n Vr e, "> a alan E e si i. none o SME n SETE MIRI IA EZIO AA E tà HARVARD UNIVERSITY I ERI Mt ILS) LIBRARY OF THE Museum of Comparative Zoology N ta Me TELE BULLETTINO i ACOLOGICO LTALIANO VOLUME PRIMO 1868 MOLLUSCHI TERRESTRI E D’ACQUA DOLCE PISA TIPOGRAFIA NISTRI Prom. all’ Esposizione Universale di Parigi del 1867 SRO Cp di Pisa del 1368 "1868 ig i e AE Dei Molluschi terrestri e d’acqua dolce raccolti nello Arci- pelago di Malta . . . . O x e Se Intorno ad alcune Conchiglie degli Khsi SNO Nea RR N Catalogo dei Molluschi terrestri e fluviatili della Toscana » 67, 81 Classazione delle varietà dell’ Helix nemoralis, Linneo . >» 27, Pupa Mortilleti, Martens. Studi sinonimici. . . . . >» 83, Esistenza dello Zonites Leopoldianus nell'Italia settentrionale» 34, Clausilia Lucensis e Clausilia Comensis . . . . . . >» 86, Osservazioni sulla Clausilia Mofellana . . ... . >» 44, Zonites Gerfalchensis olim Mortilleti, Pecchioli . . . >» 52, Intorno ad una forma speciale dell’Helîx Gobanzi . . >» 58, SPECIE NUOVE Clausilia Isseli, Villa pag. 37. — Clausilia Lucensis, Gen- tiluomo 6. — Helix cingulata, Studer, var. Anconae, Gentiluomo 40. — Helix Gobanzi, Frauenfeld 43. — Helix Luganensiîs, Schintz, mut. Philippi Mariae, Sta- bile 26.— Helix nemoralis, Linneo, mut. undulata, Gen- tiluomo 9. — Physa Pisana, Issel 7. — Unio Lawley- tanus, Gentiluomo 54, Zonites Mortilleti, Pecchioli 25. Bibliografia . . ORSI e e a co 8 Li DA Rivista dla Tia SOI RO I TRONO E e sante 10, By 08 tivi Arion at ai QUAI Dida pia, cd i CLS. CI Dalia . È PASINI ‘ LL LR Sei int, ILE siii pel 1 Alle ita vai nd TEÙ BITTO A TI asa DICI RISI miao ila î ! RIO solupo pla Rumi Meno tico | toni adagia Ch; o 6g eACItia PRIORA TC, Todi NA RE : TE POLI Po 1) ME ge Ue È n fi Lie | fi aa (o i i Us du sn u too LESSSTO Dita A Ve é mei Hue n: Î Nidi CERO TA i SAY Tape naro. sa ‘AIAR RUSLET gati MISTA en SAU art i SALTI I "ARTE SASVOMTS RAIN O ‘N doge nei i igiinonei INS DISUN Ana STASI ORO AR A RI BULLETTINO MA LACOLOGICO | LITTA AcN' © MOLLUSCHI TERRESTRI E D’ACQUA DOLCE Anno I. — 1868 Numero Primo Gennaio — Febbraio PISA TIPOGRAFIA DEI FF. NISTRI Premiati all Espusizione di Parigi, 1867 _ 1868 *:SOMMARIO DEL NUMERO PRIMO — Dei Molluschi terrestri e d'acqua dolce raccolti nell’ Arcipelago di Malta. — di A. Issel. — SPECIE NUOVE: 1. Clausilia Lucensis: Gent]. 2. Physa Pisana: Issel, con Nota. 9. Helix nemoralis: Linneo, mut. undulata: Gent]. — Dei Molluschi raccolti nella Provincia di Pisa. — Memoria di Arturo Issel. — Milano 1866. — Rivista di KH. Martens: estratta dal Malakozoologische Blatter (1867), Traduzione di Federico Ap- pelius, con Nota. — Cenni bibliografici. — Varietà. # LIBRI RICEVUTI IN DONO P. StrosnL. — Sui Molluschi viventi del lembo orientale del Piemonte dalla Foce alla Trebbia. — Molluschi terrestri, raccolti da Cristoforo Bellotti nel 1853 in Dalmazia; con note ed aggiunte. — Molluschi terrestri ed acquatici raccolti nella Romagna da Giacomo Tassinari. I. A. I. Corsrau. — Materiaux pour la Faune Malacologique de Belgique. — I. Liste des Mollusques terrestres et fluviatiles de Belgique. BULLETTINO MALACOLOGICO ITALIANO MOLLUSCHI TERRESTRI E D'ACQUA DOLCE : Gennaio-Febbraio 1868 Numero 1. Dei Molluschi terrestri e d’acqua dolce raccolti nello Arcipelago di Malta, nota di A. Issel. Le specie di molluschi di cui segue l’enumerazione furono per la maggior parte trovate da me a Malta e a Gozzo durante un breve soggiorno che ho fatto in quelle isole nella primavera del 1865. Alcune poche specie delle medesime località, comprese pure nel mio elenco, le ho vedute nel Museo della Biblioteca alla Valletta (1) ed in collezioni private di quella città (?). Finalmente ho creduto di rendere questo elenco meno incompleto aggiungendovi anche le denominazioni di alcune specie maltesi non osservate da me, ma citate da naturalisti autorevoli (*). Le mie ricerche non furono nè tanto estese, nè tanto diligenti da permettermi di presentare, come avrei desiderato, un quadro completo della malacologia maltese. Tuttavia, se le specie registrate non sono numerose, lo si deve anche attribuire alla estrema povertà della fauna propria a quelle isole, conseguenza naturale delle loro condizioni fisiche e climatologiche. Comunque sia, voglio sperare che questa breve nota non riesca destituita di qualche interesse pei cultori della malacologia, se non (1) La pregevole raccolta di conchiglie maltesi ostensibile nella Biblioteca della Valletta comprende un gran numero di specie marine, ma soltanto poche terrestri o d’acqua dolce. Essa fu determinata e messa in ordine per eura dei signori Dott. Gavino, Gulia e Mamo. (2) Le raccolte private che ho visitate a Malta sono quelle degli egregi Dottori Gulia e Schembri. In entrambe ho osservato oggetti assaì interessanti per la Zoologia locale. (8) Queste ultime sono distinte, nel catalogo, con un asterisco. RAGA ZIO per altro, come il primo lavoro di tal genere che siasi pubblicato intorno ad un lembo di terra italiana poco esplorato, la cui fauna ci offre problemi interessanti da risolvere circa la distribuzione geografica della specie. Malta, Gozzo e Comino sono terre poco elevate sul livello del mare, costituite di arenarie, di calcaree e di marne riferibili al pe- riodo miocenico, le quali formano un suolo arido, duro e poco pro- pizio alla vegetazione. A Malta la terra vegetale è scarsissima e la poca che vi si trova è quasi tutta importata due vicina Sicilia. Di più le pioggie vi sono assal rare e le sorgenti poco considerevoli; per la qual cosa non vi attecchiscono che grami cespugli e vi regna quasi tutto l’anno una siccità poco favorevole ai molluschi. L'isola di Gozzo essendo più montuosa e meno popolata si trova relativamente in condizioni mi- gliori, ed un conchiologo che visitasse in tempo opportuno le sue valliciuole ed i suoi dirupi vi farebbe certamente proficue raccolte. Ma nell’Arcipelago maltese come in generale in tuttii paesi assai aridi le ricerche malacologiche non riescono utili che nella stagione delle pioggie. Mancando sì a Malta che a Gozzo acque correnti di qualche im- portanza, vi scarseggiano 1 molluschi d’acqua dolce e quelli che vi si raccolgono sono tutti di piccole dimensioni. Ho trovato fra essi una interessante conchiglietta (‘), la quale spetta ad un genere nuovo per la fauna italiana. Le conchiglie terrestri dell’ Arcipelago maltese presentano in generale alcuni caratteri comuni che sembrano dipendenti da in- fluenze locali. Sono cioè di piccole dimensioni ed assai solide; hanno ornamenti (strie, coste, lamelle ec.) ben sviluppati e colori assai sbiaditi. In alcune di esse, per es. nell’ Melia vermiculata, con- servandosi sempre i requisiti più spiccati della specie, l’ apertura assume una forma anormale, diventando più alta ed un poco ango- losa inferiormente, mentre la base della columella si protrae in guisa da costituire in alcuni individui un piccolo tubercolo. Il catalogo dei molluschi maltesi, giusta la distribuzione geogra- fica delle specie che vi sono comprese, può scomporsi nel seguente modo: (4) Vedi in proposito la magnifica opera del signor Bourguignat intitolata: Malacologie de lVAlgérie. DE eta Specie comuni all’Arcipelago di Malta e alla Sicilia . . 30 Specie mancanti alla Sicilia, comuni ad altri punti del lit- torale mediterraneo. .. . . . . . 3 Specie peculiari all’ Arcipelago maltese . . . . . . 7 EER lr , { TOO a 4604 4 Da questi documenti, comunque così incompleti, risulta che i molluschi di Malta e delle isolette vicine sono per la massima parte identici a quelli della Sicilia. Vuolsi peraltro avvertire che, salvo poche eccezioni, le specie promiscue ai due paesi non spettano pro- priamente alla fauna sicula; ma sibbene alla fauna cireummediter- ranea, a quella cioè che si estende dalle coste meridionali d'Europa, alle settentrionali d'Africa e di Siria e che popola ancora le piccole isole del Mediterraneo. Le specie esclusivamente sicule da me in- contrate a Malta sono soltanto tre e forse quattro. Quanto alle tre specie di Malta mancanti alla Sicilia ed esistenti in altre località; l'una l’HMelix Erdelti, è propria dell’isola di Rodi e della Siria, ma da qualche autore è considerata come varietà di una specie siciliana; la seconda, la Melania tuberculata, verosimil- mente originaria dell’Africa centrale, può considerarsi quasi come cosmopolita. Le migrazioni degli uccelli acquatici che spesso tra- sportano conchigliette palustri attaccate ai loro piedi, ci sommini- strano una spiegazione plausibile di così estesa distribuzione geo- grafica. La terza finalmente, che è 1 #ydrobia Musaensis abita 1l litto- rale arabico presso Suez; ma forma parte del piccolo gruppo euro- peo della H. «lvae e la sua presenza sulle rive dell’eritreo è forse dovuta a cause accidentali. Il fatto della mancanza di specie propriamente africane nella fauna maltese, se fosse rigorosamente verificato , si troverebbe in contradizione con l'ipotesi secondo la quale Malta sarebbe una frazione d’ un antico continente che collegava in passato 1 Africa colla Sicilia. Con ciò non pretendo mettere in dubbio che 1’ Arcipe- lago maltese formasse parte in tempi non molto remoti di una terra assai più estesa. Anzi di questa verità ho avuto occasione di persuadermi coi miei propri occhi e la credo omai incontrasta- bile (*). Con tutta evidenza lo attestano: (4) Vedasi in proposito il mio scritto che ha per titolo: Note sur une Ca- verne à ossements de l’ìîle de Malte. Sol er 1.0 La scoperta di fossili quaternari spettanti a generi di grandi mammiferi proprii ai continenti o alle grandi isole (Ele- phas, Hippopotumus, ec.). 2.0 L'esistenza in alcuni punti di Malta di antiche strade som- merse dal mare da tempi immemorabili; segno non dubbio di ab- bassamento del suolo. 3.0 L'esistenza nella stessa isola di letti fluviali scavati du grandi corsi d’acqua ora scomparsi, le cui proporzioni non sono compatibili colla estensione presente dell’isola. Io dunque ritengo che Malta fosse in passato molto più vasta di quel che non sia attualmente; ma dallo studio dei suoi fossili posterziari (*) ed anche dall’ esame della sua fauna attuale sem- brami risultare che si protendesse verso la Sicilia piuttostochè verso l'Africa, rimanendo peraltro dubbia l’esistenza di una immediata connessione fra le due isole. Elenco dei Molluschi raccolti neli’ Arcipelago di Malta. 1. Limax nigricans, Schultz. Limax nigricans, Philippi, Moll. Siciliae, I, p. 125, t. vm, f. 2, II, p. 102, (1844). Ho osservato nella raccolta della biblioteca della Valletta alcune limacelle riferite a questa specie, la quale d’altronde non è ancora ben definita. 2. Limax sp. Ho raccolto alcuni esemplari su questo mollusco, presso la Valletta fuori di Porta Reale. — Esso è conico allungato, attenuato all’ in- nanzi, terminato in punta posteriormente, non carenato, di color cenerino chiaro uniforme. La sua corazza è di mediocri dimensioni, non gibbosa, minutamente granulata e limitata all’innanzi e al- l’indietro da margini arrotondati. Attraverso la corazza trasparisce la limacella che è piccola, ovale ed allungata. Per la forma e la disposizione dei tubercoli e per le dimensioni dei tentacoli somiglia al Limax agrestis, dal quale però si distingue perchè non ha la corazza striata e non è carenato. Le sue dimensioni sono: lunghezza milli- metri 20; larghezza millimetri 3 1/a. (!) Fra questi fossili meritano particolar menzione parecchie specie estinte di Helix e di Clausilia che a quanto credo non furono ancora determinate. SE Ù 1 Al — Credo che questa specie sia inedita; ma siccome ho perduto gli esemplari che avevo raccolti e me ne rimane soltanto una incom- pleta descrizione preferisco non assegnarle per ora una muova de- nominazione. 3. Zonites lucidus, Draparnaud. Helix lucida, Draparnaud, Tabl. Moll., p. 96, (1801). Zonites lucidus, Moquin Tandon, Moll. de France, II, p. 75, tav. vi, f. 29-35 (1855). Helix lucida, Bénoit Ilustr. syst., p. 158, tav. 1v, f. 1, (1859). Vive presso S. Giorgio ove ne ho raccolti parecchi esemplari, che differiscono ben poco da quelli dell'alta Italia; la loro spira è alquanto più convessa e l'apertura un poco più ristretta. La de- scrizione degli esemplari siciliani data dal Bénoit combina perfet- tamente con quelli di Malta. 4. Zonites erystallinus, Miiller. Helix crystallina, Miller, Verm. bist., II, p. 23 (1774). Zonites crystallinus, Moquin Tandon, Moll. de France, II, p. 89, tav. 1x, f. 26-29 (1555). Helix crystullina, Bénoit, Ill. syst., p. 163, t. 1v, f. 5, (1857). Ho raccolto questa specie presso la grotta di Har Dallam, in $. Giorgio, non lunge dal lido di Marsa Scirocco. Vi è rappresentata da esemplari di mediocri dimensioni perfettamente identici a quelli dell’Italia superiore e media. 5. Zonites candidissimus, Draparnaud. Helix candidissima, Draparnaud, Tabl. Moll., p. 75 (1801). Zonites candidissimus, Moquin Tandon, Mollus. de France, II, p. 69, tav. vin, f. 5-10 (1855). Helix candidissima, Bénoit, Mustr. syst., p. 100, tav. IL, f. 1. Ne ho veduti alcuni esemplari nella collezione del signor Schem- bri ed in quella della biblioteca della Valletta. 6. Helix Erdelii, Roth. Helix Erdeli, Roth, Moll. spec., p. 16, tav. 1, f. 4, 5 e 20, e Spic. Moll., p. 9 (1855). — Patùla Erdelii, Mousson, Coq. terr. recueil. par M. Roth, p. 7, (1867). Gli esemplari della mia collezione provengono dai dintorni della baia di Marsa Scirocco e furono determinati dall’ egregio signor Bourguignat. Secondo l'opinione di Roth cui aderisce anche il Mousson, questa specie sarebbe una varietà della H. avida, Ziegler che trovasi in Mep rse Sicilia e nel Napoletano e presenta d’ ordinario la spira un poco più elevata e minori dimensioni. La distribuzione geografica del- VH. Erdelii sembra piuttosto estesa, imperocchè essa fu già rac- colta a Rodi, nell’ Asia minore e presso Costantinopoli. 7. Helix lenticula, Ferussac. Helix lenticula, Ferussac, Tabl. syst., p. 41 (1822). Helix lenticula, Bénoit, illust. syst., p. 191, t. v, f. 27, (1862). Alle molte località in cui fu rinvenuta questa specie (Pirenei, Provenza, Corsica, Sardegna, Toscana, Napoli, Sicilia, Gerusalem- me, Egitto ec. ), sarà anche da aggiungersi Malta, avendola io raccolta colla precedente. (continua) SRECLE NERONE 1. Clausilia Lucensis. — Mini, Tav. I, fig. 1-3 (°). Testa rimata, fusiformis, pellucida, nitida, cornea, sub lente tenuissimé, oblique striata, anfractus 11-12, converiusculi. Apertura piriformis. Lamella supera emersa, obliqua; infera bifida, arcuata; plica subcollumellaris tenuis, emersa; plicae interlamellares 2-5 palatales £-3, Lunella nulla. Peristoma continuum, paullum reftexum. Clausilinm. — Pedicolo: Mill. 1, tenuissimo, filiforme, bian- castro-trasparente. — Lama : Mill. 2, assai larga, bianca arcuata. Conchiglia fusiforme, pellucida, di color corneo chiaro, osservata attentamente colla lente appare finamente striata longitudinal- ‘mente, ed in linea obliqua. L'apertura è ovale e piriforme. Il pe- ristoma è continuo, albo, non molto reflesso. È stretto superior- mente, ma nello abbassarsi si piega in due angoli che formano così della apertura due semicerchi di differente diametro. La lamella superiore è emersa, apparente assai, ma poco obliqua, la superiore è bifida, arcuata. La piega subcolumellare è egualmente distante dalla inferiore biforcazione della lamella inferiore, di quello che lo siano fra loro le due biforcazioni di quest’ ultima. È però piccola, tenue; le pieghe interlamellari sono due a tre: in alcuni esemplari (') Lo esemplare di questa specie, servito di originale al disegno, è depo- sitato nelle Collezioni malacologiche del R. Musco di Pisa. A geo assai accoste fra loro. Quando però raggiungono il numero di tre, allora sono pochissimo apparenti. Le pieghe palatali invece siano pur due o tre sono sempre benissimo marcate. La fessura ombelicale è profonda, larga, ma nella sua parte su- periore coperta dal peristoma che in quel punto vi si rovescia assai. La lunella manca assolutamente. Gli anfratti sono in numero di 11 a 12, alquanto convessi. Il primo, il secondo, il terzo diminuiscono in proporzione minima, gli altri si assottigliano e decrescono rapi- damente. L’'apice è ottuso, mamellonato. Altit. . . mill. 14-15. Diam. . . mill. 3-31/2. Questa forma così distinta dalle sue congeneri mi obbliga ad aggiungere una nuova specie al numero già importante delle specie conosciute in tal genere. — Questa graziosa conchiglia sembrami appartenere o per lo meno esser molto affine alla sezione Char- pentieria, stabilita dallo egregio signor Professore G. Stabile nel suo dotto lavoro: « Mollusques terrestres, vivants du Piémont » (pag. 80), poichè infatti ne riunisce i più importanti caratteri, e ne è molto probabilmente uno dei rappresentanti in Toscana. Debbo alla gentilezza dell'amico entomologo signor Carrara il dono di alcuni esemplari di questa Clausilia da lui stesso trovati nei din- torni di Lucca, sulle roccie di alta montagna non lungi da Mon- sagrati. La credo rara: fino ad ora infatti non fu possibile rinve- nirla che una sola volta ed in scarsa quantità. GENTILUOMO. 2. Physa Pisana. — Issel, Tav. I, fig. 7,8 (). Testa sinistrorsa ovato-oblonga, infta:a, tenuissima, pellucida, colore succinea, nitida, longitudinaliter striatula; — spira celata, apice obiusiusculo; — an- fractibus 5 4, converiusculis sutura impressa separatis; ullimo magno, in- fiato, °/% altitudinis superante; — apertura oblonga; — columella simplice obliqua, via torta; — peristomate simplice, tenuissimo, Me vo mill. 24. — Diam o 0 mill. $. Conchiglia sinistrorsa, ovata, oblonga, alquanto rigonfia, assai fragile, pellucida, color d’ambra, nitida e striata minutamente nel senso longitudinale; — la spira è snella, l'apice un poco ottuso. I (4) L'esemplare servito di originale al disegno è depositato nelle Colle- zioni malacologiche del R. Museo di Pisa. SIE giri sono nel numero di 5 1, alquanto convessi e divisi da suture ben segnate, l’ultimo è ampio e rigonfio e supera i due terzi della altitudine totale. L'apertura è oblonga, la columella è semplice, obliqua e un poco torta, il peristoma è semplice e molto sottile. La conchiglia sopradescritta ha qualche analogia colla Physa Taslei: Bourg. (1) della Bretagna, e colla Physa fontinalis: Drap. Dalla prima si distingue facilmente perchè è più allungata, meno rigonfia e più grande, e perchè la sua apertura è più stretta e su- pera in altezza i due terzi dell’altitudine totale; dalla seconda diffe- risce per avere l'apice meno ottuso, la spira notevolmente più ele- vata e l’ultimo giro meno rigonfio; l'apertura offre inoltre forma diversa e altezza minore. Abit. Pisa, in un fosso poco distante dalla Porta a Lucca. (Estratto dal Catalogo dei Molluschi raccolti nella Provincia di Pisa. — A. Issel. — Milano 1866). NOTA Per quanto l’Issel abbia descritto questa specie da qualche tempo nel suo catalogo dei Molluschi raccolti nella Provincia .di Pisa, pure noi la presentiamo or come nuova, riportandone la descri- zione, perchè insieme ne offriamo il relativo disegno che, almeno per quello che è a nostra cognizione, non fu mai pubblicato. Per il corso di vari anni noi siamo stati testimoni della comparsa di questa specie, ed avendo da ciò tratto argomento per alcune nostre osservazioni, giudichiamo non debba riuscire dispiacevole ai con- chiliologi il leggerne qui il resultato. È meritevole di attenzione in primo luogo come la specie non siasi presentata che in limite di spazio assai ristretto, non oltre- passando forse i 20 a 30 metri in lunghezza. E nonostante il fosso che ne è il domicilio non presenta colà alcuna differenza, nè nella profondità, nè nelle specie delle piante che vi soggiornano, nè in altra cosa alcuna che possa ragionevolmente dar luogo a dubbio plausibile. Oltreacciò per il tempo di due anni consecutivi, fino cioè a tutto il 1866, la specie comparve per brevissimo numero di giorni, forse un mese, fra il cader dello Aprile ed i primi di Maggio, nel- l’ultimo anno poi in quantità notevolissima, sì che la superficie dell’acqua, poteva dirsene tapezzata. Nel 1867 la Physa pisana, (1) LR. Bourguignat. — Malacol. terr. et fluviat. de la Bretagne 1860, p. 70. Ve ee non apparve mai, ma in luogo di essa trovammo nella medesima località un’altra Physa assai somigliante alla prima, ma non iden- tica. Ed infatti, per quanto la struttura della conchiglia si possa quasi eguagliare in ambe le Physe, la seconda ne diversifica per essere più piccola (altit. mill. 9, diametro mill. 5) un poco meno rigonfia, e di complesso un poco meno allungata. Del rima- nente conserva lo egual numero di giri, è egualmente pellu- cida; fragilissima, striata longitudinalmente, ed avente 1’ ultimo anfratto nella proporzione medesima che nella Physa pisana. Sembraci per lo meno prematuro un giudizio su questo fatto, benchè ci si presenti importante, e poichè lo speriamo, amiamo prima raccoglierne possibilmente dei nuovi. Ma non dobbiamo frat- tanto nascondere come un dubbio ci sia sorto, se cioè la ultima Physa raccolta possa ritenersi come uno degli anelli di congiun- zione fra la Physa fontinalis ela pisana, e ciò a preferenza di con- siderarla come una mutazione minor di quest’ultima. Nel mese poi di Novembre del 1867 raccogliemmo in abbondanza in quel mede- simo fosso, dimora di tante specie, la vera Physa fontinalis ed in quantità ragguardevole senza che di alcuna altra Physa vi fosse sentore. Nell’incertezza in cui ci troviamo, non abbiamo nondimeno yvo- luto privare di questi cenni i Conchiliologi, ripromettendoci di per- severare nelle nostre indagini allorchè l'occasione ne presenterà il destro, e noi dal canto nostro non trascureremo di rendere di pub- ‘ blica ragione i resultati che ne trarremo. G. 5. Helix nemoralis. — Linneo, mut. undulata. — mihi (Tav. I, fig. 9, 10). Unico esemplare del Lucchese. La conchiglia è di forma e gran- dezza identica al tipo. Di colore giallastro, munita di quattro fascie, mancante della terza (var. Favannea, Moq. Tand.). Queste fascie sono pallidissime e si scuoprono solo dopo attento esame. Dal prin- cipio però della superiore al terminare della quinta, varie linee, alcune delle quali ben marcate e larghe fino due millimetri, altre meno ap- pariscenti e più strette, scorrono dall’alto al basso parallele fra loro e parallele al peristoma, in via obliqua, su tutta la superficie esterna della conchiglia. Nel penultimo giro però, le linee incominciano ad apparire determinate non da una coloritura continua, ma da punti in- terrotti, 1 quali sono marcati nel momento in cui incontrano, e si incrociano colle fascie orizzontali. Nel resto della conchiglia, ove queste linee verticali sono continue e scorrono regolarmente dal- l’alto al basso, allorchè si incontrano colle orizzontali sembrano voler deviare verso l'apertura e colle medesime confondersi. Il colore cupo di queste fascie, si fa più intenso e tendente quasi al nero quanto più si procede verso il peristoma. — Il catalogo di Issel dice che l’ Helix nemoralis è rappresentata nel pisano da una con- chiglia di minor dimensione solida ed a spira più elevata. Nel Luc- chese invece la conchiglia si raccoglie più facilmente in esemplari più grandi e in paragone più depressi; e quel che più importa aventi la apertura più ovale, allungata ed obliqua. Ebbi occasione più volte di confrontare molti esemplari di queste due località, e per ultimo l’esemplare di cui parliamo. Ecco i resultati più o meno de- terminati del confronto delle aperture: S. Rossore Lucchese Larghezza mill. 12-13. Larghezza mill. 14-15. Altezza SA LCOEIIIIO Altezza » 10-11. Queste proporzioni sono mantenute anche per la mutazione di cui teniamo parola. Evidentemente questa strana mutazione o meglio anomalîa deve avere avuto ragione di esistere in qualche accidentale condizione dello animale che nello accrescer del guscio deve aver secretato la sostanza calcarea più o meno cupa, secondochè le con- dizioni eccezionali in cui trovavasi il Mollusco, lo costringevano, per così dire con maggiore o minore energìa. Convalida l’opinione il vedere appunto, come queste fascie verticali segnano costante- mente il cammino delle strie di accrescimento e finalmente del pe- ristoma medesimo. Duolmi non poter aggiunger qui, alcuna notizia circa lo animale, non essendomi pervenuta che la sola conchiglia. Debbo alla gentilezza dell’egregio entomologo signor Carrara il dono di questa preziosa anomalia. GENTILUOMO. U) Zoo Ulf e Arturo Tssel. Dei Molluschi raccolti nella Provincia di Pisa. — Memoria della Società Italiana di Scienze naturali. — Milano 1866, in 4.° (’). Questo catalogo tratta oltre della Provincia di Pisa anche dei dintorni di Firenze, Lucca e Siena, dimodochè esso può quasi con- siderarsi come comprendente l’intera fauna toscana; esso enumera una quantità assai importante di Molluschi terrestri e fluviatili come pure due specie submarine (Aleria myosotis e Firminii am- bedue classate nel genere Conovolus). Come specie le quali non si discostano molto dalla riva del mare esso fa notare particolarmente l’ Helix pisana, trochoides (conica) lineata (maritima) e dalle località designate, possono considerarsi come tali anche 1° Helix variabilis, terrestris (elegans), pyromidata, barbara; (Bulimus ventricosus, Draparnaud) ed acuta, poi d’altro gruppo 1° Helix serpentina, che si rinviene a Pisa e nei dintorni, e non trovati nè a Firenze nè a Lucca e che viene surrogata a Firenze dalla mu- ralis, V Helix aperta, inoltre la Pupa quinquedentata (einerea) e Philippit. Questi Molluschi terrestri rappresentano la parte me- ridionale della fauna italiana. All'incontro trovansi nelle colline settentrionali toscane 1° Helix lucorum, cingulata, hispana (umbilicaris). Brumati, ed in ispecie la forma chiamata da Stabile var. typica, mutatio italica, Buli- mus tridens e Clausilia a'boguttutula sembrano di mancare sul littorale. Il Zonites Leopoldianus (olivetorum) Vl Helix caespitum, e la Clausivia solida collegano la fauna toscana con quella della costa ligure (Genova e Nizza) e non sono esclusivamente littorali quan- tunque esse manchino alla fauna dell’ Italia settentrionale cioè della Lombardia e del Veneto, è anzi sorprendente che le due specie caratteristiche della Liguria, cioò Pupa pallida e Mortiletti (Buli- mus cinereus, Mortillet) non vi si trovino. È da notarsi ancora la presenza dell’ Melia obvoluta nel Fio- rentino e nella Maremma, specie assai rara in Italia. (1) Articolo estratto col consenso dello egregio autore signor Martens, dal Giornale: — Malakozoologische Blitter. T, 4.