.V HARVARD UNIVERSITY „Xiiììl>~_^ LIBRARY MUSEUM OF COMPARATIVE ZOOLOOY J|l-J1A/\SSlAac*D_ \2v W'Ji Illllllllllllllllllllllllllllilllllllllllllllllllllililllllllllllllllliittllni/ Mentre la eco dolorosa delle due gravi perdite si ripercuote in tutte le principali Accademie scientifiche e le Scuole geologiche , il nostro Sodalizio che non meno degli altri partecipa al generale cor- — 3 — doolio per la morte di questi due benemeriti Soci, permetta a me di porgere un tenue tributo alla loro venerata memoria con l'esporre dell'uno e dell'altro un cenno biologico da pubblicarsi con quella brevità che solo è consentita dal nostro bullettino mensile. — E ciò non tanto per la mia qualità di Segretario dell'Accademia, quanto per i vincoli di riconoscente affetto che strettamente legavano me al primo (come discepolo a maestro) e per quelli di fraterna amicizia che reciprocamente passava da lunghissima data tra me ed il secondo. (V. Cenni biografici da pag. 8 a pag. 15). Dopo ciò lo stesso Segretario Generale presenta all'Accademia una memoria inviata dal Sig. Saverio Ciofalo « Siiir oUgoceno in Si- cilia » e r Accademia dietro invito del Presidente nomina una Com- missione per esaminare la medesima e renderne conto nella seduta prossima. La Commissione risulta composta dei Proti'. 0. Silvestri, G. B. Grassi e C. Sciuto Patti. Finalmente sono enumerate e presentate tutte le pubblicazioni pervenute come cambio e come dono all' Accademia, dalla precedente seduta fino alla odierna. OAMBII Bologna — Bullettino delle scienze mediche — Febbraio 1889. Firenze— K. Accademia dei Georgofili— disp. 4^ del voi. XI. Milano— R. Istituto Lombardo di scienze— fase. 3° e 4° del voi. XXII. Napoli— E.. Accademia di Scienze fisiche e matematiche— Febbr. 1889. Padova— Società Veneto-Trentina— fas. 2° del voi. X. PEEDGiA—Università— Annali— voi. II, 3»' e 4^ disp. Pisa— Società Toscana di Scienze Naturali— Processi verbali — Adunanza dei 11 novembre 1888. Roma— Accademia medica— Bullettiuo—nov. 1888. » —Società geografica— Bullettino— febbr. 1889. » — R. Comitato geologico— Bullettino— nov. e die. 1888. » — R. Accademia dei Lincei— Rendiconti— fas. 4°, voi. V. » — " —Atti (classe di scienze morali etc.) agosto e settembre 1888. » —Accademia dei Nuovi Lincei-Verbali— Sessione IIP 17 febbr. 1889. - 4 — Torino— Accademia delle Scienze— Atti— Disp. 4* e 5^ del volume XXIV. BÒNE — AcRdemie d'Hippone — Comptes-rendus des réunions — Bulletin N. 24. Bonn — Verhandlungen des natnrhistorischen Vereines — lah. XLV. Bordeaux — Societé des scieuces physiques et naturelles — voi. Ili, 1887. Boston — American Academy of arts and sciences — voi. XV uew series, 1888. Bruxelles — Academie royale de medicine — voi. Ili N. 1. Cherbourg — Societé nationale des sciences naturelles et mathématiques — voi. XXV. Harlem — Fondation Teyler— Archives du Mnsée— voi. Ili partie 2^ 1888. » —Fondation Catalogne de la Biblioteque. London— Eoyal Society— Proceedings — N. 276. MoscoN— Societé des naturalistes— N. 2, 1888. New-Orleans— Academy of sciences— Papers read before the Academy of scien- ces—voi. I, N. 2. New- York— Academy of scieuces— Transactions— voi. VII, N. 3, 4, 5, 6, 7 e 8. Paris— Societé Zoologiques de France— Bulletin— voi. XIII N. 4 e 5, Philadelphia— Academy of naturai sciences — Proceedings— genn. e febb. 1888. S. Petersbourg— Comité geologique— Bulletins 1887 N. 11 e 12, 1888 N. 1 , 2 , 3, 4 e 5. » — » — Supplément au voi. VII. WiENN— K. K. Naturistorisclieu Hof Museum— Annalen— voi. IV, N. 1. Washington- Smithsonian lustitution — Miscellaueos collectious — volume XXXII e XXXIII. » — Report, 1885 part. 11^ DONI FiLANGERi Principe di Satriano — Inaugurazione del