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COMMENTARI
DELL' ATENEO
DI BRESCIA
PER L AMNO ACCADEMICO
M.DCCC.XLI.
BRESrtrrA
TlPOGRAtlA DELLA MINERVA
M.DCCC.XLIII.
DELLA ISTRUZIONE
SPECIALMENTE DEL POPOLO
e delle sue condizioni
nell' eta' nostra.
DISCORSO
dell' AVVOCA.TO GIDSEPPE SALERl TEESiDEKTB DSLt' ATSNSO.
jLi uomo e buono uscendo dalle mani della natura ,
e la educazione soltanto falsata dalla ignoranza e dal
prcgiudizio lo trascina contro il suo naturale desti-
ne al vizio ed al delitto *. Di questa guisa alzavano la
eloquente loro voce alcuni filantropi nel mezzo dello
scorso secolo, e quella voce, effetto dei process! della
vita civile, non fu impotente ne si giacque infrut-
tuosa: dappoiclie c i pcnsatori clic fccero suLLietto
dei loro studi le sorti della umana specie e gli stessi
govemi politici poscro oggimai alia cima di ogni
loro pensamento la universale educazione. Movi-
mento egli e questo onde di lunga mano si diffe-
renzia la eta nostra dalle passate, nelle quali la
lo cito qui \e parole di un illustre scritlore, ma non in-
tendo con esse di cscludere il domma della originale digradazione
dell' uomo. I semi del male era coesistono con qiiclli del bene
nel cuorc umanoj ma cgli e j)ur vero che il pcrvcrtimento suole
esserc sequela o di trasandata o di falsata educazione.
IV
istruzionc dolleinfime classi nou attracva Ir cure die
di alcuiii spirit! generosi che si levavano sovi-a le co-
muni affczioni, e faccudo di se sagrificio ad una cau-
sa in apparcnza da poco e spregevole seguarono ad
intervalli la storia dellc cose umanc di epoche lumi-
nosc. Condizione singolarissima del nostro tempo chc
volgc la meditazione a vintracciave le cagioni onde
sia vcnuto chc 1' istruzione gcneralc un di trasandata
attragga in oggi Ic universali sollecitudini, e ne condu-
ce ad addentrarci nello spirito onde sorreggesi la
istruzionc chc vuolsi ad ogni classc socialc comparlita,
alio scopo di chiarirc se la strada su cui siamo avviati
sia per riuscire al vei'O cd al Ix'nc, o se sia talc in
quel cam])io da traviarnc ncll' crroi-e. Livcstigazioni
gravi c degue chc per noi si svolgano in qucsto gior-
no solenne * dedicato in ispecial modo alle scicnzc,
alle letteie cd alle arti e percio all'utile della umana
famiglia; non nuove , ma non percio inutili : con-
ciossiache vi sono verita che non mai abbastanza
si odono ripetute, e se conqnistarc non si jjossono Ic
menti da cieco odio addotte a muover gucrra a tutto
chc sorga di nuovo ncl nostro secolo, non torneranno
vane, io nc porto fiducia, le mic parole a coloro che
si slanno in tra i dubbi, desiderosi di uscii*ne ove
loro si appalesi il vero nella iutei-a sua luce, c sa-
il piosontc tliscorso fii Iclto iu uua scssionc pubblica del-
1' Alciico ili Brescia.
ranuoulili fuoi* Ji JuLbu^za pei noslri giovani cou-
cittaJini, ai fjuali, nou iscliiavi a fallaci pviucipii c
lion tcuaci a conlraltc al)iluc]iai, sono fidalc le sorti
di nostra specie ncll' avvcnirc.
Se si sU'ssc air opinarc di alcuni clovrcmmo affcr-
mare che il tlai-c opera all' istruzione universale, chc
da quasi un secolo intratticne tutte le mcnti, vcnisse
da cieco fanatismo a diffondere lumi fuor del biso-
gno, che fosse frutto d' intendimenti diretti a parag-
giare e confondere in uno tutte le classi, a creare
bisogiii faltizi e desideri cffrcnati solo cfficaci a
gcnerare scontentamento del proprio stato nell'ar-
tiere e nell'agricoltore, dal che abbia poi a venire lo
sconvolgimento di ogni ordine che la provvidcnza
ha segnato alle societa umane. Strane sentenzc ,
quasi lo sviluppo e la perfezionc delle facolta intel-
lettivc e morali che Dio stcsso pose in ogni umana
crcatura non dovessero addurne al bene, ma trarnc
in quclla vcce a rovina; e quasi 1' crrore non so-
glia csscrc che passeggiero, e la universal ita e la
costanza nel proclamarc il bisogno c 1' utile del la
istvuzioue, come nel consentire a teorica quale chc
siasi. non sogliano csscre il suggello dci giudizidclla
natura.
Si trascurava ncgli andati tempi la educaziouc in-
tcllettiva c morale del popolo perchu la osservazionc
c la itcrata espcrienza non avc>ano ancora chiarito
in che stessei*o le veraci cagioni del prospero essere
degl' individui e degli stati : si pai-eva allora die nei
precetti legislator! , nei premi, nelle pene dovesse ac-
chiudersi il bene e il male delle nazioni, e che da
una legislazione piu o meno lodevole dovesse essere
fatta stima dei gradi della vita civile. Ma gli ele-
ment! essenziali al bene non istanno negli statuti
dell'uomo; possono essi porgere aiuti, rimuovere osta-
coli, ma il ben essere non pu6 venire che dall* opera
della natura: e i suoi germi, che vogliono essere
svolti, si stanno nelle potcnze conoscitive dell'uomo,
nelle morali affezioni , e nei loro ordinate sviluppa-
mento. Di questa guisa soltanto puo aggiugnersi la
perfezione all' uomo e alia societa consentita.
Tutti gli enti, io diceva altra fiata, hanno un fine
loro proprio : lo hanno gli enti pui-amente material!,
e lo colgono per naturale processo di loro fisica co-
stituzione: lo hanno gli animal! non fomit! della
ragione, e lo raggiungono per istinto che a loro in-
saputa ve li adduce con procedimento semprc co-
stante e con effetto sempre infallibile. Ma degl! enti
razional! non la e cosi: la intelligenza e I'attivita
sono ! mezzi a conservars! e perfezioiiarsi die la na-
tura comparti all' uomo: spoglio di idee nella eta
prima, egli deve acquistarle: sfomito di mezzi a so-
stenere la vita, deve dar opera a procacciarl! : espo-
sto sovra ogui altro entc a pericoli, dee premunirsi
VII
tli salutcvoli guarentigic; ma la intclligcnza, sciia-
tilla (li (livina luce propria di ogiii uoiuo, vuolc
essere svolta, avvivata, allargala dalla rillessioiic : c
I'attivita umana, facolla cieca che potrebbe ad-
durre del pari c alia felicita e alia niiseria, debhc
essere disviluppata c sorretta dai lumi della ragione.
Non vi fu forse subbietlo nel quale piu gli crrori
abbondassero cbe intorno il concetto della civilta
de'popoli; ma penetrando ucU' intimo dellc cose
vorrcbbc ella essere posta nel dominie del vero nei
pensamcnti e negli affetti degli uomini, e il vero si
acchiude nelle Icggi della natura. Siccome dairuomo
non vienc la costituzionc clie gli e propria, ne da lui
procedono i suoi destini, cosi da lui non dipendono
i mezzi ne di conservarsi, ne di avviarsi alia perfo-
zionc : cotali mezzi sono nelle leggi dell' ordiue eter-
no c immutabile delle cose , clic all' inlelletto si
apparlicne di riutracciare , di svolgcrc c di alzai-e
a formolc csatte c luccnti, e 1' uomo La in mano
la propria sorte nel senso soltanto ch' egli concorre
alia felicita propria, od alia svcntura, pcrche cgli
solo fi-a tutti gli enti della creazionc ha facolta
di conosccre le Icggi naturali , di seguitarle, o di
disviarae. Ma si fatte Icggi nelle cpiali sta il vero
non si comprendono die colla virtu del pcnsicro
rccata ad alto grado; dappoiche in nessuua delle
varie guise di vita propric dell' uomo, la scusitiva,
VIII
la intellettiva, la morale, la religiosa, il vero, in-
dividuo dal bene , non si offre in ogni sua parte
intuitivo, le apparenze sono per ogni dove ingan-
nevoli, ne del pari che agli enti irrazionali la prov-
videnza lia compartita alia iiostra specie la com-
prensione immediata e secura de'suoi destini, dei
suoi bisogni, de' mezzi a soddisfarli * : Lo svolgi-
' Nel vero pui essere rafllgurato quanto inlrrvenne nel corso
de' secoll a far migliori le sorti dclla umana famiglia: il vero e
r utile in tutto che risguarda al ben' essere materiale; che sc
I'^utile per disvianiento delle nienti si ponga ove non esista per
1' ordine naturale, ne gl' indivjdui ne Ic nazioni si conducono
al benej ma volgono in cambio a ruina: cgli e il bcllo nelle arti
aventi a scopo i godinicnti dclla iniaginazionc, gli affelti del cuo-
re^ r amcnita dclla vita, dappoiche le arti si vidcro in florc
sinche si attennero alio bcllezze cssenziali dcU' ordine fisico c
morale, e scaddero ove si rcssero a modelli fattizi per male in-
teso spirito di cose nuove: 1' cloquenza e le Icttcre non sono che
la esprcssione vivace di cio che avvi di vero ne'prnsieri e negli
affetti dell' uomo: la liberta civile che nell' umano consorzio cleva
1' animo ad ogni guisa di nobili affetti, in che stanno le cagioni
cfficaci d' ogni imprendimento gencroso, e nel cui difelto s' in-
Viliscono gl' individui, e si dcgradano i popoli, e il vero in ogni
maniera d' istituzioni j e dcsso la giustizia nelle leggi e ne'giu-
dizj de' Magistratl in tutto che risguarda le relazioni giuridiche
de' cittadini : la morale e il vero nc' rispetti fra uomo e uomo,
fra nazione c nazioue in tutto che si sottragge all'impcrio dei
princinj giuridici : la rcligione stessa che sceverata dalla super-
stizione e dal fanalismo non diffondo fra gli uomlni che conso-
lazioni e bcneficj , non c che il vero nolle crcdenzc. Onde c che
il dettato di Montesquieu atere Ic Icggi le relazioni cssenziali.
mcnto clella potcnza tlcU' intellctto c aduuquc per
I'uomo il primo jbisogiio, c quando I'Elvczio scri-
veva esserc 1' uomo il frutto dclla educazionc, pro-
fcriva quell' acuto ingegiio una verita imporlantis-
sima, ed crrava in cio solo clic si pareva coiiside-
rasse la educazionc crcati'icc delle idee del vero e
del bene, laddove ella uon e no puu csscre clie aiu-
tatiicc delle potenze all' uomo connaturali.
Tutto clie infatti di utile, di Lello, di grande noi
leggiamo prodotto nel corso del secoli derivo dal
proeesso piu o meno ampio, piu o mono ordinato
delle facolta deirinteudiniento e del cuore dell'uo-
mo: dall'abituro clic dal sclvaggio crrautc tu vcdi
scavarsi nella terra ai piu soutuosi edifici dcll'ai'-
cliitettura delle eta incivilitc: dalle rudi pitture,
copia fedele e non altro della natura seuza elezione
delle sue parti piu nobili ed esquisite, allc opere
di Apelle, di Raffaello c di Tiziano: dalle canzoni
rustieali ed iiiformi onde 1' uomo nei primordi del-
I'umano consorzio raecomaudava alia ricordanza dei
figliuoli la vittoria riportala sovra il ucmico od cf-
foudeva le piu tenere affezioai dell'aiiima, ai pocmi
di Omero, dell'Ariosto c del Tasso: dalle idee iu-
compiute del vero c del bene clie la iutuizioue schiu-
che fia pli cnli fiirono iiuldtlc ilalla natmn. diivrcbhc apjilicarsi
a tiillo clic lisguanla i dcslini del rivilc roiisoriiOj c a liillo iu-
'lisUutaraculc 1' uiiiano sapric ( ^cdi Vcrviltc ).
X
de ad ogni uomO; ai sistemi scientifici dell'Accade-
demia e del Peripato: dagli usi e dalle pratiche in
cui si contennero le prime teoriche della sociale giu-
slizia, ai codici elaboi*ati della sapienza leggifattiva,
tu non vedi se ben consideri che i vari gradi e raol-
tiplici della perfezione, della intelligenza e del cuo-
re. Furono barbari i popoli quando quelle potcnze
furono in germe, e si fecero civili a misura del loro
procedimenti.
E lo sviluppo dcllc facolta conoscitive giova in
modo ammirabilc qucllo delle affezioni, che il vero
conquistato non si aggira infruttuoso nelle regioni
deir intelletto, esscndo il dcstino dell' uomo di co-
noscere e agire, e i convincimenti profondi della
mentc discendono operativi nel cuorc, e souo dcssi
la cagione suprema dell' indole varia degl' indi-
vidui e dei popoli. La moralita verace c operosa
pende clla stessa dal vero che sotto il noma di
coscienza inualza dentro noi un tribunale non su-
scettivo di corruzione, da cui move una voce po-
tente, della cui approvazioue e sequela tui coutento
ineffabile, e al cui rimprovei'O succede il rimorso
laceratore. E la i-eale e non peritura grandezza dcgli
uomini e delle nazioni nasce dal vero piii o mcno
aperto nelle credenzc die, radicate, ne cd)biano al-
zate tutte Ic potenze conoscitive e morali. L'ci'oi-
smo de' popoli che svcglia 1' ammirazione non vcunc
xt
d' altre cagioni ; rcssero quelli intra essi, prospera-
rono, ottcnnero trionfo iu che viveano crcdcnze
profonde: caddrro e furon viuti qiiclli soltanto ia
cui o non crano convincimenti, o non pareggiarono
nclla forza quelli de' popoli vincitori.
Se il potere infatti della ragione sia allargato
in un popolo, sc le affczioni del cuorc ne sieno or-
dinate, la vita civile precede ad onta o di leggi
disadatte o di istituzioni sconfacenti: dappoiche al-
ia mancanza delle leggi od a leggi iiiconsulte viene
riparato dai costumi c dagli usi clie spesse fiate ne
tengon vece, e gli istituti inopportuui ai tempi o
cadono o si riformano; ma se le idee sicno figlie
dell'errore, e le affezioni sieno travolte dall'ordine
naturale, I'opei'a del piu savio Icgislatore si giace,
e noi veggiamo per la storia o tornare senza frutto
O torcersi in danno le stesse riformagioni , che ti
parebbcro teoreticamen tc piu utili, perclie non ave-
vano clle radice ncll' iutendere e nel sentire dci po-
poli. 2 si fu una tale sperienza che condusse i pen-
satori che appartengono alia cclebre scuola storica
dciriVllemagna nella sentenza, avvegnache eccessiva,
che fosse incivile il pcusicro di crcare appositi co-
dici, avvisando essi essere i codici iuutili ove sicno
la cspressione dclle idee e dei costumi, cd essere
dannosi ove non ne rivelino che i gradi vari dcUa
intclligenza cd i scnsi civili dci legislatori.
XII
Ma sc il ben esscrc dell' individuo c della specie
pende dal pcrfezionamento della intelligcnza c dal-
I'appurarsi le affezioni del cuore, il dani opera si
per gl'individui che per le nazioni non e soltanto
lodevole , come alcuui si pensano , ma doveroso : e
Vennero appunto precipuamente dal convincimento
profondo di un tale dovere le iunovazioni clie noi
veggiamo intcrvenute nel nostro secolo in fatto di
pubblica educazione.
Neir ordine naturale , le Icggi di provvidenza
reggitrici dell'uomo, clie ne rivelano i suoi doveri
e ad un tempo i diritti , non d' altra fontc pos-
sono derivarsi che dalla sua speciale costituzione
che ne appalesa i destini, e dall' indole delle facolta
onde venne fornito che ne appaiono i mezzi coi quali
soltanto possono quei destini avere compimento. Il
filosofo investigatore dei principii morali e giuridici
adopera ncllo indagare la umana natura di quclla
guisa che il naturalista fa subbietto alle sue ricer-
che la costituzione degli enti materiali e Ic loro
attitudini : poiche 1' ordine ammirabilc di questo
mondo risulta appunto dal loro sviluppo, e tutte
raggiungono il fine ad esse prcfisso, che sta nella
perfezione possibile cui e dato loro di pervenire. Se
lo studioso delle fisiche discipline trasandi lo inve-
stigare quella costituzione e quelle attitudini, gli e
impossibilc il comprendimcnto del moudo fisico: e
XIII
del pari al filosofo od al politico, so non si addcii-
tri nclla natura dcU' uomo , torna vano I'adopcrarsi
a slatuirc Ic Icjjgi del mondo morale.
Ora se tii mcditi si ncHindividuo colla indagine
psirnlogica c si nellc nazioni colla osservazionc sto-
rica, li i; in pronto cssere Ic potenzc dell' uomo attc
a pciTunc proccdimcnto ; c quest' indole processiva
rircla una Icgge: poiche la provvidenza non crea
nulla d' inutile c di dannoso, e sarebbc assurdo che
ella avesse posto nell' uomo gli dementi della per-
fezionc scnza aveme voluto e prescritto il consogui-
mcnlo. Puo dcridcrsi la Icgge del processo da su-
pcrficiali osscrvatori : ma la ragione, io diceva alti-a
fiata, la rivcla, la storia la testimonia, la rcli-
gionc la santifica *.
• Rcputo inutile lo spicgare qui chc dcbba intendcrsi per legge
di progresso dcUa nostra speciCj avendone io parlato spccialmentc
in un discorso stampato nei Commcntari dell' Atcnco di Brescia
deir anno 1839, ncl quale ebhi a dimostrarc non esserri idea
chc veggasi pii'i abusaia dell' umano procedimcnto, ma non cs-
seni a un tempo verita piii splcndida, per chi mediti sullc cose
uinaue, dell' cssere la umanita processiva, tutto che in alcune
rpoche si vegga clla stazionaria e tal fiala retrograda. Ivi ho
pur delto come debba ascrivei-si alia rcligione cristiana che i
popoli rcggano nelle ctii niodernCj e non drperiscano, ne si can-
cellino dalla storia come a^TCIliva delle antirhc nazioni. II rcale
processo non e che lo sviluppo c la perfezione dclla vita fisica,
inlrllctliva n morale^ per le cagioni dalla pro\"Nidcnza preordinatc
non «.• chc il conqnisto in ogni cosa del vcro r del bene, i- I'ania-
X17
E la prowidenza non paleso le sue leggi colle sole
facolta air uomo compartite , ma col porlo nello
stato sociale a differenza di tutti gli enti irrazionali,
non essendo nella eta nostra bisogno di refutare gli
strani dottrinamenti dell'autore del contralto sociale
che rinveniva nello stato selvaggio la condizione na-
turale di nostra specie e solo disviamento dall'ordine
nello stato di sociale aggregazione. Nella societa si
conchiudono germi di processo maraviglioso, i qnali
riconfermano essere legge della natura per V uomo il
crescere le sue forze fisiche, iutellettive e morali.
L'uomo infatti tutto solo e debole ed csposto a mille
pericoli, e si afforza nella famiglia, ncl municipio,
nella nazione: lasciato l'uomo a se stesso, nonostanti
le inspirazioni spontanea del comun senso, egli 6
difcttivo delle piu ovvie teoriche del bene e del male
die non sieno frutto immediato della ispirazione,
o quelle teoriche in lui si smarriscono se debbasi
procedere anco alle piu ovvie praticbe applicazioni ,
e le sue affczioni, lungi dall' essere umane, sono in-
civili e barbare ; ma le idee di ogni specie sorgono,
mento alia civiltaj la quale come osscrva un giudizioso ed acuto
Italiano filosofo: non e cosa negativa: edijica, non atterra: non
SI compiace delle mine; e la sua opera somiglia quella dell' ar-
ckitettove, chc non colloca la sua maestria nello smantellarc an-
tichi edificj, ma nd ristorarli c condurli a pcifezione.
■' ■ '■ V. Gioe£RTi.
XT
si appurano c allargano, c gli affctti si fi\nno iimani
o gcntili col sussidio portcnloso dclla parola, colle
simpatic create dalla convivcnza, coU'aiuto clella
tradizione chc accumula i Irovati ed i pensamentL
di colore die furono, che si crescono nel corso dei
sccoli c onde ogiii eta si vantaggia si colle verita
chc i maggiori nostri discoperscro, e si cogli errori
stcssi in cui traviarono.
Ogni i§tituzione, ogni Icggc savebbe percio viziosa
e in contrasto coll'ordine sognato dalla provvidenza
allc cose umane se non fosse rivolta alio scopo dclla
possibilc pcrfezione fisica, intellettiva c morale di
tntto il compreso dei cittadini. Per lungliezza di
sccoli Ic mcnti dei politici disviarono dalle teoriche
dclla sociale giustizia, formandosi a capriccio 1' idea
di un ben esscrc generale cui soltanto dovesse aversi
la mira ncgli statuti di una nazione, c a cui si do
vcsscro per inGno sacrificare il bene e il diritto dei
singuli: dappoiche il bene gcncx'ale non puu csscre
chc il risultato del bene individuale di tutti i mera-
bri del sociale consorzio, clie altrimenti si crra in
un' astrazione cd 6 abbandonata la realita dcllc cose.
E fu cirorc disastroso die del bene privato potcssc
farsi mai sagrificio all' utile generale: dappoiche cosi
il corpo sociale siccomc i singoli cittadini non deb-
bono esscrc govcmati chc dalla giustizia civile, nclla
quale i diritti di tutti soiio contcmpcrati, c Tutilc
XVI
generale del pari die qiiello dell' inJividuo per legge
costante della natura ne suole essere la sequela.
Non avvi clii contraddica doversi ad ogni classe
sociale proteggimento e coiiservazione; ma cgli e stra-
no il pensare clie gli uffici del potere pubblico si
circoscrivano alia conservazione rispetto all' univer-
sale d.ei cittadini, e che i mezzi al perfezionameuto
dcbbano procacciarsi soltanto ad alcune classi privi-
legiate: conciossiaclie nello stato civile e politico si
raccolsero tutti gli uomini pel conseguimento piii
agevole dei naturali lore dcslini, pei quali il perfe-
zionameuto non puo dividersi dalla conservazione.
Ed ove si pcnetri ncU' intimo delle cose non si con-
serva la condizione dcU' uomo pcrfettibile per essen-
za se ne sieno lasciate incrti le facolta c abbando-
nate alia ventura Ic affozioni, nc u vita umana quella
die tiene I'uomo al fisico e non lo iiinalza ad un
ordine superiore, di quella guisa clic non si conserva
una pianta destinata a crcsccre, a metter fiori e dare
frutti se o la si trasandi o vi si adoperi intomo
un modo di coltivazione ondc in sole foglie si sper-
dano gli dementi che dalla natura si prepararono
a rendcrla fruttuosa.
Discordano all' cstremo le sentenze di sommi
pensatori intonio a'vari sistemi di pubblica istru-
zioiie; voleiidosi per alcuni die tutto il comples-
so dclle dottrine debbasi per dirctto somministra-
xvri
re (lall'opei'a dci govcmi; volcndosi por altri die
rlc-l)l)a ogiii inscgnamcnto lasciarsi all' opinare dei
pi-ivati Jottrinatovi, come costumavasi ai tempi piu
splcnclidi di Grccia e di Roma, puiiito sol tan to il
diffondimeuto di teoriche perniciose; ma non entra
nel mio disegno il discutere intonio quei pensamenti
con traddi tori, volgcndosi le mie parole in ispecial
modo non aH'clevata istruzione scientifica, che per
le condizioni della societa umana non pu6 essere che
di pochi, ma a quclla che piu propriamente direb-«
besi educazione, circoscritta a svolgere le facolta in-
tellettivc e ad ordinare le affezioui di clie ogni uo-
mo abbisogna , quale che possa essere la sociale
sua posizione; e ristrctto a questa il discorso, non
temo di errore affermando: essere teorica indubi-
tabile di sociale giustizia, onde si onorano i modcrni
tempi, che la istruzione diffondasi a tutte indistiu-
lamente le classi dei ciltadini, che se iucivile sareb-
be, io lo ripeto, il pensiero die non a tutti fosse do-
Vuta la sicurezza, che non a tutti si dovesse protcg-
gimcnto pel ben essere fisico, piii iucivile anccra
sarcbbe che a soli pochi procacciar si dovesse il
ben essere intellettivo c morale.
La importanza dclla educazione si conobbe dai
legislatori dcllc eta trascoi'sc, ma condotti essi ncl-
Tordiuarla non daU'iulendimento di dare sviluppo
alia umana uatura, ma da scopo esclusivamcnte po-
2
XVIIP
litico, i loro sistemi di eJucazione si restringevano
a suscilare e fortificare le passioni confacenti alio
stato specialc tlei vari popoli, al che pure intendeva
ogni maniera di politiclie istituzioni. Si pensava al-
ia educazione di uu popolo circondalo da pericoli
di straniere invasioiii? tutlc le istituzioni in un
colla educazione volgeansi a crcare il valor militare.
Noi veggiamo perci6 clie in Isparta tutto tendeva a
fare gucrrieri : i figli si consideravano appartenenti
alio stalo anzichi alia famiglia, e toglieansi alia po-
tcsta cd alia prolezione dei genitori: tutte le arti
volte agli agi cd ai coniodi, clie si consideravano atte
solo a sbassarc 1' altczza deU'aniraa, interdicevansi
ai cittadini e venivano agli schiavi abbandonate: gli
Dei che si disegnavano al culto del popolo si effi-
giavano armati, e la stcssa Venere, giusta la testi-
monianza di Pausania, veniva raffigurata in armi;
cosi il legislatorc, dice Filangeri, innalzava nel cielo
la forza bellica per faria discendcre piii vencranda
sovra la terra. Volcasi allargare il territorio di uno
stato e instituire di guisa un popolo da farlo con-
quistatore? oltreccbe tutto in Roma s' indirizzava a
formare uomiui robusti e valorosi, le istituzioni mi-
ravaao ad ingenerare nelle menti un concetto altis-
simo della citta ctenia, e la religione stessa si ve-
dea lomenta trice di un oreoslio e di un' anibiz ione
smodata, onde barbaro si reputava ogni popolo c
ilal cielo predisposto al conqiiisto tlolle romanc
aqiiile mai scmpre Jcstinate alia vittoria.
Nc ^ da maravigliare , sc uno scopo esclusiva-
mcnte politico , noa fondato nella uatura del-
r uomo , ma nclle accidcntali circostanze del po-
poli, inforra6 Ic istituzioni c la cducazionc dei bar-
bari clic si diviscro Ic provincic deirimpero romano:
il bisogno li cacciava dalle lore region! , e uon mi-
ravauo cssi che a guerreggiare i popoli sovra cui si
gettavano cd a consolidare i lore conquisti: le forze
fisiche attrarrc percio doveano i loro pensieri e do-
veva audarc dimcnlico il morale e 1' intellettivo.
E la condizione dei tempi legittimava , se cosi puo
dirsi, i traviamenti della educazione : imperocclie il
fine cui intcndcasi dai rcggitori de* popoli era di
consolidare lo stato, ed era nell' ordine che i po-
poli pcnsassero a costituirsi ed a creare i mezzi
valevoli a reprimcre i nemici csleriori auziclie si
desscro pensiero della perfezione degl' interni ordi-
namenti civili. Noi veggiamo percio lo slesso spirito
dominai-e le eta municipal! quando sursero i comuni
a regime popolare: poiclie anco in qucsta eta la esi-
stenza dello stato occupava le menti, volti i muni-
cipi, per un destino fatalc, anziche a congiungersi,
a guerrcggiarsi e distniggersi ; e lo veggiamo pure
governare gl' inleudiiuenti della polilioa delle mo-
dernc nazioui prima clic cllc si fossero in forli stali
TfX
costituite. Di qucsta giiisa I'educazionc in gcncralc
dei trascorsi secoli in cambio di avvisare alio svol-
gimento dcgli elementi del bene die sono nell' uomo
si vedea spcsso diretta a travolgcrli ed a falsavli:
lie e pei'cio subbietto a stupire sc caddero gli istituti
di un gioi-no, poiclxe nulla avvi di potcntc c di du-
raturo clie non si abbia radice nclla uraana natura.
Ma anco allora cbe si videro consolidati gli stati
modemi non fu per lunghezza di tempo posta mcnto
alia educazione delle infime classi sociali, imperoc-«
che lo spirito delle istituzioni fcudali sorvissc alia
loro caduta , c come in rjuclla eta sYciiturata nei
grandi c potenti si concentravano i beni, i diintti
e gli onori, cssi soli attrassero ancora le cure dci
legislatori, e noi vedemmo istituzioni scientifichc so-
lo utili alle classi agiate venir diffuse e protettc, e
il basso popolo abliandonato, tranne rare eccezioni,
al rozzo senso coniune ed al catechismo.
La caduta pero della eta di mezzo e la sorvenuta
condizione in tutto diversa delle nazioni dovcano
pure trar seco la caduta delle istituzioni e delle Icggi
dei barbari al nuovo ordinc di cose non piii convc-
nienti: ed esse non offcrivano infatti aH'osservatore
cbe un cumulo di rovine. Ma distrutto I'antico edi-
ficio doveano gittarsi le fondamenta di un edificio
novello cbe rispondesse ai bisogni della piii sempre
cresceute vita civile. Si opei'arono uotevoli miglio-
r.imciitl: c noi veggiamo I'cffrcnalo dispotismo clic
pesava sui popoli mano nlano vouir con verso in go-
vcrnamcnti tcmpcrati : Ic loggi piogarc al scnso ildla
ugualita naturalc di tutti gli uomini: la liljcrta civile
venire riconosciuta diritto primigenio dalla natura
compartito alia intera specie ed avviarsi I'abolizione
dcgli statuti di privilegio. Ma di questa guisa si to-
glievano gli ostacoli alia vita civile, non ne crano
ancora raggiunte le veraci cagioni, ne si dava opera
a secondarle c renderle operative. Si stavano elle
non lontauc dal Icgislatore, e si accliiudeano, come
fu tpcco sopra, nclla intelligenza e nel. cuore del-
r uomo; cd appunto pcrclie vicine erano invilite
dall'abitudinc e discorreano inosservatc. E fu lo spi-
rito di acuta indagine, die in ogni cosa si adopcra
a scoprire il vero, die non si sta contcnto agli ef-
fetti ma vuol salire alle origini e alle cagioni piii
remote, clic ricondusse il pensiero dalla nazionc alia
citta, dalla citta alia famiglia, dalla famiglia al-
r uomo; e da cio vennc , non dal capriccio di
alcuni pochi sempre impotcnte ad innovamenti
gcncrali c durevoli, die per ogni dove si alzasse
gi'ido e si dcssc opera a pro ddla educazione di
tutlc Ic classi di cilladini, e che lo scopo no fosse
r avanzanunto dclla vita civile, die puo ottcucrsi
soltanto dallo sviluppo ordinato dell' hitero com-
prcso ddla umana natura.
E ad attrarrc I'attenzione dei pensatorl e dci go-
vemi alia educazione del popolo sorvenne la mutata
condizione economica delle nazioni : cagione potente,
se bene si mediti, che gli uomini e i popoli si av-
vicinassei'O gli uni agli altri e die le teoricbe della
sociale giustizia non si aggirassei'o infruttuose nelle
regioni deH'intelletto, ma si adducessero a muovere
il cuore e si volgessero in pratica. Voletc clie I'uomo
si concentri in se medesimo e che si spenga la vita
affettiva? fatelo, da sociale ch' egli ^ per natura, un
ente solitario. Volete che i suoi affetti si espandano?
avvicinatelo all' altro uomo colla convivenza. Volete
avvicinare gli uomini gli uni agli altri? adoperate
a togliere tra loro Ic differenze collo addurre certa
quale uguaglianza di condizione, diffondete i bcni e
sovra tutto accomunate la islruzione.
Ponete nell' una delle classi sociali i beni , gli
onori, i diritti, la istruzione: incatenate I'alti'a nella
miseria, nella ignoranza e nell' abbiezione 'che ne
conseguita, e voi vedete nascere la servitu pcrsonale
di Grecia e di Roma, la servitu della gleba del me-
dio evo , la condizione dalla servitu non dissimile
in cui si videro spesse fiate i proletari dei mo-
demi tempi . E non crediate , che la disparita
estrema delle condizioni vaglia a spcgnere il senso
della fratemita naturale nei soli uomini non illu-
minati dalla sapienza: i crcatori della greca filoso-
XX in
fia, niiclli clic potvebbcro dirsi i crcatori ncgli'es-
scnziali principii pur ^iico dcUa moderna, fuvono
tratti appunto dalle arccniiatc cagioni nci pill
slrani dottrinamcnti. Son-ate, quciringcgno altissi-
mo, cjueiruomo virtuoso clic ii meraviglia dei tempi
anticlii, inscgnava, come abbiamo nei memorabili di
Scjnofonto, che era giusto addurre i nemici iu ischia-
vitu. Platone affcrmava esscrc alle societa politicbc
necessario die vi fossero schiavi : 1' uomo libero che
uccida uno schiavo non soggiacere a pena ma doversi
soltanto piirificarc: potcrsi per lo contravio marto-
riare a talcnto c insino che muoia lo schiavo che
uccida il padrone. Aristotele aggiugneva: essere ne-
cessario alia vita il possedere, e fi-a le cose che si
posseggono annovei'arsene di animate, e a qucste ul-
timo appartcnere lo schiavo. Catone, rescmpio della
scvera virtu romana , il censore del pubblici co-
stumi, ue' suoi precetti cconomici proponeva, doversi
dal padrone che visita i suoi poderi vendcrc i buoi
invecchiati, gli strunicnti logori, i servi infermicci.
E Cicerone che innalzava dispcrato grido al pcn-
sicro di un romano condannato alia croce non tro-
vava snbbictto a censura quando si scannavano i
gencrali nemici, si trascinavauo dietro i trionfi, e si
abbandonavano i prigionieri alle bestie feroci nel
circo ad allcttamcnto di un popolo barbaro, scb-
bene illustrc per sanguinosi conquistamcuti.
Nella eta di mezzo I'uomo appartencnte allc classi
privilegiate non avea bensi odio abituale per 1' uo-
mo del popolo, ma, diviso da lui pel gi-ado, per gli
agi, per la istruzione, per le consuetudini, non avea
pel' esso le simpatie affettuose che solo si generano
da certa ugualita nella condizione; e i cronicisti di
quei tempi appartcncnti alle classi elevate mentre
ne dipingono con emozione profonda il tragico fine
di un nobile, ci raccontano con freddo animo i mas-
sacri e le torture di ogni guisa cui di spesso sog-
giacevano gli uomini della plebe.
Nei secoli stessi che si dicevano esempio della
modema coltura, continuatasi la divisione fra le va-
rie classi social i, le disavventure del popolo non ge-
neravano affettuosi e costanti commovimenti. Sulla
fine del secolo XVII in una provincia del Regno di
Francia nacquero moti popolari disordinati per car-
ta imposta che voleasi introdurre gravoca per le iu-
fime classi, i quali vennero repressi con atrocila
senza esempio: e la colta, spirituale, dilicata e sen-
sitiva Madama di Sevigne dipinse alia figlia in una
sua lettcra le spogliazioni crudeli , i supplicj bar-
bari di quel popolo sventurato senza ribvczzo, e
frammischiando al racconto gli scherzi significativi
aeH'anima la piu tranquilla : esempio solcnne, os-
serva Tocqucville, che nella eta in cui infinita era
la distanza del popolo dalle classi elevate, le pcx*-
sonr (li privilcglo non avcano simpatia clic per la
sventiira del gcutiluomo.
Egli c cosi vci'o die r avvicinarc le varic classL
social! e cssenziale ad avvivarc cd allargare gli af-
fctti rccipi-oci, senzache puu esservi si bene coltura,
ma iiou veracc vita civile, clic nessuna istituzione
varrc]>]ic ad incivilire iiomini o disgiunti gli uni
dagli altri o disamorevoli. Le stcssc voci del ci'istia-
ncsimo scmpre dirette alia fraternila universale o
tornarono tal fiata vane, o non fiirouo giovativc co-
me avrebbcro dovuto essere, insino a clie non furono
le menti cd i cuori disposti ad accoglicrlc c volgei'le
in pratica dal pi'ocesso della vita civile individuo
da dirozzata convivenza. Vcrita importantissima
rlic alcuni non sanno compi'endcre pcnsando clie le
sole idee religiose debhano svolgcrsi, posto in non
rale ogni altro elemento della umana natura, ma
che la storia ne testimonia mostrandone come nelle
eta barbare un male inteso senso di religione condu-
cesse gli uomiui alia supcrstizionc cd al fanatismo,
e come i semi sparsi da alcuna fra le cattoliche
mission! piii strcpitosc non desscro frutto perclic
gcttati in terreno non adatto a prosperarli per la
barbaric dci popoli.
Volgcte r occliio air America scttcntrionalc , e
voi vedrctc in mollc delle sue provincie abolita
dalle Icggi la scliiavitu, che in onta alle voci al-
zate da secoli dcturpa ancora alcune parti tli quclla
repubblica; ma gli scluavi afTrancati non hanno
beni, non hanno istruzione: e queste cagioni onde
i negri si videro per lunghi anni divisi dai bian-
chi e si considerarono quasi non appartenenti alia
specie umana, sussistono tuttavia e 1' idea delle
ugualita non regna ancora nella mente e nel cuo-
re degli americani. Inutilmente i negi-i per isti-
tuto politico hanno voto nella elezione dei rappre-
sentanti del popolo, ch^ nessun negix) ardisce com-
parire alle assemblee elettorali: vanamente la Icgge
conferisce ai ncgi'i il diritto di sedere al pari dci
bianchi tra i giurati nei tribunali, che nessun ne-
gro comparisce ad esercitare funzione quale che siasi
nell'esercizio della giuslizia punitiva: la stessa reli-
gione, avvegnachc comune al negro e al bianco, in se-
parati templi si esercita, c perfino il sepolcro, che
dovrebbe almeno spegnere le antipatie e far sentire
la fraternita naturale di tutti gli uomini, ^ separate.
Volgiamo uno sguardo alia sventurata Ii-landa, vit-
tima per serie di secoli della oppressione e della piu.
barbara intolleranza religiosa. Nella eta nostra un
grande atto di giustizia politica fu scgnato dal Par-
lamento inglese a favore dcgl' irlandesi addetti al
cattolicismo; ma la loro emancipazione, scritta ne-
gli statuti politic!, non vale per ora a sottrarli alia
condizione degli iloti, che la divisione tra i prote-
stanti c i cattolici si videcontinuare, perchelesequele
di iiicivili loggi concentrano tuttavia i beni nci pro-
testanli, e lasciauo spogli ed anzi ignudi i cattolici,
e pcrclic lo inseguamento di ogni maniera e apcrto
ai primi cd ai sccondi, non si provvcde tampoco
della clemcntare istruzione; il tcrrorc soltanto man-
ticnc uu' adombrata quiete in quelle regioni della
svciitura, e gl' inglesi hanno tuttora nella Ii-lauda
ammcssa a parita di diritto una nazione a combat-
tcrc anziche una provincia del Regno unito.
A toglierc quclla separazione in cui viveano in
tutta Europa le classi sociali sorvenne la cessazione
delle leggi che inceppavano il libevo diffoudimeuto
dei beni, e 1' industria e il commercio cresciuti a
dismisura crearono una nuova sorgente di riccbezza
pubblica per lo innanzi disconosciuta, e si tolsero cosi
iproletari allaabbiczioue cui da prima si videro con-
dannati: di questa guisa ebbcro essi una importanza
all'occhio dei proprietari , le varie classi sociali si
avvicinarono le une alle altre, gli affetti del cuore
si vcniicro fra loi'O allargando, e sulle rovine dcllo
spii'ito di privilcgio prcdomino la sentenza, die il
poter pubblico debbe a tutti senza distinzioni pro-
teggimento e istruzione.
Intcsc le cure dei governi all' interna vita civile,
vcnuta in pregio maggiore la umana natura, sorto
lo spirito filosofico dall' applicausione a tulte parti
XXXVIII
dello scibile umano del metodo naturalc, noii potca-
no le menti non volgersi con meditazione profoiida
alia scienza sociale, c fu vcduto, con assai maggiol*
luce clie nei decorsi sccoli, come il prospei'o state dei
popoli non potessc dividers! dalle virtu morali dei
cittadini, e come alia ignoranza ed alia ineducazione
debbano per la natura delle cose accompagnarsi per
I'ordinario il vizio e il delitto.
La morale infatti il cui scopo si e di indurre le-
game tra la volonta e il dovere, io ebbi a dire aI-«
tra volta, e scienza ad un tempo ed arte: alia mo-
rale siccome scienza appartiene il flssare i principii e
il cavarne le sequele piii lontane e recondite: alia
morale come arte si spetta il far si cbc le teoriclie
discendano dall' intellctto ncl cuorc a suscitarvi ef-
ficaci c operosi commovimcnli, creando nell' uomo
abitudini che lo incatenino, se cosi posso esprimermi,
air osservanza de' suoi dovcri; ma cosi fatti uffici
non si prestano che dalle potenze conoscitivc disvi-
luppate dalla istruzione. Si fu per la conoscenza
del come importi la morale privata al ben essere
pubblico che, dove un giorao a cansare i delitti non
si pretendeVano che le proibizioni, i comandi, le pu-
nizioni, oggi una piii savia politica intcnde a pre-
venire il delitto togliendoiie le cagioni collo scemare
la miscria e col diffondere i lumi fra i cittadini.
E a levarc I'utile dell' istruzione universale a quel-
xxtx
In profonJlta
risnimcmciitj c cosi 1' opera del DucrETi.vux, dcs prO'
ffis ct dc I'cial uctucl dc la rcfurinc pcniUiitiaiit.
Francia in due gi'andi sezioni, Tuna delle quali S
da lui appellata oscura e I'altra illuminata.
Ned h da mcravigliarsene dappoiclie 1' istruzione
saviameute graduata alle varie coudizioui de' cit-
tadini cd educatrice del cuore, ^ il mezzo migliore
a scemare la niiseria ( clie non sara mai dato di
togliere per inticro ), sorgentc amplissima di dclit-
to, e che fu sempre il piu gi-ave malanno delle
societa umane, che ne pose non pure a pericolo,
ma ne sconvolse la pace e V ordine e le condusse
spesso a ruina. Se bene in fatti si considcri, il bi-
sogno supremo di uno stato e un savio economico
ordinamento, e nelle istituzioni primitive de'po-
poli noi vediamo dato pensiero alia costituzionc
della proprieta e della economia , anziche si po-
nesse mano alle forme politiche de' Govcrni. Mose,
eletta un' opportuna regione al popolo di cui era
liberatore, non pose si bene ostacolo al moto del
beni onde uell' andare delle cose umane altri acqui-
sta riccbezza , ed altri o non esce dalla miscria ,
od escitone ^ condotto a ricadervi , ma imprcse a
moderarlo di guisa che la nazione non avcsse a
soffrire, dice Buret, dalla inerzia, dalla cupidigia,
e dalle esorbitanzc degli individui: ncssuna terra
potcsse a pei-petuita essere vcnduta , poicbe la terra
era sua, e coloni ne erano soltanto i suoi posses-
sori: e dopo il periodo di 5o anni tutti rieutras-
xxxr
sovo nolle tcvrc in prima posscdulc*. Licurgo dcttc
Tirinripio alle sue riforinc in Isparta dal ripartirc
Ic tcn-c iigualuicule fia tutti i cittadini; c So-
loue, tuttochi sia subbictto di controvcrsia sc pro-
ccdcssc ad innovamenti al tutlo uguali in Atcue ,
c peru ccrto clie avvis6 a' mezzi di risultato cor-
rispondcntc. I quali fatti giuslificati quanto a
Most' da cagioni parlicolari clie non sono qui da
^nnovcrare, c quanto a' Gi*eci Icgislatori dallo stre-
mo de' mali, cui non sapevasi trovare rimedio, che
con cstrcme misure, le quali sarebbc non pure in-
giusto 5 ma disastroso applicare alle moderne nazio-
ni **, vagliono a pone in luce siccome gli antichi
savi concon-ano co' modern i nella seutenza clie il
sociale ben' cssere posa capitalmente sulla diffu-
sione de' mezzi alia sussistenza.
Ma quale spcdiente ad ottenere quel salutare
diffondimento, la cui ignoranza trascino quasi tutti
* Tuna quoqlic non traditur in pci-pctuum quia mca est, ct
t'os adi'enae it coloni nui cstis. Lkvitico. cap. xxv. vcrsic. a3.
Jiccertetur homo ad possessionem »uain et unusqliisqnc redid
at Jamiliam pristinam. Eod. vcrsic. lO.
ylnno Jubilei redient omnes ad possessioncs suas. versic. 1 3.
** In una nicmoria stampata ne' Cumincntari dcH' Atenco tli
Brescia ncH' anno i834 sul tliritto di proprieta, c sui suoi liinili,
io ho provato pci jncno istrutti 1' assurdita delle Irggi agraric ,
c r errore su cui poggiavano le disastrose teoriche de' Sansimo-
iiisti.
gli anticlii legislalori o ad adottarc le Icggi agra-
rie, od a stabilire la scliiavitu onde i prolctari
cosi digradati e inviliti non riuscissero alia socicta
minacciosi ? II problema clie 1' economista dee scio-
glicre sta precipuainente ucl trovar modo ondc il
lavoro si avvii ad unirsi ordinatamente col capitalc *
che lo alimenla, accluudciidosi tutti i malanni nel-
r esserc da un la to le sole braccia , e dall' altro ,
come in Ingbilteri'a e in L'landa , tutti gli stro-
meuti dclla pi'oduzione, i beni , gli stabilimcnti
d'industina, il danaro, scnza i quali 1' opera jo si
giace csposto alia crudclta dell' avaro speculatoi-e,
ed a perirc di fame.
Ora lasciato il dire come a qucH' avvenlurato
congiungimento conferiscano il lasciare il diffon-
dersi de' beni al corse dclla natura, I'aprii'c libero
il qampo alia industria e al commercio, il mode-
rato, ed crjuo ripartimento de' tributi pubblici, le
istituzioni a lumc e proteggimento dell' iudustria-
re, onde sia tolta o reprcssa la sovercliiante , in-
gorda e iugannatrice speculazione, 1' associazione
degli articri , le socicta di bcneficcnza c di tem-
peranza , le casse di risparmio ed altri somiglie-
voli trovamenti , io repute manifesto clic tutti
i mezzi dagli economisti e da' Glanlropi imagina-
Si prende qui il vocabolo capitale nol scnso ampio degli eco-
nomisti, assiuilo a sisuificurc beni itobili; mobili; dcnaio ecc.
XXXIII
ti torncrebbero vnoti di effetto scnza la istruzio-
nc cJucatrice delle infime classi I)li!;lii inerenti
alia piojirictxi sono offcrte dall' insegnaniento Uc' piii saiili uo-
iiiini dclla Cliicsa Caltolica. S. Toinmaso, Suinnia Thcoloi^iac.
Vol. I. 2. 2 quest. XXXII art. v. cosi si csprinin:
Bona temporatia quae hoinini dwinitiis coiiferuiitur, ejus qui-
(Lin sunt ijuantuui ad i>r(tpi-iitatein, scd quantum ad usuin non
solum dibi-nt esse ejus ^ scd etiam aliorum e/ui ex eii sustenlari
possum ex eo quod ci supcvjluit. E S. Basilio, rilalo dal niedosi-
liio S. Tommaso : Si Jaleris ca libi divinilus pi'ovtnisse , scilicet
temporatia bnna^ an injitslus est Deus inaequaliler vis nobis di-
stribueiis? Cur tu abundaSj ille vera mendicat, nisi at tu bonae
dispensationis mcrila conscquaris, ilia vcro patientiae brat^iis de-
corrctur? Est panis Jlimclici quern lu tenes; nudi tunica j quoin
in conclai'i conscrtuL'i; discalceati calceusj qui j>erU's le inarccscit;
indi^entis ar^iiUum^ quod possides inhumatiim. Quo circa tot
injuriaris, quot dare valens es. Lc stcssc dottrine lusegiiavansi
da S. Anibrogio.
Su qucste idpc c sullc normr del soccorso, si vcgga la luia nie-
inoria: Sui fondamenti dclla propiicta e de'suoi limiti; c Taltia:
xxxvm
Nel complesso delle cagioni , die siam venuti
accennando , le parole del maestro Evangelico :
siete figli del padre stesso: siete tutti fratelli ,
non pure si compresero da tutte le menti, ma
discesero nella coscienza efficaci e frultuose; ond'e
che il moto della eta nostra a diffondere la istru-
zione ha la piu bella e piu venerauda delle san-
zioni , quella che si comparte dalle idee reli-
giose.
Dalle quali cose & in pronto il raccogliere come
vadano errati colorp che fanno mal viso alio spi-
rito che oggidi informa le menti dei pensatori e
degli stessi govemi: combattono essi, per avventura
senza avvedei'sene , le sante leggi da Dio prefisse
al conseguimcnto del privato ben essere e ad un
tempo deir ordine pubblico : si piacciono ascrivere
al capriccio di alcuui pochi, allc illusioni di cui
ne vogliono vittima il movimcnto che e il frulto del-
r opera della vita civile elaboi-ata per lunghi scco-
li: intendono a tornar vane le voci riunite e onni-
potenti dei filosofi che invocano la istruzionc, dei
legislator! che la pi'oclamano, dei buoni che danno
opera ad attuarla e diffonderla; ma le grida- che si
alzano torneranuo vane. L' istruzioae universale 6
oramai un bisogno imperioso, irresistibile della uma-
Sui mezzi di scemare la miseria e di migliorare la istruzione
del popolo.
XXMX
nita lutta quaula clic nc vuolc soJdisfazione; c
quantlo niai si videro i voli tlcUa umanita intera
o csscrc frutto tli crrorc o non raggiugiierc compi-
jncnto ?
Ma lo spirito clic infoiina nella eta nostra la istru-
zionc, cui universal men tc si adopera, o egli tale die
avvisi al verace miglioramento socialc, e si mcriti
rapprovazione del filosofo, del politico e ad un tem-
po dciruomo rcligioso? La c qiiesta 1' indagine chc
ne rimanc a compiere il discgno che ci siamo pro-
posti.
II riscontro tra Ic forme anticlic e modcmc del-
la istruzionc pongono in piena luce clic sc un di
r istruzionc , lo abbiamo gia accennato , si strin-
geva ai potenti e ai ricclii, ora vuolsi accumunata
a tuttc le classi sociali: chc se un di nclla istru-
zionc spaziavasi nclle ipotesi e nclle astrattezze, o in
crudizione a sola pompa cd oniamento, ora in ogiii
i-amod'iusognamcnto s'inlcndcairutile pratico degli
individui c dci popoli: chc se un di l' infanzia si
vedca trascm-ata , ora la eta prima dell' uomo re-
voca Ic maggiori sollecitudini : chc se un di 1' istru-
zionc era prcccttiva, nella eta nostra si avvia ad cs-
serc cducatricc si dellc f;\colta intcllcttivc clic dcllc
affczioni del cuorc. Dulla disamina delle quali dif-
fcrcnzc, chc ogni osscrvatore si accorge intcrccdcrc
fra gli antichi c i modenii sistcnii di istruzionc,
XL
debb'esscre mauifesto al meiio vcggenti come il no-
stro secolo si vantaggi sui preceduti.
Non diro infatti dclla trascuranza in clie si avea-
no i proletari presso gli antichi, quando una gi'an.
pai'te della popolazione era schiava all'altra: ne
come in antico non fosse sistema d' istruzione pub-
blica dalla ginnastica in fuori: e come 1' insegna-
mento delle piu important! e nobili discipline fosse
lasciato all'arbitrio dei privati dotti'inatoi'i, dai quali
nessuna guaveutigia richiedeasi di probita e di sa-
pere, onde ne devivava una serie vai'ia e moltiplice
di dottrinamenti in oggetti al pubblico bene essen-
ziali spesse fiate fra se contrastanti , che toglieano
I'unita del pcusiero si nccessaria al ben essere della
repubblica, e come le scienze fossero perciu subbictto
non di concordia ma di divisione fra i cittadini.
L'idca di ordinato inscgnamento non venue clie ai
tempi degl' imperatori I'omani, in che, pcrduta ogui
francliigia citladinesca , ogni amorc di patria era
spento, e, come dice Constant, 1' istruzione pubblica
allora s' iudusse che ai cittadini mancava ogni sti-
molo a profittarne.
Ma vencndo anco a' tempi in cui si alzo al mcglio lo
stato delle uazioni , dopo I'eta di mezzo, c da ripeterlo,
noi veggiamo sorgorc istituzioni d' insegnamento co-
spicue, fondarsiunivei'sita che salirono ad alta fama,
le cjuali pero non miravano alia utilita gcncrale poi-
cM si vcdeano ristrettc prima del secolo XVIII alia
elcvata istruzione Icttci'aria e scicntifica, che e sem-
pre conccssa a pochi e si parlava in esse un lin-
guaf^gio morto da secoli; onde veniva che tornavano
elle inutili alia educazione del popolo: non erano
stniniciito di unione e di affctto di tutte classi fra
ciltadini, ma v' induceano scpavazione, crescendo fra
esse la ineguaglianza esti*ema di condizionc, per la
quale o poco monta o torna a danno la stcssa ugua-
lita di diritlo.
Nella eta nostra Ic condizioni del piibblico insc-
gnamento al tutto si tramutarono: non e dcsso ac-
cliinso nelle grandi istituzioni scieutificlie, non e
aperto soltanto a pochi, ma ampio e graduate di
guisa che tutti i cittadini possano vantaggiarsenc
giusta la sociale loro posizione; e se al popolo non
si appai'tiene I'altczza dclla scicnza. gli si sommi-
nistrauo della scicnza gli ultimi pratici risulta-
nicnti, onde vicne che sc 1' istruzione e ora efficacc
a dare e magistrati e letterati e professor! , lo e
del pari a dare e istrutti commercianti e articri
illuminati c industriosi cd utili agricoltori. Discor-
rctc i sistcmi dclla istruzione indotti ndla Prussia,
ncirAustria, ncU' Inghiltcrra , ndla Francia, ncl-
I'Amcrica. e vi vcdrete uu accordo e un intcndimonto
che vi ricmpic Tauirao di contentczza a un tempo e
di meravigiia. Non per ogni dove c tocco I'ottimo,
•xzn
ma per og^i dove vi si intendc, ed e questo spirito
clie regge tutti i govemi clie dee fermare la mente
deiruomo filosofo, del politico e a un tempo del
religioso. Tutti gli uomini hanno la stessa ori-
gine, la stessa costituzione, lo stesso fine: ed erano
percio ingiuste le istituzioni di un giorno che, ri-
volte alia perfezione soltanto di alcune classi , si
pareano intese a mantenere nella ignoranza 1' uni-
versale; e r istruzione a tutti aperta, giusta i biso-
gni delle moltiplici condizioni sociali, e un trionfo
della giustizia civile che, travolta negli andati tem-
pi, impera nel nostro secolo; e la ugualita di tutti
gli uomini che acchiudevasi nella mente siccome teo-
rica e rccata oggi in pratica fruttuosa.
Per alcuni si teme il diffondimento dei lumi, e
se ne vede posta a pericolo la religione; ma non
sono i lumi * che offendano ai principii moral i c
• E pensiero stolto di alcuni che i lumi non favorrggino, ma
nuocano alia religione. A refutare si strano dottrinamento, in
contrasto colle sentenze dei Padri piii venerabili della Chiesa, io
reco qui un brano del discorso del Padre Gerard avente a ti-
tolo: Delia necessita di coliivare nei Janciulli la intelligenza per
rendevli religiosi, da lui proferito nell' occasione dei prerni distri-
buiti nella sua scuola — " Eppure, cosi egli si csprime, vi sono
» alcuni che in nome della religione istessa vcngono a doman-
» darci il torporc della intelligenza e la notte dell' anima. Ri-
» spettero il molivo che li spingej ma non posse dissimulare
»> quanta sorpresa io provi per le strane contraddizioni nelle quali
» e loro forza cadere. — Se io domando d' ondc vcnga nell' uomo
ri'liglosi, sibbcne il vizio c il Jelitto clic per I'or-
tliuario si gcnerano dalla miseria, dalla ignoranza
c diiirerrorc. I falsi lumi soltanto, o incompiuti o
ristrctti in alcune classi , nclle quali possono es-
scre strumcnto di oppressione per le altre, portano
danuo: c raffcrmare i vcraci e compiuti lumi dan-
ncvoli torna lo stesso clie avcre per funcsto il dono
fatto da Dio agli uomiui dclla ragione.
M r intpUigrnza che lo distingue dai bruti, mi si risponde esscr
n qucsta iin dono di Dioj ma se e cosi, qucsto dono ci c stato
n conccsso per fargli portar fnitto, non per sofibcarlo. La sua
»» coltura non pu6 esserc funesta alia religionc, perrhe il Crca-
n tore non si trova niai in contraddizione con se stesso. Egli non
n puo tendcre agguati alle sue creature, ne distruggerc con una
»» mano rio che coll' altra prepara. — Se poi domando come av-
•» vcnga rhe 1' uomo abbia una religione, e che i bruti non pos-
n sano avcrnOj mi si risponde, che i bniti sono senza intelUgenza,
»» e che hanno i loro pensieri, come i loro sguardi, |tutti volti
»» verso la terra ; raentre 1' uomo dotato di ragione puo godere
f> drllo spcttarolo dell' univcrso, puo ammirarne V ordine e la
»» vaghrzza, e risalire cosi di meraviglia in meraviglia fino al
>♦ Creatore, per offrirgli il grato tributo della riconosccnza e d<'l-
•» r adorazinne. Ecro dunqup da una parte V ingratitiidine frutto
n della sinpidil.i, dall" altra la religione che sorgo dal seno dci
n lumi. Ma se veranicnle 1' intelUgenza e madre dclla pietii, cosa
» dovrenio braniarc? Che la buona nutrice diventi sempre piii
«« ngorosa, poiche la pieta ne acqulsU pure ogni giorno nuova
n foi-za c nuovo vigore »>.
Dalla Gitiiia ddl'educatore di RafTacle Lambrusrhini. Anno so-
condo i837 pag. 178. Fircnzc coi tipi dclla Galilciana 1837.
XLIV
Colore chc si alzano apologisti dclla ignoranza con-
fondono in uuo due condizioni al tutto distinte della
societa umana : e i fatti clie la storia di un' cpoca ne
pi'eseuta si traducouo a recar giudizio di un' opoca die
per intcvo se ne diffei'enzia. Nei secoli incivili si vide
talvolta ignoranza e virtu e se ne dedusse che virtu
potessc csscre in alcune classi sociali versanti nclla
ignoranza in una eta nella quale la vita civile abbia
ottenuto notcvole procedimento ; ma in una societa
nascente pu(^ essere certo grado di virtu nella po-
cliezza dei lumi, e lo stato sociale puo essere sino a
certo punto ordinato c tranquillo, pcrclie le leggi so-
no usi e praticlie che il comun sense induce e fa
accogliere: la loi-o evidenza le raccomanda c la su-
perslizioue concorre a santificarle. La storia di tutti
i popoli ne mostra nclla loro origine ugualita di
idee e di usi nonostantc la divei'sita dei luoglii e dei
tempi : prava indubbia che tutto si sti'inge nei primi
dcttati della intuizione spontanea, e ne attcsta del
pari come I'autorita dei legislatori e la reverenza allc
leggi fossero guarentite dalle idee religiose. Ma ovc
la civilta abbia avuto progresso, I'agricoltura, I'in-
dusti'ia e il conimcrcio sicnsi ampliatiepcrfezionati,
e Ic relazioni sociali siensi moltiplicate, non piu la
evidenza dei primi principii vale a reggere ne lo
stato dei privati, ne quello delle nazioni : da tali
priucipii e mestieri allora disceudore alle sequele
p!u lontanc c recondite: nnn plu soccoiTOno al bi-
iogr.o Ic intuizioui, ma c necessario il potcro dclla
riflcssionc. E sc oiu si avvcra rispctto allc teoriche
onJc la mm to vuolc iufoniiavsi si per Ic scicnze
chc pcrlearti e i lucstieri, si avvcra del pari rispctto
allc affczioni del cuorc, il tui traviamcnto a disrai-
sura si auincnta per gl' incenlivi dc' prodolti sva-
riali dclla vita civile, sc le forze morali, clie la
sola educazione comparlc, non vi oppongano un
arginc salutare.
L'uomo in clic la mcntc cd il cuorc non sicno
iuformati al vcro cd al bene nclle societa incivilite,
diccva I'Hobbcs, e un fanriullo robusto: egli c un
cntc in cui Ic forac flsichc abbondano e sono nullc
le intcllcttivc e morali. La natura non ha compar-
tito forze fisiche al fanciullo pcrche e difettivo dclle
morali onde Ic prime vogliono essere govcrnatc :
nellc st)cieta nascenti si vede di pari guisa certo
ctjuilibrio tra le forze fisiche e le morali; ma se
l'uomo od un popolo giunga a}la eta virile e la
istruzionc non conservi quell' cquilibro, si ha il fan-
ciullo robusto del citato scrittore in chc il fisico
viucc I'iutcllcttivo e i scnsi predominano, c nel pre-
doininio dei scnsi sta la barbaric non la vita civile.
K la istruzione apparisce, se ben tu consider!, di
assai maggiorc importanza pel basso popolo che non
per Ic allrc tlassi dc' ciltadiui: il ricco o I'agiaio
•XI. VI
cittadino non costrctto a consumare la vita onde
procacciarsi la sussistenza ha mezzo o ad istruirsi
da se stesso, o a rifare I'educazione chc avesse ri-
cevuto falsata nei primi anni, e il modo del viver
suo nella parte della societa istrutta gli puu ser-
vire esso stesso di educazione; ma se il povero o
perde i primi anni senza venire istrutto, o riceve
istruzione disadatta o non savia, soggiace alle idee
concette e alle contratte abitudini senza potere a
rialzarsi in tutto il corso degli anni siioi. E le azioni
del popolo e i suoi principii come vcngono giudicati
s' egli incappa in ti'aviamenti ? non sono i suoi pari
che rechino giudizio di lui; ma sono le classi istrutte
clie il soggettano a rispondere di ciu chc cgli si
pensi, si dica o faccia sul regolo dclle idee, dei lumi,
della coscienza di uomini la cui ragione disviluppata
c i cui costumi hanno creato quella sottilita d'in-
tcndcrc e quel dilicato scntire che sono friitto di
una civ ilia di cui nel popolo non furono sparsi tam-
poco i primi semi.
Se dalla filosofica osservazione noi discendiamo
air cssere dclle societa attiiali, il bisogno della isti^-
zione e della educazione dei popoli addivicne ancora
piu luminoso: imperocche vi fu tempo in cui le
morali teoriche , frutto della cmpirica filosofia , si
fondarono non sopra i principii dell' ordine asso-
luto 0 immutabile, ma suU' cssere puramentc sensi-
\LVII
livo (Icll'uomo, c pcrciu sul calcolo dci piaceri e dci
tlolori : in cui le idee dclla liberta civile si esage-
rarouo c nolle nienti del popolo si confusero colla li-
ccnza: alia ugualila iuuauzi alia leggc si dicde una
slraiia cstensione, e si parve ingiusta la differenza
delle condizioni e dei bcni, e il popolo si credette
fossero iiigiuste le leggi protcggitrici del diritto di
proprieta, scnza il quale nou puo essere ne la giustizia
ne il bcu essere di tutte le classi sociali: I'iutendimento
a tori*e i pregiudizi e gli abusi della superstizione
si splnsc alio strcnio di porre nel dubbio gli stessi
domnii cssenziali alia religione, e il dubbio sorto
nelle classi elevate si diffuse nelle iufime, diffondi-
mciito agevolato eziandio dalla condizionc de'modemi
stati in cui tutte le classi assai piu cbe iu antico
non erano si videi-o avvicinate. Nelle menti elevate
qucgli errori scomparvero, cbe la eminenza dei lumi
valse a rinviarle dai trapassati traviameuti; ma
nelle iufime classi, qiiegli en-ori perdurano, se
ne veggono piu o meuo le sequela nei vari stati
di Europa, e vcrranno trasmcssi di genei-azione in
gcnerazione, se non diasi mano a porre nclla sor-
gcnte gcnerazione le fondamenta di un edificio in-
tcllcttivo c morale al tutto nuovo. La stcssa ugua-
lita di diritto. giustameute sancita per tutte le classi
uella eta nostra, puo tomare dannosa se I'idca di
una talc ogxiaglianza non sia illuminata ncl popolo,
XLVIII
e se a tenerla nei giusti confini non sia govemata
da sentimeati morali e religiosi, che dalla sola istru-
zioue educatrice della meiite e del cuore possono es-
sere generati e guareiititi. Ond' e che si fatto bisogno
di educazione popolare lo abbiam gia detto, ^ oggidi
sentito dall'universale dei pensatori e dei govenii po-
litic!. Educazione popolare! dice il Mayer: questo
grido risuona da un angolo all'altro di Europa, e
I'Atlantico ne porto 1' eco di simil gi-ido clie tutta
commuove 1' America: la sapienza, la politica, la
religione concorrono ad afforzare quel grido ed a
farlo efficace coi loro luini e colle loro sanzioiii.
E la istruzione presente i; tutto vnlta, lasciate
le ipotesi e le astrazioui, a risultanicnti di uti-
lita positiva, poiche la eta nostra scgiia 1' ultimo
degli stadi che si porcorrono dallumaiio intclletto
in tutte le conoscenze. Ovc si segua lo svolgersi della
umana intclligenza noi veggiamo che dapprima le
idee direi quasi istintive del comun senso guidano
gli uomini: soppcriscouo esse ai bisogui degli in-
dividui e dei popoli nel primo periodo della eta.
loro: alle ispirazioni del comun senso, moltiplicati
i bisogni, estese le relazioni, sorvienc la riflcssione,
e cio che teneasi per la intuizione iudistinta e con-
fusa si vuolc ragionato e lucentc; la e questa la eta
fdosofica piu o meno avanzata. giusta Ic condizioni
dei luoghi e dei teuipi.
Ma le idee fatte si^iorc della mente dcU' uomo
non vi giacciono iufruttuose : agiscono esse sul cuore,
il commuovono e I'uomo iiitcnJe a volgcrle in pra-
tioa: impei'ocche il suo naturale destiuo non si con-"
fina a conccpimcnti intellettivi, ma si stende al-
I'azione: conc-cpire cd agire, ci offrouo I'uomo nOn
travialo dalla imaginativa, ma tratto dalla realita ,
della umana natura; e noi ci troviamo neU'epoca apt-
punto in cui la tcorica vuolsi condurre all' attoi.
Nei tempi andati pareva che il piii delle istitu-
zioni indirizzate alia istruzionc non avessero a scopo
che il soddisfare una inutile curiosila: intendeano
alia classica letteratura, e gl' ingcgui si abilitavauo ad
essere non ci6 che i tempi richiedcvano, ma scrittori
e poeti di tempi che piii non crano: la filosofia sco-
lastica tcnca luogo della psicologia e della fisica,
che il metodo proclamato da Bacone e da Gartesio,
e posto in uso da Galileo, non conosceasi o si tra-
seurava per cieca revercnza alle invalse abitudini: e
r insegnamento del diritto era circoscritto alle san-
zioni positive del diritto romano e del gius cano-
nico, poiche la filosofia non era ancora penetrata
nolle scuole delle scicnze giuvidiche. Ne compajono
si bene innauzi nci decorsi tempi Ictterati di pri-
mo grado cd acuti filosofi : ma essi non dovettero
la loro fama agl' inviamcuti che nclle scuole aves-
sero riccvulOj che auzi il loro iugcgno soltanto valso
4
a sciorgli dai ceppi che loro veniauo da falsi me-
todi, e ottennero bensi di salii-e a nominanza im-
mortale per le loro opere, ma non per 1' influsso
clie avessero sul reale ben essere delle nazioni.
Le scienze non alzate sulle reali loro fondamenta,
non tratte dal libro magno, come diceva Bruno,
dclla natura, non offerivano clie ipotesi ed astra-
zioni: ond'e che non rinvenendosi le teoriclie corri-
spondcnti alia realta delle cose, i teorici e i pratici
componeano due classi al tutto 1' una dall' altra
distinte ed anzi per rordinario nimiclie, le quali
a vicenda o si irridevano o si combatteano. Derivate
le scienze dalla natura, ridotte ad essere il risultato
dei fatti del mondo materiale e spirituale, non pote
piu la teorica essere in coutrasto colla pratica, ed
anzi nacque tra 1' una e 1* altra uno stretto legame,
donde un influsso reciproco di lumi e di beneficj.
Sono maravigliosi infatti i ritrovamenti delle arti,
sono immensi ed immcnsamente svariati i prodotti
della industi'ia e del commercio pei bisogni e comodi
dclla vita: ma questi beni non vennero nella eta no-
stra che dalla conversione della scicnza agli usi pra-
tici della vita. Ora una si fatta conversione non si
apparticne ne al filosofo, ne alio scienziato, no vi
da mano il ricco cittadino: e dcssa ufficio del basso
popolo; ma come il popolo potrebbc riuscire a scopo
di vei"o utile se non I'istruiste, se alia inlelligcnza
LI
fll Ini roil acrmioio metiwlo orJinata e (lisviluppata
non rccaste quali assiomi e in compcndio i risul-
tamcnti Jella mctlitazione tlcl filosofo c dcUo scien-
ziaU) ?
In ttitto chc forma suMneLto o al ponsicro o al-
I'azionc ilciruomo, nclla cui pei"fezione stanno i de-
stini ciroi deve compiere, non altro strumento e
dalla natura a lui conscntito che la intelligcnza, e
sc di lei vi ha bisogno nolle investigazioui fisiche
o filosofiche, se nolle Icttere e nelle belle arti, se
nolle economiclie c giuridiclie discipline, di lei pure
e mcsticri, in quelle che hanno a subbictto 1' utile
e che intendono al neccssario ed al comodo dclla
esistenza, ragricoltura, la pastorizia, ogni mestiere
cd arte mcccanica. Se ogni parte dell'uraano sapere,
se ogni arte al)bir,ogna dc^lla intelligcnza, di queila
guisa che 1' istruzione e necessaria alio scienziato,
colla debita proporzione al sue spcciale dcstino, lo e
pure all'agricoltore ed all'artiere.
Uu d\ la scionza e 1' arte si vedcano noUo stesso
uomo congiunte, c I'artc anzi in molte cose pre-
vcntie alia scicnza : era 1' eta della infanzia dei po-
poli in che la sola iutuizionc forniva i lumi confa-
ccnti a' primitivi e poclii bisogni de' sociali con-
sorzj. Progrcdita la ci^iUa v' cbbcro uomini, che non
istrctli a cnnsuniare la vila nel procacciarsi la sus-
sislcuza, si polcrono alz;uc col pensicro sopra i falti
tn
e i fenomeni del mondo maleriale, indaganie le cause,
statuirne le leggi, prevederne e calcolarne gli effetti:
in questa epoca la scienza si divise dall' arte, la quale
si resse cogli usi invalsi, ma senza utili procedimenti.
Divisione si fatta pero non era voluta dall' intrinseca
indole delle cose, e il naturale destino dell' una e
dell'altra si ex'a il loro novello congiungimento; e
questo e il fenomeno che differenzia il nostro dai
trascorsi secoli: imperocche si ebbero nei tempi an-
dati parccchi lumi di scienza, ma 1' applicazione,
dice ravvocato Maestri, e la coordinazione delle parti
moltiplici del sapcre non si vidcro che nella eta
presentc in cbe nel piu. meschino lavoro si uniscono
la scienza e larte: il pensiero regge la mano, e la
mano dal pensiero s'informa, e la tecnologia nel
grado piu elevato e tutto propria delle moderne
nazioni. Il giogo servile dell'abitudinc e per le arti
spezzato, e la scienza e avviata a pcnetrare si nel
tugurio deir agricoltore che ncll' officina del piu
umile artiere.
Pervenute le arti alia condizione die abbiamo ac-
cennato, sono desse altrettanti sperimenti onde si
mettono a prova i trovati della scienza: la scienza
illumina le arti, e le arti confei-mano, rettificano,
o smentiscono le teoriclie. Le arti cosi sono gio-
vative alia scienza , nell' atto stesso che sono il
nerbo ddla moderna vita civile, e fanno gcntili c
tli)lci i costumi c raffrenano Ic passioni feroci, Jan-
do aH'anima snddisfarimcnti di nuova specie cho
la stolgono dai hrulali, c forncndo agio ed ozif)
aprono via alia coltura delle lettere c dellc arti
Ix'lk". L'artiere fatto dalla isti-uzionc ingegnoso i
cgli stosso discopritorc colla sua pratica. Lo Smilli
osscrva chc Ic macchine piii ingogiiose si debLono a
scmplici artieri: e Bacone facea somma stima dolle
arli mcccaniche alle apparenzc piu vili , c nc re-
jnitava la storia sommamcntc utile alia filosofia.
L' utile dclla uuiouc dclla scicnza alia pratica ,
e pcnsicro dcUo scrittorc sopraccitato, si appalesa
da ciu, die fra tultc Ic sciciize quelle salirono piu
rattc a pcrfezionarsi clie colla pratica aveano rela-
zionc piu sti'ctta, come 1' astrouomia, la flsica, la
mcdiciua; c la filosofia raziouale , clie dalla pra-
tica piu s\ discosta, fu per sccoli involta nolle sot-
tigliezze e nelle astrazioni. La scienza dellc leggi
quanto non cLbe dalla pratica incrcmcnto c per-
l"ezionc?Quanto avvi di sapicnte nelle romane leggi
si dove a' pratici giurcconsulti , ed una nazionale
legislaziouc fu il frutto dellc scntenzc riccvute dagli
scrittori, c dclle decisioni dei triljunali, quando il
diritlo romano si rose sconfacente ai bisogni della
civilta moderna , anclie prima rhe nelle varie na-
zioui d' Europa si poncssc pcnsicro alia compila-
zione di nuovi codici.
LIV
INia la necessita della islruzione del popolo, cha
si appalesa dal volersi nella eta nostra congiungere
la scienza all' arte, pel ben essere delle nazioni che
posa, piu che in ogni altro tempo, sulle arti e
sul commcrcio , e pur manifesta dall' essere fattc
signore del campo della industria tre novelle po-
tenze, la cliimica, la meccanica ed il vaporc. Gli
artieri che abbiano perfezionata la intelligenza sono
atti a trionfare degli ostacoli che il nuovo ordine
delle cose oppone agli sforzi individuali; ma coloro
che non istrutti si dedicano alle arti ne concorrono
al processo della ricchezza pubblica ne possono reg-»
gere alia concorrenza. In cosi fatto csscre di cose
chi metlita sui destini sociali, dice il Mayer, dee
proporre a se stesso il problcma della educazione
dei popoli , il (piale si traduce in quest' altro che
vi e cquivalente: rendcre gli uomini capaci di pas-
sai*e da un lavoro puramente mcccanico ad altro
lavoro che richicgga uso d' intelligenza.
La contenzione a migliorarc 1' industria, e a pro-
sperare il commcrcio e il nuovo genere di guen-eg-
giarsi pacifico , fruttuoso , onorevole che il tempo
ha indotto £ra i popoli : quello fra essi che vinca
gli altri di istruzione e d' intelligenza li vincera del
pari in potcnza: quello che perda al paragone sara
agli altri nella potenza inferiorc e piii esposto a pe-
ricoli: il verace cquilibrio sara operato dalla ugua-
LV
lita del proccsso nell' agricoltuia , nellc aili , ncl
commcj-cio ; e a quclla iufcriorita cui sari conJan-
nato uii popolo rispcLlo all' altro , sc Jiol pair.ggi
in quogli clcmcnti csscnziali della prospcrita nci
modcnii tempi , lo sara pure quella porzione di
uuo stcsso popolo rispctto all' altra , sc ncU' una
r industria e il traffico sieno rctli dalla intdligcn-
za, c ncir altra siano opera manualc: la porzione
illuminata avra ncl fatto direi quasi schiava la
porzione difettiva di cducazionc c percio di svilup-«
po nclla iiitclligcnza * ; e vanamcnte la saviczza del
* II signor Qirvalier ncl suo corso di ccononiia polifica affer-
ma, chc ogjidi 1' industria porta con seco il ben essere del gc-
ncrc umann, e col bene la dignita dell' uomo e la libcrtk civile j
jna non puo ritenci-si dail' ossen'arc ch' ella non vale ancora a
guarantiro agli artieri nn discrete sostentainenlo : e si adopera
ad indagare i mczzi ondc 1' industria^ che arricchisce alcuni, seb-
benc di mezzo a rischi di estrcme vicissitudini, non valga ad alzare
altri dair ultima miseria, clic rendc Ic infimc classi inquietc,
trascorre^•oIi a'delitlij e sorgente di pericolo alia sicurraza soriale.
In talc condizionc di cose il professorc francese affcrma che
non vi sarebliero che iitlaiile.
E V(dgendo.si il cilato scrillore ai mi-zzi onde alluare il secon-
do dcyli accciinali parlili, asscriicc cJic cgliuo tulli .si stringoiio
legislatori avra proclamata la uguagliauza civile Ji
tutte le classi dei cittadini.
II bisogno di cui parliamo e universalmente sen-
tito, prova indubbia clie e5so iion e nel capriccio
fuggevole degli uomini, ma nella duratura realita.
delle cose; e da qui vennero, aggiugnc il citato
scrittore, le associazioni degli operai clie in molti
luogbi si vcggono, le istituzioni proteggitrici della
industi'ia, le scuole d'arti e mestieri, le societa coo-
peratrici e somiglianti, e sopra tutto la istruzione
primaria per ogni dove piu o mcno diffusa in mi-
all' aumentare nella misura maggiore possibilc le produzioni. Ma
se 1' essere attuale itttellcttivo e morale degli operai si continua
in molte nazioni, 1' aumento delle produzioni si raccorra in po-
che mani, ne desso tornera a sollievo del maggior numero.
Staliiite le leggi suUa egiialita naturale, tolti i ceppi al diffon-
dimento dei beni, I' alzarsi dell' operajo a condiziune migliore, e
da ripetere le cose piii volte osservate, non potra essere mai chc
il frutto per una parte dello svolgimento della intelligcnza ne-
gli artieri onde 1' opera loro si meriti un maggior pregio c sia
percio cresciuto in loro pro il guadagno, e per 1' altra nell' istru-
zione renduta educatrice del cuore non pur nel misero ma nel-
r agiato, onde 1' operajo non si consideri solo mezzo materiale
di utile, ma subbictto di efficace cristiana benevolenza. Chi con-
sidera la ricchezza materiale delle nazioni divisamente dalla ric-
chezza, se posso esprimermi di fp.iesta guisa, intellettiva e morale,
non puo dare sistcmi csatti di econoniia, che debb' essere scienz*
uinana, e partire percio dall' uomo non dimczzato dall' astraziope,
ma considerato nel suo intero compreso.
gliaja c migliaja di scuole in cui si accolgono milioui
e milioni di giovanctti, spettacolo nuovo nei fasti
dc'lla umana fimiglia, o segno infallibile die lo svol-
ginacnto dcllc facolta si ticnc un bisogiio universale,
clie la scienzL dec scendcre dalle alte classi * in che
* L" Int;liiltfrra e il paesc rhe sovra tulti ofirc il piu affliggcntc
sprtlacolo della niseria dt'llc infime classi del popoloj con tuttc
Ic tristi scquele ihe la accompagnano. Tutti i soccorsi che ai
povcri si prodiga-ono tornarono non pure inutili, ma crebbero
i iniserabili, e si^iunsc a tale che un ministro dcUa corona nel
parlamento ebbe a profcrire la sentenza: non essere nel poter
pubblico di recrvi rimedio. E quale spediente si crede dagli
uomini pensatoi della Inghilterra, atto a fare riparo a malanno
che ininarcia dcstremi sconvolgimcnti qucUa nazione? la istru-
zionc dclle inCne classi.
Le* esprits U plus eclaires de la Grande Brctagne reconnaiitait
avtc nous I' inufjfisance absolue des obstacles opposes jusquici
a la miscre; ■ avouint que Ls remedes appliques ordiiiairement,
commc la chaile sous toutes Ifs formes ^ nefont, suivant V expres-
sion vulffiire que Jeter de I'huile sur le feu et donner des ali~
menti au Jlau; et its proclamentj la necessite de rechercher et
d" appliquerncn vite un rcinedc plus tfficace. Ce remede ils croient
I'avoir troiie, et tous s^accordcnt unanimement a en provoquer
I'applicatia. Tous ceux qui dcsirent sirtcerement V amelioration
des classes'-oborieuscs sont comme enroles dans une sainte conspi-
ration et^ aveur de t education populaire^ qui ils regardent comme
I'uniqu planche de salut pour le societe anglaise, menacee d'une
submeron totalc! I' education pnpulairc est Icur pavilion de de'
trcssc: 'oici dija deux aiis qu'ils I'ont arbore et ils ne le bais-
trront -ras qu'ils n'aient ruUie les voeu et I'opinion du paJTs.
Bu{icT//c la miscrc t. i lib. \\. cap. i. sez. iv.
era cliiusa, clie vuolsi recare dalle ccrti e Jai j)a-
lagi dei grandi al campo ed all' officina, clie tiensi
necessaria non pure nelle tcoriche speculative, ma
eziandio negli usi pratici della vita.
Fino a tempi non molto da noi lontani non si
dava pensiero serio che all' adolescenzi, e 1' infanzia
dcll'uomo sembrava immeritevole di travi e pensate
sollccitudini; eppure la umana natu?a e degna di
revercuza in qualunque epoca della vita, e in modo
speciale negli anni primi, in cui la maite e il cuore
sono vergini, le abitudini pigliano pu facilmente
radice e si gittano i semi clie accbiudoio in se bene
spesso i destini di tutta la vita. / U' rubchini. Monsignoic Morichini, uomo benemerito dcUc lettere
c dcllc scicnzc, ed alto impicgato ncl governo pontiGcio, mi scrive
di una tcuola apcrta in Roma, die e perfetta imagine delle no-
strc infantilis ed alcuni uoraini caritatevoli di Ferrara hanno
inandato a visitare i nostri asili per appararne i metodi, ed in-
trodurli presso di loro. Ond' e che un cgregio ecclcsiaslico con-
fortandoui a tener fei-mo ncUo zclo a favore de' figli del povero,
chiudeva la sua lettcra colic parole : stianio forli^ c confido Jiiori
di dubbio che il ciclo ci ajulcrd. E mi ajuta certOj poichcj come
verra vcduto in scguito, e aporto per le nostre scuole il campo a
talc procedimento, che la nostra Brescia offrira, spero, alle alti-e
province un escmpio luminoso.
* Gli istitutori dclle scuole per 1' infauzia adopcrano a diffon-
derc i lumi adatli alia condizione dell' uomo nei figli del pove-
ro. cd rssi awisano a novit^ nel mode dell' insegnamento. Accusa
terribile! noWta!! Ma un uomo illuminato del pari che religioso
rispondc per noi — .
n La scuola corca di propagare i lumi ! — Si, certamentej noi
»> istruiamo i fanciulli, e cosl illuminiamo le loro anime. Do-
n vrcmmo forsc portar\'i le tenebre? E come risponderemmo un
»> giorno al giudice Supremo, se noi chianiali dal nostro stato a
n di.-irhiudcre al vcro le giovani intclligcnze, a svolgernc i talenti
" natural!; a chiamarc in juioue L* ragiouc uiuana , conspira*-
txit
Noi viviamo, e vissero i padri nosti'i, circondati
tuttodi da fanciulli: e addiviene triviale e spesso '
n simo invece contro Li gioventu e contro il cielo ! Nessuna forza
» umana potrk spingerci mai a commetterc delitto si nero »».
»> Si (lira foisc che con la voce liimi s' intende un eccesso, iin
» lusso disorJiiiato e pericoloso nell' istruzioue de' fanciulli? So
j> che in cio come in tutto puo oltrcpassarsi il giusto confine ;
» ma sostengo non esservi nulla di superfluo nella nostra scuola.
n Insegniamo ai fanciulli la rcligione ; questo e il nostro primo
» oggetto e il piii vasto^ di tutti ; vi aggiungianio poi cio che i
w bisogni della vita richiedono^ e il farlo e nostro dovcre »>.
»> Ma in proposito di questa parola luini non posso tacere lo
>> scandalo che provo, quando rifletto all' abuso che si fii della
» lingua. Vadasi innanzi cosi, e fra poco le nostre parole sfigu-
>5 rate piii non saranno se non falsa moucta da seminarsi fra i
j> creduli dai furfanti. II terinine e un poco aspro, lo sentoj ma
n esprime il concetto. In tutte le pagine del Vangelo, ch' io ve-
»» nero come la parola del mio Dio, trovo la parola lurni oppo-
•> sta a quella di tenebre. II Dio de' cristiani vi s' intitola il Pa-
15 dru de' lumi. II nostro divin Redentore si chiama la luce del
t> mondo. Questa luce e venuta a illuminare coloro che eran sc-
i> dcnti nelle ombre della inorte. Noi cristiani siamo chiamati a
»» diventar JigH della luce. I ministri di Gesu Cristo del)bono
i> come il loro buon Maestro csser luce alia terra. I demoni son
»> detti angeli di tenebre che per ingannarci si trasmutano tal-
w volta in angeli di luce ecc. Ovunquc lo stcsso linguaggio, ovun-
>» que la stessa idea dominante. Fedele alia sua fede antica, la
» Ghiesa ne ha scrupolosamcnte conservate finanche le espressio-
» ni. I siiuboli, le sue cerimonie ci parlano colla medesima lin-
»» gua. Vcdcte quelle faci ardenti sui nostri altari in mezzo alia
» piena luce del gioruo ; e quelle lampadc che nel santuai-io ri-
w schiarauo solilarie Ic ombre della noltcj e quel cero potlato
T.TlIt
snrcgicvolc tutto clu' i ordinario c comune; accade
iiel moil Jo morale cio che nel Csico , chc i fcnomcni
»» ogni anno in Irionfo Jal Icvila chc esclania: ecco la luce di
n Crista! nicntro il popolo prosternato rispondc: grazie sian rese
n nil" Etcntol... E sopra a qnrsta sacra parola /jtrnt vorrebbe ora
n gottarsi non so qual velo d' idee sinistre, c fiirne parola di
n obbrobrio, e scgnale di proscrizione ? Tenjo assai che chi vitii-
» pcra la voce, abbia conscnalo ben poco rispetto per la cosa.
n E ([iicsto tcngo per ferino clie contiuuando, come si c princi-
n piato, a dcclamare contro i lunii, si spargcra il tnrbamento in
»» mezzo al buon popolo di Gristo ; se pure non giungasi prima
« a toglicrgli dalle mani il Vangelo ».
