1 ■■ K6>ósy/ a-sffi/o &-/0 Anno XVIII. Gennaio-Febbraio-Marzo 1921 N. 1 MINISTERO DELLE FINANZE Direzione Generale dei Monopoli Industriali Bollettino Tecnico PUBBLICATO PER CURA DEL R. ISTITUTO SCIENTIFICO SPERIMENTALE DEL TABACCO ROMA - SCAFATI (Salerno) © SCAFATI STABILIMENTO TIPOGRAFICO RINASCIMENTO 1921 SOMMARIO G Lo Priore. Il verderame dei tabacchi occidentali La coltivazione nel tabacco in Italia nell 'esercizio iqiy-igiS: Estensione della coltivazione . Spese per la coltivazione .... Acquisto di tabacchi indigeni . Concessioni di manifesto ... Coltivazione in cooperazione con lo Stato Concessioni speciali .... Campi dimostrativi .... Coltivazioni per l'esportazione . . . Istituto Sperimentale di Scafati Notizie Scientifiche e pratiche (Rivista della Stampa) Studi sugli ibridi di tabacco Little Dutch X Cuban in rapporto al carattere tendenza alla formazione dei succhioni, James Johnson .... Studi sperimentali intorno all'incompatibilità all' autoimpollina- zione nelle piante ermafrodite, Stout A. B. . Fecondazipne selettiva nei miscugli di polline, Jones D. F. Apomissia ed ibridazioni difficili in Nicotiana, R. Savelli Per prevenire le ruggini del tabacco Concentrazione dell' estratto di tabacco per mezzo del freddo, Ferretti U. ....*...-. Il raccolto di Smirne . . . . . Il raccolto 1020 del tabacco Samsun Il tabacco del Sud Africa L'avvenire del tabacco in Palestina La coltivazione del tabacco nella provincia di Quebec . Il raccolto del tabacco nella Repubblica Domenicana . Pubblicazioni ricevute Riassunto dei bollettini meteorologici dei mesi di gennaio, feb- braio e marzo 1921. . . . . . . . Pag- «3 16 «7 18 23 24 26 26 26 29 32 35 35 40 41 42 42 43 44 44 45 46 48 Anno XVIII. Gennaio-Febbraio-Marzo 1921 N. 1 MINISTERO DELLE FINANZE Direzione Generale dei Monopoli Industriali Bollettino Tecnico PUBBLICATO PER CURA B. ISTITUTO SCIENTIFICO SPERIMENTALE DEL TABACCO ROMA - SCAFATI (Salerno) SCAFATI STABILIMENTO TIPOGRAFICO RINASCIMENTO 1921 IL VERDERAME DEI TABACCHI OCCIDENTALI " O. Lo Priore BOTANICA!, ~""~ osa Quest'affezione , nota già da tempo nei tabacchi orientali, conosciuta anzi in Macedonia sotto il nome di Bassarà, equi- valente a quello di Verderame, era stata oggetto di mie osser- vazioni e quindi di una nota preliminare , comparsa in questo Bollettino Tecnico per la Coltivazione dei Tabacchi ( voi. XV., 19 16, pag. 79-85). Successivamente , in una breve permanenza fatta nel feb- braio 1917, presso l'Istituto Sperimentale di Scafati, ebbi occa- sione di studiare la medesima affezione in altre varietà di tabac- chi, sia indigeni che esteri, di proposito raccolti nei Magazzini della R. Manifattura di Roma e gentilmente messi a mia dispo- sizione dal ch.mo collega Dott. Achille Splendore. A Scafati ebbi pure occasione di raccogliere altro materiale, sia dalle collezioni viventi nelle serre dell'Istituto, sia da quelle secche, in gran parte esaminate nel momento stesso in cui sta- vano per passare alla lavorazione. Furono così una decina circa di varietà, evidentemente af- fette dagli stessi processi degenerativi, che vennero in esame e che tratterò brevemente qui appresso, soffermandomi sulle prin- cipali. Da questo esame risulta che, oltre alle varietà orientali, an- £3 che le occidentali, le americane, possono venire affette dal Ver- ~ derame, fra cui il caso più tipico è offerto dal Virginia Bright, 0 che qui m'intratterrà più specialmente. R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO La caratteristica più importante del Verderame è quella di presentare macchie verdi di varia intensità sul campo giallo-do- rato della lamina, in conseguenza del disseccamento delle foglie e delle filze. Non mancano però forme di transizione ad altre affezioni più o meno affini, che appresso verranno esaminate. Occorre appena rilevare che le foglie affette dal Verderame perdono ogni valore industriale, poiché mentre il tessuto nor- male assume col tempo e col disseccamento il tono giallo-dorato caratteristico, le macchie di Verderame persistono invece nella tinta verde e finiscono con l'impartire agli elaborati un cattivo gusto. La persistenza del verde nelle aree verderamate si associa spesso alla bollosità di esse, come in genere suole avvenire nei tabacchi a largo fogliame. Foglie così deturpate fanno ricordare il cosiddetto Mal della bolla, ritenuto dal Dott. Achille Splendore come una forma più ampia e meno caratteristica del Verderame. L'esame delle macchie, da me iniziato* sulla varietà " Er- zegovina,, , esteso poi su altre varietà orientali ed occidentali, ha mostrato che mentre nessuna varietà levantina sfugge al male, ne sono invece indenni alcune varietà americane — meno, ben s'intende, il Virginia Brighi dianzi cennato. Quanto alla possibilità di riferire l'inverdimento delle mac- chie a determinate cause parassitarie, accennai già il fatto che l'inverdimento di zone limitate di tessuto — mentre il paren- chima fondamentale assume tinta diversa in conseguenza di processi normali di maturazione — può essere provocato da pa- rassiti vegetali od animali od anche da azioni traumatiche, ma che per il Verderame non può venire affatto ed utilmente in- vocato. Se poi si pensa che il Verderame ha tratti comuni ed altri di transizione con la cosiddetta " Marmorizzazione ,, ed il co- siddetto " Mosaico ,, , s' intende che le difficoltà di poter bene identificare il primo rispetto a queste altre affezioni siano mag- giori. Premesso questo cenno, farò qui seguire una breve descri- zione dei caratteri più salienti con cui le macchie di Verde- rame sogliono presentarsi nelle diverse varietà levantine ed a- mericane esaminate. BOLLETTINO TECNICO TABACCHI ORIENTALI I. Indigeno di Lecce (XantUYaka, cult, di Lecce) Le foglie presentano macchioline verdi-bluastre irregolar- mente stellate, ben distinguibili per trasparenza — guardando la lamina contro luce — dal fondo giallo-oro della foglia. Si hanno così due gradazioni di tinte, di cui non è sempre possibile di- stinguere la fondamentale dall'accessoria. La foglia può essere presa in tutta la sua estensione, sia con macchioline diffuse, sia con macchie a contorni delimitati. Le foglie raccolte verdi, restano tali in tutta la estensione e quindi si distinguono bene da quelle verderamate tipiche. La diffusione di queste può essere tale da far assumere un aspetto verde uniforme alla lamina. Soltanto l'osservazione più minuta permette rilevare l'inversione delle due tinte: la verde, fondamentale, e la gialla, che ne interrompe l'uniformità — o vi- ceversa. IL Basmà di Lecce Tabacco a foglie sessili, condizionato in ballette con lamine spianate. La varietà è 1' Yakà con diverse forme (Xanti, Drama, Xeres). E caratteristico l'aspetto sarcineforme delle macchie estese a tutto il lembo e che stabilisce quasi una transizione al Mo- saico. 111. Basci-Bagli di Macedonia Presenta macchie isolate (2-3) verso l'apice. Oltre a queste e di un bel verde-bluastro, si presentano macchioline puntifor- mi, allineate spesso in righe e tali da ricordare aspetti più o meno sarcineformi. In conseguenza della fermentazione iniziale, le macchioline assumono la tinta nerognola, più o meno marcata sulla tinta giallo-oro del tessuto fondamentale, per cui l'aspetto sarcinefor- me diventa più caratteristico. R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO IV. Samsun di Grecia Affine al Porsucian, coltivato sul Mar Nero, originario di Trebisonda. Presenta poche macchie d'un bel verde a contorni definiti nel terzo superiore della foglia. Il Verderame sembra raro in questa varietà. V. Argos di Grecia 11 Verderame non appariva abbastanza tipico, stante la cat- tiva conservazione delle foglie pervenute all'osservazione. In alcune foglie le macchie sono quasi polverulente, a punti minuti e gregari. In altre le macchie sono più grandi ed irre- golari. In altre infine i soli nervi rimangono colorati di un bel verde. VI. Basci-Bagli di Bulgaria E il Porsucian legato in fascicoli alla base. Le macchie caratteristiche sono più numerose lungo i nervi secondari, confluenti fra nervo e nervo verso l'orlo. Apparentemente estese, risultano invece, ad un esame più accurato, dalla confluenza di macchie più o meno gregarie e po- ligonali. Vi sono anche macchie verdi piccole e gregarie, special- mente numerose lungo i nervi di 30 e 40 ordine e più verso l'orlo che verso la zona longitudinale mediana. Simile aspetto dà luogo al passaggio dal Verderame alla co- siddetta Marmo rinatone. In foglie vecchie e più secche tale passaggio è più evidente, specialmente a causa delle zone più gialle e rugginose, rilevan- tisi sul fondo giallo dorato del tessuto. Le aree rugginose hanno una distribuzione più regolare, starei quasi per dire, più normale fra i nervi. VII. Basmà di Macedonia Macchioline per lo più quadratiche, confluenti fra di loro ed occupanti la parte mediana delle due metà longitudinali della foglia, sì che il giallo-oro persiste lungo la costola, gli orli e 1' apice della foglia. Le macchioline possono anche essere più minute e confluenti e diffuse nell'intera zona del lembo. In alcune foglie il verde è limitato quasi esclusivamente ai nervi, lungo i quali si associano altre macchie di un verde più intenso. BOLLETTINO TECNICO TABACCHI OCCIDENTALI Vili. Virginia Brighi Orig. Virginia, Carolina. Le macchie si riscontrano qui o lungo i nervi, dai quali nelle fasi avanzate del processo si distaccano, facendo rilevare il percorso interno dei nervi o in forma di zone di un bel verde-bleu, più numerose nella metà apicale della foglia e simili a quelle del Basci-Bagli di Macedonia. Havvi zone con macchie piccole, frequenti e ben delimitate, simili ajl'lndigeno o Xanti Yaka di Lecce. Questi caratteri così diversi ed il fatto di presentare mac- chie marmorizzate costituiscono transizioni, da una parte, alla Marmorizzazione, dall'altra, al Mosaico. La prima è affezione diffusa. Il Mosaico è invece più particolare e caratteristico. Alcuni dei caratteri sopraccennati essendo comuni a quelli delle varietà orientali fanno ritenere 1' affezione come non spe- cifica di queste, ma comune anche alle varietà occidentali. * * * Dall'esame comparativo delle diverse specie e varietà — più che dalla breve descrizione dei caratteri specifici, che il Verde- rame presenta in foglie morfologicamente diverse per dimensioni e spessore, nonché per condizioni di ambiente e di origine, ine- renti all'epoca della raccolta ed alla speciale preparazione delle foglie per la spedizione dal Nuovo Mondo — s' intende che il Virginia Brighi, pur presentando caratteri più prossimi alla Mar- morizzazione ed al Mosaico, tuttavìa, per i caratteri generali del Verderame, non differisce dai tabacchi orientali. Lo stato particolare, in cui alcuni tabacchi occidentali per- vengono in Europa in istato talora di fermentazione avanzata, fa pensare alle vicende del The, che arriva da noi per la via lunga di S. Francisco, facendo quasi tutto il giro del mondo. Il che trova sua ragione nel fatto che esso , passando per lo stretto di Malacca, suda, come suol dirsi, in conseguenza della temperatura caldo-umida, avviandosi verso una particolare fermentazione che ne deteriora le qualità. R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO Anche il cosidetto The in mattonelle (costretto in forme si- mulanti mattoni), che ricorda alcune forme particolari d'imballo dei tabacchi, per giungere dai luoghi di produzione della Cina fino alla Siberia ed alla Russia, che, con la Mongolia, ne sono le principali consumatrici, compie l'intero percorso di 6 mila chi- lometri circa per la via di terra, mediante carovane, in non meno di sei mesi, mentre per mare ne impiegherebbe appe- na due. Accenno qui a tale relazione nei modi d'imballo e di spe- dizione , per la somiglianza che ne risulta anche in vista delle fermentazioni particolari, a cui le foglie nei due continenti vanno incontro. Lo studio della fermentazione di foglie verderamate potrà forse avere in avvenire qualche importanza per la biologia dello stesso Verderame. L'accenno fatto qui alle fermentazioni fa pensare ai virus, invocati dai Baur per spiegare la cosiddetta « clorosi infettiva » , capace di diffondersi nelle foglie delle piante, che ne vanno af- fette, anche se esposte alla luce. Ora la teoria virosa, da me accennata nella nota preceden- te, è scossa dalle numerose esperienze del Timpe, il quale non riuscì ad accertare un solo caso di passaggio dell'albinismo dalla marza al soggetto nelle piante più tipicamente colpite da questa affezione. Senza ricorrere a Virus misteriosi, dato che le correlazioni di innesto presuppongono una trasmissione di sostanza (fors'anche pa- togena) dal soggetto al nesto e viceversa, non pochi innesti spiegano l'apparente trasmissibilità di alcune affezioni dall'uno all'altro bionte congiunti da innesto, offrendo la prova sperimentale del passaggio di alcune malattie. L'assenza di parassiti vegetali ed animali fa invece pensare a cause d' indole fisiologica, che vennero da me esaminate nella nota precedente e su cui sorvolerò nella presente. Certo i fenomeni d'inverdimento, prodotti da alcuni fun- gini su foglie, su frutti ed anche semi , somigliano in alcuni tratti a quelli del Verderame, in quanto alla periferia delle macchie si presentano cellule esaurite dell'amido ed occupate dal micelio jàlino del fungo, mentre, concentricamente, riscon- trasi un'aureola verde costituita da grossi granuli clorofillici. BOLLETTINO TECNICO Non diversamente si comportano le macchie verderamate. L'esame microscopico mostra infatti un accumulo di amido nelle parti del mesofillo corrispondenti alle macchie ed un'iper- trofia degli elementi del palizzata. Il che rivela l'evidente squi- librio tra la funzione assimilatrice e quella di trasporto nelle regioni verderamate, in conseguenza del trasporto irregolare dei materiali assorbiti dalle radici. Su tale squilibrio tra la funzione assimilatrice e quella di trasporto mi permetto d'insistere per chiarire alcuni concetti empirici, che dominano fra i coltivatori del Leccese. Si ritiene là infatti che il Verderame sia, in alcuni terreni, più frequente nei primi anni di coltivazione del tabacco e che poi si attenui col ripetersi della coltura. Ora non potendo ammettere da parte della pianta la capa- cità di acquistare gradatamente un certo grado di immunità contro il Verderame, il cui agente specifico rimane ancora ignoto, si può invece più ragionevolmente ammettere che l'attenuazione del male sia effetto dei lavori ripetuti e diligenti, i quali ten- dono ad attenuare lo squilibrio fra assorbimento e trasporto di materiali, mettendo le radici in grado di meglio funzionare. L' azione miglioratrice dei lavori del terreno sull' apparec- chio assorbente radicale è provata per alcune affezioni in modo evidente. L'esame spettroscopico — compiuto col recente apparecchio adaman hilger Ld di Londra , gentilmente messo a mia di- sposizione dal Sen. Paterno, Direttore dell'Istituto Chimico del- l'Università di Roma — sia su foglie rammollite e chiarificate con mezzi diversi, sia su estratti alcoolici delle parti fogliari più tipicamente verderamate, ha confermato le osservazioni pre- cedenti. Lo spettro era sempre quello tipico della clorofilla con le caratteristiche bande di assorbimento: soltanto che queste erano di ampiezza diversa in relazione al diverso grado d' intensità degli estratti clorofillici. Sebbene questi siano stati fatti su quan- tità approssimativamente uguali di foglia, ridotta allo stesso grado di attenuazione polverulenta, tenuta a digerire per un periodo costante nella medesima quantità di solvente (alcool eti- lico od amilico), pure differenze sensibili si avevano nei corri- spondenti spettri. Per brevità basti dire che tutte le soluzioni presentavano 10 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO una banda di assorbimento più o meno ampia nella zona del raggio rosso e che, meglio di tutte le altre, quella del Virginia Brighi ne presentava una seconda meno ampia ma ben delimi- tata fra il rosso ed il giallo. Alla differenza, già rilevata, nei caratteri diagnostici corrisponde anche questa che avvicina mag- giormente l'estratto alcolico delle foglie verderamate del Virgi- nia Brighi a quello di foglie normali. Questo particolare comportamento delle specie occidentali, rispetto alle orientali, merita di venir rilevato in quanto ,può far rifluire i suoi effetti nella pratica. Le orientali, infatti, pur rimanendo sempre di cattivo aspetto e di pessimo gusto, per- mettono forse una parziale lavorazione ed utilizzazione della foglia, mentre le americane ed in genere le occidentali, in con- seguenza della più rapida fermentazione, cui vanno incontro per i sistemi speciali d'imballo e per la durata più lunga del viag- gio dal nuovo continente all'antico, subiscono un deterioramento più immediato e certamente più dannoso. Nondimeno per conservare nelle nostre regioni temperate i pregi di alcune varietà esotiche , specialmente tropicali, diffì- cili ad ottenere da noi, si può opportunamente seguire la cura forcala, che, introdotta dal Dr. Angeloni — qual frutto d' inda- gini scientifiche applicate alla pratica — mira appunto a correg- gere i difetti della vegetazione e ad integrare le defìcenze in- dustriali dell'ambiente, assicurando ai prodotti quei vantaggi che naturalmente non si possono conseguire nel nostro clima. L'accennata affinità fra il Verderame ed alcune ampelopa- tie, dovute appunto a squilibrio fra l'assorbimento ed il trasporto dei materiali, suggerisce di tentare lo studio dell' affezione che ci occupa con i metodi stessi impiegati per le malattie del- la vite. Fra queste l'arricciamento delle foglie (roncel o court noué) dei Francesi) è stato identificato , rispetto alle cause , da una serie di innesti opportunamente tentati dal Dr. Pantanelli. Il quale vi ha scorto , nelle alterne vicende della comparsa e scomparsa della malattia, correlazioni definite fra le attività fi- siologiche e le sofferenze dei vari membri della vite. Tali sofferenze consisterebbero appunto in uno squilibrio tra la funzione di assorbimento e quella di trasporto, fra organi sotterranei ed organi aerei, squilibrio che conduce alla deforma- BOLLETTINO TECNICO 11 zione delle foglie, come, nel caso delle foglie dei tabacchi, con- duce ora al Verderame, ora alla ÌVlarmorizzazione ed ora al Mosaico. La pratica dell'innesto, come mezzo per tentare la creazione di specie o varietà nuove di tabacco, è stata da tempo tentata nello Istituto Sperimentale di Scafati. Il riprenderla con altri intendimenti e metodi potrebbe forse guidare alla scoperta di nuovi criteri per lo studio del Verderame e dei mezzi atti a prevenirlo. Innesto ed ibridazione sono ormai i mezzi più acconci per lo studio di alcune affezioni e per trovare le forme ad esse più resistenti. Stabilito che anche le forme americane possono andare in- contro al Verderame, sarà compito di future indagini stabilire in che questo si differenzia da quello già noto per le varietà orientali e con quali mezzi si potrà più efficacemente prevenirlo. Modena, R. Statone Sper. Agraria, autunno ig20. 12 R. JSTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO MEMORIE CITATE Anqeloni L. Sulla costituzione e fissazione delle razze di tabacchi in Italia mediante acclimazione, selezione, rinsanguamento. — Boll. Colt. Tabacchi, Yol. I, pag. 5-8. Scafati, 1902. — Cura forzata dei tabacchi. — Ibidem, Voi. II, pag. 7-19, Scafati, 1903. Buccolini T. La coltivazione dei tabacchi in Terra d' Otranto — Rivista Tecn. e di Amm.ne per i servizi delle Privative, Voi. II, fase. 6°, Roma, 1898. Cavara Fr. Intorno agli effetti dell'azione irritante delle cocciniglie sui tessuti assimilatori - Boll. Orto Bot. R. Università, Na- poli, 1908. Joergensen I. e Stiles W. Carbon assimilation — A reviev of recent work on the pigments of the green leaf and the proces- ses connected with them - New phytologist, p. 189, Lon- don, 1917. Lopriore G. Ueber Chlorophyllbildung bei partiàrem Lichtabschluss Ber. d. Deutsch. Bot. Ges. Bd. XXII. Berlin, 1904. — — Il verderame dei tabacchi orientali (Nota preliminare) — Boll. Tecnico Coltivazione Tabacchi, voi. XV, pag. 79-85, Scafati, 1916. — — Sulla germinazione di semi verdi — Staz. Agr. Ital. Voi. LUI, pag. 414-418, Modena 1920. — — Genetica Sperimentale — Unione Tip. Editr. Torino, 1920. Montemartini L. Note di fisiopatologia vegetale — Atti R. Istituto Bo- tanico. Pavia, 1904. Pantanelli E. Esperienze d'innesto con viti arricciate - Staz. Sperimen- tali Agr. Ital. Voi. L. pag. 167, Modena, 1917. Splendore A. Bassarà o Verderame dei tabacchi orientali — Boll, tecnico del R. Istituto per la coltivazione dei tabacchi, Scafati, 1911. LA COLTIVAZIONE DEL TABACCO IN ITALIA NELL'ESERCIZIO 1917-1918 (1) Estensione della coltivazione. — La coltivazione del tabacco ha subito nella campagna 19 17, ad eccezione degli esperimenti in cooperazione con lo Stato, una nuova contrazione in confronto alla superficie coltivata nel 1916. Ne è risultata infatti una di- minuzione complessiva di ettari 1748.48 che ha cause molteplici tutte connesse al profondo perturbamento che dallo stato di guerra è derivato alle varie branche della coltura della terra nel loro assetto economico. L'Amministrazione, però, decisa ad arginare tale discesa, e a ricondurre questo ramo della industria agraria sulla via del progressivo sviluppo in cui si trovava avanti la conflagrazione europea non indugiò ad attuare provvedimenti salutari e primo dei quali, quello che arrecò ai coltivatori, aumenti notevolissimi alle misure unitarie dei soprapprezzi che eransi istituiti per le consegne del tabacco nella campagna precedente. Inoltre a incorag- giare sempre più V esercizio e lo sviluppo della coltivazione suddetta, altre provvidenze vennero sancite col Decreto-legge i° ottobre 191 8, n. 1660, mercè il quale si stabilirono: a) premi alla terra coltivata a tabacco; b) concorso dello Stato nella spesa di costruzione o adat- tamento di locali sia per la cura dei tabacchi raccolti e sia per il successivo allestimento e il deposito dei tabacchi medesimi; (1) Notizie estratte dalla Relazione e Bilancio Industriale dei tabacchi per l'esercizio dal i° luglio 191731 30 giugno (918. (Minisr. Finanze, Direz. Gener. Monop. Industriali. — Roma, Tip. Coop. Sociale, 1920. 14 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO c) premi di organizzazione di private aziende per il ser- vizio della tabacchicoltura; d) premi di diligenza al lavoro a favore dei coltivatori, e di propaganda nell'interesse della coltivazione del tabacco; e) borse di studio per la preparazione, in campagna, di maestranze specializzate nella tabacchicoltura. I dati della superficie coltivata a tabacco nella campagna 191 8, comparativamente a quelli di dieci anni fa e della cam- pagna precedente, sono riportati nella seguente tabella : FORMA DI CONCESSIONE SUPERFICIE COLTIVATA nelle seguenti campagne agrarie 1907 1916 1917 Differenze nella campagna 1917 sulle campag. seguenti 1907 1916 Coltivazione perle manifatture Concessioni di manifesto. . Esperimenti in cooperazione con lo Stato Concessioni speciali. . . . Esperimenti diversi di colti- vazione Totali per le manifatture Coltivazione per la esporta- zione Totali generali . Ettari a. Ettari a. Ettari a. 5,440 64 2,997.48 2,349.92 99 03 3370 51.68 589.43 2,189.12 2,161.28 > 15.76 14,32 6,129.10 5,236.06 4,577.20 205.10 29.91 8.52 6,334.20 5,265.97 4,585.72 1 Ettari a — 3,090.72 - 47.35 -+- 1,571.85 ■+- 14.32 1,551.90 196.58 Ettari a. - 647.56 -f- 17.98 - 27.84 - 1.44 - 658.86 - 21.39 680.25 Spese per la coltivazione. — Nell'esercizio 19 17-91 8, che comprende i risultati della campagna 1917, la spesa totale so- stenuta per i servizi delle coltivazioni ascese a lire 3, 045, 925. & con un aumento di lire 431,566.73 su quella della campagna 1916, come è dimostrato, più particolarmente dal seguente confronto: BOLLETTINO TECNICO 15 CAMPAGNA 1916 CAMPAGNA 1917 DIFFERENZE nella camp. 1917 Assegni fissi al personale di ruolo. . . Indennità di trasferimento, di giro e di missione, compensi e sussidi . . . Retribuzione ai verificatori subalterni e Personale ausiliario e mercedi agli operai Consumo di articoli e di materiali diver- Adattamento, manutenzione e migliora- Affitto di locali (demaniali e di proprie ià Lire e. 1,066,065.38 324,342.03 220,574.— 580,178.04 283,314,20 57,309,34 82,575.70 Lire e. 1,341,281.53 413,008,22 240,130.52 622,276.68 260,328.32 89,175.30 79,724.85 Lire e. + 275,216.15 -+- 88,666.19 -4- 19,556.52 -+- 42,098.64 - 22,985.88 -+- 31,865.96 - 2,850.85 Totali. . 2,614,358.69 3,045,925.42 -i- 431,566.73 Nella quasi totalità la maggiore spesa si deve alle accre- sciute indennità " caro viveri ,, agli impiegati e al personale operaio di cui al decreto Luogotenenziale 29 luglio 1917, n. 11 97, e ai miglioramenti di retribuzione ordinaria concessi agli impiegati e agli operai in applicazione, dal i° febbraio 1918, degli altri due Decreti luogotenenziali del io di detto mese n. 107 e del 7 aprile successivo n. 444, il primo dei quali ha pure deter- minato un elevamento delle indennità di giro e di missione. La spesa totale di lire 3,045,925.42 è attribuita ai servizi che la determinarono nel modo seguente : Lire 2,049,73139 per la vigilanza fiscale e tecnica di tutta la coltivazione; » 882,872.20 per il ricevimento, la cura e condiziona- tura dei tabacchi consegnati allo stato sciolto dai coltivatori autorizzati con le concessioni di manifesto; 16 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO Lire 109,067.28 per il campionamento e ricevimento dei tabacchi condizionati in colli, coltivati dalle Fattorie autonome; » 4,254.55, per la condizionatura dei tabacchi per sughi. L'insieme della suaccennata spesa di vigilanza della colti- vazione venne attribuita come appresso alle diverse forme di concessione, le più in uso delle quali hanno subito un aumento di costo così in via assoluta che nel ragguaglio ad ettaro colti- vato a tabacco : FORMA DI CONCESSIONE CAMPAGNA 19J6 Spesa complessiva Spesa per ettaro CAMPAGNA 1917 Spesa complessi^ a Spesa per DIFFERENZE nella campagna 1917 Spesa complessiva Spesa per ettaro Coltivazione per le manifatture Concessioni di manifesto Esperimenti in cooperazio- ne con lo Sta- to Conce-sioni speciali . . Esperimenti diversi di col- tivazione . Totali per le manifatture. Coltivazione per la espor- tazione . . Totali gener. Lire e. 883,408.42 49,860.78 585,5(18.08 0,506.46 1,525,343.74 33,227.88 1,558,571 L. e. Lire e. 21)4,70 (u)l, 131,952,38 1479.54 87,563.03 267.42 794,110 77 41662 3 121.07 291.32 2,016,747.25 1110.93 32,984.14 295.97 2,049,731.39 L. e. 481,69 1694,33 367.42 217.95 440.6 1 3871.31 446.98 c- L. e. 248,543.96 -f- 186.99 37,702.25 -f- 214.79 208,602.69 -+- 99.96 3,445.39 - 198.67 491,403.51 -t- 149.29 243 74 +2760.38 191,159.77 151.01 (a) Questa spesa si riferisce per L. 1,068,127.58 alle coltivazioni dei tabacchi che sono stati conse- gnati in stato sciolto, e per L. 63,824.80 a quelle per la consogna dei prodotti condizionati in colli. BOLLETTINO TECNICO 17 Acquisto di tabacchi indigeni. — Per V approvvigionamento delle manifatture furono acquistati chilg. 4,825,669 di tabacchi indigeni per lire 10,056,701.77, con una diminuzione di chilo- grammi 2,122,732 e una maggiore spesa di lire 656,592.20. La suindicata minor produzione non è che il riflesso delle innumeri difficoltà — non ultima quella della grave penuria di mano d'opera — subite dalla tabacchicoltura a causa dello stato di guerra. II più speso deriva in parte dall'avvenuto acquisto — in proporzioni superiori dell' esercizio precedente — di tabacchi levantini che si pagano il doppio degli altri, ed è pure da ascri- versi alle notevoli migliorie introdotte nelle tangenti del sopra- prezzo ai produttori, essendosi riconosciuto equo ed opportuno di indennizzarli in misura più corrispondente al forte rincaro verificatosi nel costo di questa speciale coltura. Le consegne eseguite dai coltivatori appartengono alla pro- duzione effettuata sotto le diverse forme di concessione, nelle quantità qui di seguito indicate : Concessioni di Manifesto per prodotti allo stato sciolto del raccolto 1917 .... Kg. 2,439,878 per L. 2,987,562.52 Concessioni di Manife- sto per prodotti condizio- nati in colli del raccol- to 1916 » 238,161 » » 712,226.76 Concessioni in cooperazìone con lo Stato .... » 50,125 » » 98,732.15 Concessioni speciali (Fattorie autonome) . . » 2,033,320 » » 6,169,886.96 Esperimenti diversi di coltivazione » 41,120 » » 51,948.01 Tabacchi coltivati per l'esportazione » 23,065 » » 36,345.17 Kg 4,825,669 L. 10,056,701.77 18 R ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO Concessioni di Manifesto. — Per la campagna 1917 i mani- festi di concessione, nei vecchi centri di coltura, stabilivano il contingente da coltivare in piante 132,620,000, giusta la seguente suddivisione, con un aumento di piante 1,235,000 su quello della precedente. CONCESSIONE PATTA SUI MANIFESTI di coltivazione CAMPAGNA 1916 CAMPAGNA 1917 DlFFtRENZE sella campagna 1917 , per prodotti da fiuto Piante Varietà indigene \ 1 d'impiego misto . . Id. 1,830,000 36,010,000 1,785,000 36,160,000 + 45,000 150,000 Totali delle varietà indigene riante 37,810,000 37,945,000 105,000 Varietà di seme esotico per pro- dotti da fumo a cura ordinaria tipo scuro .... Piante a cura giallo tipo 0- rientale . . . . id. a cura gialla uso brigt id. a cura ordinaria per trinciati comuni id. 51,975,000 32,000,000 4,20; 1,000 5,370,000 51,975,000 31,400,000 8,200,000 3,100,000 600,000 4,000,000 2,270,000 Totali delle varietà di seme esotico Piante 93,545,000 94,675,000 -f- 1,130,000 Con tingente totale . . Piante 131,385,000 132,620,000 H- 1,235,000 La coltivazione effettiva, riconosciuta in base ai risultati di prima verifica, fu di piante 48,635,61 1 ridottasi poi al campo — in seconda verifica — a piante 45,601,329; sicché rispetto alla cam- pagna precedente si ebbe una minore coltivazione di piante 16,557,750 nella prima fase e di piante 19,508,848 nella se- conda. BOLLETTINO TECNICO 19 Una sintesi comparativa di queste coltivazioni è contenuta nella seguente tabella: COLTIVAZIONE CAMPAGNA CAMPAGNA DIFFERENZE per concessioni di manifesto 1916 1917 nella campagna 1917 Concessioni di manifesto Piante 131.385,000 132,620,000 4- 1 ,235,000 Coltivazione richiesta Id. 120,994,490 92,492,020 - 2S,502,470 Coltivazione concessa dalle » commissioni provinciali. Id. 89,446,920 73,990,320 — 15,456,600 Estensione della coltivazio- ne effettiva . . . Ettari 2,997 2,350 647 Piante poste a campo (1. ve- rifica ) Numero 65,193,361 48,635,611 16,557,750 Piante deperite ... Id. 83,184 3,034,282 -t- 2,951,098 Piante rimaste a campo (2. verifica). ... Id. 65,110,177 45,601,329 — 19,508,848 Foglie addebitato . . Id. 726,521,662 485,075,385 - 241,446,277 L'andamento della stagione nella campagna 191 7 fu in ge- nerale sfavorevole alle coltivazioni del tabacco sia per i danni non lievi cagionati dagli insetti, specialmente nel Veneto e nella Romagna, come anche a causa della siccità che quasi dapper- tutto ostacolò il normale accrescimento delle piante nel primo periodo vegetativo. Le pioggie che caddero nei mesi di agosto e settembre avrebbero arrecato un rilevante beneficio ove non fossero state accompagnate dalla grandine che nell'alta e nella media Italia danneggiò molte coltivazioni. Per quanto il prodotto si riscontrasse in generale di discreta qualità, però, come quantità, si ebbe un minor raccolto di chi- logrammi 344 in media ad ettaro, e in complesso di chilogram- mi 1,707,335 sulla campagna' precedente, diminuzione la quale va attribuita oltreché alle suaccennate cause, alla deficienza di R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TARACCO mano d'opera, che in molte coltivazioni determinò perfino l'ab- bandono dei normali lavori colturali. Di queste coltivazioni, il prodotto di piante 583,718 di varietà Kentucky e similari e di piante 15,238,513 di varietà levantine rimase nei magazzini di privati industriali ove, per concessione speciale dell' Amministrazione e sotto la vigilanza dei suoi agenti, dovrà essere allestito a cura e spese dei mede- simi industriali e da essi riconsegnato, durante il venturo eser- cizio, in completa condizione di impiego nelle nostre lavora- zioni. Per cui i chilog. 2,439,878 di tabacchi, che i coltivatori hanno consegnato all'Amministrazione in questo esercizio sono il prodotto delle rimanenti 29,779,098 piante, e furono pagati in media lire 120.63 al quintale al netto della tassa di vigilanza e delle multe convenzionali come si scorge dal prospetto che segue : BOLLETTINO TECNICO 21 Quantità di tabac- CAMPAGNA 1916 CAMPAGNA 1917 DIFFERENZE nella campagna 1917 co netta da tare pagata ai colti- vatori .... chilg. 4,147,213 chilg. 2,439,878 - chilog. 1,707,335 Somma effettiva per quint. Somma effettiva per quint. Somma effettiva per quint. Somme liquidate in base ai prezzi di manifesto. . Premi e compensi Sopraprezzo. . . Lire e. 3,3(30,999.20 8,141,88 269,344,23 L. e. 81,19 0,1*0 6,49 87,88 Lire e. 2,039,006.11 4,198.81 944,357.60 L e. 83 57 0.17 38.71 Lire e. - 1,327,993.09 3,943.07 -+- 675,013.37 L. e. -t- 2.38 — 0.03 -+- 32,22 Totale . . 3,644,485.31 2,987,562.52 122.45 1.24 0.58 1.82 - 656,922 79 -f- 34.57 Ritenute: per tassa di vigi- lanza .... per penalità con- venzionali. . . 34,717.80 45,167.75 0,84 1,09 30,240.12 13,891.79 4,477,68 - 31,275.96 -+- 0.40 — 0.51 Totale ritenute. 79,885,55 1,93 44,131.91 - 35,753.64 - 0.11 Somma netta paga- la ai coltivatori 3,564,599.76 85,95 2,943,430.61 120.63 - 621,169.15 -f- 34.68 A paragone del prodotto della campagna precedente, quello del raccolto 191 7 è costato all'Amministrazione lire 34.68 in più al quintale; aumento che, nella quasi totalità, e propriamente per lire 32.22, è dato dal sopraprezzo corrisposto ai coltivatori in misura maggiore che nella campagna anteriore essendo stato elevato dall'8 per cento sul valore di perizia, a lire 40 al quin- R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO tale per i tabacchi pesanti ed a lire 80 al quintale per quelli di varietà levantine. Ma, per il Monopolio, il costo effettivo del tabacco non è quello indicato nel suddetto prospetto: vi si devono aggiungere altresì le spese, in lire 1,068,127.5» occorse per la direzione e la vigilanza fiscale e tecnica delle coltivazioni di Manifesto e così pure le altre lire 882,872.20 sostenute per il trattamento e go- verno dei tabacchi medesimi, essendo noto che il tabacco di tali colture lo si consegna in stato sciolto nelle agenzie del Mo- nopolio ove se ne completa la cura ed il condizionamento per l'impiego immediato nelle lavorazioni. Comprendendo tali spese, il vero prezzo dei tabacchi, giu- sta il seguente conto, viene a risultare in lire 200.59 a quintale in media, pur trascurando un altro elemento di rincaro qual'è quello che deriva dalla perdita di peso, (cali) in ragione del 6 per cento circa che il detto tabacco subisce nei trattamenti e durante la giacenza nei magazzini delle agenzie riceventi. BOLLETTINO TECNICO CAMPAGNA 1916 CAMPAGNA 1917 Pagate ai coltiva- tori, al netto di ritenute per tassa di vigilanza e per penalità conven- zionali .... Spese accessorie per la vigilanza Spese accessorie pel ricevimento, Ja cura ed alle- stimento dei ta- bacchi e per la loro spedizione. Assieme delle spe- se accessorie. Totali. Somma effettiva per quint. Lire e. L. e. 3,564,599.76 945,6u3.93 85.95 22.80 Somma effettiva per quint. DIFFERENZE nella campagna 1917 Somma effettiva per quint. Lire e. L. e. Lire 2,943,430.61 954,664.54 1 ,900,328.47 5,464,928.23 23.02 e. L. e. 120.63 1,068,127,58 43.77 621,169.15 512,702.58 882,872.^0 45 82 131.77 1 ,950,999 78 4,894,430.39 36.19 79.96 200.59 440,910.24 180,258.91 34.68 36.97 71,792.34 -H- 13.17 50.14 84.82 Coltivazione in cooperazione con lo Stato — Sotto questa forma di concessione la coltivazione del tabacco è esercitata in via transitoria per un breve periodo sperimentale da servire di ne- cessaria preparazione all'altra di concessone speciale (Fattorie autonome). Nella campagna 19 17 si sono avuti 57 esperimenti sopra una estensione di ettari 52 di superficie, con aumento di 12 esperimenti ed ettari 18 rispetto alla campagna 191 6. Eccone i risultati sommari di maggiore interesse statistico: 24 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO CAMPAGNA CAMPAGNA DIFFERENZE nella 1916 1917 campagna 1917 Esperimentatori . . . Numero 45 57 -+- 12 Superficie coltivata. . Ettari 34 52 -f- 18 Piante poste a campo. Numero 485,851 1,224.519 -+- 738,668 Foglie addebitate. . . » 5,688,832 24,864,935 -+- 19,176,103 I prodotti di tali coltivazioni dovranno essere consegnati al Monopolio nel venturo esercizio, dopo che siano stati, a cura dei concessionari, condizionati in colli. Per questo ì tabacchi acquistati dalla Amministrazione durante l'esercizio del quale si tratta, appartengono quasi tutti alla produzione della campa- gna 191 6 tranne due partite residuate della campagna 191 5 e ben poche di quella 1917. L'acquisto fu pagato lire 283."* per i levantini e bright e lire 161.09 per le altre varietà, con una media generale di lire 196.96 in confronto a quella di lire 156*3 risultata nei ricevimenti dell'esercio 1916-917. Concessioni speciali. — (Fattorie autonome). Come è noto, dopo un periodo di prove e semprechè queste abbiano dato una relativa sicurezza da poter ottenere buoni tabacchi da fumo, la coltivazione del tabacco è autorizzata sotto la forma di conces- sione speciale a private aziende industriali, dette " Fattorie au- tonome ,, che estendono la loro funzione oltreché alla coltura del tabacco, anche al suo successivo trattamento e condiziona- mento in colli in modo da consegnarlo all' Amministrazione in istato di definitiva preparazione commerciale. Nella campagna 191 7 esercitarono la coltivazione del tabacco 121 fattorie e cioè 13 in più che nella precedente. Coltivarono ettari 2 161 di superficie con piante 6,487,883 di tabacchi scuri (Kentucky) e piante 226,995,053 di tabacchi gialli (levantini). Diminuì di piante 2,726,910 la coltivazione Kentucky ma crebbe di piante 23,357.408 quella dei tabacchi levantini. BOLLETTINO TECNICO 25 I risultati complessivi di tali coltivazioni, per le due ulti- me campagne, sono contenuti nella seguente tabella: Concessioni speciali Num. Superfìcie coltivata Ettari Tabacchi scuri Num. Piante poste TabaccWialli a campo (Levuntini e [ di tipobright) id. Tabacchi scuri id. J*°$ìet Tabacchi gialli addebitate ) ,, „ITO„t;„; „ 1 (Levantini e di tipo bright) id. CAMPAGNA 1916 CAMPAGNA 1917 DIFFERENZE nella campagna 1917 108 121 + 13 2,189 2,161 — 28 9,214,793 6,487,883 - 2,726,910 203,637,645 226,995,053 -h 23,357,408 74,113,943 58,863,305 — 15,250,038 2,639,347,758 2,345,495,286 - 293,852,472 I tabacchi condizionati in colli, che le fattorie autonome hanno consegnato al Monopolio in questo esercizio, appartengono nella massima parte al raccolto 1916; vi è pure compreso un residuo del raccolto 191 5 e qualche partita del 19 17. I conces- sionari ricavarono in media per i tabacchi scuri lire 176.07 e per i levantini lire 425.45 al quintale; prezzi questi assai supe- riori a quelli ottenuti nel precedente esercizio che erano stati rispettivamente lire 137 e lire 252.88. II notevole aumento di prezzo sta a rappresentare il bene- ficio concesso dall'Amministrazione ai coltivatori, con elevare i soprapprezzi i quali infatti furono corrisposti pei tabacchi scuri in lire 55 a quintale, e per i tabacchi di seme levantino in lire 125 a quintale mentre eransi praticati in ragione del 12 per cento sul valore di perizia per tutti i prodotti della cam- pagna 1915. I concessionari conservano, nei loro magazzini generali, 26 H. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO quasi tutti i prodotti del raccolto 191 7, per sottoporli agli abi- tuali trattamenti e consegnarli al Monopolio debitamente condi- zionati in colli durante il venturo esercizio 191 8-9 19. Campi dimostrativi. — Nella campagna 191 7 funzionarono due campi dimostrativi ambedue coltivati a Kentucky. La coltiva- zione di uno di essi però, di quello di Cesena, venne distrutta per i forti danni cagionati dalla grandine quando le piante ave- vano raggiunto il massimo sviluppo. L'altro, con una superficie coperta a tabacco di are 102, dette una produzione di chilo- grammi 1 267, valutata lire 1 5 1 6.90 e corrispondente a chilogrammi 1242 e lire 1487 per ettaro e a lire 119.72 per quintale di pro- dotto non compreso il soprapprezzo. Coltivazioni per V esportazione. — Queste coltivazioni hanno continuato a decrescere anche nell'ultima campagna agraria 1 917 riducendosi ormai a ben poco. Furono, infatti, coltivati ettari 8.52 con piante 88,251, in confronto ad ettari 29.01 con piante 307,949 della campagna 19 16. Le notizie statistiche relative alla coltura del tabacco per l'esportazione sono riassunte nel prospetto che segue: Varietà Piante concesse Numero COLTIVAZIONE EFFETTIVA (Campagna 1917) 'a 0 «> Esten- sione et- tari"6 Piante di 1" verifica Numero Piante di 2" verifica Numero Foglie addebitate Numero Foglie consegnate Numero Quantità di prodotto immessa nei magazzini generali Chilg. Toscana Kentucky Marche » 349,660 100,000 8.27 0.25 85,39? 2,859 77,434 2,777 744,271 23,103 743,761 23,450 767,211 11,686 246 Tot* le generale 449,660 8.52 88,251 80,211 767,374 11,932 Istituto sperimentale di Scafati. — Oltre di aver compiute le consuete ricerche d'indole scientifica, l'Istituto ha rivolto la sua BOLLETTINO TECNICO 27 maggiore attività al perfezionamento delle razze di tabacco già coltivate, fra le più notevoli per resistenza a talune malattie e alla stanchezza del terreno, nonché per pregio di alto rendimento, precocità e bontà intrinseca dei prodotti. Nel contempo, si dedicò con particolare attenzione e pre- mura allo studio di nuovi sistemi di cura; tra i quali di preva- lente importanza tecnico-economica deve ritenersi quello basato sulla pressatura; sistema che determina attenuazione di forza nel tabacco e lo rende altresì impiegabile per lavorati appena ultimata la cura stessa, senza ulteriori fermentazioni. Annesso al riparto industriale dell'Istituto, venne attivato, e funzionò per 1' intiero esercizio, uno speciale laboratorio nel quale si ebbe agio di eseguire ampli e completi esperimenti di preparazione del tabacco indigeno fino a formarne degli ottimi sigari. Fu appunto in tale laboratorio che, in seguito ad oppor- tuni perfezionamenti di fermentazione, poterono ottenersi risul- tati molto considerevoli sull'impiego dei prodotti nostrani per normali manufatti. I molteplici servizi dell' Istituto richiesero la spesa di lire 246,484.01 con un aumento, sull'esercizio anteriore, di L. 85,003.80 che pur derivando in parte dal funzionamento del surricordato nuovo laboratorio contiene altresì, e in maggior proporzione, gli effetti dei miglioramenti agli impiegati ed operai nella mi- sura comune a tutti i personali addetti alle coltivazioni dei tabacchi. Ecco la suddivisione di detta spesa rispetto a quella del- l'esercizio 191 6-9 17 : 28 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO ESERCIZIO 1916-1917 ESERCIZIO 1917-1918 DIFFERENZE nell'esercizio 1917-1918 Assegni fissi al personale di ruolo . . Indennità di trasferimento , di giro e di missione, compensi e sussidi . . . Retribuzioni ai verificatori subalterni e operai contatori di foglia .... Personale ausiliario e mercedi agli operai Consumo di articoli e di materiali diversi e spese varie Adattamento , manutenzione e migliora- Affitto di locali demaniali (partita di giro) L. e. 41,148,24 715.60 78.608.57 11.610.70 15.000 - 14.397.60 L. e. 53.779.68 5.237.39 » 119.26885 41.000.49 12.800 - 14.397.60 L. e. -+- 12.631.44 -+- 4.521.79 » -i- 40.660.23 ■+- 29.389.79 — 2.200 — » Totali . . 161.480.71 246.4*4.01 -+- 85.003.30 NOTIZIE SCIENTIFICHE E PRATICHE (RIVISTA DELLA STAMPA) Studi sugli ibridi di tabacco Little Dutch X Cuban in rapporto al ca- rattere tendenza alla formazione dei succhioni. — James Johnson in Gene- tics, v. 4, n° 4, pp. 307 - 240 -+- 2 Fig. Tav. I • Vili. Princeton, New Jersey, luglio 1919. Dal Bollettino d'Informazioni Agrarie dell'Istituto Internationale d'Agri- coltura, N. 10, 1920. Si fece uso delle due varietà « Little Dutch » (Olandese piccolo) e « Cuban » per una serie di incroci reciproci. Little Dutch presenta lamine fogliari piuttosto strette e diritte, il numero delle ramificazioni (da quattro a sei) è piccolo, in confronto alla maggior parte delle varietà di tabacco ; il numero dei succhioni è pure assai limitato in media 4,55 ± 0,07 con un peso di 22,2 db 1,08 decigrammi. Cuban pre- senta ramificazioni molto abbondanti , il numero dei succhioni è di 18,32 ± 0,16, con un peso medio di 49,63 ± 1,14 decigrammi. Per quanto riguarda dunque il numero ed il peso dei succhioni si nota tra Little Dutch e Cuban una differenza di 1 3,7 succhioni per un peso di 22,43, in favore di Cuban. Trasmissione del carattere: « numero dei succhioni ». Il numero medio per due parenti presi globalmente nell'anno 1917 risultò paria 11,4. Per gli ibridi di Ft abbiamo 11,28 ±0,22 e 11,6 ±0,24 (nei due incroci reciproci): l'ibrido dunque presenta condizioni intermedie, con esattezza quasi sorprendente. La variabilità però della discendenza in Fi è alquanto superiore a quella dei pa- renti ed aumenta ancora nella F2. Abbiamo le seguenti deviazioni o scarta- menti tipici: Little Dutch 0,75 =fc 0,05; Cuban 1,64 =fc 0,14; Ft 2,26 -f- 0,15; Ft 4,07 =fc 0,14. Nella Fz e successive generazioni si accentuano i fatti di segregazione o disgiunzione dei caratteri. Abbiamo delle famiglie (42 J 11) con una media di 4,11 + 0,09 succhioni da una parte, e, dall'altra, delle famiglie (42 V) ove il numero medio dei succhioni sale a 15,40 ±0,33. Mentre poi alcune famiglie presentano una certa stabilità (come ad esempio 42 J 11 e 42 A 11. con de- viazioni pari a 0,08 ± 0,065 e '>22 — °>°8 rispettivamente) altre sono molto variabili (come ad esempio 42 G 21 e 42 M con deviazioni pari a 4,03 =fc 0,27 e 4,81 ± 0.23 rispettivamente). 30 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO Tabella I. — Correlazione tra il numero dei succhioni e il peso dei succhioni in Little Dutch X Cuban. Numero dei succhioni 3 6 9 12 15 18 21 Totale 50 13 26 16 7 3 — — 65 150 3 18 31 20 16 7 — 95 250 — 15 16 20 15 10 — 76 350 — 10 11 18 16 12 1 68 450 — 6 6 16 10 6 1 45 550 — - 1 4 6 1 12 650 - 1 3 4 2 — 10 750 - — — - 1 — 1 850 — — 1 1 - — — 2 Totale 16 75 83 89 70 39 2 374 1 Trasmissione del carattere « peso dei succhioni ». Basandoci su dati otte- nuti nel 1917 osserviamo che Little Dutch ci dà un peso di 9,4 db 0,62 e Cuban 46,4 rfc 1,41. Per la F{, a parte gli effetti della eterosi , abbiamo dati che corrispondono alla media dei due parenti e cioè 30,5 dt 1,09 e 30,1 ± 1,25 nei due incroci Little Dutch + X Cuban + e Cuban 4. X Little Dutch +. Gli ibridi della F2 presentano ancora condizioni intermedie, mentre nella F3, e successive , i fenomeni di disgiunzione si rendono bene evidenti. Ab- biamo nella Fs la famiglia 42 A 11 con 14,3 ± 0,82 e la famiglia 42 G 21 con 48,8 ±1,61. Quanto alla variabilità essa è alquanto superiore nella Ft a quella media dei due parenti ed aumenta ancora nella F2, pur rimanendo alquanto infe- riore alla aspettativa. Correlazione. Dall'esame dei dati raccolti si delinea già l'esistenza di una correlazione tra il numero ed il peso dei succhioni. Nella tabella I abbiamo la distribuzione e la correlazione di questi caratteri in 374 piante di F2 Little Dutch X Cuban (1917). BOLLETTINO TECNICO 31 Numero delle foglie. <3J "e 1 «t «• evi co CM 0) 0> '£ co o - o - 0) IO 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 ©l 1 CM 00 1 tH -" - co Q* i-i 1 ©3 1 - l> 1 1 1 CO ©1 1 1 1 l ©1 1 ^ «o 1 1 1 co ©1 ©i <>> ' ! i ©T - lO iH 1 1 1 ■r^ SI CO 1 i-i iH 1 <— ' Oi ^ 1-1 1 ^ c^ >* CO •^ 1 " | 1 1 h- co ^ 1 ' TH ©1 1 ■^ 1 1 | 1 1 10 Cv* tH 1 1— ■* - ©1 ÌQ ©q ©1 1 1 1 00 1 1 151 ©1 1 1 CO ~ ! 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ISTITUTO SPERIMENTALE PER LE C0LTIYAZI0NI DEI TABACCHI " LEONARDO flNGELONI „ SCAFATI (Salerno) © v SCAFATI STABILIMENTO TIPOGRAFICO RINASCIMENTO 1921 SOMMARIO . » «I , » 83 » 85 » 87 » 90 » Q2 » 93 » 93 • » 94 G. Emilio Anastasia: Leonardo Angeloni . . -. . p. 5 1 Il r. istituto sperimentale per le coltivazioni dei tabacchi intito- lato al nome di « Leonardo Angeloni » (R. D. N. 974 del 30 giu- gno 1921) » 73 A. Biasco: Qualche osservazione statistica sui prodotti dello Xanti-Yakà e dell'Erzegovina in Provincia di Lecce ...» 75 La coltivazione del tabacco in Italia nell'esercizio igig-jg2o: Estensione della coltivazione Spese per la coltivazione .... Compra tabacchi indigeni .... Concessione di Manifesto .... Coltivazioni in cooperazione con lo Stato Concessioni speciali ..... Campi dimostrativi . . ... Coltivazioni per l'esportazione . Istituto Sperimentale di Scafati Notizie Scientifiche e pratiche (Rivista della Stampa): Anomalie delle plantule e anomalie di germinazione in Nico- tianae, R. Savelli . » 97 Studi intorno alla autosterilità, Easte E. M. . . . . » 115 Diminuzione nel rendimento del tabacco dovuto all'azione dei fe- nomeni meteorici avversi negli Stati Uniti d' America, Var- ren Smith «117 Prove d'ibridazione con alcune linee di tabacco Deli, eseguite a Sumatra, Honing J. A » 117 Coltivazione dèi tabacco nell'Australia occidentale . . •. » 118 Lema bilineata, coleottero nocivo al tabacco, nell'Africa del Sud, Vander Merwe • » 119 Sulla concimazione del tabacco, /. Wimmer G. . . . » 121 Coltivazione e cura del tabacco nell'isola Maurizio . . » 122 Perono,spora Hyoscyami dannosa al tabacco, nella Florida e nella Georgia, Smith E. F. e Mickmney R. E. B. . . . » 123 Il miglioramento del tabacco mediante ibridazione e selezione al- l'isola di Sumatra, Jochems J. » 124 La coltivazione del tabacco di Sumatra al Cameroun, R Thillard » 125 La crisi del commercio del tabacco in Tessaglia . . . » 127 Il colore e l'odore degli estratti del tabacco . . . . » 128 Applicazione del nitrato di soda al tabacco all'atto del trapianto, 0. Micron • » 128 Pubblicazioni ricevute . . » I29 Riassunto dei bollettini meteorologici dei mesi di aprile, maggio, giugno, luglio, agosto, e settembre 1921 . . . . » 132 Anno XVIII. Aprile-Settembre 1921 N. 2-3 MINISTERO DELLE FINANZE Direzione Generale dei Monopoli industriali Bollettino Tecnico PUBBLICATO PER CURA' DEL R. ISTITUTO SPERIMENTALE PER LE COLTIYAZIONI DEI TABACCHI " LEONARDO ANGELONI „ SCAFATI (Salerno) ss SCAFATI STABILIMENTO TIPOGRAFICO RINASCIMENTO 1921 LEONARDO ANGELONI LEONARDO ANGELONI " // sole cade e l'uomo fa l'aurora „ Pascoli La morte di Leonardo Angeloni ha destato in tutti gli am- bienti tabacchistici grande dolore e unanime compianto. Non così in quelli Agrari, se dobbiamo desumerlo dall' in- differente silenzio delle nostre Riviste. La immensa modestia come Gli nocque iti vita, non Gli è giovata in morte! E per molti è scomparso come un qualsiasi mortale, confuso, quasi, nella moltitudine che diuturnamente cade, senza il dovuto rimpianto e i giusti onori. Mentre molti sanno, e tutti dovrebbero sapere, che con Leonardo Angeloni non è scomparso soltanto il grande Maestro della tabacchicoltura nazionale, il tecnico insuperabile e geniale, l'uomo di Scienza, ma è scomparso un fervente preparatore della fortuna e della grandezza agraria d'Italia, un Uomo di immensa fede, un apo- stolo vero, che con la mente, col cuore e con l'azione mirò, più che al proprio, al bene comune. Mazziniano, non di partito, ma di fede, elesse il dovere a guidatore di tutta la Sua vita. E come fu modello di funzio- nario, fu cittadino illustre. Uomo saggio, virtuoso, eletto — com- pleto — alla maniera classica italiana. E nella famiglia Egli portò il sorriso, la purezza e la san- tità di un'anima veramente buona, eternamente giovane e bella. 62 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCÒ E la famiglia, che Lo cinse di vero e profondo amore, sa di aver tutto perduto con Lui, che era la luce e la fede ! E tutto sento di aver perduto anch' io, che immensamente L'amai, come un Padre; e per Lui dolci mi furono e sacrifizi e dolori. Ho tardato a scriverne, non per cercare parole altisonanti, o frasi peregrine. Il mio sentimento trova in sé le voci le più canore, e trova in Lui e nella Sua vita nobilissima il profumo di tutte le primavere e le ispirazioni le più profonde e più belle. Ho tardato, perchè il dolore, al ferale, fulmineo annunzio, mi colpì in pieno e mi travolse. Rimasi a lungo senza voce, senza pensiero, senza forza — come annientato. Così lontano e così isolato, non ho potuto neppure trovare conforto in un gran pianto. E dolore, è più dolor se tace. E, ancor oggi, a distanza di quattro mesi da quel giorno infausto, ho dovuto fare uno sforzo immenso per prendere la penna in mano — non solo perchè mi sento inferiore al compito, piccino dinanzi a tanta grandezza, ma per comprimere in fondo al cuore tanta doglia e spogliare i miei venticinque anni di co- munanza di ideali e di fede di ogni tristizia. Oggi, conviene dire di Lui serenamente, con pura anima — per esserGli più vicino — tanto, da sentirne tutta la santità e la soavità. E dovere ed è omaggio rievocare, esaltare, glori- ficare. Poi che quello che più occorre oggi alla Patria, così per- vasa da dissidi e così oscurata da materialismo, è la fede nei suoi destini — quella fede che animò tutta la vita di Leonardo Angeloni, e che tanto è affievolita negli animi di tutti. Glorifichiamo i Grandi che scompaiono, perchè coloro che rimangono sollevino un po' gli occhi e 1' anima dalle presenti brutture e credano ancora nella virtù e nella santità della vita, nella bontà, nella verità e nella giustizia ! * * * Leonardo Angeloni nacque, nel maggio del 1837, a Rocca- raso, in quella terra alta d' Abruzzo, dagli algidi verni e dalle lunghe e profumate primavere; e portò intatte nel Suo animo BOLLETTINO TECNICO 53 la semplicità, l'austerità e la fierezza di quei monti scoscesi, e portò insieme il profumo di quelle lunghe primavere. Nessun uomo, forse, portò impressi, come Lui, i caratteri della terra natia, che Gli cantava una eterna divina canzone e Gli sorri- deva nell'anima con l'azzurro sorriso della lontananza. Compì gli studi secondari ad Aquila e frequentò, poi, la Ra Scuola Superiore d'Agricoltura di Portici, donde ne uscì Dot- tore in Scienze agrarie. Giovane di vivido ingegno, dalla sobria ma scultorea parola, nutrito di vasta cultura classica, poeta forte e gentile, fin d'al- lora si fece notare per quel che sarebbe di poi divenuto. E i più insigni Maestri e moltissimi compagni serbarono vivo ricordo di Lui e Lo seguirono nel Suo cammino, che, se fu luminoso, non fu del pari fortunato. Fu uno dei primi Dottori a entrare nelle Coltivazioni dei Tabacchi, nel 1885, fra un personale che non Gli fece e non Gli poteva fare liete accoglienze, e che della Sua dottrina do- veva per forza riderne. Allora , non era che fisco e frodi e verbali, il servizio. Ma Egli, immensamente buono e modesto, senza sdegni, riuscì a farsi estimare e a crearsi un ambiente a sé. Gli altri si adattarono e divennero fiscali. Egli portava nel petto il sacro fuoco del ricercatore e la fede degli apostoli ! Valutò alla svelta quell'arte insana di vessare, di opprimere i coltivatori, e tutto ciò che costituiva allora la negazione di una sana e vera coltivazione. Conobbe l'errore profondo che governava dall'alto al basso tutta quella schiera di funzionari, e sentì che quella era molti- tudine non animata da luce, non sorrisa da fede alcuna. E, con lucida mente sintetica, si tracciò la via da battere per dare al- l'Italia la sua coltivazione. Che, fin dagli albori della Sua car- riera, Egli, della nostra tabacchicoltura, ne fece una questione nazionale. E fra quei funzionari e coltivatori ignari, in un ambiente sempre ciecamente fiscale, Egli fu costretto a fare da Maestro a sé stesso, molto guardando e riguardando, vivendola la vita del tabacco dal campo ai magazzini, tutto annotando e segnan- do. Di vera passione , d'amore Egli cinse la pianta fatale, per dominarla e farla Sua. E fu tutto un attento provare e ripro- 54 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO vare, un lento germogliare di sapere e di tecnica, specie in quella piccola Cava ridente, laddove il Suo cuore gentile palpitò d'a- more per la Sua Donna divina. E furono gli studi e le esperienze di Cava che Lo fecero indicare, dopo la inchiesta del 1891, come l'unico capace a reg- gere le sorli della Sezione Coltivazioni, nell'allora istituito Ufficio Tecnico, presso la vecchia Direzione Generale delle Gabelle, con a capo l'Ing. Sandri. Ma solo qualcuno aveva fede e speranza nella nostra col- tivazione, e quell'Ufficio durò la vita dell'attimo fuggente, spaz- zato dal primo soffiar di tempesta. E poco dopo l'Angeloni, ad ogni lusinga rinunziando, ri- tornò al primiero Suo posto, ma con tutte le fedi intatte. E si rimise al lavoro con maggiore lena, più tenacemente di prima, con un fervore che pochi uomini conobbero. V'è una fatalità per tutti ! * * * Ma, costituita poco di poi la Direzione Generale delle Pri- vative, con a capo ancora l' Ing. Roberto Sandri, fautore della coltivazione indigena, surse l'idea di fondare una grande Istitu- zione per lo studio razionale di tutti i problemi della coltiva- zione e per la formazione di un nuovo e idoneo personale d'im- piegati e di maestranza, capace a diffondere un sano tecnicismo nei vecchi e in nuovi centri di cultura. Idea geniale e che lega indissolubilmente il nome del Sandri ai destini della nostra col- tivazione. E la vuota Polveriera di Scafati — un ammasso di fabbri- cati arginati e cinti da bosco — alle falde di quel Vesuvio cor- rusco e fumante, fu scelta a sede della nascente Istituzione. Ed a capo di essa venne chiamato l'Angeloni, l'Uomo del tabacco. Il compito non era dei più semplici e l'ambiente era pur sempre quello. Ma Leonardo Angeloni vi portò, oltre che il frutto dei Suoi profondi studi e delle Sue larghe esperienze, tutto l'en- tusiasmo e tutta la fede che Lo animavano. E gli uomini di fede son destinati a trionfare. Egli, più che il miope, che s'attarda e s'approssima di più, BOLLETTINO TECNICO 55 per veder meglio e veder tutto, fu a Scafati il veggente, che sa dove è il vero e conosce le vie e i sentieri che vi conducono e menano. Perciò fu sempre al disopra delle cose, non si smarrì mai e raggiunse la mèta. E nei verdi silenzi di quell'Istituto - lontano da centri abi- tati — chiuso fra un canale e un fiume — come perduto nella vasta piana del Sarno — silenzi rotti dal solo rombare dei tre- ni — Egli si buttò anima e corpo a ricercare e a costruire, ar- tefice di bene, dimenticando la vita e il mondo — aiutato da pochi e devoti discepoli — sorretto nella Sua fatica e animato nella Sua fede dal sorriso e dall'amore di una Donna elettissi- ma — che fece rinunzia di tutto — e, senza rimpianti, accettò l'esilio, per popolare di fiori e di sogni un deserto, perchè un Uomo divenisse e trionfasse ! E silenziosamente, quasi nell' ombra, fu 1' opera grandiosa compiuta. Non v'era la Scuola ed Egli la creò — non v' erano i di- scepoli e Lui li formò — piccoli e grandi operatori. E la nave della coltivazione approntò pel suo battesimo e pel suo varo, dopo cinque anni di intenso, mai interrotto, lavoro. Sacre e febbrili vigilie d'un tempo! Anni aurei! , co- m'Egli diceva più tardi, rimpiangendo. In quei cinque anni, brevissimi, per chi sa che sia l'Agri- coltura, nei campi di prova e sperimentali si erano di già stu- diati i più importanti problemi inerenti alla cultura del tabacco, dal seme alla raccolta, ai sistemi di cura e di trasformazione dei vari tipi di tabacco — sistemi nuovi e razionali — italiani — con relativi locali adatti all'ambiente: cura a fuoco diretto pei Kentucky; cura a fuoco indiretto pei Virginia scuri e brighi; cura forzata pei tipi leggeri e profumati. E non si esagera dicendo che non v'era la coltivazione ra- zionale e Lui la creò. * * * E nel 1900, l'Istituto di Scafati si ebbe 1' atteso battesimo alla grande Esposizione di Parigi, presentando tutta la gamma dei prodotti italiani — dando all'Europa la prova della genialità, della forza e dell'avvenire di una giovane nazione. 56 R, ISTITUTO SPERIMENTALE DEL tabacco La nave dell'Istituto si era tuffata sicura, veloce filava nel mare purissimo, a portare in tutto il mondo la voce d' Italia operosa e bella, il soffio del genio latino. E comparve anche a quell'Esposizione la preziosa pubblica* /ione Monografia dell' Istituto Sperimentale delle Coltivazioni dei Tabacchi, eh' esamina uno per uno i problemi culturali, curativi e di trastorma/ione dei vari tipi di tabacco e stabilisce la via da seguire e i fattori della produzione, Lavoro classico, che nulla, ancor Oggi, dopo un ventennio, della primiera tresche/za ha per- duto, e a cui le presenti e le future generazioni agrarie possono attingere Come a perenne limpida tonte. * * * E l'Istituto di Scalati fu d'un sùbito investito da una luce vivissima e duratura, e divenne tonte viva di dottrina e di sa- pere; scuola indagatrice e preparai rice; culla di abili funzionari e di abilissimi operai: la Scuola madre del tecnicismo tahacchi- StlCO italiano. D'allora tu mèta di studiosi e ricercatori italiani e stranieri, acquistando una fama che poche scuole possono vantare. A rendere COSÌ solida e duratura la struttura di questa Istituzione vi contribuirono, oltre che i larghi mezzi profusi dalla nostra Amministrazione, le conoscenze, gli studi, l'amore e la genialità dell' Angeloni. Che l'Istituto di Scafati e veramente una Scuola sui generis, senza precedenti, e che difficilmente si riproduce Porta le Stigmate dell'Uomo che dentro vi soffiò con l'ala del genio e con quella della tede. E, insieme, opera di Scienza e d'Arte capolavoro di sapienza e d'armonia. Perciò coloro, che dentro vi crebbero, soffrendo, cercando e adorando, non seppero, lontano, scordarlo, e vi tesero sempre con anima desiosa (.he ai luoghi ore regnaron le idee, in etti l'Aite e la Scienza pronunziarono il lori) alto colloquio con /'///- finiti), ri si ripensa, lontano, come a Patria perduta, Per questo \ isitatori stranieri, ammirando, augurarono alle loro Nazioni una scuola come quella di Scalati. Per questo altri stranieri, in uno scoppio di entusiasmo sincero, gridarono: Viva Angeloni, unico! L'Istituto di Scafati fu e sarà vanto, decoro dell' Ammini- HOI, LOTTINO TKCNICO 57 strazione Italiana, che ognora lo volle prospero e fiorente, che tutto farà per renderlo più grande. * * * Ma la tecnica sapiente e felice e i grandi resultati ottenuti non erano per Lui bastevole Si era andato con le prove pazienti, condotte con senno, misura ed amore, accumulando un immenso tesoro. Ma Egli voleva più a dentro e a pieno vedere, conoscere il quid delle cose. Sono i numeri e i dati che fanno la scienza fondata e se- cura, capace a diventare per gli altri il vero pan de la vita. Con sonda più lunga dell'occhio, coi mezzi dell'analisi pro- fonda, voleva che la scienza indagasse l'origine e il perchè delle cose. E, accanto ai campi di prova e d'esperimento, all'orto botanico e genetico, ai laboratori di cura e fermentazione, sursc il satellite Laboratorio Chimieo-Ximotecnico, che doveva provare e riprovare i fenomeni della vita, e portare la luce sui vasti e diversi processi complessi di cura e di fermentazione dei vari tipi di tabacco. Ed era venuto già Inori il Bollettino Tecnico, che doveva accogliere i resultali delle indagini, tutta I' attività speculativa nostra, ed essere, con note di tecnica e di pratica, organo di diffusione e di cultura. * * Ma nel 1905 il destino strappava I' Angeloni al nido di Scafati; a quel dolce nido che ro\\o è fuori - - radiche e stec- chi — ma dentro è tutto lana e lichene. Dal Maiorana e dal Sandri Egli veniva chiamato a reggere le sorti dell'Ufficio Tecnico Centrale delle Coltivazioni, in Roma. Fu un danno, e grave, per la Scienza e per la Scuola ! Vederlo partire, Egli ch'era la nostra luce, il nostro pensiero, la fede nostra, fu uno schianto. La vita partiva! E tutto ch'era dentro quel nido in tenera voce di pianto parlava ! 58 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO Fu un bene, invece, per i servizi e per la classe. L' Amministrazione trovò in Lui sempre autorevole consiglio in tutte le grandi questioni di ordinamenti di personale e di regime fiscale e tecnico. E diede anche disciplina al nostro servizio, creando le at- tuali Direzioni Compartimentali, sollevando la classe al livello delle altre componenti l'Azienda — favorì, promosse e ordinò la coltivazione, a mezzo di Aziende autonome, in nuovi centri di tutta Italia — intese con l'autorevole parola, con l'azione, con lo scritto (i) a rendere più benevoli e sinceri i rapporti fra Mo- nopolio e produttori, fugando timori, contemperando la tecnica ai rigori del fisco: formando intorno alla coltivazione quella co- scienza nazionale mancante. E in dieci anni di sacrifizio e di lavoro, aiutato da pochi devoti e coscienti lavoratori, Egli seppe creare un Ufficio mo- dello, nucleo vitale, centro irradiatore di norma e di disciplina, incitatore di tutte le sane nostre energie, rispondente pienamente agli scopi e alle speranze dell'Amministrazione e ai bisogni della nostra coltivazione. Addimostrandosi, così qual' era, grande ordinatore e legi- slatore. * * Ma il danno subito da sperimentazione e ricerca e anche dalla Scuola, sentir già troppo s'era fatto di poi. Riparo occorreva portare. Ridare alle ricerche i prischi splendori. Che P Angeloni non era stato soltanto il tecnico accorto e sapiente, il grande Maestro, il fondatore della Scuola italiana del tabacco; ma, anche e più, un ricercatore profondo; non d'occa- sione, ma per indole, per metodo e per sostanza, vero ministro di Scienza. (1) Leggere a proposito: Ciò che occorre perchè l'Italia diventi una grande produttrice di Tabacco (1907) — Notile e consigli dedicati ai coltivatori di Tabacco (1907) — La coltivazione del Tabacco in Italia (1913)—// Tabacco nelV Agricoltara Nazionale (1920); che danno la prova tangibile della coscienza ch'Egli voleva creare intorno alla nostra Coltivazione. BOLLETTINO TECNICO 59 Già la Monografia dell'Iste Sperim. dei Tab. in Scafati dava la misura del metodo e della sostanza della Sua scienza — ac- cogliendo 1' esteso e chiaro programma di tutti i problemi e le indagini riflettenti il tabacco. Lavoro che merita ristampa e maggiore diffusione fra noi. Ma Suo è l'originale studio sul rinsanguamento delle ra{{e di tabacco, che dà il modo di riportare una razza, acclimata, ma svisata da un ambiente diverso dal primitivo, ai suo ori- ginario equilibrio energetico, a mezzo di polline di pianta ve- nuta da seme originario della stessa razza, cresciuta in condi- zioni d'ambiente pressoché uguali a quelle d'origine (in serra caldo umida). E risultati di molto tangibili si ottennero con questo pro- cesso sul Sumatra e l' Avana — tanto che i rinsanguati (dopo tre riporti di polline) nulla da invidiare avevano, per forma e bontà di prodotto, ai nati da seme esotico. La scienza e la pratica fraterno convito si davano in que- sto geniale lavoro. Suo il processo di migliorare e fermentare i tabacchi già secchi (i), non più in masse cieche e muffenti, ma a stendag- gio, in locale in cui l'uomo può accompagnarne le trasforma- zioni e regolare, a seconda i bisogni, i vari fattori (ossigeno e bacteri — temperatura e umidità) Il fermentatoio Angeloni fu classificato il locale dell' avve- nire, il locale che attende l'artefice che sappia renderlo il tra- ?formatore ideale del tabacco, perchè è ottimo per curare e fermentare insieme i tabacchi tropicali come i tabacchi pesanti, è un buon locale per Virginia oscuri e per bright. Suo il principio di riunire, allorquando la materia conserva ancora un pò di vita, i processi di cura e di fermentazione, perchè fossero a pieno sviluppate, nei tipi gentili e profumati, le caratteristiche di razza — cogliendo quel momento propizio, che dopo invano si cerca di creare (2). Principio che migliorò, prima pressando i tabacchi appena (1) Vedi: Fermentazione forcata a stendaggio. (2) Vedi: Cura forcata dei tabacchi. 60 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO ingialliti, e lo estese ai Kentucky, come vedremo più oltre, gettando le solide basi dell'industria agricola futura del tabacco. E Suoi, infine, i razionali, numerosi e poderosi studi sul Meticciamento (i) (che misero in luce leggi sin' allora ignorate e tanto proficue — sulle quali non è ora il fermarsi), condotti con bontà e superiorità di metodi e con vera sostanza scienti- fica, da far giudicare il sistema italiano (Angeloniano) di molto superiore a quelli, allor fuori conosciuti, germanico, americano e ungherese, e che assicurarono il miglioramento delle razze INDIGENE E LA FORMAZIONE DI NUOVI, PREGEVOLI E RIMUNERATIVI TIPI DI TABACCO. Da essi vennero fuori : P Italia (Kent.xRano): il tabacco tropicale italiano di grande produzione; il Sdento ( Cattar oXKent.), il tabacco giganteo dei terreni irrigui e concimati; il Salento-Kent. e V Italia- Kent., i veri tipi pesanti nostrali, da sostituire al Kentucky, e il combinato Salento-Kent x Italia- K, il Mammouth o gi- ganteo d'Italia, che aumentò enormemente la produzione dei tipi pesanti, sino a raddoppiarla, rendendo possibile e rimunerativa la coltura, là (Cava), dove col Kentucky più non si riusciva, o per stanchezza di terra, o per attacchi di Thielawia. E venne fuori P Italia-2 Sumatra, il tabacco principe, il vero tropicale d'Italia — così facile a coltivare e così pronto nella cura pressato-for\ata, dal tessuto gentile e resistente, dalla costola e dai nervi sottili, dal gusto delicato e tanto vicino da farlo confondere coi migliori Sumatra, dal delizioso profumo — che assicurerà, senza dubbio, all'Italia agraria futura la materia occorrente per i più fini lavorati. E basterebbero i soli resultati pratici raggiunti (e sui quali mi sono brevemente fermato), per dare valore a quest' opera e diritto a tutti i premi, a tutte le umane considerazioni ! Quan- do, partendo dal Kentucky (che è quanto di pesante e di gros- solano si possa immaginare), Egli giunge a creare VItalia-2 Su- (i) Angeloni L. — Costituzione e fissazione delle razze dei tabacchi a mezzo Meticciamento — Scafati 1906 —Tipografia Rinascimento. BOLLETTINO TECNICO 61 matra (che è quanto di delicato si possa desiare), ma vuol dire che Egli ha saputo dare alla tecnica italiana il mezzo sicuro, la potenza di tutto tentare e ottenere ! ! (i). Invece, trovò da noi silenzio e oblìo! e solo oltr' Alpe molta considerazione (2). Non ebbe fortuna ! A noi non resta che mettere solo all'estero in attività e in valore le nostre migliori energie, se non hanno senso di giusti- zia gli ambienti della nostra cultura ! Sono le sette e sono i partiti che tutto guastano, corrom- pono da noi ! E ben raro, infatti, vedere nostri liberi, non affiliati, uomini d'arte e di scienza, conquistare, per forza d'in- gegno e per eccellenza di opere, fama e fortuna ! Spesso si premiano e si esaltano i mediocri, e si dannano all' oblìo i più degni, col chiuder loro le porte dei templi e sbarrando le vie che menano alla gloria ! E soltanto varcando i confini speranza hanno gli obliati di trovare altrove ciò che in Patria sempre fu vano ! Domandatelo a chiunque ! Ognuno dirà che è triste, duris- sima battaglia far che da noi la Scienza governata sia da libertà e giustizia. O sacra terra di Dante e Virgilio, di Galilei e Colombo, di Savonarola e Bruno, che danni i figli tuoi migliori alla mi- seria, o all'esilio, alla tortura e alla morte ! * Ma fu un bene per noi se Leonardo Angeloni fu sempre costretto a rifar daccapo la Sua fama ! Che tanta nostrana in- (1) « È nel giuoco delle varie, sagaci combinazioni di ra^e che la tabac- chicoltura italiana, in mezzo alla varietà di ambienti di cui dispone, troverà campo nel quale spaziare con sicuro profitto. Le prove iniziali additano senza esitanza la meta fortunata ». Dalla Introduzione di Costituì e fiss. delle ra\\e di tabacchi a me\\o Me- ticciamento, dianzi citato. Nel comporre tale Introduzione — capolavoro di sintesi — Egli mi diceva: a me sembra di scrivere il mio testamento scientifico ! Tanto rimpiangeva, e dopo appena un anno dal suo allontanamento da Scafati, i Suoi studi diletti ! (2) Prof. C. Fruwirth, in Referate « Journal fur Landwirtschaft — Ber- lin 1907. (32 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO differenza pungolo e stimolo furono per Lui, e alimentarono sempre quel fuoco sacro che dentro gli ardeva. Egli conobbe la durezza, gli stenti, gli affanni di chi in- torno ricerca. E si lasciò bruciare dal sole, e intese, stilla a stilla aggiungentesi, a piccoli rivi, correre da pertutto il sudo- re — come un santo lavacro. E a bocca stretta, senza parola, andò innanzi, tutto e sempre ammirando e segnando. Egli, come un umile sacerdote, sempre con pure mani, levò sincera l'anima — ostia consacrata — al Dio della verità, sacri- ficando, adorando e creando ! Ora, va messa in maggior valore l'opera Sua scientifica. E dovere ! E ripresi vanno e proseguiti con sagacia e amore, specie gli studi sul Meticciamento, per la fortuna della nostra Istitu- zione, per quella agraria d'Italia. E più diffusi e meglio ristampati andrebbero codesti stu- di, dando forma meno ingombrante, più maneggevole al libro. Almeno, se nessuno più ode e vede Lui, che è ombra, ve- dano i nostri occhi una luce che addita la via ! * * * Tutti sapevano che l'Uomo era uno; e, al danno degli studi negletti, fu portato riparo ridando alla Scuola, alla scienza queir uno : Leonardo Angeloni; creando una grande Istituzione Scientifico-sperimentale-didattica del tabacco. Ed Egli, in sul finire del 191 6, ripigliando l'interrotto cam- mino, con fede uguale e con lena maggiore del passato, gettò le basi di quel grande Istituto, che la guerra immane non fece attuare, e che doveva quattro sezioni comprendere : una agro- nomica, una industriale, una chimica e una botanico-genetica. Ma a Scafati, che era stazione d'agraria e di genetica, for- nita di mezzi copiosi e razionali e di personale idoneo, ed era Scuola a un tempo, sorge nel 19 17, una sezione industriale per lo studio delle fermentazioni di tutti i tabacchi italiani, con an- nessa manifattura sperimentale; e vi si aggiunge la Sezione Chi- mica biologica di Roma -- annessa alla Manifattura — per la ricerca dei numeri, onde meglio spiegare i fenomeni ed essere di grande ausilio alle ricerche e alla tecnica. BOLLETTINO TECNICO 63 E l'Istituto fu, così, ordinato alla meglio, in attesa di tem- pi migliori per fondare la grande Istituzione tabacchistica tut- t'occfv' e tutto cervello. * * * Chi non Lo vide nel mondo gerarchico più in alto ascen- dere, ebbe a dire che non seppe lottare e far valere i meriti Suoi. Ma se fu un danno, e grave, L'averlo sì a lungo distratto da tecnica e da ricerca, Egli, che portava scritto in fronte, e per mano del destino: Lavora, adora. Sappi e crea. Sempre pia ! Ma se Egli sapeva di servire un'Idea, e non la Sua cara e bella persona! Ma se seppe durare a lungo, per anni e anni, nel Suo lavoro paziente, costante, senza affrettarne i saporiti frutti ! E anche quando erano in giuoco la sorte Sua e il nome, rimase in attesa serena, ma sempre silente, dignitosa e bella. Non conobbe intrighi e retroscene, non di clientele appoggi, né di partiti spinte. Cosciente della forza e del valore ch'eran riposti nelle co- se e in Sé, quando dagli altri non ebbe giustizia, senza pie- gare, chiese " alla messe il Suo pane, non al mietitore. „ Rimase com' aquila forte alto librata, disopra le umane contese : Noi serviamo a le cose ! Rimase come un'eccelsa montagna, sempre dal sole sorrisa nella vetta nevosa i cieli attingente, che pur s'oscura ogni tanto a la vista del piano, per atre e folgoranti nubi addensate sui fianchi, che poi l'istesso nembo disperde ! 64 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO Ma, più spesso, siccome l'allodola: " col nido tra il grano, per terra, ma, sopra le nubi, col canto ! „ E seppe sempre lanciare nel sole il Suo grido ! Nessuno poteva cantare come Lui : " Io sono la lampada ch'arde soave ! lontano risplende V ardore mio casto aW errante che trita notturno, piangendo nel cuore, la pallida via della vita : s'arresta; ma vede il mio raggio, che gli arde nell'anima blando : riprende l'oscuro viaggio cantando. „ Più che nel centro, adunque, di ogni norma e ordine di vita, Egli rimase al disopra, e d'ogni lato e in ogni momento rifulse di vivida luce profonda. Per questo non ebbe mai di- sdegni, non ebbe rancori, e rimase il più corretto e fedele fun- zionario di Stato, lavorando sempre pel bene della Sua Ammi- nistrazione. E fu questa la Sua grandezza, la vera forza, che Lo fece estimare e rispettare. Per questo, appena caduto, l'Aliprandi, il nostro Direttore Generale, sentendo che un Grande passava, onore e giustizia render Gli volle, e propose al Ministro che, il grande Istituto di Scafati, il nome prenda di Chi gli diede vita e lo condusse ai fastigi e alla gloria ! « Noi serviamo a le cose » . * * Leonardo Angeloni esercitò sulla schiera dei funzionari e degli operai delle coltivazioni (e persino sulla classe dei produt- tori) — dovunque Egli fu — un'influenza potente e benefica, non solo per l'elevatezza della mente, per la immensa dottrina BOLLETTINO TECNICO 65 e per la semplicità e bontà del Suo carattere, ma per la grande rettitudine, pel senso di giustizia — ispiratore costante di tutta la vita — e per quella fede ch'ognuno perenne trovava in Lui, e che mai vacillò, o cenno. Influenza che fece generare intorno elevazione, sentimento profondo di dovere, dolce senso di sacri- fizio, amore e febbre al lavoro. Solo così si spiegano i miracoli compiuti in breve lasso di tempo. E non solo stima e rispetto, ma colse d'amore il fiore su- blime nel cuore dei Suoi. E godeva dappertutto di un'autorità indiscussa. Egli era, davvero la grande bandiera, intorno a cui tutti si sentono forti, di essere grandi, di essere in tanti sol uno. Potenza della fede di un Uomo! * * * Leonardo Angeloni nella Scuola fu insuperabile maestro, alla maniera del Giglioli. Le Sue lezioni, dense di pensiero, ricche di dottrina, pog- gianti sui fatti e da essi avvalorate — semplici, ma inspirate, ma eloquenti, perchè piene di critica alta e serena, e vestite di forma completa e perfetta — prive di vanità, di retorica, di ciar- latanesimo — come saette giungevano al fine. Chi ha dimenticata la Sua alta , possente conferenza al 3.0 Congresso dei Tecnici? Da più giorni si discuteva, seguendo sentieri tortuosi e fallaci. Avevamo smarrita la dritta via. Egli, freddo, muto, accigliato, assistette a quel lungo dibat- tito. Ma poi, levatosi, alto e solenne, con labbro tremante, com- mosso, per un'ora continua, strinse in ferreo cerchio i fattori della produzione, mettendo in grande rilievo il fattore uomo, tracciando a larghe linee la via ancor lunga da battere per dare all'Italia la sua ^'coltivazione, e terminò invocando un concorde lavoro, pieno d'amore, per potere toccare la mèta. Che giorno fu quello ! Io credo che ancora risuoni dei no- stri evviva la scuola di Scafati. In alto ci sentimmo sollevati: 66 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO là dove il destino Lo aveva situato. Era quella la voce di un Grande, davvero, di un Duce, che incita, che muove e conduce! Sempre premuroso con tutti i discepoli, Egli si piegò ancor più verso i deboli, per meglio imprimere nelle piccole menti le linee fondamentali del nostro tecnicismo, scartando i particolari ingombranti. E dalla Sua fucina uscirono artefici di grido, uomini forti, temprati per davvero a ferro e a fuoco. Anche i mediocri di- vennero qualcosa ! Sono i Maestri che fanno i discepoli, preparatori del pen- siero, della fede, della fortuna dei popoli. E certi Maestri non dovrebbero perire: dovrebbero sfuggire alla legge fatale de le Parche ! Ma, poi che più dura è la legge suprema, copriamo di sempiterni lauri e di rose la tomba del Grande, perchè il pro- fumo ne attinga i cieli e dica che noi, i rimasti a soffrire, ado- riamo ! * * V'è chi sostiene che negli ultimi tempi Egli visse quasi in isolamento Ma se son pieni di più vivida luce gli ultimi anni di vita Sua! Già le prove istituite nel 1 917 e nel 1918 nell'Istituto di Scafati, e condotte col solito amore dai Suoi devoti discepoli, avevano tracciata una nuova e più sicura via per la soluzione del problema tabacchistico nazionale. La cura forzata del Kentucky e tipi similari, lunga e peri- colosa, in mani inesperte, non dava sicurezza di resultati indu- striali. Quella pressata imprimeva troppo a fondo determinati ca- ratteri e uniformava tipi differenti di tabacco come il Kentucky e l' Italia — 2 Sumatra. Allora, Egli volle associate l'una all'altra, per ottenere alla svelta, con mezzi sicuri, tabacchi conservanti le tipiche caratte- ristiche di razza. Con la pressione si toglieva ai tabacchi, già bene ingialliti e scostolati, uno dei gravi difetti conferiti dall'ambiente (la spu- gnosità dei tessuti), favorendo la fuoruscita dei succhi e le sue- BOLLETTINO TECNICO 67 cessive trasformazioni. Poi, con graduali, successive fermentazioni, in massa, in breve volgere di tempo, sicuramente, si otteneva tabacco già pronto all'impiego. Altro che isolamento! E che fretta che aveva « Lavoriamo, produciamo: sono le opere che vincono! » spesso diceva. E, anche camminando, marciava più svelto, più ritto, co- m'uomo che ha a lungo, da tempo, cercato, e sente la mèta vicina Forse, vedeva anche il Fato Suo, che, fiero, attendeva a le Sinistre Porte, " come V auriga asceso già sul carro, la sferza in pugno, che all'eroe si volge, sopraggiungente nel fulgor dell'armi. „ Che un male tremendo minava la Sua robusta fibra! Ed io, che Lo rividi nell'ottobre 1920, col cuore in pianto, ebbi il presentimento della fine vicina Non era più il Suo viso illuminato da quel dolce sorriso; v'erano in quel viso certi sol- chi profondi e qualcosa di terreo e di morte. E quegli occhi, pensosi e ridenti, erano stanchi e senza più luce. Così l'ho rivisto, e con sommo dolore, dopo la fine, ripro- dotto in alcune nostre Riviste. Oh!.... dateci quello che manca in quel viso — quello ch'Egli ebbe nel lungo cammino: la luce degli occhi, il sorriso dell'anima, la Sua bellezza forte d'ABBRUZzo. Siano i simboli più belli del vero! Più bello, più caro di quello che era! Come Lo vedemmo nei giorni di fede, così rimanga nel nostro pensiero! * # * Ma Egli non si accontentò solo di dettare le leggi e d'a- vere trovato, volle essere artefice completo di bene e dare all'I- talia, prima di cadere, un pegno maggiore di fede, creando la grande Azienda agrario-industriale per l'avvenire della nostra ta- bacchicoltura. Sorretto da una fede che avrebbe vinto anche i deserti, aiutato da pochi fidenti e coraggiosi agricoltori del mezzogiorno, sostenuto dalla volontà e dal patriottismo dei reggitori del Mo- 68 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO nopolio italiano, dopo le larghe e ben riuscite prove del 1920, Egli fece sorgere nella piana di Battipaglia e di Pontecagnano, due grandi industrie del tabacco Kentucky pressato- forcato, get- tando fra manifattura e coltivazione un ponte superbo ! Dicono alcuni: non colse i frutti dell'opera Sua. Purtroppo è così. Ma mai per lo innanzi ne aveva raccolto. Per Lui non era scritto: semina e raccoglierai, ma : se- mina, che gli altri raccoglieranno. Appartenne alla schiera degli eterni seminatori, che non guardano al facile pane dell'oggi, so- spinti al lavoro da un bene, che viene di poi. Mietete voi, ora, a piene mani, il grano, o buoni figli Campani. Ma fate che al vento e a l'acqua quel grano non s'alletti. E, badate, che ha nemici anche da secco il grano: un tarlo che rode e che vuota Ricchi e grandi vi farete un giorno. Farete ricca anche la vostra terra. Egli morì povero! Ma non fu soltanto la terra e il cielo a fare quel vostro grano bello — da la lunga e ben guarnita spiga; fu anche la sa- piente man di un Uomo. E bene ricordarlo ai cari figli ed ai nepoti, e ripetere loro quel santo Nome. Incidetelo anche voi, sulla porta delle vostre Aziende, quel Nome! * Non ho reso sotto piena luce ideale la figura di questo Grande, che sì bene portava di Leonardo il nome, che era un apostolo, un simbolo, una bandiera. Chi mai di Lui saprà degnamente parlare ? Chi raccoglierà la face dalla Sua mano caduta ? Face lu- minosa, face santa, alta levata nei cieli d'Italia ? Non uno, ma tutti, quanti siamo, eredi legittimi del pen- siero, del tecnicismo e del Suo ideale ! Onoriamone la santa memoria. E dovere ed omaggio di cuori devoti. Ma onoriamola perpetuandone l'opera, perchè solo in essa Egli vivrà in eterno. Raggiunto sia il sogno del Grande : un'I- BOLLLETTINO TECNICO 69 talia tabacchi stica sicura e fiorente, non più serva di mercati stranieri. La terra del grano, della vite, dell' ulivo, degli aranci e de' fiori, sia la terra del tabacco. Noi, tecnici, seguendo il programma tracciato dalla nostra Amministrazione, essere veramente dobbiamo i fautori della no- stra coltivazione, con tutta purezza e sincerità, con fiducia, speranza e amore. Nell'ombra ogni dissidio, ogni vanità, ogni orgoglio. Stretti sempre più intorno alla nostra bandiera, illuminati ognora da quella gran Fede — quali che siano le spine del lungo cammino. Da un Uomo di fede, non possono generarsi che uomini di fede, per virtù di semenza ! Uno sia il nostro tecnicismo: quello che imparammo dalla bocca del Grande — quello che fiorisce nei campi dell' Istituto di Scafati — quello che canta un inno più alto e possente nei vasti piani del Salernitano ! * * * Avanti, dunque, le schiere dei seguaci, a portare alla vit- toria gli agricoltori d'Italia, nel nome santo di Leonardo Angeloni. Solo allora noi avremo reso i giusti onori al nostro Gran- de. Solo allora sentiremo profonda la gioia di esser fatti migliori e degni di Lui, e ci sembrerà di portarGli in omaggio, al sepolcro di Cava, o sull' ara di Scafati, la messe copiosa della grande ope- ra, ch'Egli, purtroppo, non vide compiuta ! Egli ci attende ! Al lavoro, al lavoro ! Sassari, i° Settembre del ig2i. G. Emilio Anastasia IL R. ISTITUTO SPERIMENTALE PER LE COLTIVAZIONI DEI TABACCHI INTITOLATO AL NOME DI LEONARDO ANGELONI BOLLETTINO TECNICO 73 R. D. N. 974 del 30 Giugno 1921 ( Pubb. G. U. N. 177 del 28-7-921) VITTORIO EMANUELE III. PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE RE D'ITALIA Visto il R. Decreto del 17 Marzo 1895 N. 11 , col quale venne creato l'Istituto Sperimentale e di Tirocinio per le Coltivazioni dei Ta- bacchi in Scafati (Salerno); Considerati i meriti insigni di tecnico eminente del compianto Com- mendatore Dott. Leonardo Angeloni, Direttore Capo dei Servizi Spe- rimentali e Didattici dell'Azienda dei Tabacchi, così da essersi reso degno di un tangibile attestato di gratitudine e ricordo; Sentito il Consiglio dei Ministri; Sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per le Finanze; ABBrAMO DECRETATO E DECRETIAMO Il R. Istituto Sperimentale e di Tirocinio per le Coltivazioni dei Ta- bacchi in Scafati sarà intitolato al nome di " Leonardo Angeloni „. Ordiniamo che il presente decreto , munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. Dato a Roma addì 30 Giugno 1921. firmato: VITTORIO EMANUELE controfirmato : Giolitti idem Facta QUALCHE OSSERVAZIONE STATISTICA SUI PRODOTTI DELLO XANTI-YAKÀ E DELL'ERZEGOVINA IN PROVINCIA DI LECCE (A. Biasco) Confrontando i dati relativi alla produzione unitaria dello Xanti-Yakà e dell' Erzegovina in provincia di Lecce durante il periodo 1904-908 (°). Xanti-Yakà Erzegovina d'osservazione prodotto per Ha. Kg. media quinquennale Kg. prodotto per Ha. Kg. media quinquennale Kg. 1904 •9°5 1906 1907 1908 930 884 972 696 658 [ 828 I I IO 1075 10Ó5 825 833 981 con quello del periodo 1915-919 (°°). Anno Xanti-Yakà Erzegovina d'osservazione prodotto per Ha Kg- media quinquennale Kg. prodotto per Ha. Kg. media quinquennale Kg. 1915 1916 1917 .9.8 1919 1004 902 654 806 906 ( 854 1231 1039 682 836 913 ( 940 si scorge: 76 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO a) per le medie quinquennali: che la produzione media ad ettaro dello Xanti ■ Yakà au- menta, mentre quella ^qW Erzegovina si abbassa (i); b) per i singoli anni di osservazione: che le curve di produzione delle due « specie » , nel primo periodo, hanno un andamento perfettamente autonomo, nel se- condo affettano una spiccata iniziale convergenza, poi tendono a raggiungere il medesimo livello, fin quasi a fondersi a causa della sempre minore ampiezza degli scarti fra i rispettivi pro- dotti annuali medi. Il fenomeno risulta meglio appariscente sostituendo, alla serie dei dati forniti dalla osservazione, le corrispondenti curve paraboliche di 2° grado — come quelle che permettono di se- guire meglio l'andamento generale delle serie stesse, prescindendo dalle più lievi osservazioni. ! ' n •'";•:'-■ v.-;i j noo i ! -■■ X \..:-{v i904 0o5 <)ob £}fi] 90 S L3#; • coltivata e quella dichiarata, la mescolanza dei semi e dei prodotti — in parte dovuta a negligente selezione, in parte voluta ad arte dal coltivatore — certo non è facile de- terminare, ma è facile però intuire in qual senso questi fattori abbiano manifestata la loro influenza. Come è anche ovvio che la presenza di individui incrociati abbia dovuto imprimere nei prodotti le caratteristiche quantitative intermedie dei genitori e la specifica stabilità loro (4). A differenza dell' Erzegovina — la cui notoria rusticità fa si che si mostri meno sensibile alle influenze dell' andamento meteorico dell' annata, presenti cioè, a parità di condizioni, un più ristretto «campo di variabilità» (5) — Io Xanti-Yakà pre- senta le più forti oscillazioni nei prodotti là dove particolari condizioni di terreno fanno più spiccatamente sentire alla colti- vazione gli effetti della siccità. Ora, a sopraelevare la produzione media unitaria dello Xanti, e a dare alla coltura il carattere di una maggiore stabilità produttiva , non può essere stato as- solutamente estraneo il fatto che la coltura medesima, in questi ultimi anni specialmente, si sia andata estendendo su terreni freschi e relativamente fertili (6). Questa ipotesi basa sullo stu- dio dei dati rilevati in un' azienda del basso leccese durante il periodo 1904-913 relativi alla produzione dello Xanti su due appczzamenti di diversa natura: uno calcare-argilloso, piuttosto compatto, profondo, fresco; l'altro silico-calcareo, sciolto, prò- 78 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO fondo, messi a qualche centinaio di metri di distanza ed in con- dizioni di perfetta comparabilità. La produzione media unitaria decennale è risultata di ql. 11,01 6 di foglia sul terreno calcare argilloso, di ql. 10,238 sul terreno silico calcareo: Vìndice di variabilità di 0,191 nel primo caso, di 0,201 nel secondo, ciò che significa che • il campo di variabilità » dello Xanti su terreni fertili e freschi è più ristretto e la coltivazione presenta quindi minori rischi (7). Il fatto che in singoli casi concreti presi in esame non è stato notato aumento nella produzione media unitaria dello Xanti, né diminuzione per quella dell' Erzegovina e che i rispettivi 0 campi di variabilità •> non hanno subito delle sostanziali varia zioni, sì che il loro rapporto si è mantenuto pressoché costante nel tempo, ci fa lecito il concludere che: la maggiore produzione unitaria dello Xanti e la minore produzione de\V Erzegovina, desunte dalle medie generali dell'ul- timo quinquennio, non sono da ascriversi a probabili mutamenti nei metodi di coltivazione usati nel passato; il più elevato indice di variabilità de\V Erzegovina ed il di- minuito indice dello Xanti non sono da attribuirsi ad una ri- spettiva minore o maggiore rusticità indotta nelle « specie » dalla prolungata coltura; infine, le medie generali dell'ultimo quinquennio non sono attendibili perchè affette da errori. Istituto Tecnico — Lecce. BOLLETTINO TECNICO 79 NOTE (°) Dati ricavati da " Relazione e bilancio industriale „ — Azienda dei Tabacchi — Esercizi 1Q04-05 a 1Q08-0Q. (00) Dati gentilmente comunicati dal Dott. P. Famularo. (1) — Si noti che da qualche anno è stata introdotta la coltivazione dell' Erzegovina Gigante i cui elevati prodotti unitari avrebbero dovuto, se non determinare un lieve incremento della media, almeno opporsi al verificarsi del fenomeno. (2) — Il campo di variabilità dei termini che compongono una se- rie è espresso dal rapporto fra lo scostamento quadratico medio dei termini e la media aritmetica : ■v (X)' cfr. R. Benini: " Principi di statistica metodologica „ U. T. E. T. Tori- no 1906 p. 110. (3) — " una coltura — coeteris paribus — è tanto meno rischiosa quanto " maggiore ne è la stabilità produttiva " E. Marenghi : " Ricer- che statistiche sui prodotti delle aziende agrarie " Giornale degli Econo- misti e Rivista Statistica — Roma, aprile 1914. (4) — Tenendo presente che Xanti-Yakà ed Erzegovina sono pro- dotti d'incrocio delle medesime varietà tipiche e che diverse condizioni di terreno e di clima abbiano potuto determinare il predominio di un sangue sugli altri, non s'intende qui escludere che individui ritenuti co- me derivati da incrocio di X. X E- possano rappresentare invece pro- dotti degenerati di X. o di E. per influenza dell'ambiente colturale. (5) — Ciò vale per VE. Stolach e non per VE. gigante la quale, in condizioni poco opportune di suolo o di andamento meteorico, perde con grande facilità la caratteristica quantitativa che la distingue e quindi ha un campo di variabilità molto ampio. (6) — Nel periodo 1904-1908 le coltivazioni di Xanti Yakà e di Er- zegovina raggiunsero l'estensione approssimativa di qualche centinaio di yy R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO ettari di terreno destinati precedentemente alla semina dei cereali; nel- l'ultimo quinquennio lo Xanti Yakà da un' estensione minima di ettari 1024 [1916] sale un massimo di ettari 2192 circa [1919], l'Erzegovina di ettari 253 [1915] ad ettari 1744 [1919] circa: e tali ultime estensioni sono costituite prevalentemente da terreni già occupati da pingui vigneti di- strutti dalla filossera. (7) _ Da questa osservazione scaturisce che una maggior quantità di elementi utili alla vita vegetale non solo induce un aumento di prodotto ma rende meno saltuaria la produzione. L'uso appropriato di fertilizzanti quindi, aumentando la ricchezza del suolo ed inducendo economia di acqua, varrebbe in determinati limiti ad elevare i prodotti e contempo- raneamente renderne più sicuro l'ottenimento. LA COLTIVAZIONE DEL TABACCO IN ITALIA NELL' ESERCIZIO 1918 - 1919 (1) Estensione delia coltivazione. — Nella campagna 1918, che ebbe il suo svolgimento entro l'esercizio 191 8-9 19, furono colti- vati a tabacco ettari 7847.es con una differenza in più, sulla campagna precedente, di ettari 3261.96 e di ettari 930.43 pure in più, in confronto alla coltivazione di dieci anni fa. E' questo un risultato molto soddisfacente il quale sta a denotare come i provvedimenti adottati dall' Amministrazione, per far fronte alle difficoltà sorte dallo stato di guerra, abbiano dato P effetto cui si mirava che era appunto quello di far ri- prendere alla coltura del tabacco indigeno quel cammino ascen- sionale che si era verificato negli ultimi anni precedenti alla guerra. La superfìcie coperta a tabacco nella campagna 191 8 è qui di seguito posta a confronto con la coltivazione di dieci anni fa e con quella del 1917, secondo le diverse forme di coltivazione. (1) Notizie estratte dalla Relazione e bilancio Industriale dei tabacchi per l'esercizio dal i° luglio 191 8 al 30 giugno 1919. (Ministero Finanze, Direz. Ge- ner. Monop. Industriali — Roma, Tip. Coop. Sociale, 1921. 82 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO SUPERFICIE COLTIVATA FORMA DI CONCESSIONE nelle seguenti campagne agrarie Differenze nella campagna 19T8 sulle campag. seguenti 1908 1917 1918 1908 1917 Coltivazione per le manifatture Concessioni di manifesto . . Esperimenti in cooperazione con lo Stato Concessioni speciali Esperimenti diversi di colti- vazione .... Totali per le manifatture Coltivaziooe per la esporta- zione Totali generali . Ettari a. Ettari a. Ettari a. Ettari a. Ettari a. 5,090.13 2.349.92 3.345.74 - 1,744,39 -I- 995.84 198.03 51.68 491.86 -+- 293,83 -r- 440.18 623.79 2,161.28 3,987.25 -h 3,363.46 -1-1.825.97 » 14.32 14.46 ■+- 14 46 -+- 0.14 5.911.95 4,577.20 7,839 31 -l- 1,927.36 -4-3,262.11 1.005.31 8.52 8,37 — 996.94 — 0,15 6.917.26 4,585.72 7,847.68 -+- 930.42 +3,261 96 Che tale coltura abbia ripreso la via del progresso in cui si trovava prima della guerra, lo si desume chiaramente anche dal confronto seguente appunto istituito fra i dati che stanno a rappresentare la estensione della superficie occupata dalla colti- vazione del tabacco per le manifatture del Monopolio nelle due campagne 1914 e 1918. Si vedrà infatti che l'ultima campagna ha superato di ettari 213 quella del 19 14 sebbene siasi avuto un non lieve regresso nella coltivazione per concessioni di ma- nifesto esuberantemente compensata — e in ciò risiede un vero e più apprezzabile beneficio — dall' impulso che si è affermato nella coltura per concessioni speciali. (Fattorie autonome ed espe- rimenti in cooperazione dello Stato). BOLLETTINO TECNICO 83 FORMA DI CONCESSIONE Coltivazione per le manifatture. Concessioni di manifesto Esperimenti in cooperazione con lo Stato Concessioni speciali Esperimenti diversi di coltivazione . Totali per le manifatture SUPERFICIE COLTIVATA nelle seguenti campagne agrarie differenze nella campagna 1918 1914 1918 Ettari a. 4,766.03 67.03 2,751.41 41.71 Ettari a. 3,345.74 1,491.86 3,987.25 14.46 Ettari a. — 1,420.29 -f- 424.83 -+- 1,235.84 — 27,25 7,626.18 7,839.31 -f- 213,13 Spese per la coltivazione — 1 molteplici servizi attinenti alla coltivazione del tabacco nella campagna 191 8, costarono all'Am- ministrazione lire 6,277,454.53 vale a dire lire 3,231, 529. 1( di più che per la campagna 19 17. Se ne ha la conferma nel se- guente confronto nel quale le spese delle due suddette campagne sono distinte in speciali suddivisioni : 84 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO Assegni fissi al personale di ruolo . . . Indennità di trasferimento, di giro e di missione, compensi e sussidi . . . Retribuzione ai verificatori subalterni e operai contatori di foglia Personale ausiliario e mercedi agli operai. Consumo di articoli e di materiali diver- si e spese varie Premi e concorsi a favore della coltiva- zione Adattamento, manutenzione e migliora- mento di locali Affitto di locali demaniali e di proprietà privata Totali . CAMPAGNA 1917 CAMPAGNA 1918 DIFFERENZE nella camp. 1918 Lire e. 1,341,281.53 413,008.22 0 240,130.52 622,276.68 260,328.32 89,175,30 79,724.85 3,045,925.42 Lire e. 2,601,474.50 889,531,70 302,876,33 1,004,270.86 393,115.66 900,323.35 108,716 43 77,145.70 6,277,454,53 Lire e. +1,260 192.97 4- 476,523.48 -f- 62,745.81 -l- 381,994.18 ■+- 132,787.34 -+- 900,323.35 -f- 19,541.13 — 2,579.15 +3,231,520.11 La maggior spesa che ne risulta, se in parte è giustificata dal notevole sviluppo della coltivazione — ricordando che furono coperti a tabacco ettari 3261 in più della campagna antece- dente — principalmente però l'aumento di spesa ha origine dai miglioramenti di stipendio e assegni accessori agli impiegati ed al personale operaio e per lire 900,323.35 dai nuovi oneri per premi, rimborsi e concorsi dello Stato conferiti in virtù del Decreto Luogotenenziale 1660 del i° ottobre 1917, recante prov- vedimenti a favore della coltivazione indigena del tabacco. Escluse le lire 900,323.35 dei nuovi oneri suindicati, la spesa complessiva residua a lire 5,377,131.18 e, a seconda dei servizi che la determinarono, risulta così attribuita : Lire 3,5 r 5,303-29 Per la vigilanza fiscale e tecnica di tutta la coltivazione; BOLLETTINO TECNICO 85 Lire 1,106,577.50 per il ricevimento, la cura e condiziona- tura dei tabacchi consegnati allo stato sciolto dai coltivatori autorizzati con le concessioni di manifesto; 0 755>25°-29 Per il campionamento e ricevimento dei tabacchi condizionati in colli, coltivati dalle Fattorie autonome e per esperimenti eseguiti in cooperazione con lo Stato. Nella seguente tabella, la spesa per la vigilanza fiscale e tecnica è ripartita fra le diverse forme di coltivazione, compa- rativamente a quella dell'antecedente campagna, e se ne ha in evidenza il rispettivo ragguaglio per ettaro. FORMA CAMPAGNA 1917 CAMPAGNA 1918 DIFFERENZE nella DI campagna 1918 CONCESSIONE Spesa Spesa Spesa Spesa Spesa Spesa complessiva ettaro complessiva ettaro complessiva per ettaro Coltivazione per le manifatture. Lire e. L. e. Lire e. L. e. Lire e. L. e. Concessioni di mani tesi 0 . 1,131,952.38 481.69 1,675,612.08 500.82 -f- 543,659.70 -4- 19.13 Esperimenti in cooperazione con lo Stato 87,563.03 1694.33 407,767.31 829.03 -l- 320.204.28 —865.30 Concessioni speciali . . 794,110.77 367.42 1,413,280.71 354 45 -4- 619,169.94 - 12.97 Esperimenti di- versi di col- 1 tivazione . . 3,121.07 217.95 » » — 3,121,07 » Totali per le manifatture. 2,016,747.25 440.61 3,496,660,10 446.06 +1,479,912.85 -4- 5.45 Coliivazione per la espor- tazione . . 32,984.14 3871.31 18,643.19 2227.38 — 14,340.95 -1643.93 Totali gener. 2,049,731.39 446.98 3,515,303.29 447.94 -4-1,465,571 90 -4- 0.96 Compra tabacchi indigeni. — Per le lavorazioni del Monopolio si acquistarono chilogrammi 6,816,198 di tabacco indigeno, per 86 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO un importo di lire 18,497, 680. I9 con un aumento di chilogram- mi 1,990,529 ed una maggiore spesa di lire 8,440,978.43 sull'e- sercizio precedente. La semplice enunciazione di tali risultati sommari lascia intendere come 1' aumento di spesa non stia soltanto a rappre- sentare l'importo della maggior quantità di tabacco acquistata; in vero a determinare quell' aumento contribuirono in modo prevalente, assieme alla migliorata qualità dei prodotti conse- gnati al Monopolio, i più elevati sopraprezzi concessi ai colti- vatori sui tabacchi dell'ultimo raccolto, che rappresentano quasi il 60 per cento dell'intiero acquisto. Basti dire che, mentre per il raccolto 1917 i sopraprezzi dei tabacchi di Manifesto erano stati fìssati in lire 40 al quintale per i tabacchi scuri e lire 80 per i levantini, pel raccolto 19 18 quei sopraprezzi si elevarono rispettivamente a lire 105 e lire 200. Così pure per i tabacchi in colli del raccolto 1918 si pa- garono, a quintale, i sopraprezzi di lire 140 per i tabacchi scuri e di lire 315 per i levantini, di fronte a lire 55 e lire 125 che si erano pagate rispettivamente sui prodotti del raccolto 1917. 1 tabacchi acquistati si riferiscono alle coltivazioni eseguite nelle seguenti forme di concessione : Concessioni di Manifesto per prodotti allo stato sciolto del raccolto 1918 Kg.3, 894, 602 per L. 7,692,169.60 Concessioni di Manifesto per prodotti allo stato sciolto del rac- colto 19 17, non acquistati nel pre- cedente esercizio » 290,472 •> » 369,272.39 Concessioni di Manifesto per prodotti condizionati in colli del raccolto 1917 » 186,562» » 628,35397 Concessioni i n cooperazione con lo Stato per prodotti condizio- nati in colli » 45?853 » » 94,108.35 Concessioni i n cooperazione con lo Stato per prodotti allo stato sciolto » 82,439» ' 170,669.35 A riportare . . Kg. 4,499,928 » L. 8,954,573.47 BOLLETTINO TECNICO 87 Riporto . . . Kg. 4,499,928 per L.8,954,573.47 Concessioni speciali per pro- dotti condizionati in colli ...» 2,270,473 » » 9,446,599.^ Concessioni speciali per prò dotti allo stato sciolto » Esperimenti vari di coltiva- zione » Tabacchi coltivati per l'espor- tazione » 33,429» . 64,117.74 10,413 » - 28,980 .20 i,955 34o8 90 Kg. 6,816,198 L. 18,497,680. 10 Concessioni di Manifesto. — Nei vecchi centri di coltura i Manifesti di concessione stabilivano, per la campagna 19 18, il contingente da coltivare in piante 174,920,000 con un aumento di piante 42,300,000 rispetto alla campagna precedente. CONCESSIONE FATTA SUI MANIFESTI di coltivazione CAMPAGNA i917 CAMPAGNA 1918 DIFFERENZE nella campagna 1917 / per prodotti da fiuto Piante Varietà indigene d'impiego misto . . id. 1,785,000 36,160,000 1,785,000 51,180,000 » ■+- 15,020,000 Totali delle varietà indigene Piante 37,945,000 52,965,000 -+- 15,020,000 ; a cura ordinaria tipo scuro .... Piante 1 a cura giallo uso 0- Varietà di seme rientale • • • id- esotico per prò- \ dotti da fumo a cura giallo uso 1 bright . . . . id. I a cura ordinaria per trinciati comuni id. 1 51,975,000 31,400,000 8,200,000 3,100,000 50,955,000 59,700,000 8,200,000 3,100,000 — 1,020,000 -1- 28,300,000 » Totali delle varietà di seme esotico Piante 94,675,000 121,955,000 -+- 27,280,000 Contingente totale Piante 132,620,000 174,920,000 -+- 42,300,000 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO La coltivazione effettiva fu riconosciuta in prima verifica di piante 63,529,279; però rimasero al campo, giusta i risultati della seconda verifica, piante 59,392,299. Rispetto quindi alla campagna precedente si ebbe una maggiore coltivazione di piante 14,893,668 nella prima fase e di piante 13,790,970 nella se- conda. Delle coltivazioni di Manifesto, nelle due ultime campagne, sono date qui appresso sommariamente le notizie di maggior rilievo. COLTIVAZIONE per concessioni di manifesto CAMPAGNA 1917 CAMPAGNA 1918 Concessioni di manifesto Piante Coltivazione richiesla » Coltivazione concessa dalle commissioni provinciali, id. Estensione della coltivazio- ne effettiva Ettari Piante poste a campo [1. ve- rifica] Numero Piante deperite . . . . Id. Piante rimaste a campo [2. verifica] LI. Foglie addebitate . . . . Id. 132,620,000 92,492,020 73,990,320 2,350 48,635,611 3,034,282 45,601,329 485,075,385 174,920,000 184,633,490 149,656,660 3,346 63,529,279 4,136,980 59,392,299 707,110,262 DIFFERENZE nella campagna 1918 42,300,000 92,141,470 75,666,240 996 14,893,668 1,102,698 13,790,970 222,034,877 L'andamento della stagione, che da principio si era mo- strato piuttosto sfavorevole per la forte siccità, andò poi miglio- rando, sicché se ne è ottenuto un raccolto in massima discreto. I prodotti di queste coltivazioni, consegnati al Monopolio, in stato sciolto, furono pagati in media lire 195.55 a quintale deduzione fatta dei recuperi per tassa di vigilanza e multe con- venzionali, contro lire 120 6J del precedente raccolto. L'aumento di lire 74.93 al quintale è da attribuirsi, come già si e avvertito più sopra , alle migliorate qualità dei prodotti e sopratutto al- BOLLETTINO TECNICO 89 l'essersi notevolmente accresciuta la misura dei sopraprezzi cor- risposti ai coltivatori. Ecco il conto di costo dei tabacchi suddetti: Quantità di tabac- co ne ito da tare pagata ai colti- vatori .... CAMPAGNA 1917 chilog. 2,439,878 Somme liquidate in base ai prezzi di manifesto . . Premi e compensi Somma effettiva per quint. CAMPAGNA 1918 chilog. 3,894,602 DIFFERENZE nella campagna 1918 chilog. 1,454,724 Lire e. 2,039,006.11 L. e. 83.57 Sopraprezzo Totale . Ritenute: 4,198 81 0.17 944,357.60 38.71 Somma effettiva per quint. per tassa di vigi- lanza . . per penali là con- venzionali . . . Totale ritenute. Somma netta paga- ta ai coltivatori 2,987,562,52 122.45 Lire e 3,465,602.83 6,730.18 4.219,836.59 7,692,169.60 197.50 L. e. 88.98 0.17 108.35 Somma effettiva 30,240.12 124 13,891.79 0.58 44,131.91 1.82 Lire e. +- 1,426,596.72 «- 2,53137 t- 3,275,478.99 per quint. L. e. +- 5,41 -69.64 4,704,607.08 45,915,60 1.18 30,233,71 2,943,430.61 120 63 76,149.31 7,616,020.29 1.95 H-75.05 15,675.48 16,341.92 195.55 32,017,40 0.06 0.19 4,672,589.68 0.13 -f-74.92 Ad integrazione del prezzo risultante dal conto sopra espo- sto occorre siano aggiunte, per avere il vero costo effettivo dei tabacchi, le spese sostenute per la direzione e sorveglianza delle 90 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO coltivazioni, nonché quelle di trattamento e governo dei tabac- chi stessi presso le agenzie: Con l'aumento di tali spese — e pur non considerando le perdite di peso che i prodotti subiscono per circa il 6 per cento nei trattamenti cui sono assoggettati e nella giacenza che suc- cede l'allestimento in colli — il costo medio viene a corrispon- dere a lire 290^0 a quintale, cioè a lire 89.5! in più del rac- colto antecedente, come risulta dalla seguente tabella : CAMPAGNA 1917 CAMPAGNA 1918 DIFFERENZE nella campagna 1918 Somma effettiva per quint. Somma effettiva per quint. Somma effettiva per quint. Pagate ai coltiva- tori, al netto di ritenute per tassa di vigilanza e per penalità conven- zionali. . . . Lire e. 2,943,430.61 L. e. 120.63 Lire e. 7,616,020.29 L. e. 195,55 Lire e. ■+- 4.672.589,68 Lire e. -+■ 74.92 Spese accessorie per la vigilanza Spese accessorie pel ricevimento, la cura ed alle- stimento dei ta- bacchi e per la loro spedizione 1,458,366,51 882,872,20 43,77 36,19 1,675,612,08 2,006,900.95 43.02 51.53 + 217.245.57 4- 1.124.028,75 — 0.75 -f- 15.34 Assieme delle spe- se accessorie 2,341,238.71 79,96 3,682,513,03 94.55 290.10 -t- 1.341.274,32 + 14.59 Tota'i 5,284,669.32 200,59 11,298,533,32 -+- 6.013.864 — +- 89.51 Coltivazioni in cooperazione con lo Stato — Questa forma di coltivazione costituisce il periodo sperimentale di preparazione a quella di concessione speciale, che ha carattere prettamente industriale. BOLLETTINO TECNICO 91 Nella campagna 191 8 si ebbero 425 esperimenti con una superficie complessiva di ettari 491 86 e cioè 368 esperimenti in più che nella campagna 1917 ed un aumento di superficie di ettari 440. 18. I principali dati relativi a questa forma di coltivazione sono posti in evidenza nel seguente prospetto: CAMPAGNA 1917 CAMPAGNA 1918 DIFFERENZE nella campagna 1918 Esperimentatori . . . Numero 57 425 +- 368 Superficie coltivata . . Ettari 52 492 H- 440 Piante poste a campo . Numero 1,224,519 t6,098,9U] -l- 14,874,382 Foglie addebitate » 24,864,935 248,584,478 + 233,719,543 1 prodotti di tali coltivazioni sono rimasti in parte presso i coltivatori che dovranno consegnarli al Monopolio nel venturo esercizio, già condizionati in colli. Però, a differenza del pas- sato, altra parte del raccolto dell' ultima campagna è stata ac- quistata allo stato sciolto in questo esercizio, giacché 1' Ammi- nistrazione, al fine di attenuare le difficoltà create alla coltiva- zione del tabacco durante il periodo di guerra, consentì, per la campagna 191 8, la esecuzione di esperimenti limitati al solo periodo colturale, esonerando così gli esperimentatori dai lavori di manipolazione e condizionamento in colli dei prodotti rac- colti; lavori che esigono la disponibilità di speciali e dispendiosi impianti, oltre che di maestranze per la cui preparazione tecnica si richiede tempo non breve. Oltre questi tabacchi del raccolto 191 8, furono acquistati i prodotti del raccolto 1917, condizionati in colli. I prodotti allo stato sciolto del raccolto 1918 furono pa- gati in media lire 1 86 23 a quintale per la varietà Kentucky e lire 338-96 per le varietà levantine; quelli condizionati in colli appartenenti al raccolto 19 17, furono pagati in media lire 174.5 al quintale per i Kentucky e lire 375^ per i levantini, con una media generale di lire 193. 40 in confronto a lire 19696 dei pro- dotti in colli acquistati nell'esercizio precedente. 92 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO Le lievi differenze di prezzo, tra i tabacchi sciolti del 191 8 e quelli in colli del 1917, sono dovute al fatto che i sopraprezzi dei primi sono molto superiori a quelli dei tabacchi in colli del 19 17, tanto da far quasi scomparire la differenza di tariffe che effettivamente sussiste. Concessioni speciali. — (Fattorie autonome). La coltivazione per concessione speciale è autorizzata laddove, in seguito a ri- petute prove fatte, si sia acquistata una relativa certezza di ottenerne buoni tabacchi da fumo; e, come per gli esperimenti in cooperazione con lo Stato, i prodotti di tali coltivazioni de- vono essere consegnati al Monopolio dopo che a cura e spese dei concessionari siano stati condizionati in colli, ciò che gene- ralmente avviene nell'anno successivo al raccolto. Nella campagna 19 18 si ebbero 214 coltivazioni per con- cessione speciale e cioè 93 in più che nella campagna 1917. La superficie coltivata nelle dette fattorie fu di ettari 3987.25 con piante 13,730.940 di tabacchi scuri (Kentucky) e 409,463,908 di tabacchi gialli (levantini) in tutto con piante 423,194,848, derivandone, rispetto alla campagna precedente, un aumento di coltivazione di ettari 1825.97 e piante 189,711,912, come si de- sume dal seguente confronto : CAMPAGNA 1917 CAMPAGNA 1918 DIFFERENZE nella campagna 1918 Concessioni speciali .... Num. 121 214 -+■ 93 Superficie coltivata .... Ettari 2.161 3.987 -+- 1.826 Tabacchi scuri Num. 6 487.883 13.730.940 + 7.243.057 Piante poste a campo Tabacchi gialli ( Levantini e di tipo bright) id. 226.995.053 409.463.908 -t- 182.468.855 Tabacchi scuri id. 58.863 305 113.715272 ■+- 54.851.967 Foglie addebbitate Tabacchi gialli C Levantini e di tipo brieht id. 2.345.495.286 4.381 623.293 -+- 2.036.128.007 BOLLETTINO TECNICO 93 In questo esercizio, le Fattorie autonome hanno consegnato al Monopolio, in completo stato commerciabile il tabacco del raccolto 19/7 ed alcuni resti delle campagne 191 5 e 19 16 nonché molte partite del 1918. I tabacchi scuri in colli furono pagati, in media, lire 173.36 al quintale e quelli levantini imballati lire 547.77 mentre nell'eser- cizio 19 17-9 18 i concessionari avevano ricavato, per i tabacchi del genere rispettivamente lire 176.07 e lire 425.45 a quintale. Non vi ha, come si vede, divario apprezzabile nei prezzi dei tabacchi scuri; è però alquanto sensibile invece l'aumento nei levantini poiché oltre alla migliorata qualità del prodotto, l'ac- quisto fattone appartiene alla campagna 191 8 ed ha quindi be- neficiato del sopraprezzo di lire 315 in luogo di quello di lire 125 assegnato ai prodotti della campagna 191 7. Campi dimostrativi. — Nella campagna 191 8 si ebbe in at- tività un solo campo dimostrativo in quel di Cesena (provincia di Forlì), il quale fu coltivato a Kentucky. La superficie coperta a tabacco misurò are 92; se ne otr tenne un prodotto di Cg. 735 valutato lire 2025 corrispondente a lire 275.B1 per quintale. Coltivazioni per l'esportazione. — Queste coltivazioni vennero effettuate solamente in Toscana, né risultarono di importanza maggiore di quelle dell'anno innanzi. Infatti nella campagna 1918, come si rileva dai risultati sommari qui appresso inseriti, fu* rono destinati a tali coltivazioni ettari 8.37 con piante 98,111 in confronto ad ettari 8.52 con piante 88,251 coltivate nella cam- pagna 191 7. Varietà Piante concesse Numero COLTIVAZIONE EFFETTIVA (Campagna 1918) 19 O 'Se ai « Esten- sione Piante di 1" verifica Numero Piante di 2" verifica Numero Foglie addebitate Numero Foglie consegnata Numero Quantità di prodotto immessa nei magazzini et- are tari generali Chilgr. Toscan a. Ktiitucky 140.000 8 37 98.111 91.141 748.647 748.647 10.182 94 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO Istituto sperimentale di Scafati. — Si sono continuati e in- tensificati gli studi ed i lavori riguardanti la scelta delle piante da seme e quelli relativi agli incroci, alla creazione di nuove varietà di pregio commerciale ed al miglioramento delle razze già costituite. In materia di cure dei tabacchi, particolare attenzione è stata data al perfezionamento del sistema fondato sulla pressa- tura a verde che ha già dato risultati tali da far ritenere che in un prossimo avvenire questo sistema possa, con notevoli vantaggi sia dal lato tecnico che dal lato economico, avere la sua larga applicazione nel campo della tabacchicoltura nazio- nale. Nel contempo, largo sviluppo è stato dato agli esperimenti comparativi di fermentazione coi prodotti indigeni per normali manufatti, ottenendo anche qui risultati di non lieve impor- tanza. L'Istituto, infine, ha iniziato in questo esercizio il primo corso di borse di studio concesse, per concorso, ai figli di col- tivatori e di operai che attendono alla coltivazione del tabacco, di cui al Decreto Luogotenenziale n. 1660 del i° ottobre 19 17. Le spese di funzionamento dell'Istituto hanno anch'esse su- bito un rilevante aumento, per ripercussione delle cause che ebbero ad influire sulla economia di tutte le altre branche di servizio dell'Azienda. Eccone il confronto con quelle dell'eserci- zio anteriore. BOLLETTINO TECNICO 95 ESERCIZIO 1917-1918 ESERCIZIO 1918-1919 DIFFERENZE nell' esercizio 1918-1919 Assegni fìssi al personale di ruolo . . Indennità di trasferimento , di giro e di missione, compensi e sussidi . . . Retribuzioni ai verificatori subalterni ed assegni ai volontari verificatori . . Consumo di articoli e di materiali di- Adattamento, manutenzione e migliora- Affitto di locali demaniali ( partita di giro ) Lire e. 53,779.68 5,237,39 » 119,268.85 41,000.49 12,800.