ACt Olilo "2>Cyv;^/v^ V\'A\ HARVARD UNIVERSITY H& LIBRARY OF THB MUSEUM OF COMPARATIVE ZOOLOOY JLOaSXA/\ciJ2_ \z. \\% / iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiniiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiniiiiniiiiininniiiimiiin"iiii'ii' Maggio-Giugno 1891. Fascicolo XX-XXI. Il, Ut BULLETTINO MENSILE ACCADEMIA GIOENIA DI SCIENZE NATURALI IN CATANIA col RESOCONTO DELLE SEDUTE ORDINARIE E STRAORDINARIE e Sunto delle Memorie in esse presentale ( NUOTA SERIE ). CATANIA TIPOGRAFIA C. GALATOLA 'l891. iiininimiiiiiiiiiiiiiiiiinimiiiiiniiii iiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiniiii""iii"""'" III INDICE DKLLE MATERIE CONTENUTE NEL PREDENTE FASCICOLO Rendiconti Accademici Verbale dell' adunanza del 24 maggio 1891 Pag. 1 Sunti delle memorie La Tiibercolina di Kocli nella Lebbra— Comunicazione preventiva del Prof P. Ferrari . • » ^ Nota sugli esperimenti fatti colla Linfa Koch nella clinica medica di Cata- nia— Prof. S. Tomaselli » 13 Libri pervenuti in cambio » 15 Rendiconti accademici Verbale dell' adunanza del 21 Giugno 1891 » 17 Sunti delle memorie Sulle curve Brachistocrone — Prof. G. Fé) macchi etti » 23 Sull'attrito — Prof. G. Pennacchietti » 23 Contributo suU' azione della tubercolina nei tisici (con 2 autopsie)— Prof. A. Petrone "23 Intorno all'azione della Linfa di Koch nelle affezioni tubercolari chirurgi- che— Proft. G. Clementi ed A Cappareìli » 24 Contribuzione alla vulcanologia delle Isole Eolie— Fine del periodo eruttivo di Vulcano e stato attuale del Cratere— Memoria del Prof. Sebastiano Consiglio Ponte » 26 Sulla funzione della gianduia tiroide— Nota preliminare del Dottor Raimon- do Cannizzaro » 28 Libri pervenuti in cambio » 31 Libri pervenuti in dono » 32 Maggio-Giugno 1891. Fascicolo XX-XXI. ACCADEMIA GIOENIA DI Sellila m U Maitìo 1891. Presidenza — Prof. Giuseppe Zurria Segretario Generale — Prof. Adolfo Bartoli Sono presenti i soct effettivi signori Proff. Aradas , Ardini , Feletti, Ferrari, Grassi, Orsini Faraone, Pennacchietti , Petrone, Ronsis valle, Tomaselli. Assiste un uditorio numerosissimo. Letto ed approvato il verbale della seduta precedente, il Se- gretario presenta i libri pervenuti in dono. Dopo di ciò vien letto l'ordine del giorno che porta la lettura delle seguenti memorie: Prof. P. Ferrari— La linfa di Koch nella lebbra. (Osservazioni cliniche). Prof. S. Tomaselli. Nota sugli esperimenti fatti con la linfa di Koch nella clinica medica di Catania. Prof. G. Pennacchietti— Sulle curve brachistocrone. Detto —Sull'attrito. Proff. A. Bartoli ed E. Stracciati— Sul calore specifico dell' ac- qua soprafusa. Secondo quest'ordine il Prof. Ferrari ed il Prof. Tomaselli leggono le loro comunicazioni. Finita la lettura delle memorie dei Proff. Ferrari e Tomaselli, il socio attivo Prof. A. Petrone dichiara che deve prender la parola, anche perchè avrebbe dovuto il giorno precedente fare una lezione suU' argomento stesso trattato dagli eg-reg-i collegiii, basandosi sopra due autopsie, (lezione che non ha potuto fare per ragioni di ufficio): riserbandosi quindi nella seduta ventura espori'e a questa accademia le proprie osservazioni e rifles- sioni in proposito, è ora lieto dei i-esultati ottenuti con l'uso della tubercolina nei malati di lepra deg-enti nella clinica dermo-sifilopati- ca. Avrebbe però desiderato che il Prof. Ferrari avesse esaminato qualche nodulo leproso dopo l'applicazione della tubercolina per rilevare possibilmente modificazioni che avessero potuto interve- nire dietro l' uso della linfa sui bacilli della lepra. È vero che in questo morbo non si ha l'opportunità di esaminare abbondanti espettorati ed il bacillo contenutovi, come nella tisi tubercolare, ma si possono con più facilità esaminare noduli che si escidono dal vivo. Tanto più deve insistere in questo studio in casi si- mili^ perchè è conosciuto che il bacillo della lepra si colora più facilmente e rapidamente di quello della tubercolosi, perfino con le soluzioni comuni dei colori di anilina. Relativamente alla ri- serva avuta nei leprosi con localizzazioni al laringe, esorta inve- ce il Prof. Ferrari a sperimentare per l'avvenire l'azione della tubercolina in questi casi; perchè se è vero che si sono ottenute manifestazioni cliniche gravi in ammalati di tubercolosi laringea dietro l'uso della tubercolina, è anche vero che in casi simili, di cui uno da lui osservato ultimamente in una autopsia, si sono ot- tenuti risultati brillanti e perfino di guarigione di processo, come sinora non si era ottenuto con altri mezzi: ed Egli crede che quel- la è una delle località, in cui, con quell'oculatezza clinica neces- saria in simili emergenze, a preferenza si dovrebbe applicare l'u- so del rimedio, appunto perchè si tratta di una superficie libera comunicante facihnente coll'esterno. Finalmente Egli si sente obbligato a dichiarare, che non può passare senza alcuna osservazione V opinione del Prof. Ferrari sull'identità etiologica della tubercolosi e della lepra, cioè dei due bacilli , tanto più che il Prof. Ferrari ha preso anche argo- mento in favore di questa opinione dai risultati favorevoli da lui ottenuti con la tubercolina sugli ammalati di lepra. Sebbene il bacillo della tubercolosi e quello della lepra avessero alcuni ca- ratteri comuni , pure vi è un abisso che li separa ; ed anche il risultato curativo della tubercolina non parla nemmeno lontana- — 3 — mente in favore dell'identità, quando si conoscono i risultati tavo- levoli ottenuti con l'impietro della tubercolina anche nell'actino- micosi: e certamente nessuno vorrà per questo identiiicare il fun- go rag'giato actinomicotico con quello della tubercolosi. Il socio attivo Prof. Ferrari risponde subito a queste osser- vazioni, che Esso non ha accennato ad alcuna ricerca batterio- scopica da lui fatta innanzi , durante la reazione locale e dopo , perchè ora aveva avuto soltanto l'intenzione di comunicare il re- sultato dei suoi esperimenti curativi con la linfa del Koch lìella lebbra. Però, tali esami li aveva fatti e fatti fare dal suo piimo assistente e delle sezioni sono state eseguite pure nel laboratorio del Prof. Grassi, e del Prof. A. Petrone. Nega assolutamente che il bacillo della lebbra si colori più facilmente di quello tubercoloso (come asserisce il Prof. Petrone). Ambirebbe ora più lunga discussione su questo proposito se non temesse di riuscire nojoso, in ogni modo dice che le cul- ture del bacillo della lebbra sono state sino a qui senza effetto. Esso ne ha fatte pure, ma senza effetto, come negativi rimasero i suoi esperimenti coU'innesto sugli animali ; anzi i conigli ]jeri - scono con la tisi polmonare, fatto riscontrato da molti altri spe- rimentatori. Il Prof. Petrone prende nuovamente la parola: egli dice che alla risposta del socio Prof. Ferrari deve ripetere e prima dira- dare l'equivoco, cioè, che Egli non ha parlato di esame dei bacilli nei noduli leprosi prima dell'iniezione della tubercolina, ma sol- tanto dopo, per vedere se intervengono cambiamenti nella strut- tura intima del parassita consecutivi all'azione della linfa: Egli non si sarebbe permesso dubitare sul giudizio diagnostico di le- pra e si fa un dovere di poterlo dichiarare pubblicamente in omag- gio alla sua personale stima per l'attuale Direttore della Clinica dermosifilopatica di Catania. Relativamente alla diagnosi diffe- renziale microscopica dei bacilli della lepra da quelli delle tuber- colosi non può contradire il Prof. Ferrari e ciò è ammesso da tutti: vi sono proprietà comuni per cui si sarebbe tentati ad iden- tificarli. Ma non è la sola struttura e modo di rispondere ai co- lori di anilina che decide la questione: allora molti batteri non potrebbero più differenziarsi anche dagli osservatori più provetti : la struttura molto somigliante, ma che pure si può distinguere per alcuni caratteri ed il modo, anche che si voglia identico (e ciò non è vero) di rispondere ai colori di anilina, perdono la lo- ro importanza rispetto alla individualità speciale dei due morbi, al modo differente di rispondere delle culture artificiali ed alla maniera opposta nei risultati delle inoculazioni, positive sempre pel bacillo di Koch, negative per quello di Hansen, meno il caso risaputo di Arning, che riprodusse la lepra in un condannato a morte dell'isole di Sandwich e gli esperimenti di Melcher e di Art- mann nel coniglio, sempre però impiegando pezzi di noduli le- prosi presi dal vivo e mai il materiale di culture sin oggi ancora problematiche. A questo punto prende la parola il socio effettivo Prof. Grassi