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Librarp of the Museum
COMPARATIVE ZOOLOGY,
AT HARVARD COLLEGE, CAMBRIDGE, MASS.
Founded bp pribate subscription, în 1861.
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Deposited by ALEX. AGASSIZ. |
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SOCIETÀ MALACOLOGICA
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BULLETTINO
DELLA
SOCIETÀ MALACOLOGICA
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VOLUME XIII
1888.
PISA
SOCIETÀ MALACOLOGICA ITALIANA
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1888.
Nu STINO DELLA SOCIETA MALACOLOGICA ITALIANA
PROCESSO VERBALE
dell'adunanza in Pisa del 13 Novembre 1887
Sono presenti il Presidente Com. Pri. MENEGHINI, i soci
CasteLLI, Carrassi, DeL PRETE, SIMONELLI e il. sottoscritto se-
gretario.
Il signor Caifassi cassiere presenta il rendiconto della
Società che viene approvato nei seguenti termini:
ENTRATE
iesscidelifanno 1488700 o e e 890
Tasse arretrate dell’anno 1886 . . . .. 580
Tasse arretrate degli anni precedenti . . . 120
Vendita di Bullettini. . . Foro ADE
Frutti sopra capitali sa SEA Aa 61,97
L. 1553, 97
SPESE
Spese di pubblicazione . . 009, 29
Spese di segreteria dal 5 nali 1886 A)
SR ENovembre risse eee eta —, 161, 16
L. 1024, 51
Avanzo a pareggio... . 0. (62921
1553, 97
Stato patrimoniale al 5 Luglio 1887. . . 2113,06
» » al 13 Nov. 1987 . . . 2642,27
SERE NALI
Nella qual somma non è compreso il valore dei libri della
biblioteca; la somma precedente per lire 2540,70 è depositata
alla cassa di Risparmio di Pisa, il rimanente in contanti presso
il cassiere,
Viene autorizzato il cassiere a detrarre dalle entrate future
150 lire di quote ormai inesigibili.
Si stabilisce a richiesta di alcuni soci che possano i soci
stessi liberarsi in perpetuo dal pagamento della tassa annuale
versando alla Società in una sola volta lire duecento. Il cas-
siere avrà cura d’investire tali somme in rendita pubblica al
portatore, onde restituirle nel caso di scioglimento della Società,
dedotte previamente tante tasse annuali quante ne sieno scadute
dall’ epoca del versamento a quella dello scioglimento della
Società: restituzione al socio e non agli eredi.
Invitato dal Presidente ad esporre le condizioni nelle quali
trovasi la pubblicazione del Bullettino, il Segretario fa notare
essere ridotto ormai assai difficile di continuare le nostre
pubblicazioni col sistema tenuto dall’ epoca della fondazione
della Società. Allora, e per diversi anni sembrò possibile di
raggiungere l’ intento, speravasi di raccogliere nel Bullettino
tutti o quasi gli studi di malacologia che potevano farsi in
Italia; in questa idea fu ritenuta superflua una parte della
quale non si può disconoscere l’importanza, quella che si
riferisce alla rivista dei lavori di malacologia pubblicati al-
l’infuori dei nostri atti; ciò rendeva anche meno obbligatoria
la regolarità delle pubblicazioni e sotto un certo punto di
vista facilitava le pubblicazioni stesse.
Oggi ciò non è più possibile; le pubblicazioni scientifiche
in Italia sono cresciute a dismisura e gli studiosi male possono
per molte ragioni sottrarsi alle circostanze che determinano a
pubblicare i loro lavori in opere poligrafe, per modo che in
questi ultimi anni i lavori di malacologia che hanno veduto -
la luce nei diversi periodici scientifici Italiani, superano e
molto assai per numero e anche per importanza quelli che
sono stati pubblicati nel Bullettino.
Occorre in conseguenza se si desidera che i nostri atti
seguitino ad essere pubblicati, di tener conto di questo fatto
ed aggiungere alla parte originale un resoconto di tutti i la-
= ei A
vori Italiani e di quelli che pubblicandosi all’ estero interes-
sassero la Malacologia Italiana o che si riferissero a questioni
importanti d'indole generale.
Però in questo caso non sarebbe opportuno pubblicare gli
atti ad intervalli di tempo molto differenti fra loro; sulla
scelta di questo intervallo egli si rimette ai soci presenti qua-
lora convengano nei suoi apprezzamenti.
Il Presidente crede che possa ancora utilmente continuarsi
la pubblicazione dei nostri atti, aggiungendovi il resoconto
proposto dal Segretario ed opina che pubblicando almeno cinque
dispense all’ anno e più abbisognando, si potrebbero fornire ai
nostri soci convenientemente i mezzi per seguire da vicino il
movimento scientifico in questo ramo della Storia Naturale.
I soci presenti convengono unanimi nelle precedenti proposte.
D. PANTANELLI.
GIOVANNI BATTISTA ADANI.
Gio. Battista Adami maggiore nel 51.° Fanteria nato a Po-
marolo nel Trentino, cessava di vivere il 6 Ottobre 1887 in
Brescia essendo nel suo quarantanovesimo anno d'’ età.
Appartenne al novero dei fondatori della Società Malaco-
logica Italiana nel 1875 e fu sempre uno dei soci più attivi
della medesima. Il nostro Bullettino conta molti lavori di
Adami che tutti si distinguono per una grande accuratezza e
per un sentimento squisito del vero. Indefesso raccoglitore, era
in relazione con tutti i cultori della conchigliologia; la sua
perdita è stata da tutti vivamente sentita e tanto più doloro-
samente che è venuta imprevista quando tutti sì auguravano
ancora molto dalla sua intelligente operosità.
Altri hanno detto delle sue doti militari, a noi non resta
che rimpiangere la scomparsa di un uomo di cui apprezzavamo
altamente l’amore ai nostri studi e l’ acuto criterio scientifico
FIG
e col più vivo rammarico ci associamo al dolore della sua
desolata famiglia.
Il Cav. Magg. Gio. Battista Adami ha pubblicato nel Bul-
lettino della Società Malacologica Italiana i seguenti lavori:
1875
. Vol. I, pag. 93. Molluschi raccolti in Val di Caffaro nel-
l Agosto 1874.
. Vol. II, pag. 219. Molluschi dei dintorni di Sassari in
Sardegna.
. Vol. III, pag. 16. Reclamo di priorità.
» pag. 65. Una nuova forma di Clausilia.
. Vol. VII, pag. 188. Molluschi postpliocenici della Torbrera
di Polada presso Lonato.
. Vol. VIII, pag. 129. Nuove forme Italiane del genere Unio
Con una tavola.
. Vol. XI, pag. 204. Novità Malacologiche recenti. Con
quattro tavole.
CARLO POLLONERA
ESAME CRITICO
DELLE SPECIE TERRESTRI DESCRITTE COME NUOVE
Dar’ Asats G.. OLIVI
Qualche anno fa ricevetti dal compianto Prof. Luigi Pe-
gorari un certo numero di specie terresfi da lui raccolte a
Chioggia e sulla sua spiaggia tra i rigetti del mare. Con
l’aiuto di questo materiale volli passare in esame le conchi-
glie terrestri citate o descritte nella Zoologia Adriatica (1) del-
l’Olivi, il quale aveva studiate le produzioni dei medesimi
luoghi. Non tardai ad avvedermi che le specie oliviane erano
state in parte male interpretate dai recenti autori, e che il
nome di alcune di quelle veniva tuttora applicato a forme
assai differenti da quelle che doveva aver avuto tra le mani
l’ Olivi.
L'errore primitivo fu commesso dal Moquin-Tandon (Hist.
nat. des. Moll. terr. et fluv. de France 1855), il quale alla
Helix marittima Drap e Pupa variabilis Drap. sostituì i nomi
di Helix lincata Olivi e Pupa (Turbo) multidentata Olivi.
Questa identificazioue fu da quasi tutti i malacologi posteriori
accettata sull’ autorità del Moquin-Tandon senza averne veri-
ficata l'esattezza, trovandosi anche la maggior parte di essi
nella impossibilità di far ciò, sia per non avere il libro del-
l’Olivi, sia per mancanza del materiale di confronto delle lo-
calità originali. Imprenderò dunque io questo esame delle
specie terrestri scritte come nuove dall’ Abate Olivi.
(1) Zoologia Adriatica, ossia Catalogo ragionato degli Animali del
Golfo e delle Lagune di Venezia, ecc. dell’ Abate Giuseppe Olivi ecc. Bas-
sano, 1792,
MA gua
I. Turso MurtipeNTATUS Olivi, loc. cit p. 171, tav. V, £. 2
« T. testa subcylindrica acuminata pellucida, anfractibus con-
« tiguis; fauce plicis intus porrectis membranaceis, dentibusque
« clausa.
« Abita.... Si trova come il precedente (T. quinque den-
« tatus Borm), dal qual discorda per il molto maggior numero
« di spirali, e per parecchie pieghe invece dei tre denti al
« labbro: Probabilmente terrestre. »
La citata figura, che accompagna questa descrizione, è
molto rozza ed evidentemente esagerata nelle dimensioni; in
essa si vedono tre lunghe pieghe palatali di eguale importanza
che si avanzano sin presso il margine del labbro. Questa fi-
gura somiglia assai nel suo insieme a certe forme francesi
della Pupa variabilis Drap., ma in questa le pieghe palatali
lunghe sono due sole, e talvolta soltanto ve n’ è una terza infe-
riore la quale non raggiunge mai tale sviluppo da poter gareg-
giare colle altre due. Assai più frequente invece è la varietà
sabaudina Bourguignat nella quale è una sola la piega palatale
che si avanza sino al labbro, mentre le altre sono brevi e col-
locate profondamente nel palato. Quest ultima forma è predo-
minante nelle P. cariabilis dell’ alta valle della Dora Riparia e
l’unica che trovai nella valle .della Scrivia negli Apennini pie-
montesi. La colonia più orientale della P. variabilis sembra
essere in val Baganza e val Enza nell’ Apennino parmense (1);
non ho veduto gli esemplari raccolti in queste ultime località,
ma molto probabilmente essi debbono esser simili a quelli
della più prossima colonia di val Scrivia che hanno una den-
tatura affatto diversa da quella rappresentata nella figura del-
l Olivi. Inoltre la P. variabilis non si trova nè in Lombardia
nè nel Veneto, nè alcuno la ritrovò tra i rigetti del mare
presso Venezia; è invece assai frequente a Chioggia ed in gran
parte del Veneto la P. frumentum Draparnaud, o più esatta-
mente la varietà <0yrica Rossm. di questa specie. Senza alcun
dubbio è questa la forma trovata da Olivi e così malamente
figurata nella sua opera.
Se il nome, dunque, di P. multidentata Olivi vuol essere
(1) Strobel — Bull. Soc. Malac. Ital, 1877,
II) Lia
conservato, esso deve indicare la P. frumentum Drap. e non
la P. variabilis Drap.; se pure le forme italo-dalmate deb-
bono formare una sola specie colle forme francesi.
II. Heuix umBILICARIS Olivi, loc. cit pag. 177. « H. Cochlea
« terrestris depressa, et umbilicata, ore ovali, umbilico maiore,
« in quo anfractus spirarum in extima superficie acuminatarum
« observantur, mucrone tantillum elevato. (ualt. Test. Tab. 3,
« fig. N.
« Abita le Colline calcaree e vulcaniche del Vicentino:
« Rarissima alla spiaggia. »
La citata figura di Gualtieri rappresenta indubbiamente
la H. ammonis Schmidt la quale infatti è abbondante nel
Vicentino, e si ritrova (in esemplari di minori dimensioni ) nei
rigetti del mare a Chioggia, dove la r&ccolse pure il Prof.
Pegorari.
Il nome imposto da Olivi avendo il diritto di priorità
deve quindi sostituire quello usato finora di H. ammonis, e
come tipo si deve prendere la forma del Vicentino la quale è
molto somigliante alla fig. 1425 della Iconografia del Dottor
Kobelt, differendone soltanto per le fascie meno scure, ed in
alcuni individui per la spira più depressa. La callosità interna
del labbro è bianchiccia o leggermente tinta di bruno fulvo.
Nessuna valevole ragione può opporsi all’ adozione del
nome di H. umbilicaris Olivi per significare la specie attual-
mente chiamata H. ammonis Schmidt, tanto più dopo che la
March.* Paulucci dimostrò che la H. umbelicaris Brumati
(1838) va relegata tra i sinonimi dell’ H. planospera (1822
Lamarck.
A torto poi l'Abate Stabile (Moll. Piem. p. 53, in nota )
asserisce che l’ H. «mbilicaris Olivi è una varietà dell’ H. er:
cetorum Miller, poichè questa specie (come è circoscritta dai
moderni autori) non si trova in nessuna parte d’Italia, eccetto
in una sola località tra Airolo ed il Dazio ai piedi del S. Got-
tardo (Canton Ticino) dove la raccolse lo stesso Ab. Stabile
(1. c. p, 47), mentre nelle località indicate dall’ Olivi si trova
abbondantemente la H. ammonis Schmidt.
Più strano assai è il ravvicinamento fatto dal Moquin-
Tandon (Hist. moll, vol. II., p. 229) e seguito dal sig. Locard
MTA
(Catal. gen. moll. viv. de France, 1882, p. 119) i quali collocano
l H. umbilicaris Olivi tra i sinonimi dell’ H. explanata Miller,
specie carenatissima, ad apertura fortemente angolosa supe-
riormente e che finora non fu mai trovata in Italia.
Credo opportuno di insistere sul fatto che la forma vi-
vente nel Vicentino è bene l’H. ammonis Schm. e non Vl H.
candicans Z., specie perfettamente distinte tra loro malgrado
l'opinione conttaria del Dott. Tiberi ( Bull. Soc. Malac. Ital.
1879, p. 64). Sui caratteri differenziali delle due sopracitate
specie e dell’ H. obvia Hart. si può ancora consultare util-
mente il De Betta (Moll. Prov. Veronese, 1870, p. 46), il
quale fa risaltare tali caratteri in modo abbastanza evidente
da dimostrare quanto sia erronea l'opinione del Dott. Tiberi.
Questo stesso autore termina il suo articolo con queste parole:
« Quando l’ H. ammonis raggiunge dimensioni più grandi suole
riferirsi all’ H. cespitum, Drap. come ha praticato l’ Ab. Stabile
(Moll. terz. du Piem. 1864, p. 45). » Ciò è assolutamente
falso, poichè l’Ab. Stabile nè alla pagina citata, nè in al
cun’altra dello stesso lavoro, non dice una sola parola che
possa fare anche lontanamente supporre che egli potesse avere
un'opinione così grossolanamente spropositata. Un errore di
questo genere commise non lo Stabile ma il Menegazzi ( Ma-
lac. Veron. 1855, p. 148), il quale chiamò H. cespitum Drap.
una varietà molto grande della H. candicans dei contorni di
Verona, errore rilevato dal De Betta a pag. 47 del citato
lavoro.
III. Hauix BiLABIATA Olivi, loc. cit. p. 177.
Riporta la descrizione di Gualtieri e ne cita la fig. R.
della Tav. 3 che rappresenta l’ H. obvoluta Miller, della quale
perciò è sinonimo. Dopo aver detto di averla trovata viva nelle
colline Bassanesi, aggiunge: « In molti individui i due lati
« del triangolo della fauce sono alla metà ingrossati a segno
« di socchiudere la fauce medesima. » Evidentemente la forma
a cui allude l’ Olivi con queste parole è la mia H. spinelliana
(Boll. Mus. Zool. e Anat. comp. Torino, n. 17, 1886) = AH.
banci Pollonera (non Bgt.) in Atti Soc. ital. Sc. nat., 1884
la quale specie dalla Carniola si estende sino alla riva pie-
montese del Lago Maggiore,
SIUITTO
IV. Heux LINEATA Olivi, loc. cit. p. 177.
« H. Cochlea terrestris umbilicata ecc. ecc. Gual. Test.
« Tab. 2. fig. L.M.N.0.P. (sono tutte varietà della stessa
« specie, la quale affetta ancor altre modificazioni). Abita so-
« pra gli alberi, nei terreni secchi, e abbonda nei siti arenosi
« del litorale. Le spoglie si trovano alla spiaggia. »
Come dissi più sopra Moquin-Tandon chiamò H. lncata
Olivi la specie da Draparnaud denominata H. maritima, e se-
guirono il suo esempio quasi tutti gli autori susseguenti. Il
Kobelt (1) differisce un poco nel suo apprezzamento, poichè
la fa sinonimo dell’ H. virgata Mont. e varietà dell’ H. variabilis
Drap., ma rigetta in sinonimia il nome di Olivi sebbene sia
ben più antico degli altri due. p
Delle succitate figure di Gualtieri la” pessima fig. L. sol-
tanto potrebbe indicare una forma del gruppo della H. varia-
bilis Drap., mentre le meno cattive fig. M. N. e P. rappresen-
tano certamente diverse colorazioni di una delle forme italiane
del gruppo della H. profuga (auct. ital.). Il De Betta nella
sua Malacologia Veneta (1870) dice della H. variab.lis: « Vive
in famiglie numerose, ma non da per tutto » ed infatti nella
provincia di Venezia l’ unica località citata è Brondolo che si
trova non lungi da Chioggia verso il Sud; della H. profuga
invece dice: « comunissima ed abbondante per ogni dove. »
Infatti io ricevetti dal Prof. Pegorari, col nome di H. profuga,
alcuni individui di una specie di questo gruppo da Chioggia
all’ estremità meridionale della laguna, e da Mestre sulla terra
ferma ad Ovest di Venezia; e nella lettera che accompagnava
l’invio mi diceva che questa specie era molto comune. Ora è
evidentemente questa la specie che 1 Olivi dice così abbon-
dante nei siti arenosi del litorale, ed è l’ unica che appartenga
al gruppo delle specie rappresentate dalle fig. M.N. e P. di
Gualtieri. Mi sembra quindi di aver sufficienti ragioni per at-
tribuire il nome di H. lneata Olivi alla supposta H. profuga
di Mestre e Chioggia, e per farla meglio conoscere ne darò più
sotto una nuova descrizione.
Il sig. Fagot, che trattò delle specie italiane di questo
(1) Dott. Wilh. Kobelt, Catal. der in europ. Binnenconch., 2° ed. 1881
BRR Re
gruppo (1), dimostrò che A. Schmidt propose il nome di H.
profuga per la H. striata Drap., onde distinguerla dalla più
antica H. striata Miller di Sassonia; ora siccome le forme
italiane sono assai diverse della H. striata Drap. di Francia,
così nessuna di esse può portare il nome di H. profuga Schmidt
che deve essere circoscritto per la forma francese descritta da
Draparnaud. In conseguenza il sig. Fagot propone di conser-
vare il nome di H. cisalpina De Cristofori e Jan per la forma
rappresentata da Rossmiissler (lconographie, VI, 1837) nella
fig. 354 C., e propone i nuovi nomi di H. phari per quella di
Trieste (fig. 354, B) e di H. mediolanensis per quella di Mi-
lano (fig. 354, a). Oltre a ciò lo stesso autore descrive un certo
numero di specie nuove di questo gruppo di varie parti del-
l’ Italia e della Dalmazia; in nessuna di queste però potei
ravvisare identità assoluta colla mia H. lneata Olivi, sebbene
la H. brundusiana Fagot di Brindisi debba considerarsi come
semplice varietà della specie del contorno di Venezia.
HELIX LINEATA Olivi, Zool Adriat., 1792.
Testa mediocriter et regulariter umbilicata; pallide lutea,
albocarinata, supra fascia unica brunnea latiuscula interrupta
ornata, subtus varie brunneo lineata; spira subdepressa, conico-
tectiformis; anfractus 5 -— 5, regulariter ac rapide crescentes,
sutura profunda separati, transverse regulariter crebre costulato-
striati, ultimus major, subcarinatus, ad aperturam rotundatus.
Apertura sobobliqua, lunato-rotundata, marginibus approxi-
matis, peristomate recto, fulvo, intus callo albescente vel pal-
lide fulvo ornata. Diam 10 — 12%, alt. 7-8 mill.
Hab. Mestre e Chioggia nella provincia di Venezia.
Var. brundusiana Fagot = H. brundusiana Fagot. l. c.
p. 115.
Hab. Brindisi.
Ho trovato nella collezione donata al Museo di Torino dal
Cav. I. Blanc (dal quale il sig. Fagot ricevette gli esemplari
sui quali fondò la sua specie) 10 esemplari di questa forma.
Essi non differiscono da quelli di Mestre e Chioggia che per
(1) Fagot, Ètude s. 1. Hel. Xéroph. etc., in Bull. d. 1. Soc. Malac. de
France, vol, I, 1884, p. 107.
— 5 —
il colore fondamentale meno pallido, per la fascia scura sopra-
carenale più scura e meno interrotta, per le linee brune della
parte inferiore più svanite, e per la callosità interna del labbro
più sovente bianchiccia. In alcuni esemplari le costicine del-
l’ultimò anfratto erano un po’ più forti e meno regolari, ma
in altri erano assolutamente identiche a quelle della forma ti-
pica. Le dimensioni variavano da 11 a 13 mill. pel diametro
‘eda 7!4 a 9 per l'altezza.
Nella stessa collezione Blanc trovai parecchi individui
mandati dal Dott. Westerlund che li raccolse viventi al Lido
presso Venezia; essi appartengono alla H. tringa Fagot (1. c.
p. 117), piccola specie che si distingue dalla H. lineata Olivi
per le sue dimensioni minori ( diam. 8 — 9A alt. 5! — 6 mill.)
per l’ultimo anfratto più fortemente carenato all’ origine, per
le costulazioni meno serrate e più irregolari e per la callo-
sità interna del labbro bianchiccia e bene spesso più robu-
sta. La H. tringa è più sovente cinereo-biancastra uniforme,
meno l’apice che è corneo-fulvo; talvolta però ha una fascia
sopra carenale interrotta e due o tre fascie minori inferiori
meno marcate. Le dimensioni assegnate dal sig. Fagot a que-
sta specie sono alquanto maggiori di quelle da me osservate
(diam. 8-10, alt. 8 mill.), specialmente per l'altezza, eppure
il sig. Fagot stabili questa specie sopra individui mandatigli
dal Dott. Westerlund e raccolti al Lido; che sia occorso un
errore di stampa e sia stato messo 8 invece di 6 per l’ altezza?
L’H mediwolanensis Fagot (= H. profuga degli autori lom-
bardi e piemontesi ) differisce dalla H. Zneata Olivi per le sue
dimensioni minori, per le costicine meno regolari, meno rile-
vate e meno serrate sull’ ultimo anfratto, per le fascie scure
più abbondanti, più larghe e di tinta più intensa, per la cal-
losità interna del labbro meno marcata e spesso mancante, per
l'apertura meno regolarmente arrotondata e per la spira ben
sovente più elevata.
Dovendo tra non molto tempo tornare su questo argomento,
darò allora una figura esatta della vera H. Zineata Olivi e delle
specie italiane più prossime ad essa. Per ora mi sembra di
aver dimostrato abbastanza chiaramente che questa specie non
soltanto non è indentica colla H. marztina Drap., ma non ap-
partiene neppure allo stesso gruppo di specie.
Calo =
V. HELIX ARENARIA Olivi, loc. cit. p. 178.
« H. Cochlea terrestris umbilicata citrina, ore orizontaliter
« compresso. Gualt. Test. Tab. 2 fig. R.
« Abita nelle arene accumulate dal mare al nostro lido;
« vive sopra l’ Arundo arenaria, ed il Juncus acutus Linn. in-
« digene di questi luoghi. | Commestibile, comune: Alle volte
« invece d’esser colorata è pellucida. »
Moquin: ì-Tandon ha identificato questa specie coll’ H. car-
thusiana Miller,. la quale infatti è comunissima a Chioggia
secondo il Prof. Pegorari. Gli esemplari che ho ricevuto da
questa località variano da 11 a 20 mill. di diametro, e da 614
a 11‘ di altezza. Credo esatta in questo caso 1’ opinione di
Moquin-Tandon e quindi il nome di H. arenaria, essendo
posteriore, va annoverato tra i sinonimi della H. carthusiana
Miilier.
IV. HeLix perHoLATA Olivi, loc. cit. p. 178.
« H. Cochlea terrestris vulgaris, candida, fasciis luteis un-
« dulatis picta, ore roseo. Gualt. Test. Tab. 2, fig. E.
« Abita come la precedente, dalla quale è diversa per gli
« spruzzi colorati: Commestibile. »
È senza alcun dubbio sinonimo di HZ pisana Muller, pre-
cedentemente descritta.
Le altre tre specie di Helix stabilite da Olivi nella stessa
pagina 178, cioè le H. ventricosa, striatula, e turbinata sono
fluviatili. La prima è una Vivepara, e probabilmente la V.
subfasciata Bourguignat; la seconda una Limnea, semplice va-
rietà della L. palustris Miller; la terza una Bythinia, varietà
della 5. tentaculata L.
ui
VITTORIO SIMONELLI
SOPRA UNA NUOVA SPECIE
DEL GENERE PHOLADOMYA
Nelle marne argillose mioceniche di Pergola, in provincia
di Ancona, il Dott. Mario Canavari raccolse alcuni modelli
di una Pholadomya, che, con gentilezza squisita, ha voluto
mettere a mia disposizione per lo studi Egli mi ha comu-
nicato anche altri esemplari della Pholadomya stessa, che fu-
rono raccolti nelle marne ad Aturia Aturî Bast., di Colle
Mirteto, presso Ascoli Piceno, dal Prof. Alessandro Mascarini,
il solerte conservatore del Museo Orsiniano. Così nelle Folado-
mie di Pergola come in queste di Ascoli il guscio è scomparso
e la pressione ha più o meno gravemente deformati tutti i
modelli; ma, come accade tanto spesso per questo genere di
molluschi a conchiglia papiracea, in essi modelli si trovano ri-
prodotti anche i più minuti particolari della superficie esterna.
Dopo aver cercato inutilmente di ravvicinare questa Pho-
ladomya a qualcuna fra le specie terziarie di cui avevo co-
gnizione, ho dovuto finire per descriverla come nuova e gli ho
imposto il nome del cortese amico che mi ha permesso d'’ il-
lustrarla.
Pholadomya (Procardia) Canavarii n00.
(Tav. I, fig. 1-7).
Ph. testa inaequilaterali, cordiformi-trigona,
brevi; umbonibus anticis, subspiralibus; latere an-
tico truncato, concavo, lunulam parvam, marginatam
exhibente: superficies plicis concentricis instructa,
costisque crebris, tenuibus, in latere radiantibus.
2
ORE
Dimensioni :
TS II III.
Diametro antero-posteriore . mm. 80,05 21. — 18
Diametro umbono-ventrale . » 26— 31 — 85
Spessore . > Li. e i 1 IZZO
Conchiglia equivalve, inequilaterale, cordato-trigona. Per
via della compressione che tutti i nostri esemplari hanno su-
bita, varia il grado di convessità delle valve e variano gran-
demente i rapporti del diametro antero-posteriore col dia-
metro umbono-ventrale: mentre quello supera questo negli indi-
vidui compressi lateralmente, gli resta invece inferiore quasi
della metà negli esemplari compressi dall’avanti all’ indietro,
Anche in origine doveva però prevalere alla lunghezza l’al-
tezza, 0, tutt al più, essergli uguale. Gli umboni sono assai
elevati, prosogiri e subspirali. Il margine dorsale scende con ra-
pido declivio verso l’ estremità posteriore, che è più o meno
arrotondata; il margine ventrale presenta una curva semicirco-
lare o semiellitica. Il lato anteriore è troncato immediatamente
sotto agli umboni e fa col margine ventrale un angolo deciso.
Guardata dalla parte della bocca la conchiglia si mostra
sempre distintamente cuoriforme. Presenta una lunula piccola,
ma profonda, che è limitata in basso da una specie di cercine
semilunare, più largo e rilevato nel mezzo, in corrispondenza
alla commessura delle valve, e gradatamente assottigliato man
mano che sale verso gli apici. Fra il cercine e la carena più
o meno acuta che divide dai fianchi il lato boccale, questo ci
mostra un’area depressa pure di forma semilunare, che dagli
umboni si estende sino all’ angolosa estremità anteriore.
Lo stato dei nostri esemplari non ci permette di stabilire
dove e in che grado la conchiglia fosse oscitante.
La superficie è ornata di larghe pieghe concentriche, leg-
germente irregolari, che nella regione vicina al margine ven-
trale sono accompagnate da tenui filetti pure concentrici: nel-
l’area depressa del lato anteriore esse pieghe si fanno più
strette e taglienti e convergono tutte verso la lunula. Scendon
poi dagli umboni al margine ventrale numerose costicine rag-
gianti sottilissime e fitte, le quali descrivono una curva con la
convessità rivolta verso la bocca. Esse ingrossano alquanto nel
ae
de sigg a AgSSD
passar sulle pieghe e si assottigliano negli intervalli, facendosi
così leggermente nodose. Se ne contano fino a dieci su cinque
millimetri, in prossimità del margine ventrale. Nell’ area sub-
lunulare mancano del tutto.
Nella « Geognostiche Beschreibung des hayerischen Alpen-
gebirges (1) » il Giimbel descrive, sotto il nome di Pholadomya
cfr. Ludensis Desh. una conchiglia del nummulitico di H&ring
che la troncatura del lato anteriore, la forma degli umboni,
la presenza di un’ area depressa sotto la lunula e 1’ ornamen-
tazione avvicinerebbero molto alla Pl. Canavarii. Unico e in-
sufficiente carattere distintivo sarebbe la mancanza delle coste
raggianti nella parte posteriore. Certo la Foladomia di Hiring
ha molto maggiori affinità con la nostragehe con la Ludensis
Desh. Questa non si può chiamare davvero « sehr stark einsei-
tige » e tanto meno si può dire che « erreicht ihre griòsste
Dicke in einem vom Wirbel zum vorderen Ecke verlaufenden,
abgerundeten Riicken, von dem die Schale fast senkrecht zu
den vorderen Seiten abfiillt. » (2)
Sempre sotto il nome di Pholadomya cfr. Ludensis Desh.
Hantken Miksa (3) descrive e figura una conchiglia dell’ eo-
cene d’ Ungheria, riferendo la testimonianza auterevolissima del
Giimbel medesimo, che la dice identica a quella sua di Hiring.
e la giudica specie nuova. L’ispezione delle figure, mentre prova
che si tratta veramente di una specie molto diversa dalla P.
Ludensis Desh., mette altresì in evidenza nuovi caratteri che
la distinguono dalla PR. Canavarii. La regione umbonale è
trasversalmente più stretta, gli apici più approssimati, l’ estre-
mità posteriore più decisamente angolosa, le coste raggianti
meno numerose e rivolte all’ indietro.
La Ph. Canavarti ha grandi analogie con talune delle forme
che il Meek (4) riunisce nel sottogenere Procardia, e segnata-
(1) G. W. GimseL. Geognostische Beschreibung des bayerischen Alpen-
gebirges und senies Vorlandes. (Gotha 1861) Pag. 674.
(2) GimseL. Loc. cit.
(3) HanrkEN Mixsa. — A Magyar kiralyi foldtani intézet évkonyre —
(Pest. 1871). Pag. 136, IV. tabl., 7 abr., V. tabl., 6. abr.
(4) F. B. Meek. A Report on the Invertebrate cretaceous and tertiary
fossils of the Missouri country. — In « Rep. of the Unit. St. Geol. Surv.
of the territ. Vol. IX. Washington 1876 » — Pag. 2153 e seg.
Sigg ie
mente con quelle cretacee che formano la prima sezione di
tal gruppo. Ha la stessa forma generale, gli stessi umboni
elevati e ricurvi, la medesima area sublunulare depressa nel
lato anteriore, e, press’ a poco gli stessi ornamenti nella super-
ficie. Non mancano però buoni caratteri per tenerla specifica-
mente distinta. Così, le coste raggianti più fitte e sottili, le
pieghe concentriche più sviluppate, la lunula più piccola, il
cercine sublunulare più ottuso permettono di riconoscerla dalla
Procardia Kodgi Meek. Mentre la P. decussata Mant. sp., che
pure ha molta somiglianza con la P. Canavarti, se ne distingne
per gli apici meno divergenti, per la lunula assai più grande
e rotondeggiante.
(5) Vedi Morscx. Monographie der Pholadomyen. — Abhand. d. schweiz.
pal. Ges., Vol, II., 1875, pag. 107, tab. XXXII, fig. 5,6, tab. XXXVI, fig. 5,6.
Spiegazione della Tavola I.
Fig. 1-3. Pholadomya ( Procardia) Canavarii Simonelli. Esemplare di
Pergola compresso dall’avanti all’ indietro.
» 4. Detta. Esemplare di Colle Mirteto, appartenente al Museo Orsini.
» 5-7. Detta. Esemplare di Pergola, compresso lateralmente.
PECTEN ANGELONII E PECTEN HISTRIX
DANTE PANTANELLI
Nel Vol. IV del Bullettino della Società Malacologica
Italiana (Molluschi pliocenici dei dintorni di Siena, De Ste-
fani e Pantanelli) a pag. 31 è descritta gina nuova forma di
Pecten col nome di P. Angeloni Meneghini.
La descrizione di questa specie fu fatta sopra una valva
esistente nel Museo di Pisa, che recava di pugno del Mene-
ghini l'indicazione Siena e il nome precedente, avendola il
chiarissimo paleontologo distinta per nuova specie sino dal
1859: alcuni frammenti di Pecten trovati da noi a Malame-
renda presso Siena, furono riferiti a questa specie non molto
a noi familiare ed indicammo quella località a pag. 32 come
luogo di ritrovamento della specie.
Venendo io a Modena pochi anni dopo, non riconobbi nel
P. histrix Doderlein delle collezioni del Museo di questa Uni-
versità il P. Angelonii e quando il Prof. Meli mi rimise un
esemplare di questo Pecten di Tor di Caldara, vi riconobbi il
P. histrix e come tale lo rinviai al sig. Meli, che lo pubbli-
cava e lo figurava con questo nome nel 1884 (Cenni geologici
sulla costa d’ Anzio e Nettuno ed elenco dei molluschi plioce-
nici ivi raccolti).
Foresti si accorse dell’ equivoco preso da me e in conse-
guenza dal Meli, dimostrò essere il Pecten Angeloni e il P.
histriv una sola specie, e poichè i suoi predecessori lo avevano
descritto sopra esemplari che non avevano ancora raggiunto
il loro massimo sviluppo, ne dette una nuova descrizione ac-
curatissima e completa come pure una nuova figura. (Sul
Pecten histrix Doderlein-Meli, Boll. Soccietà Geol. Italiana,
Vol. IV).
CEDE
Quando mi pervenne il lavoro di Foresti, altre.occupazioni
mi distolsero dal riscontrare sugli esemplari la giustezza delle
osservazioni di Foresti; ma avendomici pubblicamente richia-
mato De Stefani in una delle ultime adunanze della Società
Geologica Italiana a Savona, non dimenticai di cercare nel
Museo di Pisa l’ esemplare del Pecten Angelonit; con questo
mi assicurai che il detto Pecten e il P. histrix Dod. sono si-
nonimi; ripresi nella mia collezione la scatola del Pecten di
Malamerenda, scatola che trovai sempre nelle stesse condizioni
come l’aveva ricevuta di ritorno da Foresti al quale l’ aveva
comunicata, e fui estremamente sorpreso nel riconoscere che nes-
suno dei frammenti di Pecten che essa conteneva poteva ap-
partenere al P. Angelonit; sorpresa sgradita per essere stata
cagione dell’ equivoco fatto commettere a Meli, piacevole per
averci trovato una prova della cortesia di Foresti nel dissimu-
lare questo fatto.
Riassumendo: il P. histrix Dod. è sinonimo del P. An-
gelonit Meneghini: la migliore e più esatta descrizione è quella
data dal Foresti e se esso non deve essere radiato dai molluschi
dei dintorni di Siena, non può in nessun modo ritenersi esistente
negli strati di Malamerenda.
Questi strati infatti oltre alla circostanza capitale di non
esservi stato trovato, sono di mare profondo e si distinguono
per una fauna a pteropodi, mentre i luoghi di sicuro ritrovo
del P. Angelonii per ora appartengono a sedimenti sublitorali
o tutto al più della zona delle laminarie; lo stesso stato poi
dell’ esemplare di Pisa accenna piuttosto ad una provenienza
da strati sabbiosi, piuttosto che marnosi e in tali strati trova-
ronsi pure quelli del Modenese e del Piacentino.
pt
MELANOPSIS MATHERONI E M. NARZOLINA
DANTE PANTANELLI
In un mio lavoro sulle Melanopsis fossili e viventi d' Italia
(Bull. Soc. Mal. Ital. Vol. XII ) e sugli strati pontici (Mem.
Accad. di Modena. Vol. IV Serie II) detti una lunga sinonimia
della Melanopsis Matheroni May. includendovi la M. Narzolina
Bon. i
Fui tratto ad abbandonare e non senza dispiacere il nome
specifico di Bonelli, non avendo mai quest’ ultimo come pure
il Sismondaj] che per primo introdusse questo nome nella scienza,
descritto o figurato questa specie; la specie fu invece descritta
senza figura da Mayer col nome di Matheroni nel 1869 e fi-
gurata con lo stesso nome da Tournouér nel 1874. Fontannes
più tardi la figurava nuovamente, unita ad alcune sue varietà,
Nel 1881 e 1882 furono discussi in molti corpi scientifici
europei le così dette leggi della nomenclatura; in Italia nel
1882 furono discusse a Venezia dalla Società Malacologica e
a Bologna dal Congresso geologico internazionale: per quanto
in tutti 1 dettagli possibili l’ unanimità di vedute non sia stata
raggiunta, pure un punto, quello della priorità, fu da tutti
egualmente convenuto; cioè che la sola indicazione del nome
della specie non dovesse mai essere presa per stabilire la prio-
rità della medesima, ma che quella dovesse essere accompagnata
o da descrizione o da figure tali da farla in ogni momento
facilmente riconoscere; la non unanimità si verificò sulla cir-
costanza se la specie avrebbe dovuto essere contemporaneamente
figurata e descritta o se invece bastasse di soddisfare ad una
di queste condizioni; il Congresso geologico opinò sulla neces-
sità di tutti e due, la Società malacologica ritenne essere suf-
ficiente o una descrizione o una figura purchè l’una o l’altra
fossero fedeli e tali da far riconoscere facilmente la specie.
SEO TR
Ricordate queste discussioni e tornando all’ argomento, è
vero che in generale i paleontologi italiani conoscevano per
tradizione la specie di Bonelli, per quanto alcuni l'abbiano
confusa con la M. Bonelliù Sism. ma anche questo non serve
a stabilire la legge di priorità; d’ altra parte il fatto stesso di
essere stata alcune volte confusa con la IMM. Bonelli eccitava a
terminare la confusione, servendosi del nome di Mayer sul
quale non poteva esistere discussione possibile.
Il sig. F. Sacco ( livista malacologica terrestre, lacustre e
salmastra del Piemonte, Boll. Soc. Mal, Vol. XII) si serve
nuovamente per questa specie del nome di Bonelli, ritenendo
che il nome di Narzolna essendo stato dato sino dal 1827
doveva conservarsi di fronte a quello posteriore del Mayer. A
questo ho già risposto precedentemente; aggiunge però che il
Mayer avendo preso per tipo quello che per Bonelli era una
varietà anche per questo il nome di Mayer deve cedere a quello
di Bonelli.
To non dubito del fatto, la Melanopsis Nurzolina come
tutte le specie del genere è così variabile, che sarebbe stata
strana assai la combinazione dei due autori di assumere come
tipo la stessa varietà; ma anche questo ci autorizza a stabilire
in favore di Bonelli la priorità della specie? Quale documento
abbiamo oltre all’asserzione tardiva di fronte al Mayer, di
Sacco? questo servirà piuttosto ad abbandonare completamente
il nome di Narzolina come sinonimo della Matheroni, ed @
conservarlo solo come sinonimo di una varietà della Mathe-
roni, varietà ancora da nominarsi.
Ciò dico perchè un altro punto sul quale nelle regole della
nomenclatura furono tutti d’ accordo, fu che un nome una
volta impiegato non potevasi in alcun modo impiegarsi nuo-
vamente anche se ritenuto erroneo il primitivo uso. La ragione
di questa convenzione è evidente; l’ impiego di un nome, ri-
mane anche quando sia dimostrato inutile e il ripeterlo non
può che generare confusione; come eccezione fu detto di tol-
lerare per il passato e non per l'avvenire, di potere elevare a
specie il nome impiegato per una varietà; in nessun caso però
si sarebbe dovuto accettare l’ inverso.
Questo serve anche a spiegare perchè non potrei accettare
Ae <«
che la varietà secondo Sacco della Narzolina, che corrisponde
al tipo descritto da Mayer sia chiamata M. Narzolina Bon.
var. Matheroni Sac. Ciò è contro tutte le regole della nomen-
clatura, perchè il Sacco non può usare del nome Matheroni
in un senso diverso dal primo, anche nel caso che 1’ appella-
tivo fosse stato da lui stesso introdotto; perchè non si può
dare ad una varietà il nome d’ una specie che per le ottime
descriziori e figure è correttamente stabilita.
Nella pagina antecedente a quella della M. Narzolina e
nell’ identico lavoro, il sig. Sacco separa la M. Bonelli Sism.
dalla M. impressa Krauss che io aveva riunito. Anche quì non
possedendo descrizione alcuna dovetti riferirmi alle località ci-
tate dal Bonelli e dal Sismonda e poichè possedevo moltissimi
esemplari di dette località devo E che non ho avuto
la fortuna di poter distinguere forme che non potessero ri-
ferirsi tutte alla #mpressa di Krauss, specie ben definita per
quanto anch’ essa vari come le sue congeneri dentro limiti
abbastanza vasti; converrebbe però che questa specie di Si-
smonda fosse accuratamente descritta e per quanto io creda
che il descrittore abbia il più ampio diritto di nominarla a
suo talento nonostante il nome di Sismonda, sarei contentis-
simo di vedergli conservato anche il nome Bonelli.
DESCRIZIONE DI CONCHIGLIE MIOCENICHE
NUOVE O POCO NOTE
DANTE PANTANELLI
Il prof. Pietro Doderlein che per tanti anni si è occupato
della conchigliologia dei terreni terziari senza mai pubblicare
estesamente le sue osservazioni, ha lasciato nel Museo della
Università di Modena il frutto di moltissimi anni di ricerche
rappresentato da una ricchissima collezione di conchiglie fos-
sili terziarie: un catalogo nominativo di queste fu pubblicato
per i terreni miocenici nel 1862 (Cenni ‘geologici intorno la
giacitura dei terreni miocenici superiori dell’ Italia Centrale).
Alcune delle sue specie furono descritte da Coppi (Frammenti
di Paleontologia Modenese e quindi nella Paleontologia Mode-
nese) la massima parte è però rimasta senza descrizione al-
cuna per modo che molte specie certamente nuove quando fu-
rono per la prima volta studiate da Doderlein, furono poi pub-
blicate da altri con altri nomi.
Negli anni 1880 e 1881 Doderlein chiese di poter sistemare
le sue collezioni in seguito alla separazione delle collezioni
paleontologiche da quelle di zoologia, avvenuta con la separa-
zione dei due insegnamenti e nei cataloghi manoscritti da esso
lasciati corrèsse ed aggiunse molte nuove specie a quelle indi-
cate nell’ opera suddetta.
Credo quindi utile, prendendo a base la pubblicazione ac-
cennata del 1862 e i manoscritti esistenti in questo museo, di
descrivere le specie di Doderlein, conservando i nomi dati dal-
l’egregio e venerando studioso delle nostre conchiglie fossili,
riservando qualche nome nuovo per quelle specie che nei cartel-
lini originali recano l’ unica indicazione: sp. n. Dod.
Patella protea, Dod. (1. c.) pag. 16 Montegibbio. Coppi,
Paleont. Mod., pag. 84.
Testa minuta, ovalis, crassiuscula, irregularis, converiuscula,
apice obtuso ad marginem anteriorem prorimo; costis radian-
tibus, paucis inacqualibus; margine crassiusculo integro — long.
10 mm.
È una piccola patella della quale si hanno molti esem-
plari, a superficie irregolare, schiacciata e con l'apice molto
prossimo al margine anteriore; le coste sono sei a sette mag-
giori irregolari, tra le quali appaiono molto irregolarmente
altre assai più piccole; la posizione dell’ apice e la forma pia-
neggiante come pure il margine integro la distinguono assai
bene dalla P. Tarentina Lam., agli indigidui giovani della
quale potrebbe essere approssimata.
Tectura zibinica, Dod. in schedis. Montegibbio.
Testa ovata laevis, nitida, solidula depressa, vertice obtuso
ad‘, longitudinis posito; apertura ovata, margine tenui, facie
interna mitente, impressionibus fere indistinetis. Long. 6 mm.
Si distingue dalla 7. virginea Mill per la mancanza di
strie, per le dimensioni, per essere maggiormente depressa, e
per l'apice più anteriore.
A questa specie probabilmante si riferisce Coppi a pag.
15 (Fram. Pal. Mod. estr. ) citando 1 Helcion tectula Dod.-mihi ;
l'apice non incurvato non è degli Helcion e un Helcion ben
distinto da Doderlein esiste nella collezione di Montegibbio.
Tectura binistriata, sp. n. Pantanelli — Montegibbio.
Testa ovata, laevis, conica, striis binis radiantibus ornata:
apice obtuso anteriore, margine ‘integro, facie interna nitida.
Long. 5 mm.
Elegantissima conchiglia ben riconoscibile per le strie ra-
diali avvicinate due a due e decorrenti dall’ apice al margine
con un angolo minore di quello tra gli spazi d'ogni coppia
di linee. Doderlein l’ aveva separata con l'indicazione Patella
sp. n.
ta gge
Cocculina sculpta, sp. n. Pantanelli — Montegibbio.
Testa ovalis, conica, striis ex apice sculptis decurrentibus ;
vertice postice ‘vergente, medio sito erecto; apertura ovale, mar-
gine plano. Long. 6 mm.
Distinta come specie nuova col nome di Patella sp. da
Doderlein è una Cocculina come indica la posizione e la pie-
gatura del vertice, rispetto alla disposizione della impressione
muscolare; in questa specie, come nella precedente, ho dovuto
ricorrere ad-una immersione prolungata in una soluzione di-
luita di fuchsina nell’alcool, per rendere sicuramente visibile
l'impressione muscolare.
Helcion tectula, Dod. (1. c.) pag. 16, Montegibbio.
Testa tenuis, ovalis, laevissima, nitida, vertice extremitate
anteriore approximato, acuto, inferne curvato; margine plano,
apertura ovali, in anteriore parte constricta. Long. 5 mm.
Conchiglia ovale nitida nella parte anteriore più ristretta
della posteriore, ‘coll’umbone acuto, ricurvo, eccentrico, vol-
gente e vicino alla parte anteriore; ne esistono in collezione
sedici esemplari.
Patella protea, Dod. pag. 16, (1. c.) Questa specie non esiste
in collezione, nè è citata nei manoscritti.
Patella apicalis, Dod., pag. 16, (1. c.) Per il pessimo stato
di conservazione non è possibile della medesima una buona
descrizione, è notevole per la posizione dell’apice prossimo al
margine anteriore, ma i due esemplari sono così corrosi, che è
dubbia assai anche la determinazione generica.
Fissurella excentrica, Doderlein in schedis. Monte-
gibbio.
Testa oblongo-elliptica, depresso-conica antice attenuata, la-
teribus subdepressa, costis radiantibus magnis circa 25, mino-
ribus intercedentibus ; striis transversis subsquamulosis decussan-
libus; margine crenulato; foramine oblongo, inclinato ad *4 lon-
gitudinis sito, callo foramen cingente extus et intus defimto.
Jonat8hklatsaltS2% mani
Si distingue per la sua forma allungata e per l’ apice pros-
simo al lato anteriore. Tre esemplari.
ERRA TÀ. due
— 29 —
Fissurella alveolata, Doderlein in schedis, Montegibbio.
Testa ovata conica non convera, costis longitudinalibus 18
elevatis, distantibus, costis transversis 8 elevatis cancellata ; fo-
ranvune subcentrale, elongato, medio contracto, antice attenuato ;
apertura ovata; margine plano denticulato. Long. 10, lat. 7,
alt. 3.5 mm.
Di distingue assai bene per la disposizione delle coste e
dei cordoni trasversali eguali in grossezza e formanti dei pic-
coli nodi al loro incontro; inoltre le coste trasversali si allon-
tanano successivamente per modo che le maglie risultano presso
a poco quadrate in tutta l’ estensione della conchiglia; il mar-
gine è piano e dentato; in vicinanza del margine comparisce
la traccia di una nuova serie di coste ®.. alternanti
con quelle che partono dal vertice; questo l’ avvicinerebbe alla
F. graeca L. dalla quale si stacca per la posizione del foro
apiciale e per la forma dell'apertura regolarmente ovale e non
oviforme. Quattro esemplari.
Haminea ( Bulla) hydatina, Dod. (1. c.) pag. 16, Monte-
gibbio.
Non la credo una specie distinta, ma piuttosto la H. ele-
gans Leach, che Monterosato ha riunito alla H. hydatis L. La
specie di Montegibbio corrisponde alla descrizione della specie
di Leach data da Kobelt, e non mi sembra che le differenze
tra le due specie, all’ infuori delle dimensioni e delle linee
spirali, sieno tali da conservarle come specie distinte. Doder-
lein aveva emendato il nome delle schede in Aydatinoides, ag-
giungedovi: (B. hydatis L. var. glabra t. minori).
Utriculus circinatus (Bulla) Dod. (1. c.) pag. 16, Mon-
tegibbio.
Testa cylindrica, subtilissime spiraliter striata; in parte an-
tica anfractuum canaliculata; spira brevi; apertura superne
angusta, inferne dilatata, basi rotundata; columella lacvi, indi-
stincte plicata. Long. 6 mm.
La depressione ad angolo rientrante che circonda la parte
superiore degli anfratti, distingue facilmente questa specie dalle
sue molte congeneri.
SE Ng E
Utriculus radians (Bulla) Dod. (1. c.) pag. 16, Mon-
tegibio.
Testa cylindrica, vertice medio anguste perforato, spira in-
distincta, striis spiralibus in medio tenuwissinis ad basim distan-
tioribus; striis longitudinalibus conspicuis in parte antica an-
fractus; apertura superne angusta, inferne dilatata; columella
parum incrassata, Long. 7, lat. 3 mm.
Sì distingue per le strie longitudinali marcate specialmente
nella parte superiore dell’ anfratto, per modo che queste pre-
dominano nella parte superiore; nella parte media concorrono
con le trasversali a formare un regolare e minuto reticolato,
mancano alla base o quasi, predominando ivi le strie trasver-
sali, tra loro assai più distanti di quello che non sieno nella
parte superiore dell’ anfratto.
L'ultimo anfratto involge tutta la conchiglia, lasciando ap-
pena visibile un piccolissimo tratto attorno all’ apice che è mi-
nutamente perforato: quest’ ultima disposizione dell’ anfratto
che non si rialza nella parte superiore, ma termina col labbro
esterno aderente alla conchiglia, e presso al vertice della me-
desima, distingue sufficientemente Ia specie unitamente all’ or-
nato superficiale dalle specie congeneri. Venti esemplari.
Limnaea volutella, Dod., pag. 16, (1. c.) Manca nella col-
lezione.
Rissoina hyerogliphicula, Dod., pag. 17, (1. c.) Mon-
tegibbio.
Testa turrita solida, anfractubus carinatis 4, superficie nitida,
carinis tribus equalibus in ultimo anfractu, una in alvis promi-
nentiore, coeteris duobus sutura paullo tectis; apertura oblongo
ovata, supra acuminata, infra subeffusa, labro obtuso extus an-
guloso, intus incrassato; columella concaviuscula, canali subab-
breviatos. Long. 4.5 mm.
Elegante conchiglia a superficie nitida e ornata da carene
ottuse prominenti che la percorrono spiralmente; nell’ ultimo
anfratto sono tre eguali, l’ ultima delle quali termina presso
la base della conchiglia; negli altri antratti, la sola carena cen-
trale rimane prominente, le altre due essendo in parte coperte
dalla sutura; il labbro esterno ingrossato internamente, ester-
namente presenta tre angolosità in corrispondenza delle carene.
Potrebbe essere tipo di un sottogenere, ed è forse dovuto al
suo non singolare andamento, il nome specifico impostogli da
Doderlein. Esemplari quattordici.
Itissoa scabrella Dod. — It. Zetlandica, Mtg. pag. 17, L. c.
Alvania rotulata, Dod. (Rissoa) pag. 17, 1. c. Monte-
gibbio.
Testa crassa ovato conica, ventricosa, anfractubus 4-5 con-
veriuseutis, longitudinaliter costatis, costis in ultimo anfractu
12; interstitiis trasversim sulcatis, sulcibus in ultimo anfracto
7; apertura ovata, labro incrassato ; columella labio tenui reflexo
obducta. Long. 3.3, lat. 2 mm.
Sì distingue dalla A. curta Duj. alla quale è molto pros-
sima, per la forma più conica, per l’ultimo anfratto più grande
e meno globoso, per il numero delle coste longitudinali e per
1 solchi transversali, minore di quello della curta; quest’ ul-
tima specie è assai comune a Montegibbio: in collezione ne
esistono un migliajo d’esemplari e sono stati riveduti da Hoer-
nes sen.; della A. rotulata esistono in collezione sessanta esem-
plari.
Rissoa dentata, Dod. = R. inflata Andrzejowski pag. 17 1. c.
Rissoa vittata, Dod. = A. scabra Phil., pag. 17, 1. c.; di
questa specie esistono due esemplari che non saprei separare
dalla scabra Phil.: l’unica differenza è nelle costole longitu-
dinali e trasversali più rotonde e più schiacciate, e nei tuber-
coli derivanti dal loro incontro più ottusi.
Alvania zibinica, Pantanelli. Montegibbio.
Testa oblonga conoidea; anfractubus 5 rotundatis lineis ele-
vatis longitudinalibus 20 et spiralibus 8 in ultimo anfractu, 3
in penultimo, reticulatis: labro simplici ad basim laeviter producto.
Long. 2.4, lat. 1 mm.
È prossima alla A. dichtyophora Phil. dalla quale differisce
per il maggior numero delle linee o lamelle longitudinali e
spirali; potrebbe riferirsi al s. g. Alvinia, ma le lamelle tra-
I
sversali non predominano sulle longitudinali. Nella collezione
ne esistono due esemplari con l'indicazione: Rissoa sp. n. Dod.
Prodromus Faunae Molluscorum Testaceorum maria europaea
inhabitantium. DL" W. Kobelt. Nirnberg, 1888.
Il Kobelt ha raccolto in questo libro redatto in latino le
descrizioni, molte delle quali sono anche nuovamente fatte,
di tutte le specie conosciute dei mari d’ Europa.
Le sue descrizioni comprendono, i gasteropodi, gli scafo-
podi e sifonopodi, i lamellibranchi e i brachiopodi. Le descri-
zioni sono sempre limitate alla conchiglia, e vi è aggiunta per
ogni specie la serie sinonimica più importante.
Le specie citate sono 1465, delle quali sono descritte 1380;
le altre 85 si riferiscono a specie poco note o delle quali non
è stato mai data una descrizione.
Fa seguito un indice degli autori citati nel libro e che
comprende 596 opere ripartite sopra 258 autori.
Termina il libro un indice dei nomi di generi o di specie
citati e comprende 4758 nomi.
Non è facile un esame critico dell’ opera stessa, e se si
può dissentire dall’ autore in alcune vedute, è tale anche la
mole delle buone cose in questo colossale lavoro, che sarà per
lungo tempo il manuale più importante per i testacei d’ Europa;
nella parte che riguarda il Mediterraneo supera certamente
d’ importanza il Weinkauff e non potrà che giungere gradito
ali cultori della conchigliologia mediterranea, tanto più che
delle 85 specie non descritte, 68 appartenendo al Mediterraneo,
sarà di sprone agli autori nostri onde descrivano le specie in-
completamente descritte o indicate con il solo nome specifico.
Le conchiglie descritte del Mediterraneo in numero di
913, sono le seguenti.
Gastropoda.
Murex brandaris L., trunculus L., erinaceus L., ceristatus
Broc., spinulosus Cost., scalaroides Blainv., edwarsii Payr.,
hellerianus Brus., aciculatus Lam., hybridus Ar. e Ben. Typhis
ata
—T dI —
tetrapterus Bronn — Trophon multilamellosus Phul., vaginatus
Jan, gaudioni Monts., barvicensis Johns., muricatus Mtg., fu-
sulus Broc.
Purpura haemastoma L. — Coralliophila meyendorfi Cale.,
lamellosa Jan, brevis Blainv., babelis Req., squamulosa Phil.
Fasciolaria lignaria. L. — Fusus siracusanus L., rostratus
Ol., craticulatus Broc., pulchellus Phil., longurio Weink., rudis
Phil. rusticulus Montrs.
Pisania maculosa Lam., dorbignyi Payr., scabra Montrs.,
picta Scac., leucozona Phil. — Euthria cornea L. — Buccinum
fusiforme Kien. — Nassa mutabilis L, granum Lam., tinei
mar., incrassata Stròm., reticulata L., varicosa Turt., costulata
Pen., limata Chem., denticulata A. Ad., gibbosula L., edwarsi
Fisc., corniculum 01., semistriata Broc. = Cyclope neritea L.
Triton nodiferus Lam., sequenzae Ar. e Ben., parthenopoeus
v. Sal, corrugatus Lam., cutaceus L., reticulatus Blainv. —
Ranella gigantea Lam., scrobiculator L.
Cymbium papillatum Montf.
Mitra zonata Marr., ebenus Lam.. corniculum L., cornea
Lam., tricolor Gml., savignyi Payr., litoralis Forb., leontocroma
Brus., columbella Scac.
Marginella secalina Phil, miliaria L., coelata Montrs.,
philippi Montrs., clandestina Broc., occulta Montrs.
Columbella rustica L. — Mitrella scripta L., minor Scac.
— Pyrene costulata Cant.
Cassis sulcosa Brug., saburon Brug. — Cassidaria echi-
nophora L., tyrrhena Chem., depressa? Phil.
Dolium galea L. — Doliopsis crosseana Montrs.
Lamellaria perspicua. L.
Natica millepunctata Lam., hebraea Martyn, flammulata
Req., intricatoides Hid., dillwyni Payr., operculata Jef., affinis
Gml., catena Da Cos., fusca Blainv., guillemini Payr., maci-
lenta Phil., pulchella Ris., intricata Don., globosa Jef., angu-
lata Jef., josephinia Ris.
Scalaria acus Wats., algeriana Wein., candidissima Montrs.,
communis Lam., commutata Montrs., crenata. L., frondosa
Sow., geniculata Broc., nana Jef., pumicea Broc., scacchii
Hòrn., striatissima Montrs., tenuicosta Mich., trevelyana Leach?
9
vittata Jef. — Acirsa subdecussata Cant. 3
DL
Aclis ascaris Turt., supranitida Wood, walleri Jef., at-
tenuans Jef., cylindrica Jef., ventrosa Jef. — Cioniscus unicus
Mtg., striatus Jef.
Mathilda quadricarinata Broc., coronata Montrs., elegan-
tissima Costa, retusa Brugn. — Menestho humboldti Ris. —
Tiberia nitidula A. Ad. — Odostomia acuta Jef., albella Low.,
clavula Lor., conoidea Broc., conspicua Ald. crassa Jef., elegans
Montrs., erjaveciana Brus, exilissima Brus., fusulus Montrs.,
minima Jef., monterosatoi Bucq., minuta A. Ad., nardoi Brus.,
nitens Jef., obliqua Ald., pallida Mtg., plicata Mtg., rissoides
Hanl., suboblonga Jef., tenuis Jef., teresiana Ar. e Ben., trun-
se) Jef., turrita Heml., unidentata Mtg., unifasciata Forb.,
warreni Thomp., clavulina Fish.
Parthenia brevicula Montrs., canaliculata Phil., decussata
Mtg., dolioliformis Jef., emaciata Brus., excavata Phil., fene-
strata Forb., intermista Montrs., interstincta Mtg., Jeffreysiana
Seg., monozona Brus., nanodea Montrs., scalaris Phil., spiralis
Mtg., striata Phil., tricincta Jef., turbonilloides Brus.
Turbonilla acuticostata Jef., attenuata Jef., clathrata Jef.,
compressa Jef., delicata Montrs., densecostata Phil., flexuosa Jef.,
fulvocinceta Thomp., gradata Montrs., indistincta Motg., lactea
L., obliquata Phil., paucistriata Jef, pusilla Phil., rufa Phil. si-
nuosa Jef., siemoidea Montrs., spectabilis Montrs., striata L. —
Eulimella acicula Forb., hyalina Jef., nitidissima Mtg., prae-
longa Jef., scillae Scac., subcylindrata Dunk,, ventricosa Forb.