Museo Artistico, Industriale e scuole officine di Napoli— Napoli 1889. Ministero delle Finanze— Bollettino di legiel azione e statistica doganale e com- merciale—gennaio e febbraio 1889. » —Statistica del Commercio speciale di importazione e di esportazione. In seguilo a ciò e secondo rordine del giorno è invitato il socio corrispondente Sig. D.r Condorelli Maugeri a leggere la sua prean- nunziata memoria che porta per titolo « Mostro dicephàlus diaticJienos dibrachius monurus. » L'A. legge il suo lavoro e dopo aver termi- nato il Socio ordinario Prof. G. B. Grassi domanda e prende la pa- rola. — 5 — Egli avrebbe desiderato che l'A. avesse preso in considerazione nel suo lavoro anche il sistema nervoso, essendo noto che questo si- stema rappresenta ciò che vi è di più importante nello studio di qua- lunque mostruosità. Kiguardo ad un accenno di una nuova ipotesi fatto dall' A., gli fa osservare che qualcosa di simile è già stato pubblicato da parec- chio tempo e dietro una solida base di fatti (ipotesi della penetra- zione di due 0 più spermatozoi nell' uovo). Dopo tali osservazioni domanda e prende la parola l'A. Egli ri- spondendo alla prima dice che non ha creduto assolutamente necessario di prendere in considerazione anche il sistema nervoso perchè la mo- struosità studiata non riguardava un singolo organo, ma tutto un or- ganismo. Prende in considerazione tuttavia 1' osservazione del Prof. Grassi e promette di rivedere e di studiare sotto questo punto di vista il mostro che trovasi conservato nel Museo dell'Istituto di Anatomia patologica di questa R. Università. Riguardo alla seconda osservazione l'A. diceche nell'ultima parte del suo lavoro egli non ha preso a discutere tutte le teorie messe avanti da' diversi autori per spiegare la produzione dei mostri doppi,, ma ne ha scelta una che più lo persuadeva , modificandola secondo il suo modo di pensare. Esaurita la discussione l'Accademia per invito del Presidente no- mina una Commissione per giudicare se il lavoro del D.r Coudorelli debba far parte degli Atti accademici. La Commissione è formata dai Professori Clementi, Grassi, Berretta. SUNTO DELLE MEMORIE MOSTRO DICEPHALUS DIAUCHENOS DIBRACHIUS MONU- RUS Memoria del D.r A. Condorelli Maugeri.— L'A. richiama l'at- — 6 — tenzione sullo scheletro e sulle cavità racliidiena e toraco - addominale del mostro. Descrive lo scheletro e fa notare l'esistenza di un piccolo sterno accessorio, di forma triangolare, situato nel manubrio d'uno sterno ben formato, e portante due clavicole accessorie saldate tra loro verso r estremità. La colonna vertebrale è doppia , ma comincia a diventare unica verso la prima vertebra lombare, per saldamente dei corpi. Lo stesso andamento è nella cavità rachidiena, dove il midollo spinale si fonde nel rigonfiamento lombare dando origine ad una sola cauda-equina. Non dice di altre anomalie nel resto delle ossa. L' A. possa quindi alla descrizione degli organi contenuti nella cavità toraco-addominale. Dice che la cavità toracica è doppia poten- dosi distinguere benissimo due cavità pleuriche, una anteriore ed una posteriore, divise da un sepimento, fatto dalla pleura parietale e di- steso tra le due colonne vertebrali. Nello spazio pleurico anteriore , più ampio, si contengono due polmoni, ed il sacco pericardico con le masse ventricolari di due cuori; nel posteriore, più piccolo che pare si continui interrottamente con una piccola cavità addominale, si conten- gono gli altri due polmoni, l'unica orecchietta, ed un piccolo fegato. Di tutti questi organi l' importanza principale riflette il cuore , che nelle masse ventricolari è nettamente doppio. La massa ventricolare destra è più piccola, con