e dice che esso non conviene col Prof. Ferrari in quanto alla natura tubercolare della lebbra opponendovisi anche la distribu- zione geografica delle due malattie (cioè della tubercolosi e della lebbra). In quanto al nessun effetto utile ottenuto dal Prof. Tomaselli con Fuso della linfa di Koch nella cura della tubercolosi polmonare e del Lupus (fatto che è stato riscontrato da altri clinici reputa- tissimi) ritiene che ciò dipenda piuttosto da alterazioni prodottesi nella linfa e ciò forse nei laboratori stessi in cui si fabbrica: ha tanta stima del Koch come scienziato, che ritiene certo quanto esso afferma sulla efficacia della sua tubercolina. La tubercolina non è un composto chimico definito come il bicarbonato di soda e l'acido cloridrico, ma è invece sostanza complicatissima nella sua composizione ed è possibile che altra sia la linfa con cui Koch fece le sue prime esperienze, altra quel- la che poi lasciò mettere in commercio. La turb ecolina potrebbe, a così dire, essersi cambiata nelle mani stesse di Koch. Il Profr Petrone domanda nuovamente la parola. Al Prof. G-rassi deve dire che Egli ammiratore delle ricerche di Koch, ed ancora di più per la sua scoperta della tubercolina, non può però dividere l'ottimismo del collega Grassi sull'azione della linfa nei tisici. Egli ritiene che come di tutte le cose buone, anche della tu- bercolina venga l'adulterazione; ma crede che in questa clinica si sia avuta la linfa genuina, una volta che si è ritirata diret- tamente da Berlino dall' Istituto di Kocli, o per mezzo del nostro Governo : diversamente dovremmo fare gii stessi dubbii per la mag-gior parte degli sperimentatori, compresi i più illustri clini- ci di Berlino, Parigi, Vienna. Effetti infausti certamente si sono avuti : bisogna però cer- care le ragioni di tutto questo e non incolpare sempre la tuber- colina, bisogna vedere la dose impiegata, il tempo della cura, la suscettività degli ammalati , lo stadio del morbo e via dicendo. Si riserba di esporre la sua opinione nella seduta ventura. Infine il predetto socio Prof. Petrone , domanda al Prof. To- maselli se è sicuro che i suoi assistenti abbiano fatto con dili- genza ed in ogni tempo dovuto le osservazioni semiotiche sul torace , perchè Egli si maraviglia , come non si siano mai otte- tenuti cambiamenti acustici e plessici nelle località affette , durante l'uso della tubercolina, contrariamente a ciò che ha con- fermato la maggior parte degli altri clinici; i quali, più o meno discordi in altri conclusioni, sono quasi tutti di accordo sui cam- biamenti che intervengono nei focolai tubercolari. Avrebbe poi desiderato che si fossero riferiti almeno in succinto i risultati fisiopatologici dovuti all'azione della linfa Koch negli ammalati e lo stadio della tubercolosi nei diversi tisici curati, perchè sono questi i dati importanti, dai quali più tardi si potranno trarre le coìiclusioni più serie ed utili. Il Prof. Tomaselli fa osservare al Prof. Grassi che la linfa rha ricevuta direttamente dal Ministero e che perciò non dubita della sua qualità. Conviene che per la cura della tubercolosi il tempo è breve, ma i risultati ottenuti nella tubercolosi non sono affatto incoraggianti e per riguardo al Lupus spiega un' azione benefica ma temporanea. Fa inoltre notare al Prof. Petrone che le osservazioni semio- tiche e tutte le osservazioni biologiche che hanno seguito all' i- niezione della tubercolina sono state eseguite con la massima di- ligenza dai suoi Assistenti , la di cui competenza in queste ri- cerche è inappuntabile, oltreché sono state confermate dallo stesso Prof. Tomaselli; né è da maravigliare se non si abbiano avute modificazioni acustiche e plessimetriche, essendo tali risultati per- fettamente uniformi a quanto la maggior parte dei clinici ha ot- nuto , e non già contrari ; del resto quelle modificazioni che av- vengono durante la reazione febbrile sono transitorie e dovute piuttosto a disturbi di circolazione , cessando appena la febbre si dilegua; circa poi al processo tubercolare non si sono avute mo- dificazioni che avessero potuto accennare ad un miglioramento reale e persistente. Riguardo alla descrizione dei singoli casi sperimentati nei lo- ro diversi particolari già il Prof. Tomaselli ha dichiarato in prin- cipio della sua nota , che sarà oggetto di un lavoro dettagliato redatto dai suoi Assistenti, essendosi oggi lo stesso limitato a ri- ferire solo le conclusioni generali. Il Prof. Ferrari avrebbe desiderato rispondere al Prof. Grassi e al Prof. Petrone , e di esporre le ragioni perchè dissente dalle conclusioni del Prof. Grassi, sul rapporto della disposizione geo- grafica della lebbra in relazione a quella della tubercolosi, e del Prof. Petrone sulle lesioni lebbrose della laringe, quali contro in- dicazioni alla cura della linfa Koch; e così pure avevano doman- data la parola i Proff. Di Mattei e Feletti, ma a causa dell' ora tarda essi vi rinunziano riserbandosi di fare le loro osservazioni in una nelle prossime tornate dell' Accademia. Parimenti i Professori Pennacchietti e Bartoli i quali secon- do r ordine del giorno avevano il diritto di leggere le memorie sopra annunciate, vi rinunziano e rimandano la lettura delle lo- ro memorie alla prossima tornata dell' Accademia. Dopo di che venne tolta la seduta pubblica alle ore 1 ',, poni. SUNTO DELLE MEMORIE LA TUBERCOLINA DI KOCH NELLA LEBBRA - Comuni- cazione preventiim del prof. P. Ferraei. HlGNOEI , Dopoché il prof. Koch dell' Università di Berlino presentò la sua fubercolina. o linfa come altrimenti vien detta, qual rimedio — 7 — contro la tisi, la scoperta fu salutata, Voi lo sapete, con il mag- gior plauso per il suo inventore, con la più lieta speranza per r umanità. Io non intendo farvi la storia del rimedio, non ancora ben nota, né dirvi i risultati ottenuti sino ad oggi nella tubercolosi dei tessuti, e degli organi; solamente mi permetto presentarvi il resultato delle mie esperienze nella Lebbra con questo nuovo rimedio. La tubercolina di Koch ha dato nelle mani di altri dermatologi i seguenti resultati. Sopra 20 casi nei quali è stata provata , in tutti si verificò reazione generale. La locale non ve la costatò in tre casi Goldschmitt ; in due Arning ; in un caso ciascuno Doutrelepont , Macs , e Kaposi. Invece Max Josep la osservò in un caso di lebbra tubercolare, i cui noduli tubercolari termi- narono con r ulcerazione. Kaposi poi, e Watson-Cheyne videro formarsi delle croste sulle manifestazioni lebbrose, ed in un caso di lebbra nervosa comparire proprio sotto i loro occhi delle placche rosse, e sostituirsi all' anestesia l' iperestesia. Nel lebbroso di Watson-Cheyne la reazione locale consistè nella comparsa di bolle pemfigoidi , come sogliono in alcuni casi segnare le prime manifestazioni della malattia in discorso. Anco il chiarissimo amico mio , e collega il prof. De Amicis dell' Università di Napoli , ha usato recentemente in tre casi di lebbra la tubercolina , ed avendogli io domandato per lettera i suoi resultati, mi rispondeva ; che in tre casi aveva verificato reazione generale , fino oltre i 40 , ma nessuna reazione locale. Anzi mi aggiunge, che in un caso di lebbra tubercolare aveva dovuto sospender la cura a causa della grande prostrazione in cui era caduto V infermo. Questo è quello eh' io mi so, rispetto alla letteratura tanto stra- niera, che nostrale sull' argomento ; ora veniamo ai miei esperi- menti. ly Caso. — Pugliaris Gaetano d' Augusta d' anni 26 , celibe. Viene da madre lebbrosa. La sua malattia data da 14 anni. È ammesso nella mia clinica il 27 gennaio u. s. Stato attuale — Tubercoli ad ambedue i sopracigli, della gros- sezza i più di una piccola nocciola ; un piccolo tubercolo al cir - 8 — chio pericoriieale dell' occhio destro ; tubercoli e macchie disse- minati alla faccia, ed agli arti, tanto inferiori che superiori; in- filtrazione diffusa al padiglione di ambedue gli orecchi ; pig- mentazione bruna, come il cuoio dell'elefante, alla ragione dor- sale di ambedue le mani ; anestesia in corrispondenza delle ac- cennate lesioni. Cura con la tiihercoUna. — Il P febbraio inietto nella regione infra-scapulare un milligrammo di questo rimedio , ed ottengo reazione generale, e locale. La prima durò 29 giorni, ed il trac- ciato delle curve termometriche segna un massimo di 40, ed un minimum 36, 5. Il malato intanto dal lato della reazione lo- cale, offre questo; P i tubercoli divengono rossi, più sollevati, e la loro superfìcie si cuopre di un' essudazione sierosa , che ben presto si concreta in pseudo-crosta, o