cn don dosrainig #8 a ontd nda dle c-Rrn Ab MOR ORATORIO dra et va x MIL) RAT Da card e dali ieard Gp Aa è È ; Ma fa gi Magli DI RLIECECLRO [POLI su» : ni. LOLT ssa . ATTICO re nh ai ESCO sales ha AAA earia URLILI db of moti ® 3 dA 9 Ai dg 00,8 amore god IDONEI ' vat 4A a ' »A L.A. . o sì. AA » » MERET e A x os "4 î 3 5 Ù » rt ma a ilusulaa Ladd ì Lea nudi dir dg dele Mai neo naftd) te. et pra x È No i Mt, o de Mestre) Moma doolte, di ad 1h demitasta è r » AR RETTE PE VECI TTI CIO paper iglo n pih ia n! Ceratte emma tag 010 dee tele la s». » o.,0a n 00 ISO ASiio he Se 0 di È 110 1 os dt pra ’ da Ù COTTO mR FIRST ie dela » x sx . "a du Md, dado dPR te Rao So 1 he Ladd 1 rire ra de seta * ib APOTI È, i gù @ amiata Sio » . rsa e ae hora 00 RIT WERE Ao A vo spo . è. aa 1 ® id . . UNI » . o è bd 84 ho. ’ det a . . A N " . ° è 1. LIILI . . x . n. areòri do cos "PT » »% e bu .. » Ana ,» tak a a age SA ’ n.° . % » . è Ne »., ade hr detd % \.» . e : . nea 1° È ; Va ".% I LI " Pets stia Dda »® ro wo » dv. - PICS . n % - urea ‘ ad a x La POTEZIO . ‘ . ti O de O = 6 dia 5 Re S ù = 4 " "n pa - 7, = 3 n ; i VAI3 (0) >” z E i — Hi z MP | LIBRARI ES. MITHSONIAN INSTITUTION, NOILNIILSNI — NVINOSEINE Sa R°| DI = & * = i < Z 3 = = ‘S 3 Id °, “i O K- e) NO £ È Z, E z. SI > = >’ = - NQLEREKISNI NVINOSHLIMS (54 IUVYE 11 LIBRARIES SMITHSONIAN INSTI z Si Z di ix o - x = Gg” = = oc ga, — i € =j = È 77: i MR > 77) Fd SJIYUVH AI LIBRARIES SMITHSONIAN INSTI | U) ss (dp) Seli ì 4 > sd - Lil sas Lui mA, a * 19), VA, (9), — — / SAIA = S e Gg 3 c pal = p/ (É MS e. Foti SA, dA o a la KI " Io la 0) _= m>' « più ne (©) nua O mej Mar ì Mago pd Pre nl Mi A | | LIBRARIES SMITHSONIAN INSTITUTION NOILNLILSNI NVINOSHLINS S31 466 Fr SR Z Liu lina | re z Ù a = fi 5 199” O Ta si ZA SON} x N O PTT e SN ” muy VAS Vena LN bs pc no, PI ae 14, \ en SNA M 5 Y N x O f Fa > \ } 74 A di DA è LA, Tee A A) JA 4 IL, tu a Ò N è» MR s [2A FAT Es 4 747 Six 2) é fAS° AT F- [SG N ) NA em KO &-%x ’_ Pa zan è INSTITUTION SMITHSONIAN % |B RARIES SMITHSONIAN DILOLILSNI S3I8UYVH QI LIBRARIES NVINOSHLINS QLIALISN NVINOSHLINS Apr LIBRARIES usa (p) ate O Pe È o \< Gia > co ©) YI van na nl IBRARIES SMITHSONIAN z "ha SON? °) cel SAT ASTI =, 242 /SETÀ » del - AG he” . DA 800 . = wu U o ‘% ot edi È = I° pr er.) , _ È : pit ni MITHSONIAN _ INSTITÙU i «AT BESSI >La Wat nt 4 > dl TR N (alte 1% | . RARI MES TS MITHSONIAN S3IUYYVYAdIT LIBRARIES | 1 hi RARIES SMITHSONIAN i S NVINOSHLINS INSTITUTION NOILNIILSNI NOILNIIISNI INSTITUTION cai NOILNIILISNI SMITHSONIAN SMITHSONIAN 7 d dA é d (UA yi a è 4; fl Sag , vr ME P f î vii NOIINLIISNI INSTITUTION NOILNLILSNI INSTITUTION LO LILSNI NVINOSHLINS SIIUVUAII LIBRARIES LIBRARIES NVINOSHLINS_S3IUVHYAI1 LIBRARIES NVINOSHLINS SIIUVUGII NOILNITISNI INSTITUTION NOIILNIIISNI TION \° » è, x tan mar: “agla S ins La 2 La 4 a ag, SMITHSONIAN 1 \8I11 LIBRARIES SMITHSONIAN 5) ve = Ss isa UvUaiI È vinosuuns” sIIUvY an z vw mv i lo) z | > | us i NVINOSHLIWNS SIIUVUAII LIBRARIES SMITHSONIAN INSTITUTION ES NVINOSHLIWS S3I1UWVM8I7 INSTITUTION NOILNLILSNI SMITHSONIAN INSTITUTION NVINOSHLINS S31UVUAI1_ LIBRARI SMITHSONIAN RE FROSRLINO SIIUVUAI è SMITHSONIAN _ INSTITUTION INSTITUTION NOILNIILSNI SI3IYYYAI1 LIBRARIES NVINOSHLIWNS S3IUVUAI] NYINOSHLIWS SMITHSONIAN INSTITUTION. NOILNLIILSNI NVINOSHLINS SI3IBVUH II ja USA Pa f< 7. ION PI SIT aa LATE rat sh er 7 * PR] f e È t pi e si ) 3IRTÀ MALACOLOGICA ITALIANA Volume 1 1875 È | Reprinted by: d ANTIQUARIAAT JUNK Dr. R. Schierenberg & Sons B.V. :3 LOCHEM (Netherland) 3 1973 Reprinted with kind permission of the Societa Malacologica Italiana VOLUME |. PISA Tipocreria NisTRI 1875 wi $) Re tI pa CAINRI VII un 4 f Li ur y 3 u UFFICIO DELLA PRESIDENZA PRESIDENTE Comm. Pror. GIUSEPPE MENEGHINI VICEPRESIDENTE Pror. ADOLFO TARGIONI TOZZETTI SEGRETARIO Dorr. CAMILLO GENTILUOMO VICESEGRETARIO Dorr. CARLO DE STEFANI CASSIERE RORERTO LAWLEY. STATUTO DELLA SOCIETÀ MALACOLOGICA ITALIANA , Art. 1. È costituita in Italia una Società per gli studi dei Molluschi viventi e fossili, sotto il titolo di Società Mala- cologica Italiana, con sede in Pisa, allo scopo di pro- muovere e favorire quelli studi con pubblicazioni, con adu- nanze e cogli altri mezzi che fossero trovati opportuni. Art. 2. I soci sì distinguono in ordinari ed onorari. a) I soci ordinari pagano una tassa annua di italiane lire quindici con impegno per due anni, prendono parte alle adunanze della Società, hanno diritto a cinquanta copie gratuite di tutti i lavori che inseriscono nelle pubblicazioni della Società e ad un esemplare di tutto ciò che la Società stessa sarà per pubblicare. Possono divenire soci ordinari così gli Italiani come gli Stranieri ed il loro numero è illimitato. I soci ordinari che contribuiscono una somma maggiore della tassa annua fissata vengono dichiarati soci bdene- meriti. Pg 0 b) I soci onorari sono esenti da qualunque lassa; ven- gono scelti soltanto fra gli stranieri. Essi godono degli stessi diritti degli altri soci, eccetto il voto deliberativo nelle que- stioni sociali. Art. 3. I soci ordinari sono ammessi a far parte della Società mercè la presentazione di due soci; i soci onorari debbono essere proposti da almeno cinque soci ordinari ed appro- vati dalla Società. Art. 4. La Società elegge nel suo seno un Consiglio composto di Presidente, Vicepresidente, Segretario, Vicesegretario, Cassiere provveditore. a) Il presidente è il rappresentante della Società ed è responsabile del buono andamento della medesima ; firma gli atti e&ì mandati, convoca e presiede le adunanze. b) Il vicepresidente surroga il presidente in caso della di lui assenza. c) It segretario, coadiuvato dal vicesegretario, tiene le corrispondenze, redige i processi verbali delle adunanze, conserva gli archivi e la biblioteca della Società. d) Il cassiere provveditore firma le ricevute ed è tenuto ad un rendimento di conti annuale. Art. 5. Il Consiglio dura in carica due anni e può essere rie- letto. oi Art. 6. Il Consiglio elegge nel suo seno o fra gli altri soci il Redattore delle pubblicazioni, il quale dura in carica finchè «dura il Consiglio che lo ha eletto, e può essere nominato di nuovo. Art. 7. Le adunanze della Società hanno luogo non meno di quattro volte l’ anno, e, quando il Consiglio lo creda op- portuno, potranno esser tenute adnnanze straordinarie, ed in località da destinarsi. Art. 8. I lavori presentati nelle adunanze della Società saranno riuniti in una pubblicazione sotto il titolo di Bullettino della Società Malacologica Italiana in numero vario di fogli e di tavole, comprendente un volume ad ogni anno sociale. Art. 9. I malacologi non facenti parte della Società potranno incaricare i soci di presentare alle adunanze i loro lavori per la pubblicazione nel Bullettino, però cederanno la pre- cedenza della pubblicazione ai lavori dei soci, e non rice- . veranno le copie a parte, senonchè rimborsandone lia spesa alla Società. Art. 10. Permettendolo i mezzi sociali, la Società potrà aprire con- corsì, ed istituire premi con norme appositamente determi- nate, sopra temi da essa scelti e pubblicati. ei Art. 11. Quando pure i mezzi economici lo consentano potrà fon- darsi nella sede della Società una collezione malacologica , consegnando con apposite norme a domicilio dei soci (solo italiani) le varie specie da essi richieste dietro rimborso delle spese necessarie allo invio. Art. 12. Ogni modificazione al presente Statuto dovrà essere pro- gettata in adunanza sociale precedente a quella in cui sarà posta a partito. Nel frattempo il progetto della medesima dovrà essere reso noto a tutti i soci per mezzo della stampa. i dira led DISCORSO DI APERTURA DELLA SOCIETÀ MALACOLOGICA ITALIANA letto nella Adunanza del 29 Novembre 1874, dal Presidente Professore GIUSEPPE MENEGHINI. La Società Malacologica Italiana, fondata sullo scorcio del passato anno scolastico, inaugura oggi, con questa prima seduta, i suoi lavori. Sorta a fianco della Società toscana di Scienze Natu- rali, essa limita ad un solo ramo della Zoologia i suoi studi, ma ambisce, ed ha argomento di sperare, che quanti in Italia raccol- gono, studiano ed illustrano Molluschi vi si ascriveranno e vor- ranno esserne collaboratori. Possono così le due Società incedere fraternamente parallele, con aiuto scambievole e con esempio, che avrà in altre parti d’ Italia, ed in altri speciali rami di studio, imitatori. E qui in Pisa, e per opera vostra, o Signori! era ben giusto che si organizzasse questa Società, poichè quì, fino dal 1868, la si può dire iniziata colla pubblicazione del Bullettino Malacologico Italiano. È quindi primo nostro dovere il tributare elogi e rin- graziamenti al Dottor Camillo Gentiluomo, il quale, coi soli suoi mezzi privati, intraprendeva quella pubblicazione e vi perseverava in mezzo a molte ed imprevedute difficoltà, mantenendo il Bul- lettino al livello della Scienza e rendendo per esso onorato il nome italiano. Eguale riconoscenza dobbiamo pure al signor Ro- berto Lawley per tanti titoli commendevole, in tanti rami delle Scienze Naturali benemerito, il quale si univa al Dottor Gen- tiluomo in Società editrice per la pubblicazione di Opere mala- cologiche, come sono quelle tanto pregiate di Issel, di Chiere- ghini, di Trinchese, di Strobel, in isplendide edizioni. (mag: 2 La Malacologia fu sempre in Italia uno degli studii prediletti e. l’Italia vanta, nei nomi di Donati, G. Bianchi, (Planco), Vallisnieri, Aldrovandi, G. e F. Ginanni, Bonanni, Soldani, Gualtieri, Fortis, Vio, Olivi, Chiereghini, Bottari, Renier, Delle Chiaie, O. Costa, alcuni dei classici autori che più contribuirono a fondarne le basi scien- tifiche. Fra i recenti suoi cultori, ma che deploriamo estinti, sia concessa una memoria a Risso, a Menegazzi, all'amico Caterino Caterini ed a Carlo Porro illustratore della Malacologia comasca, il cui sottile ingegno, applicato alle diligenti ricerche della geo- | grafia malacologica, avrebbe dato frutti copiosi, se immatura morte non lo toglieva agli amici, alla società ed alla scienza. Il nome del Prof. Jan è perennemente unito a quel Museo, che, ricco d’ogni sorta di prodotti della natura, è in oggi una delle prime glorie di Milano. I copiosi cataloghi da lui pubblicati, colle brevi frasi delle molte nuove specie di conchiglie, gli segnano un posto co- spicuo nella storia della scienza. Sia concessa una parola di com- pianto a Vittorio Pecchioli che, come delle conchiglie fossili, così delle viventi si occupava con tanta passione. Ed una all’ab. Bru- mati, che poco pubblicò ma molto ha fatto. Ci conforta della re- cente perdita del Rigacci il vedere i fratelli suoi continuarne la collezione e gli studii. Memoriamo l’ ottimo Stabile, come caro a molti di noi per le rare sue qualità di modestia e di officiosità, unite a vero sapere, come dimostrò nei molti ed utilissimi suoi lavori sulle conchiglie terrestri e fluviatili del Piemonte e di Lu- gano. Ed onorevole commemorazione tributiamo all’infaticabile e diligente raccoglitore delle conchiglie terrestri degli Abruzzi, il senatore Orsinì. Il novero degli attuali cultori della Malacologia in Italia è lungo e glorioso. Diamo in esso il posto d’ onore allo Strobel, perchè il primo osò, nel 1858, fondare in Italia un Giornale di Malaco- logia, che se non potè avere più che due soli anni di vita, non fu certo per mancanza di operosità dello Strobel stesso, del Tas- sinari e degli altri suoi collaboratori. I fratelli Villa giovarono ai progressi ed alla diffusione della scienza, oltrechè colle sco- perte, colle memorie, coi cataloghi, anche per aver costituito un centro di tali studii in Italia, quando pochi ancora vi attende- vano, sovvenendoli di consigli, d’ istruzione, di cambi, di doni, ed altri invogliando ad occuparsene, sì che molti degli attuali malacologi italiani furono scolari loro o da essi guidati nei primi passi della scienza. Li " } è in e ia Fra i cultori Italiani della Malacologia terrestre e fiuviatile, annoveriamo, senz’ altro elogio che i nomi loro: Da Campo, Pi- rona, De Betta, Martinati, Bettoni, Spinelli, Issel, Targioni-Toz- zetti, Tapparone Canefri, Uzielli, Bonelli, Sordelli, Tiberi, Benoit, Gentiluomo, Tassinari, Adami, Pini. E parecchi di essi devonsi poi citare come benemeriti della Malacologia marina, insieme agli altri: Seacchi, Nardo, Maravigna, Bivona, Appelius, A. Costa. Brugnone, Merchesa Paulucci, Brusina, Calcara, Capellini, Aradas, Monte- rosato. Insieme ai nominati, molti dotti stranieri collaborarono ad il- lustrare i molluschi viventi d’Italia, fra i quali, basti citare, il sommo Linneo, Born, Miiller, Philippi, Martens padre e figlio, Jeffreys, Weinkauff, Cantraine, Paladhile, Fischer e Crosse, Mor- tillet, Petit de la Saussaye, Payradeau, Shuttleworth. Rossmiisler, Ziegler, Pfeiffer, Semper, Bourguignat, Gredler. Se per ognuna delle scienze naturali l’ Italia offre campo ferti- lissimo di scoperte e di studii, per la Malacologia in particolare la si può dir terra di elezione. Dalle ghiacciaie alpine alle regioni subtropicali delle sue terre meridionali; dalle vette delle più ele- vate montagne d’ Europa, ai monti, alle colline, alle pianure ; dalla sua parte continentale, giù lungo la penisola, ai lidi ed alle molte svariatissime isole ; dai profondi laghi, alle paludi, ai fiumi, ai ruscelli, alle fonti di svariata natura, numerose zone geogra- fiche, tutte le differenti stazioni offrono messe copiosa a chi cerchi e studi i molluschi terrestri e fluviatili. E la circonda il mare, quel Mediterraneo , quasi inesauribilmente ricco di tesori per il naturalista, regione di fauna caratteristica ed in parte promiscna all'Oceano , costituita di regioni tutte fra loro unite, ma pure differenti, tirrena, adriatica e sicula, che, in modo e grado di- verso, serbano memorie di altri tempi, di altre connessioni geo- grafiche. Non è solo scopo della Malacologia il distinguere e noverare le specie; questo primo e fondamentale studio è guida ad altri e ben più importanti. L’ anatomia e la fisiologia dei Molluschi, quanto quelle di ogni altra grande divisione del regno animale, hanno importanza ed attrattive. La opportunità anzi delle ricer- che è in gran parte maggiore, e ben molti problemi di organo- grafia, d’istologia e di biologia possono avere soluzione, meglio che altrove, nella dissezione dei molluschi, nelle osservazioni e negli esperimenti che su di essi si possono instituire. Gli immortali — 4- esempii del Cuvier italiano , il Delle Chiaie, e quelli del Verany sono qui in oggi seguiti dal Trinchese, dal Targioni-Tozzetti , dal Panceri, dal Sordelli, dal Marchi e da altri, dai quali la nostra Sociètà a buon diritto si aspetta importanti lavori e giusta rinomanza. Malacologica intitoliamo la nostra Società e non semplicemente conchiologica, appunto, perchè di tutti i molluschi intende di oc- cuparsi, compresi quindi anche i nudi, e perchè si propone di stu- diarli scientificamente. Che se occupazione di semplici collettori e non vera scienza si può dire la conchiologia, quando applicata alle sole conchiglie, acquista essa pure il valore scientifico, quando in quelle spoglie esteriori indaga le connessioni e gl’ indizi del- la interna struttura organica dell’ animale, ed applica poi quelle preziose nozioni allo studio della vita nelle passate epoche geo- logiche, che quelle sole spoglie ci lasciarono, quali la fossilizza- zione potè conservarle. La prevalenza delle conchiglie nella mas- sima parte dei giacimenti fossiliferi obbliga il paleontologo ad essere essenzialmente malacologo, chè senza la cognizione del- l’organizzazione e della vita dei molluschi nessun giusto criterio egli potrebbe formarsi della im »ortanza dei caratteri per i quali intende distinguere specie da specie, e genere da genere. La Pa- leontologia non si limita a noverare e nominare i fossili dei varii terreni, dei vari tempi geologici, per servirsene a contrassegni di essi nei casi dubbiosi; la paleontologia mira ben più alto, perchè cerca le leggi della vita. Ed è solo in fatti per essa che può sperarsi la soluzione dei più ardui problemi. Le specie at- tualmente viventi si presentano, il più delle volte, ben distinte e caratterizzate ; la classificazione, se ad esse sole applicata, pre- senta delle lacune e degli isolamenti. La Paleontologia colma le lacune, collega i gruppi isolati, e mostra, nella successione dei tempi, graduati 1 cambiamenti che hanno preceduto la comparsa delle forme attuali. La conchiologia fossile in Italia, per tacere degli antichi, come Scilla e Mercati, che pure hanno tanta importanza nella storia della scienza, comincia col Brocchi, a nessuno secondo nel talento di cogliere e descrivere i caratteri che scolpiscono per così dire le specie. Degni discepoli di così gran Maestro sì mostrarono quelli che superiormente commemorammo ed altri rapiti più o meno recentemente alla scienza generale, od in particolare alla paleontologica, come Borson, Testa, E. Sismonda, Fil'ppi, Spres- le? È a, $ (6. e fico; e degni ne sono gli attuali paleontologi Italiani: Ponzi, Miogreni , Michelotti, Capellini, Bellardi, D'Ancona, Seguenza, Gemellaro, Taramelli, Foresti, Manzoni, Appelius, Marchesa Paulucci, Bianconi, Doderlein, Scarabelli, Cocconi, Lawley, Sciuto Patti, Coppi, Biondi, De Stefani, Monterosato, Conti, Libassi, Calcara, ai quali scienza e patria concordemente inspirano il de- siderio ed il volere di non lasciar più oltre sfruttare tutto il ricchissimo campo agli stranieri, a cominciare da Bronn e finire con Mayer. E giacchè il Bollettino malacologico del sig. D. Gen- tiluomo già si fregiò dei lavori di alcuni di essi, speriamo che tutti vorranno concorrere ad arricchire e rendere pregevoli le adunanze e le pubblicazioni della nostra Società. Ad ottenere questo accordo di tutti i Malacologi Italiani, a conseguire l’intento di favorirne gli studi, di far progredire la scienza, di giungere quando che sia a possedere completa la Ma- lacologia Italiana, così per le specie viventi, come per le fossili, e di contribuire insieme alla soluzione delle più alte questioni concernenti la distribuzione geografica, l’organizzazione e la vita, la nostra Società non ometterà alcuno dei doveri che spontanea- mente si ha imposti: diligente sollecitudine di pubblicazioni, imparzialità con tutti, esclusione di polemiche che trascendano i limiti scientifici, operosità e buon volere. E tutti userà a ciò i mezzi che le saranno consentiti, nè questi saranno al certo per ‘mancarle, se quanti ad essa si ascrissero vorranno generosamente adoperarsi, oltrechè coi propri lavori, col diffonderne pure la no- tizia, e facendola anche ad altri favorire ed amare, come l’amate Voi che l'avete fondata, nulla cosa al mondo potendo vivere e prosperare se non la vivifica l’ amore. NO VZ4E PLEUROTOMIDARUM PEDEMONTII ET LIGURIA FOSSILIUM DISPOSITIONIS PRODROMUS AUCTORE ALOYSIO BELLARDI, Mist. Nat. Prof. Familia Plenrotomidae Chenu 1859. Testa ovata, fusiformis, turrita : spira plerumque longa, semper acuta. Labrum sinistrum postice rimosum, sinuosum, rarissime integrum, simplex vel varicosum: columella simplex vel plicata: cauda longa, brevis, vel subnulla. I. Subfamilia EPleurotominae Swainson 1840. ( Species vivae operculatae : operculum ovatum, acutum; nucleus apicalis ). Testa fusiformis vel turrita. Labrum sinistrum postice rimo- sum; rima a sutura postica plus minusve distans, tum angusta et profunda, tum arcuata et brevis: columella simplex, non pli- cata : cauda longa vel brevis. 