.... n JIa qui non cessaa le accuse: si mormorano ancora ai
» nostri orecchi le parole novita, innovazioni , quasi altrettanli
n analcmi; c si ripete con comjiiacenza chc ogni novita e un
»> crrore. Bella inassima edifirante! raassima ulilmente propost.i
»> e acclamata dalla pigrizia, dall' interesse e dall' offeso amor
» proprio ! Quanto a noi istitutori dell' infanzia che vogliarao
» con biinna fede la sua educazione, e che non abbiamo altri
n interessi che i suoi, mcttiamo tutti i tempi a contributo, senza
n prcdilczione e senza ripugnanza. II Redentore ha detto che ogni
n rainistro nel suo regno deve esser simile a un padre di fami-
»> glia die fa tesoro del vccchio e del nuovo. Tale e la nostra
» rrgola, c spero che sia pure la nostra giustificazione n.
n Norma ]ier 1' uomo non e ne il vecchio ne il nuovo; ma il
n vcro, il buono e il hello. E lungi dal ciecamente attenersi
n air csempio altruij come le stupide pecorclle, — chc dove va la
n prima, lo allre vanno . . . e lo pcrchc non sanno, — • 1' uomo
n Ac\c scntir di esscr uomo per innalzarsi ognor piu alia ragio-
11 ne, alia bcllrzza e alia bonta suprema. E noi istitutori, noi
»> prinripalincnto » L' opera che abbiamo da coinpirrc c anlica quanto la specie
LXIV
straordinari, le comete, i terremoti attraggono pri^
mi r attenzione e svegliano la meraviglia, e che ne-«
j» umana; ma questa specie cangia; i vecchi mezzi passan d'uso,
f» ne piu sono in armonia coi tempi raoderni. D' altra parte la
»» riflessione, I'araore della gioventu, amore ingcgnoso come I'amo-
»» re materno, ed anche il caso raedesimo ce ne suggeriscono tal-
ff volta de' nuovi migliori degli antichi. Dovrem noi dunque ri-
i> gettarli per basso spirito di servilita, o per altri motivi che
»> avremmo rossore di confessare? E che varrebbero allora I'amor
» del vero, il rispetto pel dovere, e quella carita cristiana, senza
» la quale, al dire della Scrittma , la nostra fede altro non e
» che un cadavere, e una credcnza di dannati? >»
Dalla Guida dclV educatore di Raffaele Lambruschini. Anno
secondo 183^ pag. i8i. Fireuze coi tipi della Galilciana 1837.
In alcuni libercoli gl' istitutori delle scuole infantili sono delti
rivoluzionari, ed infatti rivolgimento assoluto dee nascere da nuovi
metodi nello stato della umana generazione; ma rivolgimento di
tale natura sark verso il bene reale, non verso I'apparenle: noa
sara opera della violenza, ma dcllo sviluppo dei benefici effetti
delle sante leggi dell' ordine naturale : non turbera esso I'ordine
socialc, ma varra a rassodarlo: non volgera in basso le dottrine
religiosPj ma le fara reverende, mostrandole cfficaci all' aumento
della vita civile. Lamartine, in un' adunanza della soricta per
I'abolizione della schiavitiij diceva: se voi chiamate rivoluzione
Y intendere a fare liberi gli schian, noi sarcmo ri^'oluzionari
come Y ordine, come la Icgge, come la rcligione, coine Fenelon
come tulti i grandi uomini di stato, i quali, quando si accorgc-
vano che una verita sociale era divenuta persuasione di un po-
polo, la toglieano arditi dalle mani del filosofi- per porla senza
pcricolo in quelle dei Icgislatori e trapiantaria nel terreno dei
fatti: Dio ne conceda molti rivoluzionari di tale natural
Possono le nuove teoriche iutorno alia istruzione poj)olare; dice
r.XY
glotti Ivascorrono, seLbcnc non meuo ammirabili, i
coiisueti; ma il magistero della provvidenza h sem-
prc degno die si consider! in tutte le opere sue,
ed anzi compariscc ancora piu sapicnte nelle cose
minime che nelle grandi. E si pare uno strano de--
stiuo che gli uomini sieno sempre condotti ad in-
trattencrsi degli oggctli esteriori anziche dei feno-
mciii che risguardano la natura loro propria :
il botaiiico si occupa dei semi di una pianta, del
loro svolgcrsi successivo e ti preseuta le piu sottili
leggi che prcscggono alio sviluppo delle foglie, dei
fiori, dei frutti: il chimico prende a disamina ac-
curatissima i vari corpi, ne scandagliaglielementi,li
divide gli uni dagli allri, ne indaga 1' azione e rea-
zione rcciproca, e il rinveuimeuto di nuova legge
che presegga alia loro combinazione ed ai loro ef-
fetti si alza a cielo e fa immortale lo scopritore;
al sorgcre di un fanciullo nessuiio pensa, e dello
svolgimento dc' suoi sensi, delle sue facolta conosci-
tive, de'suoi affetti assai pochi si prendono cura.
Istituzionc percio eminentemente civile si h la sorta
rcrcntemeule fra noi, la quale non e solo la carita
uno scrittorc cloquentpj riusrire ridevoli ad osserVatori superfi-
cial! ; ma cllc vcrranno accoltc ed avranno il loro pratico esegui-
mento: poichc vi hanno cpoche in cui le istituzioni piu contra-
state si adottano dalle nazioni , e nelle quali ci6 che un giorno fu
dettn follia c lal fiata delitlo, si tranuita nelle menti in sapicnza
e viitu ciltadiaa.
5
chc soccorre al bisogno quantlo sia nato. ma clic
previene il bisogno future; che se la carita un tem-
po dava in modo specialc opci"a a toglierc o sccmarc
gli effctti, nella eta nostra clla intende a svellere le
cagioni dalla radice e si studia a creare ogni elc"
mento della vita socialc.
Se tu consideri la civilta nella teorica, la rin-
vieni, come ^ detto sopra, nel regno del vero e del
bene ti'a gli uomini: e se la consideri sotto pratico
aspctto c dessa quclla condizione avvcnturata del-
r umano consorzio in che prospcrano la vita iisica,
la intellettiva e la morale.
La vita fisica nc si offrc per prima cd essa ri-
chicde csistenza i-obusta c sana, cd in lei pel popolo
si acclaiudouo esclusivamentc i mczzi a procacciarsi
la sussisteuza *. Parrebbe ad alcuno clic per avere
* Nelle scuole infantili si arlopera ad inviare i fanciulli poveri
al loro destine con adatto insegnamcnlo c con alciinc opcre ma-
iiualij ed e ammirabilc la inclinazione dei fanciulli al lavoro:
tutti il desiderano e se ne compiacciono , n il privarneli tiene
vece alcune fiate di grave castigo. La natiira ha posto nei fan-
ciulli una attivita straordinaria si nello spirito chc ncl corpo.
Volgiamo al loro destino i figli del povero e incatcniamolo ad
cssoj se cosi posso esprimermi, coUe idee e cogli abiti dclla eta
prima.
L' educazione industriale e per le nazioni csscnziale: che 1' in-
dustria sola porge aliincnto alia massima parte del popolo, e,
dove sia illuminata, ollre sopperirc ai bisogni, la rcndc morale,
licta e traiK|iiilla. E il sisleiua migliorc deli' industria c qiiello
LXVII
r iinmo uno spirito si dovesse trascurarne il fisico;
ma il Greatore ha congiunto in uno trc maniei'C
cli csscre; la fisica, 1' intcllcttiva e la morale; e si
divide Topcra sua,e si contrasta alle sante sue Icggi
adopcrando alia conservazionc e alio svolgimento
di una sola di quelle guise di esistcnza a prcgiudi-
zio delle altre: dappoiche nel simultaneo loro svi-
luppo c nella unita del loro processo consiste la
perfezione.
lo non verr6 dicendo, come gli antichi dessero
importauza al fisico, e come i sapienti che piu si
occuparono delle facolta conoscitive e morali del-
r uomo opinassero non potersi in alcun modo divi-
dere le indagini psicologiche dalle fisiche; ne vi dir6
tampoco come 1' iuflusso potente della vita fisica
sulla intcllcttiva c morale siasi posto in luce nei
modcmi tempi da tutti coloro clic posero i loro
studi a migliorare I' esscre degli individui e ad un
tempo dcllc nazioni.
La robustczza, I'attivita, la salute pcndono dalla
convenienza del regime della vita: idea complessa
clic abbraccia non solamente i cibi e le bevande,
rhe non iscioglic i vinroli di famiglia, clic non sottrae i figli che
per a tempo ai gcnitori, che non li conccntra negli opificij come
prrsso alcmie nazioni , dove I' araorc smodato dell' ore e il mo-
tore principalissimo di ogni imprcndimento, e gli uomini si usano
per tutte 1' ore siccome macchine matoriali.
twin
ma r aria clie si respiva , il luogo die si alfita. I'cser-
cizio c il riposo, le occitpazioni , la pulitczza del
corpo e dclle vestimcuta e gli stcssi affctti dell'ani-
mo; e cotali cagioni cLe influiscoiio sull'esseve ma-
teriale dell' uomo in ogiii periodo della vita sono
potentissime nella eta prima, ncUa quale le niem-
bi"a del corpo e i dclicati suoi organi sono per cosi
dire nella loro creazione e non hanno quindi la con-
sisteuza clie acquistano nelle eta successive; in uu
coi'po robusto un falsato regime puo avere scquele che
sieno passcggici'c e facili a ripararsi, ma riescono
elle rovinose in corpi che si stanno ancora formando.
Ora io domando , rispetto al regime della vita ,
quale sia la condizione ordinaria del figliuolo del
povero? quali alimenti riceva cgli, se non iscarsi o
disadatti c guasti in alcuni giorni, in altri sover-
chiamente abbondevoli e percio scmpre dannosi ?
con quale ordinate metodo gli si sommiaistrino?
quali sieno i loro esercizj fisici, se non tal fiata
violenti e tale altra non bastevoli? quale sia I'aria
che respirano, il luogo ovc hanno dimora? quale
la pulitezza? quali le vestimcuta? quale lo stato del
loro animo, se ora accarezzati aU'estrerao, ora in-
viliti dalle subite ii-e e dal mal genio di spcsso
disamorevoli e iueducati genitori?
iN'on e percio a maravigliare se, come osserva il
Cagnazzi iutorno al regno di Napoli, un Icrzo dei
fiviiciulli pcrissc ncllo scorso sccolo clal pvimo ;il
scslo anno di vita: se in Fircnzc ncllc infime classi
c. ncir indicato pniodo di eta ne pcrisca il vcnti
per cento: so nclla stessa Fircuze c iix Pisa, fortu-
nati cliiui dove gli ammalati si i-coano per risanare,
il trenta per cento dci lanciuUi dclla eta prima
sia vittima della rachitide e della scrofola: se nclla
nostra Milano infctto da (jiicsti malanni si rinvcnga,
infino il trentatrc sopra cento: e se dalle statisti-
chc di tutti gli stati di Eiiropa sia chiai'O csserc
in imnicnso niaggiorc il numcro dci fanciulli po-
veri morti nella eta prima a paragone del novero
degli agiati. Dopo cio, slupiremo noi se abbondano
d' infcrmi i nostri spedali, se le case di ricovcro ri-
doudano d'impotenli, se di mendiei formicolano Ic
nostre conlrade, se la miscria delle infime classi an-
zichc scemarc si vegga in continuo proccdimento ?
Una istituzione che provvegga anco solo alia vita
fisica, ovc si acTolgano i figli del povcro dalla niat-
tina alia sera e vi abbiauo suflicente e sano ali-
mento olic loro ordinatamcntc si somministri, ovc
sia pulitezza di corpo c di vesti, ovc i lanciuUi rc-
spirino aria salubre ed abbiano assistcnza giorna-
licra di mcdici, ovc con alternati csercizj si alfor-
zino i loro teneri corpieelli, ove la letizia dell'ani-
mo sia promossa dalle oceupa/.ioui svariate, dal canto
c dalle cure alTettuosc di otlimc eduealrici: una talc
LXX
istituzione, ripeto, come non vorrebbe dirsi emi-
nentemente i-igeneratrice e sociale? Se il vangelo
annovera fra le opere degne di premio eterno il
porgere soccorso al povero, 1' assistere rinfei-mo, il
confortare rafflitto, come non lo sara del pari e
piu ancora il far di cansare la miseria, di preve-
nire le infcrmita e le afflizioni?
Alio instituirsi delle scuole infantili tutti colore
che si studiano alia igiene pubblica previdero co-
me la vita fisica dei figliuoli del povero dovesse es-
seme migliorata; mail fattovinse per insino I'aspet-
tazione. La mortalita che in Firenze, come vedem-'
mo sopra, ascendeva dal primo al sesto anno al venti
per cento, fra gli accolti negli asili vedesi limitata
al tre solo per cento; c, tranne differenze minime,
corrispondono i risultati cbe si ebbcro a Pisa, a
Torino, a Milano, a Venezia e nella nostra Bre-
scia medesima, nella quale oserei quasi dire che,
salvo casi di malattie straordinarie che dominino, la
cifra modicissima del tre per cento non si raggiunga.
E se la nuova istituzione salva la vita, a maggior
ragione cresce le forze, avvia a guarigione e la com-
pie nei rachitic! e ncgli scrofolosi, come si prova
dalle mediche relazioni degli asili piu accreditati :
e noi stessi ne abbiamo sott' occhio la esperienza ,
imperocchc fanciulli non reggeutisi che colle stam-
pelle in sei mesi si videro abbandouarle , la scro-
LXXI
fola allcggcrirsi c scomparirc, Ic idi'opisic risanarsi;
c sc volcte chiavirvi di quauto vi espongo, cntratc
in ciascuno dei nostri asili c vcdrctc i fiinciuUi clic
vi si accolgono vispi, vivaci, il guardo c il moto
picui di vita, il color sauo e significauti nei loro
volti il contcnlo, anzi la gioja chc non puo es-
scre divisa dalla perfetta salute.
Ma le uostre scuole iufantili non si stringono a
proteggere la vita c la salute dei figli del povero.
A questo fine si videro die circoscritte nella loix)
originc nella Scozia e ncll' Ingliiltcrra; ma ( ciu chc
si iguora da coloro clie trcdono di potcr scntenziare di
tutto scnza coiosccre ) in Italia nostra gli asili assun-
sero un' indole al tutto nuova, e si spiusero ad avvi-
vare ed allargarc la vita dcU' intellctto e del cuore.
Egli e qui, ove per alcuni si muovono al uovello
istituto le pill aspi-e contraddizioni, poiche essi opi-
nauo csserc pcrduta fatica 1' adoperarsi, alio svolgi-
incntodella mente e del cuore dei tcucri figli, imagi-
naudo clic le facolta intelloltuali cd affcttive dell'uo-
mo non sorgano che iutorno al settimo anno e che a
rjuesta eta debbano riscrvarsi i pensicri c le cure
dc'ir cducatore. Prcgiudizio sopra ogni altro danne-
>olc clic mal nate abitudini liauuo genera to, ond c
che dall'essersi trasandato 1' uomo nella ctii prima
per sccoli stoltamentc argomcntasi che lo dcbba cs-
serc pure al prcsentc e nciravvciiircl
La natiira e operosa e sapiente, poiche tutti gli
enti (lalla loro origine percorrono un processo pe-
renne, ne avvi intcrvallo infruttuoso nelle opere
sue; e se qiiesta Icgge si avvera per tutti gli enti,
e insano il pensamento che la provvidenza abbia
disviato da' suoi disegni soltanto rispetto aH'uomo.
Se si dicesse all' agricoltorc, posto un seme, non
pigliartene alcuna cura fino a che ne sia sorta una
pianta, non sarchiarvi il tcrreno, non cstirpare le
male erbe che vi crescono intorno, non rimondarue
nella eta prima il tronco dai vii'gulti inutili ,
non dirizzarla se torta, non crescerle forzc con
artificiato alimento se difctti del naturale che ri-
cavasi dal terreno, si griderebbe alia pazzia, e con
ragione; ma quegli stesso che alzerebbe voce couti'O
a colui che trascurasse un seme o una pianta, os-
serva senza querele trascurai-si 1' uomo ncgli anni
suoi primi, quasi fosse egli da meno di un vcgcta-
bile, e si alzano censure e si muovono parole di
compassione, quasi intorno a persone da poco o im-
becilli, contro coloro che usano pensieri ed opera
a prosperare la istituzione novella che segna a ca-
ratteri luminosi la vita civile del nostro secolo.
Dal momento in cui I'uomo ha vita il suo es-
sere fisico procede, si afforza, si pcrfcziona; ma al
pari del fisico procede il suo essere intellettivo, seb-
bene quel processo, per cagioni che si rivclauo sol-
tanto all'osscrvatore pazionto. si conliuui per gracU
prcssodie^inipcrccttibili. I subbictti dclla scnsivita,
della intclligcnza, clclla libcrta, tlcgli affctti ncl fan-
ciullo sono cosi divcrsi da quelli che intrattcngono
r uomo adulto, che non » rgli sara gcttato nrl mondo senz' allra guida che la propria
n saviezza; quando egli dovra aver commcrcio d' affari cogli uo-
» mini, o adeinpierc a' suoi obblighi di capo di casa, di ciltadi-
» no, di nieinbro di una comunita, a che gli varranno 1' crudi-
n zione, Ic matemaliche e la pocsia per salvarlo dalle insidie che
n gli saran tese. per difendcrc i suoi intcressi e la sua tranquil-
♦> lita, e faigli corrrre, senza che inciampi, il cammino intral-
»» ciafo (lella vil.i? Non dovra c^li allora jnangrrc ainarainente.
(Ic'lla sezione infcriorc della prima classe: c noi stessi
lie vedeninio parecchi essere portati di uii tratto alia
scoonda sczimie. Si diffoiida lo zelo nci gcnitori di
affidare i figli agli asili a tre aniii: proclamino dal
pergamo i parrochi il dovcre dei genitori c lo affor-
ziiio uelle luenti colla voce della religione, e 2 1 4 mila
fanciulli (die tanti frequentano le scuole pubbliche
elementari ), accorciata di un anno 1' cducazione che
loro si comparte, offrirauuo 214 mila anni di lavoro
cresciuti all' iiidustria del noslro regno *.
n rho sia stata posta si poca rura a formare in lui lo spiriio
»> d' osserfazione e il giudizio? — Che se voi vi sarete rivollo
»» unicamcalc a svolgore le facolta intellettuali , inessa da parte
n la coscienza che sola pno convciiientemente diiigerle, quanlo le
j> vostre incaute soUccitudini possono divenire funeste ! »
* Alcuni vorrebbcro che la cducazione popolare fosse esclusi-
vainenle domestioa, e considerano il toglicre i figli poveri ai
gcnitori come disviamento dall' ordine naturale , onde debbano
viniir rolti i Icgami della faniiglia ; ma se fosse vero che di re-
gola gencrale la educazione domestica dovesse rrputarsi fra tutte
la migliore, dove sono ora i padri e le madri del basso popolo
che vagliano a sostonere Y ufBcio di educatori? Dobito prime di
tutte le madri e di porgerc esse il latle ai lore figli, che tale e
fliin'amentr il voto della natura; ma chi accusercbbe una ma-
dre sCj difelliva di qiioll' alimcnto, fidassr i prnpri figli ad una
nutrice? Ditc lo stesso dei gcnitori che sono inabili a porgcre ai
loro figli acconcia cducazione se li fidano ad abili istitutori.
A couvincersi ch' cHa e impossibile la educazione di famiglia
ncl Jiasso popolo e mcstieri considerate all' essere intellettivo e
morale dei gniilori e alio cure che i fiqli richirggono nella loro
La vita moraln pi-occdc di pari passo, e la mo-
ralita dci fauciulli ha gia un elemento ncU'esscre
eta primaticcia. A buon cducatore e nccessario ch'egli abbia molto
mcditalo sopra se stesso, perchc da ci6 solo che nasca in noi si
puo argomentare cio die debba da uguali cagioni nascere in altri:
e da conoscere ci6 che siasi fatto nci tempi andati per rettamcnte
educate, e ci6 che di nuovo si voglia dall' esscre del nostro tem-
po. Per cducarcj dice un illustre scrittore, e da sviluppare facolta
in germCj non faticarle: tempcrare imaginazioni bollenti, non
isprgncrlc: e da domare iniloli indocili,. lua per via dcU'amore:
coinandare, ma inspirando fiducia e afiezione : fermare la mobi-
lita dell' animo dei fanciullij ma non invilirti: condurre alia vita
interiore di riflessione anime tutto volte ai sensi e dominate da
facilita estrema di commovinienti : c da incoraggiare senza levarc
in orgoglio: correggere senza togliere la fiducia nelle forzc pro-
pric: dimenticarc in fine se stcssi per non porre pensiero che ai
giovanetti fidati allc proprie cure.
Si smarriscono raoiti nell' astralta disamina so torni raeglio la
educaziouc dclla famiglia o quella delle scuole infantilij ma
guardando al fatto 1' indagine decsi dii-igere sovra tutt' altro, cioc
sc ai figli del povero sia piu utile I' ea,sere raccoUi nelle scuole
infanlili , oppurc il vivcrc o lasciati in casa in abbandono , o
esposti al raal csompio e al capriccio, o sulla strada, o nclla sco-
lettaj e come le scolcttc sieno condottc ce lo dipinge Jlons. Mo-
richini parlando di quelle di Roma, cbc sono pure 1' imagine di
quelle fra noi usitatc.
E vano pero il tiinorc che colic scuole infanlili vi sia pericolo
che si sciolgano i vincoli di famiglia: i figliuoli si tolgono la mat-
tiiia ai gcnitori e si restituiscono loro alia sera, onde i padri e
le madri attendano liberi fra il giorno al lavoro: non avendo i
gcnitori tulto il di intorno i figliuoli, c rjvedcndoli ogni sera ar-
ricchiti di qualthc idea e fatti piii dociii e rispcttosi, il mal genio
6
hX XXI
fisico e intellcttivo fatto migliore nci nostri asili:
imperocche il sentire, 1' intendcre, il volere, 1' agire
non sorge contro di loro e sono risguardati con piu affezione;
ne ogni pensiero nella novella istituzione si perde dai genitori
pei propri figli, che il vestito ne sta a loro peso, e ne sono prov-
veduti di pane, tranne il caso di assoluta impotenza.
Cosl ordinate le scuole infantili anziche sciorsi per esse vieppiu
si stringono i vincoli famigliari, e la cducasjonc in comune toma
poi utilissima: che quella esclusivamentc della famiglia concentra
di troppo gli affetli che voglionsi espandere ed annodarsi a quelli
delta citta, che guidano agli affotti della nazione e della intera
specie: che nella sola famiglia e facile che i giovanetti si ci-eino
un piccolo mondo al tufto diverse dal mondo rcalc in cui deb-
l)ono vivere: che In scuole infantili ti rapprescntano una piccola
cittij imagine dello stato, in cui gli ugiiali si conoscono e si ama-
no, i superiori che Ic governano si riverisconOj e si contrae 1' abi-
tudinc del rispctto ai maggiori si necessario nclle infime classi,
e si gettano cosi i semi della socialita, primo destine dell' uomo
in sulla terra.
Sono cosi nellc scuole infantili congiimti i vantaggi della cdu-
cazione puhblica e della domestica sciiza gli sconci dell' una c
deir altra: imperocche nella prima, scparati al tutto i figli dai
genitori, corrono rischio di informarsi alle virtu sociali, non alle
famigliari, e nella famiglia prccipuamenle si sriluppano i germi
fecondi delle virtii umane, senza cui le social! o non sono virtu
Veraci, o sono imperfette e manchevoli; e nella scconda, circo-
scritti gli affetti a troppo angusto confine, alio virtu private si
corre rischio di sacrificare le cittadine.
II colonnello Pepe, combattendo la istituzione di rccente sparsa
in Italia nostra, vorrcbbe che 1' educazionc dci figli si lasciasse
alle madri che vi sono chiamate dall' ordine naluralej ed a rc-
Uitazione di quanto egli scrive, inso^gc il LambruscLini ( Guula
Lxxxm
dcir uomo sono «1a stretto ligamc insicmc congiun-
ti: r azionc c rcazioiic loro sono rcciprochc: c ciu
ileir educntore, anno prinio i83G, pagina lyo c 19a ) e dice:
» Per risolvcre la quislionc gcncrale, faro prima una domancia,
» c prcghcro il sig. Pcpc e chiunque pensasse come lui, a met-
n tersi la inano sul cuorc c rispondermi. La domanda e qucsta.
» — Ora, ncllo state in cui il popolo si trova, con le qualita che
» posseggono le madrij ncl bisogno chc le stringc, di lavorare
« per vivcrcj con le idee chc hanno, e inferno ai principj da
»j istillarsi ai figliiioli, e intorno al modo di indocilirli cd cdu-
w carlij si puo tutto aspcttare da qucste rnadri? Nulla occorre
»> di fare in loro ajiito c in lore voce? La nasccnte gencrazione
» si puo tranquillamente abbandonare a sc medesima? o questa
»> gcnerazione trascurando, come se dovesse passare sopra la terra
» a guisa d' una metcora tacita cd innocua, possiamo noi non
»> ci curare di lei quasi ch' clla non fosse , e aspettare le nuove
» madri chc saranno un giorno pcrfctte cducatrici della loro
»» prole?
» Ma 1' istitnzione delle sale d' asilo , che meriterebbe gia ab-
» bastanza le lodi c la vencrazione dei buoni^ quando ancora
»> non sorrnrrcsse che a bisogni momcnlancij non e ella poi utile,
» c aggiungcro pur nccessaria, a prcparare appunto quel fclicc
» awcnirc, che il sig. Pcpe desidera ( ed io con lui ), quando
w ogni madre potra essere una buona cducatrice? Qucste madri
»» che conoicano appicno i soavi ed iraportanti doveri della ma-
»> tcruita, e vogliano e sappiano adempierli, bisogna pure for-
»> niarlc. Dove son cllcno? Ve ne avra forsc una, due, trej ma
j> tutte, ma molto, ma quante ne occorrono perehe possa dii'si
» che r univcrsalita dc' bambini e bene cducata, eve sono? Io lo
» ripetOj bisogna formarle. Ed a che mirano le scuole infantilis
»> se non a questo? Si, a questo, ben piii chc al bene immediato
»> dei fanciuUi chc vi sono accolti. Talc c semprc stata ed e 1' in-
LXXXIV
clie tu credi veuirc dall' una sola Jellc facolla pi'eac-
cennate suole sempre essere il risultato del loro iu-
tero compreso. II fisico forte e robusto e strumento
piuattoallc opcrazionideiranimo, rende ruomo con-
fldente e contento, iuspiraudo fiducia, e la conten-
tezza iiichina all'affetto: il fisico dcbole cd infer-
miccio fa Tuomo timido e incrlc, conccntra nel-
Tindividuo gli affctti e non li cspandc: 1' intellct-<
» tcnzionc dci fondalori : tale sara immancabilniente 1' effetto
n dcllc sale d' asilo, ove elle siano propagate quanto bisogna, e
>} condottc con quella rcgola, e vivificate da quelle spirito, senza
n Gui qualunque istituzione la piu santa diviene una morta cosa;
» ove elle siano ( mi glorio e giubilo nel dirlo ) qucllo che in
» Firenze sono. E questo gran bene opcrcranno Ic scuolc infan'
i> till anco destiuate ai soli masclii : pcrcbe formando esse dci
»> costumati giovani ( faro poi vedere che realmentc li formano )
f» diminuiscono i corrultori delle buone fanciulle, preparano sposi
»> degni di loro, e padri che lavorcranno con loro alia medc-
n sima opera di ben educare, sc non altro con la foi-za de' buoni
» escnipi3 che almcno non la impcdiranno ne la turberanno con
» csenipi tristi , con parole e modi o disonesti o sconci : prepare-
» ranno, in somma una goncrazionc rhc terra in pregio la virtu,
n che vorrii le donnc virtuose, che onorcra Ic buone madi-i, che
» per questo medcsimo le fara sorgorc ».
Osserva pero il lodato scriltorc die per quanto possa spcrarsi
dalla cducazionc dellc madri spinla alia pcrfczione possibile, vc
ne avranno sempre di niolle o che non sapranno o che non po-
tranno educare i loro figliuoli: onde che le scuolc infantili nor*
cesseranno mai, tultoche in minor grado, di essere ncir a^'vcnire
Don pure utili ma nccessaric.
LXTXV
tivo disviluppalo offrc all'uomo mollvi cliiari cd
cfficaci a fi'cnarc c dirigcre Ic iuclinazioni cd i dc-
sidcri. Ma egli e mcsticvi intorno alia vita morale
il discenderc ad alcuni particolari.
La vita morale dcgli uomini non si avvia cfficacc
col porrc soltanto alcunc scntcnze in capo a un
fanciullo, che dessa e teorica ad un tempo c pra-
tica, e le e bisogno di un' istruzione educa trice: i
principj morali debbono tramutarsi in sentimenti c
dirci quasi in istinti clie soli sogliono essere sulla
sensivita operativi: siccome avvi un abito clie con-
duce r uomo al vizio e ve lo incatena, cosl alia pari
v'lia un abito clie lo conduce all'esercizio dclla vir-
tu c ve lo tien fermo; e quest' abito salutare in cui
debbono concorrere e la riflessione e I'affctto prova
mirabilmente nelle scuolc infautili *. L' eta prima-
* Molti non sanno ancora distinjiicrc 1' istruzione strcttamentc
delta dalla educazionc^ ne si sanno formarc un'idea precisa del-
1' istruzione cducatrice dclla quale c pure gravissima la importanza.
La istruzione scmplice da all' uomo cognizioni di varie guise
e ntUla piu: cUa vale ad illuminare V intcUctlo, c il suo officio
a cio si rcstringe.
Educare un uomo non c dargli cognizioni, od abilitarlo sol-
tanto a conosccrc, a seutire, ad agirc, ma cgli c volgcrlo ad ap-
plicare le conoscenzc, a fare operosc Ic affezioni, a ripetere le
azioni ncccssaric cd ulili alia \ita, per alzare, come dice il si-
gner Lucas, c Ic conoscenzc e gli affctti c le opcre alia potenza
dell' abiludinc. E 1' cducaiiouc abbisogua dclla intclligenza, della
LXXXVI
ticcia e pieglievole, la natura la inclina ad abban-
donarsi a colore clie la circoudaao, cd c per esscuza
volonta, del tempo. Lo scopo ultimo d'ogni insegnamcnto e V edu-
cazione: 1' istruzione non deve essere clic un mezzo a raggir.gncre
questo scopo, che sta nella creazione di abiti confacenti.
L' abitudine, dicca BaconCj e la signora delle azioni umane:
Lord Brougham in un. discorso intorno gli asili dcll'infanzia di-
ceva alia Camera dei Lord d' Inghilterra : i legislator! e le isti-
tuzioni in tutti i tempi si appoggiarono all' abitudine, la quale
rende facile 1' eseguimento di azione (jualc che siasi, e non lascia
incontrare difficolta che nel deviare dalla strada in cui si sia in-
camminati.
L' istruzione cducatrice e il bisogno supremo della nostra epoca.
n signor Dubois, nel suo rapporto a nome dclla commissionc
deputata all'esame del prospetto delle spese dell' anno 1837, di-
ceva alia Camera dei Deputati di Francia : e necessario che i prin-
cipj e metodi della educazione, siono posti in onore, e che si
osservino, e si applichino in tutti i gradi de' nostri stabilimenti
d' istruzione, dalle sale di asilo sine a' gradi scientific!, dalle scuole
normal! sino all' accademia di scienze moral! e politiche. Lo stesso
Dubois, cui si univa il Lucas parlando di alcuni collogi di Fran-
cia non costituiti con norme educatrici, aficrmava: esscr cssi acca-
demie e sale di rappresentazioni scientifiche, ove ! cattedranti
sono gli attori, e gli alunni simili al pubblico che ode e passa.
Nelle sociela antiche, dice il Lucas, nolle quali il Govcrno
s' incaricava della istruzione e della educazione, I'istromento od
il mezzo si usava alio scopo suo proprio, e agiva ad un tempo
in senso politico, morale e religioso, perche eravi unita fra la
politica, la morale e la religione. Non e qui da discorrere le
cagion! onde naccpie quella separazione, ne da dire dell' utile
che sotto ceito aspetto ne venne nelle vicende dc' tempi; ma cio
che importa cd c manifesto, e il bisogno imperioso che 1' istru-
LXXWU .;
imilativa: toglictc i fanciulli a'niali cscmpi dclle
loro famiglie c dc'trivii: fulatcli a pci-souc in cui
zionc c rcilucazionc iion si dividano. ma si congiiingauo sircomc
il mezzo lo vuole osscrc al fine.
Le due necossila sociali della nostr' epoca sono 1' cdiicazionc
del pnpolo, e la cducazionc accom])ngnata alio punizioni ne' de-
linqurnti. Che le carccri vogliano csscic c punitive cd cducatrici
ad un tempo, e un vero in che concordano al pari e i filosoQ
c gli ecouoniisti e i politici e gli uomini rcligiosi; ma I'cflica-
cia del sistema penitcnziale cui sono oraraai indirizzate le cure
di tutti i Govcrni. dipende massimamente dalla educazione dcUa
eta prima de' figli del basso popolo. lo lascio qui la parola ad
un nome illustre il signer Cousin: Bisogna, dice cgli, porre di
buon' ora nel cuore del fanciullo i semi della morale e della
religione, per rinvcnirveli un giorno qnando fait' uomo da cir-
costanze fatali sia condotto sotto le maui della giustizia, dappoi-
che r educazione del popolo e il fondamento necessario del buon
regime delle prigioni. Lc case di correzione non sono fatte per
tramutare de' mostri in uoraini, ma per ravvivare in uomini tra-
viali i principj che altra iiaUi gli si insegnarono, e cbc vennero
da cssij almanco per alcun tempo, praticati ncUe scuole della in-
fanzia, innanzi che le passioni, la miseria, i catti^'i esempi c lc
vicende della vita li avessero trasportati fuor della strada del-
r ordinc e del dovcre: il correggere c eccitare il riraorso, c ri-
svogliare la coscienza. JIa come rianimare una voce nciruomo chc
non nc sia mai stata udita? Come usare eflicaccmcnte coll'nomo
un lingiiaggio, ch' ogli non mai conobbe? Se il dimostrare sup-
pone principj intorno a' quali si consenta, correggere siipponc
una regola rironosciuta, una nozione qualunquc del doverc, un
scntimento aflievolito ma non distrutto, del bene c del male, c
qualche rcsto di buone antcriori abitudini non per intiei-o dira-
dicatc, chc si vogliono risorgcre ondc distruggcrnc di sorvcnuto.
Lxxxvni
sia svolta 1' intelligenza e vivace I'affetto: non veg-
gano die atti decent!: non odano clie parole di edifi-
cazione, e cio varra su quel teneri cuori assai mag-
giormente clie i piu savi dottrinamenti *. L'uomo
Approve io adunquCj egli conchiude, e bcncdico di tutto cuore
le case di correzione, ma le considcro prcsso che condannate
ad essere infi-uttuose, insino a clie non si appoggino sopra le scuole
del popoloj universalmente diffuse rendute obbligatorie e nelle
quali 1' istruzione non sia che un mezzo di educazione. Lecture de
monsieur Cousin de 28 Decembre 1 836 a la seance puhlique de
V Academic des sciences morales et politiques.
EgU e appunto pel convincimento clie i due bisogni suprcmi
della eta nostra sono quelli della educazione del popolo e del
sistema penitenziale nelle carceri, e che si fatti dementi del mi-
glioramento sociale debbano procedere uniti^ e darsi ajuto rcci-
proco, che data mano in prima alio scuole infantilis e al pro-
gresso del loro metodo educatorc, mi nacque il pensicro del
miglioramento delle prigioni. A tale scopo ricorsi a S. A. I. R.
1' egregio Principe Vice Re e ne ottenni, come da dispaccio G
settembre i84i di S. E. il sig. cod to Goveruatore che mi si aprisse
r adito a richiedere da' Tribunali e dall' I. R. Governo le piii
minute nolizie intorno i delitti e le coutravrenzioni, i colpcvoli,
lo stato e il valore dellc prigionij i soggetti a precctto politico; a
che le autorita si prestano con zelo degno di tutta lode. Possa
1' opera di cui mi sto occupando'^ della quale la introduzione
Vedra la luce negli atti dell' I. R. Istituto^ non riuscire al tutto
inutile pel bene del nostro regno !
* L' csempio e potentc sul cuore di tutti gli uomini, ma di
guisa speciale suU' animo vergine dci fanciulli; e dcsso una le-
zione muta^ cd ha ella tan to piu di efficacia quanto da lei di-
Videsi ogni idea di comando.
E 1' esempio c efficacissimo non pure quando disccnda da' su-
pcrcht' sia virtuoso vuol csserc viflcssivo: il gittarsi
alia vculura e scnz' ordinc non si compone colla
virtu, clie vuolc clctta fra azionc cd azione, tra
fine e fine, tra mezzo c mezzo. Nulla e fatto nellc
scuole infantili die ucm sia Cglio dell' ordinc: la
prcgliiera, gli escrcizi dell' intelletto , i giuochi *,
pcriori, dai padri c dalle niadri agli infcriori ed ai figli; ma
eziandlo quando saiga dagli infcriori ai superiori. Nellc relazioni
innltiplici che vengono in luce sulle scuole infantili sono degni
di animirazione i casi nei quali gcnitori dati ad ogni scostuma-
tezza si rimiarono pel rispctto in essi gencrato dagl' insegnamenti
recati in famiglia dai teneri figVi. Hanno pure una potenza ma-
ra\igIiosa sul cuore le massitnc uscitc da labbra giovanili, e i lore
canti che spirano rcligiosita ed iiinoccnza!
Ma sotlo altro rispelto la nuova istituzionc glova Ic affczioni
di foniiglia. 11 nostro P.r Andrea Biiffnii in dotta nicmoria ha
provato come le cagioui della esposizione di molli Ggli Icgittimi
non siano nclla immoral! ta dei gcnitori, ma ncl biiogno: e 1" espo-
sizione vcrrii sccmando sc si porgaa'padri soUievo coU' cducarnc
i figliuoli ; e in Firenze furono frcquenli i casi ne' quali i Ggli
si riprescro dall' ospizio, aperte le scuole: Gran parte, diceva
il relalore dello slato degli asili di Firenze, dei ricoverati nelle
scuole inj'antili provietie dallo spedalc dc^li innocenli.
* L' autorc del libro dellc illusioni dclla pubblica carila si
adopcra stoltaraente a porre in ridicolo le scuole infantili perche
vi si usino stampe indicative dc'vari oggctti che si fanno a'fanciulli
conosccrc pe' loro nomi: che vi si abituino i fanciuUi a movimcnti
rcgolari; c chii in esse si costumino giuochi ginnastici. Miserabili
inezio! dappoiche il fare visibili col mezzo di stampe gli oggctti
lia lo scope che i fanciuUi non imparino, con solo carico dclla
mcmoria, parole ddle quali non intcudouo la prccisa signiQca-
xc
i canti*, lerefczioni. lo vi vorrci testimoni, al primo
aprirsi di una scuola, e vi vedreste i tristi effetti di
zionc: i raovimenti allcrnandosi coll'inscgnaraentOj alleviano la
fatica dello studio, i fanciuUi se ne compiaccionOj e la scuola dee
avere 1' aspetto d' intrattenimento piacevole; e il muovcrsi rego-
lato richiede attenzione, la quale vuole anco nelle piccole cose
larsi abituale, perche giovi poi nelle grand! j e i giuochi ginna-
stici sviluppano le forze Csiche, e rendono i fanciulli robusti e
coraggiosi, qualita sopra modo necessarie a' figli del povero. Per
trovare ridevoli i metodi indotti nelle nuove scuole, e mcsticri
pretendere a giudicare dclle cose senza praticamente conoscerlc,
come awiene, e da dirlo, di tutti coloro o che hanno in mal
genio la nuova istituzione, o che non la amano e vi si mostrano
indifferenti.
* II canto si costiima nelle scuole infantili non come studio,
ma come mezzo di alleviaraento alia occupazione c come espan-
sione dell' anima che ama di effondersi, come un bisogno della
umana natura. — E che giova il canto? dicono alcuni: c gittare
il tempo 1' intrattenervi i fanciulli che debbono indirizzarsi non
al canticchiare ma al lavorare. — Trascrivo a intera refutazionc
le parole del piii volte citato Gerard nel suo dialog© : Vecchio
maestro di scuola abitante suUe sponde del lago: n Col canto
» voglio formarmi una licta scuola, e educarmi una generazionc
»» gioconda in mezzo alia quale vcnga volentieri a posarsi il gc-
>j nio del cristianesimo, genio di contentezza, di benevolenza, di
)> gi-azia: animi cupi non sono ricetto per lui. E sciegliero can-
J» zoni pure, spirituali, leggiadre, semplici come la natura negU
w accenti e nell' armonia. II garzoncello e la fanciuUa facilmente
» le imparcranno nclla scuola, c volentieri le ripeteranno fuor
» della scuola nella capanna e ne' campi. E la giovine uiadre
»' continuera ancora a cantarlc presso alia culla del caro bam-
xa
un.'i traviata cducazione nelle case clei povcri: noii
olibocliciiza ci occoitc al comando, non amorcvolczza
tra i fanciulli, ma trascorrcvolczza all' ingiuriare rc-
ciproco, non politczza ncl corpo c nolle vcsti , non
alcuna idea', non alcana abitxidine religiosa: alle
prime apparenze si parrebbe disperato imprcndi-
mcnto il voler indurre ncgli asili ordinc c discipli-
na; ma non un mese e trascorso die quclla sccna
clie vi sgomenta per intcro si muta. Voi vedreste
un ccnlinajo di fanciulli sbandati al divertimento
» bino; e diventeranno canzoni nazionali^ propagatrici di scnti-
n mrnti nobili c pii ».
Nulla awi che sia efiicace al pari dci canli popolari a diffon-
derc principj morali c rcligiosi e amorc di patria ncUc umanc
gcncrazioni: sono dcssi che quasi tradizione trasineltono lo idee
c le credcnze dall' una all' altra delle eta varic di un popoloj e
dair indole loro, clii ben considcri, piglia misura dci gradi della
sua vita civile. II canto fa licto 1' uomo e al popolo tullochc de-
stinato al lavoro non pu6 contcndersi che sia lieto c contento:
la letizia alza 1' anima e sveglia nobili e generose affczioni : c
dcssa un germe di felicila c di virtu. Nell' Alemagna e nella
Svizzcra sono conimoventi e istniltive Ic popolari canzoni^ e si
ripete nella eta adulta cio che si abbia appreso nella eta prima.
Bcttificate i canti popolari il piii spcsso inunorali o frivoli, in-
fondetc%"i dettati di sapienza civile c di religione^ c saranno essi
potente mezzo a diffondere quci lumi fra il popolo, cui non per-
Vicne la viva voce dei saggi e torna vana la scritta. Senza che lo
stcsso fisico si afforza e giova dal canto, fl Coindet diccva: L' usage
moderc du chant ct dc la parole Jbrttfic la poilrinc, lovsque
die est txcmple W irritalion : Ic silence predispose a. la plhisic.
ad una voce della maestra raccogliersi e recarsi al
posto loro dcstinato, senza die pur uno si mostri
o riottoso od afflitto: i rami della istruzione si al-
temano, perctie di soverchio non sieno gravate quelle
tenere menti, e vi si mescono i giuochi, i canti, i
lavori: ad un cenno passano i fanciulletti dall'uno
all'altro esercizio, dal giuoco al canto, dal canto
air istruzione, docilissimi e pieni di gioja: ne di scu-
tica o di grave castigo c bisogno, perclie preseggono
alia novella istituzione la intell-Kcnza e 1' amore, e
la pill severa punizione si stringe al rimuovere dal
suo posto il fanciullo per alcuni minuti.
Nella eta prima dell'uomo predomina I'amor pro-
prio, e al primo aprirsi di una scuola non otter-
reste ad alcun patto die un fanciuilo divida col-
I'altro die ne difctti il pane die porta seco : ora
sarebbe difficile die la maestra accennasse ad uno
di essi la mancanza di pane ncll' altro senza die
molti corresscro a dividcre con esso il proprio; 1' ira
si accende facile nel fanciullo , e 1' ardore alia ven-
detta e gagliardo e subito: oggidi voi vedreste usuale
il costume die 1' ingiuriantc e V ingiuriato si bacino
I'lmo r altro, e 1' ingiuriato c spesse fiate il primo
cbe implora dalla maestra il perdono per I'autorc
della ingiuria.
E air amore deH'ordine, all'affctto reciproco, alia
reverenza ai maggiori si accompagua nci giovauclti
XCItl
un alto scnso cli religionc, scnza chc nb i lumi
dcir intcHctlo uc gli affctti del cuore si assecurano
da traviamcnlo *. Voi vedreste i fanciulli dcgli asili
* Si rra, raccoiita Monot, inso^ata 1' orazionc doininicalc in
una scuola infantile , e se nc crano razionalmentc rpiulutc sen-
sil)ili liilto Ic parti: un fauciullo giiinto allc parole dimilte nobis
debita nostra sicut ct iios dimittinius debitoribus nostris, dette nel
Kn^naggio popolarc, ei non le proferisce cogli allri: rccitato a
uninisi nclla rccita, piangc e non vi s' induce: ehiamato a parte
dal maestro, agli eccitamenti rispondc che proferira quoUo parole,
ma aU'indoinanij e perchc? perche primaj cgli dice, voglio fare
la pace con mia sorella.
Manca in altro asilo un pezzo di pane: si cerca chi 1' abbia
tolto e non si trova: si fa dal maestro dire il decalogo e si ini-
mora con adatto s\iluppamcnto sul precetto di non rubare: e il
rubatorc al mattino srgucntc rcca il proprio pane al maestro onde
riparare al furto il giorno innanzi commesso.
Un fauciullo si smarrisce non volendo obbedire ad un comando
del dircttorc dell' asilo j il di appresso si fa conoscerc con oppor-
luno racconto il dovere che i minori hanno verso i raaggiorij gli
alunni verso il maestro, e si fa ragione del come violando il do-
vere della obbedicnza si ofTcnda prima Dio, poi il superiore : e
il gio\-inrlto che si era smarrito sorge spontaneo a confessare il
suo fdlo, dichiaraudo di chiedernc pei-dono prima a Dio, poi al
direttore.
Somiglicvoli esempi accadono frcfjuenlissimi negli asili, e puo
Vrdcrscne ragguaglio particolareggialo in un libretto avcnte a ti-
tolo: Degli asili per 1' infan/.ia in Piacenza pubblicatosi nel i84i,
nelle relazioni del signor Monot e in quelle dcgli asili di To-
scana e del nostro regno; ma non pui aveme nolizia chi non
v' inlervioiie, e si sla contcnto a disprczzarli c fors' ancu a ma-
Icdirli scuza conosccrli.
XCIV
offerire I'aspetto imponcnte del raccoglimento nella
pregliiera : entra una turba di fanciulli nella cliiesa,
e nou un grido, non una voce clie si alzi: la cele-
bi'azione della mcssa si divide per essi in canti rc-
ligiosi, e la santita del luogo e del sacrificio pare
che imprima una reverenza profonda in quei tcneri
cuori, clic la compostczza e il silenzio non potrcb-
bero essere maggiori negli uomini adulti piii revc-
renti alia religione *.
* Lc cagioni supreme dolle smiole dirette alia cdiicazionc dci
tcneri fanciulli si traggono dalle Scritture che comandano I'istru-
zione dell' uomo sino dall' eta prima j la dottrina evangelica lc
afforzo ed estcse, e lc prime istituzioni inscgnativc si debbono al
cattolicismo , la cui storia, lasciando altri escmpi , ne prescnta
un Dateo neir ottavo secolo, iudi un Vinccnzo de Paoli, im
Neri , un Calasanzio , un Miani , un Borromeo. Ond' c crrorc
grossolano clic il pcnsiero della cducazione de' fanciulli vcnga
da' protcslanti.
La diffcienza tra le antiche istituzioni c lc modernc non deb-
besi che alia varicta dclle discipline chc la osscrvazionc e I'espe-
rienza, appalesando la varieta. dci bisogni, vi hanno indotto nei
vari tempi. Le stesse scuole infantili della eta nostra subirono
dalla lore origine importanti modificazioni: per 1' opera di Bu-
canan favorcggiato dall' Owen precij)uo scopo clle aveano nella
custodia, nel divertimento e poco intcndcano alia istruzione:
Vilderspin v' innesto i germi della istruzione intellettiva e mo-
rale che si reco al pcrfetto dal nostro Aporti: taluno volse le
cose aU'estremo per la sovcrchia importanza die voile darsi alia
istruzione non compatibilc coUa eta prima: e v' ha chi vorrebbe
xcv
I^a rcligione cosi concorrc a coronarc iin' opera
chc (Ice con veriti clivsi da lei slcssa ispirata, poi-
sifTattc sruolo al liiUo asrcliclio, confinando 1' istruzionc ai inisleii
rcligiosi cd ai dommi.
Di ([uri vari sislcini dovea Hirsi acconcia inistiira; c tale c I'in-
j d' asilo arrecano ai genitori poveri, librrandoli da cure che
» consumano il loro tempo e la loro opera; tutti presentivano
» 1' utilita che da quel ricetti veniva all' educazione dei fan-
»> ciuUi. Ma 1' Aporti vi ha scorto la base dcU' cdificio della
n istruzione e dell' educazione pubblica di ogni genere; il mezzo
»j di circoscrivere piu ncttamente e di elevare lo .scopo della
»j 1' istruzione elementare, la quale essendo oggi 1' insegnamento
» unico per tutti coloro clic sono destinati a manuali profcssio-
»> ni, cioe per i piu, abbraccia una sfera si ampia, e si rivolge
»j ad eta e a capacita si differentia che non pu6 non essere vaga,
» disacconcia^ inefficacc ».
»> Egli percio ha trovato, o piu vcraraente egli ha posto nellc
» sale d' asilo una sconosciuta potenza che accrescera quclla del-
» 1' ammaestramento primario, se ne e impadronito, Ic ha falte
» una nuova cosa, una cosa italiana, che ribattezzandole con ita-
» liano nomc ha chiamato scuolc infantilij Ic ha accomunate al
» ricco ed al povero, le ha innalzate al grado di pubblica istitu-
» zione che ha per sc 1' awenire ».
>j Ma questi frutti ( il visibilc miglioramento dc'costumi ope-
n rato dalle scuolc popolari di Lombardia ) non bastavano pero
« all' Aporti e a chi, come lui, sentiva quanto ampia e durevolc
»> riforma era d' uopo introdurre ne' costumi e nelle idee del
» popolo. L' azione rigeneratrice delle scuole elementari non gli
» pareva che fosse cosi potente, quanto lo prometteva la bonta
n dei raetodi e 1' abilita e la soUccitudine dei maestri. AUora
n r idea di cominciare 1' educazione e 1' istruzione dei fanciuUi
» fiu dal momeuto cbe egliao si staccano dalle inammelle ma-
xcvir
ivi c bcncdetto il padre clic educo il figliuolo fin
daH'infaiizia: la l^'gge prcsso gli ebrci dovea Icg-
gci'si a tutto il popolo, agli uomini, allc donnc, ai
fanciulli, e un padre dclla Cliicsa, faccndo ragione
dcgl' iutcndimcuti dell' cbraico Icgislatore , osserva
clie anco ai fanciulli dee notiGcarsi la Icgge, per-
clie so la Icggc non piglicra radice dall' eta prima
ncl cuore dell' iiomo malsani germi proveranno in
caiubio in quclla vcrgine terra: ivi sta scritto chc
sin dai primi anni I'uomo incamrninasi alia virtu
cd al delitto, c che i dcstini della sua vita pen-
dono dalle abitudini della etk prima; e il Maestro
cvangclico sgi-ido i disccpoli che volcano slonta-
narc da lui i fanciulli : lasciateli , disse , venire
a me, e rccatilisi in braccio li benedisse e li offer!
ad cscmpio d' imitazione *.
» Irrne, pli balciio al pcnsjcro. Le scuole clcmentari gli pan'cro
»> svialo Jal loro vcro scopoj Vide che operavano meno del loro
» polorCj pcrclic si volcva che opcrasscro allro da quel che po-
» U'vano ; pcrche la loro azionc cadcva sopra soggclti o non pre-
»> parnii o gia mal disposti, perche in una parola le scuole del-
» r adolosccnza si volcano ridurre a scuole dell' adolcscenza e
» dell" iufauzia, e per Y iufauzia non si avcvano scuole. A quesle
»> dunfjiic cgli pensoj e trasibrmalc in scuole infanlili Ic gia sale
<> d'asilo, invoci) la coopcrazionc dci buoni^ c dotonnc Cremona ».
Dalla citatci Guida ddi cducalove, nunc prime i83Ci, pag. 283.
* Alia vi'duta (Idle scuole infantili, cd alia capacita chc vi si
ii\cU uci gio>aiicUi dell' eli prima, come Icncrsi da meraviglia
7
INIa i bcncficj clic dcbbono venire alia uniana fa-
miglia dagli asili dclla iufanzia non saranno con-
alle parole Jcl signer Pfpe nelle sue Irttere al marchosr Cino
Cipponi: » La cura dcgV infanti e appena appena una ctistodia
»> moranipnte fisica^ alia quale basta rinfima femminuccia. I>a vera
» rura^ custoclia cd cducazione morale e quella de' fanciulli »».
Quando si parte da ipotesi smentite si apcrtamente dalla umana
natura e dalla csperienza si puo e si deve esscre niniici alle nostrc
scuole. t> Sostcnere clie quest' cducazione ( trascrivo qui le pa-
role del Lambruschini dalla Guida dcW educatore anno i836j
pagina 282 ) possa cominciarsi a dieci anni, o ancora a sctte, e
n far credere di non avere mai esaininato dappresso un barabi-
» noj di non aver mai profondamente meditate sul celere svi-
» lupparsi delle umane facolta, e sul bisogno ch'elle hanno ncl
J> lore svolgcrsij d' essere regelate, ajutatc da buone massime, c
n soprattutlo da buoni csempi. — L' cducazione ( e oramai ve-
w rita cosi nota , che e noja il ripctcrla ) comincia dalle fa-
»> sec: e chi vuole accertarsene in una manicra sperimentalc,
n basta che pigli a dirigere tre fanciulli, uno dc' quali sia state
>j educate ( di cii'j solo mi cenlento ) come oggi nelle scuole
» infantili si educaj I'altro sia state unicamente trascurato e non
n volte ne al bene ne al male; il terzo abbia contratto quegli
»> abiti, apprcsc quelle idee, assaggiato que' rci piaceri, che trisli
n rsempi domestici o triste comj)agnie fanno contrarre, fanno
»> apprcnderc, fanno gustare. Abliia cgli solamente una settimana
« sotto di se qursti tre fanciulli, e decida. Xon sembrami che
n su questa o\-identc verilu occorra di insistere; ne prnso che
n qnalunque illusionc uno si faccia sulla capacita delle madri
i> plebee per educare, non debba almeno ricenescere, che esse
» V cducazione trascurano, 0 per impotenza c per indolenza o
« per use abbandonano i lor piccini a sc niedesimi ncllc vie.
XCIX
Cnati ai figli del povcro: c il metoJo in essi ado-
perato dara nuova indole c in immenso piii fnit-
tuosa ad ogni mauicra di pubblica istruzione *.
» Chi non ne fosse convinto, non ha a far altro chc girare per
n tuttc le tcrre un poco popolose dclla Toscana, c vcderc come
h Ic stradc formicolano di quelli che il popolo con una dclle
» sue cnfatichc esprcssioni chiama, nclla provincia ov' io abito,
»» fi^liuoli dellc laslre. Qui dnnquc non v'cra tnczzo: o bisognava
» tullo li' cose lasciarc com' erano, e al miglioramento dei co-
» sluiiii del popolo non pensarc in mode vcrunoj o innanzi di
n pro\Tcdere ai bisogni intellettuali e morali dell' adolescenza,
»> prowrdcre a » que sacrifizio non varrebbe mai ad ottencrCj ove 1' opera si
» roniinciasse sui fanciiilli di dieci anni n.
* Lc scuole iiifantili chiainano ad indagare Io svolgersi primi-
tivo e spontaneo drlle facoltii c degli afTetti dcH'uomo, a pene-
trarne lc cagiouij a toccjrne i modi ed i gradi processivi: I'ideo-
logo a^Ta nclla novella istituzione aperte nel verace lore essere
lc facolta iimane iiilelletlive e morali^ vcdra 1' uomo rcale, non
r uomo faltizioj quale ci e creato e modiGcato dalle idee e dai
cofituini dclla sociela in cui vivc, daU'csenipio e dall'abitudine.
La filosofii dci sensi e la morale dell' interessc saranno smentite
dalla imagine gcnuina dello spontaneo e primigenio svolgersi della
uinana natura. II politico nello studio dclla infanzia avra mezzo
a disccrncrc T intinio dclla cosliluzione dell' uomo^ da che dee
trarsi la bonta assoluta delle leggi, dagli clemcnti awcntizi chc
vi si inncstano, da cui trarsi in cambio la bont'a rclativa. L'edu-
ralore, occupandosi dell' eta prima, sapra rinvenire gli adatti
mctoili dclla istruzione, che non possono cssrrc utili se Hon di-
iclli a bccondaic Ic facolta naturali, ad ajutarlc c allargarlc, e
Consiclcranclo alle scuole clegli andali tempi par-
rcbbe ch' cllc avcssero pigliato forma dal civile go-
che non possono avcrsi chc dalla conoscenza intiina dclle facolta
umane appalcsate dal loro sorgere e svilupparsi.
Non c in fatf i da poco V educazione della prima eta dell' ao-
mo. II padre Gerard, diceva a' suoi giovanetti : 15 So mi e per-
J5 raesso di parlare di me medesimo diro che il perfezionamento
» di qiiesta scuola e V opera della mia vita , 1' opera alia quale
J5 dcsidero consacrare il resto de'miei giorni. Quando vi cntrai,
" ve ne feci solennc promessa; promessa che vi ripeto ogni giorno.
» Eppure si e pensato chc io portassi i rairi sguardi sopra un
»j insegnamento piii clevato. Ah! credcrei ben anzi di abbassarmi
» se abbandonassi i miei giovani amici. E chi non intcndcrebbe,
w seppur non ha ottusa la mente, che il lasciarli sarcbbe un di-
« scendcre? — - 11 posto asscgnatomi dalla Prowidenza divina, e
»j ai miei occhi il piu bello di tutti. Intendcstc miei figli? Io ho
M promcsso di vcgliare su di voi, c di morire al vostro senizio.
» E spero chc il Signore mi conccdera la grazia clic gli doman-
» doj e voi pure, nc son ccrto, voi pure co' vostri gcnitori vi
»» unirete meco a pregarnelo! »>
Dalla Guida ddV educatore anno 1837 pag. 180.
I pill grandi ingegni di fatti, conviuti chc la islruzionc del
popolo c il bisngno piii grave della etii nostra, c chc da essa
pende il prospcro o Tinfelice stato dellc nazioni, non tcmono di
digradarsi ed anzi si onorano ncl proclamarla e diffonderia cogli
scritti e, coll' opera. II nostro Piomagnosi salutava I'istruzionc del
popolo cominciata fin dall' infanzia come il primo fattorc della
civilta futura: il Ciivier dallo studio dellc Icggi del mondo, in
chc si ebbe fama iraniortale, scendeva ad occuparsi del modo di
istitiiirc le scuole primaric: Cousin si I'ecava nelle rcgioni del-
1' Alemagna a raccorre lumi ondc mcglio ordinarc 1' istruzionc
popolare nel regno di Francia: Degcrando raandava in luce le-
vcrnamcnto , nel quale la pubblica aulorila noa
istruiscc, ma coinaiida, iion si ricorrc al couvinci-
mcnto degl' individuL pcrchi; la Ifiggc sia cscguita,
ch'cssa il dcLb' cssero ovo pure il scnso iudividualc
vi contraddica; e lo seopo immediato cui Ic civili
pi-cscrizioni intendono non e la coscicuza; ma I'azio-
nc cstcriorc, c i mczzi ordinari c propri ad ollenere
obhcdienza sono da una parle i prcmi, daH'altra
le punizioni *.
zioni per 1' istituzione i-
rito si fosse per me affermato rispello all' iuscgnamenlo dei gio-
vanetli di eta avanzata non vi sarebbc stato argomeuto di mera-
viglia. Non polcva occorrcrmi piu strana cosa.
Per insegnare a un fanciullo dell' ctii prima ed eleggerne 1' ac-
concio metodo, egli e mestieri conosccre a fondo le facolta sensi-
tive, conoscilivc e moruli dcU' uomo, il modo onde sorgono e pro-
grediscono, e i diversi lor gradi ; e la educazionc deve esser\'i pro-
porzionata. II melodo adun'jue debb' essere graduate e razionalc
nel sense piu strelto, ove non si coufonda 1' educazionc col oa-
ricarc soltanto la memoria di precctti c di regole: perchi; nella
ela priuialiccia il proccsso c leuto, c il nesso dcllc idee non si
rnglie se non emerga ora per dirctlo, ora per via di escinpi
intuifivo. Nella eta avanzata la potenza dcUa ragione puo al gio-
vane suggeriro una idea fra due mezzana e rhe il maestro in-
tralasei per inav\-ertcnza ; ma nella eta prima, ijuella idea lasciata,
r intelletto del fanciullo si perde e nulla comprende. Non a\-\'i
priucipio di doverc e di utile che non possa iii»iuuarsi nell' animo
dei fanriullij ma a raggiugnere qucsto seopo deesi il piu spes^o
procedcre per rareonti c iinione iu niolli liioghi si desidera, dice il Lambruschini: ia
»» altri non ancora sc ne presenta il bisogno: in qualcuno si
n Icini": in nessuno c stata ancora effetttiata con jiiincipj tanto
" genciali e siciiri da servire ad altri di norma ». Quale sub-
birtto a eonipiarenza sc la nostra Brescia fosse la prima fra le
eitla italianc ad ofTcrii-c 1' escmpio di uu si frultuoso migliora-
uienlo!
confacenti istituti e gia pronto a concori'ei'e in cosi
fatta opera caritatevolc : alia commissionc attuale
dcUe scuole si unisca un comitato di articri , come
si usa in alcune citta non solo di esteri stati, ma
della patria italiana: finito il corso elementare sia
di un talc comitato il collocare i giovanetti in
particolari officine ed averli quasi in tutela fino ai
diciotto anni *. Di questa guisa 1' cdificio del quale
* lo pongo qui alcune norme per la continuazione del mctoJo
delle scuole infantilij clie potrebbero offerirc almcno le traccie
del nuovo stabilimcnto. —
NORME PEL NUOVO ISTITUTO
A PRO DEI FIGLI DEL POA"ERO.
T . II inetndo di custodia c di educazione delle scuole infan-
tili si conlinuera sino al compinicnto della istruzionc cicuicntare
niinore.
3. La continuazione del nietodo predivisato avra luogo cosl,
sccondo il bisogno^ sino al nono od al derirao anno.
3. In lutto il corso dell' istruzionc si avra cura d'insinuarc ai
giovanetti la loro destinazione fulura al lavorO; e vi si a\"\icianao
con alcuna opera reanuale.
4. Compiuto il coreo elementare, per due o tre anni, giiista il
bisogno, si dediclieranno i giovanetti alle arli ed ai mcstieri, o
convenendosi con alcune dci direttori de'vigenti istifuti, o eleg-
gendo locali separati, solto la direzione di articri abili, o collo-
candoli in adatte officine. I princijij del disegno saraiuio un ranio
speciale di qucsto insegnamento.
5. Vi sarii persona capace clie soi-\'egli i mestieri, ondc i gio-
Vani \-i si addcstrino con ordine metodico c graduale.
6. Durante il biennio o il triennio, i giovanetti continueranno
a ricinerc la isUu^ioac elementare piu 0 uicno ayauzataj ma per
al)l)iamo gittatc Ic foiulamcnta cogli asili per noi
apcrti sara coiiclolto alia j)crfo7,ioiic : c 1' incrcmcnto
una o due ore il giorno al piii, on poslc per gli artigiani sarebbero contrarie ai veri principj dclla
»» politica cconomia. Ma che ! Lo slato da tempo inimemorabile
»> mantcrra con gravi spcse scuole di diritto c di niedicina^ scuole
n di piltura, di scoltura, d' intaglio c di arcbitelturaj fara insc-
n gnare in ricchi stabilimenti quanlo le scicnzc hanno di piu
»» sublime e di piu astruso, istituira rorsi di linguc chc piu non
» si parlano, c d' idiomi di contrade che nissun mai visiteraj e
>j quando poi accanto a queste splcndide istiluzioni ( lc quali
w del rcsto beu riconosciamo quanlo abbiaao innalzata la gloria
Principe cui souo fiduti i nostri dcsLiiii, clic ordiiio
la crczione iiella nostra Brescia di un gabiuctto di
» n.-uionalc ) domaiidianio die si c di vinccrla: si ardircbbc, a nome di non so quale astrazione
»j nictafisica, di fare ostacolo all' cffettuazione di cosi utili pro-
»> posizioiii »>? Dalla Guida Jell' cJticaLorc del Lainbiuschini ,
anno i838, pag. .><)8.
La scuola clcmentare di arti c mcsticri i piu comuni c usualL
clie io qui propongo, non ha clic lo scopo d'inviare i giovani a
mettersi nclle oflicine parlicolari : ue cade ne'mici inlendiinenli
cbc debba crearsi uno stabiliinento d' industria ncl quale i gio-
vani si trattengano per tempo indefinilo. Io couvcngo col signor
Pope, chc nelle sue lottcre intorno alia educazione popolarc di-
ce\'a: » Odo infine in campo un altro discgno; quello cioe di
»> fondare una generate oflioina scohistica d'arti, per promuovervi
» i bambini secondochc vanno uscendo dalla sala, ed iniziarli
*> cadauno ad un mcstierc. Idea tanto piii vana dclle anteriori
» quanto impossibile ad essere ridotta in atto. In Isparta era fa-
i» cilissima opera V univrrso coUegio per tutte Ic adulto gene-
» razioni maschili, perche una era V arte cui crano esse ausle-
t> rissiniamente disciplinatc; quella della guerra. Ma ncll' odierno
» state opificiario, un opiGcio universale, anche ove non fosse
f» u"h' assurdita evidentc, e si riuscisse ncl cimcnto di instituirlo,
» non darcbbc se non pcssimi frutti, perche frutti di un' opera
" aiTersa a tutli i sani e savi priucipj d'ecnnoniia piJjblira sullc
»> niille dipendenze e relazioni rlie radauna arte ha con tutte Ic
«» aitre arti, suUa riparlizioiio del lavoro, suUa libera moltipli-
» citii degl' intraprenditori, neressaria a gcuerar la lilx'ra cmi-
i> conxnzaj c cou quesla l' ulilissima ciuulazionc ecc. ccc. Dellc
arti e mesticri alio scopo appunto dclla istruzione
del popolo destinato alle officine, del (£uale io stcsso
w quali cose non diro per non dir cose omai contc c trite a tutlij
n ma sol diro clie univcrsalissiino vorrebbe essere qiiesto opificio
fj scolasticOj pcrclie cadaua fanciiillo potessc iuiziarsi all' arte cui
tt ha naturale vocazione. Indi vorrebbe riunirvisi tutti i mille ar-
>j tefici mcccanici; perclic cadaun fanciuUo avcsse, secondo la sua
n particolare vocazione, il sue maestro! Chi non vede in tutto
». cio un bel delirio di qualchc vacua testa inncbriata dclla voce
»> Atelier? Delirio nou piii permesso oggi ncllo stato della scienza
» economica, ed in qiiclla del fatto, che molti governi gia vanno
» a poco a poco dimettcndo le generali officine loro, pcrchc cer-
« tificati di avere con vantaggio di prezzo e di quali La , armi ,
»» navi ed altre occorrenze da' particolari articri »>.
Finito il corso elementare e fors' anche non al tutto compiuto,
dovrcbbe essere ciira del comitato di aitieri di trovar luogo ai
giovanetti in officine bene avviale , e potrebbe per alcuni fors' anco
non esser bisogno per intero di quanto e proposto nelle prcac-
eennate discipline. EUe non sono che un cenuo di cio che po-
trebbe farsi; ma le discipline definitive non dovrcbbero essere
che il risultato di ben ponderata cspcricnza.
Io vorrci data a' giovanetti una triplicc istruzione. II catcchismo
religiose debb' essere il primo: che senza religione ne per gli
individui, ne pei popoli non puo essere ne verace moralita, ue
giustizia; jna vuolsi per noi aggiugnere il catechismo civile c pe-
nale, si perche tutto si tiene e rannoda nei motivi che muovono
il cuore dell' uomo, c si perche anco la sola virtu esteriore e
civile che si fondi sovra umane considerazioni e sommamente
utile alia civile aggrcgazione. Coloro cui manchi una intelligenza
perspicace ed acuta reputano utopia ridcnole il pcnsiero che pos-
sano nella mcnte dei giovanoUi insiiuiarsi gli svariati dottrina-
mcnti che siaui \cnuti divisando j ma i savi sanno che ogni scicuza
CXXI
fill rliiamalo a stcndorc le discipline, a cui e la
l)ciicinfrita coiigrcgazionc municipalc e la camera
(li loimiiorcio hanuo fissalo una dotaziono, c pci
cui cffetti bcncfici il noslro corpo accademico, se-
gucndo i voti cspressi dal bcncmei'ito professore di
fisica signor Pcrcgo, lia gia offer to di unirc gvatui-
tamcnte il tccnico iiiscgnamcnto a favore del gio-
vauctti clie cscono dai nostri asili.
pu6 csserc adotta a porhi clemcnt.irij ma fccondi principj, c clic
possdiio siirattamciitc ciill(>garsi colic intuizioui spontancc dol co-
njun scnso, clic T inscgnauionlo ne sia salido, spcdito e luiiiinoso.
L' cscinpio dclla predivisata ordiiiazionc dcllc scuole popolari
ncUa cltta sara, non c a dubitarnc, fniltuoso per le cainpagne.
Per Ic scuole infantili V ogregio Chiodi ha fatto prove degne di
tiitta lode in Orziimovi- ma dcssc anco iic' coimuii vogliono
procedimeiito. In ogni parroccliia c prescritta una scuola clcmcn-
tarc, ma la perfezione di si faltc scuole vuole il mctodo cduca-
toi-e dellc iiifanlili, e d' assai poco sarebbe bisogno a talc ordi-
iianiciito. Nc" coniuni, in c:iml)io dcU' insegnamento per le aiii
<■ nicslicri, dovrcbbc unirsi al catcchismo civile c pcnale, il ca-
tcchisnio ruralc, cd un piccolo campo annesso alia scuola vorrcbbe
oflcrirc la pratica aj)plicazione dc' tcorici insrgnanienti. L' ogregio
c bencnicrilo abate Gircano ba gia dato iiivianienlo alle idee rhc
ijui vengono significate. Noq alle sole citUi si stringe il bisogno
della educazione popolare: ne si ha bisogno pri contadini, die
non sono cssi oramai alia semplicitii e alia inuoccnza de' secoli
d' oro favolcggiata dai poeli, pci rispetti niorali e religiosij c vc
n' ha bisogno pc' rispetti econoraici, chc nrlla loro jgnoranza c
ndla couscgurnlc tcnacil.i alle abitiulini, st.iimo le cagioni pru-
cijmc chc tard.uio gli agraii miglioianicnli.
CXXII
Cosi ordinate Ic scuole del popolo , cosi cliia-
inati i ricchi a protcggimcnto dci povcri, ed at-
tuato il sistema pcnitcnziale colic provvidcnzc
di proteltorato clie debbono accompagnarlo (dap-
poiclie a mio avviso le scuole infantili c le carceri
jicnitcnziali sono i due perni sui quali dec I'igi-
rarsi ogni sociale pcrfczionamcnto ). e avvicinate cosi
le classi social! , quale sorgcnte di moralita e di
ben essere non saranno per noi aperte alle sorgcnti
generazioni? I maggiori pcricoli di gravi disavvcn-
turc delle societa umane non istanno oramai, nellc
gueri'c disastrose clie uu di erano promossc dallo
spirito, cbe oggi la universale opinione ba sbaudito,
di stranicri conquistamenti: non nell' abuso a dan-
no dei popoli del poter pul)blico , che ovunquc si
veggono governamcnti politici tempcrati : non ncl
sovei'cliiare delle classi elevate a danno delle infime,
cbe la saviczza delle leggi e i costumi addolcili non
lo consentono; ma nel mal genio cbe nci poveri
tuttavia sussiste rispetto ai ricchi e cbe si appalcsa
SI ne' casi di pubblici sconvolgimenti. come nellc dot-
trine c nelle societa cbe sono sparse in varie na-
zioni d' Europa.
Nella condizione attuale delle cose umane il pro-
letario, mutato 1' essere della civilta antica, si trova
abbandonato esclusivamente a se stcsso: e poco gli
giova I'ugualita di tutte le classi proclamata nei
modoviu roilici. In anlico il prolctario era sdiiavo,
ma i pvfgiuilizi, c jjcrfino Ic idee religiose coneoi--
revano a coiisacrare i priiicipi del privilegio; nel
medio cvo il prolelario era addetto alia gleba; ma
la igiiorauza, e Ic sveuturate vicissitiulini di quella
(la lo reiideano tolleraiitc della sua sorte : in quci
tempi la sussistcnz.a assicui-avasi al ])i-oletario o co-
me a stromento nel ricco delle proprie rendite, o
come a difensorc. Lo idee si mutarono, e gli anti-
chi l(;gami nellc eta modernc si sciolsero, e le infi-
mc classi sono lasciatc a se medcsime, e se la ca-
rita fratellevole del riceo non soppcrisce generosa
alia miseria, il prolctario od e esposto a porire ,
od t spcsso condotto all' odio contro al proprieta-
rio cd al delitto *. Si approssimi il ricco al povcro:
* Not! posso tPncriiii d.il rcoare qui un brauo della citata opera
del sigiior Lucas J Theoric dc V cinyrisomurncnt y tonio spcoiido,
|)agina i^a c sr^ucntc:
Viiiis rcx/tloilation yatriarcalc, qui scrnble la forinc pi-iiiiiln'c
du trarail pat' l' association^ Ic chifse churgeait de pnuj-i'dir mix
lesoins de ses scrt'itcurs. Lorsr/ue V csclavagc romaiii vinl Jaire
de I'honiine line chose , I'intcict de la propriele , ii difaiit des
inspirations it des da'oirs de rhiiinanile, t^arunlissait a I'esclave
la satisfaction de ses bcsoins cssenticls et la con.teri'alion de sa fie
phj-stque. Lorsqite etifin la servitude du moyen dge rcslilua au
terf son litre d'etre anime, clle sentil sous l' influence du christin'
nisinc la nccessite de vi iller, non setilenient aiix soiiu de son corps,
mais iiicme au salut dc son dmc. M. de Tocquefille dil ai-ec raisnn,
en parlanL de Vuu^iiible de la socielc Jeodalc ( Memoire siir Ic
la miseria soccorrasi c si protcgga colic istituzioiii
chc si propongono, ed oltrcclie 1' estremita del bi-
sogiio sara scemata, il povcro non guardcra al ricco,
nelle abusate idee onde spesso le infimc classi sono
dominate, come a colui cbe si usurpa e gode i be-
lli tolti alia loro destinazione, ma come a sollccito
pauperiune ); La grande majoritc de la nation vivail presque sans
besoinsj ct le rostc n'cu cprouvait qu'un petit nombre. L'aissance
n'etait nulle partj partout le vivre ... La population ctait mise-
KABLEj ajoute-t-il, mais ellc vivait. Aujourd'hui la majorite est
plus HECKEUSE, mais il se rencontre toujoura une minoritc' pretc
a mourir dc faim, si I'appui dd public vient a lui manquer.
Ce coiitraxte entre la societe Jcodale et la noire est vrai. Ccst
que dans la socicid fiodale nul n'etait isolc, partout disparaissait
Vindividu; si chacun etait opprcsscur ou opprime, chacun aussi
ctait par ccla menic protccteur et protege; c'est la guerre qui avail
organise I'assistnnce. La phjrsionomie topographique du pays, qui
nous montre partout , a cctte epoque, les chaumieres groupcci
autour du chdteau ou du coufcnt, est V expression caraclerisiiquc
de Vclat social ct moral du temps , ou, pour se defcndrc dc la
Jaiin comine de la guerre, le serj' deinaiidait et troux'ait au besoin
I'appui du manoir ou du chdteau voisin. Le serfage du moyen
dge tient le milieu entre la domesticite patriarcale et U esclavage
romain: c'est plus que I'une et mains que V autre. Dans nos socielcs
modcrnes, au contraire, Vhommc, au sein des classes inferieures,
en defenant Hire et independant, est deuenu necessairement isole;
a\>ec la. uie de liberie, a commence pour lui la vie d' isolement.
. C'est le public iano a pensai'c di porla in atto.
lo direi agli oppositori che sempre compajono al
propovsi nuovo istituto quale che siasi, clie ove trat-
tisi del bene dei figliuoli del povei'O, cui poco basta,
tntto c possibilc purcbe si voglia : che le difficolta
che pur vi fossero si vincouo sempre ove sia pro-
fonda la conviuzione che trattasi di dar compimento
al piu iraportante, al piu sacro dei doveri dclla
sociale giustizia: che ogni sacrificio per diffondere
la morale ha sempi'e un ampio compenso; ed ag-
giugnei'ei che cio di cui veggonsi gia utili avvia-
menti in altre citta non dee tornar disagevole in
tin paese ove abbondano gli alti iutclletti e Ic ani-
me generose.
Ne lo spendio sarebbe grave *: che nclla citta no-
stra egi'egie soramc da parecchi istituti si elargi-
* Alcuni si compiacciono di esagcrarc in immonso lo spnndio
che portano Ic nostre sciiole infantili, e Tautorc del tristo libcr-
colo delle illusioni dclla pidAlica carita, nel quale sarebbe dif-
ficile I'affermare se domini maggiormentc o la ignoranza o I'odio
ad ogni nuova istituzione onde onorasi il nostro tcrapo, o la tras-
coiTCVolczza inipiulentc a spargerc dubbi intonio gl' intendirneuli
degli uomini piu benemcriti, giunge a dire che con si fatte scuolc
s' intendc ad ottenere per indirctto gli cffctti dclle Icggi agrarie.
Sc lo spendio fosse per essere grave ^ direi non essere desso
che dcbba condurre ad accogliere o rifiutare una isUtuzione, ma
il primo j)ensiero d' iiomo retto e calcolatore, airannunciarsi di
luia propostaj dovere essere vollo ad iudagarc se giustaj c sc uon
pure ulilf ma neccssaria.
cxxvrt
srono ogn'i anno in clcmosinc maniiali,. c minima parte
(li fpielle baslcrcbbc per avvontiira a dar compiincn-
Egli e crrlo clio il rirco dcvc snwmimoiito al povcro no' trr-
niiiii dol nrrpssario non solo per la vita fisira^ ma prr la intcl-
lottiva e morale: rlio in una gran parlo dollo infime classi prc-
clominano la ignoranza , la immoralita c la irrcligionc: clic il
massimo numero dci dclilti rhe olTondono c allc porsonc c alle cose
si commettono in qnrste classi : ehc i drlitli oggidi abhondano con
istrano psompio nella eta giovanilc: chr ad inipcdirc i dclilti non
giovano ncT 1' azione dell' autoiita politica, lie qnclla do' niagi-
stratij c tornano inutili Ic punizioni c si moltiplicano Ic rccidivc
Qnt'sti fatti sono innrgabili; e di mezzo a si sventurata espmcnz.i
ciasruno in cui vivano intnllclto e more e compreso opolOj atli sollanto a pcrpctiiare V errore, il vizio e il delilto,
la e soriale necessitli il pigliarsi cura della educazione de' figli
di coloro die loflano coUa miscria. Sin qui si e usala il jiiii
spesso la repressioiie. e le condizioiii della et.'i nostra riehieggono
Tadoperarsi alia prevenzione.
Si soiitiene, non v' ha dubbio, uno spendio assai grave per averc
un governo politico,, per avere magistrali clie amministrino la
fiuslizia, per la istruzione sclent ifica , per avere for/a arniata che
fuarenlisca alle nazioni al di dentro la trampiillita e I'ordine,
* al di fuori la indipenilenza; e potrcbbe un fale spendio alle-
garsi per non averc i>tiliiti pfilitici. magislralij islruzionCj fnrza
IDililare? Tiittc poii') cotali ijliluziniii hannn per iscopo es>enziale
rxxvni
to alia novella Istituzlonc. Lc elemosino. Iranne as-
sai poclii casi, si danno per neccssita alia ventura,
cd unico la sicurczza dellc persoiifij della libcrta, dc'bcni, c per
questo scopo inedesimo e necessaria Teducazione popolare, daj>-
poichc i dolitti non si prcverramiOj per qiianto sia ncllc lunane
cose possibile, se le infiinc classi del popolo non sicno nioral-
mente rigcnerate.
Educate alia vita fisica, intellettiva e morale il popolo, abitiia-
tclo sino da' primi anni al lavoro, fatelo in csso ingcgnoso onde
egli vi trovi non pure i mezzi alia sussistenza, ina al migliora-
mento del proprio state, e la spesa che si sostenga sara conipen-
sata: che si scemcra il novero dei miscrabili, i mendlci non in-
gombreranno le nostre contrade, si diminuirii il concorso degli
iufcrmi agli ospedali, degli inetti al lavoro ne'luoghi di ricorero,
e non si affoltcranno, siccome in oggi, alle prigioni gl' inquisiti
cd i condannati; e gli artieri e gli agricoltori fatti piu attivi e
ingegnosi daranno prodotti migliori, e in piii copia ed a prezzi
pill miti otterranno i ricchi gli oggetti dc' loro agi e piaceri. II
proporre la educazione del popolo e tutt' uno col richiedere i
ricchi a procacciarsi sicure guarentigie pe'piu preziosi loro diritti.
Proclaniandosi infatti la educazione del popolo si promuove assai
piu che non crcdasi la ulilita dei ricrhi, e I'obolo che essi'soni-
niiiiistrino al povero fruttera lorOj come dicono le scritture, il
cento per nno! Coloro che mettono innanzi lo spendio per obbie-
zione air educazione popolare, oltrecbe pongono le nlililii male-
riali sopra le luorali, sono assai male calcolatori in falto di pul>
blica econoniia.
Noi pero non viviamo per Ventura nostra in paesi ne'quali i mi- (
serabili abbondino come nella Gran Brettagna, dove c un contrasto
cstremo tra nn' opulenza strabocrlievole ed una desolantc mise-
ria, sequela infausta d' incivili leggi che concentrano in poche
mani i beni della intcra nazioue, e dove per un sistcma ccono-
ex XIX
'e. spcssc fiatc, anziclic ccssarc la miscria, vagliono a
crcscerc il novcro dci miserabili e a fomcntare I'ozio
mico tuUo foiulato sovra V industria c il commcrcio volti ad aumcn-
tare la ricchczza di pochi, si adopcrano gli uomini siccomc mcii
stromcnti dclla prodiizionc, i quali oltre al vivcrc abitualmcntc ia
lotta col bisogno, si vcggono esposti alle piii strane ed affliggenti
vicissitiidinij di guisa talc clic il soweniinculo a'povpri nella solaln-
gliilterra asccndcva, non sono molti anni, a 200 niilioni di fraiirhi.
£ foUia pero imaginare die le scuole infantilis e il prosegui-
incnto del loro motodo cducatore a tutto il corso clcmentare col
tocnico inspgnamcnto debba soinmctlerc i cittadini a peso incora-
portabile. Da' rendinienti di conto dcUc spese annue delle varie
scuole iiiEmtilij c spcrialmcnte delle nostrc, e manifesto che lo
spcndio sta in termini modcrati. Una sola modica parte di cio
che in elcmosine maniiali vione erogato da' pit luoglii sorbonde-
rebbc ad ogni bisogno. Consolidate Ic scuole, protrattone il mc-
todo, e vistone I'utilCj Ic disposizioni ultime dc'cittadini, siccome
dotarono gl' istituti csistenti , si volgeranno eziandio alia nuova
islituzione, santa del pari che ogni altra e fruttuosa. E parlando
dclla nostra Brescia, come si c giii osservatOj considerevoli som-
nie sono gia irrcvocabilmcutc disposte a pro dc' figli del povcro,
nc e bisogno che la cittadina beneficenza continui se non per
poco Ic sue elargizioni ; c pel tecnico insegnamcnto sono gia ot-
tcnuti i mezzi per V islituzione, e il mantenimcnto di un gabi-
netlo di stronienti d' arti e mestieri, c sono in pronto gratuiti
insognatori. Ne si profonde ncUc nostre scuole, die in esse non
si soccorrc che all' estrenio bisogno, e non si porgc die un sus-
sidio a'povcri genitori, dappoichc si lascia ad essi il pcnsiero
del vestilo , del pane per la colezionc e la mercnda , e del rico-
vero in casa la sera: chi abbia mezzi non si ammettc che contro
pensione, e chi non puo sostcncrnc 1' iuticro nc paga una mcta,
un Icrzo, un quaito.
9
cfl il vizio E la carita bene intcsa, quclla clie il
Vangclo comanda, debb' cssere indirizzata non a far
Sicno penetrate le menli dclla ncccssita inipcriosa del miglio-
ramento delle infiine classi: si persuadano i ricrhi esscre condi-
zionc dclla propricta il sowenire al fratcllo no' termini del ne-
ccssario : ricordino la scntenza d' un illustre padre dclla Chiesa
rattolica, che i povcri debboiio da ciascuno considerarsi siccome
un figlio che la prowidenza ahbia dato oltre i figli effettivi: la
rarita ispirata dalla rcligione e sonetta dai liimi inanimi i cuori
alia pill salutare e santa dellc opere; e i mezzi non manclieranno
ch' cgli c il difetto di convincimenti profondi^ e di un sentire
vivace ed operoso a pro de' povcri, ne' quali voleasi raffigiirato
sc stesso dal Redentore, che rende gravi ed incomodi i sacrifici
piu lievi. Si pensi che il concorso che io imploro dalla carita
cittadina, non e per creare istituto nuovo, ma per conservare e
perfczionare qncllo che esiste e non disperdere 4oo figliiioli gi*
al bene awiati notcvolmente.
Io non posso a mcno di trascrivere qui le parole, significative
la importanza dcllo spirito religioso, del Lambnischini intorno le
ragioni per le quali si voggono degenerate molte dcllc antichc
istitiizioni nieritevoli nclla origine d' inlera lode.
» Se noi ci facciamo a considrrare, egli dice, per quali motivi
» le piu belle antiche istituzioni di carita hanno dcgcnerato, noi
j> vcdremo che fu per alcuno dei segiienti :
» I. Perche mentre si sono consei-vate le istituzioni che pro-
» vedevano a tale o tal altro bisogno fisico del povero, non si
» sono conservalc contemporaneaniente ( o non si sono fondatc
» sc mancavano ) quelle che miraiio a soddisfare a' suoi bisogni
»> morali ed inlcllettnali, ed a rendcrlo capace a pcnsarc da sir
5) al proprio sostentamento n.
n •>.. Perche nel porgere al povero il soccorso, che era Toggetto
» dclla islituzione, hanno ccssato di aver parte le pcrsone carita-
CTXXt
tlcgli 07.iosi c per sequela dci dclinqucnli, ma a sol-
Icvarc le verc e iiulubbic (lisavvcnturc cd a rcndcre
i> tOToli, c non vi c stato piu chi si accosti al povero, e ne vegga
»> dawicino Ic soffcrcnze, le necessilii, lo stato morale e fisico, e gli
n mostri sentimcnti di fratcllanzaj c gli svcgli in cuorc sensi di
>» fulucia, di rispetto, di dignitii >j.
n 3. Ma invece cotestc islituzioni sono addivcnute un'ammini-
» strazionc pubblica, o semipubblica, un' opera tutto materiale,
» nclla quale chi da il soccorso lo da come un obbligo d' impicgo
>5 c lo da o di mal animo o alnieno senza mcttersi in alciina
« comunirazionc col so\Tenuto, c chi lo riccvc lo considera come
>» un (liritlo. La istituzione ha ccssato di essere un alto di carita,
» ed e divcnuta una agenzia »>.