unica cavità a pareti abbastanza robuste, e dalla sua base parte un solo tronco arterioso che pare sia la fusione dell'aorta e della polmonale. Neil' ostrio auricolo-ventricolare trovansi due veli valvolari. La massa ventricolare della metà sinistra del mostro ha due cavità perfette in tutto, meno nel punto di origine delle grosse arterie che entrambe, aorta e polmonale, si originano l'una vicina all'altra dal ventricolo destro. Tutte queste masse ventricolari poi sono attaccate ad un'unica orecchietta molto ampia, e posta nello spazio pleurico posteriore. Nella cavità addominale poi si contengono due stomachi in con- tinuazione di due esofagi e con due pilori che s'immettono entrambi in un unico canaio. Eimpetto all' orificio pilorico dello stomaco di destra avvi un piccolo diverticolo che pare sia il corrispondente tubo intestinale rudimentario. Il canale nel quale si aprono i due stomachi si immette in una larga cisti cbe sembra una forte dilatazione dello intestino tenue, giacché questa cisti si continua, restringendosi ad imbuto , in un residuo di ileo , dal quale poi comincia il cieco con tutto il resto del grosso intestino. Di fegati ce ne sono due , uno contenuto nella cavità pleurica posteriore, un altro nella cavità addominale, nell'ipocondrio destro. Attaccati a questo fegato , che presenta regolare i suoi quattro lobi , si notano altri due piccoli lobi aggiunti. La milza è situata nell' ipocondrio sinistro del feto sinistro. É regolare in tutto, ma vicino ad essa, ed in quasi tutto il mesentere^ sì notano una infinità di piccole milze succenturiale. In seguito l'A. parlando del posto che dovrebbe occupare questo mostro nella classificazione , ed accennando alle diverse classi , nelle quali si son distinti i mostri doppii, dice che quello in esame bisogna metterlo tra i mostri con dupUcitas anterior, come Dicephalus diau- chenos dihracìiius monunis. Per la teratogenesi l' A. si attiene all'ipotesi del Dareste che fa derivare la produzione di un mostro doppio dalla maggiore o minore fusione di due docce primitive sviluppantesi in due cicatricule conte- nute in uno stesso ovulo. Attenendosi sempre a questa ipotesi egli però vorrebbe andare ancora più in là, e possibilmente ritrovare la base della produzione delle modalità diverse dei mostri doppii nella fase cariocinetica nella quale potrehbe trovarsi il nucleo dell' ovulo nel momento in cui vien fecondato. CENNI BIOGRAFICI GIUSEPPE MENEGHINI Nato a Padova a dì 30 Luglio 1811 è mancato ai viventi il dì 29 Gennaio 1889 a Pisa dopo 77 anni e 7 mesi di vita laboriosissima dedicata principalmente alla Scienza ed alla istruzione della gioventù. Ebbe in patria la sua prima educazione e istruzione sotto la di- rezione paterna : fino da giovanetto mostrò grandi tendenze per le naturali discipline, ma il padre desiderando di farne un medico lo introdusse nella Università come studente di medicina e nel 1833 conseguì la laurea dottorale. Fresco di studj e d'ingegno svegliato incominciò subito nell' anno successivo a pubblicare una sua prima memoria in latino, intitolata: De axe cerelro spinali, e questa ebbe sì grande successo che otto anni più tardi se ne pubblicò una seconda edizione a Napoli con traduzione italiana. Nello stesso anno 1833 poco dopo la laurea fu nominato ajuto alla cattedra di botanica e con questo primo ingresso nell' insegna- mento si sentì felice nel vedersi dischiudere il campo delle Scienze Naturali a lui predilette — Lasciati gli studj medici e dedicatosi al- lora alla botanica ben presto si fece conoscere coi pregiati lavori « Sulla strutiura del caule delle piante monocotiledoni » e « Sulla organografia e fisiologia delle alghe » per cui nel 