IRAN RRONIANIIRIANI VLAN MATORCIR VA MIRANO iu ta NO, ;! at d, AZIO VECI STO Vi pad 5: aspire ZE SIZE FIINISAI SR = DU Ni paia si (4 tit tn MILIZIA. o) SARO RIME ì Vu " Io ARS is Uh DO Da) tnt IRR Ne nt Rata Ù Ù RILSUATO O DAI SU i dn È tons 6 si 3: Nou ti 3 ti RCA HD H di ì es S { x Ù Sa va n NUgr c) as e ct D HIRRTIINI RAVE EROINA PILA EDS î SSA de (00) DOTANi A sO ran3 SS x bet i Da DO Ki N ui ìa RA, petti DARIYTEO e MU pi) do) pan HEO, on Lu N INBON O RAMONA) | | I 2299T00 TOE LTT 18 Pri ai CATALOGO METODICO E DESCRITTIVO DEI CROSTACEI PODOTTALMI ep EDRIOTTALMI DELL’ ADRIATICO DEE PROESEURGI STALTO SOCIO CORR. DEL R. ISTITUTO VENETO DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI (Estr. dal Vol. III, Serie V degli Atti dell’ Istituto stesso) VENEZIA TIPOGRAFIA DI G. ANTONELLI MDCCCLXXVII. Wi Pro adi RARA OLA ORGE Ù cda align Bri A pad ; fa rr & ELE * FRA iui ai, OTAR, i ‘pet Dali Mo n° A E9 I 4a i ERIR PREFAZIONE Malgrado i rapidi progressi, che la storia naturale ha fatto da un secolo in poi, alcune delle sue parti rimasero neglette ad un segno incredibile, mentre pure parecchie altre, che non avevano in sè un grado di utilità più reale, e lo scopo di uno studio più interessante, progredirono innanzi, perchè godevano il favore delle accademie. Fra le classi così ingiustamente trascurate, offresi quel- la dei crostacei, molti dei quali ci forniscono un gradevole alimento, e sono poi tutti organizzati in modo degno di ammirazione. Questa classe come altrove, così pure nel- l’Adriatico, fu nei passati secoli poco osservata; ma da che alcuni moderni naturalisti, che dimorano lungo il suo lito- rale, conobbero l’importanza di questo studio, e si diedero con impegno ad investigare le sue acque, si accrebbero le cognizioni dell’Adriatica Carcinologia (4) per modo, che (1) Carcinologia, da xapxtvos, granchio, e \6}05, discorso. parte della soologia che tratta dei crostacei i EOLIE numerose sono le specie di ogni ordine e famiglie, che ora si conoscono, e che si vanno sempre più scoprendo, per cui si può asserire, dietro calcolati confronti, che il novero di tali specie è di poco inferiore a quello del Mediterraneo, e quasi pari alla metà di quello, che si conta in tutti i mari dell’ Europa. Or bene, codesta abbondanza e diversità di specie, che pullulano nelle nostre acque, e si moltiplicano in una ma- niera sì prodigiosa, l'Adriatico deve attribuirla non solo alla svariata natura del suo fondo sottomarino ; ma ben an- che ai frequenti seni e rade, che in esso vi sono, i quali trovandosi posti al riparo delle procelle, sotto l'influenza di un mite clima, rendono più protetta l’esistenza di questi animali, favoriscono la loro propagazione, ed offrono ad essi coll’immenso sciame di molluschi, e polipi, che quivi vivono, un abbondante nutrimento. In onta però a questa copiosità di crostacei, riesce strano il dover dire, come dalle opere degli antichi scritto- ri della fauna adriatica, risulti che questa parte della sto- ria naturale era presso di essi trascurata, poichè il numero delle specie da loro conosciute era assai ristretto, non ol- trepassando tutte assieme quello di 33. Perciò senza soffer- marmi a parlare del Bianchi (1732), del Ginnani (1762), del- lo Scopoli (1764), del Brunnich (1768) e del Wulfen (1794), vengo di balzo all’ ab. G. Olivi di Chioggia, il quale per le tante cospicue prove che diede di perizia scientifica, va me- ritamente annoverato fra i più celebri naturalisti italiani dell’epoca sua. Sullo scorcio del passato secolo (1792) fu da lui pubblicata la prima parte della sua Zoologia Adria- tica, opera commendevolissima, la cui lettura, per le im- portanti notizie che porge, torna anche a’ dì nostri di sommo interesse. Parlando dei crostacei dell’ Adriatico ne accenna 42 specie, cui egli chiama coi nomi Linneani, dei quali reca la diagnosi, ed indica il sito di dimora, oltre ad IRE RIGIDI altre particolarità interessanti. Di tali specie otto ne pre-. senta come nuove, aceompagnandole dalla descrizione, e da buona figura. Nei primi 20 anni del corrente secolo (XIX) molta fama si acquistò l’ab. Stefano Ghiereghin di Chioggia, in riguar- do alla Fauna adriatica, avendo egli descritto e figurato nella sua grande opera rimasta inedita, oltre ai pesci, ai testacei, ed agli echinodermi, anche 64 specie di crostacei, delle quali 33 portano i nomi Linneani, e 34 erano da lui credute nuove; ma non essendo state pubblicate, furono da altri fatte conoscere con nomi speciali, diversi dai suoi. ll manoscritto di quest'opera si conserva nella biblioteca del R. Liceo Marco Foscarini. Nell'anno 1824 Giorgio Martens, nativo di Venezia, che poi passò a vivere in Germania, patria degli avi suoi, pub- blicò un’opera col titolo di: Reis nach Venedig, nella quale, oltre a molte notizie sui prodotti naturali delle Venete pro- vincie, diede pure un elenco di 59 specie di crostacei adria- tici. Questo lavoro fu fatto in base di quello dell'Olivi: ma con rettificazioni in riguardo di alcune specie, ch'egli rico- nobbe non poter riferirsi alle Linneane, e coll aumento di 14 specie di malacostracei, dei quali l Olivi non aveva te- nuto parola. Nel 41847 il chiariss. dott. G. D. Nardo, valente cultore delle scienze naturali, pubblicò la Sinonimia moderna delle specie di crostacei descritte dal Chiereghini nell’ accennato suo manoscritto; e contemporaneamente anche la Fewna volgare del Veneto esluario, in cui espone in un prospetto tabeliare il numero delle specie utili, viventi nella laguna, aggiungendo a ciascuna di esse alcune notizie relative al loro modo di vivere, ed agli usi che se ne fanno, indican- done 17, di cui tre sono nuove, cioè non prima di lui pub- blicate. Dall'esame quindi delle opere sopraccitate, si rileva con SERI poi evidenza, che lo studio della Carcinologia dell’ Adriatico progredì fino alla metà del presente secolo alquanto lenta- mente, non trovandosi in esse registrate che circa 74 spe- cie (ommesse le ripetute dagli altri), mentre oggidì se ne contano 265. Con tutto ciò tali opere non mancano d’in- teresse, per cui meritano di essere consultate per le im- portanti notizie, che offrono in riguardo all’ utilità, alle abitudini, e ad alcune particolarità di varie specie. Un così notabile aumento nella conoscenza dei crosta- cei del nostro mare, deve ascriversi principalmente alle assidue investigazioni, che il chiariss. dott. Heller, profes- sore di storia naturale nell Università d'Innspruk, fece ne- gli anni dal 1856 al 1867 lungo le coste della Dalmazia e dell’ Istria, coadiuvato dall’ opera di varj naturalisti e col- lettori, sì stranieri, che di quelle due provincie. Vedendosi egli fornito di una ricchissima raccolta, potè comporre è dare in luce le sue ultime tre opere: Die Crustaccen des sudlichen Evropa,ece. Wien, 1863.— Carcinologische Bei- (rage zur Fauna des adrialischen Meeres. Wien, 1866. — Beitrdge sur naheren Kenutniss der Amphipoden des adria- tischen Meeres. Wien, 1867; le quali illustrano la fauna del nostro golfo. In queste l’autore ci fa conoscere con accu- ratezza le specie, fino ad ora trovate, sì dell’ordine dei Podottalmi, che di quello degli Edriottalmi, indicandone i caratteri che le distinguono, e le località in cui vennero trovate. Contemporaneamente a queste opere, sono pure state pubblicate altre due del dott. Ad. Grube, intitolate: Zin Ausflug nach Triest und dem Quarnero ecc. Berlin, 1864, e Die Insel Lussin, und ihre Meeresfauna. Berlin, 1864; nel- la prima delle quali l’autore porge un elenco nominale di 74 specie di crostacei, ch’ erano già noti ; e nell’ altra, oltre a 36 specie di Podottalmi, già illustrati dall’ Heller, enu- mera anche 43 specie tra Anfipodi ed Isopodi, dei quali 43 RP vengono presentati come nuovi e da lui trovati. Per tal modo l accennato dott. Grube ha il merito di avere, egli pure, contribuito all incremento delle specie dei nostri crostacei. L'ultima opera che uscì in luce, e che cooperò a segna- lare il periodo dell’ attuale avanzamento della nostra Fau-: na carcinologica, fu quella dell illustre nostro naturalista dott. Nardo, intitolata: Annotazioni illustranti cinquanta- quattro specie di crostacei del mare Adriatico, ecc. Venezia 41869. In essa l’autore comincia dall’'esporre un saggio della bibliografia antica e recente relativa ai crostacei fino ad ora osservati nel nostro golfo. Indi passa all’ illustrazio- ne di alcune specie bensì note, ma dubbiosamente definite, e di altre nuove da lui pel primo descritte. Le dotte osser- vazioni, ch'egli fa sopra la maggior parte di tali specie, e le opportune avvertenze, che dà sopra varie ommissioni, in cui incorsero diversi autori, sono di molta importanza per la scienza, e meritano di essere lette con attenzione. Se non che riflettendo, che varie delle opere che sono state scritte intorno ai crostacei dell'Adriatico, sebbene ri- dondanti di utili notizie; pure, o perch’esse trattano di un ristretto numero di specie ordinate in semplici cataloghi, o perchè la nomenclatura usata nell’ appellarle non è con- forme alla moderna, e le descrizioni sono spesso mancanti di precisione e chiarezza ; così si rendono tali opere insuf- ficienti a potere col loro mezzo riconoscere e studiare le varie specie, che si sanno vivere nel nostro mare. Quelle che potrebbero soddisfare a questo bisogno, sarebbero appun- to le tre sopraccennate del prof. Heller ; ma essendo esse scritte in lingua germanica, la generalità degli abitanti (ita- liani, istriani e dalmati) che dimorano sulle due coste oriìen- tale ed occidentale dell'Adriatico, e che parlano, e ricevono la propria coltura nella lingua italiana, non potrebbe ser- virsene con vantaggio. gio In mancanza pertanto di un libro, scritto nel nostro idioma, che tratti sistematicamente della storia naturale dei crostacei del nostro golfo ; e nel desiderio pure di po- ter recare qualche giovamento a coloro che volessero ini- ziarsi in questo studio, cotanto utile e dilettevole, mi sono determinato di scrivere la presente operetta, nella compi- lazione della quale, ho seguito il metodo tracciato da Mil ne Edwards nella sua: Histoire naturelle des Crustaces, ch'è riguardata per la migliore e più recente opera sopra que- sto argomento. Per tal modo essi, senza essere in necessità di ricorrere ad altri libri, ciò che loro non sarebbe sem- pre facile, troveranno riunito in un solo, quanto principal- mente può abbisognare per lo studio dei crostacei adriatici. Nella descrizione dei generi e delle specie, anzichè se- guire i troppo lunghi dettagli, ho preferito di attenermi alla brevità, senza però nuocere alla necessaria chiarezza, per cui mi sono limitato all'indicazione dei caratteri principali, che possono valere a riconoscere facilmente gli uni e le altre. Le citazioni, ed i sinonimi sono in gran parte quelli indicati dallo stesso M. Edwards; ma per ciò che riguarda le notizie relative alle abitudini particolari delle varie spe- cie, al sito di loro dimora, al tempo della comparsa, della fecondazione, della maggiore o minore frequenza, ed in fi- ne all’ utilità che ci recano, io le ho ritratte dalle relazioni avute dai più intelligenti pescatori, dalle mie proprie osser- vazioni, e dalla lettura dei più accreditati autori, lasciando però a parte quelle, su cui poteva insorgere qualche dub- bio, e che sembravano partecipare del favoloso. Ove, in fine, mi parve di poter giovarmi di qualche notizia delle opere del dott. Heller, come sono quelle dei luoghi e delle pro- fondità in cui furono trovate alcune specie, mi sono fatto lecito di approfittarne, onde rendere meno incompleto que- sto mio lavoro. Ora che sono al compimento di queste avvertenze, ri- SI cordo con piacere quei zelanti cultori della Carcinologia adriatica, citati dal dott. Heller nelle sue opere, e che sono il padre P. Titius di Pirano, il sig. T. Manger v. Kirch- sberg, lab. prof. G. Boglich di Lesina, ed il dott. Steindac- ner; ma non posso tacere per amore di giustizia, come bene meritassero per l avanzamento della scienza stessa, anche quelli che li precedettero, e che sono il dott. A. Vil- licich di Lesina, il quale, come fu della conchiologia inizia- tore in Dalmazia nel 1834, così lo fu pure dello studio dei crostacei ; il sig. V. Vidovich di Sebenico, la cui ricca col- lezione venne acquistata dal nostro Istituto di scienze ; ed il poliglotto sig. M. Botteri di Lesina, prof. di storia natu- rale nell’ Università di Orizzaba al Messico, il cui nome suona ben chiaro presso parecchi celebri naturalisti ita- lianìi e stranieri. Nora. L’ abbreviatura (M. G. 1840), che si trova di frequente indicata in questo catalogo, si legge: mia collezione 1840, e signi- fica, che la specie a cui è unita, esiste nella mia raccolta fino dal 1840, od altro anno. Le specie, di cui essa si compone, sono par- te in alcool, e parte preparate a secco; e sono state prese in Dalmazia, nell’ Istria, lungo il litorale veneto, e nella laguna. Fu veduta da varii intelligenti carcinologi, e non ne furono fatti ri- marchi sulle determinazioni. (Vedi in proposito Nardo, Anmot. il- lust. pag. 61.) ZE IZAE DEI CROSTACEI E DELLA LORO DIVISIONE IN LEGIONI, ORDINI, FAMIGLIE, EC. I crostacei sono animali che hanno il corpo diviso in molti anelli, assai distinti e mobili, di una forte consisten- za (calcarea o cornea), senza scheletro interno propriamen- te detto. Portano una doppia serie di membri, tutti bene distinti ed articolati, i quali costituiscono uno o due paja di antenne, due occhi, più mascelle ed altri organi che ser- vono alla prensione di alimenti, e più piedi, cioè cinque 0 sette paja. Il loro sistema nervoso è ganglionico e longitu- dinale. La respirazione è per lo più acquosa, e si fa a mez- zo delle branchie o della pelle. La circolazione è pure bene distinta, in cui il sangue, ch’ è bianco, o leggermente blua- stro, è posto in movimento da un cuore aortico. In fine i loro sessi sono separati in due individui, e gli organi gene- ratori sono doppii. I crostacei si dividono in varie legioni, ordini, fami- glie, ecc. In questo catalogo non verrà trattato, che delle due prime legioni, cioè dei Podottalmi e degli Edriottalmi. LEGIONE I. PODOPHTHALMIA. I crostacei di questa legione hanno la bocca armata di mandibole, e di mascelle destinate alla masticazione; delle branchie propriamente dette; due occhi peduncolati e mo- bili; dei piedi toracici verghiformi, parte ambulatorii e par- te prensili; ed un corsaletto calcareo, che involge il loro corpo interamente. Questa prima legione si divide in due ordini, cioè Decapodi e Stomapodi. ABI IR ORDINE I, DECAPODA (Eubranchiuta). Hanno le branchie attaccate ai lati del torace, e riunite in apposite cavità. La testa è congiunta al torace, e sì l'una che l’altro sono ricoperti da uno stesso corsaletto, detto per ciò cefalotorace, che si estende fino all'addome. Vi so- no quasi sempre cinque paja di piedi. ORDINE II STOMAPODA (Anomobranchiata). Hanno le branchie esteriori, generalmente fissate sotto l’addome; qualche volta esse mancano affatto. Comune- mente vi sono sette od otto paja di piedi notatorii, 0 pren- sili, dei quali il maggior numero è spesso prossimo alla bocca, od applicato contro di essa. Hanno pure il eefalo- torace. L'ordine dei decapodi si suddivide nei seguenti tre SOTTORDINI. Addome pochissimo sviluppato, e ripiegato sotto il corpo, non avente alcuna traccia di ap- pendice al penultimo segmento ; piastrone ster- nale molto largo fra tutti i piedi, e non mai li- e e no Deb SAC 1 sottord. TBRndcnianit— Addome pochissimo sviluppato, talvolta ri- piegato sotto il corpo, tal'altra esteso e portan- te, quasi sempre, sul penultimo segmento delle appendici abbastanza cresciute, oppure allo sta- - to di vestigio ; piastrone sternale lineare, entro i tre ultimi paja di piedi . . . Sottord. II. Anomura. Addome assai sviluppato, generalmente più lungo della porzione cefalotoracica del corpo A estesa in addietro, la quale serve al nuoto, e porta sempre al di sotto dei falsi piedi lamello- si, ed alla sua estremità una natatoja in forma di ventaglio. (ib. (iS tor IL Mucnouane Il sottordine dei Brachiuri si suddivide nelle seguenti quattro Famiglie. Cefalotorace ristretto anteriormente; re- gioni branchiali molto sviluppate ed occupanti quasi tutta la parte laterale del torace; regioni epatiche rudimentali; fronte avanzata e for- mante un rostro più o meno saliente; orbite dirette all’ infuori. Regione antennaria, che abbraccia uno spazio quasi così lungo, come il quadro orale. Due paja di antenne; quelle del primo pajo si ripiegano quasi sempre longitu- dinalmente, allogandosi nella propria fossetta. Quadro orale quasi quadrilatero, molto largo all’ innanzi, ed assai lontano dalla fronte. Epi- stoma molto grande, e quasi quadrato. Addome del maschio occupante tutto lo spazio compre- so entro la base dei piedi posteriori. Quarto articolo dei piedimascelle esterni, inserito or- dinariamente all’ angolo interno dell’ articolo precedente, tspgestai cani Fam. I. OxrRAyncHA. Cefalotorace assai largo, regolarmente ar- cuato all innanzi e ristretto posteriormente; regioni epatiche molto sviluppate, ed occupanti quasi sempre almeno la metà della porzione laterale del cefalotorace ; fronte trasversale, in generale poco o nulla avanzata; orbite dirette ebbliquamente in alto ed in avanti. Regione an- da VR tennaria abbracciante uno spazio minore della metà del quadro orale. Le antenne interne sono sempre collocate nelle fossette incavate sulla fronte; la disposizione delle antenne esterne varia. Quadro orale molto largo all innanzi, ed assai lontano dalla fronte. Epistoma corto, molto più largo che lungo, e che non arriva al livello del bordo inferiore delle orbite. Addome del maschio, ed inserzione del quarto articolo dei piedimascelle, come nella famiglia degli Oayrbyochi ve e i. Fam, II. GrobomETORA; Cefalotorace quadrilatero, oppure ovoide; regioni epatiche rudimentali, regioni branchiali molto sviluppate; fronte trasversale, che non sì avanza mai in forma di rostro, ma che si ri- volge in basso ; orbite dirette in avanti, oppure obbliquamente in giù. Regione antennaria ap- pena di un terzo o di un quarto della lunghez- za del quadro orale. Antenne esterne estrema- mente corte, e nascenti generalmente dall’aper- tura dell'angolo orbitale interno; antenne in- terne di varia disposizione. Quadro orale, co- me nella famiglia dei Cyclometopi. Epistoma molto corto, quasi lineare, e che raggiunge quasi sempre il livello del bordo orbitale in- feriore. Addome del maschio sovente me- no largo, che lo spazio compreso entro alla base dei piedi posteriori. Quarto articolo dei piedimascelle esterni, inserito quasi sempre o alla metà, o verso l'angolo esterno del prece- fee e etere e 0060 Pani; II'CATOMETOPA, Cefalotorace in generale orbicolare, o ar- cuato all innanzi ; fronte poco o nulla saliente. La disposizione delle antenne varia, ma nel SII ARE maggior numero dei casi la regione, che occu- pano è di poca estensione. Quadro orale trian- golare, assai stretto all’innanzi, e che arriva in generale fin presso alla fronte. Epistoma quasi sempre rudimentale . . . . . Fam. IV. Oxrstomara. Famiglia I. Oxyrhyncha. Di questa famiglia esistono nell’ Adriatico i seguenti dieci generi, compresi in tre sottofamiglie. SOTTOFAM. MACROPODINA. In generale piedi sottili, e molto lunghi; quelli del se- condo e terzo pajo assai più lunghi degli anteriori. Cefalotorace triangolare, molto ristretto all’innanzi. Rostro avanzato bifido, ed acu- to. Antenne esterne setacee, inserite sui lati del rostro. Piedi del primo pajo più corti e più grossi dei seguenti, che sono filiformi ed estremamente lunghi . . . Gen. StENoRYNcADS. Corpo di piccola taglia, simile allo Ste- norinco. Ha il cefalotorace quasi triangola- re, rigonfio sulle regioni branchiali, e che termina in un rostro molto piccolo. I piedi anteriori sono sottili e corti, gli altri tutti sono filiformi, ed i tarsi degli ultimi due paja sono falciformi. . . . . . Gen. AcÒÙaevs. Cefalotorace triangolare, e superiormente a gobbuccie, nulla più lungo che largo. Ro- stro mediocre e bifido. Peduncoli degli oc- chi atti a ripiegarsi all indietro, ed allogarsi nella cavità orbitale. Antenne esterne inse- cai (SD rite fra gli occhi, ed il rostro. Piedi del primo pajo molto piccoli nella femmina, ma più grossi e più lunghi nel maschio. Chele appuntite e curve. Tutti gli altri piedi sottili espirùlunghij;:40) tra MISA t791 NE Gen INacHus. SOTTOFAM. MAJADINA. Piedi di grandezza mediocre ; quelli del primo pajo so- vente più lunghi e più grossi dei seguenti. Articolo basila- re delle antenne esterne molto sviluppato. Cefalotorace quasi triangolare colla re- gione stomacale così sviluppata, come le re- gioni branchiali. Rostro piccolo, formato di due punte divergenti, alla cui base sorgono altre due punte. Antenne esterne corte, ed inserite fuori dell’orbita, nell'angolo interno degli occhi, che sono grossi e retrattili. Gen. HeRBssTIA. Cefalotorace triangolare a superficie con- Vessa, vellutata, e sparsa di tubercoli. Ro- stro orizzontale, largo e diviso in due gran- di corna coniche e molto lunghe. Antenne esterne inserite sulla fronte al di fuori delle orbite. Bordo orbitale superiore prolunga- to anteriormente in forma di un grosso dente. I due piedi anteriori nel maschio sono più lunghi e più grossi di quelli del secondo pajo, e terminano con una chela tagliente ed appuntita. Il tarso degli altri piedi è gsuernito al di sotto di punte spini- Ide e Geni Pisa. Ha la medesima conformazione della Pi- sa, ad eccezione, che le due corna del ro- 9 P) Da a stro sono lamellose, molto larghe, e tronca- te all’ estremità, e che i tarsi sono sprovve- duti di spine. . . SERROTO IR Gene i 18sA0 Cefalotorace convesso, ristretto all’innan- zi, allargato all'indietro, e sparso di molti tubercoli e spine. Rostro orizzontale, for- mato da due corna grosse e divergenti. Bordi lateranteriori armati di forti spine. Antenne esterne inserite nel canto interno delle orbite. I due piedi anteriori sono ge- neralmente più grandi degli altri, e termi- nano in una chela, le cui dita sono stili- TOMI O Le Gen Cefalotorace ovale poco convesso, e ter- minante in un rostro biforcato ed appun- tito. Occhi grossi, portati da un corto pe- duncolo. Antenne esterne inserite sui lati del rostro. Piedi corti e grossi; quelli degli ultimi quattro paja hanno il penultimo ar- ticolo incavato alla loro estremità, ed ar- mato di un dente pilifero, contro il quale il tarso si ripiega a modo di chela. Gen. AcAntHONIs. SOTTOFAM. PARTHENOPINA. I piedi dei quattro ultimi paja molto più corti dei piedi anteriori; quelli in vece del primo pajo assai più lunghi e più grossi. Articolo basilare delle antenne esterne per lo più poco sviluppato. Cefalotorace quasi in forma di triangolo a base rotondata, superiormente a gobbuccie, e coperto di asprezze. Rostro orizzontale, e diviso in due corna triangolari. Antenne L'AS esterne inserite presso ai peduncoli oculari ed al di fuori. I piedi del primo pajo non sono nulla più grossi dei seguenti; quelli però dei maschi sono assai lunghi, e quelli delle femmine sono molto corti .. . Gen. Cefalotorace arrotondato sui lati, e ri- stretto all’innanzi. Regioni branchiali mol- to sviluppate, e separate dalla porzione me- dia per un solco profondo. Faccia superio- re, e bordi del cefalotorace tubercolati e spi- nosi. Rostro piccolo, avanzato e scannellato. Antenne esterne corte, ed inserite in una apertura dell’ angolo orbitale interno. I due piedi anteriori sono assai lunghi e tesi ad angolo retto. Chele triedre, e dita com- presse. Tutti gli altri piedi sono corti e sot- EUuRYNOME. tili. IRAN MOIS ZE OA Lt CRAL AMERTS. — 16 — LEGIONE I. PODOPAHTHALMIA. ORDINE I. DECAPODA. SOTTORDINE I. DECAPODA BRACHYURAÀ, Famiglia I. Oxyrhyncha. SOTTOFAM. MACROPODINA. — -e-—— Gen. Srenoryncnus, Lamf. Ti, Sterorynuchus pialazsmgiu::, M. Edw. Cancer rostratus, Linn.; Olivi, Zool. adr. — Inachus pha- langium, Fabr. — Macropus phalangium, Latr. — Ma- cropodia phalangium, Leach., Malac. tab. 23, f. 6. — Guerin, Icon. Cr. pl. 11, f.2. — Stenorynchus phalan- gium, M. Edwards, H. nat. Cr. — Nardo, Sin, mod. Cr. Chiereghini. — Heller, Cr. sidl, Eur. Volg. venez. Zanzalaro. Il rostro è corto per modo che non raggiunge la lun- ghezza del peduncolo delle antenne esterne. La regione stomacale è armata di tre punte disposte a triangolo rove- scio. Una spina vi è pure sulla regione cardiaca, ed altre due su ciascuna delle regioni branchiali. Il colore è di un verde chiaro. — Lungh. mill. 20. — (M. GC. 1840). Dimora d’ordinario sopra fondi sabbiosi fra le alghe, e sulle spugne alla profondità di met. 10-60. Apparisce tut- to l’anno. La femmina è ovifera in febbrajo e giugno. Le località, in cui si rinviene più di frequente, sono: Venezia PIERRE, (7 ;0 23 (laguna), Trieste, Pirano, Zara, Spalato, Lesina, Ragusa e Cattaro. d Il primo ad indicare la sua esistenza nell’ Adriatico fu Olivi. 2. Stenoryncechus longirostris, M. Edw. Inachus longirostris, £'abr. — Macropus longirostris, Latr. — Macropodia longirostris, Risso. — Macropodia tenui- rostris, Leach, Malac. tab. 23, f. 1-5. — Desmarest, Consid. pl. 23, f. 3. — Stenorynchus longirostris, M. Ed- wards, H. nat. Gr. — Heller, Cr. sùdl. Eur. Volg. venez. Zanzalaro. Questa specie è simile alla precedente, da cui differisce soltanto nel rostro, ch’ è più lungo, e che sorpassa di mol- to il peduncolo delle antenne esterne. — Lungh. mill. 22. — (M. C. 1840). Ha con esso comune la dimora, la frequenza, ed il tempo dell’ apparizione. Si trova pure nelle medesime lo- calità. Gen. AcHaeus, Leach. 3. Achaeus Cramnciti, Leach. Leach, Malac. tab. 22, C.— M. Edwards, H. nat. Cr. Atl. reg. an. Cr. pl. 35, f£. 2. — Heller, Cr. siidl. Eur. — Ma- cropodia gracilis, Costa, Faun. Nap. tav. 3, f. 1. Ha il rostro formato da due piccoli denti triangolari ; Je due regioni genitale e cardiaca sono elevate in forma di tubercoli, ed i piedi sono guerniti di qualche pelo lungo ed uncinato. Il colore è bruno. — Lungh. mill. 9. — (M. C. 4840). Dimora a pochi metri di profondità fra le alghe, ed an- Sling che sopra le ostriche. Fu preso qualche rara volta presso Zara, e lungo le coste di Lesina. Gen. Inacnus, Fabr. 4. Inachus scorpio, Fabr. Cancer tribulus, Liînn., Olivi, Zool. adr. — Macropus scorpio, Latr.— Inachus dorsettensis, Leach, Malac. tab. 22, f. 1-6. — I. scorpio, Fabr. — Desmarest, Consid. pl. 24, f. 4. — M. Edwards, H. nat. Cr.; Atl. reg. an. Cr. pl. 34, f. 2. — Nardo, Sir. mod. Cr. Chiereghini. — Heller, Cr. sùdl, Eur. Volg. venez. Selmo delle granceole. Ha il rostro assai corto e profondamente emarginato. Il cefalotorace è provveduto di quattro punte, delle quali una è posta sulla regione stomacale, una sulla regione car- diaca, e le altre due sulle due regioni branchiali. Un tu- bercolo è situato a ciascun lato innanzi a queste spine, ed un’altra forte spina è posta entro le fossette antennarie. — Il colore è bruno. — Lungh. mill. 241. — (M. C. 1840). Dimora sopra fondi calcarei fra le alghe, sugli alcioni, e sopra ammassi di ostriche, alla profondità di metri 60-80. Non è tanto raro, e si prende presso Trieste, Zara, Spala- to, Lesina ecc. Olivi e Chiereghini sono stati i primi ad in- dicarlo nell'Adriatico. 5. Inachus dorynchus, Leach. Leach, Malac. tab. 22, f. 7-8. — Desmarest, Consid. pl. 24, f. 2. — M. Edwards, H. nat. Cr. — Heller, Cr. sùdl. Eur. Ha il rostro avanzato, astiforme, diviso da una fessura mediana, senza essere emarginato all'estremità, e termina Sera | in punta. Il cefalotorace è guernito di tubercoli, disposti come le spine nell’/n. scorpio, ad eccezione della regione stomacale, che ne conta tre. Il colore è bruno? — Lungh. mill. 48. Rarissimo. Venne preso qualche esemplare dal prof. Heller presso Lissa alla profondità di met. 60-80. La di- mora di questa specie, e dell’/n. leptochirus, non sono ben note, per la pochissima loro frequenza nel nostro mare. G. Inachus thoracichus, Roux. Roux, Gr. Med, pl. 26, 27. — Guerin, Icon. Cr. pl. 14, f, 2. — M. Edwards, H. nat. Cr. — Grube, Ein Ausflug. — Heller, Cr. sidl. Eur. Il rostro è corto ed emarginato. La regione stomacale è armata di quattro punte, cioè una a ciascun lato, e due sulla linea mediana, di cui la posteriore è molto grande. In oltre havvi una spina sulla regione cardiaca, ed una a ciascun lato sulle due regioni branchiali. Lo sterno del maschio è guernito di due piastre calcaree, ovali, riunite. — Lungh. mill. 24. — (M. GC. 1840). Vive fra le alghe, e fra i fuchi alla profondità di circa met. 60-80. Non è raro. La femmina fa le uova rosse in aprile, che poi depone in luglio. Si trova nel Quarnero e nelle acque di Zara, Spalato, Lissa, Lesina e Ragusa. Grube fu il primo a far menzione di questa specie nell’ A- driatico. (Ein Ausflug). *. Inachus leptochirus, Leach. Leach, Malac. tab. XXII, B. — Heller, Cr. siidl. Eur, — In. leptorhynchus, M. F@w. H. nat. Gr. Il rostro è stretto ed emarginato. Il cefalotorace è ar- mato, come quello dell’ /n. dorynehus, ad eccezione del bor- ENO do inferiore, che non ha alcun tubercolo. Lo sterno del maschio è guernito di una piccola piastra calcarea di for- ma ovale. È di colore bianco. — Lungh. mill. 24. Rarissimo. Il dott. Steindachner ne ha trovato un esemplare nelle acque di Spalato. SOTTOFAM. MAJADINA. Gen. Hersstia, M. Edw. à&, Herbstia eondyliata, M. Edw. Inachus condyliatus, Fabr. — Maja condyliata, Latr, et Risso, Cr. Nice. — Mithrax scaber, Costa, Fau. Nap. Gr. tav. 2. -— Herbstia condyliata, M. Edwards, H. nat. Cr. pl. 13, f. 5. — Heller, Cr. sùdl. Eur. tab. I, f. 16. Il cefalotorace è subovale, dilatato posteriormente, ri- stretto all innanzi, e sparso al di sopra di molte spine ot- tuse e poco salienti. Ha il rostro piccolo, più lungo che largo, e diviso in due corna lamellose, acute e divergenti. I due bordi lateranteriori sono armati, ciascuno di 4-6 spine. Il bordo posteriore è sormontato da una piccola cresta spinosa. Le chele sono forti, assottigliate e dentella- te all’ estremità, e quando sono chiuse, lasciano fra le loro dita uno spazio vuoto. Il corpo è di colore rosso, rivestito di fina lanugine. — Lungh. mill. 35. — (M. C. 1840). Vive sopra regioni coralligene alla profondità di metri 60-80, e più ancora. È alquanto rara. La femmina porta le uova rosse in estate. Apparisce in luglio, agosto e di- cembre. Si prende nei canali fra gli scogli di Lissa, Lesina e Curzola. Gen. Pisa, Zeach. 9. Pisa tetraodon, Leach. Cancer tetraodon, Penn. — Maja tetraodon, Bose. — M. hir- ticornis, Risso, Cr. Nice — Pisa tetraodon, Leach, Malac. tab. 20, f. 1-4. — Desmarest, Consid. pl. 22, f. 41. — M. Edwards, H. nat. Cr. — Heller, Cr. sùdl. Eur. Il cefalotorace è di un quarto più lungo, che largo. I bordi laterali sono rotondati ed armati ciascuno di quat- tro spine robuste, cioè una sulla regione epatica, e tre sul- la regione branchiale. Il rostro è formato di due corna grosse, le cui estremità sono molto piegate all'infuori. La spina dell'angolo orbitale anteriore è assai grande. I piedi anteriori nel terzo e quarto articolo, sono tubercolati, e le mani rigonfie colle chele arrotondate, e terminanti in punta. La villosità che copre il corpo è brunastra. — Lungh. mill. 35, largh. mill. 22. — (M. G. 1840). Soggiorna sopra fondi fangosi, tra i fuchi alla profon- dità di met. 20-45. È di mediocre frequenza, e si prende lungo l’ Istria, nel Quarnero, e presso le coste di Zara, Spalato, Lissa, Lesina, ecc. 10. Fisa corallina, M. £dwd. Maja corallina, Fisso, Cr. Nice, pl. 1, f. 6. — Inachus coral-. linus, Risso, H. nat. Eur. merid. — Pisa corailina, M. Edwurds, H. nat. Cr. — Grube, Ein Ausflug. — Heller, Cr. sùdl. Eur. Il cefalotorace, ch’ è quasi due volte più lungo che lar- go, ha le regioni poco distinte. I bordi laterali sono armati sulle regioni branchiali di due o tre spine, e sulle regioni Lat Pi d7 N Ri” e 5 NE, n OZ A) fe.) TA epatiche di una piccola punta. Il rostro è orizzontale, e fe due corna, che lo formano, sono sottili, e vanno congiunte quasi fino all'estremità. Le spine dei due angoli orbitali anteriori sono grandi. I piedi sono quasi interamente lisciî. Il corpo è sparso di fiocchi di peli lunghi, rigonfi alla loro estremità. Il colore è rosso. — Lungh. mill. 34, largh. mill. 48. — (M. C. 1840). Vive come la specie precedente, di cui è meno frequen- te, e si trova nelle stesse località, ma ad una profondità maggiore, cioè di met. 40-80. Si fa vedere tutto l’anno, e porta Ie uova rosse in giugno ed in settembre. II, Pisa Gibsii, Leach. Cancer personatus, Linn., Olivi, Zool. adr. —Pisa Gibsiî, Leach, Malac. tab. 19. — Roux, Cr. Med. pl. 34, — M. Edwards, H. nat. Cr. — Heller, Cr. sid, Eur. Volg. venez. Scarpion de grotta. Il cefalotorace è quasi romboidale, una volta e mezza più lungo che largo. Le regioni sono rigonfie e separate da profondi solchi. Il rostro è notabilmente inclinato, e for- mato da due corna stiliformi congiunte fino alla loro estre- mità, I bordi lateranteriori, poco o nulla spinosi, termi- nano con un grosso dente spiniforme. Il corpo è ricoperto di peli claviformi di colore rossobruno. — Lungh. mill. 52, largh. mill. 25. — (M. C. 1840). Vive cacciata sotto le pietre, 0 nei crepaccei delle roc- cie litorali subacque ad una profondità di met. 30-50. Si trova sulle coste dell Istria, nel Quarnero, a Spalato, Le- sina e Lissa; ma alquanto raramente. 93. Pisa armata, Latr. Inachus opelio, Fabr. — Maja armata, Latr. — Risso, Cr. Nice. — Pisa armata, Latr. — Risso, H. nat. Eur. merid, — Roux, Cr. Med. pl. 33. — M. Edwards, H. nat. Cr. — Atl. reg. an. Cr. pl. 28, f. 1. — Heller, Cr. sidl, Eur. Volg. venez. Scarpion de grotta. La regione intestinale si prolunga in una grossa spina, molto acuta. Le spine laterali sono egualmente lunghe ed acute. Le due corna del rostro sono separate fino alla ba- se da una fenditura abbastanza larga, ed hanno una diver- genza maggiore, che nella specie precedente. Nel resto questa specie è simile alla P. Gibsii. — Lungh. mill. 54, largh. mill. 28. — (M. C. 1840). Ha comune con essa la dimora, tenendosi a pari pro- fondità. Si vede però talvolta coperta di piccoli alcioni o spugne. Non è tanto frequente. Apparisce nei due mesi di luglio ed agosto, essendo in quest’ultimo la femmina ovi- fera. Si trova sul litorale dell Istria, nel Quarnero, ed in più punti delle coste della Dalmazia. 13. Fisa nodipes, Leach. Leach, Zool. misc. — Desmarest, Consid. — Costa O. Fau. Nap. Cr. — Nardo, Annot, illust. Si distingue questa specie dalla P. armata, principal- mente per avere la prominenza della regione intestinale non spiniforme, come lo sono le due prominenze laterali, ‘ma rotondata, e tubercolare, come nella P. Gibsiz. Il cefalo- torace presenta le regioni molto distinte, ed è una volta e due terzi più lungo che largo. Le due corna del rostro sono orizzontali, ed un poco divergenti al loro termine. WI) AA L'estremità anteriore del terzo articolo deile braccia e dei piedi ha tre nodi più marcati, che nella specie prece- dente. La peluria, che copre il corpo, è di colore rosso-oscu- ro, 0 rosso-arancio. — Lungh. mill. 50. Ha le stesse abitudini della P. armata, con cui vive as- sieme, e si pesca nelle medesime località. Non è molto fre- quente. Nora. Il dott. Nardo, dopo avere esaminata e studiata bene questa specie nei suvi varii stadii di vita, trovò di uniformare il proprio giudizio a quello di Leach, di Desmarest, di M. Edwards e di O. Costa nel riguardarla come una specie diversa dalla P. armata, e non mai un sinonimo di essa, come la dichiara il dott. Heller nella sua opera: Cr. sùdl. Eur. Sarà quindi opportuno di leggere le dotte riflessioni che il Nardo espone in tale argomento nella sua Memoria: Ammot. illust, p. 74. 14, Pisa intermedia, Nardo. « Lo scudo è un terzo più lungo che largo, avente tre » tubercoli nella linea dorsale media, ed uno minore cor- » rispondente alla regione epatica posteriore. Altri due » tubercoli più grossi si trovano situati, uno nella regione » cardiaca, e l'altro nella gastrica. I margini laterali sono » armati di quattro spine, delle quali una è posta nella re- » gione epatica anteriore, e le altre tre sulla regione bran- » chiale. Il rostro è retto, e formato da due corna non » molto grosse, di lunghezza presso a poco eguale alla » larghezza della fronte, ed un poco divergenti alla loro » estremità. Le spine dell'angolo orbitale anteriore sono » molto grandi, e l'angolo orbitale posteriore è ottuso. I » tarsi dei piedi sono provveduti al di sotto, non di denti, » ma di peli soltanto. Il corpo è vellutato, i peli maggiori » sono ricurvi all'estremità. il colore è di un bruno cene- » rognolo. Il ventre è liscio e bianco. » — Lungh. mill. 34. LEA Abita sopra diversi fondi calcarei, specialmente i distan- ti e profondi. È rarissima. Nora. Questa specie, che dall’ Olivi e dal Chiereghini era erro- neamente creduta il Cancer araneus, Linn., fu dal dott. Nardo chia- mata Pisa intermedia, perchè partecipa dei caratteri della Pisa corallina, e della Pisa tetraodon, e stabilisce fra luna e l’altra un passaggio intermedio. Dopo di avere fatto di essa una partico- lareggiata descrizione, di cui io qui riferisco un breve sunto, egli avverte, ch’ ebbe motivo di riscontrare molta incostanza nei carat- teri da lui scelti per fissarne la distinzione, per cui dichiara essere assoluto bisogno di studiare meglio questa specie, onde stabilirne dei più costanti. (Vedi Ammot. illustr., pag- 73, 74). Gen. Lissa, Leach. 