Kulima acutalis Jef., beryllina. Montrs., bilineata Ald., brevis
Req.? cionella Montrs., distorta Desh., intermedia Cantr., jeffre-
ysiana Brus., microstoma Brus., minuta Jef., nana Montrs.,
Jef., petitiana Brus.?, perminima Jef., piriformis Brugn., polita
obtusa L., stalioi Brus., stenostoma Jef., subulata Don.
Cerithiopsis?® angustissima Forb., bilineata Hòorn., clarkii
Forb. et Hant., contigua, Montrs., diadema Wats., fayalensis
Wats., horrida Jef., Jeffreysi Wats., metaxa D. Ghio minima
Brus., tiara Wats., tubercularis Mtg.
Conus mediterraneus Hwass.
Cancellaria cancellata L., similis, Sow., minima Reeve, co-
ronata Scac.
Pleurotoma simile Biv., modiola Jan., loprestianum Calc.,
ml GEN
emendatum Montrs., maravignae Biv., galeritum? Phil. — Ta-
ranis cirrata Brugn., laevisculpta Montrs. -- Haedropleura se-
ptangularis Mtg.
Mangelia albida Desh., bertrandi Payr., coerulans Phil.
companyoi Bucq., multilineolata Desh., rugulosa Phil, san-
driana Brus., sicula Reeve, stosiciana Brus., taeniata Desh.,
vauquelini Payr.
Defrancia aequalis Jef, anceps Eich., clathrata M. de Ser.,
concinna Scac., convexa Jef., gracilis Mtg., inflata De Cris. e
Jan, laviae Phil, leufroyi Michd., linearis Mtg., nodulosa Jef.,
purpurea Mtg., reticulata Ren., rudis Scac., tenella Jef., tor-
quata Phil.
Raphitoma attenuatum Mtg., brachystomum Phil., costu-
latum Blainv., fallax? Forb., ginnaniana Sac., laevigatum Phil.,
nuperrima Tib., payraudeaui Desh., turgida Forb. — Lachesis
turritellata Desh., mamillata Ris., candidissima Phil., granu-
lata Ris., lineolata Tib., recondita Brugn., folineae Delle
Chiaje.
Aporrhais pes pelecani L., serreseanus Michd.
Xenophora mediterranea Tib.
Pedicularia sicula Swain.
Cypraea lurida L., pyrum Gml., physis Broc, spurca L. —
Trivia europaea Mtg., pulex Gray, candidula Gaskoin. -— Erato-
loevis Don.
Ovula adriatica Sow., carnea Poir., nicaeensis Ris., patula
Penn.
Cerithium vulgatum Brug., rupestre Ris., brogniarti Ma-
rav., conicum Blainv., reticulum Da Costa, jadertinum Brus.,
latreillii Payr., crosseanum Tib., lacteum Phil, cylindratum
Jef., pusillum Jef. — Triforis perversus. L., aspera Jef.
Littorina obtusata? L., neritoides L., punctata Gml. —
Cithna tenella? Jef. — Megalomphalus azoneus Brus.
Fossarus ambiguus L., costatus Broc.
Barleeja rubra Ad. — Jeffreysia glabra Brown, opalina
Jef., cylindrica Jef.
Rissoina bruguierei Payr. — Rissoa albella? Lof. algeriana
Montrs., angulata Jef., aspera Phil., auriscalpium L., aurita
Montrs., benjamina Montrs., calathus Forb. e Hanl., canari
LL Oa
ensis D’ Orb., cimex L., cimicoides Forb., cingillus Mtg., cin-
gulata Phil., concinnata Jef., contorta Jef., cossurae Cale., co-
stata Ad., crenulata Michd., deliciosa Jef., dictyophora Phil,
dolium Nyst, ehrembergi Phil., elata Phil., epidaurica Brus., _
fischeri Jef., fulgida Ad., fusca Phil., gergonia Chier., glabrata
Miihlf., globulina Montrs., grossa Michd., guérini Recl.,, hi-
spidula Montrs., jeffreysi Wal., inconspicua Ald., interrupta Ad.
lactea Michd., laevis Montrs., lanciae Calc., lia Ben., limpida
Montrs., lineata Bir., lineolata Michd., marginata Michd., me-
lanostoma Fisch., membranacea Ad., messanensis Seg., micro-
metrica Seg., monodonta Biv., montagui Payr., nitida Brus.,
oblonga Desm., ochroleuca Brus., pagodula Bucq., parva Da
Cos., peloritana Arad. e Ben., plicatula Ris., proxima Ald.,
pulchella Phil, pulcherrima Jef., punctura Mtg., radiata
Phil., reticulata Mtg., rudis Phil., scabra Phil., scabriuscula?
Req., scalariformis? Req., schlosseriana Brus., scillae Seg.,
sciutiana Ar. e Ben., sculptilis Monters., seminulum Montrs.,
semistriata Mtg., similis Scac., soluta Phil., splendida Eichw.,
strangulata Brus., striata? Mg., striatula Mtg., subareolata
Montrs., subcrenulata Schw., subsoluta Arad., tenera Phil.,
tenuisculpta Wats., testae Ar. e Mag., variabilis Milh., ven-
tricosa Desm., venusta Phil., violacea Desm., vitrea Mtg.,
weinkauffi Schw., zetlandica Mtsg.
Hersilia mediterranea Montrs.
Vermetus arenarius L. cristatus Bion., anguliferus Montrs.,
triqueter Bir., glomeratus L. — Siliquaria anguina Lam.
Turritella communis Ris., triplicata Broc., decipiens Mon-
trs., monterosatoi n. sp. Kobelt. — Mesalia varia Kien.
Caecum trachea Mtg., glabrum Mtg., subannulatum De
Fol., auriculatum De Fol., decurtatum Montrs.
Truncatella truncatula Drap.
Solarium discus Phil., mediterraneum Montrs., fallaciosum
Tib., conulus Weinck., architae Costa, jeffreysianum Tib., mo-
miliferum Brom — Architaea catenulata Costa. — Omalaxis
zanclaeus Phil.
Homalogyra atomus Phil., rota Forb., fischeriana Montrs
Skenea planorbis Fab., serpuloides Mtg.
Adeorbis subcarinatus Wood, exquisitus Jef.
BR
Calyptraca chinensîs L. — Crepidula unguiformis Lam.,
moulinsi Michd.
Capulus hungaricus L. — Addisonia lateralis Req.
Janthina nitens Menke, pallida Thon., prolongata Blains.
Ringicula auriculata Men., leptocheila Brugn., buccinea
Broc.
Smaragdia viridis L.
Turbo rugosus L., sanguineus L., glabratus Phil. — Pha-
sianella pulla L., speciosa Miilh., tenuis Michd.
Cyclostrema affine Jef., minutum Jef., nitens Phil., rugu-
losum Jef., trochoides Jef. — Circulus striatus Phil. — Tharsis
romettensis Seg.
Trochus Adamsoni Payr., adriaticus Phil., ardens v. Sal,
articulatus Lam., cingulatus Broc., conulus L., ditropis S. Wood,
divaricatus L., drepanensis Brugn., dubius Phil., exiguus Pult.,
fanulum Gml., gemmulatus Phil., granulatus Born, gravinae
Montrs., gualterianus Phil., guttadauri., Phil., laugieri Payr., leu-
cophaeus Phil., lyciacus Forb., magus L., matonii Payr., mille-
granus Phil., montagui Wood., mutabilis Phil., nebulosus Phil.,
nivosus A. Ad., obliquatus Gml. pallidus Forb., pumilio Phil.,
racketti Payr., richardi Payr., ruscurianus Weink., saulcyi
D'Orb., spratti Forb., striatus L., suturalis Phil., turbinatus
Born, umbilicaris L, unidentatus Phil., varius L., villicus Phil.,
zizyphinus L.
Clanculus corallinus Gml., jussieui Payr., cruciatus L,
glomus? Phil., blainvillii? Cant. — Craspedotus tinei Calc.
Scissurella crispata Flem., costata D’' Orb. — Schismope
striatula Phil.
Haliotis lamellosa Lam.
Fissurella costaria Desh., greca L., gibberula Lam., nu-
becula L. — Emarginula cancellata Phil, conica Schum,,
elongata Costa, fissura L., huzardi Payr., multistriata Jef.
Propilidium ancyloides Forb., scabrosum Jef., pertenue Jef,
Tectura virginea? Mull., unicolor Forb.
Patella ferruginea Gml., caerulea L., rouxi Payr., lusita-
nica Gml., tarentina Lam.
Anisoniom gussoni Costa. — Gadinia garnoti Payr.
Tylodina rafinesquii Phil, citrina Joan. — Umbrella me-
diterranea Lam,
ora
Cylichna cylindracea Pen. — Utriculus truncatulus Brug.,
crebriscultus Montrs., jeffreysi Wein., leptoeneilema Brus.,
mammillatus Phil., nitidulus Lov., strigellus Lov., umbilicatus
Mtg. — Amphisphyra hyalina Turt., quadrata Montrs. — Vol-
vula acuminata Brug.
Philine aperta L., angulata Jef., catena Mtg., pruinosa
Clark, punctata Clark, striatula Jef, monterosatoi Jef., retifera
Forb., scabra Mull.
Bulla striata Brug., utriculus Broc., diaphana Ar. e Mag.,
gibbula Jef. — Haminea hydatis L., elegans Leach, subpellu-
cida H. Ad. — Akera bullata Mill.
Scaphander lignarius L., puncto-striatus Migh., vestitus
Phil. — Acteon tornalitis. L., pusillus Forb., globulinus Forb.
Solenoconchia. i
Dentalium agile? Sars, panormitanus Chenu, dentale L.,
novemcostatum Lam., rubescens Desh., filum G. B. Sow., vul-
gare Da Costa — Siphonodentalium quinquangulare Forb. —
Cadulus subsusiformis? Sars, tumidosus Jef. — Dischides bi-
fissus S. Wood.
Lamellibranchiata.
Teredo pedicellata Quat., megotara Hanl., norvegica Speng.,
divaricata Destr., bipennata Turt., philippi Gray. — Xilophaga
dorsalis Turt. — Pholas dactyla L., candida L., parva Penn.
Gastrochoena dubia Penn. — Clavagella aperta Sow., me-
litensis Brod., balanorum Scac.
Saxicava arctica L., Panopoea glycimeris Born — Arci-
nella plicata Mtq., angulata S. Wood.
Mactra helvacea Chem., corallina L., subtruncata Mtq. —
Lutraria elliptica Lam., oblonga Chem. — Eastonia rugosa
Chem. — Syndosmya alba Wood, longicallis Scac., nitida
Miull., prismatica Mtg., tenuis Mtg., ovata Phil. — Scrobicu-
laria piperata Gml., cottardi Payr. — Mesodesma cornea Poli
— Ervilia castanea Mtg.
Thracia pubescens. Pult., convexa Wood, papyracea Poli,
corbuloides Des., pholadomyoides Forb.
Pandora oblonga Phil, prisma Mtg. inaequivalvis L. —
Lyonsia norvegica Chem., argentea Jef., corruscans Scac. —
Pecchiolia acuticostata Phil, granulata Seg., insculpta Jef.
LIO e
Pholadomya loveni Jef.
Corbula gibba Ol. — Corbulomya mediterranea Costa,
trigonula Montrs. — Poromya granulata Nyst. — Neaera ab-
breviata Forb., costellata Destr., cuspidata O1., lamellosa Sars.
rostrata Speng.
Solen vagina L., ensis L., siliqua L, — Cultellus pelluci-
dus Penn. — Ceratisolen legumen L. — Solecurtus strigilla-
tus L., multistriatus Scac., candidus Ren., coarctatus Gm].
Tellina balaustina L., balthica L., cumana Costa, dani-
liana Brus., distorta Poli, donacina L., exigua Poli, fabula
Gron., incarnata L., nitida Poli oudardii Payr., planata L.,
pulchella Lam., pusilla Phil ?, serrata Ken.
Psammobia vespertina Chem., ferroéngis Chem., costulata
Turt., weinkauffi Crosse — Capsa fragilis L.
Donax trunculus L., semistriata Poli, venusta Poli, politus
Poli, adriatica Montrs, cattaniana Brus., clodiensis Montrs.
Lucinopsis undata Tem. -- Dosinia exoleta L., lupinus
Poli — Cytherea chione L., rudis Poli, nitidula Lam. — Venus
verrucosa L., multilamella Lam., casina L., fasciata Don., ovata
Penn., effossa Biv., gallina L. — Tapes decussatus L., textu-
ratus Lam., petalinus Lam., floridellus Lam., rochebrunei Soc.,
bicolor Lam., laetus Poli, nitens Scac., aureus Gml., edulis
Chem., pulchellus Lam., geographicus Gml., hòberti Brus.
Petricola lithophaga Retz. — Venerupis irus L., substriata
Mts., lajonkairi Payr.
Cardium hians Broc., erinaceum Lam., aculeatum L., mu-
cronatum Poli., deshayesi Payr., tuberculatum L., paucicosta-
tum Sow., edule L., nodosum Turt., papillosum Poli, exiguum
Gml., minimum Phil., oblongum Chem. — Isocardia cor L.
Lucina borealis L., spinifera Mtg., reticulata Poli, fra-
gilis Phil., leucoma Turt., divaricata L., transversa Bron. —
Diplodonta rotundata Mtg. apicalis Phil, lupinus Broc. —
Scacchia elliptica Scac., ovata Phil. — Woodia digitaria L., —
Axinus ferruginosus Forb., flexuosus Mtg., planatus Jef., crou-
linensis Jef., incrassatus Jef., sranulosus Jef., abyssicola Forb?
Kellia suborbicularis Mtg., geoffroyi Payr., complanata Phil.,
caillaudi Rec., cycladia S. Wood, transversa Forb? — Bornia
corbuloides Phil, — Montacuta bidentata Mtg., substriata Mtg.,
AME
voeringi Friele, pellucida Jef., ferruginosa Mtg., ovata Jef., do-
nacina S. Wood.
Lepton squamosum Mtg., nitidum Turt., sulcatum Jef. —
Lasaea rubra Mtg., punida S. Wood — Scintilla rotunda Jef.
Galeomma turtoni Sow.
Cardita sulcata Brun., trapezia L., calyculata L, aculeata
Poli, corbis Phil. — Cypricardia lithophagella Lam. — Cya-
mium minutum Fab.
Chama griphoydes L., sinistrorsa Broc., circinata Montrs.
Astarte sulcata Da Costa, fusca Poli, pusilla Forb., parva
Wood, bipartita Phil. — Circe minima Mtg., planata Cale.
Solemya togata Poli.
Nucula sulcata Bronn, nucleus L., radiata Forb. e Hanl.,
nitida Sow., aegensis Forb. — Leda commutata Phil., pella L.,
messanensis Seg., frigida Tor., tenuis Phil., striolata Brugn.,
lucida Lov., pusio Phil., micrometrica Seg., pusilla Jef.
Arca barbata L., noae L., tetragona Poli, lactea L., diluvii
Lam., scabra Poli, imbricata Poli, obliqua Phil, pectuncu-
loides Scac., weinkaufii Cros® — Pectunculus glycimeris L.,
bimaculatus Poli, insubricus Broc. -- Limopsis minuta Phil.
Pinna nobilis L., pernula Chem., pectinata L., ensiformis,
Montrs., angustana Lam.
Mytilus edulis L., galloprovincialis Lam., pictus Born.,
minimus Poli, crispus Cant.
Modiola barbata L., phaseolina Phil., adriatica Lam., ag-
glutinans Cant., martorelli Hid., sulcata Risso — Modiolaria
costulata Risso, subpicta Cant., marmorata Forb. — Crenella
rhombea Berk. — Lithodomus lithophagus L., aristatus Sol.
Avicula tarentina Lam. —- Meleagrina savignyi Montrs.
Pecten bruei Payr, flexuosus Poli, glaber L., hyalinus
Poli, jacobaeus L., inflexus Poli, maximus L., opercularis L.,
pes felis L., Philipii Kec., proteus Sol., pusio L., septemra-
diatus Mill., similis Lask., striatus Mill., testae Biv., varius
L., vitreus Chem. — Amussium fenestratus Forb., hoskinsi
Forb.
Lima crassa Forb., hians Gml., inflata Chem., sarsi? Lov.,
subauriculata Mtg., subovata Jef.
Spondylus gaederopus L., gussonii Costa
MRI I
Anomia ephippium L., aculeata Miill., patelliformis L.,
glauca Montrs., hemisphaerica Brus.
Ostrea edulis L., cristata Born., lamellosa Broc., adria-
tica Lam., stentina Payr., ruscuriana Lam., rosacea Desh.,
cochlear Poli.
Brachiopoda.
Terebratula vitrea Gml., affinis Calc., sphenoidea Phil. —
Terebratulina caput serpentis L. — Argiope decollata
Chem., cuneata Risso, cordata Risso. — Platydia anomioides
Sc. e Phil., lunifera Phil, davidsoni Deslong. — Megerleia
truncata L. — Thecidium mediterraneum Risso — Crania tur-
binata Poli, rostrata Hoen.
Ricerche intorno ai nervi del tubo digerente ell Helix adspersa.
Alberto Grieb. Mem. Soc. Mal. delle Scienze. Serie III,
Vol. VI, Napoli, 1887.
Le conclusioni di questo lavoro nel quale sono discusse e
riportate molte delle osservazioni analoghe specialmente sulle
terminazioni nervose e dove si confermano le osservazioni di
Triuchese che per il primo si occupò delle terminazioni ner-
vose nei muscoli lisci e precisamente sui gasteropodi, sono le
seguenti:
« Esiste nella tunica muscolare esterna dell’ esofago, sto-
maco e cieco dell’ Helix un plesso nervoso basale formato dalle
maglie dei grossi tronchi nervosi longitudinali e trasversali,
nonchè dai rami secondari di questi che, dividendosi, formano
delle maglie più piccole contenute in quelle più grandi. Nella
porzione dell’ intestino abbracciata dal fegato e nel retto, que-
sto plesso è formato semplicemente dai nervi che hanno for-
mato le grosse maglie dell’ esofago, stomaco e cieco.
Nella tunica muscolare interna dell’ esofago, stomaco e
cieco si trova un plesso intermediario, formato da tronchi ner-
vosi provenienti alcuni dal plesso basale, altri direttamente
dai gangli buccali, e differisce da quello basale per la forma
delle maglie e per la grande quantità di cellule ganglionari
che si trovano dentro e fuori i bronchi nervosi che le for-
mano,
SMP
Nella porzione epatica e nel retto questo plesso è formato
semplicemente da rami che partono dalle maglie del plesso
basale e solo di tratto in tratto si trovano su questo delle cel-
lule ganglionari.
Nella tunica muscolare interna di tutto il tubo digerente
si trova ancora una rete terminale formata dall’ anastomosi
delle fibrille nervose distaccatesi dai piccoli tronchi nervosi
provenienti dal plesso intermediario e da prolungamenti delle
cellule ganglionari esterni di questo plesso.
Gli ultimi filamenti nervosi provenienti dalle maglie della
rete terminale, si terminano nei neurococchi delle fibre mu-
scolari. ( Trinchese).
Nel plesso basale si trovano delle cellule sanglionari le
quali sono molto abbondanti in tutte le regioni, meno nell’ eso-
fago e nel retto dove sono scarsissime. Queste cellule sono
attaccate ai nervi, isolate o in gruppi per mezzo di peduncoli.
Sul plesso intermediario queste cellule si trovano in grande
abbondanza e sono riunite in gruppo o isolate, dentro e fuori
dei tronchi nervosi e formano tanti piccoli centri nervosi.
Dalle cellule isolate di questo plesso, partono dei prolun-
gamenti che si sfibrillano o prendono parte alla formazione
della rete terminale. »
Intorno ad alcuni limacidi europei poco noti. Carlo Pollonera.
Boll. Mus. Zool. e Anat. comparata Univ. di Torino, Vol.
IL NGUZIO dee7a
Contiene delle osservazioni anatomiche, sul Limax fulvus
Norm. e L. valentianus Fér. Quest’ ultimo vi è nuovamente
descritto sopra individui di Barcellona.
Per i due Limacidi precedenti appartenenti al genere
Agriolimax propone il sottogenere Ambigolimax che sarebbe
caratterizzato dalla mancanza delle appendici flagelliformi
lobate della guaina della verga e dalla presenza di un ap-
pendice borsiforme che nell’A. Valentianus è sferica munita
di collo e sbocca lateralmente presso l’ estremità della guaina
della verga; nell’ A. fulvus ha la forma di %, di sfera, non ha
collo e si applica direttamente all’ estremità della guaina della
verga.
Si on
Dà inoltre l'elenco degli Agriolimax del sistema Kuropeo ;
vi è unita una tavola che contiene la figura dell’ A. valentianus,
dei suoi organi sessuali e dei denti della radula; gli organi
sessuali dell'A. fulvus; VA. fungivorus Poll. e i denti della
radula dello stesso; lA. fenellus di Nills.
Sulla classificazione dei limacidi del sistema Europeo. Carlo
Pollonera. Lol. Mus. Zool. e Anat. comparata Univ. di
Torino, Vol. II, N. 23, 1887.
Prendendo a base gli studi di Simroth sui limacidi Eu-
ropei e per i quali questo autore dà massima importanza al
canale digerente, discute le disposizioni di questo avvertendo
le molte aberrazioni in specie, che per altri caratteri dovreb-
bero essere prossime e ritiene che i caratteri forniti dalla ra-
dula sieno assai più costanti di quelli forniti dal canale dige-
rente e dall’ organo eccitatore ( Reizkòrper).
Riassume le relazioni di affinità tra i vari generi di Li-
macidi europei nel modo seguente:
Aper. respir. postmed. | Aper. respir. antemed.
Lehmania
Dente centrale della
radula con un solo Plepticolimax
aculeo, Limax i
Eulimax
Malacolimax
Dente centrale con | Apiolimax
tre aculei.
Campi mediani con | Platytoxon Paramilax
due aculei.
Gigantomilax Eumilax
Dente centrale con
tre aculei. Amalia
Campi mediani con
tre aculei. ? Lytopelte
gg
Dà la nota delle specie europee appartenenti ai generi, Gi-
gantomilax, Paralimax, Eulimax, Amalia e Lytopelte; nel
genere Amalia distingue il nuovo sottogenere Subamalia carat-
terizzato dalla seguente frase « Carina dorsi usque ad clypeum
non protracta ».
Vi è unita una tavola contenente le figure dell’ apparato
riproduttore, canale digerente e limacella del Paralimax in-
termittens Boettg.; del canale digerente del Malacolimax Va-
lentianus Fer. (nel precedente lavoro questa specie era nel
genere Agriolimax (s. q. Ambigolimax) compreso tra gli Agrio-
limax s. etr. e i Malacolimax, in questo lo riunisce ai Ma-
lacolimax e ne dà le ragioni); delle limacelle, canali digerenti
e denti del Gigantomilax Lederi Boettg. e del canale dige-
rente dell’ Agriolimax agrestis L.
Sopra alcuni fossili illustrati e descritti nel Musaeum metallicum
di Ulisse Aldrovandi. L. Foresti. Boll. Soc. Geol. Italiana.
Vol. VI. 1887, Roma.
Il Foresti raccoglie e stabilisce i nomi dei molluschi fos-
sili figurati nell’ opera dell’ Aldrovandi, limitandosi alle specie
interpretabili; oltre ai molluschi vi sono rammentate altre
specie in altri ordini d’ animali.
Il sistema liassico di Roccantica e i suoi fossili. G. Tuccimei
Boll. Soc. Geol. Italiana. Vol. VI. Roma, 1887.
Vi sono citati ventiquattro Ammonitidi, quattro Gasteropodi
e un Brachiopodo di tre diversi piani del Lias. È nuova specie
e figurata il Lytoceras sabinum del Lias medio, prossimo al
fimbriatum Sow. e all’italicum Mng., si distingue dal primo
per le coste più piccole, più numerose, non crenulate e accre-
scimento più rapido; dal secondo per le coste più piccole e
meno distinte. E pure figurata una varietà laevicostata del L.
Villae Meneghini.
Mo (pa
Contribuzioni alla geolog a del Catanzarese. A. Neviani. Lol!
Soc. Geol. Italiana. Vol. VI. Roma, 1887.
Sono due articoli portanti presso a poco lo stesso ‘titolo
ed inseriti nello stesso volume, nei quali il Neviani riporta
molti elenchi di molluschi, che il medesimo riferisce al plio-
cene e che con molta probabilità in parte sono di piani che
non si potrebbero riferire al pliocene tipico.
Appunti ed osservazioni sull’ ultimo lavoro di J. Gwyn Jeffreys
« On the mollusca procured during the Lightning and Por-
cupine expeditions 1868-1870 ». S. Brusina. Zagreb, 1886.
Per quanto un po’ arretrato, per la sua importanza re-
lativa alla conchigliologia adriatica, questo lavoro non può
essere dimenticato. In esso Brusina con la sua nota compe-
tenza passa .in rivista le conchiglie citate per l’ Adriatico dal
compianto Jeffreys, escludendo quelle che non sono state effet-
tivamente trovate, non esistendo nelle molte collezioni cono-
sciute, e dichiarando per altre in quali circostanze furono
rinvenute.
Per questo lavoro egli si riferisce all’ esame di trentuna
collezioni e di comunicazioni private in tutto attendibili.
Le specie citate da Jeffreys come viventi nell’ Adriatico ed
escluse da Brusina sarebbero le seguenti:
Spondylus gussonii 0. Costa, Pecten philippii Réclux, Mi-
tylus pictus Jef., Nucula aegeensis Forb., Cardita corbis Phil.,
Astarte triangularis Mtg., A. digitaria L., A. bipartita Phil.,
Lutraria oblonga Chem., Solen pellucidus Penn., Mya truncata
L., Gibbula cineraria L., Littorina litorea L., Alvania dictyo-
phora Phil., Rissoa parva Da Costa, Siliquaria anguina L.,
Natica sordida Phil, Megalomphalus ( Adeorbis ) depressus Seg.,
Cancellaria cancellata L., Aporrhais serresianus Michel., Bit-
tium lacteum Phil.
Corregge le seguenti determinazioni che Jeffreys aveva riu-
nito con altre specie.
Mytilus galloprovincialis Lam. = M. edulis (Jef.) pro
parte, Scissurella aspera Phil = S. crispata (Jef. ) pro parte,
REM
Gibbula augulata Eidw = T. adamsoni (Jef.) pro parte, Gib-
bula racketti Payr = T. tumidus (Jef.) pro parte, Zizyphinus
venosus Mulhf. = T. striatus (Jef.) pro parte, Phasianella
punctata Ris. = P. pulla (Jef.) pro parte, Littorinia saxatilis
Ol. = L. rudis (Jef.), Eulima Doderleini Brus. (nom. emend.)
= E. stalioi Jef. non Brus.
Sono inoltre citate e corrette varie sinonimie o specie
che diversi autori avevano inesattamente citate o dimenticate
della fauna adriatica.
Brevissimi cenni intorno la geologia del Capo S. Andrea presso
Taormina. G. Seguenza. Accad. Scienze fis. e mat. di
Napoli. Fasc. 5, 1987.
Contiene varie liste di fossili del giurassico medio e su-
periore di detta località. Vi sono nominate senza descrizione
diciassette muove specie, cioè un Belemnites, tre Perisphinctes
due Crioceras, due Aptycus, due Terebratule, tre Pigope, due
Rhinconelle, un Cerithium e un Trochus. Il numero totale delle
specie citate è ottantanove, delle quali tredici sono indicate
con il solo nome generico.
Auf Corsica. H. Rolle. Jalrbicher der Deuts. Malak. Ges.
Heft I, 1887.
Il sig. Rolle prende occasione da un suo viaggio in Cor-
sica per parlare della pesca di alcune specie di molluschi e
termina il suo lavoro con una lista di conchiglie dello stretto
di Bonifacio. E la sola parte interessante del suo lavoro e
può essere scorsa utilmente da chi si occupa di conchiglie me-
diterranee.
Non è però da nascondersi il desiderio che l’ esempio dato
da Rolle e che pure altri hanno dato come Reyer nel suo libro
« Aus Toscana » di mescolare notizie storiche, artistiche o
sociali ai lavori di Storia Naturale, cessi di avere imitatori;
la serietà dei due diversi ordini di notizie ne soffre e articoli
che troverebbero il loro luogo naturale in pubblicazioni perio-
diche illustrate e di coltura generale, perdono tutto il loro in-
RITI gian
teresse mescolati ad articoli prettamente scientifici, dove il let-
tore non sempre è in grado di distinguere quale sia la parte
più interessante ed essendo spesso superficiali ambedue, è por-
tato naturalmente ad apprezzare quella che meno conosce.
Iconographie der Schalentragenden europàischen Meeresconchy-
lien. W. Kobelt. 1 Band mit 28 Taf, 1887. Cassel.
Limitandosi al semplice annunzio di questa opera, della.
quale dovrà riparlarsi in seguito con maggiore ampiezza sì
avverte che la parte pubblicata nel 1887 contiene la illustra-
zione completa delle cinque famiglie seguenti, Muricidae, Pur-
puridae, Fasciolaridae, Buccinidae e Nassidae, per le specie
viventi nei mari d’ Europa.
Nelle 28 tavole colorate unite a questa prima parte le specie
mediterranee figurate sono le seguenti.
Murex brandaris, trunculus, erinaceus, cristatus, diadema,
scalarioides, edwardsii, hybridus, hellerianus, aciculatus.
Typhis tetrapterus.
Trophon barvicensis, multilamellosus, vaginatus, muricatus,
fusulus.
Purpura haemastoma.
Coralliophila meyendorffi, lamellosa, brevis, babelis, squa-
mulosa.
Fasciolaria lignaria.
Fusus syracusanus, rostratus, craticulatus, pulchellus, lon-
gurio, rudis, rusticulus.
Pisania maculosa, dorbignyi, scabra, picta, leucozona. Euthria
cornea.
Buccinum fusiforme. |
Nassa mutabilis, granum, tinei, incrassata, reticulata, va-
ricosa, costulata, limata, denticulata, gibbosula, corniculum,
semistriata.
Cyclope neritea.
Nel testo ad ogni specie è figurata l armatura linguale,
e le tavole comprendono oltre al tipo le figure delle principali
varietà.
—_— 48 — i
Murex fusulus Brocchi. W. Kobelt. Jalrb. der Deuts Malak. Ges.
Heft. II, 1887.
Kobelt in questo lavoro figura nuovamente il M. fusulus
Broc. e il M. fusulus della baja di Vigo dimostrandone la
identità. Figura inoltre la radula di detta specie e quelle del
Trophon muricatus Mtg. Murex (Hadriania)-craticulatus (L.)
Brocchi, Nassa corniculum Ol. e N. semistriata Broc.
Per il M. fusulus non accetta la sinonimia di Monterosato
che vorrebbe chiamarlo M. Spadae Lib: riporta a questo scopo
le osservazioni di De Stefani che confrontò gli esemplari tipici
d’ Altavilla del Museo di Pisa con quelli di Monterufoli, e
dalle quali osservazioni dedusse essere il M. Spadae sinonimo
della P. baccata Bell. Dalla radula poi deduce che il M. fu-
sulus è un Trophon e non una Pollia.
Appartiene secondo lo stesso autore per la radula al ge-
nere Trophon il M. craticulatus (L.) Broc. Così pure dall’ e-
same delle radule della Nassa corniculum 01. e dalla semi-
striata Broc. di Vigo deduce che non possono dette specie
essere riavvicinate essendo la prima un Amycla mentre la se-
mistriata è una Nassa genuina.
Fauna der in der palaarctischen Region lebenden Binnenconchy-
lien. C. A. Westerlund. Lund. 1884-87.
Di questa opera annunziamo la pubblicazione avvenuta
nel 1887 del quinto fascicolo contenente i generi Buliminus,
Sestieria, Pupa, Stenogyra e Cionella. Terremo a suo tempo
maggior conto di questo lavoro non ancor finito di pubblicare
in vista della sua grande importanza per la Malacologia ter-
restre Italiana.
BOLLETTINO. DELLA SOCIETA MALACOLOGICA ITALIANA
Vol. MIE.
CARLO POLLONERA
MOLLUSCHI
DELLO SCIOA E DELLA VALLE DELL’ HAVASH
E 207 100
Il Dott. Vincenzo Ragazzi, nativo di Modena, Capitano
Medico nella Marina militare italiana, durante i tre anni da
lui passati allo Scioa nella qualità di direttore della Stazione
di Let-Marefia presso Ankober, proprietà della Società Geo-
grafica Italiana, raccolse abbondantissimi materiali per la
storia naturale di quella regione.
Scopo di questo mio lavoro è di far conoscere le specie
di molluschi dal Dott. Ragazzi raccolte nello Scioa e nella
limitrofa valle dell’ Havash, così poco ancora esplorate.
La fauna malacologica di queste regioni ebbe già un prin-
cipio di illustrazione in un, eccellente lavoro (1) del signor
Bourguignat, il quale determinò e descrisse il materiale rac-
colto colà dal viaggiatore francese P. Soleillet; ciò malgrado
il contributo apportato dal Dott. Ragazzi non perde nulla della
sua importanza avendo i due esploratori fatte le loro ricerche
in località differenti, e ritrovate non soltanto specie diverse
ma ben sovente generi diversi.
Le specie raccolte dal Soleillet sono 44, cioè 22 terrestri
e 22 fluviatili, delle quali 44 specie, 35 sono descritte come
nuove nel succitato lavoro del Bourguignat. Quelle raccolte
(1) I. R. Bourguignat, MoQlusques terr. et fluv. recueillis par M. Paul
Soleillet dans son voyage au Choa. Paris, Sept. 1885; 48 pag. con 1 tav. .
4
dal Ragazzi invece sono 32, cioè 25 terrestri e 7 fiuviatili,
specie nuove 19. Le specie trovate da entrambi i viaggiatori
si riducono a due: la Limicolaria Heuglini e la Melania tu-
berculata. La grande scarsità di specie fluviatili nella raccolta
del Ragazzi in confronto della loro abbondanza in quella del
Soleillet proviene da ciò che il primo esplorò più particolar-
mente le regioni montuose dello Scioa, mentre il secondo fece
anche ricerche nel corso inferiore dell Havash e nei laghi nei
quali esso si perde, località non esplorate dal Ragazzi; infatti
sulle 22 specie fluviatili raccolte dal Soleillet, 17 sono indi-
cate del lago Aussa e dell’ estremità inferiore del fiume Havash.
1 generi raccolti soltanto da Soleillet sono: Ledoulxia, Suc-
cinea, Cecilianella, Limnaa, Physopsis, Cleopatra, Bythinia,
Digyreidum, Soledlletia, Corbicula: quelli invece raccolti sol-
tanto dal Ragazzi sono: Ennea, Agriolimax, Helcarion, Vi-
trina, Sitala, Thapsia, Homorus, Subulina, Planorbis, Isidora,
Valvata, Pisidium ; quelli raccolti da entrambi non sono che
cinque: Buliminus, Limicolaria, Fruticicola, Melania e Unio.
Da tale differenza di risultato nelle ricerche dei due viag-
giatori mi sembra si possa dedurre che le specie in tale re-
gione siano assai numerose, ma anche limitate a certe località,
e nessuna di esse abbia una grande diffusione nel paese. In-
fatti tra le località nelle quali furono raccolte maggior nu-
mero di specie, vi sono pel Soleillet Alié-Amba e pel Ragazzi
Let-Marefia, entrambi a distanza relativamente breve da An-
kober, eppure la differenza dei risultati delle loro ricerche sus-
siste ugualmente. Un’ altra prova in appoggio alla localizzazione
delle specie nello Scioa è pure questa, che pochissime di esse
furono trovate in due località diverse sia dal Ragazzi che dal
Soleillet.
Il Bourguignat nella conclusione del citato lavoro nota
che la fisionomia generale della fauna malacologica dello Scioa
è molto simile a quella dell’ Abissinia ad esclusione di poche
forme.
| Tra queste esso cita il Buliminus insularis e la Melania
tuberculata specie cosmopolite, le Ledoulxia che appartengono
ad una fauna più meridionale, e le Limicolaria Chefneuxi e
glandinopsis, forme proprie dello Scioa che non hanno riscontro
ia
nella fauna abissinese. Infine le ,Solezlletia le quali finora non
sono conosciute di altre regioni.
A proposito di queste specie bisogna ancora notare che
tutta la riva destra dell’ Havash ed il suo corso inferiore
(a nord dell’ 11° grado di latit.) non è più Scioa, poichè con
questo nome si distingue tutta la montuosa regione che si
stende tra la riva sinistra dell’ Havash (a sud dell’ 11° grado
di lat.) ed il Nilo Azzurro ed il Bascilo, cosicchè tanto le
Soleilletia quanto le Ledoulrzia vivono fuori dello Scioa. Dunque
le forme speciali allo Scioa, senza riscontro nella fauna abis-
sina si ridurrebbero alle due sopracitate Limzcolarza.
Le specie trovate dal Ragazzi confermano pienamente il
giudizio del Bourguignat sulla fauna dello Scioa, poichè ben
poche di esse sono senza riscontro tra le fofme abissine, mentre
la massima parte appartengono a generi ed a gruppi di specie
che vivono in Abissinia.
Comincierò dalle forme non abissine di facies od appar-
tenenti a generi finora non trovati in Abissinia; sulle 32 specie
trovate dal Ragazzi esse sono 4 soltanto, cioè i Luliminus
Sacconi e Vigonii ed i generi Valvata e Pisidium rappresen-
tati ciascuno da una sola specie. Questi due generi furono tro-
vati in uno dei tanti piccoli affluenti del Gemma (a sua volta
affluente del Nilo azzurro ), ed essi si ritrovano in Egitto nel
corso inferiore del Nilo, non è quindi improbabile che essi
vivano pure nel lungo tratto nel quale il Nilo azzurro forma
il limite meridionale dell’ Abissinia, e siano sfuggiti alle ri-
cerche, forzatamente incomplete, dei viaggiatori per la loro
piccolezza ed il loro aspetto punto vistoso. Quanto ai Bulim.
Sacconiî e Vigonit non ho trovato forme analoghe nè dell’ Abis-
sinia nè del resto dell’ Africa orientale, cosicchè le credo forme
particolari allo Scioa
Comuni allo Scioa ed all’ Abissinia sono le specie seguenti:
Ennea denticulata, Agriolimax Iickelit, Helicarion Raffrayi,
Thapsia abyssinica, Limicolaria sennaarica, L. Heuglini, Fru-
ticicola Lejacniana, Isidora sericina, e la cosmopolita Melania
tuberculata.
Tutte le altre forme raccolte dal Ragazzi, quantunque dif-
feriscano specificamente da quelle abissine, appartengono tutte
ME ES
a gruppi più o meno largamente rappresentati nella fauna
dell’ Abissinia, e fino ad un certo punto conservano la stessa
proporzione numerica. Come nella fauna abissinese, così in
quella scioana, primeggiano per numero di specie i generi
Vitrina e Buliminus, mentre i generi Ennea, Agriolimax,
Helicarion, Sitala, Thapsia, Homorus sono rappresentati da
una sola o da poche specie. La sola differenza notevole sta
nella scarsità di Fruticicola ( Helix) e Subulina e nell’ abbon-
danza di Limicolaria nello Scioa rispetto all’ Abissinia.
Onde rendere più completo e più utile questo mio breve
lavoro, ho stimato opportuno riferire oltre le specie raccolte
dal Dott. Ragazzi anche quelle raccolte dal Soleillet e che for-
marono argomento del citato lavoro del sig. Bourguignat. In
tal modo si può avere un'idea di quanto finora è conosciuto
sulla fauna malacologica dello Scioa e della valle dell’ Havash.
Le regioni esplorate dal Dott. Ragazzi sono costituite com-
pletamente da roccie vulcaniche, solo in qualche vallata nella
parte bassa prossina all’ Havash, affiora qualche raro lembo
di un calcare mesozoico; nello Scioa vero e proprio la calce
e i suoi usì sono sconosciuti.
MOLLUSCHI TERRESTRI
Fam. I. Testacellida.
Gen. Ennea, Adams, 1855. Genera, II, p. 171.
Ennea denticulata Morelet.
Ennea denticulata Morelet, Ann. Mus. CF Genova, vol. III,J
1872, p. 202, tav. IX, fig. 10.
Hab. Foreste di Fehere Ghembre, sotto i vecchi tronchi
putrefatti (R) (1). Un solo esemplare a spira assai più breve
di quello figurato dal Morelet, ed a sutura meno denticolata,
ma a dentatura identica.
Fam. II. Limacida.
Gen. Agriolimax, Moòrch in Malm, Limac. Scandinav. 1868
Agriolimax lickelii Heynemann.
Limax (Agriolimax ) ITickelii Heyn. in Iickeli, Moll. N. 0.
Afr. 1874, p. 81, tav. IV, fig. 2.
Hab. Let-Marefia (R), frequentissimo; è di tutte le specie
raccolte dal Dott. Ragazzi quella che egli trovò in maggior
abbondanza. Questa specie finora era stata trovata soltanto
nelle regioni settentrionali dell’ Abissinia; il suo ritrovarsi in
questa parte dello Scioa fa supporre che essa sia sparsa in
(1) Ho segnato con R le specie raccolte dal dott. Ragazzi, con S quelle
raccolte dal sig. Soleillet,
SERIE
tutta la lunga catena di montagne che limita ad oriente lo
Scioa e l’ Abissinia.
Fam. III. Vitrinida.
Il sig. Bourguignat, mentre colloca le Vitrina nella fa-
miglia degli Helicide, costituisce separatamente in famiglia
(Helixariomide) quei generi che sono muniti di un poro mu-
coso caudale.
Io non credo di potermi conformare in questo caso al suo
modo di vedere, per parecchie ragioni. Anzitutto la presenza o
la mancanza del suddetto poro mucoso non mi sembra essere
carattere di tale importanza da potersi basare su di esso divi-
sioni di famiglie; infatti il sig. Bourguignat stesso (Descript.
de deux nouv. genres algér. etc. 1877) colloca nella famiglia
degli Helicide i generi Zonites e Ferussacia i quali sono
provvisti di poro mucoso caudale. Inoltre tanto i caratteri della
conchiglia come la forma dell’ animale ed i caratteri anato-
mici forniti dalla mandibola, dalla radula e dall’ apparato
sessuale uniscono gli Helixarionide ai generi Vitrina, Hyalinia
e Zonites.
Gen. Helicarion Férussac, Tabl. syst. etc. 1821, p. 23 e 71.
Férussac allorchè stabili questo genere lo chiamò Heliza-
rîon, ma in seguito riconoscendo poco corretto il modo in cui
esso aveva riuniti in un solo i due nomi di Helix ed Arzon,
a pagina 71 dello stesso lavoro modificò la primitiva denomi-
nazione in quella più regolare e più eufonica di Helcarzon.
Helicarion Raffrayi Bourguignat.
Helixarion Raffrayi Bourg. Hist. malac. Abyss. 1883, p. 9,
tav. 7, fig, 12-14.
Hab. Ambocarra (R). Un solo esemplare non ancora per-
fettamente adulto, poichè dall’ esame anatomico potei vedere
che l'apparato sessuale non era ancora giunto al suo com-
55
— è —
pleto sviluppo. La conchiglia è della stessa grandezza di quella
descritta e fisurata dal Bourguignat, ed è leggerissimamente
meno turgida ed arrotondata; anche la colorazione dell’ ani-
male concorda con quella della forma tipica abissinese.
‘Helicarion Ragazzii Pollonera.
Tav. II, fig. 12, 13, 14, 15.
Helicarion Ragazzi Poll., Boll. Mus. di Zool. ed Anat. Comp.
di Torino, vol. II, N. 34, 31 Dec. 1887.
Testa imperforata, semiglobosa, tend, pellucida, pallide
succinea, striato-subplicata, subtus convexa; spira prominula,
submamillata; anfractus 3 convexiusculi, rapide accrescentes,
sutura marginata divisi; ultimus magnus, ventrosus, superne
rotundatus; apertura obliqua, ampla, irregulariter subrotun-
data, margine supero arcuato-declivi, antrorsum parum dila-
tato, columellari oblique recedente. Diam. 14, alt. 104 mill.
Hab. Farrè, sotto le pietre presso un torrente (R).
L'animale è poco rugoso, ocraceo sporco, macchiato di
grigio posteriormente ai due lati della coda e° anteriormente
presso il margine del piede; coda ottusamente carenata e pro-
tratta in un prolungamento ricurvo che sopravanza il poro
mucoso grande e triangolare; margine del piede ben distinto,
spesso, fortemente solcato trasversalmente e che si prolunga
senza interruzione attorno al poro mucoso; suola trifasciata,
ocraceo sporco uniforme; semicappuccio non molto sviluppato,
ocraceo sporco sparso di macchie grigie sfumate; apertura
polmonare assai posteriore; sacco viscerale cinereo unicolore,
leggermente giallognolo nella sua parte anteriore, Lunghezza
dell’ animale, in alcool, 18 millimetri.
Questa specie, ancora più globulosa della precedente, se
ne distingue sopratutto per le dimensioni di gran lunga
maggiori.
ni, a
Gen. Vitrina, Draparnaud, Tabl. Moll. 1801, p. 33.
- Vitrina Licata Pollonera.
Tav. II, fig. 23-24.
Vitrina Licate Poll., Boll. Mus. Zool. Anat. Comp. di Torino,
vol. III, 1888, N. 37.
Testa suborbicularis solidula, supra depressula, subtus
convexiuscula, pallide corneo-virescens, spira depressa ; anfractus
3},, parum convexi, irregulariter plicato-striati, rapide evo-
luti, ultimus amplissimus; apertura subovato-rotundata, obliqua,
margine membranaceo angustissimo. Diam. max. 23; diam.
min. 18; alt. 15; diam. apert. 15; alt. apert. 12/4 mill.
Hab. Assechisn (Bulga) un solo esemplare (R). Questa
specie, di dimensioni già notevoli, somiglia alla seguente V.
Ragazzi, dalla quale si distingue tuttavia assai agevolmente
per le sue dimensioni minori, per la spira più depressa, pel
colorito molto più pallido e per l’ apertura più arrotondata e
meno allungata.
Dedico questa specie al compianto Prof. G. B. Licata e
le seguenti ad altri viaggiatori italiani che esplorarono le re-
gioni dell’ Africa orientale.
‘ Vitrina Ragazzii Pollonera.
Tav. II, fig. 20, 21 e 22.
Vitrina Ragazzii Poll. Boll, Mus. Zool. Anat. Comp. di To-
rino, vol. III, 1888, N. 37.
Testa suborbiculari-convexa, subtus convexiuscula, solidula,
corneo-rufescens, spira prominula; anfractus 3-4, convexi,
irregulariter plicato-striati, rapide evoluti, ultimus amplissi-
mus; apertura subovata, obliqua, margine membranaceo angu-
stissimo. Diam. max. 27-30; diam. min. 22-2354; alt. 18-19;
diam. apert. 174-183; alt. apert. 1414-16 mill.
LAO
io
PIAN
Hab. Assechign (Bulga), quattro esemplari (R). Questa è
certamente una delle più gigantesche specie di questo genere;
essa si avvicina alla V. Zlemingi Pfr. (Reeve, tav. I, f. 4)
dell’ India per la forma generale e per la solidità della con-
chiglia; se ne distingue tuttavia per le dimensioni di poco
minori, per l ultimo anfratto più declive e quindi per l’ aper-
tura più obliqua.
” Vitrina Bianchii Pollonera.
(davnall fig, 43:12; oe):
Vitrina Bianchit Poll.; Boll. Mus. Looly ecc. Torino, 1888,
N. 97.
Testa subsemiglobosa, pertenuis, sub lente minutissime
striatula, oleoso-micans, succineo-virescens; spira brevis, apice
submamillato; anfractus 3 convexiusculi, celeriter accrescentes,
sutura marginata divisi; ultimus subventrosus, superne convexo-
devexus, inferne inflatus; apertura subobliqua, ovata, basi re-
cedens, intus margaritaceo-opalina; peristoma simplex, inferne
margine membranaceo angusto; columella arcuata, inflexa.
Diam. max 14; diam. min. 10; alt. 8; diam. apert. 9; alt.
apert. 6 mill.
Hab. Garobela (R), due soli esemplari.
L'animale (in alcool) è di un ocraceo pallido fondamen-
tale; piede lungo, stretto, terminato posteriormente in una ca-
rena che scende con una forte inclinazione dalla parte supero-
posteriore di esso che è piano-concava; questa superficie piano-
concava è assai larga all’ innanzi e si ristringe posteriormente
in punta aguzza al punto in cui nasce la carena, essa è tra-
versata longitudinalmente da una larga fascia nera che anche
essa va restringendosi e scende a tinteggiare la carena; una
leggera sfumatura nericcia si vede anche lungo il margine
esterno del piede e nelle due zone laterali della suola. Cap-
puccio mediocremente sviluppato, lobo anteriore tutto cosparso
di macchie nerastre dalle quali parte una larga fascia nera
che va all'apertura polmonare e si prolunga al di là di questa
SlErR
sul lobo posteriore del cappuccio che è piccolo, di forma tra-
pezoide e non prolungato in un lobo spatuliforme. Il sacco
spirale dei visceri è di un bianchiccio ocraceo che qua e là
tende al cenerino ; sull’innanzi vi sono due larghe e lunghe
macchie nere irregolari sfumate alla loro estremità in una
punteggiatura nera; alcune altre macchie nere più piccole si
ritrovano sul secondo anfratto.
Questa specie somiglia un poco alla seguente, ma se ne
distingue per essere assai più compressa superiormente e più
convessa invece inferiormente, dal che ne viene che l’ apertura
è assal meno obliqua, più arrotondata inferiormente e più de-
pressa superiormente, inoltre la conchiglia è meno rugosa.
L'animale poi della V. Bianchi si distinguerà subito da
quello della V. Giuliettti perchè mentre quelli è di una tinta
generale chiara e la parte più scura di esso è il lobo anteriore
del semi-cappuccio, l’ altro invece è di tinta generale nerastra
e la parte più chiara è il Sem CAPpnGcIo; malgrado le macchie
nere che lo cospargono.
“ Vitrina Giuliettii Pollonera.
Tav. II, fig. 4, 5, 6 e 16.
Vitrina Giulietti Poll., Boll. Mus. Zool. ecc. Torino, III, 1888,
INESI
Testa semiovata, pertenuis, irregulariter subplicata, sub
lente minutissime striatula, oleoso-micans, succineo-virescens;
spira convexa, obtusa; anfractus 3 subconvexi, rapide accre-
scentes, sutura anguste marginata divisi, ultimus magnus, de-
clivis, prope suturam subplanulatus; apertura subovata, obliqua,
basi recedens, intus submargaritaceo-albida; peristoma simplex,
inferne margine membranaceo angusto; columella arcuata.
Diam. max. 15 4: diam. min. 11}, alt. 107*d1amalfa perte
alt. apert. 8!/ mill.
Hab. Garobela (R), due soli esemplari.
Si avvicina assai alla V. Darnaudi Pfr. (Reeve, tav. V,
sp. 82) del Sennaar, ma per quanto posso giudicare dalla de-
pe.
MET) PO
scrizione di Iickeli (1. c. p. 37) e dalla citata figura del Reeve,
la V. Giublettiv se ne distinguerebbe per la forma leggermente
più depressa, per l ultimo anfratto meno largamente pianeg-
giante attorno alla sutura e pel colore più succineo. Ho rite-
nuto queste differenze valevoli a distinguere le due forme,
tanto più che le regioni da queste abitate sono assai distanti
tra loro.
Nella forma generale l’ animale della V. Giulietti somiglia
assai a quello della V. Bianchi, il semi-cappuccio tuttavia
sembra più ampio; la differenza invece è notevole nella colo-
razione. Sacco viscerale nerastro con macchie ovalari appena
più chiare, margine peristomale bianchiccio; semi-cappuccio
bianchiccio ocraceo con alcune macchie nerastre di varia forma;
piede grigio nerastro eccetto il suo margme esterno che è bian-
chiccio come la suola. La forma della coda è la stessa come
nella specie precedente, poichè la carena ha la stessa inclina-
zione, e superiormente si ritrova quel lungo e largo spazio
piano-concavo sul quale si appoggia la conchiglia.
© Vitrina Martinii Pollonera.
Tav. II, fi. 7,8,9e 19.
Vitrina Martinii Poll., Boll. Mus. Zool. ecc. Torino, III, 1888,
INDÙ:
Testa semiglohosa, tenuis, per longitudinem regulariter
semirugata, succineo-virescens, spira convexiuscula, apice mi-
nuto, submamillato ; aufractus 3 convexi, celeriter accrescentes,
sutura marginata divisi; ultimus subventrosus, superne convexo-
devexus, inferne convexiusculus; apertura obliqua, ovata, basi
recedens, intus margaritaceo-albida; peristoma simplex, inferne
margine membranaceo angusto; columella tenuissime arcuata,
fere recta. Diam. max. 14; diam. min. 10"; alt. 9%; diam.
apert. 8; alt. apert. 7% mill.
Hab. Let Marefia (R), quattro esemplari.
— 60 —!
#
Var. naticoides Pollonera.
Tav. II, fig. 10.
Differt a typo testa minore, fragiliore, globosiore, spira
prominula, apertura magis obliqua et rotundiore. Diam. max.
18; diam. min. ‘94; alt. 9%; diam. apert. 8%; altiWfaperi
Fon
Hab. Ambocarra (R), un solo esemplare.
Per la conchiglia questa specie è strettamente collegata
colla precedente V. Giulietti, dalla quale si distingue soltanto
per la spira più prominente, per gli anfratti meno convessi
superiormente, per l’ apertura meno obliqua e per la columella
più diritta; notevolissime differenze invece si riscontrano negli
animali delle due specie.
L'animale della V. Martinii si distingue subito da quello
delle due specie precedenti per la forma della coda che è molto
più allungata, più appiattita e più gradatamente attenuata;
cosicchè la carena è molto più lunga e ad inclinazione molto
più dolce; lo spazio piano-concavo superiore è molto più breve
ed assume una forma triangolare. Il piede è uniformemente
grigio nerastro, eccetto il suo margine che è ocraceo pallido
come la suola. Il semi-cappuccio è meno ampio che nelle specie
precedenti, esso è ocraceo pallido, macchiettato di bruno ros-
siccio pallido e con una ben distinta fascia longitudinale nera
sul lato destro, interrotta dall’ apertura polmonare. Il sacco
viscerale è di un bruno rossiccio un po’ vinoso macchiato di
bianco latteo, bianchiccio e cinerino, il suo margine peristomale
è ocraceo pallido.
La V. Martinii è evidentemente assai prossima alla Y.
Ruppelkana Pfr. (1) di Abissinia. L'animale di quest’ ultima
specie ha una coda simile a quella della V. Martinti (2), ma
ne differisce pel colore che è più scuro e più uniforme. Inoltre
(1) V. Ruppelliana Pfr. in Proceed. zool. Soc. 1848, p. 107. Iickeli,
Fauna moll. Nord-Ost-Afr. 1874, p. 36, t. 4, f. 6.
(2) Vedi Bourguignat, Malac. Abyss. 1883, p. 20, fig. 10-11.
— 61 —
la conchiglia della V. Martiniz ha gli anfratti che si svolgono
assai più rapidamente, cosicchè l’ ultimo diventa assai più
grande.
Vitrina Antonellii Pollonera.
Tav. II, fig. 11 e 18.
Vitrina Antonellii Poll., Boll. Mus. Zool. ecc. Torino, III, 1888,
Ni 37,
Testa globosa, tenuis, succinea, per longitudinem regula-
riter semirugata; spira brevis, apice minuto submamillato;
anfractus 3 convexi, regulariter accrescentes, sutura marginata
divisi; ultimus inflatus, rotundatus, prope suturam planulatus;
apertura subobliqua, subrotunda, intus pallidula; peristoma
simplex, inferne margine membranaceo angusto, columella su-
barcuata. Diam. max. 12'/; diam. min. 9; alt. 9%; diam.
apert. 7%; alt. apert. 7.
Hab. Farrè (R); un solo esemplare.
L’animale somiglia a quello della V. Giulietti, ma è di
una tinta bianchiccia leggermente ocracea, fuorchè la suola,
la parte anteriore del sacco viscerale ed il lobo anteriore del
semi-cappuccio che sono di un bel ocraceo vivo; sul sacco vi-
scerale vi sono alcune rade macchie brune, e sul lato destro
del semi-cappuccio la zona bruna interrotta dall’ apertura pol-
monare. La coda è breve, ma più schiacciata, lo spazio su-
periore piano-concavo molto lungo, ma la carena scende con
una inclinazione molto più dolce a cagione della forma molto
più appiattita della coda.
Questa specie per la forma generale somiglia assai alla
V. natalensis figurata dal Reeve (tav. I, fig. 1), ma se ne di-
stingue per dimensioni minori d’ assai, per l’ apertura più
ampia e per la spira leggermente depressa. Poichè ho citato
la V. natalensis Krauss, farò osservare che la figura del Reeve
non ha nessuna somiglianza con quella del Krauss creatore
della specie (Sudafr. Moll. tav. IV, fig. 17).
TE
Gen. Thapsia Albers, 1860, Helic. ed. Mart. p. 56.
Questo genere è caratterizzato da una conchiglia simile
alle Hyalinia europee, ma l animale è munito di un poro
mucoso caudale bene sviluppato ed evidente.
Thapsia abyssinica Llickeli.
Hyalina abyssinica Iickeli, Malak. Blatt. 1873, p. 101.
Microcystis abyssinicus Tickeli, Moll. N. O. Afr. 1874, p. 50,
tav. IV, fig. 15.
Thapsia abyssinica Bourguignat, Malac. Abyss., 1883, p. 11.
Hab. Farrè (R), sotto le pietre presso un torrente, un solo
esemplare.
Gen. Sitala Adams, 1856, Proceed. Zool. Soc. p. 408.
Questo genere ha una conchiglia simile ai Conulus d’ Bu-
ropa, ma l’animale se ne distingue perchè ha un poro mucoso
molto grande e visibilissimo. .
Sitala trochulus Pollonera.
Tav. II, fig. 32; Tav. III, fig. 19, 20 e 21.
Sttala trochulus Poll, Boll. Mus. Zool. ecc. Torino, III, 1888,
N. 37.
Testa rimata, conoidea, fragillima, nitidissima, minute et
irregulariter striatula, pallide cornea; spira conica subdepressa,
anfractus 6 convexi, lente accrescentes, sutura impressa divisi;
ultimus maior, ad aperturam non dilatatus; apertura irregu-
lariter lunata, obliqua, peristomate simplici, recto, acuto, mar-
gine columellari supra rimam angustissime dilatato. Alt. 314;
lat. 43, mill.
Hab. Let. Marefia (R), sulle foglie dopo le pioggie.
L'animale è bianchiccio, e munito di un poro mucoso cau-
= nb .
A LETI OO
— 639 —
dale in forma di profonda fenditura del margine esterno del
piede sormontata da una protuberanza arrotondata della parte
superiore della coda. La mandibola è sottile, arcata, liscia, e
senza protuberanza rostriforme; la radula e l apparato ses-
suale come nelle Hyalinia di Europa.
La S. trochulus differisce dalla S. Raffrayi Bgt. (Malac.
Abyss. p. 15, f. 15-16) di Abissinia per la spira più depressa,
cosicchè la sua conchiglia è più larga che alta mentre nell’ altre
le due dimensioni sono uguali; oltre a ciò la sua conchiglia è
meno liscia, gli anfratti sono più convessi, l’ apertura è più
larga, ed il margine columellare è meno dilatato.
Gen. Ledoulxzia Bourguignat, Hélixarion®" kég. or. Afr., 1885,
p. 12.
Conchiglia subtrocoide, talvolta angolosa, opaca, general-
mente bianca, più fortemente striata sopra che sotto, apertura
oblunga trasversalmente, peristoma acuto od ottuso e margi-
nato. Animale munito di poro mucoso caudale.
Ledoulxia pyramidoea Martens.
Nanina pyramidea Martens, Moll. Decken, 1869, p. 55, pl. I, f{.3
Trochonanina pyranidea Martens, Hidebr. Conch. in Monatsb.
wiss. Berlin, 1878, p. 289, pl. I, f. 5-6.
Ledoulxia pyramidea Bourg. Hélixarion, 1885, p. 12; Moll.
Choa, 1885, p. 7.
Hab. Pendii del Monte Billen, presso la valle dell’Havash ($).
Ledoulxia Alfieriana Soleillet.
