scoraggianti senza base di fatti accertati. Spero con questi cenni di aver soddisfatto al desiderio del Dott. Lanzi di avere attre notizie sulla Ruti- cilla catturata a Padova. Ca Oddo (Padova) 27 Settembre 1886. ETTORE ARRIGONI DEGLI ODDI (1) Abbiamo il doloroso dovere di annunziare la morte di questo egregio Dott. Lanzi e ciò anche per spiegare il suo silenzio. IDARIDE Longevità di alcuni semi. Il sig. Linnley bo- tanico inglese, afferma che dei semi di lampone trovati in una tomba eltica, che contavano circa 1700 anni di esistenza, germogliarono perfet- tamente e diedero origine alle piante di lampone che esistono ancora oggidì nel giardino della so- cietà d' orticoltura di Londra. G. Desmoulins as- sicura che dei semi di trifoglina selvatica ( Me- dicago lupalina) e di eliotropio (Eliotrop:um pe- ruvianum) trovati in tombe romane che risali- vano al secondo o terzo secolo dell’ età cristiana non solamente germogliarono, ma diedero origi- ne ad individui che in seguito fiorirono e frut- tificarono. @sservazioni sul Germano reale (Anas Boscas) Parecchi Naturalisti hanno asserito che il ma- schio del Germano reale e di altre Anitre durante l’ incubazione smetta la caratteristica livrea per assamere un abito molto assomigliante a quello delle femmine. Ciò quando fosse vero, sarebbe oltremodo interassante e strano, lo stesso Prof. Giglioli nell’ Avifauna Italica (p. 305), di recente pubblicata, ne fa cenno dichiarando però che egli non ebbe occasione di vederlo. Il Germano che illustro ritengo appartenga a questo caso, in ogni evento sarà interessante descrivere un’uccello che nel tempo della covatura delle femmine veste al- tra livrea da quella che gli è propria. Fu ucciso nelle Valli di Monselice (Prov. di Padova) il 27 dello scorso Maggio, la femmina che covava una diecina di uova venne giustamente risparmiata. Eccone la descrizione: Becco brunastro. Iride bruno-rossastra. Fronte e parte della testa nero-scuro con riflessi smeral- dini poco visibili. Testa fascia sopracigliare che continua anche dopo l’ occhio, regione oftalmica e collo anteriormente e posteriormente cenere leg- germente rossastro con tacche nerastre. Un tratto dall’ occhio al becco e regione oftalmica misti di bruno, e di cenerino-rossastro con qualche riflesso smeraldino sull’ ultima parte. Dorso e tergo ne- ro-scuro marginato all'apice in lionato-dobole, qualche penna è lionata conlo stelo ed il centro nero-scuro. Groppone nero-scuro coll’ apicie delle penne lionato a qualche debole riflesso verde-ce- leste. Gola quasi bianca Al collo un collare poco distinto sui lati, ma che termina in un’ ampio seno sul davanti del petto per 54 mm. di lunghezza e 56 di larghezza, questo collare è di un bianco-ar- è ‘4, ; gentino purissimo. Petto di un rosso-fulvo vivis- simo con grandi tacche brune. Addome bianco-ros- signo tacchettato di nero, le penne dei fianchi di un colore più intenso e col centro ed una fascia nera posta a semicerchio su cadauna penna. Sot- tocaudali biancastre macchiate di nero e di bruno, marginate anteriormente di fulvo, cuopritrici su- periori delle penne bruno-cenere , le grandi bian- co-sudicio presso l’apice terminante da una fascia nera poco visibile, cosicchè la doppia zona è assai debole. Remiganti primarie bruno-cenere col ves- sillo esterno di un colore più chiaro. Remiganti secondarie grigio-brune sul vessillo interno, vio- letto cangiante sull’ esterno con una fascia apicale bianca preceduta da un tratto leggermente vellu. tato. Le quattro direttrici mediane nerastre, bian- co-fulve all’ apice ed ai bordi, le altre cenerine con macchie, punti e tratti bruni sopra un fondo bianco-sudicio. Mancano le penne avvolte a spira. Piedi giallo-arancione. Unghie di corno. Come di leggieri si comprende quest'esempla- re partecipa del maschio completamente nel col- lare, ed in parte sulle ali e nelle timoniere ester- ne, nonchè sulla testa e sul groppone, dove si ri- marcano deboli riflessi. Tale individuo conservasi nella mia collezione Ornitologica Italiana al N. 460 dell’ appendice al catalogo, che pubblicai l’ anno scorso. Cà’ Oddo, 1 Settembre 1886. ETTORE ARRIGONI DEGLI ODDI IN VALTELLINA. ( Appunti di Storia Naturale ) Lo stadio di tutto ciò che ci circonda, la pos- sibile interpretazione degli arcani moti di quei mirabili enti che hanno fatto supporre l’ esisten- za di una forza soprannaturale, ecco l'ideale pre- cipuo verso cui tendono coordinati tutti gli sforzi del mio povero intelletto. Perciò, nei quattro an- ni che ho recentemente passati a Sondrio, ebbi sempre rivolte le cure più assidue allo studio co- scienzioso dei molteplici fenomeni naturali, onde tanto prodiga all’ osservatore è la Valtellina, l’ al- pestre provincia che da quella città prende il nome. In varie pubblicazioni ho già dato conto delle modeste mie ricerche sulla Storia naturale val- tellinese, occupandomene maggiormente in quan- to concerne l’ impero inorganico, meglio corrispon- dendo alle mie speciali tendenze l’ applicazione alla geologia ed alla mineralogia. Tuttavia, ripas- 147 i ’l1‘1iizi iIZ iP8Sie‘e° 8 a aiWÌÙjijlià».. sando di questi giorni le non poche pagine del mio diario naturalistico, compilato gradatamente nel corso quadriennale della mia residenza in Val- tellina, ho trovato parecchi appunti che, sembra- timi non del tutto meritevoli di rimanere sepolti ne’ miei manoscritti, andrò quì sotto porgendo — colla mera pretesa di mettere sempre più in evi- denza la ricchezza pur troppo trascurata della provincia di Sondrio in prodotti naturali — ai cortesi lettori di questo BoMettino E Le calciti del monte Cristallo Premesse geografiche (1) — In viaggio — Le calciti. La provincia di Sondrio consta di due princi- pali vallate, che, partendo entrambe dalle accel- se vette delle Alpi retiche, vengono a congiun- gersi, quasi ad angolo retto, nel punto ove siede il borgo di Colico, dando poscia luogo all’ ampio bacino, entro cui stanno raccolte, alla profondità massima di circa 500 metri, le acque del biforcu- to Lario. L'una valle è determinata dal corso del- l’ Adda dalle sue origini allo sbocco nel lago di Como, l’ altra comprende il braccio inferiore del Mera col suo affluente Liro; in quella ha sede la città di Sondrio, in questa l’ industriosa borgata di Chiavenna. La vallata di Sondrio, secondo le direzioni del fiume che scorre ne’ suoi punti meno elevati, puossi dividere in quattro parti, cominciando dal- l'alto e venendo al basso. Dapprima l’ Adda,f do- po essere sgorgata, quasi un ruscello, da vari piccoli laghetti di un vasto altipiano, corre in di- rezione sud-est costituendo la prima parte; po- scia volge direttamente a sud, formando Ia se- conda; in seguito piega a sud-ovest per dar luo- go alla terza, ed infine ad ovest, nel suo ultimo e più lungo tratto. La vallata di Chiavenna inve- ce conserva una sola direzione, e cioè da nord a sud, cominciando col Liro, che proviene dalle vi- cinanze dello Spluga, e terminando col Mera, che, nascendo dalle Svizzere montagne, si spinge nor- malmente al Liro, ma giunto a Chiavenna, e pre- cisamente ove riceve questo corso d’ acqua, pren- de anch’ esso la direzione di mezzogiorno, per rendere, in un coll’ Adda, il proprio tributo al Lario. A rigore di termini la denominazione di Val- tellina spetterebbe solamente alla valle di Sondrio, traendo la propria etimologia, secondo le asser- zioni degli storici più accreditati, da Teglio (Tel- lium), borgata esistente ancora ‘oggidì con sede pressochè centrale nella regione ed un tempo di un importanza altamente notoria (2). Tuttavia l’uso comune comprende sotto il titolo di Valtel- lina anche la valle di Chiavenna, da taluni spe- cificata col nome di Bregaglia, che invece, secon- 148 do carte accreditate, si dovrebbe restringere al solo corso superiore e svizzero del Mera. Ed an- che chi scrive ha sempre ritenuto il titolo Val- tellina sinonimo di provincia di Sondrio. La sede di questa città, capo luogo della re- gione, è nel quarto tratto del corso abduano, a poca distanza dal fiume, ed a sessantaquattro chi- lometri da essa, nel punto estremo della valle, ove cessando il breve primo tratto incomincia il secondo, sorge la vetustissima borgata di Bormio, ridente soggiorno fra la severità dei boschi an- nosi e delle nevi eterne. In tutte le stagioni estive io soglio compiere qualche corserella geologica-alpinistica attraverso le alpi, od anche sui modesti ma non meno in- teressanti fianchi delle prealpi. Correva l’ anno 1884 ed io aveva deciso d° intraprendere, coi pri- mì di luglio, un’ escursione sul ricco territorio di Bormio, allo scopo di studiarne ì vasti e classici ghiacciai, nonchè le potenti formazioni di calcari e di micaschisti, intercalate ad ogni passo da ri- levanti dischi granitici. Si trattava della prima volta ch’ io mi accingeva a scalare altissime cime, ch’ io doveva calpestare cogli scarponi ferrati, in aria di spietata baldanza, l' orma fuggitiva del camoscio sulla vergine neve ed inerpicarmi au- dace sulle rocce, donde con frullo greve e mae- stoso, l’ aquila s’' innalza verso il sole. Ed era tempo. Dopo un anno di sogni, dopo un anno di vita ideale, dopo un anno di fantasti- cherie e sui libri e sulle carte ‘geografiche, era giunto alfine il momento di gustare le bellezze sognate, d’ innebbriarsi alle commozioni ideate, di eseguire ì progetti fantasticati. La lettura delle grandi ascensioni alpine aveva cagionato in me un manifesto parossismo che incominciava sul li- bro, cresceva vieppiù e reclamava uno sfogo. Leg- geva di alcuni alpinisti al punto di raggiungere una vetta, divorava colla vista l’ ipotiposi dei lo- ro sforzi, dei loro slanci, delle loro trepidazioni, ed anche a me pareva d' esser con loro, chiude- va gli occhi, m' alzava dal tavolino, elevava in alto le mani, sectiva sotto l epidermide quella massa ghiacciata a cui m° aggrappava..... ma di- stolto dall’ estasi, dannazione! brancicava nel vuo- to, posava ancora il piede sulla prosaica pianura e, quel ch'è più, sul liscio pavimento d' una stanza. Alle corte; il primo di luglio io mi trovava già in giro sul bormiese, con una guida assai intelli- gente e garbata. La prima escursione fu al mon- te Cristallo, alto e dirupato colosso di candidissi- o calcare che s’ estolle ad ovest di Bormio, non fibei dal noto passo dello Stelvio. Lo Stoppani, nel popolarissimo suo Be? paese, lo dice , se ben mi ricordo, marmorea piramide. Ne tentammo l'ascesa dal fianco settentrionale per meglio rile- vare la topografia degli adiacenti ghiacciai. Ma ____— eT_et__ e _v 0_uy01_ dl —— °° r1-Qpepre@ Gp 0 SJ "3 _ È e sd prima di giungere al picco, eternamente avvolto in un cappuccio di neve, nel rovistare fra i mas- si di una morena, rinvenni parecchi pezzi di cal- cite, che, ad onta delle subite trasfigurazioni, mi apparvero magnificamente cristallizzate. Imposi #spso facto un alt, ed assieme alla gui- da mi diedi a cercare colla più attenta diligenza in que’ paraggi finchè mi fu dato scoprire la pa- rete rocciosa da cui si staccavano i perfetti e volaminosi cristalli del carbonato calcare. Ne feci una raccolta immensa e di conseguenza dovetti condividere colla guida una fatica erculea nel tra- sportarli a Bormio. Ad ognuno è noto con quanta ficilità ed in quante mirabili varietà di forme possano orientar- si le molecole della calcite. La grandiosità e l’ele- ganza sono prerogative frequenti degli individui cristallini di tanto comune minerale. Non parlìa- mo poi de molteplici aggruppamenti e delle varie associazioni della calcite, che occorrerebbe uno sfoggio inesauribile di epiteti, dal volgo scelo riser- bati per l'oro e le gemme! L' illustre Bombicci , glòria della mineralogia ilaliana, raccoglie tutte le varietà cristallografiche del carbonato calcare attorno ai tre tipi geometrici del sistema esaso- nale che sono il romboedro, lo scalenoedro el il prisma esagonale. Le calciti da me raccolte al monte Cristallo i appartengono precisamente al secondo gruppo, vale a dire, al tipo scalenoedrico. Esemplari iso- lati, perfetti e nitidi di scalenoedri ho rinvenuto in quel giallastro detrito morenico, ove si trova- vano disseminati di cgni lunghezza, dal decimetro al centimetro, e dalla matrice ho staccato stu- pende druse, di superfice e perfezione veramente mirabili. La mia collezione mineralogica ne possiede molti campioni, e sebbene un buon numero di es- si sia gia stato da me inviato a più raccoglitori, pure ne tengo parecchi ancora disponibili per chi mi rivolgesse domanda. Non è a mia conoscenza che da altri in Valtellina siasi scoperta una loca- lità ricca come questa in cristalli di calcite , ed in nessun catalogo riguardante la provincia di Soudrio ne trovo fatta menzione. Invito perciò i cristallografi al interessarsi di questo deposito e li assicuro che vi troveranno materia infinita pei loro studi, colla probabilità fors’ anche di nnovi ritrovati. MARIO CERMENATI (1) Dovendosi in queste pagine trattare d’ una regione sco- nosciuta alla maggior parte dei lettori del Bollettino, non tor- nerà superfluo premetterne uno schizzo geografico acciò il di- scorso non abbia in seguito a subire l’ impaccio per parte di spiegazione delle località citate. È Dia {2) Sull’ origine del nome Valtellina, gli storici -- e sotto questo titolo siano anche intesi tutti coloro, i quali, pur di vantarsi partigiani di una teoria o di un ipotesi fra le tante in aperta opposizione, abbracciano cecamente la prima che loro sl presenta — dividonsi in due schiere secondo che professano l una o l’ altra delle due opinioni vigenti. Alcuni sognerebbero una lontana etimologia etrusca, tratta dalla denominazione di qualcuna città di quell’ epoca primordiale; altri, e sono in nu- mero maggiore, siccome più ovvio riesce il loro modo di pen- sare, credono invece che il nome di Vaitellina indichi Valle di Teglio. senaità AJ PR n E ge telo PE COLOMBICULTURA Riproduzione interdetta Continuazione I Piccioni Polacchi Originari secondo. alcuni di Tripoli, secondo altri dell’ Egitto e della Soria, furono questi uc- celli, a nostro parere, confusi coì Cravattati di Tunisi dall’ Aldrovando, da Willughby, dal Gion- stonio e da molti naturalisti del XVII e XVIII secolo: e ciò è scusabile, perocchè le due razze hanno becco corto cuneiforme, corpo di piccol volume, e sono ambedue provenienti dall’ Affrica. Ma l’una e l’altra razza non possono insieme amalgamarsi, ritenendo la maggioranza dei moder- nì Ornitologi che nel Piccione Cravattato non sia- vi sangue del Torrajolo Europeo, mentre nel Po- lacco havvene certamente, benchè in minima par- te, ove voglia tenersi a calcolo la teoria Buffonia- na sul colore del mantello, che spesse volte presenta in quest’ ultima razza una tinta blu - ce- nerina e le due sbarre nere. — Quindi noi non crediamo che l’ attuale piccione Polacco, non- ostante certe rassomiglianze, sia precisamente nè la Columba vulgo Cretensis dell’ Aldrovando, ne la Columba Barbarica seu Numidica di Willugh- by, ne la Columba Indica rostro Anatis dell’ Al- dArovando e del Gionstonio, che quì citiamo. « Aliae Indicae rostro Anatis, nihil praeter pedes et ma- gnitudinem cum Columbis commune gerentes, quarum illa quam Aldrovandus Vienna acceperat, rostro albicabat, circa nares rubesceb.:, postremo serpentum instar subcaeruleis et nigris maculis, quae per totum ferme verticem pro ucebantur, variegatam erat. Sub oculis macula longa alba totum caput tamquam torquis ambiebat. » (1) Forse i Polacchi esser potrebbero i Bastards- Bills o ì Moawmets descritti da WiMughby; ma non osiamo asserirlo, imperocché la descrizione che egli lasciò di questi uccelli é troppo generica ed imperfetta per potere stabilire con sicurezza precisi e rigorosi confronti. Quanto poi al paese da cui è provenuto il Pie- cione Polacco è assai difficile lo stabilirlo; se egli, cicè, sia originario delle coste barbaresche Medi- terranee o di quelle del Mar Rosso: più difficile an- cora lo spiegare il nome di Polacco col quale attual- mente viene distinta questa razza domestica, men- tre non va dubbio che porta tre quarti di sangue di uccelli Affricani, e che la fredda Polonia non è la sua patria. E perchè non sarebbe egli. originario dei din- torni di Tebe d’ Egitto la Diospolis Magna degli antichi? Ciò spiegherebbe la sua provenienza Egi- ziana e il nome di Copto attribuitogli da alcuni. « Appellantur quoque ut supra dximus Copti, ab oppido Thebaidis celebratissimo, utpote quod commune est Aegyptiorum et Arabum emporium, vergens ad mare Rubrum; quod et toti Aegypto nomen dedit, nimirum ut sit A?a-guptos, sive Koptos, vel Tées - Koptou « (2). — Noi propendiamo- in questa versione. Il Piccione Polacco è piccolo, corto e tozzo. La testa un po’ calva presenta quattro protuberanze angolari, una all’ occipite, una sopra ambedue le cavità orbitarie, la quarta alla base del becco; le. quali protuberanze lasciano nel centro come un piccolo seno. Gli occhi grandi, neri, sono eirconda- ti da due larghi cerchi di pelle nuda, grinzosa e farinosa mista di rosso, di giallo e di turchiniccio, che negli individui di razza pura si ricongiungono alla base del becco. Le membrane delle narici e il disotto della mandibula inferiore hanno egual- mente una pelle papillosa e rossastra. ll becco è cortissimo e grossissimo, cuneiforme come quello del Frusone (Loxia Coccothraustes) di color bi- gio tendente al bianchiccio. — 11 petto amplio e sporgente. Le gambe ha bassissime, i tarsi e i diti, grossi, nodosi e sparsi di pennuzze. ll collo che si assottiglia a metà, ed il suo largo petto sono rivestiti di penne dai colori cangianti che danno ad ogni morimento dell’ uccello i più smaglianti riflessi; con grazia ed eleganza notevole lentamen- te cammina, sempre dritta la testa. — Fra i pic- cioni di voliera è quello che va più d’ ogni altro soggetto alle malattie degli occhi. L'allevamento della prole presenta per questi uccelli la massima’ difficoltà; imperocchè il loro corto becco non potendo le più volte ricevere il becco corto e rigonfio dei figli per la trasmissio- ne dei cibo, succede che questi muoiono spesso di fame. In generale per conservarela razza si procu- ra di rilevare sempre qualche maschio a becco me- no breve degli altri: questi maschi scelti, oltre a potere tirare avanti la piccola prole, hanno il vantaggio di comunicare alla razza proporzioni più favorevoli nella forma del becco. Un’ altro mezzo, e più sicuro ancora, per ot- tenere Piccioni Polaechi perfettissimi, si è quello da me per molti anni adottato; vale a dire, la so- stituzione delle uova dei Polacchi con uova di Volanti o Reali, dando a questi ultimi la cura del- l incubazione dell’ uova dei primi. — Se ne ottie- ne un duplice resultato: i Polacchi di becco largo e cortissimo allevano bene i piccoli Reali o Volan- ; «di se A bag E CT SIE RO i ti dal becco stretto, dritto e sottile; mentre que- ‘sti dal canto loro per la comoda forma del becco rilevano ottimamente i piccioni Polacchi. Dumont in proposito della cortezza di becco nel Polacco fa alcuni assennati rilievi, che concor- dano con quanto ho esposto di sopra, e che vale veramente la pena di quì trascrivere. « Allorchè si allevano dei piccioni a becco corto, si osserva che alcuni hanno questa parte meno breve, e gli ‘altri più corta. Se si lasciano arrivare i primi all’ età adulta, nutriranno meno difficilmente dei secondi i loro figli; e potranno comunicare loro delle proporzioni più favorevoli nella forma del becco. — Quali sono dunque Je cause che agi- scono sui piccioni in modo da modificare una par- te sì impuriante come il becco? Pare che niuno siasene occupato. Una tale questione è dunque priva d' interesse? Trattandola, sì vedrebbe col- legarsi probabilmente a ‘molti punti importanti della storia della organizzazione animale e perciò meritare un grado di attenzione che non sarebbe- si creduto doverle accordare. >» (3) Il Polacco vola poco avendo le rade, e molto corte le penne caudali. — Produce general- mente nei soli mesi di primavera e di estate, ra- ramente in autunno, mai nell’inverno.-— ll suo mantello di tinta unita presenta sei colori; blu-ce- nerino con sbarre nere, bianco, nero, camoszio, rosso e biondo. L’inerocio ha dato origine a due Sn ali se- condarie: (a) Piccione Polacco Ciuffato ( Columba Brevi- rostrata Cristata) ottenuto dall’ unione di un ma- schio Polacco con una femmina Volante col ciuffo. — È simile al Polacco con becco meno largo alla base e col pileo coronato. Mantello unicolore. (bd) Piccione Polacco mansueto (Colamba Bre- virostrata Lenis) ottenuto dall’ unione di un ma- schio Polacco con una femmina Cravattata: Ha il becco meno breve del padre, la statura della ma- dre, il tarso basso, un cerchio più piccolo intorno agli occhi ed un indole mite che lo avvicina pure ai Cravattati. — È il più fecondo ed alleva bene i suoi piccoli. Mantello unicolore. (Livorno Agosto 1886) GIULIO CESARE GIACHETTI — (1) Ionstonus- Historia Naturalis - De Avibus ( V. II. )-Am- stelodami-T. Schipper - 1667 - (2) Iosephi Abudacni -Historia Iacobitarum seu Coptorum - Dal viaggio di G. Mariti da Gerusalemme per le Coste della Soria- Livorno-I. Masi e Comp. 1667. (3) Diz Sci: Nat:-opera citata. ‘Ouservaziani suli upplicaziont) della luce otticamente pura t alla bacologia DINI i Nel N.° 246 dell’ accreditato Giornale « La Se- ta » ho letto in questi giorni — Alcune idee bacologiche a proposito dell''Osservatorio micro- grafico di Montsouris — dell’ egregio Dott. Pio Mazzoni di Teramo. - Veramente il titolo attra- entissimo, ricordandomi d' avere inteso leggere dallo stesso autore qualche cosa di simile al Con- gresso di Varese, mi obbligò a fermarmi alquanto su quell’ articolo e vedere se mi riusciva ad im- parare qualche cosa di buono. — Siccome per avere una esatta idea delle idee dell’ autore, era necessario aver sott’ occhio possibilmente del ma- teriale più chiaro, mi feci premura di procurarmi altri scritti sullo stesso argomento, fra i quali ebbi la fortuna di riceverne uno del Sig. Carlo Romualdi nipote del Mazzoni stesso. — In questo opuscolo oltre lo estratto della storia della pedré- na del baco da seta, del Pasteur, si trovano delle notizie sulle esperienze del Tyndall sulla decom- posizione dei vapori provocata dalla luce e sulla luce otticamenie pura, alle quali esperienze, se- condo l’ opuscolo in parola, I’ egregio D. Mazzoni ispirandosi, avrebbe concepita l'idea di applicare l'esame microscopico a luce otticamente pura alla bacologia. Le idee quando non nuocciono vanno rispettate; ma non per nulla si rendono palesi, ed allorchè un' idea viene consegnata alla pubblica opinione, è sottoposta ad un esame a luce di coscienza sin- ceramente cura ed è perciò che io mi permetto alcune osservazioni le quali potranno, per legge d’ equilibrio , alla lor volta essere osservate e. magariaddio criticate senza avermene a male. A proposito! non potrei avanzarmi nelle os- servazioni, senza far note alcune circostanze di fatto onde giustificare la mia risoluzione a scrivere questo disadorno articoletto. Non il Sig. Romualdi fu il pricso a pubblicare tale idea perchè lo stesso Mazzoni nel 1884 l’af- facciava nel 1° Congresso Naz. dì Bachicoltura e Sericoltura di Torino, ove non fu discusso, ma raccomandato per lo studio ad una Commissione permanente di Bacologia, la quale viceversa o non ha studiato nulla o non ha creduto opportuno riferire le sue conclusioni. — Nella sua relazione alla Camera di Commercio di Teramo sul Con- gresso di Torino, il Sig. Mazzoni ne parla con una certa convinzione, lo ripete a Varese ed infine lo ripubblica nel citato numero del periodico — La Seta — Tutte queste ripetizioni provano il con- trario di quanto diceva nella sua relazione l’egre- DBITDAI, SE L) | Non soltanto non basta annunziarla, bisogna 0 provarla matematicamente o discuterla, Va bene che Egli ha parlato chiaro, dicendo: « Io sono preparato ai colpi mefistofelici della critica di parte, ai sogghigni dei malevoli, alla incredulità degli sciocchi. » e altrove « ci toccherà a legger su per le colonne di certi volgarissimi giornali, at- tacchi inverecondi e nauseosi lanciati al nostro in- dirizzo da certi grulli syersati con parole degne del trivio da cui vennero.» Così dicendo un galantuomo non dovrebbe permettersi di discutere il suo sistema ed accettarlo come una rivelazione divina. — Bi- sognerebbe allora anzi invocare i bei tempi degli atti di Fede o delle sommesse e cieche accetta- zioni degli Aristotelici! Oggi non è più permesso questo modo d' imporsi, oggi bisogna disentere, e seriamente, senza preconcetti, senza livore di parte e nella discussione calma e serena lasciare cavallerescamente un posto alli avversari, i quali, non dividendo le nostre idee, non cessano mai di essere persone degne di stima e di rispetto. Io voglio credere che la cura profilactica con- tro gli attacchi della critica, praticata dall’egregio Sig. Mazzoni, sia staia esagerata e suggerita forse da qualche sofferta ingiustizia in altra occasione, però stimandolo d’ingegno e di buon senso spero che già sarà pentito delle sue ingiustificabili pre- messe. Detto questo e posto in chiaro con quale animo io mi sia accinto a scrivere, passo senz’ altro all’ argomento. Prima di tutto domanderei all’ egregio Dott. se proprio seriamente crede che le correnti atmosferi- che nelle bigattiere nuocciano ai bachi — perchè veramente io sono un poco correntista e non mi pento. — Intendiamoci bene, correntista nel senso puramente fisico della parola e il sistema d’ a- rieggiamento da me praticato non permette la permanenza dell'aria nella bigattiera, quindi non deposito di polviscolo o poco, ingresso d’ aria fredda dal pavimento e fuga d’ aria calda dal sof- fitto continuamente ; e se avviene che siavi equi- librio fra temperatura esterna ed interna ricorro alla forza del fuoco! Ammettendo che le correnti siano dannose, la inerzia della atmosfera ambien- te, come richiede l’autore non lo sarà meno, poichè il polviscolo precipitando sì poserà sui bachi; si osservi però che allevamenti condotti in locali chiusi ermeticamente o mal ventilati non vanno troppo facilmente in fondo, mentre invece in quelli bene arieggiati, magari quasi a tutt’ aria, difficil- mente falliscono — Ad onta di tutto questo, vada DE? la calma! sa Sa PE parole testuali. c«on- gio io Puttore, cio tie ta Lenna basta anmunziaria! ‘vinto che il locale dove si pratica ordinariamente | Passiamo all’ esame microscopico. Il metodo | Sia per SOLDDIO di coscienza, esaminasse tutto il l’ esame microscopico delle crisalidi, delle farfalle e del seme serico, non è mai perfettamente immu- ne da infezione, e che quindi può guastarmi il risultato del mio esame, lo rendo artificialmente : puro col sistema Tyndall. — Riscaldo cioé forte- gd mente la camera destinata a bella posta alle mie 4 ricerche: poi ottenuto un fascio di luce e fattolo CAP > passare sopra un bracere di carboni accesi, per K distruggere i corpi estranei che potesse trascinar L seco, (?) dietro questo fascio così nettato passo allo È esame microscopico delle farfalle e del seme serico». x: Ora io domando se l’ operatore debba stare é sotto una campana di cristallo col suo microscopio, tavolo ed altro, poichè se ciò non fosse ogni mo- vimento producendo uno spostamento d’ aria, addio calma dell’ ambiente ed il polviscolo atmosferico Mi danzerebbe nuovamente nello spazio — Il Tyndall operava in camerette a pareti di cristallo, uwot- tate di glicerina per fissare il polviscolo che per la calma dell’ aria fosse sopra precipitato; e que- sto fu bene ideato, perchè trattandosi di piccole tor camerette da esperimenti e che restavano 3 0 4. giorni in perfetto riposo onde poi eseguirvi po- che esperienze al giorno, erano sufficienti a man- tenere le condizioni volute dal dotto Inglese — Ma come farà l' egregio Mazzoni ad applicare alla bo pratica bacologica questo sistema? Umetterà le pareti del suo studio con glicerina? e come le pareti, i mobili, gli attrezzi e tutto ciò che lo Ò circonda? Io non posso crederlo e sopra ciò gli chiederei istruzione. N L’ egregio Mazzoni rende otticamente puro un ; fascio di luce facendolo attraversare un braciere acceso: — ma quando entra nella camera l’aria verrà mossa ed a meno che egli non vi rimanga | uno o due giorni immobile, il detritus atmosfericus posto nuovamente in moto dal suo ingresso, per la sua leggerezza attraverserà lo spazio che separa il braciere dal microscopio e la sua luce (aria) — 4 diverrà nuovamente impura. — Dato e non con- cesso che il suo sistema ( non quello del Tyndall) gli fornisca la luce ripromessa, non potrà questi ser- Ne vire che alla semplice nitidezza delle osservazioni ; ma in tal caso quel fascio di luce incidendo sullo 7 specchio del microscopio, quale influenza avrà sul- — la materia osservata ? i Se il liquido contenente particelle di farfalla oppure di uova, tenesse sospesi miero-organismi deleteri, oltre il corpuscolo dell’ atrofia, sarebbero va forse meno o niente visibili al buon micrografo « Kai senza l’ nso di tal sistema? Migliaia di Scienziati rispondono No! Ammettiamo per un momento | che non fossero visibili altro che col sistema Maz- zoni; egli operando in tal guisa bisognerebbe che. * nelle osservazioni non sì limitasse a soli 10, 20, 50 campi per ogni singola coppia di farfalle; ma ; ata # di “ pa! $ AA 1 X Lo contenuto del mortajetto, facendone per lo meno un 250 preparazioni, e converrebbbe poi che per ogni preparazione, fatta con copri-oggetti di 15 millimetri, visitasse 3500 o 4000 campi per ogni preparazi: ne onde poi approssimativamente potere asserire che in quella data coppia di farfalle non vi ha trovata traccia di elementi patogenicîi. Que- sto lavoro non troppo breve, esigendo circa un milione di campi osservati per ogni coppia dì far- falle. non si riferisce che alle farfalle sane; quelle malate non richiedono che un colpo d’ occhio, 03- servando soltanto i corpuscoli del De Filippi, ben- inteso Se poi si ricerca qualcuno degli innumerevoli microbi dalla moderna scienza studiati e classifi- cati fra le cause di tante epizoozie, addio. . . . . ci rivedremo alla consumazione dei secoli. — Passando ad altre considerazioni io non repu- terei tanto necessario il riscaldamento dello am- biente dallo egregio Dott. suggerito, per la ragione che per uccidere tutti i micro-organismi che sì trovano normalmente sospesi nell’ atmosfera, oc- corre una temperatura ben oltre a 48 R. e da ciò capirà bene che non si può sterilizzare una stanza colla facilità di un tubo di vetro, altro che ridu- cendola a forno. Altra ragione non meno seria mi pare questa: che le preparazioni o vengon fa'te nella stessa camera (dell'esame, e allora si sa bene cosa voglia dire polvere di farfalle, o ven- gono preparate in altra stanza e allora le pre- cauzioni prese per la sala delle osservazioni do- ventano inutili. — Ciò non occorre dimostrarlo. — Quando si parla di yarantiîre bisogna pensar- ci bene sopra perchè non è piacevole il sentirsi battuti da una smentita. — Io p. e. non garanti- rei a nessuno, neppure a un cieco, che domani sorgerà il sole, non si sa mai! Allorchè gli esami sono terminati (quelli “elle farfalle) mi pare che si passi alla staccatura e lavatura del seme. — Questa operazione ove vien fatta? Non all’ aria li- bera certo, perchè allora tutto il detritus atmo- sfericus si depositerebbe sopra il seme, nell’ ac- qua, sui recipienti ec. dunque? In altra stanza ap- positamente preparata, tutto il materiale steri222- zato, acqua e personale incluso? Allora siamo d’ac- cordo e tutto va pei suoi piedi. Stando così le cose non resta altro che da osservare un'altra volta ei campioni di seme a luce otticamente pura È | ‘prima di chiudere il seme nelle scatole steriliz- zate anche esse e conservarlo in ambiente immu- ne da qualunque germe infettivo; aspettare alla prossima primavera per poterlo consegnare con tutte le garanzie possibili di buon risultato nelle mani di un contadino il quale lo faccia covare in petto alla rubiconda massaia, che poi custodirà i bachi con foglia non troppo fresca, che ve li cam- bierà tutte le domeniche (Messi permettendolo) che terrà le stanze difese dall’ aria, tappando DI tutti i buchi io per me non avrei volontà di sterilizzare altro che la mia signora; quando l'avesse e quando la sua fertilità mi nuocesse di troppo, però non sterilizzerò nè camera, nè acqua, nè scatole, sem- e poi mi parlerete dell’ esito. — Via brandomi sufficientissimo il confeziònare il se- me proveniente da partite conosciutissime du- rante l’ allevamento e di località amenissime e sa- lubri, col sistema cellulare, coll’ esame microsco- pico ed una buona conservazione fino alla schiu- sura, con tutte quelle regole che la scienza e la pratica ci hanno insegnate. L' egregio Dott. Mazzoni mi risponderà che i bachi bisogna allevarli razionalmente, ed io gli batterò le mani; però si ricordi che sono molti i semai che confezionano coscenziosamente il loro seme, ma anch’ essi debbono pur troppo talvolta confessare che una medesima qualità ha dato re- sultati diametra!mente opposti e creda che la cau- sa non' stà nel pulviscolo che può posarsi sul se- me, ma nelle loca'ità, nelle condizioni telluriche, nelle condizioni dell’ alimento, nella cubicità ed arieggiamento di locali ed infine in tante altre cause alle quali non si può, secondo me, certo riparare nè con il frenare le correnti atmosfe- riche, nè con l esame a luce otticamente pura. G. B. BANDELLI Gli animali meno studiati della nostra Sauna ( Continuazione vedi n.0 antecedente. ) « Certo a me non mancherebbe la volontà di col- mare la lacuna già notata nella nostra fauna, ma gravi difficoltà mi si oppongono; tenterò solamente una rivista su di alcuni crostacei del mare che ba- gna la città dove risiedo. Il mio lavoro, quantunque monco, potrebbe a qualcuno fornire un po’ di ma- teriale per lo studio di questa estrema Calabria forse la sola parte, tra le più interessanti della Penisola, poco o nulla studiata zoologicamente. Nella vicina Sicilia si fanno preziose collezioni, ed esistono non pochi lavori sugli animali di quel- l’Isola, per cui si riconosce una fisonomia del tut- to Africana in quella fauna. Se poi si arriva a stabilire che le specie ora viventi in Sicilia sono, ad un dipresso, le stesse di quelle della Calabria si ha ragione di credere che nelle Epoche Prei- storiche gli animali dell’ Africa passarono in Sici- lia, come lo dimostrano i resti fossili degli Ele- fanti trovati nell’ isola, che sono somigliantissimi a quelli che ora vivono in Africa. Sicchè così resta fondata la ipotesi della continuazione delle due Sat fauna siciliana sono. quasi ‘identici a quelli della calabrese, viene sempre più ad affermarsi la continuità della Sicila al Continente Ja scisura di cui, ha dovuto avverarsi in tempi preistorici nell’ ultimo periodo dell’ Epoca Quaternaria, se in quest’ Epoca appunto vivevano i pachidermi, di cui gli ossami si vengono mano mano dissotter- rando tanto nella sicula che nella calabra terra. — Supposto adunque che la fauna dell’ Africa fos- se quella della Sicilia e questa quella della prima Calabria, ai nostri giorni lo studioso considerando le specie che prosperano e quelle che sì estinguono, le molteplici variazioni subite ed il cammiuo che esse fanno allontanandosi dal tipo principale Africano può inferirne dei bellissimi concetti di cui la Pale- ontologia e la storia della Penisola ne guadagne- ranno moltissimo. — A me, lo ripeto, mi mancano le necessarie cognizioni e gli aiuti per contentarmi soltanto di fare uno schizzo della fauna calabrese, non ho dato che uno sguardo ai primi animali che mi capitarono tra i piedi e questi furono i crosta- ceì dei quali, io qui presento un’elenco e faccio notare allo studioso che salvo pochissime eccezioni, essì vivono tutti nei mari Africani dove il genere prospera in ispecie numerose — Nel mio breve lavoro, gettato alla buona e senza pretenzioni, non sono descritti che alcuni individui raccolti nelle acque di Reggio. Ed ecco lo Elenco: 1.20 FAMIGLIA DEI BRRACHIURI(Zeach) ORDINE DEI DECAPODI (Latr) Genere Lambro Lambrus Spinimanus. Herbst. Colore generale nerastro, guscio cuoriforme seminato di tubercoli, piedi del primo paio lunghi e robusti scabri su- periormente, lisci nella parte inferiore, coloriti di violetto nel lato interno. La mano destra mag- giore della sinistra, entrambe munite di denti ot- tusì. — Ho trovato un solo individuo adito, di questa specie sulla spiaggia di Pellaro, nelle ac- que di Reggio non é frequente e l’ ho veduto sem- pre giovane. Abita lontano dalla costa. Genere Portunro Portunus corrugatus. Fabr Frequentissimo. Di colore rossastro, tutto il corpo coperto di cigli diretti in avanti, chele eguacarpi muniti di pun- te nel lato interno, diti solcati longitudinalmente, l’ultimo paio di piedi terminato da estremità fo- liacea, lanceolata con frange, divisa nella sua lun- ghezza da una linea in rilievo. Gli occhi grossi è: disposti in fossette, iì SEO ZO Sontnno ve pie- sodo, ARA vo "i f fa : fi questo granchio una fisonomia non priva di fero- cia, e tale è la sua indole. Cammina lesto e nuo- B; ta meglio; nei mesi caldi frequenta le spiagge — Un giovane stando nel bagno sentì un morso al tallone; guardò e vide un portuno colla chela an- Abita le nostre spiag- inico in | avuto dus bellissimi individui dalla vicina spi gia di Pentimele, e su quella di Pellaro ho trova- ti molti guscì rigettati dalle onde. — Nelle. sab- bie quaternarie di Bovetto ho rinvenuto un scio fossile di Lencosia nucleus, ed una chela n vicino deposito fossilifero di Ravagnese. Nella quale località ho trovato ancora resti di grossi | crostacei brachiuri, indeterminabili perchè ri dotti in piccoli frammenti. È Nelle buche degli scogli presso le nostre cos vive numerosissima una specie del genere grapsus 18 (granchio di terra) ed ho veduto ancora ml e è dividui del genere gecarcino. — Reggio Calabria, Ottobre 1886. ( Continua) GIUSEPPE Mosche: da TACE one en Conferenze sulle malattie. della vite PIDLPDANSIE> Per iniziativa del Comizio agrario di Firen ed in special modo per ie premure dell egregio de Prof. Alne, dal 17 al 25 ottobre scorso ebbero luogo î DE Firenze delle conferenze sulle malattie della. vi AA contemporaneamente al Concorso internazionale di apparecchi anticrittogamici e insetticidi colà tel Ù) nuto per iniziativa del Ministero di agricoltura. Presero parte a queste conferenze un buon nu- mero di distinti scienziati italiani ed esteri e molti — proprietari ed agricoltori; si tennero anche due | sedute al giorno sì parlò molto e sopra a tutto | di quanto riguarda la Peronospora della. vite; ma mentre da si scelto e dotto convegno e dopo x le tanto vantate proprietà di molti rimedi Dada posti per combattere la Peronospora, e gli stud fatti da apposite commissioni che ne riferirono al n x sedute sì riteneva dovessero uscire ammaestrame nti e consigli tali da rendere Il’ agricoltore non n più Îi sa dubbioso nella scelta del rimedio e nell’ azione de ha medesimo, dobbiamo con dispiacere dire chi ste conferenze lasciarono presso a poco il te che trozarono ed anche per il prossimo anno n sì tratta che di far prove sempre incerti del lol b ro resuliato. de T Presiedeva il Prof. Targioni Tozzetti. i De ll Prof. Pirotta parlò egregiamente sulla na- tura e lo sviluppo della Peronospora, ma natu- I ralmente non potè dire che quanto ormai si ser L, nosce da molti. Udita la relazione del Prof, Caboni e dopo d sereta discussione, sì approvarono le seguenti c con: clusioni. 156 1.° La peronospora colpisce maggiormente le viti educate basse o scoperte che non quelle al- levate in alto o riparate. 2.° Non si conosce {finora alcun vitigno com- pletamente inattaccabile dalla Peronospora. Però i differenti vitigni dimostrano upa resistenza as- sai diversa sopratutto quando l’ infezione non sia molto grave: tale diversità di resistenza sembra dipendere sia dall’ intima struttura organica del vitigno, sia dalle condizioni di sviluppo. 3.° La peronospora attacca prevalentemente le foglie e talvolta anche gli altri organi verdi, In quest’ ultimo caso la forma senza dubbio più gra- ve è quella che si manifesta sui peduncoli, sui | fiori e negli acini. La discussione fu vivissima trattando il tema: Rimedi gassosi polverulenti e liquidi applicati con- tro la Peronospora e resultati ottenuti, del quale era relatore il Prof. Cavazza. Fu deliberato che i rimedi gassosi non hanno dato nessun resultato utile. Fra i rimedi polverulenti e liquidi si disse che le miscele ove entra il solfato di rame si so- no dimostrate le più efficaci; ma in altra seduta | si deliber6 pure « Circa l'influenza dei tratta- menti col solfato di rame in polvere o in solu- zione si sono ottenuti fin ora dalle analisi fatte dei resuitati piu/tosto rassicuranti, sulle quantità di rame contenute nel vino, massimamente quan- do esso provenga da uve solforate o nella vigna o nel tino. » Però tenuto conto della credenza che fin dall’ antico indica come venefici icompostiì di rame, delle leggi che vi sono nei diversi stati e che possono rendere sequestrabile il vino conte- nente rame, delle difficoltà che i contadini rico- nosciuto efficace il solfato di rame si limitino a darne alle viti solo in quantità e proporzioni non nocive alla salute, e del discredito in cui potreb- bero cadere i nostri vini quando si sapesse che contengono rame, « l’ assemblea riconosce esservi implicate gravi questioni commerciali ed igieni- che, per le quali nello stato attuale degli studi non si sente in grado di poter presentare una conclusione definitiva » per cui, almeno per ora, non sarà male astenersi dall’ usare il rinominato solfato di rame, sia in polvere sia in soluzione. Per le miscele di calce e cenere e quelle di calce e solfo si decise che « non hanno finora da- to resultati sufficenti per poterli raccomandare nella pratica. » Rimanevano lo solfo acido, ed il latte di cal- ce e questi due rimedi largamente sperimentati nella scorsa stagione viticola dettero luogo a pro= TIR N I o MZ PI ri dui ela 7 LEMON TORE IRR RO RARA PANORRIA (09° 700 CCARAERVIERI \ : L, de Ur Stg dr Splaitià rai i È Te Rd ga aa è : ficua discussione che poteva certo dare migliori resultati se si fosse lasciato che tutti coloro che ne avevano fatta la prova, potessero render conto dei resultati ottenuti, ma v° erano alcuni cui pre- meva di far presto e pare credessero che le di- scussioni non potessero seguitare anche se loro si assentavano e così si volle ad ogni costo la chiusura delle discussioni, mentre al contrarie in- teressava di pregare tutti a parlare e palesarci i metodi seguiti ed i resultati ottenuti. La maggioranza della commissione era più fa- vorevole al latte di calce che allo solfo acido, ma la maggioranza degli oratori si dimostrò del pa- rere contrario, poichè molti furono che parlarono di cattivi e pessimi resultati ottenuti con il latte di calce mentre quasi tutti si dimostrarono con- tentissimi dell’ uso dello solfo acido egregiamen- te preparato e posto in commercio dalle Minie- re Albani. La Commissione aveva posto lo solfo acido alla pari delle altre sostanze dalle quali finora non si sono ottenuti resultati tali da potersi raccoman- dare, ma gli adunati deliberarono invece che lo « solfo acido aveva dati sodisfacenti resultati» men- tre per il latte di calce si deliberò che anche esso aveva dati buoni resultati, però si aggiunse che « ! il suo impiego dal lato pratico ed economico in- contra in molti luoghi gravi difficoltà.» Difatti alcuni che ottennero buoni effetti dal latte di calce do- verono ripetere le aspersioni perfino 12 volte, fù constatato che non tutta la calcina bianca é buo- i na e che ancora nonsiì sa quale sia la buona, e che | | | contrariamente a quanto era stato insegnato fin qui, la calce doveva essere spenta da lungo tem- po (3 e più mesi) e la sua applicazione và co- minciata avanti la fioritura dell’ uva; fù pure po- sto in chiaro che l’ idrato di calce non ha alcuna azione per liberare l’ uva dalla crittogama (oidio) e per conseguenza oltre la calce occorrono an- cora le consuete solforazioni. Allo solfo acido non fu deliberato nessun demerito, esso non presenta nessune delle difficoltà che porta seco l’ idrato di calce e il solfato di rame, percui può dirsi con certezza che lo solfo acido nel presente stato di cognizioni ha il vanto su tutti gli altri rimedi fin quì sperimentati ed è il più pratico ed il più da raccomandarsi per la prossima campagna Vi- ticola. Sull’ aziane dei rimedi e temzo e mezzi di applicarli del qual tema era relatore il Prof. Ca- vazza si presero le seguenti deliberazioni: 1.° L'azione dei rimedi è puramente preven- | tiva; perciò le applicazioni preventive soltanto e! possono impedire l' invasione della peronospora ; le applicazioni successive operano in quanto si rendono preventive per le ulteriori invasioni. 2.0 Nelle località molto soggette alla perono- spora fa mestieri applicare i rimedi prima della fioritura. In tutte le località poi è necessario ap- plicarli con maggiore intensita appena la pero- nospora siasi manifestata e ripetere le applica- zioni secondo il bisogno e secondo !a natura del rimedio. 3.° I mezzi d’ applicazione dipendono, olire che dalla scelta dei rimedi, anche dalle condizioni economiche e culturali di ciascuna regione viti- cola, e dalla maggiore o minore precocità di com- parsa della malattia. Sull influenza dei deî mosti e dei vini, relatore prof. Sestini, si con- cluse 1.° L'azione dello solfo acido, all’ infuori di fa- re svolgere idrogeno solforato come pel solito si produce con lo solfo ordinario, e forse di aumen- tare in piccolo grado la quantità dei solfati, non può indurre nessun notevole cambiamento nella composizione chimica del mosto, e nessun noce- vole effetto sulle proprietà igieniche del vino. 2.° Per l’ azione della calce polverulenta, e del latte di calce diminuisce un poco l’acidità del mosto e del vino; ma tale riduzione non può or- dinariamente recare nocumento alla vinificazione. Nei casì, per altro, così frequenti nei quali l’aci- dità del mosto sia molto bassa, giova provvede- re con l’ aggiunta dell’ acido tartarico. 3.° Circa l’ influenza dei trattamenti col solfa- to di rame in polvere o in soluzione si sono ot- tenuti finora dalle analisi fatte, dei risultati piut- tosto rassicuranti, sulle quantità di rame conte- nute nel vino massimamente quando esso proven- rimedi nella composizio- ga da uve solforate o nella vigna o nel tino. Pe- . rò l’ Assemblea riconosce esservi implicate gravi questioni commerciali ed igieniche per le quali nello stato attuale degli studi non sì sente in gra- do di poter presentare una conclusione definitiva. (Continua) NOTE BIBLIOGRAFICHE RECENTI PUBBLICAZIONI DONI-CAMBI L’ Amministrazione del Bollettino s’ incarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle altre, quando ‘sia possibile, se ne permette gratuitamente la lettura. Sul giacimento e sulle forme cristalline della | Datolite della serra dei Zanchetti ( Alto appen- 157 nino bolognese). Memoria del Prof. Luigi Bombic- ci. L’ egregio autore fù il primo a dar notizia della Datolite della serra dei Zanchetti (1) ed ora in questa interessante memoria parla dei diver si giacimenti in cui si è fin'ora rinvenuta la Dato- lite, descrive la serra dei Zanchetti e delle re- gioni circostanti, e dà una esatta e dettagliatis-- sima descrizione della Datolite rinvenutavi. Sulla contorsione di tipo elicoide nei {fasci prismatici di Antimonite del Giappone. È un’al- tra memoria deli’ illustre comm. Bombicci. I crostacei brachiuri e anomuri del pliocene italiano per Giuseppe Ristori. In Italia lo studio della carcinologia fossile terziaria è stata fino ad ora assai trascurato dai nostri paleontologi, per cuni molto commendevole è |’ opera dell’ egregio sig. dott. Ristori. In questa memoria si trovano accuratamente descritte molte specie fra le quali parecchie nuove. Servono da illustrazione due ta- vole con 34 figure. Supplemento all’ Avifauna cremonese. L’ egre- gio sig. Odoardo Ferragni ha riunite in questo opuscolo le notizie relative a nuove specie di uc- celli osservati nel cremonese dopo la pubblica- zione della sua Avifauna cremonese. I nostri let- tori conoscono già le nuove specie che figurano in questo opuscolo, poichè il gentilissimo sig. Fer- ragni ne dette notizia anche per mezzo di questo Bollettino. Istituto zoologico della R. Università di Ro- ma. Dal solerte direttore di questo istituto, Cav. Prof. A. Carruccio riceviamo le seguenti pubbli- cazioni oltre le già annunziate in passato. 1. Sull' utilità degli apparati da proiezione per il Prof. A. Carruccio. In questa memoria vie- ne chiaramente dimostrata la grande utilità de- gli apparati da proiezione per l' insegnamento scolastico specialmente referibile ai microrgani- smi. Vi sono anche esposte diverse modificazioni proposte dall’ egregio autore per rendere anche più pratico l’ apparato fisico per le proiezioni co- struito da T. Gauz di Zurigo, che egli trova il più confacente allo scopo. 2. Parassitologia. Quesiti che regolarmente svolge nel corso libero di lezioni e di pratiche esercitazioni il Dott. Antonio Carruccio, profes- sore ordinario nella R. Università di Roma. 3. Saggio di un catalogo sui coleotteri della Campagna Romana per Pio Mingazzini studente nel terzo anno della facoltà di scienze. Prima centuria: Specie raccolte nell'area a poche mi- [1] L’ Appennino bolognese, opera pubblicata nel 1881 dalla sezione bolognese del Club alpino italiano. 158 glia intorno a Roma, nei dintorni di Bracciano e lago omonimo e di Barborano. Seconda centuria. Coleotteri appartenenti ai gruppi Cryptopentame- ra e Cryptotetramera. 4. Di una specie nuova per l avifauna italica (Uria troile Luth) per Manzone Faustino studen- te nella R. Università di Roma, nella facoltà di scienze. Nello scorso fascicolo di questo Bolletti- no parlammo già di tale interessante cattura or- nitologica. Sui tempi nei quali gli Anfibi anuri del ve- neto entrano in amore per A. P. Ninni. L’ infa- ticabile Conte Dott. Ninni ci ha favorito questo suo studio, nel quale dopo alcuni preliminari, dà l'elenco degli anfibi anuri veneti, poi una ta- bella dei tempi dalla loro prolificazione, ed infi- ne molte note alle singole specie. Bollettino dei musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino. Gli ul- timi fascicoli favoritici di questo interessante Bol- lettino contengono: Intorno alla scoperta del Pelobates fuscus în Italia del Dott. Lorenzo Camerano. Sopra una nuova specie dì Discohelia (Dun- her), fam. solariidae (Chenu). Nota del Dott. Fe- derico Sacco. Descrizione di una Lucerta viridis (Laur) me- Zanica del Dott. Lorenzo Camerano. Sulla bontà specifica del Triton Blast de VIsle e descrizione di una nuova forma ibrida di Tri- ton francese, del Doit. Conte M. G. Peracca. Nota sui peli-ventose deì Tarsi dei Coleotteri del Dott. Paolo Pero. Ricerche intorno alle differenze osteologiche delle Ranae Fuscae italiane, del Dott. Alfredo Borelli. Nota preliminare sul Criodrilus Lacuum del Dott. Daniele Rosa. Le Guide scentifique Iournal de l’ amateur des sciences, de l’ etudiant et de l’ istituteur. Abonne- ment pour l’Italie: six mois Fr. 4,50, un an fr. 8,00 Editeur Mr. A. Chevalier a Mortaia (Finistère, France). i Gazzetta delle campagne illustrata, Agricoltu- ra - Arti ed Interessi rurali. Sî pubblica în Torino {anno XV) il 10, il 20 e èl fine d' ogni mese în foglio di 8 pagine con figure, trattando esclu- sivamente di cose agricole e suggerendo tutte quelle pratiche che meglio convengono al crescente progresso dell’ agricoltura. Abbonamento annuo L. 5; coll'Almanacco delle campagne L. 5,50 fran- ° co di posta; per l'estero L. 7. La Sicilia. Rivista quindicinale. Letter», agri- coltura, industria, commercio, finanza. Con il 15 del prossimo gernaio, comincerà in Palermo la OMONTO Ar. a ‘ pubblicazione di questo periodico il cui prezzo di abbonamento è di L. 3 all'anno. Le meraviglie della scienza e dell’ Industria. = Nella seconda quindicina del prossimo Dicembre vedrà la luce: Le Meraviglie della Scienza e dell’ Industria. Strenna del Progresso pell’ anno 1887. In questa pubblicazione, che da quattordici anni và ognor più guadagnandosi il favore del pubblico figureranno interessantissimi lavori di accreditati Autori sulle più recenti Novità Scentifico-Indu- striali Formerà un'elegante volume di circa 150 pa- gine con illustrazioni, che verrà posto in vendita alprezzo di lire 2. Verrà dato in premio gratuito a tutti coloro che si abboneranno per l’ anno 1887 al Progresso Rivista quindicinale iMustrata delle nuove Inven- zioni e Scoperte, inviandone ! importo in lire 8, prima del 31 Dicembre 1886, all’Amministrazione del Giornale îl Progresso, Via principe Tommaso, N. 3. Torino. La viticoltura pratica e razionale è il titolo di un periodico esclusivamente dedicato alla viticoltu- ra che ha vtsto or ora la luce in Acqui (Piemonte.) È redatto da viticultori pratici e sarà un’ utile guida a coloro che interdono raddoppiare i pro- dotti delle loro vigne. È iMustrato e costa sole lire 2 all’ anno. Saggi gratis a chi ne fa richiesta alla direzione in Acqui (Piemonte). INVENZIONI E SCOPERTE Una grotta naturàle é stata scoperta dal prof. Forel nel ghiacciaio di Arolla nel Cantone Valese Essa attraversa tutto il ghiacciaio, é larga da 6 a 12 metri, ma in qualche punto giunge anche a 25, ed alta 3 metri circa. A 250 metri dalla en- tratura si dirama prendendo due diverse direzioni. Miniere di argento in Algeria. Sulla monta- gna di Mitya e precisamente nel luogo detto Had- jeur Salem, è stato scoperto un giacimento di piombo argentifero, che pare debba essere molto esteso poichè se ne trovano traccie in parecchi altri punti della Montagna. Nuova patata. La Science pour tous annunzia essere stata scoperta una nuova patata adatta per alimento e che produce tuberi 4 volte all’ anno. È molto farinacea, porta 10 o 15 steli per pianta, coperti di graziose foglie brillanti e di un bel ver- de giallastro. Carta di Alghe. Il giornale di orticultura di Londra annunzia che un giapponese ha trovato il glo modo di fabbricare la carta colle alghe marine. Se ne ottiene una carta simile a quella detta di gelatina, trasparente tanto da potersi porre alle finestre in luogo dei vetri; si può tingere in diver- sì colori per cui si imitano i vetri colorati. Olio di granturco. A S. Luigi negli stati uniti è sorta una nuova industria, la estrazione cioè dell'olio dal granturco. Up’ettolitro di questo, for- nisce da 12 a 13 litri di olio di buon sapore e di un bel colore d’ ambra limpida. | residui costitui- scono poi un eccellente nutrimento per il bestiame. Una ingegnosa macchinetta per scrivere si- multaneamente in due fogli di carta, è stata in- ventata dal Sig. V. Quagliatti segretario comuna- le di Samone (Corea). E certo un’ ordigno molto ratile per tutti gli scritti che si devono conserva- re in doppia copia ed oltre a far risparmiare uno scritturale, evita i pericoli di una copia inesatta. Nuova cometa. Una nuova cometa è stata sco- perta il 5 ottobre scorso dall’ astronomo Hartvvig in Bambersg. Tre nuovi pianetini od asteroidi sono stati scoperti dal Sig. Palissa astronomo dell? oservato- rio di Vienna. Essi portano i numeri d’ovdine 254, 255, 256. UU WI WU WI UN UN UN UN UN UN UD UN UD UU I UU UD UU NOTIZIARIO —DL Pesca del Corallo. Il 22 settembre una com- missione composta di deputati e industriali sì re- cò dal Ministro Grimaldi per presentarli il voto emesso dai pescatori di coralli del regno. Tale voto ha per scopo di ottenere che il governo proi- bisca per un certo numero di anni la pesca nei Banchi di Sciacca, i quali, mentre hanno prodotto un vero sconvolgimento nell’ industria del Coral- lo, stanno quasi per esaurirsi. Sarebbe quindi lo- gico che i detti banchi fossero lasclati in riposo per del tempo, onde il prezioso zoofito possa ri- prodarsi e ripopolare i banchi stessi con grande vantaggio della ricchezza nazionale. Il ministro accolse favorevolmente questo de- siderio ed ha già interrogate in proposito le ca- pitanerie di porto, i Consigli provinciali, le Ca- mere di Commercio ecc. Un editto contro l’ acquavite e 1’ ubriachezza. ll re del Nupe nell’ alto Niger ha proibita nel suo stato la vendita dell’ acquavite perchè è la rovina dei suoi abitanti. Saranno saccheggiate le case di chiunque se ne permetta il commercio, e chi verrà sorpreso in stato di ubriachezza sarà messo a morte. Rimedi eroici; È 159 Il costruttore della prima locomotiva ing. James Kennedy è morto a Cressington Park pres- so Liverpool nell’ età di 89 anni. Egli eseguì i piani della prima locomotiva che Giorgio Stephen- son fece costruire nel 1825. La Fillossera seguita ad espandersi in Italia. Nuovi centri d’ infazione sono stati rinvenuti nel territorio di Pallanza ed a Griffa sulla destra del Lago maggiore. 1 biglietti già consorziali che non essendo stati presentati al cambio andarono prescritti con la fine dello scorso settembre, ammontano quasi a sei milioni di lire, e questa somma è stata desti- nata alla cassa nazionale per le pensioni degli operai, quando funzionerà. Esposizione di giornali agricoli e di scienze ed arti affini. La direzione del giornale senese La campagna sì è fatta promotrice per effettuare in Sien® la detta esposizione in occasione del Con- corso agrario regionale che sarà tenuto in Siena nell’ Agosto del prossimo 1887. L'idea è stata bene accolta tanto localmente che dal ministero e dalla stampa italiana, per cui è da sperarsi un felice successo. Noi pure la raccomandiamo ai nostri confratelli e li preghiamo a prendervi par- te inviando i loro giornali. Esposizione e concorso internazionale di pol- licoltura in Roma. Si stà organizzando questa esposizione e concorso per il prossimo anno, al- lo scopo di incoraggiare ìl’ industria ed il com- mercio dei polli eì delle uova che ha presa mol- ta importanza in Italia per le continue ricerche che vengono dall’ estero. Congresso Bacologico e di Sericoltura Un no- stro egregio collaboratore che si recò a Varese per assistere al congresso di Bacologia e sericol- tura colà tenutosi nello scorso settembre, ci aveva promessa una relazione sulle cose più importanti discusse e deliberate nel congresso stesso; ma ora ci avvisa di non aver nulla d’ interessante da ri- ferire, poichè in questo congresso nulla d’importan - te nè di pratico venne deliberato. Concorsi. Cinque sussidi non inferiori a L. 450 ognuno per 5 studenti che frequentino Ja scuola di Magistero della facoltà di scienze di Padova. Le domande devono presentarsi alla detta scuola presso la R. Università, entro il 15 novembre. Prof. di chimica nella R. Università di Pado- va. Scad. 31 dicembre. La società metereologica italiana ha aperto un concorso con premio di L. 500 da conferirsi al miglior lavoro inedito sulla Metereologia applica- ta all'igiene e all'agricoltura. Scade il 31 dicem- bre 1887. Nell'articolo Hydrornia Alenî pubblicato a pag. 134 dello scorso fascicolo sono incorsi i seguenti errori: Nella linea 5 invece di rorso deve legger- sì rosso; a linea 27 leggi Touffret (Iaubert); alle linee 54 e 65 leggi Spaccaforno; alla linea 80 in- vece di abbandonando leggi abbordando. ie a te na bit rn ATI ASTA g RICCO SISI ROTATION, 2 160 ? POSTING RICEVUTE RECUS i Hanno pagato l’ abbonamento : Ont paye leur abonnement: Per il 1985 i Sigg. (9.8 Nota) Pour I° année 1885, M. M. (9.° Liste) De Niccolò prof. G. Bari — Mori prof. T. Bologna — Pampana G. Firenze — Montagni G. Lamporecchio — Catolfi O. Lamporecchio — Borgioli B. Genova — Soria O. Livorno — Danielli F. Buti — Antinori march. R. Perugia — Campani A. Reggio C. — Buzzoni dott. A. Giandeto — Falqui dott. G, Reggio C. — Grispigni comm. F. Roma — Bellussi prof. P. Siena — Marri cav. L. Buonconvento — Angelotti comm. F. Montepulciano — Gambari prof, L. Venezia —J Gemma G. Legnago — Politi conte L. Tunisi — Mussalli generale B.sT unisi. Per il 1SS6 i Sigg. (5.8 Nota) — Pour année 1886 MI. M. (5° Liste) Fanelli cav F. Sarteano — Fanelli cav. G. Sarteano — Monaco dott. L. Torino — Longo prof. A. Parma — Berardo dott. G Civitella di T. — Zambotto B. Legnano — Haller dott. G. Zurigo — Durand T. Paris. — Bonomi prof, A. Rovereto — Conversano comm. P, Go- letta — Ferrero G. Tunisi — Traverso cav. A. Tunisi — Conti comm. A. Tunisi — Politi conte L, Tunisi — Mussalli generale E. Tunisi — Boidi S, Senigaglia — Duri G. Ronca- delle -—— Mori prof. T. Bologna — Ghigi avv. C, Trebbio — Cermenati M, Lecco — Crippa prof. G. Castrogiovanni — Petrucci dott. F. Firenze — Pampana G. Firenze — Passerini conte N, Scandicci — Montagni P, Lamporecchio — Catolfi O, Lamporecchio — Cambi E, Ga- vorrano — Borgioli B. Genova — Chisrella 0, Lecce — Soria O. Livorno — Lanzillotti dott, A, Milano — Pistone avv, A, Messina — Calderini prof, P, Varallo — Ugolini prof. M, Padova — Danielli F. Buti — Antinori march, R, Perugia — Passerini cav, G, Norcia — Paris V, Norcia — Falqui dott. G. Reggio C, — Grispigni comm, F, Roma — Lavaggi march, F, Roma — Marchi G, Roma — Bonafede F. Roma — Torlasco L, Roma — Amenducci A. Roma — Guglielmi G, Civitavecchia — Toscano dott, S, Modica — Bellus- si prof, P, Siena — Marri cav, L, Buonconvento — Bandi L, Rocca d’ Orcia — Pacini L. Piandalbola — Angelotti comm, F, Montepulciano, — Conti prof, U. Napoli. Per il 1887 i Sigg, (2, Nota) — Pour Il année 1887 M, M. (2, Liste) Crippa prof, G, Castrogiovanni — Vanni FF, Grosseto — Chiarella O, Lecce — Duranti E, Roma — Monaco dott, L, Torino — Longo prof A, Parma — Zambotto B, Lonigo —Ca- roti P. Messina — Conti prof U, Napoli. SOLFI PER LE VITI DELLE RINOMATE MiNIERE ALBANI premiati con medaglia di argento al concorso Anticrittogamico internazionale tenutosi in Firenze nello scorso ottobre SOLFO IN POLVERE extra L. 17, 50 il quintale. SOLFO SUBLIMATO ACIDO specialità riscontrata la più attiva contro l’ oidio e raccomandata in special modo per liberare le viti dalla Perono- spora. La sua maggior finezza e conseguente volume lo rendono anche il più economico. ( Vedi gli articoli pubblicati in proposito nelli scorsi fascicoli di questo Bollettino e la relazione delle conferenze tenutesi in Firenze nell’ ottobre p. p.) L. 20, 5011 q. Solfo sublimato acido con l'aggiunta dell’1 0]g di solfato di rame L. 22,00 » » » 2 010 » » 23,50 » » » 5 0lo » » 26,00 » Questi prezzi sono per i nostri abbonati e per merce franca alla stazione di Siena e si mantengono per tutte le ordinazioni che ci perverranno entro il corrente anno salvo ad in- viare lo solfo a tempo opportuno. Con il primo del 188’ i prezzi subiranno un piccolo aumento. Per gli abbonati che abitano lontani da Siena il prezzo varierà in più o in meno secondo. quanto distano da questa stazione o dalle miniere, ossia dalla stazione di Pesaro, e secondo. la quantità che desiderano riceverne, 5 S. BrocI Direttore Responsabile .imballaggio a carico del compratore, n COLLETTORE, ALLEVATORE, CORALORE > PERIODICO MENSELE Abbonamento per tutti i paesi dell’ Unione postale, L. 3 all'anno. ———————t PM CAN AU NU NZ NINA I INUNA NS NININANSNASNANANA SINIS NS AA INIT Coen îl presente fascicolo termina il sesto anno di vita di questo Bollettino e la direzione ed amministrazione del medesimo rinemova:ilo gli auguri di lunga e felice vita a tutti i cortesi associati e collaboratori, li ringraziano sentitamente del valevole appoggio accorilatoli fin qui, inen- tre nutrono fiducia che vorranno continuarlo anche per l’avvenire. Con il prossimo anno introdurremo deî miglioramerti per rendere CLES giornale sempre più bere accetto ai numerosi lettori. n di ; } NZXNINANISANSINANADSMNIDAZERNA NSVSIMNADSNANANSNA NL SSINSISNININSNANANSNAINASGEIESTE SOMMARIO — Richieste offerte e domande di cambi — Comunicazioni: Distri- buzione di semi. Per liberarsi dalle Orobanche o succiameli, Teratologia, Interessanti osser- 4 vazioni ornitologiche. Note ornitologiche del Trentino. Aragonite pisolitica. Estivazione del re seme di bachi da seta. Nuovo acaro delle api. Domende -— Da Genova a Haider: bad del ; Dekan — Colombicultura — Gli animali meno studiati della nostra fauna — In Valtellina — Insegnamenti pratici: Per ottenere che le vacche partoriscavo durante il giorno. Per li- berarsi dai danni della fillossera. Altro rimedio contro la fillossera. Il sale e le piante, La sabbia nei trapiantamenti. Couservazione dei fiori allo stato uatnrale, Influenza dell’ acqua calda sul rapido sviluppo dei vegetali, Segreto di convento — Notiziario : Comunicazioni diverse per gli abbonati. Mostro marino, La fillossera si avanza, Protezione dei nidi di uc- celli. Concorsi. Esposizioni — Indice delle materie trattate nell'annata 1886 — Avvisi di- versi. A tutti coloro che ci procureranno nuovi abbonati per il 1887 daremo in dono |’ interessante libro UN VIAGGIO IN ORIENTE per il Cav. Dott. F. Tassi Seconda edizione fatta per cura dell’ agenzia di questo Bollettino. Prezzo di vendita L. 1, 00 vata VIDI SL LISNLSL LAS DI SLISSLLALDDSDIS RICHIESTE, OFFERTE DEMANDES, OFFRES I DOMANDE DE CARIBI FT DEMANDES DECHAUNGES fra gli abbonati entre les abonnés Quando non v'è speciale indirizzo rivolgersi all’ ammini- Quand il n y a pas d’ adresser spéciale s’ adresser à l’ admi- strazione del Bollettino. Pagamenti anticipati. nistration du Bulletin. Payements è l’avance. 112 Il Sig. Cav. Tbaldo Maggi Via Pinti 51 | Altri esemplari di minerali e di roccie vulcaniche "E i Firenze, offre uova e polli della razza Maggi, dal | della Sicilia. Serivere al Prof. Paolo Galardi Acè reale (Sicilia) inviandogli la nota dei minerali da concedergli in cambio. 114 M. Emele Durande 16 rue du Bac. Paris, désire échanger des coquilles vivantes de France et exotiques, contre des coquilles d’ autres pays- Il désire aussise mettre en relations d’ échange avec des naturalistes Italiens - et Siciliens, s'ocu- pant de Conchgyliologie. Tous ses echantillons sont medesimo ottenuta, e premiata con medaglie d'oro a diverse esposizioni. Giungono al peso di chilog. 4 1}? e 5. I maschi costano. L. 15,00 — Le fem- mine L. 10 — Le uova L. 0,40 l’ una — Porto ed 113 Esemplari di Analcime, Celestina, Pirosseno Augite; col'ezioni di minerzli di Solfo (ogni colle- zione consta di un esemplare di Solfo in cristalli e di un esemplare di solfo per ognuna delle va- | irréprochables. rietò a struttura listata, concrezionata, cavernosa) 115 M. I. Touchet naturaliste, Mainxe, Jarnae, — ma di ta Charente France. Demande a échanger grand nom- bre de Coleopteres, des maintenant, mais surtout en sujets frais, de 1887. mèmes temps, une quantità de Myriapodes et des Orthopteres, ces. Le tout dans l’ alcool. 116 M. Leon Charpy conservateur :du iMusee d’ Annecy (Haute Savoie France) offre en èchane ge: Des Roches eruptives des Vosges et des Alpes . Mineraux — Des fossiles Cre- : francaises — Des taces, Jurassiqnes et Liasiques — Des coquiles terrestres et fluviatiles de France — Des objets lacvstres et prehistoriques. 117. paci notturni in carne o preparati in pelle, delle diverse località italiane. Rivolgersi con cartolina non préparés, pendant les chasses | Demande, qu’on lui recolte, dans les , quelques sujets de chaque espè- : Europa, Si desidera fare acquisto di alcuni ra- doppia o francobollo per la risposta all’ Agenzia” | dal Bollettino, 118. Si desidera far acquisto di due paja gio- vanì piccioni della celebre razza che credo chia- marsi 7ronfo od Asturnellato (sic). Quando que- sta razza è pura, è della specie più grossa di tantochè gli individui possono appena | volare. Rivolgersi a L. Cartier navigazione gene- rale italiana. Livorno. 119 Si offrono Euproctus platycephalus ( Otto) in cambio di rettili ed anfibi e specialmente si desidera avere il Proteus anguinus (Laurt.) che si acquisterebbe anche per contanti. 120 Si desidera fare acquisto di tortole bian- che e piccioni di razza piccola pure tatti bianchi. Si prenderebbero tanto vivi che già messi in pelle. | Rivolgersi a S. Brogi Siena. Comunicazioni - Proposte - Domande Risposte In questa rubrica gli abbonati hanno diritto ad una 7rser- gione gratuita di 3 linee per ogni numero, per scambiarsi schiarimenti, informazioni, consigli e questioni da risolvere. La direzione, quando le sia possibile e lo creda opportuno, accorderà l’ inserzione gratuita per pubblicazioni anche molto più lunghe. Communications-Propositions-Demandes Reponses Sous cette rubrique, les abonnés ont droit 4 une 7rsertion gratis de 3 lignes par numéro, pour, l’ échange d’ explica- tions, d’ informations, de conseils et de questions d resoudre. La direction pour ce qui lui sera possible, et quand elle le jugera opportun, accordera encore l’insertion gratuite pour des pubblications bien plus étendues. LENIN GSNSA NANNI SBN IBS AI Distribuzione dei semi agrari, prafensi ed or- tensi. Ministero di Agricoltura, Industria e Com- mercio. È terminata in questi giorni la ordinaria distribuzione di semi agrari pratensi ed ortensi che suol fare questo Ministero. AA evitare qualche inconveniente, e soprattutto il caso che non si possa soddisfare qualche doman- da, perchè tardivamente presentata, si avverte che in avvenire le domande per ottenere i detti semi debbono rivolgersi a questo Ministero, com- pilate secondo il modulo citato in nota (1), fino al 20 giugno, per la dietribuzione autunnale e fino al 31 dicembre per la distribuzione primaverile. (1) Ministero di Agricoltura Industria e Com- mercio. Direzione Generale dell’ Agricoltura, Mo- dulo per la richiesta di semi agrari pratensi ed ortensi: « Il sottoscritto, dimorante in . . domanda al Ministero di Agricoltura, Tadutinia dé Commercio i semi delle seguenti specie e varietà di piante, per farne esperimento nei terreni de- ci eee in Co- imniegdito.. *. . . Sl A « Il sottoscritto si obbliga; qualora la sua do- manda venga accolta, di riferire intorno ai risul- tati ottenuti dalla cultura dei semi inviatigli dal Ministero. a a v O SS O (Pata): Tae Cel ARA (Firma esrecapito) ala. Sea Per liberarsi dalle Orobanche o succiameli. L’anno scorso feci noto come con l’uso dello zolfo avevo completamente liberate le fave dai succia- meli. (Vedi Bollettino fasc. 3 pag. 37). Ho ripetato l’ esperimento deila semina delle fave spargendo dello zolfo in polvere nel luogo stes- so ove si pone il seme, e ne ebbi ottimo resultato anche questa volta. Seminai le fave in un rettan- golo di terreno all'uopo preparato, di met. 14 per 18, ed ho spolverizzato dello zolfo sul concime messo in ogni fossetto, indi posi le faze e ricoprii con terra; al una estrema parte del rettangolo farono lasciati senza zolfo tanti posti quanti ne stavano in un quadrato di due metri. Le fave vegetarono egregiamente e quando tut- te erano nella loro maggiore vigoria non tardarono le orobanche a distruggere quelle poche piante senza zolfo, mentre le altre proseguirono esenti dal malefico parassita, producendo fave ottime ed abbondanti. Fu solo dopo venuta a termine la pro- duzione, e quando le piante cominciarono a deca- dere , che in tutto quel rettangolo di terreno si videro 5 o 6 orobanche, le quali oltre ad essere comparse in tempo ormai innocuo, erano tisiche e stentato. L ve ‘Avevan gia dato il loro frutto e le orobanche morirono con esse. A rafforzare l’ esposto aggiungo che alcuni miei coloni, coltivavano nelle mie stesse terre tre ap- pezzamenti di fave senza usare lo zolfo, e vennero distrutte dalle orobanche (fra noi 2upa ). I detti coloni furono sorpresi dell’immunità delle mie fave. Palermo N. SANTOCANALE Weratologia — Sig. Direttore. Il Piccione mo- struoso che Ella, dielro mia richiesta mi cedè, presenta un bel caso «di Mostruosità doppia paras- sitaria, Famiglia dei Polimeli, secondo il Geoff. St. Hilaire che l’ ha caratterizzata dali’ associazione di due individui; uno perfetto e vivente di vita propria, e i" altro imperfettissimo, e vivente a spese del fratello. Di A questo piccione infatti, o soggetto principale, | ossia all’ auztosiéta, si vede impiantato fra i mem- | bri pelvici e toracici, e precisamente sul lato de- stro della regione lombo-sacrale, il soggetto secon- dario imperfetto, ossia il parassita, rappsirsen- tato da un piccolo bacino molto ridotto ed informe al quale sono articolate due zampe affatto denutri- ; te, sottili e contorte. Il suddetto autore, dividendo i Polimeti in di- .versi generi, pone nel genere Gastromelo, quei mostri parassitarii, che hanno il parassita impian- tato fra i membri pelvici e quelli toracici, sulla linea addominale media ed asserisce essere questa disposizione assai rara. Non fa motto peraltro di quei mostri i quali, come il suo piccione, hanno il parassita impiantato, non già sulla linea media dell’ addome, ma bensì su di un lato dì questo: talchè sembrerebbe che que- sto nostro caso fosse ancora più raro. L’Haller peraltro cita un caso analogo al pre- sente da lui osservato in una vacca. Non trovo ci- tati però uccelli che presentino questa disposizione. Il Geoff: S_Hil: cita un sol caso di gastromelia, e con molto dubbio, in un pollo, imperfettamente figurato dal Regnault. Peraltro non son che pochi gli autori da me consultati in proposito, e però mi limito, per ades- so, a darle queste brevi notizie sul genere di mo- struosità perassitaria da Lei cedutomi. e mi riser- bo di meglio studiaria per darne in seguito più ampie notizie. Non le contrasto per altro che Ella pubblichi, se lo crede, questa mia, nel Bollettino da Lei egre- giamente diretto. 25 Novembre 1886 Interessanti osservazioni ornitologiche. Nello scorso novembre fu uccisa un'aquila reale da un contadino, al quale aveva rubato un tacchino , in località detta Le Lame sotto la montagna ai CSA tona. dà leri uccisi una Qualia in perfetto stato di sa- 1 lute, in località detta Poggio Casano. i Bi; I freddolotti (Accentor alpinus Rech) non ai sono ancora fattì vedera. Part Radicofani 1° decembre 1886 G. GALGANI | Nella villa e fattoria del Monte a Puticiano ino comunità di S. Gemignano, furono catturati nel corrente anno i seguenti uccelli: Milvus migrans fem. il 3 settembre; Circactus gallicus fem. il 2 settembre; rioni subbuteo fem. il 6 Otto- ia bre ed un Aquila clarnga (A. anatria) masch. fa uccisa il l. novembre 1885. 4 3 Villa Novoli 1. decembre 1486. M. PauLucC Nel momento che scrivo sono circondato di a che torde Utamania torda); molti di questi ucce Igo, artici si sono uceisi nel nostro mare e parecchi furono gettati alla spiaggia da venti furiosi. Reggio Calabria 15 decembre 1886. GIUSEPPE MosCHELLA Note ornitologiche éel Trentino. Acredula caru- data. (Linn ex Gesn) Codora capo-bianco. Fu cat- turata il 22 dicembre 1883 in Valluuga presso Rovereto. Era assioro ad un brancheito di Acre- dula rosea, la specie comune in questa regione, | Essa è propria delle parti settentrionali d' Europa. e d’ Asia, rara assai per l'Italia. ; Certhia brachydactyla (Brehm) Rampichino. Sebbene sia specie sparsa in tutta Italia, non ere- Ù do inucile accennaro che ai 25 dicembre 1883 fa presa nelle vicinanze di Riva al Garda, essendo | i essa per noi specie rara, mentre invece è abbon= dante la C. familiaris. Dopo che mi occupo di ornitologia (da circa un decennio) è il primo esera-. plare in carne che ho potuto esaminare. Ne feci. dono al Museo di Trento. da Pratincola rubiccla. (Linn ex Charlei) Saltim pato. Ai primi genpaio a. e. ebbi nelle mani us maschio, ucciso non lungi da Rovereto. Siccome pel Trentino è specie estiva, ma in qualche caso eccezionale la si era trovata anche colla neve, resta una volta di più accertato che questa specia può talvolta svernare anche nelle regioni subal- piso. sel Aquila chrysat?uo. (Lian ex Willugh) Aquila Ai 17 febbraio di quest’ anno fu presa sul monte i Fesobbo presso Roncegno in Valsugana da un sea nto Gazzo” È sedici auni. Di un colpo di fucile e STO La » 1A sa Peri » . ° . ° . I cino, essa avventatasi sul cacciatore, gl’ im piantò gli artigli nelle braccia. Per fortuna, mentre l’uc- cellaceio tentava di colpire la testa del regazzo, questi potè estrarre un coltello e con quello fini- nirlo. Misurava 86 cm. di lunghezza totale e 2 me- tri d’ apertura d' ali. Dryocopus martius. (Linn) Picchio nero. Un esemplare femmina di questa bella specie fa cat- turata nelle vicinanze di Roveretò (alla Madonna del Monte) ai 14 ottobre 1885. Se pel passato non fu mai abbondante, ora è diventato uccello molto raro, anche in questa regione. Per la Pe- nisola esso è ormai un’ apparizione affatto straor- dinoria Aegtothus linarius. (Linn ex Gesn) Organetto. Visitando degli uccelli morti speditimi il giorno 8 novembre ultimo scorso da Primiero, vi scorsi accidentalmente un maschio ci questa specie. In- formazioni, a mio giudizio degnissime di fede, mi ass'eurano che colà se ne piglia ogni anno e che qualche esemplare vi nidifica. Già nel Tirolo set- tentrionale è specie comune e quindi assai pro- babile la notizia. Lovereto Prof. A. BONOMI. Aragonite pisolitica. L’ egregio giovane ed al- pinista provetto, Francesco Canesi, socio della Se- zione di Lecco del Ciub Alpino Italiano, che è in continuo giro sulle Prealpi lombarde, studiandone diligentemente, oltre alla topografia ed ai costu- mi degli abitanti, anche le ricchezze naturali, ha rinveriuto in una sua recente escursione al Zuc- cone di Campello — montagna del Circondario di Lecco, sulla linea di confine tra la provincia di Como e quella di Bergamo, costituita da forma- zione dolomitica appartenenente alla zona supe- riore del Kewper (Strati a Megalodon Gimbelù Stoppani; Piano ad Avîcula exiîlis Curioni; Do- lomia con Megalodi e Dicerocardi Negri; Zona ad Avicula esiles e Turbo solitarivs Mojsisovies; Calcare triasico con Megalodus scutatus Escher; Dolomia principale; Staupdolomite, Dachsteinkalk eee ecc.) — un’ abbondante deposito di aragoniti pisolitiche. Ne raccolse un solo ma grosso esem- plare, in cui è veramente mirabile l’ impasto dei numerosi globicini biancastri e perfetti. Perciò io credo che procedendo ad una minuta ricerca nei paraggi visitati dal signor Canesi si rinverrebbe- ro certo campioni stupendi ed interessanti di tanta . singolare varietà dell’ aragonite. MARIO CERMENATI. Estivazione del seme di bachi da seta. L' egre- | gio ing. Bellinato, Bacologo distinto, paziente in- vestigatore ed accurato sperimentalista, presentò 5 al Congresso Bacologico di Varese un suo lavoro | intorno la Estivazione del Seme Bachi. Sono varii anni che tale questione si agita sen- za che siasi potuto trovare il mezzo di vederci ben chiaro. Certamente nessuno può mettere in dubbio l’ attendibilità del Bellinato, il quale, di- ciamolo francamente, è uno fra i più seriamente coscienziosi Bacologhi odierni. Però in questa serissima questione, ancora cir- coscritta nella cerchia scentifica, non vi è stato alcuno che siasi occupato di esperimentare il si- stema con quella precisione scrupolosa quale ri- chiederebbe 1° argomento. Al Congresso furono fatte delle opposizioni, però tutte empiriche, nessuna spiegazione contra- ria scentificamente sostenuta; nulla! Gli esperi- menti del noto sig. C. Silva avvalorano e confer- mano le esperienze del Beilinato, il sig. Rallot, qualche volta un poco troppo fanatico, lo porta alle stelle con un’entusiasmo infantile, ma non basta. Noi vorremo che tutti gli intelligenti, tutti gli amatori del bene e della prosperità della se- rica industria, sì dedicassero seriamente alle espe- rienze, si cercasse di ottenere qualche risultato attendibile, certo, qualunque esso sia, negativo o affermativo, servendosi bene inteso sempre dei lotti di controllo. Quando la pratica abbia san- zionato la reale efficacia della estivazione sulla robustezza dei bachi, la scenza allora si occuperà di spiegarne il fenomeno, essa potrà farlo an- che prima, ma ciò non impedisce che sì facciano delle esperienze. Del resto noi ron ci periteremo a sostenere che quando persone studiose e competenti in ma- teria, dotate di buon senso e scevre di qualunque idea di ciarlatanismo, asseriscono dei fatti, non si può a priori condannarle come visionarie, biso- gna con sode ed indiscutibili argomentazioni pro- vare il contrario — Studio ci vuole e non pette- golezzo. GI BUB; Muovo ocaro delle api. Il Sig. Tropp veterina- rio a Strasbourgo, ha trovato sul capo di un ape che pareva malata, un’ acaro molto piccolo e che differisce da tutti gli altri conosciuti fin quì, egli lo ha denominato Dermadecte da derma (pelle) e decte (pungere). Conservazione dei molluschi. D. Desidererei sapere quale sia il miglior metodo per conserva- re i molluschi nudi del genere Linax, in modo che nel liquido conservino la mazgiore possibile di- stenzione. Bagnorea C, RAFF. GUALTIERO Domanda. Esiste un trattato italiano, latino, francese, o tedesco, completo e recente per la classificazione dei coleotteri d' Italia o almeno delle ì ‘gherei ad indicarmelo. Sinigaglia ò | Dott. A. MORESCHINI ———————————————+“;_)o*—_-__ FICALBI Bott. EUGENIO. ETA Da Genova a Halderabad del Dekan Alcune note sopra una breve. gita di andata e ritorno. 1. — Da Genova a Suez. Non si aspetti nessuno da queste mie poche pagine uno di quei resoconti di viaggio, nei quali si narrano meraviglie e avventure. Io mi limiterò a buttar giù alla buona qualche nota, tratta da un viaggetto :indiano, che ho fatto durante le vacanze i universitarie, nota nella quale registrerò più che | altro fatti pertinenti o alle Scienze naturali o alla Medicina. — Io non sono stato molto tempo in India, siccome, però, questo, su cui scribacchio . qualche annotazione, non è il primo viaggio, che compio in quella terra, e siccome ormai ho per- corso non poche migliaia di miglia di mare, così sia concesso anche a me, come a tanti, un piccolo sfogo narrativo e sul mare e sulla terra mirabile, che, solcando quello, ho visitato. Lasciando Genova nei mesi dell’ Estate, come ho fatto io, si ha questo di buono, che nei primi giorni almeno del viaggio, cioè fino ai paraggi di Candia (s’ intende che parlo per chi si dirige ad | oriente) facilmente si incontra buon mare; ed è ci questa una buona ventura, perchè con tutto co- modo è possibile godersi ì primi momenti del viaggio, ammirando gran parte della costa italia- na mediterranea. Da Genova a capo spartivento ‘in Calabria, fin che dura il giorno, dura l’ esca alla curiosità geografica del viaggiatore. Quante esclamazioni e quale puntar di binocoli non pro- } voca, nelle giornate chiare, la cupola di S. Pietro } di Roma, che può esser vista dal mare! È Il golfo di Napoli, il Vesuvio, le isole napoli- Fi tane, Stromboli richiamano l° attenzione di ognuno. Allo stretto di Messina anche i più apatici sor- gono, in vista di quelle terre montagnose, che ci tanto sì accostan tra loro, da sembrare che vo- gliano impedire il passo. Anch' io, come i piu, so- no sempre stato in attenzione durante il viaggio lungo le coste italiane. Nè vi sono stato soltanto in questo viaggio, ma » in altri; ui anzi appunto perche sono uso Rit ? Se qualche abbonato lo conoscesse lo pre- in mare il litorale italico, osservare un fatto na- turale, che ricordare quì voglio, a guisa di piccola digressione zoologica. Nell’ estate, adunque, del 1884, dirigendemi in Egitto, lunghesso la costa romana e napolitana potei vedere molte farfalle, cioè molti individui della vanessa cardui. che da terra si dirigevano in mare; e, cosa singolare, di- verse miglia distante da terra, ne vidi molte an- negate nelle placide acque marine, ed ali aperte e quindi evidentissime all’ occhio. Avrò occasione in questo scritto di parlare di /epidotteri vistiin pieno mare. Frattanto dirò anche che nel viaggio, — M che descrivo, ho visto farfalle che attraversavano lo stretto di Messina: e ciò non può recare sor- presa, considerato il breve tragitto di mare, che vi separa continente da isola. MH Nello stretto di Messina al viaggiatore che pas- 100 sa anche sopra uno svelto piroscafo, danno in oc- chio le speciali barche, che esercitano la pesca. Ne: del pesce spada, di questo altrettanto commesti- — bile quanto inoffensivo animale, cui tuttavia gli ignoranti di dentro terra attribuiscono istinti dei sE più feroci, forse impressionati da ciò, che credono 1a una micidiale spada. e che invece non è se non | un ‘innocuo prolungamento delle ossa premascel- lari. Passato capo spartivento si entra in pieno Me- diterraneo e, fino a Candia, si perde di vista ogni. terra. È Eccoci adunque al largo: non vediamo più terra ed una delle grandi distrazioni del viaggiatore è finita. Come si passa il tempo? Non nego che so- vente nelle lunghe navigazioni è questo un pro- blema assai arduo. Si legge, si ciarla, si esa- mina il bastimento nelle sue parti, si dorme, sio mangia. Ma molte di queste cose vengono poi a _ noia o non possonsi praticare in perpetuo; ond'è che il*viaggiare in pieno mare rendesi a detta dio tutti una delle cose più noiose. Poichè il basta Ki mento cammina, è vero, ma per Me & dell’ ambiente, voi non ve ne accorgete: il quadro — è sempre lo stesso, sempre la stessa cornice, pig stessi oggetti, gli stessi visi. Quanto si annoiano quei miseri, che viaggiano in mare al solo scopo di traslocarsi da un luogo all’ altro, senza curarsi di alcuna delle poche distrazioni, che pur possono aversi nella via intermedia! Meno gravi sono le noie della navigazione per l’uomo che sia osservatore; anche modesto, dei fatti naturali: moltissimi avvenimenti, che agli oc- chi degli altri passano assolutamente inosservati, ai suoi acquistano interesse e importanza. Quale — interesse può avere una farfalla per il viaggiatore | ? 166 =______—__—_—————————---i di commercio? Nessuna. Ma per l’ amante della natura l' ha. Ed io resterò che durante la traver- sata mediterranea da capo spartivento ai paraggi di Candia, potei osservare una farfalla, che viag- giava sulle solitudini pelagiche. Era la nota sfinge chiamata dai naturalisti Macroglossa stellatarum, e quando ci apparve osservai sulla carta che la terra più vicina era Ja Morea, a 80 miglia circa da noi: questa farfalla, dopo aver volato un po’in- torno al bastimento, in modo che con tutta si- curezza io ed. altri potemmo riconoscerla, ci abban- donò, seguitando pei fatti suoi. il fatto di una farfalla in alto mare potrà sembrare a taluno pri- vo del tutto dì interesse, ma non lo è: dimostra come l’ istinto migratorio sia negli esseri del re- gno animale molto diffuso, e tanto forte da spin- gere anche le gracili farfalle a tentare i pericoli di viaggi transmarini: spiega anche come l’ area di diffusione di certi lepidotteri sia tanto estesa. Dopo circa quattro giorni dalla partenza da Genova (non computando la fermata, che suol farsi e che facemmo anche noi a Napoli), giungemmo presso Candia, e Ja maretta cominciò a farsi sen- tire; là in quello sbocco dell’ arcipelago greco, il mare nel più dei casi è mosso e coloro che sof- frono il mal-di-mare sono messi a dura prova. Peccato che i viaggi marini siano a molti, che pur andrebbero incontro a qualunque rischio, cau- sa di tanti e così insoffribili patimenti! Poichè il mal-di-mare non porta rispetto nè a forti, nè a deboli; nè a maschi, nè a femmine; nè a vecchi, nè a giovani; nè a ardimentosi, nè a timidi; nè a uomini, nè a bestie. Ma cosa è mai questo mal- di-mare, questo tormento, che non si conosce a pieno, se non si prova? Mi sia permessa sopra di esso una piccola digressione, non d’ indole fan- tastico-umoristica, come molte ve ne sono, ma me- dica. Il mal-di-mare, manco a dirlo, si conosce fino da quando i più antichi uomini sì arrischiarono ad essere sbattuti dalle onde sulle prime barche. Ippocrate dice: Indicat navigatio turbari motione corpus, la navigazione mostra che il corpo, per causa del movimento, può esser reso ammalato. Da Ippocrate ai nostri giorni fu sempre noto che il soggiorno sulle navi in movimento è per molti accompagnato dal mal-di-mare, che fu perciò detto navpatia (vadbz nave, 4%0s malattia), nome que- sto, del resto, non molto usitato. Circa alla etiologia del mal-di-mare, in tesi 8° nerale può dirsi che causa esterna ne è il movi- mento del naviglio, sul quale uno sì trova: e per movimento non deve intendersi la iraslazione, ma bell È bi ded quell’ insieme di moti nei suoi assi (rollio, bec- cheggio), che la nave ha, e che derivano dal fatto del trovarsi essa in un mezzo così instabile, quale è l’acqua; e a provare che sono questi moti la causa prima del mal-di-mare ron v' è bsogno di intrattenersi a lungo: tutti sanno che il viaggiare con calma piatta, in grossi bastimenti, che pro- cedono per ogni altro lato immobili, non è mai causa di mal-di-mare. Non è, però, il solo viag- giar per mare, che- causa la naupatia: molti ne soffrono anche viaggiando per acqua dolce, cioè per fiumi e per laghi, ed altri infine vanno SOg- getti a sconcerti come quelli della naupatia per moti altrimenti prodotti, che non dall’ acqua, così rimangouo sconcertati nel far ]' altalena, nello an- dare in carrozza, nel viaggiare in ferrovia. Ag- giungerò anche che il viaggiare sul dorso dei Cammelli, che hanno una andatura di portante oltremodo cadenzata, provoca in colui che non vi è abituato, sovente un vero mal-di-mare. — In quanto all’ età, deve dirsi che gli infanti spesso, ma non sempre, ne vanno esenti, e inquanto al sesso, pare che la femmina vi sia più soggetta del maschio. In quanto alla disposizione indivi- duale, è da dirsi che si hanno ?ei fenomeni vera- mente inesplicabili ; avete là due fratelli, della Stessa costituzione, delle stesse abitudini, ed uno soffre orribilmente, uno mai. Certuni non hanno mai provato mal-di-mare; altri lo hanno provato da principio e poi non più, altri, per quanto ab- biano tentato, mai hanno potuto abituarsi alla più moderata delle marette. E ciò è un fatto altret- tanto vero, quanto inesplicabile. ) Circa ai sintomi, al corso, agli esiti del mal- di-mare non v° è bisogno che mi dilunghi, perchè trattasi di cose ben note. I sintomi principali sono il senso di vertigine, lo ptialismo, la nausea, la suscettibilità estrema dell’ odorato, Ì' ansietà ad- dominale, la p rostrazione fisica e morale, i sudori freddi, il vomito, sovente quasi incoercibile. — In quanto al suo corso, la naupatia può dirsi un male continuo, finchè perdura la causa, se non che ha delle esacerbazioni successive; ad ogni forte moto della nave il male si esacerba, come si esacerba ognoraché uno, che, per esempio, è coricato, vuol alzarsi, camminare, o muoversi in altra guisa. Le esacerbazioni maggiori haunosi più nei forti moti di rollìo, che nei beccheggi. — L' esito nel più dei casi è favorevole, e se su questo si è tranquilli, lo siamo più basandoci? su ciò che ha tramandato - la esperienza, che per la considerazione dei sin- tomi, i quali davvero certe volte non sembrereb- sy st} # sa non. o subit | ch forte mal-di-m:ar mpiega qualche giorno]a tor- nare in buono stato di stomaco, e sovente certi odori, e per taluni iperestesici la vista stessa del bastimento, provoca il vomito: è grossolano errore, dunque, ritenere che messi i piedi in terra tutto sia terminato: si entra in convalescenza, ecco tutto. Per quanto l’ esito della naupatia nel più dei casi sia favorevole, può, però, aversi, per sua causa, aggravamento, anche letale, di malattie coesisten- ti, come rottura di ancurismi, perforazioni di sto- maco, aborto; certe volte poi il mal-di-mare di per sè porta un vero marasmo da inanizione, che può compromettere seriamente la salute e la vita, e ciò, si intende, nelle lunghe traversate. (continua) COLOMBICULTURA Riproduzione interdetta uesto Ss LO | Continuazione I Piccioni Viaggiatori II La Posta Aerea — Areostati e Piccioni Viaggiatori — Sistemi di trasmissione dei dispacci — La Fotomicroscopia, ‘Processi Bla- ise e Dragon -— Trenaggio dei Piccioni Viaggiatori — Loro celerità — Viaggi e Viaggiatori celebrî — I Piccioni e le Fer- rovie — Le Società Colombofile e i Giornali Colombofili — La Società di allevamento dei Piccioni Viaggiatori in Firenze. Sembra ormai certo che fino dai più remoti tempi la posta aerea fosse in uso in Oriente, per quanto non possa con precisione stabilirsi l'epoca nèi mezzi di cui si servivano gli antichi per la tra- smissione delle corrispondenze. L’ assedio di Modena (Anno 48 avanti G. C.), quello di Leida (Anno 1574) quello di Venezia (Anno 1849) e quello di Parigi ( Anno 1870 - 71) stanno a provare luminosamente agli incredali l’ utilità ed i servigi dei Piccioni Viaggiatori. Però il vero e proprio impianto di una posta aerea per mezzo di:Piccioni, può dirsi che non rimonta che all’ anno 1870. Distrutta l’armata Francese e cinta Parigi d’as- sedio, il Governo della Difesa Nazicnale residente a Tours, si trovò nell’impossibilità di corrispon- Pa I » aa 67 Wi Pi sE Ade te = - dere colla città assediata, riuscendo vano qualun- que sforzo per rompere la cerchia di fuoco delle batterie Prussiane. Si fù allora che il Sig. Van Roosebeke presidente della Società Colòombofila di Parigi, offrì al Sig Rampont. direttore delle Poste, ili comunicare col Governo per mezzo dei Piccioni Viaggiatori. Il Sig. Rampont accettò l’ offerta, e ai 27 Set- tembre 1870 (data memorabile) il Pallone Vele de Florence lasciò Parigi recando seco tre Piccioni Viaggiatori coi quali si era deciso di tentare il primo esperimento. Sei ore dopo, circa le ore 2 pom., gli alati messaggeri facevano ritorno in città con un dispaccio dell’ areonauta che aveva preso terra a Mantes. Da quel giorno, stabilita la posta aerea, trecentosessantatre Piccioni uscirono da Pa- rigi col mezzo dei Palloni, ma solo una sesta parte vi fecero ritorno. « Cinquantasette soli ritornarono, quattro in Settembre, diciotto in Ottobre, dicias- sette in Novembre, dodici in Dicembre, tre in Gen- naio e tre in Febbraio. » (1) Fino ali’ anno 1870 i Colombi Viaggiatori Fiam- minghi erano poco conosciuti nell’ Europa meri- dionale, ignorandosi affatto che con questi uccelli potesse stabilirsi una regolare trasmissione di corrispondenze con una piazza assedi.ta; ma da quell’ epoca dopo i resultati ottenuti, il loro alle- vamento veniva intrapreso in tutti gli Stati. Sta al Belgio l’ onore di aver fondata la posta aerea coì Piccioni Viaggiatori: gli viene dopo la Francia, quindi l’ Olanda, l'Inghilterra, la Germania, l’Italia, l’ Austria, la Spagna, il Portogallo e la Grecia. Adesso non havvi in Europa fortezza che non possegga diverse paia di questi intelligenti ani- mali. Fu sul cadere dell’ anno 1878, se non erriamo, che si aprì in Italia la prima Coiombaia militare. La piazza forte prescelta fù Ancona: fondatore e direttore uu’ ufficiale di Artiglieria da fortezza il sig. Malagoli di Modena. Le Colombaie di Piccioni Messaggeri apparte- nenti ai privati, dal 1870 in poi andarono grada- tamente aumentando, e nell’anno 1881 le gare di corsa eseguite in Firenze, presero così grandi proporzioni, che il mio amico Brunacci lanciava in autunno i suoi piccioni da Napoli. Ma lo svi- luppo di questo ramo di zoopedia sarebbe ancora maggiore, se il poco rispetto che si ha in Italia alle Leggi regolanti ja caccia, ed il nessun prov- vedimento preso dal R. Governo per la repressione del Tiro al Piccione non frapponessero gravissimi (1) L. Figuier « Gli Uccelli» Opera e traduzione citata. ostacoli alla produzione. Che alcuni cacciatori (seri- veva alcuni anni sono il nostro egregio collega A. Renauld) i quali hanno la scusa della gioventù e del bollore del sangue, cedano con troppa faci- lità alla specie di vertigine che spinge l’uomo alla distruzione, possiamo dolercene, ma non stu- pircene molto. Ciò che fa meraviglia e muove a sdegno si è che alcuni compiacenti verso delitto di lesa umanità, pretendano che la sparizione di tale o talaltra specie utile sia una conseguenza necessaria e fatale dell’ incivilimento, » Ma non solo ai servigi di guerra può prestarsi questo alato messaggere, ma benanco a quelli della pace. Sulle coste d’Inghilterra e su quelle di Norvegia si sono fatte ultimamente delle esperienze per l’ uso dei piccioni come mezzo di rapida comuni- cazione fra la terra e le barche da pesca. Uno o più piccioni di razza Belga sono imbar- catì a bordo di ognuna di quelle barche. Una volta constatata | importanza della pesca, si lancia l’ uccello, al collo del quale è stato appeso un car- tellino portante la quantità e qualità dei pesci presi, la posizione della barca, la direzione del vento, la data probabile del ritorno. Se la forza e la direzione del vento non sono favorevoli, si può chiedere un rimorchiatore, che dopo le rivelazioni indicate dal piccione, arriva facilmente a trovare le barche, alla ricerca delle quali è andato. Questo sistema permette d’ avvisare sollecita- mente gl’ interessati delle disposizioni da pren- dersi per !a spedizione, la consegna e l’ insala- mento dei pesci. La sua utilità è grandissima tan- to per la pesca delle aringhe, acciughe, sardine, come per quella dei merluzzi. I piccioni lanciati da bordo delle barche peschereccie fanno invaria- bilmente tre giri a larghe spirali intorno alla bar- ca e quindi prendono direttissimo il volo verso la costa, mantenendosi a grande altezza sul livello dell’ acque. I grandi proprietari di terreni siti in località ove ancora non funzionano nè il Telegrrfo nè il Telefono possono applicare il sistema della posta aerea coi piccioni viaggiatori tra le loro Agenzie rurali e le residenze invernali della città. Con questo mezzo semplicissimo e poco costoso pos- sono spedirsi ordini ai propri Agenti e Fattori con sicurezza di recapito, e poche ore appresso se ne avranno da questi le più sollecite risposte. Lo stabilimento di una Colombaia di Messaggeri da quindici a venti paia porterà una b»n tenue spesa, (circa 40 grammi di granaglie al giorno tito iena 0 FM RT E 9 per ogni piccion liventare sor che alletti più del ritorno al tetto natio degli: alati Corrieri lanciati a centinaia di chilometri di di- stanza dalle loro Colombaie. I Piccioni Viaggiatori sono gli amici ed i com- pagri indivisibili degli areonauti, ed a questo pro- posito Tissandier nei suoi viaggi aerei narra cu- riosi ed inter..ssanti particolari. Coincidenza strana: il primo pallone che in Francia trasportò da Pa- rigi a titolo di prova i piccioni messaggeri il mat- tino del 27 Settembre 1870, portava il nome di Città di Firenze (Ville de Florence); nome eguale a quello che dieci anni più tardi lasciava Firenze, tentando per la prima volta in Italia una consimile prova. Agli 11 Agosto 1880 il pallone Città di Farenze montato da due intrepidi ed intelligenti areonauti ì Signori Bedeau e De Sterlik abbandonava Firenze al rintocco di mezzogiorno con abbondante zavorra, e spinto dal vento varcava l’ Appennino filando dritto verso il mare Adriatico. Volle fortuna che all’ imbranire cambiando il vento di direzione e facendosi bonaccia i due avventurosi viaggiatori poterono esser respinti dal mare su cui sovra- stavano ed approdare alla costa. Nel caricamento della navicella a cui aveva presieduto De Sterlilc erano stati collocati in apposite gabbie dodici pic- cioni Fiamminghi di tre allevatori Fiorentini, i Si- gnori Raveggi, Visconti e Ciotti ai quali veniva restituita la libertà a quattromila metri al di so- pra di Forlì, a ore 7 di sera. Dei dodici piccioni, undici si rifiutarono di abbandonare il pallone, te- mendo le correnti, la straordinaria altezza e la notte che si avvicinava, ma uno di proprietà Vi- ‘sconti lasciandosi cadere a piombo nello spazio, portava la sera stessa in Firenze le notizie di quel faticoso viaggio. (2) Vari sono i sistemi per la trasmissione dei di- spacci. Il primo sistema adottato per l’ invio delle corrispondenze si fù quello di accartocciare ben stretto un foglietto di carta di riso di quattro o cinque centimetri quadrati e quindi legarlo stret- tamente alle due estremità sulla costola di una timoniera centrale del Messaggere, procurando di collocarlo sulla parte inferiore onde soffrir non dovesse per la pioggia, la brina e la neve Altro sistema adottato fino a otto anni fa si è quello praticato sempre con buoni resultati dalla (2) Circa 1 uso di taluni piccioni di alzarsi in colonna, in linea quasi diretta, e di lasciarsi cadere dall’ alto in basso ad ali semichiuse, vedasi quantoTnarra Arturo Renauld nel suo Libro « Caccie Varie» al Capitolo Tortore e Colombacci, cifici e svariati godimenti, poichè non vi è nulla suo tempo. ‘una memoria rimasta agli atti di quel- la disciolta Società. Scritto il dispaccio su carta sottilissima arrotolavasi strettamente, introducen- dolo quindi in un canaletto di una penna d’ anitra o d’ oca, e quindi turato il vano con cera, lega- vasi al collo del Piccione che si voleva lanciare. Però, io stesso dovei convincermi che questo si- stema applicabile per brevi distanze, non poteva adottarsi per i lunghi tragitti, essendochè l' uccello fermandosi a metà del percorso, riusciva a colpi di becco di liberarsi dall’ incomodo collare. Questi due sistemi dettero origine ad un terzo che è il migliore, e che gli comprende ambedue. Il dispaccio rotolato ed introdotto in un tubo di penna d' Oca si ferma ad una timoniera cen- trale dalla partie superiore con due legature di refe. Il Piccione è così più libero, non sente im- pacci, ed il dispaccio è maggiormente sicuro dalle intemperie, preservandolo asciutto il canaletto che lo racchiude. Firenze G. C. GIACHETTI (continua) Gli animali meno studiati della nostra Sauna CROSTACEI (Continuazione) 2.2 FAMIGLIA DEI MACRUREI /(Zeach) ORDINE DEI DECAPODI (Latr) Gerere Paguro Pagurus Bernhardus. Yad. È molto noto per tralasciare una minuta descrizione. — La chela destra è maggiore della sinistra, il colore rosso pallido. — Abita nuraerosissimo le nostre coste e sceglie di preferenza le conchiglie della Natica mil- lipuntata, nella quale stabilisce la sua dimora, io ne ho visti un centinaio d° individui, tutti in quel- le conchiglie, mezzo avvolti nel mantello che aveva appartenuto a quell’ animale. Sono vivacissimi e ladri accorti, ma una volta alloggiati nella pre- data conchiglia non ne escono che quando quella è incapace a contenerli, nel quale caso sono pron- tissimi a procurarsi una casa più comoda, in quan- to che la tardanza li esporrebbe ad aver divorata la pancia dal vicino più grosso che vigile aspetta tal momento coll’ impaziente moto delle antenne e dei palpi. — Lo studiarne l’ abitudine in un grande acquario è cosa divertevolissima. — Tro- vasi in tatti i mari d’ Europa. | po, d’ un bel colore rosso e privo di spine. I diti Pagitai striatus. Latr. — È grande il li De NE; ottusi appena piegati all’ indentro, la chela sini- stra più grande della destra, a differenza del Bernardo, le chele e le zampe son guernite di.&i strie ciliate. Abita di preferenza le conchiglie del genere Cassis, l’ ho visto pure nel Murex truncu- lus. Il Risso dice d’ averlo visto anche nel tritone, il che non mi par difficile potendo questo Paguro raggiungere grandi dimensioni. È frequente. di Pagurus ursus. (?) 0/7v. È come il precedente, — il suo corpo munito di tubercoli e di peli ispidi, le gambe appariscono striate d’un rosso più forte nel , î la loro larghezza. Preferisce la spoglia del Dolium ai galea. Forse per essere leggera. Ho visto semp e fà delle attinie che s'erano stabilite su questa conchi- glia, cd io penso che quegli esseri di natura seden- — taria, amassero la locomozione el a tale scopo si | fossero posati su la vettura che l’irsuto ospite tra-. 4 sportava. — Non mi accadde mai vedere attinie su” si quella conchiglia quand’ essa è abitata dal proprio | A padrone. Asa Pagurus sp. (?)E quanto il bernardo, la chela — destra maggiore della sinistra, entrambi son ca- renate. Il colore rosso scuro. Lo trovai nel Murex trunculus. È comune. ur Genere Scillaro " î Scillarus arctus. (?) Fadr. E grande, il corpo generalmente scabro, colore giallo fosco. I contor- ni del guscio, le antenne e l’ estremità delle AID sono di un violetto carico. Gli occhi appena spor- genti dalle fossette e lucidissimi. Lo scudo pre-. senta dgiversi avvallamenti ed una punta sulla re- gione cardiaca. Ama le coste argillose; la sua carne è squisita. Abita il mediterraneo. Non è CA comune presso di noi, invece sono comunissimi | dei piccoli individui di colore nerastro del resto | simili in tutto al precedente che dubito fortemen- — 4 te sieno giovani della surriferita specie. Be Genere Palinuro Pea — DL Aquile e camosci. Ricchezza zoologica — Il camoscio — Suoî co- stumî — La caccia aî camoscì — Considerazioni — Stambecchi e cervî — L’ aquila reale — Cat- ture di aquile. La Valtellina, se è ricca in prodotti minerali e vegetali, non è meno abbondante di specie zoolo- giche. Ciò credo di aver dimostrato a sufficenza nella mia memoria bibliografica, recentemente compiuta La Valtellina ed î Naturalisti, per cui non sarebbe che un’ oziosa ripetizione il provare ades- so quanto sia stata prodiga Natura verso la pro- vincia di Sondrio. Ed è naturale del resto che in un territorio tanto propenso, nelle sue condizioni fisiche, allo sviluppo d' un estesa scala d’ orga- nismi, si abbia a notare quell’ abbondanza in ani- mali che tutti gli studiosi della fauna valtellinese hanno comprovata Infatti, nella provincia in discorso, si riprodu- cono perfettamente, in miniatura s’intende, le zone zoolugiche diverse in cui suolsi dividere dai na- turalisti la grande distesa continentale dell’ Euro- pa; dalla meridionale e calda, co’ suoi speciali prodotti, alla sententrionale e fredda caratteriz- zata da altri particolari viventi. La pianura che costituisce il fondo della valle ed il vasto del- l’ Adda alla sua foce, rappresenterebbero quel primo estremo; le squallide contrade alpine, coi loro ghiacci e colle loro nevi, il secondo. I due più nobili animali della mammalofauna e della avifauna valtellinesi sono il camoscio e l’ aquila, entrambi abitatori della parte più \ele- vata e conseguentemente più deserta della pro= vincia. Io non starò adesso a voler dare una de- scrizione minuta di queste due notissime specie animali; vi banno molti, eccellenti e diffusi trattati che possono fornire in proposito tutte le notizie desiderabili. Esporrò solamente le poche osserva- zioni che nel ristretto campo della Valtellina ho potuto raccogliere su entrambi questi animali, ver- so i quali nutro una doppia simpatia, come na- turalista e come alpinista. ll canoscio — Capella rupicapra Keis. und Blas. — si riscontra su tutte le montagne della Valtellina, tanto nella catena prealpina che dal Lesnone — alto e dirupato colosso ergentesi sulla sinistra dell’ Adda, al suo sbocco nel lago di Como coi greppi del Cevedale e dell’ Ortler, quanto sulle altissime cime che costituiscono le Alpi e- tiche. Abbonda maggiormente sul territorio bor- niese e sui fianchi eternamente ghiacciati del Ber- nina e del Disgrazia, i due picchi sovrani della retica catena. Nelle Prealpi è più raro, perchè più facilmente cacciato, e tiensi prudentemente ri- legato sulle creste più elevate e meno accessibili all’ uomo. In generale però questa graziosa antilope delle Alpi non è più numerosa in Valtellina come una volta, quando i monti tutti pullavano di tanto mirabile ornamento delle inospiti regioni nevose. Sono passati i tempi in cui era facile imbattersi in branchi di camosci a centinaia e trovare dei cacciatori che, nel corso della loro professione, avessero tolta la vita a parecchie migliaia di questi agognati g@biers. Nelle mie attraversate sui ripidi ghiacciai, in- castonati fra gii eccelsi pizzi del gran Zebrù (Kò- nigsspitze), del Cristallo, del Cevedale e del Tres- sero, mi si è offerta più volte l'occasione di scorgere truppe di camosci da cinque a quindici individui. Ed una volta precisamente sulle Ve- drette del Zebrù, ho visto, nelle prime ore pome- ridiane, un branco di camosci che, spaventati dalla presenza mia e della guida, battevano rapidamente la ritirata attraverso quei campi di ghiaccio. Per parecchio tempo seguì coll’ occhio la bruna comi- tiva fuggente sulla bianca distesa della neve, fin- chè giunta alla sommità d’ una cresta calò dal- l'opposto versante. Gli iudividui più grossi sta- vano in capo alla marcia, ì piccini alla retroguardia. Anche nella recente mia ascenzione al Redorta — picco dirupato che a più di tremila metri si eleva nelle Prealpi, tra la Valtellina e la provin» cia di Bergamo, e di fianco al noto Pizzo del Dia- volo, il Cervino delle Orobie, come altri ha felicemente chiamato — m° imbattei di guadagna- re una cresta, dalla cima della quale vidi parecchi camosci che, sibilando in modo acutissimo, s’ era- no levati abbandonandosi ad una corsa tanto ver- tiginosa, che spiccavano salti giganteschi da una rupe all’ altra e s° arrampicavano con una velocità incredibile sulle nudi e ripidissime pareti di mica- schisto, dette, nel vernacolo di quelle contrade, pîsdisce. Nè mi mancò altre volte 1° occasione di assistere, attraverso le lenti di un buon canoc- chiale, al pascolo dei camosci od alla loro siesta pacifica entro la romita anfrantuosità di qualche roccia, di modo che parmi di aver constatato de- visu tutte le yarie fasi della vita quotidiana, emi- nentemente metodica, di questi animali. — correndo in senso latitudinale, va a rannodarsi tela «= |) Infatti i camosci, dopo aver e. in riposo la notte nelle parti più elevate della montagna, scendono, non appena si fa giorno, al di sotto del limite delle nevi, ove s’ intrattengono a pascolare, brucando le fine ed aromatiche erbette di quelle magre zolle. Compiuto il pasto, si portano in sito appartato ed ombroso, preferibilmente appiè di qualche rupe, e quivi passano, quietamente sdra- iati, le ore meridiane del giorno. Alquanto tempo ‘ prima del tramonto escono di nuovo al pascolo e poi, pian piano, cominciano a muovere verso l’al- to, finchè giungono al punto in cui sogliono at- tendere la notte. È noto che, durante il pascolo od il riposo, una vecchia femmina costudisca la mandra por- tandosi nel luogo più elevato, donde colla testa graziosa maestosamente drizzata, spinge l’ occhio intelligente sui campi sconfinati di ghiaccio che la circondano, tende il fino orecchio e dilata le nari, dotate di squisita sensibilità, in modo di avvertire tosto il minimo pericolo. E come fa la sentinella di un branco di corvi, che al più piccolo sospetto dà l’ allarmi ai compagni per cui tatti levano gracchiando il volo, così la camozza in vedetta, non appena s’ accorge che qualche sinistro minac- cia, emette un fischio prolungato, ed a questo suono l’ intera truppa si mette subito in fuga, af- fidando all’ agilità dei muscoli la propria salvezza. Il camoscio è un animale perfettamente socie- vole; i maschi però invecchiando, si fanno nemici della società e, al pari di molti nomini misantropi, si ritirano a romitaggio nel folto dei boschi e sulle cime più solitarie. Durante la stagione estiva pas- sa la vita nelle regioni nevose delle montagne, ma al sopravvenire dei rigori invernali scende nei boschi e non raramente nelle valli, cibandosi delle corteccie di betulla, di licheni ed altri miseri ve getali che in tanta carestia può rinvenire. Gli amori dei camosci hanno luogo nel mese di novembre, e nei mesi di aprile e maggio ciascuna femmina partorisce uno o due piccini che sono tanto affezionati alla madre, da non abbandonar!a, quand’ anche venisse uccisa. Ed invero questo fatto s' é più volte constatato, cosicchè è accorso a vari cacciatori d' impadronirsi de’ piccini vivi quando uccidevano le camozze. Citerò, ad esempio, come l’anno scorso un alpigiano di Val d’Ambria, — valle che, principiando dal gruppo del Rodorta e Pizzo del Diavolo, corre a sententrione per buon tratto finchè sbocca nella vallata principale dell’ Adda,a levante, di Sondrio e poco discosto da questa città RIST, Aci: nel Moss di maggio, dee STI i Linz: RI 1 L vile, rel doi 171. bo possessarsi del suo piccino che non si voleva, ad ogni costo, distaccare dal cadavere della madre. Portatolo a casa, il cacciatore cercò di allevarlo. x nutrendolo con latte di capra e per una quindizina di giorni lo tenne in vita, ma quando incominciò ad apprestargli dell’ erba il povero orfanello morì. Ed io stesso ho visto questo luglio, presso un'al- tro cacciatore, pure di Val d' Ambria un’ altro piccolo camoscio vivente, fatto schiavo nell’ iden- tico modo che ho narrato. (Continua) MARIO CERMENATEI. zia c_ _ mC Cm T_T _c_c__ctTez? th di ap, dnsegnamenti pratici pio Mezzo pratico per ottenere che lo vacche par- toriscano durante il giorno. (Dal giornale 2’Agrà coltore). Nessuno ignora come sia incomodo in ogni — stagione e sopra a tutto in inverno, il partorire — ; delle vacche durante la notte. Prescindendo dalla È sorveglianza che necessita durante il parto, esso causa spesso Ia morte del vitello e qualche vol- ) ta anche quella della madre, bastando perciò la più piccola imprevidenza. Pare ora che la pratica abbia insegnato ad un vaccaro che mungendo per l'ultima volta Ia sera, invece che al mattino, una vacca vicina a figliare, essa partorisca quasi sem- pre durante il giorno invece che nella notte. So- pra 30 vacche e durante tre anni, dice il Dott. Numon, tre o quattro solamente hanno fallito a questa esperienza. PARI > Per liberarsi dai danni della fillossora. Dicesi che in Austria si è trovato un mezzo facile e si- gi curo (?) per combattere la fillossera e consisterebbe semplicemente nel piantare del granturco presso le viti ammalate. Pare cbe la fillossera sia ghiot- ta del granturco ed abbandoni le viti per "in > si di esso. «Lat Un altro rimedio contro la fillossera lo hat trovato il Prof. Fiedler direttore della scuola agra- ria di Rouffach. Egli impiega il creosoto e negli ; LE esperimenti fatti a Karlsruhe dicesi abbia ottenu- i ti eccellenti resultati. Il sale alle piante di cavoli, Assicurarsi che spargendo un po’ di sale attorno le piante di ca- voli o innaffiandoli con acqua salata si ottiene uno sviluppo straordinario dei cavoli stessi e si salva- © no anche dai cosiddetti bruchi verdi. | È La sabbia nei trapiantamenti. Iacque sDeschau- mes nel giornale Lyon Hort, insegna di porre della sabbia attorno alle radici delle piante deli- | cate che si trapiantano e dice che così avremo quasi la certezza di un ottimo successo, molto meglio che ponendoci del concime il quale contié- ne e richiama sempre dei vermi che spesso ro- dono le radici delle giovani pianticelle e ne cagio- nano la morte. Conservazione dei fiori allo stato naturale. Togliamo dal Giardinaggio: Per conservare i fiori naturali in tutto il loro splendore e nella loro freschezza, si discioglie in una bottiglia ben turata 24 grammi di gomma coppale ben chiara, m.aci- nata grossolanamente e mescolata con un mede- simo peso di vetro pesto in 500 grammi d’ etere solforico di cui siasi constatata la purezza. I fiori sono tufati in questo liquido e ritirati subitamente, poi esposti all’ aria durante 10 minuti; si immer- gono nuovamente e sì espongono ancora all’ az'one dell’ aria. Questa operazione si ripete 40 5 volte. I fiori così trattati si conservano moltissimo se si ha la precauzione di non toccarli troppo. Influenza dell’ acqua calda sul rapido svilup- po dei vegetali. Esperienze eseguite dal sig. Niep- rolsch direttore dei giardini di Flora a Colonia, hanno chiaramente dimostrato che innaffiando le piante con acqua scaldata a 30 o 35 gradi, si ot- tiene nno sviluppo straordinario delle piante stesse. Segreto di convento. Traduciamo dal Bullettin de la Socatté d'apîcolture de la Gironde: Volete fa- re una buonissima bevanda nella quale vi entra del miele? Prendete 100 litri di acqua ed unitici 2 chili di mele secche o verdi tagliate in quattro, 2 ch. di uva secca, 1 ch. di miele e 1 ch. d’ orzo orai- nario; rimestate il tutto, lasciate che cominci bene la fermentazione, colate con 3 chiare d’ uovo, mettetela in bottiglie e tutto è fatto. Se lasciate continuare la fermentazione a capo di 2 mesi avrete un’ aceto delizioso. NOTIZIARIO —_DEL A tutti gli associati che ci procureranno nuovi abbonati daremo in dono tante copie dell’ elegante ed istruttivo libro Un viaggio in Oriente del Cav. Dott. Flaminio Tassi (Edito dall’agenzia di questo Bollettino. 