15, Lissa chiragra, Leach. Inachus chiragra, Fabr. — Cancer cruentatus, Linn., Olivi, Zool, adr. — Pisa chiragra, Latr. — Lissa chiragra, Leach., Zool. mise. t. II, tab. 83. — Risso, H. nat. Eur. merid. — M. Edwards, H. nat. Cr. — Atl. reg. an. Cr., pl. 29, f. i. — Nardo, Sin. mod, Cr. Chiereghini, — Hel- ler, Cr. sidl. Eur. Questo curiosissimo crostaceo, che rappresenta bene la mano di chi è affetto dell'omonima infermità, ha una grande rassomiglianza colla Pisa. Il suo carattere distinti- vo consiste nel rostro, ch'è formato di due corna lamello- se riunite, e troncate anteriormente, più larghe all’ estre- mità, che alla base, presso a cui sorgono due denti rivolti all’infuori. Il suo cefalotorace è sparso di nodi e di gib- bosità ; i suoi piedi sono pure nodulosi, ad eccezione delle mani che sono liscie. I tarsi sono provveduti di spine. Il colore è d’ un rosso intenso. — Lungh. mill. 40. — (M. C. 1840). Dimora nei siti calcarei lontani dal lido a met. 60-80, di profondità. È sensibile ai cambiamenti di temperatura, per cui ad ogni insorgenza di freddo, si ranniechia nelle CODE cavità. Non è raro. Apparisce in primavera ed in estate. In luglio la femmina porta le uova rosse. Si prende presso le coste di Ancona, dell Istria e della Dalmazia, particolar- mente a Zara, Lissa, Lesina e Ragusa. Gen. Masa, Lamk. 16. Maja squinado, Latr. Cancer maja, Linn., Olivi, Zool. adr. — Inachus cornutus, Fabr. — Maja squinado, Latr. — Leach, Malac. tab, 18. — M. Edwards, H, nat. Cr. — Atl. reg. an. Cr. pl. 30, f. 2. — Nardo, Sin. mod. Cr. Chiereghini. — Heller, Gr. sùdl. Eur. Volg. venez. Granzon il masch., Granceola la femm. -Ha il cefalotorace convesso, molto ristretto all’innanzi, e coperto di spine acute. L'angolo anteriore del bordo or- bitale superiore è arrotondato, e porta due spine, una maggiore collocata innanzi, e l'altra minore posta in dietro. Sulla faccia inferiore della fronte si veggono cinque grosse spine, di cui la media è curvata in avanti. Altre cinque o sei spine, ma più forti ed acute, armano i bordi lateran- teriori, delle quali la prima costituisce l'angolo orbitale esterno. I piedi anteriori del maschio sono un poco più forti di quelli del secondo pajo, ed hanno delle spine sul terzo e quarto articolo. Il corpo è rossastro, e sparso qua e là di peli rari. — Lungh. cent. 17, largh. cent. 143. — (M. C. 41840). Abita questa specie nell'inverno sopra siti calcarei e profondi, verso il litorale orientale dell'Adriatico, e nell’ e- state si avvicina a regioni alte e fangose, verso il litorale occidentale. È commestibile, e viene ricercata come cibo aggradevole e sano, specialmente la femmina, quando con- serva ancora il suo corallo, cioè quando le suc uova non sono ancora uscite dal ventre, il che avviene in estate. Al- Ni A lorchè la maja è vicina a mutare di nicchia, ritirasi nelle medie profondità, e si nasconde sotto le ulve, le alghe ed i fuchi, rimanendo per più giorni in uno stato di torpore. Ordinariamente dopo questa specie di metamorfosi, accade che il maschio corre in cerca della femmina per accoppiar- visi, dopo di che essa fa delle uova rossastre, che depone in marzo, luglio e settembre sopra regioni algose. Le maje si pescano in tutte le stagioni, ma principalmente in pri- mavera. Prima che la calda stagione le determina a disper- dersi verso i lidi, esse stanno raccolte a torme nelle pro- fondità di siti calcarei. In questo tempo, spinte da un par- ticolare loro instinto, si avvicinano, si stringono e si acca- valcano le une sulle altre, formando una grande catasta di più piedi di altezza. Allora i pescatori, e particolarmente quelli del litorale istriano, vanno tacitamente in due o quat- tro barche, e con una rete bloccano questo ammasso, per cui moltissime di esse rimangono imprigionate. Questa specie abbonda principalmente sulle coste dell Istria e nel Quarnero; ma non è rara neppure in Dalmazia, partico- larmente presso Spalato, Lissa, Lesina, Ragusa, ecc. Si trova per ordinario nella profondità di met. 25-40. n, Maja verrucosa, M. Edu. Cancer squinado, Herbst. I, tab. 15, f. 84, 85. — C. maja, Linn. var. Olivi, Zool. adr. — C. majoides, Chier. Nardo, ‘ Sin. mod. — Maja verrucosa, M. Edwards, H. nat. Cr. pl. 3, f. 1. — Heller, Cr. sidl. Eur. — Nardo, Annot. illustr. Volg. venez. Granzon falso d’ aspreo. Ha il cefalotorace appena convesso, e coperto di pic- coli tubercoli, e di qualche piccola spina sulla linea media- na. Questa specie, che potrebbe essere confusa colla prece- dente, perchè le è assai vicina, viene distinta dall’ assenza di spine sulla faccia superiore del cefalotorace, dalla forma HIS: JO più ovale e meno convessa, ed in fine dalla piccolezza dei piedi anteriori, i quali nel maschio sono costantemente più sottili, che quelli del secondo pajo. Oltre a tutte queste dif- ferenze, essa si mantiene sempre di una piccola taglia, non oltrepassando la lunghezza di 4-6 centimetri. Il corpo è peloso, e di colore griggio scuro. (M. GC. 1840). Dimora a poca profondità (met. 1-1‘/,), e distanza dal lido, sopra fondi calcarei, fra fuchi, spugne e zoofiti. È comune, ed anche commestibile. Si trova ordinariamente nei porti e nelle valli presso Spalato, Lesina, Lissa, Curzo- la, ecc. Vive anche nella laguna veneta, e fuori in mare lungo il litorale. Nota. Olivi avverte, che in alcuni fondi poco abitati, e per dire così, sterili, si trova costantemente un Cancer maja, molto più pic- colo, più peloso, o di aspetto triste e diverso, il quale egli crede una varietà delle vere Maja, non presentando essa alcuna diversità negli essenziali caratteri. Sospetta però che tale differenza di aspet- to, possa essere un effetto della magrezza dei siti in cui vive (Ve- di Zool. adr., p. 49). — Anche il dott. Nardo opina, che la M. ver- rucosa è una specie non diversa dalla M. squinado, e dimostra che i caratteri differenziali assegnatile da M. Edwards per distin- guerla da quest'ultima, non sono costanti, ma che variano col cangiare dell’ età e dello stato di mute, in cui essa si trova quando viene presa (Vedi Amnot. illustr., p. 75). Gen. AcantHoNYX, Latr. 18, Acanthonyx lunulatus, Latr. Maja lunata, fisso, Gr. Nice, pl. 4, f, 1. — Acanthonyx lu- nulatus, Latr. — Guerin, Icon. Cr. pl. 8, f. 1. — M. Ed- wards, H. nat. Cr. pl. 15, f. 6-3.— Grube, Ein Ausflug. — Heller, Cr. sidl. Eur. — A. viridis, Costa, Fau. Nap. CIOSSRTA. Il cefalotorace è ovale, e leggermente convesso coi bordi laterali forniti di tre punte, di cui l'anteriore è ri- volta all’ innanzi; vi manca però la spina all'angolo orbita- 2 PERRIN le esterno. Il rostro termina con due corna separate da un incavo a guisa di luna crescente. I piedi anteriori del ma- schio sono molto più grossi, ma nulla più lunghi dei piedi seguenti, dei quali il penultimo articolo è fornito di peli sulla parte troncata. I tarsi sono armati al di sotto di due ranghi di punte. Colore verde fosco. — Lungh. mill. 16. — (M. C. 1840). Dimora a poca profondità (met. 4-20) fra i fuchi, e nelle fenditure delle roccie sottomarine. È frequente a Trieste, a Pirano, ed in molte località della Dalmazia, par- ticolarmente a Zara, Lissa, Lesina, ecc. La femmina fa in primavera delle piccole uova giallastre. Apparisce tutto anno. SUTTOFAM. PARTHENOPINA. Gen. EurYNoWE, Leach. 19. Eurynome aspera, Leach. Leach, Malac. tab. 17. — Guerin, Icon. Cr. pl. 7, f. 4. — M. Edwards, H. nat. Cr. pl. 15, f. 18. — Heller, Cr. siidl. Eur. — E. scutellata, Risso, H. nat. Eur. merid. Cr. pl. 1, f. 2. — E. boletifera, O. Costa, Fau. Nap. Cr. tav. 3, f. 3. Specie di piccola taglia, che ha il cefalotorace ed i pie- di molto rugosi, coperti di asprezze e di granulosità. Un grosso dente triangolare si osserva presso l'angolo esterno dell’ orbita, e tre o quattro più piccoli, lungo i bordi late- ‘ali sulla regione branchiale. I piedi anteriori sono quasi diritti nelle femmine, e colle chele ricurvate all'indietro nei maschi. Gli altri piedi sono guerniti al terzo articolo di una cresta. Il colore è rosso con tinte bluastre. — Lungh. mill. 13, largh. 9,9. — (M. C. 1840). Vive sopra le regioni coralligene, e fra le radici dei fu- chi ad una profondità di met. 50-60. È alquanto rara, ma se ne prende qualche esemplare nel Quarnero e nei canali - t9) 2 RCS di Spalato, Brazza, Lesina, Lissa, Curzola, ecc. Il tempo della sua apparizione è quello di giugno e luglio. Nora. È da avvertire, che in alcuni individui, le asperità pren- dono la forma di altrettanti piccoli boleti (tubereulis boletiformi- bus). Questo carattere pertanto, unito a varii altri, indicati dal chia- rissimo O. Costa nella sua Fauna, Napoli, pag. 8, tav. III, f. 3, gli diedero argomento di creare una nuova specie, chiamandola Ew- rynome boletifera. 11 prof. Heller nen valutando i caratteri assegna- tile per la sua distinzione, non la riguarda diversa dall’ £. aspera, e perciò la indica nella precitata sua opera: Die Crust. des sid. Eur., come sinonimo di essa. Vedi ciò che in proposito di tale discrepanza dice il P. A. Costa, figlio (che la riguarda definitiva- mente come specie distinta) nel suo: Saggio della collezione de’ Cro- stacei del Mediterraneo del Museo zoologico dell’ Università di Na- poli, 1867, p. 5; e vedi pare sullo stesso argomento Nardo, Ar not. illustr., p. 77. Gen. LamBrus, ZLeach. ZO. Lambrus angulifrrons, M. Ed. Cancer longimanus, Linn.; Olivi, Zool. adr. — Parthenope angulifrons, Latr. — Parth. longimana, Costa. — Lam- brus Montgrandis, Roux, Gr. Med. pl. 23, f. 1-6. — Lam- brus angulifrons, M. Edwards, H. nat. Gr. — Nardo, Sin. mod. Cr, Ghiereghini. — Heller, Cr. sidl. Eur. Volg. venez. Granzo compasso. Il cefalotorace è coperto di tubercoli rotondi. La fron- te è triangolare, incavata al di sopra a guisa di grondaja longitudinale. I piedi anteriori sono molto lunghi, dentati sui loro bordi esterni superiori, e liscii al di sotto ed al di dentro ; egualmente la faccia superiore delle mani è molto spinosa. I bordi del cefalotorace ed i piedi del quinto pajo, sono guerniti di peli. Colore rossiccio. — Lungh. mill. 28. — (M. C. 1840). Abita per ordinario sopra fondi calcarei, o fra le roc- cie, alla profondità di met. 80-100. È frequente lungo le — Sl — coste dell’ Istria, ed anche nel Quarnero; ma è alquanto raro nelle acque di Zara, Spalato, Lesina, ecc. — Lungh. mill. 28. — (M. C. 1840). 251. Lambrus Massena, Roux. Roux, Gr. Med. pl. 23, f. 7-12. — M. Edwards, H. nat. Gr. — Heller, Cr. sùdl. Eur. — Parthenope contracta, Costa, Fau. Nap. tav. 4, f. 3. Il cefalotorace è quasi liscio, appena tubercolato al di sopra, e dentellato sui bordi laterali. Il rostro è largo, triangolare, intero ai suoi bordi ed ineurvato, come nella specie precedente. I piedi anteriori sono ineguali, e di lunghezza mediocre ; uno di essi è molto gonfio all estre- mità. Le mani sono quadrangolari, più o meno dentellate sui bordi, e liscie sulle diverse loro faccie. L’addome del maschio è composto di quattro soli articoli. Colore rosso bruno. — Lungh. mill. 18. Abita fra le roccie sottomarine alla profondità di met. 60-80. È rarissimo in tutto V Adriatico. Qualche individuo venne preso nel Quarnero dal dott. Lorenz. Famiglia II. Cyclometopa. Di questa famiglia esistono nell'Adriatico i seguenti nove generi compresi in due sottofamiglie. SOTTOFAM. CANCERINA Piedi posteriori simili ai precedenti, e terminanti in un articolo stiliforme, e quindi non notatorii. Cefalotorace assai largo, irregolarmente ovoide, un poco convesso, a superficie oriz- zontale, arcuato anteriormente, e più © a II meno gibberulato. Bordi lateranteriori non molto prolungati in addietro, nè dentati perfettamente. Antenne esterne corte, ed inserite nel canto interno dell’ orbita. Piedi anteriori forti ed ineguali nel maschio, colle chele appuntite, oppure rotondate; ma non mai incavate a cuccchiajo . . . Gen. Xantno. Cefalotorace un poco convesso, di forma ovale ed assai largo. Fronte stretta, e divisa in più denti, di cui uno occupa la linea me- diana. Bordi lateranteriori divisi da fes- sure in un grande numero di lobi dentifor- mi. Antenne esterne corte, inserite fra Van- golo interno del bordo orbitale e la fronte. Piedi e chele come nel genere Xanto. Gen. PLATYCARCINUS. Cefalotorace elevato, leggermente con- vesso, quasi trasversale, senza gobbuccie, ed arcuato all’innanzi a semiellisse. Fronte lamellosa, avanzata ed inclinata. Orbite più o meno dentellate. Bordo lateranteriore ar- mato di spine acute. Antenne esterne, lun- ghe, setacee, ed inserite nel canto orbitale interno degli occhi. Piedi anteriori forti e gonfii, colle chele dentate ; i seguenti me- DOCK e e e e OCRA IS Cefalotorace più largo che lungo, con- vesso al di sopra, e sparso di gobbuccie; ar- cuato a semicerchio nella metà anteriore, e molto ristretto ai due lati nella metà po- steriore. Fronte ristretta, e provveduta di tre denti appuntiti. Bordi lateranteriori ar- mati di quattro forti denti compressi e triangolari. Due denti e due fessure sul bordo superiore dell'orbita. Antenne ester- * de duo ne assai lunghe, inserite nel canto interno dell'angolo orbitale . . . . . Gen. Prrmeta. Cefalotorace depresso, cordiforme, tron- cato posteriormente, e leggermente cur- vato all’innanzi. Bordo frontorbitale assai largo. Bordi lateranteriori e fronte spino- si. Antenne esterne assai lunghe, distanti dall origine dei peduncoli oculari, ed inse- rite presso il bordo anteriore del cefaloto- race. Chele grosse ed ineguali ; gli altri pie- di mediocremente forti e compressi. Gen. ERIEPHIA. SOTTOFAM. PORTUNINA. Piedi posteriori più allargati dei precedenti, e termi- nanti in un articolo lanceolato e ciliato sui bordi, e per conseguenza notatorii. Cefalotorace più largo che lungo. Bordi lateranteriori dentati, e formanti col bor- do laterorbitale una curva semicircolare. Bordi lateroposteriori lunghi e mediocre- mente obbliqui. Fronte avanzata. Una fes- sura tanto al bordo orbitale superiore, quanto all’inferiore. Antenne esterne in- serite nell’ apertura orbitale. Tarsi dei due piedi posteriori lamellari, ed un poco lanceolati ; quelli invece dei piedi precedenti sono stiliformi DRAPER ADESI (ASIEGEH GARCINUS. Cefalotorace più stretto, e più regolar- mente convesso degli altri portunini. Fron- te dentata. Bordi lateranteriori più curvi, ed armati di denti piegati all indietro. An- tenne esterne inserite fra il bordo orbitale inferiore e la fossetta antennaria. Piedi an- — 34 — teriori mediocri ed ineguali; tarsi dei tre seguenti paja un poco appianati, ma piut- tosto stiliformi che lamellosi; piedi dell ul- timo pajo completamente notatorii. Gen. PLAtYoNIcHtS. Cefalotorace simile nella forma a quello del Carcinus, più largo che lungo, arcuato all'innanzi a semicerchio, ristretto e tron- cato posteriomente. Fronte molto avanzata. Bordi lateranteriori armati di quattro o cinque grossi denti. Penducolo oculare cor- to. Articolo basilare delle antenne esterne saldato alla fronte. Piedi del primo pajo ineguali; braccia sovente inermi; carpo provveduto di un prolungamento spinifero. Tarsi del secondo, terzo e quarto pajo di piedi stiliformi. Quello del quinto, lamello- so, ovale e ciliato ai bordi . . . Gen. Portunus. Cefalotorace a grande estensione tra- sversale più del doppio della longitudinale. I bordi lateranteriori, riuniti al bordo fronta- le, formano con esso un segmento di circolo molto aperto, armato di nove denti alla sua periferia, dei quali l’ultimo è molto grande. L'articolo basilare dell’ antenne esterno è saldato all'angolo esterno della fronte. 1 piedi del primo pajo sono molto grandi, e sempre spinosi, e le dita sono allungate ed un poco curve. I piedi dei tre paja se- guenti hanno l'ultimo articolo stiliforme, e quelli del quinto costituiscono, per | allun- gamento dei due ultimi articoli, una specie diremo pelente abit tx Lo: Gen. Lupa. Famiglia Il. Cyclometopa. SOTTOFAM. CANCERINA. Gen. XantHo, Leach. 22. Xantho fioridus, Leack. Cancer poressa, Olivî, Zool. adr. tav. 2, f. 3. — Risso, Gr. Nice. — Xantho floridus, Leach, Malac. t. XI. — Des- marest, Consid. — M. Edwards, H. nat. Cr. — Heller, Cr. sidl., Eur. — Nardo, Annot. illust. Volg. venez. Poressa selvadega. Cefalotorace largo, e fortemente scolpito in tutta la sua metà anteriore. Bordi lateranteriori curvati all in- dietro ed armati, ciascuno, di quattro grossi tubercoli dentiformi. Fronte diritta con una fessura nel mezzo, che la divide in due lobi. Piedi anteriori assai grossi colle che- le rotondate e fornite di denti; ma non mai incavate a cucchiajo. I seguenti sono corti, e guerniti di peli sul terzo articolo. Colore bruno rossastro, chele nere. — Lung. mill. 30-50. — (M. C. 1840). Abita fra le fenditure delle roccie del litorale, e dei suoi seni, alla profondità di met. 60-80. La femmina fa delle uova brunastre in luglio. Non è raro, e si fa vedere in primavera ed in estate. Si trova presso Trieste, Pirano, Quarnero, Lesina e Curzola. Nota. Il Cancer poressa, Olivi, non ha alcuna rassomiglianza col Xantho floridus, Leach, come male credono il Risso, Cr. d. Nice, il Desmar. Consid., ed alcuni altri autori, per cui non si può riguardare nè come un suo sinonimo, e neppure come una varietà. Esso in vece si approssima moltissimo al Xantho rivulosus, o Cancer rivulosus, Rissi, con cui ha comuni varii caratteri, e per- 6 Yo TENTA a ciò si deve riguardare, od un sinonimo. di quest ultimo, od una sua varietà molto affine. Vedi quanto dice il Nardo nelle sue Amnota- zioni illustranti, ecc. p. 78, 79, 80. 25. Xantho rivulosus, Risso. " Cancer hydrophilus, Merb. — X. rivulosus, Risso, H. nat. Eur. merd. Cr. — Savigny, Descrip. Egyp. Cr. pl. 5, f. 8. — Roux, Cr. Med. pl. 35. — M. Edwards, H. nat. Gr. — Heller, Cr. sidl. Eur. Specie affine alla precedente, da cui però si distingue in ciò, che le chele sono scannellate al di sopra ed all’in- fuori; le scolpiture del cefalotorace sono meno elevate, e la fronte è più saliente. I piedi degli ultimi quattro paja sono guerniti di peli in tutta la loro lunghezza. Il colore del corpo è giallastro, macchiato di rosso, e le chele sono brune. — Lungh. mill. 27-54. — (M. C. 1840). Vive fra i ciottoli e fra le pietre, lungo le rive delle valli e dei porti. È più frequente della precedente specie, facendosi vedere tutto l'anno. La femmina porta le uova di un verde scuro in ogni stagione. Si trova a varie pro- fondità (met. 4) quasi in tutti i punti della costa orienta- le dell'Adriatico. >4, Xanthko tuberculiatws, Bell. Bell. Brit. Cr. — Heller, Cr. sùdl. Eur. taf. 2, f. 5, 7. Ha il cefalotorace leggermente convesso sul davanti, la fronte inclinata all’ ingiù, ed il campo piano è meno seol- pito che nel X. /loridus. L'antibraccio ed il carpo della mano sono tubercolati e rugosi ; ambedue le dita sono qua- si nere, ed il solo pollice ha tre lunghe solcature. La terza articolazione del secondo pajo di piedi è minutamente den- Po) pl tellata sull'orlo superiore, e la stessa articolazione dell’ ul- timo pajo è coperta interamente di peli. Il colore del cor- po è di un rossiccio bruno. — Lungh. mill. 20. Ha le stesse abitudini del X. floridus. Fu trovato a Pi- rano dal P. Titius, e qualche tempo dopo a Lesina dall’Hel- ler. Anche il Nardo ne possiede un bell’ esemplare, da lui preso sul litorale istriano. Gen. PLarycaRcIiNus, M. Edw. ko. Plaiycarcinus pagurus, M. Edw. Cancer pagurus, Linn., Leach, Malac. t. X. — Heller, Gr. sidl. Eur. — €. fimbriatus, Olivi, Zool. adr. tav. 1. — Platycarcinus pagurus, M, Edwards, H. nat. Cr. — Nar- do, Prosp. Fauna maritt. Volg. venez. Granciporon. Il cefalotorace è una volta e mezza più largo che lun- go, di figura ovoide finamente granulato, e guernito di no- ve pieghe a festoni su ciascun bordo lateranteriore. La fronte, poco saliente, è provveduta di cinque denti rotondi. I piedi ‘anteriori sono forti, liscii e senza spine, aventi le dita delle chele nere, ed armate di denti rotondati. I pie- di dei quattro ultimi paja sono irregolarmente angolosi, e rivestiti di peli corti e rigidi, disposti a fascetti. Il colore è rossobruno al di sopra, e biancastro al di sotto. — Lungh. cent. 10-46. — (M. C. 1855). Nell’Adriatico questa specie è particolare alle coste del Veneto. Generalmente ama di starsene fra le roccie. Nella laguna, ed all'imboccatura dei porti, si trova nelle mag- giori profondità, cioè di met. 15-20. È molto raro, e non si prende che accidentalmente. Si mangia, ed è saporitis- simo nella stagione autunnale. Fra i crostacei brachiuri a N e adriatici, si riguarda come la maggiore delle specie, poten- do giungere a grandi dimensioni, com’ è quello donato dal chiar. dott. Nardo al Museo del R. Istituto Veneto di scien- ze, il quale ha il cefalotorace lungo cent. 20, largo cent. 29, e ciascuna delle chele lunga cent. 44. Gen. PiLumnus, Leach. Be. Pilummnus Inirtellus, Leach. Cancer hirtellus, Linn. ; Olivi, Zool. adr. — Pilumnus hir- tellus, Leach, Malac. tab. 12.— Desmarest, Consid. pl. 14, f. 1. — M. Edwards, H. nat. Cr. — Nardo, Sin. mod. Cr. Chiereghini. — Heller, Cr. sidl. Eur. Volg. venez. Granciporetto. Il cefalotorace è liscio, e la fronte leggermente dentel- lata, e divisa da una fessura mediana. I due bordi later- anteriori sono armati ciascuno di quattro o cinque denti crescenti. I piedi anteriori sono forti, nonchè rigonfii ed ineguali; le mani ed i carpi sono tubercolosi al di sopra ed al di fuori. Vi si osserva un poco di lanugine sulle re- gioni epatiche, e qualche pelo sugli ultimi piedi. H colore è di un bruno rossastro, misto al giallo; le chele sono bru- ne. — Lung. mill. 23. — (M. C. 1840). Vive ordinariamente nascosto alla profondità di me- tri 40-60, nei crepaccei delle pietre sottomarine, e nelle cavità delle spugne e degli alcioni. È comune, e si pesca tutto l'anno nella rada di Trieste, lungo Vl Istria, nel Quar- nero e sulle coste della Dalmazia. La femmina fa le uova gialle in luglio. L’indole di questo crostaceo è tranquilla, e, pel suo vivere intanato, sembra anche molto pauroso. SARA: o Dica 23. Pilumnus aecstuarii, Nardo. Nardo, Sin. mod. Gr. Chiereghini. — Prosp. Fau. mariti. — Annot. illustr. tav. 1, f. 6. Volg. venez. Granciporeto de pali. Il cefalotorace è liscio, con le regioni abbastanza mar- cate. Confrontato con la specie precedente, risulta più ra- ramente coperto di peli ineguali e più corti, di colore bion- do e meno giallastro. Il margine frontale è fornito di otto a quattordici piccole spine. I margini orbitali sono armati . inferiormente di spine, e di dentelli nella parte superiore, la quale mostra una piccola fessura. Imargini laterante- riori sono armati di cinque spine acute, delle quali la terza e la quarta qualche volta bifide. I piedi anteriori sono forti ed ineguali, aventi le mani ed i carpi liscii, e nudi quasi sempre, od appena tubercolosi. I piedi posteriori sono for- niti, specialmente ai margini, di peli eguali a quelli del corpo. Il colore è di un rosso vinato scuro, sovente mac- chiato di giallo e biancastro. — Lungh. mill. 27, largh. mill. 44. Abita nella laguna di Venezia, sulle palafitte disposte lungo i margini dei canali. È frequente, e si fa vedere tutto l’anno. Non si mangia, ma può servire di esca. — Questa descrizione è un sunto di quella del dott. Nardo, inserita nella sua Memoria Annot. illust. ece.; perciò chi bramasse maggiori notizie in tale proposito, sarà bene che vegga la medesima a p. 81-84. Alcuni intelligenti asseriscono, che questa specie vive anche in mare. un LA Gen. Pirimeca, Leach. 38, Pirimela denticulata, Leach. Cancer denticulatus, Montagu. — Pirimela denticulata, Leach, Malac, tab. III. — Desmarest, Consid. pl. 9, f, 4, M. Edwards, H. nat. Cr., Atl. regn. an. Cr. pl. 142, £.4. — Heller, Cr. sùdl. Eur. Ha il cefalotorace liscio, e sparso di gibbosità sulle regioni stomacale, genitale e branchiale, ed all'incontro lo ha concavo sulle regioni epatiche. I bordi lateranteriori sono sottili, e muniti ciascuno di cinque denti. La fronte ha invece tre denti, di cui il medio supera gli altri. Le ma- ni sono fornite di una piccola cresta al di sopra, e di una o due linee carenate sulla faccia esterna. Il colore è ver- dastro. — Lungh. mill. 14. — (M. GC. 1840). Si trova sopra fondi arenosi a met. 20 di profondità presso Trieste, Spalato, Lesina e Lissa. È specie rara. Gen. EripHIA, Latr. 29, Eviphia spinifroens, Savigny. Cancer spinifrons, Herbes, tab. XI, f. 65. — Fabr. Suppl. — Eriphia spimifrons, Savigny, Descrip. Egyp. Gr. pl. 4, f. 7. — Desmarest, Consid. pl. 14, f. 4. — M. Edwards, H. nat. Cr., Atl. regn. an. Gr. pl. 14, f. d.a. — Nardo, Sin. mod. Cr. Chiereghini. — Prosp. Fau. mar. — Hel- ler, Cr. sùdl. Eur. Volg. venez. Granciporo il masc., Poressa e Grancipores- sa la femm, Il cefalotorace è liscio colle regioni poco distinte, e e e guernito alla parte anteriore di qualche piccola linea tras- versale dentellata. I bordi orbitali sono spinosi. La fronte è divisa in quattro lobi irti di spine. I bordi lateranteriori sono armati ciascuno di cinque o sei denti, di cui gli an- teriori sono seghettati ai loro lati. Le mani sono coperte al di sopra e al di fuori di grossi tubercoli, e le chele hanno una dentellatura tagliente. Il colore è verdastro, o di un rosso vinoso carico.— Lungh. mill. 50-90.— (M. GC. 4840). Abita ordinariamente entro le fessure dei dirupi mari- ni, o fra quelle degli argini delle rive nei porti. È frequente in autunno. Si mangia, ed ha buon sapore. Si trova nella laguna e sul litorale veneto; e così pure presso Rimini, Trieste, Pirano, Zara, Spalato, Lissa, Lesina, ecc. La pro- fondità in cui si riscontra è di met. 4-20. Morde fortemen- te colle sue chele. La femmina porta le uova in marzo. 0. Eriphia iongicrura, Nardo. Nardo, Annot. illustr. p. 86, tav. 2, f. 1. « La nota caratteristica, per cui distinguesi a prima » giunta, è la lunghezza delle coscie, che supera in pro- » porzione quella, che ordinariamente osservasi in altre » specie di crostacei della tribù dei Cancerini. La distanza » dall’ un’all’ altra orbita è minore in questa specie, che » nella precedente. L'orlo frontale ha quattro lobi spor- » genti, i cui due medii sono più lunghi ed appuntiti. Ne- » gli orli lateranteriori dello scudo (cefalotorace) spor- » gono quattro punte per ciascuno di essi, dirette verso la » fronte, la prima delle quali è maggiore. La parte anterio- » re dello scudo è alquanto elevata nella linea, che percor- » re dall’un’all’altra delle due spine maggiori, e si fa de- » clive verso l’orlo frontale ; in tale spazio vedonsi segnate » come due gradinate ad orli granulosi, ed a piecole pun- — 42 — » fe. Le mani ed i piedi sono sprovvedute di punte e di » tubercoli, e la loro superficie è, come quella di tutto il » corpo, lievemente granulosa, sparsa di villosità; sicchè » sembra zigrinata. Il colore nell’'esemplare disseccato è » cinereo biancastro (Nardo) ». — Lungh. mill. 43. Nota. Dietro invito dell’ora decesso comm. dott. G. Namias, se- gretario del R. Istituto veneto e del cav. E. F. Trois, conservatore dell’ annesso Museo di Storia naturale, dovetti occuparmi nel 1868 dell’ ordinamento dei crostacei, che facevano parte della collezione del def. Vidovich di Sebenico, acquistata dall Istituto medesimo; ed in quella circostanza ebbi a ritrovare fra essi l’unico esemplare, in parte guasto, dell’ Eriphia in discorso. Lo esaminai, e non tro- vando che coincidesse con alcuna delle specie descritte da M. Ed- wards nella sua H. nat. d. Crust., la supposi una specie nuova, e come tale la indicai al valentissimo naturalista dott. Nardo; il quale, dopo accurato studio, convenne meco, e quindi la descrisse, e la figurò con ogni esattezza, pubblicandola col nome di Eriphia longicrura nella più volte citata sua memoria: Anmnot. illust. p. 86. In quanto alla patria di questo crostaceo nulla potrei dire di certo, meno poi asserire, ch’ esso sia di provenienza adriatica. SOTTOFAM. PORTUNINA. Gen, Carcinus, Leach. BI, Carcinus maenas, Leach. Cancer maenas, Olivi, Zool. adr. — (Carcinus maenas, Leach, Malac. tab. 5, f. 1-4. — M. Edwards, H. nat. Cr. — Nardo, Sin. mod. Cr. Chiereghini; Annot. illu- str. — Heller, Gr. sùdl. Eur. Volg. venez. Granzo il masch., Masanetta la femm. Il cefalotorace ha le regioni bene distinte, e nella sua parte anteriore leggermente granuloso. La fronte termina con tre lobi rotondi. T cinque denti lateranteriori sono I ta molto larghi ed appianati. Avvi una forte spina sul bordo interno del carpo. Le mani presentano al di sopra un bor- do longitudinale. Le chele sono finamente dentellate. 1 tarsi dei tre seguenti paja di piedi sono stiliformi, quelli degli ultimi due sono lanceolati. Il colore è verdastro. — Lungh. mill. 24-30. — (M. G. 1840). Questo crostaceo è comune in tutto l'Adriatico, e par- ticolarmente sulle coste del Veneto, dell'Istria, del Quarne- ro e della Dalmazia, ove generalmente vive a poca profon- dità. Quando il mare è basso, lo si trova nascosto sotto le pietre, oppure sepolto nel fango o nella sabbia. Corre sul lido con molta rapidità, e può vivere fuori del mare per lungo tempo. Quello ch'è particolare alla laguna veneta, e che il Chiereghin credette una varietà, ma che, secondo il Nardo, non è diverso dell'altro, abbonda moltissimo in primavera, in estate, ed in autunno. All’avvicinarsi del verno, esso si trasferisce verso il mare, e si sofferma al- l’imboccatura dei porti e lungo le loro coste. Quivi depo- ne le uova, e poscia in febbraio e marzo rientra in laguna coi proprii parti. La grande quantità, che se ne prende ogni anno, somministra ai basso popolo un abbondante mantenimento. La femmina prima di gettare le uova è ri- guardata dal popolo per un ottimo cibo. Quando questi granchi in primavera sono allo stato di mollecca, cioè quando hanno perduta la vecchia crosta, e sono rivestiti di una nuova, ch’ è ancora molle, allora sono ricercatissi- mi, anche per le mense distinte. Per averli quindi in tale stato riuniti ed in grande quantità, i pescatori, nei momenti che precedono la loro muta, li raccolgono, e, ripostili in cernieri tessuti di vinchi, li collocano a mezza acqua nei canali ; ed in questa nuova situazione essi compiono l’uffi- cio del loro svestimento. In autunno le femmine di questi granchi sono prese e poste in commercio sotto il nome di masanette, venendo mangiate dal basso popolo le loro uo- 5 {b!s< 511559 1 .ii SF%Gen* CALLTANASSAS Cefalotorace terminante in un rostro triangolare, abbastanza largo per ricoprire gli occhi. A ciascuno dei lati della sua base evvi un dente, che si prolunga all indietro in una cresta formante i bordi laterali della regione stomacale. Antenne interne assai corte, coi filetti terminali molto lunghi. An- tenne esterne assai sottili, e non presentanti alcun vestigio di squame mobili. Piedi an- teriori stretti, e terminanti con una mano allungata, ed imperfettamente subchelifor- me ; il dito mobile è molto grande, e nel ri- piegarsi in giù, si applica all angolo infe- — 105 — riore della mano, che fa le veci del dito immobile. Tutti i piedi seguenti sono com- pressi e monodattili. In fine l'addome è lun- go, e termina con una notatoja; le di cui quattro lame laterali sono fogliacee e mol- to:larsheku vanga gatienona geo lt Gen. Cefalotorace alquanto gracile, colle re- gioni branchiali convesse, e separate da uno spazio mediano, lungo e stretto, interposto longitudinalmente fra esse. Regioni gastrica e cardiaca divise da un solco cervicale. La prima si estende in un rostro frontale piat- to, triangolare, dentellato ai lati, ed avente una stria longitudinale nel mezzo. Occhi provveduti di un peduncolo corto e com- presso, quasi interamente nascosti sotto il rostro. Antenne interne inserite al di sotto del medesimo, ed aventi i filetti terminali corti. Antenne esterne grandi; il loro pe- duncolo è più largo di quello delle interne, e manca delle appendici lamellose ; i filetti terminali sono pari in circa alla lunghezza del corpo. Piedi del primo pajo completa- mente cheliformi, e molto più lunghi e più robusti degli altri. Mani compresse lateral- mente, rotondate al di sopra, ed al di sotto più acute sul margine. Dita quasi doppia- mente più lunghe della mano, sottili, diritte, taglienti in punta, ed un poco incurvate a “vicenda. Il secondo pajo è alquanto più cor- to del terzo, e subcheliforme alla sua estre- mità, come lo è pure l’ultimo pajo. Addo- me lungo, più stretto alla base, che alla sua metà. Lama mediana della notatoja codale, GEBRIA. — oblungo quadrangolare ; le laterali sono lar- ghe e.cigliate sui margini . |. ©“ Gen. Carziazio. Famiglia II Thallassinidae. SOTTOFAM. CRYPTOBRANCHIDINA Gen. CarLianassa, Leach. 81, Callianassa subterranea, Leach. Cancer subterraneus, Montagu. — C. candidus, Olivi, Zool. adr. tab. 3, f. 8. — Callianassa subterranea, Leach, Ma- lac. Brit. t. XXII. — Costa, Fn. Nap. — M. Edw. H. nat. Gr.; Atl. reg. an. pl. 48, 3. — Nardo, Prosp. Fn. mar. p. 46. — Heller, Gr. sùdl. Eur. Volg. venez. Corbula selvadrga. Ha il dito mobile della più grande chela grosso, ottuso, ed appena dentato inferiormente. Il carpo e la mano sono liscii, ed uniti fra loro con un bordo diritto in modo di ap- parire, che tutti e due formano la stessa mano. La lama media della notatoja codale è assai larga, ma molto più corta delle lame laterali. Il suo colore è bianco, traente un poco al turchino o sul roseo, con una macchia assai intensa sulla porzione del corpo corrispondente alla regio- ne gastrico epatica. L’integumento è assai molle. — Lun- gh. mill. 50. Secondo scrivono gli autori, questa specie si trova per lo più infossata nella sabbia, a qualche distanza dalle spiag- ge. Nella laguna veneta vive sopra fondi argillosi, e qui pure nascosta quasi sempre in buche di due o tre piedi di profondità. Viene presa, sebbene di raro, particolarmente in estate di buon mattino, smuovendo il fango, ove sta pro- fondata assieme alla Gebia. Fu trovata anche a Capocesto. Bee - sè. Callianassa laticauda. , Ollo. Otto, Nova icta Academiae Leopol. Carol., t. XIV, tab. 21, f,5. Questa specie diferisce dalla precedente per i seguenti caratteri: 1. I filetti delle antenne interne sono più corti del peduncolo. 2. L’apofisi inferiore dell'articolo brachiale del più grande piede anteriore, è acuta, ed al margine inferio- re fortemente dentata; l articolo dell'antibraccio è molto più lungo, ed anche alquanto più largo della mano, e le di- ta delle chele sono poco dentate. 3. La lama mediana della notatoja codale è molto larga, e sul di dietro rotondata ; le interne lame laterali sono ovali e più corte dell'esterne. Del resto ha molta analogia colla precedente specie. Si tro- va nell'Adriatico, ma molto raramente. — Lungh. mill. 65. Nota. Questa specie, secondo M. Edwards, non diferisce dall’ante- riore, nè sembra dover separarsi, che a causa dell’ inesatta descri- zione, che ne fece Leach, dei piedi mascellari esterni della sua (C. subterranea. Con tutto ciò il pr. Heller attenendosi ai caratteri, che di esse offre il sig. Otto nella descrizione da lui inserita nella so- praccennata: Nova acta ecc., la riguarda per una specie distinta. Gen. Gersia, Rzsso. 83. Gebia litoralis, isso. Thalassina litoralis, Risso, Cr. Nice, tab. 2, f. 2. — (Ge- bia litoralis, Risso, H. nat. Eur. merid, — Desmarest, Consid, Cr. — M. Edw. H. nat. Cr. — G. lacustris, Co- sta, Fn. Nap. tab. 1, f. 1. — (G. venetiarum, Nardo. Prop. Fn. mar. p. 16, ed Annot. illust. p. 98. — Hel- ler, Gr. sùdl. Eur. Volg. venez. Corbula. La regione stomacale ed il rostro sono granulosi e co- perti di peli. Si osserva un dente acuto a ciascun lato del — 108 — rostro, ed un solco al di sopra del bordo laterale della re- gione stomacale. Egualmente si osserva un altro solco pie- colo mediano presso l estremità del rostro, ch’ è intagliato nel suo mezzo. I piedi anteriori sono molto villosi, le mani grosse, rigonfie, due volte più lunghe che larghe, e guer- nite al di sopra di una o due piccole creste, più o meno dentellate. Altre due creste longitudinali si scorgono su ciascuno dei pezzi laterali della notatoja codale, la eui la- ma mediana è larga e pressochè biloba. Il colore è di un verdemare, o di un cenerognolo chiaro, seminato di pic- cole maechiette scure; quelle della coda sono più grandi e disposte con maggiore regolarità. — Lungh. mill. 50-80. (M. GC. 1842). Le abitudini di questa specie sono molto simili a quelle della precedente. Vive ricoverata, com’ essa, in buche di due o tre piedi di profondità, scavate nell’argilla o nel fan- go, dalle quali non esce che all’ albeggiare per prendere il cibo. Trovasi però in abbondanza fuori della sua tana, quando, in conseguenza di burrasche, viene sommosso il fondo in cui si trova. Non viene usata per cibo, sebbene non manchi di buon sapore ; giova però come esca ai pescato- ri. La femmina è piena di uova verdastre in estate. Appa- risce tutto l anno. Si nutre di molluschi, e particolarmente di modiole e di veneri, ch’ essa apre con molta destrezza. Vive nelle sue branchie un piccolo crostaceo parassita del- Y ordine degli Isopodi, detto Gyge branchialis. In generale è di mediocre frequenza nell'Adriatico, e si trova princi- palmente a Trieste, Servola, Zara, Spalato, Lesina, ed in particolarità nella laguna di Venezia, ove abbonda. Nora. Il chiariss. Nardo accenna nella sua Sinonimia moder- na, e nella Mem. Annot. illustr. ad una specie da lui chiamata Bigea typica, e ch’ esso ha forinata dal Cancer Sceyllinus, var. del Chiereghini. Egli propriamente, come dice, non ha veduto in natura questa specie, e ciò che ci riferisce, lo ha tratto dalla de- pr ZIA ONE, serizione, e dalla figura offertagli dal Chiereghini stesso nel suo manoscritto. Dopo di aver esposto l’ analogo suo giudizio, ed i dub- bii insortigli sull’ entità di questa specie, conclude ch essa aveva bisogno di essere meglio studiata, e forse non meriterebbe di venire distinta dalla Gebia. Egli è perciò ch’ io ometto di anno- verarla tra le specie del presente catalogo. (Vedi: Mem. Annot. ilustr. p. 101.) Gen. Caviaxis, Heller. $4. Calliaxis adriatica, /ller. Cancer nocturnus, Chiereghini, sp. 33, . 