°, anno 1867, pag. 4162, — Tradu- zione dal tedesco del signor F. Appelius. ci i le Specie veramente italiane e comuni anche in Toscana, sono l Helix vermiculata, nemoralis, aspersa, cartusiana, profuga, Bulimus decollatus, quadridens, Pupa umbilicata, biplicata, Clausilia papillaris, Cyclostoma elegans; mancano le specie se- guenti molto comuni in Germania: l’Helia arbustorum, fruticum, incarnata, hispida, strigella, ericetorum, pomatia, hortensis, Bu- limus montanus e obscurus e tutte le Clausilie tedesche all’ ecce- zione della Clausilia laminata. Fra le specie fluviatili i generi Planorbis e Limnaeus sono rap- presentati dal maggior numero delle specie europee conosciute; ci mancano però i Planorbis contortus, nitidus, vortex, crista, Lim- naeus pereger e la Physa hypnorum, e in verità il referente non conosce per tutte queste specie, eccettuato il L. pereger assai diffi- cile a circonscrivere, nessuna provenienza dell’ Italia meridionale ad eccezione del citato dubbio di Cantraine di Roma e per il Pla- norbis crista la provenienza pur mal sicura di Pirajno, nel Philippi, in Sicilia. Il Planorbis adelosius: Bourguignat, (Revue Zool. 1859) vien considerato come varietà del Planorbis corneus col quale esso sì riunisce per un gran numero di forme intermedie; così pure la forma nera (PI. corneus var. niger. Issel) è senza dubbio il PI. anthracius di Bourguignat della Vallachia e che spediscesi dagli au- tori austriaci come PI. afer. Il nostro Ancylus fluviatilis è surro- gato in Toscana da tre cioè, capuloides Jan. gibbosus. Bourg. co- stulatus. Kùst. In quanto ai Molluschi forniti di branchie (Kienrensechnecken) troviamo citate pure le forme comuni tedesche come p. es. la Pa- ludina contecta, (vivipara) Bythinia tentaculata, Valvuta piscina- lis, cristata e Neritina fluviatilis, è notevole che non si trovi enu- merata la Paludina fusciata (rchatina) la quale è assai frequente in Lombardia e nel Veneto e trovasi in tutta l’Italia superiore. Forme più meridionali sono la Nerztina Prevostiana e la Bythi- nia Boissieri: inoltre l’autore pubblica due nuove specie di Bythi- nie; B. lucensis, dei Bagni di Lucca e B. Saviana delle acque ter- mali ferruginose di S. Giuliano presso Pisa. Il signor Issel in rapporto a quest’ ultima fa notare che essa trovasi in diverse Collezioni private del paese classata come Ther- malis, ma secondo lui erroneamente, giacchè la Thermalis di Linneo non vive che nell’acque calde di Abano presso Padova nell’ Italia superiore. In ciò egli ha torto: Linneo cita particolarmente le acque termali di Pisa come luogo di provenienza e Olivi fu il primo che POE, pre dette il nome di Thermalis alla specie di Abano assai comune nelle Collezioni europee; qual esempio fu seguito da quasi tutti gli autori che menzionano questa specie. La diagnosi assai certa di Linneo non calza esser questa conchi- glia di Abano, per cui il referente in un lavoro anteriore (‘Trroschel 's Archiv fàr Naturgeschiehte, Bd. XXIV, 1858) la nominò Hydrobia Aponensis. Hanley nelle sue ricerche critiche delle conchiglie di Linneo dichiara il suo Turbo thermalis appoggiandosi ad un dise- gno a mano per una piccola Bythinia e così è sommamente pro- babile che questa B. Suwmana sia la vera specie limneana. Assai interessante in ispecie per la distribuzione geografica delle specie europee è l’avere Issel trovato la Melunopsis Pufourit come incola di una fossa calda detta Caldana di Ravi nella Maremma to- scana. Come è noto il genere Melanopsis è rappresentato nella Spagna meridionale dai M. praerosa, Dufourù cariosa, ed alcune varietà o specie affini (come pure in Grecia dal M. praerosa in At- tica e l’isole dell'Arcipelago, secondo Roth e Olivier) ma la sua pre- senza in Italia ci è cosa affatto nuova. Issel l’ha raccolta esso stesso nella località summenzionata, non può dunque facilmente esservi errore come pur troppo avvenne colla citazione del Melanopsis nel catalogo dei Molluschi francesi (Paladilhe Revue Zoologique 1866, 5, 98, 99). Il referente ha ri- cevuto dal signor Lessona Direttore del Gabinetto di Storia natu- rale a Torino esemplari toscani probabilmente provenienti dalle mani dell’Issel medesimo e può soltanto approvare l’identificazione colla M. Dufouri specie spagnola e maroccana, quantunque Villa le abbia già dato un nome nuovo, cioè M. etrusca. Le bivalvi fluviatili citate differiscono poco da quelle dell’ Eu- ropa media; esse sono Pisidium ammnicum e casertanum, Cyclas cornea e calyculata, Anodonia cygnea e piscinalis soltanto fra gli Unii troviamo a lato dell’Unio pictorum, specie propria dell'Europa media, citato anche l’Unio Requienii specie più propriamente del- l'Occidente dell’ Europa meridionale, e una specie affine, l Unio Villae, Stabile. E. v. MarteNs. NOTA, Tav. I, fig. 4-6. Di questa rivista, pubblicata dal valente naturalista E. Martens e che recata gentilmente in lingua italiana del sig. F. Appelius presen- | tiamo ora ai lettori, prendiamo argomento per esporre alcune note EM |. prec alla medesima relative. L'autore del suaccennato articolo confronta saggiamente la fauna malacologica toscana con quella del rimanente di Italia e non ristà di offrirla al paragone di quella germanica. Osserva infatti come molte forme vi siano o riprodotte o rappre- sentate da specie affini, ma non tace la sua sorpresa nel non riscontrare accennate nel catalogo di Issel varie specie appartenenti al Nord dell’Italia od alla Germania medesima. Due osservazioni piace a noi fare in tal proposito. La prima; che è d’uopo essere indulgenti all’Issel per queste lacune, poichè poco spazio di tempo concedette al suo soggiorno in Toscana: secondariamente bisogna avvertire che varie fra quelle specie mentovate dal Martens come mancanti in Toscana, furono ivi rinvenute di poi. Così l’Helix ser- pentina, è notata solamente nel detto catalogo trovarsi in Pisa; ma non è difficile raccoglierla entro Livorno, fin sulle mura ur- bane, ed il Conchiliologo signor Jago trova spesso sulle mura esterne della sua abitazione esemplari aventi un colore più cupo e di maggior lucidezza di quelli del pisano. Oltre a ciò varie altre specie dobbiam sempre notare, fra le quali appunto 1 Helix fruticum incarnata, la Limnaca peregra, ed altre molte. Non sappiamo comprendere come il signor Martens si meravigli non trovare fra le altre, accennata 1’ Melia hortensis. Almen per ciò che ne sappiam noi, detta Helix non è propria della fauna italia- na, e sostiene la nostra opinione un dotto articolo che dal Pro- fessor signor P. Strobel è stato pubblicato nel suo Giornale\di Ma- lacologia, anno I, relativamente « alla non esistenza dell’ Helix hortensis al di quà delle Alpi ». Noi abbiamo raccolto più volte un numero considerevole di esemplari dell’//. nemoralis nel bosco di S. Rossore presso Pisa. In detto bosco questa specie prende un aspetto più piccolo del tipo e massimamente in alcuni esemplari, ricorda facilmente alcuni caratteri dell’. horlensis: ma pur sem- pre un attento esame ci fa persuasi che di questa specie, almeno qui, non v’'ha sentore alcuno. Dell’. obvoluta furono raccolti più volte magnifici esemplari nel Lucchese, e in minor quantità sulle colline pisane. Della sua affine l’ Helix angygira non fu raccolto mai verun esemplare. Della Physa Rypnorum fa trovata una graziosa varietà. — Ben si appone il Martens nel giudicar la Bythenia Savia- na come sinonimo della Bythinia thermalis di Linneo che infatti la disse dn thermis pisanis. — Di questo errore però, bisogna confes- sare, che l’Issel si accorse pochi dì dopo la pubblicazione del suo catalogo. Non nascondiamo che tanto noi, come il signor Issel, ai Dr possediamo importanti materiali per formare un'appendice al cata- logo dei Molluschi del pisano, che noi ci affretteremo a pubblicare o in questo periodico o separatamente, allorchè dovremo perdere la speranza di arricchirla 0 con nuove, 0 con specie di già cono- sciute, ma non peranco fatte palesi per la nostra provincia. GENTILUOMO. CENNI BIBLIOGRAFICI Descriptions de quelques espèces nouvelles. du groupe de l’HeLix RaAasPaILI— par M. Gu- stave Dutailly. L’isola di Corsica benchè politicamente divisa dalla Italia, le appartiene sotto l’ aspetto geografico. Noi adunque non possiamo trascurare i lavori malacologici che ad essa attengono. L’ Helix Raspaili Payr, è una interessante specie di cotesta isola. M. Du- tallly in un suo opuscolo comparso alla luce or circa un anno fa ci presenta alcune specie relative al gruppo di quella. L’ Helix Brocarprana Dutailly, differisce a sua opinione dalla /aspaili, specialmente per avere la sua sommità più ottusa, e voluminosa, come mamellonata, il suo ultimo giro rigonfio verso l'ombelico e per la sua direzione discendente, regolare verso l'apertura, final- mente per esser questa meno dilatata e quasi che rotonda. L'/7e- lix RomagnoLa (Helix Raspaili var. hispidula, Moquin Tandon) differisce dalle due prime per essere la spira più appiattita ed avere tutta la superficie esterna della conchiglia un aspetto scabro e rozzo al tatto, come pure per essere munita di peli. Le Helix OupHaLopzora e Crrnraca le distacca dall’ Meliz Raspaili conside- rando la var. umbilicaris, Moquin Tandon, della medesima; e rite- nendo l’ultima sua specie come un punto di passaggio e di tran- sizione fra questo gruppo e quello dell’ Helix setosa, Salderiana, Lefebvriana etc. Rispetto all'ultima, Melia Cyrniaca, il pregiato Journal de Conchyliologie egregiamente diretto dai signori Crosse e Ficher risolve una questione di anteriorità, per la quale 1° Helix Ciyrniaca passa nella sinonimia dell’ I. Revielerei Debeaux, della — 16 — quale presenta la descrizione. (Serie 3.8, Tomo VII, pag. 308), e il disegno (Tav. vm, fig. 1). L’opuscolo del signor Dutailly manca di tavole. In questo secolo in cui la specie nuova è l'ambizione di non pochi naturalisti, in cui lo spirito analitico sembra prendere in questi studi una preponderanza inquietante sul sintetico, noi non possiamo di primo impeto riconoscere, come vorremmo, l'esattezza di tali distinzioni. Sembra a noi che sia discutibile per lo meno, se i caratteri che furono presi per base di tali specie presentino quella importanza che sarebbe ormai necessario fosse da tutti ben cono- sciuta, ponderata ed apprezzata nel suo vero aspetto, prima di deciderci ad aggiungere nuove specie alle già voluminosissime schiere che ingombrano spesso inutilmente i libri di scienza, gli scaffali dei Gabinetti, e la mente del povero naturalista. Noi però non vogliamo con questo opporci assolutamente alla enumerazione delle specie del signor Dutailly, ma non abbiamo voluto lasciarci fuggire quest’ occasione, per esporre queste poche nostre idee che quasi non esitiamo ad appellare professione di fede. G. Varietà. — Nel secondo fascicolo delle NovveLtes MiscerLantes Manaco- Loarques, Paladhilhe descrive due nuove specie italiane: l'una, H#y- drobia ligurica (pag. 55, Tav. II, fig. 20, 22) di Finale (Liguria), l’altra, Hydrobia etrusca (p. 56, Tav. HI, fig. 14, 16) di Monte Morello presso Firenze. — Nel secondo Tomo degli Annali della Societi MALACOLOGIQUE be BeLcique troviamo una interessante Memoria sulla Glassazzone delle varietà dell’ Helix nemoralis ed hortensis, stabilita sulla osservazione delle fasce della conchigbia, di Jules Saveur. Avendo ricevuto or da poco il libro non possiamo darne un esatto giudizio, e lo rimandiamo al numero venturo, occupandoci però solo di quanto sarà concernente all’ H. nemoralis. Dott. Cammillo Gentiluomo Redattore. Stefano Macario Gerente Respons. Bull:Malac:It.A:L "7 SERRA 1.3 CGlausilia Lucensis. Gentl. 4.6 Bythinia thermalis. Linneo. 7, 6.Physa Pisana. Issel. 910.Helix nemoralis Linneo. _ Mut: undulata Cent] Mrenze, Lis, baltayny è muli i de TOI LIBRI VENDIBILI PRESSO I FRATELLI NISTRI IN PISA — Sotto Borgo. n cd ______ ARGENVILLE. — L' Histoire Naturelle èclaircie dans une des ses parties principales de la Conchyliologie, -- Paris 1757, 1 vol. in 4.° fig., leg. in pelle BONANNI Phil. — Museum Kircherianum. Vol. 1, fog. fig. Ro- mae 1709. DE A PSN IR te e ee » BROCCHI G. — Conchiologia fossile subapennina con osservazioni geologiche sugli Apennini e sul suolo adiacente, 2 Vol. 4.° gr. con Atl. di 16 tav. — Milano 1814 FICHTEL L. — Testacea aliaque minuta ex generibus Argonauta et Nautilus ad naturam delineata et descripta cum 24 tabulis aere incisis (col.) Vienn. 1803 — rilegato . . . +... >» GUALTIERI N. — Index Testarum conchyliorim quae adservantur in Museo N. Gualtieri, et methodice distributae exhibentur Tabulis cx (con ritratto e antiporta) Flor. 1742 f. magnif. esemplare intonso . SR KLEIN Jac. Th. — Naturalis dispositio Echinodermatum. — Li- puiae 1778; /Ivovoli ini 4,% cum 194..tabi Lat LEEUWENHOEH A. — Arcana naturae deteeta una cum conti- nuatione arcanorum naturae detectorum. — Delphis Bata- Toni L69798 volti CUni ALT Ia 18 40 PLANCIES J. — De Conchis minus notis. — Romae 1760, 1 vol. in 4.9, 19 tab. DT SIRO RIE IZQIONE vORLIG POE SER) REUSS A.-- Die fossilen polyparien des Wiener testiarbeckens. — Wien 1847, 1 vol. in foglio con 11 tavole. . . . . . >» ROZET M. — Traité élementaire de Géologie avec atlas. — Paris IERI VOL e RAT RIETI IE OT RUMPHIUS. — D’Amboinsche Rariteitkamer. — Amsterdam 1706, lvoltin'fos. (00tav.- leg. pelle Ne eo » La stessa opera tradotta in latino. — Lugduni Batavorum 1711, 1 vol. in fog. leg. in baz. dorato sul foglio con 60 fig. » SCHMIDT A. — Die kritischen Gruppen der Europaischen Clau- ‘silien mit 11 lithographirten Tafeln 1 vol. in 4.°. — Leipzig OA SR E ITA SIG SCREIBERS X. — Versuch einer vollstandigen Conchylienkentisg nach Linnes system. — Wien 17983, 2 vol. in 8.0... » SOLDANI A. — Testaceosraphiae ac Zoophytographiae parvae ‘et microscopicae, Tomus primus par. 1.*, 2.* et 8.* Senis 1739- 1795, bellissimo esemplare rilegato .. . . . . +... > » Saggio brittografico ovvero osservazioni sopra le terre nautilitiche ed ammonitiche della ‘Toscana con appendice, — Siena 1780, 1 vol. in 4.9, con 25 tav... . +. > WAD G. — Fossilia Aegiptiaca Musei Borgiani Velitris. — Veli- tris 179041 volant ALII ZAPPE J. — Mineralogisches Land-Lexicon o der aufstellung und Bescreibung aller bister betannten Fossilien. — Wien 1817, Di VOLI NI LE eta a SI OR i Or 15 14 20. 15 20 250 10,50 ZIETEN (CA. von). — Les pétrifications du Wurtemberg, ou répré- | sentations d’après nature des pétrifications qui se trouvent dans les collections les plus complètes, 2 vol. gr. in 4.9, Stout- watt 189001407 SIRIO, ARIANO, Ur der A 9 Pdl BULLETTINO MALACOLOGICO ITALIANO È scopo di questa pubblicazione non solo il presentare al pubblico nuove specie di Molluschi italiani, ed i nuovi lavori in Malacologia ma eziandio l’occuparsi di quelli già cono- sciuti, onde armonizzarli fra loro, acciò possano essi pure ‘servire a consolidare le fondamenta dello edificio Malaco- logico Italiano, principal nostra meta. A ciò fare, ci propo- niamo cominciare dallo offrire un giudizio di tutto quel che fu fatto e pubblicato fino a quest’ epoca. Per quanto noi pos- seciamo de’ materiali per questa ingente fatica, ci facciamo lecito rivolgerci ai Conchiliologi Italiani, onde pregarli ci siano larghi di tutti quei consigli e suggerimenti che crede- ranno utile ed opportuno il farci pervenire.— Si avranno pure la nostra gratitudine, tutti coloro che si compiaceranno in- dirizzarci i loro lavori, o per lo meno indicarci ove potremmo procurarceli per farne argomento delle nostre riflessioni. — Speriamo, per il bene della scienza, che questo nostro appello troverà favorevole accoglimento presso tutti coloro che si occupano di Malacologia, e ci affrettiamo di anticiparne loro j più vivi ringraziamenti. . Cediamo ben volentieri alle esortazioni di Chi gentilmente ci consiglia pel nostro meglio. Egli è perciò che rimanendo fermo lo scopo della presente pubblicazione, ne abbiamo rifor- mato il titolo, per renderlo più chiaro e al tempo istesso più completo nel suo significato. Per imprevedute circostanze abbiamo dovuto ritardare di qualche giorno la pubblicazione di questo numero, certi della indulgenza dei cortesi nostri associati. IL BULLETTINO MALACOLOGICO ITALIANO si pubblica in un foglio di stampa di 16 pagine in 3.°, con copertina ed una tavola in nero litografata, ogni due mesi scaduti. È posto sotto la direzione onoraria dello Egregio signor Cav. Pror. Giuseppe Meneghini. — Si occupa di Molluschi viventi, terrestri e d’ acqua dolce di Italia, ed ha per iscopo di presentare nuovi materiali e coordinare i già conosciuti per l’ edificio della Malacologia Italiana. { CONDIZIONI DI ABBUONAMENTO Ila 00 uo per un anno franco a domicilio Estetog i» 10 (pagamento anticipato). * % Dirigersi con lettera affrancata al Redattore del Bu/letfno Malacologico Italiano — Pisa, Via S. Francesco n.° 28, (nuova numerazione). Unico deposito presso il sig. Ermanno LorscHER, Torino. AE li bULLETTINO MA LACOLOGICO Ru Preci iP: N O MOLLUSCHI TERRESTRI E D’ACQUA DOLCE Anno. — 1868 Numero Secondo Marzo — Aprile PISA TIPOGRAFIA DEI FF. NISTRI Premiati all’ Esposizione di Parigi, 41867 —_— °‘"1868 SOMMARIO DEL NUMERO SECONDO — Dei Molluschi terrestri e d’acqua dolce racolti nell’ Arcipelago di Malta. — Nota di A. Issel (Continuazione e fine). — SPECIE NUOVE: 1. Zonites Mortilleti. Pecchioli. 2. Helix Luganensis. Schintz. mut. 6 Philippi Mariae. Stabile. — Classazione delle Varietà dell’ Helis nemoralis. L. — Parte I. — Rivista Bibliografica Italiana. — Varietà. LIBRI RICEVUTI IN DONO G. MenrcHINI. — Mitra (Imbricaria) Caterinii, nuova specie di conchiglia: - Piccola corrispondenza. C. B. Losanna — Vi ringraziamo per i vostri elogi e buoni consigli. Di questi una parte vedete esecuita in questo stesso numero, pel rimi- nente vi penseremo, per quanto riconosciamo ottimo, in massima, il vostro progetto. Troverete nel catalogo dei Fratelli Nistri il Libro che ci chiedete. E un esemplare magnifico, e crediamo che ne rimarreste contento, se voleste acquistarlo. BULLETTINO MALACOLOGICO ITALIANO MOLLUSCHI TERRESTRI E D'ACQUA DOLCE Anno I. Marzo-Aprile 1868 Numero 2. Dei Molluschi terrestri e d'acqua dolce raccolti nello Arcipelago di Malta, nota di A. Issel. (Continuazione e fine Ved. N° 1). 8. Helix melitensis, Ferussac, Tav. II, Fio. 1, 2. Helix (Helicogena) melitensis, Ferussac, Hist., tav. xxv, f. 11-12. Helix melitensis, Pfeiffer, Mon. helic., I, pag. 280. Helix melitensis, Benoit, Illustr. syst., p. 101, tav. n, f. 2, (1857). L’ho raccolta nell’isola di Gozzo nelle vicinanze della cosidetta grotta di Calipso, fra le pietre di un muricciuolo. Si trova anche a Malta. Questa si riferisce ad un tipo di elici sicule che comprende l’ H. sicana, Ferussac, e. 1’ H. platychela, Menke, di Sicilia, 1 H. soluta, Michaud e l’H. alabastrites, Rossmissler, d’ Algeria. Il Cantraine però l’assimila a torto alle due ultime specie che pure son ben di- stinte. Secondo il medesimo autore l’ H. melitensis si troverebbe . anche a Siracusa; ma tale asserzione, confutata dal Bénoit, è pro- babilmente fondata sopra un errore di determinazione (1). 9. Helix vermiculata, Miller. Helix vermiculata, Miller, Verm. hist., n, pag. 20, (1774). Helix vermiculata, Moquin-Tandon, Moll. de France, II, p. 159, tav. x, f. 25-29, (1855). Helix vermiculata, Bénoit, Iustr. syst., p. 82, tav. 1, f. 16, (1857). (1) Secondo Cantraine ( Malac. mediterran., pag. 104) l' Heliv platychela, Menke, si troverebbe anche a Malta. Ma a cagione dell'errore ora avvertito, sem- brami che il fatto meriti conferma. 2 a Ho raccolto a Malta un esemplare tipico di questa specie e pa- recchi altri che si riferiscono alle seguenti varietà : Var. linusiana, Bénoit; (Helix linusae, Calcara). — Testa minor subglobosa solidior apertura ante lunari. Comune nell’isola di Gozzo. Var. subangulata, Issel, Tav. II, Fr. 3 Testa minor solidior apertura subangulata. — Questa varietà che ho raccolta più volte nelle isole di Malta e Gozzo è caratterizzata dalla forma della sua apertura che è un poco angolosa inferior- mente; ordinariamente il suo peristoma presenta verso la base della columella un piccolo tubercolo irregolare. Le forme sopradescritte della Helix vermiculata sì riferiscono per la colorazione alle seguenti varietà noverate dal Moquin-Tan- don: zonata, expallescens, concolor e albida. 10. Helix aperta, Born. ‘Helix aperta, Born, Ind. Mus. Ces. Vind., p. 399, (1778) e Mus. Nand.ctay. xv, f. 19;/20: Helix naticoides, Draparnaud, Tabl. Moll., pag. 78, (1801). Helix neritoides, Bénoit, Illustr. syst., pag. 69, (1857). Credo che non sia comune a Malta, imperocchè l’ ho incontrata una sola volta presso la Valletta. ll. Helix aspersa, Miller. Helix aspersa, Miller, Verm. hist., 1, pag. 59, (1774). Helix aspersa, Bénoit, Illustr. syst., pag. 71, tav. 1, f. 9, (1857). Se ne trovano a Malta esemplari un poco più piccoli di quelli del continente. Var. conoidea, Moquin-Tandon. Non comune a Malta e a Gozzo. 12. Helix conspurcata, Draparnaud. Helix conspurcata, Draparnaud, Tabl. Moll., pag. 93, (1801) e Hist. tav. vu, f. 23-25. Helix conspurcata, Bénoit, Ill. syst., p. 142, tav. m, f. 11, (1859). Ne ho rinvenuto qualche individuo sulla costa scel di Malta. 13. Helix profuga, Schmidt. Helix profuga, A. Schmidt, in Malak. Blàtter, p. 18, (1854). Helix striata, Bénoit, Ilustr., pag. 133, tav. m, f. 3, (1859). L’ho raccolta a Gozzo, sotto le pietre. 14. Helix cespitum, Draparnaud. Helix cespitum, Draparnaud, Tabl. Moll., pag. 92, (1801) e Hist., tav. VI, f. 14-15 (non. 16-17). «000, |. JO Helix east Bénoit, Illustr. syst., p. 129, tav. n, f. 22, (1859). Secondo il signor Bénoit trovasi a Malta una varietà di questa specie priva di fascie. 15. Helix pisana, Miiller. Helix pisana, Miller, Verm. hist., 1, pag. 60, (1774). Helix pisana, Bénoit, Illu. syst., pag. 128, tav. m, fig. 1, (1859). È assai comune tanto nell'isola di Gozzo quanto in quella di Malta. Le sue forme non sono in queste località così costanti come nell'Italia superiore; infatti alcuni individui da me raccolti, presen- tano l'apertura un poco angolosa sente ae altri hanno la spira alquanto depressa. Per la colorazione gli esemplari dell'Arcipelago maltese si. pos- sono ascrivere alle varietà: bifrons, concolor, interrupta, descritte dal Moquin-Tandon. 16. Helix variabilis, Drapar naud. Helix variabilis, Draparnaud, Tabl., Moll., pag. 73, (1801). Helix variabilis, Benoit, Ilu. syst., p. 126, tav. n, f. 21, (1859). Trovansi a Malta le varietà: maculata, tesselata e lactescens di Moquin-Tandon. 17. Helix Meda, Porro. Helix Meda, Porro, in Revue zool., pag. 126, (1810). Helix Meda, L. Pfeiffer, Mon. Hel., I, pag. 169, (1848). Helix Meda, Bénoit, Illustr. syst., pag. 139, tav. 11, f. 9, (1859). Questa conchiglia propria della Sicilia e della Sardegna, vive anche a Malta. 18. Helix Spratti *, Pfeiffer. Helix Spratti, L. Pfeiffer, Mon. Hel., I, pag. 174, (1848). Specie rara, peculiare all’Arcipelago di Malta. Secondo le osser- vazioni del Pfeiffer questa sarebbe strettamente affine alla H. sy- rensis, Ferussac, da cui si distinguerebbe per essere più larga- mente umbilicata e più fortemente costulata. Si accosta poi molto alla specie seguente. 19. Helix Schembrii, Schwerzenbach. Helix Schembrii, L. Pfeiffer, Mon. Hel. I, pag. 444, (1848). Helix Schembriana, Bénoit, Ill. syst., p. 182, tav. 1v, f. 26, (1862). Questa bella specie che ho osservata nella collezione dell’ egregio dott. Schembri ed in quella della biblioteca pubblica di Malta, vive soltanto nell'isola di Gozzo ed in quella di Comino. 20. Helix calcarata, Bénoit. Helix calcarata, Bénoit, Ill. syst., p. 203, tav. v, f. 11, (1862). | — 20 — Ho raccolto questa elegante chioccioletta in vari punti dell’isola di Malta e segnatamente presso S. Giorgio. 21. Helix trochoides, Poiret. Helix trochoides, Poiret, Voy. en Barbarie, II, pag. 29, (1792). Helix conica, Draparnaud, Tabl. Moll. pag. 69, (1801) e Hist., tav. v, £. 3-5. Helix trochoides, Bénoit, Ill. syst., p. 20, tav. v, f. 9, (1862). Var. rugosa, Bénoit (Helix rugosa, Aradas e Maggiore). Ne ho trovato alcuni individui presso S. Giorgio. La medesima varietà è conservata nella raccolta della Biblioteca di Malta sotto il nome di Helix rugosula, Phulippi. 22. Helix acuta, Miiller. Helix acuta, Miller, Verm. Hist., II, pag. 100, (1774). Helix acuta, Bénoit, Illustr. syst., pag. 208, tav. v, f. 21. Ne posseggo molti esemplari trovati da me a Malta. Essi sono un poco più piccoli di quelli del continente e per la disposizione dei colori, possono ascriversi alla varietà strigata del Moquin- Tandon. 23. Bulimus decollatus, Linneo. Helix decollata, Linneo, Syst. nat., ed. x, pag. 773, (1758). Bulimus decollatus, Bénoit, Ill. syst., p. 219, tav. v, f. 19, (1862). Ne ho trovati pochi individui nell’isola di Gozzo. Questi sono di mediocri dimensioni, assai solidi e di color giallastro. 24. Bulimus pupa, Linneo. | Helix pupa, Linneo, Syst. nat., ed. x, pag. 773, (1758). Bulimus pupa, Bruguière, Encycl. meth., I, pag. 359. Bulimus pupa, Bénoit, Il. syst., p. 222, tav. v, f. 20, (1862). Var. minor, Issel. — Testa minor, elongata, solida, albida. Si trova questa dovunque nelle isole di Malta e Gozzo. Vive nei luoghi molto aridi, fra le pietre dei muriccioli, nelle anfrattuosità degli scogli. 25. Ferussacia Gronoviana, Risso. Helix folliculus, Gronovius, Zoophyt., fasc. 3, pag. 296, tav. ufo 104:(1764): Ferussacia gronoviana, Risso, Hist. nat., IV, pag. 80, tav. 1, fig. 27, (1826). Achatina folliculus, Bénoit, Ill. syst. p. 236, tav. v, f. 26, (1862). Var. Vescoi, Bénoit. (Glandina e Ferussacia Vescoi, Bourguignat, Amén. malac., I, pag. 150 e pag. 203, tav. xv, f. 2-4). L’ho raccolta presso la Valletta e nell'isola di Gozzo. d'ogy: - MRO 26. Caecilianella, sp. Fra le conchiglie da me raccolte presso la grotta di Har Dal- lam in S. Giorgio vi ha anche un individuo di questo genere, ma non mi arrischio a determinarlo. Dirò soltanto che spetta al gruppo della 0. acicula, Miiller. 27. Caecilianella, sp. Un'altra specie del medesimo genere proveniente pure da Malta fu da me osservata nella collezione della biblioteca della Valletta. 28. Pupa granum, Draparnaud. Pupa granum, Draparnaud, Tabl. Moll., pag. 50, (1801) e Hist., tav. 1, f. 45, 46. Gli esemplari raccolti da me a Malta sono identici a quelli della Toscana e della Sicilia. 