- 14,397.60 Lire e. 86,758.78 20,094.75 » 219,338.71 50,097.78 3,753.45 14,397.60 Lire e. ■+- 32,979,10 -+- 14,857.36 » -+- 100,069 86 -h 9,097 29 — 9.046.55 Totali. . . . 246,484.01 394,441.07 -+■ 147.957.06 NOTIZIE SCIENTIFICHE E PRATICHE (RIVISTA DELLA STAMPA) Anomalie delle piantole e anomalie di germinazione in NicoHanae. — H. Savelll (Estratto dal "Bollettino della Società Botanica Italiana „). I. Le anomalie connesse con lo sviluppo embrionale attrassero già da tempo I attenzione dei botanici perchè le più comuni fra esse, riguardando il numero dei cotiledoni, venivano ad alterare un carattere posto a base delle prime clas- sificazioni naturali ed effettivamente ancor oggi ritenuto importante; ma il rinnovato interesse per lo studio delle anomalie non più tanto per il loro va- lore morfologico quanto per la loro genesi ed ereditarietà, torna ad esercitarsi sui fenomeni teratologici in parola perchè, iniziandosi questi in fasi assai pri- mordiali del nuovo individuo, quando le sue condizioni di vita dipendono ancora da quelle della pianta madre, e la massima parte dei suoi caratteri sono ancora latenti e modificabili, si potè da qualcuno supporvi una congiun- zione probabile fra le alterazioni d'un capostipite e le eventuali alterazioni della discendenza, sembrò di potervi scorgere la manifestazione esteriore di un disturbo embriogenetico capace di azione profonda e di effetti lontani. Co- munque sia, gli studi del De-Vries e di altri, mostrando le connessioni che talvolta legano le anomalie delle plantule con anomalie posteriori e additando in esse un esempio di eversporting tipico e di facile studio, le hanno poste fra le più interessanti della teratologia vegetale. II. Avendo dunque notato che in tutte le forme di Nicotiana che ho avuto occasione di osservare si presentano diverse di queste anomalie, decisi di far- ne oggetto di ricerca apposita tanto più che, per quanto mi consta, tutte le cognizioni in proposito, pel genere Nicotiana, si riducono alla osservazione del Penz.g di piantine di N. Tabacum « nelle quali i cotiledoni erano con- cresciuti in una lamina t (i) — Le mie osservazioni, iniziate nel Luglio 1916, furono proseguite fino ad oggi col proposito di conoscere le anomalie presen- tate dalle germinazioni di Nicotiana, la loro frequenza e l'eventuale grado di ereditarietà. Il metodo seguito fu quello di far germinare un grandissimo nu- mero di semi su sabbia sterile, in scatole di Petri, disponendone non più di (1) — Penzig. — Pflanzenteratologie — 1891, V. 11, p. 17,9. 98 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO un migliaio per ciascuna scatola; isolare ed allevare fino a fruttificazione un certo numero di plantulc anomale e normali di confronto (scelte con criteri appropriati allo scopo delle singole ricerche) e studiare campioni sufficiente- mente ampi del seme ottenutone, previa rigorosa autofecondazione, procedendo in ogni caso all'esame ed al computo di tutte le piantine nate, per ottenere la percentuale delle anomalie, non tenendo conto di quei saggi di germina- zione nei quali, per qualsiasi causa, si verificò qualche fallanza appena note- vole, niente garantendo che le mancanze di germinazione si distribuiscano ugualmente fra i semi normali ed anormali e non alterino le percentuali. Questa ricerca, estesa ad oltre 450.000 plantule, portò all'osservazione di ben 2,800 casi di importanti anomalie morfologiche cui sono da aggiungersi, oltre a qualche anomalia fisiologica, una quantità di variazioni che, notate una volta tanto per la loro connessione con i casi teratologici, non furono rite- nute meritevoli di esatta registrazione numerica. III. Procedo ad un cenno sulla natura delle anomalie riscontrate: a) Tricotilia — In tutte le forme osservate di Nicotiana è l'anomalia di gran lunga più comune; se ne trovarono 2,650 casi, comprendendovi tanto i casi di tricotilia perfetta ove i 3 cotiledoni, uguali fra loro e completamente liberi, segnano coi loro apici i vertici di un triangolo equilatero; quanto i casi, più frequenti, di tricotilia imperfetta ove i cotiledoni non appaiono comple- tamente uguali e indipendenti ed i loro apici segnano i vertici di un triangolo isoscele. La tricotilia generalmente proviene dalla divisione longitudinale di uno dei cotiledoni di una plantula normale; la tricotilia imperfetta si ha quando questa divisione è incompleta ed il cotiledone viene ad essere più o meno profondamente bifido; spesso, pur essendo la divisione apparentemente com- pleta nei primi stadi della ; lantula di Nicotiana, appare poi in 2 cotiledoni una concrescenza interessante quella parte subpicciolare che in essi si mani- festa quando il loro sviluppo si avanza. Alcune particolarità di certe plantule anomale riscontrate in altri generi si spiegano meglio ammettendone la deriva- zione da una forma anomala originaria a 3 cotiledoni di cui 2 tornino a saldarsi fra loro: quando ciò avvenga in modo completo si giunge ad una falsa di- cotilia, ad un mendace aspetto normale; quando la saldatura è incompleta si ha un altro genere di tricotilia imperfetta diverso dal primo. (1) Riconoscere sulle plantule di Nicotiana la differenza, del resto assai sottile, di queste 2 origini, sa- rebbe arduo anche col sussidio della ricerca anatomica; la semplice osservazione morfologica delle tricolitiche imperfette mi suggerisce come più probabile il pri- mo modo d'origine: difatti i 2 cotiledoni parzialmente congiunti sono spesso più piccoli del cotiledone libero e sembrano bene risultare dal dimezzamento d'un cotiledone normale. Ma spesso tutti e 3 i cotiledoni delle tricotiliche perfette, appena svolti dal seme, sono più stretti e più appuntiti del normale, ciò forse per mutua compressione subita entro il seme in seguito al loro aumento di (1) Vedi Gain — Sur la tricotylie et T anatomie des plantules de Phaseohis tricotylès. fRev. gèn. de Bot. Paris 15 Octobre 1900 T. Xll N. 142) p. 380-381 e Guillaumin — Remar ques anatomiques sur la sincotylie et la monocotylie de quelques plantules de dicotyledones jRev. gèn. de Bot. Paris 15 Juin 1912 T. XXIV N. 282 p. 225J — BOLLETTINO TECNICO 99 numero. Va segnalata una variazione, non rara, nelle plantule tricotiliche di Nicotiana, per la quale uno dei 3 cotiledoni, e generalmente quello indiviso, corrispondente ad uno dei 2 normali, si riduce in tutti i gradi fino a divenir piccolissimo; può anche abortire ed allora si ha un tipo di plantula dicotilica, ma non normale, perchè i suoi 2 cotiledoni derivano dalla scissione di un solo abbozzo cotiledonare primitivo: il riconoscimento di questi casi, all'esame este- riore, è oltremodo difficile. Molto spesso la tricotilia trae seco una influenza perturbatrice del numero e della disposizione delle foglie, che può spingersi più o meno in alto lungo la pianta. Gain, (1) anzi, nel fagiolo, considera che la tricotilia non sia per- fetta quando, oltre al verticillo cotiledonare, anche quello delle prime foglie, non sia trimero e alterno col primo. Una designazione così netta è possibile soltanto in quelle piante che normalmente hanno le prime foglie disposte in un verticillo dimero, in alcune piante ciò non avviene affatto, in altre le 2 prime foglie appaiono separate da un internodio estremamente raccorciato che in seguito si allunga: tale è il caso di Nicotiana ove le 2 prime foglie non hanno uno sviluppo simultaneo né conservano per lungo tempo quella dispo- sizione opposta che dapprima sembrano avere. Tuttavia, se non così netta- mente come nei casi del fagiolo osservati da Cevidalli (2) e da Gain, pure anche in Nicotiana appare evidente che l'alterazione determinante l'aumento dei cotiledoni spesso prosegue a far sentire la sua influenza per un tratto più o meno ampio dell'asse e ciò avviene con maggior frequenza e in modo più marcato nei casi ove la tricotilia delle plantule è perfetta. Ivi si manifesta una alterazione più o meno notevole della fillotassi data da una diminuzione della divergenza fogliare; questo raffìttimento delle foglie è però sempre limitato al tratto inferiore dell'asse dove anche gì' internodi si mostrano ravvicinati, neppure nei casi più caratteristici se ne ha traccia lungo la metà superiore della pianta. P. es. nella N. rustica avviene talvolta che le piante provenienti da embrioni mostranti tricotilia perfetta presentino verso il basso una diver- genza fogliare di 1J4 anziché di 3(8 come normalmente. In queste 2 tassie fo- gliari i numeri di foglie disposte lungo un egual numero di giri della spirale generatrice stanno fra loro come 3 a 2, rapporto che ricorda appunto quello del numero dei cotiledoni. Sia detto di passaggio che se questo carattere si fosse potuto fissare ed esaltare, il risultato avrebbe avuto un certo interesse pratico, ma, come dirò, non si è potuto riuscire a questo intento. Ciò esposto, mi permetto di domandare se le numerose variazioni di fillotassi notate da Anastasia nella sua « Araldica Nicotianae » (3), e cui egli attribuisce valore fi- logenetico, non sieno, almeno in parte, variazioni susseguenti ad anomalie em- brionali nel qual caso sparirebbe ogni valore filogenetico inquantochè queste alterazioni si presentano nello stesso modo in svariatissime specie (4). [t] Gain — loc. cit. p. 380. — [2] Cevidalli - Policotilia ereditaria ed anomalie varie nel Phaseohis valgaris L. [con 2 tavole) [atti soc. dei Nat. e Mat. di Modena ser. IV, voi. II, anno XXXIII Modena 1900,; ree. in G. B. I. Vili. 1901, p. 107. CSJ Anastasia. Araldica Nicotianae - B. tee. colt. tabacchi iqi4 Scafati p. 66-68 e p. 187 e 194. (&J In un saggio su Thuya orientalis ebbi un 6 °|(J di tricotili. Nel normale, al verticillo cotiledonare dimero succede, in disposizione decussata, un primo verticillo di foglie aghiformi pure dimero, seguono verticilli tetrameri talora un po' alterati da spostamenti fogliari. Nei 100 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO b) Tetracotilia — Proveniente dallo sdoppiamento di ambedue i cotile- doni, molto rara e da me constatata solo in 8 casi ove appare imperfetta e le alterazioni di fillotassi che ne seguono non sono molto notevoli (i). e) Monocotilia — Proviene dall'aborto di un cotiledone; 15 casi. Fra le piante dicotiliche è comunissimo trovarne qualcuna con un cotiledone un pò ridotto e non è raro che la riduzione si spinga anche a 1 [4. . . 1 [6 del nor- male; questa tendenza all'atrofia, spinta all'estremo, è quella che conduce ai rari casi di vera monocotilia. d) Sincotilia — La saldatura di un margine fra i cotiledoni normali non è rara e può essere più o meno completa. Generalmente la plantula mo- stra una lamina bifida, le 2 parti che la costituiscono formano in sezione un angolo ottuso e le loro dimensioni corrispondono press'a poco a quelle dei co- tiledoni normali. Nelle plantule dicotiliche, in Nicotiana, è relativamente fre- quente una variazione di pochissimo conto; ma che può in certo modo consi- derarsi come un indice della tendenza alla sincotilia, e consiste in uno sposta- mento dei 2 cotiledoni per cui le sezioni delle loro lamine anziché essere rap- presentate da due linee parallele, lo sono da due linee convergenti ad angolo ottuso in modo che i lembi dei cotiledoni si toccano da un lato senza però giungere a saldarsi. Quando la sincotilia è così profonda da dar luogo ad una sola lamina spianata e con un solo apice, l'aspetto esteriore è simile a quello della monocotilia salvo una probabile maggior dimensione della lamina risul- tante dalla fusione di 2 cotiledoni: anche con la ricerca anatomica riuscirebbe nel più dei casi difficile distinguere le due diverse anomalie; tuttavia un cri- terio può esser suggerito dalla disposizione delle prime foglie le quali, al loro primo apparire, conservano press'a poco la posizione che dovrebbero assumere nelle plantule normali per cui nelle monocotiliche la loro disposizione rimane quasi alterna rispetto all'unico cotiledone rimasto, mentre nelle sincotiliche, avendo subito il piano di inserzione dei cotiledoni una rotazione di 450 - 900, la lamina cotiledonare che ne risulta viene generalmente ad assumere una di- sposizione opposta alla prima foglia che successivamente si svolge. Questo ge- nere d'anomalia derivante dalla saldatura dei 2 cotiledoni normali è quello che Hegelmaier (2) chiama pseudomonocotilia e che meglio direbbesi vera sincoti- lia; ma ho già ricordato come nelle plantule tricotiliche possa trovarsi ridu- zione di un cotiledone, quando la riduzione divenga soppressione e la tricotilia tricotili, anche il 1. verticillo di foglie è trimero, alterno con quello cotiledonare, seguono 3 verticilli generalmente pentameri, talora uno è esamero ; ma i successivi tornano tetra- meri: anche qui una perturbazione notevole, ma che s'estingue presto lungo il decorso del- l'asse. Cosi pure nel Garofano, ove queste anomalie son frequentissime. (\) E nota l'esistenza di plantule a 4 cotiledoni derivanti, anziché da schizocotilia, dalla saldatura di 2 embrioni, quando in plantule così fatte si ha l'aborto di un cotiledone si ar- riva a un tipo speciale di tricotilia; la policotilia può dunque esser legata alla poliembrionia, anche in Nicotiana ho trovato indizio di simile derivazione da me osservata anche in Dian- thus cariophyllus ed in Anagallis arvensis v. Phoenicea ove pure le anomalie embrionali sono frequentissime. (ì) Hegelmaier- Vergleichende Untesuchungen ùber Entwickelung dicotyledoner Keime mit Berùcksichtigung der pseudo-Monocotyledonen fStruttgart. E. Schweizerbart' sche Ver- lagshandlung E. Koch 1878 III. 211 S.y ree. in I. B, 1878 -1- p. 82. BOLLETTINO TECNICO lUl sia soltanto parziale, il cotiledone soppresso essendo quello indiviso, si ha sulla plantula una lamina cotiledonare bifida la quale non deriva già dalla fusione parziale dei 2 cotiledoni normali; ma anzi dalla incompleta scissione di un sol cotiledone: si ha insomma una monocotilia accompagnata da incipiente scis- sione del cotiledone, e ciò potrebbe designarsi col nome di pseudosincotilia. Non ho potuto decidere caso per caso a qual genere di sincotilia si dovessero riferire le 92 plantule trovate, ma nella loro grande maggioranza esse mi ap- parvero veramente sincotiliche. In alcune plantule sincotiliche di Nicotiana io ho potuto osservare il medesimo fatto che Guillaumin ha riscontrato in una delle 4 plantule sincotiliche di Brassica da lui esaminate (1), cioè il notevole ritardo nell'emissione delle prime foglie a confronto delle plantule normali coetanee. Delle monocotiliche e sincotiliche trovate solo pochissime mi riuscì di mantenere in vita, ed in queste non osservai alterazioni di fillotassi notevoli. e) Anficotilia. — La saldatura dei 2 cotiledoni margine a margine da ambedue i lati conduce, in Nicotiana, ad una formazione ovata-appuntita che, per la forma, può ricordare lo sporogonio di un musco e dentro la cui cavità dovrebbe svilupparsi la gemmula. Ma non mi è riuscito di portare avanti nessuna delle 6 anficotiliche trovate: una di esse ha i margini completamente saldati le altre presentano soltanto all'apice una piccolissima disgiunzione (2). f) Tri-sincotilia.— Molto rara: 7 casi. E' una combinazione singolare della tendenza alla saldatura e della tendenza alla divisione; la plantula porta una sola lamina spianata con 3 apici e si può supporre che prenda origine da una tricotilica imperfetta in cui un lembo del cotiledone incompletamente diviso si saldi, pure incompletamente, col cotiledone adiacente indiviso (3). g) Acotilia.— L'assenza completa di ambedue i cotiledoni dà luogo a stranissime plantule composte soltanto di un corpo cilindrico terminante ai 2 estremi con 2 apici conici dei quali l'uno, radicale, è munito di pochi peli assorbenti, l'altro, appena verde è completamente liscio oppure, a mediocre ingrandimento, mostra 1' epidermide fornita di rade papille appena rilevate; nell'interno non è possibile scorgere nessun accenno di tracce cotiledonari. Non mi è riuscito di portare avanti nessuna delle 3 plantule, trovate tutte in N. rustica v. texana, il cono vegetativo avendo perduto la facoltà di produrre foglie. Dopo aver visto questa serie di anomalie riguardanti l'embrione per se stesso, notiamo altre anomalie riguardanti il modo come l'embrione è conte- nuto nel seme: h) Poliembrionia.— Rara: 6 casi. (1 seme, di dimensioni ordinarie, con- tiene 2 piccoli embrioni normali da cui provengono piante normali ma di non (1) Guillaumin — loc. cit. pag. 228 e rìg. 3. [2] Tutte le anficotiliche trovate, come alcune sincotiliche. non hanno la plumula , che deve continuare la vegetazione al disopra dei cotiledoni, perchè questi , concresciuti da un margine o d;i ambedue, oppure saldati faccia a faccia, assumono posizione terminale presen- tando il fatto teratologico visto la prima volta dal Morren in Gesnera Geroltiana. Vedi in proposito il mio lavoro: Variazione brusca in Nicotiana Sylvestris Speg. Annali di Botanica voi. XV (Nota aggiunta nella revisione delle bo^ej. (3) Figurata da De Vries per Amarantus Speciosus in Mutationstheorie II. 1903 p. 226. 1Q2 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO grande sviluppo. Per accorgersi di questa anomalia occorre seguire attenta- mente la germinazione del seme che emette due apici radicali e lascia scorgere poi 2 plantule in cui i 4 cotiledoni rimangono impegnati per qualche tempo entro lo spermoderma (1). i) Rovesciamento dell'embrione. — Rarissima anomalia segnalata soltanto, per quel che mi consta, da Jaccard in Ephedra (2). Precisamente come in quel caso, ho trovato che i semi emettono i cotiledoni dalla estremità micro- pilare, mentre la radichetta resta immersa nell'endosperma ed avvolta dallo spermoderma come da una cuffia. Di questa curiosa anomalia ho trovato 13 casi di cui oen 7 in pochi semi prodotti dall'ibridazione N. rustica v. texa- na + N. chinensis + ; non sono, per ora, in grado di stabilire se si tratti di semplice coincidenza o se vi sia relazione tra l'origine ibrida dell'embrione e quella ignota alterazione embriogenetica che porta al suo rovesciamento; mi riservo di continuare le ricerche. Altre variazioni di minor conto, oltre quelle già accennate per la loro connessione con i casi teratologici propriamente detti, sono la pìcciolatura e subpicciolatura dei cotiledoni che, in via anormale, si manifesta sin dal primo loro svolgersi dal seme, altre modificazioni di forma dei cotiledoni per cui divengono asimmetrici, a cuore, oppure appajono stretti e lanceolati anche in quelle specie ove la loro forma è normalmente ovale, ecc. Va segnalata una deformazione, specialmente frequente in N. rustica v. texana, per cui l' ipocotile si presenta ipertrofico, verrucoso, della grossezza talora anche di mm. 1 e ([2 in plantule nate da poco: non mi è mai riuscito di tirarne avanti nessuna. Infine è notevole il fatto che sono frequenti nella semenza di molte forme di Nicotiana dei semi assai più piccoli del normale'che danno plantule 4-6 volte minori dulie ordinarie: esse mostrano una diminuita capacità di accrescimento e le piante che ne provengono accennano ed un certo grado di nanismo: ciò è comprensibile sapendo quanta influenza abbiano su tutto il decorso della vita della pianta le primitive condizioni di nutrizione alterate qui dalla scar- sità delle sostanze di riserva a disposizione dell'embrione e delPimpiccolimento dell'embrione stesso. Oltre a ciò, spesso, in tutte le forme osservate, qualche plantula si pre- senta albina per intero oppure limitatamente ad un cotiledone o a mezzo co- tiledone. Una notevole anomalia, più che altro fisiologica, trovata solo in N. rustica, consiste nella germinazione dei semi entro la cassida che li produce, appena dopo che questa ha completata la sua maturazione. Questo fatto fu riscontrato in 2 cassule di N. r. v. brasìlia « Erbasanta » che presentavano alcuni semi in via di germinazione ed anche qualche plantula coi cotiledoni perfettamente verdi completamente liberati dallo spermoderna. In una pianta (1) Questa anomalia derivante dallo sviluppo di più embrioni in un solo ovulo non va confusa con quell'anomalia che spesso : teratologi chiamano molto impropriamente poliem- brionia e che sarebbe meglio chiamare falsa poliembrionia o polispermia consistente nello sviluppo di più ovuli e quindi di più embrioni in frutti in cui normalmente un sol ovulo e suscettibile di sviluppo (quercia, tee). (2) P. Jaccard— Note sur trois cas de teratologie vegetale (Lausanne, Bui. soc. Sci. nat. (4) t. 32, 1896, p. 30-32 pi. I) ree. in Rev. gèn. de Botanique Paris T. XVIII, 15 Mars 1906, N. 207, p. 132. BOLLETTINO TECNICO 103 di N. r. v. texana il fenomeno fu più spinto: quasi tutte le cassule della pan- nocchia apicale presentavano qualche seme in via di germinazione ed alcune di esse mostravano moltissime plantule. già completamente svolte. Il seme che non era in via di germinazione, raccolto e posto in camera umida, cominciò ad emettere gli apici radicali dopo 3 ore mentre al seme normale di confronto occorse 1 giorno e i[2 di dimora nelle medesime condizioni di temperatura e d'umidità: si vede dunque quanto fosse spinta nei semi prodotti da questa pianta la tendenza alla germinazione. Giova osservare che il seme normale di 104 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO t^ cn foco cn io - «" d o O ai H y o o o H < 05 W H c/5 < 05 O Uh suoijq -uie,iiep ojuetn -■BIOS -eAOH co t^ IN «mojjq -raeijoj in -oov CO -utstjx t> «ITI* -oouav co — co •ni* -oouis in — i co OìOO m — co c> BIJI^OO -onou e •- co — viji^oa -•Bj^eX -00{J£, CO in C Tj- - ■O ~ CO e co or, coCNtNro — CO C> in in oAissejit -UIOO '^J CO m CO co - N O CO co CO co ■tf- m co r^ — co Ci H">00 - tNtn O tJ- O tJ- -t- in in — VO — l^'O 'CON co co Ci C O O - co -i "O co •n co Ci co C >n Ci'O tt O 'O C^ CO -sfr- O OO - m O co O - - CO Tf m ^f'O ci O co — co co co H r> O li C/5 IH g o U C3 c • *-■ CC Cd CU C3 u oc o C/5 Z Z « +o C/3 « al -e • I x o+ _n. ^ c/3 CO Ci li > s +o+o c/3 n • — C/3 • C/3 C H C (U u w e w e .= C/5 o+-x: Q c/3 -< ti "z* 1/3 *-t U tri e/3 5P0+0+ Z «-2 X e ^ a S>< « c/3 CU li OS 33 0+*- -° c/3 > > 5 ,J ,J e *-> C .— . c/3 c/3 J33 s s- M< H o a 0) cn cu ri ed gg Mi ci 3 <* .2 « ZZZ ZZZ B0LLLETT1N0 TECNICO T05 N. rustica anche se viene raccolto da cassule non completamente mature, po- sto in ambiente umido, germina senza bisogno di attraversare un periodo di riposo: questo fatto costituisce certo una condizione predisponente all'anoma- lia indicata, la quale sarebbe più notevole se si presentasse in un seme che normalmente avesse bisogno di passare un lungo periodo di riposo prima di germinare (i). IV. Considerate così, dal punto di vista descrittivo, queste anomalie, passo a qualche indicazione sulla loro frequenza nelle forme di Nicoziana esa- minate, ed espongo i risultati di alcuni saggi fatti sul grado d'ereditarietà di qualcuna di esse. In tutte le forme considerate il primo saggio fu fatto sur un campione di qualche migliaio di semi non provenienti da una sola pianta madre, la ricerca fu poi proseguita più o meno ampiamente soltanto nei casi ove parve promettente, perciò il numero di plantule esaminate varia notevolmente da forma a forma. Ne dò un quadro riassuntivo a pag. 104. Consideriamo ora più da vicino le forme su cui la mia ricerca fu prose- guita oltre il saggio preliminare: esse furono la N. chinensis, la N. rustica « Erbasanta » e la N. rustica v. texana; queste forme richiamarono la mia attenzione fin dal principio per la relativa abbondanza e per la varietà delle anomalie ch'esse presentarono, mentre la N. glauca, che pur ne mostrò una percentuale notevole, dovette rimaner trascurata per la sua poliennalità e per il suo grande sviluppo, che avrebbero introdotto nelle ricerche una complica- zione eccessiva : a) Per N. chinensis il punto di partenaa delle ricerche fu costituito da un campione di seme che dette N. 12,139 plantule di cui 91 anomale corri- spondenti ad una percentuale del 7,5 %o- Le plantule ottenute da questo cam- pione di seme, discendendo da capostipiti ignoti, nulla può presumersi intorno alla loro potenza ereditaria rispetto alle anomalie che si considerano, fra esse dunque vennero scelte ed allevate 9 plantule tricotiliche, una sincotilita e 10 normali; tutte vennero lautamente concimate e poste in eguali condizioni, per giungere alla conoscenza ed alla comparazione della loro percentuale eredita- ria. Giunte a fioritura, sulla loro infiorescenza terminale si lasciarono svilup- pare soltanto il fiore apicale e 6 laterali; il frutto prodotto dal fiore apicale li) La germinazione nel flutto non è rara del resto: ma nel caso nostro, trattandosi d'un frutto secco, non esistono le condizioni d' umidità che potrebbero renderla facile e mante- nere le plantule in vita per un certo tempo. Nelle germinazioni endocarpiche di popone di Mac Keller (Melon wiih seeds germinating Gard Chron. London 1898, p. 128, ree. in Revue gèn. de Bot. Paris T. XVIll, N. 207, p. 134) le piantine affondavano la radice nella polpa del frutto; nel limone, ove il fenomeno si manifesta così spesso, e vi è stato segnalato an- che dal Costerus (Kieming van Zaden buinen de vrucht. Gent, bot. Jaarbock Dodonaea t. io 1898, p. 135-141, 1 fig. ree. come sopra) la condizione di frutto succoso può del pari essere ritenuta favorevole, lo stesso ho riscontrato molte volte, entro i limoni, semi germinati e plantule anche molto sviluppate; una di esse misurava 5 centimetri e tp e affondava l'apice radicale nel cordone centrale, di tessuto placentare da cui irraggiano gli spicchi ; un' altra piantina presentava le foglie della plumola concresciute in una spessa lamina verde. Nel gran- turco bianco del Friuli, indipendentemente da cause meteoriche, per impulso proprio una cariosside sur una spiga quasi matura aveva emerso una germinazione verde, lunga 3 cm. — Tutto ciò ha ben poco che fare col vero viviparismo ( in senso fisiologico) che avviene per uno stretto rapporto organico tra il seme germinante e la pianta madre. — 106 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO generalmente matura prima, è un po' più grosso, contiene un maggior numero di semi, che sono anche in lieve misura più pesanti di quelli prodotti dai frutti laterali, perciò in ogni singola pianta si raccolse a parte la semenza del frutto apicale e quella dei laterali e si procedette poi allo studio delle germi- nazioni dell'intero prodotto della cassula apicale e della metà del prodotto delle laterali, ritenendosi che questa metà costituisca un campione sufficiente- mente ampio per ottenere una percentuale attendibile e, d'altra parte, non troppo diverso da quello del frutto apicale per poter essere con esso confron- tabile. Dal complesso dei campioni riguardanti le 9 piante tricotiliche si eb- bero plantule 63,818 e si registrarono 419 casi teratologici corrispondenti ad una percentuale del 6,6 °[00; si vede dunque che, in complesso, da questa pri- ma scelta di piante anomale non si è avuto nessun progresso sulla percentuale d'anomalia del campione di partenza. Dai campioni riguardanti le 10 piante normali si ebbero plantule 69.862 con 394 casi teratologici (percentuale 5,6 °[0o). La differenza fra questa percentuale data dalle piante normali e quella data dalle tricotiliche è inferiore alle differenze che si verificano fra le singole piante di ciascuno dei 2 gruppi e non può con certezza considerarsi come indicante una differenza reale nei 2 gruppi medesimi. Nel gruppo delle tricotiliche, in- fatti, la percentuale massima delle anomalie è data da una pianta che le pre- sentò nella semenza del fiore apicale in ragione dell'i 1,3 °[00, e la percentuale minima, da un'altra che le dette in ragione del 3,4°[O0; nel gruppo delle piante normali la massima è 9,7 °[00, la minima del 3,3 °[0o. Si vede dunque che da un campione di semi, tutti appartenenti alla medesima forma e provenienti dallo stesso luogo ma non però da un unico capostipite autofecondato, si ot- tengono piante la cui percentuale ereditaria oscilla entro limiti assai ampi, e ciò appunto impedisce di stabilire un serio confronto fra le percentuali eredi- tarie delle piante anomale e di quelle normali quando tutte non sieno sorelle. Infine dai campioni della sincotilica si ebbero 6.535 plantule di cui 45 anomale (percentuale 6,9 °[o0): è notevole che fra queste solo una era sincotilica; si os- serva dunque che il carattere dell'anomalia della pianta madre non ha avuto influenza sul carattere dell'anomalia degli embrioni prodotti, ma questi pre- sentano la medesima enorme prevalenza di tricotilia che si riscontra nel com- plesso di tutte le discendenze: questo fatto è stato più volte confermato nel seguito delle ricerche. Ma un altro fatto fu potuto rilevare in questa serie di ricerche e cioè la ripercussione che sembra avere sulla percentuale delle anomalie quella diver- sità già accennata fra frutto apicale e laterale e che credo di poter riferire per intero ad una diversità di nutrizione; su 19 delle piante considerate fu notata una percentuale d'anomalia maggiore nel fiore apicale che nei laterali; la dif- ferenza massima fu data da un caso che la presentava in misura del 3 °[00 (8,3 l'apicale: 5,3 le laterali); la differenza media è dell'i, 3 °[0o; solo in un caso si riscontrò percentuale praticamente uguale tanto per l'apicale quanto per le la- terali. E già ben nota 1' influenza che hanno le condizioni di nutrizione sulla attivazione di questi caratteri teratologici latenti, resta peraltro difficile stabi- lirne sicuramente l'entità perchè appunto riesce difficile di realizzare due con- dizioni che non differiscano tra loro altro che pel fattore nutrizione. Il con- fronto or ora eseguito credo si scosti assai poco da questa condizione poiché le semenze confrontate appartengono allo stesso individuo e maturano press' a poco sotto le medesime condizioni di clima e di età della pianta; ma appunto per questo le differenze di nutrizione che così spontaneamente si realizzano BOLLETTINO TECNICO 107 fra il fiore apicale e i laterali non sono così rilevanti da poter pretendere una rilevante differenza nelle percentuali dell'anomalia. D'altra parte, confrontando due gruppi di piante diversamente nutrite, se questi gruppi non sono numero- sissimi, si viene ad introdurre nell'esperimento il fattore delle differenze indi- viduali sul cui grado d' influenza, anche se si tratti di piante sorelle, non è lecito fare congetture; confrontando due stati di nutrizione molto diversi nel medesimo individuo considerato in epoche diverse, si introduce il fattore sta- gione, il fattore età, i quali contengono differenze che non sono puramente differenze di nutrizione. Ma si può ritenere che il complesso di queste osser- vazioni, ove sieno concordanti, fornisca indicazioni sufficienti intorno al feno- meno ricordato anche senza ricorrere a difficili esperimenti di divisione in parti dello stesso individuo o di alterazioni artificiali della distribuzione della nutrizione ai suoi rami, ciò che introdurrebbe del resto il fattore trauma, i cui effetti non sarebbero tutti facilmente valutabili. Perciò a conferma delle osservazioni precedenti intorno alla variabilità individuale della potenza eredi- taria, intorno alla influenza esercitata dalla nutrizione sulla attivazione dei caratteri teratologici ed infine come prova di ulteriore selezione; venne orga- nizzata un'altra serie di osservazioni, che si portarono questa volta su piante sorelle provenienti da genitore noto ed autofecondato ed appunto da quella pianta tricotilica già segnalata, la quale dette la massima percentuale eredi- taria che nel frutto apicale risultò dell'i 1,3 °[00 e nella sua media generale de! 9,7 °\0o. Se ne scelsero 6 plantule normali e 6 tricotiliche tutte apprezzabil- mente della stessa dimensione, ritenendo che si debba tener gran conto anche di questo fattore (dimensione dell'embrione) come quello che, influendo sulle condizioni della nutrizione iniziale della pianta, è capace di ripercuotersi su essa con effetti duraturi; queste piante vennero tutte allevate nelle medesime buone condizioni di nutrizione; furono anche scelte 20 plantule normali e io tricotiliche che vennero invece allevate in regime di denutrizione, su sabbia quasi sterile, poco inaffiate. Oltre a queste piante sorelle, vennero allevate 3 piante di derivazione ignota, di cui 2 sincotiliche ed 1 tricotilica. Per quel che riguarda la differenza della percentuale ereditaria nelle 12 piante sorelle, normali e tricotiliche, si notò innanzi tutto un lieve vantaggio a favore di queste ultime, infatti le 6 normali dettero una percentuale media del 7,2 °[0o, mentre le tricotiliche det- tero il 7,9 °[o0; ma questa differenza fra le medie dei due gruppi, oltre essere per sé stessa poco notevole é anche minore delle differenze individuali riscon- trabili in ciascun dei 2 gruppi analogamente a quel che si osservò per le piante provenienti direttamente dal campione di partenza. Queste differenze indivi- duali fra piante sorelle, ugualmente nutrite, provenienti da embrioni di gran- dezza apprezzabilmente uguale, sono certo meno notevoli delle differenze no- tate nella serie precedente, fra piante prese a caso ; ma sono sempre notevoli: la massima percentuale fu data da un individuo la cui semenza presentava il 9,4 °[oo di anomalie, la minima era del 6,3 °[aj; anche qui fu constatato un lieve ma quasi costante vantaggio della percentuale d~i frutti apicali rispetto a quella dei laterali. Giova osservare come, in complesso, né la percentuale media del gruppo né alcuna delle singole percentuali individuali abbia segnato un pro- gresso sulla percentuale della pianta genitrice, che anzi esse tornano ad acco- starsi alla media del campione di partenza ed alla media generale delle piante da esso provenute e di cui la loro pianta genitrice costituiva soltanto una 108 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO vantaggiosa eccezione. Complessivamente, dalla semenza di queste 12 piante sorelle si ebbero 82.973 plantule con 632 casi teratologici. Le 30 plantule (20 normali e 10 tricotiliche) sorelle alle 12 precedenti furono allevate nell'indicato regime di denutrizione per studiare appunto in che misura questo potesse riflettersi sulla percentuale ereditaria. E naturale che lo stato di nutrizione delle piante può avere una influenza sulla attiva- zione dei caratteri anomali latenti soltanto in quanto si riflette sullo stato di nutrizione dei singoli embrioni ed abbraccia quello che, col De Vries, può chiamarsi «periodo di sensibilità » (1) durante il quale i loro caratteri si deter- minano e possono essere deviati. Se viene a verificarsi il caso che la minor nutrizione consentita ai singoli frutti si esplichi con la diminuzione del nu- mero dei semi da essi prodotti può essere che questa diminuzione di numero sia tale da compensare per ciascun seme la diminuzione di nutrizione e che i pochi semi prodotti conservino grossezza e peso quasi normale: per la mede- sima ragione non è sempre costante la differenza sagnalata fra 1 semi del frutto apicde e dei laterali (2); ho riscontrato più volte che in N. rustica cas- sule di uguale grossezza contenevano pesi di seme quasi ugu.di, ma il loro numero, ed inversamente la loro grossezza, variava moltissimo, in certi casi come da 1 a 1,7; il meccanismo di questa variabilità può prospettarsi come dipendente da un numero grande di fattori, fra cui hanno iudubbiamente una grande importanza quelli che determinano la fecondazione di un numero mag- giore o minore di ovuli da cui dipende appunto il numero di essi che tenderà a svilupparsi. Tenendo dunque presenti questi concetti, il regime di nutrizione delle mie 30 piante fu regolato in modo più largo dall'epoca della formazione degli ovuli a quella della fecondazione loro, e fu mantenuto più rigorosamente stretto, anche col sussidio della sfogliatura delle piante, dopo il giorno della fecondazione fino alla maturazione del frutto abbracciando così sicuramente tutto il tempo della differenziazione dell'embrione e facendo in modo da avere molti ovuli e quindi molti embrioni in concorrenza pel poco nutrimento. Seb- bene la valutazione e l'applicazione di questi concetti debba esser ritenuta piut- tosto arbitraria, pure, giudicando dagli effetti, debbo asserire di essere riuscito' allo scopo propostomi, che era quello di far risentire al seme gli effetti di una denutrizione assai spinta; ed infatti, se alcuni dei frutti da me ottenuti riu- scirono assolutamente privi di seme e molti con seme fenospermico (senza em- brione) dimostrando che ivi la denutrizione fu troppo spinta, nel maggior nu- mero dei casi potei avere una semenza completamente germinabile e così mi- nuta da contenersene dai 21 ai 27.000 semi in un grammo, mentre normalmente in N. chinemis si contengono dai 9 ai 13.000 semi in un grammo, con mag- gior frequenza intorno ai 10.000: si vede dunque che si è riusciti a forzare ,'i) De - Vries — Species and varietes, ecc. Trad. it. di F. Raffaele Voi. I p. 369-374, più particolarmente pag. 373. (2) Non sempre il fiore apicale è il primo fiorito, ed i vantaggi di nutrizione segnalati sono propriamente del primo fii rito, occorre anche osservare che alcune delle difleienze tra la semenza delle apicali e quella delle laterali debbono ritenersi casuali: se si fossero os- servate separatamente le singole laterali si sarebbero travate anche fra esse piccole variazio- ni: ma è l'insieme dei risultati e la loro costanza che, in tal caso, han valore probatorio. BOLLETTINO TECNICO 109 enormemente le caratteristiche specifiche del seme di N. chinensis che è ve- nuto ad assumere un peso così esiguo da ricordare quello proprio di specie molto diverse. Le piante che dettero questo seme raggiunsero generalmente appena i 20 centimetri di altezza con 8-10 foglie e produssero in tutto 1-3 cassule di 15-18 mm. d'altezza contenenti ciascuna gr. 0,040-0,080 di seme. I semi ottenuti furono fatti germinare ed esaminati tenendoli distinti pianta per pianta: nessun campione di questo seme si mostrò totalmente privo d'anoma- lie, le percentuali in tutto il gruppo delle piante (senza distinzioni tricotiliche e normali che si comportarono ugualmente) andarono dall'i °[0o al 5,9°[00. con una media generale del 2,4 °[00. Le plantule complessivamente ottenute furono 21.712 con 52 casi teratologici. Risulta da questa ricerca che una denutrizione così spinta ebbe una effettiva e notevole influenza sulla percentuale delle ano- malie: basti ricordare che questa percentuale nelle 12 piante sorelle ben nu- trite è stata notevolmente superiore al 7 °t00; ma risulta pure evidente che questa denutrizione spinta così all'estremo da portare in qualche caso alla morte o al non sviluppo del seme è stata però incapace a vincere del tutto questa incoercibile tendenza della specie ad anomalizzare; non é dunque da esagerarsi il valore della nutrizione come fattore determinante la attivazione dei caratteri anomali latenti. Ed un'altra cosa è ancora degna di nota; che ad eccezione di una plantula sincotilica le plantule anomale ottenute furono tutte tricotiliche: si sarebbe potuto credere che il regime di denutrizione avrebbe dovuto favorire l'attivazione di quelle anomalie che consistono in una ridu- zione (monocotilia, sincotilia, ecc.) e vediamo invece che, almeno in questo caso, le condizioni fisiologiche non hanno esercitato nessuna azione elettiva sulla attivazione dei caratteri anomali, questi si sono confermati ancora sullo schema generale proprio della specie considerata, per quanto questo dia la pre- valenza ad anomalie portanti ad un aumento nel numero dei membri (1). Altre osservazioni feci intorno a questo medesimo soggetto sulle 3 piante (2 sincotiliche ed 1 tricotilica) di ignota origine allevate in regime di nutri- zione ordinaria, contemporaneamente alle precedenti. In esse fu lasciato ma- turare soltanto il frutto apicale in modo chj esso solo godesse del nutrimento che poteva mettergli a disposizione la pianta; poi, a maturazione compiuta, fn lasciato che le piante svolgessero tutti i loro fiori e frutti in concorrenza; in- fine, a stagione inoltrata, furono protette le piante in serra e furono conser- vati quei pochi fiori che dopo una certa sosta, nell'inverno, per influenza delle condizioni d'ambiente nuovamente favorevoli, le piante produssero: questi fiori dettero frutti miseri e denutriti con semi poco numerosi e assai leggeri. 1 semi raccolti in vari tempi in ciascuno di questi individui hanno maturato in con- dizioni le quali, evidentemente, non differiscono per il solo fattore nutrizione, (\) Anche i semi d'Erbasanta mostrarono di poter essere notevolmente influenzati dalla denutrizione della pianta madre: ottenni semi terminabili tali da contenersene più di 8.000 in un grammo, mentre normalmente se ne contengono in media 4.000 ^Splendore nella sua « Sinossi descrittiva e iconografica dei semi del genere Nicotiana » p. 26, dà per questa forma 4.530 semi in un grammo, ma nella media delle condizioni dei miei esperimenti questo nu- mero si mantenne più basso,/. Anche questi semi denutriti contenevano embrioni tricotilici; ma in questo esperimento, impiantato ad altro scopo, non feci registrazioni numeriche e per- ciò ve ne dò solo un cenno incidentale nel presente lavoro. 110 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO perciò questa esperienza non ha, se mai, che un valore di conferma. I semi raccolti dalle cassule apicali e dalle ultime prodotte furono fatti germinare tutti; del grandissimo numero di semi raccolti durante il grande periodo di fioritura intermedio fu esaminato soltanto un campione sufficientemente ampio per dare una idea abbastanza attendibile delle condizioni di tutto il complesso. I risultati sono esposti nella Tabella seguente; emerge da questi risultati, di- PIANTA FIORITURA N. Piantale esaminate N. Anomalie N. SEMI in 1 gr. Percentuale Anomalie Sincotilica ) N. i apicale media finale Q20 10.229 2.586 .6 146 ■5 8.020 1 1.500 13.000 '74 %o 14.3 » 5.0 » Sincotilica ) N. 2 apicale media finale apicale media finale 1.802 7.325 3 220 18 5' 20 10.200 10.900 1 1.300 IO » 7 6.2 » Tricotilica i I 903 6.229 12.497 '5 76 9.100 1 2.000 14 200 7.8 » 6.7 » 6.1 >' versi ma del resto nelle linee generali concordanti, che passando dalle prime alle ultime cassule, parallelamente a quella azione che ha diminuito il peso dei semi, un'altra azione si è svolta che ha diminuito la percentuale delle ano- malie e sulla scorta delle precedenti osservazioni non mi sembra troppo arri- schiato il supporre che il principale fattore di queste azioni sia stato appunto la nutrizione. A rendersi conto ancor meglio del fatto suaccennato si può anche consi- derare più da vicino la costituzione di questa grande popolazione di plantule che ho esaminato finora in complesso e si vedrà che essa è composta d'indi- vidui le di cui dimensioni variano naturalmente entro certi limiti che possono ritenersi normali ed oltre a questi si noterà un esiguo gruppo di individui piccolissimi (di cui ho già fatto cenno) che escono in questo senso dai limiti della fluttuazione normale; le più piccoie fra queste plantule sono tali che ne- cessita ricorrere alla lente per rendersi conto del numero e dei rapporti dei loro cotiledoni. Sull'origine di queste diversità di dimensione fra i semi di uno stesso frutto e fra le plantule che ne provengono poco potrei dire, solo accen- ti) — L'autet'econdazione della cassula apicale della sincotilica N. 1 riuscì male e vennero pro- dotti pochissimi semi, ciò che dà ragione del loro peso eccezionale. Del resto anche nelle altre 2 piante il numero dei semi prodotti dall'apicale fu assai esiguo. Si noti V alta percentuale d' ano- malie date da tutta la pianta. Queste piante sincotiliche non mostrarono nelle anomalie della loro discendenza nessuna maggior tendenza verso la sincotilia, conformemente a quel che s'è già visto in precedenza. BOLLETTINO TECNICO 111 nero che, aprendo gli ovari di tabacco in periodi di poco successivi alla fecon- dazione, si vede che in queste prime fasi si ha una grande ineguaglianza di sviluppo degli ovuli, derivante forse dalla loro non contemporanea fecondazione; è assai verosimile che quando qualcuno degli o\uli « rimasti indietro » si trovi completamente circondato da ovuli già grandi e in piena attività di crescenza e sia costretto a subirne la energica concorrenza, gli effetti di questa svantag- giosa situazione non possano altro che accumularsi nel proseguire del tempo (i). Comunque sia, le mie osservazioni provano in modo sicuro che anche in ovari assai ben nutriti si ha qualche ovulo in cattive condizioni di sviluppo che dà luogo ad un seme estremamente piccolo. Orbene, se esaminiamo il modo*come si distribuiscono le anomalie nelle plantule secondo le loro dimensioni vediamo che, se è vero che la maggior parte di esse si trovano fra le plantule più grosse, che spiccano per la loro altezza e per l'ampiezza dei cotiledoni, non è men vero però che le plantule eccezionalmente piccole, tanto piccole da do- versi ritenere anomale solo per questo, molto spesso presentano tricotilia. Noi, sottoponendo alcune piante di N. chinensis a quella rigorosa denutrizione che s'è vista, non abbiamo fatto altro che diffondere su tutti i semi una condizione di cose che si verifica ordinariamente solo per alcuni di essi, rendere domi- nante un tipo che normalmente esiste in misura assai esigua. Risulta dunque confermata l'influenza della nutrizione sulla frequenta dell'anomalia; ma ri- sulta anche evidente che, in questo caso, l'accennata influenza si muove entro certi limiti e non esercita un'azione elettiva per quel che riguarda il genere delle anomalie che si manifestano, e la comparsa di queste trova nella buona nutrizione una condizione favorevole si, ma non indispensabile. b) per la N. rustica V. texana il campione di partenza dette 6.566 plantule e 95 casi teratologici (comprendenti, tra l'altro, due plantule tetra- cotiliche e 1 acotilica) corrispondenti alla percentuale 14,5 °[00. Si allevarono, provenienti da questo campione, 2 plantule normali, 1 tricotilica e 2 tetraco- tiliche. Del molto seme prodotto da ciascuna di queste piante si fece germi- nare un campione tale da ritenersi sufficientemente ampio per poter dare in- dicazioni attendibili sulla percentuale d'anomalia, proporzionando la quantità del seme esaminato alla quantità del seme ottenuto. Ecco qui sotto i risultati: PIANTA N. plantule N. casi teratologici Percentuale Normale N. 1 (2) 8.558 36 4-2 °[oo id N. 2 (3) 7.566 130 "7-2 .. Tricolitica 4844 4 0.8 „ Tetracotilica N. 1 7057 66 9-3 v id. N. 2 5.940 65 '0-9 „ fi) Le cause del fatto accennato, possono ricercarsi anche in fasi antecedenti alla fecon- dazione: nel gineceo di Nicotiana vi sono spesso ovuli estremamente piccoli, ma normal- mente costituiti, in mezzo a quelli di ordinario sviluppo. (Nota aggiunta durante la revi- sione delle bo^ej. (2) Oltre le anomalie contate presentò le germinazioni endooarpiche indicate. (3) Produsse molti casi di sincotilia. 112 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO Si vede che nella loro media generale queste piante, come già in N. chi- nensis, non segnarono nessun progresso nella percentuale d'anomalia in con- fronto del campione di partenza, che la tricotilica e le tetracotiliche non det- tero affatto una media d'anomalia maggiore delle normali; si può aggiungere che neanche dal punto di vista qualitativo le anomalie della loro semenza erano molto notevoli, che anzi i casi di tetracotilia, così singolari e particolari alla N. r. v. texana, comparvero nella semenza di piante normali. Ma quel che sopratutto si noterà in questa tabella è l'enorme differenza di percentuali che fra sole 5 piante si poterono osservare, ed i cui estremi stanno fra loro come 1 a 20, senza che queste differenze appaiano in nessun modo collegate alla natura normale o anomala delle piante stessn: forse ciò che determina la per- centuale d'anomalia è in relazione con molti fattori (1) indipendenti le cui variazioni avvenendo in ogni senso, nel maggior numero dei casi si compen- sano e determinano uno stato medio, ma, potendo anche convergere nel me- desimo senso, gli estremi della variabilità sono lontanissimi: da qui l'impor- tanza del fattore individuale. Numerosissime le variazioni di poca importanza. e) Per N. rustica « Erbasanta » il campione di partenza dette 11.270 plantule con 36 casi teratologici (fra cui notevole una germinazione rovesciata e un caso di poliembrionia) corrispodenti ad una percentuale del 3,2 °[o0. Si allevò una sola pianta tricotilica della cui semenza fu esaminato un campione che dette 8571 plantule con 41 casi teratologici (fra cui notevoli 2 casi di te- tracotilia), pari ad una percentuale del 4,8 °[„0; se ne isolarono 3 piante sorelle: una normale, una tricotilica ed una tetracotilica. Ecco i multati ottenuti dai campioni presi in misura proporzionale al loro prodotto totale: PIANTA Normale (2) Tricotilica Tetracotilica N plantule 5-124 5-3°4 4.685 N. casi teratologici 22 36 24 Percentuale 4-3 Lo 6.8 „ Si vede che neanche da queste cifre può desumersi nessuna sicura rela- zione fra i caratteri visibili delle plantule e la loro percentuale ereditaria. Ma quello che in queste osservazioni fu tenuto presente in special modo fu l'even- tualità d'una correlazione fra queste anomalie delle plantule e la produzione di anomalie fiorali che 1' « Erbasanta » presenta abbondanti; in primo luogo si potè osservare che le piante provenienti da embrioni anomali non presen- tano da questo punto di vista nulla di speciale, si fece poi una particolare ri- cerca per vedere se le cassule triloculari e quelle provenienti da fiori sinantici presentino nella loro semenza un maggior numero di anomalie e si potè con- statare che fra le due cose non c'è costante relazione, ma solo in alcuni casi una qualche coincidenza. In ogni modo nelle piante ove ciò si verifica io sarei disposto a riconoscere in questo parallelismo, piuttosto che una relazione di (1) Adopro questa parola non in senso mendeliano. (2) — Notevole la presenza di 2 plantule anfieotlliche. BOLLETTINO TECNICO 118 dipendenza fra i 2 fenomeni (1), l'effetto di una influenza comune, antecedente, efficace sull'uno e sull'altro genere d'anomalie, e questa potrebbe essere la nu- trizione: i fenomeni di variazione meristica in più, possono essere favoriti da condizioni di lauta nutrizione come lo prova p. es. la maggior frequenza con cui si manifestano nei fiori apicali; ma questa appunto è anche una condizione favorevole allo svolgersi delle anomalie embrionali. V.c Risulta dal complesso delle osservazioni precedenti che l'isolamento di piante anomale, ossia la selezione indiretta non conduce ad un elevamento della percentuale ereditaria ed i risultati dell'inizio di selezione dirette (2) ten- tato in N. chinensis non furono tali da consigliarne la prosecuzione, abbiamo dunque da fare con razze povere. Possiamo ora domandarci in che consista il grado di ereditarietà dell'anomalia. I fenomeni teratologici, tanto più vengono studiati e tanto maggiore è il numero dei casi in cui perdono il carattere di accidentalità prima attribuitogli, manifestandosi come rappresentanti di carat- teristiche specifiche, i quali però anziché rendersi esteriormente manifesti in ogni individuo, appajono periodicamente una volta ogni tanti individui; sia che si considerino nello spazio, cioè in una popolazione che, ad un dato momento, costituisca una frazione qualunque della specie; sia che si considerino nel tempo, cioè lungo la linea discendente delle generazioni provenienti da un capostipite. La frequenta della comparsa esteriore dell' anomalia può indicarsi con una percentuale che deve considerarsi come un carattere specifico esprimibile in numeri al medesimo diritto come lo è, p. es., un indice biometrico: il fatto che la N. chinensis produce tutta una serie d'anomalie e, potrei dire, tutto uno sciame di forme, e che ogni migliajo dei suoi semi contiene quasi sicura- mente qualcuna di queste forme, costituisce un carattere non meno connesso alla sua natura specifica di quel che lo sia il color rosso dei suoi fiori o la picciolatura delle sue foglie e forse non è più variabile di quanto questi Io sieno. L'esistenza costante e perciò, in un certo senso, normale delle plantule tricotiliche in una data semenza non può venir trascurata per quanto minimo sia il grado della loro frequenza; il carattere dicotilia risulta inadeguato a rap- presentare le attitudini della specie perchè bisogna tener conto di tutte le sue possibili manifestazioni, di tutte le forme in cui può presentarsi, ove non se ne voglia avere un concetto troppo astratto; la scarsità delle conoscenze che abbiamo in proposito non ci permette di precisare le condizioni di formazione e le ragioni di preponderanza di una forma piuttostochè dell' altra , ma forse se P ontogenesi si svolgesse in altre condizioni, si potrebbero vedere invertiti i rapporti. Possiamo pensare, per un paragone grossolano, ma suggestivo, agli stati allotropici, alle forme isomere ecc. Si può dire fin d'ora che non v'e ra- gione di circoscrivere i caratteri della specie soltanto a quelli ch'essa presenta nel maggior numero degli individui di cui si compone. V'è però una grande differenza tra quei caratteri semplici che si presentano in tutti gli individui, entro il ciclo vitale di ciascuno di essi (in N. chinensis colore dei fiori : rosso) e queste altre caratteristiche polimorfe (rapporti dei cotiledoni: liberi o saldati, numero dei cotiledoni: 2 o 3) le cui forme essendo incompatibili fra loro non (1) Vedasi Blaringhem — Mutation et traumatismes — Paris 1908. (2) Vedasi De Vries — La sélection directe dans les ligneés pures — Scientiam 1 — 7 1917 — Serie II, p. 26. 114 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO possono simultaneamente esplicarsi in ciascuno individuo e si manifestano, l'una o l'altra, in individui diversi, nella misura indicata da una percentuale che stabilisce i loro rapporti di produzione. Ma questa impossibilità di simul- tanea manifestazione esteriore non significa che la caratteristica numero dei cotiledoni non esista in ciascun seme determinata in tutta la complessità della sua natura, così come lo è in tutta la specie: infatti un sol seme con embrione dicotilico è capace di dare una pianta che, autofecondata, fra le sue molte migliaia di semi ne darà anche parecchi con embrione a 3 cotiledoni; ciò di- mostra che il carattere tricotilia era ben presente anche nell'embrione dicoti- lico, sebbene non improntasse di sé la sua forma esterioTe: anche nell'embrione tricotilico il carattere dicotilia è tanto presente che attende solo la fase ripro- duttiva della pianta per manifestarsi in tutta la sua forza nella discendenza. In questo senso la percentuale dell'anomalia che risulta dall' esame della pro- genie d'una pianta si considera come un carattere da attribuirsi alla pianta stessa e si designa col nome di « percentuale ereditaria » di essa: a stretto ri- gore non si tratta di un carattere della pianta, ma della manifestazione poste- riore e misurabile di un carattere che nella pianta era latente e perciò impon- derabile. Perciò si può asserire che in ogni embrione di ciascuna delle nomi- nate forme di Nicotiana esistono insieme i caratteri dicotilia e tricotilia, l'uno dei due già manifesto, allo stato attuale, l'altro nascosto, allo stato latente o potenziale, in attesa di manifestarsi nella discendenza: tuttavia il loro rapporto è diverso da quello che intercede fra i caratteri antagonisti negli ibridi, e ci manca qualsiasi indicazione sui motivi che determinano l'attivazione del ca- rattere latente, la misura variabile in cui questa attivazione avviene, il perehè in un medesimo frutto l'attivazione avvenga in un seme piuttostochè in un altro, ci manca insomma qualunque indicazione sul meccanismo che presiede alla attivazione medesima. Gain (1) ha affacciato l'ipotesi che gli embrioni tri- cotilici provengano dallo sviluppo delle sinergidi; quando nei semi si avesse lo sviluppo, tanto dell'oosfera che delle sinergidi si avrebbero semi a più embrioni, dicotili e tricotili; allora la tendenza alla tricotilia sarebbe nient'altro che una tendenza ereditaria allo sviluppo delle sinergidi; durante le mie osservazioni su Nicotiana ho trovato un certo numero di casi poliembriomia; ma in cia- scun seme ambedue le plantule erano normali, non ho quindi nessun fatto da poter addurre in appoggio di questa ipotesi. Qualunque sia il meccanismo di questa attivazione, la percentuale d'anomalia di un gruppo d'individui indica il rapporto secondo il quale si trovano gli individui portanti allo stato attuale il carattere anomalo rispetto agli individui che lo portano latente; e, da que- sto punto di vista, la differenza fra razze ricche e povere consiste nella misura della diversa facilità di attivazione del carattere anomalo e nella diversa faci- lità di isolare una discendenza in cui questa tendenza sia elevata e suscettibile di esaltarsi. A questo proposito uno dei punti più importanti da mettere in chiaro, con esperimenti da portarsi su materiale più favorevole di quello ora studiato e su esemplari di una stessa linea di discendenza, è quello di vedere se la misura con la quale un dato carattere si attiverà nella generazione suc- cessiva sia veramente e sempre indipendente dal fatto che la generazione pro- li) — loc. cit., p. 374. BOLLETTINO TECNICO Hfr venga da una pianta in cui il carattere era già attivo o provenga invece da una pianta in cui era latente; insomma se e fino a che punto il carattere ano- malo attivo in una pianta madre conservi, anche durante l'embriogenesi e nel soma dei discendenti, una parte di quella preponderanza che aveva nel soma della pianta madre. Alcune delle esperienze note sembrano accennare chiara- mente al manifestarsi di questa influenza. In ogni modo credo che la soluzione dei numerosi problemi cui danno luogo i curiosi fenomeni delle eversporting- varieties debba cercarsi in ragioni assai profonde di cui i caratteri somatici sono soltanto una espressione esteriore, superficiale; non saprei accogliere l'o- pinione del Gain il quale crede (i) che una pianta la quale realizzasse una tricotilia anatomicamente perfetta con effetti propagantisi fino agli ultimi in- ternodi avrebbe, per questo, la massima probabilità di renderla facilmente ere- ditabile, e non credo che oggi possa più sostenersi l'importanza generale di queste anomalie delle plantule come sintomo di variazioni veramente profonde. Concludendo, il qualsiasi interesse del presente lavoro sta nell' aver mo- strato ancora una volta la grande ampiezza dei confini entro i quali si muove la variabilità teratologica di una data specie così come appare quando se ne faccia ricerca vasta e sistematica col mezzo di colture appropriate. Il com- plesso delle nostre cognizioni in proposito, per essere quasi totalmentente co- struito sulla base di osservazioni casuali, per quanto queste sieno ormai in numero immenso, credo che sia ben lungi dal rispecchiare qualitativamente e quantitativamente il vero stato delle cose. Mi riprometto di riprendere fra breve, con materiale ben più adatto, l'interessante argomento della ereditarietà teratologica e dei problemi cui essa dà luogo. Perugia — Laboratorio Botanico — Agosto igig. Sludi inforno alla auloslerililà.— East E. M. (Harward University) in Genetics, v. IV, n. 4, p. 341-363, bibliografia di 7 pubblicazioni. Princeton, New-Jersey, lug. 1919. Dal "Bollettino d'Informazioni Agrarie dell'Istituto Intemazionale d'A- gricoltura n. 1, 1921. Nel 1917 EAsr e Park descrissero il comportamento delle piante sterili all'autogamia; attualmente si hanno intorno a questo soggetto 3 lavori, che trattano: 2) della relazione fra piante fertili all'autogamia e piante sterili all'auto- gamia; 4) della fecondazione selettiva, 3) del comportamento di numerose fa- miglie di piante sterili all'autoimpollinazione nei vari tipi di fecondazione. I. Relazione fra piante fertili all'autogamia e piante sterili alla'auto- gamia.— Esperienze eseguite da Compton (1912-13) con Reseda odorata dimo- strarono che: 1) Le piante sterili all'autogamia incrociate fra loro diedero esclusivamente progenie sterile all'autogamia.— (2) Alcune piante fertili all'auto- gamia produssero, autoimpollinate, piante fertili all'autogamia e piante sterili all'autogamia approssimativamente nel rapporto 3:1.-3) altre piante fertili (1) — loc. cit., p. 386. 110 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO all' autogamia produssero, autoimpollinate, esclusivamente piante fertili all'au- togamia. Queste esperienze furono convalidate dall'A. incrociando tanto la Nico- tiana Forgetiana quanto la N. alata colla N. Langsdorffii, che è costante- mente fertile all'autoimpollinazione. L'A. riferisce dei dati i quali dimostrano che nella Nicotiana la sterilità all'autoimpollinazione è dovuta alla presenza dell'allelomorfo di un fattore dominante di fertilità F. Quando una popolazione è omozigotica per questo fattore ff, é sterile all'autoimpollinazione. I fattori che governano il peculiare e sistematico comportamento delle piante sterili all'autoimpollinazione, se incrociate fra loro, sono completamente indipendenti da questo fattore, il quale può essere trascurato nell' interpreta- zione del loro significato. La sterilità all'autoimpollinazione, manifestantesi col vario grado di pseudo fertilità, è dovuta ad uno o più fattori sussidiari ereditati; ma nulla prova che gli altri fattori funzionino anche in assenza del fattore principale ff. II. Fecondazione elettiva. — 11 concetto del « gene » è innegabilmente il fondamento della genetica. L'A. ritiene possibile che i « geni » abbiano una particolare posizione nello spazio, per cui è possibile un sistema di azione più complicato di quello per semplice rottura dei cromosomi. 1 « geni » pas- sano a caso all'una o all'altra cellula figlia ed i gameti così formati si accop- piano a caso. Per mettere alla prova la possibilità della fecondazione selettiva, furono fatte delle esperienze colle specie sterili all'autoimpollinazione: Nicotiana Forgetiana, N. alata e N. angusti/olia. Si comparò la distribuzione della frequenza di formazione del tubo pollinico nelle piante ad elevata eterozigosi o relativamente omozigotiche, si indagò anche l'influenza delle impollinazioni compatibili sulle impollinazioni incompatibili. Né nell' uno né nell' altro caso si ebbe alcun indizio di fertilizzazione selettiva. In parecchi animali ed in parecchie piante, specialmente negli incroci fra specie, si formano dei gameti incapaci di funzionare. L' A. nota che il colore del polline di Nicotiana è ereditato come carat- tere materno; ciò convalida le esperienze di Bateson con piselli odorosi (1909). Nel lavoro di Belling (1914) con « velvet bean » (Sti\olobium) il 50 °j0 del polline della generazione Ft risultò abortivo in un certo incrocio. Questi fatti portano alla conclusione che, a meno che non si usino dei miscugli di polline (od anche di spermatozoi) di differenti individui, la fecondazione selettiva è molto improbabile. III. Famiglia di piante sterili all'autogamia completamente sterili all'im- pollimazione incrociata fra di loro. — L'A. ha constatato che è possibile di ottenere dei semi da piante effettivamente sterili all'autogamia e da combina- zioni che sono fondamentalmente incompatibili. Egli ha registrato gli incroci non fertili o fertili fatti con 54 piante di una famiglia ed ha confrontato il numero dei semi contenuti in capsule provenienti dalle combinazioni presu- mibilmente pseudofertili in questa famiglia col numero dei semi nelle capsule delle stesse piante se impollinate con polline della pianta della generazione F»; (N. Forgetiana X N. Langsdorffii); ha inoltre registrato i risultati di impol- linazioni fatte su 25 piante di questa stessa famiglia col polline di un' unica pianta sterile della generazione F2 dell'incrocio suddetto. Il comportamento di parecchie famiglie di piante sterili all'autoimpollinazione in varie modalità di BOLLETTINO TECNICO 117 accoppiamento fu descritto in un precedente lavoro (Genetics, v. I, p. 311-333). I risultati di tale lavoro uniti a quelli del presente portano 1' A. ad asserire che una continuata autogamia è possibile quando si insista sull'autoimpollina- zione sin proprio alla fine della stagione di fioritura; essa dovrebbe provocare l'omozigosi fra loro stessi nei fattori secondari influenti sul comportamento delle piante sterili all'autoimpollinazione. Quando è raggiunto un tal punto, la popolazione risultante non solo dovrebbe essere sterile all' autoimpollina- zione, ma dovrebbe spettare ad un'unica classe, tutti i membri della quale sono sterili alla staurogamia fra loro. Diminuzione nel rendimento del tabacco dovuto all'azione dei fenomeni meteorici avversi negli Stati Uniti d'America. — Varren Smith in Monthly Weather Revieiv, v. 48, p. 446. Washington, D. C. Agosto 1920. Dal 'Bollettino d'Informazioni Agrarie dell'Istituto Internationale d'Agri- coltura. N. 2, 1921. Diamo un elenco dei fattori e fenomeni meteorologici più dannosi al ta- bacco negli Stati Uniti d'America. II danno viene espresso mediante la per- centuale di perdita sul rendimento. 1) Deficienza di umidità 8,7 — 2) Umidità eccessiva 3,7 — 3) Alla- gamento 0,6 — 4) Gelate e freddi 1,1 — 5) Grandine 0,8 — 6) Venti aridi 0,2 — 7) Temporali 0,3 — 8) Danni prodotti dalle avversità meteoriche comples- sivamente 15,8 — 9) Danni prodotti complessivamente da fenomeni meteorici avversi: malattie; insetti ed altri animali nocivi; cattive qualità della sementa ecc. 30,5. Come risulta dalla comparazione dei numeri 8 e 9 l'azione negativa dei fenomeni meteorologici è senza dubbio dominante rispetto a tutte le altre av- versità. Si aggiunga poi che certe malattie, come ad esempio la ruggine, sono la conseguenza diretta di condizioni meteorologiche sfavorevoli. Prove d'ibridazione con alcune linee di tabacco Deli, eseguite a Medan (Sumatra). — Honing J. A. in Mededeelingen van het Deli Proefstation, se- conda serie, n. X, p, 1-41, Medan (Sumatra), 1921. Dal Bollettino d' Informazioni Agrarie dell'Istituto Internazionale d'Agri- coltura. — N. 2, 1921. Vengono esposti i risultati di numerose prove di ibridazione tra le seguenti linee di tabacco Deli: Linea bruno chiaro n. 72: foglie numerose e color bruno dopo fermen- tazione. Linea 774: grande riunione di foglie, lunghe ma alquanto ristrette alla base, fioritura tardiva. La linea chiara n. 1. possiede lembi di color chiaro, lucidi, lunghi e larghi specialmente alla base; dopo la fermentazione divengono di color bruno-chiaro o verde-rossastro. La linea scura n. 3, possiede lembi di poco più corti della liscia e di co- lore più scuro (bruno-verde, bruno-rosso). 118 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO I. Dall'incrocio delle due linee n. i e n. 3 si ottiene in Ft una progenie omogenea a caratteri intermedi. Nella F2 e F3 si manifestano fenomeni di di- sgregazione dei caratteri con la comparsa di individui intermedi e di individui aventi i caratteri parentali. II. Incrocio n. i X n- 72: il n. 1 rispetto al n. 72 presenta il vantaggio di avere un fogliame più denso e lembi molto lunghi. Il n. 72 a sua volta pos- siede un gran numero di foglie e possiede una buona tinta. L'incrocio fu eseguito allo scopo di riunire, se possibile, in un tipo co- stante le pregevoli caratteristiche delle due linee. Gli ibridi della F, posseggono in media una o due foglie più della linea n. 1. Quanto alla lunghezza e larghezza dei lembi esse sono ad un dipresso identiche a quelle della linea n. 1, mentre la percentuale delle foglie scure è più elevata negli ibridi che non nella linea n. 1. In complesso si può dire come le discordanze ibride danno in F2 un mi- scuglio di tipi, alcuni dei quali si accostano molto ai parenti. Molti caratteri sono accoppiati e limitano la possibilità di risultati positivi mediante ibrida- zione: così, per esempio, le piante con foglie lunghe alla base fioriscono prima di quelle a base ristretta. III. Dall'incrocio linea n. 1 X linea n. 774 (quest' ultima caratterizzata da un numero maggiore di foglie 8-9, dalla base del lembo molto ristretta e dalla fioritura tardiva) si ottennero in Ft e F2 individui aventi ad un dipresso il numero delle foglie della linea n. 1. Sembra dunque vi sia dominanza com ~ pietà del carattere « foglie poco numerose ». Per ciò che riguarda la lunghezza dei lembi in F2 abbiamo gli stessi dati che per la linea ri. 1, la quale resta un tantino indietro al n. 774; e, per la larghezza, caratteri intermedi, per quanto le differenze siano piccolissime. La maggior parte degli individui di F2 hanno lembi ristretti così come il parente n. 774, e dai dati raccolti pare vi sia segregazione dei caratteri gover- nata da due fattori con dominanza del carattere « base ristretta del lembo ». Anche qui il carattere base ristretta del lembo si mostra legato al carat- tere fioritura tardiva e forse anche con numero elevato di foglie. Coltivazione del tabacco nell'Australia occidentale —Department of Agriculture, Fruit Industries Brandi, Bulletin n° 74, 8 p. Perth, 1920. Dal 'Bollettino di Informazioni Agrarie dell' Istituto Internationale d'A- gricoltura, n° 3, 1921. Opuscolo destinato agli agricoltori che intendano coltivare del tabacco. Secondo il «Tobacco Expert » del dipartimento di Agricoltura dello Stato di Vittoria, in Australia, il quale ha fornito le informazioni qui esposte, le terre sabbiose o scistose sono le più adatte per la produzione di tabacchi leggèri ( « bright >' ). Quanto meno argillosi essi sono, tanto migliore riesce la qualità della foglia. Le terre più compatte, contenenti una certa proporzione d'argilla convengono per la produzione di tabacchi pesanti, che si vendono a minor prezzo unitario, ma che danno maggiore produzione ad ha. Le terre dove l'acqua ristagna sono assolutamente inadatte alla tabacchicultura; una buona fognatura è per questa indispensabile. Alta temperatura e piogge moderate costituiscono le migliori condizioni BOLLETTINO TECNICO 119 climatiche. La stagione asciutta durante il periodo di maturazione impartisce aroma al tabacco; anche le rugiade autunnali hanno effetto favorevole sulle foglie. Le piante non dovrebbero mai ricevere acqua dopo la cimatura, giacché essa può riuscir loro dannosa durante la cura. Si consigliano le varietà seguenti : Su terre sabbiose leggere: tabacchi da sigarette : Little Ori- noco; Yellow Pryor; Bonanza; Hyco; Granville Yellow. Su ricche pianure alluvionali: tabacchi da pipa : Medley Pryor; Blue Pryor; Lax. Su terre color cioccolata: tabacchi da pipa : Nestor; Con- quercr. Su terre contenenti dal 50 al 70 °[0 di s a b b i a : tabacchi da sigari: Connecticut Seed Leaf; Avana; Comstock. (Quando il titolo in sabbia è alto e le foglie sono sottilissime occorrono o piogge regolari od irrigazioni). Su terre rosso-cioccolata di medio impasto o su terre forti sabbio-argillose: tabacco da sigari: Vuelta Abajo; Comstock; Pensylvania. Per i ha. occorrono da 7 a io gr. di sementa per tabacchi pesanti e 16 a 35 gr. per tabacchi da sigari, che si piantano più fìtti per avere foglie di tes- situra migliore: per un semenzaio dell'area di 50 m2 occorrono 34 gr. di se- menta. Per una più uniforme distribuzione della sementa è consigliabile di mescolarla con circa 20 volte il suo peso di cenere stacciata di legna, di sabbia secca o di farina d'ossa Durante il periodo vegetativo ha grande importanza la conservazione della freschezza del terreno mediante le cure culturali, sino a che le piante sono diventate tanto grandi che non è più possibile lavorare negli interfìlari. Per la concimazione di terre magre si consiglia la formula seguente in q. ad ha. : calce 3,4 + solfato di potassio 2,2 (evitare l'uso di cloruro di po- tassio) + 1,1 di farina d'ossa -+- 62,7 kg. di sangue fresco; la calce da som- ministrare in autunno ed il resto da spargere in copertura subito prima del collocamento a dimora e da interrare coll'erpice. Bisogna evitare di cimare le piante subito dopo la pioggia e nelle prime ore del mattino. Dopo che il tabacco è stato sottoposto alla cura (per essiccamento delle piante intere), alla separazione delle foglie dal fusto ed alla formazione dei mannocchi (operazioni descritte particolareggiatamente) e dopo che il tabacco è stato di nuovo appeso nel locale di conservazione bisogna mantenerlo « dolce » sino alla primavera mediante fuochi o mediante la ventilazione a seconda dei casi; il locale di conservazione va tenuto al buio. Si consiglia di eseguire l'o- perazione seguente, cioè l'ammucchiamento quando la nervatura mediana si screpola per 2/3 della foglia e quando le foglie, strette nella mano, si riaprono da sé se lasciate libere. La quantità massima di umidità che le foglie devono contenere per po- ter essere imballate senza pericolo è del io°[0 al t2°[0. Nello Stato di Vittoria si suol vendere il tabacco in balle di 08 a 113,5 kg. Lema bilineafa, coleottero nocivo al tabacco, nell'Africa del Sud. Vander Merwe C. P. in Union of South Africa, Journal of the Department of Anticulture, v. II, n. 1, pp. 28-38, 3 figg. Pretoria, genn. 1921. 120 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO Dal Bollettino di Informazioni Agrarie dell' Istituto Internationale d'A- gricultura, n. 3, 1921. Dal 191 1 in poi è stata segnalata ripetutamente nel Natal e altresì nello Stato libero d'Orange, nella Provincia del Capo e nello Swaziland la presenza di Lema bilineata Germar — crisomelide originario, a quel che pare, dell' A- merica meridionale — che potrebbe diventare una seria minaccia per la colti- vazione e l'industria del tabacco nell'Africa del Sud. Quest'insetto, conosciuto sotto i nomi volgari di « tobacco slug » e » to- bacco leaf slug », attacca il tabacco nel semenzaio, nel campo, nelle tettoie di essiccamento e anche quando il prodotto è già disposto in balle. Nel campo, le larve, che vivono da prima aggregate, colpiscono soltanto la pagina inferiore delle foglie. In seguito si separano e con le loro erosioni producono larghi fori nelle lamine fogliari. Se molte larve si trovano riunite su una stessa foglia, in breve di questa non resta più se non la nervatura mediana e qualcuna delle nervature laterali più grosse. Nei semenzai, il modo d'attacco è simile; le piantine centrali, strette fra di loro, sono danneggiate per prime. In alcuni semenzai la metà delle piantine è andata distrutta e doz- zine di larve sono state trovate su una stessa foglia; in alcune località, si è avuta la distruzione completa delle piante tanto nei semenzai che nei campi. Il tabacco è danneggiato dal coleottero nelle tettoie di essiccamento e nelle balle soltanto quand'esso è ancora verde. Nel distretto di Piet Retief si usa recidere l'intera pianta e appenderla sotto la tettoia per farla seccare. L'essic- camento richiede oltre un mese, tempo sufficiente perchè le larve, presenti su le piante, si sviluppino fino a raggiungere la maturità. Il danno che si constata nelle tettoie è considerevole e, forse, relativamente maggiore di quello che l'insetto produce sul campo, poiché nelle tettoie gli individui del coleottero sono meglio protetti contro i loro nemici naturali e contro le avverse condi- zioni atmosferiche. Tale danno può esser evitato ricorrendo ad altri metodi di essiccamento del tabacco; si può inoltre ritenere che il danno nelle tettoie diventerà trascurabile se 1' insetto sarà convenientemente combattuto sul campo. È data qui una particolareggiata descrizione morfologica e biologica del- l'Insetto e sono ricordati i suoi costumi. Il coleottero ha un numero di gene- razioni variabile a seconda delle regioni. In Durban (Natal) se ne contano sino a otto all'anno. Oltre che sul tabacco le larve di L. bilineata sono state trovate in atto di cibarsi su varie altre Solanacee (Physalis spp., Nicandra physaloides, Da- tura Stramonium e D. Tatula). A Cedara (Natal) l'insetto ha arrecato lievi danni anche alla patata. Sembra che gli adulti abbiano le stesse piante ospiti delle larve, ma essi non sono cosi voraci né così dannosi. Per la diffusione dell'insetto il maggior pericolo é rappresentato dalla sua presenza nelle balle di tabacco trasportate da una località all'altra. A quel che pare, l'umidità del tempo e del terreno favorisce in modo notevole lo sviluppo e quindi i danni del coleottero. Fra i nemici naturali delle larve sono da ricordare, in ordine di impor- tanza, i Formicidi Pheidole punctulata e Myrmicaria eumenoides. Tra i Rincoti specie varie della fam. Reduvidae sono state viste nell'atto di attaccare gli adulti e le larve del coleottero. Un aracnide è stato segnalato come predatore di larve e di adulti di BOLLETTINO TECNICO 121 L. bilineata. I polli e i tacchini si cibano volentieri delle larve. Bozzoli del coleottero lasciati esposti sono stati trovati rosicchiati a quel che pare da un gatto o da un topo. Fra i mezzi di lotta artificiali si sono dimostrati efficaci lo schiacciamento dell'insetto eseguito a mano; le irrorazioni di arseniato di piombo (se l'arse- niato è sotto forma di pasta, 400 g. per hi d'acqua; se in polvere 200 g. per hi d'acqua; la polvere è in generale preferibile alla pasta); l'applicazione mo- derata e uniforme, su le piante, di arseniato di piombo in polvere; l'immer- sione delle cime delle piantine di tabacco, prima del collocamento a dimora, nella stessa soluzione di arseniato di piombo adoperata per le irrorazioni. Sulla concimazione del tabacco. — I. Wimmer G : Ùber den jetzigen Stand unserer Kentnisse und Erfahrungen in der Tabakdùngung, in Mittei- lungen der Deutschen Landwirtschafts-Gesellschaft, a. 36, n. io, p. 166-168. Berlino, 5 marzo 1921. — II. Van Due l : Bemestingsproeven bij de tabak op het veld in 19 19 in Mededeelingen van het Deli Proef station te Medan- Su- matra, Serie 2a, n. 14, p. 3-38, anno 1920. Dal Bollettino d"1 Informazioni Agrarie deli Istituto Internationale d'Agri- coltura N. 4, 1921. I. Lo stato attuale delle nostre conoscente ed esperienze sulla concima- zione del tabacco. — Concime fondamentale del tabacco è il letame povero di cloruri, meglio se misto, vaccino e cavallino. Il nitrato sodico è poco usato nella concimazione del tabacco, da una parte perchè tabacco cosi trattato spesso non brucia bene, probabilmente per la deposizione nelle foglie di nitrati alcalini facilmente fusibili, dall'altra perchè le foglie disseccano male. Per lo più usasi il solfato ammonico (0,5-1 q. per ha.) o il nitrato calcico di Norvegia (dose doppia) il quale ultimo sembra molto adatto anche per la sua ricchezza in calcio. Il nitrato ammonico, secondo molte esperienze, anche dell'A., conferisce al sigaro poca durata di accensione. La cianamide ha bene corrisposto e grandi speranze viene suscitando V urea arti- ficiale. Dell'azione del sovescio sulla combustibilità non si hanno prove con- clusive. La concimazione potassica ha speciale importanza per il tabacco. In Al- sazia, si usa concimare il terreno da tabacco in autunno con letame e 4 kg per a., di silicato potassico (martellino). Non si usa il solfato potassico perchè si ri- tiene comunichi al tabacco gusto allappante, ciò che non è stato notato in Ger- mania. Le esperienze di Kitzinger, intese a stabilire l'effetto della concimazione sulla qualità dei sigari, non diedero impressioni uniformi presso tutti i fuma- tori. Neppure si hanno prove concordanti sull'efficacia del carbonato potassico. Una abbondante concimazione letamica rende superflua la fosfatica. Tut- tavia, là dove la concimazione fosfatica è richiesta, si raccomanda V uso del guano del Perù e delle scorie (1), evitando i concimi ricchi di solfati. (l) Risultati confermi dalle scorie si ebbero in Italia. Cfr. Ampola e Jovino: 11 (erro nella combustibilità del tabacco, in Ga^^etta chimica italiana, v. 1 , p. 367. Roma, 1903. (N.d. R.) 122 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO Il tabacco è calciorìlo e quindi torna opportuno, dov'è necessario, 1' am- mendamento calcare. Senonchè tutte queste regole di concimazione passano in seconda linea ri- spetto al trattamento del tabacco durante e dopo la vegetazione, specie quanto ha rapporto alla principale prerogativa dei tabacchi da fumo: la combustibilità. II. Piove di concimazione del tabacco in pieno campo. — Esperienze ese- guite a Sumatra nel 1919 per notare l'effetto della concimazione sulla produ- zione in foglia e sulla robustezza del caule. I concimi impiegati furono: per- fosfato, cenere, solfato ammonico e guano. Per quanto riguarda la robustezza del caule, i migliori risultati si ebbero con una concimazione comprendente azoto, anidride fosforica e potassa nella proporzione 1 : 3,6 : 1. Per quanto si riferisce alla combustibilità del tabacco fermentato i mi- gliori risultati complessivi si ottennero da una formula di concimazione 1 : 3,3 : 1. Un eccesso di perfosfato esplicava un'azione negativa sullo sviluppo del tabacco. Coltivazione e cupa del tabacco nell'isola Maurizio. - Bulletin of the Imperiai Institute, v. xvni, n. 2, p. 252-256. Londra, apr.-giug. 1920. Dal 'Bollettino di Informazioni Agrarie dell' Istituto Interna\ionale di Agricoltura, N. 5, 1921. I risultati di esperienze eseguite nel 1916-17 con tabacco di Réunion nel « Botanic Garden Pamplemousses ed in 2 altre località dell'isola sono già stati riferiti. Nell'annata 1917- 18 furono piantate a tabacco 12 are a Pamplemousses, 12 are a Riche Terre e 2 are a La Ferme. Queste prove hanno mostrato che il « tabac bleu » è più resistente alle malattie dei tipi Virginia, Sumatra e tabacchi turchi precedentemente speri- mentati, quantunque anch' esso sia in certa misura soggetto agli attacchi. Si stima che 100 piante rendano circa 5 kg. di semi. Le piante di tabacco del tipo Réunion si mostrano particolarmente sensibili all'acqua e, a condizione che la pioggia sia abbastanza uniformemente distribuita per tutto 1' anno, si può fare a meno dell'irrigazione. In generale, i mesi più adatti per la semina nell'isola Maurizio sono da dicembre a febbraio. Le piante sono mature circa 4 mesi dopo essere state piantate in campo; dopo averle tagliate a 8-10 cm. sopra terra, si può lasciare crescere dai ceppi un nuovo raccolto di ributti, ma la loro produzione rara- mente supera 1/3 del primo raccolto e non pare proficuo lasciar crescere più di un raccolto di ributti. II raccolto in foglie verdi varia molto a seconda delle condizioni locali; in media è di 9 a io t. ad ha. Il rendimento in mannocchi o « carote » di foglie curate (una « carota » consiste di un fascio acuminato alle due estremità del peso di 8 a io kg. coperto con un involucro di foglie secche di banana detto « empondres » e strettamente legato con funicella di sisal) è di circa il io°[, di quello in foglie verdi; il rendimento in tabacco manifatturato è di circa il 34% delle « carote », cioè il 3,4 °/o delle foglie verdi. BOLLETTINO TECNICO 123 Peronospora Hyoscyami dannosa al tabacco, nella Florida e nella Georgia. — Smith e. f. e mckenney r. e. b., in United States Department of Agriculture, Department Circular iy^, 6 pp. Washington, D. C, aprile 1921. Dal Bollettino d'Informazioni Agrarie dell Istituto Internationale d'Agri- coltura N. 6, 1921. A richiesta di coltivatori di tabacco della Florida, i semenzai situati in prossimità di Quincy furono ispezionati il 29 marzo 1921 e trovati gravemente colpiti da un'infezione fungina, subito riconosciuta diversa da ogni altra ma- lattia del tabacco per l'innanzi osservata negli Stati Uniti d' America e simile invece, sotto certi rispetti, a talune malattie segnalate nella Malesia e nell'Au- stralia. La malattia di cui qui si tratta comparve nella contea di Gadsden (Flo- rida) su quattro semenzai, molto distanti fra loro, quasi contemporaneamente, cioè verso il 21 marzo. Manifestatasi di solito in vicinanza d'una estremità del semenzaio, di qui s'estese sul resto del semenzaio stesso sia per diretto allargamento dell'area infetta sia per lo sviluppo di altre piccole zone infette e il successivo allargamento di queste. Nella maggior parte dei casi l' intero semenzaio diventò infetto nello spazio di una settimana dall'epoca della com- parsa della prima area colpita nel semenzaio. Il 5 aprile l'infezione s'era già diffusa in almeno ventisei semenzai della contea di Gadsden; 1' 8 aprile essa era segnalata in numerosi semenzai della finitima contea di Decatur (Georgia). All'epoca in cui la malattia fece la sua comparsa, nelle due indicate con- tee si lamentava la mancanza di piogge, al che in molti semenzai di tabacco fu ovviato mediante aspersioni dall'alto. Durante alcuni giorni immediatamente prima dello sviluppo della malattia e per pochi giorni dopo si notarono nella stessa regione una intensa rugiada e una forte nebbia ogni mattina, dissipate prima delle nove antimeridiane dal calore asciutto del sole. Durante il periodo susseguente questa rugiada e queste nebbie non si manifestarono più. I semen- zai radi furono colpiti non meno gravemente di quelli fitti. La malattia è, a quel che pare, prodotta da Peronospora Hyoscyami originariamente descritta da De Bary su Hyoscyamus niger in Europa. Non sembra ch'essa abbia mai colpito il tabacco in Europa, ma consta che ha at- taccato gravemente per molti anni questa pianta in Australia (Nova Galles del Sud e Victoria). E' stata anche osservata nell'Africa del Sud. Nel 1885 fu segnalata nella California meridionale su Nicotiana glauca, pianta ivi intro- dotta dall'Argentina La malattia deve esistere pure nel Texas, poiché nelle collezioni micologiche del Dipartimento d'Agricoltura degli Stati Uniti si tro- vano piantine di tabacco raccolte nel 1906 a Hallettsville e colpite da una Peronospora ritenuta identica a quella di recente osservata nella Florida. S'ignora come la malattia sia stata introdotta nella Florida. Non è pro- babile che ciò sia avvenuto per mezzo del poco seme colà importato. Non è invece impossibile che la malattia possa essere stata importata negli Stati Uniti mediante le stuoie, frequentemente di seconda mano, usate per l' imballaggio del tabacco e importate annualmente da Sumatra. D'altra parte, la malattia può essere pervenuta nella Florida dalla California e dal Texas, particolarmente se la specie non produce oospore e se il fungo trovato su N. glauca nella California è identico; o in questo caso l'infezione può essere stata importata direttamente per mezzo dei rifiuti accumulati su la costa dell'Atlantico meri- dionale o del Golfo, giacché le indagini fatte nel!' Erbario nazionale dagli 124 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO Stati Uniti hanno rivelato che N. glauca è stata raccolta a Camden nel New Jersei (1897), Quarantine Station nella Carolina meridionale (1889) e ripetuta- mente a Pensacola nella Florida (1880, 1897, 1903, ecc.). La rapida diffusione della malattia nelle due contee è facile a spiegarsi. Il fungo produce una gran quantità di conidì secchi, polverulenti, leggerissimi, e inoltre le condizioni atmosferiche erano particolarmente favorevoli. L'osserva- zione dimostra in modo che non ammette dubbio come a questa diffusione del male da semenzaio a semenzaio abbiano largamente contribuito i visitatori i quali passando dai semenzai infetti a quelli sani recavano aderenti ai piedi e agli abiti i conidii del parassita. La diffusione del fungo in uno stesso semen- zaio è indubbiamente dovuta in larga misura all'opera del vento; pure a que- sto ultimo è forse da attribuire in parte la diffusione della malattia da semenzaio a semenzaio. Non si possono ancora far previsioni circa l'ulteriore comportamento della malattia negli Stati Uniti. Ma è probabile che il coltivatore di tabacco da ora in poi avrà da lottare contro un'altra grave malattia e che egli potrà riuscire ad ottenere un buon prodotto soltanto se adotterà tutti i mezzi a sua dispo- sizione per combattere il nuovo nemico e in particolare semenzai con terreno sterilizzato, seme di accertata purezza e regole igieniche nella cura delle pian- tine così che la malattia non possa essere introdotta da altri semenzai nei proprii. All'uopo i semenzai dovrebbero essere distanti fra loro quanto più possibile e l'accesso dei visitatori dovrebbe essere severamente proibito. Dato il clima umido della Florida e il metodo di coltivazione quivi se- guito per il fine tabacco da involucro (campi ombreggiati da graticci o da velari), il quale determina un aumento dell'umidità ambiente e considerato che le malattie di nuova introduzione riescono molto più dannose di quel che non siano nel loro paese d'origine, non sembra affatto prudente di piantare a dimora in questi campi ombreggiati della Florida le piantine apparentemente sane provenienti dai semenzai infetti. Inoltre non dovrebbe essere permesso l'ingresso nei campi sani alle persone che abbiano frequentato i semenzai infetti. Subito dopo constatato la presenza della malattia fu raccomandata la di- struzione dei primi pochi semenzai che erano interamente colpiti. Fu inoltre raccomandato di irrorare i semenzai non ancora attaccati o colpiti soltanto leggermente con una soluzione diluita di poltiglia bordolese la quale, contra- riamente a quel che fu osservato in Australia, sembra abbia dato buoni risul- tati in quei semenzai della Florida nei quali questo trattamento è stato già applicato. E' da ritenere che migliori risultati ancora si otterranno applicando la soluzione di poltiglia bordolese nel tardo pomeriggio allorché le foglie delle piantine di tabacco mostrano una certa tendenza a prendere la posizione eretta, il che permette una più pronta applicazione del rimedio su la pagina fogliare inferiore, dove è più probabile che l'infezione abbia a localizzarsi. Il miglioramento del tabacco mediante ibridazione e selezione all'isola di Sumatra.— Jochems J. in Mededeelingen vari het Deli Froefstation te Me- dan, seconda serie, n. xix, p. 1-25. Medan, 1921. Dal Bollettino di Informazioni Agrarie dell'Istituto Internationale di Agricoltura, N.° 6, 1921. Vengono esposti i risultati dei lavori per il miglioramento del tabacco BOLLETTINO TECNICO 125 eseguiti alla Stazione di Medan (Sumatra) lungo due vie: ibridazione seguita da selezione o selezione per linee pure. Ibridazione. — Studio delle discendenze dall' incrocio linea chiara N. i X linea scura N. 72 condotti allo scopo di individuare ed isolare un ibrido a caratteri costanti. I risultati sono anche per questa volta rimasti negativi: le progenie non si presentano mai omogenee; e si hanno individui simili alle due forme parentali estreme con tutte le graduazioni intermedie. Si riporta una tabella di dati relativi alla F2 e alla F3 generazione. Linee Incrocio Generazione Scure Chiare Miste 2184 2 '44 2223 2174 2267 2229 2231 2233 72 X 1 » » » 1 X72 » a » F2 ^3 F3 F3 Fi F* F3 ^3 58,4 % 3°-9 41,6 33,5 37,° 31,0 3°,5 38,1 '8,7% 45,3 27,9 37,o 3 '.5 4°',7 3',' 37,3 22,5 % 23,4 30,1 29,1 21,5 38,0 24,1 Dal complesso dei rilievi eseguiti sonosi tratte le seguenti conclusioni : 1) La percentuale di foglie scure nella maggior parte degli ibridi è più elevata che nella linea 1, mentre la percentuale di chiare è più bassa. 2) Le percentuali che si osservano negli ibridi differiscono assai poco da quelle della linea 72. 3) Fra i pochi ibridi che si possono ritenere superiori va segnalata la linea N. 2155 la quale fornì tabacco superiore alla linea 1 (Consorzio di Deli). 4) Nelle piantagioni Soenger Bahasa X ibrido 2255 si addimostrò supe- riore alla linea 72; nella tenuta di Goenoeng Rinteh il N. 2229 tiene il pri- mo posto. 5) Non si è ancora potuto isolare un ibrido veramente fisso nei suoi caratteri. Sono pure allo studio incroci tra le linee 1 e 774 (a molte foglie); i dati sino ad ora raccolti non permettono però ancora di formular giudizi o pre- visioni. Linee pure: Continua lo studio con esito favorevole per le seguenti linee 774; 976; 542 e 553. La coltivazione del tabacco di Sumatra al Cameroun. — R. Thillard. Da « UoAgronomie Coloniale » Anno 6°, N. 40, Aprile 1921. —Editore E. Larose. Parigi. Di questo interessante studio dell'Ingegnere R. Thillard, Direttore Gene- rale della « Compagnie Des Tabacs du Cameroun » riproduciamo qui il primo capitolo: Cenni storici. « Da molto tempo gl'indigeni del Cameroun si sono dedicati alla coltiva- zione del tabacco, principalmente a Yaundè, a Ebolowa e nel Bamun; ma sola- 126 R. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO mente nel 1907 furono intrapresi i principali esperimenti per la produzione di foglie destinate alla formazione di sigari. Questo primo tentativo ebbe luogo a Bibundi e non pare abbia dato buoni risultati a causa del clima troppo umido e della vicinanza del mare. Una seconda prova ebbe luogo in migliori condizioni a Esosung, con semi bene accertati della varietà « Sumatra Deli » in una regione che presenta le seguenti caratteristiche: « Terreno precedentemente coperto di alte foreste e d'erba d'elefante (Pen- nisetum macrophyllum) essenzialmente vulcanico, ineguale e accidentato con ba- cini stretti a suolo basaltico profondo, ricco e leggero. Clima piacevole degli altipiani con la caduta di frequenti pioggie da maggio a dicembre e caldo re- golare da dicembre ad aprile. Notti fresche con nebbie abbondanti durante il medesimo periodo ». Questa prova, eseguita su parecchi ettari, dette per rendimento circa 800 kg. per ettaro di un tabacco che fu giudicato simile a quello di Sumatra e considerato come un buon tabacco da fascia. La caratteristica principale era, con la finezza del tessuto a costola e nervature poco pronunciate, una grande lunghezza e larghezza delle foglie. La migliore qualità di questo lotto (circa 4 botti) fu pagato in Europa, a quell'epoca, fino a fr. 18,75 al kg. In seguito a questi risultati, tentativi su maggiore estensione furono suc- cessivamente effettuati nelle regioni di Esosung, d'Ekote e d'Ebunge, di Nyombè, di Penja e Banga, di Ngale e Djunge, col concorso di molto personale europeo e di numerosi operai indigeni. Da questa epoca si riconobbe la necessità di coltivare il tabacco in avvicendamento con altre piante (riso, mais, patata, ara- chidi) che avevano il vantaggio di permettere al terreno di riposarsi e di for- nire il nutrimento necessario al sostentamento degli operai. La rotazione adottata predisponeva il ritorno del tabacco sul medesimo terreno nel corso della seconda annata, poi 1' abbandono del suolo durante sette anni. Grazie al clima d'Esosung, in questa regione il tabacco si può coltivare durante tutto l'anno, ma le colture erano generalmente distanziate. Fu riconosciuto possibile distinguere annualmente due periodi di coltura: l'uno che s'inizia in aprile con la raccolta in fine luglio o principio d'agosto; l'altro con la semina in agosto e raccolto in dicembre. La preparazione del terreno si effettuava tutto l'anno. Si fabbricarono anche dei sigari ricorrendo al concorso di operai sigaristi abitanti il Bakossi. Questi operai sono ancora oggi rinomati per la loro abilità a cernire e classificare il tabacco. Si stima che ciascuno operaio possa confezionare cento sigari al giorno. Questi sigari nel Cameroun avevano la reputazione di essere leggeri e di un gusto gradevole. Si tentò di preparare del tabacco « tipo inglese » ma poiché 1' utile ottenuto non fu soddisfacente, questa fabbricazione fu abbandonata. Varietà coltivate. Sembra che siano state provate, accanto al Sumatra Deli, numerose va- rietà di tabacco senza ottenere d'altra parte molti successi con esse. Fu così che il tabacco di Java probabilmente il « Kanari » fu abbandonato a causa del suo tessuto grossolano, della sua costola e nervature pronunciate. L'Avana, il BOLLETTINO TECNICO 127 Kentucky, il Connecticus, il Landfried, e un esperimento con tabacco della Turchia non diedero risultati migliori. Al contrario il Deli Sumatra dava del tabacco di buon aspetto. Se si deve credere alle informazioni indigene, sementi del Cameroun furono vendute a dei piantatori di Sumatra, allorché questi ebbero una raccolta difettosa o di conseguenza semi dì scarto. Un litro di semi era ceduto in simili contingenze a 1000 franchi: Qualità dei tabacchi secondo le piantagioni. Dal punto di vista della qualità dei tabacchi del Cameroun, quelli di Ba- kossi sembrano avere ottenuto il migliore prezzo (fino a fr. 18,70 il kg.). Il ta- bacco si distingue per le sue foglie di grandissima dimensione a tessuto fine. Ver- rebbero in seguito per ordine d'importanza: I tabacchi di Djungo a foglie egualmente grandi; I tabacchi di Pendja, a portamento elevato, a foglia grande, ma che sof- frono del calore eccessivo dopo le coltivazioni d'agosto: I tabacchi di Banga identici a quelli di Pendja; Infine i tabacchi di Nyombé, di cui le foglie, più piccole, non trovano in certe annate, sul mercato, i prezzi offerti alle altre qualità. Si stima che in generale i prezzi del tabacco del Cameroun oscillassero, prima della guerra, da fr. 5 a fr. 1 1 il chilogramma. La crisi del commercio del tabacco in Tessaglia. Il Bollettino di notizie commerciali del Ministero d'Industria e Commercio pubblica: Da un rapporto della Camera di Commercio di Volo si rileva che la pro- duzione del tabacco in Tessaglia durante l'anno 1920 fu di 6,575,780 oche, di cui 2,775,780 oche nella provincia di Tricala e 3,800,000 in quella di Larissa. Alla fine dell'anno rimanevano i seguenti depositi: circa 9 milioni di oche presso i produttori; circa 4 milioni di oche presso i commercianti: circa 5 '/a milioni di oche invenduti all'estero. Nel rapporto è fatta rilevare la forte crisi che, come in altre parti della Grecia, anche in Tessaglia ha colpito il commercio del tabacco, e le cui cause si fanno consistere: a) nell'eccessiva produzione; b) nell'incompetenza di parecchie persone che si sono recentemente dedicate a questo commercio; e) nelle forti spedizioni di tabacchi russi, bulgari e di altti paesi de) Levante, in concorrenza ai ta- bacchi greci, sui mercati principali d'Europa e di America. Il mercato di Tessaglia si trova perciò sovraccarico di rimanenze di vec- chi raccolti, il cui collocamento è oltremodo difficile. Si pensa di portare ri- medio a tale stato di cose, limitando la coltivazione per alcuni anni, fino a che non sieno in gran parte esauriti i depositi ora esistenti sia in paese che sui mercati esteri. 128 K. ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO Il colore e l'odore degli estratti di tabacco. Dalla « Rassegna della stampa agraria estera ». O. Micron < Italia Agri- cola » Anno 580, n. 6. E' generalmente diffuso il convincimento che la for^a di un estratto di tabacco si possa desumere sia dall'odore, sia dal colore. V. I. Safro, in The Journal of Economie Entomologa, dichiara la cre- denza assolutamente erronea. L'odore dell'estratto di tabacco è dovuto in gran parte ad olii essenziali e ad altre sostanze non ancora ben definite; in uno dei tanti saggi dell'Autore risultava che un « estratto » col tre per cento di nicotina aveva un più acuto odore di un altro con il 43 per cento. Si ammette anche che quanto più alta è la concentrazione in nicotina, tanto più intenso è il colore. Osserva, però, al riguardo, il Safro che la ma- teria colorante è pressoché interamente dovuta a principi nettamente distinti dalla nicotina. Applicazione del nitrato di soda al tabacco all' alto del trapianto. Dalla « Rassegna della stampa agraria estera » O. Micron « Italia Agri- cola » Anno 580, p. 4. E' entrata nelle abitudini di alcuni coltivatori di tabacco, che eseguiscono il trapianto a macchina con apparecchio di innaffiamento, di porre una certa quantità di nitrato di soda nell'acqua allo scopo di offrire un alimento pron- tamente assimilabile alle piante non appena radicate. Furono però in propo- sito registrati vari insuccessi: il nitrato, anziché favorire la vegetazione, deter- minava in breve andare l'avvizzimento e la morte delle piante che avevano ricevuto, invece dell'acqua semplice, la soluzione nutritiva. La Stazione sperimentale agraria del Kentucky ha voluto chiarire il mec- canismo di tale fatto con esperienze espressamente istituite, ed è risultato che anche in soluzione ridottissima, e cioè soltanto a concentrazione di poco supe- riore del 0,3 per mille, il nitrato determina un passeggero avvizzimento delle piante, avvizzimento che può essere permanente e fatale con soluzioni più concentrate. Il relatore non parla del grado di concentrazione cui può giungere caso per caso la soluzione a contatto delle radichette in conseguenza della evapo- razione più o meno rapida dell'acqua dopo il trapianto, questione che pur sarebbe molto importante di considerare. PUBBLICAZIONI RICEVUTE Door Hj. Jensen. — Ziekten Vari De Tabak In De Vorstenlanden. — N. V. Boek- handel en Drukkerij — Voorkeen - E. J. Brill — Leiden, (921. Department of Agriculture of South Australia: By C. H. Beaumont. — Spraying — An Address Given at Murray Bridge Agri- cultural Bureau. 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ISTITUTO SPERIMENTALE DEL TABACCO LU .> UJ G O O O -J o oc o LU H UJ CM 2 M ss sì oiuuuiiuop o^uo^ 52 ) 5 2 ) 3 3 otoS uoo mqqou uoo 1 1 1 ' 1 1 i C 1 1 i 1 1 1 C imijq uoo «p^iSru uoo co 1 1 1 1 1 1 C «* 33 C3 CD 03 CD L u Rsim 1 IH Oì co 1 1 | IU0J8S S3 OS CO 03 IO 03 03 ISOAOld co tH oo 00 IO CD CD uilui ì il ciSSoij q co" OS o o co OS 03 OS rH 03 03* -< o ed co uimuiui ripara 00 co 00 co co co os co co CD CO EH i — i i — i CO co co co co CO L— LO CD P ^luissuiu GO o OS 00 t CO CO co LO CO lO o o CO CO lO CD — 1 ,—< t - OS 03 co O o ■ ■^ Ti 03 OJ 03 o • fi E OS -. 33 CO CD os «* ■r-1 L~-i O co -tf tH o -4-> - 1-H *"" c^ 03 03 03 o o 1 CD 1 1 1 1 1 13UIIUIUI ^ipoiu finissimi oo" W co co 2 C/3 « rvi O Pd cd ■BUIIUIUI ^ipoui ^UIISSI? LU LU CO LU co 00 CD os co ■«* OS io 00 lO o lO co LO t~ i> !>■ c- c- 0 CD ■Q" -* lO Tfl Iffl «* CO CD tH CO lO o IO LO LO 1» <~ l~- L— c- L^- O CD co "* lO T-\ Q3 CD CD e*/ CD os lO L'- io CD O o o 'bc O g be bc CO o cu & ^! ex CP S O J < ce Anno xviil. atfobre-Hovembre-Dicenibre 1921 fl. 4 MINISTERO DELLE FINANZE Direzione Generale dei Monopoli Industriali Bollettino Tecnico PUBBLICATO PER CURA DEL R. ISTITUTO SPERIMENTALE PER LE COLTIVAZIONI DEI TABACCHI " LEONARDO HNGELONI „ SCAFATI (Salerno) & SCAFATI STABILIMENTO TIPOGRAFICO RINASCIMENTO 1921 Anno xvill. OttiliR-flmiHmlni 1921 N, 4 MINISTERO DELLE FINANZE Direzione Generale dei Monopoli Industriali ollettino Tecnico PUBBLICATO PER CURA DEL R, ISTITUTO SPERIMENTILE PER LE COLTIY AZIONI DEI TABACCHI " LEONARDO fiNGELONI „ SCflFRTI (Salerno) SCAFATI STABILIMENTO TIPOGRAFICO RINASCIMENTO 1921 NEVA 4ÌA* CENNI SULLA COLTIVAZIONE DEL TABACCO IN VAL LAGAR1NA (>) ( Dr. A. Splendore ) La coltivazione del tabacco in Val Lagarina, sotto il pas- sato dominio austriaco, é rimasta limitata ai distretti giudiziari di Ala-Mori e Rovereto e di Riva nei comuni di Nago e Torbole. Secondo notizie frammentarie raccolte, notizie che meritano di essere meglio controllate in base a documenti ufficiali, nel 1722 il tabacco si coltivava negli orti roveretani, ma la colti- vazione sarebbe stata concessa in larga misura verso il 1740 dal- l'Imperatrice Maria Teresa, di poi riconfermata da Giuseppe 11° e dal Principe Eugenio — Viceré della Cisalpina — e quindi con diversa vicenda continuata. Il tabacco coltivato in Valle Lagarina va sotto il nome ge- nerico di •> Nostrano » di cui quest'anno é stato possibile iden- tificare due forme. Una a foglie ovato - lanceolate acute, subpicciolate, la più diffusa, detta « a foglie spine » ; una a foglie subrotonde, ugualmente subpicciolate, poco dif- fusa, detta « a foglie rotonde o Campese » . Fino al 1890 sembra si coltivasse largamente il Nostrano a foglie rotonde che in seguito venne sostituito con 1' altro a foglie spizze. (1) Notizie stralciate da una relazione presentata nell'anno 1 9 1 9 al Mini- stero delle Finanze dal Dr. A. Splendore, Ispettore Superiore Tecnico dei Mo- nopoli Industriali. 186 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVA/IONE TABACCHI La varietà a foglia subrotonda, come afferma del resto l'O- rigo (2), ha qualche riscontro con il tabacco « Moro di Cori » , mentre l'altra si approssima nel suo insieme, ad eccezione della picciolatura, oWAvanetta del Brenta. Difficile però riesce, pel momento, l' intcrpetrazione filoge- netica del tabacco di Valle Lagarina. Seguendo gì' insegnamenti del Comes, tanto il Nostrano a foglie rotonde, quanto quello a foglie spizze, dovrebbe ritenersi derivante dalla Tabacum varietas fruticosa, varietà questa da ritenersi di dubbia esistenza ed in ogni caso incerta. A nostro avviso le due forme di tabacco deriverebbero dalla N. chinensis, che riteniamo specie elementare genuina e come tale meritevole di essere elevata al grado di varietà. Nell'Istituto, tra i tanti derivati di incrociamento, si hanno quelli della N. chinensis con la Texana e con la Longiflora. Dalla filiazione di Texana x Chinensis oltre le forme di ta- bacco similari a quelle coltivate in Cina, ne sussiste una a pic- ciuolo schiacciato appena alato, a consistenza piuttosto grosso- lana, ricordante il Nostrano a foglie ovato-arrotondate ; ed una di N. chinensis x Longiflora, sessile, grossolana che ha partico- lare riscontro con le forme di tabacco del Canal del Brenta. Tutto ciò indurrebbe ad ammettere che il ceppo materno originario, sia della sorte di tabacco di Valle Lagarina come del tabacco del Canal del Brenta, debba considerarsi unico: il ceppo Chinensis, Fisch. Con riserva di riesaminare con maggior agio la questione, si può intanto rilevare che il tabacco di Valle Lagarina si è af- fermato nella regione con le seguenti caratteristiche: grossolanità della foglia che per giunta è cartacea; preco- cità di maturazione; deficiente combustibilità; gusto piuttosto forte; attaccabile dalla ruggine o fersa; adatto, in tali condizioni e nelle condizioni in cui si produce e si cura, principalmente per prodotti da fiuto, tanto prediletti dalle popolazioni del Trentino. Da notizie direttamente assunte, risulta che, specialmente in territorio di Mori, furono tentati esperimenti di coltivazione di (■z) Bollettino Tecnico, 1906. BOLLETTINO TECNICO 137 tabacco da fumo con le varietà White Burley, Rhetat, Ava- netta, Cucchctto, Avanone, Stolak, Villanica, Nevrocop, sotto forma pura o meticciata. Sembra però che gli esperimenti in parola, eseguiti sotto la pressione delle autorità politiche del Trentino, fossero sempre ostacolati dal governo austriaco, il quale riteneva più conve- niente allargare le coltivazioni in Dalmazia, Bosnia ed Erzego- vina, dove poteva ritrarre tabacchi gialli di tipo erzegovese di pregio industriale abbastanza notevole, a prezzi di gran lunga inferiori del tabacco della Valle Lagarina. Le forme di tabacco giallo allevate in territorio di Mori, a giudi/.io di alcuni impiegati della Manifattura di Sacco, riusci- vano di bello aspetto, di buona combustibilità e di rilevante reddito. I singoli coltivatori di tabacco giallo erano obbligati a con- segnare i prodotti allo stato secco. Si sarebbe frattanto d'avviso di ritentare le prove con cri- teri non offuscati da prevenzioni, affidandole in prima linea ai maceratori, che in generale sono anche provetti coltivatori e di- spongono di locali e ordegni e mano d' opera per condurre gli esperimenti a buon fine. Più che i classici tabacchi orientali dovrebbero essere messi a prova i tipi erzegovesi, nei pressi delle macere di Sacco, Brcn- tonico, Mori e Lizzana. • 138 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI ci , s G N o 3 _1 t^ •*■< 3 _o cj o ci S -a rn OJ K n ^ * tS ci N o O 1 o i- l! • u ° a£ -ci E Cu \r> i>r co^ CN o" CN. co 1 f M 0 C e o o u u o *-> co o u o < CO Ctì cu CJ LO co" IO o co o LO co CO- lo" ■^ "^ co vO. LO~ co ! w ♦j CO ctf tf -a s ■*-* o o _ u ■*— ' 0) o Uj . .-. o ^ o l>- h- r- ^ o o LO o o o rH "O CO rJ CO e — I m co O- h- ■«* o o t> co o i— i o LO vO 1 JD o CN o 00 CN — i 1—1 LO o o o l-H CN co 1 0) CO H lo IO LO "^ LO LO "«* <* LO ^ LO *tf LO co o 'n * 3 U "O ce; cu o la. a CJ < e C .2 co CN 1 co CN T3 Tj CN CN co CN IH CN ! CN TJ !H o 1 ed S e <-t-l 1 +•» e o OS CJ 11 o o O CN ì— i O o r— i o CN "* o t> u -a . — « o r- o 00 LO CO 1— I r— ( 00 oo CN h- LO a ' J o 00 o r— 1 CN CN o i — l o LO 00 o LO 1 JD cr CAD cu T— < h- o CO LO o O CN CN LO r~- co co co > co co co co co co CN CO CO CO CN co CN j— U o H f^ 00 "tf CN r-^ co o co Z e io 1 LO 1 l co o o co CN «-H o ìCi 1 1 (/) < CN CN CN 1—1 o 1— e i — i t— i o o C^ 00 r— 1 i—i 1—1 CO Cu s 0) cu •— » CJ ctf <£5 CO T— 1 00 r^ h- LO LO CN -sf ^t 00 i—l 1 1 1 o r-- O OO t- oo »n t> OJ 1 Lì cu X co 1 1 1 co CN CN CN OJ OJ OJ OJ CN 1 O C/3 7, o CN co ^ LO O r- oo o i— i OJ co "St o o O o o o o o o o i—i , — i y o 0> o> o o o c^ o> On o> o e* o c^ o < 1 BOLLETTINO TECNICO 139 ELENCO DELLE VOCI PIÙ COMUNI IN USO PER LA COLTIVAZIONE E CURA DEL TABACCO IN VAL LAGARINA Accertamento — È il contamente) prima della raccolta per accertarsi che non manchino piante e foglie. Arelle — Graticcio costituito di un telaio di murali e di un fondo di can- niccio delle dimensioni m. 3,80 per m. 1,65, destinati a met- tere in prosciugamento le Strazze e qualche volta le foglie per pacchi. Butti o Rebutti — Sono i germogli. Cavicchio — Piantatore di legno con puntola di ferro. Classifica — Divisione dei prodotti di classe secondo il capitolato d'o- neri. Contaìviento — È l'operazione di prima verifica. Corde — Si chiamano così le filze dei pacchi dolci di 80 a 100 foglie. Costiera — Posto ben soleggiato presso il quale si formano le aiuole dei semenzai. Crivelli — Sono a l'ondo di rete metallica a maglie di diverse dimen- sioni (da un mezzo cent, a 2. mm.) destinati a separare i frasami di varie dimensioni e a purgarli dalla terra. Drazi — Sono crivelli con fondo a graticcio costituiti di nastri sottili di legno con fori quadri di circa cent. 1 \\2. —Servono per cer- nire le strazze per separarle dalla terra e dai frasami minuti. Ferza o Ferro - S'intende la ruggine del tabacco. Insinuazione — La domanda che fa il coltivatore per ottenere la conces- sione o altro diritto regolamentare; come per esempio, l' auto- rizzazione della raccolta e trasporto alla macera. Lldratura Rincalzatura. 140 Et. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI Lenzuoli — Teloni da m. 1,20 x 1.60. Loppia - Malattia non bene accertata delle piantagioni. Macera -- L'insieme dei locali dove viene eseguito il ricevi nento dei tabacchi verdi e la cura. Macera — (mettere in) — Significa 1' operazione con la quale si dispone il tabacco in concalda per favorire l' ingiallimento delle foglie destinate a ottenere " pacchi „ e " strazze „. Manelle — Mucchietti di 18 a 20 foglie soprapposte che si mettono per rammarronamcnto sulle scaliere. — Le foglie ammarronate ser- vono a costituire le mule, le pile e le rosette. Miglili — Sono i frasami in genere. Monti — Massette di deposito del tabacco che si formano dopo ulti- mata la cura. — Molte volte questo nome si confonde con quello di pila. Mule — Massette di tabacco ordinariamente lunghe 2 metri e larghe 1, alte da 45 a 60 centimetri, destinate per la cottura della co- stola delle 'foglie dei pacchi greggi. — Sono costruite mettendo due file di foglie con i picciuoli all'interno, lasciando tra i pic- ciuoli delle due file uno spazio di 20 a 30 centimetri. - La mula è chiusa ai lati con le stesse foglie ed anche superiormente. — (Mettere in mula significa costruire la mula). Nebbia - Si dicono foglie affette di nebbia quelle magrissime traslucide che ingialliscono con facilità, destinate ad ottenere pacchi dolci. m Pacchi — Foglie spianate allo stato secco Si hanno: pacchi dolci co- stituiti da foglie leggere che dopo la cura restano di colore giallo scuro tendente al marrone; pacchi greggi costituiti da fo- glie sostanziose che dopo la cura risultano di colore marrone scuro; pacchi nostrani costituiti da foglie meno sostanziose dei pacchi greggi che dopo la cura rimangono di colore marrone piuttosto chiaro. Patari — Foglie vicino terra che all'atto della raccolta vanno in parte distrutte insieme con le foglie inservibili. Perizia — L'insieme delle ocperazioni ocorrenti per stabilire la classifica delle parti consegnate allo stato verde. — È l'applicazione delle tare ed il prezzo del tabacco. BOLLETTINO TEGNIGO 141 Pertica — Misura di superficie locale equivalente a metri quadrati 3,60. Piazza Spiazzo attiguo alle macere per poter esporre al sole le arelle. Pila - Massetti di foglie, alta da 30 a 40 cent, lunga 2 o più metri, formata da 2 ordini di foglie sovrapposte per circa Un terzo dalla parte delle punte e con i picciuoli all'esterno. Sono desti- nate per completare l'ammarronamento e diminuire l'umidità. — La pila si compone dopo 24 - 36 ore e dopo aver ottenuto la temperatura di circa 30 gradi C. Piloto — Specie di cella alta tre metri e più, profonda circa tre metri e larga da metri 1,50 a 2 destinata a curarvi il tabacco per ot- tenere le strazze di piloto. - Nel piloto le strazze si follano. Reluzione — S'intende la liquidazione. Rigatore — Rastrello con pinoli per tracciare le file pel trapiantamento a distanze determinate. Rosetta — Massetta conica arrotondata alla cima con un vuoto interno di circa 3 ) centimetri di diametro. — Le foglie sono disposte embricate col picciuolo verso il foro interno. - Le rosette sono destinate alla cottura delle costole mediante una fermentazione leggera che non supera i 50 gradi C. — Si ottengono pacchi nostrani di color marrone piuttosto chiaro. — (Mettere a rosetta significa costruire la rosetta). Scaglie — Sono i frasami minuti. Scaliere — Scansie costituite di murali attaccati a! muro o sospese alla tettoia per collocare le foglie dopo la macera riunite in "ma- nelle per pacchi e i fusti „. Scartazione Separazione, delle foglie guaste dalle buone che vanno poste in monti. Scarzatuìu — Remozionc dei germogli. Squazzarolo — Innaffiatoio. Stanghe — Regoli di legno che corrispondono agli smussi del Canal del Brenta destinati a sospendere le foglie per l'ulteriore prosciuga- mento dopo la fermentazione in mula o in rosetta. — Le foglie si sospendono all'uso brentano. Strazze — Sono le foglie sfustate cioè privale dalla costola mediana. - 142 R. ISTITUTO SPKRl MENTA LE COLTIVAZIONE TABACCHI Alle strazze si passano le foglie dalle quali non si possono otte- nere " Pacchi „. Tabacchi morbidi — S'intendono i tabacchi molto acquosi. Tare — Le detrazioni che si 'fanno all'atto della perizia, sul peso totale della partita a titolo di acqua per rugiada o per pioggia, di terra e di parti di stelo rimaste attaccate alla foglia di cima du- rante la raccolta. Terreni morbidi — S'intendono i terreni umidi. Torsi o tronchi — Sono gli steli delle piante. Vaglio — Vaglio ventilatore, tenuto nella Manifattura per purgare i fra- sami non bene cerniti dai maceratori. VERSO UN NUOVO ASSETTO DELLA PRODUZIONE DEL TABACCO "KENTUCKY,, IN ITALIA (1) ( Dr. M. Benincasa ) Da parecchi anni l'Amministrazione dei Monopoli Industriali incoraggia in tutti i modi la coltivazione indigena del Kentucky, data la importanza che questo tipo di tabacco ha pel consumo nazionale: è noto, infatti, che col Ken- tucky vengono confezionati i sigari toscani e napoletani, i quali costituiscono da soli il 30 °[0 del totale consumo del tabacco in Italia. Ma, bisogna confes- sarlo, gli agricoltori italiani hanno risposto, fino ad ora, in modo molto mo- desto all' incitamento del Governo. Nell'ultimo ventennio, come appare chiaramente dal seguente quadro, la produzione del Kentucky non ha avuto un incremento apprezzabile; nel 191 1 era già superiore a quella dell'ultima campagna, 1921: ancora non produciamo un quarto di quanto si consuma, ovverosia ancora oggi importiamo dall'A- merica del Nord oltre 150 mila quintali della foglia occorrente alla fabbrica- zione dei sigari toscani e napoletani. Il fatto è tanto più degno di nota, se si considera che, invece, un altro tipo di tabacco, il levantino o orientale che serve alla fabbricazione della popolarissima « Macedonia », con incoraggiamenti minori od addirittura nulli nel periodo iniziale, durante lo stesso ventennio ha avuto uno sviluppo talmente vertiginoso, che già la produzione supera il fabbisogno pel consumo nazionale. fi) Il manoscritto di questo articolo fu inviato contemporaneamente alla nostra Redazione ed a quella del " Giornale d'Italia Agricolo ,,. In quesf ulti- mo periodico fu pubblicato nel numero del 18 Dicembre u. s- Detto articolo, fra altri, ha dato lo spunto ad uno scritto del pari in- teressante, che riteniamo opportuno riportare in appresso, comparso sul quo- tidiano "La Tribuna,, del 30 Dicembre, col titolo "Sulla produzione del tabacco Kentucky in Italia ,, e firmato A. S. N. d. R. 144 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI ESTENSIONE DELLA COLTURA DEI TABACCHI KENTUCKY E LEVANTINI NEL REGNO Campagna Ettari e oltivati Kentucky Levantini 1902 2639.03 142.81 1903 3042.86 .32.89 1904 2982.42 130.04 >9°5 3092.60 332.53 1906 2789.79 394-33 1907 3532-'4 414.86 1908 361 1.94 370.92 1909 421 1.99 54240 1910 4925 26 663.81 101 1 5073-79 792.21 1 g 1 2 4296.58 9' 3 87 ' 9 • 3 4428 77 826.23 1914 4466.42 1 1 1 5.20 '9'5 4039 93 1637.03 1916 2356.45 1520.25 1917 1836.81 1596.58 19.8 3 '974' 3117.83 ■9'9 2890.95 4°59-45 1920 3246.43 772 1 .88 1921 5054.15 (1) 1 5222.38 Superfìcie occor- rente pel consumo interno. 20000. — (1) Superf. approssimativa. Quale è la ragione di quesla, dirci cosi, resistenza passiva, che ostacola lo sviluppo della coltivazione del Kentucky in Italia? A parte l'aiuto multiforme dato dall' Amministrazione, certamente oggi non è a' parlare più di fiscalismo, e nemmeno di poca convenienza economica, poiché gli stessi agricoltori affermano che il reddito del tabacco è superiore a quello di qualsiasi pianta industriale: trattandosi di una coltura che richiede largo impiego di mano d'opera, in questo momento in cui si lamenta il ma- lanno della disoccupazione, vi è pure coincidenza- d'interessi con le aspirazioni BOLLLETTINO TECNICO 145 delle masse lavoratrici. Eppure, come dicevo, noi, tutto sommato, in un ven- tennio non abbiamo fatto un passo decisivo in avanti. Ora io credo che questa crisi nella coltivazione del Kentucky tragga ori- gine dal modo come sono ripartite le fasi della produzione tra i diversi fattori della produzione stessa. Ed in vero, nella produzione del Kentucky la fase più importante è la cura. Pensate un po' che per un ettaro occorre un locale di cura il quale oggi mediamente costa dalle 15 mila alle 20 mila lire; e per l'essiccamento ci vo- gliono 60 e più quintali di legna, che a dir poco importano yoo lire. A parte ciò, la cura è operazione difficilissima, che, come dicono gli americani, ri- chiede, oltre a una grande diligenza, anche una buona dose di intelligenza; è un lavoro complesso e fastidioso a cui il nostro contadino malvolentieri si adatta. Da ciò consegue che la coltivazione del Kentucky è rada, perchè non tutti i proprietari di terre si trovano in condizioni di anticipare sì forti capi- tali in fabbricati, e, quand'anche siano disposti a farlo, non tanto facilmente riescono a vincere l'opposizione dei contadini; che la cura nelle prime prove facilmente riesce male, e di conseguenza il tabacco non ha quel valore e quel prezzo che il produttore si aspettava; che, essendo così sparpagliata la colti- vazione, l'industriale, ossia il raccoglitore del tabacco greggio, incontra le mag- giori difficoltà ad impiantare un maga\\ino per il concentramento e l'allesti- mento dei prodotti, e per lo più finisce per lasciare scontenti i coltivatori e fare magri affari egli stesso. Molto diversamente invece vanno le cose pei tabacchi orientali. Per questi la cura è operazione facilissima, equivalente presso a poco all'essiccamento dei fichi al sole, che richiede, sì, largo impiego di mano d'opera, rna un capitale irrisorio per fabbricati e materiali. Ne consegue che la coltivazione è densa, e l'industriale trova ad impiantare facilmente i suoi magazzini di allestimento. Perciò, mentre nella sola provincia di Lecce nella campagna 1921 troviamo 300 ditte industriali che lavorano complessivamente 100 mila quintali di ta- bacco levantino; nel resto d'Italia, invece, abbiamo 290 ditte (che per lo più sono gli stessi produttori) che lavorano complessivamente 2S mila quintali di tabacco Kentucky. * * * Se questa è la causa della crisi che travaglia la produzione del Kentucky in Italia, il rimedio, secondo m;, altro non può essere che quello di sollevare il contadino o agricoltore dal peso e dalla responsabilità della cura; addossan- dola invece all'industriale, il quale, sia una persona o un Ente, per su 1 natura avrà più facilmente attitudine ad un'impresa che richiede capitali, intelligenza direttiva e forza di organizzazione. In altri termini, bisogna industrializzare la produzione del tabacco. Quello che io propongo non è cosa nuova, ed io voglio semplicemente illustrare una cosa vecchia alla luce dei tempi nuovi. Ai tempi del « Sindacato Italiano per l'esportazione dei tabacchi » estesi tentativi furono fatti per eseguire industrialmente la cura in locali propri; ma, la difettosa organizzazione di quella Società fece andare tutto a male. Nella Toscana, e specialmente in provincia di Firenze, troviamo in embrione l'orga- nizzazione che io propugno: ivi i Rasponi, gli Uzielli, e tanti altri benemeriti 14(! R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI della tabacchicoltura nostra, intanto potettero in pochissimi anni sviluppare aziende tabacchistiche di parecchie diecine di ettari, in quanto tolsero ai con- tadini l'onere della cura, assumendola in vasti impianti padronali, per quanto con l'opera stessa dei contadini. Nella Valle Lagarina il passato Governo Au- striaco seguiva un tal sistema a mezzo di industriali che si chiamino « mace- ratori », ossia « curatori », sistema che è stato rispettalo dal nostro Governo. La Cooperativa di Pisa ha fatto quest'anno un largo esperimento di ritiro di tabacco verde, e pare con buoni risultati Ma, un esperimento davvero colos- sale è stato eseguito nella « Piana di Salerno », cioè nei Comuni di Eboli e Pontecagnano della Provincia di Salerno. In quella regione il compianto Dott. Angeloni da tempo vagheggiava una grande coltura di Kentucky, per le ottime condizioni naturali e demografiche: ma erano sforzi vani. Nel 1915 si fece un timido tentativo su 94 are; nel 1918 e 1919, nonostante il favore degli esoneri militari, si riusci a stento a metter su ettari 10.93, e 5-9°- Nel "1920 l' Angeloni fece una prova di ritiro del tabacco verde, adottando altresì uno speciale sistema di cura che nella'sua mente do- veva dare un assetto definitivamente industriale alla produzione del Kentucky: furono propriamente messi a coltura 39.07 ettari. La bontà del sistema si ri- velò immantinente, poiché nel 1921 la coltura raggiunse ettari 332.55 con due impianti di cura, o, come laggiù li chiamano, Stabilimenti, uno presso la Stazione di Pontecagnano della Ditta Biagi, e un altro presso quella di Batti- paglia della «Società Agricola Salernitana»; e nel 192,2 la superficie sarà quasi doppia, con quattro Stabilimenti. Fra qualche anno, rebus sic stantibus, la sola « Piana di Salerno » potrà fornire al Monopolio circa 20 mila quintali di ta- bacco secco, e cioè il io °[0 del fabbisogno. Se in tutta Italia si adotterà lo stesso sistema, io credo che in pochi anni ci libereremo dalla schiavitù del dollaro, e si avvererà il sogno di quel grande Uomo, che sacrificò la sua car- riera per vedere l'Italia grande produttrice di tabacco. I vantaggi dell'organizzazione della produzione del Kentucky così come va delineandosi nella « Piana di Salerno » sono di tre ordini: i° l'agricoltore, sollevato dall'onere, dalla responsabilità e dall'alea della cura, ed allettato dal pronto incasso della vendita del prodotto, non avrà più difficoltà a coltivar tabacco invece di barbabietole, pomodoro, granturco o altra sarchiata. Il guadagno che hanno realizzato quest' anno i coltivatori di Salerno è stato notevole: gl'industriali hanno pagato il tabacco fresco a L. 70 il quintale; è un po' troppo, anzi assolutamente troppo, e per l'avvenire biso- gnerà che i coltivatori si persuadano di rilasciare all'industriale non solo le spese vive per la cura, ma anche una congrua aliquota per coprire il rischio ed un equo guadagno. Ma, anche con prezzi più modesti, se si pensa che un ettaro di Kentucky rende dai 100 ai 150 quintali di foglia verde, ci si per- suade facilmente che la coltura del Kentucky anche con la consegna a verde è un ottimo affare. Quindi, in breve tempo si svilupperanno dei centri densi di coltura, i quali per l'azione di controllo dello Stato, dovranno sorgere dove si ottengono le migliori qualità di tabacco. 20 l'industriale, potendo raccogliere gran quantità di materia grezza in breve raggio, può approntare forti impianti, dotati di tutti i mezzi tecnici mo- derni per la razionale cura ed allestimento dei prodotti, il che sarà un van- taggio notevole per la tecnica e per l'economia dell'industria. BOLLETTINO TECNICO 147 3° il servizio fiscale, che oggi, pur con una coltivazione così meschina, l'Amministrazione dei Monopoli a stento riesce ad espletare col personale di cui dispone, sarà ridotto alla più semplice espressione. Poiché al coltivatore si ritira il tabacco quando è ancora erba, lo si mette nelle condizioni più diffì- cili per esercitare il contrabbando; perciò sarà inutile eseguire quelle opera- zioni fiscali che chiamansi Ia verifica (contazione delle piante), IIa verìfica (con- tazione delle foglie), riscontro del carico (ricontazione delle foglie e pesatura del tabacco s.ecco): al posto di tutto ciò basterà un agente di finanza alla porta dello Stabilimento, mettiamo pure due, uno di giorno e un altro di notte. Ognuno dei due Stabilimenti della « Piana di Salerno » ha ricevuto quest'anno il prodotto di oltre 150 ettari: per tutti i lavori fiscali di 332 ettari pensate un po' quanto personale ci sarebbe voluto: a dir poco nei momenti di maggior lavoro non sarebbero bastati una quindicina tra funzionari agenti ed operai specialisti; al posto di tutta questa gente son bastate due guardie di finanza ed un Capo Verificatore! Oggigiorno, per il servizio fiscale sulle coltivazioni si spendono circa 1200 lire per ettaro, cioè qualche cosa come 100 lire per quintale secco; con l'organizzazione che io propongo si spenderà un quinto ed anche meno! Per me, adunque, l'avvenire della produzione del Kentucky è riservato alla forma e all'organizzazione adottate dalla ditta Biagi e dalla Società Agri- cola Salernitana nella « Piana di Salerno ». Non ho la benché minima pretesa di aver descritto cos'è e come funziona uno Stabilimento di cura di tabacco Kentucky; ma, mi riterrò già soddisfatto se sarò riuscito a richiamare sull'im- portante argomento l'attenzione di persone più competenti di me. SULLA PRODUZIONE DEL TABACCO KENTUCKY IN ITALIA ( a. s. ) Siamo lieti di constatare i benefici effetti della tenace propaganda dell'Am- ministrazione dei Monopoli Industriali per l'incremento della coltivazione del tabacco scuro pesante a tipo Kentucky nelle nostre terre col corrispondente graduale affrancamento del Monopolio dal mercato estero. Citiamo ad esempio l' Agricoltura Piacentina, V Agricoltura Veneta, Il Corriere del Polesine, La Sentinella Agricola, di Cremona, La Voce dei Campi e dei Cercati, di Padova, periodici tutti che esortano l'agricoltore a dedicarsi con fiducia alla coltivazione del tabacco dimostrandone la conve- nienza e la opportunità. Ci soffermiamo però particolarmente su due articoli l'uno « Il Tabacco — Per lo sviluppo della coltivazione» —pubblicato nel numero del 13 novembre del «Giornale di Agricoltura della Domenica» di Piacenza, l'altro nel numero del 18 dicembre del « Giornale d' Italia Agricolo » e intitolato « Verso un nuovo assetto della produzione del tabacco in Italia ». Quest'ultimo è di un tecnico insigne, del dott. Michele Benincasa, un vero specialista «.Iella materia ed eminente nella schiera dei tecnici della Ammini- strazione Monopolistica che si vennero formando alla scuola di Leonardo An- geloni, il grande maestro della tabacchicoltura italiana, stroncato dalla morte allorquando poteva finalmente placare l'irrequieto spirito indagatore e creatore, nella visione della sua Patria avviata alla affermazione pratica della produzione indigena. II Benincasa, in forma semplice e piana, espone le cause del lento progre- dire della coltivazione di Kentucky e la raffronta con quella dei tabacchi le- vantini ed orientali che « ha avuto uno sviluppo talmente vertiginoso che già la produzione (indigena) supera il fabbisogno pel consumo nazionale » e prosegue : « Quale è la ragione di questa, direi così, resistenza passiva che ostacola lo sviluppo della coltivazione del Kentucky in Italia ? A parte 1' aiuto multi- forme dato dall'Amministrazione, certamente oggi non è a parlare più di fi- scalismo, e nemmeno di poca convenienza economica, poiché gli stessi agri- coltori affermano che il reddito del tabacco è superiore a quello di qualsiasi pianta industriale: trattandosi di una coltura che richiede largo impiego di mano d'opera, in questo momento in cui si lamenta il malanno della disoccu- BOLLETTINO TECNICO 149 pazione, vi è pure coincidenza d' interessi con le aspirazioni delle masse lavo ratrici. Eppure, come dicevo, noi, tutto sommato, in un ventennio non abbia- mo fatto un passo decisivo in avanti ». Ora io credo che questa crisi nella coltivazione del Kentucky tragga ori- gine dal modo come sono ripartite le fasi della produzione tra i diversi fat- tori della produzione stessa ». « Ed invero, nella produzione del Kentucky, la fase più importante è la cura. Pensate un po' che per un ettaro occorre un locale di cura il quale oggi mediamente costa dalle i 5,000 alle 20.000 lire; e per l'essiccamento ci voglio- no 60 e più quintali di legna, che a dir poco importano 700 lire. A parte ciò, la cura è operazione difficilissima, che, come dicono gli americani, richiede, oltre a una grande diligenza, anche urta buona dose di intelligenza; è un la- voro complesso e fastidioso a cui il nostro contadino mal volentieri si adatta. Da ciò consegue che la coltivazione del Kentucky è rada, perché non tutti i proprietari di terre si trovano in condizioni di anticipare sì forti capitali in fabbricati, e quand'anche siano disposti a farlo, non tanto facilmente riescono a vincere la opposizione dei contadini: che la cura nelle prime prove facil- mente riesce male, e di conseguenza il tabacco non ha quel valore e quel prez- zo che il produttore si aspettava; che, essendo così sparpagliata la coltivazione, 1' industriale, ossia il raccoglitore del tabacco greggio, incontra le maggiori difficoltà ad impiantare un Magazzino per il concentramento e 1' allestimento dei prodotti, e per lo più finisce per lasciare scontenti i coltivatori, e fare magri affari egli stesso ». Molto diversamente invece vanno le cose per i tabacchi orientali. Per que- sti la cura è operazione facilissima, equivalente presso a poco all'essiccamento dei fichi al sole, che richiede, sì largo impiego di mano d'opera, ma un capi- tale irrisorio per fabbricati e materiali. Ne consegue che la coltivazione è densa, e l'industriale trova ad impiantare facilmente i suoi magazzini d'allestimento. Perciò, mentre nella sola provincia di Lecce nella campagna 1921 troviamo 300 Ditte Industriali che lavorano complessivamente 100 mila quintali di ta- bacco levantino, nel resto d'Italia, invece, abbiamo 290 Ditte fche per lo più sono gli stessi produttori) che lavorano complessivamente 28 mila quintali di tabacco Kentucky ». Vero — senonchè — a parte che secondo noi il capitale per fabbricati ed attrezzi non può propriamente dirsi irrisorio — è opportuno non dimenticare come a spingere « vertiginosamente » la coltura dei levantini nel Leccese sia- no intervenuti due fattori non trascurabili, quali la mancanza di concorrenza di altre colture ad alto reddito e lo incalzare della fillossera divoratrice di ubertosissimi vigneti, la cui ricostituzione esige non solo opera lunga e pa- ziente, ma anche una larga disponibilità di mezzi economici. Intanto, le chiare parole dell'A. ci offrono il destro per richiamare i troppo facili propagandisti ad una esatta valutazione della diffìcile industria del ta- bacco pesante. Siamo sicuri della gratitudine dell'Amministrazione finanziaria per tutti coloro che oggi, con la parola e con gli scritti eccitano gli agricol- tori alla produzione del Kentucky, ma è anche in noi la persuasione che Essa non si dissimuli i pericoli di un eccessivo allettamento allorché la coltura del tabacco pesante viene rappresentata come un Eldorado di pronti ed ingenti guadagni, quasi che l'Amministrazione si sia messa con la benda agli occhi a seminar danaro. 2 150 R. ISTITUTO SPERIMENTALI' COLTIVAZIONE TABACCHI Essa paga prezzi rimunerativi a ragion veduta, non per aver tabacco sem- plicemente, ma per aver del buon tabacco: il che è una cosa ben diversa. E il buon tabacco non viene in tutte le terre come si va affermando da qualcuno, ma esige terreni appropriati e perfezionati da una agricoltura ra- zionale ed intensiva: ed il fare del bel tabacco al campo è meno che niente, se la complessa tecnica successiva della essiccazione e della manipolazione non sia abile, diligente ed intelligente. Noi — modestissimi seguaci dell'Angeloni — siamo fautori ed assertori convinti di una tabacchicoltura italiana, ma se è fuori di dubbio che le prime basi di un ciclo completo di produzione — dalla semina all'allestimento in colli della materia — affidata al Concessionario, hanno finalmente trovato — per F avveduta lungimirante iniziativa del Direttore Generale dei Monopolii Grand. Uff. Emanuele Aliprandi --il loro consolidamento economico in un più sicuro tornaconto, non di meno noi sentiamo impellente la necessità di dire una onesta parola di avvertimento. Ed è questa: il tornaconto scompare se, pur fatta ragione di un agevole assetto agricolo, non sarà studiato con ogni amore e con sicura competenza quello industriale che ha inizio dalle cure: insomma non si creda di poter improvvisare il tabacco. Per corrispondere alle attuali esigenze del Monopolio, la piccola industria casalinga in forma, diremo così sintetica , non è certo più consigliabile ed è per questo che il Benincasa , in continuazione della parte dell' articolo sopra ricordato, così si esprime: „ Se questa è la causa della crisi che travaglia la produzione del Kentu- cky in Italia, il rimedio, secondo me, altro non può essere che quello di sol- levare il contadino o agricoltore dal peso e dalla responsabilità della cura, addossandola invece all'industriale, il quale, sia una persona o un Ente, per sua natura avrà più facilmente attitudine ad un'impresa che richiede capitali, intelligenza direttiva e forza di organizzazione. In altri termini, bisogna indu- strializzare la produzione del tabacco „. ,, Quello che io propongo, non è una cosa nuova ed io voglio semplice- mente illustrare una cosa vecchia alla luce dei tempi nuovi ,,. '• Ai tempi del " Sindacato Italiano per l'esportazione dei tabacchi „ estesi tentativi furono fatti per eseguire industrialmente la cura nei locali propri: ma la difettosa organizzazione di quella Società fece andare tutto a male. Nella Toscana, e specialmente in provincia di Firenze, troviamo, in embrione, V or- ganizzazione che io propogno: ivi i Rasponi, gli Uzielli e tanti altri beneme- riti della tabacchicoltura nostra, intanto potettero in pochissimi anni svilup- pare aziende tabacchistiche di parecchie decine di ettari, in quanto tolsero ai contadini l'onere della cura, assumendola in vasti impianti padronali, per quanto coll'opera stessa dei contadini. Nella Valle Lagarina il passato governo austriaco seguiva un tal sistema a mezzo di industriali che si chiamavano maceratori, ossia curatori, sistema che è stato rispettato dal nostro Governo. " La Cooperativa di Pisa ha fatto quest'anno un largo esperimento di ta- bacco verde, e, pare, con buoni risultati. Ma un esperimento davvero colossale è BOLLETTINO TECNICO 151 stato eseguito nella "Piana di Salerno,, cioè nei comuni di Eboli e Ponteca- gnano nella provincia di Salerno „. Dove noi vediamo affermarsi i due modi più convenienti della produzione: quella direi così aristocratica della Fattoria Autonoma che il concessionario riserva a sé nei primi terreni e quella democratica della cooperazione, nella quale anche il piccolo agricoltore può produrre: ma in entrambe le due fasi, quella agricola e quella industriale — tendono a differenziarsi nettamente e per quanto precede, le ragioni ne sono ormai intuitive e facili a comprendere. Tuttavia, non è pure da escludere che, in particolari condizioni si possa tenere conto di un terzo modo di essere della industria, quello cioè che asse- gna al coltivatore anche la cura del prodotto lino a consegnarlo allo stato sciolto e grezzo al Magazzino dell'industriale, precedentemente autorizzato a farlo coltivare e curare da ogni singolo coltivatore che per lui ha assunto l'impegno di condurre la coltivazione. E qui ne soccorrono le considerazioni dell'autore (i. n.) dell'altro articolo pubblicato nell'Agricoltura della 'Domenica. " A mezzo dei suoi tecnici, che senza risparmio si prodigano per dare a ciascun produttore istruzione nell'occasione di ogni nuova fase della produ- zione, il Monopolio consiglia, ai desiderosi di intraprendere la nuova coltura, la riunione in consorzi per la lavorazione della foglia curata „. " Certo sarebbe la forma ideale. Senonchè lo spirito di associazione, che pure ha fatto grandi passi nel Paese, per cui vediamo benemerite istituzioni, assise su basi granitiche, provvedere all'agricoltore concimi, macchine, ecc. lo spirito di associazione non è peraltro tanto sviluppato che si siano visti for- mare tanti consorzi per la produzione del tabacco „. Poi, più oltre, prosegue : " Il Monopolio, nel suo interesse, assecondi dunque piuttosto le iniziative di coloro che vogliono dedicarsi all'acquisto della foglia curata in base alla sua tariffa che garantisce agli agricoltori il loro utile, assecondi le iniziative di coloro che vogliano divenire industriali del tabacco, simili a quelli delle altre industrie dei prodotti agricoli: oleifici, pilerie di riso, filande di seta, ecc; as- secondi l'opera di chiunque dimostri con serietà di intendimenti e larghezza di vedute, accompagnate dal godimento di stima di probità personale, di vo- ler dedicarsi a questa nuova impresa con impianti adeguati ad una produzio- ne grande „. "Si svolga, se si vuole, un programma simile dopo esperite senza fortuna le possibili azioni per una produzione consorziale, avendo presente che è giu- sto farlo soltanto quando il Consorzio da formarsi abbia a sua propria com- pleta disposizione un suo tecnico: ma non si lasci l'agricoltore singolo, tanto meno lo si spinga a fare quello che non è agricoltura, quello che in America, nel paese d'origine del tabacco in parola, forma oggetto di un'industria e di un commercio a sé ,,. Abbiamo ragione di ritenere che il Monopolio non ostacoli anche questa torma dell'industria, ma, comunque si sia, è evidente l'orientarsi dei compe- tenti verso il raggruppamento di grandi quantità di prodotto ed il Monopo- lio non può che compiacersene perchè se ne avvantaggiano immensamente: e la uniformità delle categorie nelle quali il Kentucky viene poi periziato e la sorveglianza tecnica-fiscale resa più facile ed assidua dai concentramenti della materia in vasti magazzini ed infine l'economia dell'industria che usufruisce 152 R. ISTITUTO Sl'EKIMKNTALK COLTIVAZIONE TABACCHI di un progressivo risparmio delle spese generali col graduale aumento del pro- dotto in ragguardevoli unità. Ne vogliamo chiudere queste modeste righe, che hanno il solo intento di indurre coloro che si interessano alla coltura del tabacco' Kentucky ad una prudente valutazione dei mezzi necessari a raggiungere lo scopo e di indicare le vie da seguire, senza rilevare l'accenno che i. n. fa alle coltivazioni di espe- rimento in concorso con lo Stato. Forse egli è troppo pessimista in materia, ma non è possibile negare un fondo di verità alle sue parole. " ...viene (anche) consigliata la prova nella forma di "esperimento col concorso dello Stato „ cioè con l'assistenza di quelle istruzioni e consigli di cui abbiamo già fatto cenno. Ed i tecnici del Monopolio, con zelo tanto più encomiabile quanto maggiore diviene il loro disagio personale per il loro nu- mero esiguo, e le distanze grandi da superare con mezzi di trasporto quali si trovano nelle campagne, i tecnici soccorrono, per quanto loro riesce possibile, l'agricoltore della loro esperienza, delle loro indicazioni, delle loro dimostra- zioni pratiche. " Ma questa attività in gran parte si perde. L'agricoltore, che nello scor- rere di quasi due anni (dal giorno in cui ha fatto il semenzaio, a quello in cui consegna alla stazione ferroviaria le 5 o io botti del suo tabacco stagionato) è stato chiamato a fare anche l' industriale, ma in proporzioni così ristrette da non essere più agricoltore soltanto e non essere peraltro neppure industriale, l'agricoltore si stanca ! „ Ebbene, non è sempre così: gli esperimenti in concorso con lo Stato non di rad'"> hanno dato ottimi frutti, ma propendiamo a ritenere che essi rappre- sentino uno stadio, nel progresso della propaganda e nell' assaggio dei terreni e dell'ambiente, ormai sorpassato. E' facile comprendere che se noi assentiamo in gran parte nelle vedute del Benincasa per un nuovo assetto della produzione del tabacco Kentucky in Italia, deve essere già in noi la convinzione che le varie regioni della nostra Terra abbiano già dato sufficienti prove ai tecnici delle diverse Direzioni Com- partimentali perchè essi possano, con scienza e coscienza, giudicare se le di- verse plaghe del territorio sottoposto alla loro giurisdizione corrispondano o meno, per terreno, clima ed ambiente, alle condizioni necessarie per una sana produzione del Kentucky, sotto il punto di vista dell'economia e di quello della bontà della materia. Ed allora — considerato che anche i coltivatori sono ormai in possesso di sufficienti elementi di giudizio — è bene non far troppo conto dei timidi che vogliono affacciarsi alla coltura speciale attraverso 1' esperimento, per seguire invece, sorreggere ed incoraggiare quelli che, o individualmente o collettiva- mente, sentano tutta la bellezza di una larga iniziativa di produzione come fonte di un giusto ed onesto guadagno, come affermazione della indipendenza della nostra Patria dalla schiavitù del prodotto straniero. NOTIZIE SCIENTIFICHE E PRATICHE (RIVISTA DELLA STAMPA) stampa Malia usta- - L'estratto di tabacco. — Ing. C. Gramatica. Dal bollettino del Consiglio Provinciale di Agricoltura di Trento. Anno XXXIV, N. 18. 30 Settembre 1921. Nello sperimentare assieme al docente di frutticoltura Sig. Boni un nuovo preparato a base di estratto di tabacco secco confezionato dalla R. Manifattura di Sacco, abbiamo avuto occasione di fare alcune osservazioni in merito a que- sto insetticida che crediamo utile qui riassumere. Vestratto di tabacco in fusti o barattoli che da due anni mette in ven- dita la Regia tabacchi, ha dato motivo, almeno qui da noi, dove se ne fa lar- ghissimo uso nella lotta contro gli insetti nocivi degli alberi da frutto e della vite, a frequenti e gravi lagnanze da parte degli agricoltori, sia per la sua as- serita scarsa efficacia, sia per l'alta percentuale di un deposito salino che si trova nei recipiennti e che rincara sensibilmente il prezzo effettivo dell'e- stratto acquistato, sia per i frequenti casi di bruciature alle foglie osservati dopo le irrorazioni primaverili con questo preparato. Il valore dell'estratto di tabacco quale insetticida viene generalmente va- lutato in base al suo contenuto di nicotina del quale si dovrebbe tener conto nella preparazione di liquido per le irrorazioni. Le esperienze (non nostre) eseguile in proposito fanno ritenere necessaria, specialmente nei trattamenti contro le tignole dell'uva, una soluzione contenente circa 0,15 °[0 di nicotina. Prendendo per base questa cifra, l'impiego di 2 kg. di estratto, come da noi si usa, in 100 litri di liquido non può dare che una soluzione scarsamente effi- cace. Da analisi eseguite presso la Stazione sperimentale su vari campioni di estratto risulta che il contenuto di nicotina è sensibilmente inferiore al 5 °[0 indicato dalla R. Tabacchi. Noi abbiamo trovato: — nell'estratto di tabacco di un fusto da 100 kg. : 3,93 °[0 di nicotina; — nell'estratto di tabacco di un barattolo da 5 kg. : 3,87 °[0 di nicotina; — in un estratto del 1920 di un barattolo da 5 kg. : 4,04 °[0 di nicotina. Arrotondando queste cifre al 4 °[0 risulterebbe per 2 kg. di estratto in 100 154 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI litri di liquido solo 0,08 °[0 di nicotina, un contenuto sensibilmente più basso di quello sopraindicato per una soluzione normale. Ma anche scendendo al limite minimo di 0,1 °[0 di nicotina, la soluzione al 2 °[0 di estratto riesce ancora troppo scarsa per avere un sicuro effetto in- setticida. Bisognerebbe impiegare almeno kg. 2,5 di estratto per raggiungere questo minimo e kg. 3,7 per avere un liquido al 0,15 °[0 di nicotina. Nelle prove di irrorazione contro gli afidi delle foglie del pero e del pe- sco, per le quali abbiamo adoperato il nuovo preparato denominato « polvere di tabacco » che ha un contenuto utilizzabile di circa 3,5 °[0 di nicotina, ab- biamo potuto constatare che occorrono effettivamente soluzioni più concentrate di quelle di solito indicate per conseguire un completo risultato. Le soluzioni adoperate furono: 1. Al io°[0 di polvere pari ad un contenuto di circa 0,35 °[0 di nicotina; 2. Al 5 °[0 di polvere pari ad un contenuto di circa 0,17 °[0 di nicotina; 3. Al 4 °[0 di polvere pari ad un contenuto di circa 0,14 °[0 di nicotina; 4. Al 2,50 °[0 di polvere pari ad un contenuto di circa 0,087 °[0 di nicotina; 5. Al 1 °[0 di polvere pari ad un contenuto di circa 0,035 °f0 di nicotina. Tutti i liquidi furono divisi in tre parti; una parte venne lasciata per con- trollo, ad un'altra si aggiunse latte di calce fino a reazione fortemente basica, alla terza abbiamo aggiunto del sapone molle di soda in ragione di 1 kg. per 100 litri di liquido. I risultati delle irrorazioni furono i seguenti: solo le soluzioni ad 1 e 2 ebbero effetto insetticida buono; per i Ni. 3, 4 e sopratutto per il 5 1' effetto fu solo parziale. Questo per quanto riguarda la concentrazione dei liquidi; per le diverse aggiunte non si ebbe notevole differenza nei risultati insetticidi in confronto del controllo, ma maggiore risultò il potere adesivo, con preferenza per quello preparato colla calce. Queste esperienze confermerebbero quindi, almeno per le irrorazioni con- tro gli afidi, quanto abbiamo esposto sopra circa la concentrazione necessaria per le soluzioni di estratto di tabacco. Ma esse ci fornirono motivo anche ad altre osservazioni. Sperimentando sugli afidi del pero e del potere insetticida di soluzioni di estratto denicotiniz- zato e di nicotina ricavata dall'estratto medesimo, abbiamo potuto constatare che a parità di concentrazione (in proporzione diretta al loro contenuto nell'e- stratto) la parte denicotinizzata esercita maggior potere venefico della solu- zione di nicotina. BOLLETTINO TECNICO 155 I risultati sono riassunti nel seguente specchietto: Soluzione di nico- . Soluzione di e- stratto di tabacco denicotinizzato Grado di mortalità degli afidi tina corrisponden- te ad una concen- trazione ne 11' e- stratto del Grado di morta- lità degli afidi >o°l0 completa io°[0 scarsa incompleta per gli 5°to afidi del pero, to- tale per quelli del pesco 5°Io scarsa 2Xh°\o scarsa 2 xh °U nessuna In base ai risultati di queste esperienze si dovrebbe concludere che la va- lutazione del potere insetticida di un estratto di tabacco in base al solo con- tenuto di nicotina non è esatta, ma che ha almeno pari valore il suo conte- nuto di sostanze estrattive espresse dal peso specifico (concentrazione). In que- sto caso la determinazione del contenuto di nicotina, pur conservando un gran valore, servirebbe contemporaneamente a stabilire la concentrazione più o meno grande dell'estratto di tabacco ed in conseguenza il suo effettivo potere inset- ticida. Esperienze più vaste che ci proponiamo di eseguire nel prossimo anno, serviranno a chiarire questa questione. Un altro lagno che viene mosso all'estratto di tabacco riguarda il suo con- tenuto di nitrati. Abbiamo avuto occasione di esaminare dei barattoli che con- tenevano non meno del 20 °[0 di deposito cristallino e in un fusto comperato questa primavera dall'Istituto agrario, esso saliva oltre il 25%. Anche nell'Alto Adige, che per i trattamenti nei suoi splendidi frutteti consuma gran quantità di estratto di tabacco, ci pervennero negli ultimi 2 anni simili lagni. Da dove provenga questo sale, che nell'esame chimico si palesò per nitrato di potassa (salnitro) non siamo riusciti ad eruire, né la Manifattura Tabacchi di Sacco fu capace di fornirci un'adeguata spiegazione, pur negando qualsiasi aggiunta nella preparazione della foglia di tabacco. E difatti nel nuovo preparato « polvere di tabacco » di quella Manifattura, confezionato colle acque di lavaggio delle foglie di Virginia e coi residui dei tabacchi da sigarette, noi non abbiamo trovato che traccie di nitrati. Comun- que, la loro presenza nell'estratto liquido è più che accertata e i lagni degli agricoltori, che in questo modo devono pagare il salnitro al prezzo dell'estratto, sono più che giustificati. Ma la presenza di notevoli quantità di nitrati rappresenta anche dal lato della terapia vegetale gravissimi inconvenienti. A questo riguardo abbiamo eseguito nei mesi di aprile e maggio a. e. nu- merose esperienze, onde stabilire la causa delle fortissime bruciature alle foglie, 156 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI prodotte questa primavera, dall'estratto di tabacco nel frutteto dell'Istituto a- grario. Gli alberi maggiormente colpiti erano peri e meli trattati immediata- mente dopo la fioritura con una soluzione al 2 °[0 di estratto nella poltiglia bordolese all'i °[0 di rame e calce. Ora, le irrorazioni fatte con la prima parte di estratto di tabacco più vicina al coperchio del fusto e che non conteneva che circa 4,4 °[0 di nitrati sciolti, non produsse che lievi e in qualche caso nes- suna bruciatura, mentre la seconda parte, più vicina al fondo e quindi ricca di salnitro in forma cristallina provocò gravi ustioni, che, su qualche albero, causarono la caduta di almeno il 50 °[0 e anche più delle foglie. In base alle nostre indagini abbiamo potuto stabilire che l'alto contenuto di nitrati di quella parte di estratto più vicina al sedimento sul fondo dei recipienti, produce immancabilmente ustioni sulle foglie ancora tenere, se il liquido preparato per V'irroratone non venne sufficientemente neutrali\\ato e reso alcalino (basico) con latte di calce. Questa circostanza è importante nell'impiego dell' estratto di tabacco che ci fornisce la nostra Regia; la sua non osservanza fu la causa, specialmente nei trattamenti con estratto e sapone, dei molti danni per le ustioni alle fo- glie, verificatisi negli ultimi due anni. Consigliamo quindi nella preparazione della soluzione di tabacco con quella parte ricca di cristalli, che sta in fondo ai recipienti, di adoperare come adesivo, al posto del sapone, latte di calce, aggiungendo tanto da dare alla miscela una colorazione simile a quella di un caffè-latte. Questa aggiunta è necessaria anche se 1' estratto venne preparato assieme alla miscela cupro-calcica. Un altro mezzo molto semplice per evitare ogni danno consisterebbe nella filtrazione dell'estratto con una tela (sacco) separando la parte liquida dai cri- stalli; però anche in questo caso sarà bene adoperare nella preparazione della miscela il latte di calce al posto del sapone. Per una più estesa coltivazione di tabacco. — E. P. DaW Agricoltura Piacentina, Anno XIV, n. io — 31 ottobre 1921, Piacenza. Ricordando che attualmente la coltivazione del tabacco è la più redditiva, l'egregio autore di questa nota pratica riporta il seguente conteggio dovuto alla cortesia del Cav. Giovanni Cipelli di Fiorenzuola d' Arda e che si riferi- sce al raccolto delT anno scorso, facendolo seguire da considerazioni molto opportune ed esatte, dalle quali risulta come una più estesa coltivazione di tabacco Kentuchy in Italia rappresenti un vero tornaconto sia per i singoli agricoltori che per l'economia nazionale. Per ettaro di terreno Spese Redditi 1) Mano d'opera, complessivamente ..... L. 4,400 2) Affìtto e lavorazione del terreno, concimazione, assicurazione grandine, essiccamento, imballa- mento, tasse, ammortamento locali ecc. ...» 3,075 3) Tabacco consegnato, quintali 14, al prezzo medio di lire 900 il quintale » 12,600 4) Reddito netto » 5,125 Bilanciano » 12,600 12,600 BOLLETTINO TECNICO 157 Notiamo anzitutto che il cav. Cipelli che fu tra i primi coltivatori di tabacco nella nostra provincia, ci ha dato un conteggio molto dettagliato e molto attendibile — data la sua lunga e particolare esperienza — e che se ora lo pubblichiamo in riassunto, è solo per ragioni di spazio. Dal conteggio risulta un utile netto di circa 400 lire per pertica piacen- tina che è davvero veramente notevole. Vogliamo sperare che il cav. Cipelli ed altri fra i molti coltivatori di ta- bacco della nostra provincia ci diano le stesse notizie relative a tale coltiva- zione in questo ultimo anno e di esse daremo volentieri conto sul giornale. Ma intanto facciamo presente quanto segue: 1) I prezzi ora vigenti sono tali da consentire al coltivatore di tabacco un ricavo alquanto maggiore come risulta dal seguente elenco di prezzi per tabacchi in botte: (1) Tipo A L. 1400 per quintale » B 1 » 1200 » » B 2 » 1050 » » C 1 » 900 » » C 2 » 673 » » D "375 8 Frasami » 135 « S'intende che il miglior risultato di questa coltivazione è in diretto rap- porto, non solamente con il numero dei quintali prodotti per ettaro, ma an- cora con la perfezione dell'essiccamento, della cernita e dell' imbottamento, per le quali operazioni occorre molta diligenza ed una certa esperienza che però non è difficile ad acquistarsi, tanto più che la Direzione generale dei monopoli mette a disposizione dei coltivatori novizi un personale tecnico specializzato. 2) I risultati economici della coltivazione del tabacco si devono valutare tenendo presente anche le buone condizioni nelle quali è lasciato il terreno per la coltivazione successiva ed ancora tenendo presente che la coltivazione del tabacco, trapiantandosi le piantine in maggio, si può fare o dopo un pri- mo sfalcio di medica o dopo il raccolto di un erbaio primaverile; inoltre l'e- sperienza dimostra che dagli appezzamenti nei quali il tabacco si raccoglie presto, dalle radici delle piante rimaste in posto si hanno prontamente dei secondi e vigorosi germogli dai quali, isolati e curati, si ha ancora un discreto prodotto. 3) La coltivazione del tabacco, largamente rimunerativa per il coltiva- tore, acconsente un largo impiego di mano d'opera, ciò che è da tenere par- fi) Nei prezzi come indicati dall'autore è conglobato al prezzo di tariffa, per ogni singolo tipo, il sopraprezzo per il raccolto 1921 (300 °|0) più lo speciale «premio d'incremento di produzione » per il quinquennio 1921-925 ( 114 del valore complessivo della partita ) istituito col Decreto Ministeriale N. 11372 del 24 Novembre 1920. 158 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI ticolarmente presente ora che la disoccupazione è frequentemente lamentata nelle nostre campagne. Per tanto pensiamo che la maggior parte dei coltivatori del piano pos- sano e debbano far posto nelle loro aziende alla coltivazione del tabacco e che facendolo, lo faranno con utile loro, con utile delle loro maestranze e con utile dello stesso Stato il quale dovrà importarne tanto meno dall'estero. Vogliamo anche far presente che qualora il coltivatore volesse vendere il tabacco tosto essiccato e non imbottato, con il vantaggio di riscuotere subito l'importo del prodotto, lo può fare vendendo o allo Stato o ad industriali che s'incaricano di fare loro l'imbottamento e la cernita. Vendendo il tabacco solamente essiccato i prezzi ora praticati sono i se- guenti : Classe ia L. 875 il quintale » 2a » 600 » » 3a » 375 » » 4a » 175 » Manifestamente la differenza di prezzi è tale da lasciare un notevole margine facendo la cernita e l'imbottamento; ma bisogna anche tener presente che anzitutto per queste operazioni è necessaria, come abbiamo detto, una certa esperienza e che inoltre, quando si tratti di piccole partite, la cernita e l'imbottamento riescono più stipendiose e danno risultati meno perfetti. Per questo la vendita del tabacco appena essiccato può essere conveniente ai piccoli coltivatori. Una coltivazione da prendere in seria considerazione: Il Tabacco. — E. P. — Da L'Agricoltura Piacentina, Anno XIV, N. 11, 30 Nov. 1921, Piacenza. Riferendosi alla nota pratica di cui sopra, il Prof. Parenti, continuando la sua lodevole propaganda per far prendere in seria considerazione la coltiva- zione del tabacco, ritorna a dimostrarne la convenienza economica con la e- sposizione della ragione più persuasiva, quella del tornaconto, e con tali in- tendimenti riporta il seguente: Conto colturale per un ettaro di terreno a tabacco nell'anno 1 (j2 1 : Per il semenzaio: impianto concimi e mano d'opera . . . L. 180 Lavori di preparazione del terreno (aratura, erpicatura, assolcatura, per disporre le piantine in quadro a 90 cent.) Concimi e concimazioni ....... Trapianto e innaffiamento piantine . . . . A Riportarsi L. 1 130 H 400 » 300 11 250 BOLLETTINO TECNICO 159 Riporto Rimessa piantine (dal io al 20 o[o) ..... Prima zappatura ......... Seconda zappatura con un pò di rincalzatura . Cimatura a 10-12 foglie ....... Scacchiatura . . . . . . . Raccolta delle foglie di scarto Raccolta e spaccatura dello stelo della pianta . Trasporto delle piante all'essiccatoio Stendaggio delle piante nell'essiccatoio .... Essiccazione: legna q.li 30 circa a 15 lire il quintale Sorveglianza durante l'essiccazione Per togliere le piante dagli stendaggi nell'essiccatoio a cura ulti mata Sfogliatura e prima separazione delle foglie di cima da quelle dell base ........... Ammanocchiamento e cernita definitiva delle foglie. Rivoltamento degli ammassi e pesatura .... Imbottamento: 4 botti a I. 40 l'una 160; imbott. e pressatura 100 Campionamento Piccole spese varie e impreviste. ..... Affitto terreno e quota tassa R. M. ed assicurazione incendio Manutenzione ed ammortamento fabbricati (cubatura di circa 400 me. del costo complessivo di lire 15.000) . Manutenzione ed ammortamento materiale stendaggio Assicurazione grandine ....... Interesse capitale anticipato 6 ojo (per 6 mesi). Spese direzione ed amministrazione , 1130 50 160 160 80 200 80 150 150 250 450 100 120 V 160 )( 1600 lì 100 11 260 >5 30 il 120 il 600 11 600 il 200 5? 800 11 225 11 380 L. 8.55 Raccolta quintali 15 al prezzo medio di lire 900 il quintale L. 13500 Utile netto L. 5345 L' utile netto risultante anche da questo conto colturale è, come il pre- cedente, quale nessuna altra coltivazione può oggi offrire e tale, a nostro avviso, da imporsi seriamente all'attenzione degli agricoltori. Notiamo che anche in questo conto colturale cortesemente fornitoci come il precedente, dal cav. Giovanni Cipelli di Fiorenzuola, si tratta di una col- tivazione fatta dopo il primo sfalcio del medicaio. Riferendosi alle esigenze del tabacco in fatto di terreno, l'egregio autore ri- corda che è da tener presente che il tabacco non ha particolari esigenze in fatto di terreno: dove, in genere si coltivano bietole, pomodoro e granoturco possiamo dire che si può coltivare tabacco il quale, senza avere alcun bisogno di irrigazione, dà le maggiori produzioni in terreni profondi, lavorati profondamente e con- cimati abbondantemente con letame maturo. In terreni sciolti e di medio impasfo, il tabacco, trapiantandosi in maggio, si può coltivare o dopo un erbaio primaverile, 160 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI o dopo il primo sfalcio del prato di erba medica, in terreni compatti di diffìcile lavo- razione in primavera, il tabacco si trapianta presto, tosto che la stagione lo permette e dal piede delle piante raccolte nel mese di agosto si ha prontamente lo sviluppo di nuovi germogli dai quali, isolati e ben curati, si ha un secondo prodotto benissimo utilizzabile e tutt' altro che trascurabile economicamente. Nella ro- tazione il tabacco occupa il posto delle comuni coltivazioni sarchiate e può succedere tanto al frumento come al prato di medica o di trifoglio, purché in terreno preparato con lavoro profondo. In ogni caso la coltivazione che meglio gli può seguire è quella del frumento per la quale lascia il terreno in condi- zioni veramente buone. Certamente se una coltivazione come questa del tabacco, che non ha particolari esigenze in fatto di terreno, che non presenta, tecni- camente, difficoltà alcuna e che nella rotazione si deve considerare come mi- glioratrice, non si è maggiormente diffusa prima d'ora, vuol dire che vi dovevano essere delle buone ragioni, fra le quali pensiamo che la prima e più importante sia stata quella dei prezzi finora praticati e relativamente bassi in confronto con i prezzi delle bietole da zucchero e dei pomidoro, coltivazioni queste con le quali bene spesso quella del tabacco si è trovata in concorrenza; ma questa ragione dei prezzi relativamente bassi non può più esservi oggi dopo gli aumenti concessi dalla Direzione generale dei monopoli industriali e per i quali la coltivazione del tabacco viene ad essere indiscutibilmente e di gran lunga assai più produttiva delle altre. Un'altra ragione ha potuto certamente essere molte volte quella della mancanza di locali adatti ; ma qui giova ricordare che la Direzione generale dei monopoli industriali viene ora in aiuto ai coltivatori nella costruzione o nell'adattamento dei locali per la essiccazione rimborsando gli 8/i0 della spesa nel caso di coltivazioni di io ettari, e i 4/10 nel caso di coltivazioni da 1 a 3 ettari ; rimborso che viene fatto in 9 annualità nel primo caso e in 3 nel secondo caso. Certo questo contributo ha un valore economico ben maggiore nel caso di proprietari coltivatori i quali costruiscono sui loro poderi che non per gli affittuari i quali dovrebbero costruire sui poderi di altri ; ma il problema può risolversi con eguale facilità per i proprietari e per gli affittuari quando questi si riuniscano in due o più e costruiscano i locali in società con l'aiuto di un istituto di credito il quale dovrebbe anticipare tutta la spesa per l'area e pei fabbricati, avrebbe la garanzia sui fabbricati stessi, riscuoterebbe dalla Direzione generale dei monopoli i rimborsi accennati, lasciando ai costruttori 1' onere della differenza fra la somma spesa e quella rimborsata dallo Stato. Per questa via anche la difficoltà della mancanza di locali adatti può essere risolta con relativa facilità e con indiscutibile utilità economica. Risolte o risolvendo nel modo come abbiamo accennato le difficoltà relative ai locali, non crediamo che ve ne possano essere altre. Per le suddette ragioni ai nostri agricoltori non resta che una cosa : vedere fra le coltivazioni di granoturco, di bietole, di pomodoro e di tabacco quale realmente può rendere di più e se, a conti fatti, troveranno che dal tabacco si può ricavare più che dalle altre, fare posto fra le altre anche aUa coltivazione del tabacco. BOLLETTINO TECNICO 1U1 Il tabacco nel Vallo di Diana. — M. B. — Da // Picentino, anno X, N.° 11-12 Salerno, Nov. Dicembre 1921. Nella campagna 1921, la coltivazione del tabacco nel Vallo di Diana, fu sperimentata da 26 coltivatori dei comuni di Sala Consilina e Padula, per una superficie complessiva di circa io ettari. I risultati sono riassunti nel seguente prospetto: U a m O O CD IMI ORTO PAGATO 2J ti 0 a A COLTIVATORE Z 6 u "sala « o3 -, 1- m ? a> te u co e 0 0 s ° - CO -° CD « M CB Ej > « 1,-p -q So £2 pel tabacco per premio alla terra TOTALE L. 2* CONSI- L L. L. LINA Palladino Antonio ,, 72 5077 57,00 2905,30 72,- 2977,30 4136 Palladino Carmine »• 2 ! 2823 58,00 l637,35 21,— 1658,35 7503 Tafone Michele ,, 1 1 1420 57,00 809,40 11»— 820,40 7400 Civirino Vincenzo »' 2-i, 2Ó85 57>00 1 53°,45 23 — ■55345 0759 Lamuvardo Michele 77 25 2562 57,00 1460,35 25»- ■485,35 594' Lo Vaglio Nicola 7, 3' 4420 57,00 2519,40 31»— 2550,40 8227 Menafro Giuseppe ,, '7 2994 58,00 1736,50 »7>- '753*5° 10315 Parropato Nunzio 77 là 5 ' 35 57,00 2926,95 36, 2962,95 8230 Palladino Carlo ,, '7 1946 57.°° 1 109,20 »7«- 1 1 26,20 66.14 Guida Giuseppe 55 1 1 2069 57,00 1 ''79,35 • ',— ' >9o,35 10821 Gesummaria Giov. 77 10 2878 58,00 1669,25 16,- 1685,25 '0533 Migliore Emilio 77 ■4 2420 57,00 1 379,40 •4»— ■393740 9235 Puglia Angelo 77 '3 '952 57,oo 1 1 12,65 '3 — "25,65 8659 Perropato Lorenzo 77 '5 2499 57,00 1424,45 '5, - ■439-45 9596 Colucci Angelo 7 1 47 8103 58,00 4699,75 47- 4746,75 10099 Savino Angelarosa 77 '4 2963 58,90 '7'8,55 14,- '732,55 l2375 Migliori Vincenza 77 '5 2382 57,oo '357-75 '5,- '372,75 9151 Bai-rese Michele 77 '3 1946 58,00 1 1 28,70 13»— 1 141,70 8782 Petracca Nicodemo 77 18 3488 58,00 2023,05 18, 2041,05 "339 Pica Giovanni 77 '7 3950 58,00 2291 ,00 '7- 2308, — 13530 Mele Michele 77 '9 465 2549 57,00 57,38 ■452,95 '9 — ■47 ',95 7747 Somme e medie 66281 38071,75 465.- 74,— 38536,75 8287 De Martino Giuseppe Padu.'a (i) 74 5700 52,00 2964,— 3038,— 4'°5 Moscarello Antonio >7 50 3900 56,00 ?. . 84 — 50,— 2234,- 4468 Paoli ni Cesare ,, 209 20800 56,00 r 1648,— 318,— 1 1 966, — 5677 Chiappardi Michele 77 28 2000 42,00 840,— 28,- 868,— 3100 Tepidino Vincenzo 77 So 4500 56,00 2520 — 5° — 2570 — 5140 Pinto Alfonso 77 8< booo 47,00 2820, — 8v~ 2903 — 3497 Lo Sasso Paolo '7 44 538 4400 56,00 52,14 2464,- 25440 — 44»- 2508, — 57oo Somme e medie 47,300 647,— 26087,— 4848 (\) Le coltivazioni di Padula furono tutte danneggiate dalla grandine caduta nei giorni 12, 27 e 28 luglio 1921. 162 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI A Sala Consilina la stagione fu piuttosto favorevole, poiché, se nell'epoca del trapianto le pioggie persistenti e la conseguente comparsa di numerose lumachelle fecero deperire molte piantine, obbligando i coltivatori a ripetute sostituzioni, in compenso si ebbe un settembre tiepido, che fece maturare anche le piantagioni più tardive, e consentì una raccolta nelle migliori condizioni. A Padula, invece, tre grandinate cadute il 12, il 27 e il 28 luglio, danneggia- rono talmente le foglie , che si dovettero recidere il maggior numero delle piante, ed allevare i germogli, i quali, peraltro, grazie al settembre buono, potettero maturare a perfezione, e riparare in parte al danno della grandine. Si può affermare che nel Vallo di Diana l'andamento del mese di settembre avrà sempre una influenza grandissima nella riuscita della coltivazione del tabacco. I risultati economici ottenuti dagli sperimentatori furono più che sodisfa- centi, specialmente se si deve giudicare dalle richieste di coltivare che già si hanno per la campagna 192*, e che si dovranno ridurre per proporzionarle alla potenzialità degli impianti per la cura e l'imballaggio dei prodotti. Nel pros- simo anno il maggior centro di coltura si avrà a Sala Consilina, dove la Ditta Siniscalchi & Ci si apparecchia a metter su un impianto per alcune decine di ettari; a S. Arsenio sul Tanagro si avrà un nuovo piccolo centro di produ- zione; la Fattoria di Stato di Padula raccoglierà i tabacchi provenienti dalla parte più alta del Vallo. Oramai possiamo affermare che l'introduzione della coltura del tabacco nel Vallo di Diana è un fatto compiuto. 1 benefkii che ne risenterà l'economia agraria locale saranno notevoli, come si è verificato in altre parti d'Italia. Per l'avvenire dell' industria, però, non sarà mai abbastanza raccomandato ai col- tivatori e agli industriali di non aver fretta, di avere i mezzi sufficienti per l'impresa che si vuol compiere, e di seguire una tecnica razionale. A volte a volte il « Picentino » darà consigli e istruzioni ai produttori di tabacco della provincia; ma gli agricoltori del Vallo di Diana possono liberamente rivolgersi alla Fattoria di Stato di Padula, che s.irà ben lieta di dar loro la più larga assistenza tecnica. Insistendo sulla necessita di estendere la coltivazione del tabacco. — Dott. Vittorio Ronchi. Da « // Contadino della Marca Trevisana » Treviso. Anno III, N.° 51, 24 Dicembre 1921. L'Italia nostra dopo la grande guerra combattuta e vinta per sforzo ge- neroso e valor di popolo, ha intrapreso un'altra grande lotta, meno cruenta, ma non certo meno gloriosa e difficile: la lotta per superare la profonda crisi economica, che minaccia tutti i paesi che han combattuto, sovraccarichi di debiti e con agricoltura ed industria impoverite, per la distruzione di tutte le energie dai campi fecondi della produzione, tutte tese nello sforzo supremo necessario per vincere la guerra. E per la risoluzione della crisi non vi è che una sola via di uscita: aumentare in tutti i campi la produzione, emancipare il paese fin dove è possibile dai prodotti esteri; mettersi in condizione di vin- cere la concorrenza straniera nei grandi mercati internazionali, coi prodotti che possono ottenersi dal nostro suolo e dalle nostre industrie, in condizioni migliori di quel che avvenga negli altri paesi. In altre parole perfezionare i BOLLETTINO TECNICO 163 nostri metodi produttivi, e tutto il meccanismo dello smercio dei nostri pro- dotti. Per gli agricoltori il problema non è di facile risoluzione, perchè purtroppo ovunque la tradizione li rende un po' schiavi del passato, mal si adattano alle innovazioni ed a seguire i consigli che la scienza loro prodiga, a mezzo dei suoi fervidi propagandisti. Ma in ogni modo anche gli agricoltori, dovranno ben porsi ora il problema del perfezionamento dei loro metodi produttivi, sotto la stretta di bisogni, che presto non ammetteranno altra via d'uscita. O inten- sificare le colture, adottando metodi moderni e sistemi industriali, o scompa- rire. Il periodo degli alti prezzi sta per finire, e non è lontano il giorno in cui dall'estero avremo inondati i nostri mercati di prodotti a prezzi vili, che metteranno sull'orlo del fallimento quegli agricoltori che non sapranno adat- tare le loro colture alle reali esigenze dei mercati, e migliorare i metodi pro- duttivi, abbassando i costi di produzione. L'Emilia, la regione nostra, che è tra le più progredite in agricoltura, è in crisi gravissima per il rinvilio dei prezzi della canapa, la cui cultura si era assai estesa per gli alti prezzi del periodo bellico e postbellico. Si cerca ora di studiare il rimedio per riparare alla crisi disastrosa, e numerose Commis- sioni sono state nominate dai nostri Governi. Come il solito però le Com- missioni non approderanno a nulla, e il vero rimedio lo troveranno lo stesso i bravi agricoltori bolognesi, riducendo la coltivazione della canapa, e sosti- tuendola con altre colture industriali. E l'unica via possibile.... E per questa via si preparino a camminare anche i nostri agricoltori tre- vigiani, se vogliono risparmiarsi i giorni tristi, forse non lontani, in cui saremo innondati di granoturco e di altri cereali, per opera dei paesi, che possono produrli con la minima spesa (Americhe, Australia, la Russia quando risorge- rà, ecc.) Volgano la loro attenzione alle colture che danno affidamento di alto reddito al presente ed al futuro. Tra queste primeggia oggi il tabacco il cui reddito è garantito dai bisogni impellenti del nostro popolo di fumatori, e dagli alti prezzi che lo Stato ha già stabilito per un buon numero di anni, allo scopo di emancipare l'Italia dal l'importazione dei tabacchi esteri. Non vi é oggi altra coltura, che dia maggior affidamento del tabacco. Si pensi che le nostre manifatture sono costrette ad importare annualmente dall'estero più di 20000.000 di Kg. di tabacchi, che potrebbero invece essere prodotti nel nostro Paese, e si pensi altresì che il ta- bacco prodotto in Italia, potrebbe ben mettersi in concorrenza sui mercati in- ternazionali per le sue qualità alquanto apprezzate, come è stato dimostrato dai primi esperimenti di esportazione. La coltura potrebbe oggi estendersi in Italia su ben 28.000 ettari, anziché sugli attuali 9.000 con la sicurezza che il prodotto troverebbe sicuro smercio, anche per i soli bisogni nazionali. Ed è coltura fortemente rimunerativa! Gli agricoltori pensino che in Ha. di tabacco, si possono produrre dai io ai 15 quintali di foglia secca, che viene oggi pagata con prezzi variabili da L. óoo a 1200 il quintale. Prendendo anche la media di L. 900 il quintale (1) é facile rilevare che si [i) Vedasi nota a pag. 157. — N. d. R. 164 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI possono superare senza fatica le 10.000 lire di prodotto lordo per ettaro. Per quanto possano essere rilevanti le spese di coltivazione, vi è sempre un mar- gine di guadagno ben supcriore a quello di ogni altra coltura. Il tabacco poi si presta a quasi tutti i terreni, (i) E coltivato in colle e in terreni profondi, freschi, ricchi. Così nella Val di Brenta, sulle falde del Mon- tello, come nelle ghiaie di Spilimbergo, nei terreni tenaci di Monastier, come in quelli profondi e fertili del Basso Friuli. E resiste efficacemente ad uno dei guai peggiori per le colture estive: la siccità Quest'anno chi ha coltivato ta- tabacco non si trova nelle condizioni di molti, che avendo coltivato granoturco, hanno perduto tempo, denaro e fatica. Si tengano poi presenti i vantaggi che questa coltivazione porta al terreno, per il notevole residuo di fertilità che lascia alle culture successive. Ha anche il vantaggio sul granoturco dell'anticipo della raccolta (fine agosto, principio settembre), che permette la buona preparazione del terreno per il frumento. Né si creda che ci siano grandi difficoltà di ordine tecnico per la sua colti- vazione. 11 tabacco è pianta da rinnovo e ha esigenze simili al granoturco, barba- bietole, canape ecc., che i nostri coltivatori coltivano ormai ovunque con fa- cilità e successo. Il Tabacco a Samos. — Da un rapporto del corrispondente di Samos del Museo Commerciale e Coloniale di Napoli, pubblicato nella Rivista Hermes, Bollettino del Museo, Anno III, N. 8. Napoli. Da circa io anni la coltivazione del tabacco ha avuto un grande sviluppo causa la grande richiesta di tale prodotto nei mercati della Germania, Austria, Olanda, Scandinavia. Non poche volte tanto le Privative dell'ex Impero Austro- Ungarico quanto quelle del Governo Rumeno comperarono quantitativi consi- derevoli del tabacco di Samos. Durante la guerra due Società Americane comperarono quasi la totalità della produzione, circa un milione di kg. Nel 1918 furono coltivati c/a 20Ó80 ettari con un rendimento, di c/a 1.200000 kg di tabacco, quasi totalmente venduto ed esportato. Nel 1919 fu prodotto c/a ,900.000 kg. dei quali 159.000 venduto, e nel 1920 c/a 620.000 kg. dei quali la metà venduta. Come qualità il tabacco di Samos è uguale se non superiore alla qualità di Smirne, ben lavorato e con ottimo profumo, serve benissimo alla fabbrica- zione delle sigarette di Samos rinomatissime. 11 suo prezzo varia per qualità, da 20/22 Lit. la prima qualità (Kaloupia) già lavorato e pronto per l'esporta- zione, e Lit. 12/14 'a terza qualità (Tonghes). (1) Quest'affermazione dell'autore va presa con le dovute riserve; è vero ad ogni modo che le diverse varietà di tabacco coltivate esigono terreni molto diversi fra loro. 1 tabacchi tipo pesante, tuttavia, per poter dare una buona produzione esigono sempre terreni profondi, freschi e ricchi. N. d. R. BOLLETTINO TECNICO lft5 Il fumo del tabacco come disinfettante della bocca V. Puntoni. — Dagli Annali d'Igiene, t. XXX; agosto 1920 p. p. 469-484. Il fumo del tabacco passando su pezzi di carta filtro imbevuti di emulsioni batteriche uccide in pochi minuti (da o' a 5') il vibrione colerico, il meningo- cocco e il bacillo di Pfeiffer. Occorre un tempo maggiore per uccidere il ba- cillo tifoide (da io' a 15), il bacillo difterico e lo streptococco (da io' a 20'), lo «stafilococco » (da 20' a 35'). I tabacchi dolci sono attivi come i tabacchi forti. L'azione disinfettante del fumo del tabacco, netto in vitro lo è molto di meno negli esperimenti in vivo. Si può ammettere questa azione nella bocca solamente su microbi poco resistenti, tali i meningococchi e i vibrioni colerici. Ma, il b. tifico, il b. difterico e i piogeni certamente non sono influenzati dal fumo nella bocca dei fumatori. Furono fatti degli esperimenti su microbi sparsi alla superficie della mu- cosa dell'intestino di un coniglio, lavato bene all'acqua corrente e sospeso an- cora umido contro la parete d'un tubo di vetro. Il vibrione colerico comincia a sparire solamente dopo trentacinque minuti di fumicazione; un grammo di tabacco vien bruciato in 5 minuti. Nelle stesse condizioni, il b. tifoide, dopo due ore, tempo necessario per bruciare due sigari interi, non è ucciso. I risul- tati devono essere ancora meno favorevoli con una mucosa vivente, le secre- zioni della quale diluiscono le sostanze battericide. Queste sostanze sono per primo la nicotina: una emulsione di vibrioni co- lerici , mischiata in parti uguali con una soluzione al 2 °f0 di nicotina pura (il titolo della soluzione dell'alcaloide dunque risulta infine del 1 °[0), è distrutta in 5-6 minuti. Ma il fumo di un tabacco denicotinizzato è attivo quanto quello del tabacco completo. Se si filtra su cotone il fumo del tabacco, si fer- mano, insieme con la nicotina, dei prodotti empireumatici che posseggono un certo potere battericida. Il liquido di lavaggio del fumo possiede ancora, dopo filtrazione su cotone , un potere battericida che è dovuto da una parte alla formaldeide e dall'altra al pirrolo. STAMPA ESTEEA. Tabacco. — M. Calvino. — Relazione degli anni 1918-19 e 1919-20 della Stazione Sperimentale Agronomica di Santiago De Las Vegas, Cuba, Avana, 1920. Il Dott. Mario Calvino ,~ in questa interessante relazione comunica , per quanto riguarda i lavori di selezione del tabacco, che la nuova orientazione da lui introdotta nella selezione del tabacco Var. Havanensis — che consiste nel tener conto, oltre dei caratteri botanici, anche di quelli chimici ed industriali, come: la poca affinità con i cloruri, la ricchezza in potassa, l'aroma, il pro- fumo , il colore e la combustibilità — ha dato molti buoni risultati , tanto da far sperare di ottenere nel corso di qualche altro anno, linee pure di alto valore agricolo e industriale. 166 H. ISTITUTO SPERIMENTALE CiOnTTVAZIONE TABACCHI Il tabacco in Jugoslavia. - Dal « Tobacco World» London, Aprii, 1-921. La regione che dà più tabacco in Jugoslavia è la Serbia che, nei confini del 191 2, produceva annualmente circa 2 milioni di chilogrammi, dei quali consumava soltanto 900.000 Kg. 11 rimanente veniva esportato in foglie. La totale produzione della Serbia e della Macedonia, secondo il Trgovinski Gla- snik (un giornale di commercio) è aumentata di più di 4 milioni di Kg. Da un recente rapporto dell'Incaricato Commerciale degli Stati Uniti a Belgrado appare che il tabacco è estesamente coltivato nelle seguenti regioni: Nel Dipartimento di Skoplie, Kg. 500.000; in quello di Bregalnitza (escluso il distretto di Strumitza) circa Kg. 600.000; nel Dipartimento di Prilet, circa 500.000; in Koumasovo, Kg. 600.000; in Kruchevats, Kg. 300.000 e hi Oujitse, Kg. 100.000. Prima della guerra l'Herzegovina produceva 3.500.000 Kg. di tabacco ed eccezionalmente fino a Kg. 4.600.000. Il prossimo raccolto, per le condizioni del dopo guerra, non eccede i 500.000 Kg. Le contrade più produttive sono: a Sud e ad Est, il Distretto di Mostar, Loubouchka, Stilats, Soubigne e Tre- bigne, come certi comuni dei distretti di Biletche e Kognits. In Bosnia le contrade orientali sono le più produttive, specialmente i di- stretti di Srbrnitsa, Vlasenitsa e Svoinik. Nel Nord-Est la produzione è estesa nei distretti di Belina, Brtchko, Gradatchatch, Bihatch e Sazin; nel Sud nei distretti di Prozor, Totcha e Tchainitche. La Bosnia dà annualmente circa 500.000 Kg. di tabacco. In Dalmazia la produzione del tabacco è stata in continuo aumento dal 1884; nel 1913 toc- cava quasi 3.500.000 Kg., ma dalla guerra in poi è andata diminuendo. L'e- satto ammontare del raccolto nel Banat, nel Batchka, nel Baranya in Croazia e in Slavonia non è conosciuto, ma secondo statistiche Ungheresi, l'Ungheria ha dato sei milioni di chilogrammi, dei quali approssimativamente 4 milioni sono stati prodotti in quelle provincie. Le più rinomate sezioni tabacchifere di quella porzione di Ungheria cedute alla Jugoslavia sono: Nel Banat, i distretti di Vielki, Botchkorek, Yombal e Tcheka; nel Batchka, i distretti centrali e settentrionali; nel Baranya, Boertch; in Croazia e Slavonia, Virovititsa Pogega, Pakrats e Slatina. Il raccolto annuale di tabacco nella Jugoslavia quindi ammonta approssi- mativamente a 15 milioni di chili. Di questi circa 6 milioni sono impiegati pel consumo interno, rimanendo 9 milioni di chili per la esportazione sia in fo- glia che in manufatti. La coltivazione del Tabacco in Rumania durante l'anno 1920.— E. G. — Dal Buletinul Coltura Tutunului. Bucarest. Anno XIV, N. 63 e 64, Aprile - Luglio 1921. Facciamo il riassunto seguente delle cifre relative alla coltivazione del ta- bacco in Rumania, nel 1920 Nel 1920, ci sono stati in Rumania (compresi la Bessarabia, la Transilva- nia, Banat, Crisana e Maramures) 63600 coltivatori di tabacco che hanno di- chiarato di aver coltivato una superfìcie di 23980 ettari di terreno. Dopo il trapiantamento la superficie coltivata si è riconosciuta interiore Bollettino tecnico io? di 500 ettari circa, a quella dichiarata dai coltivatori, essendo solamente di 23500 ettari. La produzione è giunta durante l'anno 1920 a Kg. 17.100.000 di tabacco del valore di 143.000.000 lei (1), con una produzione media di 725 Kg. per etraro e un prezzo di 850 lei per q. di tabacco. La produzione e il valore del tabacco in Bessarabia sono compresi nelle cifre qui sopra, ma solamente in modo approssimativo. Paragonato al raccolto del 1919, quello del 1920 è inferiore del 20 °[0 quan- titativamente, ma è invece di molto superiore in qualità, non solamente a quello del 1919, ma anche a quello di questi ultimi cinque anni. Dal ucBuletin Cuìturii Tu turni li „ organo del Regio Monopolio di Stato della Rumania, Anno XIV N. 63 e 64 Aprile - Luglio 1921, riportiamo la se- guente rettifica a firma E. G. « Il "Bollettino Tecnico dell'Istituto di Scafati (Italia) pubblica nel numero 4, d'ottobre 1920, riportandole dal " Tobacco,, di Londra (numero di Settem- bre 1920) alcune indicazioni assolutamente false riguardanti la coltivazione ed il raccolto del tabacco in Rumania. Secondo questa rivista la superficie destinata alla coltivazione del tabacco in Rumania sarebbe passata da 3000 ettari, come era nel 1919, a 4500 ettari nel 1920 e la produzione annua nel 1920 è valutata da 4000 a 5000 tonnellate. La detta rivista ne conclude che se la Rumania è capace di produrre 15000 tonnellate potrebbe esportarne 10000. Queste cifre debbono essere rettificate come segue: Nel 1919 la superficie coltivata in Rumania è stata di 17338 ettari e ha dato una produzione di 14270 tonnellate. Nel 1920 sono stati coltivati 23500 ettari con una produzione di 17100 ton- nellate. 14000 tonnellate sono destinate alla consumazione interna, dimodoché 3000 tonnellate solamente sono disponibili per l'esportazione e sono in gran parte ritenute già dalla Regìa Czeco-Slovacca. » Il raccolto del tabacco in America — Dal « Tobacco >? London, Septem- ber Ist. , 1921. Il rapporto del Governo degli Stati Uniti sulla produzione indica per il tabacco un raccolto di libbre 932,000,000 in confronto con libbre 1,508,064,000 nel 1920, con libbre 1,463,325,500 nel 1919 e con una media di libbre 1,187,708,000 durante gli anni 1914-1918. Soltanto 1,337,000 acri sono a col- tura contro 1,894,400 nel 1920 e 1,920,800 nel 191 9. La diminuzione è in molti casi il risultato dei prezzi scadenti percepiti nel 1920 per cui parecchi coltivatori hanno ridotto del 30 °[0 la loro superficie a tabacco. In molte contrade la stagione è anche stata avversa. Sono stati riportati esempi di coltivatori che hanno bruciato il loro tabacco perchè il prezzo era (1) L. 1 alla pari. 168 R. ISTITUTO SPEKIMKNTAI.E COLTIVAZIONE TABACCHI disceso ad un limite per cui non era più profittevole portare la merce sul mercato. Tali casi, tuttavia, riguardano foglia di qualità così scadente per la quale praticamente non vi era commercio. Le esportazioni di tabacco in foglia per gli undici mesi terminati con maggio furono di libbre 458,537,100 contro 618,639,200 nel corrispondente periodo del decorso anno. La coltivazione del tabacco in Persia. — Dal ': Tabacco ,. September Ist. 1921. Il tabacco prospera nel sud-ovest della Persia, ovunque la vite matura il frutto. Se ne distinguono due differenti tipi: " Fars Tombaku ,, e " Ispahan- tutun ,,. Quello che cresce in Fars e del quale ve n'hanno molte eccellenti varietà coltivate nelle varie plaghe intorno ed al sud di Shiraz è consumato nel paese stesso ed esportato anche nelle contrade intorno al Golfo Persico, al Mar Rosso e all'Oceano Indiano. E conosciuto come tabacco per narghileh, dotato di pia- cevole profumo ed aroma, ed è coltivato principalmente nei distretti di Niris, Fasa, Gholar, Bebehan e Lar. E' molto in pregio nelle tende dei Persiani come in quelle dei nomadi Arabi, nei caffè dell'Egitto e dell'India e nei bazaais di Costantinopoli; ovunque insomma si fa uso di pipe narghileh. Siccome il tabacco nella regione montagnosa del Farristan è molto ricco di potassa, questo Tombaku brucia meglio del Tutun che cresce intorno a Ispahan e più a nord. In conseguenza, tuttavia, del suo delizioso aroma, il prodotto d'Ispahan è un importante articolo di commercio e se ne spedisce moltissimo al Cairo, ad Aleppo, a Beyrout ed a Costantinopoli, dove, mischiato con tabacchi di buona combustibilità, è usato nella manifatturazione delle si- garette. I tabacchi di Shiraz e d'Ispahan sono prodotti in grande quantità, ma questa potrebbe essere anche maggiore, essendovi largo campo di smercio. Si stima che circa centomila balle di 50 Kg. ognuna siano portate ogni anno sul mercato, metà delle quali raggiunge la costa per essere esportate. Lo Shiraz potrebbe servire come tabacco per sigari, per pipa e per masticare. Diverse varietà di esso a diversi prezzi sono vendute in ogni bazaar persiano come tabacco di narghileh. Le giovani piante sono dapprima poste in aiuole e poscia trapiantate al campo con un pane di terriccio intorno alle radici. A piante completamente sviluppate le costole sono spesse, le foglie grandi e i fiori bianchi. Il trapian- tamento ha luogo durante la stagione delle pioggie. La raccolta in Garmisir è in Giugno; in Sarhad in Agosto. Le foglie, una volta raccolte, sono sparse su stoie, spesso sulla nuda terra e leggermente disseccate. In 'seguito sono sottoposte ad un processo di fermen- tazione che impartisce loro un color bruno ed uno spiccato aroma. In fosse poco profonde e battute nel terreno sono ammucchiate le foglie in maniera che abbiano a fermentare; si sviluppa anche una muffa su di esse che aiuta la fermentazione. Quando questa è ultimata, le foglie dopo che sono state scio- rinate a prosciugarsi, sono pronte per l'imballamento. Questo si compie situando le foglie in istrati sovrapposti l'uno sull'altro in piccoli sacchi di cotone bianco, ciascuno dei quali conterrà 50 chilogrammi o poco meno. Intorno a questi sono cucite pelli di capra precedentemente inumidite. Le balle destinate alla espor- BOLI. LETTINO TECMCO 1G9 tazione sono di solilo ravvolte di nuovo in grossolano materiale di lana intrec- ciato. Tutto il commercio è nelle mani dei privati. Al presente non v' è Mo- nopolio del tabacco. Anni sono una Compagnia inglese, la " Tobacco Corpo- ration „ tentò di ottenere dallo Scià Nasressin il monopolio della coltivazione e della vendita del tabacco in tutta la Persia. Malgrado che lo Scià avesse fatta la concessione per la ridicola, esigua somma di Ls. 500.000, più un'annua per- centuale sui profitti, egli dovette a forza rinunciare a tutto ciò per la resistenza della popolazione e per l' influenza dei preti. I proprietarii dei villaggi che coltivano tabacco vendono i loro prodotti ai grossisti in Shiraz e Ispahan. 11 proprietario non s'ingerisce né del villaggio né delle terre, ma le dà ai "Rayjats,, (contadini) nullatenenti. Questi non ricevono danaro per il loro lavoro, ma hanno invece una parte del prodotto al campo e la concessione di lavorare un numero di campi senza pagarne l' affitto. In Ispahan, un anno prima della guerra, fu formata una grossa compagnia ; la " Société du Tobac ,, con sede centrale a Costantinopoli. Questa Compagnia compra forti quantità di tabacco Ispahan direttamente dai proprietari dei villaggi e prepara, immagazzina, im- balla e spedisce ogni anno circa 50.000 balle per via Bushire sul Golfo e per via Mohamerah sul Karun, tributario dello Shatt-el-Arab, alle sue diverse suc- cursali in Alessandria, Aleppo, Beyrout e Stamboul. Il tabacco è trasportato ai porti di spedizione attraverso difficili vie caro- vaniere (due o tre balle costituiscono il carico di un cammello) e sta in viaggio dai trenta ai quaranta giorni per giungere alla costa. Le prospettive della industria del tabacco in Manciuria. — Dal « To- bacco », London, October Ist., 1921. Un largo numero dei 18 milioni di abitanti della Manciuria, uomini, donne, ragazzi e ragazze, sono appassionati fumatori di sigarette d'ogni specie e prezzo. La Manciuria è paese produttore di tabacco e la mano d'opera vi è abbondante. Alcune Ditte estere, approfittando di questo stato di cose, hanno impiantato sul posto stabilimenti provvisti di macchine che producono sigarette di tipo inferiore fatto col tabacco cresciuto nella contrada stessa. Mescolando poi il locale tabacco con tabacchi esteri, sono fabbricate siga- rette di media qualità, delle quali vi è grandissima richiesta. Esperimenti di coltivazione di tabacco jn Inghilterra. — Dal « Tobacco », London, October, Ist. 1921. Il Signor A. J. Brandon, a Curch Crookham (Hampshire) ha iniziata la coltivazione del tabacco in questa contrada nel 1910, quando, per la prima volta dal 1660, fu autorizzata per legge questa coltura. L'industria, di conse- guenza, ebbe il suo inizio senza la locale tradizione di esperienza tanto utile nei primi stadi di organizzazione di qualsiasi impresa. Con spesa considere- vole Mr. Brandon ha fatto costruire a Curch Crookham uno stabilimento per 1' essiccazione e la cura delle foglie. Detto stabilimento comprende sei am- bienti riscaldati a mezzo tubi con vapore oltre ad una grande sala di cernita, ad una sala d'imbottamento, di pesatura, ecc. ITO B. ISTITUTO SPERIMKSTALE COLTIVAZIONI-: TABACCHI Dal 1910 al 1916 egli si è occupato della coltura del tabacco, sperimen- tando con diverse varietà e radunando dati sulla convenienza economica della coltivazione in Inghilterra Per due anni dopo il 1916, in causa della guerra di mal animo abbandonò il tabacco, sostituendolo col granturco. Nel 1919, appena proclamata la pace, un acre di terreno a Redfìelds fu rimesso a tabacco e l'anno scorso la superfìcie coltivata era di 20 acri. Quest'anno 12 acri sono stati posti a coltura e, malgrado la stagione siccitosa, si prevede un raccolto di circa 800 libbre di foglia curata per acre. Le varietà sperimentate in questa campagna sono: White Burley, 4 acri; Blue Pryer, 4 acri; Golden Queen, 1 acre; Turco, 3 acri; totale 12 acri. Il tabacco è in via di raccolta e le successive ne- cessarie operazioni daranno lavoro, per del tempo, a diversa gente. ba coltivazione del tabacco nello stato di Victoria. — Dal a Tobacco » London, November, Ist. 1921. Un bollettino pubblicato dal Dipartimento di Agricoltura di Victoria mo- stra che in quello Stato la produzione di tabacco era un tempo di libbre 35640. In anni successivi si ebbero degli alti e bassi, ma nel 1920 fu di libbre 400000. Larghi profitti sono stati ricavati da piccole partite. A Edi, 13 acri resero Ls. 750, ossia Ls. 50 per acre. Cinque acri a Whitfield resero Ls. 226. Trenta acri a Mohyu dettero un medio profitto di Ls. 700 per quattro anni consecutivi e senza concimazioni. In questi ultimi anni sono state realizzate per acre da 80 a 150 Ls. Il tabacco è venduto sul posto e recentemente i manifatturieri di Vic- toria hanno pagato da 1 s. a 4 s. per libbra di foglia. L'Australia al presente produce soltanto circa il i2°/0della domanda locale e vi è quindi largo mar- gine di espansione. Si può determinare il valore dei semi per via biochimica?. — Antonio Nemec e Francesco Duchon. Dai « Comptes Rendus des Séances de V 'Acade mie des Sciences. » Parigi, Voi. N. 173 - N. 20 (14 Novembre 1921). I suddetti autori basandosi sugli esperimenti eseguiti durante le ricerche sull'attività della glicerofosfatasi dei semi allo stato di riposo, nei quali hanno osservato che l'attività di questa diastasi varia molto a misura che i semi si alterano col tempo, hanno smdiato le relazioni che esistono fra la vitalità del seme e la sua attività diastasica, allo scopo di vedere se è possibile deter- minare il valore agricolo dei semi — prima di tutto la loro facoltà ed energia germinativa — con una rapida ed anche facile via biochimica, più vantaggiosa della prova di germinazione che è talvolta di lunga durata. Gli esperimenti sono stati eseguiti sui semi di senape, soia, fave, mais e avena con diverse diastasi: amilasi, invertasi, glicerofosfatasi, lipodiastasi, ureari, l'uricasi, fitoproteasi e la catalasi dei semi. Dai risultati dei suddetti esperimenti risulta che l'azione delle diastasi idrolizzanti può sopravvivere alla perdita del potere germinativo del seme. La catalasi si comporta in modo nettamente differente; sembra che la vi- talità perduta dell'organismo e strettamente legata con l'attività ostacolata della BOLLETTINO TECNICO 171 catalasi. Si sa che questo enzima è sensibilissimo agli joni idrogeni; e quindi è possibile che le modificazioni chimiche del seme, caratterizzate da una aci- dificazione progressiva dell'organismo, facciano scomparire gradatamente l'at- tività della catalasi: nei semi morti, questa attività sembra sparire quasi to- talmente. Il poco ossigeno emanalo in questo caso può provenire dai cataliz- zatori minerali o dalle sostanze colloidali del seme. E evidente che l'attività della catalasi, misurata in condizioni comparabili in centimetri cubi di ossigeno emanato , può rappresentare un mezzo conve- niente per valutare rapidamente e facilmente, in pochi minuti, il valore agri- colo dei semi; non rimane altro che fissare i limiti per il controllo pratico di questo indicatore vitale. Sulla ripartizione del manganese nell'organismo delle piante superiori. — M. Gabriel Bertrand e M.me M. Rosemblatt. Dai " Comptes Rendus de VAcad. des. Sciences.,, Paris. — Tomo 173. N. 22 (28 Nov. 1921) pagg. 1118-1120. L'esistenza del manganese negli organi delle piante è stata ricercata in un numero già considerevole di casi e, recentemente, noi abbiamo dimostrato che si doveva considerarla come assolutamente generale, le eccezioni segnalate non essendo dovute ad altro che all'impiego di metodi analitici non corretti o di una sensibilità insufficiente. Ci siamo preoccupati, d'allora, di determinare in maniera più completa e più precisa di quanto è stato fatto fino adesso, il modo di ripartizione del metallo negli organi delle piante e, in particolare, delle piante superiori. Ci si era accontentati di paragonare solamente pochi organi di una stessa pianta o, più abitualmente, organi appartenenti a individui di origini e anche di specie differenti. Inoltre, si era trascurato di tener conto del periodo di vegetazione, che invece ha una grande influenza sulla composizione chimica. Ci è sembrato che, per meglio valutare l'importanza fisiologica del manganese, bisognasse do- sare il metallo, non solamente nel più gran numero possibile di organi, ma anche negli organi di una stessa specie raccolta in un momento determinato della vegetazione. E quello che abbiamo fatto su di una pianta dicotiledone, il tabacco dei contadini, e su di una monocotiledone, il giglio del Giappone. I risultati così ottenuti danno una buonissima idea di quanto risulta di essen- ziale da parecchie centinaia di dosaggi e che abbiamo effettuali contempora- neamente sugli organi di altre piante. 'Tabacco coltivato {Nicotiana Rustica L.) Allevalo nel giardino de! laboratorio e raccolto al momento della fiori- tura Le capsule e i semi sono stati raccolti più tardi su altre piante M11 in mmgr. p. 100 di materia verde secca ceneri Radici 0,55 2,82 25,2 Stelo, corteccia (1(3 inferiore 0,28 3,64 15,2 Ic*no » 0,07 0,39 5,4 172 R. ISTITUTO SPKRIMENTALIC COLTIVAZIONK TABACCHI Mn in mmgr. p. 100 di materia verde Stelo, corteccia (i[3 medio) 0,22 „ legno „ 0,06 „ corteccia (1(3 superiore 0,34 „ legno „ 0,05 Rami 0,25 Foglie N. 1 (la più vecchia) , 0,55 „ „ 5 (mediana) 0,52 ,, „ 10 (la più giovane) 0,87 Fiori, calici 0,87 „ corolle 0,21 „ ovari e pistilli 0,49 „ stami 0,76 „ peduncoli 0,55 Frutti capsule ....... 4,07 „ semi 4,91 secca ceneri 2,4< »>,7 0,62 4,8 3.'° >9>9 0,64 6,4 2,95 '7*3 8,60 24,3 7,80 2 5>9 8,55 48,4 6,87 42,7 2,18 23 5 341 27,3 4,'7 40,9 4,20 25,0 5,'5 43>9 5,65 127,7 Giglio del Giappone (Lilium lancefolium rubruni) Tutti i dosaggi sono stati effettuati sugli organi riuniti di due piante rac- colte al momento della fioritura. Mn in mmgr. p. 100 di materia verde secca ceneri Radici 0,18 2,32 17,8 Bulbi 0,22 1,08 24,5 Stelo, parte interrata 0,11 0,91 13,9 ,, „ aerea (i{3 inferiore) 0,07 0,48 9.1 „ „ < 1 T3 medio) 0,04 0,24 5,4 „ „ „ O13 superiore 0,07 0,40 7,0 Foglie, insieme 0,37 2,90 25,1 Fiori, perianzi 0,15 1,59 18,1 „ ovari 0,38 3,04 23,2 „ stili e stimmi 0,25 2,13 12,6 „ antere 0,46 1,81 19,8 „ filamenti 0,04 0,57 4,8 „ peduncoli 0,1 (5 0,95 11,7 Questi risultati, ottenuti su organi i più diversi e parecchi dei quali non erano stati ancora esaminati, confermano subito la conclusione generale che abbiamo ricordato a! principio di questa nota. Mettono in evidenza, inoltre, una localizzazione interessante del manganese: è negli organi dove le trasfor- mazioni chimiche sono le più intense che si trovano le più forti proporzioni del metallo. Pichard aveva fatto osservare nel 1898 che il " manganese sembra BOLLETTINO TECNICO 1713 concentrarsi nelle parti in attività vegetativa della pianta nelle foglie, nei ger- mogli,, e, più recentemente, Jadin e Astrile avevano dedotto dalle loro ricer- che che "gli organi clorofillici sembrano, in un vegetale, essere più ricchi in manganese delle parti sotterranee,,. I risultati che veniamo a presentare mo- strano che gli organi riproduttori, dove i fenomeni di scambio sono intensis- simi, prendon posto accanto alle foglie, ai germogli e, in maniera generale, agli organi clorofillici. Al contrario, il legno, che ha una funzione passiva, ne è poverissimo. I semi, poi, contengono una forte riserva del metallo, destinata forse a servire più tardi ai primi bisogni della giovane pianta. PUBBLICAZIONI RICEVUTE R. Giardino Coloniale di Palermo — Bollettino di Studi ed informazioni. Voi. VI. Palermo. Stab. Arti Grafiche Emanuele Prillila. 1920. Alfonso Draghetti. — Contributo allo studio della « stretta » del frumento Ricerche sui caratleri fisici, chimici ed agrari delle cariossidi. Da « Le Stazioni Sperimentali Agrarie Italiane» Vo!. LIV, 1921, da pag. 257 a pag. 277 Modena. Prem. Società Tipografica Modenese. 1921. Idkm Studio comparativo della resistenza meccanica alt allettamento di al- cune razze pure di frumenti. (Idem. Idem, da pag. 145 a pag. 180). Società Anonima Tetra Veronese. — Tetrafosfato. Verona, Stab. Tip. M. Betti- nelli. 1920. Istituto Nazionale Agricoltura. — Atti del Congresso di Arboricoltura Meridio- nale. Napoli. Settembre 1921. Agr Perucci Emo. — « La diffusione dell'apicoltura nell'Italia Meridionale in rap- porto allo sviluppo della frutticoltura Relazione svolta al suddetto Congresso». Roma. Prem Stab. Tipo Litogr. V. Ferri. 1921 Annuario Stampa Agricola Italiana. — Editore Ufficio Incoraggiamento per Espe- rienze di Concimazione Milano. 1921. (Era vivamente sentita la mancanza di un elenco dei periodici che si occupano di agricoltura e che sarebbe stato molto utile a coloro che sentono il bisogno di seguire il pensiero e il movimento della varia e complessa agricoltura italiana. A questa lacuna, assai opportunamente, ha provveduto il benemerito «Ufficio d'Incoraggiamento per l'esperienze di concimazione» in Milano — Via Solferino 15 - il quale assicura che rivedrà periodicamente questa prima pubblicazione, per aggiornarla con le variazioni che si verificheranno nella stampa agraria. Ci compiacciamo vivamente per la lodevole iniziativa). IÌOLLETT1NO TECNICO 175 Repubblica del Ecuador.— Direccion General de Agricoltura. — Quito: 1921: Boletin N.i 1, % 3, 4 e 11 — Il N. 4 dal titolo « El tabacco en el Ecuador » è stato compilato dal Doti. Prof. Italo Pavioìo, consulente tecnico ad honorem della suddetta Direzione Generale dell'Agricoltura. United States Department of Agriculture. — Washington, D. C.: Erwin P. Smith e R. E. B. Me Kenney.— The present status of the tobacco bleu-mokls (peronospora) disease in the Georgia — Florida di- strici. 1921. Connecticut Agricultural Experiment Station. — New Haven, Conn.: 1921: Bulletin N. 231 (Contiene: Timothy as a Cover Crop for Tobacco Land, di By E. H. Jenhins). Kentucky Agricultural Experiment Station (University of Kentucky, Lexin- gton, Kg): 1919: Bulletin N. 222. 1920 » » 225 — H. Garman and H. H. J ew e tt. — The Broodsof the Tobacco Worms. » » » 226 e 227. New York Agricultural Experimbnt Station (Geneva, N. Y ): 1919: Tecnical Bulletin N.i G9 a 72, 74. Bulletin N.i 466, 468, 470. 1920: » » » 75 a 80. » » 471 a 479. 1921: » » » 82. » » 484-486. Agricultural Experiment Station. — Berkeley, California (University of Califor- nia Publications1. 1920. Bulletin N.i 319 a 325. Report July 1, 1919, to June 30, 1920. A pag. 64: Genette Investigations in Tobacco. 1921. » » 326. Segretaria de Agricoltura, Comercio y Trabajo. Republica de Cuba. Informe de los Anos 1918-1919 y 1919-1920 de la Fstacion Experi- mental Agronomica por el Prof. Dr. Mario Calvino. Santiago De Las Vegas — Cuba Habana 1920. Nella tredicesima parte v'è una relazione sulla selezione del tabacco va- rietà Havanensis, di cui riportiamo le conclusioni nella « Rivista della stampa. » 176 R. ISTITUTO SPERIMENTALI-; COLT1VAZIUNE TABACCHI Brooklyn Botanic Garden. - (The Brooklyn Institute of Arts and Sciences Brooklyn. N Y.). 1911 : Contributions N. 1, 2, 3. 1912 » » 4, 5. 1913 » » 6. 1917 » » IH, 19. 1918 » » 20, 21. 1919 » » 22. 1920: » » 23-24. Tenth Annual Report 1921 Record » 1, 3, 4. Union Of South Africa — Department of Agriculture. Pretoria 1921. Bulle- tin N. 4. Mededeelingen Van Het Besoekisch Profstation. 1921. Rubberserie N. 21. Annate of the Missouri Botanical Garden. St. Louis. Missouri. 1919 Voi. VI N. 4. 19u20 » VII » 1-2-3-4. Bulletin chi Jardin Botanìque de l'Etat (Ministère de T Agriculture) Bruxelles 1920. Volume VII. Fase. 1 e 2. 1919-1921 » VI » 4. Sonderabdruck aus der Zeitschrift fur incititi Uve Abstanimungsuncl Vererbnngslehre 1916 Bd. XVI Hst lli. Verlag von Gebruder Borntraeger in Berlin. Orland E White: Studies of Teratological Phenomena in their Relation to Evolu- tion and the Problems of Heredily. II The Nature, Causes, Distribution, and Jnhiritance of Fasciation white Special Rrference to its Occur- rence in Nicotiana. Oscar Loew. — Zmn Kalkbednrfnis des. Menschen. Sonderabdruck aus der Vier- teljahrsschr. f. gerichtl. Med. u. offentl. Sanitatswesen. BOLLETTINO TECNICO 177 0 JQ O ■cjqueuuuop o^uo^ EÈ3 S5 £ o a w Q O W D opS uoo mqqau uoo ■euijq uoo "Bp^iSru uoo I^SIUI iuojos ISOAOld 1 1 ■sH r-^ 1 1 IO co 1 IO o SD uilui ni giSSoij < o H h- 1 cd Q > E ce p cu Fh 121UIUIUI uipoiu GLUISS-BUI o • ^ e o ed "BUIIUIUI ^ipoui ■BUI1SSBIU W ed co n W g.S ffi ci •euuuiui ■Bipoui ■euussBiu W co co t- co CO cr> CO t^ i^ l>. CD CD CD -Q a S-l &-. fi o > o CD O O fc Q iO GO CO OS lO io 7-( CO co o CO co o H CD c/2 S < tì I M . D I C ■ E VOLUME XYHI - anno 1921 FASCICOLO I. G. Lo Ppiore. Il verderame dei tabacchi occidentali La coltivazione del tabacco in Italia nell'esercizio 1917-1918: Estensione della coltivazione Spese per la coltivazione Acquisto di tabacchi indigeni . Concessioni di manifesto .... Coltivazione in cooperazione con lo Stato Concessioni speciali ..... Campi dimostrativi ..... Coltivazioni per l'esportazione . Istituto Sperimentale di Scafati Notizie scientifiche e pratiche (Rivista della stampa): Studi sugli ibridi di tabacco Little Dutch X Cuban in rapporto al carattere tendenza alla formazione dei succhioni, James Johnson .......... Studi sperimentali intorno all'incompatibilità all' autoimpollina- zione nelle piante ermafrodite, Stont A. B. Fecondazione selettiva nei miscugli di polline, Jones D. F. . Apomissia ed ibridazioni difficili in Nicotiana, R. Savelli Per prevenire le ruggini del tabacco ..... Concentrazione dell'estratto di tabacco per mezzo del freddo, Ferretti U. Il raccolto di Smirne .... Il raccolto 1920 del tabacco Samsum Il tabacco del Sud Africa L'avvenire del tabacco in Palestina . La coltivazione del tabacco nella provincia di Quebec Il raccolto del tabacco nella Repubblica Domenicana Pubblicazioni ricevute . Pag- ■3 16 '7 18 23 24 26 ivi ivi » 29 » 32 » 35 » ivi » 40 » 41 » 42 » ivi » 43 » 44 » ivi » 45 » 46 BOLLKTTI>0 TECNICO 179 Riassunto dei bollettini metereologici dei mesi di gennaio, febbraio e inarco ig2i FASCICOLO II e III G. Emilio Anastasia. Leonardo Angeloni // R. Istituto sperimentale per le coltivapóni dei tabacchi intito- lato al nome di « Leonardo Angeloni » (R. D. N. 974 del 30 giugno 192 1) . . . ;■ ■ f A. Busco. Qualche osservazione statistica sui prodotti dello Xan- ti-Yakà e dell'Erzegovina in Provincia di Lecce La coltivatone del tabacco in Italia nell'esercizio 19 19- 1920: Estensione della coltivazione .... Spese per la coltivazione Compra tabacchi indigeni Concessione di Manifesto Coltivazioni in cooperazione con lo Stato Concessioni speciali Campi dimostrativi ... : Coltivazioni per l'esportazione. Istituto Sperimentale di Scafati Notizie Scientifiche e pratiche (Rivista della Stampa): Anomalie delle piantale e anomalie di germinazione iti Ni- cotianae, R. Savelli .... Studi intorno alla autcsterilità, Easte E. M. Diminuzione nel rendimento del tabacco dovuto all'azione dei fenomeni meteorici avversi negli Stati Uniti d'Ame- rica, Varren Smith .... Prove d'ibridazione con alcune linee di tabacco Deli, eseguite a Sumatra, Honing J. A. ... Coltivazione del tabacco nell'Australia occidentale Lema bilineata, coleottero nocivo al tabacco, nell'Africa del Sud, Vander Merwe C. P. Sulla concimazione del tabacco, /. Wimmer G. Coltivazione e cura del tabacco nell'isola Maurizio Peronospora Hyoscyami dannosa al tabacco, nella Florida e nella Georgia, Smith E. E. e Mickenney R. E. B. 11 miglioramento del tabacco mediante ibridazione e sele- zione all'isola di Sumatra, Jochems J. La coltivazione del tabacco di Sumatra a! Cnmeroun R Thillard La crisi del commercio del tabacco in Tessaglia Il colore e l'odore degli estratti del tabacco Applicazione del nitrato di soda a! tabacco all' atto del tra- pianto, O. Micron Pubblicazioni ricevute . . ... 'Rjassunto dei bollettini metereologici dei mesi di aprile, maggio, giugno, luglio, agosto e settembre 792/ .' 48 pag- 5' » 73 » 75 » 81 » 83 » 85 » «7 8 90 » 92 V) 93 J> IVI 94 97 "5 » 117 » IVI » 118 » "9 » 121 » 122 » 123 )) 124 » '25 » I 27 » 128 » ivi » 129 » 132 18'J R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI FASCICOLO IV. Dr. A. Splendore. Cenni sulla coltivazione del tabacco in Val La- garina Dr. A. Benincasa. Verso un nuovo assetto della produzione del tabacco « Kentucky » in Italia A. S. Sulla produzione del tabacco Kentuchy in Italia Notizie scientifiche e pratiche. (Rivista della Stampa) Stampa Italiana: L'estratto di tabacco, Ing. C. Gramalica Per una più estesa coltivazione di tabacco, E. P. Una coltivazione da prendere in seria considerazione: Il Ta bacco, E. P. . . . , . « Il tabacco nel Vallo di Diana, M. CB- Insistendo sulla necessità di estendere la coltivazione del ta bacco, Dott. V. Ronchi Il tabacco a Samos Il fumo del tabacco come disinfettante della bocca, V. Tun toni ......... Stampa Estera: Tabacco, M. Calvino Il tabacco in Jugoslavia La coltivazione del tabacco in Rumania durante l'anno 1920, E.G. » Il raccolto del tabacco in America La coltivazione del tabacco in Persia Le prospettive della industria del tabacco in Manciuria Esperimenti di coltivazione di tabacco in Inghilterra La coltivazione del tabacco nello stato di Victoria Si può determinare il valore dei semi per via biochimica Sulla ripartizione del manganese nell'organismo delle piante superiori ........ Pubblicazioni ricevute Riassunto dei Bollettini metereologici dei mesi di ottobre, no vembre e dicembre iQ2i e riassunto anno igzi Indice annuale Pag. 135 '43 » 148 '53 156 .58 161 162 164 .65 ivi 166 ivi 167 168 169 ivi 170 ivi 171 '74 177 178 Anno XIX, Gennaio- Febbraio-Marzo 1922 N. 1 MINISTERO DELLE FINANZE Direzione Generale dei Monopoli Industriali Bollettino Tecnico PUBBLICATO PER CURA DEL R. ISTITUTO SPERIMENTALE PER LE COLTIVAZIONI DEI TABACCHI LEONARDO ANGELONI „ SCAFATI (Salerno) © SCAFATI STABILIMENTO TIPOGRAFICO RINASCIMENTO 1922 SOMMARIO Le forme elementari della composizione dei vegetali o l'origine della specie (Filogenesi delle Nicotianae, delle Prnnulaceae e delle Violae). (Do ir. G. Emilio Anastasia) ..... Pag. 3 Introduzione ............. 7 Famiglia delle Primulaceae » 1 1 Genere Primula, L. . . . . . . » 17 Primula acaule . . . - . . . . . . » 19 La Coltivazione del tabacco in Yugoslavia (Relazione della R. Dele- gazione IlALlANA IN BlLGRaDO) . . . . . . » 27 Modificazioni al Regolamento per la coltivazione indigena dei tabacco » 32 Consiglio Tecnico per l'Amministrazione dei tabacchi . , . * 35 Notizie scientifiche e pratiche (Rivista della Stampa): Stampa Italiana. Fra coltivatori'e concessionari di tabacco in Terra d'Otranto, Dott. Armando Valente . . . . . . . . «36 Per estendere la coltivazione del tabacco, Vincenzo Raman\ini » 37 Consorzio fra i coltivatori, di tabacco a Fano . . . » 38 La coltivazione del tabacco, E. Petrobelli .... » 39 Essiccatoi e cooperazione * . . . . . . » 40 Quanto costa la produzione ddi tabacchi orientali nel Saknto, Dott. . Armando Valente . . . . . . » ■ 41 La coltivazione del tabacco: uno dei due problemi agricoli per la rinascita del Montello » 43 Per coltivare il tabacco, Dott. Achille Sacchi .... "43 Il tabacco Kentucky "44 La disinfezione delle merci e la sua importanza sanitaria e com- merciale "47 La coltivazione del tabacco orientale in Istria, A. Ghersetich . » 48 La coltivazione del tabacco in Calabria, Giovanni Solimene . . » 50 La coltivazione del tabacco in Alessandria, Dott. ). Zannoni . » 53 Conferenza sulla coltivazione del tabacco in 'Italia ... "53 Alla ricerca di colture sarchiate, T. Poggi .... "53 11 tabacco nella Impresa Agricola del Duca degli 'Abruzzi in So- malia "54 Variazione brusca in t Nicotiana sylvestris » Spcgazzini, Roberto Savelli ........... "54 L'assicurazione obbligatoria del tabacco contro la grandine » 54 Articoli vari, E. P . . » 50 Stampa Estera. La coltivazione del tabacco nel Belgio, Bricout D. . . . * 57 (Segue) Anno XIX, Gennaio FetìSraio-IWarzo 1922 N, 1 MINISTERO DELLE FINANZE Direzione Generale dei Monopoli Industriali 11 ritardo della pubblicazione di questo numero è stato causato dalla non consegna in tempo delle allegate tavole a colori. PUBBLICATO PER CURA DEL R. ISTITUTO SPERIMENTALE PER LE COLTIVAZIONI DEI TABACCHI ''LEONARDO ANGELONI „ SCAFATI (Salerno) SCAFATI STABILIMENTO TIPOGRAFICO RINASCIMENTO 1922 SOMMARIO Le forme elementari della composizione dei vegetali o l'origine della ' '" ' ' " AT;- '•" v.,//„ p..,, „„/.■,. .„.-,,, ,. (y(J//,, Fra coltivatole concessionari di tabacco in iena u uuciùiu, ^i, Armando Valente . . » 36 Per estendere la coltivazione del tabacco, Vincenzo Raman\ini » 37 Consorzio fra i coltivatori, di tabacco a Fano .... » 38 La coltivazione del tabacco, E. Petrobelli .... » 39 Essiccatoi e cooperazione *........ » 40 Quanto costa la produzione dèi tabacchi orientali nel Salento, Dott. . Armando Valente . . . . . . » • 41 La coltivazione del tabacco: uno dei due problemi agricoli per la rinascita del Montello » 43 Per coltivare il tabacco, Dott. Achille Sacchi .... « 43 Il tabacco Kentucky » 44 La disinfezione delle merci e la sua importanza sanitaria e com- merciale "47 La coltivazione del tabacco orientale in Istria, A. Gherselich . o 48 La coltivazione del tabacco in Calabria, Giovanni Solimene . . » 50 La coltivazione del tabacco in Alessandria, Dott. ì. Z arnioni . » 53 Conferenza sulla coltivazione del tabacco in 'Italia . . . "53 Alla ricerca di colture sarchiate, T. Poggi .... 11 tabacco nella Impresa Agricola del Duca degli 'Abruzzi in So- malia Variazione brusca in t Nicotiana sylvestris » Spogazzihi, Roberto Savelli «54 L'assicurazione obbligatoria del tabacco contro la grandine » 54 Articoli vari, E. P . . » 56 Stampa Estera. La coltivazione del tabacco nel Belgio, Bricout D. . . . » 57 (Segue) 33 54 Anno XIX. Gennaio Febbraio-Marzo 1922 N, 1 MINISTERO DELLE FINANZE Direzione Generale dei Monopoli industriali Bollettino Tecnico PUBBLICATO PER CURA DEL R. ISTITUTO SPERIMENTALE PER LE COLTIVAZIONI DEI TABACCHI " LEONARDO RNGELONI „ ...■ * 'p. ofi:i | ! 3qmoo bIIoJ) inrn ti o^Boibni onoa oioeqg 9a89 9da 9JlBq A -noi.\i^;-iji') i ooduig ni ohn<>! UnunH i .'e Offtoo ii'xiiiivrJJ't'ft'j xid uftt«oVdv,0 ')i ' fob 9 !iii')»[il) óìO .v.\'vV«hì\jìv^ uuio^oWIIb 9191^00X1 fiiigoaid .i;d tom9iJf di obxtendniaib iJnhru; onoa fa UBibiomrig, annoi 9llab hpftB-jBO i 9rfa i .ijBvii9b iJàQqmóo ìju Biwairq i .•nr.ii>>o'i B'iut.KVJMd bJ 'Kiois;ri9hÌ8fK):) 9lBÌ09qa nihgm sjm.jjSwmn'X slfotf d .gir) ■ » t sbnooaa BiuJBVion bJ togqa .n: [B bì ovi9fi rogo 9 ,(b) ojiwhipxjihiii é anilb ni ;(B"ii89Ìb ..'•i->jni ')fii^-ij;i(i b s F.ilyu'1 bJ mI BToaffli b .ibniiiQ .odo! nn i'.. ftih ji]io(]ino) ia tì-utitiviaa al («fftiBqa • fBjrisb aVUrjooji .«ùVi till'tl) silgoì Bllàb BiifibnoDoa BiuJBViép bJ sotqiT ii/d ii 1 1 i'>q ,hBbnoo98 ivi9n I .(XI .vbT ,6 §fl .Bioonfi niq rg ,o .yii b iinifig ,903 vnl piaB9 ih qJnonifibioonoo £ 9iB8H9q r.'l 9do bìv Bau iill-d» (iJn'ifiinllu»!!') il» 89hiJ Bllyn .oi'iqo'iq ,9 ,9nrg'iBrn [sb BSiiBJaib 690q • Ini ••uihlO ti) ivi'tfl Ì6 9m9Ì8nÌ — itti'lil) onOTlOO 9 ÒfIBÌV9b ,BflìmBl •'• o ni .9Ìaoqqo 9ig b ih Bsnaaé^q *teq oh oituT jtónrgiBm bnob ièri nlr.vi.'Hi ìì .n9T tMtw«»Hio(i»»sA waw»\')v.O ih nil^u) Brfjj BJiob .0 ih 9Ìl§oi 9Ìlob .Q) Mol £j .q«9sc .0 ib '>if§o'i y!)uh.rii]i" onoa .'9 e nT •'t)fi'iqihni onoR i'ji;[i?B Binisi .iddi Ì9J 6Ì'JBbno-)9s B'iuJBtion e av\\) ì\\\»\)»hI. ih Bijgoi enn sJJoboiqh 9 i ni 9oiqB'IIfi 9)n9iioono3 iiqB ÌJììB '»tlI9TI0'i BhBbfl0098 B'IUJiiV19n B ,v.'sv-.St!)HS s\o -ti ih BÌI^o'Ì A )! r.lloh biuJbvi9A bJ 9rionB é iaoD .nBis'iej ivi'ui ,k1) b1b^9IIoo bio tidoJ (I n) v,')\V^o^l^Wo^ .*\ eflob (m) v.'ìv.u.vo- t*? fillah ibn'3qibni BÌiBbnoo9H RiniBman b .eonuM ;mmóo3o '1 rb èilgoi eri .9iiiyi B/n Ibì. oslaJ ni/ b ;.]j i^lio') inq .i'.i\«,BDtì /ti >;lbb 9tJ -;u,/n .o Brn h •>ìti'Ht\vnv)t\ii-s. \.V.Ds->;,n S ih silgoì .3 .itngh i'»£i 4jnj;niuns) 9 bJ ^noaoa 1 «Q Primulaceae . LEGGENDA DELLA TAVOLA Vili. In a e b sono schematicamente rappresentate alcune forme fogliari che possono ottenersi da due estreme forme come a1 e b3 (o a5 e b = metà a destra). Combinando variamente i caratteri di questi estremi si spiegano tutte le forme fogliari delle Primulaceae. Ho indicato come estremi della composizione delle Primulaceae due specie viventi: Coris monsp. e Cyclamen eur. A parte che esse specie sono anche composte, accolgono molti caratteri delle forme primordiali, ma non tutti. Invano, infatti, si cercherebbe di spiegare la composizione fogliare delle Primulaceae mettendo in giuoco i caratteri delle foglie del Cyclamen e del Coris. Che, mentre Cyclamen ha effettivamente foglia come a1, per l'altro estremo, b3, bisogna ricorrere alV Hpttonia palustris,. Ciò dipende dal fatto che i caratteri delle forme primordiali si sono andati distribuendo in varia misura nei composti derivati. Nelle Primulaceae merita speciale considerazione la nervatura fogliare. In alcune specie la nervatura secondaria è concorrente (fig. b = metà a destra); in altre è indipendente (a), e ogni nervo secondario termina al vertice di un lobo. Quindi, a misura che la foglia è a margine intero, o è dentata, lobata, spartita, la nervatura si comporta differentemente. Tipica la nervatura secondaria della foglia della Prim. acaulis (vedi fig. o, e, più ancora, fig. a, Tav. IX). I nervi secondari, per un buon tratto, seguono una via che fa pensare a concordamento di essi. Invece, giunti a poca distanza dal margine, e, proprio, nella linea di cucullamento della lamina, deviano e corrono diritti — insieme ai nervi di ordine inferiore — nei denti marginali. Tutto ciò per presenza di due energie opposte. In e é riprodotta una foglia di Cyclamen neapolitanum, Ten. a nervatura secon- daria concorrente. In d, d', d", sono riprodotte foglie di C. repandum, S. et Sm. In d la nervatura secondaria è concorrente, quasi come in e; in d' e d" i primi nervi secondari vanno diritti nei lobi. In e, e', sono riprodotte foglie di C. neap. fì Poli (D. Chiaj). In e la nervatura è concorrente, in e' i nervi secondari basilari sono indipendenti e corrono nei lobi. In i è riprodotta una foglia di Anagallis arv. a nervatura secondaria concorrente all'apice. f, foglia di Pr. chinensis, a nervatura secondaria corrente agli apici dei lobi, ma collegata da nervi terziari. Così è anche la nervatura della foglia della Pr. sinensis (m) della P. cortusoirìes (n), della P. Aemilia (I). h, foglia di P. obeonica, Hance. a nervatura secondaria indipendente e pur collegata a un terzo dal margine. o, margine fogliare della Pr. acaulis. g, foglia di P. auricula — superiormente a margine dentato, a nervatura secondaria pinnata e terminante nei denti. p, foglia schematica di Hottonia palustris, a nervatura pinnata. Tav. Vili. Stabilimento Tipografico Rinascimento C, E. ANAST. — dis. dal veto La composizione delie Primulaceae a traverso i caratteri fogliari. BOLLETTINO TECNICO 13 Dalla unione di queste opposte forme fogliari noi possiamo spiegarci ciò che vi è di diverso da foglia a foglia degl'individui della istessa specie e persino nelle foglie delle specie comprese nello istesso genere (1). I fiori sono bisessuali, regolari e isolati, e messi in uno stesso piano nelle forme acauli: opposti, o, meglio, verticillati, nelle forme assili. E quando in queste ultime noi incontriamo fiori sparsi , a spira, (Anagallis crassi/olia, Thoré. e Centunculus minimus, L.) , o in racemi (Samolus Valerandi , L.) dobbiamo pensare che così era veramente co- stituito l'estremo che appare raramente nelle Primulaceae e che è invece sempre presente in altre famiglie affini , che ebbero origine dalla stessa composizione elementare. Calice infero (in Samolus è supero — e questo conferma ancora la presenza di elementi di altre famiglie), con 5 sepali , ora liberi , ora sal- dati (gamosepalo) , e ciò sempre per opposte energie che, a questo ri- guardo, gli estremi dovevano essere: 1° calice a 5 (o più) sepali perfet- tamente liberi, 2° calice gamosepalo tubulare). Quando i sepali sono liberi presentano per lo più lateralmente una zona membranacea (vedi Anagal- lis, Tav. XIX, fig. i), che doveva essere zona d'attacco e non la fu, per (i) Osserviamo un po' la tavola Vili. La foglia e è di Cyclamen neapo- litanum, Ten. (così è anche quella dei C. europeaum, L.; ma il primo presenta anche foglie angolose come in d, d'). In essa, a parte una certa disposizione palminervia , impera nervatura concorrente. Nelle foglie d, d\ d" del C. re- pandum, S. et Sin. , a misura che esse si angolano, i nervi tendono verso gli angoli. In d per via, direi, spezzata; e il nervo secondario, nel mentre manda un ramo verso l'angolo, si unisce al successivo con un altro ramo. In d1 la tendenza agli angoli è più decisa e i nervi • secondari corrono diritti , quasi, verso di essi. In d", poi , il potere delle punte è oltremodo possente. Tutto questo in individui della stessa specie. Guardiamo le due foglie e ed e'; sono di C. neap. (ì. Poli (D. Chiaj.). Una (e) è astata, ma intera: la sua nervatura è concorrente. L'altra (e') è sa- gittata e lobata alla base: i primi nervi secondari corrono diritti verso gli an- goli, i successivi sono concorrenti. Nelle Primule il potere degli angoli è elevato, come mostrano le figure f, g, fj, |, m, n, o In \j (foglia di P. obeonica, Hance. — e si avvera anche in P. acaulis, Jacqj nel mezzo della foglia impera la ner- vatura concorrente e poi, verso il margine, predomina quella angolare. Nelle foglie di P. acaulis i nervi secondari hanno prima una inclinazione (laddove impera la energia concorrente) , ma non appena si suddividono , per correre verso le punte, mutano direzione. In i ho voluto riprodurre una foglia di Anagallis arvensis , L. È intera , ma i nervi oltre ad essere imperfettamente palmati, tendono tutti verso l'apice, non sono, cioè, concorrenti. In p è riprodotta, e non dal vero, una foglia di Holtonia palustris, lobata (o laciniata), a nervatura pinnata. 14 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI intervento di elementi sprovvisti di tale facoltà. Quando è gamosepalo presenta, al sommo, cinque lobi acuti. In alcune specie il calice è quasi ade- rente al tubo corollino (Prim. acaulis), in altre è distaccato, campanulato (Primula obconica, Hance.). Qualche volta il numero dei sepali è di 7 - Q (Trientalis ; in Glaux: 4), persino in ispecie ordinariamente a calice di 5 pezzi (Anagallis). Spesso è coverto di peli corti, glanduliferi, pruinosi. La corolla è ipogina , a petali ora liberi , ora saldati (corrisponden- temente al calice e per la istessa ragione). In questo secondo caso il tubo è rigonfio alla sommità quando gli stami sono inseriti alla fauce, o è ad- dirittura , campanulato (Soldanella). La corolla è a petali ora obcordati, ora bilobi, ora quasi spartiti, ora veramente spartiti, digitati (Soldanella). Ricorrono in questo carattere elementi di altre famiglie. Questi petali sono ora revoluti e fortemente (Cyclamen) ora piani ed ora concavi (1). Sono in numero corrispondente ai sepali (raramente quando la corolla è di 7-8 pezzi il calice è di 6-7 pezzi). I colori comuni di questi petali sono il giallo , il rosso e il bleu (quest'ultimo è più raro: qualche Primula, V Anagallis Monella e, lieve- mente, il Samolus — ed è colore di altre famiglie), con tutte le combina- zioni relative. Qualcosa si vede guardando le mie tavole. Alla fauce fiorale spesso s'incontra la farinosità che si nota sul calice. Gli stami (che sono opposti ai lobi corollini) sono ora a filamenti lunghi, con antere superanti il pistillo (Anagallis), ora a filamento brevissimo, in modo che. l'antera si può considerare sessile, e sono inferi (Cyclamen). E, come in tutte le combinazioni, troviamo stami sessili inseriti a varie altezze (alla base, a metà tubo e alla fauce). Siccome presentano (benché aderenti al tubo) un anello di saldatura, quando noi li troviamo a metà e alla sommità del tubo e sono sessili, o brevemente pedicellati (Primula, Soldanella), dobbiamo non solo pensare a saldatura dei filamenti (ben pronunziata in Lysimachia), ma a spinta in alto per quella stessa energia che diede stami superi in Anagallis. Notevole il fatto (accertato in Primula e Anagallis) che individui della stessa specie, a stami superi, moltiplicati con individui a stami inferi (o viceversa) danno luogo a infecondità. Ciò, per me, vuol dire che, per determinare quelle 2 differenti strutture, si svegliarono da latenza caratteri di estremi così lontani , da mettere in istato di infecondità individui ge- nerati dalla stessa specie. (i) La Primula Kewensis ha spesso individui a petali alquanto revoluti; vedi figura g, g', Tav. XIII (come si osserva anche nei fiori della Lysimachia). BOLLETTINO TECNICO 15 L'antera è introrsa, a 4 caselle deiscenti per fessure longitudinali. Ma si nota anche deiscenza per pori terminali. (In Cyclamen è per lo più l'apice affilato dell'antera che si fende. In Anagallis è tutta l'antera che si fende). Ha ora forma cilindrica allungata, o leggermente clavata (Pri- mula), ora forma sagittata (e in questo caso è quasi sempre acuminata all' apice , ora poco (Anagallis), ora alquanto (Soldanella), ora molto (Cyclamen); un ricordo di questo acume è rappresentato , nella prima forma, dal mucrone apicale (vedi antera di P. acaulis, Tav. IX, fig. e, d'). Il colore dell'antera è per lo più giallo; s'incontrano antere a colore vio- laceo - sporco. È un po' del pigmento, così diffuso in tutti gli organi del Cyclamen (infatti l'antera, qui, sul dorso, si presenta fittamente maculata di punte violacee), che compare negli organi fiorali di tutte quasi le Pri- mulaceae; in alcune si ferma al gambo, in altre arriva al calice, in altre alla corolla , in altre agli stami e in altre insino al pistillo (Cyclamen, Anagallis). Ovario ora verdastro, ora rosso - violaceo, ad una casella (o loggia), con molti ovuli sovra una placenta centrale, libera. Gli ovuli sono gene- ralmente anfitropi; raramente anatropi. Stilo ora lungo, ora breve, diritto, cilindrico, colorato raramente alla base (qualche volta è violaceo sino in cima). Stigma, ora rappresentato dall'orlo dello stilo appena papillifero, ora da una massa rotondeggiante (a cuscinetto) papillifera , senza scultura; ora da massa papillifera sagomata (ottagonale) con nel mezzo un avvalla- mento con fessura trasversa, o con apertura circolare. Capsula ad una casella aprentesi o per rottura apicale (le valve o restano intere, o si presentano bifide), come si avvera in Cyclamen, nella maggior parte delle Primulae, in Lysimachia, Coris, Trientalis, Asteroli- num, e Glaux, o trasversalmente, ossia pissidata (come in alcuni individui di Primula, Soldanella, Anagallis, Centunculus, ecc.). Valve, ora sottili e trasparenti, ora coriacee. I semi sono immersi in cavità della placenta (vedi figura m, m', Tav. XIX), sono a guscio sottile (ora di colore oscuro , ora chiaro) , ad ilo per lo più ventrale (fa eccezione Mottonia, con ovuli anatropi ad ombellico basale), ad albume carnoso, o corneo, ad embrione cilindrico, parallelo all' ilo. Affinità riconosciuta con le Mirsinaceae e le Plumbagineae. GENERE PRIMULA, L Linneo chiamò dapprima la specie Primula veris; successivamente ne distinse tre tipi, o sottospecie: P. veris, a) acaulis, P. veris, b) elatior, P. veris, e) officinalis. Dopo di lui, lo Jacquin (insieme ad altri botanici) elevò le tre sotto- specie al grado di specie (P. acaulis; P. elatior; P. officinalis) (1). Le tre forme anzidette di Primule hanno foglie tutte caulinari in rosetta. Differiscono nella infiorescenza. La prima (P. acaulis) ha fiori ascellari, solitari, lungamente peduncolati. Le seconde (P. elatior e P. of- ficinalis) hanno fiori riuniti in una specie di ombrella , alla sommità di scapi bratteati. Perciò la prima è detta Primula acaule e le seconde sono chiamate Primule scaligere (2). Mi sono avvicinato alle Primule quasi impreparato: senza studi, senza dottrina specifica. E nessuno si meravigli della mia verginità, o ignoranza primulacea. Che la povertà del mio bagaglio scientifico mi rese più agile, (i) Dopo le specie si moltiplicarono — così come è avvenuto per tutti i generi delle altre famiglie. Le Primule europee sono più di venti. (2) Alcuni autori sogliono dividere le Primule basandosi sulla consistenza e sulla rugosità delle foglie. Divisione questa che, a mio modo di vedere, non ha ragione di esistere. La consistenza e la rugosità sono dei caratteri da te- nersi in considerazione , ma non così importanti da servire di base per una classificazione. 