1. Genus Pleurotoma Lamarck 1799. Testa fusiformis, mitraeformis, raro turrita: spira longa. An- fractus ultimus dimidiam longitudinem aequans vel subaequans. e Pi Labrum sinistrum simplex, postice profunde rimosum : cauda lon- ga, recta vel laeviter contorta et obliqua. I. Sectio. Testa fusiformis, raro turrita. Anfractus ultimus antice valde depressus. Rima angusta et profunda, in carina vel in costa trans- versa incisa: cauda longa, recta, in axim testae producta. Sp. typ. PI. rotata, (Brocch.) II. Sectio. (S. G. Surcula H. et A. Adams 1858). Testa fusiformis. Anfractus ultimus antice valde depressus. Rima lata, arcuata, in canaliculo postico incisa: cauda longa, recta, in axim testae producta. Sp. typ. PI. Lamarcki, Bell. III. Sectio (S. G. Genota H. et A. Adams 1858). Testa mitraeformis. Anfractus ultimus longus, antice ad api- cem caudae regulariter decrescens. Os angustum, elongatum : rima angusta, parum profunda, in canaliculo postico incisa: labram sinistrum in adultis interius plerumque marginatum. Sp. typ. Pl. ramesa, (Bast.) 2. Genus Drillia Gray 1838. Testa turrita: spira longa. Anfractus ultimus dimidia longitu- dine brevior. Labrum sinistrum antice plerumque sinuosum ; la- brum dexterum plerumque postice callosum : rima arcuata, parun profunda, in canaliculo postico incisa: cauda plerumque brevissima vel subnulla. I. Sectio Testa longitudinaliter costata; costae ante suturam posticam terminatae. Labrum sinistram simplex, non varicosum: sutura postica marginata. Sp. typ. Dr. Allienii, Bell. n Pr II. Sectio Testa longitudinaliter costata; costae ante suturam posticam terminatae. Labrum sinistrum varicosum : sutura postica mar- ginata. Sp. typ. Dr. gibberosa, Bell. III. Sectio. Testa longitudinaliter costata; costae ante suturam posticam terminatae. Labrum sinistrum simplex, non varicosuam: sutura postica non marginata. Sp. typ. Dr. Michelottii, Bell. IV. Sectio. Testa non longitudinaliter costata. Anfractus ultimus in parte media obtuse varicosus; sutura postica non marginata. Sp. typ. Dr. modiola, (Jan) V. Sectio. Testa non longitudinaliter costata. Anfractus carinati, tran3-. verse multicostulati: sutura postica marginata. Labrum sinistrum simplex. Sp. typ. Dr. erispata, (Jan) VI. Sectio. (Conopleura, Hinds 1844). Testa longitudinaliter costata ; costae ad suturam posticam pro- ductae. Sutura postica non marginata. Labrum sinistrum varico- sum, post varicem productum; labrum dexterum postice contra rimam unituberculosum: rima in adultis subcircularis: cauda sub- nulla. Sp. typ. Dr. Maravignae, (Biv.) Il. Subfamilia Belinae, Bellardi 1875. (Species vivac operculatae : operculum ovale, acutum; nucleus apicalis). i sila o AA eta da iù A Lied x bic Testa parva, turrita, subfusiformis. Os antice dilatatum : labrum sinistrum postice sinuosum: columella simplex , non pli- cata: cauda brevis vel subnulla. 1. Genus Bela, Leach 1817. Sp. typ. B. septangularis, (Mont.) III. Subfamilia Clavatulinae, H. et A. Adams, 1858. (Species vivae operculatae: cperculum semiovale ; nucleus in me- dio margine sinistro positum). Testa plerumque crassa, turrita. Anfractus medio excavati. Rima lata, triangularis, parum profunda, in canaliculo mediano incisa, a sutura postica per marginem incrassatum, frequenter spi- nosum vel nodosum sejuncta. Labrum dexterum postice callosum : columella simplex, non plicata: cauda plerumque brevis. 1. Genus Clavatula, Lamarck 1799. I. Sectio. Anfractus omnes, vel saltein primi, contra suturam anticam longitudinaliter costati, plicati vel nodosi. Cauda plerumque bre- vis, interdum brevissima vel longa. Sp. typ. Cl. asperulata, (Lamk.) II. Sectio (S. G. Perrona, Schumacher 1817). Anfractus nulli contra suturam anticam longitudinaliter costati, plicati vel nodosi. Cauda longa, interdum brevis. Sp. typ. Cl. semimarginata, (Lamk.) IV. Subfamilia Pseudotominae, Bellardi 1875. Testa ovato-fusiformis vel turrita: spira plerumque brevis. An- fractus ultimus dimidiam longitudinem aequans. Labrum sìni- strum :postice late sinuosum, non rimosum: columella simplex, non plicata: cauda plerumque brevissima, interdum longiuscula et dextrorsum obliquata. — 20 — 1. Genus Clinura, Bellardi 1875. Testa ovato-fusiformis, vel turrita. Sinus posticus labri sinistri valde profundum, arcuatum ; labrum sinistrum antice valde pro- ductum, alaeforme: columella contorta: cauda longiuscula , dex- trorsum obliquata. I. Sectio. Testa ovato-fusiformis: spira brevis. Sp. typ. CI. Calliope, (Brocch.) II. Sectio. Testa turrita : spira longa. Sp. typ. CI. elegantissima, (For.) 2. Genus Pseudotoma, Bellardi 1875. Testa ovato-fusiformis. Sinus posticus labri sinistri parum pro- fundus ; labrum sinistrum arcuatum: columella subrecta: cauda brevissima, in axim testae producta. Sp. typ. P1. intorta, (Brocch.) V. Subfamilia Borsoninae, Bellardi 1875. Testa fusiformis, turrita, ovato-fusiformis. Labrum sinistrum © vel distinete rimosum, vel in adultis postice emarginatum; colu- lumella plicata: cauda longa, vel brevis. 1. Genus Borsonia, Bellardi 1859. Testa fusiformis. Anfractus ultimus antice valde depressus. Labrum sinistrum rimosum; rima a sutura postica plus minusve distans: columella recta, uniplicata vel biplicata; plicae in me- dio columellae decurrentes: cauda recta, plerumque longa. I. Sectio. a Re “RE Testa fusiformis. Anfractus medio carinati: cauda recta, longa: plica columellaris unica, parvula : rima angusta, profunde in ca- rina incisa. Sp. typ. Bors. subterebralis, Bell. II. Sectio. Testa fusiformis. Anfractus medio inflati. Rima arcuata, parum profunda , in canaliculo postico incisa: plicae columellares duae, in adultis super labrum columellare inflatae, in fauce minores; antica minor, in juvenibus frequenter obsoleta; cauda subrecta , longa. Sp. typ. Bers. prima, Bell. III. Sectio. Testa dolioliformis, brevis, inflata. Anfractus complanati, me- dio leviter depressi; ultimus in ventre carinatus. Rima lata, arcuata, in canaliculo postico incisa: cauda recta , brevis: plica columellaris unica. Sp. typ. Bors. uniplicata, (Nyst.) 2. Genus Dolichotoma, Bellardi 1875. Testa ovato-fusiformis. Anfractus ultimus ad apicem caudae regulariter decrescens. Labrum sinistrum rimosum, alaeforme; rima in carina mediana incisa, profundissima: columella contorta, uni- plicata; plica in parte antica columellae decurrens: cauda sub- nulla. Sp. typ. Dol. cataphracta, (Brocch.) 3. Genus Oligotoma, Bellardi 1875. Testa turrita. Anfractus ultimus antice valde depressus. Lu brum sinistrum rimosum; rima in canaliculo incisa, lata, brevis, a sutura postica valde distans: columella contorta, uniplicata ; plica in parte antica columellae decurrens: cauda brevis. Sp. typ. 01. Meneghinii, (May.) An... gesso 4. Genus Aphanitoma, Bellardi 1875. Testa fusiformis. Anfractus ultimus antice parum depressus. Labrum sinistrum non sinuosum, vix in adultis et integris contra suturam posticam emarginatum: columella subrecta, biplicata ; plicae in media parte columellae decurrentes; plica postica major; ambae in fauce minores: cauda brevissima, sinistrorsum curvata. Sp. typ. Aph. labellum, (Bon.) VI. Subfamilia Raphitominae, Bellardi 1875. (Species vivae inoperculatae). Testa parvula, fusiformis vel turrita: spira plus minusve elon- gata. Labrum sinistrum contra suturam posticam rimosum, vel sinuosum, rarissime integrum, nunc simplex, nunc varicosum: co- lumella simplex, non plicata: cauda longa, brevis, vel subindi- stincta. 1. Genus Clathurella, Carpenter 1857. Testa subfusiformis. Anfractus contra suturam posticam cana- liculati. Labrum sinistram ad marginem acutum, ad faucem deflexum, aute marginem exterius varicosum, antice sinuosum : rima in adultis et integris a varice aberrata, et suborbicularis ; labrum dexterum contra rimam unituberculatum, antice plerum- que rugosum: cauda longiuscula, recurva. Sp. typ. CI. subtilis, (Hoern.) 2. Genus Hemotoma, Bellardi 1875. Testa turrita, vel ovato-fusiformis. Anfractus contra suturam posticam canaliculati. Labrum sinistrum simplex, non varicosum, arcuatum : rima in omni aetate uniformis : labrum dexterum laeve: cauda brevis vel indistincta. I. Sectio. 3 6 fe te dali cit il SI ° : : Rie. Pale Labrum sinistrum antice depressum, hine cauda distincta. Sp. typ. Hom. reticulata, (Ren.) II. Sectio. Labrum sinistrum non antice depressum, hine cauda indistineta. Sp. typ. Hom, semicostata, Bell. 1. Genus Daphnella, Hinds 1844. Testa ovato-fusiformis, gracilis. Anfractus convexi; ultimus longus, dimidia longitudine plerumque longior: antice param depressus, Superficies eleganter cancellata ; striae longitudinales exilissimae, creberrimae , lamelliformes. Os ovale, elongatum: labrum sini- strum simplex, gracile: cauda brevissima, vix distincta. Sp. typ. Daph. Romanii, (Lib.) 3. Genus Mangelia. Leach 1817. Testa ovato-fusiformis, longitudinaliter costata; costae contra suturam posticam productae. Os ovale, elongatum; labrum sini- strum arcuatum, varicosuam; rima lata in varice incisa, inter varices Indistineta : cauda indistincta. I. Sectio. Testa ovato-fusiformis: spira brevis. Rima brevis, suturae po- sticae proxima: varices omnes uniformes. Sp. typ. Mang. frumentum, (Brugu.) II. Sectio. Testa angusta, subturrita, elongata. Anfractus primi breves, ultimi longi. Varix magna, compressa: rima profunde in varica incisa, a sutura postica sic satis distans. Sp. typ. Mang. longa, Bell. ep III. Sectio. Testa angusta, subturrita , elongata. Anfractus primi breves, ultimi longi, Varix magna, compressa, antice depressa et profunde sinuosa : rima profunda, a sutura postica valde distans, tota in varice incisa. Sp. typ. Mang. angusta, (Jan.) 4. Genus Raphitoma, Belardi 1875. Testa fusiformis vel turrita, longitudinaliter costata. Labrum sinistrum simplex, postice sinuosum; labrum dexterum laeve: cauda nunc longa, nunc brevis vel subnulla. I. Seetio. Testa fusiformis: spira brevis. Anfractus ultimus pleramque ventricosus, dimidiam longitudinem aequans. Costae longitudinales contra suturam posticam non productae, vel ibi attenuatae. 8p. typ. Raph. vulpecula, (Brocch.) II. Sectio. Testa turrita: spira longa. Anfractus ultimus dimidia longi- tudine brevior. Costae longitudinales contra suturam posticam productae. Sp. typ. Raph. harpula, (Brooch.) 5. Genus Atoma, Bellardi 1875. Testa parvula, turrita, crassa. Anfractus ultimus brevis. La- brum sinistram crasse varicosum, post varicem productum, inte- grum, nec rimosum, nec sinuosum: cauda subnulla. Sp. typ. At. hypothetica, Bell. NOTA DI ALCUNE CONCHIGLIE RACCOLTE NEI COMUNI DI VIAREGGIO, MASSAROSA E CAMAIORE peL DorT. RAIMONDO DEL PRETE i. Succinea Pfeifferi, Rossmiis. Padule di Viareggio. 2. Hyalina lucida, Miiller Bargecchia, Monte Gabberi e Monte Prana. 3. H. obscurata, Porro. Bargecchia, Monte Gabberi e Monte Prana. 4. H. olivetorum, Gmelin. Non ho ancora trovata vivente questa specie che trovasi in abbondanza sulla spiaggia portata dal mare. o. Helix rotundata, Miller. Abbondante sul Monte Gabberi e Monte Prana. 6. H. obvoluta, Mtil'er. In buoni esemplari a Gabberi e a Bargecchia. Molti se ne trovano ancora ne’ detriti del mare. 7. H. umbilicaris, Brumati. Un esemplare giovane portato dal mare a Viareggio. Leica 8. H. cingulata, Studer. Gabberi e Prana. 9. H. pulchella, Draparnaud. Detriti del mare. 10. H. aspersa, Miiller. Comune dovunque. 11. H. vermiculata, Miiller. Non si trova vivente da noi, benchè comunissima nel detrito del mare. 12. H. nemoralis, linneo. Abbondante e svariata nella nostra pineta, e nella vallata di Camaiore dove diversifica per esser più grossa e più depressa. Ho trovato una di queste Helix riferibile alla var. Gaupilia di Moquin- Tandon assai conservata ma senz’ animale, sulle vette del Gab- beri a circa 1000 metri sul livello del mare, ed altre con 5 fa- scie ma in cattivo stato sul Prana ad un’altezza presso a poco identica. 13. H. aperta, Born. Bargecchia, Borrano ec. Non l'ho mai trovata a Viareggio altro che nei detriti del mare. 14. H. lucorum, Miller. Ho trovato belli esemplari, anche coll’ animale, trasportati dal mare, ma in sito non l’ ho ancora trovata. 15. H. rupestris, Studer. Abbondante a Gabberi e Prana. 16. H. cantiana, Montagu. Comune sulle nostre colline in belli esemplari. 17. H. cincteila, Drap. Abbondante a Bargecchia Canal di Castello e nel Camaiorese, 18. H. apicina, Lamk. Viareggio. PARENT 1°; ui ur > n Ma 19. H. Olivieri, Feruss. Viareggio. 20. H. conspurcata, Drap. Comune nei luoghi umidi presso i muri e le siepi, fra le foglie e sotto i sassi. 21. H. profuga, A. Schmidt ? Comune dovunque. 22. H. caespitum, Drap. Comune nelle nostre colline al Monte Gabberi e Prana non però a grande altezza. 25. H. ammonis, Schmidt? Quantunque trovata nei detriti nel mare; non l’ ho rinvenuta ancora nel luogo di sua dimora. 24. H. Pisana, Miller. Abbonda in Viareggio per gli orti e sull’ erbe della spiaggia. 25. H. variabilis, Drap. Nostre colline, comune. 26. H. lineata, Olivi. Viareggio. 27. H. pyramidata, Dlap. Viareggio. 28. H. vrochoides, Poiret. Viareggio alla fossa dell’ Abate. 29. Bnlimus ventricosus, Drap. Viareggio, comune. 30. B. acutus, Miller. Viareggio, si trova col precedente ma meno abbondante. 31. B. decollatus, Linn. Borrano. al DB a 32. B. tridens, Miiller. Viareggio. Detriti del mare. 33. B. quadridens, Mill. Monte di Gombitelli e Monte Gabberi sotto le pietre. 34. B. lubricus, Mill. Detriti del mare. 35. Caecilianella acicula, Miill. Detriti del mare. 36. Caecilianella, Sp. Cinque esemplari a Viareggio coll’ animale, ed altri vuoti in gran numero a Bargecchia. 87. Clausilia alboguttulata, Wagner. Begli esemplari presso Camaiore. Prana in esemplari più piccoli. 38. Clausilia bidens, Linneo. Viareggio e Borrano. 39. C. plicatula, Drap. ua Assai abbondante in Prana, dove nello scorso ottobre ho po- tuto raccorre una trentina d’ esemplari. 40. Clansilia sp. Come la precedente. 41. Clausilia Incensis, Gent. Non l’ ho ancora trovata nei nostri SI ma l’ ho trovata bensì una volta sulla piaggia portata dal mare. 42. Pupa quinquedentata, Born. Abbondantissima sulle nostre colline. 43. P. avenacea, Brug. Abbondante a Gabberi, Gombitelli e Prana. 44. P. frumentum, Drap. Viareggio dal mare. Mea 1 SD 45. P. biplicata, Michaud. Viareggio, dal mare rara. 46. Vertigo pygmaea, Drap, Viareggio, detriti. 47. Carychium minimum, Miî!l. Come sopra. 48. Planorbis complanatus, Linn. Padule di Viareggio. 49. P. carinatus, Miill. Come sopra. 50. P. rotundatus, Poiret. Non raro nelle fosse di Montramito. 51. P. laevis, Alder. Padule di Viareggio. 52. Planorbis nitidus, Miill. Padule rara. 53. P. corneus, Linn, Comune dapertutto. 