29. Clausilia bidens, Linneo. Turbo bidens, Linneo, Syst. nat., ed. x, pag. 767, (1758). Helix papillaris, Miller, Verm. hist., II, pag. 110, (1774). Clausilia bidens, Moquin-Tandon, Moll. de France, II, pag. 324, tav. xx, f. 20-30, (1855). Comune sulle vecchie mura della Valletta, nonchè nell'isola di (tozzo. 30. Clausilia macrostoma, Cantraine. Clausilia macrostoma, Cantraine, Malac. medit., pag. 153, tav. v, £. 18, (1840). Clausilia syracusana, Philippi, Moll. Siciliae, I, pag. 139, tav. vi, f. 23, (1836). È abbondantissima sulle roccie e sulle vecchie mura nelle isole di Malta e Gozzo. 81. Clausilia Delicatae, Gulia. Clausilia Delicatae, Gulia, Tentamen Ichtyologiae melitensis, pag. Mi (1861). Ho veduto questa specie, ma non ho avuto agio di esaminarla. A quanto mi disse il dott. Gulia, si trova nell'isola di Gozzo, ove è rarissima. Essendo poco divulgato il libro nel quale fu descritta, ne trascrivo qui la diagnosi: C. testa fusiformi, ventricosa, scalariformi, decollata, longitudi- naliter striato-costulata, costis creberrimis, apice arcuatis, anfracti- bus septem aut octo, apertura subauriformi sexplicata peristomate continuo subreflexo, longa 12 millim., larga 4 millim. 32. Clausilia Mamotica, Galia, Tav. II, Fis. 4, 6. Clausilia Mamotica , Guilia, Tentamen Ichtyologiae melitensis, pag. 8, (1861). Li nprat Questa bella Clausilia, propria dell’isola di Gozzo, sembra as- sal rara. Ne conservo nella mia collezione un individuo, dona- tomi dal signor Gulia, che presenta i seguenti caratteri: Conchi- glia ovale, allungata, ventricosa, mancante della sommità, formata di 4 giri, ornata di piccole lamelle parallele longitudinali un poco oblique, assai fitte nei primi giri e meno nell’ultimo; colore bianco giallastro ; giri alquanto convessi, divisi da ben distinte sature, l’ultimo più piccolo del precedente, un po’ carenato. Ombellico assai ristretto, quasi totalmente occultato dal peristoma, il'quale è con- tinuo, alquanto svasato e riflesso; area ombellicale circondata da una gibbosità semicircolare. Apertura di mediocri dimensioni, quadrangolare, più lunga che larga, munita di 4 lamelle: una su- periore diritta e breve; due sulla parete columellare, oblique, un poco sinuose, parallele, dirette dall’ alto al basso e dall’ innanzi all'indietro ; la quarta sulla parete opposta, orizzontale, piuttosto profonda e più cospicua delle altre. Dimensioni: lunghezza mill. 9; larghezza millimetri 4 1/2. 33. Cyclostoma melitense, Sowerby. Cyclostoma melitense, Sowerby, Thes. conchyl., n.° 41, pag. 105, tav. 24, fig. 53-54. Cyclostoma sulcatus, Var., Pfeiff., Mon. Pneumonop. viv., pag. 226, (1852). Questa specie assai comune a Malta e a Gozzo, merita di essere mantenuta imperocchè i suoi caratteri sono sufficientemente distinti e costanti. 34. Bythinia similis, Draparnaud. Cyclostoma simile, Draparnaud, Hist. Moll., pag. 34, tav. 1, fig. 15, (1805). — Bythinia similis, Moquin-Tandon, Moll. de France, pag. 526, tav. xxxIx, f. 19, (1859). Si trova in un rivoletto che scorre nel luogo detto dagl’ inglesi: «the large Valley », presso la Valletta. È assai variabile nelle sue forme, e mentre alcuni individui sono identici alla B. similis di Francia altri ne differiscono notevolmente. Ciò mi fa dubitare della mia determinazione. 30. Hydrobia musaensis, Frauenfeld. Hydrobia musaensis, Frauenfeld, Reise an’s Rothe Meer, Sit- zungher. d. K. Ak. d. W., xvi, pag. 85., e Verzeichniss der Na- mender Paludina, pag. 68, (1865). Questa specie fu trovata per la prima volta in certe pozzanghere ale "Sil d’acqua salmastra nell’oasi delle fontane di Mosè, presso Suez. lo l'ho raccolta anche a Malta alla foce di un piccolo corso d'acqua, quasi sempre a secco, che sbocca nel fondo del porto maggiore. Gli esemplari delle due provenienze sono perfettamente identici a segno che fossero frammischiati non potrebbero più separarsi; in entrambe le località l’H/ydrobia è accompagnata dalla Melania tu- berculata, Miiller. 36. Melania tuberculata, Miller. Nerita tuberculata, Miller, Ver. Hist., II, p. 191, n.9 378, (1774). Melanoides fascioluta, Olivier, Voy. dans l’emp. ott., II, pag. 10, tav. xxx1, f. 7, (1804). Melania tuberculata, Brot., Mater. pour servir à 1’ét. des Melan., pag. 51, (1862). Ne ho raccolti parecchi esemplari a Malta insieme alla precedenie. Questa specie, che è la prima del genere Melania di cui si arric- chisce la fauna d’Italia, può dirsi quasi cosmopolita, imperocchè si trova largamente diffusa in tutta l’ Africa, in gran parte dell’ Asia continentale ed insulare e si estende anche in alcuni punti del- l'Europa occidentale. A Malta essa è rappresentata da esemplari simiglianti m tutto a quelli dell’Africa settentrionale, fuorchè nelle dimensioni che sono assai mimori (1). , L'animale della Melania tuberculata. che ho avuto occasione di osservar vivente, è vivace e rapido nei suoi movimenti; la sua testa piccola e poco distinta dal resto del corpo, presenta ante- riormente una breve proboscide linguiforme alla estremità della quale si apre la bocca. Ai lati della proboscide vedonsi due brevi tentacoli conici che portano gli occhi alla base loro. Il piede è corto e terminato posteriormente da una punta ottusa. Il colore del corpo è un verdastro scuro uniforme. Quando il mollusco cammina, la conchiglia prende una posizione quasi orizzontale ed un poco obliqua, rispetto alla direzione dell’animale, l’opercolo viene allora portato all'indietro ed un poco a sinistra. 37. Alexia myosotis, Draparnaud. Auricula myosotis, Draparnaud, Tabl. Moll., pag. 53, (1801) e Hist., tav. 11, f. 16-17. L'ho raccolta sul lido di Marsa Scirocco, insieme a molte con- chiglie marine. 38. Alexia Firminii, Payraudeau. (4) Gl’individui raccolti da me non superano i 6 millimetri in lunghezza; ma non hanno raggiunto il loro totale accrescimento.
» GUALTIERI N. — Index Testarum conchyliorum quae adservantur in Museo N. Gualtieri, et methodice distributae exhibentur Tabulis cx (con ritratto e antiporta) Flor. 1742 f. magnif. esemplare intonso . PRIORE Red KLEIN Jac. Th. — Naturalis dispositio Echinodermatum. — Li- pisine 1778; -1-volivin 40 cuni :84 tabi a dea LEEUWENHOEH A. — Arcana naturae detecta una cum conti- muatione arcanorum naturae detectorum. — Delphis Bata- Vogue 1697: 9 vol in: 8° -camtabi Ria Ret canna 15 18 40 G 50 10 12 PLANCIES J. — De Conchis minus notis. — Romae 1760, 1 vol. io 49; 19 alb (ALEC PREF RI GPRORI Chi I Sii REUSS A.-- Die fossilen polyparien des Wiener testiarbeckens, — Wien&8475 1 vol.infoglio con IL tavole. eta » ROZET M. — Traité élementaire de Géologie avec atlas. — Paris 1837, 2 vol. in So ° » ° ° . . . . ° (1 ° ° ° » RUMPHIUS. — D’Amboinsche Rariteitkamer. — Amsterdam 1706, iivoliinsfos.00%tav degni pelle fe e » La stessa opera tradotta in latino. — Lugduni Batavorum 1711, 1 vol. in fog. leg. in baz. dorato sul foglio con 60 fig. » SCHMIDT A. — Die kritischen Gruppen der Europaischen Clau- silien mit 11 lithographirten Tafeln 1 vol. in 4.9. — Leipzig MRS RR SIAT OO PAIA TA RARO ACT e I SCREIBERS Ji. — Versuch einer vollstandisen Conchylienkentisg nach Linnes system. — Wien 1793, 2 vol. in 8.°. . . >» SOLDANI A. — Testaceographiae ac Zoophytosraphiae parvae et microscopicae, Tomus primus par. 1.*, 2.* et 3.* Senis 1789- 47955 bellissimo esemplare’ rilegato Eee ata >» : Saggio» brittografico ovvero osservazioni sopra le terre nautilitiche ed ammonitiche della Toscana con appendice. = iRienat1730)1vol-%in 42" con'2o tav Ve e a WAD:G.— -Fossilia Acsiptiaza Musei Borgiani Velitris. — Veli- tris 0044 1'wolttin AGIO Si a A, ME ZAPPE J. — Mineralogisches Land-Lexicon o der aufstellang und Bescreibung aller bister betannten Fossilien. — Wien 1817, vol ana e RORLITO QI RA ET CORO E RIONE ZIETEN (CA. von). — Les pétrifications du Wurtemberg, ou répré- sentations«d’ après nature des pétrifications qui se trouvent dans les collections les plus complètes, 2 vol. or. in 4.%, Stont- 15 14 20 15 20 250 SABA SOI MI AO DO VOM MR BULLETTINO MALACOLOGICO ITALIANO Siamo sensibili alle molteplici congratulazioni e dimo- strazioni di simpatie che d’ ogni dove riceviamo. Siano certi i nostri Associati che siamo impegnati con tutte le nostre forze acciò il periodico si renda degno della cortese loro accoglien- za. — Però confessiamo che non siamo del tutto contenti del resultato delle nostre fatiche, ma che speriamo che ogni nu- Imero sortirà meno imperfetto del precedente, onde possiamo giungere ad esser un dì sodisfatti dell’opera nostra. Poichè l’occasione è propizia, non ci stanchiamo, a costo di sembrare indiscreti, di pregare i Malacologhi Italiani di farci parte delle loro pubblicazioni, e destinare qualche loro lavoro per le nostre pagine, onde il Bullettino possa assolutamente chia- marsi ITALIANO: come pure ringraziamo di vero cuore, tutti loro che ci hanno fatto sperare la loro collaborazione. L’abbondanza delle materie e soprattutto il desiderio di por fine all’interessante lavoro del sig. Issel, ci ha fatto ri- mandare al numero venturo le ultime due parti della c/as- sazione delle varietà dell’ H. nemoralis. Saremo grati ai Malacologhi Italiani che conoscono qualche nuova varietà atti- nente a questa specie, se ce ne vorranno inviare la descrizione. zl Varij errori fuggirono alla nostra osservazione nel formare il primo numero. La maggiore accuratezza nel comporre il presente, renda sicuri gli Associati, che ciò non sì ripeterà. Nel sesto numero daremo un'errata corrige generale, che ci augnriamo riesca ben limitata. IL BULLETTINO MALACOLOGICOSITALIANO si pubblica in un foglio di stampa di 16 pagine in 8.°, con copertina ed una tavola in nero litografata, ogni due mest scaduti. È posto sotto la direzione onoraria dello Egregio sienor Cav. Pror. Giuseppe Meneghini. — Si occupa di Molluschi viventi, terrestri e d’acqua dolce di Italia, ed ha «per iscopo di presentare nuovi materiali e coordinare i già ‘conosciuti per l’ edificio della Malacologèa Italiana. CONDIZIONI DI ABBUONAMENTO Inla ce: 08 per un anno franco a domicilio Estero 0 (pagamento anticipato). Dirigersi con lettera affrancata al Redattore del Bu/lettino Malacologico Italiano — Pisa, Via S. Francesco n.° 23, ‘(nuova numerazione). Unico deposito presso il sig. Ermanno LoescHER, Torino. AVVISO Il Frontespizio promesso col nostro programma sarà consegnato col sesto numero, unitamente all'indice delle materie. bULLETTINO MALACOLOGICO ITALIANO MOLLUSCHI TERRESTRI E D’ACQUA DOLCE Anno I.— 1868 Numero Terzo Maggio — Giugno PISA TIPOGRAFIA DEI FF. NISTRI ye VIA A, — °“ 1868 SOMMARIO DEL NUMERO TERZO ® — Pupa MortILLETI. — Martens — Studi sinonimici. — Esistenza dello Zonites LroPoLDIaNnUs nell'Italia settentrionale. — Crausima LucensIs. — Gentl., e CLausiLia ComensIs. — Shutl. — SPECIE NUOVE: 1. Clausilia Isseli. — Villa. 2. Helix cingulata. — Studer | mut. Anconae. — Genti. 3. Helix Gobanzi. — Frauenfeld. — Osservazioni sulla CLausiLia MoreLLaNA. — Parreyss. | — Rivista Bibliografica Italiana. — (Continuazione). OPERE DI MALACOLOGIA VENDIBILI AL NOSTRO UFFICIO % A. Isse. Molluschi della Provincia di Pia .....£ 3, — — Delle conchiglie raccolte nelle breccie e nelle caverne os- sifere della Liguria occidentale — Con una tavola. . » 2,50 — Dei Molluschi terrestri e d’acqua dolce raccolti nell’ar- cipelago di Malta rea » — 80 Dirigersi al nostro ufficio con lettera affrancata e con vaglia, o biglietti di banca in lettera assicurata. BULLETTINO MALACOLOGICO ITALIANO MOLLUSCHI TERRESTRI E D’ACQUA DOLCE Magzio-Giugno Anno I. ARRE Numero 3. Pupa Mortilleti. — Martens. STUDI SINONIMICI. Il signor di Mortillet trovava presso Saorgio, sulle roccie, questa bella specie di Pupa (o di Bulimus, secondo altri autori ), che ricorda il molto affine Bulimus Jeannotii, Terver, d’ Algeria; il signor di Mortillet denominava la sua nuova specie Lulimus cinereus (1851); più tardi il signor Bourguignat, considerando che il nome di conereus era già preoccupato per una specie esotica, Bulimus cinereus, Lovell Reeve, sostituì al nome imposto dal signor di Mortillet, quello di psarolenus. Più tardi (1860) il signor Ed. Martens, nella seconda edizione degli Elicei di Albers, fece passare la specie in discorso dai Bulimus alle Pupa, e siccome già esiste una Pupa cinerea, cambiò egli pure il nome di cinereus in Mortil- leti. Nel 1864 io dedicava all’ottimo amico signor di Mortillet, una bella forma di Pupa (del gruppo delle Zorquille) affine alla Pupa variabilis Drapar., trovata in Piemonte. Il chiarissimo Professore Martens, nel rendiconto che ebbe la bontà di fare sul mio lavoro (Mollusques terrestres vivants du Piemont 1864) nel 1.° volume di Giinther (The Récord ec., vedi più avanti) propone il nome di Pupa Stabilei, Martens. in sostituzione di Mortilleti, Stabile. Riepi- logando, ecco come si può dunque ricostruire la sinonimia delle due specie in discorso, per evitare ogni confusione: 1. Pupa psarolena (Yepos-tacheté, e )auva-enveloppe ec.) Bulimus cinereus (1), Mortillet. Coq. fluv. et terr. de Nice, in x (1) Non Bulimus cinereus Lovell Reeve, Conchol. Iconogr. di Bolivia T, LvI, Decémbre 1848, 3 SNA Bull. Soc. d’hist. nat. de Savoie, Settembre 1851 (per errore tipo- grafico senza dubbio, è scritto cinerens). Bulimus cinereus, Dumont et Mortillet. Descr. somm. des esp. nouv. in Prospectus de l’ Histoir. mollusq. terrestr. etc., du Léman. Marzo 1852. Bulimus cinereus. Petit de la Saussaie. Compte rendu du Cat. des coq. terr. et fluv. de Nice, par Mortillet. in Journal de Conch. Juin 1852. Bulimus cinereus. Rossmissler. Iconogr. 17 et 18 Hest. p. 102, fig. 929, Decembre 1858. Bulimus psarolenus. Bourguignat. Aménités Malac. Tome II in Revue et Magasin de Zoologie, par Guérin Méneville, num. 1 et 2, 1859. Pupa Mortilleti. Ed. Martens. Die Heliceen et von J. Christ. Al- bers Zweite Angabe, 1860, pag. 287. Abita. — Sulle rocce presso Saorgio, dalla parte di Nizza (Francia). 2. Pupa Mortilleti. Pupa Mortilleti. Stabile, Mollusq. terr. viv. du Piémont. 1864, pag. 96, PI. II, fig. 4. (Non Pupa Mortilleti. Martens 1860, loco citato). Pupa Stabilei. Ed. Martens, in Ginther Albert. The Record of Zoological Literature (1864) First Val. 1865. London. Mollusca pag. 243. (Per errore tipografico è stampato Stabili). Abita. — Vedi il mio libro citato. M. Piemonte. STABILE. Esistenza dello ZONITES LEOPOLDIANUS nell'Italia Settentrionale. Egregio Signore: E. de Martens nell’ articolo (1) tradotto nel nostro idioma ed inserito alla pag. 11 del Bullettino Malacologico Italiano da Lei redatto, asserisce che il Zonites Leopoldianus (olivetorum) manca alla fauna dell’Italia settentrionale, cioè della Lombardia e del Ve- (4) Arturo Issel. Dei Molluschi raccolti nella Provincia di Pisa, neto. Erronea è tale asserzione, poichè quel mollusco venne riscon- trato, una ventina d’anni or sono, tanto nel Lombardo che nel Veneto, come mi accingo a provarle. Lo Spinelli lo trovò, sebbene raro, sul monte della Maddalena presso Brescia, e l’enumerò nel suo « Catalogo dei Molluschi terrestri e fluviali della provincia bresciana » Brescia 1851, alla p. 9, sotto il nome di Helix Leopoldiana Charpentier. Frequente invece ‘o incontrarono presso Verona il De Betta ed il Martinati, come appare dal loro « Catalogo dei Molluschi terre- stri e fluviatili delle provincie Venete » Verona 1855, in cui viene indicato, alla pag. 50, col nome di Helix olivetorum Gmelin. To pure lo raccolsi nelle dette località, e nelle « Notizie malacosta- tiche sul Trentino « Pavia 1851 e 1852, p. 84, accennava alla pro- babilità, che 1’ 7. olivetorum, Gmel. var. Leopoldiana Charp., dai territori di Brescia e di Verona, sia ascesa, insieme ad altre specie, per breve tratto nelle valli trentine delle Sarche e dell’ Adige. Di più, rinvenni il mollusco in questione anco a Mantova, probabil- mente trasportatovi giù dalle limitrofe terre bresciane e veronesi, sf come indicava alla pag. 13 dell’ « Essai d’une distribution oro- géographique des Mollusques terrestres dans la Lombardie ». To- rino 1857, e segnava nella prima delle annesse carte oro-geogra- fiche. Vi faceva pure osservare, che gli esemplari lombardi non sono maggiori di quelli del yero Zonites olivetorum di Francia. Finalmente, il De Mortillet, nella Memoria: « Etude sur les Zo- nites de l’Italie septentrionale », Milano 1862, alle pag. 3 e 4, mentre conferma l’esistenza del Zonites Leopoldianus presso Brescia e Verona, dichiara potersi ritenere accidentale la sua presenza sopra una sì piccola estensione lungo le Alpi, e doversi considerare l’Apennino qual vera sua patria, come lo prova lo sviluppo che vi prende, mentre nel Lombardo-Veneto, come si disse, non giunge a grandi dimensioni. Credo che la presente rettificazione al citato articolo del De Mar- tens possa interessare i lettori del suo periodico, massime gli stra- nieri, e quindi a Lei la invio, perchè, ove ne convenga, la pubblichi nel medesimo. Colgo quest’incontro per segnarmi, con distinta stima Suo Devotissima STROBEL, Parma, Maggio 1868. RIS (SI CLAUSILIA LUCENSIS. — Mihi. e CLaUusILIA CoMmENSIS. — Shiittleworth. Pubblicata nel primo numero di questo Bullettino (pag. 6) la descrizione e la figura (Tav. I, fig. 1-3) della mia Clausilia Lucen- sis, alcuno fecemi giustamente osservare come fra questa e la Clausilia Comensis Shiittl. esistano affinità. Se la presente pubbli- cazione ha per iscopo principale di tentare il riconducimento del- l'ordine ove questo non esiste, tradirebbe sè stessa e la fiducia dei Malacologhi, se non cominciasse dal correggere e svelare i propri errori e le proprie inesattezze. Osservando adunque con scrupolosa assiduità le due specie in discorso, vi riconobbi è vero alcuni caratteri che le ravvicinano, ma non potei disconoscere, esistere nondimeno tali e tante differenze, da non dovermi sempre più sentire inclinato a ritenerle come di- stinte. Ed infatti: la Clausilia Lucensis, differisce dalla Comensis: 1.° Per avere il peristoma costantemente più piccolo e meno re- flesso ed incrassato. 2.° Ha la lamella inferiore biforcata assai più fortemente di quello che nella Comensis. 3.0 Possiede di più tre piccole pieghe interlamellari, sempre man- canti nell’altra. Ho avuto luogo di osservarne diversi esemplari, nè mai mi avvenne il caso di trovarne uno che mancasse di tali pieghe, benchè non sempre nel numero istesso. 4.° La plica palatale media è più lunga nella Clausilia Lucensis di quello che nell'altra. Ove invece esiste senza dubbio l’ errore, ch'io desidero vivamente venga riconosciuto, è l'aver posto la mia Clausilia nella sezione -Charpentieria Stabile, od averla dichiarata per lo meno affine alle specie della medesima. Di questo errore mi tolse lo stesso signor Prof. Stabile con gentilezza pari a dottrina. Lasciando per dimo- strata la forma sinuata del Clausilivm nel margine esterno, che l’allontana da quella sezione, la mia Clausilia non è affine alla sezione Charpentieria suddetta, che per la mancanza della Lu- nella (1). (4) È per maggior chiarezza che riproduco la definizione della sezione Char= pentieria. Coquille lisse, ou presque lisse; d’un cornè uniforme, pàle; a suture non Sea. pilo Ad onta di ciò, ripeto, i caratteri differenziali fra le due specie, ch'io ho sopra accennate, mi sembrano siano di importanza baste- vole a riconoscere le due ClauswWie come specie distinte. GENTILUOMO, SPECIE NUOVE 1. Clausilia Isseli. — Villa, Tav. III, fig. 1-4 ("). Testa subrimata, angustula, confertim striolata, lucida, sericea; spira attenuata, anfractibus 11-14 fusco-ferrugineis, sepae striis albicantibus depictis, subpla- nulatis, parum convexiusculis, crenulatis, ultimo basi cristato; apertura py- riformi ovato-elongata; peristomate continuo, albido, plica palatali supra lunellam parva, lunella conspicua, parum arcuata. Conchiglia filiforme, poco ventricosa, elegantemente striolata, lucida, sericina; anfratti nel numero di 11 a 14, quasi piani, poco convessi, crenulati, di color ferruginoso oscuro, spesso ornati di fascette biancheggianti come nella Clausilia superflua e nella Clau- silia Villae di Megerle; ultimo anfratto carenato alla base: aper- tura piriforme allungata, peristoma continuo, bianchiccio, plica palatale poco distinta, lunella bene pronunciata, poco arcuata. Larghezza 11-14 mill. — Apertura 3, long. 2, larg. Clausilia crenulata, Risso (non Ziegler, nec Rossmissler et Pfeif- fer) Risso Hist. nat. des principales productions de l'Europe meri- dionale et particulierment des celles des environs de Nice et des alpes maritimes. Tom. IV 1826, pag. 86, n.° 195. Clausilia crenulata (Bourguignat, non Ziegler. Etudes synoni- mique sur les mollusques des Alpes maritimes, Oct. 1861, pag. 38). Clausilia plicatula var. (Doria in schedis, non Drapar.) papillifere, ou avec quelques rares papilles et peu apparentes. Clausilium non échancré. Lunelle nulle. Plis palataux ordinairement au nombre de 2, dont l'inférieur très court. Lamelle spirale désunie, c'est a dire ne suivant pas la mème direction de la lamelle superieur, mais aboutissant entre celle-ci et la suture, (Stabile: Mollusques terrestres vivants du Piemont, pag. 80..). (‘) L'esemplare di questa specie, servito di originale al disegno, è depositato nelle Collezioni Malacologiche del R. Museo di Pisa, Clausilia rugosa, Drap. mutatio elongata (Strobel in litteris, et Stabile). Va circolando tutt'ora tra i conchiologisti, e trovasi in diverse collezioni questa specie, ora col nome di plicatula var., di rugosa, di perversa, di crenulata, Risso (non Ziegler. Pfeiff. Beck) e sebbene Bourguignat nella sua Opera; « Etude synonimique sur les mollu- sques.ec. >» abbia deciso in favore di quest’ultimo nome, pure non è ancora accettato nelle collezioni. Già da alcuni anni ritenendola nuova, noi le abbiamo proposto il nome di Clausilia Isseli, e con tal nome l'abbiamo comunicata a molti Malacologi ed a varii Musei. Il nome di crenulata adottato da Bourguignat non può convenirle per essere già una Clausilia della Dalmazia col nome di crenulata impostole da Ziegler e descritta da Rossmàssler (Iconographie fasc.° IV, 1836, pag. 21 et 273), ed anche da Pfeiffer (Monograph. Helicorum vivent. Vol. II, 1848, pag. 459 et 155) ed ormai adottata in tutte le collezioni. Bourguignat nella sua Opera sopracitata: « Etudes synonimiques ec. » per to- gliere l’inconveniente dei due nomi eguali propone di ritenere quello di crenulata per la specie del Risso, e di cambiare l’altro dello Ziegler, alla quale specie egli imporrebbe il nome di Clausilia tam- nophila, ma un tal cambiamento arrecherebbe troppo sconcerto e confusione ora che è tanto divulgato quello di crenulata, Ziegl. Rossm. e Pfeiff. D'altronde il nome di Clausilia crenulata, Risso, non si sà di certo se sia più anziano di quello di crenulata, Ziegler, mentre i due naturalisti erano contemporanei, e la specie di Ziegler prima ancora di essere descritta da Rossmissler e da Pfeiffer era stata per tanti anni specie tradizionale, mentre l’altra del Risso non era conosciuta ed era caduta in dimenticanza, non essendo neppure citata nel Catalogo di Clausilia del Parreyss: « Arten Verzeieniss der Gattung Clausilia >» nè fra i Molluschi terrestri della Francia con- tinentale del Drouet, nè fra quelli della Francia continentale ed in- sulare del Grateloup, e neppure nell’ Elenco delle specie italiane di Carlo Porro: « Conchyliarum terrestrium fluviatiliumque Italia Ca- talogus » nel quale trovasi invece la crenulata di Ziegler compren- dendo quell’elenco anche le specie dalmate. Nè si può dire che Porro non conoscesse l'Opera del Risso, perchè egli l’ha citata ed analiz- zata nella Serie III Geografica delle sue: « Note per una Bibliografia malacologica » al n.° 141, colonna 80 e 81, ma non tenne calcolo di essa nel redigere l’elenco delle specie d’Italia, avendo già io mo- strato la difficoltà di far buon uso di quel lavoro, de O L'Opera del Risso non è stata valutata dai Malacologi e nessuno più la consulta, massime dopo la scrupolosa analisi fattane dal Bourguignat dove con molta saggezza rilevò la massa degli errori che vi si contengono in fatto di scienza. D' altra parte il Risso aveva troppa facilità ad assegnare diversi nomi anche ad una me- desima specie secondo le diverse fasi del suo sviluppo e secondo le differenti località, e talvolta comprendeva sotto lo stesso nome due specie affini ma diverse. Non perciò vogliamo condannare all’ oblio l’autore che era appassionato cultore delle scienze naturali, e nostro amico che noi conoscevamo personalmente, come ci era amicissimo anche lo Ziegler di Vienna, col quale eravamo in stretta corrispon- denza fino dal 1856. : La legge adottata da molti autori di ritenere di due nomi di una specie quello più anziano, qui non è applicabile. Non si tratta di scegliere fra i due nomi della stessa specie quello che ha il privile- gio dell’anzianità, ma di ritenere fra due nomi eguali quello più conosciuto, e più generalmente adottato, ora appunto è il caso di conservare quello di Ziegler tanto divulgato. Il procedere diversa- mente sarebbe uno sconcio e cagionerebbe della confusione. Però anche la applicazione del nome più anziano per una stessa specie può avere i suoi inconvenienti; se per esempio si viene a cono- scenza di un nome più antico, dopo che altro più moderno è ab- stanza generalizzato, ognun vede che troppo difficile è una tale innovazione. Se questa poi succede due o tre volte per la medesima specie, è un rendere la scienza più ardua e più meschina. Il nome di Paludina tentaculata di Linneo comincia ora a gran stento a prender nelle collezioni il posto del nome di Paludina impura divulgato da Draparnaud e di quello di Paludina jaculator del Miiller. Eppure 40 anni addietro, nei primordi dei nostri studi malacologici era già indicata col nome di Paludina tentaculata in tutte le nostre collezioncelle di Conchiglie lombarde allestite da noi, che circo- lavano per mezzo del nostro amico e collega De-Cristofori e del signor Gaetano Senoner (padre del nostro condiscepolo Adolfo). Anche il nome di Pomatias septemspiralis Rozoumowsky, ora si vuole sostituito a quello di Pomatias maculatus, Drap. Contuttociò il Cyclostoma elegans, Drap. persiste a conservare il suo nome mo- derno, mentre dovrebbe ravvisarsi in esso il Turdo re/fexus, Linneo. Dopo le suddette considerazioni, riteniamo ingiusto il volere di- menticare il nome dato dallo Ziegler alla specie dalmatica e sanzio- nata da vari Cataloghi e dalle classiche opere di Rossmissler, MIS, a Pfeiffer, quindi non possiamo accettare il nome di famnophila pro- posto dal nostro buon amico Bourguignat. Proponiamo invece il cambiamento di nome alla specie del Risso, la quale compare come nuova, e non troviamo adottata da alcuno ad eccezione di Adolfo Schmidt, « Die Kritischen Gruppen der Europaischen Clausilien » che alla pag. 45 la nota come varietà della rugosa, Drap., e ne dà le figure) così pure è citata dal L. Pfr nel Vol. II, pag. 484, n.