18 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI più pronto , capace ad afferrarne la vera essenza. La mia vista e la mia mente non avevano ricordi adombranti. In avvenire dirò quanto dubbio e quanto errore generarono conoscenze acquisite ad altre fonti che non fosser le genuine e pure dell'osservazione naturale ! E solo dopo che ne avevo indovinato l'anima, l'intima loro costituzione, io mi diedi premura di consultare e di leggere; che in dispregio non ebbi mai l'opera di tanti grandi e precedenti ricercatori. Prima di ogni altra cosa mi occorrevano piante (1) da esaminare, da studiare. Parecchie ne ebbi. Ma molte ancora me ne mancano (2). Per ora esporrò succintamente ciò che ho osservato nelle Primule. Ognuno vedrà che non le Nicotianae soltanto, ma anche le Prima- laceae e le Violae sono il frutto di una composizione primordiale. Natura creò forme elementari semplici. Dalla combinazione di queste forme semplici derivarono tutte le forme complesse viventi. Proprio com'è avvenuto in altri campi di natura. Con ben altro occhio, adunque, devono essere mirati i vegetali. Solo così noi potremo una buona volta affermare di trovarci faccia a faccia con la verità. (i) Avere molto materiale di studio è una difficile cosa.. Spesso si scrive' e non si ottiene risposta. Spesso si hanno risposte che sono nel fondo un do- loroso diniego. Non sempre s' incontra la gentilezza di U. De Vries, del Mat- tirolo, del De Toni. A questi ricercatori, oggi, invio il mio vivo senso di gra- titudine. Alla memoria e alla gentilezza del compianto Prof. Baccarini , tutto il sentimento del mio animo commosso. 0) E non mi stancherò di chiedere, nella speranza di riescire a possedere un vasto, se non completo, campionario di Primule. Molte forme, infatti, mi sono state gentilmente inviate dal T^. Botati. Garden dì Kew. : )D3J ■ ,«if6niai^l LEGGENDA DELLA TAV. IX Primule svelanti energia verticillante (come in Cyclamen). A: pianta fiorita di Primula acauli», Jacq. (dalla Flora dell'Hallier e da Natura). a: foglia, con la tipica sua nervatura. a": margine dentato della foglia; a": uno dei denti, ove sempre termina un nervo. a"': sezione trasversale del picciuolo (o, meglio, del nervo principale, o costola). h: fiore, visto di sopra (grandezza naturale), a petali spartiti superiormente. Questo carat- tere é, senza dubbio, il ricordo dei petali spartiti di famiglie affini (in i, infatti, é riprodot- to il petalo spartito della Stellaria media, L ) - Il genere Soldanella accoglie più di ogni al- tro questo carattere (vedere più oltre figura intercalata nel testo). b'. b": fiori sezionati longitudinalmente, a stilo supero in alcuni individui, a stilo infero in altri. Fatto, queste come vedremo, che si ripete in molte Primule e che non si può spiegare se non richiamando la natura composita delle specie. In b' é la struttura Cyclamen che predomina; in b" è quella Anagallis e, forse, Centunculu» e Cori»). E per questo forse, che b1 x b", o viceversa, dà luogo a infecondità. e: fauce fiorale (essa è pentagonale con vertici corrispondenti alle suture petaline. Cosi è anche nella P. chinen»i», Auct. e nella P. Aemilia, Anast.). d, d': antera, di fronte e di dietro (a volte si nota di dietro una colorazione bruna, forse per risveglio di caraltere di altre specie). e, e': apice di antere (qualche volta, come osservasi in e', l'apice dell'antera è priva di mu- crone). f: calice, giallo pallido, o verde-glauco, a coste verde-cupo (come nella P. officinali» - Vedi: Fig. E, Tav. XIII). 11 colore dei petali è giallo-paglierino (a Cava s'incontrano individui a fiori con corolla molto ampia - perciò la P. acauli» fu detta, anche, grandiflora, (Lam.). In contrada Rotolo raccolsi individui, poi, a fiore con corolla perfettamente bianca, con stella mediana gialla). f: calice sezionato trasversalmente. 8» «'» g": stigmi, variabili da fiore a fiore; alcune volte accennanti a una sagoma poligonale. Se si osserva bene, anche lo stigma della P. officinali», Jacq. (Tav. XIII, fig. f) si pre- senta ottagonale. E ottagonale sui generi» è lo stigma della P. Kewen»i», Jenkins (Tav. XIII. fig. n). h; brattea esistente alla base di ogni gambo fiorale. Tav. IX - Primula vulgaris, Huds. (Pr. acaulis, Jacq. PRIMULA ACAULE La Primula acaulis, Jacq. (1) fu la prima forma di Primula che mi occupò, e lungamente, e perchè molto interessante (differente com' è da tutte le altre) e perchè a mia disposizione, spontanea com'è dei boschi di Cava, di Avellino, di Lagopesole e del Vulture, luoghi che ho spesso battuti. Non starò a descrivere minutamente i caratteri di questa Primula. Mi fermerò solamente su alcuni essenziali, che furono spessissimo trascurati, e che portano a spiegare la natura composita di questa forma. È una pianta a foglie riunite in rosetta basilare, come abbiam detto e come mostra la fig. A della Tav. IX allegata. È acaule. Ma bisogna, e ben distinguere, a questo riguardo. La pianta è perennante. Fino a che è giovane si presenta come quella da me raffigurata. Ma , col passare degli anni , essa si mostra come un aggruppamento di tante piante, per polloni emessi dal breve rizoma (2). Ciò si avvera anche nella P. officinalis, nella P. cortusoides, L. (3) e in (i) Primula vulgaris, Huds.; Smith.; P. grandiflora, Lam.; P. hybrida, Schrank.; P. silvestris, Scop.; P. uniflora, Gmelin. (2) Spesso, traversando i boschi, si incontrano Primaverine a copiosa fio- ritura. Mentre poi sovra una giovane Primaverina non si contano che 15-20 fiori. Ognuno, ben osservando, s'accorge che quelle sono costituite da quattro, cinque polloni che si sono man mano sviluppati sul corto rizoma, ognuno dei quali ha portato, in quella copiosa, falsa ombrella, il contributo della pro- pria fioritura. (3) Questa Primula, anzi, è vivace. A un certo momento sembra morta. Poi, nello inverno, incominciano, all'apice dei brevi e numerosi rizomi stri- scianti, a verdeggiare le gemme. Gemme, che daranno a primavera tante piante aggruppate (come ben si vede nella Tav. X). R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI parecchie altre forme (vedi figura intercalata^ e Tav. X). E , siccome il rizoma giace quasi tutto sotterra, i polloni emettono radici avventizie. E la moltiplicazione di questa, come di altre Primule, oltre che per seme, avviene per partizione di rizoma (1). (i) A Foiano della Chiana, nel 1911 , da una pianta di P. acaule ibrida (a fiori rosei) che contava più di otto anni, per partizione, ottenni più di 15 piante, che, rapidamente, assunsero uno sviluppo rigoglioso. Qualche Primula non è perfettamente acaule, ma il rizoma si continua in una specie di fusto. Poi, dalla base, vengono fuori 3, 4 polloni, che di anno in anno allungandosi , così come ha fatto l'asse principale (perdendo foglie vecchie ed emettendone delle nuove , come certe Euforbie, le Palme, ecc.), lo raggiungono in altezza, e lo confondono. E ciò in virtù dell'altro estremo che è pianta caulinare -cespu- gliosa. Riproduco un esem- plare di P. Marginata, Curt. (coltivata nel R Orto Botanico di Torino e dal- l'illustre Prof. Mattirolo in- viatomi), che mette in evi- denza molto bene quésto fatto (nella Flora dell' Ha!- lier la P. inarginata, Curt. compare come una forma della P. auricula, L. (P. aùr, p\ aliala, Koch ; P. crenata, Lam.; P. citiate, Moretti; P. macrocalyx, Lehm). Oguno può osservare che quei rizomi un po' troppo allungati da diven- tare dei veri fusti , emet- tono anche a metà qualche gemma laterale. Così si comportano anche altre Primule (lievemente: P. auricula, L. ; P. spectubilis, Tratt.; P. pedemontana, Thom.; P. òenensis, Thom.; P. Allionii, Lois. ; P vi- scosa, Ali. (o lati/olia , Lap.); marcatamente: P. integri/olia, L. e P. mi- nima, L.), come mostreremo più oltre, nella Tav. XVIII. Si ripete nelle Primule il fenomeno che presentano molte Androsacee. La rosetta di foglie è come spinta in alto. Ed a spingerla s'incarica una energia latente. Poi che questo è un passaggio da pianta acaule a pianta assile e non un semplice fatto trascurabile, come vedremo più oltre. P. Marginata, Curt. ( dell'Orto Botanico di Torino ) Tav. X. Stabilimento Tipogralico Rinascimpnto Primula cortusoides, L (dell'Orto Botanico di Torino) Sembra una sola pianta - è, invece, un aggruppamento di polloni derivato da una primitiva isolata pianta. BOLLETTINO TECNICO 31 Il rizoma è carnoso , a polpa bianca e soda. E qualche volta è né breve, né piccolo, come si avvera nella P. Palmari, Pet. (endemica delle Calabrie: Capo Palinuri e Molpa). Ora, volendo rispettare le leggi di un vero atavismo, questo rizoma carnosetto non richiama una forma rizomata per eccellenza? Che ogni carattere che si riscontra è di forme preesistenti. Nulla , veramente , si crea. Tutto si può attenuare, o mettere in maggiore evidenza. Le foglie (1) (e più i gambi dei fiori) presentano alla base una co- lorazione porporina, che non è stata ben notata dagli AA. (vedi Tav. IX). Tale colorazione s'intravede anche in altre Primule, ed è carattere atavico, preesistente, che si mette in mostra nella P. acaalls, perchè si svegliano dalla latenza altri caratteri atavici correlativi. Se guardiamo per brevi momenti un Cyclamen , vediamo che esso è pianta acaule per eccellenza , ha un tubero carnoso e grande quanto una discreta patata, ha pronunziata, ed in tutti gli organi, la colorazione rosso -sangue che noi vediamo apparire nella P. acaalls (vedi Tav. XI). Teniamo in mente tutto questo e andiamo avanti. La fioritura della P. acaalls avviene quando la pianta non ha ancora completato lo sviluppo vegetativo. Basta seguire una pianta nel suo ciclo, per accorgersi di questo fatto. E, solo dopo fioritura, si vedono le Primule rigogliose di vegetazione. Questo fatto trascurato non richiama, forse, il carattere saliente del Cyclamen, di emettere fiori quando le foglie non sono ancora spuntate? (2). (i) La nervatura secondaria della Primaverina (come quella della altre Primule) è sui generis. Essa è il risultato della composizione di due differenti nervature, come abbiamo accennato e rappresentato nella Tav. Vili. (2) Io lo notai da bambino questo fatto, e non l'ho più dimenticato. C'è da aggiungere, però, che la fioritura di tutti i Cyclamen sembra estesa a metà dell'anno, dall'Aprile all'Ottobre, per confusione di forme. La fioritura prolungata (o, meglio, ripetuta) è del Cyclamen europeaum, L. Gli altri cicla- mini o fioriscono di primavera {C. repandum , S. et SM.) , o di Ottobre (C. neapolitanum , Ten.), senza escludere che anche questi ultimi rimettano qualche fiore in stagione non propria. 22 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI Nel Cyclamen il carattere è esagerato , mentre nella P. acaulis è attenuato. * * I fiori della P. acaulis (che, se nascono all'ascella delle foglie, por- tano alla base una brattea , come vedremo) sono solitari e formano nel loro insieme , come le foglie , una specie di rosa , o di falsa ombrella (falsa, perchè i fiori non sono contemporanei, non partono da uno stesso punto, non sono in uno stesso piano, ma sono sovra una spirale, così come le foglie). Richiameremo più in là questo fatto. Ora interessa no- tarne un altro. Avvenuta la cascula fiorale, iniziato lo sviluppo delle capsule, i gambi fiorali man mano si reclinano, fino a toccar terra; e spesso mi è occorso di rinvenire capsule di Primaverina interrate. Chi non vede anche in questo fatto la presenza di un carattere Cy- clamen? del Cyclamen che avvolge a perfetta spira i suoi gambi frutti- geni (vedi Tav. XI), interrando le capsule (1)? * La Primaverina generalmente da noi fiorisce a Febbraio. Ma non sarà sfuggito a qualcuno di vedere in mezzo ai boschi, nel mese di Di- cembre , qualche pianta fiorita. Come non gli sarà sfuggito vedere Pri- maverine ancora in fiore , allorquando la generalità degl' individui erano già sfioriti. E tutto questo nella stessa regione, nella stessa esposizione e alla stessa altitudine (2). La fioritura delle Primule non è contemporanea, non è della stessa durata e — a volte — è ripetuta in stagioni differenti. Che non sia contemporanea e della stessa durata , ognuno saprà, e tutti possono constatare allevando una discreta gamma di specie nello stesso giardino (3). Che sia, a volte, ripetuta lo ha dimostrato un esem- (i) Questo ripiegamento a spira dei gambi fruttigeni è, ora più, ora meno accentuato, in tutte le Primulacee, dall' Anagallis alle Lysimachic, perchè tutte vengono dalla stessa combinazione. Alcune forme presentano più marcati un gran numero di caratteri atavici, perchè più vicine alle forme primordiali che diedero luogo alla costituzione della famiglia. Forme primordiali che rimasero quasi sempre estinte. (2) Di alquante piante di Primaverina tenute in vasi, nello stesso luogo, ossia nelle identiche condizioni, due sole mi si presentarono pienamente fiorite in Decembre. (3) Una P. obconica , Hance , dei giardini del R. Istituto Sperimentale Tabacchi, portò scapi dall'Aprile al Novembre. (Tale Primula è riprodotta nella Tav. XII). • AT AQH3G03J »3»lui LEGGENDA DELLA TAV- XI iTno degli estremi della composizione delle PrimuUceae pianta fiorita di Cyclamen europaeum, L., il tipo spiccato di pianta acaule (dalla Flora dell'Hallier e da Natura), fiore tagliato longitudinalmente, ingrandito (e. s.). gineceo, ingrandito, a stilo di molto superante (e. s.). ovario, con relativo stilo e stigma, ingrandito (e. s.). ovario sezionato (e. s.). antera, quasi sessile, ingrandita (e. s.). gambo fiorale avvolto a spira dopo la fecondazione, nel Cyclamen neapolitanum, Ten (C. hederaefolium, Aiton.). capsula deità (con rottura apicale delle valve). Cyclamen europaeum, L. Uno degli estremi della composizione delle Primulaceae BOLLETTINO TECNICO 2'à piare di P. chinensls , Auct. (dei giardini del R. Istituto Sperimentale Tabacchi). Su di esso notai ad Aprile due scapi biflori , a Luglio uno scapo vigorosissimo pluriflore, biverticillato (1). Tutto ciò è della stessa natura e della stessa portata della formazione di piante a fiore brevistilo e di piante a fiore longistilo (2). Dipende, cioè, dalla complessità delle forme vegetali. E dice che uno degli estremi della composizione (che produsse la complessità) era a fioritura tardiva e l'altro a fioritura pre- coce ; uno era a stilo supero e uno a stilo breve e infero. Da una combi- nazione cosiffatta poterono ben derivare : forme a fioritura molto precoce, e, addirittura, primaverile; forme a fioritura molto tardiva, o autunnale; forme a breve e forme a lunga fioritura; forme, infine, a fioritura ripetuta. 11 Cyclamen è a fioritura autunnale (3). Bisogna ricercare l'altro estremo a fioritura primaverile. (i) Ad Aprile le antere erano piccole, ma capaci di impollinare. A Luglio esse erano inutili alla fecondazione. Tutto ciò è frutto della origine ibrida. Spesso nelle Primule (in quelle notoriamente ibride e in quelle di origine sospetta, come a me sembrano la P. obconica, Hance, la P. chinensis, Auct. e la P. sinensis , Sab.) la formazione dei semi è scarsissima. Incrociando però due forme sospette, sembra si ottengano individui prolifici. Così pare sia av- venuto incrociando la P. obconica con la P. chinensis; il derivato, P. Aemilia, Anast., è fertilissimo. (2) Così frequente nella P. acaulis e in molte altre Primule. (3) Qualcuno può giustamente osservare, appoggiandosi ai fatti e a quanto è dianzi ricordato, a proposito del Cyclamen , che vi sono specie a fioritura primaverile. Ma, ripeto, anche il Cyclamen è il prodotto della combinazione primordiale dei generatori della Primulaceae. Ed è chiaro che mentre il Cy- clamen possiede in molta copia, preponderanti cioè, i caratteri di uno dei ge- neratori, ha pure in sé, in latenza, i caratteri dell'altro. E la specie a fioritura precoce si è formata allorquando questa energia fiorifera primaverile si è ri- svegliata, si è messa in attività. Anzi, dobbiamo aggiungere che nel Cyclamen si sono , e per la istessa causa , formate specie a fioritura ripetuta , se non prolungata, e abbracciarne i due periodi opposti (primaverile - autunnale). Insomma, se noi chiamiamo con A e B i due generatori primordiali delle Primulaceae, dal loro accoppiamento si sono originate diverse forme composte (o complesse): Centunculus....; Anagallis ; Lysimachia ; Androsace ; Primula....; Soldanella ; Cyclamen ; (a caratteri in varia misura accoppiati). Alcune vicine ad A: Centunculus, Anagallis ; altre più vicine a B: Cy- clamen, Soldanella ; ed altre, infine, intermedie : Primula, Androsace. Queste forme complesse, di primitiva derivazione, per mutazione, o per brusco risveglio di energie latenti, a traverso lo spazio e il tempo, hanno ge- nerato tutte le forme esistenti (e tutte le altre estinte nella incessante e for- midabile lotta per l'esistenza) e che gli elencatori hanno battezzate per specie. 24 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI I fiori della P. acaulis sono generalmente indicati come solitari e ascellari alle foglie della rosetta. Mentre essi, veramente, nascono all'ascella di piccole brattee (così come si vede nella Tav. IX, fig. h, e nella foto- grafia intercalata). Che stanno a fare quelle brattee e che cosa vogliono dire quei fiori solitari bratteati? Se noi guardiamo per un istante uno scapo di una P. officinalis, o di qualsiasi altra Primula scapigera, tro- viamo che ogni fiore è all' ascella di una brattea. Quel fiore isolato con quella brat- tea, dice a noi , adunque , che faceva, o avrebbe fatto parte , di uno scapo, se una forza contraria e possente non l'obbligasse a rimanere solitario. Tanto è vero che, spesso, così come mostra la figura intercalata , da uno stesso punto , ascellare alla foglia , nascono tre , quattro , cinque , e anche dieci fiori bratteati (uno scapo ridotto, cioè, alla sola ombrella); tanto è vero che ogni tanto capita (a chi non si stanca di cercare) vedere Primaverine con scapo brevissimo di 5-6 fiori bratteati. Quella brattea è il ricordo , in- P. acaulis, Jacq. somma , dei progenitori. Ed è feno- con un fiore a sei petali, superiormente. menQ d[ atavismo, come questo della ricomparsa di brevi scapi. È il ridestarsi di una energia che non è del tutto scomparsa (1). (i) Da una Primula ibrida, da giardino, a fiori semplici, colorati in rosso porpora, a stella gialla, si sono ottenute: piante a fiori isolati gialli (una Pn- mula acaulis); piante a scapi brevi pluriflori sempre gialli, e piante a scapi brevi pluriflori rosso -porpora. Anche in questa Prìmula si è ridestata l'energia scapigera, come si è svelato l'altro dei generatori (P. acaulis). E sempre l'ata- vismo che agisce. Devo, anzi, notare che molte di queste piante prima emettono fiori solitari e poi scapi. Fra le piante a fiori rosso -sangue se ne notano alcune a fiori con fondo giallo, venati e fasciati largamente di porpora. BOLLETTINO TECNICO 25 * * * Ma allorquando si è formata da una Primula scapigera (1), per un brusco salto improvviso , la Primula acaulis , il fenomeno non è stato determinato anch'esso da una energia atavica? E , se questa energia atavica veramente esiste , noi la invocheremo, senza ricorrere a una immaginaria formazione retrograda , durante un periodo, anch'esso ipotetico, di evoluzione delle Primulaceae. Noi diremo semplicemente, che, a un determinato momento, in una Primula scapigera si misero in maggior attività le già esistenti energie verticillanti di un progenitore (i cui caratteri, oggi, troviamo accumulati in Cyclamen) e venne fuori, per mutazione, una Primula, non più a scapi, ma a fiori solitari ascellari , accompagnati da un ricordo della materna ombrella — una^bratteaj- : Primula acaulis, Jacq. Perciò , possiamo per ora concludere che uno degli estremi delle Primulaceae era a foglie tutte basilari, in rosetta, e a fiori solitari ascel- lari, come appunto è Cyclamen. (Continua) (1) Sia questa Primula scapigera la P. elatior, o la P. officir.alis, perora non importa. Ritengo però che da P. officinalis sia derivata P. acaulis, per identità di carattere delle antere. LA COLTIVAZIONE DEL TABACCO IN JUGOSLAVIA (Relazione della R. Delegazione Italiana in Belgrado) Il Ministero delle Finanze, con decisione del 22 febbraio 1922 N° 168 ha approvata la determinazione del Consiglio di Amministrazione della Direzione autonoma dei Monopoli dello Stato M. N° 261 , del io gennaio 1922, con la quale è prevista la produzione del tabacco nelle seguenti regioni: Montenegro. — Nei circondari di Podgoritza, Cettigne, Nisksic e Antivari, se in ciascun di essi si presenta tale numero di produttori da produrre per detto anno almeno 30.000 Kg. di tabacco. La semina non autorizzata del tabacco e quella per uso domestico sono severamente proibite. Il contravventore è punito, in base all'art. 142 della Legge sul monopolio dei tabacchi, con una multa fino a 1.800 din. (1) o con un anno di carcere. Il termine per la presentazione delle domande per il permesso di coltivazione è fissato al 15 aprile. Ogni domanda dev'essere munita del bollo da din. 2. Ciascun produttore è obbligato a consegnare tutto il raccolto alla Com- missione d'acquisto, a scanso di pena e della perdita del diritto alla produzione. Il prezzo d'acquisto per un chilogramma è stabilito dalla seguente tabella: Classe Prezzo di base Con l'aggiunta del 200 % per caro viveri Speciale 12 din. 36 din. I 9-8 » 27-24 » II 7-6 » 21-18 » III 5-4 » 15-12 » IV 3-2 » 9-6 » Cascami in forma 1,50 » 4,50 » Cascami non in forma 1 » 3 D (1) Lire una alla pari. 28 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI Croazia e Slavonia. — Nei circondari di Virovititza, Slatina, Nasice, Osiek, Valtoo e Pakraì, alle condizioni sovra stabilite e al prezzo fissato nella seguente tabella : Classe Prezzo di base Con l'aggiunta del i50°[0 per caro viveri Speciale 8 din. 20 din. I 6-5 r> 15-12,50 » li 4.50-4 » 12,25-10 » III 3 » 7>50 » IV 2 » 5 » Cascami in forma l » 2,50 » Cascami non in forma 0,50 » 1,25 » Bregalnitza, Skoplje, Monastir (BiMje) e Tikves— Per questi quattro circondari, restano modificate le precedenti condizioni in quanto per ogni co- mune si presentino tanti coltivatori per poter seminare almeno cinque ettari. Il termine per la presentazione delle domande è fissato al 1 5 maggio. Il prezzo del tabacco, per Kg., è stabilito dalla seguente tabella: Classe Speciale I II III IV Cascami in forma Cascami non in forma 16 din. 13-1 1 » 10-9 » 7-6 » 5-4 » 2 » 1 » Con l'aggiunta del 200 °j0 per caro viveri 48 din. 39-33 » 30-27 » 21-18 » 15-12 » 6 » BOLLETTINO TECNICO 29 Kumanovo e Tetovo. — Per questi due circondari valgono le condizioni stabilite per i quattro precedenti. I prezzi sono i seguenti: Classe Prezzo di base Con l'aggiunta del 200 °[0 per caro viveri Speciale '3 din. 39 din. I 10-9 » 30-27 » II ■S-7 » 24-21 » III 6-5 » 18-15 » IV 4-3 » 12-10 » Cascami in forma 2 » 6 » Cascami non in forma 1 » 3 « Serbia. — Nei circondari di Uzite , Krusèvatz, Nisch , Topola e Vraja, le condizioni sono quelle per i circondari precedenti. Il termine per la presenta- zione delle domande è fissato al 15 maggio. I prezzi d'acquisto, per ogni chi- logramma di tabacco, sono i seguenti: Classe Speciale 12 din I 9-8 » II 7-6 » III 5-4 » IV 3-2 » Cascami in forma 1,50 » Cascami non in forma 1 » Prezzo di base Con l'aggiunta del 200 °r0 per caro viveri 36 din. 27-24 » 21-18 » 15-12 » 9-6 » 4.50 » Banato e Backa. — Per il Banato nei distretti di Veliki-Beckeret, Kikinda, Zomboli, Zici-Falvan, Nova-Becej, Serbo-Stebej, Turca-Kanjsa e Ceneja. Per la 30 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TAEACGHI Backa, nei distretti di Novidad, Palanka, Odzag, Sombor, Apatina, Kuls, To- pola, Suboditza e Sencani. Il permesso di coltivazione sarà accordato soltanto se nei singoli comuni si produrranno in quest'anno almeno 30.000 Kg. di tabacco. I prezzi di vendita, per un chilogrammo di tabacco, sono stabiliti dalla seguente tabella: Classe Prezzo e i base Con l'aggiunta per caro del i5o°[0 viveri Speciale 8 din. 20 din. I 6-5 » 15-12,50 » II 4>5o-4 » 1 1,25-10 » III 3 ;) 7>50 » IV 2 » 5 » Cascami in forma 1 » 2,50 » Cascami non in forma 0,50 » 1,25 « Slovenia e Prekmurja — Per la Slovenia, nei circondari di Celje, Ljuto- mer, Maribor, Ptui. Per la Prekmurja, in tutta la regione. Il termine per la presentazione delle domande è fissato al 31 marzo 1922. I prezzi d'acquisto sono i seguenti: Classe speciale 8 din. più 1 50 °[0 caro viveri = 20 din. >» la 6 ?» ?? 5, 11 >? ?? = '5 >» >? Ib 5 ?? » >> »» ,» »? = 12,50 ?» ?? Ha 4,5 0 ?» »> » l> ?? = 11,25 ?? V 11^ 4 ?? 11 5? lì ?» »? = IO ?? »> III 3 ?» Jl »» » »? ?> =2 7.50 ?? »? IV 2 » 11 », 11 ?» ?? = 5 ?> c ìscami in forma 1 ?» 11 11 1 »» ?? == 2,50 »» „ non in forma o,5 FI ?' ,, 5> »? ?? = 1,25 »? • per chilogramma. * * * Bosnia ed Erzegovina. a) Erzegovina. — Nei circondari politici di: Ljubus, Mostar, Stolac, Lju- bino, Trebigne, Bilec e Konja. b) Bosnia. — Nei circondari politici di Foca, Cajnik, Prozor, Srebreni, Vlasenica, Zvornik, Breani, Gradacac, Banja Luka e nei comuni di Vir, Zaveli e Zagorje. BOLLETTINO TECNICO 31 IO + 20 idem = 3° 9+ 18 idem = 27 8 + io idem = 24 7 + >4 idem = 21 6+12 idem = 18 5 + >o idem = '5 4+ 8 idem = 12 3 + 6 idem = 9 2+4 idem = 6 I + 2 idem = 3 Il permesso di coltivazione verrà concesso soltanto a coloro che s' impe- gnano di piantare almeno 2000 pianticelle. Termine per la presentazione delle domande 31 marzo 1922. I prezzi sono stabiliti per categoria: ia Categoria. — Prodotti dei circondari di Ljubus, Mostar, Stolac , Tre- bigne e Ljubino, come pure per i comuni di Vir. Zaveri a Zagorje: Classe speciale, din. 13 + 20" (200 °[0 caro viveri) = 39 I „ da lì IJ II „ »> ìì HI „ «) ìì IV „ ìì }J v Y ìì il vi „ 2a Categoria. — Prodotti dei circondari di Bilec, Conja, Focan, Cajnik e Prozor. Classe speciale, din. 12 + 24 (20° °Io C. V.) = 36 I „ da ìi >» II „ >> >» IH „ >> il IV „ ìì ìì v. ;, vi „ 3a Categoria. — Prodotti dei circondari di Srebenik, Vlasenica, Gradacac, Banja Lucka, Zvornik e Breani: Classe speciale, din. 8+12 (150 °[0 C. V.) = 20 I „ da ■>■> >» II , ìt ^ IH „ IV „ v ' ìì ìì VI „ ìì 9+ .8 idem = 27 ìì 8+16 idem = 24 ìì 7 + '4 idem = 21 ìì 6+12 idem = l8 ìì 5 + io idem = '5 ìì 4+ 8 idem = 12 lì 3+ 6 idem = 9 » 2 + 4 idem = 6 ìì 1 >50+ 3 idem = 4>5o lì 1 + 2 idem = 3 ìì 6 + 9 idem — 15 a 5 + 7>50 idem = 12,50 . 5 + 7.50 idem -= 12,50 a 4 + 6 idem = IO 3 + 4,50 idem = 7.50 a 2 + 3 idem = 5 1, 1 + 1,50 idem = 2,50 ,,0,50 + o,75 idem 1,25. 32 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI MODIFICAZIONI AL REGOLAMENTO PER LA COLTIVAZIONE INDIGENA DEL TABACCO Regio decreto 4 dicembre 1921, n. 1881, che modifica il regolamento per la coltivazione indigena del tabacco, (i) VITTORIO EMANUELE III per grazia di Dio e per volontà della Nazione RE D'ITALIA Visto il regolamento per la coltivazione indigena del tabacco approvato con Regi decreti n. 666 del 9 agosto 1910 e n. 1438 dell'8 dicembre 1912; Sentito il Consiglio tecnico dei tabacchi; Visto il parere favorevole del Consiglio di Stato; Sulla proposta del Nostro ministro segretario di Stato per le Finanze; Sentito il Consiglio dei ministri; Abbiamo decretato e decretiamo: Art. 1. Gli articoli 87, 88, 89, 90 e 97 del regolamento per la coltivazione indi- gena del tabacco, approvato con R. decreto n. 666 del 9 agosto 1910, e n. 1438 dell'8 dicembre 1912, vengono sostituiti dai seguenti: Art. 87. — Nelle regioni nelle quali, per ripetute prove fatte, l'Ammini- strazione ha sicurezza che si possono ottenere buoni prodotti da fumo, può essere accordata la coltura del tabacco per le Manifatture dello Stato con con- cessione della durata di 7 a 9 anni, autorizzate, durante tale periodo, da una licenza iniziale la cui scadenza preceda di un anno quella del periodo triennale di cui all'art. 43 per le concessioni di Manifesto, e da due successive licenze triennali. La rinnovazione delle licenze è fatta in seguito a domanda del concessio- nario, alle stesse condizioni stabilite per la prima licenza, salvo le modificazioni da apportarsi dall'Amministrazione alle tariffe dei prezzi di acquisto di cui alla lettera e) dell'art. 89, tenute presenti le eventuali variazioni che si fossero ve- rificate sui prezzi dei tabacchi acquistati dal Monopolio, nel triennio scaduto sui mercati esteri. Al termine della concessione, resta in facoltà dell'Amministrazione di rin- novarla. Tali concessioni sono subordinate alle condizioni che seguono: (1) Estratto dalla Gaietta Ufficiale del 13 gennaio 1922, n. io. BOLLETTINO TECNICO 33 a) superficie minima, per ciascuna concessione, non inferiore ad ettari io distribuiti in modo che, a giudizio insindacabile dell'Amministrazione, non renda difficile o soverchiamente onerosa la vigilanza; però per una stessa con- cessione industriale è permessa la presentazione di più domande di coltura, purché l'insieme di queste rappresenti una superficie non inferiore a io ettari. b) esibizione, avanti il rilascio della licenza, dei prescritti locali di cura e magazzini generali, cui devono essere annessi gli ambienti ad uso di abita- zione ed ufficio degli agenti di sorveglianza e da determinarsi con le domande di cui all'art. 89, secondo le consuetudini locali. Di regola il prodotto di una concessione dev'essere concentrato in un solo magazzino generale; ma vi possono essere più magazzini generali per una stessa concessione, purché in ognuno di essi si concentri il prodotto di almeno io ettari di superficie coltivata. e) obbligo del concessionario di consegnare il prodotto all'Amministra- zione allestito in colli. Nelle circoscrizioni dei territori autorizzati alla coltura di Manifesto, i con- cessionari di coltivazione ordinaria possono richiedere ed ottenere di trasfor- mare in concessione speciale il contingente di piante ad essi assegnato con le note di concessione, purché, quando trattasi di concessione comprendente i due periodi, colturale e industriale, risulta per ciascun richiedente una superficie non inferiore ai 2 ettari. Se questa superficie non raggiunge quella minima di cui alla lettera a), la concessione speciale viene limitata alla scadenza della licenza iniziale, dopo la quale non viene concessa la rinnovazione, se il predetto minimo non venga raggiunto mercè aggregazione di altri concessionari. Art. 88. — La domanda preliminare di concessione dev'essere presentata al Ministero delle Finanze non più tardi del mese di settembre dell'anno che pre- cede quello di coltivazione. L'Amministrazione, previe le opportune verifiche, notifica al richiedente, entro il mese di novembre successivo, se la sua domanda sia stata accolta, dopo di che il richiedente medesimo deve, in caso di accoglimento, presentare al competente ufficio regolare domanda ai sensi dell'art. 13. In caso di diniego di concessione, l'interessato potrà appellarsi al Consiglio tecnico dei tabacchi. Art. 89. — La domanda di concessione deve contenere, oltre quanto è detto all'art 13: a) la superficie minima e massima a coltivarsi; b) la varietà del tabacco; e) le norme ed i termini riguardanti le operazioni di coltura, di cura e di allestimento; d) V indicazione dei diversi tipi di classificazione del prodotto e le ca- ratteristiche relative; e) i prezzi unitari di acquisto per varietà e classe; f) le norme per la perizia ed il pagamento dei tabacchi; g) l'obbligo pel coltivatore di trasportare a propria cura e spese i pro- dotti alla stazione ferroviaria più prossima; h) la tassa di vigilanza da corrispondere all' Amministrazione nella mi- sura che da questa viene volta per volta stabilita, tenute presenti le condizioni delle località autorizzate alla coltivazione. Agli effetti dell'art. 90, questa tassa viene ripartita in due quote, e cioè, 34 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI una pel periodo colturale che ha termine col riscontro del carico, e l'altra per il periodo industriale. Art. 90 — Quando la concessione sia ripartita fra due ditte , di cui una per il periodo colturale e l'altra per il periodo industriale, la domanda di cui al precedente articolo deve essere firmata da entrambe le ditte, ciascuna per la parte che la riguarda. In ogni caso la tassa di vigilanza, come pure tutte le multe, penalità ed altre somme, dovute per qualunque titolo all'Amministrazione, vengono da questa trattenute sull'importo del tabacco. Art. 97. — li concessionario che incorra in uno dei motivi di esclusione, di cui all'art. 9, decade dalla concessione. Questa può anche essere ritirata dall'Amministrazione prima della scadenza della licenza, ove il concessionario manchi ad uno qualunque degli obblighi e patti stabiliti e convenuti con la domanda di cui all' 89, come pure nel caso che la coltivazione effettiva non raggiunga, anno per anno, i due terzi di quella dichiaratata in ordine all'ari. 91. Art. 2. Le «ottoindicate penalità sancite dagli articoli 113, 114 e 115 del suddetto regolamento per la coltivazione indigena del tabacco, vengono modificate come appresso, ferme restando tutte le altre disposizioni e le modalità di applica- zione portate dagli articoli stessi: Articolo 113 lettera e parag. i° da L. 25 a L. 50. Articolo 113 lettera e parag. 20 da L. 25 a L. 50. Articolo 113 lettera d parag. i° da L. io a L 20. Articolo 113 lettera d parag. 30 da L. 10 a L. 20. Articolo 113 lettera e da L. 5,50 a L. 30. Articolo 113 lettera g parag. i° da L. 0,10 a L. 0,50. Articolo 113 lettera g parag. 20 comma i° da L. 0,10 a L. 0,50. Articolo 113 lettera g parag. 20 comma z° da L. 0,05 a L. 0,25. Articolo 113 lettera h da L. 0,05 a L. 0,25 e da L. 0,10 a L. 0,30. Articolo 113 lettera i comma i° da L. 0,05 a L. 0,25. Articolo 113 lettera / comma 20 da L. 0,20 a L. 1. Articolo 1 14 parag. 1^ da L. 0,05 a L. 0,25. Articolo 114 parag. 20 comma i° da L. 0,01 a L. 0,05. Articolo 114 parag. 20 comma 20 da L. 0,01 a L. 0,05. Articolo 114 parag. 30 da L. 0,10 a L. 0,50. Articolo 114 parag. 40 da L. 0,25 a L. 1,25. Articolo 115 comma i° da L. 0,25 a L. 1,25. Articolo 115 comma 30 da L. 2 a L. 3. Art. 3. Il presente decreto avrà effetto dalla campagna di coltivazione dell'anno 1922. Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia in- serto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, man- dando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. Dato a Roma, addì 4 dicembre 1921. VITTORIO EMANUELE BONOMI — SOLERI Visto, il guardasigilli: rodino. BOLLETTINO TECNICO 8B CONSIGLIO TECNICO PER L'AMMINISTRAZIONE DEI TABACCHI Con Decreto in data 5 gennaio u. s., S. E. il Ministro delle Finanze ha provveduto alla costituzione del Consiglio tecnico dei tabacchi pel triennio 1922-924. Il nuovo Consiglio risulta così composto : Presidente : Paterno di Sessa, marchese prof. gr. cord. Emanuele, senatore del Regno. Membri: Cencelli conte avv. Alberto, senatore del Regno; Passerini conte prof. Napoleone, senatore del Regno; Abozzi comm. avv. Michele, deputato al Parlamento; Codacci Pisanelli comm. avv. prof. Alfredo, deputato al Parlamento; Ancona comm. ing. Ugo, ex-deputato al Parlamento; Pellegrino avv. Giuseppe, deputato al Parlamento; Roberti conte avv. Giuseppe, deputato al Parlamento; De Caro avv. Raffaele, deputato al Parlamento; Saporito barone comm. Vincenzo, ex-deputato al Parlamento; Brizi comm. prof. dott. Alessandro, direttore generale dell'Agricoltura; Bordiga comm. prof. Oreste, professore di Economia rurale ed estimo nella R. Scuola superiore di agricoltura in Portici; Bondi gr. cord. ing. Enrico, direttore generale delle Privative a riposo; Il direttore generale dei Monopoli industriali; Il direttore capo dell'Ufficio tecnico centrale delle Coltivazioni tabacchi; Il direttore capo dell'Ufficio tecnico centrale delle Manifatture tabacchi. Segreteria : Oliva cav. Vincenzo, ispettore compartimentale Monopoli industriali; Hoffer cav. dott. Luigi, primo segretario nel Ministero delle Finanze. Il nuovo Consiglio si è adunato per la prima volta il 4 febbraio u. s., e fra V altro, ha provveduto alla elezione del vice-presidente nella persona del Direttore generale dei Monopoli industriali, gr. uff. ing. Aliprandi. NOTIZIE SCIENTIFICHE E PRATICHE (RIVISTA DELLA STAMPA) STAMPA ITALIA ITA.- - Fra coltivatori e concessionari di tabacco in Terra d'Otranto. — Dotr. Armando Valente. Da " // Villaggio ed i Campi ,, Milano-Roma. Anno XLVI, N. 5, 31 gennaio 1922. La coltivazione del tabacco per il nostro Salento è problema di primaria importanza, e deve perciò essere esaminato con serenità e tecnica, e bisogna quindi sollevare i veli che nascondono le vicende passate, mettere a nudo errori e colpe che dir si voglia, pur di raggiungere lo scopo della buona produzione mercè il pieno accordo di tutti gli elementi, terra, coltivatori, Ditte ed Amministrazione dei tabacchi, che debbono contribuire a mantenere salda questa ricchezza nostra e Nazionale che trova la conferma nei continui aumenti delle entrate, da parte del Monopolio. Curare il terreno innanzi tutto che è stanco di essere continuamente sfruttato, proporzionare la produzione e la lavorazione del tabacco alle proprie energie, per far in modo, che il coltivatore trovi il maggiore utile nel- l'impiego della sua famiglia, che il concessionario lavori e curi meglio la cernita, lo spianamento, e l'imballaggio del tabacco stesso, evitando entrambi di ricorrere alla mano d'opera avventizia le cui richieste ed il di cui impiego danno origine oggi alle ingiuste pretese sui prezzi, da parte di tutti. Le agitazioni oggi sono state calmate con le Commissioni paritetiche, ri- medio ottimo che oltre alla funzione tecnica ha quella principale della conci- liazione. Ma tale rimedio è momentaneo, perchè secondo me nel prossimo anno si ripeteranno i medesimi inconvenienti. L'Amministrazione del Monopolio, che gode di fronte all'opinione pubblica di prestigio, e meritatamente per il contributo che essa ha dato alla pubblica fi- nanza e per avere avuto sempre- un piano organico nei riguardi della coltivazione del tabacco, deve intervenire nelle controversie, nel modo migliore, con lo stabilire delle medie che moderino le pretese, o col pubblicare cifre coscienziose che rapprsentino il costo di produzione di un quintale di tabacco ed il costo di lavorazione. Così sarà facile a tutti controllare gli utili e le perdite, e con- vincersi che il ritorno al normale richiede la limitazione dei guadagni. BOLLETTINO TECNICO 37 Si sono avute agitazioni di coltivatori un pò ' da pertutto in Terra d 'O- tranto, ed in Tricase , culla del tabacco levantino, si è costituita una fede- razione di produttori della preziosa foglia, allo scopo immediato: di tutelare gli interessi singoli e collettivi e migliorare la produzione stessa, con l'uso di adatte concimazioni e opportune rotazioni agrarie. Altro scopo di un domani vicino è l'ottenere che l'imballaggio del tabacco possa essere fatto dai produttori stessi, isolati od uniti in cooperative. La cooperazione potrebbe in questo campo compiere dei miracoli, ed è problema quindi che il Monopolio dovrebbe seriamente esaminare ed agevolare. Non è il contadino che produce il tabacco ? e non sono i figli di questi instancabili lavoratori, che costituiscono le maestranze delle Ditte conces- sionarie? Il concessionario quindi non fa che prestare la sua opera di direzione ed un minimo di capitale, elementi questi che non potrebbero mancare a delle cooperative di tabacchicultori col vantaggio che queste costituendosi in fede- razione potrebbero avere una direzione tecnica unica e di primo ordine. La finalità assegnata nel passato alla coltivazione italiana del tabacco, di conquistare il mercato interno, cioè ottenere una produzione bastevole per il consumo nazionale, è ormai sorpassata; ora si dovrebbe avere da parte di tutti il miraggio di un'Italia esportatrice. Ed esportare significa produrre bene per so- stenere la concorrenza dei tabacchi offerti da altre nazioni, avere anno per anno, un prodotto medio di classe ottima per essere in condizioni di soddisfare le esigenze del consumo interno e quelle del mercato estero. Per estendere la coltivazione del tabacco. — Vincenzo Ramanzini. Da "// Contadino della Marca Trevisana,, , Anno IV, N. 2, Treviso, 8 Gennaio 1922. L'A. in questo articolo vuol citare le cause che concorrono ad ostacolare il rapido divulgarsi della coltivazione del tabacco ed i mezzi che gli sembrano opportuni per attenuarle, se non del tutto ovviarle. "Ad inceppare e rallentare il rapido diffondersi della coltivazione di questa pianta concorrono due principali cause, perchè due sono le preoccupazioni più salienti degli agricoltori iniziandi alla coltivazione: a) l'avere a disposizione l'essiccatoio vero e proprio o altro locale che si possa convenientemente adibire alla prima manipolazione del prodotto agrario che consiste appunto nell'essiccamento della foglia verde; b) che le cure di coltivazione e di essiccamento siano pratiche diffìcili e dispendiose, richiedenti personale tecnico all'uopo istruito e specializzato. Che la questione degli essiccatoi abbia fortemente ostacolato il diffondersi della coltivazione del tabacco è cosa certamente positiva, e la prova si è avuta nell'Emilia, dove la coltivazione ha dovuto arenarsi appunto per tale deficenza. Per arrivare allo scopo occorre quindi eliminare o almeno attenuare questo forte ostacolo che noi non esitiamo a considerare come il più grave. L'agricoltore capisce la grande convenienza economica della coltivazione del tabacco, desidererebbe di praticarla anche vastamente, ma il più delle volte si arresta davanti a simili difficoltà che appaiono insormontabili. Alla soluzione del problema, che certamente si presenta non poco ardua, si è occupata la Direzione Generale dei Monopoli, la qu?le viene in aiuto dei coltivatori con dei conti ibuti che possono arrivare sino agli otto dècimi delle 38 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI spese di costruzione dei fabbricati adatti. Se il contributo della Direzione dei Monopoli ci appare cospicuo, però esso non risolve completamente il problema inquantochè non può essere alla portata di tutti i coltivatori e specie di quelli piccoli ; inoltre l'ammontare di tale concorso viene ripartito in nove annualità eguali posticipate. Ad eliminare molte cause contrarie, a spianare in un certo modo la strada all'estendersi della coltivazione indigena del tabacco, potrebbe certamente con- corrervi l'istituzione di sodalizi fra coltivatori. E' nostro covincimento che la cooperazione, espressione di alto significato economico-sociale, benché purtroppo a volte grottescamente degenerata per falso uso, trova nel caso nostro una delle sue più pratiche formule di applicazione. Lo stringere i coltivatori in forti e seri sodalizi ben costituiti e ben diretti, schivi da qualunque spirito speculativo o di partigianeria politica, ma miranti solamente al fine economico, ci appare il mezzo che possa dare il più forte contributo ad avviare il problema verso la sua naturale soluzione. E invero i vantaggi che l'associazione può offrire ai singoli coltivatori ci sembrano reali e positivi da una indagine anche sommaria sull'azione di massima a cui l'asso- ciazione stessa dovrebbe essere informata: i) Concessione della coltivazione industriale del tabacco. Distribuzione ai singoli della superficie da coltivare. 2) Costruzione di essiccatoi e magazzini generali sociali per l'essiccamento e deposito di prodotti (maggior perfezione nella cura dei prodotti con mag- giore uniformità degli stessi. Il coltivatore finisce l'opera sua con la consegna delle foglie verdi. 3) Provvista ai singoli coltivatori dei semi, o meglio delle piantine nel caso di semenzaio sociale. 4) Suggerimenti tecnici e razionali sulle cure di coltivazione. (Per l'es- siccamento, cernita ed imbottamento, ove non vi sia personale istruito, la Dire- zione dei Monopolii mette a disposizione per i coltivatori novizi, un personale tecnico specializzato. Non sarà mai detto abbastanza che l'associazione deve posare su basi ben solide onde essere in grado di attingere quel credito largo, efficace, a condizioni di favore di cui necessita per il suo impianto e per la sua stessa vita economica. Ma a tutto ciò conseguire è assolutamente indispensabile che i coltivatori, che si stringono in sodalizio siano compresi e animati da un vero e sano senti- mento cooperativistico, ond'essi possano essere realmente beneficiati dei grandi vantaggi di cui la cooperazione è apportatrice. Estendere la coltivazione indigena del tabacco sino a coprire il sempre crescente fabbisogno nazionale è opera grandemente economica; dirigere la pro- duzione sino ad esportare all'estero i prodotti eccedenti è opera ancora più benemerita per il grande benefico incremento all'economia generale della nostra Nazione „. Consorzio fra i coltivatori di tabacco a Fano. La Cattedra Ambulante di Agricoltura di Fano, per impedire che la spe- culazione di coloro che acquistano il tabacco allo stato sciolto per condizio- narlo in colli fosse continuata a danno dei coltivatori, ha provveduto diretta- BOLI-KTT1NO TECNICO 39 mente, sostituendosi essa stessa all'industriale, facendo intestare a suo nome una concessione speciale. Il Consorzio Agrario di Fano a questa opportuna iniziativa mirante al progresso agrario ha dato il suo saldo appoggio, concedendo in uso alla Cat- tedra parte dei suoi vasti locali, dove si farà l'immagazzinamento del prodotto allo stato sciolto e l'imbottamento. Il tabacco così condizionato verrà venduto direttamente allo Stato e tutto l'utile verrà diviso tra i coltivatori. (L QAgricoltore Metaurense) A promuovere i Consorzi tra i coltivatori di tabacco tratta anche M. Plosa nella u Sentinella Agricola,, di Cremona ( N° 2, 16 Gennaio 1922). Premesso che la maggiore difficoltà che nella introduzione della coltivazione del tabacco s' incontra e nella quale molti agricoltori credono trovare un ostacolo insor- montabile è rappresentata dalla costruzione dei locali di cura, accenna alle varie soluzioni di questo problema, concludendo che la migliore soluzione è quella di limitare il compito dell'agricoltore alla sola coltivazione del tabacco, affidando la cura e tutte le altre pratiche di carattere industriale ad un con- sorzio di coltivatori; il quale dovrebbe in un primo tempo costruire i locali di cura, e raggiunto uno sviluppo considerevole, compiere anche la lavorazione industriale, per la consegna al Monopolio del tabacco condizionato in colli. Qualora i singoli consorzi non raggiungessero questo sviluppo, la lavora- zione industriale potrebbe essere fatta da una Federazione tra i Consorzi. La coltivazione del tabacco — E. Petrobelli. Da " // Coltivatore ,, Anno' 68, n. 7, Casale Monferrato, io Marzo 1922. Per ragioni ambientali, internazionali e per volontà d'uomini, due piante che da sole costituivano le risorse principali (così dei conduttori di fondi come dei lavoratori), vanno ora incontro a un domani incerto, tanto che compie opera patriottica chi spiana la via perchè un'altra pianta (se non per superfìcie certo per reddito lordo) possa, in parte, sostituirle. Ognuno legge, nelle due prime, barbabietola e canapa e nell'ultima, tabacco. Lasciando da parte la valle del Brenta , dove da parecchi lustri si coltiva la redditiva solanacea, qua e là anche in altre provincie d'Italia il tabacco diede in molteplici esperimenti e in relative estese coltivazioni, dei prodotti dei più elevati. Per quanto generalmente se ne apprezzassero tutti i titoli (anche come pianta da rinnovo, che nella rotazione poteva sostituire la canapa, la barbabietola ed il grano turco), uno degli ostacoli maggiori, che quasi da solo valse a trat- tenere anche i meglio disposti, era quello dei locali di cura necessari per l'es- sicazione e la conservazione del prodotto. In alcune provincie, e ultimamente in quella di Rovigo, mercè l'interes- samento di egregi cittadini, si fondarono delle società per la costruzione dei locali, così da togliere al coltivatore ogni e più lontana preoccupazione. 40 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI A Rovigo, un giovane, Benvenuto Pela , che per attività, intelligenza ed affetto al suo paese batte le orme dell'avo e del padre, l'amico carissimo Comm. Vittorio, con altri volenterosi prese l'iniziativa, ed oggi può dirsi un fatto com- piuto la " Società accomandita essiccatoi tabacco, S. A. E. T. , con sede a Rovigo „. La S. A. E. T., per facilitare l'adesione dei coltivatori, con ottimo prov- vedimente, si impegna, con appositi semenzai, a consegnare al momento op- portuno le piantine necessarie pronte al trapianto. Un'altra ragione che tratteneva i più dall' estendere la coltivazione del tabacco, era quella che, consegnando allo Stato, la liquidazione avveniva con inevitabile ritardo, ed anche per questo la Società ha pensato, anticipando lire mille all'ettaro prima del taglio e procurando il definitivo pagamento non più tardi di quindici giorni dopo la consegna della partita allo stato verde. Per tutte le pratiche e le responsabità verso la Finanza, la S. A. E. T., si impegna interamente, sollevando anche in questo il coltivatore da ogni noia ed obbligandosi esperire a proprie spese tutte le pratiche richieste per la con- cessione governativa. L'assicurazione del prodotto dai danni della grandine viene fatta dalla Società e il premio è pagato metà dal coltivatore e metà dalla Società stessa. Nella polizza del contratto, molto opportunamente, sono riassunte le norme principali per la coltivazione: terreno, concimazione, trapianto, sarchiature, cimature, scacchiature, sfrondatura, raccolto e trasporto. Il tabacco che la Società si impegna di far coltivare è il tipo Kentucky. L'A. conclude che, "di fronte ai redditi che il tabacco assicura ai produt- tori, ai benefici che il bilancio nazionale andrà a risentire per la ridotta o sop- pressa spesa per importazione, e ad una probabile e possibile esportazione, diventa dovere di buoni cittadini quello di darsi con fede ed entusiasmo alla tabacchicoltura, assecondando così l'iniziativa dei benemeriti promotori,,. Essiccatoi e cooperazione. — Dall' " Almanacco Agricolo della Cassa di Risparmio della Marca Trivigiana „. Anno 1922. Dall'articolo del Dott. Vittorio Ronchi su « // tabacco e le norme di col- tivazione » riportiamo l'ultima parte e le conclusioni. La difficoltà maggiore per la cura industriale, sta nella notevole spesa, che gli agricoltori devono sostenere per la costruzione degli essiccatoi. Bisogna però tenere presente, che lo Stato quando si prende l'impegno di coltivare il tabacco per 9 anni, concorre in questa spesa per gli 8[io. Malgrado ciò, la spesa al momento dell' impianto è sempre a carico del coltivatore, e questa è una grave difficoltà, specialmente per i piccoli coltivatori. L'inconveniente però va superalo ricorrendo alla costituzione di Sindacati per la costruzione di questi essiccatoi, Sindacati che sono già fiorenti In molte zone anche di questa provincia. Questi Sindacati tra piccoli coltivatori troveranno facile cre- dito; la notra Cassa di Risparmio anticipa volentieri il capitale necessario alla costruzione degli essiccatoi (come ha già proposto per il Montello), capitale che dai Sindacati verrà rimborsato con le quote, che verserà il Governo, e per i rimanenti due decimi coi risparmi dei soci. La spesa ripartita in 9 anni tra i soci, è rappresentata da una quota assai piccola. Nell'essiccatoio cooperativo BOLLETTINO TECNICO 41 riescono più facili le varie operazioni di essiccamento, con riduzione notevole di spesa. I Sindacati poi potrebbero anche assumersi la spesa di preparazione dei se- menzai che rappresentano pure una grave difficoltà per i piccoli coltivatori. Due semenzai ben costruiti possono servire per i bisogni di un buon numero di coltivatori, con evidente notevole risparmio di spesa, con maggior facilità di riuscita nella nascita e nel primo periodo di accrescimento delle piantine. CONCLUDENDO i. - Bisogna coltivare tabacco, perchè è la coltura che dà i maggiori redditi, assicurati anche da eventuali crisi di prezzi, perchè garantiti dallo Stato per un buon periodo di anni. 2. - Non vi sono grandi difficoltà nella sua coltivazione, perchè ha le stesse esigenze delle comuni colture da rinnovo (granoturco, barbabietole, ecc. ), e si adatta a tutti i terreni, compresi i più magri, e dove la siccità è permanente. 3 - Per i semenzai e per la cura industriale, che ci rappresentano la parte più difficile della coltivazione, si ricorra alla costituzione di Sindacati. Si ot- tiene facilmene il credito, e sono facilitate le operazioni di essiccamento, con la possibilità di ottenere sorveglianza e consigli dal personale tecnico delle coltivazioni tabacchi. Quanto costa la produzione dei tabacchi orientali nel Salente. — Dorr. Armando Valente. — Da " // Bollettino Agricolo ,, Anno XLIV, N. i, Lecce 23 gennaio 1912. «Il conto culturale, che qui espongo, rappresenta il costo di produzione di un quintale di tabacco e dovrebbe servire come appunto di riferimento per far stabilire dei prezzi medi equi, da parte delle ditte e per moderare le pretese dei coltivatori. II conto si riferisce alla tomolata di terreno in Tricase che è circa mezzo ettaro (are 49,76). 1. Per aratura e traversatura di una tomolata di terreno (occorrono gior- nate n. 6 di uomini con aratro e cavallo a lire 30 L. 180 2. Zappatura ed apparecchio del terreno n. 10 giornate a L. 14 „ 140 3. Preparazione semenzaio per una tomolata, che può conte- nere 60 mila piante. (Tenendo presente che in ogni m. q. vi stanno 1000 piantine) occorrono 60 m q. il cui costo (a L. 4,50 m. q.) è rappresentato da ,, 270 4. Per concimazione (letame e concimi chimici e sovescio) ,, 200 5. Per trapianto. (Una donna mette nel terreno 10 mila piante al giorno), quindi occorrono giornate 6 che a L. 9 fanno ,, 54 A riportarsi L. 844 42 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI Riporto L. 844 ó. Per innaffiatura n. 6 giornate d'uomo a lire 15 ,,90 7. Per sarchiatura: n. io giornate di donna a L. 9 „ 90 8. Per raccolta: n. 5 donne raccolgono in due mesi 200 mila piante quindi per 60 mila ne occorrono 3, a lire 7 „ 12Ó0 9. Per spese telai per l'essiccazione del tabacco. Occorrono 15 telai per 60 mila piante, però tenendo presente che i telai durano anni cinque e costano l'uno L. 5 e tutti L. 75, si può calcolare come spesa annua „ 25 io Per corde, chiodi ed altre spese ,, 50 11. Per cure di conservazione del tabacco „ 50 12 Per affitto dei locali di conservazione lire 15 al mese per mesi 4 „ 60 13 Per trasporto dal campo di produzione alla casa di cura e da questa allo stabilimento „ 80 14. Per giornate n. 2 d'impiego nella consegna a L. io „ 20 15. Per fitto annuo di una tomolata di terreno ,, 500 L. 3069 Questo totale rappresenta la spesa che il coltivatore sopporta annualmente per coltivare a tabacco circa mezzo ettaro di terreno. Ora è a tutti noto che una tomolata, a secondo della natura del terreno, della sua esposizione, della quantità di acqua a disposizione e principalmente delle cure culturali che ai essa si prodigano, nella zona del Capo di Leuca, quando è coltivato a tabacco dà una produzione media di quintali quattro e mezzo. Quindi dividendo la spesa totale cioè L. 3069 per la produzione media si ottiene che un quintale di tabacco viene e costare L. 682. Questa ultima cifra però va leggermente modificata se si tiene presente che il quintale di tabacco, all'atto della cosegna, subisce un calo medio del 7 per cento, cioè altri 7 kg. di perdita per il coltivatore, pertanto il costo unitario sale a L. 729,74 allorché alle lire 682 bisogna aggiungere L. 47,74 che rap- presentano il costo dei sette kg. di tabacco di calo. Lavorazione di un quintale di tabacco. 1. Si tiene presente che una spianatrice può lavorare kg. 4 di tabacco al giorno. Quindi per 1 q.le occorrono giorni 25 che a L. 5 danno L 1 25 2. Per la cernita occorrono otto cernitrici, (una ogni tre spia- natrici) e quindi otto giornate a L. 5 danno ,, 40 3. Per imballaggio giornate 24 per q.le a L. 5. (Ogni balla di circa kg. 8 richiede due giorni di lavoro). ,, 1 20 4. Per maestranza, per assistenza alla lavorazione, una gior- nata per qle. „ 10 5. Per Assicurazione merce contro gli incendi, affitto locale lavorazione, e conservazione , assicurazione operai ed altre tasse per quintale „ 10 6. Trasporto del prodotto dallo stabil. alla stazione per q.le „ 1 Totale L. 306 BOLLETTINO TECNICO 43 Il calo che subisce un quintale di tabacco lavorato si può calcolare in me- dia del 3 ojo, quindi bisogna aggiungere alle lire 306 altre lire 20 per kg. 3 di perdita e si ha un totale definitivo di lire 326 che rappresenta il costo medio di lavorazione di un q.le di tabacco. Il costo medio di coltivazione in lire 729,74 ed il costo medio di lavora- zione in lire 326, sono cifre utilissime, perchè riferite al prezzo medio d'ac- quisto del tabacco da parte delle Commissioni di perizia fanno risultare il mar- gine di utili che debbono andare a favore dei coltivatori e Ditte. Difatti da quanto si è esposto sopra, un quintale di tabacco consegnato allo Stato, viene a costare L. 729,74+326= lire 1055,74 e sc ^a media dei prezzi d'acquisto delle Commissioni si aggira intorno alle 1350 come è av- venuto negli anni passati, l'utile da ripartire fra coltivatori e concessionari sarà di lire 295. Tale margine in quale proporzioni deve essere attribuito?» L'A. si propone prossimamente di poter chiarire la situazione di contrasto d'interessi creatasi in questi giorni e che con la buona volontà di tutti va man mano tornando al normale. La coltivazione del tabacco: uno dei due problemi agricoli per la rinascita del Mondello. — Dall' t oAlmanacco aggriccio » della Cassa di Ri- sparmio della Marca Trivigiana. Anno 1922. I problemi agricoli della rinascita montelliana trovano la loro espressione riassuntiva nella ricostruzione delle case rurali e nella coltivazione del tabacco. Procedendo alla ricostruzione o alla riparazione delle case rurali , bisognerà provvederle di tre organi essenziali per l'agricoltura montelliana: la cisterna per la raccolta dell'acqua piovana, la concimazione razionale, l'essiccatoio per il tabacco. Come la costruzione delle cisterne e delle concimaie, così è opportuna la costruzione degli essiccatoi, connessa con la coltivazione del tabacco, i quali, ove siano provveduti di intelaiature smontabili per il sostegno delle foglie, potranno essere adibiti ad altri usi, come a bigattiere, a magazzini, ecc. II problema delle coltivazioni sul Montello s'impernia sul tabacco, il quale in quel terreno si sviluppa meravigliosamente e può dare redditi elevati; inoltre la sua coltivazione può dare origine a razionali rotazioni in sostituzione di quelle difettose ora in uso. Gli agricoltori montelliani, se non tutti, certo i più illuminati , si sono associati nella Cooperativa per la coltivazione del tabacco. Per coltivare il tabacco. — Dott. Achille Sacchi. Da "L'Istria Agricola,, Anno II, N. 2, Parenzo 31 Gennaio 1922. «La maggior parte delle domande per coltivare tabacco in Istria si riferisce alla coltura del tabacco orientale (da sigarette) e questa preferenza accordata al tabacco biondo e leggero era da prevedersi ed è facilmente spiegabile. Infatti una delle ragioni che inducono l'agricoltore ad abbandonare la coltura consueta e facile del granoturco è la deficienza dell'acqua piovana che si fa sempre sentire 44 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI nella Provincia, alla quale deficenza devesi aggiungere la poca profondità di gran parte dei terreni istriani ; queste cause hanno come conseguenza diretta un raccolto di granoturco irrisorio. Naturalmente per questi terreni aridi e poco profondi gli agricoltori si sono facilmente persuasi al cambiamento di coltura, mentre meno facilmente si sono decisi a variarla nei terreni profondi ed irrigabili (pur troppo pochi in Istria!) nei quali la coltura del granoturco, se ben concimato è capace di prodotto lauto e sicuro. Per quest'ultimi terreni i proprietari esitano ad abbandonare un forte raccolto di granoturco per uno di tabacco che pure è loro promesso ancora più redditizio, e vogliono vedere prima i risultati ottenuti da altri più intraprendenti e fiduciosi nella parola del tecnico. Confidiamo però che l'esempio dei pochissimi che si sono accinti e che si accingono alla coltura del tabacco da sigari (Kentucky) verrà seguito il prossimo anno anche dagli esitanti a spronare i quali la Cattedra pubbli- cherà i dati relativi ai prodotti ottenuti dalle colture che si faranno». L'A. fa seguire istruzioni relative alle pratiche colturali, dalla preparazione del terreno al trapiantamento. Il Tabacco Kentucky. — Prudenza nei preventivi di ricavo: I. N. Dal * Giornale di Agricoltura della Domenica,, Anno XXXII, N. 6, Piacenza, 5 Febbraio 1922. Sotto una forma o l'altra di concessione molti agricoltori si dispongono ad esperimentare la coltivazione del tabacco Kentuchy; le località in cui verrà introdotta quest'anno si moltiplicano rispetto a quelle in cui si è svolta l'anno passato. Ci si avvicina allo scopo di cinque lustri di prove? Cominciarono per l'iniziativa lungimirante di quei capitani di industria, reggitori del Monopolio dei tabacchi, che furono il compianto comm. Sandri ed il comm. Bondi, proseguirono per l'opera alacre dell'eletta schiera dei loro collaboratori. Lusinghieri risultati dapprima, dimostrazione completa dipoi, della rispon- denza dei tre fattori della produzione: terra, clima, uomo, ai bisogni della pianta. Affrancare il Monopolio dagli acquisti all'estero, beneficiare la patria agri- coltura : questo fu, è e dovrà essere lo scopo! Per i tabacchi levantini il fabbisogno annuale è coperto e ne riprenderà l'esportazione; per il Kentuchy si è ancora ben lungi, ma: ci si avvicina? A giudicare dal grande numero di domande di concessioni, che abbiamo sentito essere state presentate al Monopolio, si direbbe di sì. Questa rapidità di espansione della coltivazione non sarà però di pregiudizio ad un solido aumento di produzione? Non sarà essa tanto rapida perchè agli agricoltori vengono additati dei prezzi unitari medi troppo alti, non raggiun- gibili che dopo tirocinio di qualche anno? Non seguiranno necessariamente i richiami alla realtà e non ne sarà conseguenza una contrazione tanto rapida quanto fu l'espansione? Prendiamo fra le cifre esposte dai vari periodici e dalle pubblicazioni del Monopolio, quelle massime e quelle minime: da un ettaro di terreno coltivato: a tabacco Kentucky si avrebbero ricavi lordi di L. 13.500, di L. 12.500, si BOLLETTINO TECNICO 45 preventivano spese di lire 8000, di L. 7.400, si presumerebbero ricavi netti di L. 5.500, di L. 5.100 ! Si comprerebbe la terra nei primi due anni e ne avanzerebbe ancora! I conteggi del ricavo lordo sono fatti prendendo per base: il prezzo di L. 900 per ql. di tabacco stagionato, nessuno scende al disotto di L. 850, ed il prezzo di L. 600 per quintale di tabacco sciolto. Per intenderci: tabacco sciolto è il tabacco in mazzi o fascicoli, di 50 foglie ciascuno, formati al momento del distacco di esse dallo stelo dopo la cura-es- siccazione, e che viene così consegnato al Magazzino generale a febbraio; ta- bacco stagionato è il tabacco che, nel magazzino generale, dopo le varie suc- cessive selezioni, è stato ridotto a manocchi, ha stagionato in massette, ha subito, o meno, altri trattamenti di essiccazione e di rinvincidimento e poi è stato messo in botti, nelle quali è rimasto almeno cinque mesi prima che ne vengano estratti i campioni e, se tutto va sollecitamente, viene consegnato al Monopolio in questo mese o nel prossimo, cioè dopo quasi due anni dal mo- mento in cui fu seminato. Non esitiamo ad affermare che tali prezzi possono essere raggiunti soltanto dopo qualche anno di tirocinio, dopo, cioè, che l'agricoltore avrà imparato a compiere con la necessaria diligenza tutte le operazioni dal semenzaio alla consegna del tabacco sciolto o del tabacco stagionato, senza di che non solo è vano sperare di realizzarli , ma anche difficile avvicinarsi ad essi , come po- trebbe essere dimostrato in base ai risultati delle perizie del Monopolio. Se, nelle pubblicazioni del Monopolio, si leggono i prezzi citati v'è anche la premessa: « si potranno raggiungere, in media, complessivamente ». Non si può negare che l'indicazione dei prezzi sia quanto mai prudente e circondata di cautele. Perchè venisse a conoscenza degli agricoltori che la coltivazione del tabacco è suscettibile di dare un reddito molto elevato, ha fatto bene il Monopolio ad enunciare tali prezzi , ma noi crediamo utile aggiungere che sono il frutto di calcoli basati sulle medie dei prezzi pagati in questi ultimi anni per i tabacchi sciolti ritirati dai vecchi coltivatori, nelle sue vecchie aziende di coltivazione: applicando alle medie di tali prezzi i nuovi sopraprezzi e il premio di incre- mento si giunge alle L. óoo per i tabacchi sciolti e quindi alle L. 850 o L. 900 pei tabacchi stagionati. Però conviene tenere anche presente e si deve dirlo e ripeterlo, che i col- tivatori per le sue Agenzie di coltivazione conoscono per tradizione famigliare la coltivazione e la cura del tabacco e che alla consegna salvo sinistri di gran- dine, di foglie rotte o concaldate, o comunque deteriorate, non se ne vedono; di tirocinio non ne devono fare quei coltivatori. Non sarà dunque fuor di luogo mostrare con un esempio tipico, quanto convenga esser molto più prudenti nei preventivi di ricavo lordo per i pro- duttori novizi. Nei primi del 1921 da uno stagionatore di tabacco venne ritirato il pro- dotto delle coltivazioni di una sessantina di agricoltori sparse nelle provincie di Novara, Alessandria, Pavia, Milano, Brescia. Era stata investita, nel 1920, a tabacco tipo Kentucky la superficie di circa 75 ettari complessivamente, ma, per essere i coltivatori novizi a tale coltura, venne raccolto un prodotto di sole 675 mila piante anziché di 900 mila, quali avrebbero dovuto allevarsi sulla detta superficie, poiché su ogni ettaro se ne piantono 12 mila, circa: come se fossero investiti soltanto 56 ettari, dunque. 46 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI In base alla tariffa applicata dal Monopolio presso le sue Agenzie di col- tivazione negli acquisti di tabacco allo stato sciolto ed in base ai corrispondenti tipi di classifica, il prodotto venne stimato e pagato, ed il pre^o medio globale risultò L. 3,18 per chilogramma di tabacco ( L. 0,98 il prezzo di tariffa, più L. 2,20 di sopraprezzo del 225 per cento stabilito dal Monopolio stesso per il 1920, in totale L. 3,18). Il calo di lavorazione e stagionatura portò il costo medio globale per chilo- gramma stagionato a L. 3,70. Il Monopolio, a mezzo dei suoi organi competenti, ha testé proceduto alla perizia d'acquisto col seguente giudizio: «Sviluppo normale, tessuto piuttosto gentile, ma danneggiato per rotture ed in parte anche per cura difettosa, con- servazione buona ed ottima, cernita normale,, e ne ha stabilito il prezzo medio globale di perizia in L. 5.07 per chilogramma (L. 1,56 di tariffa, più L. 3,31, sopraprezzo del 225 per cento come sopra). Differeza L. 1,37 al chilogramma per spese dì lavorazione, affitto magazzino generale, ammortamento adattamenti di questo alle esigenze fiscali (inferriate e ramate a tutte le finestre, soffittatura dei tetti, doppie serrature, ecc.); am- mortamento impianti; presse, essiccatoi, apparecchi a vapore, coperture dei rischi (incendi, cattiva riuscita della stagionatura in botte, ecc.); manutenzione, interessi al capitale fìsso e circolante; rimunerazione industriale. Nonché restare una remunerazione industriale, la differenza non copre le spese vive, escludendone anche quelle di direzione e di sorveglianza. Non vogliamo riferire il costo di produzione della partita in discorso perchè potrebbe essere facile addebitarne l'altezza all'essere l'industria al suo primo anno di esercizio. Prendiamo i dati di un produttore, quanto altri mai diligente e pratico che da ben 13 anni coltiva tabacco consegnandolo stagionato in botti al Mo- nopolio: il Sig. Giovanni Cipelli di Fiorcnzuola d'Arda ("Sentinella agricola,, di Cremona, 22 novembre scorso). Il Sig. Cipelli espone le spese da lui sopportate, rapportandole al prodotto medio di un ettaro di terreno, a Kg. 1500 di tabacco. Ne stralciamo le voci relative alla parte industriale: Pesatura del prodotto, rivolgimento massette Cernita, ammannocchiamento Materiale per imbottamento . . . Imbottamento e pressatura Campionamento e spese impreviste L. 21 io Aggiungendo la metà degli ammortamenti ch'egli espone in L. 800, fra essicatoi ed impianto magazzino ...... L. 400 L. IOO >i 1600 >> 160 lì IOO V '5° si trova il totale di spese in L. 2510 per kg. 1500, pari a L. 1,67 al kg. Non calcolando spese di trasporto, poiché egli ha la sua piccola produzione nella cascina, non calcolando affitto di locali poiché egli può giovarsi dell' es- sicatoio stesso anche per magazzino, appunto per la poca quantità di prodotto, non calcolando impianti per calore, per vapore, ecc., non valutando spese di sorveglianza, di direzione, di perizia d'acquisto, non calcolando infine interessi BOLLETTINO TECNICO 47 per capitale fisso circolante, non calcolando nulla di ciò, egli giunge ad una spesa unitaria di L. 1,67 per kg. Ricordiamo che la dirfernza è stata di L. [,37 per kg. Pel 1921 il sopraprezzo del 225 per cento è stato portato al 300 percento, ed è stato istituito un premio di incremento, pari al quarto del prezzo più il sopraprezzo. In altre parole: il pre\\o mediò per kg. di tabacco, stabilito in base alla tariffa, viene quintuplicato. Immaginiamoci che un complesso di coltivatori novizi ceda ad un indu- striale il prodotto di quest'annata; la partita complessiva risulterà, su per giù, come quella in parola. Applichiamo le nuove condizioni il pre\\o medio globale per kg. di tabacco curato verrebbe a L. 4,80, il costo medio globale per kg. stagionato L. 5,68, il pre^o medio globale di perizia L. 7,80, salvo che esso non risulti inferiore per la piena applicazione del dettato Decreto ministeriale che fissa il sopraprezzo e dice: "Con l'adozione di tutte indistintamente le norme tassativamente prescritte coi manifesti di coltivazione per i tabacchi sciolti e coi contratti di concessione speciale per quelli in colli,,, ciò che suona richiamo restrittivo. Dunque le L. 900 e le L. 850 per q.le di tabacco stagionato, e le L. óoo per q.le di tabacco sciolto possono essere raggiunte, ma non nei primi anni di esercizi della coltivazione. Del resto agli agricoltori basta ricavare di più che dalle altre sarchiate, occupando utilmente la soverchia mano d'opera. Su tanto volevo richiamara l'attenzione, perchè, come dicevamo in prin- cipio, alla rapida espansione della coltura del tabacco Kentuchy, non debba seguire una contrazione altrettanto rapida. La disinfezione delle merci e la sua importanza sanitaria e commer- ciale.— Dall'" A. P. I. » Anno IV, N. 2, Milano, Febbraio 1922. « Un impianto per la disinfezione delle merci si è aperto, in New York, per conto della Pan American Fumigating Co., e crediamo opportuno darne rag- guagli, per il bene del commercio e dell'importazione italiana. Tale stabilimento è sorto in ossequio al desiderio della stessa autorità federale, preposta all'applicazione delle leggi di quarantena. Esso viene a com- piere, oltre che un'indispensabile opera sanitaria, una funzione economica im- portantissima, quella, cioè, della conservazione delle derrate alimentari in ispecie, e del loro ricupero e ricondizionamento, nel caso di avaria, dovuta ad infezione. A tale intento il detto stabilimento è munito, oltre del macchinario per la disinfezione, anche di quello necessario all'eliminazione del guasto, al ripuli- mento, alla gradazione ed all'impacco della merce, così da restituirla sana e ricondizionata al cliente colla minor perdita possibile. La disinfezione, praticata , fino ad ora, con metodi imperfetti, risponde in questo stabilimento, alle più scrupolose esigenze della scienza e della tecnica moderna. Essa può farsi per fumigazione o con gas idrocianico, o con qualsiasi disin- fettante, come ad esempio, nel caso del cotone contro il verme delle capsule; per le piante contro il micidiale brown-tail motlv, nella sterilizzazione a vapore della saggina da scopa contro la tarma, ed in quella del grano contro la tignola. 48 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI In questi due ultimi casi la sterilizzazione si compie a mezzo di riscaldamento da 2io° a 2300 F, con vapore, sotto pressione di 10 libbre per pollice quadrato e la disinfezione vien fatta, in ogni caso, coli' ausilio del vuoto, applicato prima e dopo il trattamento. Solo in tal modo è possibile ottenere la penetrazione completa, del mezzo sterilizzante, in masse chiuse e compatte, come le balle compresse di cotone ed i sacchi di granaglie, nonché l'estrazione perfetta dell'agente sterilizzatore o disinfettante a trattamento finito: entrambe condizioni essenziali alla con- servabilità ed all'igiene del prodotto. Il ricondizionamento, in tal modo, renderà possibile, in avvenire, la ripresa dell'importazione delle fave, da parecchi anni vietata per l'infezione del bruco, di arrestare il deterioramento delle castagne pel verme o per altri germi che le fanno tante volte marcire e sono cagione della perdita , perfino , di intere spedizioni. E parimenti , come immunizzerà il prodotto da ulteriore guasto per causa intrinseca, potrà servire ancora a quelle integrazioni di peso, la cui perdita, per eccessiva naturale essiccazione, rende, non di rado, passiva la vendita di pro- dotti che potrebbe essere, altrimenti, attiva. Vasto è il campo delle applicazioni, offrendo, allo stesso tabacco, in .foglia, di cui può essere elevata la perdita, nel maneggio, per soverchia seccherà, un me^o pratico e rapido di tinvincidimento. Il periodo di disinfezione varia a seconda dei diversi prodotti: due ore si richiedono per il cotone; circa mezz'ora per il trattamento della saggina con vapore a io libbre di pressione per pollice quadrato, equivalente ad una tem- peratura di 2300 F. ». E' da augurarsi che impianti del genere destinati alla disinfettazione del tabacco sorgano nella provincia di Lecce, ove i tabacchi orientali sono molto danneggiati dal tarlo: {Xyletinus o Lasioderma serricornis, F.) La coltivazione del tabacco orientale in Istria. — A. Ghhrsetich. Da "L'Istria Agricola „ Anno II, N. 3, Parenzo, 13 Febbraio 1922. Nell'anno 1919 venne istituito a Rovigno l'ufficio coltivazione tabacchi dipendente dalla Direzione compartimentale di Verona, con lo scopo di pro- muovere la coltivazione del tabacco in Istria e, per iniziativa dell'ufficio sud- detto, vennero eseguiti, nel corso della primavera 1920, nel Rovignese diverse piccole coltivazioni con tabacco orientale (da sigarette). I risultati ottenuti furono oltremodo soddisfacenti tanto per la qualità del prodotto quanto per il reddito netto ricavato dalle stesse. Tenendo conto della siccità dell'annata e degli ottimi risultati conseguiti, pensai di sperimentare la coltivazione di questa pianta anche nel distretto di Pola. Feci del mio meglio per persuadere gli agricoltori a tentare delle piccole colture di prova nei differenti centri di questa regione e superando non poche difficoltà e diffidenze, comuni a tutti gli agricoltori verso ogni innovazione agraria, sono riuscito a convincerne quindici a tentare la prova. Ottenuta la licenza dall'ufficio coltivazione tabacchi di Rovigno, si passò, verso la fine del febbraio 1921, alla formazione dei semenzai. Al momento del trapianto, ( prima settimana di maggio ), di questi quindici BOLLLETTINO TECNICO 49 coltivatori soltanto cinque ebbero tutte le piante abbastanza sviluppate ed atte ad essere poste a dimora stabile, perchè gli altri non si attennero scrupolosa- mente alle norme prescritte per fare i semenzai sia per poca pratica che per non avere innaffiato e curato a dovere le giovani piantine e perciò le culture vennero ridotte. Dalla mia esperienza personale ho tratto la convinzione che se la coltura del tabacco presenta delle difficoltà, queste si verificano (e soltanto per gli agricoltori novizi) nel primo periodo della coltura e cioè nella formazione dei letti caldi e nelle cure da aversi alle giovani piantine che sono abbastanza delicate. Bisogna seguire scrupolosamente le indicazioni fornite dai tecnici, in- naffiare sufficientemente i semenzai, estirpare tutte le erbe estranee che nasces- sero e allora si è sicuri di produrre il necessario numero di piantine. Sono perciò convinto che se i coltivatori seguiranno i consigli e le diret- tive dei tecnici, il risultato non potrà mancare e servirà da solo a fare la migliore propaganda necessaria per persuadere il nostro agricoltore a mettersi sulla via di fare dell'agricoltura sul serio per la quale bisogna scegliere quelle piante che si prestano bene al clima ed al terreno del paese. I risultati ottenuti nel 1921, eccezionalmente siccitoso, danno pieno af- fidamento a sperare che l'agricoltore più misoneista dovrà, in tempo non lontano, persuadersi che il tabacco orientale, per sigarette, è la pianta dalla quale egli potrà con certezza attendere un reddito che ricompensi equamente le sue fatiche e serva a valorizzare terreni oggi quasi abbandonati, perchè nes- suna altra coltura si presta al loro sfruttamento. Anche dal punto di vista della rotazione noi abbiamo nel tabacco la pianta ideale perchè questa, essendo pianta sarchiata ed abbastanza esigente, deve venir ben concimata e durante la vegetazione zappata due volte almeno. Dunque il terreno, lasciato da questa coltura in buone condizioni chimiche ed in ottime condizioni fisiche, sarà pronto per la semina del frumento che con corrispondente concimazione fosfatica ed eventualmente azotata renderà un prodotto di gran lunga superiore all'usuale di 7-8 q.l all'ettaro. Perchè il lettore sia informato quanto costa e quanto può rendere la col- tura del tabacco orientale in questa regione, espongo i seguenti dati, riflettenti una coltivazione di 16.533 piante su una superficie di m2 1800 (una giornata d'aratro circa ) fatta dal sottoscritto in comune di Pola nel fondo dell'Istituto di prestiti e beneficenza « Pietas Julia ». Devo premettere che i dati delle spese sono piuttosto alti ed è cosa del resto naturale , trattandosi di una coltura del tutto sconosciuta alla nostra mano d'opera. Anche questo fatto parla a tutto favore del tabacco perchè col perfezionarsi della maestranza agraria diminuiranno le spese e di conseguenza aumenterà il reddito netto. SPESE. preparazione e cura al semenzaio .... I. aratura in dicembre (cm. 30 circa) II. „ fine febbraio (cm. 20) .... concimazione : 90 kg. perf. min. 27 kg. solf. potas.. erpicatura e ragguaglio terreno prima del trapianto trapianto . L. 150. — . 5> 50 — . » 50.— . >5 80.— . 11 60.— . » 250.— A riportarsi L. 640. — 4 Riporto L. 640.— . >> 115.- • >> 720. — alore ìì 80.— telai . » 250. — • '? 48.60 • » 100. — 50 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI I. zappatura e II. zappatura raccolta, infilzamento della foglia, spago ed aghi . quota annua d' ammortamento per 65 telai calcolando il valore di questi con 650 L. e la durata di 8 anni spese per ultimare 1' essicazione della foglia, trasporto dei telai mattina e sera nei locali e dai locali di cura Interesse del 6o[o sul valore del terreno di L. 4500 l'Ett. Spese d'amministrzione Totale L. 1953.60 Di fronte a questa spesa sta il prodotto di kg. 440 di foglia secca, pesata dall'organo del monopolio, che al prezzo di 750 L. il q.le rappresenta una rendita lorda di L. 3300. Da ciò deriva che questa coltura di tabacco rende come utile netto L. 1 346 su m2 1800 di terreno, pari a L. 7400 per ettaro. Lascio giudicare al lettore quale altra coltura agraria nella nostra provincia può assicurare un reddito paragonabile a quello del tabacco e quale convenienza possono trarre da questa coltura i nostri agricoltori che hanno veduto, causa la siccità, ridotti di molto i loro raccolti e che come quest'anno non hanno ven- duto il vino né sanno quando e come potranno smerciarlo. La coltivazione del tabacco in Calabria. — Giovanni Solimene. Dal " Giornale della Sera,, Napoli, Anno VI, N. 53, 6-7 marzo 1922. Mancano, fa rilevare l'A. , congrui dati di esperimenti regionali di coltiva- zione del tabacco per istabilire utili confronti dimostrativi e per autorizzare ad ammettere od escludere, in via definitiva, se convenga o meno adottare in Calabria la cultura del tabacco su larga scala; se tale cultura possa utilmente sostituirsi ad altre che si praticano «ab immemorabile» specie quelle cereali- che, a quali condizioni sia utile ciò fare e quali debbano essere i provvedimenti da adottare in ordine agli esperimenti, alla coltivazione e simili. «Debbo perciò, continua l'autore, servirmi, allo stato attuale delle cose, di altri elementi e di altri argomenti, tra similari e induttivi, che abbiano suf- ficiente valore di persuasione. La prima dimanda che io mi faccio è questa : il territorio della regione calabrese si presta all'utile impianto della coltura tabagica? In generale la scienza agraria, come già si è detto, assicura che, nel mez- zogiorno in genere, isole comprese, è possibile la coltivazione di determinate varietà tabagiche, senz'aggiungere che, secondo l'opinione dei tecnici, ribadita di recente dal Maggi su le orme dell' Angeloni, il tabacco in massima può utilmente collocarsi in molte regioni d'Italia, nella cui totalità, si può dire, trova tutti i caratteri della terra di cui origina. Non solo, ma da una recente intervista del collega Pinzanti del «Giornale d'Italia » col direttore della Cattedra ambulante di agricoltura di Monteleone e con l'ing. Bisogni, direttore del consorzio agrario, aventi scienza e pratica di coltivatori, risulta che gran parte di terra nostra si presta ottimamente alla coltivazione dei tabacchi più fini. BOLLETTINO TECNICO 51 Del resto anche il profano, sulle orme della scienza, deriva il proprio con- vincimento affermativo dalle condizioni telluriche, climatiche, metereologiche delle regione. Dalla tuttora inedita monografia del giovane amico dott. Franco Ottaviano Palermo su « Le risorse economiche e l'avvenire della regione calabrese » trag- go non poche osservazioni utili alla bisogna. Dall'alta montagna alla collina e alla bassa collina, dalla vallata alla pia- nura e alla bassa pianura, la regione calabrese si può dire unica nel presentare quelle gradazioni geologiche e quella varietà di suolo in cui è dato appunto di «fissare» le località più adatte alla coltivazione del tabacco in genere e di certi tipi in ispecie. Si deve infatti all'anzicennata conformazione geologica se le zone di col- tura in Calabria risultano le più complesse e le più varie: da quella dell'a- grume, che si eleva sino a 250 metri, quasi tutta adiacente alla costa, si sale alla zona dell'olivo e della vite, dai 200 agli 800 metri, e da questa si sale an- cora alla zona del castagno (800-1200) metri e alla zona dell'alta montagna ossia del faggio del pino e dell'abete. Lo stesso agro silano, nelle sue relativa- mente basse quote, che Vincenzo Padula chiamò «vasto mare di campi ove l'erba si incalza come un flutto agitato », potrebbe forse bastare al tutto il fa-bi- sogno culturale del tabacco. Lo stesso clima concorre, con le sue caratteristiche, a favorire le coltiva- zioni che ci occupa. La configurazione generale e particolare della regione, bagnata da tre lati dal mare, coronata quasi da montagne che si elevano a considerevole altezza, anche in vicinanze della costa, e frequentata da terreni collinosi, da valli e pianure quasi serrate dalle alture , influisce non poco sulle nostre condizioni climatiche, ne' cui riguardi si osservano i più varii contrasti atmosferici che, a giudizio dei competenti potrebbero essere utilmente sfruttati per l'introduzione non solo della cultura che ci occupa, ma di molte altre: da quelle dei luoghi più caldi a quelle dei climi rigidi. Difatti mentre nella vallata del Crati si ha una vegeta/ione quasi tropicale, tanto è vero che vi si trova la liquorizia allo stato di vegetazione spontanea; mentre lungo la marina di Reggio fruttificano i palmizi e vegetano le agave, le opunzie, lo zafferano e la canna da zucchero, si osservano dall'altro canto, nella regione alpina vere e proprie vegetazioni e culture montane. Le stesse precipitazioni atmosferiche, che variano sensibilmente da una contrada all'altra; e l'igrografia della regione e le correnti dei jventi contribui- scono a formare quelle caratteristiche di clima per cui la Calabria , dove più dove meno, si presta a qualsiasi specie di cultura, potendosi ottenere ivi tutte le gradazioni della flora: realtà che non isfuggì, in tempi oscuri, né pure al l'osservazione del conte Olivares vice Re di Napoli, il quale soleva appunto, appellare le Calabrie le Indie del reame. Del resto, pur volendo fare astrazione da questa particolarità, egli è in_ dubitato che la Calabria offre tutti i vantaggi del clima mediterraneo: lunghe primavere e lunghi autunni, scarsa nebulosità e grande luminosità di cielo e,- perciò massimo sviluppo d'una speciale vegetazione arborea, da sostituire quas da per tutto alla cerealicultura, sì come insiste Giustino Fortunato. Risulta, inoltre, sfatato il pregiudizio per cui la coltivazione del tabacco non sia compatibile con le altre, specie poi con quella del grano. L'Aliprandi ammonisce all'uopo che il grano ed il tabacco non proccdcno parallelamente, 62 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI ma in acconcia successione, e perciò è facile arguire quale e quanto favore possa ritrarre la produzione granaria in una rotazione con una cultura di rin- novo, di primaria importanza, qual'è quella del tabacco. Da ciò segue che una tale cultura, lungi dall'ostacolare e danneggiare il desideroso incremento della produzione granaria, può invece favorirlo. Lo stesso Marro, nel suo volume su le piante erbacee, avverte che, dopo quella del tabacco, messo appunto in ro- tazione, può dirsi che riesca bene qualunque altra coltivazione perchè 1' una lascia all'altra il terreno netto fertile e in eccellenti condizioni fisiche. Insegna infatti il Bordiga che il tabacco lascia una ricca caloria al terreno per cui esso giova sotto duplice aspetto agli agricoltori, ciò che ribadisce lo Scavone. La parentesi che è stata necessaria per ribattere l'ostinatezza chovinistica dei nostri sapientoni di campagna che eleva tuttora al cielo i vantaggi della tanto problematica coltivazione granaria in Calabria, sì da dare l'ostracismo a qualunque altra, in teoria e nella pratica, compatibilissima con la medesima. Del resto è ormai dimostrato che bisogna cambiare rotta per certe culture. Gli studiosi di scienze agrarie, fra cui l'amico Azimonti, insistono d'avvantaggio in recentissime pubblicazioni , sulla necessità economico-agraria di dare largo incremento, nel mezzogiorno in genere e nella Calabria in ispecie, all'arbori- coltura, all'orticoltura, alla praticoltura ecc. sostituendole, appunto, per una ri- numerativa produzione alla cerealicultura che secondo la vivace constatazione di Giustino Fortunato, è stata ed è la più caparbia delle nostre fissazioni. Sta di fatto, che là dove l'agricoltura è più progredita ed accoglie in pratica i suggerimenti e i trovati della scienza, si trova specializzata la tale o la tale altra coltura. Non solo, ma si assiste a dei veri miracoli nel campo della produzione agricola vuoi dal lato quantitativo vuoi dal lato qualitativo. Sono cose codeste di palmare evidenza, ma tuttora ostiche ai consueti orecchi delle nostre popo- lazioni. Né tutto. Nelle regioni più progredite d'Italia si assiste da tempo a un fatto si può dire sconosciuto nel mezzogiorno: l'associazione dell'industria al- l'agricoltura, ossia una vera trasformazione di questa; ciò, che, per il divenire agricolo del sud, costituisce ormai la chiave di volta della situazione, il mezzo cioè più adatto alla soluzione della critica stasi terriera che preme da tempo. In una serie di studi su «Il nuovo regime doganale e la produzione agricola del mezzogiorno» pubblicati nei periodici regionali e nei grandi quotidiani, ho voluto insistere, di proposito sul concetto che l'agricoltura oggi più che mai' dev'essere stimolata, favorita, protetta, avviata, avanti tutto e sopra tutto alla sua fortuna novella: la redenzione del paese dalla terribile crisi di trapasso che sempre più lo avvinghia e ancora più lo deprime. Sarà questione forse di un parziale spostamento di sede degli intessi in- dustriali verso sud e di correlativa sfera di azione degli stessi sul terreno del- l'agricoltura; sarà questione d'intesa tra gli industriali ed agricoltori, ma è certo che bisogna polarizzare verso la terra le attività nazionali del lavoro perchè finalmente confluiscano nell'alveo dell'industrialismo agricolo meridionale che dovrà salvare il paese. Il problema della terra, in altri termini, nasconde anche esso una que- stione industriale. n Ed è su questa industrializzazione agricola che bisogna fissare gli occhi per non più ntrarseli. Ciò che seguiterà ad essere vana attesa se industria e fi- BOLLETTINO TECNICO 53 nanza non si metteranno a servizio dell'agricoltura che , anzi più che altrove, nel mezzogiorno. La coltura del tabacco è appunto una di quelle che conclamano sì fatti aiuti. » La coltivazione del tabacco in Alessandria. — Don. I. Zannoni. Dalla « Gaietta Agraria Commerciale e Industriale » Anno VI, N. 5, Alessandria, 15 Marzo 1922. L'annata agraria 1921 ha segnato una sicura tappa nella estensione della coltivazione nella provincia di Alessandria. I risultati economici ottenutisi da tale coltura sono tali da incoraggiare gli agricoltori ad estenderla, potendosi in tal modo, da una parte raggiungere una notevole intensificazione culturale, e dall'altra provvedere ad una maggiore occupazione di mano d'opera. Nella corrente annata vi sono altri agricoltori che si son decisi a mettersi nella poco numerosa, ma encomiabile, schiera di quelli che per primi hanno voluto sperimentare la possibilità della produzione del tabacco, i cui esiti fa- vorevoli sono oramai fuori discussione. Conferenza sulla colrivazione del Tabacco in Italia. — Dal " Bollettino dell'Associazione Italiana prò Piante Medicinali, Aromatiche ed altre utili ,,. Milano, Anno V, N. 3, Marzo 1922. Il Prof. Ugo Brizi , vice Presidente dell' Associazione Italiana prò piante medicinali, aromatiche ed altre utili, tenne il 19 marzo 1922 a Milano una conferenza sulla Coltivazione del Tabacco in Italia. Il prof. Brizi esordì colla storia delle origini e della diffusione del tabacco nel mondo e specie in Italia, dei suoi metodi di coltura e di tutte le varie fasi e le pratiche per una buona e razionale coltivazione. A questa lucida e chiara esposizione, accompagnata da numerose bellissime proiezioni, l'oratore fece seguire la dimostrazione, mediante statistiche e tabelle, di quanto il nostro Paese debba pagare ancora all'estero per sopperire alle proprie esigenze di ta- bacco e come l'Italia potrebbe bastare a se stessa, se pure non volesse avviarne addirittura una esportazione che riuscirebbe assai redditizia. Certo — aggiunse il conferenziere — occorre una buona propaganda per vincere la diffidenza degli agricoltori, dimostrando come sieno infondati i pregiudizi che intralciano questa coltura. Alla ricerca di colture sarchiata. — T. Poggi. Da "Il Coltivatore,, Anno 68°, n° 9, Casale Monferrato, 30 Marzo 1922. In questo articolo l'illustre autore, pur dichiarandosi più barbabietolaio che tabaccaio, riconosce che è giusto che anche il tabacco vada prendendo, in Italia, sempre maggiore importanza. Fra le cinque coltivazioni sarchiate: bar- babietola, granturco, canapa, fave e tabacco - eh' Egli elenca nel suo articolo, B4 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI riconosce che il posto d'onore che spettava fino a ieri alla barbabietola, tocca adesso al tabacco, il quale può dare i redditi più elevati per ettaro. Mette in guardia però gli agricoltori contro il solito pericolo: di esagerare allargando troppo e in un sol tratto la coltivazione. Consiglia prudenza trat- tandosi di coltura molto esigente e il di cui prodotto, quantitativamente par- lando, almeno per la parte che può con sicurezza essere acquistata dallo Stato, è in diretto rapporto coi fabbisogni e con le intenzioni dell' Amministrazione dei tabacchi. Il tabacco nella Impresa Agricola del Duca degli Abruzzi in Somalia. Dalle varie relazioni lette nella stampa agraria e politica abbiamo rilevato come, nel programma colturale della suddetta Impresa, anche il tabacco tro- verà posto nell'avvicendamento delle colture, occupando insieme al cotone un terzo della superficie di ogni podere. Tutto il prodotto del cotone (seme e fi- bra) e del tabacco andrà all' Impresa , mentre il colono somalo riceverà un compenso in denaro proporzionale al prodotto consegnato, e ciò specialmente per stimolare la sua efficienza al lavoro ed aumentare la diligenza per la col- tura e per una regolare raccolta del prodotto. Nella corrente campagna si sperimenteranno diverse varietà di tabacco con i semi forniti da questo Istituto. Variazione brusca in " Nicotiana sylvestris „ Spegazzini. — Roberto Savelli. Estratto da «Annali di Botanica» del Prof. R. Pirotta. — Voi. XV, fase. 40 Roma 1922. Di questo interessante studio del Prof. Savelli riportiamo le conclusioni dell'A. « In Nicoziana sylvestris è bruscamente comparsa una forma nuova, carat- terizzata dal gineceo costituito di più verticilli carpellari consecutivi, con ovuli, in parte carpellodici, inseriti sulla parte superiore dei carpelli. La sterilità del gineceo rende impossibile l'isolamento di mutandi in razza pura, ma la razza ereditaria permane fonte continua di semimutandi e di mutazioni in massa: è un'altro esempio da aggiungersi ai parecchi già noti e che si son venuti segna- lando via via con semre maggior frequenza, a sempre maggior conferma delle scoperte di Hugo De Vries. » L'assicurazione obbligatoria del tabacco contro la grandine. — (« // Giornale d'Italia Agrìcolo,, Roma, Anno V, N° 1, 1 Gennaio 1922 — " Bol- lettino dell' Associazione Agraria Cooperativa dell'Alto Veronese,, Verona, An- no XI, N° 1 , 1 Gennaio 1922 — "L'Italia Vinicola ed (agraria,, Casalmonfer- rato, Anno XII, N° 1, 1 Gennaio 1922; N° 3, 15 Gennaio 1922 — «// Contadino della Marca Trevisana,, Treviso, Anno IV, N° 4, 22 Gennaio 1922 — «L'Agri- coltore Ferrarese,, Ferrara, Anno XXVII, N° 3, 15 Febbraio 1922 — «Il Ta- bacco,, Roma, Anno XXVI, N° 302, 15 Marzo 1922.) BOLLETTINO TECNICO 55 Dell'assicurazione obbligatoria del tabacco contro la grandine si è interes- sato l'On. Giovanni Persico, il quale ha recentemente presentato alla Camera dei Deputati un progetto di legge diretto a salvaguardare i produttori dai gravi danni delle grandinate, la cui frequenza ostacola il diffondersi della coltivazione di tale pianta. A porre rimedio alla distruzione della fattiva opera di molti coltivatori, e quindi alla improduttività del lavoro e delle spese, scartando l'idea di af- fidarsi alle società private che sarebbero costrette richiedere altissimi premi, l'On. Persico propone l'assicurazione obbligatoria di Stato. Tutti i coltivatori dovrebbero essere obbligatoriamente assicurati, in modo che il rischio, ripartito su ogni regione d'Italia, si normalizzi, potendo far scendere di conseguenza ad un equo livello il premio di assicurazione. Lo Stato dovrebbe essere l'unico assicuratore, e per esso l'Istituto Nazionale delle Assicurazioni che ha gli or- gani tecnici adatti allo scopo. Lo Stato è l'unico compratore del prodotto, e quindi può riscuotere automaticamente il premio di assicurazione mediante ritenuta all'atto del pagamento del prezzo ai coltivatori. La proposta dell' On. Persico ha trovato consenzienti tanto l'Associazione Agraria Cooperativa dell'Alto Veronese, quanto quella del basso Veronese; ed entrambi hanno approvato un ordine del giorno col quale hanno fatto voti che i Ministeri di Agricoltura e delle Finanze vogliano studiare l'assicurazione statale del tabacco , che potrà essere resa facile e conveniente dalla organiz- zazione tecnica esistente per la coltivazione. Il Ministro delle Finanze ha risposto assicurando che l'Amministrazione dei Monopoli si è già occupata della questione e che stava studiando la pos- sibilità di concretare norme legislative in proposito. L'On. Marescalchi vorrebbe che completate le ricerche statistiche dell'entità dei danni causati dalla grandine e l'efficienza dell'assicurazione da parte delle imprese private, si avviassero anche gli studi per attuare in Italia l'assicura- zione obbligatoria contro la grandine, o nella forma in uso in Baviera, con gli opportuni adattamenti all'indole del nostro paese, estendendo quindi l'assicura- zione obbligatoria a tutte le colture. Ad un'analoga interrogazione fatta dall'Onorevole suddetto al Ministero dell'Industria e Commercio è stato risposto che le richieste indagini saranno continuate e ben condotte per rendersi conto delle necessità dell'oggi, ripromet- tendosi di completare l'esame puramente statistico della questione e trovare così, nel più breve tempo possibile, una soluzione che tenga conto dei legit- timi interessi degli agricoltori, dell'industria assicurativa e della Nazione. L'On. Marescalchi dichiarandosi naturalmente favorevole e lieto della sopra citata proposta dell'Ori. Persico, apprezzandola, vorrebbe che si andasse anche all'assicurazione della grandine per la vite. « // Tabacco,, riportando il testo e la relazione del progetto di legge del- l'On. Persico, ricorda che nella Valle del Brenta le ottime condizioni termo- igrometriche trovano serio contrasto con la frequenza e violenza con cui in quella regione cade la grandine, la quale spesso annienta ubertose coltivazioni d'intere contrade. La cura del tabacco in rottura è una necessità di utilizzazione delle foglie sfranciate, spezzate e ridotte in brandelli. Alle avverse condizioni di tali regioni si controppone in tutte le altre d'Italia una rara caduta di grandine, che pur rende perplessi coloro che vorrebbero dedicarsi alla coltivazione del tabacco, 56 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI perchè le private compagnie per coprirsi del rischio ripartito su di uno stretto numero di assicurati, richiedono premi elevati, ritenuti proibitivi. Riconosciuta quindi la perfetta coincidenza d' interessi tra i privati coltivatori e lo Stato, al quale per ovvie ragioni economiche e finanziarie importa che la coltivazione del tabacco vada sempre più diffondendosi ed affermandosi, nulla di più logico ne risulta che lo Stato stesso — come propone l'On. Persico - assuma esso di- rettamente l'assicurazione delle coltivazioni di tabacco contro la grandine, tanto più che esso solo può offrire agli assicurati le condizioni più favorevoli. A tali numerosi consentimenti sull'assicurazione obbligatoria di Stato, si oppone il Dott. Claudio Marani ne « // Contadino della Marca Trevisana ». Prendendo occasione della proposta dell'On. Persico, richiamandosi alla mente una delle più dibattute questioni di economia agraria: la stati\\a\ione delle as- sicurazioni, si dichiara irriducibile avversario di ogni e qualsiasi forma di eser- cizio economico da parte dello Stato e degli Enti pubblici, lanciando le più aspre critiche allo Stato amministratore — sen\a però accennare alla fiorente Amministrazione dei Monopoli Industriali — augurandosi che la proposta del- l'On. Persico — che dichiara con difetti e lacune insanabili — non venga presa in considerazione. Invoca infine l'intervento dello Stato, non per assumere esso il servizio delle assicurazioni , ma intervenendo a favorire la diffusione ed il miglioramento delle assicurazioni grandine, creando ad esse più facili condi- zioni di sviluppo, favorendo la raccolta di dati statistici sulla caduta della gran- dine, istituendo uffici di controllo per le società, e disciplinando con sapienti norme giuridiche il contratto di assicurazione. .articoli -vjl^òx.- E' con vivo compiacimento che noi stiamo da qualche tempo costatando come della propaganda per l'incremento e la diffusione della tabacchicoltura si occupino con opportuno e lodevole interessamento le benemerite Cattedre Ambulanti di Agricoltura e la Stampa agraria in genere. Si sta iniziando finalmente una nuova èra per la redditizia coltura del tabacco, alla quale invero risultano favorevoli le contingenti condizioni dell'e- conomia agraria nazionale e gli opportuni incoraggiamenti che con lungimi- rante ed oculata provvidenza ha stabiliti 1' Amministrazione dei Monopoli In- dustriali. L'anima eletta del sommo nostro maestro — Leonardo Angeloni —gioirà certamente vedendo formarsi in Italia quella " coscienza tabacchistica „ che egli preconizzò da parecchio tempo, e che contribuirà efficacemente ad apportare quella desiderata maggiore e migliore produzione di tabacco , che acquisterà un valore sempre più predominante nella economia del nostro paese, esimen- dolo al disborso di notevole valuta estera o aurea per il necessario approvvi- gionamento di materia prima occorrente alle fabbricazioni nazionali, e avvian- dolo verso una provvida esportazione che renderà possibile 1' entrata di oro nell'interno. Non ci è consentito dai carattere di questo ''"Bollettino Tecnico,, ripor- tare i vari scritti che abbiamo avuto occasione di teggere nella stampa agraria, né tutti accennarli, perchè i più si limitano a quella propaganda, chiamiamola così spicciola, delle comuni norme elementari di coltura , e perchè saremmo costretti a ripetere spesso le medesime cose, già note ai nostri lettori. BOLLETTINO TECNICO 57 Gli scritti che rivestono un carattere generale e quelli di maggiore im- portanza sono stati precedentemente riportati integralmente o in sunto. In questo bre^e riepilogo ricordiamo che L'AGRICOLTURA MANTO- VANA in questo ultimo trimestre si è occupata degF incoraggiamenti statali alla coltivatone del tabacco, degl'incitamenti a tale coltivazione, dei sementai e della semina del tabacco. Neil' AGRICOLTURA PICENA il direttore Prof. Ruzzini ha esplicato un' attiva propaganda per la coltivazione del tabacco, riuscendo a costituire con i'aiuto del Consorzio Agrario locale una Concessione Speciale, e si è diffuso in vari articoli a far rilevare la possibilità e la con- venienza di tale coltura, tracciandone le norme fondamentali. Neil' AGRICOLTURA FERRARESE il Prof. C. Neppi ha scritto due assennati articoli su // Tabacco e // Tabacco Kentucky. Nella RIVISTA DI AGRICOLTURA di Parma il Dott. S. Scelsi ha iniziata una rubrica su 11 Tabacco e le sue cure colturali. Dalla SENTINELLA AGRICOLA di Cre- mona rileviamo uno scritto sulla convenienza di coltivare tabacco con dati economici molto incoraggianti , e apprendiamo che il 4 Marzo a Cremona, promossa dalla Cattedra Ambulante di Agricoltura, fu tenuta una conferenza illustrata con proiezioni luminose, sulla coltivazione del tabacco. Nella RIVISTA AGRICOLA POLESANA di Rovigo vi sono vari articoli del Dott. P. Bragato sulla cura del tabacco Kentucky. Nel BOLLETTINO di Trento troviamo una noticina sulla cura dei semenzai ; nel BOLLETTINO AGRICOLO di Gorizia e nelP ISTRIA AGRICOLA di Parenzo due articoli, di cui il primo dedicato per chi si accinge a coltivare tabacco, e l'altro sulla convenienza di tale coltura. Di un esperimento di concimazione di tabacco scrive il Dott. A. Di Lauro su IL BOLLETTINO AGRICOLO di Lecce; un conto colturale di una coltivazione di tabacco levantino è riportato ne L'A- GRICOLTURA ABRUZZESE di Chieti. Nel CORRIERE DEL VILLAGGIO di Milano il Dott. Ottavio Marchese si occupa di una coltivazione redditizia non abbastanza considerata; e nell'A- GRICOLTURA SARDA di Cagliari la Redazione scrive degli esperimenti di coltivazioni di tabacco in concorso con lo Stato. E. P. ST-A.iyEF^. ESTEBA.- Ua coltivazione del tabacco nel Belgio. — Bricout D. im Journal de la Société Nationale des Agriculteurs de Belgique; a. 3., n. 34, p. 295-296. Bru- xelles, 20 ag 1921. Dal « Bollettino di Informazioni Agrarie dell'Istituto Inter- nazionale di Agricoltura », n. 12, 1921. I tabacchi coltivati nel Belgio includono un gran numero di varietà. Tale coltivazione è strettamente famigliare. In alcune parti del paese ( Appelterre, ed in generale nella Fiandra) essa data da un paio di secoli. Il tabacco d'Ap- pelterre è famoso per la sua dolcezza, il suo aroma, la sua grande combusti- bilità. Ma il suo rendimento è scarso: produzione ottima è 1 chilogramma di foglie secche per 20 piante; produzione media 1 kg. per 25 piante; produzione mediocre 1 kg. per 30 piante. Per tal motivo durante la guerra sono stati 58 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI introdotti dalla Fiandra occidentale tabacchi grossolani e di grande rendimento, che hanno un po' imbastardito le buone varietà antiche L' A. richiama l'at- tenzione sul pericolo di questo imbastardimento e sulla necessità di ricostruire il buon tipo d'anteguerra, il che, d' altra parte, già è stato fatto da parecchi coltivatori. Note intorno ai tabacchi della Virginia e turchi: produzione, approvvi- gionamento e richiesta con particolare riguardo alla Rodesia e ad altre Provincie del Sud Africa. — I. Taylor H. W. The Tobacco Industry, Tobacco Growing Countries etc, The South Af rie an Journal of Industries, v IV, n. 5, pp. 465-472. Pretoria, 1 giug. 1921.— II. Idem. Seed Selection in Tobacco Culture, Ibidem, v. IV, n. 6, pp. 563-574» 3 tav- lug- '92<- In> Idem- Tne Cul_ ture of Virginian Tobacco, Ibidem, v. IV, n. 7, pp. 650-662, 5 tav. ag. 1921. IV. Idem. The Curing of Tobacco, Ibidem, v. IV, n. 8, pp. 727732, sett. 1921. V. Idem, The Culture of Turkish Tobacco, Ibidem, v. IV, n. 9, pp 749 - 799, ott. 1921 e Bulletin n. 373, rDepartment of Agriculture Salisbury Rhodesia, io, pp. 7, fig. Salisbury, die. 1921. VI. Hemmeri.é J, La culture du tabac en Rhodesie, ^evue Agricole de V Ile de la Réunion, fase. 2, n. 5, pp. 172-177, Saint Denis, mag. 1921. Dal " Bollettino di Informazioni Agrarie dell' Istituto Internationale di Agricoltura ,, n. 1, 1922. L'articolo alla testa di questa serie passa in rassegna generale le aree col- tivate a tabacco in tutto il mondo, ma, tranne i dati relativi alla produzione ed al consumo negli Stati Uniti, la descrizione particolareggiata delle aree adatte alla tabacchicoltura e dei tipi e qualità di tabacchi prodotti è limitata alle Provincie del Sud Africa. Gli articoli successivi si riferiscono interamente a quest'ultimo paese, e trattano di ogni operazione della tabacchicoltura, dalla preparazione del semenzaio alla vendita del tabacco curato. I. — Sud Africa. Area di distribuzione. — La quantità totale di tabacco commerciale prodotto in Africa probabilmente non supera attualmente i 32 milioni di chilogrammi. Nell'Unione del Sud Africa la produzione del 1919 fu di 6,433,000 kg. e nella Rodesia di 666,66g kg. contro 363,648 kg. nel 1918. I tipi di tabacco prodotti possono essere divisi in 4 classi: Viginia (curato colle stufe) nella Rodesia, Turco nelle provincie Occidentali, da pipa nel Transval (Magai iesburg) e tabacco da sigari nel Natal, Date le variabili caratteristiche di ogni tipo di tabacco in ogni paese, il tabacco del Sud-Africa non dovrebbe essere comparato con quello coltivato altrove in base alla qualità, che è termine variabile. L'A. perciò dà qui le principali caratteristiche dei vari tipi prodotti nel Sud Africa. Nel sunto seguente non si espongono i metodi generali di coltivazione ecc. trattandosi di cose generalmente note, ma si riferiscono soltanto alcune particolarità degne di nota. I, III. — Tabacco Virginia. — Siccome questo varia molto nelle sue carat- teristiche naturali, si considera separatamente la foglia di ogni paese di pro- duzione. Da 60 a 75 cm. di pioggia bastano agli scopi culturali, purché siano ben distribuite. Nella Rodesia la pioggia è abbondante e la distribuzione durante BOLLETTINO TECNICO 59 1' anno abbastanza uniforme, il che la rende eminentemente adatta alla colti- vazione del tabacco. 'Varietà — Il tabacco Virginia della Rodesia è praticamente tutto curato colle stufe e varia di colore dal giallo limone al mogano ed al bruno scuro. Soltanto la coltivazione delle varietà Hester, Goldfìnder e South's ha una certa importanza. Quest'ultima ebbe origine nella Rodesia ed è particolarmente adatta alle condizioni ambienti. Le varietà consigliate per la coltivazione nel- l'Unione sono: da foglia pesante o scura: Improved Clarksville, Boid, Genuine Pryor, Tennessee Red, Joiner; tutte da coltivare in terre pesanti e ben ferti- lizzate; da foglia mezzo chiara o rosso chiaro: Joiner, Yellow Pryor, Sterling, Hester, Bullion, Blue Pryor, White Burley; tutte da coltivare in terre di me- dio impasto con moderate letamazioni o concimazioni chimiche. Per la pro- duzione di foglia chiara: le stesse varietà da foglia semichiara, da coltivare in terre sabbio-argillose od umose nere con leggère letamazioni o concimazioni chimiche. II e III. — Sementai e scelta delle sementi. — Quanto riguarda i semenzai e la scelta delle sementi (II) conviene ugualmente a tutti i tipi di tabacco. L'esposizione ad est o a nord-est è la migliore; sono consigliabili i frangiventi. Nella Stazione sperimentale per il tabacco ed il cotone di Piet Retief, si ot- tenne un riparo molto efficace mediante stocchi di granturco tenuti in posto da una doppia fila di filo di ferro. Un errore frequente è la semina troppo fitta. Usando della semente pulita e cernita 50 gr. bastano per seminare 177 m* di semenzaio. (30 gr. contengono circa 3,200,000 semi di tabacco). La tela da caseificio fornisce l'ombra migliore per i semenzai. Secondo Scherfeius ('Bulletin No. 139, Kentucky Agricultural Experi- ment Station) e Trabut (Bulletin No. 17, Service TBotanique, Gouvernement general de /' Algerie), soltanto le sementi pesanti e bene sviluppate danno buoni risultati. Il fatto che le sementi importate danno risultati non soddi- sfacenti e che il rendimento delle piante prodotte da sementa acclimatata è in- variabilmente maggiore e le foglie sono di miglior qualità per ogni rispetto è stato posto fuor di dubbio da esperienze eseguite dall'A. nel Transval e nella Rodesia. Il terreno più conveniente all'impianto del semenzaio è quello sabbio ar- gilloso, leggero, profondo. Le terre nere ricche di materia organica sono troppo pesanti, ma l'A. ha ottenuto ottimi risultati in terre siffatte corrette con sab- bia accuratamente mescolatavi: i semenzai erano pronti per il trapiantamento 60 giorni dopo la semina. Terreno e fertiìi\\anti. — Nel dare una particolareggiata descrizione del terreno conveniente alla tabacchicoltura, della sua preparazione prima della semina e della sua concimazione, si afferma che, in generale, la migliore qualità di tabacco si ottiene in terre nuove, ricche di humus, particolarmente nel caso delle terre sabbiose che, se coltivate ininterrottamente, sono incapaci di pro- durre foglia della migliore qualità, qualunque sia la quantità di fertilizzanti applicata, a quanto pare in causa dell'insufficienza di humus. Per quanto riguarda i fertilizzznti, secondo Juritz (Studi of the Agricul- tural Soils of the Cape Colony) parecchi terreni della Provincia del Capo sono deficienti in anidride fosforica; è stato asserito che analoghe condizioni si hanno nel Transvaal (Reinencke, 'Bulletin No. 81, Union of South Africa Deparment of oAgriculturé) e nella Rodesia (Buckshaw, ^RJìodesian Agri- 60 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI cultural Journal, v. Vili, n. 6). I risultati conseguiti nelle diverse stazioni sperimentali della Divisione per il tabacco ed il cotone del Dipartimento di Agricoltura dell'Unione del Sud-Africa, mostrano che la formula seguente conviene per la maggior parte delle regioni coltivatrici di tabacco dell'Unione: nitrato sodico 1 86 kg. ad ha., sangue secco 225 kg., solfato di potassio, 225 kg., perfosfato (al 37 °[0) 360 kg., mescolare bene e somministrare una volta ogni 4 anni. La proporzione consigliata come più conveniente è 2,5 % di anidride fosforica per ogni 1 °[0 di azoto e 1,25 °[0 di potassa. III. — Rotazioni. — La segale da sovesciare poco prima della comparsa delle spighe è consigliata come coltura atta a migliorare le terre da tabacco- Nelle terre sabbiose leggerissime le leguminose possono essere vantaggio- samente coltivate. Si ritiene che, per mantenere il terreno convenientemente fornito di humus, bisognerebbe praticare un sovescio una volta ogni 3 anni. IH. — Trapiantamento. — Va fatto in ottobre, novembre o dicembre, se ritardato maggiormente dà cattivi risultati. Il metodo da applicare dipende dalle condizioni locali e dove non occorre irrigazione il trapiantamento può esser fatto in piano o su porche. Parecchi coltivatori hanno tendenza a tra- piantare prima che i semenzai siano abbastanza grandi : essi debbono essere alti almeno 8 cm.: si ottengono risultati migliori lasciandoli in semenzaio sino a che abbiano raggiunto 10-12 cm. Se il tabacco deve essere curato colla stufa, si trapiantano contemporaneamente circa 4 o 5 ha. per ottenere ad ogni raccolto una quantità di foglie di grado di maturazione e di tessitura uniformi, sufficienti per riempire una stufa. Segue la descrizione delle cure culturali, della cimatura e della spollona- tura, della maturazione. Ili — aMetodi di raccolto. — La raccolta per piante intere è la più econo- mica per la curazione all'aria, al sole o col fuoco, ma per la curazione colla stufa si usa generalmente la raccolta delle foglie una ad una. Nel primo caso si è constatato che il metodo più economico consiste nel rompere il fusto a circa io cm. sopra terra, piegarlo leggermente in senso opposto all'operatore e reciderlo presso terra con un taglio obliquo. Le piante sono poi accavallate su un bastone che ne porta da 6 a io ed i bastoni sono collocati nella tettoia di essiccamento ecc. Per quanto riguarda 1' effetto dei metodi di raccolta sul peso delle foglie curate, Gardner (Rulletin No, 79, U. S. 