".21 i.iiiii. OE5H5g5E5g5a5g5Pc;pcTPi?p«:;?c;n COMMENTARI DELL' ATENEO DI BRESCIA PER L AMNO ACCADEMICO M.DCCC.XLI. BRESrtrrA TlPOGRAtlA DELLA MINERVA M.DCCC.XLIII. DELLA ISTRUZIONE SPECIALMENTE DEL POPOLO e delle sue condizioni nell' eta' nostra. DISCORSO dell' AVVOCA.TO GIDSEPPE SALERl TEESiDEKTB DSLt' ATSNSO. jLi uomo e buono uscendo dalle mani della natura , e la educazione soltanto falsata dalla ignoranza e dal prcgiudizio lo trascina contro il suo naturale desti- ne al vizio ed al delitto *. Di questa guisa alzavano la eloquente loro voce alcuni filantropi nel mezzo dello scorso secolo, e quella voce, effetto dei process! della vita civile, non fu impotente ne si giacque infrut- tuosa: dappoiclie c i pcnsatori clic fccero suLLietto dei loro studi le sorti della umana specie e gli stessi govemi politici poscro oggimai alia cima di ogni loro pensamento la universale educazione. Movi- mento egli e questo onde di lunga mano si diffe- renzia la eta nostra dalle passate, nelle quali la lo cito qui \e parole di un illustre scritlore, ma non in- tendo con esse di cscludere il domma della originale digradazione dell' uomo. I semi del male era coesistono con qiiclli del bene nel cuorc umanoj ma cgli e j)ur vero che il pcrvcrtimento suole esserc sequela o di trasandata o di falsata educazione. IV istruzionc dolleinfime classi nou attracva Ir cure die di alcuiii spirit! generosi che si levavano sovi-a le co- muni affczioni, e faccudo di se sagrificio ad una cau- sa in apparcnza da poco e spregevole seguarono ad intervalli la storia dellc cose umanc di epoche lumi- nosc. Condizione singolarissima del nostro tempo chc volgc la meditazione a vintracciave le cagioni onde sia vcnuto chc 1' istruzione gcneralc un di trasandata attragga in oggi Ic universali sollecitudini, e ne condu- ce ad addentrarci nello spirito onde sorreggesi la istruzionc chc vuolsi ad ogni classc socialc comparlita, alio scopo di chiarirc se la strada su cui siamo avviati sia per riuscire al vei'O cd al Ix'nc, o se sia talc in quel cam])io da traviarnc ncll' crroi-e. Livcstigazioni gravi c degue chc per noi si svolgano in qucsto gior- no solenne * dedicato in ispecial modo alle scicnzc, alle letteie cd alle arti e percio all'utile della umana famiglia; non nuove , ma non percio inutili : con- ciossiache vi sono verita che non mai abbastanza si odono ripetute, e se conqnistarc non si jjossono Ic menti da cieco odio addotte a muover gucrra a tutto chc sorga di nuovo ncl nostro secolo, non torneranno vane, io nc porto fiducia, le mic parole a coloro che si slanno in tra i dubbi, desiderosi di uscii*ne ove loro si appalesi il vero nella iutei-a sua luce, c sa- il piosontc tliscorso fii Iclto iu uua scssionc pubblica del- 1' Alciico ili Brescia. ranuoulili fuoi* Ji JuLbu^za pei noslri giovani cou- cittaJini, ai fjuali, nou iscliiavi a fallaci pviucipii c lion tcuaci a conlraltc al)iluc]iai, sono fidalc le sorti di nostra specie ncll' avvcnirc. Se si sU'ssc air opinarc di alcuni clovrcmmo affcr- mare che il tlai-c opera all' istruzione universale, chc da quasi un secolo intratticne tutte le mcnti, vcnisse da cieco fanatismo a diffondere lumi fuor del biso- gno, che fosse frutto d' intendimenti diretti a parag- giare e confondere in uno tutte le classi, a creare bisogiii faltizi e desideri cffrcnati solo cfficaci a gcnerare scontentamento del proprio stato nell'ar- tiere e nell'agricoltore, dal che abbia poi a venire lo sconvolgimento di ogni ordine che la provvidcnza ha segnato alle societa umane. Strane sentenzc , quasi lo sviluppo e la perfezionc delle facolta intel- lettivc e morali che Dio stcsso pose in ogni umana crcatura non dovessero addurne al bene, ma trarnc in quclla vcce a rovina; e quasi 1' crrore non so- glia csscrc che passeggiero, e la universal ita e la costanza nel proclamarc il bisogno c 1' utile del la istvuzioue, come nel consentire a teorica quale chc siasi. non sogliano csscre il suggello dci giudizidclla natura. Si trascurava ncgli andati tempi la educaziouc in- tcllettiva c morale del popolo perchu la osservazionc c la itcrata espcrienza non avc>ano ancora chiarito in che stessei*o le veraci cagioni del prospero essere degl' individui e degli stati : si pai-eva allora die nei precetti legislator! , nei premi, nelle pene dovesse ac- chiudersi il bene e il male delle nazioni, e che da una legislazione piu o meno lodevole dovesse essere fatta stima dei gradi della vita civile. Ma gli ele- ment! essenziali al bene non istanno negli statuti dell'uomo; possono essi porgere aiuti, rimuovere osta- coli, ma il ben essere non pu6 venire che dall* opera della natura: e i suoi germi, che vogliono essere svolti, si stanno nelle potcnze conoscitive dell'uomo, nelle morali affezioni , e nei loro ordinate sviluppa- mento. Di questa guisa soltanto puo aggiugnersi la perfezione all' uomo e alia societa consentita. Tutti gli enti, io diceva altra fiata, hanno un fine loro proprio : lo hanno gli enti pui-amente material!, e lo colgono per naturale processo di loro fisica co- stituzione: lo hanno gli animal! non fomit! della ragione, e lo raggiungono per istinto che a loro in- saputa ve li adduce con procedimento semprc co- stante e con effetto sempre infallibile. Ma degl! enti razional! non la e cosi: la intelligenza e I'attivita sono ! mezzi a conservars! e perfezioiiarsi die la na- tura comparti all' uomo: spoglio di idee nella eta prima, egli deve acquistarle: sfomito di mezzi a so- stenere la vita, deve dar opera a procacciarl! : espo- sto sovra ogui altro entc a pericoli, dee premunirsi VII tli salutcvoli guarentigic; ma la intclligcnza, sciia- tilla (li (livina luce propria di ogiii uoiuo, vuolc essere svolta, avvivata, allargala dalla rillessioiic : c I'attivita umana, facolla cieca che potrebbe ad- durre del pari c alia felicita e alia niiseria, debhc essere disviluppata c sorretta dai lumi della ragione. Non vi fu forse subbietlo nel quale piu gli crrori abbondassero cbe intorno il concetto della civilta de'popoli; ma penetrando ucU' intimo dellc cose vorrcbbc ella essere posta nel dominie del vero nei pensamcnti e negli affetti degli uomini, e il vero si acchiude nelle Icggi della natura. Siccome dairuomo non vienc la costituzionc clie gli e propria, ne da lui procedono i suoi destini, cosi da lui non dipendono i mezzi ne di conservarsi, ne di avviarsi alia perfo- zionc : cotali mezzi sono nelle leggi dell' ordiue eter- no c immutabile delle cose , clic all' inlelletto si apparlicne di riutracciare , di svolgcrc c di alzai-e a formolc csatte c luccnti, e 1' uomo La in mano la propria sorte nel senso soltanto ch' egli concorre alia felicita propria, od alia svcntura, pcrche cgli solo fi-a tutti gli enti della creazionc ha facolta di conosccre le Icggi naturali , di seguitarle, o di disviarae. Ma si fatte Icggi nelle cpiali sta il vero non si comprendono die colla virtu del pcnsicro rccata ad alto grado; dappoiche in nessuua delle varie guise di vita propric dell' uomo, la scusitiva, VIII la intellettiva, la morale, la religiosa, il vero, in- dividuo dal bene , non si offre in ogni sua parte intuitivo, le apparenze sono per ogni dove ingan- nevoli, ne del pari che agli enti irrazionali la prov- videnza lia compartita alia iiostra specie la com- prensione immediata e secura de'suoi destini, dei suoi bisogni, de' mezzi a soddisfarli * : Lo svolgi- ' Nel vero pui essere rafllgurato quanto inlrrvenne nel corso de' secoll a far migliori le sorti dclla umana famiglia: il vero e r utile in tutto che risguarda al ben' essere materiale; che sc I'^utile per disvianiento delle nienti si ponga ove non esista per 1' ordine naturale, ne gl' indivjdui ne Ic nazioni si conducono al benej ma volgono in cambio a ruina: cgli e il bcllo nelle arti aventi a scopo i godinicnti dclla iniaginazionc, gli affelti del cuo- re^ r amcnita dclla vita, dappoiche le arti si vidcro in florc sinche si attennero alio bcllezze cssenziali dcU' ordine fisico c morale, e scaddero ove si rcssero a modelli fattizi per male in- teso spirito di cose nuove: 1' cloquenza e le Icttcre non sono che la esprcssione vivace di cio che avvi di vero ne'prnsieri e negli affetti dell' uomo: la liberta civile che nell' umano consorzio cleva 1' animo ad ogni guisa di nobili affetti, in che stanno le cagioni cfficaci d' ogni imprendimento gencroso, e nel cui difelto s' in- Viliscono gl' individui, e si dcgradano i popoli, e il vero in ogni maniera d' istituzioni j e dcsso la giustizia nelle leggi e ne'giu- dizj de' Magistratl in tutto che risguarda le relazioni giuridiche de' cittadini : la morale e il vero nc' rispetti fra uomo e uomo, fra nazione c nazioue in tutto che si sottragge all'impcrio dei princinj giuridici : la rcligione stessa che sceverata dalla super- stizione e dal fanalismo non diffondo fra gli uomlni che conso- lazioni e bcneficj , non c che il vero nolle crcdenzc. Onde c che il dettato di Montesquieu atere Ic Icggi le relazioni cssenziali. mcnto clella potcnza tlcU' intellctto c aduuquc per I'uomo il primo jbisogiio, c quando I'Elvczio scri- veva esserc 1' uomo il frutto dclla educazionc, pro- fcriva quell' acuto ingegiio una verita imporlantis- sima, ed crrava in cio solo clic si pareva coiiside- rasse la educazionc crcati'icc delle idee del vero e del bene, laddove ella uon e no puu csscre clie aiu- tatiicc delle potenze all' uomo connaturali. Tutto clie infatti di utile, di Lello, di grande noi leggiamo prodotto nel corso del secoli derivo dal proeesso piu o meno ampio, piu o mono ordinato delle facolta deirinteudiniento e del cuore dell'uo- mo: dall'abituro clic dal sclvaggio crrautc tu vcdi scavarsi nella terra ai piu soutuosi edifici dcll'ai'- cliitettura delle eta incivilitc: dalle rudi pitture, copia fedele e non altro della natura seuza elezione delle sue parti piu nobili ed esquisite, allc opere di Apelle, di Raffaello c di Tiziano: dalle canzoni rustieali ed iiiformi onde 1' uomo nei primordi del- I'umano consorzio raecomaudava alia ricordanza dei figliuoli la vittoria riportala sovra il ucmico od cf- foudeva le piu tenere affezioai dell'aiiima, ai pocmi di Omero, dell'Ariosto c del Tasso: dalle idee iu- compiute del vero c del bene clie la iutuizioue schiu- che fia pli cnli fiirono iiuldtlc ilalla natmn. diivrcbhc apjilicarsi a tiillo clic lisguanla i dcslini del rivilc roiisoriiOj c a liillo iu- 'lisUutaraculc 1' uiiiano sapric ( ^cdi Vcrviltc ). X de ad ogni uomO; ai sistemi scientifici dell'Accade- demia e del Peripato: dagli usi e dalle pratiche in cui si contennero le prime teoriche della sociale giu- slizia, ai codici elaboi*ati della sapienza leggifattiva, tu non vedi se ben consideri che i vari gradi e raol- tiplici della perfezione, della intelligenza e del cuo- re. Furono barbari i popoli quando quelle potcnze furono in germe, e si fecero civili a misura del loro procedimenti. E lo sviluppo dcllc facolta conoscitive giova in modo ammirabilc qucllo delle affezioni, che il vero conquistato non si aggira infruttuoso nelle regioni deir intelletto, esscndo il dcstino dell' uomo di co- noscere e agire, e i convincimenti profondi della mentc discendono operativi nel cuorc, e souo dcssi la cagione suprema dell' indole varia degl' indi- vidui e dei popoli. La moralita verace c operosa pende clla stessa dal vero che sotto il noma di coscienza inualza dentro noi un tribunale non su- scettivo di corruzione, da cui move una voce po- tente, della cui approvazioue e sequela tui coutento ineffabile, e al cui rimprovei'O succede il rimorso laceratore. E la i-eale e non peritura grandezza dcgli uomini e delle nazioni nasce dal vero piii o mcno aperto nelle credenzc die, radicate, ne cd)biano al- zate tutte Ic potenze conoscitive e morali. L'ci'oi- smo de' popoli che svcglia 1' ammirazione non vcunc xt d' altre cagioni ; rcssero quelli intra essi, prospera- rono, ottcnnero trionfo iu che viveano crcdcnze profonde: caddrro e furon viuti qiiclli soltanto ia cui o non crano convincimenti, o non pareggiarono nclla forza quelli de' popoli vincitori. Se il potere infatti della ragione sia allargato in un popolo, sc le affczioni del cuorc ne sieno or- dinate, la vita civile precede ad onta o di leggi disadatte o di istituzioni sconfacenti: dappoiche al- ia mancanza delle leggi od a leggi iiiconsulte viene riparato dai costumi c dagli usi clie spesse fiate ne tengon vece, e gli istituti inopportuui ai tempi o cadono o si riformano; ma se le idee sicno figlie dell'errore, e le affezioni sieno travolte dall'ordine naturale, I'opei'a del piu savio Icgislatore si giace, e noi veggiamo per la storia o tornare senza frutto O torcersi in danno le stesse riformagioni , che ti parebbcro teoreticamen tc piu utili, perclie non ave- vano clle radice ncll' iutendere e nel sentire dci po- poli. 2 si fu una tale sperienza che condusse i pen- satori che appartengono alia cclebre scuola storica dciriVllemagna nella sentenza, avvegnache eccessiva, che fosse incivile il pcusicro di crcare appositi co- dici, avvisando essi essere i codici iuutili ove sicno la cspressione dclle idee e dei costumi, cd essere dannosi ove non ne rivelino che i gradi vari dcUa intclligenza cd i scnsi civili dci legislatori. XII Ma sc il ben esscrc dell' individuo c della specie pende dal pcrfezionamento della intelligcnza c dal- I'appurarsi le affezioni del cuore, il dani opera si per gl'individui che per le nazioni non e soltanto lodevole , come alcuui si pensano , ma doveroso : e Vennero appunto precipuamente dal convincimento profondo di un tale dovere le iunovazioni clie noi veggiamo intcrvenute nel nostro secolo in fatto di pubblica educazione. Neir ordine naturale , le Icggi di provvidenza reggitrici dell'uomo, clie ne rivelano i suoi doveri e ad un tempo i diritti , non d' altra fontc pos- sono derivarsi che dalla sua speciale costituzione che ne appalesa i destini, e dall' indole delle facolta onde venne fornito che ne appaiono i mezzi coi quali soltanto possono quei destini avere compimento. Il filosofo investigatore dei principii morali e giuridici adopera ncllo indagare la umana natura di quclla guisa che il naturalista fa subbietto alle sue ricer- che la costituzione degli enti materiali e Ic loro attitudini : poiche 1' ordine ammirabilc di questo mondo risulta appunto dal loro sviluppo, e tutte raggiungono il fine ad esse prcfisso, che sta nella perfezione possibile cui e dato loro di pervenire. Se lo studioso delle fisiche discipline trasandi lo inve- stigare quella costituzione e quelle attitudini, gli e impossibilc il comprendimcnto del moudo fisico: e XIII del pari al filosofo od al politico, so non si addcii- tri nclla natura dcU' uomo , torna vano I'adopcrarsi a slatuirc Ic Icjjgi del mondo morale. Ora se tii mcditi si ncHindividuo colla indagine psirnlogica c si nellc nazioni colla osservazionc sto- rica, li i; in pronto cssere Ic potenzc dell' uomo attc a pciTunc proccdimcnto ; c quest' indole processiva rircla una Icgge: poiche la provvidenza non crea nulla d' inutile c di dannoso, e sarebbc assurdo che ella avesse posto nell' uomo gli dementi della per- fezionc scnza aveme voluto e prescritto il consogui- mcnlo. Puo dcridcrsi la Icgge del processo da su- pcrficiali osscrvatori : ma la ragione, io diceva alti-a fiata, la rivcla, la storia la testimonia, la rcli- gionc la santifica *. • Rcputo inutile lo spicgare qui chc dcbba intendcrsi per legge di progresso dcUa nostra speciCj avendone io parlato spccialmentc in un discorso stampato nei Commcntari dell' Atcnco di Brescia deir anno 1839, ncl quale ebhi a dimostrarc non esserri idea chc veggasi pii'i abusaia dell' umano procedimcnto, ma non cs- seni a un tempo verita piii splcndida, per chi mediti sullc cose uinaue, dell' cssere la umanita processiva, tutto che in alcune rpoche si vegga clla stazionaria e tal fiala retrograda. Ivi ho pur delto come debba ascrivei-si alia rcligione cristiana che i popoli rcggano nelle ctii niodernCj e non drperiscano, ne si can- cellino dalla storia come a^TCIliva delle antirhc nazioni. II rcale processo non e che lo sviluppo c la perfezione dclla vita fisica, inlrllctliva n morale^ per le cagioni dalla pro\"Nidcnza preordinatc non «.• chc il conqnisto in ogni cosa del vcro r del bene, i- I'ania- X17 E la prowidenza non paleso le sue leggi colle sole facolta air uomo compartite , ma col porlo nello stato sociale a differenza di tutti gli enti irrazionali, non essendo nella eta nostra bisogno di refutare gli strani dottrinamenti dell'autore del contralto sociale che rinveniva nello stato selvaggio la condizione na- turale di nostra specie e solo disviamento dall'ordine nello stato di sociale aggregazione. Nella societa si conchiudono germi di processo maraviglioso, i qnali riconfermano essere legge della natura per V uomo il crescere le sue forze fisiche, iutellettive e morali. L'uomo infatti tutto solo e debole ed csposto a mille pericoli, e si afforza nella famiglia, ncl municipio, nella nazione: lasciato l'uomo a se stesso, nonostanti le inspirazioni spontanea del comun senso, egli 6 difcttivo delle piu ovvie teoriche del bene e del male die non sieno frutto immediato della ispirazione, o quelle teoriche in lui si smarriscono se debbasi procedere anco alle piu ovvie praticbe applicazioni , e le sue affczioni, lungi dall' essere umane, sono in- civili e barbare ; ma le idee di ogni specie sorgono, mento alia civiltaj la quale come osscrva un giudizioso ed acuto Italiano filosofo: non e cosa negativa: edijica, non atterra: non SI compiace delle mine; e la sua opera somiglia quella dell' ar- ckitettove, chc non colloca la sua maestria nello smantellarc an- tichi edificj, ma nd ristorarli c condurli a pcifezione. ■' ■ '■ V. Gioe£RTi. XT si appurano c allargano, c gli affctti si fi\nno iimani o gcntili col sussidio portcnloso dclla parola, colle simpatic create dalla convivcnza, coU'aiuto clella tradizione chc accumula i Irovati ed i pensamentL di colore die furono, che si crescono nel corso dei sccoli c onde ogiii eta si vantaggia si colle verita chc i maggiori nostri discoperscro, e si cogli errori stcssi in cui traviarono. Ogni i§tituzione, ogni Icggc savebbe percio viziosa e in contrasto coll'ordine sognato dalla provvidenza allc cose umane se non fosse rivolta alio scopo dclla possibilc pcrfezione fisica, intellettiva c morale di tntto il compreso dei cittadini. Per lungliezza di sccoli Ic mcnti dei politici disviarono dalle teoriche dclla sociale giustizia, formandosi a capriccio 1' idea di un ben esscrc generale cui soltanto dovesse aversi la mira ncgli statuti di una nazione, c a cui si do vcsscro per inGno sacrificare il bene e il diritto dei singuli: dappoiche il bene gcncx'ale non puu csscre chc il risultato del bene individuale di tutti i mera- bri del sociale consorzio, clie altrimenti si crra in un' astrazione cd 6 abbandonata la realita dcllc cose. E fu cirorc disastroso die del bene privato potcssc farsi mai sagrificio all' utile generale: dappoiche cosi il corpo sociale siccomc i singoli cittadini non deb- bono esscrc govcmati chc dalla giustizia civile, nclla quale i diritti di tutti soiio contcmpcrati, c Tutilc XVI generale del pari die qiiello dell' inJividuo per legge costante della natura ne suole essere la sequela. Non avvi clii contraddica doversi ad ogni classe sociale proteggimento e coiiservazione; ma cgli e