»> 4- E con la carita c sparita la religione, la quale finche
w ha potuto vi\ificare la istituzionc pia, ne ha irapedito I'abuso,
»> sia iiifondendo a' bencfattori quelle spirito che solo puo rcn-
» dcrli atti a sostenerc i sacrifici della carita^ e ad acquistare un
» salutaro impcro sui miserabili sia rendendo i beneficati rico-
» nosconli, discroti c migliori di cuorc ». Dalla Guida deW edu-
calore anno i. i836, pag. 228.
Nc solo la istituzionc ntiovamente sorta tra noi scemcra la igno-
ranza c la miscria dcUe infime classic e ne torra in gran parte
le ronspgucnze disastrosc, ma le strssc classi elevate, si faranno
migliori pigliandosi pensiero del povero; chc vuote spesso di no-
bili ed utili ocrupazioni, non c raro che presentino esse stessc
al popolo csempio d' imnioralila, di frivolezza e di vizio, ed assai
piu og;;igiorno dannoso che non un tempo, quando Ic varie classi
social! vivCTano le une dalle altre al tutto separate. L'intrattcnersi
del ricco in opcrc bcncfacienti lo alzera a generosi intendimcnti,
cd egli stesso avra in talc destino una incitazione potente alia
moralita cd al costume, chc Topcrarc jl bene appaga, ingentiliscc
e iiubliraa rauiuia.
il popolo operoso c morale * : e il soccorso sommini-
strato per diretto ai figli col provvetlerli tli educa-
* Sarcbbe cgli bisogno di diinostrare che Ic elemosine manuali,
per quanto sia accurato chi le dispensa, in iiiolta parte non sona
utilij roa^tornano a~danno^crescrcndo l' ozio ed il vizio, e che
sarrbbe a dcsidcrarsi clie la bcncficcnza si convertissc a far mo-
rali i poveii ed operosi? La sola natura delle cose umane var-
rebbe a porre questa veritii in plena luce; ma I'esperienza con-
corre a tesliraoniaila, e vi si aggiungc il sentimeulo concordc dci
trattatori di pubblica economla.
II Gcno\esi nclle sue lozioni di economia capo xm dell' impicgo
de' poveri e de' vagabondi : » in ogni paese, egli dice, vi e dove
pill, dove meno sempre un dato numero di mendicanti e di po-
vcri. Sc si potcssoro for entrare nella massa dci lavoratori e doi
renditori si faicbbcro due beni; si accrescerebbe la rendita ge-
ncrale della nazione, e si farebbe nn gran scrvigio al loro costu-
me. La massima dunque del minimo possibile dcgli oziosi, mas-
sinia fondamentale in economia, dee flir i pensare tutti i politic! ».
E discendcndo il citato scrittore ad esarainare le cagioni ondc la
miseria e 1' ozio derivano: n Ho alle rolte cercato, cgli dice, se
fossero le cagioni fisiche, o le morali che gcncrano tra i popoli
politi s-i gran folia di poltroni c di mendichi volontari, e mi
pare di doverlo ascrivcre piii alle morali che alle fisiche. Tro^■o
quattro ragioui morali doiule si vuol derivare talc fenomeno.
1. La venerazionc in cui si hanno dal pubblico. a. La male in-
tcsa carita e bcncficcnza. 3. La trascuranza dcllc Icggi. 4- L'igno-
ranza e la superstizioue dei tempi £ una carita male intesa,
e una beneficenza male allegata il pasccre colle propria fatiche
colore, cui ne la condizione, ne la foi-za del corpo, ne lo stato
della mente vietano di travagliare ». E nelle sue digressioni econo-
niiche S vi, della necessita di togliere la pf)ltroncria: »E come
che le coatunianze che iavoriscono la poltroneria possouo esserc
rxxxiii
rionc fislca, inlcllclliva c morale, anziclic ai gcni-
tori clic sicno atti al lavoro, raggiugiie tulti i par-
moltr, nondiinrno niima non c tanto il,i trmnrsi qnanto quelle
clio nascono, e si alimcntano dallo spirito dj pietii; perciocche
come niuna cosa c che gli uomini tutti dcbbano aver ed hanno
piu earn, quanto e la religionc c la pieta, c Tuinanita^ cosi niuna
usnnza pu6 piu profonde radici mettere, e piu largamcnte dif-
fondersi quanto si possono quelle che questo spirito produce c
nulrica».E di seguito, parlando di molti istitutiche somministrano
aliincnto ai poveri, aka voce: u ma vc ne ha egli pur uno nel
quale siasi pon^ialo a trarre da questi povcri quell' utile maggiorc
che ben si puu? Questi poveri non sono essi parte del corpo po-
litico? Ora la sanita e il vigore di questo corpo dipende dal vi-
gorc c dair azionc di tuttc le parti j quiudi e che la pieta che
ne lascia una parte nell' ozio, potendola cssa in che che sia ado-
pt-are con ulilita dcllo Slato, cotale pietii non c accompagnata
dalla sapienza — Quanio si appartiene ai fanciuUi ed allc fan-
ciullc, come non s'instruiscono nelle arti utili? questi pieta che
e veramente di per so bellissima e commendabilissima virtii, si
convcrtc in vizio gravissimo,djvcnendo ella una delle piu feconde
sorgenti di que' mali a cui sbarbicare ella risguardava »>. Taccio
delle sentenze di tulti gli altri eeononiisti Italiani^ e spccial-
menfe del Gioja c degli stranieri j e mi slringo a citare 1' opera
coronata dull' Istituto di Francia del signor Buret aventc a titolo:
De la miscrc dcs cliisscs laboriiuscs en AiighluTCj el en France,
dc la nature de la misere, de son existence, de ses effects, de ses
catise.tj, ayec Vindication des moyciis pvopres a en affranchir let
socielfs.
Lc limosinc in fatli se date senza intima rognizione del biso-
gno, e lc mauuali il denno, esscre senipre in molta parte I. In
luogo di cslinguere la povcrta I'aumcntauo, dappoichc e assai piii
comedo slender la mano ad avcrc aoccorsoj che sudarc ncl campo
CXXXIV
ticolari voluti Jalla umanita, dalla religione e dalla
politica.
Potrebbe il rispetto alia intenzione de' bencfat-
tori indurre ne' pii luoglii elemosinieri mal gcnio
a mutare in alcuna parte i modi delle solitc elar- ,
gizioni? V'hanno rendite ne' pii istituti aventi uno
speciale destino che non potrebbe, almanco di re-
gola, dcclinarsi, come le dispense per doti, per amma-
lati, per pensioni agli orfani; e ve n'hanno di quelle
dirette in generc alia sola beneficcnza, la cui ap-
C nell' officina. 2. Scemano 1' attiviti individuale e la previden-
Ssa, assicuraado contro il timore delle sventure. 3. Diminuendo
i lavoratori crescono il valore dclla mano d' opera, dahneggian-
do gl' intraprenditori ed il pubblico. 4- Tolgono la neccssita del
lisparmio, si utile al povero, anco pcrche gli apre 1' adito a mi-
gliorare la sua condizione. 5. Alicnando dal lavoro e facendo
oziosi, si volgono a fomento del vizio ed indi del delitto. 6. Spen-
gono nell' uomo ogni sense di onore c di dignila si necessario a
vita morale e civile.
Nella nostra Brescia awi un solcnnc istituto clemosiniere, dove
Vcggonsi ab antico geltati i gcrmi della sapicnza carilativa, die
Degerando ridusse a sistema ncl suo visitatore del povcro, e sa-
rcbbc ingiustizia 1' apporre ccnsura di sorte a' savi e beueineriti
concittadini che ne seggono al reggimento, e il cui zelo e la
prudente circospetta cautcla onde il soccorso sia stretto al vero
bisogao e meritevole di tutta lode. Jo dirci loro soltanto : non
dimenticate nelle vostre soUecitudini la novella istituzione pel
cui soccorrimcnto si congiungeranno al sollievo della miseria
1' educazione intellettiva, religiosa e civile, e saranno gcncrati
1' attitudine e 1' abito ad onesto layoro per la sorgente generazione.
CX\XV
plicazionc c fiflata al gimlizio conscienzioso dcgli
amministratori. Or parlando ari quod est I'erosimilc . . . . et idea illud observandum
est quod est t'crosimile lestatorem disposuisse si de eo casu cogi-
iasset et disposilio testatoris facta in uno casu ad alium poi'-
figitur ex tacita et t'crosimili inentc testatoris .... in his et siini-
lilnis terminis regula supradicta procedit sine dubio ut dispositio
testatoris trahatur ad eum casum de quo si Jiiisset interrogatus
ila yerosimilitcr respotulisset. E cita il lod.ito Manlira altri legali
di grido, i quali aflVrmano hanc opinionem , cioc 1" cspressa da
lui esse comunem. E dee notarsi che le opinioni coinuni dcgli
scriltori Aicevano Icggc pri nostri statuli. che obhligavano i gin-
cxxxix
mtitamcnto nc ncl sulihictto dcUc Jonazioni c dci
trslaiuciili, nc inulamcnto di applica/.ioue, ma nc
♦lilTt'irnzicrcbbcroalla corleccia sollantoil modo dcl-
I'csrgiiimcnto dandovi maggiorc pcrfczioiic. Ed ovc
pure potcssc adotlaisi tlic le rendito dc'pii luogln non
dovcsscro volgorsi che al sollicvo del bisogno fisico,
la loro convcrsionc a sussidio del proposto istituto
non potn-bbcsi dire disviamento dalla materialc lo-
ro destinazione: si avi'cbbe il soccorso al bisogno fisico
rispctto alle famiglie dando alimcnto a' loro figli, e
dici ad uniforinan'isi, scitlo pona di esscro altrimcnti obbligali al
risarrirncnto d<'i daiini alle paiti. Ojsi il capo 16 dt'Ilc riforme
dc orjiiif Judiclovuin cii'ilium causaruin 5- 27-
Le cosn drttp dimostrano aJunque non potervi essere ostacolo
nolle voloiita ullime dci testatori a couvertire la loro bcncficcnza
al proposto i>lituto per due considerazioni: la prima che la re-
li^ioue da cui furono condotti a disporrc non cunsente 1' iuten-
dcrnc le disposizioni di guisa che cschiso 1' utile spiritiialOj non
volesscro raggitinto che il solo fisico : la .wconda che avendo
disposfo vigcnti Ic allcgale leggi c le opinion! in pralica ricevute
univtrsalmente, e da credere che ne abliiano volute dominate le
proprie disposizioni ; giacclie ove non concorra espressa dichiara-
zione in contrario, i contraenti ed i testatori s'intcndono riferirsi
kcniprc allf Icgali prcscri/.ioni. Qtiesta niassinia che nim avrcbhc
bisogno di prova si avvalora dalle Icggi 3i. §. 10. Pig- de aedilhio
rdicio 1. A':,', de itsurii 34- Pig. de dii'crsis rcgulis Juris c i44
end. Da' fpiali testi il JIanlica cogli altri scriftori legali conchiudc
Lib. XI. tit. XIV. N. i.'i dv conjfcluris ulliinaruni i-otuntatitm: Te-
stator pracsiimittir sc t'oluissc coiiformarc cum dispoiiliouv Slatitli,
e parte esscnzialc della sua missione sopra la terra. La reli-
» gione chc ( al dire stesso d' un cclebre Glosofo ) seinbra non
» pigliarsi pcnsiero d' altro che delle cose eterne, sa ella sola
» procurarc insieme la felicita della vita presenter e in cio ap-
»» pnnto dissomigUa da quella gelida filantropia, che non vedcndo
»» altro neiruoino fuorchc I'psistenza passeggera ch'egli ha sulla
M terra, trascura di preparar la sua aninia alle ricompense della
»» \ita avN'enire ».
»> Quindi nella mrnte del vcro cristiano la caritli e 1' unia-
»> nita son due sorelle inseparabili, sono anzi una sola e medc-
n sima virtii ispirata dal Dio del calvario e santiQcata dai nio-
» tivi i piii piiri e i piu eccelsi i>.
>» Lungi adunque dal vcdcre con av^-ersionc la nobilc gara ,
»» con che nel secolo in cui viviamo, si pensa a porgere nuovi
» soccorsi all' umanita che soffre, ad aprire per lei nuovi rico-
»» veri , a illuminare i suoi passi , a purificare i suoi costumi;
i» lungi da cio, la rcligione cattolica coopcra volentieri a tutto
'» qucUo che pu6 contribuire al bene de' suoi figli ».
'J IMadre , di tultc la piu tcncra ; potrebbc clla rigcttarc dci
u arfidata 1' ammlnistrazione do' pii luoglii clcmosi-
nicri, ai rispcttabili rcggilori tlcllc noslre parrocchio,
c mi volgo ad un tempo aU'animo gciicroso dc'mici
dilelti concilladini c li invoco a considcrarc chc lo
spciidio i-i<:Licsto dallu nuova istituzionc non sara
grave c clie il peso chc fosse per riuscirc iiicom-
portabilc a un solo privato addiviene licvissimo so-
» pronTflimcnti , che allnviando 1' infortunio, consf)lano il suo
i» Jolorc? No, no. Ma appunto perch' ella c madi-c, i: talvolta in-
» quicta, sospettosa quasi: clla tcmc chc la bevanda prcparata
» a' suoi flgliuoli in tazze d" oro, non sia forse bevanda awelc-
»> naf.i , o come dicono i libri santi , un vino che annuvola la
>» menle, chc ubriara. Allora ( n»; io lo taccio, lo confcsso anzi
i» a sua gloria ) clla c in apprensione, in angoscia) ella esatnina,
>> indugia, froma, interroga, indaga c non osa.. .. Ma fate che i mo-
» livi di quclli chc si prcsentano a bencRcarCj Ic siano apertij che
»» lo sropo apparisca manifesto, oh clla allora li benrdice, li ricoprc
»> con le sue ali; da loro con riconosccnza 1' ajiito chc si vor-
»> rcbbe da Ini, apre il suo seno per accoglierii, comunica loro
>i la sua celeste vita, c dice : andatc, andate con fiducia ; voi avete
» in inano i boni del tempo, voi raccorrete ancora i bcui del-
»» r cternita w.
" Or r opera per la quale noi siamo qui radunati ( gli asili
» per r infanzia ) e chiaramcntc un' opera di simil genera; e la
»> r<'lii;ione Ic porge il suo braccio tiitelarc »>.
Dalla Guida lUW educalorc del Lambruschini, anno trrzo i838,
j)agina lai c segucnte.
In Firenze ( cito con cmozione uno splendido rscmpio italiano),
la congrei^azione di S. Giovanni Baltista, dcslinata al «occorso dci
povcri lui'dianle visitatori, indottc le scuole infantili, dccise chc
•■ssefoiniar dovcsscro col giii csisleulc istituto uu lutlo solo I!
CILIV
pra molti diviso, c die ove a treceuto agiati dessc
ranimo, oltre all'usata beueficenza, di toglierc ai
loro piaceri della gioruata la vile somma di po-
cti centesimi, sarebbe creata alle sorgcnti gcue-
razioui del povero una felice ed affatto nuova de-
stinazione. Immenso e il potere nella eta nostra,
dello spirito di aisociazione, elemento creato dalla
civil ta. modema e disconosciuto agli antichi tempi;
e se il delitto ha per disavventura un contagio, an-
clie I'esempio delle azioni virtuose svcglia esse stesso
le simpatie e provoca la imitazione. Nell'cta nostra
h ammirabile il potere dell' associazione, ed io ne
accenno alcuni esempi luminosi a disinganno di co-
loro clie mettono sempre innanzi il uon si puo cbe
I'abate Genovesi affermava esscre il mortale iuimico
d'ogni generoso e salutare intendimento.
Predominava nclle Americlie e nella Inghil terra
il vizio deir ubbriacliezza per I'abuso dc'liquori for-
ti, con tutte le disastrose consegucnze sue proprie:
impotenti erano le leggi, impotenti Ic punizioni.
ITn filantropo concepisce 1' idea d' istituire associa-
zioni di temperanza : i dottrinatori del non si piiu
a\Tebbero riputato ridevole quel pensiero e quel dc-
siderio. ma in breve giro di anni le societa cosi
dotte di temperanza si crcbbcro al numero di cin-
queniila: piu che 2000 fabbricbe di liquori scom-
paj^ero: pill cbe 6000 botteglie pervendita di accpia-
CXLV
vitc si cliiuscro: in piii clic ^oo bastimcnti nc fu
soppvesso r uso, e di una meta vcnne scemata 1' im-
portazionc de'liquori forcsticri.
Le prigioni erano nella piu parte d'Europa og-
getti di ribrezzo por 1' uomo filantropo, pel politico,
pel veligioso, che non risguardi sanitari vi erano usa-
ti. non risguardi morali; ma scuole erano di vizio
c di dclitto. Alcuni eraiuenti ingegni insorsero con-
tro gli abusi pressocbe generali; ma la pratica ap-
plicazione de' principj sviluppati da' pcnsatori si
dcbbc all'attiva opera dcUe societa pel miglioramento
delle prigioni , cbe s' islituirono nclle Americbe in
Filadclfia ed a Boston, c ncll' Europa in Olanda,
ill Prussia, in Francia, in vari stati dell' Alemagna,
e sopra ogni altra cilta nclla capitale del Regno
Unito. Una donna madama Fry si delibera un gior-
no di penetrarc nella prigione di Newgate: non la
ritengono le difficolta che le si poneano innanzi
dcir imprcndimcuto, e gli stcssi pcricoli personal!
a' quali andava ad esporsi: 1' altczza dell' aiiimo suo
non sa ritenersi, e un carcere di ributtantc disso-
lutczza in poclii mesi e tramutato quasi in ordi-
natorifugio, ed in iscuola mirabilmente disciplinata.
11 suo escmpio cbiama compagne: sorgono in lugbil-
terra eomitali di signore protettrici delle donuc
condannate: 1' istituzione si estende sul conlincntc,
e commuovc I'animo la comunicaziouc in cbe pou-
CXLVI
gonsi colla Fry Ic signorc di Pietroburgo, clie si
sentirouo alzate alia stessa di lei missioue ondc to-
gliere disordini , avviare miglioramenti, e fare delle
carceri altrettante istituzioni di educazione.
La schiavitu de' negri durava da secoli : non pa-
rca clie nelV opinione generale i negri appartenessero
alia umana natura: gl' interessi agricoli e commer-
ciali delle nazioui erano legati alia continuazione
di un iufame cd inumano commcrcio; ed iuutili
erano tornate le eloquenti parole di molti scrittori
contro I'abuso il piu brutale dclla forza fisica eser-
citata dall'una parte suU' altra della umana fami-
glia. Gli sforzi isolati sono pi-esso clie scmprc impo-
tenti a solcnni e generali riformagioni] ma I'abuso
cbe non cede ai voleri dell' individuo, cadono alia
persistenza delle associazioni : si ercssero desse in
varie parti d'Europa, e le nazioni piu incivilito
proscrissero la scliiavitu, c danno efOcace opera a
distruggerla in ogni angolo della terra.
Taccio d' altri esempi maravigliosi dello spirito
di associazione, che gli accennati vagliono a dimo-
strarc la scntenza: che tutto puo ottenersi dagli uo-
mini congiunti ad uno scope comune purchc si vo-
glia altameute e pertinacemente, e che dicea con.
senno un alto ingegno guerriero e politico che a que-
sto mondo bisogna pensare e dii"e, poi fare, fare e
sempre fare.
La clifndcnza die io provassi del concorso degli
onorati c bciiefici concittadiui sareLbe ingiusta cd
ingrata: io ricorsi a voi iicl i835 qiiando Ic scuolc
della iiifauzia del povcro non conosceausi che per fa-
ma, e s' ebbc rispondeiiza di affetto gencrosa e con-
fortatrice clie lui died(> i mczzi ad aprire una prima
scuola, a giugncrnc pooo poi una scconda, c in fine
una tcrza, nellc quali da 4oo fanciulli tra mascbi e
fcmmine hanno ricovero, alimento, educazione. Quale
sorgcntc per me, nell' alto ed cffuso vostro sentire,
di ammirazione, di gioja, di gi'atitudine * ! La bc-
* II 7 gennajo i835 io proposi all'Atcnpo di Brescia la istituzione
(Icllc scuolc infantili: la proposta cbbc plauso,, ma il siio rsc^imento
fu tardato dalla invasionc del colcra i- orbtis cui soggiacque la
nostra provincia. Ricorsi alia bencficcnza concittadina, e Ic obla-
zioni chc ne ottenni furono tali che mi abilitarono ad istituirc
una prima scuola nel 1837 nel locale di s. Clemente: non era
ronipiuto 1' anno e fui in iblato di aprirne una scconda a san
Crisloforo; c nell' anno i83S ne fu apcrta una terza in s. Orsola
chc vcnnc dedicala a S. Maesta I. R., ora ridotta alle sole fan-
ciuUe, che vennero in lutto separate da' niaschi, c inlorno a 4oo
fanciulli poveri vi hanno ora custodia, alimento, educazione. E
per la sussislenza di tali scuole il dcfunto sig. dotl. Zambonelli lego
il capitale di lire quattromilaj i droghieri e gli speziali si obhliga-
rono in complesso ad annuc lire 44oOj duratura la contrihuzionc
»ino chc od cssi o i loro ercdi abbiano apcrta ncgoziazionc: cd il
nobile Lorenzo Appiani dono gcneroso un capitale di lire vcnli-
mila, riserralosi 1' iisufrutto sua nta durante sopra quattordicimila.
I'roclamata nel presenlo discorso la protrazionc del mctodo
cJucatoie dcllc scuolc iufautili allc elcmcijlarij c vicina a rca-
CXLVIII
neficenza non fu gittata , clxc 1' iiigcgno de' giovanetti
si aperse, cli6 i loro affetti si svolsero, chc nc' pub-
lizzarsi una disposizione che oltrcpassera Ic lire vcnti mila: un
ricco signore ha donate per 1' epoca della sua morte con atto
autentico irrevocabile la somma di lire cinquantamila, da au-
mentarsi a t5oooo eve muoja senza lasciar famiglia propria j il
sig. cav. di Rosa, nostro illustre e benemerito concittadino, chc
sente altamente a favore del nuoyo istituto , come amministratorc
graluito dei pii luoghi elemosinieri, ha offerto per cinque anni
austriache lire tremila, pronto a porgere' altro sussidio eve la
nuova istituzione non fosse alio spirarc del tcrmine altrimenti
proTvcduta.
Pel tecnico insegnamento, che io vorrei aggiunto alle scuolc
elcmentari, il consiglio comunalc ha dclibeiato doversi erogare
per la fondazione di un gabinclto d' arti e mestieri lire mille
milanesi, e lo stesso consiglio unito alia camera di commercio si
e obbligato pel successive andamento alia somma annua di L. 5ooj
ed i dolti dell' Ateneo ad una voce si sono offerti di dare lezicni
tecniche agli allievi dcUc scuolc infantili gratuitamente i giovedi
e le feste.
Io umiliai a S. A. I. Pi. il principe Vicere il mio pensamento
che la custodia ed il inctodo educatorc degli asili di carita si
continiiino per tutto il corso elementare minora accrcsciuto
del tecnico insegnamento, e la mia proposta con venerata riso-
luzione 29 novembrc 1842, siccome tendente all' utile scopo di
compiere neijigli dtl povero V educazionc morale e reli^iosa, c di
consolidare U abiludine all' opcrosita, e di pronmovcre V islru-
zione alle arti e mestieri^ vcnnc dichiarata mcrilcvole di essere
favorita e protetta.
Divulgatasi la vice-realc risoluziouc 1' cgregio c benemerito nob.
sig. canonico Pavoni, si altamente raccomandato alia estimazione
e alia gralitudine del nostro pacsc, c il cui nomc c in rcvercuza
CXUX
lilici spcrimcnti annual! i cittacliui die vi si affol-
tavauo nc furouo uoii pur conimossi ma nieravi-
in Italia c nolo in Europa, come si vrdc nrlT ojiora di Dngcrando
sulla pubMira licncficonza, si e oflcrto di accoglicrc per V inse-
gnamcnto dollo aiti c mestiPri, ncl iiuinero chc sia possibilc, i
giovaiifUi dnlle sciiole infantili, csciti chc siano dal corso elc-
mentare, ncl suo fiorcnte istituto. Siauo rendute all' uonio vera-
monte evangelico Ic lodi e i ringraziaincnti, chc il cuore pii6
bcnsi tributare con ampiczza, ma chc la lingua c iinpotcntc aJ
csjirinnTC condcgnamontc !
Ond' c chc si hanno Ic piu fclici aspcltativc chc un giorno non
pur le scuole atluali , ma le clcmentari c Ic tccnichc pei figU
del povcro saranno indipcndcnti dalle private clargizioni. Intanto
poro c bisogno chc la brncfircnza concilladina non si rimangaj
C potrrbbesi crrdorc chc cessando Ic usitale oblazioni, si volessero
disperdcre 4oo fanciulli, ecccllentcmcntc, e foi-za 11 dirlo, awiati
al bene, e render vane tutte le gia dispostc beneficcnze? Potreb-
besi tcmcre clie in Brescia ove si voile con entusiasmo I' islitu-
zione degli asili, non si intcndesse a sowcnirla, onde non cada
era clie trovasi in florido state? In ogni altra citta del regno
prosperano e si aumentano le scuole, e potrebbcsi temere che i
soli bresciani nc volessero dopo sci anni 1' annientaniento?
Ke io posso qui tacermi le lodi che si mcritano alcuni agiati
cittadini chc non isdognarono di accomunarc i lore tencri figli
ai figli del povoro nclle nostre scuole. II prnsicro loro fu santo:
si crebbc crcdito cosi alia islituziono: ne fu giovata con discrcta
prnsionc la econoraia: si dettc esenipio di civile e crisliano sen-
tire, auiciuando il povero al ricco, giacchc le affczioni del ricco
si allargano inverso al misero allora soltanto che egli tocchi, dirci
quasi con niano, la sua misoria, e dee farsi sovra ogn' altra scn-
sibilc al ricoo la srntrnza evangelica, chc tulti gli uoiuiui sono
fiatclli. Nrir cla prima iiou ani die >alga a diffcrcnziarc V istru-
gliati. Polvei Imaginare clic un'opcva gia spcrimentala
si fruttuosa vogliasi spenta, in cambio d' csservi ar-
dore, come e mio inteiidimento, a darle 1' ultima
perfezione * ?
zione dei ricchi da qiiella dci poveri; e nellc ricnrdazioni scm-
prc affettuose de' primi anni si avra un elemento pei ricchi di
iimanita verso ai poveri, dappoiche anco di troppo soi-vengono
ne' successivi cagioni chc slontanano gli uni dagli altri.
* La mia proposta dovrcbbe acquistare 1' opinione alia scuole
jnfantili in colore stessi che ncirattualc lore essere vi sono ne-
mici. II sigaor Pepe si csprime in fatti cosl: » Che se vi fosse o
5> vi potesse essere una scala di sale o scuole corrispondenti ai
»5 vari gradi dcUa eta in cui si e disciplinabile e si e gradual-
» mente iniziato alle discipline, la cosa starebbe benissimo, e la
»5 sala in discorso formerebbe lo scalino iniziale, in cui il bam-
» birio e preparato a salire a' superiori per essere, cosi salendo,
» rd educate ed abilitato al mestiere da cui trarre il bisognc-
» vole ». Ora nella mia proposta gli asili dclla infanzia sono
appunto lo scalino dal siguor Pepe dcsiderato. Ma perche sono
dcssi il priticipio di una grand' opera dovea trascurarsi? — »> E
» verissinio ( scrive il Lambrusrhini, Guiila dclV cducalore, an-
no i8!?6, pagina 376 ), le scuole infantili non sono nulla piu che
J5 un primo scalino di quella scala ammirabile di istituzioni po-
» polari, ad invocare e preparare le quali io mi glorio di aver
M consacrato, e prometto di consacrar fin ch' io viva ttilto quel
j» paco ch' io valgo: ma sono esse percio una van.i cosa? Chi posa
» i fondamctiti d' un cdifizio, gctta dunque 1' opera e il tempo?
»» E nello grandi fabbriche non si pensa egli appunto a stabilirne
n bene le fondamenta, e si lasciano riposarc ed assodare avanti
" chc si alzi la fabbrica sopra di quelle? So bene chc il prin-
5> cipio dclle cose non buslaj ma so ancora che senza principioj
Possano Ic mio pavolo non tornar vauo e i mici
voli avcrc compimculo! Sc cio avvciiissc, cccovi a
niulo la mia coscicnza: rulotlo al tormine dclla mia
vita, al niomciito in ciii ogni illusionc discompari-
scc c u(in lia pvogio clic il vcro c il bene, siccomc
n cWc. non osistono; so di piii clio mrntrc in crrlc matcrie un
» principio scnza prosoguiincnto rinianc sterile e privo di valo-
n re; in corle altrc ( e nell'cducazionc principal niente ) un bnon
» prinoipio c sempre di i^rande utilita; e i buoni srnii sparsi
» ncH'cta infantile gprniogliano quasi scmprc c fruttificano nelle
n el.'i srgiirnti, anrorche privc di nuoviajuti: so finalnicntc die
»> I'avor prinripiatf) uu'opora, h stimolo, e necessita di proscguirla,
n di compirla; c c\\o millc o millc i quali sarebbero sgomentati'
i> al dir loro — al^ianio un iiiinirnso cdifizio — arcorron volon-
»> trrosi a prestar matoriali, con che ai loro occhi non si voglia
» se non nostriiirc poclio braccia di niiiro; e quci muri accon-
n sontono poi di alzare da trrra, e \ia via confortati dairutilita
» c dalla brllozza doll' opera fatta, si adducono agovolmenle a por
n Irrmine a quella falibrica, la cui ampiezza sarebbe loro scm-
» brata da prima un' iinpresa impossibile , e che pur 1' arrbi-
»> tctto intcndcva fondarc quando diccva loro soltanto — fabbri-
r> cliiaino due muri — . Come quosto architelto, cosi abbiamo
n fatlo noi: e !o avrcinmo fatlo, quando ancora ncssuna idea ci
»> avosse brillato alia mcntc snl modo di istituirc qucU' cduca-
>» zione prrnianentc e progressiva, che dovrcbbe accornpagnarc il
» fanciullo lulla casa, nclla ci'dj ncl lavorOj iicgli uffizi dome-
» stici^ nc' passaUmpi J e dovrcbbc 7'estargli a fianco nclla sua
» piu adulta giofinczza ^ se non come una niadrc o come una
»> tutnccj almcno come una consigliera e un arnica; lo avrcmnio
n fatto pcrchc avrvamo £edc ncU' a\Tenire; c diccvanio a nol
i» steshi — coniinciain pure, allii [irosrguira c compira »■
CLII
uomo, mi confortevebbc il pcnsicro die una lagi-ima
si spargesse sul mio sepolcro da'geuitori i cui figli
si fossero dalle nostre cure salvati dal vizio e dal
delitto : siccome cittadino, mi si addolcirebbero le
estreme ore in pensando che non al tutto inutile
sarebbe stato il mio passaggio su questa terra se
avessi alia diletta m.ia Brescia lasciata una istitu-
zione die sola varrcbbe alia rigenerazione morale del
popolo; e come cristiano, I'avere data opera, cbecdii
dai malevoli sia detto e scritto in contrario, ad
istituzione eminentemente religiosa, mi farebbe sor-
ridere all'anima la spcrauza della misericordia e del
perdono *.
* Nell' andare del mio discorso io lio in alcuni tratti profit-
tato d' idee sparse nell' ccrcUcnte oprra la Guida dM\ducatore
deir abate Lanibruscliini, fors' anco coUe stcsse parole , ma non
ho il tempo de' necessari risconlri per le corrispondenti citazioni.
Sia ci6 dctto per cansarc la ccnsura di usurpatorc dcgli altrui
pcnsieri.
ERRATA CORRIGE
Pag. Tixx linca 25
poichc la terra era sua poiclic la terra era di Dio
I'.im^r.i
P. Xixviii lin. -j^ torncranno vane,
M Lxviii •> 1 4 del (igliuolo del povero?
" >» »> i5 riceva egli,
» » <> 18 gli si somminUtrino ?
>j Lx.vviu » ay wot. sara inetta
»» Lxx\ i> 6 c ai4 niila fanciulli
» »> » 9 si comparle, oflViraano
2i4 luila anni
i> LxxxvH " 18 not. altra fiata gli si in-
segnaronOj
** cxvi i» ■; not. si continuera sino
al compimento della
istruzione eleraentare
minora.
»> i4 4- Compiuto il corso ele-
mcntare, per due o
tre anni, giusla il bi-
sognoj
n ult. piu o meno avanzata^
ma per
»> 1 5 not. 10. Dedicati i giova-
netti alle olficine par-
ticolari , vcrranno il
giovedi e la festa.
»> cxviu
7 not. i5. Le scuole clemen-
tari saranno invigilate
usciranno vuotc di effetto,
dei (Igliuoli del povero?
riccvano cssi,
loro si somministrino?
la fara inetta
c la raeta e piu di 3i4
mila fanciulli
si coniparte, per un qua-
driennio, offrira oltrc a
107 mila anni
altra fiata loro si insegna-
rono,
si continuera pci fanciulli
chc ne cscano compiuto
il sesto anno , sino al
compimento della istru-
zione elenientare mino-
ra: a norma in tutto dei
vegliauti regolamenti.
4. Compiuto il corso ele-
mentare, si dcdicheran-
no i giovanetti per due
o tre annij giusta il bi?
sogno.
piu o mcno avanzata, a con-
ferraa c perfezione della
gia oltenutaj ma per
10. Dedicati i giovanetti alle
arti e mestieri durante
il biennio o il triennio
indicati al g. 4- e suc-
cessivamente , verranno
11 giovedi e la festa,
7. Le scuole elemenlari e
il tecnico insegnamento
saranno invigilali
I
RELAZIONE ACGADEMIGA
DELL' ANNO
M. DCCG XLI.
'^^'' M a/oi\/
;.' {
ooDa 1/
Scrits juncturaijuc.
HOR.
i^c mai fu eta nella stovia in ciii fiorisse per eccel-
leuza lo studio dcllc scienze naturali , ella c per
certo la nostra, nella quale tan to sagaci esperienze,
' lanti nuovi trovati, tantc feliei applicazioni di que-
stc scienze all' industria, ai incstieri, al commcrcio
e fin anco al solo lusso e al piaccre Ic fanno prc-
dilctte e supreme fra tuttc le altre. Per niodo chc
se in altri rispetti puonno diversifirare le opinionL
su quel progrcsso della umana civilta clic amasi
d' assegiiare per qualita carattcristica del sccolo, va-
riar non possono in qucsto senza ronlrariare alia
irrecusabile testimonianza dei fatli. Qucsta singo-
larc tendenz-a degli odierni studi dovea manifcstarsi
pur anco, e da qiialche tempo Si manifesta in ef-
fctto ncir Ateneo nostro; ma nell' anno presente
vi si fece sen tire in tal guisa chc se dalla copia
dcllc nostrc produzioni scicntificlic alcunc pochc si
traggauo spettanti allc scicnze civili, tullo le altrc
non si riferiscono che alle naturali e spcrimcntali,
siccome apparira dal ragguaglio clie siamo per fame.
Tomato dal secondo congi'csso dei naturalist! ita-
liani tcnutosi 1' anno scorso in Torino, un nostro
valoroso collega api-iva ielicemente 1' anno accade-
mico riferendoci gli atti di quell' assemblea nella
parte spettante agli speciali suoi studi. II dottor
Giaconio Attilio Ccncdella leggeva una sua relazio-
ne delle memoi'ic cola prodottc e dellc materic di-
scusse nella sezione di chimica, nella quale egli com-
pie r onorcvole ufficio di Segi-etaiio. Essendo questa
sezione fino al giorno 20 scttembrc, decimo delGon-
grcsso, stata cougiunta con quella di fisica, nou vi
si cominciarono a trattarc matei'ie puramentc chi-
niiclie se non nella tornaLa del di jc), nella quale
il professore De-Cattanei di Momo lesse una sua
inetnoria tcndenle a provaro coulro I'asserzione del
Miahele che il calomelano non puo cangiarsi in
sublimate corrosivo nel ventricolo degli aniniali ,
iiicsculandovisi dei cbu'uri alcalini solubili. L'opi-
uionc del De-Cattanei essendo stata nella tornata
medosima sostenuta pur anco dal professore Cantii,
e nella seduta del gionio m combaltuta dal pro-
fessore Peretti c dal signer Abbene , il Presideute
della sezione noniino una commissione, la quale, a
cliiarire la coutrovcrsia, istiluisse Ic netcssarie espe-
i-innzn nel R. laljoi-atorio e faccssc rapporlo JegU
ottcnnti risultamcnti. Nclla tornata del giorno 22
coniunico il dotlor Nardo di Vcnczia iin suo pro-
rcsso per ottcncrc la cantaridine, fondalo sulla sua
inalterabilita nell' acido nitrico , csponendonc per
miniito 1(* varic pavlicolarita e gli avvisati vantag-
gi, e Irattando dclla pratira applicazione dclla can-
taridinc alia mediciiia. Le formule del Nardo per
gli usi mcdicinali csscndo pienamente approvate dal
signor Ferrari, ma non troppo dal professore Can-
tu. vcnnc di concerto rimessa la cosa alia sezione
medica. Nella seduta mcdcsima lesse il prof. Pcrctti
la descrizione di un metodo da lui praticalo per
ottencro i principj amari di molti vegetabili non
alcoloidci, mediante 1' uso del carbone animale e
d' altro processo lendcnte al mcdcsimo cffetto per
mezzo dcH'acido solforico, mostrando alia sezione
parcccbi saggi dc' siioi preparali , clie rennero da
molti fra gli astanti encomiali.'Esscndosi la com-
missionc, cletta a versarc sulla controversa opinioue
del professore De-Cattanci, occupata nei giomi 2'2
c a3 dollc analoglie sperienze; nel giorno 24 ^^
professore Cantu lesse la relazione de' risultamcnti
ottenuti, i quali tornando favorevoli ad essa opi-
nione, il signor Abbcne insorse protestando coulro
le fattc sperienze c impegnandosi a pubblicarne alti"e
in contrario. Nclla lornata del d'l 2 5 lesse il pro-
fessore Lavini le sue osscrrazioni c spericzize siil
grano sepolto chc si trova a Certaldo in Toscana,
rifercndo le diverse ipotesi fattcsi su questo fru-
mento, confrontandolo con quello che fu scopcrto
nelle piramidi egiziane, determinandolo constare di
almina e di traccie di glutine vegetale. Alia lettnra
vari discorsi e congetture sorsero intorao all' alte-
razione di quel grano, notando il Prcsidente della
sezione, che aveva visitato il sito di Certaldo ovc
trovasi il grano in discorso, appartenere quel tcr-
reno ad epoca recentissima e trovarsi molti pezzi
di schisto ad esso frammisto , e confermando il
professor Canobbio tale alterazione con altra con-
simile da lui osservata nella riviera genovese. Leg-
geva in seguito esso Canobbio una serie di osserva-
2 ion i da lui fatte suU'acqua piovana di Genova ,
non senza aceennare i molti lavori per altri fatti
e i vari risultati ottenuti in proposito, e corredava
la leltura eolla presentazione di una tavola da lui
eompilata siccome principio d' esecuzione delle osser-
vazioni meteorologiche da farsi in vari siti d' Italia
secondo la proposta fatta dal commendatore An-
tinori nolla riunione di Pisa. Al che il prof. Lavini
aggiungeva le osscrvazioni di Vassalli Candi sui
molti sali c materia organiche chc scontransi nel-
r acqua di pioggia e nella vaporosa degli apparta-
menti, I'Abbene osservava chc la qualita e quantita
7
del sjili vaila socondo \c circostanze, il Gencrale
cavalicro Sobrero jiolava la ncccssita di tener conto
di tultc le circostanze atmosfcriche c il Prcsidente
dclla sezionc dcsidcrava alcune aggiunte nella ta-
vola piesentata. Nell' adunanza del 26 leggcva il
Generale cavalicre Sobrero uri accuratistimo c ap«
plaudito suo scritto suUa costituzione dcllc ghisc
c dell'acciajo, nel quale dimostr6 come si possano
qucsli due composti ottcnerc ben prcparati cd ac-
conci ai diversi usi domcstici e militari , c quali
sicno le sostaiize clie in essi combinate danno loro
diverso pregio modificandone la qualita , notando
r^'utilita die vi arreca in alcuni casi la presenza
dello zinco c del manganese, e come questi metalli
ossidandosi, rcndano piu pari la gbisa e I'acciajo.
II signor Griscri poi ragguagliava 1' adunanza di al-
cuni suoi lavori sulla corLeccia dell' ippocastano c
sottoponeva alle osservazioni dcgli astanti due so-
stanze, 1' una solida, I'altra semiliquida da lui ottc-
nutc. Dopo di cbe il signor Gio. Rigbini comuni-
cava le sue riccrclie siiU' olio cssenziale di lauro
ccraso, alle quali il professor Pcrctti aggiungeva le
sue spericnzc e del professor IMericbini sulla mate-
ria cristallina dello stesso olio da essi giudicato per
acido bcnzoico. Al cbe aggiungeva pareccbie osser-
vazioni il professor De-Cattanei, ricordando i lavori
di Orioli c di Sgarsi c le opinioni di Houton-La-
8
billardicre e di BoutPOn»(!lharlard clie consldcrano
tale sostanza per un idi-uro di benzoilo. Lo stcsso
Righini lesse pure una sua nota sul modo di con-
servare la segale cornuta stratificandola uella pol-
vere di carbone appena preparata. A nome poi del
conte Domenico Paoli di Pesaro leggeva il prof. La-
vini I'analisi dell'umore che geme ^aW encalyplus
cotytiifolia. Seguiva quindi il signer Ferrari con una
sua nota sopra un' accidentale formazione di un
piroforo da lui ottenuta calcinando in un mati'ac-
cio un miscuglio di sei parti di tartai'O rosso ed
una di zolfo clie intendeva convertire in zolfuro
potassico. Dava occasione questa nota ad analoghe
osservazioni del professor Peretti, dello stesso rife-
rente Cenedella e del professor Lavini, dopo le quali
esso Cenedella dava conto di un suo lavoro intorno
air azione del cloro secco sul biossido di mercurio,
con cui opinava si potesse formare dell' ipoclorito
mercurioso; alia quale opinione contrapponendo i
signori Canobbio, professor Peretti e cavalier So-
brero la loro, che la cosa potesse consistere in un
solo assorbimento meccanico del cloro operato dal-
r ossido, oppure un clorito mercurioso, sorgeva il
signer Bernardi provando stechiometricamente die
dair accennata reazione nasceva il solo ipoclorito
mercurioso. Dopo di che il signer Gio. Battista
^cliiapparelli mostraya alcuni campioni di idroclo-
9
nito (li ninmoniaca da lui preparato distillando a
fuoco nudo le vinaccic gici spoglic di alcoolc, rac-
coglicudonc i prodotti , salificaiidoli col bisolfato
d' allumiiic e sublimando il solfato ammoniaco col
cloruro jodico. Parlava quindi il professor Lav in i
deir azoto in consimili operazioni e nelle nitriere
artificiali , e il Prcsidcnte della sczionc ossei-vava
che non sarcbbe senza proposito il cercarc quale
influenza potcsse avere 1' azoto nella fcrmentazione
c il ten tare di suscitarla. Nella scduta d(;l 28 varic
osservazioni facevansi al lavoro del signor Griseri
sull' ipocastauo, notando il professor Perctti chc la
sostanza solida dall'autore isolata poteva esscre com-
posta di calce e di un acido particolare tolto dal-
r onieus cuiopeUj e il nostro refercnte che la ma-
teria semiliquida dal Griseri presentata aveva dei
grandi riscontri colla cangiantina del Kulman. Lessc
poscia il cavalier Amadeo Avogadro una niemoria
suUa facolta elettro iiegativa ed elett/o positiva dci
corpi sernjjlicij parlando dellc cognizioni clie si pos-
sono ora ritrarre da questo soggetto nella teoria
delle sostituzioni. Seguit6 a questa memoria un' altra
del professor Peretti sulla proprieta del carbone
animale di togliere il principio coloi'ante rosso e
bleu ad alcune sostanze, ne di piii cederlo a verun
solvcnte, ne all' acqua, ne all' alcoole, ne alia po-
tassa; ed a questa un' altra pme del Peretti sulla
^10
formcntazionc vinosa eel acctica che I'autore attri-
bui alia presenza di una materia colorantc gialla
nelle uve bianclic e rosse, e della quale spogliato il
sugo recente, merce il carboue animalc, non piu
fex'mentcrebbc, ne passerebbe in vino; ma bensi in
acido acetico seuza formazione di alcoole. La quale
ipotesi sembrando opposla alle idee ricevute intomo
a questo fenomeno, promosse varie discussioni, cbc
il Presidente della sezionc terminu col far sentirc
la nccessita di piu addentro studiare nc.lla mate-
ria. Lesse poscia il cavalier Luigi Zenone Qua-
glia una memoria sul fuoco gi-eco del Basso Im-
pero. nclla quale tocco eruditamente la storia di
csso e dei cangiamenti ai quali pare andasse sog-
getto quando I'adoperai'ono i greci cd i saraceni ,
cd indict) i molti processi inutilmcnte tentati per
imitarlo, conchiudcndo cbe difficilmentc si puu con-
venire clie ardessc sotto acqua c fosse cfficace; la
quale memoria diede campo ad alcuiie storiclie e
scientificbe riflessioni fattc dal nostro refercnte in
aggiunta e da altri fra gli astanti confermate. Final-
mente il signor ingegncre Baldracco lesse uno scrit-
to intorno ai pcrfezionamenti di cui sono suscct-
live le fucine dclle miniere catalano-liguri nel Du-
cato di Gcnova, in cui, dcscritti i minerali, dipinse
lo stato impcrfetlo dei forni e dei mantici e pro-
pose diversi cangiamenti si nelle forme di questo,
SI lu'ir iisf> lessionc sanguigna, ammalo in carcerc di un raf-
freddameuto con tosse molesta c prostrazione di
forze il giorno 5 di luglio iS.fo. El)be auclie, du-
rante la notte, de' brividi, ai quali tonne dictro un
3a
colore coccnte e un senso profoudo di dolorc la-
terale a dcstra, non pero iuteuso. Datagli una po-
•/ione purgativa, nel giorno scgucnte, csseiido colto
da fcbbrc con csacerbazione della tosse e del doloi'c
puntorio, spccialmente sotto la respirazione, fu tra-
sfcrito air infermeria. Moslrava i segnali di una
fervcnte infiammazione all' apparato pncumonico;
guancic rosse cd acccse; scintillanti gli occhi, ma-
dida la pcllc con caloi-e febbrilc, lo sputo lineato
di sangue, Ic dcjezioni deiralvo copiosc; i polsi
duri cd irritati. Bevandc mucilaglnose, cstratto
acquoso dcUa segalc nella dose di cinque graui ad
ogni seconda ora, dieta strettamente negativa. Alia
sera cguale inlensita nci fcuomeni. Nel tci*zo giomo
di malattia ( secondo di cura ) corta e ambasciosa
la respii-azione, arente la setc, la faccia non piu
avvampantc, ma trista e tinta in colore Icrrigno;
piu lilto il dolorc latcrale, calmi i polsi, ma vigoi'osi
come prima. Segale a dose raddoppiata, bevande
pettorali. Quarto giorno di cura. Esacerbazionc di
tutti i sintomi locali e gcnerali, dclirio, tosse cou-
tinua; rantolo crepitante a quasi tutto il destro
polmone, fisonomia strana, ansicta. In talc stato
di cose dubitandosi clie 1' ommissione del salasso
per tvoppo fidanza nclla segale avesse recato 1' in-
fermo a questi termini, si prcscrisse un largo sa-
lasso; ma tornato vajio ogni tentalivo per 1' obli-
tcl-aziouc dci vasi si coutinuo ncl cominciato mo-
todo coll' aggiunta di un sanguisugio sulla parte
lalcralc dolcntc, c alia sera un pun to csteso di an-
lagonismo alio sterno. Nclla malliuadel scsto giortio
cd aiiche in quclla del susscgucnte nulla era mu-*
tato; ma la tossc iiisorgeva meno affannosa, pareva
fdcuu poco pill libera la rcspirazionc, c non era
notabile il delirio — Continuazione dclla scgalc ad
cguali dosi. Nell' ottava c nona gioriiata piu debole
cd oscura la crepitazione, minoratc la febbre e la
tosse, gli sputi non piu abbondanti cte prima, la
rcspirazionc naturalc, reintegrate le funzioni men*
tali e quasi nullo il dolore puntorio. Alia segale
in eguale misura si accoppio un locco prepftrato
colla gomma adragante e con 1' olio di semi di li-'
no; cd inoltre due larghi essutorj allc braccia. Da
indi in poi vcnnc 1' infermo sempre piu miglio-'
rando, iusino a che, sospesa la scgalc nell' undccima
giornata, usciva da quella \ iolentc pneumonia, dclla
quale la segale comuta govcrno quasi da sc tutta la
('lira. — ni." caso. Angclo R da Reggie, giova-*
nissiino, mal condollo c prostrato dalle dure pri-*
gionie di Mantova, fu sarprcso da bronchitidc acuta,
manifcslala da lulli i sinloini prodromi ddle acute
affczioni, fra i quali il piu grave era la tosse. Gli
vcniva souiminislrala una pozioue oleosa, anclie pei*
ntlcmiarc la irrilazioue della laringc, c ncl terzo
34
giorno Jeir affezione, tradotto all' iiifermcria, mo-
strava i seguenti fenomeni : faccia accesa , pelle
urente ed umida, polso cclere c vigoroso. tosse af-
faticaiite, sputi viscidi e I'ubiginosi, abbattiniciito e
ncssun dolore ai lati. L' attcnzionc prestata col soc-
corso dcir orccchio indicava il respiro broncliiale
ncl tcrzo medio del polmonc destro e uii cotal
poco di broncofonia ncl lerzo superiore, leggcro ran-
tolo niucoso in alcuiii punli, c specialmente alia
base: 97 pulsazioni arteriose per minute; il resto
normale — Consueta dose di segale e decozioni ni-
trate. Nel secondo giorno dclla cura si noto un mi-
noramento appena sensibile dei sintomi accennati.
Nel terzo c quarto la tosse era meno crucciosa,
declinava la febbre c fluivano piu abbondanti le
urine, qualclie sudore appariva e la respirazione
toi'nava al ritmonaturale; gli spuli spumosi e meno
viscidi spiccavansi con piii di facilita dalla bocca, ed
ei-ano a ^3 i moti dcU' arterie — Coutinuazionc del
metodo curativo c purgazione oleosa. Vcnne indi
r infcrmo in tcrmine di couvalcscenza; ma incorso
in errori dietetiei ed espostosi ad esterne influenze
scnza cautela, torno a star male; rinnovossi la tosse,
si fe' rauca la voce ed il polso celcrc cd irritato.
Gli si prescrisse di nuovo la segale nella dose di
trenta grani al giorno con una bevanda pettoi'ale.
Non cbbe poscia ricadutc di sorta — lY.'' Caso.
L. Giovanclli di Brescia, detenuto nelle career! cor-
rettivc del oastollo, affclto nell' anno prcccdente da
plcuro-pncumonia, era stato guarito colle iterate
flobotomic c cogli cpispatici. Avcndo posciauna talc
affczione per alcun tempo vestitc le forme di lenta
pneumonia con sintomi di febbrc etica, tradotto a
Milano in aria piii convcniente, parve dopo alcun i
mesi riavcrsi in salute. Ma ritomato al primo luogo
di emendazione, ove 1' aria ^ si acuta e sfogata, non
ando guari che travaglii di nuova tosse e di fcb-
bre; a cura di che gli fu fatto nel suo carcere un
largo salasso e data una pozione oleosa. Si finsc
guarito, aborrendo per sue particolari cagioni dal
passare all' infermeria. Ma nella quinta giomata
d' invasione, facendosi piii manifesti e piu gravi i
sintomi dcU' affczione primitiva, e pigliando di lui
possesso la febbre, fu tradotto alia infermeria car-
cerale. Era ivi infestato da tossc ostinata con escrcato
purulcnto e rosso, e da una sensazione di peso al
mezzo dcllo sterno; la felibrc inaspriva con brividi
di freddo alia sera c con seguito di sudori par-
ziali; i poisi erano fi-cqaicnti cd irritati. Giudicossi
trattarsi di un catarro cronico, o broncbitide ci'O-
nica, cui si fosse aggiunto di fresco una condizionc
acuta con segni di parzialc infiammazione c so-
spetto di suppurazione dci follicoli broncbiali. Il
metodo tcrapeutico fu diretto a conibaltcrc 1' affe-
36
zionc catarrale e la sovercliia scnsibilita con salu-
tari derivazioni e con alte dosi di segale cornuta,
pretermesso al tutto il salasso. A tali sussidj tenne
dietro la convalqscenza dell' infcrmo , durante la
quale, a francarlo dalla mala abitudine del corpo
infralito, gli furono per molti giorni fatti prcndere
i decotti di licliene islandico. Gode al presente d'in-
spcrata salute — V.'' Gaso. Giovanni G di Bre-
scia, vetturale, vicino a scssant' anni di eta, si dolea
dal suo carcere di cefalea ricorrente, di tosse secca
con isputi tinti in rossiccio, di fcbbri c di sordi
dolori trascorrenti al petto. Prese alcun purgante
con sollievo ; ma dope alquanti giorni facendosi piu
grave la fcbbrc specialmente a sera, fu mandate
air infermcria, molestandolo piu clie tutto la tosse
continua. Gli si trovo agli esami la rcspirazione
frequente, sccco c vibrante il polso, generali i su-
dori. Soffriva una scte intensa e il dolore prima
vagante gli si fissava profondo al lato dcstro. Aveva
rantolo crcpitante licvcmcntc sonoro a tutta la
compresa del polmonc affctto e lo sputo viscido e
scui'O. II trattamcnto a cui venne sottoposto fomi
ncl primo giomo ben quaranta grani di segale cor-
nuta epiraticamcnte data , oltre un' emulsione di
gomma arabica con nitro. Ncl sccondo di cura c
ftono di malattia i fcnomeni generali apparvero al-
quanto mitigati; ma gli assalti dclla tosse dura-
37
rono, sc iion frcqucnti, al ccrto piu prolungati; non
era la voce naturale, c la pungente doglia al de-
slro lato si irradiava alia scapola corrispondente —
CouLiuuazionc doUa cura: purgantc olcoso — Nei
due giorni susscgucnti continuarono gli sputi vi-
scid! e scuvi, il polso c il rcspiro erano a stento
perccLlibili, rimcssa la tosse, il rantolo crcpitante
scambiato in mucoso, era la pclle umida, non urente,
c il dolore lateralc persisteva meno intense e pro-
fondo — Alia dose solita del farmaco si aggiunse
una decozione pcttorale c si aprirono due cpispa-
tici alle parti iutcriori dcllc Lraccia. Nel scsto e
settimo giomo gli sputi si fanno meno yiscidi, spu-
mosi e bianclii, meno penetrante il dolore punto-
rio, naturale il calore. L' ammalato s' accusa di ver-
tigini c di nausce; ma domanda un poco di cibo
per I'estrcma lassitudine. Si continua colla segalc
I* in piccola quantita sino al decimo giomo, nel quale
i sintomi dclla pncumouite sono scomparsi e suc-
cedono i scgni del proccdcrc dell' infermo a stato
di sanita — VI. " Caso. Ambi-ogio Dossena di Mi-
lano, foniajo, d'anni venti c di gracile complessione,
manomesso dalle febbri con brividi di freddo, crcdette
di libcrarseue trascorreudo in abusi di cibo e di
bevandc. Ma succcssa la notte, la fcbbre gli si face
piu intcnsa con puntura ai due lati del costato,
tosse cd cscrcato sanguigno. Avcva gia prima pa-
38
tito due volte di pneumosi, state curate col mctodo
controslimolante del Rasori, ma tuttavia indicanti
anticlii vestigi di alterazione, ricomparendo a quando
a quando, sotto cagioni anclie lievi ed in istato di
salute, la tosse e gli sputi striati di sanguc. Tra-
sportato r infermo dal carcere alia sala medica, il
dolore puntorio lo affliggea moltissimo ad ambo i
lati con fcbbrc ardenle, conati al vomito, e nes-
suna scarica del corpo. Gli fu prescrilto un pur-
gante e la consucta dose della scgale cornuta. Si
manifcslarono senza nOtcvolc mutazione per tre
intcri giorni i fenomcni propri della pneumonia:
lo sputo cruento, la tosse c la febbre perduravano.
Non gli furono prescritti altri rimedj interni che
bevande pcttorali nitrate e la scgale epircticamente
data fino a 60 grani in un giorno; ncssuna de-
plessionc sanguigna. Nel giomo sedicesimo di cura
fu restituito al suo carcere in buona condizione di
salute. Tali sono Ic sperienze clie il nostro socio
propone da considerare ai cultori della scienza, ac-
cioccbi si vegga se esser possano di qualehe van-
taggio al progrcsso della pratica medicina. Essendo
qucste sperienze state condotte senza il salasso, noi
non dobbiamo lasciar di avvertire coll' autore clic
cgli non si valse di questo artifizio se non perclie
apparisse in piu cvidenza il valore anlistcnico e
pcdativo della segale cornuta, non gia pcrchc cgli
3.9
iiitcnda cli osclmloro por ossa il susslJio Jolla san-
guigna )) lo stcsso ( ogli dice) per qiicstc mie spc-
» lieiizc non reputo ne inulilc ne adJotlabile cosa
)) il raccomaudarnc I'uso csclusivo; chc solo per
» cssa mi el)l)i il consiglio di riconfcrmare in una
» soslanza tuttavia nuova quclla singolarc natnra
)) clic rccu gli srrittori a si svarialc opinion!. Sic-
» come tutti gli altri agenti di controsUmolo (pro-
» segue ), va adoperata da sola in quegli infermi,
» cui la flogosi precedente divampa aleuni visceii
» impoitanli alia vita, i quali non puonno eom-
I) portare quella niaggior copia di salassi clic 1' in-
)) fiammazione locale impcriosamentc addomanda.
I) Egli ti queH'uno il memento di oppovtunita, in
» s\ gran fuoco dietetico, di votarsi alia segalc, e cer-
M tamcnte con piu profitto clie non alia digitalc
» ed alle prcparazioni antimoniali; la quale con-
» tinuata a norma della morbosa capacita ed a
)) grado di tolleranza, immuta cosi le arcane con-
» dizioni dell' umano organismo che lo stimolo so-
n verchiante ne e attenuate e depresso ad una ai
» procedimenti morbosi e ai consueti esiti dell' in-
» fiammazione. Poiclic qiiando vige una vera flo-
» gosi del sistcma sanguigno c solidi e fluidi com-
» penetra con notevol allcramento dcnlro I'organica
» mistione, tornano allora indarno, scnza il salasso,
» i piu podcrosi agenti lerapcutici ».
4o
A quiditlare la virtu terapeutica d' un' altra so*
stanza niediciaale ^ destinata un' altra memoria,
di cui r autorc non socio, fece omaggio alia nostra
piccademia. La sostanza di cui vi si tratta e 1' olio
della scmente di crototi tiliunij clie il dottor Achille
Filippini Fantoui , dal quale la memoria e dcttata,
definisce per farmaco piu ipostenizzante vascolare
che enterico. I seguenti tre casi presentatisi alio
scrittore mcdcsimo nel corso di sua pratica gli val-
gono a sostegn I'uno i processi all'assimulazione pertinenti, nel-
)) I'altro i moti dei precordi o del rcspiro ed ora
n stravolgcrsi i conccpimenti del scnso, ora scemarsi
« Ic mauifcstazioni del moto o i poteri della mcnte
» imbizzarrirc? Si disse da niolti che i sintomi sieno
» resprcssione degli organi sofferenti; c con buona
)) ragione. Ma questa vcrita cstesa a tan to numero
» di morbi, e che escluse per sempre il perniciosis-
» simo errore di- risguardare i sintomi che li di-
ss mostrava siccome altrettante infermita partita-
w mentc curabili, questa verita. io ripeto, perche
» non applicarla eziandio alia tcnebrosa ipocondria,
h
> anzichc- gliidicarla scmprc cguale a s6 stessa ed
5j idcnlica »? Dall' csame della sintorhatologia pas-
sando a quollo dcllc cause, alia eta fra la giovane
c la virile, al tempcranientp pletorico o epalico o
nervoso, alia soppvessione o ritensionc degli scoli
abituali, allc inclinazioni morali e intellettivc, al-
io malatlie altra volta soffcrtc, allc vicissitiulini
atmosfcriche, agli abusi del vivcre, ai patemi e allc
passioni cccitanti cgli riduce le gcnerali' cagioni che
soglionsi comunementc riputare valevoli alia pro-
duzione dell' ipocondria. Cio poslo e considcrato
che anchc una sola delle indicate cagioni, p. c, una
vicissitudine atmosferica sviluppa lalvolta lunga sc-
rie di morbi pel sue pcrnicioso influire sopra or-
gani diversi, cgli domanda come mai non dovranno
tutlc le altre produrre la stessa varieta di consc-
gucnti moi'bi, anzichc produr scmpre in determinate
cii'costanze una stessa ed eguale affezione, cio6 la
ipocondria, in onta dclla quotidiana cspericnza die
tanti c si diversi dimoslra procederne? Ajiche dalle
cagioni pcrtanto cgli conclude non essere semplice
r indole ne unica la sedc dclla ipocondria. La stessa
conolusione egli trae dai metodi curativi usati ncl-
I'affezionc in discorso. u Tanti metodi (eidice) pro-
« posti con migliore o peggiore riuscita provano
n alibastan/.a rbe non si conobbc per intcro il male
» in discorso cui s'intendcva presta»c soccorrimento,
5$
n Q chc i mcdici non seppcro tampoco ciq che si
•» volesscro. Di piu il vortice dei farmachi in cui
5» si aggirarono, 1' utile che gli uni ritrassero da
» questi e la nuUita o il danno che altri ebbero
» dai mcdesimi non portano forsc a concludere che
» I'affezione medicata e guarita dai primi fosse al
■ tutto diversa da quella curata dai secondi, c non
n valgono a confermare la moltiplice natura del
• morbo? Perche la pleuritc e la polmonia cedono
» maravigliosamente al salasso e alia cosi dette me-
» dicinecontrostimolanti, mezzi che indistintamon-
n te rispondono a tutti i professor! dell' arte e per-
» dii non i: cosi dclla siGlidc, la quale richiede ben
» altra terapia, e trova nei mercuriali 1' unico suo
» rifugio, si 6 dovuto conchiudere che la pleurite
» c la sifilide diffcrisscro essenzialmente fra lore.
>• Sc il paralello si fosse adattato alia ipocondria,
» e se una cura riuscita a bene in un caso e fal-
» lita in un altro ritenuto consimile si fosse nel
n 3UO valore interpretata , noi non saremmo al pre-
w sente in tanta irrcsoluzione, anzi aTrcbbesi co-
» minciato a distinguerc subbictto da subbietto c
» a stabilire nella somiglianza ben anco di forme
» una disparita di sede e di condizione morbosa » .
Dai sintomi pertanto, dalle cagioni, dai processi di
cura appartencnti alia ipocondria egli deduce che
essa non 6 stata fiaora conosciuta se non impcrfet-
59
tatiH'ntc c chc fu cousiderata ed apprezzata soltanto
nclle sue csteriori apparenie; che studiata piu ad*
deatro, debb'esscr riguardata come un'affezionc com"
posta e molteplice nell' iiitima sua condizionc e
come tale govemata con metodi terapeutici di-
stinti cd adatti allc particolari sue condizioni;
che il vocabolo ipocondria e nome improprio e
disadatto, rappreseutativo di un complesso di mor«
bi svariati ', ch' essa non ^ se non la forma di al«
tre infcrmita , delle quali segue perci6 1' essenza
patologica , ed ora viene originata da sregolatc
disposizioni negU strumenti della vita, ora e con-
seguenza di flogosi e de'suoi esiti, ora d'irritazio-
ne, ora di nevrosi e di morale affezione ed ora h
compagna o succedanea di altri morbi specifici.
Queste varie derivazioni della ipocondria costitui-
scono il soggetto della seconda parte del trattato,
nella quale I'autore prendendo, siccome gia dissi-
mo, a considcrare la ipocondria nellc varie specie
in cui puo esscre distiuta, comincia da quella clie
dcriva dalla prima fra le indicate origini, cio^ da
assimetria, o mala disposizione c costruzione del
visccri. Intomo a che, descritta 1' interna organiz-
zazione della macchina umana , indicate le molte
anomalie le quali, secondochi insegnano i trattati
di anatomia, puonno aver luogo ne' visceri rispetto
o alia loro diraensione o alia lore collocazionc o
6o
alle loro relazioni, od anche totale difetto, consi-
derato csscrc consentaneo a ragione e alle dottrine
della fisiologia che un viscere tolto dalla naturale
sua sede c disgiunto o allontanato dalle sue corri-
spondcuze, angustiando i contigui, oppure compresso
egli mcdcsimo, o non eseguisca convenevolmente le
operazioni sue proprie o a quelle degli altri s'at-
ti'avcrsi e pregiudlclii, egli mostra per autorita di
sdrittori e con csertipi come qucste male conforma-
zioni, comprese sotto il nome complessivo di assi-
metria , soventi volte' scohosciute ed occulte , pos- ^
sano dar luogo a dd pari arcani patimcuti; c cou"
elude con csprimer la ferma persuasione ch'elleno
abbiano contribuito e contribuiscano ad ingenerare
una parte di quelle indcfiuibili sofTerenzc che pas-
sano comunementc fra Ic ipocondrie, giudicandosi
tali e dairincorreggibilcloro propria natura c dalla
segreta loro condizione, difficilissima a sospettarsi,
Passando poscia alia ipocondria derivante da flo-
gosi, Tautorc, ridotto il processo della infiamma-
zione agli stadi di irritazione, d' afflusso e di flo-
gosi ed csclusa dalla genesi della ipocondria 1' in-
fluenza della irritazione e dell* afflusso, csseadochc?;
SI r una che 1' altro o non sono cbe passaggeri o
passano sollecitamentc a piu decisa c fondata con-
dizione morbosa, e aon attribuito loro se non se
forse il potcre di risvegliarc le tacenti penc ipocon-
6r.
(liiaclic in flii nc tcnga gia il foinilc ellc |)aili
da loro nun allro the stimolate, si applica a ino-
slvare come alia flogosi, allorcliti occulto so uc man-
tonga sia randamenlo, sia I'csilo. possano attri-
huiisi gli arcani patimenli ipocondriaci , dcducen-.
d(jnc lo pruovc dalla propricta di cssa , dal con-
fconto de'suoi decorsi cou qucUi dolla ipocoudria
c dalle conseguenzc dci suoi esiti. « Tra Ic pro-
» pvieta conosciutc dclla infiammaziouc ( cgli dice )
n vi hamio pur quelle di non islarc in propoiv.ione
» alio potcnzc chc Ic dcstarouo, di poi-correrc un
» cammino piu o mono lungo chc gradatamcntc
» cresce q recede, d' oiide Ic accessie e la cvonicita,
» e di lenderc da locale che sia a fiU'si uuiversa-
» lo, riduccudo sotto al proprio dominio, per conti-
n nuila e contiguita d'apparali, rorganica misccla.
t> Detoi'miaatosi pertanto una voUa il lavoro flo-
n gi.slico, posto che sia mite nel grado ( sub-ijifiam-
« luazione), cd ahhia sorpresi orgaui o sistemi meno
« facili alio indagini, esso uhbidisce tuttavia alle sue
» loggi progressive cd Li-radiauti , c disordinando
» r unila della organica cospirazione genera raa-
n latlia per se mcdcsima scur^.; c pegrota: a:llora
» veggonsi infermi chc passauo la loro vita di mczzo'
" a scnsay.ioui srcgolate c fastidiosc , lo quali per
» csscrc arcane o iuronccpibili, uou sono pero meno
« vcrc e rcali. JNc io dubito Iroviirnu lungi dal
(5a.
m retto scntiero se al hmin « reconJito proceJere
w della flogosi attribuisco altra parte dei misteriosi
>» patimenti ipocondriaci m. I riscontri poi cli' cyli
Irova tra il decorso della flogosi e quello d.illa ipo-
condria sono i seguenti. i. L'ipocondria simanifesta
c progredisce gradatamente, conformandosi a mode
dellc subdolc mfiammazioni che non insidiano dap-
presso alia vita,ed hanno cronico andamento. a. L'ipo-
condria si sospende nel corso della gravidanza o du-
rante acuta infermita sopraggiunta, e non altrimen-
ti fa la tisi. 3. Avviene talvolta che 1' ipocondria
si risani perfettamente al sopraggiungere di un male
infiammatorio; per questo che , secondo 1' autore ,
» le cure volte contro la seconda infermita essendo
» pur quelle che si confanno alia prima essenza
» patologica, avviene che trattando Tuna con ra-
» zionali argomenti, 1' altra in pari tempo sia com-
» battuta e guarita » . 4- L' ipocondria si vede, uon
alti'imenti che la flogosi, variarc a seconda dellc cir-
costanze alia cui influenza gli ammalati soggiacio-
lio; che sc talvolta accade che essa dopo un deter-
minate tempo scemi per modo da sembrare svanita
od anco cessi del tutto, cio vienc dall' autore attri-
buito al riraettere o cessarc del processo flogistico
efficicnle, siccomc agli effetti della infiammazionc
sulle membrane e sullc fibre della parte gia affetta
il rinnovarsi dcgli scomparsi fenomcni a qualun-
G3
qu« (lisonlinR cd imprcssione di stimolo. i, 1/ ipo-
rondria contiuuando lungamcntc, mena a poco a
poco gli infcrmi al dcpcrimcnto , non allrinicnti
«ho facciano le flogosi inveterate. 6. L' ipocoiidria
finiscc talvoUa anchc colla mortc istantanea, attri-
buita dall'autorc a disordini incompatibili colla
vita prodotti dal lungo attrito e strazio costantc
dellc parti flogosatc, massimamentc ove siano d'alta
importanza. Da ultimo parlando degli esiti delie
infiammazioni , quali sono , a modo d'escmpio, lo
supporazioni, Ic ulccrazioni, le gangrene, le vcgc-
tazioni , gl' indurimenti , Ic adercnze da lessulo a
tcssuto ecc., mostra 1' aulore come essendo questi
ora manifesti, o per lo meno sospettati, ora, o per
la luiiga c lenta durata o per la occulta natura
della iniiammazione, non solo ignorati, ma n«ppu-
rc arguiti, possano in questo sccondo caso produrrc
i piu strani fenomeni attribuiti ad effetti ipocon-
driaci. u Allora (eglidicc) la continuita dello sti-
n molo indolto dalla presenza dell' esito, quasi che
n si durasse ancora nello stato di flogosi primiti-
n va, pcrvertc Li rcgolarita dellc azioni increnti al
» visccrc affctto, e costituiscc un centro d' irrita*
» zione, clic alTliggcndo la (Ibra e lurbando le an-
y> ncssc funzioni, suscita nel sistcnia corrispondentc
» dei ncrvi una cotale sp<«ic di stlcgno, e vi lascia
» impressioui tanto piii molcste qiianto mono so-
» lite a provarsi , le quali trasmesse all' apparec-
» chio ccrebi'O - spinale e qiiivi raccolte , vengono
» coiicepite nella loro pienezza; onde procedoiio i
)) fenomeni cerebrali che neir ipocoudriaco non man-
») cano mai, o ben anco le illusioni e le aLerrazio-
)) ni di sentimeiito riierite alia regione traragliata
» e a queH'altre clie le stanno in consenso; dap-
» polche r intuizione permanente ed esclusiva delle
» azioni vitali rose difficili c delle conseguenti pene
» opera in modo da farle concepire in foggie stra-
)) vaganli e forse assai maggiori di quello che per
)) av Ventura non sieno ». Da tuttc Ic considerazioni
fin qui riferite egli conclude pertanto non essere
sovente 1' ipdcondria die forma della flogosi o di
qualche suo esito e 1' una nou esistere se non per-
clie r altra e vigente in qualche viscere o sistema,
Aggiunge per ultimo alcuni criterj atti per suo
avviso a riconoscere o a foudatamente sospcttare
provcnienti da flogosi le mauifestazioni ipocondria-
che. Questi criterj sono 1' attento esame della co-
stiluzione, dell' abito, delle consuetudini, del mc-
todo di vita, della professione dell' ammalato, cir-
costanze da cui le qualita dei morbi puonno prC"
sumibilmcnte dipendere; 1' indagine dell' cpoca in
cui cominciarono i patimculi iporoudi-iaci e delle
. malattie o cagioni che li proccdettero; il confronto
delle condizioni passatc colic prescnti. esamiuaudo
so fra loro si Irovi corrispbndcnza; 1' atleuta 6Sscr-
vazione dci sintomi piii fissi e cosLauli, rifci'cndoli
alia scJc d' onde possouo probabilmcnte parLire;
I'accurata csploi-azione del visceve sospelto , nou
scnza interrogare I'intimo senSo dciranimalato nie-
desimo. — La irrilazione, annovcrala dall'autorc
dopo r assimctria c la flogosi qual fondamento pur
essa deir ipocondria, nou 6 da liii prcsa ncl scilso
di prinio stadio della flogosi j nel (jiial sense con-
siderata, cgli, siccome vedemmo di supra, escluse la
sua influenza dalla genesi del morbo in discorso ,
nia bcnsl nel senso in cui vien presa dai piii rc-
centi scrittori della sctiola italiana, i quali la ri-
guardano siccome una peculiarc cotidizione morbosa
Dsiatcnte pel- sd", non confondibilc con quella cjie,
sebbene contraddistiuta con egual no me, non e che
primo passo alia flogOsi con cui ha comune la na-
tura, e quindi al tutto diversa dalla diatcsi steni-
ca, siccome pure dall' iposlenica. Ora di questa. vc-
neudo a parlare, egli mostra come possa essa piu-e
avere parte nelle manifestazioni ipocondi'iache colle
scguenti osservazioni. « Una sostanza qualunquc
» non omogenea (egli dice) inlrodotta e sofl'erma-
» tasi in noi, cvvero genera tasi per incognite c mi-
>» steriosc leggi organiche pu6 riuscire stromento
» d' irrilazione. L'idiopalico perturbamento iudolto
1) da cslrauca materia , la raoleslia c il disordine
5
66
H ch' essa fa nascere nclla pai-tc o nel visccre in
» cui si e posata , si per 1' altiguita e corrispon-
I) denza di parte a parte c si per legami e conca-
» tciiamenti di membrane, di vasi o di nervi, inol-
» trasi con una cotal succcssionc a region! piu Ion -
» tane, manifestandosi per via di fcnomeni simpa-
» tici o secondai'j, i quali talvolta si fanno cono-
» scerp anche piu gi'avi dcgli idiopatici; d'ondc,
» cssendo per avventura ignorata la prima cagionc
» moventc, soi'gono le difficolta dclla diagnosi , le
» vaghe denominaxioni, o Ic falsate cd crronee ap-
» posizioni di malattie primitive a tutto qucllo che
» nc e sintomo o forma soltanto. E chi non vide
» in parecchic donne gcstanti le mille noje e le
» mille inquietudini, le quali si riferiscono senza
» altro a consensi ed a simpatie nervose solo per-
» che si conosce I'csistenza del feto? Poniamo ascosa
» la gravidanza ed ammeltiamo le sofferenze me-
» desime, e alloi*a gli accorti la sospettano da'quei
)) sintomi che altri meno avveduti non $anno ris-
» guardare sc non se quali apparizioni isteriche e
T) convulsive. Gli strumcnti d' irritazione pcrtanto
)) o sono manifest!, e si attribuisce loro tutto quel
» valorc che si meritano, o sono inavvertiti e sc-
n gi-cti, c allora la diagnosi implicandosi per dif-
» ficolta e richicdendo nel malico criterio c non
» dozzinale avvedutezza, va cn-ata le moltc volte
n a Veto Jotfimcnto dclla scirtiza, chef aj)pare in-
n sufficiente, ) aneumestico e via via ci scrvirauno di guida. S«
)) il temperamento dell* ammalato partecipasse al
)) nervoso, dara ragione di sua i-eccttivita a rlsen-
>) tirsi dclle supposte coudizioni irritanti; se incli-
>» nasse al sanguigno e vl si aggiungesse di piii riu"
)) fluenza della stagione, sorgera presunzione di ple^
») tora o d'afflussi parziali; se in altri tempi rin"
I) formo pati di lunghc indigestioni, di elmentiasi,
» di calcoli, si avra appiglio a sospettare che tali
)) disordiui abbiano potuto rinnovellarsi, o che tut'
i» tora nc csistano le reliquie. Essendo le vie ga-
)» sti'iche e i visceri secretori ed escretori i piii
» idonci a comprendere in s6 medesimi enti e ma-
1) terie irritative per maggior o minor tratto in-
I) sistenti , le qxiali per relazioui strettissime di
» uffici dei visceri stessi con altri piu lontani o
» per simpatiche corrispondenze fanuo si che piii
» diffusamcntc si propaghino i loro cffetti e m
7»
» islranc manicrc Ycngano scutiti cJ espressi, cosi
ti Jovnuiiiosi cotali orgaiii atteutamentc studiarc,
» pcnctraiiJo colla giiida dei sintoui c dellc con-
» scgucnzc conscusuali ai ccntri inoi-bosi. II ma-
il nifestarsi i fenomcni a intervalli , anzicli^ di
I) spguito c progrcssivamcnte , sara pure iin utile
» criterio a ritcnerli piuttosto d' irritazione che di
» flogosi Che se ad onta di tutto questo la dia-
» gnosi rimanessc ancoi-a scgrcta, abbiasi allora ri-
n corso al metodo di eliminazione ondc iuoltrare
» cosi nei reccssi della clandestina iufermita; e
» traggansi argomcutazioui eziandio degli ammiui-
a strati medicamenti ». Dalle manifcstazioni ipo-
rondriache procedcnti da irritazione 1' autore pas-
sando a quelle che provengono da aflczioni nervose,
s' applica a svolgcre i modi oude qucste affczioni
possono vcnir generate, giudicaudo ch'esse difflcil-
mcnte lasciando pcnetrarc le mediche indagini fino
alia loro sede, ripeteiidosi per simpatie e ronseusi
in remotissimc parti c per I'analogia delle forme
nascondendo spesse volte I'intima loro natura , si
prcscntino, non alti-imenti che le assimetrie, le flo-
gosi e le irritazioui igiiorate. feconde di scambi, di
errori e d' impropric cd insiguificanli apposizioni
d* isterismi c d' ipocoudrie. In tre diverse maniere
cgli inscgna potersi i nervi ammalare, per infiam-
mazionc, ciot\ per csaltamcnto e per astcuia; » con-
72
» dizioui morbosc peru difficili (ei dice) a distin-
» guersi I'una deH'altra, onde s\ spesso le cure ric-
» scono a nulla, q^uando non si giunga alia vera
» loro conoscenza ». Delle quali venendo parlita-
mcnte a parlare ( ommessa la perturbazione , altro
modo di affezione nervosa, come quella che coincide
coUa irritazione), osserva, per ci6 che spetta alia in-
fiammazione, poter le flemmasie, acute o croniclie,
gravl o miti, manifeste o segrete, occorrere in ogni
centro rtfervoso non meno che in tutti gli altri vi-
sceri, considerate le investigazioni patologiche degU
ultimi tempi, per le quali venne detei'minata 1' in-
dole di certe malattie per lo passato riferite alle
asteniche o riposte fra le piii impenetrabili, la feb-
bre lento-nervosa di Huxham, il tifo e simili, giu-
dicate malattie diverse al tutto da qriello cbe erasi
altra voltadi loro pensato, il midollo spinaleo i suoi
involucri mostrati suscettivi di flogosi che irradian-
dosi c diffondendosi alle membrane od ai rami di
identica o di analoga natura, disturba il loro proprio
sentimento e stranamcnte disordina le viscerali fun-
zioni alle quali presiedono; il che se accade al mi-
dollo spinale » perche non avverra (egli chiede)
») eziandio negli altri centri nervosi, e particolar-
» mente nd sistema splenico, da cui la vita vege-
» tativa e dominata e diretta, i quali per esser po-
w CO studiati , non sono pero meno alle impression!
73-
)t soltoposti? Se il ncrvo ischiatico iuGamma, e per
» scgni mauifesti della topica sua direzione lascia
I) travcdcrc una ischialgia, pcrchc, data opporlunita
i> di occasioni, non ijifiammeranno ancora i gangU
» ed i plessi, rivestendosi di forme che sembrino
» bizzarre per la ignoranza in cui sono i patologl
» dci sintomi loro pertinenti, c trasportandosi al-
» tresi a punti lontani per le counessioni simpati-
» che in chc si ritrovano? » Gome poi succedano
le altre due condizioni anormali dei nervi , cioi
Tesaltamento c I'astenia, egli spiega osservando «;h«;
siccome ncllo stato di sanita a maggiore o minove
finezza, abbondanza, annonia fisiologica degli organi
corrisponde maggiore o minore perfezione di facolta
e di attitudini, cos\ nello stato di malattia i poteri
dcUa vita debbono per esaltamento o deprcssione
dei loro elemcnti deviare dalla normale e ordinaria
loro condizione per effetto di agenti fisici e morali.
» Se una ck-tta nutrizione (egli dice) aggiunge forza
» alia persona e una penosissima inedia la rapisce
1) solo perche allora havvi o non havvi riparazione
» ai consumi universali, egli h altrettanto chiaro che
»• il slstcma dci nervi si esalti o si avvilisca per
H tutli qu<»gli agenti che direttamente e in vaino
)> modo operano sovra di esso. E se infatti noi ci
» vogliamo ridurre al concrete, veggiamo chc I'op-
» pio eccita, riauima e svolgc uu dclirio gajo c vi-
"A
» goroso, e I'acido idrocianico all' incontro para-
» lizza e abbatte siccome folgore, che la letizia
» espande, esilai-a lasensitivita, laddove la tristczza,
» la spegne e la intorpidisce. E pero si nei preparati
» farmaceutici che negli impeti morali vi ha potere
» di accrescere e smiauire la vita, sebbene non si
» possa fare una misura determinata e assoluta dci
» loro cffetti consecutivi, cssendo questi modificati
» e yariati a seconda della stessa cagione piii o
» mcno valida e diffusiva, non che della specialc
» attitudine organica, cui I'insolita azione viene
» applicata. II quale modo fortuito di mutamenti,
w forse in principio locale e proprio di alcune parti
» sol tanto , come il provano le trepidazioni del cuorc
» nella moderata paura o nella gioja, il vomito ad
» un odore nojoso, ovvero I'abbondare della saliva
w ad un eletto e soave, tende poscia tal fiata a di-
« stendcrsi al genei-ale, o lungamente rimane, e
» forse per tutta la vita, circoscritto a quell'unica
1) parte, o finalmente a poco a poco sccma c si cstin-
» gue, tornando al primitive equilibrio. Cosi la stcs-
» sa paura che destava subite palpitazioni od anco
» generali turbe convulsive, quelle stesso sgradevole
B edore che infastidiva una volta, spesso ti lascia
» lunghe o perpetue indisposizioni, tanto piu ma-
» nifeste al ripctersi e all' ideare la prima cagione
»♦ impcllente. Da qucsto limitarsi o da questo dif-
75
M fonJersi cl»"i turbamenti morbosi ne vicnc poi di
i) vedcrc niassimamente csaltati o depressi ora il
I) senso, ora le opcrazioni del sistema nervco mu-
» scolare, ora quelle deU'mtelletto, e talora anco
» tutte confusamente e senza distinzione, a norma
» della tendcnza quasi elettiva o generale di alcuni
»i scuotimcuti morali precessi, non che della mag-
» giore o minore individualc suscettivita; per il
» che, quantunque scgreta la cagione efficiente, oc-
» corrono spesse fiate stupidita o ingrandimenti
I) nel potere dei nervi o del cervcllo, con equiva-
») lente consumo o concorso degli intrinscci lore
» dementi ». Dalle quali ossei-vazioni egli conchiu-
de csservi cagioni fisiche e morali che per indole
propria e per arcane ed elettive relazioni aggiun-
gono o tolgono qualclie principio elementare dei
ncrvi, in maniera ch' essi aumentino nella loro
potenza o diventino imbecilli o privi ben anco di
ogni atlivita. Nella quale condizione di cose nulla
di mirabile, egli dice, » che un senso esaltato comu-
»» nichi all'anima le espre«sioni del sue traviamento,
n c dia coscienza severa e penosa di ogni mutazioue
» che avvenga in noi, di cui altrimenti non sarebbe
» cUa avvcrtita, ove i suoi propri strumenti fossero
» in istato normalc, nulla di mirabile che gli inci-
n tamenti per altri ordinari e moderati sieno per-
" ccpiti in modo menzoguero c sregolato, d'onde
j6
y> le tante illusioni o la forma credenza di sentive
« ci6 che non lia fatto menomamente impressionc,
71 o che I'ha fatta nel modo consueto; poiche al-
»> lora 1 ncrvi durando tultavia, sebbenc nel loro
j» pervertimento, ad cssere attivi, e venendo quindi
J5 tocchi dagli stimoli attuali , suscitano una rea-
7> ziorc cerebrale soverchia che inganna poi 1' ani-
-h ma intomo alia natura ed alia causa delle sen-
» sazioni die ne risultano; e nulla di mirabilc
« finalmente se qxialche apparato di nervi, nell* or-
»> dine suo discordante e fuori d' equilibrio rispetlo
»» agli altri, per nuove, benche minime impressioni
» si contragga, si esacerbi o si adiri, foggiandosi,
» in maniera di parossismi, a repentine convul-
» sioni, per impedire o trattenerc le quali non e
» forza moderatrice bastevole negli antagonistici
»» apparali, o in quello della volonta ». Dai quali
principj, egli soggiunge, » mi sembra potersi dcri-
r> vare come il difetto di efficacia nervosa valga
» quanto 1' eccesso a mettere in disordine o a ren-
>• dere imperfetti i processi della vita, siccbe I'ani-
y> ma stessa riceve dappoi tristo sentimcnto della
» individuale nullita. In qualunque modo pertanto
» venga tolto 1' equilibrio costitutivo della potenza
» nervosa, o per eccesso o per difetto che sia, e si
■» parziale come generale, non dubito punto die
• gli effettt di cio debbansi manifestare colic ap-
n
n paronzc di affczioni nervosc o Ji slraiicz/.e di
rf senso, c solto quelle talGata di ipocondi-iasi c
» d'istcrisrao, forme cui uuivcrsalmentc c atlri-
» buito cosl csteso dominio ». Le tre sinora do-
scritte condizioni morbose gciierando t.urboleuzc
assai volte simili di forme, ma di fondo inlicra-
mente diverse, reiidono dclla massima nccessita clio
si abbiano valid! criterj a guidai-e a sicuri giudizj,
per quanto il conccdano la segretezza delle parti e
dei sistemi infcrmati e la facile somiglianza delle
manifestazioni. Al qual uopo reputa Tautore so-
prattuto giovare 1' iudagine delle cagioni, I'attenta
osservazione agli effetti dei sussidj che si fossero
somministrati, 1' invcstigazione accurata al possibile
dclla natura cd entita dcgli agcnti morbiferi si
fisici che morali. Cosi ragionato di quelle mani-
festazioni ipocondriache delle quail la vera fontc.
cd esscnza deve ripetcrsi da matcriali sconcerti,
I'autorc volcndo compire il tratlalo delle proco-
denze dell' astruso morbo, c condotto a tcncr di-
scorso altresi di quella guisa di particolarc e cro'
nice vaneggiamento mantenuto da pgitcma Iristo
dcbilitantc cd oppressivo che appigliasi all' auima
anche scnza organici disordini e die cgli dcnomida
niclanconia ipocondiiaca j non pei'clie intcnda di
applicai-e qucsta morale infermita in qualsiasi mode
agli ipocondri , ma sollanto pir indicarla con uu
?8
vocabolo , che cssendo sancito dalla consuetuJine,
n'esprime meglio il concetto. Descritti quindi con
vivi colori la condizione e i sintomi di questo in-
tellettuale e morale disordine, egli viene divisando
Ic varie cagioni che lo possono produrre, quali sa-
rebbero I'eta, rimmaginazione eccessiva in gioventvi
e meticolosa e imbecille nella veccbiezza, le abitu-
dini di studio, di meditazione, di raccoglimento ,
Ic passioni violcnte, le speranze delusc, Ic umilia-
zioni dell* amor proprio, la perdita dell' onore so-
cialc, gli ostacoli al soddisfacimento di bisogni istin-
tivi; delle ^ali varie cagioni rappresentati gli ef-
fetti sullo spirito e notato come questi possano
esserc talvolta riverberati sul fisico, avverte la ne-
cessity che I'animo dell'ammalato in questo secon-
do caso si presti ai sussidj terapcutici somministrati
dal medico, c cbe nel caso che i disordini stieno
unicamente nello spirito, il medico colla pazicnza,
colla condiscendenza , colla pei'suasione delle ma-
niere, colla destra, graduata e discreta applicazione
de* contrari, in somma con ogni gencre di benevoli
cure e fin anco con titili inganni, procuri di ricon-
durre e ripristinare il dominio della ragionc sui tra-
viamqnti dell* intellctto. Ultimi fra le gia indicate
pi'ocedenze d' ipocondriache affezioni sono i morbi
specifici, pei quali I'autore intcnde quelle malat-
tie che dotate di una ragionc d'csistcrc tuttora ar*
79
cana c incsplicabilc , rifuggono alia dollrina dclla
(liatcsi. Fi'a qucstc, comccche sicno parecchie, cgli si
restringc ad indicnre Ic fcbbri a periodo, la sifili-
dc e la pellagra, siccome atte a produrre per pro-
prie conscgucnze quei turbamenti che vengono co-
muncmcnlc qualificati per ipocondriaci. Osscrva
quindi rispetto alia febbre accessuale che il frc-
qucnte e continuato avviceadarsi di azione e di
reazione che succedc al ripelersi dei pai-ossismi, la-
scia nei vasi e ne' visccri dilatazioni cd ingorghi che
assiimendo le facolta distiu'batrici degli esiti, haimo
lo stesso potere di sopra in questi mostrato di pi-o-
durre ostinate ipocondrie. Lo stesso dice della sifi-
lide , notando com' essa prepari e compia sovcntxj
clandcstini lavori che congiunti al pcnsiero di col-
pcvoli godimenti , inchinano alia mestizia e alle
nojc cosi fisichc come morali; e quanto alia pella-
gra, sia cho si voglia dipendentc da disgi-^ata mi-
sccla orgauica , o da infiammatorie condizioni dci
visccri, cgli trova cosa ovvia che 1' ammalato si nel
principio che nel progress© dclla infermita provi
cruccj c molestic di natura sifTatta da scambiarsi coi
patimcnti che si dicono di ipocondria. Con che pone
terminc a qucsto suo liicubrato lavoro, concludendo
» non essersi altrimenli inventiito e rispettato il
» nomc d* ipocondria sc non per rifugio di qiici
») mali soniiirUcvoli ncllc forme che cludono Ic ri-
Bo
» cerclie dei meJici o die piu addentro iion si vp-
» gliono studiare, onde opportunamentc cvitare una
» confessione umiliante, c quasi con decoro coprire
» una colpevole negligenza ».