'Department of Agriculture, Bureau of Plani Industry) ha posto fuori di dubbio che la perdita di sostanza secca è maggiore quando è raccolta la pianta intera, quindi il peso del prodotto curato è minore che quando il tabacco è raccolto foglia per foglia. Ili, VI. — Costo di produzione e profitto per unità di superficie. -- Na- turalmente questo varia a seconda delle condizioni della mano d'opera, ecc. L'A. constatò che il costo di coltivazione del tabacco nel Transvaal nell' an- nata 1916-1917 fu approssimativamente di 4 pence per libbra, cioè raggua- gliando la sterlina alla pari, di L. 0,93 a kg. con un prezzo medio di vendita di 6 pence per libbra, cioè L. 1,39 a kg. alla pari. Nella Rodesia il costo di produzione è di circa 9 pence per libbra (L. 2,09 a kg. alla pari) ed il prezzo attuale di vendita per un raccolto normale è di circa 1 scellino e 6 pence per libbra (L. 4, 17 a kg. alla pari). E' interessante confrontare questi numeri con quelli rispettivi per gli Stati Uniti; così il costo medio di produzione nel distretto dello Stato di Kentucky dove si coltiva il tabacco Burley è di 26 a BOLLETTINO TECNICO 61 30 cents per libbra ossia L. 2,97 a 3,43 a kg. alla pari (Western Tobaco Jo- urnal, v. XLVII, n. 24). Nel distretto dello stesso Stato dove si coltiva il ta- bacco scuro il costo di produzione fu in media di 16 cents per libbra L. 1,83 a kg. alla pari). Durante il 1919 il tabacco Burley fu venduto in media, a 55,8 cents per libbra ossia L. 6,38 a kg. alla pari {Western Tobacco Journal v. XLVII, n. 3), ed il tabacco scuro al prezzo medio di 24 cents per libbra, ossia L. 2,74 a kg. alla pari, talché i coltivatori di queste località conseguirono guadagni più alti che i coltivatori del Sud Africa. I, V. — Tabacco Turco. — Questo tabacco prodotto tanto nelle Provincie occidentali quanto nella Rodesia è di buon colore, tessitura, corpo, combusti- bilità; ma per sapore ed aroma è inferiore a quello del tabacco prodotto nel Levante. Tuttavia, se ben maturato e manipolato, esso troverebbe facile smercio all'estero per essere usato in miscuglio con altre qualità. Dato che il tabacco turco è curato al sole, è essenziale che non si abbia praticamente alcuna pioggia durante il periodo di curazione. E' preferibile che le pioggie cessino un mese dopo il trapiantamento. In generale le condi- zioni climatiche del Matabeleland sono più adatte a questo tabacco che quelle del Mashonaland, dove le pioggie sono troppo abbondanti. Nella Rodesia in complesso i risultati migliori sono stati ottenuti nelle terre rosse di medio impasto, derivate da rocce dioritiche o scistose. Si coltiva il tabacco anche nelle terre sabbio-argillose fertili, ottenendosi un prodotto di bel colore e di buona combustibilità. Varietà. — Si coltiva quasi esclusivamente la Cavalla, ma nelle provincie occidentali si coltivano qualche poco anche le Soluk, Samsun, Giubeck, Yacca. II, V. — Sementai, preparazione del terreno, ecc. Metodi analoghi a quelli in uso per il tabacco Virginia. Giacitura del terreno — Sono da consigliare le terre basse, giacche in esse il raccolto va meno suggetto all'oidio (Oidium tabaci). V. — Concimi. — Nella Rodesia questi non sono necessari nelle terre rosse di medio impasto; nelle terre sabbio-argillose si somministrano 20 t. ad ha., ovvero talvolta si applicano, prima del trapiantamento, 225 kg. ad ettaro di un miscuglio di concimi chimici della forinola 8 — 20 — io, cioè 8 parti in peso di azoto per 20 di fosforo e io di potassio. V. — Trapiantamento, coltivazione, ecc. — Come per il tabacco Virginia. V. — Cimatura, spollonatura. — Il tabacco turco non è cimato, per con- seguenza per solito non occorre neanche la spollonatura; se si formano dei polloni quando la pianta si approssima alla maturazione, occorre asportarli. V. — Trima sfogliatura. — Le piccole foglie alla base del fusto debbono essere asportate prima che compaia l'infiorescenza. V. — Raccolta e stenditura. — Si usa sempre il metodo per foglie isolate. V. — Appassimento. — Questo tipo di tabacco è lasciato nella stanza di appassimento sino a che le foglie sono diventate di un giallo-verde pallido. La mancanza di accurata sorveglianza durante tale operazione cagiona annual- mente gravi perdite ai coltivatori, specialmente nella Rodesia meridionale. L'A. dà la descrizione di una stanza di appassimento. Curazione. — Un diagramma mostra i vari metodi di curazione adottati ed i tipi di tabacco ai quali ciascuno di essi é applicato. I metodi descritti includono il trattamento: a) all'aria; b) al sole; e) al fuoco; d) colla stufa. Questi metodi non differiscono da quelli generalmente noti ed applicati nella 62 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI Rodesia. Le costruzioni usate per i due ultimi trattamenti sono descritte dal- I'Hemmerlè (VI). Qualunque sia il metodo di curazione, il tabacco può aumentare o dimi- nuire di valore a seconda delle manipolazioni successive. Il metodo consigliato dal Taylor è di condizionare le foglie, poi disporle in mucchi o pile alti circa m. 1,80; bisognerebbe sempre disporre di un locale di formazione dei mucchi provvisto di cantina di condizionatura. Le foglie che sono slate raccolte ma- ture, ma che presentano, curate, un colore verdognolo, possono aumentar molto di valore se trattate con tale metodo, giacché l'ammucchiamento fa sparire il colore verdognolo e migliora l'aroma del tabacco. Quando la foglia è in con- dizionatura adatta per V ammucchiamento o la formazione di balle, il tessuto della foglia e la metà inferiore della nervatura primaria dovrebbero essere morbidi, ma la metà superiore della nervatura primaria dovrebbe essere sol- tanto poco pieghevole. Spese della coltura del tabacco nelle regioni degl' Issers ( Africa del Nord). Dalla « Revue Agricole de V Afrique du Nord». Algeri, 1922. Da uno studio sulla coltivazione del tabacco nella regione dell'Issers com- pilato dal Prof. L. Ducellier e dal Sig. A. Rodde riportiamo la seguente parte riguardante le spese per la coltura del tabacco in tale località: « Le spese di coltura si ripartiscono così per una coltivazione compren- dente 23 a 28.000 piante ad ettaro, fatta a conduzione diretta, pagando le ope- raie da franchi 3,50 a 6 per giorno: Preparazione dei semenzai, semina e loro cura . . 50,00 fr. Due arature seguite da erpicatura Trapiantamento Rimpiazzamento delle piante mancanti. Due sarchiature a mano .... Cimatura Rimozione germogli , Raccolta delle foglie e trasporto al locale Infilzamento. Messa a stendaggio Sfilzatura, ammannocchiamento e imballaggio per consegna da farsi all'Amministrazione dei Tabacchi . . 65,00 » Trasporto di io a 12 quintali di tabacco al mercato d'Issers 20,00 » Diritto d'entrata al mercato amministrativo: . 2 fr. 50 per quintale di tabacco . . . . . 25,00 » 1 » 50 * veicolo 1,50 » Calo, 1 Kg. per quintale 30,00 » Manutenzione delle balle a 0,50 l'una .... 5,00 » Affìtto della terra 100,00 » 70,00 75,00 15,00 200,00 1 5.00 30,00 70,00 1 30,00 Totale 901,50 » Quando le coltivazioni sono costituite con piantine acquistate, le spese au- mentano notevolmente. Le piantine quest'anno sono state pagate da 6 a io franchi il mille, con una spesa da 150 a 200 franchi d'aggiungersi alla cifra Bollettino tecnico 63 sopra indicata. Non sono poi queste sole le spese che richiede la coltivazione del tabacco. Non è stato tenuto conto delle spese più sotto, di cui alcune gra- vano talvolta sull'insieme delle coltivazioni del podere, come: Riparazioni del materiale; Custodia e sorveglianza dei locali a tabacco; Manutenzione, imballaggi, corde, spaghi; Riparazioni degli essiccatoi; Imposte; che non si possono valutare a meno di 3 a 400 franchi per ettaro, se ci si aggiunge 1' ammortizzamento a prevedersi per il rinnovamento del materiale, degl'imballaggi, degli essiccatoi, ecc. Un conto tabacco — spese — in questa regione può arrivare attualmente, secondo l'estensione della coltivazione di un podere (in coltura diretta effet- tuata dal proprietario o dall'affittuario) da 1.200 a 1.500 franchi per ettaro. Locali per la cura del tabacco colla stufa e l'imballaggio del tabacco curato. — Jennings A. C. (Government Irrigation Engineer) in The Rhodesia Agricultural Journal, v. XVIII, n. 5, pp. 529-533, 3 piante. Salisbury, ott. 1921. Dal " Bollettino di Informazioni Agrarie dell'Istituto Internationale d'A- gricoltura ,, Anno XIII, n 2, febbraio 1922. Dato l'aumento dell'area coltivata a tabacco della Virginia ed il possibile bi- sogno di un maggior numero di locali per la cura del tabacco in istufa, l'A. de- scrive particolareggiatamente i tipi di tali locali e di quelli di imballaggio del tabacco curato che hanno incontrato maggior successo, omettendo le piante e le descrizioni previamente date nel Rhodesia T)epartmental Bulletin, n° 334, ot- tobre 1919. I disegni annessi sono stati preparati sotto la direzione del signor H. W. Taylor, «Government Tobacco Expert». I particolari dati si riferiscono a ubicazione, disposizione degli edifici, fondamenta, pareti, aperture, tetti, forni e stufe, ventilatori e filiere. E' anche descritta la cantina sotterranea di condizio- natura, da costruire al di sotto delle sale di imballaggio. Le piante rappresentano : 1) un gruppo di edifici per la cura colla stufa; 2) la sezione trasversale a metà dell'elevazione della parte posteriore di uno di tali edifici; 3) la sezione longitudinale centrale; 4) la sezione attraverso il forno; 5) la sezione e la pianta del locale di imballaggio. E' dato un elenco dei materiali necessari per la costruzione di un gruppo di 4 edifici di curazione (quantità, dimensioni o volume, ecc.), nonché per l'e- dificio di imballaggio. Valore fertilizzante dei cascami di tabacco. - Shutt F. T. (Chemiste du Dominion du Canada, Relazione del Ministro in Rapport des Fermes expé- rimentales du Dominion, Année fiscale expirant le 31 mars ig20, p. 54. Ot- tawa, 1921. Dal " Bollettino di Informazioni Agrarie dell'Istituto Internationale di Agricoltura „ Anno XIII, n. 2, febbraio 1922. 64 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI I cascami di lavorazione del tabacco, polvere, costole, ecc. hanno un valore insetticida e fertilizzante notevole quantunque variabile. La potassa e l'azoto sono i principali elementi fertilizzanti per cui tali cascami dovrebbero essere com- perati in base ad analisi indicante le percentuali di questi elementi. Le so- stanze più povere, per esempio la polvere di tabacco, contengono spesso delle grandi quantità di sabbia. Le analisi seguenti indicano le differenze nella com- posizione e per conseguenza la differenza nel valore di questi sottoprodotti. Perdita Residuo Ani- Acqua Ceneri incine- razione insolu- bile fosfori- ca Potassa Azoto Polvere di tabacco N. 1 . . 2,29% 76,30% 21,41% 70,57% 0,120/0 0,65% 0,590/0 Polvere di tabacco N. 2 . . 4/25 44,57 51,18 34,75 0,40 1,62 1,39 Polvere di tabacco N. 3 . 3,17 63,44 33.39 55,20 0,19 1,07 0,89 Fusti di tabacco da sigarette 7,87 18,53 73,60 0,55 0,63 4,49 1,04 Fusti di » » Burley 7,03 22,56 70,41 0,38 0,92 7,69 2,89 Fusti di » «Burley E. 7,45 22.57 69,98 0,43 0,52 7,60 1,47 Polveri di tabacco . . . . 1,97 15,11 78,40 — — ~ La produzione dei tabaccai nell'Asia Minore ellenica. ''Hermes,, Anno IV, N. 2, Napoli, Febbraio 1922. Dalla Rivista La produzione del tabacco nell'Asia Minore ellenica costituisce una ric- chezza considerevole destinata ad accrescersi certamente per l' applicazione dei nuovi metodi scientifici. I tabacchi ionici e specialmente quelli delle regioni montagnose sono rinomati per la loro qualità eccellente e profumata e sono molto ricercati dagli americani. La raccolta dei tabacchi 1920 fu considerevole, certamente minore sarà quella della coltura 1921 ; diminuzione dovuta larga- mente alle raccomandazioni della stampa ellenica e degli agronomi ai coltivatori cristiani e mussulmani. I vecchi stocks erano enormi ed il prezzo dei tabacchi molto basso. E se la coltivazione fosse continuata così estensiva, il nuovo rac- colto, aggiunto ai vecchi stocks, avrebbe costituito una massa impossibile ad esitarsi. I prezzi sarebbero ancora diminuiti con grande pregiudizio dei colti- vatori e della merce. Invece, con l'applicazione di un tale programma di re- strizione, la situazione si è nettamente mutata in favorevole. Il valore della merce è aumentato dal 20 al 30010 almeno, con tendenza al rialzo. I prezzi ondeggiano, ora, tra le 65 e le 150 piastre l'occa e cioè da 9,30 a 21,30 dracmi da quello di 7,20 a 17,20. La produzione del tabacco in Grecia. — Dal « bollettino di Notizie Com- merciali*. Roma, Anno XLVIII, N. 13, 30 Marzo 1922. Da una pubblicazione del sig. Kassiotis del Ministero greco dell'Agricoltura rileviamo i seguenti dati: La produzione del tabacco era prima della guerra da 23 a 25 milioni di kg. Durante la guerra 1' aumento della domanda del prodotto dall' estero e il BOLLETTINO TECNICO 65 conseguente considerevole aumento del prezzo (da 1-6 dracme (i) a 5-20 dracme, al kg.) portarono a una forte estensione della coltivazione del tabacco. Nel 191 7 in tutta la Grecia (eccettuati i distretti di Serres, Cavalla e Xanthi) se ne pro- dussero 30 milioni di kg. e 20 milioni circa nel 1918. Nel 1918, essendo di- minuita la domanda e il prezzo (il prezzo si ridusse a un massimo di io dracme al chilogramma e va oggi da 4 a 12 dracme il kg. per tabacchi allo stato greggio) si ebbe di nuovo restrizione della coltivazione, cosicché nel 1920 non si produssero che 20 milioni, e da 17 a 18 milioni nel 1921. In questi quan- titativi non è compresa, come si è detto, la produzione dei distretti di Serres, Cavalla e Xanthi in Macedonia, produzione che si può calcolare a 8 milioni circa di kg. di tabacco di buonissima qualità. Si ha quindi una produzione to- tale nel 1919-920 di 29.900 mila chilogrammi e nel 1920-21 di 25 mila kg. L'esportazione fu: nel 1919: 26.919.400 per un valore di 260.506.350 dracme nel 1920: 26.880.800 » » » » 230.839.800 » (1) Lire una alla pari. PUBBLICAZIONI RICEVUTE Dott. Beniamino Peyronel. - Una grave malattia del mandorlo prodotta dal a Fusicladium Amygdali a Bucomet. (Estratto dai « Nuovi Annali del Ministero per V Agricoltura » Roma, Anno I, Fase. Giugno 1921). Idem — Un ifomicete dai conidì mesoendonici « Menispora Microspora n. sp. ». (Dai « Rendiconti della R. Accademia Nazionale dei Lincei ». Classe di scienze fìsiche, matematiche e naturali. Estratto dal voi. XXX, serie 5.a, 2° sem. fase. 1. e 2. — Roma, luglio 1921. Prof. G. B. Traverso — Due interessanti micocecidii della Somalia. (Estratto dalla Rivista dì Scienze Naturali « Natura » Voi. XII. — Pavia. Prem. Tip. Successori Fratelli Fusi, 1921). Dott. Jone Comanducci Cortini. — « Tylomyces Gummiparus » N. SP. Prototipo di un nuovo genere di Ifomiceti. Caratteri morfologici. Caratteri Bio- logici e sistematica del fungo. — (Dai « Rendiconti della R. Accademia Nazionale dei Lincei » Classe di scienze fìsiche, matematiche e naturali. Estratto dal voi. XXX serie 5., 2. sem. fase. 1. e 2. — Roma, luglio 1921. — Estratto dal voi. XXX, serie 5., 2. sem. fase. 3. e 4. — Roma, ago- sto 1921. S ocietà Nazionale « Dante Alighieri ». — Atti della Società. — Relazione del Consiglio Centrale al XXVI Congresso. Roma, N. 51, 15 settembre 1921. — Il XXVI Congresso a Trento, ecc. Roma, N. 52, 1 gennaio 1922. Alfonso Draghetti. — Di alcuni casi di fecondazione incrociata spontanea del frumento , osservati nel biennio 1919 - 1921. — Da « Le Stazioni Speri- mentali Agrarie italiane » Voi. LIV, 1921, da pag. 417 a pag. 424. Mo- dena, Prem. Società Tip. Modenese. T. V. Zapparoli. — Origine, Ordinamento e Programma della Stazione Sperimen- tale di Maiscoltura. (Stazione Sperimentale di Maiscoltura— Bergamo, Pubblicazione N. 1 - Dicembre 1921. -Istituto Italiano d'Arti Grafi- che. 1921). BOLLETTINO TECNICO 67 Prof. Biagio Longo. — Le piante più notevoli del R. Orto Botanico di Pisa. — Appresso Francesco Mariotti, Stampatore - MDGCGGXXII. Istituto Botanico della R. Università di Sassari. — Bullettino. Voi. I. Fase. I, II, III-IV; Sassari, Tipografia Giovanni Gallizzi, 1922. Giornale di Agricoltura della Domenica. — Leggi e decreti di interesse agrario. Fase. N. 1. Supplemento al N. 16 del 16 aprile 1921. Tip. Federazione, Piacenza, Roberto Savelli. — Variazione brusca in « Nicotiana sylvestris > Spegazzini. — Estratto da Annali di Botanica, del Prof. R. Pirotta. — Voi. XV, fase. 4. Roma, Tip. del Senato, 1922. — Di questo interessante e lungo studio del chiarissimo botanico ri- portiamo le conclusioni nella «.Rivista della stampa». R. Mariani. — Sali Potassici. Biblioteca Minima Ottavi « I Libri del Campagnuolo >. N. 106. 3a edizione. Casale Monf. Unione Tipografica Popolare, 1922. — (In questa breve ma completa pubblicazione del Dott. Mariani, Di- rettore dell' Ufficio d' Incoraggiamento per le esperienze di concimazione a Milano, troviamo svolti gli argomenti più persuasivi per la diffu- sione dei concimi potassici. In merito alla scelta tra il cloruro ed il solfato potassico per il ta- bacco, l'A. ricorda che si deve impiegare sempre il solfato, perchè il cloruro potassico produce delle foglie più ricche di cloruri, quindi igroscopiche e meno combustibili e prive del buon sapore e profumo caratteristico). Dottor Vittorio Ziino. — Che cosa devo fare per coltivare il tabacco Kentucky ? Biblioteca dell' Agricoltura Veneta. Verona, Stab. Tip. Cav. M. Betti- nelli. 1922. — (Il Dott. Ziino, Direttore Superiore delle Coltivazioni Tabacchi, ha riunito in quest'opuscolo alcuni suoi articoli pubblicati nell' « Agricol- tura Veneta » di Verona. Con questi Egli si è prefisso di rispondere ad una serie di domande che suol fare il coltivatore ignaro della col- tura del tabacco prima d'intraprendere la nuova industria. Con tale breve ma interessante lavoro l'egregio A. ha raggiunto efficacemente il compito prefissosi di riunire in forma piana e sinottica tutte quelle informazioni sufficienti per dare una guida pratica al nuovo coltiva- tore di tabacco e per dargli un'idea abbastanza completa sul come si svolge l'industria a lui nuova). Almanacco Agricolo della Cassa di Risparmio della Marca Trivigiana. — Anno 1922, Treviso. — (Di questo riuscitissimo almanacco agricolo nella «.Rivista della stampa » abbiamo riportato quanto interessa la coltivazione del ta- 68 R. ISTITUTO SPERIMENTALK COLTIVAZIONE TABACCHI bacco. Qui esterniamo il nostro compiacimento per la provvida azione che la suddetta benemerita istituzione sta svolgendo per la rinascita agraria della regione invasa durante la guerra, e per il valido contri- buto che apporta alla diffusione della tabacchicoltura con la conces- sione di largo credito agli agricoltori per la costruzione dei locali di cura). L'Almanacco degli Agricoltori. — Anno VI. 1922. — Biblioteca della « Rivista Agricola » Editrice, Roma. Comitato Provinciale di Propaganda per le colture alimentari. — Cattedra Am- bulante di Agricoltura per la Provincia di Torino. — Relazione sui concorsi a premio per le colture primaverili. Idem sul concorso per la coltivazione del frumento tenutosi nella provincia di Torino nell'anno 1920-21. Minister of Agriculture — South Australia. — Adelaide. Report. 1921. Brooklyn Botanic Garden. - (The Brooklyn Institute of Arts and Sciences. — Brooklyn, N. Y.) 1921: Ccntributions N. 25 1922: Record voi. XI. N 1. Missouri Botanical Garden. — St. Louis, Missouri. Annals. voi. Vili, N. 1, February, 1921. College of Agriculture. Agricultural Experiment Station. — Rerkeley, California. 1920: Bulletin N. 3>7 1921: » » 328 - 329 - 330 - 333. New York Agricultural Experiment Station — Geneva, N. Y. 1921: Technical Bulletin No 81, 83, 84, 85, 87. » Bulletin No. 487. MlNISTÈRE FÈDERAL DE L* AGRICULTURE — CANADA. FERMES ExPERIMENTALES DU DO- MINION. Ottawa. (Service des Tabacs) 1919: Les Tabacs Jaunes au Canada, par D. D. Bigges et H. A. Freeman. I. La culture des tabacs jaune dans l'Ontario. IL Sols à tabacs, assolements, engrais chimiques. III. Expériénces coopératives. Bulletin N. 38 (Deuxiéme serie) Mars 1919. Idem Rapport Sommaire de Trois Années d'espériences a la Station de Rarrow. Ont. Par D. D. Digges, B. S. H., Régisseur. Bulletin N. 41 (Deuxiéme serie Juin 1919. 1921: White Bnrley Tobacco in Canada. By H. A. Freeman. Bulletin No. 45 (Second series) February, 1921. BOLLETTINO TECNICO 69 Jardin Botanique de Bu[tenzorg — Bulletin. Serie III. Voi. IV. Livraison 1 Février 1922. Buitenzorg. Botanischen Gartens und Museums zu Berlin — Dahlem. — Notizblatt. Nr. 72 1 Aprii 1922. Berlin-Dahlem. Kailerliche Biologilche Anstalt Fììr Land-und Forstwirtschaft. — Crkran- kungen der Seklinge und Stecklinge. Dr Peters. Flugblatt Nr. 59. — Januar 1916. Berlin. Biologilche Reichsafalt fììr Land-und Forstwirtfchaft. - Conderabdruct aus den « Mitteilungen der Deutschen Landtvirtscha fts- Gefellschaft » , Jahrgang 1920, Ctud 19, Berlin Dahlem. GONDER-ABDRUD AUS DER « GUDDEUTSCHEN LiANDWIRTSCHAFrLICHEN TlERZUCHT » Nr. 2. 1922 Miinchen. Ostaw Loew. — Neber den Vorsug von Chlor- calcium gegenuber futterfaltpulvern. Dr. Peters. — Ùber die Cerstellug von nitotinhaltingen Gprikfluffigteiten und den Unban von Tabat fur folche Zivecte. (Uns: Weinbau und Weinhandel, Nr. 26, 192 1). Berlin. Deli — Proefstation te Medan. — Vlugschrift No. 11. Door Ir. E. Sidenius. — Palmolieseep Voor Bibit- bespuiting. Idem » 12. Door B. T. Palm en Dr. S. C. J. Jochems. - Bibi- tsiekte eri Slijmsiekte op Zaadbedden. Idem » 13. Dr B. T. Palm en Dr. S. C. J. Jochems. — Wenketi Voor De Zaadbehandeling vati de Deli — Tabak. Idem » 14. Dr. Ir. E. Sidenius en J. Vriend. — Wenken Voor Insending Vari Monsters Voor Ondersoek Bij Het. n. p. s. Idem » 15. Door Ir. E Sidenius — Het Uitdunnen Vati Zaadbedden Mededeelingen van Het Besoekisch Proefstation. — Buitenzorg. Rubberserie Ni. 23-24. 1922. Proefstat on voor Vorstenlandsche Tabak. Mededeelingen No. XLIII. Dr. A. d'Angremond. Bestrijding van Phytophthora Nicotianae in de Vorstenlanden. 70 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI Memori as do Instituto Oswaldo Cruz. Anno 1921. Tomo XI11. Fascicolo 1. Rio de Janeiro — Manguinhos. Revue Agricole de l'Afrique du Nord. Alger. L. Ducellier. — Preparation et Fumure du Sol destine au Tabac. 1921. N. 15. A. Rodde — L. Ducellier. — Culture du Tabac dans la Région des Issers 1922. N. 19. BULLETIN DE LA SOCIÈTÈ MYCOLOQIQUE DE FRANCE. Beniamino Peyronel. — Sur l'identité du Spirospora Castaneae Man- gin et Vincens et du Stephanoma italicum Sacc. et Trav. , avec V Acrospeira mirabilia B. et Br. Tome XXXVII, 1 Fascicule. 1921. Estaciòn Enologica de Requena. — Valencia. Rafael Janini .lanini. — Resumen de Trabais del 1 Enero 1920 al 30 Marzo 1921. Valencia, Imprenta Hijos de F. Vives Mora 1921. BOLLETTINO TECNICO 71 (/) LU S ED Q U O CVJ o -1 CM 0) o oc O N o ni LU 1- E LLI o 5 o Z CES 1- .o \- o LU *►- J » _l o o (0 e e 0) LU Cd) n ._ ■o o H Z D » o Sì Cì ■^ oiueuiraop o^uo^ £ & 5 ai o 0\92 uoo «0 c- 1-1 Biqqou uoo 1 r-i co o rauuq uoo CD !>■ co w Q O ■epBiSna uoo 1 1-1 iH i^siui 1 co 1 IU0J9S Ti * co co" co kO kO Ci K4j o buiiuiui "* "* OS iH ed i—i "a> ripara co co co CO CO buiissbui co co co co CD co kO o co OS o c- t- OS o • S d o tH kO c- -^ o •* co co" o iH Jj en O OD o èO 1 1 1 «UllUtUI OS IO co 0-i co co kO 8 ed «H-l CO O S uipora c~p co co i-i 1-1 ed Tft kO co ■eraissura co IO Ì25.2 - gli CO x* t- c- -<# iH 00 d S CO « ■Bipora CD kO co kO 03 kO H g.S S ed tr- c- e- ai d c- 0*-^ ■eraissura co co co co CO CO c- t- t>i UJ o o tu ed cd u o :> a «0 CD cd o ta a Note intorno ai tabacchi della Virginia e turchi: produzione, ap- provvigionamento e richiesta con particolare riguardo alla Ro- desia e ad altre provi ncie del Sud Africa, /. Taylor H. W. Pag. 58 Spese della coltura del tabacco nelle regioni degl' Issers (Africa del Nord) » 62 Locali per la cura del tabacco colla stufa e l'imballaggio del ta- bacco curato, Jenni ngs A. C. . . . . » 63 Valore fertilizzante dei cascami di tabacco, Shutt F. T. . » 63 La produzione dei tabacchi nell'Asia Minore ellenica . . » 64 La produzione del tabacco in Grecia ...... » 64 Pubblicazioni ricevute ......... » 66 Riassunto" dei bollettini meteorologici dei mesi di gennaio, febbraio e mar^o ig2 2 «71 -., Anno XIX. Aprile-Maggio-Giugno 1922 N. 2 MINISTERO DELLE FINANZE Direzione Generale dei Monopoli Industriali Bollettino Tecnico PUBBLICATO PER CURA DEL R. ISTITUTO SPERIMENTALE PER LE COLTIVAZIONI DEI TABACCHI " LEONARDO ANGELONI „ SCAFATI (Salerno) © SCAFATI STABILIMENTO TIPOGRAFICO RINASCIMENTO 1922 SOMMARIO La nuova cura sistema Angeloni per i tabacchi tipo Kentucky e si- milari, (M. Donadoni) Pag. 7 Ancora sulla perdita in sostanza secca del tabacco Kentucky nei di- versi periodi della cura, (M. Donadoni) .... » 8 Ricerche sulla cura dei tabacchi, (Luigi Bernardini) ... » 9! // prosciugamento del tabacco scostolato nella cura sistema Ange- Ioni, (Ing. A. Biagi) ........ » io; Appunti sulla possibilità di modificazioni nei sistemi della lavorazione del tabacco, (Dott. G. Ckntola) » 1 1 ' Notizie scientifiche e pratiche {Rivista della stampa): Stampa Italiana. Lo sviluppo della coltivazione del tabacco nel Trentino, Dott. L. Endri\\i . » 1 2< La coltivazione del tabacco in Italia, Prof. U. Bri\i . » 13 Sulla valutazione del tabacco allo stato sciolto, A. Biasco . » 13; I risultati della coltivazione del tabacco nella provincia di Gori- zia nel 192 1, D. T. • . . . » Case coloniche ed essiccatoi per tabacco, A. P. » La coltivazione del tabacco in Calabria, Giovanni Solimene . » L'estratto di tabacco e i residui nicotinosi di tabacco . . » Articoli vari, E. P. . . . » Stampa Estera. Tabacco a margini arrotondati delle foglie, E. East. . . » Studio sulla parziale sterilità in certi ibridi, E. East. . . » Ricerche sul tabacco il « Vorstenlanden », Jensen Hj. . . » Sulla opportunità di selezionare i tabacchi in Bulgaria, To- chèv v. i » Malattie del tabacco nell'India orientale olandese, g. t. . . » Uso dei cascami di tabacco nella fabbricazione di estratti di ni- cotina e come fertilizzante. Esperienze nel Sud Africa , ' Smiith B. J. . » L'industria dei tabacchi in Russia » La nicotina ed i nervi inibitori del cuore, W. Koskowski . » Gli acquisti del tabacco in foglie eseguiti in Algeria dalla Regìa Francese » Pubblicazioni ricevute » Riassunto dei Bollettini meteorologici dei mesi di aprile, maggio e giugno ig22 » ~* * m m » » Anno XIX. Aprile-Maggio-Giugna 1922 N. 2 MINISTERO DELLE FINANZE Direzione Generale dei Monopoli Industriali Bollettino Tecnico PUBBLICATO PER CURA DEL R. ISTITUTO SPERIMENTALE PER LE COLTIVAZIONI DEI TABACCHI " LEONARDO flNGELONI „ SCAFATI (Salerno) SCAFATI STABILIMENTO TIPOGRAFICO RINASCIMENTO 1922 LA NUOVA CURA SISTEMA ANGKLONI PER I TABACCHI TIPO KENTUCKY E SIMILARI ( M. DONADONI Colui al quale sarebbe spettato il diritto legittimo di scri- vere per il primo sotto questo titolo, l'Ideatore stesso del sistema, il Comm. Dr. Leonardo Angeloni, non è più, oramai, da oltre un anno. Egli, che avrebbe potuto, non scrisse. La sua geniale, vasta e profonda mente, dopo la creazione, mirava senza dubbio al perfezionamento e solo a questo Egli si sarebbe fermato e solo dopo questo avrebbe, forse, pensato di scrivere. Né si compiaceva affatto che altri volesse prevenirlo nella pubblica divulgazione del suo nuovo sistema. Tuttavia, come vagamente presago della sua fine precoce, nel conseguente istinto di non perdere ma di guadagnare tempo, Egli volle che il sistema uscisse il più presto possibile dal puro campo della esperimentazione per essere affidato alle larghe basi della industria vera e propria dove il lavoro di perfezionamento, sotto la sua acuta mente direttrice, si sarebbe svolto, senza dub- bio, rapido e completo. La morte Lo colse quando, dopo un precedente anno, di- remo così, di esperienza in grande, i profili di due stabilimenti si delineavano già nella Piana di Salerno per dare pratica ese- cuzione al suo nuovo sistema di cura del tabacco, che chiame- 74 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI remo, con profondo senso di accoramento e di rimpianto, l'ul- timo frutto dell'attività della sua fertile ed instancabile mente di vero apostolo della tabacchicoltura nazionale. Attualmente , a non più di un anno di distanza, altri due importanti stabilimenti, sulla scorta dei primi, alzano le loro mura in quella stessa Piana di Salerno destinata comunque a diventare, sotto la iniziale spinta dell'idea Angeloniana, uno dei più importanti centri di produzione dei tabacchi pesanti in Italia. E già 1' attenzione degli uomini del tabacco è fortemente tesa verso questo che vogliamo ancora chiamare grandioso espe- rimento industriale; già dai tecnici e dagli interessati ci vengono chieste delucidazioni al riguardo; già più di uno scritto in ma- teria chiede ospitalità nel nostro Bollettino. Non è più conveniente, quindi, tacere oltre da parte di questo Istituto, intitolato ora al nome di Leonardo Angeloni, e che ha visto nascere il nuovo sistema di cura e lo ha seguito e lo ha studiato nella sua evoluzione sperimentale dentro e fuori l'Istituto medesimo. Saremo il più possibile brevi, essendo nostro intendimento, al presente, di tratteggiare soltanto a grandi linee il sistema perchè il tecnico possa avere una idea della sua essenza e perchè non gli abbia a riuscire completamente nuovo quanto possa es- sere scritto dagli altri, in materia. Il nuovo sistema di cura Angeloniano, per i tabacchi tipo pesante, si compendia nelle seguenti successive operazioni: raccolta ingiallimento pressatura . \ della fo8lia parziale prosciugamento scostolatura parziale prosciugamento fermentazioni successive \ dello scostolato (lembi) in massa parziale prosciugamento del fermentato o per la immediata lavorazione dei sigari o per il suo condizionamento in colli di giacenza. BOLLETTINO TECNICO 75 Questo sistema di cura, dunque, porta ad un prodotto di- rettamente impiegabile come ripieno di sigari tipo « fermentati » . É sua precipua caratteristica la rapidità di esecuzione. In una diecina di giorni dal tabacco verde raccolto al campo si giunge al ripieno pronto per la manifatturazione. Il sistema cumula o, a meglio dire , innesta parte del co- siddetto processo di cura del tabacco col processo di vera e propria fermentazione in massa sempre avvalendosi dell' acqua di vegetazione contenuta nel tabacco. Il punto d' innesto è, di- remo così, individuato da un'azione meccanica — la pressatura della foglia — esperimentata con tutta probabilità, dall'Angeloni, al triplice intento: di intensificare ed accelerare le desiderate ulteriori trasformazioni nei succhi della foglia medesima ; di permettere un' assai più rapido smaltimento del superfluo del- l'optimum di acqua di vegetazione necessaria alle trasformazioni in parola ; di ottenere , ove fosse necessario , un' attenuazione nella forza nicotinosa del prodotto finale fermentato. È certo che, con la pressione, i succhi espressi dalla foglia e che ne bagnano la superficie vengono posti in immediato con- tatto con l'ossigeno dell'aria e con le innumeri spore di bacteri e microorganismi pronti a moltiplicarsi là dove trovano il loro substrato; è certo anche che P acqua di vegetazione dai tessuti fogliari con le cellule lacerate in tutto o in parte dalla com- pressione viene a disperdersi con assai maggiore sollecitudine che non dagli stessi tessuti quando rimangono integri ; è certo, infine , che , regolando la pressione, è possibile esprimere dalla foglia una quantità maggiore o minore di succhi da far sì che questi abbiano a defluire in maggiore o minore misura dal re- cipiente di pressione. La pressione affretta la morte fisiologica dei tessuti ed è per ciò che nella cura in parola è fatta intervenire quando la maggior parte delle trasformazioni chimiche nella foglia, legate alla vitalità residuala nella foglia medesima dopo la raccolta, si ,sono già verificate. 11 segno evidente , 1' indice visibile della completa morte fisiologica dei tessuti e la comparsa in essi del colore marrone sempre , s' intende, che vi sia presente un sufficiente grado di umidità ; a questo proposito conviene dire che tanto più ci si avvicina all' inizio di questa colorazione della foglia prima di 76 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI sottoporla alla pressione e tanto migliori sono i risultati defini- tivi che si hanno nella cura in parola La ragione di ciò va ricercata nel fatto oramai assodato che al periodo naturale di lenta agonia della foglia, il quale va dal color verde maturo al colore marrone, è legata , in forza proprio dell' attività vitale residuata nella foglia, il consumo e quindi la scomposizione e la distruzione, ad opera degli enzimi prodotti dalla foglia medesima , di costituenti, che, rimanendo nella foglia tali e quali , devierebbero il normale svolgimento delle ulteriori fermentazioni del prodotto agli scopi voluti. La pressione nella cura del tabacco non è un fatto nuovo. La cura del tabacco « Perique » , in uso da antico tempo a St. James Parish, nello Stato di Louisiana , del Nord America, e che, forse, è stato il punto di partenza dell' Angeloni per la ideazione del nuovo sistema di cui trattiamo, consiste appunto, ed essenzialmente, in alternate pressioni, in apposite cassette di legno , e sciorinamene all' aria dei lembi di foglie provenienti dalla scostolatura di tabacco in precedenza parzialmente curato ad aria, in locali all' uopo , fino al raggiungimento del colore marrone da parte dei lembi delle foglie medesime. Trattasi , come si vede, di tabacco curato nei propri suc- chi, espressi, a mezzo della pressione, ripetutamente dalla foglia e consecutivamente sottoposti all'azione ossidante dell'aria. E qui va fatto notare che il prodotto risultante da questa cura si distingue sopra tutti gli altri tabacchi per la comple- tezza e rotondità del gusto, per la ricchezza e fragranza del- l'aroma. E ritorniamo al metodo Angeloni. Lo ingiallimento della foglia del tabacco può ottenersi con la comune concalda a terra delle foglie staccate, con lo sten- daggio delle filze di foglie, con lo stendaggio delle piante intere (scaffolding). Quest'ultimo sistema, dal punto di vista tecnico, è da pre- ferirsi come quello che assicura, contemporaneamente ad una a- deguata dispersione di umidità, la più completa distruzione nella foglia di quelle sostanze ritenute nocive all' ulteriore normale processo di fermentazione in massa dello scostolato. La comune concalda a terra delle foglie staccate è invece il peggiore dei tre sistemi, tanto da essere sconsigliata nella cura BOLLETTINO TECNICO 77 in parola, perchè, oltre che a presentare pericolo di facile les- satura delle foglie, dà un prodotto ingiallito ancora troppo ricco di acqua, eccessivamente fragile, e dove, sia pure ottenendosi una più intensa trasformazione complessiva della materia, anche per il concorso dell' aumento di temperatura che in detta con- calda si verifica, tuttavia, per l'affrettato arresto di vitalità della foglia, tendono a rimanere in parte inalterati costituenti o pro- dotti di scissione non desiderabili mentre, forse, vengono prema- turamente e profondamente attaccati altri costituenti la di cui presenza è invece necessaria per il normale svolgersi delle ulte- riori fermentazioni in massa del prodotto. Infatti, lo scostolato proveniente da foglie ingiallite in co- mune concalda a terra e indi compresse é, ad esempio, assai più ricco di acidità che non lo scostolato proveniente delle me- desime foglie ingiallite con stendaggio delle piante. Questo eccesso di acidità, dovuto in gran parte alla man- cata precedente distruzione degli zuccheri provenienti dalla idro- lisi dell'amido, è un serio ostacolo alla fermentazione in massa dello scostolato ed al raggiungimento in esso del desiderato mon- tante ammoniacale. Risultati sempre migliori che non con la comune concalda a terra si hanno con l'ingiallimento delle foglie staccate a sten- daggio, che, però, implica lo. infilzamento delle foglie stesse. Queste le risultanze, dal punto di vista tecnico, di nume- rose ed accurate esperienze eseguite dal nostro Istituto. Ma va considerato anche il punto di vista economico-in- dustriale. Ora, il Comm. Angeloni, tenendo presente il concetto della economia di spazio, di stendaggi, di mano d' opera e partendo dalla consegna a foglie del prodotto allo stato verde da parte dei coltivatori, ideò un sistema tutto particolare di concalda. Le foglie staccate vengono addossate fra loro con le punte in alto in apposite cassette di legno a listelli disposte in teoria su di- versi piani-corsie di una intelaiatura che le sorregge, piani suf- ficientemente distanziati fra loro in modo da rendere agevole l'accesso dell'aria. Queste cassette sono per giunta scorrevoli sulle guide dell'intelaiatura e un apposito dispositivo meccanico ne permette l'automatico innalzamento e abbassamento per modo che, caricate con le foglie verdi ad una delle estremità della corsia 78 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI e immesse nella corsia medesima, dopo l'adeguato spazio di tempo, vengono scaricate, con le foglie ingiallite, all'estremità opposta. Con tale sistema di concalda l'Angeloni intese di utilizzare fino al possibile lo spazio verticale e nello stesso tempo , per l' areazione dal basso della massa delle foglie permessa dalle cassette a listelli (e che non si verifica nella comune concalda a terra) avere uno ingiallimento che, anche per quanto riguar* dava la concomitante perdita di umidità , si accostasse il più possibile allo ingiallimento ottenuto con la disposizione a sten- daggio delle foglie. Tale sistema di concalda è appunto in uso negli stabilimenti di cui abbiamo fatto cenno, della Società Agricola Industriale Salernitana, nella Piana di Salerno. Il tabacco ingiallito è susseguentemente sottoposto alla pres- satura e, all'uopo, dalla semplice sperimentale cassetta di legno, analoga a quella in uso per la cura del tabacco « Perique » , si è passati, nella industria, a vere e grandi vasche di pressione in cemento. La pressione è unica e della durata di circa venti- quattro ore. La esperienza ha consigliato di ridurla al semplice parziale schiacciamento dei lembi fogliari limitando quindi, il più possibile, il deflusso e la conseguente perdita dei succhi perchè altrimenti, oltre a non avere sempre garantita la eventuale de- siderata attenuazione in tenore di nicotina del prodotto, si finisce per avere un materiale troppo placcato e depauperato di sostanza agli effetti delle ulteriori fermentazioni in massa. Le foglie cavate fuori dalle vasche di pressione vengono sciorinate all'aria perchè abbiano sufficientemente a prosciugarsi dei succhi che le bagnano e in questo frattempo esse assumono rapidamente una colorazione marrone più o meno intensa. Poscia se ne procede alla scostolatura. Le costole rappresentano un prodotto secondario dell'indu- stria; vengono disseccate a parte senz'altro, oppure, possono essere fatte anch'esse fermentare separatamente previa, magari, una ulteriore pressatura per meglio ridurle. Tutto dipende dal calcolo economico della convenienza. I lembi provenienti dalla scostolatura contengono ancora troppa umidità per poterli passare subito alle fermentazioni in massa. Occorre prosciugarli ulteriormente o con sciorinamenti all'aria, o, nella vera e propria industria, con essiccatoi ad hoc. BOLLETTINO TECNICO 79 Il grado di umidità dello scostolato che va alla fermenta- zione in massa ha una importanza capitale essendo uno dei più potenti regolatori della fermentazione medesima. Non bisogna mai operare in eccesso di umidità se non si vuole andare incontro a deviazioni dannose del processo fer- mentativo ed a facili avarie del prodotto, specialmente con un materiale come quello in parola, ancora fresco di acqua di ve- getazione e, diremo, di una estrema mobilità nei suoi compo- nenti. È bene che lo scostolato prima di andare in massa abbia una giornata all'incirca di giacenza nei così detti panconcini di prefermentazione perchè si uniformi di umidità e cominci a ri- scaldare. La vera e propria fermentazione s'inizia in piccole masse, le quali possono essere alquanto aumentate di volume quando, dopo il rivolgimento, si passa alla seconda fermentazione e così via. Le masse vanno con cura sorvegliate; l'aumento di tempe- ratura deve verificarsi gradualmente ed è bene che, nell'ultima fermentazione, non oltrepassi di molto i 500 C. É di tale mobilità fermentativa il materiale in questione che con 2-3 fermentazioni, in generale, e nello spazio di quattro giorni al massimo, giunge al voluto punto di trasformazione. Questo voluto punto è, per esperienze condotte da questo Istituto, l'inizio del così detto montante ammoniacale. Non è af- fatto consigliabile, per noi, spingere oltre la fermentazione perchè il materiale passa facilmente e con estrema rapidità si avvia al deperimento. Per questa ragione, ultimate le fermentazioni, il prodotto, prima di andare alle masse di giacenza , deve essere sollecita- mente ridotto, nel suo grado di umidità, intorno al 25 °[0 circa. Questo grado di umidità assicura una lenta fermentazione nelle masse di giacenza agli effetti del perfezionamento del pro- dotto. Le masse debbono poi essere rivolte ogni qualvolta la temperatura tendesse a superare i 400 C. all'incirca. Dopo un paio di questi rivolgimenti, in generale, l'umidità nel prodotto e discesa intorno al 20-22 °|0. Con questa umidità il tabacco può passare al condiziona- mento in colli con garanzia della sua perfetta conservazione. Anche questo è punto essenziale perchè, imballato con ec- 80 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI cesso di umidità, il fermentato in questione, più rapidamente d'ogni altro prodotto del genere, va soggetto ad avariarsi. Il prodotto, dall'ultima massa di fermentazione, con la ri- duzione del suo grado di umidità a circa il 30 o|0, può anche passare direttamente alla lavorazione dei sigari. Questo, nelle sue linee generali, il nuovo metodo di cura, sistema Angeloni, per i tabacchi tipo Kentucky e similari. É destinato esso a trionfare e ad imporsi nella soluzione del sempre impellente problema di una tabacchicoltura italiana, suf- ficiente, almeno come programma minimo, ai bisogni della Na- zione? Il prossimo avvenire ce lo dirà. È certo, tuttavia, che il sistema Angeloni si impernia su capisaldi che sono altrettanti potenti fattori di riuscita e cioè: la consegna allo stato verde da parte dei coltivatori; la estrema celerità della esecuzione che, nello spazio di una diecina di giorni, assicura un prodotto direttamente impiegabile; la facile e completa industrializzazione, nella minore superfi- cie possibile, di tutte le operazioni che dalla consegna del tabacco verde vanno all'approntamento del fermentato idoneo all'impiego. Un serio ostacolo può obbiettarsi nella mancata produzione di materiale per fascia. Ma il sistema può essere sempre inte- grato, come lo é attualmente, dalla ordinaria cura a fuoco per quella parte del prodotto sulla pianta più atto a dar fascia e, inoltre, esperienze iniziate da questo Istituto tendono già a dimostrare che, spingendo lo ingiallimento del tabacco all'inizio della colo- razione marrone, limitando la pressione delle foglie, fermando a giusto punto la fermentazione in massa, si può anche otte- nere dal prodotto finale materiale idoneo per la fascia dello stesso ripieno che si produce. Scafati, Giugno 1 922. ANCORA SULLA PERDITA IN SOSTANZA SECCA DEL TABACCO KENTUCKY NEI DIVERSI PERIODI DELLA CURA (M. DONADONI) Riprendiamo l'argomento convinti della utilità, della neces- sità, diremo, di arricchire la nostra letteratura tabacchistica di dati specifici sperimentali riguardanti uno dei più importanti processi di trasformazione cui va sottoposto il tabacco nel non breve periodo di tempo che s'inizia al campo col tabacco ma- turo da raccogliere e termina nelle Manifatture col tabacco pronto alla confezione dei lavorati. Pure a conoscenza di importanti ed apprezzati studi in ma- teria compiuti all'estero (i), noi sentiamo tuttavia continuamente il bisogno di avere sotto mano dati specifici, riguardanti, cioè, il tabacco coltivato nei nostri climi e nei nostri terreni. Il contributo che intendiamo portare con le nostre esperienze è, senza dubbio, fra i modesti. Sono semplici dati ponderali di sostanza secca che stiamo dando senza il correlativo conforto dell' analisi chimica indispensabile allo svisceramento dei feno- meni chimico-biologici che a questi dati si riferiscono. Aggiungiamo subito che in questa parte di studio, assai più (i) Vogliamo qui ricordare, fra gli altri, il poderoso lavoro «Research studies on the curing of leaf tobacco » per W. W. Garner, C. W. Bacon, C. L. Foubert. — U. S. Department of Agriculture, Bureau of Plant Industry, Aprii 23, 1914, Bulletin N. 79. 82 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI complessa e delicata, anche in Italia vanno già enumerandosi encomiabili lavori. In molti casi, tuttavia, mmmm la semplice bilancia è in grado di far rilevare, sia pure all'ingrosso, le linee dei fenomeni suac- cennati ; in tutti i casi dà il risultato ultimo, tangibile, facil- mente controllabile, quello che in fondo stabilisce l'innesto di- retto di ciò che é speculazione scientifica ed esperimento con ciò che è pratica delle cose. Nel fascicolo N. 3, anno 19 12, di questo Bollettino Tecnico già comunicammo dati sulla perdita complessiva di sostanza or- ganica del tabacco Kentucky durante la cura a fuoco diretto; nel fascicolo N. 2, anno 1919, dati sulle perdite parziali, rife- ribili cioè ai diversi periodi della cura medesima. La serie di esperienze che ci proponiamo adesso di illu- strare è intesa a determinare queste perdite parziali, riferibili cioè ai più importanti periodi della cura medesima, tenendo conto, questa volta, della posizione delle foglie sullo stelo e, per ciascuna foglia, distinguendo la perdita subita dai lembi da quella subita dalla costola. Le esperienze in parola furono iniziate e condotte a ter- mine nella campagna 1920. •La scelta dei campioni a verde è di capitale importanza in quest'ordine di esperimentazioni e l'assoluta necessità di disporre in ogni caso di due lotti di foglie praticamente identici in qua- lità di materia ci ha obbligati ad agire non su ogni singola foglia ma su coppie di foglie. Furono, all'uopo, scelte sul campo dieci piante di tabacco Kentucky, tutte cimate a dieci foglie e il più possibilmente uni- formi nei loro caratteri generali, nello sviluppo e nello stadio di maturazione. I lotti occorrenti furono composti staccando le foglie dallo stelo di ciascuna pianta secondo l'ordine raffigurato nel prospetto che segue, in cui i numeri romani stanno a rappresentare le piante e i numeri arabi le foglie secondo la loro successiva po- sizione sullo stelo a cominciare dall' alto verso il basso della pianta. BOLLETTINO TECNICO 83 1 II III IV V VI VII Vili IX X o I lotto, fogli ie i 2 i 2 i 2 i 2 i 2 2° » » 2 I 2 I 2 I 2 1 2 1 3° » » 3 4 3 4 3 4 3 4 3 4 4° » u 4 3 4 3 4 3 4 3 4 3 5° » » 5 6 5 6 5 6 5 6 5 6 6° » n 6 5 6 5 6 5 6 5 6 5 7° » 0 7 8 7 8 7 8 7 8 7 8 8° 0 u 8 7 8 7 8 7 8 7 8 7 9° » » 9 10 9 I 0 9 IO 9 IO 9 io 10° » » io 9 IO 9 IO 9 10 9 IO 9 È facile rilevare come di ciascuna coppia successiva di foglie sulla pianta si sono in tal modo formati due lotti fra loro praticamente identici in qualità di materia. Uno di questi è ser- vito per il calcolo della percentuale di lembi e costole e per quello della rispettiva sostanza secca contenuta nel tabacco ma- turo, al momento della raccolta; l'altro è servito per la cura. Così, nei lotti i° — 30 — 50 - f e 90 si è determinata la sostanza secca allo stato verde distintamente nei lembi e nelle costole; nei lotti 2° — 40 — 6° — 8° e 1 o° si è determinata la sostanza secca a ingiallimento compiuto delle foglie anche qui rispettivamente nei lembi e nelle costole. Nella identica guisa, furono scelti due altri gruppi di dieci piante e costituiti altri due gruppi di dieci lotti, di dieci foglie ciascuno, per le determinazioni da farsi sul tabacco ad ammar- ronamento compiuto e sul tabacco a cura completata. Va da sé che i dati percentuali di ciascun gruppo di espe- rienze (ingiallimento — ammarronamento — cura completa) sono da considerarsi correlativi fra loro ma non possono essere messi in istretta relazione, almeno quantitativamente, con i dati degli altri due gruppi. 11 metodo seguito per la determinazione della sostanza secca nel materiale dei diversi lotti è sempre quello descritto per le altre ricerche del genere nei numeri sopra citati di questo Bol- lettino. 84 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI Nelle tabelle riassuntive che seguono sono esposti i dati delle esperienze. Ciascuna tabella nella sua prima parte contiene tutti i dati, ricavati a mezzo della bilancia, riferentisi ai lotti- campione delle foglie appena raccolte; nella seconda parte quelli riferentisi ai lotti corrispondenti di foglie rispettivamente ingial- lite, ammarronate, curate completamente. Indette tabelle, per maggior chiarezza, i lotti i° — 30 — 50 — 70 e 90 sono stati chiamati coppia di foglie ia — 2a — 3* — 4a e 5"; e 1 lotti corrispondenti in qualità di materia — 20 — 40 - 6° - 8° e io0 coppia di foglie ia bis — 2a bis — 3' bis — 4a bis e 5a bis. TABELLE RIASSUNTIVE 86 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI < -J -J IH m < < u u w C/3 < N 00 co O m ti cu Uh O CU c co o u Xl E cu cu C cu cu tic c & w Q PS W > O U u w *» e/) • < H C/3 O C/3 w < 4 U. Oh W Oh .- O o X E W Q > o C/3 w cu cu ^ T3 O Xi E CU .« " o eo CD si CM e» t^ IO O) r. CO cu lO — o c- co ca OS «* Cd to L— T-l co OS Cd CU c/j (M iO t- t- co i-H c- co GO "<* © TfH TH x* CO co Cd LO i-I co co rH 1—1 ,_, X CD CO r- àO TU Q c S *- cu OS co OS o CO Cd CO GO L— CD CD lO co -"# * CO Od ■ — ' r~1 OJ •«* CD co CM x# cu tifi IO CD rH ^H CO 1-1 c- OS c- tH g BOLLETTINO TECNICO 87 + c/i "ri . — i - o.S ad w > bc cu p o C/3 w a, CM CO rH OJ tH 00 CD -H CD CO co o O Ol o T-t ce + + + T -<* iO CD CD o ■>* CD OS CD in OS CO O tH o CO lO CD co tH TH CM (M rH tH CO CD X kO rH OI C- IO lO LO Ci as co IO lO o co Ol co T-l 05 Ol ^ T-l rH co T-l lO rH o e» as co Ol C- rtl CD CD as c- X Ol Ol o> OS c- -1 T-l c- -# CO co co co CO — t — -t 'CO x os T-l T-l OS co co CD CJ o co co rH rH rH rH co Ol CD CD H o o X CO <£> . co as T— 1 o C5 CD CO >o 'CD o co T-l rH CD CO lO rH X CD tH TH "-1 i ctt S >5 O co fi rj CO QJ 88 H. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI a.®-- i* &10.S etì. 'O 'O H tfc cn &c < o CO «t CO 00 evi co en «* a> co IO u =; o o oT cf co" 00 a» u w e o C/2 .— N'O XI 00 en o co t^ 2 ■7 t-1 g evi IO evi co evi < > S ° e o 05" co co" co" co" CM co" CO tH ~* CO co o < < 1S co co o T-i OS 05 u E CO o c- IO IO •>* ■ co co CO 1-1 o^ 00 . e 1 1 1. 1 1 l_ ti 3 id o r-i od oa eo" < s* iO co OS T-H L^- co c~ •o CO iO co 'v co O CO T3 w i 1 1 1 1 l Oh 1 co" 1 Ol l_ o* 1 1-H oi e/) * w a CL <* < o £ " GÌ W cu C O D %. E ta (M Tfi o iQ -* i-H o co CO X co CO Cft —1 o r— tH co o co co Ol Ol co T~' co *M 3 CD 1-1 e» c- o CQ CO IO CD iH OI ^H 03 OC 'U . .- 15 u < oc O c/3 ni U W a. 13 bfi T3<£ §11 O 35 o - G0 £ 90 li. ISTITUTO SPEKIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI -J LU ffl < < u u w co o co W Q > < u U •- co < N < H co O co oo O CO W CD [O -a o E o CO co co - CM CM o o "*• cn CO o ^- co f^ evi w o co t^- cn~ r- CO ^* — co i— i .JL s _3 'C'I! C co K P. BOLLETTINO TECNICO 91 r-1 cu 05 N 'E CU 5*3 CM CO CU t/J C O en 'J u W o i-J u ■5 co R = « U co cn t " S'"5 di W co a. O CU m C O o .ti JC OJ e 1J ■^ CU SU br, o '-»-. b P ^ '-1 oc c £ "(U 5P e o H Q ai w > . < bc O c/3 w JU 0 ■a o o ^ r- CO ca co o Cd in Iffl m ■f-l CO «O co co r# •<* Cd CT> 'CO ET © TU lO T* —1 o e* rH — 1 rH rH rH eo Cd c- CO CI rH Cd o e© o lO ce GO o T# ir- tM ~> io rH ai CT3 ce <* CO T-C rH T-H •H CO fi. O 92 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI Con l'esame, intanto, dei dati ricavati sui lotti-campione allo stato verde, possiamo fissare quanto segue: i° La percentuale di sostanza secca complessiva conte- nuta a verde nelle foglie della pianta di tabacco normalmente cimata diminuisce costantemente a mano a mano che dalle foglie di cima si scende verso le foglie di base; lo stesso avviene se si considerano distintamente i lembi e le costole delle mede- sime foglie. 2° Le differenze nelle percentuali di sostanza secca con- tenuta nei lembi delle coppie di foglie, a cominciare dalla cima verso la base della pianta, sono accentuatamente più sensibili che non le differenze nelle stesse percentuali contenute nelle costole. Considerando, infatti, le coppie di foglie dei nostri tre gruppi di piante, abbiamo nelle suddette percentuali queste rispettive differenze massime, tra la ia e la 5a coppia: per i lembi 6,84 5,01 3,98 per le costole 1,39 1,92 1,28 30 La percentuale di sostanza secca contenuta a verde nei complessivi lembi di tutte le foglie di una pianta di Ken- tucky normalmente cimata è, con grande approssimazione, il doppio della medesima percentuale contenuta nelle complessive costole. Abbiamo, infatti, nei tre gruppi di piante in esame, queste percentuali: per i lembi l9r*9 19,14 19,79 per le costole 9,67 9,52 9,93 Lo stesso rapporto all'incirca di 2 a 1, sebbene con minore approssimazione, si delinea anche quando si consideri la percen- tuale di sostanza secca contenuta a verde nei lembi e nelle co- stole distintamente per ciascuna coppia di foglie. Fissati questi punti principali, passiamo ad esaminare la perdita della sostanza secca nei tre periodi: ingiallimento — am- marronamento — cura completa. BOLLETTINO TECNICO 93 Ingiallimento Nelle foglie. — La percentuale più alta di perdita si ri- scontra nella coppia delle foglie di cima della pianta e si nota anche una tendenza ad una costante diminuzione a mano a mano che si scende verso le coppie inferiori. Un sensibile rialzo della curva si ha solo nella coppia 5a bis, costituita da basse foglie; ma qui va fatto presente che quest' ultime , povere di sostanza e ricche di acqua, tendono ad ingiallire precocemente fin sulla pianta, e, poste a stendaggio, passano più rapidamente che non le altre alla colorazione marrone e indi alla completa essicca- zione, per cui riesce per esse ancora più diffìcile che non per le altre foglie di individuarne il periodo vero e proprio dell'in- giallimento. Nei lembi. — Restano esattamente confermate le osserva- zioni fatte sopra per le foglie. Nelle costole. — - Invece che perdita si riscontra aumento, talora sensibile, nella percentuale di sostanza secca. 1 dati alla mano non ci permettono di stabilire nessuna curva regolare ma 1' aumento esiste in tutti i casi tranne che per la coppia più bassa di foglie, sempre la 5* bis, dove si ri- scontra invece una perdita del 5,58 °[0. Questa eccezione, se- condo noi, non fa cLje confermare quanto abbiamo detto sopra per questa coppia di foglie. Mentre nelle foglie superiori allo ingiallimento dei lembi corrisponde una costola ancora decisa- mente verde e quindi ancora vitale, nelle basse foglie ai lembi ingialliti corrisponde una costola che ha già assunto la colora- zione giallastra indizio di prossima morte. Aramarronamento Nelle foglie. — La percentuale di perdita diminuisce a mano a mano che dalle foglie di cima si scende alle foglie di bassa corona. Il rialzo della curva per la coppia di foglie 5* bis si rende oramai insignificante. Nei lembi. — La perdita di sostanza secca segue una de- cisa e costante curva discendente a partire dalle foglie di cima verso quelle di base della pianta. 94 R. [STITUTO SPERIMENTALli COLTIVAZIONE TABACCHI Nelle costole. Incomincia una perdita sulla sostanza secca iniziale. Ai lembi ammarronati corrispondono oramai, nelle foglie superiori della pianta, costole clorotiche. Anche qui i dati alla mano non permettono di stabilire una curva regolare ma la per- dita si constata in tutti i casi e in misura assai più accen- tuata nella coppia più bassa di foglie, la 5a bis, le di cui co- stole, in precedenza delle altre, sono già, a questo punto, decisa- mente ammarronate e ridotte di volume. Cura completa Nelle foglie. — La percentuale più alta di perdita si ri- scontra nella seconda coppia di foglie invece che nella prima a cominciare dall'alto della pianta. Sembra a noi logico, però, in questo caso, di pensare, più che ad altro , ad un errore di esperimentazione. Ad ogni modo, a partire dalla seconda coppia in giù la di- minuzione nella percentuale di perdka è costante; si ha soltanto pareggio nelle due più basse coppie di foglie {# bis e 5a bis). Nei lembi. — Lo stesso che nelle foglie. Fra le coppie 4* bis e 5a bis, per quanto insensibilmente, è venuto anche meno il pareggio nel senso regolare della curva. Nelle costole. — Si riscontra perdita costante in tutti i casi ed in percentuali assai più alte di quelle rilevate nel periodo del- l'ammarronamento. Gli è che nella generalità delle costole, du- rante il periodo della essiccazione delle foglie, si sono cumulale le perdite devolute a porzione del periodo dell'ingiallimento, al periodo delPammarronamento e a quello dell'essiccamento di esse costole. Infatti, pur non volendo stabilire una stretta correlazione quantitativa, trattandosi di due gruppi distinti di piante, facciamo notare come la percentuale di perdita a cura completa delle co- stole per la coppia di foglie più bassa, la 5a bis, si distanzi molto meno che non per le altre coppie di foglie dalla percen- tuale di perdita rilevata nelle costole della rispettiva coppia 5" bis nel periodo dell'ammarronamento. Ciò perchè, come si è già detto, le costole di queste due foglie più basse erano già, con Tarn- BOLLETTINO TECNICO 95 marronamento dei lembi, a m marron arte anch' esse e per buona parte ridotte. 11 rapporto fra la percentuale di perdita complessiva nelle costole e quella nei lembi è, nel caso nostro, di i: 1,78, rap- porto che si avvicina a quello di 1: 2 rilevato fra le rispettive perceni uali di sostanza secca complessiva contenuta a verde. * Riassumendo, l'esame dei dati delle nostre esperienze ci au torizza alle seguenti conclusioni: Nei diversi periodi della cura a fuoco diretto e a foglie staccate del Kentucky la percentuale di perdita di sostanza secca nei lembi delle foglie è in rapporto diretto con la percentuale di sostanza secca contenuta a verde nei lembi medesimi, all'atto della raccolta delle foglie. Siccome la percentuale di sostanza secca contenuta a verde nei lembi delle foglie di una pianta di Kentucky, normalmente cimata, diminuisce costantemente a mano a mano che dalle foglie di cima si scende verso le foglie di base, ne viene di conseguenza che anche la percentuale di perdita tende a seguire la stessa curva discendente Più sostanzioso è il tabacco e più alta é la percentuale di perdita che subisce, parzialmente e complessivamente, durante la cura. Lo stesso avviene considerando le foglie nella loro interezza perchè la sostanza secca contenuta nei lembi rappresenta, in tutti i nostri casi, oltre il 70 per cento (i) di quella contenuta com- plessivamente nella foglia e quindi la curva della perdita totale tende a modellarsi su quella della perdita della quota parte mag- giore, costituita appunto dai lembi. In quanto alle costole, esse presentano nettamente, anziché una perdita, un guadagno sulla sostanza secca iniziale, durante il primo periodo della cura. La vitalità nelle costole delle foglie raccolte permane per assai più lungo tempo che non nei lembi, e, fino a tanto che esse rimangono verdi, il consumo di sostanza organica per il processo, (1) E, come media, comprendendo tutte le foglie d'una pianta, il 73 — 76 per cento. 3 96 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI sia pure morboso, di respirazione, nel loro lento periodo agonico, è soverchiato dal guadagno per la nota migrazione di materiali solubili dai lembi nella costola attraverso le nervature secondarie. Il guadagno, però, si limita al solo periodo dell'ingiallimento dei lembi, quando, cioè, la generalità delle costole è ancora de- cisamente verde. Nelle foglie più basse, ad esempio, già sfruttate sulla pianta e dove la costola tende ad ingiallire quasi contemporaneamente ai lembi, si riscontra in questo periodo non più guadagno ma perdita di sostanza anche nella costola. Tuttavia , rappresentando le basse foglie un minimo peso rispetto al complessivo sulla pianta, resta fermo, come conclu- sione pratica, che le costole risultanti dalla scostolatura di ta- bacco ingiallito sono sensibilmente più ricche in sostanza che non quelle provenienti dalla scostolatura dello stesso tabacco ap- pena raccolto o in qualsiasi altro momento della cura. Non è quindi illogico pensare che le costole tolte alle foglie subito dopo lo ingiallimento (come avviene, ad esempio, nella cura sistema Angelonì di cui è fatta parola nel precedente ar- ticolo) e disseccate senz'altro possano essere suscettibili di un maggiore rendimento all'estrazione dei sughi o alla preparazione delle polveri insetticide che non le costole provenienti dal tabacco curato a fuoco. Trattasi di dosarne il contenuto in nicotina rispetto alle altre, e, a questo proposito, saranno presto comunicate le risultanze di analisi in corso. Con l'ammarronamento dei lembi, le costole sono cominciate ad ingiallire e s'inizia anche in esse una perdita di sostanza. I lembi sono oramai fisiologicamente morti, e, venuta meno in essi la forza vitale di ritensione dell'acqua, per la evapora- zione molto più attivaci quest'ultima alla loro superficie, si è po- tuto determinare, con tutta probabilità, un nuovo richiamo verso i lembi di materiali solubili avviatisi nella costola durante il pe- riodo dello ingiallimento. Mancato guadagno quindi e, più, una perdita effettiva sulla sostanza secca iniziale. Questa perdita, ancora lieve, si accentua nelle foglie più basse della pianta dove le costole sono oramai anch'esse ammarronate e per buona parte ridotte. A cura completata, la percentuale di perdita nelle costole BOLLETTINO TECNICO 97 si eleva di parecchio rispetto a quella verificatasi nel periodo dell' ammarronamento e ciò perchè la maggior parte delle co- stole finiscono di ingiallire, ammarronano e si disseccano cumu- lativamente nell'ultimo periodo della cura. Soltanto nelle costole delle foglie più basse, già ammarro- nate e ridotte in parte nel periodo dell' ammarronamento dei lembi, non si riscontra, naturalmente , il suaccennato rilevante sbalzo nella percentuale di perdita. Ne risulta che, mentre per i lembi e quindi per le foglie intere la maggiore quota della perdita complessiva di sostanza secca subita durante la cura è riferibile al periodo dello ingial- limento, per le costole, invece, eccezion fatta per quelle delle foglie più basse della pianta, questa quota maggiore è da rife- rirsi all'ultimo periodo della cura , che è quello della essicca- zione della foglia dopo Pammarronamento dei lembi. La percentuale di perdita complessiva di sostanza secca du- rante la cura nelle costole delle foglie tolte ad una pianta sta alla medesima percentuale nei lembi in un rapporto che tende ad avvicinarsi a quello esistente fra le rispettive percentuali di sostanza secca contenuta a verde, all'atto della raccolta delle foglie. Scafali, Giugno i g22. RICERCHE SOLCA CURA DEI TABACCHI ( Luigi Bernardini ) La cura della foglia rappresenta la fase più importante e la più delicata nella tecnologia del tabacco in quanto, trattan- dosi dello svolgersi di un processo naturale che è in dipendenza di un'attività cellulare residua, l'industriale deve intervenire per accelerare , ritardare o arrestare a un dato momento il mani- festarsi e il succedersi dei fenomeni che questo processo naturale induce nei costituenti la foglia del tabacco. La cura infatti nei suoi diversi sistemi , in ultima analisi, non consiste che nel sorvegliare e curare a che l'essicazione della foglia raccolta si compia in determinate ed opportune condizioni. Queste determinate ed opportune condizioni (varianti col variare del tipo di tabacco e qualche volta col variare del la- vorato che si vuole ottenere da uno stesso tipo di tabacco), sono state stabilite più dall'empirismo che dallo studio e dall'analisi dei processi che si compiono nel processo di cura. Per quanto i mutamenti fisici della foglia durante la cura, sieno caratteristici e facilmente percepibili, sì da far distinguere periodi o fasi distinte del processo, mancano tuttavia dati che illustrino i fenomeni bio - chimici e i mutamenti chimici che av- vengono in questi periodi o fasi della cura, sicché il curatore non sa con precisione quando e perchè debba essere maggior- mente richiesta la sua attenzione. Ed invero, se abbiamo pre- gevoli lavori che permettono di confrontare per qualche proces- so di cura (quello ad aria e a fuoco diretto per i tabacchi scuri) la foglia prima e dopo il trattamento, non abbiamo ricerche op- portunamente condotte che seguano i fenomeni durante le varie 100 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI fasi del processo, e per alcuni tabacchi, quelli gialli, non ab- biano nemmeno quelle che permettono un confronto tra la foglia curata e non curata. Allo scopo di portare un contributo alla conoscenza dei pro- cessi bio - chimici e chimici che si compiono durante la cura, furono da me iniziate ricerche fin dal 19 14, ma lo studio fu dovuto interrompere fin quasi al 1920 a causa della grande guerra europea che mi chiamò a compiere il mio dovere di sol- dato verso la Patria. Ripreso lo studio, in questa nota prelimi- nare si comunicano i risultati di una serie di ricerche su di un tabacco scuro tipo pesante curato ad aria e a fuoco diretto e su di un tabacco tipo levantino curato al sole e col sistema Bright o a fuoco indiretto. In questo Bollettino sono apparse già alcune nòte che il- lustrano dal lato tecnologico i sistemi di cura ad aria e a fuoco diretto per i tabacchi scuri e quelli al sole e Bright per i tabac- chi gialli: ritengo perciò superfluo il descrivere tali sistemi. In una comunicazione fatta sulla fine del 1914 alla Società Chimica Italiana sezione di Napoli, intorno alla trasformazione della sostanza azotata durante la cura a fuoco diretto della foglia di Kentucky indigeno, furono comunicati da me alcuni dati di- stinguendo nel processo di cura due periodi: un primo — dall'ini- zio della cura all'essicazione dei lembi fogliari e un secondo — da questo punto alla cura completa. Fu trovato allora e posto in evidenza, che le trasformazioni nei costituenti della foglia avvengono per la massima parte nel periodo che precede l'essiccazione dei lembi (di fronte ad una perdita o consumo di sostanza secca del 13,50°^ subito dalla foglia durante tutto il processo di cura, il io,40a[0, quasi cioè il 70 °[0, si era consumato nel periodo precedente l'essicazione dei lembi fogliari). E si notò inoltre che durante il primo pe- riodo della cura ad un intenso consumo di sostanza organica, cor- risponde anche una profonda proteolisi di circa un terzo della sostanza proteica, proteolisi che si arresta e non va oltre nel susseguente periodo. Si è ritenuto interessante confermare con nuovi dati i risul- tati allora conseguiti estendendo l'esame anche alla cura ad aria e a quella dei tabacchi gialli e frazionando la durata del pro- cesso di cura in tre periodi , anziché in due. Precisamente in BOLLETTINO TECNICO 101 quelli che il curatore distingue coi nomi : ingiallimento, essic- cazione lembi, essiccazione costole o cura completa. Veramente nella cura dei tabacchi scuri si distinguono quat- tro periodi, ma, poiché nella cura dei tabacchi gialli la fase del- Pammarronamento, che segue quella dell'ingiallimento, manca e si confonde con quella dell'essiccazione lembi, perchè fosse possibile un confronto fra i quattro sistemi di cura studiati, la fase dell'ammarronamento nella cura ad aria e a fuoco diretto, non è stata considerata. Le ricerche sono state eseguite su lotti di foglie di tabacco Salento x Kentucky e di Erzegovina Gigante x Stolacer apparte- nenti a piante coltivate su medesime parcelle nell'Istituto Spe- rimentale per la Coltivazione dei Tabacchi di Scafati e campio- nate in modo da avere materiali perfettamente comparabili *. I metodi analitici seguiti sono quelli già descritti in una mia nota apparsa su questo Bollettino nel 19 14 «Sulle trasfor- ma\ioni della sostanza aitata nella cura forcata dei tabacchi» colla differenza, che per la determinazione dell'azoto proteico, oltre il metodo indiretto, si è usato anche quello Stutzer e quello proposto dal Mohr (1) e per la determinazione dell'azoto nitrico si e preferito calcolarlo dalla differenza ottenuta fra l'azoto totale determinato sul tabacco, prima e dopo il trattamento all'ebol- lizione con acido cloridico e cloruro ferroso (II). I risultati ottenuti per l'azoto proteico col metodo indiretto e con quello Mohr sono stati pressoché identici e ambedue hanno confermato che il metodo Stutzer fornisce risultati più elevati (III). Per la cura al sole e per quella Bright oltre la sostanza azotata si è preso in considerazione anche quella idrocarbonata. Nelle seguenti Tabelle sono riportati i risultati ottenuti. * Per il campionamento delle foglie si è seguito il metodo già descritto nel 1912 in questo Bollettino dal Dott. M. Donadoni nelle sue ricerche intorno alla perdita di peso subita dal tabacco Kentucky curato a fuoco diretto. 102 B. ISTITUTO SPERIMENTALK COLTIVAZIONE TABACCHI (I) J. Amer. Chem. Soc. Voi. 32-1910 — A proposito di questo metodo è utile ricordare che Garner, Bacon e Foubert (Bureau of. Plant. Industry V. S Aprile 1914) con ricerche sulla cura ad aria dei tabacchi nord-americani hanno trovato che il metodo Mohr per la determinazione dell' azoto proteico fornisce i mi- gliori risultati e che il metodo Stutzer dà risultati di circa il 0,2% più elevati. (II) Applicando il metodo Kissling si osserva che lo sviluppo del gas che viene misurato come ossido di azoto, generalmente, dopo il completamento della reazione principale, si prosegue lentamente e per lungo tempo: ciò induce a credere che con questo metodo venga computato come ossido di azoto qualche altro prodotto gassoso che si origina nel trattamento con cloruro ferroso e acido cloridico del tabacco. (Ili) Con ciò viene confermato quanto ebbi a dire, nelle mie prime ricer- che, intorno al metodo Stutzer e cadono le critiche mosse dal Paris su questo stesso Bollettino al metodo da me allora usato e alle quali i doveri di soldato mi avevano impedito di rispondere. BOLLETTINO TECNICO 108 o o o T3 • uu ti E o S'" cu Cl, O <- o "^> & H- o 2 o NI EB « 5 w 3 o CO o H o N o H O N H 5 ai 0- '5 o < -5 CQ 'O d o H oS o H IO .ri O -1- Ó oo oo 00 >r. X> .2 'ab o _ o 2 S.2 _ u c/J 03 "> -TI ai T3 O a. d a. -t- o H H LU OC O O O o D LL < OC D O > a D I- Z UJ * X o h- z UJ < o u o E C Si a 03 CO PO UD o l^ 00 1 — 'O 15 'E -a CO «-. C8 -5 u E 5 03 Si 03 o3 — &C CC .5 -a 5 c CL a o *- E O « o OC o « « 03 S- b 3 r 1 104 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI • — °u c^ o> ro IO - 0 co co * - 00 ^h -1- O U 1 'O io ah Tt- co (N -5 £ - 00 l> r^ - 00 00 00 e £ « 0 O 0" M 0 O 0 0 (h e) r-1 o. — > cri ^*" Oi N ^ N »* "- O 0 — 0 O 0 < CO Li) -J .i- O t^ Th O vo 0 co co co \~ 0 CO co CN o 0 O O O I 0 0 0 0 (/) O W .-- cn 1— rf- Oì fi Oì M IO _J _J h 0 ■^ "V "~„ O nr "^ O ~ -^ 0 0 O O m 0 O O O < 0-, 00 'O Oì oc O 'S 0 C-) cn 0" CN IN O' IN O" O" D O CQ D O a, •O OO o ', E 0-, 'i o O H 0 0 e O O 0 0 0 0 tu N OC 4-- 00 !>. •0 UJ N OC LU 00 t^ ■a- TT 0' a <0 ir. 0* 0 ri 0" o" 0' IN 6" . Brizi nel Salone della Federazione delle Società Scientifiche e Tecniche il 19 Marzo 1922.— Dal « Bollettino deVA. I. P. M. A. Anno V, 1922, N.i 4-5-7-8. La nostra Associazione ha per consuetudine, oltre alle molte conferenze di propaganda che si tengono nel corso dell'anno, di indirne una anche in occasione della Assemblea annuale per far conoscere ed illustrare qualche ar- gomento che abbia un grande interesse dal punto di vista dell'agricoltura na- zionale. Fra le piante aromatiche ed utili il primo posto certamente lo occupa il Tabacco, quantunque ci sia chi non lo ritiene utile se non per impinguare 132 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI V erario , il quale deve saper sfruttare le debolezze umane ed anche qualche volta il vizio. La realtà è che 1' uso del Tabacco è diventato un bisogno per Y umanità quasi come lo stesso alimento e, se la sigaretta od il sigaro ci vengono qual- che volta a mancare, imprechiamo senz'altro contro i monopoli che devono provvedere ad ogni modo perchè non ci manchi da fumare. Nessuno però, o ben pochi , sentono il bisogno di domandarsi da dove il sigaro o la sigaretta provengono, quale siano la storia, le origini, le vicende della pianta del Ta- bacco, come si coltivi, che posto rappresenta nell'economia del mondo in ge- nerale e dell'Italia nostra in ispecie, quante energie e quanti capitali si muo- vono intorno al Tabacco. È sopratutto questo e non per insegnare cose nuove , ma per dimostrare la grande importanza che la coltivazione del Tabacco può avere per l'economia nazionale, che espongo in queste pagine. Il Tabacco ha una storia vecchia , ma non troppo , perchè , essendo di origine americana la consuetudine del fumo non poteva essere nota agli an- tichi. E' vero che gli archeologi e gli scrutatori di antiche memorie non sa- pendo capacitarsi come i romani non abbiano fumato, sono riusciti a ritrovare, scavando in varie località d'Italia, d'Olanda e della Svizzera, degli strumenti in terra cotta che vollero paragonare alle pipe moderne. Ma, se anche questo potesse essere vero, avranno fumato forse delle foglie di canapa od altro, ma non conobbero certo il Tabacco ignoto agli abitatori degli altri continenti. Forse , se i Romani avessero conosciuto il Tabacco , vista l' importanza attribuita al fumo anche nella recente guerra come conforto nell'ora del peri- colo , come distrazione , come eccitante di forza morale e materiale , le sorti del mondo sarebbero state diverse. E chi sa forse se i legionari romani aves- sero avuto il conforto e lo stimolo del Tabacco se i vandali avrebbero pre- valso su di essi ed Odoacre non avrebbe abbattuto il grande e sacro romano impero. Il Tabacco prende il nome dall'Isola di Tabago, dove prima venne trovato dagli europei, ma è dubbio, e forse leggendario, che sia stato proprio Cristo- foro Colombo a farlo conoscere in Ispagna. G. Nicot, ambasciatore della Corte di Francia in Portogallo, diffuse per il primo i semi, che ebbe dalla Florida, e ne fece omaggio a Caterina dei Medici, donde il nome di erba della Regina, che ebbe il Tabacco. In Italia fu importato per la prima volta dal Cardinale di Santacroce, reduce nell'anno 1389 dalla nunziatura di Spagna e l'avvenimento fu celebrato in versi latini in un poemetto del Duranti , dal quale rimase al Tabacco il nome di erba di Santacroce, nome che conservò fino al 1610, anno in cui cominciò a prevalere il nome di erba tornabuona datogli a Firenze dove venne diffuso dal nunzio apostolico di Francia il cardinale Crescenzo Tornabuoni. Questa pianta aromatica non poteva avere migliori padrini: una regina, un ambasciatore e due cardinali , per cui si diffuse rapidamente in tutto il mondo più di ogni altra pianta e persino della patata e del mais, importati pure dall'America e ben più utili del Tabacco. Tutti i popoli inciviliti di Europa e di Asia e perfino i negri dell'Africa conobbero presto il Tabacco, il quale però suscitò non sempre immediato con- senso, ma anche accanile opposizioni, divieti, leggi proibitive, ecc. che forse contribuirono anche meglio alla sua più rapida diffusione. Una storia della influenza politica che ebbe il Tabacco sarebbe quanto BOLLBTTINO TECNICO 133 mai interessante. Basti citare, ad esempio, che mentre nel 1624 il Papa Ur- bano Vili scomunicava senza misericordia coloro che fiutavano il Tabacco (poiché è noto che nel 600 e nel 700 era maggiormente usato il Tabacco da fiuto che non da fumo), mentre Innocenzo Xll faceva anche perquisire i de- voti nelle chiese confiscandone le scatole , Benedetto XIII invece toglieva la scomunica e lo fiutava pontificalmente ed in Vaticano. Il sultano A. Murat e lo czar Michele Fedorowish facevano tagliare il naso ai fiutatori di tabacco, Maometto IV faceva impiccare i fumatori , Cri- stiano II, re di Danimarca , proibiva il Tabacco confiscando le terre dove era coltivato, Giacomo I d'Inghilterra, non riuscendo a dominare coi suoi decreti proibitivi il vizio dilagante del fumo e del fiuto del Tabacco, pubblicò un li- bercolo latino intitolato « Misocapnos » che significa , dal greco , odiatore del fumo e nel quale fulminò il Tabacco chiamandolo : Rem insanam, ortam, ex ignominia, olfactu insuqvem, cerebro noxiam, pulmonis dannosam ecc. E vi sarebbe da riempire un grosso volume se si volessero raccogliere tutti i diversi pareri, tutte le esagerate lodi e vituperi che furono scritti sul Tabacco. Fra i più interessanti è un opuscolo del 1620, di Raffaele Tori il quale, dopo aver lodato ed esagerato in tutti i modi le virtù del Tabacco, lo chiamò pianta beata decus terra) um munus Olympii , ed un altro del Fragom , medico di Luigi XIV , che ne lamentava già fin d'allora 1' eccessivo abuso , per cui non esitava a chiamare il Tabacco una peste , un infortunio del corpo e della borsa, infernale, dannata, diabolica rovina dell'anima e del corpo. Diventando il Tabacco un vizio così desiderato e diffuso, fece subito pen- sare ai governanti che sotto la tenera sua foglia stava nascosta una miniera inesauribile per le finanze dell'erario, e la cosa fu in seguito così ben compresa che attualmente tutti gli Stati più civili hanno costituito il monopolio dei tabacchi , dal quale si ricava una volontaria imposta , che ammonta a non meno di 60 miliardi. Dobbiamo dire, a titolo di orgoglio, che, fra tante prio- rità che vanta l'Italia, c'è anche quella di aver per la prima data origine al monopolio dei tabacchi. Fu precisamente la Repubblica di Venezia sino dal 1560 che costituì il primo privilegio della coltivazione del Tabacco concesso al così detti Sette Comuni sulla destra del Brenta , dove sino d' allora e fino ad oggi si è sempre coltivato Tabacco. Verso la fine del 600 il monopolio dei Tabacchi, era ben costituito nella repubblica di Venezia, per quanto il Tabacco non si chiamasse con questo nome, ma ancora Erba della regina o Erba del gran Triore. A Napoli nel 1637 si istituì un monopolio, che non diede però buoni risultati finanziari, e nel 1645 un altro ne sorse nel Gran Ducato di Toscana, dove però si fumava ben poco il Tabacco, ma invece se ne masticavano le foglie e se ne fiutava la polvere, della quale sorse a Poggibonsi una rinomata fabbrica. In Piemonte nel 1647, dopo la morte di Amedeo I, la reggente Maria Cristina di Francia disciplinava la coltivazione con un regime fiscale e finalmente, verso la fine del iboo, troviamo che il Duca di Modena ricavava larghi introiti dal Tabacco, mentre lo Stato Pontificio istituiva una fabbrica statale a Ferrara, affidandone il privilegio agli ebrei, forse perchè aveva ben compreso che erano i più adatti ad assicurarne il commercio. Ma, tralasciando tutte le vicende subite dai monopolii di stato nel secolo XVIII e venendo alla prima metà del secolo decimonono, quando, unificata l'Italia nel 1860, tutti i bilanci dei piccoli stati furono conglobati, troviamo che naturalmente si ricorse al monopolio dei Tabacchi come una delle spe- 134 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI ranze per il risorgimento dell'esausto bilancio. Ma, le condizioni sia delle col- tivazioni, sia della lavorazione, sia della organizzazione della parte industriale si presentavano così manchevoli e difficili che lo stesso restauratore delle fi- nanze del nuovo regno d'Italia, Quintino Sella, nel 1862 lanciò l'idea che le privative dovesseso venire affidate all'industria privata. Si giunse, in mezzo alle più vivaci discussioni prò e contro fino al 1868, anno in cui il Ministro Rat- tazzi, spinto dalla necessità dello spaventoso disavanzo del bilancio, quando la rendita era precipitata a 42 e la carta moneta circolava a corso forzoso, si decise. Il 18 Gennaio 1869, secondo il contratto stipulato fra il Ministro delle Finanze e il Comm. Balduino cominciò a funzionare la Regìa cointeressata dei Tabacchi, di poco lagrimata memoria, che ebbe la durata di 15 anni e che lasciò un ben triste ricordo, insieme con uno strascico di scandali , senza che avesse nulla fatto perchè la coltivazione del Tabacco potesse diventare una po- tente industria di Stato. La sua azione si può dire che fu negativa circa la preparazione dei mezzi tecnici per sviluppare e perfezionare la cultura indigena, la quale contrasta anzi coli' organizzazione puramente finanziaria o bancaria della Regìa, che si preoccupava non certo dell'interesse dei coltivatori né delle lamentele dei fumatori avvelenati, ma soltanto di speculazioni basate sugli acquisti all'estero, soffocando in tal modo ogni privata iniziativa. Non mancarono in questo periodo né le vivaci proteste né la parola di dotti e coraggiosi agronomi, fra i quali Gaetano Cantoni, che asserivano come la coltivazione del Tabacco in Italia non solo fosse tecnicamente possibile, ma che poteva diventare una sorgente di notevole e maggior lucro per lo Stato, di vantaggio per gli agricoltori ed anche suscettibile di dar prodotti per l'e- sportazione. Ed è memorabile a questo proposito, il Congresso Agrario di Cre- mona del 1880, mentre dominava il più cieco imperialismo circa la coltivazione dei Tabacchi, nel quale un illustre agronomo Vittorio Alpe, allora giovanissimo, e collaboratore di Gaetano Cantoni, propose e fece approvare un ordine del giorno, che parve quasi rivoluzionario, poiché in esso si chiedeva nientemeno che l'abolizione del monopolio della coltivazione, della manifattura e dello smercio dei Tobacchi. Era questo un vero grido di dolore dei coltivatori an- gariati e dei fumatori martoriati, che anelavano alla liberazione del dominio della nefasta Regìa, la quale, nonostante una lotta e una resistenza accanite mosse da interessi privati, fu inonoratamente, ma definitivamente, sepolta alla sua scadenza del 1883 e lo Stato riassunse la diretta gestione dei Tabacchi il primo Gennaio 1884. E' ben giusto subito riconoscere che da allora in poi é cominciata un'era nuova, non però subito perchè il retaggio lasciato dalla defunta Regìa era quasi negativo per la coltura del Tabacco, giacché l'opera sua fu intesa a ren- derne i problemi relativi sempre più oscuri, per cui non era facile Togliere il preconcetto ed il convincimento, così radicati, che la coltivazione indigena del Tabacco non fosse assolutamente possibile, sia per il poco rendimento econo- mico, sia sopratutto per le angarie fiscali. A tutto ciò si aggiunga che l'antico personale della Regìa, ereditato dallo Stato, conservava quei criterii e quei convincimenti, direi quasi negativi, che ne avevano informata la precedente opera; per cui trascorse circa un altro decennio con qualche miglioramento, con un orientamento sempre più deciso e con una progressiva maggior prepa- razione del personale, ma sempre con molta incertezza e con vincoli fiscali ancora troppo gravosi per il roltivatore. Nel 1883 l'antica Direzione Generale delle gabelle fu sdoppiata e sorse la Direzione generale delle privative affidata BOLLETTINO TECNICO 135 all'Ing. Roberto Sandri , uomo che merita davvero la riconoscenza nazionale, perchè seppe porre il Monopolio dei tabacchi in condizioni tali da condurlo a poco a poco ad una fiorente industria nazionale, studiando e risolvendo non solo i problemi inerenti alla fabbricazione dei prodotti, alla vendita, alle orga- nizzazioni operaie delle manifatture ecc., ma anche divinando quale avvenire poteva avere la coltivazione dei Tabacchi indigeni. E fu appunto in quel periodo che, rinnovata la fede spenta dalle prece- denti delusioni e fatta opera di persuasione per attenuare e distruggere le dif- fidenze dei coltivatori verso il Monopolio di Stato, si cominciarono a studiare più seriamente tutte le condizioni agronomiche, economiche ed industriali delle coltivazioni dei tabacchi in Italia. L'opera del Sandri fu dopo la sua morte continuata dal collaboratore ing. Bondi , il quale portò nella Direzione del suo ufficio una rara competenza tecnica e una mente aperta ad ogni giovevole innovazione. Coll'opera del Sandri si può dire che cominciò un'era nuova, la quale ha condotto già ad oitimi risultati e ci fa sperare in un lieto avvenire sia per i vantaggi che ne avrà l'erario dello Stato, sia, sopratutto, l'agricoltura italiana. Prima opera del Sandri fu anche la creazione dell'Istituto sperimentale di Scafati, posto alle falde del Vesuvio, il quale da principio servì più che altro alla creazione di maestranze di coltivatori ed operai. L'Istituto ha finito, in seguito, per assumere una fisonomia tutta propria in modo da concentrare in esso tutto quanto riguarda l'agricoltura e la tecnica industriale del Tabacco. Non è qui il caso di enumerare le benemerenze del- l'Istituto stesso, organizzato e diretto per tanti anni dal compianto ed illustre prof. Leonardo Angeloni, in seguito dal chiaro Dott. Achille Splendore e attualmente diretto dal valoroso Dott. Manlio Donadoni. Come si coltivi il Tabacco in tutti i suoi particolari, in tutte le sue fasi ed in rapporto ai diversi tipi, non può certo esporsi nei limiti modesti di una conferenza. Valgano perciò meglio le proiezioni che danno almeno ai profani un'i- dea del ciclo del Tabacco, dal seme al prodotto industrialmente già preparato. I Tabacchi che si coltivano in Italia sono: o di seme indigeno o di seme esotico. I tabacchi indigeni sono quei vecchi tipi già coltivati da anni e qual- cuno da secoli negli antichi centri di produzione, come, ad esempio, il nostrano del Brenta, il Beneventano, lo spadone di Chiaravalle, il Cattaro di Lecce, il Moro di Cori, ecc. ecc. Gli esotici derivano appunto da tabacchi di altre regioni che, sperimentati in un lungo e paziente lavoro di parecchi decenni e derivati anche da incroci od ibridazioni, hanno finito coll'acclimatarsi perfettamente in Italia. Se ne coltivano di origine orientale, come il Samsum, l'Erzegovina, di Nord Americani come il Kentucky, il Virginia, il Maryland e di Tropicali come il Brasile, l'Avana, il Sumatra ecc. La distribuzione geografica della coltivazione in Italia è ispirata a variabili concetti in rapporto colle esigenze delle diverse varietà del clima ecc., e si può riassumere così: I tipi scuri Nord Americani sono diffusi e possono estendersi in qualunque parte d'Italia, i tipi Virginia, per sigarette, conviene siano limi- tati alle terre più povere specialmente nel mezzogiorno; i tipi tropicali, affinchè forniscano prodotti aromatici e profumati, debbono essere specializzati nell'Ita- lia meridionale e nelle Isole, mentre i tabacchi di tipo orientale prosperano me- glio nelle Isole, negli Abruzzi e nelle Puglie e non convengono nelle altre regioni. 136 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI Il Tabacco si adatta a quasi tutti i terreni, ma prospera meglio nei ter- reni profondi e freschi. Non è esatto, come generalmente si crede, che il Ta- bacco richieda molta acqua od addirittura l'irrigazione, poiché invece sopporta benissimo il secco. Il terreno va molto bene preparato, lavorato e smosso, quindi ben arato ed erpicato ed il Tabacco può entrare nella rotazione al posto del granturco o di ogni pianta sarchiata o da rinnovo. Il seme, straordinariamente piccolo, e l'alta temperatura necessaria per la germinazione non consentono la semina diretta nel campo, per cui occorre fare il così detto vivaio o semenzaio, che con- siste in un aiuola preparata con terra fina, fertile, sterilizzata, scelta in località soleggiata o riparata dai venti freddi. Si possono anche fare, dove sia necessario, dei letti caldi. Fatta la semina in epoca opportuna, da gennaio a marzo, secondo i climi, le piantine si sviluppano rapidamente e ben ritte e, quando hanno rag- giunto dopo due-tre mesi, otto o dieci cm. di altezza, se ad esse si sono pra- ticate tutte le cure necessarie, si possono trapiantare sul campo in file regolari, in buche precedentemente preparate, a conveniente distanza, inaffìandole nei primi tempi, finché abbiano bene attecchito e rimpiazzando le piantine che sviluppano male o morissero. In qualche grande azienda i trapianti si possono fare anche con macchine apposite. Occorre poco dopo zappettare la terra in- torno alle piantine per togliere le erbe infeste, rincalzandole quando abbiano raggiunto i 40- 50 cm. Più tardi si fa ancora una terza sarchiatura completando la concimazione con concimi adatti. Quando le piante si avvicinano alla fioritura si fa la ci- matura, ossia si sopprimono le gemme fiorifere, cioè si impedisce la formazione dei fiori per cui tutti i materiali elaborati dalla pianta concorrono ad aumen- tare lo sviluppo delle foglie che diventano grandi, pesanti, ricche di principii attivi. In tal modo, se si vogliono tabacchi molto forti, si cimeranno molto presto e basso; per averli meno forti si cimerà tardi ed alto; pei tabacchi orien- tali la cimatura si tralascia interamente. Ugualmente si sopprimono anche tutte le gemme che si sviluppano dall'ascella delle foglie, operazione che dicesi scac- chiatura. Qualche settimana dopo la cimatura le foglie sono mature e si procede alla raccolta che si fa, sia staccando foglia per foglia, sia spaccando lo stelo in tutta la sua lunghezza , sia asportando V intera pianta e ciò a seconda dei diversi tipi di Tabacco, dell'uso a cui sono destinati, del clima, ecc. L'operazione dell'essiccazione è la più delicata, poiché deve essere fatta subito dopo la raccolta e sul posto o molto vicino, perchè il monopolio non acquista e non può acquistare tabacco verde. Il colore della foglia, il suo aro- ma, la sua combustibilità e quindi il prezzo, dipendono dalla maggiore o minore cura nell'essicazione , e questa deve variare a seconda dello scopo al quale la foglia è destinata. Al sole si essicano i Tabacchi orientali e americani gialli, all'ombra invece in appositi locali si essicano i Tabacchi fini, tipo avana ed i tabacchi scuri Nord Americani, mentre il calore artificiale con fuoco diretto o con stufe o caloriferi si usa specialmente per 1 tabacchi pesanti tipo Kentuchy, e si pra- tica nei locali così detti di cura artificiali, costruiti in modo da smaltire gra- datamente l'eccesso di umidità, nei quali generalmente si accendono dei fuochi di legna forte, il cui fumo giova a preservare il Tabacco dalle muffe. Ad es- sicazione compiuta le foglie vengono scelte, classificate in un numero variato BOLLETTINO TECNICO 137 di classi, corrispondenti alla bontà del prodotto^ quindi al suo prezzo e condi- zionate poi in botti, od in pacchi a seconda delle esigenze di ogni singolo tipo. * * * Quali sono le condizioni economiche della coltivazione del Tabacco in Italia ? Che cosa si potrebbe fare di più ? L'agricoltura ha dei bisogni e dei doveri impellenti ed è dalla conoscenza di questi bisogni e dei doveri nei riguardi della utilizzazione del nostro suolo che può scaturire una maggiore produzione agricola di tutto quello che a noi necessita e di cui siamo fatalmente tributarli all'estero. Tralasciamo, perchè non é il nostro argomento, la questione così importante della cerealicoltura e sopratutto della granicoltura e vediamo qual posto potrebbe occupare la col- tivazione del Tabacco in Italia. Da quanto abbiamo detto risulta che esso non è nuova in Italia, ma si può peraltro dire che per i quattro quinti degli agri- coltori italiani, essa è nuova come se non avesse mai esistito o per lo meno, se è conosciuta di nome, essa è legata ad una specie di diffidenza e di ter- rore del fìsco, per cui il Tabacco appare come una pianta non facile a coltivare, che dà dei grattacapi e delle noie, che non garantisce un reddito sicuro e che, fra le altre cose, è anche ritenuta una pianta dannosa e sfruttatrice del terreno. Anzitutto sfatiamo questo ultimo pregiudizio. Sulla valutazione del tabacco allo stato sciolto. — A. Biasco. Dalla « Provincia di Lecce » Anno XXVIII, N. 13, Lecce, 2 aprile 1922. Alle Commissioni paritetiche — create durante il periodo turbinoso della consegna degli Orientali — fu consegnato il compito di fissare V equo pre\\o delle partite di tabacco per le quali non fosse interceduto V accordo tra con- cessionari e coltivatori; ma io mi permetto di domandare: per quel che riguarda il tabacco si può seriamente parlare della determinazione di un equo pre\\o che limiti pretese o riduca perdite, quando si sa che esiste un pre^o ed uno solo, quello cioè fissato nel manifesto dall'Amministrazione dei Monopoli per ciascuna varietà e per ciascuna classe? Il concessionario che acquista e lavora per lo Stato, il perito che osserva la partita di tabacco non stabiliscono prezzi, ma determinano percentuali di classe, da cui i prezzi dipendono: industriali e coltivatori quindi vengono a trovarsi in condizioni molto diverse da quelle create dai rapporti che — in se- guito ad una serie di contrattazioni — intercedono tra liberi contraenti su un libero mercato. La compra - vendita del tabacco allo stato sciolto non è influenzata dalla legge economica della domanda e dell'offerta e perciò non può esistere per tale merce un pre^o medio un pre^o di equilibrio intorno al quale oscillano i prezzi che effettivamente si realizzano nei molteplici scambi. Siamo in regime di mo- nopolio il quale permette la coesistenza, con i medesimi utili, di due produt- tori l'uno ad alto, l'altro a basso costo, il primo dei quali ottiene merce pre- giata, il secondo merce scadente: come se si trattasse di due merci di natura diversa; mentre è risaputo che in regime di libertà, e per la stessa merce, il produttore a maggior costo viene scacciato dal mercato se la quantità offerta supera quella domandata, ed il produttore a maggior costo fissa la misura del 138 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI prezzo se la quantità offerta non è sufficiente a coprire per intero la quantità domandata. Sarà questione di percentuali che periti, concessionari, coltivatori, in buona o mala fede, con cognizione o senza possono stabilire in misura differentissima, anche per lo stesso prodotto, ma un quintale di foglia di quarta o di prima schiette, non può essere scambiato che con una determinata quantità di moneta. Consegue da ciò che ad ogni partita di tabacco spetta un prezzo ed uno solo, quello cioè determinato dalla percentuale delle classi che la compongono, ed i cui prezzi sono stati fissati — o bene o male -- dall'Amministrazione dei Monopoli. Ma è vero altresì che o^ni partita può assumere differenti valori, a secondo che si parte o dal concetto di costo o da quello di trasformazione. Supporre che il costo di un quintale di tabacco possa costituire un ele- mento base per la misura del prezzo di cessione del prodotto ai concessionari, significa non volere tener presente che vi sono tanti costi di produzione quanti sono i gruppi dei produttori (proprietari, Attuari, coloni) anzi, quanti sono i produttori; che i buoni terreni e la raffinata tecnica colturale hanno diritto ad una maggior quota nella distribuzione della ricchezza prodotta ; che a pa- rità di costo (specialmente pel tabacco) il prodotto può essere qualitativamente variabilissimo. Supporre che la conoscenza del costo di lavorazione e dell' utile che si ritrae dall'industria possa servire nel determinare il prezzo equo del tabacco allo stato sciolto significa dimenticare che il concessionario cede allo Stato il prodotto dopo un anno dall'acquisto; che un'accurata e sapiente lavorazione può lasciare un largo margine di utili, come una lavorazione mal fatta può cagionare delle perdite; che l'industriale, valorizzando cognizioni tecniche par- ticolari, ha diritto di far suoi tutti gli utili dell'impresa, sia per mettersi al coperto dei rischi che corre nella produzione, sia ancora perchè oltre che come capitalista e direttore tecnico, gli spetta un compenso come imprenditore. Più di qualunque disquisizione, un esempio numerico vale chiarire l'im- possibilità di giungere alla determinazione dell' equo pre^o del tabacco appli- cando i concetti di costo di produzione e costo di lavorazione. Si supponga di conoscere il costo medio di produzione e di lavorazione del tabacco per una determinata plaga, ed il prezzo medio generale che lo Stato fa ai concessionari, nella rispettiva misura di 7, 3, 13, dati questi, s'in- tende, omogenei nel tempo e quindi paragonabili fra loro. Il plusvalore di 3, creato dal concorso dei due fattori: costo, materia prima e costo lavorazione, dovendo essere distribuito in rapporto al valore effettivo che ognuno di essi misura all'atto della produzione, andrebbe per 2,10 a be- neficio del coltivatore e per 0,90 a beneficio dell'industriale. Si supponga ora che il costo di produzione, per un' altra plaga, salga ad 8 — o per ignoranza del coltivatore o per condizioni avverse di ambiente fi- sico — ed il costo di lavorazione scenda a 2 - per una più sapiente organiz- zazione del lavoro e per le più perfette condizioni tecniche dell' industriale. Fermo restando il prezzo che lo Stato fa ai concessionari, il plusvalore di 3 andrebbe per 2,40 a beneficio del coltivatore e per 0,60 a beneficio dell'indu- striale. Ed allora vale proprio la pena perfezionare la coltivazione e 1' industria, introdurre strumenti tecnici più perfezionati, escogitare metodi più economici di lavorazione, se la nuova religione premia i cattivi e castiga i buoni? BOLLETTINO TECNICO 139 E nell'applicazione dei criteri del valore di costo e di trasformatone alla ricerca del pre\\o equo del tabacco allo stato sciolto non si scorge il germe della distruzione sia della coltivazione, sia dell'industria? A mala pena il concetto di costo potrebbe servire per la determinazione del valore del tabacco che i coltivatori consegneranno alle proprie cooperative, o, ciò che vale lo stesso, nella ripartizione degli utili , qualora non si volesse tener conto di un fattore di grande importanza: la differente suscettibilità dei prodotti appartenenti alle varie classi. Ma della suscettibilità si deve necessa- riamente tener conto per non creare una perniciosa sperequazione tutta a fa- vore dei prodotti scadenti e dei cattivi produttori, con grave danno della col- tivazione, dell'industria e, per naturale conseguenza, dell'economia nazionale. E valga un esempio. Un quintale di Xanti di ia classe a L. 1380, dopo lavorato, con una spesa, poniamo, di L. 700, è valutato dallo Stato al prezzo di L. 2710; un quintale di Xanti di 3a classe a L. 940, dopo lavorato, con una spesa, poniamo, di L. 500, è valutato al prezzo di L. 1600. Posto che si voglia ripartire l'utile glo- bale netto di L. 790 ai due quintali di prodotto in base al rispettivo prezzo iniziale, al primo tocca un utile di L. 470, al secondo di L. 320 circa. Se i due quintali di tabacco fossero lavorati e venduti saparatamente, al primo toc- cherebbe un utile di L. 630, al secondo di L. 160. Con la lavorazione e ven- dita in comune, buona parte del valore della suscettibilità del tabacco di ia classe ( L. 1 50 circa nell' esempio riportato ) va a beneficio del tabacco di 3" classe; ciò che vuol dire che il produttore cattivo viene accarezzato ed il pro- duttore buono bastonato; ed ancora che la cooperazione — a meno che non si escogitino metodi di riparto più razionali — non è capace di eliminare quel fenomeno che si vorrebbe qualificare come indebita appropriazione di ricchezza, che anzi lo perpetua sottraendolo alla vista degli occhi profani. E con ciò, non si vuole affatto affermare che la cooperazione — specialmente quando è guidata e sorretta da nomini indipendenti, disinteressati ed onesti — non possa rendere segnalati servizi alla coltivazione ed all'industria del tabacco, la cui esistenza è intimamente legata alla pronta soluzione di numerosi ed importanti problemi tecnici. I risultati della coltivazione del tabacco nella provincia di Gorizia nel 1921.— D. T. Dal «Bollettino Agrario « Anno III, N. 37, Gorizia, 1 Aprile 1922. Dopo aver ricordata tutta l'opera di propaganda svolta a favore della col- tivazione del tabacco Kentucky, sia incitando i maggiori proprietari ad intro- durla nei propri fondi, sia spronando i piccoli e medi ad unirsi in consorzi onde avere la possibilità di ottenere la concessione speciale, basandosi sugli ot- timi risultati economici ottenuti in paesi simili a quelli della Venezia Giulia, F egregio A. si compiace di poter offrire agli agricoltori friulani dei dati di fatto da spingere tutte le persone di buona volontà a superare tutti gl'inevita- bili ostacoli colturali ed economici onde diffondere definitivamente tale coltura nel fertile piano della provincia di Gorizia. E poiché non vi è eloquenza più convincente di quella dei numeri, tra- scriviamo nella seguente tabella i risultati della coltura nel decorso anno. 140 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI COLTIVATORI Superfìcie coltivata ma Prodotto Prezzo per quintale Valore totale Lire del pro- dotto p. ettaro i. Vivaio di Begliano .... IO5OO l6.20 780 12636 1 2032 2. Predio provinciale di S. Rocco 85OO 12.5O 91O ' ' 375 13382 3. Dott. Gino Cosolo Fogliano . 3OOO 5.20 9OO 4680 I 560O 4. Amm. Conte Alessio Coroni- ni S. Pietro-Gorizia .... 29OO 3.4O SOO 272O 9379 5. Augusto Pinat Perteole . . . 23OO 2.24 775 1736 7547 Ci mancano ancora i dati di produzione ed il prezzo di stima per l'Am- ministrazione Brunner d'Isola Morosini, però i pratici della Direzione Com- partimentale Coltivazioni Tabacchi affermano che su di un ettaro coltivato, il prodotto supera i 20 quintali. Ma volendo per ora prendere in considerazione soltanto ciò che è sicuro, perchè misurato e pesato, ecco le osservazioni riassuntive che scaturiscono dal- l'esame del sopraesposto specchietto. I. Ammesso che le spese colturali per ettaro sieno le seguenti: a) per concimazione ....... L. 1200.— b) per lavorazione ........ » 3400.— e) per legna da fuoco » 450. — d) per la lavorazione dopo l'essiccamento ...» 600. — Lire 5650. — che per prudenza eleviamo a L. 6000. — per ettaro, dalle colture esperimentali del decorso anno si sono ricavati 1 seguenti redditi netti: Reddito Reddito lordo Reddito lordo meno il 10"j„ par netto per ettaro quota infort. per ettaro 1. Vivaio di Begliano 2. Predio Provinciale Gorizia 3. Dott. Gino Cosolo 4. Amm. Conte Coronini 5. Augusto Pinat 1 2032 10829 4829 13382 12044 6044 15600 14040 8040 9379 8442 2442 7547 6793 793 BOLLETTINO TECNICO 141 II. I prodotti maggiori sono ottenuti per le colture nelle quali le piantine furono trapiantate precocemente a Begliano, Predio di Gorizia, Dott. Gino Co- solo (prima metà di maggio), mentre diminuiscono coi trapianti più tardivi. III. Il prezzo massimo si ottiene pure col trapianto tardivo. IV. Fa eccezione a tale norma il vivaio di Begliano, questa eccezione si ebbe però perchè il tabacco fu trasportato dopo ingiallito sino all' essiccatoio di Gorizia provocando molte rotture nelle foglie. Resta con ciò provato che al di là di 5-6 km. di distanza d'un essiccatoio coltivando il tabacco si subiscono gravi danni col trasporto. V. Il tabacco resiste più del granoturco alla siccità. VI. L' irrigazione è utilissima a questa coltura come risulta dal seguente specchietto: Con irrigazione Senza irrigazione prodotto per ettaro prodotto per ettaro 15.40 q.li Begliano '4-70 q.li S. Rocco 17.33 * Fogliano 11.72 » Amm. Coronini 9.74 » Aug. Pinat Infine nel decorso anno si è esperimentata tanto a Begliano che a San Rocco la coltura del Kentucky in seconda raccolta, però su di una superficie così piccola di terreno (2500 ma in tutto) da non aver poi potuto tener conto separato del prodotto nell'essiccamento. Tuttavia si può affermare che ad onta dell' estrema siccità della decorsa estate la quale ritardò di molto lo sviluppo delle piante, queste erano mature e si raccolsero nella prima decade d'ottobre. Il prodotto approssimativo fu calcolato dai tecnici della coltivazione ta- bacchi, tenendo conto del numero di foglie (9 invece di 12) e del loro sviluppo in quintali 1 1 per ettaro, tale quindi da dare un prodotto rimunerativo. Quest' anno si eseguiranno le prove su almeno un ettaro di superficie ed a suo tempo se ne informeranno gli agricoltori. Case coloniche ed essiccatoi per tabacco. — A. P. Da « L'Agricoltura Friulana » Anno I, N. 16, Udine, 16 Aprile 1922. L'introduzione del tabacco preoccupa non tanto per le pratiche culturali che la pianta richiede, ma sopratutto per le costruzioni necessarie allo svolgi- mento della fase industriale. Infatti dovendo organizzare un Sodalizio Cooperativo che possa rendere più agevole la cultura, viene fatto di domandarsi : in quale momento dovrà avere inizio la vera gestione cooperativa? Prima o dopo l'essiccazione? In altri termini, si dovrà togliere dall' azienda il tabacco non appena avrà raggiunto la maturazione o una volta che abbia subito l'essiccazione artificiale? Si comprenderà tutta l' importanza della cosa se si pensi che risolvendola 142 R. ISTITUTO SPERIMENTALK COLTIVAZIONE TABACCHI in un modo, dovremo dotare ogni azienda di un essiccatoio individuale, mentre nell'altro, dovremo provvedere alla costruzione di batterie di essiccatoi collettivi. Quando non si frappongono insoi montabili ostacoli, come ragioni tecniche, PROGETTO DI E5SICATQI0 PER LA CVRA A FVJCO DEL TABACCO PRODOTTO SVILA ESTENSORE DI TRE CAttPl FSIYLAKI 5EZI0MEA StLZiQNEBB SEZIONE CC CL - sfiatatoi» f -J5o«Ae di auamjr* economiche, trasporti più o meno agevoli, l'indole più o meno laboriosa degli agricoltori (alcune volte per la introduzione della coltura è necessario sgravarla della fase di essiccazione), la natura dei contratti agrari vigenti, il propendere 11 campo friulano è di mq. 3505. — N. d. R. BOLLETTINO TECNICO 143 verso l'una o l'altra delle forme è determinato essenzialmente, a nostro parere dalla dotazione in costruzioni coloniche della zona nella quale s'inizia la coltura. Infatti , per una azienda scarsa di fabbricati, 1' essiccatoio ( per la costru- zione del quale lo Stato concorre cogli 8 [io della spesa preventivata rimbor- sabili in nove annualità) può riuscire di grande utilità durante la cultura poiché all'in fuori del mese e mezzo che è occupato dal tabacco può essere adi- bito ad usi vari: bigattiera, deposito foraggi, cereali, macchina, ecc. P»0C£TTO "Di TRASFORMAZlONé D£l> f$S)C«TQtO in CASA COLONICA «rìOHB ftft A SEZIONE B8 210NC B8 £SZlloS£_CC Ma questo non è tutto: qualora la coltivazione dovesse essere abbandonata per varie ragioni, in breve tempo e con poca spesa l'essiccatoio può essere trasformato in casa colonica, stalla, magazzino, ecc. Il Consorzio Tilaventino infatti ha creduto opportuno di battere questa via ed i Soci hanno progettato gli Essiccatoi tenendo conto della loro even- tuale trasformazione secondo l'esigenze dell'azienda. Riproduciamo un progetto dell'Ing. Ive di Latisana, il quale si è attenuto al concetto che l'essiccatoio possa essere in seguito trasformato in casa colonica. 144 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI La coltivazione'del tabacco infCalabria. — Carattere nazionale del pro- blema. - Giovanni Solimene — Da « 77 Mondo » Roma, Anno I, 25 Maggio 1922. È dimostrato dall'eloquente valore delle cifre che l'Italia produce annual- mente poco più del quinto del tabacco che consuma. Sta di fatto che, sino a pochi anni addietro, su 25 milioni di chilogrammi di foglia , da lavorare pel fabbisogno nazionale, soli 5 milioni all'incirca erano rappresentati dal tabacco indigeno. Dai dati statistici referentesi all'esercizio finanziario 1916-1917, più parti- colarmente risulta che, su 30 milioni di materia greggia, acquistata dalle ma- nifatture statali, il tabacco indigeno vi rappresenta il 23 per cento, di contro al 77 per cento che spetta al tabacco esotico. Le cose risultano alquanto mutate in meglio negli esercizi posteriori. Come, per la verità, si rileva da una recente pubblicazione ufficiale, dovuta all' Ali- prandi, la produzione indigena del tabacco nel 1919 è stala di kg. 9,602,700. Ma rimane, pur sempre il fatto che il quantitativo impiegato, per tale anno, fu di 34 milioni di chilogrammi, in cifra tonda, per cui si dovette importare dall'estero la differenza in chilogrammi 24,397,300. Siamo, dunque, tributari dei paesi stranieri, e in misura non indifferente, anche per questo importantissimo prodotto. E lo saremo sempre più, con gra- vissimo danno della finanza nazionale , come ebbe a rilevare il senatore Cap- pelli nel suo schema di programma per la ricostituzione finanziaria ed econo- mica d' Italia , ove si rifletta che , consumando noi una quantità di tabacco quattro volte superiore a quella che si produce, siamo costretti ad acquistare l'enorme differenza in meno sui mercati stranieri, i quali c'impongono le più aspre condizioni su i prezzi , oltre che veniamo a sovraccaricarci del costo delle mediazioni , degli alti noli e dei cambi , il che , tradotto in linguaggio povero, importa la spesa approssimativa annua di 200 milioni oro, cui l'Italia va incontro per la provvista di tabacco all'estero. Di ciò si è dato esatto conto la Direzione generale dei monopoli indu- striali, la quale ammette che bisogna pervenire, con opportuni e congrui prov- vedimenti, di cui qualcuno già emanato, allo produzione nazionale di tutto o quasi tutto il tabacco che oggi acquistiamo all'estero allo scopo di emancipare definitivamente lo Stato dalla soggezione dei mercati stranieri , il che , come ho già notato, arreca spese ingenti e né pure garantisce il normale funziona- mento dell'azienda. Come può leggersi anche nello studio dell' onor. Meda su « La crisi dei tabacchi in Italia », i cui riassunti, sono compilati su i grafici segnanti il movimento delle rendite Statali, risulta chiaro che il consumo na- zionale di tutti i tabacchi lavorati è in continuo aumento. Correlativamente, si fanno sempre maggiori i proventi del monopolio tabagico. Trascurando le cifre anteriori all'ultimo decennio, trovo che, mentre gl'in- troiti per la vendita dei tabacchi nell'anno finanziario 1912-1913 furono di lire 333.170.678; per i primi 11 mesi, invece dell'esercizio 1918-1919, salirono a 1. 