stra- no il pensare clie gli uffici del potere pubblico si circoscrivano alia conservazione rispetto all' univer- sale d.ei cittadini, e che i mezzi al perfezionameuto dcbbano procacciarsi soltanto ad alcune classi privi- legiate: conciossiaclie nello stato civile e politico si raccolsero tutti gli uomini pel conseguimento piii agevole dei naturali lore dcslini, pei quali il perfe- zionameuto non puo dividersi dalla conservazione. Ed ove si pcnetri ncU' intimo delle cose non si con- serva la condizione dcU' uomo pcrfettibile per essen- za se ne sieno lasciate incrti le facolta c abbando- nate alia ventura Ic affozioni, nc u vita umana quella die tiene I'uomo al fisico e non lo iiinalza ad un ordine superiore, di quella guisa clic non si conserva una pianta destinata a crcsccre, a metter fiori e dare frutti se o la si trasandi o vi si adoperi intomo un modo di coltivazione ondc in sole foglie si sper- dano gli dementi che dalla natura si prepararono a rendcrla fruttuosa. Discordano all' cstremo le sentenze di sommi pensatori intonio a'vari sistemi di pubblica istru- zioiie; voleiidosi per alcuni die tutto il comples- so dclle dottrine debbasi per dirctto somministra- xvri re (lall'opei'a dci govcmi; volcndosi por altri die rlc-l)l)a ogiii inscgnamcnto lasciarsi all' opinare dei pi-ivati Jottrinatovi, come costumavasi ai tempi piu splcnclidi di Grccia e di Roma, puiiito sol tan to il diffondimeuto di teoriche perniciose; ma non entra nel mio disegno il discutere intonio quei pensamenti con traddi tori, volgcndosi le mie parole in ispecial modo non aH'clevata istruzione scientifica, che per le condizioni della societa umana non pu6 essere che di pochi, ma a quclla che piu propriamente direb-« besi educazione, circoscritta a svolgere le facolta in- tellettivc e ad ordinare le affezioui di clie ogni uo- mo abbisogna , quale che possa essere la sociale sua posizione; e ristrctto a questa il discorso, non temo di errore affermando: essere teorica indubi- tabile di sociale giustizia, onde si onorano i modcrni tempi, che la istruzione diffondasi a tutte indistiu- lamente le classi dei ciltadini, che se iucivile sareb- be, io lo ripeto, il pensiero die non a tutti fosse do- Vuta la sicurezza, che non a tutti si dovesse protcg- gimcnto pel ben essere fisico, piii iucivile anccra sarcbbe che a soli pochi procacciar si dovesse il ben essere intellettivo c morale. La importanza dclla educazione si conobbe dai legislatori dcllc eta trascoi'sc, ma condotti essi ncl- Tordiuarla non daU'iulendimento di dare sviluppo alia umana uatura, ma da scopo esclusivamcnte po- 2 XVIIP litico, i loro sistemi di eJucazione si restringevano a suscilare e fortificare le passioni confacenti alio stato specialc tlei vari popoli, al che pure intendeva ogni maniera di politiclie istituzioni. Si pensava al- ia educazione di uu popolo circondalo da pericoli di straniere invasioiii? tutlc le istituzioni in un colla educazione volgeansi a crcare il valor militare. Noi veggiamo perci6 clie in Isparta tutto tendeva a fare gucrrieri : i figli si consideravano appartenenti alio stalo anzichi alia famiglia, e toglieansi alia po- tcsta cd alia prolezione dei genitori: tutte le arti volte agli agi cd ai coniodi, clie si consideravano atte solo a sbassarc 1' altczza deU'aniraa, interdicevansi ai cittadini e venivano agli schiavi abbandonate: gli Dei che si disegnavano al culto del popolo si effi- giavano armati, e la stcssa Venere, giusta la testi- monianza di Pausania, veniva raffigurata in armi; cosi il legislatorc, dice Filangeri, innalzava nel cielo la forza bellica per faria discendcre piii vencranda sovra la terra. Volcasi allargare il territorio di uno stato e instituire di guisa un popolo da farlo con- quistatore? oltreccbe tutto in Roma s' indirizzava a formare uomiui robusti e valorosi, le istituzioni mi- ravaao ad ingenerare nelle menti un concetto altis- simo della citta ctenia, e la religione stessa si ve- dea lomenta trice di un oreoslio e di un' anibiz ione smodata, onde barbaro si reputava ogni popolo c ilal cielo predisposto al conqiiisto tlolle romanc aqiiile mai scmpre Jcstinate alia vittoria. Nc ^ da maravigliare , sc uno scopo esclusiva- mcnte politico , noa fondato nella uatura del- r uomo , ma nclle accidcntali circostanze del po- poli, inforra6 Ic istituzioni c la cducazionc dei bar- bari clic si diviscro Ic provincic deirimpero romano: il bisogno li cacciava dalle lore region! , e uon mi- ravauo cssi che a guerreggiare i popoli sovra cui si gettavano cd a consolidare i lore conquisti: le forze fisiche attrarrc percio doveano i loro pensieri e do- veva audarc dimcnlico il morale e 1' intellettivo. E la condizione dei tempi legittimava , se cosi puo dirsi, i traviamenti della educazione : imperocclie il fine cui intcndcasi dai rcggitori de* popoli era di consolidare lo stato, ed era nell' ordine che i po- poli pcnsassero a costituirsi ed a creare i mezzi valevoli a reprimcre i nemici csleriori auziclie si desscro pensiero della perfezione degl' interni ordi- namenti civili. Noi veggiamo percio lo slesso spirito dominai-e le eta municipal! quando sursero i comuni a regime popolare: poiclie anco in qucsta eta la esi- stenza dello stato occupava le menti, volti i muni- cipi, per un destino fatalc, anziche a congiungersi, a guerrcggiarsi e distniggersi ; e lo veggiamo pure governare gl' inleudiiuenti della polilioa delle mo- dernc nazioui prima clic cllc si fossero in forli stali TfX costituite. Di qucsta giiisa I'educazionc in gcncralc dei trascorsi secoli in cambio di avvisare alio svol- gimento dcgli elementi del bene die sono nell' uomo si vedea spcsso diretta a travolgcrli ed a falsavli: lie e pei'cio subbietto a stupire sc caddero gli istituti di un gioi-no, poiclxe nulla avvi di potcntc c di du- raturo clie non si abbia radice nclla uraana natura. Ma anco allora cbe si videro consolidati gli stati modemi non fu per lunghezza di tempo posta mcnto alia educazione delle infime classi sociali, imperoc-« che lo spirito delle istituzioni fcudali sorvissc alia loro caduta , c come in rjuclla eta sYciiturata nei grandi c potenti si concentravano i beni, i diintti e gli onori, cssi soli attrassero ancora le cure dci legislatori, e noi vedemmo istituzioni scientifichc so- lo utili alle classi agiate venir diffuse e protettc, e il basso popolo abliandonato, tranne rare eccezioni, al rozzo senso coniune ed al catechismo. La caduta pero della eta di mezzo e la sorvenuta condizione in tutto diversa delle nazioni dovcano pure trar seco la caduta delle istituzioni e delle Icggi dei barbari al nuovo ordinc di cose non piii convc- nienti: ed esse non offcrivano infatti aH'osservatore cbe un cumulo di rovine. Ma distrutto I'antico edi- ficio doveano gittarsi le fondamenta di un edificio novello cbe rispondesse ai bisogni della piii sempre cresceute vita civile. Si opei'arono uotevoli miglio- r.imciitl: c noi veggiamo I'cffrcnalo dispotismo clic pesava sui popoli mano nlano vouir con verso in go- vcrnamcnti tcmpcrati : Ic loggi piogarc al scnso ildla ugualita naturalc di tutti gli uomini: la liljcrta civile venire riconosciuta diritto primigenio dalla natura compartito alia intera specie ed avviarsi I'abolizione dcgli statuti di privilegio. Ma di questa guisa si to- glievano gli ostacoli alia vita civile, non ne crano ancora raggiunte le veraci cagioni, ne si dava opera a secondarle c renderle operative. Si stavano elle non lontauc dal Icgislatore, e si accliiudeano, come fu tpcco sopra, nclla intelligenza e nel. cuore del- r uomo; cd appunto pcrclie vicine erano invilite dall'abitudinc e discorreano inosservatc. E fu lo spi- rito di acuta indagine, die in ogni cosa si adopcra a scoprire il vero, die non si sta contcnto agli ef- fetti ma vuol salire alle origini e alle cagioni piii remote, clic ricondusse il pensiero dalla nazionc alia citta, dalla citta alia famiglia, dalla famiglia al- r uomo; e da cio vennc , non dal capriccio di alcuni pochi sempre impotcnte ad innovamenti gcncrali c durevoli, die per ogni dove si alzasse gi'ido e si dcssc opera a pro ddla educazione di tutlc Ic classi di cilladini, e che lo scopo no fosse r avanzanunto dclla vita civile, die puo ottcucrsi soltanto dallo sviluppo ordinato dell' hitero com- prcso ddla umana natura. E ad attrarrc I'attenzione dei pensatorl e dci go- vemi alia educazione del popolo sorvenne la mutata condizione economica delle nazioni : cagione potente, se bene si mediti, che gli uomini e i popoli si av- vicinassei'O gli uni agli altri e die le teoricbe della sociale giustizia non si aggirassei'o infruttuose nelle regioni deH'intelletto, ma si adducessero a muovere il cuore e si volgessero in pratica. Voletc clie I'uomo si concentri in se medesimo e che si spenga la vita affettiva? fatelo, da sociale ch' egli ^ per natura, un ente solitario. Volete che i suoi affetti si espandano? avvicinatelo all' altro uomo colla convivenza. Volete avvicinare gli uomini gli uni agli altri? adoperate a togliere tra loro Ic differenze collo addurre certa quale uguaglianza di condizione, diffondete i bcni e sovra tutto accomunate la islruzione. Ponete nell' una delle classi sociali i beni , gli onori, i diritti, la istruzione: incatenate I'alti'a nella miseria, nella ignoranza e nell' abbiezione 'che ne conseguita, e voi vedete nascere la servitu pcrsonale di Grecia e di Roma, la servitu della gleba del me- dio evo , la condizione dalla servitu non dissimile in cui si videro spesse fiate i proletari dei mo- demi tempi . E non crediate , che la disparita estrema delle condizioni vaglia a spcgnere il senso della fratemita naturale nei soli uomini non illu- minati dalla sapienza: i crcatori della greca filoso- XX in fia, niiclli clic potvebbcro dirsi i crcatori ncgli'es- scnziali principii pur ^iico dcUa moderna, fuvono tratti appunto dalle arccniiatc cagioni nci pill slrani dottrinamcnti. Son-ate, quciringcgno altissi- mo, cjueiruomo virtuoso clic ii meraviglia dei tempi anticlii, inscgnava, come abbiamo nei memorabili di Scjnofonto, che era giusto addurre i nemici iu ischia- vitu. Platone affcrmava esscrc alle societa politicbc necessario die vi fossero schiavi : 1' uomo libero che uccida uno schiavo non soggiacere a pena ma doversi soltanto piirificarc: potcrsi per lo contravio marto- riare a talcnto c insino che muoia lo schiavo che uccida il padrone. Aristotele aggiugneva: essere ne- cessario alia vita il possedere, e fi-a le cose che si posseggono annovei'arsene di animate, e a qucste ul- timo appartcnere lo schiavo. Catone, rescmpio della scvera virtu romana , il censore del pubblici co- stumi, ue' suoi precetti cconomici proponeva, doversi dal padrone che visita i suoi poderi vendcrc i buoi invecchiati, gli strunicnti logori, i servi infermicci. E Cicerone che innalzava dispcrato grido al pcn- sicro di un romano condannato alia croce non tro- vava snbbictto a censura quando si scannavano i gencrali nemici, si trascinavauo dietro i trionfi, e si abbandonavano i prigionieri alle bestie feroci nel circo ad allcttamcnto di un popolo barbaro, scb- bene illustrc per sanguinosi conquistamcuti. Nella eta di mezzo I'uomo appartencnte allc classi privilegiate non avea bensi odio abituale per 1' uo- mo del popolo, ma, diviso da lui pel gi-ado, per gli agi, per la istruzione, per le consuetudini, non avea pel' esso le simpatie affettuose che solo si generano da certa ugualita nella condizione; e i cronicisti di quei tempi appartcncnti alle classi elevate mentre ne dipingono con emozione profonda il tragico fine di un nobile, ci raccontano con freddo animo i mas- sacri e le torture di ogni guisa cui di spesso sog- giacevano gli uomini della plebe. Nei secoli stessi che si dicevano esempio della modema coltura, continuatasi la divisione fra le va- rie classi social i, le disavventure del popolo non ge- neravano affettuosi e costanti commovimenti. Sulla fine del secolo XVII in una provincia del Regno di Francia nacquero moti popolari disordinati per car- ta imposta che voleasi introdurre gravoca per le iu- fime classi, i quali vennero repressi con atrocila senza esempio: e la colta, spirituale, dilicata e sen- sitiva Madama di Sevigne dipinse alia figlia in una sua lettcra le spogliazioni crudeli , i supplicj bar- bari di quel popolo sventurato senza ribvczzo, e frammischiando al racconto gli scherzi significativi aeH'anima la piu tranquilla : esempio solcnne, os- serva Tocqucville, che nella eta in cui infinita era la distanza del popolo dalle classi elevate, le pcx*- sonr (li privilcglo non avcano simpatia clic per la sventiira del gcutiluomo. Egli c cosi vci'o die r avvicinarc le varic classL social! e cssenziale ad avvivarc cd allargare gli af- fctti rccipi-oci, senzache puu esservi si bene coltura, ma iiou veracc vita civile, clic nessuna istituzione varrc]>]ic ad incivilire iiomini o disgiunti gli uni dagli altri o disamorevoli. Le stcssc voci del ci'istia- ncsimo scmpre dirette alia fraternila universale o tornarono tal fiata vane, o non fiirouo giovativc co- me avrebbcro dovuto essere, insino a clie non furono le menti cd i cuori disposti ad accoglicrlc c volgei'le in pratica dal pi'ocesso della vita civile individuo da dirozzata convivenza. Vcrita importantissima rlic alcuni non sanno compi'endcre pcnsando clie le sole idee religiose debhano svolgcrsi, posto in non rale ogni altro elemento della umana natura, ma che la storia ne testimonia mostrandone come nelle eta barbare un male inteso senso di religione condu- cesse gli uomiui alia supcrstizionc cd al fanatismo, e come i semi sparsi da alcuna fra le cattoliche mission! piii strcpitosc non desscro frutto perclic gcttati in terreno non adatto a prosperarli per la barbaric dci popoli. Volgcte r occliio air America scttcntrionalc , e voi vedrctc in mollc delle sue provincie abolita dalle Icggi la scliiavitu, che in onta alle voci al- zate da secoli dcturpa ancora alcune parti tli quclla repubblica; ma gli scluavi afTrancati non hanno beni, non hanno istruzione: e queste cagioni onde i negri si videro per lunghi anni divisi dai bian- chi e si considerarono quasi non appartenenti alia specie umana, sussistono tuttavia e 1' idea delle ugualita non regna ancora nella mente e nel cuo- re degli americani. Inutilmente i negi-i per isti- tuto politico hanno voto nella elezione dei rappre- sentanti del popolo, ch^ nessun negix) ardisce com- parire alle assemblee elettorali: vanamente la Icgge conferisce ai ncgi'i il diritto di sedere al pari dci bianchi tra i giurati nei tribunali, che nessun ne- gro comparisce ad esercitare funzione quale che siasi nell'esercizio della giuslizia punitiva: la stessa reli- gione, avvegnachc comune al negro e al bianco, in se- parati templi si esercita, c perfino il sepolcro, che dovrebbe almeno spegnere le antipatie e far sentire la fraternita naturale di tutti gli uomini, ^ separate. Volgiamo uno sguardo alia sventurata Ii-landa, vit- tima per serie di secoli della oppressione e della piu. barbara intolleranza religiosa. Nella eta nostra un grande atto di giustizia politica fu scgnato dal Par- lamento inglese a favore dcgl' irlandesi addetti al cattolicismo; ma la loro emancipazione, scritta ne- gli statuti politic!, non vale per ora a sottrarli alia condizione degli iloti, che la divisione tra i prote- stanti c i cattolici si videcontinuare, perchelesequele di iiicivili loggi concentrano tuttavia i beni nci pro- testanli, e lasciauo spogli ed anzi ignudi i cattolici, e pcrclic lo inseguamento di ogni maniera e apcrto ai primi cd ai sccondi, non si provvcde tampoco della clemcntare istruzione; il tcrrorc soltanto man- ticnc uu' adombrata quiete in quelle regioni della svciitura, e gl' inglesi hanno tuttora nella Ii-lauda ammcssa a parita di diritto una nazione a combat- tcrc anziche una provincia del Regno unito. A toglierc quclla separazione in cui viveano in tutta Europa le classi sociali sorvenne la cessazione delle leggi che inceppavano il libevo diffoudimeuto dei beni, e 1' industria e il commercio cresciuti a dismisura crearono una nuova sorgente di riccbezza pubblica per lo innanzi disconosciuta, e si tolsero cosi iproletari allaabbiczioue cui da prima si videro con- dannati: di questa guisa ebbcro essi una importanza all'occhio dei proprietari , le varie classi sociali si avvicinarono le une alle altre, gli affetti del cuore si vcniicro fra loi'O allargando, e sulle rovine dcllo spii'ito di privilcgio prcdomino la sentenza, die il poter pubblico debbe a tutti senza distinzioni pro- teggimento e istruzione. Intcsc le cure dei governi all' interna vita civile, vcnuta in pregio maggiore la umana natura, sorto lo spirito filosofico dall' applicausione a tulte parti XXXVIII dello scibile umano del metodo naturalc, noii potca- no le menti non volgersi con meditazione profoiida alia scienza sociale, c fu vcduto, con assai maggiol* luce clie nei decorsi sccoli, come il prospei'o state dei popoli non potessc dividers! dalle virtu morali dei cittadini, e come alia ignoranza ed alia ineducazione debbano per la natura delle cose accompagnarsi per I'ordinario il vizio e il delitto. La morale infatti il cui scopo si e di indurre le- game tra la volonta e il dovere, io ebbi a dire aI-« tra volta, e scienza ad un tempo ed arte: alia mo- rale siccome scienza appartiene il flssare i principii e il cavarne le sequele piii lontane e recondite: alia morale come arte si spetta il far si cbc le teoriclie discendano dall' intellctto ncl cuorc a suscitarvi ef- ficaci c operosi commovimcnli, creando nell' uomo abitudini che lo incatenino, se cosi posso esprimermi, air osservanza de' suoi dovcri; ma cosi fatti uffici non si prestano che dalle potenze conoscitivc disvi- luppate dalla istruzione. Si fu per la conoscenza del come importi la morale privata al ben essere pubblico che, dove un giorao a cansare i delitti non si pretendeVano che le proibizioni, i comandi, le pu- nizioni, oggi una piii savia politica intcnde a pre- venire il delitto togliendoiie le cagioni collo scemare la miscria e col diffondere i lumi fra i cittadini. E a levarc I'utile dell' istruzione universale a quel- xxtx In profonJlta