per dirlo più esattamente in squamma-crosta; 2^ si estrinsecano nuovi tubercoli. Cessata la reazione generale, e locale con la scomparsa della massima parte dei tubercoli, l' infermo rimane denutrito , e debolissimo. Pesato è diminuito di 4 chili. Però sottoposto ad una cura tonico-rico- stituente ben presto ritorna a riaversi , cresce di peso e di forza, verificata al dinanometro Mathieu. Il nostro infermo così incoraggiato dall'ottenuto miglioramento chiede altra iniezione, che fu egualmente di 1 mill., la quale al solito dette luogo ad una reazione generale e locale, con la com- parsa di nuovi tubercoli, e con la scomparsa di altri. Riguardo alla reazione generale questa fu di 38, 5 il massimo, e 37 il mi- nimo per 14 giorni, e dopo un periodo di apirassia di 11 giorni tornò la febbre, che durò altri 7 giorni con un massimo di 38, 9 ed un minimo di 37, 2. Anco questa seconda volta ne seguì gran debolezza, e molta denutrizione. Ora è migliorato in nutrizione, ed in forza, e non rimane che qualche piccolo tubercolo , e le macchie, sulle quali non sembra abbia influita né la reazione generale, né quella locale. Giova che io qui noti, come dopo 8-10 giorni dalla P iniezione il malato soffrisse di nausea e tendenza al vomito, e nel tempo stesso di dolori profondi nelle ossa. Il primo disturbo durò poche ore, e cessò con 1' amministrazione di qualche goccia d'etere solforico, e di un poco di diaccio; i dolori continuarono per 7-8 giorni. — 9 — 2." Caso. — Di Stefano Corrado di Facilino, d' anni 33, am- mogliato con prole , per ora sana. I suoi genitori, ed i suoi avi non sofìriron di lebbra, però ne è affetta al presente una sorella, ed i di Lei due figli. La sua malattia data da 6 anni. Fu am- messo in Clinica Y lì marzo p. s. /Stato attuale. — È di costituzione sanguigno- venosa, di forme atletiche. Presenta ai due sopracigli una corona di grossi tuber- coli quanto una nocciuola, ed alti'i più piccoli a gruppi al mentO;, agli zigomi , non che in modo sparso al petto, all' addome , ed agli arti superiori e inferiori. Hanno il colore delle ciliege. Di più v'è un tubercolo al cerchio pernicorneale dell' occhio sinistro del colore , della forma, e della grandezza di una fravola. In nessuna località affetta avvi completa anestesia, soltanto si nota mia leggera diminuzione nel senso tattile, e dolorifico. Diminuita trovasi pure la forza muscolare. Cura coìi la tuhercoUna. — Si sono fatte 7 iniezioni da 1 niill. a 4 ciascuna volta, e soltanto s'ebbe una volta una reazione ge- nerale di 38, 7 , mai vi fu reazione locale. È degno di nota in questo caso che alla sesta iniezione comparve dolore di denti, e vacillamento di qualcuno di essi dal lato sinistro della mandibula inferiore. Si rese più sensibile il fenomeno alla 7.^ iniez. dove si ebbe a notare quest' altro fenomeno, cioè delle scosse muscolari, che si ripeterono due o tre volte nelle 24 ore , per la durata di un secondo, o poco più. 3.*^ Caso. — Castelli Griuseppe di Solarino, d' anni 20, con- tadino, celibe, entra in clinica il 20 aprile, ed esce il 29, dopoché vide nessuna reazione generale e locale seguire a tre iniezioni di linfa. La manifestazione leprosa era lo infiltramento diffuso della faccia, r alopecia dei sopracigli. Senza anestesia. 4.° Caso. — Oliva Sebastiano di Solarino, d'anni 31, am- mogliato, ma senza figli. Non riconosce causa ereditaria , ha un fratello lebbroso , attualmente iji clinica egli pure. È ammesso in clinica il 9 aprile u. s. Stato «#^M«/e. — Discretamente nutrito, ha costituzione linfa- tica. Presenta ai due sopracigli, sprovvisti di peli, un infiltrato — 10 - cellulare diffuso, che si diffonde alle palpebre supeiiori, alle guan- cie, e al padiglione degli orecchi; e tre piccoli tubercoli ai sopra- cigli^ ed uno alla guancia destra. Esiste leggiero grado d' ane- stesia ai punti ammalati. Cura con la fubercolhia. — Fu fatta un'iniezione di 1 mill. e si ebbe una reazione generale di 16 giorni. Si ebbe pure una rea- zione locale, per la quale scomparvero i tubercoli, e diminuì l'in- filtramento specialmente del padiglione degli orecchi. Feci una 2.^ iniez. di 1 mill. e mezzo, che venne seguita da una sola reazione di o9, 6. L' infermo abbandonò l' Istituto contento del migliora- mento ottenuto. 5.^ Caso. — Martello Guglielma, d' anni 38, mai'itata con prole. È proietta , e quindi impossibilità nella ricerca di cause gentilizie. Entra in clinica il 19 aprile 1891 e narra, che la di Lei malattia data da 4 anni. iSfato attuale. — Macchie e tubercoli sparsi tanto agli arti superiori che inferiori, ed alla faccia. In tutti i punti ove sono queste ma- nifestazioni esiste anestesia. Cui'ioso che la manifestazione è pru- riginosa. Cura con la tuhercoUna. — Abbiamo praticato 6 iniezioni da 1 a 3 mill. Ciascuna volta si è avuta reazione generale, una volta sino a 39, 9, ma mai ha durato più di 24 ore. Non notai in alcun punto il più piccolo segno di reazione locale. Dopo le prime due iniezioni ebbe nella notte abbondantissimo sudore. Qy Caso. — Mangiafìco Concetta di Solarino, d'anni 26, nu- bile, entra in Clinica il 18 aprile. Ha padre e madre sana. Ha delle sorelle sane, una sola è morta per lebbra. Fu mestruata a 14 anni, ma fu sempre dismenorroica. A 13 anni soffrì di scar- lattina a cui seguì anasarca : poi delle febbri intermittenti. Da 12 anni sono comparsi in Lei i primi fenomeni della lebbra. Stato attuale — È alta di statura , e di bello e proj)orzionato sviluppo organico. Le sono caduti i sopracigli, ed offre un' intu- mescenza delle guancie per infiltrazione leprosa , con arborizza- zioni telangettasiche sulla superficie della pelle. Simile intume- scenza esiste al padiglione di ambedue gli orecchi. Ha tubercoli — 11 — disseminati ag-li arti inferiori, e superiori. Ag-Ii inferiori vi sono quattro tubercoli ulcerati per la estensione di due lire. Anestesia sulle manifestazioni. Cura con la tubercolina — Vennero praticate 7 iniezioni di linfa, fino a 4 mill. ma non si ottenne ogni volta che una reazione ge- nerale di poche ore, e che non superò i 38, 2. Ebbe profuso su- dore nella notte, dopo le pi'ime iniezioni. 7.'^ Caso — Oliva Giuseppe d' anni 24 , celibe, contadino , entrò in Clinica il 17 aprile. Nessuna pertinenza ereditaria , se- condo narra l' infermo, però ha un fratello lebbroso. Il male gli incominciò con delle macchie rosso-vive a tutta la faccia al suo 19^ anno di età; poi dopo un anno gli incominciarono i tubercoli, i quali a poco a poco ingrandirono, e confluendo, lo deformarono orribilmente. Di qui il processo nervoso si estese a tutto il resto del corpo, ed agli arti, ove i tubercoli si ulcerarono, riparandone poi alcuni che lasciarono delle cicatrici acromiche , sotto forma di strie atrofiche. Cura con la tuhercoUna — Fu fatta un' iniezione di 1 mill. e si ebbe forte, e lunga reazione generale, e locale. La prima du- rò 22 giorni. La seconda si estese alla maggior parte delle ma- nifestazioni leproidi del corpo, le quali modificaronsi con un pro- cesso di atrofìa, o con un processo di cicatrizzazione dei tubercoli ulcerati. Allora dopo questo primo splendido resultato , con più lieta speranza tornai a ripetere l' iniezione aumentando la dose del rimedio, ma non mi è stato dato ottener più in 4 iniezioni successive, alcuna reazione locale, o genei'ale. Non mi si osservi, che il rimedio potesse aver perduto delle sue proprietà , perchè le due iniezioni ultime glie l' ho fatte con linfa pervenutami allora allora dal Ministero. Soffrì di dolori nelle ossa che durarono due giorni facendosi sentire specialmente la notte. Dunque dopo ciò, ecco o Signori, che resultò dalle suddette mie osservazioni. Io ho avuto in clinica 9 lebbrosi, e 3 all' ambulatorio. In tre non ho cimentato la linfa, perchè portavano gravi lesioni al la- ringe , che ritengo come una grave contro-indicazione per il pericolo d' asfissia. In un altro non ho potuto tentare lo esperi- — 12 — mento , perchè entrato in clinica , ne usci il giorno dopo ; e in un terzo incomincerò T esperimento tra giorni. In 7 casi dove ho iniettato la linfa Koch si è avuta reazione generale in cinque; generale e locale in 3. Nessuna reazione sul punto dell' inoculazione. Nessuna differenza negli effetti generali quando l'inoculazione venne praticata alle braccia, invece che nella re- gione infrascapulare. Soltanto, come ho detto sopra, in due donne si notò profuso sudore, in altri due dolori nelle ossa , ed in uno dolore e vacillamento di denti, e contrazioni muscolari. La rea- zione locale la riscontrai nei casi di lebbra tubercolare