Ledoulria Alfiertana Soleillet in Bourg. Hélixarion. 1885, p. 13;
Moll. Choa, 1885, p. 7.
Hab. Altipiano boscoso di Algué ($).
egg e
Fam. IV. Pupide,
Gen. Buliminus Beck, Index, 1837 p. 68.
Pfeiffer nell’ ultimo suo lavoro ( Nomencl. Helic. viv., 1881).
accetta per questo genere il nome di bulimina Ehremberg (1831)
il quale ha il diritto di priorità su quello di Beck; malgrado
ciò preferisco seguire la massima parte degli altri autori i quali
danno la preferenza al nome Bbuliminus Beck, che per la sua
desinenza mascolina è più esattamente il diminutivo di Bulimus.
Buliminus Hemprichi Iickeli.
Buliminus Hemprichi Tick. Moll. N. O. Afr., 1874, p. 106. tav
VAS:
Var. n. ventrosula mihi. Differt a typo spira breviore,
columella minus arcuata et ad basem levissime contorta. Alt.
14; diam. 8; alt. apert. 6 mill.
Hab. Farrè (R), sotto le pietre presso un torrente, un solo
esemplare.
Gli anfratti sono 6 e non 7 come nel tipo, e l’ apertura
sembra più grande che in quella a cagione della spira che è
di un millimetro più breve. Le costicine sono ben nette, uguali
e disposte molto regolarmente; non si scorge sulla sua super-
ficie nessuna traccia di striature spirali. L'apertura è assai
simile come forma alla varietà (?) del B. Abysseinicus rappre-
sentata da Iickeli nella fisura 2 6 della tavola V. Ma la var. |
ventrosula se ne distingue per la statura minore della metà,
per la base dell’ ultimo anfratto conformata come nel B. Hem-
prichi, e per la spira relativamente più corta.
Un’ altra specie scioana che ha qualche somiglianza colla
forma in questione è il B. Ilqui Soleillet, che somiglia alla
succitata figura 2 d di Iickeli, ma se ne distingue per l’ aper-
tura alta quanto la metà dell’ altezza totale della conchiglia,
per la spira meno allungata, e per la columella fortemente
lamellosa alla base. La forma di Farrè dunque si distinguerà
alianti nc
— 65 —
dal B. Ilyui per la sua statura minore della metà, per 1’ aper-
tura che non raggiunge la metà dell’ altezza totale, infine per
la columella appena leggermente contorta alla base e non for-
temente lamellosa come in quello.
Buliminus IIqui Soleillet.
Bulimus Ilqui Soleillet in Bourg. Moll. Choa, 1885, p. 11.
Hab. Contorni di Ankober ($).
- Buliminus Chefneuxi Soleillet.
Buliminus abyssinicus (partim.) Iickeli, Moll. N. 0. Afr., 1874,
tav. V, fig. 2° ”
Bulimus Chefneuxi Soleillet in Bourg. Moll. Choa, 1885, p. 12.
Hab. Contorni di Alié-Amba a sud di Ankober ($).
- Buliminus Vigonii Pollonera.
Tav. III, fig. 7.
Buliminus Vigonii Poll., Boll. Mus. Zool. ecc. Torino, III, 1888,
N37.
Testa anguste umbilicata, ovato conica, tenuiuscula, irre-
gulariter et rude plicata, lineis spiralibus subtilissimis obso-
lete decussata; cerea, strigis linearibus flavocorneis sparse no-
tata; spira conica, apice obtusiusculo; anfractus 6 convexiu-
sculi, 2 primi loeves; ultimus magnus, spire longitudinem su-
perans; sutura impressa, irregularis, in ultimo anfractu sub-
crenulata; apertura parum obliqua, angulato-subovalis, intus
albidula ; peristoma simplex, interruptum, marginibus externo
et basali acutis, columellari dilatato reflexoque. Alt. 24; lat. 15;
alt. apert. 13%, mill.
Hab. Havash presso il Monte Bosset (R), un solo esem-
plare.
A prima vista si potrebbe prendere questa specie per una
forma ovato-ventrosa del gruppo del B. abyssinicus, ma le
-
19)
PBI 0) e
linee spirali che si vedono colla lente (specialmente negli in-
terstizil tra una costicina e l’altra) dimostrano che essa ap-
partiene ad un altro gruppo di specie. Il suo margine esterno
del peristoma acuto, tagliente, punto incrassato nè risvoltato
esclude il Bb. Vigonit dai gruppi dei Bb. Raffrayi Bgt. e B.
Olivieri PÎr. nei quali si ritrovano, spesso molto più accen-
tuate, le striature spirali della conchiglia. Differisce pure note-
volmente dal B. Sacconii per la mancanza di qualunque traccia
di cercine calloso nell'interno dell’ apertura. Esso somiglia
invece assai ad alcune forme dell’ America centrale (come già
osservò il Bourguignat di altre specie abissine), ma questa so-
miglianza si limita all'aspetto ed alla forma generale della
conchiglia, poichè le indagini anatomiche fatte finora stabi-
liscono che le specie americane appartengono al genere Bulz-
mulus, mentre quelle dell’ Africa sono dei Buliminus.
Buliminus Sacconii Pollonera.
'ayaRinisnao 8:
Buliminus Sacconi Poll., Boll. Mus. Zool. ecc. Torino, III, 1888,
N37
Testa anguste umbilicata, ovato-conica, tenuiuscula, obso-
lete striatula, striis spiralibus minutissimis et confertissimis
decussata, nitidula; pallide cerea, strigis linearibus pallide-
corneis sparse notata; spira conica, acuta, apice obtusiusculo, al-
bido, nitido; anfractus 64 subconvexi, ultimus spira brevior,
convexiusculo, basi rotundatus et pallidissime corneo-flavo late
bifasciato; sutura impressa; apertura subovata, superne acu-
tangula, inferne subangulata, intus pallidula; peristoma album,
interruptum, marginibus callo tenuissimo junctis, columellari
reflexo et dilatato, basali et externo rectis, acutis, intus callo
albo munitis. Alt. 2414; lat. 1314: alt. apert. 11 mill.
Hah. Lungo l’ Havash presso il Monte Bosset (R), un solo
esemplare.
Questa specie si distingue, oltre ehe per la forma gene-
rale della conchiglia, da tutte le altre abissinesi e scioane pel
fl. Ana
margine esterno dell’ apertura diritto, tagliente, punto risvol-
tato, ed internamente rafforzato da un cercine calloso bianco
che comincia all’ angolo superiore dell’ apertura e va a fon-
dersi nel margine columellare. Anche questa specie ricorda
alcuni Bulmulus americani, somiglianza rafforzata dalle due
larghe fascie cornee, pellucide (appena visibili tuttavia) che
occupano tutta la metà inferiore dell’ ultimo anfratto.
Il Dott. Ragazzi raccolse un altro esemplare di questa specie
(in peggiore stato di conservazione) presso Uarabili nell’ Har-
rar; questo non sembra differire da quello sopradescritto che
per le dimensioni leggermente maggiori, e per l’ apertura più
arrotondata inferiormente.
Buliminus Lycanianus Infffes.
Bulimus Lycanianus Innes, in Bull. Soc. malac. Fr., 1884,
p. 104. Bourg. Moll. Choa, 1885, p. 13.
Hab. Contorni di Alié-Amba a sud di Ankober (8).
Buliminus scioanus Pollonera.
Tav. III, fig. 9.
Buliminus scioanus Poll, Boll. Mus. Zool. ecc. Torino, III,
1888, N. 37.
Testa perforata, ovato-conica, tenuiuscula, nitida, striatula,
striis spiralibus minutissimis decussata; pallide cornea, strigis
linearibus corneis sparse notata; spira conica, apice obtusiu-
sculo; anfractus 6 convexiusculi, ultimus magnus, spire longi-
tudinem superans; sutura impressa; apertura angulato-subovalis,
intus albidula; peristoma simplex, interruptum, marginibus
externo et basali breviter reflexis, solidulis, columellari subver-
ticali, dilatato, reflexo. Alt. 21; diam. 131; alt. apert. fere
11 mill.
Hab. Assechign (Bulga), un solo esemplare (R). Per la
forma generale somiglia assai al B. Vigonii, ma se ne distingue
per la conchiglia più trasparente, finamente striata e non co-
Si08
stulata, per l’ultimo anfratto che scende più in basso verso
l'apertura, ma sopratutto per il margine dell’ apertura che è
più solido e risvoltato in fuori invece di essere diritto e ta-
gliente come in quello. Sembra pure avere una grande somi-
glianza col b. Lycanianus Innes, ma quest’ ultima specie pare
sia caratterizzata dalla grande obliquità della columella e con-
seguentemente dell’ apertura, mentre nel 5. scioanus la colu-
mella e l’ apertura sono quasi perfettamente diritte come nei
B. Simonis ed Herbini Bourguignat ) Hist. malac. Abyss. fig.
63 e 74) le quali pure fanno parte del gruppo del b. Raffrayî
Bourguignat.
Buliminus Soleilleti Bourguignat.
Bulimus Soleilleti Bourguignat, Moll. Choa, 1885, p. 13,
fig, 5.
Hab. Contorni di Alié-Amba a sud di Ankober (5).
” Buliminus Antinorii Pollonera.
Tav. III, fig. 4, D e 6.
Buliminus Antinori Pollonera, Boll. Mus. Zool. ecc. Torino,
II, 1887, N. 84.
Testa obtecte umbilicata, ovato-conica, solidula, per longi-
tudinem subtilissime striatula et regulariter costulata, striis
spiralibus minutissimis decussata; cerea; spira conica, apice
obtuso, albidulo, levigato; anfractus 6 subconvexi, ultimus
dimidiam longitudinis partem fere attingens linea prominula
carinali munitus; sutura impressa, in ultimo anfractu crenu-
lata; apertura irregulariter subovata, intus pallidula; peristoma
crassum, subalbidum, interruptum, margine externo valido,
labiato, reflexo, columellari reflexo, umbilicum omnino tegente,
inferne producto. Alt. 26; lat. 15; alt. apert. fere 13 mill.
Bulimino Olivieri (Pfr.) proximus, a quo differt: spira
breviore, umbilico omnino clauso, columella contorta et aper-
tura inferne magis angulata.
— 69 —
Hab. Foreste di Fehere Ghembre' e Let Marefia (R). Un
solo esemplare di ciascuna località,
Gli anfratti sono fortemente costulati nel senso longitudi-
nale, e gli interstizii sono incisi da sottilissimi solchi spirali
intersecati da più sottili strie longitudinali che danno alla su-
perficie un aspetto granuloso, meglio visibile sull’ ultimo an-
fratto dove le coste longitudinali sono più distanti tra loro e
meno regolari e le strie longitudinali e spirali più forti. Il
labbro esterno è robusto, ingrossato e risvoltato; quello colu-
mellare è leggermente contorto e verso il basso sì spinge al-
l’innanzi. Inoltre il penultimo anfratto, al disopra della su-
tura, è distintamente subcarenato, e questa carena si trasforma
sull’ ultimo anfratto in una specie di cogdoncino appena rile-
vato che si prolunga sino al labbro,
“ Buliminus Meneliki Pollonera.
dL'avielli, fig, I, Zona.
Buliminus Meneliki Poll, Boll. Mus, Zool. ecc. Torino, III
1888, N. 37.
Testa obtecte umbilicata, oblongo-conica, solida, per lon-
gitudinem subtilissime striatula et regulariter costulata, striis
spiralibus minutissimis decussata; brunneo-fulva, albido-costu-
lata; spira producta, apice obtuso, albidulo, lavigato; anfra-
ctus 64 subconvexi, ultimus dimidiam longitudinis partem
non attingens; sutura impressa, in ultimo anfractu crenulata;
apertura subovata, parum obliqua, intus brunnea, ad angulum
superum tuberculo calloso ornata; peristoma crassum, albidum,
interruptum, marginibus callo tenuissimo junctis, columellari
reflexo et dilatato, umbilicum omnino tegente, superne extus
subtuberculoso, basali et externo validis, reflexis, extus in la-
bium albidum, latum, planunque expansis. Alt. 30; lat. 15; alt.
apert. 134 mill.
Hab. Fehere-Ghembre (R), un solo esemplare.
Dal 5. Olvierì Pfr. ( Reeve, tav. LI, f. 339) differisce per
la sua forma molto più allungata, per l’ apertura più oblunga,
ir) pae
per la columella più obliqua, pel tubercolo che si trova al-
l’angolo superiore dell’ apertura ed infine per la conforma-
zione differente del labbro esterno. Questo labbro, assai solido
è arrotondato e si risvolta sull’ ultimo anfratto con una larga
fascia biancastra, spessa, appiattita e longitudinalmente striata
che raggiunge una larghezza massima di 314 millimetri.
Dal B. Antinori si distingue per la sua colorazione più
scura, per la sua forma assai più allungata, per l’ apertura
più oblunga, per la columella più obliqua e non contorta nè
protratta nella sua parte inferiore, infine per la larga fascia
callosa e piatta del margine esterno dell’ apertura.
Buliminus Maharasicus Bourguignat.
Bulimus maharasicus Bgt. Spec. noviss. u. 30, 1876 — Moll.
Choa, 1885, p. 14.
Hab. Valle dell’ Havash (S), sotto i detriti. Questa specie
appartiene al gruppo del 5. cenopictus Hutton dell’ India che
il Pfeiffer ( Nomencl. Helic. ed. Clessin, 1881, p. 293) costituì
come sotto-sezione della sezione Ena Leach (gen. Bulimina
Ehremb.) col nome di Leucochiloides.
Buliminus insularis Ebrenberg.
Pupa insularis Ehrenberg, Symb. phys, 1831,
Mastus insularis Beck, Index, 1837, p. 73.
Bulimus insularis Albers, Helic. 1850, p. 180.
Buliminus insularis Iickeli, Moll. N. O. Afr. 1874, p. 108.
Rumina insularis Bourg. Moll. Choa, 1885, p. 22.
Hab. Tra i cespugli sulle colline nella valle dell’ Havash (5)
be:
PE se
Fam. V. Stenogyrida.
Gen. Limicolaria Schumacher, 1817, Essai p. 61, 200.
Limicolaria D' Hericourtiana Bourguignat.
Limicolaria d° Hericourtiana Bourg. Moll. Choa, 1885, p. 15,
fig. 20. i
Hab. Abdoul-Rassoul presso Ankober (S).
Limicolaria Heuglini Martens.
Limicolaria Heuglini Martens, in Mala Blitt. 1866, p. 94,
tav. IV, fig. 1-2.
Hab. Contorni di Ankober (S), individui di dimensioni
maggiori che quelle del tipo di Martens.
Var. Iickelii mihi, — Limicolaria Heuglini Tickeli, Moll.
N. O. Afr., tav. VI, fig. 10 (indiv. giovane) Differt a typo
spira magis ovato-oblonga et anfractu ultimo basi magis at-
tenuato. Alt. 49, lat. 19; alt. apert. 18; lat. apert. 9
Hab. Gumbi nell’ Harrar presso l’ Havash (R).
Molto giustamente il Sig. Bourguignat fece notare (Moll.
Choa, p. 16) che la succitata figura di Iickeli rappresenta un
individuo non ancora adulto. L' esemplare dell’ Harrar raccolto
dal Dott. Ragazzi è perfettamente adulto e quindi l'apertura
ha la forma normale e non è così angolosa alla base come è
fisurata da Iickeli, ma in tutti gli altri caratteri concorda
con quelli che si vedono nella suddetta figura e che la fanno
differire alquanto dalla forma tipica rappresentata da Martens.
Infatti l’ultimo anfratto è notevolmente arrotondato e atte-
nuato alla sua base, il penultimo invece essendo più grande
e più convesso che nel tipo, la forma generale della conchiglia
diventa ovale molto allungata invece di essere furrito-oblunga
come in quello. La sola differenza tra 1’ esemplare dell’ Harrar
e quello figurato sta nella columella che è assai più diritta.
Siccome non mi sembra che Iickeli abbia distinto dal tipo
SZI8 71 MISI
questa forma, ho creduto bene di darle un nome, e natural-
mente quello dell’ autore che la figurò si è presentato pel primo.
Più che il tipo è somigliante alla varietà JIickelz la va-
rietà gracilis Martens (1), ma la Lickelit è più ovoide, poichè
l’ultimo anfratto è ancora più attenuato alla base ed il pe-
nultimo è più grande e più turgido, inoltre la columella nella
gracilis obliqua verso sinistra, mentre è l’ opposto nell’ altra.
Limicolaria Choana Bourguignat.
Achatina (Limicolaria) Heuglini var. 8. Martens, Malak.
Blatt., 1866, tav. IV, fig. 3-4.
Limicolaria Choana Bourg., Moll. Choa, 1885, p. 17.
Hab. Tra Ankober e Aliè-Amba (S). Individui di dimen-
sioni maggiori che quello figurato da Martens.
Limicolaria pyramidalis Bourguignat.
Limicolaria pyramidalis Bourg., Moll, Choa, 1885, p. 17, fig. 23.
Hab. Lo Scioa, senza indicazione di località (S).
Limicolaria Chefneuxi Bourguignat.
Limicolaria Chefneuxi Bourg. Moll. Choa, 1885, p. 18, fig. 22.
Hab. Contorni di Ankober (8).
Limicolaria glandinopsis Bourguignat.
Limicolaria glandinopsis Bourg. Moll. Choa, 1885, p. 19, fig. 21.
Hah. Valle del Tagoulet ad oriente di Ankober (S).
Limicolaria Caillaudi Pfeiffer.
Bulimus Omillaudi Pfr. Zeitschr. f, Malak., 1850, p. 85.
Limicolaria candidissima Shuttleworth, Notit. Malak:, I, 1856,
p. 49, pl. VI, fig. 7-8.
L.
— (1) Achatina (Limicolaria) Sennaariensis Mart. var. gracilis, Malak.
Blitt. 1870, p. 34. — Pfr. Novit. Conch. IV, p. 6, tav. CX, fig. 4-9.
SIT APRRIE
Limicolaria Carlluaudi Pfr. Mon. Helic. viv., IV, 1859, p. 584.
— Bgt. Moll. Choa, p. 20.
Hah. Montagne boscose presso Ankober ($).
Limicolaria flammata Cailland.
Helix flammata Caillaud, Voy. à Méroé, IV, p. 265, tav. LX,
io, 1827.
Bulimus numidicus Pfr., Mon. Helic. viv. 1II, 1853, p. 386. —
Reeve, Conch. Icon. tav. LIII, fig. 351.
Limicolaria flammata Pfr. Monogr. Helic. viv. VIII, 1877, p.
269. — Bgt. Moll. Choa, p. 20.
Hab. Montagne boscose presso Ankoher (S).
Limicolaria sennaariensis Shuttleworth.
Limicolaria sennaariensis Shuttl. Notit. malac. I, 1856, p. 48,
pl. VIII, f. 6-7.
Limicolaria flammea var. sennaariensis ITickeli, Moll. N. 0.
Afr., 1874, p. 160, tav. VI, fig. 5-7.
Hab. Gumbi nell’ Harrar (R). Due esemplari adulti; alcuni
altri esemplari troppo giovani per poter essere determinati con
certezza raccolse il Dott. Ragazzi a Farré.
Limicolaria Soleilleti Bourguignat.
Limicolaria Soleilleti Bourg. Moll. Choa, 1885, p. 21.
Hah. Contorni di Alié-Amba. (8).
Gen. Homorus Albers, Helic. 1850, p. 196.
Homorus cyanostoma Riippel.
Achatina cyanostoma Riipp. in Pfr. Symb. Hist. Hel. II, 1842,
p. 58. — Reeve, Conch. Icon. sp. 44.
Homorus cyanostoma Albers, Helic. 1850, p. 196.
Subulina cyanostoma Beck, Ind. p. 76. — Iickeli, Moll. N. 0.
Afr. 1874, p. 147, tav. Il, fig. 7.
dedi RS
Hab. Indicata come assai abbondante nello Scioa dai viag-
giatori Heuglin e Steudner, non fu trovata nè dal Ragazzi nè
dal Soleillet.
Homorus Ragazzii Pollonera
Tav. III, fig. 10 e 16.
Homorus Ragazziî Poll. Boll. Mus. Zool. ecc. Torino, II, 1887,
NAS
Testa imperforata, turrito-subulata, per longitudinem crebre
et irregulariter striata, fragilis, lucida; spira pallide cornea;
anfractus ultimus corneus, strigis longitudinalibus fuscis sparse
- signatus; anfractus 8 convexiusculi, ultimus fere 14 longitudinis
equans; apertura piriformis, superne acutangula, columella
arcuata, suboblique ‘et breviter truncata; labrum rectum, acu-
tum. Alt. 1644; diam. max. 54 mill.
Hab. Entoto, sotto le pietre (R); un solo esemplare.
Si distingue dalla specie precedente per la statura molto
minore, per la spira relativamente meno acuta ed allungata,
e per le fascie scure longitudinali meno numerose e limitate
soltanto all’ ultimo anfratto, mentre in quella si estendono su
gran parte della conchiglia.
Gen. Subulina Beck, 1837, Index, p. 76.
Subulina Chiarinii Pollonera.
Tav. II, fig. 31.
Subulina Chiarinti Poll., Boll. Mus. Zool. ecc. Torino, II, 1887,
N. 84.
Testa imperforata, subulata, cereo-vitrea, lucida, sub lente
per longitudinem striata; sutura subobliqua, subcrenulata; an-
fractus 8 subplanati; ultimus 1 longitudinis aequans, basi at-
tenuatus; apertura obliqua, anguste ovalis, superne acutangula,
i AVE E
basi vix recedens; columella arcuata, oblique et breviter trun-
cata. Alt. 124; diam. max. 34% mill.
Hab. Let-Marefia e foreste di Fehere-Ghembre, sotto i sassi
ed i vecchi tronchi putrefatti (R).
La specie alla quale più somiglia è la S. subulata Iickeli
(1. cit. tav. V, f. 26), ma se ne distinguerà facilmente per la
statura molto minore (12% invece di 27 mill. ), per il numero
minore di anfratti, per la columella più arcata, e per la con-
chiglia più liscia e più lucida.
Gen. Coecilianella Bourguignat, Amen. Malac. 1856.
Ceecilianella Soleilleti Bourgyignat.
Cecilianella Soleilleti Bourg. Moll. Choa, 1885, p. 22, fig. 10.
Hab. Valle boscosa di Bidaro ($).
Fam. VI. Helicida.
Gen. Fruticicola Held. Isis, 1837.
Pei caratteri della conchiglia, per quelli della. mandibola
e della radula, le specie riferite dal Pfeiffer (1) alla sezione
Pella (Albers) debbono essere unite alle Fruticicola. Quanto
poi all'apparato sessuale la concordanza dei caratteri non è
così completa, poichè mentre nella F. Lejeaniana e strigelloides
ho trovate le vescicole mucose come nelle specie europee, nella
I. scioana queste vescicole mancano affatto; tuttavia l'assenza
di questi organi accessori non ia reputo di grandissima im-
portanza poichè ne abbiamo altri esempi. Nel genere Arzonta
le forme europee sono provviste di vescicole mucose, quelle
degli Stati Uniti d’ America invece ne mancano. Un fatto ana-
logo a quello delle Fruticicola dello Scioa ce lo presentano le
Xerophila europee, tra le quali la X. ericetorum è priva di
vescicole mucose mentre le X. candicans ed umbilicaris (2) sue
(1) Nomenel. Helic. viv. ed. Clessin, 1881, p. 101.
(2) H. umbilicaris Olivi, Zool. Adr. 1792 = H. ammonis Schmidt,
GI
prossime ne sono munite, come tutte le altre specie dello
stesso genere. Inoltre bisogna pure notare che la massima parte
delle Elici che non appartengono al sistema europeo mancano
di vescicole mucose o le hanno ben poco sviluppate. La sopra
accennata differenza di conformazione dell’ organo sessuale mi
indurrebbe quindi a supporre che la Y. Lejeaniana e strigell'oîdes
sieno modificazioni di forme venute in Abissinia e nello Scioa
dal Nord, cioè dal centro europeo, mentre la F. scioana sia
una forma risalita dal Sud ed intimamente congiunta colle
F. Loveni Krauss, F. aprica Krauss, ed altre del Capo di
Buona Speranza.
Fruticicola scioana Pollonera.
Tav. II, fig. 28, 29 e 30; Tav. III, fig. 22, 23 e 24.
Fruticicola scioana Poll, Boll. Mus. Zool. eec. Torino, IL
I8S7/NOR 0
Testa tenuis, pellucida,. flavo-cornea, fulvo-cingulata, vil-
losa, mediocriter umbilicata; supra planiuscula, subcostulata,
apice acutiusculo; anfractus 4, supra planiusculi ; ultimus supra
peripheriam obtuse subcarinatus, cingulo fulvo carinali latiu-
sculo, et in adultis non villosus. Apertura subangulato-lunata;
peristomate recto, simplice, acuto, fragillimo, margine colu-
mellari ad umbilicum brevissime reflexo. Diam. 6; alt. 34 mill.
Hab. Let. Marefia (R), frequente sulle foglie dopo le pioggie.
Lo scarso numero degli anfratti, la forma angolosa della
apertura e la sottigliezza del peristoma di questa specie le
danno l'aspetto di una conchiglia che non abbia ancora rag-
giunto il suo completo sviluppo, e certamente non avrei rite-
nuti per adulti gli individui esaminati se l’ apparato sessuale
già completo non me ne avesse convinto. Gli individui giovani
sono coperti di un fitto e breve pelame bianchiccio, che negli
adulti non si ritrova più che nei primi anfratti, poichè l’ ul-
timo ne è spoglio.
La F. scioana somiglia assai più a qualcuna delle forme
capensi che non alle Elici ispide dell’ Abissinia, ma è perfet-
n
oi SO
tamente distinta da tutte. Come dissi più sopra, mancano le
vescicole mucose all’ apparato sessuale; il sacco del dardo è
grosso, in forma di trottola; la guaina della verga è fusiforme
allungata, flagellum mediocre ed a canale deferente assai breve;
la borsa copulatrice piriforme allungata, a collo lungo che va
allargandosi quanto più si avvicina allo sbocco.
Fruticicola d’ Hericourtiana Bourguignat,
Helix d’ Hericourtiana Bourg. Moll. Choa, 1885, p. 10, fig. 8-9.
Hab. Colline boscose di Alié-Amba al Sud di Ankober (8).
Fruticicola Lejeaniana Bourgyignat.
Tav. III fig. 17 e 18.
Helix Darnaudi (non Pfr.) Iickeli, Moll. N. O. Afr., 1874,
pl. IV, fig. 25, d, d' e b' tantum.
Helia Lejeaniana Bourg., Hist. malac. de l' Abyss., 1883, p. 36. .
Hab. Let. Marefia (R), sulle foglie dopo le pioggie.
Gli individui di questa località sono di dimensioni alquanto
minori di quelli d’ Abissinia (diam. 12'4, alt. 9%, mill.), ma
non si possono separare specificamente. Tanto in questa che
nella seguente specie si ritrovano tutti i caratteri anatomici
delle Fruticicola europee, ravvicinamento che l'aspetto della
conchiglia ed il suo modo di fasciatura consigliano già al primo
esame.
Fruticicola strigelloides Pollonera.
Tav. JI, fig. 25, 26 e 27.
Fruticicola strigel'oides Poll., Boll. Mus. Zool. ecc. Torino, II,
1887, N. 34.
Testa depressula, fragilis. cornea, albidulo-zonata, anguste
umbilicata, supra profunde, subtus leviter striata. Spira parum
gi, cage
convexa, apice exiguo loevigato; anfractus 5 regulariter crescen-
tes; ultimus rotundatus, linea albida carinalis et zonula albida
latiuscula infera signatus. Apertura parum obliqua, lunata, su-
perne subcompressa; peristomate acuto, levissime patulescente,
intus non incrassato, margine columellari reflexo. Diam. 14/4,
alt. 9 mill.
Hab. Let. Marefia (R), sulle foglie dopo le pioggie.
Questa specie rammenta alcune forme di Y. strigella del-
l’ Europa; colla quale tuttavia non è possibile confonderla. Il
colore ed il modo di fasciatura è come nella specie precedente
e nelle altre del gruppo della Y. Isselti Morelet.
Fam. VII. Succinida.
Gen. Succinea Draparnaud, Tabl. Moll. 1801, p. 32, 55.
Succinea Meneliki Soleillet.
Succinea Meneliki Soleillet in Bourguignat, Moll. Choa, 1885,
p. 8, fig. 4.
Hab. Sulle rive dell’ Havash (8).
Succinea Chefneuxi Bourguignat.
Succinea Chefneuxi Bourg. Moll. Choa, 1885, p. 9.
Hab. Valle dell’ Havash (5).
Succinea Soleilleti Bourguignat.
Succinea Soleilleti Bourg., Moll. Choa, 1885, p. 10.
Hab. Valle dell’ Havash (5).
— 79 —
MOLLUSCHI FLUVIATILI
Fam. I. Limnaida.
Gien. Limnaa Bruguière (Lymnea), Encycl. 1791, p. 459.
Limnaa Gravieri Bourguignat.
Limnea Gravieri Bourg., Moll. Choa, 1885, p. 23, fig. 6.
Hab. Rive del Lago Aussa ($).
Limnea Soleilleti Bourguignat.
Limnea Soleilleti Bourg., Moll. Choa, 1885, p. 24, fig. 7.
Hab. Rive del fiume Havash (8).
Gen. Planorbis Miller, Verm, hist., II, 1774, p. 152.
Planorbis Cecchii Pollonera.
Tav. III, fig. 11, 12 e 13.
Planorbis Cecchi Poll., Boll. Mus. Zool. ecc. Torino, II, 1887, N. 34.
Testa depressa, rotundata, tenera, nitidula, pallide cornea,
sepe limo nigricante induta, supra profunde infundibuliformi-
umbilicata, subtus aperte umbilicata et circa umbilicum obtuse
carinata; anfractus 3, teretes, ultimus ad aperturam amplia-
tus; apertura ampla, verticalis, subrotundata; peristoma simplex,
acutum. Alt. 3, diam. max. 8 mill.
Hab. In un torrentello a Cimbisi presso Debra-Braham (R).
La forma generale della conchiglia e le dimensioni fanno
somigliare questa specie alla Segmentina Alerandrina Ehrem-
Leto! —-
berg, figurata da Iickeli nella tav. VII, fig. 25 e 25', ma se
ne distingue pei caratteri dell’ apertura la quale manca della
callosità che rafforza internamente il labbro, ed è inoltre rela-
tivamente più ampia e più alta, essendo il suo margine supe-
riore assai più protratto all’ insù che non nella S. Alexandrina.
Inoltre nella mia specie non ho veduto traccia dei segmenti ca-
ratteristici del genere Segmentina.
Gen. Isidora Ehremberg, Symb. phys. 1831.
Isidora sericina Iickeli.
Isidora sericina Vickeli, Moll. N. O. Afr. 1874, p. 194, tav. VII,
stia ILE
Hab. Nei torrentelli a Fallè ed a Cimbisi presso Debra-
Braham (R).
Gli esemplari raccolti a Fallè hanno la spira alquanto più.
elevata che quelli di Cimbisi e che la forma tipica figurata da
Tickeli; la columella poi negli esemplari scioani è leggermente
più diritta che in quelli abissini.
Gen. Physopsis Krauss, Sidafr. Moll. 1848, p. 35.
Physopsis Soleilleti Bourguignat.
Physopsis Soleilleti Bourg. Moll. Choa, 1885, p. 25, fig. 11.
Hab. Abbondante nel Lago Aussa e nel fiume Havash (S).
Physopsis Meneliki Soleillet.
Physopsis Meneliki Soleillet in Bourg. Moll. Choa, 1885, p. 25.
Hab. Nel fiume Havash (S).
Physopsis abyssinica Martens.
Physa (Physopsis) abyssinica Mart., Malak. Blatt. 18€6, p. 100.
Physopsis abyssinica Iickeli, Moll. N. 0. Afr., 1874, p. 210,
tav. VII, fig. 15 (tantum ). — Bourg. Moll. Choa, 1885, p. 26.
* ra
san A e ade
Sa
RO, Qt
Hab. Nel lago Aussa (S). Gli esemplari raccolti in questa
località differiscono da quelli dell’ Abissinia per 1’ ultimo an-
fratto un po’ più rigonfio.
Fam. II. Paludinida.
Gen. Cleopatra Troschel, 1857.
Cleopatra Pauli Bourguignat.
Cleopatra Pauli Bourg., Moll. Choa, 1885, p. 27, fig. 3.
Hab. Rive del fiume Havash (5).
Cleopatra Soleilleti Bourguignat.
Cleopatra Soleilleti Bourg., Moll. Choa, 1885, p. 28, fig. 1.
Hab. Il Lago Aussa (8).
Cleopatra percarinata Bourguignat.
Cleopatra percarinata Bourg., Moll. Choa, 1885, p. 28, fig. 2.
Hab. Il Lago Aussa ($).
Gen. Bythinia Gray (Dithinia ) Nat. arrang. Moll. 1821, p. 31
Bythinia subbadiella Bourguignat.
Bythinia subbadiella Bourg., Moll. Choa, 1885, p. 30.
Hab. Il Lago Aussa (5).
Gen. Digyreidum Letourneux in Locard, Prodr. Malac. Frane.
1882, p. 224.
Digyreidum sennaariense Parreyss.
Paludina sennaariense Parr. in Kiister, Conch. Cab., 2% ed. p.
44, tav. 1X, fig. 10-11.
3
SRO O
Bythinia sennaariensis Martens, Malak. Blatt. 1865, p. 204, e
IS79 00 prio:
Digyreidum sennaaricum Bourg., Malac. Abyss. 1883, p. 180. —
Moll. Choa, 1885, p. 31.
Hab. Rive del Lago Aussa (S).
Fam. III. Valvatida.
Gen. Valvata Miller, Verm. hist. IT, 1774, p. 198.
Valvata nilotica Tickeli.
Valvata nilotica Tickeli, Moll. N. O. Afr., 1874, p. 233, tav.
VII, fig. 29.
Var. scioana mihi. Diffe.t a typo testa minus depressa et
umbilico angustiore. Alt. 3, diam. max. 414 mill.
Hab. In un torrentello a Cimbisi presso Debra-braham (R).
Tre esemplari dei quali due non perfettamente adulti.
Il genere Valvata, nell’ Africa orientale, mi sembra non
sia stato finora trovato che nel basso Egitto, cosicchè fui non
poco meravigliato di trovarlo tra i molluschi dello Scioa. Le
differenze tra la forma dello Scioa e quella tipica dell’ Egitto
mi parvero troppo leggere per giustificare la creazione di una
nuova specie, riducendosi tutta la diversità in una leggermente
maggiore elevatezza. della spira, che per conseguenza quasi ne-
cessaria produce un restringimento dell’ ombilico.
Fam. IV. Melanida.
Gen. Melania Lamarck, Prodr. 1799.
Melania tuberculata Miller.
Nerita tuberculata Muller, Verm. hist. II, 1774, p. 191.
Melania tuberculata Bourguignat, Catal. Moll. orient., 1853, p.
65. — Moll. Choa, 1885, p. 31.
lle DJ sii
Hab. I laghi ed i corsi d’acqua delle vallate basse e calde,
non si trova nelle acque fredde delle vallate montane; molto
abbondante nella vallata dell’ Havash (8). Stagni presso
l’Aussa (R).
Fam. V. Spheeriida.
Gen. Corbicula Megerle, 1811, Entwurf. p. 56.
Corbicula Soleilleti Bourguignat.
Corbicula Soleilleti Bourg., Moll. Choa, 1885, p. 36, fig. 12.
Hab. Laghi e paludi del corso inferi@re dell’ Havash (S).
Corbicula callipyga Bourguignat.
Corbicula callipyga Bourg., Moll. Choa, 1885, p. 37, fig. 13.
Hab. Laghi e stagni del corso inferiore dell’ Havash ($).
Corbicula Gravieriana Bourguignat.
Corbicula Gravieriana Bourg., Moll. Choa, 1885, p. 38, fig. 14.
Hab. Laghi e stagni del corso inferiore dell’ Havash ($S).
Gen. Pisidium C. Pfeiffer, Syst. Anord. 1821.
Pisidium species ?
Hab. In un torrentello a Cimbisi presso Debra-braham (R).
Un solo esemplare che somiglia molto al P. pus?llm Gmelin
di Europa, ed un altro esemplare senza indicazione di località.
Non mi attento a dare la determinazione specifica di queste
due conchigliette avendone così pochi esemplari: osserverò sol-
tanto che esse sono certamente differenti dall’ unica forma di
questo genere trovata nell’ Africa orientale, ed indicata dal
Martens col nome di P. amnicum Miùll., var. elongatum Mart.
RISI RR
Gen. Soleilletia Bourguignat, Moll. Choa, 1885, p. 32.
Questo curioso genere, trovato finora soltanto in questa
regione dell’ Africa, ha una piccola conchiglia pisidioide o sfe-
rioide, con una cerniera simile a quella delle Galatea.
Soleilletia Abbadiana Bourguignat.
Soleilletia Abbadiana Bourg., Moll. Choa, 1885, p. 34, fig. 15-18.
Hab. Le paludi presso l’ estremità inferiore dell’ Havash (5).
Soleilletia Hamyana Bourguignat.
Soleilletia Hamyana Bourg., Moll. Choa, 1885, p. 35, fig. 19.
Hab. Le paludi presso l’ estremità inferiore del fiume Ha-
vash (S).
Fam. Unionida.
Gen. Unio Philippsson, Nov. testac. sen., 1788; p. 16.
Unio Dembea Rossmàssler.
Unio Dembea Rossm. in Reeve, Iconogr. tav. XVI, sp. 153. —
Tickeli, Moll. N. O. Afr., 1874, p. 275, tav. IX, fig. 3
(soltanto). — Bourg. Moll. Choa, 1885, p. 38.
Hab. Lago Aussa (S).
Unio Soleilleti Bourguignat.
Unio Soleilleti Bourg. Moll. Choa, 1885, p. 39.
Hab. Lago Aussa (S).
Unio Ilqui Soleillet.
Unio Ilqui Soleillet in Bourg. Moll. Choa, 1885, p. 40.
Hah. Lago Aussa (S).
FT
re”
Unio Meneliki Soleillet.
Unio Meneliki Soleillet in Bourg., Moll. Choa, 1885, p. 41.
Hab. Il corso inferiore del fiume Havash (8).
Unio Hamyanus Bourguignat.
Unio Hamyanus Bourg., Moll. Choa, 1885, p. 42.
Hab. Uno stagno presso il Lago Aussa ($).
Unio Alfierianus Bourguignat.
”
Unio Alfierianus Bourg., Moll. Choa, 1885, p. 43.
Hab. Nel Guebè, che nasce nei monti Ennesea ($).
Unio Traversi Pollonera.
Tav. III, fig. 14 e 15.
Concha olivaceo-brunnea, nitidula, concentrice striata, intus
carneo-margaritacea, crassiuscula, turgida, ovato-oblonga, subro-
strata; umbones antici, obtusi, vix prominuli, decorticati; pars
antica rotundata, angusta; postica elongata, margine dorsali
(usque ad angulum ) leviter arcuato, deinde arcuato-descendente;
margine ventrali leviter post medium sinuato; area lanceolata;
dens cardinalis (in valva dextra) elongatus, crassiusculus, su-
perne crenulatus; lamella elongata, subarcuata, postice rugoso-
granulosa.
Dimensioni in millimetri. Lung. mass. 52; alt. mass. 26;
spess. mass. 1844; alt. della perpendicolare 24!/; corda apico-
rostrale 41 4; dai vertici all'angolo 26; dall’ ang. al rostro 19%;
dalla base della perp. all’ang. 34!/; dal rostro alla base della
perp. 38 14; parte ant. alla perp. 14, parte post. alla perp. 38.
Hab. Il fiume Havash (R); un solo esemplare. Questa specie
appartiene al gruppo dell’ U. Dembee, dal quale tuttavia dif-
ferisce notevolmente. La sua conchiglia, senza essere di molto
superiore a quella nella sua massima convessità, ha tuttavia
BORE GA
un aspetto assai più rigonfio, e questo proviene da ciò che in
essa la curvatura delle valve si svolge regolarmente sino ai
margini, mentre nell’ U. Dembea le valve sono attenuate e
spianate verso i margini. Differisce poi sopratutto per la parte
posteriore più rostrata, pel margine superiore molto più ri-
curvo, per quello inferiore distintamente sinuato, per la la-
mella meno lunga e più incurvata, e per l’ area più larga.
Somiglia pure all’ U. Iickeki Bourg. (1), se ne distingue per
la posizione più anteriore degli umboni, il rostro più marcato,
il margine superiore più curvo e l’inferiore assai più sinuato.
Dalla stessa località il Dott. Ragazzi portò pure un altro
esemplare di Unio, ma non essendo questo ancora perfettamente
adulto non è possibile determinarlo con certezza; esso sembra
avere molti punti di somiglianza col sopracitato U. Iickelw
Bourg., ma non oserei affermare tale identità.
(1) U. Iickelit Bourg. Malac. Abyss. 1883, p. 135 = U. Dembeae
(partim.) Iickeli, Moll. N. O. Afr. 1874, tav. IX, f. 4.
SPIEGAZIONE DELLE TAVOLE.
Tavola II.
Fig. I-2-3, Vitrina Bianchii; 4-5-6, Vitrina Giuliettii; 7-8-9,
Vitrina Martinii; 10, Vitrina Martinii var naticoides; 11, Vitrina An-
tonellii; 12-13-14-15, Melicarion Ragazii; 16, Animale della Vetrina
Giulietti; 17, anim. della Vitrina Bianchi; 18, anim. della V. Anto-
mellit; 19, anim. della Vetrina Martinii; 20-21-22, Vitrina Ragazzii;
23-24, Vitrina Licata; 25-26-27 Fruticicola strigelloides; 23-29-30,
Fruticicola scioana; 31, Subulina Chiarinii; 32, Sitala trochulus.
Tavola III.
Fig. 1-2-3, Buliminus Meneliki; 4-5-6, Buliminus Antinorii; 7,
Buliminus Vigonii ; 8, Buliminus Sacconii; 9, Buliminus scioanus; 10,
Homorus Ragazzii; J1-12-13, Planorbis Cecchii; 14-15, Unio Tra-
versii; 16, Homorus Ragazzii, denti della radula; 17-18, Fruticicola Le-
Jeaniana, organi sessuali e denti della radula; 19-20-21, Sttala trochulus,
organi sessuali, denti della radula e mandibola; 22-23-24, ruticicola
scioana, organi sessuali, mandibola e denti della radula.
SOPRA ALCUNI POTAMIDES
DEL BACINO TERZIARIO DEL PIEMONTE
NOTA
DEL
DOTT. FEDERICO SACCO
,
Nella rivista che feci l’anno scorso della fauna malaco-
logica fossile terrestre, lacustre e salmastra del Piemonte (1),
ebbi pure ad accennare ad alcuni Potamides, in parte già
conosciuti ed in parte nuovi per la scienza; di questi ultimi
diedi fin d'allora una diagnosi sommaria, riservandomi di
darne la diagnosi completa assieme colla relativa figura in
un futuro lavoro.
Dopo la compilazione di tale rivista, al materiale che
prima possedevo riguardo a questi Potaumides, si aggiunse
quello della collezione Gastaldi (che fa ora parte del Museo
geologico di Torino), quello della collezione Rovasenda (co-
municatomi dal suo gentile raccoglitore e possessore), quello
ricchissimo della collezione Perrando (messa cortesemente a
mia disposizione dal Prof. Issel che la custodisce ora nel Museo
di Genova), parte di quello della collezione Michelotti (che
si trova ora al Museo geologico di Roma diretto dal Prof.
Meli) ed infine il materiale raccolto nelle mie recenti escur-
sioni attraverso a tutto il bacino terziario del Piemonte.
Da tutto questo risultò che, accresciutosi in modo consi-
derevolissimo il materiale, credo ora opportuno di adempiere
la promessa fatta nella preaccennata Rivista, cioè di pubblicare
uno studio dei Potamides del terziario piemontese, tanto più che
(1) Boll. Soc. malac, ital. Vol. XII, 1887.
RR
per alcuni di essi pare si possa già tentare un abbozzo di rag-
gruppamento filogenetico, per quanto si debba sempre ammet-
tere a questo riguardo che si tratta soltanto di uz semplice
tentativo, e quindi colla certezza di più o meno profonde mo-
dificazioni future, in seguito a nuove scoperte ed a nuovi studi.
Debbo però accennare che siccome il Bellardi, carissimo
mio maestro ed amico, si occupa colla valentia a tutti nota
dello studio dei Molluschi terziari del Piemonte, limitai il mio
esame a quelle forme di Potamides che entrano specialmente
nei sottogeneri 7ympanotomus e Pyrazus, si raggruppano più
o meno direttamente alle conosciute forme di P. lgnitarum
Kichw. e di P. margaritaceus Br., ed abitano specialmente le
acque salmastre, per modo che fanno specialmente parte della
fauna malacologica continentale e subcontinentale, di cui mi
sono finora occupato.
Esistono bensì ancora diverse altre forme di Cerizidi pie-
montesi che si possono collegare ai Potamides, (così il P. bicin-
ctum Br., il P. tricinctum Br. ecc. del Tortoniano e dell’ A-
stiano) ma di essi mi auguro si abbia presto ad occupare il
Bellardi, trattando di tutti i Cerizzidi, nella sua classica opera
sui Molluschi terziari del’ Piemonte e della Liguria.
In questo, come in altri miei lavori paleontologici, ogni-
qualvolta riconobbi forme bensì tra loro diverse ma raggrup-
pabili attorno ad un tipo, le distinsi per lo più come semplici
varietà della forma tipica, assunta come specie, parendomi in
tal modo di raggiungere il doppio scopo, di distinguere cioè
le svariate mutazioni di forma e, nello stesso tempo, di non
aumentar troppo il catalogo delle specie, rendendo così più
facile l’ assurgere alla filogenia delle forme ciò che a mio pa-
rere è uno dei principali scopi della Paleontologia.
Si noti come le diagnosi delle varietà, salvo indicazioni
in contrario, si riferiscono per paragone alla diagnosi della
specie tipica.
mus (E cp
Potamides prolignitarum Sacc.
Tav. IV, fig. 1, 2,3.
1861 — Cer:thium lignitarum Eichw. — Michelotti — Foss.
mioc. inf.
1887 — Potamides prolignitarum Sacc. — Sacco — Rivista della
fauna mal. foss. terr.
« Testa crassa, turrita, passim tumida, longitudinaliter
« costata. Costa rectae vel laevissime arcuate. Anfractus 10 cir-
« citer, loevissime convexi, quinque transversis cingulis ornati.
« Cingulum primum minimum, seepe obtectum; cotera monili-
« formia, fere aequalia, vel secundum et quintum loevissime
« majora; cingulum secundum in ultimis anfractibus bipar-
« titum; pars superior magna, moniliformis; pars inferior
« minima, filiformis. In anfractu ultimo, plerumque fortiter
« tumido, prope aperturam, sub primo cingulo, cingula parviora,
« simplicia conspiciuntur. Columella satis inflexa, simplex. »
Alt. 40 millim. Lat. 15 millim.
Questa forma di Tympanotomus si incontra non di rado
nel Tongriano inferiore di S. Giustina e Sassello nell'Appennino
settentrionale.
È fra le forme fongriane quella che pare meglio ricordare
il P. lignitarum del Miocene medio e superiore, per cui sì può
ragionevolmente suppore che, se il P. lignitarum Eichw. non
deriva direttamente dalla specie forgriana ora descritta, deriva
però da una forma molto affine (forse da qualcuna delle va-
rietà descritte in seguito) ed è filogeneticamente collegata col
P. prolignitarum.
Notiamo però già fin d’ora un carattere molto importante
nelle forme forngriane, che cioè esse mancano di quei denti
columellari che vedremo sempre più sviluppati nelle forme che
apparvero in seguito.
SEsESg (07) panna
P. prolignitarum Sacc. var. reticulata Sacc.
Tav. IV, fig 4.
« Testa crassior; coste longitudinales minus perspicuze.
« Cingulorum tubercula minus granulosa, subcomplanata, sepe
« per costas longitudinales inter se conjuncta, deinde reticulum
« areis fere quadrangulis efficientia. In anfractu ultimo tuber-
« cula cinguli superioris valde crassa. Secundi anfractus bipar-
« titio minus regularis. Columella gracilior et deflexior. »
Alt. 42 millim. Lat. 16 millim.
Questa forma incontrasi assai raramente in certi strati
del Tongriano inferiore di Carcare ( Appennino Settentrionale )
fra arenarie fortemente cementate; un esemplare incompleto,
che pare attribuibile a questa varietà, si trovò pure negli stessi
terreni attorno a S. Giustina.
Nel complesso ricorda assai il P. lignitarum var. taurinensis
che vedremo in seguito, mentre che per alcuni caratteri si av-
vicina pure al P. monregalensis che descriveremo fra poco.
P. prolignitarum Sacc. var. Perrandi Sacc.
Tav. IV, fig. 5.
« Distinguunt hanc varietatem a var. reticulata sequentes
« note:
« Testa minus conica, Secundum cingulum plerumque sim-
« plex, sed aperturam versus regulariter bipartitum.
Alt. 42 millim. Lat. 15 millim.
Forma molto rara proveniente dalle arenarie fongriane di
Sassello: si collega assai bene colla varietà precedente e colla
seguente.
La dedico al venerato Don Perrando, indefesso raccogli-
tore dei tesori paleontologici racchiusi nel bacino tongriano di
Sassello e di S. Giustina.
RR,
u
P. prolignitarum Sacc. var. turrita Sacc.
Tav. IV, fig. 6.
« Distinguunt hanc varietatem a var. reticulata sequentes
« noto:
« Testa valde elongatior; anfractus numerosiores. Cingulum
« primum, per totam teste longitudinem detectum, secundum
« simplex. Labium externum interne unidentatum. »
Alt. 46 millim. Lat. 15 millim.
Il dente interno del labbro esterno si vede molto bene
nell’esemplare unico di questa varietà; è però probabile che
esista pure in qualcuna se non in tutte le forme di questa
specie, solo che lo stato loro di conservazione non permette
tale osservazione.
1l grande sviluppo in lunghezza di questa varietà dipende
essenzialmente da un modo speciale di svolgersi della spira
per modo che il primo cingolo, che generalmente è coperto, in
questa varietà invece rimane sempre ben evidente.
P. prolignitarum Eichw. var. cingulosa Sace.
TaysIVatiost08,
« Testa minor. Cingulorum tubercula depressiora sed cin-
« gula eminentia; deinde reticulum areis rectangulis efticientia. »
È questa una varietà assai rara che si trova fra le molasse
del Tongriano inferiore di S. Giustina. Nello stesse orizzonte
geologico presso Pareto si trovò pure un esemplare di questa
specie che si avvicina molto alla varietà ora descritta, però
con qualche carattere che l' avvicina meglio alla specie tipica.
Potamides lignitarum Eichw.
Dalla descrizione, dalle figure e dai numerosi esemplari
che ebbi ad esaminare di P. lignitarum di Francia, d’ Austria,
ecc. mi potei convincere che la specie tipica sovraindicata non
esiste in Piemonte, ma che le forme che quivi si trovano deb-
bono attribuirsi a diverse varietà, fra cui però quella che ap-
pellai sulfurea è certamente molto vicina alla specie tipica.
Quanto poi a questa forma tipica, siccome i vari autori
ne diedero descrizioni e figure spesso assai diverse, avendo essi
sovente sott’ occhio varietà diverse, così convenzionalmente si
può prendere come tipo la forma descritta dall’ Hoernes nella
sua opera « Die fossilen. Mollusken der Tertiaer-beckens von
Wien, 1851, pag. 398 » e fisurata al n.° 2 della Tav. 12 dello
stesso lavoro.
P. lignitarum Eichw. var. taurinensis Sace.
HaveiV di e9:
1861 — Cerithium lignitarum Eichw. — Michelotti — foss.
Mioc inf.
1887 — Potamides lignitarum Eichw. var. taurinensis Sace.
-- Sacco — Rivista fauna malac. foss. terr. ecc.
« Testa magis conica, subpyramidata : costae magis disjun-
« cte. Anfractus subplani; tubercula minus granulosa. Colu-
« mella gracilior; labium dexterum internum simplex. »
Alt. 45 millim. Lat. 1614 millim.
Questa varietà, di cui si possiede un solo esemplare, pro-
viene dalle sabbie dell’ Elveziano inferiore dei colli torinesi; è
notevole come per certi caratteri ricordi il P. prolignitaram, per
cui si può supporre tra queste forme un certo nesso filogenetico.
P. lignatarum Eichw. var. sulfurea Sacc.
Tav: SIVonaos tto a od20
1887 — Potamides lignitarum RBichw. — Sacco -- Rivista Fauna
malac. foss. terr. ecc.
« Testa magis fusiformis; coste minus profunde disjun-
« cte; columellae plica superior, contra labii externi dentem
« superiorem, dentata. »
Alt, 60 millim. Lat. 20 millim.
ME e n
Questa varietà che, tra quelle del terziario piemontese,
più d’ogni altra si avvicina alla forma tipica, trovasi non di
rado fra le marne sabbiose bleuastre del Santuario di Vico
Mondovi, presso le sorgenti sulfuree, donde il nome di sul/furea
che le ho attribuito.
Questi banchi marnosi comprendenti pure lenti lignitiche
paiono appartenere all’ £lweziano inferiore.
Nella collezione paleontologica di Roma assieme ad altri
Potumides di Stazzano evvi pure un esemplare della varietà. in
questione; ciò ci indicherebbe che essa continuò a vivere sino
al Zortoniano. Però ne dubito moltissimo; credo invece che
tale esemplare provenga dalle colline di Vico e sia stato con-
fuso in seguito colle forme di Stazzano.
La
P. lignitarum Eichw. var. cingulatior. Sacc.
Tav. IV, fig. 13.
« Distinguunt hanc varietatem a var. sulfurea sequentes
« note.
« Testa valde minor; anfractus magis convexi: cingulum
« secundum in primis anfractibus laevissime, in cateris profunde
« bipartitum; deinde anfractus sex cingulis ornati; cingulum pri-
« mum parvulum, filiforme, coetera granulosa fere equalia, vel
<« ultimum aliquantulum crassius. Columellae plica superior
« eminens, non dentata. ».
Alt. 42 millim. Lat. 15 millim.
Quantunque lo sdoppiamento di un cingolo non costituisca
per alcuni paleontologi un carattere molto importante, ho cre-
duto tuttavia potervi fondare una varietà, poichè assieme a
questo carattere differenziale se ne vedono pure comparire degli
altri abbastanza importanti. È però certo che questa varietà si
collega strettissimamente colla var. suZfurea con cui lho qui
confrontata e colla quale visse, trovandosi anch’ essa nelle
marne elveziane di ‘Vico Mondovì.
PRAGA TSE
P. lignitarum Eichw. var. planulata Sace.
Tav. IV, fig. 14, 15, 16, 17.
1861 — Cerithium lignitarum Eichw. — Michelotti — Foss.
Mioc. inf.
1887. — Potamides lgnitarum Eichw. — Sacco -— Rivista
Fauna malac. foss. terr. ecc.
« Testa aliquantulum gracilior, magis fusiformis; anfractus
« subplani; cingulorum tubercula planulata; cingulum secun-
« dum et quintum cceteris nonnihil crassiora. »
Alt. 50 millim. Lat. 17 millim.
È questa una forma non rara fra le marne fortoniane di
Stazzano e ci rappresenta probabilmente la modificazione di
qualcuna delle varietà che di questa specie indicammo nel-
l’ Elveziano del Piemonte; si distingue facilmente anche a
prima vista per una specie d’appiattimento dei tuberculi. (1)
Potamides Melii Sacc.
Tav. V, fig. L.
Testa magna, turrita. Anfractus subplani, quinque cingulis
ornati; cingulum primum parvulum, simplex, depressum;
(1) P. lignitarum Eichw. var. forumjulensis Sace.
Tav. IV, fig. 18, 19.
« Distinguunt hanc varietatem a var. planulata sequentes nota:
« Coste numerosiores; tubercula minus crassa; cingulum tertium et
« quartum seepe parviora. »
Quantunque questa forma non sia del terziario piemontese, essendo stata
raccolta del Signor A. Tellini nel Friuli (rio Sievot presso Flagogna), tut-
tavia credetti opportuno segnalarla essendo una varietà che si collega assai
bene con quella piemontese ora esaminata.
Le sabbie da cuîè provengono gli esemplari di questa varietà formano
parte di depositi attribuiti al Tortoniano dal Taramelli che li ebbe a stu-
diare e che ne trattò in varie sue pubblicazioni sul Veneto.
Mac
cotera eninentia, submoniliformia, ultimum aliquantulum cras-
sius; cingulorum tubercula subcomplanata.
Columella crassa, simplex; labium esternum interne den-
ticulatum.
Alt. 45 millim. Lat. 17 millim.
Di questa forma conosco sinora un solo esemplare incom-
pleto trovato presso Stazzano, probabilmente nel Zortoniano.
Pare si colleghi per certi caratteri, specialmente gli esterni,
col P. lignitarum Eichw. var. planulata ; per altri invece, parti-
colarmente quelli dell’ apertura, piuttosto col P. colligens Sace.;
forme che si trovano pure ambedue nel Tortoniano di Stazzano.
Dedico questa specie al prof. Romolo Meli che mi fornì gen-
tilmente in comunicazione, assieme ad altri fossili, l' esemplare
descritto che fa parte della collezione paleontologica di Roma.
Potamides monregalensis dacc.
Mavi Vi tfigni2;.3, 436,0 /0;07,08; (Di
1887 — Potamides monregalensis Sace. — Sacco — Rivista fauna
malac. foss. terr. ecc.
« Testa magna, turrita, longitudinaliter costata, passim
tumida. Anfractus 12 circiter, nonnihil convexi, sex cingulis
« eminentibus ornati; cingulum primum parvulum, filiforme, ple-
« rumque obtectum; secundum filiforme, subgranosum; caetera
« eminentia, granulosa, fere aequalia, seu ultimum nonnihil
crassius. Costae longitudinales parum eminentes, simplices,
cingula decussantes et reticulum areis subquadrangulis deinde
efficientes. Columella crassa, superne prope aperturam granu-
losa, medio unidentata; dens eminentissimus; labium exter-
num interne quatuordentatum; dens inferior parvulus, se-
cundus minimus, tertius eminentissimus, superior parvulus
pliciformis. »
Alt. 62 millim. Lat. 21 millim.
A
ATA A Ar& A A
Questa bella specie, che si trova in grande abbondanza
fra le marne sabbiose dell’ Elveziano inferiore del Santuario
— 96 — i
di Vico Mondovi, presso le sorgenti minerali, è forse collegata
col P. prolignitarum. Notiamo come nella forma descritta sia
un carattere permanente e ben visibile la divisione del secondo
cingolo in due, ciò che già si era osservato sul P. prolignita-
rum e nella sua var. Perrandi, ma in modo meno netto e quasi
solo negli ultimi anfratti.
P. monregalensis Sacc. var. rara Sace.
Tav. Vino nto:
1887 — Potamides monregalensis Sacc. var. rara Sace. — Sacco
— Rivista fauna malac. foss. terr. ecc.
« Cingulorum tubercula minus eminentia; cingulum se-
« cundum altius; costae valde eminentiores; deinde reticulum
« magis regulare. »
Sgraziatamente di questa varietà si possiede un solo fram-
mento raccolto fra le sabbie elvezzane delle colline torinesi, e
quindi non è possibile indicarne tutti i caratteri; per ciò che
si può osservare è però certo che nella forma in questione si
tratta di una varietà ben distinta.
Potamides Clericii Sacc.
Tav. V, fig. 11.
« Testa parva, subpyramidata, longitudinaliter costata.
« Costa crasse, subrecta. Anfractus 8 circiter, subplani, quin-
« que cingulis moniliformibus ornati; anfractus ultimus leeviter
« univaricosus. Cingulum primum parvulum, filiforme; coetera
« crassa tuberculosa, secundum et quintum crassiora, secundum
« precipue. »
Alt. 20 millim. Lat. 9. millim.
Quantunque possegga un solo esemplare ed incompleto di
questa forma, credo tuttavia potervi fondare una nuova specie
la quale ricorda alquanto nei cingoli il P. colligens che trovasi
nel Tortoniano piemontese.
— 97 —
La forma ora descritta venne trovata nelle arenarie ton-
griane di Pareto.
Dedico la specie in questione all’ amico paleontologo Enrico
Clerici.
Potamides colligens Sacc.
Tav. V, fig. 12.
1887 — Potamides colligens Sace. — Sacco — Rivista fauna
malac. foss. terr. ecc.