  • risnimcmciitj c cosi 1' opera del DucrETi.vux, dcs prO' ffis ct dc I'cial uctucl dc la rcfurinc pcniUiitiaiit. Francia in due gi'andi sezioni, Tuna delle quali S da lui appellata oscura e I'altra illuminata. Ned h da mcravigliarsene dappoiclie 1' istruzione saviameute graduata alle varie coudizioui de' cit- tadini cd educatrice del cuore, ^ il mezzo migliore a scemare la niiseria ( clie non sara mai dato di togliere per inticro ), sorgentc amplissima di dclit- to, e che fu sempre il piu gi-ave malanno delle societa umane, che ne pose non pure a pericolo, ma ne sconvolse la pace e V ordine e le condusse spesso a ruina. Se bene in fatti si considcri, il bi- sogno supremo di uno stato e un savio economico ordinamento, e nelle istituzioni primitive de'po- poli noi vediamo dato pensiero alia costituzionc della proprieta e della economia , anziche si po- nesse mano alle forme politiche de' Govcrni. Mose, eletta un' opportuna regione al popolo di cui era liberatore, non pose si bene ostacolo al moto del beni onde uell' andare delle cose umane altri acqui- sta riccbezza , ed altri o non esce dalla miscria , od escitone ^ condotto a ricadervi , ma imprcse a moderarlo di guisa che la nazione non avcsse a soffrire, dice Buret, dalla inerzia, dalla cupidigia, e dalle esorbitanzc degli individui: ncssuna terra potcsse a pei-petuita essere vcnduta , poicbe la terra era sua, e coloni ne erano soltanto i suoi posses- sori: e dopo il periodo di 5o anni tutti rieutras- xxxr sovo nolle tcvrc in prima posscdulc*. Licurgo dcttc Tirinripio alle sue riforinc in Isparta dal ripartirc Ic tcn-c iigualuicule fia tutti i cittadini; c So- loue, tuttochi sia subbictto di controvcrsia sc pro- ccdcssc ad innovamenti al tutlo uguali in Atcue , c peru ccrto clie avvis6 a' mezzi di risultato cor- rispondcntc. I quali fatti giuslificati quanto a Most' da cagioni parlicolari clie non sono qui da ^nnovcrare, c quanto a' Gi*eci Icgislatori dallo stre- mo de' mali, cui non sapevasi trovare rimedio, che con cstrcme misure, le quali sarebbc non pure in- giusto 5 ma disastroso applicare alle moderne nazio- ni **, vagliono a pone in luce siccome gli antichi savi concon-ano co' modern i nella seutenza clie il sociale ben' cssere posa capitalmente sulla diffu- sione de' mezzi alia sussistenza. Ma quale spcdiente ad ottenere quel salutare diffondimento, la cui ignoranza trascino quasi tutti * Tuna quoqlic non traditur in pci-pctuum quia mca est, ct t'os adi'enae it coloni nui cstis. Lkvitico. cap. xxv. vcrsic. a3. Jiccertetur homo ad possessionem »uain et unusqliisqnc redid at Jamiliam pristinam. Eod. vcrsic. lO. ylnno Jubilei redient omnes ad possessioncs suas. versic. 1 3. ** In una nicmoria stampata ne' Cumincntari dcH' Atenco tli Brescia ncH' anno i834 sul tliritto di proprieta, c sui suoi liinili, io ho provato pci jncno istrutti 1' assurdita delle Irggi agraric , c r errore su cui poggiavano le disastrose teoriche de' Sansimo- iiisti. gli anticlii legislalori o ad adottarc le Icggi agra- rie, od a stabilire la scliiavitu onde i prolctari cosi digradati e inviliti non riuscissero alia socicta minacciosi ? II problema clie 1' economista dee scio- glicre sta precipuainente ucl trovar modo ondc il lavoro si avvii ad unirsi ordinatamente col capitalc * che lo alimenla, accluudciidosi tutti i malanni nel- r esserc da un la to le sole braccia , e dall' altro , come in Ingbilteri'a e in L'landa , tutti gli stro- meuti dclla pi'oduzione, i beni , gli stabilimcnti d'industina, il danaro, scnza i quali 1' opera jo si giace csposto alia crudclta dell' avaro speculatoi-e, ed a perirc di fame. Ora lasciato il dire come a qucH' avvenlurato congiungimento conferiscano il lasciare il diffon- dersi de' beni al corse dclla natura, I'aprii'c libero il qampo alia industria e al commercio, il mode- rato, ed crjuo ripartimento de' tributi pubblici, le istituzioni a lumc e proteggimento dell' iudustria- re, onde sia tolta o reprcssa la sovercliiante , in- gorda e iugannatrice speculazione, 1' associazione degli articri , le socicta di bcneficcnza c di tem- peranza , le casse di risparmio ed altri somiglie- voli trovamenti , io repute manifesto clic tutti i mezzi dagli economisti e da' Glanlropi imagina- Si prende qui il vocabolo capitale nol scnso ampio degli eco- nomisti, assiuilo a sisuificurc beni itobili; mobili; dcnaio ecc. XXXIII ti torncrebbero vnoti di effetto scnza la istruzio- nc cJucatrice delle infime classi I)li!;lii inerenti alia piojirictxi sono offcrte dall' insegnaniento Uc' piii saiili uo- iiiini dclla Cliicsa Caltolica. S. Toinmaso, Suinnia Thcoloi^iac. Vol. I. 2. 2 quest. XXXII art. v. cosi si csprinin: Bona temporatia quae hoinini dwinitiis coiiferuiitur, ejus qui- (Lin sunt ijuantuui ad i>r(tpi-iitatein, scd quantum ad usuin non solum dibi-nt esse ejus ^ scd etiam aliorum e/ui ex eii sustenlari possum ex eo quod ci supcvjluit. E S. Basilio, rilalo dal niedosi- liio S. Tommaso : Si Jaleris ca libi divinilus pi'ovtnisse , scilicet temporatia bnna^ an injitslus est Deus inaequaliler vis nobis di- stribueiis? Cur tu abundaSj ille vera mendicat, nisi at tu bonae dispensationis mcrila conscquaris, ilia vcro patientiae brat^iis de- corrctur? Est panis Jlimclici quern lu tenes; nudi tunica j quoin in conclai'i conscrtuL'i; discalceati calceusj qui j>erU's le inarccscit; indi^entis ar^iiUum^ quod possides inhumatiim. Quo circa tot injuriaris, quot dare valens es. Lc stcssc dottrine lusegiiavansi da S. Anibrogio. Su qucste idpc c sullc normr del soccorso, si vcgga la luia nie- inoria: Sui fondamenti dclla propiicta e de'suoi limiti; c Taltia: xxxvm Nel complesso delle cagioni , die siam venuti accennando , le parole del maestro Evangelico : siete figli del padre stesso: siete tutti fratelli , non pure si compresero da tutte le menti, ma discesero nella coscienza efficaci e frultuose; ond'e che il moto della eta nostra a diffondere la istru- zione ha la piu bella e piu venerauda delle san- zioni , quella che si comparte dalle idee reli- giose. Dalle quali cose & in pronto il raccogliere come vadano errati colorp che fanno mal viso alio spi- rito che oggidi informa le menti dei pensatori e degli stessi govemi: combattono essi, per avventura senza avvedei'sene , le sante leggi da Dio prefisse al conseguimcnto del privato ben essere e ad un tempo deir ordine pubblico : si piacciono ascrivere al capriccio di alcuui pochi, allc illusioni di cui ne vogliono vittima il movimcnto che e il frulto del- r opera della vita civile elaboi-ata per lunghi scco- li: intendono a tornar vane le voci riunite e onni- potenti dei filosofi che invocano la istruzionc, dei legislator! che la pi'oclamano, dei buoni che danno opera ad attuarla e diffonderla; ma le grida- che si alzano torneranuo vane. L' istruzioae universale 6 oramai un bisogno imperioso, irresistibile della uma- Sui mezzi di scemare la miseria e di migliorare la istruzione del popolo. XXMX nita lutta quaula clic nc vuolc soJdisfazione; c quantlo niai si videro i voli tlcUa umanita intera o csscrc frutto tli crrorc o non raggiugiierc compi- jncnto ? Ma lo spirito clic infoiina nella eta nostra la istru- zionc, cui universal men tc si adopera, o egli tale die avvisi al verace miglioramento socialc, e si mcriti rapprovazione del filosofo, del politico e ad un tem- po dciruomo rcligioso? La c qiiesta 1' indagine chc ne rimanc a compiere il discgno che ci siamo pro- posti. II riscontro tra Ic forme anticlic e modcmc del- la istruzionc pongono in piena luce clic sc un di r istruzionc , lo abbiamo gia accennato , si strin- geva ai potenti e ai ricclii, ora vuolsi accumunata a tuttc le classi sociali: chc se un di nclla istru- zionc spaziavasi nclle ipotesi e nclle astrattezze, o in crudizione a sola pompa cd oniamento, ora in ogiii i-amod'iusognamcnto s'inlcndcairutile pratico degli individui c dci popoli: chc se un di l' infanzia si vedca trascm-ata , ora la eta prima dell' uomo re- voca Ic maggiori sollecitudini : chc se un di 1' istru- zionc era prcccttiva, nella eta nostra si avvia ad cs- serc cducatricc si dellc f;\colta intcllcttivc clic dcllc affczioni del cuorc. Dulla disamina delle quali dif- fcrcnzc, chc ogni osscrvatore si accorge intcrccdcrc fra gli antichi c i modenii sistcnii di istruzionc, XL debb'esscre mauifesto al meiio vcggenti come il no- stro secolo si vantaggi sui preceduti. Non diro infatti dclla trascuranza in clie si avea- no i proletari presso gli antichi, quando una gi'an. pai'te della popolazione era schiava all'altra: ne come in antico non fosse sistema d' istruzione pub- blica dalla ginnastica in fuori: e come 1' insegna- mento delle piu important! e nobili discipline fosse lasciato all'arbitrio dei privati dotti'inatoi'i, dai quali nessuna guaveutigia richiedeasi di probita e di sa- pere, onde ne devivava una serie vai'ia e moltiplice di dottrinamenti in oggetti al pubblico bene essen- ziali spesse fiate fra se contrastanti , che toglieano I'unita del pcusiero si nccessaria al ben essere della repubblica, e come le scienze fossero perciu subbictto non di concordia ma di divisione fra i cittadini. L'idca di ordinato inscgnamento non venue clie ai tempi degl' imperatori I'omani, in che, pcrduta ogui francliigia citladinesca , ogni amorc di patria era spento, e, come dice Constant, 1' istruzione pubblica allora s' iudusse che ai cittadini mancava ogni sti- molo a profittarne. Ma vencndo anco a' tempi in cui si alzo al mcglio lo stato delle uazioni , dopo I'eta di mezzo, c da ripeterlo, noi veggiamo sorgorc istituzioni d' insegnamento co- spicue, fondarsiunivei'sita che salirono ad alta fama, le cjuali pero non miravano alia utilita gcncrale poi- cM si vcdeano ristrettc prima del secolo XVIII alia elcvata istruzione Icttci'aria e scicntifica, che e sem- pre conccssa a pochi e si parlava in esse un lin- guaf^gio morto da secoli; onde veniva che tornavano elle inutili alia educazione del popolo: non erano stniniciito di unione e di affctto di tutte classi fra ciltadini, ma v' induceano scpavazione, crescendo fra esse la ineguaglianza esti*ema di condizionc, per la quale o poco monta o torna a danno la stcssa ugua- lita di diritlo. Nella eta nostra Ic condizioni del piibblico insc- gnamento al tutto si tramutarono: non e dcsso ac- cliinso nelle grandi istituzioni scieutificlie, non e aperto soltanto a pochi, ma ampio e graduate di guisa che tutti i cittadini possano vantaggiarsenc giusta la sociale loro posizione; e se al popolo non si appai'tiene I'altczza dclla scicnza. gli si sommi- nistrauo della scicnza gli ultimi pratici risulta- nicnti, onde vicne che sc 1' istruzione e ora efficacc a dare e magistrati e letterati e professor! , lo e del pari a dare e istrutti commercianti e articri illuminati c industriosi cd utili agricoltori. Discor- rctc i sistcmi dclla istruzione indotti ndla Prussia, ncirAustria, ncU' Inghiltcrra , ndla Francia, ncl- I'Amcrica. e vi vcdrete uu accordo e un intcndimonto che vi ricmpic Tauirao di contentczza a un tempo e di meravigiia. Non per ogni dove c tocco I'ottimo, •xzn ma per og^i dove vi si intendc, ed e questo spirito clie regge tutti i govemi clie dee fermare la mente deiruomo filosofo, del politico e a un tempo del religioso. Tutti gli uomini hanno la stessa ori- gine, la stessa costituzione, lo stesso fine: ed erano percio ingiuste le istituzioni di un giorno che, ri- volte alia perfezione soltanto di alcune classi , si pareano intese a mantenere nella ignoranza 1' uni- versale; e r istruzione a tutti aperta, giusta i biso- gni delle moltiplici condizioni sociali, e un trionfo della giustizia civile che, travolta negli andati tem- pi, impera nel nostro secolo; e la ugualita di tutti gli uomini che acchiudevasi nella mente siccome teo- rica e rccata oggi in pratica fruttuosa. Per alcuni si teme il diffondimento dei lumi, e se ne vede posta a pericolo la religione; ma non sono i lumi * che offendano ai principii moral i c • E pensiero stolto di alcuni che i lumi non favorrggino, ma nuocano alia religione. A refutare si strano dottrinamento, in contrasto colle sentenze dei Padri piii venerabili della Chiesa, io reco qui un brano del discorso del Padre Gerard avente a ti- tolo: Delia necessita di coliivare nei Janciulli la intelligenza per rendevli religiosi, da lui proferito nell' occasione dei prerni distri- buiti nella sua scuola — " Eppure, cosi egli si csprime, vi sono » alcuni che in nome della religione istessa vcngono a doman- » darci il torporc della intelligenza e la notte dell' anima. Ri- » spettero il molivo che li spingej ma non posse dissimulare »> quanta sorpresa io provi per le strane contraddizioni nelle quali » e loro forza cadere. — Se io domando d' ondc vcnga nell' uomo ri'liglosi, sibbcne il vizio c il Jelitto clic per I'or- tliuario si gcnerano dalla miseria, dalla ignoranza c diiirerrorc. I falsi lumi soltanto, o incompiuti o ristrctti in alcune classi , nclle quali possono es- scre strumcnto di oppressione per le altre, portano danuo: c raffcrmare i vcraci e compiuti lumi dan- ncvoli torna lo stesso clie avcre per funcsto il dono fatto da Dio agli uomiui dclla ragione. M r intpUigrnza che lo distingue dai bruti, mi si risponde esscr n qucsta iin dono di Dioj ma se e cosi, qucsto dono ci c stato n conccsso per fargli portar fnitto, non per sofibcarlo. La sua »» coltura non pu6 esserc funesta alia religionc, perrhe il Crca- n tore non si trova niai in contraddizione con se stesso. Egli non n puo tendcre agguati alle sue creature, ne distruggerc con una »» mano rio che coll' altra prepara. — Se poi domando come av- •» vcnga rhe 1' uomo abbia una religione, e che i bruti non pos- n sano avcrnOj mi si risponde, che i bniti sono senza intelUgenza, »» e che hanno i loro pensieri, come i loro sguardi, |tutti volti »» verso la terra ; raentre 1' uomo dotato di ragione puo godere f> drllo spcttarolo dell' univcrso, puo ammirarne V ordine e la »» vaghrzza, e risalire cosi di meraviglia in meraviglia fino al >♦ Creatore, per offrirgli il grato tributo della riconosccnza e d<'l- •» r adorazinne. Ecro dunqup da una parte V ingratitiidine frutto n della sinpidil.i, dall" altra la religione che sorgo dal seno dci n lumi. Ma se veranicnle 1' intelUgenza e madre dclla pietii, cosa » dovrenio braniarc? Che la buona nutrice diventi sempre piii «« ngorosa, poiche la pieta ne acqulsU pure ogni giorno nuova n foi-za c nuovo vigore »>. Dalla Gitiiia ddl'educatore di RafTacle Lambrusrhini. Anno so- condo i837 pag. 178. Fircnzc coi tipi dclla Galilciana 1837. XLIV Colore chc si alzano apologisti dclla ignoranza con- fondono in uuo due condizioni al tutto distinte della societa umana : e i fatti clie la storia di un' cpoca ne pi'eseuta si traducouo a recar giudizio di un' opoca die per intcvo se ne diffei'enzia. Nei secoli incivili si vide talvolta ignoranza e virtu e se ne dedusse che virtu potessc csscre in alcune classi sociali versanti nclla ignoranza in una eta nella quale la vita civile abbia ottenuto notcvole procedimento ; ma in una societa nascente pu(^ essere certo grado di virtu nella po- cliezza dei lumi, e lo stato sociale puo essere sino a certo punto ordinato c tranquillo, pcrclie le leggi so- no usi e praticlie che il comun sense induce e fa accogliere: la loi-o evidenza le raccomanda c la su- perslizioue concorre a santificarle. La storia di tutti i popoli ne mostra nclla loro origine ugualita di idee e di usi nonostantc la divei'sita dei luoglii e dei tempi : prava indubbia che tutto si sti'inge nei primi dcttati della intuizione spontanea, e ne attcsta del pari come I'autorita dei legislatori e la reverenza allc leggi fossero guarentite dalle idee religiose. Ma ovc la civilta abbia avuto progresso, I'agricoltura, I'in- dusti'ia e il conimcrcio sicnsi ampliatiepcrfezionati, e Ic relazioni sociali siensi moltiplicate, non piu la evidenza dei primi principii vale a reggere ne lo stato dei privati, ne quello delle nazioni : da tali priucipii e mestieri allora disceudore alle sequele p!u lontanc c recondite: nnn plu soccoiTOno al bi- iogr.o Ic intuizioui, ma c necessario il potcro dclla riflcssionc. E sc oiu si avvcra rispctto allc teoriche onJc la mm to vuolc iufoniiavsi si per Ic scicnze chc pcrlearti e i lucstieri, si avvcra del pari rispctto allc affczioni del cuorc, il tui traviamcnto a disrai- sura si auincnta per gl' incenlivi dc' prodolti sva- riali dclla vita civile, sc le forze morali, clie la sola educazione comparlc, non vi oppongano un arginc salutare. L'uomo in clic la mcntc cd il cuorc non sicno iuformati al vcro cd al bene nclle societa incivilite, diccva I'Hobbcs, e un fanriullo robusto: egli c un cntc in cui Ic forac flsichc abbondano e sono nullc le intcllcttivc e morali. La natura non ha compar- tito forze fisiche al fanciullo pcrche e difettivo dclle morali onde Ic prime vogliono essere govcrnatc : nellc st)cieta nascenti si vede di pari guisa certo ctjuilibrio tra le forze fisiche e le morali; ma se l'uomo od un popolo giunga a}la eta virile e la istruzionc non conservi quell' cquilibro, si ha il fan- ciullo robusto del citato scrittore in chc il fisico viucc I'iutcllcttivo e i scnsi predominano, c nel pre- doininio dei scnsi sta la barbaric non la vita civile. K la istruzione apparisce, se ben tu consider!, di assai maggiorc importanza pel basso popolo che non per Ic allrc tlassi dc' ciltadiui: il ricco o I'agiaio •XI. VI cittadino non costrctto a consumare la vita onde procacciarsi la sussistenza ha mezzo o ad istruirsi da se stesso, o a rifare I'educazione chc avesse ri- cevuto falsata nei primi anni, e il modo del viver suo nella parte della societa istrutta gli puu ser- vire esso stesso di educazione; ma se il povero o perde i primi anni senza venire istrutto, o riceve istruzione disadatta o non savia, soggiace alle idee concette e alle contratte abitudini senza potere a rialzarsi in tutto il corso degli anni siioi. E le azioni del popolo e i suoi principii come vcngono giudicati s' egli incappa in ti'aviamenti ? non sono i suoi pari che rechino giudizio di lui; ma sono le classi istrutte clie il soggettano a rispondere di ciu chc cgli si pensi, si dica o faccia sul regolo dclle idee, dei lumi, della coscienza di uomini la cui ragione disviluppata c i cui costumi hanno creato quella sottilita d'in- tcndcrc e quel dilicato scntire che sono friitto di una civ ilia di cui nel popolo non furono sparsi tam- poco i primi semi. Se dalla filosofica osservazione noi discendiamo air cssere dclle societa attiiali, il bisogno della isti^- zione e della educazione dei popoli addivicne ancora piu luminoso: imperocche vi fu tempo in cui le morali teoriche , frutto della cmpirica filosofia , si fondarono non sopra i principii dell' ordine asso- luto 0 immutabile, ma suU' cssere puramentc sensi- \LVII livo (Icll'uomo, c pcrciu sul calcolo dci piaceri e dci tlolori : in cui le idee dclla liberta civile si esage- rarouo c nolle nienti del popolo si confusero colla li- ccnza: alia ugualila iuuauzi alia leggc si dicde una slraiia cstensione, e si parve ingiusta la differenza delle condizioni e dei bcni, e il popolo si credette fossero iiigiuste le leggi protcggitrici del diritto di proprieta, scnza il quale nou puo essere ne la giustizia ne il bcu essere di tutte le classi sociali: I'iutendimento a tori*e i pregiudizi e gli abusi della superstizione si splnsc alio strcnio di porre nel dubbio gli stessi domnii cssenziali alia religione, e il dubbio sorto nelle classi elevate si diffuse nelle iufime, diffondi- mciito agevolato eziandio dalla condizionc de'modemi stati in cui tutte le classi assai piu cbe iu antico non erano si videi-o avvicinate. Nelle menti elevate qucgli errori scomparvero, cbe la eminenza dei lumi valse a rinviarle dai trapassati traviameuti; ma nelle iufime classi, qiiegli en-ori perdurano, se ne veggono piu o meuo le sequela nei vari stati di Europa, e vcrranno trasmcssi di genei-azione in gcnerazione, se non diasi mano a porre nclla sor- gcnte gcnerazione le fondamenta di un edificio in- tcllcttivo c morale al tutto nuovo. La stcssa ugua- lita di diritto. giustameute sancita per tutte le classi uella eta nostra, puo tomare dannosa se I'idca di una talc ogxiaglianza non sia illuminata ncl popolo, XLVIII e se a tenerla nei giusti confini non sia govemata da sentimeati morali e religiosi, che dalla sola istru- zioue educatrice della meiite e del cuore possono es- sere generati e guareiititi. Ond' e che si fatto bisogno di educazione popolare lo abbiam gia detto, ^ oggidi sentito dall'universale dei pensatori e dei