avanzata per antichità di processo, e più specialmente quando i tubercoli erano in via della degenerazione caseosa. Per il rimedio si eb- bero nuove manifestazioni in tutti i casi nei quali si verificò la reazione generale. Come vedete. Signori, il rimedio non s' è anco dimostrato inap- pellabilmente inutile, 0 inappellabilmente giovevole. Altre prove chiariranno meglio il nostro studio. Intanto v'è questo da notare, che la tubercolina di Koch nella lebbra non solo nei 3 casi miei avrebbe manifestato la sua influenza sulle manifestazioni locali, ma questa sua influenza si sarebbe estesa anco a procurarne l'e- strinsecazione di altre proprietà, già riconosciutagli dal Koch (1). Cosi essendo verrebbe a confermarsi una volta di più , quanto ho avuto altra volta a dire in questo illustre Consesso , che la lebbra è una vera tubercolosi, dottrina da me difesa fino dal 1879, nonostante la universale credenza della sua natura differente rappi'esentata dal bacillo di Hansen. Io vi ho comunicato questa mia breve nota, non tanto per con- correre ad accrescere il materiale dell' esperienza, sola maestra, ma anco per sapere il vostro illuminato giudizio , che mi possa esser guida nelle ulteriori mie ricerche. (1) Non posso tiittavìa passarmi dal notare com'io abbia visto talvolta farsi nuove eruzioni di lebbra auclie in altre condizioni febrili , non so se sempre le- gate al processo lebbroso. — 13 ~ NOTA SIFGLI ESPERIMENTI FATTI CON LA LINFA KOCH NELLA CLINICA MEDICA DI CATANIA.— Pro/*. S. Tomasel- Li.— Venuto in possesso d'una sufficiente quantità di linfa Koch mi sono accinto a provarne gli effetti nella Clinica generale da me diretta, e studiarne rigorosamente i risultati in diversi am- malati scelti a tal' uopo. Dal 21 Gennaro fino a tutto Aprile u. s. gli ammalati sottoposti a siffatta cura sono stati in numero di 18, così classificati: cioè 10 affetti da tubercolosi polmonare , uno associato a tubercolosi laringea, — due donne affette da lupus ed altri cinque con malat- tie diverse onde comprovare il valore diagnostico di siffatta tuher- colina. In tutto si sono praticate circa 140 iniezioni. Incominciando con mezzo milligrammo^, la quantità in alcuni si è spinta fino a tre centigrammi e mezzo, e senza aver dovuto mai sperimentare effetti nocivi riferibili all'azione tossica di essa. L'età in tutti è stata compresa fra i 20 ai 30 anni; come anche lo stadio della malattia, specie nei tubercolosi, è stato a ritenersi in tutti nella fase di relativa incipienza e sempre circoscritta in punto assai limitato. Stabiliti anzitutto e rigorosamente precisati i fatti locali e gene- rali degl'infermi, ed accertata anche la prova batteriologica degli espettorati, si è incominciata la cura proporzionando sem- pre per gradi la quantità della linfa, e controllando quotidiana- mente tutti gli effetti relativi all'azione speciale di essa, sia per rapporto ai fatti subbiettivi come per le modificazioni locali e generali, prima e dopo di ogni iniezione. In complesso si è potuto ritenere la intensità delle reazioni non essere stata in tutti im- prontata d' un carattere costante né uniforme; come anche 1' e- same attento dei fatti fisici locali non aver mai addimostrato modificazioni ligorosamente apprezzabili tanto alla percussione quanto all' ascoltazione, come anche sulla quantità e qualità de- gli espettorati. Il massimo grado di elevazione termica è stata nelle lupose , dove la reazione febbrile si è spinta fino a 40° 5. Nei tubercolosi invece la temperatura non è stata mai cosi ac- centuata; in alcuni infatti spinta la dose fino a più di 8 milli- grammi la febbre non ha oltrepassato quasi mai i 38», 5, a 39.» - 14 — Del resto, mantenuti gli ammalati in condizioni igieniche eccel- lenti; la nutrizione, si è potuto accertare con la bilancia essersi in tutti mantenuta soddisfacente. Si è voluto sperimentare l'azione di questa linfa su due indi- vidui emottoici tubercolosi, e malgrado l'insorgere di tutti i fe- nomeni propri air azione di essa , 1' emottisi non si è affatto e sotto qualunque aspetto mai accennata, pur avendo ragione a te- mersi di più per la iperemia accentuata che dicesi svolgersi in un tessuto colpito da tubercolosi. Dove la linfa Koch ha spiegato una certa efficacia (almeno coti- femporaneamente) è stata nelle due donzelle affette da lupus; però, quand' anche in quella maggiormente deturpata, il processo, do- po una serie di iniezioni, sembrò essersi avviato ad una perfetta cicatrizzazione, pure, sospesa la cura, la malattia incominciò do- po circa 18 giorni un' altra volta la sua attività , che è stata in parte modificata in seguito col ripetersi le sospese iniezioni. A confermare il valore semiologico di questa linfa si sono pra- ticate delle iniezioni (con soluzioni sempre di recente preparate) in altri ammalati fuori la sfera della tubercolosi , e si è potuto accertare, come, trascorse poche ore, si siano prontamente e chia- ramente sviluppati tutti quei fenomeni tanto subbiettivi che ge- nerali stati osservati già nei tubercolosi , non esclusa la eleva- zione della febbre in alcuni fino a 39», 2. Finalmente onde accertare il vero significato specifico di essa tubercolina nelle lesioni di continuo d' indole tubercolosa, ho vo- luto sperimentare gli effetti in lesioni artificialmente provocate con vescicanti, in individui niente affatto tubercolosi, dove si son potute chiaramente constatare, di unita a delle sensibili reazioni generali , delle modificazioni anche assai evidenti nelle sudette piaghe fin da poche ore dopo la praticata iniezione della linfa ; essendo cioè divenute più rosse e congestionate e segregando inoltre un' abbondante quantità di essudato muco-purulento. Sul risultato quindi di tali osservazioni mi è permesso il con- chiudere : P Che il valore semiologico di questa linfa non puossi accet- tare come assoluto e per tutti i casi decisivo, non essendo la sua azione sempre costante nel designare, in mancanza di altri cri- — 15 - tert , la specificità del procesì^o hiheì-colare. Restando a tal' uopo sempre supeilori i mezzi più inconcussi fornitici dalla Clinica e dalla Battereologia. 2'^ Che gli effetti carativi di essa non si hanno poi quella grande efficacia, già a priori , tanto decantata ; non avendo ap- portato mai quelle modificazioni locali capaci a determinare la scomparsa assoluta del processo. E che d' altro canto il concorso dei mezzi igienici di cui vengono circondati simili infermi può molto valere, anche da solo, a determinare quei periodi di sosta e quel temporaneo miglioramento della malattia fino al momento in qualche caso osservati. 30 Che intorno al lupus, quantunque non sia a negarsi spesso una pronta efficacia sul processo di esulcerazione, anche fin dalle prime iniezioni, non è ancora a ritenersi decisivo però il vero valore terapeutico di essa per la completa guarigione del morbo. Elenco dei liìiri ureseiitati nella seinta del 24 luaigio 1891. CAMBJ Asti — Le stazioni agrarie sperimentali — marzo 1891. Bologna— Accademi a delle Scienze dell'Istituto— Memorie Voi. X fas. 3 e 4. — Indice decennale 1880-89.— Rendiconto 1889-90. n —Bollettino delle Scienze mediche— Aprile 1891. Firenze— Accademia dei Georgotìli— Atti Voi. XXIV Disp. P. Genova— R. Accademia medica— Bollettino— Anno VI fas. 1". Milano— R. Istituto lombardo -Rendiconti- Voi XXIV fas. 8 e 9. Padova— Società Veneto-trentina— Atti— Voi. XII fas. P. Palermo— R. Accademia di Scienze lettere ed arti— Anno VII N. 1 a 6 1890. Perugia— Università - annali — anno III Voi. 2° e anno IV Voi. P 1887-88, 1888-89. —Accademia medico-chirurgica— atti e rendiconti— Voi. III fas. 1". Roma —Accademia medica— Bullettino--anno XVII fas. P. » —Società Geografica— Bollettino— marzo ed aprile 1891. » — R. Accademia dei Lincei— Rendiconti fas 7 e 8 Voi. 7". ). —Accademia pontificia dei nuovi Lincei— Atti— Sessione— P II* e III*— 1890-91. Torino— Rivista d'Ostetricia e Ginecologia— Anno II« N. 10 a 13. .