2a edizione) per quanti nuovi abbonati ci rimetteranno |’ importo. Aî vecchi e nuovi associati che pagheranno l'abbonamento per il 1887 entro il mese di genna- io daremo uno dei seguenti doni a loro scelta. 1. Un elegante calendario da portafoglio 2. Una o più oleografie sacre o profane 3. 5 specie di semi di fiori 4. 5 specie di conchiglie viventi terrestri o marine, o fossili 5 2 inserzioni gratuite, di 4 linee, nella rubrica indirizzi utili; vedi fascicolo 10 e precedenti 6. Le annate complete del Bollettino 1883, 1884, 1885, e 1886 a sole L. 1, 50 per annata. 7. Un opuscolo di apicol'ura ed altro libretto di utilità per qualanque famiglia. 8. La pubblicazione gratis per 3 volte di una me- desima domanla od offerta di cambi. Tutti coloro che desiderano esonerarsi dal pa- gare l’abbonamento dell’annata, non hanno che a procurarci 3 nuovi abbonati. A tutti gli associati che pagheranno l’ abbo- namento anticipato daremo per sole L. 1,20 un elegante timbro automatico tascabile in metallo bianco come la quì annessa figura, ed una boccetta di inchiostro. Nel tim- TTT INI IGOO inciso il nome cogno- me, città e domicilio dell’ abbonato, od altra dicitura che a lui piac- cia indicarci. Deside- rando timbri più gran- di e col medesimo si- stema possiamo fornir- ne che contengono una decitura in uno o più versi. di mill.45X12 a L. 1,50 « « 50X15«<« 1,80 « « 51X21«4« 2,50 Inviando 75 cent. in più vi faremo incidere anche le iniziali per timbri a secco sulla ce- ralac ca. L’invio franco per tutto il regno costa 70 cent. e per l’estero quanto occorre ad affrancare un pacco postale. (Scrivere chiaramente ciò che deve essere in- ciso col timbro). Si rammenta agli associati che l’ abbonamento non disdetto entro il decembre sì ritiene confer- mato per l’ anno futuro, come è detto nella prima pagina di tutti i fascicoli del Bollettino. Per disdire l’ abbonamento occorre darne ay- viso all’ aministrazione. bro sarà nitidamente ;I( ‘@fUuocn TNA III CE) {NA Preghiamo la gentilezza dei nostri abbonati a far vedere il Bollettino ai loro conoscenti ed amici e ci faranno sempre cosa gratissima, for- nendoci indirizzì di persone alle quali si possano inviare numeri di saggio con la speranza di po- terle annoverare fra gli abbonati. Attesa la pubblicazione dell’ indice dobbiamo rimandare al prossimo numero la continuazione di alcuni articoli, la consueta Rivista bibliografica, le rubriche: Invenzioni e scoperte, e Noterelle sto- riche. i Mostro marino. In Assab presso le saline di y De o”, Rat © Marcana è sta ERlivebbto ta Ie SIA 1 Mate un enorme cetaceo arrenatovi da parecchi giorni e le cui carni venivano divorate dalle Iene e dagli Sciacalli. Lo scheletro è però rimasto quasi intat- to e misura 25 metri di lunghezza. Noti.ie giunte di là assicurerebbero che questo anima!e non è nè un Capodoglio nè una Balena nè altro animale co- d nosciuto; ma che trattasi di una specie nuova per ; la scienza zoologica, Tuttavia occorrerà che lo scheletro sia mandato in Europa per decidere ve- ramente a quale specie animale appartenga. E la filossera si avanza! A Colusio presso Adda | nella prov di Bergamo si è trovata la fillossera proveniente pare dalle infezioni giò gravi del cir- condario di Lecco. Si è trovata pure nel comune Protezione dei nidi di uccelli. Il 12 corr. fu- i rono distribuiti dall’ Associazione zoofila lombarda $ le medaglie ed i premi in danaro elargiti dal Mini- stero di agricoltura, per ricompensare i maestri e gli allievi delle scuole rurari delle provinciè as- ss sociate fra loro, per essersi adoprati a vantaggio H della protezione dei nidi degli uccelli. ni Concorsi: E aperto un concorso a premi fra i produttori di uve da tavola delle provincie di To- 9, rino, Alessandria, Novara, Pavia, Parma, Piacen- za e Cuneo. Per le domande rivolgersi alla dire- zione generale di Agricoltura presso il ministero di agricoltura. La esposizione internazionale di telefonia che ha luogo in Bruxelles si aprirà il 9 del prossimo di Montevecchia prov, di Como. gennaio nei locali del Palazzo della Borsa. ST d Wa: . LU b) 1 dndice delle Materie trattate nell’anno 1886 — tartVarEO_ ” Agricoltura: La caccia degli uccelli insettivori e l' agricoltura, pagina 9. ro — Sulla Peronospora, — 10 — Nuovo sistema di legatura per gli innesti, 13 — Un altro nemico della vite, 20 — Di una F nuova forma di silò, 27 — Coltivazione del gelso, 23 — Vitigno resistente alla Peronospora, 30 — e. Mosca delle elive, 34 — L'idrato di calce contro Ja Peronospora, 35 — Distruzione dei succiameli, | Sd 36 — Congresso «degli agricoltori italiani, 45 — Lo zolfo acido contro la Peronospora, 47.48 — Ap- a plicazione del latte ci calce alle viti, 51 — Come si possa aumentare la produzione del grano, g— Innesto della vite, 76 — Nuovo insetto che danneggia il gelso, 79 — Applicazione del latte di calce È alle viti, 83 — Il carbonato di soda contro la Peronospora, 83 — Per combattere la Peronospora della IRC vite, 86 — Modo abbreviativo di avere barbatelle di viti, 103 — Contro le tignole dell’ uva, 104 — È: Incisore per le viti, 107 — Lo zolfo acido e la Peronospora, 120 — Cimatura e sfogliatura del gran- À turco, 124 — Un'altra nebbia nel frumento. 125. 133 — La Peronospora, il marciume l' oidio sui “E grappoli dell’ uva, 131 —- Per aumentare il raccolto del Granturco, 131 — Quando è bene fare la ven- 139 — Conferenze sulle malattie della vite, demmia, meli, 162 — Pef liberarsi dalla fillossera, 171 Amphibia : (CAmfibi) Rana temporaria, pag. 61 — Le rane d’ Italia, 88 — Rana esculenta mostrusa, 114. — Ancora sulla questione delle rane, 119 — Contribuzione alla fauna erpetologica della campagna | Pe romana 135 — Sul Proteo anguino 140 = Note sull’erpetologia veneta 140. : Puntura delle api e rimedi, pag. 20 — Ape decapitata, 20 — Studi microscopici sull’ ape, N Apicoltur®: 155. — Per liberarsi dalle Orobanche o succia- 21 — Per procurare che gli sciami si fermino in vicinanza dell'apiario, 59 — Diffusione dell’ apicol- tura, "61. 62 — Le api dannose, 7.83 — Per riunire due colonie, 100. 101 — Per prendere facilmente 5% gli sciami, 100 — Il foglio deli‘ ala alle regine, 100 — Come supplire ai fogli cerei faccettati, 100 — se dl È Per introdurre le regine negli alveari, 1o1 — Polvere di caffè contro la putrefazione delle covate, A 101 — Api predatrici, 101 — I ragni amici degli apicoltori ro1. -- Nuovo acaro nelle api 164. oa - Astronomia: Tre nuove comete, pag. 47 — Cinque nuovi dicboli pianeti, 107 — Sistema di Copernico, — A o 130 — Questione da risolvere, 150 — La temperatura della Luna, 131 — Nuova cometa, 159 Tre è sa nuovi pianetini, 159. Bachicoltura: Utile ai bachicultori, pag. I5— PANE di Bachicoltura, 31, 47 — I bachi da seta nell’ Assam, 57 — Per liberarsi dai Dermerstes (Tarme), 139 — Pesatrice meccanica di farfalle, 142 — ‘Osservazioni sull’ applicazione della luce otticamente pura alla Bacologia, 150. — Estivazione del seme serico, 164. Botanica : Piante annose, pag. 15 — La passione per i fiori, 15 — Preparazione e conservazione delle piante marine, 28 — Pianta elettrica, 29 — Nuova specie di noce, 30 — Eucalitus &Mulleri, 36 — Nuovi Kcsgto Pelargonium, Brava) Primula, Wormia, Ranunculus, so — Fungo colossale, 51 — i, I cedri del Libano, 61 — Dessication des plantes, 66 — Musa ensete, 67 — Longevità delle piante, 67 + De ph o: 67 — Nuove osservazioni sulla profondità a cui giunge la vegetazione Pa. cp delle diatomee in mare, 68 — Per regolare la fioritura dei rosai, 76 — Bambù oleifero, 78 —_ Pri- i mula olga, 78 — Nuova pianta saponaria, 78 — La Peronospora della vite, 86 — Sopra alcuni carat teri esterni della Peronospora viticola, 77 — Albero elettrico, 108 — Odonthoglossum pescatori, 114 — eAcanthosicyos horrida, 115, — Conifere, n5 — Phythophotora infestans, 117 — Longevità di alcuni semi 146. Caccia : La caccia degli uccelli insettivori e 1° agricoltura, pagina 9, 10 — I licenzini scientifici per . la caccia, 43 — Permessi di caccia, 47 — Distruzone o protezione delle passere? 69 — Cause della dinainuzione degli uccelli, 75. 1 Chimica: L' Alghina, pagina 13 — Borhydrina 30 — Nuovo processo della fabbricazione dell'Idro- geno, 34 — Ricerche chimiche sulle acque, 60 — Il germanium, 61 — Etude chimique des materiaux ramenes par les sondages dans les expeditions du Travailleur et du Talismen, 66 — Filtri di amianto, 78 — Colorimetro, 98, 107 — L' acido carbonico contenuto nell’ aria, 84 — Analisi celere dell’ acqua potabile, 102 — Idrofnafiolo, nuovo antisestico, 141, Colombicoltura : 1 piccioni Turchi, pagina 5 — Ingrassamento dei colombi giovani, 28 — I piccioni pavoncelli, 51 — I piccioni Tamburi, 73 — I piccioni Romani, 94 — I piccioni Gozzuti, 115 — Pic- cione che depone uova doppie, 133 — I piccioni torraioli domestici, 136 — I piccioni Polacchi, 149. — I piccioni viaggiatori, 167. Coelenterata : (Celenterati) Rhopalea neapolitana, 131 — Pesca del corallo, 159. Comunicazioni, Proposte, Domande, Risposte fra gli Abbonati: Pagine 2, IS, 34, 50, 66, 83, 114, 130, 146, 162. Concorsi: Premio Volta, pag. 15 — Di macchine e attrezzi Enologici ecc., 31 — Apparecchi anticritto= gamici, 31, 47, 62, 110, 126 — Di Bacolegia, 31, 47 — Premi del R. Istituto Lombardo, 31 — Inter- nazionale di macchine seminatrici, 47 — Per la compilazione di una antologia, 62 — Tra i modella- tori di frutti artificiali, 7g — Posti di studio, 79, 159 — Per la coltivazione dei prati, 110 — Per l'in- segnamento, 62, 110, 120, 143, 159 — Gara nazionale di colombi viaggiatori, 110 — Internazionale di seminatrici, 111 — Ioternaz. di macchine per la canapa, 111 — D’ Astronomia 130 — Posti Veteri- nari, 145 — Premio dell’ Accademia medica di Roma, 143 — Idem della Società medica-fisica fioren- tina, 143 — Per i meteorologisti, 159, — Produttori di uve, 173 — : Congressi: Allevatori di Bestiame, pag. 31 — Internazionale d'idrologia e climatologia, 31, no — Dei Mugnai, 3: — Apicoltori italiani, 45 — Di Bacologia e sericoltura, 49, 159 — Internazionale di navigà- zione fluviale, no — Internaz. per la istruzione Tecnica, 127 — Alpino a Varallo 127. Crustacea: (Crostacei) Gamberi fluviali italiani pag. 140 — Lambrus Spinimanus, Portunus corrugatus, P. marmoreus, P. Duforù, Calappa granulata 153 — Gonoplax?, Ociuola spinifrons, O. sp? 12, O. sp? 2,2 Dorippe lanata, Mgia squinado, 154 — Maia phalangium, Inachus scorpio, Leucosia nucleus, 115. — Pagurus, bernardus. P. striatus. P. ursus P- sp.?. Scillarus arctus. Palinurus vulgaris 169. Entomologia (Insetti: Coleotteri della campagna romana, pag. i — Sulla morte degli insetti per inanizione, 12, 20 — Galla di Cinipide nelle radicj di Vtis vinifera, 12 — Contribuzione all’ anato- mia ed alla biologia degli Odonati, 13 — Coleotteri della valle Lagarina, 13 — Ape decapitata, 20 — Copus Gothicus, 21 — Studi microscopici sugli organi genitali dell’ ape regina, 21 — Utilité de 1’ etade des insectes, 21, 42 — Materiali per una fauaa entomologica dell’isola d' Ustica, 38 — Mosca delle Oline, 34 — Note entomologiche. 50 — Observant'ons sur le rangement des insectesen collection, 60 — La seta di Theophila mandarina, 69 — Distruzione degli insetti nelle serre, 77 — Contro gli insetti e Ie crittogame, 77 — Nuovo insetto che danneggia il gelso, 79 — Per liberarsi dalle formiche, 104 — Per distruggere la selandria, 104 — Per distruggere i grillotalpa, 105 — Formica fosca, n4 — Gli odonati del gruppo Ischura, 125. — Farfalle in alto mare, 166. Esposizioni : Internazionale a Ginevra, pag. 15 — Generale asiatica a Ouyeno, 15 — Di cani a Torino 15, 62, — Di vini e prodotti alimentari, 31 — Internazionale in Ginevra, 47 — Internazionale al Me>- sico, 47 — Orticola a Dresda, 47 — Ornitologica a Vienna, 54 — Generi e prodotti della macinazione a Milano, 62 — Di Cani a Marsilia, 62 — Idem a Notterdam, 62 — Orticola in Torino, 79 — Inter- nazionale in Spagna, 79 — Fotografica in Firenze, m — Apistica italiana, 'm — Canina mi — Inter- | nazionale di pollicoltura, a Roma ni — Esposizione galleggicnte, 127 — Internaz. di vini, 27 Ita- liana al Cairo, 143 — Di giornali agrari in Siena, 159 — Internazionale di pollicoltara a Roma, 159. - Fisica e Meccanica: Microfono a piastre di vetro pag. 13 — Le macchine automaticho, 3 — Te- lemetro Bozzi, 29 — Tappo zolforatore, 28 — Bottone telefono, 30 — Tosatrice a vapore, 30 — Areo- statica, 6o — Nuova pila, 6o — Bussola marina, a compensazione automatica, 6r — Il Sensofone, 61 — Il Plesiotelescopio, 61 — Nuova turbina, 61 — Tribbiatrici e locomobili da montagna, 63 — Filtri di amianto, 78 — Trasmissione della forza a distanza, 78 — Incisore annulare per il tralcio delle viti, Vle AI AGLI: È 0) 107 — Automet o universale, 107 — Nuovi strumenti termici misuratori, 107 — Telefonia interconti- nentale, 107 — Macchina per sgusciare i piselli, 108 — Macchina compositrice, 108 — Nuovi strumenti all'esposizione di elettricità a Pietroburgo, 108 — Perfezionamento al telefono, 108 — Nuovo esplora- tere elettro acustico sottomarino, 141 — Pesatrice meccanica di farfalle, 142 — Nuovo battello sotto- marino, 142 — Macchina per falciare e caricare il fieno, 142 — Ingegnosa macchinetta, 159. Geologia: Schizzo geologico sulla Puglia e la Calabria, pag. 1 — Le marmitte dei Giganti della Valle Lagarina, 29 — Su di alcune formazioni quaternarie dei dintorni di Roma, 59 — Giacimento di LI carbone fossile in Transilvania, n — Constatation de l’existence du terrain glaciare dans l' Afrique équatoriale, 66 — Alcune osservazioni Geologiche su Squillace, 105 — Orizzonte alpiniano, 106 — Karst Phinomen dei monti sabini, 125 — Formazioni plioceniche di S. Severina, 125 — Grotta nutu- rale, 158. Giardinaggio : Contro il fungo che daneggia le piante di rose, pag. 28 — Nuovità fiorifere, so — Rose nuove, 61 — Pe regolare la fioritura dei rosai 70 — Distruzione degli insetti nelle serre, 77 — Con- tro gli insetti e le crittogame, 77 — Primula olga, 78 — I fiori all’ estero, 10r — Per liberarsi dalle. formiche, 104 — Un orchidea, n4 — Rosa Benetti, n5. — Influenza dell'acqua calda sul rapido svi- luppo dei fiori, 172 — La sabbia nei trapiantamenti, 171. Igiene: I microbii, pag. 6, 22, 39, 55, 70; 90. Conservazioni dell’ acqua pura, 20 — Tappo solforatore, 29 Analisi celere dell’ acqua, 102. Insegnamenti pratici: pag. 10, 27, 59, 76, 103 124, 171 Interessanti catture di animali: Lince nel Saluzzese. pag. 2 — Perdix graeca albina, 4 — Frater- cula artica in Cefalù, 4 — Aquila fulva in Valdana, 18 — Rondinelle in Novembre, 18 — Ruticilla phoenicura, 18, 35, 172, 146 — Accentor alpinus, 18 — Parus ater, 18 — Sterna cantiaca, Alca torda, Cotile rupestris nel Grossetano, 19, 20, — Ciconia alba, Aquila naevia, Corvus monedula, Larus canus, Anser albifrons, Trichodroma muraria, 35. Haemantopus ostralegus, 51, 69. — Ardea purpurea, 67 — Gypselus apus, 68 — Glareola Torquata, Cerchneis Naumanni, Alca torda, 69 — Turdus varius, Pastor roseus, Lanius argeriensis Allauda arborea alba, 84 — Sylvia nana, 9g — Anser erythroopus, 99 — Pelodytes punctatus, 105 — Allolobophora celtica, 105 Talpa europaea, 105. Rana Latasti, 105 — Triton alpestris, 105 — Lacera taurica, 105 — Linaria rubra, Pyrrhula vulgaris, P. enuncleator, Ulula uraliensis, Nucifraga caryocatactes, 114 — Tricodroma muraria, 132 — Cinclus acquaticus, An- thus cervinus, Anser albifrons, Anas tadorna, Larus canus, Uri atroile, 133 — Hidrornia Alleni, 134. — Aquila reale, Coturnis comunis, Accentor alpinus, Milvus mìgrans, Circaetus gallicus, Aquila clan- ga, Utamania torda, Acredula caudata, Certhia Crachydactyla, Pratincola rubicola, Aquila chrysaetus, 163 — Dryccopus martius, Aegloths linarius, 164. Ittiologia: (Pesci) Stazione di Pisicoltura a Brescia, pag. 47 — Carpione gigantesco, so — Salmo feros. so — Pesce spada, 165. Invenzioni e scoperte: pag. 13, 29, 60, 78, 107, 141, 158. Malacologia: (Conchiglie) Clausilia Adami, pag. 141 — Nuove forme italiane del genere Unio, 141 — Nuovità malacologiche recenti, 141. Mammalia (Mammiferi): Uccisione di una Lince, pag. 2 — Dysopes Cestoni, 11 — Il canto dei topi, 36, 37 — Vespertilio oxygnaihus, 51 — Il linguaggio dei Topi, 52 — Felix moormensis, 67 — Quan- do si devono strigliare i cavalli, 103. Volete Vitelli o Vitelle,? 104 — Camosci, 170 Mostro marino 173. Medicina e Veterinaria: Sussidi per le condotte veterinarie, pag. 15 — Sale pastorizio, 3;1 — Cura della idrofobia, 47 — Malattie dovute a grossi batterii, 56 — Il carbonchio, 56 — La gangrena le febbri intermittenti. La febbre ricorrente, 57. Malattie dovute a micrococci, zo — Setticemìa, Eresipela, 70 i — Pneumonite o flussione di petto, 71 — Malattie Microbatteriche, 71 — Moccio, Lebbra boreale, Tu- bercolosi, 71 — Lupus, Scrofolosi, Rabbia, 72 — Vaiolo, Scarlattina, Rosolia, 73 — Malattie bacillari tifiche, go — Febbre gastrica, Febbre tifoide, 91 — Colera asiatico, 92 — Sale pastorizio 109 — Microbio della congiuntivite, 131 — Il fungo della tise, 1 31 — Il mal di mare, 166. \ Metereologia: Del fenomeno dei terremoti, pag. 2 — Predizioni per l'annata 1886, 14, — Le nevate | edi freddi del dicembre, 14, 30 — Nuovo vulcano, 30 — Meteorites, 85 — Predizione del tempo, 102 — La grandine nelle diverse regioni d’ Italia, 109 — Mineralogia: Miniere d' oro in Siberia, pag. 13 — Carbon fossiie in Transilvania, 61 — Idrogiobertite, 61 — Recherches sur la formations des gisements de Nitrato de caude, 66 — Cinabro in Russia, I4I i — Oro ed Argento in Australia, 142 — Le calciti del Monte cristallo, 147 — Datolite, 157 — Argento Bi: in Algeria, 158 — Aragonite pisolitica, 164. È Note Bibliografiche: Agraria, pag. 11, 60, 125 « Ambphibia, 6o. 140, 1 58 — Anatomia comparata 105 — Chimica, 60 — Crostacea, 140 — Economia domestica, 12 — Entomologia, 11. 12. 13. 28. 60. 125. 157 — Enologia, 28 — Fisica e Meccenica, fo — Geclegiz, i. 29. 59. 105. 125. 40 — Giornali, 13 ti sli noi w 29. 60. 106. 158 — Malacologia, 106. 141 — Mammalia, 11 — Mineralogia, 155 — Organismi microsco- pici, 124 — Ornitologia, 11. 105. 106. 157. 158 — Paleontologia, 106. 140. 155 — Pollicoltura, g1 — Reptilia, 168 — Zoologia, 11. 105. 106. 1 | Notizie e varietà: Nuova divisione al ministero di agricoltura, pag. 15 — La passione per i fiori, 15 — Deviazione del Gulf Stream, 21 — La Zylonite, 129 — Sale. caffé, spirito, zucchero e tabacco consu: mati in Italia nel 1884, 30 — Giardino zoologico a Torino, 47 — Corse al trotto, 62 — Per togliere Je macchie di ciriege dalla biancheria, 77 — Conservazione degli asparagi, 77 — Per togliere le viti arrugginite, 77 — Per levare le macchie di nitrato d' argento dalle mani, 77 — I mesi dell’anno e le pietre preziose, 79 — Iì vino che si produce in tutto il mondo, 79 — Polvere di tabacco insettic ida 79 — Nouvelle recufication de nomenclature, 86 — Altre rettificazioni di nomenclatura, 86 — Ma- gnetismo, Ipnotismo, Donatismo, 89 — Quando si devono strigliare i cavalli, 103 Il latte di calce negli occhi, 104 — Pozzo artesiano di acqua calda, 107 — Profondità dei nostri mari, 109 — Premi concessi dalla società protettrice degli animali a Parigi, 109 — Acquisto di cavalli stalloni, 109 — De- positi franchi di vini italiani, 'og — Pallone gigantesco, 109 -- Organismi microscopici nell’aria del mare, 124 — Piebiscito contro la vaccinazione, 126 -- Il mare in fiamme a Baka, 126 — Centenario di uno scienziato vivente, 142 -- Rifugio alpino nel Gran sasso d' Italia, 1442 — Apotheker, 143 — Un' importante dono di Lepadotteri, 143 — Gare di colombi viaggiatori, 143 — Ir Valtellina. Appunti di storia naturale, 147, 170 — Carta di Alghe, 158 — Olio di granturco 159 — Editto contro l’acquavite e l ubrachezza 159 — Morte del costruttore della prima locomitiva, 149 — Biglietti non ritirati, 159. Distribuzione di semi, 162 — Da Genova a Halderabad del Dekan, 165 — Mezzo pratico perchè le vac- che partoriscano durante il giorno, 171 — Segreto di convento, 172 Premi agli abbonati. Ornitologia (Uccellé). Allevamento di uccelli, pag. 2 — Ibridi di Turtur risorius e T. auritus, 2 — Riproduzione di pernici allo stato di domesticità, 3 — Albinismo della Perdix graeca, 4 — Fra- tercula artica, 4 — Gli uccelli insettivori e l agricoltura, 9g — Suli” alimentazione delli uccellini, n — Aquila fulva, 8 — Rondinelle, 18 — Note di Ornitologia nebrodense, 18, 19, 67 — ‘lre specie di uc- celli da aggiungere alla fauna ornitologica Senese-Grossetana, 19 — Gli uccelli italiani ed il colore dei ioro occhi, 25, 26, 46 — Sulla Ruticilla phoenicura del Padovano, 18, 35, 132, 146 — Catture di uc- celli nel Cremonese, 35 — Haemantopus, 51 — Esposizione ornitologica di Vienna, 54 — Notizie or- nitologiche, 18, 35, 51,60, 84, n4, 132, 146 163 — Distruzione o protezione delle passere? 64 — Cause della dimuzione degli uccelli, 75 — Di due nuove specie di uccelli da aggiungersi all’ Avifauna italica, 9$ = Hydrornia Alleni, 14 — Osservazioni sul Germano reale , 146 -— Mostruosità in un colombo 163 — Note ornitologiche del Trentino 163 — Protezione dei nidi di uccelli, 173. Orticoltura; Nuova specie di noce, pag. 30 — Utilità della feligine per gli ortaggi, 59 — Per aumentare il prodotto delle patate, 59 — Contro gli insetti e Je crittogame, 77 — fa Selandria che danneggia i frutti, (o4 — | er distruggere i Grillotalpa, 105 — Avifauna italica 105, — Nuova specie di patata, 119, 158. — L'Acqua calca per il rapido sviluppo dei vegetali, 172. Il sale alle piante di cavoli, 171. — La sabbia nei trapiantamenti, 171. Paleontologia: Stoinosaurus Bernar a pag. 20 Rinoceronte a Lodesana, g — Mammiferi marini fossili nelle Calabrie, 105 — I fossili quaterni d MEA Dott. EUGENIO — Pisa Tovcget' I. Naturajiste — Par:ige di ROVER G. ERSARE — Firenze pa; ita dina ATI ai ri SOMMARIO 4 IRA DE, POI Ci'Giachetti -—— Riproduzioni di Pernici in domesticità, Gino Caiani — ‘Cox NICAZIONI: Le Caroubier Martin — Si. debbono lavare gli ortaggi? Haulle de. ‘vengono, usati alcuni animali Sen. — Entomologia. Pagliari — Teratologia, Sodi — Il-batterio del marciume dell’ uva, Br. — Meteoriti fossili, Br. — Comuni» “cations scientifiques, Le Naturaliste. ‘ 'NOTERELLE STORICHE: Cenni storici sulla Philloxerà, Maserati — Origine dei ce- c reali Maserati: ; DIP -INVENZIONIE SCOPERTE: Estrazione del tino dal Gelso.» ‘UNOTE ‘BIBLIOGRAFICHE: Les Abeilles — Sulla natura geologica dei terreni in Ro- TA + Rassegga biologica dei \Rincefori europei — Deila anestesia locale — Un cas o intelligence ét de raison chez) desi moineax — Sulla' distribuzione geografica gene- a le degli cfidi — Di up nuovo metodo per scuoprire la fussina + Ricordi di un ope- bo Predictions du Temps pour 1887 — I terreni terziari del Piemonte e della AIA Liguria. settentrionale — Appunti di mineralogia — Nuovo protésso di ‘analisi delle Ma È materie coloranti introdotte ‘nel’ vino: ecc "A SLC - Genova AL del Dekan (cont.) Dott.-E. Ficalbi — Colombicoltura (cont.) INSEGNAN NTÌ PRATICI: Trafàsi. del vino — | Disseccazione, delle patate — Di un . {il nuovo metodo { ‘ scuoprire la fucsina' nel vino, ... die pa NOTIZIARIO; Provvedimenti. el Maizionniente del agricoltura — Le api nere d 2 della Tasmania eV enorm RE “miche. dell’ Assinia va Influenza. della Corrente , alentica nello sviluppo delle piante bul-. “bose +. I danni della. fillossera..i a Francia — Congressi, Concorsi, Esposizioni, i » -— RACIHESTE, -OFFERTE- E. DOMANDE DI CAMBI su RicEVUTE ED AVVISI PISERAE: ENEA co ta Metzver, VE re rai PRES PAPI prrere: CASIMIRRO | o Caiano presso ja” ‘BroGi Via: del Lat, COLI; Via. di Città lr Siena. vi tai i Casato 5 — Fo Sera SOLFI PER LE VITI. 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I. 3,50 franco di porto nel Regno. pi cei ] Rivolgersi all’ autore(3 Borgognissanti Fi- si renze) o all’amministrazione di questo Bollet- | Rivolgersi al Gabinetto di Storia naturale ‘ ‘tino, la quale lo cede agli abbonati per L ‘3,0 di S. Brogi -— Siena. MICROSCOPI con tre ohiettivi d° ingrandimento: di 50, 150 e 300 diametri, compresa 1’ elegante vassetta in legno lucido L. 50, 00, Utili per dimostra- zioni scolastiche. poichè la preparazione rima- | ne fissata in modo che gli scolari possono os- - servarla senza moversi dal loro posto. - | : | franco di porto. Raccomandato L. 3,30. de ‘SPILLI DA INSETTI Di buonissima poi Eos "aa L 3 de SIA il mille. 6 i na OCCHI DI VETRO per tntte le ‘specie di animali ù |. Perfettamente imitati dal verdi 5a da 4 10%, age con i 3 ott grerle i gf AS NANA NA NH CLTIATINI sa AREA © BOLLETTINO DEL NATURALISTA DIARI “di bi nl COLLETTORE, ALLEVATORE, COLTIVATORE È ERERIODICO MENSILE Abbonamento per tutti i paesi dell’ Unione postale, L. 3 all'anno. COLOMBICULTURA Riproduzione interdetta I Piccioni Viaggiatori ue II Continuazione Ma la trasmissione dei dispacci sarebbe rima- sta allo stato rudimentale, se un’ ingegnoso Fran- ‘cese, il fotografo Dragon, non avesse inventata la fotomicroscopia. Difatti se poniamo mente alla quantità dei dispacci che soglionsi in tempi ordi- nari spedire da una grande città, (non guardiamo ai tempi di guerra o d'assedio) ed alle forze fi- siche dell’ uccello messaggero, ci si convincerà facilmente che un’ ostacolo grande si frappone all'impianto di una regolare posta aerea, dal non potere caricare un piccione che di un peso lievis- simo. La scrittura comune o abbreviata, i numeri algebrici, la stampa sterecotipa, la stenografia, la telegrafia ordinaria, occupando troppa quantità di “carta in pochi dispacci, ostano alla celerità degli uccelli, al puntuale servizio del pubblico e alla sicurezza di recapito. La trasmissione dei dispacci con uno di questi mezzi richiede un numero stra- grande di piccioni viaggiatori. Fu il sig. Blaise distinto fotografo di Tours, goadiuvato dal celebre chimico Barreswil di Pa- rigi, morto di fatiche e di stenti in servigio della patria, il primo ad applicare il ritrovato Dragon per la trasmissione dei dispacci fotografici. Egli servivasi di carta sottilissima sulla quale in un unico cliché, non più grande di un quarto di carta da giuoco, potevano trovar posto fino a ventimila lettere. Ma giunto Dragon a Tours dopo la pericolosa e memorabile sua traversata in pallone, ed assun- ta la direzione della posta aerea, pensò di sosti - tuire alla carta comune una sottilissima lamina di collodio. Questa felice innovazione fù coronata dei più splendidi resultati, imperocchè mentre da un lato l° impermeabilità dei fogli di collodio as- li aiurizzione fotografica, dai guaeoi delle _—————————————————+=€_€ PASROZNE ANIA NISSAN NI NAXANINHNANAN RIA FIOLRLINSINAS N VASTA pioggie e delle nevi, dall’ altro la leggerezza loro 4 permetteva di rino un numero assai gialle, arrotolati dentro un tubetto di penna d’ oca. Luigi Figuier nell’ opera pregievole da noi ci- È tata asserisce che fino venti laminette di collodio possono essere introdotte in un solo tubetto, e che si gran numero di dispacci venne spedito da Parigi prima della conclus.one dell? armistizio del % 28 Gennaio 1871, che dati tutti alle stampe for $i merebbero la bellezza di Cinquecento volumi. Io lungamente dubitai di questa esperienza, — S non avendo potuto irovare nè vedere neppur uno | di questi preparati fotomicroscopici: ma davanti ta l’asserzione di tale autore ceder deve qualunque @ riserva. I progressi fatti dall'arte fotografica VT nell'ultimo ventennio sono veramente meravigliosi; f pas basti l’ osservare le riproduzioni per processo instantaneo che fa il Sig. Brogi fotografo a Firen- ze, dove non so se sia più da ammirarsi il lavoro A fotografico, ossivvero il coloritc, il rilievo, le om- E: bre, le movenze, la vita degli uomini e delle "A cose. Dopo l’ assedio di Parigi il fotografo Dragon da pubblicò a Tours un’opuscolo « La Posta coi Pic- pl cioni Viaggiatori » nel quale dà i più esatti raggua-. gli sulla fondazione della fotografia microscopica, a sulla posta aerea da lui diretta, e sulla trasmis- — sione dei dispacci spediti dal 21 Novembre 1870 ‘EA i al 28 Gennaio 1871. KR Vale la pena di quì riportare la relazione dell ty valentissimo artista. (1) A « Arrivati il 21 Novembre a Tours (scrive il Sig. Ro: Dragon) ci presentammo subito dal Sig. Gambetta. Sn Il Sig. Fernique che era arrivato a Tours prima di ; noi, venne sull’istante a vederci. Gli comunicammo la nostra convenzione del 10 Novembre col Sig. Ram- Ne pont Direttore Generale delle Poste, firmata dal Sig. Picard ministro delle finanze. La delegazione, per suggerimento del Sig. Barreswil, il celebre chimico, aveva pure avuto l’ ideasdi ridurre i di- spacci fotograficamente coi processi comuni. Per- ta ciò la delegazione avea decretato il 4 Novembre, J la fondazione di un servizio analogo. 3.0 Un abile fotografo di Tours, il Sic. Blaise, avea — dato principio a questo lavoro sulla esta. Egli Ù Ad Wi i si rip: luceva due pagine di stampa sopra ogni fac- ciat.. del foglio. Ma, oltre l'inconveniente del peso, la finezza del testo era limitata dalla grana e “dalle pasta della carta. Il servizio coi piccioni, cominciato a Tours dalla delegazione, era ancora m.ito imperfetto, perchè dal 26 Ottobre al 12 No\mbre, Parigi non aveva ricevuto con tal mez- zo «orrispondenza di sorta. Invitato dal Sig. Stee- nackers, direttore dei telegrafi e delle poste della delesazione, a fornire un saggio della mia fotomi- erossopia sopra pellicina, l'esemplare da me pre- sen to soddisfece interamente, e la fotografia sulla caria fu abbandonata riguardo ai dispacci. La mia pellicina, oltre l’ estrema Ieggerezza, aveva il vantaggio di non richiedere che due secondi in merlia per ricevere l’ impronta, dovechè la carta voleva più di due ore, attesa la cattiva stagione; ino]tre la sua trasparenza agevolava sommamente } ingrandimento, che si faceva a Parigi mercè la luce elettrica. « Aiutato dai miei collaboratori, organizzai im- meiliatamente il lavoro della riproduzione dei di- spacci officiali e privati, che doveva essere tanto utile alla difesa nazionale e alle famiglie. Da quel punto fui solo a eseguirli, sotto il Controllo del sip. di Lafollye, ispettore dei telegrafi, incaricato A k: dalla delegazione del servizio dei dispacci coi pic- .cioni viaggiatori. Il lavoro originario fù poi mo- dificato, e l’ effetto, considerato il poco materiale poiuto salvare, fu una produzione più rapida e più economica. <« Avendo i giornali divulgato che i Prussiani si erano impadroniti d’ una gran parte del mio materiale, mi faccio un debito di quì dichiarare che i sigg Delezenne e Dreux, agenti di Cambio a Bordeaux, ambedue distinti amatori di fotografia, esibirono volenterosi all’ amministrazione degli ap- parati simili a quelli da me già posseduti, che fu- ron messi a mia disposizione. « La copia dei dispacci fù in tal modo pron- tamente sbrigata, e posso affermare che secondato attivamente dai miei collaboratori nessun ritardo ebbe luogo nel mio lavoro, sebbene lo spostamento «della delegazione ed anche il freddo intenso che | paralizzava i piccioni occasionasse serie difficoltà. DI « Quando nulla difficoltava il volo di quei gra- ziosi messaggeri, la rapidità della corrispondenza era davvero meravigliosa. Posso per mio conto “ | citarne un’ esempio. « Mancando di prodotti chimici, segnatamente di cotone azotico, che non potevo procacciarmi a Bordeaux, li dimandai per dispaccio il 18 Gennaio ai sigg. Poulleuc e \Vittmann a Parigi, con pre- ft lie e it | ghiera di pedi eoaeli col primo, areostato che par- di rag ide 4 tisse. Il 24 Gennaio i prodotti erano recapitati. ala mia officina di Bordeaux. Il piccione non ave- va occupato che dodici ore per attraversare lo spazio tra Poitiers e Parigi. La telegrafia ordina- ria e la strada ferrata non avrebbero fatto meglio. «I dispacci officiali furono eseguiti con una rapidità prodigiosa. Il sig. di Lafollye ce li rimet- teva in persona a mezzodì, e lo stesso giorno alle: 5 di sera, in onta all’ inverno tanto cattivo, dieci esemplari erano terminati e rimessi all’ ammini- strazione. Ne abbiamo fatio in tal modo tredici serie senz’ essere una sola volta in ritardo. I di- spacci privati erano spediti nelle stesse condizioni. I) giorno dell’ armistizio, neppure un dispaccio era giacente; tutti erano stati riprodotti di mano in mano, appena rimessi. Il lavoro era considere- vole, perchè se sì eccettua un piccol numero di pellicole inviate sei volte soltanto, perchè arrivate prontamente, la maggior parte furono replicate in media venti volte, ed alcune fin trentacinque o trentotto volte. Abbiamo pure riprodotto in fo- tomicroscopia un gran numero di mandati di po- sta. I destinatarii intascarono il loro denaro a Pa- rigi come nei tempì ordinarii « Ogni pellicina era la riproduzione di dodici o sedici pagine in foglio di stampa, e conteneva in media, secondo il tipo adoperato, tremila di- spacci. Per la loro leggerezza fin diciotto esem- plari di tali pellicine furono messe sopra un solo piccione, con un totale di oltre cinquanta mila di- spacci, che pesavano meno d’ un mezzo grammo. Tutta la serie dei dispacci officiali e privati fatta nel corso dell’ assedio di Parigi, in numero di ciìr- ca centoquindicimila, pesavano in tutto un gram- mo. Un solo piccione li avrebbe potuti portare. Volendo moltiplicare il numero dei dispacci col numero degli esemplari forniti, si avrebbero più di due milioni e cinquecentomila dispacci, fatti nei due mesi più cattivi dell’ anno. « Le pellicine erano rotolate in un tubo di pen- na, attaccato dagli agenti dell’ amministrazione alla coda del piccione. La loro estrema morbidezza e la perfetta impermeabilità ie rendevano attis- sime a quest’ uso. « Inoltre, la mia preparazione secca ha il tri- plice vantaggio d’ essere apprestata in una sola voltà, di non dare alcuna bollicina, e di non stac- carsi dal vetro al venir dell’ immagine; essa for- nisce ogni sicurezza nel lavoro e non espone alle solite noie come nei processi ordinari. » Coloro che vogliono rilevare buoni piccioni viaggiatori, conviene che gli addestrino da giovani è an "i > sa . * ‘a .viagei gradati, onde potersene servire in sc- guito per lunghi tragitti. Sarà dunque precipua. «cura dei proprietari di Colombaie di piccioni mes- PEA n , 54 L Viù) saggieri di sopprimere tutti quelli animali che nelle prime prove dessero poco sodisfacenti re- sultati; essendo dannoso il mantenere delle bocche inutili i cuì difetti fisici guasterebbero a lungo an- dare la razza. La resistenza al volo denota nei viaggiatori Fiamminghi vitalità e forza produttiva; quando tale potenza di volo venga a scemare, an- cora la produzione accennerà, senza dubbio, ad una notabile decrescenza. L'ammaestramento dei piccioni al volo chia- masi dai colombieultori trenaggio, e trenati i pic- cioni .che hanno ultimate con esito felice le prove di resistenza e di orientamento. Diconsi Zideré «quelli uccelli che mai vennero ammaestrati. Il trenaggio può praticarsi ai vecchi ed aì gio- vani piccioni, ma però è positivo che dai primi. “anche se di sangue puro, se ne ottengono resul- tati poco sodisfacenti: Secondo la Perre de Roo i giovani messaggieri devono essere educati al vo- lo con tappe giornaliere, principiando da un chi- lometro e crescendo sempre fino a trecento chi- Jometri. (2) Il trenaggio è graduale o forzato: graduale quando si addestrano i piccioni a piccole tappe con cinque giorni almeno di riposo fra una tappa e : l’altra, forzato quando sì lanciano piccionì per metà ammaestrati o l4deri di puro sangue da gran- di distanze, raddoppiando ogni giorno il percorso, senza interruzioni. Un distinto colombicultore il sig. E. Licer di Modena, in un articolo da lui pubblicato sulla « Vi- ta di Campagna » (Anno 1879 N.° 9) porta un esempio di (renaggio forzato da lui esperimentato su due piccioni provenienti da Louvain, razza d'An- versa, dell’ età di mesì nove. La distanza massima da percorrersi era da Co- negliano a Modena. Il 13 ottobre 1878 i due piccioni partono da Mantova per Modena alle 9 del mattino, e vi ri- tornano alle 12 antimeridiane. Il 24 ottobre sono lanciati da Verona per Mo- dena alle 10 antim. e vi giungono alle 3 pom. Il 27 ottobre sono lanciati da Vicenza per Mo- dena alle 7 antim:. e vi arrivano alle 12 ant. La femmina giunge ammalata e sì renuncia a servir- sene. Il 30 ottobre il maschio rimasto, parte da Tre- viso per Modena alle 7 antim. e vi giunge alle 3 pom. È I 2 novembre finalmente, con tempo orribile, il piccione è lanciato da Conegliano per Morena. Impossibilitato a prendere la sua rotta per l in- furiare della tempesta, parte il giorno appresso Me alla prima luce del giorno ed arriva a Movena alle 2 pom. impiegandovi poco più di otto ore. Per quanto però un piccione sia di buon san-- gue e con ogni cura renato, pur tuttavia è più i: che certo che non affronterà mai le forti raflche e l’ infuriare delle tempeste; imperocchè il cattivo: tempo paralizza la facoltà di orientamento che se’ V} non risiede nell’ organo della vista, ne ch ede pe- rò indubitatamente il concorso. @ La Perre de Roo, Chapuis, e molti altri au- tori che si occuparono negli ultimi quindiei anni dell’ allevamento dei piccioni messaggeri, sosten= ng gono che questi non si orientano col tempo catti- vo. Difatti durante l’ assedio di Parigi si osservò: b che quando incominciarono ad infuriare le bufere — R; di neve nel freddissimo inverno 1870-71 ben po- ; chi piccioni fecero ritorno all’ assediata metropoli. — “A Alfredo Brunacci amico mio e distinto avical- n tore mi fornì gentilmente esatti dettagli sulla we- — locità dei piccioni viaggiatori. La massima velo- DI cità per un Colombo Belga, adulto, di buona razza, è di ottanta chilometri all’ ora, la minima di cir- = È ca cinquanta chilometri; al di sotto di tale velo- cità i piccioni devono considerarsi poco adatti a viaggiare, ben inteso però che la velocità può mo- dificarsi per le condizioni atmosferiche, per l’ età troppo avanzata o troppo giovane dei viaggiatori, per la grande distanza dei viaggi, e per ìl poco — Dì riposo accordato ai piccioni frenati, Quantunque la velocità dei colombi viaggiatori sia grandissima, pur tuttavia conviene riportarla alla giusta misura, rigettando tutte le esagerazio- ni che vennero dette e stampate su questo argo- mento. Si calcola che in una corsa di circa duecento "A leghe, il piccione più veloce sarebbe vinto da ana macchina a vapore. Sì I piccioni da corsa portano ciascuno un nume- ro progressivo impresso con inchiostro indelebile e: sulla seconda remigante dell’ ala destra; talora sulla seconda remigante di tutte e due le ali. Ci VS Oltre il numero, si ha l' abitudine d’imprimere sull’ ala, il nome del proprietario, o della Società, o della colombaia militare a cui il colombo appar- tiene, e qualche volta il nome speciale che si è attribuito al colombo. — Avendo cura di tenere un’ esatta rubrica degli alati messaggieri, resterà i facilissima l’ annua marca dopo la muta autunnale. — Il viaggio più lungo ed insieme più azzardato fatto dai piccioni viaggiatori fù quello da Roma a. Bruxelles il 23 giugno 1878 al quale presero parte. d tutte le Società del Belgio. 13 << a di Sb MEI Per e te panta i "a, e seg” n À e LA Li » PA | P. tl fini dt * | Di n.° 1101 piccioni lanciati, soltanto trenta ri- tornarono a Bruxelles. Nell’ attraversare le Alpi | gli alati messaggieri incontrarono cutali burrasche che quasi tutti vennero sviati, feriti e dispersi. Da quell'anno non venne mai più ritentato un sì sfor- zato viaggio Sono a ricordarsi come celebri viaggiatori, due piccioni del! assedio di Parigi, uno di Derouard che uscì sei volte da Parigi in Pallone ed altret- tante vi ritornò coi dispacci della provincia, fin- chè cadde ferito da una palla Prussiana il 23 de- cembre 1870; | altro di Van Roosebeke che fece cinque volte la gita da Tours a Parigi e che ven- ne ucciso per errore la mattina dei 9 novembre 1870 dai contadini Francesi. Firenze G. C. GIACHETTI (continua) (1) La traduzione Italiana è tolta dal libro di L. Figuier « Gli Uccelli, » non essendo stato possibile il procurarsi il testo Fran- cese, come era nostro desiderio, (2) Le Pigeon messager ou guide pour l’éléve du Pigeon voya- geur et son application a l’ art militaire, — Parls, G. Deyrol- le fils 1877. Sen n in FICALBI Dott. EUGENIO. INN EZAANN | Da Genova a Haiderabad del Dekan Alcune note sopra una breve gita di andata e ritorno. i 1. — Da Genova a Suez. ( Continuazione vedi n.° antecedente. ) Circa alla diagnosi della naupatia, essa è cosa oyvia; la esperienza poi, lo ripeto, ha dimostrato che la prognosi nella grande maggioranza dei casì è favorevole. — La anatomia patologica è sconosciuta. Circa alla intima natura e alla patogenesi del mal-di-mare non si hanno che zeorze. — A titolo di curiosità dirò che alcuno (Sémanas) pensò che il mal-di-mare fosse una intossicazione, una infe- zione dovuta a un miasma marino peculiare: ma in obiezione a ciò mi basti dire che può aversi | maupatia nei laghi elvetici, al pari che in cceano, ! | e che sconcerti analoghi molti soffrono in carroz- % «za. V' è chi ha detto che il mal-di-mare è dovuto | alla paura: e simile assurdo non merita di esser : disputato. La naupatia è, dunque, causata dal mo- vimento: corpus turbatur motione; ed una teoria (Keraudren) attribuisce i fenorneni naupatici ai — movimenti dei visceri addominali. — Tutte le al- tre teorie, che vertono sul mal-di-mare, pongono Pi LI " è l Passo MEL 90 | AA sg A I e a mor il loro punto di partenza su disturbi dei contri: ‘nervosi encefalici. Il gran Darwèn; che per cinque. anni percorse sulla Beagle, nave-a vela, i mari del mondo, e che soffrì tanto mal-di-mare, emise. l’ opinione che questo disturbo fosse un fenomeno di vertigine, causato dalla mobilità degli oggetti circostanti al navigante; ma la vertigine è un semplice sintoma, non è tutta la naupatia: e poi il mal-di- mare non risparmia i ciechi, che più non vedono la mobilità degli oggetti circostanti. Pez- larin ha pensato che la naupatia venisse causata da una anemia cerebrale, per impedita ascenzione del sangue arterioso al cervello: ma non dice il perchè di questa impedita ascenzione, per quanto non sia da dispregiarsi l’ idea della anemia eace- falica. Wollaston, avendo osservato che nei moti di ascesa e discesa della nave, il mercurio del barometro, per inerzia, si alzava e si abbassava in senso inverso, ne concluse che quando la nave discende, e sono i momenti più penosi, si deve avere iperemia (o per lo meno stasi) cerebrale; io aggiungerò che vien piuttosto fatto di pensare a iperemie e anemie, che a vicenda si saccedono, e vi fu, infatti, chi opinò in questo senso, attri- buendo a un tale fatto il presentarsi di tutti i fe- nomeni naupatici. Per Aw?ic sarebbero i movi- menti di flusso e riflusso del liquido cefalorachi- diano, quelli che causerebbero una specie di com- mozione sorda dell’ encefalo, facentesi causa del mal-di-mare. Come si vede, le teorie nervose sono le predominanti, e giustamente. Quale è la buona? Per me sì contendono il campo o l' anemia cere- brale o la commozione sorda dell* encefalo; in ogni modo anemia c' è, ed evidenti sono i sintomi della scarsità di sangue in tutta la testa: le labbra, le gengive, tutta la muccosa buccale, e così le con- giuntive sono pallide, i padiglioni degli orecchi cerei, tutta la faccia, insomma, fredda e sbian- cata. La eura del mal-di-mare è una delle più dif- ficili e per me non esiste, e sarà difficile che esi- sta in seguito, un rimedio d’ uso interno atto a vincere la naupatia, — Non si dia retta a quelli che predicano la necessità di star a stomaco pie- no, il che è impossibile, a quelli che lo voglion vuoto, a quelli che consigliano i cibi e le bevande più irrazionali e strane: trattasi di superstizioni marinaresche; che non meritano. neppure una di- scussione. Quando uno ha mal-di-mare # meglio è che se ne stia corîcato, in posizione orizzontale, in luogo possibilmente aereato, lungi da cattivi odori: tutti quelli che seguono questo precetto sentonsi molto sollevati, si accorgono che quei e e ui; 2 che ‘consigliano il ntragià. sfan ciò perchè mei han ‘provato . ‘cosa sia mal-di-mare: io ho visto spesso i malati mandar giustamente al diavolo la gente di bordo, che altro nop sa consigliare, che un passeggiare continuo. Non dico che con la posizione orizzontale cessi “la naupatia, ma si mitiga, e per quanto lo ptia- lismo, la nausea, l° ansietà e la dolorabilità addo- “minale continuino in un certo grado, pur tuttavia .cessano le iforti.esacerbazioni, che sono sovente ad- «dirittura atroci. Se si chiede.a me che cosa possa la volontà più energica sul mal-di-mare, dico: nulla. Il ma- lato di naupatia deve cercare anche di mangiare, a piccole porzioni; la minestra in un buon brodo aromatico, la carne arrosto, le frutta acidette sono cose adattate, e procuri il malato, appena inge- ritole, di star ben fermo, poichè il pericolo mag- giore del vomito è appunto appena introdotto l'alimento; potrà bersi dell’ acqua limonata, e, tra i vini, io consiglio delle dosi moderate di Marsala: è un fatto che quando a un malato è riuscito di cibarsi delle suddette cose, senza rigettarle, dopo sentesi un poco meglio, e molto per certo dipen- de dalle riattivate forze del circolo sanguigno. — Trai medicamenti consigliati pel mal-di-mare non uno ne ho trovato che realmente giovi. Della chinina e della atropina, che pur furono indicate, non parlo neppure. Se mai può un pcco giovare momentaneamente una iniezione ipodermica di morfina. Il laudano, la clorodina, il nitrito di amile, non li consiglio. Consiglio invece, specie per dar requie nella notte, una buona dose di cloralio. Sulla cocaina non sono in grado di dare un giudizio preciso. Così pure non so che dire della faradiz- zazione epigastrica, consigliata da alcuno. Concludo sul mal-di-mare, maledicendo questo martirio, che amareggia a molti le gioie e l’ en- tusiasmo di correre gli oceani, di affrontare quei furori d° acqua e di vento, che rendono ìil mare tanto maestoso, e tanto più seducente, quanto me- no pare accessibile. Al sesto giorno di navigazione da Genova (non compresa la fermata di Napoli) il mare erasi un pò calmato e il cassero del Singapore si riani- mava. Ecco che incominciansi a vedere le acque del mare prendere un colore verdastro-sporco spe- ciale: dipende dal Nilo, che invade con la sua acqua il mare fino a molte miglia dalla propria foce; nè ciò deve recar meraviglia, quando si pensi che tutti i grandi fiumi del mondo fanno lo stesso, e il rio delle Amazoni spinge le proprie acque fino a i oltre 300 miglia in mare. è ‘ desideriamo spingerci più oltre; e il giorno di poi i” ss HA Dopo un certo tempo, col cannocchiale può ve- dersi in lontananza qualcosa di Damietta, città egi- È h zia posta sullo sbocco di uno dei rami del Nilo. A notte siamo a Porto-Said. I piroscafi ordinari da Genova a Porto-Said impiegano, senza compu- tare le fermate, a un di presso 6 o 7 giorni. — Non sto a descrivere Porto-Said, questa città nata di recente e che sebbene sia posta in luogo de- serto, ove manca tutto, compresa l’ acqua, ha pur i. tuttavia molti dei conforti della vita europea. i A Porto-Said ci accorgiamo che il calore estivo — è di molto ringagliardito; ma, ad onta di ciò, tutti | entriamo in canale di Suez. $ All’ imboecatura del canale a Porto-Said ho. soi tato diversi Pelfini, che, senza curarsi delle molte navi, dell’ andirivieni delle barche, e del vociferìo della gente, stavano tranquillamente cacciando 133 pesci. I Delfini si spingono in canale per qualche — chilometro, ma come vedono che lungi dal trovare di nuovo il mare aperto, sempre più se ne allon- tanano, non tardano a tornarsene indietro. I Pe- sci-cani invece sono più arditi, e mi ha detto un ge pilota della compagnia del canale che questi ani- mali giungono fino ai laghi amari e vi si tratten- gono. 23 In canale troviamo molto caldo, e i nostri oe- chi, che stanno ammirando quella mirabile opera del genio umano, presto si stancano per il gran riflesso prodotto dal sole, che percuote le sabbie giallastre del deserto in cui il canale è scavato e. da cui è completamente e per ogni dove circon- ? dato. In vicinanza dei primi tratti del canale. do- 6 po Porto-Said, sono degli stagni salmastri: impo gl sibile descrivere le enorme quantità di Pellicani | e di Fenicotteri, che vi sì vedono: veri eserciti in linea di battaglia, che fanno una guerra di ester- — ; minio ai pesci. — Facile è vedere nel canale di Suez dei fenomeni di miraggio: e voi credete scor- È gere in lontananza nel deserto un mare fornito dI di isolotti, mentre in realtà non vi si estende avanti agli occhi per miglia e miglia che sabbia arida. pa Calato il sole, la navigazione nel canale si ar- resta, fatta eccezione per quei pochi vapori che voglion andare avanti aiutati dalla luce elettrica. Noi ci fermiamo, e viene l’ ora in cui vorremmo dormire; vana speranza, per coloro che non sono muniti del loro bravo zanzariere ! Nuvoli di zanzare, delle più pungenti, non ci dànno pace; quante imprecazioni non Mipt b: i più di noi in quella notte contro i culicidi! E "i pensare che questi noiosi insetti sono sparsi per e CÒ I I ITHZÒÙOÒVWNVNWGUÒdUÙÒiÒÒ]e,: tutta la terra e, sotto forma di centinaia di specie, per tutto ove possono tormentano l’ uomo, special- ‘mente nel momento in cui è desiderabile un pò di re- quie, cioè nel sonno! Il curioso poì è (e molti profani “alla storia naturale lo ignorano) che sono le sole femmine quelle che punsecchiano e succiano il sangue, essendo i maschi esseri perfettamente inoffensivi e pacifici. In oggi le zanzare di molti paesi tropicali, e l’ Egitto è fra questi, hanno preso grande importanza scientifica, perchè si è constatato che ad esse è legata la perpetuazione di una grave malattia parassitaria dell’ uomo, quella, cioè, cne consiste nella presenza nel no- stro organismo della /ilarîa sanguiînis, uu ver- me capace di produrre gravi sconcerti; studi su questo tema ha specialmente fatto il Marson, ma sulla zanzara eziziana è il nostro Dr. Sonsino quello che à praticato, a proposito della filarza sangumis-hominis, ricerche interessanti. Per dare un breve cenno della filaria sanguinis, dirò che essa è uno di quei vermi parassiti, clie hanno bi- sogno, per completarsi e riprodursi, di soggior- nare nel corpo di due animali diversi; or ecco in breve quale sembra essere il ciclo vitale di questa filaria. Un individuo ha questo verme adulto e perfetto nell’ organismo, e per esso soffre dei di- sturbi; viene il momento in cui questo verme pro- duce dei figli, che sono ad esso disuguali e che, sotto il nome di embrioni, si spargono per il san- gue del malato e con esso sangue circolano, es- sendo di una estrema piccolezza. Ora, quando le zanzare vanno a pungere il malato e a succhiargli il sangue, accade che, col sangue succhiato, qual- che embrione dì filaria entra nel loro corpo: quivi prende stanza come parassita, e sì trasforma; quando la zanzara va intorno all' acqua a depor le sue uova, e, dopo depostele, come per lo più avviene, cade nell’ acqua stessa e vi muore, la fi- laria esce dal suo corpo e si stabilisce nell’ acqua. Se ora un uomo, bevendo dell’ acqua stessa, inge- risce una di queste filarie, esse nel suo corpo ri- divengono un parassita simile al verme da cui furono primitivamente prodotte e portano gli sconcerti stessi. Attraversato il canale e data una occhiata ad Ismailia, piccola città tutta verdura, che sembra una vera oasi nel deserto, giungemmo a Suez e ci fermammo col vapore in rada, ossia nel prin- cipio del Mar rosso. Quivi avemmo occasione di ammirare alcuni pesci-canî grossissimi, e di farli bersaglio a qualche nostra fucilata. I pesci cani sono nell” Eritreo comunissimi, questo done uno dei più ricchi del globo. Quelli che noi mare essen- vedevamo fare scorrerie intorno al vapore erano Carcarie, pesci cani, cioè, appartenenti al genere carcharias, gruppo di pesci dei più voraci; ed a proposito di voracità, io mì ricordo di aver visto in un carchartas un caso curioso in un mio pre- cedente viaggio: fu ucciso un bue per uso di bordo, e, nel ripulirlo, fu gettato in mare parte del te- schio, con l’ osso frontale fornito delle sue brave corna; non aveva questo frammento di bue ancor toccato l’ acqua, che un pesce cane avevalo abboc- cato e inghiottito. Raccontavo un giorno questo caso in una conversazione di brava gente, e vi fu chi lo credé esagerato: i profani, che in generale sono tanto propensi a raccoglier frottole in fatto di storia naturale, fanno sovente gli scettici a sen- tir raccontar cose vere. E sulla voracità veramente strana dei pesci canì vi sarebbe da scrivere un libro. Non ripor- ter6 come vero ciò che ha scritto Gessner, che, cioè, a Marsilia fu ucciso un pesce cane, nel cui stomaco sì trovò un uomo armato di tutto punto, e nemmeno starò, a edificazione del lettore, a ri- far la discussione, se l’ animale che ingoiò e ri- vomitò dopo tre dì quel brav' uomo del profeta Giona, fosse un pesce cane piuttosto che una ba- lena; mi basti ricordare qualche fatto, accettato anche da scrupolosi scrittori (Brehm): fu ucciso ìn porto Jackson un pesce cane, nel cui stomaco sì trovò un mezzo prosciutto, alcune zampe di montone, la parte posteriore di un maiale, la testa e le zampe anteriori di un cane mastino, una quantità di carne di cavallo, un pezzo di tela da sacchi ed un cavastracci da bastimento; se ne sono uccisi altri, che contenevano nello stomaco grossi pezzi di tavola e di travicello, lunghi oltre il brac- cio; il Cetti, meritevole naturalista sardo del se- colo passato, narra che nelle tonnare della sua isola si sono visti pesci cani, che ingoiarono otto o dieci tonni l' uno di seguito all' altro, sotto gli occhi stessi dei pescatori: e ognun sa quale è la dimensione di un tonno, anche non dei più grossi. (continua) Gli animali meno studiati della nostra Sauna CROSTACEI FAMIGLIA DEI MACRURE (Zeach) (Continuazione e fine) Genere Astaco Astacus marinus. Fabr.. Un solo individuo ho potuto avere di questa specie. È molto bello fu pescato in Ottobre dopo una pioggia. — È di un 2a Ù LA ‘chino ptt di Riano le antenne rosse, x la coda. guernita di frangie gialle. Le enormi chele sono ineguali e munite di denti ottusi. Nell’ acquario di Napoli ho osservato parecchi di questi Astaci viventi, che mi furono designati col nome volgare di Elefanti di mare. È raro presso di noi. Genere Palemone Palnemon serratus. Leach. I crostacei di que- sto genere hanno l' armatura quasi sempre liscia e foliacea. Le false zampe disposte verticalmente sotto il corpo. Il Palemone a seca menzionato dal Costa come specie mangereccia, è d'un colore rosso pallido che diventa più intenso sulle antenne; gli occhi sono bruni, sulla fronte è inserito un rostro che si prolunga in avanti lungo quanto la metà del corpo, è acuto e dentato sul lato supe- riore. Le uova sono azzurro carico. — Questo Palemone si pesca a quintali nel nostro mare, dove passa a miriadi durante l’ inverno, é ottimo cibo, ed è conosciuto sotto ìl nome volgare di gambero. — Presso i nostri scogli saltellano come locuste altre specie minori di questo genere, sono di co- lore verdastro e sono ghiotti del gluttine dell’echi- no; colla quale esca ì ragazzi li pescano. ORDINE 2.° — STOMAPODI — (Latr.) Genere Squilla Squilla mantis. Fadr. Il colore di questo ero- staceo, tipico per istabilire il secondo ordine degli stomapodi, è il bianco perlato con lievi sfumature di roseo. Gli occhi sono di un verde dorato e su l’ultimo articolo della coda veggensi due ocelli di un rosso bruno. Al primo sguardo, questa squilla ricorda la Mantide religiosa tra gli ortotteri, la quale somiglianza è tanto più perfetta inquantochè questa squilla è munita di due robusti arti arma- ti formidabilmente di punte, su queste braccia, l’ animale s' appoggia precisamente come la Man- tide religiosa, e devo ritenere che come questa, la nostra squilla sia d’ istinti carnivori, giacchè la natura l’ ha fornita di mezzi potenti, per predare, ‘ nuotare, correre e muoversi in tutti i sensi nel fondo dei mari che essa abita. — Ho posseduto dei bellissimi individui di questa specie, oltre la quale altra non ne vidi nelle nostre acque, dove non è troppo comune. Quì s’ arrestano, fino al momento, le notizie che posso fornire sui crostacei del mare di Reggio Calabria. Sulla maggiore o minore rarità di que- sti animali, intendo riferirmi in quella porzione di mare che guarda le sponde di Reggio nella quale città ho raccolti e preparati gli esemplari che ho esorta: petto Aalapria GIUSEPPE MOSCHELLA Risposte In questa rubrica gli abbonati hanno diritto ad inserzioni gratuite per ogni numero, per scambiarsi schiarimenti, in- formazioni, consigli questioni da risolvere. ecc. Conservazione dei molluschi del genere Limax. — (Risposta alla domanda del sig Gualtiero, fase. 12 pag. 164). Gli individui vivi si mettono in una soluzione diluita di nicotina, che può anche otte- La nersi facilmente coll’ infusione del tabacco nel- l’acqua, e vi si lasciano immersi per circa cinque far protendere la bocca e sviluppare i tentacoli. Subito dopo si devono tenere immersi nell’ acido {| acetico diluito (anche l’ aceto può sostituire 1° aci- | do acetico quando non se ne abbia) in un larga recipiente, ove con molti contorcimenti dopo un quarto d’ora circa, l'animale muore restando per: fettamente disteso, con i tentacoli sviluppati ed È) in uno stato di mollezza e pieghevolez ia assai ri- marchevole ed utile nel caso che si vogliano far delle preparazioni. : In ultimo si puliscono bene dalle mucosità con _ una pezzuola e si mettono nell’alcool diluito che si sostituisce due o tre volte con altro più forte. Si deve badare che gli esemplari non siano in brutte posizioni o ripiegati, o troppo stretti per- chè nell’ alcool induriscono notevolmente, conser- | vando la posizione primitiva. Con questo semplice metodo, che è il migliore di quanti ne ho espe- | rimentati, il colore naturale è conservato assai bene. Inoltre dopo poche prove chiunque è in gra- do di adoperare i liquidi nella diluizione più con- veniente. La limacella si estrae facilmente, senza | sciupare l'esemplare, con un piccolo taglio (aG animale morto) sotto la corazza, cominciato poco dopo l' orifizio respiratorio e proseguito poste- si riormente anche un poco sul lato sinistro. 5 Ma per avere anche la mascella isulata biso tassa caustica e, dopo aver diluito, raccoglier so- pra un filtro. nad Roma ENRICO CLERICI La mosca olearia o tarlo delle olive. (Dacus oleoe) Sig. Derettore: Sul riguardo del daco delle olive, ricorderà che l° anno scorso io gli segnalai l'assoluta assensa di quell’insetto distruttore e quindi che si era ottenuto un prodotto perfetto. L'opinione di molti agricoltori, della quale io par- tecipo, era, doversi tanto bene agli eccessivi ca- i lori dell’ agosto 1885, che forse fecero morire AL germe di quell indotto: come si costatò la morte. K di tanti parassiti, fra quali il pidocchio degli — agrumi. I: Un suo abbonato confutò questa supposizione, e ripor.and si alla opinione di noti agricoltori, | consiglia la listruzione del prodotto che sarebbe affetto dal . ico prima che venga a maturità, on- ì de assicura ‘è l'immunità pel prodotto dell’ anno «Seguente. i Senza er rare in merito della couvenienza, pos- sibilità e co iseguenze di siffatto rimedio, come è a spegars! she il prodotto di quest’ anno 1886 fù talmente fl geliato e divorato dall’ insetto, che quasi non v è memoria cdi simile devastazione ? ìl prodotto del 1885 fu perfetto, ed affatto esente dal daco, parlo del agro Palermitano, Da dove provenne » anque il germe che fece tanto danno in quest' uitimo raccolto ? Palermo N. SANTOCANALE Note zoclogiche. Anthus cervinus fu osservato per la prima volta lo scorso Settembre nel Salis- burghese dal distinto ornitologo Ischusi. Questo uccello passa, venendo dai paesi settentrionali e ritornando 1 questi, per la monarchia austro-un- garica, e f. veduto già prima nella Stiria, nel Ti- rolo, nella D«uimazia, Ungheria, Tarnsilvania, e Boe- mia (Soc. ornit. Vienna N. 23 1886). hi Nello st:sso periodico (N. 24.) troviamo la no- | tizia che il Sig. Csatò ha osservati alcuni individui « del detto Anthus pure nello scorso Settembre, vicini ad uu piccolo torrente nel Comune di Remete (Ungheria) Così pure ha veduto nello scorso Otto- © bre nn Gipaetus barbatus sul monte Retyezat (Ungheria. ) ‘om proposito alla notizia del Sig. Guggitz d'aver | sentito un canto somigliante a quello del rusigno- lo, emesso dalla Nucifraga caryocatactes, il Sig. Ischusi os«orva (l-c.) non aver mai sentito dal detto uccello aliro suono nell’ autunno che il solito Ardh- Kràh e q:alche volta un Tscherr somigliante a quelle de! Turdus viscivorus. ll Sig. .liffe fa parola d'una Lacerta vivipara, alla quale in luogo della metà della gamba sini- stra, si era sviluppata una coda o piuttosto una forma di «da, al disotto della rottura della gamba, con 7 ver.cbre di forma e grandezza irregolare e di color grigio verdastro, queste vertebre più piccole di quelle di una coda normale, avevano — insieme uva lunghezza di circa 8 mm. (Soc. zoolog. — Francoforte s. Meno 1886.) ; Nel coso di quest’ estate furono pescati nella | monarchia austro-ungarica alcuni pesci grandi e | rari; così nella Sava presso Agram (Croazia) tre | Storioni (Acdpenser huso) del peso di 25a 30 kl.; Ù nella Moldavia presso Bidweis (Boemia) un Salmone | (Salmo salar) di 130 cent. in lunghezza e di un | peso di quasi 12 kI.; nella Elba press) Leit meritz sbocco del lago Ossiach (Carintia).un Asello (Sàlu- rus glanîs) di 64 kl. in peso e di 2:20 met. di lunghezza; nel canale del Danubio .a Vienna saltò in un battello, mentre questo traversava il detto canale, un altro Storione (dai pescatori chiamato «Dick») di circa 160 cent. ia lunghezza. e di circa 19 1j2 KI, in peso (Soc. di pesca Vienna 1886.) Nelle Millheiluagen della società ornitologica di, Vienna troviamo data la notizia che il 10 dello» scorso dicembre 1886 fa presa.in uno dei corri— doi dell’ Imperiale Museo di storia naturale, una» Tichodroma muraria; questi uccelli d' autunno e. d’inverno scendono dalle regioni alpine in pia- nure e si veggono assai spesso nei dintorni dî Vienna e anche nella città stessa. Poi viene notato ancora che il sig. Spatny uc-. cise nello scorso settembre 1886 tre uccelli assai rari per la Boemia, cioè Gallinula pygmaea, Cha- rudrius squataro!a e Strepsilas interpres. Dal preziato periolico der Zoologische Garten di Francoforte sul M. togliamo le seguenti notizie. Il sig. Continho parla delle tartarughe dell’Ama- zona nel Brasile, dell’ Emys picta, Enys tracaja Chelys fimbriata èd altre; la più comune però la più ricercata è la Podocnemus expansa, la di cui carne è assai saporita e le di cui uova servono per. preparare oto da bruciare. Descrive poi la caccia in uso dagli Indiani, con freccia, fiocina, lancia etc. Il sig. Mmaake di Adelaide da i resultati delle osservazioni fatte sulla Sculigera Smitheî tenuta. in cattività, e principalmente sul modo con il quale dà la caccia alle mosche. Il sig. dr. Feoktistow di S. Pietroburgo dà pu- re i resultati delle sue osservazioni sall’ Uroma- stix acathinur»:s tenuto con altre lacerte. Que- ste abbisognano di una temperatura calda di 409; per alimento foglie di Brasséca oleracea v. Bul- lala, poi fiori di Twlina gesneriana, Myosotis ver- sicolor, Viola odorata ete. poi Cavalette (Acry- dium aegypticum, Locusta viridissima etc., anche Blatta germanica) Questo Uromastix è assai in- telligente, si fimigliarizza bentosto colle per- sone, etc. Il sig. Gremer rimarca che il Bison ameri- canus sarà ben presto del tutto estinto in Ame- rica in causa delle micidiali caccie, e che lo si potrà vedere solo nel parchi zoologici. Vienna SEN. Interessanti osservazioni ornitologiche. Em- beriza pusilla Pallas. Zigolo minore. ) x come anche n RR per conserve, Ù a 4 . MAr LIVE ge NEI 91 ST i : bui VR. È A & a Po MEM E O età, Ue decente x © piccola. distanza da vera ebbi il piacere di riscontrarvi una femmina di E. pusella. Il Museo di questa città, ne possiede tre esemplari presi già da molti anni. È specie rara assai, che per la sua somiglianza coll’ E. schoeniclus vien spesso con questa confusa. I cacciatori, cui chiesi come ‘chiamassero quest’ uccello, mi risposero unanimi Pionza picola. L'ho donata al civico museo di Trento, che ne era privo Rovereto 28 Dicembre 1886. A. Bonomi Due lodole panterane (Alauda arvensis). ma- schio e femmina che avevano parecchi anni di schiavitù e vivevano nel mio giardino con le re- miganti di un ala mozzate, si accoppiarono il giu- gno decorso e dopo aver fatto un voluminosissimo nido alla base di un pedale di vite, nido co posto di steli di graminacce, fili e penne, deposero tre uova e le covarono assiduamente per ben sette giorni. Per disgrazia pe:ò la notte dell’ ottavo giorno si scatenò un così violento uragano che la pioggia allagando il nido, affogò la femmina» Le uova le conservo nell’ alcool, non ne ho aperta alcuna, ma dal colore supponzo essersi già, rela- tivamente al tempo, sviluppato l’° embrione. Il luogo ov’ era fatto il nido era frequentatis- simo da altri animali, quaglie, gambette, coditre- mole, essendo il primo del giardino a ricevere la mattina i raggi del sole. Di tutti questi animali, già antichi compagni di schiavitù, le Jodole non dimostravano alcun timore, anzi, mentre la fem- mina covava e il maschio ritto sopra una zolla intuonava la sua canzone di amore le quaglie vi- cinissime al nido, praticavano nella terra le loro buchette per sdraiarsi a meriggiare. Firenze GINO CAIANI Il 5 novembre p. p. presso Margno (Valsassi- na) fu uccisa un’ Àquila reale (Falco fulvus Lin) delle dimensioni di 95 cent. dal becco alla coda e di mt. 2 d’ apertura d' ali. Pesava 4 kl. Portata sul mercato di Lecco fu da me acquistata per imbalsamarla. Lecco VERCELLONI Rag. CARLO Il 27 novembre scorso nelle colmate presso Fojano furono uccise tre Volpoche (Tadorna cor- nuta Gmel) che io acquistai e proparai per la mia raccolta. Erano una femmina adulta, un maschio giovane, ed una femmina giovane. La tadorna pon era stata mai presa in val di Chiana e la sua comparsa nell’Italia settentrionale 73 nella media iiuO de come gi acci- ‘ho vedute ed uccise diverse. cialmente lungo le coste dell’ Adriatico dove ne Lucignano G. A. GRIFFOLI Fagiani femmine che divenendo adulte prendo- no la livrea del maschio. Anni addietro sfogliando un trattato di fagianicoltura, mi fu dato osservare È una incisione rappresentante una vecchia fagiana argentata col piumaggio di maschio; cioè, petto e ventre neri, ale e dorso bianchi e sul capo non mancava il grazioso ciuffetto. Siccome nel mondo la miglior cosa è dire i verità, così francamente confesso che tale feno- meno non fu del tutto da me creduto, ma appreso con dubbio, di quel dubbio però che tende per tre quarti all’ incredulità. ip Tale incredulità, è giusto la giustifichi, partiva, — com' è naturale, dal non avere mai osservato un caso simile, nonostante che per tanti anni nella Villa Giulia coltivava un discreto numero di fa- giani e dei quali non ho mincato ogni anno di farne la debita riproduzione. ne Ma ciò era un’ inganno, e l'inganno ben pre- sto svanì. N ì Una femmina di detti fagiani, forse sfuggitami negli scarti che si sogliono. fare onde tenere le. hO più giovani per la riproduzione, ed avenlola per caso segregata dalle sue compagne per unirla ad un altro maschio, nel 1885 non partorì che uno Mi - G 1. o due uova appeua. Ri Però con mia sorpresa, all’ epoca della muta, osservai che invece di rimettere le solite penne n: grigio-uere apparvero sul petto delle piume sceu- re strisciate di bianco, come osservasi nei gio- À vani fagiani maschi quando cominziano a vestire il nuovo abbigliamento. î & Mi rammentai allora di ciò iche avea letto o capì che si presentava il fenomeno della. veo- | chiaia. Dallora in poi non tralasciai di avere specia- li cure pel detto animale e affinchè non fosse stra pazzata più dal rispettivo compagno, pensai a col- locarla a solo in uno scompartimento della fagia- Mb: niera. L’anno susseguente, cioè l’ anno scorso la fagiana in parola non partorì più uova e nella muta che fece in seguito acquistò un carattere i maschile più spiccato, tanto da non mettere più in dubbio, che se essa vivrà fino alla muta del corrente anno, potrà dirsi compiuto il fenomeno. — Palerino id GIUSEPPE VITALE rio 10 o comune degli Italianì, malvizzu o marvizzu dei siciliani. Questa è l' epoca che ogni anno arriva nelle nostre contrade questa specie, se in qualche anno avviene qualche ritardo di pochi giorni è dovuto al ritardo delle acque autunnali; ma generalmente può dirsi che non oltrepassa la prima decade di questo mese, e sempre vedonsi i primi, dopo qual- che copiosa pioggia, quando la temperatura sì è abbassata un pochino. Nel principio del loro arrivo si stabiliscono nei vigneti di monte a mangiare gli acini dell' uva, indi scendono a piano e nutronsi delle olive, final- mente mangiano il frutto del lentisco di cui ne sono ghiottissimi come del frutto dell’ edera, non escludendo i bruchi e le larve. La dimora dei tordi presso noi si potrae sino alla prìma quindicina di marzo, nella quale epoca più spesso fanno sentire i loro melodiosi gorgheg- gi, quasi annunziandoci la loro prossima partenza; qualche anno se ne vede qualcuno nell’ aprile ed una sola volta l’ ho veduto io il 7 maggio e ciò successe in questo anno con una bellissima gior- nata primaverile. Era un solo individuo di colore un po’ sbiadito, era accovacciato sopra un ramo che esprimeva proprio la melanconia; appena mi avvicinai volò come fulmine nè più lo vidi. Sebbene il Malherbes crede che questa specie midifichi nell’ isola, pure i fatti non lo comprova- no, in proposito i nostri villici credono che qual- che tordo resta per nidificare, e quando vedono î giovani del Turdus viscivorus asseriscono che quelli sono i tordi rimasti e non già una specie distinta, sembra quindi che la pretesa nidificazio- ne di questo tordo nell’isola sia derivata da qualche simile falsa credenza che il Malherbes forse at- tinse da qualche coltivatore. Infrattanto ammetto che forse per via di os- servazioni potrà essere confermata l’ opinione del Malherbes, ma per ora le osservazioni han dato contrario risultato. Turdus Iliacus Lin.1Il 17 dicembre del passato anno 1886 fu ucciso nel territorio di Castelbuono contrada Scondito, alle falde delle Madonie, un individuo maschio del Turdus Iliacus Lin; Tordo sasselio, Tordo minore degli Italiani; in Sicilia vien chiamato Turdu russu, in Girgenti Malvizzu pettu russu e nella nostra provincia di Palermo vien detto Turdu zitu. Era questo solo individuo, almeno per quanto potè osservarsi, perocchè in lontananza questa specie può confondersi facilmente col T. musicus. Lin. Questa specie giusta l' esatto Prof. Doderlein 5 autore della bell’ opera, Avifauna del Modenese e della Sicilia, è raro ed avventizio nell' Isola; e così anche apprendiamo dal Benoit. Secondo il primo questa specie arriva da noi nel tardo au- tunno, passa l' inverno nei monti ed in primavera riparte con le altre specie ; il secondo lo dice mol- to raro ed avventizio tra noi, il Ruggeri non nè fa menzione alcuna. Quando in primavera partono questi tordi si dirigono sempre aljN. loro patr a. I contadini nor- vegiavi salutano con gioia il ritorno colà del tordo rosso, non solo perché porta loro il ristabilimento della stagione, e lo chiamano il corriere della pri- mavera; ma gioiscono ancora per l’ armonioso canto che rende meno tetro il soggiorno in quel- l’ estremo N.; a buona ragione quei poveri abita- tatori ne gioiscono perocché in quell’ estreme fo- reste il canto del rusignolo norvegiano, come colà lo chiamano, deva veramente produrre un bellis- simo effetto in quelle contrade alle quali furon negate molte bellezze, mentre presso noi la natura ci fu veramente prodiga. Il Prof. Giglioli dice nella sua Avifauna Italica che giunge in ottobre e novembre e ci lascia nel feb- braro e marzo, non è sempre egualmente abbon- dante, searseggia nelle provincie meridionali; op- pure è irregolare nelle sue comparse. Secondo il Conte Ninni ed il Fulcis di Bellano nidifica sugli alti monti del veneto, alcuni autori sono in dubbio; il I). Schiavuzzi crede che possa nidificare nell’ Istria. Il tordo sassello per la nostra contrada è raro anzi non è neppure noto ai nostri cacciatori, forse perchè è stato confuso col 7. musicus sebbene differisce di molto, non è stato neppure osser- vato nelle nostre alte vette delle Madonie. Castelbuono 1 Gennaro 1887 M. Morici MINA Ornitologia tedesca. Trovasi in pubblicazione presso l’ accreditata ditta C. Tempsky in Praga un opera ornitologica di alto interesse cioè Die Vo- gel der Heimalh del Dott. Russ nome gia cono- sciuto dagli scenziati. Questa opera comprende la fauna della Germania, Àustro-Ungheria e Sviz- zera. Si pubblica in fascicoli di 1 o 2 fogli di testo con 2 o 3 tavole rappresentanti le specie più co- nosciute e più importanti, colorite con tutta esa.- tezza al naturale. La descrizione é ben chiara, cosicchè può essere intesa perfettamente da tutti se anche profani nella scienza: le annotazioni se l animale sia utile o dannoso sono date distin- tamente. | ed ificio e sarà alimentato da altri minori serbatoi na deus iafaNiori, ed ai ‘cacciatori ada sappiano distinguere quali specie si abbiano a conservare e quali ad uccidere, succedendo ben spesso il con- trario. Anche come libro di famiglia è ‘a racco- mandarsi per ammirare la bellezza degli uccelli della patria. Vienna SEN. INVENZIONI E SCOPERTE Chimica. M. Moisson addetto al laboratorio di chimica di M. Fremy a Parigi, ha scoperto il mo- do di isolare il fluoro allo stato gassoso con il metodo elettrolytico. Nuovo metodo di vaccinazione antirabbica. Abbiamo letto che il dott. Fernandz di Barcellona avrebbe scoperto un nuovo vaccino atto a preser- vare gli uomini e gli animali dal contagio della rabbia, sia spontanea che in seguito a morsi di animali affetti dalla malattia. Nichelina, nuova lega di Nichel. Il giornale The Electricien di Londra annunzia che al labo- ratorio di elettricità di Munich, si è scoperta una nuova lega di nichel, alla quale si è dato il nome di Nichelina, la quale presenterebbe una resisten- za molto considerevole, e sarebbe di grande uti- lità per le applicazioni dell’ elettricità. Petrolio. In Irlanda presso Ronnatouffan si so- no scoperte sorgenti di petrolio discretamente co- piose. A Tagieff, nelle regioni petrolifere di Bakou, sul mar Caspio, una trivellazione fortunata ha fatto scaturire una sorgente di petrolio colossale, che nei primi giorni, con uno zampillo di circa 40 metri di altezza, dava 110,000 ettolitri in 24 ore, e quindi andò diminuendo gradatamente fino a 10,000, cifra ancora enorme. Tutta questa immen- sa quantità di petrolio ha prodotto una vera in- nondazione nelle regioni circostanti, ed il vento trasportava gli spruzzi del formidabile getto fin so- pra le case di Bakou, distante 5 chilometri dalla sorgente. La più gran parte di qaesto petrolio andò perduta, essendo stato impossibile costrurre immediatamente dei serbatoi sufficenti a contener- la; essa andò a gettarsi in mare per un vero ru- scello di petrolio che si è formato. Si può dire, senza esagerazioni, che questa sorgente sorpassa da sola tutte quelle che hanno fatto la fortuna dell’ America. Inglesi e Tedeschi si disposero immediatamente ad approfittare di vna tale ricchezza insperata; ad Amsterdam sì sta costruendo in tutta fretta un gran. serbatoio in ferro della capacità di 80,000 ettolitri, il quale verrà collocato lontano da ogni: LL galleggianti, di cui taluni portano già fino a 8,000 ettolitri, il cui numero va rapidamente aumen- tando. Attualmente il petrolio per venire in Europa è trasportato sulla strada ferrata costrutta al nord del Caueaso, per mezzo di 250 carrozze-serbatoi, che i signori Rotschild hanno in tutta fretta fatto aggiungere al materiale della loro ferrovia. Si tratta di semplificare ancora tale trasporto sta- bilendo al sud della catena una condotta gigan- tesca, che, con un diametro sufficente per dar pas- saggio a 7 milioni di ettolitri in 9 mesi, avrà una lunghezza di 500 chilometri, e passando per Tiflis, verrà a sboccare a Polti o a Batoum, entrambe sul mar Nero, da dove sarà imbarcato per l° Eu- ropa. Il costo di tale condotta è stimato a 50 mi- lioni di lire, e l’ atto di concessione stabilisce che il prezzo di trasporto da Bakou fino a Batoum o a Poti non potrà superare L. 1,50 per ettolitro. Questo diluvio inatteso ha fatto diminuire as- sai il prezzo d' origine del petrolio; il giornale Isvestie, di Bakou, annunzia che mentre prima esso veniva pagato sul posto in ragione di 10 cen- tesimi per 35 litri, ora si ha la medesima quan- tità per soli 5 centesimi: Il che non vuol dire che da noi il prezzo del petrolio debba diminuire in proporzione, perchè le spese di trasporto, di do- gane, di magazzinaggio, ecc. superano di gran langa tale infimo costo di origine. Facendo un conto semplicissimo, partendo dal prezzo primitivo di centesimi 10 per 35 litri, sic- come noi lo paghiamo ordinariamente circa 50 centesimi il litro, si vede facilmente che di que- sti 50 centesimi più che 49 sono rappresentati dalle suddette spese complessive di trasporto, ecc., e dai guadagni dello speculatore, del negoziante all’ ingrosso e di quello al minnto. Quindi, mentre questa nuova sorgente farà la fortuna di molti grandi industriali, già milionari, .la sua influenza non sarà nemmeno sentita dalla. grande massa dei consumatori. Una grande ghiacciaia naturale si è trovata nella montagna Schneeberg (Bassa Austria). Vi è una caverna in direzione dal Sud al Nord, che è stata esplorata fino ad una distanza di 600 metri dalla entrata, alla quale distanza vi è un precipizio profondo 14 metri. La caverna è larga da 5a 6. metri e si suppone vada a terminare in un lago sotterraneo. Nuovo aratro ad un solo bove. È stato im- maginato dal Sig. Noemio Maluti, agricoltore a Brolio (Toscana) ed è utilissimo specialmente per la lavorazione delle vigne. Incubatrici elettriche. Il Sig. H. Neumon di Londra ed il Sig. Kilner di Bruselles hanno ide- ate due differenti incubatrici nelle quali producesi il calore necessario, allo schiudimento delle uova, mediante una corrente elettrica. PRO Gn O 7 ARIA 12 Igrometro a gelatina. Il Sig. A. Nadon, conosciuto che la gelatina esposta all’ aria ne as- sorbe l’ umidità e si dilata, pensò di profittare di questa proprietà per costruire un igrometro a gelatina, che descrive nel Journal de Physique. Ec- co come si procede: Sì forma un'elica di cartoncino bristol e si Ticopre all’ esterno con uno strato di gelatina, mentre la parte interna dell’ elica deve essere difesa dagli effetti dell’ umidità, mediante una ver- niciatura non igroscopica come ad esempio con bitume giudaico. Si ottiene così un insieme defor- mabile sotto l’ influenza dell’ umidità atmosferica analogo, per il modo di funzionare al termometro di Bregnet. Quando |’ umidità aumenta la gelatina si dilata e la spirale si svolge, mentre si avvolge quando l’ aria diviene più asciutta, perchè la ge- latina si contrae. L’ inventore assicura che l’ istrumento è co- stante nelle indicazioni, e che la sua sensibililà, è proporzionale al numero delle spire dell’ elica e può perciò aumentarsi a volontà. RECENTI PUBBLICAZIONI DONI-CAMBI L’ Amministrazione del Bollettino s’ incarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle altre, quando sia possibile, se ne permette gratuitamente la lettura. Manuale per la tecnica moderna del Micro- scopio. Il Dott. Adriano Garbini ha pubblicata una seconds edizione del suo Manuale per la Tecnica moderna del microscopio, già conosciuto dai lettori di questo Bollettino. L” A. dagli studii fatti sotto la direzione del Prof. Canestrini e dall’ avere frequentato la Sta- zione zoologica di Napoli e i principali centri scientifici dell’Estero, ha raccolte preziose notizie sui nuovi metodi di osservazione per la Zooistiologia, l'anatomia e l’embriologia, e le ha messe a profit- to dei suoi connazionali nella speranza di incorag- giare e rinvigorire l’ amore dei giovani per le scienze biologiche. La nuova pubblicazione del Dott, Garbini è ve- nuta a colmare un vuoto che esisteva in Italia, in questa parte delle scienze naturali. I? elegante volume bene illustrato e rilegato costa L. 6, 00. Contribuzione all’ anatomia ed alla istiologia delle Cypridinae del dott. Adriano Gardini. L' e- gregio autore trovandosi per studi all’ istituto zoo- logico di Vienna, e vedendo giungervi dalla sta- zione zoologica di Trieste, una grande quantità di Cypridina mediterranea, appartenente ad un gruppo di crostacei che meritava di essere meglio. studiato, lo fece scopo di una lunga serie di os- servazioni ed in questa memoria rende conto ap- punto delle interessanti novità riscontrate nel fare l'esame anatomico ed istiologico di detti animali. Vi sono principalmente studiati e maestrevol- mente illustrati con molte figure, i seguenti organi: Antennule. Apparato digerente. Sistema nervoso centrale. Occhio mediano e organo frontale. Organi sessuali. Ci piace riportare anche i metodi tecnici dal dotto aatore usati nelle sve ricerche: Per istudiare i tessuti delle Cypridinae a fre- sco, li dilacera e li tiene immersi nella stessa acqua di mare. Come maceratore adopera sempre con molto successo l’ alcool al terzo, in poca quantità rela- tivamente alla massa dell’ oggetto. Dei fissatori trova migliore di tutti il dicloruro di mercurio in soluzione acquosa; vi lascia le Cy- pridinae per 5-7 minuti, le sciacqua in acqua di- stillata e le passa in alcool a 75 0j0, nel quale ag- giunge qualche goccia di tintura jodica; dopo 12-24 ore le immerge nell’ alcool al 75 0/0. Buoni resultati gli hanno dato anche il liquido dé P. Mayer (liquido di Kleinenberg con acido nitri- co); però l’ epitelio dell’ apparecchio digerente non resta sempre fissato come quando si adopera il sublimato. Per | inclusione, finalmente, usa la paraffina, secondo il metodo di Giesbrecht. — Altra interessan'e memoria favoritaci dal me- desimo autore è: Note istiologiche sopra alcune parti dell’ ap- parecchio digerente nella Cavia e nel Gatto. Tratta: Follicoli solitarîì della Cavia. Cieco della cavia. Pancreas. È illustrata con 11 figure. Mostruosità doppia parassitaria, osservata jl 26 aprile 1886 in una Gallina di circa due anni. Nota di Apelle Deî. Vi si trova minutamente descritta questa mostruosità resa più interessante dall’ età dell’ animale e da altre anomalie che l’ac- compagnano. Di un delfino fossile scoperto presso Borgia: L’ egregio prof. Neviani continuando i suoi studi e ricerche paleontologiche nel Catanzarese dè no- tizia in questa memoria di parecchi avanzi di un delfino fossile trovati a Saffantino presso Borgia. Di una femmina adulta di passera reale (P. italiae) che assunse in parte il piumaggio pro- prio del maschio. Nota di Ettore Arrigoni degli Oddi. Si conoscevano già simili anomalie nell’ or- ‘ dine de Gallinacci e dei Palmipedi, ed in questo | stesso fascicolo (vedi comunicazioni) è annun- È ° L x ziato il fatto in una fagiana; però fra i passera- cei è questo, crediamo, il primo caso che viene descritto. | Tentativo per conoscere se la composizione chi- mica delle foglie di vite, nulla influisce sulla varia- bilità dei vitigni nella infezione peronosporica. Nota preliminare del Prof. Carlo Giannetti. L' egregio chimico prof. Giannetti che è pure direttore del Laboratorio chimico agrario di Siesa, vedendo come non siano aneora bere stabilite le cause pri- me ed intrinseche per le quali certi vitigni vengono più facilmente e più intensamente aggrediti dalla | peronospora, mentre altri lo sono assai meno, ha pensato di studiare se a questo resultato potesse ifluire la composizione chimica delle foglie delle diverse qualità di vitigni. Nello scorso anno le esperienze furono eseguite solamente per conoscere la composizione chimica delle foglie sane, riserbandosi alla prossima stagione viticola l esame di quelle malate da peronospora. In questo lungo e delicato lavoro il Prof. Gian- netti è stato gentilmente aiutato dai Sigg. Dott. Bruni e Luigi Livini allievi della scuola agraria di Pisa. Gli ortotteri genuini del Trentino per il dott. | Ruggero Cobelli. Questa interessante pubblicazione fatta per cura del museo civico di Rovereto, fà se- guito all'altra che il medesimo egregio autore pubblicò nel 1883 e della quale i nostri lettori fu- rono già a suo tempo informati. Da quell’ epoca e per le ricerche specialmente del rinominato prof. Cobelli le specie conosciute in quella regione si accrebbero e ne furono rin- venute anche tre affatto nuove per la fauna euro- pea; si moltiplicarono le notizie sulla distribuzione geografica degli Ortotteri nel Trentino ed anche gli organi sdridulanti di quasi tutte le specie lo- cali, furono dall’ egregio autore studiati. Per cui era necessario una nuova pubblicazione che com- ‘pletasse la prima. La memoria è aforna di figure e divisa nei seguenti capitoli: Invasioni di cavallette nel Tren- tino — Organi stridulanti — Organi timpanici — Durata della vita — Disiribuzione geogr®fica — Parte speciale nella quale l'A. passa in rassegna e descrive le diverse specie di ortotteri i loro organi ecc. ecc. Relazione sul secondo congresso nazionale di Bacologia e sericoltura tenutosi in Varese nel set- tembré 1884. L’ egregio sig. cav. Pio Mazzoni rappresentando la camera di commercio ed arti di Teramo al detto congresso, fece alla camera medesima un’ accurata e ragionata relazione di — quanto fu discusso nel congresso stesso, e la ca- dat di pubblicazione. I microbi. Con questo titolo l' egregio Sig. Prof. G. Pochettino ha pubblicata la descrizione dei mi- crorganismi che comunemente sono indicati coi. nomi di microbii, fermenti figurati, fermenti orga- nizzati, Schizomiceti, Saccaromiceti, virus, mia- smi, ecc. io questo lavoro l' autore, premesse le genera- lità sulle forme, sul modo di riprodursi, sull ubi- cazione, sull'azione dei microrganismi nelle diverse sostanze în cui vivono. passa in rassegna le diverse specie e di ognuna, oltre la forma, le dimensioni l'abitazione, i caratteri speciali e quelli delle coltiva- zioni artificiali, dà le indicazioni bibliografiche e per le specie patogene riporta i risultati delle investiga- + v zioni e le opinioni dei principali autori ilaliani e stranieri corredando la descrizione delle specie con circa 150 figure intercalate nel testo. <4s Il lavoro termina con un’indice generale delle matrici e dei sinonimi e può considerarsi come un riassunto di quanto si conosce su questo nuovo ra- mo delle scienze biologiche, potendo così interes= sare non solo il medico e lo studioso di scienze naturali, ma ancora chiunque voglia avere un ‘idea 5 delle cognizioni che si hanno oggidì su di un ar- gomento che certo non manca di attualità. 3: L’ utilità delia pubblicazione e la mitezza dell te prezzo (L. 3, 59) ci fanno ritenere che essa sarà sa bene accetta dagli studiosi. od Le armonie dei Cieli. E pubblicata la saga pi edizione di questa importante ed istruttiva opera del Prof. P. Francesco Denza intieramente riveduta ed ampliata dall’ autore, ed illustrata da numerose «Se 1 incisioni: Il nome ben cognito dell’ egregio autore ci dispensa dal fare gli elogi del libro e solamente lo raccomandiamo ai nostri lettori. Costa L. 2,50 Ù e con legatura alla Bodoniana L. 3, 25. Relazione del direttore della R. scuola pratica di agricoltura di Brescia, sull'uso degli zolfi acidi. d D per Giuialiore la Peronospora. L' egregio autore Prof. Sandri rende conto dei buoni resultati ottenuti. coll’ applicazione degli zolfi acidi contro la Pero- nospora e ne raccomanda |’ uso ai viticoltori.. Almanacco per i campagnoli. La solerte dire- La zione dell'ottimo periodico L'eAmico del Contadino (1) ha pubblicato un’utilissimo almanacco nel quale | oltre le consuete indicazioni di qualunque calenda- | rio, è una lunga serie diarticoli ed insegna- menti di distinti autori, sui principali argomenti che possono specialmente interessare i Campagnoli. È un volume di oltre 200 pagine e costa L. 1, 50. (hi ì) (1) L’ cAmico del Contadino, letture periodiche per i cam- pagnoli, si pubblica in Firenze 2 volte al mese e costa L. 6 all’ anno. —__ _ __ _ _ — —-T—_ T— —— — T_ —° T_ —° T_T T— — — dnsegnamenti pratici Nuovo metodo d’ innesto delle viti vecchie. L' egregio Sig. Edoardo Ottavi pubblica nel Colti- vatore questo nuovo metodo d' innesto insegna- toli dall’ inventore, il sig Ferdinando Gaillard di Brignaiss (Rodano). Ecco inn che consiste: Tutti sanno come si fa l'innesto a spacco nelle vecchie viti, le si tagliano due o tre dita sotto terra, si fà loro una, o anche due fenditure in eroce, vi si collocano da una a quattro marze della nuova varietà, si lega, si mastica con argilla bagnata, s' incalza con terra ed ecco tutto. Crbene 1° innesto Gaillard è una modificazione di quello comune a spacco. Il soggetto, ossia il tronco, inveca di essere tagliato del tutto lo è solamente per circa il terzo o il quarto del suo diametro, percui non viene menomamente arrestata la vegetazione durante l’ annata. Si esporta dal tronco una fetta a cuneo o zeppa la cui base rappresenta appunto circa il terzo del diametro totale del tronco stesso e va mano mano scemando di grossezza per tutta la sua altezza che sarà di circa 20 cent. rimarrà così nel tronco una tacca o spazio vuoto sufficente per potervi collocare la marza o le marze se se ne mettono più di una; poste le quali si fa la le- gatura e si rincalza come al solito Ciò basta per permettere al soggetto di conti- nuare a dar frutto per due anni, in capo ai quali la marza avrà preso tanta forza da dare essa stessa il suo prodotto rimpiazzando quello del soggetto. — E così facendo, il legno della nuova varietà ha agio di maturare benissimo, e dà un tralcio robusto, che non teme i geli; e che alla primavera può sopportare qualunque genere di potatura. Purificazione dell’acqua potabile. Il Dott. Giu- seppe Sannain un suo importante studio sul!a filtra- zione delle acque potabili neli’economia domestica, viene alle seguenti conclusioni che crediamo pos- sano interessare anche i nostri letturi trattandosi di argomento molto importante per la pubblica igiene: Conclude col dire che i filtri che si usano nel- l’ economia domestica non ci mettono affatto al si- curo da infezioni, anzi sono la causa prossiv:a e più certa di esse. Non saprebbe mai consigliare l’uso dei filtri, se non quando l’ acqua contenga in so- spensione dell’ impurità grossolane, come fimo, polvere, ecc.; solo in questi casi è permesso il farne uso, a condizione però che l’ acqua filtrata venga poscia bollita. È un pregiudizio credere che l’ acqua bollita sia pesante allo stomaco e finisca a lungo andare per diventare nociva. Essa, è vero, è meno piace- vole che |’ acqua ordinaria; è meno sapida, perchè coll’ ebollizione ha perduto il suo eccesso di sale calcareo, il che può essere anche un pregio; ma, li pare, ripeto, che sia un pregiudizio il ritener- la indigesta e perfino dannosa. stando alla sua propria esperienza ed a quella di un distinto chirurgo che ne ha fatto uso per parecchi anni. D'altronde è assai facile l’aerearla, ed essa tende nel raffreddarsi a riprendere l’ aria che ha per- duta. Si può pure seguire il consiglio di Bouchardat il quale, per rendere meno ingrata l’ acqua, pro- pone di farla bollire con foglie di timo, thè, caf- feytecel Si potrebbe pure fare uso con vantaggio di acqua bollita addizionata con una certa proporzio- ne di acqua di Seltz artificiale, qualora però que- sta fosse stata fatta con acqua precedentemente portata a 100°. Egli ha ferma convinzione che il miglior mezzo per evitare le malattie epidemiche si è di fare un’ attenzione scrupolosa all’ acqua che si beve, nè di farne uso, se prima non venga bollita; la maggior parte dei microbii perisce e pochissime spore resistono nell’ acqua portata al grado dì. ebollizione. Ha potuto moltissime volte constatare che ba- sta tenere a 100° per soli 10 minuti un’ acqua, comunque ricca in microrganismi, perchè essa diventi sterile. Giova in tempo di epidemia che l’acqua si conservi in recipienti di vetro con turaccioli d’ovat- ta, acciò l’ aria filtri attraverso di questa e si spo- gli dei germi che contiene. Disinfettante per le camere degli ammalati. Il dott. Durnel ha presentato alla società medica di Berlino il seguente composto che dice essere rac- comandabile per disinfettare i locali in generale especialmente le stanze ove sono ammalati, poichè possiede proprietà straordinarie per neutralizzare gli odori e le esalazioni delle malattie infettive. Prendi: Olio di rosmarino 10 parti, olio di la- vanda 2 1j2, olio di lino 2 1j?; mescola con acido nitrico nella proporzione del 30 per 1 1j2. Si scuote bene la bottiglia prima di farne uso, se ne imbeve una spugna e la si pone nei locali ad evaporare. NOTIZIARIO —S©&<—_ Raccomandiamo a tutti i nostri egregi coll- boratori ed abbonati che ci favoriscano articoli e notizie da pubblicarsi nel Bollettino, di essere il più possibile concisi negli scritti, compatibilmente al soggetto che trattano, tralasciando tutto quanto non ha direttamente rapporto con il soggetto stes- so o che non può interessare i lettori. Questa rac- comandazione ci permettiamo farla perchè il Bol- lettino è composto di sole 16 pagine e desideriamo sieno occupate con la maggior possibile varie- tà di articoli e comunicazioni, e. contentare così’ inch è ) Soi Deira oràre una lira del Bollettino e pa vor- remmo fossero la maggior parte degli abbonati, poichè a tutti può capitare l' occasione di aver qualche cosa di utile da far conoscere ai colleghi. A tutti gli associati che ci procureranno nuovi abbonati daremo in dono tante copie dell' elegante ed istruttivo libro Un viaggio in Oriente del Cav. Dott. Flaminio Tassi (Edito dall'agenzia di questo Bollettino. 2.2 edizione) per quanti nuovi abbonati ci rimmetteranno l’ importo. A tutti gli associati che pagheranno l’abbo- namento anticipato daremo per sole L. 1,20 un elegante timbro automatico tascabile in metallo bianco come la quì annessa figura, ed una boccet- ta di inchiostro. Nel timbro sarà nitidamen- te inciso il nome co- gnome, città e domicilio dell’ abbonato, od altra dicitura che a lui piac- cia indicarci. Deside- rando timbri più grandi e col medesimo sistema possiamo fornirne che contengono una di icitu- ra in uno o più versi. di mill. 45X12 aL 1,50 « « 50X15 «€ « 1,80 CI € C5IN21, (2; 50 Inviando 75 cent. in più vi faremo incidere anche le iniziali per timbri a secco sulla ce- ralacca. L'invio franco per tutto il regno costa 70 cent. e per l'estero quanto occorre ad affrancare un pacco postale. (Srivere chiaramente ciò che deve essere inci- so nel timbro.) Insegnamento agrario nelle scuole Tecniche. AI ministero si stà apportando una utile innovazio- ne al programma dell'insegnamento tecnico. Nei 3 anni di corso ora prescritti si impartirebbero più ampliamente gli insegnamenti della storia naturale, della Fisica e della Chimica, per hen preparare gli alunni a quello speciale dell'agricoltura che verreb- be impartito in un quarto anno. Per la spesa occorrente il ministero non darebbe che 2000 lire all'anno per l'insegnamento della agraria e rimarrebbero a carico dei municipi, l’am- pliamento dei locali, il maggiore assegno da darsi agli insegnanti di scienze fisiche naturali, ed il campo sperimentale. Sappiamo che sono già a tale scopo intraprese trattative fra il ministero e le*scuole tecniche di Pinerolo, Susa, Calusi, Patti, Carma- gnola e Stradella. Una botte gigantesca. La gazzetta universale di RA riferisce che il Sig- Mùller negoziante Di Th 135 1380 ettolitri di vino. Dopo quella di Heidelberg questa è la più grande botte che trovasi in Ger- mania, Nuovo sistema d’imboscamento per i bachi da seta. Sappiamo che il cav. Girolamo Giovannelli proprietario del rinomato stabilimento bacologico senese, terrà quanto prima delle conferenze in di- verse località per insegnare il modo di imboscare i bachi da seta coni viticci. Il sistema oltre che molto economico, avrebbe il vantaggio di dare un prodotto di bozzoli superiore in peso del 4 per. cento a quello ottenuto fin quì. Spedizioni esplorazioni, missioni. I sigg. Del Valle e Bezzoni riuscirono a ricuperare alcuni re- sti della spedizione Porro, però fra gli scheletri | rinvenuti pare non vi sia quello del conte Porro. Un romagnolo, Anacleto Gagliardi, è riuscito ad inoltrarsi nel paese somalo ed a trovare qualche misero avanzo della spedizione Bianchi, e cioè del- le ossa, frammenti di lettere, lembì di vestiario, oe un pedometro ed una piccola catena d' oro, Il conte Salimbeni è partito per Moncullo Oilet e l’ Asmara, egli porta seco il ponte politetragonale Cottrau, da gettarsi sull' Asbai. ]l tenente Bove, ed il Viscardi sono entrambi di ritorno in Italia. Il re Mwanga del Uganda, ha fatti porre a mor- te nel modo più atroce oltre 30 cristiani. Gli si ta- gliava un braccio e si gettava a bruciare alla loro presenza, poi una gamba ed in ultimo si gettava tutto il corpo nelle fiamme. Il viaggiatore Stanley è partito per lo Zanzibar. Concorsi: La R. Accad. dei Georgofili în Firen- ze ha aperto un concorso con premio di L. 1080 (Fondazione Cuppari) da assegnarsi all'autore del più ampio e migliore scritto, nel quale si pren- dano in esame le opere maggiori e minori del Cuppari, si mettano in luce i principi che le in- formarono e le deduzioni che maggiormente pos- sono avvantaggiare gli studi agronomici e in spe- cial modo l'insegnamento dell’ agricoltura. Tempo utile fino il 31 agosto 1888. La medesima accademia ha pure stanziati due | premi uno di L. 400 e l’altro di L. 200 (Fonda- zione Alberti) nonchè menzioni cnorevoli secon- do il bisogno, per un concorso fra i proprietari od agenti di campagna che abbiano nell’ ultimo decennio migliorato l’ oleificio coll’ impianto di macchine perfezionate, e possano dimostrare di avere per tal modo realizzato uu benefizio econo- mico di una qualche entità a vantaggio della pro- prietà e dei coloni. Tempo utile a tutto novem- bre 1887. È aperto un concorso internazionale di essiccatori da cereali, che si terrà in Milano nel maggio prossimo. Vi sono due premi di lire duemila cia- scuno. 16 Esposizioni. Dall’agosto all'ottobre prossimi sta- 2. Si desidera acquistare una copia dell’ opera rà apcrta a Manchester presso il giardino botanico | del Philippi. Enumeratio molluscorum Utriusque di Old Troffard, una esposizione universale. Siciliae. Si accetterebbe ancora in cambio di con- Nei giorni 19, 20, 21 e 22 del prossimo maggio | chiglie e nuclei del Calcare Pliocenico del Barese. avrà luogo in Torino una grande mostra di animali | 3. Mons. Lorez pharmacien a Zurich Suisse de- riproduttori, bovini, ovini e suini, con apposite se- | sire entrer en relation d' echange avec des Lepi- zioni per cani da caccia, di lusso, e da guardia, | dopteristes. Il cherche a acheter a bon marché, ou bandita dalla società Zootecnica di ‘Torino. ) en echange contre des autres papillons rares des ARESE RS Chsysalides de Papilio Hospiton. 777 4. Il dott. Federigo Sacco accetta libri di Geo- RICHIESTE, OFFERTE | logia e Paleontologia, in cambio di fossili speciali E DOMANDE DI CAME | a richiesta, non collezioni complete, del Miocene (Elveziano) dei colli torinesi e del Pliocene (Astia- no) dei colli astesi. Palazzo Carignano. Torino. 5. Il prof. Giuseppe Bellucci di Perugia, offre in cambio di oggetti preistorici ed Etnografici, nuclei di focaja, tormalina nera, granati, topazzi, esemplari fateri je scelu di oggetti ‘pre(sfoni ce pa È . ; 3 ; : i venienti dai trovamenti fatti nel Perugino. muscovite, dioptasio, celestina, zolfo, insetti nel- ge iena ; l' ambra. Desidero in cambio: distinte varietà di 6. M. Felix Wagener di Liége (Belgio) doman- quarzo, tormalina azzurra (indicolite)e bianca dell'El- , da da cataloghi con prezzi dei piccioni di lusso di ba, qualunque minerale di piombo a cristalli perfetti, TAZze italiane: Rondoni, Schietti, Gazzi ecc. (Gratis per gli abbonati) Quando non v’ è speciale indirizzo rivolgersi all’ ammini- strazione del Bollettino. Pagamenti anticipati. 1. Offro: quarzo roseo, ematoide, avventurina, ambra del f. Simeto, presso Catania, specialmente | 7. Si offrono in vendita od in cambio di oggetti la var. a riflessi azzurri, tartuffite. — | di storia naturale diverse Utamania torda (Lin) o. Brescia staz. ferr. GC. BonALDA. Gazza marina, uccise in Italia. PID], SII IDISSNSSLIISSILILIOLILSLIILLIILSLILLLLDAO E INVE EIN DTD RSI, PAGAMENTI ANTICIPATI Grossi rami di corallo rosso (Corallum rubrum) attaccati alla roccia marina naturale da L. 5 a L. 20 l’ uno. Una bellissima imitazione del cervello umano ingrandito, tutto scomponibile nelle diverse sue parti per L. 30 franco di porto nel regno. Microscopio da scuola con tre obiettivi d’ ingrandimento di 50, 150 e 200. diametri, compresa l’elegante cassetta in legno lucido, ù. 50,00 franco di porto. Utile per le dimostrazioni scolastiche poichè la preparazione ri- mane fissata in modo che gli scolari possano osservarla passando loro uno dopo l’ altro il microscopio senza che debbonsi muovere dal posto. Stupenda preparazione microscopica nella quale si osservano 179 varie- ta di diatomee tutte ben classate e regolarmente disposte da uno specia- lista. 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La gente di ma- h re non ama queste acque, perchè trattasi di pa- | raggi pericolosi, ove conviene star sempre in at- tenzione; i viaggiatori poi le amano poco, perchè, mentre sudano a sette camicie, han poche distra- i zioni, e non possono a bordo far tutti i loro co- i modi, infatti, per il gran caldo, le cabine e il salone sono inabitabili, e conviene star sempre in coperta, anche alla notte. Le terre, che passan di vista, sono delle più aride e meno pittoresche, che dir si possa. In Mar rosso per un paio di notti ebbi l' op- portunità di osservare moltissimo evidente il fe- nomeno della fosforescenza del mare, fenomeno che, quanilo è nel suo pieno, è veramente degno di essere ammirato. — Ogni volta ch’ io sono stato presso al mare, o nel mare, mai ho potuto fare a meno nella notte di darvi una occhiata, per ve- dere se fosforescenza vi fosse, e al dì d' oggi, an- ehe dopo aver percorso oltre 60 mila chilometri di mare, tanta ne ho vista in tutti i varii gradi di intensità, che del modo, secondo il quale sì suol manifestare posso discorrere con una certa cogni- zione di causa; sulle cagioni non contradirò Cal N l’ opinione dei più, che le riguardano di ordine biologico; però, su tutti no, ma su certi casi al- meno di fosforescenza, oserei dimandare se l’ ulti- “BOLLETTINO DEL NATURALISTA © COLLETTORE, ALLEVATORE, COLTIVATORE PERIODICO Abbonamento per tutti i paesi dell’ Unione postale, L. 3 all'anno. : ; RAFA ISANIISANNSANNAXAXSNAS NS NSNASNSNFXZ/NENEZINE ma parola sia stata detta davvero. Ed ora discor- MENSILE ro un pò della fosforescenza marina. “ Volendo fare una distinzione di comodo, e ba- i sata soltanto in ciò che può in modo grossolano ; de. vedersi, stando presso il mare o percorrendolo, veli si possono distinguere due m:aniere di fosforescen- za marina: )' una che chiamerò continua o spon- - tanea, l altra che chiamerò discontinua 0 provo- pie 4 cata. Le accenno particolarmente. e La fosforescenza marina continua v spontanea — — non si presenta sempre, ma solo in certe località e circostanze: tanto è vero che molti e molti han visto il mare per notti consecutive e mai vi han: no trovato la fosforescenza, di cui parlo. Quando i questa fosforescenza ha luogo (e nel Mar rosso io ne ho avvertiti bellissimi esempi), si vede una luce pallida, azzurrognola, ricordante la luce elet- trica, che invade il mare tranquillo, e lo fa ap- parire come un olio fosforescente; l’ intensità di questa luce è varia, può essere appena apprez- zabile o giungere per varii gradi ad un punto no- tevole, tanto che, con esagerazione evidente, si parlò di mare di fuoco: è un fatto, però, che può debolmente illuminare gli alberi e i sartiami del bastimento, in modo da renderli bene spiccati e visibili; l'aspetto di questa fosforescenza è senza dubbio bello e interessante. Perchè la ho chiama- ta continua e spontanea? La ho detta continua, perchè, una volta iniziatasi, dura senza intermit- Li tenza per un tempo più o meno lungo, come due, | tre ore, una intiera notte; la ho detta spontanea, È. perchè si produce, dirò così, spontaneamente, cioè senza che nessuna azione meccanica agisca contro SOA l’acqua. Quando si ha questa maniera di fosfore- | scenza, se noi osserviamo |’ acqua del mare nel suo insieme, la vediamo, come ho detto, sotto l'aspetto di un olio fosforescente, vediamo, cioè, un immenso lenzuolo di luce bluastra o verdogno- la, alquanto ondulato e cangiante; se però osser- «Ti viamo più attentamenle, si può vedere come in SG mezzo al lenzuolo siano delle areole più brillanti; i he = e la vivacità della luce e il numero delle areole brillanti si può vedere farsi maggiore se si agita. SIA i o si rompe l'acqua, come fà un bastimento in moto. Questa maniera di fosforescenza marina, che ho chiamato spontanea, perchè si presenta senza che niuna azione meccanica turbì l’ acqua (vedremo or ora che non è così per la seconda maniera), e che ho detto continua, perchè, una volta iniziatasi, dura un tempo piuttosto lungo, è dovuta, io credo senza dubbio, e io ammettono tutti, a organismi vivi fosforescenti, appartenga- no essì al Regno animale, vegetale, o protistico (1); la Noctiluca miliaris, protista ormai noto, è quella, che se ne fa il più sovente cagione: e di- fatto, esaminando sott’ occhio in un recipiente un po’ d’acqua marina fosforescente, vedesi che la luce, che sembrava omogena, si scompone in mi- nuti punti brillanti, che risiedono nelle Nottilu- che, piccoli esseri, misuranti appena un quarto di millimetro di diametro. E taccio di altri orga- nismi, che in nus.ero enorme diffusi in un’ area di mare, e dotati di lominosità, possono produrre il fenomeno della fosforescenza marina, che ho deîto continua o spontanea. Vesiamo alla fosforescenza discontinua o pro- vocata. Se ne volete un esempio, ecco come do- vete agire: recatevi in una notte oscura presso al mare, pier esempio nel porto di Livorno, anche dove sono ancorate le navi: ivi a cose usuali, : uar- dando l’ acqua, la vedrete perfettamente oscura e buia; ma se allora con un remo, con un bastone voi vi farete ad agitarla, tosto vedrete che più o treno essa risplenderà di una pallida luce blua- stra, mentre gli spruzzi, che voi solleverete, e che ricadranno neil’ acqua, sembreranno piccoli punti luminosi o scintillanti. Se voi agirete con- (1) In oggi si sa che moltissimi Animali marini, mentre so- no ancora vivi, possono essere fosforescenti; perfino in un Ver- tebrato fu constatata la fosforescenza, in un pesce, cioè, della famiglia degli squali, lo Scymuus fulgens, in cui Giglioli la notò in modo indubbio. Gli animali marini poi dei tipi sotto ai Vertebrati frequente dimostrano la fosforescenza: frai Tu- nicati sono i Pirosomi, che possono giungere a grande lumi- nosità; fra i Molluschi, oltre qualche altra specie (p. es. Phyt lirho:), le Foladi possono farsi fosforescenti molto, specie se sì disturbino; fra gli Artropodi marini (taccio degli Artropodi terrestri, che, come le Lucciole, possono darne i più belli esem- pii), qualche FERA, può luccicare, come il Leucifer; tra i Vermi pur hannosi esempi di fosforescenza; la quale può esi- stere negli Echinodermi, e vivissima poi si ha in molti Ce- lenterati: così molte Meduse (le carnacce dei marinai) vedonsi in mare luminosissime, e taccio di altri Celenterati, quali i Sifonofori, i Pennatulidi. — Nel regno protistico molte sono e specie marine luccicanti, e mi basti citare re quell’ Infusorio —- aa speciale che è la Noctiluca miliaris, causa da sa la più@ _ frequente della fosforescenza del mare, in cui può ‘trovarsi in numero di ‘milioni di miliardi di individui; anche altri i Infusorii (Peridi- Crosia nium) possono essere irene e farsi causa, col loro ster- minato numero, della fosforescenza marina. venientemente, e la ‘oscurità’ che vi i circonda sarà | ? perfetta, sempre potrete osservare il fenomeno. a Questo semplice esperimento, che ho consigliato, dà idea di ciò che sia la seconda maniera di fo- sforescenza. Ed ecco perchè la ho chiamata di- scontinua e provocata. Discontinua, perchè non dura che istanti, provocata, perchè non si pre- senta se il mare viene lasciato tranquillo, ma solo quando una azione meccanica smuove, o meglio rompe l’acqua: e quest’ acqua può esser rotta sia da un corpo duro, come un remo, un sasso, un bastimento, che cammini, sia dal vento, che la frange, sia da altra acqua, che vi cada sopra; e sempre avrà luogo debole fosforescenza, che ces- serà tosto, che cessa la azione meccanica. Questa seconda maniera di fosforescenza si presenta al- l’ occhio in due modi principali: o come luce pal- lida, bluastra, quasi omogena, diffusa, tale da ri- cordare la fosforescenza spontanea, meno che per la durata e le cause occasionali, o come tanti punti brillanti, di diversa grandezza; nel primo caso sembra la pallida luce della via lattea, nel secondo raffigura stelle di diversa grandezza; la fosforescenza provocata del primo modo, cioè come luce pallida, quasi omogenea, si vede bene, per esempio, nella scza delle navi in moto; quella del secondo modo, dove l’acqua sia rotta in modo violento; e quando, essendo rotta, forma dei pic- coli vortici, questi usualmente sono come piccole areole luminose; i due modi poi si mescolano tra loro, e in mezzo alla luce pallida vedonsii punti brillanti, come, per esempio, nella seza di un va- pore ad elica, che cammini velocemente; può darsi che la luce pallida sia prodotta da un numero enorme di piccoli punti luminosi. — Questa se- conda maniera di fosforescenza marina, che ho chiamato discontinua o provocata, ripeto, si vede sempre, che vi sia la causa occasionale. Ormai ho passato molte notti viaggiando in mare, e sempre che io mi sia recato nei punti, ove il bastimento più rompeva l’ acqua, la ho vista: la ho vista in alto mare, come nei porti, nei nostri mari, come nei mari caldi; la ho vista nel porto di Trieste, e nel porticciuolo di Cervia nell’ Adriatico, così bene come a Napoli, a Livorno, a Genova, a Piom- bino, a Portoferraio, e la ho vista perfino nel dock di Bombay, e sempre ognorachè l’ acqua fosse in- franta dai remi, dai sassi, o in altra maniera. È un fatto che questa fosforescenza, ove si voglia, si vede sempre, come ho detto: però il suo grado di intensità può variare: così viaggiando in mare si vede ehe certe volte la scia è molto luminosa, altre appena percettibile, e ciò sempre indipen- Di PEOS 1 4 ° et a = ela 3 dl ell Pi > È PRE REED O, ASTI let 7 . si HA dentemente dalla fosforescenza o quando vi è molta disposizione, un nonnulla basta per ‘ provocarla, mentre in altri casi occorre una azio- ne più energica; in una notte, in cui il mare era oscuro sì, ma den disposto, mi si passi la frase, ne vidi provocata la fosforescenza in un modo no- tevole da un branco di Delfini: essi sembravano fosforescenti, e un tourést alla buona avrebbe po- tuto scrivere nel suo taccuino: « la tale notte in Oceano indiano ho visto un branco di Delfini fo- sforescenti »; non lo erano i Delfini, ma |’ acqua che essi, nei Joro celeri moti, confricavano; e pro- vocavano una tale luce, che potevasi benissimo tener dietro alle !oro scorribande intorno al piro- scafo. Dunque, per ripeterlo, questa maniera di osforescenza si ha sempre, che si provochi. Niun altro dice che l'acqua marina può esser sempre fosforescente? Veramente nessuno ch'io mi sappia, ha distinta la fosforescenza marina in continua e discontinua, distinzione che, ammesso pure che non possa farsi per la sua causa prima, può farsi, però, per la apparenza esteriore, con la quale si manifesta il fenomeno. Non avendo alcuno fatta precisamente questa distinzione, niuno espressa- mente dice che la fosforescenza possa vedersi sem- pre. Tuttavia Gigliolî, senza far la divisione suesposta, conviene che nei due terzi delle notti può fosforescenza delle acque vedersi: certo in questo computo bisogna comprendere la fosfore- scenza provocata, poichè la spontanea è molto più rara a vedersi; io però, lo ripeto ancora, vado al di là dei due terzi delle notti, e non temo di er- rare dicendo sempre; e chi non mi crede, si rechi nel porto di mare più prossimo, entri in una bar- chetta, stuzzichi l’ acqua col remo, e poi mi ri- sponda. Voi avete la fosforescenza discontinua o provocata in alto mare, presso la sponda, rei porti. Ed ho ragione, credo, se non Ìa confondo, per la sua maniera di manifestarsi, con quella spontanea o continua. Quali ne sono le cause ? Ec- co il problema. Sono le medesime che per la spon- tanea, ossia sono cagioni d° indole &é0/0ogica ? Sono, in altri termini, degli organismi che la producono? I più degli Autori che parlano di fosforescenza marina, come il Gigliolî, che ne tratta in bella maniera, non fanno la distinzione, che ho fatto io, e ammettono che causa ne sieno sempre degli or- ganismi, ammettono, cioè, che si tratti sempre di una causa biologica, e non fisica. Ammesso que- sto modo di pensare, bisogna ritenere che gli or- ganismi, che per ogni dove inquinano l’ acqua, ggari ni N, di casi, Tia che mogridnio irriti, come il remo, che rompe |’ acqua, la nave, che la percorre; e in appoggio a ciò starebbe il fatto che molti avimali capaci di esser fosfore- scenti, ron lo divengono realmente, se non irri- tati, ed altri, che lo sono spontaneamente, riful- Il . è . . Ri gono di più, se eccitati: così nella fosforescenza marina spontanea, prodotta indubbiamente da or- ganismi (No/tiluche, Peridinii, Pirosomi) lo smuo- vimento dell’ acqua fatto dal bastimento, che cam- mina, o fatto in altra guisa, provoca una luce più viva. Io, dunque, senza pregiudicarmi circa allaopi- nione, che ritiene ogni fosforescenza marina di origine biologica, ossia prodotta da organismi, di-. rò solo che, siccome la fosforescenza, che ho chia- mato provocata, può più o meno vedersi sempre, e Ca per tutto, in ogni decimetro quadrato di mare, per “ così esprimermi, così, ammessa tale spiegazione, — bisognerebbe dedurne che il mare è un vero impasto, una emulsione di organismi. È questa la realtà? Dopo cinque giorni dalla parte.za da Suez e di navigazione in Mar rosso, giungemmo a Aden, situata nella Aradia felice degli antichi geografi. Del caldo nel tragitto del Mar rosso ne avem- mo a sazietà, e per quanto io lo sopporti benis- simo, e lo preferisca cento volte al freddo, pur nonostante convengo che spossa. Il calore esterno e ìil continuo sudare ha fatto andare incontro i più di noi a disturbi cutanei. Siamo pieni di eru- zione cutanea, che in taluni è sotto forma di ve- scicole chiare, miliari, non accompagnate da stato inflammatorio incostante, e che qnindi non è che una semplice sudamina (la mileare cristallina di Hebra), ma che nei più raggiunge il grado di vero disordine flogistico delle glandule sudorifere e del- le aree cutanee ad esse circostanti, e si presenta. sotto la forma della così detta miliare papulosa (lichen tropicus): prevalgono le piccole papule, ma. non mancano anche le vescicole; il petto, il dorso, il collo, le braccia ne sono pieni: la piegatura del- l'articolazione brachioantibrachiale ne è talmente ingombra, che i movimenti dell’ avambraccio sì e nat. Pi de À rendono quasi dolorosi, specie per la confricazione — degli abiti; in tutte le parti affette il prurito è enorme, specie quando si inizia la sottile desqua- mazione, comune si alle papule, che alle vesci- cole. L° unico refrigerio a questa noia ho provato che è illavarsi spesso con acqua dolce, più fresca che sia possibile. Del resto il Zichen tropicus, una volta scomparso, non lascia tracce, salvo, dicono, la facilità alle recidive. In Aden il piroscafo si arresta piuttosto lungi | da terra, ma ciò non boglio che numerosi Somatzi : “a 20 zie. Questi Somali sono uomini ben costituiti, neri, n facce risolute, con denti bianchissimi * e i denti loro non posson esser che bianchi, dal momento che continuamente quella gente li sfrega con moz- ziconì di legno. In Aden il contatto e la domina- zione dell’ europeo ha un pò inciviliti questi So- mali, ma tutti sappiamo quanto ladroni e sangui- narì sì mantengano i loro fratelli della vicina costa d'Affrica, sui quali grava la colpa dell’ ecci- dio di intrepidi viaggiatori italiani. — Non scendo ‘a terra ora; vi sono sceso altra volta e vi scen= derò al ritorno. — Alla sera partiamo. (continua) COLOMB!CULTURA Riproduzione interdetta I Piccioni Viaggiatori Il Continuazione Voglio pure ricordare se non come celebri, cer- to come ottimi due piccioni appartenuti alla So- cietà Colombofila Fiorentina, da me adoperati in tutti gli esperimenti di Corsa. Il N.