« Testa crassa, turrita, longitudinaliter costata. Costa crass®e,
« numerose, appropinquate, fere recte. Anfractus 10 circiter,
« subplani, quinque cingulis ornati; anfractus ultimus uni-
« varicosus. Cingulum primum minimum, subfiliforme; coetera
« crassa submoniliformia, secundum crassissimum cateris valde
« prestans, tertium et quartum crassa fere @qualia, ultimum
« tertio et quarto aliquantulum crassius. Columella simplex,
suberassa ; labium externum interne, sub varice, unidentatum. »
Alt. 48 millim. Lat. 16 millim.
Cai
Questa forma trovasi raramente nelle marne forfoniane di
Bocca d’ Asino presso Stazzano: a primo aspetto si potrebbe
confondere col P. lignitarum var. planulata, ma ad un esame
accurato mostra invece maggiori affinità col P. dertonensis,
da cui però si distingue specialmente per la forma meno pira-
midale, per le coste meno eminenti, più numerose e più rav-
vicinate, e per i cingoli fra di loro più distanti.
Potamides colligens Sacc. var. fasciculata Sace.
Tav. V, fig. 13.
1887 — Potamides colligens Sace. — Sacco — Rivista fauna
malac. foss. terr. ecc.
« Testa crassior, costa longitudinales minus appropinquata.
« Cingulum secundum valde crassius, leviter bipartitum, pars
« inferior minor. »
Alt.:60 millim. Lat. 18 millim.
RARO
Di questa varietà ebbi ad osservare un solo esemplare in-
completo trovato nelle marne tortoniane di Stazzano; la lar-
ghezza del secondo cingolo che sembra una vera fascia, spiega
il nome che ho attribuito a questa forma.
Potamides dertonensis Sacc.
Tav. V, fig. 14-25.
1840 — Cerithium corrugatum Brongn. — Michelotti — Rivista
dei Gast. foss.
1842 — Cerithium plicatum Lk. — E. Sismonda — Sinops. meth.
an pnvert ene dediz.
1847 — Ceritlium corrugatum Brongn. — E. Sismonda — Sinops.
meth. an. invert. — 2* ediz.
1847 — Cerithium corrugatum Brongn. — Michelotti — Foss.
mioc.
1861 — Cerithium corrugatum (Brongn.) Michel. — Michelotti
— Foss. mioc. inf.
1887 — Potamides dertonensis Sace. — Sacco — Rivista fauna
«
«
«
«
«
«
«
«
«
«
«
malac. foss. terr. ecc.
« Testa crassa, pyramidata, longitudinaliter costata. Coste
crassissime, inter se distantes, recte vel laviter oblique,
in ultimo anfractu perraro inferioriter "duplicate. Anfractus
10 circiter, subplani, quinque cingulis valde appropinquatis
ornati; sepissime anfractus ultimus univaricosus. Cingulum
primum parvulum, filiforme et in anfractibus ultimis submo-
niliforme; coetera crassa, submoniliformia; secundum maxi-
mum; tertium et quartum fere equalia, secundo valde minus
crassa; ultimum ceeteris, secundo excepto, valde proestans.
Columella retroflexa, gracilis, simplex; interne canaliculata,
canalis latus et brevis; labium externum interne sub varice
unidentatum: labium externum expansum. »
Alt. 47 millim. Lat. 15 millim.
Questa specie fu generalmente confusa con altre già note,
cioè col Cerithium crassum Duj, col C. plicatum Lk, ma spe-
cialmente col C. corrugatum Brogn. come indicarono Basterot,
SS ge
Grateloup, Michelotti e Sismonda. Non ho tenuto conto nella
sinonimia, degli errori tipografici (conugatum e conjugatum )
che trovansi nel lavoro di Michelotti.
È una forma di Pyrazus molto abbondante fra le marne
tortoniane di Stazzano e di S. Agata,
Potamides promargaritaceus dacc.
Wave Vibofig. 1, 6;
1847 — Cerithiun margaritaceum Br. — Michelotti — Foss.
mioc.
1861 — Cerithium margaritaceum Br. — Michelotti — Foss.
mioc. inf.
1887 — Potamides margaritaceus Br. #® Sacco — Rivista fauna
malac. foss. terr. ecc.
« Testa crassissima, regularissime conico-turrita. Anfractus
plani, quinque cingulis moniliformibus ornati. Cingulum pri-
mum parvulum; secundum et tertium eminentia, fere aequalia;
quartum parvulum in sulco profundo situm; quintum emi-
« nentissimum, tuberculis sepe crassissimis, in ultimo anfractu
« preesertim. Apertura obliqua; columella retroflexa, nonnihil
« canaliculata, uniplicata; labium columellare simplex, breve;
« labium externum incrassatum, late expansum. »
Alt. 50 millim. Lat. 27 millim.
A A
A
Nella rivista che feci della fauna malacologica fossile ter-
restre ecc. del Piemonte, compilando un semplice catalogo,
racchiusi la forma ora descritta nel P. margaritaceus Br.
Facendo però in seguito un esame più accurato di queste
forme potei riconoscere che quelle del Zongriano piemontese
nel complesso differiscono specificamente da quelle mioceniche
che servirono al Brocchi per fondarvi la sua specie, essendo
quelle fongriane più grandi, più conico-piramidali, a tuber-
coli del quinto cingolo più sviluppati, ecc. come si può osser-
vare confrontando le figure del P. promargaritaceus con quella
«data dal Brocchi e che si può assumere come tipo del P. mar-
garitaceus, poichè come anche nel Miocene medio trovansi
forme di Potamides che si avvicinano assai al P. promargari-
— 100 —
faceus e viceversa trovansi anche nel Tongriano forme che si
accostano alquanto al P. margaritaceus.
È certo ad ogni modo che le forme del Miocene deriva-
rono da quelle fongriane modificandosi solo di poco; donde
il nome di promargaritaceus che attribuii a queste ultime,
scegliendo fra di esse quelle che più si avvicinano al P. mar-
garitaceus Br.
La specie in questione si trova abbondantissima in certi
strati sabbioso-arenacei del Tongriano inferiore dell’ Appennino
Settentrionale, presso Dego, Cairo Montenotte, Piana Crixia,
Pareto, Mioglia, Carcare, Squaneto, Cassinelle, Sassello, S. Giu-
stina ecc.; tale abbondanza in individui, come pure in varietà
come vedremo, ci indica che durante l’ epoca tongriana la
regione appenninica, più bassa di parecchie centinaia di metri
di ciò che è ora, si presentasse (per clima, ambiente, acqua
piuttosto salmastra ecc.,) sommamente adatta ad un sviluppo
straordinario di questi Potamides, e la stessa grossezza e ro-
bustezza della loro conchiglia ci conferma pienamente in tale
opinione. (
Occorre osservare come anche nei bacini terziari del Ro-
dano, di Magonza, dell'alta Alsazia ecc. trovansi, pure in ter-
reni tongriani, forme affini al P. margaritaceus, che ricevettero
il nome di P. submargaritaceus e che sono molto simili alla
forma ora descritta.
Potamides promargaritaceus. Sacc. var. appenninica Sacc.
Tav. VI, fig. 7-13.
« Testa minor; cingulum secundum tertio nonnihil crassius;
« cinguli ultimi tubercula minus numerosa sed crassissima et
« elatissima. » i
Questa varietà che si collega strettamente colla specie ti-
pica trovasi abbondantissimamente assieme ad essa particolar-
a S. Giustina, ma non è rara a Dego, Sassello, Pareto, Car-
care, ecc.
In alcuni esemplari i tubercoli del quinto cingolo assumono
quasi la forma di spina subconico-schiacciata ; il carattere di
— 101 —
questa varietà si accentua però già nell’ ultimo anfratto di
alcuni esemplari della specie tipica per cui si può scegliere
una serie d’ individui che fanno il passaggio graduale dalla
forma tipica alla varietà ora descritta, ciò che d'altronde si
può fare anche per quasi tutte le varietà che descriverò in
seguito.
P. promargaritaceus Sacc. var. ornata Sace.
Tav. VI, fig. 14, 15, 16.
« Testa plerumque minor. Cingulum tertium, secundo non-
« nihil minus elatum, dimidiatum; pars superior major moni-
« liformis, pars inferior parvula filiformis; cinguli quarti, ce-
« teris valde superantis, tubercula Msissima: inter se di-
< stantia. »
Questa forma è ben caratterizzata specialmente per la di-
visione in due del terzo cingolo; trovasi, non però comune-
mente, nei banchi marnosi del 7ongriano inferiore di Sassello
e di S. Giustina.
P. promargaritaceus Sacc. var. cingulatior Sace.
DAN VIEIN zio
« Cingulum tertium dimidiatum, in ultimis anfractibus
« precipue; pars inferior minor. »
È questa una varietà che si incontra specialmente nel Ton-
griano inferiore di Val Bormida presso Cairo Montenotte, Piana
Crixia a Carcare; si distingue dalla var. ornata perchè, eccetto
la divisione del terzo cingolo, è perfettamente simile alla forma
tipica.
P. promargaritaceus Sacc. var. Squinaboli Sace.
Tav. VII, fig. 8.
« Testa minor, magis turrita; cingulum tertium valde de-
« pressius; cinguli quinti tubercula crassa, eminentia, inter se
« distantia. »
-—- 102 —
È una forma rarissima e locale del Tongriamo inferiore di
S. Giustina: la dedico al carissimo amico Dott. Senofonte
Squinabol.
P. promargaritaceus Sacc. var. tuberculosa Sace.
Tav: VI fio. zi
« Quinti cinguli tubercula: crassa, regulariter rotundata,
« eminentissima. Inter cingulum secundum et tertium interdum
« cingulum parvulum moniliforme. »
Questa varietà facile a distinguersi è sparsa abbondante-
mente in certi banchi marnosi ed arenacci del Tongriano in-
feriore di Carcare e di S. Giustina, meno comune invece nei
terreni contemporanei di Dego e Sassello. Come di solito si os-
serva nelle varietà precedentemente indicate esiste pure un pas-
saggio gradatissimo fra la varietà ora descritta e la specie tipica.
P. promargaritaceus Sacc. var. compressa Sacc.
Tav. VI, fig. 22,
Cingula valde appropinquata, deinde cingulum primum et
quartum sepissime obtecta vel nulla.
È raro di trovare questa varietà, incontrata sinora soltanto
fra le fine arenarie tongriane di Pareto. Riesce interessante os-
servare questa parziale scomparsa dei cingoli minori, poichè
tale fatto vedremo accentuarsi e diventare carattere specifico
in forme simili dell’ Elveziano.
P. promargaritaceus Sacc. var. inornata Sace.
Tav. VI, fis. 23.
« Cingulorum tubercula evanescentia; cingulum secundum
< et tertium fere aqualia, valde elata; quintum tertio fere
« eequale vel depressius. »
Varietà assai rara trovata in un banco arenacco del Ton-
griano inferiore di Pareto.
— 1093 —
P. promargaritaceus Sace. var.
Oltre alle varietà precedentemente indicate osservansene
ancora altre meno importanti che distinguonsi dalla forma
tipica per avere o il primo cingolo alquanto più grande, o ap-
pena segnato il soleo che divide il secondo dal terzo cingolo,
o il quarto cingolo alquanto più prominente del solito, ecc.
Ma siccome tali modificazioni appaiono solo in qualche .raro
esemplare e solo in uno o due anfratti, così non credo oppor-
tuno indicarli con un nome speciale.
Credo però opportuno fermare l'attenzione sul fatto ora
esaminato e che è assai importante per la teoria evoluzionista,
che cioè i Potamudes durante il period@ tongriano trovandosi
nell’ Appennino Settentrionale in un ambiente molto adatto
alla loro vita, non solo vi si sono sviluppati straordinariamente
in individui, ma non meno meravigliosamente in forme, di cui
gran parte scomparve in seguito per sempre col cangiare delle
condizioni esterne, ma parte potè sopravvivere dando origine
alle forme dei periodi geologici seguenti.
Termino la descrizione del P. promargaritaceus accennando
ad alcune delle anomalie più notevoli che talora vi si osservano,
cioè:
1° Irregolare sviluppo degli anfratti in un dato punto
della spira per modo che quivi un anfratto viene parzial-
mente ricoperto da quello più giovane (Tav. VII, fig. 12).
2° Sviluppo di sottili coste longitudinali che collegano i
vari cingoli, eccetto il quinto, producendo una specie di reti-
colatura (Tav. VII, fig. 9, 11).
3° Nell'interno dell'apertura sì sviluppa ancora un nuovo
anfratto i cui cingoli sono per lo più assai diversi da quelli
che veggonsi in tutto il resto della conchiglia e generalmente
meno prominenti. (Tav. VII, fig. 10).
Quest’ ultima anomalia non rara nei Molluschi credo
sla importantissima a notarsi, perchè ci prova che dalla
stessa specie possono aversi conchiglie differenti e tali da
attribuirsi a varietà od anche a specie diverse; abbiamo
cioè una prova evidente che una forma può cangiarsi in un
— 104 —
altra almeno rispetto alla conchiglia su cui si basa il paleon-
tologo.
Potamides Isseli Sacc.
Tav. VII, 13, 14, 15.
« Testa crassa, conica. Anfractus leeviter convexi, quinque
« cingulis ornati. Cingulum primum simplex, plerumque de-
« pressum; secundum moniliforme crassissimum, valde elatum;
« tertium depressum, parvulum, moniliforme aut filiforme; quar-
« tum minimum levissime granulosum vel nullum; quintum
« crassissimum, tuberculis elatis, rotundatis aut compressis et
subtriangulatis ornatum., »
Alt. 40 millim. Lat. 17 millim.
A
Questa specie per alcuni caratteri pare collegarsi ad alcune
varietà del P. promargaritaceus, specialmente alla var. appen-
ninica ; si trova solo assai raramente fra le dure marne fongriane
del bacino di Sassello.
La dedico al Prof. Arturo Issel che colla sua solita cortesia
volle mettere a mia disposizione la ricca raccolta di Potamides
della collezione Perrando che ora fa parte del Museo di Genova.
Potamides solitarius Sacc.
Tav. VII, fig. 16, 17.
1887. — Potamides solitarius Sacc. — Sacco — Rivista fauna mal.
foss. terr. ecc.
« Testa crassa, conico-turrita; anfractus plani, quinque cin-
gulis moniliformibus muniti. Cingulum primum minimum, ter-
« tium et quartum satis eminentia, fere aqualia, vel tertium
« quarto aliquantulum eminentius; secundum et quintum emi-
« nentissima, crassis tuberculis ornata. In quinto cingulo tuber-
« cula crassiora sed minus numerosa quam in secundo. »
Alt. 35 millim. Lat. 18 millim.
A
Anche questa specie, incontrata abbastanza raramente nei
terreni fongriani di Stella e di Sassello, pare collegarsi col P.
— 105 —
promargaritaceus; anzi si trovano esemplari che pare formino
il passaggio alla var. appenmmica.
Potamides solitarius Sacc. var. sasselliana Sace.
Tav. VII, fig. 18, 19.
« Cingulum tertium et quartum, quartum preecipue, de-
« pressiora. »
Questa varietà, incontrata raramente nei terreni tfongriuni
di Sassello forma quasi un anello di congiunzione tra la forma
tipica ed il P. Isseli.
Potamides ligusticud Sace.
Tav. VII, fig. 20.
1887. — Potamides ligusticus Sacc. — Sacco — Rivista fauna
mal. foss. terr. ecc.
« Testa crassa, conico-turrita, apice acuminata. Anfractus
« plani, quinque cingulis submoniliformibus muniti; cingulum
« primum minimum, secundum magnum, tertium secundo ali-
quantulum depressius, quartum minimum, quintum maximum,
« tuberculis crassissimis et eminentissimis munitum. In anfra-
« ctibus ultimis cingulum secundum et tertium bipartita, pars
« inferior minor. Columella simplex. »
Alt. 55. millim. Lat. 20 millim.
A
Di questa bella specie posseggo finora un esemplare solo
raccolto nel Tongriano inferiore di Carcare. Probabilmente
anche questa forma si collega col P. promargaritaceus, spe-
cialmente colla var. cingulatior.
Potamides Rovasenda Sace.
Tav. VII, fig. 21.
« Testa crassa, turrita. Anfractus plani sex cingulis ornati.
« Cingulum primum parvulum subgranulosum:; secundum cras-
— 106 —
« sum moniliforme, in ultimo anfracto dimidiatum, pars infe-
« rior minor; tertium minimum, filiforme, in primis anfracti-
« bus nullum; quartum crassum, moniliforme, secundo 2equale;
« quintum minimum subgranulosum, in primis anfractibus
nullum; ultimum crassissimum, moniliforme. Coste longitu-
« dinales leevissimae. Columella leevissime uniplicata. »
Alt. 40 millim. circiter. Lat. 16 millim.
À
Di questa specie esiste un solo esemplare trovato nelle
marne sabbiose dell’ Elveziano delle colline torinesi in Val
Ceppi.
È notevole che mentre nei primi anfratti i cingoli, per
numero e forma, sono paragonabili a quelli del P. pedemon-
tanus Sacc., invece negli ultimi, con passaggio repentino per
mezzo di una varice, si aggiunge il terzo cingolo, probabil-
mente per sdoppiamento del quarto (corrispondente al terzo
delle specie affini), e si inizia infine verso l’ apertura anche
lo sdoppiamento del secondo cingolo.
Non è improbabile che questa specie elveziana derivi da
qualche forma simile al P. promargaritaceus; ha certamente
grandi affinità col P. pedemontanus.
La dedico al Cav. Luigi Rovasenda che gentilmente volle
porre a mia disposizione quella parte della sua stupenda col-
lezione che mi interessava pel presente lavoro.
Potamides pedemontanus Sace.
Tav. VII, fig. 22, 23, 24.
1887. — Potamides pedemontanus Sace. — Sacco — Rivista fauna
mal. foss. terr. ecc.
« Testa crassissima, regularissime pyramidata; anfractus
« quatuor cingulis moniliformibus ornati; cingulum primum
« minimum, cetera crassa eminentissima, superum precipue;
« secundum et tertium fere xaqualia. Prope aperturam inter
« tertium et quartum cingulum, cingulum minimum depressis-
« simum, granulosum interdum conspicitur. Plica columellaris
< magna. »
Alt. preter 70 millim. Lat. 30 millim.
— 107 —
Questa bella specie, che è probabilmente collegata col P.
margaritaceus e che nella cingulatura ricorda il P. papareraceus
Bast., trovasi non di rado fra le marne sabbiose dell’ Elve-
giano inferiore presso le sorgenti minerali di Vico Mondovi,
talora in banchi lignitiferi.
P. pedemontanus Sacc. var. minor Sace.
Tav. VII, fig. 25, 26, 27, 28.
« Testa minor, cingulum secundum interdum tertio levis-
« sime eminentius. »
Nei terreni elvezzani delle colline tgrinesi, specialmente al
Termofourà ed in Val Ceppi si trovarono diversi esemplari
di questa forma che è una semplice varietà locale la quale si
collega perfettamente ed insensibilmente colla forma tipica.
P. pedemontanus Sacc. var. taurinensis Sace.
Tav. VII, fig. 29.
« Testa minor, magis turrita; cingulum superum crassius,
« tuberculis eminentissimis munitum. »
Varietà trovata assai raramente fra le molasse elveziane
di Val Ceppi nelle colline torinesi; si collega sia colla forma
tipica che colla var. minor; talora ha dimensioni abbastanza
considerevoli.
P. margaritaceus Br. var. coniungens Sace.
Tav. VII, fig. 30, 31.
1861 — Cercthium margaritaceum Br. — Michelotti — Foss.
Moc. inf.
« Distinguunt hanc varietatem a specie tipica sequentes
< note: »
« Testa magis conica. Cingulum quartum plerumque obso-
« letum, in ultimo anfractu minimum; cingulum quintum minus
« elatum. »
-- 108 —
La forma descritta, di cui si trovarono alcuni esemplari
nelle molasse elveziane dei colli torinesi, sembra assai stretta-
mente collegata col P. pedemontanus; tuttavia nel suo com-
plesso ricorda. molto il P. margaritaceus, di cui ne faccio
quindi una varietà.
Occorre osservare come nei terreni postelveziani del Pie-
monte non si è mai trovata alcuna forma che si colleghi al
P. margaritaceus, per modo che è sempre più dubbioso che il
tipo di questa specie provenga dalle crete senesî come indica
il Brocchi, mentre invece proviene probabilmente da terreni
più antichi.
Chiudo questa nota con un tentativo di raggruppamento di
alcune delle forme di Potamides descritte, avvertendo però come
trattisi di un semplice abbozzo che io stesso riconosco molto im-
perfetto ed incerto; sono anzi persuaso che ulteriori studi e ri-
cerche sia nel bacino terziario del Piemonte, sia specialmente
altrove modificheranno più o meno profondamente gli schemi
che, per quanto ancora pieni di dubbi, credo ora opportuuo
di presentare allo scopo di rendere questi studi paleontologici
non semplici cataloghi di fossili, ma valido mezzo per cono-
scere la filogenia degli esseri, scopo il quale non si potrà cer-
tamente raggiungere che per via di ripetuti e continui tentativi.
I due quadri che presento rappresentano appunto tali primi
tentativi e devono intendersi come dei semplici schemi, in cui
le lineette di congiunzione delle varie forme, non pretendono
di indicare tra di esse un rapporto di diretta discendenza, ma
solo le maggiori affinità che possono portare in avvenire alla
conoscenza del loro nesso filogenetico.
Si noti infine che la sovrapposizione grafica delle mie forme
in ogni periodo geologico dipende solo da ragioni tipografiche
e non da reale successione stratigrafica,
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— 109 —
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T— 1 —
SPIEGAZIONE DELLE TAVOLE
Tav. IV.
Potamides prolignitarum Sace. 1, 2, 3 Z'ongriano (S. Giustina) — var.
reticulata Sace. 4, Tongriano (Carcare) — var. Perrandi Sacc. 5, Zon-
griano (Sassello) — var. turrita Sace. 6, Tongriano (Sassello) — var.
cingulosa Sace. 7, (S. Giustina) — Id. 8, Tongriano (Pareto).
Potamides lignitarum Eichw var. taurinensis Sgiec. 9, Elveziano (Colli to-
rinesi) — var. sulfurea Sace. 10, EZveziano (Santuario di Vico o Staz-
zano??) — Id. 11, 12, Elveziano (Santuario di Vico) — var. cingu
latior Sace. 13, Elveziano (Santuario di Vico) — var planulata Sace.
14, 15, 17, Z’ortoniano (Stazzano) — Id. 16, Tortoniano (S. Agata)
— var. forumjuliensis Sace. 18, 19, Tortoniano (Rio Sievot).
Tav. V.
Potamides Melii Sace. 1, Tortoniano (Stazzano)
Potamides monregalensis Sace. 2, 3, 4, 5, 8, Elveziano (Santuario di
Vico) — Id. 6, 7, 9, Elveziano (Cave di lignite Gallo al Santuario di
Vico) — var. rara Sacc. 10, Elveziano (Colli torinesi ).
Potamides Clericii Sace. 11, Tongriano (Pareto).
Potamides colligens Sace. 12, Tortoniano (Bocca d’ Asino presso Stazzano )
— var. fasciculata Sace. 13, Z'ortoniano (Stazzano).
Potamides dertonensis Sace. 14, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, Torto-
niano (S. Agata) — Id. 15, Tortoniano (Stazzano).
Tav. VI.
Potamides promargaritaceus Sace. 1, 3, Tongriano (Carcare) — Id.
2, 4, 6, Tongriano (S. Giustina) — Id. 5, Zongriano (Dego) — var.
appenninica Sace. 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, Zongriano (S. Giustina) —
var. ornata Sacc. 14, Tongriano (Sassello) — Id. 15, 16, Zongriano (S-
— 112 —
Giustina) — var. cingulatior Sace. 17, 21 Tongriano (Carcare) — Id.
18, 20, Tongriano (Cairo) — Id. 19, Tongriano ( Dego-Piana) — var
compressa Sace. 22, Tongriano (Pareto) — var. inornata Sace. 28, T'on-
griano (Pareto).
Tav. VII.
Potamides promargaritaceus Sacc. var. tuberculosa Sace. 1, 2, 3, Z'on-
griano (Carcare) — Id. 4, 5, 6, 7, Tongriano (Dego) — var. Squi-
naboli Sacc. 8, Tongriano (S. Giustina) — anomalia 2.3 9, 11, Ton-
griano (S. Giustina) — anomalia 3.8 10, ‘Tongriano (Sassello) —
anomalia 1.3 12, Tongriano (S. Giustina).
Potamides Isseli Sacc. 13, Tongriano (Sassello) — Id. 14, 15, Tongriano
(S. Giustina).
Potamides solitarius Sacc. 16, Tongriano (Stella) —- Id. var. 17, (Sas-
sello) — var. sasselliana Sacc. 18, 19, Tongriano (Sassello).
Potamides ligusticus Sace. 20, Tongriano (Carcare).
Potamides Rovasendae Sacc. 21, E?lveziano (Colli torinesi).
Potamides pedemontanus Sacc. 22, 23, 24, Elveziano (Santuario di Vico)
— var. minor Sace. 25, 26, E/lveziano (Termofourà nei Colli torinesi )
— Id. 27, 28, Elveziano (Colli torinesi) — var. taurinensis Sacc. 29.
Elveziano (Val Ceppi nei Colli torinesi ).
Potamides margaritaceus Br. var: coniungens Sacc. 30, 31, Elveziano
( Colli torinesi).
cecilia
BOLLETTINO DELLA SOCIETA: MALACOLOGICA ITALIANA
Vol. XIII.
G. CARAMAGNA
CATALOGO DELLE CONCHIGLIE ASSABESI
Incoraggiato da diversi naturalisti®the visitarono la mia
collezione di conchiglie di Assab da me raccolta negli anni
1881-82 mentre mi trovava al comando marittimo di quella
stazione, mi sono deciso a pubblicarne il catalogo.
Per questo scopo ho cercato di riunire tutte le opere ne-
cessarie e di confrontare le mie specie con quelle dei diversi
musei d’Italia; non son certo però di aver potuto raccogliere
tutto il materiale di studio e di confronto e se qualch’ errore
contro il mio desiderio si sarà infiltrato in questo mio lavoro,
i conchiologi vorranno perdonarlo all’ amatore di conchiglie.
Per queste ragioni non ho potuto determinare circa un 150
specie minute che genericamente e molte ancora ho dovuto
affatto trascurare per il loro cattivo stato di conservazione;
la qual cosa più che altro dipende dalle difficoltà grandissime
che là s'incontra nel dragaggio, attese le molte madrepore,
le sabbie e sopratutto le forti correnti per modo che una buona
parte delle specie minute sono state raccolte, abbandonando
la draga per la notte, onde raccogliere le specie che la corrente
vi avrebbe fluitato; così pure le specie raccolte nelle sabbie
madreporiche ammontiechiate dal mare o sui banchi di sabbia
scoperti a bassa marea, se sono state numerose, non erano
egualmente ben conservate e mi hanno servito solo come te-
stimoni di una ricchezza conchiologica straordinaria.
Accenno solamente a due specie di conchiglie terrestri;
queste in Assab sono scarsissime, causa l’ aridità del suolo,
8
— 114 —
la mancanza quasi assoluta di pioggia e quella di corsi d’ ac-
qua o stagni.
Nella foresta di Margabelak incontrai il Bulimus ‘nsularis
Ehr. fra le arene trasportate dal vicino fiume Arseli, il quale
è fornito d’ acqua solo nella stagione delle pioggie nell’ interno
del continente, ed allora irrompendo ad Ovest della foresta
la invade, formando poi un braccio che sbocca più a Sud del
villaggio, sotto il nome di Asbul.
È da ritenersi che questo Bulimus sia trasportato dall’ in-
terno come ebbi a convincermi dalla presenza di esso nell’ Ar-
seli, unitamente alla Melania tuberculata Mull. difficile ad
incontrarsi in buoni esemplari. Altra Melania consimile raccolsi
con la suddetta, ma in esemplari peggiori. Non mi fu pos-
sibile trovare tra il fogliame caduto e consumato, nè sotto le
vecchie corteccie qualsiasi genere di conchiglia terrestre.
Scopo principale di questa pubblicazione è di dare una spe-
cie di norma o meglio d’invito a chi per l'avvenire si trovasse in
quella località, per una ricerca più larga della fauna di Assab.
Allora si troveranno ancora molte specie nuove e se la dogana
di Napoli al mio ritorno non avesse manomesso le mie venti-
quattro casse colme di tutto quello che avevo potuto racco-
gliere tanto in terra che in mare, avrei potuto arrichire i patri
musei di molti esemplari certamente non comuni di quelle lo-
calità.
Auguro a naturalisti, di me più fortunati che possano
raggiungere lo scopo, e raccomando di visitare l'isola di Ras
Dumeirah sul parallelo di Perim, dove a una fauna marittima
locale si unisce quella immigrata dall’ Oceano Indiano. L’ or-
nitologia potrà facilmente arricchirsi di esemplari marini e ter-
restri, e l’ erpetologia è variamente rappresentata, l’ ittiologia
è varia e numerosa. Il geologo, l’ isola essendo di sollevamento,
vi troverà largo campo per lo studio delle manifestazioni vul-
caniche come pure molti fossili. Infine raccomanderei una vi-
sita all’ isola Kamaran sulla costa Arabica, ricca di fossili
nelle sue coste sollevate e di molluschi viventi nelle sue spiaggie
litorali e sottomarine.
G. CARAMAGNA
Capitano di Vascello.
ELENCO DELLE SPECIE
Cefalopoda.
Argona i
Argonauta sp.? Assab. Nel canale Rubattino dell’ estuario
di Assab nell'isola Gran Darmabak. Un solo esemplare col-
l’animale in putrefazione, ed alquanto guasto da un lato.
Gastropoda.
Strombida.
Strombus lineatus. Lam. Assab. Kamaran. Non frequente.
S. tricornis. Lam. Assab. Beilul. Ovunque frequente, ricer-
cato come commestibile dagli indigeni.
S. floridus. Lam. Assab. Dumeirah. Kamaran. I più belli
esemplari li raccolsi nell’isola Dumeirah.
S. erythrensis. Chemnitz. Assab. Ovunque, ma rari gli
esemplari belli, essendo per lo più invasi dai paguri.
S. luhuanus, junior. Lam. Assab. Un solo esemplare bene
conservato.
S. gibberulus. Lin. Assab. Beilul. Kamaran. Dumeirah. Ovun-
que in piccoli esemplari, i più sviluppati di oltre 4 centimetri
li raccolsi a Kamaran, ed altri lungo il littorale assabese.
S. gibberulus variat. rubra et lutea. Lin. Assab. Due bellis-
simi esemplari piccoli di 1 centimetro in lunghezza, l’ uno roseo,
e l’altro giallo.
Pterocera lambis (junior). Lin. Assab. Piuttosto raro.
— 116 —
P. Sebe. Valence. Assab. Variazione A della P. truncata
(vedi Tapparone ) più frequente della precedente.
P. Sebe. Valence. Assab. Variazione a 7 digitazioni —
grande esemplare con due madrepore attaccate presso la 4* di-
gitazione. La dragai avanti Buja sopra un banco madreporico
di 5 metri fondo.
P. truncata. Lam. Dumeirah. Due grossi esemplari di 15
centimetri in lunghezza, leggieri in proporzione del loro vo-
lume, i quali per l’espanzione del labbro si possono confon-
dere colla P. lanciata, essendo mancanti delle digitazioni.
P. truncata (junior). Lam. Dumeirah. Esemplare ancora
privo del labbro esterno.
Rostellaria rectirostris. Lam. Assab. Due esemplari nel ca-
nale Rubattino alquanto guasti — nella stessa località in fondi .
melmosi nella congiunzione di canali.
E. magna (KR. curvirostris Lam.) Schroòter Assab.
Muricida.
Murex incarnatus. Bolten. Assab. Frequente, ricercata quale
commestibile dagli Indigeni.
M. scolapax. Diller. Assab. Due bellissimi esemplari nel-
l'estuario presso la gran Darmabak.
M. tribulus (M. crassispina Lam.). Lin. Assab. Due esem-
plari molto sviluppati nel canale Rubattino, ed altri minori ad
Assab.
M. trigonulus. Lam. Assab. Dumeirah. Esemplari fluitati.
M. virgineus. Bolten. Assab. Ovunque, commestibile dagli
indigeni.
M. haustellum. Lin. Assab. Un bellissimo esemplare sul-
l'isola Huhieb dell’estuario presso ad acqua stagnante poco
discosto dalla spiaggia.
M. cyclostomum. Sowerby. Assab. Dumeirah. Esemplari fluitati.
M. varicosus. Sow. Dumeirah. Esemplari non troppo bene
conservati.
M. cinguliferus. Lam. Assab. Dumeirah. Esemplari non
troppo bene conservati.
M. corrugatus. Sow. Assahb. Dumeirah. Esemplari non troppo
bene conservati.
E SR TITO Pa
rap ie
— 117 —
Pollia rubiginosa. Reeve. Assab. Dumeirah. frequente.
Ranella affinis. Brod. Dumeirah. Non frequente.
R. concinna. Dunker. Assab. Dumeirah. Non frequente.
R. anceps. Lam. Assab. Due esemplari morti a Ras Combo
al Nord di Assab.
Triton trilincatum. Reeve. Assab. Sparso ovunque, sempre
invaso dal paguro.
T.(Lagena) clandestinum. Chemnitz. Assab. Un e ce
esemplare di 0,035 in lunghezza.
T. Beccari. Tapparone. Assab. Un bel esemplare fiuitato
nel canale Rubattino sulla gran Darmabah.
T. pileare. Lam. Assab. Un esemplare mediocremente con-
servato,
T. labiosum. Reeve. Assab. Un solo *:semplare fluitato.
T. aurictus. Reeve. Assab. Raro. Un esemplare alla gran
Darmabah.
Fasciolaria Audowini. Jonas. Assab. Non aci com-
mestibile dagli indigeni.
F. filamentosa. Lam. Assab. Non frequente.
F. trapezia. Lam. Assab. Kamaran. Frequente, commesti-
bile dagli indigeni.
F. Savignyi. Jonas. Assab. Diffusa.
Turbinella ( Latirus) poligona. Lam. Assab. Kamaran. Non
frequente.
T. ceramica. Lam. Assab. Non frequente.
Latirus Forskalli. Tapparone Assab. Dumeirah. Frequente.
Cancellaria cancellata. Lam. Assab. Rara. Un solo esem-
plare.
C. acuminata. Sow. Assab. Rara. Un solo esemplare.
C. costifera. Sow. Dumeirah. Rara. Un solo esemplare.
Pyrula ficus. Lam. Assab. Ovunque abbondante.
P. vespertilio. Schum. Assab. Piccoli esemplari fluitati.
P. rapa. Lam. Assab. Piuttosto rara.
P. paradisiaca. Martini. Assab. Dumeirah. Beilul. Kamaran.
Frequente, frammista alla nodosa.
P. nodosa. Lam. Assab. Abbondante nel basso Eritreo.
— 118 —
Buccinida.
Bullia mauritiana. Gray. Assahb. Canale Rubattino — rara.
Terebra duplicata. Lin. Assab. Non frequente.
T. tessellata. Gray. Assab. Rigettata sulla spiaggia in pic-
coli esemplari di 0,01 a 0,015 — vicino al piccolo porto di
Buja.
T. Trailii. Desh? Assab. Come la precedente.
Nassa coronata. A. Adams. Assab. Frequente ovunque.
N. pulla. Lin. Assab. Dumeirah. Mista alla precedente.
N. luctuosa. A. Adams. Dumeirah. Fluitata ed invasa dal
paguro.
N. luctuosa var. A. Adams. Dumeirah. Esemplare di 0,025
a chiazze bianche e violacee sbiadite, con reticolazioni bianche
nell'ultimo anfratto, il quale è flammulato di bianco alla
sutura.
N. marginulata. Lam. Assab. Ovunque frequente.
N. costulata, var. erythrea. Renieri. Assab. Non frequente.
N. unifasciata var. Reeve. Assab. Non frequente.
N. concinna. Powis. Assab. Non frequente.
N. tessellata. Reeve. Assab. Non frequente.
Nassa sp? Assab. Non frequente.
Kingicula acuta. Phil. Assab-Moka. Non frequente.
Purpura hippocastanum. Lam. Assab. Un solo esemplare
alquanto guasto: rara.
P. sertum. Lam. Dumeirah. Non. frequente.
P. Rudolph. Lam. Dumeirah. Non frequente.
P. Savignyi (Riccinula) Desh. Assab. Dumeirah. Beilul.
Kamaran. Frequente.
‘ P. concatenata. Blain. Assab. Dumeirah.
P. alveolata. Reeve Assab. Due esemplari.
P. intermedia (ricinula). Kiener. Assab. Un solo esem-
plare.
Purpura sp.? Dumeirah. Un esemplare di 0,02 mancante
del labbro. Ha 4 anfratti, spira poco elevata, piuttosto appia-
nata. La conchiglia è leggermente solcata in traverso, più ap-
pariscente verso la base. Nella parte superiore dell'ultimo an-
Piace aac ini >
— 119 —
fratto è minutamente imbricata. È ornata da 12 zone bruno
circolari, che nei tre primi anfratti vengono sostituite da mac-
chie brune nebulose. Il fondo della conchiglia è bianco ten-
dente al giallognolo. La columella è aranciata con una mac-
chia verdiccia superiormente. Non la potei riscontrare in nes-
sun museo.
Ricinula erosa. Wood. Assab. Frequente.
Purpura. sp.? Dumeirah. Rara.
Planaxis undulata (P. griseum Brocchi). Lam. Assab.. Ka-
maran. Attaccata agli scogli, abbondante.
Magilus antiquus, juniore. Montf. Kamaran, Assab. Privo
di tubo l’estrassi dai rami di una madrepora in Assab, altro
esemplare fluitato senza tubo all'isola Kamaran.
Cassis erinaceus. Brug. Assab. Nom" frequente.
O. thirrena? var. Lin. Assab. Un solo esemplare coi ca-
ratteri della C. mediterranea.
Dolium (Malea) pomum. Lam. Dumeirah. Due bellissimi
esemplari di 3 centimetri a Dumeirah.
Columbella mendicaria. Lam. Assab. Dumeirah. Non fre-
quente.
C. flavida. Lam. Assab. Non frequente.
C. azora. Ducloz. Assab. Dumeirah. Frequente.
C. pardellina. Lam. Assab. Dumeirah. Alcuni esemplari
fluitati.
. minor. Scacchi. Assab. Rara, due esemplari.
. minor var. Scacchi. Assab. Rara, due esemplari.
. elata. Reeve Assab. Non frequente.
. albina. Kiener. Assab. Non frequente.
. undata. Ducloz. Assab. Non frequente.
. rustica. Lam. Assab. Non frequente.
Columbella sp.? Assab. Non frequente.
Engina sp.? Assab. Non frequente.
Oliva inflata var. undata. Lam. Assab. Frequente.
O. inflata var bicincta e sue variazioni Lam. Assab. Fre-
quente.
O. picta. Reeve. Assab. Frequente.
Oliva sp? Assab. Non frequente, pochi esemplari.
Ancillaria castanea. Sow. Assab. Frammista all’albifasciata.
Non frequente,
SS SS
— 120 —
A. achatina. Kiener. Assab. Non frequente.
A. fulva e var. Sow. Assab. Non frequente.
A. albifasciata e var. alba. Swain. Assab. Dumeirah. Ovun-
que frequente.
A. mauritiana var. alba. Sow. Assab. Non frequente.
. exigua. ( Chilotigma). Sow. Assab. Non frequente.
. ventricosa. Lam. Assab. Non frequente.
. albisulcata. Sow. Assab. Frammista all’albifasciata.
. eburnea. Desh. Assab. Non frequente.
SN NES
Conida.
Conus Deshayesi et var. Reeve. Assab. Piuttosto raro.
. betulinus. Lin. Assab. Raro.
. catus. Brug. Assab. Rigettato dai banchi madreporici.
. achatinus. Chemnitz. Dumeirah. Non frequente.
. mucronatus. Reeve. Dumeirah. Raro.
. capîtaneus, var. Kiener. Assab. Frequente.
. Erithroense. Beck. Assab. Kamaran. Frequente nei de-
positi stagnanti presso la spiaggia.
C. arenatus. Brug. Assab. Kamaran. Frequente, specialmente
a Kamaran.
C. acuminatus. Brug. Ovunque frequente di tutte le età
C. generalis? Un solo esemplare regalato in sbaglio a
qualche museo. Beilul.
C. Sumatrensis. Brug. Assab. Non frequente, fluitato dai
banchi.
C. trigonus. Reeve. Kamaran. Poco frequente.
C. teniatus. Brug. Kamaran. Assab. Rari i belli esemplari.
C. nussatella. Brug. Assab. Esemplari di 3 centimetri sem-
pre fluitati alla spiaggia tra il piccolo porto di Buja ed il
magazzeno della marina.
C. geographus, var. aurantius. Lin. Assab. Dumeirah. In
piccoli esemplari, frequente.
C. vicarius, var. del textile. Lin. Assab. Due esemplari.
C. geographus var. Lin. Assab. Kamaran. Piccoli esemplari.
C. lineatus. Chem. Kamaran. Non frequente.
C. rubiginosus. Brug. Assab. Kamaran. Raro.
STSTSESISTES
— 121 —
C. textile. Lin. Assab. Kamaran. Raro.
C. australis, junior. Chem. Assab. Canale Rubattino, raro.
Pleurotomida.
Pleurotoma crenularis. Lam. Assab. Rara.
P. albina. Lam. Kamaran. Un solo esemplare. *
Drillia tre specie ??2 Assab. Non frequente.
Mangelia sp.? Assab. Somigliante alla Vanquelini Payr.
Non frequente.
M. rugolosa!! Phil. Assab. Non frequente.
M. teniata!! Desh. Assab. Non frequente.
M. plicata! Montegu. Non frequente.
M. crenulata. Tiberi. Non frequent&.
Mangelia sp? Non frequente.
Clathurella tre specie ?2 Assab. Non frequenti.
Daphnella sp.? Assab. Non frequenti.
Homotoma sp.? Assab. Forse una Lachesis. Rara.
Homotoma sp.? Assab. Rara.
Volutida.
Mitra dermestina. Lam. Assab. Non frequente.
M. (Pusia) luculenta? Reeve Assab. Un solo esemplare.
M. harpeformis. Lam. Assab. Comune.
M. crenulata. Lam. Assab. Comune.
Sette altre specie ??2 Assab.
Marginella Savignyi. Issel. Assab. Non frequente.
M. pigmea. Issel. Assab. Non frequente.
M. Sueziensis. Issel. Assab. Non frequente.
M. teniata ( Volvaria, Issel). Sowerby Assab. Non fre-
quente.
M. monilis. Lam. Assab. Abbondante.
M. monilis sinistralis. Lam. Assab. Un solo esemplare tra
1000 e più della monilis.
M. lactea. Kiener. Assab. Trovasi commista alla monilis.
— 122 —
Cypreida.
Cyprea erosa. Lin. Assab. Non frequente.
C. arabica. Lin. Assab. Frequente in tutte le età. |
C. pantherina e var. Solander. Assab. Kamaran. Abbonda
in tutte le varietà a Kamaran.
. limacina. Lam. Assab. Non frequente.
. cribraria. Lin. Assab. Rara. i
. ocellata. Lin. Assab. Un solo esemplare alquanto guasto.
. tigris. Lin. Kamaran. Due esemplari da un pescatore.
talpa Lin. Assab. Rara.
lynx. Lin. Assab. Un solo esemplare.
anulus. Lam. Assab. Piuttosto frequente.
. cylindrica. Born. Assab. Non frequente.
. carneola. Lin. Assab. Kanaran. Abbondante.
. caurica, e var. Lin. Assab. Non frequente.
. turdus. Lam. Assab. Frequente ovunque.
C. camelopardalis. Perry. Assab. Kamaran. Abbondante a
Kamaran.
C. erythrea. Beck. Assab. Un solo esemplare.
C. pulchella? Swains. Assab. Alcuni esemplari.
C. rattus? junior. Lam. Assab. Nel canale Rubattino alla
Gran Darmabak. Un bel esemplare di oltre 7 centimetri non
ancora del tutto sviluppato nella spira e nei labbri, però la
scoltura è identica all’adulta di Lamark.
Trivia oryza? Lam. Assab. Rara, due esemplari.
Erato sp.? Assab. Un solo esemplare.
Ovulum ovum album. Lam. Assab. Raro, due esemplari.
C. lacteum Lam. Assab. Un solo esemplare.
STSTSTSESESIZISISIZES
Naticida.
Natica mamailla. Lin. Assab. Frequente ovunque.
N. melanostoma. Lin. Assab. Piuttosto frequente.
N. papillionis. Cheum. Assab. Frequente.
N. chinensis. Lam. Assab. Più frequente nelle isole del-
l’estuario.
N. marochiensis e var. Lam. Assab. Non frequente.
— 123 —
Pyramidellide.
Obeliscus terebelloides. A. Adams. Assab. Si incontra so-
vente fluitata alla spiaggia tra il piccolo porto di Buja ed il
magazzeno della marina.
O. ventricosus. Guerin. Assab.
O. maculosus. Lam. Assab.
Pyramdella sp.?
Odostomia sp.? Assab. Rara.
Turbonilla sp.? Assab. Rara.
Eulima lactea.? A. Adams. Assab. Un solo esemplare, rara.
E. Gentilomiana. Issel. Assab. Rara,
Eulima sp? Assab. Rara.
Monoptigma sp? Assab. Rara.
Cerithida.
Cerithium tuberculatum. Lam. Assab. Dumeirah. Frequente
a Dumeirah.
C. palustre. Brug. Assab. Canale Rubattino, due esemplari.
C. moniliferum. Kiener. Assab. Frequente.
C. articulatum. Adam. Assab. Non frequente.
C. erythroense. Lam. Assab. Ovunque.
OC. Caillaudi. Pot. e Mich. Assab. Nelle acque stagnanti
salmastre.
C. granosum. Kiener. Assab. Raro.
C. lacteum var. Kiener. Assab. Rara.
C. dialeucum. Sow. Assab. Raro.
C. rostratum. Sow. Assab. Raro.
C. petrosum? Wood. Assab. Raro.
C. scabridum e var. Phil Assab. Piuttosto frequente.
C. adenense. Sowerby. Assab. Si incontra a Dumeirah
fluitato.
C. Rupelli. Phil. Assab. Non frequente.
C. festuca. Issel. Assab. Non frequente.
Altre 30 specie??2 Assab. Dumeirah. Kamaran.
Triphoris cingulatus. Adams. Assab, Esemplari rigettati
al porto di Buja.
— 124 —
T. perlatus. Issel. Assab. Esemplari fluitati non abbondante.
Pirenella 3 specie ?2 Assab. Non frequente.
Melaniada.
Melania turberculata. Miller. Margabellah. Esemplari gua-
sti nel fiume Arsali, forse trasportati colle pioggie, dall’in-
terno.
Melania sp.2 Margabelah. Esemplari guasti nel fiume Ar-
sali, forse trasportati colle pioggie dall'interno.
Turritellida.
Turritella sp.? Assab. Un solo esemplare.
Cecum assabicus. Issel. Assab. Si incontra fra i detriti
fluitati.
C. annulalum. Brava. Assab. Si incontra fra i detriti
fluitati.
Vermetida.
Vermetus glomeratus? Bivona. Assab. Abbondante fra le
madrepore, facilmente sarà la Serpulorbis inopertus di Leuchart
colla differenza che i principi della spira non sono sullo stesso
piano, cioè mostrandosi ora irregolarmente spirali, ed ora ag-
gruppati coll’apice libero.
Vermetus sp.? Kamaran. Attaccato alle conchiglie grandi.
Due giri e mezzo di spira ornati da tre cordoncini finamente
striati, frangiati, posti sullo stesso piano, apertura cilindrica.
Un solo esemplare sopra una Tridacna.
Scalaria Jomardi. Audouin. Assab. Non frequente.
Altre sei specie?? Assab. Piuttosto rare.
Litorinide.
Litorina intermedia. Phil. Assab. Abbonda sui pali di so-
stegno del ponte di Buja, e la trovai all'isola Darmabah nel-
l'estuario, fluitata, come pure a Kamaran.
— 125 —
Modulus tectum. Gml. Assab. Non frequente.
Tectaria armata. Issel. Assab. Nel canale Rubattino. Un
solo esemplare.
Altre 2 specie?? Assab. Non frequente.
‘Risella Isseli. Semper. Assab. Fluitata fra le arene ma-
dreporiche, non frequente.
Solarium perspectivum. Lin. Assab. Dumeirah. A Ras Du-
meirah la dragai con diversi Briozoi — in Assab fluitata.
S. granulatum (Torima). Lam. Assab. Fluitata, presen-
tandosi ora rossiccia, ora bruna, e quando nera.
S. variegatum ( Torinia). Lam. Assab. Meno frequente della
precedente.
Cingula madreporica? Issel. Assab. Molto rara.
C. Ville. Issel. Assab. Rara, nel calffale. Rubattino.
C. delicatula. Phil. Assab. Non frequente.
Rissoina spirata. Sw. Assab. Frequente.
R. Sismondiana. Issel. Assab. Non frequente.
E. Stoppanùi. Issel. Assab. Non frequente.
Scaliola elata. Semper. Assab. Non frequente.
Barleeja rubra var. pallidula. Adams. Assab. Non fre-
quente.
Barleeja sp.? Assab.
Altre 20 specie di Rissoe. Assab.
Truncatella pellucida. Dohr. Assab. Rara.
Neritida.
Nerita versicolor. Lin. Assab. Kamaran. Abbondante sugli
scogli a Kamaran.
N. plexa. Chenu. Assab. Dumeirah. Abbondante sulle sco-
g lere.
N. albicilla. Lin. Assab. Kamaran. Ovunque.
N. histrio. Chenu. Assab. Beilul. Kamaran. Dumeirah.
Ovunque abbondante sulle scogliere mista alla versicolor.
N. polita. Lin. Assab. La più diffusa di questa famiglia
colle sue molteplici varietà nella sua colorazione.
Smaragdia Feuilleti. Issel. Assab. Sulla spiaggia tra il
piccolo porto di Buja ed il magazzeno della marina.
— 126 —
Smaragdia sp.? Assab. Due esemplari mista alla prece-
dente con colorazione a flammule violacee o bianche, di minor
dimensione della precedente, non acuminata, più arroton-
data.
Turbinida.
Turbo spinosus. Chemnitz. Assab. Ovunque frequente.
T. coronatus e var. Gml. Assab. Ovunque frequente.
T. argyrostomus. Lin. Assab. Rarissimo.
T. variabilis. Reeve. Dumeirah. Tre esemplari, non comune.
Trochus callicoceus. Reeve. Assab. Frequente.
T. dentatus Forskall. Assab. Frequente.
T. noduliferus. Lam. Assab. Frequente.
T. virgatus. Gml. Assab. Esemplari fluitati dai banchi
madreporici sempre guasti, sulla spiaggia al Nord di Ras
Buja, conservano però i loro vivi colori.
Trochus erythreus. Brocchi. Assab. Commisto al callicoccus.
Minolia Caifassii. sp.n. Tav. VIII, fig. 1. Assab.
Testa conoidea, umbilicata, potius fragilis: 51/4 anfractus
angulati, superne planati; tres primi leves, reliqui minute
cingulati, granosi, oblique striati, maculis bruneo-castaneis
radiatim dispositis, et albidis ornati. Ultimus anfractus ad
basim angulatus, inferne convexus, 7 cingulis concentricis
minute granosis ornatus: omnis anfractus duplo superiore.
Umbilicus amplus, scalariformis, cingulatus, granosus, cingulo
albido crenato circumdatus. Labrum simplex, cingulis externis
majoribus crenatus. Labium arcuatum, leviter crenatum sulcis
umbilici, intus medio uniplicatum. Apertura subrhombea, mar-
garitacea. Operculum? Longa 0,005 — Lata 0,005.
1881. In profunditate 20 Met. Canali Rubattino estuarii
assabensis capta non viva.
Conchiglia piccola composta di 5! giri di spira ango-
lati, ed appianati superiormente. Essa è conoidea, umbilicata,
alquanto fragile. Sottilissimi cingoli granulosi adornano i due
ultimi giri con finissime strie disposte obliquamente. La con-
bai
illeciti tnt
satinata nt
di ic ii i A ccà.
— 127 —
chiglia e ornata di macchie bruno-castagno disposte a raggi,
e da altre bianchiccie con punti bruni.
La dragai morta nel canale Rubattino nel 1881,
Vitrinella Meneghini. sp. n. Tav. VIII, fig. 2. Assab.
Testa turbiniformis, fragilis, umbilicata; 5'4 anfractus
convexi, minute cingulati, oblique striati, colore brunneo claro,
maculis plus minusve obscuris, radiantibus in ultimo anfractu
ornati. Duo primi leves, 3 cingula in quarto, 4 in ultimo.
Omnes rotundati, et ultimus leviter ad basim angulatus. In-
ferne convexa, plurimis cingulis concentricis granosis brunneis
atque albidis maculis pictis. Sutura linearis. Umbilicus am-
plus profunde crenatus. Labrum simplex. Columella lamel-
laris, superne minute denticulata. Apertura lata, subrotonda.
Operculum? Longa 0,004 — Lata 0,006.
In canali Rubattino estuarii assabensis in 21 Met. capta,
non viva.
Piccola conchiglia fragile turbiniforme, umbilicata, ornata
da fini cingoli granolosi, ed obliquamente striati. Ha 54
giri di spira convessi, rotondati, l’ultimo dei quali è angolato
alla base. Il suo colore è di bruno chiaro con macchie più o
meno scure, disposte a raggi dalla sutura dell’ ultimo giro,
nel quale si vedono pure piccole macchie quadrangolari.
Ho dragato due esemplari morti di questa conchiglia nel
canale Rubattino in 21 metro di fondo nel 1881.
Monodonta Pharaonis. Lam. Assab. Non frequente.
M. dama Phil. Assab. Abbonda sulle scogliere.
M. denigratus. ( Euchelus). Assab. Sui ciottoli tra Buja e
Assab, frequente.
M. declivis (Forskallia). Forskall. Dumeirah. Non fre-
quente.
Euchelus serobiculalus? Sowerbie. Assab. Non frequente.
Gibbula Dorie. sp. n. Tav. VIII, fig. 3. Assab.
Testa conoidea, solida, perforata; 614 anfractus, angulati,
superne excavati, cingulis granosis, maculis rubris quadran-
gularibus ornati, atque minute longitudinaliter striati: 5
cingula in penultimo anfractu, 6 in ultimo, cujus basis an-
-— 128 —
gulata: inferne septem cingula concentrice disposita, rubris
et albidis maculis tessellata. Omnis anfractus duplo superiore.
Testa rosea, et in nonnullis olivacea, maculis obscurioribus
in ultimo anfractu ornata, in cingulis tessellata. Sutura fere
velata a primo cingulo granuloso. Umbilicus profundus, latus,
imbutiformis, minute striatus, leviter cingulatus. Labrum
leve, sulcis externis crenatum. Labium simplex, arcuatum,
lamellare, prope umbilicum contortum parvum canalem ad
basim formans. Apertura subrotunda, albida, rosea.
Operculum? — Longa 0,0065 — Lata 0,006.
In litore assabensi 1881.
Conchiglia perforata, solida, conoidea, di color roseo: in
alcuni esemplari il colore è olivastro con macchie più scure,
con tasselli rossi e bianchi. Ha 64 giri di spira, i quali
sono angolati, concavi superiormente con cingoli granulosi
ornati di piccole macchie quadrangolari di un rosso vivo:
essi sono pure finamente striati dall’ alto al basso.
Per quante ricerche abbia fatto sopra i banchi madre-
porici dai quali viene fluitata, non l’incontrai mai viva.
G. Pantanellii. sp. n. Tav. VIII, fig. 4. Assab.
Testa turbinata, solidiuscula, rubra, umbilicata ; 5 anfra-
ctus declives, angulati: duo primi leves et parum visibiles;
caeteri obliquis lamellis minute striatis ornati. Cingula tuber-
culata costis longitudinalibus. Inferne tribus cingulis con-
centricis, granulosis, albidis ornata; duo superiora contigua,
tertium, magis distans, circumdat umbilicum et hujus canalem
arcuatum. Sutura fere velata. Omnis anfractus duplo superiore.
Umbilicus profundus, infundibuliformis, crenatus. Peristoma
simplex continuum. Apertura subrotunda, albida.
Operculum ? — Longa 0,003 — Lata 0,0025.
In litore assabensi 1881.
Questa conchiglia è minuta, turbinata, alquanto solida,
umbilicata, con 5 giri di spira declivi ed angolati. Cia-
schedun giro, ad eccezione dei due primi, appena visibili, è
ornato di sottili lamelle oblique, con cingoli tubercolati. E
colorata di un bel rosso. L’ incontrai sempre rigettata dai ban-
chi madreporici sulla spiaggia tra Ras Buja ed Assab. 1881.
— 129 —
G. Tapparonei. sp. n. Tav. VIII, fig. 5. Assab.
Testa parvula turbiniformis, potius crassa: spira parva
obtusa, apice submamillata. Anfractus circiter 4, ex quibus
primi duo lcves, potius rapide crescentes, reliqui convexi,
funiculis spiralibus ornati. Funicoli costiformes, rotundati,
regulares, interstitia a@equantes, maculis sanguineis ornati.
Maculae hinc et illine interrupte, interdum in series axi-
lares subregulariter disposite, in regione posteriore ultimi
anfractus magis obscure. Interstitia funiculorum profunda,
sulciformia, alba. Ultimus anfractus, spira magis productus,
satis inflatus peripheria rotundatus, basi depressus, umbi-
licatus. Umbilicus perangustus, albus, zonaque alba circum-
datus. Apertura obliqua rotundata simplex, peristomate leviter
incrassato pradita; intus tum alba? tum similiter externi
picta. Suture laeviter impresse, simplices.
Longa 0,003 — Lata 0,003 —. In litore assabensi 1881,
nunquam viva inveni.
Piccola e graziosa conchiglia turbiniforme, di un me-
diocre spessore, umbilicata, con quattro giri di spira, dei
quali i primi due sono appianati, il terzo convesso, e 1’ ul-
timo rigonfio depresso. Questi giri portano cingoli rilevati,
arrotondati, alquanto granulosi, con scanellature intermedie
bianche. Essa è colorata di un rosso tegola, con macchie
bianche alternate, le quali alcune volte sono disposte a
raggi, se si guarda la conchiglia dall’ apice verso la base.
La struttura di questa conchiglia la fa sembrare una Col-
lonia: essa trovasi gregaria rigettata in copia tra Ras Buja
ed il vecchio Assab in un piccolo tratto di spiaggia ripa-
rata contro i marosi da una scogliera di rocce vulcaniche.
Le ricerche fatte colla draga nelle vicine madrepore, mai
scoperte a bassa marea, riuscirono senza frutto per averla
viva, perchè la draga non lavorava bene in quel fondo in-
tricato. +
G. Isselit. sp n. Tav. VIII fig. 6. Assab.
Testa conoidea, solida, umbilicata; 5 anfractus angulati,
sutura paulum profunda divisi, canaliculati, granulati, oli-
vaceo maculati, minute atque oblique striati; maculis sub-
9
— 130 —
quadrangularibus obscurioribus et alternis albidis in ultimo
anfractu: in tertio et quarto anfractu in parte superiore et
inferiore anguli, cingula quatuor; in parte inferiori ultimi
anfractus 17. Labrum acutum, leviter ad marginem sulcatum,
maculatum, sulcis externis. Labium in medio denticulatum.
Apertura subovalis, interne canaliculata, albida margari-
tacea. Umbilicus angustus, profundus, oblique canaliculatus.
Longa 0,007 — Lata 0,007. i
In litore assabensi 1881, nunquam viva inveni.
Conchiglia conoidea, solida, umbilicata, con 5 giri di
spira canaliculati, ornati da cordoncini granulosi di color
olivastro chiaro, obliquamente e finamente striati. L’ ultimo
giro è ornato da macchie subquadrangolari piu scure, alternate
da altre bianche. Sulla columella havvi una sporgenza centrale
ove verso l’ interno appariscono due denticoli.
G. De Gregorti. sp. n. Tav. VIII, fig. 7. Assab.
Testa subdiscoidalis, delphinuliformis, potius fragilis,
umbilicata. Spira conoidea, depressa, obtusa. Anfractus 5,
spiraliter minute striati, in medio leviter angulati atque
subcarinati, inter carinam et suturam posticam complanati.