° 209). Del resto pare che fosse ignota anche al celeberrimo naturalista inglese Leach., quando reduce da Malta soggiornava in Genova, allorchè abbiamo incontrata la di Lui conoscenza personalè ed amicizia. Una specie che abbia molta affinità colla nostra Clausilia Isseli sarebbe la Clausilia rugosa non già di Carlo Pfeiffer, la quale corrisponde alla dubia Drap., ma bensì la Clausilia rugosa di Drap. Lamk e Férussac che Drouet « Enumeration de Mollusques terr. et fluv. de la France continentale » dichiara propria del litto- rale meridionale e della quale specie noi abbiamo avuto esem- plari tipici anche da Portogallo per gentilezza del signor Professore Allen, Direttore del Museo di Oporto. La differenza colla Clausilia rugosa, Drap. sarebbe la cresta o corona più pronunciata, le strie più marcate massime verso la sutura, e l’ultimo giro di spira più crenulato, le pieghe palatali assai piccole, e la lunella poco arcuata, l'apertura più allungata e meno crassa. Ricevemmo questa specie dal signor Marchese Doria come Clau- silia plicatula var. proveniente da Roccabruna a Voltri. La ebbimo pure da altri con differenti nomi, e l’abbiamo trovata anche noi stessi nelle medesime località, ma ne ricevemmo in maggiore quan- tità dal nostro amico Arturo Issel di Genova, al quale l’abbiamo dedicata. FrareLti Vinna. 2. Helix Cingulata. — Studer. mut. Anconae. — Mibi, Tav. IM fig. 9-11 (°). Testa minor, fusco trifasciata. Supra planulata, inferne valde convera. Umbilico expanso, apertura subrotunda. Anfractus 8 planulati. Conchiglia più piccola del tipo. Nella parte superiore è piana, ma nel centro di essa solo i due primi anfratti si sollevano al- (4) L'esemplare di questa specie servito di originale al disegno, è depositate nelle Collezioni Malacologiche del R. Museo di Pisa, ft) glo quanto, inferiormente invece presenta nua convessità assai mar- cata, un’ombelico profondo, ampio, nel quale si ponno contare senza fatica tutte le spire della conchiglia. L'apertura è quasi ro- tonda, i margini avvicinati, la fauce fosca, il peristoma albo e reflesso un poco meno del tipo. La conchiglia è trifasciata in color oscuro. La prima fascia occupa la parte superiore della conchiglia ed è diluta: la seconda di un fosco tendente al nero, marcata, decisa, scopresi solo nell'ultimo giro. La terza del colore istesso che la prima, e si sparge in tutta la parte inferiore. Questa conchiglia essendo piana superiormente e molto convessa al di sotto, presenta una sorta di carena, ottusa, disegnata quasi dalla fascia mediana. Questa graziosissima conchiglia pervennemi per le mani del genti- lissimo signor Professor Cesare d’ Ancona, al quale mi credo in dovere di dedicarla. Egli la raccolse sulla vetta dell’ Alvernia in Casentino (Toscana), unitamente ad una Vitrina, giudicata nuova. e della quale son lieto potere annunziare essermene stata promessa descrizione e figura. Veramente, studiando con accuratezza 1’ Helix della qual ci oc- cupiamo e trovandovi nella forma alcuni caratteri spiccati, fui per ‘un momento indeciso, se denominarla una mutazione dell’ Helix cingulata, Studer. Ed infatti la carena, ottusa è vero, ma che co- stantemente si trova nella conchiglia, e quella depressione decisa della sua parte superiore, della quale la prima è conseguenza, mi faceano inclinare a ritenerla quale una mutazione dell’ H. Presti Schmidt. Ma un più attento esame facendomi osservare la forma rotonda dell'apertura, la disposizione delle macchie nebulose e di- lute, l’apertura evasa e profonda dell’ombelico, dovetti persuadermi essere affine alla vera Helix cingulata, la quale non sarebbe per la prima volta trovata in Toscana, possedendone io pure autentici esemplari delle Alpi Apuane, benchè non della forma istessa di quella che ora presento, e molto più prossima a quella sì svilup- pata e diffusa nell'Italia settentrionale; nel mentrechè sembrami potere asserire che la forma della mutazione ora descritta, è fra le moltiplici mutazioni dell’ Helix cingulata, quella che dal tipo più si allontana e distacca. GENTILUOMO, Lr 3. Helix (Campylaea) Gobanzi. — Frauenfeld. Tav. II, fig. 12-14. Negli Atti dell’I. R. Società Zoologico-botanica di Vienna (1), comparve la descrizione di questa nuova Helix del Tirolo meridio- nale. Essendo a noi estranee del tutto le ragioni politiche, conside- riamo questa regione, come appartenente all'Italia, sotto l'aspetto geografico e zoologico. È nostro dovere adunque il farne cenno: perlochè ne trascriviamo la descrizione stessa del signor Frauenfeld. « Il signor Gobanz in Gratz mi ha inviato vari esemplari di una conchiglia raccolta in Val Vertino da suo fratello Guardaboschi nel Tirolo meridionale. Essa è molto affine alla multiforme Campylaea cingulata Studer, ma pure così notevolmente distinta per la pre- senza di coste rilevate che non le si può negare il diritto a costituire una nuova specie. Queste coste sono molto più forti e robuste di quello che nella Helix Ziegler, Schm, sola specie di questo gruppo che presenti una consimile scultura. Quantunque anche nella He- lix cingulata, Studer, e specialmente nella sua faccia superiore si trovi un’ ottusa striatura, pure io non conosco alcuna varietà di questa specie variabilissima, nella quale sia neppure approssima- tivamente indicata una tale modificazione della scultura. La con- chiglia presenta pure una seconda particolarità nei piani inter- posti alle coste, la cui superficie apparisce sagrinata in causa di rughe, visibili sol colla lente, ciò che non avviene mai in alcun individuo della Helix cingulata. Essa ne consegue un aspetto . opaco, mentre l’ Helix cingulata ha come una lucentezza grassa. Lascio indeciso quanto possano aver contribuito anormali condi- zioni di accrescimenti nel produrre così notevoli differenze per semplice trasformazione della Helix cingulata (che il solo alleva- mento sul luogo stesso può decidere se locali o concernenti indivi- dualmente la generazione), le quali non pertanto avrebbero dovuto agire generalmente su tutti gli individui, giacchè tutti gli esemplari inviatimi concordano perfettamente in essa scultura, e sono appunto così lontani dal presentare un passaggio all’ Helix cingulata, come fra le varietà della specie di Studer è lungi dal presentarsene alcuna che mostri un passaggio a questa forma costata. Io mi risolvo quindi a descriverla come nuova, col nome del suo scopritore. (7) Atti del’I. R. Società Zoologico-botanica in Vienna. Anno 1867, Vol. XVII, Miscell. Zoolog. per G. R. v. Frauenfeld. Conchiglia mediocremente depressa, giri 5 '/, uniformemente crescenti, sutura impressa, apertura inferiormente curvata, rotonda, margine reflero, Su tutta la conchiglia, eccetto i primi giri embrionali, coste sottili, fortemente sporgenti, sufficientemente equidistanti, le quali penetrano profondamente nell'aperto ombe- lico; le coste liscie, gli spazi interposti minutamente rugosi onde la superficie ne apparisce sagrinata. Le coste bianche, il rimanente della conchiglia bruno-corneo pallido; nel giro esterno appena una traccia di una fascia spirale bruna. L'aper- tura bruna, L'animale è interamente grigio nero, mentre nella Helix cingulata esso è più oscuro anteriormente, e verso la estremità posteriore diviene bian- castro ». Anco il Giornale tedesco di Malacologia (!) si occupa di questa nuova e bella ZHelx, e ne pubblica una diagnosi del suo Redattore, signor Dottor L. Pfeiffer. Noi crediamo opportuno il riportarla. T. mediocriler umbilicata, depressa, solida, utrinque conferte et arcuatim elevato-costata, albida, fasciis nonnullis fusciis, interdum obsoletis, notata, costis, albis; spira breviter conoideo-convera, vertice nigricanti-corneo; sutura profunda; anfract., circa 3 converiusculi, ultimus depressus, peripheria obsolete angulatus, antice discendens, basi vio converior; apertura perobliqua, lunato subcircularis, intus cornea; peristoma tenuiter labiatum, acutum, marginibus approrimaltis , _non junctis, supero exapanso, basali reflexo, versus insertionem dilatato patente. Diam. maj. 21, 25 1/2, min. 18, 21 1/2, alt. 10, 11 mill. Il signor Pfeiffer riconosce egli pure la somiglianza di questa specie coll’ Helix cingulata di Studer, ma « per l'accrescimento più lento dei giri della spira, e per le sue coste, rammenta assai bene l’Helix Ziegleri, Schmidt », dalla quale però riconosce distinguersi per la spira più prominente, ombelico più stretto, apertura più larga e rotonda e finalmente per essere fornita di coste rilevate egualmente dai due lati, le quali coste sono ben più prominenti e marcate di quello che nella parte superiore della stessa Helix Ziegleri. Un'altra conchiglia che per le sue coste rassomiglia all’ Helix Gobanzi è l Helix strigata di Miller, la quale anzi ci sembra avvi- cinarsi alla prima per questa ragione, più che non lo sia la Helix Ziegleri Schm. — Ed infatti nel mentre che quest’ultima specie ha le coste rilevate sol nella sua parte superiore, la Helix strigata la possiede in egual modo in ambo i lati, e ben più marcate e rilevate, le quali partendosi dalla superficie superiore oltrepassano la carena e terminano perdendosi nell’ombelico, la qual cosa precisamente sì riscontra nell’ /Zela Gobanzi; la quale però, a differenza delle altre, le ha più fitie e non tortuose. Del rimanente le specie rimangono (*) Malakologishe Blatter, Vol, 15, Anno 1868. pag. 59, LE AR benissimo distinte fra loro, e stimeremmo superflua ogni parola per dimostrarlo, come pure riconosciamo ed accettiamo per specie nuova la Helix Gobanzi, la quale ci si rivela con caratteri sì determinati da non muovere intorno a ciò dubbio veruno, Osservazioni sulla CLAUSILIA MOFELLANA. — Parreyss. Tav. II, fig. 9-8. Il signor Pfeiffer nel suo egregio Giornale tedesco di Malaco- logia parla di questa Clausilia del Napolitano, avuta dal signor Parreyss di Vienna, dal quale la ricevetti io stesso, or non è molto. Riguardo la medesima ei dice adunque, come il signor A. Schmidt non abbia ancor proferìta la sua opinione sì sulla validità della specie, come sulle relazioni esistenti fra essa e la Clausilia solida, Drap. Sarebbe invero stolta presunzione che se il valente Malaco- logo Schmidt è stato in forse sul pronunziarsi su tale questione, io dovessi nemmeno tentare di esporre la opinione mia propria; e perciò ne rilascio la conclusione ai lettori, lIimitandomi a far cenno dei caratteri sì di analogia che differenziali, che sembrami dovere scorgere nelle medesime. Caratteri differenziali? E ve ne ha forse fra esse tali che, pos- sano essere tenuti a calcolo? La conchiglia è composta in ambedue di 11 giri, la sommità mamellonata, la superficie obliquamente striata. Rare papille ornano le suture in ambo le specie, forse la Clausilia Mofellana ha la sutura un poco più impressa e i giri un poco più rigonfi. Osservando l'apertura, essa ci si manifesta, sembrami, eguale. Il peristoma è continuo, albo, crasso, reflesso, quasi rotondo. La lamella superiore quasi diritta; pieghi interla- mellari mancano, mancano pure i palatali, la lunella marcatissima, un poco ricurva. La Clausilia Mofellana è un poco più grande e rigonfia, ha le strie un poco più marcate. Più marcate eziandio sono le papille, un cotal poco più oblunga l’ apertura e più incras- sato il peristoma. La piega columellare che nella Clausilia solida è poco apparente, è invece in quest'altra molto più marcata. In- Ls UR cu somma sembrerebbe avere i caratteri medesimi della Clausilia solida, più sviluppati però. Ma le condizioni locali che per tante e tante specie sono causa direi vitale, di modificazioni e cambiamenti, ponno avere influito sulle specie di Draparnaud in modo da averne alcun poco spinto il suo sviluppo? Ripeto, non è a me che devesi la risposta, ch'io mando di tutto cuore a quelli fra i miei lettori che vorranno darsi la pena di prendere in considerazione la mia domanda. GENTILUOMO. RIVISTA BIBLIOGRAFICA ITALIANA (Continuazione Vedi N.° 2, pag. 30). Piemonte. (Italia settentrionale). Sur MoLLUScHI VIVENTI DEL LEMBO ORIENTALE DEL PIEMONTE DALLA Toce ALLA Tresgia — del Prof. P. Strobel (1). « Una fauna dei Molluschi viventi del Piemonte sarebbe di sommo interesse; perchè essendo questo posto tra la Francia ed il Lom- bardo-Veneto, essa dovrebbe presentarsi l'anello di congiunzione tra la fauna occidentale dell'Europa e quella del mezzodì della sua parte centrale ». Ci sembra non poter meglio inaugurare questa Rivista sulle opere di Malacologia che illustrano questa regione del Nord d’Italia che riproducendo appunto queste poche parole, poste in fronte di questo lavoro, e che racchiudono una sì grande verità. Lo studio comparativo delle faune non può essere infatti tradotto bene in realtà, senza compilare anzi tutto dei cataloghi locali, dei lavori insomma che occupandosi strenuamente dello studio di limitate regioni, possano elevare alla conoscenza dei dotti, dei fatti che non possono esser più considerati isolati, tuttavolta che posti a con- fronto racchiudono il germe delle più importanti e vitali conse- guenze della scienza Malacologica. E lo Strobel appunto col libro che è il tema delle attuali nostre osservazioni, colle poche parole che ponemmo a capo di questi periodi, iniziò lo studio di un paese, che malgrado la sua importanza era stato fino a quell'epoca ne- gletto. Egli ci offre con esso un catalogo assai interessante dei ' (') Un Volume di 35 pagine in 8.9. — Pavia 4853, ( Estratto dal Giornale dj Malacologia. — Anno 1,°. FAL Molluschi del lembo orientale del Piemonte, in 24 generi, 102 spe- cie, 12 varietà, 19 mutazioni. Dopo il qual catalogo fa seguire alcune osservazioni geografico-fisiche, per le quali viene dimostrato che la Pianura è la parte più povera in ispecie terrestri, e 1’ Alpe la più ricca, nel mentrechè in ispecie acquatiche, sì cefali che ace- fali, la pianura e l’Alpe ne abbondano, in proporzione dell’Appen- nino che ne difetta. In seguito ad alcune riflessioni di Geografia Malacologica, egli viene eziandio a concludere che nel mentre che le specie rinvenute fino allora nel Piemonte (sempre nella sua parte orientale) non sommavano pel suo catalogo che a 102, potevano facilmente ascendere con più accurate indagini fino a 154, delle quali 100 terrestri e 50 acquatiche. Ma il Prof. Strobel per quanto porti il vanto, nello aver per il primo reso conto della fauna, fino allora sconosciuta, di tale regione, non ebbe in mira che di illu- strarne la parte orientale, non fu che nel 1861 che per la rima- nente porzione fu pubblicato un nuovo catalogo sotto il titolo di: MoLLuoues TERRESTRES vivants DU Premont — del Prof. Ab. Giu- seppe Stabile (1). Il Professore Stabile diresse infatti le sue osservazioni, i suoi studi, di preferenza alla parte occidentale del Piemonte, e potè ag- giungere così al numero di quelle notate dal Professore Strobel oltre 42 specie, fra le quali alcune nuove. Ma una domanda ci permettiamo indirizzargli. Per quale ragione, nel mentrechè egli inaugura il suo libro colla frase: « La Malaco- logie terrestre et Auviatile du Piémont, a été, jusqu’ici, presque tout è fait negligé » egli si limita poi al solo studio delle specie. terrestri? Mancherà forse di importanza quello delle specie di acqua dolce? E noi che applaudiamo con tutto interesse agli avan- zamenti della scienza, che salutiamo con entusiasmo, ogni buon lavoro che relativo ai nostri studi si pubblica, non possiamo che far voti perchè questa lacuna sia da lui stesso estinta, la qual cosa ci rallegrerà ancor più, se, trattandosi di studio essenzialmente Italiano, vorrà esserci pòrta nel nostro medesimo idioma. Sono cinque le specie proprie del Piemonte, e delle quali fa men- zione questo catalogo; di queste, tre (Clausilia diodon, alpina, e Thomasiana) sono esclusive della regione cispadana; una ( Pupa Mortilleti) abita oltre questa stessa parte, anche la regione traspa- (*) Un Volume di 441 pagina in 8.9, e due Tavole; delle quali una colorita. ee Milano 4864, Moe: TOP dana, della quale è più propria; la quinta (Clausilia Mellae) è a quest’ultima regione relativa. La regione cispadana del Piemonte ha otto specie che man- cano alla Lombardia. Sono esse: Vitrina major; Helix glacialis; Clausilia diodon, Alpina, Verbanensis e nigricans; Pupa avenacea e Mortilleti. Al contrario 17 specie vivono in Lombardia e man- cano al Piemonte: per esempio varie specie appartenenti al gruppo delle Campilee, come l’ Helix Preslii, nisoria, colubrina, frigida e tigrina, nel mentrechè questo gruppo, nella sezione a guscio calca- reo, è rappresentato in Piemonte dalla sola Helix glacialis, e com- pletato poi dalle Helix zonata, foetens ed umbilicaris. Ciò che poi davvero meraviglia l’ autore è che nè esso nè alcuno fra i suoi amici Conchiliologi trovò mai specie alcuna di’ Pomatias. Due nuove specie pubblicò il Professore Stabile in questo suo lavoro, l'una Clausilia Mellae, V altra Pupa Mortilleti, ma non mancano di interessare le descrizioni del Limax cinereo-niger di Wolf. del- l’ Helix foetens var. cisalpina, Stabile, Helix umbilicaris, var. Pada- na, Coecilianella aciculoides, Jan., Clausilia Thomasiana, Charp., ed Alpina, Stabile, già pubblicata altra volta. Per ciò che riguarda il genere Clausilia, egli stabilì una nuova sezione, Charpentieria, sulla quale avemmo già luogo di intratte- nerci, così pure per il genere Vertigo, pubblicò una nuova sezione, Dexiogira, della quale definisce così i caratteri che la differenziano « Màchoire faiblement subrostrée au milieu du bord inférieur ». Al catalogo di cui facemmo parola fino ad ora, l’autore fa seguire diverse note interessanti, che meritano di essere menzionate. Egli prende per punto di partenza lo studio della mascella per i Molluschi polmonati e ne forma tre grandi divisioni. I. Mascella unica o solitaria. — La quale si presenta sotto forme diverse, fra le quali: Oxynatha. « Maàchoire fortement arquée, et quelque fois verticalement carénée au milieu, avec une forte saillie rostriforme plus ou moins large, ou en forme de bec, à la partie moyenne du bord libre ou inférieur (1) » e comprende fra le altre i Limax, Vitrina, Zonites, Succinea, ece. — Aulocognata. « Màchoire peu arquée, souvent assez étroite, a stries fines, plus ou moins pro- noncées, non rostriformes (?) » Parmacella, Bulimus, Pupa, Balia, Clausilia, Carichium, Physa, Planorbis ece. — Odontognatha. « Mà= choire a cotes; largement crenélée, ou fortement denticulée sur le (*) Pagina 444, (3) Pagina 148, (ERO; OR bord libre (1) ». Arion, Helix (II. angigyra, strigella, apicina, ce- spitum, fructicum, pisana, personata, arbustorum, glacialis, nemo- ralis, pomatia ec.). — Goniegnatha ». Màchoire arquée, convexe en dessus, plus ou moins concave inférieurement; composée des seg- ments imbriqués (?) ». II. Tre mascelle. — Limnaea, Planorbis corneus. III. Mancanza di mascella. — Testacella. Continua le sue note l’autore, collo esporre alcune ingegnosissime osservazioni riguardanti la lingua, edi denti linguali, sulle Vitrine, sul genere Zonites, ed altro, tutte le quali cose di evidente impor- tanza, a noi conviene rimandare ad opportuna occasione, vietandoci nostro malgrado, di parlarne più a lungo, la brevità dello spazio a noi concesso. Crederemmo però lasciare incompleta questa rivista, se ci dispen- sassimo dal far cenno di un Opuscolo del medesimo Prof. Stabile, che per la maggior sua parte, la stretta attinenza col suo libro del quale abbian tenuto parola fino ad ora. Esso è intitolato: DescrIP- TION DE QUELQUES COQUILLES NOUVELLES 0u PEU connuES — dell’ Abate Prof. G. Stabile (3). Descrive egli la Vitrina Charpentieri, che paragona e distingue colla Vitrina brevis, Fer., Pyrenaica, Fer., Diaphana, Drap. e Draparnaldi, Curz. — Pubblica poi due nuove sezioni del genere Vitrina, vale a dire semilimax, il di cui animale non può tutto en- trar dentro la conchiglia, e senza epiframma, e Phenacolimaa, il di cui animale può entrare perfettamente nella conchiglia, ed è provveduto di epiframma vitreo. Descrive in seguito varie specie di Clausilie, fra le quali la Clausilia Verbanensis, Stab., e la Claus. alpina Stab. Di alcuna altra specie ci dà la descrizione e la figura, ma perchè sono estranee all'odierna nostra rivista, noi ci riserbiamo di occuparcene quando l’occasione ne presenterà il destro. E poichè è | mostro desiderio e dovere di paragonare brevemente la fauna mala- cologica di questa regione italiana, con le sue limitrofe, Lombardia e Savoia, ne rimandiamo l’esecuzione ai numeri venturi, quando cioè avremo esaurito la rivista di quei libri pubblicati per illustrare la regionie lombarda. (1) Pagina 442 (2) Pagina 443. (*) 14 pagine in 8.9, ed una tavola litografica. Dott. Cammillo Gentiluomo Redattore. Raffaello Puntoni Gerente responsabile. Bull: Malac. It.A.I. T.III Niccola Giorgi dis. e Lit. Firenze Lit. Ballagny e Figli T4 Mausilia Isseli _Villa 5.8. » —Mofellana_ Parreyss 9.11 Helix cinqulata — Studer mut: Anconae Genti. 124. Gobanzi _ Framenfeld n dhe BULLETTINO MALACOLOGICO ITALIANO Lusingati dalla benevole accoglienza che oltre ogni aspettativa ricevette questo periodico, il nostro pensiero fu sempre rivolto allo scopo di trovare il modo onde mostrarne la nostra gratitudine ai cortesi nostri associati e lettori. E poichè nelle moltiplici lettere che ci furono indirizzate, tro- vammo quasi sempre esposto un sol desiderio, un solo con- siglio, noi ci determinammo di soddisfare il primo, dare ascolto al secondo; lo che avverrà infatti col primo numero del futuro anno. Quale sia questo desiderio, quale questo consiglio, i nostri associati ne saranno esattamente informati col numero venturo. Oggi possiamo solo assicurare, che per quanto grande debba essere l'incremento che verremo in seguito a dare al nostro periodico, il prezzo attuale di abbuonamento, non sarà mai alterato. Ed ora, possiamo sperare a maggior ragione, la con- tinuazione di quella simpatia che ci fu sempre gentilmente manifestata ? Saremo tenuti a tutti coloro che vorranno esserci larghi di informazioni, notizie, articoli e lavori concernenti la nostra pubblicazione. Sarà eziandio reso conto dei nuovi lavori di Malacologia Italiana, dei quali una copia sarà indirizzata al nostro ufticio. CONDIZIONI DI ABBUONAMENTO AL BULLETTINO MALACOLOGICO ITALIANO PERIODICO BIMENSILE. Per un anno TERRA A A a A £ 9 Estero n » 10 Franco a domicilio — Pagamento anticipato. ® Dirigersi con lettera affrancata al Redattore del Bullettino Malacologico Italiano — Pisa, Via S. Francesco n.° 23, (nuova numerazione). Unico deposito. presso il sig. ERMANNo LoEscHeR, Torino. AVVISO Coloro che non ci hanno peranco fatto pervenire la quota annua di abbuonamento, sono pregati di farlo al più presto possibile, onde evitare dispiacevoli interruzioni nello in- vio dei numeri venturi. bULLETTINO MA LACOLOGICO PSE ANO MOLLUSCHI TERRESTRI E D’ACQUA DOLCE Anno I.— 1868 Numero Quarto Luglio — Agosto PISA Premiati all’ Espos e di Parigi, 1867 — Cd TIPOGRAFIA DEI FF. NISTRI BULLETTINO MALACOLOGICO ITALIANO Tutti coloro, Italiani e Stranieri, che ci onorarono della loro benevolenza ci espressero più volte il desiderio di vedere . ampliato il campo di studi ai quali si dedicava il nostro periodico, estendendolo alle Conchiglie marine del nostro littorale ed alle fossili dei nostri terreni. Nel mentrechè eravamo grati e sinceramente, per l in- teresse generale che questa nostra pubblicazione ha destato nei Malacologhi, non potevamo di subito accondiscendere a tale preghiera, poichè essendo per ora questo hostro lavoro cinto di difficoltà, non volevamo prometter troppe, senza esser prima certi di potere corrispondere al. nostro dovere. Oggi che l’ accoglienza alle nostre fatiche ci ral- legra e rinfranca dalle medesime, oggi che molti illustri scienziati unitamente all’ espressione del lor desiderio ci hanno generosamente offerto il loro aiuto, crederemmo peccare per scortesia nello insistere maggiormente nel rifiu- to, ed aderiamo di buon grado a tali gentili richieste. In conseguenza col primo numero del secondo anno (1369) ci occuperemo delle Conchiglie viventi marine del littorale Kaliano, e delle fossili dei nostri terreni, portando a 32 le pagine di ciascun numero del nostro Bullettino. Possiamo fino da questo momento annunciare d’avere in: pronto vari, ‘ed importantissimi lavori, concernenti tali materie, cortese- mente affidati da valenti naturalisti alla nostra pubblica- zione. Ciò quanto al testo. i BULLETTINO MALACOLOGICO ITALIANO MOLLUSCHI TERRESTRI E D'ACQUA DOLCE Luglio-Agosto 1868 Numero 4. Intorno ad alcune Conchiglie degli Abruzzi. Fino ad oggi un catalogo dei Molluschi terrestri e di acqua dolce degli Abruzzi è rimasto sol nel desiderio dei Naturalisti. L'Italia media è infatti una fra le parti le meno conosciute e le meno percorse e studiate della nostra Penisola, nel mentrechè la parte settentrionale ha vari cataloghi che la illustrano, fino per località determinate, e relativamente limitate. Per la loro posizione geografica, per essere quelle montagne, composte per la maggior parte di rocce calcaree, perlochè vi si doveva attendere una serie copiosa di molluschi, la località degli Abruzzi si mostrava sempre per noi di grande importanza ed anelavamo l’occasione per poterne far tema. delle nostre osserva- zioni. E questa occasione ce l’ha offerta or non è molto, l’egregio signor Dottore E. Martens, al quale inviamo i più sinceri elogi e ringraziamenti per aver per il primo pubblicato uno interessante catalogo delle conchiglie terrestri e di acqua dolce nel Malakozoo- logische Blàtter, 1868, ottimamente redatto dal signor Pfeiffer. Ma poichè per noi è scopo vitale l’occuparci della Italiana Mala- cologia, sembraci che verremmo meno al nostro dovere se ci limi- tassimo a pubblicare una semplice, e benchè interessante, pur ste- rile rivista bibliografica di questo lavoro. Il nostro Museo di Storia Naturale di Pisa possiede una bella raccolta di conchiglie abruzzesi, gentilmente donata dall’ Orsini; e perciò siam certi far cosa grata a chi ci legge nel presentare in- vece un riassunto del lavoro del signor Martens, corredato di qualche nostra osservazione. Facciamo anzi tutto osservare che per quanto piccolo altrui sembri il numero delle specie che siamo per enumerare, ben grande si presenta considerando quali luoghi inospitali e di difficile sog- giorno, siano gli Abruzzi, ove la neve alberga vari mesi dell’anno, ed ove la sicurezza personale, è, o fu per vario tempo un problema non risolvibile. 