48, e Jaxea nocturna, Nardo; Sin. mod, Cr. p. 4; Prosp. Fn. mar. p. 18; Annot. illust. p. 102, 103. Vole. venez. Granzo de notte. Il rostro di questa specie giunge quasi sino al finire del secondo articolo del peduncolo delle antenne interne. Queste, e le due esterne pure sono quasi interamente nude. Le due prime paja di piedi sono, lungo il loro margine infe- riore, fornite di peli brunetti, piuttosto folti; gli altri piedi all'incontro sono affatto nudi, ad eccezione di alcuni pochi peli, che si osservano in fine del tarso. La lunghezza delle chele dei piedi anteriori è pari circa alla metà di quella dell'intero corpo; il carpo in vece non è che un terzo cir- ca della lunghezza delle chele. Le dita di queste sono ar- mate pressochè in tutta la loro lunghezza di finissimi denti a foggia di sega, fra i quali si osservano anche alcuni denti maggiori. L'addome è lungo ed allargato alla sua metà. Gli angoli laterali degli anelli diretti all’ in giù sono ottu- samente triangolari. La lama mediana della notatoja coda- le è oblungo quadrangolare, quasi egualmente larga avanti e addietro, e fornita nella parte superiore di un solco me- diano longitudinale. Le lame laterali sono larghe e cigliate al margine. Di queste, le due esterne hanno un intaglio tras- — 110 — versale e due regoletti longitudinali elevati, le due inter- ne ne hanno un solo. Il corpo è interamente liscio, di colore bianco tendente al roseo. La lunghezza del cefa- lotorace è di mill. 17, e quella dell'addome di mill. 27, sicchè la totale lunghezza !del corpo è di mill. 44 e talvol- ta anche di 60. Le abitudini di questa specie sono molto analoghe a quelle delle due precedenti, sia per l’abitare in fossule sca- vati nei fondi fangosi, sia per il suo vagare notturno. Com- parisce raramente in ottobre ed in novembre. Si trova a Venezia, a Trieste ed a Zara. Nota. All’ asserzione che il pr. Heller fa di questa specie (Die Crust. des sidl. Eur.) cioè che fu osservata nell’ Adriatico soltan- to a Trieste ed a Zara, è da aggiungersi, ch’essa vive anche nella laguna di Venezia, ove è bene conosciuta dai naturalisti del luogo e dai pescatori, chiamandola quest’ ultimi Granzo di notte. Il pri- mo a constatare la sua novità fu il ben noto ab. S. Chiereghini, il quale le impose il nome di Cancer nocturnus, e con questo la descrisse, e la figurò nella sua opera dei Crostacei, dei Testacei e dei Pesci ecc., il cui manoscritto si conserva inedito da circa ses- santa anni presso la biblioteca di questo R. Liceo Marco Foscarini a comodo degli studiosi. Perchè poi si conosca l’ entità in cui con- siste questa specie, ho stimato bene di qui indicare le frasi con cuì il suo scopritore ebbe a definirla. lancer nocturnrs, Chier., Macrourus, thorace, atque corpore toto laevi, albido rosaceo, oculis minutis lateralibus ad basem rostri; brachiis oblogantis crassescentibus; chelarum di- gitis longissimis. Alcuni anni dopo, cioè nel 1847, dovendo il chiariss. Nardo per incarico superiore applicare la sinonimia moderna alle specie del- l’indicata opera, egli conobbe la necessità di costituire con questa specie un nuovo genere, cui egli intitolò Jaxea, e chiamò quindi la specie Jarea nocturna. Peri maggiori dettagli vedi Anmot. illust. p. 102. — 141 — Famiglia III. Astacidae. Di questa famiglia esistono nell'Adriatico i seguenti tre generi. Rostro depresso, assai largo alla base e triangolare. Appendice, che guernisce il pe- duncolo delle antenne esterne, lamellosa, ed abbastanza grande da ricoprire la maggior parte dei due ultimi articoli peduncolari si- tuati al di sotto. Quinto anello del torace in luogo di essere saldato ai precedenti, è in- vece articolato. Carpo della mano corto, ri- gonfio, e non formante angolo col braccio. Lama mediana della notatoja codale roton- da alla sua estremità, e portante a ciascun lato un dente. Branchie costituite da tanti cilindretti, così lunghi e sottili, da rassomi- gliare a pennacchi. . . . . . Gen. Astacus. Rostro sottile, e provveduto a ciascun lato di tre o quattro spine. Appendice la- mellosa delle antenne esterne piccola, e ras- somigliante a denti mobili, la quale non ri- copre che imperfettamente il penultimo ar- ticolo peduncolare di quest'organo. Occhi globulosi. Mani estremamente grandi, com- presse, ed ovoidi, carpo allungato, ed un poco piegato all'infuori. Ultimo anello del torace saldato intimamente col precedente. Lama mediana della notatoja codale ap- pena rotondata all estremità ; le sue due spine laterali occupano gli angoli posteriori. Branchie somiglianti a tanti pennelli; se ne contano più di venti per parte . . Gen. Howarts. — 142 — Corpo molto più allungato che nell’ Asti- ce. Rostro sottile, abbastanza lungo ed ar- mato di denti laterali, come nell Omaro. Occhi grossi e reniformi. Appendici lamel- lose delle antenne esterne larghe, ed abba- stanza lunghe da poter sorpassare il pedun- colo situato al di sotto. Piedi del primo pajo con una mano molto lunga e prismatica; quelli delle due paja seguenti hanno le ma- ni compresse. Branchie disposte come nel genere Omaro 0) Sil vu 2 (..01Gen! Nepnrons® Famiglia Ill. Astacidae. Gen. Astacus, Fabr. 85, Astacus fluviatilis, Fabr. Cancer fluviatilis, Rondelet. — Astacus fluviatilis, Aldro- vandi. — Fabric. Suppl. — Bosc, H. nat. Gr. — La- treille, H. nat. Cr. — Risso, H. nat. Gr. Eur. merid. — Costa, Fn. Nap. Gr. — Guerin, Icon. Cr. — M. Edwards, H. nat. Cr.; Atl. reg. an. Cuv. Cr. pl. 49, f. 2. — Hel- ler, Gr. sùdl. Eur. Volg. venez. Gambaro de acqua dolce. Il suo rostro, ch'è pari in lunghezza al peduncolo delle antenne esterne, è armato di un dente per parte più o meno forte, situato verso il suo terzo anteriore, nonchè guernito di una leggera costa mediana elevata. Vi è in oltre un altro dente a ciascun lato della regione stomacale, presso la base del rostro, ed una spina alla parte anteriore di ciascuna regione branchiale. Il cefalotorace è finamente granellato. I piedi anteriori sono rigonfii e coperti interamente di pic- — 113 — coli tubercoli. Il bordo interno del carpo è semplicemente dentellato. I bordi laterali dei segmenti dell'addome termi- na in punta. Il colore è di un bruno più 0 meno scuro. — Lungh. cent. 8-15. — (M. G. 1844). I gamberi di acqua dolce trovansi in moltissimi fiumi dell’ Europa; ed in quanto ai fiumi che si versano nell’ A- driatico, essi vivono in quelli del Sile, del Tagliamento, del Po, della Piave, della Kerka, della Cettina, della Zerma- gna ecc. Stanno ordinariamente nascosti sotto le pietre e nelle cavità degli argini, e non escono che per cercare | a- limento. Sono molto voraci, per cui si cibano a preferenza di molluschi, di pesci, di larve d’insetti, e di materie ani- mali corrotte. La loro esistenza si prolunga fino a venti e più anni, aumentando in proporzione all'età, la rispettiva taglia. Ciascun anno alla fine della primavera essi fanno la muta, e poco tempo dopo segue il loro accoppiamento. Due mesi appresso, cioè in estate, le femmine fanno le uova, che sono numerosissime, e di un colore rossobruno. Compa- riscono quasi tutto l’anno. La loro carne è ricercatissima, perchè molto saporita e di facile digestione; però è da no- tare che quei gamberi, che dimorano nelle acque pure e correnti, sono migliori di quelli che vivono nelle acque torbide e stagnanti. In fine si prendono colle reti, 0 con certi fascetti di spine, adescandoli con carne putrefatta. $6. Astacus saxatilis, Koch. Grube, ein Ausflug. — Astacus tristis, Koch. — A. torren- tium, Schrank. — A. fluviatilis, Bell. Questa specie ha molta analogia coll antecedente, da cui però si distingue ai seguenti caratteri. Ha le appendici lamellose dell’ antenne esterne più larghe e meno appunti- te. Il rostro, ch’ è pure più largo, si ristringe gradatamen- -— 144 — te dalla sua base verso l'estremità, presso della quale sono situati i suoi denti laterali. Il cefalotorace è fornito total mente di piccole gibbosità. Le regioni branchiali sono ar- mate di tre pungoli grandi ed aguzzi. I piedi anteriori sono un poco depressi; le dita delle loro mani sono formate co- me nell'Astacus /luviatilis, ed il loro margine interno è guernito di piccoli denti. La lama caudale media è assai più lunga che larga. Il colore del corpo è di un bruno gial- lo più chiaro. — Lungh. cent. 6-8. Qualche esemplare fu trovato presso Trieste, fuori del- l'isola di Veglia, ed in Dalmazia. Il pr. Grube fu il primo ad osservare questa specie nel lago di Vranna sull’isola di Cher- so. È molto raro. Gen. Homarus, M. Edwards. 87. Homarus vulgaris, M. Ldw. Cancer gammarus, Linn. — Astacus marinus, Fabr. — Pennant, Brit. Zool. t. IV, tab. 10, f. 21. — Latreille, H. nat. Cr. Desmarest, Consid. Cr. pl. 41, f. 4. — Ris- so, H. nat. Eur. merid. — Homarus vulgaris, M. Edw. H. nat. Cr. — Heller, Cr. sùdl. Fur. Volg. venez. Astese. Il suo rostro sorpassa il peduncolo delle antenne ester- ne, è ricurvato alla sua estremità, e porta a ciascuno dei due lati quattro o cinque grossi denti conici, molto vicini fra loro. Sopra la sua faccia inferiore non se ne osserva alcuno. Vi è inoltre una forte spina sopra ciascuna delle due estremità della sua base. Le mani sono grandi, di for- ma ovoide, assai depresse al di fuori, e leggermente rigon- fiate lungo il loro bordo interno. Quattro o cinque denti conici e mozzati si osservano sopra il loro bordo superio- MESI, e re, ed all'incontro nessuno se ne presenta sopra |’ estremi- tà posteriore del bordo esterno. Le dita sono assai depres- se ed allungate ai due lati; quelle della mano più grossa portano dei denti forti ed ottusi, quelle in vece della mino- re, ne hanno dei piccoli e numerosi. Il carpo è guernito al di sopra di cinque tubercoli, ed al di sotto di un sesto. Il colore del cefalotorace e dell'addome è di un rosso bru- no, tendente al nerognolo ; il fondo di tutte le altre parti è di un bianco rossiccio, sparso di macchie rosso nere. — Lungh. cent. 26-63. — (M. C. 1840). È il più grande, ed il più ricercato per isquisitezza fra tutti i crostacei dell'Adriatico, potendo giungere ad oltre un piede e mezzo di lunghezza, ed al peso di sei o sette chilo- grammi. Però non lo si piglia che di rado, perchè esso vi- ve per ordinario nascosto durante il giorno fra le cavità delle rupì sotto marine, ed esce soltanto di notte per pro- cacciarsi il suo alimento. Il tempo più favorevole a poter farne una buona preda, è quello dopo qualche grande bur- rasca, la quale agitando il mare fino dal suo fondo, obbli- ga il crostaceo in discorso ad abbandonare il suo nascondi- glio, e così incappare nelle reti, che a tale scopo sono state tese. La femmina è molto prolifera, e depone le uova alla metà dell’ estate. Si trova presso Trieste, Pirano, Quarne- ro, Zara, Lissa, Lesina ecc. alla profondità di met. 20-60; ma in alto mare vive anche in maggiori profondità. — 1160 — Gen. Nepunors, Leachk. 88, Nephrops norwegicus, Lech. Cancer norwegicus, Linn, — Astacus norwegicus, Fabr, — Penn. Brit. Zool, IV, tab. XIII, f. 1. — Latreille, H. nat. Cr. — Nephrops norwegicus, Leach, Malac. Brit. t. XXVI. — Risso, H. nat. Eur. merid, — M. Edw. H. nat. Cr. — Heller, Gr. sédl, Eur. Volg. venez, Scampo. Il cefalotorace è pubescenie, armato di qualche punta sulla regione stomacale, e di tre linee granellose sulla metà posteriore. Il rostro è della lunghezza del peduncolo delle antenne esterne, ed offre ai di sopra due piccole creste lon- gitudinali, ed a ciascun fato tre denti. L'angolo esterno del primo articolo delle antenne esterne è appuntito ed alquan- to prolungato. Le mani sono guernite di quattro creste grosse, rese irte, ciascuna da uno o da due ranghi di tuber- coli dentiformi ; esse sono poste la piima sul bordo superio- re, la seconda sul bordo inferiore, la terza sul mezzo della faccia esterna, e l’ultima sul di dietro di questa faccia. L’ad- dome ha l'apparenza di essere come scolpito, ed offre al di sopra dei solchi trasversali ed obbliqui di forme diverse, riempiti di una fissa villosità. Il corpo è liscio, di colore ce- nerognolo chiaro, tendente al rossiccio. — Lungh. cent. 43-18. — (M. C. 1822). Si pesca il Nephrops quasi esclusivamente nel Quarnero e presso Fiume, ove ha l'abitudine di starsene sempre in- fossato nel suolo argilloso all'imboccatura di questo golfo. Anche presso Trieste e presso Zara se ne trova, ma in po- ca quantità. Si pesca soltanto nella stagione invernale, nelle — 117 — notti in cui risplende la luna, e non mai di giorno, o nello scuro di luna, perchè il chiarore di questo astro sembra essere quello, che lo costringa ad uscire dalla sua tana. Ab- bonda, non però d’ assai; ma per la sua grande squisitezza è venduto a caro prezzo. Vive nella profondità di met. 30-75, ed incomincia ad apparire in primavera. Famiglia IV. Caridae. Di questa famiglia esistono nell'Adriatico i seguenti quindici generi, compresi in quattro sottofamiglie. SOTTOFAM. CRANGONINA. Antenne interne sulla medesima linea dell esterne ; piedi del primo pajo terminanti con una mano subcheliforme. Cefalotorace depresso, rostro rudimen- tale, occhi corti e grossi. Antenne inserite sulla medesima linea trasversale ; quelle del primo pajo, ossia interne, dilatate alla loro base, ed aventi una squama abbastanza grande ; il ioro peduncolo è corto, e termina con due filetti. Antenne esterne inserite al di fuori, un poco inferiormente delle prece- denti. Piedi del primo pajo forti e termi - nanti con una mano piatta, sull'angolo in- terno della quale vi è un dente, su cui si ripiega un grifo mobile. Piedi del secondo pajo estremamente sottili, e terminanti con una chela didattila molto piccola. Quelli delle ultime tre paja sono monodattili. Gen. CraNnGoN. — 118 — SOTTOFAM. ALPHEIDINA. Antenne inserite sopra due ranghi; le interne al di sopra dell esterne. Rostro assai piccolo e compresso. Piedi generalmente robusti, quelli di uno delle tre prime paja assai forti; quelli delle tre ultime paja sempre mo- nodattili. Cefalotorace che si prolunga in forma di volto sopra ciascuno degli occhi. Rostro assai piccolo, e qualche volta manca. An- tenne superiori piccole; il loro primo arti- colo è corto, e provveduto di una lama spi- niforme; i filetti terminali sono due, dei quali il superiore è più grosso, e più corto dell’inferiore. Antenne inferiori inserite al di fuori, e al di sotto delle precedenti. La loro squama lamellare è di grandezza me- diocre, e qualche volta anche piccola. I pie- di delle due prime paja sono didattili; gli anteriori di questi sono forti, e terminano con una mano grossa, mentre quelli del se- condo paio sono sottili; la loro mano è ru- dimentale, ed il carpo moltarticolato. I pie- di delle tre ultime paja sono monodattili. Gen. ALrmEvs. Cefalotorace corto e gonfio, terminante in un rostro breve, robusto ed inflesso. Occhi salienti e mobili. Antenne interne as- sai corte, col primo articolo del peduncolo molto largo e lamelloso, e con due filetti terminali corti. Antenne esterne aventi le appendici lamellose grandi ed ovali. Piedi — 119 — delle prime quattro paja didattili; di questi, il primo pajo li ha sottili, e terminanti in una mano molto piccola; all'incontro le mani del secondo pajo sono molto grandi, e di grossezza ineguale, particolarmente nelle femmine. Lama mediana della notato- ja codale, priva affatto di spine sulla faccia Superionegianioronigsoshiterab1y :!Gen: Ponnonia. Cefalotorace subovale, anteriormente mol- to ristretto, col rostro breve, compresso e torto all'in su. Antenne interne aventi un peduncolo molto lungo, e terminante con due filetti, dei quali il superiore è meno lungo e più grosso. Antenne esterne man- canti dell’appendice laminare, in luogo del- la quale vi è una spina brevissima. Piedi del primo pajo gracili e terminanti in una piccola e mal formata chela didattila. Piedi del secondo pajo aventi in vece una mano didattile, grande, specialmente la sinistra, da eguagliare sovente la lunghezza dell’ in- tero corpo. Le tre seguenti paja di piedi sono gracili, e terminano con un’unghietta. La media lama codale è guernita lateral- mente disspine: 4° Wii n 7 Geni Tron: Cefalotorace terminante in un rostro lamelloso. Antenne interne molto lunghe, e che finiscono con due filetti moltarti- colati. Antenne esterne conformate come quelle dei Palemoni. Piedi delle due prime paja didattili. Gli anteriori assai corti, il loro carpo è triangolare, ed incavato ante- riormente per ricevere la mano ch'è corta, e che termina con due dita profondamente — 120 — incavate a cucchiajo. Quelli del secondo pajo sono più lunghi e più sottili. Il loro carpo è della forma ordinaria, ma la mano è conformata come la precedente. 1 piedi delle tre ultime paja sono sottili, e presso a poco della medesima lunghezza . . Gen. Cefalotorace un poco allungato, liscio, e provveduto di un piccolo rostro compres- so. Antenne interne terminanti con due fi- letti setacei abbastanza lunghi. Antenne esterne un poco più lunghe delle prime, provvedute alla base di una squama allun- gata, ed unidentata all'estremità. Piedi an- teriori più forti dei seguenti, ma di me- diocre lunghezza. Quello del lato destro porta una mano a due dita bene formata, mentre quello del lato opposto è monodat- tilo ed ambulatorio. Piedi del secondo pajo sono filiformi, e termina con una piccola chela rudimentale, il cui carpo è moltarti- colato, e di lunghezza assai diversa. Quello della sinistra è quasi due volte più lungo dei piedi anteriori, e quello della dritta è due volte più lungo del suo congenere. I piedi seguenti sono monodattili, e termi- CARIDINA. nano con un tarso stiliforme. . . Gen. Nika. Cefalotorace elevato in una breve carena alla base del rostro, senza che il suo pro- lungamento sia dentellato. Occhi salienti, ma non ricoperti da un volto orbitale. An- tenne interne grandi, e terminanti con tre filetti moltarticolati; le esterne disposte co- me nei Palemoni. Piedi del primo pajo lun- ghi, molto forti, ineguali fra loro, e termi- — 121 — nanti con una grossa mano didattila, di cui le chele sono corte e robuste. Piedi del se- condo pajo filiformi, ed ordinariamente ri- piegati in due; il loro carpo è assai lungo, moltarticolato, e che finisce con una mano didattila assai piccola. Gli altri piedi sono monodattili. In fine le lame della notatoja codale sono di due pezzi ciascuna, come picgli'astacinisatz ene doo Geni Anmamas. SOTTOFAM. PALAEMONINA. Antenne inserite sopra due ranghi. Rostro grande lamel- loso, compresso e dentellato. Piedi robusti senza ap- pendice alla loro base; quelli delle due prime paja in generale didattili, na sottili; e quelli delle tre ultime paja sempre monodattili. Rostro corto, compresso, lameiloso e dentellato sul bordo superiore. I due filetti terminanti le antenne superiori assai corti, e la lama delle antenne inferiori grande ed ovale. Piedi mascelle esterni fogliacei, col secondo e terzo articolo così larghi, da poter ricoprire tutta la bocca. Piedi delle prime due paja mediocri, e terminanti con una mano didattila. Quelli del terzultimo pajo sono monodattili, e di lunghezza n:e- diocreglono ano. ot. Gen. G\ALHOPBELLUM, Cefalotorace compresso, rostro carena- to, sporgente all’innanzi, diritto, piuttosto lungo, dentellato ai due orli superiore ed inferiore. Margine anteriore munito ai due lati di un piccolo pungolo presso | inser- — 4122 — zione delle antenne esterne, e di un secon- do, o sulla regione epatica, oppure sulla branchiale. Occhi di mediocre lunghezza. Antenne interne sovrapposte all’esterne. Il primo articolo del loro peduncolo è lungo, incavato al di sopra, ed allargato alla parte esterna in forma di lama armata di una spina. Dei due filetti terminali, l'interno è sottile e l'esterno grosso, risultante del congiungimento di altri due minori. L’ ar- ticolo inferiore delle antenne esterne è corto. La relativa appendice laminare è alquanto lunga coi due lati quasi paralleli, e col pungolo laterale alquanto scostato. Le due prime paja di piedi sono cheliformi; l'anteriore di esse è sottile, mentre l’altro è leggermente ingrossato, ed anche un po- co più lungo; le altre tre paja seguenti so- no sottili, e terminano semplicemente in UDEDia: MOLE TT PIET CHO NCAA Rostro assai grande, compresso, e quasi sempre fortemente dentato. Antenne inter- ne piccole, e terminanti solamente con due filamenti moltarticolati, dei quali uno è as- sai grande e cigliato. Antenne esterne inse- rite sotto le precedenti. Piedi conformati quasi similmente a quelli del genere £Lys- mata, eccetto che non offrono alla base al- cuna appendice. Quelli del primo pajo so- no corti e grossi; quelli del secondo sono filiformi, e terminanti con una mano di- dattila estremamente piccola. Lame termi- nali dei falsi piedi notatorii dell'addome, — 123 — lanceolate, dentellate sui bordi, e cigliate al- PIDIOENO?S 1040075, TE Sn Gen HIPROLITE, Cefalotorace armato di un rostro lun- ghissimo, compresso, rilevato verso la sua estremità, e dentellato al di sopra ed al di sotto. Occhi grossi, corti e liberi. Antenne superiori conformate quasi similmente a quelle dei Palemoni, eccettuato che non portano che due soli filetti terminali. Piedi sottili; quelli del primo pajo sono i più corti, e terminano con un articolo stilifor- me; quelli del secondo pajo sono filiformi, e finiscono con una mano didattila, piccola, il cui carpo è moltarticolato. La disposizio- ne dell'addome come nel genere Palae- BIANI E APR A TM ip OIbGENA Pandilts. Cefalotorace armato di un rostro lungo, compresso e dentellato. Antenne interne terminanti con tre filamenti moltarticolali, di cui due molto lunghi ed uno corto. An- tenne esterne inserite sotto le precedenti Piedi mascelle esterni, sottili. Piedi veri del primo pajo di mediocre lunghezza, ba- stantemente robusti, e terminanti con una piccola mano didattila; quelli del secondo pajo egualmente didattili, ma filiformi ed assai lunghi; la loro mano è rudimentale, il carpo assai lungo, e diviso in molti arti- coli. I piedi delle tre paja seguenti sono monodatili stagni radi gibilotoli Geni Lrsmari. Cefalotorace di grandezza mediocre, sor- montato al suo terzo anteriore da una cre- sta mediana, da cui ha origine il rostro, ch è molto lungo, curvato in alto alla sua 17 ARR estremità, e dentellato sul bordo superiore ed inferiore. Occhi grossi e salienti. An- tenne interne inserite al di sopra dell’ e- sterne. Il primo articolo del loro peduncolo è molto grande, depresso ed incavato per allogare gli cechi, nonchè armato al di fuo- ri di una forte spina. I filetti terminali sono tre, di cui due generalmente molto lun- ghi, ed uno assai corto ed accollato colla sua base ad uno dei due precedenti. I piedi del primo pajo sono sottili e didattili ; quelli del secondo pajo sono egualmente didattili, ma più lunghi e più forti; e quelli delle ul- time tre paja sono monodattili. La lama me- diana della notatoja codale è triangolare, meno lunga delle laterali, che sono ovali, ed armata di qualche spina alla sua estre- mità... \Ginpoinizona te) > (eine cea SOTTOFAM. PENAFIDENA Antenne inserite sopra due ranghi. Rostro in generale pic- colo o nullo. Piedi sottili e portanti quasi sempre alla loro base un'appendice lamellosa, più o meno svilup- pata; quelli del terzo pajo sovente didattili. Addome estremamente lungo e compresso. Cefalotorace armato a ciascuno dei lati, verso il suo terzo anteriore, di una spina diretta in avanti, e sormontato da una cre- sta mediana dentellata, che si prolunga in un rostro abbastanza grande. Occhi grossi, cilindrici e scoperti. Antenne superiori as- sal corte; il loro peduncolo è grosso, e non presenta, come i f'enaeus, un appendice la- 125 — mellosa ricurva ; i filetti terminali sono due estremamente corti. Antenne esterne inse- rite al di sotto delle precedenti. I piedi del- le tre prime paja sono didattili, e che van- no crescendo in lunghezza dal primo al ter- zo pajo. Quelli delle due ultime paja sono monodattili. L’addome è carenato supe- riormente, e presenta diversi solchi, che lo fanno apparire come scolpito. La lama me- diana della notatoja codale è appuntita, e soleata al di sopra. . . . . . Gen. Sicrona. Cefalotorace guernito al di sopra di una cresta mediana, più o meno lunga, che si protende all innanzi in un rostro quasi di- ritto, lamelloso e dentellato. Vi si rimarca a ciascun lato, presso l'inserzione delle an- tenne superiori, un grosso dente, ed un solco longitudinale curvo, che circonscerive lateralmente la regione stomacale, e dà ori- gine verso il suo mezzo ad un altro solco obbliquo, che discende in parte sulla regio- ne epatica. II primo articolo delle antenne superiori è grande, ha un incavo destinato a ricevere gli occhi, che sono grossi e ro- tondi, e porta sul suo bordo interno ‘una piccola appendice lamellosa cigliata. I fila- menti terminali sono di varia lunghezza. Le antenne esterne non hanno nulla di rimar- chevole. I piedi delle tre prime paja sono . didattili, ed aumentano progressivamente di lunghezza. I piedi delle seguenti due pa- ja sono monodattili e di mediocre lunghez- za. L'addome è molto grande e compresso, la sua metà posteriore è sormontata da CIO E una cresta mediana. La notatoja codale è grande, la sua lama di mezzo è triangolare, e. solcata.di soprai..ksbsemr aa Gen. Penaeus. Famiglia IV. Caridae. SOTTOFAM. CRANGONINA. Gen. Crancon, Fabr. 89. Crangon vulgaris, Fabr. Astacus crangon, Herbst. — Pennant, Brit. Zool. — Can- cer crangon, Linn. Olivi, Zool. adr. — Crangon vulgaris, Fabr. — Latr. H. nat. Cr. — Leach, Mal. Brit. tab. 37, B. — Desmarest, Consid. — M. Edw. H. nat. Cr.; Atl. regn. an. Cuv. Cr. pl. 54, £.1. — Nardo, Fn. maritt. — Heller, Gr. sùdl. Eur. taf. VII, f. 8, 9. — B. rubropun- ctatus, Risso, Cr. Nice, et H. nat. Eur. inerid. Volg. venez. Schile. Ha il cefalotorace e l'addome quasi interamente liscii ; solamente si osservano una piecola spina mediana dietro il rostro nella regione stomacale, ed una laterale al di so- pra di ciascuna regione branchiale. I filetti terminali delle antenne interne sono due volte più lunghi del loro pedun- colo. L’appendice lamellosa delle antenne esterne è grande ed allungata. Una forte spina diretta all innanzi è inserita sullo sterno fra i piedi delle due ultime paja. La lama media della notatoja codale è appuntita, e senza alcun solco al di sopra. Il corpo è trasparente, di colore griggio verde, e pun- teggiato di tarchino. — Lungh. mill. 50-65. — (M. C. 1844). Vive questa specie generalmente in truppe, tenendosi sopra fondi sabbiosi in prossimità al lido, e vicino alle foci dei finmi. D'inverno abbandona le coste, e va a stabilire la sua dimora sopra banchi di arena, per poi ricomparire nei Pi e mesi di maggio e di giugno. La femmina fa in estate le uo- va bianco rosse; in tale stagione questa specie di Crangoni si pesca in grande abbondanza nella laguna veneta, ove ser- ve di nutrimento al basso popolo. Usasi anche com’esca per prendere alcuni pesci. Si trova a Trieste, a Pirano, a Zara, a Spalato, Lissa, Lesina ecc. alla profondità di met. 20-40. 90. Crangon fasciatus, fisso. fisso, CeNice tt E fb, et Hi, nat. Ear; merid,-—sM Edw. H. nat. Cr. — Heller, Cr. sid]. Eur. taf. VII, f. 10. Specie piccola, ma molto somigliante alla precedente. Il peduncolo delle sue antenne interne è assai più corto, e le spine laterali del cefalotorace sono appena rimarchevoli. Vi manca poi del tutto la spina sternale fra la base dei piedi del secondo pajo. L’addome è un poco gibboso, e ristretto verso la parte posteriore; sul di lui quarto anello si osser- va una benda trasversale bruna. — Lungh. mill. 30. Probabilmente vive come la specie precedente; ma sui nostri lidi apparisce assai di rado, trovandosi soltanto mi- sto alcune volte fra lo spazzatume delle reti dopo la pe- sca. La femmina porta ie uova bianche in luglio. Fu tro- vato presso Trieste dallo Staindachner e dall Heller alla profondità di met. 40-60. Si. Crangon scuipius, Bell. Bell. Brit. Crustaceen. — Heller, Cr. sùdl. Eur. taf. VII, BOCEI, Il cefalotorace è al di sopra piuttosto appianato e guer- nito di più serie longitudinali di denti. Il rostro è largo, ed intaccato alla sua estremità. Gli angoli laterali sono aguz- zi. Il dente orbitale è molto sviluppato, come lo è pure la spina delle regioni branchiali. Le antenne interne sono più lunghe delle appendici lamellose delle antenne esterne. Le —. 1289 — mani dei piedi anteriori sono oblunghe e compresse. Il se- condo pajo di piedi è molto corto. L'addome è distintamen- te scolpito ; il suo terzo, quarto e quinto anello hanno delle carene acute; il sesto e settimo sono scannellati, e la lama mediana codale è stretta ed appuntita. — Lungh. mill. 48. Questa specie è anche rarissima nell’ Adriatico. Il pri- mo ad osservarla fu il sullodato dott. Staindachner, che ne trovò un esemplare fuori di Spalato, e poscia ne trovò qual- cuno anche il dott. Heller presso Lesina e Lissa. 92. Crangon cataphracius, M. Ed. ce) Cancer calaphraclus, Olivi, Zool. adi. tav. 3, fd. — Egeon loricatus, Risso, Gr. Nice; et H. nat. Eur. merid, pl. 4, f. 3. — Crangon cataphractus, M. Edw. H. nat. Cr.; Atl. regn. an. Cuv. Gr. pl. 51, f.3. — Heller, Cr. sùdl. Eur, (foi 915, Ha il cefalotorace armato di cinque o di sette ranghi di denti, piegati all’innanzi. L’addome è scolpito, e sormonta- to da una cresta solcata longitudinalmente nel maschio ; li- scio e guernito solamente di creste sulla sua parte poste- riore nella femmina. Le antenne interne sono assai corte. Lo stesso è delle appendici lamellose delle antenne esterne. I piedi del secondo pajo sono brevi, e terminano con una piccola mano bene formata. Gli anelli dell addome sembra- no scolpiti a rilievo. Il colore del corpo è di un bianco ros- sastro, finamente punteggiato di rosso. — Lungh. mill. 40-52. — (M. C. 1840). Abita sopra fondi calcarei, lontani dalla spiaggia. Appa- risce in estate ed in autunno, ma in poco numero. La fem- mina ha le uova rossastre, e le depone in giugno. Per sol- levarsene sceglie luoghi rocciosi, coperti di piante marine. Sui mercati di pesce si trova ordinariamente fra le menole (Smaris vulgaris) ed altro pesce piccolo. Si prende presso — 129 — Trieste, Pirano, Zara, Spalato, Lesina, Lissa ecc. alla pro- fondità di met. 40-60. 93. Crangon spinosus, Leuch. Leach, Transact. Linn. — Lamk. H. nat. an. s. vert. — Pontophilus spinosus, Leuch, Mal, Brit. t, XXXVII A. — EFleller. Gr. sodlibuar tati VID ‘£*10, Sulla superficie del cefalotorace di questa specie de- corrono cinque serie longitudinali di denti diretti verso l’innanzi, ordinariamente tre in ciascuna serie. Il rostro, in cui esso termina, è stretto, rotondato sul davanti, lun- go quanto gli occhi, ed approfondito superiormente nella lunghezza. I due denti che lo fiancheggiano alla base, ed il dente estraorbitale sono piccoli. Le appendici fogliacee del- le antenne sono rotondate alla loro estremità, ed hanno una spina laterale molto sporgente. L’addome anteriormen- te è quasi liscio. Il suo primo segmento è fornito alle due parti laterali di un leggiero listello; il quinto ne contiene quattro fra loro divergenti ; ed il sesto ne ha due che van- no parallelamente. La lama mediana della notatoja codale è stretta, e termina in due angoli separati da un solco. Le lame laterali sono ancora più strette, e quasi lunghe al pari della mediana. — Lungh. mill. 52. — (M. C. 1844). Questa specie è rara ; di essa il prof. Boglich ha trova- to qualche esemplare a Lesina. Nella collezione Vidovich di Sebenico, acquistata nel 1861 dal R. Istituto veneto di scienze, ne esistono pure alcuni. Nota. Alle sopraccennate specie di Crangon, converrebbe ag- giungere anche il Crangon schillinus, Nardo, Annot. ilustr. (Can- cer schillinus, Chiereghini); ma come l’autore non diede di esso una completa descrizione, limitandosi soltanto a fare alcune consi- derazioni, e ad indicare le differenze ch’ esistono fra questa specie ed il Crangor vulgaris, a cui molto si approssima; così ommetto di annoverarlo nel presente catalogo, tanto più che non mì é mai — 130 — riuscito di poter trovarlo ed esaminarlo nella sua entità. Con tutto ciò sarà di vantaggio per gli studiosi, ch’essi leggano quanto il chia- rissimo Nardo, di grata ricordanza, ebbe ad esporre intorno a questa specie nella più volte citata sua Memoria: Sinon. moder. ecc. p. 103. SOTTOFAM. ALPHEIDINA. Gen. Atpaeus, Fabr. 94. Alpheus ruber, M. £dw. Cryptophthalmus ruber, Costa, Fn. Nap. Gr. — Alpheus ruber, M. Edw. H. nat. Cr.; Res. ‘an: Cuv. Gr. pi: 53! fi CElellersGri osi Ea Ha il corpo molto snello, liscio al di sopra, e terminato da un rostro piccolo ed acuto. Il bordo superiore dei volti orbitali è privo di spine. La più grossa mano è provveduta di quattro creste longitudinali ottuse, di cui due giacciono sulla faccia superiore, e due sulla faccia esterna. Il dito mobile è più corto dell'altro ch' è fermo. Sopra il bordo superiore delle due braccia, e presso il loro termine, si 0s- serva una spina. Il colore è generalmente di un bel rosso. Lungh. mill. 40. — (M. C. 1844). Questo Alfeo sta ordinariamente tra le radici dei fuchi e delle alghe. A Lesina l Heller lo ha pescato alla profon- dità di met. 50. Fu anche trovato dal Grube e dal Lorenz a Trieste e nel Quarnero. Nell’Adriatico è assai raro, co- me lo è anche, secondo il Costa, nel golfo di Napoli. 935. Alpheus Edwardsii, M. Edu. Alpheus platyrhyochus, /Zeller, Sitzungs. d. Wien. Akad. etiGr sudl&uEnn stat IX of 148,19; Il bordo anteriore dei volti orbitali è armato di una spina, di modo, che compreso il rostro, ch è corto ed ap- — 131 — puntito, la fronte presenta tre denti quasi eguali. Il secon- do articolo delle antenne superiori è una volta e mezza più lungo del primo. L'appendice lamellosa delle antenne esterne è un poco dilatata al di dentro verso la sua estre- mità, e non sorpassa il peduncolo delle antenne superiori. I piedi anteriori sono incirca della medesima forma di quelli della specie precedente; ma più rigonfi, ed aventi le chele più deformi, per modo che una di esse è sottile ed allungata, mentre l'altra è grossa. Il colore è generalmente rossastro. — Lungh. mill. 26-33. — (M. C. 1844). Anche questa specie è alquanto rara nell'Adriatico. Ne fu trovato qualch'esemplare nel Quarnero, a Lesina, e pres- so Lissa alla profondità di met. 30-50. 96. Alpheus dentipes, Guerin. Guerin, Exped. scient. Morea. — M. Edw. H. nat. Gr. — Heller, Cr. sùd!. Eur. taf. IX, f. 20. Questa specie è molto vicina alla precedente, avendo com’ essa i volti soprorbitali prolungati a punta. Se non che i suoi due piedi anteriori sono quasi della medesima grossezza, e le chele delle mani grandi e grosse alla loro base, ma moltissimo ristrette verso l'estremità. Il terzo ar- ticolo del secondo, terzo e quarto pajo di piedi è armato, verso la sua parte finale, di un dente appuntito. — Lungh. mill. 22-24. È di mediocre frequenza in tutto l'Adriatico. Grube fu il primo ad osservarlo presso Trieste, indi Lorenz nel Quar- nero, ed in seguito se ne trovò qualch esemplare presso Lesina, Lissa e Ragusi alla profondità di met. 5-20. 132 97. Alpheus laevimanus, Heller. Cryptophthalmus ventricosus, Costa, Fn. regn. Nap.. — Alpheus laevimanus, Heller, Cr. sidl. Eur. taf. 1X, f. 14-16. Ha il cefalotorace turgido. Le volte orbitali sono assai sporgenti, avendo ciascuna una spina acuta, che diverge internamente, e che sorpassa il rostro, ch’ è breve. Il pe- duncolo delle antenne esterne porta due appendici spinifor- mi molto acute. Dei due filetti delle antenne interne, il su- periore è più grosso, ma meno lungo dell’ inferiore. Le chele sono compresse, e le loro dita sono tortuose. Il cor- po è olivaceo, e l'estremità delle dita e delle appendici co- dali sono di colore arancio. — Lungh. mill. 49-20. Questa specie non è molto rara a Lesina, Lissa e Ra- gusi, ove si trova alla profondità di met. 40-60. Nota. Mancandoci le notizie particolari intorno alle abitudini delle indicate specie di Alfei, basterà sapere in generale, ch’ essi sono di un’ indole tranquilla; che vivono per ordinario sopra re- gioni sabbiose e calcaree, le quali non abbandonano neppure quan- do vengono assaliti da’ loro nemici; che il tempo dei loro amori av- viene verso la fine di primavera, o alla metà dell’ estate; e che al- lora le femmine compariscono in maggiore abbondanza dei maschi, per cui potendosene in tale tempo pescare in copia, essi offrone al basso popolo un cibo aggradevole. Gen. Pontonia, Latr. 98. Fontonia iyrihena, Latr. Alpheus tyrrhenus, Risso, Cr. Nice, pl. 2, f. 2. — Gna- thophyllum tyrrhenum, Desmarest, Consid. — Ponto- nia tyrrhena, Latr. — M. Edw. H. nat. Cr. —- Heller, Cr. sudl. Eur. taf. VIII, f. 10-41. Ha il cefalotorace largo, convesso, e terminante in un — 133 — rostro curvato in giù, il quale raggiunge appena la metà del terzo articolo delle antenne interne, ed è guernito al di sopra presso la sua base di un piccolo dente per parte, poco visibile. Le antenne esterne sono inserite affatto al di sotto delle antenne superiori. I piedi del primo pajo sono sottili, mentre quelli del secondo sono assai grossi e molto lunghi, cioè più del torace. Il colore generale è di un ros- so aurora, attraversato da piccole linee bianchiccie. — Lungh. mill. 37. — (M. C. 41840). La Pontonia per fuggire i danni, a cui la espone la de- bolezza del suo integumento, ed anche per procacciarsi più facilmente il suo nutrimento, vive per lo più ritirata entro le valve delle pinne, di cui vuolsi parassita; dimora però anche entro alle spugne. La femmina porta le uova rossa- stre nell'estate. Non è molto frequente. Se ne prende tal - volta a Lissa e a Lesina, ove si trova alla profondità di met. 10-40. Gen. Tyrpton, Costa. 