1839 ancor gio- vanissimo venne nominato Prof, effettivo di Botanica nella stessa Università di Padova. In 10 anni di cattedra seppe rendere chiaro il suo nome e come insegnante e come conoscitore profondo della inte- ressante famiglia delle alglie che aveva preso ad argomento speciale di studj microscopici e su cui pubblicò una numerosa serie di pregiate monografie. Sopravvenuti i moti politici del 1848 col vivo amor di patria che nutriva, non potè resistere a prendervi parte e parte così attiva che venne dal Governo austriaco perseguitato, cancellato dal ruolo dei Pro- fessori dell' Ateneo padovano ed esiliato. Egli si rifugiò allora in Toscana il cui mite Governo offriva un asilo sicuro a tutti gli emigrati politici: e quando nella battaglia di Curtatone, alla quale prese parte il battaglione universitario di Pisa, il Prof. Pilla napolitano e celebre geologo di quell' Ateneo , rimase ucciso da palla nemica , il Granduca di Toscana con decreto del 29 gennaio 1849 nominava a successore il Meneghini come Prof, di Mi- neralogia e Geologia. Più tardi ebbe anche affidato l'insegnamento speciale della Geografia fisica — Tale scelta non fu solo per dar un posto all'esule professore, ma perchè il Meneghini col proprio ingegno versatile ed insaziabile di sapere , aveva già fatto conoscere con 4 lavori geologici pubblicati dal 1845 al 46 come fosse versato anche nella Geologia. In Pisa il Meneghini ebbe la fortuna di trovare l'ambiente il più favorevole per esplicare tutte le risorse del suo forte ingegno e della sua elevata cultura. E ciò per varj motivi.— La scienza affidata al suo insegnamento gli presentava un ampio orizzonte che ben si pre- stava a ritrarre profitto dai suoi estesi studj. L' appartenere alla Uni- versità pisana era grande ed ambito onore e realmente essa menava molto grido ed era affollata di studenti che vi affluivano da tutte le parti d'Italia e molti dall'estero specialmente dalla Grecia: attirati dalla celebrità dei Professori che la sagacia del Granduca di Toscana aveva saputo riunire cercandoli anche tra gli eletti ingegni degli emi- grati. Basti citare il Mossotti, il Piria, il Matteucci, il Felici, i due fratelli Savi, il Kegnoli, il Puccinotti, il Ceutofanti, il Resini etc— Tra i Professori regnava l'accordo il più sincero e la più schietta cordia- lità. Compresi di stima reciproca , nel commercio delle loro idee fa- cevano a gara per ajutarsi a vicenda e tutti insieme armonicamente, oltre a far progredire la scienza, contribuivano con efficacia alla istru- zione della gioventù, la quale non solo ritraeva 1' utile dagl' insegna- — lo- menti dei suoi maestri , ma su questi si specchiava io un prezioso esempio di educazione civile. Finalmente la stessa popolazione della città nella sua classe eletta, viveva della vita intellettuale universita- ria e le scuole frequentate da studenti e da cittadini echeggiavano di applausi dopo la trattazione anche dei più astrusi argomenti di scienza. In questo ambiente sano, in cui gli insegnanti si sentivano apprez- zati e considerati in tutta la dignità della loro nobile missione; in cui gli studenti orgogliosi dei loro Professori, gareggiavano nello studio; il Meneghini trovò quelle risorse che convenivano al suo animo sen- sibile, gentile, dignitoso; come d'altra parte con queste sue qualità egli ben presto si attirò la simpatia generale. Neil' assumere la nuova cattedra a Pisa, abbandonò gli studj di botanica vivente e si dedicò alla Mineralogia e più specialmente alla Geologia della quale predilesse la parte storica colle sue grandi ve- dute : mentre nell' esercizio quotidiano del gabinetto utilizzò tutte le sue conoscenze che aveva del mondo organico vivente