54. Phisa fontinalis, Linn. Fosse di Moutramito. 56. Limnaea limosa, Linneo. Padule di Viareggio e Lago di Massaciuccoli. 56. L. peregra, Miill. Come sopra. 57. L. stagnalis, Lion. Come sopra. 58. L. palustris, Mull. Come sopra. 59. L. truncatula, Miill. Come sopra. 60. Aneylus fluviatilis, Mill. Abbondante a Bargecchia nel Canale di Castello. 61. Velletia lacustris, Linn. Padule. 62. Cyclostoma elegans, Mill. Comunissima per tutto. 63. Pomatias septemspirale, Razoum. Abbondante a Prana e Gabberi. 64. Bithynia tentaculata, Linn. Padule e lago. 65. B. Boissieri, Charp. Come sopra. 66. B. opaca, Ziog. Bargecchia nel canal di Castello, in pochi esemplari a Viareg- gio nei detriti del mare. 67. Paludina contecta, Millet. Comunissima. 68. Valvata piscinalis, Miill. Padule di Viareggio. 69. V. cristata, Muùll. Come sopra. 70. Neritina fluviatilis, Linneo. Padule di Viareggio e fossa dell’ Abate. Ca Pisidium amnicum, Miiil. L » A dba È i bi e: I a x | 75. Cyelas cornea, Miill. tò a Viareggio presso il mare, citazione ripetuta poi anche dal tor Gentiluomo. NOTA DI CONCHIGLIE FOSSILI DI VAL LEBIAIA DI ROBERTO EA Il signor conte Manzoni in una bella e dotta Memoria (1), citava un numerò non indifferente di conchiglie fossili, ed ha resa molto rinomata la località di Val Biaia, o Val Lebiaia come più mi sembra uso il chiamarla nelle colline pisane. Credo che debbasi quella gran ricchezza dei fossili, e la così perfetta conservazione in cui vi sì rinvengono, alla qualità porosa del terreno, ed ancora alla loro ubicazione, essendo essi sempre ad una discreta elevatezza dal fondo della valle. Avendo io in alcune gite successive, taluna delle quali fatta col Dott. Gentiluomo che mi fu guida e compagno, trovate diverse specie di conchiglie che dal Dottor Manzoni non furono citate , credo fare cosa grata ed utile il darne qui una Nota, unendo- vene alcune a me date dal mio amico signor Gentiluomo, e da esso prima di me rinvenute. BIVALVI 1. Lucinopsis undata, Penn. Devo al signor Gentiluomo questa specie di perfetta conser- vazione. Essa si può ritenere per assai rara in questa località. (') Saggio di Conchiologia fossile subappennina. Fauna delle sabbie gialle. IT Conn 2. Isocardia cor, Linn. In piccolo numero ed in cattivo stato di conservazione. 3. Cyprina islandica, Linn. Una valva di questa specie mi venne gentilmente data dal si- gnor Gentiluomo che la rinvenne nel 1868; due altri individui rinvenni nelle gite fatte in quella località, e tutti in cattivo stato di conservazione. 4. Bornia corbuloides, Phil. Due valve che si possono ritenere attribuibili a questa specie. 5. Pecten pusio, Linn. Diverse valve. 6. Plicatula mytilina, Phil. Di questa specie rara in ogni località conchiglifera toscana, ho trovato un individuo completo in perfetto stato di conserva- zione ed assai grande, altro piccolo, ed una valva separata, UNIVALVI 7. Mitra corniculata, Lamarck. Questa specie che in soli tre esemplari ho rinvenuto è ben con- servata e ritiene ancora i propri colori. 8. Cassis saburon, Brug. Un esemplare bello e grande, ma guasto nella bocca. 9. Mangelia Vauquelini, P’ayr. Una diecina d’ individui benissimo conservati. 10. Cerithium spina, Partsch. Sette individui. 11. C. variculosum, Nyst. Parecchi individui di questa specie formano parte delle mie raccolte; questo è comunissimo a Forcoli, ed a Legoli ancora più. MR QUE 12. Bulla utriculus, Broc. Due esemplari di questa conchiglia, la quale ancora in località a questa non molto distanti, si trova assai comunemente. 13. Cylichna truncata, Montagu. Tre soli esemplari. 14. C. mammillata, Phil. Molto comune. 15. Turbonilla excavata, Phil. Un solo esemplare. 16. T. obliquata, Phil. Riferisco a questa specie un solo esemplare che io possiedo. 17. Scalaria pumicea, Bron. Un individuo in stato non perfetto ; la specie è rarissima in questa località, come lo è pure in tutte le colline pisane. 18. S. muricata, Risso. Ho tre individui di questa specie in buono stato. 19. Hydrobia ulvae, Pennt. Rinvenni sei individui di questa specie, i quali sono in per- fetto stato di conservazione. 20. Alvania cimex, Linn. In molti esemplari rinvenni questa Al/vania, comune ancora in altre località delle colline pisane. 21. Turritella vermicularis, Broc. Pochi esemplari. 22. Crepidula cochlearis, Bast. Rara. Avrei potuto aggiungere qualche altra specie dei generi Ra- phitoma, Cerithium, Cancellaria, Turbonilla, Scalaria, Rissoa e Ke}ia, se i mezzi di determinazione me lo avessero permesso. MOLLUSCHI VIVENTI NELLA VALLE DEL SERCHIO SUPERIORE KACCOLTI ED ILLUSTRATI DA CARLO DE STEFANI Uol nome di Valle del Serchio superiore, intendo di riferirmi a quella regione che è compresa fra il Poute a Moriano dove il Serchio ha foce nella pianura, e le sorgenti del fiume medesimo, non escluse le pendici delle valli secondarie che vi affluiscono, ad eccezione della Val di Lima, nella quale soltanto in passaggio feci raccolta di molluschi. Questa regione è situata nella estre- mità superiore della parte peninsulare d’Italia, dal lato del Tir- reno, ed apparteneva una volta, pe’ rapporti di governo, in parte alla Toscana ed in parte al Ducato di Modena; oggigiorno vi è compresa una parte della provincia di Lucca ed una parte della provincia di Massa, cioè il circondario della Garfagnana. La di- rezione della valle è da N. O. a S. E., e d’intorno le stanno, ad occaso la giogaia delle Alpi Apuane, e ad oriente quella dell'A pen- nino, giogaie ambedue assai alte, tantochè le pendici loro da circa 50 metri sopra il livello del mare, che è l’ altezza della pianura presso il Ponte a Moriano, s’innalzano sino a quasi due mila metri, sia alla Pania ed al Pisanino nelle Alpi Apuane, come nelle cime fra la Rondinaia e l’ Alpe di Mommio nell’Apennino. Dal lato delle Alpi Apuane, la superficie dei monti è quasi esclu- sivamente formata da calcari, mentre dal lato dell’Apennino pre- domina di gran lunga l’ arenaria macigno pur essa calcarifera : la valle poi è assai ampia, talchè' vi sì trovano svariale condi- zioni dl terreno cioè ripide pendici, ed altipiani, e pollette d’acqua Lg e finmi e pozze che offrono dimora a varie qualità di molluschi. La regione più bassa è ridotta a domesticheto con vigne ed ulivi, mentre ne’ monti fino ad una certa altezza s’ innalzano le selve, le quali alla lor volta cedono il posto ai pascoli ed ai boschi dei faggi: però mentre le sommità dell’ Apennino sono rivestite di verdura, quelle delle Alpi Apuane sono nude, dirupate e franose. Per la sua posizione, diretta come ho detto da Nord Ovest a Sud Est e situata sottovento di alti monti, la vale è sog- getta ad avere pioggie, se non più frequenti, forse più abbondanti che ogni altro paese d'Italia essendo di 2012 mill. la media del- l’acqua caduta in un anno nella Garfagnana; infatti le cime delle giogaie nelle stagioni piovose dell’ autunno e della primavera ed in quella nevosa del verno, vi condensano i vapori provenienti da sopravento, dall’ una o dall’ altra delle zone meridionali della rosa de’ venti, anzi vi fauno cadere pioggie, sebbene non copiose, perfino al passaggio delle nubi di ritorno portate dai venti di tramontana. Anche il freddo, che è la conseguenza della situa- zione, ha la sua parte nel cagionare questa abbondanza delle pioggie ; ed invero, indipendentemente dall’altezza sopra il mare, il piano della vallata gode di un clima assai più fresco di quello di cui godono i paesi che sono sulle pendici di là dalle Alpi, o di là dall’ Apennino: perciò gli ulivi non montano più in su del piano di Barga, nè, salvo verso il piano, fioriscono all’ aria aperta gli aranci, i quali invece campano rigogliosi verso il mare al piede delle Alpi Apuane. Le condizioni finora descritte varranno a spiegare la distribuzione de’ molluschi nelle località esaminate. Prima d’ora, nessuno si è occupato in modo speciale dei mol- luschi della Val di Serchio, esclusa la vallata secondaria della Lima: soltanto l’Uzielli (Catalogo di melluschi viventi nei Bagni di Lucca) in appendice ad uno scritto del Carina: (Delle condi- zioni fisiche, meteorologiche ed igieniche del territorio deì Bagni di Lucca), cita l’Helix planospira, Lamk., del Borgo e di verso ‘Castelnuovo, 1’ Helix lucorum, Mall., del Borgo, e l’ Helix cespi- tum, Draparn., del Borgo e di tutta la Valle superiore del Ser- chio ; il Gentiluomo ( Cutalogo dei molluschi terrestri della To- scana, Ball. Mal. Ital. n.° 1868, n.° V e VI) nell’appendice, cita con incertezza l’ Helix fruticum, (che è V H. cantiana, Montagu) di Gallicano: finalmente, io (Elenco dei molluschi della Versilia in Toscana, Ballett. Malacol. Ital. 1875) cita: l’ Helix nemcralis, Linn., l’ Helix rupestris, Studer, 1’ Helix candidula, Studer, lo PE. pr Zonites olivetorum, Gmel., la Cyclostoma elegans, Drap., il Poma- tias septemspirale, Razoum., la Pupa cinerea, Drap., la P. ave- nacea, Brug., la P. frumentum, Drap., la Cluusilia itala, Mar- tens, e la C. crenulata, Risso, che avevo raccolte nella Valle di Arni, a Barga ed a Castelnuovo. Nella Val di Lima raccolsero molluschi, ai Bagni di Lucca, l’Uzielli che pubblicò il Catalogo di specie citato sopra; ai Casotti di Cutigliano, il Beccari; ed a Lucchio, alla Tana a Termini, ed ai Bagni di Lucca, l’ Issel, il quale dopo aver descritta con nome nuovo una Bythinia (Byt. Lucensis, Stabile) mandatagli dall’ Uzielli (Dei molluschi raccolti nella provincia di Pisa), pubblicò, fra le altre, in una Appendice al Catalogo dei molluschi suddetti (Atti della Soc. It. di Sc. Nut. Vol. XV, Fas. I, p. 58) 6 specie colà raccolte da lui e 2 raccolte dal Beccari. Qualche altra specie, della val di Lima, non citata dagli autori predetti l’aggiungo ora nel Catalogo, come pure, nel Catalogo ricordo via via le osservazioni da me fatte sopra le specie che sono state citate, e quelle modificazioni ai loro nomi che mi è parso si dovessero introdurre. Le specie da escludersi, perchè non a proposito determinate, sono notate in fondo all’ elenco comprensivo che segue il Catalogo; quelle poi speciali alla Val di Lima, che non ho trovate nella Val di Serchio sono uuica- mente le seguenti; Limax agrestis, Liuneo, Zonites diaphanus, Studer, Clausilia solida, Draparn., Valvata piscinalis, Mull., dei Bagni di Lucca, citate dall’Uzielli, e Cuecilianella eburnea, Risso, Carychium minimum, Mill., delle posature della Lima presso Luc- chio, citate dall’Issel. Del rimanente, ed è inutile il notarlo, non v'ha differenza o v' ha ben piccola, tra la fauna malacologica della Val di Lima e quella della vallata privcipale del Serchio. Quivi nella Valle del Serchio ho caccoltu 57 specie : avverto però che soltanto in passaggio ho esplorato quel tratto della valle che sta fra il Ponte a Moriano e Decimo, e che non ho visitato punto la valle di Sillano e di Soraggio, come neppure la più parte delle sommità alpine ed Apeunine fra S Pellegrino e l’Abetone e fra la Tambura ed il Pizzo d’Uccello. Nelle altre località cercai a lungo durante i due mesi di settembre e di ottobre del 1874 e, come si vede, raccolsi messe abbondante, se non che ognuno sa che è impossibile a tali ricerche essere perfette, e che i cataloghi de’ molluschi contengono sempre l'elenco di quelli raccolti, ma nou di tattii molluschi d'una regione; è facile quindi che nelle stesse loca- lità da me vedute si possa ritrovare qualche altra specie, particolar- — 38 — mente delle più piccole, e sulle cime montuose più elevate. Del resto, uno specchietto sufficiente pella località è già offerto dalla raccolta che io descrivo. Per le specie più rare, o più isolate cito i nomi delle singole località nelle quali le trovai, per le altre più frequenti e più diffuse sopra una superficie con- tinna, non cito se non gli estremi di questa per non fare una litania di nomi che si potrebbero moltiplieare all’ infinito. Non istituisco delle specie nuove, e nemmeno distinguo con nomi spe- ciali, delle varietà ; anzi secondo le osservazioni fatte, debbono scomparire, essendo applicati a forme non distinte, od a semplici varietà, od a specie già denominate, i nomi seguenti: Zonites gerfalchensis , Pecchioli, (Z. olivetorum, Gmelin, junior), Helix D’ Anconae, Issel (H. carthusiana, Drap.), Clausilia Isseli, Villa (C. crenulata, Risso ), Clausilia lucensis, Gentiluomo (C. comen- sis, Shuttlew, varietà), Clausilia apennina , Issel (CI. plicatula , Drap.), Bythinia lucensis, Stabile (B. opaca, Zieg., junior) e By- thinia Isseli, Gentiluomo (B. opaca, Zieg.), B. Siemoniana , Tar- gioni (B. opaca, Zieg.) Oltre poi a più specie che vengono escluse dalla Val di Serchio, restano escluse pure dalla Toscana, lo Z. cellarius, Mull., (Z. lucidus, Mull.), l'Helix fruticum, non Mull., Gen- tiluomo (Helix cantiana, Mont.), l’ Helix angygira non Ziegler, Uzielli (H. obvoluta, Miill.), e l’Helix ammonis non Schmidt, Gen- tiluomo (H. coespitum, Draparnaud). Quanto alla distribuzione dei molluschi, ripensando alla diver- sità del clima che ne è la causa ordinatrice, non sarà meraviglia se qui troviamo scendere fino al basso delle specie che altrove non abitano se non nei montl, o se vediamo rimanere soltanto nei lnoghi più bassi e più temperati, delle specie che altrove abi- tano anche sopra cime elevate. T'alune delle specie raccolte, come la Bythinia opaca, Ziegler, e l’ Ancylus costulatus, Kister, sono proprie soltanto, almeno da noi, delle colline e dei monti, altre come il Pisidium amnicum, Miller, ed il Planorbis spiror- bis, Linneo, richiedono pozze ed acque ferme, per cui non si trovano se non nel basso della valle, come nel basso unicamente si trova la Succinea Pfeifferi, Rossmiissler. Talune delle specie aventi carattere meridionale, come l’ Helîr aperta, Born, e la Clausilia bidens, Linn., non salgono oltre il Borgo a Mozzano ed oltre ai Bagni: l’ Helix aspersa, Miiller, più abituata a climi freddi, sale nella Val di Lima e della Limentra fino sotto Pupi- glio, e nella Val di Serchio e degli altri suoi conflnenti sale in Hang. o circa fino a Piazza, a Castiglione, a Torrita e, per eccezione fino all’ Eremita di Calomini: l’ Helix carthusiana, Draparn., si tiene anche più in basso dell’ H. aspersa. Altre specie aventi carattere alpino, almeno per noi, si trovano solamente in alto, nei monti, come l’ Acme lincata, Drap., la Pupa secale, Drap., la Pupa do- liolum, Brug., e l’ Helix rupestris, Stud., sebbene altre di esse scendano fino nei luoghi più bassi posti a bacìo e adattati a loro, tali sarebbero l’ Helix cingulata, Studer, il. Pomatias septemspirale, Razoum., e la Pupa avenacea, Bruguière, che ho trovata benchè assai rara, fino al Borgo, sui muriccioli, lungo la via nazionale. La maggior parte delle rimanenti specie poi, abi- tano tanto verso il piano e nel basso come sulle pendici più ele- vate, e tali sono per non citare se non le più notevoli, la Cyclo- stoma elegans, Drap., la Pupa quinquedentata, Born, la Clausilia itala, Martens, 1’ Helix lucorum, Linn., l’ Helix cantiana, Mont., l Helix nemoralis, Linn. , l’ Helix pulchella, Drap., il Bulimus lubricus, Miller, etc. etc., e queste specie che si accomodano a di- verse condizioni di vita, sono al solito fra quelle che godono di una distribuzione geografica più estesa e più continua. Le regioni confinanti colla valle del Serchio, sono, a N. la Val di Magra, a N. O. la parte superiore delle valli della Secchia, del Panaro e del Reno : in queste località raccolsi da me varie specie di molluschi, ed altre sono citate dal Martens alla Porretta (Rei- sebemerkungen tiber cinige Binnenschnechen Italiens. Pfeiffer, Ma- lakoe. Blatten, IV, pag. 132), nè vi è diversità apparente di fauna perchè le condizioni della vita vi sono quasi le medesime. A _S. è la pianura di Lucca che, pel suo carattere di pianura, possiede molte specie diverse citate da varii autori, nè si può pre- stare a confronti. A S. E. sono le Alpi Apuane delle quali, hanno citate alcune specie, lo Stabile, il Porro, il Martens, l’ Issel ed il Gentiluomo ed un catalogo più ampio, ne citato sopra, pubblicai io pure: quivi la regione è meno variata e più calda per cui vi sono meno specie di molluschi e le specie meridionali vi salgono più in alto; quanto a quelle che vi esistono non vi è differenza alcuna, e fatte nel catalogo suddetto alcune correzioni di nomi che noterò via via, ne risulta che soltanto la Caecilianella aci- cula, Mill., la Vertigo pygmaea, Drap., e la Neritina Auviatilis, Linn., (specie propria della pianura presso Porta) ivi citate, non sono state trovate nella Val di Serchio. Perciò le comparazioni, possibili per la fauna malacologica della Val di Serchio, si pos- _—__ 40 — sono estendere alla fauna delle regioni elevate circostanti, eccet- tuato ben inteso il piano di Lucca e le vallecole che vi afflui- scono direttamente all'infuori del Serchio. È da notarsi intanto la mancanza dell’ Helix fruticum, Mill, la quale non scende in Toscana, ed a quanto pare nemmeno in altra parte dell’Italia, meri- dionale. La H. cingulata, Studer, ha nella Val di Serchio e nelle regioni circostanti ìl suo limite più meridionale in Italia a meno che non le si riferiscano