39, Typion spoengicola, Coste. Costa, Fn. Nap. Gr. tav. Vibis — Pontonia pulsalrix, Nardo, Sin. mod. Cr. Chierighini, ed Annot. illust. — Pontonella glabra, Heller. — Typton spongicola, Costa. — Heller, Cr. sùdl. Eur. tat. VIII, f. 12-47. Ha il cefalotorace ovale e liscio, sormontato anterior- mente da un rostro compresso, piccolo, ed un poco rivol- to in su, a ciascun lato del quale sorge una spina acuta e robusta, ch'è alquanto meno lunga del rostro stesso. L’ul- timo anello addominale ha cinque forti spine nel suo mar- gine posteriore. La lama mediana della notatoja codale ha due spine a ciascun lato, e termina essa pure con due acu- te punte. I caratteri delle antenne e dei piedi sono come si — 134 — trovano descritti nel genere. Tutto il corpo è di un bian- co lucente. — Lungh. mill. 22-26. — (M. C. 1843). Secondo che ci riferiscono i pescatori, questa specie non fu mai trovata nella laguna, ma fuori nel golfo, sopra fondi coperti di alghe e zostere, ove sta per lo più ricove- rata nei vacui delle spugne. HM Chiereghini dice, che aven- dola ricevuta molte volte viva, la pose in un bicchiere di acqua marina per farvi delle osservazioni, e che con sua sorpresa ebbe a rimarcare, che all'avvicinarsi del mezzo giorno od un poco dopo, era solito questo animaletto di battere colla chela maggiore varii colpi sopra il fondo, del vaso, e perciò egli lo chiamò Cancer pulsator. To pure volli fare la stessa osservazione: ma non mi riuscì di vedere che il crostaceo in discorso eseguisca tali battute ad un’ora costante, meno poi a quella di mezzo giorno. Ciò che ho potuto scorgere, si è, che quando il Typton veniva posto al chiaro in luogo aperto, allora esso percuoteva frequente- mente il bicchiere; ma riposto entro la stanza nel solito luogo, non si sentiva più a battere. Se poi veniva toccato, mentre era esposto, con una penna od altro corpo leggie- ro, allora s' irritava, ed agitando con prestezza la sua gran- de chela, ripeteva con essa tali forti e frequenti colpi da farla staccare dal corpo. Io lo ebbi più volte a Lesina; ma sì trova anche a Pirano, nel Quarnero, a Spalato, ecc. alla profondità di met. 20-100. È però raro. Gen. Caripina, M. Edw. 100. Caridina Besmarestii, /oly. Hippolyte Desmarestii, Millet. Ann. sc. nat. t. XXV, p. 461, pl. B, f. 1, 2. — M. Edw. H. nat. Cr. — Caridina De- smarestii, Joly. Ann. sc. nat. t. XIX. — Heller, Gr. sudiì Eur taf VIII f. 3. Il rostro di questa specie è lanceolato, sorpassa le ap- — 1359 — pendici lamellose delle antenne esterne, ed è guernito al di sopra di venti a trenta denti, ed al di sotto di altri dieci o dodici. I piedi delle due prime paja sono assai corti. Il corpo è jalino, sparso di punti verdi e rossastri. — Lungh. mill. 32-35. Il chiar. Heller riferisce, che il de Frauenfeld trovò nel- la valle di Ombla presso Ragusi due esemplari di questa specie, ch'erano molto giovani. Gen. Nika, Risso, nO1. Nika edulis, fisso. Risso, Gr. Nice, pl. 3, f. 3; et H. nat. Eur. merid. — Roux, Cr. Med. pl. 45. — M. Edw. H. nat. Cr.; Atl reg. an. Cr. pl. 52, f. 4. — Heller, Cr. sidl. Eur. Ha il rostro piegato all'in giù, e circa della lunghezza degli occhi. Vi sorge un piccolo dente a ciascuno dei lati sul bordo anteriore del cefalotorace, al di sotto dell’ inser- zione degli occhi. I piedi mascellari anteriori sono assai grandi. Il piede monodattilo delprimo pajo è meno grosso del piede didattilo. La lama mediana della notatoja codale è incavata da un solco longitudinale, e guernita al di so- pra di due paja di piccole spine. Il colore è di un rosso in- carnato, punteggiato di giallo con una serie di piccole macchie dello stesso colore in mezzo. — Lungh. mill. 40-52. — (M. C. 1842). Vive sopra regioni algose, apparisce in ogni stagione, ma in poco numero; e la sua femmina depone le uova, che sono di un giallo verde, più volte fra l'anno. Se ne vede talvolta qualche esemplare sulle pescherie, misto fra la mi- nutaglia. Si trova presso Trieste, Zara, Lesina, Ragusi ecc. alla profondità di met. 20-40. — 136 — Gen. Armanas, Leach. R02. Athanas nitescens, Leach. Leach, Mal. Brit. t. XLIV. — Guerin, Icon. reg. an, Gr. pl. 22, f. 2. — M. Edw. H. nat. Cr. ; Atl. reg. an. Cuv. Cr. pl. 54b, f. 1. -— Heller, Cr. stùdl. Eur. taf. IX, f. 24-29. Il suo rostro è acuto e meno lungo, che il peduncolo delle antenne interne. A ciascun lato della sua base si 0s-. serva una spina, che sorge dal bordo anteriore del cefalo- torace. Le mani sono ineguali e rigonfie, e le dita corte ed ottuse. La lama mediana della notatoja codale porta sopra la faccia superiore quattro spine, ed il bordo posteriore dei quattro pezzi laterali è dentellato. — Lungh. mill. 42-18. (M. G. 1844). Dimora per lo più sopr® regioni rocciose alla profondi- tà di met. 40-70. È di mediocre frequenza, e si trova nel Quarnero, e presso Pirano, Lissa, Lesina e Ragusi. SOTTOFAM. PALAEMONINA. Gen. GxyargorayLLoUM, Latr. 108. Gnathophylium elegans, Latr. Alpheus elegans, Risso, Cr. Nice, pl. 2, f. 4. — Drimo ele- gans, Risso, H. nat. Eur. merid. pl. I, f. 4. — Gnatho- phyllum elegans, Latr. — M. Edw. H. nat. Gr.; Atl. reg. an. Gr. pl. 62, f2. Ha il cefalotorace rigonfio, il rostro obliquo, ed arma- to al di sopra di sei o sette denti. Gli occhi sono piccoli, e sostenuti da peduncoli gialli. Le antenne interne sono ine- guali e bifide, l'esterne sono assai lunghe e spinose alla — 137 — base. Le appendici lamellose sono oblunghe e cigliate. I piedi del secondo pajo sono un poco più lunghi e più gros- si di quelli del primo pajo. L'ultimo segmento dell’ addome è prolungato in punta sui lati. Le lame notatorie laterali sono cigliate e rotonde all’ estremità, l intermedia è corta, e termina con sei punte acute. Il colore del corpo è nero, sparso di punti dorati; il rostro è bianco, e l'ultimo seg- mento dell'addome violetto. — Lungh. mill. 26-40. — (M. C. 41850). Vive sopra fondi rocciosi alla profondità di met. 20-40. Apparisce in giugno ed in novembre. La femmina depone in estate ed in autunno delle piccole uova di un bruno vio- letto. Si trova, ma alquanto raramente, presso Zara, Spa- lato e Lesina. Gen. Ancnistia, Dana. 104. Anchistia scripta, (lisso) Heller. Alpheus scriptus, Aisso, H. nat. Eur. merid. — Pelias scriptus, fioux. — Periclimenes elegans, Costa, Fn. reg. Nap. Cr. tav. VI, f. 1-6. — Anchistia scripta, Heller, Cr. sùdl. Eur. taf, VIII, f. 18, 49. Questo brachiuro è di un bianco sudicio, sparso di punti rossi. Il suo cefalotorace è munito di due spine a ciascun lato, ed il rostro è provveduto al di sopra di die- ci denti, e di tre al di sotto. I piedi del primo pajo sono assai corti, quelli del secondo grossi, ed inanellati di giallo e di violetto. L’addome è attraversato al di sopra da tre fascie di punti rossi, delle quali quella di mezzo forma la lettera V. Le sue squame caudali sono oblunghe, e mac- chiate di rosso, e la lama mediana termina in due punte. La femmina ha il ventre ornato ai due lati di tratti in for- ma di lettere. — Lungh. mill. 30. — 138 — Dimora questa specie fra le roccie, come la preceden- te. A Lissa, a Lesina, ed a Ragusi ne fu preso qualche esemplare. La femmina ha le uova biancastre; è poco nu- merosa. Comparisce in aprile ed in maggio, ma si prende assai di raro. Si trova alla profondità di met. 50-60. 105. Anchistia ameihystae, (Risso) Heller. Alpheus amethysteus, Risso, H. nat. Eur. merid. — Pe- lias amethysteus, Roux. — Heller, Cr. sùdl. Eur. Ha il corpo di un bianco translucido, ornato da più fascie di punti ametistini, che formano differenti gruppi. Il cefalotorace è fornito di due macchie, e di una fascia transversale di piccoli punti violastri, frangiati di giallo. Il rostro è largo, bianco, e provveduto di otto denti al di sopra e quattro al di sotto. Le antenne interne sono cor- te, e l’esterne hanno le loro appendici lamellose ovali, ar- mate di due punte. Il primo pajo di piedi è corto, ed ina- nellato di violetto ; il secondo è più lungo. L’ addome è attraversato da quattro fascie di punti ametistini e gialli, di cui quella di mezzo è triangolare. Le lame laterali della coda sono ovali e cigliate; l intermedia è corta, dentella- ta, e termina con più punte. Vive come la precedente Anchistia. La femmina fa le uova verdi, e le depone in primavera. Secondo il Risso, a Nizza apparisce tutto l’anno, ma nell'Adriatico si vede e si prende assai raramente, non avendone trovato il dottor Heller nelle sue ricerche, che due soli esemplari verso Lissa. 106. Anchistia mizgratoria, /eller. Palaemon lacustris, Murtens, Archiv. Naturgesch. 1857, pag. 188, taf. X. — Pelias migratorius, Heller, Sit- Po — 139 — ; zungsb. d. W. Ak. Bd. 45, pag. 409, taf. II f. 35, et Gr. sùdl. Eur. pag. 259, taf. VII, f. 20. Il cefalotorace ha sul bordo anteriore di ogni lato due denti prossimi fra loro, posti al di sotto degli occhi, e se- parati da una breve infossatura longitudinale, impressa sulla parte anteriore della regione epatica. Il rostro è lan- ceolato, protratto all'’innanzi, orizzontalmente, ed armato di sette denti al di sopra, di due al di sotto, e di uno alla estremità finale. La sua carena si allunga di poco all’ in- dietro, cioè per lo spazio di due denti. Gli occhi sono glo- bulosi con una cornea turchina, la quale nel suo congiun- gimento posteriore coll’ accettabulo del peduncolo, ha un piccolo punto o forellino nero. Le appendici fogliacee del- le antenne esterne sono oblunghe, e rotonde all’ estremi- tà ; hanno i lati paralleli, e sorpassano in lunghezza il pe- duncolo delle antenne interne, ed alcun poco | estremità del rostro. I filetti terminali di queste sono lunghi più del doppio dei filetti delle antenne interne. Le lame laterali della notatoja codale hanno due o tre raggi opachi per ciascuna ; la lama di mezzo © triangolare, stretta, tron- cata all’ estremità, più corta delle altre, e termina in due punte. Il corpo è bianco interamente. — Lungh. mill, 26-34. — (M. C. 1856). Nora. Questa specie vive nella laguna di Venezia, per lo più nelle località, ove l’acqua dolce, che fluisce dai vicini ruscelli, sì mesce col mare. Il privo ch’ebbe a riconoscere ivi la sua esisten- za, fu il chiariss. dott. A. con. Ninni, il quale da più anni ne rac- colse varii individui, e gentilmente me ne offerse alcuni in dono. Riferisce in tale argomento il dott. Heller, che un certo Erber, ne- goziante di oggetti di storia naturale in Vienna, trovò pure qualche individuo di questa specie in un piccolo ruscello del Narenta in Dalmazia; ma in quanto alla sua esistenza nella laguna di Venezia, nè l’ Heller, nè il dott. E. Martens, che scrisse intorno ai crostacei di acqua dolce dell’Italia, non ne fecero alcun cenno nelle opere da essi pubblicate. In seguito fu riconosciuto vivere questa specie anche nel lago di Garda. 19 — 140 — Gen. HrrpoLyte, Leach. 107. Hippolyte Cranchii, Leach. Leach, Malac. Brit. t. XXXVIII, f. 17-21. — M. Edw. H. nat. Cr. — H. crassicornis, M. Edw. H. nat. Cr. — Palaemon microramphos, Risso, Cr. Nice. — Heller, Cr. sùdl. Eur. Ha il rostro avanzato, leggiermente inflesso, ed armato al di sopra di tre dentelli presso la sua base, e di due punte alla sua estremità, delle quali la superiore è la più forte. I piedi mascellari anteriori sono di lunghezza mediocre; i piedi anteriori propriamente detti, sono cortissimi, e la la- ma mediana della notatoja codale è guernita al di sopra di quattro paja di spine. Il suo corpo è translucido, ed orna- to di piccoli punti. — Lungh. mill. 47-22. Vive fra le roccie sottomarine delle coste. La femmina porta verso la fine della primavera delle piccole uova bian- castre, sparse di macchiette. Si trova presso Lesina e Lis- sa alla profondità di met. 40-60 ; ma di rado. 208, Hippolyte viridis, M. £dw. Alpheus viridis, Otto. — Hippolytus Brullei, Guerin, Exped. sc. Morè, pl. 27, f. 2. — H. viridis, M. Edw. H. nat. Cr. Reg. an. Cuv. Gr. pl. 53, f. 3. — Virbius viridis, Heller, Cr. sùdl. Eur. taf. X, f. 3. Ha il corpo snello, il rostro dritto, che appena sorpas- sa le appendici lamellose delle antenne esterne, senza denti al di sopra, ed armato al di sotto di tre soli. I piedi ma- scellari esterni sono assai corti, ed abbastanza larghi verso l estremità. I veri piedi anteriori sono assai corti ed al- quanto grossi. I piedi del secondo pajo sono sottili, e di — 141 — x lunghezza mediocre. Il loro carpo è diviso in tre articoli. La lama mediana della notatoja codale è guernita al di so- pra di due paja di spine. Il colore del corpo allo stato Lungh. mill. 30-40. — (M. fresco è di un bel verde. C. 1842). Questa specie è veramente rara nell'Adriatico, e fu trovata solamente presso Lesina, Ragusi vecchio e nel Quarnero alla profondità di met. 60. Le sue abitudini non ci sono note ; ma è da credere che non sieno molto diver- se da quelle della specie precedente, con cui si trova or- dinariamente unita. 109. Hippolyte gsracilis, //eller. Virbius gracilis, Heller, Sitzung. d. Wiener Akad. d. Wis- sens. et Cr. sidl. Eur. taf. X, f. 1, 2 Ha il cefalotorace lateralmente compresso ; sul da- vanti d ambi i lati, e presso il rostro, è fornito di un pun- golo soprorbitale, al quale segue, immediatamente sotto Il angolo esterno dell’ occhiaja, un piccolo pungolo anten- nale, e dopo di questo, alquanto discosto dal margine, un pungolo epaticale. Il rostro è diretto orizzontalmente sul- l’innanzi, ed arriva colla punta quasi sino alla fine delle appendici lamellose. Esso è armato sul margine superiore di quattro denti, dei quali due stanno dietro, e due sopra gli occhi, rimanendo fra questi e la punta finale uno spazio maggiore. Il margine inferiore poi è guernito sul davanti di due o di tre piccoli denti. I peduncoli delle antenne su- periori sono molto più corti del rostro e delle appendici la- mellose. Lo stesso si dica dei due filetti terminali in quan- to riguarda ai peduncoli: ma in riguardo alle appendici essi le sorpassano appena. I filetti terminali delle antenne inferiori sono alquanto più lunghi dei peduncoli delle an- tenne superiori. Finalmente le appendici lamellose sono DEMO rotonde sull innanzi, ed hanno il pungolo laterale alquan- to scostato. — Lungh. mill. 15-22. Questa specie, ch' è molto rara, fu trovata nelle acque di Lesina a met. 60 di profondità. Gen. Panparus, Leach. 120. Pandalus brevirostris, Rathke. Rathke, Acta Acad, Leop. t. XX, pag. 17. — Pandalus Rathkù, Meller, Sitzungs. d. Wien, Akad. d. Wissen. Bd. 46. — P. brevirostris, Rathke, Heller, Gr. sùdl. Eur. Il rostro principia dalla metà del cefalotorace, e pro- gredisce diritto, oltrepassando di poco gli occhi. Il suo margine superiore è fornito di 7-8 denti aguzzi, dei quali, 4-5 stanno dietro gli occhi, e corrispondono al cefalotora- ce. Il margine inferiore non ne conta che due o tre, i quali sono collocati innanzi agli occhi. Un pungolo antennale arma il bordo anteriore del cefalotorace. I peduncoli delle antenne superiori sono molto più lunghi del rostro, ma alquanto più corti delle appendici lamellose delle antenne esterne. Il loro primo articolo è più lungo dei due se- guenti, il quale è al di sopra infossato per allogare gli oc- chi. Due sono i filetti finali, dei quali uno è assai più gros- so dell'altro. Le appendici iamellose sono molto lunghe, larghe nel mezzo, e strettamente rotondate alla loro estre- mità ; il pungiglione finale è alquanto scostato. Il primo pajo di piedi è sottile, e sporge di molto oltre i piedi ma- scellari esterni. Il secondo pajo non raggiunge ordinaria- mente la lunghezza del primo, ed ha le sue chele leggier- mente gonfie. Le tre seguenti paja di piedi sorgono sopra le appendici lamellose, hanno il penultimo loro articolo fornito di setole acuminate, ed il tarso molto prolungato. Il terzo segmento dell'addome si dilata sul mezzo del margine po- 9 — 143 — steriore a guisa di lobo. La lama codale mediana è stretta, appuntita all indietro, e guernita nella parte superiore di otto paja di piccole spine. Le lame laterali sono un poco più lunghe della mediana. Il corpo è quasi pellucido, e di colore subalbido. — Lungh. mill. 20-23. Questa importante e rarissima specie fu trovata dal dott. Heller a met. 40-60 di profondità nelle acque di Lis- sa e di Lesina. Gen. LySsMaTa, Risso. ALT. Lismata seticaudata, isso. Melicerata seticaudata, Risso, Cr. Nice pl. 2, (. 1. — Lys- mata seticaudata, Risso, H. nat. Cr. Eur. merid. — Roux, Cr. Med. pl. 37. — M. Edw. H. nat. Cr. pl. 25, f. 10; Atl. regn. an. Guv. Cr. pl. 54, f. 3. — Heller, Cr. sudi. Eur. taf. VII fd. Il rostro sorge verso la metà del cefalotorace, ed è un poco inflesso alla sua estremità; non arriva al termine del peduncolo delle antenne interne, ed è armato al di sopra di sette denti e di due al di sotto. I filamenti delle anten- ne superiori sono tre, dei quali due pareggiano la lunghez- za del corpo. I piedi mascellari esternî sorpassano le ap- pendici lamellose delle antenne esterne, e sono ad un di- presso della lunghezza dei piedi anteriori; questi hanno una mano piccola. I piedi del secondo pajo sono in circa due volte così lunghi che i precedenti, ed abitualmente stanno ripiegati in due ; il loro carpo è estremamente lun- go. Il colore è di un rosso bruno, rigato longitudinalmente di bianco. — Lungh. mill. 30-52. — (M. C. 1840). Si attiene per l ordinario al fondo del mare, sceglien- do per sua dimora le località rocciose. Si approssima ra- ramente al lido, e benchè apparisca tutto VP anno, si ha — 144 — motivo di credere, che viva isolata, giacchè non la si prende che in pochi individui per volta. È molto buona da mangiarsi. La femmina ha le uova in estate di colore rosso bruno. Si trova presso Zara, Spalato, Lesina, Ma- carsca, ece. a non troppo grandi profondità. Gen. Paraemovy, Fabr. 1912. Palaemon squilla, Fabr. Cancer squilla, Linn. Olivi, Zool. ad. — Palaemon squilla, Fabr. — Leach, Malac. Brit. tav. 43, f. 11-13. — Nar- do, Prosp. Fn. maritt. p. 16, e Sin. mod. Cr. Chiere- ghinìi. — Heller, Cr. sùdl. Eur. — P. antennarius, M. Edw. H. nat. Gr. Volg. venez. Gambaro. Il rostro non sorpassa | appendice lamellosa delle an- tenne esterne; è diritto ed emarginato alla sua estremità, nonchè provveduto, lungo tutto l' orlo superiore, di sette od otto denti, compresi i due finali, e sull’ inferiore di due o di tre. I minori filetti terminali delle antenne superiori sono corti, e non raggiungono l'estremità del rostro, quan- do sono diretti in avanti, nè il bordo anteriore del cefalo- torace, allorchè sono piegati in addietro. I piedi del secon- do pajo terminano con una chela molto più corta della porzione palmare; i piedi seguenti, quando sono stesi in avanti, non sorpassano |’ estremità delle appendici lamello- se. La superficie è liscia e lucente, di colore rossiccio chiaro, sparso qua e là di varie striscie trasversali, e di macchie dello stesso colore. — Lungh. mill. 40-60. Dimora non molto lontano dal lido, ove il fondo è ar- gilloso e coperto di zostera o di altre piante marine. Si ra- duna a torme presso le foci dei fiumi. Nella laguna veneta poi predilige i bassi fondi, cioè quelli che nel riflusso del- — 145 — l'acqua rimangono scoperti. Comparisce in abbondanza di autunno, e continua fino a primavera compiuta. È comu- ne in tutto l'Adriatico, ed ha buonissinio sapore partico- larmente se viene fritto. Nora. Il Palaemon antennarius, descritto da M. Edwards nel- la sua Hist. nat. des Crustaceus, come una specie diversa dal P. squilla di Fabr., non viene riguardato per tale dal Pr. Heller per l’insufficienza di buoni caratteri, e quindi egli lo riporta nella sua opera sui crostacei dell'Europa meridionale come un sinonimo del P. squilla. 3113. Palaecmon Treillianus, /isso. Melicerata Treilliana, Hisso, Cr. Nice, pl. 3, f. 6. — Pa- laemon Treillianus, Desmarest, Consid. Cr, — Risso, H. nat. Eur. merid. — Roux, Cr. Medit. pl. 59. — M. Edw. H. nat. Gr.; Atl. regn. an. Cuv. Cr. — Heller, Cr. sùdl, Eur. Ha il corpo un po grosso ed allungato ; il cefalotorace striato da linee ineguali, disposte in diversi sensi; ed il ro- stro armato da otto denti al di sopra e cinque al di sotto. Le antenne interne constano di tre filetti posti sopra un largo peduncolo spinoso. I pezzi laterali sono quasi qua- drati, forniti di ciglia, e muniti di aculei. I piedi mascellari sono lunghi e pelosi. I piedi veri del primo pajo sono corti e sottili, quelli del secondo pajo sono lunghi e gonfii alla sommità, e quelli delle ultime tre paja sono sottili ed anel- lati di bianco, di giallo e di violetto. L'ultimo segmento dell'addome è guernito di quattro tubercoli spinosi. Le lame notatorie della coda sono ovali, cigliate e punteg- giate di rosso. La lama mediana è spinosa, e termina con cinque punte. Il corpo è di un bianco carnicino transluci- do, finamente punteggiato di rosso, ed attraversato circo- larmente da piccole fascie di color violaceo. — Lungh. mill. 50-80. — 146 — Abita nel golfo a media profondità. La femmina depone le uova, divenute giallastre al finire di primavera. È di me- diocre frequenza, e si trova presso Trieste, Lussinpiccolo, Zara, Lesina ecc. 214. Palaemon xiphias, /isso. Risso, Cr. Nice et H. nat. Eur. merid. Cr. — Roux, Cr. Med. pl. 38. — Heller, Cr. sidl. Eur. taf. IX, f. 10. — Pal. crenulatus, Risso, H. nat. Eur. merid. Il cefalotorace è liscio con due spine al bordo anterio- re, e termina con un rostro lungo a punta curva, guernito di sette denti al di sopra, e di cinque al di sotto. Gli occhi sono portati da peduncoli ovoidi. I pezzi laterali sono corti e punteggiati, ed hanno un aculeo da un lato e delle ciglia dall’ altro. Le antenne interne hanno tre filetti situati sopra un lungo peduncolo tridentato. L'ultimo segmento dell’ ad- dome è guernito di quattro punte. Le lame notatorie sono sparse di piccoli punti impressi; quella di mezzo è biforca- ta e macchiata di rosso. Il corpo è di un bianco impuro, lucente, seminato di piccoli punti giallastri, disposti simme- tricamente. — Lungh. mill. 53-66. Vive fra le zostere e fra i fuchi in prossimità ai lidi a medie profondità. La femmina porta le uova, che sono ver- dastre in aprile ed in giugno. È questa specie alquanto ra- ra; si pesca talvolta presso Lussin, Zara, Lesina, Lissa ece. ail5. Palaemon rectirostris, Zudlach. Zaddach, Synopsis, Crus. — Palaemon squilla, M. Edo. H. nat. Cr. (secondo Heller, p. 266). — P. adspersus, Rathk. Mem. Acad. d. S. Petersb. t. Il, tab. IV, f. 4. — Flelier}kGr, ‘sudl'Eur:saf Rio: Il rostro sorge sul mezzo del cefalotorace, ed ha il margine superiore retto e munito di sei o sette denti; pre semplice. Il margine inferiore ne conta in vece tre, disposti sulla sua parte arcuata. Tutta la lunghezza del ro- stro pareggia a quella delle appendici lamellose delle anten- ne esterne. Il peduncolo delle antenne superiori od interne è un poco più breve del rostro, e porta sulla sua sommità tre filetti, di cui i due maggiori sono congiunti al terzo mi- nore. Il filetto delle antenne esterne è così lungo, che ri- piegato all'indietro, raggiunge l'estremità posteriore del corpo. Il primo pajo di piedi, steso all’ innanzi, arriva pres- so all'apice dalle appendici lamellose ; il secondo pajo, ch’ è più lungo, ha la mano grande, cioè eguale alla lunghezza del carpo, le sue dita però sono assai piccole. Le altre paja di piedi non hanno nulla di rimarchevole. La lama media- na della notatoja codale è di forma triangolare angusta, convessa al di sopra, ottusa al suo apice e munita di due spine. La sua superficie è del tutto liscia. — Lungh. mill. 40-66. È di mediocre frequenza, come nel Mediterraneo, così pure nell'Adriatico. Si prende talvolta presso Trieste, nel Quarnero, a Lussinpiccolo, a Zara e a Lesina. Nota. La più parte dei Polemoni vive in società, e ciascuna delle riunioni da essi formate non abbandona che raramente il luo- go scelto per dimora. Il loro nuoto è molto vivace; dopo ciascun lancio ch’ essi fanno, si arrestano per un momento, indi riprendono il nuoto. L’ acuto rostro di cui va armata la loro fronte, serve ad essi, onde poter lottare con vantaggio contro i loro inimici. I pe- sci, che li prendono per loro nutrimento, sono costretti di farli di- scendere nello stomaco colla parte posteriore, ed è perciò ch’ essi si trovano in questo viscere col rostro rivolto all’ innanzi. Le quattro specie, di cui si è fatto cenno, si mangiano con avidità, offrendo esse un buon pasto al basso popolo. S’° impiegano pure com’ esca nella presa di alcuni pesci. 20 ice arie -— 143 — SOTTOFAM. PENAEFIDINA. Gen. Stcronia, M. Edw. #16. Sicyonia scuipia, M. Edw. Cancer carinatus, Olivi, Zool. adr. tab. 3, f. 2. —. Sicyo- nia sculpta, M. Edw. H. nat. Gr. — Nardo, Sin. mod. Cr. Chiereghini. — Heller, Cr. sùdl, Eur. Il rostro è della lunghezza del peduncolo delle antenne superiori, ed ha l'estremità rivolta all'in su. Tanto sul bor- do superiore, quanto sulla cresta dorsale vi sono situati di seguito sei grossi denti; all'incontro un solo e piccolo si osserva al di sotto presso la punta del rostro. I filamenti terminali delle antenne inferiori sono sottili e cilindrici. I piedi mascelle esterne sono mediocri. I segmenti dell’addo- me, oltre all’ essere scolpiti, sono anche provveduti di una carena nel loro mezzo, la quale finisce anteriormente in punta, e nella parte posteriore in un incavo, ciò che facili- ta il reciproco ingranajo di tutti i segmenti. La lama me- diana della notatoja codale è triangolare, c scannellata sul dorso ; le laterali sono vergate iongitudinalmente. Il co- lore di tutto il corpo è di un bianco brunetto. (Per gli altri caratteri come nel genere). — Lungh. mill. 45-54. — (M. GC. 1840). Gen. Penarus, Latr. nuo, Penacus Caramote, fisso. Alpheus Caramote, Itisso, Cr. Nice. — Penaeus Caramote, Desmarest, GConsid. — Risso, H. nat. Eur. merid, Cr. — M. Edw. H. nat. Cr. pl. 25, f. 4. — Heller, Cr. sùdl. Eur. Ha il rostro meno lungo del peduncolo delle antenne superiori, un poco curvato all'in su, armato al di sopra MIE yi, di una decina di denti assai forti, ed al di sotto di un solo piccolo, situato innanzi agli occhi; in fine è fiancheggiato ai suoi due lati di una cresta, che continua in addietro fi- no al bordo posteriore dal cefalotorace, formando così a ciascun lato della cresta mediana un solco longituciinale molto profondo. Fra questi due solchi, se ne osserva un terzo meno lungo, ma più elevato. Sul bordo anteriore del cefalotorace, al di sopra dell’ inserzione delle antenne, havvi un dente molto forte, ed altri due minori poco da lui di- scosti. I peduncoli degli occhi sono grossi e forti. I filetti terminali dell antenne superiori sono assai piccoli e meno lunghi dei due ultimi articoli del peduncolo. La base delle tre prime paja di piedi è armata di forti spine. La lama mediana della notatoja codale è munita alla sua estremità di cinque spine, di cui la media è più forte. Il colore è di un bianco carnicino, tratteggiato di rosso. — Lungh. cen- tim. 16-18. — (M. C. 1852). Vive nelle grandi profondità fra le roccie. Apparisce in primavera. La femmina fa le uova rosse in luglio. Offre un cibo saporitissimo, quanto il Nephrops ; ma è alquanto raro. Si pesca nelle acque di Lesina e Ragusi. Bis, Penaeus membranacewus, fisso. Risso, Gr. Nice; H. nat. Eur. merid. — Heller, Sitzung, Wiener Akad. et Cr. sùdl. Eur. taf. X, f. 11. Il cefalotorace è leggiermente carenato in tutta la sua lunghezza. Il rostro è un poco rilevato, lamelloso, assai corto, cioè non sorpassante gli occhi, ed armato al di so- pra di cinque o sei denti grossi, e cigliato al di sotto. Gli occhi sono corti. I filetti terminali delle antenne superiori sono molto più lunghi del cefalotorace; l'uno è sottile e cilindrico, l altro è grosso, compresso e cigliato al di den- tro. Le antenne esterne sono mediocri. I piedi sono corti; quelli del terzo pajo non sorpassano che appena il pedun- colo delle antenne superiori. La lama mediana della nota- toja codale è allungata, ed armata di un pajo di spine late- rali presso la sua punta estrema. Il colore è di un rosso di carne. — Lungh. cent. 7-44. — (M. C. 4860). Vive nelle profondità fangose, o sopra gli alluvioni rial- zati dal mare. Apparisce d'inverno e di estate. La femmi- na depone le uova, che sono rossastre, in agosto. È raro. Questa specie, che il prof. Heller non indica nella citata sua opera: Cr. sùudl. Eur., come vivente nell'Adriatico, pu- re essa vi sussiste, avendola ricevuta più volte il sig. Vido- vich di Sebenico (distinto collettore degli oggetti naturali) dai pescatori di Zara e di Ragusa, e quindi conservata nel- la sua ricca raccolta, che passò poi in proprietà di questo R. Istituto di scienze. . î : v ORDINE IL STOMAPODA. Hanno il corpo molto simile ai decapodi macrouri, se non che in luogo di avere le branchie toracici, ed allogate in apposite cavità interne, le hanno esteriori, fissate ge- neralmente sotto l addome sull’ articolo basilare dei falsi piedi, e qualche volta mancano affatto. Comunemente hanno sette od otto paja di piedi, quasi sempre provveduti di un'appendice, che fa l'ufficio di palpo. I piedi delle tre, o quattro ultime paja sono notatori; quelli delle quattro prime paja più volte prensili; ma non terminano giammai con una chela didattile, e sono in vece subcheliformi. So- vente la maggior parte dei piedi sono molto approssimati alla bocca, od almeno applicati contro di essa. Quest ordine si divide in tre famiglie, delle quali due sole, cioè le Mysidae e le Squillidae, hanno dei rappre- sentanti nell’ Adriatico. Il corpo è grosso ed un poco compresso lateralmente ; la testa è unita col torace, e tutti gli anelli di quest’ ultimo, ad eccezione qualche volta del finale, sono completamen- te saldati al medesimo. Il cefalotorace di- scende da ciascun lato contro la base dei piedi, e ricopre quasi del tutto il torace. Il rostro è rudimentale. La disposizione degli occhi, delle antenne, e dei pezzi della bocca variano. I piedi toracici sono tutti sottili, notatorii, e simili fra loro ma variano di p 1,2) SE x numero. L’addome è molto sviluppato, e composto, come d'ordinario, di sei anel- li di cui i cinque primi portano i falsi piedi notatorii, ed il sesto, le appendici e le lame terminali della coda, disposte come nei macrouri. In fine, la conformazione delle branchie, la loro presenza e mancanza va- riano di molto . . . 2000 (am. Mr spie: Il cefalotorace è in lora ma di quadrilate- ro allungato, libero ed allargato all'indietro, e che comprende soltanto la festa. Gli oc- chi sono grossi, e rigonfii all'estremità. Le antenne del primo pajo sono inserite al di sotto, ed in addietro del loro peduncolo, e terminano con tre filamenti multarticolati. Le antenne del secondo pajo sono inserite al di fuori delle precedenti, e portano un'ap- pendice lamellosa, fissa all’ estremità del lo- ro peduncolo, che porta pure un filamento multarticolato. I piedi mascelle anteriori sono molto lunghi, e costituiscono un pa- jo di piedi simili agli ordinarii. I piedi to- racici del primo pajo sono assai svilup- pati; il loro ultimo articolo si piega come un grande grifo lungo il bordo interno del- l'articolo, che lo precede. I piedi delle tre paja seguenti sono più piccoli, e terminano in una mano ovoide uncinata ; generalmen- te essi sono applicati alla bocca, e non ser- vono che a prendere l'alimento. I piedi to- racici delle tre ultime paja sono abbastanza allontanati fra loro, e guerniti di un'appen- dice stiliforme, che nasce al secondo arti- colo. I falsi piedi addominali sono di sei pa- — 153 ja. La notatoja codale è formata delle solite cinque appendici del sesto anello addomi- nale. Le branchie sono ramificate, e com- poste da un grande numero di cilin- CRCR MUST TRO ARNO. Famiglia Mysidae. Di questa famiglia esiste nell'Adriatico il solo genere. I cefalotorace ricopre l’ estremità ante- riore del tronco, la maggior parte del to- race, e si ripiega in basso su ciascun lato, in maniera da applicarsi contro la base dei piedi Gli occhi sono corti e grossi, ed han- no la base cacciata sotto il bordo anteriore del cefalotorace, che si ristringe fra essi in un piccolo rostro. Le antenne interne sono inserite al di sotto degli occhi, e portano alla loro estremità due filetti terminali, lun- ghi e multarticolati. Le antenne esterne sor- gono al di sotto delle precedenti, e sono provvedute alla loro base di un’ appendice lamellosa, lunga e cigliata; il loro filetto terminale è più lungo delle antenne supe- riori. I piedi mascelle sono di due paja, e differiscono di poco dai piedi veri. I pie- di toracici delle sei paja, che seguono | ap- parato orale, sono tutti sottili, nonchè di- visi in due branche, e conformati esclusi- vamente per il nuoto. L’addome si ristrin- ge verso il suo finire, e termina con una SQUILLIDAE. seguente — 154 — notatoja a cinque lame. In fine le prime cinque paja di falsi piedi sono rudimen- tali. Le femmine sono provvedute al di sot- to ed all'indietro del petto di valvole in forma di conchiglia, che contengono le UOVAntit eee Sio een. Gene Massa Famiglia Squillidae. Di questa famiglia esistono nell'Adriatico i soli due seguenti generi. Il grifo, in cui terminano i due piedi an- teriori (rapitori), ha la forma di una falce, di cui il bordo tagliente è guernito di lun- ghi denti, che sono ricevuti in una scannel- latura del bordo corrispondente della ma- no, ch'è generalmente compresso, e ar- mato di qualche spina sul suo bordo pren- sile. I piedi toracici delle tre ultime paja portano un'appendice sottile, cilindrica e lunga, rappresenta i palpi. In fine il corpo è in generale più svelto, e più ristretto die- tro il cefalo torace, che negli altri squil- lini i IALAZIRE Gen. SQUILLA. Il principale carattere, che distingue que- sto genere, consiste nella conformazione dei suoi piedi rapitori. L'ultimo articolo di quest'organo, in luogo di avere la forma di un grifo lamelloso e fortemente dentato, è invece diritto, stiliforme, più o meno rigon- fio alla sua base, e non presenta che al più dei vestigi di denti sopra il suo bordo pren- sile, ch è largo. In generale il rigonfiamen- pa "2 SN — 155 — to della porzione basilare di questo artico- lo è considerevole, e sufficiente per far co- noscere questi crostacei a colpo d’ oc- ee to e e e Gen GONODIEITEUS: ORDINE Il STOMAPODA. Famiglia I. Mysidae. Gen. Mysis, Latr. 119. Miysis truncata, Meller. Heller, Cr. sùdl. Eur. Il rostro è corto e triangolare. I peduncoli delle an- tenne superiori sono molto corti; le appendici lamellose sono lunghe e strette, nonchè appuntite alla loro estremi- tà, e non sorpassano che di poco i due filetti terminali. La lama mediana della notatoja codale è piuttosto larga alla sua base, e comincia a ristringersi prossimamente alla sua estremità, ch è triangolare, e che finisce in due pungiglio- ni. Altri pungiglioni minori si osservano lungo i suoi mar- gini laterali. Essa non raggiunge però la lunghezza delle due lamine laterali interne, e molto meno quella delle due esterne, che sono ancora più lunghe. Le une e le altre so- no strette, e tagliate obbliquamente alla loro estremità. Il corpo è di un colore bianco giallognolo.— Lungh. mill. 15-18. — (M. C. 1875). Il primo a scoprire questa specie fu il dott. Heller, che la trovò a Lissa nelle acque basse presso le rive. È rara. 21 — 156 — E2O. Mysis frontalis, M Edu. M. Edwards, H. nat. Cr. — Heller, Cr. siùdl. Eur. Ha il rostro grande ed appuntito, e che sorpassa di molto i peduncoli oculari. I peduncoli delle antenne esterne sono sottili, e molto lunghi, la loro appendice lamellosa è rotondata, un poco larga all’estremità, e priva di ciglia sul bordo esterno. Le lame laterali e la media della notatoja codale diminuiscono gradatamente di larghezza dalla loro base fino alla loro estremità. — Lungh. mill. 22-26. L’ Heller ha presa questa specie presso Lissa e Lesina. Le Mysis in generale non sono tanto frequenti nell’ Adriati- co. Le due che si conoscono, dimorano presso le coste a poca profondità sopra regioni cretacee, fra i fuchi e le con- ferve, preferendo i luoghi ove le acque sono in calma. Nuo- tano con grande velocità. La femmina porta le uova nel mese di febbraio. Famiglia II. Squillidae. Gen. SquiLLa, Fabdr. 125, Squilla mantis, Rondel. Rondelet, Poissons, t. II, pag. 397. — Latr. H. nat. Gr. pl. 55, f. 3. — Desmarest, Consid. pl. 41, f. 2. — Ris- so, H. nat. Eur. merid. — M. Edwards, H. nat. Cr. — Nardo, Sin. mod. Cr. Chieregh. — Heller, Gr. sùdl, Eur. Volg. venez. Canochia. La faccia superiore del cefalotorace è divisa in tre por- zioni da due profondi solchi longitudinali. Sopra quello di mezzo vi è una cresta mediana, che si biforca all’ innanzi. Le due porzioni laterali sono guernite ciascuna di due li- Se nee longitudinali salienti, delle quali l’interiore è interrotta verso il suo terzo posteriore da uno spazio liscio. Il grifo della mano è armato di sei denti, ed il bordo prensile del- la medesima è finamente dentellato, e guernito verso la sua base di tre grandi spine mobili. L'addome si allarga verso il suo finimento, e presenta al di sopra otto ranghi longitu- dinali di piccole creste salienti, comprese quelle dei bordi laterali, ciascuna delle quali termina con una spina diretta all indietro. L'ultimo segmento dell'addome è guernito al di sopra di una cresta mediana, che termina in una piccola punta. Esso è contornato da una specie di bordatura tu- bercolosa, formata dal rigonfiamento di un grande nume- ro di denti marginali, di cui i quattro estremi sono più grandi e più acuti. Sulla faccia superiore vi si osservano molte depressioni lineari curve, che circuiscono la eresta mediana. In fine il prolungamento lamelloso dell’ articolo basilare delle appendici laterali, sorpassa la lama ovale interna, e termina con due corna appuntite; l'articolo poi che vi succede è grande, e dentellato sul bordo esterno, e l’ultimo che dà compimento all’ appendice è di forma ellit- tica. Il colore del corpo è di un bianco lucente, ombreg- giato di turchino ; gli occhi sono di un verde dorato; e l’ultimo segmento dell'addome è ornato di due macchie ovali violette. — Lungh. cent. 16-18. — (M. GC. 1842). Vive questo crostaceo nel golfo ad una profondità di met. 30-60, ove sceglie per sua dimora luoghi fangosi, nei quali sta ordinariamente affondato durante il giorno, tro- vando quivi un nutrimento molto abbondante. Però i tem- pi burrascosi sommovendo il mare, lo costringono ad usci- re dai suoi nascondigli, per cui dopo seguita la calma, se ne fa una copiosa preda. Si piglia anche in altre parti del- Vanno, cioè da marzo a dicembre, ed i pescatori ne trag- gono dalla sua vendita un buon guadagno. È saporito, par- ticolarmente da gennajo fino ad aprile, per essere in que- — 158 — sto frattempo pieno di carne, e la femmina provveduta del suo corallo. In tale mese essa depone le uova, e nel se- guente maggio sì il maschio che la femmina sono al punto di abbandonare la vecchia crosta, ossia di fare la muta. L'epoca dell’'accoppiamento è la primavera. Le femmine quando vogliono sbarazzarsi dei loro ovicini, si cacciano sotto le roccie, ed è difficile allora a prenderle. La squilla di cui si accenna non è rara nell Adriatico, e si pesca par- ticolarmente presso il litorale veneto, e nelle acque di Trie- ste e di Fiume a poca profondità, cioè di met. 40-15. 