° 12 « Nasone » | vecchio Belga a’ Anversa regalato da La Perre de Roo, che senza trenaggio di sorta dopo soli tre mesi di permanenza in Colombaja, potè lanciarsi da Vergato; ed il N:° 61 « Ventibianchi » nato in Firenze da un Belga d’ Anversa N.° 21. (La Perre de Roo) e da una femmina di Bruxelles N.° 75 (cav. G. B. Sella) il quale gianse, dell’ età di un anno, a fare fino 82 chilometri all’ ora. Citerò per ultimo altri due piccioni fiammin- ghi puro sangue, grandi volatori: « Veloce » vin- citore della gara degli 11 Agosto 1880, e « Ber- sagliere » di quella dei 7 Agosto 1886, l’ uno e l’altro proprietà di Sebastiano Visconti. Pochi in Italia crederanno che )’ industria di allevamento dei piccioni viaggiatori rechi alle fer- rovie Francesi e Belga vistosi guadagni; pochi crederanno che si effettuino in quei paesi treni speciali per il trasporto degli alati corrieri. Eccovi, amici lettori, un’ esempio del movi- mento dell’ industria colombofila Fiamminga. Il 19 Maggio 1878 partivano da Parigi e di- partimenti N.° 123,440 piccioni spediti in Francia dal Belgio in N.° 3085 ceste Il 31 stesso mese ed il 1.° Giugno successivo per vie diverse entravano simultaneamente dal Bel- gio in Francia N.° 2518 ceste contenenti N.° 100,720 piccioni viaggiatori che venivano il 2 Giugno lan- ciati da Parigi, S. Denis, Valenciennes, Cambrai, Arras e Creil. — Il trasporto si era effettuato con "e; de n iii sei treni speciali aventi duecento cinquanta vagoni merci. Dai dati che forniscono i giornali colombofili del Belgio calcolo che non meno di quattro milioni di piccioni si spediscono annualmente in Francia per esser lanciati da diverse città. Le Società Colombofile ed i Giornali Colombo- fili.sono i mezzi più efficaci per dar vita ed in- cremento all’ allevamento dei piccioni viaggiatori. — Quì in Italia noi non abbiamo giornali colom- bofili, ma però esistono buoni giornali di agricol- tura, industria e scienze naturali, i quali potreb- bero perorare la causa di questo utilissimo ed intelligente animale. Disgraziatamente, conviene confessarlo, pochi fra noi si occupano di questo ramo di zoopedia, e pochissime sono le Società Colombofile esistenti in Italia. (1) Eccetto i Mo- denesi, tutti gli altri popoli d’ Italia trascurano più di quel che coltivino l’ allevamento degli ani- mali da cortile. Ma ben altrimenti avviene all’ estero. La Fran- cia ed il Belgio posseggono giornali tome la Re- vue Colombophile e l’ Epervier e scrittori come Chapuis, La Perre de Roo e Du Puy de Podio. Nel solo Belgio si contano millecinquecento Società Co- lombofile con circa cento soci ciascuna. I governi Francese, Tedesco, e Belga fanno a gara ad ac- cordar premi ai concorsi estivi e autunnali diretti da ufficiali del Genio, e presenziati dai coman- danti le direzioni territoriali. I premi ai proprie- tari dei Colombi vincitori vengono solennemente consegnati dai generali di divisione, presente l’uf- ficialità di tutte l’ armi. (2) Queste sono le cause che hanno fatto fiorire all’ estero l’ allevamento dei piecioni viaggiatori, ed il moltiplicarsi delle Società, Colombofile. In Italia il g'ornalismo così detto politico fino all’ anno 1878 fù sempre restio ad occuparsi dei piccioni messaggieri; tanto è vero che la Società Colombofila Fiorentina, non trovò chi annunziasse la sua costituzione se non pagando! Ma da quell’ anno, atteso l' impianto delle Co- lombaje militari, alle quali dette impulso e vita la Società Colombofila Fiorentina, la prima d' Ita- lia, anche il giornalismo politico cambiò di opi- nione: ed i giornali piccoli e grandi di qualunque colore principiarono ad occuparsi dei viaggi dei piccioni messaggeri. È ormai tempo che io dia al benevolo lettore qnalche breve cenno sulla Società di allevamento dei piccioni viaggiatori di Firenze, tante volte da me rammentata in questi articoli. Cadeva l'anno 1877: il 23 decembre antivigi- La COMDI Se tp RARE RE RI ‘o - 21 Erre lia di Natale, Italo Fortini ed io stabilimmo di fon- dare una Società Colombofila sul genere di quelle del Belgio. Associatisi nell’ impresa non pochi volenterosi amici nostri ci mettemmo all’ opera pieni di buon volere e di rosee speranze. Era necessario |’ ag- gruppare almeno una cinquantina di Scci per provvedere il denaro occorrente all’ impianto. Sol» tanto ai primi dell’ Aprile 1878 si ebbe raggiunto il numero necessario. Allora, mercè gli aiuti di Piero Manzini, che cedè provvisoriamente il locale, di Augusto Gonin che mise a nostra disposizione il suo ottimo gior- nale « La Vita di Campagna, » del cav. Guglielmo De Pazzi (3) Deputato al Parlamento che interessò a favor nostro l’ on. Bruzzo Ministro della Guerra, e dei dotti avicultori cav. V. de La Perre de Roo e cav. G. B. Sella che regalarono i primi trenta- due piccioni Belga, la Società di allevamento dei piccioni viaggiatori in Firenze rimase effettiva- mente costituita. Una quantità di egregie persone, fra cui di- stinti ufficiali dell’ esercito, si ascrisse nel numero dei Soci, tantochè la Società potè prosperare ot- timamente fino a tutto il Settembre 1879. Ma alla metà di Ottobre di quell’ anno una buona parte di Soci stanca del lungo aspettare il reparto degli utili, (imperocchè si era avuta la pessima idea di far sperare un reparto in una Azienda a per- dita!) si rifiutò di pagare ulteriormente. A questi Soci altri se ne aggiunsero ai primi del Gennaio 1880, lamentando che i voli fatti da Bologna a Firenze nella primavera del 1879, non erano di tale importanza da giustificare )' utilità dell’ istituzione, nè da sodisfare la generale aspet- tativa. Costoro non pensavano che si erano dovuti adoperare come piccioni da corsa i giovani nati nella seconda metà dell’anno 1878, non potendo ser- virsi dei trentadue Belga provenienti da Bruxelles e da Anversa i quali servir dovevano da ripro- duttori! Impossibilitata la Società a sostenere ancora le forti spese di servizio, pigione e mantenimento, fu giocoforza lo sciogliersi. Questa dolorosa deci- Sione venne approvata dai soci tuttora rimasti fedeli nell’ adunanza dei 6 Febbraio 1880. Il giorno 9 successivo tentai per incarico del- l’ assemblea la cessione della Colombaia Sociale al corpo d’ Armata di Firenze. Il capitano Ippolito Gargiolli prof. al R.° Liceo Militare di Firenze, fe- ce dietro mia preghiera le opportune pratiche al generale comandante il corpo d’ Armata; ma que- ste riuscirono infruttuose, e la Colombaia Sociale con una parte degli alati abitatori e con tutto il materiale passò in possesso del Sig. Antonio Ra- veggi di Firenze che la ritiene tuttora Se fosse sempre stato al portafoglio della guerra l’on. Bruz- zo, era certo che quella Colombaia altissima do- minante Firenze (4) passava all’ amministrazione militare, per il grande amore da lui portato alla nostra istituzione. Infatti, prima di lasciare il mi- nistero, nell’ Ottob.e 1878, egli decretò il famoso impianto della prima Colombaia militare in An- cona, ordinando che si apprestassero i locali per mantenere e custodire cinquecento piccioni coi si- stemi della Colombaia Sociale di Firenze. Dolente dello scioglimento della Società per fondare la quale erano occorsi tanto tempo e fa- tiche, mi confortava il vedere come coi Colombi. Belga venduti s’ andassero formando in ogni parte d’ Italia altre venti Colombaie di privati; allora- quando, alcuni erronei apprezzamenti dei giornali cittadini mi costrinsero a riprendere di nuovo la penna, ed a scrivere la seguente lettera, che è l’ ultima delle molte che furono scritte sulla So- cietà Colombofila di Firenze. (3) Onorevole Sig. Direttore del Giornale il Corriere Italiano. Nel N.° 54 del giornale dalla S. V. meritamente diretto, si legge alla rubrica della Cronaca Citta- dina un comunicato relativo alla disciolta Società per l’ allevamento dei Colombi Viaggiatori. Sembrerebbe da questo scritto che il Sig. Pie- tro Manzini di Modena già direttore della Società, da solo l’ avesse fondata, diretta e discio.ta, e che nessun’ altro che lui curasse con diligenza ed at- tività gli interessi sociali. Alcuno meglio di me non conosceva nè conosce i meriti del Sig Pietro Manzini in fatto di co- lombicultura, essendo stato io stesso che pre- sentai e proposi ai Soci fondatori ]’ intelligente amico Modenese come il solo che potesse dirigere la nascente Società. Siccome però si potrebbe ri- tenere dal tenore di quel comunicato che tutte le egregie persone che appartennero al primo ed al secondo Consiglio di Amministrazione non avesse- ro fatto altro che rappresentare la poco simpati- ca parte di statue viventi; ho stimato mio dovere di ristabilire la verità dei fatti, asserendo, che chi compose lo scritto in parola, non conosceva affatto quanto fecero per la Società i Sigg. Avv. Carlo- Alberto Fabbri, Arturo Testi, ing. Celso Francini, Filippo Tempestini e molti altri ancora. E giacchè è per l’ ultima volta che io prendo la penna su tale argomento, mi piace che a tutti sia noto, che se sorse in Firenze una Società per l’ allevamento dei Colombi viaggiatori, e se ci sa- rà dato ottenere lo spledido resultato della crea- zione della prima Colombaia militare in Toscana, (6) devesi tutto all’ ottimo quanto modesto amico mio Italo Fortini chè ne ideò e propose la fonda- zione, quando ancora a nessun’ altro ne era ve- nuto il pensiero. Unicuique Suum! Fiducioso et. Firenze 24 Febbraio 1880 “a quel giorno, sono ormai sette anni, io non appartenni più ad alcuna Società Colom- bofila, non presi parte ad alcuna gara di corsa con piccioni viaggiatori, non fui ne giurato ne giadicabile in nessuna esposizione regionale. Chiu- so nella mia solitudine, mi detti a riordinare gli appunti e ricordi sulle razze e varietà dei Co- lombi Europei presi in quindici anni di continue esperienze. È questo il lavoro che ha dato origine alla lunga serie di Articoli che da varii anni si pub- blicano sul nostro Bollettino. Firenze G. C. GIACHETTI (1) Le poche Società esistenti, credo siano tutte nell'Emilia. (2) Sport Colombophile dans la Belgique — V. De La Perre de Roo — 1879. (3) Troppo presto rapito all’ affetto dei suoi, e alla stima dei concittadini. [4] La Colombaia era situata nella Torre dei Vecchietti una delle più alte del vecchio Firenze. [5] Corriere Italiano — Anno XVI — 26 Febbraio 1880. [6] Speranza purtroppo delusa! bal ci Riproduzio:re di Pernici î0 domesticità Sul finire della decorsa estate fai invitato dal gentilissimo Signor Federigo Niccolaj di questa città a visitare una coppia tli pernici (Perdix pe- trosa. GM) che teneva in schiavitù, le. quali ave- vano, nidificato e allevata la loro prole. Non mi dilungherei molto su questo argomento, giacchè anche il Signor T. Rossi nel primo numero del bollettino dell’86 ne parlò abbastanza (1) se le varie | fasi di questo allevamento in domesticità, non fos- ) sero molto differenti da quelle avvenute alle per- È — nici di detto signore. _ —Ecco dunque ciò che il Signor Niccolaj ebbe la ; — gentilezza di comunicarmi riguardo ai suoi augel- letti: «_< La mia coppia di pernici mi fu donata da | ‘tn cugino e carizsimo amico mio il capitano Giu- seppe Mariani nell’ occasione che da Cagliari fu . mandato di guarnigione a Catania. Sono in mia | mano da più di un'anno, e contano adesso, secondo le recenti informazioni del gentil donatore, il ma- schio 4 anni d' età e la femmina forse ebbe giovani di 7 o 8 mesi, e furono prese colle reti. Domestiche entrambe; il maschio vince la femmina in docilità. Beccano senza difficoltà, semi porti loro con la mano, ma il maschio giunge perfino a beccare i pinocchi che gli porgo colle labbra. Il maschio da giovane, per un certo spa- vento che subì, si ruppe una gamba, che risanò da sè; ma n’ è rimasto un po’ zoppo. La femmina, dopo circa due anni dacchè stava nella gabbia del primo possessore, fece un uovo, ma lo ruppe; e non ne fece più. Venute in mio potere, e collo- cate in una, relativamente, ampia voliera, all’ a- perto, che ha però comunicazione con una stanza piuttosto grande, dove tengo il mangime e una copiosa quantità di rena asciutta, su cui vanno spesso con grande compiacenza a spollinarsi, con mio sommo piacere nidificarono. La voliera sven- turatamente è poco soleggiata, e la mancanza di sole io ritengo una delle precipue d'fficoltà che sì oppongono all’ allevamento di queste bestioline freddolose. La stanza coperta serve loro di riparo nei giorni frigidi d' inverno, e vi vanno e n° escono spontaneamente, e spesso s° accovacciano in un mucchio di borraccina asciutta che vi ho posto. « La pernice depose il primo uovo il 10 mag- gio 1886, e successivamente ne fece uno ogni quattro giorni fino a quindici. Essa si era pre- parata da sè un nido in un cantuccio riparato dalla pioggia per mezzo di una copertoja; ma ciò non ostante, le prime uova le fece sparse per terra. Io le raccolsi; incerto del dove metterle, perchè dopo pochi giorni trovai fatto un secondo nido in un altro cantuccio scoperto, dove, dopo le prime sparse, depose altre tre uova; in seguito le depose alternativamente nel primo nido e per la terra, abbandonando il secondo; lo chè mi de- cise a riunirle tutte nel primo. Delle uova fatte per terra due si ruppero, e ne rimasero buone 13. La mattina del 9 Luglio il maschio, per quanto come ho detto, un po’ sciancato, incominciò a covarie assiduamente, tanto chè forse due volte, durante il tempo della cova mi capitò vederlo uscire dal nido per mangiare. Durante la covatura si ruppe un’altr' uovo che il maschio tolse via da sè. La femmina NON COYÒ MAI nè di giorno nè di notte. « Al mezzogiorno del 1.° Agosto cominciarono a nascere i pulcini, fino a nove; a sera erano tutti nati; rimasero tre uova vane, che suppongo fossero le tre deposte nel secondo nido, che un giorno — essendo in posizione più bassa del pri- mo — durante un forte acquazzone rimase som- merso. Il maschio appena nati i piccini, si assunse tutte le cure paterne verso di loro, seguitando a covarli e insegnando loro a beccare; e beccarono subito da sè. La femmina non solo non s° imbran- cava mai coi perniciotti, ma quando alcuno di _ 5. Egli le alla fommina è pia finchè 1 non l’ aveva costretta a volare sulla siepe, dove restava per qualche tempo. i « Il cibo apprestato ed accolto con preferenza : fu: larve di formiche e pane ammollato con latte. Miglio cotto e tuorli di uova assodate battuti con é radicchio fu assolutameute rifiutato. Graditissimo d fu il panico misto con scagliola; tanto chè, nella breve vita di questi uccelJetti rimase quasi il loro cibo usuale, benchè l’insalata, il radicchio e ogni altr’ erba che spontaneamente nasceva entro la voliera non fece mai loro difetto avidissimi come erano di fresco erbaggio. Il riso nè cotto nè crudo non lo vollero mai. Con questo modo di alleva- mento i miei perniciotti, vispi e gai, venivano su d’ indole tanto domestica, che quando entravo nella voliera, ordinariamente per governarli, te- nendo in mano qualche cesto d’insalata, non solo mi venivano incontro, ma mi saltavano addosso, 3 e quando ebbero qualche pennina, alcuni mi vo- lavano sul capo e sulle spalle. Un anello lucci- ) cante che avevo in dito era il bersaglio delle loro È beccate, nella stessa maniera che sogliono fare i i pulcini di gallina. i « La mattina del 13 Agosto ne trovai uno ; morto, evidentemente schiacciato dai genitori for- Sa se in una di quelle lotte, alle quali ho accennato DI più sopra. E la sventura si limitò a questo caso, È fino a che la mattina del 1.° Ottobre un altro morticino cominciò a segnare il principio di una catastrofe completa, che in pochi giorni, nel pe- riodo della muta, me li rapì tutti. Infatti trovai altra morto |’ 8 di Ottobre, altro il 10, altro 1’ 11, ì altro il 14, altro il 24, altro il 26 e l'ultimo il 27. «Ji « La causa, se non unica, principelissima ci questo (dirò così) insuccesso, l'attribuisco alla ri- PF strettezza di spazio che non dette modo a questi GR piccoli gallinacei di far moto e sviluppare le loro membra. Infatti morirono per rachitismo e molto piccoli in relazione coll’ età loro, ed alcuno por- tante anche evidenti segni di albinismo. Adesso i ‘ morticini formano un gruppo, che son pronto a Ro mostrare agli amatori e agli amici. » Ro Da questa relazione del Signor Niccolaj noto = che i pulcini camparono assai più tempo di quelli del Signor Rossi, e nutro speranza che nella pros- sima estate riesca più felicemente l’ allevamento generazioni successive, ottenere delle pernici af- fatto domestiche cone i comuni gallinacei da cor- tile, con molto vantaggio per chi se ne occupasse essendo la carne di questi animali, non occorre dirlo, assai eccellente e saporita. Firenze GINO CAIANI [1] Sul medesimo soggetto il prof. T. Rossi scrisse anche nel 1. fasc. dell’ annata 1885. E N di Di e che si possa, riprodotte così in cattività per. - Proposte - Domande de Risposte si ol In questa rubrica gli abbonati hanno diritto ad insergtioni é gratuite per scambiarsi schiarimenti, informazioni, consigli — ‘A questioni da risolvere. ecc. * Comunicazioni Le Caroubier. Ceratona siliqua (Caroub.) Le caronbier est un arbre de médiocre grandeur, gi: croit surtout dans le Levant, en Afrique et dans i l’ Europe méridionale; il s° élevé à la hauteur de 7 Ya à 10 mètres, sur un tronc droit, très épais, formé d'un aubier abondant et d'un rouge foncé, dur, — propre à la menuiserie et l' ébénisterie, l° dcorcnoli h sert au tannage. Les feuilles sont alternes, Persa: vi tantes, ailèes sans impaires, composès de 2 ou 3° paires de. folioles presque sessiles, elliptiques, sous | ondulées, coriaces; brillantes en-dessous, les fleurs. sont disposées en grappes axillaires; elles sont di- niques ou rarement polygames, les fleurs màles ont un calice fort petit, a 5 division ovales et inégales, pas de corolle, 5 étamines libres, opposées aux lo-. bes du calice, insérées sous la marge d'un disque hypogyne. Les fleures femelles présentent un ova- | ire constamment stipité , sous falciforme, terminé e» par un stigmate sessile. Le fruit est un Iégume indéhiscent, lingaire aplati, un peu arqué Entouré "al de deux sutures très épaises et à deux sillons, il “ x » est long de 11 à 14 centimétres, large de 27 mil- | limètres, luisant, d'un gris brunàtre, divisé intérie- urement en plusieurs loges, dont chacune contient une semence. L’ espace compris entre l’ épicarpe et les loges est rempli d'une pulpe rougeatre, d'un got doux et sucré, qu' on appelle caroube. On en n) extrait par la fermentation e* la distillation une assez bonne eau-de-vie, et un sirop employé tantòt a comme assaisonnement, tantòt pour faire des con- serves de fruits. En Espagne et en Italie, on donne cette puipe encore verte aux bètes de somme et. H aux bestiaux, qu’ elle engraisse rapidement: mùre, x elle sert d’ aliment aux Arabes des cotes de Bat- CA barie malgré ses propriétés laxatives; enfin on la a I fait entrer dans beaucoup de préparations pharma- San ceutiques. È Stanislas MARTIN 3, Si debbono lavare gli ortaggi? Singolare do- | Hd manda si dirà. Infatti, a meno che non si voglia — essere tacciati di poco puliti, e per poco che si sia superficialmente bene educati, non devesi man- giare che ciò che è pnlito. eta Ma nettare non è eguale a lavare. Il lavare esige l’impiego di acqua piuttosto abbondante e se senza dubbio dalla lavatura resulta polizia, la questione è di sapere se le piante che si trattano così, guadagnano o perdono nel gusto e nel sapore. Siamo costretti, per ripetute prove fatte, a ri- spondere negativamente per quasi tutti gli erbaggi.. ae Tuttavia non pretendiamo sostenere che questi | erbaggi non si debbano mai lavare, soltanta non Di: A i deve farsi che il puro necessario per renderli pu- liti e questo il più tardi possibile. Così, i piselli le fave, i fagioli ecc. non hanno bisogno di essere lavati perchè trovansi entro il guscio ove nulla può sporcarli; e quando la lava- tura sì credesse tuttavia necessaria, bisogna farla il più alla svelta possibile al momento in cui si pongono a cuocere, così anche per le carote ra- dici ecc. è bene lasciarle con la terra e lavarle rapidamente solo al momento di metterle al fuoco. Per i cavoli, asparagi, insalate, carciofi, fragole e simili, sarebbe molto bene poterli usare senza lavarli, e quando non sembrino abbastanza puliti si protrebbe procurare di nettarli con una spaz- zolina o panno asciutto. Qualora poi si vogliano o si debbano assolutamente lavare, lo si faccia al- l' ultimo momento e se ce ne serviamo allo stato crudo sarà molto utile asciugarli subito con panno. H. I. VAN HULLE. Come vengono usati alcuni animali. Il si- gnor Schafer enumera alcune specie di colsotteri che in alcuni paesi formano delicato cibo o sono portati come ornamento dagli abitanti così: il B]aps sulcatus dopo avergli strappati i piedi e le anten me, viene bagnato in olio dì rose, fritto in butirro con mirto, e mangiato avidamente dalle Turche; Le larve della Calandra palmarum formano in America delicato cibo, e così la larva della Ste- nodontis damicornîis negli Stati Uniti e in Cuba, quella dell’ Afcuchus nell’ Abissinia, ecc. ecc.; La Lampyris viene portata nell'India dalle signore sulla testa e fra i capelli; la Buprestris chrysîs si usa in Calcutta ed a Madras come spilla; 1° Ew- molpus nel Brasile come braccialetto; |’ Eulimus imperialis legato inoro e argento viene portato nel Brasile agli orecchi; I Desmonota variolosa, Chiry sochus auratus; Hoplia coerulea ed alcuni altri, vengono di già importati in Europa per servire alle nostre signore come gioielli. Il Dr Karpelles, rammenta l’ Elmis condimen- tarius Phil. che si usa nel Chili e nel Perù per fare una salsa assai gradita; fa menzione anche di un crostaceo Arfemiîa salina che vive nelle acque salse della Nevada ecc. (Die. Natur. del dr. Mlfer. Halle) Vienna SEN. Entomologia. Desidererei conoscere quale sia il miglior modo di uccidere i grossi lepidotteri notturni senza danneggiarli. Pagliari Teratologia. Mesi sono ho veduto nella villa di Traversara presso Bagnacavallo, un vitello con una estremità posteriore terminata da tre piedi. Il garetto però essendo in senso inverso dalla po- sizione normale, l’animale non poteva poggiar questi tre piedi per terra, ma saltellando su tre gambe, alzava il triplice piede verso la coda. Era sano e ————————-— — brioso, e dopo alcuni mesi fu mandato al macello. Ravenna I). FERDINANDO SAVINI Il batterio del marciume dell’ uva. Il Sig. L. Savastano studiando il marciume dell’ uva dice che a lui pare causato da un batterio speciale che per ora chiama dalterio del marciume dell’ uva. Così egli viene a confermare il parere del prof. Comes il quale pure ritiene che questa malattia sia di natura batteriacea ceme molte altre consi- mili e che i miceli vengano solamente dopo che ì microbî le abbiano preparato il terreno . adatto al loro sviluppo. BR. Meteoriti fossili. Le meteoriti fossili sono mol- to rare e ne esistono assai poche. Il 7 giugno dello scorso anno il dott. Gurlt ha presentato al Nze- lerrheinische, Gesellschaft fiir natur una Heilkon- de riunito a Bonn una metcorite appartenente al gruppo dei ferri meteorici e che era stata trovata nel 1885 su un’ enorme blocco di carbon fossile dell’ epoca terziaria proveniente dalle cave di Wolfsegg presso Schvvannestad. Si avvicina mol- to alle masse meteoriche di Braunau in Boemia (1847) e di S. Caterina nel Brasile. Questa uranolite ra 67 mm. di altezza: 62 mm. di larghezza, la sua densità è 7,75; pesa 785 ha la durezza e la resistenza dell’ acciaio. BR. mnunications scientifiques. Observations com- rentaires sur l'origine des sables diamanti- de V Afrique australe. M. Meunier conteste taines conclusions du travail de M. Moulle et siste à voir dans les alluvions verticales dia- mantifères du Cap, le produit d’un charriage vers la surface, par de simples eaux ascendantes, de natérians arrachés aux roches profondes. M. Mo- \et que des hydrocarbures avaient dù inter- leur pression pour contribuer à la moa- dans les cheminées, et que ces gaz devaient » à basse température;'M. Meurier objecte que ceci paraît improbable, car ces gaz à la haute pression desquels est due la percée des roches du bord ELE aux assises diamantifères, pro- viennent d’ une situation très profonde (infragra- ne); et d'autre par les hydrocarbures, agents de cristallisations, ne sont pas nécessairement des 5 d' actions, le blanchissement des roches du grouna pouvant ètre simplement le résultat Je | oxydation d' un composé ferrugineus, ainsi iu' on le constate pour les faluns de la Gironde qui de bleus deviennet jaunes à la parte supérie- sure, pour les couches du diluviur. de Lausanne 49 ri 4 Al Spessore; nAT et de Vevey qui st sla toa dans la profondeur et i jaunes à la partie superficielle, etc. Recherches sur l' organisations des Etoiles de mer, — M. Edm. Périer , Quelques exempla- ires d' une nouvelle astérie incubatrice, Asteréas Hyadesi E. P., rapportées par la mission du cap Horn, portaient encore leurs jeunes avec eux. Il a été facile de voir que ces jeunes sont fixes à la face ventrale de la mère par une sorte de cordon latéral, interradial, formé par un prolongement plein de la membrane buccale. Les pluis jeunes, n’ ayant pas 2 millim. de diamètre, n’avaient que trois pièces calcaires sur le disque, en dedans du cercle circonscrit par les edontophores. Certaznes cellules, multipolatres, de l' épithélium extérieur, auxquelles aboutissent une moultitude de fibres, sont les cellules sensitives de l' épithélium. L’or- gane collatérat du tube hydrophore n’ est pas un coeur, mais un foyer de production d' éléments anatomiques, dont quelques-uns, devenant libres, constituent les corpuscules de la cavité générale. Les canalicules de la plaque madréporique ne con- duisent que dans le tube hydrophore ou dans son expansion supérieure, mais le tube lui-mème s'ou- vre latéralement dans le canal sacciforme, et par là, l'eau de mer peut se rendre: 1. dans les espa- ces lacunaires; 2. dans les cavités sous-ambulacra- ires; 3. dans la cavité générale. Le ròle de l' eau de mer dans la physiologie des Etoiles de mer, comme pour les Oursins et les Comatules, auto- rise la division de l’ embranchement des Echino- dermes, en deux groupes, comprenant, l' un: les Cystides, les Blastoides, les Stellérides et les Ophiu- rides; et l'autre: les Crinoides, les Echinides et les Holothurides. Sur l absorption de l’ acide carbonique par les feuilles. Note de MM. Dehérain et Maquenne. Les auteurs ont expérimenté sur diverses plantes, Fusain, Lilas, Laurier, Tròfle, et leurs conclusions se résument. dans les trois points suivants: 1. La proportion d’ acide carbonique pur que les feuil- les absorbent sous la pression atmosphériqne, va- rie avec la quantité d’ eau qu’ elles renferment; 2. Le coefficient d’ absorption de 1° acide carboni- que par l’ eau des feuilles est, dans les limites ordinaires de température, supérieur au coef- ficient de solubilité du mème gaz dans l’ eau; 3. Cette absoption est extrémement rapide, ce qui explique comment les feuilles arrivent à s'empa- rer, pour s' en nourrir, des quelques dixmillié- mes d’acide carbonique que renferme l’air normal. Paris Le Naturatiste NOTERELLE STORICHE — aereo Cenni storici sulla Philloxera vastatrix. S sa di certo che la Fillossera fu portata dall’ America ov’era chiamata Pemphigus vitifolia da Asa Fitch di New-Yorck fino dal 1854, e Dactylosphoera vitifolia dallo Stimmer di Filadelfia, e che il Fitch non aveva creduto temibile quest'insetto, mentre Wals e Riley dissero che era assai pericoloso. Nel 1863 la Fillossera fu scoperta nelle serre di Hammersmith a Londra dove Weetwood nominolla Peritymbia vitisana. Quindi per mezzo dell’ uomo non tardò a comparire in Francia, dove i suoi dan- ni si fecero sentire anche prima del 1865, senza che si sapesse a qual causa attribuirli Accadde lo stesso a Klosterneuburg in Austria, e nel Porto- gallo. Si può credere che non sia successo diversa- mente in Ungheria, in Germania, nella Spagna, nell’ Algeria, e nel Caucaso. Nell' Italia sembra che non sia stata scoperta prima del 1880, ove inco- minciò ad invadere Messina, l’ Istria, la Lombardia ed alcune altre provincie italiane. Dopo tanti anni e tanti rimedi escogitati, la Fillossera continua a far strage delle viti. Origine dei cereali. Noi ignoriamo intieramente dice il Lindley l’ origine del frumento, della segala, dell’ orzo, e dell’ avena. Chi ci assicura non essere queste che quattro varietà della medesima specie ehe non sappiamo riconoscere? Il Lindley sembra aver fatto poche ricerche sul- l’ origine di questi cereali, imperocchè sappiamo che in Oriente, nella Babilonia, secondo Erodoto e Diodoro Siculo, il grano vi cresceva naturalmente, ed il prof. Bertoloni (Flora Ital) descrive sotto la denominaziore di triticum oestivum sylvesire la spe- cie tipo trovata spontanea allo stato selvatico nella Sicilia e nella Sardegna. La Segale si crede origi- naria del Levante, e secondo alcuni della Siberia, Il viaggiatore Marco Polo assicura aver trovato l'orzo comune che cresceva spontaneo nella parte settentrionale dell’ India; vegeta naturalmenre in Sicilia, secondo il Riedesel: in Persia secondo V'Oli- vier: nella Georgia secondo Moise di Chorene: L' Heyne ritiene l’ Attica come patria dell'orzo, al-. tri infine lo credono originario della Tartaria e. della Russia. Ma al pari di tutte le piante delle quali l'uomo ebbe cura fino dalle prime età, riesce assai difficile, e per così dire impossibile il deter- minare il vero paese nativo dell’ orzo, Lavena fù dall’ Olivier trovata salvatica in Persia, e ' Avena altissima cresce naturalmente sull’ orlo dei boschi, ed in altri luoghi incolti. prof, P. MasERATI Pi ca sd gut 1° INVENZIONI E SCOPERTE Estrazione del lino dal Gelso. L' Italia conta non meno di 150 milioni di gelsi che “danno ali- mento ai bachi da seta. Ma pochi conoscono che un'altro prodotto imp rtante quanto la seta può dare il gelso. Ed il nostro paese, dopo la Ci- na ed il Giappone, che si servono di questa cor- teccia per fabbricare la loro carta, è quello che conta un numero maggiore di gelsi; adunque nes- | suna regione d’ Europa e d' America può per ora | contendere il primato, in questa materia, all'Italia. Or bene, dalla corteccia dei rami del gelso, dopo la produzione della foglia necessaria ai ba- chi, si ricava una buonissima fibra quasi eguale alla seta, sia in finezza come in tenacità. I 150 milioni di gelsi italiani potendo facil- mente produrre una volta all’ anno 2 chilogram- mi di fibra per ciascuno, possiamo contare su 300 milioni di chilogrammi, che esportati alle tessi- ture estere, farebbero entrare in Italia non meno di 430 milioni di lire. E notisi che i 150 milioni di gelsi qui indicati, rappresentano una media minima. Questo prodotto nazionale permettendo ai no- striindustriali d’ applicarlo alle loro filature e tessiture, li metterà in misura di abbandonare il cotone, e recando in tal modo al paese un utile quattro o cinque volte maggiore, se teniamo conto del denaro che non espatrierebbe per l' acquisto del cotone e dell’ importo della sua esportazione all’ estero. Nessun paese in Europa sarà in grado di far concorrenza all'Italia in questo ramo d’ industria, a motivo del prodotto che le è proprio, della quantità di forza idraulica che ha in casa e della mitezza dei prezzi della sua mano d° opera. Una scoperta sì utile al nostro paese fu ten- tata in varie epoche, ma con risultati inconcluden- ti. Si trattava di trovare un metodo o per meglio dire un procedimento meccanico e perciò econo- mico, non chimico, per ridurre la corteccia del gelso in fibra finissima e tessile. | Dopogli studii pratici fatti in Brescia, nel terri- | torio della cui provincia non esistono meno di 6 milioni di gelsi, i sigg. ingegneri William Scott | di Londra e cavalier Blanchetti di Torino, riusci- rono a trovare un sistema che in poche ore e pochissima spesa, senza processi chimici, riduce precisamente questa corteccia in fibra finissima e bellissima, tale da stare in confronto al più bel trae il serico filo. Noi abbiamo sott° occhi questo prodotto e sap- piamo che forti Case inglesi offrono di acquistare tutta la produzione italiana; queste Case, esperte nella materia, dichiarano senza esitare che il ri- trovato in questione, oltre ad essere di somma utilità per l’ Italia, provocherà in suo favore una rivoluzione nell’ industria tessile con danno non insignificante nel cotone che sarà forzatamente costretto a ribassare d' assai il suo prezzo. Sappiamo altresì di ditte milanesi che edotte della cosa o riconosciuto l’ avvenire del gelsolino (che così fu battezzato), non esitano a mettersi a capo della nuova industria in Italia; egli è certo che ne sentiranno vantaggio le finanze dello Stato gl' industriali e gli agricoltori italiani non solo, ma un’ infinità di gente che ha bisogno di lavoro. Così scrive La Seta di Milano. NOTE BIBLIOGRAFICHE RECENTI PUBBLICAZIONI L’ Amministrazione del Bollettino s’ incarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle altre, quando sia possibile, se ne permette gratuitamente la lettura. Les Abeilles. Organes et fonctions, education et produits, Miel et cire; par Maurice Girard dott. es sciences naturelles. La solerte libreria editrice di I. B. Bailliere (rue hautefeuille 19 Paris) ha pub- blicato questo interessante lavoro del dott. Girard, nel quale oltre il riassunto di quanto è scientifi- camente conosciuto sulla storia naturale delle api tratta diffusamente del loro allevamento per scopo industriale, della loro vita e maravigliosi lavori, del miele e della cera e dei metodi per ottenerli migliori ed in abbondanza; parla del favo fisso e di quello mobile, delle piante mellifiche, delle ma- lattie e dei nemici delle api, ecc. ecc. Un volume di 300 pagine con molte figure intercalate nel testo ed una tavola colorata costa L. 3, 50. Sulla natura geologica dei terreni incontrati nelle fondazioni del palazzo della Banca nazio- nale in Roma. Nota di Enrico Clerici. L' egregio autore, assistente al museo geologico della R. Uni- versità di Roma, ha diligentemente esaminata la serie def saggi estratti con le trivellazioni che, prima di porre mano ai lavori di fondazione del palazzo suddetto, furono fatte nell’ aerea a ciò destinata, In questa memoria descrive in special modo li strati attraversati dalla più profonda delle undici trivel- lazioni eseguite ed indica gli avanzi fossili rinve- nutivi. Da questo studio chiaro appare come i Rd n370% ua: ia 2 + = ù - É ee e TIENI terreni fluviali, alluvionali e lacustri quaternari, raggiungono in quella località notevole potenza e che le formazioni plioceniche marine, alla sinistra del tevere, nel bacino di Roma, sono ad un livello considerevolmente più basso che non alla destra, Dà inoltre l' elenco illustrato dei fossili quater- nari, trovati neila marna argillosa giallastra, che fora il primo strato visibile nello sterro lungo il lato che guarda la via Mazzarino. Rassegna biologica di Rincofori europei. Il distinto entomologo marchese Pietro Bargagli, ha pubblicata una accuratissima rassegna di questa famiglia di coleotteri. L’ importante lavoro che occupa o!tre 400 pa- gine in 8.° grande, contiene le generalità sulla . biologia dei Rincofori europei; l' elenco di un gran numero di opere appositamente consultate e che si occupano di questi insetti; l' elenco di circa mille specie di Rincofori, con le particolarità della loro vita, le piante nelle quali si trovono, i danni che arrecano ai vegetali ecc. ecc. Quindi si tro- vono raccolti ed ordinati secondo la Flora italiana dell’ Arcangeli, i nomi delle piante menzionate nell’ opera, indicando per ognuna di esse i nomi dei Rincofori che ne sono abitatori; cd infine per mettere in maggiore evidenza i resultati delle sin- gole osservazioni, e rendere più facili i rapporti, vi sono dei ben intesi prospetti riassuntivi. Della anestesia locale applicata all’ estrazione dei denti per Girolamo Bargagli di Siena. — Cono- sciuta la proprietà di alcuni prodotti chimici e specialmente della Cocaina per anestetizzare lo- calmente le parti malate onde renderle insensi- bili a certe operazioni medicature ecc. senza bi- sogno di addormentare la persona che ad esse deve sottoporsi, i chirurghi e medici si sono dati ad esperimentare questi prodotti nei diversi casi che generalmente si presentano alla loro ope- razione. Anche l’ egregio marchese Bargagli che regolarmente matricolato in Odontalgia esercita questa professione gratuitamente per solo scopo umanitario, ha studiato per.applicare il principio | anestetico alla estrazione dei denti e rendere l’ope- razione senza dolore; e, come propone il Viau, associando l’acido fenico con la cocaina ha ottenuto un liquido con il quale ha prodotta completa ane- stesia nelle mascelle in modo da estrarre i più grossi denti senza che il paziente avverta il mi- nimo dolore. Un cas d’ intelligence et de raison chez des moineaux, par Etienne Rabaud. L'egregio autore, e nostro collaboratore, dopo essersi alquanto dif- fuso nel combattere coloro che non ammettono negli animali nè intelligenza nè ragionamento, ma solo un’ istinto automatico che li guida nella loro vita, narra con dettaglio di certe passere (Fringilla | domestica Lin) che faeendo come di consueto il nido nel tetto di una casa, essendo state per più è È MS EPA E 3 e, CA, volte disturbate dai topi che gli mangiavano anche i figli abbandonarono il tetto e si misero a costruire i nidi negli alberi vicini. Il fascicolo costa L. o, 60. Sulla distribuzione geografica generale degli ofidi. Memoria presentata alla società italiana di scienze naturali, dal socio Senna Angelo. L' egregio autore approfittando degli studi del prof, Ian e di altri e sopra a tutto della ricchissima raccolta ofio- logica posseduta dal museo civico di Milano, ha pubblicata la suddetta memoria nella quale oltre le generalità, suddivisa la terra in sette regioni, dà per ognuna di esse l’ elenco dei generi di ofidi che vi sono stati rinvenuti. Di un nuovo metodo per scuoprire la fussina. (Cloridrato di rosanilina) nel vino. E }” egregio conte N. Passerini direttore e fondatore della scuola agra- ria di Scandicci, che ha rinvenuto questo nuovo metodo molto utile ed alla portata di tutti senza bisogno del chimico. (Vedi insegnamenti pratici ) Dal prelodato sig. Passerini abbiamo ricevuti pure i resultati delle osservazioni metereologiche eseguite nella stazione della scuola agraria di Scan- dicci dal luglio al decembre dello scorso anno. Ricordi di un opernio, raccolti per cura di Luigi Barbieri. Sono raccontini popolari che ten- dono alla emancipazione dell’ operaio. Predictions du Temps pour 1887 suivies d' un > rapport sur la juste réalisation des prédictions pour la derniere année et de renseignements utiles et très interessants sur l' agriculture et la Météorologie, Par Louis Colson de Francheville (Meurthe et Mo- selle) Francia. È il nono anno che con pieno suc- cesso il meteorologo Colson pubblica questo alma- nacco che oltre quanto è detto nel titolo contiene brillanti articoletti di amena lettura, ricette ed insegnamenti utili. Si vende al prezzo di cent. 50, I terreni terziari del Piemonte e della Ligu- ria settentrionale. L’ egregio piof. dott. Federigo Sacco, sta per intraprendere la pubblicazione delle carte geologiche dei suddetti terreni, ed a questa farà seguito il volume illustrativo con annessa bibliografia paleontologica e geologica e col cata- logo paleontologico ordinato secondo i piani geolo- gici distinti sulle carte. Per dimostrare l’ utilità di questa pubblicazione basterà il rammentare che i terreni terziari del Piemonte e della Ligu- ria settentrionale, sono famosi per la ricchezza dei loro fossili, ed importanti ed anzi affatto til pici se considerati dal lato geologico, presentando essi quasi completa la serie dei piani in cui si cerca oggigiorno suddividere questi terreni. Appunti di Mineralogia È pubblicata la secon- da edizione di questo lavoro dell’ egregio Prof. dot- tor Michele del Lupo, raccomandabile specialmente agli alunni degli istituti tecnici. Prezzo L. 1, 50. Nuovo processo d’ analisi delle materie colo- ranti introdotte nei vini ed altri liquidi, ed in 28 sostanze alimentari solide. Il dott. A. Carpené ha pubblicato questo nuovo processo di analisi, fondato sul coloramento dei micro-organismi. Il volume con figure colorate costa L. o, $o. dnsegnamenti pratici TPravasi del vino. Una delle pratiche più impor- tanti, per chi vuole avere ottimi vini, è, senza dubbio il buon travasamento fatto a tempo debito. Purtroppo però questa pratica o è trascurata o è fatta male. Per convincersi della necessità delle tramute basta rammentare, che i rifiuti del vino, ossia le feccie che si radunano sul fondo delle botti, sono una miscela di tartaro, di fermento decomposto e indecomposto, di materie coloranti e di molte altre sostanze estrattive. Ora, di queste sostanze neppure una può menomamente giovare al vino. Che ra- gione adunque di tenerle al contatto del medesimo? Oltredichè è riconosciuto che il vino risente nelle botti i movimenti della vite e che nell’epoea principalmente del germoglio e della fioritura della vite si rinnova una speciale fermentazione. Da ciò | intorbidamento del vino e bene spesso le principali malattie, cioè l° acescenza, il grassume ecc. Ad evitare questi gravi inconvenienti è neces- sario travasar più volte durante l' anno. Una prima tramuta reputasi ormai dai princi- pali enologi indispensabile ai primi freddi, cioè in dicembre o gennaio; la seconda al riscaldarsi del- l’aria cioè nel marzo e, se il vino s'invecchia, anche nell'agosto o nel dicembre successivi. Alla prima tramuta, conservando quasi sempre il vino l'odore di zolfo, se si adopra la pompa, si faccia cadere prima il liquido in un recipiente aper- to, onde il suddetto odore si disperda al contatto dell'aria, cosa non necessaria alle tramute succes- sive. Non sarà neppure inutile raccomandare una soverchia pulizia nelle botti, ove si ripone il vino. Chi è che non sappia, che causa di molteplici ma- lattie del vino sono i tasi che aderiscono alle doghe interne aelle botti? (1) Or bene, a distruggere la causa di dette malat- tie, si raschino bene le doghe con ferro tagliente, onde ridurne la superficie totalmente netta. In ultimo, è da avvertire che non tutti i giorni sono egualmente buoni per praticare con vantaggio i travasi: si è constatato, che le giornate più adatte per quest’ operazione, sono quelle in cui spira il vento del nord, in cui il cielo è assai sereno e l’aria il più che possibile secca MarcH. G. Uco SpinoLA. Disseccazione delle patate. Abbiamo letto il seguente metodo che dicesi tolto dalla relazione di un console del Belgio ove questa industria avrebbe presa una grande importanza. (:) Pollacci esaminò col microscopio il taso e lo trovò compos:o di Saccaramius eliprodicus, di Mycodermi aceti, di flamenti dell’ amaro, di tartaro acido e tartarato di calce, di frammenti di moscerini ecc. Appena ultimato il raccolto delle patate si può cominciare la loro disseccazione procedendo coms segue: Si mondano e si lavano accuratamente, si tagliano a rotelle non tanto fine e subito si pon- gono in una soluziene concentrata di Sale e vi si lasciano dai 15 ai 20 minuti. Ritirate dal bagno salato si fanno scolare e si pongono nel forno, distese su graticci come si fa per le frutta, esponendole ad un calore di 80 a 90 gr. cent. e facendole sec- care un poco più di quanto si usa per le frutta. Quando ce ne vogliamo servire si mettono a rin- veaire per 12 a 15 ore nell' acqua pura, così ri- prendono il volume e l'aspetto di fresche e pos- sono essere cucinate precisamente come le patate non sottoposte a questo trattamento. L' utilità di questa disseccazione e più special- mente sensibile quando trattasi di dovere traspor- tare le patate a grandi distanze. Di un nuovo metodo per scuoprire la fucsina ( Cloridrato di rosanilina) nel vino, trovato dal conte N. Passerini. È un metodo pratico alla portata di tutti ed ecco in cosa consiste: In primo luogo è bene avere un paio di tubi di assaggio, uguali in grandezza, o in mancanza di questi anche due boccette cilindriche, strette e lunghe, come sarebbero quelle in cui i farmacisti mettono l’ acqua antisterica. In un tubo di assaggio o in una delle boccette, introdurrete un volume conosciuto del vino sospet- to, p. es. 10€, e quindi ci verserete sopra un ugual volume, vale a dire altri 10©c, di olio di oliva, sia vergine, comune, o da lumi poco importa. Chiudendo col pollice il foro del tubo, agitate fortemente il liquido per cirsa un minuto, tanto perchè l'olio, sotto forma di minute goccioline, si emulsioni col vino. Lasciate quindi in riposo per una ventina di minuti e dopo osservate. Se il liquido non conte- neva fucsina, l'olio si sarà tutto quanto radunato a galla al vino in uno strato incoloro e ben di- stinto, avente il medesimo volume di prima, cioè 10°c, ed occupante perciò la metà dello spazio riempito dal liquido oleovinoso. Se invece il vino conteneva fucsina anche in piccola dose, lo strato oleoso sarà dimolto aumentato, e sarà costituito di gocciolette di olio circondate e come intonacate di una materia rossa. Lo strato d'olio così anche dopo parecchie ore di riposo, occupa ?73, 4; e per- fino °7,, dello spazio totale riempito dalla miscela ed ha acquistato un colore rosso, massime negli strati più profondi. Le goccie di olio però sono arrossate solo esternamente, e si riconoscono facil- mente pel huccichio che prolucono riflettendo i raggi luminosi. Lo strato di olio diviene tanto più spesso quarto maggiore è la quantità di fucsina contenuta nel vino. L'aumento di volume nella massa oleosa, come dicemmo, perdura per diverse ore; e quando il cloridrato di rosanilina sia piut- ‘ tosto abbondante, rimane costante per più giorni. Per fare la prova suddetta è necessario che l'olio non sia gelato, e neppure addensato pel freddo. Operando perciò d' inverno sarà bene stie- pidirlo, e mantenere i tubi d' assaggio in luogo piuttosto caldo, dove la temperatura non scenda sotto 14.° C. Affinchè la esperienza dia un resultato sodi- sfacente il più possibile, sarà bene fare una prova di confronto con vino rosso affatto scevro di fucsina o di altra materia colorante artificiale; a tale uopo si introdurranno nel secondo tubo o nella seconda boccetta, rocc di questo vino, e, aggiuntivi 10cc di olio, si opererà come sopra. Con questo sistema, praticato colle debite cau- tele e specialmente essendo bastantemente esatti nelle misure volumetriche, si può scoprire anche una traccia assai piccola della materia colorante in quistione. E la causa di tutto ciò?.... La causa è ben semplice, La fucsina intonacando per così dire le gocciole di olio, le rende più pesanti e fa loro oc- cupare uno spazio maggiore in seno al liquido. Inoltre la fucsina che rimane aderente alle goccie oleose, concorre anche direttamente ad aumen- tarne il volume. : NOTAZIA RIO —TrDoTt—- Provvedimenti pel miglioramento dell’ agri- coltura. Da vno studio del nostro Ministero d’A- gricoltura togliamo le seguenti conclusioni relative ai Provvedimenti invocati pel miglioramento delle nostre condizioni agrarie. 1. Equa riduzione dei fitti speciatmente per i terreni dei Comuni e delle Opere pie, consentita dalle Deputazioni provinciali. 2. Riforma dei capitolati d’ affitto e locazioni a più lunga durata. 3. Sollecito riordinamento dell'imposta fon- diaria. 4. Diminuzione delle imposte soverchie e sva- riate, e specialmente o soppressa, o almeno miti- gata, la tassa di ricchezza mobile per gli affittuari. 5. Favorite le permute dei terreni, abolendo o almeno riducendo alquanto le rispettive tasse. 6. Freni efficaci e limiti rigorosi alle sovrim- poste provinciali e comunali. 7. Affrancazione delle decime. 8. Repressione dei furti campestri. 9. Contenute nei limiti d' equità e giustizia le pretese dei lavoratori. |. 10. Legge che regoli ed infreni l'emigrazione. LA SG l. Riforma dell ordinamento militare in modo che si sottraggono per il minor tempo possibile le più valide braccia dell’ agricoltura. 12. Legge che impedisca le adulterazioni dei prodotti agrari. 13. Maggiore vigilanza sanitaria per prevenire e combattere le epizoozie. 14. Larghi sussidi e agevolezze d’ ogni manie- ra per le irrigazioni e per i prosciugamenti. 15. Migliore regime dei fiumi arginati. 16. Diminuzione del prezzo delle acque dema- niali. 17. Legge che favorisca i rimboscamenti e fac- cia rigoroso divieto degli inconsulti dissodamenti. 18. Diffusione delle scuole agrarie. Cattedre ambulanti di agricoltura. Insegnamento agrario di agricoltura. Insegnamento elementare agrario. è 19. Concorsi: premi e incoraggiamenti diversi f per la meccanica agraria, per la pastorizia e per. il caseificio. 20. Maggiori facilitazioni per la compera del sale pastorizio. 21. Trasformazione delle colture attuali in al- tre più largamente rimuneratrici, secondo le odier- ne condizioni dell’ economia rurale: el anche me- todi più razionali per immegliare le attuali col- ture. 22. Libera coltivazione del tabacco, o almieno minori vincoli e più larghe concessioni, 23. Riordinamento sovra più larghe basi del credito fondiario e del credito agrario, togliendo gli ostacoli d' indole giuridica ed economia, affin- chè si faccia più vasta applicazione dei capitali alla terra. 24. Facilitazioni di minori spese e di maggiore velocità nei trasporti sulle vie ferrate e sui piro- scafi degli operai campestri, dei prodotti agrari, delle macchine rurali, dei vasi vinari vuoti, dei concimi, ecc. Le api nere della Tasmania e 1’ enorme loro nido. ll sig. Caraman viaggiando per |’ Australia e trovandosi in Tasmania, si è imbattuto in una qualità di api nere che costruiscono enormi nidi. sui rami più elevati dei grossi Eucalyatus che colà si trovano. Egli riuscì ad impadronirsi di uno di questi nidi e facendone la descrizione all’ Ac- cademia di medicina di Parigi, dice essere formato da una sola fiala o favo, ed assicura avervi estratti 3500 chilog. di miele, oltre al favo vuoto che pe- sa più di mille chilogrammi. Pare che i costumi di queste api rassomiglino quelli delle specie nostrane, e che il loro miele raccolto nella patria degli eucalitti abbia tuite le proprietà medicinali di queste piante. a xl Fuchsia gigantesca. Nel Gardener chronichle trovasi descritta una pianta di fuclisia esistente nel giardino di Ramsey (isola di Man) la quale còntando circa 50 anni di età, ha raggiunta una altezza di cinque metri ed occupa in circonferenza uno spazio Ci circa 20 metri in modo che da sola basta a formare un deliz:oso ed ampio riparo dal sole per un’ intiera famiglia. Le Incciole e le formiche dell’ Assinia Il sig. Alluand nella relazione di un suo viaggio in questa parte dell’ Africa australe, narra che colà si trova in tal quantità una grossa Lucciola, che con la sua luce splendente, rischiara i più oscuri sentieri. Dice inoltre che vi si trovano colonie emigranti di formiche che marciano occupando una superfice di 2 metri di larghezza e 300 di lunghezza. Questa enorme moltitudine di voraci insetti rappresenta uno dei pericoli che si possono incontrare in quella regione; uomini, gorilla, leopardi. elefanti, gazzelle, cani, topi, tutti fuggono se non vogliono essere uc- cisi e spolpati in brevissimo tempo. Infiuenza della corrente elettrica nello svilup- po delle piante bulbose. In Inghilterra si sono fat- te delle esperienze su questo proposito. Si colloca- rono delle patate e delle rape fra lastre di rame e di zinco piantate nella terra alla distanza di cir- ca 30 metri e collegate esternamente da un filo metallico Si produceva con questa specie di pila, una cor- rente che veniva ad agire sulle radici delle dette piante, e si riuscì con ciò ad ottenere patate, e rape di un volume dal 15 al 25 per cento superio- re a quello di altre poste nel medesimo terreno ma non sottomesse alla corrente. I éanni della fillossera in Francia. Da un rap- porto del Direttore dell’ agricoltura in Francia sui danni prodotti colà dalla fillossera, togliamo i se- guenti dati: la superfice di vigneti attaccati e re- sistenti ancora nei 1885 erano 642,000 ettari men- tre nel 1884 ne occupava 664,000, ma la differen- za deriva dall’ essere stati del tutto abbandonati un gran numero di vigneti malati. Avanti la in- vasione del fiagello i vigneti occupavano 2,503,000 ettari mentre ora non ne coprono che 1,999,586 dei quali 642mila sono malati e 609mila alla vi- gilia di esserlo. Nel 1885 sono stati ripiantati a viti americane 75,562 ettari. Concorsi congressi esposizioni. L' indole e la diffusione del giornale ci aveva fino ad ora consi- gliato ad annunziare , solamente i concòrsi i con- gressi e le esposizioni, internazionali o nazionali ita- lianî. Alcuni abbonati ci hanno espresso il desiderio che ci uccupassimo anche di quelli regionali ecc. sempre pronti a sodisfare, per quanto è possibile, i desideri di tutti, da ora in avanti annunzieremo anche i suddetti, però non mai con lunghi articoli, n avendo, in generale, solamente un interesse relativo alla località ove vengono effettuati. Primo congresso internazionale dei delegati delle società e degli amici della cremazione. Que- sto congresso dovuto alla iniziativa della commis- sione internazionale si terrà in Milano nel settembre prossimo, e contemporaneamente verrà effettuata una esposizione di tutto quanto si riferisce alla Cremazione dei cadaveri. Rivolgersi al segretario generale dott. Gaetano Pini in Milano via Lanzo= ne 15. Concorsi. La R. Accad. delle Scienze di Tori- no ha bandito un concorso, di fondazione Bressa, con premio di lire dodicimila a quell’ italiano che durante il quadriennio 1885-88, a giudizio del- l’ Accademia suddetta, avrà fatta la più importan- te scoperta, o pubblicata l’ opera più ragguarde- vole in Italia, sulle scienze fisiche e sperimentali, storia naturale, matematiche pure ed applicate, chimica, fisiologia e patologia, non escluse la geo- logia, la storia, la geografia e la statistica. Il concorso verrà chiuso con l’ ultimo dicem- bre 1888. Il R. istituto Iombardo di scienze e lettere ha aperti i seguenti concorsì: 1.° Premio L. 1200. Tema « Determinare spe- rimentalmente l’ influenza della densità delle so- luzioni organiche in diversi ambienti, sullo svilup- po specifico dei microrganismi in seguito ad un cenno storico critieo dell’ argomento. » Chiusura, del concorso alle 4 pom. del 1.° giugno prossimo. 2.° Premio L. 3000 ed una medaglia di oro del valore di L. 500 a chi avrà meglio notati i difetti dell’ amministrazione sanitaria in Italia, ed espo- sto un ben ordinato progeîto di riforma, tenendo conto di ciò che è stato fatto presso le altre na- zioni. Chiusura come sopra. 3.° Il premio potrà raggiungere le L. 4 mila e sarà conferito a colui che abbia inventato o in- trodotto in Lombardia qualche nuova macchina, o qualsiasi processo industriale od altro da cui la popolazione ottenga un vantaggio reale e provato. Tempo utile fino alle 4 pom. del 31 maggio pros- simo. 4.° Premio L. 2000. Tema « illustrare con ri- cerche originali l'embriogenia del sistema nervoso, o di qualche sua parte, nei mammiferi. Chiusura alle 4 pom. del 1.° giugno prossimo. Esposizioni: A Bologna si lavora alacremente per mandare ad effetto l° esposizione nazionale nel 1888. A Tolosa si sta preparando una esposizione in- ternazionale, agricola, industriale e di belle arti, che. si aprirà il 15 maggio prossimo ed avra la durata 7 ne 5 i si ciù que mesi. chi design ntendatti Mente può rivolgersi al Maire di Tolosa. La società Agricola del Brabont Hainat effet- tuerà a Nivelles (Belgio) il 25 giugno prossimo un concorso nazionale di animali riproduttori ed una esposizione universale di strumenti per l’agricoltura ed il caseificio. La legazione del Governo Belga a a Roma, fornisce tutte le istruzioni necessarie a chi} volesse prendervi parte. A Trieste si sta organizzando una esposizione galleggiante per far conoscere nei porti principali del Mediterraneo e del Mar Rosso i prodotti più importanti dell’ Autsria Ungheria. A Parma contemporaneamente al concorso a- grario regionale, si terrà una esposizione nazio- nale crittogamica, ed un congresso di crittoga- misti. RICHIESTE, OFFERTE E DOMANDE DI CAMBI (Gratis per gli abbonati) Quando non v'è speciale indirizzo rivolgersi all’ ammini- strazione del Bollettino. Pagamenti anticipati. 8. Si offrono: Scarites planus, Chalaenius azu- reus, Ch. nigricornis, Ch. chrysocephalus Ch. spo- liatus, Geotryper hypocrita, G. laevigatus, G. Stercorarius, G. typhaeus, G. dispar ed altri coleot- teri, In cambio di specie anche comuni del genere Carabus e di Longicorni. Dirigere oblata a C. Lo- pez Corso Amedeo 9g. Livorno. 9. Il prof. Giuseppe Bellucci di Perugia, offre in cambio di oggetti preistorici ed Etnografici, esemplari intieri e scelti di oggetti preistorici pro- venienti dai trovamenti fatti nel Perugino. 10, Il dott. Federigo Sacco accetta libri di Geo- logia e Paleontologia, in cambio di fossili speciali a richiesta, non collezioni complete, del Miocene (Elveziano) dei colli torinesi e del Pliocene (Astia- no) dei colli astesi. Palazzo Carignano. Torino. 11. Mons. Loreyz pharmacien a Zurich Suisse, de- sire entrer en relation d'echange avec des Lepi- dopteristes. Il cherche a acheter à bon marché ou en echange contre des autres papillons rares des, Chsysalides de Papilio Hospiton. 12. Si offrono in vendita od in cambio di oggetti di storia naturale diverse Utamania torda (Lin) o Gazza marina, uccise in Italia. 18. Offro: quarzo roseo, ematoide, avventurina, nuclei di focaja, tormalina nera, granati, topazzi, muscovite, dioptasio, celestina, zolfo, insetti nel- l' ambra. Desidero in cambio: distinte varietà di quarzo, tormalina azzurra (indicolite)e bianca dell'El- ba, qualunque minerale di piombo a cristalli perfetti, ambra del f. Simeto, presso Catania, specialmente la var. a rifl.essi azzurri, tartuffite. — Brescia staz. ferr. C. BonALDA. MUOVE PUBBLICAZIONI in vendita presso 1’ agenzia del Bollettino Invo franco agli abbonati ai quali si accorda anche un ri- basso sui prezzi acquistando opere costose o diverse opere Si provvedono libri di qualunque genere sempre con vantaggi su prezzi per gli abbonati. \ Appunti di Mineralogia per servire agli alun- ni degli istituti tecnici per il prof. dott. M. Del Lu po. Seconda edizione L. 1,50. Nuovo processo d’ analisi delle materie colo- ranti introdotte nei vini ed altri liquidi ed in sostanze alimentari solide, fondato sul coloramento dei microrganismi, del dott. A. Carpenè. Con figure colorate L 0,80. Le malattie più comnni degli animali dome- stici. Trattato teorico pratico dal punto di vista, agricolo commerciale ed igienico, metodi di cura, ed appendice sui migliori metodi di disinfezione dei vagoni, per il dott. E. Perroncito professore di Patologia alla R. scuola veterinaria e di Paras- sitologia alla R. Università di Torino. Un volume di 400 grandi pagine riccamente illustrate L. 8,00. I microbi per il prof. G. Pochettino. Deseri- zione dei microrganismi che comunemente sono indicati coi nomi di microbi, fermenti figurati, fermenti organizzati, Schizomiceti, Saccaromiceti, virus, miasmi ece. Opera adorna di 150 figure in- tercalate nel testo. Prezzo L. 3,50. Manuale per la tecnica moderna del micro- scopio nelle osservazioni istiologiche, embriologi- che, anatomiche e zoologiche, del dott. A. Gardint. Un volume riccamente illustrato L. 4,00 rilegato L. 6,00. È Pridictions du Temps pour 1887 (9, annee) indispensables 4 tout le monde, suivies d'un rapport sur la juste realisation des preditions pour la derniere année, et de renseignements uti- — les et très interessantes sur l' agriculture et la Metèorogie, par Lovis Colson. Prezzo 50 cent. Occasione eccezionale: 50 uccelli ame- ricani compresi 72 uccelli mosca per li- re 50, 00 franchi di porto. (Vedi avviso in copertina.) S. Sine ret {pod SIENA-POGGIBONSI STAB. TIP. CAPPELLI. le e © SS 7 È n Roemmentiamo agli associati che l’ abbonamento si paga anticipato, e più special- mente preghiamo a porsi in regola con Y amministrazione, coloro che non hanno ancora pagato l’ abbonamento della scorsa annata o di qualcuna delle antecedenti. Tutti coloro che desiderano esonerarsi dal pagare l abbonamento in corso non hanno che a procurarci 3 nuovi abbonati, e qualora avessero già soddisfatta la quota di abbonamen- to potranno scegliere per il valore di L, 3 in oggetti posti in vendita nelle pagine del Bol- lettino, o rilasciare il premio per saldo abbonamento dell’ anno futuro. A chi ci favorirà un nuovo abbonato daremo l’ elegante ed istruttivo libro Vn vîéa9- gio in Oriente del cav, dott. F. Tassi 2. edizione che si vende al prezzo di L. 1. RECEVUTE Hanno pagato l’ abbonamento: Per il 1886 i Sigg. (9.2 Nota) Sinigaglia I. Tunisi — Papassogli prof. G. P. Alessandria — Piccinelli dott. G. Bergamo — Comm. Mantegazza Firenze — Castagnola F. Spezia — Carrara G. L. Vorno — Fiorl A, Modena -— Malfatti prof G- Milano -- Costa A. Napoli — Quartaroli prof. F. Padova — Inghirami I. Volterra — Frizzi prof. G. Perugia — Principe Borghese Roma — Zaccaria prev. N. Sondalo — Galgani G. Radicofani — Grisaldi del T G. Siena — Senesi avv. R. Lucerena — Boschetti dott. E. Campedello — Dal Nero O, Verona — Wageper F. Liege — Livini Cav. Prof. A. Napoli — Papassogli prof. G. P_ Alessandria — Cozzaglio A. Brescia — Desmeure cav. G. Firenze — Pozzolini cav. E. Firenze -— Lopez C. Livorno — Carta prof. L. Novara — R. scuola agraria Todi — Baccarini prof. P. Avellino. Per il 1887 i Sigg. (Da Nota) Novak G. B. Brusie — Associazione postale Leipzig — Richardt G. Herrstein — Baroldi dott. L. Campi di R. — Lorez C. F: Zurigo — Spigai prof. R Tripoli — Cini avy. T. Monte- varchi -— Moreschini dott. A, Sivigaglia — Spada cav prof. L. Osimo — Antonelli dott. G. Osimo — Piccinelli dott. G. Bergamo — Bonalda rag. C. Brescia — Piatti prof, A, Deseuzaro s, L, -— Mettica E. Gambaro — Fiori prof, A. Bologna — Pozzi L. Bologna — Botti cav. L, Cagliari — Boccaccini prof, C. Lecco — Craveri prof. F. Brà — Lovera G A. Montemale — Bercigli E. Firenze — Giachetti G, C. Firenze — Fanny Rospigliosi principe D. Firenze — Gabinetto Geologia e Pal. Firenze — Couture E. Firenze —- Paolucci march. M. Novoli — Del Vivo C. A. Empoli — Caiani G. Firenze — Bertelli G. Giuncarico — Castaguola F. Spezia — Anglani F. Ostumi — Gragnani R. Quiesa — Lauzzillotti B, dott. A. Milano — Cimati 0. Pontremoli — Cambria de L. prof. G, Barcellona P. G. — Borromeo conte C. Milano — Bozzi M. Milano — Rossini C- Milano — Piroia sac. P. Domondossola —— Quartaroli prof. F. Padova — Barbieri L. Piacenza — Salini A. Piacenza —- Doderlein prof. D. Palermo — Modena G, Palermo — Riggio prof, G, Palermo — Caifassi Pisa — Dal Borgo N. P. Pisa — Iughirami I. Volterra — Frizzi prof. G. Perugia — Iannaci cav. dott. F. Reggio C. — Moschella G. Reggio C. — Savini dott. F. Ravenna — Meli prof. R. Roma — Parisi FF. Roma — Angelini G. Roma — Clerici E. Roma — Pagliari K. Roma — Sterbini A. Roma — Gualtiero C. R Bagnorea — Stoppani prof. C. Avola — Zaccaria prev, N. Sondalo — Pannilini Phoebe Siena — Sborgi O. Curina — Senesi avv R. Lucerena — Cappelli prof. L. Siena — Sacco prof, dott. F. Torino — Cantamessa ‘avv. F. Torino — Tellini A. Torino — Bozzi cap.* E. Siena — De Luca prof. G. Molfetta — Lucchesi N. Lucca — Curò ing.® A. Bergamo — Boni farm. D. Tione — Wagener F. Liege — Zonghi L. N. Fabriano — Mereghi dott. C. Iesi — Mens prof. G. Casalmonferrato — Coz- zaglio A. Brescia — De Toni prof. Cav. E. Belluno — Veronesi P. Bologna — Vercelloni rag. 0. Lecco — R. Istituto Tecnicu Forli — Papini L Corliano — Municchi comm. gen. G. Ponte a Elsa — Bargagli march. P. Firenze — De Marchi cap. L. Firenze — Borgioli B. Genova — Pinelli march. M. Genova — Santini prof. E. Lucca — Rossetti C. Sera- vezza — Lopez C. Livorno -- Lancellotti F. Modena — Charrel cav. prof. L. Milano — Corte prof. L. Novara — Muller C. Intra — Incontri march. P. Volterra — R. Liceo Ur- bino — Bellucci prf. G. Perugia — Bagatti avv. O. Parma — R. Museo zoologico Parma — Costa prof. C. Pinerolo — Nazzari rag. A. Sambenedetto — Baldini U, Roma — Ca- milli ing. C. Formello — Donati B. Civitavecchia — Filippi dott. D. Siena — Magni G. prof. cav. F. Siena — Marconi B. Siena — Minucci F. Siena — Bargagli march. G. Siena — Bern.rdi dott. R. Castelfranco — Vallon G. Udine — Pinchella E. Udine — Del Nero V. Verona —- Rabaud Monteuban — Menegati E. A. Calliano — Crevatin F. Istria — Fer- rari dott. R. Trento — Berti G. Riva sul Garda — Grillo dott. R. Pergine — Politi conte L. Tunisi. I nomi di coloro che hanno avuta la ricevuta particolarmente, non figurano in queste note. Con le suesposte note sono terminati di pubblicare i nomi dei signori che alla fine dello scorso gennaio ci avevano favorita la quota del loro abbonamento; preghiamo perciò coloro che avessero pagato entro detta epoca, ed il cui nome non fosse stato ancora. pubblicato, e che non avessero avuta una ricevuta Parione ad essere compiacenti di darcene avviso per fare i necessari reclami e riscontri. APRI NANI NE NOBIS Li TAM ATE ARA da. DAI — BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE, ALLEVATORE, COLTIVATORE PERIODICO MENSILE Abbonamento per tutti i paesi dell’ Unione postale, I.. 3 all'anno. IN VALTELLINA ( Appunti di storia naturale ) E dB Aquile e camosci. (cont. al N. 12 anno 1856) I camosci sono animali sobrii per eccellenza; ciò tuttavia non impedisce loro di mostrare una leccornia particolare pel sale. A questo proposito mi ricordo che un giorno un montanaro delle Pre- alpi mi mostrava in lontananza una parete roc- ciosa, presso alla quale egli diceva aver visto più volte i camosci intenti a leccare. Subito io mossi verso la rupe indicatami, e constatai che la stessa era costituita da un conglomerato alla cui super- ficie mostravansi abbondanti effluorescenze saline. La caccia al camoscio può esercitarsi in Val- tellina nei mesi di settembre e di ottobre, ed an- che nelle giornate di novembre, se la neve non è ancora caduta. Durante questo tempo le cime delle montagne sono perlustrate in tatti i sensi dagli avidi cacciatori. Le povere bestie in qualunque posto si riparino non sono più al sicuro; il piom- bo micidiale le raggiunge sulle vette e nei bur- ron', nella sosta e nella corsa. I cacciatori di camosci sono tutti alpigiani, che, emulando la ‘loro preda nell’ arte di arrampicare, girano per settimane intiere sulle balze scoscese e ghiacciate delle proprie montagne. Le privazio- ni che sopportano, le fatiche che soffrono, i pe- ricoli a cui vanno incontro prima di impossessarsi d’ nn camoscio, sì diretbero inverosimili. Ha ben ragione lo Tschudi (1) quando dice che abbisogna al cacciatore di camosci « une vue exellente, une téte à l abri du vertige, un corps solile et en- durci, capable de sopporter les caprices atmo= spbérique des regions glacées, beanconp de cou- rage, et surtout du sang froid, une intellisence rapide, de la dé:is'on, puis de bons poumons et des muscles infatizables. » Jo conobbi personalmente parecchi cacciatori di camosci valte linesi, e posso assicurare che non | KNSNIONSIOOR VADA OANANLE NANA NAST VA NS NÉ NA NELNL NS NZ \Z LUNA faceva loro difetto alcuna delle prerogative indi- cate dal celebre naturalista svizzero. Da essi ap- presi infinite particolarità inerenti alla caccia del camoscio, nonchè vari episodi di tanto nobile ma e pericoloso sport. Però ic non mi dilungherò quì . a farne una relazione completa, chè avrei mate- di ria da scrivere un volumetto. La caccia si incomincia di buon mattino, quan- | do c'oè i camosci attendono al pascolo. Per por- d'un camoscio, occorrono | tarsi a tiro di fucile ——————1 SANS A NANI RIINMRII numerose precauzioni, poichè l’ animale avverte | e a tal topo i cacciatori non mancano di fare ap- o con raccogliere finissimi — positi esperimenti, steli di erba e poi abtbandonarli all’ aria o col te- nere in alto un dito bagnato e poi verificare da qual parte più rapidamente si asciuga. In secondo luogo è necessario camminare evitando di pro- durre rumori e di passare per luoghi in cui non si possa essere scorti, sicchè occorre quasi sem- pre di fare un giro luoghissimo prima di trovarsi ad una distanza conveniente dalla preda. Talvol- ta accade al cacciatore di vedere ove il camoscio s’ è allogato dopo il pasto mattutino, ed in tal PS caso si porta, sempre colla massima circospezione. — sull’ alto della rupe sotto la quale l’ animale s'è sdraiato, attendendo quivi pazientemente e col-. l'arma pronta ch’ esso nel muoversi si Be in E; vista. E impossibile precisare il numero «dei camo-. sci a cui si toglie annualmente la vita nella pro- vi:cia di Sonirio, tanto più che non si possono avere dati alcu ii, circa le catture fatte clandesti- namente in tempo di caccia proibita. Volendo pe- rò arrischiare una cifra approssimativa, e tenen- do ca'colo anche del fatto che molti svizzeri e ber- gamaschi vengono a cacciare sui monti valtellinesi, si peò s‘abilire una media di centocinctan'a ca- mesci all’ anno. Naturalmente sarebbe desiderabile di avere a_ gnesto riguardo una precisa statistica pr potere imprenilere con s:cerezza la soluzione del proble- ma sei camosci tendozo o meno a diminuire neì territorio della Valtellina. Nella Svizzera non sì tralaszia di compilare ogni anno la nota dei ca- - mesci uscisi, rendendo così facile allo zoologo di questa nazione l'importante com:pito dello stabi- lire le attuali condizioni di vita di questi animali. Lo Tschudi sostiene la probadilità che il camo- scio abbia giammai a scomparire dalle Alpi. Egli arrischia nientemeno |’ a:dita frase « tant queles Alpes existeront, elles nourriront des chamòùis. » Per quanto riguarda |’ intiera catena alpina, io non voglio ora discutere |’ asserzione del valente zoologo; dico solamente, e sono in buona compa- gmia, che 1° esem pio dello stambecco è troppo chia- ro da non indurre chiunque a sospe'tare della con- servazione del camoscio. Iestringendomi però alla parte delle Alpi che costituisce la Valtellina, dichiaro f. aneamente che quivi la razza del camoscio va sensibilmente di- minuendo. Se si pensa che questo animale viene spietatamente cacciato tutto l’anno dail’ uomo, consentano o meno ie leggi, che le aquile ne fan- no una non lieve distruzione e che la montagna istessa colle frane e colle va'anghe mina continua mente alla sua esistenza, credo non si possa più mettere in dubbio ìl triste fatto. E d’ altronde se è cosa accertata che una volta 1 camosci eran0 più abbondanti che oggigiorno, cò vuol dire che ci troviamo realmente di fronte ad una progres- siva diminuzione dì questa specie. | Bisogra quindi provvedere energicamente per | tempo s: non sì vorranno vedere i camoscì al pun- to, a cui si sono ridotti gli stambecchi, anch’ essi abitatori pel passito delle maestose, solitarie pen- dici alpine. Unisco perciò la mia voce a quella che anni or sono s' alzò per opera di un reputato giornale, il quale, riportando la statistica ufllciale dei ca- moscì uccisi nelle montagne di Glaris nella Sviz- zera, soggiungeva: « Ces ciffres démontrent que le nombre des chasseurs va en augmentant, et que la destruction de ces animaux tend également à devenir plus considérable. De cette manière cette race si intéressante des habitants des Hautes Alpes est bien préte a s'’ éteindre, surtout dans ces Le seul remédle sembre celui pour | empéeciler. » (77mes, le 19 novembre 1869). contrèes cu la chasse n'est pas défendue. MARIO CERMENATI. (continua) - 11] Thierleben d:r Alpenwelt. Traduzione francese. de faire une loi | °*“ si; ° ; | sgjolo, in Emi;ia Terragnolo o Terrujuoto, in Sar- Riproduzione interdetta CAPITOLO VI. Differente nomenclatura delle Razze dei Piccioni Domestici di Europa Mi sembrò necessario di quì recapitolare bre- vemente i sinonimi Italiani ed i nomi stranieri delle diciotto razze pure da me descritte, onde ter- tare dì schiarire i molti errori che hanno impedito fino quasi ai nostri giorni una razionale c'assazio- ne dei Piccioni Domestici di Europa. La colpa di questo guaio ricade in gran par-. te sugli stessi naturalisti che per. qualche secolo trascurarono affatto di studiare con diligenza ed ampiezza questi utili ed intelligenti animali - Da- Ulisse Aldovrandi (1523) fino a Temmink (1811) i naturalisti nostrani e stranieri non fecero che ripetere quello che letto o udito avevano dai loro antecessori, senza ripoitare del proprio nessuna nuova osservazione, e senza nemmeno verificare sopra esemplari viventi la verità delle altrui de- serizioni. Fù così che si perpetuarono e giunsero tino a noi, con grave dauno della scienza, del com- mercio e della domestica economia, molti pregiu- dizi vo'gari ed errori ridicoli sul'a v ta, i costu- mi e le specie della vasta trib&è dei (Colombini. Jo ho assegnato alle diciotto razze di piccioni domestici e loro varietà preferibilmente i nomi consacrati dall'uso, presciegliendo quelli che mì sembrarono chiari e facili per identificare }a tale o tal’ altra razza, e ripudiando tutti gli altri si- nonimi antiquati, di pessima lingua, o troppo oscurì. CATEGORIA I. Razze derivate dalla Columba livia SEZIONE PRIMA Lecco diritto, sottile, flessibile e rìigonfiato sulla punta: testa depressa ai lati: tarsi corti, talora nudi, talora impennati: ali lunghe appuntate: forme allungate del corpo e di tutte le sue parti: volo ceiere e leggero. Razza ].a Piccione Torrajolo di Colombaja ( Columba Livia Domestica) In alcune località co- stiere dol mar Toscano, chiamasi Sassetto o Mas- degna Sassajuolo — I Francesi lo chiamano Pige- | on Biset Domestique, e gli Inglesi Rock-Dove. Razza 28 Piccione Reale (Columba Mansue- facta). E detto assai comunemente Piccion Gros - so, Piccione a’ ogni mese. — In Francia Pigeon Mondaîn o Pigeon de mois, in Inghilterra White rumped Pigeon. 3; 4 SI TEO IP RCS pu dei Francesi, lantino go, pae "oiegionti d'Italia Corriere — Pigeon Volant presso i Fran- ‘così, e le sue varietà Pigeon Volant Etincelè, Su?sse, Papillotè ete. in Inghilterra Smter- Pigeon. Razza 4% Piccione Gozzuto ( Columba Guttu- rosa ) È chiamato ancora Gozzo, Panciuto, Piccio- ine dalla go'a grossa — Pigeon Boulanto Gros- se - orge dei Francesi, e le varietà Pigeon Bou- lant Maillè, Boulant Lilloîs. Presso gli Inglesi Cropper 0 Powter - Pigeon. i Razza 5% Piccione Volteggiatore (Columba *Giratrix ) In alcune località d'Italia è chiamato Capitombvlante, Ballerino, Capitombolajo, Saltato- ve — Pigeon Culbutant, Pigeon Tournant dei ‘Francesi, Z’umbler o Turner - Pigeon degli Inglesi, Razza 6a Piccione Rondinella ( Columba Hi- rundinina). Sinonimi Rondine e Monachella — In Franc'a Pigeon Hirondelle ed una sotto varietà Pigeon Bouvreuil In Inghilterra SvdMlowtarl - Pi- ‘geon. Razza 7a Piccione Tamburo ( Columba Tym- “pan'zans ) Presso taluni 7rombeltiere o Lamen- tatore — Pigeon Tambcur dei Francesi, ed una «sotto varietà Pigeon Tambour de Dresde, In In- ghilterra Tambarine - Pigeon. Razza 8a Piccione Triganino ( Columba Tri- ganina ). Sinonimi Tremolante di coda stretta, Mo- «dano, Monaca, Barchetto — Pigeon Trambleur dei Francesi Shaker - Pigeon degli Inglesi. Razza 9 Piccione Ricciuto ( Columba Cincin- nata). Piccione Riccio degli autori — Pigeon Crè- Crisped- Pigeon degli Inglesi Razza 108 Piccione Mascherato (Columba ‘Willughbyana ). Sinonimo La Maschera ai Pari- gi — Pigeon Heurté in Francia, Spot - Pigeon in ‘Inghilterra. SEZIONE SECONDA Becco corto e grosso: pelle farinosa o colorata ‘intorno agli occhi, testa quadrangolare: corpo bre- ve: petto largo: tarsî cortî generalmente grossi quanto î ditî: volo debole. Razza lla Piccione Polacco ‘ Columba Brevi- rostrata ). Sinonimi Piccione di Soria, Testa Cal- va, Copto, Turchetto bastardo — Pigeon Polo- naîs in Francia, Bastard - Bill - Pigeon in Inghil- ‘terra. SEZIONE TERZA Becco lunghissimo, grosso, robusto, diritto 0 adunco ricoperto quasi del tutto da fungosità più o meno mostruose: pelle nuda scarlatta 0 violacea o turchiniccia, sempre tubercolosa intorno agli oc- chi ed alle narici: testa ovoidale: petto largo, cor- in due razze, in una Tazio, în una dI Ja Razza 122 Piccione Romano ( Columba Cam- pana) Piccione Spagnuolo Gigante, Cavaliere — Pigeon Romain dei Francesi e le varietà, P7ge- on Cavalier Espagnol, Cavalier Parravd etec. In Inghilterra /toman o Lighthorsemen Pigeon. Razza 13% Piccione Viaggiatore (Columba Tabellaria ). Piccione da corsa, Piccione Messag- giero — Pigeon Voyageur dei Francesi, Owerfla- | ger - Pigeon degli Inglesi — Razza 14% Piccione Turco ( Columba Carun- culata ). Calabrese e Turchetto nell’ Italia meri- dionale — Pigeon Turc in Francia, Barb- Pigeon in Inghilterra — Razza 15° Piccione Bagadese (Columba For- tirostrata ). Sinonimi Guerriero, Dragone. Grifo- ne, Battitore — Pigeon Bagadaîs presso i Fran- cesi, Carrier o Smiter - Pigeon in Ingh Iterra. CATEGORIA II Razze di provenienza incerta SEZIONE UN.CA * . I Becco piuttosto cort): testa rotondetta: occhio A grande senza corona: corpo breve: forme generali e distribuzione delle penne differenti daì Picciomi — della Categoria I: tarso basso talora lanuginoso: volo în due razze impacciato, in una leggiero ed altissimo. t Razza 162 Piccione Pavoncello ( Columba La- ticauda) È chiamato nell’ Emilia e Lombardia Bàc- chierino o Ventaglio — in Francia Queuve de Pa- on in Inghilterra edcock - Pigeon — Razza 172 Piccione Monaco (Columba Cada lata) Conoscesi pure col nome «di Giannino, Do- menicano, Piccione dall’ elmo. nain, Capucin, foquillè dei Francesi, lacobîne 0 Helmet - Pigeon degli Inglesi — USI Razza 18 Piecione Cravattato. (Columba Turbita) Collaretto nell’ Alta Italia e Lombardia Reggiano nell' Emilia, Piccione dalla gala nel Mez- zogiorno — Cravaté in Francia e le varietà, se- condarie Crawaté Chinoîs, Cravaté Crapaud, Mon-. È sieur de Java, Courrier Egiptien, Voyageur de Dì: Tunis ete. in Inghilterra Turdit-Pigeon, e le va- gi a rietà African - Orel, Inglisch - Owl, Mawmet e FS Mei nikin - Pigeon. G. C. GIACHETTRRSE Contro la Peronospora Pa A) Aerei Per iniziativa del prof. Cettolini fu tenuta in. Conegliano il 27 Febbraio decorso una conferenza. con lo scopo, come disse molto bene il Prof. Strada- dI; x ie r_ I = è» tell 4 LIA | — Pigeon Non- pa CA FAC juoli che la presiedeva, di poter raccogliere dalla discussione, e dalle informazioni ehe gli interve- nuti sarebbero per dare, degli utili insegnamenti per l'avv. nire. Era relatore il Prof. Giuseppe Cuboni sul tema inflenza dei rimedi contro la peronospora, ed ebbe a dire: Che è necessitato ad esordire con una franca dichiarazione; che cioè quando si credette col latte di calce di avere in mano il mezzo asso- luto per combattere il parassita infestante i nostri vitigni; si fu in quella vece costretti, pelle diffi- coni di tempo e di modo nelle applicazioni, di dover ricortere e di tentare nuovi studj, per rin- venire altre miscele che sieno di poco eosto di pratico e facile uso. Si dilunga il relatore nel parlare della qualità d.lla calce, alla quale esso attribuisce i pessimi risultati ottenuti dalla sua applicazione e nella Liguria, e nella Toscana. Di- ce che la Silice in grande quantità conten.ta dalle calci Toscane, impedisce la formazione sulla foglia di un' intonaco uniformemente distribuito, da ciò il pessimo risultato ottenutosi. Il relatore parla di eccellenti risultati ottenuti nei vitigni della Ra Scuola di Viticultura, mercè la poltiglia Bordolese che dice più economica del latte di calce. Quindi assoggetta i suoi conclusi all' assemblea. Presero la parola successivamente in vario senso parecchi oratori, fra i quali il Prof. Benzi, rompendo una lancia, con buon resultato, in favore delle miscele di solfato di Rame, facendo introdurre nel 1° concluso del relatore le parole riportate in corsivo. Accennò stupendi effetti ot- tenuti nci dintorni di Treviso, usando di miscele al solfato di Rame (polverulenti), Vari oratori parlarono sull influenza dei rimedi in discorso sul vino, e si dichiarò per se stessa inocua la calce; e senza pronunciarsi in modo assoluto si credè inocuo anche il solfato di Rame in proporzioni però minute L'assemblea si condusse quindi alle seguenti conclusioni, accettate anche dal relatore. 1° Due soli rimedi sono riconosciuti completa- tamente efficaci a debellare la peronospora, il latte di calce, e le miscele polverulente a base di Solfato di Rame. 20 Il latte di calce deve essere preparato con calce grossa, non silicea e spenta da qualche tem- po. — Va usato nelle proporzioni del 7 al S_ per °], e deve essere somministrato in grande abbon- danza anche prima della fioritura, in modo che le foglie restino completamente imbiancate. — Il trattamento va rinnovato ogni qual volta il vento o la pioggia abbiano esportato il rimedio prece- dentemente applicato. 30 Le Solforazioni per combattere | oidio. deb - bono essere continuate anche deg? le applicazioni del latte di calce. Lo 40 LI app! icazione del pa di calce non pre- giud!ca in alcun modo il vino purchè si facciano a tempo quelle correzioni che si trovassero neces- sarie. 50 Finchè ron sieno meglio studiati e determi- nati gli effetti igienici del Solfato di rame sull’ uva, sul mosto e sul vino, l’ uso di questo rimedio non può essere consigliato che per esperimento, ovvero. sulle viti giovani che non portano tralci fruttiferi. Il relatore sugli apparecchi anticrittogamici Prof. Cettolini concluse, e l'assemblea accettò. senza disscussione che: 1° Per l'applicazione del latte di calce in pia- nura, sono principalmente da preferirsi la pompe a grande capienza ed a getto forte e diffuso. Per le piccole possessioni, rendono buoni ser- vigi anche le pompe a carretto sempre però a getto diffuso. 20 Le pompe a Zaino eda giberna possono. servire per le invisioni complementari (?) nel pia- no e pei colli, dove le pompe a carriuola non potes- sero accedere. Sul tavolo della Presidenza vi si trovavano parecchie relazioni riguardanti rimedi contro la. peronospora, ci piace notare una polvere anticrit- togramica che avrebbe dato utilissimi risultati in Lombardia (formula Moruzzi), e che non essendo» a base forte di Solfato di Rame non porterebbe infiuenza in nessun modo nociva ne sui mosti ne sui vini La discussione per vero dire fu trop- po circoscritta, cd alla conferenza i calcisti erano: troppi per aversi potuto ripromettere, più ampio notizie, sui moltissimi rimed), e sui tanti esperi- menti che nello stesso Veneto furono fatti Spe- riamo ad ogni modo che i difetti delle conferenze abbiano un rimedio efficace nell’ intraprendenza dell’ agricoltore e nell’ osservazione ottenuta della natura. Pror. BELLUSSI FICALBI Dott. EUGENIO. ADI IEEEZAAISOI Da Genova a Haiderabad del Dekan. Alcune note sopra una breve gita di ‘andata e ritorno. ( Continuazione vedi n.ì antecedenti.) 2. — Da Suez a Bombay. Dopo un giorno dalla partenza da Aden vedo. il primo Fetonte, l° uccello caratteristico dei tro- pici, dai quali mai si discosta. Lo saluto con pia- cere. Dopo il primo, ne vedo due, tre, diversi. Questo singolare uccello marino frequenta anche- l'estremo del Mar rosso. ma più che altro vedesi passato Aden; sono i Naturalisti, clie li danno il rome di Fetonte o uccello del sole, i marinai più. PT Pe e Pene prosaicamente lo chiamano coda di paglia, per due sottili e lunghe penne, che ne terminano la coda, Conosconsi due specie principali di Fefonte, il Phoeton uethereus e il Phaeton phaenicurus: quel:o che vedesi in Oceano indiano è più che al- tro il Phoeton phaenicurus, e dà in occhio perchè è un uccello piuttosto tozzo, che vola con un batter di ali celere, ma composto, è un pò diverso da quello degli altri uecelli pelagici: sembrerebbe che quel suo frequente batter d'’ ali, e quella quasi sproporzione che esiste tra esse e le dimensioni del corpo, dovesse stancarle, ma non è così, e mentre è uccello assai agile, trovasi anche a gran- di distanze in mare, come due, e trecento miglia fuori terra. Quando gira intorno al bastimento e si avvicina scorgesi (nella specie phoenicurus) la lunga sua coda di un color rosso vivo. Dopo un paio di giorni da che avevamo lasciato Aden, e dopo aver doppiato capo Guardafui e l'isola di Soccotra, cioè dopo esser usciti da quel- lo, che si chiama il gc7fo dî Aden, incominciam- mo a provare in tutto il suo vigore quel vento ‘forte, caldo, enormemente umido, che si chiama il Monsone di sud-ovest; dico la verità, io prefe- risco il caldo del Mar rosso, all’ umido, ostinato Monsone. Quale rollio, quale incomodo di vita, ‘quanto mal-di-mare a bordo! — Chi ha provato il Monsone nel suo piero, in mezzo all’ Oceano, ne serba una certa memoria; come non ricordare infatti, quella pertinacia di vento, quelle valli e «quelle enormi montagne scure, che si incalzano l’ una coll’ altra, che percuotono la nave, la scuo- ‘tono, la invadono? In questo viaggio il Monsone .non era dei ‘più forti. Ma forte lo provai altra ‘volta, e per una dozzina di giorni ebbi agio di me ‘ ditarvi sopra: l’acqua si imbarcava continuamente, -@ correva in coperta in modo, che tutti andavamo scalzi, con le gambe scoperte fino al ginocchio; il mangiare, il dormire richiedevano uno studio spe- ciale; i colpi di mare erano dei meno creanzati, ed ho visto non solo sfondar due lance, a qualche metro sopra coperta, ma troncar di netto un arga- no di ferro, che chiunque avrebbe stimato a prova «d’acqua: e ciò fece un sol colpo di mare. Con tuttoc:ò .il Monsone non è dei venti più temuti dai naviganti. Tornando al mio viaggio attuale, dirò che noi ‘stavamo sul cassero di poppa, ove gli spruzzi non ‘mancavano di raggiungerci ogni tanto. Io osser- ‘vavo il mare da mane a sera, e mentre ebbi oc- casione di ammirare i volteggi di qualehe Procel- taria, i miei occhi poterono scorgere la quantità > “più enorme di Pescî volantî, che immagirar si sa, e tante. Da Aden Î e sui quali mi fermo un is a a Bombay, senza tema di esagerare può dirsi che non si vede altro: l’ Oceano ne è gremito. A de- stra e a sinistra del bastimento incessantemente se ne levano, al certo spaventati da esso. Trat- tasi dell’Erocoetus volitans, pesce lungo dai 20 ai 40 centimetri, di un bel colore verde*tazzurro nelle p:rti dorsali e laterali, e bianco-argentino sulle parti ventrali: questo pesce come si sa, ha le pin- ne pettorali tanto lunghe ed espanse, clie sono ridotte a proporzioni di vere ali membranose; e, quando il pesce è nell’ aria, sembra una enorme locusta o cavalletta. Gli Esoceti per lo più guiz- zanfuori dall’ acqua a gruppi di vario numero: possono esser poche diecine o fino a diverse cen- tinaia: quando sorgono, sembrano un branco di passere, che, spaventato, si levi da terra. Questi sciami di pesci, dopo aver percorso un certo trat- to, si rituffano irregolarmente nell’ acqua. 1 più grossi e tarchiati sembrano menare vita più soli-_ taria, perchè si levano da soli. Per lo più gli Eso-_ ceti volano rasente all’ acqua, distanti da essa 10, 20, 30 centimetri, o poco più; è raro che si inal- zino di più e che raggiungano o sorpassino il me- i ‘tro: quando volitano, sanno schivare i cavalloni e sembra secondino le asperosità dell’ acqua, ma spesso vi intoppano. Quando vogliono seguitare il volo aerco, riprendono lena con qualche codata in acqua, anche senza tuffarsi del tutto. I marinai li chiamano rondinelle di mare, per quanto non ab- biano neppur per idea, |’ aspetto e l’ agilità della rondine. I pesci volanti devono essere, sulle pla- ghe di mare, che abitano, in numero di miliardi, e basta pensare che per giornate intiere, cioè per estenzioni di centinaia di miglia, mon si vede altro; |. nel tratto di Oceano da Aden a Bombay (con parlo di altre parti) si nota poi questo, che mentre non mancano mai, sono, però, in certi punti più ad- densati, in altri meno; così per mezza giornata se ne vede un numero discreto, ma non grande, poi per uno spazio di una quarantina di miglia il loro numero diviene esorbitante, quindi diminuisce — di nuovo, e così via via: si hanno, cioè, plaghe più ricche, altre meno, ma in conplesso l’ Oceano indiano ne è gremito, e si incontrano a tutte le distanze da terra. Col vento e di notte capita il caso che ne vengano a bordo; in una notte ne presi sei, e uno cadde sul ponte del vapore insieme a un cefalogode; sono commestibili, ma la loro carne sa di muschio. Da Aden a Bombay occorrono circa sette giorni, quindi la nostra navigazione in Oceano durava ancora. i Stando sul cassero, ho notato la presenza di è, ae 04* elorà a ara Ae eV PE è — La .’ x 38 due farfalle, l'una in un giorno, l’altra due dì dopo: appartenevano, mi sembrò, al gruppo delle vanesse; appena vista la prima, notai sulla carta che eravamo circa a metà strada tra Aden e Bom- bay e la terra più vicina era |’ Arabia, a presso a poco 200 miglia; scorta la seconda notai che mancava poco più di un giorno all’ arrivo a Bom- bay, e la terra più prossima era l’ India, a circa 330 miglia da noi. Queste farfalle volavano agil- mente, e non le potei catturare, per quanto mi armassi, subito che le vidi, di apposito retino. — Così in questo viaggio ho visto tre Zepidotteri in alto mare: una sfînge in Meliterraneo, e due, che credo vanesse, in Oceano indiano, e tutte lontane dalla terra. Anche in Oceano indiano ho sempre visto la fosforescenza discontinua: la continua non la ho vista, perchè essa predilige il mare tranquillo. — Quarta vita potrebbe studiarsi in questo Oceano! Come desidererei arrestarmi per un mese in mez- zo ad esso! Chi sa quanti e quali invertebrati ma- rini non sarebbe possibile raccogliere! Ma con la velocità del Singapore nulla può prendersi, e mi conviene limitarmi a dare occhiate alla sfuggita alle alghe galleggianti, che passano, alle meduse, ad altri Celenterati, ai Tunicati, che intravedo da bordo. La terra indiana si avvicina. Do qualche oc- chiata al mare, per vedere se s-orgo alcun Ser- pente marino (Pelamis, HyArophis), come diversi ne ho scorti altra volta nel mare di Ceylan, ma non mi riesce vederne neppur uno. Finalmente vediamo il continente. L' alma terra de) sanscrito ci è dinanzi; per quanto ancor ne disti, pur sembrami sentire |’ acre odore del san- dalo, del belzuino, del cocco, che per cgni dove impregna l’aria delle città indiane; sen brami ve- dere i palmizi, i banani, le turbe variopinte, i fal- chi, gli avvoltoi, i corvi, che caratterizzano il pae- se di Brama. L' India! Essa è un cosmos! Allo Scienziato indagatore delle vicende biologiche ed umare l’In- dia riempe la mente di meraviglia e di mestizia: di meraviglia, perchè questo tropicale paese è miniera inesauribile di fatti naturali, e perchè più antiche e più profonde presenta le tracce delle vicissitudini etniche, di mestizia, perchè dimostra quanto onnipotente sia il soffio del tempo ad at- terrare inlividui, popoli, razze, civiltà. L’ India fa asilo a genti delle più antiche, nè da essa fu probabilmente lontano il luogo ove l° umanità sur- se per li rami di un albero pitecoide. Quante suc- cessioni ed oppress'oni di popoli non vide questa terra, quanta barbarie, quanta civiltà, quanta ti- rannide, quanta lussuria! Viene il momento in cui gettiamo |’ ancora a Bombay: è notte; provo a dormire e non sogno: che India. Appena giorno mi alzo, e scendo in terra. (continua) Della conservazione dei vertebrali (') | Esiste una grande Quantità di formule di liqui- di atti a preservare i cadaveri dalla putrefazio-- ne. Quasi tutti sono buoni quando si applicano in casì speciali; tuttavia ve ne son? fra essi che con- venendo in un gran numero di casi, rispondano- agli ordinari bisogni dell’ anatomico. Io non con- sidero che questi ultimi, e non mi occuperò che di quelli i quali per causa della loro semplicità, del poco valore e del piccolo volume delle sostan-- ze delle quali si compongono, sono in special mo- do vantaggiosi per le persone che operano fuori dei laboratori o devono intraprendere lontane spe- dizioni scientifiche. À Il liquido conservatore il più anticamente usa-- to, quello che corrisponde sul più gran numero dei bisogni, è l'alcool etilico o spirito di vino. Non insisterò sulla maniera d' impiegare que—. sto liquido, poichè è molto semplice e conosciu-- tissima; però se in luogo dell’ Alcool propriamente detto, ci servissimo dei suoi succedanei: acquavite, . tafia ecc. è necessario aggiungere a questi liqui- - di diversi antisettici: Bicloruro di mercurio l gr. per litro, o Acido fenico 25 gr. e Clòruro di so- dio (sale comune) 60 gr., o infinein mancanza . di meglio, 150 gr. di Cloruro di sodio. L’ Alcool metilico (spirito di legno) e soprat-- tutto l’ alcool detto deteriorato, devono per quan-- to è possibile essere rigettati. I sali di zinco, solfato, azotato e cloruro, come - l’acido arsenioso quantungze molto antisettico ed economico, offrono dei grandi inconvenienti; tutta- via le soluzioni a diversi titoli di azotato, o di clo-- ruro;di Zinco, sono buonissime per lavare i cada-- veri che cominciano ad entrare in decomposizione. . Il Biioduro ed il Bicloruro di mercurio in forti soluzioni danno cattivi resultati, mentre impiegati. a piccole dosi, sono molto vantaggiosi. Insisterei adunque particolarmente sulla composizione ed il. modo d'impiegare i liquidi nei quali questi corpi entrano in piccole quantità. Dopo un gran nume-- ro di prove, mi sono fermato alle formule seguenti che mi danno, già da lungo tempo, buonissimi re- sultati. (2) ed. PR I TL | Biioduro di mercurio precipitato pes +06 A| Bicloruro di mercurio « 0,5 Acido fenico cristallizzato ordinario « 40,0 Alcool a 900 « 300,0 Glicarina bianca industriale «100,0 Acqua « 1000,0 Biioduro di mercurio precipitato gr. 0,5 Bieloruro di mercurio « 1,0 Acido fenico cristallizzato ordinario « 35,0 Alcool a 900 « 150,0 Cloruro di sodio « 100 Acqua « 1000,0 , Biloduro di mercurio precipitato gr. 0,5 \ Bieloruro di mercurio « 1,0 Acido fenice» cristallizzato ordinario « 50,0 \ Alcool a 900 «150,0 Acqua « 1000,0 Biioluro di mercurio precipitato gr. 09 D) bicloruro di mercurio « 1,5 Alcool a 900 « 50,0 Cloruro di sodio 100,0 A-qua « 1000,0 { acido fenico cristallizzato ordinario « 80,0 | Alcool a 9.0 « 150.0 Acqua « 1000,0 Cloruro di sodio « 300,0 o quanto basta a saturare i 1000 gr. d’acqua. Prezzo Peso degli antisettici di 1 ch. di soluz. | per | ogni too ch. di soluz. (3) Soluz. A L. 1,50 Ch. 25, 43 « B « 0.70 « 22,24 o, « 0,76 « 16,74 IMC) « 0,28 « t9;19 « E « 0,69 « 34,64 Questi diversi liquidi conservatrici sì impiega- no per bagno come l'Alc.ol, o per iniezioni arte- riose. 1° Conservazione in bagno: Se l'animale è pic- colo basta aprirgli l’ addome evitando di danneg- giare gli intestini e di distruggere i rapporti natu- rali dei visceri; se vi è del sangue stravasato, si toglie con dei lavaggi d'acqua e quindi l’animale viene inmerszo rel liquido. Ai vertebrati «he sì vogliono conservare, essendo di gvande ta- glio, occorre fare delle iniezioni arteriose; tutta- via per gli uccelli anche molto voluminosi baste- rà spingere il liquido antisettico per la trachea, stante che la part'colare disposizione dei polmoni permette che anche con ciò solo, si ottenza un buon resultato, mentre sarebbe insutficente per i mammiferi. L’iniezione dovrà essere assai copio- sa per gonfiare fortemente l' animale; l’ addome non dovrà essere aperto che 24 ore dopo questa operazione, al morcento di mettere l'uccello nel bagno. (4.. Dopo che gli animali hanno soggiornato uno ta due mesi nel bagno, due modi di conservazione ul- teriore possono essere impiegati. |l primo consiste nel lasciare soggiornare indefinitamente | animale nel liquido. (5). Il secondo al contrario, reclama — un'ambiente non più liquido ma solamente umidos in questo caso gli animali ritirati dal bagno sa- ranno collocati a strati soprapposti, in una cassa — di metallo o di legno, fra ogni strato si porrà. 4 della segatura di legno bagnata nel liquido anti- à settico e fortemente pigiata, questo letto avrà da "9 uno a tre centimetri di spessore. (6) Le casse sa- ranno, per quanto e possibile, poste in luogo fre-. sco; una buona chiusura è evidentemente preferi- bile ad un coperchio imperfetto, ma non è indi spensabile. Mia L'impiezo di un mezzo umido mi ha sempre dati buoni resultati e lo raccomando molto alle persone che havno da spedire lontano dei verte- brati in carne. 4 2° Conservazione con le iniezioni arteriose. Coricare l' animale sul dorso con un rialzo sotto. la nuca e la tes'a fortemente tirata in basso. da una catena, fare una incisione lungo la trachea, isolare la carotide (7) dalla vena giusolare inter- na e dai nervi che l’accompagnano ( pneumoga Ò strico, gran simpatico e pressore ) legare |° arte- s ria verso l'angolo superiore, inciderla in forma | di V al disotto della legatura, intro lurre la can- nula, fissarla con diversi giri di filo, quindi spin- : gere l' inieziore per mezzo di una siringa o canna |. da imbalsamazioni cd vna cris pompa qualunque. Terminata la iniezione si lega |’ arteria al disotto della cannu'a. Per l’ iniezione da'l'arteria cruraie o ascillare ì : metodo operatorio è poco differente, In tutti i casì. si dovrà evitare di rompere le grosse vene che sono vicine alle arter e; se tuttavia ciò accades: bisogna rinchiudere la parte lesa fra due legatu (8) Negli uccelli. avendo la carotide lei rapport molto differenti da quelli che presenta nei ma miferi, vi ha, può essere, vantaggio, per una pe sona poco ese”citata ai lavori anatomici, a scel (i re la crnrale che è situata molto meno profond mente. 19) va Bisogna aspettare 24 ore al meno prima di cominciare la dissezione del calavere. Se il corpo ; dyvrà essere conservato lungamente prima di ser- DE vire, è bene, specialmente durante ì grandi calori di estate, metterlo nella segatura come si è detto — di sopra; questa segatura sarà bagnata sia con il liquido impiegato per le iniezioni, s.a cdn una so- luzione di un sale di zinco (azotato o solfato ) te- nente in sospensione un poca di essenza di od rebentina (10) oppure con un miscuglio di acqua d'acido fenico bruto e di cloruro di sodi volte vantaggioso l’aggiungere alla segatura della polvere di carbone. Le soluzioni Ae B sono quelle che impiego di più nelle iniezioni arteriose. - Quantunque le 5 soluzioni antisettiche che ho indicate si rassomiglino molto nella loro compo- sizione gli effetti ne sono assai differenti, percuì in certi casi devesi scegliere la più adatta; ma è quasi imposs bile di dare delle regole in questa materia; ciascuno guidato da molteplici conside- razioni impiegherà l'una e l' altra secondo le cir- costanze. Si può dire in un modo generale che le differenti composizioni possono a priori servire di guida nella scelta. (11) A Sens - Beaujea. GASTON BUCHET (1) Trad. libera Feuille jeunes naturl. (2) Le sostanze riunite con l'alcool devono essere rimenate insieme, e non saranno unite alle altre, che dopo essersi com- pletamente disciolte. Sia p. e. il liquido B: Si prepareranno due soluzioni, una contenente il sale di mercurio, e l’ acido fe- nico disciolti nell’ Alcool, l’ altra il cloruro di sodio disciolto nell’ acqua; quindi le due sol:zioni saranno moscolate insieme agitando. (3) Se le soluzioni saranno preparate in grande, verranno a costare un poco meno di quanto è indicato nel quadro. Nel peso degli antisettici per ogni 100 ch. di soluzione sono com- presi, ben’ inteso, il peso del sale e dell’ Alcool, ma siccome È; questi si trovano facilmente ovunque, in molte spedizioni scen- È tifiche sarà inutile trasportarseli seco, ciò che diminuirà di mol- | to il peso delle sostenze delle quali ci dovremo provvedere alla | partenza, L’Alcool potrà al bisogno essere rimpiazzato con | PP Acquavite o il tafia, ma ne occorrerà una maggior quantità. sk [4] Questa iniezione per la trachea può servire per conser- | vare gli uccelli durante parecchi giorni fuori del liquido; se la disseccazione non dovrà essere di lunga durata si potrà fare | uso anche della sola iniezione. Terminata l’iniezione bisogna Tegare la trachea su di un piccolo cilindro di legno per impe- | dire al liquido di riescire. i [5] Non è necessario che i vasi chiudano ermeticamente, bas- ta un coperchio qualunque. . x [6] Per evitare di servirsi della segatura di legno, si può far costruire una specie di tinello rettangolare in legno, con un coperchio che chiuda bene e ad’ un terzo dal fondo munito di un forte contro - fondo a rete, gli animali si collocano su que- sto e basterà di bagnarli di tanto in tanto con il liquido che colerà al fondo del vaso e che si raccoglierà per mezzo di un rubinetto, $ (7) Le arterie in un cadavere, essendo presso a poco vuote non hanno più la forma cilindrica ma un poco appiattita; esse | sono biancastre. (8) Sovente la legatura inferiore non è indispensabile, ma è | meglio farla, poichè quando le vene sono fortemente distese le loro valvole divengono insufficent edi liquidi che esse con- ‘tengauo possono prendere un’ andamento centrifugo. ro Vatrice nella regione che si ha meno interesse di conservare in- paura acido fenico, non sono salvi dai vermi, il idigior oto contro l'invasione, di queste larve, mi è parso essere l’ essenza di terebentinmà. È dunque prudente, in estate, di aggiuntar- me una piccola quantità al liquido iniettato; disgraziatamente il mezzo però non è infallibile. (rr Quantunque quasi tutte le proposte soluzioni contenga- 0 dei possenti veleni [ Bi oduro e bicloruro di mercurio ) esse pon sono dannose a manesgiarsi, poiche i sali di mercurio che h) Pie n E VIS TS MESE ARESE entrano nella loro composizione sono in piccola quantità. Essi non attaccano affatto gli strumenti da dissezioni. Ho pensatamente omesso l’ acido cianidrico perchè quantun- que questa sostanza sia fortemente antisettica, essa non è sta- ta bene studiata da questo punto di vista. Tuttavia le espe rienze che ho tentate, mi hanno dati buoni resultati ma esse sono sempre in troppo piccol numero per essere pubblicate. Del resto l’acido cianidrico essendo un veleno violentissimo non bisogna adoprarlo che con grandi precauzioni. DU SUBLIMÈ CORROSIF DANS LA PREPARATION DES ANIMAUX INFEÉRIEURS Les alchimistes autrefois attribuaient au subli- mé corrosif des proprié‘és merveilleuses; c'est pourquoi ils l’avaient nommòé sel de vie, sel de science, sel de sagesse, dragon, Ce produit a joué un grand role, dans la nuit des tempes, dans les rches, infructueuses du reste, de la pierre philosophale. Le sublimé corrosif est un bichlorure de mercure; il est soluble dans l’ eau, dans l’ alcool et dans l’éther, se cristallise en aiguilles fines et déliées d’ une grande blancheur. C’ est un poison très vi- olent; quelques centigrammes introduits dans l’ e- stomac, suffisent pour occasionner de vives dou- leurs, des nausées, etc.; soit dit en passant, l’ al- bumine ou blanc d’ceuf est le contre-poison le plus sùr et le plus efficace. Le sublimé corrosif ov bichlorure de mercure est un antiseptique trés puissant; on s' en sert avec succès pour conser- ver les cadavres et les pièces d’anatomie. Lor- squ’il s’ agit d'un cadavre entier, il faut le faire macérer pendant deux ou trois mois dans la so- lution de bichlorure. Mais comme conservateur, cette solution présente de graves inconvénients; il racornit considérablement les chairs, les rembru- nit et finit par les rendre méconnaissables. On a voulu parer à ces inconvénients en mélangeant parties égales de bichlorure de mercura et de chlorydrate d’ammoniaque, pour former le sel connu sons le nom de sel alembroth. Mais où le sublimé corrosif rend de très réels services c' est en histologie d’abord, en agissant comme durcis- sant, puis surtout dans la préparation des ani- maux in rieurs; nous ne dirons pas conservation mais bien seulement préparation. Pendant fort longtemps le sublimé corrosif était employé en solution géuéralement à 2 p. 100; c'est le Dr Lang, de Naples, qui le premier a employé le sublimé en solution concentré. Pour tuer, le su- blimè est un produit très précieux; son action est énergique, aussi les animaux contractiles et ré- tractiles, meurent-ils en |’ état complet dl’ expan- sion; c'est ponrquoi il est d’une grance utilité Lc dans la preparation des animaux inférieurs parce qu'il fixe, povrainsi dire, l’ animal dans sa position d’ état vivant. Les Echinodermes, les Coralliaires, les Actinies, les Hydraires, les Annélides contracti- les, les Corrbè pèdes, certains Entomostracés, etc., sont foudroyés par une solution à peu près concen- trée; ils n° ont pas le temps de se contracter et ils conservent par conséquent leur ètat naturel. Le sublimé s’ emploie à froid ou à chaud, suivant la rapidité avec laquelle on doit obtenir les résul- tas; avec certais Coralliaires et Hydraires il faut l’employer bouillant. Voici de quelle facon procède le Dr Lang pour les Planaires. Les animaux sont placés dans un vase de verre avec de l' eau de mer, séparés les uns des ‘autres pour qu’ ils puissent bien s’ étendre en ayant soin que la quantité d’eau soit la plus petite possible. On verse d' une manière subite la solution ( concentrée ) sur eux, en faisant atten- tion è ce qu'elle soit assez abondante pour que, mélée à l’eau de mer contenant les animaux, la solution soit encore très forte, et on la laisse | agir 15 à 20 minutes. Puis, on lave bien les Pla- naires avec de l'eau et on les passe une à une «dans un autre vase contenant de l’alcoolà 50 p. 100, en les posant à plat et bien étendues. Bien- toé on remplace l'alcool par un autre à 60 p. 100, puis un autre è 70 p. 100 dans lequel on conser- ve les animaux. M. Salvatore emploie pour les mèmes Plana- ires la solution concentrée bouillante en opérant {de la mème manière que le Dr Lang; mais, com- me la mort se produit instantanément et que le sublimé bouillant pourrait altérer les tissus, il passe ensuite les animaux dans un vase d'eau froide, un à un, en les soulevant avec une spa- tule. Puis, après les avoir bien lavés, il les met dans 1’ alcool et les traite è la manière ordinaire. Le mème procédé s' emplois pour les Hydraires, les Coralliaires, les Fennatula, ete , en ayant soin que les polypes tienrent leur couronne de tentacules bien ouverte quand on verse le subli- meé. Avant de mettre les bètes dans l'alcool qui doit les conserver dans la suite, il est très impor- tant de faire des lavages complets; puis de les pionger dans un alcool d’abord très faible, en y laissant les piéces sèjourner quelques heures et en employant ensuite des alcools de 10 en 10 degrés plus fort jusqu' au degré définit f. Les plus graves précautions devront étre pri- | ses dans le maniement du sublimé corrosif; c' est un produit dangereux, on ne saurait prendre trop | cter:um phosphorescens. Questo batterio si può ; ì SR sen emploi L' acide acétique, quia à peu près la meme propriété que le sublimé, ferait peut è*re pour cette raison un usage plus facile. Paris LE NATURALISTE NAININANSNANIXINASVASNANAININININAE NA INN Comunicazioni - Proposte - Domande Risposte In questa rubrica gli abbonati hanno diritto ad inserzioni gratuite per ogni numero, per scambiarsi schiarimenti, infor mazioni, consigli questioni da risolvere. ecc. Ibernazione di due coleotteri È un fatto assai ovvio e noto abbastanza come tanto nelle classi su- ‘periori degli animali quanto nelle inferiori si ve- rifichi il fenomeno della letargia od ibernazione. Molte specie di Coleotteri ci offrono questo esem- pio e per citarne un solo basterà ricordare la Coccinella bipunctata e sue varietà, che bo tro- vata più volte nel cuore dell'inverno a migliaia d’esemplari, ad una elevazione di circa 2000 me- tri, in compagnia di una specie di mosca, anch’ es- sa numerosissima, rifugiate entrambe sotto la cor- teccia dei faggi o degli aceri, quando tutto all’ in- torno il suolo è coperto di neve. Durante questo inverno ho catturato due cole- otteri di apparizione decisamente estiva; l’uno è della specie: Cerambty» velutenus trovata a Goma- to - Madonie - nei primi di febbraio ad una altez- di 1000 metri; l’altro è il Lucanus tetraodon tro- vato entro un tronco di castagno ad un livello un poco più basso. Ignoro se i miei colleghi han fat- to la stessa osservazione a proposito di questi due insetti, ad ogni modo nelle opere da me con- sultate non lio trovato alcuna indicazione intorno a tale argomento. Castelbuono, marzo 1887 L. FAILLA TEDALDI. La fosforescenza marina ei microbii. La di- visione del Dott. Ficalbi ( vedi Bollettino N° 2, a. c. ) è giustissima; la si trova in tutti gli autori tede- schi; lo Schmarda (1) adoperai termini destàndig tduraturo) e nfermittirend (intermittente ) - con- tinuirlich e nicht continurlich ( continuo e non continuo ) il Brzcke (2). Pare però che gran merito nella forforescenza marina e precisamente nella continua abbiano i Mierobii. — È noto che i pesci estra ti dal mare e poi spruzzati d'acqua salsa entro poche ore dan- no il fenomeno della fosforescenza (3); ciò non si poteva attribuire che a un microbio e di fatto ora riescì al dott Frank, discepolo del Koch, di col- tivarne un batterio, cui si diede il nome dì Ba- facilmente trasportare su pesci steril'zzati, ai dna Lal ) De i, beta ; DI - Ut va x i Ù P a Mesi Sc tie ii rina quali dà dopo 48 ore una bella luce verdastra; an- che all'acqua di mare dà la stessa luce. Il dott. Hermes, in un resoconto che fa ci que- sti studi, opina esser probabilissimo che questo mieroorganismo. sia la causa della fosforescenza continua del mare del Nord {4). Vienna (A (1) Lehrbuch dèr Zoologie, ILL ed. 1887, vol. I. peg. 98 (2) Vorlesungen iber Physiologie, IV. ed. 1885, vol. I. pag. 61 (3) Briicke, 1. c. (4) Hermes, Mittheilungen — e Leipziger ill. Zeitung del 12 Tepnita.io, 7 Entomologia. Rispondo alla domanda del Sig. Pagliari inserita nel N. 2 di questo bollettino. Per uccidere i lepidotteri notturni di grande taglia, vi sono differenti mezzi: o trapassando il loro corsa'etto con uno spillo di cui la punta sia stata prim a intinta nel succo concentrato di tabacco, o infilzando il torace dell’ insetto inferiormente neli' insersione dell’ ali con uno spillo arroventato. Il modo migliore però è sempre da me praticato con buoni risultati, si è di rinchiudere i lepidot- teri in un recipiente di cristallo ermeticamente tu- rato e quinli collocarlo in prossimità del calore del fuoco, o ai raggi solari. Roma ALFONSO STERPBINI Cattura di un’ aquila. Il 26 dello scorso feb- braio veniva catturata in vicinanza di Cuneo ( Pie- monte) un’ aquila reale ( Aquila chrysaetus) di grosse dimensioni. Misurava 95 cent. di lunghezza del corpo e m. 2,15 di apertura di ali Più volte si era tentato di ucciderla per le prede reiterate con cui danneggiava il territorio, ma essa sempre riusciva a scampare dalle insidie dell’ uomo. Non le mancarano però gravi ferite, e solo dopo lunga caccia, cadde finalmente sotto il piombo micidiale dei suoi persecutori. Torino, Mario Cermenati Nuovo parassita. In una delle ultime sedute della Società di Scienze naturali di Reziers, il sig. Robert. ha comunicata la scoperta che egli ha fatta, di un nuovo acaro della famiglia dei Gama- sidi al quale ha dato il nome di Gamasus vitis essendo un parassita della vite. Ius Gypsophila Arrosti. Nel territorio di Catania si è trovato che una pianta, la quale vi nasce sponta- nea, e volgarmente chiamata ammuccia lebbri ( È la Gypsophila Arrosti) contiene nelle sue radici una materia pregevole per la fabbricazione del sapone. Già si è posto in commercio questo prodotto al prezzo di L. 6 a L. ro il quintale. C. INVENZIONI E SCOPERTE: Arekane, nuovo alealoide volatile. Il sig Rom-- belon vedendo che gli Africani e gli asiatici usa- no masticare la noce di Betel od Areka che è il frutto della palma dello stesso nome, pensò che esso dovesse contenere qualchè sostanza irritante: o narcotica, e si diede a farne l’analisi; difatti. trovò che questo fratto conteneva un' alcaloide vo- latile avente molti punti di contatto con la nico- tina e dotato di fortissima azione fisiologica e lo chiamò Arekane. Esso rimane come residuo della so'uzione ete- rea in forma di olio incoloro, con reazione forte- mente alcalina; diluito ha un’odore somigliante: al brodo di carne, sulla lingra è irritante; aumen- ta la salivazione, diminuisce 11 polso e provoca diarrea. Il suo cloridrato precipita in giallo col cloruro di platino, in giallo chiaro con quellò di oro, in hianco col tannino e col sublimato. Stante la mancanza di materiale non sì è potuto ancora determinare la sua composizione. Metodo Castner per la fabbricazione del Sodio. In una comunicazione all'istituto Franklin, il sig. Castner ha esposto un suo nuovo metodo di pre- parazione dei metalli alcalini e specialmente del Sodio. In vece di trattare ad una temperatura elevata un m'scuglio di carbonato di sodio, di car- bone e di calce, egli fa agire direttamente suli i- drato o carbonato di sodio una combinazione di ferro e di carbonio alla quale da il nome di car- bero di ferro. (Riv. scient. ind. N° 2-3) Evaporimetro Galli. Il prof. I Galli di Velle- tri ha presentato all’ accad: dei Nuovi Lincei un evaporimetro da lui imm ginato e fatto apposi- tamente per intraprendere studi speciali sulla e aporazione spontanea dell'acqua. Questo nuovo strumento meteorico dicesi presenti molti vantag- gi sugli altri evaporimetri, mentre è di un costo bassissimo. Drumina. Il giornale dell’ America medical Association, segnala la scoperta di un nuovo agen- te anestetico che possiede le proprietà della Coca- ina. Si tratta della Drumina che il Dott. Reid di Porto S. Germain ( Australia) ha estratta da una euforbiacea, |’ Euphrrbia Drumondîi. Valvola Pasteur per i vasi da vino. Quando una botte è piena di vino ed ermeticamente chiu- sa non è possibile estrarne il vino, mancando la ne- cessaria pressione antmosferica che lo lasci uscir fuori della botte, quindi occorre che il tappo non chiuda molto bene e possa penetrare un po d' ar;ia auge rie Al Meta i e fe Ae xa bl ti or ba fi ad | s i i USS ’ ì À Sd | AGE 43 ma l'aria che si introduce nello spazio lasciato vuoto dal vino contiene germi nocivi per la con- servazione del vino stesso. Con la nuova valvoletta immaginata dai Pas- teur, e che consiste in un semplice recipiente me- tallico nichelato, entro cui è del cotone inzuppato di una sostanza antisettica speciale, si può spilla- re il vino dalle botti in qualunque quantità senza bisogno di tenere aperto il cocchiume, e senza il perico!o che il vino s' indebolisca, inaridisca o f r- mi la così detta fiorella, poichè l'aria esterna at- traversado il cotone per entrare nella botte si pu- rifica e non reca alcun danno al vino. Il cotone mantiene le sue proprietà antisettiche per diver- si anni. NOTE BIBLIOGRAFICHE RECENTI PUBBLICAZIONI L’ Amministrazione del Bollettino s’ incarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle altre, quando sia possibile, se ne permette gratuitamente la lettura. Catalogo delle collezioni esistenti nel gabi uetto di storia naturale del Liceo Cantonale di Lugano. E un lavoro scientifico lungo e paziente dovuto all' egregio dott. prof. Lenticchia che lo ha compilato senza risparmiarsi studi e fatiche non poche, onde nominare e classare le collezioni con gli ordinamenti più recenti e stimati. Dal medesimo autore abbiamo ricevuto: Al- cune notizie scientifiche della Val Colla pel Dott. Attilio Lenticchia. Premesse delle indicazioni gene- rali sulla configurazione e confini della Valle, ne studia e descrive dettagliatamente la selvicoltua, Pastorizia, Agricoltura, Pesca, Caccia; zione Geologica la costitu- e Mineralogica, e la Flora. Bollettino dei musei di zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino. Il fa- scicolo No 16 contiene: Osservazioni intorno alla deposizione ed incubazione artificiale delle ova di Elaphis quadrilineatus, del conte dott. Mario G Peracca. Il fascicolo 17: Aggiunte alla malacologia terre- ‘ restre del Piemonte per Carlo Pallonera. Il fascicolo 18: I lumbricidi anteclittelliani Australia per il Dott. D. Rosa Dallo stimatisimo sig. Conte cav. dott. A_P. Ninni di Venezia abbiamo ricevuto: 10 Lacerta Notopholis ni gropunetata D: B. Con- fermando.l’ esistenza di questa specie in alcune parti dell’ Italia, ne fa la minuta descrizione, illustrandola con due belle figure, 20 I merli urofasciati. Accenna ad alcune cat- ture. di questi merli e notando il fatto che nel on in tutti gli anni GA nidiacei SÙ da sn ; in u y en U - et sù con la coda fasciata, esprime l’ opinione che que- sta varietà del merlo venga determinata da na muta non regolare e stentata. 