Una scrittura di poche pagine, ma di non poca
entila per 1' assunto die accenna, compie la serie,
secondo il consueto copiosa, delle medidie memorie.
Disegno di una nuova opera medica ^ il suo tito-
lo, e, siccome questa denominazionc fa gia da se
stessa conoscere, non e die un annunzio o program-
ma, come die dire si voglia, di un' opei"a futura,
che lo scrivente dottor Giovanni Pelizzari , noslro
sodo d'onore, gia sta lucubrando, e dclla quale, per
quanto da lui stesso intendiamo, egli ha in animo
pubblicare un saggio nel primo libro. Imprcsa dell'au-
tore sara la soluzione di quest' arduo e gravissimo
quesito: se in medidna csisla una verita primitiva
ed universale, e se esiste, da quali cause proeedauo
i vari rivolgimenti di quella scienza. Si determi-
neranno nell' opera le condizioni necessarie alia in-
dagine di questa verita problematica , si stabilira
il fatto della sua esistenza, si conciliera questo fatto
coi rivolgimenti delle mediche teorie, ponendo in
mezzo tre necessita della storia ideale della medi-
cina, alle quali si faranno corrispondere tre grandi
epoche della storia reale; queste necessita c queste
corrispondenze saranuo le segucnti : intuizioue dclla
81
vcrita ncl complcsso indistinto e confiiso ate' sUoi
clcmcnti, prima necessita dclla stoiia idcalc, prima
opoca della storia rcalc, eta dai primordj Icurgici
della scirtiza fino ad Ippoci'ate: itttuizionc della VC"*
rita hd' siioi distinli, ma isolati elemdtiti , seconda
nccessil.'i della storia ideale , seconda epoca della
storia reale, eta dei sislemi dai tempi d'Ippocrate
fin verso i nosti'i : intuizione della vcrita ncU'unita
primitiva di (Jucsti stessi dementi, tcrza necessita
della storia ideale, tci-za epoca dclla storia reale,
eta avvenirc, alia quale serve di transizionc la prt"
scnlc.
Alle materie mediche. di cui sino k qili Siamo
vcniiti parlando, succederanno le chimiche, le quali
tengono dopo quelle il secondo luogo, per nuniero
di prodiizioni. Fra qucste ricorderemo primamento
le ricerclie del nostro Ccnedclla sul fuoco greco. Di
due parti constano qucste ricerche , storica , cio^ ,
o spcrimentale , che 1' una dall' altra dipendono ,
benche nella seconda consista lo scopo finale della
memoria. Imperciocche il nostro socio impreso aTcn-
do a chiarire 1' arcana natura e composizione di
quella trcmcnda materia incendiaria, clie, a quanto
ne accennano le storic, scmbra aver pareggiato fra
gli anticlii in qualchc modo gli effetti dellc mo-
deme artiglicrie, dalle varie descrizioni o piuttosto
taghc indicazioni di esse clic trovansi sparse negli
(J
H2
RCrittori trap \c. pi-opric congetture, o qucste avra-
lora poscia col suggello dclle sue espericnze, dirctte
ad oltenerne la imitazione. n Lc vaghe cspressioni
» ( dice I'autore) colle quali vicne descritto il greco
)) fuoco danno luogo a molte congetture sulla sua
» composizione ; poiche il bitumc, la nafta, lo zolfo ,
» r olio, la resina o pece, vengouo frequcntcmente
» descritte quali materie ertainentcmente combusti-
» bili, e clie negli cffetti pare che lc molte volte
» il surrogassero. Prima che si parlasse di qucsto
» fuoco Giuseppe Ebrco dice dell' unione di mate-
»> rie corabustibili colle quali iu pochi momenti
») venneix) incendiate le maccliine da Vespasiano
J) adoperate uell' asscdio di Jotapat e le piattofor-
)) me che sostenevano gli arieti che Tito appostava
» contro Gerusalemme. In seguito nelle guerre delle
^) crociale si parlo frequentemente di questo fuocoj
)) e trovasi da Michaud ricordato che i crociati ri-
» portarono gravissimi danni da qucsto nella presa
» di Gerusalemme; il qual fuoco veniva dai Sara-
it ccui , che 1' avcvano apparato dai greci dopo il
» sccondo asscdio di Coslantinopoli, contro di essi
» vcrsato o lauciato. ]\Ia nelle descrizioni di Mi-
I) t^haud trovasi di frequente confuso colla nafta ,
» col bitumc, coll' olio; n^ si parla di esso in modo
» particolarc, ma a quanto scmbra assai csagcrato,
» che nclla crociata di S. Luigi , ovc Jonvillc te-
It stimouio ocularc tic tlcscrive gli spateutosi cflV-tU,
I) qiiando lanciato dalle macchinc deltc |>cti'iere in
J) grossi massi spaitdcva fuoco e fianime con iscop"
)) pio, illiiminando colla orribilc sua luce Ic tcnc-
I) brc dclla notte. Dalle alti'c dcscrizioni poi di.que-
)) sto fuoco ora lo si vede llquido bollcntc sui flutti
n iicir assedio di Gostantinopoli, iatto dai vcnczia-
* ni c rraticesi collcgati, era solido lauciato in massi
» ncUo stesso assedio , pet 1' estinzionc del quale
» nulla valeva 1' acqua, ma I'aceto, mcntre lagna-*
I) vausi i crociati ncl prime assedio di Gerusalcm-
» me di maucarc di questo mezzo per cstinguei-lo »<
Da queste e da allre storiche autorita , muove la
laduziouc dell' autorc chc materic liquide comLu-
stlbili, come dive la nafta. il bitumc liquido, I'olio,
cntrasscro nella composizionc del fuoco greco, alle
quali allre materic tutto eminentemenle combusti-'
bili dovcssero associarsi , bcnchi di queste non si
conos<'ano clic lo zolfo, la rcsina cd il nilro, esscnda
r alti-c chc per avvcntura enlravano a far parte del
trcmcudo composto, avvolte nella oscurita delle de*
scrizioni, o celale dalla gelosia di chi faceva uso di
csso. A congetturare le quali fu mosso 1* autore da
alcunc preliminari cspericnze csoguite in piil volte
con miscugli variati di nafta, di zolfo, di tremen*
tina e di nitro ; imperciocchc, trovato die 1' effctta
di queste cspericnze corrispondcva alia propricta
84
attribuita dagli scrittori al fuoco greco di non essere
estinguibile, anzi di accendersi maggiormente col-
r acqua , gli fu forza indurre che altre sostanze
dovessero far parte della sua composizione. Ma quali
potcvano essere queste I'econdite sostanze? « I nic-
» talli sommamente accensibili coU' acqua ( dice
» I'autore ), come il potassio, il sodio ecc. ci cor-
55 sero al pensicro ; il miscuglio di questi somma-
« mcnte divisi misti colle materie cai'boniose , che
X non doveva essere ignoto agli antichi , ossia il
35 carburo di potassio, risultante dalla combustionc
55 del tartaro in vasi cbiusi, che essi sapevano prc-
55 parare coll' abbruciare la feccia del vino; alcune
55 leghe di questi metalli scoperte da Vauquelin ,
55 studiate da Scrullas , ma prima indirettamente
5» conosciute da Geoffroy, ci si presentarono come
55 il proteo di queeto fuoco, la di cui natura in-
5) darno ci si voleva celare dalle sue oscure descri-
» zioni e dalla gelosia di quci che 1' usarono. Sc
55 bene si esaminano i fondamenti delle nostre con-
j» gcttui'e, troviamo che non potevano forse essere
» ignote agli antichi alcune combinazioni" di essi ,
51 avenli la propricta di ardere spontaneamente. Sc
>» noi ci facciamo ad esaminare la storia di alcune
5» scoperte chimiche, troviamo le molte volte che
55 queste erano di gia state abbozzate, diro per espri-
55 mermi, dagli antichi. La scopcvta del processo
85
» (li Brunnor per ottoncre il potassio in via di de-
n roinposizionc opera ta dalle mater ie cai'boniosc ,
j» ci-a gia stata notata da Bewley, clie lontano dalla
» supposizione clic si dovcssc ad uii mctallo iso
y> lato laic propricta, attribuiva a tutt' altrc cause
» la spontanea accensione del suo piroforo. Cio vc-
» niva pure conferniato da Schoclc, il quale pro-
» vava clic scnza la prcsenza dcU' alcoli fisso nel-
j> rallunie nou si ottcneva il piroforo di Hombcrg».
Altre eonsidcrazioni lo recarono ad altra congettu-
i-a, cioi cbe, oltre gli acccnuati metalli, alcuni liqui-
di distillati e assai infiammabili faccssci-o anch' essi
parte deir arcano coraposto. » Imperciocdie, come
» cgli dice, composti gli olii. Ic rcsine, la nafta, i
M liqiiori rcsinosi distillati di ossigene, carbonio ed
» idrogene, quando vcngono assai riscaldati si de»
« compongono e si acccndono; il carbonio somma-
>» nicntc diviso e nascente s' irapossessa dell* ossige-
y* jie dell'acqua, la dccompone c s'infiamma, I'idro-
» gene di cssa c quello del composto olcoso si uni-
j) scono al carbonio, c si formano dei gas idi*ogeni
» carburati clie aunienlauo in modo straordinario
« r infiammazione ». Al qual avgomcuto tralto
dalla scienza aggiungendo gli slorici , cgli osserva
avcrsi da Micliaud cbe 1' olio acceso era uno degli
dementi combustibili usati nell' arte della guerra;
trovarsi ncU'Alcssiade di Anna Comncna esprcssioni
che Jaimo a credere chc una sostanza stillata ( pro*
babilmentc la nafta e la trcmentina ) faccsse parte
(Icl fuoco greco liquido; sapersi che gli cgiziani, te-
nuti per inventori del fiioco in discorso , gouoscC'
vano i liquori otteiiuti merce una operazione ana-
loga alia distillaziouc dellc resine e dei legni i'esi-»
nosi, e che Callinico di Eliopoli, dal quale si ticnc
essere stata la composizione di quel combustibilc
insegnata ai gi'eci, conosceva le arti degli egiziani;
i gorghi di fuoco greco bollente sui flutti nell'a.s--
sedio di Costantinopoli fatto dai vcneziani e dai
francesj potersi credere composti dei liquidi , cioti
I'olio e la nafta c dei liquori resinosi uniti alle
sostanzc solide preacceunate; il fuoco gi'cco che
sjiontaneamcnte si accese quando quel saraceno di
cui parla Gautieri di Vinisauf ( Itinerario di Ric-
cardo d' Inghilterra ) caddc da cavallo a niuna altra
sostanza dovere avvicinarsi che ad un pircforo al
quale sarebbesi unito del nitro per determinare
I'accensionc cd una dcflagrazione; I'uso che niollo
esteso facevano gli antichi dell' allume, mostrare
ch' essi conosccvano molte dellc sue proprieta , c
quindi non essere improbabile che indirettamente
colVallume lUjcccifi potessero preparare alcuni com-
posti piijoforici od analoghi, spontaneamente accen-
sibili air aria , o chc misti colle materie oleosa e
bituminose riscaldate c boUenti ardessero con ter«
87
ilhilc Tiolcttza. Pcvsuaso poi chc .illo sol<> matc-
ric olfioso c. bifumluosc infiamniabili cA ai compos ti
pirot'orici spctli la pi-opricla «li arJcro suU' acqua
c di maggiormcnte accendcrsi col mc/zo di essji ,
rhc lo matcrie solidc agglunlc , il nitro , lo zolfo,
non abhiano alcana influenza sugli cffctti del fiioco
greco sull'acqiia, ma bcnsi agiscano a secco scnza
il concorso di essa, c chc alle matcrie piroforichc
mistc colla nafla c con altri liquori bituminosi
bollcnti appartenga la proprieta di sostcneme I'ac-
censione coll' aggiunta deH'acqiia, c fors'anchc di
accresccrla , da cio argomcnta chc il fuoco gi*cco
dovcssc essere di due specie, liquido c solido: liqui-
do quando lo si vcrsava dall' alto dellc mura asse-
diate, o lo si lanciava in brulotti , in palle che
piovcano fuoco, o se nc imbevcvano Ic punte dellc
frcccie, cbc acccsc si lanciavano contro il nemico, o
lo si lasciava cadere sull' acqua ovc fosscro navigli
o maccbinc da gucrra: solido quando s«'rvir doveva
a propagare 1' inccndio o immcdialamonte o colla
massima celerita; ed allora non doveva contencre
fi-a i suoi ingrcdienti matcrie liquidc oleose. Tali
furono Ic dcduzioni dcU' autore rispctto agli ingrc-
dienti dclla composizione del fuoco grcco. Passando
quindi a riscontrare qucstc dcduzioni col mezzo
dcllc csj>cricnzc, la prima sua ojjcrazionc fu di com-
porrc in diverse proporzioni c cimcntare dci miscu-
88
gli Ji tuttc le in^if^ate sostanze. Un miscuglio
composto di una parte di tartaro rosso carboniz-
i^ato collo zolfo in vasi chiusi , d' una di tremen-
tina ed una di nitro con due di nafta , acceso c
sparso per terra e sui legni ardeva cou forza, ma
r acqua lo estingueva. Altro miscuglio di una parte
di tartaro carbonizzato, una di zolfo, tre di nitro,
due di trementina c tre di nafta, acceso e versato
suir acqua ardeva con fragore per alcuni istanti;
ma lo materie solide calavano a fondo, ed abbru-
ciata la parte liquida, si estingueva da s6 stessa.
Gettato per terra non si estingueva coll' acqua se
ne veniva soltanto spruzzato ; ma so 1' acqua era
adoperata in quantita, si ammorzava prontamente.
Prese egli allora della lega antimoniale di potassio
preparato col processo di Serullas , trituro finissi-
ma una parte di essa con una e mezza di nafta ,
c aggiunse due parti di nitro ed una di zolfo. In^-
zupp6 quindi nel miscuglio della stoppa, ed acce-
sala, essa brucio con violenza; 1' acqua gettatavi so-
pra r ammorzava, bencbe la superficie ardesse fin-
cli6 durava il liquido, mentre le sostanze polverose
cadevanQ a foudo, e si spcgnevano con forte sci-O'-
8cio. A questo miscuglio aggiunse quindi del po^-
tassio, che trituro colle materie solide e colla nafta,
Appiccatovi il fuoco , il nuovo miscuglio si accesc
Goa violenza; ardeva sulla superficie dell' acqua;
89
ma gli effetti dcllc malcric solidc che caJevano a
foiiJo diiraule 1' azionc riJucevansi ad uuo schio-
pcttio iuterrotto chr pniduceasi con rumorc sot-
t' acqua con iscoppio in scintille dellc molccolc del
potassio alia superficic di cssa. Da questi fatti rac-
coglicndo 1' autore essere al solo bitumc liquido
dovuta la propi'ieta di ardere sail' acqua; ma quella
di non estingucrsi e di accendcrsi invece maggior-
nicutc coir acqua che vien attribuita al fuoco greco
non appai'lcncre csclusivamente alia nafta, aggiunse
ai prcdctli miscugli dell' olio dci semi di lino c del-
r olio di trementina empireumatico nero; riscaldo
fortemente dapprima 1' olio di lino misto collo
zolfo e col nitro , aggiunse quindi 1' olio di tre-
mentina c la nafta, e appiccato il fuoco alia nuo-
va preparazionc , tciTibilo fu 1' effctto. Verso la
mescolanza cosi accesa da un largo tubo di ferro,
e lo fecc cadere sull'acqua, il che diede alia fiam-
ma maggior energia : i gruppi di liquido fuoco cbc
cadevano dal tubo si spandevano con fragore e stre-
pito suir acqua, la fianima s' innalzava c appicca-
vasi ai Icgni che le si avvicinavano: fatto cadere il
misciiglio acceso e bollente sopra fasci di legne,
gli ardcva suU' istaulc. Da tutti questi espei'imen-
ti deduce 1' autore che nella mescolanza dell' olio
colla nafta e coi liquori resinosi distillati potcs-
sc consistcrc il tipo dcUa composizionc del fuoco
go
greco, e chc aggiungcndosi a qucstc sostanze lo
zolfo C(l il nitro, si aumentino bensi Ic proprieta
combustibili di esso, ma non s' influisca per nulla
sulla proprieta che gli viene comunemente attribui-
ta di ardere sull' acqua e di non estingucrsi che
con difficolta. Ma questi esperimenti non prcstando
che pochissimo sostcgno alia congettura che la rom-
binazionc dei metalli accensibili neU'acqua facesscro
parte della investigata composizione , egli esegui
nuovc esperienze e col piroforo di Hombcrg c col
carburo di potassio, si per conoscerc se la prescnza
di questi compost i influiva sulle qualita del fuoco
greco , SI per imitarc la sua spontanea accensionc.
Due parti di nitro purissimo, due o di carburo di
potassio o di piroforo indiffcrentcmentc, una di
zolfo, due di olio di trementina nero, tre di nafta
c quattro di olio di lino ei*a il miscuglio adope-
rato. Veniva dapprima scaldato oltre la bollitura
Tolio misto col nitro, col piroforo e collo zolfo;
ritirato il raso dal fuoco, vi si vcrsava in aggiunta
il miscuglio di nafta ed olio di trementina , c Ti
veniva appiccato il fuoco in sull' istante. Sorgeva
iin'altissima fiamma tutta scinlillautc clie gcttava
spruzzi infuocati; se si versava nel miscuglio dcl-
r acqua, la fiamma aumentava in manicra straor-
dinaria e spaventosa , gli spruzzi d' ardcnte materia
spargcansi all' intoruo c si correano gravissimi ri-
91
•clii. Vcrsat.1 lii moscnlanzfi cosi accosa sull'arqua,
I'cffctlo era sorpn-ndcntf; 1« fiammc si spargcvauo
sulla sua supcificic; il fraj^orc c \c sciiilillc si suc-
cedevano in ogni la to; gnltato sullc legnc, Ic al>-
bruciava, nii 1' aoqua valcva ad ainmorzarle sc non.
nei luoghi ovo non crnnn tocclu; daU'ardcnlc mc-
scolanza; dov'crano tocchc si cstingucva coll'acqua
ll fuoco apprcso qiiando la nialuria era consunta;
dovQ la materia era versata in niaggior copia c do-
ve rimanova pin viscida e densa, il fiioco piii du-
rava. Qiiando la mescolanza era gettata per terra
non si eslingucva eon poca arqua, ma convcniva
adopcrarue in assai grandc quantita. L' aceto non
estingueva il fuoco sc non adoperato in molta
copia; lo stesso dicasi dell' orina; il fango riu-
seiva assai meglio. Questi ultimi effetti ottcnuti
In sussidio delle precedent! csperienxc valsero per
r autore ad avvalorare Ic sue congetture di so-
]>i'a esposte rispctto agli ingrcdienti dclla conipo-
sizione del I'uoco greco. Non ommetlercmo la osscr-
vazionc da lui soggiunta chc se 1' acqua adoperala
in modica quantita 1' aumenta, 6 pcrchi essa in tal
caso si decompone, c chc non rcsta clic se 1' acqua
ne' casi in rui si sara usata sara stata moltissima,
c8sa [non 1' aV-bia potuto estinguere. « Lc nostre
» csperieyze (egli dice) si ridussero ad usarc pocbe
» libbrc di niatrriali , per cui forse gli cffetli sa«
9*
» rebLcro stati maggiori usandone gi-andi quantita.
» Quando a torrcuti versavasi dalle caldaje cosi
») acceso sui vascelli o sulle maccliinc poste sotto
» alle muraglic, com' era possibile di prontamente
») estingucrlo, giacchc vi volevano persone espressa-
» mente disposte ad impedirne gli effetti intanto
» die i soldati combattevano gli inimici))? Per ul-
timo riferiremo le seguenti sue avvertenze circa le
norme da seguirsi ncl preparare i diversi miscugli
della materia incendiaria. « La preparazione del
i» piroforo e del carburo di potassio e il loro mi-
» scuglio col nitro osigono alcune particolari av-
» verteiize. Importa assaissimo cbe le sostanze polve-
» rosesieno sottilissime. Per polverizzarc il piroforo
» ed il carburo di potassio, accio non si accendano
» in questa opcrazione conven-a cbe non sia del
» tutto compita la carbon izzazione di qucsti ; per
» cui aseiugato il miscuglio di allume e di zuccbero
» o miele e mezzo carbonizzalo, si lasciei-a i-affred-
» dare, e quindi si ridui-ra in sottilissima polvere,
» come si pratica per gli ingredienti della polvere,
» da cannone, e cosi si fara pel carburo di potas-
» sio. Quando il tai'taro nel vaso cbiuso mediocre-
)> mente scaldato a rosso oscuro non tramanda cbe
9 poco fumo, allora si lascia raffreddare e si pol-
» verizza coUe stesse cautelc, e quindi tanto il pi-
» roforo coir allume preparalo cd il carburo di po-
9^
» tassio si faranjio arroventarc nel matvarcio sino
I) ache la loro preparazione e compita; il chc si
u riconosce dagli ordinari scgnali. 11 nitro vorra
» cssci'c purissimo c pcrfettamcntc sccco, come pure
» purissimo ed asciutto dovra esscre lo zolfo. La
11 mescolanza di cpiesti col piroforo dovra effettuarsi
» in vasi chiusi. Acci(!) il piroforo non si acccnda
» converra chc il vaso in cui si fa la mescolanza
1) col nitro abbia un collo assai lungo, onde cosi
» toglicrvi il contatto dell' aria. Introdotta in esso
» la uecessaria quantita di piroforo o di carburo
1) di potassio cclcremeutc, acci6 non s'infiammi, si
1) scaldera per qualche tempo, e si lascerra affred-
)) dare per scacciarne I'aria, ed introdottavi la sec-
» chissima c sottilissima miscela di nitro e di zolfo
)) si agitcrii lungamente il matraccio e si mettcra il
» miscuglio ncU'olio di lino prima di scaldai'lo, agi-
» tando dui-ante la bollitura il tutto c vi si unira la
» naftac I'olio di trementina prima di accenderlo. o
» si conservera il miscuglio di piroforo e nitro nello
» ste^so vaso ben turato quando si voglia iraitait:
» la secca mistura del fuoco greco. Un miscuglio
w di tre parti di pii-oforo, due di nitro c mezza di
)i zolfo appena scute 1' azione dell' aria si accende
» e deflagra con vivacita ».
Alia chimica riferiremo altrcsi 1r mcmoria dcl-
I'abalc profcssorc Francesco Zantcdcschi suU'clct-
94
trotipismo appUcato alle arti utili e belle, benchc
in parte spettante anche alia (isica e alia tccnolo-
gia. L' elettrolipismo, o galvanolipia clic dire si vo-
glia, quell'arte maravigliosa che merci una fusione
cliimica a fi'cdtlo prodotta dalla correntc vollaica
ottiene tipi di lame d' ogni guisa , nata di fresco
in Pietroburgo per opera del celebre Jacopi, fu con
tale ardorc propagata dai fisici in Europa , che ,
siccorae dice 1' autore della memoria, « i per inra-
» dere i dominj di quci celebrati metodi che Ic
» belle arti posseggono nei getti e nelle calcogra-
» fie ». Cultore operosissimo degli elettrici studi,
il signer Zantedeschi suU' esempio del Marianiiii ,
del Politi, del Circlli, del Gozzi, die primi in Italia
applicai'onsi alia pi'ova del nuovo protcsso, voile
esso pure occuparsenc; come fece con lunghi c r»;lici
tcntativi e cimenti, la cui relazione forma il sog-
getto del presentc suo scritto. A due mire fonda-
mentali dircsse I'autorc questi suoi sperimonti, I'una
tecnica, spettante alle condizioni necessarie ad otte-
nci'e i migliori tipi galvanici, I'altra teoretica, di-
rctta a chiarire se 1' arte galvanotipica abbia con-
tribuito al progresso dclla tcoria elcttro - chimica.
In due parti e percio distinta la memoria, la pri-
ma delle quali divisa le condi/ioni cosi dell'appa-
rato galvano-plastico come della forma c modello
pei tipi elettrici piii acconcie all' iu ten to, la seconda
95
conticue i fatti sperimentali rel.itivi al proposto
qucsito. L'apparato galvano-plastico puo cssere com-
posto, o semplice; ii composto allorclic rdcUrorao-
torc 6 separate dalla forma o modello per cui si
vuolc otlenere la lamina galvanica; semplice allor-
quando non v'e apposto elcttromotorc, ma la for-
ma stessa fa uffioio di elemento eletlro-ncgativo, o
di anode, e lo zinco di elemento elettro-positivo, o
di catodo, secondo il linguaggio di Faraday. Aven-
do Tautore provato Tunc c I'altro, dalla seric dci
suoi sperimcnti 6 condotto a concludcre : i.° che
l'apparato con elettromotore elementare 6 prefcri-
bile air apparato con elettromotore a piii elemeuti
o coppie : u.° clie 1' apparato semplice sembi'a mc-
ritarc la prcferenza in confronto dclTapparato com-
posto con elettromotore elementare. Avverte periS
che l'apparato galvano-plastico semplice di cui egli
I fece uso ha Telcmento elettro-positivo immcrso nel-
I Vacqua acidulata e I'clettro negativo, o la forma,
I immcrso nella dissoluzione di solfato di ramc, i
I quali due liquidi sono contcnuti in vasi concentrici
il cui interno in luogo di fondo ha una memhrana
che tiene separati essi liquidi come si pratica ne-
gli elettromotori a forza costante. Avcndo cgli poi
I in questa guisa di apparato galvanico analizzato
r ampiczza della lamina di zinco in confronto alia
grandczza della forma, il grado di acidulazionc del-
96
I'acqua e della saturazione della dlssoluzione del
solfato di rame, la natura del diaframma e la di-
stanza dei due elemcnti, ossia del catodo c dell'ano-
do, fra loro, dalle sue esperienze raccoglie che 1' am-
piczza della lamina di zinco da prefcrirsi t!; quella
che uguaglia la grandezza della superficie della for-
ma o del modello, bastando che ne sia coperta o
a contatto dell'acqua acidula la sola superGcie che
guarda la forma, c tenuta ben netta, mentre e bene
che Taltra sia coperta da un mastice; perch^ in tal
modo si ha un utile risparmio dello zinco, o di
altro metallo che vogliasi usare; che il grado piu
conveniente dell'acidulazione deU'acqua ^ quello in
cui essa rimane perfettamente limpida e attraverso
alia sua sostanza si osserva una moltitudine di re-
golarissimi e minutissimi filetti, i quali partono da
tutti i punti della superficie dello zinco ed altro
non sono che piccolissime gallozzole di idrogene;
che alia migliore riuscita de' rami galvanici si ri-
cerca una dissoluzione di solfato di rame satura
limpidissima, d'un bell'azzurro, la quale si mantiene
in tale stato procurando che in sacchctti di tela
ben rada immersi nel bagno si trovi costantemente
buona copia di seel to e netto solfato di rame; che
il diaframma da pi-escegliersi sembra esser quello
formato di membrane animali, come dire vesciche
o pcrgamcna; che per quauto spclta alia distanza,
^1
basin (Ik; lo zliico iiou tocclii la mcmbrana c clic
la forma sia copcrta dclla dissoluzionc del solfato
di rame; chc noii c ncccssario die relcmcnto clot-*
Iroinolorc sia di ziuco, prcstaudosi un niclallo qua-'
lunqiie die a coatatto ddl'acqua acudulata abhla
un'azlonc diimica e noil avendo 1' autoi'c dato la
prefcrcnza agli dementi di zirico se iioii pcvdic rjiic-
stl, ovc sicno amalgamali, ricscono inigliori per la
loro fbrza costanlc in tiilti i piiuti dclla supcrficic
c per la facilita e prontezza con cui piionuo pii*
lirsi medianlc una sj)azzctla o scopclta scnza Liso-*
gno di smontare I'apparato. E ciu qiianto all' or-
digno galvano-plastico. Rispetto alia forma, due ri-'
ccrchc naturalmcutc si presontauo, tioe da quali
forme si possauo avcre I migliori lipi, e da qilali
forme riesca piii agevolc il distacco dclla lamina
galvanntipica. Lc forme trovate daU'autore piu ac-"
concie alio scopo espresso ncUa prima ricerca fu-"
rono lc mcUilliclic. da lui ottenutc in due modi ,
cioc col punzonc , lavorando a colpo secco sopra
laminc di piombo, e col clichet, impiegando per ri--
Cavar questo dagli originali in mctallo, in legno. iu
vclro o in qualuncpic allra materia rcsistentc, Una
lega forniata di 20 parti di antimonio e 8o di piom-'
bo c pei lavori piii dclicati una di bismuto e di
j)iombo a parti cguall ed anco una forraata di 8
parti di bismuto, 3 di piombo c 3 di stagno, c pci*
7
98
ricavarlo dagli originali in materic fragili, conic
gesso, zolfo, pastiglie, usanclo il nolo metodo a stof-
fa. Ai tipi galvanici ottcnuti tlall'autore colle forme
metalliche , non possouo per verun modo stare a
confronto quelli ch' ei ricavo da forme di gesso ,
di zolfo, di cera plastica e di steariua, la cui su-
perficie fu da lui metallizzata con foglie d'oro e di
argento, con.grafite o piombagginc, con processi chi-
mici, ma sempre ritraendone dci tipi piu o meno
imperfetti c talvolta nou ottcneiidone effetto di sor-
ta. Per quanto spctta alia seconda riccrca, cioe qual
sia la condizione dclla forma piii acconcia al di-
stacco dclla lamina galvanica, osserva in generale
I'autorc non essergli I'opcrazione riuscita difficile
usando delle forme di piombo e delle leghe sopra
descrittc, anzi essergli parso clie dalla lega delta di
Arcct il distacco avvcnisse c piu pronto e piu netto.
Egli spcrimcntu pure con eguale succcsso, cccctto
iin caso spccialc , le lamine di rame inargentate,
dalle quali trassc piastre elctlrichc ad uso di inci-
sioui a bulino, di tipi daglicrriani, e dci disegui
j>cr tranie in appresso lamine incise galvanicamcute.
Disponendo clie di anodo, o di forma, tenesse luogo
xin;i lastra di rame, gli riusci pronto il distacco ,
coprcndo con una piuma Icggcrmeute la lamina di
Tin vcio di una dissoluzionc di zolfuro di potassio
che si usa nell' iuverniciai'c Ic medaglie. Egli pre-
90
mcttc pert) I'avvcrtcnza die il fOvcscio e il contofuo
del modcllo mctallico debbauo csscre ben coperti e
spalmati di una sostanza coibentc, perdie il ramd
non si deposit! chc sopra una delle superfieie del
modelloj allrimenti lo verrcbbe a coprire e serrare
per ogni dove in maniera che riuscircbbe del tutto
impossibile estrarnc la forma. Avvcrte altresi che
ove un rilievo fosse assai forle, c bene riscaldare la
forma, perche la dilatazione dei due mctalli essendo
ineguale, le parti si disposlano le une dalle altre,
ed e sempre ben fat to, perche non avvcnga alcuii
guasto, che il picno distacco alia periferia si faccia
col taglientc di una spatola di legno o di osso, chc
non stria menomamenle le superfieie dei metalli.
Tali furono i risultati degli esperimenti dell'autore
intonio alle due proposte rieerche: ai quali aggiun-*
gendo le applicazioni da lui fatte delVarle galvano-
tipica, cgli ne ragguaglia aver tratto copie di me-'
aaglie e di bassi rilievi sino alia dimensione di 20
centimetri e piu di diametro, avuto lamina di tale!
levigatezza e pulitezza che poteano gareggiare colle
cilindrale le piu perfeltc e sostituirsi inargcntate
a quelle che vengono d' oltremonti, ottenuto rami
tipografici da potersi a suo parere utilmente sosti-*
tuire alle comuni vignette in piombo, avuto da for-*
nie cilindriche in piombo, tubi e paveti ben rcsi-'
slcnti c senza saldatura o commcttitura di sorla,
e fogliami, pampini, viticci c simili protluzioni or-
namentali che puonno stare a confronto coi getti
della maggior perfezione, riprodotte incisioni in
rame colla piu perfetta corrispondenza del rame
galvanico al rame originario , ottenuto delle lami-
ne galvaniche incise, traendole da semplici disegni.
Unisce poi come saggi delle sne applicazioni quat-
tro stampe clettrotipiche, rappresentanti la prima
un san Francesco riprodotto da un rame, la seconda
il palazzo Ducalc in Venczia, riprodotto da una
stampa, la tcrza un' Assunta di Tiziano c una de-
posizione di Cristo ncl Scpolcro del Montegna, ri-
prodotto da disegni. I fatti spcrimoutali relativi al
fjucsito se r arte galvanotipica abbia contribuito al
progresso della teoria clettrochimica c a fornire
per essa novcUe prove, sono quest' essi raccolti dal-
I'autorc nella seconda parte della mcmoria, cb'egli
riferisce siccome dimostranti che la chimica e I'clet-
tricita sono sti-ettamcntc fra loro legate, e clie noi
ripctiamo colle sue proprie parole « i." Senza cor-
» rente elcttrira io nou eblii nc decomposizione
» del solfato tli deutossido di rame, ne trasporto
»^ del mctallo sulla forma o modello, che e costi-
» tuito di una delle anzrtlettc leglie. Queste cspc-
» ricnze furono eseguite a cii-cuito aperto, com' e
» evidente. II trasporto adunquc della materia pon-
» dcrabilc nolle corrcnti clcltriclic non vuole csscrc
lOI
» roiifiiso collo ((nuuiii prccipltazioui. 2.^ Ad una
» correntc elellrica dcbolissima s' accompagna co-
» stantcnicntc una dcbolc dccomposizionc del dcu-
)) lossido del s'jlfalo di rarac, c il ranic alio stato
)) di dculDssido in piccola copia si trasporia sulla
» forma, presenlando 1' aspclto di una uuiforme
» rossastra vornice. 'i.° Rinvigorlta la currcntc clet-
» trica, il ranic deposilato sulla forma si disossida,
» c prcndo una bclla linta rosso-argcntina. lo mi
» sono pill voile assicurato clie aU'ossidazionc dello
» zinco corrispondcun appannamento rossigno sulla
)) lamina galvanica, il quale tosto dispare, c diviene
» cristallino lueenle ovc si nctti la lastra di zinco.
» Cosi parimcnti io vidi clie durante ropcrazionc,
)) ai bordi della lamina galvanica corrispondenti
» a quelli della lastia di zinco apparc lo splen-
» doi'c cristallino piu vivo clie ncl mezzo, il quale
» talora c appannato, e spesso rifle Ltc la luce con
» minor intensila. /^.^ II rosso argentino del rame
» trasportato sulla forma ritorua al rosso cupo pel
» nuovo inficvolimento della correntc elettrica; per
» cui pare chc gli atoiiii dell* ossigcno sieno legati
)) a quelli del rame con una forza maggiore di
)) qucUa clie Icga al mctallo le molecolc deiracido
)» solforieo. 5.^ Disposto Tapparato galvanoplastico
1) in modo clic una parte sola del diaframma avcssc
» ad csserc baguala dal sottoposlo liquido, the o
)) d'acqua acidulata, la porzione di lamina galva-t
u nica corrispondente al tratto del diaframma ba-
» gnato dal liquido fu di mi rosso argentino e beu
1) crjstallizzato, meiitre il restaute si fu di uu rosso
» cupo e di una tessitura imperfetta ed irregolarej
» anzi il rame alia superficie vi era disseminato
)) ill piccoli globetti che con lieve fatica si potca-
» no coll'unghia distaccare. Scmbra da questo che
» alia formazione di un perfetto aggregate corri-»
» sponder debba una corrente elettrica di un dato
)) grado. Essa adunque ora opera come foraa divel->
» lente e ad oi-a come forza aggregante, come 6
)) manifesto ai chimici ed ai fisici per altri espe-»
» rimenti. 6.** Con una corrente elettrica assai ra«
» pida la lamina galvanica riesce irregolare, ossia
» d' una tessitura globiforme, e prescnta dci feno*
i) meni analoghi a quelli che offre una cristalliz-
» zazione imperfetta per mancanza di tempo. 7.° Da
p una corrente elettrica uniforme, che dal galvano-p
>) metro semplice annesso all'apparato galvanopla-*
p stico era segnata da 12.°: dell'antica divisione
D ebbi lamine galvaniche al tutto regolari e di una
» tessitura omogenea , che superavano per questo
» carattere le migliori che ci vengono d'Lighilterra,
» L'ampiezza della lastra di zinco era del diametro
» di 10 centimetri j quclla della forma di 6; la
« distanza intei'cetta fra lo zinco e la forma era
io3
T) di y ccntimetri c tulta la lunghezza del filo di
» ottonc formantc il circuito di 4^3 cciilimetri; I'ago
» del galvanomcti'O era lungo o,o4.'> c distante dal
» filo oerstcdiano di uu ceutiinetro 8.^ Allorelie
» r apparato galvanoplaslico scmplice tiene nella
» stcssa dissoluzioiic del solfato di raiiie la forma
» c la piaslrclla di zinco, il trasporto del ramc in
» parte ha luogo sulla forma alio stalo di aggre-
p gato c in parte suU'ossido di zinco, a modo di
») precipitato polvenxltTito. 9." Nell' apparato galva-
» noplastico semplice a diaframnia collo zinco im-
1) merso nell'acqua acidulata a contatto e vicinis-
») simo, il ramc in parte si trasporta sulla forma,
» e in parte attraversa i pori del diaframma, esten-
» dendosi da ambe le superficie del diaframma, chc
» c di pergamcna, a modo di crosta o di lamina, co-
» me un chiodo da arabc le parti ribadito. i o." Com-
» piuto il circolo con due liquidi etcrogcnci scpa-
» rati fra di loro dal diaframma c con uu arco
* metallico omogeneo , cioe colla dissoluzione del
)) solfato di dcutossido di rame, con acqua acidu-
» lata c colla forma cd una appendicc dclla stcssa
» Icga, ha luogo una debolissima dccomposizione
» ed un Icggero trasporto del ramc sul modcllo.
» Questo fatto comprova chc Tazionc chimica pro-
» dotta dalla corrcntc clcltrica sviluppala dalla rea-
» ziouc dci due liquid! c iucomparabilmcnte lui-
»q4
1) nore di quella clie ha luogo dalla corrcnte risve>.
» gliata (lalla reazione del solido e del liquido ;
» quindi appare clie oosa si dcbba couchiudere
» iutorno a quella questione clxe divide le nienti
» di Jacobi e di Becquerel sull'azione delle pile a
u lamina di platino con liquidi etcrogeuei separate
» da quelle di rame con diaframmi porosi. i i.'^Ho
» Gostantemente verificato che la quantila della dis-
)) soluzione del solfato di rame in ogni operazione
» si accrescc. L'acqua acidulata attraversa i pori
u della membrana, sebbene abbia un livello infe--
» riorc a quello della dissoluzione, p. c., di quattro
» a cinque centimelri e piu. In un esperimento
I) eh' io feci per cinque giorni la dissoluzione, che
u era di i3 pinte, la ritrovai di i6. In tutto qlie-
u sto intervallo delle sei libbre piccole di solfato
> di dcutossido di rame clie aggiunsi , quattro se
» n* erano discolti, e il I'amc clettrico che ne ri-
» trassi fu del peso di una libbra piccola; per cui
U la dissoluzione crebbe di libbre trc di deutossido
» del solfato di rame; ora con apposita sperienza
» conobbi che per questa aggiunta la misura della
» dissoluzione non avrcbbe dovuto crescere neppure
» di un nono. La direzione della cori-ente elettrica
» concorre ad accrescere o a diminuire questa quan-
» tita. Essa concorre ad accrescerla allorche si dif
» rige dair acqua acidula ta alia dissoluzioije, q di-^
io5
t) minuisce allorrlir la si dirigc tlalla dissoluzionc
>i del JcutossiJo del solfatodi ramcaH'aajua acidu-
M lata. Qucste espcricnzc furono ripctutc piix volte.
)) 12." Data una forma cguale alia piastrella di zinco e
i> collocata in vase diffoi-mc, che avcva il diaframma
H minore in diamctro dell' una c dell' altra, la la-
» mina galvanica iicl mezzo s* ingrossu di piu clie
» alia periferia. Sembra potersi conehiudei'c che la
» maggior dccomposizione del sale e il traspovto del
)) rame si faccia in linec pcrpendicolari all' anodo
I) 0 al calodo. II qual fatto consuona col modo di
»i propagarsi dell' elettrico comunemente ammesso
» dai fisici. 1 3. " Spalmata di rei'a la lamina di
» zinco in ambcdue le sue supcrficie, ad eccezione
1) dci bordi, il rame galvanico a circostanze cguali
» s'ingrossa piii difficilmente. Con una lastra di
» zinco di lo centimolri coperta di ccra, Iranue
i> il contorno, abbisognai di un tempo pi-essocbe
1) doppio per avere lo stesso effetto die avea con-
1) .seguito colla stessa lastra di zinco inticramente
» scoperta c eolla stcs.sa forma di 6 centimetri. La
» dottrina dci pcrimetri dell' illiistre Dal Negro,
1) the si sosLiene nei fenomcni di contlitto elcttro-
» magnetico, noii regge alia prova dei fatti elcttro-
u chimici, i quali pare si govern ino cou Icggi loro
» proprie v di.stinte. i4'^La lamina galvanica riesco
u in ogni sua parte ad ccccziouc del contorno, clio
io6
» ^ d'una crudezza non comunc. e prcsenta una
» specie d'agglomerazionc, la quale ^ tan to maggiore
tt quanto 1' anodo e minore del catodo. Pare clie il
»> fenomeno derivi dalle azioni lateral!. Con un
» rSalzo infatti di cera di due centimetri disposto
» ad angolo retto alia forma, pressoche interamente
» si toglie. 1 5.° Nei rami elettrici tratti da dise-
» gni fatti con inchiostro coibente la crudezza del
» rame nell' intemo dclla piastra si manifcsta ai
i> tratti corrispondenti alle incisioni; perche ivi il
» congiungimento delle parti non puo eseguirsi che
» per r addizione laterale delle molerole, il disegno
» di sua natura coibente non pci-mcttcndo la so-
» vrapposizione delle particclle del i-ame. Ed e per
» cjuesta cagione chc all'incavo del diritto rispondc
» r incavo del rovescio. Qaesti rami se sono ben
» grossi, o rinforzati con una conlrolamina, sotto
» la pressione del cilindro si rompouo, come mi
» accadde in due delle prime incisioni clie ottenni
» con questo metodo ».
Se ad altri rami dclla scicnza spetta in parte
qucsta memoria, alia sola chimica interamente ap-
partengono Ic due seguenti. E locubrazione la pri-
ma del socio attivo e censore dottor Slcfano Gran-
doni, e tratta di alcuni composti intimi, messi al
cimento delle chimiclie forze. Jodio e mercurio, una
concrczione salivale cd una lega me tallica furono
10^
i composli sill quali 1* aulorc cspcrimcnto la virtu
dcgli agcnti chimici ncl inodo c coi risultati che
uoi siamo per rifcrire, scgucndo Ic traccic dcUa sua
descrizione. o piuttosto rifci'cndo le sue stcsse pa-
rolo — Jodio e mercurio — « Circa all'esperienza
» cli' io feci ( cosi I'autore ) cou questi due corpi,
)» c della quale ora rondo conto con qualche osscr-
» vazione , a mc non si ricorda d' aver mai Ictta
» nci libri di cliimica alcuna cosa , nii di averne
» udito dir pai'ola da' miei colleghi che di siffatte
» spcculazioui si dilettano — Avvisomi percio, met-
)i tcndolc a luce, mcrilare in qualche mode dalla
» scicnza, e dare un saggio di quali sieno Ic mie
» applicazioni e faticlie. Sfrcgando gentilmentc den-
» tro un mortajo di cristallo dosi eguali di mer-
» curio c di jodio, avviene, scorsi alcuni istanti, che
» il mescuglio infiammi con un legger rumore ,
>) esalando ad un tempo un vapor rosso gialligno
u ed un odore di jodio. Talvolta accade pure che
H al momcuto in cui i due corpi elcmentari, occu-
» pati da elcttricita contrarie, stringousi insiemc,
1) alcuna porzioncella della sortita comhinazione sia
)) lanciata fuori dal mortajo, ed altra riesca suUe
1) pareti di questo in figura d' un pulviscolo di
» color di zolfo. Dopo ci6 il mercurio e il jodio
)i non si sccrnono piii. Tutte le specifiche qualita
») lore sono ascosc uel composto uovello, die e ia
io8
» forma Ji una raassa Jura di aspelto mclallico,
» cui il color rosso di cmatitc pare tutta tenere
I) dope r apparizione di screziature gialligne e vcr-
» digne chc spariscono al venire il compos to fuso
» alia temperatura dell' ambiente ed al cessarc I'oscil-
» lazione delle molecole. Fatto in polvere, piglia
» un color bruno porpora, somigliante a qricllo del
)) Iri-joduro di mercurio, e mostra di unirsi al va-
w pore acquoso dell' aria. Frammisto all'joduro po-
» lassicOj tingesi di color verde-giallo chc indi sva-
» niscc per la piu parte, e qnanto rimane indietro
a e mercurio estremamente diviso. Qucste rcazioni
» non si riscontrano appieno con quelle chc danno
)) il joduro ed il bi-joduro di mercurio. Infusovi
» sopra deir alcool del p. s. di o,83o questo si
» tinge tosto di un bel verdiguo, chc si muore ap-
» prcsso ncl color giallo roseo. Scaldato dcnlro un
» cannellino di vctro chiuso dall' uno dc'suoi capi,
» si fa il suo colore alquauto piu vivo ; indi iii-
» gialla, fonde e vassi in fuoco; ma al freddarsi
» dello strumento toi'ua parte al color giallo e
1) parte al vermiglio: ove pcro Ic porzioui gialle
» sieno sfregate, riescono pur esse al color vermiglio.
» L' acqua stillata non vi fa chc un Icgger effetto,
V accennato dall' idrosolfato ammoniaco. Sparsaue
» qualche porzione per una lamina di fcrro, si
» scompouc iu mercurio c jodio: ma questo si uni-
I Of J
» sec al fcvro nrllo stcsso istanto rlic aLbaiiJoiia
)» il mcrcurio , formando uu proto-jodui-o cli fcno
» chc appaviscc in flgura di goccie. II proto-joduro
1) cd il bi-joduro di mercurio fanno lo stcsso gioco
» con cjucsto mctallo. colla diffcrcnza che ncssuna
« alterazione avvicne nel colore di questi ultimi
» durante il contatto lore col ferro, mcntre il no-
N vello composto si fa giallo dalla parte die tocca
n r anzidctto mctallo. Chi , strano alia dottrina
» deir isomeria c dell' isomcrfismo , clic tanta luce
» pose nella filosofia della scienza cliimica, volcsse
» ragionare sulle bizzarrle dci colori clic spunta-
>i rono all'unirsi insieme del mcrcurio e dell' jodio,
» per cavarnc la natura e le pi'opoi-zioni della
» combinazione , nou riescircbbe certo alia faccia
» del vcro. Ma obi, poste da banda Ic apparenzc,
» camminasse la via deU'esperienza, non v'ha dub-
» bio si condurrcbbe a tan to. E cjucsto ultimo mo-
» do, tutto conforme a scienza, io tcnni ncl co-
» nosccre la combinazione nata fra le vicendc chi-
li miche de' due corpi memorati. E prima tritai in
» polvere il composto , clie prcse pcrcio il color
» bruno porpora anzi acccnnato. Perchc poi si ap-
» palcsasse la sua piu coperta natura. ne mi.schiai
» una pnr/.ione all'alcool, col quale per lo spazio
« di un quarto d'ora lo andai diguazzando: allora
» vcrsai in un fcllro la mistura c raccolsi il li-
/
» quore. 11 quale era di color paglierino e mostrava
)) tenere alquanto della natura alcalina esplorata
» colla carta rossa di tornasole. Sfumato all' aria
» aperta, mi di(i un residue di un vago color di
» cinabi'O e dotata delle scgucuti proprieta — Scal-
» dato dcntro un cannellino chiuso dall' uno dei
» suoi capi, fuse, ed appresso fecesi in vapori che
» si condensarono sulla parete si in pagliette che in
V forma d'una polvere gialla clie al freddarsi del
» tubo si muto in vermiglio insieme colic pagliet-
» tc. Seomparve nell' acido cloro idrico, ncll'joduro
» potassico c nel cloruro jodico. Da qucsti effetti
» ragionai essere la sostanza, sciolta ncU' alcoole. il
» bi-joduro di mcrcurio composto di un atomo di
» queslo metallo e di a di jodio; di che mi chiari
« pure lo sperimento opera to sopra un' altra por-
I) zione di polvere mcdiante una soluzione di clo-
» ruro jodico abile pur cssa, non mcno dcU' alcool
» a sbrigare un tale composto. Appresso le prove
» raecontate cimentai 1' altra porzione di polvere
» che secca raccoglicvasi nel fillro, della quale erano
)) prerogative un color di mattone, un sapore me-
» tallico, un farsi verdc gialla in conlalto dell'jo-
» duro potassico sciolto e risolversi parte in mcr-
» curio e parte in liquore, anncrire in contatto dcllo
» zolfo idrato animoniaco, pigliare quindi un aspet*
» to nietallico bianco c per ultimo un color vcrde
1) giallo. Quest' ultima viccnda riscontra pure il Li-
» joduro di mercurio. Scaldato cntro un piccolo
)) tubo si fa, al primo operar del calorico, giallo,
» indi fondc, e volatizza. Freddo il tubo, vedesi
u steso sulle pareti dello stesso ristretto in aglii cri-
» stall ini di color giallo che quiudi mutasi in ver-
u miglio. Apertomi per le narrate investigazioni
» r indole della combinazioue , cousistente in un
» miscuglio di joduro inercurioso c di bi-joduro
» mercurico, adopcrai a stabilire le preparazioni
» di ciascuno. Pertanto mi procacciai per mezzo
» deU'alcooI gettato sulla combinazione tutta la
I) quantita di bi-joduro che aveva in se, e riscon-
» trai il joduro rcstante per mezzo di una soluzio-
» ne di joduro basico di potassio: i quali due com-
» posti pesati esattamente e ragionato il peso lore
» sopra cento parti, danno il seguente risultameuto
1) joduro mercurioso . y8. oo
» bi-joduro mercurico 22. oo
100. 00
)) Ratificai pure queste porporzioni scomponendo
» cento parti del composto median te ferro, con cui
1) ottenni un proto-joduro di questo metallo e
») mercurio libcro, c sapendomi esscre composto il
» proto-joduro di fcrro
119
» tli I. atomo di jodio
)) I. at. . . di ferro
» 4- St. . . di acqua,
n nc dedussi la somma del jodio, la quale unita a
» quella del mercurio postosi in liberta e pesato, dava
» esattamentc la somma delle singole proporzioni di
» jodio e mercurio formanti cento parti del suddetto
» composto. I cliimici clie sono si solleciti a far te-
» soro di tutti i fenomeni chc accompagnano le com-
» binazioni tanto dei corpi semplici chc dei composti
» e nei quali si fonda soprattutto la nuova dottrina
» elcttro-chimica, vorranno, mi giova credere, rcgi-
» strarc pur qucUi da me avvertiti clic hanno luogo
» al momento in cui il jodio cd il mercurio si uni-
u scono fra loro; fenomeni originati dalle opposte
M clettricita racchiuse no' due corpi elemcntari; scossc
» mediante lo sfrcgamcnto e conibinatesi quindi iu-
» sicme fra apparizionc di luce ed un notevole in-
» nalzamento di temperatura » — Calcolo salivale — •
Questa conci'ezione procedcnte dal canale di Wai«-
ton, dalla quale era stata affetta c libci'ata coU'ope-
razionc una giovane donna, sccondo chc la descrivc
r egregio spcrimentatore , al quale ne venne com.-
messa 1' analisi, aveva la forma di un baco da seta
morlo di calcino; era lunga \i\ lincc; di coloi'
giallo, di superficie disuguale e granila, del peso
di 162 milligrammi. Posta ncU' acqua, a cagioncr
ii3
della sua gravita spccifica di I. 70 dava tosto a
fondo : la sua conlcstura era a guisa di strati e
d' una cocsione iion facile a vincersi. Irritata c ra»
schiata dava una polvere insipida c senza odore, che
pusla nella quantita di 9 railligrammi sopra una
lamina di platino cd affuocata colla fiamma d'una
luccrua alimcntata di alcool, nereggiava esalando
fin fumo che sapeva di materia animale brucieuite
e scadcndo di trc milligrami nel peso. In questa
condizione tornava la carta di tornasolc al suo pri«
micro coloi'C, r acido solforico nc sviluppava dei
vapori di acido cloro-idrico misti a gas acido car-
bonico, tingendola a un tempo di color roseo fra
un odore di cacio. Infusine alcuni granelli in acqua
stillata avente la temperatura di -f- 1 5 di R., ac*
cresciula iu seguito fino a 3o apparv'e dopo un' ora
un po' alba. Separata per mezzo di un feltro dalle
parti non isciolte e messa quindi al cimento dei
segucnti coi-pi, fece vari c distinti effetti. Col ni-
trato argentico intorbido per molti fiocchetti che
si tinsero di color bruniccio e si disciolsero ncl-
rummoniaca alia quale furono frammisti e senza
che il liquore pcrdesse il suo color roseo. GoU' in-
fuso di tannino vi sorse una nuvoletta bianca che
coU'agitamento si diffuse per tutto il liquore, slrin-
gcndosi per ultimo in un precipilato, il quale, di-
baltcndobi il lluido, vancggiava per qucsto iu Ggura
u4
di sottilissimi fill. L'ossolato ammoniaco e I'acctato
baritico non vi fcccro effctlo veruno. Sfumata den-
ti'O una cassula di porcellana 1' acqua in cui fu
infusa porzione del calcolo in polvcre lascio un re-
siduo che aveva virtu di trarre a se il vaporc acquo
so. Ciraentato il calcolo dopo lo sperimeuto del
fuoco per mezzo dell' acido azotico , questo nc lo
disciolse del tutto fra qualchc effervescenza. Messe
alcune goccie della dissoluzione nilrica sopra una
lamina di platino, e riscaldata la dissoluzione pon-
tualmentc e apprcsso presentatale 1' ammoniaca in
forma di gas, qucsta non vi opcro vei'una altera- i
zione; il che reco a stabilirc non far parte del I
calcolo r acido urico, ma nu'dlti-a sostanza animalc
A conoscei^e poi se I'acqua stata insieme col calcolo I
in polvere avessc cstratto compiutamente tutta la ;
materia animalc che vi si ascondeva, venne il cal*
colo tormentato al fuoco, il quale, non altrimenti
che nella prova empirica di sopra accennata , lo
anncri e lo risolse parte in fumo olcnte di sostanza
animale sfaccntesi al fuoco c parte in una polve-
re bianchissima che potenza di fuoco non valse a
fondere: del che si dedusse che I'acqua estratta
aveva dal calcolo solamcnte parte della materia j
animalc. Sopra qucsta soluzione acquosa concen- ( '
irata con ogui chimica dcstrc/.za fino ad avere un
residue mollc c giuUigno condussc Tautorc i cimcntiJBu
H
ti
ti5
che seguono. Spcculato questo residue coU'acqua,
vi si scioglieva tosto. Infuso in questa soluzionc
dell* ossolato nmmoniaco, non si alterava punto : il
nitrato argcntico vi produceva un inalbamento C
quindi un precipitato : il cloruro mercuvico vi ge-
nerava dei fiocchctti; 1' acetato tri-piombico una
residcnza fioccosa e pesante; e nessun effetto vi
producevano si il fosfato jodico che il cloruro pla-
tinico. Ripresa la dissoluzionc nitrica del calcolo,
dalla quale la potassa con cui fu tritata non ave>
va liberato ammoniaca, venne investigata coll' osso-
lato ammonico, che ne trasse un abbondante pre-
cipitato, e col fosfato sodico, che vi desto molti
- fiocchctti, e per ultimo col nitrato argentico e col-
"* ll'acetato baritico, che vi fecero qualche alterazione,
'^ che venne abolita d.air acido nitrico e dall' ammo-
-' niaca. Inducendo I'autore da molti indizj che fra
le basi costituenti il calcolo dovesse trovarsi com-
* binato 1' acido fosforico, in siffatta credenza fecc
'• fondere sopra un carbonc un miscuglio di acido
borico e di polvere calcinata del calcolo, ed indi ne
vcsti r estrcniita di un filo d' acciajo, che allogi
l" sulla punta della fiamma mossa dal cannello. Volta.
^ dopo alcun tempo dalle estreiaita del filo la ma-
" tcria gia ridottasi in figura di un globetto, la ri-
' scontro composta per la piu parte di fosfuro di
' ferro di cui 6 precipua dote mandare un odore suo
n6
]^ropiio c spiacevole. Non pago di qucsto cimento,
opero il seguente, introdotlo da Thenard e Vauque-
lin nella cliimica. Introdusse in un cannellino di
cristallo lungo un pollicc e mezzo c sigillato a fuoco
dall'uno dei due capi alcuni milligi-ammi di po-
tassio e due volte tanti di calcolo in polvere e cal-
cinato. Riscaldo poscia il piccolo tube nel capo
ove stavano le materie, continuando fino a che que-
ste si fecero rovenli. Lasciu allora I'operazione, sa-
pendo che ad una tale tempcratura una parte di
potassio stringesi all' ossigcne componente 1' acido
fosforico ed altra al fosforo per comporre un fo-
sfuro di potassio. Soffio quindi dolccmeute col mez-
zo di un cannellino di carta sopraf la novella com-
binazione, che scomponendo il vapore acquoso espi-
rato dovca, com'egli faceva ragione, risolversi in
un altro composto. Quest' cffetto manifestossi dif-
fatti tratto ch' egli ebbe dal tubo la combinazione
che csalu un gas dotato dell' odore il piu ingrato,
ossia del fosfuro d' idrogcne, in cui consiste il pro-
dotto della reazione del potassio coll' ossifosforico.
Importando poi al compimcnto del lavoro lo sta-
bilire se il fosfato calcico, principale ingrediente
della investigala concrczione, appartenessc alia spe-
cie distinta dai cliimici col nome di sottofosfato
r;driro delle ossa , il cui atomo = a 55a5, i4 e
composto di
117
8 alomi di calcc = 2848, 24
3_at. tli acido = 2Gj(), 90
55^5, 1 4,
c'gli cscgui la sogucntc spcriciiza fondata ncgli cf-
fetti della fiamma dianzt accennati. Getto qualche
granello di calcolo in polvere neirammoniaca li-
quidacontenuta in un vascUino esattamcnte clxiuso,
c qucsti corpi lascio insiemc agitandoli tratto ti-atto
per lo spazio di 24 ore? ^i poi divise la residenza
del liquido, c questa sfumo sino all' ultima goccia
senza ottenere residuo di sorta. Fece pertanlo ra-
gionc non aver avuto rammoniaca azione alcuna
sul ralcolo , il quale essiccato disciolse nell' acido
iiitrico e ricuporo poscia inalterato dal liquore me-
diante infusione d' ammoniaca. Per questa opera-
zione, che eseguita sopi*a le altre quatlro specie di
fosfati calcari ammessc da Berzelius avrebbe pro-
dotto altri risultati, venne 1' autore in cognizione
della vera essenza del fosfato calcare, ch' cntra uella
composizione del calcolo investigato. Per tutte le
quali esposte cose, considcrata la scrie e qualita
delle reazioni prodottc dalle varie potenze cliiini-
che applicale ad esso calcolo cosi in forma solida
come stcmpci*ata in diversi fluidi, considemto il uiun
offetto chc sovr' esso produsscro pareccliie attive
soslanzc mcsscvi a contallo colic piii squisilc do
MB
strezze della scienza, considerati per ultimo i risul-
tamenti d'altre minute industrie fattc sopra i vari
precipitati e i singoli pesi loro, non esprcsse nella
memoria siccome sottintese, conclude lo sperimen-
tatore essere la concrezione esplorata composta co-
mo segue:
Sottofosfato calcico . , . . o, 53
Carbonato calcico . . . . o, lo
Fosfato magnesico . . . . o, oi
Cloruro sodico o, o3
Muco con albumina ed acqua o, 33
I, 00
*— Lega metallica — Questa lega quale veniva presen*
tata al nostro chimico, acciocche volesse escguime
Tanalisi, era in figura di limaglia o raschiatura, di uu
color grigio bianco, morbida al tatto : sfregata non
rendeva odorc, sparsa sull' acqua vi galleggiava un
poco, poi dava in fondo; gittata fra la fiamma d'una
candela le conferiva un colore cilestrino. Fondeva
a "f- 36o,6, ed agitata ardeva qua e la con bianca
fiammetta e con fumo, ed al freddarsi presentava
una superficie tinta di vari colori, fra i quali cam^
peggiavano il verde ed il rosso : aveva in fine una
gravita specifica di 7, 3io. Da questa e dalla dote di
ai-dere in parte argomentando I'autore che la lega fosse
f»9
composla di zinco, e di qaalclie altro mclallo bian-
co, cscgui per rhiarirscne le prove spguenti. Getto
1935 milligr. di acido azotico del peso specifico
di 1,261 sopra ajo milligr. di lega raschiata posta
dentro a uii matraccio. Al primo toccarsi dei due
coi-pi ne scgiii iiii bollimento gagliardo sollevandosi
in alto molto gas acido nitroso c scaldandosi no-
tevolmcnte lo sti'umcnto. Cessata la reazione dei
due corpi e con essa la tempcratui'a elevata, era
ncl matraccio un prccipitato bianco ( di due strati,
I'uno di colore giallino e I'altro roseo particolare)
sopravi un liquore scolorato. In qualche porzione
di (piesto, diviso primo dalla posatura, vennc in-
fuso del joduro potassico, che vi fcce un precipitate
bianco, clie altro joduro aggiunto disciolse: un altro
prccipitato, ma in forma di fioccbi del colore di
kcrmes, produsse in altra porzioncella di liquore
I'idrosolfato di potassa. Dopo questi saggi fu posto
a sfumare il prcdetto liquore che era alquanto opa-
lino c sapcva d'acido c ad un tempo di stilico metal-
lico insieme col precipitate dentro una cassula di por-
cellana sino a scccliczza, e cio per ispcrdere I'acido
nitrico soverchio, che in forma di fumo bianco si sparse
fra r aria ambiente. Pose allora lo sperimeutatore
in disparte il vaso contenente il residue, ed osserve
quanto 1' aria poteva sopra quest' ultimo. II quale
dopo 12 ore trovandosi alliquidilo in parte, da cio cd
12*
anche dal suo sapore stilico metallico, dedusse clie
in esso celavasi alcun sala deliquesccnte, che stingo
dal residue, mettendo questo in un feltro e spar-
gendovi sopra dell' acqna piu volte. Nel liquore
sgocciolato getto poi vari corpi die vi produssero le
seguenti alterazioni, dalle quali dedusse la natura
delle materie che lo componevano. 11 joduro di po
tassio vi fece un precipitato bianco polveroso : il car-
bonato ammonico nc produsse uno gelatinoso, pure
bianco : 1' idroferrocianuto di potassa non opero in
altra guisa: 1' idrosolfato potassico diede un precipi-
tato bianco sporco polveroso, ed uno bianco gelati-
noso rammoniaca, chc poscia lo disciolse. Dalle quali
operazioni ricavi esscre lo zinco il metallo disciolto
nell'acido azotico. 11 precipitato primiero, che lavato
cd cssiccato pesava i lomilligr., fu trattato coll'acido
cloro-idrico, nel quale scomparve assolutamente dopo
latti provare al miscuglio alcuni gradi di calore.
E qui nota 1' autore che mentre 1' acido mcttevasi
fra le molecolc del precipitato e lo riceveva in se,
si veniva formando il cloro ; fenomeno ( egli sog-
giunge ) che indica trovarsi i metalli saturati di
ossigeno e questo unirsi in parte all'idrogeno com-
ponente 1' acido e cosi formarsi in tali vicende chi-
miche dell' acqua. Cimento quindi la dissoluzione
col fcrrocianuro di potassio, che vi indusse un pre*
cipitato bianco gelatinoso, con txna lamina lucidft
Hi ferro, c*hc si vestira d' una polverc nera , colla
potassa, clie vi faccva una posatura bianra iiisolu-
bile in un eccosso di cssa , col solfoidrato ammo-
nico, che 1' alterava per un precipitato giallo-roseo,
cKe diventava bruno ovc si riversasse nuova copia
di siffatto rcattivo; giuoco , egli osserva , die non
fa il cloruro antimonico quando sia cimentato per
lo stesso modo; essendochc in tal caso il color roseo
che piglia vicne avvivandosi sempre piu. Da questa
sperienza poi deduce esserc la investigata dissolu-
zione composta di un miscuglio di cloruro stagnoso
e di clorido antimonico nella proporzicme di 3 del
primo ed i del secondo, giusta gli effetti che da
pure un miscuglio artiGciale di tali corpi cd il peso
calcolato della polvere nera sbrigatasi dal fuoco.
Sparsane una goccia sopra un disco di piombo lu-
cido, vi fece nascere una macchia nera. II gas solfo-
idrieo formo con essa un precipitato giallo pallido
ed uno fioocoso bianco 1' infuso di galla. Coucen-
trata alquanto la dissoluzione, si formarono in essa
dei cristallini aciculari splendidissimi e dotati di una
maravigliosa virtu di rifrangere la luce. I quali
posli sopra un carbone infuocato facevansi in fumo
cd in una polvere di un vago color giallo — Sciolti
neiraequa e frammistovi del joduro potassico, da-
vano un pi-eripitato giallo ed uno nero col gas sol-
6do-idrico. La tintura di galla vi induceva un se-
133
dimento glalligno fioccoso; unO bianco polreroso
I'acido trisolforico ed un coagulo solubile neU'am-
moniaca il nitrato argentico. Dalle quali rcazioni
r autore conclude essere gli accennati cristalli com-
posti di cloro e di piombo. Ripresa la dissoluzionc
cbe diede questi cristalli , la evaporo sino a pcr-
fetta secchezza, e, pesatala, v' infuse sopra dell'aci-
do solforico cbe ne sminui la massa. Trascorse alcu-
ne ore, stempro il miscuglio nell'acqua, e versatolo
in un feltro, n' ebbe un liquore ed una materia
idrata, il primo contenente del solfato di zinco etl
il second© del solfato di stagno. Per 1* analisi fin
qui csposta chiaritosi essere la lega composla di
stagno, zinco, antimonio e piombo, diede opera a
determinare le dosi di questi componenti calcolate
sopra cento parti di essa lega. A quest' oggetto, ri-
scontrato come 1' acido azotico tramutasse lo stagno,
r antimonio e parte del piombo in altrcttanti ossidi
che davano in fondo al vaso in cui seguiva la spc-
ricnza, e lo zinco con qualcbe porzione di piombo
si stesse disciolto nell' acido azotico, parvegli dover
sostituii-c a quest' acido altro menstruo cbe avesse
la virtu di sciogliere tutta la lega. Ricorse a tal
uopo air acido cloro-idrico, cbe fece agire colla giun-
ta di pocbe gocciole di acido azotico e di leggero
calorc suUa lega, la quale non tardo a mettersi
tutta nel liquore fx'a qualcbe svolgimento di gas
ia3
acido nitroso e ne se non se il concorso delle tre circostanze in
» una materia vegetabile od animale morta? Sara
yf pcrmesso adesso dai'le attributi diversi, e crearla
» operazione da tutte le altre discosta cbe hanno
ji bisogno delle stesse e sole cii'costanzc: E d' al-
j» tronde le tre sunnominate circostanze, o cause ,
» cbe producono gli effetti della putrefazione, co-
n me potranno operare diversamente nclla fcrmen-
7> tazione e non adoperare della loro influenza per
» agh'e senza alterare, o portare realmentc una pu-
» trefazione nella materia dell'uva? Come queste
» cause cbe unite portano sicuro un dato cffctto,
)» e tanto sicuro, cbe senza il concorso Concorde di
» tutte insieme non ottiensi e cbe da altre non puu
n esscre promosso , essendo necessarie per eccitare
ji la fcrmcntazione alcoolica, potranno restare inerti,
n o promuovcrc alterazioni cbe non dipendano dalla
» putrefazione? Attribuiremo noi a causa diversa
» r incenerazione di un legno e 1' arroventamento
r> di un metallo, essendo d' uopo a tutti e due
» r azione del fuoco, e non potendosi senza di que-
» sta ottenere, perche il prime fa fiamma e si di-
t stniggc, e I'altro solamente a gran forza s'arro-
« vcnta? Non c Iccito forsc il dire cbe dove csrlu-
'?9
» sivamontc v' lia hisogno di una data causa per
» piodunc un da to effctto, I'cffctto nato appar-
r> tciiga alia qualita dcgli cffelli clie solamcntc sa
n produiTC la nota causa ». Altfe osservazioni gli
valgono a riucalzare 1 argomcnto. Nota cgli clie la
forza alcoolica di un suco fcrnxcntato non dipende
cscliisivamcnte dalla quantita dcllo zucchcro, ma sta
in proporzionc colla quantita del fcrincnto adope-
rate; chc i fcnncnti, e molto piii Ic matcrie clie
fanno da fcrnicnto, sono tanto piu attivi quanto
sono pill facili a putrefare , come ne fa prova la
pronta attivi ta del glutinc e dell'albumina vegeta-
bilc iutromcssi in una soluzione di zucchero; che
sc nello zucchcro sciolto neH'acqua ed esposto al-
I'aria cd alia conveniente tempcratura vcnga intro-
messa la sostanza fcrmcntativa, essa fermenta tan-
to tempo dopo, quanto ne occorre alia materia ch"?
fa da fermcnto per entrarc in putrcfazione, e per
converse se in una sostanza che fa da fermento,
uuitavi dcH'acqua c situata all'aria e all'azione del
cftlorc occorrcnte, si aggiunga, allorquando principia
a scntire 1' influenza dcUa putrefazione, la debita
quantita di zucchcro, questa poco dopo determina
in quel liquido la ferraentazionc alcoolica; che do-
j)0 la fermentazione di un suco la parte zuccherina
»' tramutala in alcoole, e la sostanza che fa da fer--
mciilo lascia una materia, che si chiama fcrnicnto,
9
i3o
capace di promuovere la fermentazlonc ia una so-
luzionc di zucchero; cKe se lo zucchero sciolto in
una. data porzionc di acqua e sovrabbondante in
proporzionc del glutine clie si vuolc intromettervi,
successa che sia la fermentazione, il liquore 6 dolcc,
c il deposito non 6 atto a servirc da fci'mento, e
viceversa; che quanto i maggiorc la quantita dclla
sostanza fermentativa in confronto dello zucchero,
tanto ^ piu celcre la fermentazione, e quanto e piu.
cclerc la fermentazione tanto c maggiorc il rcsiduo
di feraicnlo che uc conscguita. Analizzando i quali
fatti cosi ragiona. « So non si potesse credere che
» dcvc realmcnte succcdere una pulrefazione nella
y> sostanza che fa da fcrmcnto , da cui dipende lo
5» squilibrio dcgli clcmcnti pel liquido che fcrmenta,
w a dar ragione alia fermentazione, come una so-
w stanza in superior grado putrefattibile , quale e
n il glutine mcsso in una soluzione di zucchero ,
r dove trova 1' acqua che lo mantiene morbido, c
n che di concerto col calore c 1' iutervento dell'aria
w influisce alia sua putrefazione, provando un' al-
j» tci-azionc che si riscontra dopo la fermentazione,
» mossa unicamcnte da qucste cause, non avra su-
" bito menomamcntc la putrefazione? Sara lo zuc-
1 chero adunque clic lo prcsorva e che ad altra
T) alterazione lo sottoponc? Ebbene. Come adesso
n in una soluzione di glutine che ha principiato
tU
n a pulrcfarsl, unito lo zucclicro, si puonno ottc-
n ncrc i proJotti «li una ordinaria fcrmentazione?
j> E poi quale sai-a 1' altcrazionc chc incontra?
r Agiranno lo cause di putrcfazione di una soslan-
f> za vcgctabilc in divcrsa manicra da quclla clic
n- pcrciu la stabiliscc tale? Lo zuccliero non i: forsc
» una sostanza vcgctabilc, c non si i-imarcano tanti
» fmtti in cui si trova die si marciscono? n Pre-
niessc qucste osservazioni c per esse fermato con-
sisterc la fcrmentazione alcoolica in una alterazione
di elenicnti prodotla dalla putrcfa/.ionc del glutinc
0 di qualsiasi altra materia azotata, viene I'autoixJ
a proporre la propria teoria, e sulla base del po-
sto principio a spiegare come succeda una talc al-
terazione il cui prodotto e il traniutamcnto dello
zuccliero in alcoole. Gli andamenli del corpo die
cntra in putrcfazione sono la traccia die ei segue
per condursi ad una tale spiegazionc. Trova egli
pertanto die il glutine in primo lungo, intromesso
chc sia in una soluzionc di zucdiero disposto alia
ferraentazione , aiutato dal calore die dilata e di-
stende le sue parti, ammorbidito dall'acqua die lo
scomponc e distempra . dee per ragione di affinita
attirarc I'ossigcno dell' aria, c qucsto unendo al pro-
prio idrogcno, proniuovere la formazione dell'acqua.
r>a qucsta prima viccnda, die mcdiante I'accaduta
spparazionc dcU' idrogone rompe I'cquilibrio del
principi del glutine e facilita una" combinazione a
spcse di esso, egli tiene dcrivare tutti gli altri ac-
cidenti clie ei trova succederc nel liquore fermentanlc,
cioe a dire la combinazione del carbonico del glu-
tine aU'ossigcno dello zucclicro, la conseguente for-
niazione del gas acido carbonico. I'unione deirazoto
cogli altri clemeuli. La seguentc enumerazione cbe
egli fa dei fenomeni cb' ei ravvisa accadcre durante
roperazione soggetlo delle sue tcoricbe indagini gli
vale a sostegno delle sue deduzioni in pi-oposito.
n La ncccssita deU'aria (egli dice)ci fa vedcrc co-
n me il glutine ritragga dal suo ossigcno quel pri-
n mo impulso da cui dipende 1' ultcriore procedi-
w men to dclla trasforniazionc dello zucclicro, in al-
» coole. L'arqua cbe stempcra lo zucclicro. e gonfia
« e rainmollisce il glutine senza cui non puo effet-
» tuarsi il fcnomeno, la gran particolarita ci ri-
» corda cbe banno dei gas di non potei* csserc
« assorbiti se non uniti e frammiscbiati al veicolo
J) d' un liquido. II calore clic fra le condizioni nc-
3> ccssarie serve solo a promuoYcre piu o meno
5> celcrcmcnte il fcnomeno ci dimostra cbiaramcntc
55 come non giova die a rcndere i materiali dclla
« fermcntazionc piii cspansi. piu assottigliati; piu atti
5! a sen tire gli effctti dclla decomposizione che su-
:> biscono, la quale, suddividendo nell' cffettuarsi
» Ic materie in minimc molecole, iu atomi. pro^
i33
» (luce uno sviluppo di calorlco consiJcrabile. Del
n rcsto I'ossigcno clc;lla materia die f;i da fcrmenlo
j» si combina al carboiiio dello riiccliero, cd au-
» meiita e poi supplisce alio sviluppo del gas acido
» carbonico clic era stato principiato dalla combi-
» nazione dell' ossigcno dell' aria coll' elcinento car-
» bonio del glutiue. L'azoto trae uniouc coll' idro-
m geno e col carbonio, ' e forma in debit.a propor-
» zionc un composto gasoso clie s'avvicina all'odore
» forse un po' mcno marcato dell' uva clie marcisse
» sul suo ceppo. Altri clemcnti s' agglomerano an-
» cora, e formano un composto di color bianco gri-
» giastro che precipita al fondo. Finalmente I'idro-
» geno dcUo zucclicro che unendosi ad un tcrzo di
» carbonio c ad un scsto di ossigeno combina la
ft formazionc dcH'alcoole, da il prodotto ultimo di
• » ben compiuta fermentazione. Questi sembrano
I n gli anelli della catena che uniscono regolarmente
j» i passaggi graduati che dcve incontrare un suco
y> che puo fermentare ». Un' altra prova del suo
assunto cgli acccnna per iscorcio dedotta dall' ato-
mica composizione dell' alcoole che ottieusi median-
tc la fermentazione vinosa. « Ella e conseguenza
» (egli dice) pel falto deirosservazione cbc costan-
1 tementc riscontra i medesimi cffetti , che puossi
» quasi gcneralmente stal)ilirc che e propria dclla
» fermentazione putrida il trasformarc i corpi sopra
1 34
« i quali ella si esercita in alt/ij gli uni ossigenatis-
■t> simi e gli altri idrogenatissimi o carbonatissimij
n (Tlienard della fermentazione pulrida). Ecco I'al-
M coole prodotto dalla fernicutazione putrida a cui
» fu sottomessa quella sostanza che reagl poi sul-
i> lo zuccliero, csscre, come i corpi che sortirono
» dalla putrefazioiie per cccellenza idrogeiiatissimo » .
Dalle esperienzc poi sulla vhiificazione fatte da Geu-
til e da Labadie risultando che la fermentazione
ftlcoolica, o vinosa, succede con piu forza e regola-
rita in un mosto clie sia misto ai graspi ed alle
scorzc dei grani dell' uva clie in un altro clie ne
sia privo, e clie quanto I'uva 6 piu matura tanlo
piu ^ necessaria la prcscnza dei graspi e dclle scorze
pcrcli6 lo zuci^hero sia intcramentc decomposto, an-
che da ciu cgli ricava un argomcnto favorevole alia
sua ipotesi, ponendo che tali effctti succedano per
I'attitudine dei graspi c delle scorze a putrefai-si.
Tali sono i pensamenti dell' autore intorno alia
causa della fermentazione , e tale e la sua teoria
esplicativa del modo con cui sotto 1' influenza della
«tabilita causa succede il fenomeno.
La fermentazione del vino chiamando il nostro
pensiero agli oggetti dcH'agraria, ci guida ora con
ispontaneo passaggio da questa raemoria ad un'altra
del cav. barone Antonio Sabatti sulla imperfezione
dei nostri principali stromenti rurali c Sul pratice
i35
loro xisQ nclla nostra provlncia. Ai due piu Lmpor-
tanti fi-a gli attrozzi inscrvicnti airagricoltura rc-
stringe I'cgrcgio Vice-Preside nostro Ic sue consi-
derazioni, cioe all' aratro ed aU'erpice, dei quali
cgli osscrva le imperfezioni ncl doppio rispetto della
loro forma e condizione, e dcU'uso clie se ne fa dai
nostri contadiui nclla pralica d'assurdi metodi di
arare e di erpicare. Piaffronta a tal uopo il nostro
aratro coU'aratro romano, tolto, siccomc cgli ci in-
forma, in originc da qucllo dcgli Egizj e dei Grcci,
ma pcrfczioiiato col tempo, il migliorc modcllo non
meno iu antico, che ne' secoli posteriori, malgrado
i tentativi fatti in Europa e particolarmentc in
Ingliiltcrra per I'affiname la condizione; del quale
dcscritta sullc traccie di Virgilio la forma, nota
come i nostri aratri non abbiano per la piu che la
figura di esso, difcttaudo in confronto nelle varic
loro parti, come dire ncl coltro o coltello, comune-
mcnte sdruscito c corto per modo clie appena incide
la superficie del terrcno, nel vomere, che perdutc
Ic neccssarie proporzioni , supera di poco quelle
del den talc, nelle orccchic, Ic quali logore e consu-
mate dall'uso, non possono che imperfettamente
rivolgere sottosopra le zoUc che 1' aratro iunalza ;
tantoche non si puonno con tali aratri aver campi
l>cn coltivati, massime ove siano abbandonati d'ar-
gilla; ncl qual caso il tcrreno, per la somma afll-
1 36
nita delle molecole, richiecle maggior triturazione
che gli altri. Lo stesso dice dell' erpice, die pari-
menti confrouta al romano, avvertendo come fra
noi per lo piu si trovi avere i dcnti morseccliiati
dal lungo uso e resi quindi incapaci al loro uffi-
cio di tritare le zolle stnosse dal vomere, con que-
sto per giunta che laddove i Romani, per 1' altro
ufficio a cui 1' erpice e destinato di coprire le se-
mcnti, facevano uso di crpici formati di viuclii e
di verglie di legno, noi facciamo servire ad amen-
duc questi ufficj diversi lo stesso erpice a denti di
fcrro. Gonsidcrando poi i due comparati istriimcnti
ne\ loro pratico uso , allegati , per ciu che spetta
air aratro gli esempi dei Romani, i quali convinti
della somma importanza di ben stritolarc i terreni,
replioavauo Ic arature propoi'ziouandone il numero
a,lla qualita dcUe tcrre c talvolta portandole fino
a nove, e 1' autorita di Agostino Gallo, che porta
fino a cinque il numero delle arature e ad altrettante
quello dclle erpicature, osserva quanto contraria a
questi esempi e precetti sia la imperfezioue dei no-
stri aratri e la pratica generale della nostra pro-
vincia di eseguire una sola aratura pel lungo uei
campi; e per cio die appartiene all' ei-pice, ricordati
i due ufficj di questo istromento di coadjuvare
r aratro uello stritolamento delle zolle e di rico-
prire le sparse senienti, osserva come al primo ufi
i37
ficio richieggansi erpici pcsanti e muniti cli lunglii
ileati (li fcrro, c cic) tanto piu quanto piu Juro sia
il terrcno, e come siano a ciu inctti i nostri erpici
uella conJizionc di sopra uotata dci loro dcnti ed
anche uella eccedente loro larghczza, per cui non
si possono agevolinentc ripicgare sui fianclu delle
ajuole per rompere c tritare le zolle che trovansi
nci solchi, o chc vi cadono durante il lavoro; in-
con venicutc da molti contadini accreseiuto col pcr-
nicioso costume di trarre co' rastrclli nei solchi le
radici dei fusti del formentone, malamente pretcn-
dcndo che ivi macerate ingrassino il terrene; e
quanto al sccondo ufficio, avvcrtc come vi si op-
pongano gli erpici comuni, i quali, comecche ab-
biano i deuti accorciati pel lungo uso, comprimono
di troppo coUa loro pcsautezza il terreno, che do-
vrebbc essere sofGce c Icggero, perehe possauo piu
facilmente abbarbicax-vi le tenere pianticelle che si
sviliippauo dalle semcuti, come la pesantezza del-
I'erpice produca il funesto effetto di accumulare
Ic sementi nelle solcature formate nelle ajuole dai
deuti di esso cou danno dclla libera , equabile e
vigorosa fruttificazione, e fiualmeutc come I'uso di
un solo crpicc per lo strilohuncnto delle zolle e
pel coprimento delle semcuti s opponga aU'escmpio
dei Romani, chc, siccomc si disse di sopra, erpici
di viuchi o di Icguo usavano per la seconda ope-
r38
razione, c ai precctti di Agostino Galloj^ che due
maniere di erpice voleva che avesse 1' agricoltore.
corrispondcuti ai due diversi ufficj dell' isti'omento.
Da tutte le quali osservazioni prcnde, concludendo,
materia a fare scorti i possidcnti che ai male intesi
e mal condotti lavori campestri, piuttostoche allc
viccndc meteorologichc e alle irrcgolari stagioni vo-
gliano attribuire la scarsita dei raccolti, e a solle-
citarli a vegliare sui loro contadini , cercando di
vincernc coUa loro autoi-ita e sopraintcndenza la
ostinatezza e la inei-zia. Riproduccndo 1' autorc la
proposta gia per lui fatta altra volta d' uu mauuale
d'agraria da compilarsi ad opera dcUa accademia
per uso e sussidio dci nostri possidcnti, si pu(i la
memoria pi-esente considerarc siccomc appcndicc del-
I'altra in cui cgli mossc dapprima la delta proposta.