122, Squilla Desmarestii, Risso. Risso, Gr. Nice, pl. 2, f. 8, et H. nat. Eur. merid. — Latr. Encycl. — Roux, Gr. Med. pl. 40, — M. Edw. H. nat. Cr. — Heller, Gr. sùdl. Eur. Il cefalotorace è meno ristretto in avanti, che nella specie precedente, ed offre appena qualche traccia di cre- sta longitudinale. La piastra rostrale è allungata, e roton- data anteriormente. Gli occhi, le antenne, ed i piedi sono come nella S. mantis, ad eccezione che il grifo non è ar- mato che di quattro o cinque denti. L'addome è liscio e convesso nel mezzo, oltre di che presenta a ciascun lato tre creste longitudinali vicine fra loro, in modo di lasciare tra esse due solchi. Il penultimo segmento dell'addome por- ta quattro spine, e l'ultimo ne ha sei sopra i suoi bordi, nonchè una carena in mezzo, che termina pure in una spi- na. Il colore è giallastro, picchettato di bruno, e qualche volta di roseo. — Lungh. cent. 8-10. — (M. G. 1842). Abita sopra strati rocciosi a poca profondità. Non è molto frequente, sebbene apparisca in ogni stagione. La femmina è piena di uova giallo brune in marzo ed in ago- sto. Si prende d’ ordinario presso Trieste, nel Quarnero, - 159 — i nelle acque di Lussinpiccolo, di Pirano, di Zara, di Lesina, Lissa, Ragusa ecc. 123. Squilla Eusebia, lisso. Risso, Cr. Nice, et H. nat. Eur. merid. — Nardo, Sin. mod. Cr. Chiereghini; Annot. illust. tav, 3, f. 7. Il cefalotorace è oblungo e liscio, quasi appianato al di sopra, e terminante anteriormente in una lunga punta. Le appendici lamellose sono ovali e cigliate. Il primo pajo di piedi è lungo e filiforme, ed ha il grifo armato di dieci acu- lei forti e sottili, disposti come i denti di un pettine. Gli altri piedi sono corti e madreperlacei. I segmenti dell’ ad- dome sono liscii e convessi. I tre primi sono meno rigon- fii, che quelli di mezzo; l'ultimo è armato di sei piccole punte a ciascun lato, e di altre otto appena apparenti alla sommità. Le lamine o appendici della coda sono ovali e ci- gliate, l’intermedia ha due punte, e l’ultima è assai picco- la. Il corpo è di colore rosso punteggiato di bruno, e gli occhi sono verdastri. — Lungh. mill. 50. Nora. Il chiariss. Nardo dice, che questa interessante specie è poco ancora conosciuta dagli autori, e che il suo primo scopritore fu propriamente il Chiereghini, il quale avendola trovata nell’ A- driatico, la chiamò Cancer mantissillus, e con tale nome la de- scrisse, e la figurò nella citata sua opera. Si vegga quanto in pro- posito espone il prelodato Nardo nelle sue Annot. illust. pag. 112. — 100 — Gen. GoxopacryLus, Latr. EZ34. GConodaciylus chiragra, Fabr. Squilla chiragra, Fabr. — Desmarest, Consid. pl. 43. — Cancer chiragrus, Merbst. — Gonodactylus chiragrus, Latr: tab. 329, 2. G.. chiragra, M. Edo. Hina — Heller, Cr. sùdl, Eur. Il cefalotorace è allungato, coi bordi laterali dritti e paralleli. La piastra rostrale è quadrangolare, armata di un grosso dente mediano spiniforme. Gli occhi sono piri- formi. Il grifo dei piedi anteriori è molto rigonfio alla sua base, leggermente curvato all estremità, privo di denti sul suo bordo interno, ed in loro vece è finamente crenellato. Il tarso dei piedi delle tre ultime paja è lamelloso e ri- stretto. L’addome è liscio ed un poco bordato lateralmen- te. Il suo penultimo segmento è sormontato da sei grossi tubercoli allungati ed appuntiti posteriormente ; l’ultimo ne porta tre o cinque, di cui il medio è più lungo ed armato di denti marginali. L'ultimo articolo dell’ appendice codale esterna è assai piccolo, e l'articolo che lo precede è lungo ed armato al di fuori di spine corte. Il colore è verdastro. — Lungh. cent. 8-11. Fino ad ora sì è ritenuto, che questa specie viva nel Mediterraneo soltanto, non avendo nè il prof. Heller, nè il prof. Grube fatto di essa alcuna menzione nelle ope- re, che pubblicarono intorno ai crostacei. Il dott. Nardo assicura in vece, che il Gonodattilo in discorso vive anche nell’ Adriatico, avendolo ricevuto due volte dai pescatori provenienti dalle coste della Romagna. (Vedi Annot. illust. pag. 113). LEGIONE II. EDRIOPHTHALMIA. I crostacei che appartengono a questa sezione sono generalmente di piccola taglia, ed hanno il corpo diviso in tre parti, cioè la testa, il torace e l'addome. Gli anelli di cui sono composte le ultime due, sono bene distinti e mo- bili. Non vi esiste uno scudo dorsale simile al cefalotorace dei podottalmi, che gli riveste, nè gli occhi sono portati da peduncoli mobili, come in questi ultimi. La bocca però è armata allo stesso modo di mandibole e di mascelle ; e le membra toracici hanno quasi tutti la forma di piedi ambu- latorii. Mancano di vere branchie, e respirano per mezzo di appendici flabelliformi, oppure di vescicole membranacee attaccate alla base dei piedi. Nota. La piccolezza dei crostacei, che costituiscono questa se- conda legione, la particolare loro organizzazione, e le condizioni di alcune loro parti, che si sottraggono allo sguardo ordinario dell’ os- servatore, e ne rendono quindi difficile lo studio e le ricerche, mas- simamente per coloro, che non sono dotati di molta pazienza e seru- polosità, queste considerazioni mi hanno determinato di lasciare per ora a parte le descrizioni delle più minute e rare specie, limitan- domi alla trattazione delle più ovvie e maggiori, come quelle, che si prestano vie meglio all’ investigazione, ed allo studio di que’ gio- vani, che vogliono acquistare delle cognizioni generali intorno alla carcinologia dell’ Adriatico, pei quali appunto, come dissi nella pre- fazione, fu scritta questa operetta. Mi riservo però di dare in seguito completamento alle specie ommesse colla pubblicazione di un’ ap- pendice; ed intanto per ora basterà che indichi il nome specifico delle medesime nel prospetto finale. Gli edriottalmi si dividono in tre ordini naturali, che sono gli Amphipodi, i Laemodipodi e gl Isopodi. — 162 — ORDINE I. AMPHIPODA. I crostacei di quest ordine hanno la testa formata di un solo segmento, portante due occhi sessili ed immobile. Nella parte anteriore della medesima sono collocate quat- tro antenne in due ranghi. L'apparato orale consta di due labbra, di un pajo di mandibole con due palpi, e di due paja di mascelle e di piedi mascellari. Il torace è compres- so lateralmente, e diviso in sei o sette segmenti mobili, dei quali l’arco dorsale si compone di un tergo e di due epi- meri. I piedi sono di sette paja, di cui gli anteriori sono sovente molto sviluppati, terminando in una mano con un grifo. La femmina porta le uova sotto il torace attaccate alle appendici flabelliformi, o riposte nella vescicola respi- ratoria. L’addome è composto di cinque o di sei segmenti, dei quali i tre primi portano al di sotto delle appendici, che costituiscono dei falsi piedi notatorii, composti di due filetti cigliati. La parte terminale dell'addome è una specie di notatoja a ventaglio, che serve all'animale per ispiccare degli slancil. Questo primo ordine si suddivide in tre famiglie, cioè ORCHESTIDAE, GAMMARIDAE e COROPHIDAE. Anfipodi che sono generalmente adattati per ispiccare salti. Il loro corpo è compres- so, ed ha gli epimeri larghi. Le mandibole sono mancanti di palpi. Le antenne superio- ri sono per la maggior parte più corte dei peduncoli delle antenne inferiori. Posterior- mente sono provveduti di due brevi ap- pendici codali .. . . . . . Fam.I. ORcHESTIDAE. Anfipodi che si prestano principalmente — 1603 — al nuoto, sebbene parecchi di essi spiccano salti. Hanno il corpo compresso, come i precedenti, ma gli epimeri varianti di for- ma. Le mandibole sono provvedute di pal- pi. Le antenne terminano generalmente in un filetto più o meno lungo, setaceo e multarticolato ; le superiori oltre a questo filetto, ne hanno pure un altro accessorio, per lo più breve. Sono poi provveduti, co- me i primi, di due appendici codali alquan- to corte, ed i loro piedi sono generalmente sota ani ot Ra DI) GAARA E. Anfipodi che sono atti soltanto a strasci- narsi. Il loro corpo è più o meno depresso e lineare. L’addome è dritto. L’ottavo ed i seguenti segmenti non sono fusi assieme. Gli epimeri veri sono molto bassi. Le man- dibole portano dei palpi, e le antenne sono per lo più piediformi, cioè composti di ar- ticoli simili a quelli dei piedi . Fam. III. CoropnpaE. Famiglia I. Orchestidae. Di questa famiglia esistono nell'Adriatico i seguenti generi. Le antenne del primo pajo sono semplici, quasi rudimentali, non raggiungendo | e- stremità del peduncolo delle antenne infe- riori. I piedi del primo pajo sono molto più piccoli di quelli del secondo, e terminano con una piccola mano imperfettamente sub- cheliforme. I piedi del secondo pajo ter- minano in vece con una mano grande suh- 29 — 1604 — cheliforme. L'ultimo articolo del peduncolo dei palpi è rintuzzato al suo termine, e cosi pure lo è il lobo mediano finale della coda. In fine i piedi del sesto o settimo pajo sono 1 più IUDEDLELU AES PORSI Si noti che questo genere si approssima molto a quello del Talitrus, da cui però si distingue per la forma dell’ articolo finale del suo primo pajo di piedi, il quale può essere ripiegato verso il penultimo, ciò non ha luogo nel Talitrus. Le antenne superiori sono più lunghe del peduncolo delle inferiori. L'ultimo articolo dei palpi dei piedi mascelle esterne si pre- senta in forma di unghia. Il lobo medio del- la notatoja codale è diviso in due metà da una profonda incisione. Nei, maschi il se- condo pajo di piedi è ordinàriamente più grande, ed il loro quinto articolo è sottile, terminando quasi in forma di disco, inca- vato verso il davanti, onde accogliere il dito della mano ; mentre nelle femmine questo pajo di piedi apparisce alquanto più pic- ORCHESTIA. colo. 233 1 nem io A SIE GIR CRICAGenNIE Famiglia Il. Gammaridae. Di questa famiglia esistono nell'Adriatico i seguenti generi. Gli epimeri dei primi quattro anelli tora- cici, ma soprattutto quello del terzo e quar- to, assai più grandi, e quasi fra loro saldati, formano ai due lati del corpo uno scu- i 4 s | — 165 — do ritondo, entro il quale restano com- pletamente nascosti i piedi. Dei quattro pie- di anteriori i primi due sono piccoli, i se- condi al contrario sono assai grandi, con una mano sommamente sviluppata, ed ar- mata di un lungo grifo falciforme . Gen. PropoLivm. Le antenne del primo pajo sono corte, ma il loro peduncolo è estremamente gros- so e piriforme. Oltre al loro filetto multar- ticolato principale, ch'è sottile e setaceo, ne hanno un altro accessorio, ch'è più cor- to. Le antenne poi del secondo pajo sono assai più sottili, con un peduncolo molto corto. I piedi del primo pajo sono brevi, e terminano con un unghia conica. I piedi del secondo pajo sono sottilissimi, ed im- proprii ad agire come organi di pren- cone li Nerina lotta aGeni Lastana ssa I piedi del primo e secondo pajo sono subcheliformi ; le antenne superiori, oltre il filetto principale, sono provvedute anche di un filetto accessorio; e l'articolo basila- re del loro peduncolo è molto grosso. Del resto questo genere è molto prossimo a quello della Lysianassa, di cui è uno smem- Dramentonyfisigon tr Ha dee] o97) + Gent Le antenne del primo pajo sono lunghe, sottili, e terminate oltrechè dal principale filetto multarticolato, anche da un filetto ac- cessorio abbastanza sviluppato. Le antenne del secondo pajo sono più lunghe e sottili. I quattro piedi anteriori sono lunghi e fili- formi, ma non prensili. Quelli del primo pajo finiscono in un unghia adunca, fatta — 1660 — al di sotto a pettine. Quelli del secondo pa- jo sono quasi membranacei, e finiscono con una mano fimbriata, triangolare, che ha nel mezzo un unghietta appena visibile. Gen. Il corpo è molto tozzo, e lateralmente di figura ovale. Le antenne superiori sono ro- buste, e lunghe un poco più del capo, Il lo- ro filetto principale è uguale in lunghezza al primo articolo del peduncolo, ch’ è molto grosso. Il filetto accessorio è assai piccolo. Le antenne inferiori sono lunghe circa quanto è la metà del corpo. I piedi sono gracili. Quelli del primo pajo terminano con una mano semplice, unguicolata; quelli del secondo pajo finiscono egualmente, ma so- no più lunghi. Gli epimeri sono assai svi- luppati, particolarmente quelli del quarto anello, essendo larghi e falciformi . Gen. CarLisoma. Tutti i piedi sono prensili, e terminano con un articolo piatto, troncato alla sua estremità, sulla quale si piega il grifo ter- minale. Solamente i piedi del secondo pajo sono un poco più grossi degli altri. Le antenne superiori sono in circa della stessa lunghezza delle inferiori, e terminano con due filetti multarticolati, di cui l'uno è gran- de e l’altro assai corto . . . . Gen. Ha il corpo non compresso. Le antenne generalmente sono corte ; le superiori sono fornite soltanto del filetto principale, men- tre mancano dell’ accessorio. I piedi ma- scelle del primo pajo finiscono in una pic- cola unghia, e quelli del secondo sono sub- cheliformi?t/. .:0)1118/)0 0 Uan Ri 1° NG TRE IcHNoPus. ISAFA. — 4167 — Il corpo è mediocremente compresso ; il capo, il dorso ed il torace sono ritondati. L’addome è carenato, ed alcuni dei suoì anelli sono prolungati posteriormente in una spina, come lo è pure sovente anche I ultimo anello del torace. Le antenne supe- riori ed inferiori, quasi eguali fra loro, so- no semplici, e finiscono in un filetto mul- tarticolato assai lungo. I quattro piedi an- teriori sono più brevi di tutti i seguenti, e finiscono con un’ unghia prensile . Gen. Dexamine. Le antenne superiori finiscono in un fi- letto multarticolato, senza appendice. I quat- tro piedi anteriori sono prensili, filiformi, e quasi egualmente lunghi. Il corpo è assai compresso, acutamente carenato sul dorso in tutta la lunghezza, e d’ordinario con un certo numero di anelli, tanto toracici, quan- to addominali, prolungati posteriormente in un’acuta spina. Gli epimeri sono di me- diocre. grandezza) oil up. sti Gen. Arre. I pezzi epimerici dei quattro primi anelli toracici sono assai grandi. L’addome si ri- piega verso la sua estremità, non gradata- mente, ma subito al di sotto. 1 filetti termi- nali delle antenne, oltre all’ essere molto brevi, sono anche assai più piccoli del loro peduncolo. La mano del primo pajo di piedi è didattile, ed il suo dito mobile è molto lungo, e composto di due articoli. La mano del secondo pajo è grande, ovale e subche- orme i 00 Ae ne GERS ERO GOTHOR, I piedi del primo pajo sono monodattili, quelli del secondo sono più grandi, aventi — 168 — il dito piegato sul mezzo della mano, e non sulla sua parte troncata. Le antenne supe- riori sono un poco più lunghe delle inferio- ri. La coda è guernita a ciascun lato di una lamella allungata e fogliacea. . Gen. Le antenne superiori sono almeno il dop- pio in lunghezza delle inferiori; il loro filet- to terminale è più lungo di tutti, il terzo è il più corto, ed il secondo è quasi così gran- de quanto il primo. I piedi delle due prime paja sono monodattili, il dito di quelli del se- condo pajo si piega sul mezzo della lama, che forma la mano. La coda è sprovveduta MELITA. delle appendici fogliacee . . . . Gen. Magra. Il corpo è snello, e le antenne sono sot- tili e lunghe. Quelle del primo pajo sono in circa così lunghe come le inferiori, e por- tano ciascuna due filetti terminali setacei e multarticolati, di cui uno è molto lungo e l’altro corto. Le antenne del secondo pajo so- no come le prime, ma non hanno che un so- lo filetto terminale. I piedi del primo pajo so- no meno grandi di quelli del secondo. Il lo- ro penultimo articolo compie col preceden- te una specie di mano, sulla quale si piega l’articolo terminale in forma di grifo. I pie- di del secondo pajo sono di simile forma, ma assai più sviluppati. . . . . Gen. GammaRUs. ol ba di Ù si b} si , — 169 Famiglia II. Corophidae. Di questa famiglia esistono nell'Adriatico i seguenti generi. I piedi delle due prime paja terminano con una mano subcheliforme più o meno perfetta, quella del secondo pajo è però sempre prensile. I piedi all incontro delle cinque ultime paja non sono punto prensili. Le antenne superiori sono più lunghe del peduncolo delle antenne inferiori, e termi- nano con un solo filetto multarticolato. Gen. Ampritrtor. Le antenne superiori terminano con un filetto multarticolato sottile; quelle del se- condo pajo sono piediformi, e terminano con tre o quattro articoli, di cui la lunghez- za diminuisce successivamente. Gli occhi sono collocati sopra un lobo della testa sa- liente fra le antenne. I piedi del secondo pajo sono molto più grandi di quelli del primo, e più conformi alla prensione. Gen. Popocents. Le antenne superiori finiscono con un filetto multarticolato, accompagnato da un altro accessorio rudimentale; le inferiori sono piediformi. I quattro piedi anteriori sono prensili. Quelli del primo pajo, nel maschio, sono più grossi, col carpo maggio- re di tutti, e colla mano corta, cilindrica e portante un’ unghia; quelli del secondo pajo sono simili nei due sessi, delicati e filiformi, colla mano allungata e terminata da un unghia piccola ed adunca. Gen. MicropEutoPus. — 170 — Le antenne sono assai grosse, ed in circa della medesima forma e lunghezza, e termi- nano con un articolo stiliforme in luogo di un filetto multarticolato. Il primo pajo di piedi termina con una piccola mano prensi- le. Quella del secondo pajo è grande, trian- golare ed armato di un forte grifo, com- posto dei due ultimi articoli della mano stessa”: SION ARTO RO E ARGen E Ceres LEGIONE II. EDRIOPHTHALMIA. ORDINE I. AMPHIPODA. Famiglia I. Orchestidae, ee Gen. OrcÙestIa, Leach. E25. O@rchestia litorea, Mon. Gammarus litoreus, Mont. — Orchestia litorea, Leach, Encyc. pl. 221, f. 6. — Latreille, Ency. pl. 336, f.1. — Desmarest, Consid. pl. 45, f. 9. — M. Edw. H. nat, Gr. — A. Costa, Anfip. reg. Nap. — Heller. Amph. adr. Meer. taf, I, f. 1-2. Le antenne superiori sono sottili. I piedi del primo pa- jo sono molto piccoli, come lo è pure la loro mano, il cui angolo anteriore è nei maschi rotondato in forma di lobo. I piedi del secondo pajo sono assai grandi; la loro mano è larghissima e termina con un bordo obbliquo finamente dentato, su cui si piega un grifo grande, ma senza denti. L'addome è liscio al di sopra, e termina con una coda composta di tre appendici bifide, delle quali quella di mez- i i », — 171 — zo è molto corta. Il colore è di un verde pallido ombreg- giato di rosso. — Lungh. mill. 20-22 — (M. C. 1840). È frequente in varii litorali del nostro mare. La fem- mina fa Ie uova più volte nel corso dell’anno. Si fa vedere in ogni stagione. aTG. Orchestia Montagui, Audoin. Audoin, Expl. d. planch. d. Savig. — M. Edw. H. nat. Cr. — Heller, Amph. adr. Meer. taf. I, f. 3-4. — Orchestia constricta, A. Costa. Questa specie è prossima alla precedente, da cui non differisce, che per una maggiore brevità delle antenne su- periori, e per la conformazione delle mani del secondo pa- jo, che sono più ovali, e che hanno il grifo armato di un grosso tubercolo o dente appuntito verso il mezzo del suo bordo interno. — Lungh. mill. 44-45. È meno frequente della specie anteriore, con cui si tro- va per ordinario mista, presso Lesina e Curzola, e sul lito- rale di Venezia. B®7, @rchestia Deshayesii, Audovin. Audouin, Expl. d. planch. d. Savig. — M. Edw, H. nat, Gr. — Heller, Amph. adr. Meer. taf. f. 5-6. Le antenne superiori sono lunghe circa quanto è l'al- tezza del capo, e le inferiori quanto è la metà della lun- ghezza del corpo. I piedi del primo pajo sono abbastanza grandi. Le mani del pajo secondo sono fortemente arcuate al di sopra, col bordo anteriore molto obbliquo, e che ter- mina inferiormente con un dente appuntito e rialzato, pre- sentando in certo modo l'aspetto di una semiluna ; il grifo è mediocre, e senza tubercoli. Il colore del corpo è giallo di ambra cogli occhi neri. — Lungh. mill. 11-12. 23 eg — 172 — Questa specie non è molto rara sui lidi delle isole di Lesina, Lissa e Curzola. Generalmente le Orchestie dimorano sulle spiagge sab- biose, ove amano di starsene nascoste sotto gli avanzi delle piante marine, ammonticchiate sopra le rive; saltano con molta agilità, per cui vengono comunemente chiamate : pulci di mare. Vivono riunite in truppe numerose e divo- rano rapidamente i cadaveri dei piccoli animali rigettati dal mare. Dopo ciò si vedono affondarsi nella sabbia, che sca- vano coi loro piedi anteriori. Gen. Nicea, Nicol. 1428. Nicea piumicormnis, Meller. Heller, Amph. adr. Meer. taf. 1, f. 8-9. Le antenne superiori sono molte più lunghe del pedun- colo delle inferiori, ed il peduncolo delle prime è più corto del filetto terminale. Il peduncolo e la prima metà del filet- to terminale delle antenne inferiori, sono forniti al di sotto di lunghi ciuffetti. Gli occhi sono tondi e neri. La mano del primo paio di piedi è ovale, e l'unghia finale è ingros- sata; nel secondo pajo la mano è molto più grande, ma egualmente di forma ovale con l'unghia aguzza. — Lungh. mill. 9. Fu presa questa rara ed interessante specie dal dottor Heller anche nelle acque di Ragusi, dopo di essere da lui stata scoperta nel mare di Genova. 1235. Nicea fasciculata, Heller. Heller, Amph. adr. Meer. taf. I, f. 10-11. Le antenne superiori sono più lunghe del peduncolo delle inferiori, ed il peduncolo delle prime è più corto del filetto terminale. Il peduncolo delle antenne inferiori è quasi + TI 4 — 173 — nudo, ed il filetto terminale nella prima metà, tanto al di sopra quanto al di sotto, è fornito di corti ciuffetti. Gli oc- chi sono neri, e quasi rotondi. La mano del primo pajo di piedi è molto piccola e rotonda, con l'unghia ingrossata; nel secondo pajo invece la mano è grande, della forma di un ovale acuto, con l'unghia lunga ed appuntita. — Lungh. mill. 7-8. 130, Nicea Bucchichi, Heller. Heller, Amph. adr. Meer. taf. 5, f. 12-15. Le antenne superiori sono più lunghe del peduncolo delle inferiori; queste ultime raggiungono la terza parte del- l’intera lunghezza del corpo; il loro filetto terminale è al di sotto mediocremente coperto di peli. Gli occhi sono ne- ri ed oblungo rotondati. La mano del primo pajo di piedi è oblungo quadrangolare, e l unghia è stretta ed aguzza. La mano del secondo pajo nei maschi è oblungo ovale, con l'unghia aguzza. — Lungh. mill. 8. ESSI, Nicea nudicormnis, Heller. Heller, Amph. adr. Meer. taf, I, f. 16-19. Le antenne superiori sono alquanto più lunghe del pe- duncolo delle inferiori; queste ultime raggiungono la metà della lunghezza del corpo, e sono quasi nude. Gli occhi so- no oblungo rotondati e neri. L’unghia della mano del pri- mo pajo di piedi è ingrossata. La mano del secondo pajo nel maschio è ovale, con l unghia aguzza. Il carpo che la precede è corto, e prolungato al di sotto in una piccola apofisi. Nella femmina la mano è più piccola ed ovale. — Lungh. mill. 8. Vi 132. Nicea macronyax, Zeller. Heller, Amph. adr. Meer. taf. I, f. 20-24. Le antenne superiori sporgono al di sopra alquanto di più del peduncolo delle antenne inferiori; queste ultime sono quasi nude, ed eguali alla metà della lunghezza del corpo. Gli occhi sono ovali e neri. La mano del primo pajo di piedi è oblungo quadrangolare, e l unghia relativa è sot- tile ed aguzza. La mano del secondo pajo è più grande, di figura oblungo ovale; il suo quinto articolo, nel ma- schio, è molto stretto, quasi in forma di ferro di cavallo, e nella femmina è proteso in una lunga e sottile apofisi. — Lungh. mill. 8-9. nds. Nicea crassipes, /eller. Heller, Amph. adr. Meer. taf. I, f. 34-35. Le antenne superiori sono soltanto un poco più corte delle inferiori, e queste ultime raggiungono appena la quar- ta parte della lunghezza del corpo. Gli occhi sono come nella specie precedente. La mano del primo pajo di piedi è oblongo quadrangolare, coll’unghia snella ed agguzza ; quel- la del secondo pajo è, nel maschio, largamente ovale, col quinto articolo accorciato, e nella femmina col detto arti- colo allungato in una stretta apofisi. I piedi delle tre paja posteriori sono allargati e grossi, coll unghia finale di me- diocre lunghezza. — Lungh. mill. 8. Dieci specie del genere Nicea furono trovate nell’Adria- tico, delle quali, otto il chiarissimo prof. Heller ha il merito di esserne stato il primo scopritore, cioè la plumicornis e la Schmidtii a Ragusa, la fasciculata e la comptonya a Lissa e a Lagosta, la nudicornis a Lussin, la Buechichi, la macro- nyx, la rudis, e la crassipes a Lesina. Nulla però si è in grado di poter dire ancora intorno alle abitudini delle spe- cie di questo genere. Pn Famiglia II. Gammaridae. Gen. PropoLitm, A. Costa. BA, Probolium megacheles, Heller. Heller, Amph. adr. Meer. taf. II, f. 1-2. — P. polyprion, A. Costa, Anfip. reg. Nap. Le antenne superiori ed inferiori sono quasi egualmen- te lunghe, ed arrivano sino al termine posteriore del tora- ce. La mano del primo pajo di piedi è piccola ed ovale; quella del secondo pajo è grande, nonchè di forma oblongo quadrangolare, coperta al di sotto da molti peli, e verso il davanti fornita di due denti grandi. L’ unghia finale è mol- to lunga, e curvata in modo da ricoprire, nel piegarsi, lin- tera lunghezza della mano stessa. — Lungh. mill. 8. Fu trovato a Lagosta fra i fuchi, non molto frequente. Gen. Lysranassa, M. Edw. 3». Lysianassa spinicermnis, A. Costa. A. Costa, Anfip. reg. Nap. tav. I, f. 4. — Heller, Amph. adr. Meer. taf. II, 3-14. Le antenne superiori sono lunghe poco più del corpo e dei due primi articoli toracici insieme; il primo articolo del peduncolo è assai grande, ed alla sua estremità si pro- lunga in una spina forte; il filetto terminale primitivo è lungo quanto il peduncolo, l'accessorio è la metà del pri- mo. Le antenne inferiori sono un poco più corte delle su- periori, ed il loro filetto è di un quinto più lungo del pe- duncolo. Gli occhi sono assai grandi. La mano del primo pajo di piedi è oblongo conica, terminata da un’ unghietta adunca, quella del secondo pajo è ingrossata alla sua estre- mità ed anche subcheliforme. Gli epimeri dei primi quattro anelli sono assai alti. Lungh. mill. 40-13. — 176 — Non è tanto rara, e fu trovata nel Quarnero, e presso Zara, Lesina, Lissa, Curzola e Lagosta. 136. Lysianassa loricata, A. Costa. A. Costa, Anfip. reg. Nap tav. I, f. 5. — Heller, Amph. adr. Meer. Le antenne superiori sono un poco più lunghe del ca- po e dei due primi anelli toracici insieme, i tre articoli del suo peduncolo sono molto decrescenti in lunghezza. Il filetto primario è quasi eguale in lunghezza al peduneolo, e l'accessorio è un poco meno della metà del primario. Le antenne inferiori sono un poco più corte delle superiori; il loro filetto è di un terzo più lungo del peduncolo. Gli oe- chi sono piccoli e reniformi. I piedi delle due prime paja sono simili a quelli della specie precedente, meno l'unghiet- ta dei secondi, la quale è assai più rudimentale. — Lungh. mill. 7-9. Fu trovato nelle acque di Lissa e di Lesina. Sembra poco frequente. Vive fra fuchi. 137. Lysianassa pilicornis, Heller. Heller, Amph. adr. Meer. taf, II, f. 10, Le antenne superiori sono più corte delle inferiori ; queste ultime giungono sino alla metà della parte posterio- re del corpo. Il loro filetto terminale è sottile, e fornito al di sotto di ciuffetti di langhi peli. Gli occhi sono grandi e reniformi. Il primo pajo di piedi è robusto con l'unghia aguzza; il secondo pajo è sottile e subcheliforme; la sua mano verso il fine si allarga gradatamente in forma di triangolo, e finisee con una piccola unghia. — Lungh. mill. 8-9. Fu trovato nei seni presso Lesina. SO VIRA R38$, Lysianassa Costae, M. Edw. M. Edw. H. nat. Cr. — A. Costa, Anfip. reg. Nap. — Hel- ler, Amph. adr. Meer. Le antenne superiori sono corte, ma della lunghezza in circa delle inferiori, avendo il loro peduncolo più lungo del filetto terminale. Il simile filetto spettante alle antenne del secondo pajo è meno lungo del proprio peduncolo. Gli occhi sono reniformi. I piedi del primo pajo sono forti, e terminano con un articolo conico; quelli del secondo pajo sono armati di una piccola unghia. — Lungh. mill. 7-9. E di mediocre frequenza, e vive fra i fuchi come tutte le altre specie congeneri. Si trova nelle acque di Quarnero, di Lesina, di Lissa e Curzola. Gen. Icanopus, A. Costa. 139. Ichnopus aflfinis, Heller. Heller, Amph. adr. Meer. taf. IT, f. 19-23. Le antenne superiori sono più corte delle inferiori, e raggiungono la metà della lunghezza del corpo. Gli occhi sono reniformi. I piedi del primo pajo sono sottili; la loro unghia finale è fortemente curva ed aguzza, nonchè for- nita alla base sulla parte interna di più apofisi appuntite, e sul margine convesso di peli leggeri. Il secondo pajo di piedi è subcheliforme ; la sua mano è più corta, ed in pari tempo alquanto più stretta dell’ articolo precedente. I rami rematorii delle appendici codali sono forniti di pungiglioni. Lungh. mill. 10-12. È molto raro. Fu trovato presso Lesina dall Heller. — 173 —- 140. Fehnoprus calceolatus, Heller. Heller, Amph. adr. Meer. taf. II, f. 26-28. Le antenne superiori sono alquanto più corte delle in- feriori; gli articoletti dei filamenti terminali di ambedue, sono forniti di bislunghe appendici cutacee. Gli occhi sono grandi, reniformi. I piedi del primo pajo sono sottili con unghia curva, fornita sul lato concavo di apofisi appuntite. Quelli del secondo pajo sono subcheliformi, con la mano più corta e più stretta dell'articolo antecedente. I rami re- matorii delle appendici codali sono in forma di lancetta, forniti di peli ai margini. — Lungh. mill. 12-15. E raro. Fu scoperto a Ragusa dall Heller. Gen. Anonyx, kroyer. asl, Anonyx Schmardae, Ieller. Heller, Amph. adr. Meer. taf II, f. 29-53. Le antenne superiori sono quasi della medesima lun- ghezza delle inferiori, ma alquanto più forti. Gli occhi so- no reniformi e rossicci. I piedi del primo pajo sono piutto- sto robusti coll’ unghia sul lato interno non armata di spi- nuzze. Quelli del secondo pajo sono sottili con una corta mano, provveduta di una piccola unghia finale. I rami re- matorii delle appendici codali sono sottili, e fornite di pic- cole setole a guisa di pungiglioni. — Lungh. mill. 7-8. È alquanto frequente, e fu trovata dall’ Heller nei porti di Lesina, Lissa e Ragusi. 142, Anonyx filicornis, /eller. Heller, Amph. adr. Meer. taf. II, f. 13-16. Le antenne superiori sono più corte delle inferiori, e quest ultime più lunghe del corpo. Gli occhi sono renifor- — 179 — mi e rossicci. I piedi del primo pajo son? piuttosto forti, coll unghia finale fornita di un dentino e di una setola. La mano del secondo pajo è accorciata, e provveduta essa pure di una corta unghia. I rami rematorii delle appendici codali sono sottili, aguzzi, ed armati di piccole setole so- miglianti a pungiglioni. — Lungh. mill. 8-9. Trovato nel porto di Lesina dall’ Heller. 143. Anonyx gulosus, roger. Heller, Amph. adr. Mecr. Questa specie concorda nell’essenziale colla precedente, ad eccezione delle antenne inferiori, che sono molto più corte, raggiungendo {tutto al più la mezza lunghezza del corpo. I rami rematorii delle appendici codali sono a fog- gia di lancetta stretta fornita al margine interno di lunghi peli. — Lungh. mill. 6-8. Fu trovata a Lesina dal Bucchich. Gen. CaLLisoma, Costa. RAS. Callisoma Hopei, A. Costa A. Costa, Fn. Nap. Cr. tav. VIII, f. 1. — Heller, Amph adr. Meer. 1, taf, III, f, 4:-18. Il corpo è alto circa la terza parte della sua lunghezza. Gli epimeri del primo anello sono anteriormente dilatati e rotondati; quelli del secondo e terzo sono paralleli fra lo- ro, ed alti tre volte quanto è la lo.o larghezza ; quelli in fine del quarto anello si prolungano posteriormente fino alla me- tà del margine inferiore di quelli del quinto, che sono tanto lunghi quanto alti, e ad angoli ritondati. Le antenne infe- riori nei maschi raggiungono quasi | estremità posteriore del corpo, mentre nelle femmine non ne eccedono la metà. Il colore è roseo, talvolta giallognolo senza macchie. Gli ocehi sono bruni, — Lungh. mill. 6. — 180 — Trovasi a Pirano ed a Lesina, ove non sembra molto rara, incontrandosi vivere a gruppi. Gen. Isara, M. Edw. 145. Isaea Montagui, M. Euw. M. Edwards, H. nat. Cr. pl. 29, f. 11. — Heller, Amph. adr. Meer. Il peduncolo delle antenne superiori è cigliato e com- posto di tre grandi articoli, dei quali il secondo è più lun- go. Gli occhi sono quasi circolari. I pezzi epimerici toraci- ci sono assai grandi. Il penultimo articolo dei piedi del pri- mo pajo è un poco dilatato inferiormente, e dentellato sui due bordi anteriore ed inferiore. La mano del secondo pa- jo è assai larga, ed armata sul bordo anteriore di tre spi- ne assai grosse. Il penultimo articolo dei dieci piedi poste- riori è compresso e dentellato, ripiegandosi su di esso un grifo. — Lungh. mill. 15-18. Fu trovata a Lesina ed a Pirano. Gen. Ippimepia, Rathke. 146, Iphimedia obesa, Ruthke. White A. Brit. crustac. p. 176, tab. X, f. 6. — Heller, Amph. adr. Meer. Il corpo è di forma tozza. La parte anteriore del capo si prolunga all innanzi in forma di rostro. Le antenne superiori sono pari quasi in lunghezza all inferiori; le une e le altre sono però brevi. La sommità dorsale di cia- scuno degli anelli, dal settimo al decimo, è provveduta di due spine, le quali sono disposte per modo da costituirne due serie parallele sulla parte posteriore del corpo. — Lungh. mill. 10. Trovata dall Heller nel porto di Lesina. = — 181 — 17, iphimedia carinata, Heller. Heller, Amph. adr. Meer. Le antenne superiori sono alquanto più corte delle in- feriori ; queste ultime pareggiano in lunghezza la metà del corpo. Gli occhi sono reniformi. I piedi anteriori sono sottili, e terminano con una chela piccola ed incompleta; quelli del secondo pajo sono alquanto più forti, e finisco- no pure in una chela. Gli epimeri sono grandi; quelli ri- guardanti le prime quattro paja di piedi sono appuntiti al di sotto, e quelli delle altre tre paja posteriori sono quadrangolari. Il corpo è piuttosto grosso; gli anelli 7.° 8.° 9.° e 10.° portano ciascuno due pungiglioni sul mar- gine posteriore, ed i tre ultimi, oltre a ciò, sono anche nel mezzo carenati. — Lungh. mill. 7. Fu trovata a Zara ed a Lesina. Gen. DrxAMine, Leach. 148. Dexamine spiniventris, A. Costa. Heller, Amph. adr. Meer. — Amphithonotus spiniventris, A. Costa, Anfip. reg. Nap. tav. IL f. 1. Il capo è ritondato, e sì prolunga in un brevissimo ro- stro. Gli occhi sono reniformi. Il dorso del torace è pur ritondato, ed inerme. I tre primi anelli addominali sono sulla parte dorsale elevati in carena, prolungata poste- riormente in un’'acuta spina, oltre di che sui lati v è un risalto longitudinale terminato del pari posteriormente in altre spine minori. Il quarto ed il sesto anelio addominale sono pure carenati come i precedenti. Le -antenne supe- riori sono lunghe poco meno del corpo; il loro pedun- colo è formato di due quinti della lunghezza totale, ed il primo articolo è ornato di setole e di spine. Le antenne — 182 — inferiori sono poco più corte delle superiori. La mano delle due prime paja di piedi è sottile con un unghia poco adunca. Il primo articolo delle ultime tre paja di piedi è molto dilatato. La superficie del corpo è finamente rugo- sa, Il colore è di un giallognolo sporco. — Lung. mill. 8-9. Fu trovato a Lussin, a Lesina ed a Lissa. 149. Dexamina spinosa, /erch. Heller, Amph. adr. Meer, Questa specie si distingue dalla precedente per la man- canza dei denti laterali nella parte anteriore del postad- dome. — Lungh. mill. 8. Non è tanto rara, trovandosi presso Lesina, Lissa, Ragusi, Curzola e Lagosta. Gen. ATtyLus, Leach. 150. Atylus Costae, /Hel'/er. Nototropis spinulicauda, et_gutiata, A. Costa, Anfip. reg. Nap. tav. 1, f. 7-3. — Heller, Amph. adr. Meer. Il capo si prolunga anteriormente in un brevissimo ro- stro compresso. Il settimo anello del torace, e tutti gli ad- dominali si prolungano posteriormente sul dorso in un’ a- cuta spina, mentre sui fianchi sono liscii e non spinosi. Sopra il sesto anello addominale vi è una carena liscia. Le antenne sono quasi fra loro eguali, e lunghe poco meno del capo e del torace insieme ; il peduncolo delle antenne inferiori è molto più lungo di quello delle superiori. Le appendici terminali dell'addome sono stiliformi, ed. oltre- passano di poco l'estremità del peduncolo degli ultimi falsi piedi. Il colore è di un bianco roseo o gialliccio con tre serie longitudinali di macchie bianche a ciascun lato. -— Lungh. mill 41. — 153 — Si trova fra i fuchi presso Lesina e Ragusa. È alquan- to raro. Gen. Levcornoe, Leach. tal. Leucothoe denticulata, A. Costa. A. Costa, Anfip. reg. Nap. p. 226; Fn. Nap. tav. IX, f. 3. — Heller, Amph. adr. Meer. taf. DI, f, 1-5. Le antenne superiori sono lunghe meno della metà del corpo, ed il loro peduncolo è alquanto maggiore della me- tà della lunghezza totale. Le antenne inferiori sono di un quinto più corte delle superiori. I piedi del primo pajo so- no lunghi e gracili, il loro carpo è quasi romboidale. La mano è lunga quanto il prolungamento del carpo stesso, ed è dentellata al suo lembo interno. L’ unghia finale è in circa la metà della mano. I piedi del secondo pajo sono robusti, il loro carpo è prolungato in avanti, ed abbraccia la mano a guisa di paletta. Quest'ultima è larga, ovale e dentellata come la precedente. L’unghia è arcuata, e di tale lunghezza, da raggiungere nella sua flessione |’ estre- mità del carpo. — Lungh. mill. 7. Non è tanto rara, e fu trovata nel Quarnero, a Lesina, a Lissa, a Curzola ed a Lagosta. Gen. MELITA, Leach, 152, Melita gladiosa, Bute. Heller, Amp. adr. Meer. I primi cinque anelli dell'addome presentano nel loro margine posteriore tre denti per ciascuno. Nel maschio la mano del secondo pajo di piedi è molto grande, mentre nella femmina è più piccola e di forma oblungo ovale. In generale il margine superiore ed inferiore di questo mem- — 154 — bro è leggermente convesso ; il primo di questi è guernito di ciuffetti di setole rare, mentre il secondo li ha più folti. Il margine palmare della mano è molto obliquo, con un piccolo dente, accompagnato da una setola spinosa. L’'un- ghia è acuta ed il carpo è oblungo triangolare, alquanto più stretto della mano. -— Lungh. mill. 7. È poco frequente, e si prende a Lesina ed a Ragusa. ns3. Melita Coroninii, /eller. Heller, Amph. adr. Meer. taf. III, f. 20-21. Le antenne superiori sono alquanto più lunghe dell’ in- feriori, ma non più lunghe del corpo, e vanno accom- pagnate da un breve filetto accessorio. Gli occhi sono ri- tondi, piccoli e neri. Il primo e secondo pajo di piedi sono subcheliformi. Il primo di questi è molto piccolo, ed il se- condo è grande con la mano di forma ovale. Il quinto seg- mento dell'addome è posteriormente guernito alla sua metà di tre denti acuti, diretti all’ indietro. Le appendici codali sono in forma di spatole, dentellate ai due margini, e pro- tratte posteriormente molto all’ infuori. — Lungh. mill. 10-12. Rara. Fu trovata a Lesina dall Heller. Gen. Marra, Leach. R54. Maera orchestiipes, A. Costa. Ceradocus orchestiipes, A. Costa, Anfip. reg. Nap. tav. IV, f. 4. — Maera orchestiipes, A. Costa; Heller, Amph. adr. Meer. taf. III f. 22-23. Ha il corpo allungato, ed il dorso rotondo. I segmenti addominali dal secondo al quinto sono provveduti sul mez- zo del loro margine posteriore di una piccola spina acuta. Il terzo di tali segmenti presenta sui fianchi finali del 13ar- — 155 — gine posteriore due angoli, prolungati a guisa di spine. Le antenne superiori, accompagnate da un filetto accessorio, sono più lunghe delle inferiori. Quest’ ultime hanno il loro peduncolo un poco più lungo della metà della loro lun- ghezza totale. I piedi del primo pajo sono assai piccoli, col- la mano inferiormente dilatata. Quelli del secondo pajo so- no robusti, aventi la mano grande, compressa ed ovoidale, col margine unguicolare obbliquo, arcuato, dentato ed or- nato di ciglia. Il suo angolo inferiore si prolunga in un acuto dente, su cui Il unghia, ch'è lunga, nel piegarsi va a toccare colla punta. I falsi piedi del sesto anello oltrepas- sano di molto tutti i precedenti. — Lungh. mill. 14. Non è tanto rara, e fu presa presso Lesina, Lissa, Cur- zola, Ragusa e Lagosta. 