3° Sul passaggio straordinario della Querque- flo circia, avvenuto in nuarzo 1886 nell estuario veneto Parla dettagliatamente di questo passo stra- ordinario di Marsajole e dà una tabella nella qua- le è notato giorno per gio-no il passo dal 28° febbraio al 7 aprile, Corso teorico pratico di lingua francese det Prof. Cav. L. Charrel. Ringraziamo il ben noto» autore di questa sua importante pubblicazione, che ci ha favorita. Società degli Alpinisti Tridentini. Da questa importante associazione abbiamo ricevuto il XII | annuario che comprende l’anno sociale 1885-86. E un bel volume di altre 400 pagine e contiene la relazione di 20 fra studi ascensioni ed escur- sioni, una copiosa Bibliografia, la cronaca sociale... l'elenco delle guide e quello dei soci che ammon- tano ad 837 effettivi e 11 onorari. adorno di figure. rappresantanti diverse localita alpine, e di un quadro-diagramma, per le osser-. vazioni termometriche eseguite dal prof. Lunelli nel periodo dal 1821 al 1858. Il giornale centrale di batteriologia e paras- sitologia, dal titolo Centralbatt fiir Bacteriologie und Parasitenkund: cominciò a uscire questo gennaio a lena; editrice la casa 0. Fischer. Il di- rettore D' Uhlworm, è coadiuvato dal Prof. Len- ckard e dal medico stabale Loeffler; collaboratori poi sono valentissimi professori e scienziati d'o- gni nazione. Esce un fascicolo di 32 pag. alla set- timana e costa marchi 28 all’ anno. Non fa d’uopo l’accentuare l'importanza di questa pubblicazione; in essa si trovano lavori ori- ginali, recenzionie riviste bibliografiche, relazioni sui congressi, sugli istrumenti etc. etc. Sono già usciti dieci tanto materiale scientifico e sì svariato, che è im- possibile il far soltanto cenno delle cose più sa- lienti. Citiamo solo gli scritti importantissimi: di Leuckard sulla controversia sul Botriocefalo, di Grassi sulla Taenia nana, di Zschokke sui Cestodi, d’ Esmarch sulla coltura d’ uno Spirillo, di Kartn- lis sulla congiuntivite catarrale etc. etc. [ne Insegnamenti pratici Ver la conservazione dei bruchi o larve dî lapidatteri ece. Il Prof. Trois (Atti del Regio w È istituto veneto di scienze e lettere) propone un | liquido dal medesimo composto per la conserva— sugli istituti, sui metodi sc.entifici, Ed x 4 di x ut Il volume è w a #s fascicoli ed in essi c'è art Ù di zione perfetta tanto dei colori che della forma, dei bruchi Questo liquido é così composto: Cloruro di so- «dio gr. 235, Solfato di allumina e potassa gr. 55 Clo- uro di mercurio contig. 18 Acqua bollente litri 5. Si lascia raffreddare la soluzione e vi si aggiun- gono poi 50 grammi di Alcool fenicato (30 per cento di acido fenico ). Quando la soluzione è stata in riposo per 5 o 6 giorni si filtra e può allora ‘servire per ja conservazione dei bruchi tenendo- ‘veli completamente immersi. Il Prof. Trois ha ot- ‘tenuti buonissimi resultati con questo metodo Bisogna che i vasi contenenti il liquido solo ed il liquido con le larve sieno chiusi diligentemente con tappo a smeriglio e ponendo della paraffina nel solco che rimane fra il coperchio ed il bordo «del vaso. Un buon insetticida per gli agricoltori e ‘giardinieri. Ora che la stagione comincia ad essere propizia alla riproduzione e diffusione dei piccoli insetti e parassiti in generale, che tante dan- neggiano le piante e molestano gli animali, tornia- mo a rammentare che presso ì magazzini delle pri- vative del sale e tabacchi, si pone in commercio un liquido detto sugo di tabacco che si è provato ‘essere un potente insetticida, almeno per quanto ne dicono diversi che lo hanno sperimentato e fra gli altri: Il Bollettino dell’ Unione dei Comizi Agrari Vicentini scrive: « Per il bestiame si adopera sciolto nell’ acqua (meglio se calda) nella proporzione dell’ uno per cento. E efficacissimo contro i parassiti dei buoi, «lei cavalli, dei maiali, delle pecore D° ordinario basta una sola applicazione e il doverne far due é un eccezione. E anche eflicace per la rogna e per altre malattie cutanee delle pecore, contro le quali viene adoperato, all’ estero, in proporzioni larghissime. Dicono anche che la lana non riceve nocumento aleuno da questa operazione, la quale ‘anzi sembra favorirne la cresciuta. Vediamo ora quali risultati sì sono ottenuti dal- l’ uso fattone sulle piante, per liberarle da ospiti nocivi o importuni. Il dott. Angelo Rossi, del Comizio agrario di Avrea, scrive: « Alla dose di un quindicesimo ed anche di ‘un ventesimo agisce distruggendo prontamente gl'insetti, come afidi, acari di varie famiglie, senza recar danno di sorta al'a pianta. Col mezzo ancora di questo estratto son riuscito a liberare diverse piante a spalliera come peschi, peri da «piu anni invasi da micrococchi, e macrococchi, -e siccome questi annidano preferibilmente sopra rami g'ovani e vecchi, così ho portato la solu- zzionz ad un decimo, e la trovai « fficacissima » Un socio del Comizio agrario d' Asti scrive: « Sopra diecì litri d' acqua ne versai mezzo d' estratto e dopo avere ben mescolato, spruzzai le piante a mezzo di una pompa da innaffiare, alla lancia della quale avevo fatto applicare un polverizzatore. Il resultato fu soddisfacente. L' Hyponomeuta (Falena) dei‘ meli, i bruchi delle rose, le formiche, tutti gli insetti sottoposti a tale trattamento scomparivano dopo la pioggia artificiale della pompa ». Da queste prove adunque é a conchiudersi che il sugo di tabacco va adoperato nella proporzione del 5 0jo. quantunque si sappia che qualche volta si é arrivati anche al 100{p, senza dover lamentare inconveniente alcuno. In certi casì poi la soluzione può essere assai più densa non solo, ma si deve anzi adoperare estratto puro. Sarebbe per esempio ottima pra- tica quella di pennellare con estratto puro una piccola parte intorno al fusto degli alberi frutti- feri, formando così una barriera, che impedirà la salita dei bruchi e delle formiche sugli alberi stessi. Questa operazione sarà di effetto ancor più sicuro se si avrà cura di ripeterla durante il tempo in cui i bruchi sogliono viaggiare da un albero all’ altro in cerca di nutrimento. Questa nuova sostanza insomma sembra dav- vero degna di essere raccomandata, almeno in via sperimentale, e adesso tanto più che sì po- tranno utilizzare per impiegarla i polverizzatori acquistati per la cura della peronospera. Così facendo, la distruzione degli insetti, almeno nel- le applicazioni in grande, deve costare assai meno che quella ottenuta col tabacco in polvere, del quale l’estratto sembra avere la potenza istessa, accresciuta dall'essere, questo, offerto in forma liquida. Ai coltivatori di frutta. la Revue horticole con- siglia di spruzzare sugli alberi quando hanno i frutti una fine pioggia di solfato di ferro ( vetri- olo verde) sciolto nell’ acqua in proporzione di 80 centig. di vetriolo in un litro di acqua. Con ques- ta aspersione dicesi che le frutta aumentano mol- to di volume e vengono preservate dai parzsssiti vegetali, Per distruggere le malerbe e le loro radici il Gleaniugs insegna di spargere sul terre:0 del sale pastorizio. I rosai che si desidera far fiorire nell’ inver- no in serra temperata, devono essere privati d’acqua nel settembre ed ottobre, finchè la ter- ra del vaso si sia ben bene seccata* Si potano allora e si innaffiano abbondantemen- te: essi si mettono subito in vegetazione come se fos- À; PI TETRA È sero di p mavera e fioriscono durante l’ inverno. Conservazione delle piante con i loro colori. 11 Dott. Ischirsech ha comunicato alla società Bo- tanica dì Berlino un suo sistema per conservare il colore delle piante da collezione poste in Alcool. Egli immerge le piante in una soluzione di sale di saturno e di sale di piombo e poi le colloca nel- I° Alcool il quale diventa di color giallo chiaro men- tre i fiori e le foglie mantegono i loro propri co- lori. Semina del granturco. Da esperimenti pratici eseguiti nel R. Orto agrario di Padova, resulta che scegliendo i chicchi di frumentone piu grossi e più pesanti fra quelli di una medesima spiga e seminando solo questi, si ottiene un pro lotto di gran lunga superiorein volume ed in peso che se sì seminassero chicchi grossi e piccoli mescolati., NOTIZIARIO —T DEL L’ Officina Krupp. Ecco alcuni dettagli sul celebre stabilimento germanico Krupp, fornitici da un visitatore che può dirsi f_rtunato poiché l’ in- gresso in questa officina è rigorosamente vietato ai non addetti: Federigo Krupp intelligente fabbro di Essen fondò nel 1810 | officina Krapp ma in modo talmente modesto che nel 1826, epoca nella quale egli morì, non vi erano impiegati che 3 operai; la vedova continuò l’ industria fino a che il figlio Alfredo ne prese la direzione nel 1848. Fu da quest epoca che lo stabilimento cominciò ad ingrandirsi ed a farsi un nome stimato, ed oggi Alfredo Krupp possiede l' officina più gran- diosa e possente deli’ Europa, occupando 19605 operai che con le loro famiglie ammontano a 65381 persone che ritraggono sostentamento da questa industria, Possiede inoltre 550 fra cave e miniere; 4 grandi battelli a vapore per i trasporti marit- timi; 30 locomobili che manovrano 900 vagoni su 90 chilometri di ferrovia; tre stazioni telegra- fiche ed 80 chilometri di filo telefonico. I laboratori posseggono 440 caldaie a vapore della forza di 18600 cavalli, che danno vita a 450 motori e 1750 macchine diverse. I 1648 forni consumano 3,100,000 ch. di combustibile al giorno In questo stabilimento fornito di macchine d' ogni genere si possono normalmente costruire da 1400 a 1500 obici al giorno, ed ogni mese 1250 cannoni da campagna, più di 50 di grosso calibro da 5 a ll pollici ed un pezzo di 14 pollici ( metr. 8,00 di lunghezza e 37,000 ch. di peso). Vi si trovano dei ben regolati magazzini dì sns- sistenza e forniture di ognì genere per gli operai, scuole infermeria ecc. laboratori chimici, fotogra- fici, litografici e per tutti gli altri bisogni dello. stabilimento. Può dirsi che l° intera città di Essen é formata. dai vasti locali dello stabilimento e dalle abita- zioni del personale addetto al medesimo. Un lodevole esempio. Che dovrebbe essere. imitato da molti stabilimenti di credito ed enti morali del regno, lo ha dato la Cassa di Rispar-. mio di Bologna la quale stanzianlo un premio. di lire 10 mila a favore di quei fabbricante di. pane che avesse introdotto ed esercitato fruttuo- samente in Bologna, per un anno almeno, un metodo perfezionato di panificazione dal quale si. ottenesse ottimo ed economico pane di uso co- mune, ebbe il bel resul‘ato che nei 6 principali: panifici della città si è migliorata la qualità del. ‘pane diminuendone il costo. Castagno gigantesco. Sul monte Mongibello- trovasi tuttora vivente il famoso castagno dei cento cavalli, che ha 52 metri di circonferenza e sotto . al quale dicesi si rifugiasse, durante un temporale, . Giovanna d' Aragona con i suoi cento cavalieri. I recenti terremoti che hanno portata la de-. solazione e lo spavento in parecchie località ita-. . liane ed in alcune estere ci hanno procurate di- verse relazioni locali favoriteci dai nostri egregi- abbonati; mentre gli ringraziamo della premura che si sono presi, siamo dispiacenti di non poterle pubblicare poichè ormai giungerebbero troppo tar- di alia luce, essendochè i giornali quotidiani hanno . giornalmente date le. più dettagliate notizie del fenomeno e dei deplorevoli effetti prodotti. e tutti ormai conoscono queste gravi notizie che ci hanno . tanto rattristato. Giacché siamo in questo brutto soggetto ripor- . tiamo la nota seguente nella quale sono segnati. I più disastrosi terremoti registrati dalla sto- ria 1169 alle falde dell’ Etna con oltre 15,000 vittime - 134$ nell’ Itala settentrionale 15,000 » 1456 nel Napoletano 30.000 » 1627 nelle Puglie 4,000 » 1638 in Calabria 9.000 » 1693 in Sicilia 63,000 » 1703 neli’ Italia centrale 15,000 » 1703 nelle due Calabrie 60,000» 1805 nel Samo ed in Terra di lavoro 6,000 » 1857 Ìn Basilicata 12,300 » 1885 nell’ isola d' Ischia 2.313 » Solfo sublimato acido. Rammentiamo ai nestri . egregi abbonati che se desiderano sperimentare - questo ottimo solfo, specialità delle miniere Alba- ni, che nello scorso anno dette così buoni resultati per combattere la Peronospora, e l'oidio possono ri- - ch'ece-lo all' amministrazione diquesto Poilettino . presso la quale è il deposito e la rappresentanza privilegiata delle dette miniere. A richiesta si spedisce gratis. un' opuscolo nel quale sono ì documenti relativi aì resultati otte- nuti nello scorso anno. Un concorso internazionale. di prodotti del latte ed attrezzi pel caseificio, avrà luogo a Parma contemporaneamente al concorso regionale. Concorso internazionale di Igiene e di De- mografia a Vienna. Ci facciamo un dovere di ‘rammentare che questo congresso avrà effetto nel, settembre prossimo. Corsi d’ insegnamento di bacologia, Anche ‘in quest anno saranno aperti presso la stazione ‘bacologica di Padova, due corsi d' insegnamento, uno per gli uomini e l'altro per le donne, Il pri- mo comincia nell'aprile e termina nel luglio, il il secondo dura dal luglio alla metà di agosto. Concorsi. L'università di Ginevra ha stanziato un premio di 2,000 lire al miglior lavoro sul seguente tema: « Esame critico della tesi di A. -Compte. che le leggi dei fenomeni de la natura sono applicabili ai fenomeni sociali ». I mano- scritti devono pervenire al rettore dell’ università di Ginevra avanti il 15 giugno 1887. È aperto il concorso a 2 posti di aiuto diret- tore ed inseguanti scienze fisiche e naturali nelle scuole pratiche di agricoltura. Stipendio L. 2200 -@ alloggio. Le domande devono essere rivolte al Ministero di agricoltura Presso il ministero di istruzione pubblica sono aperti concorsi a 4 posti d'insegnanti nei licei del Regno per ognuna delle seguenti materie, let- tere italiane, latine e greche, storia e geografica filosofia, fisica, chimica, meccanica, storia naturale, matematiche. Le domande devono presentarsi entro aprile prossimo. Concorso internazionale di apparecchi per combattere la peronospora della vtie. Avrà luo- go a Beunne (Francia) e si aprirà il 24 del pros- simo aprile. ; I proluttori di vini italiani sono avvvertiti, che presso Ja società dei viticoltori italiani, Via Colonna 35 Roma, si ricevono i campioni ( in 3 bot- tiglie) per offerte di vini destinati per le cantine reali. Saranno acquistate le migliori qualità segna- tamente da pasto e da dessert. Gelsicoltura. Il Comizio agrario di S'ena ha bandito un concorso fra i coltivatori di gelsi del propr.0 circondario. Le domande devono essere presentate entro il corrente marzo. Saranno con- feriti premi in medaglie ed in danari. — Concorso nazionale tecnico di Mascalcia in Siena. In occasione del congorso agrario regiona- che avranno. pes in Siena nel Revan e - il Jocale Comizio agrario ha promosso anche una esposizione-concorso nazionale di quanto sì rife- risce all’ interessante ramo della Mascalcia. Vi sono premi in medaglie cioè 1 di oro, 8 dì ar- gento, 20 di bronzo, menzioni onorevoli e 1000 lire in danaro. Congresso ed esposizione nazionale di Botanica crittogamica. Saranno tenuti in Parma nel settembre pros- simo in occasione della esposizione provinciale industriale e scientifica e del concorso agrario regionale, Esposizioni. Nel maggio prossimo per inizia- tiva del Ministero di Agricoltura, avrà luogo in Foggia una esposizione provinciale di bestiame nel- la quale saranno distribuiti premi del valore di L. 6000. Il 15 maggio prossimo si aprirà l’ esposizione internazionale di Tolosa. La società d’incoraggiamento di Spezia, ha presa l'iniziativa d’ un’ esposizione circondariale, industriale, agricola e didattica, da tenersi in quella città nel futuro agosto. A Potenza si é costituito nn comi'ato per l'effettuazione di una mostra enologica provin- ciale che sarà la prima per quelle località. L' esposizione e fiera annuale di fiuri promossa dalla Società orticola di Torino, sarà colà tenuta dal 14 al 22 maggio prossimo. A. Vicenza dal 15 agosto al 15 settembre pros- simi, verrà effettuata una esposizione regionale dei prodotti delle piccole industrie. A Parigi cal 20 agosto al 30 settembre pros- simi si terrà una esposizione d’ insetti vivi e preparati, dei loro prodotti, ordigni per allevarli ecc. A Siena contemporaneamente al concorso agra- rio regionale, ossia nel prossimo agosto, avrà luogo una esposizione speciale «di fioricoltura, orticoltura e pomologia, per le provincie di Arez- zo,Firenze Grosseto, Perugia e Siena. Dobbiamo render noto che le comunicazioni domande di cambi ecc. che ci vengono rimessi da abbonati non in pari con il psgamento del prezzo di associazione, non vengono pubblicate. Vi sono ancora parecchi associati che non hanno pagato l’ abbonamento del corrente anno e non pochi anche di alcune annate autecedenti. Preghiamo tutti a porsi in regola al più presto possibile. E DOMANDE DI CAMBI (Gratis per gli abbonati) Quando non v'è speciale indirizzo rivolgersi all’ ammini- «strazione del Bollettino. Pagamenti anticipati. 14 Bellissime ed interessanti collezioni di Le- pidotteri, Coleotteri, Emitteri Ditteri, © preparati microscopici, da cambiare con bei campioni di Mi- iperali, al esemplari di Uccelli. Per in formazioni rivolgersi al prof. A. Mamini, Urbino 15 Sì desidera entrare in corrispondenza con il pronrietario o direttore di una cava di Zorda per trattare degli acquisti. Chi potesse favorire qualchè indirizzo è pregato comunicarlo all’ am- ministrazione di quasto Bollettino. 16 Molluschi univalvi e biva!vi si offrono in cam- io di ivssili dei terreni antichi o per lo meno ter- ziari di qualungu= località, sia italiana che es- tera, o anche di filliti indeterminate. Rivolgere le offerte al dott. Giuseppe Antonelli Via Giulia N° 136 p. 4° Roma. 17 Si offrono uccelli mosca in cambio di mine- rali od altri oggetti di storia naturale. 15 Galline della razza Maggi. Giungono al pe- so di ch. 4 '[2 e 5; i maschi costono L. 15,00, le femmine L. 10.00, le uova L. 0,40 | una. Dirigersi al cav. Ubaldo Maggi Firenze. 19 D. Putzeys. 31 rue des Champs Elyseés, Brux-les (Belzique ) offre en échange de beaux -eremplaires de Coquilles terrestres, fluviatiles et :marines Belges et exot'iques, pour del beaux exem- plaires de Coquilles europeénnes. 20 Il prof. Giuseppe Bellucci di Perugia, offre in cambio di oggetti preistorici ed Etnografici, esemplari intieri e scelti di oggetti preistorici provenienti dai trovamenti fatti nel Perugino. 21 Offro: quarzo roseo, ematoide, avventurina nuclei di focaja, tormalina nera, granati, topazzi, muscovite, dioptasio, celestina, zolfo, insetti nel- l'ambra. Desidero in cambio: distinte varietà di | quarzo, tormalina azzurra (indicolite ) e bianca dell’ Elba, qualunque minerale di piombo a cristalli perfetti, ambra del f. Simeto, presso Catania, spe- cialmente la var. a riflessi azzurri, tartuffite. Bre- scia staz. ferr. C. BoNALDA. 292 S: offrono: Scarites planus, Chalaenius azu- reus, Ch. nigricornis, Ch. chrysocephalus Ch. spo- liatus, Geotry pes hypocrita, G. iaevigatus, G. Ster- ‘corarius, G. typhaevs, G. dispar ed altri coleot- teri. In cambio di specie anche comuni del genere Carabus e di Longicorni Dirigere oblata a C. Lo- pez Corso Amedeo 9. Livorno. A A 7 b | gl \ % % vii | 2° » RIPARA CI + dalia I a NE "4 TONE, Mera i, p EM RARI I Pois TRAI 99 Gi N53 : A PI pal Pi ue ICHIE S T di OPPERTE 28 Si offrono in vendita od in cambio di oggetti di i di storia naturale diverse Utamania torda (Lin ) o gazza marina, uccise in Italia. 24 Il dott. Federigo Sacco accetta libri di Geo- logia e Paleontologia, in cambio di fossili speciali a richiesta, non collezioni com plete, del Miocene ( Elveziano ) dei colli torinesi e del Piiocene (Astia- no) dei colli astesi. Palazzo Carignano Torino. 25 Si acquistano e si accettano per cambi, Boz- zoli di Bombici selvatici di qualunque razza e va- rietà con crisalite e senza. Rivolgere le offerte al direttore del R. Osservatorio Sericolo di Stena. 2 da LIBRAIRIE DU MAGKETISME 5 boulevar du Temple Paris. Application de 0 aîmant ( magnétisme minéral) au traîtement des maladies, avec 11 fig. dans le NANA texte, par le professeur H. Durville. 1887, prix: ess Ouvrage très intéressant, tant au point de vue physique qu'au point de vue physiologique et thér:peutique. Il contient un historique de | ap- plication de |’ aimant en médecine, dapuis les tempes les plus reculés jusqu’à nos jours; une étude sur la physique de l’aimant, ou l’auteur révèle l' existence d'une force inconnue qu'il a dé- couverte; une étude plus remarquable encore sur la physique physiologique, où la polarité du corps humaiu et son analogie avec l’aimant est démon- trée; une description des piéces aimantées à em- ployer dans un traitement et une thérapeutique qui permet au malade de se traiter lui-mème, dans le plus grand nombre des cas. Cet ouvrage est l’ application des principes que l’ auteur a exposés dans son remarquable Tra- té experimental et thérapeutique de Magnétisme. Loîs physiques du magnétisme, polarité huma- ine, per le mème, 30 cent. Gudrison certaîne du choléra en quelques hen- res, mème dans les cas désespérés, 6e édition 20 cent. Occasione eccezionale: 50 uccelli ame- ricani compresi 72 wccelli mosca per li- re 50, 00 franchi di porto. (Vedi avviso in copertina.) S. BroGI Direttore responsabile. SIENA -POGGIBONSI STAB. TIP. CAPPELLI. cali nori Ala Lotto di pelli di uccelli a prezzi eccezionali che trovansi vendibili presso il Laboratorio e Gabinetto di Storia naturale di S. Brogi Siena N. B. Il ruovo catalogo generale di tutti gli ncrelli disponibili tanto montati ehe in pelle, si spedisce gratis a chi ne fa domanda anche con semplice biglietto da visita ponendovi, sotto l' indirizzo, le iniziali C. U. nr ra 8 « schoeniclus Lin L. 11,00 | 40 Sitta caesia Meg L. 24,00 30 Accipiter nisus Pa! L. 32,00 | 7 « pyrrhuloides Pil. « 12,00 | 14 Sylvia hortensis Lat « 10,00 3 Aqui!a fasciata Vied! « 85,0 | 6 Erythacusrubecula Maeg «3,00 | 12 > atricapilla Scop « 6,00 5 Pandion haliaetus Steph « 90,00 | 40 Fringilla coelebes Lin « 35.00 | 11 » nisoria Bech « 30,00 5 Athene noctua Boie « 7,50 | 16 « montifringilla Lin « 10,00 | 9 » horphca Jem « 10.00 3 Circus cyaneus Boie « 12,00 | 6 Galerida cristata Boie «. 4,00 | 23 » subalpina Bon « 18,00 7 Falco tinnuneulus Lin « 8,00 | 23 Garrulus glandarius 19 Trog'odytes parvulus « 9,00 4 « lithofalco Gen « 1400 Wieil « 23,00 | 4 ‘l'urdus torquatus Liz « 8,00- 6 Caprimuiguseuropaeus« 9,00 | 12 Hirundo rustica Lin « 15,00 | 10 » viscivorus Lin « 10,00 5 Coracias garrula L « 18,00 | 8 Lanius minor Gm « 12,00 | 10 » pilaris Lin « 12,00 5 Cyfselus apus //! « 5,00 | 5 « auriculatus Mull « 4,00 | 8 Colunba palumbus Z. « 17,00 So Gecinus viridis Boie « 8000 | 5 « collurio Lin «. 4,00 | 8.» oenas Lin « 17,00 25 Picus major Lin « 27,00 | 19 Ligurinus chloris 3» dlivia Bris « 7,00 10 Upupa epops Lin « 15,00 Koch « 10,00 | 4Coturnix comunis Bon « 6,00 30 Yunx torquilla Lin « :6,00 | 20 Melizophilus provin- 16 Starna perdix Bp « 25,00 30 Accentor modularis cialis Zen « 12,00 | 9 Actodromas minuta 7 « 09,00 Bech « 16,00 | 12 Melanocoripha calan- 10 Aegialites hiaticula © 31 Acredula rosea Sk « 15,00 dra Boie « 14,00 Lin « 15,00 6 Atauda arvensis L « 5,00 | 8 Miliaria europaea Svv « 6,00 | 14 » curonicu; X « 20,00 13 « arborea L « 9,00 | 10 Monticola cyanea Cab « 12,00 | 6 Ardeola ralloides Boie « 15,05 7 Antus arboreus Beck « 5.00 | 40 Motacilla alba Lin « 24,00 | 2 Ardetta minuta G. « 4,00 5. « spinoletta Bp« 4,00 | 23 « boarula Pen « 18,00 | 7 Botaurus stellaris .St « 30,00 « campestris Bech « 5,00 | 20 Passer italiae Gerb « 10,00 | 4 Crex pratensis Bee « 8,00 40 Carduelis elegans 30 » montanus Bris « 15,00 | 6 Limosa aegocephala Steph « 20,00 | So Parus maior Lin « 40,00 Lac « 20,00 40 Cannabinalinota Gray « 20,00 | 31 » coeruleus Lin « 15,00 | 11 Numeniusarquata Lat« 40,00 5 Certhia brachydacty- 7 » palustris Lin » 5,00 | 11 Pelidna subarqua- la Br « 4,00 | 20 Petronia stulta' Kaul « 12,00 ta Br « 10,00 100 Chelidon hurbica Boie« 70,00 | 30 Philomela luscinia Sel « 22,00 | 3 Plegadìs falcinellus X« 1800 Chisomitris spinus Boie« 4,00 | 27 Pica caudata Lin « 30,00 | 20 Rallus aquaticus Z « 20,00 4 Cisticola schoenicola 20 Pratincola rubicula 10 Totanus canescens A. « 25,00 « 5,90 Koet « 10,00 | 5 Croocephalus ridibun- 5 Cinclus aquatieus Beck « 14,00 | 23 Pyrrhula rubicilla Pal « 25,00 dus S i « 17,00 14 Coccotraustes vulgaris 17 Pyrophtalma mela- 3 Podiceps_ nigricollis i Veil « 14,00 nocephala Gm « 10,00 Sund « 15,00 || Corvus cornix Lin « 0,90 | 7 Ruticilla phoenicura Bp« 5.00 | 4 Puffinus Kuhlii Boie « 18,00 30 Emberza citrinella Lin « 20,00 | 7 « tithis Breh « 7,00 | 15 Utamania torda L. « 45.00 |! 12 « cirlus Lin « 8.00 | 8 Saxicola oenanthe Bec « . 5,00 | Lin « 12.00 | 8 Serinus hortulanus Aoth « 5,00 15 « cià Indirizzi utili per gli Abbonati Costo dell’ inserzione L. 1, 00 per ogni avviso di non più che 4 versi. (Gli abbonamenti ai giorna)i sotto notati siricevono auche presso l’agenzia di questo Bollettino). (Seguito ai g'a pubblicati) fondato nel 1850 Stabilimento di orticoltura. sireto an Ange lo Bevilacqua orticoltore in Belgirate [Lago maggiore]. Il catalogo e prezzo corrente speciale s’ nvia gratis a chi ne fa domanda. Prezzi moderatissimi Bollettfno del'a società africana d’ita- lia Periodico mensile diretto dal marchese D: a Val'e di 9 i periodico deli’ associazione centrale d’ in- L Apicoltore coraggiamento per l’ apicoltura in Italia. Esce da 2, anni in fascicoli mensili di 32 pagine riccamente illustrati e con copertina. Gli abbonamenti costano L. 5, 00 all’anno e si ricevano in Milano, Via Ciavassino 12 dal Cas- £ siere sig cav. dott. Angelo Dubin'. Agricoltura, arti n Gazzetta delle Campagne. ed interessi rurali Si pubblica in Torino 3 volte al mese in foglio di 8 pagine con figure, trattando esclusivamente di cose agricole. Abbo- namento annuo L. 5. Amministrazione, Via Urbano Rattaz- zi 5 Torino. Letture periodiche per L’Amico del Contadino. j-etture periodiche per blica in Firenze 2 volte al mese in ‘a ciecoli di 20 pagine Ab- bonamento L. 6 all’ anno. Monticelli Si pubblica in Napoli (Via Gennaro Serra 3.) e costa L 4 all’ anno. nia ; a sm i i Siapi erizdico mensile per la diiu- Le Api ed I fiori. sione dell’apicoltura razionale. Si pubblica in Zesi e costa L. 3 ali’ anno. A 9 mR d è; Ped prot ao) e aprile 1887" «fo psc DARRAIDIADARIZ ARI IINANAIFINIANNNISN ANA NANI LN DIINALZ / BOLLETTINO DEL NATURALISTA | COLLETTORE, ALLEVATORE; COLTIVATORE PERIODICO MEN SILE Abbonamento per tutti i paesi dell’ Uniotie postale, L. 3 all'anno. PRA NARRAZIONI IRESINE SU SFANTA XA xi AT FICALBI Dott. EUGENTO. aaa i ===lual'azari Da Genova a Haiderabad del Dekan Alcune note sopra una breve gita di ale e ritorno. ( Continuazione: vedi n.' antecedenti. ) 3. — Bombay. Non mi Part neppur per idea a descrivere con particolarità più o meno accentuata Bombay, e le altre parti dell’ India, che ho visitato, fino a Haileratad. Volumi occorrerebbero e non poche pagine; e poi ho fatto una gita troppo breve, per entrare in particolari. Mi basti, dunque di ripor- tare qualche fatto staccato, spesso più descritto per invogliare qualche lettore a visitar l'India, che con la pretesa o l’ animo di dir cosa nuova. Tornato che io fui ora e altra volta dall’ India, molti trovai curiosi di aver notizie dì quelli abi- tanti; ed io quindi darei volentieri, per prima cosa, uno sguardo d'indole etnologica all’indiano; ma l'ar- gomento è dei più difficili, e molto controverso, e | nor tale da risolversi in queste pagine. Tuttavia, senza pretendere di risolver nulla,-mi prenderò l’arbitrio di dire qualche cosa sulla popolazione dell’ India. Mi varrò dell’ op'nione di coloro, che hanno tentato di abbozzare |’ etnografia indiana seguendo un concetto storico. È vero che Mante- gazza in quell'ampolloso libro, che è la sua India, sentenzia che è romanzo storico la etno- grafia quando si occupa di origini; ma siccome questo romanzo storico non lo ho scritto io e tutti non lo han davvero ripudiato, così lo riporto. Frattanto per prima cura deve sapersi, e su ciò non vi ha dubbio, che 1 India non costituisce una nazione; è un compless> di popoli, che po3- son differire per lingua e religione e anche per razza. Tra un Bramino di Penares, per esempio, | e un abitante dravidico delle coste del Malabar | corre tale differenza, che quella tra un italiano e un | tedesco è nulla in confronto. Quando dunque, uno dice India, dice un enorme paese, grande più che | mezza Europa, con oltre 250 milioni di abitanti, divisi in diverse schiatte, che diversificano per lingua, e spesso anche per antica origine. Ciò stabilito, vediamo come alcuno ha abboz- ANS RErYXxz zato, con criterio storico, la etnografia indiana; ossia come ha distinto i gruppi umani di quel paese. — Si ammette che in lontanissimi tempi l'India fosse abitata da genti selvagge, rozze, neré {alcuno le dice negri pelag:ci), le quali può darsi che non fossero tutte eguali tra loro; non ci im= porti andare a cercare ove ebbero origine i capi- stipite di questi uomini primitivi, poichè adagio adagio si anderebbe a cadere nel problema del luogo di origine delle prime genti e del modo di loro diffusione; ci basti, come ho detto, sapere che l’ India era ad antiquo popolata da uomini rozzi, che diremo, per comodo, razze autoctone o aborigene. — Ma a un dato tempo, antichissimo; dall’ Asia confinante per terra con l' India vennero delle nuove genti, relativamente più civili, che quasi completamente schiacciarono o assimilarono le razze autoctone e si sostituirono ad esse; que- sta onda umana veniva dalle plaghe asiatiche situate a nord-est dell'India ed era costituita da genti tibetane, di razza mongolica ; così l'India (se sì eccettuano poche delle tribù aborigene, che, nei monti o nei luoghi meno accessibili, poterono conservarsi), per l’ impasto avvenuto tra i vecchi abitatori ed i nuovi, fu popolata da un tipo ad essa nuovo di gente, mongoloide, e cui fu dato il nome di Protodravidici. — Dopo che i protodravi- dici eran divenuti gli abitanti dell’India, una nuova onda umana venne dalle plaghe asiatiche, situate a nord-ovest dell’ India stessa: era costituita di popoli di - razza uralo-altaica, o turanica; questi oppressero i Protodravidici, già divenuti gli abi- tanti proprii dell’ India, si fecero predominanti e costituirono un tipo nuovo, che fu detto delle genti Tamule, l'amiliche, o Dravidiche propria- mente dette ; si comportarono insomma coi Pro- todravidici, come questi eransi comportati colle antiche genti aborigene; li schiacciarono, se li assimilarono, eccetto poche tribù, che poterono sopravvivere qua e là in miporanze inapprezza- bili ; così gli indiani divennero Dravidici, e se ben si pensa, si vede che questi sono dei meticci di secondo grado, poichè l’incrociamento dei popoli mongolici di origine tibetana colle genti aborigene p:odusse i Protodravidici, l' incrociamento di que- sti colle genti uralo-altaiche, venute dopo, i Dra- vidici. Ed eccoci così giunti all’ India dravidica, che raggiunse un certo grado di civiltà. Si crede vici Ai nico it è viel PRA EGEO ROL ST an, fe Re. È, 131 SE; $ che le genti dravidiche dall’ Imalaia a capo Co- morin riuscissero a estendersi per tutta l' India Ma nell’ Asia centrale gli Ari od Arzani ave- vano cominciato i loro movimenti; già da tempo eransi dal loro nucleo staccate due correnti l' una che formò il ramo europeo e si d resse alle re- gioni d’ Europa e del mediterraneo a -formare i Celti, i Teutoni, i Greco-latini, gli Slavi, l'altra che andò nelle regioni persiane a formare il ram9 îranico ; dopo queste. una terza corrente cominciò come ramo indiano, a dirigersi in India, e prin- cipiò a occuparla, invadendo il Pengiab. Eccoci al principio dell'India ariana, che raggiunse molta civiltà E qui subito mi sia lecito di renlere omaggio a questa grande gente ariana, che invasa tutta l' Europa da una parte, dall’ Altra la Persia e l' India, seppe imporsi a tutte le razze ipcon- trate sul suo cammino; a questa grande schia‘ta a di uomini si dette anche il rom di razza tn.0- europea, (i tedeschi la chiamano indogermanica), e ciò fecesi col proposito di indicarne le dirama- zioni, all India da una parte, all'Europa tutta dal- l'altra. L'onda ariana dunque, o indoenropea entrò in India, e prima prese il Pengiab, poi. più che 20 secoli avanti Cristo, comine'ò a invadere l’ India gangetica, soverchiando o cacciandosi in- nanzi le genti dravidiche, le quali si ad-lensarono nel Decan. Ma sempre più gli Ariani si estesero anche nel Decan, e se non po'erono soprafare o assimilarsi tutte le genti dravidiche, che già vi x erano, imposero loro tuttavia molti dei loro co- I stumi e delle loro pratiche e credenze religiose e X in buona parte le arianizzarono. Fccoci dunque all' India ariana e agli indiani giù perfetti e perfettibili, di quanti per lo avanti vi fossero. bi Dalle cose che ho detto si vede che la popo- lazione indiana può supporsi costitvita, fondamen- talmente di quattro strati (Topinard, riunendo in un solo strato protodravidici e dravidici, n> enumera tre soli). Il 1° è il più profondo, il più antico, ed è quasi del tutto stato coperto dagli altri: esso era costituito un dì dalle genti aborige- ne, nere; al dì d'oggi quasi non las.:ia più traccia di sè, e solo in qualche appena percettibile punto, è rimasto visibile : trattasi delle poche tribù soprav- vissute e che trovansi sparse qua e lè: i Bandar, i Varalis, i Kurumbi, ce ne danno esempio. — Il 2° strato è quello dei Protodravidici: anch’ esso i è stato ricoperto da altri strati formatisi dopo, e 3 solo in qualche piccolo tratto è rimasto al nudo, _ Ne dai BWhllas. — Il 3° strato è quello Jei Dravi- È dicî o Tamuli; questo strato, a differenza degli x altri due, per quanto assai coperto dagli Ariani, C pur tuttuavia nel Dekan, o metà meridiozale del- | l' India, rimase in moltissimi punti e largamente , al nudo, e le popolazioni dravidiche sono ance’ oggi numerose: i Malabaresi, i Teliga, i Tamuli, i E ed è rappresentato, per esempio, dai Ghonds e e ii _____.p-Wtr 0 si 111 __t—e ——r see-tre detti: 2/- dir i. ig tia.’ eos Wi lobi SCI pri di reo > .(haQ@0 cl _ ut... . Karnati, i Tuluvi sono tutti popoli del Decan di tipo dravidico, e raggiungono il numero di molti. milioni di individui. — Il 4° strato, il superiore, il più nobile, è quello degli Arzan?, che sono gli ultimi venuti, e che formano la grande massa delle popolazioni indiane. Questi indiani arii sono nostri parenti, ed essi e noi siam figli degli stessi proavi, gii antichi Ariani; è strano per molti che noi dobbiamo avere dei fratelli, o dei cugini, nella lontana India, ma invece che strana, deve parer mirabile cosa la forza espansiva della razza ariana o indoeuropea, che fino ad antiquo seppe pren- dere così grande estensione e superar tali osta- coli, da occupar l' India da una parte, dall’altra l’ Europa tutta; Indiani ariani sono i Bengalesi o Bengali, i Pengiabesi, Nepalesi. gli abitanti del Guzarate, e, per tacere di altri, secondo i più anche i Maratti. — [ceco dunque, così accennato per sommi capi quaii sono le schiatte umane principali dell’ India. Ed ecco visto che le più interessanti per numero dì componenti sono due, la dravidica, la ariana. Mi affretto ad avvertire che il quadro, che ora ho dato delle gea‘i indiche, tà sul posto, all’ atto pratico, è ben I»ngi dall''esser così netto, come sulla carta può schizzarsi; le mescolanza sono state enormi e dall’ ariano, all’ arian'izzato, al dravidico sono dei passaggi, in cui non sempre ci si raccapezza; e mentre gli arzani hanno iniluen- zato i Aravidici, questi hanno influenzato quelli, per cui l' etnografia indiana non è delle più facili a districarsi. È mestieri anche non ignorare che per alcuno le unità dravidica, e specialmente la ariana o indocuropea è più linguistica che antro - pologica; ma d' altra parte il carattere linguistico è di gran peso in entografia. — Sono appunto le lingue icdiane che aiutano grandemente l' etno- grafo a classare in singoli gruppi quei popoli. E come abbiam visto che i popoli a tipo dravidico e quelli a tipo ariano sono i predominanti, così pure le lingue dell’ Inlia sono di due tip', dra- vidico, ariano. Gli idiomi dravidici o detii anche tamitici sono del gruppo delle lingue agglutinanti; per citar due dei più interessanti, rammenterò il tamulo, e il telinga, il qual ultimo, per la sua ar- moniosità, fu detto l' italiano del Decan; poichè non si deve dimenticare che come i popoli a tipo dravidico sono p'ù che altro del Decan, così nel Decan è che trovansi a preferenza gli idiomi agglu- tinanti indiani, che diconsi dravidici o tamilici. — Gli idiomi ariani sono del gruppo delle lingue più evclute, delle flessive, cioè, cui appartengono anche le nostre lingue europee. Tutti gli idiomi ariani dell’ India sono legai da nesso di origine con una antica lingua inliana, morta oggidì, e che forse lo era già trecento anni prima di Cristo, voglio dire il sarzscrito, che è rimasto l' idioma sacro degli indiani; il sanscrito, come han dimo- x pat AE 6 n strato le Silone scoperte d-i filologi dei nostri tempi, è una lingua, che oltre a_ rilegare ‘tra loro i varii idiomi e dialetti ariani dell'India moderna, unisce anche l'una con |° altra le lingue europee, e, cosa mirabile, rilega queste alle lin- gue indiane fless've: ed ecco l'umità ariana gli an- tichi Arii, che colonizzarono |’ Europa, e invasero poi }° India, trasmisero a tutti i loro discendenti delle lingue sorelle, ed il sancrito, se non è la malre-lingua di tutte, certo delle lingue sorelle è la primogenita, la più vetusta, quella che più sì accosta alla antica malre, parlata dagli antichi Ariani. Ed ecco come lnguisticamente noi siam parenti agli Indiani. Idiomi e dialetti ariani mo- derni, principali sono il dengalese, il nepalese, l'andostaro (la lingua ufficiale del governo anglo- indiano), il perngiavo, il guzarato, il maratto. Abbozzate così alcune idee sulla entnografia dell’ India, dirò che l’icdiano ariano è un essere interessan'e, e pel quale io reputo molto civile l'avvenire; e si noti che dicendo indiano ariano, intendo dire la grande maggioranza degli indiani, la quale più o meno pura o mescolata col sangue «degli abitan'i pù antichi, è ariana o grandemente arianizzata. L' Indiano è di un colore più o meno scuro, ma non nero; quelli delle classi inferiori, p'ù mescolate, hanno spesso pelle di color cioccolata. che può essere scurissimo, ma si hanno tinte più chiare via via che si sale nelle classi più alte, e i Bramini del Gange. i Frincipi, come di sangue ariano più puro, sono non dirò bianch', poichè se non altro il clima per l’azione di secoli li ha abbronziti, ma quasi bianchi. L’ Indiano ha faccia ovale, fronte alta, naso aquilino, cechi oriz- zontali, grandi. neri, dolci, bosca regolare, con labbra sviluppate, specie nel'e classi basse. L' [n- d'ano in generale non ha grande corporatura, ed appare, ed è meno forte di noi. È tranquillo, impassilile, sobrio, mite, pigro, servile, supersti- zioso. Lo dicono sensuale; ma io dimando se può trovarsi gente più sensuale degli europei. La religione degli Indiani è uno degli argo- menti, che più hanno studiato e dovranno studiare i dotti. Tre religioni principali (non parlo di al- tri culti minori) sono in India: il Eramanesimo, che è la più diffusa; l' Istlamismo o Maomettane- simo, religione seguita da molti milioni di Indiani; il Buddismo, che nacque in India, ma ne fa poi cacciato, lasciandovi pochi proseliti. mentre enor- memente si diffuse verso l'oriente (China, Giap- pone). Di queste religioni la p'ù liberale è l’Isla- mismo, che fu importata in India nelle varie in- vasioni musulmane, delle quali le più grandi ebber luogo nell’ 11° e nel 12° secolo. | Circa alle razze, che praticano in India il Bra- Mianenimo e l'Islamistmo si ha promiscuità. Il imo è di Sricine ariana. e MadiAna ma “ nesimo nel Decan. | attecchito che in misara inapprezzabile (i cristiani gico, naturalmente non può allevare vomini, come molte popolazioni dravidiche, più o meno imba- stardendolo, lo adottarono; | Islamismo trovò molti seguaci tra i dravidici, ma anche gran nu- mero di Indiani ariani lo abbracciarono, in modo che in oggi non si può far distinzione di razza, prendendo a criterio la religione, e voi trovate l' Islamismo sul Gange, corre trovate il Brama- Il Cristianesimo, per quanto siano quasi quat- tro secoli da che più o meno si predica in India. (Vasco di Gama toccò | India nel 1498), non ha non arrivano al milione), ed è un male, perchè le religioni indigene sono quelle che tengono al basso livello, in cui si trova, il popolo indiano, e costituiscono la pastoia. più formidabile, che si oppone al suo progresso. Rd lo nell’ avvenire dell’ Indiano ho fede. Occorre ‘SA ranno grandi sforzi per far crollare o modificare, le _ ve, voechie abtulini civili e religiose di quel popolo, È ra una volta la riforma iniziata, essa camminerà. Conosco egrezi Medici indiani, Avvocati iadiani, — I-gegneri indiani; ai telegrafii, alle poste, alle ferrovie ho visto tutto disimpegnar da Indiani; nel campo delle lettere e della storia del loro dj paese esistono dotti indiani, non da meno degli europei. I pessimisti potrebber dire: Ma non vedete quanta superstizione avete là, quaie bas- sezza di livello civile! Non vedete che neppur un lavoro scientifico viene da un Indiano! È vero; ma in certi paesi dell'interno della Sicilia e della Sardegna, nobilissime terre, esiste forse meno superstizione e più alto live!lo civile? Eppure nessuno dubi'a che un non lontano dì anche là entrerà la luce meridiana del progresso. Così entrerà in India, se non che occorrerà più tem po. Allora, datosi l’ Indiano anche alle Scienze, pro- dur:à, come un dì produsse in letteratura, come ebbe grandi cultori della poesia epica, come pos- sedè chi curò le bellezze deila lingua co!tivando in classico modo la graramatica, come ebbe chi conobbe la matematica, e curò le arti, le indu-. b strie, i commerci. Da quindici secoli il popolo in diano è decaduto, è vero ; il dispotismo religioso e politico lo ha abbrutito e gli ha fatto perdere il sentimento dell’ inlipendenza e del progresso ; la mancanza di buone leggi, la pertinace conser- servazione delle caste, che incasellano gli uomini per tutta la vita, facendo perder loro il seati- mento di ncbilitarsi, hanno depresso il livello morale e civile di quelle genti; ma quindici se- coli sono poro, in confronto alle storie dei popoli, ed un risveglio da questo medéo-evo indiano si accenna. Credo anch'io che 1° India non diverrà mai la dotta Germania : un clima si torrido, ove i l’ europeo non alligna affatto, un amb’ente così diverso dal nostro, nel sno aspetto fisico e biolo- hà,» tal - 9 TS _ di... ea ra eri it - quelli della nordica Europa, è con le tendenze di | questi; ma nulla toglie che l° India possa civiliz- zarsi del tutto e sotto tutti gli aspetti. Allora quel paese tropicale, con la sua vergine natura da un lato, con le foreste, le tigri, i pappagalli, e con i centri civili dall’ altro, sarà uno dei paesi più seducenti del mondo. La donna indiana, specie del tipo ariano, non può a meno di piacere ; se è giovane, però, per- chè il soffio degli anni (e bastano pochi, una tren- tina) sì fa sopra la di lei venustà potentementa sentire. E piccola, ma ben fatta, con faccina in- genua e piacente, con occhi neri, grandi, espres- sivi, con seno sviluppato e sostenuto, con mani e piedi di piccole dimensioni, la sua bocca ha espressione di grazia e di dolcezza, ma quanlo non è deturpata dall’ uso di masticare il pansu- pari (o detel), che rovina col tempo labbra, denti e gengive. Oltre di ciò la donna indiana piacereb- be di più se cessasse dall’uso di perforarsi il naso con bottoni od anel.i. Se fisicamente la donna in- diana in generale fa buona impressione, lo stesso non può dirsi dal lato intellettuale : sotto questo | rapporto lascia molto a desiderare ; relativamente poche donne indiane, anche delle classi più ele- vate, sanno leggere e scrivere; mi diceva una Signora inglese, moglie di un funzionario da mo'to tempo domiciliato in India, che con le donne in- diane, anche di un certo grado, nen è possibile la conversazione: non sanno che dire, nè si sa che dir loro; quand’ han mostrato i loro gicielli, hanno esaurito tutto il loro repertorio. — In complesso la donna indiana non è felice. Non lo è quella delle classi basse, perchè soggette nel più aei casi agli COLOMBICULTURA Riproduzione interdetta (Continuazione) CoA PISO. Classazione dei Colombi secondo il sistema di Levaillant - Le specie selvatiche di Euro- pa - Piccioni e Tortore - Incrocio fra le specie - Produzione mula. Levaillant ha stabilito fra le specie lel genere « Colombo » tre sezioni principali che sono state generalmente ammesse dagli Ornitologi perchè . fondate sulle differenze di costumi e sopra alcuni caratteri esterni. Noi ci assse amo a questa clas sazione che riteniamo per la pù raz'onale. La prima sezione è quella dei « Colombi- Gal- line (Columbi- Gallinae:, » la seconda è quella dei « Piccioni propriamente detti (Columbini), » e la terza, finalmente è quella dei « Colombar ( Vina- gines). » È I Colombi-Galline sono quelli che più sì avvi cinano ai veri Gallinacei per l'abitudine che hanuo i di stare quasi sempre a terra, posandosi rara- stessi duri Javori corporei del proprio marito: e | basti dire, per poriar un esempio, che la donna | & Je zampe più alte degli uccelli delle seguenti fa il manovale nei lavori di muratura, va sui ba- | stimenti a sfacchinare, e via dicendo; mn lo è | la donna delle classi elevate, tra le quali è più o meno in uso la poligamia, perchè non è padrona di muovere un passo fuori della casa, e spesso è una vera schiava della zenana, che è il luogo, ove il marito poligamo tien le sue donne. Mero mente sugli alberi, e quando questo succeda, sui rami bassi striscianti il terreno. Questi uccelli nidificano sul nudo suolo, deponendo fra la sabbia diverse uova che covano alternativamente il ma- schio e la femmina. I loro pulcini possono in molte spezie procacciarsi il cibo appena nati come verificasi nella maggior parte dei Gallinacei. — I Colombi-Galline hanno becco allungato e sottile sezioni. I Piccioni propriamente detti hanno. il becco . medio e quasi sempre sottile e flessibile ; alcune specie però lo presentano adunco ed osseo. La | coda è talora piana, talora rotonda, talora forcuta, peggio sta la donna delle classi, che chiamerò | borghesi. Ma in generale o la fatica o la sotto- missione e la noia, sono le due prospettive della donna indiana, la quale mai è padrona di se, e neppure può disporre del proprio cuore a pro- prio talento, perchè il suo matrimonio si stabili- sce allorchè è sempre bambina. Se poi riman ve- dova, è quasi disonorata, al punto che la civiltà inglese ebbe molto a stentare per proibire |’ ab- bruciamento delle vedove sul rogo del marito, barbara usanza che ogni tanto, a dispetto delle proibizioni, si tenta mettere a effetto. E un fatto: | la civiltà di occidente avrà molto da fare prima di aver sollevato la donna indiana. (continua) | j i talora cuneata: 1 tarsi sono brevi, alcune volte impennati. Nilificano nelle folte foreste o nelle buche dei massi e degli scog!i prospicenti il mare e le foci dei grandi fiumi, deponendo due o tre uova bianche molto rotonde. I piccoli nascono ri- coperti di rada lanugine e per circa venti giorni sono alimentati dai genitori, A questa sezione ap- partengono pure le Tortore (Turtures). I Co’ombar sono facilmente riconoscibili al bec- co più grosso di sostanza solida e lateralmente compresso, ai loro tarsi corti, ed ai piedi larghi assai marginati. Selvaggi e sospettosi non abban- donano mai il folto dei boschi ombrosi dove su piante altissime costruiscono un rustico nido com- ponendolo di ramoscelli e di frasche. 00 Li. DI7 tI tabilita così la classazione in tro grandi se- I To zioni di tuîti i Cotombi che abitano il globo, fa di méstieri l' aggiungere che nessun rappresentante cella prima e della terza sezione vive allo stato sel- vaggio în Europa. I Colombi della prima sezione (Colombi- Galline) sono propri delle due Americhe, | dell’ Affrica e dell'Asia, e quelli della terza se zione (Colomlar) si trovano in tutta l' estensione dell’ Aftrica, nelle isole dell’ Arcipelago Indiano, alla nuova Olanda, al Capo di Buona Speranza ed in quasi tutte le isole del mare del Sul. In Europa non sono rappresentati che i Co- lombi della seconda sezione (Piccioni propriamen/e detti) în quattro selvatiche specie, civò: Il Colombaccio (Columba Palumbus). La Colombella (Columba Oenas). Il Torrajolo (Columba Livia). La Tortora grigia (Columba Turtur). alle quali io ne ho aggiunte altre due d’ orig ne Affricana ed Asiatica, rese ormai indigene dalla secolare schiavitù: La Tortora bionda (Columba Risoria.. La Tortora bianca (Columba Frigida). Sembrerà strano a taluno che io abbia sepa- rata la Tortora b'anca dalla Tortora bionla o isabellina ; ma ciò non è avvenuto che dopo un lunghissimo corso di esperienze dalle qua'i mi è — luminosamente resultato che in futto di Picsioni è assai malagevole lo stabilire i limiti delle tribù e delle specie, prestandosi facilmente questi uccelli ad incestuosi e disparati accoppiamenti. Non può | quindi stabilirsi che una classazione artificiale basata sulle forme, sul piumaggio e rare volte su speciali caratteri. Si fu appunto per questa classazione da me ritenuta un po incerta el artificiale che ho sepa- rato la Tortura bianca dalla Tortora isabellina, ritenendo la prima Asiatica, la seconda Affricana. Del resto in una grande voliera di Tortore b'an- che nel Parco di Spicchio io ho osservato che col rinnuovarsi delle generazioni è andata piano piano a sparire l’ ombra del collaretto, e che gli ultimi nati somigliano a perfezione il Piccione bianco descritto da Temmink (Columba Alba), che ha tutto l'abito bianco latteo senza tinta vinata o isa- bellina ne collare nero, i piedi rossi rosei, l’ iride rossa e il becco rosso grigiastro. Siccome però questa Tortora della China teme molto il freddo e cova male l inverno nei nostri climi, in luogo meglio definirla, l' ho chiamata invece Columba Frigida, concludendo con Vieillot che tanto la Tortora bianca, come la varietà bianca della %- ve) rtora bionda non sono in origine che una sola, ed identica specie. I Piccioni e le Tortore nonostante che ap par- tengano allo stesso genere ornitologico per talune particolarità fra loro differiscono. In generale i veri Piccioni sono più grossi, più robusti ed hanno petto più amplio delle Tor- tore: quest’ ultime presentano forme sottili ed allungate, ed ali assai corte, tanto che in molte specie le prime remiganti non giungono mai a toccare la metè delle timoniere esterne. Oltre a ciò il tubare della 'fortora non è quello tronco e potente del Piccione : è invece un suono lungo e mo- notono che ripete una nota di lamento e d'affanno. Un' altra differenza è pure a notarsi. Accop- piando fra loro le tre specie di Tortore cioè la | A bianca, la gricia, e la bionda, i figli che nascono da queste unioni hanno sempre il mantello uni- forme, mentre i piccioncelli, tostochè s'inerociano —— le razze fra loro, presentano livree variate, le quali ricordano le tinte del mantello dei loro ge- — nitori. Oltre a ciò le Tortore sono più rustiche dei Piccioni propriamente detti e non si allevano così bene come questi in una semi libertà. Però in que- sti ultimi anni dopo molte prove e molta pa- zienza mi è riuscito di far fare ritorno alla loro Co'ombaja ad un branco di Tortore bionde. L° espe- rimento nonostante più volte tentato non riuscì | mai colla Tortora dianca ne colla Tortora grigia. Columella fa un quadro ben chiaro della vita | e dei costumi delle Tortore, che mi pare ottimo di riportare (1). < Turturum educatio supervacua est: quoniam. id genus in ornithone nec parit, nec excludit. Volatura ita ut capitur, farturae destinatur; eoque | leviore cura, quam caeterae aves saginatur: ye- rum non onmibus tempòribus; nam per hiemem, quamvis alhibeatur opera, difficulter glixit; et tamen, quia major est turdi copia, pretium turtu- rum minuitur: rursus aestate vel sua sponte, dum- | Libro VII modo sit facultas cibi, pinguescit: nihil enim aliud, quam objcitur esca, sed praecipue milium: nec quia tritico vel aliis frumentis minns crassescant ; verum quod semine hujus maxime delectantur:i hieme tamen offae panis vino madefactae, sicut_ etiam palumbos, celerius opinant, quam caeteri cibi. Receptacula non tamquam columbis locula- menta, vel cellulae cavatae efficiuntur, sed ad È i di Columba Alba, come la chiama Temmink, onde | lineam mutuli per parietem defixi, tegeticulas a (1) L. Iunius Moderatus Columella — De Re Rustica — pa i dei = E ATTO gt n LVII Li INIT 54 cannabina accipiunt, praetentis retibus, quibus prohibeantur volare; quoniam sì id faciant cor- pori detrahunt. In his autem assidue pascuntur | milio, aut tritico: sed ea semina dari nisi s'cca | non oportet: satiatque semodius cibì in diebus singulis vicenos et centenos turtures. Aqua sem- per recensg, et quam mundissima vasculis, quali- bus columbis atque gallinis praeletur: tegeticu- laeque emundantur, ne stercus urat pedes, quod tamen et id ipsum dilizenter reponi ad cultus agrorum arborumque, sicut et omnium avium, praeterquam nantium. Hujus avis actas ad sa- ginam non tam vetus est idonea, quam novella. Itaque circa messem, quam jam confirmata est pullities, eligitur. » È evidente che l’inerocio del Piccione forra- Jolo colle altre cinque specie da me indicate come Europee o naturalizzate Europee, ha' dato vita alla maggior parte dei curiosi piccioni dome- | stici che osservansi nelle voliere. Difatti sebbene in stretta schiavitù non sia stato possibile l'accop- piamento del Torrajolo col Colombaceic o colla Colombella. purtuttaria fu però osservato che | allo stato di semilibertà le femmine del Colom- | hanno fatto con ar- Torrajoli. Noi baccio e della Colombella dore commercio con maschi pro- pendiamo a credere che da questi clandestini ac- | coppiamenti hanno tratto l’ origine nuove specie, nuove razze, nuove varietà. Le tre specie di Tortore s’ incrociano fra loro generando meticci che possono alla loro volta generare. Le esperienze fatte dal Sig. Conte Ettore Arrigoni Degli Oddi, e da lui rese note in un opuscolo (1) gentilmente favoritomi, circa la fa- coltà generativa di un meticcio di una Tortora grigia e di una Tortora bionda, quelle del Sig. Antonio Raveggi di Firenze relative ad un ibrido di una ‘Tortora bionda e dì un Piccione Torrajolo, che generò accoppiato ora con Tortore bianche ora con Torrajoliî, e finalmente quelle da me fatte con un figlio del detto ibrido e di una Tor- tora bianca in una voliera del Parco di Spicchio, confermano l’esistenza della facoltà generativa ' dei meticci. « Ogni maniera di liquori prolifici (serive Carlo Bonnet) (2) non feconda ogni maniera di germi. | Qui però ci ha una certa latitudine, quantunque costretta dentro ai suoi limiti. Può darsi che (1) Ettore Arrigoni Degli Oddi. — Nota sopra un Ibrido artificiale di Turtur Auritus con un Turtur Risorius — Rovigo, Minelli. — 1885. (2) Bonnet Carlo. - Contemplazione della Natura con note ed osservazioni degli Abati Lazzaro Spallanzani e Francesco Ferrara. — Venezia, Rosa — 1797. logia degli innesti coi loro salvatici. P.,ù è la di- sparità fra le specie, più si è quella tra i liquori ed i germi. £ certissimo che netta classe degli | uccelli î muli propagano. Quei che provengono dall’accopp'amento del Cardellino e del Canario, non solamente propagano tra essi, ma ancora colle loro razze paterne e ma'erne. La compiuta evoluzione degli organi genitali esige sicuramente | maggior precisione che quella degli altri organi. | Tali sono le eterne barriere che l' Autore dell'a natnra ha posto all’ accrescimento del numero in alcune specie. Sewbra dunque che riguardar poss amo come animali della stessa specie tutti quelli, dal commercio dei quali, nascono individui di mezzo che si propagano. » Sicchè, come ebbi a scrivere al chiarissimo Sig. Conte Arrigo;i Dagli Odli in proposito della ge- nerazione mula, voglio qui ripetere ancora una volta che la scienza nel genere" « Colombo » non può con sicurezza assegnare i limiti delle specie. La classazione esisten‘e per quanto accurata ella sia, è una classazione fittizia, descrivendo oltre cento specie, diverse che ove fossero più attenta- | mente osservate e studiate, ci si accorgerebbe | facilmente che tutte vanno a perdersi, a restrin- ! gersi, a fondersi in non più di venti tipi prin- cipali. (continua) i accada a questo proposito, come accade nell ana- | | | GIULIO CESARE GIACHETTI UNA NUOVA PIANTA FORAGGERA —— toa >d__—_ È il sinfito (Symphitum asperrimum) detto an- che Consolidata rugosa. È una delle piante forag- gere più in predicato per essere ammessa a far parte delle nostre comuni da foraggio. In verità pare che meriti davvero la reclume che gli si fà d' intorno. Dà un foraggio verde ap- | prezzabile e produce molto: si fanno comodamente | cinque tag'i all'anno, di cui uno nei primi mesi dell’ annatà quando c'è bene spesso mancanza o | deficienza di altri foraggi verdi, ed uno nel tardo | autunno, È di esigenze modeste, non gli occorrono ter- reni speciali, viene discretamente bene anche nei terreni sterili: la sua coltivazione è quella di una pianta sarchiata. Proviene dal Caucaso, e fu fatta conoscere dagli inglesi sul principio di questo secolo. Si comincia i a parlarne anche da noi. | Nel primo volume delle mie Piante nuove 0 PA E ea Pri Da ci ass deg pi: ” | poco note cib della coltivazione di PA forag- gera; e riferisco i risultati d.Ile prime coltivazioni fatte specialmente nel Bolognese. Ora trovo di ag- giungervi altri nuovi risu!tati avuti dalle coltiva- zioni fatte alla Scuola d° Agricoltura di Grumello del Monte (Bergamo). La coltivazione fu fatta su vangatura praticata in fetbraio alla profondità di 35 centimetri, con abbondante concimazione di stallatico, e pianta- mento delle radici alla d:istanza di un metro in tutti i sensi. Si fecero cinque tagli, di cui il primo si potè fare nel primo di aprile. Il prodotto nel primo anno fu in ragione di chil. 2,14 per pianta, cioè di chil. 21400 per et- taro: nell'anno successivo, con soli quattro tagli il prodotto fu di chil. 3,26 per pianta cioè chil. 32600 per ettaro. La differenza del prolotto fra i due anni, il relatore dott Lamaro la spiega considerando che nel primo anno le radici non erano sviluppate ancora a sufficenza. Stando ai surriferiti risultati si dovrebbe rite- nere che diminuendo il numero dei tagli, si au- menti il prodotto complessivo. Fatta astrazione da ciò, troviamo che il prodotto medio fu di chil. 27000 per ettaro: prodotto assai apprezzabile considerando le poche esigenze di questa coltivazione el il mo- mento in cui si può avere foraggio verde. Quanto al valore alimentare del sinfito, ccco le analisi fatte dal Weiske: le foglie verdi appena hanno questa composizione : recise dalla radice, proteina greggia 2.10, — grassi in totale 0,10, — sostanze nutritive non azotate 4,23, — legnoso 1,39, — ceneri 1,35, — acqua 90.75; le foglie es- siccate all'aria hanno questa composizione: pro- teina greggia 21,25, — grassi in totale 1,85 — so- stanze nutritive non azotate 42,55, — legnoso 14,09, — ceneri 17,66, — acqua 6,60 il tutto per 100. Gli esperimenti pratici hanno confermato che il sinfito è un pregevole mangime: in quelli fatti dallo stesso Weiske a Breslavia risultò che spec'al- mente la sostanza organica, il grasso e lè sostanze estrattive non azotate del sinfito furono assimilate in maggior quantità di quello del fieno da prato: alquanto mero le sostanze azotate ed il legnoso. I! rapporto natritivo è calcolato 1:37 Per tutto ciò il Weiske, e basandosi specialmente sui risul- tati da lui ottenuti, patrocina, come si suol dire, la causa del sinfito, convinto che esso meriti una speciale consi.lerazione dagli allevatori di bestiame. E da noi il Moreschi prima, poi qua!cun altro È ST picordo: sla ora À IIa) SENI Weiske. Il Lamaro dice che nel 1885 ha consta- tati i buoni effetti ottenuti dall’ alimentazione del bestiame col sinfito, ed a tranquillizzare chi ne temeva qualche inconveniente, soggiunge che nes- suno degli animali rifiutò recisamente il sinfito. Se qualcuno lo rifiutasse fresco, appena tagliato, si fa appassire il sinfito p’r una giornata, basta: oppure si mescoli con altra erba o fieno, tanto più che il sinfito da solo non basterebbe, non essendo un alimento completo, da poter costituire la razio- ne alimentare da solo. Ancora un’osservazione: il miglior mezzo di usare il sinfito, è di somministrarlo al bestiame allo stato verde; ma non potendolo consumare tutto così si può anche conservare, e meglio che essiccarlo (non essendo questo un sistema di con- servazione adottato pel sinfito) lo si infossi assieme ad altri foraggi verdi. G. MarcHESE. (Allevatore) —- —_— ——_ LO é©____ CONE COMBATTERE LA PERONOSPORA: VITICOLA Bisogna decidersi ! = cesoe>—__ Fra i nostri abbonati ve ne sono molti che si occupano di cose agrarie, ed è perciò che ci siamo così spesso trattenuti sulla Peronospora della vite, nuovo malanno che tanto danno arreca al più ricco prodotto delle nostre campagne. Tanti rimedi sono stati proposti e tanto si è scritto pro e contro i medesimi, che l' agricoltore trovasi tuttavia nell’ incertezza della scelta, eppure siamo alla nuova campagna viticola, per lo meno. imprevidente sarebbe il cullarsi nella speranza che la Peronospora non comparisca in quest' anno, dun- que bisogna decidersi sul rimedio da adottarsi subito. Con la speranza di facilitare ai nostri lettori que- sta decisione, e per rispondere in qualche modo a coloro che ci hanno domandato il nostro parere, oltre a quanto abbiamo già pubblicato, aggiunge- remo il giudizio anche dei seguenti illustri profes- sori ed agricoltori, quindi ci permetteremo di de- durvi il nostro consiglio : Il Prof. Caruso della R. Università di Pisa, in una pregevole sua pubblicazione propone che nella prossima primavera sieno sperimentati questi tre metodi di cura per la Peronospora : « 1.° O spruzzare le viti avanti la fioritura ed avanti che compaia la Peronospora, con una solu» zione al 3 per mille di solfato di rame e quindi, dopo la fioritura, amministrare con i comuni soffietti, lo s0lfo acido per 2 o 3 volte secondo il bisogno. vi Me. i a « 2.° Oppure spruzzare le viti, sempre prima che fioriscano, con una miscela liquida composta di latte di calce e solfato di rame dal 2 al 3 1{2 per cento, e dopo spargere lo solfo acido, così cume nel caso precedente, avvertendo che la calce sia bene spenta prima di essere mescolata al solfato dì rame. « 3.0 0 spargere soltanto 3 o 4 volte a tenore del bisogno, e a cominciare innanzi la fioritura, lo zolfo acido, mescolato a deboli proporzioni (da ] a 2 per cento) di solfato di rame finamente polverizzato. Il Dott. E. Ottavi, annunziava fino dallo scorso anno che avendo visitate le vigne del Bordolese in Francia, trovò un vigneto del Sig. Bellot des Mi- niéres, difeso in modo meraviglioso dalla peronospora e dalle altre malattie crittogamiche. Però non si conosceva il metodo seguito dal Sig. Bellot e nep- pure alle conferenze sulle malattie della vite tenutesi in Firenze, fù possibile averne notizia, quantunque fossero presenti distinti scienziati e viticultori fran- cesì. Ora l'inventore stesso Sig. Bellot des Miniéres ha pubblicato un cpuscolo nel quale sotto il titolo Am- moniure de cwivre et parasites de la vigne (Am- moniuro di rame e parassiti della vigna) racconta come ideò, l’ ammoniuro e come lottò e con esso vinse le malattie parassitarie della vite. Ecco i più importanti insegnamenti della sua pubblicazione : « Chiunque è buono per prepararsi da se l am- moniuro. Con l chilog. di tornitura di rame posto in un imbuto dal quale sì fa ripetutamente passare e ripassare dell’ammoniaca a 22°, fino a che tutto il rame siasi sciolto, sì possono ottenere 150 chilog. di ammoniuro di rame (4) che sì conservano in vasì ben chiusi. « Quando si vuole adoprare nella vigna, se ne fà un miscuglio bene agitato con acqua purissima, in modo che questa contenga il 35 a 37 per cento di ammoniuro. « L’ asperzione nelle viti si fà per mezzo di polve- rizzatori i quali non devono avere nessuna parte in rame per non essere attacati dal liquido. « Per ongi 10 mila ceppi di viti basse tenute col sistema di Bordeaux occorrono 1200 litri di ‘detta soluzione che presso a poco verranno a costare Lire 33 o 34. E non si può dire che la spesa sia troppa poichè 2 o 3 asperzioni basteranno per tutta la sta- gione viticola anche in caso di invasione peronospo- rica straordinaria, mentre il terreno si arricchirà di un elemento prezioso: l’ azoto dell’ ammoniaca. Il Sig. Bellot assicura di più che il medesimo trattamento basta per salvare le viti dall’ antragnosi e dall’ oidio. (1) L’ autore dice che questo liquido è nei suoi effetti molto differente all'acqua celeste proposta dal Prof. Audoynaud. Quest’ acqna, come sappiamo è una soluzione nell’ammoniaca, non del rame metallico, ma di solfato di rame. Il rame impiegato in questo metodo di cura è piuttos'o insignificante così non possiamo che ingos raggiarne le prove. Il Prof. Briosi direttore dell'istituto di Botaniéà crittogamica della R. Università di Pavia în una sua recente relazione dice: « Anche in questo anno abbiano tipetuto gli espe- rimenti col solfo acidò che la miniera Albani di Pesaro mette în commercio, e di più tentammo al- tresì i fiori di solfo puri comperati dalla stessa ditta, sperando di averne anche migliori risultanze. « Questi fiori, affrettiamoci a dirlo, non risposero alla nostra aspettativa; in tutte e tre le località ove vennero sperimentati diedero resultati appena soddisfacenti; non ci occuperemo quindi più oltre di loro, ma diremo solo del solfo acido che si è mo- strato più efficace, ed è meno costoso. « Col solfo acido sì sono trattati 6 grossi lotti di viti, due per ogni località, posti quasi tutti nelle plaghe di solito più attaccate dalla peronospora. « Si diedero da 7 a 9 solforazioni, risparmiando però quelle col solfo comune che si sogliono dare contro 1 Oidiwm, poichè, come è noto, il solfo acido è contro I° Vidium anche più attivo del solfo comu- ne. I resultati furono a S. Giacomo (Stradella, collina) buonissimi: a Casteggio, bwoni, ed a Malacura (Stradella, pianura) in un lotto buoni e nell’ altro solo soddisfacenti. i L « Come tutti gli altri rimedii, anche il solfo acido non impedì l’ attacco del male, ma ne contrastò effi- cacemente lo sviluppo, in modo che la maggior parte della fronda fu conservata alla vite, la quale maturò perfettamente e colla massima regolarità l’ uva. « Nell’ anno scorso i resultati ottenuti furono mi- gliori e più uniformi, giacchè non bisogna dimenti- care che in uno dei due lotti di Malacura l’ eftica- cia fu molto limitata, senza che se ne possa rendere ragione, poichè, fra I altro, esso constava di viti da principio perfettamente immuni da peronospora. Nel complesso però le resultanze di questo rimedio sono delle migliori. « Nel congresso sulle malattie della vite tenuto nell’ ottobre scorso a Firenze, io proposi e racco- mandai come rimedio da tentarsi negli anni venturi il solfo acido mescolato a una piccolissima quantità di solfato di rame, ed in quell’ occasione essendomi sfuggita la frase che io credeva questo il vero ri- medio dell’ avvenire, ne fui da qualcuno rimpro- verato. « Ora io tengo qui a riaffermare che non mi pento della frase allora pronunciata, ed espongo le ragioni della mia convinzione o fede, che si voglia chiamare, perchè in realtà tale essa deve dirsi, e per tale l’ esposi, non avendo io esperienze dirette su cui appoggiarla. « Il ragionamento che a questa proposta mi con- dusse è semplicissimo, ed è il seguente: « Io credo, e del mio avviso saranno molti, che CR UdG Un n » V'inkédiò cdAbrò là potondibirà ber ri riuscire veramente pratico lebba essere non solo efficace, ma poco co- stosò e di facile applicazione, dappoiehè la perono- spora prodace una malattia saltuaria, che non si manifesta tutti gli anni e che, quando tardi sì svi- luppa, nemmeno impedisce una buona vendemmia. Quindi, se il rimedio sarà costoso e brigoso, pochi saranno coloro che alla lunga vorranno sull’ incer- tezza esporsi a molta noia ed a molta spesa, col pe- ricolo non solo di non averne vantaggio, ma di rac- cogliere forse anche i sogghigni del vicino meno diligente, ma più fortunato. « Ritengo altresì che i sali di rame dati nelle vo- lute proporzioni non riescano dannosi alla salute, ma sono pure persuaso che, e da una parte convenga adoperarsi per ridurre la dose di questi sali al mi- nimo possibile, e dall' altra debbasi cercare dì sot» trarre la preparazione delle miscele per le soluzioni che con essi devonsi fare dalle mani dei contadini, affine di impedire errori inevitabili. Il rame io lo temo unicamente per questi errori, giacchè nel mio stesso laboratorio ho visto persone intelligentissime e laureate mettere, ad esempio, per 100 quello che andava per 1000; ed in campagna, specialmente ove la proprietà sarà molto sbocconcellata e divisa, è impossibile, nella fretta del lavoro, che ovunque possa trovarsi o il proprietario od il fattore a pre- parare le mescolanze ed a sorvegliarne l'appli- cazione. « Nessuno, credo, voglia altresì dubitare che un rimedio contro tale malattia, verrà tanto più facil- mente, rapidamente e generalmente adottato, quanto meno esso esigerà di nuove operazioni, e meno urterà colle pratiche in uso. Quindi per me il rimedio deve: 1° essere di preferenza polveroso per poterlo som- ministrare cogli stessi soffietti ora in uso per le sol- forazioni contro l° Oidium: 2° contenere il rame nella minima dose possibile; 3° venirci fornito dal commercio di già pronto per la sua applicazione; 4° infine non riuscire troppo caro e noioso nell’ ap- plicazione. « Ora a queste quattro condizioni sembrami possa soddisfare il solfo acido mescolato a piccola quantità di solfato di rame. Infatti 1° il solfo acido è già per sè stesso molto attivo contro la peronospora, onde una dose minima di solfato di rame dovrà bastare per rendere la miscela così energica da poter com- battere qualunque infezione; 2° questa miscela avrà lo stesso aspetto del solfo comune, si potrà dare cogli stessi strumenti, e non urterà contro abitudini e pregiudizi; 3" la miscela si potrà avere di già preparata dalle stesse fabbrich» che ci forniscono oggi il solfo; ed infatti la ditta Albani di Pesaro, per esempio, pochi giorni dopo il Congresso di Fi- renze, annunciò per le stampe che ella preparava | solfo acido intimamente mescolato con solfato di rame nella proporzione che si voleva, del 2, del 3, del r cento (4); 4° il rimedio infine non do- SR vrebbe riuscire costoso, perchè, fra l’ altro, farà ri- sparmiare le solforazioni solite contro l Oidsum, es- sendo, come è detto sopra, il solfo acido attivissimo per distruggere pure la crittogama comune. - « Poche solforazioni in più di quelle che ora si danno, e tutte di questo solfo rinforzato col rame, dovrebbero essere sufficienti e contro I° Oidium e contro la peronospora. Le solforazioni in più è su- perfluo dirlo, dovranno praticarsi durante 1’ estate, poco prima delle epoche nelle quali soglionsi mani» festare le infezioni peronosporiche, e non appena il male accenna a svilupparsi. ’ « To, come è detto sopra, non ho in proposito espe= rienze dirette, ma a questo rimedio non marca nem- meno interamente il suffrazio della prova; poichè nel- l'ultimo numero (N. 50) 1886 del giornale « £a Settimana » di Roma trovo come il chiarissitto bo- | tanico prof. Prillieux abbia riferito alla Società Nazionale d° Agricoltura di Francia, elie. nell’ alta | Savoia un miscuglio di 94 parti solfo sublimato e di. 6 di solfato di rame, passato alla stufa pet renderlo | più polverizzabile, abbia in questo anno preservato completamente le viti della peronospora. E sino dal 1885 il signor Sebastian de la Nouvelle (Ande) in una lettera, che mi dispiace di non aver conosciuta, diretta all' illustre nostro ampelografo, conte Rova= senda, e pubblicata nel settembre 1885 dal :gior- nale « Le viti Americane » riferiva d' avere otte= nuto buone resultanze dal fior di solfo mescolato al 3 0)0 di solfato di rame. Il signor Sebastian ri- ferisce d' avere adoperato fiori di solfo, ma, stando ai resultati da noi ottenuti, sarebbe forse preferibile. di sostituire a questi il s0//0 aaido che si è mostrato più attivo e che è meno costoso. Non sarebbe forse anche male aggiungere alla detta miscela, sostanze di color nero, come, per esempio, nero fumo o pol- vere di carbone, e ciò in grazia ai buoni resultati che. — con esse si sono da noi ottenuti, mescolandole ci Si latte di calce ° « Per ultimo è bene avvertire come la miscela di solfo acido e solfato di rame, nun possa arrecare no tevoli modificazioni nella composizione chimica asia : vino, anzi come lo ste=so solfo possa tornare utili simo per far precipitare dal mosto anche le più piccole traccie di rame, se mai per caso ve ne ri manesser0. : Ri: « Riassumendo dalle nostre esperienze risulta: « 1° I rimedii a base di rame sono di efficacia di solfato di rame ma, come constatò anche un egregio Prof di Chimica al quale lo facemmo vedere, la miscela proveniente: © dalle miniere Albani è la meglio riuscita. Dobbiamo anche aggiungere che lo Solfo sublimato acido. posto iu commercio dalle dette miniere, contiene quest* anno — : un maggior grado di acidità, difatti dalle analsi eseguite dall Prof. Giannetti direttore del laboratorio Chimico agrario di Siena, mentre l’an o scorso resultava un acidità eguale a 0. 174 di acido libero per ogni 100 parti di solfo, quest’ anno sale al È 0,261 per cento, * ; sicura, di facile e generale applicazione e non molto | | gati a combattere costosi, però, sono sommamente antipatici; e qual- | pericolosi tanto alla vite, che ai consumatori del fi .vino. » 4 < 2° Il latte di calce è meno efficace, meno si- | cnro, e soprattutto meno applicabile e meno econo- —nomico dei rimedi a base di rame: però anche meno pericoloso e meno antipatico: conviene darlo a titolo __ molto elevato. <« Il latte di calce mescolato a nero fumo ha dato resultati di molto superiori al latte di calce puro. « 3° Il solfo acido si è mostrato, per rispetto all’ efficacia, inferiore ai rimedii a base di rame: pari in alcuni luoghi, superiore in altri, al latte di calce a debole titolo; alquanto inferiore al latte di calce in fortissima concentrazione; e più ancora al latte di calce mescolato con nero fumo. È n dei iP è A ba du plicazione generalissima e facile; è economico, non turba te abitudini dei contadini, e serve anche con- tro l’ Oidium. + essere su larga scala tentato, è 22 solfo acido me- scolato a piccolissima dose di solfato di rame. E | mia opinione che esso debba riuscire: il rimedio più facile, più generale, più economico di meno di- —sturbatrice applicazione, e nello stesso tempo di — grande efficacia. « Questo rimedio, se come io lo credo e me lo au- guro, darà anche da noi dei buoni resultati, presenta il grandissimo vantagg fabbriche con ogni precisione di proporzioni, e libe- 1 p È i, si ù A = dadi t è- - rtl” la Peronospora e finora ricono» | sciuti efficaci, cioè rimedi liquidi e rimedi polve- che volta per imperizia potrebbero anche diventare i rulenti. Dei primi fa la seguente classificazione per or- dine decrescente di efficacia : 1° Solfato di rame in soluzione acquosa dall' | al 3 070. Liquido Audoynaud ridotto ad 14 della formola primitiva, cioè con gr. 250 di solfato di rame e ce. 250 di ammoniaca a 22° Beaumé, per 100 litri di acqua. 2° Poltiglia Bordolese ridotta, cioè con quantità di solfato di rame e di calce ridotte a metà ed an- | che meno, della formula data dal prof. Millardet. « Il solfo acido non è punto antigenico, è di ap- | « Un rimedio infine che, a mio avviso, merita di | 3° Latte di calce preparato col 6 al 10 per cento ed anche più di calce grassa, spenta da qual- che tempo. Dei secondi, cioè dei polverulenti, stabilisce la se- guente, classificazione, per ordine pure decrescente di efficacia : 1° Polveri a base di solfato di rame, conte- nenti sostanze indifferenti o quasi sul sale stesso, cioè solfo comune, solfo acido, gesso, steatite, polvere di strada, polvere di carbone, terra fina, ecc.; 2° Polveri pure a base di rame, ma allo stato di poca solubilità (polvere Podechard, polvere David, ecc.). i La Commissione raccomanda siano consigliati, in | modo speciale, i metodi misti e segnatamente per è io di potersi preparare nelle | h | rarci così dalle noiose e pericolose manipolazioni dei rimedii a base di rame, manipolazioni assoluta- | mente e per più ragioni mal sicure e male aflidate | | nelle mani dei semplici vignaioli. » 4 Il Prof. Ravizza, della stazione enologica di Asti «è di parere che « Il solfato di rame macinato e | | misto ad una polvere inerte, è il rimedio più pratico, | più economico, e più attivo quando venga conve- nientemente applicato. « La quantità di solfato di rame richiesto per le mescolanze destinate a combattere la peronospora e del 4 070. « Siccome il solfato non ha azione contro I’ oi- dium, così conviene per combattere contemporanea- mente le due malattie, mescolarlo allo solfo macinato finissimo, ed alla polvere di strada. È « Nell’ epoca della fioritura ogni trattamento con il rame deve essere sospeso perchè la più piccola quantità di sale rameico può danneggiare il ‘fiore — dell’ uva. > nare i risultati ottenuti dall applicazione dei metodi intesi a combattere la Peronospora della vite, sì è riunita in Roma néi giorni 3, 4, 5, 6 e 7 corrente, Dopo lunghe discussioni sui vari rimed.i impie- trattamenti primaverili le polveri contenenti solfo e solfato di rame, allo scopo di combattere in pari tempo l' Oidio e la Peronespora; pei trattamenti estivi poi le soluzioni diluite di solfato di rame dal- ll — 3 0/00, presentando queste ‘il vantaggio di apportare minori quantità di rame ‘alle viti, in epoca prossima alla vendemmia. Per le località poi in cui la Peronospora non si è ‘presentata finora che in un nodo poco allarmante, possono essere consigliati come sufficienti anche lo solfo acido e la calce în polvere. La commissione sì ocenpò ancora delle analisi dei vini ottenuti da uve trattate con i diversi ri- medii e specialmente di quelli provenienti da trat-. tamenti col il solfato di rame, ma non ci dice nulla sugli effetti igienici del rame rimasto nel vino, ne fino a quale proporzione esso può ritenersi innocuo, solamente ci annuncia che la presenza dello zolfo nel inosto in fermentazione, giova ad eliminare il rame, completamente 0 quasi. Siccome la maggior parte degli agricoltori desi- dera non di fare semplici prove ma di adottare 1l | rimedio che più di tutti riunisca in se la probabilità La Commissione governativa incaricata di esami- dell'effetto senza arrecare deterioramento o discredito al vino, la facile applicazione, ed anche il, relativa- mente, poco costo. Veduto: che i rimedi in polvere sono più favorevolmente accettati che quelli liquidi ; che il solfato di rame si è dimostrato il rimedio più x efficacie : che lo. solfo è ad ogni modo necessario per combattere l' ordinaria crittogama puis ium) Vi x 1 e or si pa ul lo solfo neutralizza l’azione del solfato di rame nel vino; che lo solfo sublimato acido è più attivo ed almeno per quest’ anno ed in aspettativa di suggeri- menti più assoluti, nelle località ove la Peronospora ha già arrecati forti danni il meglio sia di eseguire le prime solfature cominciando subito avanti la fi- oritura, con Solfo sublimato acido al quale sia razionalmente unito il 2 o 3 per cento di Solfato di Rame. Sarà poi da decidersi in seguito a seconda del- l'andamento della stagione e dell’ intensità che a tentarne l'allevamento e non si arrestò ai primi | esperimenti, nè si scoraggì per le difficoltà economico degli altri solfi ordinari, ci sembra che | La farfalla ad ali spiegate è granle fino a 12 centimetri; le sue ali hanno una tinta a fondo verde e portano quattro ocelli diafani in forma di mezzaluna ed alcune strisce bianche con rifles- si rossi. Il braco, dopo la prima muta, è giallo con puntolini bianchi, il qual colore passa poi al | giallo verde, mentre si formam sei fi'e di falsi prenderà la malattia, se convenga seguitare le solfo- | rature con detto mescuglio, magari anche aumentan- do le proporzioni del solfato di rame, oppure potremo mato acido, eliminando così qualunque dubbio sui danni igienici che il solfato di rame potrebbe ar- recare al vino quando si trovasse in troppa quantità sui grappoli all’ epoca della vendemmia. Come propone la commissione governativa, per | le località fino ad ora immuni o quasi dalla Pero- nospora sarà da preferirsi il semplice :So/fo subli- mato acido, fino dalle prime solforature. LA DIREZIONE aa —T="====<" Comunicazioni - Proposte - Domande Risposte In questa rubrica gli abbonati hanno diritto ad inserzioni gratuite per ogni numero, per scambiarsi schiarimenti, infor- mazioni, consigli, questioni da risolvere. ecc. La seta dell’ Attacus Cynthia E noto che i tentativi fatti fin quì per diffondere in Germania —____——_———_TT=" piedi carnosi sul corpo. Dopo l’ultima muta ac- quista una legziera tinta b'anca e spesso anche celeste. Il bruco nasce dopo 14 giorni e zi mette subito a cercare il cibo. Como alimesto di questo ; 5 ° braco vengono aloperate le Mglie dl Ailanthus eseguire le ulteriori solforature con solo solfo subli- | glanaulosa. In wancanza di questo alime ito il bru- co si accontenta anche delle figlie del Rhus coti- o nus il quale assomiglia all'ailanto, e resiste mol- to bene a! freddo notturno Com: supplemento nell’alimentazione si alopera an:he il Dipsacus folorum. i Si scorge da ciò che questo baco da seta non è per questo riguardo nè delicato, nè difficile da governare. Ma vi ha di più. Ess, per nette di al- levare due, e negli estati caldi, tre generazioni. L'allevamento in grande dei bruchi delle varie 1 | generazioni cagionava naturalmente del'e non lievi l'allevamento del baco da seta ron hanno avuti ri- | seltati positivi. Ora, secondo quanto scrive la « Zeitschrift fiir die Lanwirtschaftlichen Vereine des Grossherzo- ghtums Hessen, n. 44 » si sarebbe ottenuto da un naturalista di Magonza non solo la completa ac- climatazione del prezioso lepidottero in Germa- nia, ma anvhe fino ad un certo grado la sua no- bilitazione. La farfalla Attacus Cynthia è per la sua grossezza, nonchè per la sua forma fantasti- ca, che spesso si os:erva nelle pitture chinesi o giapponesi e si considera così orlinariamente qua- le un parto del!a fantasia del pittore, degna di ogni considerazione; a questa farfalla la Germa- nia dovrebbe il poter allevare il baco da seta, . All Esposizione internazionale di Vienna del 1873 erano stati esposti dei bruchi, delle farfalle | della farfalla in 9, vogliò il naturalista magonzese, o È 6 | @ dei bozzoli dell’ A/tacus Cynthia. La bellezza. | difficoltà all’ allevatore, ma d'altra parte dava oc- casione di esperimen‘are altri elementi e condu- ceva così ad interessanti risultati. --- L' alleva- mento dei bruchi non o Fre alenna ganle difficol-. tà. L'allevatore li mette dappima in un recipien- te di vetro, il quale è ricoperto con un pezzo di ardesia avviluppato da una tela inumilita. Quan- do il bruco ha circa 1 centim. e mezzo di lun- ghezza, si mette sui rami posti in vasi conte- penti dell’ acqua, perchè si conservino freschi; nè l'alimento è d' uopo sia r.n'ovato ensi tanto di frequerte. Il bruco non abbandona la pianta che lo alimenta e così pò esse.e allevato anche in libertà sugli alberi, el è so'o da temere nn peri- colo da parte degli uccelli insetti ori. Nei dodici anni dacchè questo bruc) è stato al- levato in Magonza, n°n si è osservato in esso al- cuna malattia, ed in vece si sono visti i suoi boz- SEO IARNA zoli da giallo-bruno, quali erano nei principii del- l'allevamento, diventare col tempo bianchi, c.ò che aumenta di molto il valore della seia. IL BacoLOGO Il Bacillo della Malaria. Il Dott. Bernarlo Schiavazzi, noto per i suvi lavori sall’ornitolo sia istriana e specie sa quella de!l’agro piranese, trovò lo scorso anno nella malaria di Pola un ba- cillo morfologicamente identico a quello di Klebs ex, 3 ingà © è sa 1a G De r è lai “n “ par. 60 e Tommasi-Crudeli ed osservò -che detto miero- organismo è costante nelle località infette dalla malaria, mentre nelle sane manca del tutto. Con delle colture fatte in gelatina il Dott. Schiavuzzi inoculò dei conigli e produsse in questi | febbri intermittenti, non endemiche, accompagnate da ingrossamento della milza e formazione di pigmenti neri nella milza e nelle ghiando'e lin- | fatiche addominali. Lo Schiavuzzi trovò pure le «pore, dalle quali riebbe facilmente il bacillo. (Vedi: T.mmasi-Crudeli. Ricerche sulla natura della Malaria, eseguite dal Dott. B. Schiavuzzi in Pola. — Nei Rendicoti della R. Acc. dei Lincei, classe di scenze fisiclie, mat: e nat., seduta 5, 12, 86 Vedi pure: Centralblatt fiìr Bacteriologie ecc. 1° A. I° Vol. NÈ 7). Vienna P. Un Cinghiale fra le Pecore. Nello scorso mese di Febbraio alcuni cani da lepre che scor- razzavano per le macchie di un podere detto S. Piero, di proprietà del Sig: Alessandro Nini, posto nel Comune di Sovicille, e per quelle di Capraia dei Sig. Barlucchi, nello stesso comune, scovarono un Cinghiale e lo baiterono fin verso la Merse e quivi ne perdettero le traccie ; questo animale si trattenne allora un po di tempo lango i restoni, qnindi traversato il fiume si unì ad un branco di pecore, fra le quali erano due porca- strelli domestici, che i! Pachiderma probabilmente avrà creduti suoi compagni: i guardiani ricon- dussero il gregge all' ovile nel podere di Mo:.tioni in Comune di Murlo, proprietà della Nobil Sig. Marchesa Fiammetta D’ Elci, el il giovane e ma- laccorto cinghiale entrò nella stalla con la la- nuta compagaia: avvelutosi poco dopo di essere imprigionato, fece dei tentativi per fuggire, ma troppo tardi! Siena 31 Marzo 1887 T. Rossi Borato di magnesio. Il Dott. Oppermann spe- rimentandlo il Borato di magnesio come antiset- tico, dichiara che un grammo di soluzione al 15 Oo basta per conservare un litro di latte per molti giorni ; 4 grammi bastano per conservare i ch. di carne; la per disinfet'ar» gli aprartamenti. soluzione è eccellente anche Us:G. Diospis pentagona Targ. Questo insetto cono- sciuto sotto }l nome di Cocciniglia del gelso, e che da diversi ann. infesta i gelsi della Valle del Lambro, in modo da causarne anche la morte, va ora rapidamente d ffondendosi taate da reclamare pronti provvedimenti per par:e delle autorità e dei coltivatori. Pare che la saponata mista con gi i ; + ii cn ; SALI petrolio sia atta a liberare il Gelso da questo parassita i D. Entomologia: Leggeva in uno degli ultimi fa- scicoli di questo Bollettino del naturalista, la do- manda di un’associato, che voleva sapere il mezzo pù facil: per vcecidere grossi insetti e special- mente sfingi ece., senza scivparli. [Jo ho speri- mentato, che gettando | ins:tto in una boccetta piena di benzina, si ottiene l'intento di farlo su- bito morire, e dopo toto |’ insetto dal liquido e lasciato asciugare, rimane inta'to. Così 1’ insetto muore subito senza torturarlo facendole pardere a poco a poco la vita. Lecce ODOARDO CHIARELLA Proteggiamo i ragni. Il Sig. Kelles di Zurigo nel Giornale di gorizia (Frick' s Rundschau N. 2 del 1887) — avverte i silvicultori ecc., di rispettare il piu possibile i nidi dei ragni poichè questi, dice egli, sono di molto più uuli che gli uccelli inset- tivori. I rasni distruggono tutti gli insetti dan- nosi agli alberi e prin:ipalmente dando la caccia allo Schizopodus lanuginosus. (1) SEN. È istinto? Di alto interesse è quanto racconta la Signora Bonna'z nell' accreditato giornale della società per la protezione degli animali di Vienna “der Thierfrund ,,- (N. 1 1887). di un suo merlo tenuto in gabb'a: Trovandosi detta signora in campagna pone la gabbia ad una finestra aperta, appena il merlo imprigionato intuona il suo canto, ecco apparir un merlo dal parco; si guardano vicendevolmente, e tosto quest’ nltimo se ne parte e ritorna con in becco un verme. che offre al povero compagno in gahbia, e ciò succede ogni giorno per tutto il tempo che la Siguora rimane in campagna. L'anno sussegnente essa ritorna in campagna col sno merlo, e pochi giorni dopo riecco il merlo dal parco, che poria al merlo im- prigionato, il tanio desiderato verme. E questo istinto? Vienna SEN. Passo straordinario di uccelli. Nel mese di Marzo u s. abbiamo rimarcato dei passaggi ec- (1) In una occasione che non ci sovviene più qual fosse, on. deputato Roncalli sostenne anche egli con calcoli, che i ragni sono più utili degli uccelli insettivori poichè questi pre- diligono insetti carnivori ossia che alla loro volta si nutrono di insetti e sono c sì ghiottissimi dei ragni. Tenuto conto che in generale gli uccelli insettivori si trattengono fra noi pochi mesi, mentre i ragni vi rimangono l’ intiero anno, egli con- cluse dicendo che se.anche un’ uccello insettivoro, ogni 30 in setti mangiasse un solo ragno e che questi uccidesse un solo insetto ogni 6 giorni, tuttavia la utiltà dell’ uccello iusettivoro si ridurrebbe a zero. . La Direzione i Wozionali del Z'urdus musicus, della Cyanrcula leucocyana o della Scolopax rusticula. I Tordi bottacci farono straordinariamente ab- bondanti ed in modo speciale nei giorni 14, 15, 16 e 17, il massimo nel giorno 15 in cui sui Colli Euganei continuarono a touare le fucilate a segno che qualche cacciatore ne uccise da 80 a 90. Nelle Valli dell’ Estaario Veneto si rifugiavano ovunque, tre ne furono presi perfino nella cucina della mia Valle Lappa, essi posavansi sui pali e sui graticci dei labirinti (cogolére), sul'e barche, sulle case, ovunque. Mi fu riferito che un’ eguale inva- sione avvenne negli orti della città di Venezia e nella Prov. di Treviso. A Padova nei giardini e nelle vigne suburbane ne vagavano in quantità. Nell’ Udinese a quanto mi scrive il Conte Fran- ceseo del Torre, passarono abbastanza numerosi e, cosa insolita, preponderarono i Tordi Sasselli, ° mentre invece scarseggiaron9 i Bo/tacc? e le Bec- caccîe. Da noi il passo delle Z’ordeZle, delle Cesene e dei Sassellî fu regolare. | Le Beccaccie apparvero col giorno 10 e nu- merosissime nel 15, 16, 17, 25 e 26, ne furono colte molte sui Colli (7, 8 e perfino 10 da un solo cacciatore in un giorno) e nei dì della neve ne trovarono presso i ripostigli di paglia dietro le case e nelle Valli dolci di Galzignano; nell’ istessa epoca fu notevole il passo delle AlZodole, dei Zigoli gialli, dei Fanelli, dei Lucarini, ed altri Uccelletti. I Pet azzurri (Cyanecula leucocyana) dal 29 continuarono tutto il mese, n> ebbi sei individui, quattro colla caratteristica macchia argent'na nel mezzo dell’ azzurro del petto, uno col petto uni- colore ed un giovane maschio, e ne viddi parec- chi altri. Del rimanente scarse le Rondini, i Balestrucc:, «i Voltolini e le Marsajuole; piuttosto numerosi i Beccaccinî edi Croccoloni; abbondanti le Folaghe e le AZzavole. Nulla potei procurarmi di straor- dinario tranne una bellissima /ynx torquilla (tor- cicol!o) affetta da albinismo parziale, anomalia che mancava nella mia Collezione. Padova 12 Aprile 1887. ETTORE ARRIGONI DEGLI ODDI Anche il Dott. H. VaZlantin. di Angoulème in Francia, comunica che nello scorso marzo avvenne colà uno straordinarissimo passo di tordi (Turdus musicus e illiacus). Si vedevano tordi ovunque, nei boschi, rei prati, nei campi, entro la città, nei giardini pubblici e privati, in modo che mai sì era osservata una eguale abbondanza. In parecchi ettari di praterie egli calcola non ha ve ne fossero meno Lai 3 O) di DeL, metro quatro Non meno insolita è stata colà la presenza, ì nel medesimo temp», di un gran numero di petti- pi rossi (Erithacus rubecula). È a credesi che causa di questa presenza stra- ordinaria di uccelli sia stato il brusco ritorno del freddo, che fu molto intenso nelle zone settentrio- nali, il quale avendo interrotto il movimento di emigrazione di questi uccelli verso il nord, li ha fatti accumulare in queste regioni. Però per farsi un'idea più chiara del fenomeno, sarebbe desi- > derabile di conoscere !e diverse località: ove è stato osservato. Rea LA DIREZIONE pa Il Monacus tropicalis o foca dell’ America ; centrale, è stata rinvenuta nelle Isole Triangole | a circa cento miglia dalla costa. di Campesce,_ — INVENZIONI E SCOPERTE Il telefono avvisatore metereologico. Il genio civile francese ha segnalata una nuova applica- zione del telefono, e cicè alla previsione del tempo. Basta legare i fili d'un telefono a due sbarre di ferro fuso, piantate in un terreno buon condut- tore, a 5 o 6 metri l'una dall’altra, annaffiando di tanto in tanto i piedi delie sbarre con una solu- zione di ammoniaca, possiamo esser prevenuti di 10 a 15 ore delle pertubazioni atmosferiche. I tempi tempestosi producono un rumorio caratte- ristico e ad ogni baleno corrisponde un colpo metto el accentuato. Nuova legatura per gli innesti. Il Sig Paolo Allié vignaiuolo francese ha immaginata una buo- missima legatura per gli innesti delle viti. Con- siste in un semplice turacciole di sughero anche già usato per buttiglie, diviso longitudinalmente în due parti uguali Je quali si pongono una per ciascun lato della fenditura del ramo e quindi si ferma il tutto con un giro bene stretto di filo di ferro sottile a ciascuna delle due estremità «el sughero, quindi s’ intonaca con un po di poltiglia di gesso. Colorimetro Carpené. !l Prof. A. Carpené in- sieme a suo figiio Rubidio hanro immaginato un colorimetro tascabile, pratico, con il quale si può con la massima facilità fissare sul posto in pochi minuti secondi, il valore di un vino in relazione alla sua intensità colorante ed alia sua prove- nienza. Chi desidera possederlo non ha che a ri- chiederlo al Prof. Carpené in Conegliano che lo vende per L. 7,00. Pila costante a tre liquidi. Il Dott. Lugo di Nuova-York ha immaginata questa pila la quale è cosi composta: Un vaso esterno contiene dello zinco immerso in una soluzione alca'ina; in un diaframma poroso è la soluzione di Cloruro di rame nella quale pesca il carbone ; questo car- bone è fatto a forma di coppa e contiene Acido clo- ridrico libero, il quale disciogliendo il rame depo- sitato, gli impedisce di fissarsi sul carbone. Una prodursi e la pila resta costante. La Saccarina è una sostanza ottenuta dal sis. Costanzo Fahlberg di Remsenin America e che se- condo il Genie civil poss'ede al massimo grado le proprietà dolcificanti dello zucchero, ed ha | a- spetto di polvere bianca. Un solo grammo di que- sta polvere basta ad addolcire 10 chilog. di acqua, ed in queste proporzioni non è affatto nociva alla salute. I TTT EI NOTIZIARIO coso e Domandiamo scusa a rostri benevoli associati per i molti errori comparsi nel fascicolo 3,° alcuni articoli del quale, a causa del cambiamento di tipografia, nonvennero corretti. Speriamo che da ora in avanti la regolarità e correttezza della pubblicazione lasceranno meno a desiderare. Fra gli errori dobbiamo correggere i seguenti che al- terano il significato dei periodi: A pag. 36 colonna la linea 48 invece di calce grossa leggi calce grassa; idem: colonna 2.2 linea 20 ove dice invasioni complementari deve dire irorazioni complementarie. Per mancanza di spazio siamo costretti riman- dare al prossimo num-ro la pubblicazione della consueta Rassegna bibliografica, gli Insegnamenti mratici, la continuazione deli articolo Aquile e Ca- mosci, e quello degli YInselti che producono la seta. Spedizioni, esplorazioni, missioni: Il Dott. G. Dieck stà organizzando una spedizione per l' Ame rica del Nord con lo scopo di studiare la fauna e la fluora delle regioni nord-ovest del Canada e delle montagne rocciose della Colombia. L'Avv Dulio ha compiuto il suo viaggio dello Scioa che ha durato 10 mesi, egli ha fatti im por- tanti studi sulle lingue Silama, Gengerò, Aida ecc. Idiomi non ancora studiati. La spedizione diretta da Stanley e che come annunziammo và a liberare dalla loro prigionia Casati ed Emin#Pascià prima di giungere a de- stino sarà composta di oltra 2000 uomini. La via prescelta fu quella del Congo. Re Menelic ha conquistato il sultanato di Araar, e dicesi siavi stato incoraggiato dal governo ita- liano per vendicare l’ assassinio della spedizione Porro. Da Capo Tavan telegrafano che gli indigeni dell'interno hanno massacrata la spedizione Holub. ona e | ra IuNDE a TL ti) * 2500. ; TA i “Preleseia ino pa notizie relative al conflitto fra | di nei in Milano. Stipendio L. Abissinia perchè già rese MIRATI note dai giornali quotidiani. Il barone Egger, per commissione dell’ Ac- cademia rea!e delle scienze ui Berlino, ed il Dott. Urban. stanro per intraprendere una nuo- va esplorazione botanica nelle isole di Sando- mingo. Contro la fillossera. Fosse vero //! Il Sig. Broschek, giardiniere tedesco, dice di aver tro- vato un rimedio efficace contro la fillossera e che egli chiamò antifillosserina; cin moiti attestati dimostra che tale sostanza è di una straordinaria potenza e d’ estremo buon prezzo. Anche il Prof. Kovalewski dell’ Università di Odessa avrebbe inventata una preparazione chi- mica capace di distruggere la fillossera senza recar danno alle viti. Un nido di acciaio. La città di Soletta in Sviz- zera, é celebre per le sue fabbriche di vrologi una delle quali appartiene al Sig. Rodolfo Rider; questi ha trovato su di un'albero del suo giar- dino un nido di batticoda (cuzrettola) costruito con rara maestria di sole molle d' acciaio, della lun- ghezza di circa 12 centimetri. Il giornale Isis che referisce questo fatto, aggiunge, che questo nido di acciaio è stato regalato al gabinetto di storia naturale di Soletta. Pesca del corallo. A complemento di quanto dicemmo nel N.°* 11 dello scorso anno, aggiung'a- mo che la pesca del corallo nei mari di Sciacca è stata proibita per cinque anni. Si stà organizzando un congresso fillosserico da tenersì a Palermo, al:o scopo di concordare igeglio i mezzi atti ad impedire il diffondersi del tanto dannoso insetto ed a renderne meno funesti i suoi effetti. Concorso agrarario regionale in Siena, Il mi- nistero di agricoltura ha prorogato a tutto il 31 maggio p. v. il tempo utile alla preseniazione delle dimande di ammissione a ques‘o c ncorso, «ed ha assegna‘a la somma di L. 5000 per acqui- sto di macchine e strumenti esposti e premiati. Il concorso animali della categoria Bovini, Ovini e Suini di razze o varietà estere, è dichiarato Nazionale, ed il ministero della guerra vi invierà . apposita commissione per l'acquisto di puledri © È % x: per cie. Scrivere a Domenico Parodi di Emanuele, per il R. Esercito. Concorsi: Prof di matematiche, agrimensura, costruzioni e disegno nella R. scuola di viticoltura ed enologia in Avellino. Stipendio L. 2000 Chiu- sura del concorso 30 giugno. Prof. di meccanica indasizlale presso la scuola PIA ER. PAZ aa Scadenza per le domande 21 maggio. _ Prof. di chimica e tiatoria nella R. scuola su- periore di Palermo. Chiusura 30 aprile. Un concorso internazionale di macchine ed utensili per l’enologia, ed un concorso nazionale di macchine per oleificio saranno tenuti in Viter- bo nel prossimo agosto, durante la loca'e esposi- zione agricola industriale. È aperto il terzo concorso, banlito dalla di- rezione del Museo nazionale «lt bacologia e seri- coltura in Tor.no, fra i produttori del seme ed i coltivatori di bachi da seta. ì Ver la esposizione industriale e scientifica di Parma è stato prorogato il tempo per la pre- ; sentazione delle domandle fico a tutto il 15 maggio — prossimo. Una esposizione circondariale dei prodotti del- l'industria e dell'agricoltura si aprirà alla Spezia — % il 10 agosto prossimo. Se Esposizione generale orticola in Firenze. Avrà TA effetto nel prossimo maggio e comprenderà una | sezione internazionale per gli ogge*ti d’arte e_ "d d' industria attinenti all’ orticoltura. Aa Un’ esposizione scientifico, indastriale orga- nizzata per cura della Società Uraliana degli amatori di scienze naturali, avrà luogo a Ekathe- rinebourg (Russia) nell'estate prossima. Compren- derà: Storia naturale, Geografia, Antropologia, Miniere, Industrie, Agricoltura ece. Una fiera enologica sarà tenuta a Venezia in oc-asione della esposizione artistica e delle grandi — feste che si faranno dal maggio a'l’ ottobre prosa 30 simi RICHIESTI, OFFERTE (E DOMANDE DI CAMBIO (Gratis per gli abbonati) e. Quando non v'è speciale iîndirizzo rivolgersi all’ ammini. strazione del Bollettino. Pagamenti anticipati. ba: 26 Si fa ricerca di Attinie tanto determinate — che no. Si accettano in cambio o contro pagamento, 27 Desidererei fare nominare diverse piante di questa regione; a chi avesse la compiacenza di occuparsene rilascierei un’ esemplare per soe- Porto Maurizio. Y 28 Si desidera fare acquisto di una coppia | colombi maschio e femmina veri Pollonesi oppure Turchetti dell’ età dai 7 od 8 mesi ai 2 anni al massimo. Dirigere offerte con prezzo e tutti i det- tagli a facilitarne l° acquisto. 29 L’abbé G. Combes, prof. à l Ecole S. Louis, | Limoux (Ande-Francia) offre des fossiles du ter- rain nummulitique, et du turonien, ainsi que des coquilles et des coleopteres de la region, en echange d’ objets quelconques d’ histoire natu- relle. 30 Sig. Alfredo Carnana de Conti Gatto offre per scambi, conch'glie maltesi el iuglesi. Listini | di duplicati si mandano a richieste Valletta Malta 116 Strada Brittanica. 31 St offrono, zolfi, gessi, calcari bituminosi, ce- lestina, analcime nel basalto, ed altri prodotti della Sicilia in cambio di minerali di stagno, di rame, e di piombo. Rivolgersi al Sig. Sàlvestro Aîita Cametti tL'iazza Mercato 12 Arcewreale. 32 S? desidera entrare in corrispondenza con il proprietario o direttore di una cava di Torda per trattare degli acquisti. Chi potesse favorire qualchè indirizzo è pregato comunicarlo all’ am- | ministrazione di quasto Bollettino. 38 Si offrono uccelli mosca in cambio di mine- . rali od altri oggetti di storia naturale. 34 Galline della razza Maggi. Giungono al pe- so di ch. 4 1[z e 5; i maschi costono L. 15,00, le femmine L. 10.00, le uova L. 0,40 1’ una. Dirigersi al cav. Ubaldo Maggi Firenze. 35 Si acquistano e si accettano per cambi, Boz- zoli di Bombici selvatici di qualunque razza e va- rietà con crisalide e senza. Rivolgere le offerte al | direttore del R. Osservatorio Sericolo di Siena. RICEVUTE Hanno pagato l’ abbonamento: Per il 1SS6 i Sigg. (10.2 Nota) De Giudici marchese A. Arezzo — Brizzolari cav. A. Arezzo -- Gualtieri L. La Rocca — Lucarelli cav. prof. F. Napoli — La Notte prof. F. Napoli — Orsini prof. F. Pesaro — Orsini i. Ventimiglia — Guidi L. Roma — Andreucci A. Siena — Andreini F Siena — Branca- dori cav. G. B. Siena — Bartalini avv. G. S.ena — Brogi F. Siena — Del Puglia C. Siena — Ficalbi ing. A. Siena — Giovannelli ing. E. Siena — Galeotti avv. C. Siena — Luzzatti G. Siena — Livini R. Siena — Marconi P. Siena — Nini A. Siena — Paolini P. Siena — Palmieri N. cav. G. Siena — Pezzuoli ing. C. Siena — Righi E. Siena —- Straccali F_ Siena -— Sanfranceschi S. Siena — Staderini N. Siena — Sergardi F. Siena — Toscari prof. €. Siena — "Tribbiani F. Siena — Ugurgeri M conte S. Siena — Cinughi dott. P. S.ena — Petrucci cav. P. Siena — Mattii prof. B.. Siena — Bindi S. G. Siena — Sciarelli A. C. Sienn — Morandi O. Siena — Torti O. Siena — Pucci S. marchese A. Siena — Cerretani conte F. Siena — Formichi cav. pr.f P. Siena — Graziosi E. Siena — Pacini G. Siena — Bufalini mons. L. Siena — Rosini avv. F. Siena — Chigi marchese deputato B. Siena — Scuola normale femminile Siena — Comm. Prefetto Siena — Bulgarini conte A. Siena — Marri A. Sinalunga — Berti A. Palermo -- Traverso U. Firenze — De Bony visconte G Chateaux de B. — Martissa G. Vienna — C. St. Townsend Costantina. Per il 1887 i Sigg. (6.2 Nota) De Giudici marchese A. Arezzo — Brizzolari cav. A. Arezzo — Arcangioli L. Capolona — Frittelli G. Figline — Istituto tecnico B:rgam» — Circolo cacciatori Brescia — Libretti G. Brescia — Fulcis nobil D. A. Belluno — Aita C. Arcireale — Riva U. Lecco — Cerme- nati M. Lecco — Erba dctt. G. Lecco — Lodi prof. A. Arpino — Serrughi conte E. Fortì — Landini G. Lamporecchio — Traverso M. Firenze — Levi prof. C. Girgenti — Benigno F. Viareggio -— Castelli cav. dott. F. Livorno — Simonelli L. Macerata — Bucolo G. Messina — Scuola tecnica di Castroreale — Lucarelli cav. prof F. Napoli — Licopoli prof. G. Napoli — La Notte prof. F. Napoli — Bevilacqua A. Belgirate —- Failla T. L. Castelbuono — Del Punta G. S. Frediano — Mamini prof. G. A. Urbino — Toni conte F. Spoleto — Mal- peli A. Parma — Cappelletti O. Parma — Orsini L. Ventimiglia — Stiattesi Cav. A. Cec- cano — Guglielmi G. Civitavecchia — Chaen U Roma — Clementini P. conte G. Siena — R. Liceo Guicciardini Siena — Bandi L. Rocca d’ Orcia — Ticci B. Sovicille — Bottai dott. O. Colle Val d’ E. — Ninni conte cav A. Venezia — De Bttta comm. T. Verona — "Traverso U. Firenze -- Bucchich G. Lesina — Museo civico Rovereto — Combes abbè prof. G Limoux — Uarnana G. conte A. Malta — Franzoi prof, E. Trento — Usigno comm. V. Parigi. (continua) I nomi di coloro ai quali è stata fatta una ricevuta particolarmente, non figurano in queste note. Con le suesposte note sono terminati di pubblicare i nomi dei signori che alla fine dell) scorso marzo ci avevano favorita la quota del loro abbonamento; preghiamo perciò coloro che avessero pagato ectro detta epoca, ed il cui nome non fosse stato ancora pubblicato, e che non avessero avuta una ricevuta particolare, ad essere compiacenti di darcene avviso per fare i necessari reclami e riscontri, - S. BROGI Direttore responsabile, SIENA 1887, STAB. Tip, CARLO NAVA. +: 3 MA - BOLL ETTINO DEL N 1A ATURALISTA — COLCETTORE; ALLEVATORE, COLTIVATORE PERIODICO MENSILE Abbonamento per tutti i paesi dell’ Unione postale, L. 3 all'anno. ————————————————ÈÈm____—_—————————_—_—_—_—_—__————___—_———€€È6€€€6€6& tt ---tt6mycgkgCT1M'''LT——_—_—_—_—_—_—_—_—______ ANANAS NANANANAIPCIINAIZA NA NANL NA SANA NSNANA NA NSA NI NILINUN \Z RA Pe COLOMBICULTURA Riproduzione interdetta (Continuazione) >. CAPITOLO II ll Colombaccio (Columba Palumbus) — La Co- | lombella (Columba Oenas.) — Il Torrajolo | (Columba Livia). f. IL Colombaccio uan la I Questo bellissimo uccello fio genere Colombo mi- sura quarantanove centimetri di lunghezza totale so- pra ottanta centimetri d'apertura di volo. Ha la testa ed il collo cenerini turchinicci sfumati in cenerino piombato e con riflessi verdi, azzurri e porporini. Ai lati del.collo campeggiano due grandi macchie bian- che. Le piccole tettrici delle ali sfumano in colore di ardesia: le grandi penne alari sono nere con orlo bianco, .e le tettrici più vicine all’ angolo dell’ ala, bianche, a guisa di due spallacci. Petto vinato lu- | cente: ventre, fianchi, cosce e sopraccoda grigi per- | lati quasi bianchi: sottocoda cenerino chiaro con sfumature carnicine. Remiganti cenerine ardesia | marginate di bianco dal lato esterno: timoniere ce- | nerine al di sopra con il terzo estremo nero, e nere al disotto con fascia trasversale bigia. Il ginocchio è ricoperto di piuma, i piedi rossi carminio con un- ghie nere. Corneo il becco, giallastro alla cima, d’ un bianco rossastro alla base e tutto ricoperto di | bianco pulvischio; l’ iride giallo chiara La descrizione che gli autori fanno del Colom- | baecio «Palumbus Torquatus» poco differisce da que- | sta. Tuttavia piacemi citarne quattro che con grande brevità danno la più accurata /rase caratteristica della specie. ; Giovanni Johnston — « Color est cinereus, caput ex rubro et caeruleo mistum, alae in lateribus ma- | culis albis infigniuntur, torquis coloris est a capi- tis, dorsique colore diversi. » (1) Paolo Savi — « Columba apice cauda nigra : alis | immaculatis : tectricibus supereaudalibus concoloribus. » (2) iropigio | (1) G. Iolnston — Opera citata: (2) P. Savi — Ornitologia Toscana — Pisa — Nistri — 1826. » LN NEZNCAO G. Federigo Blumenbach. — « Rettrici d'un nero carico nella parte posteriore, remiganti primarie. biancastre sul margine esterno, collo bianco d° ambo. | i lati » (1). J. Pelletan — « Il a le bec blanc, , l’ iris jaune. pàle, les pieds rouges et le cendrè bien connu. La gorge est nuancée de tons. chatoyants d reflets verts et bleus glacès de nuan-. ces dorées avec un croissant blane de chaque còté du cou. Les parties inférieures son plus claires, les. ailes portent une époulette blanche avec les couver- | tures des pennes des premiers rangs. noires. Le rectrices de la queue sont d'un cendré noir passant . au noir à l’ extrémité » (2). 