( Ved. Comm. deU'Atencodi Brescia per Tanno i84o).
Continuazionc di precedente memoria sono altresl
Ic nuove osservazioni sopra varie sorta di niotacillc
del dottor Paolo Lanfossi socio d'onore. Le mota-
cille alle quali applicossi lo studio del nostro or-
nitologo sono la. Jlava di Linneo, la cinereocapilla
di Savi, la melanocephala di Liecthestcin, Xz. Jla-
vcola di Temminck e la citriola di Pallas, da lui
congetturate non essere altrimenti tante specie di-
stinte, ma unicamente varieta della specie medesi-
ma, la flava linneana, siccome apparc nella memo-
i39
ria Ja lui prodolta nel passato anno accadctnico
c da noi diffusamciitc rifcrita nci Gommcntari di
c-sso anuo ( Vcdi Com. dcirAtcnco por I'aiino i84o
p. 91 ). Una talc coajjcttura vicne avvalorata da
nuovi fatti ed osscrvazioni, allc quali preslarono
principalc occasioue le molte motacille capitate po-
steriormente sul nostro mcrcatc), c che noi prescn-
tercnio agli studiosi cstrattc tcslualmentc da qnc-
sta sua conlinuaziono, cosi consigliaudoci la qualita
dclla materia. Parlando pcrtanto dclle motacille
the in piii voile in nunicro di bene un migliajo,
mistc di individui d' ogni eta, furono poilate sul
mercato di Brescia nell' agosto del passato anno,
I) la maggior parte ( egli dice ) degli adulti e dei
» vecchi presentavano i carattcri piu decisi della
» motacilla cinereocapilla; c geueralmcntc aveaua
1) le redini, i lati dclla testa e le penne cigliari di
)) una tin la piu. o meno perfettamente uera. Ve
n n'erano divcrsi colic striscie sopraccigliari bian-
» clie in vario grado marcate, siccome le avcvano
1) i giovani, e ve n' ei'ano poi anche di quelli coUa
>t gola piu o meno tinta di giallo, ed il loro grau
» uumcro porgcndo un facile ed immcdialo coufron-
)» to, prescnlava nel modo piii cvidenle 1' inscnsi-
i> bile passjiggio dalla cinereocapilla dWdiJlava
It Avendo continuato in apprcsso le mie osscrva-
» zioni suUc motacille che di mano in mano ci
i4o
)) arrivavano di passaggio nel successivo settembre
» ed anche in ottobre, non mi venne fatto di vc-
» derc cbe un solo individuo giovanc interamente
» mutato il quale presentasse nclle sue tinte una
» via di mezzo fra la flava e la melanocephala j
» laddove 1' anno scorso tra quelle di passaggio
)) ne trovai e di giovani e di vecclii cbe portavano
» i carattei'i piii o meno dicbiai-ati di quest' ulti-
» ma. Tra i molti individui poi della motacilla
» Jlava vidi ancbe quest' anno un maschio giovane
» in prima livrea affetto dell' albinismo special-
)) mentc sul dorso , dove avea una larga maccbia
» bianco-citrina, ne vidi un allro cbe avea la gola
» bianca , cd un terzo cbe esscndo egualmente in
)) picna livrea come i pi'ecedenti , avea il colorito
» generale delle parti superior! scnsibilmente altc-
» rato, cosiccbe invece del verde-olivaceo presenta-
» vano piuttosto un color vcrde-rame. Di individui
» adulti c veccbi quest' anno ne osservai pocbi, c
» tra cssi nc vidi un mascbio adulto col gozzo
I) circondato per intero da una larga striscia verde-
» olivacea pura, cbe formando un arco netto e dc-
» ciso, saliva dai lati del collo fino all' oreccbio ,
)) coi fiancbi giallo-pallidi, le copritrici inferiori
» della coda quasi biancbe e le superior! altcrna-
» tivamente biancbe e gialle, un mascbio veccbio
)) colic rcdiui nclla loro totalita quasi pcrfetta-
1 4*
» ninilo norc oil un allro chc avea la gola Liauca
» quasi per inlioro .... II numcro consiJcrevolc di
» qiicsti ucccUi di ogui cla, tl' ogni livrca, e con
» ogni variazionc di colorito, clic, sLanti le favorc-
» voli circostauzc del nostro pacsc, ho potuto pro-
» curarmi, mcttcndomi in istato di avere continua-
» mcntc sott' occliio ogni possibilc confronto, fa si
» olio vada mano mano prendcndo forza I'idea gia.
» da me cmcssa clic tali iiiotacille, cioc, sicno alia
» fine una sola ed identica specie ». Aveva I'autoi'e
nella mcmoria prodolta lo scorso anno enunciate
in via di scmplice ipotesi die le circostanzc del cli-
ma 0 le influcnzc dcgli agcnti atmosferici potessero
csser attc sccondo le predisposizioni naturali dcgli
individui a dare origine all' albiuismo e al mela-
nismo c clic poi dal divcrso grado di sviluppo di
qucsti due fcnomciii c dalla loro varia comLina-
zioue potessero vcnir prodotte le graduali transi-
zioni e varicla di colorito die si osservano nelle
motacille in questione. Ora questa ipotesi, da luL
prima proposta come un scmplice dubbio, acquista
vigore merci- It; nuovc c sagaci osscrvazioni cli' ei
fece poscia sugli iudicali fenomeni. « Considerando
» ( cgli dice ) attcntamcutc la cosa, vcnui a com-
» prenderc clic tanto 1' albiuismo quanto il mela-
» nismo ora sono pcrfctti , cioc il primo prcscula
» per risultato il biinvo dociso cd il sccondo il
a nero assoluto, ed ora sono imperfctti, non mani-
» festandosi chc per semplici gradazioni piu o meno
» approssimate. Di piu, si 1' uno cKe 1' altro ora
» sono general! ed ora parziali, talvolta regolari c
» tal ultra irregolari, ed in fine si fanno conoscere
» quando costanti e quando accidentali. Riguar-
» do aU'albinismo, in due maniere puo aver luogo
w nelle motacille di cui vado ragionando, in modo
» assoluto, cioe, ed anche modificato. L' albinismo i
» assoluto quando, essendo il colorito naturale dellc
» pcnne il risultato della combinazione di piu co-
» lori semplici, non sc ne svolge nessuno, e le penne
» si sviluppano di un bianco netto e deciso. Esempi
» di questo, ce li porgono Ic nostre motacille; poi-
» che, essendo il colorito naturale dcllc parti su-
» periori del loro eorpo un bel verdc olivacco che
» risulta del cinereo e del giallo , sono talvolta
» macchiate singolarmente di bianco. Di qucsti ne
H ho due, uno della motacilla flava con maccliic
» bianche sul dorso ed attorno al collo , 1' altro
» della ctiiereocapilla con macchie bianche sulla
n testa. L' albinismo poi diviene modificato quando
» alcuno dei colori che entra a comporre la tinta
» naturale delle penne non si sviluppa ; e questo
» avvicuc bene spesso nci giovani delle motacille ,
» ed e ordinariamcnte parzialc, non essendo genc-
» rale che assai di vado. II colorito delle parti su-
•43
n pcriori, come ho gli accennato, c il vei-de oliva-
i> ceo, c quello dcllo inferiori, quando vcstono cora-
») pletamcntc la loro livrca, c il giallo giunchiglia
» vivace. Ora, non isviluppandosi qualchc volta il
i» giallo, avvicuc chc tutte Ic parti supcriori riman-
» gono ccncrinc c Ic infci'iori bianche, traiiiic una
u Icggerissima tinta di color di cecc, chc rimanc al
» petto cd ai lati del collo e che hanno quasi lutti
)) gli individui, la quale fa si che il giallo di quc-
n ste parti acquisti una forza maggiore allorchi: i
» mcdesimi si rivestono di una livrca pcrfetta. Un
D csempio di qucsto albinismo gcncrale lo preseuta
» un individuo giovaue della motacilla Jlava chc
)t possiedo, stato prcso 1' auno scorso di passaggio
» in ottobrc. Le parti chc nei giovaui dcUc nostra
» molacillc rimaugono piu o mcno bianche per tal
» raotivo, sono assai di frequcnte i lati del collo,
» il gozzo cd una parte del petto, e non di rado
» anche la gola; ne pochi sono quclli nei quali lo
» sviluppo del giallo rimanc liinitato solamcnlc
B air addome cd alle copritrici inferiori della coda.
)» II rimaner bianca la gola nella motacilla cinereo-
» capilla scmbra non potcr avvenire allrimcnli chc
I) cos'i; c lo dimostrano abbastanza qiiegli iiulividiii
•I della medesima nei quali trovasi piii o mcno
» tinta di giallo. In quanto al mclanismo, t raro
» chc nellc motacillc si moslri irrojrolarc; nc io
i44
n conosco altri esempi fuori di quelli clic prcscn-
» taiio vari individui delle cinereocapille allc stri-
» scic sopraccigliari, dove nou di rado si vedono
» mancanti piu da una parte della testa che dal-
» r altra senza una regola costante. Molti esempi
» per lo contrario esse ci porgono di melanismo
» regolare si gcncrale che parziale, siccomc avvienc
» in altre specie di novelli; cd e qui dove lorui-
» tologo puo rimanere facilmente sorpreso. Impe-
» rocehc la giusta euritmia nella distvibuzionc dci
B colori osservandosi di regola generale nclle specie
» ben caratterizzate e distiate , basta talvolta da
» sola a far propenderc il giudizio per una nuova
» dcnominazione spccifica per certi individui chc
» non si vedono dovunque, sebbene vi si scoprano
» dei naturali rapporti con altri di specie gia co-
)) nosciuta. Per tal modo senibra appunto che ab-
» biano avuto luogo le dcnomiuazioni specifichc
» delle motacille cincreocapilla c melauocephala ;
» giacehe si I'una chc 1' altra dimostrano uno svol-
» gimento di melanismo regolare, il quale investi-
» see d' ordinario le varie parti della testa. Dai
)) confronti poi che ebbi campo d'istituu'e sui molti
» individui osservati e su quelli che possiedo, ci6
» che ho potato rilcvare riguardo all' andamento
» del melanismo si c: i.'' Che cgli e assoluto cd
» anche relative. E assoluto quaudo, cioe, da per
t45
» ultimo rlsullato il ncro jjcrfctto, e rclatlvo quau-
» tlo alcuue paili perdendo il loro colorito natu-
» rale, nc picudouo un altro piu scuro correlativo
)) a qiicllo dclle circonvicine. 2.° Il primo lio ve-
» diito svilupparsi generale negli iudividui giovani
)) e parzialc negli adulli e vccclii dclle motacille,
)) cd il scooudo lo vidi solameute parziale. 3.'^ II
» mclauismo generale ho osservato clie si fa per
» varie gradazioni, e finalmentc si determina alia
» testa in modo deciso e perfetto , dando orlgine
» alia melanocephala, oppure in modo imperfetto,
» produccndo la cinereocapilla. 4'* Negli adulli c
» vccchi di quest' ultima, investendo di preferenza
» la testa, diventa spesso perfetto solamente dai lati,
» formando talvolta anche una piccola striscia so-
n praccigliare nera. Per cio che spetta al mela-
» nismo generale , i diversi gradi si manifestano
» cliiaramentc come segue, sopra vari individui di
w quei giovani per6 clie assumono la loro livrea
» completa. Prima di tutto si manifcsta al becco,
)» che prende un colore cinerco-ncreggiante anche
» alia base della mandibola infcriorc; e si mani-
» fcsta altres\ alle gambe , Ic quali divengono al-
» quanto nere; laddove nei loro simili la mandi-
» bola inferiore del becco riraane gialliccio-pallida
» alia base, c Ic gambe sono meno nereggianti. 11
» colorito naturale delle parti superiori e appena
10
i46
» alterato c le striscie sopracclgliari si conservano
5> ancora inticre. In secondo grado le gambe si
» osservano piu nere, il colore olivaceo dellc parti
5j superior! comincia a farsi vedere piu scuro , le
» redini cominciano a nereggiare, e le striscie so-
» praccigliari rimangono molto strette ed accorcia-
» te. In un altro grado nercggiano sempre piu il
r> becco e le gambe , tulte le parti superior! mo-
» strano una tinta molto scura e come affumicata,
» nereggiano sensibilmente la parte superiore ed i
» lati dclla testa, e dclle striscie sopraccigliari non
» sc ne osserva piu clie una leggerissima traccia in
« via di semplice sfumatura. Finalmente prendono
» una tinta affumicata scura le parti superiori ,
» non si vedono striscie sopraccigliari. e tutta la
>» parte superiore della testa insieme ai lati ed alia
» nuca si mostrano di un bel nero perfetto , pre-
» sentando cosi i carattcri decisivi della melanoce-
n phala. Riguardo alia cinereocapilla^ ti"a quelle
» prese lungo il Po in agostn non ho potuto osser-
» varc cbc un solo individuo giovane affetto di
55 mclanismo gencrale, il quale si avvicinava al ter-
» zo grado qui sopra descritto, tranne che invece
" di avere le varie parti dclla testa nei-eggianti ,
» avea il pileo e la nuca cencrino-olivacei , ed i
»» lati tendcvano al cincreo fuliginoso. II melani-
» smo rclativo in fine. 1' ho osservato manifeslarsi
1 47
») ncgli indiviJui vccclii tanlo JcUa mol^iciWa. Jlaua
I) (lie (Iflla cincrcocapilla. S'l iiogli uni chc uegli
I) altri il colore JcUa testa, coniprcsa la nuca, esseudo
)) il turcKino lavagiia, avviene che questo si estenJe
» anche iioi prinii ad occuparc il posto delle striscie
» sopiarrigliari di mano in mano die secondo gli
I) individui va facendosi minorc il loro sviluppo fino
n a non rimaneme che una leggerissima traccia. la
» tale state piu. non si distinguei'ebbero, se il bianco
» della golanon indicassc la cinei'cocapilla. Dall' os-
)) sci-varc pcrtanto clic la motacilla^Zav^a va soggetta
» tanto all'albinismo clic al melanisrao, dall'osscrvare
J) che scbbeuc in generalc abbia la gola gialla, tut-
» tavia si prcsenta spcsso anche colla gola bianca
I) in ogni eta, dall' osscrvarc che passando per gra-
» di inscnsibili di mclanismo generalc, an-iva non
n solo a perdere Ic striscie sopraccigliari cd a vc-
» stirc i caratteri dclla ciiicrcocapilla 3 ma acqui-
n stando il nero pcrfctto alia testa, veste quelli
» altresi della melanocephala, c dall' osservare in
n fine che la cinereocapilla , oltre il presentare
» anch' essa esempi di albinisrao e di mclanismo,
H ha non di rado il giallo alquanto dilalato an-
» che alia gola e Ic striscie sopraccigliari piiio meno
n eslcsamente marcatc, sembra che non manchino
I) pill motivi perchc si possa da ognuno rilcvarc
» csserc la cosa per qiicstc quale 1' ho cnunciata >».
i48
E cio per quanto spett.i allc motacillc ci/iercoca-
pilla e melanocephala e alia loro congetturata me-
desimita di specie coWdiJlava. Rispetto alia flaveola
in sostegno della medesima congettura V autore ri-
coi'dato le cose delte in proposito nella precedente
memoi'ia ( Vedi Gommcntarj per 1' anno i84o ),
soggiunge in quesli termini le sue nuove osserva-
zioni « I. I masclii giovani hanno le parti supe-
J5 riori della testa di color olivaceo-vcrde general-
}5 mente piu. vivace verso la ffontc e di sopra dclle
>j striscie sopraccigliari, e non di rado partecipano
» di qucsta tinta anclie i lati della testa; hanno
» quasi sempre i lali della gola gialli, c la gola
}j quando bianca c quando gialla piu o meno vi-
» vace. 2. Anclie queste motacillc, siccome la ci-
» nereocapilla e la Jlava^ vanno soggette all' albi-
j> nismo; ed io ue consei-vo un mascliio giovane
» preso in settembre die lo presenta nella parte
y> superiore della testa; ed avvienc riguardo a que-
» ste cio che gia dissi avvcnire della flava, clie la
» penna, cioe, prcnde una tinta di color giallo ci-
y> trino. 3. L' unico mascliio vecchio chc vidi in
w settembre, c chc egualmentc possiedo, e superior-
»' mente d* una tinta olivacoo scura, la quale tanto
r nella parte superiore della testa che dai lali
sj ed alia nuca tende alquanto al cinereo nericcio,
» ha tutte le parti iufcriuri giallc, e non ha chc
•49
n iinfi leggcvissima traccia gialla di striscic soprac-
« cigliari; cli modo chc fa conoscere d' averc cou-
»i tratto un primo grado di mclanismo, c porgc
» una prova d(!lla possibilita die auche la JIw
t> veola passi alia melanocephala. Se adunquc la
» motacilla Jlaveola passando per varic gi-adazioni
» di colorito, vestc i carattcri della flava, sc questa
» stcssa noa manca di assumerc iu vario grado
If quclli dcUa Jlaveola^ se affatto somiglianti ri-
» sultano Ic loro abitudini, e se finalmente nello
» stcsso modo dclla flava anche la Jlaveola mostra
» di andar soggetta all' albinismo e al melanismo,
» sembi-a clie tutto muova a farle conoscere della
n medcsima specie ?>. Rcsta la motacilla citreoluj
rispelto alia quale 1' autore nou pu6 veramente
addur prove di fatto, ma solo argoraeuti di indu-
zione, i qiiali per altro hanno dcUc osservazioni
per base, c come tali » non solo aprono ( egli dice ),
n ma facilitano la via alio scoprimciito di fatli
j» clie finalmente decidono. La motacilla citrcola
j» ( egli prosegue ) distiwguesi dalle altre per avcre
« la parte superiore della testa di un bcl colore
» giallo citrino. Feci gia conoscere come il feuo-
» meno dcU' albinismo si sviluppi modificato nelle
» motacille, c produca nelle peune delle parti su-
» pcriori del corpo, invccc del bianco deciso, ap-
»» punto una tinla giallo-citrina. Ho fatto uotara
i5o
J5 (li piu suir appoggio dcgli individui che possiedo
w che ora si detei'mina, iiTegolarmente bensi, ma
» a tutte le parti superiori, quando al dorso e
» quando di preferenza alia testa; ora avendo os-
» servato questo fenomeno avvenire nella parte su-
» periore della testa nella laotaciWa. Jlaweoluj che
u ha gialle di gia le striscie sopraccigliari , non
» pare difficile che in causa dell' albinismo modi-
M ficato tutta la parte superiore della testa prenda
M in alcuni individui un bcl color giallo-citrino.
» Nella motacilla citreola si accenna altresi dagli
M omitologi che la descrivono una lunula cervicalo
» nera; ma Tescrapio sopra indicate di un indi-
» viduo vecchio della Jlaveola affetto in primo
» grado da melanismo generale presenta una pro-
it babilita di sviluppo anche per questo carattere.
u Questi argomenti pertanto se non possouo csscre
j» decisivi, aprono la via, se non alli'o, a dubitare
« con fondamcnto che da uno sviluppo simultaneo
» di albinismo e di melanismo regolari diversa-
•• mente modificati possa essere prodotta anche la
» motacilla citreola ». Goncludono la raemoria lo
seguenti considerazioni sulF albinismo e sul mela-
nismo in generale, applicabili indistintamente a
tutta la scienza ornitologica ». II fenomeno dell'al-
» binismo e ormai generalmente conosciuto; e que-
» gli uccelli che ne rimangono affetti vengono im-
i5i
*> mwlialanicntc ravvisati per quelli clio sono, cd
» anche tlai piu rozii ucccUatori si sauno tosto
» riferird allc loro specie; si sauno distingucrc
■ ji coii fguale facilita varic sue modificazioni; ma
« la modifK^azioue clie ha luogo nclle motacille
» dcllc quali ho i"agionato, c che per maggior
» intelligoiiza chiamero citrinismo, seinhra clie non
» sia stata per anchc abhastanza conosciuta, o chc
j> per lo meuo non abbia finora potuto risve-
» gliave i convenicnti riflessi. Anche il fenomcno
» del mclauismo c conoseiuto; ma sebbene si co-
r nosca, pare clic non siasi potuto tenerne conto
« come si conveniva, probabilmente perche non
» esscndo facile a scoprirsi i vari gradi del sue
r progresso, non puo fare sensazione chc sotto le
« appanmze del suo sviluppo perfetto. Egli e forse
» percio che gli uccelli affetti dal citrinismo e dal
j» melanismo, spccialmcute in modo rcgolarc, mas-
y* sime sc sono parziali, non possono csscrc cosi
*> facilmcnte scoperti per (juclli che sono, cd arri- *
w vano talvolta a sorpreudere gli oraitologi stessi,
n non permelleudo semprc ai medesimi la loro
" rarita di mi)Uiplicare le osservazioui e di costi-
« tuirc i neccssari confronti. Che se collo studio
" si polrii airivarc a couoscei-e gli andamcuti che
r> Icngono rpicsti fenomeni nci vari gradi del loro
» progrcssOj j)Otrebbc csscrc che si rcuda facile lo
i5s
M scoprire gli individui mascherati, che agevolmcnte
y) si • iiitologico minori dubbiezze, ne emergano chiarc
» c distinte le vere specie normali 35.
Anche il prof. Antonio Perego continuo le sue
sperienze gia 1' anno scorso intrapvese, a provare
nel mercuric 1' attitudine a divenire elettrico. Aveva
cgli ( siccome altrove riferimmo ) ottenuto 1' eletti'iz-
zazione del liqnido metallo faccndolo trapelare in
mlnutissimi spi'izzi dal tessuto di vari corpi aui-
mali e vegetali ( V. Commcntarj dell' Ateueo per
r anno accademico 1 84o ). Ora, lasciato da pai-te
cpiesto sistema d' cspcricnzc, tcnto in quest' anna
altrc vie per ottenere, siccome ottenne, lo stesso
fenomeno, immergendo invece nel mercurio succes-
sivamente molte e diverse sostanze, sia in natura,
sia preparate. La relazione di queste nuove spe-
rienze, le osservazioni e i commenti sopra i risul-
lati pill slngolarl gli porsero materia ad una me-
moria in aggiunta al ragguaglio delle esperienze
precedent!. Leggesi in alcune opere francesi spct-
tanti alia fisica avcre il Dessaignes notato clie im-
mergendo il vetrOj la cera spagna, la lacca, lo zolfo,
la gomma elastica, la seta, la lana e il cotone nel
mercurio, se ne cavano con indizj di elettricita,
purch^ il calore di queste sostanze sia maggiore di
1 53
fjiiello del liquido In cui vengono immerse. Ma nou
csscnJo a notizia del nostro socio chc ni il Des-
saignes ncd altri fisici siano proccduti piu innanzi
in questa sfera di ric<;rche, nc che oltre le nomi-
nate, siensi in questa maniei*a di conflitlo elettrico
cimcntate altre sostanze, nii che so alcunc pure lo
furono, vi si fosse scopcrto alcun che di curioso e
di utile, parvcgli che quei tentativi pci* eccitarc
r elettricita colla immersione dci corpi nel mercu-
ric non fossero tali da poter appagare il desiderio
dci fisici, e che non consistcssero che in un prin-
cipio di lavoro inconcludentc e imperfctto. Tolse
egli quindi ad esaminare gli clettrici risultamenti
che genera 1' immersione nel mercurio di una lunga
serie di sostanze cosi naturali come preparatc. tolle
)■ Avendo 1' autorc nell' anno cor-«
rente visitato per la seconda tolta il monticello di
Volpino, ove si trora il minerale in .discoi'so, presa
ad esaminarc 1' appendice di esso monticello suUa
quale sravasi il gesso che si mcttc in commercio^
ebbe a notare nella cava dei pezzi di gesso sparsi
di vene di volpinite pocliissimo estese e di picco-
lissima grossezza. I naturalisti parlando in genere
della karstenite ( sotto la quale denominazione la
volpinite e piu comunemente conosciuta ) dicono
bensi che questo solfato si trova anche nella parte
inferiore dei terreni di sedimento , che per lo piu
vi b accompagnato dai depositi saliferi e che si pre-
senta in ammassi piu o meno considerevoli, od in
piccole vene di struttura fibrosa; ma quando si fanno
a considerare di proposito la volpinite, non accen-
nano fra le circostanze geologiclie del giacimento
e della struttura quella del trovarsi essa frammista
al gesso, come fu trova ta dall'autore, ed in piccole
vene, le- quali d' altronde non sono a struttura fi-
brosa , ma granulare. II pcrche egli crede impor-
tante per la scicnza la nolizia di una talc circo-
slanza, come quella rhe spctta da vicino al magi-
Hero della gencrazione del minerale soggetto dellc
1 1
sue indagini. « E per vcrita ( egli dice ) si ammctte
» dai naturalisti die gli ammassi di solfato anidro
» o karstenite sieno piccoli; proposizione chc c mi-
» rabilmente confermata dalla miiiiera di Volpino,
» si ammette die cotali ammassi si riscontrino nei
D deposit! di antidiissima data, e solo in quelle
» parti de' terreni secondarj chc s' addentrano c
» sono inchiodati, come dice il Beudant, nci ter-
1) rcni primitivi. Con cio s' inclinerebbe a credere
» die il gesso di qucsti depositi avcsse patito delle
» particolari modificazioni. come le matci'ie calca-
» ree, argillose ecc, onde fosse stato convcrtito in
» solfato anidro. D' al tra parte se si considera die
» i solfati di calce fiandieggiano le montagne pri-
» mitive senza peneti'arle gran fatto, e ne formano
» sovente una specie di mistura^ da do i natura-
u listi sarebbero tratti all' idea die i solfati di calce
» idrali ed anidi-i avessero avuto origine da una
» metamorfosi accaduta negli strati calcari, la quale
» sarebbe stata cagionata dai vapori die si sareb-
» bero sviluppati al momento in cui le materie cri-
» stalline, considerate d' origine ignea, si sarebbero
» soUevate dai seno della teira. Il perdie da taluno
» de'piii riputati geologi si opina die i solfati di
» calce abbiano una duplicc origine c che in con-
» scguenza debbano csscre distinti in due famiglie:
)i solfati di calce natural i. c solfati di calce di tra-
tG3.
H sforraazione. I prlmi sarebbcro pTodotti da sedn
I) mcnti oi-istallini, i quali si avverarono in tuttc
» le cpoche geologiche; i secondi si possono trovare
» dappcrtutto, cioe rte' tcrreni primitivi e scconda-
» rj, laddove le materic generate dal fuoco hanno
» potato alzarsi c attraversare i dcpositi calcari ».
Nota poi che tali ipotesi discendono dal falto che
negli ammassi di solfato di calce appajono tali no-
vita cd anomalie, che la sola legge dei sediment!
geologici non vale a dicifrarle, e che se tin tempo
non si ammettcva la mctamorfosi dclle terrc, per-*
chi avute in conto di dementi, era che i progressi
della chimica Ic hanno chiarite decomponibili iu
pill materic, non si potrcbbe a rigor di logica, senza
piu, scntenziarc che una terra non possa essere tra-
mutata in un* altra; dal che conchiude che la no-
tizia da lui fornita dclle vene di volpinite sparse
fra il gesso che forma parte del monte ond'essa si
scava, oltre aggiungere una nuova particolarita alia
parte descrittiva di essa, puu servire dl alcun lume
a chi studia nei fatti spettanti alia storia fisica
della terra, c specialmente in quelli che apparten-
gono alia formazione de' minerali.
Materia di un' altra nota scientifica fu al nostro
Rolcrtc accadcmico il segucnte fatto. Alcuni fi*an-
rcsi opcrai capitavano lo scorso inverno a Pisogne
di Vallc'Gamonica. Cercando fra quelle montagnc,
i64
fermavauo 1' attenzione sopra alcunc roccic, dall«
quali con certi loro ferri raschiavano con molta
cura una materia bianco-cinei'ca, vcstendo di certo
liserbo cio clie facevano, e custodendo con cura
qucsta guisa di messe montana della quale adunata
una buona quantita, la spedivano in Francia. No-
tatisi da taluno di cola questi operai , e comuni-
catasi la cosa, insieme con un saggio di quella so-
stanza, al nostro naturalista , egli ne partccipu la
notizia all'Accademia, quidittando la naUira della
materia, e facendo conoscere gli usi a cui viene de-
stinata. La sostanza cercata e raccolta dai francesi
appartiene al regno vcgetabile , precisamenite alia
numerosa famiglia dei licheni , e fra questi alia
specie di quelli cbe si dicona lebbrosi. Consiste in
una crosta a screpolature , granulare, verrucosa,
bianchiccia, clie in qualcbc modo rende immagine
d'una malattia della pelle, quale sarcbbe la leb-
bra. Cresce, e talora in grande copia, suUe roccic
e sui muri all' aprico; e, a detta dei botanici fran-
cesi, si raccoglie in buon dato nell' Alvcrnia , Bci
dintorni di Parigi, sulle roccie calcaree delle spon-
dc marittimc; ai quali luoghi sara ora da aggiun-
gere la Valle-Gamonica e presumibilmente la Val-
trompia. La sua proprieta tecnologica e di servire
agli usi dcU'arte tintoria, come servono parcccbi
altri lidieni) ed e perdu conosciuta in coiinieirio
i65
col nomc di oviccllo d' Alvernia. Per trtimc una
materia colorantc c mcslieri trattarla in via chi-
mira; c fra I'altre operazioni la si fa macerare
ncH'orina: sc nc ottiene un color rosso e brillante,
applicabile alio stoffe d' ogni maniera. Denunziando
c[ucsto fatto, intcnzione del nostro Pcrego fu di gio-
vare in qualche mode alia economia della provin-
cia; per (juesto clie, riconosciuta I'esistcnza fra noi
deir oriccUo d' Alvernia, o la nostra industria ne
abbisogna, e sarcmo esenti dal compei'arlo dalla
Francia. o non ne abbisogna, ed alia Francia potre-
mo venderlo. L' ontrata non sarebbe vcramente gran
che; ma nondimeno, trattandosi d' avvantaggiare,
come che sia , la poverta dei paesi montani , non
sarebbe da trascurarsi.
Con queste produzioni, che tutte appartengono
allc scicnze naturali, non compiesi ancora la serie
degli atti accadcmici clie spettano a qticste matcrie.
Riraane una miscellanea i-accolta di note attenenti
a vari rami di queste medesimc scienze, cbe dal
chimico signor Girolamo Ferrari di Vigevano, no-
stro socio d' onore, ci vennero ti-asmesse, e cbe noi
ora riferiremo nclla sequela alfabetica e coi titoli
con cui vennero dall' autorc racdesimo ordinate c
distinte.
«66
A. Rclazione sopra una minesttu di riso con vetro.
E deir azione dcUa sostanza grassa, ossia del condi-
» mento del riso nella pentola , azione facilitata
» daU'aria, dall' umido c dal sale; pcrchc in tal
» c;iso si richicJr un tempo assal piii laiigo clie
» ncl caso in qucstionc: c poi 1' ossido di ramc Ji-
i> sciolto jtiella sostauza grassa del condimento si
I) trovcrcbbe in istato omogcnco e non in forma
» salina ». Benche poi per la poca quantita dclLi
materia non abbia fatto calcolare la quantita del
sale di rame contenuto nel riso, tuttavia dal con-
fronto della intensita dei colori ottenuti cogli spc-
rimcnti indicati ai N. 3, lo e dclla quantita del
precipitali acccnnati ai N. 5, 6, 7, 9, i5, 16 eoi
risultati consimili ottenuti con una data soluzionc
d' acctato di rame basico crede poter per approssi-
mazione conchiudere che nel riso in questione non
trovavasi che poca quantita di sale da rame, talc
da non produrre cbe deboli effetti d'avvelenamcuto.
— Riso del vaso B — i.*' Scosso e odorato quo
sto riso, manifcstava un debole odore di muffa; fc-
nomcno che I'autore attribuisce all' esscre csso, a
differenza dell' altro, stato esposto in luogo umido,
c probabilmente anche soggetto ad esalazioni pii-
tridc. 2.*^ Soffregatc leggermcntc varie macchic rosse
sparse nell' intcnio del vaso in che era il riso con-
tenuto, queste manifestavansi come di materia gc-
latinosa e niucilaginosa. Slemprata una poi-zione
del riso neiracqua e quimli posta sopra uii (illro,
la soluzionc filtrata non veniva tinta dalla materia
colorante delle macchic anzidettc. o.^ Opcrato iu
172
cgual modo coir alcool puro, qucsto vcnnc tinto di
color rosso. 4'* Esaminato il riso con occhio ar-
mato, vedevasi meglio il colore delle maccliie simile
a quello della carnc di hue recentemente tagliata, c
Ic macchie sembravano costituite d' un aggregato di
csseri organici microscopic! di forma piuttosto globu-
losa che filamentosa. 6.'' ludagando i caratteri di
questa pianta criptogama, parve all' au tore die fosse
del genere e della specie della materia colorante
delle nevi alpine {cwedo nivalis) e della polenta
{di Zea-mais) esaminata dal Bizio nel iSSg e da
questo scrittore denomiuata seiratia mwuxensj de-
nominazione cli' egli percio crcdette potcr applicare
anche a questa muffa di color ixisso. 7.** Conosciuto
che I'arrossamento del riso era un natui*ale effetto
della umidita sofferta, 1' autore lo assoggctto agli
»tessi esperimenti opcrati sal riso del vaso A, cd
avendo ottenuti simili risultati, concluse essere i due
risi della stessa condizione, dall'alterazione in fuori
prodotta nel riso del vaso B dalla prefata cagione.
C. PifofoiOj o solfuro di potassio piroforico.
Considerato il grande consumo clie si fa del sol-
furo di potassio per gli usi medicinali e la cattiva
qualita della potassa di commcrcio adoperata per
la formaziouc di qucsto solfuro, tento I'autore di
• 7$
nllcnci-lo csponciidolo Jircttatnculc ad un forte ca*
lore del tartaro brutto collo zolfo invecc del la |m>-
lassa di tartaro. II metodo con cui pcrvcnnc all'In-
Icnto forma il soggctto di qucsta breve nota. Man-
ticuc cgli per qualche tempo ad un forte calore
in un matraccio lutato un miscuglio di una parte
di zolfo con trc di tartaro crudo: allorche ^ ces-
sata la produzione c lo sviluppo dei vapori empi-
reumatici c dei gas leva dal fuoco il matraccio, raf-
freddato e volto il quale, rinviene per residuo una
sostanza leggcra, porosa di un color grigio nerasti-o,
chc in breve e spontanea niente s' acccnde non altri-
mrnti che i pirofori di Homberg, di Lemerg, di
Bergman e di Glay Lussac ecc. Questa sostanza at-
trad'umido dell'aria atmosferica, e per conscguenza
u facilmente solubilc ncll'acqua, nella quale lascia
per residuo del carbone sommamente diviso: la so-
luzione ba un colore piuttosto carico cbe no, e eon-
sta di solfuro di potassa. L'autore preferisce questo
nirtodo agli altri tanto per la economia che per la
facilita dell' esecuzione, non ricbiedendo csso tanta
for/.a di funco quanta ne richieggono gli usati.
» Volendo indagare( egli aggiunge ) le reazioni cbe
» sucMi'dono diii*ante questa opci"azione, parini cbe
1) del cavbonto r dell' idrogcne alio stato nasccnle,
» prodoUi diilla decomposizinne dell' acido tarta-
» rioo, il priino cutri in combiuaziouc coirossig«'no
«74
B dclla potassa, e costiluisca deiracido e Jell'ossido
M di carbonic, mentre la potassa si riducc in. po-
» tassio, che si combina colla maggior parte dello
» zolfo, formando del solfuro di potassio ed il se-
» condo , ossia il gas idrogeno, parte si combina
» con piccola porzione di zolfo e parte con del car-
» bonio per forraare dell' idrogeno solforato e car*
j» burato, clie cogli altri prodotti empireumatici del-
» la decomposizione dell' acido tartarico si svolgo-
» no, lasciando per residuo il solfuro di potassio c
» del carbone sommamente diviso ed vntcrposto fra
» le molecole del solfuro. Con questi ultimi pro-
» dotti si e probabilmente fonnato del carburo di
» zolfo solido; percbe in alcuni casi questo prodotto
» gettato neir acqua sviluppa delle gallozzole di gas
» idrogene; cio che da luogo a credere che possa
» esscrsi formato anche del carburo di zolfo liqui-
» do c gasoso )).
D. Pasta glutinosa.
Gonsiste qucsta pasta in una sostituzioue fatta
dair aulore all' ordinaria usata nelle diverse arti
siccome mezzo di adesione e prepai'ata stemprando
e faccudo bollirc nell'acqua dclla farina di fioimento
o deU'ainido. Invcce dell' acqua cgli si serve del-
I'acrtodistillato stcmprandovi la farina di frumen to,
ommcsso 1' uso dcU' amiJo per cconomia. Egli assi-
cura poi clie , per cspcrinienti fatti nclla Icgalum
dei libri, nci lavori da tappezziere, nella fabbrica-
zionc dc'llc stoffc, questa pasta ricscc di niiglior cf-
fctto dclla comune, preparata sia colla farina, sia
coir amido.
E. Estratti.
La facolla dissolvcute che csercita I'acido acctico
sopra pareccbic sostanzc, e specialmcnte sui principj
attivi dci vegctali, indusse I'autore ad un' altra so-
stituzione doll' aceto distillato all' acqua; c cio fa
nella preparazione degli estratti eroici d'aconito, di
cicuta, di giusquiamo c di stramonio. Oltrc questi
estratti acetosi egli no prepara degli altri nel modo
stcsso con cui si proccdc per gli idracoolici col lar
digcrirc i prcfati vegetali in un miscuglio d'un'on-
cia d' acido pirolignico del commercio ( di gr. i o )
con una libbra e mczza d' alcoole , a gradi 22.
Estratti attivissimi, c d' egual foiv.a agli ottcnuti
coU'eterc, ebbe colla mistione d' un' oucia d' acido
pirolignico con una libbra e mezza d' alcoole a gradi
36. Egli asserisce aver appurato con apposite espe-
ricnzc clie gli estratti cosi prcparati risultano do-
tati di maggior cffioacia degli altri. avvertendo chc
nella preparazione di questi farmacbi vuolsi far uso
• 76
costantcmente di vasi dl vetro o di terra inverni-
data, non di vasi di rame stagnati.
F. Caite vescicatorie.
Persuaso I'autore dell' eccellenza del vescicanti
prcparati col metodo di Ti'ouscau e d'altra parte
considerate riescir qiiesto dispendioso per 1' uso chc
csigc dcU'eterc, onde ottenere I'estratto di cantarelle,
si argomento di adattarlo alia coraunc portata. cer-
cando di conciliare 1' attivita della preparazionc
colla economia col surrogare il veicolo per conse-
guire r estratlo con alti'o mono costoso dell"* etere.
Fondato sulla proprieta dell' acido acetico, combi-
nato coiralcoole, di scioglierc la cantaridina, egli si
serve di uu miscuglio di csso acido e di una lib-
bra e mezza di alcool a gradi 36, sostituendolo al-
I'etcre per asportare dalle cantaridi il loro principio
attivo. Operando ad una temperatura di '^o gradi
rgli ottiene colle regole dell'arte un estratto al-
quanto inolle, del quale applicando due strati sulla
carta bibula, e procedendo nel resto sccondo le pra-
tiche di Trouscau, conseguc gli cffctti medesimi di
questo processn. In altro modo prcpai-a poi 1' estrat-
to di raritarellc, servendosi cioe di solo aceto distil-
lato, tnitbmdo questo a raldo con alcoole a gradi
da 22 a 2 4 per due o tre volte, e riduccndo di nuovo
'77
qucstc solu/iuiu coll' cvaporazioiic a consistcnza di
(Icnso sciroppo, che applica, siccomc il sopraddetto,
con un peniiello sulla carta, che poi sovrappone al-
io sparadrappo usato nel mctodo di Ti^ouscau como
uiczzo di adesionc.
G. Dei Gelsi. Osser\>azione..
Ella e questione da luiigo tempo agitata fra gli
agi"onomi, sc 1' uso della calce tomi giovevole nella
coltivazioue del gelsi, sia per presei'vai-li dalle ma-»
lattie o dalle mortalita a cui vanno sottoposti, sia
per ovviare al caso troppo frequentc che un gelso
piantato nel luogo medesimo dove un altro sia pe-
rito, muoja esso stesso piu facilmente che il gelso
piantato in luogo diverso. L'autore, ripetendo in tali
casi la morte del gelso sostituito da infezione la-
sciata nel terrcno del gelso premorto, i-nvvisa nclla
calcc un utile depurativo, dal quale egli promette
utili risultamenti, purche venga usato in quantita
maggiorc dell'ordinai-ia; e ciu sul fondamento della
propria cspericnza. Egli estirpa al piii presto la
pianta che peri, ed a cui trattasi di surrogarne
Un'altra, nettando al possibilc d' ogni sua radice il
terrcno, indi fa sfiorire otto o dieci libbre di calocf
cd anche piu con altrettanta o quanta basta di
acqua, e la mescola quindi al Icrreuo, dove metle
13
poscia la novella pianta possibilmente al piu tardi,
cioc Jopo alcuni mesi, ed anche dopo un anno, sc
Ic circostanzc lo pcrmettono. — Studiando sull«
cause della influenza da lui per vari anni provata
benefica nei casi in discorso, egli trova clie uffizio
dclla calce k di convertire i frainmenti e gli umori
morbosi lasciati nel terrene dal gclso perito in aci-
do ulmico, per poi costituire un ulmalo; il clie cgli
induce da osservazioni fatte in due siti di terrene
da lui medicati colla calce ad oggetto di piantar>i
due gclsi in sostituzione di altri due ivi periti,
avcndo in questi siti rinvcnuto abbondantemente
deir ulmato di calce procedente dal concimc. Da
cio poi dcducendo che la calce trasformo i resti dei
corpi organici e gli umori morbiferi in sostanze gio-
vcvoli alia vegetazione , e facendo ragione che il
terriccio c i concimi dcbbano per la maggior parte
la lore virtu fertilizzante all'acido ulmico ed agli
ulmati , avendo concimato a calce ( a meta dose
dclla sopraddetta e mista con segatura di pioppo )
un filai'C di gelsi, e per confronto concimati altri
quattro fllari con altre sostanze. c pel corso di Ire
anni non avendo trova to alcun gclso niorto nel fi-
lai'e trattato colla calce. e sci esscndone in coniplcs-
so periti negli altri, da qucslo e dai precedent! fatti
pargli potcr concludcre con qualchc fondamento
clie la calce adopcrata in abljondnnza si dcbba con-
*1P
siclcravo cotnc im utile nipzzo a prosrrvarc J .•ji;
i«4
. ti ^uo proprio che I'animo altrui, trattandosi di
oosi geloso argomento. I nuovi e piu minuli suoi
studi, le ulteriori sue osservazioni sui modi onde
segue r esposizione, 1' esperienza di due anni corsi
frattanto, avendogli suggerito nuovi e per sue av-
viso pill concludenti fatti e argomenti, egli li de-
dusse ncl nuovo ragionamento da lui dettato in
conferma della sua proposta. E innanzi tratto ,
a far preliminarmente sentire la convenienza di
un prowedimento In proposito, egli prende a conr
sidorare le conseguenze dell' abbandono dei figli,
riguardandole sotto il triplice rlspetto dcgU ab^
bandonati , de' lore genitorl , della civile societa ,
e applicando speclalmente le sue considorazioni
all' abbandono della pi-ole nelle ruote. Al qua-
le oggetto , distinli i trovatelli in legittimi ed in
bastardi, e col sussidio di nuovi argomenti e cri-
terj, oltre agli usati nel prime ragionamento, cal-
colato il numero degli uni e degli altri, accolti
nella pia casa durante 1' ultimo decennio i83i-4o,
ascendenti a 24^0 legittimi e agao spurj, di que-*
sti secondi tiene dapprima ragionamento ne' tre ri»
spetti dianzi indicati. Nel rispetto degli abbando*
nati egli non vede che danni appetto di ben pocbi
vantaggi, consider^to cbe il bambino illegittimo de-
posto in una ruota perde i diritti che altrimenti
gli competerebbero, il nome della faniiglia materua,
1 85
gli altmcnti, 1' eJucaiionc, la succcssione intcstala
nelta matcrna sostanza, chc solo sulla Urra non
ha altri vincoli che la gralitudine c 1' a more verso
chi lo raceolsc c allcvcN, chc sc le altrattive dcl-
r infanzia noa gli acquistarono l' affetto dcgli al-
levatoi'i, se la morte glieli rapisee, se 1' ignoranza
c la superstizione gli negano la compassione di clu
potrebbe proteggerlo e beneficarlo, costretto a can-
giar pacsc cd allevatori, spessc volte sottoposto a
dure fatiche, provveduto di scarso e poco sano ali-
mento, tutta prova la gravezza deirimmeritata syen-
tura e le funesle conseguenze dell' abbandono. Ri-
spetto alle madri poi e alle societa, q^uantunrjuo
r abbandonare un figlio, sia naturale sia legittimo,
soffocando un sentimento provvidissimo di natura,
spegnendo la tcnerezza dei genitori verso i genera ti,
afGevolendo lo spirito di famiglia, danneggi la nui-
dre che abbandona e la societa che accoglie il Cglio
abbandonato. nondimeno 1' autore avuto riguardo
al grado di severita con cui vengono dal pubblico
disapprovati gli illecili congiungimenti e le nascite
ille^iltime, non crede poter esser luogo a dubitare
ihe pill vantaggiose chc di danno siano le conse-
guenze dcir abbandono, per quanta ripuguanza na-
turalmentc si pi*ovi risolvendo in tal modo il quc-
sito. n Esaminate da vicino ( egli dice ) le condi-
» zioui iu cui versa quclla povcra figlia chc in uuo
» smarrimcnto ill raglonc cedctte alia seduzionc, e
n trovcrctc clic per lei iion vi Ka mezzo a ripararc
» alia colpa d' amorc, quando si rendesse puLblica,
9 e che spcrare non pu6 tranquilli i suoi giomi
» avvenire, se non abbandonando nel mistcro il
» frutto del suo illccito commercio. La cLrcondano
i» un padre gcloso del proprio onore, che vorrcbbc
» piuttosto veder morta la figlia che permetterle
» di porgere la poppa alia prole illegittima; un
» padre cui anzi deve occultare la stessa gravidanza
»» per evitare Ic incalculabili conscgucnze dclla sua
i» collera; una madre che niemore dclla sua non
» cui'anza, nell'intcrno del cuorc la commiscrerebbe,
n 6 vero, ma in fatti la carichcrcbbc di rimpro-
m veri, e secondcrebbe il marito, onde la pubblica
r disapprovazione non colga ad un tempo c ma-
j» dre c figlia; i parcnti che vcrgognerebbonsi di
5» avvicinfire la infortunata, i conosceuti indiscrcti
» che mormorerebbcro pel suo fallo, c la scgnc-
»» rebbcro a dito nel suo passaggio; una societa che
» non pcrdonerebbe piii niai. Sc prepotcnte amoi'C
» Ic faccssc superare quesli ostacoli, la vcdresto
j» divisa dalla propria famiglia condurre una vita
» di dolore fra la miseria ed il pentimento, senza
»» speranza di soccorso; pcrchc un poco provvido
n intendimento cd il pregiudizio allontanano coloro
M che potrcbbcro rccarle conforto; vcdrestc per lei
107
« scgnata irrcvocubilmenlc la sua sorte infclice.
m Non piu un coUocamcn to bene auspicato, non piu
» giorni screni. Lc couscguca/.e del comnxesso crrorc
n ingiustanicnle aggravcrcbbero le di lei sorcUe;
n svcntura si aggiuiigerebbc a svcntura; c lc sventure
» eravviliinento soffochcrebberoalla fiuc nclla dcso-
m lata ogni resto di virtu. Nellc colpe disonestc cer-
M cherebbc riinedio a'suoi mali. DaU'aniorc per mo-
» mentanco sviamcnto di ragionc verrebbe alia sco-
j> stumatczza la piii sfreuata, e col suo esempio al
« mal operare couduiTcbbe tant'altre altrimcnti ser-
» bate a riuscire ottime madri, affettuose c caste
» consorti. Frattanto cessci-ebbe la tenerczza alio
ft stesso frutto dell' illecito amore. Vi liamio mo-
» mcuti in cui il rimorso parla alia coseicuzii dei
»> traviati, ed il rimorso chiama la meule al fiulto
r> della colpa, che. sebbenc innocentc, ccssa di cs.scre
m caro. Vizio ed amore alia prole e cura diligoutc
rt per buona cducazione non puonno audare di con-
B serva. Buona riuscita di figli e mal esempio uci
r> genitori c gran lode ai prinii, ma non frcqucn-
w tissima. La slessa prole adunquc potrebbc esserc
" danneggiata, la societa potrebbc palirne le eon-
» seguenze. Considerate invece la zitclla clic ab-
» bandona la prole concepita ncl mistero. nala ncl
» niislcro. In I'accia alia societa ella non Tu nia-
t* dre, e aacora innocentc. Le sofferle anguslie,
i88
» Tagitazionc cleiranimo cd il pensicro dei danni
>• cui era serbata, sc 1' illccito suo commercio si
n fosse conosciuto, la rendono accorta. Essa puo
» ritornare ad una vita in fatto onorata; 1' autore
J) dclla sua svenlura tenutosi occulto puo senza
n vcrgogna riparare ad ogni danno. Quella zitella
» lo puo rcndere felice; quel figlio abbandonato
• pu• di spirito di famiglia e di fcdclta conjugale, ed
j» aumento di quci mali che da queste sccondarie
n fonti Iraggono origine ». Da tutto cio cgli con-
chiude che le ruotc a cui si espongono i figli spurj
prcsterebbero uii utile servigio alle madj'i, alia so-
cieta, alia puhldica morale, se insieme coi figli
spurj noH accogliesscro una quanlita poco meno
che egualedilcgittimi, escnon ne venisscuna troppa
mortalitu negli esposti per Ic cagioni da lui pro-
dottc ncl prinio ragionamento e per Ic altre indi-
cate lu'l prcsciite, che per brcvita tralasciamo di
.S9
rifcrire (V. Ragionamenli sovraocitati p. 19, c Coin-
mcnlari per 1' anno iSSq p. 89). Dall' abbautlouo
dvi figli nalurali passando poi a rjuello dci Icgit-
timi, non altro clie tlaniii cgli ne vcdc proccJcrc,
et^ in ogiii rispetto iiou accompagnali da nessun
vantaggio. Danno alle vittiinc innocent! dell'ab-
bandono, poste per csso alia stessa, anzi a pegglor
condizionc do' figli spur], danno ai genitori, che
privandosi della pi-ole legittima, si privano con essa
dclla pill soave fra le umane dolcezze, del pegno
piu stabile di affctto c di fcdelta conjugale, dcl-
r incitamcnto il piu valido all' industria , alia
buona condotta , all' adempimento di ogni dovere
non mcno sociale cbe domestico, danno final-
mentc alia sooicti, cbe accoglie nel suo grenibo
snatui'ati individui, dimentichi del piii sacro dei
dovcri, dai quali non si puo nulla ripromettcrc dl
utile ne di bene, cbe accoglie i loro figli, ed a spese
o dclla pubblica beneficenza, o delle sostanze dcgli
infcrmi c dcllo state, ed in ogni modo a spcse pur
sempre dell' onesto e del laborioso cittadino, li ali-
menta, li alleva, li istruisce, li colloca. Da qucste
premcssc concluso essere necessario per togliere i
danni cbe proccdono dall' esposizioue de' figli legit-
tinii, accoglicre qucsti, anzicbc ncUe mote, in ap-
jMDsito ufficio al ricevimento senza segi'cto, cbe li
disliagua dai bastavdi. c per miuorarc i danni, senza
diminuirc i vantaggi, della csposizione dei bastardi,
doversi dagli amatori della umanita studiare accu-
ratameute sc torni o no opportuno il sostituirc
anchc per questi alia ruota un ufficio d' accctta-
zione con segreto, opponendosi all' abolizione dclle
ruotc il timore delle pericolose esposizioni c degli
infanticidj, cgli si applica a determinare gli cffetti
a cui potrebbe dar luogo una tale niisura , argo-
mcntandoli dalle varie circostanze dell' esposizione
occorsa in un dccennio dal i83i al i84o, raccoltc
in apposite tavole che servono di corredo al ragio-
namcnto. La somma pertanto de' suoi argomcnti
versa intoi'no a questo problema: sc le circostanze
della esposizione procedessero in altro futuro dc-
cennio come procedettero nel passato i83i-4o, sa-
rebbero o no da temersene per cffetti gli infanticidj
c le pericolose esposizioni? Alia soluzione del quale
problema cgli procede col seguente metodo. Ricor-
dato dapprima non potcre le pericolose esposizioni
c gli infanticidj aver per cagione se non il rigore
della pubblica opinionc verso gli illeciti congiun-
gimenti e pcrcio non poter corrcrc un tale pericolo
i figli nati di legittimo matrimonio , dal numcro
di 535o esposti entrati nel pio ricovero nel passato
dccennio egli sottrae i344 positivamente ricono-
sciuti per legiltimi, c cosi cscluso questo numero
dal teniuto pericolo, comincia a ridurre dai 535osli di cui rimauc in qiiesito la
sorlc. Passando quiiuli all' csamc di questi , osser-
vato che Ic pericolosc csposizioni c gli infanlicidj
non possono tcmcrsi clic a riguardo dci figli di gc-
iiitori ignoti, cioc non chiariti sc Icgittimi o ille-
gilliini, notato pcrvcnir questi al pio ricovero o per
mezzo della ruota o per presentazione all' ufficio ,
c trovato clie ncU' ultimo deccnnio i233 bambini
cntrarono nella pia casa pel secondo inodo, 63 1 co-
me nati neir ospizio delle gravida da madri nubili,
2o4 prcscutati dall'autovita civili, ccclcsiasticbc o
sanitarie con iscritto indicante il gionio di nasci-
ta , lalvolta la matcrnita, per lo piu. sollanto la
provenienza c il ministrato battesimo, ^rn prcsen-
tati dai privati per commissione delle levatrici o
dei geuitori, per lo piu dalla madre, lai presen-
tati dalle autovita civili od ecclesiastiche con di-
chiarazjonc verl)ale o si ritta di aver trovato il bam-
bino per lo piu alia porta delle case pari'occhiali
0 delle levatrici, o nelle chiese o prcsso gli ufficj
comunali, rare volte sulle pubbliche strade, molti
cou iin scgiialc nelle fasce, considerato finalmente
nou potcr per tutti questi, siano Icgittimi o spur],
rcstar luogo a timore , per qucslo cbe , secondo
ch' ci dice « se si sccglie qucsta maniera per recarli
» alio stabilimcnto, mcntre a tutti sta aperto iiu
» torno. non vorrebbonsi ne pcricolosameuto sporn:,
192
» n(i ucc'iJere, quando la ruota fosse cliiusa »; con-
sidcrato in particolare , rispetto agli ultimi i a 1
stati altrove abbandonati prima della pi-esentazio-
ne, che, aperta o chiusa la ruota, succedono sem-
pre alcuni abbandoni di figli in altri luogbi, i quali
non dcvonsi confondere colle pericolose esposizioui
ncl vcro sense della parola, egli sotti-ae tutti que-
sti 1233 dalla somma di 4006, la quale viene ri-
dolta a ayjS entrati unicamente per mezzo della
ruota, e ai quali soltanto egli tiene doversi restrin-
gere 1' esame ncl rispetto del timore d' infanticidio
o di pericolosa esposizione. Pi'ocedendo ad un tal
esame, egli nota iunanzi tratto cbe nel corso dell'ul-
timo decennio 194 bambini si trovai'ono nel^a ruota
gia morti , molti immaturi e molti a termine da
poter vivere, i quali egli comincia dal sottrarre dailla
cifra 2^73, considerato che per cssi nulla sarebbc
da temcre quando la ruota si chiudesse, nulla di
peggio non potendo loro intervcnire. A questi poi
aggiungc altri 63 bambini trovati nella ruota con
un apposilo segnalc vidimato dalle autorita civili
ed ecclesiastiche; del che inducendo che questi do-
vcano essere recati direttamente all' ufficio e che al
commesso soltanto devesi 1' arbitrio della esposizio-
ne alia ruota sottrae pur essi dalla sopraddetta cifnv,
la quale per queste due sottrazioni viene ridotta
da 27^3, a soli 25i6 bambini sui quali puo ca«
19^
derc il timorc tli pericolo. Un tale timore vienc to-
sto dair autorc rimosso riguardo ad 8^5 esposti
che ncir ultimo decennio furono trovati nella ruota
con un scgnale apposito in cui era scritto il nome
del bambino , 1' indicazione del ministjrato battesi-
mo, spesse volte il giorao e 1' oi-a della nascita ed
anche la provcnienza. Di tutti quesli bambini, spurj
o legittimi che sieno, egli non dubita decidere che
sc fosse chiusa la ruota verrebbeio presentati all'uf-
ficio. « Infatti ( egli dice ) se sono legittimi, perchi
« pci-deili, quando un caritativo ospizio li racco-
» glie? Se sono spurj, non e il timore dcU'infamia
» che spinge all' infanticidio, non e il divisamento
» d' occultare a tutti la disonesta colpa? In questi
» casi il pudore ha gia ceduto al dovere : sonovi
n tcstimouj del parto, ed il delitto dell' infanticidio,
» per questo appunto, e perche tostamente sareb*
» be scoperto, non si commctterebbe giammai «.
Tutti qucsti bambini egli pertanto sottrae dall' ul-
tima cifra, la quale viene a ridursi a soli i64i.
Ma con quali circostanze segm 1' abbandono di que-
sti 1 64 1 alia ruota? Trova I'autore in primo luogo
che y 1 2 furono portati alia ruota con segnale ap-
posito, e per lo piii con uno scritto in cui si accer-
tava r ospizio essersi da to 1' acqua baltesimale al
bambino, e che di questi 712, 1 1 3 aveano passato
I'ctii di 5 jiorni, eta che gli serve, secondo un suo
i3
»94
nuovo critei'io, ad argomento di Icgittimita. Consi-
derata quindi per questi 1 1 3 una tale qualita , e
per gli altri 5gg considerato chc la madi'e che con-
segna alia ruota un bambino con apposito segnale,
lascia scorgere che il suo animo soffre ad abban-
donai'e quella prole, chc il pensare che se dovesse
recarla all' ufficio col mezzo di onesta persona, vor-
rebbe piuttosto ucciderla, e supporre una crudelta
senza fondata ragione , che d' altronde non mini-
strando presso noi la madre 1' acqua battcsimale al
suo nato , e pochc fra quelle madri che puonno
sporre la propria prole sapcndo scrivere, e consc-
guenza necessaria lo ammettere chc una levatrice
0 qualche altra persona abbia prestato soccorso alia
madre nel travaglio del parto , che il secreto cou
cio viene ad essere tolto, e quando non v'e secreto
non si puonno tcmcre pericolose esposizioni od in-
fanticidj, argomcntato per giunta, sopra induzione
che ommettiamo per brevita, che molti di questi
bambini sicno legittimi , egli sotti-ae gli uni c gli
altri nella totalita di yi2 dalla cifra di i64i, la
quale viene per tal modo a ridursi a soli gag. Pro-
cedendo nelle riduzioni , cgli osscrva che 5o2 tro-
vatelli entrarono durante il posto decennio nella
ruota con apposito segnale, non portante la scritta
indicazionc della ministrata acqua battcsimale al
bambino, ma soltanto il nome impostogli, o chc gli
si (Icsulci'ava, cd alcunc volto la provcnienza. Dei
quali, 82 avcndo gia oltrc i 5 gionii di vita, cgli
oancclla qucsto numcro dall' ultima cifra ridotta.
Rispetto poi agli alti'i 4'^o, considcrato per 1' una
parte die la qualita. del scgnale non pu6 lasciaf
troppo traiK|uilli ncl pi'oposito, c per Taltra clifl
di questi csposti in cinque aiiui ne vcanero rcsti-
tuiti 10 ai propri genitori, e calcolalo che in dieci
anni il iiumei'O si raddoppiei'ebbe, egli si ticne au-
torizzato a sotti'arne 20 dal numei-o totale, i quali
aggiunti agli 8a gia sotlratti, riducono la cifra di
929 a qucUa di soli 827, dalla quale altresi deduce
34 individui, 3o eiitrati nclla ruota dopo il quinto
giorno di vita, c 4 ridouati nel corso del dccennio
ai loro genitori, tratti dal numcro di 4^7 entra-
li scnza alcun segnalc, Iranne gli indumcnti, ridu-
cendo cosi la cifra 827 a 793. Con un processo
d' induzione diminuisce poi d' altri 100 quest' ul-
tima cifra. Quattrocento settant' uno trovatclli nel
corso deir ultimo deccnnio entrarouo ncl pio ricove-
ro immaturi. « INIi sara lecito domandare ( dice
I'autore) che cosa sarebbe avvenitto di questi ti"0-<
» vatelli se la ruota fosse stata chiusa. Per la
n maggior parte sarebbero morti egualmentc. Ma
n avrebbcro tutti fin i to qualche ora prima, qual-
» che giorno prima la loro vita per la crudelta
» dcUa madre? Qual ti qucUa madrc che vuolc
196 U;i;
» uccidere la propria prole quando conosce clie
» la morte naturale deve rapii'lo in breve ora?
n D' altronde que' trovatelli gia non potevano vi-
» vere , e morti nelle proprie case o nell' ospizio,
)) vale precisamente lo stesso. Ma pero non e lo
» stesso il cessare di vivere per legge di natura o
» per mano di una madre scellerata. La societa
» raccoglierebbc nel suo scno un' omicida cbe, var-
» cato il limite fatale fra 1' innocenza e la colpa,
» la danneggerebbc grandemente. Per me tcngo que-
» sto avviso; ma siccomc la presunzione sta a fa-
» vore dei bambini, pongo sulla bilancia un lon-
n tano timore die possano essere uccisi, ed i Tan-
y) taggi deir accettazione ad ufficio aperto, e vedo
» cbe molto propendera da questo lato. Poi mi ri-
» volgo a coloro cbe il principal vantaggio delle
» ruotefanno consistei'e nel salvare valori altrimenti
y> pei'duti alia societa, ed cssi mi devono permetlere
» cbe tutti gli esposti immaturi si sottraggano al
» numero di qucgli infelici pci quali si stanno aper-
» te le ruote ». Ma non cssendo poi possibile deter-
minare quanti fra gli esposti immaturi entrati nello
stabilimento facciano parte dei ygi ai quali trovasi
ridotto r esame ncl riguardo cbe forma il soggetto
del ragionaraento, I'autore, posto mente che questi
793 trovatelli appartcngono alia classe degli esposti
senza segno, ed a quclla dcgli esposti con segno, ma
scDza inJicazionc Ji ministrata acqua battesimalc,
c cousiderato che una madre cui iiasce un figlio na-
turalc immaturo, conoscendo, raassimc se vicne as-
sist! ta ucl par to da una nutiucc, cli'cgli non potri
viverc, nou dove aver gi-an cura di munirlo di un.
scgiialc, induce da cio che rtujlti immaturi debbano
apparteuerc all'ima od all'altra delle predette class i,
c riduccado il suo calcolo induttivo a soli loo, que-
sti sottrac dairultima cifra, che viene quindi ristret-
ta a soli 693. D'altre induzioni egli poscia si vale
per sottoporre questa cifra, medesiraa ad uii'altra e
grave riduzione. Questa c di tutti gli esposti pro-
vcnieuti dalla campagna durante il preso decennio,
pei quali I'autore tiene non doversi temere perico-
losa csposizionc od infanticidio quando pure si chiu-
desse la ruota, per le ragioni che Ic loro madri, sup-
posto anche il caso, d'altronde rarissimo, che av essero
partorito non assistitc da alcuna persona, impossibi-
litate a recare da sc stesse il bambino alia ruota
ncl termine nccessario pcrchti non ne venga sco-
perta la nascita (che e quanto dire nel termine di
uu giomo, oltrc il quale non sarebbe possibile oc-
cultare i vagiti della prole), debbono cssere state
costrctte a confidare ad alcuno il segrcto e a com-
mcttere ad altri il ti-asporto del figlio alia ruota;
il che posto, cd esse si posero fuori del caso di
commctterc un dclitto al quale, quando non s' op-
1^8
ponesse la tcnerezza matema, sarebbe freno il timore
della punizlone, e al commesso sarebbe cosa indif-
ferente portare il bambino alia ruota, o airufficio
che a questa si sostituisse. Galcolato poi mediante
un criterio d'induzione, fondato nelle circostanze dl
tempo della presentazione alia ruota, che il numero
de'pervenuti al ricovero possa ascendere a 228, que-
Bto numero sottrae dall'ultima cifra, la quale dai
693 viene ridotta a 4^5. Ne qui finiscono gli ar-
gomenti d'induzione e quindi le sottrazioni cbe I'au-
tore ne cava per conseguenza. Se vi sono madri
illegittime che per gelosia d'onore possano far te-»
mere di infanticidio o di pericolose esposizioni ,
quGste non possono essere a suo credei*e che le
primipare, non gia quelle che hanno piu volte par^
tori to, le quali hanno col pudore perduto lo sti-
molo al delitto. Per un calcolo induttivo, tratto da-^
git ospizj delle gi-avide illegittime del pio luogo,
delle quali venti sopra cento non sono primipai'e,
cgli deterniina che nella stessa proporzione di 20
per 100 stieno le non primipare che non partori-
scono nel pio ricovero, e con questa norma sottrae,
^3 esposti dair ultima cifra, la quale viene ridotta
a soli 372. Esseudo poi questi 3^2 il risultato delle
sottrazioni degli esposti provenuti dalla campagna
c da madri non primipare, Tautore, calcolato che
di queste appena dieci sopra cento potrebbero esser
«59
quelle chc, supposlo ancora che avesscro potato te-
ncrc occulto a tutti il portato cd il parto, avessero
poi tanta ft)rza fisica c morale da portare esse stcssc
sensta miiiistcro d'alcuno il loi-o bambino alia ruota,
e considerato clie sopra quest* ultime sole potrebbe
caderc il timore di infanticidio o di pcricolosa espo-
sizionc dci loro parti, riduce per ultima sottrazione
la cifi-a di 372 a soli Sy, unico residuo di tutti gli
csposti iu un decennio, sui quali resterebbe a te-
mere clie per avere, com'egli dice « solamente mu-
» tato il modo del loro ricevimcnto all' ospizio,
>t seuza no cliicderc, nc desidcrare di conoscere gli
» autori dclla loro uascita, debbano essere o pcri-
» colosamentc csposti od uccisi ». Timore a suo
credere lontano, ne lale da poter contrabbilanciare
i danui dclla esposizione; a minorare il quale nel-
r animo de'piu dubbiosi, quasi per giunta e sug-
gello dellc sue deduzioni, egli ricorda, siccome mi-
sura noa railicalc ma catcgorica ncU' argomcnto,
quella clic fu prcsa ncl pio luogo, e che vieuc osser-
vata dair anno i832 in poi, di tener cliiusa la
ruota di giomo, e di non aprirla clie la notte; dalla
quale mostrando non essere risultato alcun sinisti*©
cffetto, ne ricava uu argomcnto a coufcrma del suo
assunto, conchiudendo con dire (( essere le discipline
») colle quali cuti-ano gli csposti ncl pio ricovero
>» di Brescia soverchiamentc dannosc agli csposti mo
» desimi , ai genitori, aU'economia ed alia costuma-
» tezza della popolazione, e lo studio profondo dei
1) modi coi qiiali compiesi I'esposizione alia ruota
» trantjuillare chiunque voglia attentamente • stu-
M diare nei medesimi, cbe, chiuse le ruote, sosti-
» tuito un ufficio in cui si serbi il segreto, anzi
» non si cerchi la maternita e paternita dei bam-
» binl bastardi , ed aperto un ospizio de' bambini
n legittimi, non denno crescere ne i casi di infanti-
» cidio, n^ i casi di pericolosa esposizione ». Qui non
finisce il ragionamento di cui siamo venuti sinora
riferendo la parte piu sostanziale e piii immedia-
tamente congiunta collo scopo dell'autore. Imper-*
ciocche due articoll egli soggiunge, nell'uno de'quali
propone come esperimento di cautela e di prepara-
zione al togliemento della ruota, 1' istituzione di un
ufficio di accettazione con allato di esso la niota
luttavia aperta in tempo di notte, mostrando I'uti-
lita di un tale esperimento e combattendo le ob-
biezioni che vi si potrebboro opporre, e nell' altro
viene esponendo le discipline da lui stcsso intro-
dotte nella Pia Gasa degli esposti del nostro spe-
dale nella qualita di Direttore, a miglioramento
delle varie parti dell' amministrazione. Ma queste
cose, ancorcbe per se stesse importanti, siccome Sit-
tenenti in generale agli esposti, noi ci permetteremo
di considerarlc nel nostro caso speciale siccome ao^
ccssoric, parendoci che quanlo abbiamo rifcrito sia
siifticentc a far conoscerc il risultato dei nuovi studi
impiegati daU'autoi-e a giustificaro la grave cd as-
soluta misura da lui proposta nel delicatissimo ar«
gomcnlo da lui preso a trattarc.
Analoga per qualita di soggetto a qucsto ragio-
namento del Buffini e la segucnte memoria del si-
gner Giacinto Mompiani , Gensore , sulle carceri e
sul modo di riparame le imperfczioni, spettando sV
I'uno che I'altra al medesimo ramo di civile filo-
Sofia, cioe alia puhbliea beneficeaza. Assunto del-
I'autore ^ di mostrare i vantaggi del sistema peni-
tenziario, o nuovo metodo carcerale, sul metodo
antico, i vari modi onde questo nuovo sistema ven-
ne applicato alio scopo comune di sottrarre i de-
Umutl alia malefica influenza de' loro compagni e
di ridurli al miglioramento morale, e fra queste
modificazioni stabilire qual sia la piu conducente
a questo duplice fine. A tre scuole principali so-
glionsi ridurre tutte le varie riforme introdotte finora
dalla penitenzieria nelle discipline carcerali, cioA
alia scuola di Auburn nello stato di Nuova-Yorch,
a quella di Cherry-hill nella Pensilvania ed a quclla
di Ginevra, che ^ I'Aubumiana modificata. I quali
tre metodi avendo 1' autore ne' recenti suoi viaggi
avuto opportunita di studiare nel carcere di Gand
acUe Fiaudrc, in quelle di Ginevra cd in qucllo
202^
che i dctto dclla Roquette a ParigL, parvegli a pro-
posito di comunicare all'Accademia le proprie os-
servazioni, facendoci di ciascuno conoscere la costru-
zione, le discipline, gli effetti e la maggiore o minore
corrispondenza al sopraddetto scopo comune. Toc-
cata pertanto succintamente la storia de' vari teiita-
tivi di riforma clie si fecero in Europa e in America
durante il secolo scorso e che poscia condussero al-
ia creazione della penitenzieria e alia divisione del
sistema nelle indicate tre scuole, e per iscorcio ac-
cennati gli inconvenienti delle cai"ceri a vecchio
metodo, egli viene a descrivcrci i tre sopraddctti
modelli, da lui visitati, incominciando dalla prigione
di Gand. — Sorgc. secondo ch'egli ne informa, que-
sto stabilimento, con un grandioso corpo nfel mez-
zo, il cui piano infcriorc coutiene la cucina, la pi-
Storia ed altri luoglii di servigio, e il siipcriOre la
chiesa, I'infermoria. e, crede I'autore, gli ufficj die
servono alia sorvegliaiiza e alia dirczione. A quesla
parte di fabbrica mettono capo come a centro co-
mune diversi raggi di 6dififcio, collegati nelle estrc-
mita divergenti da altre linee di fabbricato, che
chiudono il cai'core divideudolo in separate sezioni
che lianno sfogo nell' edificio di mezzo, dal quale
possono csserc facilmente sorvegliate. La parte rag-
giantc conticnc dc'lunghi corridoiche danno accesso
allc celle, nelle quali si chiudono ad uuo ad uno
9o3
t prigionieri in tempo Ji uotte. Ncllo altrc linee
deir evasionc. Congettura chc altri disgraziati si
» trovino nella stessa sua coudizione, ma dispera
n di potei* con cssi aprire corrispondcnza. Isolate
» com'ci, seuza occupazione c coll' animo in tem-
» pcsta , potra egli non dar pensiero alia liberta
» clic ha perduta, all' abuso clie ne lia fatto, alle
55 conscgucnze chc gliene sono dcrivatc? Ncssuna
M speranza lo soccorre in quclla sepolcrale quiete,
5> c voglia o non voglia, dee pur sentire i rimorsi
M della sua coscicnza; ne quella restera dal pesarc
» sopra di lui, richiamando al suo pensiero i suoi
n traviaraeuti, il bene chc non fccc, i trascurati
51 consigli. i gcnitori, la moglie, i figli lasoiati nella
w povcrta e nella ignominia. Passano due, passano
n tre giorni; ue il detenuto si crederebbe tra i vi-
»> vcnti, sc da uno sportello non gli vcnisse nella
55 cclla introdotto ad ore fisse il limitato suo pa-
5) sto, tanto e profondo il silcnzio che lo circonda.
55 Lc oix; gli scmbrano secoli; c vorrebbc pure in-
55 gannarli col dormirc; ma non glielo consente
>» r angustia clie lo prcdomina. Insopportabile si-
55 tuazionci Ma come sceraame 1' acerb ita sc auche
55 r ozio , quell' ozio che prima era sua dclizia , e
2l4
» divenuto per lui il piii crudele martirio? In tal
» caso , come non si fara sentire nel detcnuto la
» voglia di poterne mitigare I'acerbita con qualclie
n occupazioue? Come non avra egli a benedire chi
» col lavoro gli dai"a mode da poter soppoxtare il
» suo isolamento? E a qucsto varco che la vigile
» Direzione lo stava aspettando. Essa gia si com-
w piace di questa ricerca, nella quale vede il favo-
n revolc preludio del miglioramento morale clic in-
» tende promuovere nel detenuto. Eccola quindi
» disposta a sussidiarlo offerendogli il soccoi'so dc-
» sideralo. Un buon artigiano vicne ad interrom-
» pere la solitudine della sua cella, e provvcdulo
» de'mezzi occorrenti, lo addestra nell'csercizio clie
» pill gli convicne, lo conforta con cspressioni ca-
» ritatevoli a rassegnai'si al suo destino a trar
» profitto del suo lavoro enumerandogli i beue-
« ficj che gliene devono derivare; cd ecco come
»» scemando la durezza del suo vivere, quel povero
» disgraziato viene indotto a ravvisare nel maestro
» r angelo suo consolatoi'c, nell' esercizio adottato
w un conforto che non finisce di benedire. Oli come
» si consola all'avvicinarsi del suo benemerito istrut-
n tore, quanto non si compiace nel mostrare a lui
» il lavoro di cui si e prima occupato ! Gia pel
y> lavoro scnte migliorata la sua esistenza. Non la
j» trova piu insopportabile, anzi incomincia a con-
3l5
« siilcrarla nou disyiunta da qualchc dolcczza. Che
n sc il bcncincrito arligiano gli fa osservare ncl
» lavoro il mezzo di conscrvare la sua salute , di
n potcr accumulare qualchc sussidio per quando
» avra scon ta to la pcna, se gli si fa in csso vedere
M il modo di potcrsi procurarc un' onorata sussi-
» stenza c di restituirsi alia pubblica opinione ,
» immaginatc come bcncdiceudolo qual dono del
n cielo, nou avra a malcdire quella oziosita c quclla
« infingai'dagginc che furono prime cause de' suoi
» traviamcnti. Ah! egli e certo che, ridotto a tal
» punto il prigionicrc, c impossibile che il lavoro
3» non abbia a divcntare la sua delizia, Tistromcnto
w dclla sua morale rigenerazione ». Attesta quindi
in confcrma di ciu d' aver esso stesso ncl visitare
la prigione della Pioquettc a Parigi veduto , guar-
dando in tuttc le cclle per mezzo delle feritojc ncl-
r ora destinata al riposo pomcridiano, ogui prigio-
niero, n(;ppur uno cccettuato, intcnto al lavoro; e
ricordato che in America c in lughiltcrra nelle car-
ccri ad isolamento assoluto fanno i detenuti ogni
sforao per ottenere il lumc, onde lavorare auche nelle
ore dclla nottc , c che 1' ozio c il maggioi-e fra i
castighi che in qucsta specie di prigioni si possa
infliggerc ai detenuti, passando a parlare dci bene-
fici cffctti della istruzione in aggiunta a qucUi del
lavoro, M soUtudiuc ( ci segue a dire), silcuzio,
ai6
«5 trattamento, premj, castiglii, tiitto e coordlnato
:> per la rigcnerazione dei prigionicrij ma il gran
» movente, il sovrano rimedio sta nell' istruzione,
» in quella istruzione che sola sa sradicare dal-
» r animo le perverse iuclinazioni per sostituirvi
n le dolcezze clie dalla confidenza in Die e dal-
» 1' amore degli uomini possono a noi derivare. A
» questo fine servono le ammonizioni dei direttori,
» gli incoraggiamenti dei maestri , 1' insegnamento
» dei ministri evangelici , e persino i colloqui coi
» parent! , clie a quei detenuti specialmente ven-
» gono concessi, la di cui disposizione d' animo li
» metle in istato da poternc ottenere giovamcnto.
r Ed oh come anclic le domestirhc affezioni in tal
» caso vengono in sussidio morale del povero pri-
T> gioniero! Immaginatc dannato per qualclie tem-
« po air isolamcnto continuo un giovanctto clic,
n non curante delle sollecitudini dei genitori, siasi
r abbandonato al disordine. Ridotto a buon punto
• dalla disciplina del carcere, e piu ancora dal-
» r istruzione , manifesta il desiderio di vedere la
» madrc, nella di cui tenerezza particolarmcnte si
» affida. Ottenutanc la permissione, eccolo prodotto
» alia di lei prescnza. E commossa la madre, e non
>• lo e meno il figlio. Vorrebbero ambidue parlare;
j» ma loro nol consente la commozione da cui sono
» preoccupati. Rompe allora il silcnzio il bcncfico
217
n assislenlc , ccira volgci-e 1' occasionc a Lcncficio
r) del suo piipillo, (• lion ignaio dcllo figliali c ma-
» teriic tcneixv.zc, rsorta si la madrc rlie il figlio
» ad aprire I'animo ronfidentc, introduce savie
V considcrazioni, promuove favorevoli sentimenti; e
» non rare volte succcde clie gli interloculori con-
» fortati da si caritatcvolo intelligcnza, sicno con-
» dotti fino a ringraziarc la Provvidcnza clie dallo
>» sventiirc Hi drrivare sublimi conforti pei disgra-
» ziati clie ad essa si volgnno confidcnti. Fclicissimi
» risultati dell' istruzionc, cbe riuiarranno sempre
r> senza esempio nelle carccri nellc quali la comu-
w nanza d(;l vivcre indisponc i detenuti a riccvere
» favorevoli imprcssioni ed a cxistodirne gli effetti» !
Da qucstc considcrazioni e confrouti I'autore deduce
cssei'c r isolamento assoluto il piii conducente alio
scopo della penitenzieria e dovcrsi riconoscerc in
csso il vero perfezionamcnto del sistrnia.
Ma clie varrebbero i sussidj dclla penitenzieria
per la morale riforma dei delinquenti se, uscito elie
sia il prigioniero dal carcere, le prave tendenze ri-
nascenti colla liberta , le tentazioni rinforzate dal
bisogno, r alternativa tra la fame e il delitto, le
pratiche dei malvagi , rannodate daU'infaniia co-
mune, lo tengono nel continuo pericolo di nuova-
liKmle delinquere e di perdere in uu istanto quel
frullo che avessc potato raccogliere dai lunglu p»-
ai8
timenti dclla prigionia? Qucstc consiJcrazioni, sug-
geritc pur troppo dai fatti c dalla spavcntevolc
frcqucuza delle rccidivc, feccro sentire il bisogno
di provvedere alia protezione e al soccorso dei de-
linqucnti ncl pcriglioso passaggio dal carcerc alia
libcrta, c peusare ad un tale provvedimento, sic-
come a cosa necessaria nei luoghi ovc vige il si-
stetna penitenziario e nccessarissima negli altri.
Quindi tevoli che lo riconobbero come il vero perfezio-
» namento della disciplina penitenziaria; ovunque
y> ba Irovato accoglienza ed appoggio, ne mai ebbe
3> a soffrire la piu piccola contrariela. Semplice nel
•n suo ordinamento, facile nella sua applicazione,
55 alia portata di tutti, non abbisogiia che di ca-
» ritatcvolc coopcrazione pci* poter csscre certo nei
» suoi effetli ».
Alia civile (ilosofia riferiamo pur anro i ceiitii
sulla ragione della peifettibilita umaiiaj dai quali si
intilola una breve Mcmoria dell' abate Francesco
RiccobcUi, socio attivo, che servira a conchiudcrc
la parte scientifica della presente relazionc. Posto
csscr ruomo per sua natura educabile e perfettibilc
jion mcno nelle specie che nell' individuo, cd invo-
cata r autorila della storia a mostrare che tutle lo
gcnerazioni si rannodano I'una all'altra a giiisa di
continua catena, che le prime preparano la via allc
scconde, che le successive migliorano non mcno su-
gli crrori che sui trovamcnti delle preccdcnti. che
per conscgueuza la pi-esente partecipa alia vita di
tutte le passate e ciascuna alia vita pcrenne del-
I'umanita, che a differenza quindi dei bruti, i quali
non mutano mai, 1' uomo e semprc in una tendenza
di progi'cssione, in un ondcggiarc, in una mobilita,
in un cangiamento perpetuo, 1' autore deduce che
questo generalc movimcnto dclle masse sociali dec
procodcro da nn comuiic principio. il quale non
raanifeslanJosi chc ndla uniana fjiiniglia, dec per
ronsogiicnza originarc clall'iiomo medcsimo, o clal suo
fattorc. « Di fatti (egli dice) questa imivcrsiile mu-
)) tazione delle masse umane, onde non rista niai la
1) unianita di mutarc, come derivarla d'altrondc se
» non dalla stcssa umana iiatura, o dal suo fatlore?
» Mentre si vede cliiaro clic ruuivcrsale ordinc fi-
» sico di tutto il create sensibile,non chc le stcssc
» Icggi automatico-animali comuni rgualmente al-
» I'uomo cd al bruto, non offrono nientc di simile,
» ne valgono tampoco a risolvere la ragione di
)) questa (per cosi csprimermi ) immutabile muta-
)) bilita; chc auzi per so detterebbero il contrario ».
Considerato poi chc due sono i principj molori
dcllc azioni dell' uomo ed influenli sulla sua con-
dotta , cioc Ic tcndcnzc naturali cd istiiitive e Ic
idee, chc allorquaudo noi siamo mossi dalle prime
opcriamo per mero e brutale impulso , c quando
ci dcterminiamo sopra le secondc , csaminandole,
raffronlaudole, disculcndolc, opcriamo sccondo I'in-
tendimenlo c la liberla, chc le idee essendo cssen-
zialinente mutabili a seconda dei tempi, dei luoghi,
dollc circostanzc, degli avvcnimcnti, I'uomo a difi'c-
vcnza dcllc bcstlc dirctlc da sola brulalita, rcgolan-
dosi pill per esse rhc per istinlivc inclinazioni, e
. quindi le inulal)ilila dell' uonio c dell' umana fa-
!i24
miglia *
228
LETTERE
Quanta parte nelle accaJemiclie nostre luciibra-
zioni usurparono in quest' anno sul complcsso delle
scienze le sole natural! , altrettanta le scienze ne
invasei'O sugli studi letterarj ; del clie per avventu-
ra si potra facilmente assegnare la causa conside-
rando la condizione subalterna in cui si trovano ora
le lettcrc almeno fra noi rispetto alle altre disci-
pline; condizione della quale non e meraviglia, sc,
nou tanto per difetto di cultori, quanto per effetto
dcUa tcndcnza dei tempi, si risentissero anclie nel-
I'Ateneo nostro. Nondimeno elle non obbliarono
tanto s^ stesse, clie in uno de' loro piu nobili cd
utili uffici non si adopcvasscro , 1' cneomio del me-
rito e la ricordazionc di memorabili estinti. Due
vite bperose e integcrrime si spegnevano di fresco
in Milano con intervallo di appena tre anni I'una dal-
I'altra. NcU'aprile del i836compiva cola la carriera
dc' lunglii c preziosi suoi giorni Giacomo Locatclli,
nestore de' clinici odicrni, e nel fcbbrajo del iSBq vi
morivaLuigi Gei'ardi avvocato, entrambi nostri con-
rittadini, se a qualificare il prirao per tale basta
clie al tempo di sua nascita Gauneto, sua patria ,
fosse dipendente dalla bresciana Diocesi. A Canneto
adunquc ncl i j'56da padre medico auch'csso nacque
a»9
il Locatclli, del quale il uoslro socio dottor Anto-
nio Schivardi detto lo storico elogio tessendolo dei
particolari biografici die brcvementc siaino per ri-
fci-irc. Ill Brescia fece, questo luine dclla mcdicina,
i prlnii suoi studi, e a Mantova, ivi condotto da
viceude domcstiche, li contiauu fiuo al coinpimento
del filosofico corso. Da Man leva passu aH'archlgin-
nasio di Pavia, fioreatc allora piii clie mai per ec-
ccllcnza di celebri istitutori, massime uclle mediclie
discipline, quali erano un Tissot, uno Scopoli, iino
Scarpa, uno Spallanzani, iin Boi'sieri. Erudito alia
scuola di quesli allissinii ingegai, dopo aver otte-
nuta la laurca dottoralc ncl 1782, fermo sua stanza
in Milano per darvisi alia pt-atica della medicina.
Reggendosi a que' tempi il Ducato di Milano ad ope-
i*a di magnanimo principc, Ferdinando d' Austria,
da questo, clie gli si fe' nieecna tc, fu il giovane Lo-
catelli fornito di mezzi ad arricohir^ piu sempre
dei tesori della scienza, siccomc fece viaggiando alio
piu celebri scuolc, ai piii insigni istiluLi d'Europa
in traccia di peregrine cognizioni c in acquisti di co-
nosconze e di corrispondenzc, d'osservazioni, di studi
e di lumi coi piu esimj cultori dclla medicina fra
I'estcre nazioni. Toi-nato da'suoi viaggi, merilo, poco
poscia clie il principc suo proteggitore lo eleggcsse
a succederc al Borsicri nella qualita di suo me-
dico di camera, c clxc ucll' anno 1790, rcsosi cbia-
^3o
ro frattanto nel pratico eserclzlo dell'arte salutaro,
gli fosse commesso 1' insegnamento della clinica me-
(dica istituitasi allora di fresco nello spedale mag-
giore dellg. metropoli. Alia direzione della clinica
uni poscia col volgere de' tempi e col mu tarsi delle
politiche condizioni , la carica di arcliiatro della
corte vice-reale d' Italia nell'anno i8o5, e nell'anno
seguente la decorazione dell' ordine equestre della
porona ferrea. Gaduto quii^di il Regno d' Italia e
pell'anno 1818 cessate e riunite all'Universita tutte
Je scuole speciali, rimase sciollo siccome dall' ufficio
4i arcliiatro, cosi dall' insegnamento della clinica,
yestandogli 1' incarlpo di medico prlmario di Santa
Catterina, dcgli EspostJ, della Casa di Salute e di
^Itri stabilimenti della metropoli; le quali pubbli-
che incombenze uni all' esercizio privato dell' arte
pon. tanto suo onore e con tanto utile dell'umanita,
che quello stesso primato che tenno il Palletta nella
chirurgia si puu dire ch'egli tenesse nolla medicina
pel corso di pressoche un mezzo secolo fino alia sua
jUQrte, successa nel giorno 19 aprile del i836 per
caso miserabile di incendio appresosi alle coltri del
suo lettOj ove oppresso da lenta cd ostinata malat-
tia giaceva da piu mesi. La memoria del Locatelli
e piu raccomandata dai successi della pratica ottC'
nuti fra i presenti che a monumenti di teorica la-
sciati ai futuri. A 1 ui apparticne il vanto di aver
a3i
precorso Rasorl ncl porre Ic basi dclla medicina
ilaliana faccnJo petto al torrcnte Jclle Browniane
tcoric chc miuacciavano di ottcnere la prcvalcnza
a'suoi tempi, c d'avcr impedito chc i principj del
riformatorc scozzese conseguissero in Italia quella
voga chc al trove, contrastandoli e col fatto al
letto degli ammalati e colic parole dalle cattedre
di clinica c cogli scritti, che pochi lasciii, compia-
cendosi piu nel guarire die ncU'istruire e piu nel-
r abilita dciropei*arc che nclla vanita dello scrivere.