■ — R. Accademia delle scienze— Atti— Voi. XXVI Disp. 7 e 8. Venezia— Istituto Veneto— Memorie— Voi. XXIII. — 1(5 - Bruxelles— Bulletin de l'Academie Royale de medicine de Belgique— Voi. IV— fas. 2 a 12 Voi. V. fas. 1" 3'^. — Memoires coiironnès et autres memoires— Voi. IX e X. Buenos-Aires— Rivista argentina de historia naturai Voi. I fas. 2". Cambridge— Bulletin of the Museum of Comparative Zoology— Voi XXI N. 1. Chapell Hill— Journal of the Elisha Mittchel Scientific. Society 1890. Harlem— Archives Neerlandaise des sciences exactes et naturelles— Voi. XXV — fas. P. Heemannstadt— Verhandlungen und mittheilungen des Seibenhurgischen Vereins far naturwissenschaften — fas. XL. Kansas — Transactions of the Acaderay of sciences Voi. XII 1890. Lisbonne— Commissiou des travaux geologiques du Portugal— fas. 12, 1890. London— Proceedings of the Royal Society— N. 298. Mexico — Memorias y revista de la sociedad cientifica « Antonio Alzate» Voi. IV fas. 5 e 6. Rovereto— Accademia degli Agiati— Atti— anno Vili. Wien— Verhandlungen der K. K. geologischen Reichsanstalt— N. 5, 6 e 7 1891. — 17 — Ainuauza del 21 Ginpo 1891. Presidenza — Prof. Giuseppe Zurria Segretario Generale — Prof. Adolfo Bartoli Sono presenti i soci effettivi Proft". Aradas, Ardini, Basile, Berretta, Cafici, Capparelli, Clementi, Feletti, Ferrari, Grassi, Pe- trone, Ronsisvalle, Ughetti, oltre molti soct corrispondènti ed un numeroso uditorio. Aperta la seduta (alle ore 11 HI Segretario generale presenta i libri pervenuti in camlDio e in dono. Fra questi segnala una me- moria del socio effettivo Prof. Pennacchietti, ISiil moto hrachisfo- crono, pubblicata nei Rendiconti del circolo matematico di Paler- mo, 1891. Poscia il segretario riferisce, la corrispondenza tenuta con gì' Istituti scientifici nazionali e stranieri, ed annunzia che una nuova accademia di scienze fondatasi a Rochester ha domandato il cambio delle sue pubblicazioni con gli Atti Gioeni. L'accademia accoglie con approvazione queste comunicazioni del segretario generale. Stante V ora inoltrata ed il grande numero di comunicazioni che sono all' ordine del giorno di questa seduta, il segretario si limita a leggere il sunto del verbale della tornata precedente, av- vertendo che la parte di esso che riguarda la discussione gli è stata comunicata dai soci stessi che presero la parola in quella occasione. L' accademia approva. L'ordine del giorno porta la lettura delle seguenti memorie: Prof. G. Pennacchietti— 'S'?<7Ze curane bracMsfocrone. Detto— SuW Attrito. Prof. A. Fetro^e— Contributo mdì'azione della tuhercoUna nei tìsici, (con due autopsie). Proff. G. Clementi ed A. Capparelli — Intovìm all' azione della linfa di Kocli nelle affezioni tnhercolari chirurgiche. Prof. S. Consiglio Ponte — Contribuzioni alla Vulcanologia delle Eolie. Fine del periodo eruttivo di Vulcano e stato attuale del cratere. — 18 - Dottor Raimondo Cannizzaro — La funzione della gianduia tiroide. vSecondo quest' ordine, il Prof. Pennacchietti legge le due sue memorie. Esaurita tale lettura, il segretario generale crede suo debito ringraziare l' Egregio Prof. Pennacchietti per le molte pregevolis- sime comunicazioni che egli ha fatto all' Accademia in questo anno. Il Presidente si associa pienamente al ringraziamento del se- gretario generale. Poscia, secondo l'ordine del giorno, il socio Prof. Petrone legge la sua memoria « Contrihuto suW azione della tubercolina nei tisici {con due autopsie). Esaurita la lettura, domanda la parola il socio Prof. Feletti, il quale dice: Farò due osservazioni alla interessante comunicazione del Prof. Petrone: 1. Le forme alterate dei bacilli tubercolari, che egli attri- buisce all'azione della tubercolina, si trovano, secondo le osserva- zioni fatte nella mia Clinica dal Sig. Castronuovo, negli sputi di tutti i tubercolosi anche non sottoposti alla cura di Koch. 2. Mi pare che si debba andar cauti nell' attribuire alla azione della tubercolina il processo di riparazione trovatosi nella laringe del 2" individuo accennato nella memoria del Prof. Pe- trone. Io che ho curato quel tubercoloso ho visto peggiorare sotto r azione della tubercolina lo stato della laringe fino ad apparire tubercoli miliari dove non esistevano. E il grave peggioramento appunto m' indusse a sospendere la cura di Koch, per curare con altri mezzi locali (fra i quali il sublimato) la laringe. E siccome dopo sospese le iniezioni di tubercolina, 1' ammalato sopravvisse 42 giorni, mi pare prudente il non attribuire senz'altro alla tu- bercolina , ciò , che potrebbe essere piuttos to dovuto agli altri rimedi. Il Prof. Petrone risponde al Prof. Feletti che egli conosce i lavori pubblicati sulle modificazioni del bacillo tubercolare in se- guito all' iniezione di tubercolina; egli però ha potuto non solo confermare e notare modificazioni non ancora osservate, ma insi- — 19 - ste sullo studio intimo di simili modificazioni per venire alla con- clusione praticamente importante, se cioè quei cambiamenti dino- tano un progresso o un regresso dei bacillo tubercolare. Ricorda di aver osservato da vari anni, talora anche nei preparati di espettora- ti dimostrati pubblicamente nella scuola e principalmente nell'es- sudato della leptomeningite tubercolare queir apparenza di cocchi, o spore, colorati nel modo caratteristico del bacillo della tuberco- losi, come pure i bacilli sporiferi, ecc. rappresentati anche da fi- gure fin dal 1884. Relativamente allo stato di miglioramento in cui si è trovato il laringe afi*etto da tubercolosi non può dar peso che ai fatti ana- tomici osservati, cioè di guarigione più o meno pronunziata in un caso di grave ed estesa devastazione tubercolare, ciò , che finora non si è visto con l'uso di tutti gli altri rimedi adoperati. E se il prof. Feletti ha ripetuto oggi ciò, che gli aveva fatto tenere co- me storia clinica, che cioè 1' ammalato peggiorò sempre dopo le iniezioni di tubercolina, la quale perciò si dovè sospendere, ciò non reca meraviglia quando si ricordano i fatti iperemie!, che inter- vengono e le molestie consecutive in un canale già ristretto, il quale, non può essere da altri compensato pel passaggio dell'aria. Anche il peggioramento dopo aver sospeso la tubercolina si spiega, con tutto il miglioramento del processo, per la stenosi laringea in seguito alla retrazione e deformità cicatriziale. Si sa che anche la grave sifilide del laringe, avviandosi alla guarigio- ne, può cagionare grave laringo -stenosi. E se il prof. Feletti dice di aver osservato l' eruzione di no- duli tubercolari nei margini e vicinanza delle ulcere tubercolari del laringe, si nota anche questo fatto che sino a questo momen- to egli non sapeva nel caso attuale e ritrae la conferma di ciò che è noto in questo argomento e di cui ha già parlato nella Me- moria, che cioè la tubercolina non uccide il bacillo della tuberco- losi, almeno nei primi tempi e quindi il pericolo della dissemina- zione locale e delle metastasi quando la sua azione è intensa e precoce. Infine non può dividere 1' opinione, che in questo caso il mi- glioramento dei fatti laringei non si debba attribuire alla tuber- colina, ma ad altri rimedi applicati dopo, principalmente perchè, — 20 — Cornelia detto il prof. Feletti, è diffìcile concepire quest'azione in- tima modificante della tubercolina, quando gìii si era cessato di amministrarla da 42 giorni. Egli deve ricordare, come ha detto esplicitamente nella Memoria, che dà molto peso all'azione della tubercolina in questo caso, non solo perchè è stata adoperata in modo sistematico ed in quantità ragguardevole, ma anche perchè vi è stato tutto il tempo utile per indurre quelle modificazioni lente, vaccinanti, che si hanno soltanto in un tempo posteriore, come succede per l'immunità indotta dalle stesse infezioni : la tuber- colina non agisce come il chinino, ma come i vaccini, e le modifi- cazioni da essa indotte a preferenza hanno potuto essere studiate nel caso presente. A proposito della memoria del Prof. A. Petrone, il socio Prof. Di Mattei fa le osservazioni seguenti : Devo far notare che i bacilli granulosi spezzettati, con i ca- ratteri segnalati dal Prof. Petrone nella tubercolosi , io li ho ri- scontrati anche in due casi di lepra , ambedue trattati molto tempo prima con la tubercolina di Koch. Di questi due leprosi uno ebbe soltanto tre inoculazioni e gli fu subito dopo alcuni giorni sospesa la cura perchè non presentò reazione alcuna, l'altro invece ebbe una cura completa di tubercolina con reazione con- secutiva. Stando al primo caso, questa correlazione fra tuberco- lina e disaggregazione dei bacilli sulla Lepra non aiDparirebbe. Però volendo pronunziarmi con più cognizione di causa sull' se- zione che la linfa di Koch può esercitare sui bacilli leprosi, aspetto un altro caso di Lepra non curato con la tubercolina, per vedere se e in quali casi queste spezzettature mi si mostrino. Il socio Prof. Petrone, dopo la comunicazione del di Mattei, è lieto, che la sua raccomandazione fatta nella seduta precedente al Prof. Ferrari, abbia ottenuto il suo effetto. TI socio Prof. Ferrari domanda al Prof. Di Mattei, se crede- rebbe che questa sua osservazione possa essere