Carina leviter crenulata, in ultimo anfractu postica. Ultimus
anfractus peripherie rotundatus, basi convexus, profunde et
late umbilicatus, radiatim finissime corrugatus. Apertura
eliptica, simplex eliciformis. Superficies spire quinque zonis
rufis, albidisque alternantibus, punctisque roseis ornata. Su-
perficies basis ultimi anfractus maculis albis regularibus ra-
diantibus costiformibus circum ornata. Longa 0,002. Lata 0,003.
In litore assabensi nunquam viva capta.
Conchiglia piccola piuttosto fragile, umbilicata, rotondata,
delfiniforme, a spira conoidea depressa. È colorata di fulvo
chiaro lucente con macchie rettangolari di color castagno
presso la sutura, e con piccoli punti dello stesso colore. I giri
della spira sono 5, con cingoli finissimi leggermente granulosi
e piccole strie longitudinali, superiormente sono appianati.
Si incontra di rado, rigettata dai fondi madreporici, e
per quante ricerche abbia fatto sui banchi durante la bassa
marea, non la potei incontrare.
tei cieca
— 131 —
Clanculus assabensis. sp. n. Tav. VIII, fig. 8. Assab.
Testa conoidea, turbiniformis, crassa, umbilicata; spira
subconica aperturam #2equantem. Anfractus 6: primi duo levi-
gati, mammillati, albidi; tertius albidus, levis obsolete spi-
raliter funiculatus; reliqui qui totam testam componunt, fu-
niculis spiralibus ornati. Funiculi regulares, rotundati, cre-
nulato-granulosi. Granuli conferti, sulcis axialibus efformati.
Funiculorum interstitia quam hiis minores. Ultimus anfractus
circiter 12 funiculis granulosis ornatus, peripherize subangu-
latus subrotundatus, basi paulo convexus. Umbilicus peran-
gustus profundus. Apertura subquadrangularis. Labrum colu-
mellare anticeplicato; plicae 2 vel 3, tenues. Labrum externum
intus funiculis pliciformis preditus. Suture caniculate. Su-
perficies.albida, maculis cinereis vel viiaceis tincta: macule
in series obliqueaxilares disposite.
Longa 0,0085. Lata 0.009.
In litore assabensi 1881 nunquam viva inverni.
Conchiglia conoidea turbiniforme, spessa, umbilicata, con
6 giri di spira, i quali, ad eccezione dei due primi che sono
lisci, sono ornati da cordoncini granulosi, finamente ed obli-
quamente striati. Il fondo della conchiglia è bianco con
macchie scure oblique disposte a raggi, e qualche volta il
dorso è quasi del tutto colorato di un bruno rossiccio, talvolta
da linee rare, non che articolate.
Essa rassomiglia al C. cruciatus, Gmel, del Mediterraneo,
ma ne differisce per avere i cordoncini dell’ ultimo giro
più grossi, più numerosi, e per i tre denti della columella,
nonchè nella colorazione e nella sua maggiore depressione.
Euchelus Del Pretei. sp. n. Tav. VIII, fig. 9. Assab.
Testa conica depressa, umbilicata, crassiuscula, albida,
subvitrea, apice obtusula desinente in nucleum:3 anfractus,
superne planati, costis spiralibus elevatis eleganter ornati,
atque aliis longitudinalibus nodulosis striatis. Primus anfra-
ctus fere levis, ultimus duplo longior relique spire, tumidus,
dilatatus, tribus partis inferioris anguli cingulis elevatis,
duobus superioris minus elevatis ornatus. Inferne sex cingula
concentrica, granulosa, minute striata. Sutura fere velata a
— 132 —
primo cingulo anfractus. Labrum gracile, sulcis externis den-
ticulatum. Columella levis, recta, ad basim excavata, parum
denticulum formans. Apertura alba, obliqua, interne canali-
culata. Umbilicum angustum, canaliculatum. Operculum?
Longa 0,004. Lata 0,004.
In littore assabensi inter polypos unicum inveni 1881.
Piccola conchiglia umbilicata conica depressa, solida,
bianca, d’ aspetto vitreo, colla sommità ottusa terminata in
un nucleo: i giri della spira sono in numero di tre elegan-
temente ornati da coste spirali rilevate, non che da coste
longitudinali nodulose e striate.
Essa rassomiglia all’ Euchelus scrobiculatus, Sow, ma ne
differisce per la spira meno alta; inoltre è meno scrobicolata,
ed i cordoncini sono meno pronunciati; infine per essere
umbilicata.
Collonia Gestroi. sp. n. Tav. VIII, fig. 10.
Testa conoidea, imperforata, albida, crassa, 5 anfractus
convexi, sutura paulum profunda divisi, cingulis minute
granulosis spiraliter ornati aliis minoribus commixtis, omnes
oblique et minute striati. Tres primi anfractus subappari-
scentes, quartus tribus primis duplo longior, ultimus quarto
inflatior duplo spire. Macule quadrangulares rubro-testace®
in medio quarti et ultimi anfractus. Inferne cingulum paulum
bruneum. In quarto anfractu 7 vel 8 cingula, 15 in ultimo.
Labrum acutum, leviter in margine sulcis externis sulcatum,
rubris punctis maculatum. Labium arcuatum, reflexum, pla-
natum, Apertura subrotunda margaritacea. Operculum calca-
rium margaritaceum.
Longa 0,011 — Lata 0,010. i
In litore assabensi 1881, numquam viva inveni.
Conchiglia non umbilicata, spessa, conoidea, di color
bianchiccio, con 5 giri di spira crescenti rapidamente e con-
vessi, ornati da cordoncini finamente granulosi, intercalati
da altri più piccoli, e tutti obliquamente striati da sottilis-
sime linee. Dalla metà del penultimo giro partono macchie
quadrangolari di un rosso-bruno, che prolungandosi a forma,
di raggi, raggiungono la metà dell’ ultimo giro, ove sono più
— 133 —
scure. Inferiormente avvi una zona dello stesso colore meno
appariscente, ed in alcuni esemplari, invece delle macchie
quadrangolari, sonvi zone articolate che coprono i cordoni.
Sul labbro esterno sonvi piccoli punti di color carmino, ciò
che fa credere che le macchie quadrangolari, prima d’ essere
alterate dal sole sulla spiaggia, fossero di questo colore.
Lo rinvenni sulla spiaggia del piccolo porto di Buja 1881.
C. rubicineta? Migh. Assab. Rara. Presenta tutti i carat-
teri, e ne differisce soltanto per essere ombelicata. Il campione
che posseggo delle isole Sandwick abbastanza adulto lascia
ancora intravedere una parte dell’ombelico che è strettissimo.
Delphinula sp.? Assab. Un piccolo esemplare.
Adeorbis Waddi. Knorr. Assahb. Nom frequente.
Liotia atomus. Issel. Assab. Nel canale Rubattino dragati
in 20 metri. Esemplari di color rosso e quelli raccolti sulla
spiaggia in Assab sono scolorati: in alcuni sonvi macchie bru-
nastre, indizio dell'ultima sfumatura del rosso, avendo osser-
vato in più conchiglie rosse che dopo una lunga esposizione
ai forti raggi solari prendono il color bruno, che a poco a poco
svanisce per dare luogo ad un bianco sporco.
Stomatella sp.? Assab. Rara.
Haliotida.
Haliotis due specie?2 Assab. Molto rare.
Janthina trocoidea. Cuvier, Assab. Dumeirah. Fluitata, non
comune a Dumeirah.
J. globosa. Swains. Dumeirah. Fluitata più frequente.
Fissurellida.
Fissurella Ruppelli? e var. Sow. Assab. Frequente. Ne ha
i caratteri essenziali.
Fissurellia sp.? Assab. Frequente.
Macroschisma compressa. A. Adams. Assab. Di frequente.
Stphonella Arconauti. Issel. Assab. Frequente nelle ma-
drepore.
Stiphonella. sp? Assahb. Non frequente.
Altre due specie?? Assah. Frequente,
— 134 —
Calyptraida.
Calyptrea equestris. Lin Assab. Sulle madrepore, non fre-
quente.
Calyptrea sp.? Assab.
C. plana (Ergea). Adam e Reeve. Assab. Un solo esem-
plare.
Crepidula due sp.? Assab.
Patellida.
Patella rota. Reeve. Assab. Comune.
P. stellaris. Quoy. Assab. Meno frequente.
P. rota (forse variaz. della P. electrina). Reeve. Assab.
Comune.
Patella due specie?? Assab.
Scutellina sp.? Assab. Non molto frequente.
Scurria sp.? Assab. Non molto frequente.
Gadinia sp.? Assab. Non molto frequente.
Helicida.
Bulimus insularis. Ehr. Assab. Frequente nelle arene della
foresta di Margabelah, trasportato forse dalle piene dell’ Ar-
seli. Alcuni esemplari li raccolsi alla spiaggia di Assab, ed
altri nelle isole dell’ estuario.
Stenopus forinosa. Issel. Margabelah. Si incontra di raro
fra le arene madreporiche fluitate alla foce dell’ Arsali.
Auriculida.
Plecotrema clausa? H. e a Adam. Assah. Fluitato ad Assab
non comune.
Plecotrema sp.? Assab. Fluitata ad Assab, non comune.
Auricula sp.? Assab. Nella roccia di sollevamento vicino
al piccolo porto.
Melampus massavensis. Ehr. Assab. Nella roccia come so-
— 135 —
pra, con spoglie di Chiton. Sulla spiaggia si incontra vivente.
M. due altre specie ?? Assah.
Tornatellida.
Tornatella tessellata? (0 suturalis? Adams). Reeve. Assab.
Nella spiaggia presso il magazzeno della marina.
Bullida.
Bulla ampulla. Lin. Assab. Ovunque frequente.
B. solida. Brug. Assab. Meno frequente.
Bulla sp? Assab. »
Athis naucum. Lin. Assab. Non è frequete.
A. clogata. Adams. Assab. A punta Vedetta a SO di Buja.
Tre altre specte?? Assab. A punta Vedetta a SO di Buja.
Haminea sp? Assab. A punta Vedetta a SO di Buja.
Cylichna pulvisculus. Ehr. Assab. Non frequente.
Due altre specie ?? Assab. Non frequente.
Buccinulus tesselatus. Reeve. Assab. Spiaggia del piccolo
porto.
Hydatina nitidula. Assab. Non frequente.
H. physis. Lin. Assab. Rara.
Hyaleide.
Hyalea gibbosa. Rang. Assab. Un piccolo esemplare nel
canale Rubattino.
Lamellibranchia.
Ostreide
Ostrea (-Alectryonia) cristagalli. Lin. Assab. Un piccolo
esemplare frammista all'O. curnucupina. Un bel esemplare di
25 centimetri lo estrassi dagli scogli dell’isoletta del porto in-
terno di Aden,
— 136 —
O. cornucupina Lam. Assab. La più diffusa nell’ Eritreo:
come commestibile è di molto inferiore all’ O. edulis.
O. limacella. Lam. Assab. Kamaran. Fra le madrepore, e
sulle tridacne a Kamaran.
Ostrea sp.? Assab. i
Pecten lividus. Lam. Assab. Beilul. Non frequente.
P. sanguinolentus? Sow. Assab. Beilul. Più frequente del
precedente: avvene dei macchiettati da confondersi col P.
palium.
Spondylus sp.? Assab. Non frequente, due piccoli esemplari.
Plicatula ramosa. Lam. Assab. Abbondante fra le ma-
drepore.
P. imbricata. Morch. Assab. Abbondante fra le madrepore.
Aviculida.
Avicula placunoides. Reeve. Assab. Non frequente.
A. occa (A. macroptera junior, Lam.) Reeve, Assab. Più
frequente.
A. ala corvi. Chemnitz. Assab. Rara nell’estuario, più ab-
bondante in Aden.
A. Cumingu. Reeve Assab. Meno frequente.
Meleagrina margaretifera. Lin. Assab. Abbondante fra le
isole dell'estuario alla cui pesca intervengono centinaja di bar-
che dalla costa arabica, e per la ricerca delle loro perle molto
stimate per la brillantezza superiore a quelle di Ceylan.
M. varia. Dbr. Assab. Frammista alla precedente, ma
meno frequente.
Malleus vulgaris. Lam. Kamaran. Un solo e bello esem-
plare.
Malvufundus regula. Forskall. Assab. Nelle spaccature de-
gli scogli, gregario. 1
Vulsella lingulata. Lam. Assab. Dumeirah. Sopra una zo-
stera.
V. rugosa: Lam. Dumeirah. Nelle spugne.
V. spongiarum. Lam. Assab. Ovunque nelle spugne.
V. assabensis. De Greg. Assab. Ovunque nelle spugne.
V. Caramagne. De Greg. Assab. Rara, nelle spugne.
— 187 —
V. peregrina. De Greg. Assab. Dumeirah. Sopra una zo-
stera.
V. mirula. De Greg. Assab. Nelle spugne.
V. indipa. De Greg. Assab. Nelle spugne.
V. cymbula. De Greg. Assab. Nelle spugne.
Perna femoralis. Lam. Assab. Non frequente.
Perna sp.? Assab.
Crenatula phasionoptera. Lam. Assab. Dumeirah. Beilul.
Non frequente.
U. mytiloides. Lam. Assab. Nell’estuario, non frequente.
Pinna nigrina. Lin. Assab. Nei bassi fondi dell’estuario.
P. attenuata? e var. Reeve Assab. Un esemplare al Nord
di Ras Combo. Altri esemplari in Adengsull’ isolotto del porto
interno di fronte alla città di Steamer Point. Questa pinna
ha caratteri consimili all’ attenuata, e ne differisce soltanto
per avere la sommità più arrotondata da una parte.
Pinna sp.? Assab. A Ras Combo.
Mytilide.
Mytilus variabilis (septifer). Krauss. Assab. Abbonda sulle
scogliere emerse a bassa marea.
M. pictus. Born. Assab. Abbondante come la precedente
in bellissimi e grossi esemplari.
Modiola microptera. Desh. Assab. Meno frequente.
Altre tre specie?? Meno frequente.
Diverse piccole. Meno frequente.
Lithodomus due specie ?? Assab. Raro. Due esemplari.
Arcide.
Arca nivea et var, Chemnitz. Assab. Diffusa fra le ma-
drepore.
A. tortuosa (parallelipipedum). Klein. Lin. Assab. Piccoli
esemplari dragati nel canale Rubattino, ed alcune valve svi-
luppate.
A. auriculata P. var. levis. Chemn, Assab. Dumeirah. Beilul.
Kamaran. Frequente fra madrepore.
— 138 —
A. retusa. Lam. Assab. Non frequente, nelle madrepare.
Pectunculus pectinifornis. Lam. Assab. Al Nord di Ras
Buja, non frequente, rigettata dai banchi.
Limopsis multistriata. Forskall. Rajetak. All’ancoraggio di
fronte a Rajetak dragata in 10 metri, fondo di finissima sab-
bia con un'infinità di Briozoi, ed un Solarium. i
Chamida.
Chama Ruppelli? Reeve. Assab. Sui banchi e scogliere
emerse a bassa marea.
C. Corbieri. Jonas. Assab. Sui banchi e scogliere emerse
a bassa marea.
Tridacnida.
Tridacna squamosa. Lam. Kamaran. Fra le spaccature de-
gli scogli madreporici.
T. elongata. Lam. Kamaran. Più diffusa della precedente.
Cardiada.
Cardium isocardium. Tan. Assab. Dumeirah. Non frequente.
C. flavum. Lin. Assab. Diffuso ovunque.
C. australe? Sow. Assab. Raro.
C. fragum. Lin. Assab. Diverse valve.
Papyridea sp.? Assab. Un solo esemplare.
Lucinide.
Lucina divaricata. Lam. Assab. Una valva.
L. tigerina. Lin. Assab. Diffusa ovunque.
Altre due specie ?? Assab.
Diplodonta rotundata. Montf. Assab. Frequente in tutte le
dimensioni.
— 139 —
Cyprinide.
Circe corrugata. Chemnitz. Assab. Non frequente.
Gouldia lamellosa. Issel. Assab. Nel canale Rubattino dra-
gato un sol esemplare in 20 metri di fondo. Non frequente.
Gouldia sp.? Assab. Nel canale Rubattino dragato un sol
esemplare in 20 metri di fondo.
Cardita variegata. Brug. Assab. Kamaran. Non tanto fre-
quente.
C. semiorbiculata. Lin. Assah. Beilul. Non tanto frequente.
C. angisulcata Reeve. Assab. Beilul. Non tanto frequente.
,
Venerida.
Venus puerpera. Lin. Assab Tra Assab. e Ras. Buja. Non
frequente.
V. bilunata. Sav. Assab. Dumeirah. Ovunque in piccoli
esemplari.
Cytherea pectinata (C. Savignyi Jonas). Vaillant. Assab.
Diffusa ovunque.
C. callipiga e sue varietà. Reeve. Assab. Diffusa ovunque.
C. arabica. Chemnitz. Assab. Misto alla precedente, meno
frequente.
C. florida ( Callista). Lam. Assab. Meno frequente.
C. triradiata. Dillw. Assab. Un solo esemplare, nel canale
Rubattino.
Dosinia sp.? Assab. Un solo esemplare.
Tapes Deshayesii. Hanley. Assab. Sempre fluitata nella
notte nella piccola spiaggia presso il magazzeno della marina.
Tapes sp.? Assab. Un sol esemplare, ha molta analogia
colla 7. Zeta del Mediterraneo, di color canella con raggi più
scuri.
Venerupis Cordieri. Desh. Assab. Frequente fra le madre-
pore, talora bianca, e quando di un bel giallo.
Petricola Hemprichii. Issel. Assab. Dumeirah. Moka. Fre-
quente.
P. divaricata. Chemnitz. Assab. Frequente.
E
Mactride.
Mactra decora. Desh. Assab. Non frequente.
M. achatura. Chemn. Assab. Non frequente.
Mactra sp.? Assab. Non frequente.
Lutraria sp.? Dumeirah. Rare.
Lutraria sp. Moka. Rare.
Tellinida.
Tellina rugosa. Born. Assab. Dumeirah. Kamaran. Dai
banchi madreporici, fluitata tra Assab e Ras Buja.
Tellina ( Arcopagia) scobinata. Lin. Assab. Dumeirah. Non
frequente.
T. arsinoensis? Issel. Assab. Non frequente, a punta Vedetta
al SO di Buja.
T. erythrea. Issel. Assab. Non frequente, a punta Vedetta
al SO di Buja.
T. Belcheriana. Sow. Assab. In un tratto di spiaggia tra
Ras Buja e Assab, rigettato dai banchi madreporici.
T. jubar. Hanley. Assab. Non frequente, come la prece-
dente.
Altre due specie?? Non frequente, come la precedente.
Psammobia rosea? Desh. Assab. Rara. Spiaggia al Nord
di Ras Buja.
P. elongata. Lam. Assab. Come la precedente.
Psammobia. sp.? Assab. Come la precedente un sol esem-
plare.
Asaphis violacescens. Lam. Assab. Diffusa ovunque.
Amphidesma radiolata. Reeve. Assab. Frequente.
Mesodesma erycina. Desh. Assab. Diffusa ovunque.
Mesodesma sp.? Assab. Un esemplare.
Ervilia scaliola. Issel. Assab. Moka. Frequente.
Donax faba. Chemn. Assab. Non frequente.
— 41 —
Myacide.
Tugonia nobilis. Adams. Assab. Kamaran. Due viventi
luna sopra una Tridacna, l’altra fra madrepore. Molte valve
sviluppate sulla spiaggia.
Corbula crassa. Hinds. Assab. Frequente.
C. Regulbiensis. Morris. Assab. Un solo esemplare.
Corbula sp.? Assab. Molte valve sviluppate sulla spiaggia
da farmela ritenere per la C. assabensis.
Gastrochenida.
”
Aspergillum vaginiferum. Lam. Assab. Due esemplari col
tubo guasto sull’isolotto Om-el-baher al Sud dell’ancoraggio
di Buja.
Pholadida.
Teredo navalis. Lin. Moka. Un bel esemplare estratto da
un vecchio carcame di barca, che sgraziatamente mi si fran-
tumò nel mio trasloco a Firenze.
— 122 —
CONCHIGLIE
RACCOLTE
IN ADEN BERBERA E ZEILA
Gastropoda.
Strombide.
Strombus urceus. Lam. Zeila. Strombus gibberulus. Lin.
Aden. Strombus fusiformis. Sow. Aden.
Pterocera truncata. Lam. Aden.
Rostellaria rectirostris. Lam. Berbera. Rostellaria curviro-
stris. Lam. Aden. Rostellaria curta. Sow. Aden.
Muricida.
Murex eques frisicus. Martini. Zeila. Murex scolapox. Dillw.
Berbera. Aden. Murex tribulus. Lin. Berbera Aden. Murex
rarispina. Lam. Zeila. Murex trigonulus. Lam. Zeila. Murex
haustellum. Lin. Aden.
Ranella affinis. Brod. Berbera. Ranella spinosa. Lam. Aden.
Ranella crumena. Lam. Aden. Zeila.
Triton chlorostomum. Lam. Berbera. Triton trilineatum.
Reeve, Berbera.
Fasciolaria filamentosa. Lam. Aden. Fasciolaria Savignyi.
Jonas. Berbera.
Cancellaria Verreauxi (rara). Kiener. Aden.
Pirula nodosa. Lam. Berbera Zeila. Aden. Pyrula rapa.
Lam. Berbera.
TOGNI
— 143 —
Buccinida.
Bullia mauritiana. Gray. Aden. Berbera.
Eburna ceylamica. Lam. Capo Gardafini. Di fronte ad Aden,
costa d'Africa. Eburna spirata. Lam. Aden.
Nassa gemmulata (rara). Lam. Aden. Nassa marginulata.
Lam. Aden. Nassa pulla. Lin. Zeila. Berbera. Aden. .
Purpura Savignyi. Desh. Berbera. Purpura bitubercularis.
Lam. Berbera. Purpura sertum. Lam. Berbera. Purpura Ru-
dolphii. Lam. Berbera.
Cassis erinaceus. Brug. Zeila Berbera. Cassis glauca var.
Lin. Berbera. Cassis thirrena? Lin. Begbera. Ha tutti i carat-
teri della tirrena.
Oliva inflata var. undata. Lam. Zeila. Berbera. var. bicincta.
Lam. Zeila. Berbera. var. (picta Reeve). Lam. Berbera. Oliva
maura var. Lam. Berbera.
Ancillaria castanea. Sow. Aden. Ancillaria fulva. Swain.
Zeila. Ancillaria albisulcata. Sow. Zeila. Aden. Ancillaria albi-
fasciata. Swain. Aden.
Conida.
Conus musicus. Brug. Zeila. Conus betulinus. Lin. Aden.
Berbera. Conus virgo. Lam. Aden. Conus achatinus. Chemnitz.
Berbera. Aden. Conus gubernator. Brug. Berbera. Conus mille-
punetatus. Lam Aden. Conus magus var. Lam. Aden. Conus
tessellatus? var. Born. Berbera, Conus arenatus Brug. Aden.
Conus sulphuratus. Kiener. Aden. Conus sumatrensis. Brug.
Aden. Conus tessellatus. Born. Aden. Conus minimus. Lin.
Aden. Conus textile. Lin. Aden. Conus panniculus var. Lam.
Zeila Conus Thomasi. Sow. Aden.
Volutida.
Marginella monilis. Lam. Aden. Zeila. Marginella faba.
Lin. Aden. Zeila. Marginella. lactea. Kiener, Aden.
®
— 144 —
Cypraida.
Cyprea undata. Lam. Aden. Cyprea cervinetta. Kiener.
Zeila. Cyprea variolaria. Lam. Aden. Cyprea turdus. Lam.
Berbera.
Naticida.
Natica mamilla. Lin. Berbera. Aden. Natica Chemniteii.
Recluz. Aden. Natica melanostoma. Lin. Berbera. Aden.
Cerithida.
Cerithium tuberculatum. Lam. Zeila. Berbera. Cerithium
palustre. Brug. Berbera.
Turritellida.
Turritella imbricata. Lam. Aden. Turritella duplicata. Lin.
Aden. Berbera.
Litorinida.
‘Solarium perspectivum. Lin. Berbera.
Neritida.
Nerita albicilla. Lin. Aden. Zeila. Nerita polita. Lin Ber-
bera.
Turbinida.
Turbo spinosus. Chemnitz. Berbera. Turbo coronatus. Gm].
Berbera. Turbo argyrostomus. Lin. Zeila. Turbo coronatus vur.
Gmel. Berbera.
Trochus dentatus. Forsh. Berbera. Trochus noduliferus.
Lam. Berbera. Zrochus extilis. Reeve. Berbera. Trochus vir-
gatus. Gm. Berbera. Aden.
— 145 —
Fissurellidee.
Fissurella incarnata. Krauss, Berbera.
Auriculida.
Melampus massauensis. Ehr. Zeila.
Bullida.
Bulla ampulla. Lin. Aden. Zeila. Bulla solida. Veila. Atys
tynaucum. Lin. Aden. Zeila. Atys clongatum. Adams. Zeila.
Aplysiada.
Dolabella gigas. Rang. Aden. Raccolta viva sull’isolotto del
porto interno di fronte alla città di Steamer Point.
Pleurobranchiada.
Umbrella indica. Lam. Aden. Come la precedente.
Brachiopoda.
Terebratulida.
Terebratula grandis. Blumenbach. Aden. Fossile, avuta da
un pescatore che mi asserì d’averla raccolta sulla spiaggia a
ponente della gran rada
solenoconchia.
Dentaliada.
Dentalium sp.? Assab. Un solo esemplare, sbiadito.
10
— 146 —
Placophora.
Chitonide.
Chiton affinis? Issel. Assab. Comuni in bellissimi esem-
plari sulle scogliere.
Altri non definiti. Assab.
Diversi piccoli. Kamaran. Di color rossiccio viventi sulle
tridacne regalati al Museo Civico di Genova.
Lamellibranchia.
Ostreida.
Ostrea cornupina. Lam. Aden. Ostrea limacella. Lam. Aden.
Alectryonia crista-galli. Lin. Aden. Gran esemplare di 23
centimetri presa fra una spaccatura di scogli sull’ isolotto
suddetto.
Anomia ephippium e var. Lin. Aden.
Pecten lividus. Lam. Aden. Pecten plica Lin. Aden. Pecten
saunguinolentus. Sow. Aden. Pecten sanguineus Lin. Aden. Ber-
bera. Pecten sp.? Una sola valva della lunghezza di 15 centi-
metri per altrettanti di larghezza, del peso di 0,305. Ha 18
coste arrotondate, alquanto imbricate, di color rosso, e bian-
chiccio. Orecchie diseguali. La cavità del cardine ampia, pro-
fonda, con robusto legamento. L'impressione muscolare ampia,
ben marcata, come il seno palliale che è di color caffè sino
al margine. Di sotto alla cavità del cardine è colorata di un
violetto tendente al roseo. Non mi fu possibile di rinvenire
l’altra valva; sulla spiaggia a levante di Aden.
Plicatula ramosa. Lam. Aden. Plicatula imbricata. Morch.
Aden.
Aviculida.
Meleagrina magaritifera. Lin. Aden. Meleagrina varia.
Dkr. Aden.
x x
tania
sli
— 147 —
Avicula placunoides. Reeve. Zeila. Avicula macroptera.
Reeve. Aden. Avicula Cumingii. Reeve. Aden.
Vulsella lingulata. Lam. Aden. Vulsella spongiarum. Lam. Aden.
Vulsella assabensis. De (treg. Aden. Vulsella pulchella. De Greg.
Aden.
Malleus regula. Forskall. Aden.
Perna femoralis. Lam. Aden. Perna sp.?
Pinna nigrina. Lin. Aden. Pinna rudis. Lin. Aden. Pinna
attenuata e var. Reeve. Aden. Pinna sp.? Aden.
Mytilide.
Mytilus variabilis. Krauss. Aden. Mytilus pictus. Born. Aden.
Modiolaria (tulipa? Lam.) sp? Aden.
Arcida.
Arca nivea e var. Desh., Adeb. Berbera. Arca retusa. Lam.
Aden. Arca auriculata var. levis. Chemnitz. Aden, Arca sp.?
Aden. Arca obliqua (rara). Reeve. Berbera. Arca scapha. Lam.
Berbera. Arca britanica. Reeve. Berbera. Arca obliquata. Lin.
Berbera. Arca tortuosa ( Parallelipipedum ). Lin. Aden. Berbera.
Chamida.
Chama reflera. Reeve. Berbera.
Cardiada.
Cardium flavum. Lin. Aden. Cardium isocardium. Lin
Zeila. Cardium pseudolima. Lam. Aden. Cardium marmorcum.
Lin. Aden. Hemicardium retusum. Lam. Zeila. Hemicardium.
sp? Zeila.
Lucinida.
Lucina tigerina. Reeve. Aden. Zeila. Lucina sp? Berbera
La sua scultura è di coste sottilissime che sì partono dal cen-
tro di ciascheduna valva, e terminano al margine.
Diplodonta rotundata. Mont. Zeila, Berbera.
— 148 —
Cyprinida.
Circe corrugata. Chemnitz. Aden. Cardita variegata. Lin.
Aden. Cardita angiculata. Reeve. Aden.
Veneridae.
Cytherea chione. Lin. Berbera. Cytherea. tigrina. Lam.
Zeila. Cytherea bilunata. Say. Aden. Cytherea (Callista) gui
neensis. Lin. Aden. Cytherea pectinata. Vaillan. Aden. Berbera.
Cytherea mactroides. Lam. Aden. Berbera. Cytherea fusca.
Kock. Zeila. Cytherea callipiga. Reeve. Aden. Oytherea trira-
diata. Dillw. Aden Cytherea (callista) florida. Lam. Aden.
Cytherea inflata Desh. Aden.
Trigonia ponderosa. Kock. Aden.
Artemis lunaris. Lam. Zeila.
Tapes arenosa. Phil. Aden.
Mactrida.
Mactra decora.Desh. Berbera.
Tellinida.
Tellina radiata. Lin. Aden. Tellina rugosa. Born. Berbera.
Tellina foliacea. Lin. Aden. Tellina fausta. Pultney. Aden.
Psammobia elongata. Desh. Aden. Psammobia maxima. Desh.
Aden.
Solitellina radiata. Blainv. Zeila.
Asaphis violacescens. Lam. Aden.
Mesodesma striata (M. erycina Desh.) Lam. Aden. Meso-
desma. sp? Aden.
Donax faba. Chemnitz.. Aden. Zeila.
Solen Ceylanensis. Leach. Aden.
Cultellus cultellus. Lin. Aden.
Machera radiata. Lin. Aden.
Myacide
Corbula crassa. Hinds. Aden.
— 149 —
Spiegazione della Tavola VIII,
EiceteMinolio Calfassi Cami 20.00 4 + 4 +» PAg 120
seni Vabtinella Meneghini "Cat at. sa a + 0 #6 127
ROS b bale: Doriao Cat. ann n DM
e uno. Pantano Gatto ee a Sena 0 198
ego ciGibbula. T'apparonel. Car. ; 0. “Lx n n 129
obra] as TesalisCart: so = lea ai e
Mn Gobbula De Gregor. Cari, 4 28, deste 0 h80
MS Ciinculuscvassabensis Caro i. . +. 0. 0.) n » 191
MIO Enchelos Del Pretei Car. .,. +0... » in
mei Va Gellonis tGestroi- Cari ue o. 9... 0 1392
INTORNO ALLA GRANDE OSTRICA DI RONCÀ (Eocese)
Il sig. Carlo Mayer-Eymar nel tomo 27, N. 4, pag. 311 del
Journal de Conchyliologie di Crosse e Fischer, descrive come
nuova una specie che avevo io già molto prima descritto sotto
il nome di Ostrea Roncaensis. Spetta a questo il diritto di
priorità; infatti l’ epoca della mia pubblicazione rimonta al 1887
mentre l'articolo dell’egregio professore di Zurigo fu stampato
in Ottobre 1887 e pubblicato in Gennaio 1888.
La descrizione da me datane si trova nel Vol. X, pag. 194
del Bollettino della Società Malacologica Italiana del 1884 e
nel mio lavoro « Studi su talune conchiglie mediterranee vi-
venti e fossili, pag. 197 ». Essa è abbastanza succinta, ma non
lascia il menomo dubbio sull’identificazione della specie.
A. DE GREGORIO.
— 150 —
DESCRIZIONE DI SPECIE MIOCENICHE
NUOVE O POCO NOTE (1)
DANTE PANTANELLI
II
Turbonilla ornata. — Doderlein (Chemnitzia) 1862.
Cenni geol. int. alla giac. dei ter. mioc. sup. pag. 17. Monte-
cibio e Tortona.
Testa turrita, conica, umbilicata apice heterostropho, anfra-
ctubus 8 convexis, sutura profunda divisis, longitudinaliter co-
statis, trasversim striatis ; costis longitudinalibus acutis flexuosts,
25 in ultimo anfractu ad basim evanescentibus ; sulcis transver-
salibus filiformibus, circiter 20 in penultimo aufractu, 35 in ul-
timo, inequaliter distantibus: apertura. subtetragona, columella
in parte infera leviter intorta. Dim. Alt. mm. 11 larg. mm. 5.
lung.-spir. 28°.
Con il nome specifico ornata non esiste più questa specie
nè nelle collezioni nè nel catalogo manoscritto; in quest’ ul-
timo invece e nelle collezioni si trova citata una €. lyrata
Dod: dal numero degli esemplari e dalle località ho arguito
che possa essere la ornata del lavoro sopracitato: con questo
nome esistono due esemplari di Montegibio, e due di Tortona.
Conchiglia conica, umbilicata e profondamente perforata,
ornata da costole acute quasi lamellari e flessuose, che sva-
niscono solo nella parte inferiore dell'ultimo anfratto; è
(1) Questo articolo fa seguito all’altro pubblicato a pag. 6 di questo
volume: come in quello ho tenuto lo stesso ordine seguito da Doderlein per
la distribuzione dei generi, volendo principalmente spiegarei nomi impiegati
dal chiar. autore. Intanto avvertirò di un errore incorso a pag. 8 di detto
lavoro: dove è scritto Patella protea Dod. leggasi Patella proaeva Dod.
inoltre ornata da solchi filiformi numerosi, inegualmente di-
stanti e che conservano il loro andamento anche nella parte
inferiore dell’ ultimo anfratto: gli anfratti sono convessi in
numero di 8 esclusi gli embrionali che sono eterostrofi e
leggermente immersi. Gli anfratti vanno crescendo gradata-
mente di dimensioni, tanto che la conchiglia ne risulta per-
fettamente conica con un angolo spirale di circa 28°.
La forma: singolare di questa specie che per il vertice
eterostrofo, per l’ornato e per la contorsione benchè leggiera
della columella non saprei collocare fuori delle pyramidel-
lidae, potrebbe essere tipo di un nuovo sottogenere, compreso
tra i Menestho e le Turbonille o meglio fra i Menestho e i
Pyrgisculus. T,
Turbonilla Michelottit Dod. = T. plicatula (Br.) Horn,
emend. Dod. in schedis. (1. c. pag. 17). Montegibio.
Turbonilla Semperi. Dod. == T. pusilla. Phil. emend. Dod.
in schedis. (1. c. pag. 17). Montegibio.
Turbonilla praecineta. Dod. (1. c. pag. 17) manca in col-
lezione.
Turbonilla signata Dod. = 7. gracilis. Broc. emend. Dod.
in schedis. Montegibio.
Turbonilla scrobiculata. Dod. = T. D’Anconiana. Coppi.
Frammenti di paleontologia Modenese pag. 17 Montegibio.
Turbonilla Meneghini. Dod. Manca in collezione.
Pyramidella clathratula. Dod. Manca in collezione.
Oltre a queste specie citate nel detto catalogo di Do-
derlein esistono nella collezione altre specie di Montegibio :
non credo però in questo momento opportuno di darne una
descrizione riservandola per un lavoro più largo sulle Pira-
midellide terziarie, per il quale da tempo riunisco i mate-
riali, una buona interpretazione delle specie essendo ormai
difficile tanto più che per molte delle specie viventi non si
conosce che il solo nome.
Auricula tornata. Doderlein. (1. c. pag. 17). Monte-
gibio.
Testa minuta, ovata, nitida, spira prominuli; anfraciu ul-
timo *,, totius longitudinis superante; apertura angusta inferne
— 152 —
dilatata; labro semplici; columella ad basim contorta, în medio
uniplcata, plica valida horizontal.
Dimensioni Lung. mm. 3.6 Larg. mm. 7.
E una piccola Auriculida, della quale avendo sezionato
un esemplare ho potuto costatare il riassorbimento della co-
lumella e della parte interna degli anfratti, per modo che
la cavità unica ovalare termina in basso all'altezza della
piega collumellare, la quale trovasi ad un terzo dell’ apertura
contata dalla base.
2 Phasianella varicosa. Dod. (1. c. pag. 17) sono diversi
esemplari tutti in pessimo stato che giudico giovani forse di
Cancellaria varicosa e lirata?
Littorina zibinica. Dod. (1. c. pag. 17) = L. neritoides.
Lin. Montegibio.
Adeorbis colubrina. Dod. (1. c. pag. 17). = A. subcarinatus
Mtsg. Coppi ( Paleont. Modenese, pag. 82) crede di poter riferire
questa specie alla C. exzlissima. Phil. sp.; non voglio dubi-
tare che il medesimo abbia raccolto la specie di Philippi a
Montegibio, ma è pure certo che gl’individui indicati da
Doderlein con il precedente nome sono veri e propri Adeorbis
e non Ciclostreme; l’averli poi lo stesso Doderlein; riavici-
nati alla D. exezlissima Phil. non significa che il medesimo
potesse confondere il genere Adeorbis con il genere Delphi-
nula o anche Ciclostrema, ma che piuttosto volesse indicare
una affinità di forma, nel che invero non fu molto esatto. *
Fossarus elegantissimus. Dod. (1. c. pag. 18) Mon-
tegibio.
Testa minuta neriteformis, anfractubus 4 rapide crescentibus,
trasversim cingulatis, cingulis rotundatis, minute crenatis, 7 in
ultimo anfractu; interstitia levia; apertura subcircularis, su-
perne acutiuscula, labro rotundato extus denticulato, intus sul-
cato, columella arcuata, rima umbilicaris minuta.
Dimensioni Alt. mm. 5.5 Larg. mm. 5.5.
Si distingue facilmente dal F. costatus Brocchi, per la
sua forma raccolta neritoide, per i cingoli più rilevati, per
la forma dell'apertura più rotonda, per la rima umbilicare
minuta, lineare ed appena discernibile per la mancanza di
e
— 153 —
strie longitudinali negli interstizi dei cingoli minutamente
crenati.
Natica pardalis. Dod. = N. millepuntata L. var. (1. c.
pag. 15). Montegibio. È certamente una delle molte varietà
della specie di Linneo distinte dalla tipica per la disposi-
zione o grandezza delle macchie. Coppi ( Pal. Mod. pag. 12)
la chiama var. pardalis Cop.
Natica zonata. Dod (1. c. pag. 15). = N. plicatula. Bronn.
(It. ter. Geb. pag. 72 n. 372). Montegibio. i;
Corrisponde certamente alla specie di Bronn che nuova-
mente figurata da V. Koenen (Die Gastrop. holost. ete. 1882 )
è invece chiamata plicatella. Non avendo potuto consultare
dove Bronn descrive e figura nuovangente la sua specie, non
so spiegare la leggiera differenza nei nomi.
Solarium variolatum. Dod. (1. c. pag. 18) Montegibio.
Texta lenticularis, umbilicata, anfractubus 4-5 leviter,
converis, congulis tribus moniliformibus obsoletis; propre sutu-
ram cingulo mitente; carina duplice mitente, umbilico magno
crenalo.
Dimensioni Larg. mm. 6 Alt. mm. 3.
Si distinque assai bene questa specie dalle sue congeneri
per la doppia carena simile a quella del S. fallaciosum Tib.
salvo che nella specie di Montegibio essi sono nitidissimi e
il superiore è un po più sporgente dell’inferiore; è poi an-
che peculiare l’ornato della parte superiore degli anfratti
che è costituito da tre serie di tubercoli grossi pochissimi
rilevati e disposti a scacchi tra loro, l’anfratto è poi termi-
nato da un cordoncino filiforme nitido depresso e che pre-
cede immediatamente l’altro più rilevato assai e che termi-
nando la parte superiore dell’anfratto forma la prima carena.
Gibbula Hoernesi. Dod. Monodonta (1. c. pag. 18).
Montegibio.
Testa umbilicata depressa conoidea; anfractubus 4 planu-
latis, sutura profunda divisis, transversim nodosis cingulatis,
radiatim costatis; anfractu ultimo basi angulato; apertura
rhombea orbiceulare; labro dilatato simplici.
Dimensioni, Alt. mm. 6. Lars. mm, 7,
-- 154 —
La conchiglia consta di quattro anfratti separati da una
sutura profonda, dei quali l’ultimo è ornato nella parte su-
periore da quattro cingoli nodosi e nella parte inferiore da
sei i quali vanno gradatamente diminuendo di grossezza;
gl intervalli dei cingoli superiori sono attraversati da coste
sottili longitudinali oblique che danno alla superficie della
conchiglia l'aspetto reticolato; l'interno di questa specie di
maglie è percorso da costole finissime parallele alle prece-
denti: negl’intervalli dei cingoli inferiori essendo questi
assai ravvicinati si perde l’ apparente reticolatura e ne resta
solo traccia per una specie di continuità nei nodi dei suc-
cessivi cingoli. La fauce dell’umbilico è liscia per quanto
l’ultimo cingolo sia in prossimità della medesima.
Margarita globulus. Dod. ( Craspedotus) (1. c. pag. 18).
Montegibio.
Testa globosa conica umbilicata; anfractubus spiraliter
cingulatis ad suturam serie tuberculorum obliquorum munitis;
apertura obliqua rotundata; labro indentato; columella strictiu-
scula ad parietem alnata; umbilico parvo, margine crenulato.
Dimensioni. Alt. e larg. mm. 3-5.
Piccola ed elegante conchiglia della quale esistono nel
museo circa 200 esemplari che si distingue con molta facilità
dalle sue congeneri per il cingolo di nodi obliqui attorno
alla sutura e per la disposizione dei cingoli successivi; que-
sti sono nitidi, vanno gradatamente diminuendo di grossezza
a misura che si accostano alla base dell’ anfratto, essendo
sovente alternativamente uno più grosso dell’altro; quest’ ul-
timo carattere non è costante, in qualche individuo i cingoli
sono tutti regolarmente decrescenti, in altri si scorge spe-
cialmente nella parte superiore dell’anfratto tra i cingoli
grossi un cingolo filiforme: l’ultimo cingolo attorno alla
fauce dell’umbilico è nodoso, le nodosità si accennano lie-
vemente anche nei cingoli anteriori e si continuano nell’ in-
terno dell’ umbilico.
Trochus discus. Dod. (1. c. pag. 18) manca in collezione.
— 155 —
Margarita helicina. Fabr. var. naticoides -= Turbo na-
ticoides. Doderlein in schedis 1881.
Non saprei descrivere questa specie con parole diverse
da quelle usate dagli autori per descrivere la specie di Fa-
bricius; essa nè differisce solo per la spira più depressa e
per l’ultimo anfratto maggiore degli altri nella specie di
Montegibio assai più che nella vivente e che dà alla con-
chiglia un apparenza di Natica, e con i giovani di alcune
specie della medesima potrebbe essere confusa, qualora non
si tenga conto della forma obliqua dell'apertura, di quella
della columella e della base sottilmente striata: differisce
altresì nelle dimensioni e siccome i giovani della M. helicina
hanno la spira più depressa degli agulti anche in questo si
accosta alla specie suddetta. E probabile che sia la stessa
specie indicata da Doderlein nel catalogo del 1862 pag. 17
col nome di Adeorbis naticoides.
Dimensioni. Alt. mm. 3-5 Larghezza mm. 5.
Clanculus graniferus. Doderlein in schedis 1881. Mon-
tegibio.
Testa depresso-conica, umbilicata, anfractubus 6 cingulis,
valde granosis ornatis, 4 in anfractubus spirae 8 in ultimo,
inter cingula tenuissimis lineis obliquis praedita; apertura
ovata; labro intus plicato, columella superne soluta, infra in
dentem minutum, haud fissum terminata; umbilico margine
crenalo.
Dimensioni. Alt. mm. 5. Larg. mm. 7.
Questa specie ha alcuni dei caratteri del C. cruciatus L.
specialmente nella forma dell'apertura, nella disposizione
della columella e nel dente terminale; ne differisce per la
statura minore, per la forma più depressa, per il numero e
dimensioni dei cingoli, i quali essendo in minor numero sono
più grossi e distanti tra loro per modo che lasciano facil-
mente scorgere negli intervalli molto profondi una serie di
linee sottilissime parallele al peristoma e quindi oblique ri-
spetto all’ asse della conchiglia.
Turritella Archimedis, non Brogn. Doderlein (1. c. pag. 19).
= Turritella dertonensis. Mayer. Journal de Conch, 1868,
Tav. II, fig. 6. Montegibio comune,
— 156 —
Turritella pyramidata. Dod. (1. c. pag. 19). Tortona.
Testa turrita solida ; anfractubus numerosis sutura profunda
divisis, in parte antica planulatis, infra medium tumescentibus,
lineis spiralibus obsoletis cinctis, ad basim propre suturam sulco
profundo praeditis; apertura rotunda, labro simplici.
Dimensioni. Alt. mm. 45. Larg. mm. 12.
Salvo la statura incomparabilmente minore è affine alla
T. gradata Menke, ne differisce per il solco subito dopo il
massimo allargamento dell’ anfratto; inoltre mentre nella 7.
gradata le linee spirali vanno obliterandosi col crescere de-
gli anfratti, nella specie di Tortona i primi anfratti sono lisci
e le strie vanno facendosi sempre più visibili nelle parti
inferiori. La grossezza delle linee spirali è variabile assai ed
in alcuni individui una specialmente sotto la sutura diviene
in confronto delle altre prominente.
Turritella ecasperata. Dod. (L c pag. 19). Manca nella
collezione.
Cerithium erassum. Duj. (Dod. 1 c. pag. 19). = Po-
tamides dertonensis. Sacco. Bull. Soc. Mal. Italiana Vol. XII,
pag. 157. Tortona. Nel catalogo citato si accenna anche a due
esemplari di Montegibio che nei cataloghi manoscritti poste-
‘ riorl e in collezione mancano.
Cerithium humaile. Dod. (1 c. pag. 14.) Manca in collezione.
Cerithium variolatum. Dod. (1. c. pag. 19) = ©. derto-
nense. Mayer, Journal. de Conch. 1868. Tav. III, fig. 5. È citato
da Coppi (Fram. paleont. mod. pag. 13). Montegibio.
Cerithrum utriculare. Dod. Loc. cit. pag. 19. Montegibio
Tortona. Nei cataloghi posteriori questa forma è indicata come
varietà del C. minutum. Mar. de Serre con la indicazione 7.
SÌ
incrassata senescente e la correzione è giusta.
Cerithium Mayeri. Dod. (1. c. pag. 19). Tortona.
Testa ovato-conica, anfractubus 7-8 cingulis nodosis duobus
praediti; nodis in serie axis testae parallela dispositis; parte
postica ultimo anfractu minute cingulata, maculis rubris rhom-
beis piceta; apertura subcircolaris superne angustata; canali
brevissimo, obliquo; columella arcuata callo tenui appresso.
Dimensioni. Alt. mm. 12, Larg. mm. 7.
DATI SPREAE
— 157 —
(Questa specie è assai prossima al C. pupeforme. Bast.
( Bas. ter. du S. O. de la France, pag. 58, Tav. HI, fig. 18)
dalla quale differisce per una forma anche più globosa, per
non avere tre giri di nodi come la specie di Basterot, ma co-
stantemente due essendo quelli del secondo giro un po mag-
giori di quelli del primo; ha poi spiccatissimo il carattere
della corrispondenza dei nodi per i diversi anfratti che essendo
8-9 per ogni giro, formano altrettante costolature longitudinali
ben visibili guardando la conchiglia dal suo apice: alcuni indi-
vidui sono tuttora fortemente colorati in rosso ocraceo le macchie
sono nettamente rettangolari o rombiche, disposte in serie lon-
gitudinali corrispondenti ai nodi anch’ essi colorati: nella colora-
zione differisce da ©. pictum per non agere come questo le mac-
chie colorate disposte a scacco, per non avere colorati gli spazi
lisci tra le due serie di nodi, e mentre nel pictum le macchie
rosse nella parte inferiore dell’ultimo anfratto si toccano per gli
angoli, nel C. Mayerî sono separate da una fascia bianca
larga quanto l'altezza dei nodi; salvo la disposizione longitu-
dinale delle macchie per la colorazione soltanto, è prossimo
a quella del O. rubiginosum. Eichw : centocinquanta esemplari.
Uerithiopsis striolatum. Dod. e C. babilonicum. Dod. (1. c.
pag. 19). Di queste specie non esiste traccia in collezione; nel
catalogo del 1881 sono però indicate le tre nuove specie se-
guenti che probabilmente le comprendono.
Bittium zibinicum. = Cerithiopsis reticulata Dod. 1881
in schedis. Montegihio.
Testa turrita parva, nunquam varicosa ; spira acuminata ;
anfractubus converis sutura profunda divisis; seriebus nodosis
4, in ultimo 5, basi levi concaviuscula; canali nullo,
Dimensioni. Alt. mm. 3-8. Larg. mm. 1.
È prossimo al B. Zacteum. Phil. dal quale differisce per la
forma degli anfratti e specialmente dell’ ultimo; per il numero
dei cingoli in ciascun anfratto, dove i nodi resultano dall’in-
contro di linee spirali e longitudinali: la nessuna traccia di
varici e la forma dei nodi lo distinguono dal B. Jadertinum
Brus: ho creduto di cambiare il nome originale di Doderlein
essendo già. stato impiegato quel nome per un altra specie.
— 158 —
Bittium striatulum. Dod. 1881 in schedis. Montegibio.
Testa turrita varicosa, anfractubus 9-10 planulatis, 7-8
striatis plicis longitudinalibus suturam anticam non attingen-
tibus, ornatis; slriis in ultimo anfractu 12-14 tfotam basim
occupantis; camali nullo.
Dimensioni. Alt. mm. 5,6. Larg. mm. 1,8.
Questa specie si direbbe intermedia tra il B. paludosum.
Montr. e il B. Latreilli. Payr. ossia ha caratteri dell’uno e
dell'altro; differisce dal Latreilli per la forma piana degli
anfratti, differisce dal paludosum per le pieghe longitudinali
che non occupano che la parte superiore degli anfratti ed
avendo quindi gli ultimi cingoli lisci; differisce da ambedue
per il numero maggiore di cingoli in ciascun anfratto.
Cerithiopsis exasperata. Dod. 1881 in sch. Montegibio.
Testa turrita parva, anfractubus 9 converis, carinatis, su-
tura profunda divisis; carinis lamellosis 2, quarum una pere-
levata in medio anfractu, altera in parte postica; lamellis lon-
gitudinalibus 12; basi subplana obscure striata; apertura su-
brotunda; canali breviter incurvo.
Dimensioni. Alt. mm. 6. Larg. mm. 2.
Appartiene al tipo del C. Jessei. Bell. e del C. Manzo-
mianus. Cocc. ne differisce oltre che per la statura, per la di-
sposizione delle lamelle, essendo queste solo due e solo nella
metà inferiore dell’anfratto; le lamelle longitudinali e tra-
sversali hanno le stesse dimensioni e nella parte inferiore del-
l’anfratto dove s'incontrano segnano altrettanti spazi quadrati.
La curvatura del canale è manifesta senza raggiungere le pro-
porzioni che presenta nelle due specie suddette.
Foresti. Alcuni forme nuove di molluschi fossili del Bolognese.
Con una tavola. Boll. Soc. Geologica Italiana. Vol. VI,
Fasc. 3, 1887, pag. 359-367.
Descrive e figura cinque nuove specie. Il Y. bononiensis
For. specie prossima al cinctus var. del rostratus Ol. e al Me-
— 159 —
neghinianus D'Anc.; si distinque per la statura, per la coda
più contorta e per l’ornamentazione.
La Purpura felsinea For. è la P. hemastoma non L. auct.
del pliocene. L'A indica i caratteri che la separa dalla vivente
questi principalmente consistono nella mancanza di strie, pie-
ghe o denticolazioni nel labbro sinistro, oltre a diversi altri
saratteri secondari; questa forma mancherebbe nel Piemonte
e nella Liguria, e trovasi nel Bolognese, nella Toscana e nel
Piacentino. i
La Purpura funiculata For. è prossima alla Hoernesiana
Pecch. dalla quale si distingue per i cordoncini spirali secon-
dari sotto i cordoni principali e per le dimensioni.
Il Conus zebrinus For. è affine al pyrula e anche al me-
diterraneus dai quali si distingue perda colorazione costituita
da linee rosso-gialle che seguitano quelle d’ accrescimento e
per altri caratteri secondari.
Le quattro specie precedenti provengono dal pliocene Bo-
lognese, proviene invece dal langhiano di S. Luca (Bologna)
la Borsonia laevis For. spirale a superficie nitida con una
serie spirale di tubercoli tondeggianti e non sotto forma di
nodi longitudinali sulla metà dell’arfratto e senza indizio di
carena; la columella è biplicata e la piega superiore è più
grossa e sporgente.
C. F. Parona. Appunti per la paleontologia miocenica della
Sardegna. Boll. Soc. Geologica Italiana. Vol. VI, 1887,
pag. 255-258.
Contiene un buon catalogo di fossili, la massima parte
dei quali sono molluschi di Isili, Fontanarro, Fangario, Ca-
stelsardo, Perdas de Fogu, S. Michele e S. Bartolommeo; i
molluschi citati appartenenti al miocene sono centocinquantuna
specie.
E. Mariani e C. F. Parona. Lossili Tortoniani di Capo
S. Marco in Sardegna. Atti Soc. Italiana di Sc. Naturali,
Vol. XXX, pag. 3-89 estr.
I molluschi citati in questo lavoro sono quaranta; è in-
dicata come forma nuova una Purpura pre-hemastoma che
differisce dalla Remastoma per la forma dei nodi, la man-
— 160 —
canza di tubercoli, numero e posizione delle pieghe sul labbro
sinistro.
Carlo Pollonera. — Specie nuove o mal conosciute di Arion
europei. Atti detl’ Accademia delle Scienze di Torino. —
Febbraio 1887, con 1 tavola.
Contiene osservazioni anatomiche e critiche intorno a pa-
recchie specie di questo genere, di varie parti d’ Europa, ed
una confutazione sulla divisione in Monatriide e Diatriide
proposta dal Dott. Simroth=
Sono descritte come nuove sei specie, delle quali cinque
non italiane.
La nuova specie italiana è lA. alpinus (= A. hortensis
Lessona e Pollonera e degli altri autori italiani) il quale si
distingue dall’ A. hortensis Férussac, col quale finora era stato
identificato, per avere una limacella quasi perfetta mentre
quello non ha che un poco di polviscolo calcare, per le rughe
del dorso più grossolane, pel cappuccio più piccolo, per le zone
nerastre laterali più definite, infine per notevoli differenze ana-
tomiche nell’apparato sessuale e nella radula.
Le altre forme italiane di cui è trattato in questo opu-
scolo sono le seguenti: Arion subfuscus Drap.; l'A. parla delle
varie colorazioni di questa specie che ritiene specificamente di-
stinta dall’ A. fuscus Miller e Malin; la prima specie offre
pure nelle Alpi piemontesi le due varietà atripunctatus Dum.
e Mort. e Gaudefroyi Mabille (fig. 16-18 color.); alla seconda
specie, della quale la forma tipica non fu ancora trovata in
Italia, ascrive come varietà l’ A. Stabilei di Maccugnaga in
Piemonte da lui precedentemente descritto. Fa risaltare i ca-
ratteri che distinguono dall’ A. subfuscus 1’ A. Pegorarii Les-
sona e Pollonera della Valle d’ Aosta e dà la figura dell’ani-
male (12-13 color.). Dice che l’ A. Pollonera Pini di Intra è
una forma vicinissima all’ A. subfuscus dal quale si distingue
soltanto per la statura alquanto maggiore, e pel margine esterno
del piede quasi privo delle lineette scure trasversali.
Dell’A. Bourguignati Mabille dà nuovi sinonimi e cita
come sue varietà viventi in Piemonte l’ A. neustriacus Mabille
e la nuova varietà wmzser di colorazione pallidissima. Figura
l'apparato sessuale dell'A. Bourguignati e A. subcarinatus
Pollonera del Piemonte, e nota la differenza tra queste due
specie.
BOLLETTINO DELLA SOCIETÀ MALACOLOGICA ITALIANA
Vol. XEV.
MOLLUSCHI DEL PORTO DI PALERMO
SPECIE E VARIETÀ
M:° T. DI MONTEROSATO
”
L'idea di dare un resoconto dei Molluschi del Porto di
Palermo, mi è stata suggerita dalla quantità di specie che vi
si rinvengono, tanto per quelli muniti di conchiglia, quanto
per quelli che ne sono privi o che ne hanno una interna e
perchè vi sono molluschi appartenenti a varie zone e che in
un piccolo spazio vivono in condizioni fisiche assai diverse. La
zona subterrestre, ch’ è costituita dalle roccie o dalle muraglie
che limitano il porto, offre un vasto campo di osservazioni. Le
Patelle, le Littorine, i Trochi ed altri gastropodi restano spesso
allo scoperto. Queste roccie, come dapertutto, albergano i loro
molluschi perforanti. In alcune cavità di esse vi è il poco co-
nosciuto Onchidium nanum, Ph. (diverso dal Celticum) in
compagnia della Alexie@ e della Truncatella. La zona littorale
discende sino a 3 o 4 metri ed è coperta di alghe. Sopratutto
verso la fine dell'inverno e in primavera vi abbondano i Dor:s
dai più vivi colori, le Lamellaria sviluppate in modo straordi-
nario, le Aplysie e le Bullide, non che varie specie di Pleuro-
branchus ecc. Nel centro del porto il fondo è arenoso e costi-
tuito di sabbia bianca assai fina dove si rinvengono veri tesori
appartenenti ai generi piccoli come Scissurelle, Rissoe, Odosto-
mie, Mangelie ed in certe date stagioni gallegiare a fior
d’acqua la bella Carinaria e varii eteropodi, unite alle Salpe,
e alle Medusce.
11
— 162 —
Ma più di tutto risentivo il bisogno, dopo qualche tempo
di silenzio, di riordinare alcune sinonimie riguardanti le specie
e varietà delle zone littorali, che hanno un’ estesissima distri-
buzione nei mari d’ Europa, le quali sono state ultimamente
discusse in varii autorevoli trattati.
Patella, L.
P. corulea, L.
Nelle scogliere del Porto, sempre in esemplari piccoli a
svariate colorazioni interne.
Io riguardo come P. cerulea tutte le forme ovali o subro-
tonde più o meno convesse, pluri ed equi striato-costate, ma
non angolate o pentagonali. Le principali sono:
Var. ex forma: typica, Monts. = ex col. cerulea, auct. —
Ph. I, t.7, f. 5 (esemplare grande) — Hidalgo t. 50, £. 1 (bene)
— B. D. D. t. 58, f. 1,2. — Forma subrotonda, multicostata; in-
terno ceruleo chiuso. — Dapertutto, specialmente a Napoli, ecc.
Var. ex col. nacrîna, De Gregorio, (ex typo) = florida, Va-
lenciennes ms. (ex typo in Mus. Jardin des Plantes) = 2ride-
scens, Monts. ms. — Hidalgo t. 51, f. 2 (ottima) — À raggi
interni giallastri e cerulei con riflessi iridescenti. — Baleari,
Algeria, Sicilia ecc.
Var. ex forma: solidula. Monts. = ex col. glauca, Valencien.
ms. (ex typo) — Di media grandezza, ben rotondata; super-
ficie a strie o coste più sottili; interno glauco senza raggi. —
Lampedusa (Monts.); Viareggio e Piombino (Del Prete) ecc.
Var. ex col. limboradiata, Monts. — Hidalgo t. 50, £. 4 —
(ottima) — Centro ed impressioni che tirano nel giallo, lembo
radiato con i colori e la disposizione della var. nacrina o florida.
— Baleari (Hidalgo); Patrasso (Conemenos) ecc.ecc.
Var. ex forma: subconica, Monts. — Hidalgo t. 50, £, 5, 6,
— Forma subconica e coste rilevate; trasparente; colorazione
florida o albina. — Baleari (Hidalgo); Sciacca, v. albina (Bru-
gnone) ecc.