govenii po- litic!. Educazione popolare! dice il Mayer: questo grido risuona da un angolo all'altro di Europa, e I'Atlantico ne porto 1' eco di simil gi-ido clie tutta commuove 1' America: la sapienza, la politica, la religione concorrono ad afforzare quel grido ed a farlo efficace coi loro luini e colle loro sanzioiii. E la istruzione presente i; tutto vnlta, lasciate le ipotesi e le astrazioui, a risultanicnti di uti- lita positiva, poiche la eta nostra scgiia 1' ultimo degli stadi che si porcorrono dallumaiio intclletto in tutte le conoscenze. Ovc si segua lo svolgersi della umana intclligenza noi veggiamo che dapprima le idee direi quasi istintive del comun senso guidano gli uomini: soppcriscouo esse ai bisogui degli in- dividui e dei popoli nel primo periodo della eta. loro: alle ispirazioni del comun senso, moltiplicati i bisogni, estese le relazioni, sorvienc la riflcssione, e cio che teneasi per la intuizione iudistinta e con- fusa si vuolc ragionato e lucentc; la e questa la eta fdosofica piu o meno avanzata. giusta Ic condizioni dei luoghi e dei teuipi. Ma le idee fatte si^iorc della mente dcU' uomo non vi giacciono iufruttuose : agiscono esse sul cuore, il commuovono e I'uomo iiitcnJe a volgcrle in pra- tioa: impei'ocche il suo naturale destiuo non si con-" fina a conccpimcnti intellettivi, ma si stende al- I'azione: conc-cpire cd agire, ci offrouo I'uomo nOn travialo dalla imaginativa, ma tratto dalla realita , della umana natura; e noi ci troviamo neU'epoca apt- punto in cui la tcorica vuolsi condurre all' attoi. Nei tempi andati pareva che il piii delle istitu- zioni indirizzate alia istruzionc non avessero a scopo che il soddisfare una inutile curiosila: intendeano alia classica letteratura, e gl' ingcgui si abilitavauo ad essere non ci6 che i tempi richiedcvano, ma scrittori e poeti di tempi che piii non crano: la filosofia sco- lastica tcnca luogo della psicologia e della fisica, che il metodo proclamato da Bacone e da Gartesio, e posto in uso da Galileo, non conosceasi o si tra- seurava per cieca revercnza alle invalse abitudini: e r insegnamento del diritto era circoscritto alle san- zioni positive del diritto romano e del gius cano- nico, poiche la filosofia non era ancora penetrata nolle scuole delle scicnze giuvidiche. Ne compajono si bene innauzi nci decorsi tempi Ictterati di pri- mo grado cd acuti filosofi : ma essi non dovettero la loro fama agl' inviamcuti che nclle scuole aves- sero riccvulOj che auzi il loro iugcgno soltanto valso 4 a sciorgli dai ceppi che loro veniauo da falsi me- todi, e ottennero bensi di salii-e a nominanza im- mortale per le loro opere, ma non per 1' influsso clie avessero sul reale ben essere delle nazioni. Le scienze non alzate sulle reali loro fondamenta, non tratte dal libro magno, come diceva Bruno, dclla natura, non offerivano clie ipotesi ed astra- zioni: ond'e che non rinvenendosi le teoriclie corri- spondcnti alia realta delle cose, i teorici e i pratici componeano due classi al tutto 1' una dall' altra distinte ed anzi per rordinario nimiclie, le quali a vicenda o si irridevano o si combatteano. Derivate le scienze dalla natura, ridotte ad essere il risultato dei fatti del mondo materiale e spirituale, non pote piu la teorica essere in coutrasto colla pratica, ed anzi nacque tra 1' una e 1* altra uno stretto legame, donde un influsso reciproco di lumi e di beneficj. Sono maravigliosi infatti i ritrovamenti delle arti, sono immensi ed immcnsamente svariati i prodotti della industi'ia e del commercio pei bisogni e comodi dclla vita: ma questi beni non vennero nella eta no- stra che dalla conversione della scicnza agli usi pra- tici della vita. Ora una si fatta conversione non si apparticne ne al filosofo, ne alio scienziato, no vi da mano il ricco cittadino: e dcssa ufficio del basso popolo; ma come il popolo potrebbc riuscire a scopo di vei"o utile se non I'istruiste, se alia inlelligcnza LI fll Ini roil acrmioio metiwlo orJinata e (lisviluppata non rccaste quali assiomi e in compcndio i risul- tamcnti Jella mctlitazione tlcl filosofo c dcUo scien- ziaU) ? In ttitto chc forma suMneLto o al ponsicro o al- I'azionc ilciruomo, nclla cui pei"fezione stanno i de- stini ciroi deve compiere, non altro strumento e dalla natura a lui conscntito che la intelligcnza, e sc di lei vi ha bisogno nolle investigazioui fisiche o filosofiche, se nolle Icttere e nelle belle arti, se nolle economiclie c giuridiclie discipline, di lei pure e mcsticri, in quelle che hanno a subbictto 1' utile e che intendono al neccssario ed al comodo dclla esistenza, ragricoltura, la pastorizia, ogni mestiere cd arte mcccanica. Se ogni parte dell'uraano sapere, se ogni arte al)bir,ogna dc^lla intelligcnza, di queila guisa che 1' istruzione e necessaria alio scienziato, colla debita proporzione al sue spcciale dcstino, lo e pure all'agricoltore ed all'artiere. Uu d\ la scionza e 1' arte si vedcano noUo stesso uomo congiunte, c I'artc anzi in molte cose pre- vcntie alia scicnza : era 1' eta della infanzia dei po- poli in che la sola iutuizionc forniva i lumi confa- ccnti a' primitivi e poclii bisogni de' sociali con- sorzj. Progrcdita la ci^iUa v' cbbcro uomini, che non istrctli a cnnsuniare la vila nel procacciarsi la sus- sislcuza, si polcrono alz;uc col pensicro sopra i falti tn e i fenomeni del mondo maleriale, indaganie le cause, statuirne le leggi, prevederne e calcolarne gli effetti: in questa epoca la scienza si divise dall' arte, la quale si resse cogli usi invalsi, ma senza utili procedimenti. Divisione si fatta pero non era voluta dall' intrinseca indole delle cose, e il naturale destino dell' una e dell'altra si ex'a il loro novello congiungimento; e questo e il fenomeno che differenzia il nostro dai trascorsi secoli: imperocche si ebbero nei tempi an- dati parccchi lumi di scienza, ma 1' applicazione, dice ravvocato Maestri, e la coordinazione delle parti moltiplici del sapcre non si vidcro che nella eta presentc in cbe nel piu. meschino lavoro si uniscono la scienza e larte: il pensiero regge la mano, e la mano dal pensiero s'informa, e la tecnologia nel grado piu elevato e tutto propria delle moderne nazioni. Il giogo servile dell'abitudinc e per le arti spezzato, e la scienza e avviata a pcnetrare si nel tugurio deir agricoltore che ncll' officina del piu umile artiere. Pervenute le arti alia condizione die abbiamo ac- cennato, sono desse altrettanti sperimenti onde si mettono a prova i trovati della scienza: la scienza illumina le arti, e le arti confei-mano, rettificano, o smentiscono le teoriclie. Le arti cosi sono gio- vative alia scienza , nell' atto stesso che sono il nerbo ddla moderna vita civile, e fanno gcntili c tli)lci i costumi c raffrenano Ic passioni feroci, Jan- do aH'anima snddisfarimcnti di nuova specie cho la stolgono dai hrulali, c forncndo agio ed ozif) aprono via alia coltura delle lettere c dellc arti Ix'lk". L'artiere fatto dalla isti-uzionc ingegnoso i cgli stosso discopritorc colla sua pratica. Lo Smilli osscrva chc Ic macchine piii ingogiiose si debLono a scmplici artieri: e Bacone facea somma stima dolle arli mcccaniche alle apparenzc piu vili , c nc re- jnitava la storia sommamcntc utile alia filosofia. L' utile dclla uuiouc dclla scicnza alia pratica , e pcnsicro dcUo scrittorc sopraccitato, si appalesa da ciu, die fra tultc Ic sciciize quelle salirono piu rattc a pcrfezionarsi clie colla pratica aveano rela- zionc piu sti'ctta, come 1' astrouomia, la flsica, la mcdiciua; c la filosofia raziouale , clie dalla pra- tica piu s\ discosta, fu per sccoli involta nolle sot- tigliezze e nelle astrazioni. La scienza dellc leggi quanto non cLbe dalla pratica incrcmcnto c per- l"ezionc?Quanto avvi di sapicnte nelle romane leggi si dove a' pratici giurcconsulti , ed una nazionale legislaziouc fu il frutto dellc scntenzc riccvute dagli scrittori, c dclle decisioni dei triljunali, quando il diritlo romano si rose sconfacente ai bisogni della civilta moderna , anclie prima rhe nelle varie na- zioui d' Europa si poncssc pcnsicro alia compila- zione di nuovi codici. LIV INia la necessita della islruzione del popolo, cha si appalesa dal volersi nella eta nostra congiungere la scienza all' arte, pel ben essere delle nazioni che posa, piu che in ogni altro tempo, sulle arti e sul commcrcio , e pur manifesta dall' essere fattc signore del campo della industria tre novelle po- tenze, la cliimica, la meccanica ed il vaporc. Gli artieri che abbiano perfezionata la intelligenza sono atti a trionfare degli ostacoli che il nuovo ordine delle cose oppone agli sforzi individuali; ma coloro che non istrutti si dedicano alle arti ne concorrono al processo della ricchezza pubblica ne possono reg-» gere alia concorrenza. In cosi fatto csscre di cose chi metlita sui destini sociali, dice il Mayer, dee proporre a se stesso il problcma della educazione dei popoli , il (piale si traduce in quest' altro che vi e cquivalente: rendcre gli uomini capaci di pas- sai*e da un lavoro puramente mcccanico ad altro lavoro che richicgga uso d' intelligenza. La contenzione a migliorarc 1' industria, e a pro- sperare il commcrcio e il nuovo genere di guen-eg- giarsi pacifico , fruttuoso , onorevole che il tempo ha indotto £ra i popoli : quello fra essi che vinca gli altri di istruzione e d' intelligenza li vincera del pari in potcnza: quello che perda al paragone sara agli altri nella potenza inferiorc e piii esposto a pe- ricoli: il verace cquilibrio sara operato dalla ugua- LV lita del proccsso nell' agricoltuia , nellc aili , ncl commcj-cio ; e a quclla iufcriorita cui sari conJan- nato uii popolo rispcLlo all' altro , sc Jiol pair.ggi in quogli clcmcnti csscnziali della prospcrita nci modcnii tempi , lo sara pure quella porzione di uuo stcsso popolo rispctto all' altra , sc ncU' una r industria e il traffico sieno rctli dalla intdligcn- za, c ncir altra siano opera manualc: la porzione illuminata avra ncl fatto direi quasi schiava la porzione difettiva di cducazionc c percio di svilup-« po nclla iiitclligcnza * ; e vanamcnte la saviczza del * II signor Qirvalier ncl suo corso di ccononiia polifica affer- ma, chc ogjidi 1' industria porta con seco il ben essere del gc- ncrc umann, e col bene la dignita dell' uomo e la libcrtk civile j jna non puo ritenci-si dail' ossen'arc ch' ella non vale ancora a guarantiro agli artieri nn discrete sostentainenlo : e si adopera ad indagare i mczzi ondc 1' industria^ che arricchisce alcuni, seb- benc di mezzo a rischi di estrcme vicissitudini, non valga ad alzare altri dair ultima miseria, clic rendc Ic infimc classi inquietc, trascorre^•oIi a'delitlij e sorgente di pericolo alia sicurraza soriale. In talc condizionc di cose il professorc francese affcrma che non vi sarebliero che iitlaiile. E V(dgendo.si il cilato scrillore ai mi-zzi onde alluare il secon- do dcyli accciinali parlili, asscriicc cJic cgliuo tulli .si stringoiio legislatori avra proclamata la uguagliauza civile Ji tutte le classi dei cittadini. II bisogno di cui parliamo e universalmente sen- tito, prova indubbia clie e5so iion e nel capriccio fuggevole degli uomini, ma nella duratura realita. delle cose; e da qui vennero, aggiugnc il citato scrittore, le associazioni degli operai clie in molti luogbi si vcggono, le istituzioni proteggitrici della industi'ia, le scuole d'arti e mestieri, le societa coo- peratrici e somiglianti, e sopra tutto la istruzione primaria per ogni dove piu o mcno diffusa in mi- all' aumentare nella misura maggiore possibilc le produzioni. Ma se 1' essere attuale itttellcttivo e morale degli operai si continua in molte nazioni, 1' aumento delle produzioni si raccorra in po- che mani, ne desso tornera a sollievo del maggior numero. Staliiite le leggi suUa egiialita naturale, tolti i ceppi al diffon- dimento dei beni, I' alzarsi dell' operajo a condiziune migliore, e da ripetere le cose piii volte osservate, non potra essere mai chc il frutto per una parte dello svolgimento della intelligcnza ne- gli artieri onde 1' opera loro si meriti un maggior pregio c sia percio cresciuto in loro pro il guadagno, e per 1' altra nell' istru- zione renduta educatrice del cuore non pur nel misero ma nel- r agiato, onde 1' operajo non si consideri solo mezzo materiale di utile, ma subbictto di efficace cristiana benevolenza. Chi con- sidera la ricchezza materiale delle nazioni divisamente dalla ric- chezza, se posso esprimermi di fp.iesta guisa, intellettiva e morale, non puo dare sistcmi csatti di econoniia, che debb' essere scienz* uinana, e partire percio dall' uomo non dimczzato dall' astraziope, ma considerato nel suo intero compreso. gliaja c migliaja di scuole in cui si accolgono milioui e milioni di giovanctti, spettacolo nuovo nei fasti dc'lla umana fimiglia, o segno infallibile die lo svol- ginacnto dcllc facolta si ticnc un bisogiio universale, clie la scienzL dec scendcre dalle alte classi * in che * L" Int;liiltfrra e il paesc rhe sovra tulti ofirc il piu affliggcntc sprtlacolo della niseria dt'llc infime classi del popoloj con tuttc Ic tristi scquele ihe la accompagnano. Tutti i soccorsi che ai povcri si prodiga-ono tornarono non pure inutili, ma crebbero i iniserabili, e si^iunsc a tale che un ministro dcUa corona nel parlamento ebbe a profcrire la sentenza: non essere nel poter pubblico di recrvi rimedio. E quale spediente si crede dagli uomini pensatoi della Inghilterra, atto a fare riparo a malanno che ininarcia dcstremi sconvolgimcnti qucUa nazione? la istru- zionc dclle inCne classi. Le* esprits U plus eclaires de la Grande Brctagne reconnaiitait avtc nous I' inufjfisance absolue des obstacles opposes jusquici a la miscre; ■ avouint que Ls remedes appliques ordiiiairement, commc la chaile sous toutes Ifs formes ^ nefont, suivant V expres- sion vulffiire que Jeter de I'huile sur le feu et donner des ali~ menti au Jlau; et its proclamentj la necessite de rechercher et d" appliquerncn vite un rcinedc plus tfficace. Ce remede ils croient I'avoir troiie, et tous s^accordcnt unanimement a en provoquer I'applicatia. Tous ceux qui dcsirent sirtcerement V amelioration des classes'-oborieuscs sont comme enroles dans une sainte conspi- ration et^ aveur de t education populaire^ qui ils regardent comme I'uniqu planche de salut pour le societe anglaise, menacee d'une submeron totalc! I' education pnpulairc est Icur pavilion de de' trcssc: 'oici dija deux aiis qu'ils I'ont arbore et ils ne le bais- trront -ras qu'ils n'aient ruUie les voeu et I'opinion du paJTs. Bu{icT//c la miscrc t. i lib. \\. cap. i. sez. iv. era cliiusa, clie vuolsi recare dalle ccrti e Jai j)a- lagi dei grandi al campo ed all' officina, clie tiensi necessaria non pure nelle tcoriche speculative, ma eziandio negli usi pratici della vita. Fino a tempi non molto da noi lontani non si dava pensiero serio che all' adolescenzi, e 1' infanzia dcll'uomo sembrava immeritevole di travi e pensate sollccitudini; eppure la umana natu?a e degna di revercuza in qualunque epoca della vita, e in modo speciale negli anni primi, in cui la maite e il cuore sono vergini, le abitudini pigliano pu facilmente radice e si gittano i semi clie accbiudoio in se bene spesso i destini di tutta la vita. / U' rubchini. Monsignoic Morichini, uomo benemerito dcUc lettere c dcllc scicnzc, ed alto impicgato ncl governo pontiGcio, mi scrive di una tcuola apcrta in Roma, die e perfetta imagine delle no- strc infantilis ed alcuni uoraini caritatevoli di Ferrara hanno inandato a visitare i nostri asili per appararne i metodi, ed in- trodurli presso di loro. Ond' e che un cgregio ecclcsiaslico con- fortandoui a tener fei-mo ncUo zclo a favore de' figli del povero, chiudeva la sua lettcra colic parole : stianio forli^ c confido Jiiori di dubbio che il ciclo ci ajulcrd. E mi ajuta certOj poichcj come verra vcduto in scguito, e aporto per le nostre scuole il campo a talc procedimento, che la nostra Brescia offrira, spero, alle alti-e province un escmpio luminoso. * Gli istitutori dclle scuole per 1' infauzia adopcrano a diffon- derc i lumi adatli alia condizione dell' uomo nei figli del pove- ro. cd rssi awisano a novit^ nel mode dell' insegnamento. Accusa terribile! noWta!! Ma un uomo illuminato del pari che religioso rispondc per noi — . n La scuola corca di propagare i lumi ! — Si, certamentej noi »> istruiamo i fanciulli, e cosl illuminiamo le loro anime. Do- n vrcmmo forsc portar\'i le tenebre? E come risponderemmo un »> giorno al giudice Supremo, se noi chianiali dal nostro stato a n di.