un nuovo fatto, che avvalori la sua dottrina sulla natura tubercolare della lebbra. Il Prof. Di Mattei risponde che 1' analogia delle spezzettatu- re nei bacilli della tubercolosi e della Lepra per la linfa di Koch non lo autorizzano affatto, nello stato attuale della scienza , ad ammettere alcuna analogìa fra i due processi morbosi , potendo anche dette alterazioni verificarsi per cause diverse : occorrono — 21 — quindi ancora studi, sperienze ed osservazioni per potere inter- loquire con sicurezza su tale questione. Terminata questa discussione, il Prof. Clementi legge anche a nome del socio Prof. Capparelli una memoria : « Intorno all'azione della linfa di Koch nelle affezioni tuber- « colari chirurgiche. » Finita la lettura di questa memoria, di cui il sunto è ripor- tato in questo bollettino, incomincia la discussione. Il Prof. A. Pe^rowe — domanda al Prof. Clementi, il quale ha parlato di bronchite acuta in conseguenza dell'iniezione di tuber- colina in quell' individuo affetto da dermatite scrofolosa; P se le alterazioni bronchiali erano localizzate e principalmente a qual- che apice, o se realmente la lesione fosse diffusa in tutto 1' al- bero bronchiale; 2^ se nel prodotto di questa tìogosi bronchiale si è potuto stabilire la presenza del bacillo della tubercolosi. La risposta alla prima domanda include la risoluzione del quesito importante, se nel polmone preesisteva qualche focolaio tuberco- lare tanto minimo da passare inosservato e che fu riaccesso dalle iniezioni di tubercolina; ovvero che si sia trattato di un attacco ge- nerale dei polmoni di genesi ematogena dal focolaio della pelle, sempre in seguito alle iniezioni di tubercolina. La risposta alla seconda domanda, cioè sulla presenza o no del bacillo tubercolare, illustrerebbe essenzialmente la questione attuale. Domanda ancora, se si è fatto ripetuto esame e con tutti i mezzi conosciuti, per escludere la presenza del bacillo della tuber- colosi in queir altro caso di affezione tubercolare ossea esterna, che in seguito alle iniezioni di tubercolina, mostrò lo sviluppo di alterazioni bronco-pulmonali, da cui scarso espettorato sanguino- lento. È difficile, che in questi casi di individui, già con tuber- colosi periferica, mentre si accendono simili fatti nell'apparecchio respiratorio per una ragione qualsiasi, nell'espettorato sanguinolen- to manchino i bacilli tubercolari : anche qui probabilmente vi erano focolai piccoli nascosti, riaccesi ed allargati dall'uso della tubercolina; la dipendenza ematogena dal focolaio tubercolare lontano certamente deve escludersi, diversamente l' individuo non sarebbe migliorato al sospendere l' iniezione di tubercolina. Infine deve domandare al Prof. Clementi ed anche agli altri — 22 — colleghi che hanno sperimentato la tiibercolina sugli ammalati, se hanno usato la precauzione di avere di tanto in tanto della tu- bercolina recente : diversamente in 3 o 4 mesi di esperimenti po- trebbero aversi effetti differenti o nulli per le alterazioni possìbili in tanto tempo, in tante volte che si apre la boccetta e via di- cendo. Domanda ciò per sua istruzione ed avrebbe desiderato, che ogni Clinico sperimentatore avesse fatto risaltare, oltre la provenienza, anche il tempo di fabbricazione della tubercolina, che si adopera per ogni caso clinico. Alle precedenti domande del prof. Petrone il socio prof. Cle- menti risponde; che la linfa usata era di origine sicura; una boc- cettina di 5 ce. era stata spedita direttamente al prof. Capparelli dair assistente di Koch ; un' altra boccettina simile la ricevette il prof. Clementi per mezzo del D. Darmstadter da Berlino ed una altra dal Ministero dell' Interno, e che con la stessa linfa speri- mentava il prof. Ferrari. Che nel paziente affetto da ectma scrofoloso al 3P giorno del- l'esperimento l'annotazione clinica dice: Nel polmone sinistro si riscontra una larga zona di dimi- nuita risonanza in avanti ed in alto. All' ascoltazione espirazione prolungata, rantoli numerosi in- spiratorii ed espiratoria Non si ritrovano bacilli nell'espettorato. Infine il Prof. Ferrari prende la parola e dà spiegazioni sul modo come è confezionata la linfa e con qual diligenza si proce- de nella sua estrazione dalla boccetta che la contiene. Aggiunge che in moltissime iniezioni che egli ha avuto occasione di fare non ebbe a notar differenza di azione tanto in quelle iniezioni che furon fatte colla prima apertura della bocetta che in quelle dove la boccetta era stata ajjerta più volte. Finita questa discussione legge il socio corrispondente Prof. Consiglio Ponte una memoria col titolo seguente « Contribuzione « alla Vulcanologia delle Eolie. Fine del periodo eruttivo di Vul- « cano e stato attuale del cratere. » L'Accademia procede alla nomina di una commissione per giu- dicare se la predetta memoria debba essere inserita negli Atti. La commissione risulta composta dai soci effettivi , Professori Sciuto-Patti, Basile, Bartoli. - 23 — Infine il socio corrispondente Dottor Raimondo Cannizzaro legge una memoria « Sidla funzione della gianduia tiroide. » Ma l'ora essendo molto tarda, viene rimandata ad un' altra adunanza la discussione di questa memoria, e la seduta viene le- vata alle ore 2 '/a SUNTI DELLE MEMORIE SULLE CURVE BRACHLSTOCRONE - Prof. G. Pennac- CHiETTi — Si espongono sul moto brachistocrono pi'oposizioni che hanno analogia con alcune proprietà generali del moto d'un pun- to libero. SULL'ATTRITO— rfe«o— Supponendo che l'attrito sia propor- zionale alla pressione, si considera quell'integrale che, ove sussista pel moto d'un punto obbligato semplicemente a rimanere sopra una superficie scabra fissa data, continui a sussistere altresì, quando, conservando la stessa espressione delle forze, si obblighi il punto a percorrere una curva fissa arbitraria della superficie stessa. CONTRIBUTO SULL' AZIONE DELLA TUBERCOLINA NEI TISICI (con 2 autopsie).— Prof. A. Peteone. —Esordisce sulla natura batterica delle infezioni, sul modo di preservarsene, di combatterle direttamente e di attenuarle o renderle frustranee coi vaccini. Deplora che nell' uso della tubercolina, di cui fa brevemente la storia , non si è stati sempre rigorosi e che qualcuno 1' abbia condannato a priori. Dalle 2 autopsie fatte e propriamente dalla seconda, conferma l'opinione , che la tubercolina agisca sui vasi limitrofi ai focolai tu- bercolari , ne aumenti il trasudato sieroso e cagioni con ciò un pre- coce rammollamento anche dei focolai tubercolari caseificati più recenti, quindi nel caso speciale piopneumotorace, ecc. La guari- gione abbastanza progredita dell'estesa tubercolosi del laringe mette sul conto dell'azione della tubercolina, principalmente per- - 24 — che il rimedio è stato adoperato in modo sistematico ed in dose rag-guardevole ; e perclìè gli effetti modificanti dei vaccini si vedono sempre più tardi, dopo passata l'infezione, comprendendo anche quella lieve cagionata dal vaccino di Jenner. Crede, che il rammollamento delle masse caseose dall'invasione sierosa per la tubercolina illustra la quistione generale di genesi del rammolla- mento delle masse caseose. Come trovato fino dimostra con preparati 1' apparenza di coc- chi o spore , di bacilli sporiferi ecc. , che egli crede dipendenti dall' azione della tubercolina : soggiunge però , che abbisognano studii più estesi per addebitare questi cambiamenti alla linfa di Koch , e per conchiudere sulla natura progressiva o regressiva di simili modificazioni del bacillo tubercolare. Pel momento egli deve ritenere, che si tratti a preferenza di trasformazioni progressive del bacillo , come quelle da lui già osservate e de- scritte nell'essudato della leptomeningite tubercolare (1884), e da Schron nel suo importante lavoro pubblicato ultimamente; e non fasi di spezzettamento , ecc. secondo Fraentzel ed altri : se si confermasse questo suo apprezzamento , che cioè , V azione della tuhercoUna fos.se favorevole alla moltiplicazione tepori forine del bacil- lo tubercolare , allora la tubercolina sarebbe condannata. Come poco favorevole all' azione salutare della tubercolina fa rilevare il decorso clinico inesorabile della tubercolosi , la quale è un' infezione che si estende sempre; il fatto, che i focolai tuber- colari non sono essi stessi la fonte della tubercolina nell'orga- nismo malato ; ed infine i figli di tubercolotici , i quali secondo r azione della tubercolina dovrebbero essere refrattari alla tu- bercolosi e che invece per lo più diventano tisici. Egli però spera negli studi ulteriori, avendo sempre grande fiducia nel