Var. ex forma: centralis, Monts. — Piana, rotonda, grande,
con l’apice più centrale, fittamente striato-costata; interno a
zone grigio-perla e cerulee; impressioni più chiare. — Venezia
nei canali (Monts.).
— 163 —
Var. ex forma: imitans, Monts. — Che imita la P. vulgata
per la sua forma conica e per la struttura, tanto da rilegarla
quale varietà di essa piuttosto che della c@erulea; colorazione
esterna grigio verdastro a raggi più chiari che si allargano
rapidamente e che corrispondono con quelli dell'interno. Vi
sono anche altre var. unicolori: spadzcea, cyanca ecc. — Chioggia
(Chiamenti).
Var. ex forma: plana, Monts. — Piana, molto piana, a
strie sottili; interno ceruleo scuro con la periferie bianco di
porcellana senza raggi. — Napoli (Tiberi); e var. ex col. albina
-— Palermo (Monts.).
Var. ex forma: fragilis, Ph. — I, t. 7, f.6 (male) — Esem-
plari striati, tenui, pellucidi a colorazigne uniforme blù chiuso
(= lugubris, Risso) o della var. ex col.: florida o multiradiata,
Monts.; esterno alle volte var. adspersa, B. D. D. t. 58, f.3 —
Dapertutto. Un esemplare grande di questa forma lho avuto
dalla coll. Brugnone ed è proveniente da Malta o dalla Sicilia.
Simili ne ho osservato a Parigi nella collezione Chaper, come
delle Azorre!
«Var. ex forma: fortis, Monts. — Con le strie o coste ben
rilevate da rendere la superficie scabra ed i bordi crenellati;
interno color piombo a raggi più chiusi e ad impressioni più
chiare. — Oran (Gouin) ecc.
Var. ex forma: specialis, Monts. — Hidalgo t. 50, f. 2
(perfetta) — Somiglia alla forma typica pel contorno, ma è
più equistriata e di altra sostanza; colorazione esterna albina ;
interna: albina a macchie lutee nel fondo o col lembo radiato
color seppia. — Baleari (Hidalgo, Prieto) ecc.
Ed altre forme ibride meno caratteristiche.
La P. vulgata, L. con qualcuna delle sue innumerevoli
forme, può considerarsi come nostrana, perchè vive in abbon-
danza in stazioni vicine come Cadice e Tanger (raccolta da me)
e alle porte del Mediterraneo come Gibilterra e Algesiras ecc.
Una forma vicina ( Hellespontiana, Valenciennes ms.) si trova
nello stretto di Dardanelli ed in Moréa. Anche la mia var.
imitans sopracitata, può riguardarsi piuttosto come var. della
vulgata che della caerulea. Questo non sarebbe il solo caso di
specie del Nord rincantucciate nelle coste del Veneto e del-
i
— 164 —
l Istria, p. es. la Littorina saxatilis o rudis. Le località indi-
cate delle coste di Provenza sono per lo più erronee.
La P. Safiana, Lk. è una grande e bella specie ora nota
grazie ai MM." Debeaux e Gouin. La localilà data da La-
marck è nelle coste del Marocco dove non è stata più ritrovata.
Lo specimen tipico l’ ho visto nelle coll. del Museo di Ginevra.
ed è figurato nel Recueil di Delessert t, XXII, f. 2, ma non è
la metà degli esemplari delle isole Habibas presso Oran, che
ebbi da M." Gouin al mio passaggio da Algeri e che misurano
120 millimetri nelle loro maggior lunghezza! I giovani esem-
plari sono trasparenti e macchiati come la tartaruga. Non
altra località è sin’ ora accertata; soltanto un esemplare delle
coste della Catalogna l’ ho visto a Madrid nella collezione del
D Hidalgo, ma su questa provenienza non si è sicuri. La
notizia che vive sulle coste di Provenza è falsa. Morch nel Ca-
talogo Yoldi, riferisce questa specie alla P. albida, Mensch. e
alla P. algira, Desh. Il Dr Hidalgo mostrandomi l’ esemplare di
Catalogna la riferiva alla P. conspicua, Ph. del Gabon — Ph.
Abb. t. 3, f. 1, ciò che pare consentito da Dunker — Novit.
Conch. p. 43.
Le forme pentagonali conosciute coi nomi di scutellaris o
meglio di subplana, meritano uno studio particolare. Alcune
hanno origine da specie native delle Canarie e di Madera,
specialmente le mie var. spectrum (1) e var. peslutre. Sarà
pure difficile identificare le molte forme descritte da Risso,
coi nomi di grisea, vespertina ecc. Il M..° De Gregorio in questo
Bollettino accenna anche a qualche forma di questo gruppo
e gli eruditi autori dei « Mollusques du Roussillon » consacrano
una tavola fotografata ad alcune delle forme che assume. Le
attuali cognizioni però non bastano per risolvere il problema
della loro origine e se le forme intermedie sieno degradazioni
di P. subplana o di P. cerulea.
La vera P. Tarentina, v. Salis, è una forma Mediterranea
a scultura tutta propria e distinta e a colorazione speciale.
Esemplari tipici e perfetti di Porto Maurizio ( Liguria ) li debbo
(1) Non P. spectrum, Nuttall, ch'è di California, totalmente di altro
gruppo.
— 165 —
al Sig. Sulliotti. Molte forme consimili sono ordinariamente
scambiate fra conchiologhi sotto questo nome. Le citazioni che
questa specie viva nelle coste Atlantiche della Francia ed in
Inghilterra sono numerose, ma io non ho mai potuto identifi-
carla soddisfacentemente in tutte le collezioni che ho esaminato.
Una forma che deriva da essa vive nel mar Nero ed è la P.
Pontica, Valence. ms. (ex typo).
La P. depressa, Penn. o athletica, Forb. e Hanl., è comune
nell’ Atlantico. Una buona figura è data da Hidalgo — t. 53, f. 2
col nome di P. aspera con la quale si congiunge — f. 5 e 6,
ch'è proprio la forma Mediterranea. La var. depressaaspera
di De Gregorio, spiega come in certi dati casi partecipi del-
l'una e dell'altra. Questa è la P. Listergidi Valence. ms. (ex typo).
Conto non meno di 10 forme distinte appartenenti a questo
gruppo ed altre intermedie.
Le grandi Patelle del gruppo della ferruginea non sono
neanche ben conosciute. La P. ferruginea, Gm. = costoso-plicata,
Martini = Barbara, Lk. = Lamarckii, Payr., ha varie forme
costanti tra cui la mia var. cometa (=? stella, Risso) ed altre
citate da De Gregorio. Alcune forme sono subfossili o estinte
da poco; var. percostata, De Gr. e var. antiquorum o prahisto-
rica, Monts., perchè serviva di nutrimeuto agli abitanti delle
grotte dell’epoca della selce. La P. Rouxzi, Payr. è tutt'altra
forma. Due soli esemplari identici alla figura di Payraudeau,
li ho avuti dalla coll. Tiberi, come di Corsica.
Patellastra, Monts.
P. Lusitanica, Gm. ( Patella).
Varii conosciuti sinonimi.
Nelle scogliere assieme alla P. c@erulea.
Fissurella, Brug.
F. Mediterranea, (Gray) Sow.
Il nome scevro di qualunque confusione è questo ora desi-
gnato. Tutti gli altri (neglecta, Desh., Italica, Defr., costaria,
Bast.) compresi nella sinonimia dei Molluschi del Roussillon,
— 166 —
sono stati impiegati per conchiglie fossili non identiche a nes-
sunà delle forme Mediterranee. Il Prof. 0. G. Costa distinse
alcune forme viventi con nomi Linneani appartenenti a con-
chiglie esotiche.
Si trovano nel Porto esemplari della:
Var. ex forma: depressa, Mont. —- Depressa a contorno
regolare dentibifide, senza le attenuazioni anteriori del tipo
(= F. Vitoensis, De Greg.) con zone e raggi bianchi e cerulei.
Per le altre varietà ved. Nomencl. gen. e sp. p. 37 e B.
D. D. p. 448.
F. Greca, (L.) auct.
Soltanto la forma littorale nel Porto — B. D. D. t. 53,
f. 4-10: per le altre forme ved. Nomencl. gen. e sp. p. 37.
F. gibba, Ph.
Nomencl. gen. e sp. p. 37.
Comune nelle scogliere assieme alla seguente.
F. nubecula, (L.) auct. \
Nomencl. gen. e sp. p. 37 alla cui sinonimia aggiungere:
F. miriga, De Gr., per gli esemplari adulti e E. Mondelloensis,
De Gr., per gli esemplari giovani esposti al sole e perciò a
vaghe colorazioni.
Comune nelle scogliere del Porto ed è comune ovunque.
Si estende sino al Marocco, al Senegal e forse al Capo di
Buona Speranza se s’ identifica con la F. mutabilis di Sowerby.
Haliotis, L.
H. lamellosa, (Lk.) auct.
Iuv. = H. parva, (non L., Gm.) v. Salis, Risso.
La forma tipica (Reeve, Hidalgo, B. D. D.). Nei punti
rocciosi del fondo coperti d’ alghe.
Si notano inoltre le seguenti principali varietà :
Var. ex forma: striata et bistriata, O. G. Costa. — A su-
perficie striata, sprovvista di ondulosità, — Esemplari tipici a
Napoli (Tiberi).
è i TI
— 167 —
Var. ex forma: convera et fluctuosa, Monts. — Più con-
vessa del tipo a rilevate pieghe dorsali, quasi in direzione
transversale. — Coste di Provenza, esemplare tipico ( Dautzen-
berg); Adriatico a Chioggia (Chiamenti) ecc.
Var. ex forma: multilamellosa aut crispata, Monts. —
Forma regolare a numerose e piccole rugosità. — Lampedusa,
Malta, Alessandria (Monts.); Roussillon (B. D. D. — t. 52, f. 3),
quasi sempre esemplari piccoli.
Var. ex forma: auriculata, Monts. — A contorno d’'-orec-
chio, depressa, tuttocchè leggermente convessa nella parte me-
diana dorsale: non più di 4 a 5 cent. di lunghezza. — Corsica
(Del Prete).
Var. ex forma: producta, Monts. 7 A pieghe lunghe la-
mellose in direzione dall’ apice al margine anteriore; forma
generale allungata. — Adriatico a Chioggia (Chiamenti).
Var. ex forma: planata, Monts. — Appianata, striata con
deboli e rade ondulosità. — Alger (Joly); Palermo (Monts. ).
H. reticulata, Reeve.
— H. glabra (non L., Gm.) et pellucida, v. Salis.
— H. varia, (non L., Gm.) Risso.
= H. tuberculata, (non L.) var. lucida, Req.
— H. glabra, marmorata, bicolor, (non L.) 0. G. Costa.
= H. secernenda, Monts.
Assieme alla precedente senza forme transitorie.
Si distingue per la piccola costante dimensione, superficie
liscia, bordo esterno rettilineo, spira elevata, depressione me-
diana ecc.
Var. ex forma: dis-undata, Monts. — Con due o tre belle
pieghe ondulate verso il margine. — Palermo e Napoli (Monts.).
Le varietà di colorito si ottengono negli esemplari esposti
al sole; unicolori, ondulati, saggittati verdi in fondo scuro,
reticulati, ecc.
Le altre specie Europee sono:
H. tuberculata, L. — Reeve, Hidalgo ecc. — La grande
specie della Manica e delle isole del canale, che secondo alcuni
scrittori si estende alle Azorre ed al Senegal, ma gli esemplari
di quelle regioni e di S. Thomè (Nobre), così come quelli
— 168 —
figurati da Dunker (Nov. Concl. 1853, t. V, f, 17-19 e 1,2,3)
mi sembrano diversi e sono sempre più piccoli. I più grandi
esemplari Europei attingono fino a 10-12 cent. di lunghezza.
— Brest (Daniel).
H. neglecta, Ph. — Zeitsch. fir Malak. 1848, p. 16 (Sicilia).
— Specie poco nota, distintissima, ritrovata a Malta (Ha-
genmiller, Bendall, Caruana); Isola di Lampedusa (Adami).
— Tra la spira ed i fori si contano da 24 a 82 strie spirali;
7 dai fori al margine. Differisce dai giovani esemplari delle
specie Europee, per la forma angusta, per essere assai più
convessa e declive, spira prominente e sopratutto per la man-
canza di canale tra i fori ed il margine. Nelle forma generale
rammenta una Sfomatia.
Scissurella, D'’Orb.
S. costata, D' Orb. ecc.
Nella sabbia del fondo. È da notare che la forma costata
è sempre littorale, mentre che la levigata è propria dei fondi
fangosi e coralligeni.
Adeorbis, S. Wood 1842.
= Circulus, (Jeffreys 1865) Monts.)
A. striatus, Ph. ( Valvata ?).
= Solarium Philippii, Cantr. = Delphinula Dummyg,
Req. ecc.
Qualche raro esemplare, nessuno delle forme carenate.
Tornus, (Turton 1829) Jeffr.
(Brit. Conch. IV, p. 231 = Adeorbis, (non S. Wood) auct.)
T. subcarinatus, Mtg. (Helix) ecc.
Non ancora ottenuto con l’ animale e 1° opercolo.
Dopo le ultime osservazioni di Fischer (Journ. Conchyl.
1885, p. 166 ) pare stabilito che questa specie non appartenga
— 169 —
al genere Adeorbis e che pei caratteri malacologici debba rien-
traro nelle famiglie ssoide. Per affinità conchiologiche l'ho
provvisoriamente messo vicino all’ Adeorbis.
Delphinoidea, Brown 1827.
(= Tubiola, A. Adams, 1864.)
D. serpuloides, Mtg. ( Helix).
= Delphinula levis, Ph.
Raramente qualche esemplare, come in tutti i punti dove
è stata sin’ ora rinvenuta.
D. catenoides, Monts. (Cyotosirelià )b
Anche più rara ovunque.
Le altre specie Mediterranee di questo genere non sono
littorali, ma come queste sono state riferite indebitamente al
senere Cyclostrema, Marryatt, che ha conchiglie solide e can-
cellate, e al genere Skenea, Clark, che appartiene alla fami-
glia Aissoide.
Gibbula, (Leach) Risso.
Gruppo della G. ardens = Magulus, Monts. nov. sect. —
Specie a sutura subcanalicolata ed ornate di strie rilevate;
ricche e vaghe colorazioni.
G. ardens, v. Salis ( Trochus).
= T. Fermonii, Payr. = G. bicolor et sanguinea, Risso.
Forma typica : = elatior, Sc. = conoidea, Req. = promi-
nula, Issel.
Var. ex col. rufo-fusca, Ph. = rubro-maculata, Req. =
maculata, Monts. = G. venusta, A. Adams (ex typo in Ken-
sington Museum) (1) — Non comunè nel Porto (Monts.);
Marseille (Sollier ed altri); Napoli (Praus): Minorca (Prieto) ecc.
(1) Proc. Zool. Soc. 1851, p. 187 (Australia) per errore,
— 170 —
Var. ex col. radiata, Req. = ornata, Monts. — Corsica
(Susini); Livorno (Caifassi); Malta (Caruana) ecc.
Var. ex col. fusca, Ph. = cupa, Monts. — Scura senza
macchie. — Palermo ed altri punti (Monts.); Napoli (Ti-
beri). ecc.
Var. ex forma: depressa, Sc., Req., Issel. — Hidalgo t. 65,
f. 12. = G. sulcosa, A. Adams (ex typo in Kensigt. Mus.) (1)
— Spira meno elevata, solchi forti e sutura canalicolata; co-
lorazione scura uniforme con una fascia rossastra che inco-
mincia dalla sutura sino a metà della periferie o a macchie
bianche alternanti. -— Attica, S. Nicola (Issel); Patrasso (Cone-
menos); Cannes (Depontaillier); Baleari (Hidalgo); Napoli
(Tiberi); Palermo (Monts.).
Var. ex col. et forma: grisea, Req. = cinerea, Monts. =
G. Kalinota, A. Adams (ex typo in Kensigt. Mus.) (2) — Forma
anche depressa e perciò ad ombelico assai aperto, ad anfratti
ben rotondati, apice prominente, sutura profonda ma non cana-
licolata; colorazione grigia a punti e macchiette nere e
bianche. — Questa è la forma più comune nel porto di Palermo.
Var. ex forma: globosa, Req. — A base ed anfratti con-
vessi; colorazione cenericcia uniforme — Corsica (Nevill);
subvar. minor, esemplari minuscoli, alti mill. 15 — Baja di Suda
in Creta (Maltzan); Sciacca in Sicilia, più grandi (Adami);
var. ex col.: « alba lineîs angustis obliquis fuscis » Ph. — Na-
poli (Praus).
Var. ex forma: clausa, Monts. — Ad ombelico quasi chiuso,
esemplari alti mill. 17, larghi 19; scoltura sottile ma rilevata;
sutura canalicolata, colorazione misto di pepe e sale su fondo
rossastro. — Senza precise località ( Vimont); S. Pietro in Sar-
degna (Hagenmiiller), esemplari piccoli.
Ed altre forme che collegano fra esse le nominate varietà.
Le altre specie di questo bel gruppo sono :
G. Barbara, Monts. e sue varietà di colorito. — B. D. D.,
t. 45, f. 17-20 — Coste di Barbaria ecc.
(1) 1. c., p. 187 (Australia) anche erroneamente. Questa identificazione
mi viene (in lettera) accertata da M. Ed. Smith del Kensington Museum,
(2) 1. c., p. 137 (Hab?).
4,
1]
W/1 —
G. subcineta, Monts. (nome emendato) = (G. succineta,
Monts. 1880 — B. D. D., t. 45, f. 13-16 e var. ex col. — Anche
delle coste di Barbaria. Non G. succineta, Carpenter di Cali
fornia (Ann. and Mag. N. H. 1864, p. 426).
G. albida, Gm. (Trochus) = T. cinerarius, Born = T.
quadratus, Wood = 7. magulus, Desh. = 7. Bormi, Cantr.
= T. Biasoletti, Ph. = 7. Lyciacus, Forbes = 7. Clodianus,
Chieregh. ms. ecc., con le sue numerose var. di forma e colore.
— Trieste, Venezia, coste Dalmate, sino all’ Arcipelago Greco.
Gruppo della G. Adansonii, = Colliculus, (piccolo colle)
Monts. — nov. sect. — Specie striate a columella sinuosa, sutura
non canalicolata; colorazione olivastra (allorchè viventi) a
macchie irregolari bianche. Specie i PA
G. Adansonii, Payr. ( Trochus).
= G. variegata, Risso, f. BI.
= T. varians, Desh.
Var. ex forma et col. lucida, Monts. — Olivastra a piccole
macchie, verniciata. — Nel Porto di Palermo nella Corallina.
Numerose altre forme locali :
Var. ex forma et col. lammulata, Monts. — Piuttosto pic-
cola, solidetta, unicolore scura a fiammette verticali bianche. —
Ognina presso Catania (Aradas e Benoit).
Var. ex forma et col. dissimilis, Monts. — Alle volte tur-
binata a macchie tessellate alle base. — Nel Porto di Messina
(Granata, Sulliotti ).
Var. ex forma et col. sfriata, Monts. — B. D. D. t. 47,
f. 1,2 — Forma conica, acuta, tutta striata a fiammette bi-
colori negli esemplari esposti al sole. — Roussillon, (B. D. D.)
Patrasso (Conemenos) ecc.
Var. ex forma: minor-levigata, Monts. — Piccola forma
quasi liscia, puntata bianca. — Spiaggia di Carini presso Pa-
lermo (Monts.).
Ed altre forme a colorazioni meno importanti.
Le specie di questo gruppo sono:
G. Agathensis, Récluz (Trochus) — Adge — Agatha degli
antichi ( Récluz); C. di Provenza (H. Martin, Vimont ed altri);
_
— 172 —
Porto Maurizio in Liguria ( Sulliotti); Livorno (Appelius) ecc.
— Non Agathensis, Jeffr. = Sarniensis, Norman, forma della
Gibbulastra umbilicata (1).
G. Adriatica, Ph. (Trochus) = T. olivaceus, Anton (non
Brown, specie artica) = G. angulata, (Eichw.) Brus. ecc. —
Numerose forme, comunissima nell’ Adriatico e Mare Jonio.
Anche Mediterranea.
G. Euxinica, Andrej. ( Trochus) — Vicina alla precedente.
— Sinope, Mar Nero (Petit).
G. Conemenosi, Del Prete ms. —? 7. bullula, Fisch. et
Tourn. (2) — Forma culminata ad ombelico ristretto, striata;
colorazione olivacea scura. — Prevesa e Missolungi (Cone-
menos).
Gruppo di specie della G. purpurea o turbinoides = Glo-
mulus, (piccolo gomitolo) Monts. nov. sect. — Specie ad an-
fratti rotondati, equistriate, ad ombelico ristretto e a columella
ed apertura ingrossata; colorazioni vivaci.
G. purpurea, hisso ( Turbo).
— Tr. turbinoides, Desh. = Tr. helicoides, Ph. = G. Iva-
micsi, Brus. ecc.
Esemplari scuri nel Porto, variopinti se esposti al sole.
Numerose varietà di colorito, tra le quali:
Var. ex col.: virescens, Monts = 7. colibri, (Mittre) H.
Martin — Verdastro a riflessi dorati — Isole di Hyéres (H.
Martin).
Var. ex col. atra, Monts. — Nera o nera a punti bianchi.
(1) I 7. obliquatus, Gm. = T. umbilicatus, Mtg., può considerarsi
anche come specie Mediterranea giudicando da esemplari di Alger (Joly),
Gibilterra (Ponsonby), Algesiras ecc. La località di Sicilia data da Aradas
col nome di 7. semiglobosus, è, erronea. Questa specie è più Atlantica e
Nord-Atlantica, ma è comune a Cadice e T'anger dove vivono specie nostrane.
A Casa-Blanca nelle coste del Marocco si trova comunemente una piccola
forma che potrà chiamarsi: pavpercula.
(2) Foss. Rhodes 1877, p. 21, t. 1, f. 4 ante: 7. subturgidulus (non
D'Orb.).
— 173 —
— C. di Barbaria ( Monts. ed altri); Bona (Hagenmiiller) —
Cannes (A. Dollfus); Arenella (Monts.) ecc.
Var. ex col. lutea, B. D. D. — Gialla uniforme o con le
solite macchiette bianche. — C. di Barbaria (Dautzenberg ed
altri).
Var. ex col. rubra, Monts. — Confronta col tipo di Risso
e col 7. troglodites, Mittre — Isole di Hyéres (H. Martin);
Cannes (Depontaillier); Ognina (Calcara); Venezia (Stalio) ecc.
Var. ex col. rosca, Monts. — Rosea uniforme o a punti
e macchie bianche. — C. di Barbaria ( Monts., Guillou ed altri).
Var. cx col. albida, Dautzenberg = var. cherubinus, Monts.
— Bianca con l’apice roseo. — CU. di Barbaria, rara ( Daut-
zenberg, Sollier).
Var. ex col. seriuta, Monts. — X serie di macchiette
bianche basali. — Malta (Hangenmiiller).
Var. ex col. normalis, Monts. — Fondo marrone consparsa
di punti e macchiette — Malta (Caruana); Messina (Sulliotti).
Var. ex col. cincta, Dautzenberg — Gabes (Guillou, Ner-
ville ed altri) ecc. ecc.
Le altre specie di questo gruppo sono:
G. Spratti, Forbes ( Trochus) ex typo — Mar Egéo ( Forbes,
M' Andrew); Sira (De Folin); coste di Barbaria (Monts. ed
altri); Isola dei Cervi (Issel). — Specie caratteristica che si
distingue dalla:
G. alveolata, Ph. ( Trochus) = T. pictus, (non Wood) Ph.
= G. nivosa, A. Adams = 7. Vivarelli, Fontenay, f. Donati. —
Malta ( Fielden, Donati, Jousseaume, Hagenmiiller, A. Caruana.).
G. rotella, Monts. nov. sp. — Si distingue per essere rotelli-
forme e non globosa come le precedenti, anfratti piani, ombelico
largo come nel gruppo delle G. umbilicaris; colorazione grigio-
perla, minutamente tessellata di bianco-calce, e con una fascia
senta tessellature alle periferie. — Malta (A. Caruana).
Gruppo di specie della G. Drepanensis = Puteolus, (per
somiglianza con la Lacuna puteolus) Monts. nov. sect. — Specie
oblique a pochi giri di spira o piuttosto ad ultimo anfratto
ampio, sigaretiforme; bocca larga, rotonda, columella arcuata
e non ingrossata, ombelico patulo; colorazioni miste,
— 174 —
G. Drepanensis, Brugnone ( Trochus) — B. D. D., t. 50,
f. 25-26.
Un solo esemplare per caso nel Porto. Si conosce di altre
poche località.
Le altre specie sono:
G. Vimontie, Monts. — Anche conosciuta di poche località
Mediterranee. i
G. Sulliottti, Monts. ms. — Forma obliqua, levigata di una,
sostanza poco madreperlacea, a pareti tenui e trasparenti; om-
belico largo, apertura rotonda ed ampia, colorazione verdastra
a linee sagittifere interrotte — alt. 10 mill., largh. 12. — Mes-
sina al Faro ( Sulliotti); Taranto, esemplari più grandi (Tiberi).
Gruppo di specie della G. varia = Phorculus, ( diminutivo
di Phorcus) Monts. nov. sect. — Specie a spira poco elevata,
anfratti marginati alla base, ch’ è piuttosto piana, depressi
alle periferie; ombelico infundibuliforme; columella obliqua
legermente arcuata o subdentata; colorazioni in generale sbiadite.
G. varia, L. ( Trochus).
= T. Roissyi, Payr. = G. depressa, Risso, f. BI.
Nel Porto si notano le var. afra, concolor, grisea o cinerea,
marmorata, maculata, textilis, ecc., che sono comuni a tutto il
Mediterraneo.
Var. ex forma: tumidosa, Monts. — Ad anfratti piuttosto
convessi — Baleari (Monjò) — Gli autori delle conchiglie del
Roussillon riferiscono a questa forma il 7. Roissyi, Payr.
Var. ex forma: marginata, Monts. — Avendo come un
forte solco vicino il margine — Alger (Joly); Nizza (Monts.).
Var. ex forma: mandarinus, Monts. — A forma di cappello
chinese e fortemente striata; colorazione grigia. —- Prevesa
(Conemenos).
G. Philberti, Récluz ( Trochus).
=? T. Michaudi, BI. = T. villicus, Ph.
Raramente nel Porto la -var. ex col. nigra Req. = atra,
Monts.
Var. ex forma major, minor ecc.
— 175 —
Var. ex col.: pallida, maculata, coffea (= grisea, Req.)
tutte appartenenti alla forma major e minor.
Var. ex forma: solitaria, Monts. — Di mediocre grandezza,
assolutamente sprovvista di cingoli spirali, ma invece sottilmente
striata e ad anfratti legermente convessi; colorazione bionda.
— Patrasso (Conemenos).
G. leuchophaea, Ph. ( Trochus).
Scarsa nel Porto come in tutte le località.
G. pygmaea, Risso.
= T. Racketti, Payr. = G. gibbosula, Danilo e Sandri.
La piccola forma che s'incontra sggente con lievi diffe-
renze di colorazione.
Var. ex forma: depressula, Monts. — A spira piuttosto
depressa. — Messina (Sulliotti ).
Var. ex forma: aperta aut pervia, Monts. — Forma note-
vole più grande ed obliqua, largamente ombelicata; colora-
zione per lo più uniforme scura, con l’ ombelico bianco. —
Finale in Sicilia (Monts.); Coste di Provenza (Martin); Alger,
i più grandi esemplari (Hanley, G. B. Sowerby); Gibilterra
(Ponsonby); Teneriffe (Chaper).
Var. ex col.: imitatrixr, Monts. — Esemplari a grandi
macchie suturali bianche su fondo nero, che imitano quelle
della G. latior — Tanger ( Ponsonby). Questa varietà s’ incontra
nella var. aperta.
Le altre specie sono:
G. tumida, Mtg. ( Trochus) con le sue numerose varietà.
— Atlantico e Nord-Atlantico. — Citata anche come Medi-
terranea (B. D. D.).
G. Isseli, Monts. (dedicata al Prof. A. Issel di Genova) =
G. Racketti, var. albido-conica, B. D. D. — Piccola forma ele-
vata, bianca. — Costantinopoli (Issel).
G. Candei et Canariensis, D’ Orb. ( Trochus) = T. spurcus,
Gould. — Canarie (D'Orbigny); S. Cruz, Teneriffe (Chaper);
Madéra (Watson).
-- 176 —
Gruppo di specie della G. umbilicaris = Tumulus, (nel
senso di monticello) Monts. nov. sect. — Specie solariiformi
e perciò ad ombelico largo, columella perpendicolare e pro-
lungata, anfratti piano-convessi, sprovvisti di cingoli; colora-
zioni cupe.
G. umbilicaris, L. ( Trochus).
= T. fuscatus, Gm. = G. Mediterranea et desserea, ( Risso)
auct. — Abbondante nel Porto in diversa varietà.
Var. ex col. concolor, (Ph.) = olvacea, Req. = picea,
Monts., per gli esemplari più neri. — Dapertutto.
Var. ex col. rubescens, Req. — Bl. Faune Fr. t.10, f. 9
— Esemplari esposti al sole. — Sparsa come il tipo.
Var. ex col. tessellata et Doria, Tapp. = variegata et
articulata, Monts. — Si confondono luna con l’altra. — As-
sieme al tipo in molte località.
Var. ex col. undulata, B. D. D. = t. 45, f. 6 = serpentina,
Monts. — Coste di Provenza (B. D. D.); Palermo (Monts.) ecc.
Var. ex forma: profunde striata, Sc. — Hidalgo, t. 64,
f.3. — In molti punti assieme al tipo.
Var. ex forma: globosa, Req. — Esemplari tumidi — Porto-
Empedocle in Sicilia (Adami).
Var. ex forma: conîca, Monts. -- Conica ad anfratti lisci
e sutura profonda. — Prevesa (Conemenos); Philippeville
(Monts.); Alger (Joly); Taranto (Monts.) ecc. ecc.
Var. ex forma: Gouini, (dedicata a M." Gouin di Oran)
Monts. — Fortemente striata alla superficie e alla base; colo-
razione meno intensa. — Oran (Gouin); Dalmazia (Trois); Li-
vorno (Caifassi) ecc.
Var. ex forma: Nobrei, (dedicata al Seîor Nobre di Porto)
Monts. — Forma problematica, che partecipa della G. umbili-
caris e della G. varia, conica, ad anfratti lisci e tumidi; colora-
zione sbiadita. — Faro in Portogallo (M’ Andrew).
Monstr. soluta, (Ph.) B. D. D. — t. 45, f 3 — Non co-
mune assieme al tipo.
Specimen maximum — alt. mill. 20, larg. 25, della forma
e colorazione tipica. — Marseille ( Artufel).
Altra specie:
ke La LU
— 177 —
G. latior, Monts. = var. patula, Monts. olim — B. D. D.
t. 45, f. 6-8, e lesue var. ex col. spectrum, albina, fusca, orna-
tissima ecc. — Coste di Barbaria (Monts. ed altri ).
Phorcus, hkisso.
P. Richardi, Payr. ( Trochus).
= Turbo variegutus et P. margaritaceus, Risso. = Tr. ra-
diatus, Anton,
Si rinvengono nel Porto le solite varietà: pallida, 229-209,
radiata, lineata ecc. Per quest ultima — Hidalgo t. 60, f. 11.
Var. ex forma: depressa et globosa, Req. — Forme incostanti.
Var. ex forma: minor, Req. — Qannes (Dautzenberg):
Menton ( Monts.); Penisola di Mathana in Argolide (Chaper):
Palermo (Monts.) ecc.
Var. ex col.: albîna, Monts. — Ustica ( Monts.).
Monstr. gidbbosa; dissepta, angulosa, canaliculata, unisulcata,
bisuleata ecc. — Ustica (Monts.).
Gibbulastra, Monts.
G. divaricata, L. ( Trochus).
= M. Lessoni, Payr. = 7. varians, 0. G. Costa ed altri
nomi dati alle differenti età.
Comune negli scogli del Porto.
La var. strangulata, Danilo e Sandri confronta col tipo.
La var. perforatu, Req., è lo stato giovane.
Var. ex forma: diversa, Monts. — Perforata o strettamente
ombelicata; base subangolata ma adulta — Bougie ( Kobelt).
Altre specie del genere:
G. rarilineata, Mich. ( Trochus) = T. Cossurensis, Cale. =
G. purpurata, Brus. — In tutti i punti del Mediterraneo, sino a
Gibilterra.
G. obliquata, Gm. ( Trochus)= T. umbilicatus, Mtg. (vedi
infra p. 172).
N. B. Il 7r. cinerarius, L. = Tr. lineatus, (non Turbo lineatus) Da
Costa = Tr. lineolatus, Pot. e Mich. = Tr. inflatus, BI. = Gibbula
12
— 173 —
striata, Leach = Tr. Philippii, Aradas = Tr. electissimus, Bean
e le sue varietà, non appartiene a questo gruppo ed è stata per esso
creata la sezione Steromphalus, (Leach) Gray = Korenia, Friele —
Specie Atlantica e Nord-Atlantica.
Trochocochlea, Klein.
(= Nephteusa, (Leach) Gray (1) == Zrochius, (Gray) auct
= Osilinus, Ph. = Caragolus, Monts.)
T. turbinata, Born ( Trochus).
— Monodonta fragaroides, Lk. = M. Olivieri, Payr. ecc.
Var. ex forma major, B. D. D. = ponderosa, Monts. ms.
— Roussillon (B.D. D.); Ustica, esemplari a belle colorazioni
cambianti, a macchie rosse, o verdastre, o cerulee (Monts.);
Napoli, specimen maximum, alt. mill..40, larg. 36 (Tiberi) ecc.
Var. ex forma: lapillus, Monts. — Forma più piccola a
base dilatata e colorazione cenericcia con le solite macchiette.
-— Alger (Joly); Sciacca in Sicilia (Adami); Torre de la Mesa
in Spagna (Del Prete) ecc.
Var. ex forma: elongata, Req. — melius: elevata, Monts. —
Conica, alta, a colorazione indistinta. — Corsica (Tiberi); Li-
vorno ( Caifassi); Columbretas alle Baleari specimen maximum,
alt. 38 mill., larg. 34 (Prieto) ecc.
Var. ex forma: globosa Req. — Esemplari globulosi. —
Porto-Maurizio in Liguria (Sulliotti); S. Jean presso Nizza
( Monts.) ecc.
Var. ex forma: dilatata, Monts. — Forma dilatata, base
rotonda, sutura profonda e perciò anfratti convessi; colorazione
confusa. — Malaga (Prieto ) ecc.
Var. ex forma: concava, Monts. — A base concava come
nella 7. sagittifera. — Bona (Hagenmiiller).
Var. ex forma: pinguis, Monts. — Molto spessa a forma
rigonfia; colorazione a macchiette sagittate minute. — Sar-
degna (Tiberi).
Var. ex col.: zebra, (Wood) B. D. D. — Alessandria (Joly).
(1) A Synopsis 1852, p. 174, tipo: N. crassa o lineata.
dest
— 179 —
Var. ex col.: conspicua, Monts. — A grandi macchie sagittate
nere e bianche indistinte. — Isola Bonaria in Sardegna (Sulliotti).
Var. ex col.: tessellata, Monts. =? zig-204g Klec. — Con
le macchie esattamente disposte in senso romboidale, (Jor-
sica ( Monts.); Malta (Gulia); Sira ( Deschamps) ecc. ecc.
Var. ex col. confusa, Monts. — $S' incontra nelle var. ex
forma: dilatata, concava ecc.
T. articulata, Lk. ( Monodonta).
= M. Draparnaudi, Payr. = M. Aglietti, (Ren.) ecc.
Assieme alla precedente, abbondante negli scogli.
Var. ex forma: major, B. D. D. — t. 49, f. 2 — Dapertutto.
Var. ex forma: minor, Monts. — La stessa in piccolo, anche
più comune, principalmente a Livorno (Appelius); Palermo
all’ Arenella ( Monts.).
Var. ex forma: trivialis, Monts. =? Monodonta Sitis,
Récluz — Forma più piccola, subombelicata, che manca della
depressione suturale del tipo, più fortemente striata ed in pro-
porzione più solida, con le macchie suturali articolate — Cette?
(Récluz); Marseille ( H. Martin, Ancey ed altri); Porto-Ferrajo
(Paulucci); Napoli (Tiberi); Livorno (Del Prete); Alger
(Joly) ecc.
Var. ex forma, constricta, Monts. — Forma relativamente
piccola ad apice ottuso e forte depressione suturale; colorazione
tipica. — Nel Porto di Messina (Sulliotti ).
Var. ex forma: depauperata, Monts. — Forma ammiserità
per la mescolanza delle acque, piana, ombelicata, quasi liscia;
colorazione grigiastra indistinta. — Messina al Faro (Sulliotti );
Genova (Palumbo) ecc.
Var. ex col. lincolata, B. D. D. — t. 49, f. 6 — Bella co-
lorazione, piuttosto rara, appartenente alla forma tipica —
Roussillon (B. D. D.) Ustica (Monts.); Malta (Gulia) ecc.
Var. ex col. nigro et albo articulata, Req., confronta col
tipo. — Dapertutto.
Var. ex col. fulminea, Monts. — A fondo bianco e a rade
fiamme scure nel senso spirale, che danno alla conchiglia un
aspetto tutto proprio. Questa colorazione sì rinviene in esem-
plari fortemente striati e spessi. — Djerba nelle coste di Bar-
baria, assieme alla forma tipica (Nerville).
— 180 —
Var. ex col. afra, (Ph.) auct. = migricans, Klec. = T.
Corcyrensis, Stoss. — Piccoli esemplari a colorazione uniforme
nera, fortemente striati. Vicina alla forma trivealis. — Trieste
(Stossich); Dalmazia (Klecack) ecc.
Monstr. ex forma et col. — Forma eccezionalmente ad
anfratti rigonfi e a colorazione speciale composta di piccole
linee zig-zag a varii colori e con una larga fascia suturale
tricolore, bianca, rossa e nera. — Capri (Tiberi).
Monstr. ex col. undata, Monts. — Anche colorazione ca-
suale con linee ondulate nere sopra di un fondo verdastro; per
la forma appartiene alla var. #rivialis. — Ustica (Monts.).
Le altre specie del genere sono:
T. mutabilis, Ph. ( Trochus) = T. Mongenii Philb. ms. e
T. mtermedius, H. Martin ms. — Fisch. cont. Kien. p. 314,
t. 99, f. 2 — Variabile specie delle Coste d’ Istria e Dalmate,
Arcipelago Greco, Ustica, Baleari, C. di Provenza ecc.
T. retusa, Monts. nov. forma =? Phorcus striatus, Risso
— Forma retusa, ponderosa, solida, sottilmente equistriata, a
colorazione speciale e ad ombelico quasi chiuso. Si distingue
inoltre per una forte depressione sottosuturale che l’allontana
dalla 7. mutabilis. — Porto Maurizio in Liguria (Sulliotti);
Livorno (Del Prete); Chioggia (Chiamenti); Trieste (Monts.).
T. sagittifera, Lk.:(Trochus) =? T. citrinus, Gm. = T.
colubrinus, Gould — Hidalgo t. 60, f. 2-7 bene. — Canarie,
Madéra, Spagna Atlantica e Portogallo (Hidalgo).
T. punctulata, Lk. ( Trochus) = L’Osilin, Adanson. — Senegal.
T. lineata, Da Costa ( Turbo) = Tr. crassus, Pult. ecc. —
Atlantico e Nord-Atlantico, Marocco ecc.
T. denudata, Monts. nov. forma —? Hidalgo t. 62, f. 1,2
— Conica, acuta, glabra, senza linee ma invece di una colo-
razione uniforme caffè crudo o bianchiccia ad apertura gial-
lastra. — Cadice ( Monts.); Tangeri (Ponsonby, Monts.).
T. Saulcyi, D'Orb. (Trochus) = T. Tamsi, Dunker —
Canarie (D’ Orbigny); Madéra (Watson); Teneriffe (Chaper);
Senegal (Dunker). Per errore citata del Mediterraneo.
T. di Monterosato — Palermo, Giugno 1888.
( Continua )
— 181 —
CARLO DE STEFANI
ICONOGRAFIA DEI NUOVI MOLLUSCHI PLIOCENTCI
D’ INTORNO SIENA
La
Io ed il Pantanelli nel 1880 pubblicammo i Molluschi plio-
cenici dei dintorni di Siena ( Bullettino della Società malacolo-
gica it. Vol. IV, 1878). Dopo fu fatta dal Pantanelli qualche
aggiunta e rettificazione ( Aggiunte e correzioni al catalogo dei
molluschi pliocenici dei dintorni di Siena pubblicato da De Ste-
fani e Pantanelli — Bull. Soc. mal. it. Vol. X, 1884).
Per migliore schiarimento delle specie pubblico ora le fi-
sure di quelle nuove, rettificando alcune denominazioni ed ag-
giungendo qualche altra specie o qualche luogo trovato da
me o da mio fratello prima della nostra partenza da Siena,
mantenendo pelle zone e pei vari piani degli strati le anno-
tazioni usate nel sopracitato lavoro: terrò pur conto delle
specie aggiunte dal Pantanelli. Debbo osservare che niuna
rettificazione è da farsi al nostro Quadro degli strati plioce-
mici Senesi (p. 10-11). Il Pantanelli (1. c., p. 6) ha creduto
che gli strati di Opini e del Castagno dovessero portarsi
dal n. 13 al n. 11, cioè inferiormente ed al pari con gli
strati di analoga plaga salmastra della Stazione. Tale dubbio
era venuto pure a me; ma dovetti escluderlo. Dopo la pubbli-
cazione del lavoro comune visitai gli strati del Castagno col
Prof. Bargellini. Gli strati a Fasciolaria Pecchiol'i della Sta-
zione non compariscono sulla sinistra della valletta del Riluogo:
ma vi si vedono gli strati ad Ostrea ed altri strati sabbiosi e
ghiaiosi sovrastanti ai quali sì tien dietro benissimo passando
— 182 —
nel versante del Boggione. Ora gli strati nei quali pur trovai
la Fasciolaria Pecchiolii del Castagno e del Poderaccio stanno
al di sopra di questi e non ho alcun dubbio che insieme agli
strati di Opini siano sovrastanti agli strati della Stazione, per
cui nel Quadro nostro non è a fare nemmeno questa rettifica-
zione. Gli strati della Stazione sono circa a 295 m., quelli di
Opini e del Castagno a circa 340 d'altezza; onde vi è differenza
di circa 45 m.
Riporterò tutte le specie, segnando in carattere diverso quelle
aggiunte dal Pantanelli e da me e quelle i cui nomi furono |
in tutto o in parte cambiati, indicherò pure le figure pub-
blicate da altri che potessero far riconoscere le specie nuove
o contestate, e riporterò descrizioni delle specie nuove da noi
fatte.
1l Pantanelli (p. 13) giustamente tolse dal nostro catalogo
de’ molluschi il Dentalium bulbosum>Bronn, e il D. incurvum
Ren. che sono invece anellidi del genere Detrupa.
Anomia striata Broc.
Indicata dal Pantanelli (p. 6) a Monsindoli 12'; da me
trovata a Colletinaio 12".
A. costata Brocc., A. ephippium L.
Gryphaea cochlear (Poli) var. navicularis ( Broc.).
Ostrea lamellosa Broc.
O. pusilla Brocchi = 0. Companyoi Pantanelli (p. 6).
(V. O. De Stefani, Fossili plocenici dei dintorni di S. Miniato
— Bull. mal. it. 1874, p. 30)., Figurata dal Cocconi. ( Enume-
razione sistematica dei molluschi mioc. e plioc. delle prov. di
Parma e di Piacenza, Mem. Acc. sc. Bologna, S. III, P. IL
1875, Tav. X, f. 16-17, Tav. XI f. 9, 10) col nome di 0. bo-
realis Lek.
Questa specie fu fondata dal Brocchi sopra individui gio-
vanissimi ed io pel primo ne descrissi gl’ individui adulti, ap-
plicandovi lo stesso nome, tanto più che non ve n'erano altri
successivi e riferendomi alle ottime figure date dal Cocconi.
Piuttosto che all’ O. dorealis Lek., la quale è in generale
assai meno allungata, somiglia all’ 0. cirginica Gmelin, della
— 183 —
costa Atlantica degli Stati Uniti; anzi paragonando parecchi
individui non si troverebbero differenze di forma se non forse
nella presenza di dentellature sui margini della specie nostra :
eppure vi potevano essere differenze anatomiche notevolissime,
giacchè sappiamo p. e. essere i sessi nell’ O. virginica confinati
a distinti individui, mentre l’ 0. edulis europea è ermafrodita, le
uova mature della seconda essere molto più grandi dell’ altra,
e i neonati della seconda essere ritenuti nel guscio materno in
una specie d’ incubazione, mentre nella prima specie sono quasi
tosto lasciati liberi di nuotare.
LO. cucullata Born, cui pur fu sovente riunita questa
specie, vive nell’ Oceano indiano: non avendo esemplari per
diretto paragone preferisco il nome gdi O. pusilla Broc., che
certamente le spetta. L’ O. cucullata del Fontannes (F. Fon-
tannes, Les mollusques pliocènes de la vallee du Fhone et du
Roussillon, P. II, Lyon 1879, 1882), almeno in parte, cioè le
fio. 7, 8,9 Tav. XVII, e la fig. 3 Tav. XVIII, appartengono a
questa stessa forma, mentre le altre figure rappresentano se-
condo me specie diverse. Così a questa forma va unita l’ 0.
Forskalii (non L.) Brocchi, e notai già altrove doversi unire
lO. cucullata del Foresti del pliocene Bolognese, come l’ O.
cucullata var. Coppiana De Gregorio. Parimenti nell’ O. Com-
panyoî Fontannes (1. c., p. 226 PI. XVII, fig. 45), che pur
si trova a S. Miniato colla tipica O. pusilla, non so vedere
che una forma di quest’ ultima specie; il raccorciamento
delle valve produce lieve cambiamento, cioè raccorciamento
dell’impressione muscolare: gli altri caratteri non li trovo
distintivi. Forse però le fig. 1, 2, 3, 6 dell’ O. Companyoi del
Fontannes vanno attribuite all’ O. lamellosa Broc. Per queste
ragioni non ho seguito il Pantanelli nell’ aggiungere come specie
distinta dalle altre, trovata al Poggiarone e al Colle a Vento,
0. Companyoi. L’ analogia o piuttosto l'affinità delle due
valve citata dal Pantanelli è generale nell’ O. pusilla anche
più che non paia nelle ultimamente indicate figure del Fon-
tannes.
Mi sembra del resto che le divisioni nuove proposte dal
Fontannes pelle Ostreae del pliocene della Valle del Rodano non
siano più felici di quelle del Mayer e di altri,
— 184 —
Anche l’ 0. excavata Desh., va forse unita all’ 0. pusilla.
A mio modo di vedere, nella numerosa farraggine di Ostreae
plioceniche descritte e nominate dagli autori sono a distinguere
solo le seguenti specie: Ostrea cochlear Poli, O. lamellosa Broc.,
O. edulis L., O. pusilla Broc., O. plicata Chemn., o O. Virleti
Desh. Le prime tre e la quinta perdurarono con leggere modi-
ficazioni nell'odierno mediterraneo; la quarta, da chi scrisse di
pliocene, ebbe pur nome come dissi di O. cucullata Born., e
di O. borealis Lck.; infatti con leggere modificazioni si è per-
petuata nell’ Oceano Atlantico sulle coste americane e nell’ 0-
ceano indiano.
LO. plicata o Virleti, ha per sinonimo Vl’ O. cucullata (non
Born) var. occ:tania Fontannes, 1. c., p. 230, PI. XVIII, f. 5-6,
od O. Serresi Tornoùer, e l’ O. Ayotis (non L.) Brocchi, del
Piacentino, come vidi nella collezione Brocchi a Milano. Essa
è molto comune a Castelnuovo Berardenga nel Senese, fuori
della regione da noi descritta.
Mentre varie differenze anatomiche e fisiologiche separano
le specie viventi, si vede però che le loro forme esteriori sono
straordinariamente variabili; perciò conviene accettare con dif-
fidenza le denominazioni proposte per leggere varietà di fossili.
Plicatula mytilina Phil. Da me trovata all’ Osservanza
e a Larniano 12°
Spondylus crassicosta Lek.
Janira maxima (L.).
Amussium cristatum (Bronn), A. duodecimlamellatum
( Bronn).
Pseudamussium De Filippii (Stopp.) = P. Comitatus
Font. De St. et Pant. p. 178, 182 = P. denudatum non Reuss
De St. et. Pant. p. 28.
Pella figura si veda F. Fontannes (Ze bassin de Visan
1878, p. 61, PI. IV, fig. 5) e F. Fontannes (Les mol. plioc. du
Khone et du Rouss. yon, II, 1882, p.200 puo:
col sinonimo di P. Comitatus Font.).
(tiustamente il Pantanelli (1. c., p. 7) ha mostrato che il
nome dello Stoppani precede quello del Fontannes: egli dà
— 185 —
pure una esatta sinonimia. Non lo si può confondere coi Peeten
Philipp di Recluz e di Michelotti.
P. simile ( Lask), P. Testae Bivona; il Pantanelli sostituisce
a questo nome quello di P. Ayalmus Poli (p. 8), ignoro su
quale autorità fondato, poichè il P. /’yalinus, quale pure lo
intendono Philippi, Weinkauff, Monterosato, De (iregorio cete.,
è specie molto diversa dalla nostra.
Pyxis pixidatus (Brocc.) Anche a questo il Pantanelli (p. 8)
sostituisce il nome di . erxcisus Bronn, seguendo l ammaestra-
del De Gregorio, ma il cambiamento mi sembra inutile.
Pecten flabelliformis ( Brocc.).
P. Bosniasckii De St. et Pant., =gP. flabelliformis Broce..
var. Bosniasckii De St. et Pant. p. 29. (Il Pantanelli, p. 8)
ha proposto di ritenerlo come specie distinta ed io ne do la
fisura e riporto la nostra descrizione.
Tav. IX, fig. 1-3.
Va'va infertor magis inflata quam in P. flabelliformi :
in ipsa coste magis convere, minus ample, intervallis profun-
dioricus separate ; in valva sup riore etiam coste matores magis
convere, transversim rugis magis prominulis clathrate.
Lung. 65", Larg. 62”, Gros. 18".
Angiolino 12.
È forma non rara nel pliocene in Toscana e fuori, e la
conosco pure di Pianosa: sta col P. flabelliformis, di cui è
una estrema forma a coste molto rigonfie, nello stesso rapporto
del P. Alessi Phil. che ne è una estrema forma a coste assai
depresse.
P. scabrellus Lck., P. opercularis (L.), Hinnites Ercolanianus
Cocc., P. varius (L.), H. crispus (Broc.), P. pusio (L ): il Pan-
tanelli (p. 8) segue il Monterosato che sostituisce a questo il
nome di P. multistriatus Poli, credendo non sufficientemente
provata l'esattezza dell’attribuzione del nome di Linneo.
H. pusio Sow.
P. Angelonii Meneghini (De St. et Pant., p. 31, 1878)
Pella figura vedansi R. Meli (Cenni geologici sulla costa d’ Anzio
e Nettuno, con Tav. Ann. R. Ist. Tcenico, Roma, 1884) e L.
f
— 186 —
Foresti (Sul Pecten histrix Dod. Meli, con Tav. Boll. Soc. geol.
it. 1885) col sinonimo di Pecten histrix Dod.
È sinonimo pure del P. subspinulosus Seguenza (Le for-
mazioni terziarie nella provincia di Reggio (Calabria) Atti R.
Ace. Lincei, S. 3, Vol. VI, Roma 1880, p. 187).
Vedansi D. Pantanelli ( Pecten Angeloni e Pecten histrix.,
Bull. Soc. Malac. it., Vol. XIII, p. 21) e C. De Stefani ( Prece-
cedenza del Prcten Angelonit Mgh. al P. histrix. Dod., Bull.
Soc. geol. it., 1888).
P. latissimus ( Brocc. ), P. flexuosus Poli, P. pes-felis ( L.).
Limea strigilata (Brocc. )
Lima Targionii De St. et Pant. (p. 33). L’ esemplare
incompleto si è ridotto anche peggio, per cui sono dispiacente
di non darne la figura. Riporterò la descrizione già data da noi.
Testa oblonga, inflata, tenuissima, truns'ucens, fragilis; su-
perne costis longitudinalibus rotundis, in lateribus magis obsoletis,
20-24, et strigis transversis parvis, elevatis, etiam interne ma-
nifestis, ornata: auricule minime. ©
i Lung. 1",2 Larg. 0%.6.
Pieve al Bozzone 5P.
La conchiglia è ovale, trasparentissima; sembra che il solco
longitudinale mediano sia più profondo degli altri; le coste
longitudinali sono manifeste anche sul margine. Differisce dalla
L. subauriculata Mtg. per la piccolezza, per le coste più larghe,
per le strie trasversali più manifeste.
L. clathrata Chemn. Da me trovata a Larniano 12°.
Perna Soldanii Desh.
Meleagrina phaleenacea (Lck.)
Pinna Brocchii D' Orb., P. tetragona (Broc.).
Mytilus Haidingeri Hérn.
Modiola barbata L.
Lythodomus striatus Mgh. (De St. et Pant. p. 84).
Pella figura si veda il L. avitensis Mayer dell’ Hòrnes.
Gregariella Petagnae (Scacc.) Il Pantanelli (p. 9) so-
stituisce a questo il nome di Gregartella sulcata (Risso ).
— 187 —
Modiolaria subclavata Libassi.
Dreissena sanensis May.
Arca Noe L., A. tetragona Poli.
Barbatia barbata (L.), B. lactea (L.).
B. Rollei (M. Hérn.) var. Mortilleti De Stef. et Pant.
= (B. Mortilleti De St. et Pant., p. 36).
ava de, dg:
Testa oblongo-ovata, ventricosa, subequilatera ; antice oblique
truncata, obtuse carinala, acuta; in medio vix depressa; postice
rotundata: radialiter striata; strie, minute, conferte, ad cari-
nam maiores, transverse lincis minoribus precipue ad basim
et strigîs incrementi clathrate: umbones@acuminati, involuti ;
area parva, elongata, in medio verticaliter striata, postice bre-
vissimo spatio, antice maiore, levigata: margo cardinalis rectus ;
dentes numerosi, obliqui; margo pallearis subrectus, in medio
subtilissime excavatus, crenulatus.
i Lung. 9" Larg. 9"
(thiaie di Busseto 10.
L'individuo figurato, che sembra per verità alquanto
deformato, differisce dalla B. Rollei ( Hòrnes), per essere meno
inequilaterale ed alquanto scavato nel mezzo, per la parte an-
teriore un poco più carenata, pel margine di questo lato più
obliquo, per il margine cardinale più retto, e pell’ area del
ligamento più ristretta. Però gl’ individui di altri luoghi plio-
c nici, dove sono piuttosto abbondanti, come delle colline di
S. Miniato, di Limite e di Empoli, differiscono dalla DB. ftollei
miocenica semplicemente pel margine anteriore un poco più
obliquo, per cui tutt'al più sono a sceverarsi come piccole
varietà: perciò ho lasciato da parte il nuovo nome specifico
di B. Mortilleti proposto da me e dal Pantanelli.
Il Pantanelli (p. 9) ritiene che si tratti di « forme ano-
male della £. lactea da non conservarsi neppure come varietà »:
ma ciò è fuori di luogo essendovi dalla B. lactea molte ben
chiare differenze, quante ne porta la 2. Rollei.
B. modioloides (Cantraine) (F. Cantraine, Diagnoses ou
description succintes de quelques espèces nouvelles de mollusques,
— 188 —
Bull. d. Acc. roy. des sciences de Bruxelles, P. II, Bruxelles
1836, p. 396 — De St. et Pant., p. 37).
Tav. X, fig. 19, 20.
Coroncina 12°.
Molto vicina, ma non identica, come prima ritenevamo,
alla B. dichotoma (M. Hòrnes) (1870) del bacino di Vienna:
questa ha la parte anteriore alquanto più rotondata che la
nostra, è nell'insieme meno quadrata e posteriormente meno
alta. Una semplice varietà della 5. modioloides, apparentemente
anco più quadrata, colle coste longitudinali più uniformi, non
granulose, e quelle trasversali più marcate è la B. lneolata
De St. ( Desc. n. sp. moll. phoc. it., Bull. Soc. mal., Vol. I, p. 88,
Racoiegigl0):
B. peregrina (Lib.).
Anomalocardia diluvii (Lck.).
A. syracusensis (Mayer) — A. Turonica non Duj. De
St. et Pant., p. 38.-
Tav. X, fig. 14-16
Altrove distinsi questa specie ordinariamente confusa con
molte altre e la chiamai A. furonica Duj. (C. De Stefani, Fosse
pliocenici dei dintorni di S. Miniato, Boll. Mal. it. 1874, p. 24)
avendola paragonata con individui di Turenna. Il Pantanelli
però, riesaminatala, afferma che è diversa, senza indicare le
differenze; la stessa opinione mi avea manifestato a voce il
Fontannes. Essa però non è certo l A. cuculleifornis Eich.,
come vuole il Pantanelli: differisce molto dal tipo ( E. Eichwald,
Lethaea rossica, Stouttgart 1853, p. 76, PI. IV, f. 11) per con-
chiglia più allungata, meno alta, più inequilaterale, con coste
e con area di ligamento differenti. Forse il Pantanelli fù tratto
in inganno dall’ aver il Mayer (C. Mayer, Catalogue systema-
tique et descriptif des fossiles des terrains tertiaires, Cat. III,
Zurich 1868, p. 75) unito alla spece di Kichwald anche indi-
vidui del pliocene italiano.
Se non il nome di A. turonica si dovrà dare a questa
spece, come già sospettai (oss. plioc., S. Miniato) quello di
A. Syracusensis Mayer. ( Cocconi. En. sist. moll., Parma e Pia-
cenzé, p. 730, Tav, VIII, fig. 14, 15, 16). Erroneamente riter-
— 189 —
remmo (Mal. plioc., Siena, p. 88) che questa fosse sinonima
dell’ A. pectinata Broc.
La specie si estinse nel postpliocene.
A. pectinata (Brocc.).
Soldania mytiloides ( Broce. )
Pectunculus pilosus L, var. insubricus Broc., P.
latus Poli.
Limopsis aurita (Broc.) L. anomala Eich.
bimacu-
Nucula nitida Sow. Da me trovata al Poggiarone 12”.
N. sulcata Bronn, N. nucleus L.
N. trigona Seg., N. placentina Lek.
Neilo Isseli Bell. #
Yoldia nitida (Brcc.), Y. Philippii Bell, Y. Bronni
Bell. Da me trovata a Monsindoli, Colletinaio 12‘.
Leda concava Bronn, L. pella (L.), L. commutata Phil.,
var. consanguinea Bell., L. Héòrnesi Bell.
Mytilicarda calyculata (L.), var. elongata Bronn.
Cardita subrevoluta De Stefani, sp. n. = C. revoluta
De St. et Pant., p. 48, non Seguenza.
Tav. X, fis. 11-13.
Questa specie è diversa da quella che il Seguenza descrisse
nel 1877 e poi fisurò col nome di C. reroluta, che è propria
del postpliocene di Gallina e del Monte Mario. La diversità
consiste nell’ essere la nostra forma, appetto a quella del Se-
guenza, più piccola, più schiacciata, più angolosa e posterior-
mente quasi carenata, più triangolare. Ad ogni modo parmi
che al nome di C. revoluta sarebbe preferibile quello sinonimo
di 0. rhodiensis Fisch., pubblicato con descrizione nel 1877
dopo che il Seguenza pubblicava il nome suo senza descrizione.
Riporterò la descrizione che io ed il Pantanelli già avevamo
dato a questa forma col nome improprio di C. revoluta Seg.
Testa cordata, subquadrata; latus anticum rotundatum,
latus posticum obtuse-angulatums; margo pallearis converiuseulus:
coste longitudinales 24-26 magne, convere; intervallis brevis-
simis separate, transverse, precipue ad umbones, rugose: lunula
antica parva, parum profunda: umbones recurvi, obtusi: margo
— 190 —
pallearis profunde crenatus: dens cardinalis in utraque valva
brevis, in valva sinistra solidior; dentes laterales tenues, breves.
Lung. 16". Larg. 16”,5.
Poggiarone 6P.
Diversifica dalla O. Jouanneti Des Moulins del Miocene,
cui è anche più affine la C. revoluta Seg. postpliocenica, per
essere più piccola, meno obliqua, colla lunula ben poco pro-
fonda e le coste più convesse. |
C. intermedia (Brocc.), C. rudista Lek.
Woodia digitaria (L.).