1. Helix Orsinii, Porro. Villa. Dispositio syst. conch. pag. 54, 1841, (H. Orsini). Pfeiffer. Monog. I, pag. 143. Albers. Heliceen. Ed. 2.*, pag. 103 a 106. Egualmente il Martens come il Villa (loc. cit.) dicono essere affine questa specie all’ Helix strigella, Drap., anzi il Villa la dice pur prossima all’ Helix ericetorum, Miller; si distingue dalla prima secondo il Martens, non soltanto per la fascia pallida che cinge l’Helix strigella, e che è bianca nell’ Orsinù, ma perchè que- sta ha eziandio una fascia assai larga e distinta nella parte supe- riore degli anfratti e costeggiante la sutura. Il Villa nella sua diagnosi dice essere re/lexiusculo il peristoma dell’ Helix Orsini. Il Martens non ne conosce che un solo esemplare col peristoma rove- sciato, appartenente al Museo Zoologico di Berlino. Il Museo di Pisa che possiede molti esemplari di questa specie della medesima località, non ne ha neppur uno col peristoma riflesso. L'altezza della spira è assai variabile. Il Villa dà i limiti seguenti: Altezza mill. 6-9, larghezza 12. — Il Martens ne dà invece i due estremi a) diametro maggiore 15, minore 12 1/2. altezza 9 mill. b) diam. magg. 15 ‘2, min. 13, alt. 11 mill. Anche l’ombelico varia assai in larghezza, essendo stretto per lo più negli esemplari a spira più elevata, e largo in quelli aventi la spira più depressa. Il Martens crede opportuno insistere sul confronto dell’ Helix Orsinii con l’Helix strigella e così si esprime: « Negli anfratti superiori (dell’ Helix Orsini) il maggior numero « di esemplari è ornato di piccole impronte o pustule, le quali sono, « probabilmente, traccie di peli: cosicchè anche in ciò l’ Helix Or- « smi si avvicina all’ Helix strigella ...... È però difficile di dar « buoni caratteri per distinguere la nostra specie dall’ Helix stri- « gella; il colorito dissimile, ornato sempre di maggior quantità di « bianco, ed un minor rovesciamento del labbro o peristoma sono « isoli caratteri distintivi... .>» 2. Helix Parreyssi, Pfeiffer. Pfeiffer. Mon. IV, N.° 1076. sai ; À Mt el Abita il Pizzo di Sivo, presso Ascoli, negli Abruzzi (1484 metri sul livello del mare). 3. Helix cinetella, Draparnaud. 4. Helix destituta, Charpentier. Pfeiffer. Mon. III, pag. 130. Albers. Heliceen. Ed. 2.9, P. III 115. Stabile. Revue zool. 1859. Lo Stabile dice (loc. cit.) appartenere questa specie al gruppo di Elici che formano il genere Herophila di Held. Il suo posto, aggiunge, nella collezione sistematica sarebbe fra 1’ Helix caperata Mont., e l’ Helix apicina di Lamarck. Abita come la precedente il Pizzo di Sivo, sopra a graminacee. 5. Helix bathyompkata, Charpentier. Pfeiffer. Mon. I. pag. 443. Albers. Heliceen Ed. 2.% pag. 115. Abita il Monte dei Fiori. 6. Helix aimophila, Bourg. Bourguignat. Revue zool. 1859, pag. 522, tav. 20, fig. 14-16. 7. Helix profuga, Ad. Schmidt. 8. Helix variabilis, Draparnaud. 9. Helix nubigena, Charp. Journ. cone. III, 1352, pag. 438 e 1853, pag. 77, Tavola III, MiguiTA Questa specie non è citata nel catalogo del Martens, del quale ora ci occupiamo. Il R. Museo di Pisa l’ha ricevuta dall’Orsini de- rivante da due località degli Abruzzi, vale a dire, Monte Vittore e Pizzo di Sivo. Egli però l’ha determinata, come var. nudigena dell’ Helix cespitum, ciò che pure ha fatto il Moquin-Tandon (Hist. nat. ec., T. 2, pag. 256). Gli esemplari però del Monte Vittore sono molto più grossi di quelli del Pizzo di Sivo, raggiungendo al- cuni fino il diametro di mill. 11-12. 10. Helix acuta, Miiller. 11. Helix frigida, Jan. var, Helix insubrica, Jan. Vive nella vallata d’Orfenda. 12. Helix Nicatis, Costa. Pfeiffer Mon. IV, pag. 176. Abita il Monte Majella. 13. Helix intermedia, Férussac var. Helix fetragona, Jan. 14. Helix strigata, Miiller. 15. Helix setipila, Ziegler. sai: Suo 16. Helix nemoralis, Linneo. 17. Helix pisana, Miller. 18. Helix Gussoneana, Shuttl. Pfeiffer, Mon. I, N. 522. (continui ZONITES GERFALCHENSIS olim MoRTILLETI. — Pecchioli. Egregio Signore Sono dolentissimo di aver conosciuto troppo tardi che pubbli- cando il mio Zonites Mortilleti (pag. 25, 1868) era incorso in wno errore applicandogli un nome specifico che già portava un’altra conchiglia di questo genere. A ciò fui condotto dal possedere nella mia collezione una vera Helix Villae Desh., ed uno Zomites Villae, Mortillet, ambedue inviatimi or sono alcuni anni dagli stessi signori Fratelli Villa. E mi sfuggì poi che dal degnissimo signor Prof. Stabile fosse stato a quest’ultimo cambiato il nome specifico in quello di MortWMeti, come si riscontra di fatto nel 4.° tomo della Monografia di Pfeiffer. A riparar pertanto a questo doppio impiego è mio debito di mutare al mio Zonites il nome specifico che gli aveva apposto, so- stituendogli quello di Gerfalchensis desunto dalla località nella quale lo rinvenni. Le sarò grato pertanto se in un prossimo numero del di Lei Bullettino vorrà trovar modo che venga rettificato questo errore, onde non moltiplicarne maggiormente il numero, di già troppo abbondante. VirtoRrIo PECCHIOLI. tà GAI CI bali È Intorno ad una forma speciale dell’HELIX GoBANZI. Frauenfeld. Niuno ignora quanto variabili siano le forme dell’ Helix cingu- lata, di Studer ed affini. Sembrami che per distinguerle dobbiamo tener conto di due importantissimi gruppi di caratteri. 1.° la de- pressione maggiore o minore della spira (ad esempio l’ Helix Pre- sli, Ziegl.) 2.° la forma rotonda od ovale del peristoma, la ampiezza maggiore o minore dell’ombelico (Helix congulata, Stud. tipo). Ma a quale di questi gruppi daremo noi la preferenza? Si opina di- versamente. Si presentò poco tempo fa l’ occasione propizia per risolvere questo problema: 1’ Helix Anconae, ch'io posi qual varietà {non mutazione, e il perchè ognuno lo comprende) dell’ elix cin- gulata. A me sembrava che avessero maggior valore i caratteri del peristoma e dell'ombelico; altri fu di diversa opinione. Quelli che a quest’ultima si attengono dicono che nel mentre si mantiene nelle due forme, la differenza della spira, varia nelle medesime la forma del peristoma, quella dell’ombelico e via dicendo. Ciò io espongo ora solo per incidenza ed onde poter venire a descrivere un fatto, che credo sia di troppo interesse per poterlo tacere, Fra i molti esemplari dell’ Helix Gobanzi ricevuti, ne ho trovato uno che nel mentrechè possiede tutti i caratteri distintivi della bella specie di Frauenfeld, ha una forma però ben diversa da quella de- scritta nell'articolo a pag. 42 del 3.° nostro numero, e figurata nella tavola II che accompagna il medesimo. Nel mentrechè la presenza e la disposizione delle coste, la colorazione del guscio la identifica alla specie suaccennata, presenta una depressione tale di spira, una carena sì distinta e marcata, una apertura con peristoma rotondo, che certamente ne la allontana. La parte superiore è piatta assolu- tamente; la inferiore, allo incontro è convessa, l'ombelico largo e profondo. Ecco una forma di Campylaea che si distacca dalla Go- banzi precisamente come l’ Helix Anconae si distingue dalla Cingu- lata. Avremo però noi caratteri tali, da porre questa nuova forma mel gruppo della Preslii per la depressione della spira? Ragione- volmente riflettendo come chi vorrebbe nell’ Meliw Prestiti 1 Heliw Anconae, dovremmo rispondere affermativamente: ma d'altro lato 1 caratteri che ricordano l’Helix Gobanzi sono così spiccati, direi et}, 19 anzi, così strani, che non possiamo distinguerla dalla medesima. Dunque, riepilogando: o dovremo dire che i caratteri dell’ Helix Gobanzi sono accidentali, ed allora si possono manifestare egual- mente, per le medesime cause anche su individui di forme diverse: in questo caso potrebbe definirsi la questione anche favorevolmente per l'opinione alla mia contraria. Ovvero la Helix Gobanzi è specie bella e buona, presenta caratteri costanti per considerarla distinta, e la forma allora della quale parlo oggi dovremo alla medesima incorporare. E se ciò è per l’ Helix Gobanzi perchè non dovremo dire egualmente per l Helix Anconae? Io rispetto l’ opinione alla mia non eguale, espostami anzi da autorità per la quale nutro la stima più profonda. Posso avere errato prima: posso errare nuo- vamente. Debbo avvertire però che non ho avuto sotto i miei occhi che un solo esemplare dell’ Helix Gobanzi con quei caratteri che ora ho esposto, ed ignoro se altri ne esistano, per quanto facile sia il supporlo. E perciò su tale fenomeno che non ha recidiva non potrei con sicurezza stabilire una buona varietà. Ciò nono- stante credo non aver fatto cosa inutile il farne cenno. GENTILUOMO SPECIE NUOVE 1. UNIO LAVVLEYIANUS. — Mibi, Tav. IV, Fig. 1-3. Testa elongata, solida, parum inflata, inferne sinuata; — antice rotundata, po- stice rostrata. — Umbones parum compressi; nates mediocres, recurvati, decorticati. — Ligamento recto, solido. — Extus viridulo fusca, intus alba, margaritaceo-iridescente. — Dentes cardinales robusti, striati; laterales elon- gati, valide producti. Conchiglia allungata, di solide e spesse pareti, modellata & forma di rostro, inferiormente sinuata. Nella parte anteriore è larga, rotonda; nella posteriore è appiattita, munita di un rostro allungato, angoloso e ben determinato. La periferia della forma della conchiglia è acuta e nel rostro quasi tagliente. Gli umboni non sono molto rigonfi, imperciocchè la sinuosità che solca un poco obliquamente nel senso longitudinale, la parte mediana delle valve, comincia ad apparire fino negli umboni medesimi. La som- mità degli umboni, le natiche, sono un poco ricurve verso la parte anteriore, sempre decorticate, per quanto non profondamente, apparendo in esse un bel colore di madreperla. Il ligamento è grosso ed allungato, e dove esso termina, forma un angolo ben marcato. La superficie della conchiglia è liscia nella parte agli umboni più prossima, ma mano mano che sì discende verso il basso si trova più scabra e fortemente striata. E di un color verde cupo tendente all’ olivastro, sempre più fosca nell’ime parti. È solcata elegantemente da fascie scure orizzontali, regolari e conti- nue. Nella parte interna è munita del più superbo colore margari- taceo, iridescente, che rammenta quello di varie specie straniere di Unio. I denti cardinali sono grossi, elevati e striati: i laterali lun- ghi elevati e robusti. L'impressione palleale è ben marcata, l’im- pressione muscolare, profonda. Luushezzaic nie ne iii + Mil: 80,085 eee aa at A a 45 Parenzo tegole pone is io di 16, 20 All’Est della città di Lucca infra amenissime colline, sparse delle ville più eleganti, superbe per lussureggiante vegetazione, per bellissimi vigneti ed oliveti, presso ad un piccolo bosco è un laghetto di cui non conosco il nome, per quante indagini non ab- bia mancato di fare a tal’uopo. È ad un miglio toscano circa di- stante dal villaggio di San Quirico, che il forestiere riconoscerebbe a prima vista per le molte fabbriche di mattoni, special profes- sione dei suoi abitanti. Ivi è l’ Unio Lawleyianus, discretamente “comune. Da vario tempo io teneva alcuni esemplari di questa specie nella mia collezione, che aveano fermato me, non solo per la strana forma che posseggono, ma pur vari Malacologhi che a varie ri- prese visitarono la mia raccolta. Ma pur nonostante spaventato dalla responsabilità, direi quasi, di una saggia determinazione, fui sempre restìo a pubblicarla come nuova. Chi lo ignora, per poco che abbia cognizione di Malacologia, che il genere Unio è fra gli altri uno dei più scabrosi e difficili a studiare? Chi non sa che spesso la medesima specie passando da un fiume ad un altro, da un qualunque fosso, da un lago, da uno stagno ad uno diverso, non prende forme diversissime e per nulla alle prime relative? Chi tuttociò per prova conosce, saprà bene a ragione perdonare la mia titubazione, e questo esordio, che non credo per mia difesa, del tutto inutile. Il signor Issel nel suo catalogo dei Molluschi del Pisano, al quale confine non si è poi egli strettamente attenuto, ha notato essere tre le specie di Unio appartenenti a queste località. Unio Requienii Michaud, Unio pictorum, Linneo, ed Unio Villae di Sta- bile. A me sembra che il mio Unio non appartenga a nessuna di queste tre specie. Che non sia il pictorum, credo sia superfluo il dimostrarlo, differendo troppo evidentemente dalle forme dal me- desimo. Neppure il ViWlae di Stabile ha caratteri che lo ravvicina- no. La conchiglia di questa specie è più rigonfia, di colore casta- gno scuro, di pareti meno solide, inequilatera: le valve sono co- sparse di una sostanza rossiccia simile alla ruggine, gli umboni, molto più profondamente decorticati sembrano internamente com- posti di sostanza scura e per nulla madreperlacea. L’interno della conchiglia è velato da un diafano ed indeciso strato di madreperla, di incerto colore. I denti cardinali meno forti e robusti, i laterali meno allungati. La conchiglia dell’ Unio Villae non è finalmente munita di rostro, e per quanto sinuosa un poco inferiormente (a differenza degli esemplari dell’Italia settentrionale) è ben lungi da esserlo come e quanto è 1° Unio del quale or studiamo i caratteri specifici. L' Unio Requienii di Michaud è di forma tanto variabile, che per confrontarlo col nostro non possiamo, realmente, andar franchi come per l’ Unio Villac. Con molteplici figure ed in moltissimi modi fu disegnata e descritta. Io non farò cenno che di poche, che mi sembrano di tale importanza da non poter lasciare inosser- vate. — Cominciamo da quella pubblicata dallo stesso Michand (complément etc. tav. XVI. fig, 24): manca del rostro, ha gli um- boni molto più marcati ed elevati, meno allungata, di pareti più sottili (Opera citata, pag. 106). Egualmente posso dire delle figure del Dupuy (Ilust. Nat. des Mollusques terr. et d’eau douce ete. fasc. 2.9, tav. XXVII, fig. 18, la quale anco si mostra colla linea superiore non parallela alla inferiore) e del Moquin Tandon (Hist. nat. des Mollusq. de la France: etc., tav. 4, fig. 6, che divide colla precedente il medesimo carattere e manca di quelle fascie scure e così ben determinate ond’è ornato il mio Unito). Il Rossmiissler (Icon. ete., Tav. 57), possiede varie figure dell’ Unio FRequienti (757 a 761) delle quali sol una sembra potersi paragonare alquanto alla nostra (Fig, 757). Però è facile riconoscere esser cosa diversa de — 57 e distinta. La linea superiore non è parallela alla inferiore come nella nostra. La porzione anteriore più piccola e meno rigonfia: la posteriore ha il rostro appena accennato, rotondato anzichè ango- loso, la sinuosità inferiore è poco marcata, i denti cardinali meno grossi e robusti, il ligamento più corto. L'Opera del Drouet (Etudes sur les Naiades de la France. Parte seconda, tav. 7), ha tre figure per far menzione dell’ Unio Fequienii. Mi sembrerebbe cadere in una ripetizione spendendo parole per dimostrare che non avvi re- lazione fra il mio Unio e le figure suddette, tantopiù volendo la prima di esse significare il tipo della specie. Una sola fra tante, una sola figura che attragga la mia attenzione, che metta me se- riamente in dubbio se persistere, o ritirarmi dalla emessa opinione è la fig. 1, Tav. 6 del Drouet (opera citata) l'Unio Turtonii Payr.: che egli pone come varietà sesta dell’ Unio equienii (pag. 94) e che poi dubbiamente esprime se debba considerarla come specie distinta. Ma per quanto il rostro, la sinuosità della parte inferiore, la facies direi quasi sia certamente molto prossima alla mia specie, ne differisce ad evidenza considerando poi attentamente il rostro stesso, curvo assai e di linee curve composto, la linea superiore di- scendente verso la parte anteriore, il ligamento più PARI e men solido, oltrechè il Drouet nella diagnosi le definisce . gal fragiliuscula ...... dente nunuto, compressissimo . . dr cit. ) Fino ad ora non ho osservato che gli autori che fauno fatto cenno dell’ Unio Requienii esistente in Francia o in altre località di Eu- ropa: ma poichè ognun sa che la specie di questo genere difficile, variano secondo la località potrebbesi oppormi che il confronto di queste figure da me citate non calza per stabilire le verità della mia specie appunto per la ragione esposta. Ma io posso assicurare che osservati vari esemplari dell’ Uni0 Requienit vivente a noi presso nell’ Arno, nel Serchio e nel Lago di Bientina, è tanto e tanto del medesimo differente che posso liberamente accertare essere distinte fra loro. Ad avvalorare la mia asserzione credo non inutile il far cenno della descrizione che ne dà l’Issel nel suo catalogo dei Mol- luschi di Pisa (pag. 34): la quale descrizione ce lo dimostra più rigonfio, meno inequilatero, e meno attenuato. Le valve sono ante- riormente e posteriormente arrotondate ed inferiormente quasi rette. i Credo, ed or posso dire con qualche fondamento, di avere dimo- strato che l'Unio Lawleyianus non può confondersi con le tre spe- cie anzidette, Unio Requienii, Villae, pictorum. Nè a queste tre CSR) la specie ho davvero limitato il confronto: che moltissime altre passai per vario tempo in rassegna, senza che io possa dire coscienziosa- mente di averne trovate di eguali. Ma poichè ad onta degli studi che severamente feci per stabilire la specìe di cui trattiamo, potrei avere errato nella mia conclusione, e poichè come dissi in principio, trattasi appunto di una specie appartenente a genere difficilissimo, protesto fino da ora che se alcuni Malacologhi con esatte e vere ra- gioni vorrà opporsi alle mie qui esposte, e riescirà con esse a per- suadermi di uno non impossibile mio errore, sarebbe stranezza, follîia piuttosto, s'io volessi persistere, e rigettarle. Ciò potrebbe verificarsi anco col seguito e col progredire dei miei medesimi studi. Mi è piaciuto dedicare questa specie all'ottimo amico e collega di studi Roberto Lawley di Montecchio, il quale oltre al possedere una ricca e scelta collezione di conchiglie, è delle medesime assai intelligente, possedendo per loro necessario corredo, una ben for- nita biblioteca di libri Malacologici. GENTILUOMO. CENNI BIBLIOGRAFICI ArcHives Maracorociques par M. Jures Masimne, Fascicolo II, (Decembre 1867) e III (Marzo 1868) (1). Fascicolo II. — Si occupa di alcune specie del sruppo dell’Helix serpentina e muralis, ed ha molte notizie che interessano partico- larmente il nostro paese. Ha per iscopo di far apprezzare alcune forme mal conosciute o non ancora edite, di accennare con esat- tezza quali siano le conchiglie che debbono comprendersi nei nomi di serpentina e muralis, in ultimo occuparsi della sinonimia di queste specie. Stabilisce in prima che l’ Helix serpentina è propria dell’ Italia meridionale, e solo accidentalmente rinviensi nella re- gione settentrionale della medesima. Descrive poi come specie (1) Giascun fascicolo, 16 pagine in 8.° Parigi; presso F. Savy. nuova, del gruppo dell’ Helix serpentina, \ Helix isilensis. Villa, che abita la Sardegna e la Corsica, e distacca dal tipo 1° HMelix ho- spitans, Bonelli, e Magnettiv Contraine, che Moquin Tandon con- siderava doversi con esso comprendere. Nel gruppo dell’Melix mu- ralis descrive come nuove le specie seguenti: Helix abromia. Bour- guignat, che abita la Lombardia, l’Helix Abraca, Bourguign., che vive pure in Lombardia, l Helix substrigata Bourguignat, della Sicilia ( Marsala ) l’ Helix umbrica Char., che trovasi nel monte Somma (Umbria). Descrive altre specie, ma non Italiane. Avremmo amato vedere accompagnate queste descrizioni dalle relative figure. Fascicolo III. — Questo fascicolo interessa molto meno del primo la Malacologia Italiana. Dopo avere osservato il genere Krynickil- lus, stabilito nel 1851 da Kaleniezenko per quelle Limacidi delle quali il solo scudo aderisce alla parte posteriore, e possiede una parte anteriore molto sviluppata, libera e mobile, descrive un Kry- nickillus Cyrniacus, che abita in Corsica, i dintorni di Bastia, e del quaie amiamo riprodur qui la diagnosi. «Animal: corpore elongato, subeylindrico, supra parum convero, antice ventri- «coso, postice paululum acuto, rufescente aut ferrugineo-nigrescente; — dorso « sublaevigato, ad marginem corporis rugis obliterutis ornato; — pede fla- « vicante; — clypeo magno, sabgibboso, ovali, subgranuloso, rufescenti, antice « subrotundato, postice paululum emarginato; tentaculis superioribus elan- « gatis, nigrescentibus ». Lunghezza dell'animale: 38 a 45 millimetri. RIVISTA BIBLIOGRAFICA ITALIANA (Continuazione Vedi N.° 3 pag. 43). Lombardia, (Italia settentrionale). Questa regione dell’ Italia settentrionale, e della quale ora im- prendiamo ad osservare i libri malacologici che la illustrarono, fu a nostra opinione, una fra le prescelte ad obbietto dei nostri stu- di. Ed infatti lo stesso Carlo Porro, quello che colla vastità delle sue vedute scientifiche, collo slancio che era nutrito dalla sua mente di genio, aveva compreso la utilità, ed aveva sognato la possibilità di una Malacologia Italiana, esso stesso aveva preso, di- » ta remmo, per punto di partenza, onde fondare la serie dei cataloghi della Malacologia d’Italia, una provincia della Lombardia, la pro- vincia Comasca. I sommi Cristofori ed Jan, l’ultimo dei quali, ad eterno nostro dolore, fu a noi ed all’amor della scienza, or non ha molto rapito, si occuparono assai dei Molluschi che albergano e si propagano nella Lombardia, la qual cosa, fra non molto, avremo più a lungo ad osservare. Ciò spiega, a nostro credere, pri- mieramente, l’importanza geografica che dimostra tale località nella distribuzione delle specie, ed in secondo luogo, la fertilità, e la svariata moltiplicità di quelle che vi soggiornano. Noi, che a se- guire il desiderio nostro, ameremmo ci fosse concesso per tale lavoro uno spazio meno strettamente determinato, ci accontente- remo, come fu fatto fin qui, di tracciare a rapidi tratti i fatti più importanti e spiccati, che furono tema dei molteplici lavori che or ci proponiamo ad esaminare, lasciando un più ulteriore sviluppo a migliore occasione, che forse non sarà tarda a. pre- sentarsi. CaraLoco per MoLLuscni peLLA LomBarpIiA, compilato dai Fra- telli Villa (1). Parliamo anzi tutto di questo catalogo perchè non è atto quasi ad altro che a darci un’idea generale della fauna Malacologica del paese. Di ciascuna specie di cui fa menzione non offre che alcuni sinonimi e la qualità del sito ove fu'rinvenuta, vale a dire se Alpi o Monti minori, Collina o Pianura. Avremmo amato però che le notizie circa la località fossero state più estese e precise, poichè, sembraci di non poter ragionevolmente fare una distinzione di di- mora delle specie sì circoscritta e limitata. Ad ogni modo è un ca- talogo utile sempre a consultarsi, moltopiù per essere stato il primo che fu pubblicato per simile regione. EssAI D'UNE DISTRIBUTION OROGRAPHICO-GÉ0GRAPHIQUE DES MoLrusques TERRESTRES DANS LA Lomsarpie del Professorre P. Strobel (?). Il lavoro del quale ora imprendiamo a formare la Rivista è certo uno dei migliori che possegga la nostra Italiana Malacologia. E (1) Pagine 44 in 8°. Estratto dalle « Notizie naturali e civili sulla Lombar- dia ». Vol. I. “ (2) 52 pagine in 4.° e due carte. Dalle Memorie dell’Accademia delle scienze di Torino. Serie II, Tomo XVII. Pere gr, eri: > P i . I a per quanto indubitatamente sia conosciuto sì in Italia che al- l'Estero, crediamo che non sarà discaro ai lettori il trovarne qui un riassunto un poco più esteso di quel che per il solito facciamo di lavori consimili, e ciò vista l’importanza del medesimo. — Questo che per eccessiva modestia è nominato « Essai », è diviso in più parti. Dopo avere premesso alcune osservazioni generali, nelle quali espone i confini entro i quali ei considera dover circo- scrivere la Lombardia, oltrechè il sistema che egli abbraccia nella nomenclatura, la spiegazione dei due vocaboli varietà e mutazione ed infine una lista importantissima di opere che trattano della Lombarda Malacologia, egli passa ed enumerare le specie. — Di ciascuna di queste dà, oltre la sinonimia, anche la precisa località ove furono rinvenute, e bene spesso accenna la maggiore o minore fre- quenza colla quale furono raccolte. Enumera 19 generi, 116 specie, e moltiplici varietà e mutazioni importanti. Ove spiegasi realmente tutto l’interesse di questo lavoro è nella seconda sua parte (oro- grafia). Varie inesattezze di altri autori sono ivi confutate con molto criterio, segue ad esse una tavola sinottica nella quale ven- gono indicate le zone orografiche abitate da ciascuna specie; ed in ciascuna zona è dimostrato se abitano le collime, i monti, le alpi, il piano, ovvero nel medesimo tempo ancor più di una di queste località. Ciò fatto passa in rivista le specie che abitano: 1.8 le alpi, 2.8 le montagne e le vallate montuose, 3.% i monti, le col- line e le altezze, 4.% le colline solamente, 5.% le colline e il piano, 6.° il piano e le altezze, finalmente 7.