155. Maera scissimana, A. Costa. Gammarus scissimanus, A. Costa, Anfip. reg Nap. tav. III, f. 7. — Maera scissimana, A. Costa; Heller, Amph. adr. Meer. taf. III, f. 24. Le antenne superiori sono di un quarto più brevi del corpo; il loro peduncolo è poco più della metà della lun- ghezza totale, ed il filetto accessorio è lungo circa un quinto del principale. Le antenne inferiori sono un quarto più corte delle superiori. I piedi del primo pajo sono assai piccoli, aventi la mano compressa e troncata; quelli del se- condo pajo l'hanno in vece grande, col margine unguicola- re poco obbliquo, leggermente arcuato e sinuoso, ottusa- mente dentato, e portante nel mezzo una profonda scissu- ra. Il colore è generalmente verdiccio cogli occhi neri. — Lungh. mill. 6. È di mediocre frequenza. Si trova nel Quarnero, a Le- sina ed a Lissa. Mit: li 156. Maera iniegrimana, Heller. Heller, Amph. adr. Meer. taf. INI, f. 25. Le antenne superiori sono più lunghe delle inferiori, e raggiungono la mezza lunghezza del corpo. Gli occhi sono piccoli, reniformi. Il primo e secondo pajo di piedi sono subcheliformi. La mano del secondo pajo è molto grande, ed il suo n'argine palmare-obbliquo è convesso e dentel- lato, nonchè guernito, dietro all'incassatura dell’ unghia, di un dente angoloso. I rami rematorii dei piedi codali sono lunghi. — Lungh. mill. 7. È rara; fu trovata dall’ Heller a Lagosta. Bo. Maera Donatoi, /eller. Megamaera semiserrata, Bate. — Maera Donatoi, Heller, Amph. adr, Meer. taf. III, f£. 26. Le antenne superiori sono più lunghe delle inferiori di tanto, quant è la mezza lunghezza del corpo. Gli occhi s0- no oblunghi e neri. La mano del secondo pajo di piedi è grande, e sul margine palmare, ch' è dritto sul davanti, è finamente dentellata. L’unghia sul margine esterno è for- nita di peli. Il lato dorsale del carpo, ed il margine dei lo- betti laterali sono liscii. I rami rematorii degli ultimi piedi codali sono piuttosto lunghi, lamellosi, e molto sporgenti all’ indietro. — Lungh. mill. 6. Fu (rovata a Lesina dall’ Heller. Gen. Gammarts, Fabr. #38, Gammarus Locusta, Fabr. Cancer Gammarus locusta, Mont. — Gammarus locusta; Fabr. — Desmarest, Consider. M, Edw. — H. nat, Gr. — 4187 — — A. Costa, Anfip. reg. Nap. — Heller, Amph, adriat. Meer. Le antenne superiori ed inferiori sono pari in lunghez- za. Le prime sono accompagnate da un’appendice accesso- ria. Il peduncolo delle antenne inferiori è molto più lungo di quello delle superiori. I piedi del secondo pajo sono un poco più grandi di quelli del primo. La loro mano è for- inata dal dilatamento dei due ultimi articoli del piede. L'unghia mobile si applica sopra tutto il bordo anteriore della mano, eccettuato il suo prolungamento inferiore. Gli cpimeri sono molto sviluppati, e nascondono la maggior parte dell’ anca corrispondente. I falsi piedi sono grandi, sorpassano di molto | estremità posteriore del corpo, e terminano ciascuno con due articoli stiliformi. Quelli in fine, che spettano all’ ultimo segmento, sono i maggiori, e vanno armati di forti spine. Il colore è di un giallo palli- do. — Lungh. mill. 18. È frequentissima questa specie in tutto il Mediterraneo e l'Adriatico. Si riscontra generalmente sotto le pietre, e fra i fuchi a poca distanza del lido. Si ritiene dai pescatori, che questo anfipode roda le reti in mare. Si prende lungo le coste dell Istria, nel Quarnero, e sul litorale dalmato. 159. Gammarus marinus, Leach. Desmurest, Consid.— M. Edw. H. nat. Cr. — A. Costa, An- fip. reg. Nap. — Heller, Amph. adr. Meer. Questa specie non differisce dalla precedente, che per la brevità delle appendici addominali del sesto pajo dei fal- si piedi, e perchè il filetto accessorio delle antenne supe- riori è più lungo che nel 6. locusta, per cui potrebbe dar- si che questa specie non sia che una varietà della medesi- ma. — Lungh. mill. 20. 25 — 188 — È comune nell'Adriatico; ma meno frequente dell'altra. Ha però le stesse abitudini, e fu presa nel Quarnero, pres- so Zara, Lissa, Lesina, Curzola e Lagosta dai professori Grube, Lorenz ed Heller. 160. Gammarus brevicaudatus, M. Ed. M. Edw. H. nat. Cr. — G. punclimanus, A. Costa, Anfip. reg. Nap. — Gammarella brevicaudata, Bate; Heller, Amph. adr. Meer. taf. II, f. 34. Le antenne superiori sono molto più lunghe delle infe- riori; il loro secondo articolo basilare è almeno così lun- go che il primo, e sorpassa l estremità del peduncolo delle inferiori; in fine il filetto terminale accessorio è cortissimo. I piedi del primo pajo sono corti, ed un poco larghi verso l'estremità. Nei maschi i piedi del secondo pajo sono gran- di, e la mano che li termina è formata intieramente dal penultimo articolo, ch'è molto sviluppato. Il bordo inferio- re di questa mano è semicircolare, nonchè fornito di peli. Il suo grifo, od unghia, è grande, uncinato, e così lungo quanto il bordo tagliente della mano stessa, sul quale esso si applica. I falsi piedi del sesto pajo non sorpassano quelli dei due precedenti, e terminano con un solo stilo spinoso. L' addome finisce con due piccole lame ottuse. Lungh. mill. 7. Non è tanto raro. Si trova a Lussin, Lissa, Lesina, Ragusa ecc. Generalmente le varie specie dei Gammaridi sono ani- mali, che non si vedono dimorare nell’acqua dolce; ma che la più parte vivono nel mare a poca distanza dalle coste, nè si vedono pure venire in terra sulle spiaggie, come fanno i Talitri e le Orchestie. Si trovano in vece di sovente nei piccoli ristagni di acqua, che il mare lascia nel ritirarsi, oppure vivono cacciati fra i fuchi, che tappezzano le roc- — 189 — cie. Altri si tengono in fine abitualmente sui banchi delle ostriche a profondità considerevoli. Famiglia III. Corophidae. Gen. AmpHitnor, Leach. 161. Amphithoe penicillata, A. Costa. A. Costa, Anfip. reg. Nap. tav. II, f. 9. — Heller, Amph. adr. Meer. taf. II, f. 29-34. Le antenne superiori sono lunghe quasi quanto l'in- tero corpo; il loro peduncolo è poco meno del terzo della lunghezza totale. Le antenne inferiori sono molto più cor- te delle superiori, col peduncolo più lungo di quello delle prime. I piedi delle due prime paja, nel maschio sono me- diocremente grandi, i secondi sono un poco più dei primi. La mano di questi è ovato oblunga, nei secondi in vece è più grande, col dorso prolungato un poco al di là dell’ in- serzione dell'unghia. Il margine interno è assai obbliquo ed a curva serpeggiante. Il margine dorsale è ornato di lun- ghi peli, che formano un folto pennello. Gli epimeri dei primi cinque anelli toracici crescono in larghezza dal pri- mo pajo al quinto. I falsi piedi degli ultimi tre anelli addo- minali terminano allo stesso livello. Il colore negl'individui seechi è verde chiaro ne’ maschi, e verde oscuro nelle fem- mine. — Lungh. mill. 9. Non sembra molto raro, prendendosene nel Quarnero, presso Lesina, Lissa, Curzola, Ragusa ecc. 162. Amphithoc bicuspis, Meller. Heller, Amph. adr. Meer. taf. IV, f. 1. Le antenne superiori sono molto più lunghe delle infe- riori. Gli occhi sono piccoli, rotondi e neri. La mano del — 190 — - secondo pajo di piedi è di forma ovale col margine palma- re obbliquo. Le tre paja di piedi posteriori hanno il tarso ingrossato alla sua estremità. Il telsone è triangolare, for- nito di due appendici curvate ed uncinate. — Lungh. mill. 5. È raro. Fu trovato dall’Heller presso Lesina. 163. Amphithoe Brusinae, Heller. Heller, Amph. adr. Meer. taf. IV, f. 2-9. Le antenne superiori sono più lunghe delle inferiori, le quali raggiungono due terze parti della lunghezza del cor- po. Gli occhi sono piccoli e rotondi. Le due prime paja di piedi poco differiscono fra loro nella forma e nella gran- dezza, ed hanno la mano oblungo quadrangolare. Il telso- ne è guernito di semplici setole. — Lungh. mill. 5. Raro. Fu trovato a Lissa dall’ Heller. PS Gen. Popocerus, Leach. 164. Podocerus pulchellus, Leach. Jassa pulchella, Leach, Encyc. t. 7, p. 433. — Podocerus pulchellus, Leach; Desmarest, Consid. — M. Edw. H. nat. Cr. — Heller, Amph. adr. Meer. Le antenne superiori sono della lunghezza in circa del- le inferiori. I lobi oculiferi sono molto salienti. Le mani del primo pajo sono larghe al di sotto; quelle del secondo pajo sono grandi, ed armate inferiormente di due denti ritondati, dei quali il più corto è situato molto all’innanzi, e l’altro estremamente lungo sembra essere formato da un prolungamento dell'antipenultimo articolo. Il grifo della mano è molto forte. I piedi del quarto pajo sono più pic- coli di quelli del terzo. Il dorso è completamente liscio. — Lungh. mill. 8-10. Raro. Fu trovato a Lesina dall Heller. } DA ME sE ) $ ue Ù AR 65. Podocerus largimanpus, Meller. Heller, Amph. adr. Meer. taf, IV, f 6 — Elasmopus ra pax, A. Costa, Anfip. reg. Nap. tav. IV, f. 5. Le antenne superiori sono più lunghe delle inferiori, ossia sono della lunghezza dell’ intero corpo. Gli occhi so- no piccoli, rotondi e neri. La mano del secondo paio di piedi, nel maschio, è molto grande, oblungo quadrangola- re, col margine unguicolare largamente emarginato, e ro- tondato al suo angolo esterno. L' unghia è molto lunga, in modo che nel ripiegarsi sorpassa tale angolo. Nella femmi- na in vece la mano somiglia in grandezza e forma a quella del primo pajo. Il ramo rematorio esterno degli ultimi falsi piedi, o piedi codali, è armato di due denti ad uncino, cur- vati all'indietro. — Lungh. mill. 10-12. Fu trovato a Lesina dall Heller. 166. Podocerus longicornis, /ielle,. Heller, Amph. adr. Meer. taf. IV, £. 7. Le antenne superiori sono sottili, e della lunghezza del corpo. Gli occhi sono piccoli, rotondati, oblunghi e neri. La mano del secondo pajo di piedi è oblunga, di forma ovale, col margine palmare fortemente inarcato (incavato). Il ramo esteriore dei due ultimi piedi codali, ha due unci- netti alla sua estremità. — Lungh. mill. 8-40. Trovato dall’ Heller a Lesina. E Gen. Micropeutorus, A. Costa. 167. Microdeutopus gryliotalna, A. Costa. A. Costa, Anfip. reg. Nap. tav. IV, ft. 10. — Heller, Amph. adr. Meer. Le antenne superiori sono lunghe circa la metà del corpo, ed il loro peduncolo è poco meno della metà della lunghezza totale. Le antenne inferiori sono in circa un quarto più corte delle superiori. I piedi del primo pajo so- no, nel maschio, grandi e robusti ; il loro corpo è grosso, inarcato sul dorso, ed armato di quattro denti, come quelli della mano del Grillotalpa. La mano è assai più piccola, cilindrica, con un’unghia robusta, arcuata e seghettata. I piedi del secondo pajo in ambedue i sessi sono piccoli, de- licati, col carpo lungo quanto la mano, la quale è larga e troncata all estremità. I falsi piedi degli ultimi tre anelli terminano ad uno stesso livello. — Lungh. mill. 5. Non è tanto raro, e fu trovato a Pirano, a Lussin, a Lesina, Lissa e Curzola. 868, Microdeutopus Titii, Heller. Heller, Amph. adr. Mer. taf. IV, f. 3. Le antenne superiori sono più corte delle inferiori; quest ultime, piegate all indietro, arrivano sino al secondo segmento dell’ addome. Il carpo del secondo pajo di piedi è molto ingrossato, però manca di denti al suo margine inferiore, e solamente l'angolo anteriore si prolunga in un dente acuto. La mano all'incontro è molto più stretta del carpo, ed ha il margine inferiore armato di due denti un- cinati. — Lungh. mill. 5. Fu trovato a Pirano dal P. Titius. È specie rara © dea Gen. Cerapus, Say. n6G9, Cerapus abditus, 7empleton. M. Edw. H. nat. Cr. — Heller, Amph. adr. Meer. Il filetto terminale delle antenne è circa della lunghezza dell'ultimo articolo del peduncolo. I piedi del primo pajo sono piccoli, e simili a quelli del Gammarus. Le mani del secondo pajo sono assai grandi, quasi quadrilatere, allun- gate, e terminanti all'innanzi con due denti, sopra i quali si applica il grifo, di cui il secondo articolo è grande e cur- vato. — Lungh. mill. 3-4. Vive in un piccolo tubo cilindrico, papiraceo, aperto al- le due estremità, in cui s incastona da sè, per trattenervisi senza abbandonare il suo fodero. Fu trovato a Lesina dal- l’Heller. È raro. Gen. Coropnivm, Lalr. Il corpo è allungato, stretto e cilindrico; le antenne superiori sono corte e fatte a lesina, le quali non raggiun- gono l'estremità del terzo articolo delle inferiori. Queste ultime sono assai grandi, e fanno l'ufficio di piedi ambulato- rii. La loro lunghezza e grossezza, nel maschio, è quasi pari a quella del corpo. I piedi del primo pajo sono meno grandi di quelli del secondo, e terminano con una piccola mano stretta e subcheliforme. Quelli del secondo pajo pre- sentano verso la parte media un allargamento formato dal terzo e quarte articolo riuniti. J falsi piedi notatorii del- l’addome hanno un peduncolo piatto, tanto lungo che lar- go, e le appendici degli ultimi anelli addominali consistono in lamine di forma ovele. 170. Corophium liongicorne, Lutr. Astacus linearis, Penn. — Gammarus longicornis, Fabr. — Corophium longicorne, Latr. — Desmarest, Consid. pl. 46, — 194 — f. 4. — M. Edw. H. nat. Cr. pl. 29, f. 16. — Heller, adr. Meer. Nel maschio le antenne sono molto più lunghe che nel- l'altro sesso. Il primo articolo delle superiori è più grande del seguente, ed è armato al di sotto di una serie di piccole punte spinose. Il terzo articolo delle antenne inferiori è mol- to più grosso del quarto, e porta alla sua estremità ante- riore una grossa apofisi appuntita. In fine i piedi, soprat- tutto quelli del secondo e del settimo pajo, sono guerniti di un grande numero di lunghi peli. — Lungh. mill. 44-20. Fu trovato a Curzola dall’ Heller. Rv71i, Corophrium acherusicum, A. Costa. A. Costa, Anfip. reg. Nap. tav. IV, £ 14. È affine al C. longicorne, dal quale nondimeno si distin- gue per le antenne diverse nei due sessi. Nel maschio esse sono più lunghe, assai più grosse, e soprattutto il terzo ar- ticolo, il quale inferiormente ha presso l estremità due o tre spine decrescenti dalla posteriore all’ anteriore. Nella femmina le dette antenne sono più corte, meno robuste, e senza alcuna spina. I piedi del secondo pajo hanno l'unghia armata di due denti acuti, lungo il margine concavo. — Lungh. mill. 4-5. È frequente fra i fuchi a Pirano, a Lesina, a Curzola, ed a Ragusi, ove fu trovato dall’ Heller. I Corofii camminano velocemente, perchè si valgono delle loro antenne inferiori, come di organi locomotivi. M. D'Orbigny, che si occupò dei costumi di questi crostacei, ci ammaestra ch’ essi vivono nei buchi che praticano nel fango, e che fanno continuamente guerra agli annelidi ed ai molluschi per cibarsene. Per discoprire la loro preda, battono e stemperano il fango colle loro grandi antenne. — 195 — ORDINE II. LAEMODIPODA. Hanno il corpo cilindrico 0 compresso, che si compone di una testa molto piccola, seguita da sei anelli toracici di- stinti, e da un tubercolo addominale, diviso più o meno vi- sibilmente in due o tre segmenti. Le antenne sono quattro, e non hanno nulla di particolare. La bocca è guernita di un labbro circolare, di due mascelle fortemente dentate e prive di palpi, e di un pajo di piedi mascelle provveduti di branche palpiformi. I piedi mancano dei pezzi epimerici, e si compongono ora di sette paja ed ora di cinque; quelli che mancano sono rappresentati da tubercoli, sui quali sono inserite delle appendici lamellose. I piedi del primo pajo sono fissati alla testa, quelli del secondo pajo sono at- taccati al primo segmento del torace, e terminano con una mano subcheliforme ; i seguenti poi sono armati di un’ un- ghia flessibile, per cui sono più o meno prensili. Im fine hanno delle vesciche branchiali simili a quelle degli anfipo- di, e addome si trova come nascosto sotto la base dei pie- di posteriori, e porta delle appendici rudimentali. Famiglia I. Caprellidae. I crostacei di questa divisione hanno il corpo allunga- to, cilindrico e molto stretto. Le quattro antenne sono he- ne sviluppate. L'apparato orale ha la medesima conforma- zione dei Gammaridi saltatori. I piedi sono lunghi e sottili. Gen. CapRELLA, Lamarck. La testa è rigonfia all’innanzi, e ristretta gradatamente all'indietro. Le antenne del primo pajo sono molto più lun- ghe di quelle del secondo, e si compongono di un pedun- colo di tre articoli, che terminano con un filetto multarti- 26 — 196 — colato. Quelle del secondo pajo finiscono ordinariamente in un articolo non anellato, ma che sembra essere pedifor- me. Gli occhi sono piccoli e circolari. I piedi del primo pa- jo sorgono molto vicini alla bocca, sono piccoli, e termi- nano con una mano ovale; quelli del secondo pajo sono maggiori, e stanno attaccati sul primo articolo del torace. Il secondo ed il terzo articolo portano ciascuno un pajo di vescicole branchiali. I piedi del terzultimo pajo sono diretti all'indietro. L'addome, sebbene rudimentale, apparisce com- posto di tre segmenti, e di un'appendice stiliforme. Per ul- timo questi animaletti dimorano fra le piante marine, e non sono parassiti. 172, Caprella acutifrons, Lutr. C. alomos, Leach. — C. tabidas, Lucas. — C. acutifrons, Latr. — Desmarest, Consid. —- M. Edw. H. nat. Gr. — Heller, Amph. adr. Meer._ Ha il capo ovale, la fronte appuntita, e le antenne infe- riori molto cigliate. Il corpo è liscio, ed il suo primo seg- mento, ch’ è cilindrico e nulla più grosso della testa, porta attaccati anteriormente i due secondi paja di piedi, che sono corti. — Lungh. mill. 14-15. Fu trovato a Lesina ed a Lissa dall’ Heller. E735. Caprella monacaniba, Meller. Heller, Amph. adr. Meer. taf. IV, f. 17-18. Il corpo è snello, e disarmato sul suo lato dorsale. Le antenne superiori sono più lunghe delle inferiori, e rag- giungono due terzi della lunghezza del corpo; queste ulti- me sono molto pelose. Il primo segmento del torace è assai più lungo della testa; il secondo segmento è sul di dietro alquanto gonfio a cercine, e sulla sua superficie inferiore, fra la base del secondo pajo di piedi, è armato di un pun- — 197 — giglione acuto. La mano del secondo pajo di piedi è più grande ed oblunga, nonchè di forma ovale; il suo margine inferiore è fornito di tre denti, cioè uno posteriore, ed al- tri due grandi ed ineguali anteriori. Il tarso degli ultimi piedi è alquanto più largo alla base che all’ estremità. — Lungh. mill. 12-15. Fu scoperto dall Heller a Pirano, a Lesina, a Lissa ed a Curzola, ove non è tanto raro. 874, Caprelia aspera, Zeller. Heller, Amph. adr. Meer. taf. IV, f. 20-21. Il capo sull'innanzi è rotondato, ed alquanto più lungo del primo segmento del torace. Il quarto segmento a cia- scun lato dorsale porta tre gibbosità, i successivi segmenti ne portano in vece due. Le antenne superiori sono di mol- to più lunghe delle inferiori. La mano del secondo pajo di piedi è fortemente incavata al margine palmare, e fornita di un forte dente posto all'indietro. Il grifo finale, ch’ è molto curvo, nel piegarsi va a riunirsi colla sua punta al- l'angolo terminale della palma, ch'è molto appuntito. I tarsi delle tre paja di piedi posteriori non sono ingrossati alla loro base. Lungh. mill. 40-14. Fu scoperto dall’ Heller a Pirano, a Lesina ed a Lissa. Non è raro. 175, Caprelia leptonyx, Heller. Hetles, Aroph..ads,, Meer..taf. IV. f. 122, Il capo suli innanzi è rotondato, i segmenti del torace sono sulla parte dorsale, come nella C. aspera, forniti di piccole gibbosità. Il secondo pajo di piedi è sprovveduto di peli. La mano è all'estremità acuta, ed il suo margine pal- mare è leggermente incavato, terminando con un dente a pungiglione, e due singole setole. Il grifo finale è acuto, — 198 — concavo e leggermente dentato. Le paja di piedi posteriori sono provvedute di uno stretto tarso. — Lungh. mill. 9-40. Fu scoperto a Lesina dall’ Heller. 176. Caprella armata, Heller. Heller, Amph. adr. Meer. taf. IV, f. 23. Ha il corpo coi lati fuori di fila, e col capo ed il primo segmento del torace disarmati, mentre i seguenti sono for- niti al di sopra di acuti pungiglioni. Le antenne superiori sono lunghe al pari del corpo; le inferiori all'incontro sono corte e nude. La mano del secondo pajo di piedi è grossa, ed in ambi i margini curvato convessa. L’inferiore di essi, dopo la metà, è fornito di un dente acuto a guisa di pungi- glione. La palma sul lato interno è approfondita per rice- vere l unghia, la quale è robusta, ed assottigliata alla sua estremità. I piedi posteriori sono lunghi, sottili, nè punto ingrossati alla base. — Lungh. mill. 10-12. Fu scoperta dall Heller a Lesina. lio ORDINE IT. ISOPODA . Il corpo degl Isopodi è depresso, generalmente largo e sovente ovale. La testa è piccola, d’ordinario distinta dal primo anello del torace. Gli occhi sono collocati sui lati della sua faccia superiore, e le antenne, che sono quat- tro, cioè due superiori e due inferiori, occupano la parte anteriore. L'apparato orale è molto sviluppato e completo nelle sue parti, le quali sono conformi a quelle degli anfi- podi. Il torace si compone di sette anelli, provveduti per ciascuno di due piccoli pezzi epimerici. I piedi sono di set- te paja, e terminano con un’'unghia uncinata ; sovente sono anche prensili. Nella femmina esiste per lo più alla base di questi membri una lama cornea, a cui è unita una borsa sottotoracica destinata a portare le uova. L’addome è be- ne sviluppato; ma più volte parecchi dei suoi anelli sono fusi in un solo articolo. La sua parte terminale ha la for- ma di una lama, e le membra che vi sono unite, costitui- scono sei paja di falsi piedi, delle quali le prime cinque so- no sospese sotto l' addome, e servono alla respirazione. Il sesto pajo infine, che differisce da tutti i precedenti, è co- stituito talvolta da un apparato opercolare, tal altra da una specie di coda stiliforme, e per ultimo dalla riunione di cinque lamine, formanti una specie di notatoja a ventaglio. 27 — 200 — Quest’ ordine si suddivide nei seguenti tre sottordini, cioè : IsopoDi AMBULATORI, IsoPoni NoTATORIT ed Isopopi SEDENTARII. Addome cogli ultimi falsi piedi respiratorii o branchiali, ora chiusi da opercoli cacciati sotto l'addome stesso, e ora prolungati in for- ma di stili all’ estremità posteriore del corpo ; ma non mai terminanti con appendici fogliacee da costituire coll’ ultimo articolo dell’ addome una sorta di notatoja a ventaglio. Antenne del primo pajo assai corte e talvolta rudimentali; quelle del secondo pajo però sempre bene svi- luppate. Apparato orale completo , piedi ma- scelle allungati, e terminanti con una branca pal- piforme. Piedi toracici generalmente ambula- toriiib cosca [hip] Lotsofgilio ivato Sotto rie AMBULATORIA, Addome terminante con una grande nota- toja codale a guisa di ventaglio, guernita late- ralmente di lamelle appartenenti ai falsi piedi dell’ ultimo pajo. Ultimo segmento dell'addome, lamelloso e più grande dei precedenti. Corpo generalmente assai largo colla testa trasversale. Tutte le antenne quasi della stessa forma ; quel- le del primo pajo per lo più molto sviluppate. Mandibole provvedute di una grande appendice palpiforme ; le disposizioni delle altre parti della bocca variano. Piedi corti e conformati per l’am- bulazione e per la prensione. . Sottord. II. Isopopa na- TANTIA. — 201 — Animali completamente parassiti, che vivo- no fissati sul corpo di altri crostacei. La fem- mina diviene molto grande, mentre il maschio resta sempre assai piccolo. Le antenne sono rudimentali, gli occhi invisibili, ed i piedi sono assai corti ed uncinati. L’addome è pochissimo sviluppato, e si ristringe gradatamente verso I estremità. Il suo sesto segmento è piccolissi- mo e privo di appendici. In fine la bocca è guer- nita di piedi mascelle, di mandibole non palpi- formi e di mascelle poco distinte. Tutte queste parti però sono conformate più all’ ufficio di succhiare, anzichè per la masticazione. Sottord. TIT. Isopona EPICARIDITA. Il sottordine degli Isopodi ambulatorii si suddivide nel- le seguenti tre Famiglie. Corpo di forma allungata, poco o nulla al- largato nel mezzo e troncato alle due estremità. Antenne del primo pajo molto corte, ed inserite al di sopra di quelle del secondo, assai vicino alla linea mediana. Piedi anteriori generalmente prensili, e più o meno completamente subcheli- formi. Addome guernito alla sua estremità ed al di sotto, di un apparato opercolare destinato a coprire una cavità respiratoria, in cui sono collocati i falsi piedi branchiali . . Fam.I. Inoremar. Corpo più o meno allungato e sovente li- neare. Antenne del primo pajo assai piccole, ma facili a vedersi, inserite presso la linea me- diana. La conformazione dei piedi varia. Addo- me composto di più articoli distinti, dei quali — 202 — l’ultimo grande e scutiforme, nonchè provve- duto di due appendici stiliformi. . Fam. II. AseLLIDAE. Antenne esterne di grandezza ordinaria; quelle del primo pajo non esistono che allo stato di vestigio. Addome composto di sei anelli per- fettamente distinti; però l ultimo di questi non presenta punto, come tutti gli altri Isopodi, delle dimensioni superiori a quelle degli anelli prece- denti, e non costituisce neppure un grande scu- do destinato a ricoprire i falsi piedi branchiali, perchè esso è piccolissimo e qualche volta ru- dimentale. Piedi sottili, e tutti semplicemente ambulatorii. Mandibole prive di palpi. Fam. III Famiglia I. Idoteidae. . ONISCIDAE. Di questa famiglia esistono nell'Adriatico i seguenti generi. Il corpo è allungato ed un poco dilatato nel mezzo; la testa è quadrilatera, cioè più larga che lunga. Le antenne e la loro inserzione so- no come si è detto nella descrizione della fami- glia. I piedi sono tutti subcheliformi, quelli però delle prime tre o quattro paja hanno | unghia grande, curva, pieghevole, e molto atta per af- ferrare. L’addome è guernito al di sotto di due lame opercolari, che sono disposte come i bat- tenti di una porta, e che non sorpassano il bor- do laterale del segmento scutiforme . . Gen. Il corpo è estremamente sottile, quasi ver- miforme. Le antenne sono disposte come nel genere precedente, ma sono molto corte e com- poste di sette o di otto piccoli articoli. I piedi IDOTEA. — 203 — del primo pajo terminano con una mano rigon- fia e subcheliforme, mentre quelli delle altre sei paja sono sottili e solamente ambulatorie. L’ad- dome è composto di due articoli prossimamente eguali, di cui il primo rassomiglia ai segmenti del torace, ed il secondo è scutiforme. In fine i falsi piedi dell’ ultimo pajo inviluppano i bordi late- rali dell ultimo segmento così bene, che i falsi piedi branchiali situati al di sotto, costituiscono una cavità respiratoria simile a quella delle Ido- VERS iI Lei TI GCNIIANTHURA: Famiglia II. Asellidae. Di questa famiglia esistono nell’ Adriatico i seguenti generi. Il corpo è allungato, depresso, e ristretto gradatamente verso la parte posteriore. La te- sta è grande, con la fronte avanzata in forma di rostro triangolare acuto. Delle quattro anten- ne, le due esterne sono molto più lunghe delle intermedie; le une e le altre sono setacee e multarticolate. I piedi del primo pajo sono cor- ti, la mano che li termina è grossa, rigonfia e cheliforme; quelli del secondo pajo sono forti, larghi, piatti, spinosi, e più proprii a scavare che a nuotare. In fine i piedi degli ultimi cin- que paja sono sottili, uncinati ed ambulatorii. L’addome è allungato e conico, e porta alla sua estremità due lunghe appendici filiformi. Gen. APSEUDES. Rassomiglia molto al genere precedente, ma si distingue facilmente per la conformazione — 204 — delle antenne che sono corte e che mancano del filetto multarticolato. I piedi del secondo pajo sono simili a quelli delle paja seguenti. I tre primi anelli dell'addome sono più sviluppati che i seguenti. In fine i due ultimi falsi piedi non consistono che in due piccole appendici sti- liformi, dirette in addietro e composte di tre ar- DICOM 2. (CER RR Rie I III Lon NOOO Il corpo è allungato, convesso al di sopra, e ristretto verso le due estremità. La testa è larga, corta e globosa. Gli occhi sono piccoli, e veduti con una lente, appariscono granellosi. Le antenne sono brevi e quasi eguali fra loro. I piedi sono sottili ed armati di un’unghia curva. L’addome è in circa della stessa lunghezza del torace; esso si compone di sei anelli distinti, di cui il penultimo porta un pajo di appendici sti- liformi, e gli altri dei falsi piedi branchiali. Gen Il corpo è piatto e profondamente diviso ai lati in nove articoli. La testa è larga, ed ha gli occhi collocati a qualche distanza dai suoi bor- di laterali. Le antenne del primo pajo sono mol- to corte e mancano del filetto multarticolato ; quelle del secondo pajo sono al contrario lun- ghe e composte di un peduncolo cilindrico e di un piccolo filetto multarticolato. I piedi sono sottili, allungati, e terminanti con un articolo armato di due uncini quasi della medesima for- ma e grandezza. L’addome è formato di un solo pezzo scutiforme ed ovale, terminante con due piccole appendici composte da un articolo TANAIS. . LIMNORIA. basilare e da altri due piccolissimi finali . Gen. JArRA. — 205 — Famiglia III. Oniscidae. Di questa famiglia esistono nell’ Adriatico i seguenti generi. Il corpo è di forma ovale, più ristretto ver- so la parte posteriore e convesso al di sopra. La testa è piccola, con la fronte saliente. Le antenne superiori sono rudimentali e sorgono presso la linea mediana. Le inferiori, che stan- no inserite immediatamente sotto, sono molto grandi ; il loro peduncolo si compone di cinque articoli, dei quali gli ultimi due sono i maggio- ri, ed il filetto terminale ne conta una dozzina e più ancora. Ciascuno degli anelli toracici pre- senta due pezzi epimerici abbastanza distinti. I piedi sono sottili e cilindrici, e terminano con un articolo biuncinato. Finalmente i due ultimi falsi piedi sono uniti al corrispondente anello, e sono composti di un articolo basilare e di due appendici stiliformi inserite all’ estremità. Gen. Licra. Il corpo è regolarmente ovale, convesso al di sopra. La testa è di grandezza mediocre, la fronte stretta, e senza bordure e lobi. Le an- tenne del primo pajo constano ciascuna di un piccolo articolo piriforme, mentre quelle del se- condo pajo sono grandi, di nove articoli ciascu- na, ed inserite sul bordo anteriore della testa. I piedi sono corti, spinosi ed uncinati all’ estre- mità. L'ultimo segmento addominale è semicir- colare, il quale riempie esattamente l’ emargi- natura del precedente segmento. Le appendici posteriori sono assai piccole, ed interamente cacciate sotto ll addome... ...... ... Gen. TrLos. — 206 — SOTTORD. I. SOPODA AMBULATORIA. Famiglia I. Idoteidae. Gen. Ipotea, Fabr. 41? 7. Idotea tricuspidata, Desm. Idotea entomon, Leach. — I. tridentata, Lotr. — L tri cuspidatus, Desmar., Consid. — Roux, Cr. Med. pl. 13, f. 14,42. — M. Edw. H. nat. Cr. — Heller, Carcinol. adr. Meer. Le antenne interne non raggiungono |’ estremità del penultimo articolo peduncolare delle antenne esterne; que- ste ultime, allorchè sono ripiegate all indietro, non sorpas- sano che di poco il secondo anello del torace. Questo è un poco più allargato nel suo mezzo che all'estremità del corpo. L'ultimo articolo dell’addome termina con tre denti bene distinti, cioè uno mediano e molto saliente, e due la- terali, che occupano gli angoli posteriori e si avanzano meno del mediano. Il suo colore è cenerognolo, punteggia- to di bruno, e sovente il dorso è marcato da tre liste lon- gitudinali bianco giallastre. — Lungh. mill. 18-24. — (M. C. 1840). Non è tanto rara. Si trova presso Lussin, Zara, Lissa, Lesina e Curzola. 178, Edotea hectica, Latr. Oniscus hecticus, Pallas. — Asellus hecticus, Olivier, En- cycl. method. — Idoctea hectica, Latr. — M. Edw. H. nat. Cr. — Heller, Carcinol. adr. Meer. — I. viridissi- sima et Armida viridissima, Risso, Cr. de Nice; H. nat. Eur. merid. — Stenosoma hecticum, Desmar., Consid. Il corpo è liscio, stretto, depresso, guernito di una — 207 — cresta longitudinale mediana ed avente i bordi dritti. Le antenne interne non raggiungono | antipenultimo articolo peduncolare delle antenne esterne, le quali essendo ripie- gate, arrivano al quinto anello del torace. Mancano i pezzi epimerici distinti. I piedi sono piccoli e sottili. Il bordo posteriore dell’ ultimo anello addominale è profondamente emarginato, avendo i suoi angoli laterali acuti. Il suo co- lore è di un verde lucente. — Lungh. mill. 40-50. — (M. C. 4840). Dimora nelle medie profondità fra le alghe. Apparisce all'inverno e nella primavera. Si trova non raramente pres- so Pirano, Lesina e Lissa. 179. Kdotea algirica, Lucas. Lucas, Explorat. scien. Alger. Cr., pag. 61, tab. 6, f. 2. — Heller, Carcinol. adr. Meer. La testa è molto larga ed incavata all’innanzi. Gli oc- chi sono sporgenti e visibilmente granellosi. Le antenne esterne, ripiegate, giungono sino alla fine del secondo seg- mento del torace. Il corpo è piuttosto angusto in tutta la sua lunghezza, mantenendosi però egualmente largo. La superficie dorsale nella parte posteriore è alquanto con- vessa. Le lamine epimeriche dal secondo sino al settimo segmento sono quadrangolari, strette all’ innanzi, larghe all'indietro e sporgenti in un angolo acuto, per cui il mar- gine laterale apparisce fatto a sega. L’ addome presenta alla sua base due anelli distintamente separati, i cui angoli laterali sporgono del pari e sono leggermente dentati ; il terzo anello è riunito nel mezzo del telsone, il quale è ob- lungo quadrangolare coi margini laterali pressochè paral- leli, e la superficie da un lato all’ altro fortemente conves- sa. Il suo margine posteriore è trasversalmente ondeggia- to, avente un dente mediano ottuso e due laterali. I pie- 28 — 208 — di sono robusti, e forniti di setole pungenti. Il colore è di un verde olivastro oscuro ; i segmenti del torace sono sul margine di un bianco giallognolo. — Lungh. mill. 22. Si frova a Lesina, ma raramente. 1S0, Idotea prismatica, Risso. Zenobia prismatica, Risso, H. nat. Eur. merid. tab. 5, f. 24. — Idotea prismatica, Risso. — Heller, Carcinol. adr. Meer. Il suo corpo è liseio e trasparente, di un verde oliva, dipinto di una linea longitudinale, e di due laterali nere e scolpite di piccoli punti rari. Le antenne esterne sono anel- late di bianco e di bruno. L’ addome è di un griggio opa- co, coll’ ultimo segmento caudale intero. I piedi sono gial- lastri; il primo pajo è corto; le due paja seguenti sono lun- ghe e le quattro ultime sono piccole. — Lung. mill. 44-14. Dimora fra gl interstizii dei polipaj corticacei. Appari- sce in aprile e maggio. Fu trovato a Lesina, ma rarissimo. ASI. Idotea appendiculata, Risso. Leptosoma appendiculata, Risso, H. nat. Eur. merid. pl. IV, f. 23. — Idotea appendiculata, Risso ; M. Edw. H. nat. Gr. — Heller, Carcinol. adr. Meer. Il corpo è assai stretto e profondamente dentellato ai suoi lati. Le antenne interne non sorpassano |’ antipenul timo articolo peduncolare dell’ antenne esterne, le quali sono prossimamente della medesima lunghezza dei due ar- ticoli seguenti. Il filetto terminale di queste ultime antenne raggiunge il sesto anello toracico. I pezzi epimerici, assai piccoli, sono collocati alla sommità dell’ angolo formato da ciascun anello. L’addome è di forma lanceolata. I piedi sono sottili, aventi il penultimo articolo armato di una — 209 —- punta. Il corpo è jalino di un bel verde, ornato di punti violetti. — Lungh. mill. 25-30. — (M. C. 1842). Dimora sopra fondi coralligeni. Si lascia vedere d’ in- verno e di primavera, ma alquanto raramente. Fu preso a Lesina. 18$S2, Idotea capito, Rathke. Leptosmao capito, Rathke, Fn. d. Krym. pl. 6, f. 7-9. — Idotea capito, Rathke ; M. Edw. H. nat. Cr. — Heller, Garcinol. adr. Meer. Questa specie è molto vicina alla precedente ; ma quel- io che notabilmente la distingue da essa è la gibbosità che sormonta la sua testa ; oltre di che l addome è di più al- largato verso il suo terzo posteriore. Il colorito è brunet- to, con singole macchie chiare. — Lungh. mill. 20-28. Fu presa nelle acque di Lesina, Lissa e Curzola. In riguardo alle abitudini delle varie specie d’ Idotee si può dire in generale, ch’ esse vivono in prossimità alle coste fra le alghe, le zostere ed altre piante marine, non- chè sopra fondi coralligeni. Il loro movimento eseguiscono principalmente col mezzo dei piedi toracici ; ma esse an- che nuotano con prestezza, valendosi dei falsi piedi bran- chiali che hanno sotto l'addome. Il nutrimento lo traggono particolarmente dai corpi morti di altri animali marini. Il loro accoppiamento avviene durante | estate. Gen. AnTHURA, Leach. 2s3. Anthura nigropunctata, Leach. Lucas, Explorat. scient. Alger. Gr. pl. V, f. 9. — Heller, Carcinol. adr. Meer. Il corpo è piuttosto snello, le antenne superiori sono — 210 — alquanto più corte delle inferiori ; il dente mediano del margine frontale è meno sporgente dei laterali, il torace è al di sopra convesso e liscio, e l'ultimo segmento è più corto degli altri. L' addome apparisce articolato, il margi- ne posteriore del penultimo anello porta un incavatura nel mezzo, e l ultimo segmento codale, oltre all’ essere più lungo dei precedenti, è anche piatto, triangolare, acumi- nato alla sua estremità, nonchè della stessa lunghezza delle sue appendici. Tutto il corpo è tinto di color verde tra- ente al giallognolo. In tutta la superficie, come pure alla base delle antenne superiori, è sparso di numerosi punti nero bruni. I piedi, come pure le antenne inferiori, appa- riscono di un solo colore. — Lungh. mill. 43-47. Si trova a Lesina, a Lissa, ed a Lagosta. Famiglia II. Asellidae. Gen. Arseupes, Leach. ASA, Apsetides talpa, Leach. Cancer gammarus talpa, Montf.