Scintilla bipartita De St. et Pant. ( p. 44).
Tav. X, fig. 8-10.
Testa ovata, utrinque rotundata: pars antica tertiam lati-
tudinis partem aequans: intus nitida: extus longitudinaliter
striata; strie frequentes; in medio teste divaricate, angulo ad
umbones verso; granulate, ad margines magis conspicue: um-
bones obtusiusculi: in valva dextera dens cardinalis unicus re-
curvus, dens lateralis posticus longiusculus: fovea ligamenti
interna, longiuscula, lata; impressio pallearis simplex, margo
pallearis leviter crenatus.
Lung. 2%,4. Larg. 1",9
Ghiaie del Riluogo 4°
Tellimya levis (Phil.), T. bidentata (Mtg.).
Kellia peregrina De St. et Pant. (p. 45).
Tav RO
Testa elliptica, transversa, inequilatera, depressiuscula, ni-
tida, tenuis, transversim obsolete striata, utrinque rotundata:
intus levigata; strigis parvis longitudinalibus precipue in late
ribus signata: umbones acutiusculi: in valva sinistra dens car-
dinalis unicus; fovea ligamenti elongata, obliqua.
Larg. 3",2. Lung. 3",6.
Casetta 9' Ghiaie di Busseto 4P.
È affine alla Erycina austriaca M. Hòrn, ma è più ovale,
più allungata ed ha l'apice un poco più acuto e sporgente. In
qualche individuo le strie longitudinali si vedono anche al-
l’ esterno.
— 191 —
K. suborbicularis (Mtg.). L'ho trovata anche nelle ghiaie
del Boggione 4. e do la figura di un giovane individuo.
Tav. IX, fig. 13-16.
Mysia rotundata (Mtg.).
Ungulina unguiformis Bast.
Tav. X, fig. 1-5.
Loripes Savii De St.
Lucina borealis L., L. orbicularis Desh.
L. spinifera Mtg. (Pant. p. 10).
Dal Pantanelli indicata alla Coroncina 12°; da me trovata
pure a Monsindoli e Colletinaio 12”. Vi è pure la var. /zatet
loides Bast. ”
Var. Meneghinii = L. Meneghinii, De St. et Pant., p. 47.
Tav. IX, fig. 27-28.
Mi sono persuaso che si tratta d’ una semplice varietà,
senza lamine rilevate, della L. spon7fera.
Jagonia reticulata (Poli ).
Cryptodon transversum (Bronn). Da me trovato ai Due
Ponti e Poggiarone. 5°
Chama sinistrorsa Brug., C. gryphoides L.
Pecchiolia argentea (Mar. )
Lavicardium fragile (Brocc.). Da me trovato pure a Gine-
streto 12”, L. cyprium (Brocc.).
Cardium edule L., C. aculeatum L., C. hians Broc.
C. echinatum L., C. papillosum Poli.
Isocardia cor. (L.).
Meiocardia quadrata De Stefani sp. n. = M. Desha-
yesi non Bell. De St. et Pant.. p. 50.
Tav. IX, fig. 25-26.
Testa inequilatera, cordata, inflata, fere quadrata; lineis
transversis incrementi, postice minoribus, signata; antice convera,
in medio parum concava, postice obtuse carinata, inde depressa,
concaviuscula: margo anticus rotundatus, posticus rectus, vin
obliquus, fere ad marginem dorsalem et pallearem perpendicularis;
— 192 —
margo dorsalis rectus, pallearis vix antice convexus, postice con-
cavus; umbones incurvi et proximi.
Lung. 26", Altezza 20".
Mitigliano 9*
Come già avevamo sospettato è alquanto diversa dalla
M. Deshayesi Bell. Somiglia più che ad ogni altra specie alla
M. (Isocardia) carinata Nyst di Hoesselt e Lethen; ma ne
differisce pella forma più quadrata, pella parte anteriore più
allungata e più alta, pei margini palleare, dorsale e posteriore
più retti, e pella carena situata un poco più nel mezzo.
Cypricardia lythophagella Lck.
Circe minima (Mtg.).
Artemis exoleta (L.).
Cytherea rudis Poli, C. chione (L.), C. pedemontana, Ag.
Cytherea pseudoericinoides De Stefani sp. n. = C.
subericinoides non Desh. De St. et Pant.; p. 51.
Tav. IX, fis. 21-24.
Testa crassiuscula, ovata, non valde inflata, antice rotun-
data, postice obtuse angulosa; margines dorsalis et ventralis
parum convexi; lunula antica parva, sulco parum impresso cincta ;
extus rugis transversis magnis, depressis, non valde numerosts,
sulcis tenuibus limitatis ornati; umbones parum incurvi; im-
pressiones musculares insignes, impressio pallealis satis profunda ;
sinus pallealis integer: cardo solidiusculus; dentes cardinales
tres divergentes in valva sinistra.
Tune i DATATE 128400
Riluogo 4., 5, 6; Pescaia 5, 6; Busseto 10.
Somiglia alla specie figurata dal Goldfuss col nome di
C. sulcataria, che però è diversa dalla vera C. sulcataria Desh.,
come osservò anche il Nyst, la quale è più grande, con gli
umboni più rigonfi, meno depressa, meno angolosa posterior-
mente. Piuttosto la specie del Goldfuss e la nostra somigliano
più alla C. sudericinoides Desh.; ma la nostra diversifica perchè
più piccola, più breve, più triangolare e pel seno palleare meno
allungato.
C. multilamella Lck.
Venus islandicoides Lck., V. gigas Lck. (V. umbonaria
Lck.), V. fasciata Don., V. Amidei Mgh., V. gallina L.
i cia NA
— 193 —
V. pliocenica sp. n. = V. plicata non Gmel. De St.
et Pant., p. 58, et auct.
Pella figura vedasi il Fontannes (Moll. plioc., p. 52, PI. III,
f. 3, col nome di V. plicata).
Comunemente si da a forme del Pliocene e del Miocene
il nome della V. plicata Gmelin, vivente nell’ Oceano indiano;
però esse hanno tutte qualche differenza, per cui meritano de-
nominazioni speciali.
La forma pliocenica, figurata dal Fontannes e descritta 0
citata da molti autori, sempre col nome di V. plicata, è diversa
dalla specie vivente, come in parte notarono lo stesso Deshayes,
il Fontannes (1. c., p. 53), il De Gregorio (Studi su talune
conchiglie mediterranee, Boll. Soc. Mal. it. Vol. X, XI, 1884,
p. 88) pel seno palleale più stretto (D@hayes), pelle lamelle
della superficie esteriore più regolari, separate, in ispece lungi
dal margine, da intervalli maggiori ( Fontannes), meno o punto
alternate da lamelle secondarie (De Gregorio), per la lu-
nula anteriore più stretta, più allungata, divisa in due da
un solco più o meno profondo (De Gregorio). Mi pare giusti-
ficato perciò un nome nuovo, che non potrebbe essere quello di
V. impressa M. Serres, come propone il De Gregorio, perchè
questo va applicato alle forme del Miocene superiore di Francia
e del Bacino di Vienna. Propongo perciò il nome di V. plio-
cenica.
La forma del miocene superiore viennese e parmi anche
quella del Bordelese figurata dal Serres è assai diversa dalla
pliocenica perchè più piccola, più rigonfia; col margine poste-
riore meno carenato; meno marcato l'angolo posteriore di cia-
scuna valva; lunula più ovale, meno allungata, senza solco
mediano; lamelle anche più fitte e meno rilevate sull’ angolo
carenale; il dente anteriore nella valva sinistra ha al suo ter-
mine una specie d’appendice, di cui è traccia pure nella forma
pliocenica, ma che in questa del Viennese è più marcata, a
guisa di dentino autonomo, che accenna al genere Cytherea.
La V. subplicata D'Orb., la V. subplicatopsis De Gregorio e
probabilmente la V. plicata var. druentica Fontannes, sono si-
nonime della V. impressa M. Serr.
— 194 —
V. libellus Ponzi, Rayn. V. D. Ec., V. excentrica Agassiz,
= V. clathrata, (non Duj.) De St. et Pant., p. 54.
Tav. IX, fig. 19-20, junior.
Quelli che avevamo nominati V. clathrata sono giovani
individui della V. excentrica; alle località di questa va aggiunta
perciò quella del Riluogo 4P.
V. verrucosa L. = V. excentrica (non Ag.) De St. et
Pant., p. 54, pro parte. i
Certamente alcuni degli esemplari da noi attribuiti alla
V. excentrica appartengono a questa specie; ma non saprei dire
ora di quali località.
V. ovata Penn.
Tapes Baldassarrii De St. et Pant.
Tav. IX, fig. 17-18.
Testa parva, ovata, valde inequilatera; antice angustata
et rotundata; postice etiam rotundata, obsolete carinata; in-
terdum irregularis; margo dorsalis posticus ventrali parallelus :
lunula minima, ovato lanceolata: ‘area elongata, parva: strie
transverse rugulose, interdum laciniate, ad marginem posticum
maiores; linee longitudinales parve, impresse, postice magis
manifesle. In utraque valva dentes tres parum divaricati, quo-
rum medius in valva sinistra, duo postici în valva dextra bifidi;
anticus în valva dextra minimus. Sinus pallearis magnus, ovatus.
Lungh. 11°",2. Larg. 6°4.
Ghiaie di Pescaia 5.
Si trova nei fori delle litodome, ed ha qualche volta una
forma piuttosto irregolare; per la grossezza delle sue rughe
trasversali e per la sua forma ci pare differente dalle piccole
Tapes viventi.
T. laeta (Poli). La trovai pure alla Stazione 11.
T. Basteroti Mayer; l’unica differenza dalla forma viennese
è, se pure, nella tendenza ad avere margine anteriore più breve.
. Venerupis irus (L.), V. pernarum (Bon.).
Petricola lythophaga Retzius.
Donax semistriata Poli.
Capsa fragilis (L.).
— 195 —
Arcopagia ventricosa (M. Serr.).
Tellina nitida Poli, T. lacunosa Chemn., T. pulchella Lek,,
T. planata L., T. compressa Broc.
Psammobia Planci De St. et Pant.
Tav. IX, fig. 11-12.
Testa transversa, ovato-oblonga, depressiuscula, equilatera,
extus lincis irregularibus transversis corrugata, ad latera ali-
quantulum hians, antice rotundata; margo ventralis converiu-
sculus; postice subtruncata, obtuse angulata; margo analis vix
concavus; margo pallearis fere rectus: umbones parvi, obtusis-
simi; dentes in utraque valva duo minimi, divergentes: liga-
mentum exlernum elongatum, nynphis extus prominentibus adhe-
rens: impressiones musculares magne, elongate; sinus pallii
maximus, postice rotundatus.
Lung. 17°. Larg. 15”. Gross. 10".
Pescaia 7.
P. ferroensis (Chemn.), P. Labordei Bast.
Syndosmia angulosa (Ren.), S. alba Wood.
Mesodesma trigona (Cocc.).
Ervilia italica De St., E. minutissima (De St.).
Solen vagina L. (1).
Ceratisolen legumen (L.). Da me trovato nella sabbia
gialla in Piazza S. Agostino a Siena 12, con Soldania mytiloides
(Broc.), Meleagrina phalenacea (Lck.), Mactra subtruncata
Da 0., Cardium echinatum L., Trochus patulus Broc.
Panopaa glycimeris Born.
Saxicava arctica (L.).
Thracia elongata Phil.
Pandora inequivalvis (L.).
Mactra subtruncata Da C., M. donaciformis De St.
Eastonia rugosa (Chemn.).
Lutraria elliptica Lck. Il De Gregorio (Stud. conch. med.
(1) Il Pantanelli aggiunge (p. 11) la Pholadomya arcuata (Lcek.) di
Malamerenda 12. To ne conosco molti individui di Mucigliani un po’ fuori
della regione da noi presa in considerazione.
— 196 —
p. 138) opportunamente proporrebbe di appellare la specie
L. lutraria L.
Eucharis cypricardina De St. et Pant.
Tav. IX, fig. 9-10.
Testa equivalvis, tenwis, parum globosa, clausa, valde ine-
quilatera, antice et postice rotundata, postice leviter carinata:
margo dorsalis parum convexus; margo pallearis fere rectus:
extus, precipue ad marginem, lineis transversis tenuibus eliam
intus mamnifestis corrugata: apîces minuti, involuti, fere ad
extremitatem anticam teste siti: dens în valva dextra unicus,
trigonus, obliquus, leviter aduncus, ad partem anticam versus;
dentes in valva sinistra duo, quorum anticus illo valve dextre
similis, sed multo minor; posticus vix manifestus, ad marginem
parallelus: impressiones musculares vix manifeste; area liga-
menti externa, in parte postica teste, valde longa.
Lung. 4”,9. Larg. 2,4.
Ghiaie di Busseto 10.
Diversifica dalla E. ( Basterotia) corbuloides M. Hornes,
del miocene Viennese per essere più piccola, molto meno gonfia;
e con la carena assai meno manifesta.
Corbula Deshayesi E. Sism.
C. gibba Ol., C. revoluta Broce.
Sphenia lamellosa De St. et Pant.
Tav. IX, fig. 4-8.
Testa irregularis, oblonga, inequilatera, rotundata, s@epe
hians: extus rugosa et rregulariter transversim striata ; strie
ad marginem pallearem matores: margo ventralis fere rectus;
margo pallearis parum convexrus: umbones parvi, parum corru-
gati, fere leves; in valva dextera dens magnus, depressus, fere
horizontalis, in foveam valve sinistre ingrediens: impressiones
musculares proxime; impressio pallearis magna, postice ro-
tundata.
Lung. 23”. Larg. 16%. Gross. 11”.
Ghiaie del Riluogo 4, Ghiaie di Busseto 10 nei fori delle
litodome.
È di statura variabile; a volte, in particolare negl’ individui
— 197 —
più allungati si trova nella parte posteriore una carena assai
ottusa; gli umboni sono per lo più verso la parte anteriore
a due quinti della lunghezza totale.
Clavagella Brocchii Lek.
Stirpulina bacillum (Broc.) = C. bacillum Broc. De
St. et Pant., p. 64.
Gastrochena intermedia M. Hérn., G. dubia Penn.
Pholadidea rugosa (Brocc.) = Jouannetia rugosa Brocc.,
De St. et Pant., p. 64.
P. Brocchii Pantanelli (p. 12).
Tav. XI, fig. 43-45.
Riporterò con lievissima modificazione la descrizione latina
del Pantanelli. È ad attribuirsi a questa specie piuttosto che
alla P. rugosa, come noi avevamo fatto, la Pholas pusilla (non
L.) Brocchi, Conchiologia fossile subapennina, Tav. XI, fig. 13,
di Fangonero presso Siena.
Testa transversa, elongata, equivalvis, valde inequilateralis,
hiantissima, tenuis, fragilis, antice brevis, sinuosa, postice longa,
truncata; valve converae, sulco superficiali ubliquo, antice
verso, ab umbone proficiscenti, bipartile; pars antica minor,
triangularis, rugis subtilibus, transversis et longitudinalibus in-
vicem perpendicularibus minute clathrata; postice tenuissime et
irregulariter striis incrementi instructa; margo cardinalis antice
rectus, postice callosus; ossiculum parvum, recurvum; impressio
muscularis antica, magna, ovata, marginalis.
Lungh. 17". Largh. 9". Gross. 10".
Ghiaie del Bozzone 4».
Differisce dalla P. rugosa (Brocc.) perchè meno rigonfia,
più piccola, ma più allungata.
Dalla P. Heberti Font., come osservò il Pantanelli, diffe-
risce pelle dimensioni maggiori, pelle costicine della parte
anteriore, per le lamelle più sottili e più ravvicinate nella
posteriore, per lo scudetto cardinale più breve e per il solco
mediano più profondo.
Jouannetia semicaudata Desm.
Teredo norvegica Speng.
— 198 —
Creseis spinifera Rang.
Cleodora pyramidata (L.).
Diacria trispinosa Les.
Siphonodentalium triquetrum (Broc.).
Cadulus gadus (Montf.).
Cadulus gadulus (Doderlein). Da me trovato alla Co-
roncina, Monsindoli 12*.
Entalis dispar (May.), E. tetragonum (Brocc.).
Dentalium dentalis L., D. fossile Gmel., D. aprinum Gmel.
D. Delesserti Chenu = D. elephantinum (non L.) De
St. et Pant., p. 68.
Scaphander lignarius (L.).
Sabatia utriculoides De St. et Pant.
Tav. X, fig. 37, 38.
Testa ovato-elongata; superficies nitida, in medio levis,
superne et inferne transversim minute sulcata; sulci in parte
superiore crebriores, in parte inferiore intervallis magis latis
separati; omnes sub lente longitudinaliter lamellosi ; 0s postice
angustatum, antice dilatatum; labrum sinistrum simplex; la-
brum dextrum crassum, in ventre uniplicatum; plica irregula-
riter granosa, valde prominens, superne regulariter adscendens,
antice subcanaliculata. i
Alt. 5". Larg. 98,9.
Coroncina, Monsindoli 12*.
Differisce dalla S. Isselî Bell, per essere più piccola, per
l'apertura che sembra inferiormente meno ampia, e perchè
le strie trasversali mancano o sono poco palesi nella parte
media della conchiglia; per questo carattere somiglia alla
Atys utriculus Brocc., ma ne differisce oltre che pella piega,
per non essere altrettanto ovale e per l’ apertura più allungata.
Anche la Bulla utricula (non Broc.) di M. Hòrnes è una
Sabatia.
Atys Silvestrii De St. et Pant.
Testa ovata, convexiuscula, ultrinque umbilicata, transversim
— 199 —
sulcata; sulci in utraque extremitate profundiores, puncetati;
apertura elongata, inferne latior; plica ad basim columelle
parum mamifesta. |
Alt. 6",6. Larg. 37,8.
Montechiaro 12>, Coroncina 12*.
È molto affine alla A. utriculus Broc., ma ne diversifica
per la forma più allungata, molto meno rigonfia.
Sono dispiacente di non poter figurare e descrivere meglio
questa specie e l’ A. cannabis per via dei cattivi esemplari
rimasti.
A. utriculus (Broc.).
A. cannabis De St. et Pant. #
Testa metida, ovata, valde convera, inflata, inferne et su-
perne parum umbilicata; in medio levis, tantum lineis incre-
menti longitudinaliter signata, ad extremitates lincis transversis
raris ornata; umbilicus minimus, apertura magis quam ultimus
anfractus elata, ovata, inferne parum amplior; labrum exter-
num simplex; columella levissima, in medio valde convera,
inferne leviter incurva.
Alt..37,6. Largo. 207.
Coroncina 12°.
Si distingue dalla A. utriculus Broc., pella statura mi-
nore e pella forma più convessa e quasi affatto rotonda.
Haminea Weinkaufti (May.), H. miliaris (Broc.).
Volvula acuminata (Brug.).
Cylichna convoluta (Broc.), C. truncata Mtg.
Ringicula buccinea (Brocc.).
R. Gaudryana Morlet = R. ventricosa (non Sow.)
Koch (Die Ringicula des nord. Tertiir — Arch. Ver. d. Freund.
d. Nat. Gesch. in Mecklenburg — Gistrow, 1886, p. 29, Tav.
WEk:5).
Il Pantanelli giustamente osserva che questa forma (p. 14)
è distinta dalla £. duecinea, cui prima la avevano riunita,
onde poi il Koch propose per essa la denominazione errata di
R. ventricosa. Il Pantanelli la cita a Larniano 12> ed io poi
la trovai alla Coronciua e a Monsindoli 12°,
di INSETTO 7
— 200 —
R. Brocchii Seg. (1).
Bullina spirata (Broc.).
Actaeon tornatilis (L.).
Fissurella costaria Bast. Il Pantanelli (p. 14) preferisce
il nome di F. neglecta Desh.
Margarita peregrina (Lib.).
Zizyphinus simulans De St. et Pant.
Tav elise.
Testa conica, acuta, perforata; anfractus leviter converti,
interdum ad basim marginati, prominuli, maculis longitudina-
libus rubris ornati, leves, aut lineis transversis 7-8 sepe parum
pronvnentibus, sepissime obsoletis, quorum duo ad suturam in-
feram proximioribus, et lineis incrementi levissimis signati ;
ultimus anfractus obtuse angulosus; basis 8-9 lineis albo et
rubro articulatis circinnata: umbilicus parvus, profundus: aper-
tura subtetragona.
PALCO Lar
Castagno, Opini 13.
Z. Lawleyi De St. et Pant.
Lav Dalai:
Testa turrito-conica, imperforata, acuta, maculis longitu-
dinalibus fulvis colorata; anfractus plani, lineis incrementi
via mamnifestis et lineis transversis 10 impressis signati; sutura
inferne vix marginata: anfractus ultimus angulatus; basis
planiuscula, circinnatim striata; linee concentrice, baseis albo
et rubro articulate: columella obscure dentata.
Alt. 4%,9. Larg. 3",6.
Tressa, Pescaia 3.
Somiglia nella forma al Z. striatus (L.); ne diversifica
per le strie impresse non elevate e per il numero di queste.
Differisce pure per la forma dal Z. Laugierî (Payr.), e pegli
anfratti piani, non convessi, dal Z. parvulus (Phil). È poi
differente dal Z. turricola ( Eich.) pel numero maggiore delle
(1) Il Pantanelli (p. 13) cita nelle ghiaie del Riluogo 4P la È. aure
culata Men. spece molto rara ed eccezionale nel Pliocene,
— 201 —
strie trasversali che sono più larghe e qualche volta divise
in due da una lineetta e per i giri superiori quasi lisci: i
filetti rilevati obliqui, longitudinali, che nella specie viennese
rendono le strie trasversali più o meno granulose, nella nostra
sono minutissimi ed assai più numerosi,
Z. sranulatus (Born), Z. miliaris (Broc.).
Clanculus corallinus (Gmel.).
Gibbula leucophaea (Phil. ).
G. adriatica (Phil.).
» » var. Seguenzai De St. et Pant.
Tav. XI, fig. 1.
Testa conica, rubro maculata, magis obtusa in anfractibus
superioribus quam in inferioribus, indg@ leviter convera: an-
fractus 5-6 plamiusculi, interdum parum converi, transverse
lineis circa 10-14 striati, longitudinaliter tantum lineis tenuis-
simis incrementi signati; suture parum profunde, excepto sepe
in ultimo anfractu; iste ad basim obtuse carinatus, interdum
rotundatus; basis converiuscula, circinnatim lincis magis di-
stantibus quam in reliqua parle anfractum ornata, erigue um-
bilicata: apertura subquadrata; labrum sinistrum acutum; co-
lumella ad axim teste fere parallela, prope ad basim obscure
denticulata.
Lung. 11" Larg. 9".
Tressa 1; Busseto 10; Stazione 11, Opini 13.
Differisce dal tipo della G. adriatica, Phil, per essere
costantemente più acuta e per la columella meno obliqua sul-
l’asse della conchiglia. I colori sono i medesimi; son macchie
longitudinali più o meno grandi alternativamente rosso-cupe
e bianche.
Il Jeffreys (Notes on Brocchi °s collection of subapennine
shells — Quart. journ. of. geol. Soc. — Febr. 1884, p. 30) af-
ferma che nella collezione del Brocchi a Milano sotto il nome
di Trochus turgidulus Broc., sono comprese due spece, il 7.
Montacuti W. Wood, cui si può serbare il nome Brocchiano
più antico, siccome fecero il Monterosato ed altri, ed altra specie
vicina al 7. adriaticus, che è appunto la nostra var. Seguenzai.
G. patula (Broc.), G. Guttadauri (Phil.), G. magus, (L.).
Turbo rugosus L., T. fimbriatus Bronn.
— 202 —
Imperator europaeum sp. n.
Tav. XI, fig. 4-6.
Testa parva, valde depressa, superne converiuscula, inferne
infundibuliformis, umbilicata. Anfractus 3% velociter accre-
scentes, ultimus maximus, nitidi, lineis incrementi et striis mi-
nimis interruptis transverse signati. Baseis ellipsoidalis, in sen-
sum oris magiîs elongata, lineis incrementi signata, exterius
carina acutissima praedita, costula circulari prope a carina et
lineis impressis intermediis exornata. Os obliquum, ovatum,
superne et inferne angulatum. Umbilicum amplum, profundum.
Altezza 1",4 Larghezza massima 4” Larghezza minima 3°.
Coroncina 12.
Ho dubitato che questa forma singolarissima fosse un
esemplare embrionale di qualche Solarium, Xenophora o Turbo;
ma le mie osservazioni non hanno confermato l'ipotesi; per cui
sono costretto riferirla al genere Astralium e particolarmente
alla Sezione Imperator Montfort, vivente oggi nei mari tropicali.
Phasianella pulla L. La ho poi trovata anche al Castagno 13.
Pantanelli (p. 14) sostituisce il nome Tricholia a Phastanella,
P. speciosa Von Mubhlf.
Adeorbis Duminyi (Requien) = A. Pecchiolianus De St.
Questo mio nome sembrami sinonimo dell’ A. supranitidus
S. Wood, applicabile ad una delle tante varietà del multiforme
Trochus Duminyi.
A. Woodi M. Hòrnes.
Gaillardotia Sena (Cant.) = Ner:tina Sena Cant. De
St. et Pant. p. 80. Il Pantanelli suppone che la N. Muazzianu
D'Anc. non sia sinonimo di questa specie e sia invece una
forma miocenica; ma è certamente in errore: l’ esame degli
esemplari tipici nel Museo di Firenze riconferma quanto già
avevamo detto nel primiero lavoro (p. 81).
Il Brusina per le Neretinae a margine denticolato adopera
il nome Ner:todonta; però mi sembra si debba preferire il
nome preesistente Gaellardotia proposto dal Bourguignat.
Smaragdia Mayeri (Semp. La = Neritina Mayeri Semp.
De St. et Pant, p. Si.
— 203 —
Nerita emiliana May.
Torinia fallaciosa (Tiberi).
T. Theresae (Semper).
Tav. X, fig. 30-34.
Solarium simplex Bronn, S. pseudoperspectivum (Broc.).
S. Emiliae Semp.
Pella descrizione si consulti il lavoro nostro (p. 83) e
quello del Semper. Pella figura, dolente di non poterne dare
una migliore, si vedano il Soldani (Saggio orittografico 1870,
Tab. X, f. 61, H. I, e Zestaccographiae parve et microscopicac
T. II, 1798, p. 142, Tab. X, fig. 61, H, I) d. Bagatti ( Aggiunta
alla enumerazione sistematica dei Molluschi miocenici e plioce-
mici delle provincie di Parma e Piacenza, Parma 1881, p. 27,
f. 13) col nome di S. Aragonae Bag. già riconosciuto sino-
nimo dal Pantanelli (p. 14).
5. moniliferum Bronn, S. millegranum Lek.
Cirsotrema leptoglyptum Fontannes = Cl. amoena
(non Phil.) De St. et Pant. p. 84.
Il Pantanelli ( Sopra alcune scalarie terziarie, Bull. Soc.
Mal. it. Vol. XI, 1885, p. 270) rettamente riconosce che questa
forma è diversa dalla C. amoena Phil. che fra le altre cose
ha la base liscia. Anche la C. amoena dell’ Hòrnes è diversa
dal tipo del Philippi. Il Pantanelli però avvicina alla sua
volta alla C. amocna Phil., anzi ne ritiene sinonima, la C. au-
sonia De St. et Pant. o fallens Font, e pone a fronte le descri-
zioni; ma dalla figura e più dalla descrizione tipica del Philippi
sì capisce che le lamelle non sono così sottili e rilevate come
nella forma nostra; ma sono ridotte quasi a cordoncini depressi.
C. pseuloscaberrima Pantanelli, (.Sop. ale. scal. p. 270).
Coroncina 12.'
C. ausonia De St. et Pant.
Pella figura vedasi il Fontannes, ( Les mollusques pliocènes
de la valléee du Rhone et du Roussillon, Lyon 1879-1882, P. I,
d. 120, PI. VII, f. 14) col nome di C. fallens Font.
— 204 —
La nostra descrizione pubblicata nel 1878 ci dà la priorità
sulla denominazione proposta dal Fontannes benchè non ac-
compagnata da figura. Il Pantanelli (.S. ale. scal. terz. p. 268)
sembra non aver posto mente alle date.
C. cancellata (Broc.).
Opalia corrugata (Broc.), 0. lanceolata (Broc.), 0. torulosa
( Broc. ).
O. fenestrata (Mgh.) da me trovata alla Coroncina 12°.
O. ridens De St. et Pant.
Tav. X, fig. 27.
Testa nitida, turrita: anfractus 10-11 convexi, suturis
profundis distincti; longitudinaliter costellis decem, minoribus
quam intervallis, ornati; transversim sulcis tribus in inferiori
parte anfractuum cincti: anfractus ultimus ad basim angulatus ;
basis planiuscula, laevigata, non costata, unisulcata vel bisul-
cata: apertura ovata.
Alt. 5°,6. Larg. 2"3.
Coroncina 12°.
Differisce dalla O. fenestrata Mgh. pel numero minore delle
coste longitudinali e delle strie trasversali. È nitida e lucente
come quella.
Scalaria foliacea Sow., S. frondosa Sow., S. pulchella Biv.,
S. tenuicostata Mich., S. geniculata (Broc.).
S. pumicea (Brocchi) = S. comitalis De St. Il Panta-
nelli (p. 14) ha giustamente riconosciuto che la mia specie fu
fondata sopra esemplari erosi e che è sinonima di quella del
Brocchi; me ne avvidi esaminando la collezione Brocchiana a
Milano. Io l’ ho trovata poi anche nel Bolgione 5. Non parte-
cipo però l'opinione del Pantanelli che sia propria degli strati
salmastri (1).
Typhis fistulosus (Broc.), T. horridus (Broc.).
(1) Il Pantanelli (p. 15) aggiunge la S. clathra (L.) del Poggiarone;
ma poichè si tratta di specie non ancora ben constatata nel Pliocene accetto
la citazione con riserho. i
attenuate
— 205 —
T. tetrapterus Micht. Il Pantanelli (p. 15) lo cita al
Poggiarone.
Murex spinicosta Bronn., M. torularius Lek., M. Swainsoni
Micht., M. erinaceus L., M. absonus Jan, M. Constantie D’Anc.
M. Jani Dod. Pantanelli (p. 15) lo aggiunge senza indi-
cazione di luogo; io 1’ ho trovato a Larniano 12, Coroncina,
Monsindoli 12°.
M. squamulatus Broc. Pantanelli (p. 15) lo cita al Ri-
luogo e in Tressa.
M. vaginatus Jan. Trovato dal Pafftanelli al Poggiarone.
M. brevicanthos Sism., M. cristatus Broc.
M. Campanii De St. et Pant. Esistendo un M. Hòrnesi
dello Speyer fin dal 1863 escludemmo il nome di M. Hornesi
proposto dal D’ Ancona nel 1871 per questa specie. Il De Gre-
gorio (Stud. su tal. conch. med. p. 269) si dichiara piena-
mente convinto che la forma pliocenica italiana sia identica
a quella del miocene viennese inesattamente appellata M. Sed-
gwickii Micht. da M. Hornes, e se così fosse, si troverebbe nel
vero quando preferisse al nome nostro i nomi più antichi pro-
posti pella specie predetta; però la forma miocenica è costan-
temente diversa, benchè affine, dalla nostra, perchè le tre coste
longitudinali principali sono più rilevate, le coste intermedie
a queste sono ridotte a nodi meno marcati e non hanno l’ap-
parenza foliosa come nella forma pliocenica; le stesse coste
inoltre nei giri superiori sono più oblique: perciò il nostro
nome deve rimanere.
M. conglobatus Michlt., M. Soldanii Mgh., M. truncatulus For.
M. rudis Bors. Pantanelli (p. 16) lo cita a Larniano 12>.
M. Lassaignei (Bast.). Pantanelli (p. 16) lo cita al
Colle a Vento.
M. polymorphus Broc., M. craticulatus L., M. funicolosus
Bors., M. scalaris Brocc., M. imbricatus Broc., M. bracteatus
Broc.
— 206 —
M. corallinus Scac. Da me trovato al Riluogo (1).
Purpura felsinea Foresti (L. Foresti, Alc. forme n. da
moll. foss. del Bolognese, Boll. soc. geol. it. Vol. VI, tav. VIII,
f. 3) = P. hemastoma non L., De St. et Pant., p. 93.
P. producta Bell. = P. striata non Quoy et Gaym., De
St. et. Pant. p. 93.
P. Hoernesana Pecch.
EButhria cornea (L.), E. adunca (Bronn).
Euthria affinis (Bronn); Pantanelli (p. 16) la cita alla
Stazione 11 dove l’ ho trovata io pure.
Metula mitraeformis ( Brocc.).
Pollia turrita (Bors.), P. fusulus (Broc.), P. exacuta
Bell., P. intercisa (Michlt.), P. Bredai (Michlt.), P. plicata
( Broc.).
P. D'Orbignyi Payradeau. È distinta dalla P. plicata
Broc., identica alla spece vivente e 1’ ho trovata a Larniano 12>.
P. Mayeri Bell.
PE. baccata Bell. Da me trovata a Larniano 12>.
Pisania maculosa (Bivona), Bolgione, Larniano 12>.
Fusus rostratus Ol, F. longiroster (Brocc.), F. etruscus
Pecch., F. lamellosus Bors., F. Mennea D'Anec.
Genea Bonellii (Genè); Pantanelli (p. 17) la indica alla
Coroncina dove l’ho trovata io pure.
Phos polygonum (Broc.).
Cyclpos neriteus (L.).
Cylienina Paulucciana (D' Anc.). = Pseudostrombus
Pauluccianus D’ Anc. in De St. et Pant. Pella figura vedasi
(1) Sospetto che la Pollia janioides Pantanelli, indicata (p. 16) in
Tressa 3 sia il Murex corallinus Scac.
Sn 7 a en —-
er
— 207 —
L. Bellardi (I molluschi dei terreni terziari del Piemonte e della
Liguria. Parte III, Torino 1882, p. 164, Tav. X, f. 19).
Eione Paretoi De St. et Pant.
Il Pantanelli (p. 17) sostituisce il nuovo nome £. clantiana
perchè già esiste una Nassa Paretoiî Mayer, sebbene non ap-
partenente alla sezione Lone.
Testa ovato-conica, levis, nitidissima; anfractus circa 6-7
converiusculi, sutura indistineta divisi; anfractus ultimus ali-
quantulum gibbosus, converiusculus: apertura ovata, dimidiam
longitudinem attingens, superne angulata, inferne uniplicata ;
canalis brevissimus; labra dexterum et sinistrum callosa, su-
perne umidentata ; callus usque ad ponultitum anfractum perve-
niens ad reliquam partem spire paullatim transit; labrum intus
‘ striatumi.
Alt. 12". Larg. 47,7.
S. Giovanni, Boggione 5.
Diversifica dalla £. gibbosula (L.) pella spira più allun-
gata e meno rigonfia, pel callo che ricopre i due ultimi giri,
il quale non è grossolano e si confonde insensibilmente colla
rimanente superficie dei giri: l'apertura è parimente più al-
lungata e comparativamente più ovale. In alcuni individui sì
scorgono delle sottili linee trasversali colorate in rosso. Mi
spiace non poter figurare anche questa specie.
E. gibbosula (L.)
Nassa praecedens Bell. Citata dal Pantanelli (p. 17)
al Riluogo e in Pescaia 5 (1).
N. obliquata (Broc.) = N. mutabilis (L.) var. obliquata
Broc. De St. et Pant., p. 99.
- (1) Il Pantanelli (p. 17) aggiunge pure che la N. mutadilis (L.), intesa
la forma tipica come la descrive il Bellardi, è comunissima con la N. 0822.
quata (Broc.) nei dintorni di Siena. Io non riporto questa citazione perchè,
come già osservammo (De St. et Pant., p. 99), il tipo di questa specie è
vivente nel Mediterraneo e non trovammo nel nostro pliocene forme vera-
mente identiche ad esso.
— 208 —
N. conglobata (Broc.), N. turrita Bors., N. macrodon
Bronn: benchè non riportata dal Bellardi ( Moll. Piem. P. III,
p. 90) nella sinonimia, si tratta realmente di questa specie.
N. semistriata (Broc.) = Buecinum exiguum Brocchi (Conc.
foss. subap. p. 659, Tav. XV, f. 20).
N. ecostata De St. et Pant. = N. semistriata (Broc.)
var. ecostata De St et Pant. = N. Olivi Bell. Pant. (p. 18).
Pella figura vedasi Bellardi ( Moll. terr. terz. Piem. Parte
III, p. 151, Tav. IX, f. 16) col nome di N. Olwi: Bell.
Secondo certe norme comunemente accettate il Bellardi po-
teva preferire al suo nome nuovo il nostro già pubblicato con
l'indicazione di tutti i caratteri atti a far distinguere la forma
dalla N. semistriata, tanto più che egli aveva sott’ occhio i nostri
stessi individui. sà
N. semicostata (Brocc.) = N. exigua non Brocc. De
Sty/etPantetp. 05
Noi avevamo ritenuto che l’ individuo frammentario pro-
veniente dalle Crete senesi e figurato dal Brocchi col nome di
N. exiqua rappresentasse la N. ctalica Mayer, ridescritta poi dal
Bellardi e conservammo come più antico il nome del Brocchi:
ma visitando la collezione del Brocchi vidi che la sua N. exigua
è un frammento della N. semistriata Brocc. e che invece è un
frammento della N. italica la N. semicostata del Brocchi, come
riconobbe il Bellardi stesso. Quest’ ultimo poi (Moll. terr. tere.
P. III, p. 133, Tav. VIII, fig. 18) ha descritto come N. exigua
(Broc.) una specie miocenica affatto diversa da quella del
Brocchi come si vede paragonando le figure, cioè più grande,
senza coste e senza funicolo subsuturale; bisogna perciò cam-
biarle nome.
N. serrata (Broc.), N. clathrata (Born.).
N. prysmatica (Broc.), Pantanelli (p. 18). = N. limata
Chemn. De St. et Pant., p. 102.
N. musiva (Broc.).
( Continua )
TOT TARE METTI
BOLLETTINO DELLA SOCIETA MALACOLOGICA ITALIANA
Vol, SH
ICONOGRAETA DEI NUOVI MOLLUSCHI PLIOCENICI D'INTORNO SIENA
(Continuaz. verdi fascicolo pre ‘edi nto)
N. atava Bell. Pantanelli la cita (p.18) al Riluogo 4.
N. angulata ( Broc.), N. incrassata Mill. Erroneamente il
Bellardi ( .MoU. terr. terz. P. II, p. 101), bensi con dubbio, mette +
fra i sinonimi di questa specie la nostra N. serraticosta Bronn.
La
N. Libassii De st.
Tav. X, fig. 23-24.
Testa elongata, gracilis, acuta; longitudinaliter, potissimumn
in ultimo anfractu dense plicato-costata; transversim striata :
anfractus rotundati; ultimus tertiam longitudinis partem sub-
equans: apertura ovata; labrum ertus varicosum, superne uni-
plicatum, intus 4-5 dentatum.
Alt:.8%, Laro, 3%,b.
Poggiarone 9». L’ho poi trovata a Montechiaro 12>.
Conchiglia allungata, poco rigonfia, con circa 8 giri non
molto rotondi, separati da suture poco profonde; i 2 0 3 giri
superiori sono lisci, gli altri sono ornati da coste longitudinali
larghe circa quanto gl’intervalli, più rade e più grosse nei
giri superiori, più sottili e più numerose fino ad essere circa
19 nell’ ultimo giro; spesso, quasi in ogni giro, una di esse è
più grossa assai delle altre in modo da formare una varice
longitudinale. Trasversalmente vi sono ampi cingoli piatti, con
sottili intervalli, nel numero di sei a sette nei due penultimi
giri e di circa 13 nell’ ultimo. Quest’ ultimo giro non arriva ad
un terzo dell’ intera lunghezza della conchiglia. L'apertura è
rotonda, col canaletto piuttosto largo, con una piega superior-
mente; il labbro destro è ingrossato all’esterno ed all’interno
denticolato. Le dimensioni minori, i cingoli trasversali meno
numerosi e più larghi, Ie coste longitudinali più grosse e più
fitte, e la disposizione delle varici, diversiticano bene questa
specie dalla N. serraticostia Bronn. Si trova pure nel pliocene
d'Altavilla presso Palermo ed alla Tagliata nel Piacentino dove
— 210 —
il Coppi la accenna col nome di Buccezumn tomentosum Doder-
lein; però la N. tomentosa Dod. secondo la descrizione tipica
del Bellardi è specie miocenica differente.
N. serraticosta Bronn. L'ho poi trovata anche al Bog-
gione 4» e a Montechiaro 12>.
N. Jani Mayer. Da me trovata alla Coroncina e Gine-
streto 12°.
N. impar Bell. Pantanelli (p. 18) la cita nelle ghiaie
del Riluogo 4».
N. pygmaea Lck. Da me poi trovata anche a Montechiaro 12P.
N. Tournotieri De St. et Pant.
Tav. X, fig. 28-29.
Testa ovato-clongata, nitida; spira acuta; anfractus 7-8
vix converi, suturis satis distinetis divisi: primi duo leves, alii
longitudinaliter costulati, transverse lincis impressis sulcati ; co-
ste longitudinales parum incurve, ad arim teste non oblique,
interdum continue, interstitits maioribus separate; line@ tran-
sverse tenues, superne leviter impresse, ad basim elevate, tantum
ad basim super costas longitudinales decurrentes; anfractus ulti
mus ovatus, postice dimidiam altitudinem teste equans, antice ad
aperturam abrupte adscendens: apertura ovata, superne angulata:
labrum dexterum extus incrassatum, quatuor vel quinque denti
culis armatum; ldbrum sinistrum callosum; callum validum valde
cxpansum, prope angulum superiorem aperture dente uno vel duo
minoribus ornatum; canaliculus brevis, postice parum incurvus.
Lung. 9", Larg. 6°
Tressa 1, Pescaja 3, Madonnina Rossa 8, Stazione 11, Opini 13.
La N. Bast-roti Michlt. differisce per la forma più allun-
gata, per le coste longitudinali più numerose e depresse, per
le strie trasversali più manifeste e per l'apertura più allun-
gata. Il Bellardi descrive parecchie forme vicine, non però la
nostra. Visitando la collezione Brocchi a Milano vidi che la
N. (Buccinum) corrugata Brocc. è molto vicina o forse iden-
tica alla specie nostra, sebbene la figura paia troppo allun-
gata: il Bellardi ha poi figurato una N. corrugata Broc. che
egli dice aver paragonato col tipo ma certamente è diversa
dalla figura tipica del Brocchi e dalla nostra N. Zournotiere
|
Î
|
ine sini . Le
altre località citate si debbono attribuire alla specie seguente,
assai più comune, che sl trova pure insieme.
C. Calcarae Ses. ( Le formazioni terziarie della provincia
di Reggio ( Calabria), Roma 1880, p. 105, Tav. XI, f. 18).
L'avIriesrA2:
— 213 —
Mitigliano 9', Coroncina, (inestreto 12', cui si possono
aggiungere le località di Monsindoli, S. Rocco, Colletinaio 12*.
La specie non fu mai figurata pell’ intiero. Non sono però cer-
tissimo dell'identità.
S. subulata (Broc.), S. tiara (Broc.).
Fasciolaria Ancone ( Pecch.), F. fimbriata ( Broc.), F. Cop-
piana D’Anc., F. Pecchiolii Semp.: la ho poi trovata anche al
Castagno 13.
Mitra ebenus Lek., M. pyramidella (Broe.), M. fusiformis
(Broc.), M. rustica Guid.
M. astensis Bell. Da me trovata ga Larniano 12”.
M. turricula Jan, M. aperta Bell, M. striatula (Broc.),
M. Bronni Bell., M. recticosta Bell., M. cupressina (Broc.):
la M. cupressina M. H6rnes deve attribuirsi alla M. Borsoni
Bell. anzichè alla IM. recticosta Bell., come avevamo fatto ( De
St. et Pant. p. 13).
M. obsoleta (Broc.) Pantanelli la cita alla Coroncina 12*
col nome di IM. eroleta Broc. Io la ho trovata nel Riluogo 4°.
Volvarina Bellardiana Semper. Pella figura di questa
specie vedasi V. Simonelli, (77 monte della Verna e î suoi fos-
Wileitbolisoc!geol. vt. Vol. 1I,..1884; p. 249, Tav. VIL£ 1,2):
l’esemplare figurato è del pliocene d’ Orciano.
Gibberula minuta (L. Pfeiff.). Rimane sempre a studiare
se sia o nò identica alla specie vivente alle Antille.
Granula clandestina (Broc.) (1).
Trigonostoma umbilicaris (Broc.).
T. Bellardii De St. et Pant. Come dicevamo è la 7. um-
bilicaris degli autori; mentre alla vera 7. umbilicaris ( Broc.)
va attribuita la 7. scabra (Desh.) come notai anche nelle col-
lezioni di Milano.
(1) Pantanelli (p. 20) cita alla Coroncina-12t la Marginella eratoformis
R, Hòm.
— 214 —
Cancellaria hirta (Broc.), C. Brocchii Crosse, C. cancel-
lata (L.), C. serrata Bronn, C. Bonellii Bell., C. fusiformis
Cant., C. varicosa (Broc.), U. lirata (Broc.), 0. calcarata (Broc.),
C. uniangulata Desh.
Merica mitraformis (Broc.).
Pleurotoma Ancona De St., P. rotata (Broc.), P. turri-
cula (Broc.).
Surcula intermedia (Bronn), S. dimidiata (Broc.), S. Co-
quandi (Bell.) (1).
Genota Bonannii Bell.
Drillia Allionii Bell., D. obtusangula ( Broc.), D. Brocchii
( Bon.).
\
D. sejuncta Bell. Da me trovata al Castagno (2).
D. Calurii De St. et. Pant.
L'avete 10:
Testa turrita; spira longa, valde acuta; anfractus depressi,
postice canaliculati et margine parvulo marginati; canaliculum
parum latum et parum profundum; anfractus ultimus antice
mediocriter depressus, brevis, circiter tertiam totius longitudimis
partem subequans; suture superficiales; superficies transverse
costulata; costelle transverse minute, uniformes, crebre, parum
celate; coste longitudinales 10-16 depresse, obtuse, awi teste
subparallele, ad basim via producte: apertura orata, angusta ;
labrum dexterum postice non callosum; columella postice parum
depressa, antice subrecta, ad apicem dextrorsum obliquata.
Lung. 20", Larg. 6°
Poggiarone, Bozzone, Riuscello, Pescaia, Ponte a Rosaio 5,
Riluogo: 6.
(1) Pantanelli (p. 21) aggiunge una S. Lamarcki Bell. var. senensis
Pant. senza indicare il luogo: in mancanza di più precise indicazioni la lascio
fuori perchè la S. Lrmarcki è specie essenzialmente miocenica a me ignota
finora nel pliocene.
(2) Pantanelli (p. 21) aggiunge, a Larniano, la D. pseudobeliscus Fisch.
et Tourn. specie finora ritenuta esclusivamente miocenica: dai brevi cenni
sembra trattarsi della S. Coguand: ( Bell.).
e”
sabll Ki
SIT,
vo
. 215 —
Pel numero e pella forma delle coste differisce dalle specie
del gruppo della /. raricosta Bell. Dalla D. Brocchi ( Bon.)
differisce pella minore statura, e dai giovani di essa per la
spira più acuta, pell’ultimo giro proporzionatamente più breve,
e per gli ornamenti longitudinali e trasversali più regolari,
oltrechè per l apice della columella rivolto a destra invece che
a sinistra.
D. Monterosatoi De St. et Pant.
Pella descrizione e pella figura vedansi il nostro lavoro
(p. 122) ed il Cocconi, (Em. sist. moll. prov. Parma e Piacenza
Bologna 1873, p. 468, T. 1, f. 12, 13, 14 )g001 nome di Defrancia
Bellardiana Cocconi non Desm.
D. Spade (Lib.), D. crispata (Jan), D. sigmoidea ( Bronn).
Bela septangularis ( Mtg.).
B. bucciniformis Bell. Pantanelli (p. 22) la cita nelle
ghiaie del Riluogo 4> dove l’ ho trovata io pure.
Clavatula rustica (Broc.). La ho poi trovata anche al Ca-
stagno 13. C. interrupta (Broc.), C. romana ( Defr.).
Clinura Calliope (Broc. ).
C. intermedia (Foresti). Pella descrizione e pella figura
vedansi il nostro lavoro (p. 124) ed il Foresti ( Catalogo dei
molluschi fossili pliocenici delle colline bolognesi, Bologna 1868,
p. 71, T. 1, f. 8-10) col nome di Defrancia amnceps Eichw. var.
intermedia For.
C. elegantissima (For.). Da me trovata alla Coron-
“cina 12*.
Pseudotoma intorta (Broc.).
P. brevis (Bell.). Pantanelli (p. 22) la cita alla Coron-
cina 12* dove l'ho trovata io pure.
P. Bonellii (Bell.). Pantanelli (p. 22) la cita a Lar-
niano 12.
— 216 —
Dolichotoma Gaudini (De St. et Pant.) = Potamides
Gaudini De St. et Pant. p. 160.
Tav. XI, fig. 38-39.
Testa scalariformis, acuta; anfractus 8-10, suturis satis di-
stinctis divisi, lincis sigmoidalibus signati; rima profunda in
carina; superne parum inclinati, longitudinaliter tuberculosi ; tu-
berculis crassis, obliquis, intervallis brevibus et satis profumdis
separati; in medio obtuse-angulosi, cingulo elato, crasso, parum
rugoso, superne canaliculato, carinati; inferne fere verticales ;
cingulis transversis parvis, duo in anfractibus superioribus, st
piem in ultimo, et nodis tenvibus longitudinalibus pracipue in
primis anfractibus ornati; ultimus anfractus tertiam longiludinis
partem vix superans; ad basim obtuse carinatus, et cingulo ele-
vato, parro, camaliculum condenti ornatus; apertura ovata, la-
brum columel'are tenue, adnatum, plica una basali preditma,
canaliculum laterale breve, parum incurvum.
Alt 115, Maro 605
Boggione 3.
È strettamente affine alla D. contabulata ( Desh.) o Cert
thium contabulatum Desh descritto dal suo autore sopra unico
esemplare dell’ eocene di Jeurres nel bacino di Parigi ( Deshayes
Desc. d. an. s. vert. T. III, p. 139, PI. 76, f. 23, 24): solo forse
la nostra specie è più grande, più ottusa: i cingoli sotto la
carena sono più rilevati e meno rilevate e meno numerose sono
le costicine longitudinali. Deshayes lo ravvicina al Potamides
trochleare Lck.; ma questo è un vero Potamices mentre la
nostra specie ha il canaletto diritto e con una piega.
Avevamo attribuito la specie ad un Potamides, seguendo
il Deshayes, per non sapere in quale altro genere collocarla:
però la forma delle linee sigmoidali attesta trattarsi di una
Pleurotomide; la posizione della sinuosità sulla carena la av-
vicina alle vere Pleurotoma e maggiormente ancora alle Ltow-
aultia, attesa la piega sulla columella; però la coda è assai
più breve, l'apertura più ampia, l’ultimo giro inferiormente
più depresso: pelle stesse circostanze è più vicina ancora alle
Dolichotoma; però la coda è anche più breve, l’ultimo giro è
inferiormente più depresso, la piega columellare più spiccata:
forse converrebbe farne una sezione nuova.
D. cataphracta (Broc ).
mi "Gita
Aphanitoma elegans (D'Anc.). Da me trovata a Lar-
niano 12P,
A. Greci (Phil.) Da me trovata al Riluogo 4>.
Clathurella scalaria (Jan).
C. Luisa (Semper) var. Malena De St. et Pant. = (€
Malene De St. et Pant. p. 120.
Tav. XI, fig. è 52.
Noi errammo assai nell’unire la C. Luise Semp. alla
C. scalaria Jan, differentemente dal parere del Bellardi e del
von Ioenen, come pure errammo nelgsostituire a quella il
nuovo nome di C. Malerne; perciò la citazione del von Koenen
deve attribuirsi alla presente specie. Però fra la 0. Luise
dell’ Oligocene, quale fu tipicamente descritta e fisurata pella
prima volta dal von Koenen e la rispondente forma del Plio-
cene Italiano è qualche piccolissima differenza, cioè la spira,
che del resto è variabile, è più acuta, l’ultimo giro è più
breve, il canaletto presso le suture meno alto, più incavato.
Per queste ragioni si può forse conservare il nome di C. Ma-
lene come varietà. Ne dò la figura che pella forma pliocenica
mai è stata data e riporto la descrizione nostra.
Testa fusiformis: anfractus 8-10 converiusculi, ad suturan
superiorem depressi, via camaliculati; coste longitudinales 11-18
parum oblique, interstitiis acquales, suturam suprriorem non at-
tingentes, im anfractu ultimo ad caudam evanescentes; linee
transverse subtiles, vicissine minores: canalis subrectus: labrum
sinistrum ad marginem acutum, ad faucem Aeflerum, ante mar-
ginem caterius varicosum, antice sinuosum.
Lung. 13".4, Larg. 4".3
Montaperto 12°; Coroncina 12°.
C. laxecostulata Bell. Pantanelli ( p. 22) la cita a Mon-
sindoli 12° dove la trovai pur io.
C. emarginata (Don.). Da me trovata alla Coroncina 12°.
Homotoma textilis (Broc.), H. reticulata (Ren.), H. pur-
purea (Mtg.), H. Philberti (Mich.), H. inflata (Jan).
-- 218 —
H. stria (Calcara). Pantanelli (p. 22) la cita a Larniano
12» dove l'ho trovata anch’ io. È
Mangelia scabriuscula Brugn. M. Bertrandi (Payr.), M.
Biondii Bell.
M. rugosissima Brugn. Pantanelli (p. 22) la cita in
Tressa d.
M. costata Penn. Pantanelli (p. 23) la cita nel Riluogo 4°.
M. frumentum Brugn., M. rugulosa (Phil.), M. clathrata
(M. Serr.).
M. Monterosatii Bell. Pantanelli (p. 23) la cita nel
Riluogo 4°.
M. angusta Jan.
Raphitoma hispidula (De COrist. et Jan), R. vulpecula
(Ren.).
R. plicatella Jan. Da me trovata al Riluogo 4P.
R. nebula Mts. La trovai a Larniano 12>.
R. scalariformis Brugn. La trovai alla Coroncina 12*.
R. submarginata (Bon.), R. sulcatula (Bon.), R. mega-
stoma Brugn., R. Libassii Bell, R. turgida Forb, R. Rissil
Bell., R. brachystoma Phil., R. attenuata Mtg., R. harpula (Broc.).
R. spinifera (Bell). Pantanelli (p 23) la cita a Lar-
niano 12»: io l ho trovata a Monsindoli, Coroncina, Ginestreto,
Colletinaio 12.
Daphnella Salinasi (Calcara). Da me trovata a Lar-
niano 12>.
Halia helicoides (Broc.).
Terebra cinerea (Born), T. fuscata (Broc.), T. acuminata
Bors., T. pertusa Bast, T. Basteroti Nyst.
Conus Noe Broc., C. pyrula Broc., C. ventricosus Bronn,
C. ponderosus Broc., C. Aldrovandi Broc., C. Mercati Broc.
— 219 —
C. turricula Brocchi — 0. mrultilincatus Pecchioli, De
St. et Pant. p. 152. Mi sono accorto della sinonimia di questi
nomi visitando il Museo di Milano. La figura del Brocchi, benchè
non perfettissima, risponde bene alla specie; la descrizione è
troppo breve. Erroneamente quindi (L. c.) ritenemmo il (.
turricula sinonimo del C. Mercati Broc.
C. Brocchii Bronn, C. antediluvianus Brug.
Sycotipus intermedius (Sism.), S. ficoides (Broc).
Triton gyrinoides (Brocc.) = 7. modiferum Lek., De
St. et Pant. p. 134. Con ragione De Gregorio (Stud. conch. med.
p. 99) propone la sostituzione del nomggaBrocchiano, come più
antico.
T. doliare (Broc.), T. affine Desh., T. Doderleini D'Anc.,
T. distortum (Broc.), T. apenninicum Sasso, T. heptagonum
(Broc.); da me trovato pure al Castagno 13.
Ranella marginata Martini.
Malea denticulata (Desh. ).
Galeodea echinophora (L.).
Cassis saburon Brug., C. intermedia (Broc. ).
Chenopus pespelicani (L.), C. Uttingeri ( Risso ).
Strombus coronatus Defr.
Erato loevis ( Don.) var. cypraeola Broc.
E. pieris De St. et Pant.
Tav. XI, fig. 7-9.
Testa piriformis, nitida, polita ; spira minutissima, obtusa :
ultimus anfractus converus, antice depressiusculus, ad basim în
caudam brevem desinens; labrum caternum valde incrassatum,
rectum, catus marginatum, intus 20 denticulis preditum; colu-
mella ad basim dentata, superne et in medio denticulis minu-
tissimis crornata.
Lung. 7",9. Lars. 5,7.
Riluogo 4°.
Differisce dalla E. levis var. eypraeola Broc. per forma
meno allungata e più ovale, coda più breve, apertura più stretta,
margine sinistro più ripiegato all’ indentro con denti più nu-
merosi e più profondi e non ricurvo nella parte superiore dove
— 220 —
si connette con la spira. Dall’ E. /@vis vivente differisce, oltre
che pegli accennati caratteri, per la spira più breve; e pell’ul-
timo giro più convesso diversifica dalla £. lewis del Viennese.
Trivia affinis Duj.
T. europaea Mtg. Da me trovata al Riluogo 4° e al Pog-
giarone 6P.
Cypraea elongata (Broc.), C. physis (Broc.).
C. utriculata Lck. Pantanelli (p. 24) la cita a Lar-
MAO 2 Deo
Ovula Capellinii De St. et Pant.
Raveo] 249:
Per meglio far risaltare le differenze ho figurato anche la
vivente O. Adriatica Sow. dello Stretto di Messina (Tav. XI,
fig. 11). ;
Testa ovata, nitida, superne et inferne acuta, sarpe obsolete
transversim striata, longitudinaliter lineis incrementi signata :
apertura ampla, superne angulosa, inferne magis effusa; labrum
externum regulariier converum, incrassatum, non denticulatum
sed exterius requlariter rugosum; columella superne umiplicata ;
pica obliqua eaterius usque ad apicem teste manifesta, in medio
valde convera, inferne parum depressa et ad eatremitatem infe-
riorem laeviter convera, antice parum obliqua: canaliculum in-
forum amp'um.
ATTRIS Eee E
Coroncina 12*. La ho poi trovata anche al Riluogo 4°.
Appetto alla 0. adriatica Sow. è più regolarmente ovale,
più gonfia e meno depressa nella parte inferiore ; la piega su-
periore della columella continua a girare un poco più all’ e-
sterno intorno all'apice della conchiglia, e l’ apice stesso nella
nostra specie apparisce un poco obliquo sull’ asse, anzichè retto
nella continuazione di questo; l'apertura inferiormente è più
larga ed il canaletto vi è più ampio; il labbro esterno del-
l'apertura è quasi affatto liscio ed assai poco ripiegato verso
l’ interno.
CON
Sigaretus striatus M. Serr.
Natica millepunctata L., N. lincata Lek.
N. fulgurata Mgh. La trovai al Bozzone 4”.
N. helicina Broc. Mitigliano, Ropole 9'; S. Lazzero 12°;
Coroncina, Monsindoli, Malamerenda, Ginestreto, Colletinaio 12‘,
N. Pantanellii De St. sp. n. = N. helicina De St. et Pant.
p. 140, pro parte.
Tav. XI, fig. 14, 15.
Testa inflata; anfractus 5 mitidissimi, converiusculi, valde
velociter accrescentes, suturis parum impyessis divisi; spira co-
nica, clatiuscula; anfractus ultimus bis tertiam longitudinis par-
tem fere aequans, umbilicatus ; umbilicum callo spirali praeditum :
columella non callo obtecta; apertura semilunaris.
Lung. 11-19". Larg. 10-15".
Tressa 1, Stazione 11, Castagno 13.
Era da noi prima confusa colla N. helicina Broc. ed era
l’unica specie indicata negli stati litorali salmastri ed insieme
in quelli coralligeni: però essa è assai differente perchè meno
rigonfia, più acuta e colla spira più conica, con giri più len-
tamente crescenti, meno pianeggianti presso le suture, con su-
ture alquanto più profonde, ultimo giro proporzionatamente
minore, ombelico più grande, callo spirale più marcato, callo-
sità della columella mancante o quasi, apertura più ovale e
più prolungata inferiormente
N. Josephinia (Risso) et var. aegyptiaca Réc.
Capulus hungaricus (L.).