la Helir Presti, Schmidt, var. D’ An- conae , dell’ Apennino, e qualche altra Campylaea delle provincie napoletane. Per altro Jato, la Helix aperta, Born, non sale oltre il Borgo a Mozzano, nè varca l’ Apennino per discendere nel Modenese e nella vallata del Pò. Il Pomatias septemspirale, Raz., ed il Pomatias patulum, Draparnaud, non abitano altrove in To- scana, ma sembra ricompariscano più volte nell’ Apennino me- ridionale. Mancano nella Val di Serchio ed anche nel rima- nente dell’ Apennino toscano la Helix frigida, Jan, ed il Buli- mus detritus, Mill., che si trovano invece, e non scarsi, più a mez- zogiorno, negli Abruzzi. Fra le specie notabili poi mancano nella Val di Serchio, mentre si trovano in Toscana ed oltre 1° Apen- nino la Helix ligata, Mill., e la Helix cincta, Mill. In generale la fauna della Val di Serchio ha le sue maggiori somiglianze con quella della Toscana alla quale geograficamente appartiene, però oltre al Pomatias septemspirale, Razoum., al Pomatias pa- tulum, Drap., ed all’Helix cingulata, Studer, che si trovano sol- tanto nelle Alpi Apuane adiacenti, mancano nel resto della To- | scana, 0 non vi sono ancora state trovate, l’Arion rufus, Linneo, l’Acme linerta, Drap., il Planorbis spirorbis, Linneo, la Bythinia sp. n., la Qlaustlia comensis, Shut., che si trova solo sull’adiacenti Alpi Apuane, e la Pupa secale, Drap., citata dal Gentiluomo solo in modo generale nel Lucchese. Ed ora ho finito e chiudo le mie osservazioni, manifestando il desiderio che qualche mano maestra si ponga al lavoro, per istudiare un catalogo complessivo dei molluschi italiani, opera della quale da lungo tempo sì sente il desiderio, e pella quale, almeno per molto tratto di paese, è già forse preparato un sufficiente numero di materiali; per ultimo chiedo vèma a chi consulterà queste pagine, se. non ho aggiunto alle mie osservazioni degli studii anatomici, non avendo trovato per ora chi si voglia pre- stare all’ uopo. i a DM Arion rufus, Linneo. Pieve Fosciana. Così è conservata contro i dubbii del Gentiluomo, la deter= minazione dell’ Uzielli che aveva trovata la specie ai Bagni di Lucca. Limax cinereus, Lister. Pieve Fosciana, Bagni di Lucca (Uzielli). Avverto che ho fatte ricerche soltanto per brave tempo, dei testacei nudi, per cui la nota che ne presento è molto incom- pleta, e ve ne mancheranno varie specie fra le quali il Limax agrestis, Linneo, trovato dall’ Uzielli e dall’ Issel ai Bagni di Lucca. Testacella haliotidea, Drap., Varietà disulcata, Risso. Torrita, Massa di Sassorosso, Bagni di Lucca (Uzielli, 7. bi- sulcata). Il margine, nel lato della columella, sembra un poco più ad- dentellato che nel tipo della specie. Zonites lucidus, Drap. Z. obscurutus, Porro. Z. Villue, Mout., Z. cellurius, non Miiller, Uzielli. (Catalogo di molluschi viventi nei Bagni di Lucca). Borgo, Barga, Torrite Cava, Gallicano, Castelnuovo, Torrita, Pieve Fosciana, Ponte Così, Castiglione, Antisciana, Sambuca, Poggio, Piazza, Corfigliano, Tana a Termini (Issel ) e Bagni di Lucca (Issel Z. obscuratus, e Uzielli Z. cellurius). È abbastauza comune nei luoghi umidi e per lo più appartiene alla forma dello Z. obscuratus, più di rado a quella dello Zonites Villae. Dubito che lo Z. cellarius, citato senza molta certezza, dal- l’ Issel a Pisa e dal Gentiluomo a Settignano ed a Montauto, si debba riferire, come del resto dubitano gli stessi autori, allo Z. lucidus ed alle sue varietà. Auche il Martens (Note dibliografiche riguardanti è molluschi terrestri e Aluviatili dell’ Italia pag. 17), dice che l' Helix cellaria da lui citata altre volte alla Porretta SE e si deve riferire all’ H. Draparnaldi cioè allo Z. lueidus. Perciò si deve ritenere che il vero Z. cellarius manchi alla Toscana ed alle regioni circostanti, tanto più che non lo vedo citato nell’ac- curato Catalogo dei molluschi raccolti neò dintorni di Siena del Bonelli, riveduto dal Martens. 3 Z. Uzielli, Isse!. (Appendice al Catalogo dei Molluschi della Provincia di Pisa, Atti Soc. It. di Scienze nat. Vol. XV, fasc. I, pag. 60). Barga, Pieve Fosciana. Si tratta certo di questa specie, se veramente è distinta, che finora fu trovata soltanto tra i rifiuti del mare sulla spiaggia del Gombo. Z. hydatinus, Rossmissler. Sassorosso ‘(al Sasso del Colle). Z. olivetorum, Gmelin. Z. Leopoldianus, Charpentier. Z. Mortilleti, Pecchioli. (Bull. Mal. It.): Z. gerfalchensis, Pecchioli. (Ibidem, pag. 52) junior. Torrite Cava, Barga, Gallicano, Torrita, Castiglione (alla Corba), Antisciana, Eremita di Calomini, Corchia presso Niccia- no, Vaglisotto, Sassorosso (al Sasso del Colle ), Bagni di Lucca (Uzielli, Z. Leopoldianus). Nel terriccio e fra le piante nei luoghi umidi e freschi; mai negli uliveti che vogliono terreni asciutti e puliti. Helix rupestris, Studor. Canigiano, Gramolazzo, Vagli, Sassorosso (con Pupa cilindra- cea ed H. pulchella) Bagni di Lucca (Uzielli ). Sotto le pietre e fra le erbe nelle località più elevate. H. pygmaea, Drap. Bagni di Lucca (Uzielli), fra i muschi sulle mure vecchie a Ca- stiglione. H. rotundata, Mill. Pieve Fosciana, Ponte a Piastra (varietà Turfonii, Fleming), ni “A: nc Bagni di Lucca (Uzielli), comune sotto le pietre e nel terriccio nei luoghi umidi. Trovai questa specie eziandio a Verona in piazza Brà, seb- bene il De Betta non la citi nel suo Catalogo delle conchiglie del Veronese. H. obvoluta, Mill. H. angygira non Zieg., Uzielli (Loc. cit.) Corchia presso Nicciano., Corfigliano, Canigiano , Sassorosso, Bagni di Lucca (Uzielli, II. angygira). Non rara ne’ cespugli sotto le foglie marcie e nel terriccio sotto le pietre. La MH. angygira, Zieg., non si trova in Toscana. H. aculeata, Miill. Sassorosso, con HM. rupestris, II. pulchella e Pupa cylindracea. H. pulchella, Mill. Castelnuovo (sulla rocca), Pieve Fosciana (in Pradilama), Sas- sorosso (Strada Longami ), Bagni di Lucca ( citata dall’ Uzielli ). Sui muri e sulle roccie tra i muschi umidi. Ha le coste longitudinali depresse e poco rilevate. H. cinetella, Drap. Borgo, Barga, Torrite Cava, Gallicano (var. fasciata, M. Tan- don), Castelnuovo, Filicaia, Pieve Fosciana, Campori, Castiglione, Autisciana, Sambuca, Massa di Sassorosso, Sassorosso (Sasso del Colle alla buca della Guerra), Bagni di Lucca (citata dall’Uzielli). Nel terriccio umido e presso le radici delle piante. H. cartiana, Montagu. IH. rubella, Risso, Issel, (Catalogo dei molluschi raccolti nella Provineia di Pisa, pag. 12). Borgo, Barga (varietà Gallo provincialis, Dup.), Torrite Cava (id.), Gallicano (id.), Torrita (id.), Petrognano (id.), Piazza (id.), Eremita di Calomini (id.), Corchia presso Nicciano (id.), Gramo- lazzo (il.), Vagli, Forno Volasco, S. Pellegrino (varietà minor, Albers), Bagni di Lucca (Uzielli). Nei luoghi umidi in specie nei monti. Questa specie è alquanto variabile. Gli individui di San Pel- legrino sono piccoli e rigonfi, appartenenti perciò alla varietà di minor, Albers. Altri per la maggior parte sono abbastanza grandi e coll’ apertura globosa simili alla varietà galloprovincialis, Du- puy. Nei dintorni di Vagli, poi, alla Tambura ed alla Pania, si trovano degli individui aventi grandi dimensioni. Ecco la misura di taluno di essi. | Diametro... ne Altezza oc. sat eta al Come si vede, questi individui sono anche più grandi di quelli del Piemonte e della Lombardia, le cui dimensioni furono rife- rite dallo Stabile ( Mollusques terrestres et vivants du Piemont, pag. 44, H. galloprovincialis ). Essi hanno il peristoma sempre bianco, ed in alcuni, specialmente in quelli di colore più fosco sì vede l’accenno di una fascia bianca circolare sull’ultimo an- fratto, come è indicata dallo Stabile negli individui della Val d'Olona, e come ho notato n'lla H. Da Campo da me raccolta nel Mantovano e nel Veronese, sebbene lo Stabile, stando a quello che aveva veduto, credesse alla mancanza della fascia negli individui di queste località. L’Issel, agli individui raccolti sulla Pania diede il nome di Helix rubella, Risso, sinonimo secondo lui dell’ H. Da Campo, Villa, e riferibile ad una specie distinta dalla vera H. eantiana o galloprovincialis. A me sembra invece che si tratti di una sem- plice varietà, con maggiori dimensioni, della H. cantiana che si trova nel rimanente della Val di Serchio e delle Alpi Apuane, anzi dessa si accosta maggiormente al tipo della specie del Mon- tagu, perchè ha l’ultimo anfratto meno rigonfio e l'apertura più obliqua, essendo più inclinato a tetto il margine superiore. Non conosco la vera H. rubella, Risso; quanto alla H. Da Campo, Villa, essa diversifica certamente dalla forma nostra, perchè questa ha l’apertura non rotonda e più ampia, tantochè invece di mezzo giro se ne vede scoperto uno intero. H. carthusiana, Drap. H. Olivierì, Ferussac in Issel (Catalogo ec. pag. 13). H. D'Anconae, Issel (Appendice al Cata'ogo dei molluschi rac- colti nella Provincia di Pisa, Atti Soc. It. scienze nat. Vol. XV, fasc. I, pag. 63). Borgo a Mozzano, Barga, Gallicano, Castelnuovo, Cascio, Tor- Cd = rita, Pieve Fosciana, Campori, Castiglione, Pontecosi, Antisciana, Sambuca, Poggio. Comune fra le erbe nei luoghi meno umidi, fra i cespugli ec., nel basso della valle. Questa specie deve essere citata eziandio nelle Alpi Apuane a Pietrasanta ed a Massa. Si tratta indubbiamente dell’ H. car/husiana, e l’ H. D’ Anco- nae, prima denominata H. Olivieri, Ferussac, dall’ Issel, è la stessa specie. Con caratteri identici l’ ho ritrovata non solo nei luoghi citati dall'Issel, in Toscana e nelle Alpi Apuane, ma anche nella Val di Serchio, nel lato Modenese dell’ Apennino, nelle provincie di Mantova, di Verona e di Treviso, e nel Trentino, col colore ora interamente candido ora interamente bruno, col pe- ristoma fulvo, od anche perfettamente bianco, e spessissimo con la fascia biancastra sull’ultimo anfratto più o meno manifesta. Sol- tanto nella pianura del Pò e sul versante Alpino sembra che l'apertura abbia una tendenza generale a divenire un pochino più globosa. H. planospira, Lama ck. Var. italien, Stabile. H. umbilicaris, Brumati. H. hispana, Linn. H. setipila, non Ziegler, Marteus. (Reisebemerkungen iiber einige Binnenschnecken Italiens, Malac. Blatter, IV, 1857). Sassorosso, Gramolazzo, Vaglisotto, Bagni di Lucca ( Uzielli ). Non comune fra le pietre, nsl terriccio e nei luoghi più umidi. Nulla è da aggiungere alle ottime osservazioni fatte dallo Sta- bile a proposito di questa specie, anche sopra individui di Massa e di Lucci; soltanto si può osservare che gli individui giovani hanno tutta la superficie ricoperta da peluria che poi manifesta- mente vanno perdendo coll’ età. Alla Porretta non esiste l’ H. setipila statavi citata dal Martens, ma bensì l'H. planospira; credo che finora quella prima specie non sia mai stata trovata nell’ Ita- lia centrale, ed in Toscana, per quanto so, non esiste. H. cingulata, Studer. Var. carrarensis, Porro. Acquileia, Bolognana, Gallicano e Monte Perpoli, località si= tuate lungo la strada nazionale, sulla destra del Serchio, a bacio; Castelnuovo (assai rara), Torrita, Val d' Arni, Canigiano (al di de Pollone ), Sassorosso al Sasso del Colle. Val di Lima presso le Strette, Bagni di Lucca (Uzielli). Vive nei luoghi freddi sui muri a secco, sulle macerie ed in generale sui calcari o sulle roccie calcarifere, come il macigno, ed esce dai nascondigli specialmente dopo le piogge. E notevole che questa specìe, la quale si trova lungo il Serchio, a destra, in tutta la parte inferiore della valle, quasi dalla sua foce fino a Castel- nuovo, manchi poi nella maggior parte delle valli secondarie e più elevate che vi affluiscono : infatti non l’ ho notata se non nella Valle della Lima, della Torrita secca e della Mozzanella. Ho ve- duto qualche volta degli individui trascinare nei loro movimenti un peso cinque volte maggiore del loro proprio. L’ H. cingulata ha una forma costante e identica in tutte le Alpi Apuane e nell’ Apennino della Val del Serchio e della Lima. Codesta forma diversifica da quella che la specie ha in generale nell’ alta Italia, nel Tirolo e nel Canton Ticino, unicamente per l'ombelico più ampio, derivante dalla minore ampiezza proporzio- nale dell’ultimo anfratto: oltre a questa differenza non ve ne sono altre costanti, nè pella forma dell’apertura, nè pello sviluppo delle strìe, nè per le dimensioni, nè per il colore, nè pella rotondità dei giri, nè per l’altezza della spira, salvo che nella regione Apua- no-Apennina, la, spira non raggiunge in generale quegli estremi di altezza che non di rado si incontrano negli individui della re- gione Alpina. Ben inteso che queste osservazioni si possono fare, prendendo come termini di confronto un buon numero d’ indivi- dui di ambedue le regioni, e non pochi esemplari dell’una o del- l’altra, i quali possono avere ognuno, ed hanno di fatti, dei carat- teri individuali speciali, che a torto si prenderebbero come forme generali del tipo cui gli individui appartengono. Questa forma meridionale Apuano-Apennina, pei caratteri della ampiezza maggiore dell’ ombelico, della minore larghezza dell’ ul- timo anfratto, e della ninor tendenza ad avere la spira elevata, segna un termine di passaggio dalla vera H. cingulata alla vera Helix Presslii, Schmidt, ed è così un argomento di più, atto a far credere che fra gli estremi di quei due tipi, intercedano diffe- renze di forma regionale, anzichè di specie; se l'anatomia dell’ani- male diversifica in quei due tipi estremi, è probabile però, pel rapporto che passa fra la struttura interna e l’ esteriore, che co- iali differenze diventino grado a grado meno segnalate nei tipi intermedii. Alcuni individui della forma Apuano-Apennina hanno dee: DE avuto il nome di var. carrarensis, dal Porro, ed altri quello di var. apuana dall’ Issel: però la var. apuana non è distinta da caratteri speciali, e gli indizii accennati, in parte sono propri al tipo della regione, ed in parte si trovano in tutte le località, e se- gnano tutt’ al più delle qualità individuali non esseuziali ,che perciò è inutile distinguere ; il nome di carrarensis, Porro, può esser conservato alla forma Apuano-Apennina dell’ H. cingulata, cui desso si riferisce, quando per tipo della medesima si voglian prendere gli individui viventi nella località di Carrara coi loro ea- ratteri speciali, sebbene non precisamenta indicati dagli autori, e prescindendo dai caratteri accidentali che sono indicati e che si potrebbero trovare anche altrove: se quel nome di carrarensis non si volesse conservare in questa significazione un poco modi- ficata, converrebbe trovarne un altro. Del resto, in questa forma Apuano-Apennina si incontrano la maggior parte delle varie- tà, se non identiche, appunto pella diversità della forma, però analoghe e parallele a quelle che si trovano nel tipo Alpino: infatti sulla destra del Serchio lungo la via nazionale e nella Val di Lima si ha la varietà fascelina Ziegler; nella Val di Lima si ha la varietà mornata Rossmissler; nel Monte Perpoli, forse per la poca abbondanza di materiali calcariferi, gli individui giovani mancano quasi sempre della fascia, che sviluppano poi mano mano che sì finiscono e si perfezionano il peristoma: a Sassrosso si ha una varietà col massimo diametro da 10 a 12 millimetri a Tor- rita finalmente si ha una varietà major in bellissimi individui aventi fino le dimensioni seguenti. I Mt ee e IT, Le osservazioni da me fatte, valgano eziandio a proposito di alcune ottime notizie pubblicate dal signor Napoleone Pini sopra le varietà dell’ cingulata, ( Sopra una nuova forma di Cam- pylaca del gruppo dell’ Helix cingulata, Studer, Atti Soc. It. scienze nat. Vol. XVII, fasc. I, pag. 41). Aggiungerò soltanto, come piccola rettificazione, che nè a Pisa nè nella Provincia pi- sana si trova vivente la Helix cingulata, come ivi è detto ac- cidentalmente. SME H. nemoralis, Linneo. Var. Apennina, Stabile. Borgo a Mozzano, Barga, Torrite Cava, Gallicano, Torrita, Pieve Fosciana, Campori, Castiglione, Ponte a Piastra, Ponte Così, Anti- sciana, Filicaja, Bruciano , Sambuca, Poggio, Petrognano, Cam- porgiano, Piazza, Massa di Sassorosso, Corchia presso Nicciano, Gramolazzo, Vagli. — Basni di Lucca (Uzielli). È assai diffusa e vive nei cespugli, nelle macerie, nelle selve ec. La forma dell’ Apennino ha dimensioni doppie di quella della regione Alpina e Padana, e l'apertura, nella media generale, più depressa, avvicinandosi perciò maggiormente alla forma comune in Francia : la colorazione della specie nella Valle del Serchio è gialla più o meno chiara, mentre nella confinante valle della Scaltenna o del Panaro vidi molto frequente la colorazione rosea : il pe- ristoma è violetto o bruno e mancano sempre le varietà a peri- stoma bianco ed a fascie jaline. Ecco la serie di alcune varietà raccolte nella Val di Serchio e specialmente alla Pieve Fosciana, coi nomi dati ad alcune di loro dal Moquin Tandon. 12345 gialla (quinquefasciata) tipica, comune. 12345 olivastra (Schoefferia). 12345 bianca (Bornea). 10345 gialla (Argenvillea). 00340 fulva, Filicaia. 00300 rossa (Guettardia), Torrita. 