-irhiudcre al vcro le giovani intclligcnze, a svolgernc i talenti " natural!; a chiamarc in juioue L* ragiouc uiuana , conspira*- txit Noi viviamo, e vissero i padri nosti'i, circondati tuttodi da fanciulli: e addiviene triviale e spesso ' n simo invece contro Li gioventu e contro il cielo ! Nessuna forza » umana potrk spingerci mai a commetterc delitto si nero »». »> Si (lira foisc che con la voce liimi s' intende un eccesso, iin » lusso disorJiiiato e pericoloso nell' istruzioue de' fanciulli? So j> che in cio come in tutto puo oltrcpassarsi il giusto confine ; » ma sostengo non esservi nulla di superfluo nella nostra scuola. n Insegniamo ai fanciulli la rcligione ; questo e il nostro primo » oggetto e il piii vasto^ di tutti ; vi aggiungianio poi cio che i w bisogni della vita richiedono^ e il farlo e nostro dovcre »>. »> Ma in proposito di questa parola luini non posso tacere lo >> scandalo che provo, quando rifletto all' abuso che si fii della » lingua. Vadasi innanzi cosi, e fra poco le nostre parole sfigu- >5 rate piii non saranno se non falsa moucta da seminarsi fra i j> creduli dai furfanti. II terinine e un poco aspro, lo sentoj ma n esprime il concetto. In tutte le pagine del Vangelo, ch' io ve- »» nero come la parola del mio Dio, trovo la parola lurni oppo- •> sta a quella di tenebre. II Dio de' cristiani vi s' intitola il Pa- 15 dru de' lumi. II nostro divin Redentore si chiama la luce del t> mondo. Questa luce e venuta a illuminare coloro che eran sc- i> dcnti nelle ombre della inorte. Noi cristiani siamo chiamati a »» diventar JigH della luce. I ministri di Gesu Cristo del)bono i> come il loro buon Maestro csser luce alia terra. I demoni son »> detti angeli di tenebre che per ingannarci si trasmutano tal- w volta in angeli di luce ecc. Ovunquc lo stcsso linguaggio, ovun- >» que la stessa idea dominante. Fedele alia sua fede antica, la » Ghiesa ne ha scrupolosamcnte conservate finanche le espressio- » ni. I siiuboli, le sue cerimonie ci parlano colla medesima lin- »» gua. Vcdcte quelle faci ardenti sui nostri altari in mezzo alia » piena luce del gioruo ; e quelle lampadc che nel santuai-io ri- w schiarauo solilarie Ic ombre della noltcj e quel cero potlato T.TlIt snrcgicvolc tutto clu' i ordinario c comune; accade iiel moil Jo morale cio che nel Csico , chc i fcnomcni »» ogni anno in Irionfo Jal Icvila chc esclania: ecco la luce di n Crista! nicntro il popolo prosternato rispondc: grazie sian rese n nil" Etcntol... E sopra a qnrsta sacra parola /jtrnt vorrebbe ora n gottarsi non so qual velo d' idee sinistre, c fiirne parola di n obbrobrio, e scgnale di proscrizione ? Tenjo assai che chi vitii- » pcra la voce, abbia conscnalo ben poco rispetto per la cosa. n E ([iicsto tcngo per ferino clie contiuuando, come si c princi- n piato, a dcclamare contro i lunii, si spargcra il tnrbamento in »» mezzo al buon popolo di Gristo ; se pure non giungasi prima « a toglicrgli dalle mani il Vangelo ». .... n JIa qui non cessaa le accuse: si mormorano ancora ai » nostri orecchi le parole novita, innovazioni , quasi altrettanli n analcmi; c si ripete con comjiiacenza chc ogni novita e un »> crrore. Bella inassima edifirante! raassima ulilmente propost.i »> e acclamata dalla pigrizia, dall' interesse e dall' offeso amor » proprio ! Quanto a noi istitutori dell' infanzia che vogliarao » con biinna fede la sua educazione, e che non abbiamo altri n interessi che i suoi, mcttiamo tutti i tempi a contributo, senza n prcdilczione e senza ripugnanza. II Redentore ha detto che ogni n rainistro nel suo regno deve esser simile a un padre di fami- »> glia die fa tesoro del vccchio e del nuovo. Tale e la nostra » rrgola, c spero che sia pure la nostra giustificazione n. n Norma ]ier 1' uomo non e ne il vecchio ne il nuovo; ma il n vcro, il buono e il hello. E lungi dal ciecamente attenersi n air csempio altruij come le stupide pecorclle, — chc dove va la n prima, lo allre vanno . . . e lo pcrchc non sanno, — • 1' uomo n Ac\c scntir di esscr uomo per innalzarsi ognor piu alia ragio- 11 ne, alia bcllrzza e alia bonta suprema. E noi istitutori, noi »> prinripalincnto » L' opera che abbiamo da coinpirrc c anlica quanto la specie LXIV straordinari, le comete, i terremoti attraggono pri^ mi r attenzione e svegliano la meraviglia, e che ne-« j» umana; ma questa specie cangia; i vecchi mezzi passan d'uso, f» ne piu sono in armonia coi tempi raoderni. D' altra parte la »» riflessione, I'araore della gioventu, amore ingcgnoso come I'amo- »» re materno, ed anche il caso raedesimo ce ne suggeriscono tal- ff volta de' nuovi migliori degli antichi. Dovrem noi dunque ri- i> gettarli per basso spirito di servilita, o per altri motivi che »> avremmo rossore di confessare? E che varrebbero allora I'amor » del vero, il rispetto pel dovere, e quella carita cristiana, senza » la quale, al dire della Scrittma , la nostra fede altro non e » che un cadavere, e una credcnza di dannati? >» Dalla Guida dclV educatore di Raffaele Lambruschini. Anno secondo 183^ pag. i8i. Fireuze coi tipi della Galilciana 1837. In alcuni libercoli gl' istitutori delle scuole infantili sono delti rivoluzionari, ed infatti rivolgimento assoluto dee nascere da nuovi metodi nello stato della umana generazione; ma rivolgimento di tale natura sark verso il bene reale, non verso I'apparenle: noa sara opera della violenza, ma dcllo sviluppo dei benefici effetti delle sante leggi dell' ordine naturale : non turbera esso I'ordine socialc, ma varra a rassodarlo: non volgera in basso le dottrine religiosPj ma le fara reverende, mostrandole cfficaci all' aumento della vita civile. Lamartine, in un' adunanza della soricta per I'abolizione della schiavitiij diceva: se voi chiamate rivoluzione Y intendere a fare liberi gli schian, noi sarcmo ri^'oluzionari come Y ordine, come la Icgge, come la rcligione, coine Fenelon come tulti i grandi uomini di stato, i quali, quando si accorgc- vano che una verita sociale era divenuta persuasione di un po- polo, la toglieano arditi dalle mani del filosofi- per porla senza pcricolo in quelle dei Icgislatori e trapiantaria nel terreno dei fatti: Dio ne conceda molti rivoluzionari di tale natural Possono le nuove teoriche iutorno alia istruzione poj)olare; dice r.XY glotti Ivascorrono, seLbcnc non meuo ammirabili, i coiisueti; ma il magistero della provvidenza h sem- prc degno die si consider! in tutte le opere sue, ed anzi compariscc ancora piu sapicnte nelle cose minime che nelle grandi. E si pare uno strano de-- stiuo che gli uomini sieno sempre condotti ad in- trattencrsi degli oggctli esteriori anziche dei feno- mciii che risguardano la natura loro propria : il botaiiico si occupa dei semi di una pianta, del loro svolgcrsi successivo e ti preseuta le piu sottili leggi che prcscggono alio sviluppo delle foglie, dei fiori, dei frutti: il chimico prende a disamina ac- curatissima i vari corpi, ne scandagliaglielementi,li divide gli uni dagli allri, ne indaga 1' azione e rea- zione rcciproca, e il rinveuimeuto di nuova legge che presegga alia loro combinazione ed ai loro ef- fetti si alza a cielo e fa immortale lo scopritore; al sorgcre di un fanciullo nessuiio pensa, e dello svolgimento dc' suoi sensi, delle sue facolta conosci- tive, de'suoi affetti assai pochi si prendono cura. Istituzionc percio eminentemente civile si h la sorta rcrcntemeule fra noi, la quale non e solo la carita uno scrittorc cloquentpj riusrire ridevoli ad osserVatori superfi- cial! ; ma cllc vcrranno accoltc ed avranno il loro pratico esegui- mento: poichc vi hanno cpoche in cui le istituzioni piu contra- state si adottano dalle nazioni , e nelle quali ci6 che un giorno fu dettn follia c lal fiata delitlo, si tranuita nelle menti in sapicnza e viitu ciltadiaa. 5 chc soccorre al bisogno quantlo sia nato. ma clic previene il bisogno future; che se la carita un tem- po dava in modo specialc opci"a a toglierc o sccmarc gli effctti, nella eta nostra clla intende a svellere le cagioni dalla radice e si studia a creare ogni elc" mento della vita socialc. Se tu consideri la civilta nella teorica, la rin- vieni, come ^ detto sopra, nel regno del vero e del bene ti'a gli uomini: e se la consideri sotto pratico aspctto c dessa quclla condizione avvcnturata del- r umano consorzio in che prospcrano la vita iisica, la intellettiva e la morale. La vita fisica nc si offrc per prima cd essa ri- chicde csistenza i-obusta c sana, cd in lei pel popolo si acclaiudouo esclusivamentc i mczzi a procacciarsi la sussisteuza *. Parrebbe ad alcuno clic per avere * Nelle scuole infantili si arlopera ad inviare i fanciulli poveri al loro destine con adatto insegnamcnlo c con alciinc opcre ma- iiualij ed e ammirabilc la inclinazione dei fanciulli al lavoro: tutti il desiderano e se ne compiacciono , n il privarneli tiene vece alcune fiate di grave castigo. La natiira ha posto nei fan- ciulli una attivita straordinaria si nello spirito chc ncl corpo. Volgiamo al loro destino i figli del povero e incatcniamolo ad cssoj se cosi posso esprimermi, coUe idee e cogli abiti dclla eta prima. L' educazione industriale e per le nazioni csscnziale: che 1' in- dustria sola porge aliincnto alia massima parte del popolo, e, dove sia illuminata, ollre sopperirc ai bisogni, la rcndc morale, licta e traiK|iiilla. E il sisleiua migliorc deli' industria c qiiello LXVII r iinmo uno spirito si dovesse trascurarne il fisico; ma il Greatore ha congiunto in uno trc maniei'C cli csscre; la fisica, 1' intcllcttiva e la morale; e si divide Topcra sua,e si contrasta alle sante sue Icggi adopcrando alia conservazionc e alio svolgimento di una sola di quelle guise di esistcnza a prcgiudi- zio delle altre: dappoiche nel simultaneo loro svi- luppo c nella unita del loro processo consiste la perfezione. lo non verr6 dicendo, come gli antichi dessero importauza al fisico, e come i sapienti che piu si occuparono delle facolta conoscitive e morali del- r uomo opinassero non potersi in alcun modo divi- dere le indagini psicologiche dalle fisiche; ne vi dir6 tampoco come 1' iuflusso potente della vita fisica sulla intcllcttiva c morale siasi posto in luce nei modcmi tempi da tutti coloro clic posero i loro studi a migliorare I' esscre degli individui e ad un tempo dcllc nazioni. La robustczza, I'attivita, la salute pcndono dalla convenienza del regime della vita: idea complessa clic abbraccia non solamente i cibi e le bevande, rhe non iscioglic i vinroli di famiglia, clic non sottrae i figli che per a tempo ai gcnitori, che non li conccntra negli opificij come prrsso alcmie nazioni , dove I' araorc smodato dell' ore e il mo- tore principalissimo di ogni imprcndimento, e gli uomini si usano per tutte 1' ore siccome macchine matoriali. twin ma r aria clie si respiva , il luogo die si alfita. I'cser- cizio c il riposo, le occitpazioni , la pulitczza del corpo e dclle vestimcuta e gli stcssi affctti dell'ani- mo; e cotali cagioni cLe influiscoiio sull'esseve ma- teriale dell' uomo in ogiii periodo della vita sono potentissime nella eta prima, ncUa quale le niem- bi"a del corpo e i dclicati suoi organi sono per cosi dire nella loro creazione e non hanno quindi la con- sisteuza clie acquistano nelle eta successive; in uu coi'po robusto un falsato regime puo avere scquele che sieno passcggici'c e facili a ripararsi, ma riescono elle rovinose in corpi che si stanno ancora formando. Ora io domando , rispetto al regime della vita , quale sia la condizione ordinaria del figliuolo del povero? quali alimenti riceva cgli, se non iscarsi o disadatti c guasti in alcuni giorni, in altri sover- chiamente abbondevoli e percio scmpre dannosi ? con quale ordinate metodo gli si sommiaistrino? quali sieno i loro esercizj fisici, se non tal fiata violenti e tale altra non bastevoli? quale sia I'aria che respirano, il luogo ovc hanno dimora? quale la pulitezza? quali le vestimcuta? quale lo stato del loro animo, se ora accarezzati aU'estrerao, ora in- viliti dalle subite ii-e e dal mal genio di spcsso disamorevoli e iueducati genitori? iN'on e percio a maravigliare se, come osserva il Cagnazzi iutorno al regno di Napoli, un Icrzo dei fiviiciulli pcrissc ncllo scorso sccolo clal pvimo ;il scslo anno di vita: se in Fircnzc ncllc infime classi c. ncir indicato pniodo di eta ne pcrisca il vcnti per cento: so nclla stessa Fircuze c iix Pisa, fortu- nati cliiui dove gli ammalati si i-coano per risanare, il trenta per cento dci lanciuUi dclla eta prima sia vittima della rachitide e della scrofola: se nclla nostra Milano infctto da (jiicsti malanni si rinvcnga, infino il trentatrc sopra cento: e se dalle statisti- chc di tutti gli stati di Eiiropa sia chiai'O csserc in imnicnso niaggiorc il numcro dci fanciulli po- veri morti nella eta prima a paragone del novero degli agiati. Dopo cio, slupiremo noi se abbondano d' infcrmi i nostri spedali, se le case di ricovcro ri- doudano d'impotenli, se di mendiei formicolano Ic nostre conlrade, se la miscria delle infime classi an- zichc scemarc si vegga in continuo proccdimento ? Una istituzione che provvegga anco solo alia vita fisica, ovc si acTolgano i figli del povcro dalla niat- tina alia sera e vi abbiauo suflicente e sano ali- mento olic loro ordinatamcntc si somministri, ovc sia pulitezza di corpo c di vesti, ovc i lanciuUi rc- spirino aria salubre ed abbiano assistcnza giorna- licra di mcdici, ovc con alternati csercizj si alfor- zino i loro teneri corpieelli, ove la letizia dell'ani- mo sia promossa dalle oceupa/.ioui svariate, dal canto c dalle cure alTettuosc di otlimc eduealrici: una talc LXX istituzione, ripeto, come non vorrebbe dirsi emi- nentemente i-igeneratrice e sociale? Se il vangelo annovera fra le opere degne di premio eterno il porgere soccorso al povero, 1' assistere rinfei-mo, il confortare rafflitto, come non lo sara del pari e piu ancora il far di cansare la miseria, di preve- nire le infcrmita e le afflizioni? Alio instituirsi delle scuole infantili tutti colore che si studiano alia igiene pubblica previdero co- me la vita fisica dei figliuoli del povero dovesse es- seme migliorata; mail fattovinse per insino I'aspet- tazione. La mortalita che in Firenze, come vedem-' mo sopra, ascendeva dal primo al sesto anno al venti per cento, fra gli accolti negli asili vedesi limitata al tre solo per cento; c, tranne differenze minime, corrispondono i risultati cbe si ebbcro a Pisa, a Torino, a Milano, a Venezia e nella nostra Bre- scia medesima, nella quale oserei quasi dire che, salvo casi di malattie straordinarie che dominino, la cifra modicissima del tre per cento non si raggiunga. E se la nuova istituzione salva la vita, a maggior ragione cresce le forze, avvia a guarigione e la com- pie nei rachitic! e ncgli scrofolosi, come si prova dalle mediche relazioni degli asili piu accreditati : e noi stessi ne abbiamo sott' occhio la esperienza , imperocchc fanciulli non reggeutisi che colle stam- pelle in sei mesi si videro abbandouarle , la scro- LXXI fola allcggcrirsi c scomparirc, Ic idi'opisic risanarsi; c sc volcte chiavirvi di quauto vi espongo, cntratc in ciascuno dei nostri asili c vcdrctc i fiinciuUi clic vi si accolgono vispi, vivaci, il guardo c il moto picui di vita, il color sauo e significauti nei loro volti il contcnlo, anzi la gioja chc non puo es- scre divisa dalla perfetta salute. Ma le uostre scuole iufantili non si stringono a proteggere la vita c la salute dei figli del povero. A questo fine si videro die circoscritte nella loix) originc nella Scozia e ncll' Ingliiltcrra; ma ( ciu chc si iguora da coloro clie trcdono di potcr scntenziare di tutto scnza coiosccre ) in Italia nostra gli asili assun- sero un' indole al tutto nuova, e si spiusero ad avvi- vare ed allargarc la vita dcU' intellctto e del cuore. Egli e qui, ove per alcuni si muovono al uovello istituto le pill aspi-e contraddizioni, poiche essi opi- nauo csserc pcrduta fatica 1' adoperarsi, alio svolgi- incntodella mente e del cuore dei tcucri figli, imagi- naudo clic le facolta intelloltuali cd affcttive dell'uo- mo non sorgano che iutorno al settimo anno e che a rjuesta eta debbano riscrvarsi i pensicri c le cure dc'ir cducatore. Prcgiudizio sopra ogni altro danne- >olc clic mal nate abitudini liauuo genera to, ond c che dall'essersi trasandato 1' uomo nella ctii prima per sccoli stoltamentc argomcntasi che lo dcbba cs- serc pure al prcsentc e nciravvciiircl La natiira e operosa e sapiente, poiche tutti gli enti (lalla loro origine percorrono un processo pe- renne, ne avvi intcrvallo infruttuoso nelle opere sue; e se qiiesta Icgge si avvera per tutti gli enti, e insano il pensamento che la provvidenza abbia disviato da' suoi disegni soltanto rispetto aH'uomo. Se si dicesse all' agricoltorc, posto un seme, non pigliartene alcuna cura fino a che ne sia sorta una pianta, non sarchiarvi il tcrreno, non cstirpare le male erbe che vi crescono intorno, non rimondarue nella eta prima il tronco dai vii'gulti inutili , non dirizzarla se torta, non crescerle forzc con artificiato alimento se difctti del naturale che ri- cavasi dal terreno, si griderebbe alia pazzia, e con ragione; ma quegli stesso che alzerebbe voce couti'O a colui che trascurasse un seme o una pianta, os- serva senza querele trascurai-si 1' uomo ncgli anni suoi primi, quasi fosse egli da meno di un vcgcta- bile, e si alzano censure e si muovono parole di compassione, quasi intorno a persone da poco o im- becilli, contro coloro che usano pensieri ed opera a prosperare la istituzione novella che segna a ca- ratteri luminosi la vita civile del nostro secolo. Dal momento in cui I'uomo ha vita il suo es- sere fisico procede, si afforza, si pcrfcziona; ma al pari del fisico procede il suo essere intellettivo, seb- bene quel processo, per cagioni che si rivclauo sol- tanto all'osscrvatore pazionto. si conliuui per gracU prcssodie^inipcrccttibili. I subbictti dclla scnsivita, della intclligcnza, clclla libcrta, tlcgli affctti ncl fan- ciullo sono cosi divcrsi da quelli che intrattcngono r uomo adulto, che non » rgli sara gcttato nrl mondo senz' allra guida che la propria n saviezza; quando egli dovra aver commcrcio d' affari cogli uo- » mini, o adeinpierc a' suoi obblighi di capo di casa, di ciltadi- » no, di nieinbro di una comunita, a che gli varranno 1' crudi- n zione, Ic matemaliche e la pocsia per salvarlo dalle insidie che n gli saran tese. per difendcrc i suoi intcressi e la sua tranquil- ♦> lita, e faigli corrrre, senza che inciampi, il cammino intral- »» ciafo (lella vil.i? Non dovra c^li allora jnangrrc ainarainente. (Ic'lla sezione infcriorc della prima classe: c noi stessi lie vedeninio parecchi essere portati di uii tratto alia scoonda sczimie. Si diffoiida lo zelo nci gcnitori di affidare i figli agli asili a tre aniii: proclamino dal pergamo i parrochi il dovcre dei genitori c lo affor- ziiio uelle luenti colla voce della religione, e 2 1 4 mila fanciulli (die tanti frequentano le scuole pubbliche elementari ), accorciata di un anno 1' cducazione che loro si comparte, offrirauuo 214 mila anni di lavoro cresciuti all' iiidustria del noslro regno *. n rho sia stata posta si poca rura a formare in lui lo spiriio »> d' osserfazione e il giudizio? — Che se voi vi sarete rivollo »» unicamcalc a svolgore le facolta intellettuali , inessa da parte n la coscienza che sola pno convciiientemente diiigerle, quanlo le j> vostre incaute soUccitudini possono divenire funeste ! » * Alcuni vorrebbcro che la cducazione popolare fosse esclusi- vainenle domestioa, e considerano il toglicre i figli poveri ai gcnitori come disviamento dall' ordine naturale , onde debbano viniir rolti i Icgami della faniiglia ; ma se fosse vero che di re- gola gencrale la educazione domestica dovesse rrputarsi fra tutte la migliore, dove sono ora i padri e le madri del basso popolo che vagliano a sostonere Y ufBcio di educatori? Dobito prime di tutte le madri e di porgerc esse il latle ai lore figli, che tale e fliin'amentr il voto della natura; ma chi accusercbbe una ma- dre sCj difelliva di qiioll' alimcnto, fidassr i prnpri figli ad una nutrice? Ditc lo stesso dei gcnitori che sono inabili a porgcre ai loro figli acconcia cducazione se li fidano ad abili istitutori. A couvincersi ch' cHa e impossibile la educazione di famiglia ncl Jiasso popolo e mcstieri considerate all' essere intellettivo e morale dei gniilori e alio cure che i fiqli richirggono nella loro La vita moraln pi-occdc di pari passo, e la mo- ralita dci fauciulli ha gia un elemento ncU'esscre eta primaticcia. A buon cducatore e nccessario ch'egli abbia molto mcditalo sopra se stesso, perchc da ci6 solo che nasca in noi si puo argomentare cio die debba da uguali cagioni nascere in altri: e da conoscere ci6 che siasi fatto nci tempi andati per rettamcnte educate, e ci6 che di nuovo si voglia dall' esscre del nostro tem- po. Per cducarcj dice un illustre scrittore, e da sviluppare facolta in germCj non faticarle: tempcrare imaginazioni bollenti, non isprgncrlc: e da domare iniloli indocili,. lua per via dcU'amore: coinandare, ma inspirando fiducia e afiezione : fermare la mobi- lita dell' animo dei fanciullij ma non invilirti: condurre alia vita interiore di riflessione anime tutto volte ai sensi e dominate da facilita estrema di commovinienti : c da incoraggiare senza levarc in orgoglio: correggere senza togliere la fiducia nelle forzc pro- pric: dimenticarc in fine se stcssi per non porre pensiero che ai giovanetti fidati allc proprie cure. Si smarriscono raoiti nell' astralta disamina so torni raeglio la educaziouc dclla famiglia o quella delle scuole infantilij ma guardando al fatto 1' indagine decsi dii-igere sovra tutt' altro, cioc sc ai figli del povero sia piu utile I' ea,sere raccoUi nelle scuole infanlili , oppurc il vivcrc o lasciati in casa in abbandono , o esposti al raal csompio e al capriccio, o sulla strada, o nclla sco- lettaj e come le scolcttc sieno condottc ce lo dipinge Jlons. Mo- richini parlando di quelle di Roma, cbc sono pure 1' imagine di quelle fra noi usitatc. E vano pero il tiinorc che colic scuole infanlili vi sia pericolo che si sciolgano i vincoli di famiglia: i figliuoli si tolgono la mat- tiiia