Alia ecccllcuza dell' iugcgno accoppiu quella del-
Taniino dotato d' ogni virtu rcligiosa, sociale e do-
mestica; allc quali doti aggiuagevano amabilita cd
ornamento la bella e grande persona , 1' ilarc se-
renita dcH'aspetto, la soavita dcUe gentili ma-
nierc , la facondia del parlarc. Questo complcsso
«li meriti, di servigi , di qualila fcce che la sua
morte fosse universalmente compianta, e che il suo
nomc sopravvivessc in un monumento erettogli ncl
maggior ospitale dclla mctropoli per ofierte del
clttadini e per voto cd impulse spontaneo della ge-
nerale gratitudine.
Luigi Gcrardi, del quale dobbiamo 1' elogio al
pi'ofcssore abate Zanib(;lli. nacque da Giovanni Bat-
tista c da Barbara Zambelli in Lonato il d'l 8 ot-
tobre 1778. Ebbe la prima educazione nella casa
patcrna, anzi dallo stesso suo padre . egrcgio capo
933
di famiglia e non meno benemerlto promotore dcgli
Jnteressi del paese, troppo presto rapito alle cure
paterne e domestiche e al bene del comune per
inorte miseramente incontrata cercando sedare una
popolare sommossa sorta fra gli abitanli di Lonato
neir auno 1797, meniorabile per le turbolenze po-
litiche in Lorabardia suscitate dalla invasione fran-
cese. Costretto quindi il Gerardi ad assumere colla
vedova madre 1' amministrazione della famiglia e la
educazioue dei minoi'i fratclli, seppc in si verde eta
farsi in breve mature ed espcrto a tante cure; fva
le quali non dimcntico di attendere scriamentc al-
I'istituzione di sc medesimo c alia coltura del pro-
prio intcUetto. Aggiunto in quel lorno di tempo
ancbc il comune di Lonato al repubblicano gover-
no di Brescia, egli fu costretto a ingerirsi nella
pubblica cosa, fatto, contro 1' indole e le abitudini
sue, capo delle guardie civili del paese, e in circo-
stanze gravi e difficili adoperato anche piu volte
neir amministrazione comunale. Del 1 799, cambia-
togi il governo, essendo parso alia savia madre tem-
po opportuno di mandarlo alia Universita di Pa-
dova, egli vi si reco per attendervi, come fece con
intensa applicazione e grande profitto, agli studi
legali, ai quali aveva sempre mostrato somma atti-
tudiue e propensioue. Ma novelli inciampi, la ma-
lattia della madre e i politici avvenimenti, ostaronq
233
ch'egli potCssc per allora continuarli. siccomc iii-
teudcva, oltre iin anno. Miitatesi di nuovo ncll'an-
no 1 800 le condizioni poliliclic di Loinbardia per
la vittoria dellc artui frauccsi a Marengo e pattcg-
giatasi col surcessivo tnittato la ncutralita, con una
larva d'indipendenza dei pacsi contcimti fra il Clisi
ed il Mincio, dalla soliludinc do' suoi studi e dalle
cure domeslichc fii Iratlo Miinicipale di Lonalo
Luigi Gerardi; clic non seppe I'ifiularsi allc istan-
ze degli amici e al desiderio di giovarc alia sua
patria. E qui il uoslro cncomiatorc ci mostra come
cgli corrispoudcsse alia coufideaza del comuuc c
alia esigenza di sciagurati e difficllissimi tempi ,
narrandoci come fra male contenlezze, fazioni, dis-
sidj, sapcsse mantenerc la pubblica quietc , come
repristinasse antichc istituzioni bcnefiche, o dimeu-
tirate in que' rivolgimenti o da lungo tempo dis-
messe, come i giorui e le notti speudesse a riordi-
nare i conti dclle passate amministrazioni, a pi'ov-
vedere al ristoro dei danni, al compcuso de' crediti,
a rintracciare titoli e documenti confusi e smarritl,
a rimettei'e in istato il pingue patrimonio del co-
mune, alloi'a quasi disfatto, come coi francesi iuva-
sori sapesse ora dcstrcggiare coll' industria e coll' ar-
te, ora invocar con coraggio la giustizia , la fede,
il djritlo dcllc genii contro la ragione della forza
e dclla spada, come sopra tutto splcndcsscro la sua
234
solerzia, il suo zelo, la sua prudcnza, la infaticabile
sua operosita nel 1 80 1 , quaudo improvvisameule
nel rigorc dell' invcrno ua' iutera divisione di fran-
cesi, priva d'ogui frcno, piiva di tutto, tutto esi-
gendo cd ogni estremo danno miuacciaudo, occupava
il paese e tutte le campagnc iutorno, e vi stanziava
menandovi un guasto c quasi uno sterminio di cui
rcsta cola tuttavia la memoria ed il lutto. Fra quc-
ste ed altre somiglianti incontibenze consumati quasi
due anni in fatiche, in sagrifizi, ia eminenti ser-
vigi al proprio paese, poiche ebbe dato assctto agli
ai'fari della famiglia, di cui era divenuto capo per
la morte frattanto successa della madre, recossi a
Pavia per continuarvi gli studi, e per ottenervi la
laurea in Icgge, cbe consegui prima del tempo, c
clie, per usare le parole del suo lodatore « non oruo
» mai uu corso piu compiuto ne meglio cimeutato
») di studi , i quali egli non aveva dismesso mai
M anco frammezzo agli uffici svariati e molteplici ».
Tomato a casa dope la laurea e sublti gli speri-
menti che si premettevano al libero esei'cizio del-
r avvocatura, fu eonsiglio unanime dc' congiunti ed
amici cb' egli si recasse a professarla a Milano ;
non lasciando alcun dubbio de' suoi successi le
tante prove gia date nei difflcili negoz] cbe aveva
trattato, la perspicacia del suo ingcgno, la sua per-
fetta conoscenza delle dottrinc legali. Fino dai suoi
235
]»rimi saggi diffatti cgli avverixi i comuni prcsagi,
e vcnnero piu scmprc in lui manifcstandosi Ic qua-
lila di cgregio avvocato. « In lui (dice I'L-logista)
M scicnza ainpia ed csatta del diritto, acci-csciuta
)» dal confronto dellc varie leggi , dalle pi-atichc
» applicazioni, dalle consulte coi grandi scritturi c
» co' migliori giua'isprudcuti , c dalle meditazioni
» d' un intcUetto profondo , cupido d' indagare il
» giusto ed il vei-o, quaiito di essei-ne magnanimo
» propuguatore. In lui criterio pcrspicace e sicuro
» da cogliore prontamente il nodo dcUa questionc,
I) da afferamc le prove piu conviucenti e preoccu-
I) parne tuttc Ic opposizioni c le difficolta. In lui tale
» abitudine di applicazione e di raccoglimcnto, per
» cui nonv'era causa alia quale non ponesse I'usata
)• attenzione, ne punto di causa clie mcttcssc in non
») nale, ne ricerca o disamina chc trascurasse quaiido
» ne imprendeva la trattazione. In lui zelo vivissi-
■ mo pei client!, di cui si appropriava e gli inte-
I) resfii e le ragioni, e le tutelava come cosa sacra
u e inviolabile, nc cri'dcva straniera a se cosa al-
I) cuna che loro tomasse di utilita. In lui quella
I) probita nella quale fu creduto insupcrabile; ed
» era quel senso squisito della giustizia chc si pro-
» poneva iu ogni cosa 1' adempimento dell' oncsta
» e della rcltitudinc c la soddisfazionc della pro-
M pria coscicnza, di tui avcva conscrvato scinpi-c
236
» immacolali i dcttami; era quella purezza di giu-
» dizio non annebbiata mai da passione, indipen-
» dente da ogni legame e riguardo umano; era
» queir amore imparaiale della verita, alia quale
» assoggettava interamente le sue opinioni e i suoi
» sentimcnti; era il concetto nobilissimo cli' egli
» faceva della sua professione; era quel disintei-esse
» sciolto da ogni suggestione di amor pi-oprio c
» di orgoglio, per cui non vedeva nelle cause che
M gli erano affidate se non il vero bene de' sUoi
)) clienti, al quale ragguagliava unicainente il con-
)) siglio e r opera sua e i partiti die proponeva,
» pronto ad abbandouarli quando miglior cono-
» scenza ddla materia li appalesasse meno giovevoli
» cd opportuni ». Per queste doti egli venne tosto
in riputazione nella metropoli di Lombardia, ben-
che dolti e famosi giureconsulti vi abboudassero ;
giovato anco dal metodo, cola di fresco introdotto,
della publdica disputa, carriera soprammodo pro-
pizia a questi iiisoliti incrcmcuti, a queste subite
riputazioni. La fama cli' egli si acquisto nella clo-
quenza della tribuna, die si dice estemporanea,
» egli la dovetlc ( proscgue 1' encomiatore ) alia
» perspicuita ddla sua mente, alle sue cognizioni
» ordinate e nettissime, alia comprensione facile,
» ampia, accurata dell' argomento. alia forza con
M cui sc ne rappresentava Ic prove, alia tessitura
.3;
» (lio nc srtpcva coinporre t> rllcnere ncW iutellello.
» A siffaUa prcparaziouc le parole seguitavauo
n proutc, piTcise, vive come il pensiero, e quclla
H nilida csposizione chc lo Irasmettcva luciJo c
» iulcro neir auinio di clii 1' ascoltava. QucUa sc-
» rie (li prove lulle bene scelte e calzanti, quel
)> ooi-so cV idee chc si succedevano copiose c distintc,
» (juclla parola clic rcndeva e coloriva 1' idea scuza
» smarrirla ne illanguidirla niai, quclla cvidciiza
» con cui era svolto e prcseiitato iu tulli i suoi
» lali il punto della questionc, que' riassuuti ia
» cui uc serrava il iicrLo e il vigore erauo Ic qua-
a lila dcir arringare del Gerardi, che allettava ol-
I) tremodo 1' attcnzionc di oguuno e istruiva effi-
» caccinente i giiidici, non rneuo die il restante
» deir uditorio, com' era mcnte del legislatore. Sif-
» fat la eloqucnza non potcva maucare di caloi-e e
» di affctlo,, ma qnanlo solo bastava a significarc
» la pcrsuasioue profunda dell' ora tore, alia quale
» uou fa mesticri di sforzi e di artifizj c si pi-csta
» fede senza stento e difficolta. L' animo grave del
» Gerardi non si sarebbe picgato mai a riccrca-
» lezza ne a sfoggio di mczzi reltorici, nc ad as-
» sumer cause clic Iroppo ne abl)isognassero. Chi
» lo avesse veduto con quclla dignila di aspctto c
» di Aocc, con (jucl raccoglimculo, con quella cal-
» ma e sicurta di couteguOj lo avrebbc giudicato
238
H un savio cliiamato a difendere la veriti e la giu-
» stizia contro la ignoranza e la perversita. Que-
« sto decoro, con clie egli sentiva si altamente del
» suo ministero e del consesso e del pubblico in-
n nanzi a cui lo esercitava, fu sempre lodato nelle
» sue arringlie, qual che ne fosse la materia e
» quale il contradditorio che sostenesse; e fu no-
» tato con meraviglia in qualche causa delicatis-
u sima che ebbe fra mano, com' egli sapesse par-
n lando accoppiare alia chiara esposizione do' fatti
> tale castigatezza e riserbo, che denotava in lui
» pari alia dignita dell* ingcgno c del discorso
» quella dell' animo e dei costumi ». Questa nobile
facolta del Gerardi avendo talmente stabilito la
sua fama da pareggiarlo ai migliori e piu provetti
era tori e giureconsulti di Milano, gli valse 1' onore
di csserc posto dal ccssato govemo italiano nella
classe degli avvocati inscritti alia suprema corte di
giustizia, delta di cassazione, ai consigli di stato
dc' titoli e delle prede; il che, siccome gli accrebbe
il peso c la moltiplicita degli affari, cosi prospero
piu sempre lo stato di sue fortune. Ne posciache,
col cadere del govemo italiano mutatosi il metodo
di giudiziale processura, alle arringhe successero
le allegazioni, e alia svariata attivita dclla tribuna
la vita appartata cd uniforme del gabinetto, il Ge-
rardi trovossi inespcrto a quei nuovi ordini; ira*
a39
pcrcincchc la sua ililigniza e desterita negli afTari,
la sua attitudinc a svolgcrlL c a profondarli , I'as-
siduita colla rjualc vi si applirava chbcro forsc mi-
glior campo ad esci-ci tarsi. Nclle allegazioni, nelle
consul te, nc' parcri ond' era da moltc parti ri-
ch iesto apparvc non meno la sua profonda dottri-
na, la sua rigoi-osa arcuratczza, la sua scvcra pro-
bita, il suo zelo della vcrita c de'clicnti; e la sua
riputazione non che vcnir meno, s'acrrebbe, si con-
sol ido e si mantenne fino al termine di sua carrie-
ra. A compierc le notizic spettanti a quest' uomo
egregio, rcsta che accenniamo coll' clogista le sue
virtu, c r csercizio che ne fece nclla sua condotta
di vita. « Sinceramente cristiano, faceva fcdc dcUe
» sue credenzc coll' csatta osscrvanza delle pratiche
» religiose, coi costumi ii-rcpi-cnsibili, coll' csercizio
» delle opcre buoncccaritatcvoli, col dcgiio e sanlo
» impicgo di tutla la vita. Lc sue beneficcnze
» erano, sccondo i dcttami cvangelici, liberali, oc-
» culte, opportune. Non manco mai a ncssuna oc-
» casione che gli si prescntasse di far del bene;
» nella difcsa de'rei, all' opei-a gratuita e zelantls-
» sima soventc aggiunsc larghi soccorsi per le lore
») indigent! famiglie; di laluno riparo la infcdelta
» col proprio dcnaro, salvandogli coll'onore la for-
» tuna e lo stato di tutta la vita; si pre.se cura
» e pcnsicro de' parcnti povcri, provvcdcndo a' lore
» bisogni ed alia educazionc c collocamento dc' loro
» figli. In servigio Ae parenii e degli amici e in
» tutte le loro necessita si adoperu con aEsiduita^
» con pazienza, con sacrificio della sua quietCj
» delle sue occupazioni, dc' suoi guadagni ». Ne
alia sapicnza ed alia virtu mancu in lui quel cor-
redo di cpialita clie le rendono amabili; una som-*
ma modestia, una costante equanimita, maniere
dolci e benigne, affabilita, Icpidezza di niotti, ur-
banita e piaeevolezza di convcrsare. Tale fu Luigi
Gerardi; il quale sc non lasciu di se nionumento
glorioso ne'posteri, porto con se, accompagnati da
una fama modesta ma pura, il desiderio c la gi-a-"
titudine de' superstiti. Non meno degno pcrciu di
ricoi'dazionc, se pur u vero cbe lo scopo di ricor-
dare i passati dev' esscre quello di bene cdificare i
presenti, e sc a qucsto fine c piii conduccntc, an-
ziclic rapprcscntarc alia nostra vana curiosita e
alia sterile nostra ammirazionc le gesta e i success!
clamorosi dei scguaci dclla gloria, il proporre alia
nostra imitazione i mcno fastosi, ma piiiutili csempi
dei cultori della virtu. La bcnemcrita cd escmplare
sua vita si estinsc nel febbrajo iS'ig per inopinata
c crudele infermita die in pocbi giorni lo condusse
alia tomba.
Ad altro cousimilc ufficio adopcro la colta e dot-
ta sua pcnna il nostro socio d' ouorc avvocato An-
I
gclo MazzolJi, cloi a rcndere omaggio all'artistico
mci-ito <1' un chiarissimo vivente, dettando un' illu-
strazioue sulla huona madre nel veiieidi santOj scul-
tura di Pompeo Marcliesi. Sanno gli amatori delle
odicme arti noslrc come fin dall'anno iSaS il de-
fuuto monarca Francesco 1.°, trovandosi in Milano,
allogava al Marcliesi da modcllai'e per alcuna delle
priucipali basiliche di quella metropoli una grande
opera di scultura, il cui soggetto era (juello d'una
buona madre che in compagnia de'suoi figli recast
nel venerdi santo a contemplare i divini misteri
che la nostra rcligione rappresenta in quei giomi
ai fedeli, e come poscia nel i838, cola recatasi a iMMi) •tiiAt.triiKyii
XXII.
pi Oltre a queste produzioni industnali venncro
airAteneo preseutati per semplice descrizione scritla
un progetto di ponti senza pile della lungbczza dai
25 flno agli 858 '/, piedi parigini, dell' ingegnerc
civile signor Giordano Augclo Obcrziner, e un me-
todo particolarc per la prcparazionc c rifusione
269
i\v\V arf|nr\ nclla trattura dclla seta c per la fila-
tura dei doppi, dclla Ditta Francesco Nullo di Gi-
rolamo c Conipagno, pcrche luiio c I'alti'O vcnis-
sero presi in considcrazionc nclla dislribu/.ionc dei
prcmi. Ma la descrizionc dell' Obeiv.incr non por-
gcndo tutte le informazioni necessarie nella grande
cstcnsionc, arditczza c complicazionc dc' ponti pro-
gettati, e il mctodo dclla Ditta Nullo e Compagno
addomandando il riscontro di esperienze non pos-
sibili ad cscguirsi clie nclla stagione de' setificj, la
Ccnsura accadcmica non si tonne fornita di condi-
zioui sufficicnti per iin fondato giudizio.
G. NicoLHsi Segi'etario.
SESSIONE DELLA CENSURA
Brescia 2 Gennajo i84a.
Prcscnti i signori aw. Giuseppe Salcri presidentc,
cav. bar. Antonio Sabatti vicc-pi-csitlente, nob. cav.
Clemen tc di Rosa, aw. Giambattista Pagani, prof.
Giuseppe Gallia, dott. Francesco Girclli, dott. Ste-
fano Grandoni, censori, e dott. Giacomo Uberti,
ccnsore da ultimo scaduto, sopraccliiamato, a senso
dell'art. 28 dcllo statute accadcmico, a completarc
il numcro dci censori richiesti dall'art. 7.y nellc ag-
giudicazioni dci premi, si ^ proceduto al giudizio
degli oggclti industi'iali pi"esentati al concorso dei
premi alia pubblica esposizione del prossimo pas-
sato anno accademico i84i-
Leltosi quiudi il relativo rapporlo compilato
dalla commissionc cletta con atto presidenziale del
giomo 21 settcmbrc i84i a riferire sul merito di
essi oggctti, dopo maturate considerazioni verbal i,
la Censura passo all' espcrimento dclla votazionc ,
risultato della quale furono Ic scgucnti aggiudi-
cazioni :
I. P/iEMfO.
Al sig. GiovAKNi Ajndreoli di Toscolano, proprie-
tario della Ditta Luigi Andrcoli c figli, per carta
272
fabbricata con materia impastata insiemc con la
colia nel cilindro.
ni. PREMIO.
Al sig. Andrea. Salvim di Brescia, per robinetto
da attinger acqua dalle fontane mediantc il giro
d' una vitc orizzontale.
Menzione onorevole.
Al sig. GiovAXNi Facchetti di Brescia, per fusion!
in bronzo ed in gliisa.
Menzione onorevole.
Al sig. Gio. Maj^ia Loggia di Brescia, per spina
idi-aulica diversa dalle usuali.
Menzione onorevole.
Al Sig. Francesco Marciiesini di Brescia, per mac-
china da segare i legnami.
Menzione onorevole.
Al sig. Giovanni Giiirardi di Brescia, per tavolo
di noce d' India lavorato a tarsia.
Fra gli oggetti da pi-endersi in considerazione
trovandosi poi anche uu metodo praticato dai si-
gner i Francesco Nullo c Compagno nclla preparazione
tlell'acqua per la filatura dei bozzoli, esposto nclla
Menioria da loro proilotta al concorso ncl giorno
3 settcmbre, anno sopraddetto , la Ccnsuva, consi-
flcrato clie il detto metodo non vonnc comunicato
in tempo opportiino a poterne verificai-e 1' utilita
e r importanza colic necessarie spericnze, ha deter-
minato di non occuparsi per ora di qucsta produ-
zione , I'iscrbando agli esponcnti il prodursi , ove
loro piaccia , in tempo congruo, e ritenendo frat-
tanto la prodotta Memoria, per occuparseiic , nel
caso cli'essi esponenti si riproducano al concorso.
Aw. GIUSEPPE SALERI, Presidente.
G. NicoLiM, Segrctario.
\
i5
2^4
SESSIONE BELLA CENSURA
Brescia 19 Geiinajo i843.
Raccoltasi per invito presidenziale la Censura
accademica per 1' aggiudicazione de'premi sopra Ic
produzioni dell'anno 184I5 a senso degli articoli 38,
39, 4o> 4' dcUo Statuto,
Prescnti i signori aw. Giuseppe Salcri presiden-
te, cav. bar. Antonio Sabatti vice-presidcnte, nob.
bar. Camillo Ugoni , aw. Giambattista Pagani ,
prof. Giuseppe Gallia, dott. Francesco Girelli, nob.
Girolamo Monti, nob. Alessaudro Sala, censori, e
ab. Pietro Galvani, gia censore, sopraccbiamato,
Sottoposte al giudizio dell' adunanza le Memorie
da prendersi in esame secondo 1' ordine in cui si
trovano descritte nell' analoga tabella,
Ponderati i pareri de' relatori,
Discusso il merito assolulo e relative di ciascu-
na di esse Meraorie, /
S' ebbero per risultamento le scguenti aggiudi-
cazioni :
I. Premio.
Al sig. Ajvgelo Ingan-ni, socio d'onore, per qua-
dro a olio rapprescntanlc la vcduta interna del
Duomo di Milano.
2j5
11. pRFJitO.
Al sig. (lott. GiAcoMO Uberti, socio attivo, per
saggio di nuovc spcrienze clinichc sulla scgalc cor-
nula nolle pncumosi.
Menzione on ore vole.
Al sig. dott. Attilio Cenedella, socio attivo, per
I'iccirlic storico-spcrimcntali sul fuoco greco.
Menzione onorevole.
Al sig. dott. LuiGi FoRNAsiNi, socio d'oiiorc, per
commcntario intomo alia natura delle ipocondrie-
Men HONE onorevole.
Al cav. bar. Antonio Sabatti, vice-presidentc, per
Memoria sulla impcrfezioiie e sul pratico uso dci
pi'incipali strumeuti rurali nclla nostra provincia,
^ Menzione onorevole.
Al sig. dott. Stefano Grandom, socio attivo, pef
Memoria intorno a vari composti intinii messi al
cimeuto delle foi-ze cliimiche.
Menzione onorevole.
Al nob. sig. GiAciNTo MoMiMANi, ccnsorc, per sunto
di studi tcorico-pi-alici suUc carccri.
276
Menzione onorevole.
Al sig. prof. Antonio Pere&o, socio attivo, per
Memoria sulla elettricita che per immcrsione dei
vari corpi si eccita nel mercurio, e per altra sulla
conducibilita del vetro pel fluido elettrico.
Menzione onorevole.
Al sig. prof. ab. Pietro Zambelli, socio attivo,
per Memoria intomo alia vita deiravvocato Luigi
Gerardi.
Aw. GIUSEPPE SALERI, PrcsidetUe.
G. NicoLiNi, Segretario.
»73
ELENCO
dei libri ed oggetti pervenuti in dono all' Atenco
neir anno i84i-
Abbene Angei.o — Alcuni sperimenti eseguiti intor-
no air azione dci cloriiri ammoniaco ( sale
ammoniaco ), sodico ( sal comune ) e potas-
sico ( sale febrifugo del Silvio ) sopra il mer-
curio dolce o calomelano.
Aldini Pier Vittorio ^-~ Sulle antiche lapidi tici-
nensi ecc.
Sopra un'aiitica moneta di Lodi, lettera.
Gli anliclii marmi comensi, figurati e lette-
rati, raccolti e dati in luce.
De'musei antiquarj, disscrtazione.
Angelim Bernardino — Relazionepel 1 887 dcU'Osser-
vatorc Agrario.
Annvli della realc societa agraria di Torino. Vol. I.
Bellam Angelo — Sulle macchie dclle foglie del
gclso, dettc il secconc.
— — Invito alia riunione scientifica di Torino per
la soluzione di iin problema fisico sulla for-
mazione della grandine.
BiNi GiAcoMO — Cenni storici sulla biblioleca pub-
blica di Bergamo e circa il decretato traslo-
camento di cssa.
BnAvo ab. Pietro — Dellc storie bi*escianc. Tom. 4 "
27B
Canina Li'iGi — Descrizione dell'antico Tuscolo.
Canodbio Gumbattista — Topografia fisica della citta
e dei contomi di Geneva.
Canova Luigi — Nuovo indice alfabetico delle di-
sposizioni emanate dal i." gennajo 181 5 a
tutto il dicembi'e i838 ncUa Lombardia in
qualunque sia partita giudiziaria ecc.
Cajvtu Ignazio — Gronaca contemporanea, ossia col-
lezione di notizie contcmporanee intorno le
letterc, Ic scienze, la morale, I'arti e I'industria.
Cervetto G. — Cenni per una nuova storia dello
scienze mediche.
CiBRARio Ll'igi — Opuscoli.
Codd6 LuiGi — Memorie biografiche dei pittori ,
seal tori, architetti ed incisori mantovani.
■ Osservazioni suU' opera del signor Flcury
intitolata 1' omiopatia.
CoMiNZOM Angei.o — Osservazioni sulla coltivazione
dei salici viminali.
CIoppA G. — Memorie Ictte alio sezioni delle riu-
nioni degli scienziati italiani in Torino ( da ).
Variati mezzi di conservazione di alcunc so-
stanze officinali di facile alterazione.
CoiusELiANi prof. Giuseppe — Esperienzc ed osserva-
zioni suir uomo e sugli animali intorno alle
virtu del creosote.
«— — Opuscolo sul diabete.
I
'79
CuzzF.TTi LciGi — Saggio sulle acque di Boario in
Vallc-Caraonica.
Dk Cattam:i Ji Momo prof. FEnDi\A?roo — Sunto di
alcunc sporicnzc dircttc ad avvcrarc se il ca-
lomclano si trasmuti in sublimato corrosivo
pci cloruri alcalini capiti nella scialiva c ne-
gli uinori clic liibricano gli apparati digerenti
dcgli animali ecc.
Niiovc spericnze dirctte a confermare die il
calomelano neir economia animalevivente non
si cangia in sublimato corrosivo per I'azione
doi cloruri alcalini.
Del-Giiiapp.\ Giuseppe — II Catonc Maggiore, ovvero
della veccbiezza, di M. Tullio Cicerone, tra-
dotto in italiano.
De h\ CvsA prof. VrrroRio — Risposta alle osservazioni
inscrile negli annali dcllc scienze del Regno
Lombardo-Veneto, pubblicate coi bimestri IV
c V dcir anno i S'ig., con alcune brevi rifles-
" sioni intomo al metodo primitivo leibuizia-
no. non cbe al nuovo metodo differenziale.
Del Romanzo storico in goucrale e dei Promessi
Sposi di AlessandiT) Manzoni.
EsERHTAzioM scicntifico-letteraric dell' Ateneo di Ve-
nczia, T.'' m.
Federici ab. Fon-ruNATO — Dcgli scrittori latini e
dcllc italiane vci-sioni dcllc loro operc.
«8o
FiKER FkAjvcesco — Guida alio studio della lette-
ratura classica antica, prima versione italiana
per cura di Vincenzo de Castx'O.
GiOLO Vincenzo — SuUo stato patologico dcUe ar-
ticolazioiii scapolo-omeralc e cosso-femorale
del cavallo.
GiovANELLi Benedetto — Scopertc archeologichc nel
Tirolo meridionale nell' auno iS'iy ( in te-
desco ),
-^^- Scoperte archeologiche nel Tirolo mex-idionale
nell'anuo i838, e sopra un documento del-
r Impex'atore Enrico VII spettante all' antica
moncla tirolcse ( in tedesco ).
GrANdoni Stefano — Delle alterazioni cagionatc nel-
r olio d' oliva per alcuni metalli.
Hammer Purgstaix — Trattato sui falconi, tradotto
in tedesco dalla lingua turca e greca.
Trattato etico di Ghasali, edito in arabico e
in tedesco.
Marco Autonino Imp. — dellc cose sue, edito
in gi'eco e in persiano.
LtAsvs PiETRO — Esperimenti e considerazioni sul
modo d' agire delle stricnina.
Lavini prof. — • Observations pbysiologiques et chi"
miques sur divers produits des vers a soie.
LxjDOvico Primo Bavariae regi potentissimo augU'*
stissimo protectori clementissimo et Tbprcsiae
ii8l
Hegiiiac patrouae gratiosissimae tori genialis
quinque lustra fcliciter peracta pic gratula--
turUaiversitas Ludovico-Maximilianca Moua-
Censis, addita dissertatioue, qua probatur ve-*
teruni artificum opera vctcrum poetarum
carminibus optime explicari.
M-UTEi Giuseppe — Traduzioue della Genoveffa del
canonico Schmid.
Libro italiauo di lettura pei principlailti.
Grammatica teoretico - pratico - italiana pci*
r istruzionc pubblica, privata e propria ( iu
tedesco ).
• Paternc ammonizioui di Massimiliauo I. il
Grande, Elettore di Baviei-a, al sue figliuolo
Fordinando Maria. Traduzioue dal latino.
MoNUMENTO del cav. Carlo Boucheron.
Manuscriptorum codicum series apud Petrum Victo-*
rium AldiuUiu adnotalionibus illustrata.
Namias GiAciNTO — Intorno al solfato di cliinina e
alle febbri interniitteuti, risposta a due let-
tere pubblicate 1' una dal dottor A. Pignacca,
I'altra dal dottor Emilio Bonetti.
Relazione dei lavori fatti dalla sezione pei'
le scicnzc nell' Ateneo di Venezia nell' anno
accademico 1 836-37.
Nardo Domenico — • Di una raccolta ccntralc dei
prodotti naturali cd industriali delle vencte
provincic.
l8»
Nakdo Domenico — Notizie medico-statisticlie sulle
acque minerali delle venete provincie.
Sopra un nuovo genere di spongiali silicei ,
intitolato cioa.
Considerazioni sulla famiglia dei pesci mola.
Negri Cristoforo — Delia potenza proporzionale
degli stati europei sui mari e sulle colonic.
Nuovo esame della questione sul modo migliore per
congiungere la citta di Bergamo alia grande
strada ferrata Lombardo-Veneta.
Ode inedita di Lorenzo Pignotti.
Picci LuiGi — Dei principj e dei fatti fondamen-
tali della frenologia.
PiGNACCA A. — Frammenti per 1' istoria della me-
dicina italiana del secolo XIX.
Platner Gamillo, Ferdinando De-Cattanei di MOMO
e GiROLAMO NovATi — Storia ragionata di due
casi di avvelenamento prodotto dal deutossi-
do di arsenico.
Raixeri Vincenzo — Torquato Tasso , Dramma di
G. V. Gotlie, tradotto in italiano.
Rassegna italiana e straniera — Giornale a benefi-
cio dell' asilo per 1' infanzia eretto in Orzi-
nuovi, anno I.
Ri^oni-Stern — Resoconto di alcune rivaccinazioni
eseguite nel 1 83g, c cenni sul vajuolo che fu
nella provincia di Verona 1' anno i S'ig.
283
Rigoni-Stern — Sullc epidemic di vajuolo e sulla
virtu prescrvativa del varcino.
Sulla cura piu sollccita della siabhia, con
alcuni casi di guarigionc di questa malattia
col cosi dctto metodo inglcse.
RiTRATTO in litografia del defunto prof. Angelo
Lotteri.
RivELLi GiAcoMO — Sunto di una nuova operetta
sullo svolgimento dc' corpi organici.
Memoria ovologica.
ScARABELLi LuciAPio — Avvcrtimenti grammaticali
per bene scrivere la lingua italiana.
Istruzione per gli asili dell' infanzia in Pia-
cenza.
ScHivARDi Antonio — Elogio del cav. Giacomo Lo-
calelli.
ScoLARi FiLii'PO — DcUe lodi dell' acqua comune e
del sapcr beverla e fame uso a presidio e
riparo della umana salute.
Stancovich Pietro — Spolpaviva e maeinocciolo ,
ossia molino oleario, con cui contemporanea-
mente si separa la came dal nocciolo e si
riduce in farina il nocciolo stesso.
Statuti Jdella societa d' industria dell' Austria in-
feriore.
Strada I. L. — Riforma della bigatliera e reintc-
grazionc da farsi ai bigatti ccc.
9.84
ToRCHETTi Odoardo — Delia sorte dei meJicI spe-
cialmente condotti e dci mezzi piu idonei per
farla migliore.
Uberti Giacomo — Delia memoria sulla rabbia ca-
nina diretta principalmente al popolo , di
Luigi Toffoli.
Uboldo Ambrogio — Descrizione degli elmi posse-
duti ( da ).
VACA^ii Gajiillo — Biografia del colonnello Caccianino.
ViGAJvoNi Carlo — L. Q. Cincinnato, proprio con*
cctto pittorico dalV autore illustrate.
Parccchi articoli da giomale in fogli volanti.
Annunzio d' opera propria intitolata : Guida
ai monumenti storici ed artistici della citta
di Piacenza.
Z.\NNiNi Paolo — Biografia di Giuseppe Montesanto.
Zantedeschi Francesco — Relazione storico-critica-'
spcrimentale suU' elettro-magnetismo.
ZiGNo ( Dc ) AcHiLLE — Sulla giacitura dei tcrreni
di sedimento del Trivigiano.
ZiLiOTTO PiETRO — Sulla influcnza della polizia me*
dica nella prosperita degli stati.
Orazione accademica.
Elogio funebre a Valeriano Luigi Brcra.
Dignita e importanza della farmaria.
285
1 N D I C E
Delia istruzione specialmente del popolo e
delle sue condizioni ncll' eta nostra. Di-
scorso deW Avvocato Giuseppe Saleri ,
PresiJcntc Pag. m
Rclazione accademica del Segretario . . » 3
SGIENZE
Rclazione dcgli atti della sezione di Chimica
della seconda riunione del naturalisti ita-
liani, tenutasi in Torino nel settembrc
del i84o. Del Dottor Jacopo Attilio Ce-
nedella, Socio attivo » 4
Rclazione degli atti della sezione di Fisica e
Matematica nella predctta riunione. Del
Prof. Antonio Perego, Socio attivo . » iS
Saggio di nuove esperienze cliniche suUa se-
gale cornuta nelle pneumosi. Del Dottor
Giacomo Ubcrti. Socio attivo ...» '^0
286
L' olio dclla semente di croton tilium e piii
rimcdio ipostenizzante vascolare che entc-
rico. Memoria. Del Dottor Achille Filip-
pini-Fantoni Pag. 4"
Suir aroma specifico del sangue, gia sfabilito
come criterio nellc pcrizie medico -crimi-
nali, e sopra i lumi che per esso si pos-
sono trarre in alcune malattie e nella
notomia patologica. Del Dottor Vittorio
Mcli, Socio d' o/iore "47
Intorno alia nota del Sig. Dott. Blaud, me-
dico in capo dello spedale di Beaucarie,
rclativa ad un suo scritto intitolato: della
potenza vitale considerata nellc sue leggi
patologichc. Osservazioni. Del Sig. Luigi
Toffoli, Socio d' onore » 5j
Commentario intorno alia natura dcUe ipo-
condrie. Del Dottor Luigi Fomasini, So-
cio ct onore » 54
Disegno di una nuova opera medica. Del
Dottor Gio. Pelizzari, Socio attivo . » 8o
Sul fuoco gi-eco. Riccrche storico-spcrimentali.
Del Dottor Jacopo Attilio Cenedella, .So-
cio attii'o » 8i
Deir elettrotipismo applicato allc arli utili
e belle. Del Prof. Abate Francesco Zan-
tedesclii, Socio d" onore " 9. Bar. Antonio
Sabalti, Vice-presidente » 1 34
Sopra varie sorta di motacille. Appcndicc alia
memovia lella nell' agosto del i84o. Del
Dottor Paolo Lanfossi, Socio d' oiiore » i38
Delia elcttricila die per immersione di vari
corpi si crcita nel mercurio. Del Prof.
Antonio Percgo, Socio attivo . . . jj ij2
Sulla condueiLilita del vctro pel fluido clet-
Irico. Delia stesso >> i5B
Sulla volpinite. Nuovc osservazioni dello stesso » 1 60
Di un liclume. Nota dcllo stesso . . . » i63
Note varic spcttanti a soggetti di scienzc na-
turali. Del Sig. Girolamo Ferrari , chi-
mico di Vigevano, Socio d' onore . ■ » i65
Sul P. L. dcgli esposti in Brescia. Ragioua-
mento II del Dottor Andrea Buffini, So-
cio d' onore » 1 83
Sulle rarceri e sul modo di ripararne le im-
pcrfezioni. Del Nob. Sig. Giacinto Mom-
piani, Socio attivo » aoi
288
Delia tulcla dei prigionieri uscenti in libcr-
ta. Dello stesso Pag. 217
Genni sulla ragione della perfettibilila uma-
na. Del Sig. Abate Francesco Riccobelli,
Socio attivo » 222
LETTERE
Elogio di Giacomo Locatelli. Del Prof. An-
tonio Scliivardi, Socio atti\'o ...» 228
Memoric intorno alia vita dell' avvocato Luigi
Girardi. Del Sig. Prof. Abate Pietro Zam-
belli, Socio attivo >» 23i
Sopra la buona maclre nel venercCi sanlo.
Scultura di Pompco Marclicsi. Discorso
del Sig. Avvoc. Angclo Mazzoldi , Socio
d' onore 3> a^o
BELLE ARTI, ARTI E MESTIERI
Busto rapprcsentante Alessandro Buonvicino,
detto il Morctto. Scultura in marmo di
Abbondio Sangiorgio, Socio d' onore . » 249
Donna greca con fanciullo — Bcata Vergine
con Bambino e S. Giovanni — Corsaro —
289
Madonna. QuaJri a 6lio di Luigi Sam-
pictri Pag. aSo
Due ritratli di grandczza naturalc. Quadri a
olio di Luigi Campini — Altri due ri-
tratti. Dipinti a olio di Giambattista Spcri » aS i
Intcrno del Duomo di Milano — Stalla con
Clatrici — Testa idealc d' un fratc. Di-
pinti a olio di Angclo Inganni , Socio
d' OHore 3» ivi
Intcrno del Duomo di Milano • — Intenio della
Badia di Chiaravalle in vicinanza di Mi-
lano. Vedute a olio di Federico Moja « 253
S. Giovanni d' Acri — II Porto di Bairut.
Vedute a olio di Giovanni Rcnica, Socio
d' onorc "ivi
Orlando Furioso. Pacsaggio a olio di Giu-
seppe Bisi, Socio d' onorc . . . . » ao.f
Le Rogazioni. Quadro a olio di Carlo Fer-
rari da Kerona — La pregliiera del mat-
tino. Mcdaglionc ad olio dcllo stesso . » ^fiS
Mcdaglione a olio rappresentanle Palladio.
Di Michele Gregolctti da Venezia —
Simile rappresentantc Giuseppe Loiiglii ,
dello stesso — Simile rappresentanle Ci-
marosa. Di Luigi Campini da Brescia —
Simile rapprcsentante un mendico. Di
Giacomo Trecourt da Bergamo . . " 2^(3
290
Studi d'animali. Dipinti a olio di Faustino
Joli Pag. 257
Assunzione di M. V. tratta da uu quadro di
Guido. Incisione a bulino cominciata da
Giovita Garavaglia e ultimata da Fausti-
no Anderloni, Socio d' oiiore . . , » ivi
Altre produzioni di vavi autori ...» 258
Saggio di Galvano-Plastica. Del Dottore Ste-
fano Grandoni » aSg
Macchina da segai'c i legnami. Di Francesco
Marchesini da Brescia « 2G0
Spina idraulica. Di Giammaria Loggia da
Brescia » 261
Rohinetto da Fontana. Di Andrea Salvini da
Brescia » 262
Due lucerne, un candelabro, una figura in
bronzo , una ruota in gliisa per edificj.
Fusioni della fondcria di Giovanni Fac-
clietti da Brescia » 263
Modello di caldaja per tingere con nuovo mc-
todo i cappelli di feltro. Di Andrea Cres-
scri da Brescia » 264
Carta fabbricata con impasto simultanco di
materia c di colla nel cilindro. Di Gio-
vanni Andreoli del fu Luigi di Toscola-
no J proprietario della Dilta Luigi An-
dreoli c Cgli » 2G5
2()l
Tavolo rotonJo di uocc d'ludia con tarsie.
Di Giovanni Ghirardi di Giuscpj>e da
Brescia Pag. 267
Quadro storico-calligrafico. Lavoro a penna
di Lorenzo Luchini [da Brescia . . » 268
Progetto di ponti senza pile, deW Ingegriere
Giordano Angclo Obcrzincr — Metodo per
la preparazionc e rifusione dcU' acqua
nella Irattura della seta, della Dilta Fran-
cesco NuUo di Girolamo c Compagno « ivi
Scssione della Censura per 1' aggiudicazione
dci premi annuali agli csteri . . . "271
Scssione della Censura per 1' aggiudicazione
de' premi annuali ai Socj . , . . "274
Elenco dci libri ed oggctti pervcnuti in dono
aH'Atenco ncU'anno i84i • • • • " 277
I
EkKATA CoRRtCE
Pag. 124. lin. i-]. e lavoro di e lavoro di estero conlributorr ,
cstcro contributorej e trat- il Sig. Giusrppn Delia Torre
ta ccc. di Veneziaj e tratta ccc.
:teor
3 Storia Na Giardino Botanico di Brescia
RATURA DELLI STATO DEL CIELO I B
EHH.^l.^ CoRhlGE
Pag. i-j4- !'"• '7- *-* lavoro »li c lavoro di cstero conlributoi-e,
c'stero contrjbutorc; c trat- il Sig. Giuseppe Delia Torre
ta ccc. di Venezia; e Iralla ccc.
Pjj. 39. lin. 1 5. fuoco die- fuoco diateoicu
Ictjco
» »» » -J.'i. con iiotevol tin ncitf>ole
OSSERVAZIONI METEOROLOGICHE
fatte e corapilate a merilo e diligenza del Sig. Antonio Perego Professoie di Fisica e Storia Natiiralc neir I. R. Licco ncU'anno i84i al Giaidlno Botanico di Brescia
elevato sopra il livcllo del mare metri 1 50,17 (a).
5 ALTEZZA DEL BAROMETRO RIDOTTA ALLA TEMPERATURA DI ZERO ^ TEMPERATURA DELL' ARIA MISURATA COL TEUMOMETliO IN «o PARTI STVTn nri nri r. S
Pollici Ll.ieo
11,80
9,58
3,07
10, Go
9.07
10, 8.|
2y matlioa
ro idem
mczzanottc
Meoie di
a,4«
4 (lopo mezzog.
1,63
6 idem
C, o(i
19 mezzanotte
2,08
y do|)0 mezzog
3,9^
1 1 idem
G, o4
1 mczzanolte
G,4o
5 idem
0,23
G mezzogiomo
Media ^
di.„Uoilme.e|
Mas;
^ Gradi
6, 52 4, + 6, 00
10,75
6, Go <^
8,92 I
5,81 ♦
8,55 t
- n5 -^
C,32 ^
7. fa? ♦
♦
G, 00 deriva chc uessuna iniportante opera di (ilosolia viene in
luce nclla quale »ia volla in dispicgio la religionej poichc es-
'a al pari di ogtii altra ^cicnza si vede derivata dalla strsM
sorpienle.
tamcnto soggiacessero le JotLriue filosoficlic quau-
do , risorta in Europa la civilta , si videro ia
Italia I'Aconzio, il Valla, il Telesio , il Campa-
nella e il Galileo, e Bacone neU' IngUilterra; e Car-
tesio in Francia, per la cui opera la Scolastica fa
proscritta, fii inJotto il uielodo naturalc, e alia
schiavitu teime vece la indepenJenza della ragione;
quali scuole sorgcssero dalla Glosofia di Cartesio clie
si diffuse per tiitla Europa; come la filosoOa di
Loke e di Condillac, condotta agli eccessi da La-Met-
trie, da Holbacli c da Elvezio, smuovesse dalle meuti
le teoriche in quel tempo piii ricevute; come ve-
nisse in mezzo, bcnsi tarda, ma luminosa la pensa-
trice Alemagna a correrc il piii nobile degli arrin-
glii; quale temperamcnto soffcrissero le dominauli
dottrine per la scuola di Rceid e Stevard nella Sco-
zia, c quale sia 1' essere attualc della filosofia in
Francia, in Alemagna, in Ingliilterra, in Italia e
ncgli Stati civili del contincnte amcricano; quali
sieno le teoriche in cui lutle qucstc nazioni con-
vengano, quali quelle in cui le unc dalle alti'e dis-
cordino, quali sieno i mctodi dall' universale adot-
tati per la Closofica investigazionc : e di lal guisa,
potrebbesi ottenerc sapiente opera che attrarrcbbe
le menti dei pensatovi, che porrebbe lo stato attuale
della scienza e getterebbe le basi ad un grande edi-
fizio per ravvcnire; e si vedrcbbe, o signori , co-
me il ponsici-o iimano abliia oggidi , siccorm- Jicea
pill sopra, f[U('lla sicurla tli vcraci cd ulili prorc-
tlhucnti chc mai noii cl)hc nci tempi amlati; come
lu spirito che predomina la eta nostra sia guida
al vero, non foute, siccomc voi-rebbcsi, di sogni c di
eiTori *; come non sia cgli nimico alia icligione,
ma iutcnda in cambio a pcnctrarnc la esscnza. c nc
' Non ostantc la varietli dci sistcmi filosofici clie tuttavia si
vpggono (lomiiiantL seinbra manifesto clip i piii eininenli pen-
satori, spccialmcnto italiani, accordatainpute convcngano: cs-
tr.rc necessaric a cogliere il vcro due manicrc di ossen'azionc ,
Tuna sul mondo intcriorc e spiritualc, 1' altra sul nioiido
fslcriorc: Ir vcrita che si rarcolgano distintamente da que' due
gencri di osscrvazione csscre al tulto diverse le une daU'altre:
dal mondo intcriore venire Ic verita assolute, dall'esteriore le con-
tingenti: csservi principj dal senso indipendenti che 1' intiiizione
appali'sa eterni e invariabili , c costituire essi le fonti di ogni
scicnza: il melodo da usarsi ne' principj intuitivi, onde la scienza
prngrrdisca, cssere la dcduzione, e nelle vcrita contingenti cssere
qiirllo della induzionr: non dovrrsi quanto a qiieste iiltimc discen-
dere dagli iiniversali ni particolari, nia in canihio doversi dai par-
ticolari ascendere agli iiniversali: doversi credere alia veracitii della
inlclligcnza siccoiiie luce che non inganna, e cadere i fondamenti
di tullo il sapere se la iiitelligenza o nella dediizione'ojiclla in-
tiiizione si consideri essenzialinenfe fallevole: doversi I'osserva-
zinnc intcriore congiungcre alia esleriore dei falli che la storia
ne presenta, e il senso individuale col senso comune: c si futte
Icoriclie chiariscono, rhi Um consideri, che le scienze sono retta-
iiicnte awiale e chc s' innalz^ino su tbndanienla , sovra Ic quali
poscra tin cdilicio solido c ihiraturo. — lo vcrr6 diinostraiido
cotalc assunto in altra occ.iiionc.
svolga i priacipj c li compcuetri coll' intero dcyli
dementi essenziali alia vita civile (lei popoli: c co-
me per lui noa sia dichiarata jjuerra, e ne ianio csserc dis-
viati rlie o da difctto di riflcssione die ne fa ritenere identichc
lo coap soltaiilo soinii;li;uiti, o dalle pa;-»ioni che ne adducono
ad accoglicre il falso pcichi; al vcro si lassomiglia.
Fiaccmi fiancheggiare le mic assertive con una splendida au-
lorita. « La Franciaj che poco fa non si conosccva che pel Con-
" dillachismO; fu pure patria di Cartesio e di Malcbranche, ed
n era accoglic favorevolmentc raoltc dottrine della Scuola di Ales-
» sandria. La Cermaniaj tanto laboriosa e pensatrice, mostrossi
» conscnziente in atfirmarc la iinpossibilita che le idee tutle in
n luUi i loro clcmenti sieno fattizie. E 1' Italia? convienc ram-
« nuntarci che innanzi che I'altre nazioni balbctlassero in filo-
» Sofia, quesU ponca le basi iinmobili della dottrina chc da lei si
»> disse lUlica, dottrina volta tutta a spiegarc Talta e rccondita
« natura delle idee, diniostrandola inUnitaraentc supcriore ai
« scnsi ed all' uoino, e non da quelli, non da qiiesto potuta
» procederc. Ne v" ha secolo in ciii sia slala intiera/ncnle dimrn-
.. licala qucsfa patria rrrdita .,. Rosiniui, On^i/jt dcllc idee,
vol. !?, rdi,-.ione inil.uir>c.
XLII
metLono a tlpi estcri , cercauJo alia propria fama
la guareutigia dei vili, 1' occultazione del proprio
nome. E per si fatte produzioni in vero d'alta sa-
pienza basta consullarc i piaguistci di madama Gcn-
lis, die, fornita di sensivita dclicata, scrivca solto
le impressioni delle estreme disavventure cui sog-
giacquc ncgli ultimi auni dcllo scorso sccolo il re-
gno di Francia, ma clic, difettiva di forte cd estcso
intelletto, confondeva una eccczione fatnle col nor-
malc e duraturo csserc di una grandc nazione, cd
c fors' anco di troppo 1' avcre ricorso ad un gior-
nalc di conversazione, clie sono Ic fonti cui si piac-
ciono attingere per 1' ordinario i detrattori dclla
vita civile. E con lali mczzi, o signori, si contlda
fermarc i processi dello spirilo umano : c con tanta
ignoranza si fulminano condannazioni a quanli col-
r altezza della mente e del cuore onorano il nostro
tempo : e con superficial ita si mescliina si avvisa a
tramutarc i convincinicnti di uomini die nclla me-
ditazione consumarono gencrosi per amore del vero
c del bene gli anni migliori di loro vita. L'im-
prendimcnto di costoro farebbc ripctere col pocla
romano: spcctatum admissij risum tencatiSj aniici?
Ma pi'ofondamcntc contrista 1' animo alcune fla-
te, o signori, il pensicro die cotali arti si ado-
perano ad illudere alia moltttudine, ad apporre
maccliie a riputazioui incoutaminate , a traviarc
XLIII
1'.' iiu'ulL tlci mciio islruUi c dci Jcboli, c sc, iossc
dati) ovc doniiu:i la yiuslizia , a promuovcre per-
sccu/.ioni.
E ill quale nazioiic si alz,a giitlo Jai novulli Jot-
ti'iiiatori oinli; iiivilirc nolle mcnti lo spirilo di fi-
losolia clie disLiaguc il iiostro sccolo ? in Italia, o
signori: c v' ha tra noi clii insulta alia patria, clii
si adopoi'a a sceinai'ne Ic glorie, clii pci* apporle
calunnia chiude 1' occliio alia luce della storia, la
(juale nc testimonia in modo solennc clie qui non
niai si ladicarono dotlriuamcnli clie offcndesscro al-
ia morale, alia religionc, alia sana politica.
Ne dimostra infatti 1' osperienza dci tempi die
iitlla pallia italiana, tra pel inoderato suo clima-
o per quella fortunata serie di accadimcnti, in-
tonio ai quali non ci e da to oggi di intrattenerci,
clie vagliono ad informare a saviczza I'intendci'e cd
il senlire di uu popolo , cd a farli duraluri per
liingliczza di secoli, colore che si alzarono sovra
gli altri e crearoiio le sue cpoclic filosoficlic non
mai trascorscro ad estremi disastrosi, ne mai 1' cr-
rorc si vide csscrc 1' elemouto dellc scuole clie ne
vennero islituitc.
lo non diru come I'antica Scuola Piltagorica, che
duro dieti sccoli c clie per luugo tempo si voile
di greca originc, ma che la crilica illuminata della
cla in cui viviamo cl)l)c a rivcndicarc alia nostra
xuv
penisola, si diffei-euziasse dalle altre Scuole dc-Ue
quali la storia ne lia conservata la ricordanza, c Ic
cui dottrine si tracno da una parle soltanto della
umana costituzione, cd avvisasse ella invcce all'ln-
tcro compreso dell' uomo c delle sue relazioni , c
come la sua indole fosse eccletica , giusta quanto
raccoirliesi dalle opcrc di Aristotele c di Platone ;
non diro della Scuola Romana clie vi sorvenne, Ic '
cui dotU'ine si trassero, giusta il Vico cd altri cru-
diti , dalla siguificazione degli anticlii vocaboli e
dalle leggi, e della quale Cicerone ne vicue iunanzi
come fedele e supremo rappresentatore , nclle cui
opcre Dio, I'universo, Tuomo, il morale, il fisico,
la famiglia, lo stalo socialc ti si offrono congiunti
in uuo strctto Icgame sul cui intcro si fondano le
sue teoriche {llosoficlic ; non diro della Scolastica
ell' ebbe fi-a noi origine cd incremcnto, la quale,
sebbene difcttiva, perche predominata dal solo ele- I
mento rcligioso, e traviata in sottilita ed astrattezzc,
non px'oclamo mai essenziali error i; ma vcnendo agli
ultimi sccoli, e specialmente al XVIII e al XIX, quale
scuola o scrittore di fama v'ebbe fra noi die procla-
niassc sentenze sovvertitvici dcU'ordine, immorali. ir-
religiose? In altre regioni di Europa vi cbbci'O scuole
in alcuni tempi nclle quali dominava lo scetticismo,
altre in cui signorcggiava la filosofia dci sensi ; ma
in Italia non mai si conobbcro cosi fatte scuole.
■JI.V
III una illasti"R nazionc, rsscndo travialc Ic menli
ill ccita epoca per molti rispclti pcru luminosa, si
scrivcva: csscrc il mondo abbandonato alia vcntura,
c non csscrvi providoiiza chc nc stcssc a rcggi-
mcnto; ma 1' autore del Candido cbbc in Italia so-
Icnne riprovazionc: poicbi; qui il Vico, ristoratorc
della fllosofia della storia, vcdcva il pcnsiero signore
del mondo, c il pensicro venire da Dio; c F abate
Genovcsi, acccso di nobilc sdcgno, gridava: die non
avrcbbesi potato sperarc alciin bene dal regno di
Francia sc il romanzo del Candido , anziche of-
I'crire i traviamenti di pocbi intclletti , fosse sta-
lo rivelatorc dcU' intendere c del sentire della
nazione.
Si scrivca poco apprcsso tornare inutile ogni idea
religiosa, e valere ai bisogni dcU'individuo e della
specie la sola ragionc umana alia quale si voleano
erigerc quegli altari clic ncgli andati secoli si crano
alzali alia religione; ma levu voce un illustre ila-
liano, die ouora i fasti della bresciana storia, di-
mostrando : csserc assurdo il voler dedurre dalla
ragione, parte ddl' esserc uraano, leggi per ruonio
obbligatorie, e non derivarsi doveri da'suoi dcltati
sc non ove la si considcri come mezzo a conoseerc
i voleri deU'autore della natura : la sanzionc reli-
giosa tornare csscnziale onde i principj delTonesto
e del giusto sieno liicenti, estcsi cd efficaci, e nou
csserlo quclli die si deducono dall'utile personale:
cio provarsi dalla intuizione filosofica nella coscien-
za individualc ed esserc aperto per la storia di tutto
il genci'c umano.
Le persecuzioni, clie I'abuso della religione avea
di carta guisa santificate nella mentc dei popoli ,
aveano condotto alcuni pensatori a proclamare I'in-
differcnza nelle credeuze religiose; ma lo stesso no-
stro concittadino insorse coq opera clie levo grido
in Europa, provando : essere assurda la indifferenza,
o la si guardi rispetto ai diritti di Dio , o la si
coiisidcri rispetto ai dovcri dcgli uomiui; ma vo-
lersi iisarc la tollei'anza , la quale risguarda non
r errore , ma 1' uomo : non potersi peru 1' errante
soggcttarc a pena pe' snoi errori, non privarsi dei
diritti clie appartengono al resto dei cittadini ; e
la tolleranza civile fu da quel punto alzata a Icg-
ge di lutti i popoli inciviliti.
Si scutcnziava da alcuni pensatori non nostri :
il potei'c sovrano non averc limiti, tranne quelli
della forza materiale, e cosi sbandivasi dai politici
governamenti ogni idea di giustizia ; inipcrocche co-
lore clie sedevano al governo dellc nazioni poteano
non avcre altra rcgola clie quell a del loro capric-
cio. Ma fra noi cotali teoriclie sovvcrtitrici di ogni
ordine civile e politico furono non pur combat-
tute, ma volte in dispregio ; poiclie tutto ha confiui
XLVII
iK^irorJiiic naturalcj c i j^overni, il cui potere non
abbia liinili positivi, lia liiniti ncccssari uello scopo
tlcllo stato socialc c nei mczzi dalla diviiiita pre-
orilinati a conquislarlo.
Tiilto al contrario ncl contralto socialc del filo-
sofo gincvrino si poncano a pcricolo tultc le poli-
ticlic isLiluzioni, clic, per le teoriclie di licenza in
esse proclamate, si abbandonavano al capriccio e al-
rarbitrio di ogni commovitorc dei popoli. Ma in
Italia quelle estremc sentcnzc si vidcro proscritte,
e fu fondata la stabilita dei governi sui principj
deU'ordine : c se si voile che la sovranita dcrivassc
da patto, fu inscgnato non dovci'si quel patto as-
somigliarc allc altre libcrc convcuzioni , nu essere
ad arbitrio solubile; conciossiache al patto sociale
sieno astrelti gli uomini dai voleri della natura ,
c non risguardi csso al bene c al diritto sol tan to
dei contracnti , raa a qucllo del tcrzo , cioe della
iimana gcncrazionc.
Nel rivolgimcnto politico del regno di Francia ,
sullo scorcio del sceolo XVIII, coloro die promuo-
vcano la licenza popolarc. giiidati da politico fana-
tismo, da uguagliai'si spesse Cale al fanatismo reli-
gioso sovra ogni altro cicco c dannevole, affermava-
no: la libcrta, diritto naturale deiruomo, non averc
conGni, le leggi essere dispoticbe ove la infreuino,
c la uguaglianza dcgli uomini essere cliimcrica ove
■XI.VIII
non sia sorretta dalla rigorosa e forzata uguaglianza
(lelle fortune. Ma in Italia I'autorc delle lettcro
tcologico-politiclie, col potcre di una logica conqui-
statvicc, e con quella effusione dell'anima chc si fa
signora dci ruovi, sentcnzio e pose in luce: il po-
terc fisico doversi differcnziarc dalla liberta, cLe
e un poterc tutto moi-ale e giuridico : anclic ncllo
stato di natura , se pure un talc stato puo inia-
giuarsi , cssere brutale 1' idea clic la liberta uma-
na non al)bia confini posti dalla giustizia e dalla
benivoglicnza, amcnduc essenziali della umana costi-
tuzionc: Ic Icggi, se giusle, non dicbiarare cbc quci
confini , ed cssere elle ncccssarie si perclic riscbia-
rano e assodano gli oscuri c incerti lunii del co-
mun senso, e si percb(^ forzano Ic passion i pertur-
batrici a non trascenderli : regualita civile stare
nci diiitti e nella protezione die voglionsi uguali
per tutti in societa rcttanientc coslituita: lo spar-
tiniento forzato dci beni non giovarc, ma offendcre
la liberta e la ugualita civile, dappoicbe, se ab-
biavi liberta vera , 1' impiego delle mie forze e
r acquisto dei beni clie nc deriva dcbbono essermi
guarentiti , e la uguaglianza del diritto richiedc
clie cio die acquisto colla mia industria o con al-
tro mezzo non offendente ai diritti altrui non possa
cessare di appartenermi clic pel niio libero consen-
timcnto.
XLIX
E Ic acccnnatc tcorichc, dalle quali non si vide
mai diparlirsi scritloi'c italiano di rinomanza, si
dimostrarono alia socicta civile cssenziali, c si dif-
fuscro, non quando era sicurta da pcricoli nel pro-
claniarlc, ma quando s' incorrcva per esse 1' ira e
la persecuzione dei liscialori del popolo : quando
per esse si pcrdcano le cattedre e le pensioni: quan-
do I'uomo vissuto al pubblico inscgnainento negli
anni migliori della sua vita , solo per non essere
piaggiatoi'C alia dominantc licenza, si forzava scnza
sussidi alia privata condizione e stringeasi a vivere
doUa beneGccnza dcllc anirne Lcnevoglicnti.
Laondc, o signori, le grida alzate contro lo spi-
rito filosofico sono insane, se si guardi a cotesto
spirito in se medesimo; sono iugiusle, se si guar-
di alle condizioni di questo spirito presso i vari
ptipoli nella eta in cui viviamo; c sono ingiuriose
alia patria italiana, poiche la storia ne dimostra
clie pu6 bensi questa terra soggiacere a disavven-
ture, ma non puo in cssa venir meno giaminai n^
la potenza dcU' intcllctto nc quella del cuore; e
non difetta clla oggidi, non altrimcnti clie nolle
sue cpochc piu splendide, di quella severita di giu-
dizio c di quella moderazione di affctti . che , se
per Icgge di providcnza addueono mai sempre al
vcro, guidano del pari^ o signori, al bene reale c
solido dcllc nazioni.
Se la pla nostra vanlaggiasi sulle passate, siccome
e manifesto, ncl fliffondimcnto degli agl della vita
c nel perfetto della umana ragione, onde potrebbe
cgli mai addivenire ch'clla fosse da meno deU'altre,
ronie concord! affermano i nemici della vita civile,
neiraggius!alez7.adelle teoriche deU'onesto e del giu-
sto, e nella purezza e rettitudinedelle affezioni in che
si accliiude tutto il compreso della vita morale?
Immorale e I'uomo quando difetti del necessario
lie abbia in pronto mezzi legittimi ad acquistarlo ;
r ralunnio la nalura umana clii disse esserc I'uo-
mo volto per esscnza al vizio c al delitto: dappoi-
t he non sorge in csso il ponsiero di slendere la
mano alle cose altrui, se un adopcrare che non gli
j'ifinisea le forze gli ottcnga discreto agio, c la
morale si vede attiva cd cfficace per I'ordinario
neirarlicre rni il lavoro procarci per vie nnorale
la sussistonza; non pigliano governo dell' anima
■' umana le passion i insociali, ne-l'iiomo e raosso dal-
r ira contro I'altro uomo, se colla diffiisione cqua-
bile del ben essere non sieno rotte a suo danno le
Icggi della natui-a , c sia percio lieto e contento;
non s' ingenera il mal costume ne si da I'uomo al
vizio, ove non gli manchino i mezzi di alimcntare
se stesso, una conipagna ed i figli.
Volgete lo sguardo, o signori , ai registri dcUe
prigioni, ove alia sorle di colnro cVic radono softo
•II
al rigorc dclln giiisti/.ia jumitiva prespggano non
aguzzini prczzolati, ma ammiiiislratori filanlropi, c
vi sara cliiaro clic sovra cento condannali novanla
forsc sogliono cssere abbruUti nella miseria. Seguibj
il PaiTcnt c la-Frie nci liioghi dclla pubblica pro-
stiluzione, ne vi ritongi dal porvi il piede non ra-
gioncvolc mal genio, che ivi pur anco sono umane
creature in cui Dio pose una scintilla della sua lu-
ce, c vi vcrra sprsso veduto come, anziclu'; una na-
tiira rolla ad ogni scnso immorale, la miscria c le
inconsulte istituzioni sociali vi abbiano raccoltcdelle
vittimc clic cccilar dcbbono nclle anime sensitive,
in cambio dell' ira o dclio spregio, la compassione.
Immorale e luomoovesia difettivo lo sviluppo
delle facolla inlellettive, tuttoclie i semi della giu-
slizia sicno ingeniti ncl cuore umano al pari di
quelli della fratellevole benevoglienza : imperocche
avvi bcnsi, come dicea 1' Oralore romano, una vera
legge, una rctla ragionc congruente alia umana na-
lura, in tutti diffusa, costante, sempiterna , che
rliiania al dovere col coniando, die col divieto ri-
muovc dal vizio c dal delitto; la qual legge non puo
esserc ne abrogata, ne dcrogata, ne pei voti del Se-
nato. ni; per quelli del popolo; c altra non e cssa
in Roma, altra in Atcne , altra prima cd altra di
poi ; ma una cd eterna, comprende sotto di se tutti
i popoli: sc non clic ncU'atto stesso clic quell'anlico
UI
sapiente proclamava la Icggc naluralc siccomc scrit-
la da Dio nel cuore Ji tutti gli uomini, affermava
pure clie se dai dccrcti dei popoli , dal comando
dei pvincipi, dalle sentenze dei giudici si costituissc
il dirilto, ogjii idea di giustizia alcune fiate sarebbe
spenta. Colic quali parole quel saggio ne veniva in-
segnando il gran vero, smarrirsi bene spesso le no-
zioni deir onesto e del giusto , ove dalle elemcn-
tari teoricbc si discenda alle lore sequela c alia
pratica, ed essere bisogno che la legge naturale sla
svolta ed approfondita dalla potenza della ragione.
Ond'e che il voler digradata la vita morale in un
srrolo che di tauto soprasta ai precedenti nclla vita
fisica e intellettiva torna lo stesso die affermare,
cbe la morale c il costume si favoreggino dalla mi-
seria e dalla ignoranza ; e che la perfezione di al-
cuuo deglL dementi della umana costituzione non
cresca e giovi con armonico ordinamento il pro-
ccsso degli altri, ma ne induca digradazione: sen-
tenza non pure assurda, ma ingiuriosa alia sapien-
7,a deU'aiitore della natura. E chi sci'isse I'opuscolo
dei conti fatti al processo del nostra secolo j e il
banditore di cosi fatte dottrinc; ma a quali stra-
nezze non conduce il furore del fanatismo?
Lasciate pero le fdosoficbe considerazioni e guar-
dato ai falli, egli e luminoso a tutti, cui cieco
odio alia presente gencrazione non faccia velo al
giiulizio J chc una ti-asforiuaxionc ampia e pi'O-
foiida nei rispctti morali si c generata e si avan-
za e ci'cscc nella niciitc c nel cuore ilcgli iioiuini
ucl nostro secolo : c la c talc, dice uii illuslrc
scrittorc, che so ua uomo sorgcssc fra noi, appar-
tcncntc pur solo ai primordi del secolo XVIII ,
appena riconoscerebbc egli la societa in clio fosse
vissuto , e starebbe iii forse s'egli toccassc il vcro
o si ravvolgessc iiclle fantasimc di ti'avolta iraagina-
zioiic. E un tale mutamento io lo vcggo in ispecial
modo nel scnso della dignita umana cresciuto a
dismisura, ncU' indole al tutto nuova della fratclle-
vole bencvolcnza, ncU' appurato spirito di rcligione.
Se tu giiardi a chi sia spoglio di mezzi, la ciii
sorte pcuda dairaltrui soccorso , tu vcdi un cnte
invilito, chc mira al solo fisico e non s' innalza a
sensi di ua ordinc supcriore, le cui idee sono
cbiuse in istrclto confine c s' informano esdusiva-
mcntc dair abitudine, daU'esempio e spcsso dal-
r insegnamento di dottrinatori o inetti, o di mala
fcdc intcndcnti a traviarlo. Se tu guardi per lo con-
trario a chi non lotti col bisogno c sia istrutto, ti
si offrc un uorao chc concepisce i principj dcH'one-
I sto e del giusto per potcnza sua propria, die com-
prende la sua dr-slinazionc c rintraccia i raczzi a
•Dnscguirla , c adopcra indipcndcntc: dcstinalo al
vcro, al giusto, al buouo, cgli ne porta alia men Ic
scolpito neir aniino il convincimento, ed ai granJi
eprol'ondi couviuciineuU si accompagnano per legge
di natura lo gvandi e nobili affezioui dell'anima.
Sorge allora neU' uorao un scuso dappritna discono-
sciuto di eslimazione perse medesinio, ond'e che gli
apparisce digradazione dell' essere suo proprio alia
pari e il non far valere i suui diritti coutro all'ar-
bitrio cd alia violenza, e il noii eseguire i propri
doveri in ogni condizione di cose: si assomiglia egli
al soldato clie , coudotto dall' amore della gloria ,
si tiene stretto alia sua baudiera, chiuso 1' occhio,
con abbandono generoso, ai pericoli e allc sventure
che ne possono essere la sequela.
L'albero maraviglioso della vita civile trae pre-
cipuamente, o signori, alimciito dal senso della di-
gnita uraana: poiclie allorquando un cos'i falto sen-
tire difettava all' umano cousorzio non si vedeano
che padroni e servi, e quando surse e si estese non
si videro che cittadini. E reverendo e fruttuoso si
e r esempio d' uoino quale che siasi , il quale, le-
nace ai pi-opri doveri e fisso alia meta prescrittagli,
non torce n6 a destra ne a sinistra del suo cam-
mino : se le sventure lo aflliggono , se la malcvo-
glienza il persegue, nella infclicita egli sta fermo,
ed e grandc nella abbiezione e nella miseria : se la
fortuna gli arride, se la gloria il circonda, non si
diparte da' suoi principj, egli in ogni suo stato ne
rapprcscnla il regno piii allracnle e sublitiit*, il re-
gno deir aniinit.
Ora un talc scnso Julia dignila umana signo-
reggia non bolamcnlc Ic nicnli nubililale dalla istru-
zione, ma e pcuclraLo bt-ii aiico piii clic non crc-
dasi nelle infime classi del popolo. Da quali alti,
o signori, inoiicsti o ciudeli rii'uggiva iici tra-
scorsi tempi 1' uoino, il cui stato fosse quello della
dipendoiiza, sol die avcssc alzato la voce il ricco c il
potcntc? quale delitto poteasi dire in alcune region!
con certe/za punito, se fosse intervenuta la protezio-
ne delle classi privilegiatc; quale diritto csercitavasi
liberamente, se si fosse aperta lotta iunau/.i ai Iri-
bunali fra la niiscria e l' opulenza ? L'orgoglio di
alcuno si lagna della maneanza di quella cieca soiu-
messione che un d'l aveauo gl' individui del po-
polo, I'artiere, il colono , il domeslico, e s' irrita
agl'inciampi che si attraversaiio a'suoi intcudimcuti
per lo spirito libero che sorregge il misero nell' eser-
cizio de' suoi dirilti ; ma il pensatorc filosofo si
fonforta e si gode in considerando che la potenza
d' individuo quale che siasi e nulla ove non si
adopcri al vero, al giusto, al buono.
Ed a chiarire quale divario interceda tra il no-
»tro secolo e i preceduti nel civile e mora'c seu-
lire, io non so tenermi dall' accenuare un solcnue
fatlo trasmessoci dalla sloiia.
In uuo di quci secoli ai (juali si sospira da molli,
un principe, condotto da perfldi e crudeli consigli,
discgna a morte i protestanti del regno di Fran-
cia: cortigiani c soldati si sommcttono al piii inu-
mano , al piu ingiusto , al piu irapolitico coman-
tlamento, ed a migliaja in una notte faniosa ca-
tlono le vittirae del fanatismo leligioso; quei cor-
tigiani e quei soldati non erano civili n(i seutiva-
no la dignita umana : il comandante di Bajona
riceve uguale ordine, ma egli nOn 1' adempie, e da
invece risposta die sola gli valse memoria non pe-
ritura nei secoli : dite al re clie qui sono soldati
pronti a versare per lo stato il sangue , ma clie
non avvi tra essi un solo carnefice; parole clie
rivelano alto e civile scntire: ond'e che un principe
traviato ncl XVI secolo cmanava inscnsati e crudeli
comandi, ed un solo uomo fra migliaia fu ardito
di ricusarvisi. Ora io domando : a quale tra i prin-
cipi clie reggono attualmente i destini di Europa
verrebbe in pensiero comandaniento cosi vile c in-
umano? quale ministro ardirebbc di consigliarlo ?
quali esecutori dalle sue proposte rinverrebbe il
fanatismo religiose di mezzo a popoli incivilitii
L' alto senlire di cui ragioniamo, cresciuto dalla
diffusione dei beni e dei lumi, fu afforzato dalla sa-
viczza delle leggi, che nella maggior parte di Europa
non sono dettate siccome un giornodal privilegio, ma
LV«
clalla ugualita Jei dlritU: i principj della naluralc
giustizia, acchiusi per secoli noi libri tli emincnti
ingcgni cllc precorsero i loro tempi, si vcggono ora
rcgislrati nei codici : tu vi Icggi avcrc ogni uomo
diritti inviolabili clic nascono dalla sua naluralc
coslituzionc, ond' »i clic la idea del giusto e del-
I'ingiasto non 6 ai-bitraria, mi ha origine dalle Icggi
positive, il cui ufficio t; quello soltantodi dichiarar-
ne le teoriche e di confcrmarlc: I'uomo, quale clie
sianc lo stato, non csscrc mai nella propricta di un
altro, ed esscre proscritto resercizio di qualsivoglia
diritto clic ne supponcsse 1' appartencnza : al cospet-
to dclla Icggc tutli gli uomini csscrc uguali, csscrc
lali nel diritlo al pcrfczionamento fisico , morale,
intelleltivo , e ncll* csercizio libero di ogni facolta
naturale non offcndente ai diritti altrui, e lo stcsso
principe soggiacerc quanto ai diritti civili alia Icgge
comune: ncl pareggiare i diritti dci cittadini non
richicdere la Icgge Tuna anzichc I'altra fra Ic crc-
dcnzc religiose, ch'clla, contro ciu clic accaddc per
lunghczza di secoli, non dove addcntrarsi ncl san-
tuario dclla coscietiza: la Icgge essere per tutli in-
violabile, e clii la offenda doverne rispondere , sia
egli ricco o puvcro, alzalo ai primi posti o coUo-
cato ncgli iillimi dclla repubblica : la giustizia pii-
niliva non guardare alle classi delle persone , nia
allc azioni: la pcna non volcr essere graduata che
sulla importauza del dii-ilto offeso, fosse pure I'of-
fesa recata al piii misero e oscuro fra i citlaJiui.
E non e a dirsi , o signori , come per tali statuti
giuridici, da ogni politico govcrno adottati ncl no-
stro secolo , sia sorto piii puro, piii ampio e piu
geueroso il sense della vita morale che si lcv6 al
piu alto grado dal potei-e della opiniouc.
II potere della opinionc, incognito agli enti in-
sociali , e maraviglioso sul cuore umauo : 1' uomo
sociale, diceva un antico, non vive tan to in so slesso
quanto negli altri : ha egli necessita della stima
altrui come del pane cotidiano : appena vi abLia
elemento di sociale consorzio ha vita il potcrc del-
la opinione, ma il suo incremeuto procede a misura
che lo stato sociale si vada pcrfezionaudo, e le suo
fonti si stanno nclla simpatia che congiunge 1' uo-
mo air uomo, nella importanza di certiGcare coll' al-
trui giudizio la rettitudine dei giudizi e delle azioni
proprie , nel desiderio dell' altrui benivoglicnza , e
nel bisogno sempre imperioso all' uomo incivilito
di intellettivi e morali compiacimenti.
Ma la opinione di cui ogni uomo inlende al con-
quisto non 6 sempre ne degna di lode nc frutluo-
sa; che, s'ella non e retta, puo volgersi, anziche alle
solide virtu sociali, alia frivolezza, al vizio ed al-
cune Gate alio stesso delitto : ne io verro sponen-
do, il che sarcbbe distogliermi dal raio subbietlu,
lilX
come il polc'ic ilclla opiiiione sui slato iiei vaii
Unnpi ora Leiiclico cil oni malefacientc ; nia diro
solo chc i daiini Jclla opiuione non veuucro che
iliiir csscrc clla ncllc eta tiascoise il frullo dell'in-
Iciulcic e del sculire di pochi, non dell' universale
di nil popolo e nicno dell' iulero dci popoli incivi-
liti. Qiiatido le relazioni sociali ei'ano strette in
alcuiieclassi nelleqaali si raccoglicvano i lumi dalla
condizioae dclle eta consculiti, potca 1' opinioue cs-
sere poteiiza conoiupilrice, poiclie in pochi possono
esscru c di spesso douiinanti I'errorc, il falso orgo-
glio, r intcresse individuale; ma quando il giudizio
intorno i pcusaincnti c le azioni peude dall' univer-
sale, ropiuioiic s' innalza e si appura, e non dispen-
sa corone cIk; al vcro , al giusto e al buono : col
vcro c rol giuslo puo essere bensi in contrasto
r utile trascorrevole dcH' individuo, non mai quello
di un popolo, dappoiclie I'intendcrc e il sentire
universale t; nella giustizia, ed e rivelatorc sol tan to
dclle etcrne Ic^gi della uinana natura *.
* L'()|)iiuone (■ ora volta ai soliili pregi Jell' uonio, ne si in-
chiua pill ailc sole apparcnze, alia ricchezzaj ai titoli.
Chateaubriand, parlando della Francia ( Capefigue Hi:ttoire dc
la Restauralion ), scrive: Lcs plus grands interets ont occupe Us
cspritSj le rnnndc eiuier a passe ilei'ant nous. Autre chose est de
difendrc sa vie, dc voir toniber ou s'eUi>i.r dcs troncs, ou d' avoir
pour unique cnlretien une intrii^ue dc cour, une promenade ati
i">ts de Bouln-^nr, une nouvelU litleraric. Nous ne voulons peul-
Si debbe a questo potere sorretlo dai lumi e vol-
lo al bene il fondarsi nel nostro secolo istituzioni
ad ouore soltanto delle aiiimc benefacienti , e il
non restringersi esse ad un municipio o ad un po-
polo , ma r estendersi a tutti i popoli di Europa;
il dispensarsi dagli stessi governi politici prctni ed
onori al misero clie un alto sentire addusse a porre
in pericolo la propria vita per salvare 1' altrui ;
il vedersi decorata degli ordini che si concedono
dai pill potenti principi di Europa una donna non
per altra cagione clie per I'assistenza generosa pro-
stata air infermo derelitto e alle vittime del ferro e
del fuoco nei campi delle battaglie: tanto c vero,
o signori, che il sense della dignita morale dell'uo-
mo h salito nclla eta nostra a lal gradoclie nessuna
delle passate vi puo essere comparata ; e si debbe
in ispecial mode a cosi fatto sentire l' essere la bar-
barita scomparsa dalle moderne nazioni , e il non
vedersi i costumi del nostro secolo deturpati dalla
brutale immoralita clic un giorno prcdominava.
etre pas nous I'auouerj mais au fond, ne scntons nous pas que
Ics Frangais sont plus hommes quails ne Vdaicnt il y a tvcntc
ou quarante ans? A quel ban marche on acquerait alors une re-
putation dans les lettreSj dans la politique, dans le mililaircl
quels singuliers titres de renomniec, et combien ccux qui Ics pos-
sedaient nous paraitraient au/ourd-hui mcdiocres , pour nc run
dire de plus I
Si irritano i Jctrattori dcUa eta nostra all' ciiun-
ciarsi di questo vero: ed cssi, clic non disccrnono
alcuno dci beni onde il nostro tempo si vantag-
gia siii passali, non raccolgono in uno chc i mali
ondc c pure alflitta la umana famigUa, c nc vor-
rebbero si digradati da scorgere ncUa coudizionc
prcscnte dcUc umanc cose i prcludi tcrribili del
fiuimondo.
V lia bcnsi nclla civilta altiialc uomini clic si
lasciano andare al vizio e al delitto; e clii lo igno-
ra? e quando mai vcnne in capo ad alcuno il pen-
sicro clie 1' iimano consorzio potesse recarsi a tanta
altezza da sconiparire al tutto i viziosi e i delin-
qucnti ? II vizio c il dclitlo sono trista sequela di
nn intelletto spcsso fallevole c di passioni pertur-
batrici dcH'ordinc la cui violenza la vince frcqucnti
volte suUc voci della ragionc : cagioni di traviamen-
to clie in ogni maniera di csscre sono individue dal-
la umana costituzione. Ma quando vogliasi portare
giudizio dello stato di due eta diverse, per dare al-
I'una sovra I'altra la preferenza. non e da prcten-
derc allotlimo, ma dcbbonsi confrontare i beni e i
mail dentrambe: e la bilancia dee pendere ove
la somma dcgli uni superi quella doglt altri.
Se noi guardiamo alia storia dei secoli preceduti,
veggiamo, in confronto del nostro, scarsita di pia-
ceri innocent! e civili, ed eccesso dci sensuali : cor-
rnzionc di coslumi iinpudcnte e rorata ali'cslremo,
onde vedeasi per insino offesa ogni idea di decenza
sociale : difclto di umaiii scnsi verso al misero ,
la cui sorle non era pel ricco oggetto di commo-
zione: ferocia, e non bonla ed amore nello spirito
religioso: divisioni e partiti, clic non pure lacera-
vano le citta, ma le private fomiglic: delitti alroci
e spcsso impuniti : guerre crudcli e slcrminatrici :
miseria privata e pubblica dtlla quale perfino lidea
e dileguata nel nostro secolo.
Gli slessi vizi e delitti die lultavia affliggono la
nostra specie non pure si vcggono assai piii radi
clie negli andati sccoli, ma assunsero un' indole piii
mite e non sono cosi disastrosi : v' ha mollezza spes-
sc fiatc nci rostumi clie non vuolsi pcro csagerare,
coneiossiaclie le occupazioni clie seco traggono 1' in-
duslriarc e il commerciare dei modcrni tempi fac-
ciano gli uomini atlivi c laboriosi, ma i molli costu-
mi tcngono vece dei fcroci e barbari : se una donna
irovasi esposla alia scduzione, non la e al ratto
\iolento: so la fraudc Irae a danno I'inavvcduto,
lo rapine sono rade al confronlo: sc i lumi diffusi
producono in maggior copia i liligi, e tolta la vio-
lenza privata all' cscrcizio dei diritti individuali, e
C!;ssato il feroce spirito di vendetta spinto al furore,
che menava stragi e quasi eredita trasmeltcasi di
padre in figlio: se sorgono guerre fra popoli, sono
ilisavvonlnip, mr\ nellc guerre, a sccmarne i danni,
si vcggono fra gli stessi nlmici la fade, la umanita,
I'onoi-c: sc lo spirito d' investigazione, rcnduto nel
nostro sccolo indepcndcnte, trae alcuno ad errore
in falto di rcligionc, le idee religiose nell' univer-
sale si appurano e si assodano, cd e cessata la in-
toUeranza, sorgente inesausta nellc eta trascorsc di
scmpre rinasrenti, sanguinose e crudeli persecuzioni.
E il senso della dignita propria non puo disgiun-
gersi da quello della dignita dell'altro uomo: e
da cio venne quello spirito di fratellevolc benevo-
glienza, clic e si opcroso e si illuminato nel nostro
tempo.
I malcvoli, rlie tutto travisano. elic non senlono
mai la dolce nccessita di credere alia virtu , che
vpggono sempre o il delitto o il vile interessc, e
rhe quando non possono aguzzare lo slilo conlro
le azioni si volgono a calunniare gl' intendimenti,
deridono lo spirito di caritatevole e generosa filan-
tropia die s'l altamcnte distingue il nosti'O secolo;
ma noi, clic piu giusti si atleniarao alia massima
dovcrsi dell' albcro giudicai'C dai frutti ch' cgli
produca, diremo clie lo spirito end' e informata
U eta nostra proccde dall' ampio sviluppo delle
sentenze evangcliche : tutti gli uomini essere figli
del padre stesso : essere tutti fratelli: ueiramore di
Dio e degli uomini conchiudersi la intera legge.
Sc I'uomo non si avvicinl aU'uomo, se un'affe-
zione amorcvolc non ne striuga i cuori, e se I'affetto
non discenda all'atto e non si faccia operoso, e va-
no lo sperare che la socicta umana conscgua slate
fclice: conciossiaclie, per quanto la saviezza delle
Icggi e delle istituzioni provcgga ai bisogni di uii
popolo, e per quanto un popolo sia morale ed in-
dustrioso, vi lianno disavventure il prevenire e ripa-
rare le quali torna impossibile al pubblico poterc,
e lo stesso rispetto ai principj dcUa giustizia genera
di sovente estreme disuguaglianze nella condizione
varia dcgli uoraini che non sarebbonsi conosciute
nello slalo di natura; era quelle sciagurc non deb-
bono riinancre scnza soccoi'so, e ncl cuore umano
avvi la simpatia, onde, se cause straordinarie non
vi pongano impedimcnto, I'uomo siccome ride alia
gioja altrui cosi gli spuntano all'altrui pianto le la-
grime. Si voile daU'Elvezio clie la benivoglienza non
prcsenti clie una trasformazione dell'amor proprio,
una sequela deH'intercssc personale: strana sentenza
contro alia quale altamente protestano tutle le ani-
me elevate e generose; c uoi, contro alio scrittore
francese, diremo col Genovesi esservi nella umana
natura due voci, I'una clie guida I'uomo al bene
di se, I'altra che lo conduce al bene altrui, come
sono due forze fisiclie al tutto contrarie clie col
loro cquilibrio tengono fermo rordinedeU'universo.