00300 gialla (Cuvieria). 12345 lattea. 12345 gialla (Woodia). 12345 rossa. 12945 gialla (Reaumuria). 12345 gialla (Poîretia), Gallicano. 12345 gialla (Gronovia). 12045 gialla. 1:345 gialla (Adansonia), Castiglione. 2:11: gialla (MUleria), Castiglione. ::1::: rosea (Duguea), Castiglione. 00::: lattea, Castiglione. unicolore rosea (rubella). au ici H. aspersa, Miller. Borgo, Barga, Torrite Cava, Gallicano, Casteluuovo, Pieve Fo- sciana, Pontardeto, Castiglione, Eremita, Petrognano, Piazza, Bagni di Lucca (Uzielli). Comune sulle macerie e fra le piante, sui margini delle strade. H. lucorum, Linneo. Borgo, Barga, Torrite Cava, Gallicano, Castelnuovo, Torrita, Pieve Fosciana, Pontardeto, Pontecosi, Campori, Castiglione, An- tisciana, Sambuca, Poggio, Canigiano, Camporgiano, Petrognano, Piazza, Eremita, Bruciano,'Sassorosso (rara), Corchia presso Nic- ciano, Gramolazzo, Vagli sotto, Bagni di Lucca (Uzielli). H. aperta, Burn. Borgo, Bagni di Lucca ( Uzielli ). Non rara ne’ campi, lungo le vie ec. H. variabilis, Dvap. Decimo, Borgo e Gallicano ( varietà alhicans, Gratelonp, fu- sciata, Menke, bifasciata, Bouchard), Castelnuovo (rara nel greto del Serchio, varietà albicans, Grateloup), Bagni di Lucca (Uzielli). Nei luoghi asciutti. H. coespitum, Drap. H. ammonis, non Schmidt, Gentiluomo (Catalogo dei molluschi terrestri e fluviatili della Toscana; Bull. Mal. It. 1868, v. V e VI, pag. 82). Fornaci presso Barga, Torrite Cava, Castelnuovo, Pieve Fo- sciana , Ponte Cosi (Madonna del Ponte), Campori, Castiglione, Mauliui di Villa, Cascio, Sambuca, Poggio, Petrognano, Piazza, Gramolazzo, Vagli sotto, Eremita, Vergemoli. — Bagni di Lucca ( Uzielli ). Abbastanza comune iu taluni luoghi asciutti sui calcari, sulle piante. Le dimensioni della specie sono generalmente grandi ed il margine dell’ apertura è in generale bianco: vi sono le va- rietà fasciata, elegans, lentiginosa, ed alba di M. Tandon. Grande è la confusione che regna riguardo alle specie italiane riferite alla H. coespitum, ad alle affini H. ericetorum, Mill, H. ne- glecta, Drap., H. ammonis, H. candicans, Ziegl., H. candida, Porro, 4 ser DD de H. Obvia, Hartmann, ed H. Terverii, Mich. In Toscana e pelle regioni prossime, l’ H. cocspitum è citata dall’ Uzielli ai Bagni di Lucca e nelia Val di Serchio, dall’Issel nel Monte Pisano, dal Gen- tiluomo a Fivizzano, a Monte Catini, a Lucca ed all isola d'Elba, dal Targioni a Pratovecchio, da me nella Versilia e dall’ Jan nell’ Appennino Parmense: l’ H. neglecta fu citata dall’ Issel nella Val di Nievole ed a Firenze, dal Gentiluomo nelle Colline Pisane ed a Rapolano, e dal Bonelli a Siena, a Compiobbi, all’ Alvernia ed alla Montagnola Senese; finalmente l’ H. ammonis è citata dal Gentiluomo a Pisa ed a Settignano, l'H. ericetorum dal-Jan nel- l’Apennino Parmense, e l’ H. Terveriî dal Tapparone Canefri alla Spezia. Quanto all’ H. neglecta, coll’ autorità del Martens, ripeto che , « è difficile credere questa specie sufficientemente distinta da tutte le variazioni di forma occorrenti nell’H. coespitum » (Bonelli, Cat. dei molluschi raccolti nei dintorni di Siena, estratto dagli Atti Soc. Italiana di scienze natur. pag. 11), per cui è avvenuto che taluna specie denominata H. coespitum dagli uni, sia stata denominata MH. neglecta da altri L°H. ericetorum la dicono pro- pria specialmente dell'altro lato delle Alpi, ed almeno coi caratteri della specie non l’ ho mai trovata in Toscana e nell’ Apennino. L’ H. Terverii citata dal Tapparone alla Spezia è forse una sem- plice varietà dell’ H. coespitum colà abbondante. Quanto alla spe- cie che viene comunemente distinta col nome di H. ammmonis, lo Stabile (Mollusques du Piemont, pag. 46), ha ben determinato per quali caratteri essa differisca dall’ H. ericetorum: dall’ H. coe- spitum poi, differisce, pella minore statura, pelle suture più profon- de, pell’ apertura meno obliqua e per la conchiglia più solida, sebbene l’analogia sia tanto grande e l’ identità degli ornamenti tale, da dover credere che si tratti di varietà regionali di una specie medesima piuttosto che di specie distinte. L’ H. ammonis, fu prima denominata, /7. obvia, dallo Strobel, nel Catalogo delle conchiglie d’ Inspruch, poi dal De Betta nel Catalogo dei mol- luschi dell’ Anaunia (1868), ed H. candicans, dal Martinati e dal De Betta nel Catalogo dei molluschi del Veneto ( 1855), dallo Spinelli e da altri; come semplice varietà albina dell’ H. candi- cans, venne considerata l’H. candida Porro. Più tardi lo Strobel pubblicò (1857), l’H. ammonis dello Schimdt, riferendovi il tipo dell’ H. candicans, ornato da fascie brune. Lo Stabile disse poi la H. ammonis distinta dall’H. candida, Porro, ed ammendue ritenne che dovessero formare due specie diverse smembrate dall’ H. candi- MRC cans di una volta. Però la H. candida è veramente una semplice varietà dell’ H. candicans: l’ho trovata rara, nel Mantovano e nel Veronese ed abbondante nel Trentino, dove sta talora da sola ma più spesso con individui tipici ornati dalle fascie brune, non può essere per questo, considerata come specie a se distinta dalla tipica Helix candicans: non essendo vero perciò che sotto quest’ antica denominazione fossero confuse due specie distinte e mancando quindi ogni argomento a separare quelle due specie, ed a sostituire due nomi nuovi ad un’ antico creduto poco esatto, non sì può togliere questo nome antico di H. candicans; ma es- sendo esso stato pubblicato nel 1848 (Pfeiffer Monogruphia he - liceorum viv. I. pag. 164), deve avere la precedenza su quello di H. ammonis proposto soltanto nel 1857 (Strobel, Essai d’une di- stribution orog. et geograph. des mollusq. terr. de la Lomb.), e deve comprendere definitivamente tanto la detta varietà H. candida, quanto la varietà tipica ornata di fasice brune detta H. ammonis. Quanto alla sua abitazione, 1’ H. candicans, olim ammonis, vive in tutto lo spazio compreso fra l’ Apennino e le Alpi, e più spe- cialmente sulla sinistra del Pò, nel Tirolo Italiano (Gredler, Strobel, De Betta), nel Piemonte (Strobel, Stabile ), in Lom- bardia (Strobel, Spinelli, Villa), e nel Veneto (Martinati e De Betta, Spinelli, avendola poi ritrovata io, anche a Rovigo). Essa non passa però l’ Apennino e deve rimanere esclusa dalla Toscana riferendosi a varietà dell’ Helix coespitum quegli esem- plari che qualche volta ebbero il nome di Helix ammonis. Al contrario se l’ Helix coespitum è abbondante in Toscana, e se- condo lo Stabile anche in Piemonte, ed è invece rara in Lom- bardia, manca nel Trentino e nel Tirolo Tedesco, come pure nel Veneto, sebbene il De Betta l’ abbia citata con dubbio nel Veronese. | _ H. unifasciata, Poirct. H. candidula, Studer. H. caperata? Mont., Uzielli, (loc. cit.) H. profuga, non Schmidt, Gentiluomo, (luc. cit. pag. 82). . Borgo, Castelnuovo, Filicaia, Poggio, Sassorosso, Alpe di Cor- fino. — Bagni di Lucca ( Uzielli ). Nei prati e sulle roccie: comune è la varietà candidula, Stu- der; più rare, le varietà Aypogramma , M. Tandun, interrupta , M. Tandon, graziosa, Studer. i i L’ Uzielli la citò ai Bagni di Lucca, col nome dubbio di H. caperata, ed il Gentiluomo credè ch'egli si riferisse alla H. profu- ga, la quale però non vive in alcuna delle pendici della valle del Serchio superiore. H. ventricosa, Drap. Borgo, Castelnuovo, Torrita, F'ieve Fosciana, Comune nei prati accosto alle radici delle erbe. Bulimus obscurus, Miller. Pieve Fsciana (sulla via nazionale), Sassorosso. Abbastanza comuae fra l’erbe, nei cespugli, nei luoghi umidi. B. tridens, Miillor. Gallicano, Castelnuovo , ne’ prati. Ha i denti assai bene svi- luppati. B. quadridens, Mille. Canigiano (al Pollone), Rocca di Sassorosso. Sotto le pietre. B. lubricus, Mii'ler. B. subcylindricus, auctorum. Pieve Fosciana (lungo il Sauro ed in Pratilama), S. Pellegrino. Comune nelle cavità dei muri a secco e fra le erbe; con di- mensioni maggiori che nel tipo. Achatina aciculeides, Jan. Borgo, Barga, Pontecosi (Madonna del Ponte), Castiglione, Sui muri a secco. Questa specie, come talune altre di piccola dimensione, si può raccogliere facilmente, cercando fra i rimasugli nelle cavità de’ muri dove si rintanano le lucertole, le quali dopo essersi pasciute dell’ animale ne abbandonano la spoglia solida. L’ Issel cita anche l’ A. edurnea, Risso, a Lucchio. Pupa quinquedentata, Born. P. cinerea, Drap. Borgo a Mozzano, Barga, Torrite Cava, Gallicano, Torrita, Val d’ Arni, Ponte a Piastra, Castiglione, Canigiano, Sassorosso, Monte Altissimo presso Castelnuovo, Bruciano, Vergemoli, Cor- chia presso Nicciano, Vaglisotto. Bagni di Lucca (Uzielli). ri DL Comune sulle pietre; frequente è la varietà variegella, Crist. et Jan. P. frumentnm, Drap. Borgo, Canigiano (al Pollone), Sassorosso (alla Rocca). Abbastanza frequente fra i sassi calcarei. P. avenacea, Brug. Borgo (rara), Canigiano, Sassorosso, Gramolazzo, Vagli, Bagni di Lucca (Uzielli). Comune nella regione montuosa sopra le roccie calcaree, e sotto i sassi, nei luoghi asciutti. La forma da me trovata nella Val di Serchio, identica a quella delle Alpi Apuane classificata dall'Issel col nome di varietà Apua- na, si accosta assai al tipo, avendo soltanto, il margine destro dell’ apertura più arcuato, come l’Issel notò. In questa specie, come nelle affini, si vedono esternamente all’ ultimo anfratto 3 linee bianche parallele , corrispondenti alle pieghe palatali. Non ho trovata ia P. megacheilos, Crist. et Jan, nell’ Apennino to- scano, nè in quello modenese, nè so che la, specie esista altrove in Toscana, per cui è da dubitare che la specie citata sotto questo nome dal Targioni, dietro l’ esame di un solo individuo ( Vertebrati e molluschi osservati e raccolti in una escursione pel Casentino. Atti Soc. It. di scienze nat. Vol. XV, fasc. V, p. 564), non sia da riferirsi alla P. megacheilos. P. secale, Drap. Sassorosso (al Sasso del Colle presso la buca della Guerra). Abbondantissima fra le erbe con P. doliolum, Acme lineata, Dra- parn., Pomatias patulum. L’ altezza è di 8°”. Come negli individui dell’Italia settentrionale, la superficie della conchiglia è quasi liscia e sempre vi sì presenta la quarta piega palatale superiore, manifestata anche all’ esterno da una quarta lineetta bianca trasversale all’ultimo anfratto; ma essa è assai corta e profonda, trovandosi alla prima svoltata dell’anfratto. La gran piega superiore dell’ apertura è quasi doppia, ed all'angolo del margine columellare esiste qualche volta una piega di soprappiù ma rudimentale: questa forma perciò appartiene alla varietà Sar- ratina, Moquin-Tandon. P. cylindracea, Da Costa. P. umbilicata, Drap., Issel ( diego ec., pag. 22), Gentiluomo (loc. cit. pag. 89), Bonelli (loc. cit. pag. 14). P. Sempronii, Charp., Gentiluomo (loc. cit. pag. 90). Borgo (ai Cappuccivi con Clausilia papWaris ), Castelnuovo (con Clausilia punctata, C. plicatula ed Helix pulchella), Sasso- rosso (strada Longami con Helix rupestris, H. pulchella ed H. aculeata). Abbondante fra le erbe, sui muri antichi e sulle roccie. Al Borgo la specie ha l'altezza di 3”, il peristoma bianco abbastanza solido, e la piega all’ apertura assai sviluppata, oltre di che, sul lato sinistro presso l’estremità superiore, il peristoma sì ingrossa alquanto, formando una piccola callosità un poco spor- gente. A Castelnuovo la specie è di mezzane dimensioni e col peristoma più sottile. A Sassorosso finalmente che è una situa- zione più elevata e più interna nella valle, si ha l’altezza di 1°” 1/s di metà più piccola di quella della forma del Borgo: oltre di ciò il peristoma è meno bianco e sottile e la piega superiore dell’ apertura è poco evidente, anzi talora, sebben di rado, manca affatto. In questo caso si ha la varietà Semproniî, mentre al Borgo si ha una varietà assai prossima al tipo della P. cylin- dracea: queste differenze appariscono derivanti dalle altezze e dalle situazioni. La specie colle sue varietà è comune in Toscana, essendo citata, nel Lucchese, a Pisa, a Firenze (2. Sempron), a Siena, nel Chianti; .a Vallombrosa e nell’ Alvernia, ed avendola io trovata nella Valle dell’Ombrone Pistoiese fra il Piestro e Saturnana, ed a Volterra. P. doliolum, Brug. Sassorosso (al Sasso del Colle presso la buca della Guerra ), Vagli sopra. Fra le erbe secche e nel terriccio. Vertigo minutissima, Hartman. V. muscorum, Drap. Castiglione (sulle mura). Fra i muschi. Clausilia bidens, Linneo. C. papularis, Miller. Borgo a Mozzano. Bagni di Lucca (Uzielli). Comune sui muri a secco. L’ Uzielli cita ai Bagni di Lucca anche la O. solida, Drap. oi DI C. Itala, G. von Martens. Var. punctata, Mich. C. alboguttulata, Wagner. Gallicano, Castelnuovo, Torrita, Monte Alfonso, Massa di Sas- sorosso, Sassorosso, Gramolazzo, Forno Volasco, Vagli sopra, Ba- gni di Lucca (Uzielli). Fra i muschi nelle cavità dei muri a secco, sulle roccie. Gli individui della Val di Serchio, della Val di Lima e delle Alpi Apuane, sono in generale allungati, colle strie abbastanza forti, colle papille rade ma grosse, coll’ apertura allungata e col peristoma assai reflesso ed intero. Salvo le strie più forti e le papille più fitte egualmente in tutti gli anfratti e più solide, questa forma risponde a quella degli individui che si raccolgono in molte località del Trentino e del Circolo di Bolzano nel Ti- rolo tedesco. O. plicatula, Diap. C. apennina , Issel, (Gentiluomo, loc. cit., pag. 97, tav. V, fig. 11, 14). C. lineolata, Held., Targioni (loc. cit. p. 358). Gramolazzo, Forno Volasco, S. Pellegrino (sui muri della chiesa ad occidente), Cutigliano (Issel, var. Vallombrosana), Pupiglio in Val di Lima Le strie della superficie poco fitte, l’ apertura quadrangolare ovata, la lamella superiore quasi retta e prominente , le pieghe interlamellari da 2 a 4, la lamella inferiore bifida o troncata all’esterno, la piega subcolumellare abbastanza palese, il callo pa- latale inferiore ampio ma poco distinto, e la piega, o callo pala- tale superiore interno, abbastanza sviluppata, tali sono i caratteri i quali fanno .sì che gli individui da me raccolti nelle diverse località citate si debbano riferire ad una specie sola. Che poi questa specie sia propriamente la C. plicatula come intendono l’ Issel, il Gentiluomo ed il Bonelli o la C. lineolata, come vuole il Targioni (ammesso che quelle due specie sieno veramente di- stinte ) io non lo potrei ricercare mancandomi esemplari tipici pel confronto ; però si può dire che gli esemplari Toscani citati coll’ uno o coll’ altro di quei nomì appartengono ad una specie sola alquanto variabile soltanto nei caratteri secondari; e l'avere la superficie zigrinata o malleata, come la maggior parte degli E RteT individui toscani hanno, non è carattere che distingua la C. pli- catula dalla C. lineoluta , come suppone il Targioni, ma esso è comune alla maggior parte e forse a tutte le Clausiliae della sottogenere Iphigena, Gray. Ecco ora la descrizione dei caratteri che distinguono gli individui raccolti nelle tre diverse località della Val di Serchio inferiore da me indicate. S. Pellegrino . . . lunghezza . . . . 11” » larghezza. . . . circa 2°" 4a La conchiglia è rigonfia, con 10 anfratti ornati da strie fles- suose e da rade lineette bianche, le quali partono dalle suture; l'apertura è quasi quadrata, le pieghe interlamellari son due o tre, il callo palatale superiore è assai sviluppato e,l’ inferiore è assai esteso parallelamente al margine. È simile alla varietà én- flata, M. Tandon. Gramolazzo.. 0‘. ‘lunghezza 02 MS » larghezza . . circa 3" La conchiglia è rigonfia, colla superficie scorticatà, con 11 o 2 anfratti, colle strie più rade e meno flessuose , coll’ apertura più rotonda, colle pieghe interlamellari nel numero di 3 o 4, coi calli palatali, specialmente l’ inferiore, poco distinti. È la varietà Vallombrosana, Issel. Forno Volasco. . . lunghezza . 