per passare in rivista e studiare le forme del mondo organico estinto, lasciate in tutta la scala dei terreni fossiliferi italiani dai più antichi ai più recenti; e con le sue frequenti pubblicazioni si rese distinto geologo e conosciuto tra i più chiari paleontologi viventi. Dal 1849 al 1889 diede alle stampe 102 pubblicazioni riflettenti la Mineralogia, la Geologia sto- rica e stratigrafica, la Geografia fisica, la Tassonomia e prevalentemente la Paleontologia ove prese a trattare di pesci, crostacei, echinodermi, molluschi, corollari, piante etc. — Fra le opere principali sono da notare le Considerazioni sulla Geologia siratigrafica della Toscana (libro fatto in comune col Prof. Paolo Savi in appendice alla traduzione italiana dall' inglese dell'opera Geologica del Murchison « dalle Alpi ai Carpazi ») la « Paleontologie de l'ile de Sardaigne » la Mono- grafia sui fossili del calcare rosso ammonitico della Lombardia e dell' Apennino centrale e l' ultimo suo splendido lavoro pubblicato nel 1888 sulla Fauna Canihriana della Sardegna. Ebbe onori più di quanto ambissero il suo carattere riservato e le sue tendenze ad una vita tutta dedita a raccogliere le soddisfazioni nel — 11 — campo sereno della scienza. E sotto questo punto di vista fu di grande soddisfazione per lui 1' essere Presidente del R. Comitato geoloc^ìco Italiano; Presidente della Società Geoloo^ica italiana; Presidente della Società Toscana di Scienze Naturali e di potere rendere i suoi servigi alla pubblica istruzione, come membro varie volte eletto nel Consicrlio superiore di pubblica istruzione, e come Senatore del Reo-no. Nell'anno 1884 cinquantesimo del suo ingresso all'insegnamento, gli furono fatte dalla Università di Pisa, dalle rappresentanza di tutte le Università italiane solenni onoranze e gli venne offerta una medaglia d'oro di grande significato per lui, perchè coniata con offerte pervenute si può dire da tutte le parti del mondo. Nella cattedra spiegava con un talento didattico particolare e con la sua parola facile ed elegante, le sue pronte intuizioni , le sintesi felici delle grandi leggi della natura, produceva come un fremito di meraviglia in tutti gli astanti che affollati accorrevano per udirlo. Amava la gioventù e trattava con grande familiarità i suoi scolari. Specialmente a quelli che lo avvicinarono di più ed ebbero la for- tuna di far vita comune per qualche anno nel di lui gabinetto col darsi a studj speciali sotto la iKsua direzione, prodigava consigli ed as- sidue cure per il loro perfezionamento. Di ciò lo compensava l'idea sola di aver trovato in loro dei compagni di studio: e questi poi sempre teneva di vista allorché se li vedeva allontanare dal suo centro per occupare altrove dei posti nell'insegnamento. E di tutti, sì degli antichi quanto dei recenti, sparsi nelle varie Università ed altri istituti d'istruzione, si ricordò poco prima del giorno fatale, rivolgendo loro , come se fosse presago del prossimo fine , poche righe vergate da mano tre- mante , quasi 1' ultimo addio di yn padre ai suoi figli — E questi suoi figli che lo hanno ricambiato di pari affetto e di riconoscenza profonda in vita, ora ne piangono 1' amara perdita e riuniti come in una sola famiglia pensano ad onorare la memoria dell'illustre Maestro con un monumento degno di Lui, degno del Panteon Pisano ove per decreto della cittadinanza ne sono state deposte le venerate spoglie. 