L' uonio colpito ilalla miseria e ilalla svrnlura
si avvennc scmprc in aiiirnc beuefaciculi, c in isj)e-
rial iiiodo dopo il Vangclo chc forma Jeiramorc del
IVatcllo una Icggc suprcma; c cosi il soccorrimento
pralico e preceduLo alia scienza, come suole avvc-
nirc nelle cose umanc : ma la Leneficenza nella eta
nostra si dilTcrcnzia dalle eta passatc per 1' impor-
tanza clic le e altribuila. pci principj ond'c domi-
iiata, per la inlelligcnza the la govcrna.
iVcgli andati secoli si pcnsava alia condizione del
misero come a sventura clie si stcsse conCnata al-
rindividuo , non come a male il cui toglimento
imporlasse aU'iutcro consoi-zio; e nella eta nostra,
fra gli studi chc hanno a subbictto il sociale bea
csserc, quelli chc piii attraggono la mcditazione
dello scrittore di ccononiia e di politica c dello
slcsso reggitorc dclla cosa pubblica sono quelli che
hanno a subbietto I'uonio al'llitto dalla miseria; c
Ic investigazioni risguardanti ai mezzi di prevenirc
o di riparavc alia sorte dci miscrabili si rannodano
ai subbietti piii elcvati della scienza di stato, e pcr-
ciu ai principj esscnzialmente costitutivi di una na-
zione, alia distinzione delle classi chc la compou-
gono , alia ricchezza ed al suo diflbndcrsi , all' ia-
dustria c al commercio , alia istruzione, alle leggi
civili. alle criminali, alle scienze medichc, alia mo-
rale, alia rrligionc. Maraviglioso csscre dcgli studi
LXYI
del noslro tempo clie sfuggc a superficial i osser-
vatori: ond' e die i vari rami del sapere e dell'uti-
le, un giorno divisi, si raccolgono oggidi in uno;
die dalle cause prossimc si sale alle rimote; e die
si adopera a trovare la suprcma e 1' uuica , die
seguera il grado del maggiore perfezionamento
possibilc della ragione e ad uu tempo della societa
umana.
11 soccorso al miscro era uu di abbaiuloiialo al-
ia libera beneficeiiza, e riguardavasi come un bene
cbe procacciava all'iiomo bencfico lodi e benedi-
zioni; ma non era sorto nclle menti il pensicro
cli' esse fosse un dovere di socialc giustizia, e nelle
slcsse scuolc di dirilto pid celebrate distiuguevasi
il dovere di nou fare altrui male, che solo affcr-
mavasi di giustizia sociale, dal dovere del soccorso,
die lasoiavasi all' elica e reputavasi errore I'anno-
verarlo fra i doveri giuridici positivi.
Cotali pensamenti si tramutarono per intero ai
nostri tempi, e fra i principj della giustizia fu an-
noverato cosi il dovere di non offcndere altrui, co-
me qucllo del dirctto soccorriraento : dappoidic,
sebbene la propricta illimitata nello stato sociale
voglia csscrc guarentita ov' clla sia cffetto dell in-
dustria o della fortuna, pure una talc guarentigia
non puo essere legittima die colla condizione iui-
posla ai riccbi di sopperirc alia miseria; cbe altri-
i.wir
nicnli torccrcbljL'si (;lla ad olTisa tkll'oi'diiic nalura-
lo, oiule ogiii iU)ino ha diiillo a vivcir in modo con-
forme alia propria destinazione; svanircbbe 1' idea
della socic'ta, chc ricliicde esscn/.ialmcntc il concor-
so ilei pcnsieri, dell' afl'ctto e dtdl' opera al bene co-
mune; c sarebbero vuoti di eft'etlo i disegiii della
providenza, la quale, creando i beni c I'attitudine
a moltiplicarli, li destinu a tutti gli uoraini, non
solamenle ad alcuni privilegiati.
L'cssersi alzati alia veraceloro natura i doveri del
soccorso c uu bene chc anco solo varrcbbe a van-
taggiare in immcnso T eta del modcrni sovra gli
antichi popoli: iniperocche gli uomini non ado-
perano che in forza dcUc idee concetto c delle
credenze , c coliii die non allarglierebbc la mano
ad esserc benefaciente soltanlo per farsi degno di
lode, non ardircbbe di slringerla, rifiutandosi a do-
vcre di giustizia : c i politici governanienti, cui bi
apparliene il procacciare 1' osscrvanza del giusto,
adoperano piii largamente in provedinieuli a favore
dci miseri, se i sociali accadimenti lo richicggano,
ove pensino clie ugualita di principj regge il soc-
con-ere alia miscria e il guarentire la sicurta inter-
na ed esterna dcUa nazionc.
Dal senso della dignita umana, dalla importanza
attribuita al soUievo della miseria o dalle idee di
giustizia onde oggidi e dominata la bencllrenza, pro-
Yennc die il pcnsiero al soccorrlmento del misero
non solamcute si rcse piu. attivo, tna Tenne in modo
speciale sorretto dalla intelligenza, e fu cosi recato
air atto il precetto del Van^clo, il quale non dice,
come per alcuno vorrebbesi, dale al misero un tozzo
di pane, ma inLeUigite super pauperes.
La intelligenza condussc dapprima a prcvenire
la miseria col diffondei-e la moral i la e 1' istriiztonc,
la quale nelle cognizioni elemcntari si c stesa con
nuovo esempio per tutta Europa all' universale dei
cittadini, si somminislra al povcro sino dagli anni
primi dclla sua vita , e inlende a far comuui i
principi scientiiici ridotti a sommi capi in guisa die
va^liano a giovare 1' uso pi-atico di ogni maniera
d'arti c meslieri.
II soccorso si voile recato, ma con acuto accor-
gimento, onde nell'atto cbe si sopperisce al bisogno
non si fomentino 1' ozio £ il vizio: ed a questo sa-
lutevole intendiraento si eressero per ogni dove case
d' industria in cui vcngono accolti coloro cbe, atti
al lavoro, non trovino come occuparsi nelle officino
particolari : ed a fare cbe il povero contraesse abi-
tudini di moderazione e ^fx'ugalita si pens6 ad of-
ferirgli la prospettiva di un migliore essere nella
eta del maggior bisogno colla istituzione delle cassfl
di risparmio , nelle quali si versassero i modici
avanzi della "iornata. vinto o scpmalo almanco ncl
j)U[)olo 1 incfulivo ili iiiuUli e spcsso nocevoli go-
dinienti cotidiani.
Si mirc» a nou confondere il vizio o 1' impostura
col vcro indigcntc collo sbandire i iiieudici dalle nostrtJ
conti'adc, clic rubaiio spesse voile alia privala bencfi-
conza il soccorso dovuto alia sola miseria, e nei quali
il soccorrimento nou ottiene il sublime suo scope di
togliere il bisogno e di fare a uri tempo niigliore il
bisognoso. Aleuui filanlropi proposero clie i soccorsi
si dessero a doniicilio da visitatori c visitatrici del
povero : clie si dossei'o prima in lavori a clii no sia
capace c non convcnga avviare allc case d' indu-
stria, indi in effctti e gcneri necessari, e alia fine in
d(!naro, se non sia altrimcnti dalle circostanze con-
teduto. In alcune citta forcstierc i attuato un cosi
ialto motodi) ; c il i-isullamcnto si vide esserne
lisparmio notevole nei soccorsi , sollievo maggiore
al vero bisogno , cresciuta morale nclle famiglie
dcllo infiriie classi sociali. In Italia, ove gl' intendi-
nicnti dclla vcraccmcnte utile bcncficenza sorsero
pill presto clie allrove, furono ab antico gcttati i
semi di una tale islituzionc, c 1' illustrc Vandoni
r ha di reccnle recala in alto con effctti ammira-
bili ill una cilia del Piemonlc a un dilo dal no-
slro regno. vSi ronlrasta da molti la possibilita di
vcilgcrc un tale metodo in pratica fra di noi ; ma
clic non polvanno Ic idee del giusto c dell' utile
radicalc profondaiucnle in tutli gli uoniiiu pcusa-
tori ? die non potn'i I' esernpio solennc di altre na-
zioiii suir anirao dogli ilaliani? clic non dee spe-
varsi dallo spirito di operosa ed illnminata boncli-
ccnza che forma la distinla indole del nosti'O se-
colo? quali benefici effetti non vcrranno dal cuore
del I'icco, posto per cosl fatta istitiizione a contatto
della miseiia e della sveutura?
Eravi una classe di sventurati cui ncgli an-
ddti tempi pavea non si concedesse dal piu. degli
uomini alcun pensiero, vuo'dirc i delinquenti con-
dannati dalla giustizia punitiva. Considevando ai
luoglii nci quali si racchiudevano, al modo oride
vi erano rileuuli, al difelto di ogiii cuia pel loro
morale risorgimen to, alia dimeutieanza di ogni mez-
ZQ a procacciare lovo, scoutata la pena, un migiiore
destino, avresti detlo essere eglino cnti die piii non
appartenesscro al sociale consorzio. Ora e subbiello
di ammirazione c di intimocommovimento come sia-
si per gradi proveduto a migliorare la loro sorle:
argomento che solo varrebbe a provarc corae vadauo
errati i derisori ddla legge, die pure e fatla apcrla
in modo evidente dalla storia, del processo conli-
Duato della umana geuerazione.
Si pose pensiero a migliorare nel fisico 1' essere
dei condannati a pena , poiche Ic pene debboiio
bensi tornai'c gravi al ddiiKjuenlc , ma non of-
rendcrc alia ixmaiia nalura; provedulo al fisico,
si pciiso ad islniirc il condanualo cd a farlo opc-
roso coir abitudinc del lavoro , cd a procacciai'-
gli di tal guisa i mezzL a vivorc, cscito dalla pri-
gionc, scnza vcdei'sl strcllo dal bisogno a luiovi dc-
lilli; si pcnso a farlo morale coU' isolainenlo as-
soluto o temporario, c coUa istruzionc rcligiosa
somministrata con filosofico inlcndiracnto, ondc, nou
coir aspctlo del legale comando, ma quasi non av-
vcrtite, Ic idee dclla rcligiouc si iusinuassoso nel suo
cuorc c sc ne rcndesseio dominatrici ; c si soc-
corse per insino, dopo ottenuta la liberta, di pro-
tcggitori: ond'c che uou videsi nel delinqucntc la
sola colpa, mcrilevole di punizione, ma la debolezza
ad ua tempo della umana nalura che e dei buoni
il compalire, 1 ajutarc, il sonc|j;gei'e.
Qucsto sistema, o siguori, sorto non e molto iu
America cd in pareccliie nazioni' di Europa , e di
ilaliana originc : imperocclit; fino dal principio del
sccolo XVII un Pontcfice nc pose i semi, e fu volto
in pratica per settant'anni nella capitale del mun-
do cattolico; ma poscia andu dimcntico, sembrando
un fatale deslino che qui dovcsscro ncgli scorsi se-
coli concepirsi i piu elcvati cd utili pcnsamcnti, c
che ai forcslicri sollanto fosse dalo di profitlarne
collo ampliarli cperfezionarli. Ma una voce, scbbenc
debolc c disadulla. si c alzala, o siguori. a richia-
Hiare fra noi una cotanto utile istituzione. E clic
non e dato sperare dalle condizioni avventurate del-
la cla nostra, nella quale ogni pcnsicro generoso
sveglia entusiasmo, c comprendo e sublima tutli gli
affetli dell'anima, c si intcnde cou avdore a cou-
giungere le teoriclie col loro pratico cseguimento?
Airaspetto di cosi stupendi miglioramenti dello
state sociale ogni bennata anima si iunalza e si go-
de, e benedice alia providenza che apre di tal guisa
alia nostra specie una sublime e nelle eta passatc
non preveduta destinazione; ma il mal gcnio con-
duce i nemici del tempo nostro a bandire la crorc
contro le piii umane e salutevoli istituzioni.
Ti muove Tanimo il vedere come oggidi sia a
tutli aperta la istruzione clementare, e come i fi-
gliuoli del misero si sotlraggano ai peiicoli morali c
fisici che correrebbcro nelle loro famiglie. non si la-
scino inerti nei primi anni le loro facolta intelletti-
ve, e s' insinuino nei loro teneri cuori i semi delle
virtu morali c religiose? ti senti opposte le brutali
parole: clic a coloro che sono destinati a i'nngare
la terra, a carreggiare il carbonc toi-na vano lo in-
segnare a leggere, a scrivere, a fare i conti; e ap-
presso: che intorno agli asili jicr la infauzia ^ da
esserc in grave dubbio se il loro stabilimento sia
veramente un pensicro caritatevole, ovvero una il-
lusionc dcU'errore, od anzi piuttosto una nuova e
i.Miir
ff)lUli.ssinia Iraina dclla malvagilii ilomiiianlc, e clia
c da concepire almcno qualclie sospctto di quelle
insidie, di quci tradimcnti c di quelle frodi coii
cui proccdono sotto Ic piii dolci c lusinghierc ap-
parciize i comittori giurali del mondo intcro *.
Proclami tu di sbandire gli accattoni dalle noslre
contrade, onde il vex'O indigente, scevcrato daU'itn-
. postore, o si accolga in un ricovero o si soccorra
a domicilio? I'aulorc del libro delle illusioni af-
ferma. chc noi preferiamo di pagarc il nosti'O tri-
bute al ricovero dei mendicanti per vederne la citti
disgomherata con quelle spirito stesso con cui pa-
ghiamo una nieiccdc ai raccoglitori del letanic per
vedcrnc mondalc le nnslrc sti'adc.
Ti gode r animo alia crezione per ogni dove delle
casse di risparmio, Ic quali, nciratto clic pi'cpara-
no air opcvaio i mczzi a rainpare nella eta del bi-
sogno, intendono a fiirlo fiugale e opcroso. lo slesso
autore ti vione innanzi e ti dice : cbe sc e da Ic-
mcrsi cbe 1' influsso dcllo spirito filosofico oorroni-
pa tuttc le anticbc c rccenti islitiizioni dclla pub-
blica bencficenza, le casse di risparmio sono cerla-
mente una produzionc csclusiva di qucllo spirito,
inlorno alia quale non c a dubitaro sc sia o no
dirctla al fine del male: e cbe fra Ic tramc c Ic
* Vrggnsi ]irr 1,t rrn-.iir,-» piT.>riitc agli istilnli drlla rla no-
stra e prr Ic ^rgiinili ^opu^colo: Illusioni liella pul'hlica caiila.
LXXIV
maccliinc mcsse iu moto di rccentc dal progvosso c
dalla filosofia, le casse di risparmio sono le piu
astute e malvagic.
Ti place die colla islituzionc dellc case d' indu-
stria si sopperisca a coloro clic, atU al lavoro, non
ne rinvcngono, tassata la mercedc dell' opera in
guisa che non ne sia scoraggiala la concoi'renza
allc officine parLicolaii ? li si oppoue : chc si fatli
provedimcnti souo nou pure inutili, ma iugiuriosi
alia providenza di Dio chc si stende a tutti c non
lascia la classe dci povcri in uno stato nel quale
debba necessariamcnte c involonlariamente pcrirc;
sentenza assurda che intenderebbe asopprimcre ogni
pio istituto, ed a far credere chc negl' intendimcnti
di Dio al bene degli uomini non entrasse il dovere
di una cordialc e iutelligente bcncGceuza.
Ti si alza I'anima in osscrvando come i dannati
dalla giustizia punitiva atlraggano piu la comraisc-
razione che nelle eta prcccdutc, c come neU'atlo
che si intende a punirli si studi pur anco a farli
migliori? ti si afferma : che un altro passo retro-
grado del progresso e un altro errore dclla carita
si manifcstano nelT impcgno che si assume oggidi
per mitigare le pene dci delinquenti e per mi-
gliorare sotto tutti i rispctti la sorte dci carccrati,
e che le tenerezze filosofichc e filantropiche pel corpo
e per I'anima dei caixcrati non vcngono da buona
LXXV
fonlc, ma soiio travcslimcnli c mc-nzogiic, aflclla-
iioui e sinovfic Ji carilii *.
E cotali sentenzc si accolgono o si diffondono, c
v'ha taluno fra noi che nc fa tcsoro, clic vi plaudc, c
che prctcndc pure scdcic maestro di dollrlnc moral i,
politichu e x-cligiose! Ma fa mesticrl, o sigiiori, il ta-
cersi al cospetto di cotanta sapieiiza, e si «i proprio
commossi al fondo dell' anima a prove di iiuo spi-
rito di carila si illumiiiata, s\ evangclica e si socialc.
jScllo sviluppo amplissimo delle polenze conosci-
tive della eta nostra, nello spirito umano c gcnc-
roso che tutte domina e sublima Ic affezioni dcl-
I'anima potrcbbesi dire speiito al tutto o anchc
w * Nel scrolo passato, o in quale altro dcgli anlrccdenli, si
» penso a raccogliere glL bl>aiululi fanciulli , c dare ad cssi una
« madre pin sollecita, piu opcrosa, piu isfnitla della loro? qiiando
n si pensi'i fra nni a riparaic nrl niuto 1' ollragjiio della negata
n parola? quando a ripararc nel cicco la faticosa inazione della
» oscurila? quando ad erigere seuolc per 1' arliere e per I'agricol-
'> tore? quando a fondarc eassc di risparinio e di prcvidenza die,
»> tiitelando i piccoli guadagni de' giornalieri, preparano loro un
»> soldo per un easo, per una inferniil.'i, per la veceliiaja ? (jnando
n mai si era pensnto a torre dallo strade il mal seme dei laglia-
w boi"se per fame arteliei ordinati e solerli? quando a formarc
» quelle scuole notturnc delle quali Milano si c gia arriecliila c
•> delle quali Roma ne ha gia olio frequentate da mille seolari ?
»Quesfa c eloquenza di falti . Tgnazio Cinti'i.
LTXTI
solo invilito il senlinicnlo rcligioso? cppiire cosi af-
fermanoalcuni scrittori nei quali nou vivc chel'odio
e il dispregio per Ic condizioni pvesenti di nostra
specie, i quali affcrmauo esscre il nostro secolo il
tempo deir apostasia e della irreligione, in cui si
vipudiano i dommi, si deridono i riti, si disprcgia la
voce dci pontefici e dei pastoii, si pi-oclama rateismo
e si da opera a disgiungere la terra del cielo.
Se la religione non vivesse nel cuore degli uomi-
ni, usero qui i pensieri del Genovesi, ogni vincolo
del sociale consorzio si vedrebbe disciolto : poichi
gli uomini abbisognano delle idee religiose non al-
trimenti clie deiralimento giornaliero; se ogni sea-
timento religioso si fosse estinto nelle nazioni di
Europa, non si vedrebbero elle civili, industriosc ,
commercianti , non formerebbcro elle tra di loro
con esempio al tutlo nuovo una sola famiglia, non
cssendo possibile societa alcana senza la giustizia,
senza la fede dei patti, senza la moderazione degli
affetti : e quesli beni o non si ottengono , o non
sono assicurati e durevoli , se i diritti e i doveri
reciproci non abbiano la sanzione dellc idee reli-
giose ; ed ogni uomo nella sua coscienza puo essere
tcslimonio di queslo vero che si couferma pur au-
co dalla storia di lutti i popoli.
Nelle condizioni presenti deirintelletto e del cuo-
re non puo averc la religione elemeuti clie la gucr-
i
I'pgqino: Jappoiclic nelV alto sviluppo tlellc fa-
coUa conoscitivc appunto Tanima umana si iu-
nalza ai piu clevati concepimenli, c si sublima e
si eslciidc alio affczioiii piu nobili e gcnerosc : o i
graadi concetti dcU' intellclto e gli affctti gcncrosi
del cuoi'c ci guidauo all' influito porgendoccnc il
prescntimento, e percio si rannodauo al sentimento
religioso.
Quando lo spccularc dc;i filosofi non cadeva clie
sopi-a alcuni soltanto degli elementi della umana
natura c su qucUi solamente s'innalzavano i sistemi
della filosofia, onde si videro in alciine cpoclic prcdo-
minanli quasi in modo csclusivo ol'idcalismo, o I'cm-
pirismo o lo scclticismo, potea la religione corrcrc
pcricoli;ma oi-a chc la iuvestigazione si volge all' in-
tcro deiruomo, chc reccletismo congiunge i pcnsa-
tori di tutte le nazioni incivilitc, la religione ha
quclla guarcntigia chc mai non cbbc nei tempi andati:
poiehe se nella umana coscienza, che e la sorgentc
uiiica d' onde derivano le conosccnze alia umanita
ronscntitc, tu vedi i semi del bcllo, del vero, dell'uti-
lo, del giusto, scorgi pur anco in cssa quell i della
religione. Eallo studio dell' intero dell'uomo si con-
giunge oggidi pur quello della umana specie divisa
nrllo spazio e nel tempo : e se la irreligione puo cs-
scre in uno od in pochi. le idee religiose ti si ap-
palr«iano pn- la sloria individnc dalla umana ro«
stituzionc; poiclie lu vedi bens'i diffcrcnziarsi i po-
poli, e un popolo stesso nei vavi stadi del la sua
vita, per le idee, pei costumi, per le leggi, per le
politiclie istituzioni , ma in ogni essere delle iimane
generazioni ti e cliiaramenle testimoniato un ampio
c profondo senso di religione; ond'e che ad cssa c da
applicarsi la sentenza del romano Oratore, che in
ogni cosa il consenso di tutle le geuti dee reputarsi
legge della natura.
Ovc la religione sia pura dagli crrori ddruomo,
c scevcrala dalla siipcrstizione e dal fanatismo, non
puo ella vcnii'ne innanzi che autorevole, reverenda
c Lcuefattrice: clla loglie il niondo all'imperio di
un destino cieco c fatalc , c ne mostra la provi-
dcnza che vcglia le sorli dcgl'individui e dci po-
poli; oud' e che forma essa una catena, per la
quale il prescnte si annoda al passato e si con-
giunge pur anco all' avvcuire : ella mette un peso
preponderante nella bilancia dcgli umaui deslini,
volgendoli alia giustizia ed alia bcnivoglieiiza, dap-
poiche consarra tulti i doveri e santiGca a un
tempo tutti i divitti: ella, nelle angoscie del dolore
e deir infortunio, quando gli uomini ne fanno se-
gno aH'odio c al disprcgio , quando ogni umano
conforto e pei'duto, ne inualza ancora 1' anima e vi
infonde il balsamo della speranza: quando la vita
ne fugge, clla ci toglic all' idea dispei-ata dell' an-
LXXIX
jiiciitatnciito, cd ovc i nostri cari nc sicno tolti e
il moiulo addivenga per noi iin dcscrto, ella git-
la , mi sia permcssa questa csprcssionc . un pontc
sovra I'abisso clic da noi li divide, a loro nc ri-
congiunge , e sono essi aneora alia nostra anima
dcsolata la fonte dcllc piu. care ed intime commo-
zioni. E qucsta seric di bencGcj in ispecial mo-
do si dcbbe al cristiancsimo : dappoiclio fu esso
che crcu c crebbc, come altra volta vi dissi, la ci-
villa al tiillo propria delle moderne nazioni: la ci-
villa di lutti gli anticbi popoli fu caduca e fug-
gcvolc. c disco. uparve per semprc ; la civilta mo-
dcrua, iniziala da secoli , duro e procedette nclle
viccnde dei tempi, e ne promette processo sempre
crosccnte ncU' avvcnire, poichc vi hanno semi di vita
(ivilc percnnc nclla rcligione di Cristo per gli in-
dividui c pci popoli, i quali non esistcvano nc nclle
anliclic rcligioui ne nella antica filosofia.
Rcligione cosi fatla non puo avvcairsi a nemici
ncl tempo noslro, nel quale la umana specie i so-
vra gli altri relta c illuminata ncU' intclletto, al-
7.ata e nobilitala nel cuorc; impcroccbe ivi sono i
prinoipj cvangclici dove c giustizia c benivoglienza:
ma nella cla nostra, lo si c gia vcdulo, la giusti-
zia, che si acchiudc nclla ugualita del diritto per
tulti gli uomini, c non pure altamcutc scntita, ma
rcgistrata uci codici c volla a pralica applicazione,
e la mulua bencvolcnza e alzata a dovere sociale ,
c sorretta Jalla intelligcnza, eJ e opevaliva Ji cl-
fctti al tutto nuovi e mirabili.
La religioue soggiacque a guerra nello scorso se-
colo, io vel Jissi altra volta, perclie cou essa si cou-
fondeano gli errori dell' uomo die s' innalzavano a
domini, e perche un feroce spirito d' intollerauza ,
clic ella stessa coiadanna, volea spingere il comando
ove ruorao La piu dirilto di cssere ne' suoi couvin-
cimcuti inJipcudentc; ma nclla eta nostra in quella
stessa nazioue, ove sovra I'altre parca si ridessero
le verita religiose, non sorge oggi opera degna di
rinomanza uella quale compaja il nial gcnio contro
la i-eligione, cd anzi vi si vede giii rivcrita o av-
viala ad esserlo ncU' avvenire *.
* II nostro sccolo non c minaccioso alia idoa rdi^iosa, ina
sc vi lia per cssa poricolo si sta nell' csagcrato spirito di religio-
ns. Boiiald, scritlore che non pu6 essere sospetlo nrll'argoniento
die sliamo svolgendo, cosi scriveva: L' esprit rcli^iiux va crois-
sant; unc iiiiiuii.tude fagiie poiissc les csprits i'i:rs les hautes coii-
ti inplations, ct cmprciiit rncmc la poesie (Tunc coiilcur mystique et I
rcligenx , ct tout annonce que la rdii^inn tirn-ailU (f un bout a
I autre I'ordrc social.
II Cousin, la cui scuola ha tanto influsso in Francia e si
c conciliata Tattcnzione di tutli i pensatori di Europa, scrive
intorno la religione (Cours de philosophic. Histoire de la philo-
sopliie, tome premier, pag. 47,. Brii\elles, Louis Hauman et comp.
i836). La religion de Z'homme-Dieu donne un prix inftni a
I huinanitr. L'ltumanile fit done quelque chose de lien grand
I.XWl
IN'ellc (liscus.siDiii iiitfr\t'nutc nel Will m'coIo iii-
tofno ogiii cleiiieiito dell' esserc socialc uoii ptjU-auo
imisqu'cUe a etc. ainsi ckoisic [tour etre le receptacle et I'ima^e
il'un Dieu. De Id Jans le chrislianisme, la di^nite de Vhuinanae
confonduc avec la saintcle de la religion, et partout repandue
avec elle. Aussi^ le christiunisnie est-il line religion eminemment
humaine, eminemment sociale Journez L's yenr en dihors
et au de Id christianisme: quont produit dcpuis vingt siecles
loutes Ics autrcs religions? La religion brachniiniquc, la religion
musulniane J et tonles les autrcs religions qui regnciit encore au-
jourd'-Iiui sur la tcrre^, que produisent-ellcs? Ici une degradation
projonde , la une tyrannie sans borncs C'est aussi U
christianisme qui, apres avoir coiucrue le depot des arts, des
lettrcsj des sciences, leur a donnc. wie impulsion puissanlc. Le chri-
stianisme est la racinc de la philosophie modcrne. En effu, toute
epoque est une; il y a un v.ippoit necessaire entrc la philosophie
generate d'un temps ct la religion de cc temps. Jinsi la philoso-
phie Sankhva, tout en se separanl des VeJas , s'y rattache en-
core; la philosophie grecque, la philosophie d' Aristote et celle de
I'laton, est au fond une philosophie palennc, et la philosophie
iiudcrm est esscntiellement la fille d'une societe chretienne. Jc
fais done profession de croire que Us grandcs verites qu'a dejd
Jt'i'eloppees, et que panrra dJveloj>p,r encore la philosophic mo-
dcrne sons Us formes qui lui sont proprcs, sont st loin d'etre
opposees aux i'eriies que conlifnt le christianisme, qu'au contrai'
re, scion moi, toute vraie philosophic est en germe dans Us my-
steres chreliens. E alia pagina 67 seguita : Tout (ncll'eUi nostra)
sr rasseoit dans I'ordre legitime, tout rentre et doit rentnr dans
s^s limites naturelles. D'une pari, la religion reprend sur Us ames
son bienfaisant empire ; tile forlifie son autorite sainte, en la rts-
•nrrant dans Us matii^res de la foi et dans la theologie propre-
ni,iil dite: ct tile se contuite dc fournir a lu vraie philosophic dts
G
non esscrc subblctto alio spirito inclagalore e critico
clie dominava le istituzioni religiose: di necessita do-
veano cssere smosse pareccliie dcllc anticlie credenze,
e trascorsero alcune menti all'erroi'e; ed in qvinlc
cpoca, cd in quale argomento si vide ruomo dall'er-
rore asserurato? ma egli e un fatto apcrtissimo ai
meno vcggcnti, clie nell' universale dci pensatori i
principj rcligiosi si appurarono, e i convincimenti
sorsero larglii, profondi, luminosi : la rcligione non
isla piu nolle sole forme esteriori e nelle abitudini :
Ic pratiche religiose non si uniscono pin con si-
curta di coscicnza ai costumi piu depravati : non si
frequentano le cliiese nell'atto che si abbia a vile
il povero e si abbandoni, c si assoldino bravi ai
rapimenti dclle altrui donnc ed alle uccisioni. La
religione e la scicnza. merce lo spirito filosofico, si
sono oggimai congiunte, e questa unione cbc devc
inspirations fecondes. D'un autre cote, la philosophie du dix-neu-
I'ieine siccle n'cst plus cctte esclavc rei'oltee qui, par scs cxces
ihemes, attcsfait sa lon^ue scruitude, c'est nne noble affranchie a
la quelle sied bien le langagc calme et modere de la liberie.
E Fautorc del Genio del Crisliamsiino alio stcsso proposilo
diceva, sono alcuni anni : La religion, dam ceux qui la prali-
quent, n'est plus une affaire d'ahiludc, mais le resultat d'une
conviction forte; la morale quand est dans les coeurs nest plus
le fruit d'une instruction domestique , mais I'cnseignemcnt dune
raison eclaire. Ilistoirc dc la Rcitauration par Capcfigiic loin. 2,
pag. 124.
J.XXXllI
cslstcro fra le vciili ili o^'iii specie non puu non tor-
narc ia modo supremo fruLluosa alia eta iioslra ed
alia Ventura.
VolenJo pur rinlracciare Ic cagioni onJc venga
clic alcuni, i quali vorrcbbonsi tultavia credere di
Luona fede , si pensiuo clie Ic idee religiose sieno
ncUa eta nostra decadute, si rinverrcLLcro esse iiella
idea fallacc che il scnlimento religioso debba pale-
sarsi con atti rumorosi c solcnni come avvcniva al-
eunc fiatc negli scorsi secoli ; ma egli e un grave
<'rrorc, impcrocclio la religionc e accliiusa uellc cre-
denze dell' intelletto c nelle couseguenti affezioni
del cuore: c dec dirsi piu efficace a misura che la
sua azionc discorrc pi'essoelie iinpci'cetlibile, tranne
le pratichc clic si congiuugono colla sua csseuza:
ella e un poterc clie frutta ogni bene sovra la terra;
ma r opcrarsi dc' suoi beneficj e simile all' azionc
dcUa rugiada clie cade nel silenzio, c ravviva c
prospera la nalura, cd e simile alia providenza ,
la quale regge i dcstini del mondo eon leggi sa-
pienti , ma clie sfuggono spcsso al comuue dcgli
uomiiii inosscrvatc.
Fu tempo clie un male iiileso spirito leligioso
muovea guerre slrepitosc o per oggetto di conqui-
sto, o per cstcrminio dci miseredcuti : solcnni c cru-
deli giudizj si proferivano , confuso il dclitto col
semplicc crrore dclia nienlc: labuso della potcsli
religiosa productva estrerai turbamenti nclle nazio-
ni quando i pontefici si aveano il potere di depone
i principi e di assolvere i popoli dalla obbedienza,
e COS! una religione tutto volta alio spirito si era
Iramutata iti potenza politica *: le differenze in tor-
no alia religione si erigevano in queslioni di sta-
to, e vi succedeano le persecuzioni e I'esilio, onde
procedeva clie gli errori , anziclie togliersi, si dif-
fondevano e radicavano : si alzavano in tempi infe-
lici dai principi sontuosi edificj dedicati alia reli-
gione, nei quali usavansi le spoglie dci popoli,
perclie pensavasi clie di tal guisa venisse riparalo
ai disordiui di una vita consunta nel delitto e nel
vizio; per ogni dove si istituivano monisleri , e si
cumulava in essi una gran parte dei bcni chc to-
glievansi alle arti, al comnicrcio, alle private faini-
glie, per favoreggiare quelli che pur doveano cssere
imitatori del maestro evangelico che visse povero,
* So che non tiecsi far giudizio delle opinion! c degristiluli
di una eta guardando alle condizioni di altra eta al tutto di-
versa: c so, e il confesso con compiacenza^ che nei tempi drlla
harbarie fu crainentemente utile che alia potcsta dei pontefici si
fossero aggiunti, per I'universale consentimento, diritti lutt'altio
rhe religiosi. lo qui nou intendo che di condannare coloro che
vorrebbero nel secolo nostro revocale sentenze ed istituzioni, rhe
le idee attuali, i costuini, la civiltii crcsriula altainente rifiutano ,
<* che riuscirebbcro oggi a danno per le ragioni appunto che fu-
rono vantaggiosc nel tempo in cui s' indusscrn e si radicarono.
e fu amico e ronsolatoro del poveri : Ic istituzioni
religiose allora crano appariscenti , faceano di si
spettacolo , imponevano alia rnoltitudine; ma egli
era errm-e che in cosi fatti accidenti si conchiudcsse
la religionc.
I pericoli per le crcdcnze religiose, direi a'detrnt-
tori dcll'cssere attuale della specie umana, non sL
accliiudonoadunqucnello spirito di clevata filosofia,
otide Ic menti sono oggidl govcriiate, ma si stanno
nclla reazionc die avete giurato contro auanto avvi
di nobile, di grande, di fruttoso nel secolo ia che vi-
viamo; in qiicUo spirito di partite ondeanome della
rcligione. che tarpcmenlc si abusa, s'innalza grido di
riprovazione contro tutlo che differenzia la eta no-
stra dalle eta precedute; nel fanatismo che vi con-
duce a gueriTggiarc non pure ogni nuova istitu-
zione, ma a porre ogni opera per incalenare lo spi-
rito umano, onde , inetti a dominare le menti
coir ingegno e coi lunii. vorrcste pure riconquistar-
nc il dorainio pci-duto colla schiavitu filosofica e
rdigiosa.
II mondo attuale c soggiariuto ad una csscnziale
trasformaziono; la ugualitadel diritto ha conquistato
tutte le menti; il diffondimento dei heni, nelle con-
vinzioni profonde degli uomini pcnsatori, e voluto
dalla stessa giustizia; I'idea del progresso della spe-
cie umana, iVutto dolla filosofia della storia. c una
6*
fede, una credenza religiosa: non proclamale a nome
della religione, se il suo bene vi anima, le teoriclie
del privilegio; non alzate grido contro Ic leggi che
lasciano il diffoudersi dei beni all' andare della na-
tura, ne sospirate a' tempi in cui alcuni pochi ab-
bondavano di ogni cosa e immenso uumero lottava
colla estrenia miseria ; non venite innanzi , a no-
ma di una religione essenzialmenle processiva, col
dipingernc la umana specie ravvolta sempre in un
cerchio perenne di beni e di niali ; non vi pigU il
mal genio di porre in contrasto le idee religiose
colla coscienza del genere umano, poiche di quella
guisa che i popoli non rinunciano alle ricordanze
dei tempi che lurono . se vi si congiunga la loro
gloria, non rinunciano essi lampoco ai convinciinen-
li, ai bisogni, all' essere fisico, intcllcttivo e morale
del loro secolo.
In un'epoca, o signori, in cui lo sviluppo della
intelligenza e maraviglioso , in cui in ogni parte
deir umano sapere sono stupendi i risullamenli del-
lo spirito d' investigazione clic ne distingue, e in
cui il verace processo delle polenze conoscitive del-
I'uomo e sovra ogni altra eta guarantilo, non pre-
dicate essere la umana ragione fonle soltanto di
strani errori, guida fallace, atta solamente a travia-
mento. Se 1' umana ragione e cieca e inetla, che
addiverra della religione della quale vi van late so-
LXXXVII
steuitoii? il Vangelo nou dislrusse nc iiivili la ra-
gioiic , clic anxi nc crcbLe il luiue c le forze ; la
sua dottriua si fonda suUa iutelligciiza, la dove Ic
religion! in antico si fondavano sulla imagiualiva c
sui sensi ; i Padri dci primi secoli dclla Chicsa in
null' altro piu si adoperavano clie in dimostrarc i
dettati della ragione non contraddire, ma confer-
mare anzi le dottrine religiose , ed era in essi cosi
vivo il convincimcnto clie la ragione e la reli-
gione dovesscro mostrarsi agli uomini cospiranti ed
aniiche, clie faceano di trovarc i semi alia novella
credenza nelle idee dei filosofi piu accrcdilali, onde
fu dctto clie i primi Padri platonizzavano.
In un tempo in ciii le amicali rclazioni fra gli
individui ed i popoli olfrono uno spettacolo non
conosciuto nolle eta passate, in cui uno spirito di
tollcranza dell* uomo verso 1' uomo , frutto della
piu umana e sociale delle credenze, ha cessato ogni
persecuzione neH'argomento delle idee religiose, non
recate in mezzo a nome di una religione di amorc
Ic stolte e crudeli parole: che il tribunale della in-
quisizione era un tribunale legittimo , clie in nome
di Dio facea siorrerc di tempo in tempo un sangue
colpevole ad islruzione degli uomini : non iscrivctc
in un catcchismo di receute diietto al popolo, chc
la clemenza, virtu suprema nolle mani di Dio, di-
vicnc iiiconsulla ingiusti/.ia nclle mani dci prin-
Lxxxvin
cipi, e chc i nemici della religione voglionn essere
tlisterminati.
Gittate per somma ventura delle umane gciicra-
zioui le fondamenta della scparazione del polere
politico dal religioso, il cui coafondimento genero
discussioni e talvolta guerre sanguinose pel corso
di quindici secoli, non predicate ai popoli del se-
colo XIX, clie I' indole della potesta dei poutc-
fici e il bcue delle societa umane vorrebbero che
cglino fossero di nuovo gli arbitri dei sovrani c
dei popoli: non poncte innanzi alle menli pcnsatrici
di oggidi r elogio di alcnni decreti, pci quali un
pontefice divideva fra gli Spagnuoli e i Portogbesi
i territori cbe la sorle dell' armi potea soggettarc
alle due nazioni nell' America e nclle Indie, e nei
quali cstreme censure si fulminavano al principe
die aumentasse Ic pubblicbc imposizioni nc' suoi
stati senza il pontificio conscntimento, o chc sotto-
ponesse a' tribunali civili le question! intorno i
beneficj e le decime, o che per oggetti civili o cri-
minali Iraesse al foro coraune le persone addelte
alia Ghiesa. Vi sovvenga che Cristo disse, die il
suo regno non era di questa terra, e che cio che
era di Gesare si desse a Gesare , e a Dio si dcsse
ci6 solo che era di Dio.
La religione, destinata a Cssare le relazioni del-
r uomo colTAutore della natura, ad elevare e su-
LXXXIX
blimaie 1' inleiiJiraento, a purificarc gli affelti del
cuore, noa sia per istrano travolgimento diretta ad
altro scopo che a qucllo solo di consacrare e nobi-
litare le virtu di ogni specie: noii sia ella invocata
come strumento di altro oggetto meno utile c gc-
neroso. Lo spirito religioso degenera , s' invilisce e
si perde se la religione volgasi ad utile quale che
siasi di un ordine a lei inferiore , come svanisce
r incanto delle bellezze che formano lo spettacolo
della natura se tu vi cerchi un utile positive, che
gitta nell'invilimcnto le cose piu grandi, ed estin-
gue ogni entusiasmo deU'aainia.
In una eta tutto volta a grandi miglioramenti so-
ciali, nella quale 1' industiia c il commercio hanno
indotto iiei popoli un essere di cui nelle storie an-
tiche non e da to rinvenire esempio che vi si possa
paragonarc, non presentate il cristianesimo siccome
etereo e tutto mistico , ne pretendete di fare del
mondo un convcnto di frati : il monachismo e una
eccezione, e non vi venga il capriccio di convertire
la cccezione in regola generale: la religione si offra
agli uomini eminentenicnte promovitrice del sociale
ben essere: i grandi fatti, volti a pro della patria,
intesi a prosperarla, a esaltarla, ed a crescerne la
virtii, la potenza, il senno, la gloria, I'agiato vive-
re. le scienze. le arti, i commcrci, sieno ad un tempo
medrsimo fatti rcligiosi c politic!, meritorj d'innan-
xc
zi a Dio siccomc innanzi agli iiomlnl, perclie retla-
mcnte e nobilmente civil i *.
Ma a qual pro vado io spenclenclo le mie pa-
role? forse lo spirito di parte e atto a ricredersi
ed a retrocedere ? forse si t; mai vcduto rinsavirc
il fanatismo religioso, sovra ogni altro cieco e
dannevole ?
La lotta e aperta, e vana sarcLbc ogui speranza
di troncarla con amiclievole ravvicinamento di pcn-
samenti edi affezioni;cd in questa malaugurala con-
dizione di cose non abbiamo die a ripclere con un
antico sapientc: noi non abbandoueremo giammai,
ne invaniti da alcuna speranza, ne inviliti da al-
cuna paura , il poslo in cui la providcnza nc lia
collocati : noi non verremo meno, c ne facciam giu-
ramento, per quanto Ic nostrc forzc il comportino,
alia piu nobilc c gloriosa dcllc mission! , quclla di
avanzare il regno del vero e di procacciarc il bene
dclla umana generazione: non ci faranno torcere
dal nostro proposito, volto alia vila civile, nc le
declamazioni dei tristi o degl' imbecilli, ne le satire
o le calunnie: tornando in pcnsiero essere legge
di natura manifestataci dalle storic di tutli i tem-
pi, clie non si consenta agli uoniini I'acquisto del
bene clie di mezzo alle piix asprc conlraddizioni, c
' Vedi Maramiani.
LCI
rlio li- verita piii lucciiti non sorgano clic fi-a gli
ciTOii, ni; si allargliino c assodino nellc mcnti che
gucrreggiate dalla ignoranza c dal fanatisrao : ne ci
sara grave clic Ic umanc cose procedano di tal guisa;
dappoiclic nou si lia caro c prczioso dagli uomini
ci(j che sia di agovolc conscguimcnlo, c si fa per lo
contrario tesoro di tiitto che ricliiegga laboriosa
opera c sia frutto soltanto di contrastata vittoria.
RELAZIONE ACCADEMICA
DELL' ANNO
M. DCCC. XLD.
AOII/HO/nDA MVniXA f
yy^/ji 'juaa
Scries jumtuvaquc.
HoR.
SGIEiNZE
X uaesto principio avra la storia accaJemica di
qucsto anno scicntifico; impcrciocche nell' aprire di
esso anno la grave e amarissima perdita di un esi-
mio fratcllo facea che lugubi*e preambolo agli atti
dcir Atcnco fosse una funebre cerimonia, c clie in-
torno ad un catafalco di morte si facesse la prima
sua radunanza. lo parlo di quell' egregio patrizio,
di quel pcrduto ornamcnto non solo della patria
accademia, ma dcU'ordine de'nobili cittadini e del-
r intcra citta, il conte Paolo Tosi, di sempre cai-a
memoria; il quale nel giorno dieci di gennajo, men-
tre per gli anni ancor vegeti , bencbe provclti, e
pill ancora pel fresco vigor dello spirito e pel sense
giocondo di una vtla serena c fclicc, parea si lon-
tano da ogni condizione di morte, mancava inopi-
nulo c improYviso, lasciando di s6 un desidcrio uui-
4
vcrsale, svegliato ne' present! dalle sue elctte virtn^
e (luraturo nei posteri per le benemerite sue lar-
gizioni nella patria. Negli estremi ufficj del quale
essendosi, come dissi, per 1' Ateneo comiuciato que-
st'anno accadeniico, egli era convenevole che io da
lui cominciassi pur anco la prcsente relazione, sa-
tisfacendo ad un tempo cosi al dovere dell' istituto
come air impulso del cuore, nella dolce e dogliosa
ricordanza di essere io pure fra coloro che il buon
Tosi onoro di sua benevolenza, e, ad onta della
mia tenuita, diro anclie della sua amicizia; impe-
rocch6 nel mancare di quell' anima cortese e beni-
gna a chi non parvc che gli mancasse un amico?
Quanto per ispecchiati costumi, per gentilezza di
squisite maniere, per amore ne'buoni studj, per mu-'
nificenza uelle arti belle, fosse quest' uomo egregio
distinto, non e chi non sappia; ma quanto vigile
e sperto egli fosse nelle utili cure della domestica
amministrazione e della rurale economia non tutti
seppero del pari. E pero il nostro socio e censore
signor Giacinto Mompiani, essendogli parso che la
memoria del nobile defunto non dovesse in cio de-
fraudarsi del debito encomio, preso a mostrare in
urt breve suo scritto la perizia, anzi la benemei'enza
di lui neir agricoltura, niassimc in quella impor-
tantissima parte che spetta all' allevamento de' ba-
ch i da seta, ci fcee particolarmente conosccre uu
uuovo mctotlo per la preparay.iouc dci bosclu e per
la facilitazionc dclla infrascatura, da lui immagi-
nato c coil fclicita praticato nc' suoi possedimenti
di Sorbara. Ncgli infallibili avvisi dclla natura li
fondato qucsto mctodo, c iiell' istinto chc al com-
picre dclla quiiita eta spinge i bigatti al lavoro del
loro prezioso prodotto. Osservo il Tosi , secondo-
cbc il signer Mompiani ci cspone, che i baclii to
stoche si sentono maturi alia produzione, ributta-
no la foglia, e tratti da un intimo impulso , cer-
cano It sponde dei gi'aticci, vogliosi di guadagnarle,
qual primo mezzo cbe loro si prcsenta per trovare
r aria aperta , ncccssaria alia consistenza del filo
clic dcbbono svolgcre; cbe per lo contrario i bigatti
non per anco maturi continuano ad appetire la
foglia ed a rimaiiere tranqxiilli al loro sito; che
mcntrc stringc per qucsti piii sempre il bisogno
d'alimcnto, necessita a quelli d'csscr tolti dalla
putrida cffcrvescenza del letto, nocevole al limpido
glutine cbe vanno in so pcrfczionando; cbe queste
svariate occorrenzc pongono in angustia il bacolo-
go nci motncnti piu critiei dclla coltivazionc. Cou-
dotto pcrtanto da queste osscvvazioni, egli trovo
modo a favorire le diverse inclinazioui dcgli iusctti
e ad allegcrire Ic cure dci collivatori, mcdiaute il
mctodo cbe abbiaino accenuato, e cbe vicnc cosl dc-
scriito dair autorc dcUa mcmoria. <( Giunto il mo-
« mento della complcta maturita , appena ilislri-
« buita la foglia degli ultimi pasti, sopra di essa
« vengono stesi dei fascinetti di vite o d'altro le-
ft giio minuto e leggero, dolcemente strelti da dop-
« pia fascia presso alle estremita, bene spuntati in
« ogni verso e lungbi quanto sono largbi i gratic-
« ci pei quali debbono servire. I bigatti, resi per
« istinto gia avversi alia foglia e smaniosi d' ab-
et bandonarsi al lavoro, cercano tosto di penctrare
a fra quelle frascbe e di trovare il punto cui pos-
it sano attaccarc il capo del file che hanno blsogno
« di svolgcre. Quando i fascinetti sieno abbastanza
« popolati di bachi , clie all' attivila de' loro mo-
a vimenti danno certo I'indizio della maturita con-
« seguita, questi si levano, e si ripongono su di uu
« gi-aticcio a tal uopo sgomberato , in modo pero
« che abbiano a trovarsi disposti nel senso il piu
« conveniente per ricevere dalle aperture delle bi-
te gattaje il beneficio di quella vcntilazione, della
« quale hanno spccialmentc bisogno i baclii intenli
« al lavoro, onde i bozzoli possauo riuscire perfet-
tt ti. Risti'etti poscia ne' graticci i bigatti che ven-
« nero gia diradali, si ripcte la medesima opera-
o-
« tcnza al convenieate sviluppamento degli organi
« materiali dciranima; cd in tal caso hassi I'idio-
« tismo completo, ovvero per qualcfac impedimcnto
« al detto sviluppo apportato da cause succcdate
« air infanzia , c dopo che alcune facolta sono in
« parte sviluppatc; cd ailora hassi l' idiotismo in-
« completo. L' idiotismo completo e assolutamentc
« insanabile; e solamente suscettibile di qualche
« miglioramento 1' incomplcto c parziale. Od in so-
u condo luogo cotalc indcbolimento o mancanza
<( dcllc facolta dell' antma awiene, dopo che esse
n avcvauo acquistato il loro inticro svilup{>amento,
« o per disposizione ereditaria, per isfoi-zi troppo
« intensi nci lavori della mente, per altre lunglie
« malattic cerebrali, cadute o percosse sulla testa,
« abitualc ebrezza, epilessia, pellagra, mania, ma-
« linconia, tutte incurabili; cd alloi*a ha luogo la
M vera demcnza , purc incurabilc , la quale c ben
« raro che si manifesti a un tratto complcta, ma
« per lo piu c prcccduta da altii incomodi e sin-
24
« tomi precursor!, come sono una immobilita di
« fisonomia, una mancanza di memoria, dei gira-
« menti di testa; e col progredire della malattia
« egli e assai raro clie contemporaneamcnte non si
(( manifestino offese le facolta locomotive. Sono ben.
« poclii i dementi che rimangano immuni da quella
« paralisia completa od ineompleta clie e propria
« di una grande quantita d' alieiiati. Ovvero final-
« mente in terzo luogo le nostre facolta si scemano
« o si aboliscono piu o meno sollecitamcntc per re-
« liquie di malattie, per ispavento, per una aslissia,
7
Icmbo occulcntalc, 1' allra, piii graude, alia st 9' 25" furono dall' autore veduti abban-
donare 1' aria aperta e ritirarsi precipitosi nelle la-
tebre della terra: ne vuolsi tacere che, cessato ap-
pena 1' eclissi totale, si scoprirono. per 1' aria alcuni
di questi uccelli, ma in tauta elevazione da essere
65
quasi invisibili, c chc alcunc ronJini cd alcune co-
lombc, per asscrto di qualclie osscrvatore, salirono
nelle sublinii regioni deiratmosfera, descrivendo dei
cerchi , come far sogliono gli uccelli allorche ven-
goiio privati degli occhi. I passei'i die avevano bi-
sbigliato tulta la mattina, alle 6.^ 12'. 5 b". fuggi-
rouo ai nidi con tale prccipizio chc il loro volo
scmbrava una caduta. Le allodole, le calandre, Ic
capincrc cessarono i loro canti e si nascosero, men-
tre un usignuolo fu udito continuare le nottume
sue note. Uu alocco volo fuori dal rivellino del ca-
stello; certi uccelli di gabbia furono veduti nascon-
dcre la testa sotto 1' ali, come se le tenebre gli in-
vitassero al sonno. Fra gli uccelli domestici le ani-
tre e le oclie gridavano a tutta gola, e insieme ai
poUi d' India fuggivano in disordine, quasi urtando
in cio che stava loro dintorno. I galli cantavano,
le galline s' appolajavano, ed i pulcini cercavano ri-
paro sotto le ali della chioccia. Fra gli animali
anfibj le rane gi-acidavano ; fra gli insetti le cicale
sospescro il nojoso loro canto, e per converse qual-
che animale della famiglia dei grilli face udire lo
stridore dcllc sue elettre. E 1' uomo, cosi conclude
I'autore, del quale riferiremo le parole « Tuomo,
« la sublimissima delle creature, non fu colpito
(c dair imponente novita dello spettacolo? Lo fu, c
« ucl fondo dcir animo prov6 si forti e varic com-
66
« mozioni , clie nessun altro fcnomeno nalnrale
(( varra ad eccitare giammai. Dapprima il mosse il
« sentimento della curiosita. Dalla mezza notte alio
(( spuntare del sole vi fu vcglia c movimento nel
(( iiostro paese. Chi s' avviava ai monti, chi mon-
« tava alle alture, alle torri ed ai Icrrazzi della
fi cilta, e chi investigava anche in basso una posi-
« zione favorevole alia veduta dell' eclisse, di modo
« che avresli dctto clie le vie alia Maddalena, ai
(( Ronchi, al castello ed al Canton Mombello crano
i< convcrtite in una specie di corso nottumo o mat-
«i tutino. Finchc il disco del sole non fu che par-
fi zialmente copcrto da quello della luna e che il
« difetto di luce non era tanto sensibilc, sia per-
« che succedeva a gvadi, sia per la particolare or-
« gauizzazionc del nostro senso della vista, si du-
« bitava delle prcdizioni dcgli aslronomi, e gia si
« susurravano i mottcggi; ma quando il velo opaco
« della luna si stesc per intiero sulla faccia del
« sole e privo di ogni raggio di luce questa zona
« della terra, un silenzio di stuporc comprese tutti
« gli animi, un frcmito frcddo ed incerto ci ricer-
« cava le piii recondite fibre, e un pallore non
« comune diffondevasi suUc faccie di tutti; il quale
« era rafforzalo e reso pid tetro dalle tinte mi-
« rabilmenle smorte e malinconicbe del cielo, quel
« cielo cbe era ovunque sublime e poctico, quel
67
« riclo clie parcva trasccntlcre i limili dclle arti
« belle c nou lasciarc speranza di csscrc ritralto.
« A questc profoudc cmozioui scguivano poco stantc
« Ic acclamazioni cd iviva. Oguuno era tratto quasi
(( involoptariamenle a plaudiic alia niagnificeaza c
(( novita dcUo spettacolo; i plausi si rinnovavano
u ancor piu vivi allorch^ balcno fuori dal disco
(( lunare il primo raggio del sole, che parve ravvi-
« vax'C la natura di nuove bellczzc c far risuonare
« niiovc armonic ncl ciclo. Queslc care cniozioni
(( crano il segno di una religiosa ammirazione pel
« Supremo fattorc dclla natura, chc quasi con uix
(( nuovo atto della creazione volcva rammemorarci
« r infinita della sua potcnza ». Tale e la scrie
dclle osscrvazioni raccolte dal nostro socio nel be-
ncmcrilo iutcndimcnto di giovarc alia scienza, mas-
simamente nella parte spettante allc circostanze
concomitanti dei grandi eclissi del sole, cioe alle
fisidie e fisiologicbe, intorno allc cjuali tutto quel
poco clic sinora erasi saputo si riduccva alle iacerte
c sospette relazioni dcgli scrittori. L'autore prote-
sta di non aver accolti in questa sua scrittura se
non i fatti chc furono da lui stcsso vcduti, o clie,
vcduli da altri, abbondano di siffattc testimonianze
die la piu scvcra crilica non potrcbbe metlerli in
dubbio. « Verra giomo, cgli dice, in cui i nostri
« ucpoli , ricorrcndo un eclissi totale di sole, si
68
« affaccondpranno a rovistarc nelle librcrie e negli
(( archivj , per iscoprirvi le memorie di questo tem-
« po clie cliiameranno antico, oiide trarrc dai ri-
<( cordi die avremo lasciato ai posteri le predizioni
« intorno ai fcnomcni clie dovrauno essere compa-
« gni air cclissi da essi atteso. Eglino si fideranuo
f( a noi; non sieno dunquc ingamiati, ma leggano
<( nella stoiia dell' cclissi clie eiediterauno da noi
« il racconto di sole e pui'e verita ».
Due memorie ollre a qucste, I'una e I'altra pin'
esse suir idcntico soggetto , questo nostiTi operoso
collcga produsse ncl coiso dell' anuo accadcmico.
Un'ampia raccolta di fatli cleltrici contcngono quc-
ste due memorie, ottcuuti dal nostro fisico con lunga
insistcnr.a d' osservazioni e d' esperimeuti a sussidio
dclla scienza, clue nclla parte spettante all' elettri-
cismo iutlora scarseggta di materiali necessarj alia
costituzione di una complcta tcoria. I quali fatti
noi qui rifcriremo per ordine, principiando da qaelli
die apparlcngono alia elettrizzazione de'metalli, del
Icgno e deiravorio, mediante lo sfrcgamento e la
pressionc, esposli dall' autoic nella prima Memoria.
E per cominciare dal primo metodo, cioe dallo sfrc-
gamento, die tutti i mctalli , pmcbc debitamente
isolati, divcntino con questo metodo elettrici, i fisici
unaniraamente conscntono; ma essi non fanno pat-
rol a dclla tensionc cbc, nei mctalli cosi clctlrizzati
f
si manifcsla, ne sonosi occupali dclle niateric clic
tior mezzo Jcllo stropiccio possouo produrrc iic' me-
talli una gaj^liarda carica elcttrica; tantoclic si di-
rcl)bc che 1' clcttricismo da cssi cccitato in quesU
corpi sia si dcbolc da non csplorarsi e riconoscersi
sc non coir uso dci condcnsatori, o di altri clettro-
scopj molto sensibili e delicati. Ora 1' an tore lia
Irovato clic la tcnsionc elettrica del metalli varia
senza fine secondo la qualita delle varic sostanzc
che s' impiegano per istrofinarli; cosi Ic lane, i co-
toni, le pelli et'c. cccitano in cssi appena nn sen-
tore di clcttricita; per lo contrario col taffetta, col
felti'O da cappello, col velluto e colla carta sc ne
traggono facilmcntc delle scintillc. II taffetta sta
neir effieacia eminentemente al disopra dcUc altre
sostanzc; ad esso succcdc il foltro; la seta e la carta
rimangono a grande distanza anclic del fcltro me-
desimo. Comunemente si possono trarre col taffetta
delle forti scintillc da nn disco metallico di ii. 7
rentimetri, e non di rado si pu6 riescirc a far sciu-
tillare un piccolo disco di 2. y centimetri. Non
tutti i metalli posti in eguali condizioni si caricano
egualmentc di elcttricita. Furono dall' autorc ci-
mentati 1' oro , Targento, il platino, il rame . lo
zinco, I'ottonc, lo stagno, il bronzo da specclii. il
piomho , il fcrro c I'acciajo, e fra qucsti metalli
V ottone cd il bronzo vcuncro costantcmentc tro-
70
vati i piu propri ad elettrizzarsi. E cio per quanto
spetta alia tensione. Riguardo alia specie di elet-
tricita , acquistano i metalli 1' elettricita positiva
strofinati col taffetta , che in couseguenza diviene
elettrico in meno, eccettuati pero 1' oro e I'argen-
to, nei quali il taffetta eccita 1' elettricita negativa,
acquistando esso la contraria; se non che accade
spesso che 1' argento nelle prime fregature sul taf-
fetta si mostri eletti'izzato in piu , e muti poi la
specie di elettricita proseguendosi e ripetendosi lo
sfregamento. Tutti i metalli di sopra indicati ,
eccettuato 1' oro , che in ogni processo meccanico
tende a ricevere una elettricita negativa , diventa-
no elettrici in piu col velluto , colla lana e colla
carta ; ma il fcltro promuove in essi 1' elettricita
opposta. Noteremo qui coll' autore che la sostan-
za da lui finora ricouosciuta costantissima a di-
venire elettrica in piu col taffetta ed in meno col
feltro fu la carta d' oro , ancorchc coper ta di una
buona dose d' ossido. Noteremo altres'i che un dato
metallo, supposto che venga solitamente elettrizzato
in piu col taffetta ed in meno col feltro, se lo si
elettrizzi dapprima piu e piu volte coU'una di que-
ste sostanze e poscia lo si sfreghi immediatamente
coir altra, puo avvenire che nondimeno conservi la
specie d' elettricita dapprima contratta, anziche ma-
nifestar la contrai'ia, o che il nuovo corpo sfregante
7«
raoslri una cotalc incrzia c reuitcnza a suscLlarc il
iluido clcttrico; tantochi non appariscano indizi di
clettricita se non dopo aver ripetute le fregature;
il chc scmbra, a giudizio dell' autorc, proccderc da
cio clic le minime oscillazioni cccitate dagli sfrcga-
menli tcndauo a durar lungamciitc, sicche i mctalli
col mutarsi del coi'po sfregante appajano o difficili
a spogliaro la prima clettricita, od iuelti ad assu-
merc la contraria. I Icgni ancli'essi si fannogagliar-
dcmcnlc clellrici colle frcgaturc. Gli sperimcntali
daU'autore furouo il uocc, I'abete ed il bosso, che
fu da lui trovato piu idioelettrico degli altri. Lc
materic piu acconcie a produrre il fenomeno, sfi-e-
gate coi legui, sono il i'eltro, il taffetta ed il velluto
in seta. La specie di elcttricila suscitata ti per lo
piu la ncgativa; col feltro pero puossi talvolta su-
scitare l' clettricita contraria. L' avorio altresi stro-
pirciato col velluto, col feltro, coUa carta c soprat-
tutto col taffetta diviene elettrico a segno che un
piccolo disco del diametro di soli 8 centimetri e 4
millcsimi manda la scintilla, la quale nel cimento
deir avorio col taffetta c cost viva e polcutc da po-
ter esserc valutala di qualche linea. La specie di
clettricita, qualunque sia la sostanza coUa quale
r avorio si cimenti, c sempre la positiva. Ne solo il
fluido elettrico viciic promosso, mediante lo sfrega-
mcuto del taffetta c del feltro, uci melalli, nei legni
7»
c nell'avorio in istato naturale, cioe non preparati
con alcuna materia idioelettrica , ma le dctte due
sostanze sono oltime eccitatrici della elcttricita an-
clie nei corpi coibenti: cosi se venga steso sopra
un piccolo piatto metallico un sottilissimo strato
di vemice composta di spirito di vino, di sandra-
ca , di mastice e cinabro, come si fa per costruire
un condensatore a piatti metallici inverniciati , si
ottiene un appareccbio, che sfregato ancbe una sola
volta sul feltro, da una vivissima scintilla derivante
da una carica negativa. Cosi pure una piccola stri-
scia di taffetta ^ sufficiente ad elettrizzare una penna
da scrivere a segno die attragga i corpi leggeri;
COSI il feltro e assai proprio a perturbare lo stato
elettrico dello zolfo, della cera di Spagna, dell'am-
bra ed in generale delle sostanze resinose. Cimento
altresi 1' autore i mctalli stropicciandoli con varie
pelli ed in particolare colla pelle detta di cigno ,
col petit-gris e col martorello del Canada; ma il
solo petit-gris produsse un' elcttricita notabile ncl-
I'acciajo, nello zinco, nell' argento e nello stagno;
I'acciajo e lo zinco si elettrizzarono in piu, 1' ar-
gento e lo stagno in meno. Un disco metallico in-
verniciato si elettrizzo con ciascuna delle tre pelli,
ma debolmente colla pelle detta di cigno e col
petit-grisj e con assai vigoria per contrario col mar-
toro del Canada, clie ne ti-asse |la scintilla. Tali
73
sono i fatli elcttricL ottenuti dairautore nc'mctalli,
ncl Icgno, ncir avorio col mctodo dcllo sfrcgamcnto.
I scgucnti fiirouo da lui ottenuti colla pressionc.
I mctalU si clettrizzano vencndo strctti c prcmutl
contro il taffctta, contro la tela inccrata di frcsca
formazione c contro il foltro; lo zinco si elettrizzo
pur anco vencndo prcmuto contro una vecchia tela
cerata d' antica formazione, del tutto priva di parti
glutiuose e non adcrente alia superficie di altri cor-
pi. Talvolta non c ncppur necessario aumentar la
pressionc colla forza della mano; cosi un disco di
bi'onzo lasciato stare per due ore sul tcssuto di
taffctta, dopo qucsto spazio di tempo si trovo for-
tcmentc carico di elcttricita negativa. Quanto alia
intensita della carica, essa varia da un metallo al-
r altro. Lo zinco parve il metallo piu atto degli
altri ad csserc elettrizzato per pressionc. La specie
della elcttricita clie si eccita per qucsto mctodo e
in generalc 1' opposta di quella che risulta dallo
sfregamento , sempreche vi sia aderenza tra la su-
perficie del metallo e quella della materia prcmu-
ta; non concorrcndo qucsta condizionc, la specie
di elcttricita suscilata colla pressionc e la stcssa
clic quella chc vienc promossa dallo sfregamento;
ecccttuato pero il rame, il quale, sfregato sul fcl-
tro, divcnta positivo , e premuto contro il fcltro,
manifcsla la elcttricita coutraria. I dischi di Icguo
74
acquistauo anch' essi colla prcssioue 1' elcttricismo,
comunque debole , ed essi pure col solo stare per
piu ore sul taffetta possono offerire degli indizi elet-
trici. Ne' legni la specie di elettricita e quella stes-
sa clie viene in essi suscitata dallo sfrcgamento
col taffetta , che suscitossi anche nel legno di bos-
so, raalgrado che rimanesse aderente al glutine del
tessuto. L' avorio si elettrizza per pressione sulla
carta , sulla pelle di gatto , sulla seta , sul taffet-
ta ecc. ecc; ma niuna di qucste sostanze puo stare
a paragone col feltro per la sorprendente prontezza
e facilita con cui 1' avorio si elettrizza premuto con-
tro questa materia. La specie dell' elettricita e in
tutti i casi la positiva. Per ultimo il mctodo della
pressione esercitato sul disco metallico inverniciato
da per risultato che il disco si elettrizza in meno
compresso contro il felti-o, c lasciato stare per piu
ore sul piatto dell' elettroforo da segni di elettricita
positiva. Esposti questi fatti , 1' autorc nc deduce
pareccliie conclusioni, le une applicabili alia tcoria,
le altre alia pratica. Alia tcoria si riferiscono le
seguenti. i . 1 metalli e 1' avorio sono idioelettrlci
al pari dell'ambra, del vetro, dello zolfo, della
cera spagna; ne sussiste la scarsezza di potere idio-
elettrico creduta dai fisici esistere nei metalli e in
gencrale nellc sostanze defcrenti in confronto delle
coibcnti. Tutta la difficolla consisteva nell' indovi-
75
narc la soslanza clic avessc coi metalli im talc rap-
porto fisico-chimico clic posta con cssi in conflitto
meccanico, nc risvcgliasse la maggior cjuantita pos-
sibilc Ji fliiiflo clcttrico. Una talc sostanza csscndo
scopcrta ncl taffetta, vienc con cic!) risoluto il pro-
blcina dclla compiuta clcttrizzazionc dci metalli.
a.° Come il taffetta e il piii valido cccitatore del
fluido clcttrico nci metalli ed in gcnerale in tutte
Ic sostanzc dcfcrcnti, cosi il fcltro c il piii oppor-
tuno strofinatorc per Ic matcrie coibcnti, 1' ambra,
la ccra spagna, lo zolfo, gli strati resinosi ccc. ecc.
S.** I corpi sfrcgati di poco lianno una particolare
tendcnza a riacqiiistare la prcccdcntc clcttricita,
scbbcne siasi cambiata la natura fisico-cliimica della
materia strop ice iaute. 4-** La specie dell' clettricita
clic si sviliippa dai metalli ncl loro sfregamento
co'varj corpi dipende dalla spcciale natura dci corpi
cimeutati; pex'cio non e admissibilc 1' opinione del
De-La Rive che la clettricita positiva clie si appro-
p/iano i metalli collo sfregamento debba esscre at-
tribuita all' ossido che ne ricopre con leggcrissimo
velo la supcrficic. Gli ossidi puouno bensi mode-
rare la IcggCj ma non cambiarla. S.'* L' operazione
dell' elettrizzamento dci corpi per mezzo dclla pres-
sionceampliata a qualcuno a cui non 1' applitarouo
nc Libcs, ne Haily, ne Becquercl. 6." Anzi il modo
di conipritnerc 1' avorio contrO il fcltro genera uu
76
tale elettricismo, clie non e bisogno di ricorrerc ad
un fino e delicato misuratore della tensione clct-
trica per dimostrarlo , ne occorrono piu contat.ti,
come succede nelle sperieuze francesi ed in partico-
lare in quelle di Bccquerel. 7. Nella pressione dei
mctalli si hanno spesso indizi di elettricita senza
che vi sia adesione tra Ic due superficie poste a
contatto; il clie contraddice all'Haiiy, che ammette
r adesione per condizione indispensabile alia riu-
scita di simili sperienze. 8. Molte sostanze divcnta-
no clcttriclie lasciandole semplicemente stare per
qualche tempo sovr' altre materie di differente na-
tura; tantoclic si puu stabilire non esservi condi-
zione meccanica clie non turbi l' cquilibrio clcttrico
ae'corpi. Alia pratica possono poi risultare qucsti
vantaggi. i.<> L' essersi conosciuto come si possano
rcndere fortcmentc elettriclie colle sfrcgaturc Ic so-
stanze piu famigliari e comuni fa che si abbiano
scmpre ammaniti de' piccoli apparecchi elettrici; il
die facendo abilita di sperimentare presso a poco
con tutto cio che cade in casa sotto gli occhi, puo
cssere alia gioventu un potente incentivo alio stu-
dio della fisica. 2. In molti casi diventano inutili
i condensatori, per questo che anche ne' corpi i me-
no idioelettrici si puo indurre un tal grado di ten-
sione elettrica, che di leggeri si manifcsti ai consucti
strumenti misuratori dell' elettricita. 3. Volendo
77
rsplorare la specie Ji clcttricita cl\e turba 1' cquLli-
brio cicltrico d' uu coi-po , una penna da scrivere,
uno scudetto di metallo o d' avorio sfregati col taf-
fetta possono procurare un elettricismo positive piu
intense e duicvolc di qucUo che si otticue col ve-
tro. Un disco mctallico invcrniciato c sfrcgato col
fcltro puo somminislrare il fluido elettrico ncgativo.
4- Le csposte esperienze mcttono, per cosi dire, alle
niani un nuovo appareccliio di fisica. Cosi p. e. ,
con un disco di metallo ed un pczzo di taffetta si
otticue uno stromento assai piu semplice e coraodo
dcir clettroforo, cosi volendosi avere una carica elet-
trica resinosa, basta stropicciare il disco a vernice
contro il fcltro per ottencre 1' intento, cosi d' uno
stromento da toelctta si puo fare uno stromento
di fisica sostituendo alio speccbio di cristallo uno
speccbio di bronzo, e questo eletlrizzando con un
pezzo di taffetta.
Oltrc i mctalli , i legni e 1' avorio fece 1' autore
soggclto dclle sue clettricbc esplorazioni le pietre
ed alcune sostanze animali; delle quail esplora-
zioni i risultamenti vcnncro da lui csposti nclla
sceonda Memoria, ove e dcscritto altrcsi un nuovo
elettroscopio da lui congegnato , di cui fu 1' idea
occasionata dai nuovi fatti scoperti. Segucndo Tor-
dine dcUa Memoria noi rifcriremo dapprima i fatti
spcllauli alia clcUricita Utile pictrc, iwi quclli
78
cTie rlguardano le sostanze animali, e per ulti-
mo la descrizionc del nuovo clettroscopio. L' aga-
ta, la calcedonia, il ciottolo o diaspro d' Egitto, il
diaspro , il diaspro sanguigno , il giallo antico , il
lapis lazzuli, la lavagna, il Icgno agatizzato, il mar-
mo di Carrara, il marmo granitico di Corsica, il
marmo saravezza, 1' occliialino di Vallecamonica, la
pietra del Labrador, la pietra ollare, la pietra di
paragone, la pomice, la selcnile, il verde anlico, la
volpinite furono tra le famiglic dcUe pietre i corpi
csperimentati dall' autore col metodo dello sfrega-
mento, usando ad eccitarvi 1' elcttrico, oltrc le so-
stanze adoperate a quest' effctto coi metalli, coi legni
e coU'avorio, anclie illegno, cd in particolare I'abetc.
Tutte qucste pietre diedero indizi di elettricita; ma
BOn tutte le sostanze adoperate per la fregatura
sono acconcie egualmente a svcgliave in ciascuna il
fenomeno elcttrico. L'agata, la calcedonia, il dia-
spro, il lapis lazzuli e la pietra del Labrador di-
ventano elettrici col taffetta, col feltro, coUa seta,
coUa lana , ma col taffetta piu che coll' altre so-
stanze : la lavagna si elettrizza pur essa coi mede-
simi corpi sfreganti, ma per clcvare la sua tensione
al massimo grado conviene adoperare il feltro. II
marmo di Carrara e 1' occhialino si elettrizzano col
taffetta, col feltro, col legno di abetc e di rovere ed
anche col larice, sebbene con quest' ultimo legno
79
r clcttrizzazlonc non sia chc appena sensiLile: ma
il taffctta c prcmincntc sopra gli altri corpi sfrc-
ganti. II marmo granitico di Corsica acquista uu
forte elcttricismo col taffctta, col fcltro e coll' abete,
ma pill col taffctta c coll' abcte clie col fcltro. La
pictra ollarc si elettrizza in conflitto col fcltro e
colla lana grossa; la pictra cli paragonc non divcnta
clettrica die col fclti'o, la pomice si elettrizza col
felti'O c col taffetta, la selenite prefcrisce alia pro-
duzione del fenomcno il fcltro, sebbcnc si clettrizzi
ancbe col taffetta ; il diaspro d' Egitto , il diaspro
sanguigno, il giallo antico , il Icgno agatizzato , il
marmo alberino, il marmo saravezza, il verde an-
tico e la volpinite si fanno elettrici sfrcgati col Ic-
gno d' abcte. La tensione clettrica e poi varia assais"
simo in tutti qxicsli minerali; parecclii non danno
clie deboli segni di elettricismo , mentrc alcuni si
clcttrizzano a grado clie facilmente scintillano : il
diaspro manda la scintilla col taffetta, la lavagna
col taffetta c col fcltro, il marmo granitico di Cor-
sica col taffctta 6 r abete, I'occbialino di Valleca-
monioa col taffetta, la selenite col feltro. Non esscn-
do pcro le pietre buoni deferenti , avvicne che il
fluido clettrico non iscocclii tutto ad un tratto e
che la scintilla sia miiiore di quello che compor-
terebbc la tensione del mincrale. Avverte quindi
r aulorc chc volcndo chc la scarica si faccia per
8o
intierOj basta armave (I'una sostanza mctallica I'una
tlclle superficie della pietra , cioc quclla che non
viene stropicciata. La specie dell' elettricita i varia-
bile in generale secondo il rapporto Gsico-cliimico
che passa fra il corpo sfregantc c lo sfregato. L'aga-
ta, la calccdonia , il diaspro , il marmo granitico,
r occhialino, la pietra ollare e la pomice acquistano
r elettricita positiva col taffeta e la negativa col
fcltro. La lavagna acquista la positiva, come all'or-
dinariOj col taffctta, e la negativa col feltro, ed altresi
colla seta c colla lana : la pietra del Labrador i
sempre positiva, sia che si stropicci col taffetta, sia
che col feltro : il lapis lazzuli e la sclenite sfregati
con queste due sostanze sono invece sempre nega-
tivi. Le singolarita piii notabili appajono nello stro-
finamento reciproco delle pietre c dei legni, essen-
doch sul
disco marmoreo si appoggia ttn disco d' abete di
egualc gi'andczza, dal cui ccnti'O sorge un mauico
di vetro. invernicialo, clie dcve servire ad isolarc il
legno a talento dell' csperimentatore. A ciascuno dei
due dischi i innestato un filo metallico, il cui uffi-
zio verra or ora couosciuto. Sotto una campana di
vctrOj posta sovra una base di legno, sta sospesa ed
isolata una foglia d' 01*0, come ncU' elctlroscopio di
Bohnenberger. Alia destra e alia sinistra della fo-
glia tvovasi una laminetla d' argcnto, alia cui base
va unito ad aiigolo retto un cilindro dello stesso
mctallo, sporgentc all' infuori dalla campana di ve-
tro e formante in unionc colla laminelta una spe-
cie di squadi-a d' argento. Mediante un' apposita
scannellatura, cntro la quale possono scorrere i due
cilindri, anclie Ic due laminette con essi congiunte
e formanti due squadrc d'argcuto, sono mobili, e
85
possono quindi con tntta facilita PSROir avvicinatc
ed allontanatc ilalla foglia J' oro ad immagine dclla
pila a sccco nell' elcttromctro di Bohiienhcrgcr. Lc
due squadrc non hanno alcuna comunicazione clet-
trica col suolo; nia 1' unn di esse devc oomunicarc
col disco di marmo e Taltra col disco di legno ,
mcdiaiitc i due fili mctallici til sopra indicati , i
quail partendo dai due discJii in cui sono inncsta-
ti, si atlaocano allc due ■cstrcmita dci cilindri d' ai--
gcnto. Per quanto appartiene all' uso dell' istromen-
to, s' imraagini , per conoscernc il modo, di volor
esplorare se un da to corpo sia carico d.' elettricita
c di quale specie. Girando alquanto il disco di le-
gno sul disco di marmo , questa opcrazione fa si
che il marmo si clettrizzi in piu, ed il legno in
meno] bcnclic qucsto stato cletlrico rimanga dissi-
mulato finche il disco vegetabile resta in contatto
del disco minerale. Ma sollevandosi il legno, succe-
de tosto che la lamina d' argento comunicante col
marmo diviene positiva, c 1' altra lamina die comu-
nica col legno acquista 1' elettricita contraria, cioe
negaliva. Appressandosi poi alia foglia d' oro ini
corpo qualsiasi ncl quale sia tanto o quanto tur-
bato r equilibrio elettrico, cssa foglia si muovc, c
da indizio della presenza dell' elettricita o positiva
o ncgativa. positiva cioe s'essa si vedra piegare verso
la lamina ncgativa, c ncgativa s' cUa picghera verso
86
la lamina contraria, cio^ verso la positiva. Colloca
I'autore questo nuovo elettroscopio fra i migliori
misuratori della eletti'icita , e non dubita di asse-
rire che nella sensibilita vantaggia lo stesso elettro-
metro di Bohnenbergei' , osservando die piu estesi
e variati effctti si possono ottenere dal nuovo istru-
mento che non dal predetto elettrometro, per que-
sto die oltre al potersi accrescere e diminuire la
distanza fra le laminette e la foglia d' oro a pia-
cei-e di dii sperimenta, se nc puu rendere la ten-
sione piu o meno forte , dipendendo il grado di
questa dal minore o maggiore sfregamento die si
opcri fra i disdii di marmo c di Icgno. Tale ^ il
complesso dc* fatti scientifici esposti dal prof. Pe-
rego nelle due memorie die abbiamo per le mani.
Con qucsti sperimenti 1' egrcgio iiostro socio pro-
segue fclicemente nel lodabile assunto in ch' egli
entro gia sino dall' anno scorso colle sue spericnze
sul mercurio, di sopperire alle imperfezioni in die
tuttora si trovano le teoric clettridie, malgrado le
tante e mirabili scoperte che da ua sccolo in poi
si sono andate facendo in questa parte delle fisiclie
scienze.
Fedele del pari air incarico preso insin dall'aprirsi
de' congress! scientifici d' Italia fu I'altro nostro
collega dottor cliimico signor Attilio Ccnedella, il
quale, fattosi appo 1' Ateneo relatore delle letture
I
»7
c disciissioui sogultc in quelle filosofichc aduuanzc
nclla parte dcUa scienza che piii dappresso appar-
tienc agli spcciali suoi studj , siccomc negli aiini
passati iu sul principiare dclle nostre tornatc si
prescnlu col rapporto degli alti delle assemblce di
Pisa c di Torino , cosi ncl presente riferse i la-
vori della italiana sapienza nella sezione di chi-
niica del fiorentino congi'esso. Volendo seguii-e il
costume altre volte tenuto, noi dovremmo, siccome
fccimo de' rapporti precedent! del signor Cenedella,
cosi fare altresi del presente, registrandone in que-
stc pagine il contenuto. Ma fatto riflesso che -gli
alti generali di qucgli scieutifici congressi, che ad
opera e cura dei loro scgretarj si vanno periodica-
mente pubblicando, contengono di che soddisfare
ainpiamente nel proposito, noi abbiamo creduto po-
terci tcncre, siccome ci teniamo d' ora in poi, di-
spensati dal cio fare; il die tanto piii crcdiamo
potcrci permettere quantoclie volendo qui riportare
la rclazione del signor Cenedella, oltrcche non fa-
remmo che prescntare al lettore cio che pu6 tro-
vare negli atti del congrcsso, costretti dalla natura
della materia e dal metodo di tutlaconcisione ond'i
la rclazione compilata, non polremmo far altro die
ripetcrla prcssochc tcstualmcnte.
Dai consucti soggctli di sua prcdilczionc , spet-
lanti alia speculaliva, auzi trasccudcutalc filosofia,
88
non devio parimenli 1' abate Arciprcte Francesco
Riccobelli. 11 discorso da lui quest' anno dettato
snlV originale principio di forza h una continuazio-
ne e sviluppo d'altra Memoria clie in altri tempi
ei produsse intorno al principio di causalita (Vedi
Comm. dell'Ateneo per I'anno iSSj ), e nuovi ar-
gomenti produce per dimostrare Torigine e la cer-
tezza di questo principio contro le sccttiche con-
clusioni di Spinosa, di Berckley, e particolarmcnte
di David Hume , dirette ad annullare la relazione
tra causa cd effetto, che e quanto dire la nozione
e il fondamento d' ogni realita. Dall' analisi dclla
sensazione, considcrata siccomc interna modificazione
riflessa clic nell' io senziente fa nascere il concetto
di un' esterna potcnza, avea 1' autore nella prima
sua Memoria dedotto I'origine e il fondamento del-
r idea di causalita; dall' analisi di un altro interno
fenomcno la deduce in questa seconda, cioe da quclla
della volonta , considcrata nell' azionc dell' io vo-
lente sopra i propri organi, vale a dire nel conato
avvertito e riflesso di csso io j diretto a produrre
alcun movimento ncl proprio corpo, stabilendo che
per conoscere ia modo assoluto la necessaria rela-
zione che corre tra operato ed operante, tra causa
ed effetto, non 6 da uscirc da noi raedesimi , ba-
stando all' uopo rifletterc sopra di cio die noi com-
prendiamo in noi medesimi per evidenza di senti-
89
mciito. « Poicli(5 ( cgli dice ) sc Jail* intcrno vario
« sciitirc riflcsso scorgiamo clie per ignota potenza
« qualcosa iu noi succcde e si crea , quanto piii
« vivamente non si scnte, e piii cliiara non si ap-
« palcsa ncir lo questa interna possa di forza ogni
« volta chc noi adoperiamo , per cosi esprimermi,
« di mcttcre a prova il me col mej vale a dire
« quaudo noi avvertentcmcnte vogliamo produrre
« in noi stcssi alcun movimento? L' atto del volere,
« c lo sforzo simultauco clie 1' accompagna o lo de-
« termina, denota intcnaamentc cd indubitatamcnte
« una forza che iucomincia I'azione, una causa
« libera clie opera, e che k, assolutamente impossi-
« bile di non attribuire aH'jo opcrante, a se stcsso ».
Dal chc egli deduce che tale concetto origina ( per
usarc di nuovo Ic sue parole ) « precipuamente dal-
« r atto riflessivo pel quale \ lo sente se stesso,
« si conosce e si manifesta a se medesimo come una
« forza agente, una causa che per se iucomincia
« I'azione scnza esscrvi incitata da alcun movente
« estrinscco o de termina to da vcruna allra causa
« fuori deir io, che si sente immedcsimato con quc-
<( sta stcssa forza motrice ( sui juris ) che csclusi-
« vamcnte gli appartiene; c -che pcrciu nou si pud
« in vcruna maniera confondere coi movimenti
<( fisiologici, o con Ic forze dinamiche dcU'organiz-
« zazionc e dcUa vita animalc o puramcntc vege-
90
« tante. Di fatti ( egli prosegue ) riflettendo a quello
« che noi sperimentiamo riguardo alle sensazioni,
« egli e manifesto che in cio ogni sensazione si ri-
ce ferisce di sua natura a spazio esteriore ed a parte
« distinta del corpo organizzato. Cio die non si
(( pu6 assolutamente dire di codesta forza motrice
(( deir/oj la quale non dice relazione a postui-a
(( alcuna di parti, ne si puo in vcrun modo loca-
<( lizzare neppure nella stessa sua sentita attualiti
(( di conato. E certamente nell' atto avvertito di
« volere verbigrazia muovere una mano od un piede
« attribuiremo bensi noi alle mcmbi-a il movimento
« esteriore, ossia la corrispondente simultanea mo-
« dificazione che segue la contrazione dei muscoli,
« ma non mai attribuiremo ad essi la volonta e
« potenza di muoversi, per la ragione psicologica
« che la volonta non differisce dall' lOj e che quc-
« sto zOj il quale vede tutto nello spazio, come
« nello spazio lo alloga, non vi pu6 locare se stesso
« senza essere issofatto ridotto a nulla. Ma bench6
« questa forza interna dell' ioj e causa produttiva
« dei movimenti del corpo, nc alloghi gli effetti
« nello spazio esteriore , non pero per questo in
« lei si cangia la natura di causa; perocche lo
0 sforzo ond' essa muove il corpo ad operare nello
« spazio non e meno immateriale di quello col quale
« dessa attua le facolta intellettuali col pensiero ».
9»
A liar poi mcglio a comprcndcrc qucsta attivita
dell ' iOj riportanJola alia scmplicita nclla quale si
manlfesta alia coscicuza, cgli ossci*va clic nel fatto
della coscicnza il scntimcnto di conato abbraccia
due clcmcnti indivisibili, bcnchc diversi c dislinti,
cioc la determinazionc della volonta operante e la
sensazione muscolare, e clic questa a quella h suo
cedanea, bench^ in un attimo impcrcettibilc di tem-«
po] stanteche sc 1' atto del volere non prcccdesse
alia sensaziunc muscolare, allora siffatta sensazione
sarcbbc al tutto passiva, siccomc ogni altra fisiolo^
gica , e come talc non impliclicrcbbe il concetto
della relativa causa o forza produtlricc, c d' altra
parte se la sensazione, che e quanto dire reffetto,
non succedcsse all' atto del volere , non potrebbe
esscre conosciuta la causa, o alnieno come tale non
esistercbbe rispelto alia coscicnza. Conclude per tan-
to clic il nesso dei due termini di questa primiliva
relazione di causa ed cffetto, il nodo necessario che
Icga r effetto alia causa, c fa clie l' un dato sia con-
scguenza infallibiledeiraltro, consistc nel scntimcnto
del conato deH'iOj che volendo impera quel tale
moviraenlo nei muscoli con la corrispondcnte sen-
sazione muscolare. Stabilendo poi Hume nelle sue
ricerchc scctlicbc il potere della volonta influentc
sopi'a gli organ i corporei non esscre clie un fatto
conosciuto per la espcrienza, come ogni altra ope«
92
razione della natura esteriorc , a dimostrarc 1' in-
sussistenza di una tale proposizione e la diversita
clie intercede tra un' azione della volonta o dell' io
ed un' operazione della natura fisica , 1' autore os-
serva clie laddove trattandosi di rappresentazione
di un fenomeno del mondo esteriorc puo nascerc
dubbio sulla realita dell' obbietto, il dubbio e asso-
lutamente impossibile trattandosi dell' intcrno ac-
corgimcnto del potere cbe la volonta dispiega e Yio
si attribuisce nell' attualita di esercizio, essendo in
ci6 r io a se stesso forma ed oggetto; cbe un sen-
timento originale di foi'za dee quindi spontanca-
mente sorgere nell' io j il quale sentimcnto, senza '
essere prodotto ne dipendcrc tampoco da alcun se-
gno di fuori, divipne il tipo naturale di ogni idea
di forza estei'iorc; cbe meutre nclle espcricnze dei
fatti esteriori la persuasionc cbe un tale fenome-
no, un tal fatto abbia a succedere a tale atto cbe
Io precedette od accompagna, h sempre in ragione
diretta del numero dcgli cventi , la replica invece
di movimenti volontarj degli organi corrispondenti
agli sforzi della volonta, non aggiungc alcun peso
al convincimento della effettiva relazione cbe lega
quelli a questi , essendo 1* obbcdienza inalterabile
degli organi corporei agli ordini della volonta una
verita di sentimento non meno cbe quella della no-
stra esistenza; cbe laddove nella esperienza dei fatti
93
rstoi-Iori non c Jato tli prcvctlcre 1' effctto nella
Piicrgia dclla causa, prccisamcnlc perclic »oi cstcr-
namentc non vcggiamo clie I'cffetto scnza potcmc
in vcruna nianicra scorgere la cfBcienza ncUa causa,
al contrario nella cspcrienza intcriore clie dipcndc
dalla cfGcacia dell' lo chc iugencra i movimenti
estcrni noi scorgiamo 1' effctto nel punto stesso che
in noi scntiamo opcrare la causa; sicche appren-
diaino ben tosto a prevedere con ccrtczza il fatto
del movimento nella cnergia della causa die e I'io.