° i molluschi che abitano il piano. Di ciascuna però di queste distinzioni egli fa osservare quali siano i molluschi che per esempio possono elevarsi alle re- gioni subalpine, o discendere al piano o preferire questo o la col- lina e via dicendo. Conseguenze di simili distinzioni è una tavola che rappresenta le specie caratteristiche di ciascuna zona, oltrechè moltissime osservazioni e deduzioni delle quali vorremmo potere occuparci con quella estensione che ne meriterebbe la loro impor- tanza. In non minore rilievo dee porsi la terza parte di questo la- voro, la geografica, per ispiegar brevemente la quale non possiamo far meglio che valerci delle parole medesime del lodato loro Au- tore: « On peut partager les espèces lombardes selon le procedé « de leur distribution dans le pays: en espèces du nord-ouest, ou « vivantes dans les alpes, en espèces de l'est ou provenantes de « l’Istrie ou du Frioul en longeant les collines et les montagnes « vénitiennes, en espèces du sud-est soit descendues des Apennins, SA « soit montées des còtes de l’Adriatiques, en espèces caractéristi- < ques pour la vallée du Pò, en espèces esclusives è la Lombardie « ou au centre de la dite vallée, et enfin en espèces qui sont com- « munes à la zone physico-géographique, à la quelle appartient « la Haute Italie (!) », e tuttociò è infatti dimostrato dottamente col soccorso di opportuna tavola sinottica. Chiudono il lavoro due carte geografiche la di cui spiegazione viene ad esse posta innanzi. E qui ci fermeremo, non perchè ne mancherebbe a noi l’argomento, ma perchè sembrauci sufficienti questi brevi periodi a indicare la incontestabile importanza del lavoro e la utilità del sistema, che iniziato dall'autore medesimo colla Malacologia del Trentino (del che avremo agio di trattenerci in seguito) fu ottimamente ripro- dotta dal professore Stabile, dei quali lavori ben vorremmo che sì in Italia che fuori vi fosse dovizia. MALACOLOGIA TERRESTRE E FLUVIATILE DELLA Provincia Comasca di Carlo Porro (?). Avvi forse alcun Malacologo che ignori quanto benemerita sia la memoria di Carlo Porro, quanto vantaggio ai nostri studi abbia recato questo Naturalista, ahi troppo fatalmente alla scienza ed agli amici rapito? Egli aveva di troppo compreso la necessità che ha tuttora l’Italia di una speciale Malacologia, avea formato il pensiero gigantesco di comporla con parziali cataloghi e nelle prime pagine anzi del lavoro, che or vogliamo passare in rassegna avea esposto il perchè avea dato principio a tale sua opera partendosi della Provincia Comasca. Noi senza addentrarci ad osservare se il sistema da lui adottato per tale Malacologia sarebbe quello pre- scelto da noi di preferenza, se un giorno volessimo tentarne la continuazione, ovvero se sarebbe ancor quello da noi consigliato ad altri, se altri volesse condurre a termine l’opera dal Porro in- cominciata, diremo, che innanzi di progredire in tale ardua e sca- brosa impresa, crediamo, abbiam creduto utile cosa tentare i primi passi dell’opera, cercando di porre d'accordo le varie idee dei Na- turalisti Italiani, con le opere di già pubblicate, appunto con un foglio che addentrandosi nei gabinetti privati dei Malacologhi, po- tesse a poco a poco correggere gli errori per loro medesimo mezzo, (") Pagina 42. (2) Un volume in 8.9 di pagine 132 e due tavole. Agr 1g e migliorare possibilmente le condizioni della nostra scienza in Italia. Ciò appunto azzardiamo di far ora col presente periodico, che però avremmo amato già conoscere esistente da vario tempo, ed anzi tutto per mano più della nostra valorosa, possente e più della nostra meritevole per l’esecuzione di tal difficile tema. La Malaco- logia Comasca del Porro comincia con una breve notizia geogra- fica della provincia di Como, dopo la quale passa ad enumerare le specie, le quali sono davvero in numero non indifferente. Fra queste, benchè oggi assai conosciuta ed in più luoghi figurata e descritta, merita speciale menzione la tanto elegante e graziosa He- lix, dall’autore nominata nautiliformis, e dalle Elici poi staccata, per la sua strana struttura e collocata nel genere da lui stesso fon- dato (Drepanostoma Porro. Bibliot. Ital., t. LXXXII), sulla quale specie il Saint-Simon ha fatto studi profondi relativamente all’ani- male, nel quale sembra a lui potere scorgere molta analogia con quello dell’ Helix obvoluta Miiller. Essa vive nel Comasco raccolta in famiglie composte di molti individui. Molte altre specie sono collocate in questo catalogo delle quali non sarebbe privo d’inte- resse l’ occuparci, se lo spazio ristretto assolutamente non ce lo vietasse. Questo importante lavoro del Porro è corredato da molte note sinonimiche, da preziose osservazioni sugli animali delle specie, sulla abitazione di ciascuna di esse, ed in ultimo da due tavole incise, che se pel dì d’oggi non presentano una grande perfezione di esecuzione, sono tnttavia utile corredo dell’ opera. Di questo libro interessante, come di tanti altri fino qui osservati, non vo- gliamo limitarci a tanto brevi parole, e saremo ben lieti di farne | in avvenire argomento de’ nostri studi, quando il destro si presen- terà, come crediamo, nè tardi, nè raramente. (continua) Varietà — La parte bibliografica del Malakozoologiscke Blitter a pag. vo anno 1868 tiene proposito del lavoro del signor Sauveur del quale ci occupammo non ha guari noi stessi. Nel mentre che tri- LL Agi buta meritati elogi per questo ingegnoso sistema di nuova classi ficazione delle varietà dell’ Helix nemoralis, Linneo, dice sembrargli questo metodo incompleto per non esservi annoverate le varietà della specie allorquando le fascie sono composte di punti o piccole linee interrotte. Noi non accordiamo con tale osservazione. Il si- stema è anzi ai nostri occhi completissimo perchè non sapremmo davvero formarci un’idea esatta di una tavola sinottica che rap- presentasse simili varietà. Le varietà medesime che nelle tavole del signor Sauveur sono indicate, si mostrano ai raccoglitori bene talvolta composte da fascie formate da queste linee o punti, ed allora qual cosa più semplice che alle formule del signor Sauveur notare nella classificazione, che la varietà a cui corrisponde la tale formula consta di fascie interrotte e non continue? — Il Journal de Conchyliologie ha nel suo terzo numero (Luglio 1868, pag. 234), un breve, ma succoso articolo degli egregi suoi Direttori concernente lo studio sulla « plaque linguale des Glan- dines d’ Europe ». Essi dicono che la placca linguale del genere Glandina sparso in Europa non è stata mai nè deseritta nè figu- rata. Avendoci data la descrizione con le brevi parole che facciamo or seguire, dedotta dallo studio della Glandina Algira, Brug. di Italia, inviata loro da Messina, dal signor Benoit, osiamo pregarli di favorirci completo il dono dandocene la fisura. Ecco ora la de- serizione : ; « La plaque est longue et étroite; elle a pour formule 20, 1, «20X45. Le rangées des dents sont arquées de chaque còte et « descrivent mème un demi-cercle. Chaque dent se compose d’une « base, ou support, allongée, et d’une pointe ou cuspide interne, «à extremité simple. Les dents latérales, les plus rapprochées du « rachis sont petites; leur pointe est courte. De mème les dents « marginales sont plus petites que celles du milieu des rangées. Le « dent rachiale est constante, allongée, étroite, terminée par une « pointe distinete du corps de la dent ». Dott. Cammillo Gentiluomo Redattore. Raffaello Puntoni Gerente responsabile. Bull: Malac.It.ALI T.IV. Niccola. Giorgi Dis.e Lat. Firenze Lit Ballagny eFigli nio Lavvlemanus.- Gent]. Le nostre tavole litografiche, se sul principio parevano non raggiungere quel grado di perfezione da noi agognato, oggi, con quella che accompagna questo fascicolo, mostrano aver guadagnato un notevole progresso. Queste pel mo- mento rimarranno nel numero di sei, ma non disperiamo di poterne pubblicare in avvenire un numero più ragguar- devole, fra le quali alcuna colorita. Come facemmo noto nel numero scorso, non essendo il desiderio di pecuniario guadagno la spinta che ha ‘fatto | esistere il nostro periodico, ma- sibbene UNICAMENTE IL ‘ VANTAGGIO ED IL PROGRESSO DELLA SCIENZA, manteniamo a Lire italiane 9 il ‘prezzo annuo di abbuonamento. Nutriamo fiducia che i nostri associati, i nostri amici, e tutti i Malacologhi saranno persuasi della buona volontà che ci anima a progredire nella nostra impresa. Non ci manchi, deh!, la loro benevolenza, il valido ajuto, il ge- ... neroso loro consiglio, e saremo semprepiù soddisfatti di noi stessi per avere intrapreso un lavoro, che, per quanto irto di difficoltà, speriamo recherà onore alla patria nostra, € vantaggio alla scienza. LA DIREZIONE L’abbondanza delle materie ci costringe a rimandare ai numeri venturi la fine della Rrivisra BrsLIoGRAFICA della Lombardia. SOMMARIO DEL NUMERO QUARTO — Intorno ad alcune Conchiglie degli Abruzzi. — Zonires GerraLcHENSIS. — olim MoRTILLETI. — Intorno ad una forma speciale dell’Herix GoBanzi. — SPICIE NUOVE: 1. Unio Lawleyianus. — Gentl. — Cenni Bibliografici. Rivista Bibliografica Italiana. — VARIETÀ. i LIBRI RICEVUTI IN DONO Paolo Mantovani. — Sulla distribuzione generale della Fauna fossile nel mare Pliocenico paragonata con l’analisi dei sedimenti lasciati . da quel mare. — Studi geologici sulla campagna romana. Arturo Issel. — Ostriche del Porto di Genova. ‘OPERE DI MALACOLOGIA VENDIBILI AL NOSTRO UFFICIO Arturo Issel. — Molluschi raccolti dalla Missione Italiana in Persia, con tre grandi tavole: litografate, \.. 0 0 0. i eb DO BULLETTINO © | MALACOLOGICO ITALIANO MOLLUSCHI TERRESTRI. E D’ ACQUA. DOLCE Anno I: 1868 Numero Quinto Settembre — Ottobre PISA TIPOGRAFIA -DEI FF. NISTRI Premiati all’ Esposizione di Parigi, 4867 pen ‘1868 SOMMARIO DEL NUMERO QUINTO — Intorno ad alcune Conchiglie degli Abruzzi. — (Continuazione e fine). — Catalogo dei Molluschi terrestri e fluviatili della Toscana. LIBRI RICEVUTI IN DONO Morressirz P. A. Histoire malacologique du Departement de l’Hérault. Manzoni D. A. Saggio di Conchiologìa Fossile subappennina. — Fauna delle sabbie gialle. OPERE DI MALACOLOGIA VENDIBILI AL NOSTRO UFFICIO Manzoni D. A. Saggio di conchiologìa Fossile subappennina. — Fauna delos bio giallo 000 e e i Dirigersi al nostro Ufficio, Via S. Francesco N.° 23, con lettera af- francata e vaglia postale. Piccola Corrispondenza G. H. Gratz. — Ricevuto e grazie. gi Bull. Malac.1t. A.I x i TEVA Niccola Giorgi dis.e lit. Firenze Lit.Ballagny. 4-3. Limax Etruscus Issel. 46. Vitrina sp. 7-10. Clausilia plicatula_Drap var. Vallombrosana_Issel II_14 Clausilia Apennina_Issel BULLETTINO MALACOLOGICO ITALIANO MOLLUSCHI TERRESTRI E D'ACQUA DOLUE Vesti | Settembre-0ttohre Anno I 1868 Numero 5. Intorno ad alcune Conchiglie degli Abruzzi (Continuazione e fine. Vedi pag. 49 19. Bulimus detritus, Miill. sp. 20. Bulimus obscurus, Mill. 21. Stenogyra decollata, L. sp. 22. Clausilia laminata, Mont. sp. Trovasi ad Pizzo di Sivo. 23. Clausilia candidescens, Ziegl. Rossm. Fig. 24. Clausilia papillaris, Mull. sp. 26. Clausilia leucostigma, Ziegl. 26. Clausilia piceata, Ziegl. Rossm. Icon. Fig. Abita: Pizzo di Sivo, Piena ed Ascoli. 2%. Clausilia Itala, Martens. Monte dei Fiori. 28. Clausilia gibbula, Zieg]. 29. Clausilia plicatula, Drap. Monte Acuto. 30. Pupa frumentum, Drap. var. Pupa Apennina. Charp. sl. Pupa avena, Drap. 32. Pupa Philippi, Cantr. ss. Pupa rupestris, Phil. 34. Pomatias maculatus, Drap. 35. Limnaeus palustris, Mill. 36. Limnaeus truncatulus, Mall. 37. Limnaeus pereger, Miill. Ascoli e nel 104. LEGGI 38. Bythinia téntaculata, L. 39. Bythinia Orsinii, Kiister. 40. Bythinia rubens, Menke. A complemento di questa lista, già di per sè stessa impor- tante, l’ autore ha unito una specie di conclusione, riassumendo la quale noi crederemmo far cosa non sana: per cui preferiamo riportarne una libera traduzione, che senza dubbio sarà accolta dai lettori con maggiore interesse. « Per quanto incompleto questo catalogo, resulta pur tuttavia come sufficiente per giudicarne la fauna. Tra le specie terrestri sono, le Helix nemoralis, Buliminus obscurus, Clausilia laminata e plicatula, le sole che siano abbastanza generalmente propagate ull’ Europa: conoscendo più esattamente la località dovrebbersi senza dubbio poter aggiungere altre specie più piccole, quali ad. esempio l’ Helix pulchella, Cionella lubrica e simili. I Buliminus detritus ha qui in Italia, per quanto io sappia, il suo punto di stazione più meridionale, nel mentrechè la sua dimora più nor- dica sono le montagne calcaree al Lago di Garda, da Verona fino a Brescia e le Alpi marittime. Altrettanto isolata per l’Italia meridionale è qui l’esistenza dell’ Helix frigida che nella Lom- bardia si reputa come propria esclusivamente della regione delle Alpi, e quindi ritrovasi di nuovo negli Abruzzi, appunto come fra i mammiferi il Camoscio, il quale esiste eziandio al monte Corno. Propagate per l’Italia meridionale sono al contrario, l’ Helix cinctella, Helix profuga, Stenogyra decollata, Clausilia papillaris, e probabilmente non mancheranno agli Abruzzi, l’ He- lix aspersa, vermiculata, cartusianella, Cyclostoma elegans, così appunto frequenti in Italia. Alla fauna delle coste e del littorale appartiene secondo la indicazione di Orsini, come anche altrove, la Helix pisana, e probabilmente saranno da aggiungersi, 1’ Helix trochoides ed acuta. Caratteristiche per tutto il territorio degli Apennini, lato sì orientale che occidentale sono: 1’ Helix strigata, Helix setipila, Helix Gussoneana, (che trovasi in prossimità di Napoli ), Clausilia leucostigma, ( Appennini Romani), Clausilia candidescens, Clausilia piceata (della quale ho raccolto un esem- plare nell'isola di Capri), Pupa Philippi. La Clausilia Itala, Po- matias maculatus, e l’ Helix tetrazona, sono proprie di preferenza dell’ Italia superiore e spariscono presto nel Sud. Però non abi- tano già le regioni più alte, sibbene i versanti più caldi delle montagne. Fino ad ora la Pupa rupestris non apparteneva al MaI 706 Continente, ma era sol conosciuta della Sicilia. Una speciale in- clinazione verso l’ Est, verso la penisola Illirica sembra manife- starsi coll’ Helix bathomphala per quanto questa può esser riunita colla instubilis, Clausilia piccata e gibbula, che debbonsi ambedue rinvenire in Dalmazia e la Pupa frumentum, var. apennina poi- chè questa si riunisce alla Dalmata pachigastra. Rimangono par- ticolari per la località degli Abruzzi le seguenti: Helix Orsini, Parreyssi, Nicatis, destituta ed armophila. Delle specie di acqua dolce sono le prime quattro assai sparse nell’ Europa, la quinta e la sesta trovansi, e non raramente, nel- l’Italia meridionale ». Catalogo del Molluschi terrestri e fluviatili della Toscana. — Di 0. Gentiluomo. I. Nel 1866 si pubblicava in Milano per cura della benemerita Società Italiana di Scienze Naturali un « Catalogo dei Molluschi della Provincia di Pisa » di Arturo Issel. L’autore aveva creduto conveniente di non limitare a sì circoscritta periferia i suoi studi e le sue ricerche, ed aiutato da alcuni amici Malacologhi era riu- scito a riunire un interessante numero di specie di alcune altre località della Toscana. Questo lavoro è oggi ben conosciuto ed apprezzato, perchè debba io trattenermi sul medesimo d’avvan- taggio: d'altronde in questo stesso volume del Bullettino ne fu pubblicato una Rivista bibliografica del signor Martens, della quale graziosamente il signor Appelius ci favorì una traduzione. Il catalogo dell’Issel è quanto fino ad oggi può lo studioso at- tendere ad illustrazione della Malacologia Toscana. In conseguenza era in me nutrita idea da qualche tempo, di servirmi del suaccennato lavoro per base di quello che ora pre- sento, onde collocare nel catalogo dei Molluschi della Toscana sì varie specie ch'io giudicava meritevoli della pubblicazione, sì altre conosciute, ma non peranco collocate nella fauna di questa re- gione, sì infine località nuove e particolari di specie delle quali SEME il signor Issel avea fatto menzione. A tale effetto mi rivolsi alla bontà di alcuni egregi amici onde mi fornissero ogni mezzo pos- sibile per rendere il mio lavoro ognor più interessante, e, per vero dire, alla mia preghiera fu risposto favorevolmente all’ uni- sono, nè potrà la mia gratitudine mai venir meno, specialmente riguardo ai signori Caluri, Pecchioli ed Issel stesso, i quali ai vari cataloghi parziali, forniti delle più preziose osservazioni, vollero aggiungere un numero non indifferente di esemplari di specie per agevolarmene lo studio. Non è mia pretesa però di pubblicare oggi un catalogo, neppur approssimativamente, completo dei Molluschi della Toscana: troppe difficoltà si frapporrebbero sempre al mio cammino; ma ho voluto pur nonostante tentare di porre a tal lavoro una pietra di più, che non fosse stato fatto fin qui, giudicandola cosa non del tutto inutile o superflua. Avrò io ottenuto il mio intento? A chi mi leggerà, la risposta. II. ELENCO DELLE SPECIE ()). I. Arion rufus, Linneo. Bagni di Lucca! Questa specie non è che accennata nel catalogo del quale parla la nota sottoposta. 2. Limax agrestis, Linneo. Limax agrestis, L. syst. nat. edit. X. 1758, I, pag. 652. Bagni di Lucca! Var. albidus, Moq. Tand. (4) Debbo avvertire che per mezzo di un asterisco accennerò le specie no- tate nel catalogo dell’ Isselj come pure essendo stato pubblicato nel 1863 un breve catalogo di Molluschi viventi nei Bagni di Lucca, in appendice ad un lavoro di A, Carina intitolato « Delle condizioni fisiche , metereologiche ed igieniche del territorio dei Bagni di Lucca » così per fare un breve cenno di questo catalogo, aggiungerò un punto ammirativo per la detta località , alle specie nel medesimo menzionate. PSR 1: aper Anche la varietà albidus è della medesima località, come la menziona il breve catalogo. 3, * Limax cinereus, Lister. Pisa, Lucca, Bagni di Lucca!, piano di Ripoli. Var. * vulgaris, Mog. Tand, Var. * cellarius, Moq. Tand. Var. * obscurus, Moq. Tand. 4, * Limax variegatus, Draparnaud. Pisa, Lucca, Vallombrosa. Var. * favescens, Moq. Tand. Var. * avus, Moq. Tand. 5. * Limax Doriae, Bourguignat. Pisa, Vallombrosa. Var. albipes, Issel, Vallombrosa. 6. * Limax marginatus, Miller. Pisa, Vallombrosa. 7. Limax Etruscus, Issel. Tango No Fig. .1,:2(3). L. corpore mediocri elongato-trigono, valde carinato, anterius attenuato, posterius acuto, brunneo, unicolore vel maculis pallidiore conspuscato; — dorso leviter reticulato; — carina nigra, acuta, prominente; — Pede angusto luteolo-fusco; — Clypeo oblongo, antice rotundato non adhaerente, postice arcuato, circa 4/ longitudinis aequante, sopra concenirice minute granoso-striato sulcis duobus convergentibus ornate. Limacella parvula, subquadrata, albida, supra concen- trica, striatula, nucleus submarginale munita. RR a da | Lat. » SMR SI BEE ce e A, Altit. > SALI RISI e AT EI Animale allungato, trigono, assai carenato, anteriormente ri- stretto, posteriormente terminato in punta, di color bruno, tal- volta con macchie più chiare. Dorso lievemente reticolato, risul- tandone tubercoli poliedrici poco sporgenti simili a quelli del L. agrestis. La carena, che dal margine della corazza giunge fino alla estremità della coda, è acuta prominente e nera. Il piede è piut- tosto stretto e di color giallastro scuro; in alcuni individui sembra x trifasciato, ma poco distintamente. La corazza è oblonga, arro- (1) La fig. 4 rappresenta un giovane individuo, la fig. 2 la specie in istato adulto, ambe in grandezza naturale. tondata e non aderente nella parte anteriore, arcuata ed aderente nella posteriore; nel punto ove s'incontra colla carena dorsale appa- risce in certi individui come un poco smarginata, la sua lunghezza ( negli esemplari conservati in alcool) equivale circa ad un terzo della lunghezza totale. Superiormente essa offre delle minute strie concentriche granulose non ben distinte, e presenta inoltre verso la porzione posteriore due solchi arcuati convergenti che segnano una figura irregolarmente elittica. La limacella è in questa specie piccola, subquadrata, biancastra a nucleo submarginale e munita di sottili strie. concentriche. Il L. Etruscus fu trovato a Ripoli presso Firenze dal Dottor Odoardo Beceari, il quale me ne ha comunicati 7 esemplari con- servati nell’ alcool. Non ho ancora potuto esaminare il mollusco vivente. Issen. 8. Testacella bisulcata, Risso. Testacellus bisulcatus, (pars), Risso, Hist. nat. Eur. mérid. t. 1x, pag. 58; 1826. Testacella bisulcata, Dupuy, Hist. Moll. Franee, p. 44, Tav. I, fig. 2; 1847. Testacella Gallo-provincialis, Grateloup. Limac. pag. 15; 18505. Testacella haliotidea., var. Moquin-Tandon, Hist. natur. Moll. France, pag. 39, Tav. V. fig. 23; 1855. Testacella bisulcata, Bourguignat, Et. syn. Moll. Alpes Mari- times, pag. 27; 1861. Testacella bisulcata, Bourguignat, Les spicil., Malac. pag. 60, Tay oro aes. Questa bella specie trovasi discretamente comune a Montecchio presso Pontedera raccolta dal signor Lawley. Gli esemplari che io ho potuto osservare nella di lui collezione e quelli che ora ho sotto i miei occhi sono di una non indifferente grossezza. Fu notata esistente anche ai Bagni di Lucca! 9. Testacella Pecchiolii, Bourguignat. Tav. VI, Fig. 5, (1). Bourguignat, Revue Zool. pag. 517; 1861. Les Spicil. Malac. pag. 61, Tav. x, fig. 20-22: 1862. Il signor Pecchioli ha voluto favorirmi alcuni esemplari di questa specie, raccolti da lui a Settignano, dai quali ho voluto estrarre (1) Gli originali di questa festacella e della seguente, erano conservati nel- I alcool. # CEI. figo la figura dell'animale, essendosi limitato il signor Bourguignat a pubblicare il disegno della sola conchiglia. Questa specie che, come la precedente, è molto sparsa in Italia, è, a differenza della medesima, essenzialmente Italiana (per servirmi di un termine dal suo autore pel medesimo argomento adoprato). Fu per vario tempo confusa colla 7. haliotidea Drap. (come era sul principio determinata dal medesimo signor Pecchioli nella sua raccolta ) e con la 7. bisulcata Risso (come l’avea sul mo- mento giudicata lo stesso signor Bourguignat). È specie comune nei dintorni di Firenze, la quale i contadini traggono dalla terra coi loro campestri stromenti, essendochè riuscirono sempre fru- stranee le ricerche che spesso fece durante la sera il signor Pec- chioli, onde trovarla fuori della terra. 10. Testacella Beccarii, Issel. Tav. VI, Fig. 1-4. Testa trigonali-ovata, obliqua, anterius arcuata, posterius acuminata , supra cornea, planulata, concentrice rugoso-striata, intus parum concava nitida lutescente. Apice lacvi, acuto, leviter arcuato ; anfractibus 1 1/. — Columella albida, incurva, elevata, Margine esterno acuto. IAA BRERA EGR P REA I PER Ze] 1 ILA INTERE FAPOSIOROIOE SR VICE POTRO. Adtits.» lat ii Ria Sa Conchiglia ovato-trigona, obliqua, anteriormente arcuata, po- steriormente acuminata, al di sopra cornea, appianata, munita di strie rugose, irregolari, internamente appena concava, nitida, gial- lastra. Apice liscio, acuto, lievemente arcuato. Giri nel numero di 1 ‘/8. Columella biancastra, incurva, elevata, non troncata. Margine esterno acuto. L'animale è assai assottigliato, terminato in punta smussata all'indietro, convesso superiormente, appianato al disotto. La sua faccia dorsale è di color cenerino scuro, tendente al bruno e presenta dei tubercoli poliedrici poco sporgenti, più piccoli e serrati nella regione anteriore di quello che nella posteriore; lateralmente vi sì osservano due solchi longitudinali che partono dai lati della testa e convergono sotto la conchiglia. Questa è assolutamente termi- nale e oltrepassa la coda di circa 1 millimetro ; il suo margine destro è libero, il sinistro sembra confitto nella pelle. Il muso è piccolo, breve e come troncato. I tentacoli superiori sono alquanto RIMANI) brevi, cilindrici e poco divergenti; presso la loro estremità e verso il lato esterno portano gli occhi che sono assai piccoli e neri. I tentacoli inferiori sono brevi e cilindrici. — Il piede è di color giallo carico. Il Mollusco sviluppato può raggiungere strisciando la lunghezza di 45 millim. Rechiamo qui appresso le dimensioni di 3 individui conservati nell’alcool (1): N. 1. N. 2. N. 3. Lunghezza mill. 30 22 19 Larghezza » 8 9 7 Altezza » 6 1/2 di 6. La conchiglia della 7. Beccari pel suo aspetto crepiduliforme, pei caratteri del suo apice e della sua columella non può confon- dersi con altre. To conosco due sole specie di zestacelle somiglianti ad essa per la forma della loro conchiglia, e sono: la 7. Brondel Bourg, di Algeria, e la 7. arymonia, Bourg. di Capri. La prima se ne di- stingue facilmente perchè la sua conchiglia è superiormente con- vessa ed ha l’ apice smussato, nonchè per altre differenze note- volissime nella forma della columella; la seconda ne differisce perchè ha la conchiglia angolosa anteriormente, meno ristretta posterior- mente e munita di un apice poco prominente ed assai ricurve. Le altre festacelle a me note sono caratterizzate da conchiglie ovali od elittiche differentissime dalla mia. La specie sopra descritta mi fu comunicata dall’egregio amico Odoardo Beccari il quale ne raccolse parecchi esemplari nella sua villa di Ripoli, presso Firenze. Issen. ll. Vitrina, sp. Tav. V, fig. 1v-vi. Non posso dare il nome nè la descrizione e diagnosi di questa conchiglia, poichè il signor Dottor D’ Ancona che me ne favorì gli esemplari, per ragioni estranee alla di lui volontà non potè compierne il dono con la descrizione che mi riprometto di poter pubblicare ben presto. Nonostante ho voluto in questo catalogo collocarla nel posto che deve occupare, figurandola nelle tavole. (1) Le misure della conchiglia date nella diagnosi si riferiscono all’ individuo n.° 4, ve VR Questa graziosissima specie abita nell’ Alvernia (Casentino). È sot- tile, diafana, verdastro chiara, ornata di sottilissime e poco ap- pariscenti strie. 12. * Succinea elegans, Risso. Pisa, (S. Giuliano, Cascine). Bagni di Lucca! Bientina (assai abbondante). Var. Corsica, Moq. Tand. Succinea Corsica, Shuttlew. Il signor Pecchioli determina dubitativamente l’esistenza di que- sta varietà nel Padule di Bientina, poichè, starebbe ad allonta- narla il colore più sbiadito negli esemplari sui quali è dubbioso. Del rimanente gli altri caratteri che Moquin-Tandon gli assegna esistono tutti. 13. * Succinea arenaria, Bouch. 14. * Zonites fulvus, Miller. Il signor Issel dice averla trovata a San Rossore presso Pisa, nelle vicinanze del Gombo, ov’io però non potei mai rinvenirla. 15. Zonites Lavvleyanus, Bourguignat. Mollusques nouveaux, litigieux ou peu connus. — Troisieme decade, pag. 53, Tav. VIII, fig. 11-14, 1863. Graziosa conchiglia, della quale piacemi riportare qui la diagnosi. Testa minutissima, anguste umbilicata, globosa depressa, supra valide convexa, hialina, fragillima, albido-crystallina, quandoque subviridula, sublevigata, vel sub valida lente striatula; spira convexo tectiformi; apice obtusissimo; — an- fractibus 4 4/4 ad 3 convexiusculis, regulariter crescentibus, sutura impressa separatis; ultimo paululum majore, in medio subangulato; — apertura parum obliqua, lunato-rotundata; peristomate acuto, recto, intus ad marginem ba- salem leviter subincrassato; margine cotumellari subpatulo ac reflexo. :Aleezza” millimetri pamela Questo Zonites, il più piccolo che si conosca in tal genere, fu raccolto presso Firenze nelle alluvioni dell'Arno dal signor Pec- chioli e dedicato dal signor Bourguignat al mio amico Lawley di Montecchio. È da presumersi, dice il succitato signor Bourguignat, che questa specie, miniatura della Zonites Petr Dueliae (Helix. Pe- tronella, Charp.) sia un rappresentante di questo negli Apennini Toscani che dominano Firenze. 