0. Silvestri GIUSEPPE SEGUENZA Nella ancor verde età di presso i 56 anui moriva il di 3 febbraio 1889 a Messina dove era nato l'S giugno 1833 — Appena fatti con molta intelligenza gli studj di cultura generale, fu indirizzato alla Università per intraprendere gli studj di Farmacia ai quali si dedica con specialità, molta gioventìi siciliana. Presto si mise in grado di di- rigere una Farmacia che aprì col suo nome. Ma la sua mente elevata comprese di buon' ora come troppo scarso alimento avrebbe potuto ricavare dal puro e semplice esercizio di quella professione nel modo come si pratica generalmente ; per cui ne ruppe i confini ed allar- gando via via l'orizzonte dei suoi studj , da farmacista si trasformò da se in scienziato. Da prima si sentì attirato dalla botanica che predilesse nella parte descrittiva e sistematica raccogliendo piante e formando a poco a poco uu importante erbario per far conoscere la Flora del suo ri- dente paese che mancava allora di qualunque orto botanico. ~ Frat- tanto perlustrando monti e valli lungo la catena Piloritana per scopo di erborizzare , con la spontanea passione che in lui andava ognora crescendo del naturalista e col singolare talento di osserva- zione di cui era dotato , vedv-iva via via dischiudersi nuovi tesori nel campo della Zoologia malacologica , della Mineralogia e della Geo- logia ; e quello che gli scienziati (Botanici , Mineralisti , Geologi, Zoologi ) fanno collettivamente in molti, egli faceva da solo e sen- za guida e senza maestro e senza esempj da imitare e forse senza alcuno a cui partecipare le gioje che provava 1' animo suo nel tor- nare a casa ricco di tanti materiali da studio— Egli tutto osservava, notava, su tutto meditava nel silenzio del suo studio in quei brevi intervalli di tempo che gli lasciava l'esercizio della sua molto accre- ditata farmacia, o sottraendo le ore notturne al riposo — Ben presto — is- si accorse quali risorse di minerali utili e quanta dovizia di fossili rappresentanti numerose successioni di faune estinte erano contenute in quelli strati di terreno sui detriti dei quali nascevano le pianticelle che andava cercando; ben presto si accorse come i resti di organismi perduti presentavano caratteri speciali a seconda della natura del loro giacimento e delle condizioni di profondità in cui vissero e per intuizione naturale più che per averlo imparato, pensò come tutto questo avrebbe potuto servire di base alla classificazione cronologica dei terreni. Per mezzo di viaggi e di corrispondenza si mise in rapporto con i pili conosciuti geologi italiani e stranieri da cui attinse lumi e con- sigli : si acquistò da per sé libri e altri mezzi di studio e con le escursioni in campagna ed il lavoro di gabinetto divenne geologo e geologo distinto. Esempio questo degno di nota nella storia degli in- gegni contemporanei: di rm uomo che nato e cresciuto in un ambiente piìi specialmente di traffico e di vita commerciale, senza scuola, sen- za maestri si è formato da sé , solo con la perseveranza e con la naturale attitudine di sapere apprezzare ed interrogare il libro della natura eternamente aperto a tutti. Le sue prime pubblicazioni dal 1856 al 1858 furono di botanica (a complemento della Flora Sicula del Gussone) di Mineralogia ad illu- strare i Filoni metalliferi di Fiumedinisi e i prodotti vulcanici arse- nicali delle Isole Eolie : uno ne produsse di chimica e fu l'analisi di un'acqua solfurea di Messina. Ma dal 1858 in poi sollecitato dai ricchi materiali già raccolti si gettò nel gurgite vasto dello studio dei fos- sili e della loro rispettiva giacitura e ne rimase completamente as- sorbito. Infatti da queir epoca in poi fino al termine della vita le sue pubblicazioni che sono in numero di^ 80 si riferiscono ad argomenti di geologia stratigrafica e prevalentemente di paleontologia. Con queste non solo illustrò il territorio Messinese, ma per gli utili paragoni, uscì anche dal campo della sua provincia e fece lo Studio