— Apseudes talpa, Leach. Rhoea Latreillii, M. Edw. Annal. sc. nat. — Eupheus talpa, Desmar. Gonsid. pl. 46, f. 9. — M. Edw. H. nat. Gr. — Heller, Garcinol. adr. Meer. Le antenne interne non arrivano a pareggiare |’ estre- mità del peduncolo delle antenne esterne ; l’ ultimo arti- colo delle une e delle altre è piumoso. L'ultimo anello del- addome è tanto grande, quanto tutti gli altri riuniti, e termina con un prolungamento corto, triangolare ed ottu= so. I primi cinque anelli dell'addome, i quattro ultimi pie- di, ed i due filetti terminali della coda sono molto villosi. — Lungh. mill. 5. Si tiene ordinariamente nascosta fra le alghe, .e non Li si È ba ro & 4 — 2411 — apparisce che in marzo ed in aprile, ma raramente. Fu pre- sa a Lesina ed a Lissa. Gen. Tanars, M. Edw. 183. Tanais Cavolinii, M. Edw. M. Edw. H. nat. Cr. pl. 31, f. 6. — Heller, Carcinol. adr. Meer. Le antenne inferiori sono molto più sottili e più corte delle superiori, le quali sono composte di tre o quattro ar- ticoli, e sono ottuse alla loro estremità. I piedi dell’ ulti- mo pajo sono più lunghi dei precedenti ; quelli del secondo e del terzo pajo sono all incontro più corti. I tre primi anelli dell'addome sono assai pelosi lateralmente, e le ap- pendici terminali di questa regione sono abbastanza lun- ghe. — Lungh. mill. 5-7. È poco frequente. Fu preso nelle vicinanze di Lesina dal prof. Heller. Gen. Limnoria, Leach. 186. Limnoria uncinata, Meller. Heller, Carcinol. adr. Meer. Ha il corpo lungo, e stretto egualmente. La testa è corta e più larga che lunga. Gli occhi sono rotondi e neri, e non isporgenti. Le antenne sono brevi e quasi della medesima lunghezza, aventi un peduncolo a tre articoli, ed un filetto terminale peloso, composto di due o tre di essi. Le inferiori hanno in vece un peduncolo di cinque articoli con un filet- to finale di quattro. Il primo segmento del torace è il più grande, i successivi sono corti, e tutti forniti di lamine epimeriche distinte in quadri oblunghi, delle quali le due ultime sporgono coi loro angoli acuti alquanto in addie- — 212 — tro. I piedi sono corti, e terminanti con unghia acuta, la quale porta alla sua base un piccolo dente. Gli articoli me- diani sono armati di piccole spine. L’addome è così lun- go come il torace, ed ha sei anelli distinti, dei quali i pri- mi cinque terminano posteriormente con angoli acuti che sì ricoprono a vicenda. Il sesto segmento è in forma di scudo allargato, ritondato alle sue estremità, e fornito di corte setole pungenti. Le appendici codali sporgono un po- co al di sopra del margine, e sono fornite anch’ esse di setole. Il margine laterale del torace e dell'addome appari- scono cigliati in tutta la loro lunghezza. — Lungh. mill. 5. Fu trovata questa specie dall’ Heller a Verbosca (Lesi- na), in tre esemplari, fra le fenditure di pezzi di legna gia- centi in mare. Gen. JaEerA, Leach. 187. Jaera Kroyerii, M. Fd. M. Edw. H. nat Cr.; Atl. regn. an. Cr. pl. 70, f. 1. — Heller, Carcinol. adr. Meer. Ha il corpo molto stretto e peloso sui bordi ; la fronte è un poco arcuata nel mezzo, e termina lateralmente con un prolungamento. Gli occhi sono lontani fra loro. Le an- tenne interne si compongono di cinque articoli, e non sor- passano punto il penultimo articolo peduncolare delle an- tenne esterne; il peduncolo di queste ultime è assai lungo, e ripiegato all'indietro, raggiunge il secondo anello del to- race. L'addome termina con un piccolo prolungamento scutiforme, a ciascun lato del quale vi è una emarginatura semicircolare. È di colore grigio con macchie nericcie. — Lungh. mill. 5. Fu trovato a Curzola dal prof. Heller. 188, Jacra longicornis, /,0 Lucas, Wxplorat, scient, Alger, Cr, pi, VI, £ 4, — Heller, (iarcinol, adr, Meer, Il corpo è ovale, pianamente convesso ; la testa è più larga che lunga ; gli occhi sono infossati lateralmente, e faccettati distintamente, I quattro primi segmenti del torace presentano un angolo che sporge all' innanzi a guisa di dente, Il quarto segmento in particolare, oltre di ciò é ai lati doppiamente incavato, per cui il margine laterale del torace apparisce fatto a denti, I piedi del primo pajo sono alquanto più forti degli altri, ed il penultimo articolo dei inedesimi è allargato presso alla sua metà e fornito di setole pungenti, L'unghia che li termina é doppia, e ripiegabile verso l'articolo che la precede, I piedi del secondo pajo sono più sottili è finiscono con un lungo tarso, Lo scudo codale € alquanto allargato alla base e ritondato sul di die- tro, con un lobo sporgente ed i lati dentati, Le appendici si rialzano fortemente al di sopra dello scudo, e sono molto più lunghe di questo, Dei due rami finali | esterno é al quanto più corto dell'interno, Il margine di amendue é peloso, H colorito € di un grigio giallognolo con punti rossi dispersi, Lungh, mill, 5, Trovasi a Lesina, ma raramente Famiglia III, Oniscidae. Gen, Licia, Fahr, 180, Ligia Brandtii, /iathke, Hiathke, Beitr, Fn, Krim, p. 386, tab, VI, 6, > M, Edw, H, nat, Cr, — Heller, Carcinol, ade, Meer Ha il corpo un poco allargato ; , le antenne esterne, es- — (944008 sendo ripiegate all indietro, raggiungono l ultimo anello toracico. L’addome è notabilmente più stretto che il to- race ; il bordo posteriore del suo ultimo anello è rotondo. Gli ultimi falsi piedi sono sottili ed estremamente lunghi. In fine il corpo è liscio, lucente e di un verde grigio va- riato di punti neri. — Lungh. mill. 42. — (M. C. 1840). È sommamente comune sopra tutti i lidi dell’ Adriati- co, ed apparisce in ogni stagione. Vive fra le pietre umi- de, e specialmente nelle fessure delle roccie, sopra delle quali corre con grandissima velocità. La femmina in cia- scun parto produce da trenta a quaranta piccoli, cui essa depone sopra le piante marine, rigettate dalle onde sulle spiagge. Nota. Da alcuni carcinologi venne riguardata questa nostra specie per la Ligia italica, la quale però vi differisce per varii caratteri, e particolarmente perchè ha le antenne esterne più lun- ghe del corpo; perchè i .suoi piedi toracici, ed in ispecialità quelli del quarto pajo, sono così lunghi che sorpassano l’ estremità del- l'addome; ed in fine perchè gli ultimi falsi piedi non sono più lunghi del corpo. Gen. TyLos, Latr. 190. Tylos Latreillii, Audouin. Audouin, Explicat. d. planches d. Savigny. — T. armadil- lo, Latr. — Guerin, Iconographie Cr. pl. 34. — M. Edw. H. nat. Cr. — Heller, Carcinol. adr. Meer. Ha il corpo liscio, la fronte leggermente cesellata e gli occhi salienti. Le antenne esterne sono grosse e sorpas- santi appena il primo anello toracico. Il labbro è guerni- to di granellosità moniliformi. I pezzi epimerici sono ri- tondati e forniti di un piccolo orlo. I bordi laterali degli ultimi anelli del torace e dell'addome sono finamente den- —. 2415 tellati. Il colore è di un giallo verdastro oscuro. — Lungh. mill. 18. Fu trovato presso Lesina dal prof. Heller. È assai raro. SOTTORDINE*TIEXISOPODA NATANTIA: Questo sottordine si suddivide nelle seguenti tre Famiglie. La testa è confusa coi due primi anelli del torace, per modo che questo risulta composto di soli cinque segmenti, e porta del pari sole cinque paja di piedi, che sono sottili ed ambu- latorii. I piedi degli anelli che mancano sono estremamente piccoli o nulli. L’addome è ab- bastanza sviluppato e diviso in sei anelli mobili, dei quali i primi cinque portano ciascuno un pajo di falsi piedi branchiali, e l ultimo costi- tuisce coi suoi falsi piedi una notatoja codale a cinque lamine disposte a ventaglio . Fam. I. Pranizipar. La testa è trasversale. I piedi mascelle sono palpiformi. Il torace è composto di sette anelli bene distinti e mobili, e di altrettante paja di piedi che sono della medesima grandezza, ed in generale ambulatorii. I cinque primi anelli dell'addome sono rudimentali e saldati fra lo- ro; l’ultimo segmento è invece grande e scuti- forme. I falsi piedi delle prime cinque paja stan- no ripiegate sotto questo scudo, ed i falsi piedi dell’ ultimo pajo non offrono che una sola la- ma terminale mobile ; in fine le appendici ter- minali interne non esistono, oppure sono sal- date all'articolo basilare della coda. Fam.II. SPHAEROMIDAE. 29 — 216 — La testa è piccola. I piedi mascelle sono lun- ghi ed operculiformi. I sei ultimi anelli del to- race presentano a ciascun lato un pezzo epi- merico distinto. I piedi in generale sono ar- mati di unghie forti; quelli però delle tre pri- me paja sono forniti di un grifo ad ancora, con cui si possono aggrappare sui pesci. I cinque primi segmenti dell'addome sono bene distinti, e non sono che raramente saldati fra loro ; il sesto articolo è grande e lamelloso. I falsi piedi delle prime cinque paja sono dirette in addie- tro, e quelli dell'ultimo pajo sono composti di un articolo basilare, e di due appendici termi- nali lamellose e mobili. Famiglia I. Pranizidae. Fam. III. CrmoTtHoADAE, Di questa famiglia esistono nell’ Adriatico i seguenti due generi. La testa è piccola, globosa all indietro, ed appuntita all’ innanzi. Le antenne del primo pajo sono le più lunghe, e si compongono di un peduncolo e di un piccolo filetto terminale mul- tarticolato; quelli del secondo pajo sono molto più corte, si dirigono all’ infuori e mancano del filetto multarticolato. Il torace è ridotto a cinque anelli, ha la forma convesso ovale, ed i suoi piedi sono di cinque paja, sottili, allungati, e terminanti con un’ unghia uncinata. L’ addo- me è stretto, lungo quasi quanto il torace, e composto di sei articoli mobili e perfettamente distinti, dei quali l ultimo è triangolare, e por- ta a ciascuno dei suoi lati due lamine allungate, ovali e cigliate ai loro bordi . . . . Gen . PRANIZA. — 217 — La testa è quadrilatera, quasi così grande come il torace, ed armata al suo bordo anterio- re di due grandi lame mobili e falciformi, che sono dentellate sui loro bordi interni, e che sembrano essere due mandibole. Al di fuori di queste e sugli angoli anteriori della testa, sono inserite due paja di antenne cilindriche. Il to- race è della stessa lunghezza della testa, e si compone di cinque segmenti bene distinti, i quali portano cinque paja di piedi ambulatorii, sottili e terminanti in una piccola unghia. L’ addome è molto più stretto del torace, ed è conformato alla stessa maniera di quello del genere Pra- Rae evo piaeo cerighaub vota «luGetri Ancena Famiglia II. Sphaeromidae. Di questa famiglia esistono nell’ Adriatico i seguenti tre generi. Il corpo è largo, molto convesso e riton- dato alle due estremità. Le antenne sono sottili, abbastanza lunghe, molto ravvicinate fra loro, e dirette orizzontalmente all’ infuori ; quelle del secondo pajo sono molto più corte di quelle del primo. I piedi mascelle sono grandi e palpifor- mi. Gli anelli del torace hanno circa la medesi- ma forma e le stesse dimensioni. I piedi sono corti, sottili e simili fra loro; essi terminano con un’ unghia biforcata. I primi anelli dell ad- dome sono più o meno confusi in un solo pez- zo, ed il sesto segmento, ch è di grande di- mensione, ha un incavo al di sotto per dare al- logamento ai falsi piedi branchiali dell’ ultimo DIRE pajo. In fine le appendici di quest’ ultimo seg- mento sono grandi, lamellose e collocate ai due lati dello scudo addominale, in modo da costi- tuire una sorta di natatoja codale . . Gen. SpHaEROMA. Il corpo di questi crostacei è meno rego- larmente ovale di quello delle Sferome, e sem- bra come troncato posteriormente. Le anten- ne, la bocca, i piedi e l'addome in grande parte non presentano nulla di particolare. Solamente il finale articolo di quest'ultimo è più trian- golare, e di maggiore spazio alla sua estremità. Gli ultimi falsi piedi, allorchè sono ripiegati, non restano applicati contro ai bordi del seg- mento che li porta; ma si rialzano obbliqua- mente a ciascun lato, e si dirigono all'indietro, in modo da restare sempre come rilevati. Gen. CrmopocEAa. Il corpo non può involgersi a palla, come quello delle Sferome, ed è poco flessibile. La te- sta, le antenne, la bocca, il torace ed i piedi sono conformati presso a poco come nel genere sopraccitato. Anche l addome presenta la me- desima disposizione; ma i suoi falsi piedi poste- riori si articolano assai all indietro, e la loro lama interna si porta trasversalmente al di den- tro, mentre la lama esteriore, ch'è più lunga e più grossa, rimane diritta, e rivolta all’indie- tro, formando col precedente un angolo retto. Gen. NesArA. Famiglia III. Cymothoadae. Di questa famiglia esistono nell'Adriatico i seguenti sei generi. Il corpo è allungato e grosso, e la testa è quasi quadrilatera. Le antenne del primo pajo — 219 — sono dirette all'infuori, ed il loro filetto ter- minale è corto ; quelle del secondo pajo, che sono le più lunghe, hanno il peduncolo di tale lunghezza da raggiungere il bordo anteriore del torace, ed il filetto terminale che giunge a pa- reggio del quarto anello toracico. I pezzi epi- merici dei sei ultimi anelli sono quadrati, e pre- sentano ai due lati del torace una specie di bordura. L'addome è composto di sei anelli di- stinti, di cui i quattro primi terminano lateral- mente con un dente acuto, e l’ ultimo, cioè il sesto, è grande e triangolare. I piedi rassomi- gliano a quelli del genere Aegas; quelli però delle tre prime paja sono più corti, più larghi, ed armati di un’ unghia curva e forte. I falsi piedi addominali sono rivolti direttamente al- l indietro ; quelli in fine dell’ ultimo pajo fini- scono con due lame mobili, appuntite, che non sorpassano l’ estremità dell'addome. . Gen. Gli articoli basilari delle antenne superiori sono rimarchevoli per la loro larghezza e com- pressione, ricoprendo essi tutto il bordo ante- riore della testa. Il primo di questi articoli è molto grande, i tre seguenti sono meno, e l’ar- ticolo finale è costituito da un filetto sottile ed abbastanza lungo. Le antenne del secondo pajo sono inserite sulla parte inferiore della testa ed all indietro delle precedenti, di cui sono al- quanto minori. Gli occhi sono molto grandi, ovali e convergenti all’ innanzi. Ai due lati del torace si osserva una bordura formata da pez- zi epimerici quadrilateri. I piedi delle tre prime paja sono corti, ed armati di unghie forti ed uncinati. L'addome si ristringe gradatamente : CIROLANA. — 220 — i suoi tre primi anelli terminano lateralmente con un angolo acuto. In fine l’ultimo segmento è accompagnato dalle due lame delle appendici laterali, che sono ovali e della stessa gran- dezzarse tere ie ES MENTE DI ADE Genere prossimo all’Aega, da cui non si di- stingue che poco, cioè per la posizione degli occhi, i quali occupano quasi tutta la faccia su- periore della testa, e si congiungono più o me- no completamente sulla linea mediana al di s0- pra della fronte. Gli articoli basilari delle an- tenne superiori sono meno grandi e meno com- pressi, benchè disposti come nel genere prece- dente. L’ addome è alquanto più grande. Gen. Il corpo è ovale, la testa piccola e compressa, la fronte lamellosa ed avanzata orizzontalmente al di sopra delle antenne. Il bordo posteriore della testa è trilobo. Gli occhi sono piccoli ed occupano i lobi laterali. Le antenne sono bre- vi, della medesima grandezza, ed inserite un po- co discostamente dalla linea mediana. Il torace è rimarchevole per il doppio rango di denti, che attorniano i suoi due lati. L’addome da prin- cipio si presenta largo, ma poi si ristringe alla parte posteriore. I primi cinque anelli si pro- lungano ai due lati in un dente libero ed assai acuto. Il sesto ed ultimo segmento dell'addome è grande, quasi così lungo che largo. I piedi toracici hanno tutti la medesima forma, e ter- minano con un'unghia adunca. In fine le ap- pendici della coda non presentano nulla di ri- marchevole, e le due lame laterali, con cui ter- AEGA. RocINELA. minano, sono piatte, sottili ed ineguali . Gen. Nerocita. — 221 — Il corpo è più ristretto all innanzi che al- l’indietro, ed è dilatato nel mezzo. La testa è di grandezza mediocre, cogli occhi grandi e di- stintamente granellosi. La fronte è ripiegata alla sua estremità, e forma una specie di cap- puccio fra la base delle antenne, delle quali le interne sono corte e cacciate sotto la fronte, mentre quelle del secondo pajo sono più lun- ghe e più compresse. Il torace non ha nulla di particolare, ed i suoi piedi sono in circa della medesima forma e grandezza. Lo stesso è a dirsi dell'addome e delle cinque prime paja di falsi piedi; però l ullimo segmento di esso è molto grande e quadrilatero. Le appendici co- dali sono pure grandi, e terminano con due la- me fogliacee, che sorpassano il bordo posterio- re dell’ ultimo segmento . . . . . Gen. AniLocra. La testa è piccola ed infossata in un inca- vatura del primo anello del torace. Gli occhi sono poco o nulla visibili. Le antenne sono as- sai corte e stanno inserite sotto la fronte, diri- gendosi orizzontalmente all'infuori; le supe- riori sono un poco più lunghe delle inferiori. Il torace è molto sviluppato e quadrilungo di figura. Il primo segmento è due o tre volte più lungo che largo; esso presenta sui due lati un prolungamento piatto e ritondato. Il settimo segmento è ristretto verso il mezzo del suo dor- so in causa di una lunga incavatura. Tutti gli altri anelli, ad eccezione del primo, sono prov- veduti dei pezzi epimerici bene distinti. I piedi sono corti e grossi, armati di un forte uncino e ripiegati sulla faccia ventrale. L’ addome è corto, largo ed anteriormente ristretto. I primi Rag cinque segmenti sono brevi, ed occupano in parte l’incavatura del settimo anello toracico. In fine il sesto segmento addominale è assai gran- de, lamelloso, più largo che lungo, e rappre- senta assieme alle due appendici terminali, corte e stiliformi, una specie di notatoja codale. Gen. Crmorroa. SOTTORDINE II. ISOPODA NATANTIA. Famiglia I. Pranizidae. Gen. PraniZa, Leach. 191. Praniza coerulata, Desmur. Desmar. Consid. pl. 46, f. 8. — M. Edw. H. nat. Cr. pl. 33, f.10. — Heller, Carcinol. adriat. Meer. — Oniscus coe- ruleatus, Mont. I tre ultimi anelli del torace sono completamente con- fusi fra loro. L'ultimo segmento dell'addome è biforcato alla sommità. Le lame terminali degli ultimi falsi piedi sono della stessa grandezza. Il secondo articolo dei piedi ante- riori nel maschio è armato d’ un forte dente presso |’ e- stremità del suo bordo inferiore. Il colore di quest’ ultimo è bruno, con una macchia verdastra nel mezzo del tora- ce; la femmina ha invece tutta la parte posteriore del to- race di un verde turchino. — Lungh. mill. 3. — (M. C. 1842). Io ho trovato più volte degli individui maschi di questa specie, sopra ammassi coralligeni, che ho cavato dal fondo del mare lungo la spiaggia di Lesina. La femmina sembra vivere abitualmente parassita sulle branchie di pesci. Nota. Il dott. Heller non indica nella citata sua contribuzione : Carcinologische ecc. | esistenza di alcuna specie dì Pranize nel nostro mare. Il dott. Grube all’ incontro ne accenna una da lui tro- ebò TO era — 223 — vata presso Trieste, cioè la P. branchialis, Otto (Ein ausflug nach Triest und d. Quarnero), la quale però non è confondibile colla presente. Gen. Anceus, Risso. 192. Anceus rapax, M. Euw. M'Edw-H nati Crpl; 39, f.42: Ha le mandibole alquanto più corte della testa, ed im- perfettamente dentate lungo tutto il loro bordo interno. Le antenne del primo pajo sono più lunghe di quelle del secondo ; esse sono composte di un peduncolo avente i due ultimi articoli abbastanza lunghi, ed un piccolo filetto terminale. L’ ultimo articolo del peduncolo delle antenne del secondo pajo è più lungo dei due precedenti riuniti. L'articolo finale dell'addome è cordiforme, cigliato sui bordi e bidentato alla sua estremità. La lama interna de- gli ultimi falsi piedi è più lunga che | esterna. — Lungh. mill. 5. — (M. C. 1842). Vive sopra regioni coralligene. ove si caccia negl in- terstizii delle madrepore, sopra delle quali esso corre con velocità. La grandezza delle sue mandibole devono cagio- nare in lui delle abitudini particolari, che ci sono però tut- tavia incognite. Apparisce in primavera, ma raramente. Io ne ho trovato qualche individuo nella stessa località della specie precedente. 193. Anceus vorax, Lucas. Lucas, Exped. scient. d. Alger. Cr. — Heller, Carcinol, adr. Meer. Questa specie si distingue dalle altre due conosciute, cioè la precedente e ll A. forficularrus, Risso, per il suo lobo codale acutamente triangolare, per i falsi piedi che 30 — 224 — sono alquanto più lunghi, per ambidue i rami finali, che sono fra loro pressochè egualmente lunghi, fogliosi, ed al- l'estremità ottusi. Nell'A. rapax, secondo M. Edw., il lobo codale è cordiforme con due denti all’estremità posterio- re, ed il ramo interno dei falsi piedi più lungo dell’ ester- no. All'incontro nell'A. forficularius il lobo codale si pre- senta più rotondato sul di dietro. — Lungh. mill. 5. Trovasi presso Lesina, Lissa, Curzola, Lagosta, ecc. e non è raro. Gli animali sviluppati trovansi negli spazii con- cavi delle Nullipore, ed i giovani stanno attaccati sulle bran- chie di diversi pesci. Famiglia II. Sphaeromidae. Gen. SPHAEROMA, Latr. 194. Sphaeroma serratum, Leach. Oniscus serratum, Fabr.-- Sphaeroma cinerea, Latr. — S. serratum, Leach, Dict. d. Sc. nat. — Desmar., Con- sid. — Savigny, Cr. d. Egypt. pl. XII, f. 41. — Guerin, Icon. Cr. pl. 30, f. 1. — M. Edw. H. nat. Cr. — Heller, Carcinol. adr. Meer. Ha il corpo liscio. L'ultimo articolo dell'addome è molto convesso, ristretto posteriormente, e che termina con un bordo leggermente ritondato, il quale non sorpassa l estremità della lama interna degli ultimi falsi piedi. La lama esterna di quest appendice è ristretta verso |’ alto, e dentellata sul bordo esterno. Il colore del corpo è di un cenerino biancastro, marmorato di rosso e di grigio. Le antenne sono fulve, le unghie gialle e gli occhi neri. — Lungh. mill. 12-14. — (M. C. 1840). Specie comunissima in tutto l Adriatico. Essa vive in grandi riunioni presso il mare, e sovente anche nelle fen- diture delle pietre, fra i ciottoli e sull’'arena. Accorgen- “ire tu. — 225 — dosi di qualche pericolo, si arrotola a guisa di palla. La femmina depone le uova in fine di primavera. Apparisce tutto l’ anno. 195. S$Sphaeroma Jurinii, Savigny. Savigny et Audouin, Egypt. Cr. pl. XII, f. 2. — M. Edw. H. nat. Cr. — Heller, Care. adr. Meer. È molto simile alla specie precedente ; ma diversifica per la forma dell’ ultimo segmento dell'addome, il quale si prolunga posteriormente in una punta ottusa. La lama esterna degli ultimi falsi piedi ha i bordi liscii. — Lungh. mill. 10-42. L’Heller ha trovato un esemplare di questa specie nelle vicinanze di Lesina. 196. Sohaeroma Rissoi, Heller. Heller, Carcinol. adr. Meer. b) Il corpo è piatto e finamente granellato. La metà an- teriore dell'addome è fornita sul margine inferiore di due piccoli denti gibbosi ; il lobo codale è triangolare, piatto, ed acuminato sul di dietro. I rami esterni degli ultimi falsi piedi sono molto larghi, ed alla loro estremità, ad un tratto impiccioliseono e terminano in una punta corta ; ai mar- gini poi sono cigliati. — Lungh. mill. 41-13. Si trova a Lesina, ma è molto raro. 197. $fkphaeroma granulatum, M. Edw. M. Edw. H. nat. Cr. — Heller, Garcinol. adr. Meer. — S. rubropunetatum, Grube, Ins. Lussin. u,. 1h. Meeresfauna. Ha il corpo finamente granellato. Il bordo posteriore del penultimo segmento dell'addome è guernito di due pic- coli tubercoli. L'ultimo articolo è allungato, e provveduto — 226 — al di sopra di due tubercoli rintuzzati; esso termina poste- riormente in un angolo ottuso, a ciascun lato del quale si distingue un dente rudimentale. Le lame terminali dei due ultimi falsi piedi sono corte ; la lama esterna è armata di una spina abbastanza forte, e dentellata sul bordo poste- riore. Il corpo è per lo più tinto di giallognolo o bruno, sparso di punti rossi. — Lungh. mill. 16-20. Fu preso dall’ Heller a Lesina, a Curzola, a Lagosta, e da Grube a Lussin. È piuttosto frequente. 198. $Sphaeroma tridentulum, Grubde. Grube, Inscr. Lussin u. i. Meeresfauna. — Heller, Garci- nol. adr. Meer. Ha il corpo liscio, e l'addome sparso di una fina gra- nellosità. Il margine posteriore della metà anteriore di que- st'ultimo, porta due piccole gibbosità. Il lato dorsale del lobo codale ne ha pure due altre più grandi ed acute, e l’e- stremità finale di tale lobo è armata di tre piccoli denti molto distinti, dei quali il mediano è più grande. I rami degli ultimi falsi piedi sono pressochè della lunghezza dello scudo caudale ; l’ esterno però è alquanto più stretto del- l'interno, amendue sono acuminati, restando le loro punte leggermente rivolte all’ infuori. — Lungh. mill. 13-15. Il prof. Grube fu il primo a scoprire questa specie pres- so Lussin ; in seguito poi la trovò anche il prof. Heller a Lesina. È molto rara. 199. $Sphaeroma Savignyi, M. Edw. M. Edw. H. nat. Cr. — Heller, Carcinol. adr. Meer. — Savigny, Egypt. Cr. pl. 12, f. 4. — S. Dumerilii, Au- douin. Ha il corpo liscio. L’ ultimo articolo dell'addome è molto convesso, quasi triangolare posteriormente, e pre- — 227 — sentante alla sua estremità un’ incavatura mediana larga e profonda. Le lame degli ultimi falsi piedi sono ottuse, sen- za dentellature, e tali da non sorpassare di molto |’ estre- mità dell'addome. — Lungh. mill. 4. È molto rara. Fu trovata a Lesina dal prof. Heller. 200. Sphaeroma gibbosum, M. Edu. M. Edw. Hist. nat. Cr. — Heller, Carc. adr. Meer. Il sesto anello del torace si prolunga sulla linea media- na al di sopra del segmento seguente. L’ ultimo segmento dell'addome si ristringe posteriormente in punta, ed ha il suo angolo finale diviso in due, mediante una profonda emarginatura. La lama terminale degli ultimi falsi piedi sorpassa di molto l estremità dell’ ultimo segmento ; l' e- sterna è però più appuntita dell’interna. — Lungh. mill. 5. Si trova a Lesina, ma è rara. Generalmente le Sferome sono crostacei di piccola ta- glia, che vivono sulle roccie sottomarine, fra i polipaj e fra le piante di mare. Gen. Crmopocea, Leach. 201. Cymodocea pilosa, M. Edw. M. Edw. H. nat. Cr. — Heller, Carcinol. adr. Meer. Ha il corpo molto flessibile e liscio all’innanzi, ma gra- nelloso e sparso di peli sulla metà posteriore. La fronte è ottusa come nelle Sferome. Il bordo posteriore del primo troncone addominale è guernito di due tubercoli rotondi ; altri due tubercoli simili, ma molto più grossi ed allungati, sono posti sull ultimo segmento addominale, i quali ven- gono separati da un solco longitudinale, alla cui estremità sì trova un pennello di lunghi peli. L' emarginatura termi- 228 — nale dell'addome è assai larga, e la sua lama mediana è allungata, cilindrica e ritondata alla sua estremità. La lama terminale degli ultimi falsi piedi sorpassa di molto |’ estre- mità dell'addome ; l interna è grossa ed ottusa, | esterna è molto più larga, ed armata di un dente alla sua estremi- tà. — Lungh. mill. 42-14. — (M. C. 1842). È di mediocre frequenza. Il Grube fu il primo a tro- varla presso Cherso e Lussin ; la trovò pure |’ Heller pres- so Lissa, Lesina e Curzola. Gen. Nesara, Leach. 20%. Nesaca Dbidentata, Desmarest. Desmar. Gonsid. pl. 47, f. 2. — M. Edw. H. nat. Cr.; Atl. reg. an.; Cuv. Cr. pl. 68, f. 2. — Heller, Carcinol. adr. Meer. Il corpo è quasi liscio. Il sesto anello del torace è assai grande, ed armato sul bordo posteriore di quattro denti, di cui gli esterni sono assai piccoli, e gl’ interni assai lun- ghi, conici, e diretti in addietro al di sopra dell’ addome. Il settimo anello del torace è assai piccolo ed armato late- ralmente di una spinuzza. L'ultimo segmento dell'addome è granelloso, e guernito al di sopra di due grossi tubercoli rotondi. Il bordo posteriore è leggermente incavato nel mezzo, e provveduto di un piccolo dente mediano collocato nel fondo dell’ incavatura. Il colore del corpo è cinereo, leggermente striato di turchino 0 di rosso. — Lungh. mill. 10-12. Dimora fra le roccie marine, ed allorchè il mare è bas- so, si trova sotto le pietre o fra le alghe ed altre piante ma- rine. È raro. Fu trovato dall Heller presso Lesina. = Game Famiglia III. Cymothoadae. Gen. CiroLana, Leach. 203. Cirolana hirtipes, M. Fdw. M. Edw. H. nat. Cr. pl. XXXI, f. 25; Res. an. Cuv. Cr. pl. 67, f. 6. — ?Eurydice Swainsonii, Leach, Dict. sc. nat. tom. XII — Heller, Carcinol. adr. Meer. La testa è tanto lunga che larga, molto ristretta all’ in- nanzi, e cacciata colla sua metà posteriore entro due pro- lungamenti del primo anello toracico. I piedi sono molto pelosi, quelli delle tre ultime paja sono sparsi di spine. L'ultimo articolo dell'addome è liscio e triangolare, coi bordi rotondati od ottusi alla sua sommità. L’ angolo in- terno dell’ articolo basilare degli ultimi falsi piedi si pro- lunga in un grande dente lamelloso ed acuto, che arriva fino alla metà delle lame terminali, di cui l’ interna è più larga dell esterna. — Lungh. mill. 27. — (M. C. 1853, ? Euridice Swainsonti). Fu trovata a Pirano, a Zara, a Lesina ed a Lissa. — È frequente. + Nota. Il prof. Heller avverte circa questa specie, ch’ essa nella sua forma esterna sì accorda quasi perfettamente coll’ Eurydice Swansonii; ma che, siccome nella descrizione di quest ultima non è detto nulla di positivo sulla forma dei suoi piedi, che così risulta incerto, se le due indicate specie sieno effettivamente iden- tiche. A schiarimento pertanto di tale ambiguità, e perchè gli stu- diosi possano avere precise nolizie in questo argomento, credo cosa utile di riportare qui la descrizione dell’ E. Swainsonii conforme a quella (molto breve però) che si trova esposta in M. Edw. Hist. nat. Cr. tom. III, pag. 238: « Corpo liscio, punteggiato. Addome » avente l’ ultimo articolo triangolare, i lati leggermente arcuati, e » la punta ritondata. » Dalle coste della Sicilia. — Se non che con- frontando gli individui che si prendono lungo il litorale dell’Istria — 230 — e della Dalmazia colle due figure della Cirolana hirtipes (M. Edw. H. nat. Cr. pl. 34, f. 25) e della Eurydice (Nelocira) Swainsonti (Desmarest, Consid. pl. 48, f. 2), trovo ch’ essi concordano meglio con quest ultima che con la prima, e ciò tanto in riguardo alla forma del corpo, e dell’ ultimo segmento addominale, quanto in ri- guardo all’ inserzione e proporzione delle antenne. Io quindi non sarei lontano di credere, che la nostra specie sia la vera E. Swain- sonii, e che l’altra, cioè la C. Rirtipes, sia una specie prossima alla nostra, ma diversa; ed a questo giudizio sono indotto princi- palmente dal vedere, che varii autori, che hanno trattato di queste due specie, non le hanno mai riguardate per sinonimi. Gen. Arca, Leach. 204. Aega bicarinata, Leach. Leach, Dich. sc. nat. t. XII — M. Edw, H. nat, Gr. ; Atl. Reg. an. Cuv. Cr. pl. 67, f. 2. — Heller, Carcinol. adr. Meer. Ha il corpo depresso e stretto. L'ultimo segmento del- l addome è assai largo alla sua estremità, e marcato al di sopra da due carene divergenti, che terminano agli angoli posteriori, le quali sono separate fra loro con un bordo trasversale, leggermente concavo. La lama interna degli ultimi piedi falsi è molto più larga che l esterna e troncata al suo finimento. — Lungh. mill. 27. — (M. C. 1843). È rara. Fu trovata a Lesina ed a Lissa. Gen. RocineLa, Zeach. 205. Rocinela ophthalmica, M. £Fdw. M. Edw. H. nat. Cr.,; Atl. Reg. an. Cr. pl. 67, £. 3. — Acherusia ophtalmica, in Heller, Carcinol. adr. Meer. Gli articoli basilari delle antenne interne sono cilindri- ci. Gli occhi sono trasversali e riuniti all innanzi. I piedi anteriori sono sottili. Gli angoli laterali degli anelli sono ap- — 231 — pena salienti. L'ultimo segmento è triangolare, ed ha i bordi rotondati e dentellati. Le lame terminali dé3li ultimi falsi piedi sono pure esse dentellate sui loro bordi; la la- ma esterna è ovale ed appuntita all’ estremità ; l’ interna è più larga e troncata trasversalmente. — Lungh. mill. 22. — (M. G. 1842). Si trova a Lesina, ma assai di rado. Grube l’ha trovata anche a Lussin. 206. Rocineia Deshaysiana, M. Edw., M. Edw. H. nat. Cr. — Aega Deshaysiana, in Heller, Car- cinol. adr. Meer. Questa specie è molto vicina alla precedente; ma ha gli articoli basilari delle antenne anteriori più larghi e più piatti. Gli occhi sono raccorciati all’ innanzi per modo da riunirsi col bordo meno lungo, e coprire meno completa- mente la testa. Il segmento mediano dell'addome è più lun- go e più appuntito ; ha i bordi cigliati, ma non dentati. In fine la lama interna degli ultimi falsi piedi è profondamente incavata presso l'estremità del suo bordo esterno, e manca di dentellature. — Lungh. mill. 26-33. — (M. C. 1842). Fu trovata a Lesina. 20%. Rocinela Dumerilii, Lucas. Acherusia Dumerilii, Lucas, Exped. scient. Alg. Cr. pl. VIII, f. 5, in Heller, Carcinol. adr. Meer. Il corpo è mediocremente convesso, la testa piccola e triangolare. La fronte è sporgente per modo da coprire in parte le antenne anteriori. Gli occhi sono grandi, ovali, distanti l uno dall’ altro, e situati ai lati della testa. I tre articoli peduncolari delle antenne anteriori sono grossi ; il filetto terminale è corto e sottile; le antenne posteriori 31 sono molto prossime fra loro alla base, e sporgono verso il di dietro ed al di sopra del secondo segmento del torace. Il peduncolo è di cinque articoli, ed il filetto finale di 44-45. I lobi epimerici del secondo e terzo segmento del torace sono ritondati, mentre nei susseguenti sono acu- minati. I piedi posteriori sono alquanto più lunghi degli anteriori, e finiscono con corte ed acute unghie. Tutti i piedi sono forniti di setole corte. Dei cinque primi anelli dell'addome, il primo ed il quarto sono più stretti, gli altri in vece sono di eguale larghezza, aventi gli angoli la- terali acuti, e che si ricoprono a vicenda. Il lobo codale apparisce triangolare, con l’ estremità ritondata, e con un margine dentellato e cigliato. Dei due lobetti finali dei falsi piedi, l'interno è ordinariamente più lungo e più largo del- l esterno ; tutti e due sono cigliati al margine. La super- ficie del corpo è finamente punteggiata di colore rossiccio. — Lungh. mill. 27. — (M. C. 41842). Si trova a Pirano, a Lussin, a Lesina, a Lissa ecc. e non è rara. Gen. NerociLa, Leach. _208., Nerocila bivittata, M. Fdw. Cymothoa bivittata, Risso, Gr. de Nice. — Desmarest, Con- sid. — Anilocra bivittata, isso, H. nat. Eur. merid. — Nerocila bivittata, M. Edw. H. nat. Cr.; Atl. Reg. an. Cuv. Cr. pl. 66, f. 5. — Heller, Carcinol. adr. Meer. Ha Ja testa piccola, ed il corpo ovale convesso. I quat- tro ultimi anelli del torace hanno l'angolo laterale prolun- gato posteriormente in forma di un dente acuto. Gli epi- meri dei sei ultimi anelli toracici sono assai lunghi, appun- titi ed imbricati. L' addome è corto e largo, ed il suo ul- timo segmento è grande, trasversale, ed avente sul suo bordo posteriore due incavature, che presentano tre lobi. i ù » i S i" — 293 — Le lame terminali delle appendici codali sono fogliacee ; l’interna è ovale e l’ esterna è appuntita, falciforme e di maggiore grandezza. Il colore è bruno con due bende lon- gitudinali giallastre sul dorso, e qualche macchia dello stes- so colore sui bordi laterali del corpo.— Lungh. mill. 26-40. — (M. C. 1840). È di mediocre frequenza. Si prende più volte a Trieste, a Lesina, a Lissa ed a Lagosta. 209. Nerocila maculata, M. Edw. M. Edw. H. nat. Cr. — Heller, Carcinol. adr. Meer. Ha la testa più grande di quella della specie precedente. Gli angoli laterali dei cinque primi segmenti toracici sono ritondati, e quelli dei due successivi sono in vece appuntiti, ed un poco prolungati, ma non spinosi. L’addome è gran- de, però il suo ultimo segmento è mediocremente ristretto verso l’ estremità, e termina con un piccolo lobo mediano saliente. Le lame terminali degli ultimi falsi piedi sono co- me nella Nerocila precedente, se si eecettua che la lama esterna è più lunga e più appuntita, e che l interna è ri- stretta alla sua estremità, e porta un piccolo dente sul suo bordo interno. — Lungh. mill. 26-40. — (M. C. 1840). Non è rara. Si trova a Lesina, a Lissa, a Spalato ed a Zara. Le abitudini delle Nerocile non ci sono ancora bene note, salvo ch’ esse stanno per lo più fissate sopra diversi pesci, per cui si vedono di frequente sui mercati di pesce. — 294 — Gen. AniLocra, Leach. 210. Anilocra mediterranea, Leach. Leach, Dict. sc. nat. tom. 12. — Desmarest, Consid. — M. Edw. H. nat. Cr.; Atl. Reg. an. Cuv. Cr. pl. 66, £. 1. — Heller, Carcinol. adr, Meer. Le antenne interne non sorpassano il bordo posteriore della testa. Gli epimeri sono sottili. L’ ultimo segmento del- l’addome è quasi quadrato, compresso al di sopra, e rego- larmente ritondato alla sua estremità. La lama esterna de- gli ultimi falsi piedi è della lunghezza dei cinque primi seg- menti dell’ addome; in vece la lama interna non raggiun- ge il livello dell estremità del segmento posteriore dell’ ad- dome. Il colore generale del corpo è di un bruno cinereo; gli anelli del torace e dell’ addome sono di un giallo impu- ro, e l’ultimo segmento addominale è macchiato di nero. — Lungh. mill. 10. Nel nostro mare questa specie è molto rara ; ed un so- lo esemplare fu trovato a Lesina dall Heller, ed un altro a Trieste dal Grube. Vive per lo più attaccato al Lophius pi- scatorius. 21%. Anilocra physodes, M. Edu. Oniscus physodes, Linn. — Cymothoa physodes, Fabr. — Anilocra Cuviei, Leach. -—— Desmarest, Consid. — A. physodes, M. Edw. H. nat. Cr. — Heller, Carcinol. adr. Meer. Specie assai simile alla precedente; ma della quale le antenne interne sorpassano notabilmente il bordo posterio- re della testa, e di cui l'ultimo segmento dell'addome, un poco ristretto alla base e leggermente acuminato all’ indie- tro, offre al di sopra una carena longitudinale bene distin- — 239959 — ta, e ch’eguaglia in lunghezza almeno lo spazio occupato dai sei anelli che lo precedono. Il colore è bruno, macchiato di nero, e più pallido all'estremità dell'addome. — Lungh. mill. 27. È molto frequente nell’ Adriatico sopra i pesci. 212. Anilocra frontalis, M. Edw. M. Edw. H. nat. Gr. — Lucas, Expl. scient. Alg. Cr. pl. VII, f. 1. — Heller, Carcinol. adr. Meer. Specie molto vicina all A. mediterranea; ma che ha la fronte più avanzata, il torace più reflesso, e la lama inter- na degli ultimi falsi piedi abbastanza lunga, per poter sor- | passare il limite dell’ ultimo segmento dell’ addome, il quale è ritondato posteriormente. — Lungh. mill. 20-26. Ne fu trovato dall’ Heller un solo esemplare a Curzola. Gen. Crmoraoa, Fabr. 213. Cymoihoa cestrum, Fabr. Fabr. Supplem. — Leach, Dict. sc. nat. t. 12. — Desma- rest, Consid. pl. 47, f. 6, 7. — M. Edw. H. nat. Cr.; Atl. Reg. an. Cuv. Gr. pl. 65, f. 4. — Heller, Carcinol. adr. Meer. Ha la testa molto larga, e quasi quadrilatera. La fronte è ripiegata all’ingiù, per cui le antenne sono nascoste in gran parte sotto la medesima. Il primo anello toracico è molto grande, e si avanza ai due lati della testa al di là del- la fronte. Il bordo inferiore della coscia del quarto pajo di piedi è prolungato all'infuori in forma di dente spinoso. Un grosso tubercolo rotondo occupa pure un simile po- sto sulle altre coscie. L'ultimo segmento addominale è molto grande; esso si allarga un poco al di là dell’ inser- zione delle appendici codali, e termina posteriormente, con — 236 — un bordo quasi dritto e ritondato ai due angoli. Le appen- dici codali sono molto piccole, e quasi eguali fra loro. — Lungh. mill. 27-32. È molto raro. Fu trovato a Lesina dal Bucchich. 