12 a 15” Conchiglia più solida, forse perchè vive sul calcare, più as- sottigliata e più allungata, con 13 o 14 anfratti, essendo quelli superiori molto sottili, di colorazione rossobruna uniforme, senza linee bianche, coll’ apertura di colore bianco trasparente, coi calli palatali poco sviluppati, con 4 pieghe interlamellari, le quali insieme colle altre pieghe e colle lamelle, sono solide, sottili, ma ben marcate, forse appunto per la natura del suolo calcareo. È la varietà attenuata, Ziegler, e, salvo le dimensioni in media un poco maggiori, questi esemplari sono identici ad altri da me rac- colti nel Bosco Montello presso Treviso. C. rugosa, Drap. de Lea Var. cruciata, Studer. C. cruciata, Studer, Gentiluomo (loc. cit. pag. 88), Targioni (loc. cit. pag. 362). C. parvula, Studer in Bonelli, (loc. cit.). C. rugosa, Draparn., (Issel, Appendice ec., pag. 66)? Pieve Fosciana, Torrita, Cutigliano lungo la Lima (Issel, C. rugosa ) ? Gli individui raccolti hanno la conchiglia lunga circa 12”; fusiforme, cilindrica, a righe longitudinali ravvicinate, flessuose , abbastanza rilevate, bruna, rossastra con lineette longitudinali, biancastre che scendono dalle suture; la spira con 11 o 12 an- fratti poco connessi; l'apice ottuso, l'apertura ovale con un canale inferiore appena distinto, colla lamella inferiore bifida, con 1 o 2 pieghe interlamellari poco distinte, con la piega sub- columellare abbastanza apparente , con due pieghe palatali, una superiore distinta, ed una inferiore ben chiara sotto forma di callosità allungata corrispondente alla depressione cervicale. Se non fosse l’accenno del canale inferiore nell’ apertura, riferirei questa specie addirittura al tipo della C. rugosa; ma quel ca- rattere segna un ravvicinamento alla C. nigricans, Pulteney, dalla quale taluni riferiscono come varietà la C. cruciata, invece di riferirla alla C. rugrsa. Però la forma delle pieghe palatali, come caratterizza gli individui della Val di Serchio, così li distingue dalla Clausilia nigricans. Anche la Clausilia parvula, mi sem- bra ben diversa, pella forma dell’ apertura, pella superficie della conchiglia, pella posizione della lamella inferiore e per la forma delle pieghe palatali. Le maggiore affinità mi sembrano colla Clausilia Bonelli, Martens, che però non conosco se non pella descrizione ( Bonelli, loc. citato ). Non conoscendo gli individui raccolti dal Beccari a Cutigliano e determinati dall’ Issel, nè avendone io raccolti altri in Val di Lima, non saprei bene se riferirli a questi della Val di Serchio superiore ovvero ad al- tra specie. C. crenulata, Risso. C. Isseli, Villa. Castelnuovo, Torrita, Val d' Arni, Ponte a Piastra, Massa di Sassorosso, Sassorosso, (al Sasso del Colle). Questa specie è stata eitata finora nelle Alpi marittime, in Liguria, nelle Alpi Apuane e nel Monte Amiata. — 58 — I caratteri che nettamente la distinguono sono i seguenti: conchiglia lunga 11 a 14”, alquanto fusiforme, attenuata supe- riormente ed inferiormente, di colore rosso bruno; 10 a 12 an- fratti ornati da costoline longitudinali, zigrinati trasversalmente in maniera visibile e con lineette bianche, corte, ineguali ché partono dalle suture ; suture poco profonde; ombelico poco svi- luppato e cinto da una gibbosità cervicale; apertura ovale, a mo’ di pera allungata, alquanto staccata dagli anfratti, senza canaletto inferiore ; peristoma continuo , assai espanso, sottile, biancastro ; lamella superiore saliente, obliqua, mediocre; lamella inferiore semplice e terminata con una callosità senza giungere al peristoma; spazio interlamellare liscio, o fornito talora di una sola piega; piega columellare appariscente; pieghe palatali, tre, di cui le due superiori ridotte a semplici callosità approssimate fra loro, e l’inferiore basale, assai distinta e sviluppata, allun- gata e rispondente alla depressione cervicale. C. comensis, Shuttlewortb. Var. lucensis, Gentiluomo. Antisciana (alla Piazza nel canale), Sassorosso, Lucchio in Val di Lima (Issel, C. Zucensis). Questa specie risponde perfettamente alla C. comensis, salvo che nello spazio interlamellare si trovano costantemente varie pieghe, che mancano sempre, per quanto so, nella specie del- l’ Italia settentrionale. Ora, considerando come i malacologi nel distinguere le Clausiliae non tengano conto delle pieghe interla- mellari se non come di carattere secondario, ritengo la C. lucensis, una semplice varietà regionale della C. comensis. La specie tipica è propria delle Alpi e la varietà lucensis è propria deli’ Apennino Toscano e delle Alpi Apuane, e fino ad ora era stata trovata vivente nei luoghi umidi e fra i cespugli, nella Versilia (De Ste- fani ) nella Val di Serchio a Monsagrati presso Lucca (Carrara, Gentiluomo), ed a Lucchio ne!la Valle della Lima (Issel); e fossile nella terra rossa delle cave di pietra calcare di Agnano nel M. Pisano (De Stefani). Succinea Pfeîfferi, Rossmissler: S. elegans, Risso in Issel (Catalogo citato), Gentiluomo (loc. cit.) Castelnuovo (nel greto del Serchio). Pieve Fosciana (a Prati- lama), sulle erbe presso l’acqua; Bagni di Lucca (Uzielli). 1 Limnaea limosa, Linneo. L. ovata, Drap. i Borgo a Mozzano, Torrente Sauro, Pieve Fosciana (Pratilama), Apntisciana, Torrite Secca, Torrite Cava, Canale di Bruciano, Ca- stiglione (a Marcioni), Sambuca, ed in molti altri luoghi sui fondi fangosi delle acque; Bagni di Lucca, Uzielli. Nel torrente Sauro alle Fornaci, ed a Pratilama, ho trovato una varietà crassa, Gass., e nello stssso tempo dilabiata. In un ca- nale presso Antisciana, alla Piazza, esiste una varietà colla spira un poco più alta che nel tipo ed acuta, colla conchiglia allun- gata, col.margine esterno superiore dell’ apertura retto, a guisa di tetto, con linee spirali sull'ultimo anfratto, fra le quali le li- nee longitudinali di accrescimento sono curve. Nelle altre località che ho citate, e sono la maggior parte, gli individui si potreb- bero riferire tanto alla L. limosa, come alla L. peregra, Miller; hanno la forma della spira intermedia tra quella delle due spe- cie, la forma dell’ apertura come nella L. peregra, della quale l’ultimo anfratto è un poco più ovale; il colore è corneo biondo, o d’ambra pallido e trasparente. Individui identici in tutto sono comuni nell’ Alta Italia e nel Tirolo: io li riferisco alla L. limo- sa, varietà intermedia, Ferussac. L. peregra, Mill. Comune nei fossi presso il Borgo, Bagni di Lucca (Uzielli). L. truneatula, Mtiller. Castelnuovo (vel Serchio), Pieve Fosciana (nel Sauro), Sam- buca, Poggio (a Battifoglio), Cerageto (canale delle Carbonaie), Sassorosso, Bagni di Lucca (Uzielli). Comune nelle acque più scòrrenti e più pure. Planorbis spirorbis, Linaco. Pieve Fosciana a Pratilama, in una sorgente, che anticamente fu di acqua saliva termale, ma che adesso è di acqua comune, quasi stagnante, sulla superficie inferiore delle foglie cadate da- gli alberi circostanti. Ancylus costulatus, Kiister. A, costatus, Villa. Mt. A, Janii, Bourguignat in Issel (Catalogo citato). A. gibbosus, Bourguignat in Issel (Cutalogo citato). A. fluviatilis, Miller in Uzielli ( Cutalogo citato ), Gentiluomo (loc. citato, Serravezza ), De Stefani (Elenco dei molluschi della Versilia). Torrita di Gallicano, Castiglione, Cerageto (canali del Lom- bardo e della Carbonaia , Petrognano, Canigiavo ( nella Mozza- nella), Bagui di Lucca (Uzielli, A. Janiî, A. gibbosus, A. flu- viatilis, A. costulatus). Non raro nei ruscelletti montani, sopra le pietre, nelle cascate e nei luoghi dove l’acqua. è più battuta. Gli individui raccolti nella regione più elevata appartengono manifestamente, a cagione delle loro ccstoline rilevate, al tipo dell’ A. costulatus, se pure questa forma deve essere ben distinta come specie dell’ A. Aluviatilis. Nelle regioni inferiori della valle e nelle correnti d’acqua più abbondanti, come a Petrognano, nella Torrite presso Gallicano, e nella Lima, la forma esteriore della specie rimane la medesima, ma le costoline longitudinali sono meno prominenti e depresse, per cui si ha una grande ras- somiglianza e se vuolsi un passaggio al vero A. /luviatilis, e particolarmente alla varietà A. Jan, alla quale infatti come ad altre varietà dell’ A. luviatilis, sono stati riferiti quegli indivi- dui dall’ Issel e dall’ Uzielli. Per altro essi debbono venire con- considerati piuttosto come varietà dell’ A. costulatus, dal quale non differiscono punto pella forma: infatti sono anche distinti dall'A. Janîi, a cagione della maggiore convessità dell’apice, per l’acutezza di questo, e per arrivare desso molto prossimamente all’ estremità anteriore della conchiglia. Anche l’ Ancylus della Versilia che io ed il Gentinomo abbiamo denominato Auviatilis , sì deve riferire all’ A. costulatus, ed a questo probabilmente si riferiscono tutti gli Ancyli della parte montuosa dell’ Apennino e delle Alpi Apuane; io almeno non ho mai ritrovato se non questa specie, nella Val.di Serchio, nelle Alpi Apuane e nella valle dell'’Ombrone Pistoiese. Però citano l’A. Auviatilis al Monte Luco (Bonelli) a Gerfalco ed a Montecatini ( Gentiluomo), l’ A. capuloides, Jan, a Brolio (Bonelli), e l'A. gibbosus, nel Casentino (Issel) ed a Livorno (Gentiluomo). Acme lincata, Drap. Sassorosso (al Sasso del Colle presso la buca della Guerra). rta x n Gl. Non frequente tra le erbe secche e tra le pietre: analoga alla figura che ne dà il De Betta nella Malacologia della valle di Non. | Ciclostoma elegans, Miill. Torrite Cava, Barga, Pieve Fosciana, Torrita, Castiglione, Sam- buca, Poggio, Antisciana, Canigiano , Piazza, Eremita di Calo- mini, Bruciano, Forno Volasco, Corchia presso Nicciano, Gramo- luzzo, Vagli, Sassorosso, Alpe di Gorfino. Non rara nei cespugli e nelle macerie, in specie dove le roccie sono calcarifere. È da notarsi al solito, che nei luoghi più ele- vati, spesso degli individui nani, trovansi riutuzzati, e non giunti a perfetto sviluppo. Pomatias septemspirale, Razoumow.ki. P. maculatum, Crist et Jan. P. striolatum, Porro in Uzielli (Catalogo citato). Torrite Cava, Torrita, Vagli sopra, Forno Volasco, Bagni di Lucca (Uzielli), alle strette della Lima. Abbastanza comune suì muri a secco e sulle roccie calcarifere nei luoghi più freschi. In Toscana, questa specie, vive soltanto nelle Alpi Apuane fra Camaiore e la Val di Magra, e nell’ Apennino della Valle del Serchio. Vi è meno solida e col peristoma meno bianco che nel- l’ Italia settentrionale. P. patulum, Drap. Canigiano, Sassorosso. Sulle roccie calcaree. La forma non è veramente quella tipica, ma vi è tale inco- stanza nelle specie del genere Pomatias, che non bisogna pro- pendere a farc delle specie distinte ad ogvi variazione. La con- chiglia è allungata e sottile, con strie rade, di color cenerino ; l’ultimo anfratto è poco ventricoso ed equivalente quasi ad un quarto dell’ intiera spira. Bythinia opnca, Ziegler. Hydrobia etrusca, Paladhille (Nouvelles miscellanées malacolo- giques, fasc. I, mars 1867, pag. 56, tav. III, fig. 14-16). B. abbreviata non Michaud, Uzielli (/oco citato ), Gentiluomo (loco citato). age B. lucensis, Stabile (issel, Catalogo dei molluschi racc. nella Prov. di Pisa, pag. 30), (Gentiluomo, loco citato, T. VI, fig. 9 Jumior). B. Isseliù, Gentiluomo ( Catalogo dei moll. terr. e fluo. della Toscana, pag. 95, tav. VI, fig. 8). B. Siemoniana, Targioni (Vertebrati e molluschi oss. e racc. în una escurs. pel Casentino, pag. 371). Movte Perpoli, e sulle pendici a destra ed a sinistra del Ser- chio che lu costeggia. Valle del Silico, alla Moscona presso il convento dei frati di Castelnuovo , Cerageto, Vergemoli, Vagli sopra, Bagni di Lucca (Uzielli, Tracks B. lucensis, B. abbreviata, B. Isseli), Luechio, (Issel B. Isselî) in Val di Lima. Questa specie poco fortunata, è stata mal conosciuta, e fra noi soltanto il Bonelli coll’ autorità del Martens le ha attribuito il vero nome; però la peggior sorte è toccata agli individui dei Ba- gni di Lucca che hanno avuto fino a tre denominazioni diverse. I caratteri che ben la distinguono sono, l’ essere cilindrica, l'avere l’ultimo anfratto più alto che la metà della conchiglia, la spira ottusa all'apice con 4 e mezzo anfratti, e l'apertura alquanto an- golosa superiormente; negli individui giovani la spira è un poco più corta, e l'apertura alquanto più vbliqua sull’ asse della con- chiglia. Questa specie, ad esclusione di ogni altra dello stesso genere è comunè. in tutti i piccoli fili d’acqua nelle regioni montuose della Toscana: è stata trovata al Monte Morello (Pa- ladhille ) e da me nel Pistoiese al fonte Rosa nel podere Cini, a S. Bernardino ed in un’altra località nella valle del Piestro, e nella Versilia (B. etrusca), a Firenze (Gentiluomo), ai Bagni di Lucca (Uzielli, B. abbreviata, B. Lucensis e B. Isseli), a Luc- chio in Val di Lima (Issel, B, /sseli), ed ai Camaldoli (Targioni, B. Siemoniana e Bonelli, B. opaca), Finalmente ho trovato que- sta stessa specie, senza diversità, ad una fonte presso la grotta di S. Girolamo alle rovine dell’ antica Certosa nel bosco Montello presso Giàvera (Provincia di Treviso): questa località segna una stazione intermedia fra la Toscana e la Carinzia, dove la specie è indicata dallo Ziegler suo autore. È probabile che sia stata ritrovata molte altre volte nel Veneto ed in altre regioni della Italia superiore, ma le diversità dei nomi non la fanno ricono- scere. Byihinia, sp. b ce Mg Testa conica, stricte rimato perforata, cornea, subpellucida, lae- vigata ; spira acuminata , apice minuto; anfractibus 5-6 con- veriusculis, sutura valde impressa separatis; ultimo magno , tertiam longitudinem testae a tergo superante, ad aperturam vix ascendente; margine libero, converiusculo, subsinuato; aper- tura subobliqua, ovata, rotundata, superne angulata; peristomate recto, tenui, simplice; marginibus convergentibus, continuis, de- xtro sudcarinato, simplici, columellari reflexiusculo. IG, ei cerca d" 1: —. Diam... La Non aggiungo altra descrizione di questa conchiglia che mi sem- bra simile. alla B. Aponensis, Martens, sebbene non lo possa bene affermare, non avendo esemplari autentici di questa specie da porre in paragone. Pieve Fosciana. Le spoglie di questa specie sono abbondanti in Pradilama presso la Pieve nella mota della sorgente saliva termale; però non vi ho trovata la specie vivente. La sorgente, molto ricca di cloruro di sodio e di solfato di magnesia , scoppia e ribolle più o meno ogni due o tre anni, raggiungendo una temperatura sino di 40 gradi centigradi, poi a poco per volta rientra in quiete, perde il calore e la salinità, e dopo un tempo più o meno lungo rimane appena tiepida e poco salata, fino a che torna di nuovo a scoppiare. Ultimamente scoppiò nel 1872: nel settembre del 1873 era abbastanza tiepida, e se ne svolgevano de'vapori al contatto dell'atmosfera; nel settembre del 1874 era ridotta quasi al grado della temperatura esterna, conservandosi tuttavia alquanto salina. Le spoglie della Bythinia, che ho ritrovate quivi esclusivamente e non nei bozzi circostanti dai quali solo di rado ed in modo secondario sono pollate dalle acqne termali, ritengono tuttora delle traccie dell’ epidermide sulla loro superficie, per cui si fa manifesto che la specie abbondò quivi non molti anni innanzi, quando la temperatura dell’acqua era più alta. Non saprei dire se ora la specie vi sia estinta, o se gli individui ne sieno nasco- sti profondamente nel fango, attendendo che ritorni il periodo favorevole al loro sviluppo. Pisidium amricum, Mtiller. Antisciana. In una piccola lama in un canale, in un luogo detto Piazza, con L. limosa. ELENCO COMPRENSIVO DEI MOLLUSCHI DELLA VALLE DEL SERCHIO ll segno, nella I colonna, indica l'abitazione dei molluschi nella regione inferiore e più calda della valle, nella II colonna, indica l'abitazione nella regione media, nella III, l'abitazione nella regione superiore montana. NOMI DELLE SPECIE 4. ‘Atiensrofus, Linn: 90 ae » | 2. Limax cinereus, List. ..... SR » 3. Testacella haliotidea, Drap.. .... | » 4, Zonites lucidus, Drap....-.. 0 » Var. obscuratus, Porro. . ...... » Var: Villae,..Morivaos atrata » Eee po Uzieli, Esse]... STRRSPEE Rea hydathinus, Ross... ..... 7. >» olivetorum, Gmelm.. Z. Mortilleti, Pecchiolt ......... Z. gerfalchensis, Pecchioli. ..... 8. Helix rupestris, Studer ....... 9. >» pygmaea, Drap Mel 7 » 10“ rotundata; Muli CS » 44. di 0bvoluta, Mall. Lin » 42::c» «aculeata: Mullen 13: > pulchella: Mall: gircl ae » 14° 9° *cinctella; Drapt ETRO è DIA 15. >» - cantiana, Mont. ........ » Var. galloprovincialis, Dup. .... 16. » = carthusiana, Drap... DI AGRO » H. .D'Anconae, Ise: 17. >» . planospira, Lamarck..... ft 7.1 ARE NOMI DELLE SPECIE | IL Marsitalico, STADIO a, | » » » #8» cirigulata, Studer....... | Var. carrarensis, Porro. ...... | aa » » ip...» nemoralis, Linn... ... se | Var. apennina, Stabile ....... » » » e cspalsa, Mall... .lL,. » » esse cigvoran L.. -.. ....;.. | » » » MIO SDErta, BOS: 4. . aL. | » 23. » variabilis, Drap. ....... aero” Sen coespitum, Drap. ..-. . ... | Ù » Mione “umidasciata,. Poir, . . ..... | » » » Ul. Ventricosa, Drap. . . ..... | » » SiWpulimus'obscurus; Mull.'. <.... | » » » gneeo tridena, Muli Don... » » ge guoriuens, Mull..L x... a sà » Mure auincus; Maul £ ..:..° | » » » 34. Achatina aciculoides, Jan. . . .. . | » » Alia. DIE, Balle... iu De RAG A. Hohenwarthi, Bourg.. .... 32. Pupa quinquedentata, Born.. . . . » » » bo:sggo Jrumontum, Drap.l. r.... | » » » duel») ‘avenacea, Brus:. . e... i, | » si » Mode Csetale, .Driap. .. tl. Lac | Vac: -safratina;. M. Tand.. tt... ul Se » 306. >». cylindracea, Da Costa .... » » » P. tembilicata, Drap. .. iu. P. Sempron, Ghamdi 0. do o». caloliblam; Bruo. S. cu. de Nr » 38. Vertigo minutissima, Hart. .... a » 39 Glausiba biulens; Li. ini or » («dA | Le NOMI DELLE SPECIE 40. » itala, G. Mart... .....-- | Var. punctata, Mich... .....-- 41. » plicatula, Drap......-.- C. apennina, Issel ......-..- 42. » rugosa, Drap.. ......-- Var. cruciata, Studer . .....-- | 43. » crenulata, Risso. . . ..... Gi-isseli Villa: an — «e a 44.» comensis, Shuttl........ Var. lucensis, Gentil........- 45. Succinea Pfeifferi, Rossm. . . . . . #6. Dimnea Emosazile. .%.. Ratti E vata Drap: ia) e Var. crassa, Gass. . i. <<. wa Var. intermedia, Fer......... 47. » peregra, Mull........: 48.» truncatula, Mull... .....