celebre scienziato di Berlino, al quale soltanto i fatti ben studiati ed intesi, potranno dar ragione o torto per ciò, che riguarda applicazioni della tubercolina all' uomo sofferente. INTORNO ALL'AZIONE DELLA LINFA DI KOCH NELLE AFFEZIONI TUBERCOLARI CHIRURGICHE - Proft'. G. Cle- menti ed A. Capparelli— Il prof. Clementi riferisce il risultato degli esperimenti fatti nella Clinica Chirurgica di questa R. Uni- — 25 — versità insieme al Prof. Capparelli intorno alV azione della linfa di Kocli nelle malattie chirurgiche. Gli esperimenti cominciati ai primi di Gennaio sono stati continuati sino al mese or decorso. Dopo avere esposto il metodo seguito per la diluizione e inje- zione della linfa il relatore riferisce sommariamente le storie cli- niche e le osservazioni fatte nei diversi soggetti. Clementi e Capparelli hanno sperimentato su nove infermi , dei quali 2 affetti da Lupus vulgaris classico, 1 da lupus di dubbia diagnosi , 1 da ectima scrofoloso , 1 da bronco-alveolite tubercolare e salpingocoforite probabilmente tubercolare, 2 da Sinovite granulo-fungosa alle articolazioni del ginocchio e della spalla, e 2 da osteite tubercolare (tibia-costole). La dose iniziale della linfa fu generalmente 1 milligramma, il massimo 23 mm. Non si ebbe alcuna suppurazione al luogo d'iniezione: nessun incidente grave da compromettere l'esistenza dei soggetti in espe- rimento. Nei num. 4 e 5 si dovette sospendere Fuso della linfa per la sopi'avvenienza di fatti congestivi ai pulmoni, che poscia si dile- guarono quasi completamente. Nei casi di lupus sì ebbe la reazione locale e generale de- scritta da Koch e confermata poscia da tutti gli sperimentatori. Nelle malattie delle ossa avvenne una certa reazione ma me- no pronunziata dei casi di lupus. I proff. Clementi e Capparelli dagli effetti della linfa osser- vati nei loro esperimenti credono , che tanto il lupus quanto le affezioni tubercolari delle ossa nei loro casi clinici abbiano pre- sentato in seguito alle inoculazioni della linfa dei miglioramenti temporanei, come soglionsi ottenere in casi simili mercè gli altri metodi curativi finora in uso; ma vera guarigione non si è avuta in nessun caso. Gli esperimentatori però hanno fiducia, che gli studii ulterio- ri suir argomento possano condurre al conseguimento di risultati più efficaci e più utili alla povera umanità sofferente. — 26 - CONTRIBUZIONE ALLA VULCANOLOGIA DELLE ISOLE EOLIE-FINE DEL PERIODO ERUTTIVO DI VULCANO E STA- TO ATTUALE DEL CRATERE —Memoria del prof. Sebastiano CONSIGLIO Ponte.— L'Autore, dopo di avere richiamato le comu- nicazioni fatte, fino al dicembre 1889, dal compianto prof. 0. Silve- stri, sull'ultima eruzione di Vulcano, riferisce che il cratere nei me- si di g-ennaio e febbraio 1890 manifestò attività variabile con pro- duzione di ammassi di vapori principalmente, misti a cenere e sabbia, che ricadevano entro il cratere medesimo.— Esso fin da alquanti mesi dell'anno precedente era abbastanza colmato e dal lato di Nord presentava la profondità di poco più di una ventina di metri. Col marzo ripiglia vigoiia e il giorno 15 a sera fa spavente- vole eruzione, con fuoco , rombi e rumori prolung-atissimi. — Fu lanciata in aria imponente massa di materiale frammentario e il lapillo raggiunge 1' abitato di Lipari, distante 7 chilometri cir- ca dal cratere di Vulcano. — Continuano le eruzioni forti fino al 18 inclusivo e col 28 cessano. — In seguito il cratere , perdendo sempre di attività , raggiunge lo stato di semplice solfatara in maggio-giugno, continuando fino al presente.— Cosi credesi chiuso il periodo eruttivo 1888-90. Sullo stato attuale del o-atere comunica, che, dietro una vi- sita fattavi nel marzo u. s., ha rilevato non osservarsi all'ester- no che i fumaiuoli a nord, i quali danno origine alle estese mac- chie gialle e giallo-bianchi(;ce, risultanti dal lapillo, sabbia, ce- nere alterati dalle emanazioni acide, cementati da gesso e rive- stiti di zolfo cristallizzato. Varcata la cresta esterna si entra in un recinto concentrico alla fossa, un po' depresso e della larghezza, principalmente da parte di ponente, di circa una cinquantina di metri; esso è com- pletamente disseminato di grossissime bombe e altro materiale. La vera fossa poi si pi-esenta di forma ellittica con asse mag- giore, all'apertura, di circa 200 metri e nella direzione da NNO a SSE. e con asse minore di 130 a 140 metri.— Il pendio esterno e l'interno oscilla tra i 30» e i 35" e quindi il fondo è accessi- bile, fino però ad un certo punto, oltre il quale non può andarsi avanti. - 27 — Nell'interno della fossa si distinguono nettamente tre bolge; la prima che rappresenta la profondità della fossa avanti la esplo- sione del 15 marzo 1890; la seconda il cavo lasciato da questa esplosione; la terza la vera bocca fumante del cratere, in diretta comunicazione con la gola del Vulcano, ed è la parte inaccessi- bile per le troppe emanazioni d'idrogeno solforato e per la rapi- dità delle pareti, che raggiungono e forse sorpassano l' inclina- zione di 60^ circa. — Calcolata approssimativamente la capacità della seconda bolgia e quindi il volume e il peso del materiale mandato in aria nell' esplosione del marzo , si ha un volume di circa 75000 me. e un peso maggiore a 100000 tonnellate. Ciascuna bolgia poi approssimativamente è della profondità di una trentina di metri. — Tutta la superficie interna è in con- tinue emanazioni , crescenti in intensità, successivamente che si scende verso la gola.— La regione superiore e media principal- mente , è tappezzata di sublimazioni bianche risultanti con pre- dominanza d'ammassi di cristalli aciculari di gesso (emananti acido solforoso) e cloruri e magnesia in quantità trascurabili, ma sen- sibile quantità di allumina. Studiando questi cristalli rileva un fatto finora non segnalato da altri, cioè dovere il gesso alla presenza dell'acido solforoso la formazione in cristalli aciculari.— Ha trovato la conferma di que- sta osservazione facendo delle soluzioni di gesso , di qualunque provenienza, cristalli di selenite, sericolite, gesso concrezionare, ecc. e fattane evaporare una goccia su di un vetrino, ha ottenuto costantemente cristallini tabulari più o meno allungati o bacil- lari e quasi mai aciculari.— Le stesse soluzioni, trattate con le me- desime condizioni, ma dopo essere acidificate con acido solforoso o acido cloridrico , hanno dato costantemente cristalli aciculari, o isolati 0 intersecantisi a due,^a tre, a quattro , o a due ven- tagli riuniti per gli apici, o a gruppi completamente raggiati. Le sublimazioni che si formano verso il fondo del cratere sono concrezioni di gesso cementato e rivestito di zolfo e di sol- furi di arsenico , e formatesi rapidamente, mostrando anche dei canaletti, per dove sono scappati i vapori incrostanti, che attra- versano le concrezioni medesime.— Si presentano gialle o giallo- rossicce. - 28 — La gola è quasi sempre piena di ammassi di vapori e le pa- reti sono completamente cosparse di attivissimi fumaioli. — Il fon- do vero è un piano incrostato e sparso di grosse pietre gialle e giallo-rossicce , per lo zolfo e pei solfuri di arsenico. — vSotto la crosta trovasi un laghetto d'acqua^, al certo calda, e proveniente o da condensazioni di abbondanti vapori acquei che scappano dalla gola del cratere, o d'accumulo di acque esterne per le piog- ge invernali. Ad illustrazione dello stato del cratere , sia all' esterno che all'interno, furono presentate parecchie fotografie rilevanti le cose principali. Dovendo dedurre qualche previsione, crede che, probabilmen- te , la fossa di Vulcano sia entrata in quel periodo di solfatara , che successivamente potrà permettere la ripresa della industria utile , come pel passato ; salvo che un inaspettato risveglio non smentisca la previsione fatta ; cosa del resto entro la sfera del possibile, ma non tropj)o probabile. SULLA FUNZIONE DELLA GLANDULA TIROIDE-Nofa preliminare del D.'" Raimondo Cannizzaro.