ai gcnitori e si restituiscono loro alia sera, onde i padri e le madri attendano liberi fra il giorno al lavoro: non avendo i gcnitori tulto il di intorno i figliuoli, c rjvedcndoli ogni sera ar- ricchiti di qualthc idea e fatti piii dociii e rispcttosi, il mal genio 6 hX XXI fisico e intellcttivo fatto migliore nci nostri asili: imperocche il sentire, 1' intendcre, il volere, 1' agire non sorge contro di loro e sono risguardati con piu affezione; ne ogni pensiero nella novella istituzione si perde dai genitori pei propri figli, che il vestito ne sta a loro peso, e ne sono prov- veduti di pane, tranne il caso di assoluta impotenza. Cosl ordinate le scuole infantili anziche sciorsi per esse vieppiu si stringono i vincoli famigliari, e la cducasjonc in comune toma poi utilissima: che quella esclusivamentc della famiglia concentra di troppo gli affetli che voglionsi espandere ed annodarsi a quelli delta citta, che guidano agli affotti della nazione e della intera specie: che nella sola famiglia e facile che i giovanetti si ci-eino un piccolo mondo al tufto diverse dal mondo rcalc in cui deb- l)ono vivere: che In scuole infantili ti rapprescntano una piccola cittij imagine dello stato, in cui gli ugiiali si conoscono e si ama- no, i superiori che Ic governano si riverisconOj e si contrae 1' abi- tudinc del rispctto ai maggiori si necessario nclle infime classi, e si gettano cosi i semi della socialita, primo destine dell' uomo in sulla terra. Sono cosi nellc scuole infantili congiimti i vantaggi della cdu- cazione puhblica e della domestica sciiza gli sconci dell' una c deir altra: imperocche nella prima, scparati al tutto i figli dai genitori, corrono rischio di informarsi alle virtu sociali, non alle famigliari, e nella famiglia prccipuamenle si sriluppano i germi fecondi delle virtii umane, senza cui le social! o non sono virtu Veraci, o sono imperfette e manchevoli; e nella scconda, circo- scritti gli affetti a troppo angusto confine, alio virtu private si corre rischio di sacrificare le cittadine. II colonnello Pepe, combattendo la istituzione di rccente sparsa in Italia nostra, vorrcbbe che 1' educazionc dci figli si lasciasse alle madri che vi sono chiamate dall' ordine naluralej ed a rc- Uitazione di quanto egli scrive, inso^gc il LambruscLini ( Guula Lxxxm dcir uomo sono «1a stretto ligamc insicmc congiun- ti: r azionc c rcazioiic loro sono rcciprochc: c ciu ileir educntore, anno prinio i83G, pagina lyo c 19a ) e dice: » Per risolvcre la quislionc gcncrale, faro prima una domancia, » c prcghcro il sig. Pcpc e chiunque pensasse come lui, a met- n tersi la inano sul cuorc c rispondermi. La domanda e qucsta. » — Ora, ncllo state in cui il popolo si trova, con le qualita che » posseggono le madrij ncl bisogno chc le stringc, di lavorare « per vivcrcj con le idee chc hanno, e inferno ai principj da »j istillarsi ai figliiioli, e intorno al modo di indocilirli cd cdu- w carlij si puo tutto aspcttare da qucste rnadri? Nulla occorre »> di fare in loro ajiito c in lore voce? La nasccnte gencrazione » si puo tranquillamente abbandonare a sc medesima? o questa »> gcnerazione trascurando, come se dovesse passare sopra la terra » a guisa d' una metcora tacita cd innocua, possiamo noi non »> ci curare di lei quasi ch' clla non fosse , e aspettare le nuove » madri chc saranno un giorno pcrfctte cducatrici della loro »» prole? » Ma 1' istitnzione delle sale d' asilo , che meriterebbe gia ab- » bastanza le lodi c la vencrazione dei buoni^ quando ancora »> non sorrnrrcsse che a bisogni momcnlancij non e ella poi utile, » c aggiungcro pur nccessaria, a prcparare appunto quel fclicc » awcnirc, che il sig. Pcpe desidera ( ed io con lui ), quando w ogni madre potra essere una buona cducatrice? Qucste madri »» che conoicano appicno i soavi ed iraportanti doveri della ma- »> tcruita, e vogliano e sappiano adempierli, bisogna pure for- »> niarlc. Dove son cllcno? Ve ne avra forsc una, due, trej ma j> tutte, ma molto, ma quante ne occorrono perehe possa dii'si » che r univcrsalita dc' bambini e bene cducata, eve sono? Io lo » ripetOj bisogna formarle. Ed a che mirano le scuole infantilis »> se non a questo? Si, a questo, ben piii chc al bene immediato »> dei fanciuUi chc vi sono accolti. Talc c semprc stata ed e 1' in- LXXXIV clie tu credi veuirc dall' una sola Jellc facolla pi'eac- cennate suole sempre essere il risultato del loro iu- tero compreso. II fisico forte e robusto e strumento piuattoallc opcrazionideiranimo, rende ruomo con- fldente e contento, iuspiraudo fiducia, e la conten- tezza iiichina all'affetto: il fisico dcbole cd infer- miccio fa Tuomo timido e incrlc, conccntra nel- Tindividuo gli affctti e non li cspandc: 1' intellct-< » tcnzionc dci fondalori : tale sara immancabilniente 1' effetto n dcllc sale d' asilo, ove elle siano propagate quanto bisogna, e >} condottc con quella rcgola, e vivificate da quelle spirito, senza n Gui qualunque istituzione la piu santa diviene una morta cosa; » ove elle siano ( mi glorio e giubilo nel dirlo ) qucllo che in » Firenze sono. E questo gran bene opcrcranno Ic scuolc infan' i> till anco destiuate ai soli masclii : pcrcbe formando esse dci »> costumati giovani ( faro poi vedere che realmentc li formano ) f» diminuiscono i corrultori delle buone fanciulle, preparano sposi »> degni di loro, e padri che lavorcranno con loro alia medc- n sima opera di ben educare, sc non altro con la foi-za de' buoni » escnipi3 che almcno non la impcdiranno ne la turberanno con » csenipi tristi , con parole e modi o disonesti o sconci : prepare- » ranno, in somma una goncrazionc rhc terra in pregio la virtu, n che vorrii le donnc virtuose, che onorcra Ic buone madi-i, che » per questo medcsimo le fara sorgorc ». Osserva pero il lodato scriltorc die per quanto possa spcrarsi dalla cducazionc dellc madri spinla alia pcrfczione possibile, vc ne avranno sempre di niolle o che non sapranno o che non po- tranno educare i loro figliuoli: onde che le scuolc infantili nor* cesseranno mai, tultoche in minor grado, di essere ncir a^'vcnire Don pure utili ma nccessaric. LXTXV tivo disviluppalo offrc all'uomo mollvi cliiari cd cfficaci a fi'cnarc c dirigcre Ic iuclinazioni cd i dc- sidcri. Ma egli e mcsticvi intorno alia vita morale il discenderc ad alcuni particolari. La vita morale dcgli uomini non si avvia cfficacc col porrc soltanto alcunc scntcnze in capo a un fanciullo, che dessa e teorica ad un tempo c pra- tica, e le e bisogno di un' istruzione educa trice: i principj morali debbono tramutarsi in sentimenti c dirci quasi in istinti clie soli sogliono essere sulla sensivita operativi: siccome avvi un abito clie con- duce r uomo al vizio e ve lo incatena, cosl alia pari v'lia un abito clie lo conduce all'esercizio dclla vir- tu c ve lo tien fermo; e quest' abito salutare in cui debbono concorrere e la riflessione e I'affctto prova mirabilmente nelle scuolc infautili *. L' eta prima- * Molti non sanno ancora distinjiicrc 1' istruzione strcttamentc delta dalla educazionc^ ne si sanno formarc un'idea precisa del- 1' istruzione cducatrice dclla quale c pure gravissima la importanza. La istruzione scmplice da all' uomo cognizioni di varie guise e ntUla piu: cUa vale ad illuminare V intcUctlo, c il suo officio a cio si rcstringe. Educare un uomo non c dargli cognizioni, od abilitarlo sol- tanto a conosccrc, a seutire, ad agirc, ma cgli c volgcrlo ad ap- plicare le conoscenzc, a fare operosc Ic affezioni, a ripetere le azioni ncccssaric cd ulili alia \ita, per alzare, come dice il si- gner Lucas, c Ic conoscenzc e gli affctti c le opcre alia potenza dell' abiludinc. E 1' cducaiiouc abbisogua dclla intclligenza, della LXXXVI ticcia e pieglievole, la natura la inclina ad abban- donarsi a colore clie la circoudaao, cd c per esscuza volonta, del tempo. Lo scopo ultimo d'ogni insegnamcnto e V edu- cazione: 1' istruzione non deve essere clic un mezzo a raggir.gncre questo scopo, che sta nella creazione di abiti confacenti. L' abitudine, dicca BaconCj e la signora delle azioni umane: Lord Brougham in un. discorso intorno gli asili dcll'infanzia di- ceva alia Camera dei Lord d' Inghilterra : i legislator! e le isti- tuzioni in tutti i tempi si appoggiarono all' abitudine, la quale rende facile 1' eseguimento di azione (jualc che siasi, e non lascia incontrare difficolta che nel deviare dalla strada in cui si sia in- camminati. L' istruzione cducatrice e il bisogno supremo della nostra epoca. n signor Dubois, nel suo rapporto a nome dclla commissionc deputata all'esame del prospetto delle spese dell' anno 1837, di- ceva alia Camera dei Deputati di Francia : e necessario che i prin- cipj e metodi della educazione, siono posti in onore, e che si osservino, e si applichino in tutti i gradi de' nostri stabilimenti d' istruzione, dalle sale di asilo sine a' gradi scientific!, dalle scuole normal! sino all' accademia di scienze moral! e politiche. Lo stesso Dubois, cui si univa il Lucas parlando di alcuni collogi di Fran- cia non costituiti con norme educatrici, aficrmava: esscr cssi acca- demie e sale di rappresentazioni scientifiche, ove ! cattedranti sono gli attori, e gli alunni simili al pubblico che ode e passa. Nelle sociela antiche, dice il Lucas, nolle quali il Govcrno s' incaricava della istruzione e della educazione, I'istromento od il mezzo si usava alio scopo suo proprio, e agiva ad un tempo in senso politico, morale e religioso, perche eravi unita fra la politica, la morale e la religione. Non e qui da discorrere le cagion! onde naccpie quella separazione, ne da dire dell' utile che sotto ceito aspetto ne venne nelle vicende dc' tempi; ma cio che importa cd c manifesto, e il bisogno imperioso che 1' istru- LXXWU .; imilativa: toglictc i fanciulli a'niali cscmpi dclle loro famiglie c dc'trivii: fulatcli a pci-souc in cui zionc c rcilucazionc iion si dividano. ma si congiiingauo sircomc il mezzo lo vuole osscrc al fine. Le due necossila sociali della nostr' epoca sono 1' cdiicazionc del pnpolo, e la cducazionc accom])ngnata alio punizioni ne' de- linqurnti. Che le carccri vogliano csscic c punitive cd cducatrici ad un tempo, e un vero in che concordano al pari e i filosoQ c gli ecouoniisti e i politici e gli uomini rcligiosi; ma I'cflica- cia del sistema penitcnziale cui sono oraraai indirizzate le cure di tutti i Govcrni. dipende massimamente dalla educazione dcUa eta prima de' figli del basso popolo. lo lascio qui la parola ad un nome illustre il signer Cousin: Bisogna, dice cgli, porre di buon' ora nel cuore del fanciullo i semi della morale e della religione, per rinvcnirveli un giorno qnando fait' uomo da cir- costanze fatali sia condotto sotto le maui della giustizia, dappoi- che r educazione del popolo e il fondamento necessario del buon regime delle prigioni. Lc case di correzione non sono fatte per tramutare de' mostri in uoraini, ma per ravvivare in uomini tra- viali i principj che altra iiaUi gli si insegnarono, e cbc vennero da cssij almanco per alcun tempo, praticati ncUe scuole della in- fanzia, innanzi che le passioni, la miseria, i catti^'i esempi c lc vicende della vita li avessero trasportati fuor della strada del- r ordinc e del dovcre: il correggere c eccitare il riraorso, c ri- svogliare la coscienza. JIa come rianimare una voce nciruomo chc non nc sia mai stata udita? Come usare eflicaccmcnte coll'nomo un lingiiaggio, ch' ogli non mai conobbe? Se il dimostrare sup- pone principj intorno a' quali si consenta, correggere siipponc una regola rironosciuta, una nozione qualunquc del doverc, un scntimento aflievolito ma non distrutto, del bene c del male, c qualche rcsto di buone antcriori abitudini non per intiei-o dira- dicatc, chc si vogliono risorgcre ondc distruggcrnc di sorvcnuto. Lxxxvni sia svolta 1' intelligenza e vivace I'affetto: non veg- gano die atti decent!: non odano clie parole di edifi- cazione, e cio varra su quel teneri cuori assai mag- giormente clie i piu savi dottrinamenti *. L'uomo Approve io adunquCj egli conchiude, e bcncdico di tutto cuore le case di correzione, ma le considcro prcsso che condannate ad essere infi-uttuose, insino a clie non si appoggino sopra le scuole del popoloj universalmente diffuse rendute obbligatorie e nelle quali 1' istruzione non sia che un mezzo di educazione. Lecture de monsieur Cousin de 28 Decembre 1 836 a la seance puhlique de V Academic des sciences morales et politiques. EgU e appunto pel convincimento clie i due bisogni suprcmi della eta nostra sono quelli della educazione del popolo e del sistema penitenziale nelle carceri, e che si fatti dementi del mi- glioramento sociale debbano procedere uniti^ e darsi ajuto rcci- proco, che data mano in prima alio scuole infantilis e al pro- gresso del loro metodo educatorc, mi nacque il pensicro del miglioramento delle prigioni. A tale scopo ricorsi a S. A. I. R. 1' egregio Principe Vice Re e ne ottenni, come da dispaccio G settembre i84i di S. E. il sig. cod to Goveruatore che mi si aprisse r adito a richiedere da' Tribunali e dall' I. R. Governo le piii minute nolizie intorno i delitti e le coutravrenzioni, i colpcvoli, lo stato e il valore dellc prigionij i soggetti a precctto politico; a che le autorita si prestano con zelo degno di tutta lode. Possa 1' opera di cui mi sto occupando'^ della quale la introduzione Vedra la luce negli atti dell' I. R. Istituto^ non riuscire al tutto inutile pel bene del nostro regno ! * L' csempio e potentc sul cuore di tutti gli uomini, ma di guisa speciale suU' animo vergine dci fanciulli; e dcsso una le- zione muta^ cd ha ella tan to piu di efficacia quanto da lei di- Videsi ogni idea di comando. E 1' esempio c efficacissimo non pure quando disccnda da' su- pcrcht' sia virtuoso vuol csserc viflcssivo: il gittarsi alia vculura e scnz' ordinc non si compone colla virtu, clie vuolc clctta fra azionc cd azione, tra fine e fine, tra mezzo c mezzo. Nulla e fatto nellc scuole infantili die ucm sia Cglio dell' ordinc: la prcgliiera, gli escrcizi dell' intelletto , i giuochi *, pcriori, dai padri c dalle niadri agli infcriori ed ai figli; ma eziandlo quando saiga dagli infcriori ai superiori. Nellc relazioni innltiplici che vengono in luce sulle scuole infantili sono degni di animirazione i casi nei quali gcnitori dati ad ogni scostuma- tezza si rimiarono pel rispctto in essi gencrato dagl' insegnamenti recati in famiglia dai teneri figVi. Hanno pure una potenza ma- ra\igIiosa sul cuore le massitnc uscitc da labbra giovanili, e i lore canti che spirano rcligiosita ed iiinoccnza! Ma sotlo altro rispelto la nuova istituzionc glova Ic affczioni di foniiglia. 11 nostro P.r Andrea Biiffnii in dotta nicmoria ha provato come le cagioui della esposizione di molli Ggli Icgittimi non siano nclla immoral! ta dei gcnitori, ma ncl biiogno: e 1" espo- sizione vcrrii sccmando sc si porgaa'padri soUievo coU' cducarnc i figliuoli ; e in Firenze furono frcquenli i casi ne' quali i Ggli si riprescro dall' ospizio, aperte le scuole: Gran parte, diceva il relalore dello slato degli asili di Firenze, dei ricoverati nelle scuole inj'antili provietie dallo spedalc dc^li innocenli. * L' autorc del libro dellc illusioni dclla pubblica carila si adopcra stoltaraente a porre in ridicolo le scuole infantili perche vi si usino stampe indicative dc'vari oggctti che si fanno a'fanciulli conosccrc pe' loro nomi: che vi si abituino i fanciuUi a movimcnti rcgolari; c chii in esse si costumino giuochi ginnastici. Miserabili inezio! dappoiche il fare visibili col mezzo di stampe gli oggctti lia lo scope che i fanciuUi non imparino, con solo carico dclla mcmoria, parole ddle quali non intcudouo la prccisa signiQca- xc i canti*, lerefczioni. lo vi vorrci testimoni, al primo aprirsi di una scuola, e vi vedreste i tristi effetti di zionc: i raovimenti allcrnandosi coll'inscgnaraentOj alleviano la fatica dello studio, i fanciuUi se ne compiaccionOj e la scuola dee avere 1' aspetto d' intrattenimento piacevole; e il muovcrsi rego- lato richiede attenzione, la quale vuole anco nelle piccole cose larsi abituale, perche giovi poi nelle grand! j e i giuochi ginna- stici sviluppano le forze Csiche, e rendono i fanciulli robusti e coraggiosi, qualita sopra modo necessarie a' figli del povero. Per trovare ridevoli i metodi indotti nelle nuove scuole, e mcsticri pretendere a giudicare dclle cose senza praticamente conoscerlc, come awiene, e da dirlo, di tutti coloro o che hanno in mal genio la nuova istituzione, o che non la amano e vi si mostrano indifferenti. * II canto si costiima nelle scuole infantili non come studio, ma come mezzo di alleviaraento alia occupazione c come espan- sione dell' anima che ama di effondersi, come un bisogno della umana natura. — E che giova il canto? dicono alcuni: c gittare il tempo 1' intrattenervi i fanciulli che debbono indirizzarsi non al canticchiare ma al lavorare. — Trascrivo a intera refutazionc le parole del piii volte citato Gerard nel suo dialog© : Vecchio maestro di scuola abitante suUe sponde del lago: n Col canto » voglio formarmi una licta scuola, e educarmi una generazionc »» gioconda in mezzo alia quale vcnga volentieri a posarsi il gc- >j nio del cristianesimo, genio di contentezza, di benevolenza, di )> gi-azia: animi cupi non sono ricetto per lui. E sciegliero can- J» zoni pure, spirituali, leggiadre, semplici come la natura negU w accenti e nell' armonia. II garzoncello e la fanciuUa facilmente » le imparcranno nclla scuola, c volentieri le ripeteranno fuor » della scuola nella capanna e ne' campi. E la giovine uiadre »' continuera ancora a cantarlc presso alia culla del caro bam- xa un.'i traviata cducazione nelle case clei povcri: noii olibocliciiza ci occoitc al comando, non amorcvolczza tra i fanciulli, ma trascorrcvolczza all' ingiuriare rc- ciproco, non politczza ncl corpo c nolle vcsti , non alcuna idea', non alcana abitxidine religiosa: alle prime apparenze si parrebbe disperato imprcndi- mcnto il voler indurre ncgli asili ordinc c discipli- na; ma non un mese e trascorso die quclla sccna clie vi sgomenta per intcro si muta. Voi vedreste un ccnlinajo di fanciulli sbandati al divertimento » bino; e diventeranno canzoni nazionali^ propagatrici di scnti- n mrnti nobili c pii ». Nulla awi che sia efiicace al pari dci canli popolari a diffon- derc principj morali c rcligiosi e amorc di patria ncUc umanc gcncrazioni: sono dcssi che quasi tradizione trasineltono lo idee c le credcnze dall' una all' altra delle eta varic di un popoloj e dair indole loro, clii ben considcri, piglia misura dci gradi della sua vita civile. II canto fa licto 1' uomo e al popolo tullochc de- stinato al lavoro non pu6 contcndersi che sia lieto c contento: la letizia alza 1' anima e sveglia nobili e generose affczioni : c dcssa un germe di felicila c di virtu. Nell' Alemagna e nella Svizzcra sono conimoventi e istniltive Ic popolari canzoni^ e si ripete nella eta adulta cio che si abbia appreso nella eta prima. Bcttificate i canti popolari il piii spcsso inunorali o frivoli, in- fondetc%"i dettati di sapienza civile c di religione^ c saranno essi potente mezzo a diffondere quci lumi fra il popolo, cui non per- Vicne la viva voce dei saggi e torna vana la scritta. Senza che lo stcsso fisico si afforza e giova dal canto, fl Coindet diccva: L' usage moderc du chant ct dc la parole Jbrttfic la