060.610.000 con una previsione definitiva annua di un miliardo e 800 mi- lioni di lire. Anzi, dagli ultimi dati statistici, forniti dal Dicastero delle Finanze, ri- feribili all'esercizio finanziario in corso, rilevo che, dal i° luglio al 20 ottobre dello scorso anno, la gestione tabacchi ha reso complessivamente , oltre 807 milioni di lire, contro quasi 679 milioni e mezzo pel corrispondente periodo dello esercizio anteriore, con un aumento di 128 milioni. BOLLETTINO TECNICO 145 Da ciò solo appare intuitivo che l'industria del tabacco, nella maniera stessa per cui costituisce una delle più cospicue e più solide rendite del bi- lancio statale , dovrebbe rappresentare anche una delle risorse in grande stile dell'agricoltura italiana. Basta al riguardo far notare che , nel solo fabbisogno delle manifatture monopolistiche, potranno tuttora coltivarsi a tabacco ben ventimila ettari di terreno nazionale, giacché l'estensione attualmente impiegata a tale cultura raggiunge appena gli ottomila ettari e mezzo, i quali dovrebbero fortemente elevarsi se gli agricoltori italiani , con l'aiuto dello Stato volessero dedicarsi, per davvero, alla stessa cultura a s:opo d'esportazione. Ma, pur volendo impostare il problema della tabacchicoltura , come fa l'Aliprandi, alla sola stregua delle attuali necessità di assestamento post-bellico e rimandare al periodo successivo l'intensificazione della medesima, c'è sempre da compiere un ottimo affare in profitto dell'economia e della finanza della nazione. Si è tutti d'accordo su la necessità di aumentare la produzione, allo scopo di stabilire nel mondo quello che più s' impone : lo equilibrio economico-so- ciale. Tale incalzante necessità pesa in maniera più acuta su l' Italia , la più povera fra le altre nazioni e quindi la più debole. Ora, mentre la politica della produzione agricola in Italia deve anzitutto rivalersi alla rimozione immediata di ogni e qualsiasi rivalità e dissidio tra l'industria e l'agricoltura; ciò che ebbi anch'io a dimostrare e altrove, ognun vede come e quanto urga l'introduzione di tutte quelle nuove culture agrarie, specialmente a tipo industriale, che sono vivamente raccomandate dalla scienza e consigliate dall'esperienza. Fra tali culture, da intensificare dove esistono, da promuovere dove sono scarse o mancano addirittura, bisogna dar preferito posto al tabacco. Per vero, i competenti hanno ormai dimostrato ad esuberanza che la ta- bacchicoltura trova sede naturale in Italia e costituisce una industria somma- riamente redditizia quando la si adatti alle località confacenti; la si disciplini con quella particolare tecnica che richiede; la s'industrializzi nel significato più comprensivo del termine; la si assicuri contro i rischi degli infortuni ce- lesti e degli stessi agenti naturali e patogenici; la si famigliarizzi presso i col- tivatori e gì' industriali, persuadendoli della sua bontà redditizia. E perchè non rimanga campata in aria questa ultima affermazione, basta dire che da un ettaro di terreno coltivata a tabacco, del tipo Kentuchy, si ot- tiene una produzione media di quintali 15 di tabacco sciolto, corrispondente a quintali 13,5 di tabacco in colli. Applicando a tali cifre le tariffe col nuovo sopraprezzo, si ha un reddito lordo medio per un ettaro di lire 7800 e lire 9700 ri- spettivamente e, in definitivo, un reddito netto di lire 1560 e di lire 1940, a seconda che il tabacco si consegna al governo sciolto o imballato , come già si è detto. Ciò senza tener conto delle altre vantaggiose realizzazioni e dei premi che vengono a conseguire, nel quinquennio 1921-1922, i concessionari la cui produzione risulta aumentata, rispetto a quella ottenuta nella campagna tabagica del 1915. Per le concessioni, poi, della campagna in corso, (1921-1925,), il reddito lordo ad ettaro, per i tabacchi non condizionati in colli, sale a lire 9.750 e, per quelli imballati, a lire 12.000 circa, con un guadagno netto di lire 3.400 e 4.200, rispettivamente: cifre che , a conti fatti , rappresentano, in definitivo un beneficio netto del 35 per cento dei redditi stessi, mentre, per le precedenti 146 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI concessioni sopraprezzo compreso, non supera il 20 per cento, benché questo rappresentasse un guadagno pur sempre elevato. Guadagno destinato a salire molto più su , ove si pensi che la graduale ma completa emancipazione del mercato italiano da quelli stranieri , per cosi importante ramo di produzione agricolo industriale, verrà a rappresentare un enorme risparmio di prezzi di noli , di cambi ed insieme una considerevole parte di produzione interna, i cui benefici effetti andranno mano mano a ri- versarsi su la finanza statale e su l'economia nazionale. L'estratto di tabacco e ì residui nicotinosi di tabacco — Dalla « Gal- letta Ufficiale del Regno d' Italia » Anno 1922, N. 150, Roma, Martedì 27 Giugno. « L'Italia Vinicola ed Agraria » Anno XII, N. 27, Casale Monferrato, 2 Luglio 1922. « // Sole » Anno LVIII, N. 167, Milano, 15 Luglio 1922. Istru- zioni diramate dalla Direzione Generale dei Monopoli Industriali. Con regio decreto 11 Maggio 1922, n. 775 è stato posto in vendita, per uso insetticida, un nuovo tipo di prodotto secondario da distinguersi nella ta- riffa sotto la voce di « Residui nicotinosi di tabacco » e da vendersi al pub- blico al prezzo di L. 3 al kg. Con la vendita di questo prodotto la Direzione Generale dei Monopoli In- dustriali ha cercato di provvedere alla deficienza di estratto di tabacco mani- festatasi dopo la grande diffusione che questo prodotto ha preso nella lotta contro gl'insetti nemici dei fruttiferi e della vite. Di tale deficienza si erano allarmati i frutticoitori e delle loro lagnanze si sono interessati gli onorevoli Gasparotti e Quilico, inviando singolarmente al Mi- nistro delle Finanze una interrogazione per sapere le ragioni delle deficienze in taluni depositi dell'estratto fenicato di tabacco e quali provvedimenti s'in- tenda prendere acciocché in Italia siano messi in vendita le forti quantità di estratto di tabacco richiesto dagli agricoltori. Il Sottosegretario di Stato alle Finanze ha così risposto: « La fabbricazione dell'estratto di tabacco è ausiliaria di quella dei sigari, perchè da questa provengono i materiali occorrenti alla produzione dell'estratto. a Né è possibile accrescere la fabbricazione stessa oltre i limiti consentiti dalla disponibilità di tali materiali, dei quali si procura di spingere al massimo l'utilizzazione e il rendimento. Qualora, infatti, venissero impiegati nella pre- parazione dell'estratto tabacchi in foglia, espressamente coltivati per tale uso, il prezzo di vendita del prodotto dovrebbe essere almeno decuplicato; e perciò, a parte le difficoltà culturali e tecniche relative all' attuazione del provvedi- mento, esso verrebbe meno allo scopo, perchè il consumatore abbandonerebbe l'estratto per rivolgersi ad altri insetticidi di prezzo più conveniente. « Data pertanto l'impossibilità di aumentare la fabbricazione dell'estratto, non essendo ciò consentito dall'attuale produzione dei sigari, per sopperire alle accresciute esigenze del consumo del prodotto in parola, è stato recentemente passato alla vendita un nuovo preparato antiparassitario, denominato « Residui nicotinosi di tabacco » il quale può essere utilmente impiegato in sostituzione dell'estratto stesso, com'è risultato da esperienze pratiche eseguite presso di- versi Enti Agricoli. « Il preparato in parola, pur avendo la stessa potenza antisettica dell'e- stratto di tabacco, viene ceduto ad un prezzo sensibilmente inferiore ». BOLLETTINO TECNICO 147 La Direzione Generale dei Monopoli Industriali ha pubblicato le seguenti istruzioni per l'uso dei residui nicotinosi del tabacco. — « I residui nicotinosi costituiscono un materiale che sostituisce a tutti gli effetti l'estratto di tabacco avendo i due prodotti presso a poco lo stesso potere insetticida. Le dosi di impiego consigliate per l'estratto si possono quindi considerare valevoli anche nei riguardi del nuovo prodotto del quale sarà comunque pru- dente che, per le prime volte, venga sperimentata l'efficacia mediante prove pratiche. Per le soluzioni si farà uso di acqua calda nella proporzione di 4-^, volumi di liquido per uno di polvere, avvertendo che per ottenere il completo esau- rimento del materiale bastano 8- io ore. Il liquame sarà poi filtrato attraverso della tela rada e quindi allungato con acqua fredda nella misura voluta, avendo cura di strizzare bene il residuo onde evitare perdite. Le soluzioni si alterano facilmente, per cui è consigliabile di limitarne di volta in volta la preparazione alla quantità da impiegarsi nella stessa giornata. » Articoli Vari. — Il Dott. O. Marchese, ha arricchito il suo « Corriere del Villaggio » di una nuova rubrica su — La coltivazione del tabacco. — Dopo aver tracciato a grandi linee quale preferenza deve darsi ai vari tipi di tabacco, ha iniziato la trattazione delle principali norme colturali : dalla formazione dei semenzai alla raccolta del prodotto. In merito alla distribuzione dei tabacchi di seme esotico l'A. indica per l'Italia Meridionale e isole, adatto ai terreni poveri e prevalentemente silicei, il tipo Virginia bright. Probabilmente l'A. intende ri- ferirsi ad una possibile coltivazione per 1' esportazione, giacche è noto che in Italia, per il consumo interno, la coltura di questo tabacco è in continua deca- denza , essendo quasi completamente sostituita da quella più semplice e rimu- nerativa dei tabacchi orientali. Il Prof. C. Neppi continua ad istruire i lettori de « V Agricoltura Ferra- rese » sulla coltivazione del tabacco Kentucky, indicando le norme colturali del trapiantamento e della successiva lotta contro gì' insetti che insidiano le piantine del tabacco sul campo. I semenzai del tabacco nel Friuli hanno subito forti danni dall'andamento sfavorevole della stagione, specialmente per la mancanza di calore. Essendo la stagione arretrata quasi di un mese, si è certi che con i primi calori le pian- tine dei semenzai, opportunamente aiutate con soluzioni di nitrato di soda, ac- celereranno il loro sviluppo, e con altri aiuti nel campo, si otterranno 1 lu- 148 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI singhieri risultati degli esperimenti eseguiti il decorso anno nel medio Friuli. Cosi I. Porta ne « L'Agricoltura Friulana ». Nello stesso periodico do. tratta del trapiantamene del tabacco Ken- tucky. * * * Nel « 'Bollettino » di Trento vediamo con compiacenza come venga ben curato il movimento tabacchistico della regione trentina con la pubblicazione di diversi articoli esortanti gli agricoltori a coadiuvare gli sforzi di quel be- nemerito Consiglio Provinciale di Agricoltura, il quale segue con grande inte- ressamento le coltivazioni sperimentali istituite nel corrente anno e che danno oramai sicuro affidamento di buona riuscita. Oltre l'articolo sullo sviluppo della coltivazione del tabacco nel Trentino riportato integralmente a pag. 129 vediamo in altri scritti trattate sinteticamente le principali cure colturali e molto diffusamente descritti i nemici del tabacco con l'indicazione delle pratiche per diminuirne i danni. L'A. concludendo che di nemici il tabacco ne ha molti, oltre a quelli descritti, avverte che ad onta di ciò gli agricoltori non debbono allarmarsi troppo, perchè da tanti anni che il tabacco si coltiva nel Trentino, non si è mai udito che ne sia andato di- strutto completamente il raccolto. E' bene però conoscerli : le pratiche coltu- rali hanno sempre ragione di essi. Pei coltivatori di tabacco il « Bollettino Agrario » di Gorizia, costatando che la superficie di terreno del decorso anno nel 1922 si è decuplicata, detta alcune norme colturali. Un'avvertenza molto opportuna è quella di cessare d'innaffiare le piantine dopo un giorno dal trapiantamento, mentre alcuni agricoltori seguitano a ba- gnare per molto tempo le giovani piante. Questo eccesso di diligenza e di la- voro costituisce però una fatica sprecata, quindi non economica e per di più riesce di danno e non di vantaggio alla pianta, perchè questa, dopo l'attecchi- mento, per trovare l'umidità tende ad allungare il fittone negli strati inferiori del terreno, mentre seguitando ad avere vicino terra fresca, resta con una ra- dice poco profonda. La stessa freschezza della terra vicina alle piantine attira insieme al verde della coltivazione, molti insetti, di cui alcuni possono danneg- giare il tabacco. Anche il tabacco in quest' annata, presentatasi in condizioni specialissime per 1' agricoltura, ha subito i danni della diffusione straordinaria degl'insetti e delle crittogame. Sui danni di insetti al tabacco a firma d. a. I. leggiamo una breve nota ne « /' Agricoltura Mantovana ». L' A. si preoccupa special- mente delle larve dell'Agriotes e specie affini. Per la lotta, oltre alla raccolta a mano, seguendo il noto concetto di dover aumentare la vigoria delle piante accelerandone lo sviluppo vegetativo, consiglia l'uso razionale del nitrato di soda. BOLLETTINO TECNICO 149 Il Dott. A. Sacchi ricordando il vecchio proverbio che « provando s' im- para » e che le prove che si stanno facendo servono certo a molte cose , tra le quali la più importante è quella di fornire delle norme d'adottarsi in avve- nire, avverte ne « L'Istria Agricola » di Parenzo che dato il corso corrente della stagione, in Istria è necessario trapiantare il tabacco per tempo, e perciò 1' anno venturo bisognerà fare i semenzai in cassoni anziché in aiuole, allo scopo di poter seminare più presto e trapiantare quando ancora le ultime pioggie della primavera consentono di fare questa operazione, senza avere la necessità di ricorrere all'acqua dei lachi per l'innaffiamento delle piantine po- ste a stabile dimora; acqua che quest'anno in molti luoghi non è stato pos- sibile trovare, per cui molti agricoltori sono stati costretti a sospendere il tra- piantamento a causa della siccità. L'A. conclude indicando come deve essere formato un buon semenzaio e quali consigli si debbono seguire per ottenere piantine ottime e precoci. * + * Segnaliamo l'iniziativa della Cattedra ambulante di agricoltura di Tor- tona e che ormai si può dire condotta a buon fine per la avvenuta costru- zione di un locale di cura e magazzino generale per il tabacco prodotto in quella zona. Il progetto ha avuto la sua autorizzazione da parte della Dire- zione Compartimentale di Bologna e lo Stato ha concorso nella costruzione con un contributo di legge che si aggira intorno alle lire 200 mila. Della ini- ziativa va data particolare lode al prof. cav. Riccardo De Polo che si è fatto strenuo apostolo della nuova coltura specialmente fra i piccoli proprietari che avranno così modo di toccare lauti guadagni con pochi crucci. (L'Italia Vi- nicola ed e/lgraria). Dal Bollettino di Statistica dell'Istituto Internazione di Agricoltura ripor- tiamo i seguenti dati sulla coltivazione del tabacco nel 1921: Migliaia Migliaia Paese di ettari di quintali Belgio Bulgaria Francia 2.8 39.8 9-9 56 395 Ungheria 19.8 — Italia 23- 166 Ceco-Slovai cchia 1.4 13 Stati Uniti Giappone 54 '4 463' 600 Algeria 18.— 130 L'elenco è tabacco. incompleto, mancando i dati di non pochi pa< ìsi produttori di 150 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI In conseguenza del decreto legge N. i(56o del i° Ottobre 191 7, e del decreto ministeriale N°. 11 372 del 24 Novembre 1920, i vecchi coltivatori di tabacco hanno avuto il beneficio del premio d incremento limitato alla sola maggiore produzione di quella ottenuta nel 1915, mentre ai nuovi tale premio è esteso a tutto il prodotto. In una riunione dei vecchi concessionari della Romagna e dell'Emilia, av- venuta a Faenza il 2 Febbraio del corrente anno in seguito ad invito di quel Comizio Agrario, — come leggiamo nel Giornale di Agricoltura della Dome- njca — fu formulata una nota nella quale furono esposte alla Direzione Gene- rale dei Monopoli Industriali varie ragioni per aver esteso a tutta la produzione del 1921 e seguenti il beneficio concesso con i sopra citati decreti. A tale domanda la suddetta Direzione Generale dei Monopoli Industriali ha così risposto: «Per ciò che si riferisce al premio d'incremento, si fa notare che col de- creto ministeriale n. 11 372 del 24 Novembre 1920 furono dall'Amministrazione adottati due ordini di provvedimenti: l'elevazione cioè, del sopraprezzo al 300 per cento per il Kentucky, per tutti indistintamente i coltivatori del Regno, in modo da assicurare la convenienza di tale produzione anche per coloro che l'avevano da tempo intrapresa; l'istituzione poi del premio d'incremento al quale possono partecipare tanto i nuovi quanto i vecchi coltivatori , purché questi ultimi aumentino la loro produzione rispetto a quella che ebbero nella cam- pagna 1915. Com'è evidente, la limitazione di tale premio soltanto alle nuove produ- zioni ed agli aumenti di quelle precedenti, trova la sua piena giustificazione nel fatto che attualmente l'impianto della coltura presenta difficoltà ben più gravi che non nell'anteguerra — pur tenendo conto delle agevolazioni accordate per la costruzione o adattamento dei locali, onde nessuna sperequazione sussiste fra il trattamento che viene fatto ai nuovi coltivatori, rispetto a quelli che avendo coltivato nella campagna 1915 mantengono inalterata la loro produzione.» SrCJ^J^LFJ^ E3TEBA-- Tabacco a margini arrotondati delle foglie. — E. East. Round tip to- bacco. (in The Journal of Heredity 1 2-1 921, pag. 51-56, con 6 figure). Dal « Nette Erscheimungen auf dem Gebiete der Pflau^en\en^uchtung » pag. 244. Nel Connecticut si coltiva Sumatra, Cuba, Havana e Broadleaf (foglia larga ) per fascia di sigari. Siccome nessuna delle forme soddisfaceva intera- mente, s'incrociò Broadleaf con Sumatra per unire la foglia grande , fitta del Broadleaf ccn la foglia a margini arrotondati, e con resa grande del Sumatra. F. 1 diede una forma intermedia, in F 2 vi erano tra i molti varianti circa venti piante con le proprietà desiderate. Dopo 1' autofecondazione queste die- dero in F 3 in parte progenie costanti della nuova forma , detta « tipo ro- tondo ». BOLLETTINO TECNICO 151 Studio sulla parziale sterilità in certi ibridi. — E. East. (in Genetics, 6, 1921, pag. 311-365, con 19 figure. Dal " Neue Erscheimungen auf devi Ge- biete der Pflau\en^uchlung „ pag. 244-245. Di Nicotiana rustica s'incrociarono con N. paniculata le singole forme di N. umilis, brasilia e scabra; nella N. humilis le osservazioni si sono continuate fino a F 3; nelle altre fino a F 2; i genitori impiegati producevano progenie pura. F 1 era in parte feconda , come lo avevano dimostrato finora le espe- rienze di altri. Si ottenne circa 3-4 °[o del seme normale usato, circa 1-30 semi per capsula; 3-4 °[0 dei boccioli per seme: 2-3 °[0 del polline erano buoni, solo una piccolissima parte delle cellule madre di polline davano del polline. F 1 era più vicino alla rustica. F 2 nell'incrocio « paniculata » con « rustica hu- mis » diede molte forme. La maggior parte era più vicina alla « rustica »; di ogni 100-200 piante una corrispondeva alla varietà del genitore impiegato ^rustica», le altre alle conosciute varietà di rustica: brasilia, scabra, texana; 4 sole piante rassomigliavano a N. paniculata. Di speciale importanza è che la fecondità in F 2 era maggiore che in F 1 ed in F 3 ancora superiore. F 3 mostrava molte piante omozigotiche. Piante che in F 2 furono autofecondate diedero piante con maggiore fecondità di quella mostrata dalle piante F 2; piante le quali erano perfettamente feconde diedero scissione con proprietà diverse II fenomeno della diversa fecondità e del comparire delle altre varietà di rustica viene spiegato dall'autore con la supposizione che ogni genitore possiede cromosomi che non possono essere parzialmente sostituiti da quelli dell'altro genitore, e che però la vitalità dei gameti varia quando le loro qualità si avvicinano a quella della forma genitrice, perchè vi sono dei cro- mosomi i quali non influenzano la fecondità ammettendo così in piante fe- conde F 1 delle combinazioni di proprietà , poiché un nucleo nudo di cel- lula che penetra nel normale citoplasma dell'uovo nel primitivo incrocio, può talmente alterare la composizione di questo, che future divisioni di riduzione ne vengono influenzate, perchè questo citoplasma non è uniformemente distri- buito nelle divisioni che conducono nella generazione F 1 alla formazione dei gameti; infine che nella sostanza di trasmissione (Vererbung) di N. rustica hu- milis stanno le possibilità per la produzione delle altre varietà di Rustica, le quali possibilità vengono risolte per l' incrocio con paniculata. Riguardo a quest'ultima, l'autore opina che si possa per esempio ammettere che dei 24 cromosomi presenti in ogni gruppo di due varietà, 12 siano nelle due varietà uguali, ó poco diversi, gli altri fortemente diversi. In quanto all'allevamento pratico, secondo l'autore, i risultati indicano che grandi possibilità di progresso per il miglioramento di piante stiano nell'incrocio di quelle forme che sono tra di loro tanto diverse da concludere alla completa sterilità nell' incrocio. L' incrocio di tali forme tra di loro molto differenti offre la massima proba- bilità di fornire per la selezione molte varietà servibili per differenziazioni mor- fologiche. Ricerche sul tabacco il < Vorstenlanden ». — Jensen , Hj. (in Mededee- lingen van het proefstation voor Vorstenlandsche tabak. N. 2 V. 191 3, pag. 216, tav. 29). Dal «Neue Erscheimingen auf dem Gebiete dcr Pflau\en\uchtung » pag. 250. Il rapporto comprende gli studi eseguiti negli anni 1908-11 e su di esso purtroppo non fu prima riferito dal direttore Stok. Esso contiene capitoli su 152 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI malattie, selezione ed incrocio, seme, piantine, foglie e cure sul campo. Nel capitolo che più c'interessa — sopra la selezione e l'incrocio — si riferisce sulla selezione di linee pure. Viene constatato che in Giava l'autofecondazione può avvenire bene come la fecondazione incrociata, e che un'ape « Apis indica » ed un altra non determinata, possono vedersi visitare i fiori di tabacco e ca- ricarsi di polline. Le esperienze con linee pure vennero perciò eseguite con piante la cui infiorescenza era stata rinchiusa in cappucci di garza fitta. Il peso e la germinabilità dei semi di autofecondità sono solamente pochis- simo inferiori di fronte a quelli dei semi di fecondazione incrociata. Le espe- rienze di selezione per il miglioramento della foglia durano dal 1901. Da prima si scelsero due piante con foglia cattiva e si fece l'impollinazione scambievole, la quale dimostrò che la pianta padre ha una forte influenza sulla foglia della progenie. Poi si eseguì la vera selezione per avere le migliori foglie. Le pro- prietà delle linee si conservarono, rimaneva il medio rapporto lunghezza e larghezza delle foglie , anche quando piante in apparenza differenti — minus varietà — (più giustamente modificate) fornivano il seme. Incroci si eseguirono prima tra Deli + X Kanari, Deli % X Florida, Flo- rida X Deli, Kanari X Deli. Nei genitori si eseguì contemporaneamente auto- fecondazione incrociata della medesima varietà. Ulteriori incroci si esclusero più tardi. Con quattro piante che erano rimaste risparmiate da Phytophtora dello stelo, si fondarono pure delle linee. Si trovò bensì maggiore resistenza (ammalarsi ritardato, numero un po' minore di piante ritardate) ma niente ariano immunità. Siccome vi sono possibilità per combattere questa malattia, questa esperienza non viene continuata. Di una pianta con fiori doppi — pieni —la progenie dopo l'autofeconda- zione delle piante di origine diede nuovamente fiori pieni , come le seguenti quattro generazioni. Di piante con tre cotiledoni dopo l'autofecondazione si trasmetteva la sola capacità di formare una maggiore percentuale di piante a tre cotiledoni. Sulla opportunità di selezionare i tabacchi in Bulgaria. — Tochèv v. 1. in Zemledielie a. XXV, v. 8, p. 119-121. Sofia, 1921.— Dal «Bollettino d'In- formazioni Agrarie dell'Istituto Internationale d'Agricoltura » N. 5-6-1922. Le varietà di tabacco coltivate in Bulgaria sono, dal punto di vista ge- netico, delle popolazioni costituite da numerose forme distinte per caratteri morfologici e fisiologici costanti. Lo smistamento di tali popolazioni non può a meno di produrre un miglioramento nella quantità e qualità del prodotto. Il primo anno si procede alla scelta delle piante madri tenendo conto : 1) del numero, posizione e grandezza delle foglie; 2) del fusto, che deve essere abbastanza robusto, poco proclive alla pro- duzione dei polloni e con le foglie situate a poca distanza le une dalle altre; 3) della resistenza alle malattie ed agli insetti nocivi , specialmente Thrips; 4) della precocità o durata del periodo vegetativo. Nelle località a clima freddo, come le zone elevate e montuose dei Balkani, ad esempio, necessitano tipi precoci. BOLLETTINO TECNICO 153 Le infiorescenze delle piante madri , così considerate vengono , a tempo opportuno, isolate per evitare gli incrocii. I semi di ogni pianta vengono il secondo anno seminati in parcelle di- stinte ed in ciascuna parcella come nel precedente, si procede ad un accurato esame individuale ed all'isolamento delle infiorescenze. Quando le piante rag- giungono la maturità tecnica si cominciano a levare gradualmente le prime 4-5 foglie , tenendo separato il prodotto di ogni pianta , mentre le 4-5 rima- nenti restano sulla pianta fino a maturazione del seme. Le foglie raccolte sottostanno ad una analisi accurata nei seguenti ri- spetti : 1) peso delle foglie per pianta; 2) dimensione delle lamine; 3) spessore delle nervature e percentuale di nervatura; 4) colore e struttura delle foglie; 5) comportamento alla combustione; Negli anni successivi si ripetono le stesse operazioni selettive fino a che^ le linee così ottenute e propagate presentino in modo costante i caratteri vo- luti e la necessaria omogeneità. Malarie del tabacco nell'India orientale olandese. — g. t. Da « V Agri- coltura Coloniale » Anno XVI, N. 6, Firenze, Giugno 1922. Riferisce B. T. Palm ( Bulletin vati het "Beliproef station te Medan -Su- matra , Medan, 1921, No. 14, pp, 3-9) che nei due più importanti centri di coltivazione del tabacco nell' India orientale olandese , e cioè in Deli (costa orientale di Sumatra) e nei Vorstenlanden (porzione centrale di Giava) le ma- lattie che colpiscono la pianta del tabacco sono, generalmente parlando, le stesse: « slymziekte » (marciume bruno) prodotto da Bacterium Solanacearum E. F. S., una forma di avvizzimento dovuta a Phytophthora Nicotianae Breda de Haan, un marciume del piede prodotto da Sclerotium %plfsii e una ma- lattia delle foglie ( Bact. pseudo\oogloeae Honing,). In Deli, la malattia più dannosa alla Solanacea in questione è prodotta da Bact. Solanacearum mentre Phyt. Nicotianae è, dal punto di vista economico, meno importante. Avviene proprio il contrario nei Vorstenlanden. A Giava il tabacco è attaccato inoltre da un tipico Oidium il quale finora non è stato osservato nelle zone coltivate a tabacco della costa orientale di Sumatra. Di recente, tuttavia, il Palm ha constatato nell'altipiano centrale di Sumatra ( Karohoogvlakte) un Oidium sul tabacco indigeno. Non è stato an- cora possibile d'identificare sicuramente il fungo di Sumatra con VOidium eu- ropeo o giavanese. VOidium di Sumatra corrisponde tuttavia alla descrizione generalmente dita dello stadio conidico à'Erysiphe Cichoriacearum DC. Data l'estrema capacità delle Eiisifacee alla rapida diffusione, sembra molto grande la probabilità che in avvenire VOidium in questione possa penetrare nelle piantagioni di tabacco della pianura costiera di Sumatra. Occorre per- tanto che i coltivatori di Deli esercitino una costante vigilanza contro la ma- lattia; l'immediata segnalazione della sua presenza costituirà sicuramente il più efficace mezzo preventivo di lotta. 154 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI Uso dei cascami di tabacco nella fabbricazione di estratti di nicotina e come fertilizzante. Esperienze nel Sud Afrka. — Smut B. J. in Journal of the Department of Agricolture , Union of South Africa, v. IV, n. 3, p. 267-271. Pretoria, marzo, 1922. — Dal «'Bollettino di In formazioni Agrarie dell'Istituto Internationale d'QAgricoltura^ N. 5-6, 1922. Una delle questioni intorno al più proficuo uso dei raccolti che attual- mente molto interessa i coltivatori del Sud Africa è quella relativa all'utiliz- zazione dei cascami di tabacco, cioè delle parti della pianta non utilizzabili per la manifattura di sigari o di trinciati da pipa. L'A. ha eseguito una serie di particolareggiate analisi di 36 campioni di tabacco provenienti da diverse località; le tabelle che ne espongono i risultati mostrano le percentuali in nicotina ed in costituenti fertilizzanti, la quantità in peso di tabacco necessaria per produrre 1' unità di volume di estratto di nicotina ed il valore della tonnellata di fertilizzanti. Il titolo in nicotina dei campioni analizzati (seccati all'aria) variò dal 0,41 °[0 (tabacco Vredefort della qualità inferiore) al 5,98 °[0 (forti e buone foglie di Nelspruit) e fu, nella media dei 36 campioni, del 2,52 °[0. Il titolo in potassa variò dal o,i5°[0 (foglia leggera di Vredefort) al 7,36 °[0 (foglie poco tenaci, di seconda raccolta, di Piet Retief) e fu, in media, del 4,66 °[0. Dal complesso dei risultati analitici sono tratte le deduzioni seguenti : 1) ettolitro di estratto di tabacco di peso specifico 1,35 contiene 10,8 di nico- tina. Per ottenere 1 kg. di nicotina da un campione di tabacco per esempio al 2,20 °[0 ne occorreranno 41 kg. che al prezzo di 3 pence per libbra, cioè di 70 centesimi a kg. alla pari, costerebbero L. 28,70. Il costo di estrazione au- menta col diminuire del titolo in nicotina. Per esempio, il costo del tabacco necessario a produrre 1 ettolitro di estratto al 7,5 °[0, venduto al minuto da 26S. 6d. a 285. od. per gallone, cioè da 745,11 a 790,59 L. ad hi. alla pari, varia da L. 67,03 (tabacco a prezzo minimo e del quale occorrano 381,8 kg. per hi. di estratto) a L. 1345,39 (tabacco a prezzo massimo del quale occor- rano 768,7 kg. per hi. di estratto). Questo calcolo si basa sull'ipotesi che passi nell'estratto tutta la nicotina contenuta nel tabacco, mentre in pratica ne resta probabilmente una piccola quantità nelle foglie. Riguardo al valore come fertilizzante dei cascami di tabacco, si ritiene che questi dovrebbero essere ottimi per colture quali le patate , dato che il loro titolo in potassa è eccezionalmente alto. Per poter usare come concime il cascame della preparazione degli estratti di tabacco, sarebbe però necessario modificarne la tecnica, dato che quella attuale di estrazione con acqua bol- lente elimina la maggior parte dei costituenti fertilizzanti ed il residuo ha poco valore. Il tabacco esporta dal terreno quantità relativamente forti di principii nutritizi (112 kg. di potassa, 56 kg. di azoto e 7 kg. di anidride fosforica ad ettaro), per cui ogni qual volta ciò sia possibile, è vivamente consigliabile di restituire al terreno i fertilizzanti contenuti nei cascami di tabacco. Una solu- zione economica del quesito dell'estrazione della nicotina senza detrimento per i principii nutritizi che passano nel sottoprodotto sarebbe di grande vantaggio per i coltivatori di tabacco. L'analisi di un campione di tabacco prima e dopo l'estrazione col metodo attuale all'acqua bollente mostrò ch'esso subisce for- tissime perdite, cioè 93,3 °[0 della potassa; 53,6 % dell'anidride fosforica e 20,3 % di azoto. BOLLETTINO TECNICO 155 L'Industria dei tabacchj in Russia. — Da « La Tribuna Coloniale » Anno IV, N. 14, Roma, 8 Aprile 1972. La presidenza del Consiglio Superiore dell'Economia Nazionale ha rice- vuto dalla Direzione Centrale per l'agricoltura e l'industria una relazione re- lativa allo stato dell' industria dei tabacchi nella Grande Russia e in Ucraina negli ultimi mesi del 1921. Osservando lo stato generale dell'industria dei tabacchi nella Grande Russia e nelle regioni del Don — scrive il Bollettino Commerciale russo — noi dob- biamo constatare in essa un miglioramento evidente dall' agosto in poi. Au- menta la produttività del lavoro e cominciano a lavorare, dopo una lunga in- terruzione, le fabbriche di tabacchi di qualità inferiore (makhorca). Mentre nel mese di luglio la produzione di questa specie di tabacco era 61.881 pudi, nel- l'agosto è salita a 52.881. Nel mese di settembre si nota un ulteriore aumento dell'intensità del lavoro delle fabbriche di tabacco e specialmente di quelle di Pietrogrado e di Kursk. Nelle fabbriche che producono qualità inferiori (ma- khorca) la produttività declina alquanto e da 52.881 pudi nel settembre, scen- dendo l'intensità del lavoro di queste fabbriche da 37 funt giornalieri per ogni operaio a 33 funt. Nel mese di ottobre la produzione delle fabbriche dei ta- bacchi resta presso a poco tale quale come nel settembre, eccezion fatta per le fabbriche di makhorca, le quali lavorano tutte portando la produzione men- sile a 44.485 pudi e la produttività di ogni singolo operaio a 34 funt gior- nalieri. Lo stato generale dell'industria dei tabacchi in Ucraina è il seguente: nei mesi di agosto, settembre e ottobre hanno lavorato in tutto 9 fabbriche, producendo nel mese di agosto 804.003 razioni di tabacco, nel settembre 791.741 e nell'ottobre 670.595 razioni. Il programma di produzione prestabilito è stato eseguito in misura del i27,5°[0 nel mese di agosto, del i37,3°[0 nel settembre e del 106,4 °[0 nell'ottobre. Nel mese di agosto in Ucraina lavoravano solo 9 fabbriche che produce- vano il makhorca e nel settembre ed ottobre 8. La produzione nell'agosto è stata di 22.911 pudi, nel settembre 22.488 e nell'ottobre di 28.495 pudi. In tal modo , vediamo che la produttività del lavoro in questo ramo dell' industria, nonostante la diminuzione del numero delle fabbriche nel mese di ottobre , è cresciuta. Il programma di produzione, per quanto riguarda la lavorazione del makhorca è stato eseguito nel mese di agosto in misura del 57.8 °[0, nel set- tembre del 79.6% e nell'ottobre del 101 0[o. La nicotina ed i nervi inibitori del cuore. — W. Koskowski. Dai « Comptes Rendus hebdomadaires des Sèances de V Académie des Sciences ». — Parigi. Tomo 174, 1922, I semestre, N. 15, 10 aprile 1922. L'A. credendo che fino ad oggi non siano state fatte delle ricerche per conoscere se i gangli inibitori del cuore si trovano in rapporto diretto trofico con i pneumogastrici , cioè se essi rappresentano il termine di questi nervi, oppure se sono completamente indipendenti dal punto di vista trofico, ha pro- vato di risolvere questo problema nel cane, utilizzando i metodi della disposi- zione a degenerare e della nicotina, già ideata da Lenghey. 156 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI Per questa esperienza necessita il taglio dei nervi vuoti al collo, avendo essa lo scopo di provocare la disposizione e degenerare dei loro termini car- diaci. La doppia vagotomia al collo provoca tutta una serie di turbolenze molto pericolose che sono state osservate prima di tutti da Pawlow e dai suoi al- lievi, Kaczkowski e Czeszlow. L'esperienza sopra citata mostra le difficoltà alle quali si va incontro per frenare questi gravi fenomeni. L'esperienza è stata fatta in estate (giugno - luglio 1918) per evitare l'in- fluenza nociva del freddo. Dopo aver sottoposto un cane a due operazioni, ta- gliando prima il pneumogastrico destro e dopo i 1 giorni quello sinistro , con tutti gli accorgimenti per conservare in vita l'animale, 17 giorni dopo la se- conda operazione si è fatta l'esperienza d'iniettare nella vena femorale 2 cm* d'una soluzione all'i °f0 di tartrato di nicotina. Dopo aver seguito le successive fasi dei battiti del polso, l'A. ha consta- tata la morte dell'animale a 20 minuti e 40 secondi dalla iniezione. All'autopsia ha trovato l'estremila dei nervi vaghi tagliati ispessiti e ben separati. E' evidente che malgrado la disposizione a degenerare dei pneumo- gastrici, sotto l'azione della nicotina si ottiene una curva della pressione san- guigna che caratterizza l'azione di questo alcaloide; ciò che prova che malgrado la vagotomia e malgrado la disposizione a degenerare dei pncumogastrici, i gangli intracardiaci hanno conservato il loro potere di reazione. L'esperimento ci ha dimostrato inoltre che la nicotina non agisce sul cuore per i pneumoga- strici, ma direttamente sui gangli intracardiaci. E. P. Gli acquisii del tabacco in foglie eseguiti in Algeria dalla Regia Fran- cese. — Dal « Itulletin Agricole de V Algerie-Tunisie- Mara » — 280 anno, N. 4, Algeri, Aprile 1922. Da questa nota risulta tutta l' importanza che la Regìa francese dà al contributo dell'Algeria nei suoi approvvigionamenti del tabacco in foglie. Solo le condizioni imposte per le necessità della fabbricazione fisseranno il limite delle quantità acquistate dalla Regìa in Algeria. Nel 1921 gli acquisti hanno raggiunto i 160,000 quintali. Attualmente è una cifra molto elevata per le possibilità d'utilizzazione nei scaferlati e nelle sigarette del Monopolio francese. Bisognerà essere certamente prudenti prima di sorpassare un tale contingente; ma la Regìa ha la ferma volontà, con l'azione del personale specializzato che ha in Algeria, di guidare i coltivatori al miglioramento dei loro prodotti. Essa ha la fortuna di essere secondata in questa via da parte di associazioni come la Cooperativa d'El-Affroun. L'aiuto che le potranno dare i servizi del Gover- natorato generale le sarà eminentemente prezioso. Per terminare devesi segnalare una innovazione recente che è destinata a dare un efficace incoraggiamento alla coltura del tabacco algeriano. La Regìa ha posto in vendita una sigaretta composta unicamente di ta- bacco algerino, interessandosi di presentarla ai consumatori nella maniera più attraente. Questa sigaretta, venduta sotto il nome di Aìcha, costituisce certa- mente, per il tabacco di Algeria, una vera reclame, ed è destinata ad attirare su questo tabacco 1' attenzione non soltanto dei consumatori , ma anche dei fabbricanti stranieri. Si può quindi sperare che la messa in vendita delle siga- rette Aicha possa avere per effetto di favorire la vendita alla esportazione dei tabacchi in foglia d'Algeria di buona qualità. PUBBLICAZIONI RICEVUTE Ministero delle Finanze — Direzione Generale delle Privative — Azienda dei Sali. « Reiasione e Bilancio Industriale per l'esercizio dal 1° Luglio 1918 al 30 Giugno 1919 » Roma, Tip. Coop. Sociale - 1922. R. Ruzzini. — Cattedra Ambulante di Agricoltura di Ascoli Piceno. « Appunti per i coltivatori di tabacco ». Ascoli Piceno, Prem. Tip. E. Tani, 1922. (In questa pubblicazione di propaganda dopo aver accennato alla convenienza economica della coltura e spiegata quale sia la temuta azione fiscale, 1' egregio A. ha svolto in forma facile e piana le prin- cipali pratiche colturali, corredandole di alcune illustrazioni che ren- dono l'opuscolo più comprensivo). B. Peyronel. — Nuovi casi di rapporti micorizici tra Basidiomiceti e Fanero- game arboree. Estratto dal Bullettino della Società Botanica Italiana. N. 1, Gennaio 1922. Marzocchi. Officina Tip. Mugellana. Borgo S. Lo- renzo. G. Campanile. — Su di una malattia delle frutta di mandarino. ( Cytosporina citriperda Camp.) Memorie della R. Staziono di Patologia Vegetale Roma. Da Le Stazioni Sperimentali Agrarie Italiane, voi. LV, 1922, da pag. 5 a 12. Modena, Prem. Società Tip. Modenese. Vincenzo Rivera. — Sopra le condizioni di sviluppo di alcuni semi di legumi- nose e la funzione del guscio. Memorie della R. Stazione di Pato- logia Vegetale, Roma, Tip. del Senato di G. Bardi, 1922. Federazione Italiana dei Consorzi Agrari, Piacenza — Macchine Agrarie. 1922. Stazione Sperimentale di Agrumicoltura e Frutticoltura. Acireale. Annali, Voi. V.— 1919-21 — Acireale, Tip. Orario delle Ferrovie, 1922. Bollettini N. 35-42 — Anni 1919-21 » » » » » 1921. 158 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI Brooklyn Botanic Garden Record. Voi. XI, Aprii, 1922, N. 2. Eleventh Animai Report, 1921. University of California Publications. - College of Agr culture. Agricultu- ral Experiment Statio.v, Berkeley, California. Bulletin 331 - 332 - 334 - 335. » 336 (By Ralph E. Smith. — The preparation of Mcotine Dust as an Insecticide). » 337 - 338. Nyt Magazin for Naturvidenskaberne Grundlagt av den Physiographiste Fo- rening i Christiania. Bind 59, 1921. Annals of the Missouri Botanical Garden. Voi. Vili, Number 2, Aprii, 1921. Notizblatt des Botanischen Gartens und Museumszu. Berlin-Dahlem. Nr. 73 (Bd. Vili) Ausgegeben ani I. Juli 1922. BOLLETTINO TECNICO 159 Ri Rapida rassegna dei generi delle Primulaceae .... » Kentucky Gigante. Un nuovo ibrido di tabacco tipo « Kentucky ». . (M. Benincasa) » Sul nuovo processo Angeloni di cura e fermentazione dei tabacchi tipo Kentucky. (Luigi Bernardini) . . . ... » Sulla probabile uguaglianza di quattro percentuali nella cura a fuoco diretto e a foglie staccate del tabacco Kentucky (Nota pre- liminare). (M. DoNADONl) ....... » Sulla perdita in nicotina dei tabacchi in funzione, dell'umidità e del calore (Nota preliminare). (Liberato. Bernardini) , . » La coltivazione del tabacco in Jugoslavia. (Dott. Urosch Staic) » Notizie scientifiche e pratiche (Rivista della stampa): Stampa Italiana: Alcune cifre sulla coltivazione del tabacco e lavori inerenti, G. eVisintini .......... » Poche norme per il buon disseccamento dei tabacchi orientali, M. » Il granoturco, il tabacco e la siccità . . . . . » Quanto può rendere il tabacco. Confronti col granoturco e col lino » Coltivazioni industriali estere interessanti l'agricoltura italiana » La coltivazione del tabacco nell'alta valle del Tevere, Dott. Lam- bardi Mario : » La coltivazione del tabacco nel medio Friuli, /. Porta . . » Per la coltivazione e l'industria del tabacco; studi promossi dall'U- nione Nazionale delle Cattedre di Agricoltura, Dott. M. Plosa » 'Il tabacco e la grandine, D. Pinolini ..... » I tabacchi gialli o levantini nel Salento, 'Dott. A. Di 'Donfran- cesco . . . . Tabacco ed igiene, Dott. Mauro Gioseffi La tabacchicoltura in provincia di Pisa, Prof La coltura del tabacco .... Articoli varii E. P. . . . . Informazioni Stampa Estera: Macchine per infilzare le foglie di tabacco II tabacco a Samsoun .... La coltivazione del tabacco nel Sud-Africa Il monopolio sui tabacchi in Polonia Previsioni del raccolto a Sumatra . La coltivazione del tabacco in Egitto G. E. Rasetti 165 181 l9' 195 205 215 231 237 239 242 242 244 244 247 248 25> 252 253 258 271 ivi 276 280 ivi 281 282 ivi ivi {Segue ^a pagina copertina) Anno XIX. Luglio-Dicembre 1922 N. 3-4 MINISTERO DELLE FINANZE Direzione Generale dei Monopoli Industriali Bollettino Tecnico PUBBLICATO PER CURA DEL R. ISTITUTO SPERIMENTALE PER LE COLTIVAZIONI DEI TABACCHI " LEONARDO flNGELONI „ SCAFATI (Salerno) SS SCAFATI STABILIMENTO TIPOGRAFICO RINASCIMENTO 1922 LE FORME ELEMENTARI DELLA MffllNE DEI VEGETALI o L'ORIGINE DELLA SPECIE PEL DOTT. G. EMILIO ANASTASIA (VEDI N. I — ANNO 1922 — DI QUESTO BOLLETTINO) PRIMULE SCAP1GERB Entriamo ora in un altro campo, alla ricerca, cioè, dell'altro estremo che accoglie in sé gli elementi che ancora mancano per spiegare la com- posizione delle Primulaceae. Fatta eccezione, come dicemmo, della P. acaulis, tutte le altre Pri- mule hanno fiori riuniti in falsa ombrella, su lunghi scapi (1). Ogni fiore nasce all'ascella di una brattea (2). Ma i fiori di questi scapi, con le relative brattee, non sono contem- poranei. Si sviluppano con una speciale successione (ossia: sovra una spira), così come le foglie e i fiori di una pianta acaule. Basta dare uno sguardo ad uno scapo di Primula, nel primo periodo della fioritura , per accorgersi di questo fatto. E , spesso , quando 1' ul- timo fiore dell'ombrella è per schiudersi, i primi fiori sono già vizzi (3). (i) La P. obconica, Hance. (riprodotta nella Tav. XII), la P. elatior eia officinalis (figurate nella Tav. XIII, in A, E ) e la P. cortusoides , riprodotta innanzi, daranno idea delle Primule scapigere. (2) La P. Kewensis, Jenk. ha al sommo degli scapi delle brattee che sono delle vere foglioline (vedi Tav. XIII, fig. g", e Tav. XV) Uno splendido esem- plare di questa Primula mi venne gentilmente inviato dall' 111.° e compianto Prof Baccarini, da Firenze. Danneggiato prima da rabbiosi insetti, finì col pe- rire, poi, sotto l'unnica zampa o di un cieco, o di un barbaro! (3) Tutta 1' ombrella, poi, ha una certa inclinazione da ricordare le cime scorpioidi delle Borraginee. Ciò dice che le Pritnulacee, le rBorraginee, e altre er£ altre famiglie, sono affini; discendono, cioè, dalla stessa primordiale compo- sizione. Trovati gii estremi di queste diverse famiglie, bisognerà metterli in- """"i sieme, per ridurre e individuare i veri elementi di una composizione più ele- cavata, più lontana. cz 166 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI Cosa questa frequente e ben constatabile nelle Primule a scapi ricchi di fiori. La figura intercalata darà idea esatta di quanto abbiamo accennato. Essa riproduce l'or- dine di deiscenza dei fiori di uno scapo di Primula Aemilia, Anast. (E la spira la si legge chiara anche nello scapo della P. Kewensis , - Vedi Tav. XV — ; al primo verticello di brattee). Ma, a parte ciò, la prima domanda che mi feci si fu questa: che stanno a fare quelle brattee alla base dei fiori dell'ombrella? e che cosa vogliono dire? Esse, come le brat- tee alla base dei fiori delle P. acau- lis, vogliono ricor- dare qualcosa di preesistente. E questa preesistenza non è trascurabile, come vedremo. Un altro fatto che mi colpìjsi fu l'entità numerica differente delle ombrelle delle diverse specie di Primule. Da ombrelle con 2, 3, 4, 5 fiori, si sale ad ombrelle con 10-15 fiori (1). Non dipende, forse, tutto ciò da una causa? Tutti i fenomeni della vita dipendono da un che, a cui l'uomo, spesso, non arriva. Noi, fin troppo, ci siamo accontentati di parole composite greco-latine, senza preoccuparci di spiegare i fenomeni Ordine di deiscenza di un verticillo fiorale in scapi di Primula Aemilia, Ana-t. (i) Così sono fatti gli scapi della P. obconica , della P. Kewensis e della P. sinensis, Sab. (esemplari venutimi dal R° Orto Botanico di Firenze). BOLLETTINO TECNICO 167 che ci si presentavano davanti, scantonando, o tacendo (1), sospinti, spesso, dalla fretta. Ma la mia attenzione venne attratta da ben altro di rimarchevole. Alcune Primule presentano scapi a ombrella ripetuta (2). Ossia: dal centro della prima ombrella si erge un asse (continuazione del primitivo scapo), che porta alla sua sommità una seconda ombrella. Questo fatto , che illustro con la figura della XV Tavola annessa, non è registrato in tanti libri da me consultati (3). Donde mai viene e che significa quest'altro fatto importantissimo? Accontentiamoci , per ora, col dire che le piante, con la loro varia struttura, con la loro diversa fisonomia , parlano. Intenderla e tradurla tale voce, non è cosa semplice, perchè l'uomo intende più la sua che la voce degli altri esseri. * * Ma altri fatti , non meno interessanti , dovevano richiamare la mia attenzione. (i) E' il caso di ricordare le belle e appropriare parole composite: clorandia, eterofillia, dimorfismo, polimorfismo, ecc. Parole che, se classificano, a pieno non spiegano. E a che vale la ricerca di parole e di termini tecnici se la verità resta sempre lontana da noi, nell'ombra, nel mistero? Ma, se il mistero deve sempre circondarci , meglio è dire all' Umanità di accontentarsi, di goderla la vita, senza affannarsi a interrogarla, ch'essa à il viso bellissimo di una vergine e il corpo di una sfinge! Che se poi la verità è raggiungibile, e vogliamo farne la mèta, non ci facciamo deviare dalle poche spine di cui ne è irto il cam- mino. Mettiamoci a un lavoro meno frettoloso, meno egoistico, più profon- damente investigatore, squarciatore di tenebre. Ogni sacrificio e ogni dolore ci verrà benedetto. La scienza deve illuminare la via e la mente a tutti coloro che hanno bisogno di sapere. Luce, non mistero od ombra, dev'essere. Vergine bellissima e adorabile, dalla cima dei capelli all'estremo dei piedi! (2) Scapi ad ombrelle ripetute ho notato su P. obconica , P. Kewensis e P. chinensis dell'Orto Botanico di Firenze. (3) Neppure una pregevole ed estesa opera illustrata , come la Flora del- l' Hallier (di cui mi sono largamente servito nelle mie riproduzioni) , accoglie una Primula ad ombrella ripetuta. Può ben darsi che ciò avvenga di rado in Natura , e che sia più un fatto messo in evidenza dagl'incroci e dalle forme incrociate. Ma non per questo scema la sua importanza. E non sarò stato io pel primo, certamente, a mirare tale fatto. 168 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI La P. chinensis, Auct. (1) presenta, spesso, a inizio fioritura, brevis- simi scapi biflori. I due fiori sono a deiscenza non contemporanea, che uno è giovane ancora quando l'altro è per sfio- rire (2). Questo fatto , che pure è registrato in molti libri (3) ed è comune ad altre forme (come ben mostra la figura interca- lata di Soldanella) , non ha per nulla richiamato l'attenzione degli studiosi. Nessuno mai si è chiesto il perchè di tanta povertà. Ma quei due fiori sono così miseri per un altro piccolo perchè, che noi subito indicheremo, a - soldanella pusilla, Baumg. Furono essi , insieme ad b — S. minima, Hoppe; b': antera. altri scapi di una Primula e — S. alpina, L.; e': antera , , . , ... , , ,, d - S. montana, Wild. W"** (4) da me batteZ" (i) Esemplari del R. Istituto Tabacchi. {2) Anche nella fotografia riprodotta nella Tav. XVI , eseguita a Scafati, appare tale fatto. Spesso però si notano tre brattee invece di due, oppure tre brattee e tre fiori. Questa Primula presentò il fenomeno della fioritura ripe- tuta in stagioni differenti. (3) Di Primule a scapi con due fiori ve ne sono allo stato selvatico. La Tav. XVIII accoglie la P. spectabilis, Tratt. a scapi di tre fiori; la P. integri- folia, L., la P. pedemontana, Thom. e la P. oenensis, Thom. a scapi biflori; la P. Allionii, Lois. e la P. minima, L. a scapi addirittura uniflori (ma bibrat- teati). E scapi a pochi fiori s'incontrano anche nelle Androsace , che pure hanno forme a ricchi scapi (A. lactea, L., A. carnea, L., tee). (4) Esemplari del R. Istit. Sperim. Tabacchi. Tale Primula è diffusa nel giardinaggio, e da più anni, sotto il nome di P. Malagodes, Hort. Il giardi- niere dell' Istituto sudd., Applicato Tecnico Sig. Falanga, mi assicura che tale Primula egli l'ha ottenuta incrociando la P. obeonica, Hance. con la P. chi- nensis, Auct. BOLLETTINO TECNICO 169 zata Primula Aemilia (1) , che mi squarciarono ogni velo e mi condus- sero al cospetto della verità. La Primula Aemilia è riprodotta nella Tavola XVII. Come ognuno può osservare, essa ha la specialità di emettere scapi con un numero eccessivo di ombrelle (da sei a sette). Spesso il primo scapo è ad ombrelle di tre fiori (2). Ma, sia questo, che gli scapi successivi (i quali sono ad ombrelle più ricche di fiori), sono soggetti a presentare, dopo una o due ombrelle di egual numero, ombrelle a numero accresciuto di fiori, per ritornare, in fondo , a verti- cilli ridotti, come dapprincipio (3). Fermiamoci per ora a questi caratteri. La ripetizione eccessiva di ombrelle sovra uno stesso asse , è un fatto sorprendente, e inspiegabile con la Scienza acquisita. Per quale causa da un incrocio fra P. obconica e P. chinensis viene fuori una prole cosiffatta? Ma , negl' incroci , o sono i caratteri dei genitori che variamente si combinano, o sono i caratteri specifici, antichi, che si riappalesano. Già dissi che la P. chinensis presenta nella sua gioventù scapi a due fiori opposti (4), non contemporanei. Questi due fiori, così poveri, mi fecero subito pensare a una pianta a fiori opposti. E quando vidi comparire scapi pluri-ombrellati nella P. Aemilia, io non ebbi più dubbio sulla presenza nelle Primulaceae di un altro individuo a fiori opposti, situati su palchi differenti. E YAnagallis arvensis, L. quest'umile e bel- l'erba dei campi, a fusto ramificato, a fiori di color rosso - cinabro , op- posti e non contemporanei , mi si presentò davanti a illuminare ogni questione e a togliermi dall'ignoranza, dall'ombra in cui vagavo. (i) In omaggio alla bella e sfortunata mia Creatura, perduta nel fior degli anni, in quella verde Cava ridente e traditrice. E l'omaggio è giustificato, perchè, insieme, mi condussero verso la luce. (2) E anche tre fiori presenta lo scapo che si vede in fondo alla fotografia eseguita a Scafati, della suddetta Primula. (3) Spesso sopra scapi ad ombrelle di tre fiori, io ho numerato: Ia ombrella, fiori tre; IIa, tre; IIP, quattro; IVa, tre; Va, tre; Vla, tre. E su scapi a ombrelle più ricche di fiori: la, quattro; Ila, cinque; Illa, sei; IVa, cinque; Va, cinque; VIa, quattro; VIP, quattro. (4) Ed è bene ricordare che a scapi biflori ed uniflori vi sono non poche Primule. 170 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI * * * La P. obconica presenta scapi , come abbiamo detto , biombrellati ; cioè dice che ha già in sé discreta copia dell'elemento estremo che tende a dare fiori in palchi differenti (1). Perchè non appena la si unisce in incrocio con la P. chinensis , che pur di questo elemento estremo ne contiene (e quegli scapi biflori non possono mentire, come non possono mentire i suoi scapi biombrellati riprodotti nella Tav. XVI) , vengono fuori individui con queir energia più attiva e gli scapi da biombrellati diventano di sei, sette ombrelle. E la scarsezza di fiori nelle ombrelle del primo scapo, nella P. Ae- milia, è in dipendenza di una maggiore attività, nel primo periodo della vita, dell'aumentato elemento elicoidante (2), il quale tenderebbe a dare in ogni piano, o, meglio, in ogni palco, un solo fiore (come in Centunculus), e ne dà due (come in Anagallis), oppure tre (come nei primi scapi della P. Aemilia), perchè vi è lievemente presente anche l'altro (il verticillante). Non è povertà da attribuirsi a giovinezza della pianta, perchè noi abbiamo Primule a scapi sempre di due fiori , accanto a Primule a scapi multi- flori; perchè abbiamo Lysimachie a fiori persino isolati, ascellari (L. num- mularia , L.) e Lysimachie a scapi biflori (L. nemorum , L.) accanto a Lysimachie in cui ad un fiore è sostituito nientemeno che un tirso. Ed è pure dovuto a maggiore attività Coris , o Anagallis (facoltà ramificante), la numerosa emissione di scapi nella P. Aemilia; perchè la pianta è così delicata, così meschina, da non poter fare pensare a nessun rigoglio, né vegetativo, né riproduttivo. Vi sono Primule robuste (vedi P. auricula, L. Tav. XIV) che emet- tono pochissimi scapi, accanto a Primule, meno sviluppate e meno ro- buste, che emettono numerosi scapi. La povertà di fiori nelle ombrelle di alcune Primule scapigere, adunque, dipende da maggiore azione dell'elemento elicoidante; mentre la ricchezza delle ombrelle di altre Primule è dovuta a maggiore azione dell'elemento verticillante (Cyclamen), che tende a dare molti fiori in un sol palco. (() E li darebbe non raggruppati, ma isolati, se imperasse da sola. (2) Vedremo subito che l'energia che determina questi fenomeni è ancora più semplice, più elementare di quella Anagallis. Per ora dobbiamo acconten- tarci di richiamare Anagallis, perchè caratteri di questa forma vediamo appa- lesarsi nelle Primule BOLLETTINO TECNICO 171 Chi saprà tradurre a pieno la gioia del ricercatore affaticato , nel momento solenne in cui trova? Io ho persino benedetto il mio dolore (questo dolore che non morrà!), perchè mi fu fonte di lavoro, di salvezza e di fortuna, sempre! L' Anagallis arvensis è, come abbiamo detto, pianta ramosa. I suoi rami presentano foglie e fiori opposti (1). Questa opposizione è il primo gradino della struttura verticillata e , quindi , della complessità delle Primulaceae (2). I verticelli però di foglie e di fiori , sia se ridotti in un sol piano (piante acauli), sia se disposti in più piani [Anagallis, ecc.), sono a organi situati elicoidalmente in ogni piano. Perciò i due fiori di ogni verticillo di Anagallis non sono contem- poranei. L' energia elicoidante, cioè, che non è della famiglia, perchè in essa impera la verticillante, è costretta da quest'ultima ad adagiarsi, ad agire in piano orizzontale. In alcune specie però l' energia elicoidante si è messa in piena libertà. Infatti da un Anagallis a foglie e fiori verticillati, pur si liberò , e per mutazione , in un tempo che non ha storia , una forma a foglie e fiori disposti sovra un'elica (A. crassi/olia, Thoré.) (3). E per la istessa ragione noi troviamo alcune forme perfettamente elicoi- dali {Coris monspeliensis, L.), in cui foglie e fiori sono, appunto, sparsi sul fusto e sui rami , e disposti secondo un' elica. In Lysimachia num- malaria il sistema vegetativo è soggetto a energia verticillante , quello riproduttivo a energia elicoidante. In Samolas e in Trientalis le due energie non agiscono contemporaneamente, ma successivamente. La disposizione ad elica (o sparsa) degli organi vegetativi e ripro- duttivi impera in altre famiglie affini (ove in soggezione sarà la verticil- lante) ; ma è , ripetiamo , ben palese in queste forme a cespuglio delle (i) Per tutti i caratteri dell' Anagallis vedi Tav. XIX. (2) Intere famiglie hanno per lo meno gli organi vegetativi opposti, come le Diantaceae. In molte altre famiglie poi si contano alcune specie a organi opposti. Ciò dice che la composizione di molte famiglie ha una istessa origine. (3) Qualcuno può osservare che A. arvensis può essere mutazione di A. crassi/olia, per risveglio energia Cyclamen. Ho motivo però di ritenere, appoggiandomi a ciò che è stato sperimentalmente accertato, che le forme derivate per mutazione sono quasi sempre meno complesse , più semplici , e, perciò, più stabili. Quindi A. crassi/olia dev'essere forma derivata. 172 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI Primulaceae , e pienamente libera, almeno negli organi vegetativi, in Coris. E se a Coris si dà anche il carattere che possiede VAnagallis crassi- folia o la Lisimachia riammalar ia, ossia : fiori ascellari isolati lungo gli assi, noi abbiamo completo e perfetto l'altro estremo, che possa, in unione a quello Cyclamen, spiegare una ad una tutte le specie della famiglia, a cominciare da Anagallis, che, se è tanto vicina a Coris, pur contiene un tanto dell'energia verticillante (Cyclamen), e presenta, perciò, in ogni nodo uno scarso verticillo. E noi soltanto per intenderci ci riferiamo a forme estreme non complete, ma esistenti, come Anagallis e Coris. Spesso VAnagallis, all'inizio della vegetazione ha delle foglie alterne, per attività dell'energia elicoidante. Ma subito entra in funzione l'energia vegetativa dominante (a verticillo) e si produce un verticillo semplicissimo di due foglie (il quale sarebbe di più foglie se più possente fosse in quel punto l'azione verticillante, così come avviene in Cyclamen). E quando là pianta si dispone a fiorire è l'energia fiorifera elicoidante che qualche volta si appalesa per prima, perché invece di due fiori opposti, come le foglie, se ne nota uno solo all'ascella di una delle due foglie, così come si avvera , e sempre , in Anagallis crassi/olia e in Lysimachia niimmu- laria. Ma l'energia riproduttiva verticillante si mette subito in attività (1), e i fiori diventano successivamente due, come le foglie. In Lysimachia nummularia, come abbiamo detto, ove impera energia vegetativa verticillante e riproduttiva elicoidante , noi osserviamo la se- guente disposizione: foglie opposte, di cui una sola fiorifera. In L. ne- rnorum, ove impera sempre energia verticillante, i due sistemi, vegetativo e riproduttivo, si comportano come in Anagallis: foglie opposte, con fiori solitari ascellari. Abbiamo chiamato verticillo ridotto, semplicissimo, quelle due foglie e quei due fiori opposti in Anagallis , e abbiamo affermato che tale verticillo è determinato da intervento dell'energia verticillante , così do- minante in Cyclamen. (i) Un bellissimo esempio dell'azione non contemporanea delle due energie (elicoidante e verticillante) lo abbiamo nella pia menzionata Trientalis euro- paea , L. Dapprima è l'energia elicoidante che impera, e le foglie del fusto sono disposte sovra una spira. Ma ad una certa altezza si forma , per brusco risveglio dell'energia verticillante, una rosa terminale di foglie, alla cui ascella nascono due o tre fiori. La T. europaea, perciò, l'ho definita: una pianta acaule spinta al sommo di un asse alto un ter\o di piede. BOLLETTINO TECNICO 173 A dimostrarlo basti questo semplice fatto. Spessissimo i rami a foglie e fiori opposti qMY Anagallis , nel bel mezzo , presentano verticilli di 3-4-5 foglie e relativi fiori , così come fanno gli scapi pluri - ombrellai della P. Aemilla, che, nelle ombrelle mediane, presentano un maggior numero di fiori. La figura intercalata dice meglio delle mie parole (1). Non scherzi di natura son questi , non anomalie. Ed opera vana è la ricerca di parole composite. Noi dobbiamo spiegare i fatti e per- suadere la mente che in un certo modo, e non diversamente, essi si sono determinati. Noi perciò ripetiamo: ad un certo momento , in un nodo del ramo del- X Anagallis , si rende più intensamente attiva l'energia Cyclatnen (2), e invece di 2 foglie e due fiori opposti — come spesso avviene — se ne formano 3, 4, 5; un ver- ticillo, cioè. Tanto vero che è energia simile a quella imperante in Cyclatnen che agisce, che il verticillo è a fiori non contempo- ranei, ossia messi a spira (3). E si badi che Natura provvide a dare gli esempi luminosi di questa complessità — ossia, dell'azione combinata Cyclamen- Coris — in moltissime forme della nume- rosa famiglia. L' uomo si accontentò di aggruppare e di elencare, e ricorse, per spiegare le forme, a un laborioso e men- tale — non reale — remoto processo evo- Ramo di Anagallis arvensis, L. lutivo, con passi retrogradi e progressivi. (i) Spesso si osservano rami d' Anagallis ancora più complessi del fotografato. (2) E, intendiamo sempre, così dicendo: energia verticillante, tendente a dare foglie e fiori messi sullo stesso piano. (3) La spira la si legge chiaramente quando le foglie e i fiori diventano 4 e 5; il 40 e il 3" fiore, con le relative foglie, sono spostati, fuori piano. Sa- rebbero nati fra gli altri, in dentro, come ognuno può vedere in un'ombrella di P. obconica, e più di P. Kewensis (vedi Tav. XV), se il ramo, sviluppandosi e allungandosi, non li rigettasse alla periferia. 174 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI Mettiamo insieme — nello stesso organismo , cioè - le due energie Cyclamen- Coris, e cerchiamo di spiegarci le Primule scapigere e tutti i fatti rimasti nell' ombra. Le Primule (1) sono le forme veramente medie della composizione, in cui le due energie (molti organi in un piano ; organi abbinati in piani differenti e su molti assi) sono in continuo giuoco di varia fortuna. Nasce per virtù vegetativa verticillante (come in Cyclamen) una rosa di foglie. A momento risveglio attività fiorifera, se imperasse solo Cyclamen, noi avremmo, all'ascella delle foglie, fiori solitari (come nel Cyclamen e nella Prim. acaulis); invece, all'ascella, e di alcune foglie soltanto, si sviluppano dei rami (che gli scapi sono da considerersi rami), e per virtù ramificante Coris; i quali rami darebbero due fiori ascellari come in Anagallis , o uno solo come in altre specie, se compagne non vi fossero le energie Cyclamen; invece, questi rami, per l'azione degli elementi contenuti in quest' ultima forma , sono costretti a portare al sommo una rosa di brattee (ossia: una rosa di foglie ridotte) con fiori semplici ascellari. È la riproduzione, insomma, della formazione di una Primula acaulis all'estremo di un asse. E se l'azione Coris (o elicoidante e, insieme, ramificante) qui non si estinguesse, noi avremmo dal mezzo della prima rosa, od ombrella, un secondo asse , alla cui sommità si riprodurrebbe la rosa di foglioline e di fiori (così come nel caso degli scapi biombrellati della Primula obco- nica e di altre Primule). E se noi, a mezzo di incrocio con una forma non povera di energia Coris, cercassimo di aumentare questa energia in una Primula a scapi biombrellati, avremmo scapi ad ombrelle ripetute per 3-4-5-6-7 volte, come nel caso della nostra P. Aemilia (2) , figlia di incrocio , come si dice, fra P. obconica e P. chinensis. Quelle ombrelle , adunque , nascenti al sommo , e anche lungo gli scapi, sono una ripetizione della formazione acaule — e per azione com- binata delle energie Cyclamen- Coris. E quelle brattee sono il ricordo (i) Insieme alla Cortusa Mattioli, L., a molte Androsacee , all' Hottonia palustris, L. (2) Questa Primula riduce, come s'è visto, a tre i fiori delle ombrelle dei primi scapi, appunto perchè in quel momento Coris diventa più possente. Successivamente gli scapi sono a ombrelle più ricche per maggiore azione dell'elemento verticillante {Cyclamen). BOLLETTINO TECNICO 175 della rosetta di foglie basillarì (1). Se ciò non fosse , noi , ripetiamo, avremmo, invece di piante scapigere, piante acauli, come si è avverato nella P. acaulis. Di modo che il Cyclamen e la P. acaulis perderebbero la loro con- formazione e acquisterebbero quella scapigera se aumentassimo in esse l'azione degli elementi Coris (2). Vero tanto , come già dicemmo , che quando noi andiamo con l'incrocio ad aumentare nella P. obconica — a mezzo della P. chinensis — gli elementi Coris, noi, non solamente ripro- duciamo il carattere degli assi verticillati a pochi fiori , ma otteniamo anche assi multiverticillati. Noi, cioè, facciamo fare un salto verso Ana- gallis , e verso tutte le forme cespugliose , ad una forma , come la P. obconica , che sta quasi nel mezzo della composizione Coris ■ Cy- clamen (3), producendo in essa caratteri che osserviamo nt\V Anagallis e altre specie a cespuglio. Così, quando noi vediamo spuntare più rosette intorno al rizoma della P. acaulis , o della P. officinalis (4) , non dob- biamo pensare che quella è una moltiplicazione vegetativa occasionale, è, invece, una forza vegetativa atavica di plurassilità. Ht\Y acaulis si desta (i) Che non vi era ragione della riproduzione a spira delle brattee fiorali, correlativa a quella basale. Le brattee sarebbero nate contemporaneamente e così i fiori, come avviene xizìV Umbellifere ae. (2) Noi tenteremo , e con tutte le cautele , questo aumento di azione. E se le prove riesciranno fertili, ci reputeremo fortunati; che Cyclamen, oggi, s'è così allontanato da Anagallis, da farci paventare. Chi non ricorda il fatto, riportato anche dal Darwin, e accennato innanzi, della infecondità de\Y Ana- gallis arvensis con la sua forma derivata per mutazione A. arv., (ì. Monelli, L.? Due forme che sono l'una la fotografia dell'altra ; solo che la prima ha fiore a corolla rosso-mattone a fauce contornata da stella turchina, e la seconda ha fiore a corolla turchina, a fauce stellata in rosso-mattone (l'inverso). Chi non sa della infecondità della P. acaulis brevistylis con la P. acaulis longistylis? Ciò dice che nel momento della mutazione si svegliarono dall'oblio energie così lontane da mettere agli antipodi i discendenti di uno stesso progenitore. Quel turchino, infatti, è cosa molto diversa da un cinabro, e richiama colori preponderanti in altre famiglie. E quel fiore a stile breve, con stami superanti, è una cosa molto diversa dal fraterno fiore a stile lungo e antere infere. Nella prima forma noi vediamo Anagallis e Coris , nella seconda Cyclamen , come vedremo più oltre. (3) Non è per ripetere, ma per non essere fraintesi, che dobbiamo ancora dire: quando noi scriviamo « energia Cyclamen o Coris » ci riferiamo a due specie viventi, solamente per una migliore indicazione, mentre vogliamo rife- rirci a due forme generatrici i cui caratteri sono variamente combinati nelle diverse specie di Primulaceae, comprese il Cyclamen e il Coris. (4) In queste Primule le rosette sono sullo stesso piano. NelVAretia Vita- liana, L. sono su piani differenti. 176 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI nel periodo vegetativo; nel periodo riproduttivo è inattiva. HtWoffici- nalis è attiva nei due periodi (1). Nella P. marginata , Curt. (che noi torniamo a meglio riprodurre nella Tav. XVII bis) questa energia, oltre a formare varie rosette intorno alla primogenita , le spinge poi tutte in alto , facendo perdere alla pianta Vacaulinità (2). E quando noi incontriamo nella famiglia delle Primulaceae specie annuali, accanto a specie perennanti e perenni, noi non dobbiamo ricor- rere ad una forza inspiegabile e cieca , ma ad una semplice resultante della varia vitalità dei due estremi ; che Coris , come Anagallis , è an- nuale, e Cyclamen è perenne (3). Dissi che la rosetta di brattee degli scapi è la ripetizione, alla som- # mità di un asse laterale, della rosetta di foglie basilari. A conforto di questa constatazione desidero citare un fatto vera- mente significativo della portentosa P. Aemllia. Quando le piante sono da un pezzo sfiorite, le capsule già dissemi- nano , e gli scapi hanno il color del secco , alla sommità di qualche scapo (raramente, cioè), come per incanto, nasce una rosa di foglie, una nuova pianta di Primula (4). Dice quella rosa, con voce chiara e semplice = son io — espressione Cyclamen (ch'ora mi rattrovo, e per virtù Coris, al sommo di questo, che è un ramo) — che ho dato ad ogni nodo sottostante una rosa di brattee. Cessata nella pianta la facoltà riproduttiva, qualche ultimo verticillo di brattee si trasforma in rosa di foglie (5). Lo scapo prende la vera funzione di ramo (come nell' Aretia Vitaliana e in alcune Androsace — vedi Tav. XVIII) e mette alla sommità una rosetta fogliare. (i) Questa variabilità di azione delle energie costituitive è palese in ogni specie. (2) In molte Androsace avviene lo stesso (3) In molte famiglie si osservano specie annuali e specie perenni o pe- rennanti. Così è nelle Nicotianae, nelle Violae, ecc. (4) Tanto che il Capo di Reparto Tecnico, Sig. Buonocore Alfredo, che l'osservò per primo, ne tentò più volte, ma sempre invano, il radicamento, togliendo però a me il piacere di una riproduzione fotografica dell'interessante fenomeno. E darei uno schizzo , messo su con i ricordi , se non pensassi che il fenomeno si dovrà pure ripetere e avrò modo di farlo fotografare. Se poi vi è qualche studioso che ami toccare con mano , sono a pregare di volermi richiedere del seme. (5) Forse il radicamento non si otterrà mai. Ma come interessante sarebbe constatare se scapi o fiori semplici darebbero quelle foglie! Tav. XII o T « 0> .^ A a, ti tì o o 73 ed ed o ed «3 0) ed | ri ri ^_; o TD pa SS n a f-i ed e) 3 03 | ed 0> qT Si ri ■•■» cu ri ed LLJ ed rrl tj o r a o o .a o o ri ri "E. £ 30 LEGGENDA DELLA TAV. XI Primule scapigere A: pianta fiorita di Primula elatior, Jacq. (dalla Flora dell'Hallier e da Natura). E: pianta fiorita di P. officinalis, Jacq. (dalla Flora su detta e dal vero). a: fiore di P. officinalis, visto di sopra (dal vero). a', a": sezione longitudinale di fiori di P. officinalis, per mostrare come alcuni individui han- no fiori a stilo breve, e altri a stilo lungo con antere a circa metà tubo; fatto questo comune a quasi tutte le Primule e dovuto alla loro natura composita. b: sezione del calice. e: antera di P. officinalis, tanto vicina a quella della P. acaulis. d, d': capsule di P. officinalis e di P. acaulis, prima e dopo la deiscenza (che avviene per rottura longitudinale dell'apice), per distinguerle da quelle di altre Primule - P. chinensis, P. obeonica, P. Aemilia (o Malagodes), ecc.) a deiscenza pissidata (e), cosi come si può osservare nelle capsule dell'Anagallis e del Centunculus - vedi Tav. XIX. f: stigma di P. officinalis, con chiara tendenza a poligonarsi (ottagono), e richiamante quelle n, perfettamente ottagonale (raramente come in n') della P. Kewensis, Jenk., una forma in- teressantissima, figurata nella Tav. XV, il cui fiore, di fianco e di sopra, è rappresentato in g, g', e, sezionato longitudinalmente, in h, con una brattea fiorale g" e con antera o. i: peli glanduliferi, a gianduia secernente una sostanza farinosa (su calice di P. Aemilia) Di tali peli se ne incontrano spesso su fiori e foglie di molte Primule 1: fiore a calice petaloideo di P. vulgaris, B. calycantha, Ces. (P. vulgaris, benché gli esem plari da me osservati nel R° Ist° Sperim. di Scafati presentassero fiori semplici e scapi) m: lobi calicini petaloidei della Primula suddetta. Tav. XIII - Primule scapigere Primula elatior, Jacq. e P. officinalis, Jacq. Ist. Fot. Inc. S. Michele • Roma G. Emilio Anastasì Tav. XIV J 2 o o 12 re "o <33 '&, o tH ._ W o o 0) Cfl > o o> CL O a '5 ~ tó o o 3 H E o £L Q." GJ — i^ ^ — s et o a -3 'fi o « 3 ffl o- o -*-j • i—i ■~ S-l T3 3 o #f_, CO Oh co tì O oo 3 E o3 13 o Ql "3 — ■ oj Tav. XV Stabilimento Tipografico Rinascimento Primula Kewensis, Jenk. (dell'Orto Botanico di Firenze) Tav. XVI o "fi 3 Cu ed O & Tav. XVII 1 ^ ' I Stabilimento Tipografico Rinascimento Primula Aemih'a, Anast. (Syn: P. Malagodes, Horl. = P. chin. x P. obc. (?) a scapi pluriombrellati Tav. XVII ™» Stabilimenlo Tipugralico Rinascimento Primula marginata, Curt. ( dell' Orlo Botanico di Torino u LEGGENDA DELLA TAV. XVIU Primule, Aretia, Androsace e Hottonia Forme rivelatrici (dalla Flora dell' Hallier) a: pianta di Primula spectabilis, Tratt. a scapi, spesso, di tre soli fiori. b: pianta di P. integrifolia, L. a scapi di due soli fiori e che, meglio della precedente, met- te in luce energia di Anagallis, così come fa qualche volta P. chinensis. e: pianta di P. pedemontana, Thomas, che ripete, a volte, l'istesso fatto. (A volte, perchè pre- senta scapi pluriflori - 8). d: pianta di P. Oenensis, Thom. a scapi biflori. •: pianta di P. Allionii, Loiseleur. a scapi monofiori, fatto che si ripete anche in P. minima, L. e nel genere Soldanella (Soldanella pusilla, Baumg; S. minima, Hoppe). f: pianta di P. minima, L. a scapi uniflori (1 petali di questa Primula sono così profonda- mente incisi da ricordare, proprio, quelli della Stellaria media. E quelli della Soldanella richiamano i petali delle Diantaceae. g: pianta di Aretia Vìtaliana, L. a ripetuto sistema vegetativo di Primula acauli», lacq, o di Cyclamen, per presenza in Aretia di quell'energia che rendono il Cori», e l'Anagallis verti- cillato. g': fiore ingrandito di Aretia; g": pistillo, id. i: pianta di Andro»ace villosa, L. che ripete l'istesso fatto notato in Aretia. Qui, però, inve- ce di fiori solitari si hanno e spesso scapi biflori. Nelle Androsacee non è raro incon- trare scapi a numero ridotto di fiori, come mostrano quelli m ed n di A saptentrionalie, L. (che pur è frequentemente a scapi pluriflori) e di A lactea, L. Ma nelle ^ndrosacee nel mentre s'incontrano forme a scapi pluriflori (come quello 1 del • l'A. carnea, L), si annoverano anche forme a fiori isolati (A. helvetica, Qand.; A. im- bricata, Lam.; A glaciali», Hoppe. a. Pube«cen« DC). V é, cioè, tutta la scala appalesante energia di Cyclamen e quella di AnagalH». Come si avvera in parte anche nel genere Lisimachia. h: infiorescenza a scapo ripetuto di Hottonia palustri», L. per presenza di energia Anagallis (Fenomeno ripetuto egregiamente dalla P. Aemilia, nob. e dalla Ly»imachia thyrsiflora, L.). TAV. XVIII - Primule, Aretia, Androsace e Hottoriia Ist. Fot. Inc. S. Michele - Roma O. Emilio Anastasia d / A T ■ .'•ii'.Vi • ,89 fi .0 ■ ■ iimsA r LEGGENDA DELLA TAV. XIX L'Anagallis arvensis, L. che è quasi l'altro degli estremi della composizione delle Primule. a: ramo fiorito di Anagallis arvensis, L. (nei campi di Cava e di Scafati) b: parte basilare della pianta, con la radice. e: sezione del fusto tetragona e rappresentazione (punteggiata) della sezione su internodio successivo, per mostrare che esso fusto subisce, nel passaggio da un internodio all'altro, uno spostamento brusco di 90". e': margine fogliare, costituito di tanti mammelloni. d: foglie opposte; d": verticillo di 3 foglie; d': verticillo di 5 foglie, con egual numero di fiori. L'Anagalli» non può dimenticare la comune origine composita delle Primulacee. Co- me le Ly«imachie che, a foglie e fiori ordinariamente verticillati, comprendono anche forme a foglie opposte, provviste di fiori semplici (L. nemorum, L.), né più e né meno come l'Anagallis. e: posizione dei fiori prima e dopo fecondazione, e': peduncoli fiorali ritorti a momento for- " mazione capsula (come si vede bene anche nel ramo a). Questo fatto si nota ancora nella P. acaulis, L. Tale carattere è salientissimo nel Cyclamen europaeum, L. e nel C. neapolita- num, Ten. i cui peduncoli fiorali, diritti dapprima, finiscono col ravvolgersi a spira e a interrarsi (vedi Tav. XI, fig. A ed e). f- fiore ingr. I petali sembrano interi. Invece sono come in P, e a volte sono ad apice più lobato, g: gineceo, con 2 dei 5 stami, g': ovario, con stilo e stigma, g" uno dei peli del- l'ovario. Lo stigma, a volte, anzi che conico, è piano, come si vede in r - ed é - supe- riormente - coverto di papille giallo-oro (r"), ma non presenta scultura (r'). h, h': antera, davanti e di dietro, i; uno dei peli, ingrandito, dell'antera. 1: calice, a zone marginali membranacee. m, m': ovario - sezionato verticalmente e orizzontalmente (da Hallier). m": capsula a pisside dell' Anagallis. n: capsula a rottura longitudinalmente apicale della Lysi- machia vulgaris, L. (COSÌ pure deisce la capsula della Primula acauli», della P. officinali», mentre le capsule della P. chinensis, della P.obconica, della P. Aemilia, deiscono a pissi- de), o: capsula pissidata, e sui generis, di Soldanella minima, Hoppe. o': capsula pissidata di Centunculus minimus, L., però, l'opercolo presenta al sommo i segni dell'altra opposta deiscenza, p: capsula di Lisimachia thyrsiflora, L. che si apre longitudinalmente in pissi: del s: capsula di Coris monspeliensis, L. aprentesi in valve nella metà superiore, però, ogni valva presenta molto manifesti i segni della opposta deiscenza, q: seme di Anagallis, in- grandito. (Alcune di queste figure sono prese dalla Flora dell'Hallier). Tav. XIX - Anagallis arvensis, L. Ist. Fot. Ine S Michele - Rema G. Emilio Anastasia dis. dal vero. BOLLETTINO TECNICO 177 * * Se qualcuno non è contento ancora e vuole un altro fatto dimostra- tivo della presenza degli elementi Coris nelle Primule scapigere, abbia la pazienza di ascoltarmi. La P. acaulis (come la P. officinalis e altre forme) ha "capsula rompentesi longitudinalmente, e solo al sommo, in 5 valve. Quale non fu Li mia sorpresa nell' osservare che la P. Aemilia ha capsule a deiscenza pissidata? Si stacca superiormente, intorno allo stilo, una callotta e la capsula diventa una coppa. Così fanno anche i genitori (P. obconica e P. ckinensis), ma meno accentuatamente (1). Ebbene, questo carattere, pur non riscontrandosi in Coris (2), è tipico dell' A n a gallis e del Centunculus, tanto vicini a Coris (3). (i) Pissidata è anche la capsula della P Keivensis e della P. lati/olia, Lap. (2) Non tutti i caratteri del vero estremo si rinverranno in Coris, cosa questa già notata nelle Nicotianae. (3) Aggiungiamo a questo riguardo che le forme primordiali che genera- rono la famiglia delle Primulaceae dovevano avere capsula: a) a deiscenza valvare . per fessure longitudinali (come si avvera in Cyclamen e più in Gregoria e Androsace — ove l'apertura delle valve è per tutta la lunghezza della capsula); b) a deiscenza quasi pissidata , per distacco di un opercolo (come in Anagallis, Centunculus e Soldanella). In l'ai Ti, nelle specie delle Primulaceae esistenti in Europa, noi osserviamo le seguenti deiscenze capsulari (combinazioni delle due deiscenze estreme su enunciate). i° Capsula aprentesi completamente in 5 valve: Gregoria e Androsace. 20 Capsula aprentesi in valve nella metà superiore : Cyclamen, Cortusa, Glaux, Lysimachìa, Trientalis (6-7 valve), Asterolinum (circondato dall'in- volucro fiorale persistente). La capsula di Coris, s'apre in 5 valve nella metà superiore; ma a metà — fatto interessante, come si vede nella fig. s della Tav. XIX — presenta manifesti segni anche della deiscenza pissidata. 30 Capsula aprentesi in 5 valve alla sommità soltanto: Primula, Samolus (con le eccezioni, specie nel primo genere). ^1° Capsula aprentesi solo nel mezzo (a valve , cioè , saldate alla base e in cima; oppure completamente indeiscente; per lotta indubbia fra le opposte energie): Hottonia. 50 Capsula aprentesi trasversalmente a metà (quasi a pisside): Anagallis e Centunculus. Centunculus, però, contrariamente a Coris, presenta sull'oper- colo segni evidenti dell'altra deiscenza (fig. 0', Tav. XIX). 6° Capsula aprentesi per distacco di un piccolo opercolo : Soldanella (e alquante Primule). ■f Capsula aprentesi in due metà, ma longitudinalmente (la pisside del- l' Anagallis rovesciata dall'altra energia!): Lisimachia tyrsiflora, L., L. ephe- merum, L. (fig. p, Tav. XIX). 178 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI E se non ancora si è contenti , e io devo proprio ricorrere ad un Ufficio di Stato Civile , che non esiste malauguratamente (perchè noi siamo di ieri, e ciò che è nelle Primulaceae avvenne ab-imis), io dirò che la prova incontestabile esiste, ed è negli organi della riproduzione, che formano l'Araldica naturale, incancellabile, delle piante (1). Si guardino queste fi- gure intercalate. In a sono rappresentati gli organi riproduttivi del Cyclamen (stami sessili a pistillo di molto superante). In a' è rappresentato lo stimma (che è l'orlo di un tubo). In b sono raffigurati gli organi riproduttivi del- l' Anagallis (stami superi e pistillo infero; , e così fatti sono quelli del Coris (ripro- dotti in d — non dal vero). In b' è rappresentato il re- lativo stigma (una massa cir- colare di papille senza ai- Stami e stigmi delle forme estreme della cuna scultura) (2). composizione delle Primulaceae. Mettete insieme questi due stigmi a' e b', e voi formerete , così come fece Natura , lo stigma C delle Primule , che è (i) Come estesamente mostrammo in Nicotiana (vedi G. E. Anast. Arald. Nic. Scafati, 1014). (2) Ecco perchè nella stessa varietà di Primula s'incontrano piante a fiori brevistili e piante a fiori longistili. E, per aversi l'infecondità fra due con- sanguinei, è segno, come si è detto, che si destano in essi delle energie così lontane da non essere più possibile una fecondazione incrociata fertile. BOLLETTINO TECNICO 179 una massa papillosa circolare (1), con un affossamento mediano, nel cui fondo vi è l'apertura di un canale (2). Come mettendo insieme le due strutture staminali a e b noi arri- viamo a spiegare nelle Primule gY individui a stami superi e quelli a stami inferi appartenenti alla stessa varietà. E se questa non è vera e propria combinazione di forme (siamo, come si dice, nel giusto mezzo con le Primule), io non so a che cosa ricorrere per addurre argomenti persuasivi bastevoli. (i) Ovale in alcune forme, pentagono, esagono o ottagono in molte altre, o con tendenza ad essere tale. (2) Quest'apertura qualche volta è falcala ed anche cruciforme, per inter- vento di elementi di forme affini. RAPIDA RASSEGNA DEI GENERI DELLE PRIMULACEAE Avrei finito , se non fossi obbligato (specie per la novità dell' argo- mento e per la umana riluttanza ad accettare fatti nuovi , in contrasto con la scienza finora acquisita) a passare in breve e fugace rassegna le specie comprese nei vari generi della famiglia , per dimostrare che in ognuna di esse giuocano sempre le istesse opposte energie; benché sia convinto ciò tolga semplicità a questo lavoro, che vorrebbe essere sneHo e sintetico, per rendersi più accessibile a molti. Noi vedremo che, immettendo in ogni specie della numerosa famiglia le energie vegetative e riproduttive Coris (o CentuncuUis) (1) e Cyclamen, facendole agire variamente e in diverso tempo e posizione, arriveremo a spiegare tutto ciò che , neppure artificiosamente , si è finora arrivato a spiegare, dalla Trientalis europaea, L. da questa forma acaule, spinta da energia elicoidale al sommo di un asse, alto un terzo di piede), 2\\ Aretia ^italiana, L.£(a questa Primula acaulis vegetativamente ripetuta su di- versi nodi di numerosi rami, per virtù combinate Coris - Cyclamen) , al- VHottonia palustris, L. (a questa Primula Aemilia, almeno nel sistema riproduttivo); dalla Lysimachia memorum, L. (una forma identica dNAna- gallis arvensis), alla L. tkyrsiflora che ha sistema vegetativo Anagallis e riproduttivo Anagallis combinato Cyclamen, in maniera da aversi, al- l'ascella di ognuna delle foglie opposte , uno scapo di Primula Aemilia ad assi raccorciati) (2). (i) L'estremo ramificante -elicóidante delle Primulaceae lo ritroviamo ve- getativamente in Coris e riproduttivamente in Anagallis crassi/olia, in Ly- simachia nummularia e in CentuncuUis minimus. (2) Noi, per ora,, teniamo di mira i caratteri più salienti, principali. 1H2 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TARACCHI E se qualche cosa parrà inspiegabile, sono a ricordare che qualcosa è pure di altre famiglie (1). (i) Nelle. Primulaceae la corolla è divisa in 5 lobi. Intanto nei fiori della Trientalis si nota corolla con 7-8-9 lobi. Spesso VAnagallis arvensis ha fiori con sei o sette petali. La Primula auricula (f. eulta) ha fiori con corolla a 7-8 lobi. La P. acaulis presenta i primi fiori quasi sempre con sei lobi (vedi figura intercalata a pag. 24, Boll. N. 1 , 1922). Tutto ciò a me sembra sia, oltre che in relazione con lo stigma quasi sempre ottagonale della P. Keivensis (ottagonalità stigmatica c\\e s'intravede anche nella P. officinalis e persino nella P. acaulis), in relazione con strutture fiorali di altre famiglie. Così, ad esempio, VAnagallis arvensis ha fiori vespertini, mentre questo non è carattere, per quanto abbia visto, di altre specie della famiglia. Viene dal di fuori, adunque. Molte Primule hanno petali bilobi. Alcune, anzi, presentano petali a più divisioni apicali, più o meno profonde (P. sinensis e P. chinensis). E laciniati addirittura sono i petali di Soldanella (vedi figura intercalata a pag. 168). Mentre molte specie della famiglia sono a petalo intero. Non è fantasioso il richiamare a questo proposito la struttura fiorale delle Diantaceae. E cosi di molti altri caratteri. Tutti ammettono affinità fra le Primulaceae, le Mirsinaceae e le Plunba- gmeae. Ma con un'indagine più profonda verrà fuori un'affinità molto più estesa. Se l'albero genealogico risponde , più che ad una necessità scientifica , a una verità, molte famiglie discendono da uno stesso aggruppamento. Più si scende in basso (dovremmo dire più si sale in alto , perchè si è seguito per la ricostituzione dell'albero la via inversa seguita dalla generazione, salendo, cioè, dalle specie ai generi, dai generi alle famiglie, ecc.) e più noi ci accostiamo ai grossi rami — a queste fonti uniche di molte famiglie. In molte famiglie, infatti, noi troviamo combinati opposti caratteri fon- damentali comuni: piante annuali e piante perennanti; piante acauli e piante assili ; piante a foglie sessili e piante a foglie pieciuolate, ecc., ecc. E questi sono caratteri che richiamano una comune origine. L'energia verticillante del sistema riproduttivo, dominante nelle Primu- laceae, non è forse più saliente, non inquinata, nelle Umbellifereae e mag- giormente nelle Compositeae? Nessuno mai ammise finora una tale affinità. E l'energia verticillante vegetativa non è forse di molte famiglie? E nelle Pri- mulaceae, non si intravede e non funziona, attivissima anche, un'energia eli- coidante {Coris, Centunculus, ecc.), che è dominante in altre famiglie? Noi indichiamo Coris come l'altro estremo della composizione— mentre Coris ha fiori riuniti in racemo terminale, che non è carattere della famiglia. Insieme a Samolus richiamano famiglie vicine. Il vero estremo doveva avere foglie sparse con fiori solitari ascellari — così come si è detto , e si dirà più oltre. Tutto ciò dicendo, io non credo di azzardare e di inventare. Le fece Na- tura certe cose! Basta avere buoni occhi per guardarle, 0 rintracciarle! BOLLETTINO TECNICO 1B3 La mia povera dottrina non mi consente di parlare che delle forme europee, di cui molte le conobbi solamente sui libri. E prima d' ogni altro , richiamo un po' di quel che già ho detto, chiedendo venia delle ripetizioni, necessarie per ben fissare le idee. Le Primulaceae si possono dividere in due grandi gruppi: 1° piante acauli; 2° piante assili (o, meglio, cespugliose) (1). Sui sistemi vegetativi e riproduttivi , sia delle prime che delle se- conde, agisce una energia verticillante, attivissima, dominante in questa famiglia (2). Tale energia la troviamo nella sua maggiore potenzialità nelle piante acauli (Cyclamen), in cui le foglie e i fiori (semplici, ascellari) sono co- stretti a giacere in un piano orizzontale (in un solo palco). 11 Cyclamen, adunque, rappresenta uno degli estremi della composizione. Ma nella stessa famiglia vi sono piante ramose , a organi vegetativi e riproduttivi in iscarso numero (a due , per lo più) raggruppati in di- versi verticilli sugli assi: AnagaUis, ecc. La struttura di queste piante è in dipendenza di un' altra energia , che ho detto elicoidante , estranea (imperante coni' è in altre famiglie) , che sfugge a leggera osservazione, ma che è sempre presente e bisogna tenerla in conto , benché sia sog- getta, asservita alla prima. Infatti, le foglie e i fiori del Cyclamen, della P. acaulis, ecc., sono disposti sovra una spira. E sovra una spira sono le brattee e i fiori non contemporanei delle Primule scapigere (vedi P. obco- nica, Hance, P. Kewensis, Jenk.). E le foglie e i fiori di ogni verticillo, ne\Y AnagaUis arvensis, non sono contemporanei appunto per questo. Adunque, l'affinità ha limiti molto più estesi di quelli finora ammessi. E, ripetiamo, occorrerà ricercare gli elementi di composizione delle varie fami- glie, per fare in fondo un lavoro di riduzione, di semplificazione e di sintesi. Ma l'energia elicoidante (che nelle Primulaceae è quasi sempre gia- cente, come in ombra, sopraffatta dalla verticillante), qualche volta trova la via di divincolarsi , di liberarsi , e agire da sola. Allora gli organi vegetativi e riproduttivi (3) sono disposti lungo gli assi secondo una spirale, così come ognuno può osservare specialmente in Coris monspe- (i) E, ripetiamo, questi due caratteri fondamentali sono di molte famiglie. Il fiume, quindi, dell'affinità porta al mare le acque di molti affluenti! (2) E, come abbiamo dianzi accennato, forse più delle famiglie Umbelli- fereae e Compositeae. (3) O i primi soltanto, o solo i secondi. 184 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI liensis, L. e anche in Centunculus minimus, L. e Anagallis crassi/olia, Thoré. Questi individui , perciò , essendo la famiglia distinta da energia verticillante , devono considerarsi come liberati da essa e rappresentanti una energia estranea, imperante in altre famiglie, ma attiva anche (benché raramente e debolmente) nelle Primulaceae. Le forme semplici , adunque , che svelano la complessità delle Pri- mulaceae, e che più lasciano vedere gli elementi di composizione, sono: A: Pianta perenne, acaule, a energia verticillante; foglia picchiolata, palminervia, spartita; fiori solitari, ascellari, a pezzi saldati (1): Cyclamen. B: pianta annuale, ramosa; a foglie sparse (messe, cioè, sovra una spira), sessili, lanceolate, penninervie (2); fiori ascellari, semplici, a pezzi liberi : Corls (3) e Centunculus. Teniamo presente le poche cose finora riassunte ed entriamo nella famiglia delle Prlinulaceae. Del genere Centunculus, comprendente la sola specie C. minimus, L., si ritiene sufficiente il già detto. 11 genere Coris è distinto per avere sui rami foglie sparse (sovra (i) Cyclamen non ha fiori gamopetali; ma così doveva essere l'estremo. (2) L' Anagallis arvensis, L. ha foglia sessile, ovato -acuminata, a nervatura che ben ricorda quella palminervia del Cyclamen. LM. temila , L. ha foglie alquanto picchiolate. VA. collina, Schousb. ha foglie superiori bislungo - lan- ceolate. Quindi i caratteri di foglia lanceolata e penninervia non si riferiscono completamente a Coris o Anagallis; come il carattere di spartila non si ri- ferisce alla foglia del Cyclamen, che è appena lobata. Quelli da noi indicati in A e B devono intendersi i caratteri delle forme primordiali estreme entrate in composizione (da cui vennero tutti i generi, compresi quelli Coris e Cyclamen), i quali spiegano perfettamente tutto ciò che di diverso è nei vari generi. Le foglie, ad esempio, deìVHottonia palustris , non potrebbero spiegarsi diversamente. Sessili, lanceolate e penninervie sono le foglie di molte Primule. La P. chi- nensis e la Cortusa Mattioli, L. hanno foglie, invece, picchiolate, palminervie e quasi spartite. I caratteri estremi si sono andati variamente combinando e distribuendo nella discendenza. (3) Come ognun vede, tutti questi attributi non sono di Coris. Cosi, infatti, i fiori di questa specie non sono ascellari , ma riuniti in racemi terminali e non in iscapi — richiamando , come fa anche Samolus , caratteri di altre fa- miglie. Mentre il carattere di fiori semplici ascellari lo ritroviamo in altre specie. Ripetiamo che i caratteri delle forme primordiali opposte si sono an- dati variamente combinando nelle numerose forme composte derivate. BOLLETTINO TECNICO 185 una spira) — carattere questo , come abbiamo detto , che a tratti appare in alcune forme della famiglia — e per avere fiori , anzi che ascellari, riuniti in racemi terminali. Per questo fatto richiama meglio caratteri di altre famiglie vicine — così come fa Samolus. Il genere Anagallis comprende 4 specie: A. collina, L. , A. arven- sis, L., A. crassi/olia, Thoré, A. tenella, L. , con quattro o cinque sot- tospecie, o varietà: Monella, L. o cerulea, Lam. , phaenicea , Lam., parviflora, (L. et Lk.); lati/olia, (L.), repens, D. C. Sono specie ramose ed hanno tutte foglie opposte, a verticillo, cioè, molto semplice. Per maggiore attività, in un determinato momento, di energia elicoidante , si generò VA. cr assi f olia , che ripete la struttura Centanculus. I generi Glaux e Asterolinum sono dominati dalle stesse energie Anagallis. II genere Primula (che occupa, quasi, il posto mediano della compo- sizione) ha circa 21 specie e quasi altrettante sottospecie. Esse hanno foglie sempre riunite in rosette basilari. Quindi , il loro sistema vegetativo è soggetto a energia verticillante (1). I fiori rare volte sono ascellari e solitari (P. acaulis, che ripete la strut- tura che osserviamo in Cyclamen, e che si è prodotta dalle Primule scapi- gere (2), come abbiam detto , in un momento di risveglio ,• di messa in (i) Noi riteniamo, però, che l'energia verticillante, se da sola, avrebbe di- sposte queste foglie come i raggi di una ruota. Se esse, invece, pur essendo in un piano , sono disposte a spira , è segno che insieme alla verticillante ha agito energia elicoidante. (2) E questo risveglio non si è ottenuto ad origine solamente, ma anche successivamente, in forme, noi riteniamo, divenute ibride, o naturalmente, o artificialmente. Nel giardinaggio non è raro incontrare Primule acauli a fiori non più gialli, ma colorati variamente in rosa, rosso-cupo, arancione, ecc. Queste P. acaulis si sono dovute produrre da individui scapigeri ibridi, ossia da incroci fra una P. scaligera e la P. acaulis. Ricordo ancora che a Foiano della Chiana, coltivata da anni nel giardino dell'Agenzia dei Tabacchi, trovai una P. acaule a fiori rosei. A Bettolle (Siena), nei giardini dell'On Senatore, Conte Prof. Passerini, vidi una Primula a fiori ora rossi, o rosso ferruginoso, ora variegati (a fondo giallo), ora gialli, semplici, o riuniti in laschi e brevi scapi , oppure a fiori semplici e scapigeri insieme, sullo stesso individuo (tali individui mi furono di poi gentilmente spediti a Cava di Tirreni. Del che ancora oggi ringrazio). A Scafati, nei giardini del R. Istituto Tab., esiste da tempo una P. acaule a fiori doppi rosso vino; da essa si ottengono anche forme a fiori scempi. Ed esiste anche una Primula (rapportabile alla Calycantha, Ces.) a fiori con ca- lice petaloideo color porporino vivo, riuniti su brevi scapi, e, a volte, anche a fiori isolati (il fiore è riprodotto nella Tav. XIII, fig. I, m). 4 186 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI attività e di predominio di energia Cyclamen); per lo pivi nel periodo riproduttivo si ridesta 1' elemento ramificante (Coris , o Centunculus, o Anagallis). E, allora, dall'ascella di alquante foglie nascono dei rami (gli scapi — lo abbiamo già detto — sono rami), che, a un determinato punto (primo nodo), portano (per energia verticillante sempre presente e attiva) brattee e fiori riuniti in ombrella (1). Quest'ombrella, che è unica in alcune Primule (P. officinale, Jacq., P. elatior, Jacq., ecc.) — perchè al primo nodo si estingue la virtù ramifi- cante — è ripetuta due, tre, e anche più volte (2) in altre Primule (P. obconica, ogni tanto , — P. chinensis , quasi sempre , ma ogni tanto si osservano scapi uniombrellati — ; P. Kewensis , a scapi per lo più biombrellati e qualche volta tri. — ; P. Aemilia (3) , a scapi pluriombrellati) , perchè V energia ramificante non si estingue al primo nodo , ma continua ad agire lungo lo scapo (o il ramo), accompagnata sempre dalla verticillante. La ripetizione, e numerosa, di verticilli, od ombrelle, sovra uno stesso asse, non si potrebbe, come abbiamo detto, diversamente spiegare. L'Mottonia palustris , L. ripete perfettamente questo ultimo fatto, di avere , cioè , fiori verticillati al sommo degli assi. Così pure la Lysi- inachia thyrsiflora , porta all' ascella di ognuna delle foglie opposte un tirso. La Lysimachia panciata , L. nel periodo vegetativo è soggetta ad energie combinate ramificante e verticillante , e presenta sull' asse vari verticilli di foglie, alla cui ascella, poi, nascono dei fiori isolati. NeU'Aretia Vitaliano , L. avviene lo stesso fatto , solo che i rami sono diversi e le rose sono a più numerose foglie. In alcune Androsace {A. villosa, L.) l'energia ramificante agisce anche nel periodo riproduttivo, e all'ascella di alcune foglie delle rosette estreme si formano scapi, invece di fiori solitari. (i) E' bene ricordare che le brattee (che son foglie ridotte) e i, fiori delle ombrelle, negli scapi delle Primule, sono, nel piano, situate sovra una spira. (2) Più frequentamente due volte. Tre ogni tanto. Raramente sei , sette volte. Fatto, questo, come dicemmo, importantissimo, sfuggito a tutti gli os- servatori, e che invano si ricerca in opere di Botanica descrittiva e sistematica. (3) Desidero ancora richiamare la P. Aemilia, Anast., detta comunemente P. Malagodes, Hort.; figlia (a quanto mi si assicura) di P. chinensis X P. ob- conica, a scapi con sei e sette verticilli, o ombrelle. Alcuni di questi scapi, quando le capsule sono già deite, presentano al loro estremo una vera rosetta di foglie (a dimostrare che gli scapi sono da considerarsi rami); ripetando il modo di presentarsi dell' Are tia e di alcune Androsace. BOLLETTINO TECNICO 187 • Il genere Cortusa comprende una sola specie: Cortusa Matthioli, L.; che per struttura è tutta una Primula scapigera. Il genere Soldanalla è anch'esso vicinissimo a quello Primula , ma. con caratteri più marcati Cyclamen. Comprende specie a foglie tutte in rosetta, palminervie, lungamente picciuolate, a fiori poco numerosi, sempre riuniti in scapo. La 5. pusilla, Baumg. e la S. minima, Hoppe. (vedi figura interca- lata a pag. 168) devono considerarsi piante a scapi uniflori, perchè que- st' unico fiore presenta sul gambo due brattee, le quali sono il ricordo dell'ombrella, che si doveva e non si è potuta costituire, per imperio di altra energia. Il genere Gregoria comprende la sola specie G. Vitaliana, L. La G. Vitaliana (o Aretia V., L., o Primula V., L., o Androsace V., Lap. , o Androsace lutea, Lam. , o Douglasia V. , Pax.) è intermedia, giusta la diversa nomenclatura usata dagli AA. , fra Primula e Andro- sace. È soggetta (come Coris e Anagallis) a energia ramificante; ma nei diversi nodi , imperando in maggior copia energia verticillante (Cy- clamen) , anziché aversi foglie opposte , come in Anagallis , si hanno tante rosette fogliari, come tante pianticelle di Primula. A fioritura, estinguendosi, o, meglio, mettendosi in latenza il potere ramificante, fnvece di scapi si hanno fiori solitari. Nel genere Androsace si incontrano specie di composizione diversa. Alcune sono composte identicamente alle Primule scapigere , come VA. septentrionalis, L., VA. elongata, L., ecc. Altre sono a composizione identica a quella della Gregoria , come VA. villosa, L. , VA. Chamaejasme, Host., ecc. Però, nel periodo ripro- duttivo, essendo sempre attive energie ramificante e verticillante, invece di fiori solitari si producono scapi, ora a pochi, ora a molti fiori. Altre, infine, (A. Iielvetica, Gand.) a volte si presentano come VA. villosa e a volte (per maggiore attività nel periodo vegetativo di energia elicoidante) si presentano con foglie embricate, messe, cioè, a spira. La spira è a passo brevissimo, costretta a non svolgersi da energia verticil- lante. Nel periodo riproduttivo cessa la facoltà ramificante e si hanno fiori semplici. Sempre a foglie embricate si presentano VA. imbricata, Lam. e VA. tieeri, Koch. Il genere Lysimachia ha specie di composizione varia. La L. nummularia , L. sta a rappresentare il primo gradino della composizione , perchè è Anagallis nel sistema vegetativo e Centunculus 188 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI nel sistema riproduttivo. Infatti , presenta due foglie opposte ad ogni nodo, di cui una sola, alternatamente, fiorifera; e ciò per energia vege- tativa elicoidante- verticillante e riproduttiva elicoidante. La L. nemorum , L. ha foglie e fiori opposti , non contemporanei. Ripete, quindi, la struttura Anagallis. La L. vulgarls, L., ha sistema vegetativo Anagallis (2 foglie opposte ad ogni nodo), ma a momento fioritura si combinano le energie ramifi- cante e verticillante e all'ascella di ogni foglia si genera uno scapo. La L. thyrsiflora , ha anche sistema vegetativo Anagallis. Ma al- l'ascella delle foglie opposte, anzi che formarsi uno scapo uniombrellato, per maggiore azione di energia ramificante (sempre però accompagnata dall'altra verticillante) , se ne forma uno a più ombrelle (come abbiamo visto nella P. Aetnilia). Asse pluriombrellato, a brevissimi internodi, co- munemente detto tirso. La Trientalis europaea , L. è la sola specie del genere Trientalis. Essa è, in un primo momento, soggetta a energia vegetativa elicoidante, e sul breve fusto si generano foglie disposte a spira; ad un terzo di piede di altezza si desta energia verticillante e si ha una rosa di foglie , che porta da 2 a 3 fiori semplici. Perciò noi l'abbiamo definita una Primula acaule spinta , da energia verticillante , al sommo di un asse alto un terzo di piede. Il genere Samolus non ha, anch'esso, che una sola specie: S. Vale- randi, L. Essa si comporta in maniera perfettamente inversa alla Trien- talis europaea, poi che presenta, in prima (per energia verticillante), una rosa di foglie , e , poi , un asse (sempre vegetativo) con foglie disposte ad elica, al cui sommo s' incontrano i fiori riuniti in racemi (1). * * * Chi ha avuto la pazienza di seguirmi fin qui ha potuto constatare che , effettivamente , con i pochi salienti elementi contenuti in maniera semplice è più evidente da Coris (e forme vicine) e da Cyclamen , si (i) Vogliamo ancora ricordare che questa disposizione racemosa dei fiori al sommo dell'asse fa pensare che in Samolus, come in Coris, si siano risve- gliate, a momento della composizione fiorale, caratteri di famiglie lontane, aventi fiori riuniti in pannocchia tei minale. E ricordare anche che le Primule, per la disposizione quasi a cima dell'ombrella, svelano presenza di elementi delle Borragineae, e le Soldanella quella di caratteri imperanti nelle Diantaceae. BOLLETTINO TECNICO 189 spiega la struttura di tutte le specie comprese nei vari generi delle Pri- mulaceae. E tutti i caratteri delle specie e delle forme derivate (da quelli di ordine superiore , a quelli di infimo ordine) sono sempre il frutto della composizione di caratteri primordiali antagonistici — così come ho larga- mente dimostrato in Nicotiana (1). Ogni carattere è come la resultante di due caratteri primevi opposti. E basta , perciò , che , nel momento della fecondazione , i caratteri mutino di valore (per maggiore attività , o per latenza , o per incrocio), perchè la specie, bruscamente, possa dare a luce un nuovo composto. (Continuazione e fine al successivo numero del Bollettino). (i) Facile compito, avendo a mia disposizione moltissime specie e avendo avuto agio di seguirle durante tutta la loro vita. Non così per le Primulaceac, di cui molte specie conobbi solo leggendo. Ma anche in questa famiglia ho avuto campo di mostrare che alcuni caratteri (forma fogliare e capsula) sono il resultato della composizione di caratteri primordiali opposti. KENTUCHY GIGANTE UN NUOVO IBRIDO DI TABACCO TIPO " KENTUCHY „ ( M. Benincasa ) Da varii anni vado alla ricerca di un tipo di tabacco pe- sante, capace di dare una maggiore produzione rispetto al Ken- tucky, ed ai varii ibridi di Kentucky ( meticci pesanti ) già in coltura in vari punti d' Italia. 1 risultati finora ottenuti mi sembrano degni di essere co- municati ai nostri coltivatori. Un pò di storia — Nel 191 3, nella R.a Fattoria di Castel- nuovo Cilento (Salerno), incrociai il " Salerno „ di S. Giorgio la Montagna colla Nicotiana Glauca: fu una vera delusione. Ed in vero, ottenni due tipi ben distinti : un ibrido perfetto tra le due specie, di bassa produzione, di scarso valore industriale, e del tutto infecondo, che non riuscii a propagare nemmeno per via agamica; lasciato a vegetare in sito, dopo tre anni tutte le piante morirono. L' altro tipo aveva i caratteri di un Salento rimpicciolito nella statura della pianta e nelle dimensioni delle foglie, le quali, peraltro, si presentavano sensibilmente più so- stanziose e di colore verde più cupo, rispetto al comune Salento. Sotto un certo punto di vista, fui inclinato a credere ad un'ac- centuazione dei caratteri del genitore Kentucky (1). Questo tabacco (1) Il Salento, è noto, è Gattaro X Kentucky. 192 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI è ancora oggi in coltura a Scafati, ed ha conservato intatti i caratteri originarii. Fallito questo tentativo, ne tentai un altro più diretto, im- portando nella stessa località, nel 1 9 1 5 , un meticcio costituito nel 1914 nel R.° Istituto di Scafati coll'incrocio tra "Salerno,, ed " Erzegovina Gigantea ,,. N'ebbi un tabacco di elevatissima produzione, ma che non usciva dai tipi leggeri, anzi spiccatamene leggeri. Nello stesso anno su questo meticcio portai polline di " Salento „ , ottenuto dall' incrocio del " Salento „ di S. Giorgio la Montagna con la N. Glauca, di cui ho detto dianzi. L'unica capsula seminata nel 1916 mi dette un centinaio di piante, le quali non mostrarono caratteri degni di nota. Una pianta, però, richiamò la mia at- tenzione perchè fin dalla prima vegetazione cresceva collo stesso portamento del Kentucky, ma con internodi ravvicinati, e quindi con un numero di foglie molto maggiore; a sviluppo completo, essa si presentava come un Kentucky ingigantito nell'altezza e nel diametro del fusto, e nel numero di foglie. A questa pianta credetti dare il nome di Kentucky Gigante. Negli anni successivi ho operato una accurata selezione sul tipo originario , diretta a diminuire il numero di foglie ch'era eccessivo, e ad accrescerne la pesantezza, per avvicinare il tipo sempre più al Kentucky. La pianta così selezionata è rappresentata dalla fig. 1 Il \\ Kentucky Gigante ,, è un tabacco di elevatissima produ- zione: é adatto pei climi caldi, e per terreni freschi, o irrigabili, profondi, di media compattezza, e fertilissimi - dove la vegetazione del tabacco è tardiva, esso non riesce a maturare bene. Ha facilità di attecchimento: è molto resistente al marciume radicale (Thielavia basicola ), forse, più di tutti gli altri meticci pesanti ora in coltura. Ha scarsa produzione di germogli i quali, peraltro, crescono tardi, e si concentrano più specialmente nella parte apicale della pianta. Ha infiorescenza molto tardiva. Non bisogna attendere la comparsa del bottone fiorale per la cimatura: questa va fatta quando sulla pianta sono nate tutte Stabilimento Tipografico Rinascimento Fig. 1 — Kentucky Gigante N. 1. Altezza della pianta in flore m: 2,33. Stabilimento Tipografico Rinascimento Fig. 2 — Kentucky Gigante N. 2. Altezza della pianta con bottone fiorale appena comparso, m: 2,30 BOLLETTINO TECNICO 193 le foglie che si vogliono allevare, le quali possono essere circa il 40 °[0 dippiù delle foglie che si alleverebbero in un Kentucky normale. Nel determinare il numero di foglie destinate alla rac- colta, si faccia conto di eseguire una sbranciolatura piuttosta alta. Il fusto è quasi legnoso, ed alla base può raggiungere il diametro di 8 o 9 cm. Le foglie hanno dimensioni alquanto più modeste di quelle di Kentucky. La costola è spiccatamente attenuata, il tessuto fogliare più compatto che nei comuni meticci pesanti. Queste caratteristiche conferiscono al " Kentucky Gigante ,, un buon ren- dimento in foglie da fascia. I sigari, foggia fermentati (toscani), confezionati con questo tabacco, all'ufficio di degustazione presso la Direzione Generale dei Monopoli, hanno dato i seguenti risultati : •< Combustibilità : buonissima. « Sapore : gradito quanto quello del toscano. « Aroma : aromatico quasi quanto il toscano. « For\a : meno forte del toscano. « Cenere : bianca. « Dei sigari a foggia " toscano ,, formati di foglia indigena « è quello che più si avvicina al « toscano » del quale però « è meno forte. Poiché il Kentucky gigante produce un numero di foglie industrialmente eccessivo, non essendo riuscito, con la selezione, a diminuirlo sensibilmente, nel 1920, sempre nei campi della R.a Fattoria di Castelnuovo Cilento, lo riibridai con Kentucky puro ( seme originario degli Stati Uniti di America). Nel 1921 coltivai un appezzamento di 3000 piante di que- sto ibrido, e notai un abbassamento nel numero di foglie, a van- taggio delle dimensioni delle stesse. In questa campagna , ne ho allargata di molto la coltura nei campi di Cava dei Tirreni ( essendo stata soppressa la Ra Fattoria di Castelnuovo); ho avuto gl'inevitabili sdoppiamenti che si verificano col secondo anno di coltura degP ibridi , ma i risultati complessivi sono ben promettenti. La fig. 2 indica 194 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI la pianta di questo nuovo ìbrido, da cui si partirà per la sele- zione, ed a cui ho dato il nome di Kentucky Gigante N. 2. Il paziente lavoro di selezione è stato affidato ad uno dei più appassionati ibridatori di tabacco, il Capo Tecnico Aggiunto Signor Donnarumma Catello; appena sarà fissato il tipo, lo esten- deremo alla coltura ordinaria. Cava dei Tirreni, settembre 7922. SUL NUOVO PROCESSO ANGELONI DI CURA E FERMENTAZIONE DEI TABACCHI TIPO KENTUCKY ( Luigi Bernardini ) Nel numero precedente di questo Bollettino sono apparse delle note sul nuovo processso Angeloni per ottenere tabacco fermentato da foglia di tipi Kentuchy, dopo brevissimo tempo dalla raccolta. Questo Istituto, la cui opera il compianto Angeloni ricercò e apprezzò fin dai primi tentativi sperimentali del nuovo processo, (i) e, che crede di onorare la memoria dell'Uomo col proseguire lo studio del miglioramento del processo , il cui perfezionamento non fu potuto raggiungere certamente perchè la improvvisa scom- parsa dei suo ideatore avvenne proprio quando il nuovo sistema fu portato su vasta scala nel campo industriale, ritiene utile far conoscere qualche risultato già raggiunto. Il Dott. Donadoni ha ampliamente descritto il nuovo sistema (1) La cura sistema Angeloni derivò da una serie di esperimenti ini- ziati nell'Istituto di Scafati - Sezione Agraria — (Direttore Dott. Ana- stasia) nell'anno 1917, sotto l'alta direzione del compianto Comm. An- geloni, al quale, prima ufficiosamente, e poi ufficialmente nel 1919, vennero affidati — unificandoli — i servizi scientifici , sperimentali e didattici; in conseguenza di che tutti i funzionari preposti ai diversi organi di studio del Monopolio (Laboratori di Roma ed Istituto di Sca- fati) erano alla sua diretta dipendenza : e questo fino alla sua morte che avvenne V8 maggio 1921. N. d. R. 196 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI del processo e per brevità rimandiamo perciò a quella comu- nicazione (*). In questa nota noi ci proponiamo di illustrare alcune modifi- cazioni al nuovo processo che possono permettere di raggiun- gere dei vantaggi tecnologici e merceologici. Quando il nuovo sistema fu applicato su scala industriale con la raccolta 1920, apparvero alcune necessità di indole tecnolo- gica - industriale ed alcuni inconvenienti di natura merceologica. La prima necessità che apparve all'industriale fu quella di dover prosciugare la foglia uscita dalla pressione per non por- tarla alla fermentazione con un contenuto di acqua eccessivo (quale si dimostrò appunto quello contenuto nello scostolato ot- tenuto dalla foglia pressata) per un normale andamento del pro- cesso fermentativo. Diciamo subito che ring. Biagi (*) risolse subito questo pro- blema in modo conveniente e questo modo è stato illustrato nella sua recentissima nota « Sul prosciugamento del tabacco scostolato nella cura sistema Angeloni » ma dobbiamo aggiungere che, come illustreremo, questo problema può essere ridotto a proporzioni minori e anche eliminato. Gli inconvenienti d'indole merceologica possono essere riportati a due principalmente: quello dovuto al fatto che durante la fermentazione della prima mas- setta, e anche dopo i primi rivolgimenti, si sviluppa e compare un odore caratteristico acido, dovuto in gran parte ad acidi vola- tili quali l'acetico e il lattico, che, per quanto vada attenuandosi e mascherandosi man mano che col procedere del processo fer- mentativo si sviluppa il cosidetto « montante » permane nel fer- mentato anche conservato in balle o colli ricordando l' odore caratteristico del tabacco curato con la infuocatura beneventana. Inoltre nel sigaro confezionato con tale fermentato, alle prime aspirazioni del fumo, si avverte un sapore e un odore come di « fritto » probabilmente dovuto alla presenza di acido butirrico che, insieme al lattico, doveva essersi prodotto durante le prime fermentazioni delia foglia ed anche sin dalla pressatura. L'altro inconveniente fu quello che il fermentato, pur con- servato in colli anche con un grado di umidità conveniente, non si presta bene alla conservazione nella sua giacenza , a meno (*) Vedi numero precedente di questo Bollettino. BOLLETTINO TECNICO 197 che non si limiti (come fu consigliato per ovviare a questo incon- veniente) il processo fermentativo normale. Noi abbiamo cercato di affrontare quei problemi e le prove eseguite ci permettono affermare che è possibile risolverli in modo facile e conveniente. Prima di esporre queste prove e i risultati raggiunti, è indi- spensabile , per quanto brevemente , che scendiamo prima nel- l'analisi deile cause che possono essere ritenute quelle che deter- minano gli inconvenienti esposti. E indubbio che la comparsa di acido acetico, lattico e butir- rico nella foglia in fermentazione debba provenire da trasfor- mazioni di zuccheri non consumati nel processo respiratorio du- rante l'ingiallimento della foglia in concalda, sia pure ottenuta col particolare sistema ideato dall' Angeloni , ed è anche molto probabile che la minor resistenza alla conservazione del fermen- tato nella sua giacenza in colli, sia da attribuirsi al fatto, che con quel sistema di ingiallimento della foglia si porti alla fer- mentazione una materia già troppo trasformata e perciò che troppo si impoverisca durante la fermentazione (i), sicché questa facilmente può deperire poi. Ciò premesso, si volle allora speri- mentare se questi inconvenienti potessero essere eliminati o at- tenuati col sostituire alla concalda, l'ingiallimento della foglia a pianta intera o preferibilmente in scaffolding, (2) tantopiù, cne (1) E indubbio cha tale processo fermentativo debba decorrere molto; at- tivamente per la qualità del materiale. (2) / risultati positivi, dal punto di vista tecnico, della sostituzione, nella cura sistema Angeloni, dello ingiallimento del tabacco con lo sten- daggio delle piante (scaffolding) allo ingiallimento in concalda delle foglie staccate, furono chiaramente fatti rilevare fino dal 1919 dalVI- stituto Sperimentale per le Coltivazioni dei Tabacchi di Scafati in re- lazioni ufficiali, inviate alla Direzione Generale dei Monopoli Indu- striali, di esperimenti al riguardo, iniziati il 1919 e continuati nelle campagne 1920 e 1921. Le prove comparative hanno tuttora il loro regolare svolgimento, come da disposizione Ministeriale, allo scopo di " determinare in modo esauriente quale miglioramento industrialmente apprezzabile lo scaffol- ding possa indurre nelle caratteristiche del prodotto in confronto con lo ingiallimento in concalda secondo il sistema con ogni cura ideato dal compianto Comm Dott. Angeloni „. Siamo lieti che le esperienze e le analisi chimiche dell'egregio Prof. Dott. Bernardini portino ora un valido contributo in materia. (N. d. R.) 198 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI con questa maniera, si sarebbe raggiunto anche un altro risultato importante dal punto di vista industriale: quello di portare alla pressatura foglia con tessuti molto meno acquosi e perciò eco- nomia nel prosciugamento artificiale dello scostolato, se non ad- dirittura nessun bisogno di prosciugamento: Ed in vero, richia- mandoci ai fenomeni che si avverano nei primi periodi del pro- cesso di cura (i) devesi ritenere che i materiali provenienti dalle idrolisi delle sostanze di riserva (accumulate nella foglia durante la sua maturazione) mentre nell'ingiallimento a foglia staccata permangono nella foglia, migrano invece in gran parte al fusto se l'ingiallimenio è ottenuto a pianta intera : di conseguenza la foglia ingiallita a pianta deve necessariamente contenere meno zuccheri semplici di quella ingiallita a foglia staccata. È quindi attendibile ritenere che portando alla pressatura una foglia meno ricca di tali prodotti, porteremo poi alla fermentazione un mate- riale capace di fornire una minor somma di quelli, che come l'acido acetico, il lattico e il butirrico, si originano indirettamente o direttamente da fermentazioni degli zuccheri semplici. Inoltre, poiché nelle condizioni offerte dalla concalda le trasformazioni chimiche sono più intense che non nell' ingiallimento a pianta, e specialmente in scaffonding, è logico anche ritenere che alla fermentazione si debba poi portare un materiale meno esaurito. L'esperienza ha confermato queste deduzioni: infatti, come può desumersi dai dati in seguito riponati i risultati raggiunti sostituendo all' ingiallimento in concalda, quello in scaffolding, sono i seguenti : i°) Non è necessario dopo lo scaffolding prosciugare lo scostolato dopo la pressatura, in quanto la sua umidità non supera 2°) Lo sviluppo dell'odore acido e attenuato durante la fermentazione e appena percettibile nel fermentato ottenuto. 