dei Bizopodi fossili delle argille pleistoceniche di Catania , scrisse Sulle relazioni IKdeontologiche di talune roccie cretacee di Calabria con alcuni ter- reni di Sicilia e dell' Africa settentrionale— Sui Brachiopodi miocenici — 14 - del Piemonte— Sul cretaceo medio delV Italia meridionale— Sui Cir- ripedi del mare Rosso— Sulla stratigrafia della formazione pliocenica dell' Italia meridionale etc. I suoi dotti lavori coi quali contribuì efficacemente alla conoscen- za della geogQOsia dell' Italia meridionale e della Sicilia gli procura- rono nel 1876 il premio Wallaston decretatogli dalla società geologi- ca di Londra; e poco dopo le sue due opere, che gli costarono grande fatica, Sulle Formazioni terziarie della provincia di Reggio Calabria e quella Sul cretaceo medio dell' Italia meridionale pubblicate nel 1880 e 1882 dall'Accademia dei Lincei, vennero premiate al concorso acca- demico istituito dal R. Governo. Con le conoscenze acquistate dei terreni e fossili cenozoici giun- se a caratterizzare e distinguere nel sistema pliocenico un piano spe- ciale che chiamò Zcmcleano e questo venne generalmente accettato dai geologi. Con tutto ciò non gli mancarono (come non mancano mai a chi lavora e produce) gli attacchi della critica sopra argomenti di cro- nologia stratigrafica studiati prima da lui e in seguito da altri. Infaticabile nelle sue peregrinazioni scientifiche, non curava gli strapazzi e devesi a questi la causa della malferma salute degli ul- timi suoi anni e la quale lo ha predisposto al morbo che ce lo ha ra- pito. Modesto nelle aspirazioni e nulla mai chiedendo per se rimase lungamente dal 1861 in poi come Prof, di Storia Naturale nel Liceo ed Istituto Tecnico di Messina.— Ebb.e poi l' incarico della Cattedra di Mineralogia e Geologia alla Università, ma solo nel 1878 si vide conferire in questa la nomina di Prof. Ordinario : mentre ebbe il grande merito, quando 1' Università era sfornita di mezzi , di crearvi di pianta un ricco museo alla cui spesa fece concorrere la Provincia. Splendida testimonianza dell'amore che portava non solo alla scienza, ma anche al decoro delle patrie istituzioni che arrecar devono i mezzi per la istruzione della gioventù studiosa. Semplice di modi, dal suo aspetto giojale traspariva la ingenuità e sincerità dell' animo suo. Sempre pronto a giovare i suoi amici e — 15 — suoi discepoli di qualunque consiglio o servigio che potesse essere loro utile , ebbe affetto costante per questi e da questi fu costan- temente ricambiato. Tutto dedito alla scienza, ai doveri della proces- sione e a quelli verso la propria famiglia, la sua vita era come latente in patria sua e ben diceva di lui un suo concittadino all' an- nunzio della di lui morte « che per i più il Seguenza non era che il farmacista, per pochi non era che il Professore e solo per pochis- simi era lo scienziato che arrecava lustro non solo alla città natia, ma all'intiera Patria italiana. » Chi scrive è testimone quanto egli fosse conosciuto e apprezzato al di fuori e qualunque cultore di scienza italiano o straniero veniva a visitare la Sicilia e specialmente a studiare i fenomeni geologici che rendono di speciale importanza l' Isola nostra ; sentiva non solo il bisogno , ma direi quasi il dovere di fare la conoscenza personale dell'illustre geologo Messinese, il quale era d'altronde prodigo con tutti di favori e di gentilezze. Possa r esempio di lui trovare dei seguaci tra i suoi allievi da mantenere la gloriosa tradizione scientifica che egli ha lasciato tra noi! Possa il ricco retaggio delle sue virtìi civili e domestiche lenire l'acer- bo dolore della sua desolata Consorte e dei suoi ancor teneri figli ! 0. Silvestri. I