214. Cymothoa oestroides, /isso. Canolira oestroides, Risso, H. nat. Eur. merid. — Cymo- thoa oestroides, M. £dw. H. nat. Cr. — Lucas, Explic. scien. Alg. Cr. pl. VII, f. 3. — Heller, Garcinol. adr. Meer. Ha la testa tanto lunga che larga, triangolare, col bor- do lateranteriore diritto, e la fronte ottusa e stretta. Le an- tenne interne sono corte e grosse, e sorpassano il limite della fronte; l esterne all'incontro sono notabilmente più lunghe. Il primo anello del torace è piccolo e ristretto al- l’innanzi, e non si avanza che poco, ed in forma di punta ai due lati della testa. I piedi e l'addome sono come nella specie precedente, se si eccettui che il bordo posteriore dei cinque anelli addominali è ad un dipresso dritto. Il co- lore è di un giallo impuro lucente, ornato di un grande numero di piccoli punti purpureo nerastri. — Lungh. mill. 47-22. Soggiorna nelle regioni fangose. Apparisce tutto l’anno. È una delle più comuni specie dell'Adriatico, e si trova at- taccata a diversi pesci. 215, Cyimothoa paraliela, Otto. Otto, Mem. des cur. de Ja nat. t. XIV, pl. XXII, f.3, 4. — M. Edw. H. nat. Gr. — Heller, Carcinol. adr. Meer. Il corpo è stretto, e molto compresso lateralmente. La testa è allungata e triangolare, coi bordi lateranteriori drit- ti. La fronte è ottusa e meno saliente, che la base delle an- tenne interne, che sono larghe, compresse, e che sorpassa- — 237 — no notabilmente il bordo posteriore della testa. Le coscie delle quattro ultime paja di piedi sono dilatate e ritondate, senza mostrare però nè tubercoli nè spine. I cinque anelli dell'addome hanno il loro bordo posteriore quasi dritto. — Lungh. mill. 18-20. Vive parassito sopra diversi pesci, soprattutto sullo Spa- ro. Si prende a Lesina, ma di raro. 216. Cymoihoa Audouini, M. £dw. M. Edw. H. nat. Cr. — Heller, Carcinol. adr. Meer. Il corpo è assai depresso. La testa è piccola, globosa, e molto più lunga che larga. Le antenne interne sorpassano il bordo posteriore della testa, ed hanno il primo articolo assai grosso. Il primo anello del torace è piccolo; ma che tiene incassata tutta la testa fino all'estremità dei suoi pro- lungamenti laterali. Gli anelli seguenti aumentano di lar- ghezza e di lunghezza fino al quinto articolo inclusivamen- te. Le coscie delle ultime quattro paja sono molto corte, cioè più larghe che lunghe. L’addome è assai piccolo, ma conformato allo stesso modo che nella specie precedente, se si eccettui, che il bordo posteriore del quinto anello è dritto, e che il sesto segmento si ristringe molto all’ indie- tro, e termina con un bordo retto, meno saliente che le la- me terminali delle appendici laterali. — Lungh. mill. 18-20. Si prende a Lissa ed a Lesina, ma raramente. Il genere Cymothoa comprende un piccolo numero di Isopodi, ma essenzialmente parassiti, che vivono aggrappati sul corpo di diversi pesci. Iloro costumi ci sono però intie- ramente sconosciuti. Trovandosene quasi in tutte le regio- ni del globo, non si possono bene fissare i loro limiti geo- grafici. Vengono chiamati generalmente dai pescatori col nome di pulci di mare. pane SOTTORD. III. ISOPODA EPICARIDITA. Questo sottordine sì divide nelle seguenti due famiglie. Isopodi sedentarii colle appendici ad- dominali, filiformi, ed attorniate sull’ ad- deme: «ret Fan, LJonnae? Isopodi sedentarii colle appendici addo- minali, lamellose e nascoste sotto |’ ad- dome. Fan HA Borri Famiglia I. Jonidae. Di questa famiglia non sì conosce che il solo seguente genere. Il maschio è molto più piccolo che la fem- mina, e di una forma stretta ed allungata. La sua testa è tanto larga quanto il torace, e ritondata anteriormente. Ha due paja di antenne, di cui le interne sono rudimentali, e l’esterne sono bene sviluppate e stiliformi. Gli anelli del torace sono perfettamente se- parati a ciascun lato, ed hanno pressochè la medesima forma e grandezza. I piedi so- no attaccati ai loro angoli esterni, e termi- nano con una piccola mano ovoide, subche- liforme. L’addome è composto di sei arti- coli ristretti, e ciascuno porta un pajo di appendici membranose, cilindriche, sottili e lunghe. La femmina ha il corpo piriforme assai piatto, la testa molto cacciata nel tora- ce, e della forma di uno scudo. La sua AS To Selene Ù — 239 — fronte si avanza al di sopra della base delle antenne, che sono corte, ma bene distinte. Gen. Jon. Famiglia II. Bopyridae. Di questa famiglia non si conoscono che i due soli generi seguenti. Il maschio rassomiglia ad una piccola Idotea mancante di antenne, di cui l’ addo- me che si ristringe verso la sua estremità è composto di sei anelli. La testa è rotondata, completamente libera, e guernita di due pic- coli occhi neri; le antenne sono rudimen- tali. Gli anelli toracici si prolungano lateral- mente al di sotto della base dei piedi a guisa di una lama rotondata. I piedi sono corti, e terminano con una mano armata di un’un- ghia uncinata e prensile. I segmenti addo- minali non si distinguono che ai lati, ed i falsi piedi sono rappresentati da piccoli lobi membranacei, difficili a riconoscersi. La femmina è cinque o sei volte più grande del maschio, e la forma del suo corpo è simile a quello della femmina della precedente spe- cie. La testa è incastonata nel torace, e ter- mina anteriormente con un bordo arcuato, che ricopre le antenne, le quali sono simili a quelle del maschio . . . . . Gen. Borrrus. Vedi la nota seguente (a) . . . Gen. Grce. 39 — 240 — SOTTORD. III. ISOPODA EPICARIDITA. Famiglia I. Jonidae. Gen. Joxk, Latr. 217, Jone thoracicus, Montaqu. Oniscus thoracicus, Montagu. — Jone thoracicus, Latr. — Desmarest, Consider. pl. 46, f. 10. — Guerin, Iconogr. Cr. pl. 62, £.4, 2.-— M. Edw. H. nat. Cr. pl. 33, f. 14, 15. — Heller, Carcinol. adr. Meer. Non si conosce che questa specie sola, la quale si trova nella cavità branchiale della Callianassa subterranea. Il maschio si tiene aggrappato sotto l addome della femmina. — Lungh. mill. 7. — (Di queste poche parole consta la descrizione che offre M. Edwards di questa specie). — (M. C. 1832). Non è molto frequente. Famiglia II. Bopyridae. Gen. Boprrus, Latr. 218. Bopyrus squillaruma, Latr. Monoculus crangorum, Fabr. — Bopyrus squillarum, Latr. H. nat. Gr. pl. 59, f. 2-4. — Desmar. Consid. pl. 49, f. 8-44, — M. Edw. H. natur. Gr, — Heller, Carcinol. adr. Meer. Le antenne del maschio sono completamente nascoste sotto la fronte. Il corpo della femmina è più allungato e ri- stretto all'indietro, e termina con un articolo, di cui il bor- do non è incavato nel mezzo. La femmina raggiunge da Î nf — 241 — 9-i1 mill. di lunghezza, mentre il maschio non è mai più lungo di due. Il colore del corpo è giallastro con le squa- me 0 lamelle sottaddominali un poco brune. Questo piccolo crostaceo è comune nel nostro mare, e vive entro la cavità branchiale dei Palemonidi. Alcuni pe- scatori, meno esperti, lo credono una piccola solea. — (M. G. 1840). Gen. Gyrce, Corn. et Pane. 319. Gyge branchialis, Corn. et Panc. Cornalia e Panceri, Osservazioni zoologico-anatomiche so- b) pra un nuovo genere d’ Isopodi sedentarii (Gyge bran- chialis). (a) Nora. Non potendo queste osservazioni essere riportate per intero nel presente catalogo per la ristrettezza dei limiti che gli sono assegnati, nè sembrandomi d’ altronde conveniente di restrin- gerle ad un semplice sunto per l’importanza di tutti i dettagli in esse riferiti, ho creduto opportuno d’ indicarne soltanto il titolo, af- finchè gli amatori dell’ adriatica Carcinologia possano ricorrere alle medesime, ed approfittarne pei loro studii. ELENCO DI ALCUNE SPECIE DI ANFIPODI VIVENTI NELL'ADRIATICO, le di cui descrizioni sono state omesse nel presente catalogo, a tenore di quanto fu avvertito a pag. 161. Talitrus platycheles, Guerin. — Trovato nel Quarnero dal Lorenz. Vedi Heller: Amph. adr. Meer . pag. 58 Orchestia mediterranea, A. Costa — tr. a Lesina, Lissa, Cur- zola. — Hell. l. c. . , » 3 Allorchestes stylifer, Grube — tr. nel ui dal CORO = Hellolic.,e 3 : ; : i » 58 » imbricatus, S. Bate — tr. a Lesina dal Grube. — Hell'MAifcshe, : À £ 3 x È » ivi » Perieri, Lucas — tr. a Lussin dal Grube. — Hell. [ere : ° : > : 3 ; » ivi Nicea Nilsoni, Rathka — tr. a Lesina dall’ Heller. — Hell. ICE 5 . - : E . 5 » 4 » istrica, Grube- tr. a Lesina dal Grube. — Hell, lc. » 58 » comptonyx, Heller - tr. a Lesina, Lissa dall’ Hel- ler.°— Hell: Ie. x » 10 » Schmidtii, Heller — tr. a Rui dall'Hell. = Hell. Joe: » 41 » rudis, Heller — tr. a Lo, dall’ Hell. - Hell I CR Probolium marinum, S. Bate — tr. a Lesina dall’ Hell. — Hell » 14 Lysianassa longicornis, Lucas — tr. a Lesina, Lissa, Quar- nero dall’ Hell. e Grube. — Hell. 1. c. . ; DAT » ciliata, Grube — tr. nel Quarnero dal Grube, — Efellaliventt.. ; , 3 : 3 ; » 59 — 243 — Anonyx nanus, Kroyer — tr. a Pirano dall’ Hell. — Hell. I ERSE AME . È 7 ; . pag. » minutus, Kroyer — tr. a te dall’ Hell, — Hell. e » » tumidus, Kroyer — tr. a Lesina, a dall Hell. — Hell. l c. ; : È : È » Nardonis, Heller — tr. a Pirano dall’ Hell. — Hell. LEG. 3 x è - È ; Ampelisca Gaimardii, Kroyer — tr. a Lagosta dall’ Hell, — Elell.iIce. È Kroyera haplocheles, Grube — tr. a Tissin dal o - Hell=.It-e. Iphimedia Eblanae, S. Bate — tr. a Tico Msi fa l’ Hell, e Grube. — Hell. l. c. ; Dexamine brevitarsis, Grube — tr. nel Quarnero dal ata be. — Hell. I. c. 5 2 » anisopus, Grube — tr. nel Quarnero "i Gioie. - Hell. l. c. A 3 - x : >» leptonyx, Grube — tr. nel Quarnero dal Grube. — Hell, I. c, Eusirus bidens, Heller — tr. a Lou dall’ Holl - Hell. Ù c. Protomedeia hirsutimana, S. Bate — tr. a Lesina dal Buc- chich. — Hell. ]. c. >» pilosa, Zadd. - tr. a Lussin dal uc _ el, Z C. » guttata, Grube — tr. nel Quarnero dal Grube — Efell4. e e. 5 3 Pherusa elegans, Bruz. — tr. a Lesina dal nta _ Hell. lc: Melita palmata, Montg.— tr. a Curzola dall’ Hell., a Zara dal Brusina. - Hell, ]. È Maera grossimana, Leach — tr. a ina dall’ Hell, — Hell IIC » brevicaudata, $S. Bate — tr. a Lesina, Gurzola, Pirano dall’ Hell. — Hell. 1, c. 5 » erypthrophthalma, Lilj — tr. a Lissa dall’ tell - Eellit. lie: ivi ivi — 244 — Furystheus bispinimanus, S. Bate — tr. a Lussin dal Gru- be: —Hellsloe.i : i . pag. 60 Amathilla brevicornis, Bruz. — tr. a Tasto dal Grube. — Frellialce? A 1 È - » ivi Gammarus tenuimanus, $S. Bate — tr. a Lissa dall’ Hell. - Hleliziine: » 43 Amphithoe De; Rathke — tr. DA Quadi dal Gr ale - Hell. 1. e A : : ” ; » 61 Podocerus Ocius, S. Bate — tr. a Lesina dall’ Hell. — HellMStc: . » 45 » = monodon, Hell.- tr. a Lia dall'Hell. - Hell. lic) Da Cerapus latimanus, Grube - tr. nel Quarnero dal Grube. — Hell. |. i » 49 Cyrtophium a Hel. — tr. a ii&ina dall Hell - Hell i c. » 45 Cratippus pusillus, Grube — tr. a Trieste dal Grube ed a Lissa dall’ Hell. — Hell. ], » 50 » crassimanus, Heller — tr. a Lissa dall Hell Hell.Mste. E : » ivi Icridium fuscum, Grube — tr. nel ONGteRE dal al - Hell. l. c. 5 s 3 . : » 61 Chelura terebrans, Phil. — tr. a Lesina ed a Verbosca dall’ Hell. — Hell. |. ; i » ivi Caprella inermis, Grube - tr. a gii dal Grube. — Hell le.» ivi » quadrispinis, Grube — tr. nel Quarnero dal Gru- be. — Hell. 1. » ivi » In Sh — tr. nel O dal Gite. — Hell, 1. ; » 62 » acuminifera, (SNA - tr. nel RO dal LAed, — Hell, I. » ivi » obtusa, Hal — tr. a una dall Hell, _ Hell lic »'D4 » phasma, Mont. — tr. a Lesina dall’Hell. — Hell. I. c. » 62 A OL SR 3° sso ticinetrv ni init b Lab NGLO DELLE OPERE CONSULTATE, E DEGLI AUTORI CITATI Bianchi Giovanni (Janus Plancus). De Conchis minus notis liber. Edit. I et II, 1739, 1760. Linnè C. Systema naturae. Edit. XII, 1876. Pennant Th. British Zoology. Edit. IL 1842. Herbst J. Fr. Versuch einer Naturgeschichte der Krabben und Krebse, 1782. Olivi G. Zoologia adriatica, 1792. Fabricius J. Ch. 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Milne-Edwards H. Histoire natur, des Crustaces. Atlas, 1834-1840. » » Atlas du règne animal de Cuvier. Edit. III, Cru- stacès. » » A. Observ. sur la Faune carcinologique de |’ ì- les du Cap-Vert, 1868. Nardo G. D. Fauna marina volgare del veneto estuario, 1847. » » Sinonimia moderna delle specie registrate nell’ o- pera intitolata : « Descrizione de’ crostacei, de’ te- stacei, ecc., che abitano le lagune e golfo veneto, dell’ab. Stef. Chiereghini. » Venezia, 1847. » » Annotazioni illustranti 54 specie di crostacei del mare Adriatico, precedute dalla storia antica e re- cente della Carcinologia adriatica. Venezia, 1869. Lucas H. Exploration scientifique de l’Algérie. Crustacées, 1849. Herhlots J. A. Additamenta ad Faunam carcinologicam Africae eccidi, 1901. Costa A. Ricerche sui crostacei Amfipodi del regno di Napoli, 1853. White Adam. A popular history of British Crustacea, 1857. Grube E. 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A così giusto elogio, io pure unisco la mia ammirazione, e faccio voti perchè qualche italiano o dalmata voglia seguire il suo nobile esempio. Sarei stato molto lieto, se avessi potuto riportare per esteso in questo mio tenue lavoro una fedele e completa traduzione di tutte le specie Helleriane; ma la brevità che mì sono prefissa di seguire, mi ha obbligato di limitarmi an- che per queste specie a dei trasunti, quasi in forma di diagnosi, nei quali però non mancano le indicazioni dei caratteri essenzial- mente necessarii per l’esatta loro determinazione. Spero che l’illu- stre Autore mi saprà compatire, se non sempre vi sarò riuscito bene. “ PROSPETTO METODICO ii LN) ho, n de DEI CROSTACEI DESCRITTI NEL PRESENTE CATALOGO. Di LEGIONE I. PODOPHTHALMIA pag. ti OrpInE I. DECAPODA A Sottordine I. Decapoda brachiura . 0» ivi. 4 Famiglia IL Oxyrbyncha 3 gigio: 0) sal Vi Sottofam. MAcROPODINA . . » 105 6 Gen. Stenorynchus, Lamk. 2004 DAT «Si 4. Stenorynchus phalangium, M. Edo... > 46 ho: Dì » longirostris, M. Edw. . cè RA Se Gen. Achaeus, Leach . : vel 54 3. Achaeus Cranchii, Leach. . i ; i Da Lo È * Gen. Inachus, Fabr. . 3 Di o È 4. Inachus scorpio, Fabr. È : 3 : » CiSd “ + 5i » dorynchus, Leach. . , $ : » ivi dr 6. » thoracichus, Roux. . 1 5 È pi VAS “del 7 » leptochirus, Leach. . A i : pi GALLA e Es ve LI Sottofam. MAJADINA . pi (Moe tx Gen. Herbstia, M. Edw. . pi TE Mi o: 8. Herbstia condyliata, M. Edw. 3 È n° ‘20.008 hi Gen. Pisa, Leach 5 3 y 4306 È; 9. Pisa tetraodon, Leach . È MES ? DV. RI = 40. » corallina, M. Edu. x î : ; » ivi i 11 Mi GibsutZeach 7 È ; ; : » 22 o, 42.» armata, Latr. i x , : 7 » 23 Pa ANTIMO Wi ng 7 vi a (I ri (IRE RR "MARI dll A 6) AUTO Mn fune % IO LT) VI RSI Ù sd MA > dare Ro; LN, î ‘i = A n [PONI n c _ 17:43. Pisa. nodipes, Leach x + AA 14. _ >» intermedia, Nardo. ico Gen. Lissa, Leach laiia fio 5 | 15. Lissa chiragra, Leach i i Gen. Maja, Lamk. 16. Maja squinado, Latr. 47. >» verrucosa, M. Edu. Gen. Acanthonyx, Latr. . 18. Acanthonyx lunulatus, Latr. . Sottofam. PARTHENOPINA Gen. Eurynome, Leach . . . Do n 49. Eurynome aspera, Leach } GIR È dive 29 A Gen. Lambrus, Leach . ; DJ | —‘20. Lambrus angulifrons, M. Edw. . ; 2 » 30 logi Mi 21. » Massena, Roux. . ì i à DE (Sd Di sh : Famiglia II. Cyclometopa . DA A i A Sottofam. CANGERINA . ° Die i Gen. Xantho, Leach . i; Dat32 w. A 9292. Xantho floridus, Leach. è I ì i; i 855) n vi 23. » rivulosus, Risso. . 1 : e i ASI È Pa — 24. >» tuberculatus, Belle © ; i 4 DIMINGIVI LOI 7 De. Gen. Platycarcinus, M. Edw. : na bi 25. Platycarcinus pagurus, M. Edw. . 5 ì DI lo i Gen. Pilumnus, Leach . - Da do 26. Pilumnus hirtellus, Leach. . b 7 . » 38 si 27. » aestuarii, Nardo. . .». : , » 39 i È: Gen. Pirimela, Leack i” 28. Pirimela denticulata, Leach. È sl di — 250 — Gen. Eriphia, Latr. . . pag. 39 29. Eriphia spinifron, Savigny. . - : » 40 30554 longierura, Nardo. . : : E » [MERE Sottofam. PORTUNINA 1 A »_.Li88 Gen. Carcinus, Leach . È dò. wi 34. Carcinus maenas, Leach. . 3 »- 492 Gen. Platyonychus, Latr. . - » 394 532. Platyonychus latipes, M. £dw. : » 44 Gen. Portunus, Leach . : p' MSA 33. Portunus depurator, Leach. ; » 45 4, D) corrugatus, Leach. ; : 3 » 46 39. » pusillus, Leach. . : . i Di Si 36. » arcuatus, Leach. . i : 7 O | 37. » longipes, Risso i, ; 7 : » 483 | Gen. Lupa, Leach ; ; » 394 | 38. Lupa hastata, M. Edw. ; : : » 49 j Famiglia IIL Catometopa 3 pi td i : Sottofam. PINNOTHERINA . è Da 90 Gen. Pinnotheres, Latr. . i » ivi 39. Pinnotheres pisum, Latr. . 3 : . DZ 40. » veterum, Bosc. . ; 5 ) Di ia Sottofam. GONOPLAXINA —. È » 50 Gen. Gonoplax, Leach . ; » DE 41. Gonoplax rhomboideus, Desm. È : ; » DA Sottofam. GRAPSUDINA + . po od Gen. Grapsus, Lamk. . : » ivi 42. Grapsus varius, Latr. . ; U ; ; » 55 Gen. Heterograpsus, Lucas . 3 > Udi 43. Heterograpsus Lucasi, M. Edw. . Ì » 56 44. 45. 03. d4, 55. 56. — 254 — Gen. Nautilograpsus, M. Edw. Nautilograpsus minutus, M. Edw. Famiglia IV. Oxystomata Sottofam. LEUCOSINA Gen. Ilia, Leuch Ilia nucleus, Leach. Gen. Ebalia, Leach ). Ebalia Bryerii, Leach. 47. 48. » Cranchi, Leach. » Pennantii, Leach. » Costae, Heller. . Sottofam. CALAPPINA Gen. Calappa, Fabr. . Calappa granulata, Fabr. Sottofam. CORYSTINA Gen. Atelecyclus, Leach . Atelecyclus cruentatus, Desm. » heterodon, Leach. Gen. Corystes, Latr. Corystes dentatus, Latr. Sottofam. DORIPPINA Gen. Dorippe, Fabr. Dorippe lanata, Bosc. Gen. Cymopolia, Roux Cymopolia Caronii, Roux Gen. Ethusa, Roux Ethusa Mascarone, Roux "9a de ei EPTO A è ; o dille SL cd Sottordine II. Decapoda anomura . pag. Famiglia I. Apterura i Sottofam. DROMIADINA Gen. Dromia, Fabr. 57. Dromia vulgaris, M. Edw. x Sottofam. HoOMOLADINA Gen. Homola, Leach 58. Homola spinifrons, Leach. Famiglia II Piterygura . Sottofam. PAGURINA Gen. Pagurus, Fabr. 59. Pagurus Prideauxii, Leach 60. 61. 62. 63. 64. 65. 66. 67. 63. 69. 70. E » » angulatus, fisso. meticulosus, Roux . STORE striatus, Latr. calidus, Risso. anachoretus, isso timidus, Roux. : ; . sculptimanus, Lucas . Lucasi, Heller Chiereghini, Nardo . maculatus, isso varians, Costa misanthropus, /tisso Sottofam. PORCELLANINA Gen, Porcellana, Lamk. 72. Porcellana platycheles, Lamk. 5 73. » longicornis, M: Edw. . : Sottordine III. Decapoda macroura. Famiglia I. Loricata d » » DI g Di (2593 — L if ù w * LA na s $ | __—Sottofam. GALATHEINA Gen. Galathea, Fabr. . Galathea strigosa, Fabr. » squamifera, Leach . » nexa, Embleton. Gen. Munida, Leach. . Munida rugosa, Leach . Sottofam. SCYLLARIDINA Gen. Scyliarus, Fubr. Scyllarus arctus, Fubr. » latus, Latr. Sottofam. PALINURINA Gen. Palinurus, Fabr. . Palinurus vulgaris, Latr. Famiglia IL ThRallassinidae di Sottofam. CRYPTOBRANCHIDINA : >» 103 di * Gen. Callianassa, Leach . . >» 104 sa 4. Callianassa subterranea, Leach . ; ; » 106 i MENOS: . > laticauda, Otto (Air 107 2 Ù Gen. Gebia, Risso. : ; » 105 À 83. Gebia litoralis, Risso . È : 7 x DOLO, “ la Gen. Calliaxis, Heller. . . >» 106 —_—’‘—$4. Calliaxis adriatica, Meller. . 3 . s » 109 si | Famiglia IIL Astacidae . 7 » 93 RO Gen. Astacus, Fabr.. . |. > di | 4 n 85. Astacus fluviatilis, Fabr. È ; i ; Di AA | @ MSG: » saxatilis, Hoch, x : i x > e 05) È | Gen. Homarus, M. Edw. . i dci $ È 3 87. Homarus vulgaris, M. Edw. . 3 ! » 114 E î 88. 39, 90. SU 92. 93. 94. 95. 96. Dil 93. 99. 100. 101. 102. 103. — 254 — Gen. Nephrops, Leach Nephrops norwegicus, Leach. Famiglia IV. Caridae Sottofam. CRANGONINA Gen. Crangon, Fabr. Crangon vulgaris, Fabr. » fasciatus, fisso. » sculptus, Pell. » cataphractus, M. Edw. D) spinosus, Leach. Sottofam. ALPHEIDINA Gen. Alpheus, Fabr. Alpheus ruber, M. Edw. : » Edwardsii, M. Edw. (0) . » dentipes, Guerin. » laevinanus, Heller Gen. Pontonia, Latr. Pontonia tyrrhena, Latr. Gen. Typton, Costa. Typton spongicola, Costa. Gen. Caridina, M. Edw. . Caridina Desmarestii, Joly Gen. Nika, Risso Nika edulis, Rzsso. Gen. Athanas, Leach. Athanas nitescens, Leach. Sottofam. PALAEMONINA Gen. Gnathophyllum, Latr. Gnathophyllum elegans, Latr. 136 E SE E o Ten eeliaeno pio — 255 — Gen. Anchistia, Dana. 104. Anchistia scripta, (Risso) Heller 105. » amethystae, (fisso) Heller 106. » migratoria, Heller (e) Gen. Hippolyte, Leach. 107. Hippolyte Cranchii, Leach. 108. » viridis, M. Edw. 109. » gracilis, Heller. Gen. Pandalus, Leach. 410. Pandalus brevirostris, Rathke Gen. Lysmata, isso 4111. Lysmata seticaudata, isso Gen. Palaemon, Fabr. 112. Palaemon squilla, Fabr. 113. » Treillianus, Risso 114. » xiphias, Risso 1415. » rectirostris, Zaddach Sottofam. PENAEIDINA Gen. Sicyonia, M. Edw. . 116. Sicyonia sculpta, M. Edw. Gen. Penaeus, Latr. 4117. Penaeus Caramote, Risso 113. » membranaceus, Risso OrpIinE II. STOMAPODA . Famiglia I. Mysidae Gen. Mysis, Latr. 119. Mysis truncata, Meller . 120. » frontalis, M. £dw. 34 121 199, » Desmarestii, isso 198.0, 9 Eusebia, Risso . Gen. Gonodactylus, Latr. . 124. Gonodactylus chiragra, M. Edw. . LEGIONE I—I. EDRIOPHTHALMIA. OrpINE I. AMPHIPODA , Famiglia I. @orehestidae. Gen. Orchestia, Leach 125. Orchestia litorea, Leach. 126. » Montagui, Audowin 127. » Deshavyesii, Audouin Gen. Nicea, Micol. 428. Nicea plumicornis, Heller 129. » fasciculata, Heller 1430.. » Bucchichi, Heller 1434. » nudicornis, Heller 132. >» macronyx, Heller. 1339. » crassipes, Meller. Famiglia II. Gammaridae Gen. Probolium, A. Costa . 134. Probolium megacheles, Meller — 2560 — Famiglia IL squillidace. Gen. Squilla, Fabr. . Squilla mantis, Rondel. Gen. Lysianassa, M. Edw. 135. Lysianassa spinicornis, A. Costa 196. 19%. 138. » loricata, A. Costa. » pilicornis, Heller . » Costae, M. Edu. . 163 165 175 165 175 176 ivi arr] “ pr f s i = aggio . Ichnopus affinis, Heller » calceolatus, Meller . Gen. Anonyx, Kroyer . Anonyx Schmardae, Heller . » filicornis, Heller » gulosus, &royer Gen. Callisoma, A. Costa . . Callisoma Hopei, A. Costa Geni. Isaea, M. Edw. . Isaea Montagui, M. Edw. Gen. Iphimedia, Rathke . Iphimedia obesa, Rathke » carinata, Heller Gen. Dexamine, Leach . Dexamine spiniventris, A. Costa . » spinosa, Leach Gen. Atylus, Leach . Atylus Costae, Meller . Gen. Leucothoe, Leach . Leucothoe denticulata, A. Costa Gen. Melita, Leach . Melita gladiosa, Bate » Coroninii, Heller. Gen. Maera, Leach . Maera orchestiipes, A. Costa » scissimana, A. Costa . » integrimana, Zeller - Gen. Ichnopus, Ar Gasta®”. 166 177 173 165 178 ivi 41109 166 179) 166 130 166 180 181 167 494 132 167 132 167 133 168 133 134 163 134 185 136 o” È È si 15 169! 172. IS: 174. 175. 176. — 258 — . Maera Donatoi, Heller . Gen. Gammarus, Fabr. Gammarus locusta, Fabr. » marinus, Leach » brevicaudatus, M. Edw. Famiglia III. Corophidae. Gen. Amphithoe, Leack . Ampithoe penicillata, A. Costa » bicuspis, Heller » Brusinae, Heller Gen, Podocerus, Leach . Podocerus pulchellus, Leach. » largimanus, Meller » longicornis, Heller Gen. Microdeutopus, A. Costa. Microdeutopus gryllotalpa, A. Costa » Titii, Heller Gen. Cerapus, Say. Cerapus abditus, Templeton . Gen. Corophium, Lutr. 0. Corophium longicorne, Latr. » acherusicum, A. Costa. OrpIine II. LAEMODIPODA Famiglia I, Caprellidae . Gen. Caprella, Lamk. Caprella acutifrons, Lutr. » monacantha, Heller. » aspera, Meller. » leptonyx, Meller » armata, Heller. 186 168 186 187 188 163 169 189 ivi 190 169 190 194 ivi 169 192 ivi 170 193 ivi ivi 194 195 ivi ivi 196 ivi 197 ivi 198 AT, 178. du. 130. 181. 182. 183. 184. 185. 186. 187. 188. 189. 190. — 259 — Orpine III. ISOPODA Sottordine I. Isopoda ambulatoria . Famiglia I. Idoteidae . Gen. Idotea, Fabr. Idotea tricuspidata, Desm, ». hectica, Latr. » algirica, Lucas . » prismatica, Risso » appendiculata, Risso » capito, Rathke Gen. Anthura, Leach Anthura nigropunctata, Lucas Famiglia II, Asellidae . Gen. Apseudes, Leach Apseudes talpa, Leach. Gen. Tanais, M. Edw. Tanais Cavolinii, M. Edw. Gen. Limnoria, Leach Limnoria uncinata, Meller Gen. Jaera, Leach Jaera Kroyerii, M. Edw. » longicornis, Lucas Famiglia III. oniscidae. Gen. Ligia, Fabr. Ligia Brandtii, Rathke . Gen. Tylos, Latr. Tylos Latreillii, Audouîn 491 199 193. — 900 — Sottordine II. Isopoda natantia Famiglia I Pramizidae. Gen. Praniza, Leach . Praniza coerulata, Desm. Gen. Anceus, Risso . Anceus rapax, M. Edw. D) vorax, Lucas Famiglia IL sphaeromidae Gen. Sphaeroma, Lat». 194. Sphaeroma serratum, Leach . 195: » Jurinii, Savigny . 196. » Rissoi, Heller 197° » granulatum, M. Edw.. 198. » tridentulum, Grube 199! » Savignyi, M. Edw. 200. » gibbosum, M. Edw. (ren. Cymodocea, Leach 201. Cymodocea pilosa, M. Eduw. . 204. Gen. Nesaea, Leach 2. Nesaea bidentata, Desm. Famiglia III Cymothoadae Gen. Cirolana, Leach . Cirolana hirtipes, M. Edw. . Gen. Aega, Leach. Aega bicarinata, Leach. Gen. Rocinela, Leach . Rocinela ophthalmica, M, Edw. Pas: — 2601 — 206. Rocinela Deshaysiana, M. Edw. 207. » Dumerilii, Lucas Gen. Nerocila, Leach 208. Nerocila bivittata, isso 209. » maculata, M. Edw. . Gen. Anilocra, Leach 2410. Anilocra mediterranea, Leach. DAL, » physodes, M. Edw. . 2412. » frontalis, M. Edw. . Gen. Cymothoa, /abr. 213. Cymothoa oestrum, Fabr. 214. » oestroides, Risso 215. » parallela, Otto 216. » Audouini, M. £dw. Sottordine III. isopoda epicaridita. Famiglia I Jonidae Gen. Jone, Latr. 217. Jone thoracicus, Montagu. Famiglia II. Bopyridae . Gen. Bopyrus, Latr. 218. Bopyrus squillarum, Latr. Gen. Gyge, Corn. et Panc. 219. Gyge branchialis, Corn. et Pane. . pa NVOSTE, (a) Avverti che fu scritto per isvista nel testo : C. laticaudata, in luogo di C. laticauda. (b) In vece di M. Edu. leggi: Audowuin. (c) Questa specie si rende sommamente rimarchevole, perchè vive tanto nell’ acqua dolce, quanto nel mare. Il primo ad osser- varla fu il D." Ed. Martens, che la trovò nel lago di Albano, poco di - stante da Roma, e le diede il nome di Palaemo lacustris. Sembran- do all’ Heller che non le convenisse questa denominazione a cagio- ne della duplice sua maniera di esistere, la considerò come un Pe- lias, che intitolò P. migratorius; e posteriormente la collocò fra le Anchistie, chiamandola A. migratoria. Ma come riferisce il chia- riss. Nardo nelle sue Annotazioni illustranti ecc. in seguito egli adottò il suo primo nome specifico datole dal suo scopritore, cioè di Anchistia lacustris. (Vedi la nota a pag. 139). Perciò che riguarda in fine le specie omesse, sì vedano l’ Elen- co alla pag. 242, e la Nota alla pag. 161. . INDICE GENERALE ALFABETICO _—etto>=— Acanthonyx, Latr. » lunulatus, Latr. Achaeus, Leach. » Cranchii, Leach Aega, Leach 7 » bicarinata, Leach . Alpheidina. (Sottofam.) Alpheus, Fabr. » dentipes, Guer. » Edwardsii, Audouin » laevimanus, Heller » ruber, M., Edw. Amphipoda. (Ord.) Amphithoe, Leach . » bicuspis, Heller » Brusinae, Heller » penicillata, A. Costa Anceus, Risso È 3 » rapax, M. Edw. » vorax, Lucas. Anchistia, Dana . i, A » amethystae, Heller » lacustris, Martens » migratoria, Meller. » scripta, Heller Anilocra, Leach . È : » frontalis, M. Edw. . » mediterranea, Leach » physodes, M. Edw. 39 14 28 12 1.7 220 230 118 ivi 131 130 152 130 162 169 189 190 189 DA7 223 ivi 192 138 262 138 137 9221; 235 234 Vi — 264 — Anomura. (Sottord.) , Anonyx, Kroyer » filicornis » gulosus, Kroryer » Schmardae, Heller Anthura, Leach ; » nigropunctata, Lucas Apseudes, Leach . » talpa, Leach . Apterura. (Fam.) Asellidae. (Fam.) Astacidae. (Fam.) Astacus, Fabr. » fluviatilis, Fab. » saxatilis, Koch Atelecyclus, Leach » cruentatus, Desm. » heterodon, Leach . Athanos, Leach » nitescens, Leach Atylus, Leach : » Costae, Heller Brachiura. (Sottord.) Bopyridae. (Fam.) Bopyrus, Latr. » squillarum, Latr. . Calappa, Fabr. » granulata, Fabr. Calappina. (Sottofam.) Callianassa, Leach » laticauda, Otto » subterranea, Leach ; . ; ) » 106 Calliaxis, Heller, 3 ; 3 È g É pa Levi » adriatica, Heller . : È È { » 109 Callisoma, A. Costa : . i < i i » 166 REZZA NT On — 265 — Callisoma Hopei, A. Costa Cancerina. (Sottofam.) Gaprella, Lamk » acutifrons, Latr. » armata, Heller » aspera, Heller » leptonyx, Heller » monacantha, Heller Caprellidae. (Fam.) . Carcinus, Leach » maenas, Leach Caridae. (Fam.) Caridina, M. Edw. ; » Desmarestii, Joly . Catometopa. (Fam.) Cerapus, Say » abditus, Fenipi Cirolana, Leach ; ; » hirtipes, M. £dw. . Corophidae. (Fam.) . Corophium, Latr. . » acherusicum, A. Dusta 7 » longicorne, Latr. . Corystes, Latr. » dentatus, Latr. Corystina. (Sottofam.) Crangon, Fabr. » cataphractus, M. Ed. » fasciatus, fisso. » sculptus, Bell. » spinosus, Leach » vulgaris, Fabr. Crangonina. (Sottofam.) Crostacei . Cry anca denidina: (Sottofam. ) Cyclometopa. (Fam.) Cymodocea, Leach . — 266 — Cymodocea pilosa, M. Edw. . Cymopolia, Risso . » Caronii, Roux Cymothoa, Fabr. » Audouini, M. Ed: » oestroides, Risso » oestrum, Fabr. » parallela, Otto Cymothoadae. (Fam.) Decapoda. (0rd.) Dexamine, Leach . » spiniventris, A. (i » spinosa, Leach Dorippe, Fabr. » lanata, Bosc . Dorippina. (Sottofam.) Dromia, Fabr. ; » vulgaris, M. Edw. Dromiadina. (Sottofam.) . Ebalia, Leach » Bryeril, dicach » Costae, Heller » Cranchii, Leach » Pennantii, Leach . Edriophthalmia. (Legione) Eriphia, Latr. 3 » longicrura, Nardo. » spinifrons, Savigny Ethusa, Roux » Mascarone, CSA Eurydice Swainsonii, Leach . Eurynome, Leach . » aspera, Leach Galathea, Fabr. ivi 161 229 — 267 — Galathea nexa, Embleton » squamifera, Leach » strigosa, Fabr. Galatheina. (Sottofam.) Gammaridae. (Fam.) Gammarus, Fabr. » brevicaudatus, M. Edw. » locusta, Fabr. » marinus, Leach. Gebia, Risso. » litoralis, Riso Gnathophyllum, Latr. » elegans, Latr. Gonodactylus, Latr. i » chiragra, M. Edw. Gonoplax, Leach. » rhomboideus, Heeni Gonoplaxina. (Sottofam.) Grapsudina. (Sottofam.) Grapsus, Lamk. » varius, Latr. Gyge, Corn. et Panc. » branchialis, Corn. et Panc. Herbstia, M. Edw. » condyliata, M. Hi. Heterograpsus, Lucas. » Lucasi, M. Edw. Hippolyte, Leach. » Cranchii, Leach. » gracilis, Heller. » viridis, M. Edw. Homarus, M. Edw. » vulgaris, M. Edw. Homola, Leach. » spinifrons, ii Homoladina. (Sottofam.) — 203 — Ichnopus, A. Costa. » affinis, Heller. » calceolatus, Heller. Idotea, Fabr. » algirica, Lucas. » appendiculata, isso. » capito, Rathke. » hectica, Latr. » prismatica, isso È » tricuspidata, Desm. Idoteidae. (Fam.) Ilia, Leach. » nucleus, Leach. Inacus Fabr. 3 » dorychus, Leach . D) leptochirus, Leuch. » scorpio, Fabr. » thoracichus, Roux. Iphimedia, Rathke. « carinata, Heller. » obesa, Rathke. Isaea, M. Edw. , » Montagui, M. Edw. Isopoda. (Ord.) . È : » ambulatoria. (Sottord.) » epicaridita. (Sottord.) » matantia. (Sottord.) . Jaera, Leach. ; A » Kroyerii, M. Edw. » longicornis, Lucas. Jone, Latr. : é ; » thoracicus, Mont. Jonidae, (Fam.) Laemodipoda. (0Ord.) Lambrus, Leach pag. 166 170 178 202 207 208 209 206 208 206 201 58 61 13 13 19 13 #00) 166 131 130 166 130 199 200 201 200 204 2412 213 239 240 238 195 15 [ i i È cai — 269 — Biabrusifansulifrons, IM. Edw} i ont Uni pagane 80 » Massena, Roux . 7 È : r DI cal Leucosina. (Sottofam.) . d - 9 . Pai Leucothoe, Leach . : ; x a : 5 Da 10% » denticulata, A. Costa . è ; ; » 185 Ligia, Fabr. . : . ; , : : ; » 205 » Brandi, Rathke . , E È ; Da 213 Limnoria, Leach . È ; ° : i À » 204 » uncinata, Heller . - A s : 2A Lissa, Leach ; î È i 5 L : >» 14 » chiragra, Leach . , 2 . 1 » 25 Loricata. (Fam.) } 2 . A 3 i ». 192 Lupa, Leach. 3 : . 3 S 3 ; » 34 » hastata, M. Edw. . - : è . » 49 Lysianassa, M. Edw. . o . - 7 3 » 465 » Costae, M. Edw. . A x 2 ; Dadi » loricata, A. Costa . o . 3 P par 76 » pilicornis, Heller. 7 - î . Da. ivi » spinicornis, A. Costa . - È : » 175 Lysmata, Risso . È 7 3 x 3 ‘ De (125 » seticaudata, Risso 7 È ; ; » 143 Macropodina. (Sottofam.) : , x ; d» 12 Macroura. (Sottord.) i £ 3 : - Da (692 Maera, Leach 5 ; ; . ; È 7 » 168 » Donatoi, Heller . ; : : ; » 186 » integrimana Meller 7 ì : 5 Da (ivi » orchestiipes, A. Costa . : ; i » 184 » scissimana, A. Costa. ; ì è » 185 Maja, Lamk . È : = 7 : : Dalod4, » squinado, Latr. . 5 ; : - Da ‘20 » verrucosa, M. Edw. È a E : da (27 Majadina. (Sottofam.) . i 3 A A Di 13 Melita, Leach È ; i : : A È » 168 » Coroninii, Heller . y ; ; 3 » 184 » gladiosa, Bate. . : ; ; » 183 Microdeutopus, A. Costa. ! » 169 — 270 — Microdeutopus grillotalpa, A. Costa À ; . pag: 492 » Titii, Heller . " : ì : i i IVI Munida, Leach . ? ; i x G ; » 9% » rugosa, Leach . ; 5 3 \ d 008 Mysidae. (Fam.) , : ; 3 . ; » 152 Mysis, Latr. ; i ; : . » 154 » frontalis, M. CEN A i, O , » 156 » truncata, Heller . 3 : 7 È » 155 Nautilograpsus, M. Edw. . : : » 51 » minutus, M. Edw. : E : , DA ai Nephrops, Leach . : ) ; : . » 112 » norwegicus, 5... : : 3 E ». 416 Nerocila, Leach . : ; ; ; 3 : » 220 » bivittata, isso . . 3 È 5 » 232 » maculata, M. Edw. o : È ; » 239 Nesaea, Leach . : ; A i 3 ; > 948 » bidentata, Desm. . ; ; È È pa 228 Nicea, Nicol . 7 2 3 È È » 164 » Bucchichi, Pea . : . 4 d vd4zS » crassipes, Heller . : > o : » 174 » fasciculata, Heller È - È 7 » 14472 » macronyx, Meller . 5 1 A È » 174 » nudicornis, Heller : ; } 3 »ic47S » plumicornis, Meller. 2 o 7 » 172 Nika, isso . . 3 ; i È È ». 120 » edulis, TRO ; A . : ì » 195 Oniscidae. (Fam.) . 7 3 . . 2 » 202 Orchestia, Leach . i . ; È 3 » 164 » Deshayesil, Adi i : $ ; DA dg » litorea, Leach 3 È : : } pi 170 » Montagui, Audouin . : , 3 A TI: Orchestidae. (Fam.) 3 7 . ; ) » 162 Oxyrhyncha. (Fam.) ) 3 ì i È Dio Oxystomata. (Fam.) 2 i ; i n. dd — 271 — Pagurina. (Sottofam.) . l . pag. 74 Pagurus, Fabr. . 2 ì î 1 7 5 DITO » anachoretus, Risso 3 : È 3 Di (482 » angulatus, isso . 1 4 . A 7719 » calidus, isso ; : 2 È 3 DI 82 » Chiereghini, Nardo . i i 1 ». * (85 » Lucasi, Heller E 5 : È ; » 84 » maculatus, Risso . È ; } i » 86 » meticulosus, Mtowux ì ; 3 ; >: 80) » misanthropus, fisso. ‘ i. < » 88 » Prideauxii, Leach . 3 " , ] PELI) » sculptimanus, Lucas. i è » 84 » striatus, Latr, Ì ; 3 ì î pe LAST » timidus, fioua : ; : È > Vo CSa » varians, Costa È è pi EST Palaemon, Fabr. . 5 È ; z i; » 124 » rectirostris, Zaddach . È b ] » 146 » squilla, Fabr. È : : 5 » 144 » Treillianus, Risso . ì i È È » 4145 » xiphias, fisso : È 3 ; i » 146 Palaemonina. (Sottofam.) ; : 3 DADA Palinurina. (Sottofam.) . DEEn:9o Palinurus, Fabr. . . 5 È i È » 96 » vulgaris, Latr. . : ì ; 7 De 104 Pandalus, Leach . : . i A ; ; » 123 » brevirostris, Rathke . : ; : » 142 Partenopina. (Sottofam.) . . 7 ; » 14 Penacidina. (Sottofam.) - È » 124 Penaeus, Latr. . ; : 7 : i i » 126 » Caramote, Risso . ; ; ; » 148 » membranaceus, Risso . £ 3 i » 149 . Pilumnus, Leach . : } é 1 A > Di. 92 » aestuarii, Nardo » hirtellus, Leach Pinnotheres, Latr. » pisum, Latr. È » veterum, Bosc — 272 — Pinnotbherina. (Sottofam.) 7 : - . Paga Pirimela, Leach . . ; 3 5 : » (83 » denticulata, Latr. . : : ; i » 40 Pisa, Leach . A - 3 È ; £ ; » gua » armata, Latr. ; ; i; ; : d 0238 » corallina, M. Edw. è ; ; ; » 4624 » Gibsii, Leach ì A 5 , i »- 22 » intermedia, Nardo È ; ; ì vu 24 » nodipes, Leach . : ì x _ »' {N93 » tetraodon, Leach . i è i i » i 2 Platycarcinus, M. Edw. . 3 : o ! 3 pt 8% » pagusus, M. Edw. . , - PM Platyonychus, Latr. . 5 - 1 5 ; » 34 » latipes, M. Edw. . ; : o » 44 Podocerus, Leach . A ; x è ; ; » 169 » largimanus, Heller ; ; i » 194 » longicornis, Heller 3 " . 4 Didi ivi » pulchellus, Leach . ) ; 7 1 » 190 Podophthalmia. (Legione) 3 o : 2 » 8 Pontonia, Latr. . : A ; A 7 ; pi 119 » tyrrhena, Latà. . ; i Ò 3 » 132 Porcellana, Lamk. É 3 ; 5 7 : »sjt 7 » longicornis, M. Edw. . 5 . ; wi 90 » platycheles, Lamk È ; ; È DR 659 Porcellanina. (Sottofam ) : : : pi Portunina. (Sottofam.) . ; i : ? D'Elia Portunus, Leach . ; ; é ì ; ; » 34 » arcuatus, Leach . 3 3 : È » 47 » corrugatus, Leach 3 : ì È » 46 » depurator, Leach . : o ; » 45 » longipes, Risso . È . ; ; » 48 » pusillus, Leach . . ; ; 7 » 46 Praniza, Leach 3 7 i : ».. 216 » coerulata, Desm. . 3 x e È » 222 Pranizidae. (Fam.) . ‘ È 7 3 , » 215 Probolium, A. Costa i » 165 » megacheles, Heller s i È } La — 275 - Pterygura. (Fam.) Rocinela, Leach » Deshaysiana, M. Ha. » Dumerilii, Lucas » ophthalmica, M. Ew. Seyltaridina. (Sottofam.) . Scyllarus, Fabr. » arctus, Fabr. » latus, Latr. . Sicyonia, M. Edw. » sculpta, M. o Sphaeroma, Latr. » gibbosum, M. Hg: » granelatum, M. Edw. » Jurini!, Savigny. » Rissoi, Heller » Savignyi, M. Edw. » serratum, Leach » tridentulum, Grube Sphaeromidae. (Fam.) Squilla, Fabr. » Desmarestii, isso, » Eusebia, Risso » mantis, Rondel Squillidae. (Fam.) Stenorynchus, Lamk. » longirostris, M. Edw. » phalangium, M. Edw. Stomapoda. (Ord.) . Tanais, M. Edw. 7 » Gavolinii, M. Ho Mhallassinidae,. (Fam.) . Tylos, Latr. » Latreillii, og — 274 — Typton, Costa ; ; ; È . : page db » spongicola, Costa . 3 : 3 » 133 Xanto, Leach ; : ; : 3 o 3 Didi (32 » floridus, Leach . È È ] i » | 38 » rivulosus, Risso . . 3 i è ». #90 » tuberculatus, Bell . 1 : \ - dti ERRORI CORREZIONI Pap 039; dn 44: dciliafo e a cigliato » 68, » 3, Cassivelannus. . . Cassivelaunus » 70} pe 26AHerbesc,. se... 0 FHempst » STANOETO RIUrDe e UTO pe 40-00 27, -homatus. 0 -.. .. 0» ‘homarus slaticaudata:. ©. +. #.laticauda » IN So, diferisce >... Dia) differisce »° 108#°025, parassita .. . .. (..parassito Dig idelio Pee ore dal » 13, B. rubropun- . . . (C. rubropun- DErt30; 1925, M0Edw:. ag Audonin » » % 3, (©, | = tà Spiallegatet:=. 715 aapallogate 47, mostrale:. 1.) 0. ipsbiale DA. 48, colpi ll RATA Dad 04 Depolpios vi PA BA 70 n 44: Monta ano ap Lencn DATO 020 RO n eo, pan482 0. 7 Dexamina '. . *.. >. Dexamine » ivi, » 46, et guttata . . . . et N. guttata » 496, » 46, adr. Meer. . . . adr. Meer. taf. 4, f.15 Me 223; » -20,- devono. +. —. a deve DI 256, »° 5, Risso,. <.0u . ©. ISM Ed: W 4 INI TRL De " pi Apa (to i ) 1 o Rn I PIRRO ARI dn QS VR RI SONTUON iS Sasù 1A Ri SI ANIA LIES AA LAIGENE ARA ATA IRON do i SO N09, ni SAIL Nin i RI pa i si di x Lot HRAT CHE PN in i HA RAI di NOAÙ . i i... MOSTRARTI A i }N SRO dI Ù 3a di iù AOC DURO i i L ; .. Lu i i pv i ISIN di Aa ì 3, ui ti i I Li UE VEMAVAI, o Ut NUR, I SEMI .. i RSI .. DI RIO NN NR N ORO Ù RILAZA ELI TOP GA TICIALIZANO n di Su URI SUN lb 00 [ VARO pat RR Si RRRGIONO pala " RORUTCIA 0 UASRAR RSMALRA A RTRT RARO GUISA ) ROATI ni ì N NI di va DS NINFA TA DIVA IRUNZATA GIO Li NR PALIO DON Ù i Su . i te TRAI RR ù .. IO . li di (e TN HAS RI n 4 RS NU li i . LL .. di Li ZO TRE NERO RINO IR VA \. 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