L' csscrci poi ignoti i mezzi pci quali 1' io volente
comunica il movimento agli organi corporei , cio ,
per avviso dell' autore, non chc rendcrc incerta la
rcalc esistenza della causa o menomamente sccmarc
r interno sen ti men to del potcrc clie abbiamo di
muovcre, pi-ova anzi di piii chc il moto non pu6
csscrc cffetto di una causa materiale, e che per con-
scgucnza tutti i movimenti della materia per inva-
riabili, costanti e duraturi che sieno, non possono
esscrc chc comunicazioni successive, e quindi tutti
insieme effctto di una causa prima e assoluta, di
una primitiva forza motricc, di una causa da cui
tuttc Ic altre dij>cndono nell' ordine assoluto dclle
creazioni e dcgli esseri. Che poi qucsta causa non
sia da confondere colla semplice ragione sufficiente,
r autore dimostra osservando chc col solo principio
della ragione sui'licieutc uon saiebbc possibilc alia
94
mente, per quanto alto salisse nclla serie de' feno-
meni, di arrivare sino al coucetto di uua superiore
forza intellettiva ed operante per infinita potenza
di volonta; che invece non si avrebbe die un' idea
astratta di successioni senza cause, un termiue ge-
nerale indeterminato, una incognita X, il cui va-
lore per ultimo si risolverebbe in soli fenomeni di
un medesimo ordine, in fatti di una stessa specie
senza indicazione alcuna di una forza originale, di
una causa primitiva ed assolutamentc efficienle;
cte quindi il priucipio della ragionc sufficiente,
non e che la caratteristica delle cause particolari e
seconde, da non confondere percio con 1' originale
principio di vera causal ita; cbe per conseguenza la
ragione piena degli eventi e delle cose si cerchera
sempre invano nci particolari, essendo essa proprieta
esclusiva dclla causa prima universale ed assoluta,
dalla quale sola ripetono origine e conservazione
tutti gli stati delle cose dal primo sino all' ultimo
anello della immensa catena della creazione. Dalle
quali cose tutte egli deduce clie il primo principio
di forza in noi si appalesa per la coscienza che
abbiamo dell' attivita libera dell'ie volente, il quale
sente in se stesso il potere di agire, come sente
di esistere, e che poi da questo sentimento che ha
1 io del suo potere sulle proprie azioni e movimenti
organici dcriva in noi per via di una argomenta-
i
95
zionc Jal piii al mcno altrcsi la nozlonc cKc tutlc
Ic azioiii, fcnomcni, avvcnimenti della materia in
particolarc c in gcncralc, succedcntcsi ncllo spazio
e nel tempo , in ultimo debbono necessariamentc
(Icrivare tla una forza intrinscca , da una potcnza
assoluta, da Dio; c conclude in qucsto importante
corollario, die tutte le scicnze naturali e religiose
si rannodano e collimano alia scienza della realta
dellc forze, la quale insegna clie in fine ( siccome
egli dice ) « la i-agione suprcma ed ultima delle
<( cose 6 in Dio, causa causorunij ch' ei solo nel suo
« intendimcntoabbraccia la universalitadeirappor-
« ti di tutte le cause seconde, di tutti gli esseri
« in termed], che e modello e fonte indeficiente delle
« idee eteme, prototipo del vero, del bello , del
« buono assoluto e di tutto cio che *vi ha di mi-
it gliore ».
96
LETTERE
Alia parte letterai"ia della nostra relazionc dare-
mo cominciameuto analogo a quello dclla sezione
scientifica , ricordando per primo 1' elogio dcttato
dal cav. Francesco Gambara sotto il modesto titolo
di cenni intorno alia vita del contc Paolo Tosi.
Benche fossero questi cenni destinati pel pubblico,
non voile 1' autore consegnare il lavoro alle stampc
prima d'averlo prodolto nella letteraria famiglia,
di cui I'enccm^ato visse cosi spettabile pai-te; con
che egli venr,(j ad adempiere in precedenza alle veci
del Segretano , a cui per ufficio appartiene la ri-
cordazione dei defunti fratelli. Ma legato com' e il
conte Gambara d' antica ospitalita e intrinsichezza
colla famiglia dell' ottimo Tosi , ottirao egli stesso,
a nessuno meglio che a lui si conveniva di spar-
gere questo tribute di fiori sulla tomba dell'estin-
to, dipingcndone 1' indole egregia e gentile, e la in-
temcrata e prospcra vita, vissuta ncl ciilto costantc
cd assiduo del bello, dell' utile, del buono. L' elogio
^ intitolato alia nobile donaa, cbe destinata contro
voto a sorvivcre alia piu cara meta di se stessa ,
fra Ic assunte gramaglie c la solitudinc delle vedove
soglie non conosce conforto che nelle pubblichc ma-
nifestazioui d'ouoraiiza e di doglia ondc e prose-
97
guita la memovia del pcrJuto consortc, c piii an-
cora nella santa speranza di ricupcrarlo per scmpre
ncl ciclo.
Altra fatica biografica del contc GamLara sono
Ic notizie intorno alia vita di Lodovico Mauin, ul-
timo Doge di Venezia. Nacque Lodovico Mania del
1726 in quella metropoli, e del 1802 vi compi la
carriera dc' suoi giorni. Fu la lunga sua vita illu-
strata da molte e gravi magistrature insino alia su-
prenia dello Stato , conferitagli del 1789; ed e la
sua memoria raccomandata all* istituto di pubblica
beneficenza in Venezia, che da lui fondato con atto
muuifico di ultima volonta, da lui si denomina. Ma
cio che collega alia storia il nome del Manin 6
r esser lui stato testiniouio e partecipe della caduta
di Venezia, e I'aver nclla porpora ducale assistito ai
funerali della regina dell' Adria. E pero I'autore,
dottissimo come c nclla storia delle cose nazionali
c coctanec, si consiglio opportunamente di nobili-
tare e arricchire il suo soggetto aggiungendo alia
scarsa messe di notizie che offre la vita del Manin
la storica esposizione delle cause che dopo quattor-
dici sccoli di possanza c di gloria decisero il fate
supremo dell' italiana Cartagine. Nel quale racconto
consistendo per la massima parte il lavoro, questa
biogi'afia del Mania pu6 somigliarsi alia dipintura
di un ritratto iu cui la maesta "della cornice ga-
7
98
reggi colla importanza clclla tela, c lo splcntlorc
degli accessor] colla enlita del soggetto. Dalla inet-
titudine de'consigli, troppo deboli e incerti verso
la nuova natui'a de' tempi e la violcnza delle cir-
costanze a cui bisogiiava far fronte, ripetc I'autore,
concorderaente cogli altri storici, la prima e prm-
ripale cagionc di quel grande avvenimento dell'eta
nostra. Cominciava Fanno 1792, c la guerra susci-
tata dalle rivoluzionarie procellc di Francia rumo-
reggiaya alle portc d' Italia. La neutralita armata
era il partito che nelle precedenti gucn'C d^ Italia
del 1700, 1733, 1746 fu preso dalla repuLblica di
Venezia, c un' alleanza oflensiva e difeusiva contro
la Francia era la proposizione clie nel predctto
anno venne a lei fatta dalla cortc di Torino, col
tacito appoggio dcU' Austria , rinnovata nelV anno
niedesimo dalla corte di Napoti, c dircttamente
promossa da qucUa di Vienna. Ma parte per le ami-
clrevoli relazioni colla nuora repubblica di Francia,
gia stata dal Senato riconosciuta, parte per creder
troppo lontano il pericolo die i Francesi, sgomi-
naudo gli eserciti Austro-Sardi, potessero irromperc
dal Piemonte nel Ducato di Milano e da questo
innoltrarsi fino ai conGni Veneti, nc I'uno ne I'al-
tro di questi partiti venne abbracciato. PSe di que-
sto fu paga rindoleuza di coloro a coi spettava
pvovvedcrc alle pubblichc sorti; imperocchi la Coa*
99
sulta (li Stato. composta del Doge, de'sci consiglieri
costituonti la Signoria, dei trc capi del Consiglio
dei quaranta e de' ciuque primi miuistri dclla re-
pubblica, detti Savj grandi, per impedirc che venis-
sero propostc in Scuato misure d' armamcnto, e in
parlicolare la neutralita armata , pensu lo strano
ed improvvido ed illcgale spediente d' impcdire clic
a cognizione del Senato venissero gli avvenimenti
della gucrra ai confini d' Italia, e tuttocio che aver
potcssc relazione ai pcricoli della Lombardia, e quin-
di dclle venete provincie. II quale funesto partito
venne mandato ad effetto mcdiante il supremo tri-
bunale dcgli inquisitori di Stato, da cui venne or-
dinato a tutti i rappresentanti della repubblica
presso le corti straniere e a tutti i capi di pro-
vincia in terraferma, chc qualunquc loro dispaccio
sulle cose di Francia e dclla guerra diretto al Se-
nato dovesse essere occluso in sopraccoperta con in-
dii'izzo ai capi del Consiglio dei Dicci , dai quali
venivano poi i dispacci rimessi agli inquisitori, cbe
soli avevano la facolta d'aprirne il suggello, e se-
condo chc loro pareva , d' altri permettevano alia
Consulta r intero rapporto al Senato, d' altri si
concedea solo in parte la comunicazione, d' altri la
s' impediva del tutto. Li conseguenza di questa al-
ti'cttanto arbitraria quanto malaugurata dctcrmi-
nazione, il Senato, al quale appartcneva per istituto
la somma Jd governo, era, almeno nfficlalmente^
tenuto air oscuro di tutto cio cLc piii spcttava alia
salute dello stato, ed in consegucnza di qucsta igno-
ranza in cui restava il senato, vane riuscirono le
rappresentanze clie andava repllcatamcnte facendo
il mini&tro della repubblica a Parigi, Rocco Sanfer-
mo, e poscia raUi*o ministro Alvise Qucrini, sosli-
tuilo al Sanfermo improYvisamentc ricliiamato ,
vana la proposta d' alleanza colla cortc di Prussia
fatta al Qucrini dal residente di essa corte a Pa-
rigi, vana V offer ta della provincia di Bergamo, di
armare a proprie spcse quindicimila uomini oltv«
il proprio contingente, die venne per deputazione
pi'escntata in Yenezia al Doge e alia Signoria, ma
non venne yiferita al Senato. « Errore impci'dona-
»( bile (osserva 1' autore ); giacche non v'ha dubbio
« clie per devozioae, per affetto od amor proprio,
<( r esempio dei bergamascbi sarebbe stato seguito
« dalle altre Provincie di TeiTaferma, ed il Gover-
« no veneto avrebbc avuto una massa imponente
« di sudditi armati a sua difesa ». Intanto i fran-
ccsi irrompcvano rapidissimi dall'Alpi in Piemoiite,
e dal Piemonte in Lombardia. Dalla battaglia di
Montenotte aU'occupazione di Peschiera, fatta dagli
austriaci in ritirata , non passava clie 1' intervallo
di un mcse e mezzo. Non avendo la repubblica in
Bergamo, Brescia e Verona foi-za aimata con cui
lOI
soslcncrc la nculralila violala dall' Austria coUa
momcntanca occupazionc di quclla fortezza o coa
cui far froutc ai vinritori, dovetlc conccdcrc anclie
ai franresi 1' occupazione del tcrritorio ncutrale, ri-
ccveiuloli ncllc piazze e fortezze, dividcudo la guar-
dia di qucstc coi soldati di Fraueia, lasciando die
labandiera tricolare s' innalbei-asse a fiancodi quclla
di s. Marco, e raccomandando ai Govcmatori dcllc
provincic di osscrvarc i modi piii urbaui e amiclie-
voli verso i gcncrali franccsi, d'inculcave ai sudditi
la soffcrenza e la moderazione, e di contcncrsi iu
ogual modo clie verso i gcnerali francesi anche verso
agli austriaci, sc la sorlc dell' armi li riconduccsse
sulle terre della repubblica, per non dar molivo ne
air una nc all' altra potenza bclligcrante di qucre-
larsi di parzialitu. L'cntrala dci francesi vincitori
in Verona, successa il primo Giugiio 1796, parve
scotcsse alquanto il letargo dc' veneti padri; poirbe
per deliberazionc del Prcgadi, radunato il due Giu-
gio, si richiamavano a Venczia tuttc le navi c ga-
lerc del Lcvanlc, si davano pressauti ordini al ge-
ncralc Qtierini iu Dalmazia per arruolanicnti di
truppc, ed altre raisurc con queste si prendcvano,
tutte peru unicamente dirette alia difesa della me-
tropolis c quindi cagione di malconlento nclle pro-
vincie di Terraferma. N«i ccssavano intanto di farsi
pill scmprc disaslrose le sorti e slringeuli i pcricoli
della repubblica. Bei'gamo, poi Brescia, poi Crema si
staccarono dal suo dominio per ribellione promossa
e favorita dai francesi. Poco stante Verona, iiisorta
contro gli occupatori, veniva da essi bombardata,
saccbeggiata e teniita in conto di citta conquistata;
alia perdita di Verona per entusiasmo di fedelta,
tenne dieti-o quella di Vieenza, di Padova del Po-
lesine, del TTivigiano, del Friuli per rivolta fomen-
tata dai franeesi; tantocbe inbrevi giorni il dominio
della repubblica si vide ridotto al solo cstuario.
Per colmo di calamita sopravveniva la dicliiarazionc
di guerra, fatta da Bonaparte alia repubblica ncl-
I'Aprile del 1797 c pretestata da varie accuse ap-
poste alia repubblica, e fra queste particolarmentc
dalla insurrezione di Verona. Si mandavano a Bo-
naparte deputati, clie venivano da lui male accolti
ed appena ascoltati. All'annunzio dell' csito infe-
lice della dcputazione radunavasi invecc del Senato
ununionej come venne chiamata, de' principali ma-
gistrati della repubblica, die deliberassero a squit-
tinio segreto sul da farsi; si spargevano voci che
i francesi gia stavano all' entrata dell' estuario e
che avcvano incominciato le prime ostilita : 1' agi-
tazione e lo spavento facea fra i membri di quella
uuione proporrc il richiamo di qualunque forza
posta a difesa della cilia , proposta che forsc tro-
vava ascolto, se non era la fei-mezza c la cloqucuza
i
to3
»li Guiilo Eriz-zo, chc faccndonc conosccrc rimpru-
rabili applicazloni, che fu pel Dawy la traccia chc
lo condussc a scopiirc con tanta sua gloria e ecu
lanla ulilita dcUa scicnza la natura mclallica dcgli
alcali e delle terrc, chc fu il vero cd uuico fonda-
mento di quell' arte galvanotipica dalle cui opera-
zioni tanta rinomanza a' di nostri raccolscro Jacobi
e Do la Rive, c clie materia di sconforto, anzichi
di enconij c d' onori, fu invece al Brugnatelli , Ic
cui originali c profondissime idee vennero giudicatc
piu presto sogno di mente immagiuosa clic frutto
di esatte e mature espcricnze. Alia anzidctta me-
moria , si feconda di utili applicazioni e risulta-
menti, altre in gran numero l' insigne chimico ne
fece succcdere; fra le quali ricorderemo col suo en-
comiatore qucUa specialmente che fa sino dal suo
comparii-e ed e tuttavia tenula per classica , spet-
tantc ai conduttori elettrici , i-estringendoci a dire
in gencre dell' altre moltissime, ch' esse forraano la
principale ricchczza delle opere periodiche sopra
nominate, e di quella che prese il Brugnatelli a
pubblicare nel 1808 sotto il titolo di Giornale di
fisicaj chimica e storia tiaturale j opera famosa in
Italia c fuori, a cui egli attesc fino all' anno di sua
morte ; non senza per6 accennarc particolarmente
la scopcrla da lui fatta dell'acido soverico, quella
deir argeuto fulminantc, quella dell' acido ossalico,
ottcnuto per Tazionc del nitrico suU' acido urico,
ii6
la flimostrata csislcnza di quest' ultimo acido negli
cscremcnti della falena del Laco da seta, c la virtu
disvelata nel carbonate acido di calce di frenare la
soverchia secrczlone dcU' acido urico , ed anclie di
vincerla allorclie apparisce sotto la morbosa forma
di renella, c finalmente la felice applicazioiie da lui
fatta della soluzioue arquosa di cloro a prevenire
la diffusione della rabbia caniua. Oltre le quali
inemorie e trovati ricordercmo la grande sua opera
sulle varic concrezioni morbose cbe formansi ncl-
r umano organismo, ultimo frutto del suo feracis-
simo ingegno, cbe prcvenuto dalla morte egli non
pote pubblicai'c, e die fu poi data in luce col ti-
tolo Litologia umana-^cv cura deU'egregio suo figlio,
prof. Gaspare Brugnatclli, conlinuatorc altresi del
giornale di sopra nominato. Tali in compendio
sono le principali notizic spcttanti alia vita cd allc
opere del Bi-ugnatelli . forniteci dal suo cncomiato-
rcj alle quali noi rcstringeremo la nostra rclazionc,
siccome a quelle clic piu importauo a far eonoscerc
qual sommo opera tore quest' uomo insigne siastato
nella riforma delle scicnze fisico-cliimicbe, inco-
minciata nel secolo scorso. e qual esimio precursore
nelle vie degli immensi progress! cbe fecero queste
scienze nel presente. INIori il Brugnatclli neiranno
1818; cinquantottesimo di sua eta per morbo cbe
lion ben si seppc sc provcnisse da naturale cagione
"7
o (la csporicnza clic ogli avcssc isliliiita sopra si;
mcJcsiino.
Materia d' cucomio atl un altro nostro coUcga ,
il (lottor Antonio Scliivardi, porse uu altro cultore
ilclle scjcnzc, Ccsarc Ruggcri, il quale siccome ai
vantaggi clclla cliimica confcri il Bi'ugnatcUi, cosi,
benclic in minorc niisura, coadjuvo a quelli dcUa
clinica chirurgica. Trovandosi il signor Scliivardi
compita la biografia de' medici illustri Lrcsciani ,
ond'cgli si occupo per piii anni , dalla niedicina
municipale allargando il suo iutcnto alia nazioua-
Ic, s' accinsc ora a dcscriverc le vitc de' medici ita-
liani, c diede per riconoscenza c vcnerazione prin-
eipio all'assunto da quel gia suo maestro. Novita di
leoric, originalila di scrittui'e, ecccllenza di fania non
collocano veramente il Ruggcri fra i primi lumi della
medicina. Ma la vnstilii del sapcre, la fclicita del-
r opcrarc, I'utilita dcgli scritti e de' pubblici inse-
gnamenli raccomandano abbastanza la sua memo-
ria, e registrano il suo nome. se non fra i riforma-
tori, almcno fra i bencmeriti della scienza. Nacquc
il Ruggcri nclla citta di Crema, compi la carricra
degli studi in Pavia , fece la pratica in jNIilano ,
viaggiu in ccrca di cognizioni a Madrid, a Loudra,
a Parigi; tornato in Italia profcsso 1' arte chirur-
gica, c sostennc pubblici ufGzj in Vcnezia, stampo
varie storic di siugolari casi palologici, illuslro
ii8
r opera di Portal sulla nalura e sul trattamento
della rachitide , tradusse ed arricclii il dizionario
enciclopedico di cliii-urgia, cessu di vivere in Padova
del 1828, dopo avcre per tredici anni occupato la
cattedra di clinica in quella Universita degli studj.
La colleganza della biografia coUa storia ci porta
era a far cenno d' un nuovo frutto dell' ingegno
fecondo c vivace del conte Tullio Dandolo , pros-
simo a vedere la luce del pubblico, di cui I'autorc
presento un breve saggio all' accademia e fece per
sun to conoscere il rimanente. i*'/re«2e nei secoli XI J^
e XV ^ intitolata la nuova opera, o studj, come
r autore li chiama , e consta di otto capitoli , il
Palazzo veccliioj s. Giovanni e s. CrocCj s. Maria
Novellttj Careggij il Palazzo Riccardij s. Maria del
fiorCj la Bihlioteca Mediceo LaurenzianUj s. Marco.
II palazzo vcccliio, ovc in perpetuc viccnde di stato
agitossi la fiorentina rcpubblica , porge all'aulorc
materia di parlare di quella torbida democrazia ,
di qiielle feroci fazioni, di quella gran vittima del-
r ire di parti , Dante Alighieri ; s. Giovanni c
s. Croce gli danno occasione alia storia della scol-
tura toscana, e particofarmente fiorentina, da Nic-
C0I6 Pisano fino a Donatello e al Ghiberti; s. Ma-
ria Novella, da cui proemia il Decamerone, lo trae
a parlare del padre della prosa italiana, Giovanni
Boccaccio, c con esso degli antichi costumi di Firenze,
"9
j)rcnicsso uii tratlato tlclla pitlura fiorcntina iiel
Ire c r£ualtrocento , c dc* capi-lavori de' padri di
quclla scuola; Cairggi c il Palazzo Riccardi qucUa
ilic fu villa a qucsto cittadina dimoi'a di Cosimo,
Piclro c Lorenzo dc' Medici, guidano il discorso a
(jucsti uomiui cclchri , coiisidci'ati come ammini-
sti*atori dclla rcpubblica, come fautori dcUc lettere,
come rittadini privati c padri di famiglia; s. Ma-
ria del fiorc conduce alia congiura dc' Pazzi e al
dicciottcsimo concilio ccumcnico , di cui fu quel
tempio tcatro ; la biblioleca mcdicco - laurcnziana
alle lettere fiorcntine e italianc nel quattrocento;
s. INIarco da ultimo al Savonarola , quello spirito
ardenle e severo, clic or santo, or fanatico, or mar-
tire secondo i vari giudizj cliiamato, parve di tutli
c tre partccipare ad un tempo, del santo pe' suoi
costumi, del fanatico per le sue dultrine, del mar-
tire per la sua niorte.
Alia classe degli storici studj si possoiio altresi
rifcrire Ic nuove illustrazioni dclla selva allegorica
di Dante , locubi-ata falica del professor Giuseppe
Picei, in qiianto clic assuulo dell' autore e di mo-
s'rare cbc noji morale, siccomc comuuemeate si
tienc, nc molto meno politico o tcologico e il senso
di queir aslrusa allegoria, ma non allrimenti che
storico, come intravvidc il contc Marchetli, e come
c^li fa opera di piii ampiatucutc provare, valcudosi
120
dei principj ermeneutici posti da Dante medesimo,
delle notizie die si lianno sulla vita del poeta, dclle
sue opere minori , dei passi analoglii della stessa
Divina Commcdia. E innanzi tratto, facendosi dai
principj ermeneutici, dal Convivio e dalla Epistola
dedicatoria del Paradiso a Can Grande della Scala
egli deduce essere insegnameuto di Dante, i.*^ Clie
in fatto di intei'pretazione primo di tutti i seusi
e fondamento degli altri sia il letterale, come quello
che e conforme alia storica verita; tantoclie ove la
lettera secondo la sentenza sia vei-a, cioe contenga
un significato conforme alia verita storica, si dcLba
seguire anzi tutto il senso letterale, e solo si possa
dopo questo trapassare all' allegorico, poi al mora-
le, e per ultimo all' anagogico, ma solo in quanto
possano anclie questi aver luogo. 2.° Che quando
la sentenza non e vci'a secondo la lettera, cioe se-
condo la storia , essendo allora il senso letterale
fittizio, divenla vero in sua vece il senso allegorico,
ed in esso prima che in ogni altro deve cercarsi
la storica verita. 3.° Che trovata la storica verita
nascosta sotto il vclo allegorico, quando la sentenza
di piu non conscnta, non dcbbasi ccrcare piu in-
nanzi. I quali canoni applicando in gcncrale alia
interpretazionc dell' opera di Dante, siecome propri
di lui intendimenti, egli conclude che, se il poeta
medesimo intese che il senso letterale sia storico e
come talc clcljl)a sctnprc antlarc innauzi acl ogiii
altro c clie laililovc il scnso lettcrale apparisca fit-
lizio tlcbbasi ccrcarc la slorica vciita neH'allegorico,
conclude, dissimo, chc ncUa allcgovia dclla sclva e
iicgli cnli clic il pocta vi fingc dehbonsi vcdd'C si-
gnificali cnli vcri c rcali , anzichc mcri simboli
astratli, c clje quindi la sposizionc mox-alc, c cou
cssa la tcologica c in parte eziandio la politica, sia
da reputarsi falsa o pci- lo mono non sia da porsi
come la sola vera , nc come la principalc , e clie
per lo contrario la vera, la principalc c la piu con-
forme alia iulcnzione di Dante sia la sposizione
storica. Cio concluso per le gcncrali in favorc dclla
interprctazione storica, cnlrando nolle particolarita
dclTassunto, passa 1' autore alia coiifutazionc dclla
intcrpretazioni contraric, restringendo le sue argo-
mcntazioni alia morale, come a qucUa nclla dimo-
stra/.ionc dclla ciii insussistcnza cgli considcra in-
cluso il giiulizio da farsi di tuttc Ic altrc. Trc sono
le opinioni circa la sclva allcgorica fra cui si ti'O-
vano divisi gli spositori morali ; la prima clie per
questa sclva abbia Dante voluto significarc i pro-
pri vizi , la scconda che vi abbia simbolcggiati i
vizi di Firenzc, la tcrza vi abbia figurato i vizi
umani. Alia prima npinionc, che nclla mistica sclva
vorrcbbe simbolcggiati i vizi di Dante, c che I'au-
tore, siccome la piii comuuc c la piii ingiuriosa
123
alia fama del poeta, s' applica a combattere con piu
tlisteso discorso, servono in primo luogo di fonda-
mento le parole di rimprovcro clie Beatrice volge
a Dante nel XXX c nel XXXI del Purgatorio, dalle
quali i scguaci di questa opinione inducono che
dope la morte di quella virtuosa arnica egli si fosse
date a' viziosi aniori. Alia quale induzione I'autore
osserva in contrario che la morte di Beatrice avve-
nuta nel 1 290, era un' epoca troppo lontana dal
l3oo, in cui finge il poeta il subito suo smarri-
mento, perche egli potesse qucsto a quella attribui-
re, che egli stesso nel Convito dichiara come a
consolarsi della morte di Beatrice si die tutto alio
studio della filosofia , che per testimonianza del
Boccaccio , suo primo biografo contemporaneo , e
come tale a giudizio di gravi scrittori meritcvole
di esscrc tenuto in gi-an con to, consta che alia
morte di Beatrice succcsse il matrimonio di lui con
Gemma dei Donati , a questo i suoi dissapori do-
mestici, che finirono nel separarlo dalla moglie, cd
ai dissapori domcstici le vicende della vita politi-
ca, che finirono nell' esilio, senza intermezzo di fatti
che accennino a condotta di vita viziosa; che si i
rimproveri sovraccennati di Beatrice , come la sus-
seguente confessione e il pentimento di Dante, ben
ponderandone il senso, riscontransi alia narrazione
del Boccaccio, acccnuando cssi ad un amorc mal
19.3
posto c m.ilc av Ventura to, quale appunlo fu qucllo
chc strinsc il pocta in matrimonio con Gemma, e
alle conseguenze funcste de'pubblici uffizj c del
parcntado colla famiglia Donati, laddovc ritorcen-
dosi quel passo a significazione di altri amori e di
altri fatli, uou u' esce senso ne bello ne rispondentc
alia verita storica. Uii altro fondamento alia pro
fata opiiiione traggono i seguaci di essa dalle pa-
role di Dante mcdcsimo a Forcsc Donati nel canto
IX del Purgatorio (v. iiS-iiQ ); nellc quali essi
pretcndono accennarsi una vita allegra c viziosa
anzi clie no , condotta insicme dai due interlocu-
tori nei loro giorni di gioventu. INIa 1' autorc non
restringendo il suo esame a quelle sole parole ma
congiungendole a tutto il contesto del lungo dia-
logo tra Dante c Foresc di cui fanno parte, e que-
sto dialogo cliiaraando a sottile e minuta analisi,
intcrpreta invcce chc I'csultanza di Forcse alia vi-
sta dcir amico e congiunto, il suo insistente doman-
dare a guisa di clii tenia non ottenere risposta, poi
il contcgno riscrvato e la tristczza di Dante, il suo
continuo schermirsi dal dire il vcro di sc , il suo
rifuggire dalla grave ricordanza dcUa comune affi-
iiita cd amicizia , la noja della vita e il desidcrio
dclla mortc ch'cgli dimostra e per ultimo la prc-
dizione del supplizio di Corso Donati , tutto cio
mostri 1' animo del pocta signoreggiato prima chc
124
da niuii altra cosa tlal pensiero dclle sue pi'cscnli
miserie e dallo sdegiio coutro la casa dei Donati ,
cagione de' suoi privati e de' pubblici dauni; clie
I'acerba invettiva di Forese contro la sfacciatczza
dclle domic fiorcntine e con qucsta le lodi di Nella
e di Piccarda ripugnano all' idea degli spositori mo-
rali, die in questo dialogo di Dante e Forese con-
tengasi allusioue ad una compagnia di vita viziosa
stata tra i due giovani; clie le parole dei citati
versi 1 1 5 - 1 1 9
a ( sc tu ti rcclu a mcnte
a Qual fosti meco e quale teco io fui
« Ancor fia grave il memorar prescnte ) »
hanno un valore cosi largo e generico, clie il vo-
lerle ritorcere a significare mala vita insienic con-
dotta sarebbe cosa contraria e alia storia c alia giu-
stizia e al buon senso, potcndo per esse intendersi
significata sempliccuicntelarelazione d'affinita stata
fra i due interlocutori per parte di Gemma, affinita
ammcssa da tutti i cliiosatori , e bastantc , anzi,
meglio d'ogni altro argomento, rispondente al con-
tcsto di tutto il dialogo; chc Ic altre pox a que-
ste soggiunte,
(I Da quella vita mi volse costui, »
( cioe Virgilio ) ne per la ragione grammaticale, ue
per r ordine dei tempi nou si possono rifcrirc no
alia vita scandalosa dclle donne fiorcntine, prcnuu-
145
iiata ncl vcrsi prccodcnti, come fanno gli spositori
morali, cosU'ucnJo come sc quclla vita Ji ciii parla
il poeta fosse qucsta stessa scandalosa vita, nc agli
anni clio corscro iiinaiizi alia morte di Forcse, acca-
duta ncl 1295, per questo clie sine al 1290 Dante
non arse di altro amore che del purissimo di Bea-
trice, ne dopo qnest' epoca sine al i3oo non consta
che amasse altra donna tranne quella alia quale
si sposo. Un terzo argomento dclla vita viziosa di
Dante traggono i fautovi del scnso morale da quelle
parole del Canto secondo dell' Inferno dcttc da Lu-
cia a Beatrice per movcrla al soccorso del poeta
« Non odi tu la picta del suo pianto?
« Non vcdi tu la morte clie il combatte
« Sulla fiumana ove il mar non lia vanto? »
Nella quale person ificazione dclla morte non vcg-
gono die il peccato alle prcse coll' anima di lui.
Ma I'autore al contrario, giovandosi dei principj
crmcncutici stJibiliti da Dante medcsirao e di sopra
acccnnati, secondo i quali prima del scnso morale
dee senipre cercarsi il letterale, trova clic il passo
si puu Icltcralmcnte interprctare intcndcndo per la
selva I'esilio del poeta e per la morte clic lo com-
batte la condanna di vera morte contro di lui pro-
nunciata ncl caso cli' egli fosse pervcnuto nelle mani
del coinunc di Firenze, e riscontrando la picta del
Alio fji'anlOj c la fiumana ovc il mar non ha \'anto
colle querele dell' esulc poeta esprcsse nella sua
epistola all'Imperator Arrigo VII, ove di flumi
della confusione, di miscrie di Babilonia c parlato,
bene e lagioncvolmente, a parer dell' autore, com-
parabili ad un mar procelloso clie non ha vanto in.
loro confronto, mentre al contrario 1' espressione del
poeta sai'cbbe stranamente ipcrbolica ove si sponesse
rimmagine della fiumana per la concupisccnza delle
cose terrene, come fanno i seguaci del senso morale ;
i quali, dice 1' autore, a per giunta avrebbero Ao
« vuto avvertirc che ove pur Dante dicendo della
« morte clie lo combatte, avesse intcso a significare
« il pcccato in lotta coll'anima sua, ben lontano
« dal confessarsi al tutto rotto ai vizi come quelli
« vorrebbero , non avrcbbe espresso alia fine che
« qucllo stato che diccsi di tentazione , a cui fu-
el rono provati anche i Santi, e Quegli slcsso
« Che fu de' Santi il Santo
(( Che nacque e visse al mondo senza pecca )>.
Un quarto argomcnto traggono i seguaci dell'opi-
nione in discorso da quelle parole che dice Virgilio
a Catone nel 1° del Purgatorio parlando di Dante:
« Questi non vide mai 1' ultima sera;
« Ma per la sua follia le fu si presso, ccc,
e da quelle che seguono:
It Libcrta va cercando, ch' e si cara;
(( Come sa chi per lei vita rifiuta w.
127
Ma siccome per 1' una parlc tuUi s' accorJano a
inlcrprctarc 1' ultima sera per mortc Jcl corpo, c
per Tallra ilanno alia follia, acccnnata di poi, il
sfiiso nicramcntc morale dcUa vita viziosa del poc-
la,' I'autore domanda pci'clie, dandosi un scnso del
tulto Iclleralc a\V ultiina sera, non si dovra ncl
mcdcsimo scnso i n terpi*elare anchc la yo//taj appli-
cando qucsta esprcssione all' abbandonarsi cli' ci
fccc ai pcrigliosi incariclii dci pubblici uffizj, con-
formcmcnlc a quanto scrissc egli stcsso in una sua
Icttcra conscrvataci in parte da Leonai'do Aretina,
nella quale dicliiara tutti i mali e tutti gli incon-
venienli suoi dagli infausti comizj del suo priorato
aver avuto cagionc c principio. Osscrva poi com'essi
spicgbino la liberta chc il poeta audava, sccondo-
clie dice Virgil io , ccrcando , per la mcntc libera
dalle passioni ed offuscazioui animali, quasi qucsta
pur fosse slata la liberla per la quale Catone ri-
fuilo la vita, mentrc, avendo I'Uticense cio fatto
per fuggire 1' csilio e la servitu , ancbe la liberta
rercala da Dante dovca spiegarsi per la desiderata
libcrazione dalle nojc e miseric della vita sua, a
questo scnso mcdcsimo tornando, a parerc dell' au-
lorc, allri passi del pocma, come dire le parole fat-
tonc dal pocla in proposito con Forcse Donati
( Purgat. XXIV v. j6 e 78 ), e la pietosa sua apo-
strofe a Beatrice ( Parad. XXXI v. 79-90 ). Quinto
12.8
ed ultimo argomenlo della vita viziosa tli Dante
sono per gli spositori morali i sette P^ corrispon-
denti ai sette pcccati capitali, scritti in froiUe al
poeta dair Angelo nel IX del Purgatorio. INIa coa-
ti'ariamente ad una tale induzione I'autore, con-
siderato come quelle sette piaglic, imprcsse nella
fronte di lui a fior di pclle, di girone in girone
gli si lavano , cosi clie tutte alia fine scompajono,
conclude invece che non i scttc peccati capitali
sicno simboleggiati nci sette P. ma solamente quelle
innate disposizioni anteriori die diconsi appetiti ,
che secondo la dottrina di Dante medesimo ( Purg.
C. XVII ) ridur si possono a un solo principio co-
mune, cioe l' amore, dal quale poi tutti i sette pcc-
cati capitali, clie nel Purgatorio si piangono, pos-
sono derivare. Posta poi a confronto questa finzione
coll'altra di Catone Uticensc, posto a guardia del
Purgatorio, che ne concede al poeta 1' ingrcsso a con-
dizione che si lavi il viso per tergerne ogni sucidu-
me ( Purgat. C. I ), dal loro riscontro egli deduce
essere il loro scnso affatto gencrale , cd csprimere
una condizione richiesta non dalla propria indivi-
dualita del poeta, ma dalla comune natura del-
rumanila e della peculiar legge di quel luogo che
affinaleanime, e le fa dcgne della heatitudine eterna.
« Gome r Uticense (egli dice), uomo e pagano, non
« vcdc nel poeta che la material nebbia ester iore
129
« die gli tinge il viso, c ili cssa vuolc che si lavi
« prima ch'ei vcnga al cospetto dell'Angelo, cosi
« quesli, di natura immorlale e pcvfetta, vede pid
« addcnlro ncgli intimi rcccssi dcllo spirito la neb-
« bia dcgli iimani appctiti, oiulc iicssuuo dci mor-
« tali va cscutc, c vuolc se ne purglii e rifaccia,
a siccome il inistico giunco ondc Catoue il voile
« cinto )). E siccome si potrcbbe opporre quel passo
di qucsta slessa cautica del Purgatorio ( C. XIII. '
V. 1 33-1 37) dove Dante confcssa aver pcccato po-
cLissinio d' iuvidia ed assai di superbia, egli osserva
cLe siffatta confessionc sottilmcnte considerata, po-
trebbe per avveutura csscrc tcnuta piuttosto in conto
d' clogio che d'accusa clic il poeta abbia voluto fare
a se stesso, pi'ofessandosi tan to esente dalla bassezza
dcUa prima fra quelle due passion i da dare piut-
tosto ueir estremo opposto, riputaudosi per altezza
di sapere e d' ingcgno piii presto degno cbe capace
d' iuvidia, e die oltrc a cio quesla confessionc me-
dcsima che fa Dante dclla propria superbia da il
diritto di credere che dcgli altri vizi cgli taccia,
pcrchc puro se ne tenga. Al prevalcrsi che poi fanno
gli spositori morali d' uu passo del Boccaccio nella
vita di Dante, nel quale c detto die fra tanta virtii
c scienza del poeta, trovo amplissimo luogo la lus-
suria, risponde con altro passo pure del Boccaccio
iiclla vita incdcsima, ove il biografo dice di lui, esscre
9
1 3o
i suoi coslumi stati gravi e pesaiiti assaij c quasi
laudevoli tutti, e con altro nel commcnto del poe-
ma, ove il Boccaccio admettendo il parere, a' suoi
tempi geneiale , clie le fiere allcgoriche iutrodotte
iiella selva fosscro simboli di altrcttanti vizi, mo-
stra poi di dubitare se qucsti vizi si debbano al
poeta attribuire. A queste speciali confutazioni della
sposizione della selva pei vizi del poeta, altre I'au-
torc ne aggiunge, dcsunte da' vari passi e delle epi-
stole e del Convivio e della stessa Diviaa Comme-
dia, nei quali il poeta ora in persona propria, ora
pci' bocca d'altrui in vari modi e occasioni encomia
se stessOj e protesta la propria virtu ed innocenza;
le quali confutazioni noi ommetteremo per brevita,
SI perclie tali en com j e pro teste crcdiamo abba-
stanza noti ai lettori dell' opere di lui, e massime
della Divina Commcdia, si perclie a tutli in gene-
rale si potrebbe applicare 1' osservazione della poca
fiducia ebe mcritano gli scritti degli uomini cclc-
bri ove si tratti di giudicare la loro indole, niolti
di essi, e forsc i piu, valendo mcno dei loro libri,
c pocliissimi meglio. Alia quale osservazione pero
r autore risponde colle seguenti parole. « ISei tempi
« di una civilta raffinata accade di leggieri clie
« r arte, il magistero, la maniera vengano ad occu-
« pare il luogo della nativa ed individuale spon-
« taneita. Ma questo avvenir non poteva ncl me-
i3t
« dio cvo, quando 1' arte era ancora informc c la
« ooltura liinitala,cjuanclo non si csprimcvano quasi
<( altri affctli die i veramentc scntili, quando I'arte
(( proccdeva dalla fcdc, ne da questa mai si dipar-
« tiva. E Ic opcrc di Dante nc appariscono di co-
« testa indole siucera dotate in ispccial modo, nc
« appariscono nna vera rivclazionc di tutto quanlo
« era la sua mente, di tutto qual era il sue cuore.
« Un amorc ardcntissimo dclla giustizia, uu gene-
<( roso disdcgno contro ad ogni manicra di iniquita
« e turpitudinc vi spirano , puri d' ogni studio e
« artiGzio, c sfolgoranti di quella splendida poesia
<( e caldi di quella potente eloquenza che solo dal-
« r anima deriva, c solo si sente ncU' anima ». La
scconda sposizione morale della selva allegorica, ^,
siccome di sopra accennammo, che il poeta anzichi^
i propri vizi, abbia in essa voluto significare i vizi
di Firenzc. Questa opinione, die appartiene al conte
Cesare Balbo, autore della vita di Dante pubblicata
nel 1839, si fonda sulle seguenti ragioni; i. Che
tale signiiicazione vcdcsi data alia selva in tutta
r inlroduzione, in tutto il pocma c nella epistola
a Can Grande. 2. Che trovandosi nel Convito chia-
niala selva erronca la vita, e nella Divina Comme-
dia trista selva Firenze e selva 1' Italia e selva la
Francia ecc., si devc conchiudere die nella lingua
allegorica del pocma, selva dicausi i rcgni, le citta.
I 32
le nazioni. 3. Clie 1' epiteto di selvaggia e di sel-
vaggio dato da Dante alia selva ed al luogo onde
Virgil io intendeva camparlo venendo da lui dato
pur anco nel VI dell' Inferno alia parte Bianca clie,
tornata dall' csilio, esilio la parte Nei'a, esso attri-
Luto si deve credere clie fosse proprio di essa parte
Bianca, dominatricc in Firenze. 4- Che nella famosa
descrizione della vita viziosa di Firenze, fatta nel
XXIII del Purgatorio da Forese, dicendo Dante co-
me da quella vita lo volse Virgilio, si chiarisce die
la selva d' onde il medesimo Virgilio 1' avca tratto
6 una stessa cosa con quella vita viziosa fiovcntina,
menata insieme dai due giovani dopo la morte di
Beatrice fino alia morte di Forese nel i apS, e con-
tinuata poi da Dante fino al i3oo, quando nc fu
tratto da Forese. Contraviamcnte alle quali ragioni
I'autore osserva. i.° Non esscr dimostrato che in
tutto il poema si veggano nella selva siniboleggiati
i vizi fiorentini, e nella lettera a Can Grande es-
sere bensi spicgati i sensi ed i fini dell' Inferno ,
ma della selva non cssere pur cenno. 2. La gene-
ralita del significato della selva per Firenze, per
r Italia, per Francia, per tutta I'umana vita esclu-
dere il senso speciale clie le si vorreLbe attribuire,
e dimostrare che Dante non altro intese per essa
che un luogo qualunque di smarrimento e di pe^
rcgrinazione. 3. Non essere altriraenti provato che
i33
r cpitclo Ji sclvaggia fosse proprio della parte osscrvando clic queste quanto
discordano dagli allcttamcnti doi vizi , altvcttanto
s' acrordano a siguificare le miscric dell' esilio. Cosi
nel bene rlie il pocta dice di aver trovato nella
sclva. e^li ravvisa i conforti dello studio, simbo-
Icggiato in Virgilio e quelli dell' amicizia e ospita-
lita otlcnuti csulando, c simbolcggiali in Beatrice;
cosi nel sonuG onde il pellcgrino era picno quando
cntro nclla selva, vede espressa la buona fedc in cui,
per cosi dire , dormiva il pocta quando portossi
ambasciatorc aRoma, dove affatto inopinala lo colse
la condanna dcU' esilio , cosi insomma, per istrin-
gere il molto in poco, analizzando passo per passo,
c quasi verso per verso, lutta questa arcana visione,
c air esilio del pocta c concomitanze di qucllo cia-
scuna allcgorica particolarita riducendo, nel colle
che sorge a capo della valle vede significati i colli
del Gasentino, ove Dante nel tempo a cui acccnna
r allcgoria avea fermato sua stanza , c fi'a i quali
i il Falterona, ov' ha Ic sue scaturigini 1' Arno, e
il suo principio la valle che dall' Arno si denomina,
nel Pianeta che vestiva de' suoi raggi le spallc di
quel colle, il raggio di spcranza del ritorno, che
splendette neH'animo del pocta e dcgli altri esuli
ghibcllini alia calata dell' imperatore Arrigo VII
i44
di Lussembui'go in Italia, successa ncl tempo dclla
dimora di lui nel Gasentino, e nel passo che 1' er-
rante pellegrino si volge indietro a rimiiare, e clie
non lasciu giammai persona viva, la patria Firenze,
chiamata da Dante in altro luogo delle sue scrit-
ture dira perniciesj e alia quale nelle sue coucctte
speranze volge il pensiero pregustando il contento
del ritorno, e nel riprendere clie fa poi egli la via
per la piaggia descrta, il riprendere cli' ei dovette
le sue peregrinazioni al dissiparsegli delle prese spe-
ranze a cagione del ritardo incontrato dall' impe-
ratore a venire in Toscana nella resistenza di Cre-
mona e di Brescia, e dclla baldanza in chs n' erano
saliti i guclfi di Firenze, i quali frattanto si forti-
ficarono alia difcsa, rigettarono i l(?gati dell' impe-
ratore, s' armarono di nuova ira contro gli amici
di lui, c rinnovarono nel settenibre del 1 3 1 1 con-
tro Dante la prima condanna d' esilio del i3o2, e
nel pic fermo che scmpre era il piu. basso, la mi-
sera condizionc del profugo poeta, clie ovunque fer-
mava il piede^ cioe a dire semprecbe fermava I'ani-
mo in qualclie nuova speranza , non lo facea clie
per ruinar poi semprc piu in basso, e nella lonza
leggera e presta e coperta di pelo maculato , clie
non gli si partia d'innanzi al vol to, Firenze un'altra
volla, Icggcra come la lonza, per la mutabilita dei
suoi reggimcnti politici, screziata, per cosi dire, di
143
maccliic come qiicUa, per Ic sue fazioni dc'Bianclii
c de'Neri , lacerata dalle inlestinc discordie, come
il ventre di (jiiclla da'propri figli, Firenze clie al-
r csulc poeta stava pur scmpre negli occlii della
mcnte, in cima d' ogni suo pensiero cd affetto, dalla
quale non poteva soffcrire il distacco, e alia quale
tento pill volte il ritorno, e nel sole clie frattanto
montava in sa accompagnato di stclle, nell' ora del
maltino e nel bene sperare del poeta di quella Jiera
alia gajctta pellcj 1' ultima speranza del ritorno nella
patria e di tempi migliori per essa,' clie a lui splen-
dette allorche, domate Cremona e Brescia c forti-
ficate Pavia e Genova e cinta in Roma la corona
imperiale, il Lussemburgo, accompagnato dai fuor-
usciti fiorentini, marcio finalmente contro Firenze,
e strettala d'assedio, fu per poco in punto di far
pagbi gli ardcnti voti del profugo poeta, enel Leone
che a lui die nuova paura, Roberto re di Puglia,
cbe svcnto 1' impresa di Arrigo VII, e nella lupa
famelica che gli fece perder la speranza deH'altezza
respingcndolo dove // sol tacCj i guclfi di Firenze
cd i Papi alia testa di questo partito, e la morte
di Arrigo VII, nel cui muto avello rimasero per
semprc le speranze dell' esule sepolte, e finalmente
nel buon Virgilio, clie gli suggerisce di tcnere altre
vie per campare dalla selva, e clie gli promette di
trarnelo cgli stesso per luogo eterno, la poesia per-
lO
i4«
sonificata, il mistico viaggio del poeta, cioe la stcssa
Divina Commedia, 1' acquisto di eterna gloria appo
Dio e appo gli uomini , la discolpa dalle ingiustc
accuse e lo scampo dall' infamia chc quest' opera
gli avrebbe fruttato. E perclie Virgilio ainplificando
la malvagia natura della lupa. acceuDa ad un vel-
tro che dovra dovunque perseguirla , cacciarla dal
mondo e ricacciarla nell' inferno, non parendogli di
dover sorpassare questa iucidenza doll' allcgoria, si
trattiene con particolari indagiiii a cercare qvial
persouaggio della storia de' tempi potesse in questo
mistico veltro venir significato, ed esposle e confu-
tate Ic molte e varie opinioni degli espositori in-
lorno a questo arcano simbolo , decide col Vellu-
tello clie r ente stovico in esso adombrato altro non
sia clic Can Grande della Scala, signorc di Verona,
capitano gcneralc della lega gbibellina di tutla
Lombardia, ospite e proteggitore magnifico del fug-
giasco Aligliieri. Tale c il sistema d' esposizione con
cui r autore dichiara il coraplcsso cd ogni singola
parte di questa prima e piu aixana fra le allego-
riche linzioiii dantesche; sistema piantato sul fon-
damentale principio del scnso storico, edcdotto dalla
sostanziale proposizione che la mistica selva non
altro significlu sc non 1' esilio del poeta. Alia scric
di tutte queste conclusioni dello spositore corri-
spoudc un ampio concdo di giustificativi risconlii,
'4;
cicsunti (lalla hiografia del pocta, dalla sloria dei
suoi tempi, dalle sue cpistolc, dal Convito, dai
passi analoglii del suo poema e dall' altrc sue rime.
Ma per la natura tutta filologica della materia non
csscndoci possiLile di rifcrire per sunlo qucsti ri-
scontri, noi dobbiamo accontentarci ad aver fatto
conoscere per sommi capi le conclusioni che dal-
r autore ne furono dedotte; il clie tanto piii cre-
diamo potei-ci pcrmcttcre in quanto clie il lettore,
bramando piu minute informazioni di questo locu-
brato lavoro del nostro socio, potra per se ottencrle
alia lettura dcU' opera stessa , cbc gia la stampa
sta per fare di pubblica ragione.
Dai soggetti della storia ci conduce fra quelli
deir invenzione un romanzo del dottor Lorenzo
Erculiani, del quale non potremo fare cbc un breve
cenno, non avendocene letto 1' autore se non qual-
che sparso frammento a manicra di saggio del suo
fecondo e facile ingcgno. Trattasi di una giovane
donna clie travia nclla perdita della innocenza,
d' onde in quella dcU' onore poscia trascorsa, pre-
ctpita neir ultima infamia, condotta a finire imma-
I tura in un pubblico ospizio, senz'altra scusa o dis-
colpa cbe dclle circostanze, per quanto possono Ic
circostanze , non diro discolpare, ma scusare. Por-
tando la qualita del soggetto che in questo romanzo
Ic scene della fiDzionG coufinino in graudc vicinanza
i48
con quelle della realita, sc fosse chl, contro all'av-
viso dell' autore, potesse lenei'vi compromessi i ri-
guardi alia morale, o almcno al pudore, noi farcs-
simo avvertire clic dapprima la imprcvvidenza di
un padre e la trascurata educazione morale e re-
ligiosa avendo scavato 1' abisso alia misera, e poscia
il tradimento di un amanle, le tentazioni di un
ipocrita, i sofismi di una confidentc, gli inganni di
una falsa ragione avcndovela precipitata , intendi-
mento dell' autore fu di far servire questa vittima
della propria e dell'altrui colpa per insegnare ai
genitori i doveri verso le figlie, alle figlie i doveri
verso se stesse, ed a tutti che nel mare dcU'umanc
passionij nclle nubi dell' umano intellctto I'ancora,
il nocchiero, la stella piii fida h da ccrcarsi nella
rcligione.
Calamitoso all' Italia, siccome a tutto il litoralc
del mczzogiorno d' Europa , corse , com' e nolo , il
sccolo nono per le ori-ende devastazioni clic piu a
modo di corsari invasori che di occupatori, ora in
questa, ora in quella parte vi menarono i Saracc-
ni. Segno alle cosloro infcstazioni fu la Sicilia iu-
torno all' anno 827; e le cronaclie rifcriscono clic
air impresa d' invadere 1' isola si fece loro capo uu
siciliano per nome Eufemio, il quale salilo in pa-
tria, Lcnclie d' oscuri natali, ai primi gradi della
milizia, avea con ricambio d'affetto amata ardcn-
>4[)
Icmcnlo la figlia Ji Tcocloto, all(ira esarca o govcr-
iialorc tU Messina per rimperatorc grcco Michelc II.
II supcrbo dissenso del padre a conccdergli la mano
deU'amata donzella, anzi resilio a cui per gli im-
prudent! trasporti del suo risentinieuto venne d;i
lui come ribellc condannato , lo trassero a rinne-
gare patria e religione, ed a tentare disperatameutc
di ottcnere per la via del tradimento Tamante, alia
quale avcva indarno pvovato di sollevarsi colla virtil
c col valore, e clie dolcnte crasi ritirata in un chio-
stro, rieusando alti'e nozze. Su questo fatto che diedo
materia all' Eufemio di Messina di Silvio Pellico ,
siccomc uu altro consimile porse argomento all'as-
sedio di Corinto di Byron, con ordine e intcndi-
mento diverse ^ tessuta una tragedia liriea intito-
lata i Saraceiti in Messina, di cui present6 I'ac-
cademia rcgregio nostro socio c censore prof. Giu-
seppe Gallia, cliiaro c felice cultore di questo gcnere
di poetico coinpon-e. S' apre I'azione fra Ic mura
di Messina prcsso ad una porta dclla citta, per la
quale cntrano a prccipizio varj gruppi di soldati
siciliani, fuggendo sconfitti dai Saraceni. Nel se-
guente coro csprimc il poeta la loro confusiouc e
il loro spavcnto
1.*^ « Chi ue salva?
2.^ <( Chi nc scampa?
3." (( Qual sccuro ahbiara riparo?
i5o
Tutti « Sembra folgore che avvampa
« Di quel crudi iu man 1' acciaro.
« Abi non e, non e mortale
(( La possanza cbe ne assalel
<( Dio medesimo da noi
« I suoi sguardi ritiro,
a E ai nemici nostri e suoi
« Questa terra abbandono.
« Che mai pu6 valore umaiio
« Contro il cielo, contro il fato?
a L' onta nostra di sua mano
« Dio medesimo ba segnato.
« Cbe pill tentasi ? S' implori
« La pieta de' vincitori.
« II versare indarno il sangue
(( E delirio e non valor.
Si cbiede dell'esarca Teodoto; si risponde esser
morto nel conflitto; sopraggiunge I'esarca colla
spada ignuda gridando
(( No, codardi: io vivo ancor.
Mentre egli rimprovera la vilta de' soldati, un suo-
no di tromba si ode presso alia porta, s'annunzia
un parlamentario. dei Saraceni, cbe admesso nella
citta, entra fra le grida del coro cbiedenti: la resa^
i5i
la resa. 11 parlamcnlario propone la pace a coii-
tlizionc che Selene, la figlia dl Teodoto , sia data
in isposa ad Assano, gcnci-alissinnio dei Saraccni. A
qucsto patto la Sicilia sara libera c sgombra dal-
r cscreito invasore. Indigtiaziono, orrorc dcircsarca
ad una tale proposta, tumulto del core, clie vuolc
sia tolta Selene dal chiostro ove vive in ritiro, u
mandala al campo ad Assano, proteste dell'esarca
di dare piuttosto il proprio sangue che la figlia.
II parlamento si scioglie in disordine. Dalla porta
della citla il tumulto continua sulla pubblica piazza,
die sta iunanzi al chiostro e all' annessa chiesa. Il
suono d' una musica divota csce dai sacri ricinti ,
niisto al canto di un coro di vergini, che suppli-
cano al ciclo la salvczza di Messina; sul finire del
canto giungc Teodoto, e mentre ascolta commossa
la pictosa prc^liiera, sopraggiunge una moltitudine
di faziosi, popolo e soldati, gridanti : al chiostro ^ al
chiostroj dove i piii arditi cnti'ano a forza, e poco
stante nc traggono Selene , acciocclie sia condotta
ncl campo de' Saraccni ad Assano. Che fara in cosi
Cero Irangente 1' infclice Teodoto? Avendo indarno
tentato di vincere 1' ostinalo proposilo de'sediziosi,
il suo primo pcnsiero era stato di sveuare hi figlia
piuttostoche ccdcrla all' abborrito infedcle. Ora un
nuovo pensicro gli balcna Ira la sua dispei'azione.
L' escmpio di Bclulia si rinnovi in Messina, Selene
ne sia la nuova Giuditta. Allontana la turba ,
prende in disparte la figlia , le presenta uii pu-
gnale e, vola, le dice:
« Vola, o vergine fatalc,
« II tuo popolo a salvar. »
Poi, consegnandole il pugnale,
« Prendi
« E a qual opra, o figlia mia,
« Dio t' clegga ....
Selen. « Ah intendo ( con orrore )
Teod. « Intcndi?
« Quando fia che quel profano
« Levi il guardo nel tuo vise,
« Egli senta d' improvviso
(( Questa punta in mezzo al cor.
« Dio commette alia tua mano
« Patria, altari e genitor. »
Tituba lungamente la vergine; i soldati contem-
plano impietositi lo stato di lei e del genitore, ri-
prendono il perduto coraggio, rinunciano alia pace,
chieggono di nuovo la battaglia. Teodolo saldo nel
preso partito, comanda che la Candida bandiera
annunzi dall' alto la tregua; Selene finalmente si
determina, e prendendo con sicurezza dalla mano
del padre il pugnale, esclama:
1 53
(( Del luo trcmcnJo spirito
(( Signer la forza io sen to;
<( Lo scampo del tuo popolo
« La mano tua segno.
<( Reggi la fragil tempera
« Del cieco tuo stromento;
« Fcrisca al par del fulmine
« La man clie pria tremo.
Ora il poeta dalla piazza di Messina ci trasporta
al campo de' Saraceni , ovc Selene e condotta per
dare esecuzione al concertato discgno, e ci fa assi-
stcre ad una scena d'affetti altamente drammatica.
II capitano nemico ch' clla deve immolare e il me*
desimo suo amante, che sotto il nome di Assano
occulta il suo proprio d' Eufemio, e cli* ella ricono-
sce ncl punto di vibrargli il colpo omicida. Da cio
la scena seguente, che intiera noi presentiamo al
lettore, acciocche giudichi come 1' autore abbia sa-
puto levarsi al livello e alia forza della situazione.
Selen. <( Dio de' miei padri, tu m' assisti. ( fra se )
Euf. « Come
« Svelarmi ?
Selen. « II debil core
« NcU'lstante trcmendo in te confida. (/ra
si; Uvcuido gli ocelli al cido )
i54
Euf. « Fanciulla . . . invan paventi . . .
« Schiava tu qui non vicni . . .
SqI^ (( Or, Dio, m'ajuta
( scotendosi e con raccapriccio mcttendo inano al
nascosto pugnale )
Euf. ({ Mira ... ( Eufemio la prcndc per mono: ella vibra
il colpoj trema, s' arrcsta, riconosccndoloj aiurrita senza
ferire, e le cade di mano il pugnale )
Set « A te dunque. . . Eufemio ! ... oh me pcrduta !
Eiif. « Vibra il pugnale e vendica,
« Vendica patria e Dio:
« Estingui nel mio sangue
« Tu stessa I'amor mio.
(t Eccoli inerme il petto . . .
Sel. « Me lassa!. .
Euf. (( Maledetto
o ajfetto )
« Qui la tua dcstra istcssaj
« E padre e cielo e patria
(( Tu involi a me, spietato . . .
Euf. H Tu m'ami!... oh me beato ( con trasporto,
pnndcndole la mono )
oeleil. <( LiCSSa. . . ( scostandosi' nel comhattiinenlo di fori
Euf. (( Tu ra' ami ancor. <#:«« )
Selen. « T' odio. ( con cstrcmo sforzo )
Elf. (t Or piombatc, o fulmini,
« Sul capo al traditor.
1 56
« Ho sfidato un lustro intero
« Per te sola il fate e Dio :
« Tu placarmi il fato mio,
(( Tu potevi aprirmi il ciel.
Selen. « Ali non piu! ( commossa)
Euf. (( Di te men fiero
« E il mio fato, e men crudel.
Selen. « Ah non piu; clie a te dinanti,
« Vedi, io tremo ed ardo e gelo :
« Tutto ancor ne' sguardi amanti,
(( Vedi, io bevo il primo amor.
« Piu potente d' ogni affetto
« Tu sol regni ncl mio petto;
« Piu del padre, piii del cielo
« Tu comandi nel mio cor. .
Euf. « Questa sola, sol quest' ora
« Io cercai di riva in riva;
« Me un sol voto ognor seguiva,
« Inspirava il mio furor.
« Deli ripcti quegli accenti;
((II mio petto inebbria ancora:
(( Fa ch' io scordi i miei tormenti
(( Le mie colpe, i miei terror ».
Teodoto credendo clie la figlia cseguisca la sua
missione, per secondarne con una sortita I'effetto,
gluuta la notte, esce da Messina alia testa de'suoi
.57
soldati , c assaltn il campo Jei Saraccni. Ma scon-
(itto e prigionicro , c con altri Siciliani condotto
alia tenda del capitano nemico, ncl quale ricono-
sciuto Eufcmio, e trovata Selene tuttora persistente
ad amarlo, imprcca all' uno, malcdicc all' altra, ri-
cusa la vita c la libcrta offcrtegli da Eufcmio a
patto di ceder la figlia , provoca questa a giurarc
abominio al traditore della religione e della patria,
provoca quello con violent! invettive, mentre gli
emiri saraccni, prcscnti alia sccna, sdegnosi di pace,
sospettosi di tradimento , chiamandosi dclusi dal
loro capitano, gli gridano intorno scdizione e mi-
naccia. Eufcmio alfinc , provocato e dal nemico c
da' suoi , da luogo al represso furore , e voltosi ai
Mussulmani, comanda pel nuovo mattino I'assalto
della citta. Cos! termina 1' atto primo del dramma.
II scgucnte coro di donnc mussulmane apre il se-
coudo atto.
« Perch^ spento ncUa cuna
« Pria non giacque il nostro fiore?
(( Perchc, barbara fortuna,
« Ci scrbasti a tal dolore?
<( Allc spiaggie amate e care
(t Sospirando andrem sul mare,
« Gioco estrcmo ed ornamcuto
(( Al super bo V inciter.
i58
(( Nella cuna perelie spento
« Pria non giacque il nostro fior?
« O speranze, o sogni, o riso,
(( Alii qual turbine vi sperse?
« All qual nembo d' improvvis6
« I di nostri ricoverse?
« Addio, cielo e suol natio,
* « O speranze, o sogni, addio;
a senso degli articoli
38, 39, 4o dello statuto,
Presenti i signori aw. Giuseppe Saleri, presiden-
te, nob. Girolamo Monti, dott. Giambatlista Pagani,
ab. nob. prof. Pietro Zambelli, nob. Alessandro
Sala , cciisori, e nob. cav. Clemente di Rosa, dott.
Giacomo Uberti, dott. Stefano Grandoni, gia censori,
sopracchiamati,
Sottoposle al giudizio dell'adunanza le produ-
zioni da prendcrsi in esame, secondo I'ordine in cui
si trovano scritte ncU' analoga tabella,
Pondera ti i pareri dei relatori,
Discusso il merito assoluto c relative di esse pro-
duzioni,
S' ebbcro per risultamcnto le aggiudicazioni sc-
gucnti :
I. PjtEMro
Al nob. sig. conte Gaeta>'o Maggi, socio atlivo,
per incmoria sul nuovo censimcnto.
(1^0
I. Tbemio
Al sig. Angelo Inganni, socio d'onorc, per vecluta
a olio, rappresentante la piazza del Duomo in Milano.
■ ; -v,- ,-, - J ' / II. PrEMIO . . i
Al sig. prof. Antonio Perego, censore, per memo-
ria sulla elettricita di alcunc sostanze animali, e
sopra un nuovo elettroscopio.
,infcL MeNZIONE ONOREVOLE
Alio Stesso, per memoria sopra 1' clettrizzamento
dei metalli e d' altri corpu .uj:t .
.- . . ^ f
Men zi ONE onorevole
Al nob. sig. cav. Francesco Gambara, socio attivo,
per notizie intomo alia vita di Lodovico Manin ,
ultimo Doge di Venezia, c suUe cause della cadula
di questa i-epubblica. m i 1 1
-cnq'98«9 ib oviJi-i .r • otaioids^ oli-nra fi uetir'wiU
MeNZWNE ONOREVOLE
Al sig. dott. Francesco Gikelli, censore, per pro-
spetto statistico-medico dei manicomj di Brescia pel
quadriennio dall'anno i838 al i84i.
( , •; • / ,: , . Medaglia d' argento
Al sig. chirurgo Anxonio Sandri, uditorc, per ri-
'9'
cerchc intorno alle cause di alcunc flebiti consecu-
tive al salasso.
Medaglia d' AncENTO
Al sig. Giovanni Antonio Bonaldi, uditorc, per
incisione a bulino di B. V. tratta da un dipinto
del Coreggio.
Aw. GIUSEPPE S^y^ERI, Presidente.
G. NicoLiin, Segretario.
192
SESSIONS DELLA CENSURA
Brescia 26 agosto iS/\d.
Raccoltasi per Invito presidenziale la Censura
accademica pel giudizio de' premi sulle produzioni
industrial! concorrenti alia pubblica esposizione del
passato anno 184^5
Presenti i signori aw. Giuseppe Saleri, presidcn-
te, nob. Alessandro Sala, nob. bar. Camillo Ugoni,
prof. Giuseppe Gallia, nob. ab. prof. Pietro Zam-
belli , dott. Francesco Girelli, dott. Giambattista
Pagani, censori,
Letti i rapporti dellc commissioni nominate a
riferire sugli oggetti presentati al concorso,
Discusso il merito assoluto e relativo dclle pro-
duzioni,
Risultarono le aggiudicazioni seguenti :
I. Premio
A Francesco Nullo e Comp.° di Brescia, per nuovo
metodo di filatura della seta.
II. Pbemio
A Bartolomeo Latfranou di Brescia, per modello
di macchina a difesa da caduta dei gravi.
193
III. P REM 10
A GiAMBATTiSTA PivETTi tli Bvcscia, pci" smaiiiglio
in oro lavorato a filograna.
Aw. GIUSEPPE SALERI, Presidente.
G. NicOLun, Segretario.
igS
ELENCO
dei libri ed oggetti pcr^'cnuti in dotto all' Ateiico
neW anno \%/\i
AtBiNr Lligi — Saggio analitico sul diritto p sull;i
scienza ed istruzione politico-legale.
Baritfi G. F. — Pellegrinazioni autunnali rd
opuscoli.
Bellani Angelo — Discorso sopra diversi argonienti
fisico-chimici.
— ' — Sullo spostamento del mercurio osservato al
punto del ghiaccio sulla scala dei termometri.
Dellc api.
— Dalle difficolta che si oppongono alio stabi-
limento di osservatorj meteorologici.
Opuscoli due sui bachi da seta.
Belli Giuseppe — Delia distribuzione deU'elettrico
nei corpi conduttori.
Dl un nuovo apparecchio per le sperienze
suir origine della eletlricita Voltiana.
Bellini Giambattista — Nuovo metodo per le am-
putazioni dette a doppia resezione dell' osso,
da cseguirsi mediante nuovo istrumento.
A.rgomenti nella discussionede'quali nel terzo
congresso scienlifico prose parte il dott. Gio.
Baltista Bellini.
«9^
Bernardoni Giuseppe ■ — Letlera al sig. abate D. Pie-
ti'O Zambelli sopra varie lezioni tratte spe-
cialmente dal testo della divina Commedia
di Dante spiegato da Francesco Buti.
BiANCHiNi LoDovico — Dalla storia economico-civile
di Sicilia, Volumi 2.
BiM GiACOMO — Elogio storico di Bernardo Rossi,
maggiore negli eserciti italiani.
Bizio Bartolomeo — Osservazioni intorno alia mc-
moria sulla natura, sulla vita e sulle malat-
tie del sangue del prof. Giacomini.
Rivista critica alia risposta del prof. Giaco-
mini alle osservazioni intorno alia memoria
sulla natura, sulla vita e sulle nialattie del
sangue, ed esame delle sue idee circa la vitalita.
BoNALDi Giovanni — Madonna con Bambino . inci-
sionc dall'originale del Coreggio.
Branchi Gii'SEPPE — Memoric c lettere.
Sulle falsificazioni delle sostanze specialmente
medicinalij esui mezziatti a scoprirle, Vol.' 2.
Sopra alcune proprieta del fosforo.
Sui cangiamcnti di colore della tintura del
tumesole e di altre tinture vegetabili.
Brizi Oreste — Relazione storica degli atti e studi
deir I. R. Accademia Aretina . appartenente
air esercizio i84o-4i.
Cenni sulle casse di risparmio.
'97
Brucnateixi Gaspare — Delia colliira sociale c del
contribuirc dclle cognizioni nalurali alia ine-
(Icsiina mctliantc 1' inscgnamento dclla storia
naturalc gencrale.
Calegaiii Pietro — Saggio di riccrche sulla |)nligo-
nometria analitica.
Cantu Ioazio — Crouaca , ossia collezionc di iio-
tizie contemporanec sulle lettere, le scienzc,
la morale, le arti e I'industria. Tomo secondo,
dispense X, XI. XII.
Castro ( de ) Vlncenzo — Versione della Guida alio
studio della lettcratura classico - antica di
Francesco Ficker ( Parte II. fasc. 1 1 ." )
Cervetto G. — Appendicc ai cenni per una nuova
storia delle scienze mcdiche.
CiBRARio LuiGi — Dei vavi modi di coniinciar 1' an-
no nella monarcliia di Savoja nci tempi di
mezzo.
CiTTADi.M LuiGi — Nuovi processi opcratori.
Gozzi Andrea — Trattato elementare di cLimica
mcdico-farmaceutica.
De Gristoforis Luigi — Di una macchina igneo-
pneumatica, memoria.
Del GiiiAPPA Giuseppe — Traduzionc dell' orazione
di M. TuUio Cicerone a favorc di M. Mar-
cello.
Do.vegam GiovA.N.M — Guida alio Slclvio.
198
Elice Ferdinando — Istruzioue sui parafulmini.
Lettera suUa elettricita ottenuta da parecchie
sostanze.
Lettera sulla scintilla elettrica ottenuta dal
caffe e da altri semi.
F. B. — Deir origine degli Atenei. Poemetto.
Fario Paolo — Opuscoli vari scientifici.
Ferrari G. — Osservazioni ed esperienze sopra va-
rie maccliie considei-atc sotto rapporto chi-
mico-legale.
Ferrari Giovanni — Dell' azione del sale ammonia-
00 sul calomelano.
Fkrrario Giuseppe — Statistica niedica di Milano dal
secolo XV fino ai nostri giorni. Volume II.
fasc. 3 c 4*
Feste ( le ) di Haydn in Vienna e Rohrau del i.°
giugno 1 840 e 3 1 marzo 1 84 ' ( in tedesco ).
Filippi.m-Famoxi Achille — Memoria sulla semenza
di croton-tiglio.
Gallesio Giorgio — Pomona italiana.
Gandini Francesco — Mescolanza, opuscoli morali.
Ghibellini Francesco — Prospetto geografico stati-
stico del globo.
— ■ — Vocabolario delle due lingue italiana e la-
tiiia.
Giornale deir 1. R. Islituto Lombardo di scienze ,
letlere ed arti.
'99
GiuDizio sulle Jeduzioni del dott. Triberti intorno
al sollalo di cliinina del dott. Achille Desideiio.
Jager F. R. — Filosofia morale ( in tedesco ).
Manuale di logica ( iu tedesco ).
Lavini Giusei'pe — Riccrclie sopra una polverc de-
positata da una neve di color rosso, caduta
nelle vallate di Vcgezzc.
Analisi clumica esplorativa e proporzionale
di uu metcorolite caduto nel mese di luglio
i84o a Gcrescto nelle vicinanze di Casale e
Moncalvo.
Memoria della festa dei venticinque anni, celebrata
dalla corapagnia dei filarinonici dello stato
imperialc austriaco colla rappresentazione della
Creazionc il giorno 5 novembre iSSj ( in
tedesco ).
Meneguim G. — Alglie italiane e dalmaticlic illustrate.
Meni-n Lodovico — Elogio fuuebre dell' ab. Fortu-
nato Fcdcrici.
Namias Giaccsto — Osservazioni intorno alia uti-
lita dell'acetato di piombo e di altri astrin-
genti nelle eniatemcsi c alia uatura dc'casi
clie nc domandano 1' uso.
Nava Ambrogio — Osservazioni suUa memoria pre-
miala dall' I. R. Istituto Lombardo relativa
alia produzione della seta del dott. Cesarc
Stradivari.
Negri Ciristoforo — Del vario grado d'importanza
degli stati moderni.
Ore ( le ) solitarie — Opera periodica di scienze ,
lettere, arti e giurispx'udenza — anno i84o
fasc. 8 e g, Agosto e Settembre.
Perego Antonio — Memoria sulla elettricita che
per feltrazione si sviluppa nel mercurio.
Relazione di un infortunio occorso per caduta
di fulmine.
Paxeocapa Pietro — Sulla boniGcazione di Val di
Chiana.
Picci LuiGi — Observationes criticae do morbosa
stomachi araplificationc — Dissertatio inau-
gural is medica.
Regolamento per la societa medico - chirurgica di
Torino. • ••<
RiccARDi Vernaccia Francesco — Intorno all' istru-
zionc dci contadini, lettera al raarchese Gas-
siano Ridolfi.
Delia necessita di un istituto agrai'io che sta-
bilmente provveda all' incremento dell' agi-i-
coltura in Toscana (in italiano e in francese).
RivELLi Giacomo — Elementi generali espositivi della
primordiale formazione dei visceri addominali.
RoviDA Gesare — Traduzione della storia del Som-
mo Pontefice Innocenzo III e de' suoi contem-
poranei di Federico Hurler, Vol, lU.
• 201
ScARABEi.Li Luciano — GuiJa ai mnnnmcnli storiri
ccl artistici Jella citla di Piaccuza.
Inlorno allc iiuove prose Ji Pietro Giordani
noil comprese nel Volume 29 della bibliotcca
scclta del Silvestri.
Degli uomiui di Ictlcrc di Giuseppe Bian-
clielti, Discorso.
Secco-Suardi Bajitolomeo — II mio secolo, oUavc.
SiGNOROM BARTOLOAfEo — Memoria teorico - pratica
sopra la intro-retroversioue , nuova maniei-a
di operazione radicale dell' ernia inguinale.
!Metnoria teorico-pratica sopra il nuovo com-
pressore delle artcrie, premiato con medaglia
d'argento dall' I. R. Istituto delle scieuzc,
leltere ed arti di Milano la fesla del 3o niae-
gio 1837.
Di aleune rare opcrazioni sul capo, eseguitc
nclla cliiiica chirurgica della I. R. Uuivcrsita
di Padova.
Saggio dci risultameiili avuli uella clinica
cliirurgica dell' I. R. Univcrsita di Pavia ncl-
I'anno scolaslico i8a4-2J.
Piospclto clinico della scuola di clnrurgia
pratica nelia I. R. Univcrsita di Padova.
ToFFOLi Lligi — Lcttera suUe cause clie da poco
tempo intorbidano il fiume Bronta.
Cenni cliimico-medici suUe birrc.
i3*
aoa
ToFFOLi LuiGi — Cenni sullc avverlcnzc die tlebbo-
no avere i calligrafi per conservare i carattcri
di purezza dell' incliioslro nero tla scrivcrc
concentrato, composto in Bassano nel labora-
torio di Luigi Toffoli.
• Dissertazione cliimico-medica sopra i taitari
emetici.
Vocabolario dellc odierne nomenclature clii-
mico-filosoficbc.
Farmacia Zoologica , ossia materia medica
animale.
Uberti Giulio — La Primavera, poemetlo.
Valbusa. Angelo — Discorso inaugurale letto nella
grand' Aula dell' I. R. Universita di Padova
per I'apertura di tutti gli studj nel gioruo
3 novembre i 84 1 •
ViDONi DE SoREsiNA Co. Bartolo:weo — La pittura
cremonesc descritta.
Villa Francesco — Lc maccbine a vapore descrilLe
I e spiogale ai non intelligenti di meccanica e
di Csica.
La contabilita applicata alle amministrazioni
private e pubblicbe, Volumi 2.
Zantedeschi Francesco — Memorie varic di flsica,
con aggiunla di ua clenco dellc pvincipali
opcrc scientificbc deH'autorc.
5o!V
J N D I C E
L'eta nostra vanlaggiarsi siille passate negli
elementi rlie costituiscono la vita civile.
Discorso deir Av\>ocato Giuseppe Saleri ,
Presidente Pag. in
Rclazione accaJemica del Segretan'o . . » 3
SCIENZE
Di tin impoi'tante miglioramento introdotto
nol govcmo dei baclii da seta dal Conte
Paolo Tosi. Memoria del Noh. Giacinto
Mompiani, Cetisorc "4
Relazionc di un saggio fatto sopra iin piccolo
pc/.zo di litantrace, o carbone di terra, tro-
vato nella provincia bresciana. Del Cav.
Bar. Anlonio Sabatti, flee Presidcntc » 8
20^
Prospetto statlstico -medico dei maniconij ili
Brescia pel quadriennio dall' anno i83S
al 1 84 1- Del Dottor Giuseppe Girelli ,
Censore Pag. 9
Ricerche sulla causa di alcune flebiti conse-
cutive al salasso. Del Chirui go Antonio San-
dri, Uditore "39
Intorno la cui-a dell' idrofobia. Nota del D.r
Gio. Pelizzari, Socio attwo . ...» 4**
Cousiderazioni sulla rabbia canina. Del D.r
Giacomo Uberti, Socio atdvo ... » 4^
Sulle eclissi totale del sole del giorno 8 lu-
glio 1842. Memorie due del Prof. Antonio
Perego, Socio aUivo » 5?.
DeU'elettrizzamento dei mctalli c di altri
corpi. Dello stesso » 68
Deir clcttricita di alcune sostanze anitnali e
delle pietre, e quindi di un nuovo clct-
troscopio. Dello stesso "77
Relazione degli atti della sezione di cliimica
della terza riunione dcgli scienziati ita-
liani , tenutasi in Fii'cnze nel settembre
1 84 1. Del Dottor J. Attilio Cenedella,
Socio attivo » 86
Intornol'originale principio di forza. Discorso
deW Abate Arcip. Francesco Riccobelli ,
Socio attivo . . . i ' ,■ ■ . . '•''■ • » ^7
LETTERE
Cenni intorno alia vita del Conte Paolo Tosi.
Del Cavaliere Francesco GamLara , Socio
attivo Pag. yG
Notizic intorno la vita tli Lodovico Manin,
ultimo Doge di Venczia. Delia stesso . » 97
Delia vita e dellc opere di Luigi Valentino
Brugnatclli. Discorso del Prof. Fcrdinaudo
De Cattanci di Momo, Socio d'onore . » log
Elogio di Ccsare Ruggeri. Del Dottor Anto-
nio Schivardi, Socio attivo . . » i 1 7
Fircnzc nci sccoli XIV c XV. Studi storici
delContG Tullio Dandolo, Socio d'onore » i iB
lUustrazionc dcUa selva allegorica della Divina
Commcdia. Del Prof. Giuseppe Picci ,
Socio d'onore " ' '9
Frammento d' un romanzo. Del Dottor Lo-
renzo Ercoliani, Socio d'onore . . » j47
1 Saraccni a Messina. Tragedia lirica del
Prof. Giuseppe Gallia, Censore . » i^^
Poesic di Giovanni Lodovico Huland tradottc
dal Consigliere Antonio Bellati, Imperiale
Regio Delegato Provinciale inPavia, Socio
d'onore » 162
ao6
BELLE ARTI — ARTI E MESTIERI
La gioventu di Maria Vergine — Una greca
ferita — Quattro ritratti — Tre studj
dal vero — Una testa ideale — Una sacra
famiglia, replica — Una Madonna. Dipinti
a olio di Luigi Sampietri, da Brescia Pag. 167
La morte di Procri, dalle Metamorfosi d'Ovi-
dio — Giovc coronato dalle Grazie , da
un originale d' Appiani — Marglierita
Pusterla, abbozzo di quadro grande ese-
guito per commissione — Due fanciulli
dal vcro — Ritratto di vecchia a meta
figura. Dipinti ad olio di Gio. Mene-
gbetti, da Brescia » 168
Briganti di Sonnino, uomo e donna. Dipinto
a olio del Conte Giuseppe Martinengo
Cesarcsco, da Brescia "169
Piazza delDuomo in iNlilano. Veduta a olio di
Angelo Inganui, da Brescia^ Socio d'ojiore » ivi
Gruppi di fiori. Dipinti a olio di Tommaso
Castellini, da Brescia j Socio d' oiiore » 170
Due miniature di soggetto sacro — Altra
sullo smaito, rappresentante le Grazie che
accarezzano Aniore. Di Pietro Vergine ,
da Brescia J Socio d' onorc . . . . » 1 7 1
20^
Beata Vergine con Bambino. Incisione tU Gio-
vanni Bonaldi, da Brescia , Udilore Pag. i^3
Rilratto del marchese Cagnola — Mcdaglia
in niarmo carrarcse. Di anoniuio allicvo
della scuola dello scultore Abboudio San-
giorgio )> ivi
Piccolo bnsto — Due ritralti in basso rilie-
vo — Dcposizionc di croce in tutto rilievo.
Lavori in avorio del dilettante Sacerdote
Stefano Fenaroli >' ' 74
Sacra famiglia, da iin antico dipinto. Di Giu-
seppe Capitanio, da Brescia ...» ivi
Due ritratti in miniatura. Di Giacomo Bo-
nclti, da Brescia » ivi
Due quadrctti in musaico. Di Gio. Morelli,
da Gavardo » ivi
Due vezzi da putti , basso-rilievi in marmo
carrarcse. Di Giovanni Seleroni . . » ivi
Due modelli in gesso, I'uno di cimasa, I'allro
didecoi'azionediFontana. Z>/Giambattista
Lonibardi, da Rezzato » 170
Altri due simili, I'uno di candelabro, I'altro
di capitcllo. Di Gio. Palazzi, da Rezzato » ivi
Altri due di candelabri. Di Pielro Telasio » ivi
Trc quadri di volatili, da originali del Du-
ranli , dipinti ad olio dal Nob. Angclu
Migiiani, da Brescia » ivi
208
Quadretto a olio rappresentante due colombe.
Di Faustino Joli, da Brescia Pag. inS
Macchina deslinata alia i-isoluzione d' uii pro-
blema relativo alia difesa dalla caduta
dei gravi. Di Bartolomeo Laffraiichi , da
Brescia » ivi
Nuovo metodo per la preparazione e rifusionc
deir acqua nella filatura della seta. Delia
DiYto Francesco Nullo c Comp. Ji ^re^em » 177
Nuovo processo per mettere a lucido i rauri
degli appartamenti e per dipingervi a
tempera. Di Tomaso Castellini , da Bre-
scia ^ Socio d' onore » 180
Pianoforte a imitazione di modello inglese,
con modificazioni. Di Giuseppe Gelmini,
da Brescia . . . » 1 8 1
Sraaniglio in oro. Di Gio. Battisla Pivctti,
da Brescia » 1 82
Nuovo processo per le preparazioni anatomi-
chc. Del Chirurgo Antonio Sandri, Udi-
torej da Brescia » i83
Laminatojo di Liverpool introdotto e raiglio-
rato. Di Gaetano Zapparelli, c?rt i?/e.yaa » i85
Cornice di legno a tarsia. Di Giuseppe Mas-
sini, da Brescia » 186
Tavolo a tarsia. Z)j Giovanni Ghirardic?j Giu-
seppe, da Brescia » ivi
209
Imbalsainay.ioni d'aiiiniali. spc( ialmcnle vola-
tili, a pclli fVcschc c sccchc. Del Chirurgo
Luigi Udescliini, da Brescia Pag. i8()
Quaclro a trapunto. Di Rosa Rachel i . . » ivi
Altro a ricanio a puuto passato. Di Paolina
Kostka, da Brescia » 187
Lavori in capegli. Di Luigi Galizia » ivi
Scarpc a tomajo d'lin solo pezzo. Delia cal-
zoleria Corazzina » ivi
Cappclli in seta c castoro d' uno solo pezzo.
Di Andrea Cresseri, da Brescia » ivi
Modello di letto clastico. Z>i Paolo Rubagotti,
da Brescia » ivi
Trappola a speech j. Di Bortolo Berenzi, da
Brescia » ivi
Saggi di sigilli. Di Gaetano Zapparelli . » ivi
Saggi di cannedapistola. Z>/ Marco Cominazzi,
da Gardofie n ivi
Gesu Cristo nel sepolero, lavoro in osso. Di
Giuseppe Melloni. da Brescia . . . » ivi
Sezione della Censuia pel giudizio de' prcmj
annuali ai socj >/ 1 8q
Sezione della Censura per 1' aggiudicazione
dc'pvenij animali agli esteri ...» 19*2
Lihvi venuti in done all'Ateneo nell'anno 1 «/[ •? » 1 ()^
E(OL(J
loriituralc tdino Botanico di Brescia
^i^^f?
OSSERVAZIONI METEOROLOGICHE
lallc c compilate a merito e diligenza del Sig. Antonio Percgo Professore di Fisica e Sloiia Na(,„.aie nelP I. R. Liceo nelP anno iS-ja al Giardino Botanico di Brescia
elevato sopra il livcllo del mare meui 1 50,17 {a).
ALTEZZA DEL BAROMETRO RIDOTTA ALLA TEMPERATURA DI ZERO
i3 idem
■ 4 idem
3 Idem
g dopo mezzodi
■,46
(5,46
20 dopo mezzodi
^ TEiMPERATUUDELL' ARIA MISURATA COL TERMOMETRO IN 3o PARTI
Media
di lutloilnn
Li„e4
6, 37 "
t,, t5 ^ ,
fi, 55 >
0,88 ♦ »
Giadi
7, 5o
(a> Li diffcreni3 di liTClIb e itata dcterminata per meizo
(4) Fu il 3j; cd 11 25 erano due lemporili iino con fj.le
(c) Fu il 31 e la tempetla non era iulcramentc formaU i
(J) Nevici il 9 alle 6 1;2 pomeridianc.
(a) Spcsso per causa di temporali.
(/-, Vi turona molti lemporali.
Of) Fu il 3o alle 5 pomcridiane, la qticslo mese successe
(A) In qucsto lUMc non vi fu clic
0) Vi furono due tcmponlj.
tJi) La neve caddc il 7 e 1' S.
(0 In Uillo P anno sopra uno spazio superGcialc d
i baromclriclie falle pel (
c 1' aitro con neve gelata.
1 cho il nucleo { givre dc' franctsi
1 tcmporale.
KB. Le c
: si fan
.0, 5o
io,5o
10, 5o
2,25
3,75
1 3, 00
.3,75
.3,50
STATO DEL CIELO
i3, 12
■ 7, ,5
18,06
i5,5o
62
45
94
16
81
34
76
39
5.
45
io5
,2
ii3
9
63
=9
4 T
39
43
4 82
54
3(t)
5
»
S
Vcnli I
.miaauli »
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3
SE. J,
9
S. E.
E. cd 0.
N. E.
10 gioroo, dopo cd alia ncira nolle. 11 termomelro poi e poslo ad una Caesli
.1 a Nord-OTCst alzato 7 metri lopra il suolo.
S.E. I
c rr 9
S. E. I
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S
N. e S. I
E
u^vC/-;