44 La femmina di questo uccello è un poco più piccola del maschio e la sua livrea presenta, delle . tinte meno accese. nore dimensione, I giovani, avanti la prima muta si, distinguono per una tinta cenerina sbiadita senza ri- flessi metallici e per la mancanza delle macchie bianche del collo. plumage d’ un ton gris, i È Le macchie bianche hanno mi-. 139546 +4 A) { 4 "H DI DE Il Colombaccio abita tutto l’.antico continente. e. fa periodiche annuali migrazioni. Nel Novembre. bi abbandona le regioni più fredde e si porta al mez- È, zogiorno di Europa e sulla costa Africana. Però è: accertato che non tutti gli individui lasciano i freddi; paesi, ma alcuni pochi vi rimangono sfidando la cat-; tiva stagione, trattenuti specialmente da un’ abbon-:. | dante raccolto di ghiande e faggiole loro cibo favo-, i rito. Ai primi del Marzo ha luogo il ripasso, ed è branchi si dirigono nuovamente al Nord, arréstan=' dosene parecchi nell’ Europa mediterranea, dove di- _ visi in coppie nei più folti boschi nidificano. Verso la metà dell’ Aprile depongono le prime uova in nu- mero di due, raramente tre, in un nido rozzissimo — composto di ramoscelli secchi intrecciati fra loro e collocato nella parte più alta degli Abeti, dei Cerri dei Faggi e dei Pini. La seconda covata ha luogo dentro il mese di Agosto. I pulcini nascono fra il 16° e 18° giorno ( Vieillot dice il 14° ), e dopo sei settimane all’ incirca staccano il volo c riunisconsi in piccoli branchi. Questi branchi che vanno man mano aumentando dei vecchi uccelli che hanno ter- minata la cova, visitano fino alla metà dell’ Ottobre tutte le foreste e tutti i colli della regione, nutren» (4) G. J. Flumenbach — Lugano — Vannelli — 1825. (2) J. Felletan — O; eva.citata. Micia dosi di ognì sorta di cibo: quindi al cadere delle foglie sui primi di Novembrey ‘associati ai branchi delle regioni limitrote, tutti uniti in gran numero se ne ripartono. Il Colembaccio all'infuori dell’ epoche del passo non comparisce mai nei luoghi aperti 6 privi d’ al- beri, essendo diffidente e sospettoso : non lascia che a malincuoreil folto:dei boschi, spinto da prepotente bisegno di cibo, allorquando la ghianda e la faggio» | la, suo naturale nutrimento, gli vengone a mancare. Nell’ Italia il maggior numero di Colombacei stan- gia nell’ Isola di Sardegna. Cova tanto nei boschi lit- toranei come in quelli interni dove gli isolani ne fan- »o caccia spietata. Im Toscana io 1 ho riscontrato qua- sì da pertuito ove trovansi boschi, di una qualche entità: più facilmente in monte ed in collina, che nella pianura. Nel basso Milanese, nell’ Abruzzo e in | Sieilia possono osservarsi i Colombacei sia di staaza come di passo in tutta | aunata; ma tutti questi uecelli presi insieme nou rappresentano al certo la metà di quelli che frequentano la Sardegna. « Gome la Sardegna è ricca di alberi ghiandiferi in egni parte, così in ogni sua parte si trova il Pa- “fombo, e trovasi nel cuor del verno ugualmente che sel cuor della state; e nel verno precisamente si piglia in maggior quantità, ce ammontato si vede in Gagliari espesto alla vendita, laonde il Palombo non si muore di Sardegna, e perciò o conviene interpre- tare Aristotile e Plinio, li quali annoverano il Pa- lombo fra gli uccelli passeggieri, 0 esso ncecello ne | loro paesi osserva altro stile. Zodone è il suo nome nel Capo di Sopra, ma il Campidanese lo chiama Tidus. Non è per semplice informazione de nemi | Sardi, che si ricorda il nome 7?dus, ma come un notabile monumento antico. — 7'4us era stato sem- pre per tutti i tempi il vero nome del Colombaccio: vennero Marco Tullio e Virgilio Marone e princi- piarono nei loro Carmi, l'uno nella sua Elegia in- titolata Thalemastis, V altro nella sua Buccolica a dire Palumbes. Tanta autorità si trasse dietro tutta la moltitudine; ognuno volle parlare come Tullio e come Virgilio. e allora il nome 77rs subì, secondo | la espressione di Orazio, la sorte delle foglie di autunno ; cadde e morì, e principiò a fiori» vegeto | il giovane vocabolo /alimbes. + Tanto si ricava da Servio, commentatore di Virgilio. — Ora il Tidus de Sardi è manifestamente 1° antico Ti/s; e però il Sardo Z7dus è un vero pezzo di antichità serba- tosì a dispetto delle ruine succedute altrove. » Così il Cetti, nella sua pregievole opera. Gl Uccelli di | Sardegna (1). (continua) (uuLio Crsark GIACHETTI (1) FP. Cetti — @li necelli di Sardeena — Sassari — Piattoli 4775. n VIILSSSINSSINNNe + rn L' INTORBIDAMENTO DELLE ACQUE del Zago di Zugano _—ceroz io Ecco quanto io penso circa | origine di quello strato vischioso, che si è formato sulla superficie del lago di Lugano negli scorsi giorni e di cui hanno tanto parlato ed esageratane l'entità i gior- nali principali d'Italia e della Svizzera. Mi affretto però ad avvertire che io non etbi | Ja fortuna di osservare questo strano fenomeno, per- | chè esso era già scomparso il giorno dopo che la Gazzetta ticinese lo aveva segnalato al pubblico, e malgrado le molte sollecitazioni fatte a pescatori e barcaiuoli, non mi fu possibile, con sommo mio rin- crescimento, procurarmi di quel liquido. Perciò, non avendo fra le mani nulla di positivo che io abbia potuto constatare colla mia osservazione e in attesa che qualche compiacente persona voglia fa- vorirmi un po' di quella sostanza, che a tempo avesse preso dal Jago, mi sia permesso di esporre la mia opinione, basandomi sulle descrizioni del fenomeno sentite per bocche diverse. [o non mi farò a cenfutare tutte le spiegazioni date finora. Giudicando come inammissibili le sup- posizioni dei barili d’ olio, versato nel lago, e dello sperpero dei pesci per opcra della dinamite, stante il considerevole sviluy po superficiale (da Porlezza a Lugano) ci quello strato mucillaginoso; mi limi- terò solo a vedere se e quale fondamento di vero possano avere lo smovimento del fondo melmoso per effetto di un terremoto subacqueo e lo scatu- rire di sorgenti dal fondo stesso. Trattandosi di terremoto, anzitutto questo non si sarebbe limitato sul fondo del bacino lacustre; attesa la sua poca profondità (207" mass, profond. | secondo Lavizzari) avrebbe dovuto propagarsi alle terre circostanti. Invece nessuno, ch'io sappia, av- verti alcuna scossa rei giorni in cui si produsse suddetto fenomeno. Inoltre 1° interbidamento dove- va, dato che il fondo melmoso fosse stato cnergi- camente scosso, verificarsi sopra tutta la massa dell’ acqua e non limitarsi ad uno strato superfì- ciale, che variava, secondo i luoghi, dai 5 ai 25 cm. e sotto il quale | acqua presentava una perfetta limpidezza. In quanto alle sorgenti scaturite da spaccature del fondo aperte dal supposto terremoto o da altra causa c tali da potersi paragonare ad emanazioni vulcaniche, v° è da fare qualche osservaziorie. Sup- posta tale origine, come si spiega la sollecita e completa scomparsa di quella materia galleggiante, senza più riprodursi? L' asfalto o bitume, che sì accumula alla superficie del Mar Morto, non di- minuisce quasi mai; a misura che si raccoglie, continuamente è rifornito. Perchè tale prodotto possa credersi di natura vulcanica, come tali si consilerano i petroli; i bitumi ed altri idroca:- —c‘c—@T1@- ——4@_@ —tromic@mte “mn ei— - - -e ne n n buri naturali (1), si dovrebbe riscontrare almeno, « lano talvolta d'una maniera prodigiosa; è così qualche carattere della vulcanicità di questo di- stretto, Ma quando io mi faccio a considerare la costituzione geologica e l'origine più probabile di questo bacino lacustre, io sono indetto a rifiutare ì' ipotesi. Infatti, ad eccezione delle eruzioni porfi- riche di origine sicuramente ignea, che fiancheg- giano le sponde del lago di Melide e di Bissone e che irruppero probabilmente prima della forma- gione di questo bacino, il fondo di esso, come ri- sulta dagli scandagli fatti dal dott. Lavizzari ( Vedi Escursioni) presenta un piano inclinato, regolare, uniforme com: il fondo delle piu larghe valli. Inoltre gli scandagli tiocarono e si upprofondarono sempre in un terreno melmoso. Un' ultima consi- derazione in crdine a questa supposizione: Tutti colore che hanno osservata, toccata e fiutata la sostanza misteriosa g:neratasi alla superficie del lago, concordano nel descriverla come una r ateria gelatinosa, di color rosso cupa o fulvo, di odore quasi putrido insopportabile, Questi caratteri, se | rispondono al vero, mi rivelano già senza farne 1° analisi la presenza di materia proteica, come l'albumina in putretazione. Ora domando: può ‘una sorgente contenere di queste sostanze, se sca- turiscono dalle viscere della terra ad una profon- dità in cui la remperatura è almeno bastevole per cosgularle ? Giacchè è noto come partendo da una certa profondità del suolo la temperatura aumenta di 1 grado ogni 32 M. circa di abbassamento. Scartate queste supposizioni, almeno per mio conto fino a prova contraria, ecco il mie modo di vedere. I. aspetto gelatinoso e rossastro di questo strato natante mi fa nascere il sospetto che si tratti di alghe gelatinose e più particolarmente di alcune specie di Diatomee di acqua dolce. Queste sono gli organismi vegetali più semplici e piccoli, per- chè constano di una sola cellula. Eppure anche | essi producono e spargono dei germi, che sono ancora più microscopici, talchè galieggiano nel- l’aria passano da una contrada all’ altra. Pos- sono resistere delle settimane e dei mesi senza perire sopra aride e soleggiate rocce. Viene un raggio di sole e qualche goccia d'acqua. le dia- tomee compaiono a migliaia e a milioni. Sono i venti e le pioggie che li disseminano. Pertanto io penso, che divenuta calma l'aria, ana grande quantità di questa polvere organica invisibile sia caduta alla superficie del lago, dove i germi tro- varone negli ultimi giorni di aprile le volute con- dizioni di temperatura nell'aria e nell'acqua e in questa i materiali necessari per svilupparsi e mol- tiplicarsi in brevissimo tempo. Lo stagnamento del- l’aria e la tranquillità del lago in quei giorni ne hanno favorita la moltiplicazione. Il diatomofilo (1) Vedi Carso di Geologi: dello Stoppani. Vol. t pag. 791. (2) Le mieroscope pag. 201. Hic esi: bi o | continuando a | diatomee. Nel mezzo « che noi abbiamo trovato il fondo dell’ immenso « bacino di Blankenberghe interamente rivestito di « uno spesso strato: di diatomee: composto quasi » intieramente di //eurosigma ». Per intendere ora la formazione della materia gelatinosa galleggiante, non faccio che riportare dall'opera di J. Brun sopra le Diatomées des Alpes e du Jura (pag. 10) il seguente brano: « che il punto « di partenza (dello sviluppo delle diatomee) sia « un germe, una spora 0 lo sdoppiamento per « scissiparità, il primo stato vitale è sempre una « massa gelatinosa (coleoderma) amorfa, in seno « alla quale compariscono i giovani frustoli (gusci « silicei delle diatomet), i quali non hanno allora « le loro strie così nette come quando sono per- « fetti e liberi ». Il corrispondente da Lugano scriveva nel Bund affermando che questa materia gelatinosa era do- vuta ad una straordinaria afiluenza dei pesci net Ceresio per compiervi la fregola e che buona parte del liquido, di cui Je uova erano state lubrificate, si portò a galla formandovi il detto strato super- ficiale. Mi permetto semplicemente di osservare che i pescatori non hanwo in questi ultimi giorni no- tato maggior concorso di pesci che nella stesse epoche degli altri anni. D'altra parte il liquido se- minale, che deve fecondare le uova, rimane a queste aderenta sul fondo del lago, e lo scuoti- mento dell’acqua, per effetto di bufera, non si pro- paga a grande profondità. È certo che una formazione così considerevole e repentina di materia gelatinosa non può aver luogo che in un'acqua, la quale sia ricca di sostanze orga- niche. E in tale condizione si trovano appunto le acque del Ceresio, specialmente il bacino di Lu- gano, in cui si disperde tanta ricchezza per l’ agri- coltura con grave pericolo per la pubblica igiene. Questa mia opinione mi sembra poi avvalorata da fatti concomitanti e conseguenti alla produzione del fenomeno stesso. L'odore disaggradevole cra prodotto dalla alte= razione della materia gelatinosa a contatto dell’aria. La scomparsa graduale dello strato si spiega coll’ aumento di p:so che acquistano le diatomee, fissare della silice sul foro guscio, e colla diminuzione deila materia gelatinosa, che le teneva sospese, per cui cadono al fordo e vi lasciano col tempo le propriejspoglie. Si spiega pure perchè questo strato era più spesso verso il centro del lago e precisamente fra Gandria e Caprino. Le diatomee respiraro come tutti i vegetali forniti di clorofilla, quinti hanno bisogno di acido carbonico, che decompor gono fise i sando nel contenuto organico (ecndecrema) il solo Van Heurck (2) scrive : « Le diatomee si accumu- | carbonio. L'acqua senza acifo carbonico è pure senza il lago è attraversato calla lo la SUA an 5 n inez dev a vi $ SATO Deja =. REA so è ftt Lin a e ae Ann VOI Mei TR ® IE N 7 STRANO Fà 63 ata ni corrente discendente, la cui acqua, rinnovandosi. continuamente, somministra alle diatomee maggior copia di acido carbonio. Però mon tutto il mal? viene per muocere. Se il. fetore di questi ultimi giorni ha sinistramente so- vraeccitato le delicate fibre nervo olfatorio specialmente dei villeggianti, possono ora a larghi, polmoni respirare l'aria più ossigenata vibrata dallo specchio d.l lago, e, se vogliono, tuttaffarsi nelle sue acque divenute limpide come cristallo. L'effetto dell'invasione di queste alghe è quel'o di depurare le acque. Pel fatto. stesso della loro respirazione, l’ ossigeno esalato, buona parte allo stato di ozono, contribuisce efficacemente ad ossi- dare e distruggere le materie organiche e i germi deleteri, ravvivando la respirazione dei pesci e di tutti gli altri animali acquatici. Concludenlo, la .causa del singolare fenomeno, secondo me, è la caduta di un polviscolo organico invisibile, costituito di germi di diatomee, portato dal vento; nella stessa gui$a che estesissimé su- perficie di neve nelle a te regioni alpine, si rico- prono talvolta rapidamente di uno strato di color rosso sanguigno, dovuto allo sviluppo e alia mol- tiplicazione di un altra specie di alga unicellulare, l’ Ematococcus. Lugano, 12 Maggio 1887. del Dott. LENTICCHIA. boe ni . Aquile e camosci (continuazione e fine vedi n.ì ant.) Giacchè mi sono intrattenuto a discorrere — con quella brevità che le colonne di questo giornale mi impongono — dei costumi e delle condizioni di vita dei camosci in Valtellina, siami ora con= cesso di fare una piccola digressione a proposi:o di due altri ruminanti, lo stambecco el il cervo. Lo stambecco è già da lungo tempo scomparso dalle montagne valtellinesi, sulle quali certamente doveva trovarsi in compagnia del camoselo. Nelle Prealpi che si spingono nella provincia di Brescia fur: no trovate parecchie ossa che vennero giadi dicate appar'enenti all'animale in parola. Il Ro- megi .Ih nella introduzione alla sua Storîa della V Ite:lina (Soulvio 1834) dice che oltre ad una grande quantità «li camosci, la Valtellina conta fra i qua lrupedi la capra selvatica 0 becco sel- | vatico Carra egorgu-, (der Wilde Bock), specie che non è tanto diffusa ma della quale si pren- dono alcuni individui ‘hell’ estate nei boschi vicini aj E, n = alle ghiacciaie. Con questa denominazione non 'sa- prei bene se l'autore intendesse accennare allo stambecco od a quella varietà di camoscio: creata dai cacciatori e dagli alpigiani, ma non ricono- sciuta dai naturalisti, che dicesi abitare perenne- mente le foreste. Tuttavia, considerando che il camoscio appartiene ad un gruppo di ruminanti (antilopi) ben distipto da quello a cui spetta lo stambecco (capre), propenlo quasi a ritenere che col nome di Capra egorgus il Sertoli — no- bile sondriese che comunicò al Romegialli le noti- zie naturali da questi riferite — indicasse real- mente lo stambecco. Tutti sanno come sia questione non ancora definita, se gli stambecchi appartengono ad una sola od a più specie diverse. Alcuni naturalisti sono del parere che si tratti d' una specie unica sparsa su tutti i rilievi del globo; ‘altri invece credono chs lo stambecco di ciascuna località si debba riferire ad una forma speciale. Così questi ultimi hanno stabilito circa una dozzina di specie di stambecchi, 2bex, quattro dei quali sono pro- prii dell’ Europa a/pinus, pirenaicus, hispanicus e caucasicus. Lo stambecco delle nostre Alpi è l Ibex alpinus ed i pochi superstiti di questo maestoso ornamento della regione delle nevi’, energicamente protetti dalla real casa italiana, trovansi attualmente confinati nelie montagne più: elevate della Val d'Aosta in Piemonte. Ora, se è vero che la Cupra egorgus del Ro- megialli non è che | Ibex alpinus dei moderni zoologi, ciò vuol dire che nel primo trentennio di questo secolo gli stambecchi si trovavano ancora, sebbene scarsamente, in Valtellina. Questo fatto ‘è però contrario all’ asserzione di tutti coloro che scrissero sugli stambecchi, i quali scrittori sono concordì nel far risalire la distruzione di questi ruminanti ad un secolo o due prima dell’ attuale. &nzi si cita da taluno, come data memorabile: il giorno in cui l’ultimo stambecco di alcuni gruppi alpini cadde sotto il piomb> dell’ uomo, instancab le ed insaziabile persecutore di tanto I prezioso animale. Anche il cervo (Cervus elaphus) doveva rei tem- pi andati popolare la Vaitellina mentre al presente più non vi sì trova. Io mi ricordo di aver avuto sott occhio un giorno una vecel'ssima carta geo- grafica della Valtellina: una di quelle carte in cui i monti furono seznati allo:stesso modo che un pittore li dipinge sula tela. Se la memoria non-mi falla questo antico documento geografico rimontava al secolo decimosettime. In-esso erano pure segnati, con una agglomerazione di pianti- | celle, come si usa fare negli schizzi topografici, i boschi folti ed estesi che a' quei tempi coprivano ancora buona parte del territorio .valtellinese, e che in seguito, con ir.agionevole mania, furono ridotti a proporzioni meschine. Così pure il piano alluvionale della valle era allora coperto da lus- sureggiante vegetazione, e la carta, oltre a rap- presentare col disegno anche queste boscaglie, portava scritto il nome degli animali più consi- derevoli che in esse facevano dimora È appunto «fra questi animali che trovai indicati i cervi, sic- | come abitatori del.a Valtellina. Dirò ancora che pochi anni or sono veniva uc- ciso su quel di Chiavenza un magnifico cervo che dalla Svizzera era accidentalmente passato in Italia. A breve distanza dalla cattura di questo cervo, e precisamente sullo scorcio del 1883, un | secondu individuo cadde nelle mani dei cacciatori ‘chiavennesi non appena fece comparsa nel terri- torio italiano. Povere bestie! protetti dalla limi- trofa nazione hanno subito trovato la morte col porre il piede sul nostro suolo. Non è del resto | a farsi meraviglia. La cosa è spiegabile benissi- mo. Se i naturalisti stessi in Italia fanno poca | furtuna poichè l' Italia non sa ancora compensare i Joro sforzi, è ovvio che anche gli animali, che sono oggetto degli studi dei naturalisti, siano poco rispettati in ques‘a nostra. penisola..... ll benevolo lettore mi perdoni queste parole che parranno strane ma non false. Chiuderò il capitolo col dire alcunchè «delle Aquile che in Valtellina non sono rare. L’ aquila reale (Aquila chrysaetos) abita le più eccelse vette delle alpi valtellinesi, ove nidifica, e pare non estranea anche alle prealpi, giacchè io ne trovai varie penne scalendo il Pizzo dei tre Signori. Rare però sono le catture di questo formidabile uccello che è lo spavento dei camosci, delle lepri, dei tetraoni, delle pernici, degli agnelli, del po!- lame e persino degli s‘essi alpigiani, La scorsa estate un contadino di Val Melenco venne a Sondrio con un grosso aquilotto vivo, a prezzo del quale chiedeva quaranta lire. Fu acqui- | stato dla un signore per venti lire, ma ignoro se lo allevò o se lo uccise, Nello stesso tempo un al- ‘pigiano si trovava in città per vendere un ma- gnifico gallo di monte (Lyrurus teirixc) vivente. Interpellato il venditore circa il modo con cui aveva catturato qu-ll uccello egli mi rispose che , | l'aveva preso nella stalla della sur mandria, ove | 8° era rifugiato per sfuggire agli artigli di una ossa . quila che lo inseguiva. + a Ur Le pre I È Por & < 69 Non ho mai avuta la fortuna di ass'stere nelle mie escursioni alpine alla lotta fra un' aquila ed i camosci; “ma mi fu descritto questo combatti- mento da più montanari. Quando |’ uccellaccio fa per rapire un piccolo camoscio tutta la truppa si difende colle corna e resiste a lungo, ma pnre troppo, nella maggior parte dei casi, l' aquila ha il sopravvento e riesce ad afferrare la preda. Mi fu pure assicurato che le aquile agiscono come | gli avvoltoi allorchè hanno intenzione di uccidere un camoscio adulto, e cioè tentano di farlo pre- cipitare con un poderoso colpo d° ala da qualche alto dirupo. Aquile e camosci! ecco i due animali più ca- | caratteristici delle cime elevate della Valtellina : quelle maestosamente roteando s' innalzano pel cielo e sono il simbolo degli ideali sublimi del-. l’ alpinista; questi spiccano sicuro il salto fra un precipizio e l’altro e sono il simboio dell’ ar- ditezza dell’ alpinista... Oh! le Alpi! e chi non sì sente atiratto da esse ? MARIO CERMENA TI TERA E LI FICALBI Dott. EUGENIO. Da Genova a Haiderabad deli Dekan Alcune note sopra una breve gita di andata e ritorno. ( Continuazione: vedi n.i antecedenti. ) Ed ora diciamo qualche cosa di Bombay. Gran- de città, con poco meno di 800 mila abitanti, con un commercio, che tra importazioni ed esporta- zioni non è inferiore, all’ anno, a un miliardo e mezzo di franchi! Bombay è situata in un' iscla, o meglio in una penisola, che porta il medesimo nome. I suoi abitanti sono cresciuti in modo ver- tiginoso: erano 235 mila nel 1833, ora, come ho detto, sono vicini agli 800 mila. La popolazione di Bombay è piuttosto maltifor- me, per quanto la grande massa sia, tanto nella città quanto nella presidenza di Bombay, che è una esten- sione di paese granle quasi quanto l’Italia, di indi- vidui ariani più o meno puri, e precisamente di Ma- ratti, che già dissi essere una delle grandi genti i ariane dell’india; ne viene che il maratto é la lm | gua più parlata a Bombay e nella presidenza, per Î i ut quanto | #adostano sia dai più inteso. I Maratti, tra gli Indiani, sono scuri, svegli, attivi ed anche. bellicosi. Oltre la grande maggioranza ariana o ma- ratta, sono nella presidenza di Bombay individui ‘ PM de e ul Li ; i Par ida 79 di razza dravidica, ece., individui che, possono ca- pitare a Bombay, e possono anche vedersi esercitare i mestieri più bassi. Questi gli Indiani. Ma in Bom- bay sono altre genti asiatiche. [ Parsi, o Pers'anì, (piccolo nucleo di uomini, che abbandonò la Per- sia secoli indietro per fuggire l’ invasione musul- mana, e migrò in In lia, ove ha conservato molto dei tipo proprio) sono in numero di circa 70 mila in Bombay, e vi rappresentano il ceto commer- eiale. Oltre i Parsi sono in Bombay molti Chinesi, e non manca qualche 1/u/ese. Gli Europe: rappre- sentano una minoranza assai p'ecola; è molto se arrivano a 10 mila, in una città di 800 mila circa abitanti! Ma l° India non è fatta per l nomo di occidente. Potrà dominarla mai invaderla. L'India sarà sempre degli Indiani Enorme è il movimento di Bombay, e quelle turbe a pelle bruna, composte di individui ora vivacemente vestiti, ora presso che nudi, i più foroiti di turbante, fanno un effetto sorpren- dente. Chi dice che l’ Indiano è pigro, vada a Bombay, si diriga ai docks, e dopo aver coscien- ziosamente osservato quel moto, quell’ affaccen- darsi, quello sfacchinare, mi risponda. Sarà pigro I Indiano principe, certo non lo è il popolano. Io oso dire che rè a Genova, nè a Livorno, nè a Napoli mai ho visto, per esempio nei bast'imenti, gli uomini della st#va lavorare per tante ore di seguito, con un ca'do tanto opprimente, e con una lena cosi pertinace, come ho visto che sono capaci di fare gli Indiani. Le città indiane hanno una particolarità, che dà in occhio al naturalista e al profaro: sono piene per ogni dove di corvi e di falchi. Come da noi in estate, specie sulla sera, vediamo ovun- que innumerevoli 70nd4on?, così là perennemente vedesi ed odesì un numero strabocchevole di corvi e falchi, che infestano in ogni luogo le città e i villaggi; voi ovunque trovate questi wccelli, nelle vie e nelle piazze, nei luoghi signorili e nei mi- serabili, sui monumenti, sui palazzi, e sulle mi- sere capanne. I corvi ed i falchi soro una delle caratteristiche dell’ oriente tropicale: voi comin- ciate a vederli in Aden, e li trovate fino alla China ; sono comuni, familiari, importuni più delle nostre passere, e più di esse ladri e schiamazza- tori; ovunque in numero stragranle e ovunque rispettati dagli indigeni. — La specie di corvo, 0 meglio di cornacchia, del quale parlo ( Anoma?o- cora:c splendens) e che meriterebbe il nome di cornacchia cittadina, è un uccello di non grandi dimensioni, grosso presso a poco come un nostro piccione torraio!o ; mangia di tutto, dalla carogna (a Calcutta ho visto questi corvi sui cadaveri del Gange) alle frutta e alle granaglie; -trovasi questa specie numerosissima ovunque, e più fitta, ove più fitto è VT abitato: a Calcutta, come a Bombay, come a Puna, come a Madras, come a Colombo la quantità di questi corvi è indicibile, e per tutto sono loquaci, ladri, sfacciati più di qualanque altro uccello. — I falchi comuni nelle: città indiane, (falchi ne! senso volgare, chè del resto sì tratta di una specie appartenente al gruppo di nibbii), sono numerosi poco meno dei: corvi. Volano e roteano con le ampie ali per cercar nutrimento, e sovente anche per sollazzo, elevandosi in branchi a grandi altezze; riempiono l'aria dei loro acuti e tremuli gridi. Non sono- verso i piccoli animali viventi così rapaci, quanto. si potrebbe credere, per quanto non sdegnino rin- correre topi, o lucertole, rubare qualche giovine polo, o commettere simili gherminelle; ma si contentano di tutto, quasi al pari dei corvi. A@ uno di questi nibbii vedemmo rapire, mentre pranzavamo all'aperto, un pollo arrosto destinato al nostro desco; ad un altro vidi ghermire un povero pappagallo domestico. Nei luoghi ove st macella, sono a branchi. Nel mercato delle carni i venditori devono stare in guardia, per non ve- dersi rubare i tocchi della carne; e così ì pesciven- doli. Tutte le prede sono da questi falchi rapite cogli artigli, e spesso divorate volando. Gli Indiani non recano il minimo disturbo a questi rapaci, che prosperano a meraviglia Comuni sono anche nelle città indiane, o nei loro dintorni, gli avvoltoi, e a Bombay ne è un numero stragrande alle torri del silenzio, ove i Parsi depongono i loro morti, come accennerò più avanti. Vedonsi anche qualche volta quei grossì e filosofici uccelli, che sono i Maradtèù, e sovente per ore intiere osservansi fissi ed immobili allo stesso luogo, ora in piana terra, ora sul culmine di un tetto, o sopra una guglia, a compiere tranquil- lamente la loro digestione. -- Mi fu dette che per colui che uccide un corvo, un falco, un avvol- toic, un marabù esiste una multa, non tanto in rispetto delle credenze indiane, quanto perchè questi uccelli sono gli agenti principali della pub- b'ica nettezza Non posso terminare questa noterella ornito- logica sulle città indiane, senza ricordare i pap- pagalli, questi verdi figli dell’aria, che tanta emozione destano nel naturalista, che per la pri- ma volta arriva nelle città dell’ India. Quando io, errando tra gli orti e i giardini di Malabar-Hill,, nei dintorni di Bombay, potei udire da lungi e poi vedere al vo!o il primo stormo di pappagalli, lo salutai con entusiasmo, e scorgendo intorno a me gli alberi del tamarindo, del cocco, della banana, salutai i! tropico, e l'India. 1 pappagalli, che pos- sonsi vedere frequenti nei dintorni el anche nel- l'interno di Bombay, e più frequenti poi nelle città dentro terra, come, per esempio, Puna, ap- partengono alle specie di parrocchetti, (o Palae- ornites), che divonsi parrocehetti dal collare, e che sono il Palaeornis Alewandri, e il Palaeornis torquatus ; i marinai chiamano cuturrite gli indi della specie più piccola, mentre facendo una as- surda distinzione e divisione, chiamano pappagalli gli individui della specie più grossa. Questi snelli ed agili farrocchetti dalla lunga e sottile coda svolazzano per gli alberi dei giardini e dei pas- seggi, ed è difficile, per il loro colore, scorgerli tra il fogliame; raramente vanno isolati, ma per lo più a branchetti, e quaado volano gridano continuamente. Volano con forza ed agilità, ed elevansì anche assai alti. In Bombay mi interessai molto degli Ospedali, che quivi si trovano. Dico che in essi ho potato vedere dei buoni Stabilimenti, ai quali non molte cìttà italiane ne possiedono di simili per bella co- struzione, per modo razionale di tenere i malati, per numero e varietà di malattie, tra le quali po- tei velerne alcune, che mai è possibile in Europa. | Il principale Ospedale di Bembay è il Jam- shidji Jijibhoi ’s Hospital, così detto dal ricco mercante Parsi Jamshidji Jijibhoi, che lo fondò: si noti che questo Parsi milionario ha fondato molte altre opere pie in Bombay, in sollievo dei i suoi correligionari ed anche degli Indiani. — li Jamshidji Hospitaî è annesso alla Scuola di Me- | dicina (chiamata Grant Medical College), ed occa- pa una vasta estensione di terreno, ove non man- cano i giardini, tanto utili a dar sollievo agli am- malati e aspetto ridente allo stabilimen'o. Quando . il visitatore si reca mei vari reparti di questo Ospedale, resta meravigliato dal modo scrupoloso, cei quale è stata ed è curata l'igiene; i pavimenti sono tutti di mattoni impermeabili, el i muri fino ad altezza d'uomo suno coperti di lastre imper- | meabili esse pure, onde davvero i microb!i pato- geni non hanno ove nascondersi. Non sono in que- sto Ospedale cameroni enormi, ma stanze ampie, con 14 o 16 malati al più; I’ aereazione di queste stanze è così studiata, che forse è troppa. I letti sono discosti dal muro e non hanno coperte: il solo lenzuolo inferiore si trova a ricuoprir la. ma‘erassa, ed i malati giacciono vestiti di flanella; ‘cosa questa opportuna, perchè mai corrono rischio Seta 3 piede, Madura-foot, Piede di matura, Podelchoma : in questo ospedale e girarlo, ee e re di scuoprirsi e di prender freddo. I letti sono in ferro, con saccone elastico. L'ordine più perfetto, Ù la nettezza più sernpolosa, unita ad un servizio disciplinatissimo, regnano in qaesto Ospelale. In esso sono rispettate tutte le credenze religiose dei malati; basti dire che i polli non si uccidono | con la consueta tirata di collo, ma si sgozzano con tutti i riti. Il servizio nei varii reparti (ma- lattie chirurziche, mediche, oculari, ostetricia ecc.) del Jamshidji Hospital è fatto da Medici europei «18 ed indiani; soprintendente (principal ) è il Dott. a Carter, ben noto nel mondo medico: fu esso che, artificialmente riprodusse nelle Scimmie la febbre ricorrente, inoculando le Spirochaete Obermeyeriz è a lui che devesi la conoscenza precisa dell'ana- tomia patologica del niede di madura 0 piede fungoso dell’ India, e che devonsi altre ricerche e i scoperte patologiche su malattie tropicali. D Un altro Ospedale, che ho visitato a Bombay, a A è il Gokaldas Hospital. L° esterno di questo Ospe- dale è mirabile: in mezzo a giarlini sorge un edifizio ad architettura orientale, che piace a tutta prima. Il curioso è che chiunque può entrare. 3 senza che alcuno faccia la minima osservazione: gli accessi sono numerosissimi e tutti aperti. Per quanto sia stato giudicato non scevro di difetti, questo ospedale ci appare come il pretotipo degli elifizii aereati; i lati dell’ elifizio sono a livelo di eiascun piano aperti in tanti porticati a colonne, e tra i porticati sono situate Je sale dei malati, coì por- ticati stessi comunicati per innumerevoli vani ; ne viene che ogni }.tt: hu una porta a destra, una a sinistra, ed una finestra a mezzaluna in in alto; e tutte queste aperture possono esser chiuse da persiane È tale i aereazione di questo Ospelale, e le sue comunicazioni coll’ esterno sone — 4 tante, che dentro le nitide sale volano liberamente le passere (si noti che i passerotti indiani sono di una sfacciataggine e di una dimestiche:za gran- dissima) e un tal giorno vili perfino un corvo attraversare una sala Gli impiantiti e le pareti a sono al solito imperme.bili, i letti in ferro e a Ss veviti di flanella, la nettezza eu sono inglest té ne di eek a rsa pa » # = ot i e Tr AZRIAS4O Tilbi Eee IC molla, i malati la 2iscipina annicabi. LI _M:lui ed iniliami. Frequentando gli Ospelali :li Bombay, ho po- tuto vedere alcune speciali malattie, che difficil- mente avrei potuto in Itaha. — Una di queste Caligula Thibeta. (West.). Trovasi nell’ Ima- laia al n. o. a 7000 piedi, si nutre dell’Andromeda ovalifolia, del pero selvatico, e del cotogno. Forma un bozzolo leggero e aperto. Caligula Simla. (West) Si nutre del noce, del Salina Babylonica, del pero selvatico ecc. Bozzolo aperto. 1 Caligula Cahara (Moore). Neoris Huttoni (Mo- ore). N. Shadulla (Moore). N. Stoliczkana (Felder). Saturnia Cidosa (Moore). S. Grotei (Moore). S. Lindia (Moore). S. Anna {Moore). Loepa Katinka (\Vest). L. Sikkima (Moore). L. Sivalica (Huttou). Tesse un lungo bozzolo, acuminato dalle due parti e di color grigio verde . | OSCUPro. L. Miranda: (Moore). Circula, trifenestrata (Helfer) |’ Hammnpnttonee Nolto comune nell’ Assam. Bozzolo aperto di un bel colore giallo molto lucido. Cricula drapanoides (Moore). A saputa deil’ autore le sole sp3cie di sete che si traggono dai bruchi selvatici nell’ India e che vengono utilizzate, sono le seguenti: Antheraea Mylitta o Tusser - A. Assama o Maga. - A. perotteti - A. nebulosa - ‘A. Roylei - A. Frithii - A. menzankooria - Attacus ricini - A. altlas - A. Edwardisia - Cricula trifenestrata e forse Actias selene e Antharaea Helferi Di tutti questi quelli la coltivazione dei quali è estesa su larga scala sono: l’Antheraea Mylitta, A. Assama e Attacus ricini. Dalle mappe riportate d.ll’ antore sì desume che in quasi tutta l’ India viene coltivato il Tus- ser; che |’ Attacus r'cini è coltivato solo al mez-. zogiorno dell’ Imalia Nepaul, Bhotan, Assam @_ provincie basse); 1° Antheraea Assama o Muga nel distretto di Assam e in parte di quello dì Bombay; l Artacus atlas più specialmente nel Madras, nelle provincie del N. O. nel Bhotam el Assam. LE AISLATTIS. CRITTOGAMIGHE DELLA VITE { Continuazione ) Nel fascicolo It dello scorso anno rendendo | conto celle conferenze sulle malattie crittogamiche della vite, tenutesi in Firenze nell'ottobre p. p. referimmo quanto fu detto e concluso riguardo alla Peronospora, promettendo di tornare suìl’ ar- gomento per ciò che concerne le alire malattie. Da de" Pe de 1 È a Re a n4 * VERTAZAA HITS La mancanza di spazio ci ha fatta rimandare la Mal nero delle vitt. - continuazione fino ad oggi, ma ora che siamo alla | nuova stagione viticola non possiamo più oltre ri- tardarne la pubblicazione: Il relatore Comes fa la storia del mal nero | in Italia e parla indi dei caratteri ai quali il male ! stesso si riconosce. le foglie prendono un colore Antracnosi. | sbiadito, qua'che volta divengono clorotiche addi- rittura ; i tralci, gracili, si disseccano alle punte, ossivvero soltanto una faccia hanno disseccata. Jl tronco nella parte colpita annerisce nella corteccia prima, nel legno di poi, mentre che nei tralci si presentano deg'i spacchi che qualche volta sì ve- donv anche sul ceppo della vite. Dopo 4 0 5 anni la pianta muore, Le conclusioni adottate sono le seguenti: i. La malattia delle viti conosciuta sotto il nome di mal nero si manifesta col disseccamento graduale che incomincia dall'alto e scende al basso della pianta, con l'alterazione seguita dall' ange- rimento del legno e talvolta ‘con spacchi più o meno profondi sul ceppo. Su questo tema, del quale è relatore il Dott. Edoardo Oltavi, dopo viva discussione viene ap- provato quant» segue: « L'antracnosi (vaiolo, bolla) è causata esclu- sivamente dal funghetto microscopico chiamato Sphaceloma ampelinum De: Bary. L'umidità del- l’ ambiente favorisce lo sviluppo della malattia, che del resto attacca in modo variabile le diverse va- rietà dei vitigni. » Parlando dei rimedi I Ottavi dice sopra ogt.i altro migliore il solfato di ferro in soluzione. La soluzione si prepara sciogliendo 50 chilogrammi di vetriolo verde in un cttolitro d' acqua bollente e si adopera bagnando con essa soluzione ed a . CIS mezzo di un pennello o di un polverizzatore, il | 2- 1 ftt, finora conosciuti A E tronco e i tralci della vite. Meglio se il trattamento | PSTO NON AA ancora di determinarne con è ripetuto due volte: ai primi di febbraio ed ai | ©EPTOZza n e e GHE Sbimata primi di marzo. i di parassiti sia i che vegetali. i L’acido solforico in soluzione leggera e l' am- 3 SI favorita "ii ia sviluppo moniuro di rame, sarebbero stati trovati ugual- specialmente dalla eccessiva umidità e dai rapidi mente efficaci. Ma il relatore raccomanda il solfato | 2°bassamenti E. VSTRRCHA E Ar ) 4. Rimedii speciali per combattere il mal di ferro che ha dato sempre e per tutto buoni re- È È , È ETRE | nero nonsi conoscono finora; gioverà in ogni caso recidere il eeppo al più presto fino al seno, ri- Il tra'tamento di un ettaro di vigna costa, se- | | idità dal RITZ : ; : oasi | rere l' umiditi ?rreno ommi!nistrare condo le esperienze dell'Ottavi, L. 23,66. I ia Aere gi: ; alla pianta concimi minerali. Elack Rot. | x | Riarceiume delle radici. Di questo tema che concerne una malattia della vite che ha vivamente preoccupato quest’ anno E relatore il prof. Comes, di questo tema. Bre- l'agricoltore italiano, è relatore il prof. Penzig. i vemente dice il marciume essere un male comune Il Penzig dice la malattia del Black-Rot da | a molte altre piante e che gli antichi lo conosce- molto tempo conosciuta in America e che soltanto | vano col nome di pinguedine delle radici. Per essa da poco se ne è trovata la causa in un fungo mi- | i frutti cadoro acerbi e guasti e le piante qualche croscopico il Phoma uvicola, che attacca gli acini volta moiono di un tratto (Apoplessia linfatica). di preferenza, c su questi si manifesta allora una | Dalle radici cor una semplice pressione d-lle mani macchia circolare ben circoscritta, che va mano | SÌ distacca intieramente la corteccia. a mano ingrandendosi e prendendo un colore rosso Molti oratori, credono che aa delle CARE prin- livilo. Conseguenza: l'acino perd: la sua consi- cipali di questo marciume sieno i concimi organici, stenza, si altera notevolmente, ingrinzisce, dissecca | specie quelii di stalla mal decomposti e messi a infine. Soltanto eccez'onalmente attacca le foglie e | contatto diretto con le radici. o i tralci verdi. | Si approvano le seguenti conclusioni: Fin da qualche anno fa si eredette aver ritro- | 1 Il marciume delle radici non è una malat- vato il Black Rot in Toscana, ma poi ci si dovette | tia speciale della vite. Esso può essere cagionato ricredere di fronte allo studio che del male si fece, | da agenti diversi. Le cause che più frequentemente 3 Anche in questo anno fu messo a rumore il campo | producono tale alterazione nella vite sono: e annunziato ai quattro venti la comparsa in Italia | a) l'umidità stagnante de] terreno durante la del Black Rot: ma gli studi dell’eratore e quelli vegetazione ; : del professore Cuboni condussero a resultati nega- I b) la mancanza di aereazione del terreno; tivi, percui si conclule che: A c) lesioni prodotte dal gelo; JI casi di malattia degli acini trovati in Iialia e d) parassiti speciali: Rizomor fe ( Dematophera, considerati come il Black-Rot degli Americani, non Agaricus, ecc). È possono ancora essere identificati con ta'e malattia. AA pi 53, | _—Nella terza adunanza, si prese cognizione dei pa =. - mercece mezzi che valgono a rimuovere le cause prossime suindicate e segnatamente praticare un'adeguata fognatura - del terreno. È indispensabile la distru- zione delle parti guaste della pianta. Tm ERO = RI O O O a COMMISSIONE GOVERNATIVA per le malattie degli Animali ——t-0esg>*+__ Il i5 scorso aprile ha posto termine ai suoì lavori la Commissione per le malattie degli ani- mati, riunita presso il Ministero di agricoltura. Essa ha tenute tre adunanze, alle quali erano presenti i signori: Oreste, presidente, Baldassarre, | Bassi, Cocconi, Generali, Gotti, Griffini, Miraglia, ! Perroncito, Rivolta, Zanelli e Colucci, segretarzo. | | mente nell’ Emilia, e su altra malattia, non ben Nella prima adunanza, la Commissione la udito la relazione del professore Oreste, nella quale è esposto come gli studi e le ricerche fatte per combattere il dardone bufalino, abbiano condotto alla scoperta di un vaccino che si può adoperare come mezzo profilatt co ed ha dato avviso favo- revole al'a domanda fatta dallo stesso professore di nominare una Commissione, composta di agri- coltori e veterinari, la qua'e assista alle prove di vaccinazione e di controllo da farsi nella previneia di Salerno. Ha in seguito udito lè relazioni del professore sul Perroncito sulla immunità del cardonchio, e del professore Piana sull afla epizcotica e sulla zop- pina lombarda. I risol‘amenti ottenuti finora dalle ricerche e dagli studi fatti sugli argomenti stessi non pos- sono condurre ancora a conclusioni definitive; onde è che furono acco'ic le proposte dei relatori | di continuare gli studi e le ricerche intraprese. Nella secoada adunanza, fu udita la relazione del professore Gotti sul cardorchio sintomatico, î Ù O) + 3 Ì - È ò È e del professore Bassi su! aborto epizootico delle | che lo infestavano, cioò la febbre intermittente e- vacche. Anche per questi due argomenti dovranno continvarsi te ricerche nel correate anno. I direttori delle Scuole di veterinaria riferi- rono poscia sui risultati ottenuti dalle conferenze sulle forme carbonechiose tenute nell'anno passato | presso le Scuole s'esse, e la Commissione espresse | il voto, che tali conferenze abbiano a ripetersi non soltanto per vieppiù istruire i veterinari nella eonoscenza deile forme carbonchiose, ma ancora per offrire ale Scuole il mezzo di raccogliere le necessa.ie informazioni, per compilare un elenco delle località dove le malattie stesse si presentano. AULPE MI darbone | | | | | molto | ‘risultamenti ottenuti dalle inoculazioni carbon- chiose seguite nel Piemonte, nel Veneto, nell'Um- bria e nella Toscana. Dalle notizie raccolte risulta, che col concorso dell’ Amministrazione si vaccinarono più di 1000 capi tra bovini ed ovini con risultati soddisfa- centi. 11 maggior numero delle vaccinazioni ebbe luogo nella Venezia e nell' Umbria. La Commis- sione consigliò di prosegoire nella via intrapresa, Inoltre la Commissione presa in considerazione la dimanda di sussidio della Società agricola della Quadra di Gavardo per studiare |’ ematinuria. epîsnotica dei bovini, e stabilì che il programma delle ricerche nel corrente anno abbia a consi-- stere nel completare quelle già iniziate, come di sopra si è detto, e nello intraprendere lo stu- dio sul ma? rossino, che attacca i suini special- determinata, che in Toscana attacca gli ovini. Comunicazioni - Proposte - Domande Risposte In questa rubrica gli abbonati hanno ciritto ad dnsergioni” gratuite per ogni numero, per scambiarsi schiarimenti, infor-- mazioni, consigli, questioni da risolvere. ecc. Piante contro la malaria. Non è solo | Eu- calyotus che viene adoperato contro la malaria nel Bollettino, an.o 5, pag. 67, vedemmo indicate: diverse altre piante; ora poi sentiamo vantar- dal Dott. Nachtigal {l) la virtù d'una Hyarocharidea e precisamente dell’ Elodea cama— densìs Rich. (Anacharis alsimastrum). Si fa il consigliere di sanità Brandes in Hitza- cker it quale ebbe ad osservare per il primo che col comparire di codesta pianta acquatica nel suo paes:, sparirono tosto due malattie endemiche,. la dissenteria. Si è già eominciato a trasportare questa pianta | pella Posnan'a e nella Slesia, nonchè nell’ Africa meridionale e nell’ Anstralia. Vienna Let Notizie di Ornitologia Nebrodense. Il :7 aprile fu catturata nelle madonie e proprio nella loca- lità chiamata Puszu di Minnuonica (1800 m. sul livello del mare) una Ardetta minuta viva che si. | reggeva male in gambe tanto che fu presa con. le mani; era una femmina. (1) V. Uber Land. tl. Meer, 1£87 N. 29. Ac Pa ca de RARO RA ER clslicmenciccaenze gn dine Ordinariamente questo uccello si trova nei fiu- mi o pantano del piano, trovarsi a questa altezza ìndica che essendo uccello migratore, questo in- dividuo non potè proseguire il viaggio e. fu tale volte è stato trovato. Il 2 Maggio fu ucciso un Tringo?des hypoleucos Lin, maschio, nella fiumara di Castelbuono. Il 20 Aprile fu preso vivo un lufinus anglo- rim Tmm. maschio, in Cefa'ù in seguito di tem- pesta Il 20 Aprile furono vedute le prime quaglie | (Coturnia communis Bennt); da noi questi ne- celli arrivano in poca quantità, stanno poc) tempo | e vanno a stabilirsi nei monti dove si trovano in più quantità e vi nidificano. Nel febbraio del 1885 ne fu uccisa una in una prateria vic no il paese, era piccolina e magra. Il 22 aprile fu uccisa un Picus major Lin, |! femmina nel nostro bosco, dove trovasi tutto l’anno, ma in piccolissimo numero, da potersi dire raro. Il 18 aprile fu uccisa un Upuga epops iu una contrada prossima al mare; questa specie giunge fra noi nella seconda quindicina di marzo Il 26 aprile fu uccisa una Miliaria proyer dove,nidifichi; ritengo che sui nostri monti vi ni- difichi ma non posso ora precisarlo, vedrò di sa- pere da qualche villico se mai potesse darmi : qualche informazione al riguardo e non mancherò il motivo di trovarsi in quelle località, come altre | di tenerla informata di quanto potrà interessarla. DOMENICO PARODI Lessi nell’ ultimo numero di Entomologia: | questo giornale che il miglior mezzo di uccidere i grossi lepidotteri è il metterli nella benzina. Questo è al contrario un processo molto difettoso poichè la benzina lascia sempre delle traccie sulle ali e si rischia ancora di deteriorare gravemente | tutto il corpo specialmente quando questo è ri- coperto di lunghi peli, come in un gran numero di Chalinopteros. Ho sperimentati per mia parte, diversi me- todi e non ne ho trovato che uno che presenta un reale vantaggio senza alcun inconveniente, ed è : Si fa disciogliere 5 gr. di Cianuro di potassio in 25 gr. d’acqua e si aggiunta alla soluzione una quantità di gesso safficente per farne una pasta mez:a liquido. Si versa questa pasta in un vaso, ed essa non tarda ad indurirsi; si ricopre allora | con un leggero strato di cotone; vi si potrebbe Ml, maschio, le prime però furono vedute nella | seconda decade di marzo. Il 4 aprile fu veduto un Zanius auriculatus Mlir. Il 15 marzo fu veduto il Cuculus canorus Lin, questa specie arriva sempre nella seconda o terza decade di marzo. Il 26 aprile fu uccisa una femmina della Pyro- phialma melanocephala Gm. Castelbuono 10 maggio 1887. M. Morici MINÀ | poco costosa; di mettere della carta ma il cotone offre il vantag- gio di ritenere gli insetti e di impedirli il dibat- tersi. Questa maniera di preparare il Cianuro è pù q esta sostanza allo stato | puro é essenzialmente igrometrica e bisogna cam> Cyanecula lencocyanea. Preg. Sig. Direttore: | Il petto azzurro da me inviato!e (Vedi fascicolo scerso) non è quà cosi raro come lei crede; negli ann in cui il passo degli uccelli è abbon- ‘dante anco molti di questi uccelletti si ved:mo | | cana atricapil’a Lin o Balia nera, specie non rara nei cespugli di roveti sui cespugli dei pruni sal- vatici, nei vitigni, nelle piartate di piselli e di fave. sempre come ben lei dice in vicinanza del- l’acqua alla quale vanno sovente per bagnarvisi | «e beccarvi gli insetti; amano stare all'ombra sotto i gambi dei piselli e fuve nella terra sulla quale! camminano assai bene bechettando gli insetti che trovano sotto la pazina inferiore delle foglie di «questi legumi. Non sò d’ averne mai preso colla macchia rossa benche da più di 14 anni vada alla «caccia e nemmeno posso dirie niente riguardo al | | biarla sovente: al contrario così preparata dura almeno un anno e la sua azione è sempre pronta: qualche seconlo essendo sufficiente per asfissiare dei grossi lepidotteri. Montauban ETIENNE RABAUD Ornitologia. Prég. Sig. Parodi di Porto Ma- wrizio. Gli uccelli favoritimi e da lei uccisi costà sono: Il primo un maschio adulto di Budytes /lavus Cuv. o Cutti o anche Cutrettola gialla, abbastanza comune in parecchie località italiane; sarebbe in- teressante assicurarsi se n'difica in codesti din- torni. Il secondo è un masenio adulto di Muscz- in Italia, rarissima qui nel Senese. S. BROGI Botanica. Vorrei sapere se le piante secche di un erbario si conservano meglio in fogli di carta sugante 0 son colla e se è meglio adope- rare carta bianca o colorata, Parma NOTE BIBLIOGRAFICHE RECENTI PUBBLICAZION 1 L’ Amministrazione del Bollettino s’ incarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle altre, quando sia possibile, se ne permette gratuitamente la lettura. Due viaggi in Sardegna del Prof. G. vom. Rath. L' egregio 3ig.. Cav. Ulderigo Botti ha tra- dotto dal tedesco all’ italiano, questo lavoro del Prof. Rath che contiene importanti notizie fisiche naturali sull’ isola di Sardegna. La cultura dell’ olivo e la estrazione dell'olio. E il 4.0 volume dell’ Agraria pratica pubblicata dall’ Egregio Sig. Conte Napoleone Passerini, di- rettore della Scuola agraria di Scandicci. Contiene utilissimi ammaestramenti, sulla scelta, coltiva- zione, innesto, potatura, malattie ecc: dell'olivo, ed i più ampli dettagli sulla estrazione, manipo- lazione, couservazione, adulterazioni ecc:dell' olio. llustrato con molte figure costa L. 1,50. Norme pratiche per la raceolta delle olive: e la estrazione dell’ olio 3 sono del medesimo auto-' re Sig. Passerini. Sulla quantità di olio contenuto nelle olive delle più comuni varietà delle campagne fioren- tine. Anche questa è un' altra memoria favoritaci dal medesimo S gnore Conte Passerini. Primo saggio di un catalogo metodico degli Ortotteri sinora osservati in Sicilia per G. Riggio e T. F. Pajno. L' egregio Prof. Riggio ci ha fa- vorito questo opuscolo nel quale sono elencate ben 107 specie di Ottotteri Siciliani. Elenco dei doni pervenuti al museo civico di Revereto nel 1886. Pubblicazione fatta dalla dire- zione del detto museo. Con piacere vi abbiamo notato che la quasi totalità di coloro che hanno contribuito al progresso di questo museo del Trentino sono italiani. I pesci ed i molluschi fiuviatili della pro- vincia di Vicenza del Prof. Dott. Gio. Batta. 70- rossî. In questo interessante opascolo sono trat - tati i seguenti capitoli: Generalità. I pesci della provincia di Vicenza. Epoca nella quale vanno in frega le specie principali. Reti, ordigni utensili che si usano nella pesca. I molluschi fluviatili e lacustri cella provircia di Vicenza — L' opuscolo è illustrato con 37 figure. Società venito trentina di Scienze naturali. | L'ultimo volume degli atti di questa società, ‘ contiene: G. Capon: Saggio di Anatomia generale ed istolog ca del sistema o:seo — A. N. Derlese: Sopra un'nuovo genere di Pirenomiceti (Illustrato). — Berlese A. N. e Voglino P: Sopra un nuovo genere di Funghi sferopsidei (Tilustrato) — G. Ca- nestrini: Sopra un cranio scafvideo rinvenuto a S. Adriano (Illustrato). - ‘Le colombe. Il Barone Mercurino Sappa di: Torino distinto Colombicultore ha pubblicato pei tipi Risso un Capitolo in terza rima intitolato « Le Colombe >, vincendo non poche difficoltà per descrivere in vorsi vndlici razze di Piceioni domestici. Egli rammenta il Pavoncello, il Ron- done, il Turco, il Bagadese, il Tunisino, vattato, il Gozzuto, il Timpano, il Volteggiatore ed il Monaco. I versi hanno la semplicità, l’ armonia e la. dolcezza di un' Elegia di Properzio. Cito le prime quattro terzine, persuaso che il lettore s° invogli di leggere l’ intiero volumettto. Trizanino, il Vedi, se i campi ondeggiano maturi, Vedi, Preludrando ai brindisi futuri. se lieta la vendemmia abbonda De i° umil casolare in su la gronda Gonfiar tubando le Colombe il collo Versicolare al sol che le circonda; O, il dolce nido a far lieto e 'satollo, Adunarsi pei campi a la pastura Dopo l’ aratro che ’1terren fa sollo . Altre disseta il rio ne l’ onda pura Altre accoglie ne 'l grembo il ciel sereno Roteante la bianca ala secura. Il volume si vende al prezzo di L 1,00. G. C. 6. Leunis, Synopsis der Thierkunde, IIIa edizione- del tutto rifatta dal Prof. HulZert Ludwig. Sono due volumi; il primo di 1083 pag. con 955 inci- sioni uscì nell’ 83, il secondo di pag. ‘1231 con 1160 incisioni uscì nell’ autunno dell’ 86. Editrice. è la casa libraria Hahn in Annover. L’ opera costa. marchi 34. È una delle migliori zoologie moderne: e va pregiata specialmente per la chiarezza e pel me-- todo. Oltre !e numerose incisioni, è corredata di un' infinità di tabelle che sono proprio modelli nel loro genere e che servono immensamente nel determinare la specie d'un animale. Naturwissenschafbliche Runeschan, rivista set- tinianale che esce già da un anno e mezzo a. Bronswick presso F. i mento anruo cost marchi 10. | Questa rivista, | a giorno dei progressi più ‘importanti nel campo | vri- vastissmo delle scienze naturali, oltre a cc il Cra- Wieweg. e F. L' abbona- : necessaria ‘a chi vuol tenersi — osa ti ERRE, Le Boot SR Và Mo cala BARE pi is DIA ù obi ernia» TE2A To air eil rta FERMO rego: 2 fi E TIIDE- RAPE IIT Bi ASSE PETALI DT mi spondenze originali, dà un, grandissimo numero di recensioni sui migliori. lavori che escono in. tutti .i. paesi. Vengono annurziate sempre le nuove pabbl’cazioni in apposito supplemento, ed ‘ ogni mese si lia un catalogo delle medesime. pi E. Perrier. Les Explorations sous-marines {Paris, Hachette, costa lire 4). Opera raccoman- dabilissima per la quantità di csservazioni e no- . tizie nonche per le buonissime incisioni. — Parla specialmente dei viaggi del Yravaslleur e del Talisman, descrive gli appareceni di sondaggio 2 di pesca, etc. Il più interessante e il più esteso è Ìl cap. V. in cui sono trattati gli animali delle grandi profondità. (continua) Ri —— > NOTIZIARIO — corcnce> e Sollevamento delle coste di Finlandia. Da una relazione del sig. Venukoff si apprende che le' coste del mar Baltico subiscono un continuo sollevamento, tantochè in pochi anni (dal 1810 ad oggi) parecchie isole si sono trasformate.in un'isola sola, essendochè il fondo degli stretti che le separavano si è sol- levato divenendo anch' esso terra asciutta. Parcechi luoghi che servone attualmente di pascolo e di campo erano coperti di acqua solo alcuni anni fa. Le auto- rità della Finlandia hanno ora collocati diversi er- degni indicatori nelle località ancora sommerse, ma in sollevamento, onde studiare con la maggior pos- sibile precisione la rapidità di questo fenomeno geo- logico. Angora un’ altra malattia della vite. Una nuova malattia crittogamica del genere della Pero- nespora vitis. è stata scoperta e segnalata all’ acca- demia delle scienze di Parigi da M. Duchartre, la causa sarebbe un fungo nominato Coniethyriuwm. Ai collettori zoologici delle provincie di Arezzo, Firenze, Grosseto. Perugia e Siena raccomandiamo di prender parte allo speciale concorso, aperto dalla commissione ordinatrice del concorso agrario regio- nale che sarà tenuto in Niena nel prossimo agosto, nel quale, concorso speciale, saranno ammesse le collezioni di animali preparati e divisi in Arimali utili ed ani innti nocivi all’ agricoltura. Ne riparleremo nel prossi- mo fascicolo, mentre chi desiderasse subito maggiori dettagli può rivelgetsi alla commissione suddetta Viti salvatiehe. |. sistenza delle viti allo stato salvatico, dice In Rene geograph ipue, è stata con- statota a Kanemosth al confine del Rassai e del Gongo. L'uva che produce è nera tendente al viola- ceo ; i grappoli sono grandi ed oltrepassanò anche un chilog. di peso: il chicco è tonde e piccolo; di sa- pore simile alla nostra uva nera è però acidula e senza aroma. È probabile che mediante intelligenti colture si possa giungere ad ottenerne un prodotto molto migliore. La spedizione Stanley in soccorso di Emin Pascià e del capitano Casati. ( Sec. efricana d' Italia, Bol. dicemmo due parole nell’ ultimo numero del Bollet- III, IV). La spedizione di cui tino s' è imbarcata a Zanzibar sul piroscafo Madura e dopo aver girato il Capo di Buona Speranza è giunta il 18 marzo a Banana alla imboccatura del Congo : subite 1 indomani ha proseguito il viaggio rimontando il fiume. Ulteriori vapore, bordo Stanley e Tippo-Tip, è passato dinanzi a Boma notizie recano che il eon a senza fermarsi. Il Madura approdò alla città del Capo, ove si fermò qualche tempo, per imbarcare le munizioni da guerra necessarie alla spedizione che si reca a sal- vare Emin-Pascià ed il capitano Casati. Ciò che maggiormente impressionò tutte le persone che an- darono a bordo fu 1° aspetto malaticcio e cagionevole del celebre esploratore, ìl quale del resto nor ha perduto affatto della sua energia. Senza dubbio, lo stato cagionevole dello Stanley potrebbe produrre un po'di sfidueiosa appressione negli altri membri della spedizione. Fortunatamente questa circostanza sfavorevole è paralizzata dalla somma cura con cui furono scelte le altre persone che prendono parte alla spedizione. I nove europei che formane lo stato maggiore dello Stanley sono esploratori che vissero lunghi anni in Africa e che furono ammessi al servizio di Stanley soltanto dopo una rigorosa visita medica. Essi sono: il capitano Stairs, il medico Parke, il maggiore Barlett, il tenente Jefferson, i signori Jami- esson, Nelson Bonny ed i signori "Troup e Ingham che si trovavano già al Congo I negri arruolati sulla cesta orientale dell’ Africa formano essi pure una truppa eletta. ‘Tant'è vero che, alla partenza del Madure dal Capo, non uno mancò, quantunque la maggior parte di loro avesse ormai, come è d'uso, percepito quasi tutto il sala- rio asseguato per la durata della spedizione. Ill più importante di questi africani, compagni dello Stanley, è come già si è detto, il famoso Tippo-Tip che un altra volta aveva accompagnato l' illustre esploratore. Tippo-Tip non è il più piacevole compagno di viag» gio. Questo bel tipo conduce sempre seco 63 uomini, Her Bino sono i suoi pretoriani, c 35 concubine. Si tentò invano d'indurlo a lasciare a casà almeno lo donne, le quali nov avrebbero potuto sostenere il lungo viaggio a piedi, che, soltanto nell'andata, è di 1200 miglia. Tippo-Tip fu irremovibile ed intransigente, # 0 le donne con me, o voi senza di me. , E poichè non si potè altrimenti ottenere la co- operazione di Tippo-Tip, se non accordandogli le donne, sì dlovotte adaltarsi a fargli questa conces- sione. Del resto, si sa per esperienza che le «donne negre, anche cariche della loro prole, seguono pure a qualclre distanza le truppe, [e quali, come è noto, si muovono lentamente. Oltre alle persone nominate, il corpo di spedi- zione è composto di 60 sudanesi, 13 somali da Aden e 623 sanzibarini. I primi sono veri giganti del Sudan. A loro nel viaggio per mare fu affidata la di- sciplina a bordo; poi formeranno il corpo principale, seuì sarà affidata la tutela della carovana. Porteranno pesi di 60 libbre al più, il loro Remington 0 Win- ehester a ripetizione e le coperte, di cui, cnme assi curano gli ufficiali, potranno fare a meno, dopo po- chi giorni di marcia. Invece, i zanzibarini, che sono di piccola statura e di carattere meno . energico, porteranno i dodici pezzi del bastineento in acciaio lungo 28 piedi, che lo Stanley fece venire dall’ Inghilterra e che gli ser- virà per la navigazione sugli aftluenti del Congo. ON stessi zanzibarini porteranno i due cannoni, da munizione da guerra per Emin Pascià e, in fine, le provvigioni più indispensabili per i primi giorni. Così la colonna sarà composta di oltre 709 uo- minì, di cui 10 bianchi, e 55 donne. A Zanzibar ven- mero pure imbarcati 21 muli che dovranno portare provvigioni. È molto dubbio però se la mosca Zezè lascerà vivere queste povere bestie. Poi lo Stanley fece comperare nella baia della Tavola tutti i cani che potè trovare, i quali, durante la notte, sorve- «glieranno I accampamente della colonna. Lo Stanley spera di compier la sua missione in 18 mesi. Pare eziandio ch’ egli, contrariamente al parere dell’ esploratore Junker, non voglia ritornare ‘alla costa orientale dell’Africa attraverso 1 Uganda «ed il lago Victoria-Nyanza. Ed ora quale via prenderà la spedizione per ar- rivare a Uadelai? Stanley stesso non ha ancora de- «eiso, Da informazioni poi giunte da varie fonti sembra ‘che tanto Emin Pascià quan'o Casati siano sem- pre a Uadelai in bnona salute e non in condizioni ‘tanto eritiche come si aveva ragione «di temere che «sì trovassero. Si vuole però che un tentativo di vi, pa - meet pere = Emin Pascià di aprirsi nna via verso la costa, at- traverso l' Uganda, sia fallito. Ino!tre nn recente telegramma da Zanzibar dice che i messaggeri spediti dai consoli inglese ed ita- liano a Zanzibar ed incaricati di portare aiuti ad Emin Pascià e Casati, partendo dalla costa orienta- le dell’ Africa, non poterono proseguire il viaggio perchè trattenuti dal re dell’ Uniamniembe. La più grande stalla del mondo, appartiene all Union Company di Omaha negli Stati Uniti, che ha impiegati 15 milioni di lire nell'allevamento ed ingrasso bestiami bovini. La stalla occupa una superficie di due ettari è ad un sol piano e contiene 3750 bovini ognuno se- parato in apposito recinto. Queste 3750 poste sono situate in due file che hanno un corritoio sul da- vanti per il pascolo ed une sul di dietro per il le- Tanto la distribuzione del pascolo, che Ja pulizia, si fanno per mezzo di macchine a vapore e tame. così un solo uomo basta per il servizio e la guardia di 200 animali. La società possiede più di 80,000 bovini ed esten- sissimi pascoli. Commission! centrali. Con R. decreto 20 marzo p. p. è istituita presso il Ministero di agricoltura una Commissione di viticultura e di enologia con lo scopo: Di richiamare I attenzione del governo di ‘ tutto ciò che si referisee alla viticeltura ed alla eno- logia ; condurre a termine i lavori dell’ ampelografia italiana; dare il suo parere sui programmi di con- corsi, esposizioni ecc. e sopra ogni altro provvedi mento inteso a promuovere la coltara della vite, la produzione, il miglioramento ed il commercio dei vini. Con il medesimo decreto fu pure istituita una Commissione zootecnica la quale deve dare il suo avviso : Sui provvedimenti relativi ai depositi gover- nativi di animali ed alle stazioni di monta tavrina, ovina, e suina; sulle razze degli animali per la ri- monta dei depositi stessi; sulla compilazione ece. dei libri genealogici: sui provvedimenti da prendersi onde conseguire il miglioramento della zootecnia italiana. Con Commissione per le malattie degli animali dome- decreto 24 marzo p. p. fu istituita altra stici viali che deve dare il suo parere sugli studi e ricerche da farsi sulle malattie epizootiche e con- tagiose, e sul modo di diffondere l’ ammaestramenti e consigli sulle misure profilattiche più indicate. Scuola femminile per le industrie agrarie. A Cesena, due egregie signore con lodevolissima ini- ziativa stanno per aprire una scuola femminile per l'insegnamento dell’ industrie agrarie. RR LE \ x Pa , -“ Sit car ale ta AT »; Si Posti vacanti: Prof. di matematiche, agrimen- sura, costruzioni e disegno nella R. scuola di viti- cultura e di enologia di Avellino. Stipendio L. 2000. Scade il 30 giugno. Prof. di scienze naturali e matematiche nel gin- nasio di S. Severino (Catanzaro). Prof. di scienze fisiche e naturali nel ginnasio e scuola tecnica di Gallipoli (Lecce). Stipendio L. 600. Scade il 31 agosto. Veterinario a Carmignano (Firenze) L. 400. Scade 20 maggio. Veterinario a Lauiarella (Milano) L. 500 nette. Scade 15 maggio. Veterinario a Acqua Sparta (Umbria) L. 1100 nette. Scade 15 maggio. Veterinario a Palestro (Pavia) L. 500. Scade 30 giugno. «Concorsi agrari, Il ministero di agricoltura ha stabilito che nel 1889 vengono effettuati tre concorsi fra le aziende agrarie nelle provincie di Treviso, Massa Carrara e Salerno. Esposizioni. Il 1° agosto 1888 si aprirà in Mel- bourne una esposizione internazionale. iii occasione del. XIX congresso degli alpinisti | italini, sarà tenuta in Vicenza dal 15 agosto al 15 | settembre p. v. una esposizione regionale di prodotti del'e piccole industrie di montagna. Una esposizione d° insetti sì terrà a Parigi dal | .20 agosto alla fine di settembre p. v. a 1° Orangerie des Tuileries. RICHIESTE, OFFERTE I. DORANDI Bi CANRBI (Gratis per gli abbonati) Quando non v’ è speciale indirizzo rivolgersi all’ ammini- strazione del Bollettino. Pagamenti anticipati. 36 Si offre Belgrandia Bonelliana De Stefa- ni, mollusco vivente per la prima trovato dal Indirizzi utili per gli Abbonati. ‘sottoseritto, in cambio di altri molluschi spezial- men‘e del genere Helix. Dirigersi a Sigismondo Brogi - Siena. 37 Si cercano pipistrelli conservati in Alcool, determinati o no, tanto esotici che nostrali e si: offrono in cambio altre specie di chirotteri ed al- tri ogget!i. Dirigere offerte a Senna Via Pietro: i Carpanelli 2 Pavia. 38 Si desidera entrare in corrispondenza con | qualche cultore di Briologia, offrendo in pari tem- | po ìl cambio delle specie più rare di Muschi del Cantone Ticino. Dirigersi a G. Lucio Mari-Bib- bliotecario nel Liceo cantonale in Lugano. 39 On offre 4 vendre une splendide collection: d' ceufs d’ oiseaux d° Europe, tous soigneusement. préparés et etiquettés. Collection de création re- cente, 8000 exmplaires rappresentant 48) espèces. Catalogue 4 disposition. S’ adresser a M. Lou?s NicouiA, 19 rue de la Paix, Chaux de Fonds (Suisse ). 40 Si offrono uccelli mosca in cambio di mine- rali od altri oggetti di storia naturale. . 41 Si fa ricerca di Rapaci notturni, Gufi, Allochi, Barbagianni ecc. Si comprano e si accet- | tano per cambi. x 42 Si fa ricerca di Attinie tanto determinate che no. Si accettano in cambio o contro pagamento. 43 S? desidera fare acquisto di una coppia colombi maschio e femmina veri Pollonesi oppure Turchetti dell'età dai 7 od 8 mesi ai 2 anni al massimo. Dirigere offerte con prezzo e tutti i det- tagli a facilitarne l'acquisto. Costo dell’ inserzione L. 1,00 per ogni avviso di non più che 4 versi. (Gli abbonamenti ai giornali sotto notati si ricevono anche presso l’agenzia di questo Boliettino). (Seguito ai gia pubblicati) Il Bacologoltaliano merciale di bachicol- tara ed industrie afBini, diretto dal Pref. Vincenzo Sini. Esce tutte le do: eniche li Casale onferrato e costa L. S all'auno e L. 4, 99 per 6 mesi. e sescle, diretto daltot Vulenzno Lisi. Pedagsozia rella RR. scuola normale di Frescia. Si pubb!ica due vo te al mese ce costa L. 5 all'anno e L 3 per sema:tre. $ Giornale tecnico-com- | Prof. di | | 381 - Siena 1887, STAB. Tip. CARLO NAVA. ili i f fondato nel Stabilimento di orticoltura issodiretto da Angelo Pevilacqna orticoltore in Belgirate (Lago maggiore). Il catalogo e prezzo corrente speciale s'invia gratis a chi ne fa donanla. Prezzi mo- | dera'issimi. La Vedetta Lombarda fuale Perde 2) "n 3) eo] Gi Direttore responsabile. dra _® (o 6 i Egr COLLETTORE, Abbonamento per tutti i paesi dell’ Unione postale, L. 3 all'anno. RES POE NSAOZONIA \RGNDIONITEIA REV CANINI NANI Xe N FICALBI Dott. EUGENIO. SID ZZSSEI Ba Geneva a Haiderabad del Dekan Alcune note sopra una breve gita di andata e ritorno. ( Continuazione: Vedi n.i antecedenti.) Merita di esser visitato a Bombay il Victoria ASS DEL 1 NATURALISTA — PERIODICO NANNINI VA NA NANNINI NI | diti della dlack towon, e fino mi facevo condurre Gard:n; tra altre cose, quivi trovasi una mena- | gerie con molti mammiferi, uccelli, e rettili pri- gionieri, che stanno a dare un'idea dei loro fra- | telli liberamente viventi in India; possono veder- visi bel'e Tigri indiane, Pantere, Iene, Sciacalli, - Antilopi, Scimmie, fra le quali qualche Ilobate; vi sono varie specie di uccellij dei Pitoni ed anche dei Cobra (Naia tripudians), i quali ultimi rap- | Bombay, una delle città più bersagliate dai mon- | presentano uno dei serpenti più velenosi e più | _ omicidi, che si conoscano. Per quanto questa me- nagerie non sia paragonabile al Giardino zoolo- gico di Calcutta, del quale conservo sempre viva la memoria, pur non ostante consiglio al viaggia- | non vedere quello di Bombay ; tore di farvi una visita: e mediti bene sulle Tigri. e sui Cobra, animali che allo stato di libertà uc- | cidono, secondo le statistiche, pressochè diecimila Indiani all’ anno. Desideravo vedere l' Ospedale degli animali o Pnjrà Pot, che meglio che Ospedale potrebbe | dirsi ricovero di mendicità, ma rimasi disilluso ; di bello non v'è che il giardino; in quanto al ‘ resto, avete là una raccolta di animali infermi, non în cura, come potrebbe essere in uno ospedale zooiatrico, ma în pensione; ed è la carità indù, che spinta da un falso sentimento religioso, spende — buone rupie per mantenere quelle carogne viventi. | Mentre in generale i° Europeo stabilito a Bom- 55 va in carrozza per un nonnulla, e considera vile. cosa girare non dirò a piedi, È tramcay, io, ‘ridendomela di simili stoltezze, an- | Indiani di Bombay, sfidava il fango colle sus si È : gambe nude, e mi faceva continuamente girare. sua merce vi capie, e il compratore contratta di ma anche in. | sare ; È che a costo di far brave suda'e, me la girovagavo ‘ con le mie gambe non Miro sempre, ma certo | se | mensioni, anche ricamati in argento ed oro, pan- . le seterie sono interessanti, e oltre la seta chi s3 i 4 MENSILE e — ee —-————_ — X\ANSDINANANCANIERO nell’ interno di qualche casa, per vedere come alloggia quella gente. Ed a dir vero mi convin- cevo esser essa di facile contentatura, poichè una stanza e pochi letti di stuoia servono di luogo di. do riposo a una intiera famiglia, e magari a qualche — i ospite. In Bombay sono molte linee di ramzw0ays, co- modissime; quando uno ha fatto pratica dei luo- ghi, può valersene con grande profitto di tempo — e di sudore. Per colui che desidera girovagare per Bombay esistono due grandi tormenti, cioè 0 un fango, che sporca fino alla cintola, o un pol s verone, che acceca; poichè le vie di quella città, non v'è bisogno di dirlo, sono tutte sterrate, e in. "é pi Pr soni, ìl vento o la pioggia sono all’ ordine del giorno. Quando nell’ India di Mantegazza ho letto le diatribe contro il fango di Calcutta e di Madras, mi sono dimandato se Mantegazza dormiva, per io sono stato quasi un mese a Calcutta, e circa a polverone e a fango ho visto che non ve n’ è di più che a Bombay. La mia guida, come la maggior parte degli Esaminavo le varie botteghe, delle quali molte sono non al pari di terra, ma a mezz’ uomo, @ così piccole, che appena il proprietario con la fuori. Il bazar, luogo coperto con grandi ed ine- leganti tettoie, ha tutte botteghe così fatte. In Bombay possono acquistarsi vari articoli | dell'India, della China, del Cascemir, del Tibet; nese, trovansi stoffe «di seta indiana, a vivi colori, | che le Indiane usano per il loro abbigliamento, ma che le nostre siznore non oserebbero indos- esistono, però, delle stoffe indiane di seta e cotone, servibili anche per abiti da europea; — trovansi scialli del Cascemir, tappeti di varie di- tofole, cuscini. ta: es sono Dn nese che. possono trovarsi oggetti interessantissimi, pret- tamente indiani, come gioielli d° oro, perle e un- ghie di tigre elegantemente e peculiarmente ri- legati in oro, scatole a sorpresa, vasi metallici cesellati ; e tante altre cose. si abbia per abitu- dine di far dello riduzioni favolose, nel prezzo dimandato dal mercante. La mia guida mi conduceva sovente al luogo ove i nativi bruciano i loro morti. È un recinto con rozze are, ove, sopra a una catasta di legna, si incenerisce il cadavere. Il modo più primitivo di bruciare i morti l' ho visto a Calcutta: là in un recinto chiamato Badoo-Nimtolla, destinato alle classi medie, sono in rasa terra delle piccole fosse, che si riempiono di legna e sopra vi si pone il morto; sovente esso è più lungo del rogo, ed allora gli si piegano i ginocchi, e si dà fuoco. L'abbruciamento si fa lentamente, ed il fumo ap- pesta i circostantì; ho visto un cane, sotto gli occhi stessi degli Indiani, forse dei parenti, pren- dere un piede mezzo abbrustolito e roderlo senza disturbo! Le ceneri e ì pezzi carbonizzati dei ca- daveri si gettano nel sacro Gange, lì presso. E Mantegazza dice che il modo indiano di bruciare ì morti è più poetico della nostra cremazione! Dimandai alla mia guida se si sarebbe fatto abbruciare, dopo morte. Mi disse di no. Per quanto seguace della religione di Brama, egli apparte- neva alla divisione dei s?vazs!7, che interrano j — loro morti, mentre i vichnuvisti li abbruciano. Ho detto che i Parsi rappresentano un nucleo | caratteristico della popolazione di Bombay, ed è vero; essi sono attivi, intelligenti, quasi tutti dediti al commercio; tra essi si può dire che non si trova un mendicante, o tra le donne una, che si dia el pubblico meretricio, segni questi di be- nessere e di un certo grado almeno di civiltà. Mentre i Parsi sono coll Europeo affabili, acces- sibili, cortesi, formano però, in ciò che concerne usi di vita e religione, un gruppo molto serrato alle influenze esterne ; tra loro vivono, pregano banchettano, fanno i maritaggi e i funerali; quan- do ho le*to nell’ India di Mantegazza che fanciulle inglesi si maritano coi Parsi, ho ritenuto ciò per inverosimile, e chi vive in Bombay me lo ha ne- gato. Come ho dovuto convincermi non esistere la tanto da Mantegazza decantata bellezza della donna parsi. — Attaccatissimi sono i Parsi alle loro pratiche ed usanze religiose: seguono le dot . trine di Zorcastro, adorano il fuoco, gli elementi, e venerano la vacca. Non seppelliscono nè bru- ciano i loro morti, ma li espongono alla voracità degli uccelli di carogna, e li lascian da essi divo- ha effetto. in certi ‘edifiti apeciali,: torri del silenzio, e che vengo ad accennare. In una altura situata nel più bel punto dei dintorni di Bombay, a Mazabar-H:ll, ové son0 an- che il più gran numero delle abitaz oni europsa, trovasi un giardino, cni si asceode per un viale a gradinate, e che è il luogo destinato all'ultima fine deì Parsi; la porta è guardata da un vecchio biancorestito e su essa è seritto cho solo ai Parsi è concedato | insresso in quel luogo; ma real mente però, ottenento il permesso, i forestieri possono rccarvisi. Entrati, sì resta sorpresi dal- l'amenità del luogo, pieno di fiori e di verzara, e dal quale godesi un panorama stupendo, perché mentre da una parte scorgersi tutta Bombay, dal- l'altra vedesi il mare, cui la collina è a ridosso. Osservavo queste be lezze, quando il Parsi bianso- vestito ci inoltrò ancora; a'lora in mezzo al verde dei boschetti, in tante radure, potei vedere ein- que piccoli edifizi in muratura, distanti tra loro, rassomiglianti a delle torri, che fossero state ta- gliate a sei o sette metri sopra a terra; questi elifizi’, bassi, ciliadrici, sono le torri de? silenzio; non hanno tutte lo stesso diametro, e la più gran- de ha un circuito di circa 90 metri. Queste torri sono conformate in modo spec ale: terminano in una piattaforma, in una terrazza, guarnita intorno da un parapetto alto più di un me'ro, e che im- pedisce che la piattaforma possa vedersi dal di fuori; in mezzo poi a questa piattaforma è un vano, che mette in un pozzo, il quale, perforata la torre, si sprofonla nel terreno; una picco:a porticina e pochi gradini portano sulla terrazza. Come si ve- de, l'architettnra è semplice. Alla prima occhiata da‘a alle tor.i del silenzio, impressiona una cosà : sui bordi di ciascuna di e-se, ossia sul parapetto, che circonda la p attaforma, in cui la torre ter- mina, vedonsi dei corpi scuri, immbbili, quasi fossero i merli ;* meglio osservati, scorgesi esse- re degli enormi uccelli, che, come tacchini appol- laiati, dormoro il sonno dell’ accidioso; sono grossi gli imp'egati, si potrebbe dire, dell'exe- cuzione funebre; e fanno nausea; votando. gli occhi, sui cocchi, svi palmizi. sui tamarinli dei. boschetti vedonsene altri e altri, appolla'ati ed inerti, intenti a far le loro sozze digestioni. — Ma ecco che dal bas:o della grandinata del giar- dino si affaccia un corteo funebre; i corvi del vicinato lo annunziano con grande ghiacchiare. Allora quei torpidi avvoltoi, che. sembrava dor- missero, si scuotono, si stirano e uno. dopo. l'al- tro tutti levansi a volo e cominciano in u le avvoltoi, Ae RIO 5 ‘ a - alle torri. Essi ‘attendono l' esca, e, nei maestosi giri, spiano in quale delle torri del silenzio sarà deposto il morto. Giunto il corteo al giardino, | parenti e ‘gi amici si ritirano nel tempio attiguo a salmodiare, e i sacerdoti-becchini preso il ca- davere con le mani inguantate (perchè è conside- rato impuro) per Ja porticina lo introducono nudo nella torre e lo depongono supino nella p'atta- forma. Non si sono appena i sacerdoti allontanati. ed han richiuso la porticina, che il nuvolo degli avvoltoi sì precipita sulla torre addirittura come una piogzia di sassi, e in un modo così violento, che fa impressione. Allora comincia, tra le zuffe degli uccellacci, lo sbranamento, e in men d'un ora tutto è finito, e i satolli avvoltoi vedonsi ap- pollaiarsi sugli orli della torre e sugli alberi vi- cini. I sacerdoti avvisano allora i parenti e gli amici, e tutti se ne vanno. Le ossa scarnificate vengono dai sacerdoti con lunghi uncini gettati nel pozzo centrale della torre del silenzio. Ho detto che le torri sono cinque, ma le due più grandi sole sono di solito usa‘e; tuttavia il Parsi | può prima di morire scegliere quella, in cui de- sidera esser divorato. Ripensando che la popola- zione parsi di Bombay arriva a 70 mila anime, si comprende facilmente che più volte al giorno, gli uccelli han da lavorars. Questo sconciò modo di trattare i morti aliena ai Parsi di Bombay molte delle simpatie del- l'uomo civile. Diamo una. occhiata ai rapporti che passano tra gli Indiani e i pochi Europei stabiliti in India. — Comincerò per dire che ufficialmente, ossia dal governo anglo-indiano e dai suoi fan- zionarii più altolocati, l' indigeno è ben trattato: ogui carriera gli è aperta, ogni violenza contro ‘di esso è punita, egli è trattato, insomma, come l’europeo. A questo umano, giusto ed anche li- berale procedere ufficiale, fa triste contrasto il ‘contegno privato degli Europei, che là risiedono. All Indiano si dà, quasi dispregiativo, il nome — di mativo, e tutto ciò che sa di nativo, è con- siderato come basso. Ed è questo il curioso, che ì più schifi'tosi, i più rigidi contro il nativo non sono i dotti, nè i grandi personaggi, che visitano o si trattengono in India, ma specialmente quella falange di Europei, che cuopre gli uffici subordi- nati, come i bassi impiegati, i militari, i marinari, Cuiliro' che i là per scopi Coramabreiali Castoro si danno Ud pe; f y Y a una Affitta: di dit ‘sopra lecchî sono cose di tutti momenti : che per avventura possa avere, anche superiori ai | _——° ‘un invito ad una festa data da un principe in- CRI europeo il fare del gran genlleman e i salame- basti dire che gibus, coda di rondine, cravatta bianca sono al- | P l'ordine del giorno ; si capisce come simili esseri puro-sangue non degnino il nativo. E più uno fu una nullità in Europa, più lè dassi aria e sdegna il vile uomo di colore, senza curarsi dei meriti di lui, Per una cosa sola è buono il nativo, per «9 imprestar danari; ed è bane che si sappia che — molti: Europei mercanteggiano con danari impre- i stati dai nativi ; ciò dimostra, ne convengo, la poca iniziativa ed attività dell’ Indiano, ma dimostra al- tresì l’ingratitudine dell’ europeo. Lo scrupolo che hanno i mercadanti europei stabiliti in India di conservarsi puri è enorme: farsi vedere a spasso con un nativo sarebbe disonore; invitarlo o andar || (| con esso a pranzo, onta; trattarlo da amico sa- | rebbe una umiliazione. Non si cammina a piedi, — — perchè a ‘piedi vanno i nativi o i nwZatenenti ; il vero gentleman deve aver sempre la carrozza a portata di mano. Andare in tramway (cosa tanto comoda!) è vile, perchè si è in contatto coi na- : tivi. In ferrovia il gentleman deve andare in pri- Sf ma classe, perchè nelle altre trovansi i nativi. i L'ammissione di un nativo, anche principe, nei n è clubs europei è impossibile. Per mostrare quanto in certi europei sia spinta questa stolta boria, riferirò per terminare, un casetto, al quale mi sono trovato presente. A Calcutta potei ottenere La ut e L'AET pò eroi Pi RD diano, che ha l' abitazione poco lungi dalla città: 73 vi andai, ed era della comitiva un commesso di | ii una casa di commercio, un italiano; quando al- gio l'aprirsi delle danze delle daiadere, il padrone di È | casa venne a salutarci, mentre io ed altri rispon- È devamo, come di dovere, al suo saluto, quel no- bile commesso non lo guardò neppure, nè tolsesi il cappello; ed avendogli io fatto osservare che | — ritenevo il galateo come istituzione mondiale, mi , È rispose che mai il bianco deve rendere il saluto. al nativo. * R° Così si semina un odio, che un dì o I° altro” - 5 esploderà certamente tremendo. RIA IA Interessanti sono le visite al grande mercato. i dei generi alimentari in Bombay; trovasi tutto È disposto in bell’ ordine, vedonsi i venditori assisi. sui banchi in mezzo alla merce, e possono acqui- starsi i più deliziosi frutti tropicali, come i man- gostani, le banane, i manlarini e le varie sorta + di aranci, i datteri, gli ananassi, e via dicendo. | di; . In questo mercato l’ amatore di Storia nati / ME può far provvista. faniimiento di direte ani «3 3 mali vivi, qualcuno dei quali voglio accennare. E | prima di tutto mi sia permesso di dire che in. India si sta pessimamen'e a ciò che dicesi Mer- cante di oggetti di Storia naturale, e quei pochi che si dàn tal nome sono venditori o di pessime pelli, specie di uccello, o di uccelli vivi, 0 di con- | chiglie, o di sciocchezze insignificanti. — Gli ani- mali viventi e prigionieri, che gli amatori po3- sono acquistare nel mercato di Bombay sono prin- cipalmente quelli, che vengo ad accennare. Tra i Mammiferi, le Scimmie danno subito in occhio, ed è da sapersi che soltanto nei centri più eivìli deli India, come le città marittime, è . facile comprarle, perchè questi animali sono dagli pa Indiani di religione non musulmana venerati come sì sacri, e quindi non mai catturati dai veri fedeli. Sono mani profane quelle che vendono queste sa- | ere ereature, e l' uomo religioso vede con dolore tanta empietà. — Trovansi a Bombay facilmente le Scimmie che accenno: Il Macaco comune, detto dagli Indiani Munga (Macacus sinicus), è una scimmia che si può comprare facilmente e costa | da 4 a 8 lire italiane (da 2 a 4 rupie, valendo la rupia circa 2 lire): è una scimmia che si fa col crescere molto mordace ; oltre il Munga, tro- | vasi anche qualche altra specie di Macaco, come À ìl Reso o Bhunder degli Indiani. L° Entello o Morbur dei Maratti (Semnopithecus entellus) può anch' esso essere esposto in vendita, ed è una ì bella Scimmia, ma anch' essa ha momenti di cat- tivo umere: costa 10 a 15 lire; questa Scimmia è una delle più sacre ilell’India, e come tale real- mente in certi siti adorata, e fuori dei centri più inciviliti sarebbe imprudenza toccarla. A Calcutta | ho visto in vendita un Y/obate. — Altri Mammiferi | viventi che possono trovarsi, sono quei grossi pi- pistrelli, del genere Pteropus, che si ciban di frutta, e dei quali ognuno non costa più di due lire italiane. Spesso è in vendita lo Scozatrolo gi- & gante ( Sciurus o Funambulus mamimus ) al prezzo di circa 3 o 4 franchi; è bello, ma tremen- damente mordace. Trovansi da comprare anclie Sceacalli, Iene, Antilopî e qualche volta quel bel- È lissimo felino, che è il Ghepardo o Testa ( Cynai- È turus jubatus), col quale gli Indiani fan la caccia «_‘. delle Antilopi: esso costa vna sessantina di lire sE 0 più. Ma si capisce che il Ghepardo, gli Sc'a- a — calli, le Iene, le Antilopi sono animali poco ma- | neggevoli e poco comodi a trasportarsì. — Fra | «gli uccelli, i Pappagalli tengono ìl primo posto : | il Palaeornis torquatus, il Palaeornis Alewandri . | ’’costan poco, l a 5 0 6 lire, secondo la dimesti- chezza ; sempre tra i panroggliabti: può trovar- ‘ VIS. oa ri de "i lag costa non meno di 8 lire italiane. A RonDati Sei Sa trovansi anche molti Pappagalli delle isole del- “Li l’ Arcipela jo indiano, quali, per esempio, i Caca- toa. Trovansi comuni gli wecelli delle risaie; biz- zarramente detti dai nostri marinai calafati (Pat- da oryziwora) e costano un paio di lire la dez- zina; anche quei piccolissimi e graziosi uccellini, — |: che vanno col nome di dengalini sono comunissi- mi e non costano. più di due lire per dozzina. Sempre tra gli uccelli, ho visto in vendita quel piccolissimo rapace, quel bel falchettino, che è 3 il Muti (Hierax coerulescens), grosso circa quanto una allolola e di aspetto graziosissimo. — Tra ì rettili, non è difficile poter acquistar dei Pitoni, serpenti, che per quanto. non velenosi, possono mordere pericolosamente: i Pitoni indiani (Python molurus) possono arrivare alla lunghezza di: 8 | metri. Gli @ncantatori di serpenti vendono i cobra, | ma solo ìl Naturalista può prendere interessa- mento e acquistare questo terribile rettile. | degli uomini si posò sempre con grande compia- e. | tutto umano, che l° Ellade incarna nel concetto di i Venere, chiedeva: un simbolo d' E vi. IATAEAI AA e 2 N Uccelli nella Legge nda e nellia Storia _— cesso , È fatto ormai riconosciuto che l'attenzione cenza su queste interessanti quanto leggiadre 0/0 creature. Pet quanto i Popoli e le Civiltà si av- vicendassero, nel corso dei secoli, gli ‘uccelli ne formarono i simboli più eloquenti. Noi li vediamo nel Delubro dei Numi, sui Sarcofagi e gli Obe. lischi, sui vessilli degh Imperi, sul manipolo delle Legioni, nel Mito delle Genti, e financo nel Ten- pio di Cristo. Sulle monumentali pietre dei Fa- raoni vedesi ripetuta la figura dell’ Ibis; I° Avvol- i toio si vede ancora sulle muliebri acconciata- re egizie, el O.o-rappresentavasi colla testa di sparviero. Tra le deità dell' Olimpo, il pavone è sacro e Giunone, e infatti quale più splendido È: ucce lo avrebbe potuto stare accanto a quel- a l' altera belle.za? E presso alla severa maestà di Giove non vi par'egli che, al di sopra dei fal- mini, s° innalzi sublime l' occhio grifagno del- sà l'aquila? Ed allorchè quel mistico sentimento, religioso senza ‘apporvi sii A PA Coi ‘ x o e mirab mente Mio ala no o dal pensiero, | ed accanto alle fidiache SARA Ma Ledk s' allunga flessuoso ed elegante il collo bianchissimo del cigno, mentre sulla rupe caucasea, è' grande, nell’ orribile, | Avvoltoio ac- canto a Prometeo. Ma portiamoci a concetti più umani, non sono rari nella Storia grandi avveni- menti a cui la memoria di un qualche uccello non vada connessa, l’ Avvoltoio di Prometeo mi ricorda che gli Avvoltoi che passavano sull’ Aven- tino, diedero il responso ai due Gemelli, pria che sorgessero le mura Romulei. In up duello tra Marco Valerio ed uno straniero, un corvo si posò sull’ elmo di questo e colle ali lo bendò in modo, che fa facile al Romano lo veciderlo. Colui chia c mossì, in seguito, M. Valerio Corvo. — Mentre i ‘barbari erano per assaltare il Campidoglio, la Rocca fa salva per lo schiamazzare delle oche riposte nel vicin tempio. — Le grù vendicarono l'assassinio d’ Ib'co (4) ed un corvo che salutava | Cesare, passò. alla posterità. — Il Cristianesimo vi figurò la Sapienza rogolatrice delle cose in forma di Colomba. circondata d' aureola, e nel- DE amore del Pellicano pei figli fu simboleggiata E Eucaristja. L'uomo trovò negli uccelli le più adatte ma- nifestazioni. La bellezza altera, la grandezza ee reale, l'amore, la tenerezza, la gloria, tutto vi fu rappresentato e persino il dolore, questo torvo compagno dell’ umanità, trovò ancora il suo sim- bolo nelle civette c nei gufi, |’ momo vi sentì il singulto del pianto nel lagno notturno delle pri- me, e gli parve leggere la malinconia e la tetrag- gine ‘nell’aspetto aì secondi. — Roma per ben due volte, ebbe a subire le lustrazioni. 509 la comparsa del gufo reale. Lo studio degli uccelli rivela orizzonti stermi- = nati al Naturalista, e non vi è alcuino che metta in dubbio l’ utilità di questo importante ramo nella Scienza. Gli ornitologi studiano gli uccelli quali agenti utili o dannosi ai prodotti naturali di un territorio, altri cerca negli wecelli |’ inli- zio delle condizioni fisiche e climatologiche di una | tegiore, tutto questo interessa e spinge l’ uomo a proficvi studì, ma talvoltà accanto alla severità | scientifica. ci sia dato riposare lo Spirito in curio- i sità che ci. rivelano le impressioni dei Padri, i i ‘costumi DI dit eroici, e tutta Sa serie di frase efficace per la mente. RA, ‘a varcare il mare; indi continuano il loro camm | verso Li Africa, DESIO SR le isole del Gi lio, memonra dns Tilt parla al cuore ha pure una nE Il Linguaggio dell’ Umanità non è soltanto per di n gli Scenziati, ma la sua parola è universale. ‘ Reggio Calabria 15 Maggio 1887. o GIUSEPPE MLT: Va; COLOMBICULTURA Riproduzione interdetta CAPITOLO IL (Columba Livia). £. Il Colombaecio (Continuazione) Il Colombaccio preso adulto non si addomestiea Bb . Volendo avere Colombacci domestici conviene | ea da piccoli prima che stacchino il volo, 0 o meglio far covare le uova di questo uccello da un. i paro di Piccioni Volanti. I pulcini nati in. Colom- si baia nella compagnia dei Piccioni facilmente con gi. questi famigliarizzano : però è prudente di tenerli chiusi al passo di Autunno, poichè l’ istinto d' emi- grare, maggiore dell’ affetto del luogo natio, farebbe loro raggiungere i branchi viaggiatori della specie. In schiavitù i Colombacci non producono, lo che sembrerebbe distruggere la teoria di Buffon circa l’ essere questo uccello uno degli Stipîtî del Piccione domestico: però è a notarsi che le femmine in stato di semidomesticità non sdegnano commercio coi Pie cioni Torrajoli, e che presso gli antichi dicesi che conoscevasi l’ arte di far covare i Colombaccei in schiavitù. Non sarei quindi alieno dal ritenere che. da clandestini accoppiamenti di Colombacci e Tori joli siano derivate aleune razze di Piccioni domestici. | « Cibansi fra di noi i Colombacci, quasi esclusiva. mente di ghiande : ma non trovandone mangian' see faggiola, ogni sorta di AREA gemme d'a ia ha i nostri E ma torme immense ne Vengono e riodicamente al tempo del passo e del ripasso, nell’ Ottobre e nel Marzo. Entrano in Toscana, cando l’ appennino; alcuni continuano il loro via verso il mezzogiorno seguendo questa catena di mon- tagne; ma un gran numero sì porta verso ponente, — e riunitisi sugli alberi dalla montagna di S. Fiora, tutti si dirigono verso il monte Argentaro, passando sulle folte boscaglie che guarniscono il confine Tai scano e Romano. Un poco si riposano sulle querce * e lecci del. promontorio Argentaro, per prepararsi utla questi loro passaggi insorgono venti contrari. In tal (car | so, quei che non sì sono ancora esposti al tragitto, ri- mangono confinati nel luogo ove si trovavano, e di- tura incontran gli altri che avevano spinto il volo în alto mare: perchè, salvo pochissimi,. ai quali, la- do inalzarsi nell' aria, riesce di riprendere la terra, la massima parte, non avendo forza di superare quel- l' impeto, son costretti a seguire la direzione de’ venti, nè potendo più regolare il volo spesso precipitano in mare: ed a Porto S. Stefano mi hanno assicurato, che in simile occasione, non ha molto tempo, sì pe- scarono a centinaia cadaveri galleggianti di questi uccelli. — Nidifica in quasi tutte le parti di Europa. Il nido lo fabbrica sopra gli alberi molto alti, ed in qualunque luogo siano postì, purchè egli vi goda perfetta quiete. Così non solo essi covano nelle fo- reste lontane dalle abitazioni, ma ancor sugli alberi che sono nelle città le più estese. A Parigi sopra gli olmi del Giardin delle Piante, sopra i tigli delle | Tuilerie, e del Lussemburgo si vedono in estate vo- | | al passo di Ottobre. Nelle grandi praterie ove in lare continuamente de’ Colombacci, i quali, malgrado il clamor della folla che quasi sempre trovasì sotto la loro dimora, e il lungo tragitto da fare sopra la città per andare a pascolare, preferiscono lo stabilirsi colà | che altrove, conoscendo la sicurezza di cui godono in que’ siti. Fabbricano un nido largo, ma rozzo, con soli stecchi intralciati alla peggio : e non vi si tro- «van che due uova bianche. — Si cacciano ordina- riamente i Colombacci col fucile, attirandoli median- te zimbelli. Scelta in luogo di passo una querce alta, ed isolata, fabbricasi ai suoi piedi, poco lontano dal tronco, un capannello capace di due o tre persone: e nella parte superiore costrutto in maniera, che i cacciatori possan veder la querce, e tirarvi sopra. Un Piccione già avvezzato legasi verso la cima del- l’ albero sopra una lacchetta; così che, mediante una funicella potendolo a piacere fare svolazzare sì atti- rano sulla querce i Colombacci che passano. Ne’ bo- schi di Montepulciano, nel Pitiglianese, e nello Stato Romano, si fa per la caccia dei Colombacci un pre- parativo maggiore. Sopra una delle più alte querci del luogo ove accade il passo, fabbricano verso la cima, con tavole e scope, un capannello così grande e solido, da contenere, e sostenere due o tre perso- ne. Oltre la porticina, ha questo capannello due o tre finestrine, e vari pértugi dai quali si possono ve- dere gli alberi circonvicini, e tirarvi col fucile. As- sai avanti che cominci il tempo della caccia, dieci © dodici Piccioni colombini, come soglion chiamarli, cioè quasi del colore de’ Colombacci, giovanissimi , e tanto da non conoscere neppure la piccionaia na- tiva, son portati, ed allevati in quella capanna dalla quale ne’ primi tempi non é concesso d’ uscire: ma dopo quattordici o quindici giorni son rilasciati in libertà, ed anzi vengono allettati ad uscire ponendo sd essi il mangiare fuori delle finestrelle. In tal ma- niera si avvezzano a È Volats per lè vicinanze della loro. abitazione, ed a ritornarvi sovente per prendervi il | mangiare. Così giunta 1° epoca della caccia, servono vengono facil preda agli abitanti. Nè miglior ven- | essi di richiamo continuo, per cui immense torme i di Colombacci vanno a posarsi sulla querce, e sugli Î CONA PERC . ui . . | alberi eirconvicini, e mettendosi tutti sotto il tiro sciandosi trasportare dall’impeto de' venti e cercan- de’ cacciatori postati nel capannello, ed anche di vari altri appiattati fra gli alberi d' intorno, una quantità grandissima ne rimane morta ad ogni scarica. Tal caccia dicesi de' Volantini, Wolantini essendo detti i Piccioni domestici usati per richiamo. Si prendono ancora molti Colombacci guarnendo di paniuzze l' al- bero su cui sono i richiami: ed anche tendendo le reti aperte, ove prima si sono avvezzati ad andare | a mangiare le ghiande, fave ec. Ma queste due Caccie descritte dall' Olina, non si fanno in Toscana » (1). A questa accurata descrizione delle Caccie de’ Cos lombacci lasciataci da Savi, devo aggiungere alcune poche notizie sopra altre due Caccie che praticansì adesso in Toscana. — i; La prima, alla quale ho alcune volte assistito, è molto semplice e praticasi esclusivamente-in pianura Autunno si tende con reti aperte agli storni ed alle lodole, è costume di collocare in prossimità delle reti destinate agli storni alcune stampe di Piccioni Tor- rajoli impagliati, che pel colore più si assomigliano ai Colombacci, e framezzo a queste taluni 3imbelli vi- venti, vuoi Colombacci vuoi Torrajoli cenerini, che per mezzo di una cordicella verde nascosta dall’erba, possono a piacere del tenditore sollevarsi, richiaman- do i branchi dei Colombacci migratori. Allorquando il branco viaggiante ha scorto i congeneri nella pra- teria, incomincia lentamente ad abbassarsi a lunghe spirali fino a passare a due o tre metri al di sopra delle stampe e degli zimbelli. È quello il momento decisivo. Tutti i Cacciatori che si trovano già pronti eseguiscono una scarica simultanea di fucileria, che ne atterra non pochi e ne ferisce altri che cadono in vari punti della prateria dove sono raggiunti fa- cilmente dai cani da penna. L'altra caccia è descritta da Arturo Renault l’ erudito scrittore cinegetico nel suo Libro « Caccze Varie » ed è presso a poco eguale ad una di quelle notate dal Savi, eccezzion fatta che in luogo di un Capannello fisso. appositamente costruito sotto una querce, si ha invece un capannello mobile ed im- provvisato, che può a piacimento abbandonarsi quando gli uccelli battessero altra via, per trasportare la caccia in più propizia località. I cacciatori sono ac- compagnati da un’ abile guida che sceglie la querce dove si presume fortunosa la caccia, e che dirige le operazioni. Questa guida « dovrà essere provvista di un bastone grosso come il pollice, della lunghez- za di poco più di un metro, il quale bastone sarà mobile sopra un pernio a punta di ferro collocata nel suo mezzo in guisa da RO fare pera poni, delle Na Ae, si terminerà con una racchetta, men- tre l'altra non dvri che una semplice tacca desti- nata a ricevere e ritenere il nodo dì una cordicella. Armato di quésto ordigno e del piccione zimbello, il cacciatore/monta snlla pianta prescelta, fissa su uno dei rami superiori la punta di ferro del suo | strumento/che deve rimanere orizzontale, lega per i piedi il piccione sulla racchetta avendo inoltre cura di tagliare tutti i rami che sono troppo vicini al- l' uccello, onde questo si@ visibilissimo » (1). Rimane così la caccia apprestata: tutti i caccia- tori riuniti in un capannino improvvisato attendono il passo. Lo zimbello tirato di tanto in tanto, richia- ma col batter dell’ ali l' attenzione degii alati viag giafori, 1 Colombacci traditi dal loro congenere si posano rumorosamente sulla cima della Querce; i colpi partono, ed al diradarsi del fumo, parecchi capì di selvaggina scorgonsi a terra. Questa caccia, nei giorni di passo abbondante e assai divertente e proficua, imperocchè come assicura Renault. nelle Reali macchie del litorale il numero degli uccelli morti per un sol capanno non di rado oltrepassava gli ottanta. I Colombacci, uccelli accorti, stanziano e riposano nei Giardini e neì Parchi anche se questi sono vicini alle Città e molto rumorosi e frequentati, imperoc- chè essi sanno di dover diffidare dell’ ombrosa quiete | delle foreste de’ valichi montuosi mediterranei. Nel R. Giardino di Boboli, nel Parco Comunale delle Cascine, in quello di S. Donato, in quello Reale di Poggio a Cajano, in quello di Pratolino ed in molti altri ancora non è raro il caso che pernottino Co- lombaccì alt" epoche dei passi. Nel Parco di. Spicchio vi sono statari ed abbondantemente vi covano. La carne de) Colombaccio specialmente al ripasso è eccellente e di gradevol sapore: motivo primo del- l'accanita caccia che gli si fa in tutti i paesi di Europa. Gli autori contrastano sulle qualità eccitanti o | debilitanti della came del Colombaccio. Io ritengo ehe quantunque la carne del Colombaccio sia mèno calorosa e stimolante la sensualità di quella degli altri Colombi, purtuttavia 1’ abuso di cotal cibo rie- sca sempre nocivo, indebolendo la facoltà digestiva, e producendo disappetenza. Giovan Pietro Olina scri- ve su questo argomento che « il Colombaccio non è rnai più grasso che-quando ha mangiata la ghianda, per la qual causa credesi che 1° uso della sua ‘carne piuttosto reprima che stimoli la sensualità; onde come il Colombo domesticoy è, per il fomento che a quella da, ascritto a Venere; il Colombaccio per contra- rio fu dedica: a Proserpina (2). » E il prelodato autore aggiunge pure una notizia che rasenta il ridicolo e da lui trat:a da Anselmo Boezio che cioè nel ven- tricolo dei Colombacci vi si trovano talune pietruzze che operano miracoli nella cura della renella. La durata della vita del Colombaccio non è bene stabilita: taluni la portano fino ad anni quaranta, altri la vogliono fissata ad ott’ anni. In schiavità raramente oltrepassa i dieci anni, e da questo fatto . arguirei che libero ne vivesse circa quindici come i molti altri uccelli della sua stessa tribù. (continua) GiuLio CESARE GIACHETTI RR IL GELSO LINO Fin dallo scorso febbraio annunziammo con qual. che dettaglio, che ì signori Scott e Blanchetti erano riusciti ad estrarre dalla corteccia del gelso, una fi- bra tessile tale da stare a confronto con il più bel | lino che sì conosca e notammo la grande utilità che l’Italia avrebbe. potuto ritrarre da questa nuova e importantissima industria per la straordinaria quan= tità di gelsi che qui si coltivano. Pubblichiamo ora ben volentieri la seguente let- tera del sig. Pasqualis. Ai signori Possidenti e Campagnoli, Presidenti, dî Comizi agrarti, Giornalisti, Sindaci, Parroci, Curati e Maestri di campagna. x Mercè gli studi dei signori W. Scott e O. Blan- chetti si è trovato il modo di ricavare dalla cortee- cia dei rami di gelso una fibra tessile di straordi- naria bellezza e tenacità — tale da gareggiare col più bel lino e da meritarsi veramente il nome di gelso-lino come fu chiamata (1). L'Italia eminente mente sericola, ha quasi il monopolio di questa pro» - duzione: onde, nella grande concorrenza che ci viene dall’ estero alla piu parte dei nostri prodotti, non è piccolo vantaggio quello d’avere in paese un nuovo, importantissimo, articolo di esportazione. Convinto di questa verità e dello splendido av: venire della nuova industria, mì sono deciso ad im» piantare senz’ altro indugio uno Stabilimento per la produzione del gelso-lino in Vittorio, al quale scopo ho acquistato fino dal Marzo p. p. la privativa dagli inventori per la provincia di Treviso. L' opifi» cio incomincierà a funzionare senz’ altro entro il Settembre p. v. In quel tempo andrà pure in attività a Brescia altro più importante Stabilimento per la produzione, la filatura e la tessitura del gelso-lino per opera d' una Società con a capo gli stessi signori Scott e Blanchetti. Altri moltissimi industriali stanno infine a vedere i risultati delle fabbriche di Vittorio e di Brescia per decidersi ad impiantare altrettanti opifici in diverse Provincie d'Italia. ca (i) Vedi Bollettino fasc. 2 pag. 26 anno corrente, FRI: Sigg. Possidenti e Campagnoli! } nostre Provincie è questo il punto in cui s'incomin- i ciano a tagliare i rami frondosi del gelso. Approfit- AK tate della nuova risorsa. Raccogliete ora che il mo- n mento è propizio la corteccia di codesti rami 0 mettete per lo meno i rami da parte onde scortec- ciarli in seguito quando avrete più agio di farlo. «+ _——’—1Non date al fuoco, come faceste finora, un prodotto Sie che vi costa pochissimo e può valere assai, Partendo dal peggiore concetto — che cioè il gelso-lino venga pagato dalle fabbriche al prezzo del cotone, puossi oggi offrire per la corteccia secca dei rami di gelso d'un anno il prezzo di Lire venti il quintale. Ma assomigliando il gelso-lino, per le ° sue qualità, meglio che al cotone al lino, e supe- rando anzi anche quest’ultimo è certo che, una volta entrato nella grande fabbricazione, sarà ricercatissi- mo e pagato quindi assai meglio del cotone — onde .. crescerà nella proporzione anche il prezzo della corteccia, che non sarebbe a farsi meraviglia se do- vesse salire alle 30 e alle 40 Lire il quintale. 23 Ho constatato che un ragazzo — e altrettanto hu può fare un vecchio od un inabile ad altri lavori — È È, può scortecciare tanti rami freschi di gelso da ot- "3 tenere un chilogrammo di scorza secca in un' ora. i | Ciò rappresenta, anche valutando la scorza a ao il quintale il prezzo di Lire 2 per una giornata di dieci ore di lavoro. a Lo scortecciamento può esser fatto anche qual- che tempo dopo l’ allevamento dei bachi, purchè i I rami rami si tengano in luogo fresco ed umido. | secchi sì lasciano pelare anche nell’ inverno, come i verdi, immergendoli per un quarto d’ ora circa nell’ acqua bollente. Il poco combustibile che si ri- chiede‘ è compensato ad usura dal risparmio della mano d’ opera. In tal caso, per facilitare il lavoro, giova tagliare i rami a pezzi lunghi circa quaranta centimetri. Un quintale di rami secchi dà in media 20 chilogrammi di scorza secca. Alla corteccia che raccoglierete non mancherà lo smercio a Vittorio o a Brescia; Il prezzo Qi aper- tura, stabilito per i primi acquisti è di Lire 20 il quintale, per merce posta allo stabilimerfto. Entro vagr pv. stabilirò con altro avvisa Per ora rinnovo ai Possidenti e Campagnoli il | consiglio: raccogliete la scorza del gelso o per lo meno i rami, E ai Presidenti di Comici agrarti, Giornalisti, — Sindaci, Parroci, Curati e Maestri di campagno - raccomando: nigi con tutte le vostre orse la. ; Mc Ora siamo nel bel mezzo della bachicoltura. Nelle raccolta della corteccia un’ opera buona. tao) : Vittorio, 25 Maggio 1887. 6. PasQUaLIs. LR ADI < ST ————"—"r—"T=-re="=< =r9—@———=—=—eeoe--f(ia. "0 RT Comunicazioni - Proposte - Domande | iu Risposte. ; In questa rubrica gli abbonati hanno diritto ad inserzioni & 5 gratuite per ogni numero, per scambiarsi schiarimenti, infor- ratte.) mazioni, consigli, questioni da risolvere. ecc. | RTIR DR de ag Sul passaggio del Codirosso nel Veneto, Il. Sig. Conte F. Arrigoni degli Oddi, nel N.° 11 (1886). di questo Bollettino scrisse « devo dichiarare che il Codirosso, il cui passaggio nella provincia di Vene- zia è asserito, secondo me in epoche troppo ristrette. 2 (dal Ninni dall’ 8 al 30 Settembre), du. de Da È questa la ‘seconda volta, in breve tempo,. c a sa ai = il Sig. Arrigoni critica il mio lavoro sull’ avifauna LR del Veneto, (non della Provincia di Venezia come. i i egli dice); ma sono lieto che il su Jodato pr (Pa mi abbia dato fino ad ora occasione di confermare. GR intieramente quanto dissi, ed in questo ultimo caso s e. di restringere anzi maggiormente l’° epoca. del passo È del codirosso che a lui sembra troppo ristretta! lo notai le due epoche così: SN Primavera: 15 Aprile -- 15 Maggio! Sp pr Autunno: 8 Settembre -- 30 Settembre. Ma invero dovea scrivere: Primavera: 25 Aprile -- 5 Maglio. RIESI PO 25 Nove IRRT, --3 Ottobre. 