% 49, Planorbis spirorbis, L.......- 50. Ancylus costulatus, Kust. ..... 51. Acme lineata, Drap........- 52. Cyclostoma elegans, Mill. . . . . . 53. Pomatias septemspirale, Raz.. . . | 54. » patulum, Drap......... 55. Bythinia opaca, Zieg.. . .....- B. etrusca, Paladh. ........- Br lIucensis, ‘Stab... . |. i Vado B IsselutGenio e 4 ALATI B. Siemoniana, Targ. ........ Aol» + rr LA 57. Pisidiumamnicum, Mull. ..... » » » IL. bd \/ ») » » » » SPECIE DA ESCLUDERSI DALLA VALLE DEL SERCHIO E DAI PAESI CIRCOSTANTI Zonites cellarius, Martens, Uzielli, Issel e Gentiluomo; Z. lucidus, Drap. Helix angygira, Uzielli; #. obvoluta, Mull, H. Da Campo, Issel (H. rubella), H. cantiana; Mont. rara. H, Olivieri, Issel; H. carthusiana. Drap. H. setipila, Martens; H. planospira, Lamarck. H. ammonis, Gentiluomo; H. coespitum. Drap. H. caperata? Uzielli; H. unifasciata, Poiret. H. profuga, Gentiluomo; H. unifasciata, Poir. Clausilia lineolata, Targioni; C. plicatula, Drap. Succinea elegans, Issel e Gentiluomo; S. P/eifferi, Rossm. Ancylus fluviatilis, Uzielli, Gentiluomo e De Stefani; A. costulatus, Kust. A. Janti, Issel, A. costulatus, Kust. A. gibbosus, Issel; A. eostulatus, Kust. Pomatias striolatum, Uzielli; P. septemspirale, Razoum. Bythinia abbreviata, Uzielli; B. opaca, Ziegler. NOTE INTORNO AD ALCUNI ARTICOLI DI CONCHIOLOGIA MEDITERRANEA PUBBLICATI NEL JAHRBUCHER DER DEUTSCHEN MALARKOZOOLOGISCHE GESELLSCHAFT DAL SIG. E. C. WEINKAUPF E DAL DOTT. KOBBLT PEL MARCHESE DI MONTEROSATO L'organo della Società Malacologica Tedesca ha pubblicato a varie riprese degli ‘articoli pieni di utili cognizioni sopra alcune conchiglie mediterranee, che sono rare o poco conosciute. I con- temporanei naturalisti Alemanni perciò, oltre ad essere eccellenti conoscitori delle conchiglie terrestri e quantunque si trovino lon- tani dalle nostre coste, mostrano di essere abbastanza informati della fauna mediterranea, mercè dei loro studii e delle loro scien- tifiche relazioni. Il primo articolo del dott. Kobelt tratta di una quistione pal- pitante di attualità, dei Solarii, cioè del mediterraneo. Egli dà un rapporto dei lavori su questo soggetto pubblicati dal Dottor Ti- beri e da me: ed a questo articolo ho già risposto con una let- tera, che comparirà nello stesso Jahrbucher come mi è stato gen- tilmente promesso dal nominato dottor Kobelt. In questa let- tera io oppongo delle valide ragiori alle di lui obiezioni, appog- giando le vedute che io ho esposto in esteso nella mia Mono- grafia dei Solari del mediterraneo. Altre importanti notizie su questo gruppo di specie si trovano nel numero di Luglio del Jour- nal de Conchyliologie di quest’ anno, ed altre ancora ne compa- riranno in altri numeri successivi. N Soi. I Un secondo elaborato studio dello stesso autore accompagnato da una buona tavola discute su quattro specie di Conchiglie me- diterranee appartenenti a quattro diversi generi di Gasteropodi. Queste sono: Coralliophila Meyendorffii, Calcara, Mathilda qua- dricarinata, Brocchi, Mytra zonata, Marryat, Buccinum fusifor- me. Kiener. Le figure rappresentano sufficientemente i caratteri delle con- chiglie, quantunque esse non sieno state fatte sopra esemplari scelti. Io mi permetto di volo qualche osservazione : 1. Coralliophila Meyendorffii. Il dott. Kobelt dà una esatta esposizione dell’ habitat di questa specie, servendosi di locali osservazioni fatte nel suo viaggio in Sicilia ed in altri punti del littorale italiano , ‘osservazioni che tendono a confermare quanto fu già detto da me (1) sulla cor- retta definizione, sulla distinzione specifica e sulle condizioni, in cui essa vive. L’ habitat delle Canarie ( M. Andrew) che io ho anche suggerito (?), fu taciuto forse involontariamente dal dott. Kobelt. Il Rev. Watson l'ha raccolta a Madera e gli esemplari, che debbo alla di lui gentilezza, confrontano esattamente con quelli tipici di Calcara, che fanno parte del mio gabinetto. Io chiamo la specie Pseudomurex Meyendorffi. Per incidente il dott. Kobelt parla dell’ altra specie di questo genere, per la quale io mi servo del nome di Pseudomurer bra- cteatus e che Philippi descrisse. col nome di Murex lamellosus. Tanto il nome generieo che il nome specifico da me adottati non godono la pubblica simpatia o l'adesione di tutti i Conchiologhi. Io però sono convinto, che il genere Coralliophila, al quale si vogliono riferire le nostre specie di questo gruppo non esprima un soddisfacente concetto, e per conseguenza il nome di Pseudo- murex dato da me, credo che potrebbe essere più adattato, se non altro per definire una suddivisione del genere Murer. La Co- ralliophila appartiene senza dubbio alla famiglia delle Purpuri- dae, mentre che lo Pseudomurex, come io lo intendo, appartiene a quella delle Muricidae. Tale almeno lo mostrano la forma este- (!) Notizie intorno alle Conchiglie fossili di M. Pellegrino e Ficarazzi, Palermo, 1872, pag. 15 e 16. (3) Notizie intorno alle Conchiglie Mediterranee. Palermo, 4872, pag. 48. L'ee riore dell'animale e dell’opercolo. Però il dott. Troschel ha fatto recentemente conoscere, che vi ha una grande affinità nella ana- tomia dello Pseudomurex Meyendorffii, o come vuole Kobelt della Coralliophila Meyendorffi, con alcune consimili specie delle An- tille e del mar Rosso. Da questo esame ne risulta la esclusione del mio Pseudomurex. Ma prima di decidermi ad abbandonare l’idea io domanderei: le specie osservate dal dott. Troschel sono delle vere Coralliophile ? o devesi supporre, che le conchiglie affini alle nostre sieno invece altre specie di Pseudomurex che vivono in quelle regioni? D' altronde il nostro metodo di classificazione non è basato sulle parti interne dell’ animale. La seconda questione riguarda la inopportuna riunione, se- condo il dott. Kobelt, che io faccio dello P. bracteatus con tutte quelle forme che sono caratterizzate da a'cuni scrittori come ap- partenenti al genere Lathiawis, a causa delle lamine triangolari, che adornano a modo di corona la parte superiore dell’ anfratto. Io non avrei creduto di dover ritornare sopra un soggetto, di cui feci una sì evidente e completa dimostrazione al dottor’ Ko- belt, allorchè esso mi favoriva delle sue visite. Una vera linea di demarcazione non si può tirare fra le molteplici forme che as- sume questa polimorfa specie, ed in evidenza del fatto ho altra volta accennato l’ esempio del Turbo rugosus, il quale possiede le medesime lamine, squame ed imbricazioni, le quali talvolta man- cano completamente e sono invece sostituite da nodosità o tut- t'altri ornamenti. Anche il Murex brandaris, il M. trunculus ed il M. cristatus hanno le varietà con spine e le varietà senza spine. 2. Mathilda quadricarinata. Il disegno della parte embrionale non è ben riuscito e le in- formazioni non sono complete. Io dunque rinvio il mio lettore ad una nota che ho recentemente pubblicato nel Journal de Con- chiliologie. Altre località si possono aggiungere alle poche date dal dott. Kobelt e precisamente a Palermo trovansi esemplari lun- ghi 25 millimetri. Un nome poco conosciuto di questa specie è la Turritella squamosa di Borson dal tipo che ho veduto nel museo mineralogico di Torino. La forma nana (Zrochus elegan- tissimus, O. E. Costa, Mathilda cochleaeformis e M. granolirata, Brugnone ) è probabilmente distinta. Io ne ho di recente otte- nuto alla profondità di 80 a 90 metri fuori di Palermo più di 50 og > Si 0. RR esemplari, dei quali alcuni perfettamente sviluppati. Essi sono co- stantemente piccoli, con un grosso apice e le carene di una dif- rente disposizione. 3. Mitra zonata. Più complete sono le informazioni su questa specie, nondimeno io vorrei mettere a contribuzione il risultato delle note prese da me nelle varie collezioni che ho visitato per far conoscere presso a poco il numero degli esemplari attualmente esistenti. In Sicilia, a Catania, Ognina, Aci-trezza ( Maravigua e coll’ Aradas due esemplari, Brugnone uno, Benoit uno, Destefanis uuo); Procida (coll. Monterosato un esemplare preso con l’animale (*) ricevuto in dovo dai sigg. Caifassi); Livorno (coll. Stefanini uno). Nizza ( coll. Paulucci in Firenze uno , coll. De Borgh a Londra due); Coste di Provenza (Museo di Marsiglia tre esemplari, Gay uno, Martin uno giovine ); Sardegna (Tiberi due esemplari morti); Algeria (Vélain fide Crosse a 35 metri, uno). Notata anche delle coste d’ Algeria da 5 a 50 tese (Jeffreys). 4. Buccinum fusiforme. Con questo nome il dott. Kobelt intende parlare della conchi- glia alla quale si dà generalmente il nome di B. Humphreysianum Bennet (1824) e di cui il B. Huzleyanam, Leach, ed il B. fust- forme Kiener (?) sono indubitatamente sinonimi. La notizia, che io posso aggiungere alle numerose ed importanti riferite dal dot- tor Kobelt, è che questa specie delle coste di Provenza sì racco- glie anche con l’animale. Soltanto i primi esemplari furono sco- perti nello stomaco del Trigla gurnaraus. Io non ne ho meno di 12 perfetti e adulti esemplari, aleuni dei quali con l’opercolo ed altri piccoli sino a 5 millimetri. La nostra conchiglia differisce un poco da quella originaria dello Shetland, e si deve con certezza riferire al B. ventricosum di Kiener (3) citato dell’ autore come (1) L'animale di questa specie ha un sifone o una tromba cilindrica flessibile ed estensibile come nelle grandi specie tropicali di questo genere. Le altre specie medi- terranee mancano di questo carattere ed appartengono ai sottogeneri Volutomitra e Turricula. (3) Il 8. fusiforme di Broderip è una specie di Fusue. Il, B. fusiforme di Deshayes è una Nussa fossile dei dintorni di Parigi. (3) Il 2. ventricosum di Lamarck è una specie di Nassa affine alle N. mutabilia , Linneo. delle coste di Provenza. Ma siccome una positiva differenza non esiste, così io mi contento di riguardarla semplicemente come va- rietà ventricosa del B. Humphreysianum. Gli esemplari dello She- tland sono più snelli dei nostri, ma è soltanto la differenza di località che cambia la fisonomia di questa conchiglia e le con- chiglie hanno la loro fisonomia come gli uomini. Faciîes non om- nibus una (Virg.). La varietà striata (Bucc. striatum, Phil. (1844) (1), B. Kiener, Mont. (1872) (2), B. inffatum, Benoit ms. non si trova vivente. Gli esemplari sin’ ora raccolti, sono fossili caduti nel mare e abitati dal Paguro. La forma tipica e la varietà ventricosa si trovano an- che fossili a Montepellegrino e ai Ficarazzi presso Palermo. Nel più recente numero del Jahrbucher trovasi ancora una mo- nografia di un piccolo gruppo di Pleurotomae del signor H. C. Weinkauff. L'articolo occupa varie pagine ed è di una incontra- stabile utilità , perchè accompagnato di diagnosi e di opportuni schiarimenti. Come pregio dell’ opera vi è annessa una tavola con discrete figure, le quali rappresentano le specie che l’ autore discute. Gli esemplari furono apprestati da me e fanno parte della mia collezione. Il sig. Weinkauff si limita a parlare delle specie la cui sinonimia era molto oscura e ch’ egli ora con molta chia- rezza ha saputo distinguere. Le specie descritte e figurate sono: Raphitoma (Mungelia) Bertrandi, Payraudeau, FRaphitoma (Mangelia) Sicula, Reeve, Raphitoma (Mangelia) Sandriana, Brusina, (8), Raphitoma (Mangelia) multilineata, Deshayes, Raphitoma (Mangelia) rugulosa, Philippi Le sue vedute, in quanto alle denominazioni specifiche , sono estremamente convincenti e perciò corrette e adottabili. Non così lo crederei di usare la medesima deferenza pel nome generico e pel nome sezionale da lui prescelti. La Raphitoma di Bellardi comprende indistintamente le piccole specie di Pleurotoma ed ab- braccia varie specie di Defrancia, qualche Bela e due o tre Cono- (2) Non 8. striatum, Pennant (1776) ch’ era una varietà del B. caudatum., Linneo. (5) Non B. Kiener, Deshayes ch’ era una piccola Nassa del Mar Rosso. (*) Descritta anteriormente da Calcara (Ricerche Malacologiche, Palermo 1833 p. 4. f. 2) col nome di Pleurotoma Paciniana. SM, SITI pleura. Il tipo è la P. Aystrix di Jan, ch' è una Defrancia. La Mangelia di Risso ha per tipo la Rissoina Bruguieri (Mangelia Poliana, e M. reticulata Risso) e contiene Pleurotomae di altre x sezioni. La Mangeia di Reeve, è sinonimo di Cythara di Schu- macher. Questo gruppo è caratterizzato principalmente dalla va- rice o dallo ingrossamento del labro esterno: ma questo carattere pare che si modifichi in alcune specie p. es. P. costata, Donovan, sino a perdere ogni sua importanza in altre specie p. es. P. co- stulata, De Blainville. Se è realmente necessario di dividere questo gruppo di specie dalle altre Pleurotomae, il nome di Cyharella, credo, che sarebbe adattato per mostrare l’ affinità di questa specie con quelle del genere Cythara. DESCRIZIONE DELLE NUOVE SPECIE DI MOLLUSCHI PLONE RACCOLTE NEI DINTORNI DI SAN MINIATO AL TEDESCO DA CARLO DE STEFANI Nell’ atto di presentare le figure delle specie nuove, da me raccolte nei dintorni di S. Miniato al Tedesco, e già descritte (Bull. Mal. It., Fossili pliocenici dei dintorni di S. Miniato in Toscana, Molluschi bivalvi ed univalvi); rinnovo le descrizioni medesime, e mi\approfitto dell’ occasione, per indicare taluni dei più gravi errori tipografici che sono incorsi nella sopra- citata pubblicazione. Nella introduzione, a pag. 6 (4), in luogo di dire: oltre queste 8 specie (da me descritte come nuove), altre 8 e cioè complessivamente 16, dee dire, oltre queste 7 specie, altre 8 e cioè complessivamente 15; a pag. 8 (6), invece di, 2 (specie di mollu- schi fossili di S. Miniato) vivono nei mari d'Inghilterra, cioè il M. incisus e la R. costata, deve dire, uno vive nei mari d’ Inghilterra, cioè W M. incisus. Nel testo, a pag. 14 (12), invece, di un individuo, rassomiglia alla T. vetula, che non è altro se non la T. edu- lis, si deve leggere, rassomiglia alla T. vetula, Phil., che non è altro se non la T. edulis: finalmente, a pag. 41 (39), parlando della 7. subcinerea, D'Orb., è stampato, se rimanesse comprovata la identità della specie fossile e della vivente, si dovrebbe dare loro il nome di T. cinerea, Brocchi o Basterot non di T. acicu- lina, Lamarck, mentre doveva essere scritto, sî dovrebbe dare loro il nome di T. cinerea, Born o Basterot, non di T. aciculina, La- marck. PAS; ERI, Venus Amidei, Meneghini. IAN. La dito, ia 100, 105 A V. Amidei, Meneghini, (C. De Stefani, Fossili pliocenici dei dintorni di S. Miniato, pag. 15 (13). Testa ovato-trigona; subaequilatera; antice subcordata; postice de- clivi-angulata: plicis transversis pluribus, parum elevatis, re- curvis, non regularibus ornata; lunula impressa, lanceolata; area nitida valvarum, magna , lanceolata, excavata , margini acuto limitata; cardine crusso ; sinu pallii minimo, acuminato; margine crenulato. SUMDEDEZZA «jo. in ce AB MISERA deco Tala da cat), spl e Bd ISTORBOZZO: 2 pn, more gi ARA Conchiglia solida, ovata triangolare, quasi equilatera, poco ri- gonfia, cogli umboni, depressi terminanti in un becco od apiee ricurvo anteriormente; l’estremità anteriore è alquanto più breve dell'altra e più rotondata, l'estremità posteriore è appena curva; l'estremità inferiore è esattamente rotonda. Gli individui giovani sono assai più depressi, ed in essi le lamelle trasversali sono talora soltanto 6 od 8. Negli individui adulti esse sono in nu- mero variabile da 20 a 40, ricurve, colla concavità verso gli apici, poco elevate, e soltanto prominenti e rialzate a guisa di creste sul margine della estremità posteriore, più o meno fitte e talora irregolari, cioè non sono sempre perfettamente parallele, poichè spesso, in specie nell’estremità anteriore, avviene che due o tre sì riuniscano in una sola. Negli intervalli fra queste lamelle mag- giori, ve ne sono altre in numero variabile poco visibili, od appena rappresentate da strie, che però talvolta sviluppandosi possono accrescere il variabile numero delle lamelle maggiori. Delle scan- nellature longitudinali partono dall’apice, senza parallelismo co- stante, intrecciandosi in vario senso, e si manifestano specialmente verso la parte inferiore, solcando le lamelle trasversali che ri- mangono interrotte come dai denti di una sega, mentre alle super- fici intermedie , specialmente negli individui minori, danno una apparenza sagrinata. La lunula è allungata, impressa, limitata a da un solco impresso e staccata dal resto della superficie da un semplice rilievo ; l’area liscia di ogni valva, dove le lamelle non n si estendono, è ampia e allungata, staccata dal resto della super- ficie da un angolo acuto, sicchè è assai inclinata verso l’ interno della conchiglia e forma angolo colla superficie liscia dell’ altra valva; sì l’area come la lunula sonoc liscie, salvochè vi si vedono continuate talune linee trasversali di accrescimento che si palesano anco su tutta la superficie delle valve. Il cardine è solidissimo; il seno palleale assai piccolo, triangolare, appuntato, il margine è crenulato , il colore in certi individui appare rossastro. Fra le specie affini potremmo citare la V. complanata, Bonelli, la V. Ba- steroti, Desh., e la