30) Il fermentato risulta più sostanzioso e perciò più atto alla conservazione. A questi vantaggi se ne aggiungono questi altri : Se il coltivatore ha la possibilità di compiere lo scaffolding, (1) Vedi la nostra nota sulla cura dei tabacchi nel numero precedente di questo Bollettino. BOLLETTINO TECNICO 199 è fuori discussione il grande vantaggio offerto dalla grande eco- nomia di trasporto che si raggiunge portando il tabacco dai campi alla stabilimento ed è anche fuori dubbio come venga ridotto a minima cosa il deterioramento del tessuto fogliare nel maneggio della foglia. Se invece lo scaffolding deve essere eseguito nello stabili- mento, la maggiore necessità di spazio e la spesa della costru- zione di stendaggi rustici all' aperto o anche di quelli di tipo Alker sotto tettoie, rappresentano sempre dell'economia di fronte alle spese necessarie per la costruzione e per la mano d'opera occorenti all'attuale sistema di concalda del processo. Con l'ingiallimento a pianta è eliminata la necessità assoluta di dover subito eseguire la concalda della foglia appena giunta allo stabilimento e quella di proseguire subito la lavorazione del pro- dotto non appena raggiunto l'ingiallimento: Necessità che costi- tuiscono un continuo pericolo che incombe sulla lavorazione, o per un possibile rigurgito di materia prima proveniente dai campi o per un arresto improvviso dell'andamento di qualche servizio nella lavorazione. La foglia in stendaggio a pianta intera infatti, può essere utilizzata senza alcun inconveniente anche se la fase dell' ingiallimento. è oltrepassata, e, 1' unico svantaggio che può temersi, è una minore attenuazione dell'odore acido del fermen- tato per un ritorno degli zuccheri, migrati dal fusto al tessuto fogliare nell'iniziarsi delPammarronamento della foglia. A tuttociò devesi aggiungere poi che l'ingiallimento a pianta offre un altro vantaggio indiscutibile: quello di ottenere nel pe- riodo in cui esso si compie, la maturazione delle foglie apicali, delle cimarole , le quali naturalmente , pur trattandosi di un tabacco cimato, non riescono mai a raggiungere la maturazione completa alla raccolta della p:anta: maturazione che nella cura a pianta intera si compie a spese del materiale alimentare fornito dalle foglie mature in via d' ingiallimento e portato attraverso il fusto. Riportiamo le esperienze eseguite. Le esperienze sono state condotte nell'Istituto Sperimentale per la Coltivazione dei Tabacchi Leonardo Angeloni in Scafati, con 500 piante di tabacco tipo Kentuky della raccolta 192 1, cresciute e raccolte sul medesimo appezzamento di terreno. Appena eseguita la raccolta si formarono due lotti A e B comprendenti 200 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI ciascuno 250 piante : le piante del lotto A furono sfogliettate, quelle del lotto B furono poste in stendaggio all'aperto e le foglie dei due lotti furono così fatte ingiallire rispettivamente in con calda e sulla pianta Ottenuto l'ingiallimento si è proceduto in seguito nelle con- dizioni normalmente seguite nel processo Angeloni, colla differenza che dopo la pressatura della foglia in cassetta le foglie del lotto A prima e dopo la scostolatura sono state sciorinate all'aria per circa una giornata, mentre quelle del lotto B sono state sciorinate al sole due ore prima della scostolatura. Così, dopo il disfaci- mento della prima massetta : mentre la massetta del lotto B è stata riedificata poco dopo V aereggiamento della foglia, quella del lotto A si è rifatta dopo uno sciorinamento all' aria della foglia di circa 3 ore. Tutto ciò per ottenere un contenuto acquoso pressoché eguale nelle foglie dei due lotti, le quali all'uscita della pressione contenevano: circa il 72 °j0 quelle ingiallite in concalda, circa il 51 °[0 quelle ingiallite a stendaggio a pianta intera. Nei quadri seguenti sono riportati, il diario dell'esperienza, le osservazioni fatte durante il processo fermentativo e l'analisi dei due prodotti. DIARIO DELL'ESPERIENZA Raccolta Ingiallimento della fo- glia Pressatura della foglia Sciorinamento e sco- stolatura Formazione del pan con- cino Rivolgimento e forma- zione I massa id. id. II » id. id. Ili » Disfacimento massa Prosciugane all'aria LOTTO A 17 Settembre in concalda — dal 17 al 10 7bre dal 19 al 20 7bre (36 ore) dal 20 al 22 7bre ore 16 del 22 7bre dalle 8 alle 11 del 23 7bre ore 16 del 24 7bre ore 9 del 26 7bre ore 9 del 28 7bre dal 28 al 30 7bre LOTTO B 17 Settembre a stendaggio a pianta dal 17 al 22 Settembre dal 22 al 23 7bre (36 ore) dal 24 al 25 settembre ore 17 del 25 7bre alle 9 del 26 7bre ore 9 del 27 7bre ore 9 del 28 7bre ore 9 del 30 7bre dal 30 7bre al 2 Ottobre BOLLETTINO TECNICO 201 LOTTO A LOTTO B PERIODO Tempe- ratura 35° Osservazioni Tempe- ratura Osservazioni Panconcino dopo 20 ore — 340 — 1. MASSA f di Fermentazione [ dopo 12 ore 40° — 36° — o 24 ore 42° — 40° — Rivolgimento alla 24" ora Odore mani- Odore acido festo acido. poco percetti- bile. 2. MASSA l dopo 12 ore 36° — 38° di 1 Fermentazione f » 24 ore 40° — 45° » 8b' ore 47 > — — | alla 36a ora Rivolgimento ( lotto A — Odore ancora Odore acido alla 24" ora spiccato di a- appena percet- cido. misto a tibile mentre è lotto B debole odore manifesto il piridico-ammo- piccante piri- i niacale. dico-ammonia- cale. dopo 12 ore 30° 40° 3a MASSA l ] » 24 ore 35° 45° di / — ] » 3G ore 35» 490 — Fermentazione 1 i » 48 ore 34° Permane netto l'odore acido 50° Odore acido appena per- Al rivolgi munto alla insieme a quel- cettibile, forte lo debolmente odore ammo- ammoniacale. niacale. L' esame delle curve della temperatura mostra nettamente come il materiale del lotto B si sia mostrato atto a dare un pro- cesso fermentativo migliore, sia in riguardo al fermentato di perse stesso, sia in riguardo alla questione dell'odore caratteristico pro- prio del fermentato ottenuto col nuovo processo. In ogni modo l'esame analitico dei due fermentati, eseguito dopo due mesi della 6 ■202 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI loro conservazione (con un umidità di circa il 20 °|J lo dimostra chiaramente con le seguenti cifre : ' FERMENTATO del Lotto A FERMENTATO del Lotto B °/0 di sostanza secca °/o di sostanza secca Azoto totale 2.01 2.50 » proteico 1.15 1.62 » nicotinico 0.60 0.<>4 » ammoniacale 0.15 0.35 » nitrico 0.20 tracce Nicotina 3.45 3.70 Sostanza proteica 7.18 10.12 Estratto etereo 14.12 11.91 Cellulosa 10.94 H).33 Ceneri 19 87 - 21.38 Acidità volatile 3.25 1.05 Zuccheri riduttori Assenti Assenti Prima di chiudere questa nota aggiungeremo che attualmente é in studio anche la questione se sia possibile eliminare la pres- satura della foglia : e ciò non tanto per diminuire o rendere nulli gli inevitabili deterioramenti al tessuto fogliare, quanto principalmente, per eliminare del tutto il caratteristico e non desiderabile odore acido del fermentato, e, quel sapore di rancido, che sia pure in lieve misura, si avverte nel manufatto, perchè, siamo di opinione che ciò sia conseguenza diretta del fatto che alla pressatura si porti una foglia ancora viva e alla fermenta- zione uno scostolato con protoplasma ancora biochimicamente attivo. È noto infatti che l'organismo vegetale oltre la respirazione normale che si compie a spese dell' ossigeno atmosferico , in condizioni anormali , quando questo ossigeno manca, possa per BOLLETTINO TECNICO 203 qualche tempo, utilizzare un altro processo respiratorio: quello per cui viene utilizzato l'ossigeno combinato in diverse sostanze organiche. E noto altresì, che questo fenomeno, conosciuto in fisiologìa vegetale col nome di respirazione intramolecolare, è caratteriz- zato dalla comparsa di alcool etilico quale prodotto risultante del processo, come l'acido carbonico, lo è della respirazione nor- male. Ora, durante la pressatura della foglia, che si porta a questo trattamento ancora con cellule vive, si avverano appunto le con- dizioni in cui il protoplasma sia costretto per mancanza di os- sigeno (espulso con la pressione della massa fogliare) ad utiliz- zare il meccanismo della respirazione intramolecolare. E poiché nella foglia ingiallita, e specialmente in quella curata a foglia staccata, sono presenti in discreta quantità zuccheri semplici, sono questi che verranno principalmente utilizzati con produzione di alcool, il quale poi nella successiva fermentazione originerà l'acido acetico che andrà a sommarsi al lattico e al butirrico anch'essi provenienti da processi fermentativi dello zucchero e che in quei trattamenti trovano le buone condizioni per manifestarsi. Se quindi ottenuto 1' ingiallimento della foglia , preferibil- mente a pianta, noi possiamo uccidere il protoplasma ancor vivo delle cellule componenti i tessuti fogliari , senza ricorrere alla pressione ( la quale non raggiunge completamente lo scopo per la sua brevità di tempo inquantochè un tessuto vegetale vivo costretto a ricorrere alla respirazione intramolecolare é capace di riprendere quella normale se in quel primo periodo non è rimasto ucciso) e senza distruggere gli enzimi elaborati dalla cel- lula, è da ritenere che lo scostolato di una foglia così uccisa, portato alla fermentazione non debba sviluppare in questo pro- cesso I' acidità che normalmente si manifesta sempre nello sco- stolato proveniente dalla pressione. Esperienze eseguite in questa direttiva e compiute su tabacco tipo Kentucky della raccolta di quest' anno e con foglia ingial- lita, o anche leggermente ammarronata in scalfFonding, hanno dimostrato che lo scostolato da essa proveniente , fermenta in modo regolare , fornendo un ottimo fermentato , sostanzioso e pieno, senza che nemmeno dall' inizio della fermentazione della prima massetta comparisca la minima traccia di odore acido, e 204 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI che non ha quel particolare odore e sapore che é caratteristico del fermentato ottenuto con il normale nuovo processo Angeloni. Queste esperienze corredate dall'esame del fermentato, anche dopo un certo periodo della sua conservazione, saranno tra breve comunicate ampiamente. Roma, Laboratorio Chimico Sperimentale dei Monopoli Industriali. SULLA PROBABILE UGUAGLIANZA DI QUfìTTRO PERCENTUALI NELLA CURA 71 FUOCO DIRETTO E A FOQLIE STACCATE PEL TABACCO KENTUCKY 11TOTA IPIRELIIMIIIsr^IRIE ) ( M. DONADONl ) Con i termini « tabacco curato, a pastosità normale » o « rinvincidilo normalmente » come dir si voglia, il tecnico in- tende identificare quel tabacco che, dopo la cura, ha riassorbito quel tanto di umidità necessario perche la foglia possa essere agevolmente maneggiata, senza pericolo di rotture, nelle diverse operazioni che succedono alla cura medesima e che vanno a terminare col condizionamento in colli del prodotto curato. Il grado di umidità assoluta che in tale stato contiene la foglia è il medesimo che si richiede al tabacco all'atto del suo condizionamento in botti o in balle perché ne sia garantita la perfetta conservazione e stagionatura ed in base allo stesso grado di umidità assoluta normale viene applicata la eventuale tara, per umidità eccedente, nella perizia delle partite consegnate allo Stato dai coltivatori. Praticamente si riconosce che la foglia ha il giusto grado di umidità quando il lembo è morbido ed estensibile e la co- stola, pieghevole nella metà apicale, é invece ben secca, da po- tersi spezzare, nella metà basilare. In tali condizioni, streite in- sieme nella mano un certo numero di foglie, queste si separano di nuovo con facilità le une dalle altre, il tabacco, in altre pa- role, rimanendo soffice ed elastico. Si fa rilevare, pertanto, che in tutti i casi fin qui potuti 206 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI osservare, riguardanti la cura a foglie staccate ed a fuoco diretto del tabacco Kentucky, il peso del tabacco a pastosità normale dopo la cura si avvicina molto sensibilmente, e talora con ap- prossimazione straordinaria, al peso della sostanza secca conte nuta nello stesso tabacco allo stato verde prima della cura e precisamente all'atto della raccolta. Questa constatazione fu da noi fatta fino dal 191 2, quando presentammo i primi risultati di esperienze, eseguite presso questo Istituto, tendenti a determinare la perdita di sostanza secca su- bita dal tabacco durante il processo di cura. (1) Ci sembrò, fino d'allora, cosa degna di rilievo e di ulteriore studio. Nella tabella dei dati che abbiamo potuto raccogliere fino al momento presente e che riportiamo appresso, le differenze nei singoli casi fra i due pesi in parola, riportate a cento del peso del tabacco curato, a pastosità normale, sono rispettivamente per i dodici lotti: + 1,64; — 6,87; — 6,40; 4- 0,99; 4. 1,10; - 0,42; — 0,69; 4- 2,36; 4- 0,69; 4. 4,13; 4- 3,09; -+- 4,54 Ma può il dato sperimentale riprodurre, se esistente, la per- fetta uguaglianza dei due pesi? Rispondiamo subito che no. La determinazione della sostanza secca col metodo da noi usato (2) è fatta, è vero, sulla totalità del materiale in esame, vantaggio senza dubbio grandissimo, ma è praticata a mezzo della rapida essiccazione del materiale medesimo ad alte temperature, le quali, se raggiungono lo scopo di uccidere quasi istantanea- mente ogni vitalità nella foglia del tabacco in esame, importano, com'è noto, delle perdite inevitabili riflettenti le sostanze facil- mente volatili che in misura maggiore o minore sono contenute nel tabacco allo stato verde. Queste perdite, per quanto non di seria entità sul blocco complessivo della sostanza secca, rappresentano pur sempre qualche cosa, per modo che il dato finale della ricerca risulta ogni volta inferiore a quello che effettivamente dovrebbe essere. Questo dato finale serve poi per il calcolo della sostanza secca contenuta nel lotto corrispondente di foglie che devono (1) Vedi questo Bollettino Anno XI, 1912, N. 1 pag. 157. (2) Vedi questo Bollettino Anno XI, 1 9 1 2, N 1 , pag. 1 53; oppure Anno XVI, 1919, N. 2, pag. 79 BOLLETTINO TECNICO 207 sS ^ «s i: Sh e •9 a * o 5 5oe'B ci ed a> ed -tì ce ed co tuo *J ce « o ofi §33 ed 0} C*- ed 3 ed N ed a » ed « _ S 5b 05 OS o o cd,^ O ed CO-Q O _+Jf5 O 03 ™ T3 ti; O ed T3 r^ ed^ 63 ^ D-i > CL aijSoj auap 0J9ran^[ auoiz^Anjoo ' IP' o ^ CO J» o © 5 O lO fM o o o o -# Ol © o © o T-l tH co co ■* co o T* o CD (M os co co OS os lO os lO o o c- co co lO os OS tH o c~ CM o lO co Ol co CD lO lO 1— « T-i T-l co T-l T-l T^ OL-C-CDOSOOOOOOO (NJ 0) 2 8 0) 0) co' W oo ^> co f cn «* M CM CM CD *± m o IO co o ■** eo **■ co" co co ca co co CD IO co' co' CM co co' «fr CD T-l Ol co c- Ol T-H CD co o o © 1* lO CD IO ti TI CO CO co_ co" lO lO lO^ of IO T-l co" •* -* r-l io' co CO co' co" ■>** Ol "M 'M •* (M O) Ol 'M co 2 41 T-l lO OS co c- TU CO O co co e— co T* lO CD CM CD * CO co •* (— > CD o CD IO T* T-l lO lO © ^0 c- lO os os os © os OS CD lO "~" •*-! Ol CO rjt lO CD a a ■ § ed U"Ì 208 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI passare per il processo di cura, perchè il metodo parte dal pre- supposto che i due lotti siano identici in qualità e quantità di materia per unità di peso ; e qui , per conseguenza, non sarà mai di troppo l'oculatezza dello esperimentatore nella scelta dei lotti-campione. Ma, per quanto si faccia, differenze sia pur lievi di com- posizione fra foglia e foglia e quindi fra lotto e lotto corrispon- dente di foglie esistono sempre e le relative differenze ponderali, se sono in meno per il lotto da sottoporsi alla cura, vengono a sommarsi all'errore primitivo in meno verificatosi con la essic- cazione del materiale verde ad alta temperatura; se sono in più, possono tendere a compensarlo, possono addirittura compensarlo e possono anche in definitiva cambiare l'errore in meno in un errore in più. Per eliminare praticamente questa seconda causa di errori non v'è che esperimentare con un largo numero di foglie (al- meno un centinaio). In tal guisa si giunge ad una compensazione degli errori del calcolo suddetto e si dà modo che torni a riap parire definitivamente soltanto l'errore in meno, inevitabile, do- vuto alla determinazione della sostanza secca con la essiccazione del materiale ad alta temperatura. Noi riportiamo per ora nella nostra tabella i dati di 149 foglie, distribuite in 12 esperimenti, e, se andiamo senz'altro alle cifre complessive, troviamo che in definitiva il peso della sostanza secca contenuta a verde (gr. 2330,660) é appena di gr. 12,290 inferiore al peso del corrispondente tabacco curato e rinvincidito normalmente (gr. 2342,950). Ciò è quanto a dire che la diffe- renza fra i due pesi riportati a cento è di solo poco più di 0,5. Il peso del tabacco a giusta pastosità dopo la cura è quello che è, ma, se un errore in esso vi fosse, l'esperienza ci dice che questo tenderebbe ad essere in più che non in meno, in- quantocché, per potere agevolmente maneggiare la foglia di ta- bacco curato senza romperla, siamo indotti, se mai, ad oltre- passare, sia pure di poco, il limite teorico dell' umidità stretta- mente necessaria alla pastosità normale anziché tenerci al disotto. Riassumendo, poiché il peso della sostanza secca effettiva- mente contenuta nel tabacco appena raccolto e sempre di un tanto maggiore di quello risultato dallo esperimento; poiché, se v'è un errore nel peso del tabacco curato a pastosità normale, BOLLETTINO TECNICO 209 questo tende ad essere in più che non in meno; poiché la dif- ferenza definitiva fra i due pesi é dimostrata praticamente quasi trascurabile, noi siamo portati a concludere che i due pesi, oltre ad essere sperimentalmente vicinissimi, tendono teoricamente ad avvicinarsi sempre più, per modo che nulla osta a ritenere che in effetti essi siano veramente uguali fra loro e che le lievi dif- ferenze fra i dati complessivi forniti dallo esperimento siano sem- plicemente dovuti agli errori inevitabili del metodo di ricerca adottato. Questo, s'intende, per quanto riguarda la cura a fuoco diretto e a foglie staccate del tabacco Kentucky. Stabilita questa uguaglianza, due immediate conseguenze ne derivano: che la percentuale di sostanza secca contenuta nelle foglie del tabacco all' atto della raccolta deve essere uguale alla percentuale di resa in tabacco curato, a pastosità normale; che il peso di acqua contenuta nel tabacco curato, a pastosità nor- male, deve essere uguale al peso della sostanza secca perduta dal tabacco durante la cura e che quindi la percentuale di umi- dità nel tabacco curalo deve essere uguale alla percentuale di sostanza secca perduta nella cura medesima. Infatti, se chiamiamo: PS il peso della sostanza secca contenuta nelle foglie di ta- bacco appena raccolte; PT il peso delle medesime foglie curate, a pastosità normale; sp il peso della sostanza secca perduta durante la cura; st il peso della sostanza secca contenuta nelle foglie curate ; ht l'acqua contenuta nelle foglie curate, a pastosità normale; abbiamo : PS = st + sp e PT = st 4. ht ma PS = PT quindi st 4- sp = st -f- ht e di conseguenza sp — ht. Perciò sp e ht devono stare nella identica proporzione ri- spetto a PS e PT che sono due quantità dimostrate uguali fra loro e che, a loro volta, stanno nel medesimo rapporto rispetto al peso delle foglie appena raccolte. I dati dello esperimento riescono a darci a sufficienza , in tutti i casi, 'l'uguaglianza delle due percentuali di sostanza secca nel tabacco a verde e di resa in tabacco curato perché gli er- rori di cui abbiamo fatto parola vengono a ripartirsi sul peso 210 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TARACCH1 di maggiore entità, che è quello delle foglie del tabacco appena raccolte. Se poi ci fermiamo alle medie della nostra tabella, troviamo che la differenza fra le due percentuali suddette é appena di 0,06 in più per la percentuale di resa in tabacco curato, diffe- renza della quale crediamo di aver dato, sopra, esaurienti ragioni. Passiamo ora all'altra coppia di percentuali, e, cioè, della so- stanza secca perduta durante la cura e dell'acqua contenuta nel tabacco curato, a pastosità normale. Per il dato sperimentale della sostanza secca perduta du- rante la cura vale la prima osservazione fatta per il dato della sostanza secca contenuta nel tabacco a verde e vale tanto più inquantocché la somma delle sostanze facilmente volatili nel tabacco curato, per quel che ci dicono le ricerche chimiche in proposito, é da presumersi superiore che non nel tabacco verde. Le perdite per l' essiccazione ad alta temperatura devono essere in questo caso più sentite e di conseguenza il dato speri- mentale della sostanza secca contenuta nel tabacco curato risulta sempre sensibilmente inferiore a quello che dovrebbe essere. Ne viene che il dato della perdita complessiva di sostanza secca durante la cura — compensati pure col largo numero di foglie gli errori per differenze di composizione delle medesime e dei quali abbiamo fatto cenno parlando del computo della so- stanza secca contenuta a verde — é sempre superiore al reale, in- quantocché la perdita di sostanza secca per la rapida essiccazione ad alta temperatura del tabacco allo stato verde si presume non arrivi a compensare del tutto la perdita per la medesima essic- cazione del tabacco curato. Il dato sperimentale dell'acqua contenuta nel tabacco curato si accresce invece, inevitabilmente, di tutta quest'ultima perdita e quindi il peso relativo, incorporandosi anche l'eventuale errore in più per un eccesso, sia pur lieve, dell'umidità nel tabacco ^invincidito, risulta ancora più sensibilmente degli altri pesi su- periore a quello reale. Le percentuali della sostanza secca perduta durante la cura e dell'acqua contenuta nel tabacco curato, a pastosità normale, risentono naturalmente nel medesimo senso degli errori suddetti , i quali sono posti in maggiore evidenza di quelli relativi al com- puto della sostanza secca contenuta a verde e della resa in ta- BOLLETTINO TECNICO 211 bacco curato inquantocchè i pesi cui si riferiscono nel rapporto a cento (e cioè della sostanza secca contenuta a verde e del ta- bacco curato) sono di gran lunga inferiori al peso del tabacco allo stato verde. Malgrado ciò, lo esperimento riesce a darci in cinque casi su dodici (lotti N. 4, 5, 6, 7, 9) differenze minori dell'unità fra le due percentuali in parola; in altri cinque casi (lotti N. 1, 8, io, 11, 12) ci dà differenze più sensibili, è vero, ma tutte in più p:r la percentuale di umidità contenuta nel tabacco curato. Nei lotti N. 2, 3 le differenze sono forti, e, per giunta, in più per la percentuale di perdita di sostanza secca. Ma qui, in- dubbiamente, si è verificata una somma di errori sperimentali. Facciamo notare che questi due lotti sono quelli che portano le differenze più sentite fra il peso della sostanza secca contenuta a verde e quello del tabacco curato, a pastosità normale, e che, a parte ogni altra considerazione, é poco ammissibile che un ta- bacco di sostanza, come quello dei due lotti in parola, si sia reso normalmente pastoso dopo la cura con soli 14,23 e 13,79 per cento di umidità assoluta. Ad ogni modo, le due medie delle rispettive dodici percen- tuali ci rimettono in carreggiata e fanno risultare una differenza soltanto di 0,34 in più per la percentuale di umidità nel tabacco curato, ciò che conforta quanto sopra siamo andati esponendo. E paragoniamo tra loro, infine, le quattro percentuali medie della nostra tabella. Prendiamone una qualunque, ad esempio la percentuale di resa in tabacco curato, che sembra suscettibile di un minor nu- mero di errori delle altre. Vicino a questa gravitano, per così dire, con differenze che vanno da un minimo di 0,06 a un mas- simo di 0,71, le altre tre; quella minore (della sostanza secca contenuta a verde) con dimostrata tendenza ad aumentare di un tanto, quelle maggiori (della perdita in sostanza secca e del con- tenuto in acqua nel tabacco curato) con dimostrata tendenza a diminuire di un tanto Sorge spontanea l'idea che abbiano in effetti, teoricamente parlando, ad essere uguali fra loro. All'idea darebbe supporto anche il fatto che in qualche caso (lotti N. 5, 6, 9) l'esperimento ci dà una quasi uguaglianza (1) (1) Intendendo, per quasi uguaglianza, differenze minori dell'unità. 212 R- ISTITUTO SPERIMENTA LE COLTIVAZIONE TABACCHI di tutte e quattro le percentuali; in altri casi (lotti N. 1,4. 11) ci dà la quasi uguaglianza di tre di esse; in altri casi infine (lotti N. 7, 8, 12) la quasi uguaglianza di due, che non sono fra quelle già dimostrate uguali fra loro. Ma dalla premessa uguaglianza PS = PT deriva matemati- camente, come abbiamo visto, l'uguaglianza a due a due delle quattro percentuali in parola; basta che una componente di una coppia sia uguale a una componente dell'altra coppia per deter- minare la uguaglianza delle quattro percentuali. E allora? Allora le quattro percentuali sarebbero legate fra loro da una legge ben netta di equilibrio che sarebbe anche legge di uguaglianza. La percentuale di sostanza secca contenuta nelle foglie al- l'atto della raccolta determinerebbe senz' altro le altre tre per- centuali. Citiamo alcune delle conseguenze immediate di questa sup- posta legge di uguaglianza. Più un tabacco e sostanzioso, maggiore perdita di sostanza secca subisce durante il processo di cura, maggiore quantità di acqua assorbe dopo la cura per rendersi a pastosità normale, maggiore resa complessiva dà di tabacco curato normalmente rinvincidito. La pratica e lo studio non smentiscono nessuna di queste asserzioni. Il tabacco curato per rendersi a pastosità normale deve contenere in peso, riassorbendola in massima parte (1) dall'am biente, tanta acqua quanta sostanza secca ha perduto durante la cura medesima. 11 che, anche dal punto di vista, diremo così, fisico, non ripugna affatto. La pratica sembra intuitivamente essersi orientata verso questa relazione di uguaglianza. Quando il tecnico suggerisce, ad esempio, che l'umidità media del tabacco curato, tipo Ken- tucky, all'atto dell'imbottamento non deve essere inferiore al 15 per cento, forse non pensa che questa stessa percentuale rap- presenta la grande media della sostanza secca contenuta nello stesso tabacco a verde e che la media percentuale di perdita (1) Non in totalità, perchè non avviene mai che il tabacco durante un; cura normale si renda completamente anidro. BOLLETTINO TECNICO 213 di sostanza secca durante la cura si aggira intorno alla mede- sima cifra. Le tabelle ufficiali per l'applicazione della tara per eccesso di umidità nel ritiro delle partite consegnate allo Stato dai col- tivatori pongono, infatti, la percentuale del 15 come punto di partenza, e, se può essere spinta, secondo regolamento, la tolle- ranza fino al 20-22 °|0, questo é inteso per la parte più sostan- ziosa del prodotto, rappresentato dalle foglie superiori della pianta. E proprio e soltanto nei lembi di queste foglie che si rilevano le percentuali del 20-22 di sostanza secca all'atto della raccolta e di perdita di sostanza secca durante la cura (1). Si sa che col 20-22 per cento di umidità nei lembi il ta- bacco molto sostanzioso può essere condizionato in botti per la stagionatura ma ci si guarderebbe bene dall' imbottare con lo stesso grado di umidità un tabacco povero di sostanza. Le vere basse foglie della pianta, una volta curate, non tollerano per la loro perfetta conservazione in colli più del 13-14 per cento di umidità e il 13 14 per cento é appunto il loro contenuto medio in sostanza secca quando si staccano dalla pianta al campo ed è anche la loro perdita media di sostanza secca durante la cura (1). Altra immediata derivazione della legge di uguaglianza espo- sta è che il peso dell'acqua in cento di tabacco verde alla rac- colta risulta uguale al peso della sostanza secca in cento dello stesso tabacco curato, a pastosità normale. E si potrebbero de- durre altre conseguenze, non escluse applicazioni nella pratica, soprattutto nel campo delle perizie per lo acquisto dei tabacchi. Ma su ciò ritorneremo a tempo debito. Ci ripromettiamo, per intanto, nella prossima campagna, di por mano ad una serie di rigorosi esperimenti per metterci in grado, con una più larga messe di dati, di confermare o meno la esistenza della legge di equilibrio che sembra uguagliare le quattro percentuali di cui abbiamo trattato. Scafati, ottobre ig22. (1) Vedi, nel numero precedente di questo Bollettino, lo studio « Ancora sulla perdita in sostanza secca del tabacco Kentucky nei diversi periodi della cura ». SULLA PERDITA IN NICOTINA DEI TRACCHI IN FUNZIONE DELL'UMIDITÀ E- DEL CALORE UOTA PEELIMIUARE ( Liberato Bernardini ) É noto che durante la stagionatura e specialmente nell'essic- cazione artificiale dei tabacchi da fumo si effettuano delle per- dite di nicotina. Ho creduto utile intraprendere uno studio per determinare le curve della perdita di nicotina dei tabacchi presi durante i diversi stadi della loro tecnologìa in funzione dell'umi- dità e del calore, rappresentando nicotina e umidità due fattori molto importanti nella merceologia dei tabacchi sia che questo termine lo si voglia riferire al lato industriale che a quello com- merciale. In questa nota preliminare credo utile riferire i risultati già ottenuti riservandomi a studio ultimato di entrare nella discussione per la interpetrazione e la spiegazione chimico - scientifica delle conseguenze che già da queste prime ricerche sono risultate. Nel presente studio si sono sperimentati i seguenti tipi di tabacco : SalentoxKentucky Scafati fermentato metodo Angeloni (foglia) » » » » » » » (manufatto) Kentucky Gigante Castelnuovo curato a fuoco. SalentoxKentucky dell'Agro Nocerino curato a fuoco. SalentoxKentucky Scafati ferment. metodo ordinario (manufatto) Kentucky Gigante Cava dei Tirreni curato a fuoco. La determinazione della perdita di peso nel vuoto è stata eseguita ponendo i campioni di tabacco, contenuti in pesafiltri, 216 K. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI in essiccatore a vuoto con acido solforico concentrato e mante- nendoli ad una depressione di 750 mm. circa fino a costanza di peso. La depressione si otteneva con una pompa ad olio azionata da un motore elettrico e si impiegavano da 20 a 50 giorni per ottenere la costanza di peso. Le determinazioni di perdita di peso alla stufa sono state eseguite ponendo i campioni di tabacco nella stufa Gay-Lussac all'ebollizione fino ad ottenere la costanza di peso. Anche in que- sto caso si richiedeva un tempo abbastanza lungo (20-30 giorni). Durante la notte i campioni venivano posti in essiccatore a clo- ruro di calcio fuso. Per la determinazione della nicotina si è usato il metodo di Bertrand e Javiller (1). Questo metodo è senza dubbio il più esatto perchè riesce a svelare fino ad 1(300 000 di nicotina in soluzione ed è basato sulla proprietà dell'acido silico-tungstico di dare con la nicotina dei silico-tungstati insolubili in acqua ed in acido cloridrico aHV[0. Il precipitato viene pesato sotto forma di anidride silico tungstica e da esso si risale alla nicotina moltiplicando per il fattore 0,1 139. L'estrazione della nicotina dal tabacco si fa spostandola dal ta- bacco con latte di magnesia e vapor d'acqua come nel metodo Pezzolato , con la differenza che il distillato si raccoglie su 100 ce. di acido cloridrico al io °[0 in modo da avere poi nel distillato, a operazione compiuta, una percentuale di HCL del- l' 1 °|0 concentrazione di acido necessaria per la precipitazione con l'acido silico-tungstico al io °[0 (vedi nota in fondo alla pubblicazione). Determinando la nicotina in alcuni campioni essiccati nel vuoto fino a costanza di peso ho avuto percentuali uguali a quelle determinate avanti l'essiccazione nel tabacco umido, rife- rite naturalmente a sostanza secca, per cui ho potuto stabilire che nell'essiccazione nel vuoto su acido solforico non si ha per- cettibile perdita di nicotina. Ho quindi considerato la perdita di peso nel vuoto come costituita esclusivamente da acqua e mi sono valso di questo dato per riferire a sostanza secca i valori (1) Bull. Soc. Chim. (IV) pag. 5,241. BOLLETTINO TECNICO 217 trovati nelle varie determinazioni. Ho riunito per maggiore chia- rezza tutti i risultati in tabelle contrassegnate da numeri da 1 a 5 e da ibis a 5bis ed a questi numeri per brevità mi riferirò nell'esposizione dei risultati ottenuti risparmiando così di ripetere ogni volta le caratteristiche del tipo di tabacco che ad ogni tabella si riferisce. Le tabelle da i a 5 comprendono i risultati relativi alle perdite di nicotina e quelle da ibis a 5bis le perdite di sostanza secca esclusa nicotina dedotte dalle cifre delle prime 5 tabelle. Dai dati contenuti nelle tabelle N° 1 si deduce: i° Che si ha una differenza notevole nella perdita di peso tra lJessicca{ione in stufa e nel vuoto. Questa differenza che oscilla dal 2,46 °|0 al 4,18 °[0 in rapporto al peso del tabacco non è costituita solo da nicotina (rappresentando questa sola al massimo il 66,4 °[o della differenza delle due perdite di peso) ma anche da altre sostanze. 20 Che le percentuali di perdite di nicotina sono più elevate nei tabacchi fermentati che non nei tabacchi solamente curati. Infatti per i primi si ha una perdita che varia dal 42,81 °[0 al 49 °[0 della nicotina iniziale, mentre per i secondi questa per- dita va da un minimo di 21,29 ad un massimo di 37,30 °|0. 30 Confrontando le perdite di nicotina di due campioni dello stesso tabacco con differente percentuale di umidità, si osserva che per una maggiore quantità di essa la perdita di nicotina è sensibilmente più elevata. Osservando infatti nella tabella i due campioni di Salentox Kentucky di Scafati fermentato col metodo ordinario si vede che con una percentale di acqua del 4,28 °[0 si ha una percentuale di perdita di nicotina del 43,4 °j0, mentre con una percentuale di acqua del 5,80 °|0 si ha una perdita di nicotina del 49 °[0. Ciò sarà anche confermato nell'esame delle altre tabelle. Dalle tabelle N° 2, 3, 4 e 5 e dai diagrammi tracciati in base alle cifre di esse si osserva : i° Che la perdita di nicotina nei campioni di tabacco alla stufa Gay-Lussac avviene quasi totalmente nelle prime dieci ore di esposizione durante le quali detta perdita giunge fino al- l'88 °[0 riferita alla perdita finale. Dopo la ioa ora la perdita è lentissima e regolare per cui tutti i punti del diagramma ven- gono a trovarsi sopra una linea quasi parallela all'ascissa. 20 Che la perdita complessiva di nicotina è più elevata 7 ^18 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI per i tabacchi contenenti una maggiore percentuale di umidità. Infatti dalle tabelle 2 e 3 che si riferiscono a campioni di uno stesso tabacco con percentuale di acqua rispettivamente del 4,28 °[0 e 1 7»75 °I0 sl vede che alla fine della esposizione in stufa si è avuta una percentuale di perdita di nicotina del 43,6 per il più secco e del 60,3 per il più umido. Lo stesso risulta dalle tabelle 4 e 5 che si riferiscono come le prime due a campioni dello stesso tabacco ; anche qui con una percentuale di acqua del 0,50 °[0 si ha una perdita di nicotina del 49 °[0 e con una percentuale del 25,21 una perdita del 61,6 °|0. Ciò convalida quello che era già stato osservato a proposito della tabella N* 1. 30 Che la differenza di velocità di perdita di nicotina per tabacchi differentemente umidi si verifica essenzialmente nelle prime ore di esposizione in cui si ha contemporaneamente dif- ferente perdita di acqua. Quando le percentuali di acqua nelle ore susseguenti si sono pressocchè livellate, anche le perdite di nicotina diventano pressocchè uguali. Ciò si vede dalle due cop- pie di curve le quali dopo la decima ora hanno un andamento quasi parallelo tra esse. Nel presente specchio ho calcolato in base alle cifre delle tabelle sopra citate le velocità di perdita oraria di nicotina nei diversi tempi di esposizione. Salento x Kentucky Scafati fermentato metodo ordinario Campione al 4.28 0|o di acqua Campione cai 1/,/5°!0 di acqua da oh a th 301 0,30 » ih 3oh 3h 0,12 » f 6r 0,02 » 6h IOh 0,15 » IOh 20h 0,020 » 20h 40h 0,020 0,71 0,30 0,24 0,05 o 0,017 Salento X Kentucky Scafati fermentato metodo Angeloni Campione col 0,50 °|0 di arqua Campione coi 25,21°!, di da oh a ih 3oh » ih 301 3h b 3h I0h » IOh 40h » 40h 70h 0,28 0,63 0,18 0,13 0,009 0,013 0,018 °7OI7 0,005 °?003 BOLLETTINO TECNICO 219 Da ciò si vede chiaramente che dopo la decima ora circa le velocità di perdita di nicotina assumono valori pressocchè uguali. Ho voluto confermare questo fatto esponendo per un numero uguale di ore nella stufa due campioni dello stesso tabacco colla soia differenza che uno di essi durante alcune ore veniva tolto dalla stufa e messo in essiccatore a cloruro di calcio mentre l'altro veniva tenuto sotto una campana satura di vapor d'acqua. Si rimettevano poi i due campioni nella stufa per un tempo uguale e successivamente si riponevano 1' uno nell' essiccatore, l'altro sotto la campana. Ciò sì è ripetuto per dieci -dodici volte con una esposizione complessiva nella stufa, uguale per i due campioni, di circa ioo ore. I campioni avevano un umidità iniziale dell' i.i4°[0. Ho ottenuto i seguenti risultati : o, 26 4,32 M7 i>33 (conservato sempre secco) (seccato e inumidito alternativamente) nicotina iniziale, °\0 2,57 2, 57 nicotina °[0 alla fine dell'esperimento 1,43 0lo di perdita di peso del campione 2,99 differenze delle perdite di nicotina » » » » peso La maggiore quantità di umidità fatta assorbire al campione B ha fatto perdere dunque una quantità di nicotina pari all' 1 , 1 7°I0 e una quantità di altre sostanze pari al 0,16 °[0 (differenza fra i,33 e 1,17 )■ iVLolto probabilmente continuando ancora più a lungo le esposizioni alternative in stufa e in ambiente umido si sarebbe ottenuta la perdita completa della nicotina contenuta nel tabacco. Per ciò che riguarda la perdita di sostanza secca esclusa nicotina si osserva nell'esame delle tabelle da 1 bis a 5 bis : i° Che le perdite di sostanza secca esclusa nicotina as- sumono valori che oscillano dall' 1 °|0 al 3,5 °[0. Sembra che i valori più bassi si abbiano per i tabacchi fermentati e i più alti per i tabacchi solamente curati a fuoco. 20 Che le variazioni di queste perdite dopo le varie ore 220 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI di esposizione alla stufa non hanno un andamento regolare come quello della nicotina. Ciò dipende sicuramente dalla grande igro- scopicità del tabacco secco per cui riesce sommamente difficile eseguire le pesate senza che esso assorba un poco di umidità dal- l'ambiente. Nel corso delle esperienze, avendo avuto occasione di ripe- tere delle analisi di qualche tabacco dopo un certo intervallo di tempo, ho osservato che campioni di tabacco trinciato o pol- verizzato, ma specialmente sotto questa ultima forma, subiscono nello spazio di uno o due mesi perdite notevoli di nicotina anche se conservati in boccacci chiusi con tappi di vetro a smeriglio. Riporto qui alcuni dati che possono avere importanza sia per i prodotti da fiuto e da fumo, sia per i residui nicotinosi ad uso insetticida. Questi dati si riferiscono a campioni di Sa- lerno x Kentucky di Scafati fermentato col metodo ordinario ridotti in polvere : CAMPIONE A Nicotina °|0 determinata il 2-5-1922 4,57 Nicotina °(0 determinata il 14-6-1922 3,58 CAMPIONE B Nicotina °[0 determinata il 3-4-1922 4,50 Nicotina °|0 determinata il 15-6- 1922 3, '° CAMPIONE C Nicotina °[0 determinta il 5-4-1922 4,57 Nicotina °[0 determinata il 30-6-1922 3,62 BOLLETTINO TECNICO 221 CAMPIONE D Nicotina °|0 determinata il 7-4-1922 4,47 Nicotina °[0 determinata il 28-6-1922 3,34 CAMPIONE E Nicotina 0|o determinata il 10-4- 1922 4,5 5 Nicotina °{0 determinata il 256-1922 3,88 Nota — Nelle numerose determinazioni di nicotina eseguite col metodo di Bertrand e Javiller nel corso di questo studio ab- biamo osservato che è necessario per ottenere risultati esatti pro- cedere subito dopo la distillazione alla precipitazione del distil- lato cloridrico. Conservando infatti una parte del distillato per qualche giorno e ripetendo la precipitazione ho notato perdite di nicotina abbastanza notevoli : Salento x Kentucky Scafati fermentato col metodo ordinario nicotina determinata sabito nicotina determinata dopo 3 giorni Campione N'i °|o a tabacco secco 3,90 °[0 a tabacco secco 3,58 nicotina determinata subito nicotina determinata dopo 3 giorni Campione N"2 \ a tabacco secco 3,29 °l0 a tabacco secco 2,99 nicotina determinata ■ subito nicotina determinata dopo 6 giorni Campione N°3 °|0 a tabacco secco 2,50 "|0 a tabacco secco 2,27 Si hanno dunque delle perdite che rappresentano circa un decimo della nicotina reale. Sono in corso delle esperienze con soluzioni di nicotina, tartrato di nicotina, cloridrato di nicotina a concentrazioni di- verse e in soluzioni in acqua, acido cloridrico all'i °|0 e in am- biente alcalino per trovare la causa e seguire l'andamento della perdita di nicotina. Abbiamo inoltre voluto ricercare nella distillazione quale 222 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI parte di nicotina fosse spostabile senza aggiunta di ossido di magnesio per la sola azione del vapor d'acqua sul tabacco. Quan- do il distillalo non dava più la reazione della nicotina con l'acido silico - tungstico , nel qual caso occorreva avere raccolto anche fino a due litri di liquido, si aggiungeva la magnesia e si pro- seguiva la distillazione raccogliendo a parte il distillato. In due prove eseguite abbiamo potuto osservare che dopo aggiunta di magnesia non distillava più nicotina Determinando la nicotina nel primo distillato abbiamo ottenuto percentuali di essa un poco inferiori a quelle realmente contenute nel tabacco, ossia ottenute nella distillazione normale con la magnesia. Ecco i risultati : Distillazione con magnesia Distillazione senza magnesia I prova Nicotina °[0 3,018 2,888 II » » » 2,49 2,1 1 Ciò significherebbe che nelle distillazioni senza magnesia una parte della nicotina viene ad essere decomposta in prodotti non più precipitabili con l'acido silico - tungstico. Roma, Laboratorio Chimico Sperimentale BOLLETTINO TECNICO 223 < J J Ui CO < < U. 3 I- (/) z 111 N < O O w 0) UJ 1j _i o o < H Q OC UJ 0- m.S'O o a O O y T? u O co » "3 "•£ T3— ■ •J. ._ co c/i 5 o = 6- — 'J c o _ W: u e u •- c ~ .a g-Ss e e y M Cd '(/] "■5 u « = _o u - O O 3 o •- *s o 0 O.C0 3 ■- e '-> :r 3 O «3 O a u o i-H CQ r-l !D >» o ^ TJ u o JH, 4J ai G cu -*— E O W o a X o -*— » e ed o CZ) ed a co SD 33 S al Ih gq .a> a a aj O bc> 5§ >£ -^_ =3 ed 3^ a M a» © 3(o e -g o o 5 a a» 3 -e ° ^t ^ ri a> ej «©ed fo a u É a &c^ 13 < o ce >» o o o 3 ~*J «13. _ Jrt, X£td| o ed*^ a g Id cz. .03 ej 3 -, 03 ._ x^ O ed -^ a> 13 CZ) ec "ed CZ? 2.2-2 sii cd3 a *j ^ £* 3^2 s © a a — e .03 ed 03 « •SPfc§ >*"> 03 -*r§ O 3 ed ed sài 224 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI Ci < J J W OD < h ( N : o « ^° o J3 OD ^ co R co tH c- o © CO _ cq CD co ÌH » 5 OS IO t-I co" to' 33 CO* CD CD* lO CD* j co 1 ^° CD rtf co *J ed k — ' 1 1 o" -°o © O co CO co +■> a ^ ■H f-> 9 « CD IO CO ■<— i *# -H CM -H CO lO "«* CD e- t- O CO -* lO c- °v a> o co o* o* =>" ©* 1 *""* — ^ i -^—1 T-i iH* T— 1 Ph'2-3 • ed o o ^"cd *™ (0 " — ' 1 < .^ "o 1 . ^-^S < 3 *■ — o Ll C S « I D fC = a ° . OS o sa ■* «o co CO lO , CO co h- o co^ e- c- -* Q 1 OS i io CO o •^ o ed -n' co' co* co* co' co' co' 1 ca* Cp co' < _l LU ra 0-3 ed e ^ 1 Z o o o co CD < T3 Pi z O -3 3 so r- CO CO Ci "* co CD co © o 1—1 co CO co CO o co CD IO 1- E OS 1— 1 i— 1 Oi co CO rH 3 B- CD o ed co co co co_ 33 CO CO- -t^ CO or o o -3 o* o" © o* O* o* o' o' o' p* « Fi z e 0) a- 0) £ Q » < cu H 3= PESO campii amido CO co o co tH 3 LO o o o CD «J co O co CD o co co rM lO Q OC UJ u (0 *- OS IO io lO* kO* CO IO* co IO* co^ io' 6,37 5,50 »o* 0. •B T3 1 < >% _l -1 o 3 °* W 111 S o O * co 1 D e co o 1- z LU o e 0) di nici inizia] abacco A *" 1 * * « « a * < Q © ** "(3 co o~ cd i 1 Z < ÌJ2 CO co ^ 6* -s)T p:s £ CD 1 . o 9 co .—1 lO o O CO 3.^ a ÉhTJ BOLLETTINO TECNICO 225 ^_^ o o ° « _i o a ™ 05 Sh a> J5 co CI co CO Oi c- t~ 1-1 CO iO co ri co Oj" co' co" e» co" co 7-H ^n" ce • -*" i-H lo" 0> &.Ctì 0-, A Ol OI 03 Ol O] ■ H -I-' ò o e "*£ , — * < US .fH O E < *— • oS li. o +J — te iH CD Ol LO ■^ Ol ai tJ( C3 ." o co ■^ tH co -H r« CD iO iH LO co" Ol co" co" of esf Ol of of Ol of i—i Ol" CD < -1 •a o o '5 < ai h- e ™ ■" •— £"!*§ co o o IO Ol -H o -CD 03 o o o 05 CO P — ' i-O Ol OJ CD OS OS CD o co L^- &2 ed S co lo" Ol lo' i-H GD -*" lo" lo" LO' lo" a^ < _l o CO _J ■o LU , „ . Q ed o O >» ^ o -j oj H 3 O ^ CO Z LU E a; •2^ o - co 0 e— IO „, _ „ s « « 2 ^ T)T < X ©""" ^ Q o z e = ~~ ^ 3 < J3 CO — O o — ■* Ol t- 01 c- l- c» IO C-^ -¥• iO of rsf co T3 «3 *j aj ~ _o -5« o O ce * t» ♦j_0 . tO 05 Ol u o o OJ iO >o X tH * L- c- co -* ' "■ -1— 1 «H o « ed 2 " ^3. O e **"" *w < ~ ._ ^ cd T3 o » < = -^ o © OD ti «e CO CD X X D -4= = S o 05 CD J5 co 1- ~ w ._ c.r. o i^ CO ©J Ol *D iO *-> o ce cm" 0"f (M* of -T -T _ n d ce < o o-= ce -> "^ 1 o r! m il UJ c z < o co < o a; 5 "° _ ° a. - X OD 3 VD X t5 Ol Ol 33 o H © oc X >H co •rti X O E ce co 3 i—l ■fi r— ( —1 o _ ^j 3 — r © 3" C o' i 8 T3 5 5 1 0- CO < e © 1- © s 5 § ^•°o OJ 3 Ol X -H Ol oc © a.ces X -h X UJ *" 0- -z CO -+ CO io" — ' o "© s"" ' 73 -1 W Q =5 1 t 5 « .2 «3 o d'S « 1- o X Z 3 TT a * * * * ai c r* ce te' 5 © < * z 5 < c ^ © ce © ■*-• ©~~ ce . ce W -ce © ■£1 lO * « * « « •- ce — ' « N ì3-g © o OS.!* t3'§3 .2 - o 2 * CO - „d £1, —, — . £ ° _ì _~ X CD tH ■* t- fi co _ , e © cu .H 3.- tì Z-C5 BOLLETTINO TECNICO 227 < .2 < © m < SI i- £ o O o a < Q CC UJ a. < _j UJ Q O UJ ~ -2 w .2 M 2 ° o T3 CO 3 ce ^ ce ^ « 2 «J !h00 •ri O T3 o O « — C-> -§ ce M 3 a o a .- o »■" « -~ 9 ce a H ^ o '5 ce ce Oh O — OD S«S a ce S ex « a ce o a « .2-2 S co u 3 = CO ' ce ce a. 2 X 1- — o IO o T-H 00 c- 05 iC ■X X c- Ol tH ^H I— 1 T# CD o co oa -rH ■X iO ce Oì Ttt co lO co IO IO LO -H 1—1 1-t «* co 03 (M o co LO o QO LO co Ol o •^H CD i Ul CD fc O > 5 3 e CD S a 0 'S "S 0 =3 0 5 0 s CD ^— ' > >> O - CD a O d ctì ti. O ce O « 3 m < CD 0) 0 X 0 0 0 x »s 0 ._ d e CD 'h -4 X 0 CD CD ■— • - cri 0 0 0 a- S — CD Ih r-l * ce e CD àJ -< ~ X iz; X X ^- V. X ^j a> - co s2 -•— co re 0 So > BOLLETTINO TECNICO 229 ex z o LJ ìz ce ili s: CL* 13 CE CI 230 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONK TABACCHI <3> lì ■; ■ -~- i " i ' i.| i i ■ i 1 1 m» in GH 33 ja-. ■I •» W& m 1 : ^^ai s ! 1 i il' ''C-K-'l : __ ^_ " ■'■■• - 1 i ■ :■ ■' ' : - j. - h.if +-—•■-- -- 1 ■ : ": 1 . : ■ : • : T: ; ^ H •_ . V* f ' ' T? t'-1 -• '& ■: - " ;i I m m a m ri o 23 LA COLTIVAZIONE DEI TABACCHI IN JUGOSLAVIA Dott. Urosch Staic Il tabacco in Jugoslavia si coltiva da lungo tempo, sin da quando una grande parte del paese stava sotto il regime turco. Esso venne importato pel tramite dei Turchi nella penisola Balcanica anche nei nostri paesi. In seguito al clima assai favorevole, nonché alle altre condizioni, esso si è esteso rapida- mente in tutto il paese e divenne una pianta di somma importanza colturale. I più rinomati centri per la coltivazione dei tabacchi, sia nel passato che attualmente, predominano in quelle parti ove riesce meglio la coltivazione della vite. In Serbia (Sud e Nord) sia per qualità che per quantità, danno i migliori tabacchi: Bajina Basta; distretto di Morava e precisamente i dintorni di Zitko- vatz ed Alexinatz; distretto di Rassina e precisamente i dintorni di Kruscevatz; poi Vragne, Kumanovo, Skopiie, Bregalnitza nei dintorni di Kociane ed infine Prilip. In Erzegovina i dintorni di: Trebigne, Stolatz e Ljubuski. In Bosnia: nella parte Oriente e Sud. In Dalmazia: nei dintorni di Vrgoratz e lungo tutto il paese. I centri che sono ancora fortemente rappresentati nella coltura dei tabacchi sono: Voivodina (Banato e Backa) e Slavonia. In Slovenia la coltivazione dei tabacchi incorniciò due anni addietro, ma con poco successo per l'estensione. Pare che il clima in Slovenia non sia ovunque favorevole al tabacco. Nel N. 4 del decorso anno a pag. 166, nella « Rivista della Stampa » riportammo la tra- duzione di un articolo « 11 tabacco in Jugoslavia » pubblicato dal « Tobacco World » di Lo.idra, Aprile 1921. 11 Sig. Glicorie Peianovic, Vice Capo Sezione dei Monopoli di Stato, c'invia da Belgrado la traduzione di questo importante studio statistico su « La Coltivazione dei tabacchi in Ju- goslavia » del Dott. Staic, il quale oltre a completare i dati del sopra citato articolo del « Tobacco World », illustra ampiamente le attuali condizioni colturali del tabacco nel nuovo stato orientale. N. d. R. 232 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI Per qualità poi i migliori tabacchi provengono da Skoplie, Bregalnitza ed Erzegovina. Morfologicamente, i tabacchi jugoslavi possono suddividersi in due gruppi: a piccola foglia ed a grande foglia. I tabacchi a piccola foglia si coltivano nei dintorni a Sud dei fiumi di Sa va e Danubio, eccettuata Bosnia ed Erzegovina ed alcune parti della Dal- mazia, ove si coltivano anche i tabacchi a grande foglia. I tabacchi a piccola foglia sono esclusivamente i tabacchi per sigarette. A questi appartengono tutte le più rinomate specie che provengono diretta- mente dai paesi di origine dei tabacchi turchi e con questi hanno più affinità. Tali sono i tabacchi dolci, fini, di colore chiaro. Molti di questi tabacchi, specialmente quei provenienti dalla Serbia Sud, sono molto aromatici e perciò nel fumarli hanno un gusto assai gradevole. Contengono al massimo 3 °[0 di nicotina. Morfologicamente si distinguono in due specie: a lungo picciolo (golo- drskan) ed a picciolo corto (guscian). I tabacchi a lungo picciolo da noi chia- masi « Porsucian » (1) hanno il picciolo nudo, e quelli a picciolo lungo detti « guscian », hanno una foglia piena. I tabacchi a picciolo corto sono i più sparsi e mostrano parecchie varietà. Eccettuati i tabacchi di Kruscevatz, Mo- rava e certe varietà dei tabacchi di Erzegovina, che sono a picciolo lungo, tutti gli altri tabacchi a piccola foglia sono da noi denominati « Guscianatz »c Sia riguardo all'acclimatazione che per la buona riuscita della coltura, per la quantità e qualità del prodotto, i tabacchi detti « guscianatz », mostrano migliori caretteristiche di quei denominati « porsucian », perciò essi vengono coltivati con più volontà, e con buon successo vanno eliminando questi ultimi. In seguito a favorevole disposizione, perchè il tabacco facilmente degenera non appena viene in contatto con un'altra varietà, ambedue i sottogruppi mostrano un grandissimo numero di varietà le di cui differenze qualche volta è assai difficile constatare, essendo assai lievi e appena apparenti. I tabacchi a lungo picciolo sono limitati in generale a Voivodina e Sla- vonia. Tali tabacchi sono da pipa, ma per necessità vengono impiegati anche in miscele coi tabacchi per trinciati e sigarette. La foglia di detti tabacchi è lunga circa 50 cm., larga circa 35 cm. La foglia è ampia e di colore marrone, di gusto forte, aspro. Visto l'attuale suo impiego nelle nostre manifatture, pare che la coltivazione di detto tabacco non riuscirà ad oltrepassare i confini ove attualmente si coltiva. A titolo di ulteriori informazioni qui appresso diamo un riassunto di dati ufficiali della coltivazione dei tabacchi in Jugoslavia , entro le due campagne passate (1920 e 1921) ed in parte pure per la campagna 1922, i di cui tabac- chi sono in corso d'acquisto dal R. Governo Jugoslavo. Nonostante tutte le condizioni favorevoli, la coltivazione dei tabacchi in Jugoslavia è relativamente assai poco estesa. Essendo la maggior parte dei (1) Porsucian e sinonimo dei tabacchi a lungo picciolo. Questo nome e derivato da Por- sucian, villaggio della Macedonia Sud ove si coltiva il famoso tabacco « Porsucian « , che è tipico a lungo peduncolo, da cui traggono l'origine anche i tabacchi così denominati che si coltivano in Serbia. BOLLETTINO TECNICO 233 terreni, che prima della guerra europea erano coltivati a tabacco, a caus:i della stessa guerra, diventati momentaneamente incapaci a tale coltura, la col- tivazione non ha potuto prendere quello slancio che effettivamente si sarebbe potuto verificare. D'altra parte il rincaro dei cereali e dei viveri obbliga i col- tivatori a ridurre per qualche anno la superficie coltivata a tabacco , dando maggior posto ai cereali. Forse neanche questo sarebbe il solo motivo per cui la coltivazione di detta pianta non è abbastanza estesa, se l'Amministrazione del Monopolio non facesse una politica colturale burocratica, che limita la coltivazione dei tabacchi ai bisogni del paese e non le dà sufficiente slancio acciocché essa possa svol- gersi fino ai limiti del massimo possibile. In vista di tutto ciò finalmente la Direzione Generale dei Monopoli di Stato, per quest'anno ha notevolmente aumentato i prezzi d'acquisto dei ta- bacchi greggi, facendo seguire a questo anche altre misure d'indole tecnica ed amministrativa, il che ci dà a sperare che la coltivazione di detta pianta sarà notevolmente aumentata di modo che presto prenderà quel posto che effettivamente le appartiene. /Tradotto dall' originale in serbo). Gt.. Peianovic 234 R. ISTITUTO SI'BRIMKNTALK COI/riVAZIONK TABACCHI RIASSUNTO DELLA COLTIVAZIONE CAMPA S3 >h PROVINCIA Numero dei SUPERFICIE coltivata NUMERO delle l 1 coltivatori Ettari are piante prodotte 87.974.593 Serbia del Nord ì 1.993 1.808 93 2 Serbia del Sud 18.135 3.533 23 330.444.892 3 Montenegro 7.281 196 26 11 .751.025 4 Voivodi na 5.5G4 2.575 23 68.525.780 5 Croazia e Slavonia 1.716 619 91 16.288.884 6 Dalmazia 11.356 513 — 25.658.000 7 Slovenia - — — — 8 Bosnia ed Erzegovina TOTALI 27.320 3.361 20 76 129.858.550 81.365 12.107 (J70.501.724 CAMPA 1 Serbia del Nord 14.334 1.900 01 140.442.287 2 Serbia del Sud 22.776 5.369 79 447.921.908 3 Montenegro 3.480 155 40 6.813.848 4 Voivodina 5.415 3.164 89 79.644.950 5 Croazia e Slavonia 51 iS 129 24 3.770.510 ti Dalmazia 14.905 623 77 31.357.165 7 Slovenia 141 24 63 796.590 8 Bosnia ed Erzegovina TOTALI 28.899 90.821 3.245 14.613 17 ~2U~ 127.929.420 838.676.678 • CAMPA 1 Serbia del Nord 11.008 1.561 47 119 180.800 2 Serbia del Sud 20.848 4.265 48 375.774.400 3 Montenegro 2.980 206 89 13.087.95J 4 Voivodina 3.879 2.5 9 te 65.766.600 5 Croazia e Slavonia 1.168 333 ! 56 8.553.099 i; Dalmazia 13.394 ì 593 1 01 29.652.601 7 Slovenia 710 32 20 966.280 8 Bosnia ed Erzegovina TOTALI 28.180 3.136 I 79 su 118.022.553 82.167 12.648 ! 731.004.276 BOLLETTINO TECNICO 235 DEI TABACCHI IN JUGOSLAVIA GNA 1920 ACQUISTATO Ce sto MEDIA PER 1 ETTARO .2-2 * 0 Q « p-H *H CL t3 t3 ANNOTAZIONI QUANTITÀ IMPORTO di un chilogr. QUANTITÀ IMPORTO chilog. j gr. Dinari pira Din. 12 p- 69 5 i hi log. 1 gr. Dinari para 617.511 500 7.839.509 34 471 750 5.988 87 ■ o 3.533.075 - 42.017.362 17 11 89 2 1.000 — 11.892 — 05 89.207 — I 250.159 '.ili 2 804 454 534 1.274 51 1.698.074 — 6.673.008 43 3 93 659 446 2.591 63 Oh 265.380 — 945.928 90 3 56 4 428 — 1 .525 39 > o 569.610 100 5. 162.086 57 9 06 1.110 — 10.056 60 — — — — e o o 2.234.034 500 15.210.510 63 6 80 8 664 693 4.525 23 fecer tivaz 9.006.892 ! 100 78.098.566 03 8 67 743 894 6.449 56 ! i in GNA 1S >21 1.243.276 — 18.351.002 55 14 75« 654 355 9.656 97 4.762.506 — 76.534.377 87 16 07 886 872 14.252 04 44.419 — 268.774 88 6 05 284 737 1.722 6i) 3.232.274 - 14 363.491 25 6 43 L 705 300 4.537 90 47,062 - 308.520 — 6 55 5 364 852 2.391 61 772.376 500 10.068.088 05 13 03 5 1.237 783 16.134 50 35.192 — 244,289 50 6 94 1 1.407 600 9.770 15 2.747.378 5i II » 39.417.975 159.556.519 4! 5J 14 13 34 7 843 308 225 12.098 94 47 |ll.834.484 43 4 813 11.884 GNA 1£ )22 i Mancano ancora altri dati perchè gli acquisti di questa campagna sono in corso , però si può supporre che la raccolta sarà da 8,500.000 fino a 9,500.000 chilogrammi di tabacco, cal- colando in media da 700 a 750 chi- log, per un ettaro. NOTIZIE SCIENTIFICHE E PRATICHE S! (RIVISTA DELLA STAMPA) STAMPA ITALIAUA-- Alcune cifre sulla coltivazione dei tabacco e lavori inerenti. - G. Vi- ntini. Da « L'Istria Agricola » Anno II, N° 14, Parenzo, 31 Luglio 1922. La buona economia per qualsiasi lavoro, fa domandare a chiunque si de- dichi allo stesso, i dati massimi roggi unti con la mano d'opera. Per soddisfare la legittima attesa dei neo-coltivatori del tabacco, è d'uopo esporre alcune cifre riferentisi all'esecuzione delle diverse operazioni che sì fanno attorno al tabacco stesso in raccolta, e ciò per non lasciar adito a spiacevoli disillusioni e anche ad assurde pretese sul conto degli operai che son adibiti al lavoro di raccolta, cernita ed infilzamento. La raccolta delle foglie si divide in tre o quattro periodi a seconda il nu- mero di foglie che dà la varietà di tabacco per pianta. Però, fra le diverse raccolte , la più difficoltosa è certamente la prima , cioè quella delle foglie di base, che obbliga il raccoglitore a tenersi piegato ed a stare attento a non dan- neggiare le rimanenti foglie con il movimento del corpo; ciò che porta ad un rallentamento del lavoro. Ho potuto osservare in questo caso che dodici ragazzi appena istruiti poterono staccare in ore 2 e 30 minuti, la bella cifra di 30.100 foglie , corrispondenti a foglie 886 per ora e per ciascuno dei dodici ragazzi. Lo stesso numero di ragazzi e nello stesso tempo , raccolse 39.200 foglie di seconda raccolta , cioè quelle della corona che seguono subito a quelle della base, quindi si ebbero 1088 foglie per ora e ragazzo. Eseguita la raccolta con le donne, i resultati furono inferiori e precisa- mente: sei operaie, adoperando per la racccolta 3 ore di tempo, poterono rag- giungere appena la cifra di 13.000 foglie della seconda raccolta, corrispondenti a foglie 722 per operaia e per ora. Bisogna però ricordare che i filari nella piantagione del tabacco distano di 50 cm. e rispettivamente di 40 cm., e che la donna con le gonne che indossa, è ostacolata nei movimenti del corpo anche per la vischiosità che trasuda dal tabacco e che aderisce alle vesti. Veniamo alla cernita delle foglie raccolte. E l'operazione con la quale le foglie di tabacco vengono scelte, disponendole tutte in verso, e assortite in deter- minate classi di grandezza che variano da 3 a 5. Nel primo momento ciò sem- 2X8 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI orerebbe una cosa difficoltosa, però la sua riuscita non dipende tanto dalla intelligenza dell'individuo che la esegue, bensì dalla sua resistenza visiva, che viene meno quando una foglia si assegna ad una piuttosto che all'altra classe di grandezza. Così, oltre alle buone disposizioni dell'operaio, la celerità di cer- nita dipende dalla varietà del tabacco più o meno vischiosa, dalla grandezza, finezza, rigidità, consistenza delle foglie e dal grado di avvizzimento in cui queste si trovano dopo la raccolta. Premesse tutte queste differenti qualità e proprietà, il massimo di lavoro si é raggiunto con le foglie di seconda raccolta della varietà Erzegovina, poco appiccicaticele, quasi rigide, segnanti appena lo stato di maturazione. La cer- nita di 39.200 foglie durò per un tempo di 6 ore e fu eseguita da 4 operaie che disimpegnarono così un lavoro di scelta pari a 1633 foglie per ora. Non meno svelti furono i ragazzi, quotandosi con foglie 1175 per ora e per cia- scheduno. Devo osservare che durante tale lavoro è necessaria disciplina e silen- zio (cosa diffìcile ad ottenersi con le donne), comodità di ambiente e scrupo- loso insegnamento all'inizio del lavoro, cercando di eliminare difetti e difficoltà in cui facilmente incorrono i principianti e che gravano sull'esecuzione sollecita del lavoro stesso. L'operazione successiva alla cernita delle foglie, è l'infìlamento delle stesse in filze di egual numero per tutte le classi di grandezza della raccolta ese- guita. Praticamente si eseguisce in questo modo: si principia l'infìlamento con le foglie di prima categoria, cioè con le più grandi, e si riempie lo spago total- mente in modo che le foglie si trovino distanziate per un paio di millimetri l'una dall'altra, affinchè circoli l'aria; poi queste si contano ed eventualmente si arrotonda la cifra alla prossima decina. Lo stesso numero di foglie deve essere mantenuto per tutte le categorie della raccolta. Anche i telai non possono esser riempiti con filze di differenti classi di grandezza, bensì con quelle uguali alla filza che vi si collocò per primo. L' infilamento vero e proprio consiste nel prendere uno spago di voluta lunghezza, un ago apposito con punta a lancetta, appiattito nella lunghezza, e con cruna non ingrossata acciocché non strozzi la nervatura, e poi delle foglie scelte per classi. L'operaio siede su sedile o per terra, si prende sulle ginocchia un pacchetto di foglie rivolte con gli apici verso terra e con la pagina superiore verso sé stesso , in modo da trovare le foglie da infilare nella posizione più comoda; poi prende foglia per foglia trapassandola con l'ago nella costola di mezzo, a circa 1 i[2 cm. al disotto della strozzatura avvenuta per il distacco della foglia dalla pianta madre. L' ago deve essere infilato perfettamente nella metà della nervatura e con uno scatto rapido attraversare la sua grossezza; fatto ciò la foglia si ferma sulla lunghezza dell'ago verso la cruna. Con eguale metodo si segue l'infìlamento delle foglie successive, contandole e mandandole oltre l'ago, sullo spago, in gruppetti di io fintanto che si è ragginto il numero stabilito per filza. Finita la filza la si appende al telaio; allo»scopo sullo spago si farà da una parte un nodo ad anello o cappio e dall' altra si fermerà al chiodo con un nodo scorsoio. Questa operazione è quanto mai si possa desiderare ben eseguita dalle donne, preferibilmente giovani e sane. Da osservazioni fatte, ho potuto constatare che anche i ragazzi si prestano bene allo scopo, ma con meno profitto ed in specie quelli che hanno il vizio di fumare che in causa di questo non hanno la mano ferma. Donne di debole costituzione si stancano presto e tanto prima se hanno BOLLETTINO TECNICO 239 precedentemente fatto un lavoro alquanto faticoso. In conclusione però posso dire che già subito all'inizio dell' insilamento, lavoro del tutto nuovo per noi, ho potuto riscontrare una certa rapidità nell'esecuzione, così che al quarto giorno di lavoro qualche operaia in 8 ore di lavoro e con materiale sempre pronto a disposizione, è giunta a riempire tre telai ognuno dei quali con 20 filze a 100 foglie e quindi óooo foglie. La media però si ferma sulle 5000 foglie, o qualche centinaio in più. Questi sono dati reali perchè presi sul lavoro normale ed ognuno che col- tiva o che coltiverà in avvenire la preziosa pianta del tabacco, può attenersi a queste cifre e potrà esigere una eguale attività da parte degli operai addetti alle differenti operazioni che si presentano durante la coltivazione e che devono essere eseguite presso la propria azienda , con le regole volute dalle autorità preposte. Facendo un passo indietro, dato che molte persone propense alla coltivazione o aventi già culture di tabacco mi hanno domandato quale potrebbe essere il massimo di piantine di tabacco che un operaio può piantare in una giornata di lavoro, risponderò alla domanda stessa. La vera cifra è sempre un incognito giacché molte sono le cause che impediscono a raggiungere un massimo. In primo luogo concorre la natura del terreno, le sue condizioni fisiche, il grado di umidità, il modo con il quale è stato approntato, il tempo più o meno favo- revole al momento del trapianto, la grandezza e robustezza delle piantine, la disposizione dell' operaio a tale lavoro e la pratica che al riguardo egli ha, la capacità e resistenza nel mantenere il corpo piegato e sostenuto in equi- librio continuo. In terreno umido, sciolto, senza zolle di sorta, 6 ragazzi impegnarono 20 minuti per piantare un'aiuola di quattro filari a 250 piantine ognuno, quindi 1000 piante corrispondenti a circa 500 per ora e per ragazzo e perciò a 4000 piantine per giornata di 8 ore. In terreno semi secco, zolloso, previamente annaffiato, 10 ragazzi impiega- vano 1 ora per piantare un'aiuola di quattro filari a 588 piantine ognuno, pari a 2352, e quindi si aveva un rendimento di appena 1880 piante per ognuno e per giornata. E' arrischiato ritenere che un operaio forte e pratico possa piantare 8000 e un'operaia 6000 piante al giorno, in otto ore di lavoro. Negli impianti bisogna accontentarsi del modesto ma garantito lavoro, giacché l'attecchimento della piantagione sta in rapporto diretto con l'esat- tezza del lavoro e non già con il massimo che un individuo può piantare. Quando 1' operaio o 1' operaia che sia, ha raggiunto la cifra di 5000 piantine nelle condizioni del nosfo terreno e clima, è un quantitativo che deve accon- tentare anche il coltivatore più esigente. Pocrje norme per il buon disseccamento dei tabacchi orientali. — M. Da « // Bollettino oAgricolo » Anno XLIV, N. n, Lecce, 31 Luglio 1922. Rammentiamo innanzi tutto che prima di un buon disseccamento allo scopo di avere un buon tabacco, occorre raccogliere le foglie avanti che le piante manifestino la fioritura, e occorre tener presente che la raccolta va fatta a mano a mano che le foglie dimostrano di essere mature. La siccità, quest'anno, ha in generale anticipato la fioritura, e questa anti- cipazione è stata più accentuata nelle località e nelle terre ove la deficienza di 240 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI acqua, sia partecipata come pioggia durante il primo periodo primaverile, sia di riserva del sottosuolo, è stala più semita. A questo proposito accenniamo che in un campo sperimentale di conci- mazione su tabacco (istituito in proprietà dell' Ing. Giuseppe Ruggieri, in agro di Lecce) in una nostra visita eseguita a metà giugno, notammo questo fatto saliente: nell'appezzamento concimato con anidride fosforica, potassa ed azoto le piante presentavano un ritardo abbastanza notevole nella fioritura in confronto dei due appezzamenti concimati con solo concime azotato (cianamide) e con azotato e fosforico, uniti assieme. Di questi campi sperimentali riferiremo a suo tempo. Circa il giusto punto di maturazione delle foglie è bene che il nostro contadino, cui è affidata la coltivazione degli orientali , sappia che i caratteri della maturazione stessa nella foglia variano a mano a mano che dalle foglie delle corone basse si va alle foglie di cima. La foglia (in generale) è matura quando incomincia a perdere il suo colo- rito verde e comincia a comparire qualche macchia gialla oleasira , tra- sparente. Questa macchia nelle foglie delle corone più basse apparirà verso là punta; in quelle un po' più alte, le macchie si presenteranno in discreto numero oltre che sulla punta anche sul margine del lembo fogliare, e, finalmente nelle fo- glie che più si vanno avvicinando alla cima si avranno delle macchie giallastre anche sulla lamina della foglia, fino a che, in quelle propriamente della cima, si presenteranno numerose e frequenti macchioline caratteristiche della matu- razione. Le foglie che toccano la terra, le più basse, e quelle di seconda corona, non raggiungono mai i segni caratteristici di maturazione, perchè si dete- riorano prima che tali segni si manifestino. Quindi sono queste foglie che non trovano impiego nell' industria e , se mescolate alla massa, deprezzano il pro- dotto. La vera raccolta dovrebbe incominciare dalla sesta o settima foglia. Questa prima raccolta è costituita dalle foglie della terza corona allorché incominciano esse a mutare il color verde cupo, e la nervatura principale, e le secondarie, si avviano a divenire biancastre. Le due o tre foglie immediatamente superiori costituiranno oggetto della seconda raccolta , ed allorché avranno i caratteri un poco più accentuati di quello che non sono stale nelle foglie di prima raccolta. Alla terza raccolta si destineranno le altre due o tre foglie seguenti, allorquando perdono il color verde naturale e qualche macchia gialla, innanzi descritta, si manifesta verso la punta. Per la quarta e quinta raccolta si andranno destinando quelle foglie che successivamente presenteranno più spiccati i caratteri della loro maturità. La raccolta delle foglie va eseguita nelle prima ore del mattino e verso le ultime ore della giornata, quando cioè sono turgide e non avvizzite; come non bisogna raccogliere foglia bagnata di rugiada, se non quando questa si è natu- ralmente prosciugata. Le foglie che manifestano i segni di maturazione non sono mai in numero superiore a due o tre per pianta , e quindi riesce facile poter regolare il momento della raccolta di ciascun prodotto Qui accorre tener presente una circostanza: le foglie già mature, dopo una pioggia riprendono il loro colorito verde , perchè le piante riacquistano un BOLLETTINO TECNICO 241 nuovo vigore vegetativo. Raccogliendo tali foglie prima mature e poi rinverdite si avrà un prodotto di color bruno e macchiato. Occorre, quindi, avendo foglie mature, sulle piante, ed in vista di una pioggia, affrettarsi a fare la raccolta, altrimenti si raccolga a foglia asciutta nelle 24 ore dopo la pioggia; né si rac- colga in seguito altra foglia se non dopo trascorsi otto giorni. Abbiamo detto poc' anzi di riuscire facile poter regolare la raccolta di ciascun prodotto, poiché è cosa essenzialissima, sia per un buon sistema di clas- sificazione, sia agli effetti economici della valutazione, di tener distinti i pro- dotti di prima , di seconda , di terza raccolta ecc. ecc. poiché questi danno luogo a tabacco di pregi differenti. Non è raro il caso di trovare , nelle filze delle comuni nostre coltivazioni, mescolate foglie del 3. verticillo, con quelle del 5. e 6., cioè foglie delle corone basse e delle alte, vale a dire foglie a carat- teri di maturazione differente, ancora foglie di pregi differenti e quindi di dif- ferente valore. E' questo un difetto di lavorazione del nostro coltivatore di tabacchi; difetto che concorre per la sua parte, a dare luogo a quella sequela di vertenze, di litigi, di malcontenti e di arbitrati, che potrebbero eliminarsi se il coltivatore medesimo seguisse l'esposto razionale criterio. Dopo aver proceduto alla raccolta la foglia si riponga in cesti, in locali aperti, all'ombra, perchè si afflosci e divenga facilmente maneggevole. Prima di procedere all'infilzamento si faccia ancora una scelta o cernita, per meglio dividere le qualità delle foglie. Quindi si infilzano dalla parte della base, fitte sì, ma non eccessivamente fitte, sempre rivolte da una parte, cioè con la pagina inferiore sempre rivolta da una parte. Queste filze a leggero contatto fra loro, si distendano in una stanza oscura, priva di correnti di aria, affinchè le foglie appassiscano e modifichino il loro colorito verde, cosa che avviene in 24 o 48 ore. Nelle foglie delle corone basse l'ingiallimento avviene in un periodo di tempo più breve (bastano 24 ore); mentre per quelle delle corone medie occorre un tempo maggiore (36 ore) e per quelle delle corone alte occorrono fino a 48 ore. Dopo questo trattamento, diretto ad ottenere l' ingiallimento della foglia, le filze si passano allo stendaggio sui telai, ponendole ad una diecina di cen- timetri di distanza l'una dall'altra. I telai o stenditori si terranno esposti al sole, ad esposizione di levante o di sud, perchè più umide e perchè evitano l'eccessivo essicamento e quindi la rottura e lo sfrangiamento delle foglie. Si eviti che i telai siano battuti dai venti forti e si eviti di metterli ad esposizioni secche di tramontana e di ponente. I telai nelle notti serene, prive di rugiada, si possono lasciare allo sco- perto. Si badi che la rugiada e la pioggia anneriscono i lembi delle foglia in filza, deprezzandole molto; epperò è bene, nel caso di queste dannose meteore, di ritirare i tabacchi in locali coperti, ed in caso di pioggia accompagnata da venti impetuosi, di ritirarli in locali non soltanto coperti , ma anche riparati dall'impetuosità del vento. 242 R. ISTITUTO SPERIMÉNTLE COLTIVZlONE TABACCHI Il granoturco, il tabacco e la siccità. — Da « V oAgrk altura Veneta » Anno 23, N. 15, Verona. 12 Agosto 1922. Nell'Alto Veronese in genere, come nei terreni leggeri della media e bassa Provincia, il granoturco — in causa della siccità che ci opprime — è biscottato, tanto che il prodotto risulta presso che totalmente perduto. Nelle stesse zone, in terreni identici, analogamente lavorati e concimati, il tabacco, per contro, è verde e vegeto tutt'ora, pur non avendo raggiunto quello sviluppo che avrebbe raggiunto ove la pioggia fosse caduta. In altri termini, dove si; perde — per la siccità — in prodotto di grano- turco, non si perde, pur attenuandosi, il prodotto del tabacco. Questo vuol dire, all' infuori d'ogni dubbio, che la resistenza del tabacco è assai maggiore della resistenza del granoturco E questo, ancora, vuol dire, che l'agricoltore di questa accertata verità deve tenerne praticamente il massimo conto, rid-ucendo la su- perficie a granoturco ed estendendo la .superficie a tabacco •Questa sempre proficua sostituzione è ora, nell'Alto Veronese, favorita dall' allargamento degli appezzamenti in causa della infezione fillosserica , la quale guadagna terreno a spron battuto. . Sempre a proposito di tabacco l'A. immagina che taluno possa deplorare la ripresa della propaganda in favore dell'estensione della coltivazione del ta- bacco, anziché della estensione della coltivazione dei cereali in genere e del frumento in ispecie. L'A. non si trova affatto d'accordo con l'eventuale deplo- ratore, ma osa dire che la nostra produzione frumentaria è così tanto al di- sotto, del, nostro normale fabbisogno, sopra tutto perchè a frumento troppa terra investiamo. « Il giorno nel quale coltiveremo meno terreno — molto meno — a fru- mento e maggiore superficie — molto maggiore — a prato artificiale ed a piante industriali (il tabacco tra queste) produrremo, complessivamente, assai più fru- mento di quel che fiiW ad oggi si produca, poiché l'aumento della produzione dello stesso lo si può e lo si deve raggiungere non estendendo, ma intensifi- cando. Stando così le cose e tornando al tabacco, che è pianta miglioratrice' del terreno, rimuneratrice, resistente alla siccità, noi, fino ad ora, mentre gli utili confronti sono probabili, incitiamo gii agricoltori ad iniziarne o ad estenderne nel venturo anno là coltivazione,' in tal mòdo portando contributo al progresso della tecnica agraria; portando contributò al maggior reddito delle aziende e penando anche contributo — lo si noti bene — alla maggiore produzione fru- mentaria. Nel 1923 la Provincia di Verona deve coltivare non meno di duemila et- tari a tabacco. É' superfluo che noi aggiungiamo che nel riprendere la propaganda « prò tabacchicoltura», intensifichiamo l'azione nostra per rendere l'assicurazione' del prodòtto contro i danni della grandine non eccessivamente gravosa ». Quanto può rendere il tabacco. Confronti col granoturco e col lino. — Dal « Bollettino della Cattedra Ambulante di Agricoltura per la Provincia di Bergamo » Anno XVII, N. 8. Bergamo, 31 Agosto 1922. 'Da uh interessantissimo articolo di propaganda, col quale si è inteso ri- chiamare l'attenzione degli agricoltori sulla coltivazione del tabacco, facendone BOLLETTINO TECNICO 243 apprezzare tutta l'importanza economica, riportiamo i seguenti dati accurata- mente e scrupolosamente raccolti dalla Cattedra Ambulante di Agricoltura di Brescia e le conclusioni alle quali la stessa è arrivata. Per quanto i confronti fra le colture in rotazione praticate in una data azienda abbiano valore relativo , possiamo con piena sicurezza affermare che nessuna delle nostre coltivazioni oggi praticate possono competere col tabacco per altezza di reddito lordo e netto; non il granturco, non il lino. Consideriamo il raccolto medio del tabacco, del granoturco e del lino per ettaro. Questo ricorrere al prodotto medio unitario è indispensabile agli effetti del confronto, perchè se vi sono terreni che danno 50 e più quintali di grano- turco per ettaro, ve ne sono per contro altri che danno prodotti di 30 ed anche 25 quintali, precisamente come si verifica per lo stesso tabacco le cui produ- zioni da noi hanno oscillato fra i 1 5 e i 28 quintali per ettaro. Mettiamoci dunque nelle condizioni più generali della nostra Provincia e consideriamo un prodotto unitario a ettaro di: QJi 36,8 di granoturco; Q li 4,6 di tiglio lavorato e Q.li 7,7 di seme di lino; Q..H 15,3 di tabacco; e a questi prodotti applichiamo i prezzi attuali di mercato ad essi corrispon- denti, scegliendoli con la necessaria prudenza. Adottiamo dunque per il grano- turco il prezzo di L. 100 al quintale, per il tiglio il prezzo di L. 480 al quin- tale, per il seme di lino il prezzo di L. 190 al quintale e per il tabacco il prezzo medio di L. 580. In queste condizioni il reddito lordo delle tre colture, granoturco, lino e tabacco viene ad essere di L. 3680 per il granoturco, 3681 per il lino e L. 8874 per il tabacco. Per il granoturco possiamo ritenere che un quarto del prodotto vada a pagare le spese di zappatura e di raccolta: restano così per l'imprenditore L. 2760 sulle quali gravano ancora le spese di lavorazione del terreno, concima- zione e semina. Per il lino, nella nostra provincia, un terzo del prodotto va a pagare il lavoro richiesto dalle operazioni di raccolta e di lavorazione. Restano per l'im- prenditore circa L. 2450 sulle quali, come per il granoturco gravano le spese di lavorazione del terreno, concimazione e semina. Per il tabacco le operazioni colturali, quelle di cura e di cernita si può ritenere che assorbano un terzo di valore lordo del prodotto. Per essere pru- denti e tener conto che nei primi anni per l'imperizia delle maestranze le ope- razioni colturali sono più costose, supponiamo che dette spese salgano alla metà di quel valore. E' un'ipotesi superiore alla realtà. Restano ad ogni modo L. 4437 per ettaro, sulle quali come il granoturco e il lino gravano le spese di lavora- zione del terreno, concimazione, ecc. Ripetiamo però che le spese colturali e curative sono nella realtà assai minori. Possiamo dunque affermare con piena tranquillità che il tabacco lascia all' imprenditore un utile netto decisamente supcriore a quello lasciato da tutte le altre colture, pur tenendo conto del va- lore delle doti che vengono a mancare. E questo utile sale ancora ulteriormente se si tiene conto che il tabacco può seguire al secondo sfalcio di prato e, in determinati casi, anche al frumento. La convenienza economica del tabacco è dunque fuori di discussione. Ma c'è di più. Tutti i nostri agricoltori lamentano che la produzione lorda delle loro aziende è mangiata, per usare un'espressione del linguaggio comune, dal- 244 k. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI l'avventiziato: diremo meglio dalla mano d'opera. Il tabacco permette di occu- pare una quantità maggiore di mano d'opera mentre eleva notevolmente la produzione lorda dell'azienda. E la eleva in modo che nessun' altra delle col- ture attuali può farlo. Come non può farlo, in grado così elevato, qualsiasi altra pianta industriale. Esso consente quindi di pagare le opere che richiede, mentre lascia un bel margine all'agricoltore. Ecco le ragioni per le quali noi vediamo nel tabacco la possibilità di sol- levare la posizione economica delle nostre aziende, ponendole in grado di far fronte ai gravi oneri della mano d'opera. Coltivazioni industriali estere interessanti l'agricoltura italiana. —Da « // Giornale d'Italia Agricolo » Anno V, N. 38, Roma, 24 Settembre 1922. Di questo articolo riportiamo la sola parte che si riferisce alla coltivazione del tabacco, dalla quale risulta evidente come le lungimiranti direttive del- l'Amministrazione dei Monopoli Industriali potranno condurre ad una prov- vida esportazione di tabacco greggio e di manufatti — come si è iniziato con le sigarette Macedonia — anche in Francia. Tra le coltivazioni industriali in Francia, figurano la bietola da zucchero e da distilleria, il luppolo, il tabacco, il lino, la canapa. Ora, mentre la bietola e il luppolo hanno cresciuto d'importanza aumentando la superficie loro desti- nata, il tabacco e le piante tessili vanno perdendo terra ogni giorno più. Il tabacco, nel 1922, non ha occupato che ettari 7538. Nel 1921 erano più di 12 mila, quasi 13 mila, di poco distanziando la superficie del 1913, che era di ettari 15,745. Vogliono che la causa stia nell'elevato prezzo della mano d'o- pera. Ma la verità è questa: che, cioè, a differenza di quanto si pratica in Italia, dal Ministero delle Finanze, in Francia poco si è fatto per nazionalizzare queste culture, liberandole da molte delle pastoie fiscali che le molestano. Onde, non è azzardato lo affermare che, se si continua di questo passo, e cioè a incorag- giare la coltivazione in Italia e a trascurarla in Francia, non passeranno molti anni che noi potremo esportar tabacco in Francia, con grande profìtto della economia nazionale. E' una mèta questa verso la quale devono tendere e lo Stato, che ha, per le coltivazioni del tabacco, un personale tecnico espertissimo, e gli agricoltori che vanno sempre più affezionandosi ad una coltivazione che, fortunatamente, è entrata nelle loro buone grazie, in virtù sopratutto dell'ele- vato tornaconto che assicura a chi lo pratica. Condizione questa che toglie ogni valore all' obiezione dell' elevato costo della mano d'opera richiesta che si op- pone per altre coltivazioni. La coltivazione del tabacco nell'alta valle del Tevere. — Don. Lambardi Mario. Dal « Giornale di QAgricoltura della 'Domenica » Anno XXVII, N. 36, Piacenza, 3 Settembre 1922. La coltivazione del tabacco nell'Alta Valle Tiberina rimonta a diverse die- cine di anni addietro, per cui i locali coltivatori sono specializzati in tale coltura. Tale coltivazione industriale, assieme a quella della barbabietola da zuc- BOLLETTINO TECNICO 245 chero, ha notevolmente influito sul miglioramento dell'agricoltura della zona, sia per ciò che concerne la messa in rotazione dei singoli poderi, sia pel miglio- ramento delle qualità fisiche del terreno, in conseguenza delle lavorazioni e delle concimazioni prodigate, e sia, per le migliorate capacità tecnico-colturali acquisite da chi esercita tale coltivazione, per le speciali cure che la medesima richiede. Né vanno trascurati i vantaggi economici apportati dalla coltivazione del tabacco: aumento dei redditi dei terreni e conscguente aumento del valore di stima. I terreni dell'Alta Valle Tiberina — e quando dico Alta Valle intendo ri- ferirmi ai comuni di Pieve S. Stefano, Anghiari, S. Sepolcro (Toscana) S. Giu- stino, Città di Castello, Citerna, e Umbertide (Umbria) — si prestano egregia- mente per tale coltivazione poiché, nella generalità dei casi, sono di natura più o meno compatta: argillo-sililiceo-calcare, ad eccezione dei pochi limitrofi alle sponde del Tevere, resi soverchiamente sciolti dal predominio della silice, e talora dei ciottoli, e la natura compatta prevalentemente argillosa, si riscontra pure in alcune colline che fiancheggiano la valle stessa. La varietà del tabacco coltivata, ad eccezione di qualche esperimento fatto in passato, sono il Kentucky, prevalentemente, e poco Salento, che è apparso in questi ultimi anni, e che se nulla ha da invidiare al Kentucky nei confronti della produzione unitaria, sembra non trovi eccessivo favore fra gli agricoltori locali e tanto meno su chi è preposto al confezionamento in colli, per la cura non facile che richiede e che, anche se eseguita con accuratezza, pare lasci sempre, almeno nella regione, una seria probabilità di attacco da parte delle muffe. Si semina fra gli ultimi di febbraio ed i primi di marzo, in appositi se- menzai a letto-semicaldo, dai quali si hanno ottimi risultati se si provvede con la maggiore diligenza alla loro copertura di protezione con garza di cotone: si trapiantano le piantine in maggio-giugno, andando ad occupare il posto del rinnovo. V'ha chi pone le piantine direttamente a dimora, alla distanza di m. 0.85 e di m. 0.90 in quadro; v'ha invece chi forma la cosidetta pracetta, dalla quale, più innanzi, verranno portate a dimora. Questa pratica reca un sensi- bile aggravio di mano d'opera, nonostante si riscontra molta riluttanza all'ab- bandono di essa. Non deve credersi che ciò sia dovuto a quello spirito di av- versione alle innovazioni, di cui tanto si fa addebito ai coloni, e pel quale i nostri economisti più volte hanno criticato la forma di conduzione a mezzadria; la pratica della pracetta persiste nella discordanza dei risultati ottenuti col tra- pianto a dimora. La cattiva preparazione del semenzaio e la semina troppo fitta conducono sovente ad avere piantine troppo deboli; non essendo state ese- guite in tempo utile le lavorazioni del terreno, talora per la natura stessa del terreno, come per l'andamento delle stagioni, non si offre un ambiente il quale è necessario a piantine provenienti dal semenzaio a letto-semicaldo: la pratica della pracetta ovvia talvolta a conseguenze dannose al trapianto. Seguono le solite sarchiature, la rincalzatura, la cimatura, la spollonatura , la sbranciola- tura alta e in fine si procede alla raccolta. La maturazione non avviene per tutte le foglie contemporaneamente e si provvede alla raccolta frazionata, staccandole dal periodo che va dall'agosto al settembre. Se, fino ad oggi, il tabacco si è conosciuto nella zona soltanto come col- tura di rinnovo non è detto che, in seguito, non possa divenire anche coltura 246 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI intercalare, col trapianto a dimora subito dopo la rottura delle stoppie, come è già stato felicemente sperimentato ed introdotto in zone limitrofe. Sono in corso esperienze nei poderi della Scuola agraria di Città di Castello e in altre località per conto della Fattoria autonoma locale, per assodare se la coltiva- zione del tabacco di secondo raccolto può essere esercitata convenientemente anche in questa zona. Interessante sarebbe esaminare lo sviluppo preso dalla coltivazione nel de- corso degli anni a mezzo dei dati ricavabili dalle Agenzie di S. Sepolcro, S. Giustino, dalla Fattoria autonoma di Città di Castello e dalla concessione in- dustriate Bosi vS. Sepolcro), per farsi un'idea dell'incremento raggiunto da tale coltivazione. Al fine di non togliere soverchio spazio al giornale, mi limito all'esame della sola Fattoria autonoma di Città di Castello, più che sufficiente ad illuminarci. La Fattoria autonoma di Citià di Castello, sorta per idea del comm. Sajler, il quale incoraggiò il primo esperimento di coltivazione in concorso collo Stato nel 1909, e consolidatasi nel 1911 con la costituzione di una società fra pro- prietari e coloni coltivatori per esercitare l'industria della stagionatura, con- tribuì largamente al rapido espandersi della coltura in specie nel comune di Città di Castello, cosi che il tabacco ricavato e lavorato dalla Fattoria auto- noma raggiunse i seguenti quantitativi: dal 1911 al '918 una media di ql. 452,43, 1919 ql. 1273,92; 1920 ql. 2575,88; 1921 ql. 2431,75; nel 19.12 è preventivata una lavorazione di ql. 5000. La produzione media ad ettaro e i prezzi al ql. del tabacco consegnato dai coltivatori alla fattoria stessa furono i seguenti: Prezzi medi produzione media peso medio al q.le (*; per ettaro di una foglia gr. 1911 66.72 12.03 '7-5 1912 76.40 12.52 16.Ó 1913 7945 '3-34 l64 1914 75.72 11.77 15.6 1915 76.71 10.21 13.0 1916 90.61 13.91 19.7 1917 i'5-57 ,T-35 '4-3 1918 101.90 1 1 .59 1 5.2 1919 250.91 12.44 '4-5 1920 460.06 '4-°5 '6.6 1921 521.55 11.46 148 1922 540. — 12. — 15.0 Da qui si ricava come nel 191 1 i coltivatori avessero una rendita lorda ad ettaro, per tabacco consegnato in fascicoli di L. 802 64, la quale ha rag- giunto nel 1921 la ragguardevole cifra di L. 5976,96 tenendo presente che la produzione media ad Ha del 191,1 fu superiore di mezzo ql. a quella del 1921, e ciò a causa della siccità di questa annata. La massima produzione ad Ha. fu invece raggiunta nel 1920 con una media di ql. 14.05, che a! prezzo medio di (*) compreso i frasami, non compreso il premio di incremento. BOLLETTINO, TECNICO . , , '247 L. 460,06, dette una reddita lorda ad Ha. L. 6463.84 superiore cioè al prece- dente anno. Se si tiene Conto inoltre della successiva lavorazione e confezione in colli, ossia di quella che più strettamente rappresenta la parte industriale della produzione, vediamo che la rendita lorda ad Ha. sale — prendendo le so- lite-produzioni medie' annuali — a L. 6453,99 per l'anno 1911 e a L,. .8064 per l'anno 1921, da cui derivano per differenza i relativi benefici industriali Ioidi di L. 240.35 e L. 2087.04 per i rispettivi anni. La fattoria autonoma di Città di Castello ritirava solo tabacco in • fasci- coli. Al fine di rendere più continuativo il lavoro ed evitare un temporaneo licenziamento dei suoi operai — attualmente 16 uomini e 90 donne, che si rad- doppieranno l'anno prossimo — nel periodo di minor lavoro, cioè 1' estivo1, la Fattoria ha intrapreso da tre anni la cura della bassa foglia; in più quest'anno farà il primo esperimento del ritiro del tabacco allo stato verde ed a tale scopo ha costruito appositi locali ex novo capaci di aumentare la potenzialità lavora- tiva, che permetterà il ritiro del tabacco verde proveniente dalle 75 coltiva- zioni prenotate per quest'anno, sommanti una superficie di 35 Ha. Non v'è dubbio che sulT incremento della coltivazione hanno . influito gli alti redditi di cui è capace tale coltura, per gli aumenti di prezzo di quest'ul- timi anni. Ma è innegabile però che la costituzione della Fattoria autonoma fra coltivatori i quali , : addossandosi anche la parte industriale , . hanno reso maggiori benefici che derivano da una tale coltivazione, ha servito nella zona ad allettare anche i più pigri e i più refrattari all'introduzione della coltiva- zione del tabacco. • La coltivazione del tabacco nel medio Friuli. — I. Porta. Da « L'Agri- coltura Friulana » Anno I, N. 39, Udine, 24 Settembre 1922. ■ Anche nel medio Friuli va introducendosi la coltura del tabaccò, pianta industriale suscettibile di elevati redditi per sé stessa e per i benefici indiretti che arreca al frumento che le tiene dietro. L'anno scorso, per opera della Se- zione di Odine della' Cattedra- Arnbulanté di Agricoltura, venne fatto un .espe- rimento col tabacco Kentucky nel comune^di Martignacco. Trattavasi di poctie pertiche di terreno. L' esperimento ebb? luogo nelle peggiori condizioni:, im- pianto ritardato, mancanza di piantine, che furono . dovute portare in gran parte dal Goriziano, siccità ostinata Malgrado ciò i risultati furono quanto mai lusinghieri; sta a dimostrarlo il notevole aumento dei coltivatori e della super- ficie investita a tabacco in questo anno. Ecco infatti come risulta ripartita la coltura nell'annata corrente: 248 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI COMUNE DI Colti- vatori Superficie Ettari Numero piante Martignacco 26 4.8600 59744 Coseano 1 0.7900 10072 Dignano al Tagliamento .... 2 0.5200 « 6i43 Pasian Schiavonesco . . 3 0.9200 10345 Colloredo di Montalbano .... 4 0.4900 5554 Pagnacco 3 0.3600 3872 Fagagna 20 3.5800 42620 59 1 1.5200 '38350 Quest' anno, dalla coltivazione di esperimento, si passò alla coltivazione per concessione speciale. La coltura di quest'anno si presenta sotto i migliori auspici e la grande mag- gioranza dei coltivatori se ne mostrano pienamente soddisfatti. All'inizio della vegetazione si ebbero a riscontrare danni di una certa entità dovuti alla bissala (Agrotis), che rese necessario il rinnovamento di parecchie piantine Qualche danno si ebbe pure recentemente a Colloredo di Montalbano per opera della grandine. Lo sviluppo delle piante, malgrado la siccità, è stato in generale rigoglio- sissimo. I lavori colturali non si mostrarono superiori a quelli del granoturco, se si faccia eccezione delle operazioni di asportazione dei rigetti dopo la cima- tura. Né la tanto temuta Finanza ha dato noia agli onesti. La coltivazione venne sempre seguita con solerzia da parte dei tecnici dell' Ufficio di coltiva- zione tabacchi. Per la coltivazione e l'industria del tabacco; studi promossi dall'Unione Nazionale delle Cattedre di agricoltura. - Dott. M. Plosa. Da « // Giornale d'Italia Agricolo » Anno V, N° 14, Roma, 15 Ottobre 1922. Il Convegno di studi per la tabacchicoltura, organizzato dall'Unione delle Cattedre ambulanti di agricoltura, si è svolto regolarmente dal 27 settembre al 2 ottobre. Al Convegno hanno partecipato, oltre al prof. Fileni che ne aveva la dire- zione, il prof. Gori-Montanelli direttore della Cattedra ambulante di agricoltura di Firenze, il prof. Neppi di quella di Ferrara, il prof. Garavini di Siena, il prof. Bertani-Tomei di Urbino, il prof. Mazzei di Cesena, il prof. Jelmoni di Treviso, il prof. Di Mattei di Siracusa, il prof. Bendandi di Ravenna, il dott. De Marzi di Este, il dott. Carini di Brescia, il dott. Plosa di Cremona. Gli intervenuti riunitisi alla Cattedra ambulante di Firenze, si recarono nel mattino del 27 alla Direzione Compartimentale per la coltivazione dei Ta- bacchi, ove il direttore superiore dott. cav. Jetta trattò, in una dotta relazione, dei problemi principali inerenti alla tabacchicoltura. Dopo una breve premessa sull'inizio della coltivazione dei tabacchi pesanti, che ebbe luogo in Toscana, parlò diffusamente dello stato attuale della coltivazione, della necessità di prov- BOLLETTINO TECNICO 249 vedere, con le nostre coltivazioni, al fabbisogno nazionale, delle direttive se- guite dall'Amministrazione dei Monopoli per raggiungere questo obbiettivo, ed infine della urgenza di studiare a fondo il problema dell'esportazione. Problema che assume già oggi una grande importanza in quanto una parte dei tabacchi pesanti prodotti in Italia ( foglie basilari ) non sono adatti per la confezione dei nostri sigari e non sono che in parte assorbiti per la produzione dei trin- ciati; e che assumerà una importanza capitale in un prossimo domani quando la produzione dei tabacchi sarà esuberante al consumo nazionale. Seguì una cordiale discussione per la risoluzione di quesiti speciali for- mulati dai presenti. Nel pomeriggio fu visitata la fattoria di Fucecchio del principe Don Fi- lippo Corsini; nel giorno successivo la fattoria di Barbialla del conte ing. Giu- seppe Rasponi Dalle Teste e quella di Collegalli della Società anonima beni mobili ed immobili. L' azienda di Barbialla rappresenta la prima concessione sorta in Italia (1903) ed è costituita da 49 locali di cura; quella di Fucecchio comprende 46 locali di cura; quella di Collegalli 41. Tutte poi sono provviste del relativo magazzino generale per il confezionamento in colli e per il depo- sito del tabacco in botte. (Queste fattorie sono tipiche della Toscana in cui vige la mezzadria. 11 mezzadro coltiva il tabacco, il proprietario costruisce i locali di cura; le spese per l'essiccamento e per la confezione in colli sono sostenute in parte dal mezzadro ed in parte dal proprietario ed il ricavo dalla vendita viene diviso tra loro secondo determinati rapporti. In queste visite i cattedratici furono guidati dal cav. Jetta, dal dott. Martinazzoli direttore tecnico e dal sig. Nezi capotecnico della Direzione di Firenze, i quali fornirono le necessarie spie- gazioni. La comitiva proseguì quindi per Pisa ove, nella giornata del 29, visitò la Cooperativa Pisana Tabacchicultori e la Società di coltivazione ed essiccamento tabacco Pietro Malenotti e C. ; la prima situata a Riglione, la seconda a Bagni di S. Giuliano. Le delucidazioni sul funzionamento delle due Società delle quali la seconda è un complemento della prima furono date dal sig. Malenotti, dal cav. Jetta, dal cav. Salvadori presidente della Cooperativa, dal prof. Rasetti direttore della Cattedra di agricoltura di Pisa. I visitatori ebbero modo di conosere e di ap- prezzare la perfetta organizzazione delle due società, i sistemi pratici e nello stesso tempo geniali per il trasporto del tabacco allo stato verde da distanze rilevanti. Alla sera la comitiva partì per Scafati e la giornata del 30 fu dedicata alla visita di quell'Istituto sperimentale per la coltivazione dei tabacchi «Leo- nardo Angeloni ». Ricevuti dal direttore superiore dottor Donadoni e dai suoi egregi collabo- ratori, ebbero dapprima una interessantissima relazione del direttore stesso intorno all'origine dell'Istituto e al funzionamento odierno; ebbero conoscenza dei vari reparti in cui è diviso l'Istituto: agrario, industriale e scienlifico-didat- tico, e poterono formarsi un concetto esatto del modo col quale l'Istituto svolge la sua attività. Passarono poi alla visita della manifattura, e qui poterono se- guire tutte le varie fasi attraverso le quali passa il tabacco prima di giungere al consumatore. S'intrattennero in seguito a lungo intorno al sistema di cura ideato dal prof. Angeloni e che ora viene sperimentato su larga scala ed intorno ad uno studio sull'insilamento del tabacco verde. Sono due studi interessantis- 250 K. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI simi che, se daranno risultati favorevoli, porteranno un notevolissimo contributo alla coltivazione del tabacco. Rimanevano da visitare i campi sperimentali e precisamente : il campo botanico nel quale sono coltivate circa 1300 varietà di tabacco provenienti da tutte le località in cui è coltivata questa solanacea, e il campo vero di prova nel quale sono coltivate quelle varietà italiane che sono suscettibili di avere uno sviluppo industriale. Ma la pioggia insistente non ha permesso che una visita sommaria. 11 i° di ottobre i cattedratici visitarono gli stabilimenti del Salernitano e precisamente quello del dottor Geritola a Pontecagnano e quello della Società Agricola Industriale Salernitana. Il primo è costituito da 18 locali per la cura a fuoco diretto del tabacco che viene acquistato allo stato verde dai coltivatori , con annesso magazzino generale. I visitatori hanno potuto ammirare, oltre ad una perfetta organizza- zione, anche un tentativo audace tendente ad esperimentare un sistema nuovo ed ingegnoso di essiccamento del tabacco in brevissimo periodo di tempo, mediante un ben ideato sistema di ventilazione alternato col riscaldamento. Lo stabilimento della Società Agricola Industriale Salernitana, della quale è presidente il signor Gerardo Alfuni, cavaliere del Lavoro, e direttore tecnico l'ing. Biagi, è quasi esclusivamente adibito alla sperimentazione in grande stile del sistema a cura del tabacco ideato dal prof. Angeloni. Gli impianti sono imponenti, il capitale investito ammonta a parecchi milioni. L'impianto per l'ingiallimento della foglia di tabacco, le vasche per la macerazione , i locali per il prosciugamento, le camere nelle quali il tabacco subisce le necessarie fermentazioni sono stati visitati minutamente dai catte- dratici ed illustrati con profonda conoscenza dall'ing. Biagi, che ne fu l'ideatore ed il costruttore, dal dottor cav. Francucci direttore superiore del comparti- mento di Cava dei Tirreni, dal prof. Maymone , direttore della Cattedra di agricoltura di Salerno. Dopo una visita, eseguita nel pomeriggio, alla tenuta del cav. Alfani il convegno si sciolse lasciando nei cattedratici un corredo di cognizioni di cui sapranno far tesoro nell'organizzare lo sviluppo della coltivazione del tabacco nelle varie provincie rappresentate. E superfluo aggiungere che dovunque il gruppo di studiosi ebbe le più cordiali accoglienze; i valorosi tecnici dell'Amministrazione dei tabacchi furono sempre a disposizione, infaticabili nel corrispondere alle continue richieste che ognuno rivolgeva loro per risolvere i dubbi e, precisare elementi tecnici ed eco- nomici applicabili alle rispettive zone. La riconoscenza per così favorevole assistenza fu manifestata in tutte le occasioni in cui i cattedratici e funzionari si trovarono riuniti, col più simpa- tico affiatamento; non mancarono intese per intensificare fra Cattedre e Dire- zioni compartimentali il necessario lavoro per la razionale diffusione della tabac- chicoltura industriale, e il direttore prof. Fileni, rendendosi interprete del comune sentimento, ebbe più volte occasione d'i affermare che le Cattedre saranno sempre disposte ad assecondare i nobili sfòrzi dell' Amministrazione centrale e degli uthei locali del monopolio per conseguire la meta ultima di affrancare l'Italia dalla importazione di tabacco dall'estero e di avviarla invece ad una pos- sibile proficua esportazione. Da Scafati fu inviato per telegrafo un ringraziamento alla Direzione gene- rale dei monopoli industriali. BOLLETTINO TECNICO 251 Il tabacco e la grandine. — D. Pinolw. Da « // Villaggio ed i Campi » Anno XLVII, N° 27, Milano - Roma, 8 Luglio 1922. Il tabacco va acquistando sempre maggiore importanza nell' agricoltura italiana, estendendosene sempre più la coltivazione. Essendo le foglie quelle che costituiscono il prodotto, ed avendo un ampio sviluppo, subiscono sensibili danni ogni qualvolta la grandine cade, anche se in piccola quantità. Quando la grandine colpisce la pianta nel suo primo sviluppo, cioè poco dopo il trapiantamento e l'attechimento (come sarebbe appunto il caso di una grandinata in questi giorni), allora conviene reciderla al piede, affinchè possa prontamente ripullulare, svilupparsi a dovere e dare un soddisfacente risultato. In questo caso il danno può ridursi alle foglie basilari classificate nell'ultima categoria (minore prezzo). In questa stagione viene ad oscillare fra il 5 ed il 19 per 100. tanto più se si deve fare la sostituzione di parecchie piante. Alla fine di giugno od al principio di luglio le piante possono avere rag- giunto un discreto sviluppo e le foglie della terza classe sono diggià comparse ed hanno raggiunto un certo sviluppo. In tal caso — sempre che la grandine non sia eccessiva e presentante carattere distruttivo — il danno può valutarsi del 20 per 100, o poco più, computando anche l'arresto di vegetazione. Se però le foglie non presentano che semplici fori in due o più punti, senza che ne sia lesa la nervatura principale, allora il danno si riduce alla metà, cioè dal io al 12 per 100. Verso la metà di luglio compaiono le foglie della seconda classe , vale a dire quelle che sorgono dalla seconda corona dell'apicale. Se la grandine non produce sulle foglie che due o tre fori senza ledere la nervatura principale, allora il danno è dato dal passaggio alla classe immediatamente inferiore (3-a); mentre si debbono ascrivere all'ultima classe (q.a) se i buchi sono in numero di 4 o più. Se le nervature sono rotte od ampiamente frastagliate, si possono ritenere perdute. Se anche il frastagliamento è limitato, la perdita delle foglie si può ritenere completa, potendo il coltivatore eseguire fraudolentemente le sfrangia- ture, indipendentemente dalla grandine, ed il personale tecnico delle Privative ne ordina la distruzione. In questo periodo il danno si deve considerare sempre grave, dovendo eli- minare tutte le foglie pressocchè distrutte, onde quelle apicali, che sono le ulti- me a comparire ma che costituiscono la prima classe, cioè quelle che si pagano ad un prezzo più elevato, possano meglio svilupparsi. Allora il danno, tenuto conto anche dell'arresto di vegetazione e della totale distruzione delle tre classi di foglie, oscilla dal 60 al 70 per cento. Alla fine di luglio nascono e si sviluppano le foglie apicali, costituenti la prima classe. In queste condizioni il danno causato dalla grandine, può essere totale se si constata la rottura delle foglie; mentre è parziale se le foglie pre- sentano bucature non superiori a tre. In questo caso avviene il passaggio da una categoria all'altra. Il declassamento è più rigoroso per le foglie apicali. Nella prima metà di agosto la pianta raggiunge il completo sviluppo ed in questo periodo la grandine può cagionare il maggior danno. Se vengono rotte le nervature principali, se evvi una sentita sfrangiatura, allora il danno è totale. 252 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI Se si constatano semplici perforazioni, e queste in un numero non supe- riore a tre per ogni foglia, si ha invece deprezzamento, facendo passare le foglie, ad una classe immediatamente inferiore od anche di due classi, qualora le perforazioni fossero più rilevanti. Il deprezzamento ha il suo maggiore rigore nelle foglie della prima classe, ed un pò meno per quelle della seconda. Quando una coltivazione di tabacco è fortemente danneggiata dalla gran- dine, il verificatore delle Privative ne ordina la distruzione. Volendo valutare il danno prodotto da una grandinata, si può procedere nel seguente modo. Si contano foglie e piante: per le prime si enumerano quelle completamente distrutte , quelle che hanno più di tre fori o lacerate e quelle che ne hanno meno di tre. Alle prime si dà il danno totale di (100); alle se- conde si fa il passaggio di due classi applicando un danno di circa il 60 per cento; per le altre si fa il passaggio di una classe sola, cioè il 30 per cento. Quando il numero dei fori risulti limitato e con piccolo diametro, per modo da non provocare un declassamento, allora il danno non è più il 30, ma il 15 per 100. Come ben si comprende, la percentuale, dipendendo diret- tamente dal prezzo stabilito, va ad ogni classe applicato il prezzo corrispon- dente per ottenere la percentualità cercata. I tabacchi gialli 0 levantini nel Salendo. — DoTr. A Di Donfrancesco.— Da « // Giornale d'Italia Agricolo » Anno V, n. 43, Roma, 29 ottobre 1922. Convinto che non sia stata prospettata ancora, in tutta la sua interezza, la importanza che ha nel Leccese la cultura e la produzione del tabacco le- vantino, sia che la si voglia considerare da un lato economico-agrario stret- tamente regionale, sia dal lato generale dell'economia nazionale, rassegno alla stampa queste mie note, allo scopo di giovare all'argomento. Per brevità non accennerò alla storia dello sviluppo di questa cultura, che, come dirò in seguito, ha contribuito, più di qualunque altra, al graduale benessere di proprietari e contadini, specie in alcune zone molto povere, in un recente passato. Presentemente, nella quasi totalità dei paesi che si contano numerosi da Lecce al Capo di Leuca, la fonte prima di benessere è il tabacco. Per chiarire tale affermazione è bene accennare che in tale zona l'indice demografico è alto ed i terreni non danno, nella forma ordinaria di sfrutta- mento, un profitto paragonabile a quello dato dalla cultura dei levantini. Delle eccezioni vi sono e sono fornite da terreni di ristrette zone, dove la vite an- cora attraverso le insidie della fillossera, vive o, ricostruita su ceppo americano, prospera e produce, e da altre, ristrette anche esse, dove l'oliveto è molto fertile. Meno tali eccezioni i terreni nella loro grande maggioranza si presen- tano spesso con roccia affiorante o quasi e prevalentemente sabbiosi o calcari, poveri di humus ed aridi. II tabacco levantino che resiste all'ardore estivo ed entro certi limiti se ne giova, trova qui l'ambiente adatto al suo sviluppo e, quando la sua pian- tagione è anticipata, può rendere bene anche in annate, come questa in corso, nella quale la siccità è estrema. In annate poi favorevoli, il suo prodotto lordo è effettivamente elevato e può raggiungere e sorpassare lo stesso valore fon- diario del terreno. Bollettino tecnico 253 Generalmente il proprietario svolge la sua coltivazione a mezzadria, ma non mancano quelli che la conducono in economia. Dal suo inizio la cultura si è grandemente estesa ed assorbe la quasi to- talità della mano d'opera femminile tutto l'anno ed in alcuni periodi buona parte di quella maschile. Questa bella cultura dà a tutti lavoro e, se costa molta attenzione, richiede poca fatica. Anche i bambini trovano da applicare il loro tempo in forma rimunerativa senza affaticarsi , infilzando la foglia raccolta. Meno la preparazione del terreno, tutte le altre operazioni culturali pos- sono essere praticate da donne. La piantagione a dimora impiega dall'aprile alla metà di maggio tutti coloro che hanno voglia di lavorare, anzi, in alcune zone, occorre importare da altre le operaie, che per la loro sveltezza danno un maggiore rendimento. Viene dopo la sarchiatura e quindi la raccolta che dura a metà settembre. La mano d'opera continua in questo periodo ad essere molto richiesta e ben pagata. Nell'autunno il prodotto rimesso in casse viene ceduto ai conces- sionari. Si inizia così, con lo spianamento, cernita ed àilestimento in colli della foglia, la fase industriale del tabacco che necessita di largo impiego di donne, il cui salario arriva spesso a prezzi proibitivi. Numerose più del necessario sono le ditte concessionarie: trecento circa. Oggi è raro un villaggio, per quanto piccolo, ove non sia un concessionario. Per questa industria gli antichi castelli medioevali, cadenti dall'abbandono e dal tempo e dimora eletta dei gheppi e dei gufi, sono stati riattati ed alle- stiti in magazzini, dove ferve il lavoro di centinaia di donne. Ne sono stati costruiti anche dei nuovi e con criteri razionali. Infine i locali di cura, giovandosi delle agevolazioni dello Stato, sono sorti numerosi nelle campagne. Tutto ciò ha determinato un impiego di tutte le categorie operaie , che hanno raggiunto salari mai sperati e continuità nel loro impiego. In conclusione si può affermare che il benessere di cui gode il basso Lec- cese, lo si deve al tabacco. Qualunque lode e riconoscimento si faccia a tutti coloro che contribuirono alla introduzione ed allo sviluppo di questa cultura, è ben poco di fronte all'immenso beneficio che resero al paese. E' doveroso ricordare gli onorevoli Pisanelli , Pellegrino , De Donno , il principe di Tricase, e tra i tecnici il Comes, il Bondi, l'Aliprandi, il Gandioto, il Sailer. Tabacco ed igiene. — Dorr. Mauro Gioseffi. Da « L'Istria Agricola » Anno II, N.i 20 e 21, Parenzo, 30 Ottobre e 20 Novembre 1922. Il tabacco appartiene alle sostanze cosidette voluttuarie. Il fumo è formato dai prodotti di combustione e di distillazione della foglia e contiene oltre alla nicotina, basi di piridina, acido prussico, ammoniaca, idrogeno solforato, mo- nossido e biossido di carbonio, formaldeide e pinolo. L'azione del fumo è varia a seconda della forza del tabacco e della sensibilità dell'individuo. Un fuma- tore moderato dapprincipio non risente un danno che si appalesa più tardi. Gli avvelenamenti da tabacco più frequenti sono dovuti all'uso del tabacco da fumo, specie negli individui che hanno la pericolosa abitudine di masticare il tabacco od i sigari. 