16. * Zonites nitidus, Miller. Pisa, Firenze. PR 17. * Zonites Leopoldianus, Charp. Bagni di Lucca! (Z. olivetorum, Gmel?), Ripafratta, Fauglia, (Colline Pisane). Firenze (presso M. Oliveto e presso Montauto). Gerfalco, in esemplari bellissimi, di grande sviluppo, da 28 a 30 mill., Travale (paese sulla Cecina), poco abbondante e di minori dimensioni (Pecchioli). Siena. 18. Zonites nitens, Gmelin. Il signor Pecchioli trovò questa specie una sol volta a Firenze nelle alluvioni dell’ Arno. 19. Zonites lucidus, Drap. Raccolto dal succitato signor Pecchioli a Settignano, in abbon- danza in una cantina della propria abitazione. Isola d'Elba. (Issel). 20. * Zonites cellarius, Miiller. Pisa, Settignano (raro). Montauto (Un solo individuo che ri- corda la forma dello Z. obscuratus. Porro. Collezione Pecchioli). Bagni di Lucca! 21. * Zonites obscuratus, Porro. 22. Zonites Villae, Mortillet. Zonites Mortilleti, Stabile. Firenze, (raro, Pecchioli). 29. * Zonites cristallinus, Miller. Pisa. Alluvioni di Arno e Serchio. Firenze (Detrito dei campi, ed argine dei fossi). 24. * Zonites hydatinus, Rossm. Montecchio (abbondante nei prati.) Alluvioni d’ Arno. 25. Zonites Gerfalchensis, Pecchioli. Zonites Gerfalchensis, Pecchioli. Bullettino Malac. It. Anno 1868, pag. 52. Zonites Mortilleti, Pecchioli (non Stabile). Bull. Malac. It. come sopra, pag. 25, Tav. II, Fig. 8-12. Il signor Pecchioli trovò questa bella specie una sol volta a Gerfalco ed in pochi esemplari in unione al Zonites Leopoldianus. 26. Zonites glaber, Studer. Lucchese, (Collezione Caluri). 27. Zonites striatulus, Gray. L'ho trovato qualche volta ma in pochi esemplari a S. Rossore (Cascine di Pisa) sotto le foglie putride. Lo possiede anche il si- gnor Caluri di Pisa, della località medesima. 28. * Zonites diaphanus, Studer. Detriti di Arno (in Issel, cat. ec. ), Firenze, nei campi ( Pec- chioli). Bagni di Lucca! Montecchio. UST, gpra 29. Zonites purus? Ald. Il signor Pecchioli non è sicuro della determinazione di questa conchiglia, da lui raccolta nel detrito dei campi a Firenze. 30. * Helix pygmaea, Draparnaud. Pisa, Bagni di Lucca! Firenze (Giardino di Boboli. Abbondante, Pecechioli). 31. Helix rotundata, Miiller. Bagni di Lucca! Firenze ( Boboli, meno comune della prece- dente). Gerfalco (ai piedi dei castagni nelle selve, e verso Montieri). Var. Turtonii, Moquin-Tandon. Hist. nat. des Moll. de France. Vol. II, pag. 107. Helix Turtonii. Flem. Brit. anim. 1838, pag. 269. Pisa. Un solo esemplare donatomi dall’ egregio signor Carrara. 32. * Helix obvoluta, Miiller. Detriti del Gombo; Fiorentino, Lucchese, in magnifici esemplari, Colline pisane (mia collezione), Maremme toscane, Volterra (Ca- luri). Firenze (nel bosco della Certosa). Gerfalco. 33. Helix angygyra, Ziegler. Vado molto a rilento a collocare questa specie nel presente ca- talogo, quantunque sia menzionata in quello dei Bagni di Lucca. L'autore di quest’ultimo che, per quanto io conosca benissimo, pure non mi permetto di nominare non essendosi mostrato che per due sole iniziali (U. V.), avea posto questa specie fra quelle non raccolte da se stesso. Ignoro s’ ei abbia visitato gli esemplari così determinati, ma poichè la presenza di questa Helix in To- scana sarebbe cosa del tutto nuova, e, quel che più importa, un fatto isolato, ho ben luogo a supporre che gli esemplari così de- finiti appartengano di preferenza alla precedente H. obvoluta, colla quale è sì affine e sol distinguibile per uno studio un poco ac- curato; e mi confermo semprepiù in tale opinione osservando che l’H. obvoluta non è accennata in tale catalogo. s4. Helix lenticula, Fer. Con mia grande sorpresa ricevetti questa graziosa specie in due esemplari dall'amico signor Carrara, che egli trovò a poca distanza da S. Giuliano, presso Pisa, sopra un monte. Credo che sia stata trovata in Toscana per la prima volta. Confesso che desideroso di raccoglierla nuovamente feci alcune gite in quella località, che fino ad ora riuscironmi infruttuose. 39. * Helix umbilicaris, Brumati. Helix hispana, Linneo (in Issel, casal. ee ) I seri di Helix planospira, Lamarck. (partim) An. sans vert., VII, 1822. Ripafratta, Monti Pisani, Bagni di Lucca! (Non è certo « dice il suaccennato catalogo » la specie tipica. È molto rara ai Bagni ma bensì abbondantissima in vicinanza del Borgo di Lucca e in tutto il tratto che corre da questa località al ponte di ferro sulla Lima, nonchè in tutta la Valle di Serchio verso Castelnuovo della Garfagnana), Lucca, Colline pisane, Gerfalco, Settignano, Tra- vale, Vallombrosa, Ombrone, Garfagnana. Var. A. typica. | Stabile, Moll. terr. viv. du Piémont, pag. 62. a) IMyrica, Stabile (Loc. cit.). Lucca, un solo esemplare (mia coll.). 8) Italica, Stabile (loc. cit.). È la forma più comune in Toscana. *** Testa minuta granulata, et in primis anfractibus, pilis raris, erectis ornata. Livorno, (Stabile, loc. cit.). In seguito alle savie osservazioni che il signor Prof. Stabile ha pubblicato nella sua opera or citata (pag. 55 ), credo che sarà necessario dare a questa specie il nome di wmbilicaris, e rinun- ziare, per eccezione, al nome più antico ; d’ altronde il nome di Linneo non sarebbe esatto, nè precisa la diagnosi, oltrechè vi- vrebbe a spese della chiarezza della nomenclatura. 36. * Helix cingulata, Studer. L’Issel non fa cenno del tipo che io ricevetti delle Alpi Apuane per le mani dell’ egregio amico signor Dott. Carlo Regnoli. Var. * major. De Betta e Martinati. Bagni di Lucca. Var. * inornata. Rossmiissler. Bagni di Lucca (rara). Var. * Apuana, Issel. Cat. dei Molluschi di Pisa, pag. 10. Alpi Apuane. Ne ricevetti io pure alcuni esemplari della me- desima località dal suddetto signor Regnoli. Var. bizona. Rossmiissler. Alpi Apuane. (KRegnoli, rara). Var. Anconae, Mihi. Bullettino Malac. Ital. 1868, pag. 40, Tav. III, fig. 9-11. Fu parlato cred’io, abbastanza di questa specie perchè debba spendervi altre parole. Il signor D’ Ancona me l’ ha comunicata derivante dall’ Alvernia (Casentino). Bene 11, - 37. + Holix pulchella, Dbcena Pisa. Detriti del (rombo, alluvioni di Arno, Montecchio ( fide Issel: poichè io la ho ricevuta di questa località in abbondanza, ma non ho mai potuto riscontrare il tipo nei molti esemplari che passai in rassegna. Eguale osservazione mi resulta dai cataloghi dei signori Pecchioli e Caluri) Firenze (Detriti). Lucca. (L'ho ricevuta in qualche quantità dall’ amico Carrara). Var. laevigata, Menke. Var. b, Menke. Syn. Moll. 1830, pag. 16. Helix pulchella, Mill. verm. bist. II, 1774, pag. 30. Var. B, laevis, Rossmiissler, Iconogr. va, vi, 1838, pagina 6, fig. 449. Montecchio (Lawley), comune. 38. Helix muralis, Miller. Firenze. Sulle mura di cinta (ora demolite), dalla parte interna, non molto comune. Più abbondante sui muri di campagna e spe- cialmente per la strada che conduce a Fiesole (Pecchioli), Elba. Var. conoidea, Mihi. Un solo esemplare pervenutomi da Firenze. AdheZzatamillisiso pol atea 2 Tanriehezzara: ola Para iun ento 39. * Helix serpentina, Ferussae. Pisa, Livorno. Comune in ambedue le località. Var. minor. Req. Requien. Cat. 1844, pag. 44. Pisa. Qualche volta unitamente al tipo. 40. * Helix vermiculata, Miller. Pisa, Firenze, Elba: comunissima. Var. * campestris, Mog. Tand. Pisa, Firenze, Elba. Var. Mammulata, Moq. Tand. Firenze, Elba. Var. pustulata, Moq. Tand. Firenze, Elba. Var. sonata, Moq. Tand. Var. subfasciata, Requien. Firenze (Pecchioli). BI /b Var. * caspallescens, Moq. Tand. Pisa, Orciano (Colline di Pisa). Var. * concolor, Moq. Tand. Pisa, Monsummano e Val di Nievole, Orciano, (comunissima). Var. * albida, Moq. Tand. Pisa, Firenze, Monte Catini. Mut. scalaris. Orciano (Pecchioli), Montecchio. (Lawley). Un solo, magnifico esemplare. Gli esemplari di Orciano, spettano, per la colorazione, alle var. campestris e concolor, Moq. Tand. Accenno la straordinaria frequenza in Fauglia (Colline pisane) delle varietà zonata, subfasciata, cupallescens, in proporzione del tipo che vi è raro. 41. * Helix nemoralis, Linneo. Pisa, S. Rossore (Cascine di Pisa), Firenze, Cecina, Campiglia, Gerfalco (non abbondante ), Pietrasanta, Bagni di Lucca! Via- reggio, Elba (Kegnoli). Var. *fasciata, Moq. Tand. Var. * coalita, Mog. Tand. Var. * interrupta, Moq. Tand. Var. * lurida, Moq. Tand. Var. punctella, Moq. Tand. Var. * amicolor, Moq. Tand. Var. * albina, Moq. Tand. Mut. undulata, Mihi. Bull. Malac. It. 1868, pag. 9, Tav. I, fig. 9, 10. Questa mutazione così strana ed interessante si è mostrata in un solo individuo (mia coll.). 42. * Helix aspersa. Miiller. Pisa, Lucca, Bagni di Lucca! Settignano, comune dovunque. Var. * zonata, Moq. Tand. Var. * obscurata, Moq. Tand. Var. flammea? Mog. Tand. Non è precisamente, ma assai affine, possedendo nel colorito un fondo castagno cupo con una lista gialla, e su tutta la conchi- glia poi le fiamme longitudinali caratteristiche della varietà sud- detta. (Collezione Pecchioli) Pietrasanta. Var. * grisea, Moq. Tand. Var. * virescens, Moq. Tand. Var. minor, Moq. Tand. Pisa. ca RI Var. tenuior, Moq. Tand. Livorno. Var. * globosa, Moq. Tand. Var. * conoidea, Moq. Tand. Il signor Caluri ha trovato due esemplari di questa varietà che per la colorazione si approssimano alla varietà undulata, Mog. T'andon. Mut. scalaris. Bellissimo esemplare appartenente al R. Museo di Pisa, collo- cato sopra animale in cera dal valente signor Mariotti. Assomi- glia alla figura che ne dà il Férussac (Hist. nat. ec. Tav. XIX, Fig. 3), ma è più slanciata, i giri più staccati, più obliqua, e l’ultimo giro più sviluppato. Pisa (Giardino botanico). 43. * Helix lucorum, Miiller. Firenze, Monte Morello, Fivizzano, Alpi Apuane ( Regnoli ), Lucca, Bagni di Lucca! ( Più propriamente al Borgo di Lucca sulla sponda sinistra del Serchio). 44. * Helix aperta, Born. Pisa, Maremma Toscana, Settignano, Bagni di Lucca! Comune dappertutto. Var. * brunnea, Requien. Var. * viridis, Requien. Var. * pallida, Moquin-Tandon. Var. * major, Moquin-Tandon. Var. minor, Caluri. Di questa varietà pochi esemplari dei Monti Pisani. 45. Helix cineta, Miller. Tredozio (Pecchioli). È ivi abbondante e presenta esemplari di grandi dimensioni. Var. albina. Helix othis, Meneg. olim. Helix Pollini, Da Campo (1). Con tale determinazione ho io riscontrato nel R. Museo di Pisa un esemplare collocato dal signor Mariotti sopra animale di cera, e trovato vivente fra la terra boschiva di S. Rossore portata nel- l'orto botanico. La conchiglia ha un’ altezza totale di circa tre (4) Di una conchiglia vivente nella Provincia Veronese. — Relazione letta alla Accademia di Agricoltura, Commercio ed Arti di Verona, da Benedetto Da Campo, (13 Agosto 1849). CARNI Lal centimetri, e nell’ ultimo giro è larga circa 21 millimetro. La presenza di questa varietà in S. Rossore in esemplare così isolato, e senza che il tipo sia stato mai ivi rinvenuto nè da me, nè da altri, è un fatto molto singolare, direi quasi incredibile. Credo su- perfluo di notare ciò che, riguardo alla relazione data dal Da Campo sull’ Helix Pollinii, disse il De Betta nelle sue « Osser- vazioni » pubblicate dal medesimo nel 1852. 46. Helix aculeata, Miiller. Questa rara e tanto graziosa conchiglietta è stata raccolta in due soli esemplari dal signor Pecchioli nel detrito, sotto le siepi del Parterre a Firenze, e dal signor Carrara (mia coll.) in tre esemplari nel Lucchese (Gragnano). 47. * Helix rupestris, Studer. Detriti del Gombo. Pisa (sul tronco di un platano nell’ orto botanico). Campiglia. Bagni di Lucca! (È enumerata fra le specie non raccolte dall'autore del catalogo). Vallombrosa. 48. Helix incarnata, Miller. Mercatale (Pochi esemplari sulle scope, Pecchioli). 49. Helix cantiana, Mont. Firenze, Fiesole, Bagni di Lucca! (Tra le specie non raccolte dall'autore del catalogo). Var. Galloprovincialis,” Dupuy. Helix carthusiana, Drap. non Mill. Lucca, alcuni pochi esemplari (mia collezione). Var. minor. Moq. Tand. Mercatale, due soli esemplari (Pecchioli). Bagni di Lucca! Var. rubescens, Moquin Tandon, Isola d’ Elba. 50. * Helix rubella, Risso. Alpi Apuane. 51. * Helix carthusiana, Miller. Var. * lactescens, Moq. Tand. Elba. Var. rufescens, Caluri. Pisa. Gli esemplari di questa varietà sono d’un bel castagno cupo. Var. * minor. Moq. Tand. Pisa, in minor quantità del tipo, Settignano. In questa località è invece in proporzioni inverse. Elba. (continua) Dott. Cammillo Gentiluomo Redattore. Raffaello Puntoni Gerente responsabile. ANVISO ROBERTO LAWLEY DI MONTECCHIO, PRESSO PONTEDERA, TOSCANA. rende noto ai Malacologhi Italiani e Stranieri come, possedendo alcune belle collezioni di Conchiglie fossili plio- ceniche della Toscana, sarebbe disposto a cederle in cambio ‘ verso altre collezioni di Conchiglie sia viventi, terrestri, fluviatili o marine, sia fossili di qualunque epoca e terreno. Invita per conseguenza tutti coloro che fossero disposti ad approfittarne, ad indirizzargli i loro Cataloghi di esem- plari disponibili, ch’ egli contraccambierà tosto coi suoi, onde tentare di trovarsi daccordo sui cambi medesimi. Indirizzare lettere a/francate al suddetto, ovvero anche al nostro Ufficio, Via S. Francesco N.° 23. Una Società di Malacologia diretta specialmente allo intento di combinare utili cambi fra i collezionisti si è com- posta ora a Frankfort s. M. — Tra breve ne daremo più | esatto ragguaglio. La qualità degli articoli onde sono composti questo ed il venturo fascicolo, come pure una particolare disposizione delle figure nelle tavole, obbligarono il ritardo di pubbli- ‘cazione del fascicolo presente, onde fosse contemporanea a quella dell’ altro. IL BULLETTINO MALACOLOGICO ITALIANO col numero venturo compie il suo primo anno di. vita. La Direzione, onde rendere ognor più accetti i suoi sforzi e le sue fatiche, ed onde secondare il desiderio della mas- sima parte de’ suoi associati, ha deciso di occuparsi col ven- turo anno (1869) anco delle Conchiglie marine dei nostri litorali e delle fossili dei nostri ‘terreni; portando a 32 le pagine di ciascun fascicolo. Il prezzo rimane inalterato. Prezzo annuo di Abbuonamento Tala ge eee ee 9 Bistro no ( franco: a domicilio — pagamento ‘anticipato Ji Dirigersi con lettera affrancata ed accluso vaglia po- stale al Redattore del Bullettino Malacologico Italiano, Via S. Francesco N.° 23, Pisa. Unico deposito presso il sig. Ermanno Loescher — Torino. | i Preghiamo Chi ci vuol dirigere dei Biglietti di Banca di raccomandare la lettera, come preghiamo quei Signori che abitano negli Stati ove ha corso carta moneta, di non inviarcela, poichè in Italia non ha corso, come non lo avrebbe la nostra presso di Loro. BULLETTINO MA LACOLOGICO | dere PAN) MOLLUSCHI TERRESTRI E D’ACQUA DOLCE Anno I.— 1868 Numero Sesto Novembre — Dicembre PISA TIPOGRAFIA DEI FF. NISTRI Premiati all’ Esposizione di Parigi, 1867 — ‘1868 SOMMARIO DEL NUMERO SESTO - — Catalogo dei Molluschi terrestri e fluviatili della Toscana ( Conti- nuazione e fine). LIBRI RICEVUTI IN DONO — SrroBeL P. Alcune note di Malacologia Argentina. Unitamente a questo numero gli Associati troveranno il rRonTE- SPIZIO @ l’INDICE promessi, più una coPERTINA per rilegare l’intero volume. | L’ abbondanza delle materie ci ha impedito, nostro malgrado, di terminare in quest’ anno la Rivista Bibliografica della Lombardia. Ci confortiamo nel pensare che in realtà non la lasciamo tronca a mez- zo, poichè la rivista di ciascun libro, forma, di per sè, un articolo separato. dates Preti brutto rici Piccola Corrispondenza. j pi i È ‘Y F. V. Milano. — Per la suddetta ragione non fu possibile pub- blicare il Loro catalogo, che vedrà immancabilmente la luce nel pri- mo numero del secondo anno. BULLETTINO MALACOLOGICO ITALIANO MOLLUSCHI TERRESTRI E D'ACQUA DOLCE Novembre-Dicembre 186% Numero #6. Catalogo dei Molluschi terrestri e fluviatili della Toscana. — Di C. Gentiluomo. (Continuazione e fine. Vedi pag. 80) 52. * Helix Olivieri, Ferussac. Val di Nievole, Maremme Toscane. 58. * Helix cinctella, Draparnaud. Pisa, Firenze (sulle mura della città, or demolite). Settignano, Bagni di Lucca! Var. *fusca, Moq. Tand. Var. * fasciata, Moq.-Tand. 54. * Helix apicina, Lamarck. Pisa (S. Rossore, in vicinanza del mare). Livorno. 55. * Helix conspurcata, Draparnaud. Pisa, Firenze (comune, sotto le siepi e sui muri del torrente Africo. Pecchioli). Elba. 56. * Helix unifasciata, Poiret. Viareggio, presso il mare. o. * Helix profuga, A. Schmidt. Pisa, Maremme Toscane, Val di Nievole, Firenze, Bagni di Luc- ca! (H. caperata, Mont?). Questa specie è dovunque comunissima. Var. * Etrusca, Issel, (catal. cit.) Var. * major, Issel, (catal. cit.). Il signor Pecchioli raccolse a Firenze, sul greto dell'Arno, questa i 6 CARIATI varietà in dimensioni di fino 14 mill. di maggior diametro, e 10 mill. di altezza. Siena (Caluri). Var. fusca, (Pecchioli). Conchiglia di piccole dimensioni, di un colore scuro uniforme, ed una sola fascia bianca e sottile nell'ultimo anfratto. 58. Helix ammonis, Schmidt. Pisa (Caluri). Settignano (Pochi esemplari trovati dal signor Pecchioli presso il Ponte a Mensola e sull’argine di questo tor- rente). 59. * Helix neglecta, Draparnaud. Colline Pisane, Val di Nievole e Firenze. Rapolano (presso Siena). Var. vulgaris, Moquin Tandon. Var. * ochroleuca, Moquin Tandon. Var. *fuscescens, Moquin Tandon, Firenze. 60. * Helix cespitum, Draparnaud. Monti Pisani. Bagni di Lucca! (vive presso il Borgo di Lucca sulle Colline quasi prive di vegetazione; è del resto comunissima in analoghi siti in tutta la Valle superiore del Serchio — Catal. ec.) Fivizzano (Bellissimi esemplari di dimensioni fino a 28 mill. Pecchioli). Var. * minor, Mog. Tand. Var. * trivialis, Moq. Tand. Var. * elegans, Moq. Tand, Monte Catini (Caluri). Var. lentiginosa, Mog. Tand., Isola dell’ Efba. Var. Terverî, Michaud. Helix Terverii, Mich, Compl., 1831, pag. 26. Ho ricevuto questa graziosa varietà da Lucca, comunicatami in diversi esemplari dal signor Carrara. È composta di sei giri re- golarmente crescenti e convessi, sutura marcata; l’ apice è nero. La parte superiore della conchiglia è di un color cinereo alquanto lucente, l’inferiore è biancastra, ornata di varie fascie mere o scure, continue le più volte, ma tal fiata composta di linee o punti. L'ombelico è alquanto stretto, l’apertura rotonda. Questa eonchiglia misura un’ altezza di circa 10 ad 11 milli- metri ed una larghezza di 18 a 20. 61. * Helix pisana, Miller. Pisa (Gombo). Viareggio, Livorno, Elba. Var. * Menkeana, Moq. Tand. Var. lincolata, Moq. Tand. — 83 — Var. * interrupta, Moq. Tand. Var. punctella, Moq. Tand. Var. * bifrons, Moq. Tand. Var. * maritima, Moq. Tand. Var. * concolor, Moq. Tand. Var. * albida, Moq. Tand. Var. alba, Moq. Tand. Var. globosior, Moq. Tand. Al gombo ed a Viareggio questa specie trovasi sulla spiaggia del mare, a Livorno sulle Tamarisci che fiancheggiano la passeg- giata lungo mare, che conduce ad Antignano. 62. * Helix variabilis, Draparnaud. Pisa (comunissima), Livorno ( Ardenza ed Antignano ), Siena Bagni di Lucca! Elba. Var. * fasciata, Moq. Tand. Var. * subalbida, Moq. Tand. Var. bifasciata, Moq. Tand. Var. ochroleuca, Moq. Tand. Var. * tessellata, Moq. Tand. Var. hypozona, Moq. Tand. Var. *lutescens, Moq. Tand. Var. albicans, Moq. Tand. Var. depressa, Requien. Var. submaritima, Moq. Tand. Var. globosior, Caluri. Un solo esemplare di Siena. 63. * Helix lineata, Olivi. Gombo, Foce d’ Arno, S. Rossore, Elba. Var. * vittata, Moq. Tand. Var. * maura, Moq. Tand. Var. * interrupta, Moq. Tand. Var. * lutescens, Moq. Tand. 64. * Helix pyramidata, Drap. Pisa (Tomboli di Coltano ), Livorno, Firenze (sull’argine del Mugnone). Settignano (sull’ argine del torrente Africo, sui cardi ed altre piante e sui muri presso S. Maria a Civerciano, abbon- dante. Pecchioli). Var. * fasciata, Moq. Tand. Var. * monozona, Moq. Tand. Var. hypogramma, Moq. Tand. Rt,; Var. * marmorata, Moq. Tand. Abbonda a Fauglia, ove raramente rinviensi il tipo. Livorno, Rapolano. Var. alba, Mog. Tand. Var. * sabulosa, Moq. Tand. 65. * Helix terrestris, Pennant. Livorno. 66. Helix trochoides, Poiret. Pisa (Cascine). 67. * Helix barbara, Linneo. Pisa, Calci, Agnano, Firenze (comune), Montecchio (abbondan- tissima). Var. * fasciata, Moq. Tand. Elba. Var. * Astieri, Moq. Tand. Elba. 68. * Helix acuta, Miiller. Pisa, (prati, campi, rive d’ Arno), Firenze (non comune) Elba. Var. * unifasciata, Moq. Tand. Var. * bizona, Moq. Tand. Var. articulata, Moq. Tand. Var. * strigata, Moq. Tand. Var. alba, Mog. Tand. Var. * elongata, Crist. e Jan. 69. * Bulimus decollatus, Linneo. Pisa, monti Pisani; Maremma. Firenze, Settignano; comunis- sima. Var. turricula, Moq. Tandon. Isola d’Elba (Issel). Var. albinos, Mog. Tand. Var. major, Mog. Tand. Var. minor, Moq. Tand. 0. Bulimus montanus, Draparnaud. Bulimus montanus, Draparnaud, Tabl. Moll., 1801, pag. 65. Settignano. Il signor Pecchioli così si esprime, relativamente a questa specie da lui raccolta nella citata località. « Trovato da me una sola volta e con grande meraviglia in due soli individui adulti ed uno giovane, nel bosco della Selva ». 71. Bulimus obscurus, Miiller. Helix obscura, Mill. Verm. hist., 1774, II, pag. 103. Settignano (con la precedente, sotto le pietre. Pecchioli). Ger- falco. Fiesole. ch 72. * Bulimus tridens, Miiller. Alluvioni d’ Arno, monti Pisani, Val di Nievole, Settignano (presso il ponte a Mensola). Var. * unidentatus, Issel. Catalogo citato, pag. 18. Var. major, Menke. 73. * Bulimus quadridens, Miiller, Alluvioni d'Arno, Detriti del Gombo. Pisa. Monte Calvi (Ma- remma ). Settignano (sotto le pietre, sul margine dei fossi, dei campi, non però molto abbondante). 74. * Bulimus subeylindricus, Linneo. S. Rossore (nell’ humus). Var. exigua, Menke. Lucca. Sono graziosi esemplari diafani, di nn corneo chiaro, di un lucido brillante. 75. * Caecilianella acicula, Miller. Pisa, Firenze (e specialmente per la strada che conduce a Fiesole). ‘6. Caecilianella Liesvillei, Jan. Bourguignat, Amen. Malac., T. I, pag. 217. Firenze (Pecchioli). Un solo esemplare, nella località istessa che la precedente. 47. * Ferussacia aciculoides, Jan. Caecilianella aciculoides, Jan, in Issel, cat. cit. Pisa, Firenze (insieme alla C. acicula). 78. Ferussacia Hohenwarti, Rossmissler. Achatina Hohenwarti, Rossm. Icon. IX, X, 1839, fig. 657. Ferussacia Hohenwarti, Bourguignat, Malac. Alg. T. II, p. 33, 1864. — Mollusg. nouv. litig. où peu conn., fasc. VI, Tav. XXX, fig. 9-11. Ad onta che il signor Bourguignat dichiari questa specie pro- pria della provincia Toscana, oltre ad altre Italiane, (Mollusques nouv. ec., fasc. VI, pagina 183) io non la conosco che di Pisa e di Montecchio in ben scarsi esemplari. La conchiglia è a mio avviso somigliantissima alla citata figura (tipo), che ne dà il Bour- guignat, massime nell'aspetto dell’ apertura. 79. * Clausilia laminata, Montagu. Pisa, Firenze, Gerfalco, Travale, Siena. Var. * major, D'Ancona. Maremma Toscana, Firenze, Gerfalco, Montauto, Lucca (esem- plari un poco più piccoli). LEGHE A 80. * Clausilia alboguttulata, Wagner. Alpi Apuane, Lucca, Pietrasanta, Bagni di Lucca! Rapolano. Var. punctata, Michaud. Questa varietà collocata (almeno così sembra dalla sinonimia) dal signor Issel col tipo, trovasi in magnifici esemplari sulle mura della città di Lucca, nascosti nella corteccia degli alberi che ador- nano quella passeggiata. È ivi comumissima. Bagni di Lucca! Var. * obesa, Issel. Cat. cit. pag. 20. Lucchese (presso Ripafratta). Var. * nigra, Pecchioli. Issel, cat. cit., pag. 20. Volterra, Poggio a Monti, presso Pomarance. Var. elegans, Mihi. Mi furono comunicati dal signor Issel alcuni esemplari di una varietà della Clausilia alboguttulata provenienti da Vallombrosa. È più piccola del tipo, più rigonfia, coll’ apice più ottuso, le strie più fortemente accennate, l’ apertura più rotonda, il peristoma maggiormente reflesso. Trovasi in abbondanza. 81. * Clausilia bidens, Linneo. Pisa, Viareggio, S. Giuliano, Caprona, Bagni di Lucca! Livor- no, Firenze, Elba, Siena (esemplari più piccoli del tipo). 82. * Clausilia solida, Draparnaud. Pisa, Firenze, Settignano. Bagni di Lucca! Elba. 83. Clausilia plicata, Draparnaud. Drap. Hist. Moll. 1805, pag. 72, Tav. IV, fig. 15, I6. Questa specie fu raccolta a Firenze all’Isolotto delle Cascine, nelle alluvioni dell’Arno, dal signor Piccioli, Ispettore del Museo di Firenze, che ne fè dono al signor Pecchioli. | 84. Clausilia plicatula, Draparnaud. Drap. Hist. Moll., 1805, pag. 72, Tav. IV, fig. 17, 18, (non Payraudeau). Helix plicatula, Fér., Tabl. Syst. 1822, pag. 67. To ritengo questa specie come un acquisto assai importante per la fauna Toscana. Infatti la di lei presenza qui, allaccia in certa guisa, per la distribuzione geografica, la parte settentrionale del- l’Italia (Lombardia), con gli Abruzzi (Martens, Malac. BI. 1868, pag. 81). Gli esemplari che io posseggo del Lucchese, donatimi dal signor Carrara, posti in confronto con quelli avuti dalla Lom- bardia, sono un poco più rigonfi, e con i giri un poco più con- vessi, non però tanto ch'io li giudichi appartenenti alla var. èn- flata, di Moquin Tandon (Opera cit. Vol. II, pag. 341). Il signor su 90 — Pecchioli ne raccolse pochi esemplari nel Senese (Gerfaleo), sotto la scorza di un olmo, i quali certamente non si possono confon- dere col tipo, poichè sono un poco più piccoli, ed in proporzione più rigonfi, ma ciò che più fa strano, è la forma del peristoma, il cui bordo columellare è dritto assolutamente, formando alle dne estremità due angoli ben marcati e distinti. Ciò nondimeno ri- tengo queste differenze così piccole e forse accidentali, da non valere l’importanza di una nuova varietà. Var. Vallombrosana, Issel. Tav. V, fig. 7-10. I caratteri di questa varietà sarebbero costituiti dall'insieme di quelli delle due major ed n/lata di Moq. Tand. (loc. cit.); oltre al- l'essere più grande e più ventricosa del tipo ha i giri più con- vessi, e le coste più elevate. Nei quattro esemplari che ho presso di me, riscontro l'apertura in proporzione del tipo, più piccola. Iuungliezza: sl Lise tia Si il 14 dpuosbezza, eni ii 3 Vallombrosa (Doria). 