— Dopo aver fatto nel 1884 l'estirpazione totale del gozzo ad un uomo di 59 anni senza lamentare alcuna delle conseguenze descritte da Kocher, eseguii nel princìpio dell' anno seguente la tiroidectomia totale nei cani e nei gatti, sperando ottenere qualche esito felice, ma quantunque avessi modificato il metodo operatorio in varie guise , ottenni sempre i medesimi risultati di Schifi" e di tutti gli altri sperimen- tatori. Volli allora tentare il trasporto della tiroide dai lati della trachea al disopra dei muscoli sterno-ioidei, e riuscii ad ottenere ciò nello stesso animale, mediante un'operazione eseguita in due tempi, e da un animale ad un altro della stessa specie in unica operazione. Le tiroidi trapiantate funzionavano bene tanto che gli ani- mali non presentavano sintomi di sorta per la mancanza delle loro tiroidi di nascita. Estirpati dopo un certo tempo i lobi trapiantati, gli animali — 29 — ebbero tutte le conseguenze della mancanza della g-landula , e finirono per soccombere. I lobi trapiantati da un animale all'altro, quando riesce Tope- razione , perdono la sostanza colloidea ed acquistano uno stato embrionale. Questo fatto l'ho osservato sino a tre mesi dopo l'o- perazione : non so se col tempo, non essendo estirpati , ricompa- rirà in essi la sostanza colloidea. Assodato il fatto dell' importanza funzionale della gianduia, tentai di combattere le convulsioni col bromuro di potassio ad alte dosi (gram. 2-10 al giorno), ed alimentando gli animali for- zatamente col latte, riuscii a far loro superare tutte le conse- guenze della mancanza della gianduia : in tal modo ebbi 52 cani vivi , dei quali 50 furono sacrificati dopo 20 o 24 mesi dall' ope- razione, e 2, da circa sei anni, vivono ancora e stanno perfetta- mente bene (1). Le dosi di bromuro di potassio debbono essere alte nelle pri- me due settimane ; in seguito , uno o due grammi al giorno ba- stano a combattere i fenomeni. Scorso uno o due mesi si può sospendere 1' uso del farmaco essendo i cani molto migliorati, anzi talvolta quasi guariti. Al- lora si deve sorvegliare l'animale perchè di tanto in tanto rica- de : in questo caso basta sottoporlo ad un' alimentazione lattea anche forzata , e dargli qualche gi-ammo di bromuro al giorno per vederlo in poco tempo rimesso. Passati 16 o 20 mesi i cani hanno riacquistata 1' energia di prima e mai più ricadono. Col bromuro però non si salvano i cagnolini al disotto di sei mesi ed i cani nei quali si manifesta un vomito ostinato. (1) Ricordo il caso importantissimo di una cagna , in cui si ripetevano per cinque mesi persistentemente i soliti fenomeni appena sospendevasi la cura del bromuro di potassio, finché, lasciata senza cura, se ne morì : alla sezione trovai la degenerazione cistica della pituitaria , organo che, secondo me, funziona come la tiroide e che perciò ne supplisce la mancanza. Mi riservo confermare fra bre- ve , pubblicando alcuni miei esperimenti , questo fatto , notato da me 5 anni or sono, intraveduto poscia da Rogowitsch e da Stieda. — so- li Colzi nel 1884 ottenne colla trasfusione del sang:ue la ces- sazione dei fenomeni per qualche g-iorno , donde egli venne alla conclusione, per me erronea, che la tiroide servisse alla elimina- nazione di un veleno. Avuto anch'io il medesimo risultato, cer- cai di ripetere la trasfusione varie volte sullo stesso animale, e finalmente riuscii a mantenere sani due cani, per trenta giorni consecutivi. In seguito , iniettando sotto la cute di cani stiroidati da re- cente una soluzione concentrata di sangue di cani sani, ottenuta con un procedimento speciale , riuscii a tenerne in vita alcuni. Lo stesso effetto ottenni con una soluzione simile di sangue di bue e di sangue di conigli, che erano stati privati della tiroide sei giorni avanti. La medesima soluzione , fatta col sangue di cani stiroidati ed in preda ai fenomeni morbosi, non mi diede alcun effetto. Preparata collo stesso procedimento una soluzione concentrata, fatta colle tiroidi di differenti animali riuscì anche con questa, iniet- tandone sotto la cute varie siringhe quasi ogni giorno, ad avere cani vivi, uno dei quali vive ancora, dopo tre anni dalla tiroidectomia. Nel corso di quest'anno ho ottenuto colla corteccia cerebrale di cani sani la medesima soluzione concentrata, con cui, facendo le solite iniezioni ipodermiche a cani stiroidati , sono riuscito a mantenerne in vita alcuni. Iniettando invece nel cellulare sottocutaneo una soluzione si- mile, ottenuta però colla corteccia di cani stiroidati da qualche giorno ed in preda ai fenomeni caratteristici, non ho avuto alcun risultato, ed i cani sono morti allo stesso modo che se fossero stati abbandonati senza cura. Dalle surriferite esperienze sono venuto alle seguenti con- clusioni : 1» La gianduia tiroide forma una sostanza necessaria alla fun- zione del sistema nervoso. 2^ Questa sostanza deve esistere nel sangue di tutti gli ani- mali ed essere insufficiente dopo l' estirpazione della tiroide sola- mente in quelli che muoiono. — 31 — 30 Oltre alla tiroide vi debbono essere altri org-ani aventi la medesima funzioiie. 4» Il prodotto delle tiroidi pare si trovi anche nella sostanza grig'ia, quantunque in minor quantità che nel sangue. 50 II bromuro di potassio credo abbia sulle cellule nervose un' azione, che somiglia in qualche parte a quella spiegata dal principio attivo della tiroide. Colle suddette conclusioni si accordano i fenomeni presentati dai cani tanto nel primo mese che segue l'operazione, quanto nei mesi successivi fino alla completa e definitiva guarigione. Infatti tutti quelli da me osservati in numerosissimi casi possono rag- grupparsi in cinque serie : P Fenomeni di movimento anormale (paralisi, paresi, crampi, convulsioni). 2^ Fenomeni di alterata sensibilità generale e specifica. 30 Fenomeni trofici dai più lievi ai più gravi. 40 Fenomeni vaso-motori e di alterata termogenesi. 50 Fenomeni psichici dai depressivi ad alcune forme di pazzia. E credo che tutti debbano essere la conseguenza dell' alterata funzione delle cellule nervose per mancanza 0 insufficienza del principio attivo elaborato dalla gianduia tiroide. * * Trattando alcuni epilettici óol pi'eparato estratto dalle tiroidi sono riuscito ad ottenere la cessazione delle convulsioni, fatto che, se si ripeterà costantemente, sarà di una grande importanza per la cura di questa malattia e forse di altre nevrosi. (Dall'Istituto di Anatomia Patologica della E. Università di Catania.) Elenco del libri presentati nella scinta lei 21 mn 1891. CAMBJ Asti— Le stazioni agrarie sperimentali — Voi. XX fas. 4.° Bologna — BuUettino delle scienze mediche — maggio 1891. Milano— Rendiconti del R. Istituto Lombardo— Voi. XXIV fas. X, XI e XII. '< — Atti della fondazione scientifica Gagnola — Voi. X. — 32 — Napoli — Bnllettino della Società dei naturalisti— Voi. V fas. 1". Roma— Atti della E. Accademia medica— Voi. V Serie IP-. « —Rendiconti dell' Accademia dei Lincei— Voi. VII fas. 9 IO. « -Bnllettino della Società Geografica — niiiggio 1891. Siena— Atti della R. Accademia dei fisiocritici— Voi. Ili Serie IV fas. 3 e 4. Torino— Giornale dell'Accademia di medicina— marzo-aprile 1891 N. 3 e 4. Bremen — Abhandlungen herausgegeben voui naturwissenschaftlichen Vereine — Voi. XII. Cherbourg— Memoires de la Societé nationale des sciences naturelles et mathé- matiqiies— Voi XXVI. EpjNAL— Annales de la Societé d' Emulation du departement des Vosges - 1890. Harlem— Archives du Musee Teyler - Voi. 3 parte h^. Lausanne— BuUettiii de la Societé Vandoise des sciences naturelles— Voi. XXVII N. 103. London— Proceedings of the Royal Society — N. 299. Moscou— BuUetin de la Societé Imperiale des naturalistes .890 N. 2. MuNCHEN— Abhandlungen der K. Baierische Akademie der Wissenschaften— Voi 17» Paris— Societé Zoologique de France— BuUetin Voi. XV fas. 3, 4 e 5— Voi. XVI fas. 5. « —Societé Indo-Chinoise— BuUetin— Voi. Ili Serie IP. Philadelphia— Academy of naturai Sciences— Proceedings— april-september 1890. S. Petersbourg— BuUetin du Comité geologique Voi Vili N. 9 e 10— Voi. IX N. 1 a 6 — Memoires de 1' Accademie Imperiale des Sciences — Voi. XXXVII fas. 8 al 13— Voi. XXXV III fas. 1. Tokio -lournal of the College of Sciences Imperiai University— Voi. IV parte P Todlouse— Memoires de 1' Académie des Sciences— Voi. IL Wien— Mittheilungen der K. K. Geographischen Gesellschaft.— Voi. XXIII— 1890. Washington — BuUetin of the United States geological Survey — N. 58 a 66— Animai Report 1887-88— Monographs Voi. L— Minerai resources 1888. DONI Calabro Lombardo A.— Sulla forma della terra— Lanusei 1891. Fichera F.— La progressione dei diametri delle condotture invece della ventila- zione in corona dei sifoni— Roma 1891. Moscato P.— Atroiìa simmetrica, nevrotica della teca cranica in un individuo af- fetto d' arteriosclerosi— Milano 1891. Pennacchietti G.— Sul moto brachistocrono— Palermo 1891. Pettenkofer M.— Rerum cognoscere causas— Miinchen 1890. PiccoLOMiNi N. — Il monte dei Paschi di Siena e le aziende in esso riunite — Siena 1891. Scacchi Angelo- Suo 50' anniversario— Napoli 1891. Tornabene P.— Flora Aetnea— Voi. Ili— Catania 1891. llim»> ^03 226 080