V. plicata, Gmel.; ma, pella sua area particolare e pel seno palleale piccolo, la specie attuale diversifica da queste e dalle altre cui potrebbe paragonarsi. Il Prof. Meneghini 1’ ha determinata sopra individui provenienti dai terreni pliocenici di Volterra, e l’ ha dedicata al dott. Amidei, ora defunto, il quale con zelo aveva atteso a fare una collezione dei fossili dei dintorni di Volterra, collezione che poi è stata comprata dal Comizio Agrario di quella città Io ho ritrovata questa specie assai fre- quente negli strati a turritelle, in Val d’Ensi, verso Val d’Arno, ed altrove nei dintorni di S. Miniato ; la si rinviene pure nelle crete plioceniche del Monte Arioso presso Siena. Cytherea subapenninica, Meneghini. Tav. I, fig. 2, 2a, 2b, 2c. C. subapenninica, Meneghini, (C. De Stefani, Fossili plioc. di S. Miniato, pag. 18 (16). Testa tenui, transversa, ovato trigona, inaequilaterali; latere antico breviore, rotundato; postico angulato, carinato ; clausa; nitida; concentrice striata et fusco-conata; lunula ovato-elongata; denti- bus in valva dextera tribus divaricatis, in valva sinistra quatuor; sinu pallii obliquo, elongato; angulo palleali rotundato, obtuso. Lunghezza 04% a Altezza: VOOR, Ra Conchiglia ovata, di forma triangolare, inequilatera!e, tenue, nitida, concentricamente solcata da leggere strie e ripiegature: il SM i colore ne è bianco lucente, con zone trasversali di colore oscu- ro; il lato anteriore è breve e rotondato, e gli umboni son» in- x curvati verso di esso; il lato posteriore è allungato, triangolare e carenato; la lunula è poco visibile ed allungata : i denti nella valva destra sono 3, diritti e divaricati, nella valva sinistra sono 4, e di questi il laterale è manifestamente bifido : il seno palleale è obliquo, allungato verso l'interno fino quasi alla metà della valva, e di contorno ovoidale. Il prof. Meneghini determinò questa specie sopra un individuo proveniente dai dintorni di Lari, e donatogli dal Pecchioli; io ne ho ritrovati assai individui negli strati superiori presso Calenzano. Pella sua forma esterna e pel seno palleale interno, non è certo a prendersi per una varietà giovane della C. Chione; pella forma decisamente triangolare è diversa dalla C. splendens, Mer., dalla C. laevigata, Lamk, e dalle specie affini, così pure è diversa dalla 0. Raulini, Hòrnes, del bacino di Vienna, la quale ha l'estremità posteriore allungata a guisa di coda ed il seno palleale assai breve. Melampus Serresi, Tournouér Tav. I, fig. 3, da. 1841. Auricula acuta, non Dujardin, Marcel de Serres, fide Tournouér. 1872. Auricula (Leuconia), Serresi, Tournouér (Auriculidées fos- siles des faluns, Appendice. Jour- nal de Conchyl., Serie III, T. XII, n. 1, pag. 84 et 111; PI. III, fig. 5a, bb). 1873. Buccinulus D’Achiardii, De Stefani, (Specie nuove, Ball. Malac. Ital., Vol. Vi, p. 29). 1874. » » De Stefani, (Fossili pliocenici dei dintorni di S. Miniato, Molluschi bivalvi ed univalvi. Bullet. Mal. Ital. Vol. VII, pag. 62). 1874. Mcelampus (Ophicardelus?), Serresi, Tournouér (Terrains tertiaires superieures de Théziers. Bull. Soc. geol. de France, Se- rie III, pag. 301; PI. IX, figu- ra 16 la). SE, | A Già da qualche anno, avevo distinta questa specie col nome di Buccinulus D'Achiardii, attribuendola alla famiglia delle Acteo- nidee ed al genere Buccinulus, perchè ne presenta tutti i carat- teri, e perchè l'avevo trovata sempre, entro sedimenti non dub- biamente marini, e con altre conchiglie marine. Però, avendo consegnato quel nome alle stampe nel Bullettino Malacologico Italiano, la pubblicazione di questo giornale ha subìto dei lunghi ritardi, ed il fascicolo nel quale è contenuta la descrizione della mia specie, porta la data del 1873, quindi ha la priorità il nome proposto nell’anno innanzi, cioè nel 1872, dal sig. Tournouér, che poi nel 1874 l’ha riportata alla tribù delle Melampinee, ed al genere Melampus. Io volontieri ammetto che dessa appartenga alla fa- miglia delle Auriculidée ed al genere Melampus, perchè il Tour- nuér ottimo conchiologo, ha avute maggiori opportunità di far dei confronti, e perchè egli ha trovata la conchiglia insieme con in- dividui appartenenti ad altra specie di Auriculedee, ed entro se- dimenti littorali submarini, che sono peculiari a questi generi. Il Tournouér cita il M. Serresi a Montpellier, a Vaquiéres ed a Saze, entro terreni attribuiti al pliocene inferiore. Io, n’ ho rac- colti degli individui ruzzolati, nelle argille tipiche del pliocene, ai Cappuccini presso S. Miniato nella parte superiore del colle, e nelle sabbie del pliocene inferiore presso il Ponte a Elsa; ne raccolsi poi numerosi individui, nel posto naturale in cui vissero, nelle finissime argille che ho attribuito al pliocene inferiore, presso Canneto, lungo la via che mena a Meleto nella Val d' Elsa, ed alle Fornaci presso Montespertoli, pure in Val d'Elsa. La specie, trovasi eziandio a Vinci nella Val di Nievole, presso Volterra, nelle crete sanesi, e secondo il Tournouér che cita la collezione del Deshayes, anche in Sicilia. Il trovare questa rara conchiglia, nel golfo di Montpellier, ed in vari sedimenti toscani, tutti tipici del pliocene, conferma sempre più il parallelismo geologico dei due terreni, mostrato già, pure, dalla comunanza di tanti altri resti di vertebrati e d’inver- tebrati, e recentemente, per esempio, dell’avere trovato nelle argille di Orciano Pisano, la Pristiphoca occitana, Gervais, di Montpel- lier, così determinata dal signor Mayor. Mat gi Rissoa Meneghiniana, De Stefani. Tav. I, fig. 4, 4a. R. Meneghiniana, sp. n. (C. De Stefani, Fossili plioc. di S. Miniato, pag. 69 (67). Testa solida, crassa, clongato-conica, nitida, laevigata, anfractibus planiusculis, ultimo obsolete angulato; apertura obliqua, ovato- triangulata, superne canaliculata; labro extus incrassato, intus laevigato. Mama cn, ASTE SI RA fp Larghezza dell’ ultimo anfratto . . 3°3/4 Conchiglia solida, grossa, colla superfice assolutamente liscia, nitida e lucente là dove non è corrosa nè calcinata, esattamente conica ed acuta, con circa sette od otto anfratti quasi piani od appena convessi, separati da una sutura ben distinta, con l’ultimo anfratto angoloso nel mezzo ; l'apertura uguaglia circa la metà della spira; è quasi triangolare, alquanto obliqua, angolosa supe- riormente, larga ed ovata inferiormente; il labbro destro è ade- rente alla columella e continua col labbro sinistro, soltanto nella parte superiore dell’ apertura vi è una piccola e stretta insenatura; il labbro sinistro è semplice e calloso all’esterno, liscio all’interno. La specie somiglia alla Melania 2 soluta, Philippi (En. Moll. Sic., Vol. II, pag. 121, T. XXIV, f. 1), senonchè, se la figura e la descrizione del Philippi non fallano, ne differisce, pella forma della bocca più espansa inferiormente, e pella solidità della conchiglia. La K. Meneghiniana, lho trovata negli strati superiori presso Calenzano insieme con varie altre corichiglie di piccole dimen- sioni; essa differisce dalle specie congeneri, pelle dimensioni, per la levigatezza degli anfratti, e per avere l’ultimo anfratto ottusa- mente angolato. L'ho dedicata all’Illustre Prof. Meneghini, qual piccolo segno della mia gratitudine e del mio rispetto verso di lui. Nel Museo Pisano ne esistono degli individui provenienti dai dintorni di Volterra. DESCRIZIONE DI NUOVE SPECIE DI MOLLUSCHI PLIOCENICI ITALIANI DI CARLO DE STEFANI Murex Soldanii, Meneghini Tav. II, fig. 1, la. Testa conglobata, transversim cingulata et striata, longitudinaliter varicibus nodosis 8-9 ornata; anfractu ultimo, serie nodorum, duplici, coronato: inferiore ad instar carinae, aculeata ; supe- riore obtusa ,\tuberculiformi; apertura ovata; cauda late um- bilicata, adscendente. Conchiglia globosa, quasi egualmente lunga che larga; a spira declive; con circa 8 anfratti collocati l’uno sull’ altro e separati appena da una sutura lineare, cinti transversalmente da cingoli alquanto rilevati, tutti, insieme coi solchi, uniformemente striati. Le varici longitudinali sono 8 0-9, oblique sugli anfratti, ottuse nella parte superiore della spira, nell'ultimo anfratto spianate, e frastagliate dalla parte dove la conchiglia si accresce: nella por- zione superiore dell’ ultimo anfratto formano 2 serie di nodi tu- bercolosi, fra l’uno e l’altro dei quali le varici sono più rilevate; la serie inferiore di questi nodi è spinosa, con aculei appuntati e canaliculati, e forma la carena dell’anfratto giungendo all’altezza della metà della bocca; la serie superiore è ottusa. La bocca è rotonda ; il labbro destro è solcato ed il sinistro perfettamente liscio; il canale è aperto e molto ripiegato all’ indietro; la coda — 8L — è ampia, molto ricurva, fornita di largo ombelico, e ad essa fini- scono le varici ben distinte fra loro. Di questa specie, nel Museo Pisano, sono alcuni individui pro- venienti dai terreni pliocenici delle Colline senesi, da S. Lorenzo in Val d’ Elsa, e a Altavilla presso Palermo. Il Prof. Meneghini la distinse da prima col nome di M. coro- natus, e con tal nome credo si trovi in qualche collezione, ma essendovi già una specie omonima del Risso, egli vi ha sostituito il nome di M. Soldanii, in onore dell’ illustre Abate, il quale aveva già conosciuta la specie, come si rileva da un esemplare proveniente dalla sua collezione, che porta il nome, probabilmente scritto da lui medesimo, di Concha turbinata-echinata, ed il n.° 115. La specie, in una collezione dei fossili d’ Altavilla inviata dal Padre Libassi al Prof. Meneghini, era indicata come una varietà del M. trunculus, Linneo. Dessa somiglia al M. Pecchiolianus, D’ Ancona, pell’ aspetto rigonfio e pella disposizione dei cingoli, ma diversifica da ogni altra specie pella duplice serie dei tubercoli che coronano l’ultimo anfratto, e pella carena spinosa formata dalla serie inferiore, che giunge all'altezza della metà della bocca anzichè rimanere nel primo quarto superiore. L'esistenza, embrionale se vogliamo, ma pur sempre palese dei tubercoli superiori, distingue la specie dal M. Pecchiolianus, D'Anc., e dal M. conglobatus, Michelotti, an- corchè la carena non scenda alla metà della bocca, e sebbene i tubercoli superiori sieno alquanto meno sviluppati di quello che non appaia nella figura. Dimensioni minime di un esemplare d’ Altavilla : CL ME FRENA], RR OO n n tari e ae 1 Dimensioni massime di un esemplare delle argille senesi: DRGBERT: les - capillari 0 Barebhezza we fo uf (iti £ i, Murex dumosus, sp. n. Tav. II, fig. 2, 2a. Testa oblonga, fusiformi: spira ewerta; anfractibus scalariformi- 6 - “Ve a bus; varicibus longitudinalibus 6, in intersectione cingulorum transversalium frondosis: spinis longis, subtilibus, acutis; aper- tura rotundato-oblonga : labro dextro sulcato; caudu oblonga, canali aperto, aliquantulum recurvo. Conchiglia allungata, fusiforme, composta di 8 anfratti ele- vati gli uni sugli altri a guisa di scala e staccati da una sutura abbastanza distinta ; ornata da cingoli trasversali rilevati, alter- nativamente maggiori e minori, striati poi tutti, insieme cogli intervalli, a sottili linee; negli anfratti superiori, il più alto di questi cingoli forma una carena; le varici sono 6, e negli inter- valli fra loro, vi è talora indizio di altre pieghe longitudinali. Nel punto dove i cingoli trasversali passano le varici, si inalzano delle decise spine appuntate e scannellate , e la serie di quelle più elevate e maggiori, ch’ è la superiore, segna la carena degli anfratti. L'apertura è oblunga; il labbro destro è solcato, il si- nistro liscio ; la coda molto lunga, talora più della bocca, diritta, sottile, ed alquanto ricurva all'indietro; il canale a guisa di solco è aperto e stretto. Talora le spine divengono più ottuse, e quasi scompaiono, rima- nendo le varici nodulose e frondose. La coda lunga, e la lun- ghezza delle spine, fanno riconoscere questa specie dalle altre. La specie proviene dài dintorni di Palermo, e ne furono donati varii esemplari dal Padre Libassi al Prof. Meneghini, che li ha depo- sitati nel Museo dell'Università di Pisa. All’ apparenza della fos- silizzazione mi pare che la specie derivi dai depositi del Monte Pellegrino piuttosto che da quelli di Altavilla. Dimensioni : Altenta 00 Sea IRE De SAI ARE Larghezza”. “OR RO Chemnitzia varicosa, sp. n. Tav. II, fig. 3, 3a. Testa elongata, turrita, solidula: spira acuta, anfractibus 13-14 convexis , sutura profundiuscula; transversim regulariter cin- gulata et striata, longitudinaliter costata, costis aliquando va- ricosis; ultimo anfractu quartam partem spirae aequante, con-. vero; apertura obliqua, ovato triquetra : labro acuto, integro. RIO.”

Solum 2 indiv. formae minoris. VET...) — 127 — H. variabilis, Drap. H. profuga, Ad. Schm. Esregius Dom. Eq. Blanc, botanicus et Conchyliologiae stre- nuus cultor, pro H. Aradasit habet, sub quo nomine dno species veniunt apud auctores, sat affines quidem: H. costulati , Z egl., et I. profuga, Ad. Schm. — Ego met-ipse primitus. specimina neapolitana /elici striatue adseripseram; serius, collatis specimi- nibus Fiorentiae alle Cascine, a me lectis, qua pro H. profuga, semper habueram, identica esse mihi finxi. H. candidula, Stud. H. conspurcata, Drap. Ombino congruens speciminibus jamdiu a me lectis in moenis urbis Montisferrati, et amicissimo Comite C. Mella communicatis, a quo accepit L. Strobel. Bulimus acutus, Mill. B. obscurus, Muiller. B. decollatus, L. (Stenogyra). Cionella folliculus, Gren. Sat frequens, sed unico loco. C. Hohenwarthi, Rossm. fide Tiberi, perrara. C. acicula, Miill., perrara. Pupa umbilicata, Drap. P. Callicratis, Scacch.! Non ego judex sedebo in controversia, num eadem sit species ac P. minutissima, Hartm. P. pusilla, Mill. Clausilia papilaris, Muihlf. Carychium minimum, L. Minime frequens. C. Honnii Tib.! Deest in Catalogo Conchyliarum edito a D. Kobelt. 1871. Limnaca palustris, Mull. Li DE ri & i ved 474 RIA) } "i » Der Prete Dott. Rarmonpo. — Nota di alcune conchiglie rac- colte nei comuni di Viareggio, Massarosa e Camaiore . » LawLey Roserto. — Nota di conchiglie fossili di Val Lebaia » De SteraAnI CarLo. — Molluschi viventi nella Valle del Ser- chio-sugemoer@?t;. a. Fee La e MarcHÒese DI Monrerosato. — Note intorno ad alcuni arti- coli di conchigliologia Mediterranea pubblicati nel Jahrbiicher der deutschen malakozoogische Gesellschaft del signor H. C. Weinkauff e Dott. -Kohelt. "0. Lee De Srerani CarLo. — Descrizione delle nuove specie di mol- luschi pliocenici raccolte nei dintorni diSan Miniato al Tedesco» De Srerani Caro. — Descrizione di nuove specie di mollu- schi pliocenici Italiani) .- /3°. lune, ae e Manzoni Dott. AnceLo. — Una proposta di ostreocultura » Apam G. BartIsta. — Molluschi raccolti in Val di Caffaro nell’ Agosto del 1874, (continua) . . . +... . + > | i Fascicoro IL. Apami G. Battista. — Molluschi raccolti in Val di Caffaro nell’Agosto del 1874, (continuazione e fine) . . . Pag. Secuenza Giovanni. — Studi Pale>ntologici sulla Fauna Ma- lacologica dei sedimenti pliocenici depositatisi a grandi pro- fogigita. (Introduzione (continua). . . . . . è. » Cesati Vincenzo. — Molluschi raccolti nel R. Orto Bota- Meo im Napoli .. ... . » Benorr C. Lursi. — Coliiogo delle Conchiglie terrestri e pa viatili della Sicilia e delle Isole circostanti (continua). . >» Fascicoro III Benorr C. Lurei. — Catalogo delle conchiglie terrestri e fluviatili della Sicilia e delle Isole circostanti, (Continuazione MM 0, a. i. au 97 ivi Pini NAPOLEONE. — Specie nuova — Clausilia Gi. » 164 Tommasi A. — Catalogo dei molluschi terrestri e fluviatili viventi nel territorio di Castelgoffredo e dintorni facenti parte del Circondario di Castiglione delle Stiviere. . . . . >» ELENCO DELLE SOCIETÀ COLLE QUALI VENNE FATTO IL CAMBIO DELLE PUBBLICAZIONI Deutsche malakozoologische (resellschaft. — Frankfurt A K. K. Geologische Reichsanstalt. — Wien. 166 L'E Kongelige Danske Videskabernes Selskabs. -- Kiòbenhavn. R. Comitato geologico d'Italia. — Roma. Schlesische Gesellschaft fiir vaterlàndische Cultur. — Breslau. Società Toscana di scienze naturali. — Pisa. Società Veneto-Trentina. — Padova. Societé Imperiale des Naturalistes. — Moscou. Societé Malacologique de Bélgique. — Bruxelles. Societé geologique de Bélgique. — Liége. vice e e ed ca EE n i : de ì î ì Fu zA 13 Uli , de NA 1 6 ERACE Cari n CS È _ ba è r i = 4 u \ È ? È % $$ b n Î : Ì î Ve VEC LS } WI " è gl p Ù tre x nadal i sii Ì PALI \ ì t — Bull d'S'Malac.It. DE STEFANI Tav.] ka n] Into. in: Pisa d VASIE Amidei Meneghini ì e: (ylherea Su Sapenninicallineghini i OUTRIMUE? dò Melazza MI Je Also Mene o Grinsa na, gr.r. Bull d° S'Malac. Ît. DE STEFANI (= Feet e dpi ® fà e, sE Ù ? I. Mares doldarz Meneghini. 6. Fà roloma lAnvonae, A n. UVerex di “AL Liceali dl 001 7EX AUTRISUI, DA Ò buroloma Coccors I. A. ph _ L i, i » Ò. (fiemnzilera vVAarICITA; 77, 72. 6. prata: volalerara, gp. 72. Aaa f fenestrala, Meneghini 9: PEG presneluo, DE EA VA a AngeloniiMeneghins. 10. A-ca (neciula; be gt 72. Z 7, | i nhmoll QL401.$675 3088 00073948 i i 3 3 Bullettino. “ai