85. Clausilia Apennina, Issel. Tav. V, fig. 11-14. Testa rimata, fusiformi, oblique et irregulariter costulata. Anfractus 12, sutura profunda separati. Apertura ovali-pyriformis, peristoma integro, carneo, re- flexo. Lamella supera apparens, obiiqua; infera arcuata. Plicae interlamel- lares 3, aequaliter distantes, Clausilium ? Conchiglia fusiforme, alquanto ventricosa; costata non rego- b) a) D larmente ed obliquamente, con 12 anfratti poco convessi, ma con ) p ) le suture ben profonde e marcate. La apertura è ovale piriforme, con la lamella superiore obliqua, l’ inferiore arcuata, e con tre pieghe interlamellari ben distinte ed eguali. Il peristoma è con- tinuo, spesso di color carneo. L’apice ottuso è mamellonato. La 9 fessura ombellicale è stretta e profonda. Nilbezziona lei i Le dal. 14 Maronezzae i darti Bah (RCRERI): Specie strettamente affine alla precedente Clausilia plicatula , var. Vallombrosana. Se ne distingue però facilmente: 1.° perchè ELIS NBE nel tempo istesso che ha i giri meno convessi, ha le suture più profonde: 2.° Per avere le coste meno elevate e meno regolari. Ammesso una volta che il genere Clausilia sia sottoposto, per mille variate ragioni, a mille modificazioni e cangiamenti, sarà facile a rilevarsi quanto a malincuore io mi sia deciso ad accet- tare per nuova la specie in argomento, della quale non si pos- siede per ora che un solo esemplare. Per conseguenza avendola come tale pubblicata, ed avendo accolto eziandio il nome speci- fico accordatole dal signor Issel, Egli ed io, per l'amor della ve- rità, siamo costretti a dichiarar che la riconosceremo nuova in- dubbiamente, solo quando i caratteri di cui l'esemplare è fornito, si riprodurranno nella istessa guisa in altri, che forse si potranno, in avvenire, raccogliere. Vallombrosa. 86. Clausilia cruciata, Studer. Studer, Kurz. Verzeichn, pag. 89. Vallombrosa (Issel). Gli esemplari che io riscontro, in numero di quattro, sono al- quanto più corti e ventricosi del tipo. 87. Clausilia sp.? Pure di questa un solo, ma elegantissimo esemplare del Luc- chese (S. Martino in Freddano). La facies della conchiglia nel suo complesso (benchè poi differentissima) è perfettamente somigliante a quella della CI. Zaminata, Miller. È fusiforme, corneo chiara, lucente, con poche strie, che appaiono quasi scancellate anco se si osservano coll’aiuto della lente; ha 10 giri, poco convessi, colle suture poco profonde. Apertura ovale allungata, la lamella su- periore appena tracciata, l’inferiore invece grossa, assai arcuata. Senza pieghe interlamellari, nè palatali. Il peristoma non conti- nuo (!), bianco, spesso, reflesso. Ha finalmente la Zunella, la quale è grossa ed arcuata. 88. Clausilia Lucensis, Mihi. Bull. Malac. It., 1868, pag. 6, Tav. 1, fig. 1-3. Lucchese. 89. Balea perversa, Linneo. Turbo perversus, Linneo. Syst, Nat. 1758, Ed. X; I, pag. 767 (non Helix perversa, Linneo, nec Miller). (1) Descrivo l’ esemplare. SB Pupa fragilis, Draparnaud. Tabl. Moll., 1801 et Hist., 1805, Tav. IV, fig. 4. Bagni di Aqui (Appelius), Lucca (Carrara). 90. * Pupa quinquedentata, Born. Pisa, Maremme Toscane, Livorno. Firenze (insieme alla Clausilia bidens). Bagni di Lucca! Val d'Ombrone. Var. * variegella, Crist. e Jan. Pisa. Var. * minor, Moquin-Tandon. Pisa. Var. * Juliana, Issel, (cat. cit.). Siena. Il giovine signor Filippi, zelante ed intelligente raccoglitore di molluschi, ha osservato nel raccogliere questa specie in diverse località, che quanto più si procede verso l’alto, la conchiglia di- viene meno frequente, più piccola e più esile di struttura e pareti. 91. * Pupa avenacea, Bruguière. Pisa (posature dell'Arno), Alpi Apuane (Caluri), M. Beni (D’An- cona), Luechese, Bagni di Lucca! (Fra le specie non raccolte dal- l’autore del catalogo). Var. * Apuana, Issel (cat. cit.). Alla punta del Sagro, sulle Alpi Apuane. 92. * Pupa frumentum, Draparnaud. Monti Pisani, Maremme Toscane. S. Giuliano, Settignano. Var. * curta, Issel, (cat. cit.). Var. Apennina, Charp. Pupa Apennina, Charpentier in Kiister, Chemn. Conch. cab. ec.; Pupa: pag. 105, Tav. 14, fig. 22-23. Pfeiffer, Monog. Hel. viv. 1858, Vol. II, pag. 545. Settignano, abbondante fra le siepi (Pecchioli). 95. * Pupa granum, Draparnaud. Pisa (detriti di Arno e spiaggia del Gombo). Settignano, Mon- tauto (abbondante fra i cipressi, sotto le foglie secche, le pietre ed al piede delle piante). Monti Pisani (S. Giuliano). 94. * Pupa Philippii, Cantraine. Abbondantissima a Pisa ed Agnano (sorgenti di acque mi- nerali). 95. * Pupa biplicata, Michaud. Pisa, Firenze (Boboli). Var. * elongata, Porro. 96. * Pupa umbilicata, Draparnaud. Pisa, Firenze (Boboli e Parterre, abbondante). Lucca. 22 NONO Var. * gracilis, Issel (cat. cit.). 97. Pupa secale, Draparnaud. Draparnaud, Tabl. Moll. 1805, Tav. II, fig. 49-50. Lucchese, rara. 98. * Pupa muscorum,. Linneo. Var. * edentula, Moq. Tandon. 99. Pupa Sempronii, Charpentier. Charpentier, Cat. Moll, Suiss. 1837, pag. 15, Tav. II, fig. 4. L’ ho ricevuta in qualche quantità dall’ amico Carrara che la raccolse nel Lucchese. L° ho confrontata con esemplari di altre località e l'ho riconosciuta ad essi identica. 100. * Vertigo pygmaea, Draparnaud. Detriti di Arno. Montecchio (abbonda nei detriti). Firenze, Luc- ca. Un solo esemplare. 101. * Vertigo vertigo, Mont. Pisa, Firenze (Parterre). Var. nana, Moq. Tand. Moquin Tandon, op. cit., pag. 408, tav. XXIX, fig. 11. Vertigo nana, Michaud, Comp 1831, pag. 1, Tav. lo fe gura 24-25. Pupa nana, Deshayes in Lamarck., Anim. sans. ra NIIL 1838, pag. 190. Pisa (S. Rossore), Alcuni esemplari, forse un poco più piccoli del tipo e meno rigonfi. 102. Vertigo antivertigo, Draparnaud. Pupa antivertigo; Draparnaud, Tabl. Moll. 1801, pag. 57. Vertigo sexdentata, Férussac padre; Essai méthod. Conch. 1806, pag. 124. Vertigo septemdentata, Fèrassac, Tabl. syst., 1822, pag. 68. Montecchio (detriti). Potrebbe costituire una varietà, essendo forse un poco più piccola, ma certamente coi giri più convessi e le suture più profonde. 103. * Vertigo muscorum, Draparnaud. Pisa, Firenze. 104. Vertigo edentula, Draparnaud. Pupa edentula, Draparnaud. Hist. Moll, 13805, pag. 52, Tav. INI, fio. 28, 29. Vertigo nitida, Férassac. Tabl. system. Moll. 1822, pag. 68. Firenze (S. Maria a Montici). Pochi esemplari sotto le pietre sconnesse di un muro (Pecchioli). LA 105. * Carychium tridentatum, Risso. Pisa (S. Rossore), Firenze (detriti, raramente vivente). Relati- vamente a questa ultima località il signor Professor Stabile dice, (Moll. terr. viv. du Piémont, pagina 108) che la specie asssume una forma un poco più allongata ed i giri un poco meno con- vessi. Egual cosa posso dire per gli esemplari del Pisano, tra i quali però si trovano alcuni con suture profondissime. 106. * Alexia myosotis, Draparnaud. Conovulus myosotis, in Issel, cat. cit., pag. 24. Livorno (Marzocco e Calambrone). Raro. 107. * Alexia Firminii, Payraudeau. Conovulus Firminii, in Issel, loc. cit. Livorno (Marzocco). Raro. 108. * Planorbis fontanus, Lightfoot. Pisa. Assai raro. 109. * Planorbis complanatus, Linneo. Pisa, Bientina, Maremma Toscana. Var. submarginatus, Moq. Tand. Planorbis submarginatus, Crist. e Jan., Cat. 1832, XX, N. 9 1/2. Pisa, pochi esemplari insieme al tipo. Ho raccolto un esemplare _ di un Plamorbis colla mostruosità istessa figurata dal Michaud (compl. Tav. XVI, fig. 11, 12); che per quanto in istato giova- nile credo poter riportare al Planorbis complanatus. 110. * Planorbis carinatus, Miiller. Pisa, Firenze, Padule di Bientina (assai abbondante). 1Il. Planorbis vortex, Linneo. Syst. nat. Ed. X, 1758, I, pag. 772. Planorbis compressus, Mich., Compl. 1831, pag. 81, Tav. XVI, fio. 6-8. I signori Pecchioli e Carrara trovarono questa graziosa specie nei fossi fuori della porta a Lucca. La rinvenni io pure qualche volta ma in pochi esemplari. _II2. Planorbis rotundatus, Poiret. Prod. 1801, pag. 93 (non Ad. Brongn.). Planorbis vortea, var. B., Draparnaud. Hist. Moll. 1805, pag. 45. Tav. II, fig. 67. Pisa (Caluri). 113. * Planorbis spirorbis, Linneo. Pisa (Stradone delle Cascine). Firenze (nel detrito). raro. (Pec- chioli). Lp 114. Planorbis nautileus, Linneo. Turbo nautileus, Linneo, Syst. nat., Ed. XII, 1767, II, p. 1241. Pisa (Caluri). Firenze. (Un solo individuo sull’argine del fosso bandito alle Cascine. Pecchioli). 115. * Planorbis albus, Miller. Pisa, Bientina. 116. Planorbis laevis, Alder. Cat. supplem. Mollus. Newcastl, in Trans. Newcastl., II, 1837, pag. 937. Planorbis Moquini, Requien. Coq. Cors. 1858, pag. 50. Planorbis laevis, Moquin-Tandon, Op. cit. II, pag. 442, Ta- vola XXXI, fig. 10-23. Pisa (Caluri), Firenze (nel luogo istesso che il PI. nautileus, due soli individui. Pecchioli). 117. * Planorbis corneus, Linneo. Pisa, Livorno, Bientina, Firenze. Var. * adelosius, Issel (cat. cit.). Var. * niger, Issel (cat. cit.). 118. * Physa fontinalis, Linneo. Pisa, Bientina. 119. Physa pisana, Issel. Cat. Moll. di Pisa, pag. 26. Bull. Malac. Ital. 1868, pag. 7, fig. 7, 8, (con nota). Le ricerche per rinvenirla in quest'anno furono infruttuose. 120. Physa hypnorum, Linneo. Bulla hypnorum, Linneo. Syst. nat. Ed. X, 1758, I, pag. 727. Aplexus hypnorum, Gray, in Turton. Shells Brit. 1840, pag, 225, fig. 113. Var. pulchella, Moquin Tandon, Op. cit. II, pag. 456. Pisa, un solo esemplare (mia coll.). 121. * Limnaea auricularia, Linneo. Pisa, Pistoia, Bientina (di non grandi dimensioni e non comune), Pratolino, Viareggio. 122. * Limnaea limosa, Linneo. Pisa, Bagni di Lucca! (sulla sponda sinistra della Lima). Var. intermedia, Moq. Tand. Limnaea intermedia, Férussac. Var. vulgaris, Moq. Tand. Limnaeus vulgaris, C. Pfeiffer. Var. crassa, Moq. Tand. uz BI io Limnaea ovata, var. B. crassa, (ass. 123. Limnaea peregra, Miiller. Buccinum peregrum, Miller, Verm. hist., 1774, II, pag. 130. Limnacus pereger, Draparnaud. Tabl. Moll., 1801, pag. 48. Firenze (presso le ghiacciaje fuori di Porta S. Gallo, Pecchioli), Pietrasanta (abbondante in belli e grandi esemplari). Bagni di Lucca! (sulla sponda destra della Lima), Lucca (esemplari ma- gnifici). \ 124. * Limnaea stagnalis, Linneo. Pisa, Firenze, Bientina. Var. * subfusca, Moquin-Tandon. Var. fragilis, Moq. Tandon. Var. b. Menke, Syn. Moll., pag. 38. 125. * Limnaea palustris, Miller. Pisa. Bientina, Firenze (con la peregra. Pecchioli). Var. corvus, Moquin-Tandon. Helix corvus, Gmel, Syst. nat. 1788, pag. 3665. 126. * Limnaea truncatula, Miller. Pisa. Firenze (poco abbondante in un piccolo fosso che si getta nel Mugnone). Montecchio (detriti). Gerfalco (abbondante). Bagni di Lucca! (sulla sponda destra della Lima insieme alla peregra). Livorno. Var. oblonga, Moq. Tand. Lymnaea oblonga, Put.!, Moll. Vosg. pag. 60. 127. * Ancylus Janii, Bourguignat. Bagni di Lucca. 128. * Ancylus gibbosus, Bourguignat. Bagni di Lucca, Casentino, Livorno (Filippi). 129. * Ancylus costulatus, Kiister. Monte-Catini, Bagni di Lucca!? (Così si esprime l' autore del Catalogo citato « se questa specie deve sussistere nella nomencla- tura, ritengo che quella da me trovata sulla sponda sinistra della Lima, è dessa appunto »). 130. * Ancylus fluviatilis, Miller. Verm. hist., 1774, II, pag. 201. Draparnaud, Hist. Moll., Tav. II, fig. 23, 24. Serravezza (su una gora delle segherie dei marmi attaccato alle pietre ed a pezzi d’asse. Pecchioli). Gerfalco. (Nella Cecina, poco distante dalla sorgente, una varietà che per certi caratteri si av- vicina alla var. cyclostoma (Ancylus cyclostoma, Bourg.), special- egg mente per la forma della sua bocca, mentre il suo apice è più avanzato dei due terzi. Pecchioli). Bagni di Monte-Catini, (due soli individui. Pecchioli). Bagni di Lucca! (sulla destra della Lima). 131. * Velletia lacustris, Linneo. Ancylus lacustris, Linneo, in Issel, cat. cit. Pisa, Lago di Massaciuccoli, presso Massa, Bientina, Firenze. 132. * Cyclostoma elegans, Miiller. Comunissima dovunque. Var. albescens, Des Moul. Comune sempre, ma meno del tipo. 133. * Pomatias patulum, Draparnaud. Var. montanus, Issel. Catalogo cit. pag. 29. Alpi Apuane. 134. Pomatias septemspirale. Razoum. Helix septemspiralis, Razoum., Hist. nat. Tor., 1789, I, p. 278. Pomatias maculatum, Crist. e Jan., Cat., 1832, XV, n.° 1. Lucchese (Caluri). Fra le specie non raccolte dall’ autore del catalogo dei Bagni di Lucca è accennato anche il Pomatias striolatum, di Porro. 135. Acme Simoniana, Charpentier. Paludina Simoniana, Charp. In Saint-Simon, Misc. Mal., 1848, I, pag. 38. Raccolte a Firenze dal signor Pecchioli in un solo individuo nel detrito dell’Isolotto in faccia alle Cascine. Egli però la riferisce a questa specie dubitativamente, poichè la conchiglia è affatto liscia, la sua altezza supera appena i tre millimetri, l’ul- timo anfratto giunge al quarto dell’altezza. Gli anfratti meno ri- levati, e le suture perciò men profonde. L’apertura è più piriforme. Non conosco l'esemplare del signor Uzielli accennato nel Ca- talogo dell’ Issel. 136. * Bythinia tentaculata, Linneo. Pisano, Pistoiese, Bientina (abbondante). S. Giuliano. . Var. * codia, Issel (cat. cit.). Bythinia codia, Bourguignat. Var. * producta, Menke. Var. * ventricosa, Menke. 157. * Bythinia Boissieri, Charpentier. Tav: VI fig. (6007. i i Per quanto ritenga il signor Stabile, la specie di Pisa, come nuova, confrontata con esemplari di altre località, riconoscesi identica. Var. producta, Mihi. Ho trovato a S. Rossore due esemplari di dimensioni molto maggiori (altezza 11 millim., larghezza 8), di forma molto snella, suture profondissime, giri molto convessi. 138. * Bythinia Lucensis, Stabile. MV, fig. 9. Ho creduto bene di figurare questa specie tanto graziosa e di- stinta. Essa è pure accennata nel catalogo dei Bagni di Lucca (sponda destra della Lima). 1359. Bythinia Etrusca, Paladhille. Hydrobia Etrusca, Paladhille Nouvelles Miscellanées Malacolo- giques, fasc. II (Marzo 1867), pag. 56, Tav. III, fig. 14-16. Testa rimata, ovato-oblonga, vix sub valida lente striatula, tenui, pellucida, pal- lide cornea, parum nitida; — apice obtusiusculo. — 4 vel 4 4/, anfractibus parum converis, medio subplanulatis ; primis minimis, ultimis rapide prae- sertim altitudine crescentibus, sutura parum impressa separatis; ultimo po- stice dimidiata altitudinem subaequante; — apertura ovato-rotundata, ad in- sertionem labri leviter ac obsolete angulosa ; peristomate continuo, simplice, acuto; margine columellari reflexiusculo (loc. cit.). Monte Morello (l'ho ricevuta di tale località dal signor Pec- chioli). Pistoiese (il signor Filippi me l’ha comunicata, raccolta al fonte Rosa, nel podere Cini, presso la strada dal Piestro a Lizzanello). 140. Bythinia abbreviata, Michaud. Paludina abbreviata, Mich. Compl. 1831, pag. 98, Tav. XV, fig. 52, 58. Bagni di Lucca! (sponda sinistra della Lima). Firenze (molti esemplari raccolti dal signor D’ Ancona, attaccati ad un masso, (Pecchioli). 141. Bythinia [sselii, Mihi. Tav. VI, fig. 8. Testo minima, profunde rimata, cylindrico-elongata, solida, pallide lutea, vel cor- nea, apice obtuso, anfractibus 44/; converis, ultimo magno, ventrosulo; su- tura impressa, apertura obliqua, subpyriformi, antice angulata, postice ro- tundata: peristomate continuo, acuto, margine columellari parum arcuato. Le azAn tO PE I) pe aio des Tang hezzaida Ao be oh. art » 14 Bagni di Lucca. L’ amico Issel mi ha comunicato diversi esemplari di questa nuova specie, che mi compiaccio dedicare a Lui stesso. Essa è di piccole dimensioni; allungata, cilindriforme: Lore pallido giallastra o cornea: l'apice è ottuso, gli anfratti 4 1/2, convessi, l’ultimo più grande, forse un poco ventricoso. L’ aper- tura è molto obliqua, subpiriforme, angulata anteriormente, indi il margine esterno, allargandosi alquanto, la rende rotonda poste- riormente. Il margine columellare è poco arcuato, quasi retto. Il peristoma è continuo e semplice. Io credo che se i caratteri differenziali di questa specie si ri- ducessero alla sola forma della apertura, sarebbero dessi ben suf- ficienti per stabilire ad alta voce una specie nuova, che la mia biblioteca malacologica e le mie limitate cognizioni scientifiche, non mi suggeriscono di confrontare con altra. Ricevetti anche dal signor Carrara questa specie del Lucchese, ma nel mentrechè è, per la forma, identica agli esemplari dell’Issel, ne differisce per essere un poco più piccola e forse un poco più rigonfia. 142. * Bythinia thermalis, Linneo. Bythinia Saviana, Issel, Catalogo dei Molluschi ec. della Pro- vincia di Pisa. Bull. Malac. It. 1868, Tav. I, fig. 4-6, S. Giuliano. Acque termali. Var. pulchella, Mihi. L’amico Carrara raccolse in S. Rossore (presso Pisa) tre esem- plari di questa varietà, che avendomi gentilmente donato fanno ora parte della mia raccolta. Sono più piccoli del tipo, hanno l’apice più ottuso, i giri più rigonfi, e le suture più impresse. 143. * Paludina contecta, Millet. Pisa, Bientina. 144. * Valvata piscinalis, Miller. Pisa, S. Rossore, Bagni di Lucca! 145. * Valvata cristata, Miiller. Pisa, Cascine, Firenze (detriti). 146. * Melanopsis Dufourii, Férussac. Var. minor. (Melanopsis Etrusca, Villa). A. Brot, Mat. pour servir à l’etude de la fam. des Melaniens, Cat. syst. des éspèces ec., 1863, pag. 63. Melanopsis Dufourii, Férussac, in Issel. Cat. cit. pag. 32. Caldana di Ravi a Campiglia, Lago d’Accesa. L'animale di questa specie presenta una testa piccola, schiac- ciata, di color cenerino, con macchie biancastre, la quale si pro- lunga anteriormente in un muso linguiforme, che va allargandosi alla sua estremità; alla parte media del margine di esso muso, Ml ed un poco inferiormente, si apre l'apertura buccale che presen- tasi sotto forma di una fenditura longitudinale. Ai lati della testa stanno due tentacoli sottili, compressi, terminati in punta, note- volmente distanti tra loro e quasi paralleli; la loro lunghezza non raggiunge i due millimetri (nel mollusco conservato nell’ alcool). Gli occhi sono piccolissimi e situati alla base e verso il lato esterno dei tentacoli. Immediatamente sotto il muso del mollusco trovasi il piede, che ha l’aspetto d’una grossa massa muscolare cilindrica e porta alla sua parte inferiore l’opercolo. È questo una sottile laminetta cornea, translucida, nitida, irregolarmente ovale, col margine destro più arcuato del sinistro, arrotondata in basso, foggiata a punta smussata in alto; esso presenta un nucleo submarginale da cui sì dipartono in ogni direzione sottili strie alquanto curve. All’indietro della testa una ripiegatura del mantello costituisce una sorta di collare biancastro, che serve a difendere i visceri più importanti, Nella parte inferiore del corpo, ove ha principio il piede s'in- serisce un robustissimo tendine che si avvolge intorno alla colu- mella e serve ad attaccare il mollusco alla sua conchiglia. Isset. Gli esemplari raggiungono i 14 a 15 millimetri di altezza, ma il signor Pecchioli ne possiede due che ne misurano fino da 18 e mezzo a 19. Spogliati dalla patina nera che li ricuopre, pon- gono a nudo talvolta delle fascie scure. Al signor Issel che accennò nel suo catalogo il tentativo fatto di acclimare questa specie nelle acque termali di S. Giuliano, credo poter rispondere, che la prova non è riuscita, come egli stesso era di opinione. Il signor Pec- chioli l’ha pure ricevuta dal piccolo Lago di Accesa, che mi pare differisca dagli esemplari di Campiglia per essere striata più forte- mente. Var. * elata, Issel. Cat. cit., pag. 33. Var. carinata, Mihi. Tav Vvieen10 4811: Il signor Pecchioli nel donarmi vari esemplari del tipo, del lago di Accesa, volle aggiungervi anche questa magnifica varietà, che ho creduto interessante il figurare. Alla sommità dell'angolo su- periore dell'apertura si diparte una carena, che percorre pel tra- verso l'ultimo anfratto, dividendolo in due parti: solcato da strie 7 Menia profonde e ineguali che rendono la carena rugosa e quasi tuber- colosa. Io posseggo, per gentilezza del suddetto egregio amico, sette od otto esemplari i quali mi dimostrano perfettamente come il tipo si cangia in modo insensibile per formare finalmente questa bella varietà, della quale il signor Pecchioli conserva due esem- plari di 20 a 21 millimetri in altezza; su 12 di larghezza, 147. * Neritina fiuviatilis, Linneo. Theodoxus fluviatilis, Linneo, in Issel, cat. cit. pag. 33. Arno, Firenze, Serravezza (nella gora delle segherie). Var. * thermalis, Moq. Tandon. Bagni di S. Giuliano, Lago di Accesa, Monte-Catini. 148. * Neritina Prevostianus, Partsch. Theodoxus Prevostianus, Partsch, in Issel, cat. cit. pag. 33. Campiglia (colla Melanopsis Dufourti), Lago di Accesa? (dubita- tivamente, poichè ne avrei un solo esemplare, che estrassi dal- l'apertura di un esemplare di IM. Dufour, fra quelli donatimi dal signor Pecchioli). 149. * Anodonta cygnea, Linneo. Massaciuccoli, Bientina. Var. * Cellensis, Moq. Tandoa. Var. * radiata, Mog. Tandon. 159. * Anodonta variabilis, Michaud. Bientina. 151. * Unio Requienii, Michaud.. Arno, Serchio, Montecchio, Bientina. 152. Unio Lawleyianus, Mihi. Bull. Malac. It., 1808, pag. 54, Tav. IV. Lucca (S. Quirico). 152. * Unio pietorum, Linneo. Arno, Pisa, Cecina, Siena, Pistoia. 153. * Unio Villae, Stabile. Bientina, Gattaiola. Ho presso di me un esemplare di un bell’ Unio che il signor Pecchioli mi ha inviato di Pozzolatico. Lo riteniamo entrambi nuovo, ma desideriamo dar luogo a nnovi studi, prima di dichia- rarlo tale. Egualmente posso dire di un altro Unio favoritomi dal signor Ualuri, proveniente dal fosso macinante (a Ripafratta, che partendo dal Serchio sbocca nell’ Arno in Pisa). 154. * Pisidium amnicum, Miller. Pisa, Lucca, Val di Nievole, Firenze. 155. * Pisidium Cazertanum, Poli. Pisano, Pistoiese (Filippi). 156. * Sphaerium corneum, Linneo. Abbondante a Pisa. 157. *Sphaerium lacustre, Miller. 158. Sphaerium Ryckholtii, Norm. Not. Nouv. Cycl., 1844, pag. 7, fig. 3-6. Sphaerium Ryckholtii, Bourguignat. Amen., 1852, pag. 6., Monog. Sph., 1854, pag. 18. Gerfalco (Pecchioli). In un laghetto fra questo paese e Mon- tieri. APPENDICE Lo spazio mi invita a pubblicare alcune rettificazioni al mio lavoro, che spero non saranno destituite d’ interesse. Anzitutto dichiaro, per l’amor della verità, che il signor Issel, oltre l’avermi fornito i materiali per tale mio catalogo, si è compiaciuto d’ accettarne meco la collaborazione; ond’io lascio a lui tutto il merito di molte fra le osservazioni che dovetti aggiungere all’ elenco delle specie. Avrei potuto notare un esemplare dell’Helix fruticum pro- veniente dal Gallicano, ma poichè la località è incerta preferii tacerlo. Avrei potuto eziandio far cenno di un bell’ Unio di Merso, presso Siena, comunicatomi dall’Issel, ma poichè è in un solo esem- plare convenimmo preferirne il silenzio. Confesso che mi rimane dubbiosissima l’esistenza dell’Arion rufus ai Bagni di Lucca, men- zionato nel già citato catalogo. Il Zonites Leopoldianus, Charp., dovrà prendere il nome di Zonites olivetorum, Gmelin (syst. nat., pag. 3639, 1788); specie originariamente istituita per esemplari provenienti dalla Toscana. L’ Helix lenticula, Fer., ch'io ho menzionata esistente solo a S. Giuliano, vive eziandio all’Isola del Giglio. I lettori poi sono pre- gati sostituire alla var. Gallo-provincialis dell’ Helix Cantiana, ‘ Mont., la denominazione e sinonimia seguente: Helix cemenelea, Risso. Theba cemenelea, Risso, Hist. natur. Europ. mérid. Tav. IV, pag. 75; 1826. — 100 — Helix Gallo-provincialis, Dupuy. Hist. Moll. France, pag. 204, tav. IX, fig. 5; 1848. Helix carthusiana, Drap. non Miller. Hist. Moll. France, pag. 102, tav. XI, fig. 33; 1805. Dott. Cammillo Gentiluomo Redattore. Raffaello Puntoni Gerente responsabile. DriretTtoRE OxnoRARIO Signor Cav. Prof. GIUSEPPE MENEGHINI. COLLABORATORI Sigg. Appelius F. L.— Issel Prof. Arturo. — Martens E. — Pecchioli Vittorio. — Stabile Prof. Giuseppe. — Strobel Prof. Pellegrino. — Villa Fratelli. REDATTORE Dott. Cammillo Gentiluomo. ERRATA CORRIGE Pag. 38, linea 29, Verzeieniss Verzeichniss x 1900 Se L996 1836 n 9, Herophila . Xerophila » >» » 13, BATHYOMPKATA BATHIOMPHALA » >» » 98, Zetragona tetrazona » 65, » 13, fondato(Drepa- fondato Drepanostoma (Drepanon- nostoma ec.) stoma ec.) » 74, » 21, Z. CRISTALLINUS Z. CRYSTALLINUS Pi ZI IF IIO, EL ANGYGURA H. ANGIGYRA » 88, » 24, Maller Miiller. Yi 000 (ot 20 ; IVAN il Firenze Lit.Ballasny. 14. Testacella Beccarii_Issel . 5. Testacella Peechiolii_Bourguignat. 6_7. Bythinia Boissieri_ Charp. 9. Bythinia Isselii_Gentl . 9. Bythinia Lucensis_ Stabile. (0_{1. Melanopsis Dufvurii Fer. var. carinata (Gent. BIBLIOTECA MALACOLOGICA Pregati, ma ben volontieri, annunziamo essersi da poco tempo costituita in Pisa una Società, sotto il nome di Epr- ToRI DELLA BigLioreca MALACOLOGICA, avente per iscopo di pubblicare Opere di Malacologia, acquistandone dagli Autori la proprietà letteraria. Non avendo in mira, che se- condariamente, i guadagni pecuniari, e non avendo per con- seguenza necessità di pubblicare spesso dei libri, questa So- cietà si propone di scegliere con grande scrupolosità i ma- noscritti, innanzi di accettarne la pubblicazione per suo mez- zo, come pure si impegna di accoppiare alla maggior pro- prietà tipografica ed artistica, }1 massimo buon prezzo. Noi accogliamo con buon viso questa notizia, che siam certi incontrerà il più grande favore ed interesse, presso il Mondo Scientifico. Ben presto saremo in grado di render ‘noto con quali lavori la Società intenda di iniziare la sua BigLiorecA MALACOLOGICA, e noi ci affretteremo mai sempre a renderne esattamente informati i nostri Associati ed Amici. Chi desiderasse porsi in relazione colla suddetta So- cietà, può dirigere le lettere affrancate agli Editori sud- detti, presso il nostro Ufficio, Via S. Francesco N.° 23, ovvero presso il signor OLivo CALURI, sotto Borgo in Pisa. # BULLETTINO MALACOLOGICO ITALIANO ANNO II. DIRETTORE ONORARIO Signor Gav. Prof. GIUSEPPE MENEGHINI. a Si pubblica ogni due mesi scaduti in 32 pagine di testo, cd una Tavola litografata. Sel fascicoli formano un volume. Gli Associati ricevono col sesto numero il FRONTESPIZIO, INDICE eil una coPERTINA per rilegare l’intera annata. Prezzo annuo di Abbuonamento Itala ee oe ie Esito e 0 ( franco a domicilio — pagamento anticipato ). Dirigersi con lettera affrancata e vaglia postale, o. biglietti di Banca in lettera raccomandata, al Redattore . del Bullettino Malacologico Italiano, Via S. Francesco N25: isa. Unico deposito presso il sig. Ermanno Loescher — Torino. E vendibile il primo Volume DeL BuLLETTINO MALACOLOGICO ITALIANO, (100 pagine di testo, 6 tavole litografate) Lire 10. Si spedisce contro pagamento anticipato. i ct "Loana ae i ran" “ - nti n ner P - Ù : $ a x E i ein gere cer ne - La “ %e - al Ò DE - è II o I e u L \o sant E ra ano nai o sino: . Ù È seine arrese e dI cdi aaa dire - ee sr re po 7 aa SO benda Ù - __ x it ispeane A na A cp ee n n La ro - ì agio È » mia rotazione nie. ninna