5 i di a che di Primavera, poche esso si com- pie in sette DE otto giorni: Aiche Savi dice che ne’ nostri piani: ma vi rimangono per poco 5a » ragione per cui nel mio prospetto allargai ie limiti, Nella Primavera, se il tempo è buono, las Ruticilla > phoenicura effettua il transito in una settimana, | DA come dissi; se è burrascoso esso o si fa in uno 0 due” A 4 4 giorni. i h ; ra Alcuni individui isolati capitano coi beccafichi zionarì sino nel tardo autunno. j Spero che ulteriori ricerche OR ne nel I fiore. la lol ira 44 le scorso in un boschett presso la Parma questi uccelli furono uccisi nello scorso aprile i - raccolsi una viola, che presenta nel fiore un’altera- | saline di Reggio Calabria. MOScHELLA zione Megna di essere notata. | Ornitologia Nebrodese, Nuove osservazioni s0- A È la Viola hirta di Linneb pra l'albinismo. — Le osservazioni sopra 1° albini 2 Il gineceo resta inalterato, ma l’ androceo è lie- smo ‘degli uccelli sono sempre di grande utilità, vemente modificato. Infatti, esso ha i 5 stami con | giacchè la contribuzione di nuovi fatti varrà a con- filamento corto e membranoso, e col connettivo pro- | fermare le leggi generali che a piè fermo la scienza | i I i lungato in sopra a forma di squama, come. nella | va stabilendo Li | ‘’‘’‘—“specie; ma dei filamenti alcuni hanno, l’ appendice È un fatto ‘certo che alcune specie sono più d % tera prolungata negli speroni dei petali, come ì due in- | sposte all’ albinismo, e difatti osserviamo che nei. : ‘ feriori ed altri non ne hanno. I merli è più frequente riscontrare soggetti affetti dî .B su Gl' invogli fiorali poi hanno profonde modifica albinismo, mentre in altre è difficilissimo trovare | i a zioni, giacchè vi sono 4 sepali e 4 petali invece di | individui con tale alterazione; questo è un fatto di ri 5, sono tutti eguali, ed i petali in alcuni fiori han- | cui la scienza dovrebbe occuparsene, per ispiegare Ra” no tutti lo sperone, in altri l' hanno soltanto i due | viemmeglio questa moltiplicità di fatti in alcune | —©pposti, e perciò il fiore sì mostra perfettamente | specie, mentre altre posson dirsi refrattarie. SÒ regolare. Vi è un fiore con tre speroni, ed un altro Ecco ora gl'individui osservati: con uno soltanto; ma sì nel primo che nel secondo l. Merula nigra Lech. — In maggio d.l 1885. k lo sperone impari è piccolissimo, e perciò di poco | vidi un merlo, morto in cattività, avente moltissime pia p resta alterata la regolarità del fiore. penne bianche sparse in tutto il corpo da formare uri. La tendenza di alcuni fiori irregolari a divenire | tante macchiettine bianche sul fondo nero (abito | x ‘regolari non è cosa nuova, fu detta peloria, e fa os- | d’ arlecchino); non potè essere preparato a causa servata nella detta Viola hirta e nella odorata, ed in della caduta delle penne cagionata per pane! di bi © si altre piante. Quel che nel nostro caso sembra nuovo | putrefazione. Ca E è il. “cambiamento del tipo negli invogli fiorali, che da Questo uccello se restava in vita sarebbe forse | — pentamero diventa tetramero. AnpREA Longo | divenuto interamente bianco, vi: Passo di uccelli — Negli ultimi giorni dello 2. Saggio — In febbraio 1886 fu veduto un ‘scorso aprile il passo dei rigogoli (Oriolus galbula | altro merlo in contrada Bergi territorio di Castel- È Lin.) da noi fu copiosissimo; ma ai primi di mag- | buono, che aveva le ali interamente bianche e per Si A gio cessò tutto ad un tratto e non se ne vide più | tutto il resto era nero perfetto, non potè essere ud- uno; il 21 corrente ne fu nuovamente notata una | ciso, sebbene fu veduto una-seconda volta nella grande quantità. Anche il passo deì Gruccioni (Me- | stessa località; d'allora in poi non fu più veduto. rops apiaster Lin.) è stato abbondante durante il 3. Saggio — Questo individuo maschio era maggio ma in generale si tengono a tale altezza | gabbia dallo scorso anno, morì giorni sono, fu pre-. i — che sì sente il canto senza vederli. so giovine, ed in quel tempo era in abito norm . Vedo sal Bollettino che in alcune località vi fu | di giovine, aveva le ultime tre remiganti biane “uno straordinario passo di tordi, da noi al contrario | per ambedue le ali, e qualche altra penna de tg a stato scarsissimo come quello dei pettirossi. cuopritrici, il bianco candido risaltava sul fondo nero. 3 Aperta - Porto Maurizio 23 maggio ParoDI | perfetto. __—‘—’1Scoperta di un fossile nelle rinomate cave di 4. Saggio — Questo la n precede marmo nero di Varenna (Lago di Como). — Il sud- | morì in marzo u. s. era in gabbia da due ani a | detto fossile, fu trovato in questi giorni nello sca- | quando fu catturato non presentava nessuna ano “vare il marmo in una delle cave del sig. Manassi | lia, alla prima muta avvenne l'alterazione; aveva “Santino nella. Valle d' Esimo distante da Varenna quattro remiganti bianche a sinistra e tre a destra, circa mezz) ora, ed è senza dubbio lò scheletro di un | in entrambi i lati aveva una macchiettina bianca ; eretti pelli Itiosauro e sso rano] senza essere nè , dell’ ordine dei saurii, un prossimo parente | bislunga formata dalle cuopritrici, tanto questo che — il precedente non cantavano, questo morì con una malattia ai piedi (così mi riferirono) ed il preceden- — te con una malattia alla testa; queste malattie. di vrebbero essere studiate per sapere se l° alterazior è causa dela malattia o che la nia lab ag è seri Garrulus glandarius Lin. — Il 7 giugno 1985 ! ‘gratissimo” a chi ne facess fu uccisa una ghiandaia con una timoniera media perfettamente bianca, per tutto il resto era di co- lore normale, peo l. Perdix graeca Brix — È una femmina ch» morì in gabbia nel gennaio 1885 dopo nna diecina ha la cervice e metà del collo di anni:dì schiavitù; di un bianco sporco. i 2. Saggio, — Quest’ altra pernice morì pure in s gabbia nel dicembre 1886, ha la testa, il collo e ; qualche penna del dorso, color bianco sporco, era Be, stata da cinque a sei anni in cattività. Sk 3. Saggio. — Un' altra pernice femmina vive in «gabbia da molti anni, ha la. cervice ed il collo À bianchieci. È Questi tre saggi di albinismo parziale ci fanno È sospettare come causa la cattività e la vecchiaia, entrambe queste cause ammesse da vari autori; ed pi in questi casi prima a divenir bianca è la cervice e va di mano in mano estendendosi. Castelbuono 10 maggio 1887. M. Conservazione delle piante in erbario. Leggo nel di lei accreditato giornale Bollettino del Natu- Morici Minà ‘ralista, una domanda risguardante la conservazione delle piante secche sugli erbari, e mi permetto sceri- vere ciò che ho verificato utilissimo e che la pratica ami dimostra buono, perchè provato sugli erbari di “casa mia, nei quali si contengono piante conservate alla perfezione e che sono state raccolte fino dal 1801. Prima di tutto quando le piante sono ben disec- devono essere la- cate tra fogli di carta asciugante, vate in soluzione di Deutoeloruro di mercurio (su- blimato corosivo) ad es. Gram. 30 di Deutocl. in un «litro d'alcool e questo allungato in 6 litri d’acqua. Immerse le pianie e lasciate sgocciolare per bene, asciugate poi fra fogli di carta asciugante riporle |’ in fogli di carta bianca senza colla e strette bene 3 nei pacchi. i Bologna A BERTOLONI E: Ancora sul modo di uccidere gli insetti. Nel- l'ultimo Baullettino trovo l° osservazione del Sig. —_Rabaud riguardo a ciò che io scrissi, pel metodo di fare morire i grossi e piccoli insetti con la Benzina. Io non ho detto che questo sistema sia il migliore. a queste cose ciò che si crede buono oggi, può non | essere ritenuto tale domani. Debbo dire però, che io non ho veduto i danni che la benzina produce sugli «55 pur iraete ia Sg siccome il i Ra- cesse sapere gli effetti. PIRRO Ù Lecce OD0ARDO CHIARELLA | Détermination des Composées. Voulez-vous per-. à un botaniste de faire connaître À ses con- mettre à frères un procédè imaginé par lui, pour arriver à la i détermination rapide des plantes de la famille des — Composées ? Sri On sait que dans cette famille la détermination 0! du genre repose en grande partie sur la forme de da RR l’aigrette; il faut examiner si les poils qui la com- si posent sont disposés sur un ou deux rangs, til Ces fort apparents dans les graines mùres; mais il ar- sont simples ou plumeux, ete. caractères sont rive souvent qu’ on récolte une plante dont les fleurs | sont à peine éeloses; les poils de l’ aigrette imbibés in: d' humidité sont alors collés ensemble, et pour en | reconnaître le véritable aspect, il faut faire sécher i les graines en les abandonnat à 1’ air libre pendant un temps plus ou moins long. ASI RE APRONO Le moyen d'éviter cette perte de temps est fort. simple; il suffit de mettre les graines sur une pla- |. que métallique très mince, sons laquelle on promène la flamme d' une allumette, on au besoin - d' une ; boggie; sous 1’ influence de la chaleur et en moins. % d° une minute on voit les poils se dessécher et pren- ie der 1’ aspect qu’ ils n° auraient eu que plus tard, i à la maturité de la graine. La détermination ne ev o pa présente plus dès lors aucune: difficulte. Nancy (F. Jeu. Nat.) Note ornitologiche. La cutrettola gialla (Budy- ds tes flavus) da me inviatale, e di cui è cenno. nel i N. 5 del bollettino, metà di marzo alla metà — ed anco oltre + x spaar n gio; tempo del passo. = e Desnos. | è da noi, assai comune dalla - di mag: go In questi mesi, quanilo pioviggina, si vedono questi uccelletti venire dal mare (4) in branchi nu- merosi; si posano per lo più al piano e prediligono i luoghi acquitrinosi. Gli vedi correre con assai bella _ grazia là dove l’ acqua è melmosa con i piedi più 0 meno coperti dall’ acqua, in cerca di vermiciattoli e di insetti di cuî s° impadroniscono con abile mae- È i stria innalzandosi a piccoli voli per prender quelli — nell’ aria, introducendo il becco nel pantano, per. DIR impossessarsi degli altri. Si trova anche dove sono vacche od altri ruminanti a pascolare - - sempre al piano però -- ai quali sta sempre vicino ora di dietro. ora d' innanzi ed è ritenuto dai contadini. che si cibi degli insetti che. in abbondanza stanno attorno Sil ia questo sistema ee pei passag gì vano negli escrementi di agent "oto x Sono poco diffidenti e si lasciano avvicinare a | pochissimi passi se si ha la precauzione di non far molto rumore. Non nidifica tra noi ne al piano ne al monte. Alla fine di maggio più nessuno se ne trova; vanno oltre. ._ Il secondo uccelletto Balia nera (Muscicapa atri-. capilla) è tra noi di passo da aprile alla metà di maggio alle volte assai comune, altre assai raro, come in quest’ anno per esempio che non ho veduto che quello che uccisi. Sta nel fieno, nelle fave, ne bassi cespugli e non si leva a volo se non quando vi si è molto vicini, per andarsi a posare a pochi passi sopra un ramo. Non nidifica al piano e non posso dirle per ora se nidifiechi al monte. Porto Maurizio . Interessanti osservazioni ornitologiche. L'egre- gio Sig. Odoardo Ferragni di Cremona rende noto che in quest’ anno un’ onda insolita di emigrazione PARODI condusse attraverso quel territorio uccelli o nuovi per quella fauna o non mai osservati con tanta fre- quenza. Così le Garzette (Egretta alba), sono state molto abbondanti; per la prima volta si è veduto il sordene (Accentor alpinus), due Avocette (Recur- | virostra avocetta) ed uno stupendo mignattaio (Ple- Iena falcinellus). INVENZIONI E | SCOPERTE La Securite. È una nuova sostanza esplosiva, che la Lathringer Zeitung dice più micidiale e meno pericolosa della dinamite, roburite, bellite, mele- nite ecc. Segnali ferroviari pneumatici. Sulla linea Old Colony, presso Boston si è sperimentato un sistema ingegnoso di segnali pneumatici inventato da I. S. Macleon di Boston. Il peso della ruota passando sopra una sbarra in- clinata, posta lungo la rotaia, spinge l'aria da un serbatoio in un tubo metallico sotterraneo e così fa agire segnali ottici ed acustici per annunziare l’ av- | vicinarsi del treno a stazioni e crocevie; passato il treno l’ apparecchio si ricarica e cessano i segnali. Ad ogni serbatoio vi sono segnali block, i quali funzionano automaticamente, per fermare il treno seguente, finchè il primo passando sul serbatoio suc- 5 SA posto a conveniente distanza, non spinge ’ aria nel tubo chiudendo i segnali (Strada libera). e igibile 2’ ingegnere Weker ha dio cesì | con tanta sicurezza che sì può mandare contro il vento, mantenerlo fermo, e farlo manovrare in un piccolo spazio. La sua velocità assicurasi doppia di quella di un treno diretto. Il segreto sarebbe stato pagato a Welker un milione di marchi (1 milione e 250 mila lire) oltre una grossa rendita annua. Macchina per la distribuzione automatiea di giornali. Nel fascicolo 1 anno 1886 parlammo di diverse macchinette fra le quali quelle per incassare ì il prezzo dei posti negli omnibus, per pesarsi e per la mescita di bibite rinfrescanti; oggi leggiamo nel Journal des Debats che il sig. De Parville, ha pre- sentata una macchina la quale automaticamente, senza l’ aiuto dell’ uomo, distribuisce i giornali a tutti coloro che ne pongono il relativo valore in Da apposita apertura. Nuove sorgenti di petrolio sono sta'e scoperte in Birmania sulla riva dell’ Irranaddi; sembra sieno molto importanti, poichè si crede che à molta pro- fondità vi sieno vene abbondantissime. Il Petrolio di buona qualità. “aus Un grande giacimento aurifero è stato sco- va. e. perto nella Siberia Orientale presso Iakutsk. Ancora non sì conosce nè l’ es‘ensione precisa nè la rie- chezza di questa nuova miniera d° oro i > Nuova macchina stenografica, Lofgi Lamonica, distinto stenografo di Spoleto, ha perfezionata la macchina »stenografica Michela, in modo da renderla molto migliore; poichè ad una grande speditezza ac- coppia la facile intelligibilità dello seritto; difatti sulla sdriscia di carta che riceve le impronte del discorso, invece che coi segni le parole vengono im- presse con lettere. Anche il maneggio della tastiera e molto sem- plificato. ’ mu__—TT—T_m—_—F—TrT_— _T—"T_—7T—< so!fo a sbruffi compatti ne accumulano una troppo ed grande quantità in un medesimo pampano che viene perciò incotto, mentre gli altri circostanti restano privi o guasi O in ultimo dall’ avere ap- plicato il rimedio sulle foglie bagnate dalla ru- giada, ciò che non è ben fatto, usando il solfato di rame, quando i germogli sono teneri, cioè prima della fioritura dell'uva. > Per seccare i foraggi nei. giorni piovosi è necessario disporli subito dopo la falciatura in cu- moli onde disseccarli. Il foraggio raccolto via via dietro al falciatore, deve esser diviso in forma di alveare legandolo in alto con qualche legaccio comune ed economico, Per dare un assetto a qua- sti mucchi che stanno poggiati al suolo per la loro base, bisogna toglier via dalla base stessa in 24 ia se n ‘acqua di vegetazione che è contenuta - nel fascetto. I mucchi devono, quando sono ben disseccati, pesare da 8 a 12 chilogrammi. L'essic- camento può esser fatto completamente, ad onta del cattivo tempo, in capo ad otto giorni. Queste, dette arnie, capovolte alternativamente e tenute ferme ogni 5 o 6 da un legame, formano mucchi che facilmente ponno esser collocati sulle vetture o carri che devono recarle alla fattoria. Il fieno sì può in tal guisa perfettamente confezionare, ad onta dell'insistente cattivo tempo, e quand’ anco in seguito a grandi pioggie mostri tutto all'intorno del mucchio una efflorescenza crittogamica bian- castra della grossezza di un foglio di carta: ciò non pregiudica alla sua qualità ed al suo profumo. È i .. IL Virraggio Conservazione degli oggetti in Caontehoue vulcanizzato. Il dott. Balloud (Jour. de. med. et ‘| pharm. de l° Algerie) ha constatato che la causa principale per la quale molti oggetti in caoutchouc dopo un certo. tempo perdono iù ‘loro elasticità divengono duri e friabili e perciò inservibili, è l' acido solforico che lentamente li corrode e che si produce su di essi provenendo dalla vulcaniz- zazione e dal contatto dell' umidità dell’aria. | volute i fiori conservano per sempre la loro fre- schezza e beltà primitiva. Se al contrario l’acqua non ‘| è abbastanza satura di acido solforoso o se il reci- piente non è chiuso ermeticamer.te, i petali mar- ciscono lentamente cominciando dalle sommità ; l'acqua s' intorbida e ben tosto è invasa da una vegetazione di crittogami che riempie il vaso. Questo fatto non ha niente di sorprendente per | chi conosce le proprietà dell’ Acilo solforoso ; ma | per coloro che non hanno la facilità di procurarsi la scoperta del processo non è meno meritevole | questo acido in commercio. Egli propone di neutralizzare quest’ azione cor- | rosiva dell' acido so!forico con dei lavaggi prolun- gati in acqua semplice, ripetuti s o 6 volte al- l'anno. Della conservazione dei fiori al Camboin. Gli abitanti del Camboia grandi amatori di fiori sono arrivati a conservarli per degli anni senza che mitiva. I preparativi sono molto semplici. Ecco le cose necessarie. Un vaso di porcellana o di terra | cotta del quale il coperchio chiuda ermeticamente, edun supporto della medesima materia che si possa introdurre in questo vaso; poi del fuoco, qualche avanzo di stoviglia, dell’acqua pura, un poco di solfo e delle bottiglie a largo col'o. Si comincia dal prendere dell'acqua di pioggia che si espone al sole per qualche giorno. Ciò fatto si riempie per metà di acqua il vaso di porcellana nel quale si pone il supporto la cui sommità, che. dovrà essere assai larga, sorpasserà di qualche pollice la super- ficie dell'acqua: un pezzo di stoviglia scaldata a bianco posta su questo supporto e nella quale si met- , te un poco di zolfo: poi il vaso si chiude ermetica- | mente, \Allorchè lo zolfo è completamente bruciato sì ricomincia l° operazione e sempre di seguito per | | 16 ore circa. Si arriva così a bruciare da tre a 4 once di solfo, e l’acqua si trova sufficentemente satu- ‘a d'Acido solforoso per cons-rvare ai fiori la loro Sfreschezza mattorale: ‘Questi fiori sono. fissati al fondo essi perdano la loro freschezza e la loro beltà pri- | IL NATURALISTA. Ai campagnoli che adoperano lo zolfo acido per solfare i loro vigneti, avviene b:n di sovente che debbono soffrire un insistente frizzor» agli occhi, che aumenta toccandoseli cd anche lavan- doseli con acqua. Basta aggiungere in un bicchie- d'acqua una piccolissima presa di Bicarbonato di So- da o di Potassa e lavarsi gli occhi con quest’'acqua perchè cessi subito l' importuno frizzore, senza che alcun danno venga arrecato agli occhi stessi. NOTIZ ZIARIO —_ SARTI Trasporto dei bozzoli vivi di bachi da se'a. Il ministero di agricoltura annunzia che da ora in avanti i bozzoli vivi pagheranno per i trasporti ferroviari il 10 0;j0 meno dell: tariffe ordinarie per la grande sean ed il 16,66 su quelle della pic-. cola velocità. Commissioni governative contrali, La Com- missione per ln viticultura e l' enologia della quale annunziammo la costituzione nello scorso fascicolo, ha già a diverse adunanze nelle quali, fra le altre cose, si è tecnico a Londra per promuovere il commercio dei nostri vini anche nella Gran Brettagna, come si è fatto a Monaco a Lucerna ed a Parigi. Sulle cantine sociali la commissione invitò il ministero — mentre espri- meva pure il voto che anche le cantine sperimen=. ta'i sul genere di quelle di Barletta e di Loreto a bandire nuovi concorsi a premi, venissero aumentate. Fu stabilita l'apertura di al- tri 10 concorsi a premi per le aziende viticole in altrettante provincie del regno. Condannò la pra- — tica della gessatura dei vini non giustificata da al- cun bisogno della vinificazione. La commissione fillosserica ha stabilito di di-_ struggere le infezioni fi!losseriche nelle provincie di Bergamo di Milano e nei circondari di Como e Varese, e soltanto i focolai periferici nei circon- dari di Lecco, Intra e Pallanza; per la Sicilia fu. ammessa soltanto la distruzione delle infezioni ped riferiche del territorio di Messina. è parlato della costituzione di un eno- Concorso Agrario Regionale în Siena Si rende noto che il tempo utile per la presentazione delle E ATF IN O domande di ammissione alle diverse Divisioni del detto Concorso, è stato prorogato a tutto il 30 Giugno corrente. Sono però escluse dalla Div. 12 le Aziende Agricole e Coltivazioni speciali e la pro- roga sulletta si estende a tutti i concorsi speciali cioè Floricultura, Mascalcìa, Entomologia ecc. Sappiamo che il detto Concorso sarà inaugurato il di 7 di Agosto e chiuso il 21. Le agricole provincie di Arezzo, Firenze, Gros- seto, Perugia e Siena son chiamate a far distinta mostra dei loro prodotti, anima'i, macchine e Arnesi rurali. Ciascuna di Esse deve fare a. gara per presen- tarsi alla Mostra con le »arietà e ricchezza delle proprie proiuzioni. Dai vini, olii, cereali, leguminose, foraggere, piante tessili, essenze e prodotti forestali, alle lane, sete gregge, bozzoli, seme serico, caci, materie grasse, miele cere ecc., dai bovini, equini, suini, ovini delle pure razze di Valdichiana e Maremma, a quelli incrociati del basso Val d' Arno e del- l'Umbria e a quelli di razza o varieta estera, senza parlare degli altri animali da cortile e da colom- baia ; dalle grosse macchine tribbiatrici, ai piccoli arnesi, strumenti ed oggetti vari delle piccole in- dustrie agrarie e forestali; non vi ha oggetto at- tinente all'industria agraria che non possa figurare in questo Concorso. Ma il tempo stringe, chè col dì 30 Giugno corr: scade definitivamente il tempo uti'e per la presenta- zione delle dimande di ammissione. Chi ha a cuore il vero interesse dell’ Industria Agraria non si la- sci consigliare da eccessiva modestia; ma per la sua parte rechi il contributo di operosità e di be- nevolenza a questo Regionale Concorso che ha molti elementi per riuscire bril'ante e fecondo di utili resultati. La Commissione Ordinatrice del concorso agrario regionale per le provincie di Arezzo, Fi- renze, Grosseto, Perugia e Siena, da effettuarsi in Siena nel prossimo Agosto, desiderando che anche | 1 due Concorsi speciali Entomologia ed Ornitologia (Insetti utili e dannosi all' Agricoltura) sien ben rappresentati da numerosi Espositori, onde le Col- lezioni esposte rechino un reale ammaestramento per gli Agricoltori, i quali potranno così a colpo d occhio vedere quali sono gli animali che devono proteggere perchè utili, e quali procurarne con ogni mezzo, la distruzione perchè nocivi, ha stabi- lito di riunire in un solo i detti due Concorsi, sotto il titolo più generico di « Animali utili e animali nocivi all’ Agricoltura » al quale saranno ammessi tutti gli Animali imbalsamati, o in altro modo conservati. I premi assegnati per questo Concorso, sono: « Una Medaglia d' oro - Due Medaglie d' argento « e Quattro Medaglie di bronzo. Detti Premi saranno conferiti alle più razionali e complete tallenioni fiunehe alle piccole raccolte y che presentino un interesse speciale. Il tempo utile per la presentazione delle do- mande scade con il 20 Luglio prossimo. Avverte inoltre che essendo stato nominato il Sig. Cav. Sigismondo Brogi di Siena, quale dele- gato di Classe per questo speciale Concorso, al me- desimo ci si potrà rivolgere per ogni schiarimento. per La Commissione Avv. Ictuio Banpini Vice-Presidente Cav. PiLape BanpinI ) Dorr. G. B. BanpeLti È Vaccinazione carbonchiosa. Con lo scopo di far sempre più apprezzare questa nuova pratica profilattica, e farla entrare nelle usanze ordina- rie, e per evitare le cause di alterazione dei vaccini per i lunghi viaggi, soggiorno alle dogane ecc., cause che sovente compromettevano la buona riuscita del preservativo, è stato istituito in Torino il laboratorio Pasteur per la vaccinazione carbon- chiosa, sotto la direzione del Prof. Perroncito di quella R. Scuola di Medicina Veterinaria. Il rame e l’alimentazione del bestiame. Quan - tunque si vadano sempre più dileguando i timori sul danno che l' applicazione del Solfato di rame alla cura della Peronospera, potesse arrecare alla salute pubblica, tuttavia la parola assolutamente rassicurante non è ancor detta. Una - doman- da che viene pure spontanea a molti si è: Il bestiame alimentato con le puliture di viti trattate al Solfato di rame, o con le erbe nelle quali fosse caduto detto solfato nel tempo che si asperge sulle viti, può risentirne disturbi apprezzabili? An- che qui vi è chi teme assai, però almeno dalle molte esperienze fatte specialmente in Francia resulterebbe in modo positivo che nessun danno possono risentirne i bestiami perchè si ritiene che la quantità di rame che viene con detto mezzo ingerita è inferiore alla dose che il bestiame può sopportare senza risentirne influenza sinistra. E bene anche che l'agricoltore pur non fa- cendo tanto a fidanza con il Solfato di rame non ne esageri i pericoli confondendolo con il verde- rame, come molti fanno. Mostra nazionale di Giornali agrari. Rammen- tiamo che con il 30 del corrente mese scade il termine per presentare le domande di ammissione a questa mostra, che sarà tenuta in Siena nel pros- simo agosto e raccomandiamo ai nostri confratelli di non dimenticarsene. E la prima esposizione di tal genere che viene fatta in Italia, e per i gior- nalisti è certo una favorevole occasione per far conoscere i loro periodici e nel medesimo tempo concorrere ai premi, che consistono in: Una meda- glia d’ oro, cinque d' argento, e-tre di rame. Il Circolo Cacciatori Bresciani che è uno dei più attivi del regno, ci comunica: . Segretari Il Consiglio Direttivo in sseduti 25: Maggio. scor. "2 iudi jal i Galimberti Giacomo fu Angelo da Pralboino per caccia alla lepre con fucile (28 Di- cembre 1886) mentre il suolo era coperto di neve ; Marchioni Vito fu Carlo e Guizzardi Carlo fu Mar- tino, ambi di Incudine, per caccia contucile senza licenza (5 dicembre 1886) deliberava assegnare alla guardia campestre comunale di Pavone, Confortini Angelo per la prima contravyenzione il premio di L. 20, ed uguale premio alle guardie di finanza: Toselli Carlo e Nervo Felice per la seconda. Un concorso con premio di E. 2125 è stato aperto dalla Lega di difesa contro le falsificazioni del burr>, che ha sede in Zeiden (Olanda). Sarà ‘ conferito a colui che scoprirà un nuovo metodo per constatare le mesco'anze del burro naturale con il burro artificiale. Per maggiori schiarimenti rivolgersi al segretario della lega Sig. /. Rinkes Barger Leinden (Olanda). Rammentiamo che è tuttora aperto altro con- corso simile con premio di L. 1000, deliberato dalla Società francese d° incoraggiamento all industria, .cascifica, con sede a Parigi. Posti vacanti: Prof. di matematiche e scienze naturali nel ginnasio di Cassine (Caserta). Stipendio L. 1344» Scade il 31 luglio. | Veterinario a Piobesi torines?, Stipendio L. 400. _ Per i posti che vacano o possono rimanere va- canti negli Istituti ‘ecnici governativi, per le se- | guenti materie: Chimica generale e chimica orga- contravven- . men'e del genere Helix. D:rigers a Sigismondo nica, Fisica, Storia naturale, Agraria. Scade il 30. giugno, presso il Ministero d' istr. pubblica. . TNem per le scuole tecniche: Scienze naturali, e fisica. Scade il 30 Giugno. Ministero istr pub. Prof. di scienze naturaii nel ginnasio comunale di Veroli (Roma). Stipendio da L. 1200 a 1800. Scadenza 30 giugno. Esposizioni. In Italia da qualche anno le espo- | sizioni si succedono con. troppa frequenza, talchè | si dice abbiano perduto d°is:portanza. Pare però “che non siamo soli ad avere questa febbre, perchè | | nel: Formes, and the Camber of Agriculture Jour- nal si legge che dal 1 Marzo al 31 Dicembre 1887, saranno tenute in Inghilterra 118 Esposizioni Agri- cole: delle quali 9 di soli cavalli; 4 di soli bovini; s di bovini e cavalli; 66 di bovini, ovini ed equi- ni; 18 di bovini, ovini equini e suini, di macchine | agricole, pollame, prodotti di latteria; 7 di bestia- me ingrassato; 1 per le vendite annuali di arieti; 2 di soli prodotti del latte; 6 di soli prodotti del ‘ latte e di lana. — Nel 1888, avrà. luogo a Glasgovi un’ esposizione internazionale. Industriale ed artistica. Le doman —. de inviarle al comitato esecutivo entro il primo SO ttobre a | esotici, anche non classificati. Pete di quale. sono ‘ammessi b'atiohe gli stranieri. Chiedere | informazioni al Comitato centrale o agenti conso- liri di Olandà in Italia. RICHIES DE, OPPE ARTE È) EDI9BE A VEDE EDI CANINI (Gratis per gli abbonati) 5 Quando non v' è speciale indirizzo rivolgersi all'ammini- strazione del. Bollettino. Pagamenti anticipati. 44 Chiunque abbia duplicati di conchigueroi vc qualungue mare appartengano, € desideri cam- biarli in specie da lui non possiedute, è pregato | mandarne elenco al Sig. #rancesco La Notte Stra-. da Materdei n. 4 a Napoli e riceverà subito um. esteso elenco di conchiglie dei mari d'Europa, d' Asia e d’' America, nel quale avrà certo molto da scegliere. dI È 45 S: offrono: Scarites planus, Chalaenius azn- reus, Ch nigricornis, Ch. « hirysoceph ilus Ch. spo- — liatus, Geotry pes hypoerita, (ì inevigatus, G Ster- corarius, G. typhaevs, G. dispar ed altri coleot- teri. In cambio di specie anche comu: del genere Carabus e di Longicorni. Dirigere oblata a C. Lo- pze Corso Amedeo 9. L'vorno. 46 On offre a vendre une spienlile collection d' ceufs d’ ciseaux d' Europe, tous scigneusement, p'éparés et etiquettés. Collection de création re- cente, 8000 exmplaires rappresentant 481 espèees.: M. Louis Catalogue à disp sition. b'alresser a Nicoud, 19 rue. de la A Chaux de Fonds. (Suisse ). 47 Si offre Belgrandia Bonell'ana De Stefani, ì mollusco viven'e per la priva volta trovato dal | sottoseritto, ia cambio di al'ri moiluschi speceia! rogì - Siena. 48 Si offrono uccelli mosca i- cambio di mine- rali od altri oggetti di storia naturale. 49 Sì fa ricerca di Attmie vanto determinate che no, Si accettano in cambio o contro pagamento. 50 Il sig. PoZenzana, preparatore naturalista a Spezia a:cetterebbe dei lepilotteri e coleotteri in cimbio di Pes: i, Crostacei, Conchiglie, fossili, uccelli ecc. 51 Sì desidera entrare in corrispondenza con qualche cultore di Briologia, ottrendo in pari tem= po il cambio delle speie pù rare di Muschi del. Can'one Ticino. Dirigersi a G. Luc:0 Marî pei bliotecario nel Liceo can onale in Lugano. | 52 Si desidera fare acquisto di una coppia colombi maschio e femmina veri Po'lonesi oppure Turchetti dell'età dai 7 od 8 mesì ai 2 anni ma:simo. Dirigere offerte con pre:zo e tutti i det- tagli a facilitarne 1° acquisto. 53 Minerali fossili e molluschi terrestri e ma rini a sciegliere, offre in cambio di un piccolo cristalio di tormalina bleu (indicolite), di torma- lina bianca, di berillo e di acqua marina dell’ Blbas Cc. ARA stazione Brescia. 1 fossile di cui si parla alla pagina 89 è posto in vendita, e chiunque credesse farne acquisto deve rivolgere domanda al proprie— | tario Vercelloni Rag. Carlo di Lecco (4028 5 Marida » mente preghiamo a porsi in regola con che a procurarci 3 nuovi abbonati, prerei ‘ebIbrò ng: ‘mon | hanno. anc: pagato l’ abbonamento dulla scorsa annata o di qualcuna delle antecedenti. o Tutti coloro che desiderano esonerarsi dal pagare V abbonamento in corso non hanno e qualora avessero già soddisfatta la quota di abbona- mento potranno sciegliere per il valore di L. 3 in oggetti posti in vendita nelle pagine del Bollettino, o rilasciare il premio per saldo abbonamento dell’ anno futuro, A chi cì favorirà un nuovo abbonato daremo | elegante ed istruttivo libro Un v7499i0 în Oriente del cav. dott. F. Tassi, 2* edizione, che si vende al prezzo di L. 1. RIUEVUTE Hanno pagato | abbonamento: Per il 1886 î Sigg. (11.2 Nota) Frati P. Pratovecchio — Manganelli C. A. Cupramavtana — Tagliolo M. Novi - Ligure — Mens prof. G. Casalmonferrato — Sardi dott. E. N. Voghera — Agostini A. Venagrande — Qddone A. Aquila — Rocchigiani L. Aquila — De Niccolò prof. G. Bari — Meloni S. Cagliari — Dall Eco prof A. Firenze — Bechelli Sabatini cav. avv, N. Firenze — Poden- zana G. Genova — Taddei suor G. Livorno — Lauzillotti Buobpfanti prof. A. Camerino — Santocanale B. Palermo — Mazzoli L. S. Michele in Taderina — Tosi prof. E. Frosinone -—— Minotto G. Venezia — Meceli F. Tunisi — Mugnaini cav. dott. U. Tunisi. Per il 1887 i Sigg. (72 Nota) Mens prof. G. Casalmonferrato — Adami cav. G. B. Brescia — Ingegnatti prof. A. Mon- dotà — Ferragni 0. Cremona — Binda dott. A. Cremona — Niccolai F. Firenze — Dall’Eco prof. A. Firenze -- Cambi E. Gavorrano — Bechetti dott. S. Taranto — Lauzillotti Buon- fanti prof, A. Camerino — Senna A. Milano — Gromondo G. Milano — Giovanzana G. Monza — Santocanale B. Palermo — Morici M. Castelbuono — Busatti dott. L. Pisa — Simonelli dott. V. Pisa — Bellini A. Pisa F. Siena — Tribbiani F. Siena — comm, B. Vicenza — Minotto G, - Tuccimei prof. G. Roma — Bassi A. Siena — Panniluoghi ing. Cinughi 0. Venezia — Mari L. Lugano — Salvadori don G. Vienna — Presideuza Società Alpinisti Rovereto — Valentini A. Trento — Gori comm. P. Parigi. Sieva -— Galassi C. Montalcino — Clementi (cont ) I nomi di coloro ai quali è stata fatta una ricevuta particolarmente, non figurano in queste note. Indirizzi utili per gli Abbonati Costo dell’ inserzione L. 1, 00 per ogni avviso di non più che 4 versi. {Gli abbonamenti ai giornali sotto notati si ricevono anche presso l’agenzia di questo Bollettino), (Seguito ai gi pubblicati) Giugzono al Galline della razza Maggi o 4 }j2 e 5; i maschi costano L. 15,00, le femmine L. 10,60, le uova L. 0,40 l'una. Dirigersi al Cav. U.aldo Maggi in Firenze. Industria é invenciones stra'a, Rivista setti- manale illu- diretta dal Dutt. Geronimo Bolibar ing. industriale. Si pubblica in Barcellona (Spagna) e costa per l’ estero 25 pesetas all anno, Journal de Medecine et de Phar- in de l’Algerie. Si pubblica in Alger (Africa) macie una volta al mese, sotto la direzione del Dott. E. L. Bertherana e cos'a per |’ estero L. 10 | all’ anno, Feuille des jeunes naiuralistes. Pubblicazione mensile. Abbuonamento L. 4 all'anno. — Ind:rizzarsi a M. Andriîen Dallfus 23 rue Pierre «Charron, Parzs. Stabilimento diorticoltura ie da Angelo Bevilacqua orticoltore in Belgirate (Lago maggiore). Il catalogo e prezzo corrente speciale s' invia gratis a chi ne fa domamda. Prezzi mo- deratissimi, fondato nel | Le Monde de la Science et de Vin- dustrie R vista internationale illustrata di scien- ze, invenzioni e scoperte. Decìmo anno. Si pubblica 2 volte al mese in Lausanne 21 rue du Pont «A Parigi presso Georges Parre 112 Bou- levard St. Germain). Questa rivista impressa in carta distinta, formato in 4° grande, rende conto di tutte le questioni nuove che sì presextano nel progresso delle scienze e delle industrie. Ogni numero ha 16 colonne di testo, ed un supplemento con gran numero di processi e ricette utili all'in- dustria ed alle scienze. Prezzo di abbonamento L. 10,00 all’ anno. È, f Recueil mensuel hi- Le Musée Scolaire storique et scientifi- que. Cette revue insére gratuitement les demandes d' échanges et les comunications de ses abonnés. Abonnements. France 2 fr. 50 par an, étranger 3. Adresser les demandes à M. Ch. Barrillot, Pro- priétaire gérant du Masée scolaire à Limalonges (Deux-Sévres) France. COLLETTORE, ALLEVATORE, COLTIVATORE PERIODICO RIENSILE Abbonamento per tutti i paesi dell’ Unione postale, L. 3 all'anno. In Valtellina (Appunti di Storia Naturale) z DEE - Gli orsi. Una franca dichiarazione — Esagerazione e re- altà — Le famiglie deî carnivori in Valtellina - La famiglia degli orsi e varietà locali del- l'orso valtellinese — Costumi — Caccia — Un pò di statistica — Ultime considerazioni. Nei quattro anni di mia residenza in Valtellina, | ebbi occasione di poter vedere parecchi orsi, uccisi dagli arditi montanari nelle folte boscaglie del- l alpina regione, e dichiaro francamente che, da- vanti ad ogni cadavere di questi carnivori, provai sempre un certo dispetto, pensando al giorno non lontano in cui, per opera dell’ uomo, l' orso dovrà Sparire totalmente dalle prealpi valtellinesi. Il lupo e la lince vi sono già e distrutti, e la popola- zione ne è felice: ora è la volta dell'orso, e se la caccia accanita che + vien mossa continua cogli stessi risultati di questi ultimi anni, anch'esso non sarà frà breve che un ricordo nelle vallate della provincia di Sondrio. Comprendo l'odio immenso dei pastori verso questo animale e non disapprovo che il governo inciti con premi i cacciatori a sterminarlo, ma d'altra parte mi dispiacerebbe che la distruzione avesse a farsi totale, poichè i monti resterebbero privi di un bello ornamento, ed al maturalista si togl'erebbe un buon oggetto di studio. So benis- simo che queste mie idee circa la conservazione degli orsi passeranno come eresie appo gli abitanti della Valtellina e di tutte le contrade in cui l' orso ha dimora, ma sono anche certo che altri condi- videranno la. mia opinione, non trattandosi alla perfine di un animale tanto feroce e tanto dannoso quale viene dipinto. «La Valtellina è considerata a torto come un formicaio di orsi: così mi diceva il carissimo mio a ico Paolo. Comparolo, valente e pratico. veteri-. nario ‘che ‘avendo assai - Lo PEER de SANS ANSA NSA diverse parti della provincia potè. fornirmi non poche notizie interessanti sui costumi del per- seguitato plantigrado. Ed asseriva il vero, poichè buona parte degli estranei che capitano nella pro- vincia di Sondrio temono di imbattersi ad ogni passo coll’ orso, e di questo esagerato concetto non mi mancarono le prove conversando con molte persone.. Si figuri il lettore che pochi anni or sono un'intera compagnia di artisti teatrali, viaggiando da Colica a Sondrio, fu sul punto di morire dallo spavento, perchè uno fra essi aveva, per celia, as- sicurato che strada facendo sarebbe apparso l’ orso! A parte adunque ogni esagerazione, si deve dire che la Valtellina alberga bensì degli orsi, ma in numero ben limitato e nei luoghi più remoti delle sue valli. Essi vivono di preferenza sulle Prealpi e cioè sul versante sinistro dell'Adda, anzichè sulle Alpi o versante destro, e ciò per- chè il clima più mite e le più fitte boscaglie delie prime, offrono loro un ambiente più favorevole e nello stesso tempo un asilo più sicuro. Fra le lo- calità del versante prealpino maggiormente infeste dagli orsi debbonsi notare : il territorio bormiese, il bosco primevo e quasi impenetrabile della Mar- gata circa in faccia a Teglio, la Val d' Ambria, la Val del Livrio, la Val Cervia, la Val Madre, la Val del Bitto, il monte Tagliate, it monte Le- | gnone, e la Val Bodengo su quel di Chiavenna. Sul versante alpino rari individui si riscontrano nella Val del Masino, di Malenco e di Poschiavo. L'emigrazione da un versante all’ altro si verifica assai di frequente, e v'ha chi assicura di aver visto l’ orso ‘passare l’ Adda a nuoto, oppure su qualcuno dei molteplici monti che l’ attraversano. Si sa che gli orsi costituiscono una famiglia a parte di carnivori. Ricorderò che questo ordine ricchissimo di animali è diviso dagli zoologi in sei famiglie, a seconda dei caratteri di dentizione, della. forma del cranio, della struttura delle estre- mità ecc. Di queste sei famiglie, cinque abitano ‘ ancora l'Europa, e sono Je famiglie dei gatti (felida), dei cani (canida), degli orsi (ursida), delle — | mustele (mustelida) e delle viverre (viverrida), —— | mancandovi quella delle jene (lyenida) che però — DERARI IRAN PR DINI BOLLETTINO DEL NATURALISTA ir) AA sir un tempo non vi RICOTE diterto, come lo o attestano gli avanzi fossili di My-aena, trovati in varie loca- A sj ; lità del continente europeo. Il numero poì delle SE si debbono ara riferire alla sola spe SA singole specie di carnivori che sono rappresentate cie arctos. 5 ; in Europa è assai limitato; le forme grandi spe- bs L'una varietà è contrassegnata da una ae GI | —cialmente sì sono. fatte estremamente rare, e ciò | maggiore, e gli individui grossi e lunghi possono * perchè in ogni tempo furcno perseguitate e deci- Res dt) al peso di 250 a 300 chilogrammi; | Dal pu «mate dall’ uomo. | tra varietà è costituita da individui piccoli e leg: EX | La Valtellina non possiede, oltre alle jenidi, le : gieri, che dai cacciatori sono distinti colla deno- viverridi. Per di più in essa la famiglia dei fe- | minazione di orsi formicaioli. dr: MEA aL lini — quella famiglia che comprende i carnivori | (continua)’ Mario CERMENATI 0 |. tipici, dalla forza straordinaria unita ad una certa |__--_ ERRE STE AE . leggiadria di forme, e conosciuti coi nomi di ghe- | Sdi LS e one — COLOMBICULTURA pardi, leoni, tigri, leopardi, giaguari e \ia dicen- nà È — Riproduzione interdetta do — non ha più alcun genuino rappresentante, | È if PESCA III LES ; 2 pè È È iii si E: escinde dal Dee dgr: da CAPITOLO IL Wir | posito del quale non è ancor risolta la non facile a È 5 SALA È Il Colombaccio (Columba Palumbus) — La Co =S questione della forma selvatica, il felis catus ed 1l CRE E SS ari 3 A . lombella (Columba Oenas.) — Il Torrajolo * felis iynx si possono dire scomparsi -dai monti (Columba Livia). valtellinesi, e tutti i gatti allo stato selvaggio che Maison Late : | {Continuazione) SEEN | vi sono uccisi, appartengono alla specie domestica | i ì 5 “S29RC ui SE inselvatichita, e non a quel'a. del vero gatto sel- | 2. La Colombella aaa dei | vatico. La famiglia dei cani, pure lasciando in di- pagani EI a | sparte le forme domestiche, non vi conta più che La Colombetla ‘è intermedia in grandezza . fra na il Canis la poichè il Canis lupus già da parec- | Colombaccio e il Torrajolo. Misura trentanove cen CSLE anni è stato distrutto Da le mustelidi sono | timetri di lunghezza totale, sopra ‘settantatre centi. metri di apertura di volo. La testa è furchina-ce- ide PE dg og @ Do o: [mal o bel (©) pers è a D 5 Pag S DI [0A È (/2] > | D (e) (0°) (A z = pat s $ gd È nerognola; la cervice ed i lati del collo sono verdi. } n di foetorius e la lutra SET i cangianti in violetto ed in rosso rame; la schiena e pe La famiglia degli orsi, che in tutto il globo è | le tettrici delle ali sono cenerine; la parte inferiore del | poco numerosa ma molto omogenea e con diversi | dorso, il groppone, il ventre, ilsopracoda ed il sottocoda — 5 Bi generi, conta in Europa due specie, ed in Valtel- | di un bel grigio lattato; Il collo superiormente è cene- lina una soltanto. Negli ultimi periodi geologici | rognolo, ed inferiormente di color vinaccia:come il pet- una specie dorso di gran mole abitava l' Europa | to;le grandi remiganti sono brune, marginate all’ester- ed anche la Valtellina; alludo all’orso delle ca- | no di bianco, e le altre ceneripe alla base sono brune È |. verne (Ursus spaeleus) di cui furono rinvenuti | verso la cima; ambedue le ali hanno due macchie e «_— molti scheletri non lungi dalla provincia di Son- | nere, una sulle tettrici e 1° altra sulle penne medie: (_drio, e cioè a Laglio sul lago di Como. la coda sopra è cenerina fino verso i due terzi, ed Gli orsi della Valtellina, come tutti quelli che | il rimanente è bruna colle due penne esterne mar #9, albergano nelle altre parti delle Alpi e nella Sviz- | ginate di bianco alla base; sotto ha una fascia gri-- zera, appartengono alla specie bruna (Ursus arctos | gia chiara a tre centimetri circa, dall’ estremità. m Linn). L'orso bruno, che si distingue per le membra | becco è rosa salmonato, i piedi sono rossi e le un- o forti e tarchiate, per la testa grossa ed il muso al- | ghie nere. ina o. lungato, per l'occhio piccino, le orecchie cortis- Do quì la jrase caratteristica della specie, don | sime e nascoste nel pelame folto e variabile dal | gliendola al Gionstonio, al Savi, al Salvadori. 10 Sgr] uno nerastro al grigio bruno più o meno gial- | Pelletan. — Blumenbach, come altri autori riunisce. astro, per le zampe posteriori allungate, le ante- | questo. uccello alla specie seguente, cioè al Tortajolo. — ri arrotondate e la coda quasi nulla, ha ricevuto G. Johnston. — « Rostrum habet cinnaberrimi n, ii nomi a causa delle molteplici varietà locali | longum, in extremo acutum. Caput, totum. ventrem con ‘cui sì presenta. Così si stabilirono da alcuni | et alarum penne cinerea. 0 nota] agni- zoologi altre coerio, ai | ursus Poe niger, mus, Jormicarins I In Valtellina Le orso bruno si, cineream, © e Ripa RESTA | AE ng » aa P. Savi. — « Columba cauda apice nigra: alis maculis nigris triseriatis: tectricibus supercaudalibus uropygio concoloribus, » T. Salvadori. — « Lati del collo verde splendente con riflessi porporini; sulle ali tre serie di macchie | | chi sogliono trattenersi fra noi fino a tutto Novem- bre, sparpagliandosi per i boschi in cerca di cibo; . ma al sopraggiungere del freddo, riuniti di nuovo nere, di varia grandezza: groppone e sopraccoda | ' Primavera il numero di questi uccelli migratori è conerini. » J. Pelletan. — « Il a, 4 peu près, la taille du | biset dont il se distingue par le eroupion qui n° est | jamais blanc, mais cendré clair; et par les premié- res plumes de l'aile qui sont noires, toutes les sui- vantes etant noires à l' extrémité. L’ aile porte deux taches noires et non deux barres, comme celle du hiset, I une surles deux moyennes pennes les plus | proches du corps; l’ autre sur les trois grandes | couvertures. Le gorge a les reflets chatovants d'un | vert irisé de vio'et et de cuivré: les dessous de la | | Italia esclusivamente col fucile, ma la loro caccia | riesce faticosa e poco produttiva, trattandosi di un ueue est traverse d'une barre gris clair, près de l'extremité. Le ton général du plumage est, du reste, le gris cendré; l’ iris et les pieds sont rou- : ges, les ongles noirs, le bec rosè. Le femmine di questo uccello poco differiscono dai maschi e non è facile dal piumaggio di discer- nere il sesso. I.giovani, avanti la prima muta, non hanno sui lati del collo il colore verde splendido dei «vecchi, né il bel colore violetto sul petto, nè Je È macchie nere sull’ ali. La differenza più notabile | fra la Colombella ed il Torrajolo sta in questo; la | prima è completamente turchina cerulea, (blex gea- lare) mentre nel Torrajolo il groppone è bianco. | Quanto alla grossezza, le due specie si avvicinano | assai e lo sbraccio di volo è a un dipresso lo stesso. | Secondo Temmink cova la Colombella nelle fo- reste della Borgogna, dove quelli abitanti per distin- | guerla dal Colombaccio (Romier), la chiamano pic- rolo Colombaccio {Petit Ramier). Nella Lorena, in; Alsazia e nei dipartimenti boschivi del Reno è co- nosciuta col nome di Piccione Turchino (Pigeon bleu), ossivvero piccolo Piccione dei boschi (Petit Pigeon des bois). Questo dotto ed accurato ornito- logo assicura pure per osservazioni da lui fatte dal- l'anno 1811 al 1815 che le Colombelle recansi an- nualmente a covare coi Colombacci sui tigli della Vuilleries. | in numerose truppe proseguono il loro cammino. Il ripasso ha luogo nel Marzo per andare a nidificare in Francia, in Germania, ed in Inghilterra; però în più scarso assai che al passo di Autunno. Sospettosi e diftidenti depongono le uova entro le buche degli alberi nelle più folte foreste, dissimili in ciò dal Colombaccio che costruisce il suo nido sui rami, e dal Torrajolo che cova nelle roccie o sulle torri altissime. Cibansi le Colombelle di ogni sorta di semi, pur- chè non germinati o avariati dalle acque. Volano a considerevole altezza riunite in branchi talora così numerosi da sembrare piccole nuvole. Si cacciano in animale sospettoso, e che ben di rado si fa sorpren- dere all'aperto. Sui Pirenei all’ epoca del passo di Autunno si tende loro con ampie reti chiamate Pantieres, facendosene grande sterminio. In alcuni dipartimenti boschivi della Francia si catturano pure le Colombelle colla pania, attirandole col mezzo di zimbelli. Renault narra che cacciando collo specchio alle allodole uccise due Colombelle; la qual cosa del resto non mi reca sorpresa, avendo fatte delle espe- rienze sugli effetti della luce proiettata dagli specchi per richiamare i Piccioni domestici. La caccia alle Colombelle sì fa d'ordinario median-. te zimbelli. Occorre scegliere per richiami quei Pie- cioni Torrajoli che più si avvicinano nel colore alle Colombelle, presciegliendo quelli a groppone cene- rino, e scartando quelli a groppone bianco che fa- rebbero facilmente rilevare l' insidia alle selvatiche viaggiatrici. « La mattina avanti lo spuntar del giorno, fra- mezzo ai campi di fresco seminati, fabbricasi un ca- pannello di frasche verdi, aperto interamente al di- sopra. Alla distanza di un tiro di fucile ponesi in | terra legato sopra una laccheita un piccion grosso, 0 torrajolo, di quei che più somigliano alle Colom- In generale questa specie è più rara del Colom- ‘ baccio, e mon nidifica, ch'io sappia, in Italia; quan- tunque il Professore Bonizzi lasci adito a dubitare | che alcune poche Colombelle vi covivo. (1) Ciò sicu- | ramente non avviene in Toscana. «La Colombella fa il suo passo in Stalia ai primi ciù Ottobre, diretta in Affrica dove vi sverna: i bran- x oNIZZI. -- I Colombi Domestici rw RIT) d DI x .-- Milano. Hoepli 1837, belle per i colori, avendo cura di collocarlo dalla parte del vento. Dipoi alcomparire di qualche branco di Colombelle stando nascosti dietro le frasche si fa svolazzare lo zimbello. Le Colombelle quasi sem- pre vi accorrono, e posandoglisi accanto, o girando attorno, danno ogni agio ai Cacciatori per tirar lo- ro adosso » (2). @) P. Savi. Opera citata La carne ona Golombella, ner quanto meno pre | si gievele di quella del Colombaccio, è tuttavia di gra- : to sapore, e non è certo da disprezzarsi dai gastro- nomi, - Ignorasi la durata della vita di questo uccello, ma può ritenersi che viva circa quindici anni. I GiuLio CESARE GIACHETTI a FICALBI Dott. oa CA Arne ma ENIO. Da Genova a Haiderabad dei Dekan Alcune note sopra una breve gita di andata e ritorno. ( Continuazione: vedi n.i antecedenti. ) 4 — Da Bombay a Haiderabad. — Il ritorno. Una gita nell’ interno dell’ India è tale cosa, che non può a meno di tentare ‘ogni uomo: essa mi ha tentato sempre e mi tenta: ma l' India è tanto gran- de, che, non volendola o non potendola girar tutta, sì è perplessi in quale sua parte andare. Io scelsi l’ interno del Decar, perchè più selvaggio, più nuo- vo, più tropicale delle parti indostaniche. Tra le re- B- poi preferii lo Stato o Re- A gno del Nizdm, perchè, fra le altre cose, avevo let- tere commendatizie, che mi sarebbero state utili in Haiderabad . Il regno o principato del Nizàm è uno di quei , _ gioni del Decan, — che chiamansi stati indipendenti dell’ India, anzi è uno dei meno influenzati dal contatto europeo, è uno tra i più prettamente indiani. Immagini ognuno se mi attirava! Esso è grande più che i due.terzi del- I Italia, (infatti l’Italia ha una superfice di 334 mila % chilometri quadri, e il Regno del Nizàm di 247 mila), ; ha 10 milioni di abitanti, ha leggi proprie, moneta «| propria, soldati e funzionari proprii, un sovrano È proprio: 1° Inghilterra vi tiene un rappresentante, un controllore, ma in complesso questo stato si governa da se. È popolato, almeno prevalentemente, da Ma- ratti, gente, come già accennai, interessantissima, e spscai sparsa nel Dekan, al punto che se non fossero p a Hoiderabod. Essa dista da Bombay, in ci. Si fra tonda, circa un 800 chilometri. È Sa. ‘mecello, m * - Dekan!. 79 Una mattina di buon' ora, messa in saccoccia È | qualche rupia, col mio amico Gioranni Possenti, mi recai in Bombay alla Stazione della Great Indian Peninsula Rallatoy (per afneniizione 6. 1. 4 dna Sia pure a volo ma pur darò una fuggevole occhiata al i 9A la, mi meravigliavo di essere în India; tra poco | treno mi avrebbe condotto. a traverso a luoghi, ove. 3 ji alcuni anni indietro non si “andava senza correre deì — 325 dz pericoli. Gran popolo, per quanto mercadante e privo del sentimento dell'ideale e del bello, è l’anglosas- — sone ! ; see Fu detto che gli Inglesi sono i più grandi sfrut- tatori di popoli, di cui si abbia esempio, compresi anche i Romani antichi; non nego che ciò, almeno in parte, è zione inglese, oltre a non essere molto dura, dovun- EDS vero. Però hisogna dire che la domina- que va, porta, insieme ai suoi svantaggi e ai suoi pesi, anche molto di buono. 3 i In India a indicare il bene che è capace di fare la signoria dell’ Inghilterra basterebbero soltanto le ferrovie, che mercè sua sono state costruite. Qual- cuno ha detto che l’ inglese ha costruito le ferrovie indiane per smunger meglio 1° indigeno: e l’ India e per godere a Londra il frutto del danaro impiegato. Lo credo. Ma frattanto per merito dell’ iniziativa ia anglosassone la locomotiva divora in India distanze enormi, passa per luoghi ove prima non andava basta mo, supera le pianure e i monti, le gengle e:le-farzo e reste, spaventa i pappagalli e le scimmie, Je antilopi > e gli elefanti, le pantere e le tigri. Viaggi che anni indietro richiedevano settimane e mesi e non erano _ scevri di pericolo, ora possono farsi in oosicha giore ; .no e con tutta sicurezza. CENERE Le ferrovie indiane non sono molte, ma superano grandissime distanze (da Binobay a Calcutta sono qua- °° si due mila chilometri), e rilegano tra-loro i punti °° più importanti deil’ India: sono grandi arterie vitali, —

ico pi ARA avere un aspetto molio diverso da tutti gli esem- | plari circostanti, e per 1° importanza della specie, Ì parve opportuno anche al Direttore medesimo di or- dinare al preparatore che fosse rimesso a nuovo, onde meglio assicurarne la conservazione. Ora, avendo io stesso preso parte al restauro, acquistaì la persuasione che questo nobile uccello, non fosse stato preparato da pelle secca, siccome i suoì vicini, ma sibbene fosse pervenuto in carne al Museo. Interrogato di ciò il sig. dott. Bertini, primo as- sistente, che da lunghi anni appartiene al Museo, ed al quale sì debbono molte delle preparazioni « Aver quivi esistenti, gentilmente a me rispose: egli stesso preparato il Fa/cone che io gli mostrava, ed averlo comperato in carne al mercato della Ro- tonda, presso il Pantheon, verso la primavera del- l’ anno 1860, (asserzione confermata da nota scritta ARES dio dei Rapaci, mi cadde sott’ Sonia un n bellissimo st esemplare di Falco istandicus Brùnn. Il quale per e la natura stessa del maestoso | Roma, al quale tanti e sì rari sd concorrono, mi dà ragione di credere che anche il Faogatt d' Islanda possa, per avventura, capitarvi, massime considerando come questa specie abbia da qualehe tempo, per le troppo assidue ricerche dei Falconieri, in gran parte disertato dalla patria isola. Dopo questi cenni sull’origine dell’ esemplare, eccone le principali misure e la deserizione, riser- in un registro dal Museo) averlo anzi egli mede- | simo determinato per Falcone d’ Islanda, e scritto . sull’ etichetta il nome della patria del Fa/co, cioè, l' Islanda, anzichè quello del luogo di cattura, che dovea esser l’° Agro Romano, e seguendo d° altronde l’uso di quel tempo, in cui non si dava la dovuta importanza alla constatazione del luogo, ove l' ani male erasi preso. » Tutto ciò, parecchie volte, aveva | già il dott. Bertini verbalmemte dichiarato, tempo prima, al Direttore prof. Carruccio. Il Falco fu posto nella collezione comune, la quale allora non era di- visa in generale e provinciale, come ora venne fatto per opera del nuovo Direttore, prof. Carruccio, che all’ una ed all’ altra potè fare in quest’ ultimo tri- ennio, aggiunte notevoli e assai numerose. Il pre- zioso rapace era stato anzi nel 1885 collocato nella nuova Collezione Romana, poi provvisoriamente ri- tirato (1), ed ora, dopo l’ accennato restauro, che l’ ha rimesso in buonissime condizioni, fuvvi defini- tivamente ricollocato. La novità di questa cattura, che per la prima volta si sarebbe fatta nella Penisola, e, verosi- milmente nello stesso Agro Romano, mi sembrerebbe invero troppo debole argomento per negarne l’ au- tenticità, essendosi verificate nella nostra . Italia catture di uccelli di imeno forte volo di que- ormai n Trovandosi assente da Roma, per incarico governativo, prof. Carruccio, e venuto a visitare il riordinato Museo uno Re” dei più ‘illustri Zoologi italiani, all’ex-assistente che lo accom- x | psignava, espresse forte dubbio che quel Fa}co fosse stato cat- | turato nella provincia di Roma. Quel giovane assisrente, nel- al assenza del professore, e non conoscendo le precise dichia- razioni del dott. Bertini, credette allora opportuno ritirarlo | dalla collezione Romana, che in quell’anno si andava già sviluppando e ordinando in apposita sala. vandomi ad illustrarlo maggiormente ed a rappre» sentarlo in una tavola colorita, dopochè avrò potuto confrontarlo convenientemente con altri esemplari. appartenenii a questo medesimo gruppo di Girifalchi dal piumaggio biancheggiante, e dalle forme robu- ste. che vivono nelle tristi plaghe del settentrione: MISURE Lunghezza totale. 52.em, » ala 42' <>» » coda . RO» » becco 03. » tarso. -. MEO Porzione scoperta del iarso . . 02» Lunghezza del dito medio 06.» CARATTERI Fronte candida con segni neri filiformi appena vi- sibili. Vertice, occipite e regione auricolare bianco- rossicci, con macchie brune allungate nel mezzo delle piume. Gote bianche con sottilissime strisce brune lon- gitudinali; baffi assai spiccati bruni; gola bianco- isa- bellina ; lati e di dietro del collo bianchi con macchie brune a goccia leggermente sfumante in rossiccio. Petto, ventre, fianchi, tibie e sottocoda bianco isabel- i lini con macchie bruno-fulviccie assai piccole nelle parti me-diane: di color cioccolatte, più grandi e più larghe sui fianchi e sul latv esterno dei calzoni, i qua- li dal lato interno sono immacolati. — Dorso e grop- pone color bruno-cinereo con margini fulvo-rossieci che terminano in un bianco sudicio. — Le copri- trici superiori delle ali dello stesso colore, e le re- miganti secondarie, come pure le scapolari, hanno piccoli spazii ovati o rotondi di color fulvo-rossiccio sui due vessilli. Remiganti primarie bruno-cineree più scure del rimanente sul lato esterno e listate di bianchiccio ; macchie bislunghe brune che sul lato interno delle remiganti sono invece trasversali e formano strisce incomplete. — Le timoniere mediane sono superior- «mente bruno-cineree con due spazii 0 ovaltbeto) fulvicci verso l' apice sopra ciascun vessillo l'ap è marginato n Mano, ma meno estesal nent 7%, inferiormente le ali son candide con x è alquanto più chiaro. più corta della seconda. che all’ uopo ho consultato. .Roma, 29 COIAI 1887. Prof. G. B. TOROSSI G1! animali utili e nocivi ai pesci Non potendo pubblicare per intiero una me- moria favoritaci dall’ egregio prof. G. B Torossi ne togliamo e riassumiamo quanto segne. che ci sembra utile sia conosciuto il più possibile: Che la Piscicultura possa dare tra breve van-, taggi non ispregevoli nella economia nazionale, von è una vana speranza di quelli che, ricono- i scendone |’ incontestabile utilità, con vero amore i dedicano ad essa i loro studi, le loro cure. Non dubito quindi che )° allevamento artificiale dei pe- s sei d’acqua dolce non abbia a produrre eli effetti che si vagheggiano: anzi, iv penso, verrà annove- rato fra le opere escogitate dall’ uomo per ripa- ee rare ad una distruzione, che egli stesso senza è discernimento ha compiuto, e che ora, giustamen- 5 te ravveduto dep!ora. Rifornite di pesci le nostre p- acque, il prodotto della pesca non potrà non es- ® sere apprezzato da tutti, chè allora si avrà sul pi luogo una ricca provvista di cibo fresco, e sa- - ——’—lubre senza altra spesa che quella di doverlo # pescare, Ripopolando i nostri fiumi di pesci squi- siti. si viene a ristabilire l' equilibrio fra gli ani- SA mali che in essi vivono, quell’ equilibrio che fu SA improvvidamente rotto, e certamente il molto i danno derivatone non si conosce in tutti i suoi — deplorevoli effeitì, A_mio avviso, i pesci devono | essere protetti in iutti 1 reodi possibili, ed è per- ‘ciò che conviene studiare dil:gentemente le con- 3 di dell’ ambiente in cui nane, e i loro rap- a fiosini di spazii ovali pot bianchi. Il lato icaro della coda è uguale al superiore, solo Il becco, le palpebre e i piedi sembrano essere stati cerulei, e il preparatore sig. dott. Bertini asse- risce che così erano nell’ animale in carne. Delle remiganti la prima è la più breve, e la seconda la più lunga, la terza è quattro millimetri E Da tutti g'i antecedenti caratteri risulta evidente trattarsì di un’esemplare assai giovane del Falco | ——dslandicus, ed è a notarsi che gli individui appar- tenenti a questa specie di Girifalco, i quali furono presì lungi dalla patria, erano tutti giovani, siccome asserisce il Meyer nell’opera sugli Uccelli d'Inghil- terra, per tacere di più altre opere pregevolissime E - NELLA PROVINCIA DI VICENZA ribile e continua arche in seno alle acque; vince il più adatto a sostenerla; il più debole inevita- bilmente soccombe Se vogliansi considerare sol- tantovi pesci, pur osservanio le loro abitudini, ben poco si può rilevare della lotta che devono sostenere per la vita. Conviene quindi ricercare e conoscere gli altri animali acquatici, chie sono, come sì dice, i regolatori dei pesci, e quelli che servono ad essi di cibo. Ecco lo scopo del pre- sente lavoro. Muover poi guerra ai nemici dei pesci non basta; bisogna che l' uomo stesso si arresti sulla via di micitliale distruzione, su cui s° è messo, usando nella pesca di mezzi troppo terribili nei loro effetti. L' uomo, csserva P. Marsch, è peg- giore dell’ uccello rapace e della fiera, i quali cacciano soltanto quello che è richiesto dal biso- gno reale; mentre esso, l'uomo, pesca oggi senza - ritegno e per lucro ce'ò che può mangiare domani. L° uomo inolire è erudelmen'e perseverante nella distruzione dì tanti animali utilissimi, non volen- do persuadersi che in natura nulla è veramente inutile, come disse Linneo, « nil én natura super= vacaneum videri poleci. Chi non ricorda quale sorpresa ha prodotto la quasi improvvisa scomparsa dalle nostre acque del garabero comune per opera della Vaginicula Panceri? Ma perchè si manifestò così unanime sorpresa alla scomparsa dei Gamberi, mentre la diminuzione abbastanza sens bile dei pesci non ha mai sorpreso alcuno? L’ estinguersi delle specie migl'ori di pesci non è forse a deplorarsi più che la scomparsa dei Gamberì? Se, com> ho ragione di dubitare, l'uso della dinamite. continuerà così attivo, come è presen- temente, la meravigl'a per la scomparsa dei’ Gamberi sarà di gran lunga superata da quella che si proverà dal. universale, quando siasì con- statato che i nostri fiumi sono spopolati di pesci. Apparira allora |’ opera di distruzione compiuta dalla mano dell’ uomo. Ciò non avvenga mai! Ed io lo spero chè l'uomo riconosciuto alfine l'errore commesso, saprà impedirne gli effetti funesti; ri- popolora di pesci i fiumi, meglio che non sappia — ancora risparmiare gli uccelli nell’ aria, ed ac- cordando ia sua benefica protezione al animali sì utilì, usando, con saggia economia «lei ricchi donì . della natora, troverà adeguato compenso nei van- taggi che sarà per ritrarne. Taluno potrebbe affermare che l' nomo, con tutta la sua rapacità, non riuscirà ad estirpare totalmente alcune specie di pesci; però bisogna anche considerare tutte Je altre cause di distru- zione, le quali unite a quelle terribili ideate dal- l'ucmo, renderanno, a mi o avviso, possibile |" e- stinguersiì di molte specie. Se l’uso della dinamite ha prodotto in questi La lotta cruente per l' esistenza si svolge ter- Net > A” Sì - Re sm” dani ci sensi ile dimin I P esci come non si deve temere ‘che in non lontano. av- venire possa avverarsi ciò che io non ci di «avere abbastanza dep'orato? VER Mi lusingo ancora che le mie parole s Sieno per riuscire di qualche efficacia, nel senso che valga- | °»— no a persuadere che la Piscicultura anche nella , Provincia di Vicenza, rimosse le cause che la dif- i ficultano, può progredire e riuscire utile vera- ame. mente. e" Ritornando allo scopo di questo lavoro, avver- to che ho raccolto e messo insieme tutto quello che ho potuto osservare intorno agli esseri che vivono nelle acque della Provincia. Animali che distroggono i pesei Mammiferi. La lontra (Lutra vulgaris) A __ Uecelli. 1 piombino (A/cedo ispida) i tufletti __(Podiceps minor, auritus ecc.) i Rettili. Testuggine di fiume ( WMnys europaea) tessellatus). Biscia d’acqua (Troridonotus natris). Insetti. - 1° Coleotteri: 1 ditiei (Ditiscus mar- | ginalis latissimus, e Roeseli) e la larva dell'/2ro- philus piceus - 2° Neurotteri. Le larve delle li- bellule (Libellula albifrons, cancellata, coerule- scens, conspurcata depressa, ferruginea, flav?0: la, quadrimacchiata, rubiconda, vulgata. È ; si P*° pi » _ 0@Dif@ferenti cause di distruzione "al dei pesci |_—senza dnbbio le perturbazioni termometriche che Sg * ‘avvengono nei fiumi; ed è appunto perciò che po la temperatura deli’ acqua è più calda in estate n e più fredda in inverno, di quello non fosse quan- do era ombreggiata e protetta dai boschi; e così i punti dei fiumi e torrenti dove le varie specie dei pesci sogliono deporre le uova, vaano sog- getti alle conseguenze del'a perturbata tempera tara, dannose allo sviluppo di questi animali. Ad esempio il Barbio depone ie uova in luoghi sab- biosi, poco sotto al pelo dell’ acqua, e quindi i sensibili cambiamenti di temperatura non posso- “no che riuscire ad esso dannosi. ll. L'intorbidamento delle aeque nelle annue innondazioni soffoca ii pesce, e i nostri fiumi pur troppo s'intorbidano di frequente. Però anch'io pito. sono persuaso che questa opinione, divisa da pa- | recchi stud'osi, sia esagerata, non essendosi an- cora constatata una mortalità rilevante tra i pe- i per tale causa. Osservasi infatti che nei fiumi e nelle valli di talune regioni d'Europa si pesca- a no in grande quantità le trote in acque torbide, À così da non potersi veder nulla ad un pollice sotto 6 cla superficie. Sembra che nemmeno la tempera- SI tara eserciti molta inflcenza, poichè la trota si Las Î. Uno degli effetti del disboscamento sono. : gran pumenE Valga il fatto che il torrente Asti- i Natrice tessellata o Vipera d’acqua ( Yropidonotus | 159 anche. nei tuglei tti, vicino alla sommità” del di. ra i Agan > Pn vi id ser - perchè ne inca v emigrazione, alto pubb PEA cessaria per certe specie, 1 Seli IV. la segatura che esce dalle sele, ingomibra »: le branchie dei pesci, e‘ ne fa morire in quantità. I va V. Il pesce che vive nelle acque adoperate | DELSSE macerare canape, rimane sovente avvelenato per 31 da effetto di tale operazione. Jo stesso ho ae ASI vr constatarlo con molta strage di pessi. — Ed VI. Le sostanze minerali, scaricate nei Rial: sd STAI dalle oiBcine manifatturiere, uccidono il pesce ino co non è più popolato di pesci come lo era pri- ma che il Senatore Rossi fondasse sulle he jà, esso i suoi grandiosi stabilimenti. MO TEE Vil. L'uso delle reti a strascico durante vene 3 ca della riproduzione, è pure dannosissimo, per-. chè con questi ordigni si sconvolge il fondo dei fiumi, e si asportano le uova deposte in i sulle piante acquatiche. e ce? VIII. L' esercizio della pesca durante l'epoca | della frega non è a dirsi quanto sia dannoso. Quest' epoca deve assolutamente essere rispettata, | DLE se vogliasi possibile un’ abbondante riproduzione ? DI ST di pesci: e quindi è necessaria l'osservanza del re- | | golamento che, tutelando la riproduzione, deter-. mina il tempo, in cui la pesca è proibita, come &: De sì proibisce la caccia in epoche determinate. Un Barbio del poso di Chilogrammi 1, 200 da WRssI di recente acquistato, aveva una massa di uova del peso di 150 grammi. Potendosi calcolare circa 8000 nova, vedasi di quanti pesci furono private | le acque del Tesina, dove il Barhio venne pescato, - IX. tl taglio delle erbe che.crescono sul fondo dei fiumi, e pur si è costretti di farlo, non è certo. propizio alla propagazione dei pesci. dt X. Talunì pesci poi sono essi medesimi di Pari struttori di altre specie, e infatti tutti sanno quanta strage compia il Luccio nelle nostre acque. Anche la Trota è molto vorace, e nel suo stoma- | co ben di frequente si trovano Di pesciolini. Re- centemente io stesso ho rinvenuto nello stomaco — di una giovane trota due ghiozzi comuni. . Finora non ebbi a riscontrare alcun parassita 5 negli intestini dei nostri pesci, per quanto non s abbia omesso di fare opportune ricerche. Talvolta la Carpa, volgarmente Raina, va soggetta a ma- lattie, prolotte da varie crittogame, che fanno ad essa cadere le squame; anzi vi hanno pesca tori, i quali asseriscono che' da tali malattie è colto anche il Triotto, volgarmente Bruffolo rd vd: ‘earoboides, emarginatus, dacia Rimis Man: | geti, Macronychus quadrituberculatus, la larva di Cyphon pallidus. —_—Neurotteri: le larve di Perla dicaudata, Eohe- mera albipennis, e vulgata, Phryganea leimacu- lata. — Dipteri: le larve di zanzare, Culew _@ pipiens. Rincoti: Nepa cinerea, Ranectra lincaris. Mau- corîs cimicoîdes, Corissa striata, Sigara minvta, Notonecti glauca. Acari: Hydroena cruenta. Crostace?: |l gambero (Astacus fluviatilis) VA- sellus aquaticus, il Gammarus pules» e la Dafnia pulew. Vermi: La sanguisuza (Hirudo sagusula, é amalicinalia) annulatus, I pesci sì nutrono anche di piante acquatiche. Dallo stimato giornale scientifico Zo Spallan - zani togliamo il seguente interessante articolo: Sul med, d indicare e calcolare razionalmente l'ingraudimento degli oggetti microscopici nelle Immagini proiettate del Dott. PIETRO DE VESCOVI (Roma, Istituto d' Anatomia comparata) « Lorsqu' un dessin a été exécuté, il est important d’ en déterminer le grossisement. » RanvieR (Wraité technique d Istologie), « Un dessin. pour, étre bon doit réunir plusienrs qualites: il doit étre +rei, rizourensement mesure. » Cannov ( Biologia celtnaire). eloin et Raziocinio ed esperienza dimostrano che un mezzo potente d° illustrare un fatto biologiéo si è quello «lei disegni. Una figura ben fatta dice, spesse volte, «molto più che parecchie pagine di una memoria: fre- tmentemente completa ciò che l’autore vuol dive, e È sempre rischiara, determina con maggior precisione rin concetto, ‘una dimostrazione, una verità. I disegni perciò devono essere veri, chiari, ed indicare con esattezza le ‘proporzioni sulle quali si rappresenta un fatto; altrimenti non possono mancare i concetti erronei, I disegni o varie serie di figure anatomiche, em- st od altra. specie, aplta volte debbono: VIa VANE Pa tt" ; È di rado sorgono dubbi, controversie e forse: ancl errori, appunto perchè manca il fattore dell'ente fornito dalle dimensioni. We. Il rapporto d* ingrandimento segnato per una data figura non corrisponde quasi. mai al vero, e d'ordinario ne va molto lontano perché i sistemi generalmente usati per caleolire ed indieare gli în- grandimenti sono difettosi, 0 per lo meno mancanti di qualche cosa. A tutti è noto che gl’ ingrandimenti notati nelle 3 tabelle che accompagnano i mieroscopî, si ottengono moltiplicando la potenza d' ingrandimento dell’ ocu- lare per quella dell’ obbiettivo: ma la potenza del primo è dipendente dalla potenza visiva individuale — che varia non s pure nella stessa grandimenti notati sulle iabelle non sono, nè possonò essere, rigorosamente esatti 0, meglio, reali (1)... “i Si osservi poi che le dimensioni dell’ immagine TA ottenuta con un tale sistema di lenti e riportata (2) Uto per mezzo di una camera chiara dipendono: C ue; I. Dal sistema di lenti (Oc. ed Obb.) impiegato; IL Dalla distanza fra le lenti obbiettive e le oen- determinata: i a) dalla lunghezza del tubo propriamente detto; 3È b) dalla protrazione variabile del tubo ino ran (Auszug) scorrevole entro al primo; a c) dall’ applicazione del revolver; 3 d) dall''armatura più o meno lunga dell’ obbiete tivo e dell’ oculare; De II. Dalla distanza fra l'apparato di proiezione dell’ immagine ed il piano da disegno. NB. Questa distanza può aumentare sia allonta- nando la carta da disegno verticalmente, sia spo: standola lateralmente. È Da tutto ciò si viene chiaramente a comprendere che il sistema adoperato da taluni di segnare e come putare l’ ingrandimento di un oggetto disegnato bas sandosi sulle tabelle degli ottici costruttori è fallace, e le indicazioni date non fornire un? idea — esatta della cosa in se stessa, nè si possono stabiline confronti senza tema di venir tratti in errore. n Sa Più rigorosi sono coloro che notano senz "altro i il sistema di lenti usato, non omettendo d? indicare — il costruttore del microscopio. Ma pure in questo È caso se si riflette ai fattori (II @, d, c, d; I che È fanno variare la grandezza dell’ immagine, l' indica- zione è mancante d’ esattezza; poichè risulta chiaro che col medesimo Oc. ed Obb. sullo stesso miero- scopio si possono ottenere ‘ingrandimenti diversi sia >. dell’ immagine prodotta dalle lenti, sia di quella proiettata. AE lari, possono (1) Gl' ingraliditi segnati dagli ottici costruttori di mi, croscopì sono quasi sempre troppo alti. Aleuni poi gli esagerano fuor misura adottando i RIEIOTO della proiezione dell ‘immagive. aus Per soddisfare ‘a fatto le SER di i che ha per base la realtà, ‘si dovrebbe ancora notare: A. La distanza alla quale sì è proiettata 1 ima- Riflessione della camera lucida. NB. Questo dato non avrebbe bisogno di una | speciale indicazione quando si notino gli altri par- tieolari, segnati in fine, relativi ai rapporti di di- ; mensione fra l'oggetto e il disegno. Del resto sa- | rebbe sempre cosa buona notare la distanza soprac- ( cennata. EE. La lunghezza del tubo del microscopio O ed.: He, d, c, A) misurandola dal sommo dell’ oculare dio al punto d’ invitamento dell’ obbiettivo, 5 ©. Altra cosa quanto mai importante, perchè dà Si se dii ‘medesimo valore a tutie le altre indicazioni, quella di notare le dimensioni reali dell’ oggetto di- segnato. Il Carnoy non esita a dichiarare che « la . chose la plus importante à déterminer, c° est le dia- | mètre réal des objets microscopiques » (1) e poi a domandare : « Comment du reste voudrait-on donner aux leetenrs une idée exacte de la cellule qu’ on __—‘lessine si on lui laisse ignorer ses elle? » (2) si è dimensions ré- è | dimensioni Teali degli oggetti (3); ma il più sem- fi ‘iierometrico e si nota quante divisioni dello stesso È “ RA etto — non importa quale sistema di lenti si ado- peri — : il numero di queste lo si divide pel potere darà le dimensioni reali dell oggetto. __— Qui mi viene in acconcio di far osservare che | gli ottici costruttori dovrebbero sempre, fornendo un | microscopio, mandare una tabella che indichi il po- | tere d° ingrandimento degli obiettivi (6) : potere che lia un valore della massima importanza pel miero- | seopista. — In ogni caso si può sempre con tutia facilità calcolare il potere d' ingrandimento dei propri ob- (1) J. B. Garnoy. La biologe cellulaire, fase 1, pag. 68 Lierre 1881. (2) Op. cit. Fase. 8, pag 1463. (3) Ved. N.-P_ Lerebovrs, Instruction pratique sur les Mi- croscopes. Paris, 4864, Cap. V (4) Ved. ad es. : CR Robin. Du microscope et des injections, . 151 Paris 4549. — Lo stesso Traité du micr. scope, Pag. 245 Paris. 1871 r dans } emploi du microscope. Revue internat. T. IV. Pag. 535. Paris. 1879. (5) Tale ingrandimento non riguarda proprio O l'o- des dificazione che porta nella dimensione dell’ immagine la e collettrice dell’ oculare mierometrico. (6) S' intende che per fornire una tabella servibile; biso- erebbe indicare esattamente la lunghezza che si è data al | gine disegnata, partendo dal prisma o specchietto di | ho del microscopio (Vadi 1) «, b, e, d), nella delerminazione AI oculare per quelle del micrometro obbiettivo e d'ingrandimento (Vedi nota 4 colon. precedente), RE | l'ingrandimento del disegno. E ciò si uitiene osser- NB. Vari sono i metodì indicatisi per trovare le | occorrono per tracciare l' imagine visibile dell’ og- |’ ingrandimento dell’ obbiettivo (5) e il quoziente . . — M. G. Bardet. De quelques causes et bi eltivo per. sé stesso; poiché in questa determinazione e’ entra . | stare per le dimensioni, questa sola indicazione, o prc particolari, Sr rene | ;° f i tI ba i primo FERIE Ciò fatto; sì ‘divide il aume sg delle divisioni prese a considerare, del mierometro ss dotte allo stesso denominatore — e sì ha il Polare 35% CR l’ obbiettivo adoperato (1). D. Soltanto colla conoscenza delle ‘dimensioni. LA reali dell'oggetto si può determinare rigorosamente. dt vando quante volte il diametro dell’ i sta ao quello dell’ immagine disegnata. vi RA — Questo dato nella spiegazione di una figura | potrebbe indicarsi a sè, oppure unitamente alle Voga mensioni dell’ oggetto mediante un rapporto. — | sa Tutto considerato si può stabilire che: STR. 1° I disegni ad libitum senza alcuna indicazione. non dovrebbero assolutamente farsi.- 2° La sola indicazione dell’ Me. dei sì : stemi di lenti come lo danno gli ottici nelle tabelle E che accompagnano i microscopi, non ha alcun valore. | 53° Gli ingrandimenti segnati coll’ Obb. ed Ocul., — d non omettendo l’ indicazione del fabbricatore del mi i croscopio, sono pure mancanti di qualche dato. pas necessità di circostanze, come indicai. « Le dessin étant fait pour aider 1° intelligence | du lecteur, tout doit concourir à ca but » (2), e quindi conchiuderò che a facilitare lo studio, l\ince telligenza e le comparazioni, a togliere tutte le in- certezze ed i possibili imbarazzi , bisognerebbe che la spiegazione di ogni figura, oltre alle note illustra- sa tive, portasse, le seguenti indicazioni: lo L' oculare (3) e 1’ obiettivo usati: 20 Il fabbricatore del microscopio: lee x ta 3° La lunghezza del tubo (V. 38): o Le dimensioni reali dell’ oggetto (V. €) 5° Il rapporto fra le dimensioni dell’ oggetto. cca quelle della sna immagine protettata (4). ossia | in- "i grandimento nel disegno (V. BD). Esempio :; ; PGE Fig. 14 — 0e. 2, Obb. AA, Zeiss. | Perri Lung. tubo — 17 em. | D. m. ogg. — 0,026 mm. ( Diametro maggiore. dell’ oggetto). : Ing. dis. — 95. (ogtahbaa ia nel disegno) (2) Ch. Robin, Traité du microscope. Pag. 494. Puiai isn (3) Quando si adopera una camera lucida con oeulare pro- prio si dovrà indicarlo. (4) Veramente, come sì accennò in D. ARSA del 40 ma per ento Sup all’ raomento ‘o per l' 4 -& fui ande lei | ho” - Don uf ne gratuite per ogni numero, per scambiarsi scliarimenti, infor- mazioni, consigli. questioni da risolvere. ecc. L’ Ottiorhynchus suleatus Ul Sig Lorini de- scrive (Boll. agr. Zara 15 Maggio 1887) un’insetto assai dannoso alla vite e che attacca pure il pesco, il ciliegio, i cavoli in fioritura, verzetti ece; questo insetto è il così detto Ladrone, (Ott0- rhynchus sulcatus) lango | cent. e largo 1j2 cent., con corpo duro coperto di lanuggine gialla-oscura, sul dorso 4 punti bianchi rotondi e © punti bian- chì longitudinali. La larva vive sotto terra e rode le radici, sale la mattina sul ceppo e rode i ger- mogli e le foglie che divengono come bruciate, sì essiccano e vanno in frantaimi. Lorini osserva che per difendersi dalle larve È di questo insetto si può adoperare il solfuro di carbonio, ma che è meglio non farne nso, poichè si potrebbe danneggiare la vite. Bisogna rivolgere tutta l' attenzione all’ insetto perfetto, che si può distruggere, prendendo due pezzi di un piatto, È: quali si mettono, nelle ore meridiane, intorno al ceppo della vite e sotto i quali al mattino se- guente si troveranno tutti i Ladroni che si rac- . coglieranno per braciarli; invece del piatto si pos- sono prender anche delle pietre liscie, sutto le quali si nasconde pure di notte |’ insetto. Vienna SEN. Cossus ligniperda. Van Neron, nel Bull. della Soc. r. Lin. di Bruxelles N° 1-2 del 1887 descrive il Cossus ligniperda (Gàte bois), la di cui larva ‘apporta gran danno e anche la norte al castagno, ‘al'tig.io, noce ecc. risparmiando solo gli a'beri re- sinosi. La farfalla ha le ali superiori di color grigio bianco con molte strisce trasversali nere e le ali inferiori di color grigio ; di giorno trovasi in ri- poso sul tronco degli alberi e si mette in volo golo verso sera i - La larva è di color bianco giallastro con ì! dorso di color rosso. Impiega 3 anni per trasfor- marsi in insetto perfetto, il primo anno si na- sconde sotto la corteccia, nel secondo anno”si avanza e nel terzo anno si interna nel cuore dell’ albero. Piccoli mucchi di segature nere fe- tide al piede dell’ albero, indicano il lavoro della larva nelle sue gallerie. col es 00 di quei viva introdotto. pell'a porre In questa rubrica gli abbonati hanno Cirittorad inserzioni Sett: pe liquilo di 50 00 d' acqua con 35 0,0 di * "it ‘Ra pa stica l'apertura inferiore può portar rimedio, poichè morta la larva, l'albero prò riaversi; se però 1’ inte: no dell albero è ili già corroso p.r lungo tratto, allora non avvi a!tro rimedio che abbatterlo. i Vienna SEN: Nel parco del castello Beanjardin del Sie. Cornely a Tolosa trovansi alcuni animali di molto interesse. Così fra gli uccelli pyga (Poenh'la) Gouldiae, confusa ed anche de- scritta in alcune opere ornitologiche per Hupl (Emblema) picta; 4 Anser dispar da non confon- dersìi colla A. magelhaniîca; una Grus virgo eve. Di mammiferi notansi: Macropus rufus e gigan- teus, Moschus moschiîferus, il quale vive sui monti i Rhodo- alimentato con . della China, ove si nutre di foglie di dendro, mentre nel parco viene erus-a, patate, mais, foglie di acacia e di rose: L' Hidropates inermis mangia foglie di Edera ; il Tetraurus quadricornis trovasi bene nel clima delle Tourenne, dorme sotto capanne aperte senza soffrirne il freddo come le altre Antilopi: così pure si sono acclimatizzate le gazzelle (Gas. su&-. gutturosa). Trovansi poi anche delle tartarughe — del Giappone, delle Lacerte occellate, \° Arcto- mus bobac delle Indie, Za Dolichotis patagonica ecc. {Zool. Garten, 87) Vienna SEN. Valore nutritive di alcuni funghi commesti- bili: Ricerche eseguite da £M. &Morner. I dati corrispondono a 100 funghi seccati a 100 gradi e siccome si sa che essi contengono grammi di allo stato fresco il go per 100 di acqua così è fa- cile fare la proporzione dell’ Azoto che -contene@ vano prima della dissccazione. Azoto digerito \zoto totale per il sugo gastric Agaricus campestris 7,38 3,20 lycoperdon bovista 8,19 CR) }3 Agaricus procerus È,23 2474 £ Morchella esculenta 4.99 1/97 Boletus edulis 3:97 1,94 Hydnum repandum 3,52 1,08 [actarius delitiosus II 1,20 Cantharellus cebarius 2 BS 0,70 Come si vede le specie di funghi che - più orde nariamente vengono mangiati corrispondono presso a poco a quelle che hanno un. maggior valore nutritivo. Br. Nuova contribuzione alla teoria della discen- ‘sd del canale, dopo aver chiusa con ma- o un Halo. » Por > denza, M. Garnaultcomunica alla società lines È di ponipana (Seance 2 mars 87) delle osservazio» # ni da lui fatto suli” presenza di vestigi Ì pae nelle Cielostome. Si sa ‘che le ia hanno — branchie assai sviluppate per cui si che esse costituiscano la transazione fra i proso- branchi marini muniti di branchie, e ‘le Ciclosto- — meche non hanno più lità di funzione. R. Note ornitologiche. Nel mese di giugno scorso , | furono qui catturate 4 Ardea raltoides (Sgarza | ciuffetto) e 1 Ardea ctnerea (Airone cenerino). — Villaverla B. CANALE Il siv. Conte Arrigoni degli Oddi il 15 decembre EC dello scorso anno acquistò in carne sul mercato di Padova una Calliope comt schathensis (Genel) che era s'ata uccisa lungo una siepe di triacanto A Montecchia sui colli Euganei presso Padova E la prima volta che questo uccello viene catturato in Italia. INVENZIONI E SCOPERTE NAVIGAZIONE AEREA © Al polo Nord in pallone. — Il Sig. Giuseppe .Vinot ha fatto, pochi giorni sono, alla. Società Da nosso di PD: SIE n seguente comu- ce en Hamille »: _ To aveva pensato da lungo tempo ad impiegare CIA Montgolfiera per navigare a breve distanza dalla superfice del suolo e fare un viaggio di lunga durata. | Aveva sopratutto in vista un viaggio al diso- pra del polo Nord. So che il compianto Si- ves studiò coscenziosamente que:ta questione ma io nen seno. partigiano dell’ impiego del pallone a Gaz. il viaggio, a mio avviso, do- | vrebbe effettuarsi dal Maggio all’ Agosto, giacchè curante questo periodo al polo il sole non tra- monta mai. Tuttavia un dottore che aveva vissnto nella Zona Torrida disse aver sofferto del caldo a circa 80 gradi di longitudine al di là del circolo - pojoro artico. ‘ Ho costruita una piccola Montgolfiera nella mia Pa | abitazione. Praticandovi un'apertura nell’involuero, il si dirige, ad aria calma, in senso contrario Se de a corrente d' aria calda che passa per 1° aper- tara, In quest ultimi anni esaminando i fornelli petrolio per la cucina, ho. pensato avendo essi. una grande leggerezza relativa e sviluppando un ca- è a ritenersi © che delle vestigia senza uti- , da 200 a 300. metri traversare il polo ed osser vare bene tutto. Dopo avere passato. il polo. sì arriverà nell’ America del Nord 0 in Asia senza. incontrare in questo tragitto dei grandi mari. Del resto con 8 0 10 giorni di viveri e del com- hastibile in quantità sufficente, si potrà al bisogno. 7 visggiare al disopra dell’ oceano finchè non si in- contri un naviglio. Si avranno degli apparecchi | fotografici e, in caso di pericolo imminente, mette-. remo i documenti raccolti in bottiglie vuote, LES meticamente chiuse, che si getteranno in mare. Questo modo di viaggiare presenterà più pro-. so babilità di successo che i viaggi fatti con dei na-- vigli come quello dell’ infelice Franklin, del quale | non sì sono più avute notizie. , i SA i £ naturalmente indispensabile disporre di molto denaro per potere sopperire alle Spese | di SA "a, una SUBRO epedizione, durre la spesa del combustibile, si potrà pesi: al disopra di essa un pallone gonfiato d° idrogeno. — Per riparare al danno del fuoco basterà im- piegare delle tele metalliche, per esempio dne tale. soprapposte a maglie serrate. e leggerissime: — ei lante immenso di 72 metri eat di O e lo ha ultimamente provato al poligono di Vin cennes con un gran vento, Assicurato ad una lunga corda di 200 metri, il cervo volante. SÌ staccato dal suolo sollevando | inven'ore. ed cano Ba contrappeso di 90 Kg. Questa esperienza dimostra che è perfettamente possibile e pratico di servirsi di un cervo volante in luogo di un ‘areostato catti- ; esi sia in caso di: guerra sia per gli stadi del 3 sati intensissimo, che con un apparecch'o munito di , meszo: ci : “i Lo0 iplanghi duaigpoli e pina provvi» i rei Egna A 4 Stò A e fe ae ® ere L con una serie di "isole vele destinate A dare il movimento d' avviazione. Infine il siste- "NOTE BIBLIOGRAFICHE | tua è messo in movimento da una semplice pres- RECENTI PUBBLICAZIONI = i di ‘ L’ Amministrazione del Bollettino s’ incarica di procurare | gipne. dirdito PR bottona elettrico. | agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa = Secondo il medesimo giornale un pubblico espe - | rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle altre, quando: al “ali We va rimento è stato fatto dall’ inventore nei dintorni sia possibile, se ne permette gratuitamente la lettuifa. p tti Greinwal ( America del Nord ). ETC. E fi Nel corso di questa esperienza l' inventore si Sopra aleuni fossili recentemente trovati nel & sarebbe elevato a 100 metri ed avrebbe volato | t"f0 grigio di Renexiioo presso Rana: CONE x ARRE 2 AR zione fatta alia Società genlogica italiana da Errico 3 3 più d' un'ora con velocità variabile a volontà con |"Olerfot go Di * una melia di 6 miglia all’ ora. | Questo info trovasi a Peperino a 6 chil. da Ro- % fi Ascenzioni. — Domenica 5 giugno, giorno del ma è fù già studiato ed illustrato con diverse pub- A S gran premio per le corse a Parigi, tre palloni si | blicazioni anche dal prof. Meli. L* egregio ing. Cle- a è ‘ sono elevati da differenti punti del distretto, Uno rici in questa memoria fà specialmen'e menzione dI dei viaggi fra i più interessanti è stato certamente | di un frammento di mascellare superiore destro. quello del pallone « # Doyeno, di mille metri cubi, | con 6 denti di Cervus capreolus e fra le filliti ° partito da Clichy a cinque ore, portando nella sua | nota: Crew pendula Hunids. Palamogeton nalarna ‘“$ i navicella i Sigg. Letort Sellier, Griffon e Haerty | Lin. Hedera helix Lin. Burus sempervirens Lin. : 7 È | Jumiperus communis Lin. Taxus baccata Lin. membridella scuola Aereostatica di Vincennees e che Sa SII st SETERA 8 di ps 6 Dagli studi dell'autore e del prelolato prof. RES eee Sera viemno a Coolommiérs a ‘Mel, reselta chiaramente che questo tufo litoide, U.; 78 Chilometri: da Parigi dopo esser g'unti ad una | è-di origine palustre. 3g altezza di 3200 metri. Il tempo n: ntenendosi” Elenco sistematico dei Coleotteri finora rae- % bello si sono scorti per aria dei palloni dell’ offl- | colti nella Valle Lagarina per Be nardino Ha?- (cina di Chalais Mevdon: Uno di questi pa loni è | &herr. Dalla direzione ile! museo civico di “Rove- A __ caduto a Monteèren ier ( Haute- Marne) i i2 giugno. | reto ci è stato favorito iP seconlo fascicolo di po È i F, v..| questa pubblicazione in corso di stampa, nel quale Di L'elettricità e In pesca. Una ingegnosa ap- | oltre alenne aggiunte e rettificazioni alla famiglia i nlicazione dell’ elettricità è stata fatta alla canna | Hei Caranizei pubblicata nel: primo: essi nage DI da pescare. Il ‘pescatore non è più obbligato a ISRISnCA dela IE SEGRE Fatpla Duo (tener ben' d'ocenio la canna ed il filo eni è unito | CRGO, RU LidaA, a Pag GE Spacer * i Lomnichidae, Dryopilae, Georyssidae, Heteroe- l'amo; quando il pesce abbocca l’esca una pie-sl Fidao. i for: colissima scossa elettrica ne da l' avviso alla mano i Il lavoro ci unisce paro'e di fisica sperimen- DR: del pescatore, ese questi neppure vuole avere | tale dette da A. Rerte allievo della Scaola tecnica pi; l’incomodo di tenere la canna in mano può benis- | di Tunisi, per la distribuzione dei premi fatta nel fa" Sim9 fissarla al suolo el una debole suoneria lo | collegio italiano. E un' opuscolo s:ritto bene e nel Te E avviserà che il pesce è preso. Con questa canna | Quale il giovane autore ha saputo trarre buon [._ elettrica si -paò perciv posero benissimo anche | Profitto dalle invenzioni sc’entifiche per tono desi 6 ESS durante la ho e. dere che la scienza ed il lavoro affratellano le ‘gl n i 7 £ ; sue > genti. VGA DO dl Vle a bici TEM II | Planes one appa seni dei denti. Il maranase PSE Bar pas: facendiaai minazione con l'idrogeno che dà una luce bianca con questa, segnito ad altra sua pubblicazione sul S ; a È ee si fissa, smagliante molto superiore a quella dei gaz | medesimo soggesto, rende conto di altre 300 estra- N: ES ordinari da illuminazione. | zioni di denti esesuite previa iniezione gengivale | © Toro nero è tn minerale recentemente sco- | di un liquido composto con centig. 50 acqua fe-. perto a Maldon nello: Stato di Vittoria è colà | nicata al 2 per 00 e centig 5 idroclorato:di Co- | chiamato Black gold (Oro nero) la cui com posi- caina, allo seopo di levare i denti senza dolore. . zione è di 62,°411 per 100 d'oro; 34 398, di Bi- | Dai resultati ottenuti, che per la gran maggio- smuto; 1,391 Acido salicico ed altro in propor- SAURI AR la totalità, sono. stati DS voli alle iniezioni,. I° autore deduce che non si. zioni insignificanti. : (Chem. zeit.) i debba sempre applicare l' iniezione stessa, ma È TA perte di caoniehono De: COSE de solo in cer casi speciali. + SN Gli animali u‘ili e nocivi ni Pesci della prov, di Vicenza, e la pesca nel bacino del Bacchiglione Re si Diob Alea Battista Torossi, membro +o 2 sno ne pae alcune parti in a ppaanoi Gi vasti Jocali sono stat costruit articolo « Gil animali utili e nocivi ai Pesci; » tmimali che distroggono i pesci 0 che loro ser- — vonò di nutrimento, ed un catalogo delle piante che vivono nelle acque del vicentino. Uecelli utili e nocivi all’ agricoltura. Collo sSeopo di dare un ilea degli uccelli più piccoli, che interessano all’ ortico!tora el eagricoltara il Sig. Elder di Neustadt in Boemia, ha pubblicato una tavola murale con 57 specie di uccelli, in grandezza naturale, in posizione caratteristica, (conoscere qualunque di quegli uccelli. — In un'opu- scolo Separa'o trovasi il nome scientifico e volga- re, di ciascun uccello, la descrizione del medesimo del suo nido e uova, i vantaggi, ed i danni che | apporta, i suoi nemici ecc. Questa tabella fa rico. | nosciuta di sì gran vantaggio per. l’ istruzione, cnè in Germania fu già introdo:ta in molte scuole - inferiori, e anche nelle famigiie. Vienna SEN. È naturali n.° 1 tom. IV. cont'ene: Atti | cietà. E. Arrigoni degli Oddi: in domesticità | Dif Anas boscas salvatica, con l Anas bosceas dome- AA | stica) — G. B. de Tonie D. Levi: Algae nonnul- fe — fretum. anno 1884, legit A. Cuboni — A. N. Berdese: e: igee; Splta flora micologica del gelso — E. Idi: Notizie. sopra un uccello Bize Gmel.) C Zatti > Di amiloidi della So: Somazii (Corpuscoli —— n csi idea ene oltre a ciò esso contiene, parecchi dettagli sugli | i in colorito si fedele da potere a primo colpo ri- | NOTIZIARIO —t c4 L° orticoltara nei presidi italiani in Africa. Da quanto è detto nel Bollettino di notizie agra- decrie, rilevasi che in generale le coltivazioni speri- mentali eseguite nei nostri presidi africani, non | diedero. per ora resu'tati molto sodisfacenti, forse | più per difetto nei semi e nella concimazione dei treni, che per la qualità dei terrenì e per il GI ima, ì «Fra le piante da orto hanno dato buon. pro- o) le pur babietol le, ‘le me Ienzano, le zucche, i 4 Mea o ine le Mita she” si a poco dal suolo; mis HE Roduaito: romano. | nistero della ist. pubblica e molti personaggi illu: i pure buoni servigi all’ incremento dell’ industria” | della pesca e al ripopolamento delle nostre acque | acqua marina. Nel primo piano è la vastissima sala ‘alla pompeiana, | quali 10 per gli animali di acqua dolce e 10 per E: Bultettino soc. Veneto-Trentina di scienze della So- ‘ Due ibridi ottenuti . (Tratta3i di accoppiamento del- © Tae quas in circumnavigat'ons itinere al Magellani . ‘ erano stati i TATA VEE chiaro. fosse. che di polline Si diverse conifere sE “non sì è ‘avuto buon resultato dalle fave e dui ; i di patire con na quale l'acque È stato inaugurato lele. V papi anni e la società vi ha ‘speso un milione e di lire. ARIA, Alla inaugurazione erano presenti l'on. mini- stro Grimaldi, i! comm. Miraglia, i rapp. del.mi- stri, i quali fecero plauso unanime agli iniziatori SPA ed attuatori di si utile opera che non solo offre. nd È un' istruttivo passatempo, ma. faciliterà certo. gli. studi e ricerche sugli animali acquatici e renderà — dolci, fornendo gli avanotti. E. In mezzo ad un bel giardino | con vasto laghet- tino sorge il palazzo di forma clittica a tre piani. Nel piano terreno’ sono gli apparecchi ed i. locali occorrenti specia!mente per la pescicultura, le mac- chine per la luce elettrica e i grandi serbatoi di con all’ intorno 20 acquari. dei quelli marini. Gli acquari sono abbastanza. vasti e già popolati con molte specie di animali e piante, — È il tutto ben visibile aì frequentatore. che osservi attraverso grosse lastre di cristallo. Nel 2° e 3° piano trovansi ir sale e gallo per gabinetti, labora- - E = tirii ecc. Nel 3° piano vi è pure una grande ter È razza. 3 L’ allevamento delle api e la tassa di ricchezza — As: mobile. Più volte gli agenti delle tasse avevano colpiti i possidenti, che tenevano le api a scopo lucrativo, con la tassa di ricchezza mobile, e vani. a di Si CELIO Sia UR Peronospora. La peromospora quantunque un po più tardi dello scorso anno, è già comparsa in. i parecchie località e se la stagione le è favorevole | può certamente recare ancora fortissimi danni. | Stieno adungae vigilanti gli agricoltori Cel nono risparmino di aspergere salle viti i preservati scelti per tale scopo. Ù È F Pioggia colorata. I! 3 giugno scorso ai Nemo a Fontainebleau ed in altre località della Fra c cadi una copiosa acqua gialla che gli ab crederono pioggia di: Solfo e se ne impaur rono, mentre dagli analisi risultò che quel” color: giallo era dovuto semplicemente ad una grande qua ape ipo Pd ed una forte pioggia Dia a cadere accompa- gnata da un violento uragano che durò fino alle 7. A questo punto la città fu per così dire immersa | in dense nuvole nere e poco prima delle 8 comin- ciò a cadere una dirotta pioggia nera, che lasciava le traccie ovunque cadeva; l' acqua dei ruscelli c delle cisterne divenne nera, ma il giorno dopo era già tornata limpida. Anclie in Siena civersi anni fa si credè che fosse venuta della pioggia rossa, ma accurate in- dagini chiarirono che quell'acqua erasi colorata sui tetti causa certe piante che vi si trovavano in fioritura Il benemerito circolo cacciatori bresciani. ci comunica guardie di p. f. per contravvenzioni da esse con- tesiate alle leggi sulla caccia. Bisognerebbe che l'esempio di questa associazione fosse imitato da molti. Fillosser=. Nel comuce di Predara in provin- cia di Catania è stato scoperto un ceutro di in- fezione filosserica. Insetti dannosi. Una quanii‘à straordinaria :li bruchi (dice il Villaggio) devasta le campagne di Foggia e in specie i vigneti. La popolazione è allarmata. I siadaci hanno domandati soccorsi ‘al governo. lì fenomeno è spaventevole e l'egua- le non si è mai visto. Questa grave notizia crediamo si colleghi con altra nella quale leggiamo che i comuni di Fog- gia, Manfredonia Cerignola, Sansevero, Ascoli ee. ec. sono invasi dalle cavaliette, che avendo tro- vate lè granaglie ed i prati già secchi. recano forti danni alle viti ed ai frutti. Terreni antifillosserici. M. Dejardin ha tro- vato che la magnesia occupa un posto importan- tissimo nella composizione di tutti i terreni nei quali la vigna francese resiste alla fillossera e le viti americane sviluppano meglio. Quante stelle ci sono? Nella Rivista scientifica del Journal des Débats il signor De Parville pub- blica il quadro seguente del numero delle stelle conosciute fino alla d:cima grandezza : - Grandezze Numerì osservati Numerì calcolati : Hi 20 % 19 2. 59 97 3 282 171 4: 530 513 5. 1600 1539 6 4800 4617 7 13000 13851 g. 40000 , 41553 di 100000 124659 10, 400000 373777 ‘I signor De Parville aggiunge inoltre che, pro- 3 Ra i calcoli e ammettendo che la luce pro- la nota di altri premi conferiti alle ” FRE Wal. se TA n du AT: n Mai-; fe 9 d 11 PARMA , deo: Ser n ° Ò; CL rÙUupuiiiò della nostra nebulosa deve esser vicino a 66 mi. liardi ! Esplosione di un’ novo di struzzo. Si sa che in tutte le uova deposte da molto tempo le so- stanze interne (A!lbumina e turlo, oppure il pul- cino se vi è formato e poi morto) entrano in pu- trefazione e vi si sviluppano i relativi gaz. Il Dott. Bauer esaminava un uovo di struzzo arrivatogli dal- I’ Africa centrale, e il contenuto del quale era già tutto in putrefazione, e si sentiva sguazzare; ad un tratto l'uovo esplose con tale violenza che il ‘Bauer cadde stordito al suolo e perfino i vetri delle finestre si ruppero. Avviso alle persone che P posseggono uova di struzzo o di altri grandi uccelli sa o rettili, non vuotate o che per lo meno non ab biano un piccolo foro per la uscita dei gaz. I ragui e la luce elettrica. La Nature (inglese) dice che le numerose lampade elettriche poste nei monumenti . pubblici a Vasinton, e cha fanno prendere a questi un magnifico aspetto durante la notte. hanno attirato un innumercvole quantità di ragni, attratti dalla bella luce e forse anche dalla quantità di insetti alati che svolazzano sempre ine torno alle lampade e che i ragni possono facilmente prendere nelle proprie reti, in modo che su quei monumenti la loro caccia non si li- mita al giorno ma seguita anche durante la notte Le loro tele si sono tanto molt plicato che ora non È si distinguono più i dettagli dell’ architettura di quei monumenti. | | 1X Congresso degli agricoltori italiani. Siena, 3 così oltre i concorsi ed esposizioni giù. annunziate per il prossimo Agosto, avrà pure l'onore di ospitare — —° gli agricoltori italiani che 1° hanno prescielta a sede della toro IX riunione. Il congresso avrà luogo dal-14 al 20 agosto. A Una apposita commissione stà lavorando alacre- mente perchè il congresso possa ben riuscire in ogni sua parte, provvede ad escursioni, riduzioni ferroviarie ecc. ecc. I quesiti da trattarsi sono i s-guenti: SEZIONE I. Quesito 1.* — Proposte pel riordinamento dei tributi verso lo Stato, Provincie e Comuni ia base al principio dell’ uguaglianza distributiva. - Quesito 2.° — Sulla utilità e mezzi di promuo- vere fra gli Agricoltori Italiani la Istituzione di consorzi professionali. Quesito 3.° — Riforme nell’ insegnamento ele- mentare rurale per renderlo conforme ai bisogni dell’ agricoltura. o Quesito 4.° — Sull'impianto e diffusione dei. ca campi di prova nelle varie regioni d' Italia. Sezione IL Quesito 5.9 — Della produzione e commercio. degli oli Italiani e provvedimenti per meglio ac . creditarli» Bua DOTE Saline cipo da vaio in Tone ; na, e mezzi per la sua buona e costante confezione con speciale riguardo al traffico d' esportazione. Quesito 7.° - Delle opportune manipolazioni del Latte nelle regioni Meridionali d' Italia. Quesito 8° — Quali sistemi possono additarsi "come i ‘più convenienti e pratici per utilizzare i . residui dei Prodotti Agrari. s; Quesito 9.° — Degli inconvenienti e dei dif.tti riali nella Mezzeria Toscana, nei sistemi delle disdette coloniche, consegna delle stime, pa- trasformazione delle culture. ee L° Allevatore di Milano in unione al sete: gno; Conte Guglielmo Salimbeni, un distinto e | provetto allevatore modenese, stanno organizzando * >. pel prossimo autunno una importazione di vacche, ' dii; manzetti e torelli dalla Frisia. Questa importazione che avrà il carattere della mutualità, affidata com'è ad un pratico quale è il (Conte Salimbeni, che si ‘recherà egli stesso în | degli animali in Italia, presenta tutte le migliori S ._levatori che vorraano concorrervi, troveranno la ‘e oro convenienza a prender parte alla spedizione, Il programma con le condizioni viene spedito È; tico a chiunque ne faccia richiesta alla Direzione SS sol CAllevatore, Via Pasquirolo 6, Milano. Concorso con premio di L. 50,000. Con de- a ministeriale fu nominata in Francia una com | missione incaricata di concedere un premio di cin- DA po SI tricità ad intervenire con economia _ applicazioni seguenti: |. Come generatore di calore, come generatore di luce, come agente chimico, come potenza meccanica, I agente terapeutico. It signor Bertrand, segretario perpetuo deli’ Ac- | cademia delle Scienze di Parigi è presidente di - detta Commissione. ua. LÌ Zeg 4 Concorsi. Il concorso internazionile delle mac- canapa che doveva aver luogo in Ferrara il pros- | ca agosto è stato rimandato al’ agosto 1888. (SE Un concorso agrario regionale avrà luogo. ad (‘Aquila nell’ agosto 1888. Un concorso internazionale di scienze e d° in- e" du strie sarà tenuto a Bruxelles nel 1888. Altro. concorso internazionale verrà effettùato in toma nel 1888, per gli animali da cortile. SA fra le aziende agrarie della provincia. O gamento a mese del bestiame vaccino ecc. E se e | come attuasi in Toscana la specializzazione e Importazione di Bovini Olandesi La Direzione ‘ Frisia per gli acquisti e sovrintenderà alla condotta | q garanzie di riuscita e non v' ha dubbio che gli al- ; quantamila franchi alla scoperta che adatti l'elet- | in una delle | come mezzo di trasmissione dei telegrammi, come | chine per la coltura e la lavorazione rurale della | tà A Vicenza è stato bandito per il 1890 un con-. | Una tere la peroiorica vegetale si stà istituen- | J Dione, ‘e come l'istituto. c1drehe di fisiologia, crittog; getale i s 48 % Posti vacanti Prof. di matematiche e scienze naturali a Clusone (Bergamo). Stipendio L. 1800. Scade il 31 luglio. ‘ RE sedili Paposizioni. Attesa la. esposizione* nazionale i | che nel prossimo anno sarà effettuata a Bologna; 0° i la esposizione serica che doveva aver luogo a. Como è stata rimandata ad altra Epoca, ci do È LA) A New Jork si stà preparando per la fine fel rr, corrente anno una esposizione generale di tutte le fe TE applicazioni dell’ elettricità. —. si RE : A Bruxelles nel 1888 sarà fica un'esposi- iu zione internazionale e di esportazione per lo studio delle relazioni con le contrade coloniali. ar Nel prossimo Settembre avrà luogo a Rara IIvRÌ una mostra di Concimi artificiali. mar: Nella occasione della riunione dei naturalisti. esa : fisici a'emanni che avrà luogo dal 15 al 24 set-o tembre prossimo a Wiesbaden, vi sarà in La città ura esposizione speciale di tutti gli strumenti È rela‘ivi alle scienze fisiche e naturali. A Belluno nel prossimo autunno. vi sarà una esposizione di frutta ed ortaggi. da < RICHIESTE, OFFERTE E DDUANDI DI CA BIO (Gratis per gli abbonati) ì Quando non v’ è speciale îndirizzo rivolgersi all’ ammini- | strazione del Boliettino. ; 54 Il Prof. Giuseppe Frizzi Preside del R° Isti- tuto Tecnico di Perugia desidera far cambi dì. oggetti di Storia Naturale e più specialmente di | rettili anfibi, pesci e molluschi terrestri italiani 55 Minerali fossili e molluschi terrestri e ma- i : rini a sciegliere, offre fn cambio di tn piccolo — cristallo di tormalina bleu (indicolite), di torma- lina bianca, di berillo e di acqua marina dell’ Elba. a C. Bonalda stazione Brescia. Ca i 56 Sî desidera fare acquisto di una coppia + colombi maschio e femmina veri Po'lonesi oppure Turchetti dell'età dai 7 od 8 mesi ai 2 anni al i massimo. Dirigere offerte con prezzo e totti Ì det tagli per facilitarne | acquisto, I 57 St fa ricerca di Attinie tanto. determinate: i che no. 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A chi viaggia sul p'ccolo pianeta « TERRA »; a chi può osservarne i panorami dalle altezze cui suol giungere l’ aerostato; a chi fo esamina sulle carte; a chi legge e coafron'a l: descrizioni di geografi e di esploratori; a chi sa spingere il pensiero dai tempi storici alle epoche geologiche più remote, si presentano grandi differenze di struttura e di aspetto, oltre que!le dovute ai massimi contrasti fra gli occani ed i continenti, fra le regioni gelide e buie dei circoli polari, e le zone calde, splendide, dei tropici e dell’ equa- tore. — Si presentano, cioè, quelle differenze che sono dovunque la ragione prima della incostante disiribuzione delle flore e delle faune: che nel- atmosfera contribuiscono alle vicende meteori- che e determinano ì climi che sono gli effetti di energìe impellenti ed erompenti dalle profondità del suolo ; che sono al'resì le indomabili intluenze sullo sviluppo di tatto ciò che vive, sulle attitu- dini, sul sentimento, sulle indefinite seepicazioni della umana famiglia. Neì rari, ampie solitudini ed affollamenti di atolli madreporici o di arcipelaghi pieni di vul- cani; correnti, che — sterminate fiumane — ser- peggiano dalle alte alle basse latitudini e da que- ste a quelle; e plaghe placidamente ondose, e ‘ingombre di verdeggianti sargassi; acque IP e frementi per esuberante vitalità, ne’ paragg opicali sotto i rego fecondanti del sole, ui ( anipi sconfinati di @uiarolo,, L. 3 all'anno. A, / da Pa Da nelle desolate terre polari; nelle onde marine, le fuggevoli gradazioni delle. glauche fluorescenze create dalla rifrazione della luce diurna, ed i nottnrni bagliori, quasi lampeggiamenti dati dalla fosforescenza dei minimi organismi che a miriadi diffondono la vita in ogni goccia che compone quelle onde. | Sopra l'oceano, nell’ atmosfera, mirabili lim- pidità di aria e di cielo, e nebbie fitte, caliginose, perenni: calme che farebbero creder capaci di prolungati letargi i flutti ed i venti equatoriali, e tempeste che repentinamente spingono a for- midablli violenze quei flutti e quei venti, non più addormentati ; lunghissime siccità e condensazioni acquee diluviali; miti serenità, rese gioconde dal sole o patetiche dalla luna, ed il vortice immenso, fragoroso e folgorante dell’ uragano. Nei lontani orizzonti, i crepuscoli, lieti all'alba e melanconici al tramonto. contrastano colle corru- scanti aurore boreali e con i chiarori della luce z0- diacale; nelle profondità del cielo le illusioni im- provvise, vivide ed immobili dei colori dell’arcoba- leno, e le sfumate ed agitate parvenze di laghi e di piani, di selve e di palmeti, di marihe e di città, con edifici e abitanti capovolti, con alberi e navi capovolte ed evanescenti, che il magico miraggio, ela fata morgama dipingono negli strati inegual- mente scaldati dell’ aria; 1 tenebre delle lutitudini polari in contrasto colle regolari vicende del dì e. della notte, sempre di. uguale durata all’ equatore. Più assoluti e multiformi sono i contrasti nelle emerse aree continentali. Le pianure e le montagne; gli altipiani e le depressioni inferiori al medio livello dei mari; i profondi valloni -e le ‘altissime cime; le colline ondulate, ridenti ed i coni erti e minacciosi dei vulcani; i tozzi mammelloni di -trachiti, di ba- salti, di ofioliti e le guglie, i picchi delle monta- gne dolomitiche: sabbie : le praterie ele lande; gli estuarii e le sica infine le semi-annue le foreste vergini e i deserti di steppe; i circhi dei purissimi laghi alpini e le prolungate moli semoventi dei ghiacciai: le spiag- i. dil. cà Lu RE o RO 4" ” È n i pa : ‘O TA RO ee iL gio anita: e dolcemente declivi, le a pt 8c0- Pal scese, dirupate, frananti sono modalità che indu- | cono sulle superficie asciutta del globo una va- ‘__—rietà sorprendente di fenomeni e di paesaggi che _. -que sia osservatore, ed abbia mente, abbia cuore. si Ma la fisonomia del nostro globo, non fu sem- sg pre la stessa ! i Ti Quale esso è attualmente, e quale ee lo rap= presentano nelle scuole i mappamondi, l'aspetto della superficie terrestre offre una fase transito- ria, diversa da tutte le precedenti, ei in via di progressiva trasformazione. Al pari di ogni cosa vivente, di ozni categoria di esseri, di ogni ordine di fenomeni anche nel mondo morale, il pianeta Terra compie la sua propria evoluzione; segne il ciclo delie sue ine- vitabili trasformazioni; dèserive la parabola della all’ esistenza di sistema del’ Sole. Come si cambiò nel suo complessivo aspetto, di epoca in epoca la faccia cella Terra, così si cambiarono di generazione in generazione le mol- titudini dei suoi abitatori viventi. Con grandissima e incalcolabile lentezza, ma «dal momento in cui il globo ebbe ena crosta soli- ‘ dificata, uno strato liquido superficiale di acqua oceanica, un atmosfera avv olgente di vapori e di ogni altro elemento del nostro colle loro orografie; i rapporti di posizione e di ‘estensione fra quei continenti ed il mare. Tutto fa credere clie più uniformeinente e vastamente esteso fosse nelle età primitive il È mare, sul globo; interrotto da gruppi sporadici sulari. I climi ebbero differentissimi modi «© uzione; uniformi nelle epoche più antiche, soltanto qua e là scarsarnente di emergenze in- Meg >< di distri- e ® “Pu sulle diverse i latitudini. SI Le primodiali catene dei monti, e le terre sol- s . dlevatesi sul livello de! mare, poco a. poco si sfa- _ ——celarono, si decomposero, si depressero, scesero — di muovo negli abissi delle onde; e la loro som- | mersione fu compensata dalla comparsa di nuove “terre è di nuove montagne che le secolari e re- \.gionali oscillazioni delia crosta terrestre face- si a vano emergere, in altre plaghe già occ ‘pate dal- | ‘l’oceano. Ne; A misura che si sollevavano sparivano le antiche, s' andavano collegando fra, . loro le isole; "si costituivano gli estuari, e si di- ; 5, | stendevano, i desti bi A esseri organici fornendo | ‘care. le randa "nt DI A gas, andarono variando col disegno dei continenti, e tutto fa credere che fossero assai pù } abbondante sostanza minerale, con. loro scheletri, i loro polipai, le loro eonchigli | concorrevano alle formazioni di rocce sedimenta commuove ed esalta il cuore e la. mente di chiun- | à sua propria esistenza, necessariamente coordinata . ‘ètto, ma discatibile nelle singole applicazioni che ‘stelle cadenti, : ecco ciò che mi pare sì possa. frattanto , rispon. #9 nuove terre e. >» rie, cui spettava il cuoprire di vasti mantelli da-o 7on pidei le superficie preesistenti delle rocce cristal ss line ed erut'ive. pere Le sostituzioni, nelle singole aree del globo,i delle acque alle terre contiaentali, e viceversa, — s si ripeterono ben molte volte: non sì può dir. BT a quante; ma è certo che tuttodì -si preparano: analoghe sostituzioni, col concorso e colla solida- SE 5 rietà a tale effetto di tutte. le forze attive nel | pianeta, di tutte le energie ormai insite in esso, Sl e di quelle che perennemente esso riceve dal SI Sole. ° es : La GEOLOGIA stadi ‘a, ravvisa, descrive questi. $ vet 4 grandi consecutivi mutamenti mondiali; pro Aaa la PALEONTOLOGIA indaga, scuopre e registra. GA le trasformazioni della vita animale e vegetativa, 13 delle FAUNE e delle FLORE; e mercò i rimasugli. È fossilizzati di ogni ordine di esseri organici, ofre preziosi -documenii alla dottrina della evoluzione | biologica; dottrina splendida nel suo genuino con-. se ne fecero e se ne fanno dai suoi trenpa Lene lanti segnaci. i PETRA L’ ASTRONOMIA coordina i f. nomeni inerenti ab) piccolissmo pianeta nostro, con quelli non più misteriosi che appariscono alla superficie del Sole, e colla natara, col moto, col periodo degli ostri i erranti nello spazio, bolidi e meteoriti, SE ce k La Fisica TERRESTRE; tin’ conto: di lutte ie condizioni fisiehe e dinamiche odierne della Terra;csi 33 ne segne le fasi, lo svolgimento, le correlazioni: — le giudica e lo misura in ordine alle forze vive che ne sono le cause prime determinanti, e che dissi già, essere in gran parte emananti dall’ im- mensa massa del Sole. FA Quale è l'indole propria di queste forze vive? Quale è la natura delle massime energie tra-. sformatrici della faccia della Terra? Nove posso-. "i no concepirsi immagazzinate? Quali ne sono le più cospicue e imponenti manifestazioni ? In altri. termini, che .cosa sappiamo salle condizioni di moto che presiedono a trasformar lentamente #4 paesaggi terrestri? i Attraenti ma ardui smo siffatti gie ed dere: da i Tre sono gli “ordini dt: forze: che, - t e pur cospiranti, A Lt no e ‘ignee, di attività eruttive, SU mila chilometri quadrati, (81 comprendono le forze sotterranee (cn ?ogene), cui si diedero i nomi di plutonismi, di energie o vulcaniche: — nel seconilo ordine, si comprenlono le forze esteriori LA ‘“(ewogene), quindi le attività idriche 0 net/uniane, le meteore atmosferiche, la circolazione acquea superficiale, la statica e la dinamica del mare. Nel terzo, si raccolgouo le energie tutte della vita organica, lo svolgimento continuato degli esseri vivi; imperocchè le spoglie di essi, ì resti dei loro cadaveri, i materiali pietrosi già fissatisi nei loro tessuti si.trovan bone spesso fossilizzati, pe- trefatti, in ammassi grandiosi, in moli smisvrate. negli spessori della crosta del globo, sui fianchi , altissimi delle montagne; imperocchè le loro ce- struzioni, durante la loro. vita, possono, iniziare e predisporre nuove estensioni emerse di veri continenti, e modificare il disegno dei continenti già fatti, come ne danno esempio gli arcipelaghi madreporici di polipaj del Pacifico e i banchi im- mensi di moliuschi. i Non mi tratierrò. su quesio argomento, cui mel basterebbero dieci lunghissime conferenze. Mi limiterò a ricordare, olire te immense costruzioni coralline, attive ne!' Grand’ Oceano e nell’ Oceano indiano, la penisola di Fl»rida che il geologo ame- ricano Hant ci afferma esser costituita per oltre dai polipaj dell’epoca quaternaria e attuale; dai loro detriti, dall ag- gresgato calcareo, litoide della loro disfatta so- stanza. Calcolatosi che per 1° accrescimento di un polipajo a un metro di altezza occorron circa tre secoli, l° Hunt valuta a 54 mìla secoli il tempo che occorse:al formarsi, da Nord a Sud di quella grande penisola, tempo compreso nel più recente dei periodi della storia del Mondo. Il cimpo di costituzione e di azione delle ener- giè sotterranee o plutoniche, non importa supporlo profondissimo rispetto alla lunghezza del raggio terrestre ; per interpretarne gli effetti non e' è bisogno affatto di riferirsi alla teoria della fasione assoluta e della fluidità o liquidità ignea della ‘massa interna del pianeta. Quelle energie si estrinsecano dalle loro sedi nel sottosuolo con oscillazioni lente, regionali e con i terremoti ; collo serepolarsi dovunque delle masse, stratificate o no, della. crosta terrestre ; col sorgere di cupole di basalti, dì trachiti, di graniti, di serpentine, di dicriti e di. altre rocce cristalline e col traboccare di lave incandescenti . . Invece, le*forze più snper- li 0 nettaniane cì 800 note nei suomeni delle 4 È caniche, degli spostamenti delle masse per opera di acque scorrenti, fluitanti e convoglianti ì loro detriti; ci sono ro‘e pur via delie demolizioni di montagne sui continenti e delle creazioni di enor- pile di strati sedimentari e di catene mon- tuose future nelie profondità degli oceani: e così per via dei livellamenti estesi sulle disuguaglianze del globo, dei sempre nuovi mutamenti nel regi- me delle correnti marine, dei venti nell'atmosfera, delle altimetrie positive e negative riferite al li- vello del mare ; delle variazioni infine che tra- sformano la distribuzione delle specie organiche, ‘ i loro specifici caratteri, glirostacoli o gli aiuti È. alla lo:o sussistenza.