poilrinc, lovsque die est txcmple W irritalion : Ic silence predispose a. la plhisic. ad una voce della maestra raccogliersi e recarsi al posto loro dcstinato, senza die pur uno si mostri o riottoso od afflitto: i rami della istruzione si al- temano, perctie di soverchio non sieno gravate quelle tenere menti, e vi si mescono i giuochi, i canti, i lavori: ad un cenno passano i fanciulletti dall'uno all'altro esercizio, dal giuoco al canto, dal canto air istruzione, docilissimi e pieni di gioja: ne di scu- tica o di grave castigo c bisogno, perclie preseggono alia novella istituzione la intell-Kcnza e 1' amore, e la pill severa punizione si stringe al rimuovere dal suo posto il fanciullo per alcuni minuti. Nella eta prima dell'uomo predomina I'amor pro- prio, e al primo aprirsi di una scuola non otter- reste ad alcun patto die un fanciuilo divida col- I'altro die ne difctti il pane die porta seco : ora sarebbe difficile die la maestra accennasse ad uno di essi la mancanza di pane ncll' altro senza die molti corresscro a dividcre con esso il proprio; 1' ira si accende facile nel fanciullo , e 1' ardore alia ven- detta e gagliardo e subito: oggidi voi vedreste usuale il costume die 1' ingiuriantc e V ingiuriato si bacino I'lmo r altro, e 1' ingiuriato c spesse fiate il primo cbe implora dalla maestra il perdono per I'autorc della ingiuria. E air amore deH'ordine, all'affctto reciproco, alia reverenza ai maggiori si accompagua nci giovauclti XCItl un alto scnso cli religionc, scnza chc nb i lumi dcir intcHctlo uc gli affctti del cuore si assecurano da traviamcnlo *. Voi vedreste i fanciulli dcgli asili * Si rra, raccoiita Monot, inso^ata 1' orazionc doininicalc in una scuola infantile , e se nc crano razionalmentc rpiulutc sen- sil)ili liilto Ic parti: un fauciullo giiinto allc parole dimilte nobis debita nostra sicut ct iios dimittinius debitoribus nostris, dette nel Kn^naggio popolarc, ei non le proferisce cogli allri: rccitato a uninisi nclla rccita, piangc e non vi s' induce: ehiamato a parte dal maestro, agli eccitamenti rispondc che proferira quoUo parole, ma aU'indoinanij e perchc? perche primaj cgli dice, voglio fare la pace con mia sorella. Manca in altro asilo un pezzo di pane: si cerca chi 1' abbia tolto e non si trova: si fa dal maestro dire il decalogo e si ini- mora con adatto s\iluppamcnto sul precetto di non rubare: e il rubatorc al mattino srgucntc rcca il proprio pane al maestro onde riparare al furto il giorno innanzi commesso. Un fauciullo si smarrisce non volendo obbedire ad un comando del dircttorc dell' asilo j il di appresso si fa conoscerc con oppor- luno racconto il dovere che i minori hanno verso i raaggiorij gli alunni verso il maestro, e si fa ragione del come violando il do- vere della obbedicnza si ofTcnda prima Dio, poi il superiore : e il gio\-inrlto che si era smarrito sorge spontaneo a confessare il suo fdlo, dichiaraudo di chiedernc pei-dono prima a Dio, poi al direttore. Somiglicvoli esempi accadono frcfjuenlissimi negli asili, e puo Vrdcrscne ragguaglio particolareggialo in un libretto avcnte a ti- tolo: Degli asili per 1' infan/.ia in Piacenza pubblicatosi nel i84i, nelle relazioni del signor Monot e in quelle dcgli asili di To- scana e del nostro regno; ma non pui aveme nolizia chi non v' inlervioiie, e si sla contcnto a disprczzarli c fors' ancu a ma- Icdirli scuza conosccrli. XCIV offerire I'aspetto imponcnte del raccoglimento nella pregliiera : entra una turba di fanciulli nella cliiesa, e nou un grido, non una voce clie si alzi: la cele- bi'azione della mcssa si divide per essi in canti rc- ligiosi, e la santita del luogo e del sacrificio pare che imprima una reverenza profonda in quei tcneri cuori, clic la compostczza e il silenzio non potrcb- bero essere maggiori negli uomini adulti piii revc- renti alia religione *. * Lc cagioni supreme dolle smiole dirette alia cdiicazionc dci tcneri fanciulli si traggono dalle Scritture che comandano I'istru- zione dell' uomo sino dall' eta prima j la dottrina evangelica lc afforzo ed estcse, e lc prime istituzioni inscgnativc si debbono al cattolicismo , la cui storia, lasciando altri escmpi , ne prescnta un Dateo neir ottavo secolo, iudi un Vinccnzo de Paoli, im Neri , un Calasanzio , un Miani , un Borromeo. Ond' c crrorc grossolano clic il pcnsiero della cducazione de' fanciulli vcnga da' protcslanti. La diffcienza tra le antiche istituzioni c lc modernc non deb- besi che alia varicta dclle discipline chc la osscrvazionc e I'espe- rienza, appalesando la varieta. dci bisogni, vi hanno indotto nei vari tempi. Le stesse scuole infantili della eta nostra subirono dalla lore origine importanti modificazioni: per 1' opera di Bu- canan favorcggiato dall' Owen precij)uo scopo clle aveano nella custodia, nel divertimento e poco intcndcano alia istruzione: Vilderspin v' innesto i germi della istruzione intellettiva e mo- rale che si reco al pcrfetto dal nostro Aporti: taluno volse le cose aU'estremo per la sovcrchia importanza die voile darsi alia istruzione non compatibilc coUa eta prima: e v' ha chi vorrebbe xcv I^a rcligione cosi concorrc a coronarc iin' opera chc (Ice con veriti clivsi da lei slcssa ispirata, poi- sifTattc sruolo al liiUo asrcliclio, confinando 1' istruzionc ai inisleii rcligiosi cd ai dommi. Di ([uri vari sislcini dovea Hirsi acconcia inistiira; c tale c I'in- j d' asilo arrecano ai genitori poveri, librrandoli da cure che » consumano il loro tempo e la loro opera; tutti presentivano » 1' utilita che da quel ricetti veniva all' educazione dei fan- »> ciuUi. Ma 1' Aporti vi ha scorto la base dcU' cdificio della n istruzione e dell' educazione pubblica di ogni genere; il mezzo »j di circoscrivere piu ncttamente e di elevare lo .scopo della »j 1' istruzione elementare, la quale essendo oggi 1' insegnamento » unico per tutti coloro clic sono destinati a manuali profcssio- »> ni, cioe per i piu, abbraccia una sfera si ampia, e si rivolge »j ad eta e a capacita si differentia che non pu6 non essere vaga, » disacconcia^ inefficacc ». »> Egli percio ha trovato, o piu vcraraente egli ha posto nellc » sale d' asilo una sconosciuta potenza che accrescera quclla del- » 1' ammaestramento primario, se ne e impadronito, Ic ha falte » una nuova cosa, una cosa italiana, che ribattezzandole con ita- » liano nomc ha chiamato scuolc infantilij Ic ha accomunate al » ricco ed al povero, le ha innalzate al grado di pubblica istitu- » zione che ha per sc 1' awenire ». >j Ma questi frutti ( il visibilc miglioramento dc'costumi ope- n rato dalle scuolc popolari di Lombardia ) non bastavano pero « all' Aporti e a chi, come lui, sentiva quanto ampia e durevolc »> riforma era d' uopo introdurre ne' costumi e nelle idee del » popolo. L' azione rigeneratrice delle scuole elementari non gli » pareva che fosse cosi potente, quanto lo prometteva la bonta n dei raetodi e 1' abilita e la soUccitudine dei maestri. AUora n r idea di cominciare 1' educazione e 1' istruzione dei fanciuUi » fiu dal momeuto cbe egliao si staccano dalle inammelle ma- xcvir ivi c bcncdetto il padre clic educo il figliuolo fin daH'infaiizia: la l^'gge prcsso gli ebrci dovea Icg- gci'si a tutto il popolo, agli uomini, allc donnc, ai fanciulli, e un padre dclla Cliicsa, faccndo ragione dcgl' iutcndimcuti dell' cbraico Icgislatore , osserva clie anco ai fanciulli dee notiGcarsi la Icgge, per- clie so la Icggc non piglicra radice dall' eta prima ncl cuore dell' iiomo malsani germi proveranno in caiubio in quclla vcrgine terra: ivi sta scritto chc sin dai primi anni I'uomo incamrninasi alia virtu cd al delitto, c che i dcstini della sua vita pen- dono dalle abitudini della etk prima; e il Maestro cvangclico sgi-ido i disccpoli che volcano slonta- narc da lui i fanciulli : lasciateli , disse , venire a me, e rccatilisi in braccio li benedisse e li offer! ad cscmpio d' imitazione *. » Irrne, pli balciio al pcnsjcro. Le scuole clcmentari gli pan'cro »> svialo Jal loro vcro scopoj Vide che operavano meno del loro » polorCj pcrclic si volcva che opcrasscro allro da quel che po- » U'vano ; pcrche la loro azionc cadcva sopra soggclti o non pre- »> parnii o gia mal disposti, perche in una parola le scuole del- » r adolosccnza si volcano ridurre a scuole dell' adolcscenza e » dell" iufauzia, e per Y iufauzia non si avcvano scuole. A quesle »> dunfjiic cgli pensoj e trasibrmalc in scuole infanlili Ic gia sale <> d'asilo, invoci) la coopcrazionc dci buoni^ c dotonnc Cremona ». Dalla citatci Guida ddi cducalove, nunc prime i83Ci, pag. 283. * Alia vi'duta (Idle scuole infantili, cd alia capacita chc vi si ii\cU uci gio>aiicUi dell' eli prima, come Icncrsi da meraviglia 7 INIa i bcncficj clic dcbbono venire alia uniana fa- miglia dagli asili dclla iufanzia non saranno con- alle parole Jcl signer Pfpe nelle sue Irttere al marchosr Cino Cipponi: » La cura dcgV infanti e appena appena una ctistodia »> moranipnte fisica^ alia quale basta rinfima femminuccia. I>a vera » rura^ custoclia cd cducazione morale e quella de' fanciulli »». Quando si parte da ipotesi smentite si apcrtamente dalla umana natura e dalla csperienza si puo e si deve esscre niniici alle nostrc scuole. t> Sostcnere clie quest' cducazione ( trascrivo qui le pa- role del Lambruschini dalla Guida dcW educatore anno i836j pagina 282 ) possa cominciarsi a dieci anni, o ancora a sctte, e n far credere di non avere mai esaininato dappresso un barabi- » noj di non aver mai profondamente meditate sul celere svi- » lupparsi delle umane facolta, e sul bisogno ch'elle hanno ncl J> lore svolgcrsij d' essere regelate, ajutatc da buone massime, c n soprattutlo da buoni csempi. — L' cducazione ( e oramai ve- w rita cosi nota , che e noja il ripctcrla ) comincia dalle fa- »> sec: e chi vuole accertarsene in una manicra sperimentalc, n basta che pigli a dirigere tre fanciulli, uno dc' quali sia state >j educate ( di cii'j solo mi cenlento ) come oggi nelle scuole » infantili si educaj I'altro sia state unicamente trascurato e non n volte ne al bene ne al male; il terzo abbia contratto quegli »> abiti, apprcsc quelle idee, assaggiato que' rci piaceri, che trisli n rsempi domestici o triste comj)agnie fanno contrarre, fanno »> apprcnderc, fanno gustare. Abliia cgli solamente una settimana « sotto di se qursti tre fanciulli, e decida. Xon sembrami che n su questa o\-identc verilu occorra di insistere; ne prnso che n qnalunque illusionc uno si faccia sulla capacita delle madri i> plebee per educare, non debba almeno ricenescere, che esse » V cducazione trascurano, 0 per impotenza c per indolenza o « per use abbandonano i lor piccini a sc niedesimi ncllc vie. XCIX Cnati ai figli del povcro: c il metoJo in essi ado- perato dara nuova indole c in immenso piii fnit- tuosa ad ogni mauicra di pubblica istruzione *. » Chi non ne fosse convinto, non ha a far altro chc girare per n tuttc le tcrre un poco popolose dclla Toscana, c vcderc come h Ic stradc formicolano di quelli che il popolo con una dclle » sue cnfatichc esprcssioni chiama, nclla provincia ov' io abito, »» fi^liuoli dellc laslre. Qui dnnquc non v'cra tnczzo: o bisognava » tullo li' cose lasciarc com' erano, e al miglioramento dei co- » sluiiii del popolo non pensarc in mode vcrunoj o innanzi di n pro\Tcdere ai bisogni intellettuali e morali dell' adolescenza, »> prowrdcre a » que sacrifizio non varrebbe mai ad ottencrCj ove 1' opera si » roniinciasse sui fanciiilli di dieci anni n. * Lc scuole iiifantili chiainano ad indagare Io svolgersi primi- tivo e spontaneo drlle facoltii c degli afTetti dcH'uomo, a pene- trarne lc cagiouij a toccjrne i modi ed i gradi processivi: I'ideo- logo a^Ta nclla novella istituzione aperte nel verace lore essere lc facolta iimane iiilelletlive e morali^ vcdra 1' uomo rcale, non r uomo faltizioj quale ci e creato e modiGcato dalle idee e dai cofituini dclla sociela in cui vivc, daU'csenipio e dall'abitudine. La filosofii dci sensi e la morale dell' interessc saranno smentite dalla imagine gcnuina dello spontaneo e primigenio svolgersi della uinana natura. II politico nello studio dclla infanzia avra mezzo a disccrncrc T intinio dclla cosliluzione dell' uomo^ da che dee trarsi la bonta assoluta delle leggi, dagli clemcnti awcntizi chc vi si inncstano, da cui trarsi in cambio la bont'a rclativa. L'edu- ralore, occupandosi dell' eta prima, sapra rinvenire gli adatti mctoili dclla istruzione, che non possono cssrrc utili se Hon di- iclli a bccondaic Ic facolta naturali, ad ajutarlc c allargarlc, e Consiclcranclo alle scuole clegli andali tempi par- rcbbe ch' cllc avcssero pigliato forma dal civile go- che non possono avcrsi chc dalla conoscenza intiina dclle facolta umane appalcsate dal loro sorgere e svilupparsi. Non c in fatf i da poco V educazione della prima eta dell' ao- mo. II padre Gerard, diceva a' suoi giovanetti : 15 So mi e per- J5 raesso di parlare di me medesimo diro che il perfezionamento » di qiiesta scuola e V opera della mia vita , 1' opera alia quale J5 dcsidero consacrare il resto de'miei giorni. Quando vi cntrai, " ve ne feci solennc promessa; promessa che vi ripeto ogni giorno. » Eppure si e pensato chc io portassi i rairi sguardi sopra un »j insegnamento piii clevato. Ah! credcrei ben anzi di abbassarmi » se abbandonassi i miei giovani amici. E chi non intcndcrebbe, w seppur non ha ottusa la mente, che il lasciarli sarcbbe un di- « scendcre? — - 11 posto asscgnatomi dalla Prowidenza divina, e »j ai miei occhi il piu bello di tutti. Intendcstc miei figli? Io ho M promcsso di vcgliare su di voi, c di morire al vostro senizio. » E spero chc il Signore mi conccdera la grazia clic gli doman- » doj e voi pure, nc son ccrto, voi pure co' vostri gcnitori vi »» unirete meco a pregarnelo! »> Dalla Guida ddV educatore anno 1837 pag. 180. I pill grandi ingegni di fatti, conviuti chc la islruzionc del popolo c il bisngno piii grave della etii nostra, c chc da essa pende il prospcro o Tinfelice stato dellc nazioni, non tcmono di digradarsi ed anzi si onorano ncl proclamarla e diffonderia cogli scritti e, coll' opera. II nostro Piomagnosi salutava I'istruzionc del popolo cominciata fin dall' infanzia come il primo fattorc della civilta futura: il Ciivier dallo studio dellc Icggi del mondo, in chc si ebbe fama iraniortale, scendeva ad occuparsi del modo di istitiiirc le scuole primaric: Cousin si I'ecava nelle rcgioni del- 1' Alemagna a raccorre lumi ondc mcglio ordinarc 1' istruzionc popolare nel regno di Francia: Degcrando raandava in luce le- vcrnamcnto , nel quale la pubblica aulorila noa istruiscc, ma coinaiida, iion si ricorrc al couvinci- mcnto degl' individuL pcrchi; la Ifiggc sia cscguita, ch'cssa il dcLb' cssero ovo pure il scnso iudividualc vi contraddica; e lo seopo immediato cui Ic civili pi-cscrizioni intendono non e la coscicuza; ma I'azio- nc cstcriorc, c i mczzi ordinari c propri ad ollenere obhcdienza sono da una parle i prcmi, daH'altra le punizioni *. zioni per 1' istituzione i- rito si fosse per me affermato rispello all' iuscgnamenlo dei gio- vanetli di eta avanzata non vi sarebbc stato argomeuto di mera- viglia. Non polcva occorrcrmi piu strana cosa. Per insegnare a un fanciullo dell' ctii prima ed eleggerne 1' ac- concio metodo, egli e mestieri conosccre a fondo le facolta sensi- tive, conoscilivc e moruli dcU' uomo, il modo onde sorgono e pro- grediscono, e i diversi lor gradi ; e la educazionc deve esser\'i pro- porzionata. II melodo adun'jue debb' essere graduate e razionalc nel sense piu strelto, ove non si coufonda 1' educazionc col oa- ricarc soltanto la memoria di precctti c di regole: perchi; nella ela priuialiccia il proccsso c leuto, c il nesso dcllc idee non si rnglie se non emerga ora per dirctlo, ora per via di escinpi intuifivo. Nella eta avanzata la potenza dcUa ragione puo al gio- vane suggeriro una idea fra due mezzana e rhe il maestro in- tralasei per inav\-ertcnza ; ma nella eta prima, ijuella idea lasciata, r intelletto del fanciullo si perde e nulla comprende. Non a\-\'i priucipio di doverc e di utile che non possa iii»iuuarsi nell' animo dei fanriullij ma a raggiugnere qucsto seopo deesi il piu spes^o procedcre per rareonti c iinione iu niolli liioghi si desidera, dice il Lambruschini: ia »» altri non ancora sc ne presenta il bisogno: in qualcuno si n Icini": in nessuno c stata ancora effetttiata con jiiincipj tanto " genciali e siciiri da servire ad altri di norma ». Quale sub- birtto a eonipiarenza sc la nostra Brescia fosse la prima fra le eitla italianc ad ofTcrii-c 1' escmpio di uu si frultuoso migliora- uienlo! confacenti istituti e gia pronto a concori'ei'e in cosi fatta opera caritatevolc : alia commissionc attuale dcUe scuole si unisca un comitato di articri , come si usa in alcune citta non solo di esteri stati, ma della patria italiana: finito il corso elementare sia di un talc comitato il collocare i giovanetti in particolari officine ed averli quasi in tutela fino ai diciotto anni *. Di questa guisa 1' cdificio del quale * lo pongo qui alcune norme per la continuazione del mctoJo delle scuole infantilij clie potrebbero offerirc almcno le traccie del nuovo stabilimcnto. — NORME PEL NUOVO ISTITUTO A PRO DEI FIGLI DEL POA"ERO. T . II inetndo di custodia c di educazione delle scuole infan- tili si conlinuera sino al compinicnto della istruzionc cicuicntare niinore. 3. La continuazione del nietodo predivisato avra luogo cosl, sccondo il bisogno^ sino al nono od al derirao anno. 3. In lutto il corso dell' istruzionc si avra cura d'insinuarc ai giovanetti la loro destinazione fulura al lavorO; e vi si a\"\icianao con alcuna opera reanuale. 4. Compiuto il coreo elementare, per due o tre anni, giiista il bisogno, si dediclieranno i giovanetti alle arli ed ai mcstieri, o convenendosi con alcune dci direttori de'vigenti istifuti, o eleg- gendo locali separati, solto la direzione di articri abili, o collo- candoli in adatte officine. I princijij del disegno saraiuio un ranio speciale di qucsto insegnamento. 5. Vi sarii persona capace clie soi-\'egli i mestieri, ondc i gio- Vani \-i si addcstrino con ordine metodico c graduale. 6. Durante il biennio o il triennio, i giovanetti continueranno a ricinerc la isUu^ioac elementare piu 0 uicno ayauzataj ma per al)l)iamo gittatc Ic foiulamcnta cogli asili per noi apcrti sara coiiclolto alia j)crfo7,ioiic : c 1' incrcmcnto una o due ore il giorno al piii, on poslc per gli artigiani sarebbero contrarie ai veri principj dclla »» politica cconomia. Ma che ! Lo slato da tempo inimemorabile »> mantcrra con gravi spcse scuole di diritto c di niedicina^ scuole n di piltura, di scoltura, d' intaglio c di arcbitelturaj fara insc- n gnare in ricchi stabilimenti quanlo le scicnzc hanno di piu »» sublime e di piu astruso, istituira rorsi di linguc chc piu non » si parlano, c d' idiomi di contrade che nissun mai visiteraj e >j quando poi accanto a queste splcndide istiluzioni ( lc quali w del rcsto beu riconosciamo quanlo abbiaao innalzata la gloria Principe cui souo fiduti i nostri dcsLiiii, clic ordiiio la crczione iiella nostra Brescia di un gabiuctto di » n.-uionalc ) domaiidianio die si c di vinccrla: si ardircbbc, a nome di non so quale astrazione »j nictafisica, di fare ostacolo all' cffettuazione di cosi utili pro- »> posizioiii »>? Dalla Guida Jell' cJticaLorc del Lainbiuschini , anno i838, pag. .