C. Forestii De St. et Pant.
Tav. XI, fig. 16-18.
Testa orbiculata, conica, apex involutus subspiralis, lateralis:
superficies transverse praecipue ad basim rugosa, longitudinaliter
striata; striae 11-12 in medio teste magis manifeste; apertura
transversim plerumque latior.
Atti02929 Laro: 17”.
Montaperto, Larniano 12.
Brocchia levis (Bronn).
— 222 —
Calyptraea chinensis (L.).
Crepidula gibbosa Defr., C. unguiformis Bast.
Xenophora infundibulum (Broc.) X. testigera (Bronn).
Siliquaria anguina (L.).
Vermetus arenarius (L.), V. intortus Lck., V. triqueter Biv.
Cacum Nysti De St. et Pant.
Tav. XI, fig. .19, 20.
Testa minuta, cylindrata, acuta, conica, recurva, crassa,
polita, lineis, circularibus tenuissimis et lincis creberrimis tantum
sub lente conspicuis interdum signata, antice aperta, ad mar-
ginem aliquantulum constricta ; septum plus minusve prominens,
triangulare; apex lateralis, obtusiusculus.
ATT2 Sean N026:
Riluogo 4»; Boggione 5. È specie molto comune nel Plio-
cene anche «altrove.
Il Monterosato,-il quale la vide, la crede vicina al C. pot-
licare Carp. delle Canarie: essa aumenta leggermente di dia-
metro dall’ apice all’apertura, restringendosi bruscamente di
alquanto prima di questa.
C. Monterosatoi De St. et Pant.
Tressa 4.
Le dimensioni di questa specie, che non posso figurare,
sono maggiori dell’ antecedente e presso a poco uguali al vi-
vente C. trachra Mtg. Essa è però liscia e solo si vede qualche
sottile linea di accrescimento; l’ apertura è poco più grande
del vertice ed intorno alla medesima è un ingrossamento assai
marcato a guisa di anello come nel C. trachea.
Turritella cochleata (Broc.), T. tricarinata (Broc.), T. tri-
plicata (Broc.), T. Brocchii Bronn, T. tornata (Broc.), T. su-
bangulata (Broc.) et var. spirata Broc.
T. striatissima Dod. Da me trovata a Larniano 12°.
È poi comunissima un poco fuori della nostra regione a Ca-
stelnuovo Berardenga. In parte vi corrisponde, come vidi nel
Museo di Milano, il Turbo replicatus (non L.) Brocchi.
— 223 —
Niso eburnea Risso.
Eulima polita (L.), E. subulata ( Don.), E. Philippii Rayn.
V. D. Ek. et Ponz.
Mathilda quadricarinata ( Broc.).
M. elegantissima 0. S. Costa. La trovai alla Coron-
cina 12°.
M. Brocchii Semp. La trovai a Camollia 12.
Menestho craticulata De St. et Pant.
Non ho esemplari da figurare.
Testa subulata; anfractus sex converiusculi quorum superior
simistrorsus, sutura valde profunda divisi, sulcis 22-28 longitu-
dinalibus rectis et lineis transversis impressis circa 8 clathrati :
anfractus ultimus converus, dimidiam longitudinem teste su-
perans; apertura ovata, tertiam lonqitudinis partem subequans;
columella sinuoso-plicata.
Alt. 2".3. Larg. 0",9.
Riluogo 4.
M. Humboldti (isso ).
Aclis Brugnoniana De St. et Pant.
Tav. XI, fig. 21, 22.
Testa parva, subulata, solida, levis, nitida; anfractus octo
converiusculi, sutura parum profunda divisi; apertura parva,
ovata, lanceolata.
Allora dare 20,
Riluogo 4».
Differisce dalla Elma pyriformis Brugn. per essere meno
CONVessa.
Obeliscus obtusatus Semper.
Tav Xi fio. 3596:
Pella descrizione vedansi il Semper ed il nostro lavoro
(p. 151).
0. plicosus ( Bronn).
— 224 —
T. varicosa (Broc.).
Eulimella Scilla (Scac.), E. acicula (Phil.).
Turbonilla gracilis (Broc.) (1).
T. Gastaldii Semper.
Tav. XI, fig. 23.
Ho aggiunto in paragone una nuova buona figura della
T. florentina 0. G. Costa (Tav. XI, fig. 25).
Per la descrizione vedansi il Semper ed il lavoro nostro
((P: 159
T. Lanceae Lib.
T. columnaris Pantanelli (p. 25) = 7. elongata De St.
et Pant. non Phil.
Non essendomi stata comunicata dal Pantanelli non la
posso figurare.
Testa turrita, cilindrata, elongata, nitida, laevigata; an-
fractus planiusculi, suturis distinetis divisi, altitudine bis ter-
tiam longitudinis partem acquante; longitudinaliter costati; co-
stelle rec'@, circiter 22, inierdum irregulariter dichotome, in
anfractu ultimo prope basim carentes: apertura subquadrata.
ATRIA a ro 8ì
Tressa 3.
Il maggior numero delle coste longitudinali e la forma
meno angolosa la distinguono dalla 7. costellata Grat. quale
è indicata da M. Hornes (2).
(1) Pantanelli (p. 26) cita la 7°. delicata Mtrs. al Riluogo 4. e descrive
una 7. concinna Pant. (p. 27) senza indicazione di luogo, diversa dalla 7.
gracilis Broc. per angolo spirale maggiore e per una leggera depressione
nella parte superiore dei giri. Egli riporta pure dal von Koenen la citazione
della 7. Faeki Koen. (A. von Koenen, Die Gastropoda holostomata und
tectibranchiata, Cephalopoda und Eteropoda des Norddeutschen Miocîn, Stut-
tgart 1882, p. 252, Taf. VI, fig. 24); ma siccome essa è indicata come di
Siena in generale, così non deve essere compresa nel Catalogo nostro.
(2) Pantanelli (p. 26) indica una 7. costellata Grat a Larniano 12. e
Coroncina 121.
4
= °° ee
-— 225 —
T. Strozzii De St. et Pant.
Tav. XI, fig. 24.
Testa clongata, acuta, nitida, loevis; anfractus valde con-
veri, sutura valde profunda divisi; primi duo nitidi, alii longi-
tudinaliter costati: coste circiter 25, vix incurve, oblique, in-
tervalla fore acquantes.
Alt. 4",6. Larg. 1",3.
Coroncina 12. :
Differisce dalla 7. elegantissima Mtg. per le coste più curve
e pei giri più convessi.
T. elegantissima Mtg., T. pusilla Phil. (1).
È cà
T. senensis De St. et Pant.
Tav. XI, fig. 26.
Testa subulato-conica, porcellanacea; anfractus S-9 conve-
riusculi, subcontigui, longitudinaliter lneis 20-22 confertis, pa-
rum obliquis, interstitia subacquantibus, plicati; basis convera
et nitida: apertura subquadrangularis, superne angulata, inferne
rotundauta; labrum sinistrum rectum, verticale, dexterum vix con-
tortum.
Ad 6 Lao d07-
Coroncina 12*.
La statura di metà più piccola e il numero delle pieghe
longitudinali, sembra facciano differire questa specie dalla
T. Meneghinii Libassi. Pella statura molto più ne differisce la
T. plicatula (Broc.) (2). |
T. terebraeformis Meneghini.
Tav. XI, fig. 27.
Testa turrita, aciculata, anfractus 8% planiusculi, sutura
parum profunda divisi, longitudinaliter plicati; plice circa 14-15,
recte, ad basim ultimi anfractus non producte ; strie transverse
etiam ad basim manifeste, in anfractubus superioribus circa
(1) Pantanelli (p. 26) cita la 7. ewxilis Ses. al Castagno 13 e la 7.
minima Seg. alla Coroncina 12.
(2) Pantanelli (p. 26) cita la 7. scaleriformis Seg. al Castagno 13 e
la 7. plicatula (Broc.) (p. 27) senza indicazione di luogo.
fd
Ut
— 226 —
qualuor: sutura superior cingulo majori, elato, marginata; aper-
tura subquadrangulares.
Alt. 4,4, Larg. 1".
Coroncina 12. .
Il cingolo elevato che circonda ciascun giro nella parte
superiore, sul quale eziandio arrivano le pieghe longitudinali,
la distingue assai bene. (1).
NT. Mercati De St. et Pant.
MavAX fis 028:
Testa aciculata; anfractus planiusculi, sutura parum im-
pressa divisi, longitudinaliter plicati; plice oblique 20-25, ali-
quantulum recurve, interstitia subarquantes; interstitia circa
30 lincis impressis cinceta, quarum una marima et ampla in
tertia parte superiore anfractuum; apertura subquadrangularis.
ATEO Aa ro 09
Riluogo 4°.
Le pieghe longitudinali oblique ed alquanto curye, le nu-
merose linee trasversali, e sopratutto la spaziosa linea impressa
bei visibile nella parte superiore dei giri in prossimità quasi
alla metà di questi, la distinguono bene dalla 7. rufa Phil,
e dalle altre specie affini: le coste longitudinali non si esten-
dono alla base, cui si estendono invece le costicine trasversali;
nell’ ultimo anfratto, all’ altezza dell’ apertura, le coste longi-
tudinali sono limitate da una linea circolare impressa, ampia
come quella che sta nella parte superiore degli ultimi giri.
T. rufa Phil., T. indistincta Mts. (2).
Pyrgulina excavata Phil., P. interstincta Mtg. P. pygmaea
Grat. (3).
(1) Pantanelli cita la 7. internodula Wood al Castagno 15.
(2) Il Pantanelli cita la 7. striolata (L.) (p. 29) a Larniano 12P e
descrive una 7. simulans Pant. (p. 30) diversa dalla 7. rufa per dimen-
sioni maggiori, anfratti più convessi, solchi longitudinali più ampi e conti-
nuati, insieme alle costole, sulla base dell’ ultimo giro.
(3) Pantanelli (p. 30) aggiunge la P. turdonelloides Brus. alla Coron-
cina 12! e la P. eximia Jeff. a Larniano 12>.
Odostomia plicata Mtg., 0. conoidea ( Broc.), 0. planulata
Jan. Il Pantanelli attribuisce questa specie (p. 25) alle £u-
limella.
Potamides nodoso-plicatum (M. Hérnes).
Prima di noi niuno mostrò la stretta affinità col vivente
P. conicum Blainv.
P. etruscum (Mayer).
Tav. XI, fig. 2931.
Pella descrizione vedansi il Mayer ed il lavoro nostro
(p. 159): la figura non fu mai data. ,
P. tricinctum (Broc.).
P. Giulii De Stefani sp. n. = P. furbinatum non Broc.
De St. et Pant. p. 159.
Tav. XI, fig. 33-35.
Testa conica, acuta; anfractus 10-14 planiusculi, lente ac-
crescentes, suturis superficialibus divisi, cingulis transversis et
nodis erornali: nodi in duabus seriebus prope a suturis infe-
riore et superiore dispositi, 20-25 in ultimo anfractu; cingulum
transversum intermedium, valde subtile, sarpius deficens, interdum
nodulosum; cingulum alium suture inferiori adhaerens; an
fractus ultimus inferne plamiusculus vel vir concavus, cingulis
8, 9 interdum rugosis, crornatus.. Apertura ovata vel subqua-
drata, inferne camaliculata ; canaliculum dextrorsum versum.
Lung. 20-34". Larg. 9-12".
Boggione, Bozzone, Tressa 3;. Pescaia 7.
Il Potamides turbinatum (Broc.), il P. bicinctum (Broc.),
il P. terebella (Broc.) e il P. margaritaceum (Broc.), ad ec-
cezione del secondo, indicati dal loro autore nel Senese, sono
specie mioceniche sicuramente mancanti in questa regione.
Il P. Giuli ha la forma del P. tricinctum (Broc.) e
mostra di essere strettamente connesso con questo. La spira è
conica, l'apertura, la base ed i sei o sette cingoli semplici che
l’adornano, sono disposti come nel ?P. #ricinctumi; la statura
però è minore. Ogni giro è ornato da due cingoli ed il supe-
x
riore è talvolta un po' maggiore; però nel mezzo dell’ ultimo
— 228 —
siro raro è non comparisca un altro cingoletto sottile a guisa
di filo che talora si mantiene anche nei giri superiori. I nodi
longitudinali sono più grossi e meno numerosi che nel P. #r/-
cinctum, vale a dire da 14 a 19, e quando esiste il terzo cingo-
letto appaiono anche sul medesimo.
La statura maggiore, i giri pianeggianti, la base del-
l’ultimo giro parimente pianeggiante, e la forma dell’ apertura
lo distinguono dal P. nodoso-plicatum (M. Horn.) col quale ha
molta analogia.
Ho potuto accertarmi nel Museo di Milano che il P. #ur-
binatum (Broc.) è specie diversa, miocenica, e non certo senese.
Il Brocchi citò erroneamente vari Potamides miocenici nel Se-
nese sulla fede delle collezioni degli Scolopi e dei Fisiocritici.
Cerithiopsis tuberculare Mtg., C. bilineatum M. Hérn.
C. Manzonianus Cocc. Pantanelli (p. 30) lo cita alla
Coroncina: io lho trovato a S. Rocco e Monsindoli 12*.
C. Genei (Bell. et Michlt.) Pantanelli (p. 130) lo cita
alla Coroncina 12°.
Monophorus perversus (L.).
M. Bartalinii De St. et Pant.
Tav. XI, fig. 46.
Testa sinistrorsa, magna, cilindrato-subulata: anfractus
planiusculi, ad suturas constricti, ad suturam inferiorem linea
clovata marginati; cingulis tribus elevatis moniliformibus et
margaritis 23-24 in seriebus longitudinalibus dispositis ornati :
anfraclus ultimus angulosus, ad basim plano-concavus, prope
angulum linca impressu signatus; apertura subquadrata ; ca-
nalis longus, recureus, subelausus.
Alt.19%. Laro. 40.
Coroncina 12°.
Rassomiglia in tutto al M. perversus (L.) di molto ingran-
dito; per conseguenza vi apparisce quella linea marginale verso
la sutura inferiore che nel M. percersus è quasi mai manifesta
o tutt'al più piccolissima: la maggior differenza fra queste due
specie, negli esemplari da noi esaminati, deriva dall’ essere la
i
|
— 229 —-
base dell’ ultimo giro segnata da una sola linea impressa adia-
cente all’angolo esterno: nel M. perversus v hanno inoltre
due linee circolari elevate. Le perle nella nostra specie e nel
IM. perversus paiono in numero eguale e come in questo sono
disposte in serie longitudinale; nella nostra specie, particolar-
mente alla base, sono ben visibili le strie longitudinali d’ ac-
crescimento.
Cerithium varicosum Broc., C. apenninicum Mayer, C. vul-
gatum Brug., C. europaeum Mayer, C. crenatum Broc., C. dolio-
lum Broc., et var. A, B, C. De St. et Pant., C. nepos De Stefani.
Bittium scabrum (01.), B. spina ( Partsch. ).
Melanopsis flammulata De St. P°
Melania etrusca De St.
Pyrgula? laevissima De St.
Fossarus costatus (Broc.)
Stalioa acuta De St.
Peringia procera (Mayer), P. pseudostagnalis De St.
Nematurella Meneghiniana De St.
N. etrusca De St. — N. Meneghiniana var. etrusca De
St. et Pant. p. 170.
Rissoa similis Scac.
R. Lachesis Bast. var. Mayeri De St. et Pant.
Testa elongato-ovata; anfractus 6-7 converi, suturis sat
profundis distineti, interdum mitidi vel transversim striati et
longitudinaliter costellis circa 16 in penultimo anfractu, saepe
in ultimo deficientibus, ornati; anfractus «ltimus quandoquidem
univaricosus; apertura orata, superne angulosa, ertus incrassata.
ATE 490 are 1838:
Tressa 1; Pescaia 3; Riluogo 2>; Stazione 11.
Ha la forma più allungata ed in generale più acuta della
specie Viennese, l’ultimo giro più ovale e meno angoloso
R. Sultzeriana Risso, R. auriscalpium L.
Alvania Euphrosine De St. et Pant.
Testa acuta; anfractus 5-6 subangulati, suturis sat. pro-
fundis distineti, transvrrsim limneis obsoletis parum mumerosis
TDI
cimeli, lomngitudinaliter costati; coste 8-9 rec'e, intervallis mi-
moribus, ad bisim anfractus ultimi evanescentes: apertura ro-
tundata, superne obtuse angulata; lubrum exlernum incrassatum,
intus striatum.
Alt. 3",4. Larg. 2".
Pieve al Bozzone 12P.,
_ Le coste longitudinali sono 8-9 e non arrivano oltre la
metà dell’ ultimo giro.
Differisce dalla ssoa similis Scac. per la spira meno
acuta, pei giri più angolosi, per le linee trasversali rilevate,
continue e rade; il labbro sinistro è internamente solcato da
molti brevi denti.
A. Thalia De St. et Pant.
Taio 360057
Testa clongata, ovata: anfractus 5-6 convexi, suturis sat
profundis distincti, longitudinaliler costati, (coste 12-14 recie
ad basim anfractus ultimi evanescentes ), tranversim lineis. cle-
vatis circa decem in ultimo anfractu, 4-5 in penultimo cimeti :
apertura ovata, superne acutiuscula; labrum caternum ineras-
satum, intus interdum striatum, labrum columellare tenue, re-
flexum.
Alt. 4%,9, Larg. 1°,8.
Tressa, Pescaia 8; Stazione 11.
È piuttosto variabile; qualche volta predominano le strie
trasversali e qualche volta sono quasi .sole le longitudinali. È
intermedia alla A/ssoa Lachesis Bast. e alla A. Moulinsi Mtg.,
e le sue modificazioni sono parallele a quelle della prima specie;
differisce però dalla A. Moulinsi pelle suture più profonde e
pei giri più convessi, come pure per il labbro dell’apertura
non così fortemente striato; differisce dalla £issoa Lachesis
pelle strie trasversali più manifeste, per l’ apertura più rotonda
e per la forma sopraindicata dei giri.
Dalla vivente A. lneata Risso, differisce per la statura più
piccola, per le costole longitudinali che di solito non arrivano
fino alla base, e perchè le strie trasversali alla base sono più
fitte, e sono due o tre di più che nella specie vivente.
I AVER
A. Aglaja De St. et Pant.
Tav. XI, fig. 40, 41.
Testa clongata, ovata: anfractus 6-7, converiusculi, eleganter
clathrati; cingulis transversalibus quinque im penultimo, decem
in ultimo anfractu, quorum superior ad suluram prorimus, et
costellis longitudinalibus circa 22 usque ad basim productis ;
apertura ovata, superne acutiusceula, extus incrassata, intus 7-9
dentata.
Alti 4ro Largy 2
Tressa, Pescaia 3; Bozzoncino 5.
Nel penultimo giro sono 5 costicine trasversali e nell’ ul-
timo 10; vi sono pure 15 a 25 costicine@longitudinali.
È diversa dall’ A. Beanzi (Harl.) perchè il numero delle
linee elevate circolari in tutti i giri è minore; esse sono cioè
5 nel penultimo, 10 nell'ultimo invece di 6-7, 15-17. Ci parve
anche dive:sa dall'A. Brocchii Weink. pella statura minore e
parimente pel numero minore dei cingoli trasversali, pella loro
sottigliezza e pei tubercoli nell’ incontro delle strie trasversali
con le longitudinali.
Dall’ A. Mariae (D’ Orb.) diversifica per il minor numero
delle costicine; e dalla A. acinus (Broc.) pel numero maggiore
delle coste longitudinali e trasversali.
A acinus (Broc.), A. zetlandica Mtsg.
A. diadema Doderlein.
Pella figura vedasi A. Manzoni, ( Annotazioni al saggio di
Conchiologia subappenrina, Bull. Mal. it. Vol. III, p. 25, T. II,
fig. 2) col nome di Alvania sp. n.
Cingula proxima Ald.
Rissoina pusilla (Broc.), R. decussata Mts.
Valvata piscinalis Mill.
Cyclostoma praecurrens De St.
Truncatella truncatula Drap.
Planorbis complanatus Mill.
Ophicardelus pyramidalis (Sow.), 0. Serresii Tourn.
Carychium rufolabiatum De St.
Acicula pseudocylichna De St.
Helix cfr. suttonensis Wood, H. italica De St., H. senensis
Pant.
— 232 —
Hyalinia cfr. Isseliana Paulucci = H. obscurata non
Porr. De St. ‘et Pant. p, IV7.
Succinea cfr. putris L.
Glandina senensis De St.
Libania peculiaris De St.
Sansania Bourguignati De St. Sembra identica, come parve
anche al Dott. C. Reid, al Limax modioliformis Sandberger,
pubblicato nel 1881 ma stampato nel novembre 1880 come si
dichiara nella copertina ( Ein Beitrag zur Kenntniss der unter-
pleistoctinen Schichten Englands - Palacontographica Bd. 27,
1880-81, p. 103, Taf. XII, f. 15). Il mio lavoro ( Molluschi con-
tinentali fino ad ora notati in Italia mei terreni pliocenici.
Atti della Società tosc. di sc. nat. Vol. I, fasc. I, 1881) è però
anteriore di qualche mese, essendo terminato nei primi mesi
del 1880, e infatti l’anno 1880 è pur segnato nella copertina
interna del volume.
PAT APRÌ
»
»
Fig.
»
»
»
»
— 2393 —
SPIEGAZIONE DELLE TAVOLE
Tav, IX
1,2,3. Pecten Bosniuckii De St. et Pant. Angiolino (P).
4,5, 6, 7,8. Sphenia lumellosa De St. et Pant. Riluogo (M).
9,10. Eucharis cypricardina De St. etaPant. Busseto: ingran-
dita 6 volte (P).
11,12. Psammobia Planci De St. et Pant. Pescaia (P).
13, 14, 15, 16. Kellia suborbicularis Montagua, Bolgione: in-
grandita 6 volte (M).
17. Tapes Baldassarri De St. et Pant. Pescaia (P).
18. Id. Ingrandita.
19, 20. Venus excentrica Agassiz, junior. Vicinanze di Siena
(dalla Collezione Pecchioli nel Museo paleontologico
di Firenze): ingrandita 2 volte (M).
(ar
DD
D
2,25. Cytherea pseudoericinoides De Stefani, Pescaia (M).
Id. Monte Castello nella provincia di Pisa (M).
, 26. Meiocardia quadrata De Stefani, Mitigliano (M).
9
MD N N N
Ha
Hi
,28. Lucina spinifera Mtg. var. Meneghinii De St. et
Pant. Larniano (P).
Tav. X
1,2,3,4,5. Ungulina unguiformis Basterot, Ulignano in Val
d’ Elsa: ingrandita 2 volte (M).
6,7. Kellia peregrina De St. et Pant. Casetta: ingrandita
4 volte (P).
8,9,10. Scintilla bipartita De St. et Pant. Riluogo: ingran-
dita 8 volte (P).
11,12, 13. Cardita subrevoluta De Stefani, Pietrafitta presso
San Gemignano in Val d’ Elsa (M).
14, 15, 16. Anomalocardia syracusensis Mayer, Castagno (P).
— 2594 —
Fig, 17,18. Barbatia Rollei (M. Hornes) var. Mortilleti De St.
>»
»
»
»
»
»
Fig.
»
»
»
»
et Pant. Busseto: ingrandita 2 volte (P).
19, 20. Barbatia modioloides ( Cantraine) Coroncina: ingran-
dita 3 volte (M).
21,22. Columbella trinodis Meneghini, Castagno: ingrandita
2 volte (M).
25,26. Columbella vittata De St. et Pant. Pescaia: ingran-
dita 2 volte (M).
23, 24. Nassa Libassiù De Stefani, Tagliata nel Modenese:
ingrandita 8 volte (M).
28, 29. Nassa Tournoutri De St. et Pant. Pescaia: ingran-
dita (M).
27. Opalia ridens De St. et Pant. Coroncina: ingrandita 5
volte (P).
30, 31, 32, 33, 34. Torinia Therese (Semper), Pescala: ingran-
dita 4 volte (M).
35,36. Obeliscus obtusatus Semper, Coroncina: ingrandito 6
volte (M).
37,38. Sabatia utriculoides De St. et Pant. Orciano nelle
Colline Pisane: ingrandita 5 volte (M).
Tav. XI
1. Gibbula adriatica (Phil.) var. Seguenzui De St. et Pant.
Colle di Val d’ Elsa (M).
. Zizyphinus Lawleyi De St. et Pant. Tressa: ingrandito 4
volte (P).
3. Zieyphinus simulans De St. et Pant. Castagno: ingrandito
2 volte. (M).
4,5,6. Imperator curopaeus De Stefani, Coroncina: ingran-
dito 4 volte (M).
7, 9. Erato pieris De St. et Pant. Riluogo : ingrandita 2 volte.
8. Id. ingrandita 3 volte (P).
10. Drillia Calurii De St. et Pant. Boggione: ingrandita (M).
11. Ovula adriatica Philippi, Stretto di Messina: ingran-
dita (M).
12,13. Ovula Capellinii De St. et Pant. Del Parmense: in-
grandita (M).
Li)
»
»
»
»
»
»
»
»
»
»
»
19 ] ed
da Opb —
ig. 14,15. Natica Pantunellii De Stefani, Castagno (M).
16, 17, 18. Capulus Forestii De St. et Pant. Larniano (P).
19,20. Caecum Nystii De St. et Pant. Limite presso Empoli.
ingrandito 17 volte (M).
22,22. Aclis? Brugnoniana De St. et Pant. Riluogo: ingran
dita 7 volte (P).
23. Turbonilla Gastaldii Semper, Busseto: ingrandita (M).
25. Turbonilla florentina 0. G. Costa, Colline pisane: ingran
dita 3 volte (M).
24. Turbonilla Strozzii De St. et Pant. Coroncina: ingran-
. dita 5 volte (P).
26. Turbonilla senensis De St. et Papt. Coroncina: ingran-
dita 5 volte (P).
27. Turbonilla terebraeformis Meneghini, Coroncina: ingran-
dita 8 volte (M).
28. Turbonilla Mercatiù De St. et Pant. Riluogo: ingrandita
6 volte (P).
29,50, 51. Potamides etruscum (Mayèr), Stazione: ingran-
dito (M).
39, 94, 95. Potamides Giuliù De Stefani, Pescaia (M).
2. Clathurella Luisae ( Semper) var. Malena De St. et Pant.
Montaperto: ingrandita 3 volte (P).
36,37. Alvania Thalia De St. et Pant. Stazione: ingrandita
7 volte (M).
40,41. Alvania Aglaia De St. et Pant. Tressa: ingrandita
6 volte (P).
38, 59. Dolichotoma Gaudini (De St. et Pant.), Boggione:.
ingrandita 2 volte (P).
(a)
(D)
42. Columbella Calcare Seguenza, Coroncina: ingrandita 3
volte (M).
45, 44,45. Pholadidea Brocchii Pantanelli, Bozzone (M).
46. Monophorus Bartalinii De St. et Pant. Coroncina: in-
grandito 2 volte (P).
Gli esemplari figurati si trovano presso il Prof. Dante Pan-
tanelli (P) o nel Museo geologico del R. Istituto superiore in
Firenze (M).
— 296 —
L. Bellardi. I molluschi dei terreni terziari del Piemonte e
della Liguria. Parte V. Mitridae.
Nei volumi XXXVIII e XXXIX degli atti dell’ Accademia
delle Scienze di Torino è stata pubblicata la monografia pre-
cedente, parte quinta del colossale lavoro al quale da anni
sì è accinto l'illustre paleontologo Piemontese.
Le specie descritte in questa famiglia sono 256; le sei
tavole contengono 339 figure, essendo molte specie figurate più
volte: così le specie fossili terziarie fin qui descritte e. prove-
nienti dal Piemonte e dalla Liguria, nella parte dell’ opera del
Bellardi già pubblicata sono in tutto 1312.
Questa ragguardevole serie di mitridae terziarie è divisa
dall’ autore in tre sotto famiglie Orthonvitrinar, Plesiomitrinae
e Diptychomitrinae, prendendo per carattere della divisione la
forma interna del labbro e per la terza anche le pieghe colu-
mellari.
La prima sotto famiglia, labrum sinistrum interius laeve,
comprende il solo genere Mitra Lam. (parte) ed abbraccia 188
specie; divisa in cinquantuna serie con un metodo analogo a
quello usato per lo stesso autore nella monografia sulle Nasse,
queste serie sono raggruppate in tre sezioni nelle quali prende
per carattere distintivo l’ andamento inferiore della columella.
La seconda sotto famiglia, labrum sinistrum interius pli-
catum, è divisa in quattro generi:
Uromitra Bell.
Anfractus ultimus antice valde depressus, in caudam pro-
ductus, super basim caude transverse magni costatus — os in ca-
nalem productum; labrum sinistrum simplex, internis pluri-pli-
catum; plice columellares plerumque tres, magne praesertim
postice parum oblique.
Le Uromitre sono divise in 18 serie e comprendono qua-
rantasette specie: es UV. pyramidella Broc. sp.
Turricula Klein, una specie; Pusia Swain. tre specie.
Micromitra Bell.
Testa parva, subovata, elongala: spira medio inflata. —-
os longum, postice canaliculatum; labrum sinistrum externe
ET
— 237 —
crasse ct late marginatum, variciforme, interne plicato-denta-
luni, postice compressum, antice subarcuatum, propre suturam
posticam cmarginatums; columella quadriplicata.
Comprende nove specie: es M. obsoleta Broc. sp.
La terza sotto famiglia (plie@e columellares due, parum
oblique, super columellas (in adultis) in dente obtuso terminate.
Labrum sinistrum acutum, internis plicatum; plice mediane
majoris, nodiformes) comprende due generi.
Clinomitra Bell.
Testa fusoidea: spira medio inflata. -—- Anfractus, dimi-
diam longitudine subaequans. — Superficies (in illaesis) super
amfractus in nucleo embrionalis prorima longitudinaliter pli-
cata, în caeteris sublaevis, nitens, in ommibus tenvissime tran-
sverse striata. Os angustum, ari teste valde obliquum, ringens ;
labrum sinistrum ad marginem valde acutum, in faure incras-
satum, interius plicato denlatum; plic@e nonnulle intermedie
magjores, subdentiformes; columella in axrim teste parum pro-
ducta, dextrorsum obliquate; plic@e columellares due, obtuse,
parum oblique, anterior satis prominens, posterior permagna.
Unica specie della regione C. Fovasende Bell.
Diptychomitra Bell.
Testa conica: spira brevis, parum acuta. Anfractus breves ;
ultimus longus, *, totius longitudini subaequans. Superficies
transverse sulcata, striata, costulata. Os angustum; iabrum st-
mistrum interius plicato-dentatum; plice ineguales, mediane
magjores; columella biplicata; plice super dimidiam columellane
decurrentes, via ohligue, prorimate, magne praesertim postica.
Sette specie: es. Diptychomitra Michaudi, Micht. sp.
Le specie nuovamente descritte sono duecentodiciotto; 161
appartengono al genere Mitra, 39 Uromitre, 1 Turricula, 3 Pusia,
8 Micromitre, 1 Clinomitra e 6 Diptychomitre.
La descrizione delle specie si chiude con un riassunto cri-
tico dei vari cataloghi di Mitre, contenuti nei diversi lavori
conosciuti sulla malacologia fossile terziaria piemontese e
ligure.
Termina la monografia il solito quadro riassuntivo per le
località, continuazione di quelli pubblicati nelle parti ante-
cedenti.
— 298 —
E. Clerici. Sulia Corbicula fluminalis dei dintorni di Roma
e sui fossili che Vl accompagnano. Bull. Soc. Geologico Ita-
liano, Vol. V; con due tavole in fototipia.
L'A. ha preso occasiono dalla presenza della Corbicula
fluminalis Mùll. sp. del quadernario dei dintorni di Roma,
per esaminare questa specie nei suoi diversi rinvenimenti, te-
nendo specialmente conto dei vari fossili che 1’ accompagnano.
La specie in questione ha avuto ed ha tuttora una area di
diffusione notevole e si è trasportata al sud dal pliocente re-
cente all’ attuale: così mentre nel pliocene recente si estende
dall’ Inghilterra alle coste dei Somali nell’ oceano indiano, si
ritrova poi nel quaternario presso a poco nelle stesse regioni
ed è vivente nel Nilo, nell’ Eufrate e nell’ India.
Oltre a varii elenchi di conchiglie fossili contiene la de-
scrizione delle nuove specie seguenti: Hydrobia Meli CI., Em-
mericia Pigoriniî CI. e Neritina Isselti Cl. Le due tavole oltre
alle fisure di queste specie, contengono le fisure di altre ven-
tisette specie terrestri e lacustri del quadernario di Roma ed
in tutto centonove figure.
E. Clerici. Sopra una sezione geologica presso Roma Bull.
Soc. Geologico Italiano Vol. VII, 1888.
Contiene alcuni elenchi di conchiglie continentali del qua-
ternario Romano.
L. Foresti. Di una varietà di Strombus coronatus Defr. e di
un’ altra di Murex torularius Lek. del pliocene di Castel-
Viscardo ( Umbria) Bollet. Soc. Geologico Italiano Vol. VII,
1888, con una tavola.
Descrive e figura una varietà dello Strombus coronatus
Defr. che chiama var. De Gregorii, la quale differisce princi-
palmente dal tipo per la forma conica e più allungata, per la
spira più lunga, i tuberculi minori, il labbro più sottile e più
espanso, non che per altri caratteri minutamente descritti.
_ sbatti it
— 239 —
Descrive e figura una varietà del Murex torularius Lk. che
chiama var. wmbra, la quale differisce principalmente, dal
tipo per la spira poco prominente, per l’ anfratto ultimo più
globoso, per il numero delle coste (cinque in luogo di sei) e
per l'assenza di tubercoli e spine.
F. Sacco. Aggiunte alla forma malacologica estramarina fos-
silî del Piemonte e della Liguria. Mem. Accad. Scienze di
Torino, serie II, Tom. XXXIX, 1888: con dne tavole.
Contiene la descrizione di molte specie fossili provenienti
dai terreni quaternari e terziari del Biemonte; la massima
parte sono del Villafranchiano (pliocene) e del quaternario;
non ne mancano degli altri piani terziari. Le specie e varietà
descritte sono cinquantadue.
Contiene in fine un indice generale delle specie trovate in
Piemonte con le indicazioni stratigrafiche che abbraccia due-
centosettanta nomi tra specie e varietà; nel numero non sono
comprese le specie indicate genericamente; esse sono molte e
indicano che ancora saranno possibili utili ricerche.
L'indice delle tavole è il seguente: tav. I Helix plioauri-
colata Sacc., H. pliobraidensis Sace., H. Paronae Sacc., Pupa
proexcessiva Sacc., Vertigo Villafranchiana Sacc., V. globosa
var. tassaroliana Sacc., Ferrusacia tassaroliana Sace. Clausilia
prolaminata Sacc., Limax Pollonerae Sacc.. L. albucianensis
Sacc., L. plioligustica Sacc., Ancylus simplex var. vicentina
Sacc., Vitrina brevis Fér., Cyclostoma fossanense var. Lame-
ranii Sacc., Unio Pollonerae Sacc.: tav. II, Melanopsis pede-
montana Sacc., M. clava var. taurinensis Sacc., M. impressa
var. monregalensis Sacc, M. coniungens Sacc., M. pseudo-pre-
rosa Sacc., M. taurinensis Sacc., M. impressa var. Bonellii E.
Sism., e var. carinatissima Sacc., M. Matheroni May. e sue var.
agatensis Pant., Doderleini Pant., rugoso-carinata Font., ecari-
nata Font., narzolina Bon.: quest’ultima tavola raffigura 105
individui ed è in fotolitografia.
— 240 —
A. Secco. Il piano ad Aspidoceros Acanthicum Op. in. Col-
lalto di Solagna. Boll. Soc. Geologico Italiano Vol. V, 1888.
Contiene un elenco di fossili, meno uno, molluschi e la fi-
gura del PhyMoceras polyoleum Benk.
G. Squinabol. Il travertino fra Aosta e il piccolo S. Ber-
nardo. Giorn. lett. scientifiche, Genova, Vol. XI, 1888.
Accenna ad alcuni molluschi terrestri fossili del quader-
nario.
CCD
INDICE
DELLE SPECIE DESCRITTE NEL PRESENTE VOLUME
(fig. indica che la specie è anche figurata )
Aclis Brugnoniana De St. e Pant. . . P
Alvania Aglaia » »
» Kuphrosine » »
» rotulata Dod. .
» Thalia De St. e Pant.
» Zibinica Dod. .
Atys cannabis De St. e Pant.
>» Silvestri » »
Barbatia Mortilleti De St. e Pant.
Bittium striatulum Dod.
» Zibinicum — » ì
Buliminus Antinorii Poll. .
» Menelicki »
» Sacconii SAMI a i
» Scioanus »
SERVI PONI DE
Caecum Monterosatoi De St. e Pant. .
» Nysti » »
Capulus Foresti » RIT
Cardita subrevoluta De St... .
Cerithiopsis exasperata Dod. . . .
Cerithium Mayeri »
Clanculus Assabensis Caram. . . . . .
» graniferus Dod. . . Ur
Clavatula Luise De St. e Pant. . . . .
fig. pag.
»
»
»
»
»d
»
»
»
»
»
»
»
»
vu XY x %
FS O
© 00 «» >» >
» » var. turrita » DI
» promargaritaceus » » »
» » var. apenninica » » »
» » var. cingulatior » » »
» » var. compressa » pic
» » var. inornata » » »
» » var. ornata » De
» » var. Squinaboli » » >»
» » var. tuberculosa » >» »
Psammobia Planci De St. e Pant. . SIM
Rissoa Lachesis Bart. var. Mayeri De St. e Pant.
Kissoina hyerogliphicula Dod.
Sabatia utriculoides De St. e Pant.
Scintilla bipartita » »
Situla trochulus Poll.
Solarium variolatum Dod. .
Sphoenia lamellosa De St. e Pant.
Subulina Chiarinii Poll. .
Tapes Baldassarrii De St. e Pant. .
Tectura binistriata Pant.
» zibinica Dod.
Turbonilla columnaris Pant
» Gastaldii Semp.
» Mercati De St. e Pant. .
» ornata Dod. .
» Senensis De St. e Pant. .
» Strozzii » »
» terebraeformis. » »
Turritella piramidata Dod.
»
db o fiicinstus Dod.
- Vitrina Autonellii
var, naticoides
I E A INI Sn A N,
UST 4 MM
Vitrinella Meneghinii di
x
2 iis Lawleyi De St. e Pant.
60
56
127
200
200
— 246 —
ELENCO DEI SOCI
DELLA SOCIETÀ MALACOLUGICA ITALIANA
per l’anno 1889
Allery di Monterosato March. Tommaso, Via Cannelle 17, Pa-
lermo.
Bagatti Dott. Odoardo Parma.
Bellardi Cav. Luigi Torino.
Boccaccini Prof. Corrado, R. Liceo, Cuneo.
Burlamacchi Stanislao Lucca.
Cafici Bar. Corrado (Sicilia) Vizzini.
Caifassi Bartolomeo Pisa.
Caramagna Cav. Giovanni Capitano di fregata, Villa Trinita,
Castello presso Firenze.
Carruccio Prof. Cav. Antonio, Università, Roma.
Castelli Cav. Dott. Federico, S. Michele fuori porta Marenna,
Livorno.
Chigi-Zondadari March. Buonaventura Deputato al Parlamento
Siena. i
Ciofalo Saverio Termini Imerese.
Costa Cav. Prof. Achille, S. Antonio alla Vicaria, Napoti.
De Betta Comm. Edoardo Verona.
De Gregorio Brunaccini March. Antonio, Molo, Palermo.
Della Valle Prof. Antonio, Università, Modena.
Del Prete Dott. Raimondo Veareggio.
De Stefani Prof. Carlo, Istituto di studi superiori, Frenze.
Doderlein Cav. Prof. Pietro, Università, Palermo.
Foresti Dott. Lodovico, Museo Geologico, Bologna.
Issel Cav. Prof. Arturo, Università, Genova.
Jago I. G., Via dei Preti fuori porta a mare, Livorno.
Meli Prof. Romolo, Scuola super. d’ applicazione, toma.
|
ERI [1
Meneghini Comm. Prof. Giuseppe /7s4.
Museo Civico di Storia Naturale Pavza.
Ninni Conte Alessandro, S. Lorenzo 3391 Venezza.
’antanelli Prof. Dante, Università, Modena.
“aulucci March. Marianna ( Firenze) Novel.
Piccinelli Dott. Giovanni, Via Masone, Bergamo.
Pini Dott. Napoleone, Via del Crocefisso 6, Milano.
Platania Platania Gaetano Aczrente.
Pollonera Dott. Carlo, Museo Zoologico, Torno.
Ricchiardi Cav. Prof. Sebastiano, Università Pisa.
Scander De Levi Bar. Com. Adolfo Frenze.
Seguenza Cav. Prof. Giuseppe, Università Mess/ma.
Statuti Cav. Ing. Augusto, Via dell’ Anima 17, Roma.
Strobel Cav. Prof. Pellegrino, Università, Parma.
Sulliotti Avv. Giorgio Roberto Porto Maurizio.
Terracciano Cav. Nicola Caserta.
Tommasi Cav. Anselmo (Mantova) Custelgoffredo.
PROCESSO VERBALE
dell'adunanza del giorno 11 Novembre 1888 — Pisa
Presidente Meneghini: presenti il presidente e i soci Pau-
lucci, Simonelli, Caifassi e Pantanelli.
Si procede allo squittinio per la rinnovazione del seggio:
hanno votato per schede chiuse i soci Boccaccini, Del Prete,
Caramagna, Foresti, Jago, Strobel, Tommasi, Terracciano, Pic-
cinelli, Sulliotti, Costa, Della Valle, Doderlein, Issel: quindi
i votanti sono 19. Risultano eletti :
Presidente Com. Prof. Giuseppe Meneghini con voti 18
Vice-Presidente March.® Marianna Paolucci » » 18
Tesoriere Bartolomeo Caifassi . . . . . >» >» 18
Segretario Prof. Dante Pantanelli. . . . » >» 1
— 248 —
11 socio Simonelli presenta un suo lavoro sulle Placuna-
nomie, che sarà inserito nel Bullettino.
Viene approvato il rendiconto finanziario presentato dal
sig. Caifassi nei termini e nelle somme seguenti;
ENTRATE
Tasse dell’anno: 1888. ita. una
Tasse arretrate. dell’anno 18870! 0. Rei
Vendita. di Bullettinio.... 0... (08 eee a
Frutti sopra capitali depositati... 0. Re
L. 1223,14
SPESE
Spese di pubblicazione . . . . L. 873,45
Spese di segreteria dal 13 ione 1887 a] ii no-
vembre ‘1888. 0 RR ni
L. 959,22
Avanzo a pareggio » 263,92
L. 12253,14
Stato patrimoniale al 13 novembre 1887 L. 2642,27
» » all’ 11 novembre 1888 » 2906,19
Nella qual somma non è compreso il valore dei libri della
biblioteca e il deposito dei Bullettini; la somma precedente è
per L. 2804,84 alla cassa di risparmio di Pisa, per L. 101,35
in mano al cassiere.
D. PANTANELLI Segr.
INDICE
La
MEMORIE ORIGINALI
CarLo PoLLoneRA — Esame critico delle specie terrestri
descritte come nuove dall’ Abate G. Olivi
VITTORIO SIMONELLI — Sopra una nuova specie del ge-
bercgtholadomya te hi een a tout
DANTE PANTANELLI — Pecten Angeloni e Pecten Histri o.
Id. — Melanopsis Matheroni e M. Narzolina
Id. — Descrizione di conchiglie mioceniche
nuove o poco note ata
CarLo PoLLoneRA — Molluschi dello Scioa e della Valle
ARMA SI ST N
Molluschi terrestri
» fluviatili 5, RAI VELE el è
Dott. FEDERICO SAcco — Sopra alcuni Potamides del dee
cino terziario del Piemonte BIBBIA
G. Caramagna — Catalogo delle conchiglie Assabesi .
Elenco delle specie died: ;
Conchiglie raccolte in Aden, Berbera e Zeila :
DANTE PANTANELLI — Descrizione di specie mioceniche
nuove o poco note : : to NE
M.se T. Dr MontEROSATO — Molluschi del porto di Pa-
IEEMORSPECIERCEVALIOLA] Le I
CarLo De STEFANI — Iconografia dei nuovi molluschi
pliocenici d’ intorno Siena .
— 250 —.
BIBLIOGRAFIE
D' W. KoseLt — Prodromus Faunae Molluscorum Te-
staceorum maria europaea inhabitantium . . . .
Auserto GrieB — Ricerche intorno ai nervi del tubo
digerente dell’ Helix! adspersa . .. ne
CarLo PoLLoneRA — Intorno ad alcuni limacidi europei
POCO DOLLAR A E E LI MORAR I FE
Id. — Sulla classificazione dei limacidi del sistema
NOOO RR e i _
L. Foresti — Sopra alcuni fossili illustrati e descritti
nel Musaeum metallicum di Ulisse Adrovandi. . .
G. Tuccimer — Il sistema liassico di Roccantica e i suoi
TOSSIlM E RSI
A. NEvIANI — Contribuzioni alla geologia del Catanzarese
S. Brusina — Appunti ed osservazioni sull’ ultimo lavoro
di J. Gwyn 4Jeffreys « On the mollusca procured
during the Lightning and Porcupine expeditions
PROSSIMO A ie e
G. SEGUENZA — Brevissimi cenni intorno la geologia del
Capo S.Andrea, presso laormina i. 0 E
HH: -Rotiri= Ab Corsica te ESSE a
W. KoseLt — Iconographia der Schalentragenden euro-
palschen Meeresconehylien ft...
In Muresgitusulus@Brocchi se. Roe
C. A. WesterLunD — Fauna der in der palazrctischen
Region Lebenden Binnenconchylien . . . . . +
Foresti — Alcune forme nuove di molluschi fossili del
Bol'ogiiese: raf RR n E O
C. F. Parona — Appunti per la Paleontologia miocenica
dellagSardegnai Ri o le E
E. MARIANI e C. F. Parona — Fossili tortoniani di Capo
5. Marcogin,Sardesna feat e o
CarLo Porronera — Specie nuove o mal conosciute di
ATIONECULOPel-y ESE RR o TIA CN
L. BeLLarDi — I molluschi dei terreni terziari del Pie-
montene sdella QI urta e N I O
pag. 32
»
»
»
»
»
»
»
»
»
»
»
»
»
»
41
42
43
ivi
46
ivi
47
48
ivi
158
159
ivi
160
296
— 251 —
E. Cunrici — Sulla Corbicula fluminalis dei dintorni di
Roma e sui fossili che l’ accompagnano . . . . . pag. +
Id. — Sopra una Sezione geologica presso Roma . . . »
L. Forksrti — Di una varietà di Strombus coronatus Defr.
e di un’ altra di Murex torularius Lek. del pliocene
ii Castel&Vascardo (Umbria)... +. 4 2 a >
P. Sacco — Aggiunte alla fauna malacologica estrama-
rina fossile del Piemonte e della Liguria . . . . >»
A Skcco — Il piano ad Aspidoceros Acanthicum Op. in
BIMSERE SOLAOTA i i e) Re
G. SquinagoL — Il travertino fra Aosta e il piccolo S.
EE a e E
-. Indice alfabetico delle specie descritte e figurate nel
MEGSE NE VOlUumie alzi ey
«
Simonelli. Pholadomya. Bull.Soc.Mal. Ital. Vol XII Tav]
E. Cristofani dis.e ht. Lit:A Paris Firenze-Roma.
Lit Doyea Torino
C.Pollenera dis.
lav. MII
C.Pollonera dis.
Li Doyen Torino
SRETIZZAZEA SERE EAT
F SACCO _ Sopra alcuni Potamides ecc
,
FE. SACCO _ Sopra alcuni Potamides,ecc. TAV. VI Poll doc mal. it
ra
PAIR ; D
Sopra alcuni Potamides eco
Caramagna. CONCHIGLIE ASSABESI Boll. Soc. Mo]. It (1888) Tav. VI
Gristofani dis.e lît. Lit. Ach. Faris — Firenze
Siad
Le Stefani. Moll. plioc. di Siena
LIL. Lili cllao
A.Cocchi diselit. La® Ach. Paris- Firenze
di Siena
De Stefani. Moll. plioc
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A.Cocchi dis.elit.,
PIA RATTO
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I
à
nl
to Ù Cit Dale Se
A Cocchi dis.elit. Stab. Pelles, Firenze
x. BULLETTINO
A (31/888 LEO
SOCIETÀ MALACOLOGICA
#
ITALIANA
VOLUME XIII
1888.
Fogli 1-3 pubblicati il 20 Gennajo
PISA
SOCIETÀ MADACOLOGICA ITALIANA
1888.
: 3
SOMMARIO.
Processo verbale dell'adunanza in Pisa del 13. No-
FANTORE LETI n E TO te AVRA
NecroLogia — Giovanni Battista Adami. . . ./. . «+
Po.Loxrra — Esame critico delle specie terrestri descritte come
nuove dall'Abate G. Olivi . . . .. +. +
SimoneLti — Sopra una nuova specie del genere Pholadomya..
PawraneLLi — Pecten Angelonii e Pecten histrix . . . +
Id. — Melanopsis Matheroni e M, Narzolina . . .
Il. — Deserizione di conchiglie Micce nuove 0 poco note
Bibliografia.
x
Prodromus faunae molluscorum testaceoruam maria europaea inbabi-
ipntimoi Robell, sl ata
Ricerche intorno ai nervi del tubo digerente dell’ Helix adspersa. Grieb
Intorno ad alcuni limacidi europei poco noti. Pollonera .
Sulla classificazione dei limacidi del sistema Europeo. Pollonera . .
Sopra alcuni fossili illustrati e descritti nel Museum metallicum di
Ulisse Aldovrandi. L. Foresti. . i... . +.
Il sistema liassico di Roccantica e i suoi fossili. Tuccimei .
Contribuzioni alla geologia del Catanzarese. Neviani. . . . +
Appunti ed osservazioni sull’ ultimo lavoro di J. Gwyn Jeffreys.
iI PL ILI VIETA RR ee ATA ET MIR EROE AB el CIO
Brevissimi cenni intorno la geologia del Capo S. Andrea presso Taor-
id SODA n i cat de RI Lei
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Iconographie der schalentragenden europiischen Meerescon chylien.
Dr II fia ei e RISORTO I Pi RES A
Murex fusulus Brocehi. Kobelt . . . . . . -
Fauna dex in der palîarctischen Region lebenden Binnenconchylien.
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» 47
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+
LIBRI RICEVUTI
(per questa volta delle pubblicazioni periodiche è annunziato
l'ultimo fascicolo).
Bulletin de Ja Société impériale des Naturalistes de Moscou. 1887. 2.
Bullettino della Società Veneto-Trentina di Scienze naturali. Tomo IV,
N. 1. 1887.
Bulletin of the California Academy of Sciences. Vol. «2. N.° 5. 1886.
Bollettino della Società adriatica di Scienze naturali. Vol. X. 1887.
Cataloe der Conchylien-Sammlung von Fr. Paetel. Berlin 1887.
Journal of Concholosy. Vol. V. N° 8. London 1887.
Journal de Conchyliologie. Tom. XXVII, N.° 8. 1887. Paris.
Jahrbicher der Deutschen Malakozoologischen Gesellschaft Heft. III
Jahr. 14. 1887. (
Proccedings of the Royal Physical Society. 1886. Edinburgh.
Société Royale Malacologique de Belgique. Annales, Tom. XX. Procés
verbavx. Tom. XV. 1886.
Società Toscana di Scienze naturali. Att’, Vol. VIII. 1887. Processi ver-
bali. Adunanza 8 maggio 1887.
Smithsonian report 1855.
Transactions of the Wagner Free Institute of Science of Philadelphia.
Vol. I. 1887.
Verhandlungen der K. K. Zoologisch-botanischen Gesellschaft. Vol.
XXXVII. II, Q. 1887..
Verhandlungen der K. K. geologischen Reichsanstalt. 1887. N.° 8.
I Signori Soci sone pregati di avvisare il Segre-
tario della Società, Prof. Danfe Parlanelli — Uni-
versità, MGDENA — nel caso di cambiamento d’in-
dirizzo, come pure di’ rivolgersi al medesimo per
qualumiguo reclamo circa la spedizione degli atti.
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— SOCIETÀ MALACOLOGICA
ITALIAN A#
VOLUME XIII
1888.
Fogli fari il 80 Marzo con tre tavole.
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PISA
SOCIETÀ MALACOLOGICA ITALIANA
1888,
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SOMMARIO.
PoLtonera. — Molluschi dello Sceioa e della valle dell' Havash .-. pag. 49
- Sacco. — Sopra alcuni Potamides del bacino terziario del Pie-
: (19 DITE N RETE AO REI RI ARP, NT AP > V)
LIBRI RICEVUTI
Bulletin de la Société impériale des Naturalistes de Moscou. 1887. 3.
Bulletin of the California Academy of Sciences. Vol. 2. N.° 6-7 1887.
Catalog der Conchylien-Sammlung von Fr. Paetelg@!887. Berlin 5-6.
The Journal of Conchology. Vol. V, 9, 1888, Leeds.
Journal de Conchyliologie. Tom. XXVII, N.° 4. 1887. Paris.
Société Royale Malacologique de Belgique. Annales, Tom. XXI. 1886, —
Procés verbaux. Tom. XVI. I-LXXX. Bruxelles.
Verhandlungen der K. K. zoologisch-botanischen Gesellschaft. in Wien.
Band XXXVII, III, IV, 1887. Vienna.
Bollettino del R. Comitato Geologico d'Italia. Vol. XVIII. 1887. Roma.
- Nachrichtsblatt der deutschen malakozoologischen Gesellschaft XX, N.° 1-2
1888. Frankfurt A. M.
CarLo PoLLonERA. -- Specie nuove o mal conosciute di Arion Europei
1887, Torino. — Nuove specie di Molluschi dello Scioa, 1887. Torino.
Enrico CLERICI. — Sopra alcune formazioni quaternarie dei dintorni di
Roma. — I fossili quaternari del suolo di Roma. — La Vitis vinifera fossile
dei dintorni di Roma — Sopra ì resti di Castoro finora rinvenuti nei din-
torni di Roma. — Il travertino di Fiano Romano.
I Signori Soci sono pregati di avvisare il Segre-
tario della Società, Prof. DANTE PANTANELLI —
Università, MODENA — nel caso di cambiamento
d’ indirizzo, come pure di rivolgersi al medesimo per
qualunque reclamo circa la spedizione degli atti.
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BULLETTINO
MELI
MAME VIS. DELLA
SOCIETÀ MALACOLOGICA
ITALIANA*
VOLUME XIII
1888.
Fogli 8-10 pubblicati il 80 Maggio con 4 tavole.
PISA
. SOCIETÀ MALACOLOGICA ITALIANA
1888.
SOMMARIO,
Caramagna, — Catalogo delle conchiglie Assabesi . . . . . . pag. 113
PANTANELLI. — Descrizione di specie mioceniche nuove o poco note. II. » 150
Bibliografia.
Alcune forme nuove di molluschi fossili del Bolognese. Foresti. . Pag. 158
Appunti per la paleontologia miocenica della Sardegna. Parona. . » 159
Fossili Tortoniani di Capo S. Marco in Sardegna. (Idem) . . . » ivi
Specie nuove o mal conosciute di Arion europei. Pollonera . . . » 160
DI
IiSignori Soci sono pregati di avvisare il Segre-
tario della Società, Prof. DANTE PANTANELLI —
Università, MODENA — nel caso di cambiamento
d’ indirizzo,"come pure di rivolgersi al medesimo per
qualunque reclamo circa la spedizione degli atti.
NOTIZIE.
Con la quarta dispensa del 14 Volume pubblicato il 31
Marzo 1888 il periodico di Malacologia Jahrbicher der Deut-
schen Malakozoologischen Gesellschaft ha posto termine alle
sue pubblicazioni. Il redattore si congeda dai suoi lettori rim-
piangendo il poco favore che le ricerche di sistematica in-
contrano presso il pubblico dei naturalisti oggi condotti ad
apprezzare i soli lavori derivanti dall’uso del microtomo e
del microscopio. E da augurarsi che ciò sia passeggero perchè
se è certo che i moderni metodi di ricerca hanno aperto nuovi
e fecondi orizzonti alla scienza, non va dimenticato che i più
grandi naturalisti pochissimo li conobbero e Darwin rammen-
tava con piacere gli otto anni impiegati nella monografia. dei
cirripedi. In ogni caso la scomparsa di questo periodico che
per quattordici anni ha tenuto con onore il suo posto, da
luogo ad un vuoto del quale non potranno che vivamente do-
lersi i cultori della conchigliologia.
LIBRI RICEVUTI
The Journal of Conchology. Vol. V, 10, 1888 Leeds.
Journal de Conchyliologie. Tom. XXVIII, N. 1; 1888, Paris.
Jahrbicher der Deutschen Malakozoologischen Gesellschaft Heft IV,
Jahr. 14, 1888.
Società Toscana di Scienze Naturali. Processi verbali. Ad. 15, Genn. 1888.
Carlo Fabrizio Parona. Contributo allo studio dei Megalodonti.
ERRATA.
Nella prima pagina della copertina del fascicolo pubblicato il 30 Marzo,
invece di Fogli 1-4 pubblicati ecc. leggasi Fogli 4-7 ecc. "
I No
07. BULLETTINO
DELLA
SOCIETÀ MALACOLOGICA
ITALIANA#
VOLUME XIII
1888.
Fogli 11-13 pubblicati il 15 Ottobre con 1 tavola
e una tavola arretrata del Vol. IX.
PISA
SOCIETÀ MALACOLOGICA ITALIANA
1888.
LIBRI RICEVUTI
tin de la Société impériale des Natnyalistes de Moscon. 1887. 4.
1 “i ; ceva Pag von PP. Paetel. 1888. Berlin 7. 3.
SOMMARIO.
Movnterosato — Molluschi del Porto di Palermo . . . . . . pag. 161
De SreFANI — Iconografia dei nuovi Molluschi Plioceniei d’ intorno
SICA ITA e I Pe I EA RIN
I Signori Soci sono pregati di avvisare il Segre-
tario della Società, Prof. DANTE PANTANELLI —
Università, MODENA — nel caso di cambiamento
d’ indirizzo, come pure di rivolgersi al medesimo per
qualunque reclamo circa la spedizione degli atti.
I signori Soci sono pregati inviare la loro
quota annua al Cassiere Signor BARTOLOMEO
CAIFASSI — PISA.
L’ Archivio ei Libri della Società sono presso
la signora Marchesa Marianna Paulucci, Novoli
(Firenze).
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TALACOLOGICA
ITALIANA
| VOLUME XIII
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parrot P888; ”
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| Fogli 14-16 pubblicati il 26 Dicembre con 2 tavole,
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MERPISAL
| SOCIRTÀ MALACOLOGICA ITALIANA
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SOMMARIO.
De Srerani — Iconografia dei nuovi Molluschi Pliocenici d' intorno
Siena (Continuazione) . . . . . +... . » 290
Bibliografia,
I molluschi dei terreni terziari del Piemonte e della Liguria. L.
WAR co RE e I E n the Cora PILE 00
Sulla Corbicula fluminalis dei dintorni di Roma e sui fossili che
l'accompagnano. E. Clerici. . . . . Ta PARE DI DI
Sopra una sezione geologica presso Roma. E. Clerici Rag Lar » ivi
Di una varietà di Strombus coronatus g@efr. e di un'altra di Mu urex
torularius Lek. del pliocene di Castel-Viscardo (Umbria) L.
MOLOSTI ra aria, AI O
Aggiunte alla fauna malacologica 15, POPE fossile del Pet
e della Liguria. F. Sacco . . . » 239
ll piano ad gaia Acanthicum op. in "Collalto di Go Lbii A.
MEeo sa ) dA > MA I
Il travertino fra Adala” e il Miggolo s pieno G. Squinabol » ivi
Indice alfabetico delle specie etc... ... ... .. ... . . 0. » 241
I Signori Soci sono pregati di avvisare il Segre-
tario della Società, Prof. DANTE PANTANELLI —
Università, MODENA — nel caso di cambiamento
d'indirizzo, come pure di rivolgersi al medesimo per
qualunque reclamo circa la spedizione degli atti.
I signori Soci sono pregati inviare la loro
quota annua al Cassiere Signor BARTOLOMEO
CAIFASSI — PISA.
La tavola XI, ferza per la Memoria del Prof.
De Stefani cerraà distribuita col prossimo fascicolo
del 1889.
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