| gher e Bosa esistono dall’ isola de’ Ratti fino alla 0 | e « 3-3 Miscellum, ex his stirpibus fructus | torre di Polliry: indi in grandissima quantità dal. 2 | Bee i EE: Capo della Frasca alla tonnara di Flumentorgiù; ©’ \ La pretesa specie del Piccione Marino, quella | Ae poi a San Pietro, a Sant Antioco, e in tutta Ta costa del continente rimpetto a esse due isole, — è Dando volta a mezzodì ecco di nuovo tutta Ja © © Columba Livia, che abbiamo precedentemente de- costiera di Teulada guernita di Colombi: ma nella itto. Spe NE 3 go Re scritt c o dae baja di Cagliari non stanziano se non al Capo di À Bi Francesco Cetti, che molti moderni più non I de ; 3 è dl; S. Elia per entro.ad un amplissima grotta. Il lato sa RISTTena, o GR Si pezione de Sal ' orientale non discorda dagli altri, e ì posti dei Co- | Bi pablo Sei LE RES spiadiai, e cal COIonDRI lombi vi sono a varie riprese da Capo Carbonara si DAG) sali ola GIOVA gi do portale PSE la Capo Figari, il quale re è ricchissipro, Nell'in- — intero, onde. cada sott'occhio agli studiosi così teriore della Sardegna l'abbondanza non è minore; - Rca lavoro. Gi) amano ivi i Sassajuoli, i fianchi dirupati de' valloni, — « Nelle rocce sopra mare, e nelle rocce den- > ; SPE - | ove sì veggono appiccati alle pietre che paiano tro terra, abita copiosamente il Sassajolo; e sono i x \VeBB PE SI RRELE P hi “ali È sone x macchie ; ad un colpo di schioppo quelle macchie Sassajuoli a mare ei Sassajuoli dentro terra d'una 3 < sca sn: SEZ ‘ giocondamente si ravvivano e fuggono. >» spezie medesima: Darò la descrizione del Sassajuolo | 5 ; Ste MERE - si | « Osservando i Colombi di Balagai viddi avve- (18 Varrone - De re rustica L. 3, €. È | rato in parte ciò che gli antichi scrissero delle amistà fra il degno e il Colombo. — i Gheppio del Piccione di monte, e forse l altra del Piccione bruno del Messico, rientrano tutte nel tipo della ” 4 Ci secondo gucati tion e Colomba, sotto la cui scorta essa va e viene sicura. ; vio. e non teme Sparviero: la Colomba dal canto suo | sidenti onorari: N rucei comm. N ama perdutamente la compagnia del Gheppio, in | tore Chambry Digny Presidente effettivo. |’ modo che non parte di la, ove sospetta, che esso | ing. Chizzolini. Vice presidenti onorari: Da i pure ci sia; e quindi nacque l'artifizìo di affezio- | Marchese, Chigi Zondadari e cav. prof. Molfino. «mare ì Colombi alle Colombaje per via d'un giovin | Vice presidenti effettivi. Avv. icilio Bandini & . accumolatore di pressione dell’ ing. Veraci. Il lo- È. cale diviso in due piani à molto spazioso e com- «prende le stanze per le olive, per la conserva- zione dell’ olio,.i granai ed altro. Anche alcune vigne furono visitate e quindi i congressisti fecero ritorno a Siena esternando agli egregi coniugi la loro ammirazione ed i loro sin- ceri ringraziamenti. 2 Un'altro cortese invito era pure giunto ai i | congressisti, quello cioè dell' On. Marchese Chigi È Zondadari, che desiderava riceverli alla sua prin- o: cipesca villa di Cetinale, ma la maggior parte dei congressisti doveva partire da Siena e così l'invito # non potè essere accettato. L E . . i . E . , x n° «concorsi e le esposizioni tenutesi in Siena nel corrente mese di Agosto. Come i lettori già sanno fu stabilita Siena per sede del Concorso agrario regionale (VII circoseri- a . z.one) fra le provincie di Arezzo, Firenze, Grosseto, Perugia e Siena, da effettuarsi nel corrente mese di Agosto, 9 Ai (ida ia ‘La commissione nominata per ordinare quela concorso, ha così alacremente e razionalmente la- vorato da avere ottenuto un resultato superiore agli altri concorsi consimili. Il governo, gli. enti morali delle 5 provincie e specialmente quelli di Siena, hanno coadiuvata ja commissione con stan- ziamenti «li danaro e premi e con il promuovere concorsi el esposizioni speciali. Il concorso agrario è «andato perciò estendendosi fino a comprendere, oltre tutto quanto è stabilito dal ministero per questi concorsi: Una Esposizione internazionale di macchine e strumenti agrari per conto del ministero di agricoltura in- dustria e commercio; un concorso nazionale di mascalcia promosso dal Comizio agrario di Siena; una mostra nazionale di «giornali e pubblicazioni agrarie, concorsi speciali di Animali utili e nocivi, Zootecnia ed igiene applica‘'a, piccole indastrie agrarie e forestali ecc., stabiliti dalla commissio- ne ordinatrice; una infinità di altri concorsi e premi in danaro e in medaglie deliberati dai co- mizi agrari, camere di commercio, deputazioni provinciali, e municipi delle 5 provincie, nonchè dal Circolo enofilo italiano, dalia R. Società toscana di orticoltura, dalla commissione ordinatrice e dal Monte dei Paschi in Siena. La mostra di animali bovini, ovini e suini di razze e varietà estere da regionale divenne nazionale; la commissione stabili pure una esposizione speciale di floriecl- tura, orticoltura e pomologia per tutta la regione. Come negli altri concorsi si aprirono gare fra i possidenti, le aziende, le fattorie agrarie e i rela- tivi agenti direttori ed operai, con premi speciali per le vigne, oliveti, foraggiere, boschi, orti, e frutteti, case coloniche, stalle, miglioramento delle classi agricole ecc. La commissione Incaricata di mandare ad ef- fetto tutta questa voragine di roba era, presieduta dall’oa. marchese Chigi-Zondalari deputato al par- lamento e se il tutto ebbe un così buon resaltato, dobbiamo certo ringraziarne l' intiera commissione ordinatrice e specialmenge il suo vice-presidente talmente avv. Icilio Bandini e la segreteria diretta dal cav. Pilade Bandini e dal prof. G. B. Bandelli. Il forte S. Barbera e le sue adiacenze attigue al passeggio della Lizza, nell’ interno della città, furono le località scelte per effettuarvi il concorso, ed il bravo architetto Corbi le seppe così bene adattare che sembravano un tutto appositamente ed elegantemente costruito per quello scopo. Nel piazzale interno, e sotto apposite tettoie ai lati del medesimo, erano le macchine maggiori molte locomobili, tribbiatrici, pressatrici, sgrana- ; . P. : ; 1 b | Vigne. Ferraccio Biondi SR STR ATE SPARI n 1IS ds LISRO trici, falciatrici, seminatrici, una infinità di torchi, falciatrici, macine da olive, aratri, pompe esce. In fondo al ‘piazzale sorgeva il bel pidiglione per al quale si ac- la inaugurazione e i ricevimenti, cedeva per un'amplia gradinata. Nel piano terreno | | Modelli del nuovo gran fabbricato el in parte di quello che già esisteva nel forte, si trovavano le mac- chine minori, tecnica agraria, mascalcia. mostra di giornali, minerali e roccie ecc; nel piano superiore prodotti, le mostre collettive, gli animali utili e no- civi, la bachicoltura, le piccole industrie agrarie e* forestali. Nel viale dopo il fabbricato di sinistra la mostra forestale, botti e simili, i laterizzi ecc. Salendo sui bastioni si vedeva orticoltura, floricoltura e pomologia. Dali' interno del forte si scendeva base e nei piazzali esterni presso la medesima era la copiosa mostra degli animali viventi. i la mostra di | alla sua | La inaugurazione ebbe luogo l' Il corrente, ed | . . . | j] pubblico cominciò subito ad accorrere numeroso | per visitare questa bella esposizione ; ben" oltre 22 mila furono i biglietti d’ ingresso venduti, e se si | tien conto di tutti coloro che poterono entrarvi senza pagare.il biglietto, si può ritenere che i visi- tatori abbiano oltrepassato i 30 mila; concorso fu dal 18 al 21 epoca Liana quale era aperta anche la mostra degli animali. | Il maggior | Domenica 21 vi fu la solenne distribuzione dei | premi e chiusura ufficiale del concorso (realmente il concorso si chiuse il 23). A questa festa assiste- vano oltre le autorità locali, la commiss'one or- | dinatrice, i giurati, i premiati, e numeroso pub- blico l'on. Grimaldi ministro di asricoltura indu- stria e commerci) ed il comm. Miraglia direttore generale dell' agricoltara al ministero stesso, re- ; catisi qua appositamente. Nel bel discorso pronun- z'ato dall’on. ministero egli constatò la riuscita del concorso, traendone buon’ augurio per il progresso dell’ agricoltura italiana. Troppo lunga sarebbe pubblicare l' intiera lista | dei 604 premiati, noteremo perciò solo coloro che | nelle diverse classi, ottennero la maggiore ricompensa. Aziende agrarie. Cav. colonnello G. B. Cocconi, Montepulciano. Otiveti. Dott. Carlo Buonaiuti, Murlo (Siena). | Boschi cedui. Conte comm. Francesco Guicciardini, S. Gemignano. Boschi. Conte comm. Bernardo Tolomei, Rimboschimenti. Fratelli Torti Alberti ciano. Foraggere nelle crete. Ing. Robustino Livini. Siena Monti- felice | ca | Stalloni da 4 a 5 anni. Marchese Roberto Pusci. categorie e concorsi speciali | Santi, La chiusa (Siena). | Ì | Puledre nate nel 1885. Cav. Giorgio Fossi. | {°_° Giovanni Bocci agente Sanrio Siena i: Vostruzione di case coloniche. Cav. Alessandro Pucci Sansedoni (Siena). e disegni. Ing. Francesco Trinci, Insegnamento agrario. Istituto Galileo, Firenze. i Azienie e poderi, concorso del Monde dei Paschi. | Cav. Alessandro Pucci Sanseloni. Sangemigna- . nello (Siena): Gelsicoltura. Cantucei tenente Luca, Buonconvento (Siena). Prodotl vegetali in generale. Principe dor Giio-- vanni Potenziani, Rieti: Ing. Robustino Livini,, Siena : Scopetti agente Municoni, Perugia. Prodotti forestali. Ciro Marri, Cortona; Guicciar-. dini conte Francesco, S. Gemigoano ; Ponticelli Carlo nei nomi, Alberese: Di Rorà conte Raf- faele, Trequanda. 3 e Prodotti minerali. Società terre gialle bolari, E Siena; Società per la industria Nola alto Marlo (Siena). Sericoltua. Cav. Girolamo Giovannelli Siena ; Bandelli Giovan Batta. Siena. si Mostra coleltiva di prod:tti. Comizi agrari di Anghiari, Arezzo e Siena. Entomologia, Agraria, Ornitologia ecc. insita utili e nocivi) Brogi Sigismondo, Siena. Floricoltura. Orticoltura, Pomicultura. Ridolfi marchese Carlo, Firenze; Amministrazione dei pubblici passegsi, Firenze; Hayilar 0° Brien, Firenze; R_Scuola di Pomologia e Orticoltura, © Firenze.» | eg nte ge Concorso nazionale di Mascalcia. Giaseppe Tri- cerri, Torino: Augusto Paletti, Pinerolo ve: loi e pali i EQUINI Stalloni da 5 a 10 anni Cav. Cesare Bertone. Puledri da 2 a 4 anni. Fratelli Giovannì e Luigi. Napoleoni. a Puledri da 8 a 4 anni. Tito. Giuggioli. DI SRI Giumente da 4 e più anni. (av. Cesare Bertone. . Dm Gruppi di Equini. Carlo Ponticelli, nei nomi. È Puledri e puledre nati nel 1886. Cav. Giorgio Fossi. - . © % - Shi Castroni. Cav. Giuseppe Bernardini. Cip | Asini stalloni. Cav. Giuseppe Vignale. - ESTE BOVINI, RAZZA VALDICHIANA PURA 0° ci È Torelli da 1 a 2 anni. Conte Bastogi e dentali Torî da 2 a 4 anni. a Lazzeri. È Giovenche da 1 a 2 Tori da 2 14 anni. POVINI, RAFZA MAREMMANA PURA Torelli da 1 a 2 anni. Cav. Guglielmo Ponticelli. Ca lo Ponticelli nei nomi. Giovenche da 1 a 2 anni. Cav. U. Ponticelli. Giovenche da 2 a 3 anni Ing. Robustino Livini. Vacche da 3 a 6 anni. Marchese Roberto Pacei. ALTRE RAZZE E VARIETÀ ITALIANE DELLA REGIONE BOVINI, Torelli da 1 a 2 anni. Giovanni L. Napoleoni. Tori da 2 a 4 annî. Marchese Roberto Pucci. Giovenche da 2 a 8 anni. Marchese Roberto Pucci. Vacche da 2 a 3 anni. Marchese Roberto Pucci. BOVINI, RAZZE E VARIETÀ ESTERE DA CARNE _ Torelli da 1 a 2 anni. Conte Giovanni Salimbeni. Torî da 2 a 4 anni. Cav. Emilio Fioruzzi. Giovenche di 1 a 2 anni. Cav. Emilio Fioruzzi. Giovenche da 2 a 8 anni. Conte Giovann. Salim- beni. Vacche da 3 a 6 anni. Cav. Emilio Fioruzzi. BOVINI, RAZZE 0 VARIETÀ ESTERE DA LATTE Torelli da 1 a 2 anni. Gabbriello Vivi. Tori da' 2 a 4 anni. Gabbriello Vivi. Giovenche da 2a 3 anni. Gabbriello Vivi. Vacche da 8 a 6 anni. Gabbriello Vivi. Gruppo di bovini delle categorie I. TH. e MII. Fra- telli Lazzeri. Gruppo di bovini delle categorie IV. è V. Cav. Emilio Fioruzzi. Premi speciali per gruppo di bovini. Roberto Pucci. Premi specialì per grunpo di vacche da latte. Vivi Gabbrielio e Comizio Agrario di Siena. Concorso speciale per bovini da 2 a 4 anni. Fran- cesco Palazzi colono dell’ avv. Bandini. OVINI, RAZZE E VARIETÀ ITALIANE Agnelli da 1 anno a 15 mesi. Gav. Ponticelli Arteti da 18 mesi e più. Carlo Ponticelli nei nomi Marchese Auglielmo Agnelle da 1 anno a 18 mesi. Carlo Ponticelli nei nomi. Pecore da 15 mesi a 5 amis Carlo Ponticelli, nei nomi. OVINI, RAZZE E VARIETÀ ESTERE DA CARNE Agnelli da un anno a 18 mesi. Cav. Paolozzi. Arieli da 18 mesi e più. Cav. Giovanni Paolozzi. | ‘ Pecore da 18 mesi a 5 5 anni. Cay (G. Paolozzi. topo Di ovini italiani. ‘Ponticelli Carlo nei nomi. Giovanni ani Macerata. } DI SUINI, RAZZE E VARIBTA ITALIANE Verri di 1 anno e più. Conte A. Oldi Bazliani, È Scrofe di 1 anno e più. Domenico Mecacci È. SUINI, RAZZE E VARIETÀ ESTERE TÀ Verri di 4 anno e più. Fratelli Ilari. i si Scrofe di 1 anno e più. Gaudenzio Poschini Fi N netti. pe x Gruppo di suini italiani. Cav. ; L, Marri Migna- nelli. CoA Gruppo di suini esteri. Fratelli Ilarì. (GALLI, GALLINE, COLOMBI E API Galli e Galline italiane. Cav. Ubaldo Maggi: Gruopo dei Colombi. Giuseppe” Losi ed Eurico | Brazzini. Arnie popolate da apî. P. Giotto Ulivi. MACCHINE E STRUMENTI COSTRUITI IN ITALIA Macchine e strumenti costruiti in italia. Pietro Gamb'ui, Pistoia. Macchine ed attrezzi per irrigare, fojnure e con- cimare. Luigi Comminacci, Cremona. Raccolta ed utilizzazione immediata dei prodotti. Cav A. Cosimini e figli, Grosseto e Siena. Tecnica agraria Ing. Pietro Veraci, Firenze : Fra- telli Borello, Asti; Ing. A. Calzoni, Bologna : Agenzia enologica, Milano. MACCHINE E STRUMENTI COSTRUITI ALL' ESTERO Aratri, erpici, seminatori ecc. Most e Cotop: di Springfield (Ohio). Macchine ed attrezzi per îrrizare, fognare, e con- ha Ji cimare. Ditta Goulds di Seneca : Ditta Noel di Parigi. Raccolta cd utilizzazione immediata dei prodotti. — i P. K. Dederich di Albany (New York): P. H. LA Pilter di Parigi : Ditta Marot di Niort (Francia). pr Tecnica agraria. Ditta Mabille e Fratelli di Am-. o boise. Piccole industrie agrarie © forestali: Fre I Rossi, Poppi; Giuseppe Brunamonti, Perugia; Manicomio di S. Niccolò, Siena. R Premi speciali. Ditta Nesti; cav. ‘A. Cosimini e o figli Grosseto : Ditta Nesti e Magni, Grosseto. VINI (4) Vini comuni rossi del 1856. Ricasoli Firidolfi barone Giovanni, Brol'o (Siena); Niccolini mar-. chese Ippolito, Carmignano (Firenze). . (1) Gli espositori erano 250 con oltre-200 qualità di vini, nà; I î La r* wi Hi fi HI dt i a Vini. Chimica ari DaNod pu sopr paria. Ing. Vannuecio Vannuccini, (Siena). Vini bianchi comuni dell'annata 1856. Mori . Giovanni e Giacomo, Montepulciano (Siena). Vini rossi finì del 1886 Alfonso Mazzini Siena. Vini comuni rossi del 1885. Marchese Pao!o Gen- tile Farinola, Castellina i Vini rossi fini del 1885. Giuseppe Bracci Testa- secca, Montepulciano (Siena). Vini comuni rossi del 1884. Marchese Gentile Farinola, Castellina e Torri (Firenze). Vini fini rossi del 1884. Giuseppe Bracci Testa- secca, Montepulciano (Siena). Vini comuni rossi del 1883. Avv. Ippolito Pestel- lini Prandi, Ripoli (Firenze). Vini fini rossi del 1883. Biondi Santi Ferruccio, Montalcino (Siena). Vini comumi rossi del 1882. molli, Figline (Firenze). Vini fini rossi del 1882, Casciano (Firenze). Vini rossì del 1870. Ruffino I. L. Firenze. Vini rossi del 1874. Coppi Toscanelli cav. Luigi, Montopoli (Firenze). i Vini rossi del 1879. Ricasoli Firidolfi barone Gio- vanni, Brolio (Siena). Vini rossi del 1863. Ricasoli Firidolfi barone Gio- “vanni, Brolio (Siena). i . Vini bianchi del 1885. Angelotti comm. F. Mon- tepulciano (Siena). Vinî bianchi del 1883. Sepolero (Arezzo). Vini bianchi del 1879. cine (Arezzo). Vino giugnolo Aldobrandini principe don Camillo Sovicille. (Siena). Aleatico bianco Sergardi Biringucci, Castelnuovo Berardenga (Siena). Capezzine M. Matteoni Ser- Comm E. 0. Fenzi, S. Pasi Francesco, Borgo S. Rubeschi cav. Carlo, Bu- barone M. Aleatico rosso. Dott. Alessandro Bizzarri, Poggi- bonsi (Siena). Ven santo. Terrosi Vagnoli Giulio, Cetona (Siena). Malvasie. Liccioli avv. Ettore, Masse di Siena. Wermouth. Ridolfi marchese Niccolò, Firenze. Acetî. Marcucci Ugolino, Bibbiena (Arezzo). Mm Alcool. Marchese Carlo Ridolfi, Meleto (Firenze). (*) È; 7, Olio fino da tavola. Fratelli È | (Firenze). Olio comune da tavola Ing Vannuccio Vannuccini, Capezzine (Siena). ODO Taddei, Fiesole (2) Gli espositori erano 150. Ri- |. Premi speciali. Conte Vambonio chigi ne di Siena: Marrocchi Domenico, Perugia. Formaggi, Roberto Pallini, ident) su Lane. Carlo Ponticelli nei nomi, Alberese (Siena): Ponticelli cav. Guglielmo, Grosseto. Miele e cera. Can. Arturo Rossi, Montepulciano: Marrè ing. Teodoro, S. Gemignano; Tosi Otta-. vio, Marciano ‘Grosseto). Carne salate. Fratelli Faleri, Siena. Anche un' altra esposizione ha avuto luogo in. Siena dal 10 al 28 Agosto la Esposzzione nazio- na'e di dipinti all’’acquarello promossa dal Cir- colo artistico senese. Molti e pregievoli farono i lavori esposti ma non possiamo entrare in detta- gli, trattandosi di cova del tatto estranea all' in- - dole di questo giornale. Comunicazioni - Proposte - Domande Risposte In questa rubrica gli abbonati hanno diritto ad 7mserzioni gratuite per ogni numero, per scambiarsi schiarimenti, infor- mazioni, consigli, questioni da risolvere. ecc. Ciconie e Cedirosso. Devo ripetere e mante- nere quanto scrissi circa le Cicogne e la Ruti- | cilla phoenicura. Le ulteriori ricerche, cui il conte A. P. Ninni si compiaceque invitarmi, valsero a - convincermi maggiormente dei fatti-che affermai con certezza. Anche da pochi giorni venne ucciso un individuo adulto della Ciconia alba posseduto dal Sig. dalla Baratta, mentre dal 20 Settembre 1884 ad oggi, non mi consta nella mia Provincia che siano stati presi esemplari della Ciconia ne gra, molto più rara, parlo sempre nella mia Provincia, mo'to più rara detla C. alba. Per la Ruticilla phoenicura mi pareva, desu- mendolo dalle catture, e mi pare tuttora che il Conte A. P. Ninni le abbia assegnate date troppo — ristrette pel suo passaggio autunnale. Del resto sono dispiacente che la verità mi abbia costretto a. fare in breve tempo per SR, volte non erét:che, osservazioni sull' avifauna del Conte A. P. Ninni; ma non me ne pento: perchè la verità per me va avanti tutto e avanti tutti. — E basti. Lat Confesso che sarò grato a chianque mi fi LI ciò fare, contradditori stimabili, qual’ è il Conte A. P. Ninni, mi useranno forme più benigne, Ca' oddo 1 Luglio 1887. Frrork ARRIGONI DEGLI ODDI Utamania torda Zedeh - Guzza 0 pica marina, pinguino /t. - Carcarazza di mari Sic. — Nei pri- | mi del mese di gennaio fu catturata.in Cefalù | un' Utamania torda, faceva parte di un brancnetto di oito o d'eci; però questa sola fu predata. L'epoca sopra detta, sebbene non precisa, giac- chè la persona dalla quale io mi ebbi l'uccello avea il dubbo se fu piuttosto presa nel dicembre, si av- vicina ai giorni 15, 16 e 17 dicembre nei quali a Reggio-Calabria se ne vide un numero stragrande; probabilmente queste di Cefalù sono quelle stesse che si videro nelle acque di Calabria, proprio sul Faro di Messina, dappoiché è lo stesso mare. Il Pinguino si fa vedere di quando in quando nei mari di Sicilia, e ciò come risulta dalle osser- | vazioni del Benoit, del Doderlein e di altri; e già ne sono provveduti i gabinetti di Pa!ermo, di Ca- | catturati in | tania e di Siracusa, individui quelle provincie. con Ne per tanto pos.iamo ammettere le gazze | marine o pinguini come uccelli comuni, perocchè | ! l'inverno; presso noi non è tanto comune ma si queste comparse sono sempre accidentali, giusta le osservazioni dei su'lodati autori. — Questi nordici abitatori giungono nelle nostre coste negli inverni molto rigigi e tempestosi; però anche îl Valle dice averne predati nel principio ui pri- | mavera, e qualche volta in estate; opino che an- che in quelle stagioni possono verificarsi tem pe- ste di mare e giungere sino a noi le gazze ma- rine; il Valle, per quanto mi sappia, non dice se | in quelle irregolari catture succedettero simili cambiamenti meteorici. ciò che è sapporlo. I marì glaciali sono la loro vera patria, ivi a fotte numerose nilificano nelle fenditure delle rocce che circondano quelle acque, deponen- do le loro uova sul nudo sasso e. qualche. volta sull'arena. La gazza partorisce un solo uovo ed albiamo appreso quali cure gli usa. Il Giglioli nella sua Avifauna Italica, dice che | la gazza non giunge regolarmente nelle nostre coste. ma che ogni anno e talvolta copiosamente ci capita, specialmente nel golfo di Genova e nelle Spiaggie della Liguria sino a Nizza. Rapporta lo stesso, che nell’ anno 1885-86 nel litorale Tirreno è apparsa in abbondanza singolare; se ne sono catturati moltissimi individui a Nizza, Spezia, Genova, Viareggio e Livorno; ed il Prof. Dei scri- veva al Giglioli che nel dicembre ne eran piene le acque dello stagno di Orbetello e del mare in- torno al monte argentario, Il Giglioli dice che è stata presa nel Napole- tano, in Sicilia, Sardegna ed anche a Malta. È i più rara nell Adriatico. e lo stesso non ram- i molto facile a | menta altre catture fuorchè le cinque registrate dal Valle. Il Savi dice che di tempo in tempo capita nel Mediterraneo, lo stesso ne ebb> una viva e provò a nutrirla con pesciolini; mettendoglieli a terra non li toccava, ma quando glie li gettava in un gran bacino di acqua, allora vi si scagl'iava con avi- dità, con uu colpo di becco li divideva in due e poi li ingoiava. Il Temminek dice che è di passaggio nell’ in verno sulle coste d'Inghilterra, di Norvegia, di Francia, di Olanda e accidentalmente mari interni di quest'ultima. In conclusione può dirsi che nissuva regolarità di passaggio vi e stata in queste osservazioni fatte su tali comparse è che il pinguino sia as- solutamente di comparsa accidentale, specialmente in Sicilia, e sempre a causa di grandi tempeste marittime. Castelbuono 2 Agosto 1887. M. Morici Minà Osservazioni sopra Valbinismo: 1.°Artfus ardo- reus Bechetein. — Questa spec e per una gran parte #° Italia e specie estiva, nel e provincie mer'dionali ed in Siellia vi rimane anche durante nei trova. Per quanto io mi sappia, nessun soggetto albino si è vrovato di tale specie; quindi questa osservazione è di qualche interesse per la scienza in data del 17 luglio p. p. il Sig. Moschella da Reggio-Ca'abria, che tanto mi onora della sua corrispondenza, scrivevami che nello scorso aprile, aveva avuto dall’ Avv. Felice Canale Cama un’ uccelletto ucciso in quel territo- rio. L’egregio Sig. Moschella s° avvide subito trat- tarsi di un caso di albinismo, però res'ò incerto nel determinarne la specie, senonchè avendolo in- viato al Dott. An'ìrea Fiori, ne etbe la certa defi- nizione cicé trattarsi di un raro caso di aibio nismo dell’ Anthus-arboreus. P.ù tardi il detto Sig. | mi inviava l’ uccelletto in parola, preparato in | pelle. È di un colore bianco silicio, sul petto si vedono delle sgocciolature brane. il bianco sudieio ha delle sfumature tendeuti al iionato, bianco. Il-caso di albinismo in parola, se non ha forse la singolarità,ha di certo la varietà: quindî giu- dico di qualche interesse questo soggetto albino e non inutile l' annunzio. 2° In pari data il de'to Sig Mos-hella mi dava avviso di un corvo maschio giovine, trovato morto in un burrone, che era quasi interamente albino.. 3° Scrivevami ancora di aver veduto a Varese (Lombardia) un merlo interamente bianco «dal becco alle unghie. A proposito di albinismo dicevami che |’ opi- Moschella gentilmente Giuseppe [i Lie, Mi, 4 il becco - nione che gli albini abbiano vita più breve, è cor- fermata dal fatto, che tenuti in schiàvitù vora- mente non bancso vita lunga e che sovente moiono dì malattia. La stessa cosa faceva io rilevare in un recente articolo, Nuove osservazioni sull'albini- smo, parlando di alcuni soggetti albini di Merula nigra, dei quali nessuno oltrepassò i tre anni di vita; e che morirono di malattie che forse hanno molta relazione colla alterazione. E vero che vi sono state pernici affette da albinismo parziale, che hanno avuta lunga vita, Ina però l’ albinismo in questi casi è stato cagio- nato dalla sch'avitù. Colgo questa occasione per ringraziare il Sig. Moschella della sua gentilezza pel dono fattomi, e nel comunicarmi queste notizie che io pubblico, e che del resto interessano alla scienza, ed agli studiosi che si occupano in special modo dell’ al- binismo. Castelbuono 10 Agosto 1887. | M. Morici Mina Filaria juermis n, sp. Il Prof. Grassi di Cata- nia nel Centralblatt f. Bact. ete. A. I. V. I N. 21 descrive questa nuova speci> studiata da lui e da M. Condorelli e ci dà anche delle belle - illustra- zioni. La F. inermis Gr. è identica alla F. perito- nei bominis Bab. (Babesin): fin’ ora veniva sempre contusa colla F. papillosa Rud. Le Pythium anguillulae aceti n. sp. Ques'a nuova ‘specie di Peronosporea viene descritta da Sade- beck nei Sitzaungsber. d. Ges. f. Bot. zu Hamburg (Bot. Centralbl. 1887 V. 29, p. 318 et Natu. Run- dschan, A. Il, N. 22). Detto fungo s° introduce per la bocca nell’ anguillula aceti e in brevissimo tempo, persino in poche ore, ne cagiona la morte. Pi 1° Efimera quale cibo per gli uccelli. Nell’ /s7s, A. 12, N. 81, il Pott. C. Russ fa appello a tutti glì allevatori di uccelli, acciocchè in vece della ninfa di Formica, venga adoperata su vasta scala, quale cibo per i cantatori insettivori nonchè per ì generi Coturnix et Phasianus ed altri Gallinacei, |» Ephemera, rispettivamente la sua larva e la sua ninfa. Questo cibo, Weisswurmfutter, perchè sano, gradito ed economico, è siato già raccomandato |! *dal governo ungherese il quale quest’ anno ordinò una grande caccia di efimere per cederne poi a chi volesse farne la prova. Consigliere Governativo Dott. Gustavo von Hayek in Vienna, Marckkanergasse, 3. Le larve di efimera — è noto — servon an- vlie come nutrimento ed esca per molti pesci e Incaricato. ne è il | perciò vengon dette U/eras (vedi Leunis, Synop-. sia 1 Thierkundo, ill. ed $ 1047). Do I mitili. Il Prof. Moebius negli scritti della Sos. dei pescatori (Kiel 1886) nota che in causa degli SN ETI n” co mercio dei Mitili (Mytilus edulis) in Olanda è molto diminuito, c.sì che nel 1884 ne furono esportati per la Germania so'amente 10437 Kil. (contando 50 individui per ogni Kil.) e per la. Francia e pel Belgio 146665 Kil. I M tili freschi constano di 82 1[2 0j0 acqua e 17 1j2 040 sostanza — solida ( Dicui 12 1j2 0/0 azoto );sono perciò assai no °° tritivi.(La carne di manzo contiene 15-16 00 azoto) e di facile digestione. Sono commestibili durante tutto l'anno ma da preferirsi dall'autunno alla < .—° primavera prima della frega, e per evitare ogni pericolo si scelgano i Mitili tolti dal mare aperto. Vienna SEN Longevità delle formiche. Il distinto formico- cologo Lubbok tiene alcune formiche già da più anni in cattività; così alcune operaie del Las?vs niger vivono già da 7 anni, dne altre femmine della Formica rufa Lubbok le ritiene dell'età di già 12 annì. Vienna i 3 Fuchsia enorme. A Ballone House, Ramsay, trovasi una Fuchsia corcinea alta 15 piedi, con e una corona di 80 e più pieli in circonferenza Fù © piantata nel 834. 4 Vienna SEN Resistenza dei Batterii all’ azione del freddo. Michele Pruden comunica le seg. enti esperienze da iui fatte per determinare gi effetti prodotti dal freddo sui Batteri: Il Bacillo prodigiosus che in un. centimetro cubo di acqua si trovava in 3,600 indi- vidui si ridusse a 2,970 dopo 4 giorni di congela- zione dell’acqua ; 22 bacilli esistevano ancora dopo 22 giorni, e tutti furono distrutti dopo 51 giornò, — Lo Sraphyiccoccus pyogenes aureus che e.a in SEN | quantità inaumerevole prima «lella congelazione, si irovò di 224,598 dopo !8 giorni di gelo, 34,320 dopo 54 giorni e 49,280 dopo €6 giorni. IL Bac#/o | della febbre tifoîde innumerevole anche esso avanti af : il congelamen:o dell’acqua e durante i primi il do giorni, al 27 giornose ne contarono 1,019,403,336,457, dopo 42 g'orni 89,798, e dopo 103 giorni. 7,358. Da ciò si vede come questi infinitamente pic- cole sieno resistentissimi alle base temperature. Bio NOTIZIARIO 26088 — oa dr Per mancanza di spazio dobbiamo. rimandare al prossimo numero la continuazione dell’ articolo. del Dott. Ficalbi che ha incontrato tanto favore fra gli abbonati, e le consuete rubriche: Invenzioni 7 scoperte; nota: bib Ito grotta Pd pratici, i sie Tal fe ' l' ardito esploratore Africano che come già annun- | ziammo si recava nell’ Africa centrale. per liberare Edoardo Schnitzer (Emin Pascià) ed il capitano Casati fu ucciso in un scontro con gli indigini; al- meno così annuncia l' agenzia Reuter. Heco adunque un' altra vittima: del continente nero. L'oasi di Giove Ammone è stata visitata dal- l'ing. Luigi Robecchi di Pavia. Tre soli europei riuscirono a penetrare nell’ oasi. prima di lui, ma nessuno seppe raccogliere tante notizie, una così gran copia di disegni e fare una preziosa raccolta di og» getti etnografici appartenenti all’ oasi misteriosa, come il Robecchi. ; Da una dotta relazione del sig. Dapont all’ Acca- demia reale belga, resulta che perle recenti scoperte di utensili trovati nel basso Congo, sembra ormai certo che anche in quella regione africana gli uo- mini abbiano attraversato il periodo, che fù comune a quasi tutte le razze umane sparse nella terra, ed ‘a cui si pose nome età della pietra. Nell’ eseguire alcuni lavori di scavo a Moncullo il colonnello Avogadro. ha scoperte due preziose sorgenti di acqua: una dolce molto pura ed ab- bondante tanto da superare circa venti volte la «quantità occorrente per i bisogni del forte: l° altra minerale di molta efficacia medicamentosa. Il tenente Savvirouy già da tanto tempo prigio- gioniero in Abissinia e stato finalmente rimesso in libertà mediante compenso in danaro e fra breve sarà di ritorno in Italia. stato nominato console italiano. ad Aden con giu- risdizione su tutta la costa del Mar Rosso occupata o protetta dall’ Italia. Il valente naturalisia viaggiatore dot. Holub grandi fatiche e con mirabile verseveranza, a rac- cogliere un copioso e pregevolissimo materiale scien- tifico, fu assalito dai Mascinculumbè fra lo Zambese e Benguelo, e dovette abbandonare tutti i suoi stru- îmenti, le collezioni di storia naturale, i manoseritti i dato in Anagni un’ istituto agrario per 100 alunni. “che esplorando l’ Africa australe, era riuscito con ; ed ogni provvista di viveri e vestiario, e vi avrebbe | anche perduta la vita se non fosse stato a tempo | soccorso dai Missionari di quelle regioni. Scuola agraria di Scandicci presso Firenze. Per l’ anno scolastico 1887-88 è aperta la iscrizione a 10 posti di convitto. Le domande di ammissione dovranno essere inviate alla Direzione della scuola . non più tardi del 30 settembre prossimo. Circolo dei Cacciatori Parmensi. Abbiamo ri- cevuto lo statuto ed il regolamento di questo nuovo o al quale diamo un sincero dex venuto, poichè ie grin. i ci fà piacere il vedere che vanno diffondendosi que- ste associazioni destinate a tutelare gli interessi del- l'agricoltura e dei cacciatori ed a conciliarli fra loro. In materia di caccia e per impedire le ‘contrav- venzioni alle leggi possono far più i privati che il governo. Quando i possidenti di terreni iscrivendosi o no a queste associazioni, si saranno decisi ad im- pedire che i loro coloni esercitino la caccia di con- trabbando e li puniranno severamente per la distrn- zione dei nidi e delle covate, si sarà fatto un gran passo nella via della razionale protenzione della sel- vaggina. I premi che questi circoli sogliono accor- dare alle persone che denunciano le contravvenzioni, non possono certo che fare aumentare lo zelo negli agenti destinati a tale scopo. La fillossera va estendendosi nell’ Austria Un- gheria, Centri fillosserici si sono trovati a Janos, Abany-Tornaer, Cskenve ece., non che nei rinomati vigneti di Presburgo. Fili telegrafici per i viticultori. Presso . il ministero dei lavori pubblici sono disponibili 36,910 chilogrammi di filo telegrafico che viene ceduto a L. 25 il quintale a coloro che con un certificato dei Comizi agrari, giustificheranno essere proprietari di vigne. Strage di conigli. All Indeperndance Belye seri vono da Melbourre: | conigli sesuitano a guastare i nostri pascoli. Nel decorso mese, nella sola Galles del sud. 2800 uomini si dedicarono alla loro distru- zione senza potervi riuscire, quantunque ammazzas iv ge .. | sero più di un milione di-comigli. L'’ illustre esploratore pesarese, cupituzio Cecchi è | ; Nuovo istituto agrario. S. S. Leone XIII ha ton- Sarà aperto nel prossimo anno. Cacciate in Sardegna. Si parla di costituire una società di cacciatori per recarsi periodicamente in Sardegna. Centro dell'iniziativa è Milano. Se il pro- getto andrà a buon porto, le cacciate cominceranno nel prossimo ottobre Escursioni agrarie. I comizi agrari di Perugia e di Vicenza hanno iniziate delle gite periodiche nelle quali gli agricoltori hanno agio di visitare i poderi, le coltivazioni, i locali ece., degli altri agri- coltori. Ci sembra questa una utile iniziativa che ci piacerebbe trovasse imitatori. Congresso geologico. La società geologica ita- liana terrà il suo annuale congresso a Savona neî giorni 12, 13, 14, e 15 settembre prossimo. Un congresso medico sarà tenuto in Pavia, dal 19 al 24 del p. v. settembre. Oltre i membri della esposizione medica italiana, promotrice del congresso; possono farne parte tutti i medici, chirurghi, far- i sità j stranieri che sieno stati personalmente invitati. _ và Il primo congresso nazionale dei «professori ta universitari avrà luogo a Milano dal 26 al 30 del prossimo settembre. Concorsi. 1. accademia olimpica li agricoltura eve. di Vicenza ha riaperto il concorso con premio di L. 3300 da conferirsi nel 1892 alla migliore trat- bre 1891. « Quali mutamenti sieno avvenuti o si presume portazione, esportazione e transito nel regno d'Italia, cin conseguenza non solo del canale di Suez, ma egg ncanni. > giare la coltura ed il commercio delle uve da “provincie di Arezzo, Firenze, Livorno, Lucca, Siena © Spoleto: l'altro fra le provincie di Caltanisetta, een. Catania, Girgenti, Messina, Salerno, Siracusa e Tra- pani. I concorrenti dovranne possedere almeno 200 imande entro il 31 decembre prossimo. ognuno dei due corsi sono : È medaglia 1... 500: 1 medaglia di argento e L. 200; 4 glie di bronzo con L. 100 ciascuna. Un concorso agrario regionale - Aquila nell’ agosto 1888. ll concorso internazionale delle scienze e del- l’ industria che deve effetivarsi a Bruxelles sotto il patronato del Re del Belgio, si aprirà nel maggio del 1888 e durerà 6 mesi. —__——‘£aranno conferiti molti premi in medaglie e di- da: ni e 500 mila lire in danaro. È Il governo belva accorderà agli espositori grandi | facilitazioni sui trasporti ecc. ed essendo gia stata i, “Cha autorizzata una straordinaria lotteria molti” saranno rd ali oggetti acquistati per la medesima. Ù Esposizioni. F stato pubblicato il programma per l'esposizione che si terrà in Bologna nel 1888. Fra le altre comprenderà un’ esposizione regionale «l'industria e di agricoltura per i prodotti dell’ Emi- lia ed una mostra del Club Alpino italiano. L'esposizione universale che doveva aprirsi in Barcellona nel prossimo settembre, e stata aggior- “giornata all’ aprile del 1888. Posti vacanti. !! aperto il concorso a due posti | «li aiuto direttore e insegnante scienze fisiche e na- I premi per meda- avrà luogo in CI macisti © veterinari del Regno, nonchè i nredici LI tazione del seguente tema, presentata entro il decem-=, dlebbano avvenire ulteriormente nel commercio d'im- | delle comunicazioni internazionali ed interne che si , De sono in Italia compiute. negli ultimi venticingne | Il ministero di agricoltura, allo scopo d' incorag- ta- | Vola, ha. aperti due concorsi a premi, uno fra le. ceppaie di viti d' uva da tavola e preseatare le do- | d’argento e | N Stipendio Gi 200 e in Tempo GEA: ino al 10 ottobre. Vaca il posto di direttore della i ‘Stazione: AVRO * patologia vegetale annesso al. R. museo agrario di Roma con Î annuo stipendio di E. 5000. Tempo ; utile fino al 30 settembre. | el | «cda | : O MIgnn A. pas : RICHIESTE, OFFERTE È DOMANDE DI CAMBI dI ‘(Gratis per gli abbonati) : sE Quando non v'è speciale indirizzo rivolgersi Luo ammini- | “i strazione del Bollettino. ; ui ay 60 On offre a vendre une spiendlide collection d’ ceufs d’ oiseaux d' Europe, tous soigneusement | A préparés et etiquettés. Collection de eréation re- i cente, 000 exemplaires rappresentant 43) espèces. Catalogue a disposition »' adresser a M. Lows. Nicoud, 19 rue de la. Paix, Chauo de Fonds (Suisse ) 1g 61 Si fa ricerca di Attinie tanto deter miggio ‘ che no. Si accettano in cambio o contro paga- mento. 62 ll Prof. Giuseppe CA, Preside del Re Isti- tuto Tecnico di Perugia desidera far cambi di oggetti di Storia Naturale e più specialmente di rettili anfibi, pesci e molluschi terrestri itàliani, — 63 Si offrono uccelli mosca in cambio di pine rali od altri oggetti dì storia naturale. 64 Minerali fossili e molluschi terrestri. e ma- rini a sciegliere, offre in cambio 3 un piccolo cristallo di tormalina bleu (indicolite), di torma- lina banca, di berillo e di acqua ri dell” Biba. (0A ia stazione Brescia. 7 > Si off e Belgrandia Bonelliana De Stefani, i mo! a: vivente per la prima trovato dal sor | toscritto, in cambio di altri molluschi det del genere Helix. HEF Sigismondo Brogi Siena. _ È 66 Si fa ricera di Rapaci notturni, Ricoh | Barbagianni ecc. Si comprano e si accettano per cambi. - Ì Indirizzi uk per gli ‘ADR a À Costo dell’ inserzione L. 1, 00 per ogni avviso di non più che 4 versi. x {Gli abbonamenti ai giornali sotto votati si ricevono anche presso l'agenzia di questo PUR tino fondato nel i Stabilimento di orticoltura (oa Pi maggiore). Il catalogo e prezzo corrente speciale * derauo gratis a chi ne fa domanda. Prezzi m0- deratissimi. Agricoltura-Arti ed | Strata. - figure. Agi di L. 5 ale anno. SE, "(Seguito ai gia pubblicati) Lx dida Angelo Bevilacqua orticoltore in Belgirate (Lago | Gazzetta delle campagne illu- interessi rurali. Si pubblica in Zorino Via Urbano Rat- ca). tazzi 5, 3 volie al mese in fascicoli di 8 pag. con - Poniadioni mensile 1 Le Api ed | | Fiori. la diffusione: dell’ è coltura razionale. Si pubblica in' Jesi e” costa all’ anno. Lett L'amico del Contadino. tei \ i campagnoli. Si pubblica in Firenze. mese in fascicoli di 50 pagine € costa Pe #%, =_= nta DE È; ] \ \ È COLLETTORE, ALLEVATORE, COLTIVATORE PERIODICO MENSELE Abbonamento per tutti i paesi dell' Unione postale, i.. 3 all'anno. ITTIIIIOIIIIrm_iaunimnnni—_________ __ __n nin ii nt Dai SP NINZANI NI NASA NIIAAMOSESARIA NIN DIOHANL PASSAVA ZADA FA NANT DIDAA NINA NS NANA NIE - La panicetura del Mail 6 la Tonia dell'Uomo © e AANNNIANISITININN n La panicatura del imatale detta ancho grandi ne, gramigna, ingramisratura e chachessia î22- Ligena, è una inalattia del maiale doruta alla pre- senza nelle sue carui, di cisticerchi (Cysticercus | cellulosne Rud), deutoscolici, 0 larve mature della Tenia dell'nomo (Taenia solium) — La conoscenza di questa malattia. rimonta ai . tempi dei Greci; ma solamente da qua!che anno è dimostrato che î cis icerchi delie carni del maiale ‘racchiusi in speciali Vescichette (fig. 1) non sono altro che scolici o larve mature del verme soli- — tariò o Tenia dell’ nuomo. 1 I cisticerchi della cellolosa sono della sran- dezza di un pisello e la joro testa tetragona è for- mata da una proboscide conica a mergiui convessi circondati da 24 a 30 uncini. (fig. 2) ; arici ta "0 i, Ng È fil Fig. i. Carne suina inquinata da cisticerchi , di grossezza naturale Fig. 2. Figura mollo ingrandita della proboscide, provvista di doppio erdine di uncini, del cisticerco della cellulosa © ia È : | (i) Le figure intercalafe in questo articolo sono tolte dalla v gli animali dome-. sil) Pn presa i sticì dal punto di vita agricolo, commerciole, ed igienico; me- todi dî cura ecc. » edita dalla solerte Unione tipografica editri- ce, Torino Via Carlo Alberto 33. lì volume adorno di molte fi- ci bi gure costa L. 8 o sì venda presso l'agenzia di questo Bollettino. VASTO a Se l'uomo si nutre di carne quale si trovino questi cisticerchì vivi, egli acqui- sta la tenia, poichè essi giunti nello stomaco sì fi 126 mt ella |. liberano dalla vescichetta che si discoglie, allun- gando il collo sguainano la testa e introducendosi nell' intestino c. minciano a trasformarsi jin vera Tenia, che fu detta solium perchè fù creduto si trovasse sempre sola nella medesima persona, mentre, ve ne sono state trovate fino a 30 e 40. \)pueiSur viso, grandezza paturala (pmo]dort Fig. 4. Testa ingrandita veduta di fronte Fig. 3. Taenia solium | Essa giunge alla lunghezza di 3 a 4 metri con ' brione ( protoscolice ) munit | arrivate nel tubo dirigente del majale a con-- Ue hat PR e uova mature p Fig. 5. Embrione (protoscolice) di tenia, munito di $ uncinì - — _ o allo stato libero; > racchiuso nell'uovo, ingrandito 600 volte. 3 * | tatto del succo gastrico e della bile, i gusci si dissolvono e gli embrioni rimasti liberi traforano | le pareti degli intestini e si spandono per tutto testa globosa visibile ad cechio nudo (diametro : E Ea î non vadano a pascolare ove sono escrementi uma- mill. 0,33) munita di ventose molto ‘sporgenti è di nna corona di uncimi (6g. 3 e 4) Il collo è sottile e lungo dai 24 al 3) mill. Tutta la sua Innghezza e formata di anelli detti Proglottidi (fig. 3) le quali rappresentano ognuna un’ individuo comple- to, munito di organi genitali maschili e femmi- nili, e gravido di uova ad embrione molto svilup- pato quando giunge a perfetta maturità. Gli ul- timi anelli della tenia si distaccono facilmente e vengono evacuati dall' uomo sempre vivi e dotati anche di movimento; tanto vero che Heller asse- risce che furono osservate proglottidi evacuate, attaccarsi ai fili d'erba e salire fin verso la punta della medesima, per mezzo di contrazioni. L'uomo affetto dal verme solitario disseminando queste | proglottidi che contengono migliaia di uova ma- | ture (fino a 10 0 12 mila per anello) spande i germi della panicatura del maiale; difatti, basta che qualcuna di queste uova vengano introdotte o con gli alimenti o con le bevande nello stomaco del maiale perchè si convertano in altrettanti «isti- cerchi. | intensa delle carni, così non ne il corpo continuando a svilupparsi fino allo stato di cisticerco, che, come abbiamo detto, mangiato poi dall'uomo produce in esso la Tenia. RN Perchè un cisticerco si trasformi in Tenia par- fetta occorrono circa 8 settimane, — — n Non è quì .il caso di narrare i disturbi che ij verme solitario produce all'uomo, ma come da | migliaia di prove è posto in chiaro che i cisticerchi - delle carni suine (carne impanicata) si trasformono negli intestini dell'uomo in Tenia e che i frammenti | |< © di questa Tenia evacuati dall'uomo si trasformano in cisticerchi nel majale e cosi che il. majale | propaga il male all'uomo e questo lo fà riprodurre nel majale, occorre adunque procurare che i majali A ni, e che l’ uomo non si nutra dì carne suina im- 27. panicata contenente cisticerchi vivi. . e Con non molta difficoltà ci sì può preservare. rag dall’ introdarre nel nostro stomaco cisticerchi vivi. °° Nè l'aspetto esterno di un majale nè îl suo stato di salute danno nessun’ indizio. di inpanicatura, || °° occorre perciò l'esame dell'animale macellato: la regione pettorale, 1° ascellare, sotto le scapole, sotto îa lingua, il cuore, i muscoli del treno in: feriore, sono le località ovo più facilmente si tro- vano i cisticerchi e nella fig. 6 si ha una idea del come essi si presentano. fer. Cosa utile a sapersi è che i cisticerchi portati alla temperatura di 50 gr. centig. muoiono in meno di 5 minuti, percui potranno essere impu- nemente mangiate carni panicate perchè co nel modo ordinario. Di più resulta all’ illustr è faci e A DLE gp & (1) Opera citata, dI 8 fr Fig. 6. Sezione di came panicata I cisticorchi sono rappresen> TIR tati da corpi avali sparsi. 3 Be; LIE gita ; fe ne con le carni salate e ad ogni modo basta la sta- ca gionatura per alcuni mesi onde garantirsi dall’in- dr fezione della Tenia. Anche la temperatura ne ca- È : giona la morte e bastano pochi minuti, sempre secondo Perroncito, di temperatvra a zero per far morire tutti i ciaticerchi. ; Termineremo dicendo che i majali vecchi non . sono guasi mai affetti da panicatura; che la mag- Ù gior o minor diffusione del male dipende dal nu- | mero delle proglottidi ingoiate dal majale e che ‘un’ embrione impiega 3 mesi circa per giungere ‘al completo sviluppo di.cisticerco. — COLOMBICULTU RA Riproduzione interdetta CAPITOLO IL Il Colombaceio (Columba Palumbus) -- La Co- Tombella (Columba Oenas.) — I Porrajolo (Columba Livia). Ù 3. HI Torrajolo | (Continuazione) Perfettamente uguale al Sassajuolo Sardo è il pic- | cione selvaggio di Sicilia, sia per il volume del corpo, | sia peri colori del mantello sia per le abitudini. Scrive il Prof. Doderlein nella sua Avifauna della Sicilia che È questo uccello frequenta innumerosi branchile grotte na vrali dell'isola, tutta la scogliera littoranea ove tro- Capo di Gallo, ed un numero assai maggiore a. Lev Taorminia, a Siracusa, ai Monti Rossi e nelle ca- verne di Salemi e di San Giuliano. Anche i piccioni selvaggi Istriani e Dalmati, nonchè quelli della Svizzera, della Francia, della Germania, e dell’ Inghilterra sono uguali in tutto ai piccioni selvaggi Siciliani e Sardi. Gli uni e gli altri presentano il groppone costantemente bianco. Il Torrajolo propriamente detto è il piccione che abita di preferenza gli alti edifici e le torri delle città, talora. associato in branchi, talaltra isolato in coppie. Appartengono a questa varietà >. | della Columba Livia i piccioni di San Marco di \veneziay 16 palombelle ‘di’ Roma; -iv piccioni Agi | | Duomo di Firenze, quelli del Duomo di Milano, quelli del palazzo Madama a Torino, quelli del ponte nuovo a Parigi, e molti altri piccioni semi- domestici che si osservano a Livorno, a Pisa, a Modena, a Piacenza, a Bologna, a Verona ecc. Il Barone Mercurino Sappa di Torino descrive in gentilissimi versi il piccione celle torri nel suo poemetto « Le Colombe » di cui fù già dato un cenno sulla rivista bibliografica del Bollettino del + Naturalista. (4) Trascrivo le sci belle terzine.: « Ma non tutte de’ campi ebber diletto, Nè, dei giocondi agricoltori amiche, Le capanne abitar senza sospetto. Su gli ardui templi e su le torri anticha De le cittadi appeser molte il nido Sparse in colonia per diverse biche; E sopra ogni altro riposato e fido Albergo sì dischiuse a lor. famiglia . Tutta Venezia, da Murano al Lidu; Lal Venezia che fra } onde un fior somiglia, Sovr' esso cni d' alate pecchie in guisa Stuol di Colombi s' agita è bishiglia, Ne la reina supra il Tebro assisa La maesta dell’ alte sue ruine Ai lor drappelli contrastar s’avviva; A Nè le sue conche d’' acque cristalline Nè, quell’ amor materno, invidia ad esse Le sue cupole d'oro al ciel vicine. » Tutti questi uccelli vivono a spese del pubblico in una semidomesticità riservata che non sdegna la vicinanza dell’ uomo e delle sue abitazioni. Ta- luni, fra i quali .il dotto Prof. Gambari, hanno cre-. duto di riscontrare nel piccione di Venezia il puro tipo del piccione delle torri a groppone cenerino chia- ro, al quale egli da il nome di Columba Vinegiana, ri- levando come quelli uccelli, in condizioni affatto ec- cezionali, per essere isolati dalla terra ferma, non ab- biano potuto subire per lo passatoincrociamenti colle altre razze domestiche. Ed io ritengo che il Prof, Gambari abbia in.ciò realmente ragione, ne sarei alfeno dall’asserire per attento esame fatto sui pic-- cioni di Venezia fino dall'anno 1872, che questi © veramente por eros bino il tipo semidomestico delli n= — i A Sappa Mefcariua: - Le Colomba, - Torino - Risso piccione Torrajolo. Tutti gii altri piccioni d' Italia non sarebbero che discendenti dei piccioni di San Marco, emigrati in epoche lontane per straordina- rio numero di lor famiglia in terre più fertili e più ricche di cereali. I co'ombi Veneziani nei quali si mantengono puri gli istinti della specie si re- cino a vettovagliare a grandi distanze, e sono forse ì soli.della numerosa coorte dei piccioni semido. mestici e domestici che serbino costante 1° affetto coniugale, e potentissimo l'amore della prole. E questa vita di pace e di amore ben mi pare che ritragga il Bertola nei versi seguenti: « ]n solitario poggio Sopra lo stesso ramo Han due Colombe alloggio ; E s’ una dice: f0 ? amo, T? amo } altre risponde: Insieme presso all’ onde Le due Colombe vanno, Insieme alla verzura A prender esca stanno Se il dì splende o s’ oscura. » (2) Ne credasi che coll’accettare l'opinione del Prof. Gambari io disconfessi quanto-più volte ho pubblicamente ripetuto cioè che la Molumba Livia non è uccello di passo ma sibbene stazionario; non | potendo convenire col Prof. Ranzani circa il passo autunnale di questa specie, imperocché fra emi- grazione accidentale e passo periodico esiste ua notabile differenza. I Colombacci, le Colombelle e je Tortore « ffet- tuano in Europa un passo ed un ripasso periodico in primavera e in autunno ; qual cosa non ho mai veduto che facciano ne i Torrajoli selvaggi, ne quelli semidomestici. Il Torrajolo si trasporta in altre località, anche situate ben lungi dal luogo natio, spintovi da queste tre sole cause accidentali. 1.2 Mancanza di vettovaglia per soverchio agglomeramento di branchi della sua specie. 2.8 Sparizione dell’acqua potabile. 3.8 Distruzione o invasione per opera del- l'uomo o degli animali di rapina di quei luoghi nei quali suole fabbricare il suo nido. All’ infuori di queste tre cause i Torrajoli non abbandonano mai i luoghi in cui nacquero. Nel 1878 io ebbi occasione di osservare una emigrazione accidentale, e ne compilai una me- moria (3) Io aveva collocati parecchi di questi uc- celli fino dal Gennaio 1877 in una torre della villa degli Arcipressi a Soffiano (che fù già un castelletto dei Nasi), proprietà attuale di mio cugino Edoardo Giachetti. Ora avvenne che una famiglia di Faine {Mustela Foina) inerpicandosi su per le doccionate dell’acque s'impadronisse della torre, e per quante trappole e lacci venissero tesi, non fosse possibile l'estisparle. I vecchi piccioni che trovavano ogni {2) Bertola. - Favole. - Fav. XXVIII. gli. - 1833. (3) Atti Soc, Allev. Piccioni Viaggiatori - Memoria Ti G. C. Giachetti al Consiglio Direttivo, » 1378. - Firenze. - Passi | fermò il Gionstonio rono a E girovagare ore ed ore i alla torre eccitati e spauriti, non rientrandovi che al cader della notte: ma stretti loro stessi d'assedio nei covi, dopo un mese dall'invasione. perduti parcec- chi compagni, e vista inutile la resistenza contro le sanguinarie Mustele, si decisero alla partenza La mattina del 17 O:tobre 1878, formato il branco e resi sicuri che neppur uno ne rimaneva, abban- © donarono la torre filando in direzione sud-est, ne SUD, mai più si rividero. To trovo iriutile di ripetere ciò che ha scritto di recente il Prof. Bonizzi sui piccioni di Ven‘zia e di Roma: mi limiterò invece a trattare un po diffusamente dei piccioni di Firenze a complemento delle notizie Jasciate dal Savi, recapitolando l'arti- colo da me pubb'icato sul Diario nel Maggio del- l'anno corrente in occasione. dilio scuoprimento del!a facciata del Duomo, (4) ed aggiungendo an- cora osservazioni nuove sopra certi colombi semi. domestici che da due anni appena abitano il gran= dioso fabbricato degli Uffizi. Sono ormai cinque seco'i che i piccioni Tor- rajoli hanno presa stavile dimora sul tempio di S. Maria del Fiore, riproducendosi nel'a più ampia. libertà. La cupola di Brunellesco e la torre di Giotto servirono di refugio e di asilo a tutti i pic- cioni selvaggi e semidomestici che abitavano ùna volta in gran numero le alte torri del pa'azzo dei ‘Signori, del Podestà, di San Michele, degli Adi- mari, dei Lontanmorti, dei Cerchi, dei Sassetti, dei Davanzati, dei Vecchietti, degli Amieri, dei Gero-. lami, e molte altre ancora state distrutte e trasfor- C mate nel 17° e 18° secolo. Autorevoli autori parlano della predilezione che | — il piccione Torrajolo (Columba Livia) ha sempre | avuta per la cupola e la torre del Duomo, quasi si compiaccia dominare dalla marmorea mole tutti gli altri edifici e torri del'a Città. I) bianco È colore dei marmi, e la considerevole altezza Serene vono non solo a trattenere; ma ben” anco a richia- È mare sul nostro Duomo parecchi piccioni selvaggi e domestici, emigranti o dispersi. « Totus autem locus ct ipsae columbarum cellae poliri debent albo — tectorio, quoniam eo colore praecipue delectatur hoc genus avium. Così lasciò scritto Columella, e con- oggiungendo ancora: Amant vere propter innatum pavorem eminentia loca, natu raliter, tamen specus et latebras quaerunt, Osservando i piccioni semidomestici abitatori. 3° del Duomo riscontrasi vero quanto asseriscono. dl RI Cetti ed il Savi circa la buona intelligenza che — passa fra di essi ed il Gheppio (Falco tinnunculus). a Questi non soltanto non reca molestia ai piccioni, ma anzi dimostra di conservare per loro ‘amore- — vole amicizia. Ciò può denio dall esser egli. 14) Diorio dei 21 SR l'assat picce | in confronto dei piccioni, ma più | specialmente dal non aver mai con essi rivalità di 4 cibo. È però una favola quello che scrissero taluni e” che il Gheppio si schieri in linea di battaglia al- 3 lorquando i piccioni vengono attaccati dallo Spar- viere (Daedalion fringuillarius), poichè al soprag- giungere del potente rapace gli uni e l'altro sen fuggono. co I piccioni Torrajoli del Duomo sul finire del B- 18° secolo diminuirono assai, e verso la metà del presente si resero ancora più rari. Causa prima A si fù a mio credere l'ostinata caccia che si faceva pr loro nei dintorni della città nei mesi estivi quando ga sono costretti. di battere la caspagna in cerca br di alimento per allevare la prole. Però a questa "pet diminuzione vi contribuirono pure cause morbose, Ù di cui non può bene stabilirsi l'origine. In un pe- «| ‘’riodo di quindici anni dal 1860 al 1875 questi uc- celli semidomestici, vennero attaccati successiva- mente da tre malattie, oftalmia, vajuolo, e dolori sa articolari (mul dell'ala). Ai primi del 1867 forse trenta coppie di Tor- I. rajoli rimanevano ad abitare sul Duomo di Firenze, |___e circa quindici coppie erano repartite fra le torri ‘di S. Michele, della Signoria, del Podestà e sulla chiesa di S. Croce. Fortuna volle che la moda dell’ allevamento dei piccioni Triganini (Columba Triganina) portasse un nuovo contingente di alati abitanti. Difatti quando gli amatori del bel colombo di Modena aprirono per la prima volta le loro co- mente della varietà Schetti (Columba T. Elegans), ‘ed andarono ad abitare sulla cupola e Sua torre di Giotto associandosi ai Torrajoli rimasti. Nacque giera se vogliamo, ma però appariscente. I Tor- la loro modesta livrea cenerino-turchiniccia, prin- cipiarono a mostrare nuove tinte sui loro mantelli. La statura deli uccello. rimase la stessa, se se ne eccettui qualche piccola differenza nella lunghezza | del tarso: ma in luogo di mantenersi un Torrajolo | semidomestico, ioni per le molteplici tinte " del mantello un vero Torrajolo di colombaia o do- mostico (Columba L. Domestica) a « A questo primo ripopolamento; seguir ne do- “veva uno maggiore, che cambiava vistosamente il cotipo. dei piccioni del nostro Duomo. Difatti sul finire del 1877, passata la moda del- 4) allevamento dei piccioni Triganini, ed incomin- ciato invece quello dei piccioni Viaggiatori (Co- — lumba Tabellaria) seccedeva a un dip-esso lo stesso che era in precedenza avvenuto dieci anni avanti. | Aperta da me la prima colombaja sociale nelia torre dei paga e resi liberi Neo tre mosi di lombaje, non pochi piccioni si dispersero special. | da questo incrocio una modificazione di tipo, leg- rajoli del Duomo che avevano sempre conservata | della Colombaja della Società Fiorentina, altri se. _timi che vivono solitari e appartati in cima della Sella, clbque ne perdemmo, cioè tre della fera di Anversa o di Louvain (Columba T. Anti » e due della razza di Bruxelles (Columba T. Bru- xellarum). Questi uccelli dopo essersi trattenuti — circa un mese sulla torre di S. Miche'e, se ne an darono dipoi ad abitare la torre di Giotto, inocu- lando nuovo sangue nella rinnuovata tribù dei piccioni Torrajoli. Noi li scorgemmo distintamente ad occhio nudo volteggianti nell’ aria, imbrancati — cogli altri piccioni abitatori della cupola e don o torre del Duomo. , Ai cinque uccelli perduti il giorno dell’ apertura ne aggiunsero negli esperimenti di corsa fatti dai monti che circondano Firenze nell'anno 1878; e tutti o quasi tutti, dopo molto peregrinare, vennero a posarsi sulla gigantesca. cupola di Brunellesco. Dai piccioni Fiamminghi accoppiati coi Torra- juoli del Duomo, già modificati dal primo incro= ciamento coi Triganini, ha tratto origine un nuovo tipo, sul quale scorgonsi ancora taluni speciali ca ratt:ri del piccione Torrajolo, ma con vistose mo- dificazioni. La livrea di questo uccelio presenta tutti i c3- lori, dall’ incarnato al rosso, dal ceciato al noc- ciuola, dal cenerino al turchiro, dal maltinto al A nero: ma però i mantelli, eccetto le due sbarre più accerite sull’ali, si mantengono uniti, cioè a dive di una sola tinta, senza misccia di differenti colori. La testa e ovoidale, medio il becco ma tozzo, con due favette prominenti pulvischiate di bianco: l' iride ranciata. Il colio é piuttosto lungo, ampio il petto, rilevate le anche, rosso-vinati i piedi con unghie nere. Le penne del col'o e del petto presentano sempre dei punti lucidi e delle sfacciettature metalliche. Nel volume del corpo l'attuale tipo dei piccioni del Duomo, supera assai il vero Torrajolo semidomestico, ed anche il Torrajolo di colombaji, avvicinandosi al piccione | Reale (Columba mansuefacta) Però, l'aspetto gene=. rale, le favette del hecco, le ali lunghe e la grossa ossatura ricordano pure il piccione Viaggiatore misto descritto dal Sella (Columba T. Mista). Non tutti i piccioni del Duomo di Firenze sono di sangue incrociato: esistono sempre alcune cop. pie di Torrajoli semidomestici dalla turchina livrea, if) di Viaggiatori Fiamminghi puri, ed una o due — coppie di Corrieri {Columba Turbita) Questi ul- cupola, sembra non abbiano mai subito incrocia- mento di sorta. i Adessola famiglia Colomtina che abita il Duomo — è considerevolmente aumentata, e va di giorno in giorno aumentando. Oltre alle nascite, vi sono î disertori di diverse colombaje di Firenze e dintorni, ni e tutti quei piccioni Messaggieri che nel!e fr. ‘quenti. vi ‘ gare dì corsa rimangono disorientati e dispersi. TS: i, cura da piversì cittadini viene loro ul IRA Ro 5 dra ei vedemmo lo stesso giorno dello scuoprimento della pacificamente sulla piazza dal lato di mezzogiorno. Se mani cortesi continueranno a somministrare loro l' alimento, e se verrà impedito alla ciurma. glia di molestarli, non volgeranno molti anni che una numerosa legione di colombi porrà sua stabile dimora sul Duomo di Firenze, ricreando la vista col vivente fulgore di cento colori, ed intrecciando col volteggiare dei rapidi voli una vaga cornice al tempio più bello che la pietà degli uomini abbia inalzato alla madre del Nazareno. (continua) «-GruLio Cesare GIACHETTI BOMBICCI — TRASFORMAZIONI LENTE DIRI PAESAGGI TERRELS'E RE ETZOEMIE>E__ Lu. { Continuazione ) Qui sorge opportuna una dimanda — Sono real- e: mente antagonistiche, d’ indole affatto diversa, 3a | estranee fra loro per le ragioni della loro rispet- È sa “tiva genesi, quelle forze mondiali che poc’ anzi i dissi antagoniste e pur cospiranti nel trasmutare la superficie della Terra? : Certamente, se cì riferiamo a questo enunciato: energìe sotterranee di fuoco, ed energie superfi- | ciali di acque, possiam giudicare giusta quella distinzione e trovar logica ]’ esistenza delle due vecchie scuole, nella scienza della terra; la scuola dei plutonisti, fidneiosi discepoli di Hatton, e quella - dei nettunisti, seguaci convinti di \erner; ma centrale, la fusione del globo, le ondulazioni e le rappresentando in onta al vero ed al noto le lave | ernttate dai vulcani come se direttamente partis- pi sero da questa massa e da un unico magma, esa- | gerando altresì la sottigliezza dalla sua crosta | solidificata, si possono in realtà. attribuire alza nti nità chimico-molecnlare dell’ acqua. sa 1 violenti getti di vapore prorompenti da se- coli, generarono geysers e soffioni; i vortiei dello stesso vapore acquoso, che colle polveri di già vecchie e disgregate lave com pongono il famo tem- — — facciata un branco di piccioni che vettovagliavano. “& da vent'anni io credo ed insegno che quasi tatti ‘i fenomeni endogeni e così detti igne?, spiegati * nelle scuole e nei irattatelli invocando il color. fiuttuazioni della sua massa, giudicata pastosa, cv ; poralesco. dei vulcani spttivi, sono fenomeni che | e alla sera distribuita una razione di cibo, e rivi. salini simi 20 S A sta terr estro: e perciò SAR na per innumere-. Quasi tutte Je zone eruttive, Gean (È pr Se graniti alle lave, sono acquifere, e tali le” dimo- hi strano |” analisi chimica ed il mieroscopio.. Mol-. tissime rocce cristalline furono molto’ diverse quando si costituivano primamente, da quello. che SUCCO AA CEVENABEOI esse CE, Vera E l’acqua dei di vaa ‘oatfutre colle sue tordi ( in mezzo ue Foguio dei mari. EINE fusione ignea quelle trasformazioni perdiamo s Dito: il so e arrivare a | comprendere le; mo: tazione e i tinta delicata prodotta dagli ossit "del ferro, la difl'usione colorante di particelle boniose volatili; e sopratutto, in parecchi tipi di. rocce ben cristallizzate, la presenza di resti or- ganici Ia i che prova di fatto che conforti un così a forse per molti impreveduto concetto, ‘ Nulla di meglio, d' accordo colla vera LoBloaaa PORS ricerche di scienza, SI: il Progno dal 1060 dai presente al passato. hai attualità, con ì suoi fenomeni: SIA dai freddi deftussi superio vapori caldi del sottosuolo, ci sia buona nell Inter pUStazol dei fenomeni ‘antichi. $ l'acqua libera sulla. Terra. Este: tizzarsi in un viaggio. ideal appena Hifoze agli strati di tina” assai fredda si condensa e colle moltitudini di tutte le altre che l'accom pagnarono lassù, genera nuvolette, «cirri, cumuli o strati di nubi. Ma dove la tem- peratura è minore di 0°, si congela e cristallizza, concorre al prodursi di sciami immensi di aghetti | prismatici di ghiaccio, che vanno adunandosi in ciuffetti, in fiocchi leggeri e candidi, ovvero in diafane e regolarissime stellette esagonali, di ne- ve; e laddove per forza il vento, di colonne ascen- denti di aria, o per rapide congelazioni granwu- liformi di vapori sovraincombenti, avviene che corpuscoli di altra natura, irrompano fra. quei minimi prismi, si producono repentini aggrega- menti concentrici, globaliformi. sferoedrici , e le facili loro saldature in gruppi più voluminosi; donde uno sciame di gragnuoli il quale sospinto dal vento di temporale, attratto dalla gravità, pre- ‘cipiterà verso terra, descrivendo con figura via ‘via più allungata e cometiforme una discendente parabola. (1) Ovvero, ripigliando semplicemente lo stato di goccia, concorrerà a produrre una pioggia, che potrà esser quieta, prolungata, rin- | frescante, fecondatrice, con o senza fenomeni elet- trici concomitanti. Se- in forma di neve, farà parte. sulle alte vette delle montagne alpine del candito o eterno manto della nevata e da ques‘a "scenderà ad assamere stato più solidamente e limpidamente cristallino nel ghiaccio dei ghiacciai. Secondando il movimento di questi, calerà dove la più mite temperatura , nelle zone delle selve e delle praterie, la liquefarà di nuovo, e le dar modo di avviarsi colle mormoranti e fresche linfe o . del ruscello, al corso che spumeggia e trabalza , fra i massi del greto nel vicino torrente, quivi | aiuterà a divellere nuovi scaglioni di rocce dai dirupi che lambisce ed a trascinarli alla vallata, | erosi, attondati, stritolati, e ad accompagnarli ri- dotti in ciottoletti, in ghiaia, in detrito di arene, «di sabb'e nella corrente di un fiume, alla foce, al delta.marino di questo i È così quella goccioletta ritornerà al mare donde si dipartì verso i campi azzurri dell’ aere e donde potrà dipartirsi ancora per il ripetersi della sua evaporazione. «Ma quella goccia, prima di riunirsi alle onde native del mare, poteva filtrare sotterra, e rag- giongervi considerevoli profondità, col favore di ampi spacchi delle roccie che visibili ad occhio, o no, attraversano dovunque gli strati spostati delle masse pietrose superficiali. Ed allora, a se- conda della. profondità raggiunta, dell anda- mento dei meati, dei canali, delle porosità che le sarà dato percorrere, sopratutto della qualità delle roccie e dei miperali che anderà incontrando, essa circolando, subendo e vicendo attriti e forti pres: Dia i sioni si scalderà; e si farà capace di multiforme — + lavoro, attraversando regioni già calde, operai DI reazioni chim'che , favorendo azioni molecolari, cooperavdo alla genesi dei cristalli o delle strut- + * ture cristalline, mineralizzandosi col dicci j svariate sostanze, collaborando ai sollevamenti DI localio regionali, inducendo la caratteristaca grane diosità nell'apparato vulcanico. — Essa potrà quin- Si di risalire alla superfice, or fresca, or quieta, deli- ; ziosa e gentile col mormorio della fonte, co) fru- scìo della cascata; ora impetuosa , irrompere e quasi esplosiva, col fenomeno dei geygers. dei sof- fioni; ora infine, fervente, idrataute a scoppiante nella lava che dalle ime latebre di un focolare — vulcanico giunze all' orlo del cratere, dove oscilla, — ribolle, sfianca le pareti, e trabocca sulle esterne pendici. hi A prima giunta non lo si direbbe; ma le forze più valide a trasmutare l’ aspet:o dei paesaggi montani, e, può dirsi, l' aspetto di estesi territori | anche pianeggiati, non si manifestano nei grandi fenomeni meteorici: bensì nelle recondite, latenti, quasì inavve:tibili attività dell’ acqua e dell’ aria. Gli uragani, i cicloni, le trombe acquee, ma- rine; i turbini del deserto sabbioso, la tormente delle alte montazne nevose ; ceano, i tempor.li dei tropici, i diluvii sugli al- eruzioni massime delle zone vulcaniche, ben di raro inducono, sulle aree emerse che colpiscono, notevoli o apprezzabili mutamenti. Le scariche — elettriche, cui si attribuiscono ogni anno centinaia. i di omicidi, ci faranno smantellata una torre, cal- — cinato uno scoglio o un dirupo di monte; ma il paesaggio non sarà alterato nel suo complessivo É carattere. Uno di tali fenomeni potrebbe far temere aì i volghi il finimondo ; il terrore che incute potrebbe i farne esagerare gli apprezzamenti , sopratutto , se non per l’ indole sua, nè tampoco per la sua intensità, bensì per la imprevidenza o la spen- | sieratezza umana, abbattesse edifici mal costruiti, — disperdesse ricchezze mal custodite, facesse vittime. i Ì RUMerdsa sor SETTE col da pae I - le tempeste dell'o- Cig | l'agonia, producono quasi certa lu morte; nelle masse rocciose della crosta terrestre, nelle . ta aj v | vs: mento culminante, dileguandosi la meteora, il pae- saggio ben presto ripiglia la sua primiera sem- bianza, nè su qualsiasi ordinaria caria topografica, sia pure in vastissima scala, varrebbe la pena, o sarebbe possibile di disegnarne gli effetti, tanto minimi e insignificanti essi solitamente risultano, Occorre una carta topografica del Vesuvio in grande seala per es. al 25 mila coma quella del Le Hon per potervi disegnare distinte le vecchie e le giovani colate di lava, che ben di poco in- finiscono sul carattere e su! profilo della stupenda collinetta ignivoma, veduta dappresso. e che per- dono affatto ozni loro significato se Ja montagna sì osservi panoramicamente e insieme alla oro- grafia circostante, a limitata distanza. ‘ Il terremoto di Lisbona del 1755; lo. squassa- mento e il sollevamento quasi istantaneo per circa 150 chilometri della costa del Chil) nel novembre 1822; le eruzioni dei vulcani delle Cordigliere e delle Sandwich; quelle stesse recentissime di Giava, e i più spaventosi uragani della China e delle Antille, mai condussero atla più lieve modi- ficazione nel contorno di arcipelaghi o di conti- nenti, nel profilo d’ assieme di catene montuose , o nel disegno topografico di distinte regioni. Invece irresistibili trasformatrici della. faccia | ‘. del pianeta, e delle legioni dei suoi abitanti, sono le azioni lente, recondite, minime mella loro mi- sura, minuto per minuto, ma inconce pibilmente ‘possenti se sommate per lunghi pericdi di tempo. che hanno sede negli atomi e nelle molecole delle masse, come nelle cellule dei tessuti organizzati, vale a dire, la reazione chimica, la «dissoluzione, la filtrazione, i cambiamenti di stato fisico, la ca- duta dei gravi, le leggi dell'attrito, lo svolgimento «di germi e di fermenti. Una larga ferita. una amputazione, una emor- ragia; la frattura delle ossa, io stordimento. per forti contusioni al capo, non compromettono, per necessità la salute é la rita dell'uomo se nov gieno troppo intensi, 0 se non curati abbastanza; energie molecolari preparano è determina grandi cambiamenti regionali, geografici condit- vate in massimo grado dall acqua. (continua). iI ADI ZI Comunicazioni - Proposte - Domande Risposte în quesra rubrica gli abbonati hanno ciritto ad inserzione | gratuite per ogni numero, per scambiarsi schiarimenti, infor- mazioni, consigli, questioni da risolvere. ecc. La Cicoguanera nel Veneto, È invero cosa pie: rile l'arrabattarsi per sostererela maggioreo minore frequenza di due specie che son rare, pure credo utile portare qualche nuovo’ materiale sulla com. parsa della Ciconia nigra lungo le coste. dalla alto Adriatico. . Io dissi trentennio, che fa Cicogna nera pel Veneto e più. dei due passi, mentre la seconda facendosi pur vedere talvolta nei tempi normali, arriva impen- satamente anelie nel cuor dell'estate, quasi, sem - pre dopo quaiche fortunale. La rarità assegnata ad una specie, deriva da DU apprezzamento personale e per ricavare il vero significato, convien dedurne il sno valore dal- assieme delle osservazioni . fatte da un au- tore. li porto un esempio; mentre essa è sconosciata nella maggior parte delle nostra Provincie. Ma in che luogo dovrà cercarsi la -Pivieressa? Forse ne’ hoschi 0. nei campi coltivati ? £i accerti il Signor Conte Arrigoni chs il suo metodo per modificare Je asserzioni di ua autere, ron è da seguirsi. Una sola Provincia è un campo troppo ristretto per formarsi un ginsto eritenipe i dell Avifauna di una estesa regione. ma ben più difficile e troppo spesso impossibile è il vincere quei morbi che si chiamano la tisi, la rabbia, la peste, il colère, con i Joro germi in- "finitamente piccini di spore, miercbi, bacierii, ba- ‘elllij di tutta insomma la serie delle mortifere 0 delle benefiche fermentazioni "- Essi minano i visceri, | tessnti; alterano le funzioni essenziali, essi distruggono gli elementi necessari all'esistenza; addacono Jenià progressiva così panstane litoidee montagnoso o MINERALI, ; de “ Se Îl Signor Arrigoni avesse parlato soltanto. di Padova io non avrei aperto becca, mentre sa- - peva prima di lui che la. Cicogna bianca capita. in qaei luoghi più comunemente della nera. Ma egli generalizzando il risultato delle sue limitate osservazioni, tanto ngì sno scritto sulle emigra=, zioni degli uccelli nella Provincia. di Padova. e. . nell' Estuario Veneto (Ball. d. Soc. Ven. Trent Tomo ili N. 4 pag. 16)) quanto nel recentissimo. pubblicato in questo bollettino, e al quale intendo. ora di rispondere, vuole rettificare la nix asser zione senza offrire le Qu necessarie. | st: E in base ad osservazioni di oltre wu fo affermai che la Squatarola helvetica è specio comune nel Vereto, frequente della bianca, principalmente pel fatto che la prima ci visita regolarmente nell'epoca a MARE Co cava tedinofi Nicolò Contarini l'illustre e paziente in- | gio nelle pianure, sono tosto vedute dai cacciatori si Vadalo vestiratoredella frana Ornitologica Veneta, dice che | che. assai facilmente se ne impadroniscono; le nia la Ciconia négra è più frequente della bianca, cosa | nere invece frequentano a preferenza le grandi È, che io comprovai, [o lo annualmente veduto la | solitudini e gl’ incolti terreni degli estuari, per coi Cicogna nera nelle due epoche di passo e quasi | è difficile che cadano sotto gli occhi dei cacciatori. no: Ca SA Lo lai nr a su PIO ‘et* sempre isolata, e se altre occupazioni non me lo vietassero ora, potrei offrire numerose prove a quanto dico. Ciò non ostante porgo le seguenti che mi vennero tra mano: « A Cavazuccherina (notisi: sol'‘anto Cavazzuc- cherina vale a dire un solo punto dell' Estuario) tome rilevo dalle mie note, ogni anno 10 o 12 individui della C. nigra si fanno vedere alle epo- che di passo, ed ivi non c'è che il Sig. Armi- gliato che se’ possiede una presa nel 1883 sul | luogo. A Verona sé ne conserva una nella Scuola Tecnica ma senza data di cattura. Nella raccolta De Betta ci sono due Cicogne | nere entrambe prese in Aprile, una a Venezia l’altra ad Ostiglia. Un individuo in abito da nozze ucciso il dì 21 Maggio 1865, conservasi nel Mu- seo dell’ Accademia (dono Camuzzoni). » Prof. MARIACHER « Nella mia raccolta trovasi un maschio gio- vine catturato a Piazzola. «Nel Museo Civico di Vicenza ce ne son due: un maschio adulto preso a Schio e una femmina giovine preparata da me. Lo scorso anno (1885) ne imbalsamai una terza per il Co. Da Schio presa a Nanto. » AGOSTINO BENAZZATTO « La cicogna ne:a per noi è rara e quando ci si mostra è sempre in Agosto e Settembre (Prov. tatti gli anni qualchè individuo transiti pèr la nostra Provincia. L' esemplare che io le inviai | nel 1882 è uno dei l’anno, » due da me avuti in quel- ODIARDO FERRAGNI « Nel Gabinetto di Storia Naturale del R. Isti- tuto Tecnico di Ancona esiste una Cicogna nera | catturata nella Primavera 1830 — Nel 1879 fu presa pure in Ancona altra Cicogna nera che andò perduta pel mio Gabinetto — Nella raccolta del Vianelli a Sasso o esi è ico= | x È 3 Men Marie ro ona sono; frescante e poco eccitante. Ma se i fiori e foglio gna mera uccisa a Pesaro. » . Prof. PaoLUCCI « A Trieste ne ho vedute diverse prese tanto vel circondario che in Isîria. » GRAZIANO VALLON _< Una ne esiste nella raccolta Caldara: fu | presa nella laguna di Venezia » I. MIaNI La ragione per la quale nei Gabinetti abbondano | maggiormente le Cicogre bianche in luogo delle nere è pridentiazima; i ‘montuosi, pas viag: | »ggiangi inoltre che illoro passaggio primaverilesi effettua in parte nel tempo in cui la caccia 8 proi- bita, in parte nel momento propizio alla caccia dei palmipedi con preparazione di sito. I caccia- tori se vedono allora in distanza uno di questi ue» cellacei, non abbandonano per ciò il loro posto per correr dietro ad un incerta preda. Mi pare adunque che il Sig. Conte Ettore Arrigoni degli OJdi non abbia usato la dovuta. prudenza nel modificare la mia asserzione @ sono sicuro che con quella lealtà che lo distingue, dopo più lunghe e più mature osservazioni, mi darà ragione tanto pel passo del codirosso quanto per quello della cicogna nera. Venezia 10 Settembre 1887, A. P. NINNI L’ Asperula odorosa e sna utilizzazione. Fra gli amanti dei boschi, fra le persone che vicino »d essi traggono la vita, ve ne sono certo poche che non conoscono l’ Asperula odorata, una pian- tina erbacea dal fiore bianco, gentile, soavamente odoroso, dal fusticino tetragono, colle foglie sottili e lucenti, cbovate vicino a terra, lanc'uolate e cuspidate in aito. Quest’ umile pianticella, che cresce in tutti i boschi ombrosi e freschi d'Italia, potrebbe in qualche luogo, in un coi funghi, colle corteccie. colle radici, colle fragole ecc. se non i aumentare la rendita del bosco, certo almeno pro- di Cremona), Però io credo che in quest'epoca quasi | curare sicuro pane a molte donne e ragazzi biso- gnosi, Tutto ‘stà cominciare e trovar la persona che sappia non preparare la merce, ch'è facilis- simo, ma smerciarla e f.rla divenir di moda. i In Germania, nei luoghi di montagna ed anche — in qualche città, i fiori e le fogl'e dell'ultimo ver: ticillo dell’asperula essicate al sole, surrozano Mo già il the chinese, L'infusione di asperula è aromatica e di sa- pore delicato, squisito; si ritiene di p'ù molto rin- dell’ asperale, non possono trovare gran smercio ‘ come surrogato del the chinese, lo potrebbero trovare usandoli per profumare le stanze, la bian- cheria, i armadi, casse 0 vetrine. La raccolta dell’ asperula | | si fa in maggio e giugno. Tagliato colle forbici lo Si ‘ stelo immediatamente sotto il primo verticillo, sî — distenda i fiori in stratti sottili sull'aia, su una —— tavola o su una pietra, e si lascino b?n essiccare al sole, avendo cura di rivoltarli delicatamente. | — vestiti, le pelliccie ed i libri, chiusi negli — G chettini di tela o di cotone e distribuiteli nei vo- stri cassettoni, armadi, casse, ecc. ed avrete la vostra biancheria, e la casa profumata di un so- avissimo odore e per molti mesi. Date il bando allo spigo all’ Eau de Cologne, al mille fleur, ecc. e adottate l' asperula, che con poco disturbo e poca spesa vi potete procurare. LUNARDONI Agricol. Meridionale Edizione nazionale delle opere di Galileo Galilei. « Incaricato di curare la nuova e completa edizione delle opere di Galileo Galilei, da farsi a spese dello Stato e sotto gli auspici di S. M, il Re d’ Italia, rivolgo caldissima preghiera agli ar- chivisti, bibliotecari, raccoglitori d’ autografi ed altri studiosi in generale affinchè vogliano, me- diante la indicazione di documenti galileiani da essi conosciuti, coadiuvarmi nell’ adempimento del difficile assunto. « E per documenti galileiani, dei quali vuol farsi tesoro nella nuova edizione, intendo non solo le scritture di Galileo, ma ancora le lettere da lui ‘scritte e a lui indiri.zate, quelle fra altre persone contemporanee, ma che in qualche modo riguar- dano la sua persona e le sue dottrine, e qualsiasi documento concernente la vita e le opere di lai. <« Graditissima tornerà la notizia di cose ine- cd "dite; ma grata del pari sarà la indicazione di | autografi, originali, o copie del tempo degli scritti | editi, i quali non voglionsi riprodurre senza pri- ma averli esposti a diligente collazione. » i ANTONIO FAVARO Professore nella R.* Università di Padova Gli struzzi in Algeria. Sono 10 anni che mi occupo senza alcun profitto deli' allevamento di Struzzi, ma ora credo essere prossimo alla rea- lizzazione del ruio ideale che è la creazione di stazioni di allevamento Struzzi in Algeria. Ne ho fondata una in pieno deserto di Sara nella regione Biskra nel Sud-Est algerino e spero che riportardo così gli struzzi nel loro paese di origine il ploblema dell’ esportazione delle piume sarà risoluto in Algeria, con tanto successo quanto al Capo di Buona Speranza. Paris 13 sept. 1887 FOREST AINE Osservazioni ornitologiche. ll 4 corrente mese comprai nel mercato di Firenze un Pastor roseus (Linn) o storno roseo, maschio in perfetto abito - giovanile, stato ucciso con fucile nei contorni della Ur città. «Firenze ]2 settembre 1887 GINO CAJANI «| ——Oggilo trovata sul mercato una Balia nera (Mu- ut scîcapa atricapilla Lin) femmina uccello piuttosto | raro fra noi. Proveniva dai pressi di Rosia (Siena). & In quest'anno come nell'anno scorso vi è stata «quà grande abbondanza di Sylvia subalpina Bo- nelli (Sterpazzolina). — Siena 20 FEE 1887 È MERLO A SII ue i “ne hanno prodotti 250 once in un anno ri onde una grande quantità di Rigignit, gi (Ortolus galbula L.) e se ne catturarono moltissimi. Passarono pure in detto mese i croceri (Zomia | curvirostra L.); quest’ uccello non passa mai re- golarmente e le sue migrazioni in queste contrade non sono mai periodiche ; alle volte si stà più è più anni senza vederne alcuno,. altre, dopo due anni si vedono ricomparire; eran già diversi anni che non ne passavano quando nel 1885 ne fù di passo una grande quantità, quest'anno pure se ne videro moltissimi. A proposito d' albinismo sugli uccelli — S'os- serva qui in questa città un merlo che ha le ali con alcune penne bianche il capo ha pure penne È bianche cosi la coda ed il corpo. n Sa Altri merli ho pure già veduti in ischiavitù ; che avevano pure dessi qualche piuma bianca ; 8’ attribuiva questo cambiamento di piumaggio a_ malattia, ed infatti dopo due otre anni (ed anco. si in un lasso minore di tempo) che le piume ave- 0 vano preso il colore bianco morivano. dit tri Porto Maurizio 20 settembre 1887 Pasta Il Platino agli Stati Uniti. Il Platino è gene- ralmente fornito dalle miniere dell’ Ural, dalle. quali vieno inviato in Inghilterra dove è lavorato. La produzione negli ultimi 12 anni non è stata — meno di 1500 a 2500 chilogrammi per anno. Si trova anche negli Stati Uniti ma in molta mi-. nor quantità; Conguillo ha fornito in questi ultimi tempi, 10 once di sabbia di palatino rozzo me- scolato con della sabbia d' oro, e ì terreni fungosi Recentemente si è scoperto un luogo ancora . più produttivo nella riviera di Mac. Kenzie. -IL NATURALISTA Gromia Brunneri, Ul Prof, Blane dragando da- vanti al porto d’ Ouehy, a più di 100 metri dì profondità, ha trovato un piccolo organismo mi- eroscopico di organizzazione molto semplice, ap-. partenente al genere Gromia e che nonera stato |. ancora deseritto da alcun' autore. Egli lo ha de- nominato Gromia Bronnert e la descrizione tro- vasi nel giornala Le monde de la science N.0 14° - 1887. DS ANAS PDL AS NACEÌ DL LAS NA LACES ANSIA INVENZIONI E SCOPERTE . Nuovo metodo per la fabbricazione dell [CONI A, de tenore di 50 a 54 010 di acido nitrico. una mistura secca s sorfato di 4 di 3% sì cola "i ‘sale sopra delle astro dove si raffredda. (EisEU ZEITUNG) Bottiglie di carta: L'ingegnere I. H: Tamas di Chicago la trovato il modo di fabbricare delle bottiglie di carta di qualunque forma e che men- tre servono benissimo per la conservazione dei liquidi, pesano e costano meno delle usuali di vetro, di terra ecc. e non si rompono che con dif- ficoltà. Dicesi che a Chicago sia già impiantata una grande industria per la loro fabbricazione. Coperte di carta, Secondo la Croniche indu- strielle, a Lisieuy si fabbricano coperte da letto di carta con un metodo immaginato dal sig. Gri- son. Dicesi che queste coperte sono leggerissime e senza difetti dal lato igienico, costano meno di quelle di lana mentre SRNGSnO assai meglio dal freddo. Telemetro Bozzi. L’anno scorso facemmo co- noscere questo utilissimo strumento per misurare le distanze, immaginato dall’ egregio cap Bozzi, | Siamo ora lieti di sapere che |’ invenzione rimarrà per utile dell'Italia, poichè alla fine il ministero ‘della guerra lo ha preso in considerazione e gli esperimenti eseguiti per conto del medesimo, han- no dati i più lusinghieri resultati; talchè è certo che verrà adottato per l'esercito e così il cap: Bozzi otterrà il compenso tanto meritato con i suoi lunghi e pazienti studi. Un segreto per la pietrificazione delle carni. Si legge nel giornale il Progresso: Or sono 42 anni, moriva in Padova certo Gio. Battista dottor | Messedaglia, che dicevasi inventore di un metodo per la pietrificazione dei corpi umani. Dalla pretura di Legnano veniva allora tra- smesso a quel tribunale un plico suggellato con dichiarazione che conteneva un autografo di detto defunto, autografo che da nessuno è stato però veduto. Saputosi la cosa da uno scienziato di Parigi, | vennero offerte L. 32,000 per avere il segreto ed allora gli eredi piovvero da tutte le parti, ma nessuno riuscì mai a provare legalmente d' essere il vero ed. assoluto più prossimo parente del dottor Messedaglia. Anche da vari professori furono fatte indagini per avere il plico, ma si sprecarono e danari e terapo, — Al museo dell’ Università di Padova esistono: un corpo d' aznello, un fegato umano ed una pla- | centa pietrificati. Venuto un interessato a conoscenza di questo fatto, volle a qualunque costo avere il segreto. Infatti, non curando Spese e noie, vennero fi- i hivod previe e le cautele e debitamente suggellato, in seguito ad ordinanza della Camera di Consiglio, venne in questi giorni consegnato agli interessati, che lo depositeranno all’ accade- mia delle Scienze di Milano. Furono già fatte offerte di somme considerevoli per la vendita dell’ autografo. Un nuovo tubero alimentare Il Progrés Agri cole, annunzia che fra le presentazioni recente- mente fatte alla Societe d' Horticolture, si notò un lotto di tuberi della nuova pianta conosciuta sotto il nome di STACHYS AFFINIS, nuova specie alimentare dovata alla Società d’ Acclimazione ; i suoi tuberi danno an raccolto di non meno del venti per uno. Questo legume, che proviene dal Giappone, si è facilmente acclimatato in Francia: esso resiste bene al gelo el è molto produttivo. Cucinato come i fagiuoli freschi forma un ee- cellente piatto e si può prestare a tutte le com- binazioni culinarie. Di Lo Stachys è un legume specialmente d’ inver- no, i suoì tuberi non si formano che a partire dal mese di ottobre, prima di questa epoca non vi ha in terra che una capigliatura di radici nelle quali si scorge appena qualche traccia dei nume- rosi tubercoli, che stanno per formarsi prossi- mamente, e non è che nella prima quindicina di novembre che si possono levare. Allora i tuberi hanno raggiunto la loro grossezza ordinaria e la loro buona qualità, e molti tuberi piccoli ingros- sano ancora durante i mesi di novembre e di- cembre. i Ciò che farà dello Stachys un legume prezioso è precisamente l’ epoca alla quale si raccoglie, | vale a dire, in una stagione durante la quale si può disporre così poco di legumi freschi. Riproduzione elettrica della scrittura. Il Sig. Garel è inventore di un’ apparecchio semplicissimo per ottenere un certo numero di copie d' una | lettera o circolare, L' Inventore serive con una matita nera ordi- naria su della carta finissima posta sopra un pezzo di carbone: dei poli di un piccolo rocchetto d’ induzione è il pezzo di carbone con l’' altro polo. La punta della matita con le scintille che scatta, incide la scrittura sul carbone, e da questo si può quindi ricavarne diverse copie con î metodi po ordinari di stampa. Per scrivere nell’ oscurità, — Il Dott. lieras di Nantes ha Moul- la matita comunica con une |. immaginato un'istrumento che ha chiamato Grafanorama: e che o e: da _ rd autore alla Società Francese d' meoraggiamento. Esso si compone di 2 parti principali ; l'una destinata a dare a ciascuna linea uno spazio uguale, l'altra a divigere la mano che scrive. rr e NOTE BIBLIOGRAFICHE RECENTI PUBBLICAZIONI L' Amministrazione del Bollettino s' incarica di procurare agli abbonati le pubblicazioni che vengono notate sotto questa rn ‘ rubrica, e nelle quali è segnato il costo. Delle altre, quando sîa possibile, se ne permette gratuitamente la lettura. Di alcuni minerali raccolti nelia provincia di Catanzaro. Appunti del Dott. Antonco Neviani Prof. di Storia naturale nel r. liceo Galluppi in Catanzaro. Comprende: 1.° Minerali del monte Ti- | réolo: Continuando le ricerche cominciate dal prof. Lovisato, l'egregio autore dà maggiori ragguagli sui minerali che si riscontrano in un calcare granulare profondamente metamorfosato che trovasi alle falde occidentali di detto monte. 2.° Mineral: delleminiere solfifere di Santa Dominica: Parla dello Solfo, Stronziana, Selenite e Calcite. L'opuscolo termina ‘con una nota su di alcuni cristalli veramente ec- | cezionali di Selenite, raccolti a Petilia Policastro. Contribuzione alia Paleontologia della pro- rincia di Catanzaro. Dal medesimo autore Prof. Neviani riceviamo pure queszia memoria. nella quale parla dei resti di un Delfino (Eudelphinus) rinvenuti nel pliocene superiore in località detta ‘Saffantino, e cel giacimento nel quale fu trovato; quindi riporta il catalogo dei mammiferi marini rinvenuti fossili in Calabria. Un lavoro di maggior mole ed anch'esso molto interessante sono le Contribuzioni alla geologia del catanzarese del medesimo autore. E diviso nei seguenti capi- toli: Ze formazioni teraiarie nella valle di Mesi- ma — Dal Tacina al Neto. Escursione entomologica all’ isola di Lam- pedusa per L. Foilla- Tedaldi L' isola di Lampe- dusa studiata già per quanto si riferisce alle piante ed alla sua costituzione geo!og'ca, non era ancora stata visitata da entomologiel' egregio Failla-Te- | _ daldi è perciò il primo che parla estesamente degli insetti di questa isola. In questa memoria egli dà — prima notizie di storia civile e naturale dell'isola, pri riporta l’ elenco degli insetti raccoltivi il- | lustrandoli con interessanti osservazioni. Notere- ‘mo: Cicindella Ragusaria Failla. n. v. Erodus Destefani Failja. n v. Sétones linear:s Des. n. sp. Mutilta arenaria L. nuova per la fauna italiana. Elenco delle specie di Coleotteri irovatoe n Piemonte di Vittore Ghiliani. Opera postuma | pubblicata per cura del Dott. Lorenzo Camerano. Come bea dice l'egregio “Dott. SPIRE nella pres; i autore parla del potente LI di die A i filone: a dA opera, 3 nel 1852 2° elenco delle specie di lepidotteri rico= nosciute esistenti negli Stati Sard', lavoro che venne gindicato un modello del genere per l'esat= tezza della determinazione, la concisione dell'espo- °° sizione, il criterio Tassonomico, per la copia delte osservazioni relative alla distribuzione geografica delle specie ed i loro costumi. Era adunque da deplorarsi che il lavoro assiduo che il medesimo Ghiliani aveva futto sui coleotteri principalmente del Piemonte e che non poté pubblicare prima della sua morte, rimanesse inedito si trastava di una numerosa seris di note manoscritte, e di una raccolta speciale di coleotteri piemontesi de- terminati: materiale che riunito e maestrevol- mente ordinato dal Dott. Camerano, al qual'e gli studiosi saranno certamente grati di questo lavoro, ne è risultato un catalogo di oltre tremila specie. Notizia sopra un’uccello nuovo per l’avifauna ifalica per Ettore Arrigoni degli Od:ti. Trattasi i della Calliope camtisehathensis (Gmel), cattara 0° annunziata già in questo bollettiuo pag. 110 anno _— corr. E un maschio adulto ncciso presso Padova | il 15 decembre 1886 e che l° egregio Conte Arri- goni rinvenne in carne sulla piazza di Padova. Dall' egregio Conte A. P. Ninni riceviamo: 1.° Nota su'la cavalletta nomade o Pachytylus | migratorius(L) L'autore dimostrando che la pre- senza di questa cavalletta in italia nonèaccertata in . modo assoluto, è di parere che essa manchi alla penisola o tutt'al più vi capiti isolamente e in via eccezionale. i 2.° Venezia e la stazione Zoologica. Sono po- che parole riguardanti la località da scegl'ersi per l'impianto della Stazione zoologica che do- vrebbe sorgere mediante un’ accordo fra le tre provincie di Ferrara, Rovigo e Verezia. 3.0 Il regolamento per la enccia pubblicato dalla deputazione provinciale di Venezia. Sotto questo titolo 1" egregio au'ore pubblica: Appunéé critici nei quali fa notare lo sconcio che si veri- fica per non esistere per ìl veneto un solo rego- lamento di caccia e come irrazionali sien certe | © epoche di apertura e chiusura di caccia stabilite. dalle 8 provincie di quella rezione indipendente- > mente l' ana dall'altra. — Reso'amenti per la cac- cia nel veneto — Copia del cosildetto licenzino che il governo aus:riaco rilasciava per la caccia nel | mese di aprile — Calendario OrnERDe RA rer ma pro incia di Venezia. Il travertiuo di Fiano Romnno nota di Enrico Clerici assistente al museo geologico del'a R. Uni- | versità di Roma. In questa memoria l’ egregio ae rinvenutivi e che sono i seguenti: Piante: Acer pseudo-p'atanus L. Acer campestre L. Cercis si- liquastrum {.. Quercus ilex L. Helera helio L. Fraxinus ornus L. Men'ha nquatica L. Planera Ungerì Ett, delle cui foglie dà 5 figure, Laurus nobilis L. Buxus sempervirens L. Alnus glutino- sa Gar. Moliuschi: HyalWna nitens Gmel. Hy. dia- phana Stul. Helix rotunlata Mall. H. profuga Sch, H. pulcheta Mull. I. cantiana Mont. IL. nemoralis Lin. Clausilia laminata Mont. Ste- nogyra decolla‘a L. Cionella lubrica Moll. Pupa pygmaea Drap. P. muscorum I. P. Anlium Srap. /. polyolon Prap. Succinca oblonga Drap. Limnacea palustris Mull. L. truncatula Mull. Pla- norbis umbilicatus Mull. Cyoelostoma elegans Mull. Bythinit Sp, Pisilium pusillum Gmel. Mammi- feri: Cervus canreolus UL. Bibliuteca geologica della Rissin 1896. È una interessante rivista bibliografica, compilata sotto la direzione di S. Nikiti e pubblicata in russo ed in francese. E così divisa: Prefazione; Geologia fis'ca, Mineralogia, Petrografia, Stuli del suolo; Geologia applicata; Miscellanee geologiche; Pubblicazioni periodiche; Intici diversi. Isis, Zeitschrift f. alle natu. Liebhabereien, di- retto dal Dott. C. Russ. Questo ebdomadario esce a Magdeburgo e costa. marchi 3 al trimestre. Ab- braccia tutti i rami della storia naturale, dà articoli sulla caccia, sulla pesca, sui giardini zoolog'ici, accoglie domande e avvisi di comprita, vendita e cambio. Specialmente lo si raccomanda a chi tiene terrarii od acquarii ed all’ orticol- tore. P. Di alcune esperienze con 1° apparato di Ma- riotte modificato dal Roili e dall’ Eecher e ridotto in Eudiometro da A. Pizzarello. Macerata, 1887 Stab. Mancini. Pagine 114 con una tavola illustra- tiva, È unlavoro di gran merito e ili gran scienza e noi lo raccomandiamo ai fisici è ai chimici, ag- giungentîo solo che l’ apparatv ridotto dal Pizza- rello ebbe un giudizio favorevole del Prof. Blaserna. i Da Elementi di Storia Naturale degli animali domestici pel Dott. M. Wilkens, Prof. alla scuola Sup. imp. di agricoltora in Vienna, traduzione del Dott. A. Mosti Agricoltore ed Allevatore pratico; Reggio nell’ Emilia, Stab. tipo-litogr. degli Arti- granelli, 1885; L 3. È un testo scrupolosamente scientifico e nello | stesso tempo chiaro ed accessibile a tutti L’Au- re, noto già per molti altri importantissimi la- a e e vori (*), coll' appoggio della teoria darwiniana ci fa conoscere le origini e le parentele dei nostri animali domestici e ce li descrive nelle loro razze, caratieri, utilità etc. Il Dott. Motti à fatto opera lodevolissima col tradurre in italigno questo trat‘ato e sarebbe de- siderabile un a!tra edizione, in cui però si curasse un po' meglio la linzua e in qualche punto ve- nisse meglio interpretato il pens'ero dell' Autore. Vienna, nel l=glio 1887. È; Fanna Ma'ncoloziea della Monarchia Austro ungherese e della Svizzera. — Il d stinto Mala- cologo Clessin stà pubblicando puest’ opera. Ne è uscita la 1. dispensa che tratta delle Testacell?dea, Glandinee, Vitrinidee, Zonitidee, Paludidee, Ario- nidee, ed Helicidee. AI nome seientifico ; alla de- scrizione dell’ animale e della conchiglia avvi ag- giunta la rispettiva figura, la distr.buzione geo- grafica etc. questa opera riesce di grand' interesse anche ai Malacologi italiani per le molte specie - che trovansi pure in Italia. EEN dnsegnamenti pratici —ceoo > Conservazione dei pomodori. Persona che ns ha fatta la prova, dice aver c:nservati perfetta- mente i pomodori per otto anni con questo me- todo: Si scelgono pomodori sani, e maturi sì la- vano e si asciugano bene, si mettono in un reci- piente vetrinato e vi si versa sopra un liquido , composto di 8 parti di acqua, una di aceto ed una di sale da cucina ; il liquido deve ricoprire i frutti; quindi si aggiunge dell’olio tanto da formare uno strato di un centimetro di spessore. Per distinguere il cotone e la Jana dalla seta. La Manifattura serica di Como pubblica il se- guente metodo indicato dal sig. Barewil, per se: parare e distinguere la lana, il cotone e la seta. nei tessuti misti. Il cotone si separa dalla lana mediante nn' infusione d’ acido cloridrico bollente | (*) Ne indichiamo alcuni : Ì a. Beitrige Z. landw, Thierzuchit; Leipzig, 1874. | b. Untersuchungen ti. d. Magen d. wiederkanen: den Han- sthiere; Berlin, 1872. Ì c. Form u. Leben d. landw. Hausthiere. Wien, 1872 | d Briefe u. d, thierischen Stoffwechselj Breslan, 1879, e. Wandtafeln. Das Rind, Das Pferd Kassel, 1878 ed 1880. — bb ‘ei? ali ida {RS dit y Pe FR di ETTI che ATPCERE) quasi dota DIGLAtiGnte il cotone gen- za intaccare la lana; agitando la stoffa nell’ acqua pura o battendola anche asciutta, cade intiera- mente il cotone ridotto in polvere dall'acido clori- dico, e nel tessuto non vi rimane che la lana. Neì tessuti misti di seta e lana , la seta sarà intieramente consumata e separata dalla lana , _ la-quale resterà illesa, da un bagno freddo di a- 3 cido azotato. 4 ‘. Per liberare gli animali domestici si bovini «Che equini dalla molestia e Qalle punture degli | insetti il veterinario Eletti, raccomanda di prati- .caresopra il corpo degli animali una leggiera | —“spalmatura di Olio di pesce che oltre essere ef- È ficacissimo allo scopo, come resulta da fatte espe- |_‘’rienze, costa pochissimo ed è anche dì azione più | duratura dell’acqua di foglie di noce, assenzio ec. 1 «Conservazione delle susine. Secondo la Revue K _shorticole Sì possono conservare le susine fresche «per dne mesi e più, cogliendole prima della com- | —pleta maturità, esponendole all'aria per farle ; bene asciugare e quindi involte in carta, ognuna | separatamente, metterle in un cassetto o sopra | nn camino difese dall’ umidità. Delle susine clau- w tembrè, erano bonissime, trattate nel suddetto. modo, alla fine di novembre; solamente si trova- ; | Trono un poco aggrinzite, ma eccellenti di sapore e molto più zuccherine del consueto. Il sambuco nelle legature degli innesti, Il sig. ta Ponsard presidente del comizio agrario della Marna, —_—pubblica nel Journal d'agricol. pratique, il seguente |‘ suo matorlo per gli innesti del pesco e che può servire anche per quello della vite: «lo prendo, sopra un giovane ramo di un anno, un pezzo di sambuco della lunghezza neces- 5 saria: spacco in due parti questo legno ed ottengo «due mezzi cilindri i quali portano alla parte ester- di midollo abbondante, eseguisco quindi il mio in- | nesto per approssimazione (che per il pesco è il ‘migliori degli innesti). |_‘—uno dei mezzi cilindri e sulla pianta madre |’ al- ‘ra metà del sambuco; quindi lego con due fili di ferro e | operazione è compiuta. « Nulla di più semplice, di più economico e di | più perfetto per riparare dal contatto dell’ aria Jo raccomando di provare questa legatura per l'innesto della vite, poichè credo che i due mezzi cilindri di sambuco potranno sostituire vantaggio- samente i turaccio!i di sughero (1) _ Influenza che esercita sul colore il modo di preparazione del vino. — Dietro esperienze scien- tifiche scrupolose, il dotto chimico Nepler ci for- nisce le seguenti norme per ottenere vini il più Si possibile colorati: l. Separare le uve infracidite: 2. Mantenere il mosto ad una temperatura di 16° e 20° ec; Be. Non im pieg are recipienti porosi che hanno vw interne in cattivo stato: ‘4. Mantenere sommerse le vinaccie durante mentazione; _ 5. Travasare il vino appena cessata la fer- ARI tumultuosa; i ca 6. Non abbandonare per molto” letune il vino di: solle feccie. CSR Ai seminatori. — Prima di affidare le sementi SA (4): Riguardo alla legatuva degli iunesti Adgazantio ì sushi ri và; vedi me: A pag: po di questo Bollettino. 3 i da de ba RAEE À — die colte alla fino di Agosto ed ai primi di set- | che poi si risciacquono con acqua pura. ;-scosse e ne cade meno) in giornate serene e asciutta . na del legno duro, mentre sono forniti nell’ interno — Appoggio sopra le marza ‘ Como Comuni 22 Milano » 4 Porto Maurizio » 21 x Caltanisetta a) Girgenti » 2 Catania - » "h Siracusa » 9 Messina » l fe Sassar] dial Reggio Calabria PSA Bergamo » Di Novara » 6 | soccorso per RNC e che Em pa tafronte ‘buona cosa giorno nell’ acqua. Afidate alla terra. 0 dite e gonfie non mancano di germogliare presto e in modo più uniforme. Inoltre saturi d’acqua, i grani sono più pesanti e si distribui- — scono meglio nel campo. Quando si spargono i semi secchi, non se ne vede dapprima arto che la parte la quale ha tolto alla terra una suf-. ficente dose di umidità: altri germogliano a stento; infine una parte.resta affatto inattiva non avendo potuto assorbire l' umidità sufficiente. . N, IL VILLAGGIO | Norme pratiche per la vendemmia tolte dai i, consigli deì più stimati enologi: SEI l. Prima della vendemmia si gegio natu. ralmente preparare i tini per ricevere l'uva ed . anche questi hanno bisogno di cure speciali. onde | ' il vino non vi prenda cattivo sapore: Bisogna ra- schiare il tartaro o gruma che si trova aderente | /_° al legno perchè non è vero che esso giovi alla ELA conservazione del vino come da molti si crede, ma al contrario non è che un' agglomerazione di so- stanze parassite e dannose al vino che deve fer- mentare nei tini; con una. granata di scopo econ. acqua nella quale sia unito il 5 o 6 per cento di acido solforico, si lavano quindi ben bene le pareti | 2. La vendemmia deve eseguirsi solo quando l'uva è matura, poichè é allora che essa. contiene maggior quantità di zucchero che è una delle parti più preziose del mosto e che con la fermen- tazione si converte in Alcool, il quale è la. vita del vinò. 3. L'uvà deve essere colta (meglio con le forbici che con i coltelli perchè si danno meno non' solo dalla. pioggia ma anche dalla. rugiada © della mattina, e va ben pulita dai chicchi secchi e marciti e da qualunque sostanza estranea com- preso lo zolto se vi sia ìn URanBE Si NO TIZIARIO: “Sl Fillossera. Secondo |’ ultima statistica, ecco le: provincie ed il numero dei comuni in cui è stata accertata la Fillossera in Italia. Spedizioni, esplorazioni, missioni. Fortunata mente fu un errore | annunzio sulla morte Stanley, egli invece continua il suo viaggio e tutt fa sperare una buona riuscita della grande impri sa per la liberazione di Emi Pascià e Ci Si è saputo che Emin Pascià e C pure buona salute ed attendono. circa LA tonnellate ve x - ACI SPORE, PI PENNE ace 4 dest dle ATA at Mt 7 Se De E sava e stato di g. 41,30 centigradi, Pesi uttiva, In quest'anno il massimo caldo avuto a Mas- percui si può dire poco superiore a quello sentito in diverse città italiane. L’albero del burro. Nelle vallate dell'alto Niger si è trovata una pianta (Bassia dutyracea) dal cui frutto si ottiene una pasta simile al nostro burro e che viene adoperata per cucina, illumina- zione ecc, i L’ albero del latte, è stato scoperto nell’ alto Senegal. lî la Galactodendron utile, che fornisce un liquido lattiginoso che dicesi buonissimo por bevanda nutritiva. I’ albero del pane (Artocarpus incisa) vegeta nella isole del Pacifico. I frutti sono grossi e del peso di cirea un chilogrammo e mezzo, conten- gono una fecola nutriente e tagliati in fette ed arrostiti sono mangiati in luogo del pane del quale | hanno simile il sapore. Nuova stazione di piscicoltura Con decreto del 7 agosto scorso è stata istituita in Brescia la î solo basterebbe a pagare le spese ti delia spedizione e renderla prod ‘ Amiain Norvegia, | Due colonie di castori sono state scoperte ad In un braccio della riviera presso Christiansam ci hanno costruite le lora abitazioni composte di tronchi di alberi, precisa - , mente come fanno nell’ America del Nord. Concorsi. Il ministero di agricoltura ha ban- diti i seguenti concorsi per ?° Eaologia: Per le aziende vinicole private delle provincie di Man- tova, Brescia, Vicenza, Forlì, Ancona, Pisa, Chieti Salerno, Palermo e Cagliari, con premi di L. 1000, 500, e 250 e respettive melaglie d' oro d’ argento e di rame, oltre ai premi e medaglie per ì can- tinieri. Il tempo utile per le domande, scade col- l’anno corrente. f Un gran concorso per la produzione ed espor- tazione dei vini da pasto con premi di L. 20 mila | @ 10 mila. stazione di piscicoltura della quale abbiamo altra | volta parlato. Per il bilancio della medesima il ministero ha stanziate L. 9000 e per il resto suppliranno gli enti morali della città e provincia. Scopo di queste stazioni di piscicoltura è il ripopolamento dei pesci nelle acque dolci del Regno. La produzione dell’ Olio d’ oliva. — La mag- gior produzione dell Olio d' oliva ha luogo in Ita- lia poì in Spagna, Grecia, Portogallo; Francia, Tur- chia ed Austria. LR media del raccolto è la seguente: «Italia quintali 3,348, 000 Spagna » 2,305, 000 Portogallo » ®© 230, 000 Francia » 198, 000 Turchia » 160, 000 Austria Nt ca L37000 Le piante utili dell’ Isola Maurizio. — Le piante utili per Je loro fibre prosperano molto nell’ isola Maurizio. Il cotone vi è coltivato in po- chissima quantità; Un'importante industria vi esi- . ste per la lavorazione delle fibre d' aloe ameri- cano (Agave americana). Una specialità locale fra le piante fibrose è la vacoa 0 vacoi ( Pandanus odoratissimus ) della quale le lunghe e resistenti foglie servono a con- fezionare sacchi per l’ imballaggio dello zucchero. I legnami dell’ isola sono svariatissinì: ma gli al- beri sono stati molto decimati, e vengono mano mano sostituiti dalle piantasivni di zucchero; ì principali legni da costruzion? sono l’ ebano (Dio- spyron reticulata) che arriva a dimenzioni consi- derevoli ; 1° Olivo (Qlea Zancea) del quale 1° ela- ‘ sticità è messa a profitto per la confezione delle fruste da vettura, dei manichi di arnesi ecc. ; la Colophonia mauritiana grand’ albero che giunge spesso a due metri di diametro e fornisce un le- gno molto adàtto per la fabbricazione di carretti, ruote, vagoni ecc. ; la Stadtmannia stderoaylon che fornisce dei pezzi da armature quasi indistrut- tibili; differenti generi di legni (Labourdeanasia spp.) utilizzati per le costrazioni, per la forni- . tura della scorza ai tintori e conciatori ecc. Tro- vasi pure in quest'isola i leznì Jossinia lucida, —_ Memacylon trinerve, S eygium sp., Mangifera ind ica, Heritiera littoralis Acacia alata. Giornale he society of Arts. i; Concorso fra le associazioni vinicole 0 cantine sociali; con premi: uno di L. 5900, due di L. 2000, tre di L. 1000 e sei di L. 500 e relativi diploma di onore, medaglie di oro, di argento e di bronzo; anche ai capi tsenici delle aziende premiato sa- ranno conferiti premi in medaglie € danaro. Le domande devono essere presen'ate entro il 31 de- cembre 1889 La cit'à di Ruffolo ha stanziate L. 500, 009 da darsi in premio all inventore di qualsiasi na- zionalità che presenterà il miglior progetto per utilizzare la forza motrice delle grandi cascate del Niagara a Ruffolo 0 poco distante Esposizioni. La mostra di animati da cortile cani ece., che sarà tenuta in Roma nel prossimo anno comprenderà le seguenti divisioni: Galli e galline italiane el estere; colombi, tacchini, far- raone, fagiani, pavoni, oche, anitre; uccelli da cortile. e da colombaia ingrassati tanto vivi che morti; attrezzi per l’ allevamento, libri e giornali di avicultura; conigli; cervi, daini, cinghiali, lepri e simili; strumenti ed attrezzi da caccia consen- sentiti dalle leggi; cani da caccia. Per la essosizione mondiale dell' 89 a Parigi è già stato distribuito il regolamento. { posti per gli espositori sono gratuiti, i locali dell’ esposi- zione sfuggono a qualunque dazio, le ferrovie con- cedono il ribasso del 50 050. 4 etnia! eine iii RICHIESTE, OPPERTE E DOSMANVODIE si dARI (Gratis per gli abbonati) Quando non v'è speciale indirizzo rivolgersi all’ ammini» strazione del Bollettino. rina 67 Odoardo Ferragni di Cremona cederebbe in cambio di oggetti di Storia naturale o di altri. libri l'opera completa (90 volumi) del Baffon. Storia Naturale. R 68 Sì desidera fare acquisto dei materiali 0 roccie vulcaniclie che ricoprono Ercolani e Pompei. Se ne desidererebbe circa mezzo chilozram no delle | diverse qualità. Chi può procurarli è pregato par= | teciparlo all’ amministrazione di quesio Bollettino. — 69 Si cedono in cambio e si vendono a L15028 «LT Sa be _SENIEE L. 1,50 esemplari disseccati di Ranunerlus Mar-| i bat chesini nuova pianta scoperta dal Lojacono. i #0 On offre a vendre une splendide collection. \fagriito;.i in pre di aliri molluschi specialmente d' ceufs d’ oiseavx d° Europe, tous soigneusement | del genere Helix. 3 i Ser i piéparé3 et etiquettés. Collection de création re- Sigismondo Brogi Siena, È cente, 8000 exe plaires rappresentant 439 espèces. 78 Il Prof. Giuseppe Friszi Preside del R° Jsti- | Catalogue {i disposition. S' adresser a_M. Low's | (nto Tecnico di Porugia desidera. far cambi di Nicoud, 19 rue de la Paix, Chaux de Fonds (Suisse) | oggetti di Storia Naturale e più specialmente di ___T1 Si offrono uccelli mosca ia cambio di mine- | rettili anfibi, posci e molluschi terrestri itàliani rali od altri oggetti di storia naturale. 