254 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI I fumatori si intossicano così per due vie, da una parte con le sostanze che si sciolgono tenendo in bocca il sigaro, la sigaretta o la pipa, dall'altra col fumo, cioè con i prodotti di combustione del tabacco, i quali penetrano nelle vie aeree. Facendo uso di pipe, molti di questi prodotti si depongono sulla super- fìcie interna della canna e non sono perciò assorbiti che in parte. Si evita anche la soluzione nella saliva delle sostanze tossiche che impregnano la foglia. Per questi motivi l'uso della pipa sembra molto più igienico di quello dei sigari e delle sigarette. Le pipe corte però sono da riprovarsi. Le migliori sono quelle che si compongono di una cannetta d'argilla e di un tubo lungo di legno tenero, quale quello di marasca o di gelsomino, oppure le pipe turche. Il fumo percorrendo il tubo si raffredda e deposita una parte delle sostanze nocive. Il fumatore di sigari e sigarette al contrario ha le labbra in contatto diretto col tabacco, di cui assorbe il succo ed il fumo senza quella specie di nitrazione intermedia e preventiva che si determina nel tubo della pipa. La miglior prova, che questa dal punto di vista igienico, deve essere preferita sta nel fatto che i fumatori prudenti di sigari e sigarette non possono fare a meno del bocchino ed il bocchino non è che un omaggio.... reso dal sigaro e dalla sigaretta alla pipa. Interponendo nel bocchino un batuffoletto di ovatta idro- fila, vengono arrestate le particelle di carbone ed una parte degli altri elementi dei quali abbiamo parlato. Questo uso riesce quindi di utilità notevole. U avvelenamento acuto da tabacco. Nell'avvelenamento acuto da tabacco si hanno un pallore del viso, sudori alla fronte ed alle mani, polso piccolo lento e raro, respiro difficile, ansia, ver- tigini, lipotimie (svenimenti), stati ansiosi, salivazione, dolori dell' epicastrio, nausee, vomito, coliche, diarree. Se l'avvelenamento è stato leggero, tutto scompare in breve. Quando l'in- tossica mento è più intenso, si ha perdita di coscienza, polso piccolissimo, per- dita involontaria di orine e feci, deliri, accessi tetani formi, irregolarità del polso e del respiro, colasso ed anche la morte. In seguito a masticazione di tabacco si ha anche abbondante salivazione (scialorrea) accompagnata da restringimento della pupilla e crampo della accomodazione. L'intossic amento cronico. Nell'intossicamento cronico che si osserva nei fumatori abituati ed impe- nitenti di tabacco dopo una serie di anni si hanno tremori, astenia, insonnia, sindromi simili alla tabe (pseudotabe nicotinica ) disturbi gastro intestinali, ca- tarro cronico del faringe e del laringe, disturbi visivi (cosidetta ambliopia da tabacco) e sopra tutto non tardano a manifestarsi accessi di cardiopalmo e l'angina di petto. Il tabacco non è dannoso solo per chi lo fuma, ma anche per chi è obbli- gato a respirare in ambienti saturi di fumo. 1 prodotti nocivi del fumo penetrando negli alveoli polmonari vengono assorbiti in quantità ben maggiore del fumo che, aspirato per bocca viene poi espulso. BOLLETTINO TECNICO 255 L'angina di petto. La nicotina, alcaloide volatile velenosissimo, la cui tossicità si avvicina in quella dell' acido prussico, sembra avere la parte più importante nel determi- nare l'angina di petto. Dosi di 0.001-0.003 di nicotina sono già sufficienti per dare all'uomo segni di avvelenamento. L'azione della nicotina non si limita alle sole fibre cardiache, ma si estende anche ai vasi sanguigni, portando così ad un aumento di pressione. Dapprincipio le turbe cardiache possono essere puramente funzionali e regredire abolendo l'uso del fumo. Esse si manifestano con un senso di molestia e di oppressione al torace, specialmente alla regione sternale e dell'ino cardiaco, irradiantesi lungo il plesso brachiale nell'estremità superiore di sinistra fino alle dita. Questa forma è causata da un crampo delle così dette arterie coronarie che sono le arterie nutritizie del muscolo cardiaco. Tale forma però col tempo si trasforma nella vera angina pectoris in seguito a sclerosi (rincalcimento) delle pareti arteriose ed a completare il quadro cli- nico dell' intossicamento sopravvengono fatti gravi di sclerosi delle coronarie con alterazioni del muscolo cardiaco che conducono anche alla morte. Non mancano a manifestarsi nell'intossicamento nicotinico tali sindromi anche per l'azione concomitante di due altri fattori così frequentemente associati in triste connubio, V alcool e la sifilide. Cause frequenti occasionali dell'accesso di angina di petto od accesso ote- nocardico sono gli sforzi corporei, quali il cammino rapido, massime se contro il vento od in salita ed a stomaco pieno, il sollevare dei pesi, gli sforzi della defecazione, della tosse, talvolta anche le azioni termiche, specialmente a freddo. L'accesso può però aversi anche in completo riposo nel sonno. Importante nella cura è sopra tutto il trattamento igienico, l'astensione dal tabacco, dall'alcool, dai piaceri venerei. // tabacco come disinfettante. t Dobbiamo al Puntoni (Roma) le più recenti ricerche in proposito. Le va- rie qualità di tabacco provate dal Puntoni (sigari toscani, sigarette macedonia, trinciato forte) hanno dimostrato un potere disinfettante in vitro presso a poco uguale in relazione al peso del tabacco adoperato. I sigari toscani denicoti- nizzati hanno agito fortemente come quelli comuni. La sostanza battericida contenuta nel fumo sopracitato oltre ai prodotti catramosi ed alla nicotina contiene formaldeide e pirrolo, la cui azione battericida come componente il fumo , fino ad oggi ignota è messa in rilievo dal Puntoni. Questo però in teoria. In pratica una anione disinfettante del fumo nella cavità orale si ha solo pei microbi di debolissima resistenza e con forti quantità di tabacco fumate. Il vibrione colerico, il meningococco (l'agente patogeno della meningite cerebrospinale epidermica) sono forse, conclude il Puntoni, gli unici microbi che possono essere uccisi nella bocca dal fumo del tabacco. Non è possibile invece pensare alla distruzione del bacillo tifico, del difterico e dei piogeni (germi della suppurazione), perchè il più debole di essi che è il bacillo tifico, non viene ucciso nemmeno dopo un'ora e per l'azione di tre interi sigari to- scani. Ed in riguardo al bacillo della tubercolosi si può con certezza affermare ^56 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI che la sua nota resistenza generale lo mette in grado di sfidare le abitudini dei più inveterati fumatori. Poiché l'azione del fumo si manifesta in modo così limitato nella bocca, ove la sua concentrazione raggiunge proporzioni notevoli, non è possibile am- mettere che qualsiasi potere disinfettante possa per esso manifestarsi nel naso o nei bronchi in seguito ad aspirazione o nello stomaco in seguito a deglu- tizione. // tabacco come insetticida. Mellanah ha trovato utile il tabacco per liberare gli ambienti dalle pulci; spargendolo sul pavimento distrugge tutte le pulci ed ha azione continuativa su quelle che vi penetrano dopo. Sino a quando sul pavimento si tiene sparso il tabacco, l'infestazione non è possibile. E' interessante ricordare i risultati ottenuti nella profilassi contro la peste che appunto è trasmessa mediante le pulci. In una stessa casa negli ambienti protetti con il tabacco non si sono avuti casi di peste, mentre in altri ambienti non protetti tutta una famiglia ammalò di peste. Su 32 case in zona infetta , nelle quali venne applicato il tabacco, l'infezione si sviluppò in una casa sola, mentre in 52 case della stessa località non protette contro le pulci mediante il tabacco, se ne ammalarono sette. L'amministrazione dei monopoli industriale ha indrodotto ora un nuovo prodotto secondario del tabacco per uso insetticida, sotto la denominazione « Residui nicotinosi di tabacco » che ha posto in vendita al prezzo di lire 3 il chil. // tabacco dal punto di vista dell' 'economia nazionale e dell'igiene sociale. La produzione del tabacco in Italia ha subito nel dopoguerra un conside- revole aumento da 8,6 milioni di tonnellate (media per il 1914-1918 ) salì a 9,6 milioni di tonnellate nel 1919 ed a 12,5 milioni di tonnellate nel 1921, mentre altrettanto subì invece una diminuzione la produzione nella nazione sorella, nella Francia: da 18,4 milioni di tonnellate quale era la produzione media per gli anni 1914-1918 scese a 15,7 (compresa l'Alsazia Lorena) nel 1 9 1 9 ed a 13,2 (esclusa l'Alsazia Lorena) nel 1920. Il gettito dovuto al monopolio del tabacco era salito nel 1917-1918 a 835,3 milioni di Lire e nella sola Ve- nezia Giulia salì nell'esercizio finanziario 1920-1921 a 100,501,750 Lire. L'industria del tabacco tiene occupata una popolazione (esclusi i coltiva- tori) che si aggira attorno i 25,000 operai, per la massima parte è costituita da donne le quali attendono alla vera e propria manipolazione del tabacco, mentre gli uomini poco più di qualche migliaio sono operai addetti ai lavori di facchinaggio. Da una relazione del prof. Celli al ministero delle Finanze sappiamo che la mortalità e la morbosità delle lavoratrici del tabacco non sono superiori a quelle delle altre operaie ed anche perciò che riguarda gli aborti non c'è nes- suna differenza essenziale. Da una manifattura all'altra si sono notati forti differenze, le quali fanno escludere che intervengano una mortalità ed una morbosità professionali. Resta così sfatata la leggenda che la lavorazione del BOLLETTINO TECNICO 257 tabacco da per se stessa sia tanto nociva alla salute come ritenevasi. Le con- dizioni igienico-sanitarie nelle manifatture tabacchi sono oggi notevolmente migliorate. Le deficenze igienico-sanitarie che di certo non mancano nelle operaie sono dovute alle condizioni familiari delle operaie, alla vita che que- ste conducono fuori dell'ambiente di lavoro. Sta nell'interesse dello Stato, che i fumatori i quali alimentano col fumo questa industria spendendo centinaia di milioni, vivano più a lungo possibile. Si è tentato perciò di preparare i sigari con estratti di origano per impedire il passaggio della nicotina. Abbiamo accennato all'uso delle pipe che conten- gono un battuffolo di cotone idrofilo, rinnovabile ogni volta che si fuma, il quale fermi, come un filtro, i principi! nocivi del tabacco. Un altro metodo è suggerito dall'Ambiel. Egli consiglia l'aggiunta di stami di farfaro al tabacco. Il tabacco così trattato non solo conserverebbe il suo aroma, ma anzi acqui- sterebbe il delizioso sapore delle più fine e bionde sigarette di Oriente. Quale sia l'azione del farfaro egli ignora. Ricorda però come il farfaro , pianta dal fiore giallo che cresce comunemente sui margini delle strade, sulle rovine, nei luoghi coltivati, che ama 1' umidità , e non teme neppure il gelo, serve come sciroppo contro la tosse, come cataplasma, e le sue foglie fumate come tabacco, calmano il mal di denti. La guerra ha dato una spinta impressionante al tabagismo tra i giova- netti. La legge danese, inglese e quella giapponese interdice ai ragazzi che abbiano meno di \6 anni di fumare in pubblico. Gli igienisti americani hanno compreso come conviene lasciare gli adulti alla loro sorte. E' inutile illudersi che si possa impedire a qualcuno di fumare minacciandogli l'angina pectoris, l'arteriosclerosi. A frenare l'abuso nicotinico così frequentemente associato a quello alcoo- lico ed al venereo valga la meditazione del seguente specchietto : Morti per angina pectoris Morti per malattie delle arterie e cangrena senile degli arti cifra proporzio- Anno in cifra nale a in cifra. cifra proporzio- assoluta 1 milione di abitanti assoluta nale a 1 milione di abitanti 1900 589 18 7-575 234 1901 380 18 7-5 '9 231 1902 638 20 7.681 235 1903 635 •9 7-945 242 1904 666 20 8.436 256 '9°5 782 24 9.765 294 1906 738 22 8.850 266 1907 764 23 10.085 301 1908 802 »? 10,880 322 1909 914 27 12.349 368 1910 916 27 1 1.Q30 347 1911 1032 30 12.681 366 1912 952 27 1 1 .993 342 1913 966 27 12. 1 17 322 |Q'4' 1 123 3' 11.554 322 1913 "44 31 1 2.016 331 IQIÒ 1138 — . — — 10 258 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TARACCHI E' un fatto epidemiologicamente accertato che ci deve seriamente preoc- cupare, cioè l'aumento considerevole delle cause di morte per angina pectoris e per malattie delle arterie e gangrena senile degli arti, malattie cui 1' abuso del tabacco spiana la via, come nei già colpiti affretta il fatale decorso. In tre lustri, si può dire che le morti per angina pectoris nel Regno sono aumentate quasi del doppio, e di quasi un terzo quelle per le malattie delle arterie. Calcolando il valore della vita umana di un soggetto adulto a 50,000 Lire e facendo salire in cifra rotonda a circa 1000 i morti annui per angina pectoris in piena virilità, noi avremo la perdita di circa 50,000,000 di Lire; perdita annua di capitale vita dovuta all' abuso del tabacco ed ai vizi irresi- stibilmente ad esso congiunti, senza contare le perdite per il mancato guada- gno durante le giornate di malattia, le spese per l'assistenza sanitaria, domi- ciliare ed ospedaliera dei malati. Per rendere perciò un servizio ai fumatori ed al fìsco , cui deve stare molto a cuore la vita lunga di essi, concluderemo col raccomandare di seguire almeno nel fumare i seguenti CONSIGLI PER I FUMATORI 1. Fuma solamente quando sei sano ed adulto; 2. Non fumare mai molto intensamente; 3. Non inghiottire mai il fumo; 4. Fa possibilmente uso del bocchino; 5. Fuma piuttosto un sigaro oppure la pipa anziché sigarette; G. Non fumare mai a stomaco vuoto; 7. Non fumare attraverso il naso né aspirare mai il fumo; 8. ^Bada che il tabacco bruci bene; 9. Fuma in posizione comoda. La rabacchicolfrura in provincia di Pisa. — Prof. G. E. Rasetti. Da « // Progresso Agricolo » Anno XIX, N. 20-22, Pisa, 30 Novembre io^z. L' iniziativa per la coltivazione del tabacco in provincia di Pisa fu presa dalla Cattedra ambulante di agricoltura nel 1908, quando il « Sindacato per la esportazione dei tabacchi coltivati in Italia » costituitosi in Roma, che si impegnò a ritirarlo allo stato verde o greggio, come gli agricoltori avrebbero preferito, facilitava grandemente il compito ai nuovi coltivatori ancora inesperti. BOLLETTINO TECNICO 259 Nella attiva propaganda effettuata, il prof. G. E. Rasetti, direttore della Cattedra, ebbe ad efficace collaboratore l'assistente dottor Angelo Fiori il quale, provenendo da S Sepolcro (Val Tiberina), aveva larga esperienza di questa, per i nostri agricoltori, nuova coltura. Risposero al nostro appello 22 fattorie, le quali iniziarono la coltivazione del tabacco in 101 poderi, per una superficie complessiva di circa 32 ettari. Naturalmente, il Sindacato di Roma era costretto, un po' per la natura industriale della sua costituzione, un po' per le gravi spese inerenti alla vastità del territorio della sua attività, a lesinare il prezzo di acquisto del tabacco, talché fino da principio la Cattedra pensò di servirsi del Sindacato di Roma per fare il proprio tirocinio, salvo a costituire appena possibile, una società di tabacchicoltori locali, indipendente. L'occasione si manifestò prima che non fosse nostro desiderio, pel falli- mento del Sindacato di Roma. Cosicché il 12 maggio 1909 si costituiva legal- mente, in una assemblea tenuta presso il Consorzio agrario di Cecina, il « Sin- dacato dei tabacchicoltori della provincia di Pisa », con sede in Pisa, presso la Cattedra ambulante di agricoltura. I risultati delle prime coltivazioni, per le quali la Cattedra fu prodiga di consigli e aiuti, fu notevole, perchè la maggior parte dei coltivatori sorpassa- rono il peso di 19 quintali di tabacco essiccato ad ettaro, con un massimo (fattoria Pachò, di Pontedera) di q.li 24,76. Con l'aumento dei coltivatori nelle varie parti della provincia, si pensò di dare una forma migliore alla nostra Società, trasformandola, il 9 novembre del 1910, in una « Cooperativa pisana tabacchicoltori », la quale ebbe a primo presidente il cav, Alceste Salvadori, appassionato tabacchicoltore, che guidò la società con impareggiabile zelo e perizia fino al 1922 quando, per gravi con- dizioni di salute, dovette ritirarsi. La Cooperativa pisana tabacchicoltori conta dunque ormai 12 anni di vita e si è lodevolmente affermata. Essa ha tuttora la s^de in Pisa, presso la Cat- tedra di agricoltura, ed il magazzino generale a Riglione, nel quale si fa la lavorazione e l'imbottamento del tabacco essiccato consegnato dai soci. II lavoro che si compie alla nostra Cooperativa è così bene organizzato, che il Monopolio ne ha ogni anno lodato i prodotti, V ha ripetutamente addi- tata ad esempio, e nel 1920 le ha assegnato un premio speciale di L. 5000. Farà perciò maraviglia che, dopo un così lungo e brillante tirocinio, l'o- dierno numero dei soci non sia superiore a quello dei fondatori della Coope- rativa, e che il tabacco che questa lavora non giunga complessivamente ai 1000 quintali. Ma ciò si spiega facilmente. La Cooperativa è l'ente al quale ricorre il coltivatore novizio, al quale manca 1' esperienza per fare da sé. Quando questi ha acquistato esperienza, e può portare la coltivazione ai io ettari prescritti, si costituisce, di solito, in fattoria autonoma. Le molte fattorie autonome che coltivano il tabacco in pro- vincia di Pisa, hanno fatto i loro primi passi nella Cooperativa, la quale ha perciò principalmente il compito di indirizzare i coltivatori e di servire loro da guide nei primi tentativi. Compito questo che non porterà mai la Coope- rativa ad un grande sviluppo, ma che costituisce per la nostra tabacchicoltura un'alta benevolenza. I 200 ettari circa di tabacco, che oggi si coltivano in provincia di Pisa,, sono frutto della propaganda della cooperativa. 260 R. ISTITUTO SPERIMENTA LE COLTIVAZIONE TABACCHI Nel 1921 una provvida iniziativa ha presa la Cooperativa pisana: quella di ricevere il tabacco anche allo stato verde (1). L'iniziativa si deve al prof. Rasetti, che tenacemente la sostenne, riuscendo a far aderire alle proprie idee il Consiglio della Cooperativa ed i rappresentanti del Monopolio. Invero, la tabacchicoltura è tenuta a freno da due ostacoli: i° la difficoltà finanziaria per molti proprietari di costruire gli essiccatoi; 20 l'avversità con la quale i contadini si dedicano alle cure che il ta- bacco esige durante l'essiccamento. Quando i coltivatori potessero consegnare il tabacco allo stato verde, nulla più si opporrebbe ad un rapido, grandioso sviluppo della tabacchicoltura. Senonchè, le difficoltà finanziarie passano dai proprietari alla Cooperativa, la quale dovrebbe poter disporre di ingenti mezzi finanziari per costruire vasti essiccatoi nei principali centri di coltura. Per intanto, la Cooperativa, adattando un locale già posseduto, ha fatto un primo esperimento, ben riuscito, di rice- vimento di tabacco verde, limitato a tre ettari di superficie. La limitata disponibilità finanziaria della Cooperativa ha suggerito di sti- molare la costituzione di Società di capitalisti, appunto all'intento di ricevere ed essiccare il tabacco verde, per passare poi il tabacco essiccato al magazzino generale della Cooperativa. Ad evitare la speculazione, si è preferito che i soci fossero diretti coltivatori; e così nel 1921 si è costituita la « Società coltiva- zione essiccazione tabacchi Pietro Malelotti e C. » —accomandita semplice, con capitale nominale di L. 000 mila, versato L. 450 mila, con sede in Pisa e sta- bilimento in Bagni S. Giuliano. Essa comprende 17 soci, tutti coltivatori. La Società non è costituita in fattoria autonoma; ma coltiva per conto della Cooperativa Pisana Tabacchicoltori, alla quale cede il prodotto dopo l'es- siccamento e l'arfascicolamento. Le colture dei soci hanno raggiunto nel 1922 la estensione dichiarata di 32 ettari circa, e si è dovuta limitare a questa cifra perchè i locali costruiti finora non consentono una maggiore lavorazione. Poiché però le richieste di coltivazione sono numerosissime, la Società ha in animo di estendere gli essic- catoi, accettando nuovi soci coltivatori. Tali coltivazioni si estendono fino ad un raggio massimo di 18 km. (fat- (1) // sistema di acquistare o di ricevere il tabacco allo stato verde in Italia risale fino dall'anno i$g(>, epoca in cui presso questo Istituto s'inizia- rono numerosi esperimenti di cura e di fermentazione di tabacchi di diverse varietà coltivate nei comuni limitrofi a quello di Scafati, con prodotti con- segnati dai coltivatori appena raccolti. • In questo « Bollettino Tecnico » Anno XVIII, N. 4, pag. 14$ nell'arti- colo del Comm. Dott. Benincasa è chiaramente dimostrato come l'acquisto del tabacco allo stato verde non sia una cosa nuova, e come fin dal igis nella Piana di Salerno siano stati iniziati importanti esperimenti di coltura di ta- bacco da cedersi allo stato verde. Infatti in quelle località la parte colturale è nettamente distinta dalla parte industriale, e comunque si curi il tabacco, questo viene sempre acquistato allo stato verde da parte degl'industriali. N. d. R. BOLLETTINO TECNICO 261 toria Salviati): per l'anno venturo si hanno già impegni per coltivazioni anche a maggiori distanze. / locali. I locali della « Società coltivazione essiccamento tabacchi » si compongono di ventinove forni (i), di grandezza diversa, essendo stati ricostruiti sopra fab- bricato industriale esistente e destinato ad altro uso. Oltre ad essi vi sono quattro amplissime gallerie di stendaggio, che possono contenere quasi tutto il tabacco del primo asciugamento. I forni sono disposti secondo i tre lati di un rettangolo con due fabbri- cati centrali, riuniti da una galleria. Vi sono poi i locali per uffici, refettori e latrine per i maschi e le fem- mine, rispondenti a tutti i requisiti voluti dalla legge e dall'igiene. Gli. essiccatoi, dapprima di altezza disforme, sono stali portati tutti ad 8 m. in gronda, e ciò perchè si è constatato che solo con questa altera, si raggiunge una temperatura ed una igroscopicità uniformi, tanto in basso che in alto. Invero, in un locale nel quale la corrente ascensionale di aria calda non fosse notevolmente ostacolata, si avrebbe una temperatura assai più elevata in alto che in basso. Viceversa, quando tale corrente ascensionale sia notevolmente ral- lentata nella sua ascesa, attraverso una massa umida, come quella del tabacco in stendaggio, l'aria calda giunge negli strati superiori sensibilmente raffreddata. Queste due azioni contrarie, dato lo stivaggio normale del tabacco, e data la temperatura prescritta dalla tecnica e dalla pratica per l'essiccamento, si neutralizzano esattamente quando l'altezza dell'essiccatoio in gronda sia di me- tri 8. Infatti è stato replicatamente costatato . mediante termometri ed igro- metri, che, in forni di tale altezza, la temperatura e l'umidità ambiente per- mangono identiche alle differenti altezze dei piani del tabacco in asciugamento: mentre si ha una temperatua più elevata in alto, ed una corrispondente mi- nore umidità, negli essiccatoi più bassi di 8 metri, e viceversa in quelli più alti. Un solo metro di differente altezza manifesta una notevole influenza. Questa costatazione ha una importanza notevolissima, perchè facilita gran- demente la cura del tabacco. Infatti un termometro ed un igrometro posti in basso, e facilmente accessibili al curatore, danno senz'altro il tono della tem- peratura e della igroscopicità di tutto il locale, evitandosi così perdite notevoli di tempo per la costatazione della temperatura, ed eliminando altresì la costosa e sempre rischiosa rimozione del tabacco dagli strati superiori a quelli inferiori o viceversa. II metodo adottato per la disposizione del tabacco in essiccamento, è quello ordinario, con bacchiòle o bastoni di legno, sui quali vengono accavallate le piante spaccate. Dopo un esperimento in piccolo, si è abbandonato il metodo Alker, di sospensione mediante funi, perchè ritenuto non adatto. Si crede op- portuno far rilevare che, adottando tale metodo, dato il maggiore stivaggio del tabacco, per avere una eguaglianza di temperatura in alto ed in basso, i locali dovrebbero essere di minore altezza. (i) Locali di cura. N. d. R. 262 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI Un particolare che pure ha la sua utilità consiste nelle finestrine superiori, le quali, di solito, si aprono in senso orizzontale. Si è trovato utile, invece, di' aprire le dette finestre all'infuori, dall'alto in basso, operazione che si può com- piere dall' interno mediante una funicella passante per una piccola puleggia. L'innovazione ha il vantaggio di poter aprire e chiudere le finestrine dal basso, con tutta facilità (i). La perizia. La perizia del prodotto verde è eseguita da apposita commissione, compo- sta di un delegato del consiglio di amministrazione della Cooperativa, di un delegato dei soci coltivatori interessati, scelto fra di essi e presieduta dal di- rettore della Cattedra ambulante d'agricoltura di Pisa o da un suo rappresen- tante. Il socio interessato dovrà presenziare la perizia o. farsi rappresentare dal suo coltivatore, o da un membro della famiglia del coltivatore. Il giudizio di perizia è inappellabile. Può intervenire alla perizia, con facoltà puramente consultiva, un funzio- nario della Direzione compartimentale dei tabacchi di Firenze. La perizia deve essere richiesta dal coltivatore quando la coltivazione, già sottoposta alla 2a verifica, è matura e la raccolta imminente. Essa si effettua possibilmente entro i 5 giorni susseguenti alla notificazione.. Qualora i vari appezzamenti di una coltivazione non vengano a maturità contemporaneamente, la perizia vien fatta per acconto e si limita di volta in volta all'appezzamento od agli appezzamenti pronti per la raccolta; ma ciascun appezzamento è periziato per intero in una sola volta. Ove la raccolta venisse a subire per qualsiasi causa un sensibile ritardo, la Cooperativa ha facoltà di procedere ad una seconda perizia totale o parziale, che annulla la prima per intero o parzialmente. Il coltivatore cui viene noti- ficata la necessità di una nuova perizia, deve sospendere la raccolta, in attesa del sopraluogo della Commissione. Il metodo seguito nella perizia ha importanza capitale per la riuscita del ricevimento del tabacco allo stato verde, e perciò riteniamo utile esporlo nei suoi particolari. Intanto la Commissione possiede già i documenti fiscali, dai quali resulta il numero delle foglie della coltivazione da periziare. Si tratta di calcolare quanto peso secco può uscire dalle foglie verdi , e cioè di stabilire un coeffi- ciente da applicarsi al peso verde. Il primo metodo tentato consisteva nello scegliere nel campo 5-10 piante di medio sviluppo, le quali si facevano appassire per venti minuti, eppoi si sfo- (1) Anche i finestrini che si aprono in senso orizsontale, con un semplice meccanismo, possono chiudersi ed aprirsi esternamente dal basso con una corda. N. d. R. BOLLETTINO TECNICO 263 gliettavano, dividendo le foglie nelle quattro classi che si pesavano separata- mente. Questo peso verde, mediante dati coefficienti, si riduceva a peso secco, ottenendo così il peso secco della partita, classe per classe. La commissione non tardò ad accorgersi che questo sistema poteva por- tare a gravi errori, perchè il peso del tabacco variava moltissimo a seconda dell'ora più o meno calda nella quale si faceva la prova. Si pensò allora di fare uno studio sui resultati ottenuti dalla Cooperativa pisana tabacchicoltori negli anni precedenti. Si ricercò, cioè, quale peso di ta- bacco secco avevano dato le varie partite di cui era noto il numero delle piante, quello delle foglie, la classifica e il terreno sul quale furono raccolte. Queste ricerche portarono alla costatazione che il peso secco delle foglie del tabacco Kentucky variava da 8 a 16 gr., e giungeva solo in casi eccezionali a 18 gr.: in un solo anno si giunse ad un massimo di 20 gr. Procedendo alla misura delle foglie, si trovò anche, che quando la lunghezza arrivava ai 70 cm., si poteva con sicurezza assegnargli un peso secco di 14 gr. Perciò i periti, esaminando le piante verdi nel campo, dalla espansione fogliare, dalla consistenza e dalla natura del terreno, sarebbero stati in condi- zioni di stabilire il peso secco medio dì una foglia. Rimaneva allora da stabilire la classifica, per la quale si sarebbe dovuto procedere nel modo analitico sopra indicato, sfogliettando cioè un certo numero di piante, ed assegnando alla ia classe le foglie apicali, integre, con 70 cm. di lunghezza; alla 2a classe le foglie integre della seconda e terza corona; alla 3a classe le deformi e quelle inferiori ai 55-60 cm.; alla 4* classe le basilari e quelle aventi abrasioni e rotture tali da non poter servire da fascia nella con- fezione dei sigari. Questa determinazione, la commissione di perizia si mise in grado di ef- fettuarla ad occhio,- senza procedere allo sfogliettamento, ed esprimendola su- bito in percentuali. Ammettendo così che una data coltivazione si ritenga contenere: io °[0 di i.a classe 40 °[0 di 2.a » 40 °io di 3.a » »o°lo di 4-a » applicando le tariffe attuali di: L. 730 a q.le per la i.a » 500 » » 2.a » 310 » » 3-a » 140 » » 4-a si avrebbe, per valore di un quintale di tabacco secco: kg. io X 7,30 = L. 73 » 40 X 5>°° = B 20° » 40 X 3,10 = » 124 » 10 X i)40= " '4 kg. 1 00 L. 4 1 1 11 calcolo si risparmia facendo uso della seguente tabella, compilata dal sig. Vito Attolini. 264 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI < Z D a OC UJ Oh UJ H z < o o o UJ N Z OJ Q Z o a. co 5 oc o u o N N w OC a- • CM CM «0 CM ►*• iO H co iO rH CO IO 1 1 1 1 1 1 1 1 1 C0 C- iO rH CO -H o CO 1 1 ! 1 1 ' . 1 .. i 1 (N Ol © Ci CD ■*-• -O C . • O- : O. CERNITKICE Disposizione del tavolo di cernita riprese in esame quando si cernirà il tabacco leggero. Le foglie immature (tanto integre che poco rotte) vanno nella cesta a destra, anche esse per essere cernite a parte. Lo scarto va nella cesta a tergo della cernitrice: a destra quello migliore, che deve avere almeno un terzo di foglia buona, e che si chiama scarto in io perchè si suole legare in fasciceli di io foglie; a sinistra lo scarto peggiore, cioè tutto il rimanente (purché ammanocchiabile ), e che si chiama scarto in 25 perchè si suole legare in fascicoli di 25 foglie. Poiché nella nostra Cooperativa il ricevimento è fatto a fascicoli di 50 foglie, ed il carico fiscale a peso e non a foglie, lo scarto non si ammanocchia in 10, od in 25, ma in quintità variabile, come meglio accomoda per il completamento delle botti. Quando invece si cerne il leggero (o Y immaturo), esso si distingue soltanto in integro e poco rotto. Non si fa cioè la distinzione in chiaro e scuro, ed il più rotto va nello scarto in io. Nella cesta a destra si mettone le foglie even- tualmente immature, e nella cesta sotto banco, le pesanti che potessero essere rinvenute. 11 lavoro procede così con grande speditezza. La quantità cernita in un giorno da ciascuna operaia varia da 70 a 140 kg., con una media di 100 kg. (giornata di 8 ore). BOLLETTINO TECNICO 269 Quando la cernitrice ha diviso una certa quantità di foglie, entra in fun- zione Yammannocchiatrice, la quale lavora sul banco della cernitrice, stando dalla parte opposta. La maestra esaminata la qualità predominante cernita dalle operaie, ordina la qualità che deve essere ammanocchiata, se Y integro, il poco rotto, ecc. Tutte le operaie lavorano la medesima qualità, finché una qualità diversa non sia divenuta predominante, e la maestra cambi l'ordine. L'ammannocchiatrice divide le foglie cernite ingruppi di uguale lunghezza, e lega in manocchi di io foglie, una delle quali serve per la legatura. Il ta- bacco legato viene posto in due casse che l'operaia ha ai suoi lati. L'operaia ammannocchiatrice, tiene dietro al lavoro della cernitrice (1). Le due operaie, cernitrice ed ammannocchiatrice, lavorano perciò in co- mune, e sono pagate ugualmente. La Cooperativa adotta attualmente le se- guenti tariffe: L. 16 a q.le, complessivamente alle due operaie, che producono fino ad 80 kg. al giorno; L. 18 a q.le, alle coppie che producono da kg. 80 a 100; L. 20 a q.le alle coppie che lavorano oltre i 100 kg. Quando una cassa è piena di marmocchi (o quando si cambia qualità) il tabacco viene rimesso in massa , oppure portato direttamente al banco della lunghe^atrice. Questa operaia ha davanti un banco sul quale sono incise delle linee parallele, alla distanza di 40 — 50 — 60 e 70 centimetri dalla base del banco. Mettendo ogni singolo manocchio con il calcio sulla base del banco, si determina la lunghezza del manocchio. I manocchi così divisi per lunghezza si gettano separatamente sopra un telone disteso sul pavimento, da dove altre donne li raccolgono (ogni donna raccoglie una sola lunghezza) per portarli al- l'ammassamento. La lunghezzatrice è pagata a giornata a L 5 (per 8 ore). Ogni qualità ed ogni lunghezza si ammassa separatamente. Si ha così: / integro chiaro 70 60 50 40 ) integro scuro 70 60 50 40 pesante • pQCO rottQ \ più rotto [ integro leggero ( poco rotto immaturo (pes. e leggero) scarto in io scarto in 25 lungo corto frasami e orecchiozze 70 60 50 40 70 60 50 40 70 60 50 40 70 60 50 40 7° 60 50 40 70 60 50 40 (1) Per il trasporto del tabacco cernito si usano in genere cassette formate da regoli di legno, le pareti di tela, fissata internamente ad essi. Le misure sono le seguenti: lunghezza cm. 65, larghezza cm. 37, altezza cm. 37. Il sig. Francesco Cipollini, della nostra cooperativa, consiglia di sostituirvi cassette di abete bianco sottile, a pareti svasate, con fondo di cm. 70 per 30 ed aperture di 85 per 40, alte cm. 34, fornite di due maniglie nel terzo superiore esterno delle pareti piccole. Sul fondo, esternamente, sono inchiodate due guide. Queste cassette costano 25-30 lire, pesano 5 kg., e, piene di tabacco, possono essere portate da una sola persona. La svasatura è utile per evitare attrito e lacerature del tabacco. 270 fi. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI Si hanno così 32 masse differenti, ciascuna delle quali va imballata sepa- ratamente. Delle note classi del tabacco nelle quali viene classificato dal Monopolio (A — li1 — B2 — C1 — C~ — D — scarto in 25 — /rasami), genera tmen te vanno in A l'integro pesante di 70 (eventualmente l'integro di 70 e l'integro pesante di 60); in B* l'integro pesante di 60, il poco rotto pesante di 70, l'integro leg- gero di 70; in rB2 il pesante integro di 50, il poco rotto di 60, il più rotto di 70, il leggero integro di 60 e il poco rotto di 70; e così di seguito. Qualcuno ha trovato troppo minuziosa questa lavorazione. Sta però di fatto che la omogeneità del tipo in ogni singola botte produce la migliore impressione sulla Commissione di perizia. Del resto la precisione del lavóro non porta ad un onere maggiore, in quanto la lavorazione del tabacco presso la Cooperativa è costata meno che non alle varie fattorie autonome dei dintorni. // rendimento. Chiudiamo queste brevi note sulla tabacchicoltura pisana, riportando il Conto culturale per un ettaro di tabacco Kentucky, coltivato nel piano di Pisa. Calcolando la rendita in q.li di tabacco secco ad ettaro. Prezzo di 12.000 piantine di tabacco a L. 28 il mille . . L. 336,00 Lavorazione e preparazione del terreno, piantagione del tabacco, sarchiature, scacchiatura e raccolto » 860,00 Concimazione completa, organica e chimica .... » 1470,00 Trasporto dal campo agli essiccatoi » 230,00 Essiccamento e cura completa, sfogliettamento, affascicolamento, ecc. » 1965,00 Cernita, ammannocchiamento, imbottarnento, ecc. ...» 1985,00 Assicurazioni sociali, incendio e grandine » 620,00 Ammortamento dell'impianto, meno gli 8/10 di rimborso dello Stato » 1000,00 Totale spesa L. 8466,00 Prezzo medio di Q.li 18 di tabacco secco in sorte venduto al Mo- nopolio di Stato e consegnato alla stazione al L. 720 al q.le » 12960,00 Spesa come sopra . . . . . , . . r 8466,00 Guadagno netto approssimativo ....... L. 4494,00 Il ricevimento del tabacco allo stato verde, per primi da noi applicatò,'ha dato resultati così lusinghieri, che in varie parti d'Italia si stanno impiantando stabilimenti cooperativi od industriali a tale scopo. Anche nella nostra pro- vincia, altri impianti si stanno iniziando e ci piovono visite e richieste di chia- rimenti e di consigli. Saremmo ben lieti se queste note pràtiche, succintamente* esposte, servissero ad evitare ai nuovi coltivatori quelle difficoltà che non man- cano ai novizi e che solo una lunga pratica insegna ad evitare. BOLLETTINO TECNICO 271 La coltura del tabacco. — Da « L'Amico dell' Agricoltore » Anno XXI, N. 12, Fermo, i Dicembre 1922. Dobbiamo industrializzare 1' agricoltura, se vogliamo trarre dal terreno e dai prodotti agrari il massimo utile possibile. Questa è 1' opinione prevalente in quella parte della classe rurale che rappresenta l'esponente massimo della competenza economica agraria della Nazione e che nell'industria razionale dei campi ha riconosciuta la futura fortuna d' Italia Gli agricoltori tutti quindi devono procurare di seguire la via scelta e adottare nelle loro aziende quelle operazioni e trasformazioni tecniche e colturali che segnano l'inizio di questa evoluzione agraria. Ora abbiamo la coltura del tabacco che offre agli agricoltori un'ottima occasione per abituare sé stessi ed i coloni a questa industrializzazione , in quanto da essa si ottiene un prodotto che si potrà cedere alle R. Privative solo dopo una adeguata lavorazione e conservazione dello stesso. Il nostro Governo infatti, sempre più riconoscendo la necessità di dare ai coltivatori la massima libertà e di entusiasmarli a questa coltura, rimuneran- doli adeguamente, ha preso una serie di provvedimenti, per cui la coltura del tabacco è divenuta senza dubbio una delle più redditive. Non è più il Governo che con mille disposizioni e con una sorveglianza eccessiva ostacola questa coltura rendendola antipatica e quasi impossibile; ora troviamo nel Governo il sostenitore degli interessi degli agricoltori, l'aiuto continuo, il consigliere, l'Ente bene intenzionato che assicura la massima libertà e una ricompensa molto superiore a quella che si può ottenere con le ordinarie colture. Sarebbe antipatriottico e nel medesimo tempo antieconomico non pre- stargli fede. La presunzione perciò che il Governo sia un nemico dei coltivatori di ta- bacco deve essere abbandonata e tutti devono accingersi alla nuova coltura con buona volontà e la massima diligenza. Articoli varii — Nella « Rivista Agraria Polesana » il Dott. Rragato seguitando la propa- ganda per la coltivazione del tabacco, date le istruzioni per la presentazione della domanda, invita gli agricoltori a riunirsi in gruppi per uscire dal periodo dell' esperimento ed entrare risolutamente ad assumere la coltivazione con la nota forma di concessione speciale, la quale anche nel Polesine ha trovato fa- vorevoli parecchi proprietari. Per i coltivatori che non hanno la possibilità di costruire locali di cura e magazzini generali, perchè affittuari, consiglia egualmente la coltivazione del tabacco con la cessione del prodotto alio stato verde. Avverte che gli ac- cordi con gli industriali sieno ben chiari, perchè dinanzi ad un contratto com- pletamente nuovo nella economia agraria della provincia, i coltivatori potreb- bero in seguito lagnarsi di trovare il prezzo delle piante vendute inferiore a quello che viene fissato in altre zone. Conclude che essendo la coltura e l'industria del tabacco, fatte dal mede- simo imprenditore, assai più redditizie della coltura in genere eseguite in Po- 272 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI lesine, l'agricoltore, con gli attuali incoraggiamenti statali, per quanto possa trovare ostacoli diffìcili da sormontare per eseguire la coltivazione del tabacco , deve studiare il modo migliore per superarli, e vi riuscirà quando avrà il co- raggio di affrontare problemi nuovi e l'abilità nel coltivare. Uà concimazione più indicata per ì tabacchi orientali è senza dubbio il concime pecorino: codesto concime, mentre non predispone le piante ad acquistare vigore vegetativo anormale, comunica alle foglie un aroma delicato che con altri concimi naturali ed artificiali non è facile ottenere. Ma dove trovasi nella provincia di Lecce, una quantità tale di tale concime da bastare a tutta la superficie coltivata a tabacco, domanda il Dott. Valente ne a II Giornale d'Italia QAgricolo » ? Molti agricoltori hanno di già interessato la cattedra di Tricase per farne venire da Gioia del Colle, da Foggia, dalla Basilicata e fino dagli Abbruzzi, ma le spese di trasporto sono forti e la grande richiesta farebbe aumentare di molto e subito il prezzo di detto concime, ed allora la convenienza economica sparirebbe. Come rimediare? con i concimi chimici, come il perfosfato minerale, il solfato di potassa ed il solfato ammonico, che forniti al terreno in determinate proporzioni danno dei buoni risultati. Lo stabilire però le proporzioni di detti. concimi in modo che il terreno dia un prodotto che risponda a tutti i requisiti richiesti, cioè trovare la formula di concimazione adatta, rappresenta il problema da risolvere. A tale scopo è intenzione del Dott. OA. Inaiente istituire nella prossima campagna un buon numero di campi sperimentali dimostrativi, tali da attuare un programma pratico ed utile ben definito ». La coltivazione del tabacco non è nuova per la Valle di Non (Trentino). Ci rammentiamo di averne trovato menzione nell'archivio di una famiglia di quella valle in documenti risalenti alla seconda metà del secolo XVIII, quando essa non era monopolio dello Stato. Erano dei conteggi di coltura e delle note di merce venduta. L'impressione che abbiamo riportata dall'esame di quelle carte — scrive Gm. nel « Bollettino » — fu che non si trattasse di poche piante, ma di una vera e buona coltivazione in grande i cui prodotti venivano smal- titi a Trento, ma specialmente sulla piazza di Bolzano. Con precisione non possiamo dire a quanto realmente ammonti la super- ficie quest'anno dedicata al tabacco nella Naunia. Ad occhio e croce potrebbe venir calcolata da 6 a 7 ettari di terreno, dei quali poco meno di due terzi sono situati nel comune di Taio, ed un terzo negli altri comuni soprannomi- nati. Il numero dei coltivatori è di 40; le licenze non comprendono tutte un ugual numero di piante, ma variano da un minimo di 1500 ad un massimo di 10.000, con una maggioranza fra le 2 e le 4 mila. La qualità del tabacco coltivato è il « Nostrano del Brenta ». BOLLETTINO TECNICO 273 Il Prof. E. Parenti tributa giuste lodi al Consorzio Agrario di Piacenza per l'utile iniziativa presa per la coltivazione del tabacco. — Il Consiglio di amministrazione del Consorzio Agrario Cooperativo — scrive ne «L'Agricol- tura Piacentina », volendo favorire in Provincia l'estendersi della coltivazione del tabacco, ha deliberato di venire in aiuto ai nuovi coltivatori con un prov- vedimento molto utile e bene studiato Poiché lo Stato paga ai coltivatori di tabacco un contributo sul costo dei fabbricati di essiccazione uguale agli otto decimi e lo paga in nove annualità, il coltivatore dovrebbe anticipare tutta la somma necessaria, ciò che non sempre può essere facile o possibile. Il Consorzio agrario viene in questi casi in aiuto al coltivatore antici- pandogli tutti gli otto decimi della somma occorrente per la costruzione dei fabbricati. Sulla somma ottenuta il coltivatore paga il tasso del sei per cento annuo al Consorzio agrario, il quale riscuote poi il contributo dello Stato. Quando, dopo nove anni, il Consorzio agrario avrà incassato — riscuotendo le nove an- nualità che paga lo Stato — la somma anticipata al coltivatore, questi non ha più nessun impegno ed è libero di disporre dei locali come meglio crede. Per quanto riguarda poi la superficie che ciascun coltivatore deve colti- vare a tabacco, tenendo presente che i dieci ettari, ora stabiliti dall'Ammini- strazione dei Monopoli, costituiscono una superficie per la quale non possono impegnarsi le piccole e le medie aziende, il Consorzio agrario si è fatto diret- tamente concessionario di fronte all'Amministrazione dei Monopoli per una superficie notevole; i singoli coltivatori, mettendo capo al Consorzio, potranno così limitare la coltivazione anche ad un solo ettaro. Il provvedimento è efficace e raggiunge nel miglior modo lo scopo. Di esso possono approfittare non solamente i proprietari , ma anche gli affittuari; i coltivatori debbono però impegnarsi di coltivare almeno un ettaro a tabacco e per nove anni consecutivi. Nel caso di affittuari l' impegno deve essere assunto anche dai rispettivi proprietari. I coltivatori potranno anche poi vendere il tabacco appena essiccato al Consorzio agrario, riscuotendone tosto l' importo che verrà fissato sulla base dei prezzi stabiliti dallo Stato. Del tabacco così acquistato il Consorzio curerà la cernita e l'imbottamento nel proprio apposito magazzino, in conto proprio o in conto sociale. II provvedimento, ottimo sotto tutti gli aspetti, merita lode incondizionata all'intero Consiglio di amministrazione di quel Consorzio agrario, il quale aggiunge così un nuovo titolo di merito ai molti altri che si è già guadagnato per il continuo progresso della nostra agricoltura. Una più estesa coltivazione del tabacco — della quale non ultimo titolo di merito è quello di occupare utilmente una notevole quantità di mano d'o- pera — porterà sicuramente un notevole contributo all'ulteriore progresso della nostra agricoltura. Della coltivazione del tabacco come secondo raccolto scrive G. Ghetti ne « L Agricoltura Modenese ». Seguendo gli esperimenti fin dal 1 919 si è potuto concludere che tale col- li 274 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI rivazione poteva presentarsi a produzione di secondo raccolto, purché eseguita su terreni: i) — arati a profondità massima a vantaggio della coltivazione da rin- novo susseguente la coltivazione del frumento, 2) — sottoposti annualmente a perfette e razionali concimazioni organiche e chimiche, 3) — sottoposti a rigorosa rotazione , specialmente per quanto riguarda la rapida successione ( non oltre 4 anni ) del prato di erba medica alle altre coltivazioni in avvicendamento. Nel 192; si potè seguire con soddisfazione lo svolgersi di questa coltiva- zione come secondo raccolto, in comune di Medolla, di seguito a coltivazione di or$o a seme, e si potè constatare la perfetta riuscita dell'esperimento. Sulle coltivazioni eseguite furono impiantate esperienze con concima- ziotli potassiche {con concimi fornitici dall'Ufficio Incoraggiamento Espe- rienze di Concimazione di Milano) e ne riportiamo qui i risultati. Berto/i Dott. Oliviero — Comune di Concordia Fondo Ronchi — con concimazione fosfo-potassica Superficie mq. 1539 p. s. Qt. 4,78 Fondo Ronchi — Con concimazione fosfatica ... » 1458 » » 3,21 Fondo Castellini — Con concimazione fosfo-potassica » 2940 » » 7,74 Fondo Tamella — Con concimazione-fosfatica .. » 2120 » » 4,30 Risulta che sopra una superfìcie totale di metri quadrati 8057 si è ot- tenuto un prodotto netto di Qt. 20,03 di tabacco secco, pari ad una produ- zione di Qt. 24,85 per ettaro. Escher Cav. Dott Rodolfo — Comune di Medolla: Fondo Car andina - Con concimazione fosfo-potas- sica - Superficie mq. 1950 p. s. Qt. 4,63 Fondo Carandina — Con concimazione fosfatica — Superficie » 1550 » » 4,48 Fondo Pioppa — Con concimazione fosfo-potassica — Superfìcie » 1433 » » 3^8 Fondo Pioppa — Con concimazione fosfatica -Su- perfìcie » 1087 » » 4,37 Risulta che sopra una superfìcie totale di mq. 6920 si è ottenuto un pro- dotto netto di Qt. 17,06 di Tabacco secco, pari ad una produzione di Qt. 24,65 per Ettaro. Queste produzioni unitarie sono alte e dimostrano all'evidenza come i ter- reni del Modenese si prestino egregiamente a questa coltivazione, permettendo un altissimo reddito lordo: reddito questo che permette, a conti fatti, di ot- tenere una rendita netta superiore a quella di tutte le altre coltivazioni indu- striali finora praticate in quella zona , e che consente un intenso impiego di manodopera, specialmente durante la stagione invernale, per la esecuzione delle pratiche industriali di preparazione del prodotto secco. BOLLETTINO TECNICO 275 Nella « Gaietta Agricola » un ex coltivatore di tabacco della provincia di Reggio Emilia avendo rilevato che la locale CaTtedra Ambulante di Agri coltura si è proposta di svolgere la più attiva propaganda a favore della col- tivazione del tabacco nei terreni di quella provincia, ha creduto opportuno esprimere apertamente il proprio parere contrario alla nuova propaganda che ha iniziato il suddetto ufficio, offrendo come dato che l'esperimento della col- tivazione del tabacco non ha sortito effetto favorevole ed incoraggiante rispetto alle altre colture. Nel « Bollettino della Cattedra (ambulante di Agricoltura per la Provvida di Reggio Emilia » troviamo una sennata risposta alle con- siderazioni dell'articolista. Prendendo atto dell'esito poco favorevole dell' espe- rimento fatto, del quale potrebbero essere discusse le diverse cause che hanno determinato tale risultato , occorre considerare che si è creduto risalire con assolutezza da un fatto specifico ad una generalizzazione. Le terre della pingue pianura della classica e fertile valle padana non possono davvero catalogarsi quasi nella sola voce di « terre compatte, povere di sostanza organica e poco profonde », poiché molte sono troppe note per la loro altissima fertilità, che depone di condizioni ben diverse da quelle accennate. Il Prof Bardellini am- mettendo che la coltura del tabacco trovi ostacoli alla sua diffusione perchè ciò è inerente al carattere tradizionale di tutta l'agricoltura in genere, per cui purtroppo l'esperienza ci dice quanti vieti giudizi permangono e trovino fer- venti sostenitori contro le affermazioni più chiare e indiscusse di uomini di coltura e di scienza, dichiara non risultargli vera l'affermazione che nell'Emilia la nuova coltura abbia avuto l'ostracismo. Dati ufficiali stabiliscono il contrario, tantoché si segnala un notevole incremento anche in provincie ritenute sino a ieri contrarie all'introduzione della coltivazione del tabacco. Che il pomodoro ed il granturco possano resistere meglio del tabacco in qualsiasi terreno alla siccità, è recisamente smentito da esperimenti di parecchi anni in varie regioni ; ed in questo stesso fascicolo a pag. 242 riportiamo un articolo su « il granturco, il tabacco e la siccità » ov' è ben dimostrato come il tabacco sia pianta più d'ogni altra paziente; ed ove il granturco per la sic- cità è presso che totalmente perduto, negli stessi terreni il tabacco dà sempre un prodotto, sia pure attenuato, ma sempre rimuneratore. Riportiamo con vero compiacimento la seguente comunicazione che il Conte Massimo di Frassineto ha fatto ne « L'Agricoltura Toscana » in me- rito alla utilizzazione dei locali di cura come bigattiere, perchè la conoscenza della maggiore valorizzazione dei suddetti locali nella economia agraria, con- tribuirà vie più ad incoraggiare con la diffusione della coltivazione del tabacco, anche la costruzione dei necessari idonei fabbricati. a In Toscana solo da pochi anni va diffondendosi l'idea di allevare i bachi da seta su cavalloni tipo friulano e questo nuovo sistema, una volta provato, viene senz'altro adottato per la grande economia di mano d'opera e di foglia di gelso e per un sensibile aumento di prodotto che dall' insieme di tale alle- vamento derivano. L'unica difficoltà è di trovare locali adatti per 1' impianto dei cavalloni. 276 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI Le nostre case coloniche mancano generalmente di ambienti vasti, areati, asciutti disponibili per quest'uso. Per sopperire a tale mancanza ebbi l'anno scorso in- sieme al mio Agente Dino Poggiali l'idea di fare nella fattoria di Fontarronco in Val di Chiana, un tentativo di allevamento in una stufa da tabacco ed i risultati furono ottimi. Unico preparativo, una buona spolveratura e una disinfezione con subli- mato. Credo che il successo della esperienza debba attribuirsi alla temperatura abbastanza costante, facilmente mantenibile in una stufa da tabacco ed alla grande capacità di ambiente in confronto ai bachi in esso contenuti. Per l'anno prossimo ho intenzione di estendere molto tale pratica, la quale certamente potrebbe portare in molte località di Toscana un perfezionamento non indifferente nella bachicoltura ». Il tabacco sulle colline del Garda. Le esperienze di coltivazione del tabacco seriamente eseguite lo scorso anno nei fondi del comm. Giovanni Gorio a Desenzano, sotto la direzione del sig. Alker, hanno dimostrato che esistono anche in quelle colline le condizioni per esercitare proficuamente detta coltura. Basta dire che la produzione su due piò di terreno, pari a 2(3 di ettaro, ha superato in quelle prove i 10 quintali di tabacco essiccato, i quali hanno dato l'utile netto di oltre 4000 lire. Cosicché — scrive il Bollettino dell'Agricoltura — si spera che la tabac- chicoltura abbia a diffondersi largamente anche in quella regione. La difficoltà dei locali non è così grave come si ritiene. Con un poco di buona volontà i locali si possono ridurre o costruire appositamente con una spesa lieve, appro- fittando del largo contributo che all'uopo concede lo Stato. Quest'anno il tabacco su quelle colline è stato coltivato su una superficie di oltre 13 Ea. per conto dell'Amministrazione Gorio, che ne è la ditta con- cessionaria. E. P. Informazioni. — ha coltivazione del tabacco nel leccese è stata oggetto duna interroga- zione dell' on. Calò. All'interrogante ha risposto Fon. Bertone ministro delle finanze, con una lettera in cui si trovano questi interessanti passi: « La tabacchicoltura leccese con l'avere coperto ormai dodicimila ettari di cultura, ha pienamente corrisposto al fabbisogno delle nostre lavorazioni , su- perandole anzi in considerevole misura: è evidente come alla meravigliosa at- tività produttrice di quella regione convenga la ricerca per i propri tabacchi di un mercato diverso da quello interno ormai saturo. Intendo alludere alla esportazione alla quale possono dedicarsi tutti gli agricoltori desiderosi di col- tivare tabacco all'infuori dei limiti ormai necessariamente imposti dall'ammi- nistrazione potendo essi in tal caso — sotto l'osservanza delle speciali disposi- zioni regolamentari — destinare alla cultura quania superfìcie riterranno del caso », BOLLETTINO TECNICO 277 Il 20 ottobre nella sala della Società Filarmonica di Parenzo fu tenuta un'adunanza tra agricoltori che desideravano coltivare tabacco. Constatato che molti di loro non possedevano locali adatti alla cura e alla confezione del prodotto in parola, si espresse il voto di costituire un Consorzio di tabacchi- coltori per la costruzione di locali con il concorso dello Stato e per la lavo- razione della foglia del tabacco. Fu nominato un Comitato di pochi agricoltori con l'incarico di studiare i particolari della questione e di raccogliere le adesioni dei coltivatori. Dalla relazione del Presidente del Comitato Permanente del Consiglio Agrario Provinciale di Parenzo, Barone Dott. Lazzarini Giuseppe, pubblicata ne — L'Italia Agricola -- rileviamo l'importante comunicazione che per la coltura del tabacco verrà presto bandito un concorso a premi per i semen- zai a letto caldo; che si stanno costituendo dei consorzi tra tabacchicoltori e che è annunciata la visita di un gruppo d' industriali che intende mettersi a contatto cogli agricoltori e con le associazioni interessate per organizzare in provincia 1' acquisto del tabacco verde e la conseguente lavorazione. 11 14 Ottobre 1922 a S. Giorgio a Nogaro (Friuli) si è costituito un Con- sorzio di tabacchicoltori avente il precipue scopo di eseguire per conto dei soci la cura ed il condizionamento in colli dei prodotti, sollevando gli agri- coltori dalle pratiche prettamente industriali. 11 12 Novembre si costituì ad Aquileia un Consorzio per la coltivazione e l'essiccamento del tabacco Kentucky. Non essendo possibile che degl'indu- striali avessero fabbricato i locali di cura ed acquistato il tabacco allo stato verde dai coltivatori, è stato necessario che questi si assumessero anche la parte industriale, fabbricando i locali, ottenendo con le opportune garanzie il finan- ziamento dagl'istituti che esercitano il credito agrario. Sopraprezzi per i tabacchi indigeni del raccolto 1923. IL MINISTRO DELLE FINANZE Visto il regolamento sulla coltivazione indigena del tabacco, approvato con R. D. N° 666 del 9 agosto 1910, modificato coi R. D. N° 1438 dell'8 dicembre 1912 e N° 1881 del 4 dicembre 1921 ; 278 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI Visti i Manifesti del triennio 1923-25 per la concessione di coltivare tabac- chi da consegnarsi nelle Agenzie di coltivazione, approvati coi Decreti Mini- steriali del 30 settembre 1922; Visto il Manifesto per la coltivazione del tabacco nei territori del Trentino e della Venezia Giulia, per il triennio 1923-25, approvato con D. M. del 30 settembre 1922; Tenuto presente il costo della mano d'opera e delle materie occorrenti alla produzione del tabacco: DETERMINA Nella liquidazione del prezzo dei tabacchi indigeni del raccolto 1923, al valore risultante dalle perizie eseguite sulla base delle prestabilite tariffe di prezzi e con l'adozione di tutte indistintamente le norme tassativamente prescritte coi Manifesti di coltivazione pei tabacchi sciolti, e con le domande di conces- sione speciale per quelli in colli, sarà aggiunto un sopraprezzo nelle misure seguenti : TABACCHI IN COLLI Xanti- Porsucian. — Il 27o°[0 (Duecentosettanta) del valore di perizia del tabacco assegnato alle prime quattro classi, e il i50°[0 (.Centocinquanta) del valore di perizia del tabacco assegnato alla quinta classe. Erzegovina Stolacer — Il 230 °[0 (Duecentotrenta) del valore di perizia del tabacco assegnato alle prime quattro classi, ed il i30°[0 (Centotrenta) del valore di perizia del tabacco assegnato alla quinta classe. Erzegovina gigante. — Il i5O°[0 (Centocinquanta) del valore di perizia del tabacco assegnato alle prime quattro classi, e l'8o°[0 (Ottanta) del valore di perizia del tabacco assegnato alla quinta classe. Kentucky e Meticci similari. — Il 310 °[0 (Trecentodieci,) del valore di perizia del tabacco assegnato ai gradi A — Bi — B2 — Ci — C2, ed il i50°[0 (Centocinquanta) del valore di perizia del tabacco assegnato al grado D. Brasile ^Beneventano. — Il 300 °[0 (Trecento) del valore di perizia di tutto il tabacco assegnato alle quattro classi. TABACCHI SCIOLTI Xanti - Porsucian. — Il 2òo°[0 (Duecentosessanta) del valore di perizia della parte in foglia. Erzegovina Stolacer — Virginia Bright — Il 220 °[0 (Duecentoventi) e. s. Erzegovina gigante — Il i4o°[0 (Centoquaranta) e. s. BOLLETTINO TECNICO 279 Kentucky e Meticci similari -'Brasile Beneventano- Nostrano del Brenta - Cattaro. — Il 300 °[0 (Trecento) e. s. Erbasanta — W 285% (Duecentottantacinque) e. s. Secco e Rigadio - Brasile Leccese - Spagnolo. — Il 275% (Duecentosettanla- cinque) e. s. Moro - Spadone. — Il 2so°[0 (Duecentocinquanta) e. s. 'Brasile selvaggio. — Il 225°[0 (Duecentoventicinque) e. s. S alento per Trinciati — Il i75°f0 (Centosettantacinque) s. e. Nessun sopraprezzo sarà aggiunto al valore di perizia dei frasami di tutte le suddette varietà di tabacchi sia in colli che sciolti. Al coltivatore. — Il i2or[© (Centoventi) del valore Nostrano da Fiuto e \ dl perizia del prodotto consegnato allo stato verde. Al maceratore. — II 2oo°[0 (Duecento) dell'importo Val Lagarina | liquidato giusta il Manifesto per mercedi e premi di macerazione. I^oma, 30 Novembre ig22. Il Mwstro A. DE STEFANI Sulle concessioni per la coltivazione del tabacco nel 1923. La Direzione Generale dei Monopoli Industriali comunica: E evidente la necessità che lo sviluppo della coltivazione indigena di ta- bacco Kentucky fatta per l'approvvigionamento delle Manifatture dello Stato, venga dall'Amministrazione —come per gli altri tipi — regolato in modo da averne un prodotto che quantitativamente e qualitativamente possa coprire l'intero fabbisogno delle lavorazioni, senza però dar luogo ad una superprodu- zione, la quale riuscirebbe oltremodo dannosa al regolare andamento dell'A- zienda. Nella determinazione, quindi, della superficie totale coltivabile annual- mente a tabacco Kentucky nel Regno, questo Ministero ha dovuto prendere per base il reale fabbisogno medio annuale delle Manifatture, fabbisogno che accenna a declinare in rapporto alla delincatasi diminuzione nel consumo di quei lavorati nei quali viene principalmente impiegato il detto tabacco. La superficie totale così determinata è stata poi, con opportuno criterio prudenziale, diminuita di quella già impegnata, sia per le concessioni speciali fin qui accordate ed effettuate, sia per le concessioni di Manifesto in essere e per le concessioni speciali che deriveranno dalla trasformazione di un certo numero degli esperimenti in corso. R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI E poiché la superficie venuta così a residuare non è neppure bastevole per attribuire un massimo di ettari io ad ognuna delle numerosissime conces- sioni speciali richieste per il 1923, sappiano subito gli interessati che la pre- detta superficie di io ettari non potrà essere superata nel biennio 1923-2^, dopo il quale periodo vedrà l'Amministrazione se e quali aumenti si potranno accordare in rapporto ad eventuali accresciute esigenze della fabbricazione. ST^IMIIPA. ESTEEA.- Macchine per infilzare le foglie di tabacco. Dal « Tobacco » Voi. LXXIII N. 25, New York, Aprile 20, 1922. Il più recente progresso in materia di manipolazione del tabacco allevato sotto tenda e raccolto a foglia è rappresentato da una macchina per infilzare le foglie inventata e perfezionata da Charles W. Sponsel, presidente della Sponsel Co. di Hartford, Conn. Dicesi che l'invenzione raddoppi la produtti- vità dell'operaio. Il congegno ha a un dipresso la forma di una macchina da scrivere, pesa dodici libbre e non richiede alcuna modificazione al presente metodo ordinario dei coltivatori. Viene annunciato che l'apparecchio possa approntare 100 filze all'ora con 40 foglie ogni filza. Non vi è limite nella velocità della macchina, questa dipendendo interamente dalla rapidità con la quale l'operatore sommi- nistra le foglie. Il congegno è molto semplice nella sua struttura avendo soltanto sette parti mobili e non richiede aggiustamento. Si serve dell' ordinario regolo di legno con lo spago attaccato com'è d'uso generale al presente. Infilza due foglie in una volta, il particolare importante essendo il metodo di auto -cen- tramento delle costole che permette quindi di infilzare nel medesimo tempo costole piccole e grosse. La macchina è assicurata ad un telaio di legno e il tutto, pesando solo quaranta libbre, può facilmente essere trasportato da un uomo da un luogo ad un altro. Un numero di prominenti coltivatori hanno presenziato alla di- mostrazione del lavoro della macchina e sono convinti che, in aggiunta alla maggiore velocità, le foglie sono infilzate più uniformemente e meglio che non a mano, ovviando quindi allo sperpero che si verifica attualmente con le foglie che cadono pel cattivo infilzamento. L'invenzione è esposta a L. B. Haas & Co.'s place, 152 State Street. Il grande interesse che è stato suscitato fra i coltivatori di tabacco fa quasi certamente pensare che questa nuova macchina per infilzare sarà posta in azione durante la prossima raccolta in questa contrada. Il tabacco a Samsoun. Dal « Tobacco » N. 497, London, Maggio r, 1922. Samsoun, che è il principale centro della industria della coltivazione del tabacco in Turchia, è stato per l'intero anno sotto il controllo dei Kemalisti. BOLLETTINO TECNICO 281 A nessun suddito inglese è stato permesso l'approdo e ben poche informazioni quindi è stato possibile ottenere. L'esportazione di tabacco da questo distretto ha avuto luogo, tuttavia. Il deposito di Samsoun è stato in continua attività e il valore del suo esito per il decorso anno è stimato a tre milioni di lire turche. Una quantità di questo tabacco è stato trasportato dall'Anatolia a Adala e di qui agli acquirenti stranieri. Dalla metà del 1920 il raccolto è stato praticamente collocato per intero ma la produzione del 1921 è stimata solo un terzo di quella dell'anno prece- dente causa la scarsezza di mano d'opera e la deportazione dei piantatori. La coltivazione del tabacco nel vilayet di Smirne è stata ridottissima questa campagna per il fatto che i coloni non hanno potuto ottenere l'assi- stenza finanziaria per far fronte alla depressione verificatasi sul mercato del tabacco. Dei sei milioni di oke del raccolto di Smirne soltanto da 16 a 20 °[0 erano di buona qualità II raccolto del 1021 nel distretto di Broussa è povero sia in qualità che in quantità e anche quello del rimanente dell'Anatolia è ugual- mente scadente. I rapporti sull' attuale produzione sono molto contraddittori e di conse- guenza le cifre seguenti corrispondono ad una stima all'ingrosso: Samsoun e distretto, 2 milioni di chili; Smirne, 6 milioni; Ismidt, 1 milione; Brussa 3 mi- lioni di chili I principali acquirenti di tabacco, che prima della guerra erano ditte te- desche, sono adesso gli americani ma in causa della deficienza dei trasporti la possibilità della esportazione del tabacco su larga scala è grandemente ostaco- lata e, di conseguenza, forti stocks dei precedenti anni sono ancora disponi- bili nei centri di produzione - Board of Trade Journal. La coltivazione del tabacco nel Sud-Africa. — Dal « Tobacco » N. 499, London, Luglio 1, 1922. Da un rapporto consolare da Pretoria. Il distretto di Rustenburg, a circa 70 miglia inglesi da Pretoria, è un centro della industria della coltura del tabacco nel Sud-Africa. Il tabacco che vi si coltiva è di media pesantezza ed è sopratutto adatto come tabacco da pipa. Il suo prezzo è molto inferiore a quello del tabacco coltivato a Colonia del Capo e in Rhodesia. Il basso prezzo di quattro pence per libbra è una delle ragioni della poca cura che vi si prodiga. Gli esperti raccomandano che le foglie verdi siano essiccate in locali a mezzo di aria calda; i coltivatori obbiettano che la costruzione del locale sa- rebbe troppo costosa per ciascuno di loro e che ciò dovrebbe essere affare della « Unione Cooperativa ». L'Unione sembra disposta ad assumere l'impresa. Nel Sud-Africa il tabacco è coltivato su considerevole scala nei seguenti distretti: Magai iesberg e Kat-River che producono un tipo di Virginia chiaro di media pesantezza ; Potchetstroom Vredetort , Pi et Retiet , Oudtshoorn, Pi- quetberg che producono tabacco dal medio al pesante; Stellenbosch, Wellington, Tulbagh che producono tabacco turco adatto per sigarette; Natal che produce un tipo medio scuro che serve per sigari e trinciati da pipa a buon mercato. 282 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI In Rustenburg è la « Rustenburg Boeren Kooperative Vereenigung » fon- data nel 191 1 e che allora contava solo 20 membri. Adesso ne conta 1192. V'è anche la «Magalies Kooperative Vereenigung» con 3140 membri. Il monopolio sui tabacchi in Polonia. - Dal « Bollettino di notizie com- merciali » Anno XLVIII, N. 30 — Roma, 27 luglio 1922 Col 29 giugno è entrata in vigore la legge sul monopolio dei tabacchi pubblicata nel n. 47 del «Giornale delle Leggi», della quale il primo articolo è del seguente tenore: « La produzione, importazione, vendita del tabacco greggio e dei suoi derivati è di privativa dello Stato e costituisce l'oggetto di un monopolio statale». Previsioni del raccolto a Sumatra. —Dal « Tobacco » N. 501, London, Settembre 1, 1922. Il raccolto del tabacco a Sumatra del 1921-22 è stato stimato a circa 170.000 balle secondo un rapporto ricevuto da Hague dal Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti. Sempre secondo le attuali informazioni il raccolto del 1922-23 sarà con- siderevolmente in aumento rispetto a quello del 1921-22. Le Compagnie del tabacco a Sumatra sono d' accordo nel far ammontare detto raccolto a circa 195.000 balle che rappresentano un considerevole aumento sulle 170.000 di quest'anno e sulle 145.000 del 1920-21. La coltivazione del tabacco in Egitto. — Dal « Tobacco» N. 501, Lon- don, Settembre 1, 1922. Molto interesse continua ad essere dato all' argomento della coltivazione del tabacco, specialmente nel Mokattam. Il Sottosegretario di Stato per l'agricoltura, Mohammed Pasha Abou' 1 Futooh, ha ispezionato i campi sperimentali a Damietta, Gizeh, e Embabeh dove già si stanno tentando prove con tabacco di Turchia, di America e d'Avana. Altre prove saranno impiantate in differenti contrade sia nell'alto che nel basso Egitto — Saranno invitati specialisti per 1' esame e la relazione dei ri- sultati — Si è convinti che tutte le condizioni avranno da essere a fondo considerate, tenuto presente il largo profitto che deriva attualmente dalla importazione del tabacco (oltre Ls. 6.000.000) e il fatto che i metodi di cura hanno ancora da essere appresi. Il Governo evidentemente desidera di esaminare con molta cura la questione non foss'altro per la larga domanda da parte del popolo che anche questa branca di agricultura abbia da essere esaurientemente sperimentata. BOLLETTINO TECNICO 283 La produzione del tabacco e l'influenza dei concimi. — C.C. Da « L'A- gronomie Coloniale » Anno 7. N. 57, Parigi, Settembre 1922. Durante il suo lungo soggiorno a Maurice, M. P. Boname, vecchio diret- tore della Stazione agronomica di questa colonia, ebbe l'occasione, insieme ad altre interessanti prove, di far eseguire delle esperienze sull' influenza dei dif- ferenti concimi sulla produzione del tabacco. Il tabacco coltivato fu l'Avana, piantato a m. 0,80X0,60, e quindi con circa 20,700 piante ad ettaro La produzione ottenuta ad ettaro, in foglie secche, è qui sotto indicata per i diversi concimi impiegati : Concimazione completa Kg. 1,997 Senza acido fosforico » 1,712 Senza azoto » 1,895 Senza potassa » 2,352 Senza concimazione » 1,352 Le cifre sopraindicate, che sono medie riferentesi a tre annate, mostrano la poca influenza dei sali di potassa su questa coltura. Si sa che il tabacco è una delle piante che contiene le quantità più ele- vate di materie minerali, e le ceneri costituiscono dal 18 al 20 °/0 del peso della materia secca. Ne risulta che il tabacco è una coltura spossante e alla quale, piuttosto, occorrono molti elementi fertilizzanti per elaborare un determinato peso di foglie. Ma siccome il peso prodotto ad ettaro non è mai molto elevato, ne risulta che lo sfruttamento assoluto del suolo, per una coltivazione di tabacco, non è per nulla eccessivo. Occorre solamente una terra fertile, o abbondantemente concimata , per fornire un prodotto conveniente, tanto più che il tabacco non resta che poco tempo sul terreno, e ch'esso deve trovare in pochi mesi, tutti gli elementi che gli sono necessari. E. P. I tabacchi greci. — Hassiotis S. P. in L'Economiste a" QAthènes, a. 1, n. 23, p. 355-356. Atene, 15 apr. 1922. Dal « Bollettino di Informazioni Agrarie dell'Istituto Internationale d '(^Agricoltura » Anno XIII N. 9, Roma, Settem- bre 1922. Prima della guerra la produzione del tabacco in Grecia si elevava a 23-24 milioni di chilogrammi, dei quali il consumo interno assorbiva appena 4 ed al resto era disponibile per l'esportazione. Durante la guerra la richiesta di tabacchi greci diventò molto forte, il che contribuì all' estensione della loro coltura. Ma nel 1918 la richiesta diminuì ed i prezzi discesero, colla conse- guenza che negli anni successivi la produzione si ridusse, talché nel 1921 fu soltanto di 17-18 milioni di kg. Nelle quantità sopra citate non è compresa la produzione di Serrès, Cavalla, e Xanthià, che si eleva a circa 8 milioni di kg.; talché la produzione totale per tutta la Grecia nel 1921 fu di 25000000 kg. La tabacchicoltura costituisce una delle branche più lucrose della produzione nazionale. Il suolo ed il clima della Grecia sono favorevolissimi alla produzione di qualsiasi qualità di tabacco, da quella finissima di Xanthià e della Macedonia 284 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI Orientale a quella della regione di Nauplia- Agriniu, ordinaria, ma di rendi- mento triplo. Il rendimento medio è di 80 kg. per stremma, cioè di 800 kg. ad ha. Dopo la coltura orticola, quella del tabacco è la più conveniente per il col- tivatore, che vi può impiegare la moglie ed i figli. Se nella Grecia si sviluppasse, in vista dell' esportazione su larga scala, l'industria delle sigarette, si potrebbe far sorgere in condizioni favorevolissime una grande industria capace di fornire lauti guadagni. I! tabacco nella Nuova Zelanda — Dal « Tobacco » N. 302, London, ot- tobre 1, 1922 Un periodico del luogo « l'Auckland Weekly Neros » dice: Il tabacco è stato coltivato in varie parti della Nuova Zelanda per molti anni. Si coltiva tuttora e si manifattura ma è ancora da decidersi se la industria vorrà espan- dersi nelle sue vere proporzioni. I manifatturieri del tabacco in parola possono naturalmente sforzarsi di creare tipi simili a quelli che sono già sul mercato e che già hanno acquistato popolarità, ma, come abbiamo già detto, la cosa può presentarsi difficile e per le differenze che esistono di terreno e di clima e per il gran numero dei tipi importati da essere impossibile di riprodurli tutti. La soluzione più semplice per i Nuovi Zelandesi è di coltivare il gusto per il tabacco indigeno e, se essi sono disposti a questo e a sostenere la pro- pria industria locale, aiuteranno a provvedere una nuova sqrgente di ricchezza per la nazione e un profittevole lavoro per i numerosi agricoltori in cam- pagna e per gli operai in città. Il tabacco in Cina. — Dal « Tobacco» N. 502, London, ottobre 1, 1922. Il tabacco è coltivato in varie provincie della Cina coi principali centri di produzione nel Kiangsi. La migliore foglia viene da Kwangfeng, Yichien e Anyuan. Kinkiang è il luogo di concentramento donde poi la foglia è spe- dita a Shanghai per l'esportazione. La totale produzione del tabacco di quattordici provincie è la nona parte circa di quella degli Stati Uniti. Per causa della mancanza di iniziativa ma- nifatturiera in Cina il consumo del tabacco è confinato ai mercati esteri. Prima il tabacco cinese era per la maggior parte consumato in Olanda , Inghilterra, Francia, Germania ed Egitto, ma dall'epoca della guerra i mercati tedeschi ed olandesi sono stati tagliati fuori; l'Inghilterra ha limitato le sue importazioni e la Francia consuma soltanto le varietà a foglia gialla e a foglia rossa, pro- dotti per lo più di Nanyung e Kwangtung. L' Egitto, quantunque importi molte varietà come quelle di Kwangfeng, Szetu, Hwangkang, Sungyang, Na- nyung e Yichien , la miscela col prodotto locale e quindi il consumo ne è piccolo. Le stesse condizioni si verificano in America. Ancora più insignificanti sono le esportazioni in Russia, nelFAnnam e in Australia. BOLLETTINO TECNICO 285 Recentemente, tuttavia, Giappone, Corea e Formosa sono diventati impor- tanti mercati pel tabacco cinese. Diminuzione di raccolto in Grecia. - Dal « Tobacco » Voi. LXXIV, N. 24, New York, Ottobre 12, 1922. Il Vice console Carafa ad Atene ha inviato il seguente rapporto al « Depart- ment of Commerce » riguardante la diminuita produzione di tabacco in Grecia nell'annata: In seguito ai prezzi soddisfacenti ottenuti sul mercato del tabacco in Grecia pel raccolto 1921 furono fatti sforzi per aumentare il raccolto del 1922 di circa il 30 per cento rispetto al precedente anno, ma i semenzai ebbero a soffrire per avversa stagione all'inizio della primavera e nei distretti dell'Ovest e del Sud della Grecia le pioggie furono insufficienti per un normale trapian- tamento. Di conseguenza il raccolto del 1922 nei distretti del Sud, incluse le isole del Mare Egeo, dove si producono i medi e ordinari tipi, è stimato essere del 40 per cento al disotto di quello del 1921 quantunque nel Nord della Grecia sia normale e in qualità e in quantità. La totale produzione del tabacco per il 1922 è stimata a 46.55o.000 libbre contro 63.777.000 nel 1921. Phyllosticta Nicoziana, Qeuteromicete dannoso al tabacco nella Caro- lina settentrionale. — Wolf F. A., in Phytopathology , V. XII, ti. 2 pp. gg-101. Lancaster, Pa., 1922. Dal «bollettino di Informazioni Agrarie del- l'Istituto Internationale d'Agricoltura » Anno XIII, N. io, Roma, Ottobre 1922. Per vari anni di seguito è stata osservata, nella Carolina settentrionale, una malattia del tabacco, che colpisce tanto le piantine nel semenzaio quanto le piante adulte nei campi. Essa è caratterizzata dalla comparsa su le foglie di macchie irregolari brunastre, più chiare verso il centro e più scure in pros- simità del margine, delle dimensioni di 1 a io mm. orlate di verde pallido o di verde giallognolo. Sparsi nelle macchie si notano i picnidì di una Phyllostica che l'A. riferisce provvisoriamente a Phyll. Nicotiana E. et E. Il fungo è stato isolato, ottenuto in cultura pura e sotto questa forma inoculato con esito positivo su piantine di tabacco in serra. Bacterium Solanacearum nocivo a varie piante coltivate nelle Filippine. Welles C. G., e Rolan E. F., in The Philippine Agricullurist, v. X, n. 6', pp. 393-398, 3 tav. Los Banos, Laguna, 1922. Dal « Bollettino di Informazioni QAgrarie dell'Istituto Internationale d' Agricoltura » Anno XIII, N. io Roma, Ottobre 1922. La malattia prodotta da Bacterium Solanacearum E. F. S. sul tabacco è la più grave di quante colpiscono questa pianta nelle Filippine. Essa è diffusa in tutte le zone produttrici di tabacco e determina annualmente una perdita che varia dal cinque al quindici per cento; ma di frequente, sui terreni grave- mente infetti, la perdita ascende fino al cinquanta per cento. L'attacco è ac- 286 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI centuato tanto su le piantine da semenzaio quanto sugli esemplari adulti, ma si dimostra più grave ancora allor che le piante cominciano a crescere dopo il trapianto. La malattia attacca largamente anche il pomodoro e la melanzana, secondo è stato osservato presso Manilla e nella provincia di Laguna. In terreni del «College of Agriculture », a Los Banos, si è avuto dal set- tanta al cento per cento di piante di pomodoro, di melanzana e di Chrysan- themun coronarium («tango») colpite dalla malattia. Quasi tutte le piante di pomodoro furono uccise allor che erano ancora giovanissime, mentre le piante di melanzana pervennero fino alla fruttificazione senza per altro portare a ma- turità alcun frutto; Chrys. coronarium fu attaccato, come Ricinus communis, in tutti gli stadi di sviluppo. La malattia è caratterizzata da un più o meno rapido e più o meno com- pleto avvizzimento degli organi della pianta cui segue di solito la morte di quest'ultima, a meno ch'essa non si trovi già in uno stadio avanzato di età, nel qual caso essa sopravvive pur mostrando fenomeni d'avvizzimento e di deperimento generale. Per combattere questa malattia sono stati eseguiti numerosi esperimenti a Los Banos, ma con risultati negativi. Garner, Wolf e Moss hanno indicato come solo metodo efficace di lotta quello consistente nell'osservanza d'una rotazione quinquennale in cui tutte le piante ospiti di Bact. Solanacearum sieno escluse dal terreno infetto. Si è constatato tuttavia che la melanzana non è molto danneggiata dalla malattia se piantata durante la stagione piovosa così che pervenga alla matu- rità in dicembre. Possibile concorrenza a tabacco americano in Inghilterra. — Dal « The Tobacco World » Voi. 42, N. 21, Philadelphia, Novembre 1, 1922. Quantunque la produzione di tabacco in Nyasaland sia ancora relativa- mente piccola in confronto con la produzione di tabacco da sigarette negli Stati Uniti, vi è ragione tuttavia a qualche timore di concorrenza a questo riguardo nell'Impero Britannico. La superficie coltivata in Nyasaland è cresciuta da acri 4.507 nel 191 1 ad acri 14.218 nel 1920. La «Imperiai Tobacco Co. (Ltd ) » ha di recente costruito un vasto im- pianto per la riessiccazione e rimanipolazione del tabacco a Limbo, Nyasaland, corredato di essiccatore e pressa tipo americano. Il costo dell' impianto com- pleto sarà di circa dollari 200.000, il che dimostra la fiducia che ha la Com- pagnia nel tabacco di Nyasaland, il quale si dichiara essere il solo tabacco col- tivato nell'Impero Britannico che possa sostituire con successo alcuni gradi del Virginia bright americano. La dogana favorisce inoltre il tabacco di Nyasaland nella sua importazione in Inghilterra poiché la tassa è i cinque sesti della normale. La coltivazione del tabacco in Irlanda. — Dal « Tobacco » N. 503, London, Novembre 1, 1922. I desiderata dell'industria della coltivazione del tabacco in Irlanda sono validamente portati innanzi dalla « Co. Meath Tobacco Growers Association » BOLLETTINO TECNICO 287 la quale fa pressione perchè le raccomandazioni contenute in un memorandum a nome dei coltivatori di tabacco irlandesi al Tobacco Trade Council e da loro approvate abbiano ad avere effetto legislativo al più presto possibile. È fatta inoltre premura che al più presto possibile sia combinata una conferenza coi membri competenti del governo da parte dei deputati rappresentanti il paese. Decotinizzazione del tabacco. vembre i, 1922. Dal « Tobacco » N. 503, London, No- li « Pharmaceutical Journal » del 14 ottobre contiene particolari di un brevetto tedesco per denicotinizzare il tabacco. Il materiale greggio da trat- tarsi vien posto in una camera vuoto che può essere riscaldata a mezzo dei- vapore o dell'elettricità e il vuoto vi è mantenuto per circa mezz'ora a una temperatura di 25-300 C. Fatto il vuoto, è immessa acqua di calce satura alla quale è stato aggiunto l'uno per cento di nitrato di calcio e che si lascia in contatto col tabacco per circa trenta minuti mantenendo il vuoto e la tem- peratura. In questo modo si liberano nicotina e ammoniaca che sono parzial- mente asportate dalla continua rimozione dell'aria. Dopo del tempo il vuoto è distrutto e l'acqua di calce scorre via. L'aria è allora di nuovo tolta ed è immessa una soluzione del 0,5 per cento di formaldeide che si lascia agire sul tabacco per circa cinque minuti. Dopo di ciò le foglie sono tolte dalla camera e disseccate a 400 C. e in questa operazione la nicotina precedentemente liberata sfugge col vapore d'acqua, Col procedimento descritto è possibile di ottenere una riduzione del 40- 50 per cento del tenore in nicotina mentre che è perfettamente conservato l'aroma del tabacco e migliorata la sua combustibilità. L'uso della formaldeide, annota la Redazione del « Tobacco », sarebbe pro- babilmente ritenuto illegale in Inghilterra. Il raccolto di tabacco del 1922 negli Stati i Uniti di America. — Dal- l'a Western Tobacco Journal » Voi. 49,^46, Cincinnati, Novembre 13, 1922. La produzione totale di tabacco negli Stati Uniti, in data i° Novembre, è prevista in libbre 1.330275.000 ripartita come nel seguente prospetto: Connecticut Pennsylvania Virginia N. Carolina S. Carolina Florida • Ohio . Wisconsin Kentucky Tennessee libbre 36.250.000 » 53.300.000 » 161.975.000 » 299.720.000 » 57.600.000 » 3.300.000 » 46. 800.000 » 46.945.000 » 446.400.000 » 100.820.000 288 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLT1VAIIONE. TABACCHI La media generale del paese è posta a 84,3 per cento al i° Novembre 1922 in confronto con 79,7 al i° Novembre 1921. Clorosi del tabacco e deficienza di magnesia nel suolo.— O. Micron. Da «L'Italia Agricola » Anno 590, N° 11, Piacenza, 15 Novembre 1922. Il Prof. Garner, agronomo del Ministero di Agricoltura degli Stati Uniti, si è proposto di stabilire le cause di una speciale clorosi caratteristica delle foglie del tabacco, sopratutto in terre leggere a seguito di pioggie copiose. Detta clorosi all'inizio compare nella parte terminale della pianta e ai margini delle vecchie foglie, ma poi mano mano si estende progressiva a tutta la pianta. Dopo una serie di indagini di orientamento , 1' A. poteva stabilire che la malattia è dovuta a insufficiente riserva di magnesia nel terreno o nei fertiliz- zanti. Impiegando infatti sostanze concimanti chimicamente pure in luogo di ordinari concimi commerciali, la clorosi apparve in modo manifesto nelle con- dizioni stesse in cui si verifica nella pratica: viceversa con aggiunta, in tali casi, di solfato o cloruro di magnesia, la malattia non appariva. (Science, N. 1447). b' Inghilterra e la produzione del tabacco. — Da « La Tribuna Colo- niale » Anno IV, N. 46, Roma 25 Novembre 1922 Tanto il tabacco quanto il cotone vengono importanti su larga scala nel- l'Impero britannico dagli Stabilimenti. Ora la necessità di estendere le colti- vazioni di tabacco nei domini dell'impero si fa sempre più impellente, perchè la dipendenza per generi di tale importanza dall'America, costituisce un serio impedimento alla restaurazione di un bilancio commerciale tra gli Stati Uniti e l'Impero Britannico. La diminuzione dei diritti sull'importazione nel Regno Unito del tabacco prodotto nei territori britannici dovrebbe essere di sprone ai coltivatori per estendere le proprie energie, perchè se anche il processo è lento e richiede talvolta cure straordinarie, la ricompensa è in proporzione molto alta. L'anno scorso l' Impero Britannico importò tabacco non manufatto per il valore di Lst. 39.354.962 e secondo le cifre più recenti la richiesta mondiale di tabacco è in continua crescita. Il consumo del tabacco, nella Gran Bretagna non è mai stato arrestato dal- l'aumento dei prezzi e la manifattura del tabacco e delle sigarette fatta con le foglie importate e la riesportazione delle stesse confezionate costituiscono un'in- dustria importantissima. Nel 1918 soltanto il 6 per cento del tabacco importato dalla Gran Bre- tagna proveniva da domini inglesi, essendo la Nyasaland il contribuente prin- cipale. Nella Nyasaland il tabacco è infatti una delle industrie principali, mentre in molte altre parti del Sud-Africa sono già impiantate coltivazioni remunerative. Secondo la « Monthlv Review » dello « Standard Bank » del Sud Africa la BOLLETTINO TECNICO 289 raccolta totale del tabacco sulla Nyasaland è stimata quest'anno a 2.600 ton- nellate delle quali circa 1200 servono per uso locale e il rimanente è desti- nato alla Gran Bretagna. Per la lotta contro l'Hereroderes amplicollis e altri Coleotteri nocivi al tabacco, nell'Isola di Cuba — Calvino M., in Revista de Agricoltura, Co- mercio y Trabajo, an. V, v. V, tu 4 p, 75, / fig. Avana, giugno 7922. Dal « Bollettino d'Informazioni Agrarie dell'Istituto Internationale d'Agricoltura » Anno XIII N. ir, Roma, Novembre 1922. Sotto il nome di « pasador » del tabacco i coltivatori cubani sogliono in- dicare le larve di alcuni coleotteri Elateridi viventi nel terreno, dove esse attaccano le piantine appena messe a dimora, perforandone il fusticino e pro- vocando la morte delle piantine stesse. Il comune «pasador» è la larva di Heteroderes amplicollis Gyll. Esistono però altre specie ugualmente nocive come Conoderus bifoveatus Beanv. e Megapenthes opaculus Cand. I danni che questi insetti arrecano al tabacco, specialmente in Vuelta Abajo, sono considerevoli. Due anni or sono, il signor Antonio Lorenzo Hernàndez, un coltivatore di San Luis (Pinar del Rio), notò come là, dove la manica da annaffiamento perdeva molt' acqua per modo che la terra rimaneva inondata nel momento in cui si eseguiva il trapianto a dimora, ivi tutte le piantine attecchivano e non erano affatto danneggiate dal « pasador », che attaccava invece le altre piantine vicine situate in punti dove non arrivava l'acqua. Egli comprese subito che l'acqua allontanava il «pasador» e che l'imbibizione della terra, all'atto d'eseguire la piantagione, era il metodo più pratico per difendere le piantine dagli attacchi del loro nemico. L'anno di poi avendo potuto confermare l'esat- tezza della sua osservazione, il signor Hernàndez ne fece consapevole il signor Jacinto Argudìn — sovrintendente delle piantagioni della « Cuban Land and Tobacco Leaf Co.», di Vivero, San Juan e Martìnez — il quale volle senz'altro sperimentare il metodo, procedendo, cioè, al trapianto a dimora dopo aver fatto scorrere l'acqua nel solco. La piantagione si compie conficcando col dito la piantina sur un lato del solco subito dopo aver bagnato questo nel modo anzidetto. Dopo quattro o cinque giorni, si fa scorrere ancora l'acqua nel solco, dove già sono state col- locate le piantine, quindi, scomparsa l'acqua, si sparge il concime attorno a ciascuna piantina nel solco inzuppato, ricoprendo poscia con terra asciutta della porca. Gli esperimenti del signor Argudìn, eseguiti in grande scala a San Juan e a Martìnez in molti terreni per Pinnanzi assai infestati dal «pasador», hart dimostrato la effettiva bontà del metodo adottato che risolve finalmente il pro- blema più importante per la coltivazione del tabacco nella regione. Questo metodo di piantagione in terreno umido — che l'A. propone di chiamare «metodo Argudìn - Lorenzo » —inoltre fa si che non vada perduta una sola piantina nella crisi del trapianto, la terra, per effetto dell'acqua pre- sente, aderendo subito e bene alle radici della piantina. Esso rappresenta un reale progresso nel trapianto non soltanto del tabacco, ma anche degli ortaggi in generale, che si coltivano in modo analogo, poi che, coprendo il solco mu- 290 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI midito e concimato, si evitano gli annaffiamene e altre operazioni costose e si utilizza meglio il concime somministrato nella quantità necessaria, pianta per pianta, prima della rincalzatura. La chimica e l'industria del tabacco. — Chesley A. L. {Chemist, The American Tobacco Co., New York) in The Journal of Industriai and En- geenering Chemistry, v. XIV, n. g, p. 8iy-8ig. Washington, D. C, sett. ig22, Dal « bollettino d' Informazioni Agrarie dell' Istituto Internationale d'Agri- coltura » Anno XIII, N. n, Roma, Novembre 1922. L'A. esamina l'influenza che hanno avuto le ricerche di chimica sull'industria del tabacco, in rapporto alla concimazione, alla coltura delle piante, alla lotta contro le malattie e alle varie manifatture. La proporzione di ammoniaca, acido fosforico e potassa ha, nel caso del tabacco, un'importanza speciale. Poca ammoniaca ne rallenta lo sviluppo, troppa ammoniaca produce un tabacco forte, scuro, con maggior tenore di nicotina Per una concimazione scarsa in potassa o ricca in cloruri il tabacco non brucia bene. La calce favorisce alcune malattie. La cimatura migliora e ingrandisce le foglie, per la maggior quantità di alimento utilizzabile. Anni fa si usava di aggiungere del nitrato potassico al tabacco in lavorazione perchè bruciasse meglio; ora ciò è reso inutile, per l'uso di concimi appropriati. Nelle sigarette la cattiva combustibilità od il cattivo odore sono dati spesso dalla carta che può contenere impurezze, talora non facili a individuare con mezzi chimici, ma percepibili all'olfatto. Altri perfezionamenti si ottennero negli adesivi e specialmente nel rego- lare l'umidità del tabacco per prevenire le muffe ed aver prodotti di compo- sizione costante. Infine, durante la guerra la chimica riuscì a sostituire le va- rietà importate negli Stati Uniti con le altre indigene non coltivate mai prima, che si mostrarono migliori. Il tabacco in Germania. — Dal « The Tobacco World » Voi. 42, N, 23, Philadelphia, Dicembre 1, 1922. La produzione del tabacco in Germania è insufficiente per il consumo do- mestico e con probabilità non aumenterà sensibilmente. La superficie a coltura e la produzione del dopo guerra sono minori di quelle dell'ante guerra. La media annua di superficie dal 1909 al 191 3 fu di acri 38.801 in con- fronto con una media di acri 29410 dal 1919 al 1921. Il consumo di tabacco in Germania va aumentando ogni anno; nel durante e dopo guerra, come nella maggior parte dei paesi, vi è stato un ulteriore au- mento e mentre il consumo dei sigari è alquanto diminuito, il consumo delle sigarette è quasi raddoppiato. Si stima che il 90-93 per cento del tabacco con- sumato in Germania è importato. L'importazione di tabacco greggio per l'anno terminante coli' Aprile 30, 1922, ha sopravvanzato quella degli anni 1913 e 1920 in ambo i casi di circa il 35 per cento ossia 67.000.000 libbre. BOLLETTINO TECNICO 291 Nello stesso anno sono state importate in Germania libbre 10.000.000 di costole delle quali circa il 75 per cento di provenienza dagli Stati Uniti. La cooperazione per la vendita del tabacco nel Kentucky. — Da « La Tribuna Coloniale », Anno IV, n. 48, Rema, 9 Dicembre 1922. Il distretto del « white burley » nel Kentucky si estende ad alcune loca- lità dell'Ohio, dell'Indiana e della Virginia dell'ovest, ma la maggior parte dei 200 milioni di libbre di tabacco « white burley » , prodotto annualmente, proviene da una trentina di contee cui bisogna aggiungere la regione del « Blue Grass ». La Burley Tobacco Growers' Cooperative Association sorse in seguito a una conferenza fra i produttori di tabacco tenuta a Louisville nel marzo 1921, promossa per discutere sui mezzi da adottare al fine di combattere il «trust» dei compratori. Era necessario perfezionare l'organizzazione dei produttori nel periodo fra i primi di aprile e il 1 . dicembre, epoca nella quale sarebbe stato pronto il nuovo raccolto, perchè altrimenti i produttori sarebbero stati costretti a vendere alle condizioni volute dai compratori. L'organizzazione fu compiuta in tempo utile, e circa il 90 per cento del raccolto di tabacco del 192' fu assicurato alla società. Per il magazzinaggio di detto raccolto, la società ottenne il controllo di oltre io magazzini. Ogni socio firma un contratto: a) impegnandosi a vendere e a consegnare alla società tutto il tabacco da lui prodotto e acquistato entro un periodo di cinque anni; b) impegnandosi a conformarsi alle disposizioni date dalla società relativamente al trattamento , alla classificazione per qualità ed alla vendita del tabacco, rimanendo inteso che le disposizioni prese dalla società in qual- siasi tempo saranno definitive; e) accettando che la società immagazzini il ta- bacco proveniente da ogni socio con tutto il tabacco di tipo o qualità affine e che il tabacco consegnato alla società per ogni raccolto annuale sia trattato in gran massa, le masse minori dovendo esser composte di differenti qualità designate dalla Associazione; d) consentendo che ogni produttore domandi lo stesso prezzo per il tabacco della stessa qualità, meno tutte le spese, da ripar- tirsi queste prò rata; e) convenendo che la società possa prendere a prestito danaro in proprio nome sul tabacco immagazzinato in qualsiasi magazzino, distribuendo prò rata il danaro stesso fra i produttori; f) stabilendo che il produttore non sia obbligato a piantare il tabacco durante il detto periodo di 5 anni, ma che tutto il tabacco che a lui pervenga nel corso di esso sia con- segnato alla società. La preparazione di polveri nicoh'nare come insetticide. — Gim. Da « VI- talìa Agricola» Anno, 390, N. 12, Piacenza, 15 Dicembre 1922. P. R. Smith riferisce varie prove fatte in California per trovare delle pol- veri a base di nicotina come insetticida, specialmente contro il Chromaphis junglandicola (o afide delle noci) Dato che nelle poltiglie occorre molta nico- tina, s'è cercato di ottenere delle polveri molto efficaci col minimo di nicotina. ^2 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI La efficacia è influenzata dalla forma e quantità di nicotina, nonché dalla natura della materia assorbente. Secondo l'A. la polvere agisce come un fu- migante. Quasi tutte le sostanze a buon mercato, atte ad essere ridotte in polvere impalpabile, e senza effetti nocivi, possono essere usate come assorbente della nicotina. Esse debbono essere finemente suddivise, abbastanza pesanti e più secche che possibile prima d'aggiungervi la nicotina. Fra le materie provate ricordiamo: il caolino, che sotto molti rispetti è la più adatta; l'idrato di calcio, che però produce scottature agli occhi e alle mani; la calce viva, che però, svolgendo calore, produce una perdita di nicotina; il carbonato di calcio, che è abbastanza buono quando è in polvere fine e ben secco; il solfato di calcio, che però forma dei noduli duri asciugandosi; la pol- vere di diatomee, che tende a formar fiocchi e particelle, ed è molto assorbente; il talco, che è pesante e più costoso, ma quando viene molto polverizzato è molto buono e adesivo. Lo zolfo quando è mescolato con una buona quantità di nicotina è più efficace contro gli insetti che qualunque altra di queste so- stanze; ma bisogna adoperarne soltanto le marche più fini; e non è indicato per certe piante (fragole, noci) in California nella stagione calda senza pericolo di bruciature. Furono pure provate altre sostanze velenose, ma nessuna è così promet- tente come la nicotina, eccetto il piretro, che però è troppo caro. Circa il 5°[0 di Cherosina può essere aggiunta ad una polvere molto asciutta, senza danno della sua divisibilità. Il solfuro di calcio secco può essere aggiunto, con au- mento dell'efficacia. Sotto forma liquida, l'i per mille di nicotina dà una poltiglia molto ener- gica, come il io per cento in polvere. Più la stagione è calda, più efficaci sono queste polveri. Fra le specie, contro le quali queste polveri diedero risultati promettenti (per quanto gli effetti sieno molto vari secondo le specie), ricordiamo il Ma- crosiphon (o Aphis) rosae, V Acyrthosiphon pisi, VAphis gossypii, A. rumicis, A. malifoliae, Brevicoryne brassicae, Toxptera aurantii, Scirtothrips citri, Thrips tabaci, Taeniothrips inconsequens, Erythroneura comes, Pieris rapae, Hyphantia cuneo., Vanessa cardili, Nysius ericae, Malacosoma sp., 'Dia- brotica sp. Queste polveri possono essere mescolate con zolfo, arseniato di piombo, poltiglia bordolese in polvere, e con altri fungicidi e insetticidi secchi per la lotta contro diversi nemici. (Cali/. Univ. Agric. Expt. Sta. Tìerkelcv. — Novembre 192;, riassunto in The T{evieiv of Applied Entomology, N. 6-- 1922). Coltivazione del tabacco in Crimea. — Economiceskaja Ji\n, N. 225, Mosca, IQ22. Dal « Bollettino d'Informazioni Agrarie dell' Istituto Interna- tionale di Agricoltura » Anno XIII, N. 12, Roma, Dicembre 1922. Secondo i risultati di una indagine, eseguita per l'iniziativa del sindacato di tabacco sopra 500 aziende, che coltivano il tabacco in Crimea, la situazione della tabacchicoltura in questa regione è la seguente: BOLLETTINO TECNICO 293 Anni Numero Superficie Raccolto — delle piantagioni (deciatine) (pouds) 191 1 7 200 3 400 260 000 1914 5 200 2 800 220 000 1 9 1 7 5 600 3 200 200 000 1919 4 000 2 100 120 000 1920 * 3 200 1 500 150000 1921 — 530 10 000 1922 — 200 — Deciatine = ha. 1,0925; Pouds = kg. 16,38 In questi ultimi anni le piantagioni di tabacco vengono destinate alla col- tura dei cereali o a prati o vengono abbandonate completamente. L'inventario, sia vivo che morto, è grandemente diminuito. In 50 °[0 delle aziende, nelle quali fu eseguita l'indagine, non esistono affatto serre a vetri e telai; in 40 °[0 sono in stato di abbandono e solo in io°[0 si sono conservate le serre. Contenuto in nicotina del tabacco sud - africano. — Juritz Chas F. (M. A., T). Se, F. I. C, Chic/, Division of Chemistry) in The South African Journal oj Industries, v. V, n. 8, pp. 347-356, bibliografia di 6 titoli. Pretoria, agr. 1922. Dal « bollettino d'Informazione Agrarie dell' Istituto Internationale di Agricoltura » Anno XIII, N. 12, Roma, Dicembre 1922. In seguito a un progetto di fondare nel Transvaal una fattoria per la ma- nifattura degli estratti di tabacco, l'A. fu incaricato, dai Ministro dell'Agricol- tura, di eseguire delle ricerche sul contenuto in nicotina delle varie specie di tabacco sud-africano. Tali ricerche ebbero i seguenti risultati: 1) I tabacchi pesanti sud - africani , coltivati a Barberton, Piet Relief e Potchefstroom , contengono, nelle foglie seccate all'aria, dal 3 al 5 °[0 di ni- cotina. 2) Le toglie dei tabacchi leggeri non sorpassano in genere il 2 °[0 di ni- cotina, e spesso ne contengono meno dell'i °[0. 3) Le foglie del tabacco selvatico comune ( Nicotiana glauca ) conten- gono, per quanto risulta dalle poche analisi eseguite, una proporzione di nico- tina nettamente inferiore all'i °[0. 4) I risultati più promettenti sono ottenuti dalla N. rustica, le cui foglie contengono nicotina nella proporzione del 6-8 °[0 ed anche più. La nicotina si trova in tutte le parti della pianta: steli, foglie, fiori, radici, ma specialmente nelle foglie. Se si può generalizzare da una sola serie di esperienze, sembra che nelle piantine trapiantate, le foglie contengano una piccola proporzione di nicotina, in genere meno dell'i 0[0; questa proporzione cresce rapidamente fino al 2 0[o sei settimane dopo il trapianto, si avvicina al 3 °[0 dopo due mesi e raggiunge il 6-8 °[0 nella pianta matura. 294 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI La malattia del mosaico del tabacco è dovuta a un clnmidozoo? Dal « Tìulletin vati het Deliproef station te Medan Sumatra » N. 15, 1922. In questa sua nota preliminare il Dr. B. T. Palm informa, brevemente per ora, dei risultati di sue ricerche citologiche sulla malattia del mosaico del ta- bacco, le quali, collimando con le osservazioni di Iwanowski (1903), porterebbero l'A. a ritenere che effettivamente un Clamidozoo della specie dei Strongiplasma sia l'agente specifico della malattia. L'A., riservandosi in una futura pubblicazione di dare maggiori dettagli sulla citologia del mosaico a sul significato etiologico di questo Strongiplasma, propone intanto di chiamarlo Strongiplasma Iwanowsckii in onore di colui che per il primo lo scoverse. PUBBLICAZIONI RICEVUTE Ministero delle Finanze — Direzione Generale Monopoli Industriali. Roma. — « Regolamento per la Coltivazione Indigena del Tabacco ». Roma, Stab. Poligrafico per l'Amministrazione della Guerra, 1922. Dott. Marotti Luigi. — La Coltivazione del Tabacco nell'Avellinese. Avellino, Pre- miata Tipografia Pergola, 1921. Dott. Guido de Marzi. — Cattedra Amhulante di Agricoltura per la Provin- cia di Padova. Una Visita ad alcuni essiccatoi tabacco della Toscana e del Salernitano. — Note ed impressioni ». Padova, Stab. Tipografico de « Il Veneto », 1922. T. V. Zapparoli. — Stazione Sperimentale di Maiscoltura. Bergamo. « Relazione Tecnica sui lavori in corso ». Bergamo, A. Mariani, 1922. Dott. Bartolo Maymone. - Istituto d' Igiene della R. Università di Bologna. « Le attività biochimiche del vibrione colerigeno ». Salerno, Tipografia Fratelli Jovane di G. 1920. Dott. Campanile Giulia. - R. Stazione di Patologia Vegetale. Roma. « Contri- buzione allo studio delle cuscute dell'erba medica ». Nota I. Roma, Ti- pografia del Senato del Dott. G. Bardi, 1922. Dott. B. Peyronel. — Altri nuovi casi di rapporti micorizici tra fanerogame e basidiomiceti. (Estratto dal « Bollettino della Società Botanica Ita- liana » N. 4, Aprile 1922). Prof. Vincenzo di Mattei. — Cattedra Ambulante di Agricoltura per la Pro- vincia di Siracusa. « Risultati ottenuti dai campi di concimazione chimica impiantati dalla Cattedra nell' anno 1921-22 ». Siracusa, So- cietà Tipogranca-Anonima Cooperativa, 1922. 296 ft. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI Prof. Nello Fotticchia. - Unione delle Cattedre Ambulanti di Agricoltura Italiane. « La produzione zootecnica italiana » (Estratto dai « Nuovi Annali del Ministero di Agricoltura » Anno II, N. 2, 30 Giugno 1922). Roma, Industria Tip. Romana, 1922. R. Scuola Superiore di Agricoltura di Milano. « Agli allievi caduti per la Pa- tria ». XIV Novembre MCMXXI, Prem. Tipog. Agraria, Milano. Dott. Eugenio Mazzei. - Municipio di Cesena. « P Mercato-Concorso di tori e to- relli di razza romagnola, 20-21 settembre 1921 ». (Estratto dal Fasci colo N. 7 Agosto 1922 della Rivista Mensile del Comune « Cesena ». Cesena, Stab. Tipog. Moderno, 1922. Rrooklyn Botanic Garden. Record, Voi. XI N. 1, 3, 4. Contributions » 26, 27, 28. The New York Botanical Garden. Bulletin Voi. 12 N. 42. New York Agrfcultural Experiment Station. Geneva, N. Y. Fortieth Annual Report. 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Tabac. pag. 14). Institui Boyal Veterinarie ed Agronomique de Copenague. Annuarie 1U22. Nyt Magazin por Naturvidenshaberne. Christiania. Bind 60. 1922. KATALOG OVER DEU KONGELIGE VETERINAER-OG LANDBOHOJSKOLES BlBLIOTEK. Ko- BENHAVN. Tillaeg omfattende Bibliotekets Tilvaekst 1895-1916. Instituto Oswaldo Cruz. Rio de Janeiro — Manguinhos. Memorias — Tomo XI V. Fasciculo I. 13 298 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI The Ohara Institute for Agrcultural Research. Kurashiki. Prov. Okayama, Japan. Berichte - Ban-I II. Heft I. 1921. MlTTEILUGEN AUS DKR BlOLOGlSCHEN ReiCHSAUSTALT Fim LAND-UND FoRSTEWlR- tschaet — Berlin. Keft 21 December 1921. » 22 » » Départrment Fédéral dk L'Economie Publique. Berne Annuaire agricole de la Suisse. Annèe 23, 1922. BOLLETTINO TECNICO 1 Ri ^ CM Ni CM 0) «5 g O ^ e e ■o oiueuiiuop o^uo^ * £ M ^ w z ^ è (/) ti opS uoo eiqqau uoo i 1 1 1 CD co co Cd LU 1 1 — 1-1 i-H Cd o i-H s * D IU0J8S Cd o co co lO iH OS i-H OS i-H o Cd ISOAOld Tfl rH Cd i—l CD •rH o i-H Cd i-H Cd t-H o ce O •■o < O c Q l-H uipoiu v uiissb in co e» c- CD CO Z co co OS co co co co co Cd CO Cd CD CO CO co o lO OS os CO OS LU «■* © cT «■4 ti p < O o 00 . o 55 1 1 1 1 1 1 I LU c- tH co lO CD CO t- O Oh H ed «fi GQ O £ «3 uimuiui ■Bipoui i-i IO 1-1 co t4 o CO Cd co" O H Z D (/) (/> co Cd Cd lO co Cd co © Cd co" i-H co* i-H e» ^** BUIISSBUI CD_ ai" ed iO^ i-T co 03_ <3d co" Od co co Cd* Cd_ Ti Cd 0) CD OS ■H OS c- CO C- < oc o ÒJ) (0 BIUIUIUI O lO co lO co lO o lO co X as lO lO • °3.. Cd os o ""O PRESSI barome in m ■BipOUI lO lO lO IO co lO CD IO Cd CD c- os o" c- co co kO UUIISSBIU co co" lO Cd co co co t-- a> C-l s cu CD ce co" CD t- rH* os_ TU* co CO -> o (fì o bc <1 r3 o o (-1 a ai > o a> f-, rQ S 43 s o GQ C SS A 03 rt INDICE VOLUME XIX — Anno 1922 FASCICOLO I. Le forme elementari della composizione dei vegetali o l'origine della specie (Filogenesi delle Nicotianae, delk Primulaceae e delle Violae). Dorr. G. Emilio Anastasia Pag. 3 Introduzione "7 Famiglia delle Primulaceae » 1 1 Genere Primula, L. » 17 Primula acaule » 19 La Coltivazione del tabacco in Yugoslavia (Relazione della R. Dele- gazione Italiana in Belgrado) » 27 Modificazioni al Regolamento per la coltivazione indigena del tabacco » 32 Consiglio Tecnico per l'Amministrazione dei tabacchi ... "35 Notizie scientifiche e pratiche (Rivista della stampa): Stampa Italiana: Fra coltivatoli e concessionari di tabacco in Terra d'Otranto, Dott. Armando Valente • Per estendere la coltivazione del tabacco, Vincenzo Raman\ini Consorzio fra i coltivatori di tabacco a Fano . La coltivazione del tabacco, E. Petrobelli. Essiccatoi e cooperazione ..... Quanto costa la produzione dei tabacchi orientali nel Armando Valente La coltivazione del tabacco: uno dei due problemi la rinascita del Montello .... Per coltivare il tabacco, Dott. Achille Sacchi . Il tabacco Kentucky La disinfezione delle merci e la sua importanza sanitaria e com- merciale "47 . » 36 Raman\ini » 37 . » 3* . » 39 . » 40 Salento, Dott. » 1 1 li agricoli per . » 43 . » IVI . » 44 302 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI La coltivazione del tabacco orientale in Istria, A. Ghersetich . Pag. 48 La coltivazione del tabacco in Calabria, Giovanni Solimene . » 50 La coltivazione del tabacco in Alessandria, Dott. I. Zannoni. » 53 Conferenza sulla coltivazione del tabacco in Italia ... » ivi Alla ricerca di colture sarchiate, T. Poggi . . . . » ivi Il tabacco nella Impresa Agricola del Duca degli Abruzzi in So- malia : » 54 Variazione brusca in " Nicoliana sylvestris „ Spegazzini, Roberto Savelli » ivi L'assicurazione obbligatoria del tabacco contro la grandine . » ivi Articoli vari, E. P. » 56 Stampa Estera: La coltivazione del tabacco nel Belgio, Bricoul D. » 57 Note intorno ai tabacchi della Virginia e turchi: produzione, ap- provvigionamento e richiesta con particolare riguardo alla Ro- desia e ad altre provincie del Sud Africa, /. Taylor H. W. » 58 Spese della coltura del tabacco nelle regioni degl' Issers (Africa del Nord) » 62 Locali per la cura del tabacco colla stufa e l'imballaggio del ta- bacco curato, Jennings A. C. . . . . . » 63 Valore fertilizzante dei cascami di tabacco, Shutt F. T. . » ivi La produzione dei tabacchi nell'Asia Minore ellenica . . » 64 La produzione del tabacco in Grecia . . . . . » ivi Pubblicazioni ricevute » òó Riassunto dei bollettini meteorologici dei mesi di gennaio, febbraio e mar\o ig22 . " . . » 71 FASCICOLO IL La nuova cura sistema Angeloni per i tabacchi tipo Kentucky e si- milari. (M. Donadoni) . . ... . . . Pag. 73 Ancora sulla perdita in sostanza secca del tabacco Kentucky nei di- versi periodi della cura. (M. Donadoni) . . . .. » 81 Ricerche sulla cura dei tabacchi (Luigi Bernardini) . . . "99 // prosciugamento del tabacco scostolato nella cura sistema Ange- Ioni. (Ing. A. Biagi) . . . . . . .. » 107 Appunti sulla possibilità di modi fica\ioni nei sistemi della lavorazione del tabacco. (Dott. G. Centola) . . . . . » 1 17 Notizie scientifiche e pratiche (Rivista della stampa): Stampa Italiana: Lo sviluppo della coltivazione del tabacco nel Trentino, Dott. L. Endritfi , » 129 La coltivazione del tabacco in Italia, Prof. U. Brifi . . » 131 Sulla valutazione del tabacco allo stato sciolto, A. Tìiasco . » , 137 I risultati della coltivazione del tabacco nella provincia di Gori- zia nel 1921, D. T. . . . . . . « 139 Case coloniche ed essiccatoi per tabacco, A. P. . . » 141 La coltivazione del tabacco in Calabria, Giovanni Solimene » 144 L'estratto di tabacco e i residui nicotinosi di tabacco . . » 140" BOLLETTINO TECNICO 303 Articoli vari, E. P . Pag. 147 Stampa Estera: Tabacco a margini arrotondati delle foglie, E. East . . » 150 Studio sulla parziale sterilità in certi ibridi, E. East .'• . » 151 Ricerche sul tabacco il " Vorstenlanden ,, , Jensen Hj . . » ivi Sulla opportunità di selezionare i tabacchi in Bulgaria, To- chèv v. i t ■:<<■• . • » 152 Malattie del tabacco nell'India orientale olandese, g. t. . ' . » 1 53 Uso dei cascami di tabacco nella fabbricazione di estratti di ni- cotina e come fertilizzante. Esperienze nel Sud Africa , Smith B. J . . . » 154 L'industria dei tabacchi in Russia ...... » 155 La nicotina ed i nervi inibitori del cuore, W. Koskowski . » ivi Gli acquisti del tabacco in foglie eseguiti in Algeria della Regìa Francese . . .,-.-. . ' . . . . . » ■ 1 56 Pubblicazioni ricevute » 157 Riassunto dei bollettini meteorologici dei mesi di aprile, maggio e giugno /Q2 2 . . . » 1 59 FASCICOLO III e IV. Le forme elementari della composizione dei vegetali o V origine della specie. (Dott. G. Emilio Anastasia) ..... Pag. 163 Primule scapigere ......... » 165 Rapida rassegna dei generi delle Primulaceae . . . » 181 Kentucky Gigante. Un nuovo ibrido di tabacco tipo « Kentucky ». (M. Benincasa) . . . . . . . . » 191 Sul nuovo processo Angeloni di cura e fermentazione dei tabacchi tipo Kentucky. (Luigi Bernardini) » 195 Sulla probabile uguaglianza di quattro percentuali nella cura a fuoco diretto e a foglie staccate del tabacco Kentucky (Nota pre- liminare). (M. Donadoni) ........ » 205 Sulla perdita in nicotina dei tabacchi in funzione dell'umidità e del calore (Nota preliminare). (Liberato Bernardini) , . » 2:5 La coltivazione del tabacco in Jugoslavia. (Dott. Urosch Staic) » 231 Notizie scientifiche e pratiche (Rivista della stampa): Stampa Italiana: Alcune cifre sulla coltivazione del tabacco e lavori inerenti, G. Visintini » 237 Poche norme per il buon disseccamento dei tabacchi orientali, M. » 239 Il granoturco, il tabacco e la siccità » 242 Quanto può rendere il tabacco. Confronti col granoturco e col lino » 242 Coltivazioni industriali estere interessanti l'agricoltura italiana » 244 La coltivazione del tabacco nell'alta valle del Tevere, Dott. Lam- bardi Mario : » 244 La coltivazione del tabacco nel medio Friuli, /. Porta . . » 247 Per la coltivazione e l'industria del tabacco; studi promossi dall'U- nione Nazionale delle Cattedre di Agricoltura, Dott. M. Plosa » 248 Il tabacco e la grandine, D. Pinolini » 251 304 R. ISTITUTO SPERIMENTALE COLTIVAZIONE TABACCHI I tabacchi gialli o levantini nel Salento, Dott. A. Di,T>onfran- cesco Pag. 252 Tabacco ed igiene, Dott. Mauro Gioseffi .... » 253 La tabacchicoltura in provincia di Pisa, Prof. G. E. Rasetti » 258 La coltura del tabacco » 271 Articoli varii E. P. » ivi Informazioni » 276 Stampa Estera: Macchine per infilzare le foglie di tabacco .... » 280 II tabacco a Samsoun ........ » ivi La coltivazione del tabacco nel Sud-Africa . . . . » 281 11 monopolio sui tabacchi in Polonia ..... » 282 Previsioni del raccolto a Sumatra » ivi La coltivazione del tabacco in Egitto » ivi La produzione del tabacco e l'influenza dei concimi, C. C. . » 283 I tabacchi greci, Hassiotis S. P. » ivi II tabacco nella Nuova Zelanda '..... » 284 Il tabacco in Cina . » ivi Diminuzione di raccolto in Grecia » 285 Phyllosticta Nicotiana, Deuteromicete dannoso al tabacco nella Carolina settentrionale, Wolf FA. .... » ivi Bacterium Solanacearum nocivo a varie piante coltivate nelle Fi- lippine, Welles C. G., e Rolan E. F » ivi Possibile concorrenza a tabacco americano in Inghilterra . » 286 La coltivazione del tabacco in Irlanda » ivi Decotinizzazione del tabacco » 287 Il raccolto di tabacco del 1922 negli Stati Uniti di America » ivi Clorosi del tabacco e deficienza di magnesia nel suolo, O. Micron » 288 L'Inghilterra e la produzione del tabacco .... » ivi Per la lotta contro l'Heteroderes amplieollis e altri Coleotteri no- civi al tabacco, nell'isola di Cuba, Calvino M. » 289 La chimica e l'industria del tabacco, Chesley A. L. . » 290 Il tabacco in Germania » ivi La cooperazione per la vendita del tabacco nel Kentucky . » 291 La preparazione di polveri nicotinate come insetticide, Gidi » ivi Coltivazione del tabacco in Crimea » 292 Contenuto in nicotina del tabacco sud-africano, Jurit\ Chas F. » 293 La malattia del mosaico del tabacco è dovuta a un clamidozoo ? » 294 Pubblicazioni ricevute » 295 Riassunto dei Bollettini meteorologici dei mesi di luglio, agosto, set- tembre, ottobre, novembre e dicembre Jg22 e dell'anno 7922 » 299 Indice annuale. » 301 La produzione del tabacco e l'influenza dei concimi, C. C. . Pag. 283 I tabacchi greci, Hassiotis S. P. . . . . , . » ivi II tabacco nella Nuova Zelanda ' » 284 Il tabacco in Cina » ivi Diminuzione di raccolto in Grecia ...... » 285 Phyllosticta Nicotiana, Deuteromicete dannoso al tabacco nella Carolina settentrionale, Wolf F. A. .... » ivi Bacterium Solanacearum nocivo a varie piante coltivate nelle Fi- ■ lippine, Welles C. G., e Rolan E. F » ivi Possibile concorrenza a tabacco americano in Inghilterra . » 286 La coltivazione del tabacco in Irlanda . . . . . » ivi Decotinizzazione del tabacco . . . . . • . . » 287 Il raccolto di tabacco del 1921 negli Stati Uniti di America » ivi Clorosi del tabacco e deficienza di magnesia nel suolo, O. Micron » 288 L'Inghilterra e la produzione del tabacco .... » ivi Per la lotta contro l'Heteroderes amplicollis e altri Coleotteri no- civi al tabacco, nell'isola di Cuba, Calvino M. » 289 La chimica e l'industria del tabacco, Chesley A. L. . » 290 Il tabacco in Germania ........ » ivi La cooperazione per la vendita del tabacco nel Kentucky . » 291 La preparazione di polveri nicotinate come insetticide, Gidi » iyi Coltivazione del tabacco in Crimea » 292 Contenuto in nicotina del tabacco sud-africano, Jurit\ Chas F. » 293 La malattia del mosaico del tabacco è dovuta a un clamidozoo ? » 294 Pubblicazioni ricevute » 295 Riassunto dei Bollettini meteorologici dei mesi di luglio, agosto, set- tembre, ottobre, novembre e dicembre 1 g22 e dell'anno 7922 » 299 Indice annuale, » 301 New York Botanical ^.^"..M'j'tmi 3 5185 00259 2481