1 i | € f A "C Ta | I Va Me —__________ @ lt ____7_©_tttttttrt—t—tt—————m——tÉm—ÉÉ_ÉÉ——_ÈÉ@É@plT.I( E. Napoli — Bartò coute G. Milano — Santi 9. Milano. i EA I! noml di coloro ai quali è stata fatta una ricevuta particolarmente, non figurano In queste note. ASCII BR di pubblicare i nomi dei pigro che iL fine dalle DI di 23 ‘avessero avuta una ricevuta rinchcali ad essere compiacenti di darcene o, ETA , ; | —’1fare i necessari riscontrì e reclami, Une so assai | 8. Broci Direttore responsabile, é - nno | _x_°_ Siena, novembre 1887 ° BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE, ALLEVATORE, COLTIVATORE PERIODICO MENSILE Abbonamento per tutti i paesi dell’ Unione postale, L. 3 all'anno. NONA NANA NIN FILLOTASSI FLORALE Studi del prof. Luciano Pelacani Se la Botanica non possiede ancora una soddisfa- cente classificazione delle piante superiori, è dovuto a molteplici cause: per esempio, alla poca differen- ziazione ed estrema monotomia tipica delle piante stesse, alla non valutazione dei caratteri impressi ad | essi da ragioni biologiche ed ereditari; ma una an- che delle precipue cause è fuor di dubbio una in- completa considerazione delle diverse architettoniche florali. In questa breve trattazione ci proponiamo adun- que, fondando i nostri criteri sulla architettura florale, d’ esporre un saggio di classificazione non trascurando per quanto sarà possibile i caratteri biologici ed ereditari, e ricorrendo, quando essi non fossero sufficienti, agli altri caratteri presentati non tanto dagli organi vegetativi, quanto dai fiorali e sopratutto dai caratteri della placentazione. Premet- tiamo che poca importanza avrebbero il numero e la forma degli organi di ciascun ciclo florale, mentre moltissima ne hanno l’ indipendenza loro e la loro posizione 0 fillotassi. Premettiamo altresì che, quan- tunque non siavi differenza essenziale fra cicli spi- rali e verticilli, tuttavia, parlando di disposizioni mi- ste, intenderemo parlare di quei fiori i cui organi sono disposti in parte con fillotassi spirale, in parte con fillotassi verticillare (sia spuria che vera). Vera- mente la verticillarità spuria e la vera passano age- volmente l’ una nell’ altra ed è difficile discernere l'una dall’ altra anche mediante le più accurate indagini organogeniche. E così incominceremo I’ esposizione della materia coll’ annoverare i principali tipi della tectologia flo- rale, che noì consideriamo in numero di sei, secondo- chè gli organi florali formano 0 molti cicli, 0 cinque soltanto, quattro, tre, due, uno (fiori policiclici, pen- tacielici, tetraciclici, triciclici, diciclici, monocielici). I fiori policiclici per il numero cospicuo di cicli di cui risultano formati, posseggono a preferenza degli altri delle varietà nella loro disposizione. Così ab- Ei AANINANINEANIA NA XNANANIAZFA NS NIE SASSI NL AS ANS NINSI NA NL NALE AE biamo delle forme che sono esclusivamente alterni- | fogliari o verticillari e forme miste. Ci danno esempi | di disposizione alternifogliare parecchi generi e specie di Ranunculus (R. Ficaria), molte specie di Ane- mone, i generi Eranthis, Helleborus ece. Nel tipo | Helleborus il sistema spirale principale è inalterato in tutti i cicli, i sepali sono disposti in quinconee, nettari e stami in ectofania, i carpidii 3-6 in falso verticillo. — Le specie di Paeoria si comportano come i generi Melleborus ed Eranthis; tutti gli or- gani fiorali, sepali, stami, carpidii, sono disposti in epifania del sistema principale. Calcolando il numero dei cicli risulta presso a poco di 49 circonvoluzioni nel genere Melleborus: alquanto più ridotto negli altri generi. Più frequenti sono le disposizioni ver- ticillari. Nell’ Aguilegia vulgaris si ha il calice di- sposto in verticillo quinario spurio, come facilmente | ce ne convince l’ esame dello stato preflorativo degli organi. Tale disposizione potrebbe essere considerata quinconciale con due circonvoluzioni depresse: ma | nel fiore aperto essendo eguale il livello al quale emergono le foglie, amiamo meglio come si osservava da principio considerarla come verticillare. Questo calice segna altresì il passaggio alla verticillarità per- fetta degli organi successivi: succedono infatti un ver- ticillo di cinque petalo-nettarii; circa dieci verticilli pentameri di stami, cinque dei quali sovrapposti ai sepali e cinque ai petali. Seguono due verticilli di staminodi (stami modificati in fw/cri ananteri), indi un ciclo pentamero di carpidii. In tutto circa 15 presse ). Si hanno inoltre fiorì in verticilli trimeri e dimeri. Alcune Berderidee (generi Mahonia, Berberis ci danno appunto esempi della prima forma. Il calice è di 3-9 sepali: in 1-3 serie, sovente petaloidei. I pe- tali sono in numero uguale ai sepali nel calice plu- riseriato; in numero doppio nel fiore a calice ad un unico verticillo. Stami ordinariamente in numero uguale ai petali od anche in numero doppio: carpidio unico. In altre Berberidee ( Epimedium), abbiamo presso a poco lo stesso numero di verticilli, ma questi sono tutti dimeri, eccetto il gineceale (depau- | perato). cieli ( teoricamente 30 circonvoluzioni spirali de- n * "l ARI, tai RT LU PALI » È Molte Crucifere cd alcune Fumariacee hanno ri- dotto a due il numero degli organi di ciascun. ver- ticilto. L’ architettonica delle crucifere è exaciclica ma nel terzo e nel quinto ciclo è avvenuto uno sdop- piamento di organi (petali, stami interni) in con- formità della legge fillotassica, secondo cui gli sdop- piamenti preferiscono ripetersi nei membri vertical. mente corrispondenti. A questa interpretazione si ac- costa quella di Fichler; se non che quest’ autore, as- sumendo un verticiilo quaterno di petali, propone una spiegazione contraria alle leggi della fillotassi. L' esame delle Fumariacee, dalle quali hanno ori- gine le Crucifere, ci porta alla conclusione che an- che quest’ ultime abbiano tutti i verticilli dimeri, compreso quello dei petali che 1° Eichler volle esclu- dere. Delle Fumariacee, quelle che abbiamo avuto campo di osservare, ci hanno chiaramente mostrato la loro architettonica exaciclica dimera. ( Dielytra spectabilis, Fumaria officinalis): La disposizione degli stami, sembra a prima vi- sta rompere la regolarità fillotassica; ma un più at- tento esame ne svela il più perfetto ordine. L’ an- droceo infatti risulta di due falangi di tre stami ciascuna. L’ una e l’altra delle falangi è formata di uno stame mediano completo e di due mezzi stami laterali; come ne dice chiaramente la loro forma ed il loro volume. Ma l’ organo che le due metà avranno originariamente prodotto, doveva trovarsi in posizione alterna cogli stami completi: quindi la fusione era data dalle due metà che si trovano in opposizione. Infine nella architettonica policiclica il tipo al- ternifogliare si può accoppiare col verticillare come chiaramente lo dimostrano le Papaveracee, Osser- vando la disposizione degli organi del Chelidonium majus sì può immediatamente accorgersi della rela- zione stretta che esiste fra le Papaveracee e le Fu- mariacee. L° unica differenza consiste nella disposi- zione degli stami che nelle Papaveracee. sono in spirale, mentre nelle Fumariacee abbiamo veduto es- sere verticillare. — Anche le Aronacee sono esem: pio di disposizione mista. Il calice della Asîmina tri- loda è formato di tre sepali, liberi, valvari nel bot- tone o leggermente imbricati. La corolla consta. di due cicli trimeri leggermente imbricati nel bottone. Gli stami sono in grandissimo numero, inseriti in spirale, e, a quanto pare, secondo il sistema principale, ovvero giusta una epifania del sistema ternario. Il gineceo risulta di un numero variabile di Qui teo- ricamente dovrebbero essere sei. Nei fiori di più specie di Magnolia il peranzio presenta tre foglie imbricate nel bottone, libere: di guisa che esse sono il più sovente: l’ una totalmente avviluppata, una seconda tutta avviluppata: la terza ricoperta per uno de suoi bordi e coll’ altra. rico- prente. Generalmente queste foglie si descrivono da- gli autore come sepali. Più internamente la corolla è formata di due cicli trimeri, in perfetta alternanza fra loro e coi sepali, Nel bottone sono imbricati. Gli stami in numero indefinito sono disposti in serie spirale come pure i carpidii secondo il sistema principale. Anche le Clematis presentano il calice in verti- cillo; mentre gli stami ed i carpidii numerosissimi sono disposti in spirale. Nella Nymphea alba il perianzio è verticillare (quaterno ) come pure il gineceo ( pluricarpidiato ); mentre gli stami numerosi sono disposti in spirale. Nel Nuphar anche il peranzio ha disposizione spi- rale. Continuando nella esposizione delle varie forme architettoniche dal termine minimo del tipo poli- ciclico si può discendere, sopprimendo un cielo, al tipo pentaciclico. Molte dicotiledoni e monocotiledoni si compren- dono in questo gruppo. Delle prime abbiamo avuto occasione di fare osservazioni su di una specie: l’Afe- bia quinata. In essa troviamo separazione dei sessi per aborto completo degli stami, o dei carpidii. Vi predomina però una perfetta regolarità. Nei fiori ma- schi si ha un cielo perigoniale esterno, due stami- nali e due gineceali abortiti, tutti trimeri ed in per- fetta alternanza. Nei fiori femminili è avvenuto l’ a- borto dei cieli staminali. Le Liliacee rappresentano il centro attorno cui si raggruppano le monocotiledoni, In esse, come nel- l’ A®ebia, predomina costantemente il trimerismo nei cicli. Il piranzio è costituito da sei organi dif- ferenziati fra loro: però il primo verticillo è consi- derato come calice, il secondo come corolla. L’ an- droceo si compone di sei stami disposti in due ver- ticilli, i più esterni alternano coi petali: gli altri sono ad essi sovrapposti. Il pistillo risulta di tre carpidii. Le Papilionacee ci offrono esempio di architet- tonica pentaciclica pentamera: il fiore è in apparenza irregolare: ma facendo astrazione dalla forma dei di- versi organi che lo compongono e occupandoci sola- mente della Joro inserzione, riscantriamo fra di loro una perfetta alternanza. Un ciclo di cinque sepali ed un altro di cinque petali, formano il peranzio. Dieci stami, uno libero, gli altri aderenti pei loro filamenti, formano l° androceo. Bisogna ammettere che originariamente fossero disposti in due cieli pen- tameri che poi si ordinarono in serie unica shete gendosi lateralmente fra loro. ‘ ee IAA SISSI SMNNSINSSINLISISLII Nel pistillo si è sviluppato un carpidio soltanto, mentre la perfetta tectologia esigerebbe uno sviluppo di cinque membri. (continua) POIROT: BIOMEBTCEI TRASFORMAZIONI LENTE DEI PAESAGGI TERRESTRE ea =>___— ( Continuazione ) I locali cambiamenti di paesaggio che di anno in anno, o di decannio in decennio posson far di- versa una prospettiva, una visuale, una scena montana, un rapporto di altezze, un andamento di vailata, sono dovuti, in generale, alle progres- sive, continue o reiterate erosioni di acque me- teoriche (1). Gli effetti, guardati uno ad uno, e durante brevi periodi posson parere insignificanti; ma se si sommino nello spazio e nel’ tempo, ad alto coefficiente, si palesano subito imponentissimi. Invece i cambiamenti regionali di paesaggio, che di secolo in secolo o di epoca in epoca, val- gono a modificare le linee di contorno di estesi continenti ed il regime della rispettiva loro cir- colazione acquea; il sistema dei loro bacini idro- grafici, gli elementi del loro clima, dipendono, nel massimo numero dei casi, da forze endogene #dr3- termiche, più o meno profonde. Peraltro, sempre resta ferma la certezza che dalle attività meteo- riche, esterne sebben di minimo grado a prima vista, posson trarre incentivo ed aiuto le energie plutoniche del sottosuolo. (2) (1) Per la conferenza nella grand’ aula dell’ Accademia Pe- trarca, si avevano alquanti quadri appositamente dipinti, di pae- saggi in wia di trasformazione, e di fenomeni geologici contem- poranei. (2) Le polveri meteoriche, per es., date in generale dal sol- levarsi delle sabbie silicee più fini dei littorali e dei deserti, colle colonne ascendenti di aria, con i venti che rasentarono il suolo e si spinsero nell’ atmosfera, corrodono, quasi smerigliandole anche le rocce più dure; anzi meglio /e più dure; e possono di anno in anno dove più dove meno, finir coll’ indurre nelle alte località montane, ma in aree ristrette e speciali, un sensibile mutamento nel profilo e nell’ aspetto dei luoghi. È noto come si impieghi nelle arti industriali, e segnata- mente per la smerigliatura artistica del vetro, per ottenere in- cisioni e opacamenti a disegno, intagli ornamentali ecc. un pro- cesso di corrosione mercè la sabbia proiettata sulle superfici da smerigliarsi, che ripete quasi quello notevole quì sopra ci- tato; e sol da pochi anni apprezzeto nel suo vero valore. Mia | Degniamo di uno sguardo quelli ammassi di ciottoloni, ciottolini e ghiaie, frammisti di arene e di fini detriti, che diconsi i CONGLOMERATI, le GONFOLITI, le PUDDINGHE, e che in qualche paese, per es. nella Svizzera, (dove si chiamano Nagel- fluh) raggiungono spessori di oltre mille metri, formardo montagne colossali come il Rossberg ed il Righi. Vedremo diversissimi di natura i ciottoli di questi conglomerati; taluni calcarei, cd arena- cei, altri granitici, porfirici, variolitici ecc. e tutti assieme rappresentano il disfacimento di monta- gne più antiche e fra loro distanti; i Vosgi per | es. ed i monti della Foresta-nera. I"ssi tracciano la storia del loro convogliamerito, della fluitazione loro, verso ura vasta zona littorale di un mare ora ivi scomparso, del loro sorgere, durante i pe- riodi di mezzo dell’ epoca terziaria fino a quasi. 2000 metri di altezza, in grossi rilievi alpini in- torno alle cime del Napf. Ma le masse enormi del Nage/iuh sonosi. ben modificate dopo ! Esse ci si mostrano a lembi staccati e disgiunti da valloni; intensamente erose, scavate, scalzate dal'e acque e talvolta logorate tanto dalle me- teore che sembrano altissimi prismi verticali o acute guglie o piramidi slanciate e frastagliate di cui non si capisce il modo di perduranza mal- grado i terremoti ; di cui }Ja incrollabilità, mal- grado le bufere può parere un miracolo, tanto più vedendosene spesso gli apici sostener blocchi enormi, come cappelli di funghi colossali, come coronamenti di sveltissime cuspidi. — Cosicchè parrebbe naturale il chiedere: chi mai fu ardito e bizzarro tanto da andare colassù a metter quei massi in così precario, instabile equilibrio ? Ovvero, passando dal vecchio mondo al nuovo, consideriamo un’ altra scena nella vasta regione piana del Colorado. Eccovi un quadro che rappresenta un tratto. nel Monumental Park, detto giardino degli Det. Quivi pure guglie, alte da 50 a 60 m., isolate. e con forme strane, ora sottili, irregolari, erette come ruderi di vecchie torri, radunate come i monoliti degli antichi circhi druidici; ora massicce come bastioni, ma diroccati, o come avanzi di costruzioni ciclopiche. Sono tutte di un’ arenaria rossastra, quarzitica, la così detta vecchia are- i narîa rossa, di formazione estremamente antica, dell’ era paleozoica; sono tutte fatte a pile di grossi strati orizzontali, sovrapposti, i quali per la identità di sostanza, per la rispondenza di spessori e per eguaglianza di livello delle moda- | lità comuni ai varii massi di un medesimo gruppo, S = .& A e a * { si rivelano con ev'denza quali altrettanti residui ‘di un vasto altipiano, costruito da estesissime stratificazioni. I crepacci divisero e seddivisero verticalmente quelle grosse stratificazioni; le acque vi filtrarono, vi circolarono, erosero, ampliarono, ridussero as- sottigliate come pilastri informi le singole pile di strati; il piesaggio, già uniforme come di un'alta pianura erbosa, divenne bizzarro e fantastico come di una bassa radananza di monumenti mul- tiformi. Ad analoghi effetti condussero nel Rosstrapp, le erosioni operatesi nei grossissimi strati calca- rei, originariamente distesi e orizzontali in quella reg'one. Oggi ivi sorgono, isolati, distanti, dei ri- lievi a pareti verticali o scoscese, nei quali 1° oc- chio facilmente riconosce la corrispondenza dei singoli strati, ed in un col pensiero ricostruisce facilmente la continuità primitiva. Il fenomeno dei canons del Colorado, è pure somn:amente istruttivo in propos to. Ivi le grandi pianure o savane, sono interrotte da larghi, pro- fondissimi spacchi, nei qualì s' inabissano le acque delle pioggie e della circolazione torrenziale. Queste acque scorrendo in quei baratri gli erodono in- cessantemente, allargano le fratture; scalzano le moli sovraincombenti; producono franamenti e- normi; trasformano poco a poco un crepaccio in una gola, in un burrone, in una vallata. Il pae- saggio si trasforma per la demolizione perenne; e, chissà a qual distanza nel mare, si accumulano per formar nuovi strati le materie asportate da quel campo di attiva denudazione. Tutte le vallete di erosione, posson dirsi ge- nerate con siffatto processo. — I versanti del no- stro Appeanino ce ne offrono esempi istruttivis- simi, sebbene limitati nella loro misura. Vi pre- sento invece i disegni di due assai più lontane lo- cal'tà; nel primo di essi è rappresentato il Defilè della famosa « PoRTA DI FERRO » nel BouzuG-Ho- LACANA, da Kardi a Derbent , in un contrafforte meridionale del Caucaso. Quel defilè è un immenso spacco con 12. .,. oTgom d’ intervallo, fra le altissime pareti rocciose ‘che lo fiancheggiano, allargato, frastagliato e scal- zato dalle acque in esso incanalate e scorreati, per circu tre chilometri di lunghezza. — Una gran porta di ferro, a due battenti e con cam- panelli di allarme dicesi, chiudesse questo varco a tempo dei Califfi persiani, per difendere l' an- tica Albana (Derbent), dagli attacchi nemici. L'altro quadro vi presenta il « DEFILÈ DI Hoce » nel Thibet, sul torrente L-.utzankiang. — Angu- stissimo, lungo, profondo, scavato in bass», in alto quà e là quasi rinserrato, esso viene percorso dai viandanti mercè una lunga, stret'issima, oscillante impalcatura fatta con assicelle di legno, sostennta da pali ficcati cbliquamente nelle superfici a picco delle rocce. Corde di bambù, arresti di cuoio, pro- teggono chi arditamente percorre un siffatto pas-. saggio, sospeso sopra abissi vertiginosi. (continua) COLOMBICULTURA Riproduzione interdetta CCÀ PITO LIONE ll Colombaccio (Columba Palumbus) — La (Co- lombella (Columba Oenas.) — Il Torrajolo (Columba Livia). j è. Hl Torrajolo (Continuazione) Ed ora che ho diffusamente parlato dei piccioni di S. Maria del Fiore, conviene che spenda qual- che parola su di un branco di circa cinquanta piccioni semidomestici, totalmente bianchi, che abitano da appena due anni il fabbricato degli Uffizi. In una di quelle piccole fiere che soglionsi fare ogni anno negli ultimi tre giorni di carnevale a vantaggio del commercio minuto, due piccioni grossi da carne che rappresentavano uno dei pre- mi della lotteria, riuscirono, non si sa come, a fuggire, ed andarono a posarsi sul cornicione al di sopra delle statue. I negozianti di chincaglie e di libri che hanno i banchi sotto gli Uffizi corti, principiarono a gettar loro del cibo, abituandoli così a discendere sul piazzale interno. Ai due pic- cioni fuggiaschi, che erano per avventura maschio e femmina, e che un mese appresso avevano già un figlio, se ne aggiunse un quarto dal candido mantello, lasciato in libertà da quei negozianti che principiavano a pren.ier diletto dal moltiplicarsi degli alati vicini. Adesso le coppie sono divenute circa una ventina, e tutte presentano la bianca li- vrea. Un particolare a notarsi si è questo: i piccioni novelli sono più piccoli e più corti dei primi due produttori, non hanno ciuffo, nè corona, nè tarso infoderato e dimostransi leggerissimi al volo come tutti i piccioni Torrajoli. Nemmen'uno dei piccioni di colore sì numerosi sul Duomo è entrato a far parte di questa picco'a famiglia, e se qualcheduno se ne presenta nel recinto degli Uffizi, ne viene a furia cacciato come un intruso. Perdurando questa antipatia coi piccioni di colore, il branco che va ogni giorno aumentando, conserverà costantemente la bianca livrea, e sarà invero mirabil cosa fra qual- che anno il vedere tutto il fabbricato degli Uffizi scelto a dimora da una legione di candidissimi uc- celli — Del resto non è nuova l’ avversione di una famiglia alata dalle candide piume, verso con- sanguinea famiglia dal mantello colorato; e ciò tiscontrasi specialmente nell'ordine dei Gallinacei al quale i Colombi appartengono. La carne del Torrajolo sia egli selvaggio o se- midomestico, è squisita ed indubbiamente migliore di quella del piccion grosso comune, del Colom- baccio e della Colombella. Il sapore di questa carne è reso più piccante e gradito per i diversi semi silvestri ed erbe aromatiche che quest’ uc- cello ricerca e becca con avidità allorchè si reca a vettovagliare. Non vi ha gastronomo di qualche reputazione che non conosca quelle ottime costo- lette di piccione (Cotellettes de Pigèon à la Pari- sienne) che soglionsi di preferenza fare coi petti di piccioni Torrajoli. Devono pure rammentarsi come piatti prelibati il Pigeon en compote, en pa- pillotes, en chartreuse, d la Seinte Merichould, d la crapudine ecc. — Cibo potentemente calo- roso, può però esser utile, usato con discrezione, a taluni ammalati, ed in specie ai convalescenti. — I ragazzi linfatici, le donne clorotiche, i vecchi, coloro che trovansi per una causa qualsiasi deboli e sofferenti di stomaco, risentiranno dall’ uso mo- derato di questa carne sana e nutriente un nota- bile vantaggio. Presso gli antichi servivano i piccioni a diversi usi della medicina. Se dee credersi a quanto la- sciarono scritto Erodoto, Dioscoride, Ippocrate e Galeno non solo gli interiori dell* uccello, ma fi- nanco le penne e lo sterco adoperavansi a prepa- rare medicamenti di varia natura come pozioni, empiastri, unguenti ecc. Ghiottissimi poi erano gli antichi della carne dei piccioni selvaggi e semi- selvaggi, che facevano giornalmente imbandire alle mense: e i loro cuochi conoscevano a perfezione quale doveva essere l’ età degli uccelli mangie- recci, e l’epoche in cui sono più succulenti e gustosi, e l’arte di cuocerli e prepararli a dovere. « Laudatus est in cibis columbarum usus. Com- mendantur in epatico morbo ab Hippocrate, in vi- rum post diuturnum morbum imbecillitate a Rhase: et Peguani, ita iis delectantur, ut elixabis, interdum vendere nolunt. Sylvestres, quas discalis, dome- sticis, quae assae, magis valent. Pulli propter mol- liorem succum veteribus, vernales aestivis et autum- nalibus, praeferuntur » (4). — Così il Gionstonio. Nelle città è rigorosamente vietato l’aucupio ai piccioni Torrajoli semidomestici che ritengonsi proprietà del. Comune: ciò non toglie però che colle reti all'acqua non se ne catturino, nella campa- gna, ogni anno in estate parecchie migliaia che ven- gono dipoi spediti alle Società del Tiro al Piccione, — (1) G. Johnston — opera citata. 149 Sulle coste del mare si cacciano nel verno i piccioni selvaggi delle roccie, ed in Sardegna, in Sicilia, nell’ Istria e in Dalmazia moltissimi se ne ueci- dono.-— Renault, il brillante scrittore cinegetico narra di una caccia ai piccioni selvaggi delle vi- cinanze di Trieste, fatta dal visconte di Dax (2). Questa caccia si fa col fucile all'aspetto, o all’ap- parire dell'alba, o a mezzodì, o al cader della sera, davanti ad uno dei pozzi rocciosi che servono di abitazione ai Terrajoli. Essa presenta grandi diffi- coltà imperocchè gli uccelli hanno l’ abitudine di lasciarsi cadere a picco nei pozzi ad ali serrate, o d' inalzarsi in colonna colla celerità della fol-. gore. Il cacciatore bisogna che abbia buon occhio e gran pratica per prendere il momento preciso di sparare: ma è un fatto però che nonostante la più grande abilità cinegetica, la maggior parte dei colpi si perde nello spazio. Io non so veramente come si pratica la caccia ai Sassajuoli in Sardegna; certo col solo fucile, poi- chè questi uecelli sicuri nelle loro inaccessibili grotte, sono troppo prudenti ed accorsi per essere attirati per mezzo di zimbelli. — Difatti osservando il tipo semidomestico della specie, ossia i piccioni che stanziano sui pulblici edifici, è ben raro il caso che si vedano renunziare all’ assoluta libertà, per andare ad abitare in colombaje private; mentre succede invece e su larga scala il contrario, cioè che molti piccioni domestici disertino le proprie colombaje e voliere per andare ad imbrancarsi coi liberi fratelli, Ma più che la caccia decima i piccioni Torra- joli il Tiro al piccione. Una parte della stampa osteggia da un pezzo questa inutile carneficina, ma la maggioranza, convien dirlo, o si mostra indiffe- rente o tacitamente l’ approva. Però constato con piacere che da pochi oppositori che eravamo, ogni giorno ingrossiamo le file, e chi sa che coll’ aiuto del giornalismo politico. non diveniamo fra non molto la maggioranza. Nell’ Agosto del 1887 per una ridicola dispo- i sizione dell’ Opera del Duomo di Livorno che inviava in proscrizione tutti gli alati abitatori del tempio come ne fossero i profanatori, il noto pub- blicista Bandi stampò sul Telegrafo un virulento articolo di fondo che colpisce maestralmente le. società del Tiro al Piccione (3). Non potendo p:r la sua lunghezza riportarlo per intero mì li- miterò a citarne i punti più salienti. « ...... Questo nostro tempo che vagheggia, a chiacchiera, la gentilezza greca e. ja guerra al car- nefice e ai tiranni, si vergogni di avere innamo- rato i garzoncelli lisci e barbuti e le signore paf- fute e diafane, del barbarissimo giuoco che impu- nemente chiamano » Tiro al Piccione. i « Venere leggiadra, che aggioga all’ aereo coc- (2) A. Renault — opera citata. (3) 11 Telegrafo — 23 e 24 Agosto 1887. Anno XI. N. 234. L — SRI 72 150 chio le colombe, faccia volar ben alto sulle nubi le soavi pariglie, se le vuol salve dagli schioppi profani della gioventù dorata, che schiva i leoni e le tigri e icignali ed.i lupi nelle selve, e cerca lauri ed inni trionfali cacciando piccioni e passe- rotti sull’arena tranquilla del circo. » « La pietà amorosa che difendeva e rendea sa- cri i piccioni, ha ceduto il luogo a una ferocia, che i posteri cercheranno indarno di conciliare cogli idillii teneri che celebrano di continuo i pennelli, le penne, gli scalpelli, e i pianforti degli artisti e dilettanti nostri, bevitori di latte e fumatori di spa- gnolette. L' odio contro i poveri piccioni non po- trà spiegarsi se non col crescente amore che fa inviolabili e cari i cagnolini, compagni indivisibili delle nostre belle e dei nostri belli. » È poi veramente grazioso e gentile l’ addio agli esiliati. « Addio, piccioni. Nelle belle giornate d° inverno, non vi vedrò più far pompa de’ be’ colli, su cui l' azzurro e il violaceo apparivano screziati di pa- gliette d' oro cangianti ai raggi vivi del sole; più non udrò sulla piazza il vostro gemito amoroso, nè alzerò gli occhi per seguirvi col desiderio nel volo ! ...... Addio, piccioni, volate su di buon a- nimo, e che il vento vi accompagni secondo, e che il cielo vi sia cortese di quiete e di luce! ....... » Ma purtroppo non tutti i pubblicisti la pensano come il solerte articolista del Telegrafo di Livorno. Infatti avendo or non ha guari ultimata la lettura dell’ ultimo libro del Prof. Bonizzi « I Colombi Domestici », e dell'altro del Tenente Malagoli « I Colombi » trovo al Capitolo che tratta della ren- dita delle colombaje un preventivo d’ entrata per i piccioni adulti da vendersi per il tiro !! Tanto gli uccelli del primo gruppo ( piccione selvaggio delle roccie ) quanto quelli del secondo (piccione semidomestico delle torri) covano in Italia tre volte l'anno: nel Nord di Europa non più di due. Aristotile e Plinio fissano la vita del Torrajolo ad otto anni; a venti Alberto e Bartolommeo An- glico; a trenta, Ateneo. Però è positivo che que- st' uccello supera di poco i dodici anni, e che dopo il settimo la sua fecondità è perduta. (continua) GiuLio CesarRE GIACHETTI RERREAAINAANSINSINTSTXIXINIANFAAGZR FICALBI Dott. EUGENIO. AIDS ZZZAANA Da Gecova a Haiderabad del Dekan Alcune note sopra una breve gita di andata e ritorno. ( Continuazione: vedi n.i antecedenti.) Puna è una città strabocchevolmente piena di falchi e di corvi, che non dan pace coi loro gridi; alla sera tutti i falchi sembra si diano convegno in ————m_m___uus——_—_————___—_—__—__——_————— —_“ "*"vez<*z ee_e_e_e_aa"_ e III I II III I Ì YI aria, ed è bellissimo spettacolo vederne centinaia, che roteano nella tranquilla atmosfera. È in Puna un pubblico giardino, ove godei il fresco per qualche ora, dilettandomi ad osservare i Pappagalli, che cicaleggiavano su per gli alberi. Un incantatore di serpenti, vedendomi seduto oziosa- mente all’ ombra, si affrettò a darmi spettacolo, ma- neggiando innanzi a me i venefici cobra, come fos- sero innocue bisce. Cominciò per sciogliere un sacco, che aveva seco, e, depostolo in terra, sulla quale egli pure erasi seduto alla foggia orientale, dettesi a suonare uno zufolo; i serpenti, non credo davvero per un fascino, che su loro esercitasse quel poco melodico suono, ma per l’ istinto di fuggir via, co- minciarono a testa ritta ad uscire dal sacco; allora via via l’ incantatore con degli scappellotti ben ag- giustati li costringeva a voltarsi, a sbuffare, e poi, agguantandoli acconciamente, a attorcigliarsi alle sue braccia, a svincolarsi, a ricontorcersi in ogni guisa. Non ho mai veduto che facessero serio tenta- tivo di mordere; mi sono convinto, però, che non si tratta di serpenti incantati, sibbene di povere bestie, che fanno di tutto per scapparsene di prigionia. Da Puna la locomotiva si slancia per le grandi pianure dell’ altipiano del Dekan e corre senza posa. Il Dekan (dalla parola indiana dashkina, che vuol dire sud) è la parte propriamente peninsulare del- x l’ India e non v'è bisogno ch'io dica se è interes- sante. I lmoghi, che io percorsi. in ferrovia sono in parte coltivati, sebbene in modo tutt’ affatto primi- tivo; quelle immense pianure devono davvero spaven- tare chi teme la concorrenza dei cereali indiani; ma, lo ripeto, la cultura è rudimentale. Se mai, le col- tivazioni, che dànno più in occhio sono quelle del cotone. Le estensioni, e sono molte ed ampie, non col- tivate, presentano un terreno giallo, ciottoloso, ricco di cespugli bassi, e costituiscono la gengla. Ciò che più di ogni altra cosa meraviglia è la enorme quan- tità di bestiame, specialmente bovino, che si vede; migliaia e migliaia di zebù o bovi con la gobba (Bos indicus) fanno mostra di loro; i neri bufali scorgonsi quasi per tutto; e specialmente quel bu- falo dalle lunghe corna, che è il Rerabau (Bubalus kerabau), richiama l’' attenzione per il suo aspetto singolare; ove sono fiumi, stagni, pantani, si è certi di veder bufali, che sovente sono tutti som- mersi, fuor che gli occhi e le narici. Qualche indiano seminudo fa guardia a questi animali, che snesso per giornate intiere sono completamente lasciati a loro stessi. L'enorme quantità di bestiame, che si scorge percorrendo il Dekan, spiega perchè in India un bove costi poche rupie. Gli alberi nella pianura sono rari: essi vedonsi lungo i fiumi e i corsi d'acqua, e denotano il paese tropicale; a noi europei danno in occhio i palmizii, gli alberi del cocco, i banani, e via dicendo. Di uccelli se ne vedono in numero grande : dà in occhio una quantità enorme di tortore e di vespieri: qua- lunque cacciatore potrebbe in breve tempo riempir la sua bisaccia di questi uccelli; vedonsi anche mammiferi selvatici, ma ciò che più impressiona sono le grandi e splendide farfalle diurne, le quali sem- brano costituire vere collezioni viventi delle più belle specie. Possono scorgersi, nei luoghi coltivati, agricoltori scurissimi, seminudi, i più dei quali por- tano un rozzo manto 0 deduina, che dal capo loro scende sulle spalle, riparandoli un poco dal sole: altri hanno il turbante, altri nulla. Presso ai fiumi vicini all’ abitato vedonsi sempre donne, che van per l’ ac- qua, coi loro caratteristici vasi. I paesi indiani, an- che quelli dove il treno si arresta, sono per lo più ammassi di misere capanne, ove abitano molti indi- vidui alla rinfusa, quasi tutti agricoltori. Dopo aver camminato da Bombay più che 500 chilometri, la locomotiva arriva a Wad:, ove è il confine dello stato del Nizàm. Quivi occorre cambiar treno. Visitai Wadi: è un miserabile paese di ca- panne, che contengono diverse famiglie indiane. Pas- sai diverse ore di pieno giorno in questo punto centrale del Decan; non godevo, ma ero soddisfatto di trovarmi là; quale sole, quale caldo! Mi dilettai ad ammitare le belle farfalle, che svolazzavano in- torno alle mimose in fiore, soffrii per le troppe mo- sche e moscherini. A Wadi comincia la ferrovia dello Stato del Nizam e per giungere da qui a Haiderabad per- corre qualcosa meno di 300 chilometri. Noto che i vagoni sono peggiori di quelli della G. I. P. R. Salito a Wadi sul treno, mano mano che ci inol- travamo nello Stato del Nizam, osservavo che i più degli uomini, che si aggiravano per le stazioni, che salivano sul treno e che, insomma mi riusciva possibile vedere, erano armati: mi convinsi tosto costituir ciò un wso del paese, e, data una oc- chiata nelle terze classi, vidi pugnali e scimitarre a profusione. Le armi più in uso sono pugnali, coltellacci, pistole, che si portano alla cintola, oppure la scimitarra, che si porta, dentro il fo- dero, in mano, o sotto braccio, come un bastonci- no. Non mi ero mai trovato a vedere un simile spettacolo di liberi cittadini tutti armati, come lo | sono î sudditi del Nizam. Mano mano che ci si ad- dentra nello Stato di Haiderabad l’ambiente indiano, che sì respira, si fa più puro. Gli uomini sono alti, asciutti, tendinosi, con facce maschie, scuri; il tur- bante cuopre tutte le teste. 151 Ad una stazione due portantine signorili ed erme- ticamente chiuse si avvicinano al treno, si mettono rasente ad uno scompartimento di 1,2 classe riservato alle sole donne, e due dame indiane guizzano den- tro, senza farsi vedere. Per i curiosi esiste una forte multa, tuttavia scorsi due bruni ed avvenenti volti. Presso a poco fino alla stazione di Tandur il treno corre in pianura; molti alberi di mimose in fiore, intorno ai quali svolazzano stuoli di insetti, tra cui le vistose farfalle, costeggiano la linea ; nella campagna vedesi nero bestiame, guardato da neri custodi ; il treno leva a volo gli uccelli, e qua e là scorgonsi i grossi rapaci, che stannosene posati in terra, e che Possenti si ostina a voler prendere per tacchini. Poi la ferrovia entra in luogo collinoso, con boschi verdeggianti e fitti, con animali, che fuggono spaventati dal convoglio. Che i boschi deb- ban essere fitti ed estesi lo dimostra questo fatto: le locomotive della ferrovia fan fuoco non a carbone fossile, ma a legna, delle quali il loro tender è pieno. — In molte radure dei boschi presso i luoghi abitati ho scorto piantagioni di te e di caffe. Vedo per via monumenti, e città, che un dì furono fortificate, ma che oggi sono in rovina, e servono, nei loro cadenti fortilizii, di asilo agli uccelli. Non voglio tralasciare di dar cenno di un tratto di via, ove la curiosità del viaggiatore è grande- mente eccitata : questo tratto corre in un terreno brullo, intersecato da fiumiciattoli, ed è coperto da una quantità straordinaria di enormi ciottoli, di ma- cigni, che tra loro si sovrappongono, si aggruppauo sì accalcano, in modo da costituire dei piccoli o grandi ammassi, con figure delle più strane : sì ag- giunga che molti di questi massi hanno di per loro aspetto così peculiare, che si stenta a credere siano opera della natura. Là credete vedere una sfinge egiziana; più oltre un titanico busto, con la testa talmente in bilico, che sembra il vento solo debba farla rotolare ; più in avanti un gruppo di uova enor- memente gigantesche; e sparsi quà e là massì ro- tondi, ovali, a focaccia; qui un obelisco atterrato: là tanti cubi, che sembrano messi in fila e soprap- posti a costituire muraglie; più oltre gruppi di ma- cigni, che sembrano piccoli fortilizi. Si stenta a cre- dere che sia stata la bizzarra natura, che ha posto là queste cose, e se non fosse la vasta estensione dì terreno, che occupano, sì direbbero quasi opera di generazioni d’ uomini. I nativi, credendo raffigurare, in quei funghi di pietra, dei falli, chiamano la lo- calità Zingampulli. i Ma ci avviciniamo a Haiderabad, la capitale 152 ——___—____—____——————————— — _ __ t dello Stato del Nizam. Già vedo il ‘lago, che poco dista dalla città (Hussein Sagar), già la popolazione è più numerosa per le vie e la campagna. Si giunge finalmente, e scendiamo dal treno. Lasciando la Sta- zione ferroviaria, che è un po’lungi dalla città, sento di lasciare il debole filo, che ancora mi congiungeva al mondo europeo, ed entro nel mondo indiano. Alla Stazione trovo carrozze primitive, con tigri dipinte sugli sportelli, e vedo che molte han buoi invece di cavalli. Mi incasso con Possenti in uno di quei vei- coli, e siamo costretti a sedere alla turca. Chi non conosce la lingua del luogo, stia pur certo che si troverà a mal partito col conducente. E ciò accadde a noi: sudai per farmi capire, e senza l’aiuto di un in- diano, che aveva fatto parte del viaggio con me e che sapeva qualche parola d’ inglese, mai sarei riuscito a far intendere all’ auriga ove doveva condurci. Un impiegato daziario, avente tutto l’ aspetto di ‘uno straccione e di un ladro, frugò le nostre valige, e ci fece varie dimande, che ancor aspettano risposta. Dubitai che ci richiedesse del passaporto. Fino a mon molti anni indietro, occorreva un permesso spe- ciale, per l’ europeo che volesse entrare negli Stati del Nizam. Senza una guida intelligente è difficile trovare l’ unico albergo del luogo, o il daX-bangalow ; e ciò in primo luogo, perchè la gente non si cura del fo- restiero, in secondo luogo, perchè sono tutti, com- presi i conduttori delle bizzarre carrozze pubbliche, malissimo informati delle località. Noi, dopo grande fatica, ci recammo in una casa, o per meglio dire in un villino, condotto da un maratto, ove si tiene, dirò così, a pensione, casa che mi era stata indicata in Bombay. Quando vi arrivammo, il padrone ci venne incontro, ed aveva aspetto sì truce, che ne rimanemme perplessi; dopo mi convinsi esser la più buona pasta d’ uomo di questo mondo. Bisognò co- minciare a metter fuori un po di danaro per comprar la cena, e per pagare anticipatamente la camera, poichè il nero albergatore, in fatto di pecunia, non amava far cerimonie. Ordinata la cena, uscimmo Possenti ed io, di casa, per veder qualche cosa di Haiderabad. Quel brulichio di gente nuova, quell’ aspetto delle abita- zioni, e delle botteghe, ci interessava tanto, che a fu- ria di girovagare fummo sorpresi dalla notte, che scende rapidamente in quei luoghi, e non trovavamo più la via per tornare al nostro ricovero. I fanali | pubblici, come si immagina, non esistono in Haide- rabad, onde il nostro imbarazzo si faceva maggiore, ed era vano che io mi dirigessi ai passanti, perché nessuno ci badava e ci intendeva. Noi non sapevamo che fare in quelle vie buie, polverose, ove non tro- vavamo che cani ringhiosi. Smarrirsi di notte in Haiderabad non fa lo stesso effetto che smarrirsi in una città di Europa; e quella gente poco tenera per gli infedeli e armata fino ai denti, non è fatta per ispirare la più tranquillizzante fiducia, come dice anche Rousselet. Mentre ci eravam messi l’ animo in pace e rassegnati a passar la notte ‘sotto la cappa del cielo, in un raggio di luce, che fendeva il buio, intravidi una faccia d' uomo, che mi sembrò bonaria; subi- tamente lo fermammo e fattagli intravedere una argentea moneta, gli dissi in inglese di cordurmi alla Stazione ferroviaria ; non ci importava di cam- minare, ma là almeno avremmo visto qualcosa che ci ricordasse l’ Europa. Ma quell'uomo era la nostra buona stella: non aveva capito nulla (me ne accorsi bene) di ciò che gli dissi, ma aveva immaginato che eravamo smarriti, e siccome aveva nozione dell’ esi- stenza di una casa, ove capitavano i bianchi, là ci condusse ed era proprio il nostro ostello. Non una, ma due monete gli diedi, e tali furono i suoi rin- graziamenti ed inchini, che mi convinsi non dover essere cosa di tutti i giorni per lui un simile gua- dagno. — Una assai lauta cena ci attendeva da un pezzo, con preoccupazione del nostro albergatore ; ad essa facemmo onore, mangiando molto di un piccante ed eccellente carrè di riso e pollo, il piatto indiano per eccellenza. (continua) ——_——_ —_—_—_re—eoe _—T—T—866T6EFrTyTyTyY—!T—TF-C_ Préparation des microcoléoptéres par la méthode orléanaise Permettez moi de soumettre 4 l’ appréciation des entomologistes une nouvelle méthode de pré- paration qu’ il me semble utile de vulgariser. Depuit plusieurs années elle est employée avec succès par les entomologistes orléanais. Elle offre de tels avantages et si peu d° inconvénientg qu'elle est anjourd’ hui définitivement adoptée. Les micros sont généralement mal préparés. Ils meurent en ‘boule, contractés, ramassés sur eux-mémes, dissimulant leurs principaux organes, comme les Curculio, ou tortillés comme les bra- chélytres et les malacodermes. Lear préparation, lenr étude surtout est extrè- mement difficile et rebute les débutants. L’adorable famille des psélaphiens est aban- donnée de la plupart des entomologistes et cepen- dant elle est moins ardue qu’ on ne pense. ‘Les brachélytres eux-mémes deviennent aisé- ment déchiffrables dés qu’ on possède un nombre suffisant de types et une bonne monographie. Voici la manière d’ opérer: ; Tout ce qui doit ètre pique est mis dans des fioles è tuer. Quant aux micros, on les gard vivants. Il faut pour cela des trousses à grands tubes, ou des bouteilles è bouchon spécial et de la sciure pas trop grosse, légèrement humide et surtout sans poussière. C’ est une erreur de croire que les petits car - nassiers se mangent entre eux. Jamais je n' ai re- marqué la moindre avarie. Avant de prèparer, on étale sur du fer-blanc, du zine ou du verre une ou plusieurs plaques d’amadon le plus lisse, le plus épais et le moins velu possible. On fait tomber nn à un sur du papier blanc les insectes capturés, on les saisit et on les fait courir sur l' amadou. Pendant leur marche, on les couvre délicatement d’un petit poids en plomb muni d’ une tige et on verse aussi.òt quelques gouttes de benzine. L’ animal meurt tout étalé Au bout d’ une demi-heure, au d’une heure, on retourne l' insecte sur le dos et on applique dessus un carton préalablement fixé à l’extrémité d’une épingle, sous la téte, et humecté de gomme. On redresse eusuite l’ animal pour qu'il soit bien au milieu du carton, et. . . c'est tout. Si on attend trop longtemps, l’insecte séche et quand on le retourne pour le coller, on risque de briser pattes ou antennes. Pour les Curculio, il fant beaucoup plus: de temps et surtout plus de benzine. Ils ont la vie dure, Le seul inconvéniant est que certains carnas- siers, en mourant, mordent l’ amedon quelquefois. Pour ne pas arracher la tète, on soulève l’ inse- cte avec une ép'ngle, on Suisit la tèéte avec una petite pince à dissection très effiiée et on tire. L’amadou offre peu de résistance et c' est à peine s’il reste quelques fibres dans !es mandibules. Pour cette préparation, ;l faut se munir d’in- struments spéciaux, notamment de trousses à grands tubes, d' une fiole à aspersions et de trois ou quatre numéros de poids. Pour les Cu-culio, par exemple, il faut des poids très lourds, tandis que pour les psélaphiens et malthodes il en fant de très lére:s. Mais on obtient ainsi des spécimens admirables sans se donner la. moindre peine. Avec un peu de prati- que on arrive à piéparer beaucoup plus rapide- ment qu’ à la mathode ordinaire. Quand on tamise à la maison, on met les bestioles directement sur l’amadou, sans tubes ni bouteilles. Un naturaliste de notre ville a fait exécuter une série d' instruments qui ne laissent rien à dé- sirer et sont d'un prix trés modique, Orléans. J. CROISSANDEAI! Feiul. Jeun naturaliste 153 Spigolature apistiche Per tagliare i fogli cerei anche venti o trenta alla volta, bisogna spalmare la lama del coltello con un poca di glicerina, cosi è impedito che la cera si attacchi alla lama e facilitato il taglio. Secondo Scheiber la luce sola è la causa per la quale il miele tolto dalle celle si condensa; egli pose del miele in fiaschi, li chiuse e quindi ne pose parte esposti alla luce e parte in luogo perfetta- mente oscuro; dopo alquanto tempo trovò che il miele dei fiaschi esposti alla luce si era coa- gulato, mentre l’ altro si conservava ancora liquido. G. de Layeus fabbrica tutti gli anni una grande quantità di idromele che poi dà in cambio di altrettanto vino ai suoi vicini. Nel Bulletin d'Api- culture Romande, egli insegna il modo di fare l’ ilromele ed anche dell' Alcool: Grammi 250 a 300 miele per ogni litro d’ acqua producono un’ idromele abbastanza alcoolizzato per la sua buona conservazione. Il miele deve essere poco aromatico, o non mai di brughiera e di farina, Si deve mettere ogni anno in serbo il miele destinato a fare idromele e non usarlo che l’ anno dopo du- rante l' estate. Da esperienze fatte resulterebbe che i favi nuovi sono quasi intieramente di cera pura; quelli di tre o quattro anni ne contengono circa due quinti, mentre i favi neri di 6 o 7 anni non ne danno che un quarto. Ernesto Roat ha contati gli occhi semplici che riuniti costituiscono gli occhi composti delle api ed ha trovato per ogni occhio composto 3000 oc- chi semplici (La mosca ne ha 2000). Figurarsi la piccolezza di questi occhi! Eppure ognuno di essi hanno la cornea, la lente, gli umori aqua0 e cri- stallino, la retina, ed il nervo ottico come l’occhio umano. Dadant dice che la Regina o madre delie api può deporre per alcune settimane della buona sta- gione fino a 3500 uova al giorno. Bertrand ritiene che una regina introdotta in un alveare orfano nella mezza ora che segue la sua nascita è sempre accettata. Lemaitre arresta il saccheggio ancorchè è in piena azione e furibondo, bagnando il davarzalino, per uno o due giorni, con una soluzione di acido fenico al 2 o 3 per cento. Il propoli fuso in un cucchiaio alla fiamma anche di una cande'a, è un mastice buonissimo 154 per riattaccare oggetti metallici, vetri, e stoviglie | a far assai spesso le sue cantate non curandosi rotte, poichè si indurisce istantaneamente. L'acido fenico dice Weòster è il miglior ri- medio per le punture delle api ; esso toglie il do- lore ed impedisce l’ enfiagione però bisogna ado- prarlo con cautela immergendovi un p'ccolo legno, | un solfanello per esempio, appuntato e lasciandolo scolare in modo che toccando con esso la puntura non vi cada la gocciola di acido perchè produr- rebbe troppa irritazione. Halfer ed altri, usano di arrestare il saccheggio, ponendo un veiro davanti alla porticina in modo che vi rimanga inclinato poggiando sul davanza- lino e sulla parete frontale dell’ arnia. Le api la- dre danno delle capate nel vetro e non facilmente trovano l’ ingresso ai lati, da cui vanno e vengo- no le inquiline. Dervishiam scrive nel Gleaningr, che avendo legato ad un alberetto un ramo con foglie di li- mone, tutti gli sciami del suo apiario andavano a posarsi in quel ramo, che però ogni volta ve- niva cambiato e ne venivano confricate le foglie. Pensò quindi di porre un'arnia in vicinanza del- l’apiario e di mettervi dentro foglie di limone confricate, e gli sciami si inarniavano da se stessi. L’ APICOLTORE 5 n o_—_—T— _yT—__—<-5>#—#"z5z= pri e > ATA | at ani per coloro che si occupano di Ornitologia, è que- sta dell’ egregio e ben conosciuto naturalista Prof. Salvadori. Egli fino dal 1872 pubblicò nella Fauna d'Italia edita dal Vallardi, gli Uccelli, deseriven- dovi 414 specie. L'elenco in discorso comprende ora 512 specie; ma 74 vengono indicate come molto dubbie e da escludersi dall'avifauna italica, percui ne restano 428 fra le quali sono annoverate 32 specie mancanti nel suo primo lavoro del 1872, mentre 18 che in quello figuravano ne sono ora state escluse. Un’ innovazione che ci sembra di incuntrasta- | bile atilità ed imp. rtanza, troviamo in questo elenco, ed è l'avere dato il significato, l’etimolo- gia, e l' origine, dei nomi generici e specifici, la qual cosa non solo ha molta importanza pel ri- spetto filologico, ma completa anche la conoscenza della storia delle singo'e specie. La classificazione adottata è presso a poco quella seguita negli ucce'li della Fauna d’ Italia e comprende 43 specie di Accipitres, 24 di Picariae, 184 Passeres, 4 Colombae, 14 Gallinae, 78 Gralla- tores, 81 Anseres. Il volume che forma parte degli Annali del Museo civico distoria naturale di Genova, si vende al prezzo di L. 10,00 presso l’ agenzia di questo Bollettino. Sulle acque di pozzo di Firenze ed in parti- colare sull’ acqua potabile municipale. Memoria letta alla R. Accademia dei Georgofili dal Conte Prof. Napoleone Passerini direttore della scuola agricola di Scandicci Essendo l’ acqua uno degli ‘elementi indispensabili per la nostra esistenza e po- tendo essa esser causa di gravi malori quando non sia pura o come dicesi potabile, e di più essendo ormai provato che essa è bene spesso il veicolo che trasporta i microorganismi o germi delle ma- lattie contagiose propagando così le malattie stesse; gli studi e le analisi accurate come questi che l’e- | gregio prof. Passerini ha eseguiti per un buon nn- mero di acque di Firenze e dintorni, sono di gran- de utilità e importanza. L’ opuscolo è adorno di 2 figure Manuale di Geografia fisica, con alcune nozioni elementari di Astronomia, ad uso dei Licei e degli Istituti tecnici, per Ferdinando Fabretti professore di scienze naturali nei Liceo e pell’ Istituto tecnico di Perugia. Raccomandiamo questo libro ai signori insegnanti ed agli studenti; in esso sono chiara- ramente svo)ti tutti i temi che interessano la Geo- grafla fisica e l’ Astronomia, secondo i più recenti portati della scienza, sicchè il libro stesso arreca aiuto a chi insegna el ammaestramento a chi siu- dia quelle belle e dilettevoli scienze. Il libro consta di 360 grandi pagine con illu- strazioni e si vende al prezzo di L. 3,50. HM Sistema Liassico di Roccantica e i suoi me s ——————————111H11Àrr@—1211m1r——___>__2p2p1p11€z_——_——_———_—_———_———___—____—__ __—___r__r_—_—___——_———_tt Giuseppe Tuccimei, (segretario della Società geo- logica italiana) nella quale dopo una dettagliata descrizione geologica, dei monti di Roccantica, dà la nota e la descrizione dei fossili rinvenutivi, fra i quali notiamo una specie nuova (Litoceras sabi- num) trovata dal Tuccimei nel Lias medio di una delle cave sulla strada prov. Poggio Mirteto-Roe- i cantica. Un quadro riassuntivo è posto al termine della memoria e da questo si vede a colpo d’ oc- chio che delie 34 specie di fossili trovate, 4 appar- tengono, al sinemuriano, 17 al ciarmuziano, 9 al toarsiano, 4 sono comuni ai due ultimi. Alla memo- ria è unita una tavola con diverse fisure La Legende de Sidi-Okba di Augusto Ellived- pac (1 avvenue de Ressan à Breziers Francia) E un dilettevole racconto poetico in lingua fran- cese che può acquistarsi al prezzo di L* 0,60. Ellivedpaciennes illustrees. E una raccolta di brillanti componimenti poetici favoritaci dal sud- detto egregio poeta E/lvedpac Costa L. 1,50. Sunto teorico pratico di Enologia del cav. prof. A.Carpenè. È la quinta edizione corretta ed amplia- ta, di questo pregievole libro già noto ai nostri lettori - Costa L. 2,00. La Stagione agricola illustrata. È un nuovo periodico riccamente illustrato, in carta di lusso, che la direzione del giornale 7/2 Villaggio dà in dono ai suoi abbonati. Si pubblica ad ogni stagione ossia 4 volte al)’ anno, e costa sole L. 1,50. È uscito il 1. fascicolo - Autunno 4887 - che noù può non incontrare il favore del- pubblico. Rivolgersi in Mi- lano Via Silvio Pellico 8 NFINANSINANANANLNA NSNASNANAA NANA GIRI dnsegnamenti pratici — sos — Mungitura delle mucche. E da preferirsi il mungere le mucche due, o tre volte al giorno? Nel giornale l’ Industrie laitiere troviamo le se- guenti osservazioni: Si è ammesso per molto tempo che il mun- gere tre volte al giorno, aumentava la quantità del latte, ma diminuiva il suo valore nutritivo; Ora esperienze del prof. Rolle dimostrano che mun- gendo tre volte al giorno, alle 5 ant. a mezzo giorno ed alle 7 di sera: si aumenta conte po- raneamerte e la quantità e la buona qualità del latte. Si intende che per ottenere si buon resul- tato occorrono animali lattiferi e ben nutriti. Metallizzazione dei fiori e degli insetti. É possibile ricoprire elettroliticamente di un sottile strato metallico corpi organici delicati come # fiori e gli insetti. Elkington e Piedallu hanno fatto per i primi conoscere questo genere di galvano- plastica. La difficoltà dell’ operazione era di dare fossili. Importante memoria dell’ egregio prof. | allo strato di argento metallico del quale si copre | LI ei - * eat i ee pz 158 AT TE TE PAR TT A EAT TENTA PV VERTE E e l'oggetto, una resistenza sufficente, per la qual cosa viene ora indicato il processo seguente che ha il merito della originalità: Si prepara un li. quido albuminoso, ponendo in un vaso pieno di acqua distillata delle chiocciole o lamache ben lavate e pulite delle materie terrose e calcaree che sempre portono seco; vi si lasciano per molto tempo onde abbandonino la loro materia albumi- nosa, quindi il liquilo si filtra e si fa bollire per un'ora; dopo raffreddato vi si aggiunge tanta acqua quanta ne è evaporata durante la cbollizione e_vi si mnisce circa l'1 per cento dì nitrato d’ argento. Il liquido così ottenu'o si pone in bottiglie che chiuse ermeticamente si conservano nell’ oscuri‘ à. Si uniscono 30 gr. di questo liquido in 100 gr. d’ acqua e vi si immergono per qualche istante i fiori o gli insetti che si vogliono ricoprire di me- tallo. Si passono quindi in un bagno d’' acqua di- stillata contenente il 20 030 di nitrato d° argento, e si riduce con l’idrogeno soforato il sale metal- lico aderente alla pellicula albuminata. Non ri- mane che a sottomettere le piante o gli insetti così preparati alle operazioni della galvanopla- stica Si ottiene dice la Lumwere electrique un deposito ben superiore alla metallizzazione ordi- naria per la finezza dei grani e la ritidezza delle impronte Tradotto da Le monde de la science. Per prevenire la degenerazione dei giaci ti: Il giacinto di Olanda che è uno dei nostri più bei ficri d'inverno e di primavera, ha il difetto di degenerare rapidamente nei nostri paesi, Il vero metodo. per impedire questo deperimento è pre- cisamente opposto a quello seguito ab'tualmente. Invece di togliere i buldi dalla terra ogni anno nel mese di giugno o al principio di luglio per ripiantarli in autunno, bisogna lasciarli in posto e contentarsi di spiautarli nel settembre togtierli le figliolanze e rimetterli immediatamente a posto. Questo metodo come si vede è dei più semplici e può essere sperimen‘ato dagli amatori dei fiori Tradotto dal Eul?. de la Soc. hort de Dijon. Per togliere la muffa al vino. !eggiamo nel Villaggio: Per levare l'odor di muffa al vino il mi- glior materiale è 2° alzo finissimo di oliva che si adopera nel modo seguente: Si prende una tela bianca di lino o di cotone finissimo e se ne taglia una striscia della lunghezza del fondo della botte e larga un terzo. Quindi si prende un pezzetto di canna od un b:stoncino di legno lungo quanto la larghezza della tela. Questo bastoncino vuol es- sere fissato all'uno dei capi minori della tela, cu- cendola in molo che esso vi possa entrare, come in una guaina. Ciò fatto si mette in un piattello un poco di olio di ulivo, vi si tuffa la tela in modo che ne rimanga intrisa. Si pone allora in una mano tutta la tela inzuppata e la si strizza con tutta forza, affinchè |’ olio la cunipe- netri meglio e si diffonda dapper'utto. Compiuti questi preparativi si sciorina da capo questa ban- deruola, quindi la si fa calare nella botte ripiena. del vino ammuffito, procurando che il bastoncello rimanga sospeso a poche dita sotto la superficie del vino, attaccandolo al cocchiume per mezzo di uno spago. In capo a 15 giorni ]' olio empirenma- tico della muffa avrà abbandonato il vino e sarà andato a ricongiungersi all’ olio d’ oliva, per cui ritirando la banderuola ne sarà eliminato. Allora si assaggerà il vino e nel caso vi fosse rimas‘o qualche sentore (ciò ch> avviene non di rado nelle botti grandi) si ripeta l' operazione impiegaudo però una lela nuova. NO:-F-EZI AGRA _T—— A tutti coloro che ci procureranno nuovi ab- bonati daremo in dono per ogni nuovo abbonato un libro di dilettevole ed istruttiva lettura o il valore di L. 1,00 in oggetti posti in vendita dal- l’ agenzia di questo bollettino. Chi desidera esonerarsi dal pagamento di un’ annata di abbonamento non ha che a procu- rarci tre nuovi abbonati. Agli associati che pagheranno l’ abbonamento per il 1888 entro l’ anno corrente invieremo un elegante calendario, oppure daremo uno dei se- guenti doni a loro scelta: Una inserzione gratuita di 4 linee nella rubrica indirizzi utili. Veli fascicolo 8 pag. 128. Le annate arretrate, complete del. Bollettino 1883, 1884, 1885, 1886, 1887 a L. 1,50 per annata. Tre annate a scelta L. 4,00, Tutte e 5 le annate. L. 6,00. Cinque specie di semi di fiori. Cinque specie di conchiglie viventi terrestri o marine @ fossili Una 0 più oleografie sacre o profane. Pubblicazione gratuita per 5 volte della mede- sima domanda od offerta di:cambi. Per sole L. 1,20 daremo anche in quest anno un elegante timbro automatico tascabile in metallo bianco ed una boccetta d’ inchiostro. Nel timbro sarà nitidamente riprodotto, il nome, cognome. città e domicilio dell’ abbonato od altra dicitura che a lui piaccia indicarci. Desiderando timbri più grandi con il medesimo sistema possiamo fornirne che con- tengano una dicitura, in uno o più versi, di millimetri: 45X12 a L. 1,50 5015 » » 1,80 5121 » » 2,50 sempre con unita la boccia di in» chiostro. Inviando 70 centesimi in più vi faremo incidere anche le iniziali per impronte sulla ceralacca L’invio franco del timbro come campione senza responsabilità costa L. 0,20; raccomandato o in pacco postale L. 0,70. Vaccinazione carbonchiosa. Dalla Recudil de med. veterinarie togliamo che in Francia mentre nel 1881 non furono vaccinati che 74,550 montoni | e 7,473 buoi e cavalli, nell’ anno scorso il numero salì a 367,208 montoni e 47,2:9 buoi e cavalli, e la mortalità che nel 1881 si verificava dal 5 al 10 per cento, ora si riduce dal 05 all’ i per cento. Oltre che in Francia, vi sono stabilimenti di vaccinazione a Vienna, Torino, Madrid e Buenos Ayres. Le cantaridi contro 1° idrofobia. Il dott. Lu- kamskù assicura di aver curati con felice successo diversi morsicati da cani e lupi idrofubi, sommi- nistrando ogni giorno, per 2 o 3 giorni, una certa quantità di contarili proporzionata all'età del morsicato Ritorno delle aringhe in Norvegia. Da 25 anni le aringhe erano scomparse completamente dalle coste S-O della Norvegia, ove prima si pescavano in grande quantità. In quest’ anno vi sono ricom- parse in gran numero ed eccellenti e buonissime, | come vi erano 25 anni fa. La ramie. Abbiamo più volte parlato di questa pianta foraggera e tessile, originaria della China, sappiamo ora che in alcune contrade della Spa- gna devastate dalla Fillossera, si è abbandonata la coltura della vite sostituendoli con vantaggio quella della Ramie, Questa pianta dà due raccolti all’ anno ed un fruttato considerevole; sarebbe per- ciò desiderabile che anche in Italia se ne facessero delle prove in grande. I danni della Fillossera in Francia. Appren- diamo dal Journal d’ histoire natureile che al pre- sente la Francia per cavsa della Fillossera conta niente meno che 782,632 ettari di vigneti distrutti -e 600,326 ettari malati. 11 Gelso lino. A conferma di quanto dicemmo relativamente all’ importanza che in Italia pote- va prendere l’ utilizzazione della scorza di Gelso | ‘per l’ estrazione di una eccellente fibra tessile, ag- giungiamo che da calcoli fatti risulta, che l’ Italia ‘possiede tanti gelsi da poter produrre 300 milioni | : di chilogrammi di detta fibra all'anno la quale ‘rappresenta un valore di circa 450 milioni di lire. I giornali inglesi si preoccupano di questa con- ‘correnza che l’Italia può fare al cotone. AI celebre naturalista Pierre Belon è stata ‘eretta una statua ‘a Mans sua patria e fu inau- .gurata il 9 Ottobre scorso. È a Belon che la Fran- «cia deve la fondazione dei due primi giardini bo- tanici di Renè e di Jean du Bellay incominciati verso il 1540, cioè più di un secolo avanti la crea- | zione del grande Jurdin des Plantes. Dicesi anche | 159 che si debba a lui l’ introduzione del Cedro, del Platano ‘e del Tabacco. Direttore della Stazione di Piscicultura in Brescia della quale parlammo nello scorso fasci- colo, è stato nominato l’ egregio prof. - dott. Lw- genio Bettoni. È una ottima scelta, essendo il Bet- toni ben noto per i suoi studi zoolozici, ed avendo visitati e studiati per incarico del Ministero gli stabilimenti esteri più imp rtanti di piscicoltura Quanto il governo italiano ha speso 1° anno scorso per combattere la Fillossera. Dal rapporto del comm. Miraglia si rileva che dal Ministero di agricoltura, furono spese l° anno scorso, Lire 076,018,26 per la campagna contro la F.llossera. E la Fillossera si avanza e si diffonde sempre! Università per le donne in Russia. Il ministro dell’istruzione pubblica in Russia và a sottomettere all’approvazione del suo governo, un progetto di fon- dazione di una università per le donne, compren- deute la facoltà di Storia, Filologia, Scienze na- turali e Matematiche. Quarantamila franchi sono stati donati da Carlo Francesco Fontaune all’ Accademia delle scienze dell istituto di Francia, perchè con il frut- tato siero stanziati premi ali autori delle mi- gliori pubblicazioni paleontologiche e stratigrafiche. Concorsi per le agenzîie per la coltivazione dei tabacchi. La Direzione Generale delle Gabelle ha aperto un concorso per otto posti di prima ca- tegoria e per altrettanti di seconda nel personale delle agenzie per le coltivazioni dei tabacchi Gli esami avranno luogo nei giorni 19, 20 e 21 marzo prossimo per quelli di prima categoria e nei sue- cessivi 22 23 e 24 per quelli di seconda categoria. La r. Accad. Stersicora di Catania conferirà nel prossimo Gennaio dei premi a coloro che me- glio avranno trattati i seguenti temi: |. Scipione în Africa. 2. La missione della poesia nel corrente secolo. Le memorie dovranno essere presentate entro il prossimo decembre. Posti vacanti. Due posti di aiuto direttore ed insegnante scienze fisiche naturali nelle scuole prat'che di agricoltura, stipendio L. 2000 e alloggio. Gli esami cominceranno il 3 novembre. Direttore della R. Stazione agraria di Palermo con L. 5000 ansaue. Tempo utile, tutto il 30 no- vembre 1887. Una fiera di vini con esposizione di piante di viti ed attrezzi di viticoltura e vinificazione, sarà tenuta in Trieste nel mese di maggio 1888, per iniziativa della Società agraria triestina. Gaetano Cantoni. Era già pubblicato lo scorso fascicolo quando ndimmo la do'orosa notizia che l illustre il benemerito, l’ cttimo scienziato ed a- gricoltore Prof. Cantoni era morto! Troppo tardi < sarebbe parlare ora di lui e delle sue doti, ma non abbiamo voluto che tanta perdita non fosse rammentata anche in questo Bollettino. ? £ ai NEPI 160 > n RICHIBSFE: OFRERDE 76 Odoardo Ferragni di Cremona cederebbe vale E in cambio di oggetti di Storia naturale o di altri È DOMANDE DI CAMBI libri l'opera completa (90 volumi) del Buffon. (Gratis per gli abbonati) Storia Naturale. i 77 Si desidera fare acquisto dei materiali o roccie vulcaniche che ricoprono Ercolani e Pompei. i Se ne desidererebbe circa mezzo chilogrammo delle | diverse qualità. Chi può procurarli è pregato par- 74 Si desidera avere in cambio o per contanti | teciparlo all’ amministrazione di questo Bollettino. l’ Eupractus mantanus della Corsica. (Frizzi) | 78 Si offre Belgrandia Bonelliana De Stefani, 75 Il Prof. Giuseppe Frizzi Preside del R° Isti- mo'lusco vivente, per la prima volta trovato dal tuto Tecnico di Perugia desidera far cambi di | sottoscritto, in cambio di altri molluschi spe vial- oggetti di Storia Naturale e più specialmente di mente del genere Helix. rettili anfibi, pesci e molluschi terrestri itàliani. | Sigismondo Brogi Siena. Quando non v'è speciale indirizzo rivolgersi all’ ammini- strazione del Bollettino. = OCCASIONE Sono in vendita le seguenti collezioni scientifiche rappresentanti le diverse classi di ani- mali, appositamente formate per |’ insegnamento delle scienze naturali. _ Mammiferi distimti în utili e nocivi con le indicazioni di cosa sî nutrono ecc. Scimmia, Pipistrello, Riccio, Talpa, Donnola, Gatto, Ghiro, Topo, Porcellino d’ India per L. 70,00 Crani di Scimmia, Insettivoro, Carnivoro, Rosicante, e Ruminante . ; 5 » 25,00 Due apparati dirigenti ed un’ apparato respiratorio. . . i; ; 5 È » 10,00 Uccelli distinti in vlili e nocivi con la indicazione di cosa si nutrono ecc. Uccelli montati: A Pappagallo, 2 rapaci, 2 rampicanti, 20 passeracei, 1 colombo, 1 gallina- ceo, 4 trampolieri, 4 palmipedi . . L. 100,00 Uccelli in pelle : comodi per | insegnamento, potendosi meglio mostrare i caratteri senza guastare Ja preparazione, ed occupando pochissimo spazio nell’ armadio: 41 pappagallo, 2 Fapaci, 85 passeracei compresi 12 esotici tra i quali 7 uccelli mosca, 1 colombo, 1 gal- linaceo, 4 lrampolieri, 1 palmipede . ; ; . è 3 . 7 x L. 30,00 4 crani differenti |. i : 3 ; c : 7 ; » 5,00 Due apparali digerente e ; due respiratori . È ; 3 : î } È » 7,00 5 nidi e 15 specie di uova . È » 5,00 Fiettili. 1 Chelonio, 2 Lacerte, 3 serpi > 5 » 15,00 Un apparato digerente ed-un uovo ; 1 È ; } È : î » 3,00 Anfibi. Rana, Rospo, Salamandra e Tritone 5 ; i 3 » 10,00 Apparato digerente e respiratorio, uova ; : ; : . . : ‘ » 5,00. Pesci. 5 pesci, apparato digerente e uova 5 » 15,00 Molluschi. Collezione di 100 o ai conchiglie marine fluviatili e terrestri, tutte in scatolette di legno È ; » 12,00 Insetti. Due cassette di noce a lustro con coperchio a cristallo e fondo di sughero, con- tenenti 150 insetti (80 Woo dei diversi ordini, 2 miriapodi e due aracnidi L. 35,00 Crostacei N. 6. 3 x 3 3 : P o È ; x E » 10,00 Vermi N. 2 : i, } 4 5 7 i È ; ; s 1 » 8,00 Echinodermi N. 3. ; 4 - 3 5 > ? ; 4 5 ; 3,00 » PROISAterati INFDE ; ; : : 5 ; 5 : x = » 5,00 Protozoi N. : 3 > ; 7 : 5 è 5 » 3,00 Minerali 25 SS compr ‘ese le scatolette È ; E , } » 7,00 Rioccie 25 specie comprese le scatolette . ; ; 5 5 » 7,00 Fossili 100 di diverse epoche zoologiche ; - 5 ; : » 15,00 Putta la collezione si cede per L. 370 N. HB. Gli oggetti sono tutti esattamente determinati con il loro nome latino ed italiano, forniti di eleganti basi verniciate nere a lustro, o scatolette o vasi, ecc., ed in buone condizioni di preparazione e conservazione. S. BroGi Direttore responsabile. 948 - Siena 1887, STAB. Tip. CARLO NAVA. i PINI LS Se I a — BOLLETTINO DEL NATURALISTA ‘COLLETTORE; ALLEVATORE, COLTIVATORE PERIODICO MENSILE Pigi s Abbonamento per tutti i paesi dell' Unione postale, L. 3 all'anno. sue » E SSSASSIIISSLEA MN SAAS A SETA n pen 2 - proget, so Preghiamo In gentilezza deî mostri abbonati e di tutti coloro che PM CO fr cevono il Bollettino come saggio, ad aver la compiacenza di far conoscere il giornale aî loro amici, mentre ei farazo cosa gratissima fformendoci fnmdinizzi di persone alle quali si possano imviare numeri di saggio con fa 4 Ranelche speranza di RASCERO annoveranre fra gli abbonati. dr. di BRR SS SR 5 a LE ren. i b; REI | i LI P Però il al ; 4 | ero 1 maje Tua Velekiaa. non deve temersi (Trichina spiralis OVVEN) Co ea | carne cruda, poi- chè | ordinaria cottura uccide le trich:ne come fà in generale di tut- ti gli elminti pa- rassitì dell’ uomo e degli animali. (2) Mangiando car- ne cruda trichi- nosa, le trichine che vi si trova- Nel fascicclo9 dello scor- so settembre, parlammo del- la cosìletta panicatura del majale, che è causa dello sviluppo. della. Tenia nel- l'uomo, giunge mill. 3 e 4 di lun- x DC E © i aa = ; del infezione, si schiudono e vengono partoriti 80 N Fu descritto nel 1835 a e 100 alla volta, po.endone ogni femmina pro- dal prof. Ovven che lo chia- IE durre fin 15 mila in tatto il tempo della deposi- | mò Zrichina spiralis dalla È zione e cicè in 20 a 30 giorni. Se la carne man- de normalmente. a giata è piuttost» abbondante comincia poco dopo La trichina può trovarsi \\il malessere foriero della malatiia detta Trichi- pa in tutti gli animali dome- (E | chinosi iniesti rale e doveta appunto alla presenza sa ET gala de delle trich'ne negli intestini. = e da questo passa Pupe: Le piccole trichine forando le pareti intesti- — | _ ‘mo che si nutre delle sue nali si spanlono per tutto il corpo e si di ‘carni. Devesi adunque far stribuiscoro nei tessuti muscolari, ove in 14 giorni x O ele sE O compiono il loro sviluppo larvale dando oogorallai fi ‘ci | formazione di una ciste sferica od ovale, di circa | 2 millimetro di lunghezza, nella quale rimangono ‘cisticerchi ‘della Tenia (ve- dì fascicolo suddetto) a chè | rinchiuse e ravvolte in se stesse. (fig. 3). le carni di majale non sie- no infette da questo paras- sita. L'animale malato non (1) Le figure intercalate in questo articolo, sono tolte dalla — | presenta all’ esterno alenn pregevolis.ima opera del prof. dott. Y_ Perroncito « Trattato teo- sia * > sintomo caratteristico, ma rico pratico delle malattie più comuni deglifanimali domestici dat’ ù Jk esame al microscopio (0) punto di vista agricolo, commerciale, ed igienico, metodi di cura — «anche con se nplice lente, ecc. ecc. » edito dalla solerte unione tipografica editrice di To-. - delle sue carni, mostra chia: rino, via Carlo Alberto 35: Il volume adorno di molte figure sì Sta mente le trichine (fig. A | vende L. 8 presso l’ agenzia di questo Bollettino. pd # (2)_Parroncito. Annali della R. ace di agricol. di Torino Fig. 4. Maschio perfetto di .| 1876. Sulla tenacità di vita del Cysticercus cellulosae ed altri pagina epiche; | elminti, forma a spira che pren- Î a vÈ Le pareti delle cìsti si ricoprono f più tardì di una ff sostanza calcarea ; e le trichine - possono vivere pa- | . 0 La È recchi anni; ogni i . TI ji ciste ne contiene Lio VII Vivi una, due, tre e Fig. 3. Fibre muscolari conte- | qualche volta quat- nenti trichinotti ed una trichina in- tro. cistidata ingrandita. n Spesso in corrispondenza “i una o di entrambi «_—‘’le estremità della cisti si trovano gruppi di cel- , — ——.lule adipose. (fig. 4) x È naturale chela pre- senza di migliaia e mi- gliaia di questi esseri, con le alterazioni gra- vì che apportano nei : muscoli, debba arrecare seri disturbi tanto più gravi quanto maggiore è il numero delle tri- «chine. Trichinosi mu- | ; scolare chiamasi questa malattia che produce = dolori atroci ed anche la morte. I nostri majali fin ora pare sieno immuni dalla trichina, ma oc- corre ben guardarsi dalle carni salate che ci vengono da luoghi ipfetti. 4 Gisti trichina tra fibre muscolari con in basso cellule adipose. > Fig. contenente una COLOMBICULTURA nl Riproduzione interdetta CENPRIZIONAORIGL (Continuazione). La Tortora grigia (Columba Turtur) — La For- Br tora bionda (Columba Risoria) — La -Tor- i: tera bianca (Columba Frigida (6) ). "I VESTO 3A i. La Tortora grigia da) Se ty La Tortora grigia chiamata ancora Tortora co- E, mune, Tortora dei boschi e Tortora Europea, mi- n sura circa ventisette centimetri di lunghezza totale. si Questa Tortora ha il pileo ed il collo posteriormente ss grigi-cererini; i lati del collo con due lunette com- 5 poste di piccole penne nere-turchine, fulgide e pun- : tate di bianco; il dorso, il groppone e il disopra della __—’‘«oda grigi; le penne delle tettrici superiori delle. “ A dra do ombra; le piccole tettrici dell ei del: i ai due lati del collo, allineata di bianco ,, (2) roux sur les ailes, et celle ci bordées de conleurs | l'ala, grigie; le penne dell' ali grigic-nerastre con sottile erlo biancastro; la gola, il collo inferiormente. ed il petto di un vago amatistino;..i fianchi grigi; il ventre ed il sottocoda bianco. Le timoniere leg- SA germente scalate a cono presentano superiormente sr un color grigio-ferro, al disotto il nero-maltinto; tutte, meno le due intermedie, sono terminate di bianco; la prima da ambedue i lati è bianca sulle sue barbe esterne. Gli occhi sono incorniciati da un piccolissimo filetto incarnato; l' iride è aran- cione; il becco è grigio-piombato-chiaro; i piedi rossi, le unghie nere. La femmina di questo uccello non differisce dal maschio: i giovani, avanti la prima muta, hanno i ‘ colori più pallidi, e mancano delle lunette ai lati del cello. I sottonotati autori danno la caratteristica della Tortora grigia che quì trascrivo. G. Iobnston. - ,, Collum torquis ambit longe ater- rimus, viridibus maculis conspersus ante vix conspi- cuus. Alae sunt versicolores. Dorsò et pectore vici- nae elegantissimo colore ruffescunt, nigris, quarum extrema viridia, intercurrentibus. Hinc virides cam ruffis marginibus sequuntur. Remiges sunt atrae; si albi aliquid occurrit, .in extremitate illud est. Foemina nisi interiorum aspectu difficulter cogno- SCIE, E) G. F. Biumenbah. — ,, Rettrici bianche all'a- pice, dorso grigio, petto incarnato; macchia nera G. Beleze. — ,, La tourturelle a le dessus du 20 corps cenrè brun,. plus clair vers la tète, mélé de "i plus claires; la poitrine blanchàtre; le ventre, le = dessous: de la quene et les pattes blancs; les pieds spa rouges: les ongles et le bec d’ un brun noir. ,, (3) E. Arrigoni degli Oddi. —,, Due Serie di striscie nere atîiraversate da deboli fascie cenerine 33 . n . Ù Str | formate dagli apici delle piume della. collottola, —, —— non allacciantesi a mezzo collave. Scapolari e cuo- Dr pritici alari nocciola ai lati ed all’ apice, nere nel mezzo. Timonicre; prima esterna bianca nella metà apicale ed in tutto il vessillo esterno, le altre bian- che all'estremità. ,, (4) La specie della Tortora grigia appartiene a tutte le regioni meridionali e temperate dell’ antico con- tinente, da ponente a levante, dalla Francia fino alla China; e da tramontana a mezzogiorno, dal- l' Inghilterra fino all’ Affrica, dove passa l' inverno. In Aprile principiano a giungere - dali Affrica le Tortorelle dei boschi : molte proseguono Dem paesi più settentrionali, e le altre rimangono a » (1) Opera citata 1 dor (2) Opera citata. (3) G. Belez — Dictionnaire de la vie protone _ - Paris — Hachette — 1862. > Pi (4) Opuscolo citato. _ < è È Ti lific Lib ultimata la muta. Dopo, unite alle giovani dell'an- nata, ci abbandonano tutte per tornarsene nel mez- zogiorno. Scrive il Savi che: ,, è comunissima la tortora nella buona stagione, ma alla fine di autunno e nell’ inverno non se ne trova più alcuna. In Aprile cominciano ad arrivare dall’ Affrica; allora esse stanno riunite in branchetti pascolando in silenzio per le campagne nude cd incolte, nelle secce, 0 fra i boschetti di pino, di sondro, mortelle, rame- rini che vestono i tomboli del nostro littorale. Ed a la pro e, D, primi di autunno. si riuniscono li in branchetti. ed attendono circa un mese di avere | quille acque di una palude. | meridionale). Su quelle colline, forse prodotte per anzi con quel volo rapido, con i colori bianco, nero , e cenerino del loro vestito, che quasi splendono al sole, formano esse in quell’ epoca uno dei più . belli ornamenti, e diremo un carattere dell’ aspetto particolare e pittoresco che ha il nostro suolo in primavéra, quando fra il verde intenso el immo- ‘ bile delle piante a foglie perenni comparisce il co- lor dolce ed allegro delle frondi del salcio, del , melo salvatico, del prun bianco, che sembrano es- ser fatte sviluppare da quei dolci venti, insieme coi quali vediamo ritornare alla patria, allegri ed adorni, tutti quelli uccelli statini esiliati dal rigor dell’ inverno. Poco dopo questi branchi spariscono, che stanziano nelle nostre selve, ove odesi di con- tinuo per tutta l' estate il gorgogliare cupo del ma- schio, che accarezza o rimprovera la sua compa- gna. Verso il finire di quella stagione le società si riformano dalla progenie dell’ anno: in autunno satin - rà ca "È d ve ne stri, e A rorne Pi istende : a a perdita di occhio, sulle basse © gialliccie colline, che in questo nuovo quadro vedete bagnate al loro piede dalle tran- È la scena di un altissimo trabocco non so so di basalto o di trachite del Tomboucton sirio la massima parte dalla scomposizione della roccia — eruttiva, può immaginarsi disteso un letto enorme — di roccia vu'canica; la quale traboccando, ed e- spanendosi ‘per la pastosità insita nelle lave, poco a poco si raffreddò, si contrasse, si divise secondo | una infinità di p'ani perpendicolari alla sua su- perfice in una infinità di poliedri prismatici, e fra loro paralleli per comune verticalità. Ma nelle screpolature, e nelle disgiunzioni loro, filtrarono e chissà quante volte si. congelarono le acque; agireno le meteore; si produssero alterazioni chi- = pilo miti 9 sd ala miche, stritolamenti maccanici; i prismi alla pe- sq riferia e sui margini crollarono, rovinarono in | basso, e gli uni sugli altri affastellandosi diedero. I luogo ad un confaso agglomerato di rottami, di ‘ 34 detriti. Pertanto, dello strato intiero non resta- pe ii A È ; cala | capriccioso aspetto fra loro allineate e disgiunte; i più avendo continuato il loro viaggio verso | settentrione, e gli altri essendosi divisi in coppie | Didovassi: #vova: da piprima ng osishe asa alta, vano in posto che porzioni in vario modo e con “& | pianèggiante, uniforme, forse livellata, vediamo | 3 oggidì fasci enormi di prismi che danno l'illu- sione a distanza di una immensa città, tutta edi- fici e monumenti, con colonnati, torricelle, mura- x i glioni, ancora le vecchie tortore si riuniscono in brigate, | con var'azioni pittoresche di carattere e di li- e dopo aver mutate le penne, ed essersi ingrassate | pascolando per le secce e le stoppie, riprendono il volo per l' Affrica, ove passano l'inverno. ,, (5) (continua) GruLio CesarRE GI\CHETTI nn come PRISMA ISIS mn Parola OMBRE | primodiale carattere del loro affioramento, può — È ‘‘indicarsi nella famosa grotta di Fingal, dell’isola. $i; | di Staffa (Ebridi), rappresentata con vignette in | quasi tatti i trattati e manuali di geologia. | | — TRASFORMAZIONI LENTE DEI PAESAGGI TERRESTRI ; —T nera —__—— ( Continuazione ) Spettacolosi effetti di trasformazioni di | glioni di pilastri contro le flagellanti orde; ed un pae. | saggio, sono prodotti dalla denudazio:e me'corica | negli ammassi trappici, di melafiri o di basalti, «col concorso della struttura colonnare loro ine- rente. Guardate quel grandioso sistema di rupi fatte tutte di prismi verticali. alte più d'ecine di ; (5) Opera citata - con andirivieni, con intricati andamenti, vello. ) kei Consimile, ed anche più singolare scena di ro- vine negli ammassi basaltici, e di mutamento del Il disegno che se ne ha dimostra a primo — sguardo come il rovinar dei prismi basaltici, si nell’ esterno e nell’ interno dell’ enorme rilievo — eruttivo, vi abbia creato una circostante barricata — È di rottami, quasi a difesa degli altissimi dan. ni profondissimo spacco che attraversa lo spessore dell'iso!a, e nel qua'e s' ingolfano - vorticose le 2% acque, nei momenti della crescente marea. La « grotta delle colombe » e i Faraglioni in. Sicilia, te masse basalatiche del Vicentino, del- | Eifel, della Scozia etc. danno altrettanti esempi * di cangiamenti di aspetto, lentissimi, nelle” fo gole aree delle terre emerse. ù PEGI 7 * ware d. 20° 7° MELI IR va‘ In questi esempii or citati, la degradazione dei rilievi, la metamorfosi delle lccali orografie, l'ap- parenza di monumentali rovine, laddove presisteva la monotonia delle lievi ondulazioni di superficie, dipende da fenomeni di attività sotterranea plu- tonica, ossia da forze endogene di sollevamenti e di emersioni. Non meno imponente. non meno trasformatore è il lavoro meccanico di corrosione che dipende invece dal fenomeno complesso dei ghiacciai. (continua) SES ZI 7 FILLOTASSI FLORALE POCA DANSIXINI AAC Studi del prof. Luciano Pelacani (Continuazione vedi n.° 11) Malgrado la apparente irregolarità dei fiori di Viola, se osserviamo il punto di esserzione dei di- versi organi li troviamo disposti rigorosamente se- condo le leggi fillotassiche con una architettonica tetraciclica pentamera. Il calice è formato da cin- que sepali presso a poco uguali fra loro, prolun- gati inferiormente, al disotto della loro inserzione, in una specie di lamina membranosa; nel bottone sono disposti in preflorazione quinconciale. La co- rolla molto irregolare è dialipetala. Questo carattere rileviamo perchè altri fiori ad architettonica tetra- cielica pentamera, hanno corolla gamopetala. I due petali posteriori sono fra loro simmetrici e ricoprono nella preflorazione i due laterali pure involgenti l'an- teriore. L’androceo è formato da cinque stami alterni coi petali: il gineceo da tre carpidi. Possiamo quindi teoricamente ammettere in esso l’ aborto di due carpidii. Nelle Cistinee, che sono vicinissime alle Viola- rige, il genere Cistus ha un gineceo pentamero: il genere Helianthemum lo ha trimero, ed entrambi hanno poi un androceo a molti stami ordinati in spirale. Anche parecchie Pqssi/loree possono essere ag- gruppate alle tetracicliche pentamere. La Passiflora caerulea ha il peranzio petaloideo, i cui cinque pezzi esterni possono essere considerati come calice; i più interni come corolla: l’ androceo è isostemone ed il gineceo composto di tre carpidi. Quasi tutte le Z'ur- neracee posseggono la identica disposizione, e così pure i generi Parnassia, Ribes, Pittosporum ecc. Non bisogna però dimenticare, come s° è notato parlando della Viola, che queste specie enumerate hanno la corolla a pezzi liberi; mentre altre —- es. v za T à otti a PR O e par. le Corolliflore — tetracicliche pentamere, in null tro ti differiscono, che per essere la corolla gamo-. petala. Esse hanno il numero dei carpidii ordina- riamente ridotto per aborto, ma negli altri verti- cilli predomina costantemente il tipo pentamero. Le Ilicinee e le Celastrinee presentano ancora esempi di tipo tetraciclico tetramero, come pure pa- recchie Plantaginee. In queste vi ha un perianzio di otto pezzi, dei quali i più esterni sono considerati come calice, gli interni come corolla. L° androceo è isostemone e vario è il numero dei carpidii. Gli or- gani dei diversi verticilli sono in perfetta alter- nanza. i Alquanto rari sono i casì tetraciclici trimeri. Il Cneorum tricoccum ce né porge però un chiaro esempio. Oltre alle forme di cui si è fin qui parlato, pos- siamo avere anche dei tipi alquanto infrequenti, che hanno quasi sempre un significato di riduzione, ma che non mancano di importanza. E la riduzione si estende al punto da avere persino delle forme mo- nocicliche. Le E/ocaynee presentano forme tricicliche ed an» cora dicieliche: in quest’ ultimo caso per avvenuta scissione di sessi. Il genere Elacagnus fecondato per opera di insetti è ermafroditico, ed ha perciò fiori tricicli tetrameri (salvo il gineceo). Nel genere Hip- paphoe analogamente costrutto i fiori sono diventati diclici perchè diventati unisessuali, in correlazione alla anemofilia da%essi assunta. Il Frarinus escel sior ci porge eccezionalmente esempio di architetto- nica diciclica. Infine abbiamo ancora il tipo della architettonica monociclica nell’ Eyphorbia ed in parecchie Aroidee ultradepanperate (Arm, Arisarum, Pista, Lemna- cee). A proposito dell’Euphorbia, vi ha discrepanza fra i botanici: aleuni vorrebbero trattarsi di un fiore u- nico, mentro invece la maggior parte pensa trattarsi della riunione di parecchi fiori privi di calice e di corolla. Il fiore maschile protetto da un involucro di foglioline unite fra loro è composto di un nu- mero variabile di stami che sembrano avere sviluppo dali’ interno verso 1° esterno a cima scorpioide. Lo sviluppo di questi stami sarebbe quindi indipendente dallo sviluppo dell’ involucro esterno. A metà circa del filamento trovasi uno strozza- mento che indica il piano del pedicello dal quale lo stame si è sviluppato. — Il fiore femminile pre- senta al disotto dell’ ovario un cercine ed in talune specie ha delle fogliette che accennano ad un vero. calice. In quest” ultimo caso avrebbesi un’ archetto- nica diciclica: mentre negli altri si ha la monoci- (continua) clica. BATTERII FOTOGENI —csopr— Il Prof. Dott. FP. Ludwig pubblicò nel Cen- tralblatt f. Lact. ete. A. 1, V. u, N. 13 e 14 un interessantissimo referato sulle indagini sin ora fatte su Batterîi fotogeni. Ci sia qui permesso di esporre per sommi capi il contenuto di detto referato. Dei batterii fotogeni furono finora studiati spe- cialmente quelli che, sia per la loro origine ma- rina, sia perchè si sviluppano a preferenza in so- stanze nutritive contenenti sale, possonsi denomi- rare Bacteria halophila. Pfliiger trovò che pesci marini morti lucono per- chè ci sono nel mare degli organismi fosforescenti, le cui spore si attaccano ai pesci e si sviluppano mano mano come parassiti a spese dell’albumina, ‘e venne alla persuasione, dopo diverse prove di filtrazione, che questi organismi sono Schizomiceti. Tanto P/liger quanto Michael:s dichiararono che la fosforescenza marina non dipende solo da Infu- sorii, ma che sia anche prodotta molte volte da questi funghi. Appena comincia la putrefazione cessa la fosforescenza. IZ Cohn nel 1878 denominò questo schizomiceto Micrococcus phosphoreus - M. lucens v. Thieg. — M. Pflitgeri Ludo. — vedi in seguito). La fosforescenza della carne d'animali macel- lati, che fu già osservata nel 1492 a Padova e nel 1°41 a Montpellier (4), fu studiata per primo dal Nteschs questi potè dimostrare delle zooglee e denominò il mierococco: Bucterium lucens. Lassar continuò gli studii e fu il primo che adoperò n.etodi di tinzione (colori basici di anilina bruno o violetto) su batteri fotogeni e che esaminò pezzi di carne indurita nell’ alcool; egli dimostrò poi che l’acqua di mare favorisce lo svilappo di questi batterii e che cessa la fosforescenza tantosto comincia.la putrefazione. Ludwig trasportò il batterio fotogeno da di- versi pesci della famiglia dei Gadini ( Gadidae su carni d’ animali macellati e col confronto dei due funghi, provò che il batterio marino dei pesci scoperto dal P/&iger, e quello della carne d' ani- mali macellati, sono del tutto identici e li deno- minò Micrococcus (seu per ipot. Arthrobacterium) Pfliigeri. Le colture in gelatina con infuso di carne peptonizzato riescono magnificamente. Il Ludicig è inclinato a credere che i micrococchi siano oscuri . e che la luce derivi solo dai così detti corpi (?) del Radzisscwskiî, come lo è nel caso dei micelii dell’ Agaricus melleus, della Xylaria Hypoxylon ece., il Ludxig fu il primo che introdusse il me- (1) e nel 1592 da Fabr. ab Acquapendente in Roma, Vedi 'miiche, : Vorles. ii Physiol. 1v ed 1 V. 1885, p. 61. (P). att, 4881, p. 37. dla ) ‘o fosforescenti; vedi il referato del Ludwiy nel | 165 crerercam menta car ——— todo di studiare collo spettroscopio la luce che deriva dai batterii fotogeni e si ebbe ottimi ri- sultati (3). Fischer scoprì nel mare delle Indie occidentali. un bacillo fotogeno, cui diede il nome di BaczMlus phosphorescens. Un altro, differente da questo, è il Bacterium phosphorescens del Dott. Hermes, che suppone esser questo suo batterio la causa della fosforescenza continua del mare del Nord (4). L'esistenza di Bacteria non halophila non è ancora provata. La fosforescenza del legno viene erroneamente attribuita a batteri: ne sono causa i micelii di Basidiomiceti e di Ascomiceti. Vienna nell’ Ottobre 1837. EA “Cure da usarsi ai “Pappagalli re Il Signor Siege? Ispettore del giardino zoologico di Francoforte, interrogato sul governo dei Pappa- galli per mantenerli sani e robusti, raccomanda adattato alimento, nettezza, temperatura adequata dell'appartamento. Pel solito si apportano grandi danni alla salute dei pappagalli dando loro ‘roppo cibo o c bi non convenienti, con i quali si va di- sturbando la loro salute. Egli alunque propone, per esperienza fatta, la seguente nutrizione ; di mattina: un pezzetto di crosta di pane bianco vecchio di almeno due giorni, asciutto o ammeollito nell’ acqua e poi spremuto. a pranzo: 2 cucchia) di miglio non rancido, con avena e con mais intiero o spezzato. di sera: pane come di mattina. Qualche volta però invece del pane un pezzetto di biscotto. La mattina e la sera si può dare anche del riso, non troppo cotto, in luogo del pane. Mezza ora dopo si ritira quanto sia ancor rimasto del cibo, onde l'uccello non abbia ad abituarsi a mangiare fuoré del tempo stabilito. Qualche volta si può dare. anche un frutto, un pom>, una pera, delle ciriege ecc. non mai però carne, uova, butirro, dolci ecc. Invece dell’ acqua si può dare anche un pò di caffè senza zucchero e senza latte. Per assecondare Ì' istinto del pappagallo di ro- sicare il legno, si mette nella gabbia un ramo di legno dolce. i Sabbia, calcinacci, seppia, non devono mai man- care nella gabbia; questa deve esser sempre del tutto netta. Nella stagione fredda la temperatura non deve scendere di molto sotto i 12 gradi; essendo di notte (3) Alcune naiove osservazioni spettrometriche del Prof. Foster. sì trovano nel Centralblatt f. Baet. ete., A. 1, Vol. 11, N..12: (RP) (4) Vedi questo Bo/let&no, A. vir, p. dl. (P). \ 4 Pete” » r n tra a ei MILE 166 la temperatura abbassata, si copre le gabbie con una pezza leggera di lana. Se il pappagallo si mostra indisposto si dimi- nuisca la quantità del cibo, si allontani il miglio, invece del pane si dia del biscotto, invece del caffè, dell’ acqua un pò tiepida. Se l° uccello è costipato , sì dia dell'olio di ricino, ovvero 5-6 goccie di tin- tura di Rabarbaro; se gli escrementi sono verdi o fluidi o misti con sangue si dia nn piccolo cue- chiaino di vino da Porto. Per avere dettagli sul governo del pappagallo leggasi il risp. articolo nel giornale der 200209. Gart. redatto dal Prof. Noli, a Francoforte s. Meno 5 Giugno 1887. Vierna n SSIS ASS MS La CORREDO DEL NATURALISTA Roana Vascolo da erborizzare Colui che si reca a far raccolta di piante per formarsi un erbario è necessario porti seco oltre la piccola vanghetta e la carta asciugante, anche él vascolo da erborizzatori. Il vascolo è una cassetta di metallo verniciata ! ordinariamente di verde, cilindrica un pò schiac- | ciata in modo che i fondi sono ovali, nella figura posta in testa dell’ articolo. Deve essere un poco più lunga dei campioni di piante da raccogliersi e con apertura abbastanza grande per potervi riporre gli esemplari senza guastarfi. Spesso la lunghezza del vascolo è di- visa in due scompartimenti, uno più grande per le piante ordinarie, ed uno più piccolo per le crittogame o per altri oggetti di storia naturale, come insetti, mollaschi ec. Apposita cinghia permette di portare il va- scolo a tracolla. come Comunicazioni Ta Proposte - Domande Risposte In questa rubrica gli abbonati hanno ciritto ad inserzioni gratuite per ogni numero, per scambiarsi schiarimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere. ecc. Il tonno (Thynnus thynnus L.) Nella Nato. _ Rundschau, A. 1, N. 42, c’ è una recensione del lavoro di P. Pavesi sulle migrazioni del tonno, ppi licato nei Rendiconti del lè. Istit. png 1887; # san! SOT ZZZ ZERI SEO, i d’ aspic retifice. ! | 2” Vol. xx, p. 311. Il Pavesî prova con di- Ser. 11, versi fatti esser giusta l’ opinione del d’ Amici, che il fonno non ci venga dall’ Atlantico, mu che abiti sempre il Mediterraneo e che la maggior parte dell’anno si tenga nascosto a grandi profon- dità. All’ epoca della frega sale’ alle coste per de- porre le uova. Il tonno appartiens con ciò ai così detti pesci anadromi, a quelli cioè che migrano in direzione orizzontale e verticale. Una bella descrizione del modo di pesca del tonno si trova nell’ interessantissima pubblicazione del Dott. de Marchesetti: La pesca lungo le coste crientali dell’'Aqria, Trieste, 188), a pag. 91-94. D' Nuove soluzioni della resina Dammar e del balsamo del Canadà. Il Dott, G. Martinotti nel suo articolo: Le sostanze resinose e la conservazione dei preparati microscopici (1) propone come me- i glio corrispondenti allo scopo: a) la soluzione della resina Dammar nello xilolo e nell’ essenza di trementina. 5) la soluzione del balsamo del Canadà nel- ' l'essenza di spigo. Quanto al'a preparazione della prima, dà l'A. il seguente esempio: « Si" prendono 40 gr. di resina .« Dammar in polvere e 49 gr. di xilolo, che si la- « sciano per 3-4 giorni alla temperatura ordinaria « in un recipiente di vetro chiuso, poi si filtra. Si « raccolgono circa 70 gr. di liquido che si fanno « evaporare a bagno maria fino ad avere circa « 45 gr. (ol un pò meno) di sostanza. A questa « sì aggiungono gr. 25 (od anche più) di essenza « di trementina. » Quanto alla soluzione del balsamo del Canada nell’ essenza di spigo, dice l" A. che quest'essenza si ricava dalla Lavandula spioa, pianta affine alla L. vera seu officinalis s è eccellente quella prepa-. rata a Parigi dal Duriorez sotto il nome di Essence P. Phylloxera. Nei Comptes rendus de ? Acaa. des science. (Tom. cv, 1887 N. 3) P. Boîteau fa una relazione sui costumi della fillossera e sullo. stato attuale dei vigneti di Villegouge. Dalla quale interessante relazione noi togliamo solo questo fatto. L' A. da sei anni tiene delle fil- - lossere in tubi, ed ora è arrivato alla 24-25ma ge- nerazione partenogenica; gl’ insetti sviluppatisi per sì lung) tempo a gamicamente, sono ancora molto vivaci e proliferi - Pi Stilifer linckiae e Thyca cetoconcha. Sono due nuovi gastropodi prosobranchii ;-il primo è ento- parassita, il secondo ectoparassita della Linekia. multiforis Lam., stella di mare molto frequente 9 alle coste di Ceilan. Furono scoperti e descritti tesiò da P. ed ! Sarasin nei, loro eda PAaA NV Stone nella Ze itsche 70) si avis.) nano. Forschungen auf Ceylon in den lahren 1884- 86, B. 1, H. 1, Mit 2 Taf. Wiesbaden, 1887. ic Il Museo imperiale di storia naturale a Vienna ricevette in dono un Potomogale velox del Congo; esso è ìl più grande fra gli insettivori, ha una lunghezza di due piedi, sì nutre di pescì e di in- setti ed è affine alla Myogale moschata. Il museo stesso acquistò anche la collezione degli uccelli lasciata dal distinto ornitologo russo, Severtsow i È Sr. Longevità delle tartuche. Nel 1824 il Signor Warrinjton mise in libertà presso Albion nell’ Il- piastrone: /. W. 1824; - nel 1883 questa testuggine fu presa da certo Hodson il quale la mise nella sua cantina, ove però morì poco dopo in causa di veleno stato sparso peri ratti. - Essa visse dun- que 62 anni e non era ancora arrivata alla sua completa grandezza; perciò è fuor di datbio che le testuggini possono viver 100 anni. Sr. Nella noce del Coccus nucifer trovansi qualche volta delle concrezioni di calce cavbonata, grandi come una ciriegia e somiglianti a delle perle. Se ne trovano solamente nella proporzione di una ogni 2000 noci e per questo sono pagate ad alto rrezzo .e portate come ornamento dai Rajahs delle Indie. L’ origine di queste concrezioni non è ancor cono- sciuta. (D. Naturfuorsch. 3 Settembre 1887). Sr. Per togliere 1° odore di muffa al vino. Nello la muffa al vino; mi permetto render noto come io ho'ot'enuto V intento adoprando egualmente l'olio di oliva del migliore ma con altro sistema: Pongo mezzo litro di olio per ogni ettolitro di vino con la muffa e lo agito ben ben con un bastone una o due volte al giorno per una settimana , quindi travaso il vino e ritolgo l’ olio. Se per caso l' odore non è scomparso del tutto ripeto l? operazione con altro olio. ) O. Carlini Domanda. Ho letto nel n° 11 come si può to- gliere il sapore di muffa al vino, e nel caso mi ‘ trovassi a dover fare la prova, desidererei sa- ‘pere se con quel sisfema vien tolto anche il puzzo dalla botte, o se si conosce un altro mezzo per levarglielo. g Milano 1. decembre 1887 Martinetti Risposta. Nè con il sistema insegnato nel fasci- colo 11, né con quello p'ù sopra proposto dal sig. botti Per ottenere questo intento, occorre lavare ISS bene le botti con acqua alla ra sia SRO n° Ga Carlini, si ottiene di togliere |’ odore di muffa alle. linois una Zestudo californica, imprimendovi sul | scorso fascicolo lessi il modo proposto per levare | un litro di acido solforico, si chiude e si smuo- $9 ve la botte con celerità in modo che il liquido bagni ovunque e ripetutamente, quindi si seiae- qua bene con acqua pura per togliere ogni traccia di Aido. Alcuni usano anche di porre nella botte con la muffa, e prima della suddetta A «® lavanda acilula, del latte di calce od una solu- | zione di sal di soda che vi si lascia dentro per 2083 giorni. 8, BU Notizie di caccia e note ornitologiche Fra il Ponte di ferro di Mezzana Corte e quello di barche, detto della Sella, sul fiume Pò, il 31 scorso ottobre, uccisi un magnifico Cignus Mu-. si sîcus il quale ha una apertura d'ali di metri ca e cent. 9. e d' altezza metri 1,43. Ne feci dono al Museo civico di Pavia r di Pavia 4 novembre 1887. Restelli n; Piego correggere quanto fu inserito nello scor- so fascicolo a pagina 154 poichè non fu un Cor- vus cornixa che io acquistai dal sig. dett. Roster ma un Corvus corax. - «A - Il 10 Novembre scorso comprai da un vendi- tore di uccelli di Firenze, un:Organetto minore. i Aegiothus rufescens femmina vivente, preso: con le reti sopra i nostri monti. mo. Firenze 1 decembre 1887. Gino Cajani a Quest’ anno pei nostri cacciatori fu una vera e cuccagna, ed i nostri vecchi non ricordano anos in cui si ebbero tante deccaccze. Diversi cacciatori ne hanno uccise circa 30 per ciascuno. :% Besana Brianza 8 novembre D. V. Be Il 22 ottobre scorso tra le 9 e le 10 del mat- tino il prof. Mantegazza, la figlia ed il minore dei suoi figli, si trovavano in una pineta a qualche — altezza e distanza dal paese di Greve, nel Chianti. HG Prima il ragazzo e poi la figlia ed il padre ab- — batterono successivamente quattro crocieri (Loxia 9 curvirostra). Ve n’ era un quinto che fugrì. Rom- se pevano rumorosamente le pigne e non mostra- vano timore nè dei colpi, nè delle voci, nè della — vicinanza delle persone. vw Ieri l’ altro ebbi una delle deite Lossie man- | data:ni da un mio amico. Firenze 23 nov. 1887. Uccelli uccisi ll 2 nov fu ucciso un giovane esemplare dio 1 Platalea leucorodia, nel territorio di Busto arsizio. _ Il 4 settembre, un Phalaropus lobatus mase. bel- lissimo esemplare ucciso nel lago di Varese. > Due esemplari di Cis'icola schoenicula gli acqui ù e 3 A D 23 "Horo Regatta | Da dari nella provincia di Milano: stai sul mercato il 2) settembre. Due Tringhe minute uccise nelle risaie di Ver- celli e acquistate sul mercato il 22 novembre. — A Settimo milanese fù uccisa una giovane Ci cogna Alba il 4 agosto. La È Due esemplari di Eudromias morinellus sa De È stati sul mercato il I novembre. Milano 23 nov. 1887, RAI NV ENO NONE VET O TOR ai WEIL È È . Ù Cdc : ù È 168 durante quesv anno. Ebbi: — Tringa canutus. Mase. ad. Gennajo 1887. Valle Zappa (Venezia). — Fulix maria. Mase. ad. 14 Gennajo 1887. Bo- volenta (Padova). } Plectrophanes nivalis. Masc. giov. 27 Gennajo 1887. Padova. Tantalus falcinellus. Mase. ad. 10 Aprile 1887. Padova. Corydalla Richardî. — Luglio 1887. (Monselice). Astur palumbarius. — Luglio (Monselice). Tantalis falcinellus. Mase. Settembre Valle Pietraimpiè (Venezia). 1887. Ca' Oddo 1887. Plectrophanes lapponicus. Mase. ad. 2? Ottobre , 1887 Ca' Oddo (Monselice). Aegiothus rufescens. Mase. ad. 18 Ottobre 1837 Ca’ Oddo (Monselice). Croocephalus minu:us. Masc. giov. 7. Novem - bre 1887 Valle Zappa (Venezia). Harelda glacialis Mase. ad 14 Novembre 1887 Valle Zappa (Venezia). Harelda glacialis Masc. 14 Novembre 1887 Valle Zappa (Venezia). Questi dodici sozgetti fanno parte della mia | Ja vipera comune è la più sparsa in Furopa, e | penetra fiso nelle regioni | Asia si Collezione Ornitologica Italiana. « Ai 15 di Ottobre ricevetti dall’ ottimo Con'e Ninni tre Limosae rufae prese nell’ Estuario; due delle quali conservo nella m'a Collezione, cme prezioso ricordo, fra altri a me fatti da questo illustre Naturalista e mio amato Maestro. Ebbi rinellus dall’ Estuario, e mi comunicarono le com- parse di una femmina di Harelda glacralis, e di | Comunico alcune catture di uccelli rari fatte | per ridiminuire quindi fino a ridursi meno che . al principio della prova. Lo studio delle trasfor- | mazioni chimiche prodotte nei liquidi, gli ha fatto Ca' Oddo , Pa a VI TAR fondare la classificazione dei microorganismi in Wssidanti e Riduttori. Tutti i bacteri non avreb- bero realmente che un’ azione ossidante. B. Igiene della vista nelle scuole. Nel Giornal internaz: des sc. med. il prof. Galezavoski fa delle asseunatissime riflessioni sull’ igiene della vista nelle scuole: Trova biasimevole l’ uso di assegnare ì posti agli scolari secondo i loro meriti di studio e giustamente vorrebbe che venissero invece di- stribuiti in modo che ciascuno a seconda della pro - pria vista, potesse veder bene e senza sforzo ciò che il maestro scrive nella lavagna. Raccomanda l'uso di lenti bene appropiate alle viste difettose. Darante lo studio nelle ore notturne, egli dice, non sì tema che la luce artificiale sia truppo viva, ma al contrario si moltiplichi e si avvicini più che sia possibile allo scolaro; le lampade non sie- no più alte di 25 o 30 centim. dal tavolo , ado- perando lumi che dieno buona luce senza irradiare troppo calore. i B. La vipera comune. Di tutti i serpenti velenosi glaciali, polari; in trova dopo Amour, dal Nord. fino alle frontiere della Persia nel Sud. Essa è comunissi- ma anche nelle regioni atlantiche. Abbondante so- vente in una località, vi scompare per degli avni \ e vi ricomparisce quindi di nuovo. Nei dintorni ni 20 Novembre un masc. ad. di Eudrom:as mo- | di Metz essendo assegnato un premio di > lire per testa di vipera,in un anno ne sono state uccise due mila. In Francia si dava un premio di 50 cente- tti due maschi ad. di Oedemia fusca avvenute nella valle di Riola aperta, in Prov. di Verezia. Tutti e tre sfuggirono alla morte. Padova 24 Novembre 1887. simi per ogni vipera uccisa ed in 20 anni ne fu- ron distrutte 17 mila; ora il premio è di soli 25 centes. e tuttavia in un’ anno se ne uccisero ]ll mila ‘ wo ” i aa ne 2 10M A + MAPITNE EM CE: ROTTA Se PRE, va Ett. Arrigoni degli Oldi » Domanda. /2 fossile delle cave di marmo nero | di Varenna di cui si parla nel Bollettino a pag. 89 e 95 a. c. è stato classificato o descritto? Vienna ID Nuovo polipo di acqua dolce. Di polipi di ac- qua dolce non se ne conoscevano che due specie essendo gli altri tutti marini. Il prof. Ussow ne ha scoperto ano nuovo, che per i suoi numerosi tentacoli e per la sua forma che rammenta un dium hydriforme. Nel n. 17 della rivista illustrata di scienze naturali che sì pubblica a Parigi vi si trova minutamente descritto e figurato. B I bacteri nell’ acqua potabile. - strazione del Bollettino. » DI #6 LIES 79 Si vorrebbero acquistare corna. di Stalla È becco. si 80 S comprano preparati microscopici del ge- nere Phyllorera e della famiglia Hydrachnida. Sita comprono pure esemplari di Idracnidi conser vati in alcool. 81M. T. Deschamps a Aintab (Dist. d Alert Syrie) désire” faire echanges de coquilles ter} estres; ta Helix et Clausilia principalement. A 82 Si offre Belgrandia Bonelliana De Stefani, — mollusco vivente, per la prima volta trovato dal sot- Pb toscritto, in cambio di altri molluschi specialmente del genere Helix. Sigismondo Brogi Siena 83 Si desidera fare acquisto dei materiali. o roc- È cie valeaniche che ricoprono Ercolani e Pompei. Se. 3 ne desidererebbe circa mezzo chilogrammo .delle di- verse qualità. Chi può procurarli è pregato parteci= — parlo all’amministrazione di questo Bollettino! 84 S° invia gratis il catalogo dello Stabilimen o DA di Orticoltura di Angelo Bevilacqua. in Belgirate, h Lago maggiore. Prezzi moderatissimi. ve 85 Odoardo Ferragni di Cremona cedere bhe Te cambio di oggetti di Storia naturale o di altri libri. _ l’ opera completa (90. volumi) del Bufton. nt Naturale. ; 86 Si desidera avere in cambio o per contanti l’ Euproctus montanus della Corsica. II Igiene ed cconomia domestica : Purificazione dell’ acqua potabile, pagina 14 — Disin- — È i | fettan: ‘e per le camere degli ammalati, 14 — Si debbono lavare gli ortaggi? 23 — Travasi del pei. A © Romano, 140 — Sistema liassico di Roccantica, 157 — Concrez'oni calcaree nel 'Coccus nucifer, 167 - 138, 148 — Geografia fisica, 157 — Geologia 26, 27, 140, 144, 156 — Igiene, : 27 — Mammiferi, 12 Re — - Diseccazione delle patato, 28 — Per scuoprive la ‘ipcinae MLA ‘vino 28° da da vino, 42 — Conservazione del latte e della carne, 60 — Borato di magnesio come ‘disinfettanto, 60 — Nuova sostanza doleificante, 62 — Piante contro la malaria, 75 — Conservazione degli CSERNA 4 in caoutchoue, 93 — Per togliere il frizzore dagli occhi prodotto dallo Solfo, 93 — Il rame e l° ali- St mentazione del bestiame, 94 — Valore nutritivo di alcuni funghi 107 — Nuovo tubero alimentare, so 139 — Conservazione dei pomodori, 141 — Per distinguere il cotone e la lana dalla seta, 141 — Conservazione delle susine, 142 —- Idromele, 153 — Mastice di propoli, 153 .— Mungitura delle mucche, 157 — Per togliere la muffa al vino 158 — Per togliere l’ odore di muffa al vino ed alle botti, 167 — I batterii nell acqua potabile, 163 — Igiene della vista nelle scuole, 168. Insegnamenti pratici: pagine 13, 28, 43, 92, 141, 157. a Hmsetti: Le zanzare, pagine 6 — Dacus oleoe, 7 — Gli Ortotteri genu'ni del Trentino, 12_-. Insetti commestibili, 24 — Rincofori europei, 27 — Api di Tasmania, 29 — Le lucciole e le formi- che dell’ Assinia, 30 — Farfalle in alto mare, 38 — Ibernazione di due colevtteri, 41 — Lepidotteri notturni, 42, 76, 90 — Conservazione delle larve, 43 — Attacus cynthia, 59 — Diopsis pentagona. 60 — Per uccidere gli insetti, 60 — Bombix mori, textor, sinensis, craesi, fortunatus corracanensis, _ 72 — Theophila huttoni, Scherwilli, Bengalensis religiosa e mandacina; Ocinara lactea, Moorei e ‘diaphana, 72 — Trilocha varians, Attacus atlas, silvetica, Edwardisia, Cyntia, ricini e Canningi, 73 — Actias Selene, Antheraea mylitta, mezankooria, Frithii, Helferi, Assoma, e R. roylei; Salassa Lola, Rhodia Newara; Caligula Thibeta, Silma, Cahara, Loepa Sivalica, Miranda ; Circula trifenestrata, e drapanoides, 73 — Ottiorhynchus solcatus, 107 — Cossus ligniperda, 107 — Insetti dannosi, Ill — L’ effimera, 126 — Longevità delle formiche, 126. — Insetti dell’ isola di Lampedusa, 140 — Coleot- teri del Piemonte, 140 — Pachytylus migratorius, 140 — Gli occhi delle api, 153 — Quante uova depone un’ ape, 153 — Phylloxera, 25, 30, 127, 142, 166 — Insetti commestibili, 171. Envenzioni ec seoperte: pagina 11, 26, 42, 62, 91, 108, 138, 155, 169. Bimmmmiîferi: Bison americanus, pagina 8 — Vitello mostruoso, 24 — Camoscì in Valtellina, 34 — Un cinghiale fra le pecore, 60 — Monacus tropicalis o foca dell’ America centrale, 61. — Stambecchi e cervi, 68 — Mammiferi a Bombay, 84 — Gli orsi, 97 — I carnivori della Valtellina, 97 — Macropus rufus e giganteus, Moscus moschiferus, Hidropatesinermis, Tetraurus quadricornis, a 107 — Importazione di bovini olandesi 112 — Strage di conigli, 127 — Due colonie di Castori, 143 3 — Potomogale velox, 167. % Bledicîna e veterinaria : Il mal di mare, sua cura, pagina 4 — Nuovo metodo di vaccina- zione antirabbica, 11 — Miliare cristallina e papulosa, 19 — Anestesia «locale per la estrazione dei si denti, 26, 109 — Commissione governativa per le malattie degli animali, 75 Barbone bofalino, 75 — ST Vaccinazioni carbonchiose, 75, 94, 159 — La panicatura del majale e la Tenia dell’uomo 129 — °° Cantaridi contro l' idrofobia, 159 — Trichina, 161 — Collodione per le punture d’ insettì, 168. ; Meteorologia : il vento Mansone, pagina 37. : È Mineralogia e geologia: Petrolio. pagina 11, 91, 169 — Grande ghiacciaia naturale, 11 — » Meteoriti fossili, 24 — Origine delle sabbie diamantifere, 24 — Grande giacimento aurifero, 91 — pis» L'oro nero, 109 — Natura geologica di alcuni terreni di Ron a, 126 — Congresso geologico 127 — i a Il platino agli Stati uniti 138 — Minerali della provincia di Catanzaro, 140 — Travertino di Fiano — Diamante di 22 carati, 170. Riirciapeodi: Scutigera Smithei, pagina 8. Mollusehi: Limax, pagina 7 — I Mitili, 126 — Stilifer linckiae e Thyca ectocoucha, 166. Nete bibliografiche: Agraria, 13, 77, 92, 110, 156 — Alpinismo, 43 — Apicultura, 26 — Astronorgia, 13, 157 — Bachicoltura, 13 — Botanica, 92, 110 — Caccia, 140 — Ch mica, 13, 27, 141, 157 — Crostacei, 12, 92 — Enologia, 157 — Entomologia, 13, 26, 77, 91, 109, 140 — Fisica, 109, — Medicina e veterinaria, 27, 109 — Meteorologia, 27 — Microscopia, 12. — Mineralogia, 27, 140. — Molloschi, 43, 77, 141 — Ornitologia, 12, 27, 43, 77, 110, 140, 156 — Paleonto'ogia, 12, 109, 140, 156, 157 — Parassitologia, 13, 43, 91, 156, — Pesci, 77, 109 — Reptili, 27, 43 — Storia naturale, 43, 77, 78, 92, 110, 141 — Teratologia, 12 — Vermi, 43 — Zoologia, 77, 140 — Zoutomia 12. d- Notizie e. varietà : Insegnamento agrario nelle scuole tecniche, pagina lo = Botte gigante- — \ial s spa Muerveno ono usi Li alcuni animali, 24 — Origine dei era ER Pd sin del mia: È vi al Gelso, 26, 87, 159 — Pianta del sapone, 42 — L’ officina Krupp, 45 — I più disastrosi terremoti. — 4: dò — Gomaniesioni centrali 75, 79, 93 — Scuola femminile per le industrie agrarie, 79 — Enotecnico A a Londra, 93 — Distruzione delle infenzioni fillosseriche, 93 — Gite in pallone, 108, 109 — L' Aqua- È rio romano 110 — Pioggie colorate 110 — Diffusione della fillossera 111 — Esplos'one di un uovo di struzzo, 111 — Riordinamento dei tributi verso lo stato, provincie e comuni, 118 — Consorzi Sai s* professionali fra gli agricoltori, 118 — Insegnamento agrario rurale, 118 — Manipolazione del latte, sa 120 — Utilizzazions dei residui di prodotti agrari 120 — Difetti della mezzadria Toscana, 120 — Una ta; visita al castello di Brolio, 120 — I congressi e le esposizioni di Siena con la lista dei premiati, i 122 — Bottiglie di carta, 139 — Coperte di carta, 139 — Un segreto per la pietrificazione delle | Sal carni, 139 — L'albero del burro, 143 — L' albero del latte, 143 — L'albero del pane, 143 — Tessuti di sughero, 155 — Premi agli abbonati, 158, 170 — Monumento a Belon, 159 — Spese del governo per combattere la fillossera, Ie Legato Fontaune, 159 — Gaetano Cantoni 159 —_ Il ventre di S Parigi 170 — Longevità, 170 — Colonia di centomila italiani, 170 — Si può nuotare senza le 9 gambe, 171. | 7 Orticoltaura e giardinaggio: Fuchsia gigantesca, pagina 3) — Insetticida per gli orti- coltori e giardinieri, 44 — Per i coltivatori di frutta, 44 — Per distruggere le malerbe, 44 — Rosai che si desidera far fiorire nell’ inverno, 44 — L' orticoltura nei presidii italiani in Africa, LOR Per prevenire la degenerazione dei giacinti, 158. Gsservazioni e catture di animali: Anthus cervinus, Gypaetus barbatus, Nucifraga Garyocatactes, Lacerta vivipera, Accipenser pusio, Salmo salar, Silurus glanis, Tichodroma muraria, — Gallinula pyz maea, Charalrius squartarola, Strepsilas interpres, Emys p‘eta, Emys tracaja, Chelys = fimbriata, Padocnemas pat Scutigera smitpei, Uromastix acathinurus, Bison americanus, im e riza pusilla, pagina 8 — Emberiza pusilla, Falco fulvus, Tadorna cornuta, Turdus musicus, 9 — Turdus iliacus, 10 — aquila chrysaetus, 42 — Querquedala circia, 43 — Passo straordinario di ue- celli, 60, 61 — Cyanecala leucocyanea, 61 — Ardetta minuta, 75 — Tringoides hyyoleucos, Puffinus 5 anglorum, Coturnix communis, Picus major, Upupa epops, Miliara proyer, Lanius auriculatus, Cuculus canorus, Pyrophtalma melanocephala, 76, — Ruticilla phoenicura, 88 — Plegadis falcinellus, 4 ; ; su DE VU bai e Ae Te siii 89 — Muscicapa atricapi!la, 91 — Egretta alba, Accentor alpinus, Recuvirostra avocetta, dl — Falco islandico, 101 — Ardeola ralloides, Ardea cinerea, 108 — Calliope comtschatiensis, 108, 140 -Ultamania torda, 125 — Pastor roseus, Muscicapa atricapilla, Sylvia subalpia, 128 — Lestris catar- d ractes, Podiceps rubrico.lis. Cinclus acquaticus, 154 — Corpodacus erythrinus, 154, 155 — Passo di fi Pivieresse, 155 — Cygnus musicus, Corvus corax, Aegiathus-rufescens, Loxia curvivostra, Platalea — leucorodia, Pligiarepne lubatus, Cisticola schoenicula, Tringa minuta, Ciconia alba, Eudromias mori- nellus, 167 — Tringa canutus, Folig marila, Plec. nivalis, Carydella Richardi, Astur palumbarins, - | Tantalus fulcinellus, Plectrophanes MIDBEMDEE: Aeg. rufescens, Crooceph. minutus Harelda glacialis,. da, Limosa rufa, 168. «2 e Palcontelogia: Delfino fossile a Borgia, pagina 12 — Fossile a Varenna, 89 — Fossili trovati | nel tufo grigio di Peperino presso Roma; 109 — Eudelphinus del Catanzarese, 140 — Fossili del Di travertino di Fiano Romano, 141 — Megattera di Montepulgnasco, 156 — Ossa fossili di Pontremoli - E . e Ortona, 156 — Delfinorinco di Sassari, 156 — Fossili di Roccantica 157. Pa: Parassiti vegetali e amimali: La mosca olearia, pagina 7 — I microbi, 13 — Batterio bs . del marciume dell’ uva, 24 — Cenni storici sulla Phylloxra vastatrix, 25 — Danni della fillossera | # in Francia, 30 — Peronospora, 35, 55, 92, 110 — Nuovo parassita, 42 — Bacillo della malaria, Tg Di È L= Cocciniglia del gelso, 60 — Contro la fillossera, 63 Malattie crittogamiche, della vite 73 — Nuova sd malattia della vite, 78 — Ottiorhynchus sulcatus, 107 — Cossus ligniperda, 107 — Pythium anguil- o ci lulae aceti, 126 — Resistenza dei Batterii all’ azione del freddo, 126 — Diffusione della fillossera, 127 de bee — i panicatura del maiale .e la Tenia doll uomo 129 — De SIGEATA gli animali dagli insetti. 5 va — La LASA 161 — Batterii, 168, — Batterì fotogeni, 165. > _ Pesci: Voracità dei pesci cani, pagina 6 — Acipeuser huso, Salmo salar, Silurus glanis 8 —_ ci Di volaati fra Adel e Bombay, di: — Chiuse 0) sartaglio nel Segna venicla: ei = Re animali 3 ber {9 VEE A NPA fi pre PI mr E dei pesci, 104 — Animali che servono di nutrimento ai pesci, 104 — Nuova stazione di piscicultura, ee si 143 — Ritorno delle aringhe in Norvegia, 159 — Il tonno, 166 — Piscicoltura, 170. se wii. Eacecolta, preparazione, ec conservazione di oggetti di storia maturale: |; Conservazione dei molluschi del genere Limax, pagina 7 — Metodì tecnici per ricerche e prapara- si zioni, 12 — Conservazione dei vertebrati, 38 — Sublimato corrosivo nella preparazione degli ani- R mali inferiori, 40 — Per uccidere i lepidotteri notturni, 42, 76, — Conservazione delle larve di le- pidotteri, 43 — Conservazione delle piante con i loro colori, 45 — Per uccidere gli insetti senza sciuparli, 60 — Conservazione delle piante in erbario, 90 — Ancora sul modo di uccidere gli insetti, 90 -- Come conservano i fiori al Camboia, 93 — Per indicare ‘e calcolare razionalmente l' ingran- dimento degli oggetti microscopici, 105 — Preparazione dei microcoleotteri, 152 — Metallizzazione dei fiori e degli insetti, 157 — Vascolo da erborizzare, 166 — Soluzioni per preparati microscopici, 165 — Conservazione deil' odore alle rose, 168. Rasgiati e Polipi: Organizzazione delle stelle di mare, pagina 25 — Pesca del corallo, 63 — Banco di corallo, 171 — Nuovo polipo di acqua dolce, 168 Rettili: Lacerta vivipara, Emys picta e traceja, Chelys piumbriata, Podocnemus expansa, Uro- mas.x acathinurus, pagina 8 -- Distribuzione geografica degli Ofidi, 27 — Lacerta Notopholis nigro- pinctata, 43 — Reptili a Bombay, 84 — Lacerte ocellate, Arctromus boba:, 107 — Longevità della tartuche, 167 — Diffusione della vipera, 168 — Tartuca enorme, 170 — Gruppo di 183 vipere 171. Eiehieste offerte e domande di cambi fra gli abbonati: pagine 16, 31, 47, 63, 80, 95, 112, 128, 143, 160, 171 Veeelli: I piccioni viaggiatori, pagina 1 — Anthus cervinus, Gypaetus barbatus, Nucifrasza cavyocatactes, Tichodroma muraria, Gallinula pygmaea, Charadrius squatarola, Strepsilas interpes, | Emberizia pusilla, pagina 8 — Emberizia pusilla, 9 — Accoppiamento di due lodole (Alauda arvensis) v) in schiavitù, 9 — Aquila reale, 9 — Volpoche, 9 — Fagiani femmine che divenendo adulte prendono È la livrea del maschio, 9 — Ornitologia nebrodense, 9, 73, 89 -- Ornitologia tedesca, 10 — Mostruosità doppia parassitaria in una gallina, 12 = Femmina di passera che assume il piumaggio del maschio, 112 “È — Riprodazione di pernici in domesticità, 22 — Caso d’intelligenza e di ragione nelle passere, 27 — = Nomenclatura delle varietà di Columba livia, 34 — Fetonte o Uccello del Sole, 36 — Aquila ci ysae- tus, 42 — Merli urofasciati, 48 — Piccioni e tortore, incrocio, produzione mula 52 — E istinto? 60 -- Tu:dus musicas, Cyanecula leucocyana, Scolopax rusticula, Erithacus rubecula, 61 —- Nido di ac- î cizio, 63 — Columba palumbus, 66 — Aquile in Valtellina, 69 — Falchi, avvoltoi, pappagalli, e corvi a i Bombay, 70 — Cyanecala leucocyanea, 76 — Ornitologia, 76, 90, 91, 108 — Le colombe, #7 — Ue- I celli a Bombay, 84 — ®ccelli nella leggenda e nella storia, 84 — Sul passaggio del Codirosso nel © È veneto, 88, 124 — Osservazioni sopra l’albinismo 89, 125, 138 — Columba cenas, 98 — Falco islan- i i dicus, 101 — Haplopyga Gouldiae, Anser dispar, Gras virgo, 107 — Ibridi di Anas boscas, 110— ° ADR K Columba livia, 115, 13] — Ciconie e codirosso, 1:4 — Utamania torda, 125 — Uceelli albini, 85 i = Allevamento di uccelli, 126 — I piccioni dei monumenti pubblici di Firenze, 132 — La cicogna n À nel veneto 136 — Gli Struzzi in Algeria, 138 — Pastor roseus, Muscicapa atricapilla, Sy.via subalpina, Oriolus galbula, Loxia curvirostra, 138 — Uccello nuovo per la fauna italica, 108, 140 — Note orni- tologiche, 154, 166, 167 — Galletto mostrucso 154 — Lestris, Policeps, Cinelus, Corvus, Corpodacus. 154 -— Catalogo di uccelli italiani, 156 — Colamba turtur, 162 — A!llevamesto dei pappagalli, 165. Vermi: Filaria inermis pagina 126 — Taenia soliu», 129 — Trichina spiralis, 161 Viaggi, spedizioni, cspiorazioni, missiemi: Da Genova a Haiderabad del Dekan, pa- gina 4, 17, 36, 49, 69, 81, 100, 150 — Resti dell» spedizioni Porro e Bianchi, 15 — Il conte Sali r.- beni, 15 — Il tenente Bove, 15 — Massacro di cristiani fatto da Re Mwanza, 15 - I somali, 20 — a India, 49 - Per l'America del Nord, 62 — Allo Scioa, 62 — Spedizione Stan'ey, 62 — Re Menelie, 62 A — Massacro spedizione Holule, 62 — Esplorazione nello isole Sandomingo, 63 — Bombay, 69, 81 — Spedali e malattie a Bombay, 71 — Stanley in soccorso di Emin e Casati, 78, 127, 142 — Menagerie a Bombay, 81 — Nell’ interno dell’ India 100 — Al Polo nord in Pallone 108 — L'oasi di Giove Ammone, ‘27 — Età della Pietra al Congo, 127 — Sorgenti d’ acqua a Mounkullo, 127 — Savo!roux, 1.7 — Cesare Cecchi ad Ader, 127 — Holub, assalito allo Zambese, 127 — Ewin Pascià e Casati 142? — Puna, Wadi, Nizam, Taudar, Haiderabad; 150. Zoologia generale: Fosforescenza del Mare, pagina 17, 38, 41 — In Valtellina appunti di TAI zoologia, 34 68,.97 — Ai collettori zoologici, 78 — Animali del parco di Beaa jardin, 107 -— Nuovo contributo alla teoria della discendenza, 109 — Aquario rowano 110 — Gromia Brunneri 138.‘ AMNH LIBRARY LULÙ) 100198011 $ = d* 4 è |