><)8. La scuola clcmentare di arti c mcsticri i piu comuni c usualL clie io qui propongo, non ha clic lo scopo d'inviare i giovani a mettersi nclle oflicine parlicolari : ue cade ne'mici inlendiinenli cbc debba crearsi uno stabiliinento d' industria ncl quale i gio- vani si trattengano per tempo indefinilo. Io couvcngo col signor Pope, chc nelle sue lottcre intorno alia educazione popolarc di- ce\'a: » Odo infine in campo un altro discgno; quello cioe di »> fondare una generate oflioina scohistica d'arti, per promuovervi » i bambini secondochc vanno uscendo dalla sala, ed iniziarli *> cadauno ad un mcstierc. Idea tanto piii vana dclle anteriori » quanto impossibile ad essere ridotta in atto. In Isparta era fa- i» cilissima opera V univrrso coUegio per tutte Ic adulto gene- » razioni maschili, perche una era V arte cui crano esse ausle- t> rissiniamente disciplinatc; quella della guerra. Ma ncll' odierno » state opificiario, un opiGcio universale, anche ove non fosse f» u"h' assurdita evidentc, e si riuscisse ncl cimcnto di instituirlo, » non darcbbc se non pcssimi frutti, perche frutti di un' opera " aiTersa a tutli i sani e savi priucipj d'ecnnoniia piJjblira sullc »> niille dipendenze e relazioni rlie radauna arte ha con tutte Ic «» aitre arti, suUa riparlizioiio del lavoro, suUa libera moltipli- » citii degl' intraprenditori, neressaria a gcuerar la lilx'ra cmi- i> conxnzaj c cou quesla l' ulilissima ciuulazionc ecc. ccc. Dellc arti e mesticri alio scopo appunto dclla istruzione del popolo destinato alle officine, del (£uale io stcsso w quali cose non diro per non dir cose omai contc c trite a tutlij n ma sol diro clie univcrsalissiino vorrebbe essere qiiesto opificio fj scolasticOj pcrclie cadaua fanciiillo potessc iuiziarsi all' arte cui tt ha naturale vocazione. Indi vorrebbe riunirvisi tutti i mille ar- >j tefici mcccanici; perclic cadaun fanciuUo avcsse, secondo la sua n particolare vocazione, il sue maestro! Chi non vede in tutto ». cio un bel delirio di qualchc vacua testa inncbriata dclla voce »> Atelier? Delirio nou piii permesso oggi ncllo stato della scienza » economica, ed in qiiclla del fatto, che molti governi gia vanno » a poco a poco dimettcndo le generali officine loro, pcrchc cer- « tificati di avere con vantaggio di prezzo e di quali La , armi , »» navi ed altre occorrenze da' particolari articri »>. Finito il corso elementare e fors' anche non al tutto compiuto, dovrcbbe essere ciira del comitato di aitieri di trovar luogo ai giovanetti in officine bene avviale , e potrebbe per alcuni fors' anco non esser bisogno per intero di quanto e proposto nelle prcac- eennate discipline. EUe non sono che un cenuo di cio che po- trebbe farsi; ma le discipline definitive non dovrcbbero essere che il risultato di ben ponderata cspcricnza. Io vorrci data a' giovanetti una triplicc istruzione. II catcchismo religiose debb' essere il primo: che senza religione ne per gli individui, ne pei popoli non puo essere ne verace moralita, ue giustizia; jna vuolsi per noi aggiugnere il catechismo civile c pe- nale, si perche tutto si tiene e rannoda nei motivi che muovono il cuore dell' uomo, c si perche anco la sola virtu esteriore e civile che si fondi sovra umane considerazioni e sommamente utile alia civile aggrcgazione. Coloro cui manchi una intelligenza perspicace ed acuta reputano utopia ridcnole il pcnsiero che pos- sano nella mcnte dei giovanoUi insiiuiarsi gli svariati dottrina- mcnti che siaui \cnuti divisando j ma i savi sanno che ogni scicuza CXXI fill rliiamalo a stcndorc le discipline, a cui e la l)ciicinfrita coiigrcgazionc municipalc e la camera (li loimiiorcio hanuo fissalo una dotaziono, c pci cui cffetti bcncfici il noslro corpo accademico, se- gucndo i voti cspressi dal bcncmei'ito professore di fisica signor Pcrcgo, lia gia offer to di unirc gvatui- tamcnte il tccnico iiiscgnamcnto a favore del gio- vauctti clie cscono dai nostri asili. pu6 csserc adotta a porhi clemcnt.irij ma fccondi principj, c clic possdiio siirattamciitc ciill(>garsi colic intuizioui spontancc dol co- njun scnso, clic T inscgnauionlo ne sia salido, spcdito e luiiiinoso. L' cscinpio dclla predivisata ordiiiazionc dcllc scuole popolari ncUa cltta sara, non c a dubitarnc, fniltuoso per le cainpagne. Per Ic scuole infantili V ogregio Chiodi ha fatto prove degne di tiitta lode in Orziimovi- ma dcssc anco iic' coimuii vogliono procedimeiito. In ogni parroccliia c prescritta una scuola clcmcn- tarc, ma la perfezione di si faltc scuole vuole il mctodo cduca- toi-e dellc iiifanlili, e d' assai poco sarebbe bisogno a talc ordi- iianiciito. Nc" coniuni, in c:iml)io dcU' insegnamento per le aiii <■ nicslicri, dovrcbbc unirsi al catcchismo civile c pcnale, il ca- tcchisnio ruralc, cd un piccolo campo annesso alia scuola vorrcbbe oflcrirc la pratica aj)plicazione dc' tcorici insrgnanienti. L' ogregio c bencnicrilo abate Gircano ba gia dato iiivianienlo alle idee rhc ijui vengono significate. Noq alle sole citUi si stringe il bisogno della educazione popolare: ne si ha bisogno pri contadini, die non sono cssi oramai alia semplicitii e alia inuoccnza de' secoli d' oro favolcggiata dai poeli, pci rispetti niorali e religiosij c vc n' ha bisogno pc' rispetti econoraici, chc nrlla loro jgnoranza c ndla couscgurnlc tcnacil.i alle abitiulini, st.iimo le cagioni pru- cijmc chc tard.uio gli agraii miglioianicnli. CXXII Cosi ordinate Ic scuole del popolo , cosi cliia- inati i ricchi a protcggimcnto dci povcri, ed at- tuato il sistema pcnitcnziale colic provvidcnzc di proteltorato clie debbono accompagnarlo (dap- poiclie a mio avviso le scuole infantili c le carceri jicnitcnziali sono i due perni sui quali dec I'igi- rarsi ogni sociale pcrfczionamcnto ). e avvicinate cosi le classi social! , quale sorgcnte di moralita e di ben essere non saranno per noi aperte alle sorgcnti generazioni? I maggiori pcricoli di gravi disavvcn- turc delle societa umane non istanno oramai, nellc gueri'c disastrose clie uu di erano promossc dallo spirito, cbe oggi la universale opinione ba sbaudito, di stranicri conquistamenti: non nell' abuso a dan- no dei popoli del poter pul)blico , che ovunquc si veggono governamcnti politici tempcrati : non ncl sovei'cliiare delle classi elevate a danno delle infime, cbe la saviczza delle leggi e i costumi addolcili non lo consentono; ma nel mal genio cbe nci poveri tuttavia sussiste rispetto ai ricchi e cbe si appalcsa SI ne' casi di pubblici sconvolgimenti. come nellc dot- trine c nelle societa cbe sono sparse in varie na- zioni d' Europa. Nella condizione attuale delle cose umane il pro- letario, mutato 1' essere della civilta antica, si trova abbandonato esclusivamente a se stcsso: e poco gli giova I'ugualita di tutte le classi proclamata nei modoviu roilici. In anlico il prolctario era sdiiavo, ma i pvfgiuilizi, c jjcrfino Ic idee religiose coneoi-- revano a coiisacrare i priiicipi del privilegio; nel medio cvo il prolelario era addetto alia gleba; ma la igiiorauza, e Ic sveuturate vicissitiulini di quella (la lo reiideano tolleraiitc della sua sorte : in quci tempi la sussistcnz.a assicui-avasi al ])i-oletario o co- me a stromento nel ricco delle proprie rendite, o come a difensorc. Lo idee si mutarono, e gli anti- chi l(;gami nellc eta modernc si sciolsero, e le infi- mc classi sono lasciatc a se medcsime, e se la ca- rita fratellevole del riceo non soppcrisce generosa alia miseria, il prolctario od e esposto a porire , od t spcsso condotto all' odio contro al proprieta- rio cd al delitto *. Si approssimi il ricco al povcro: * Not! posso tPncriiii d.il rcoare qui un brauo della citata opera del sigiior Lucas J Theoric dc V cinyrisomurncnt y tonio spcoiido, |)agina i^a c sr^ucntc: Viiiis rcx/tloilation yatriarcalc, qui scrnble la forinc pi-iiiiiln'c du trarail pat' l' association^ Ic chifse churgeait de pnuj-i'dir mix lesoins de ses scrt'itcurs. Lorsr/ue V csclavagc romaiii vinl Jaire de I'honiine line chose , I'intcict de la propriele , ii difaiit des inspirations it des da'oirs de rhiiinanile, t^arunlissait a I'esclave la satisfaction de ses bcsoins cssenticls et la con.teri'alion de sa fie phj-stque. Lorsqite etifin la servitude du moyen dge rcslilua au terf son litre d'etre anime, clle sentil sous l' influence du christin' nisinc la nccessite de vi iller, non setilenient aiix soiiu de son corps, mais iiicme au salut dc son dmc. M. de Tocquefille dil ai-ec raisnn, en parlanL de Vuu^iiible de la socielc Jeodalc ( Memoire siir Ic la miseria soccorrasi c si protcgga colic istituzioiii chc si propongono, ed oltrcclie 1' estremita del bi- sogiio sara scemata, il povcro non guardcra al ricco, nelle abusate idee onde spesso le infimc classi sono dominate, come a colui cbe si usurpa e gode i be- lli tolti alia loro destinazione, ma come a sollccito pauperiune ); La grande majoritc de la nation vivail presque sans besoinsj ct le rostc n'cu cprouvait qu'un petit nombre. L'aissance n'etait nulle partj partout le vivre ... La population ctait mise- KABLEj ajoute-t-il, mais ellc vivait. Aujourd'hui la majorite est plus HECKEUSE, mais il se rencontre toujoura une minoritc' pretc a mourir dc faim, si I'appui dd public vient a lui manquer. Ce coiitraxte entre la societe Jcodale et la noire est vrai. Ccst que dans la socicid fiodale nul n'etait isolc, partout disparaissait Vindividu; si chacun etait opprcsscur ou opprime, chacun aussi ctait par ccla menic protccteur et protege; c'est la guerre qui avail organise I'assistnnce. La phjrsionomie topographique du pays, qui nous montre partout , a cctte epoque, les chaumieres groupcci autour du chdteau ou du coufcnt, est V expression caraclerisiiquc de Vclat social ct moral du temps , ou, pour se defcndrc dc la Jaiin comine de la guerre, le serj' deinaiidait et troux'ait au besoin I'appui du manoir ou du chdteau voisin. Le serfage du moyen dge tient le milieu entre la domesticite patriarcale et U esclavage romain: c'est plus que I'une et mains que V autre. Dans nos socielcs modcrnes, au contraire, Vhommc, au sein des classes inferieures, en defenant Hire et independant, est deuenu necessairement isole; a\>ec la. uie de liberie, a commence pour lui la vie d' isolement. . C'est le public iano a pensai'c di porla in atto. lo direi agli oppositori che sempre compajono al propovsi nuovo istituto quale che siasi, clie ove trat- tisi del bene dei figliuoli del povei'O, cui poco basta, tntto c possibilc purcbe si voglia : che le difficolta che pur vi fossero si vincouo sempre ove sia pro- fonda la conviuzione che trattasi di dar compimento al piu iraportante, al piu sacro dei doveri dclla sociale giustizia: che ogni sacrificio per diffondere la morale ha sempi'e un ampio compenso; ed ag- giugnei'ei che cio di cui veggonsi gia utili avvia- menti in altre citta non dee tornar disagevole in tin paese ove abbondano gli alti iutclletti e Ic ani- me generose. Ne lo spendio sarebbe grave *: che nclla citta no- stra egi'egie soramc da parecchi istituti si elargi- * Alcuni si compiacciono di esagcrarc in immonso lo spnndio che portano Ic nostre sciiole infantili, e Tautorc del tristo libcr- colo delle illusioni dclla pidAlica carita, nel quale sarebbe dif- ficile I'affermare se domini maggiormentc o la ignoranza o I'odio ad ogni nuova istituzione onde onorasi il nostro tcrapo, o la tras- coiTCVolczza inipiulentc a spargerc dubbi intonio gl' intendirneuli degli uomini piu benemcriti, giunge a dire che con si fatte scuolc s' intendc ad ottenere per indirctto gli cffctti dclle Icggi agrarie. Sc lo spendio fosse per essere grave ^ direi non essere desso che dcbba condurre ad accogliere o rifiutare una isUtuzione, ma il primo j)ensiero d' iiomo retto e calcolatore, airannunciarsi di luia propostaj dovere essere vollo ad iudagarc se giustaj c sc uon pure ulilf ma neccssaria. cxxvrt srono ogn'i anno in clcmosinc maniiali,. c minima parte (li fpielle baslcrcbbc per avvontiira a dar compiincn- Egli e crrlo clio il rirco dcvc snwmimoiito al povcro no' trr- niiiii dol nrrpssario non solo per la vita fisira^ ma prr la intcl- lottiva e morale: rlio in una gran parlo dollo infime classi prc- clominano la ignoranza , la immoralita c la irrcligionc: clic il massimo numero dci dclilti rhe olTondono c allc porsonc c alle cose si commettono in qnrste classi : ehc i drlitli oggidi abhondano con istrano psompio nella eta giovanilc: chr ad inipcdirc i dclilti non giovano ncT 1' azione dell' autoiita politica, lie qnclla do' niagi- stratij c tornano inutili Ic punizioni c si moltiplicano Ic rccidivc Qnt'sti fatti sono innrgabili; e di mezzo a si sventurata espmcnz.i ciasruno in cui vivano intnllclto e more e compreso opolOj atli sollanto a pcrpctiiare V errore, il vizio e il delilto, la e soriale necessitli il pigliarsi cura della educazione de' figli di coloro die loflano coUa miscria. Sin qui si e usala il jiiii spesso la repressioiie. e le condizioiii della et.'i nostra riehieggono Tadoperarsi alia prevenzione. Si soiitiene, non v' ha dubbio, uno spendio assai grave per averc un governo politico,, per avere magistrali clie amministrino la fiuslizia, per la istruzione sclent ifica , per avere for/a arniata che fuarenlisca alle nazioni al di dentro la trampiillita e I'ordine, * al di fuori la indipenilenza; e potrcbbe un fale spendio alle- garsi per non averc i>tiliiti pfilitici. magislralij islruzionCj fnrza IDililare? Tiittc poii') cotali ijliluziniii hannn per iscopo es>enziale rxxvni to alia novella Istituzlonc. Lc elemosino. Iranne as- sai poclii casi, si danno per neccssita alia ventura, cd unico la sicurczza dellc persoiifij della libcrta, dc'bcni, c per questo scopo inedesimo e necessaria Teducazione popolare, daj>- poichc i dolitti non si prcverramiOj per qiianto sia ncllc lunane cose possibile, se le infiinc classi del popolo non sicno nioral- mente rigcnerate. Educate alia vita fisica, intellettiva e morale il popolo, abitiia- tclo sino da' primi anni al lavoro, fatelo in csso ingcgnoso onde egli vi trovi non pure i mezzi alia sussistenza, ina al migliora- mento del proprio state, e la spesa che si sostenga sara conipen- sata: che si scemcra il novero dei miscrabili, i mendlci non in- gombreranno le nostre contrade, si diminuirii il concorso degli iufcrmi agli ospedali, degli inetti al lavoro ne'luoghi di ricorero, e non si affoltcranno, siccome in oggi, alle prigioni gl' inquisiti cd i condannati; e gli artieri e gli agricoltori fatti piu attivi e ingegnosi daranno prodotti migliori, e in piii copia ed a prezzi pill miti otterranno i ricchi gli oggetti dc' loro agi e piaceri. II proporre la educazione del popolo e tutt' uno col richiedere i ricchi a procacciarsi sicure guarentigie pe'piu preziosi loro diritti. Proclaniandosi infatti la educazione del popolo si promuove assai piu che non crcdasi la ulilita dei ricrhi, e I'obolo che essi'soni- niiiiistrino al povero fruttera lorOj come dicono le scritture, il cento per nno! Coloro che mettono innanzi lo spendio per obbie- zione air educazione popolare, oltrecbe pongono le nlililii male- riali sopra le luorali, sono assai male calcolatori in falto di pul> blica econoniia. Noi pero non viviamo per Ventura nostra in paesi ne'quali i mi- ( serabili abbondino come nella Gran Brettagna, dove c un contrasto cstremo tra nn' opulenza strabocrlievole ed una desolantc mise- ria, sequela infausta d' incivili leggi che concentrano in poche mani i beni della intcra nazioue, e dove per un sistcma ccono- ex XIX 'e. spcssc fiatc, anziclic ccssarc la miscria, vagliono a crcscerc il novcro dci miserabili e a fomcntare I'ozio mico tuUo foiulato sovra V industria c il commcrcio volti ad aumcn- tare la ricchczza di pochi, si adopcrano gli uomini siccomc mcii stromcnti dclla prodiizionc, i quali oltre al vivcrc abitualmcntc ia lotta col bisogno, si vcggono esposti alle piii strane ed affliggenti vicissitiidinij di guisa talc clic il soweniinculo a'povpri nella solaln- gliilterra asccndcva, non sono molti anni, a 200 niilioni di fraiirhi. £ foUia pero imaginare die le scuole infantilis e il prosegui- incnto del loro motodo cducatore a tutto il corso clcmentare col tocnico inspgnamcnto debba soinmctlerc i cittadini a peso incora- portabile. Da' rendinienti di conto dcUc spese annue delle varie scuole iiiEmtilij c spcrialmcnte delle nostrc, e manifesto che lo spcndio sta in termini modcrati. Una sola modica parte di cio che in elcmosine maniiali vione erogato da' pit luoglii sorbonde- rebbc ad ogni bisogno. Consolidate Ic scuole, protrattone il mc- todo, e vistone I'utilCj Ic disposizioni ultime dc'cittadini, siccome dotarono gl' istituti csistenti , si volgeranno eziandio alia nuova islituzione, santa del pari che ogni altra e fruttuosa. E parlando dclla nostra Brescia, come si c giii osservatOj considerevoli som- nie sono gia irrcvocabilmcutc disposte a pro dc' figli del povcro, nc e bisogno che la cittadina beneficenza continui se non per poco Ic sue elargizioni ; c pel tecnico insegnamcnto sono gia ot- tcnuti i mezzi per V islituzione, e il mantenimcnto di un gabi- netlo di stronienti d' arti e mestieri, c sono in pronto gratuiti insognatori. Ne si profonde ncUc nostre scuole, die in esse non si soccorrc che all' estrenio bisogno, e non si porgc die un sus- sidio a'povcri genitori, dappoichc si lascia ad essi il pcnsiero del vestilo , del pane per la colezionc e la mercnda , e del rico- vero in casa la sera: chi abbia mezzi non si ammettc che contro pensione, e chi non puo sostcncrnc 1' iuticro nc paga una mcta, un Icrzo, un quaito. 9 cfl il vizio E la carita bene intcsa, quclla clie il Vangclo comanda, debb' cssere indirizzata non a far Sicno penetrate le menli dclla ncccssita inipcriosa del miglio- ramento delle infiine classi: si persuadano i ricrhi esscre condi- zionc dclla propricta il sowenire al fratcllo no' termini del ne- ccssario : ricordino la scntenza d' un illustre padre dclla Chiesa rattolica, che i povcri debboiio da ciascuno considerarsi siccome un figlio che la prowidenza ahbia dato oltre i figli effettivi: la rarita ispirata dalla rcligione e sonetta dai liimi inanimi i cuori alia pill salutare e santa dellc opere; e i mezzi non manclieranno ch' cgli c il difetto di convincimenti profondi^ e di un sentire vivace ed operoso a pro de' povcri, ne' quali voleasi raffigiirato sc stesso dal Redentore, che rende gravi ed incomodi i sacrifici piu lievi. Si pensi che il concorso che io imploro dalla carita cittadina, non e per creare istituto nuovo, ma per conservare e perfczionare qncllo che esiste e non disperdere 4oo figliiioli gi* al bene awiati notcvolmente. Io non posso a mcno di trascrivere qui le parole, significative la importanza dcllo spirito religioso, del Lambnischini intorno le ragioni per le quali si voggono degenerate molte dcllc antichc istitiizioni nieritevoli nclla origine d' inlera lode. » Se noi ci facciamo a considrrare, egli dice, per quali motivi » le piu belle antiche istituzioni di carita hanno dcgcnerato, noi j> vcdremo che fu per alcuno dei segiienti : » I. Perche mentre si sono consei-vate le istituzioni che pro- » vedevano a tale o tal altro bisogno fisico del povero, non si » sono conservalc contemporaneaniente ( o non si sono fondatc » sc mancavano ) quelle che miraiio a soddisfare a' suoi bisogni »> morali ed inlcllettnali, ed a rendcrlo capace a pcnsarc da sir 5) al proprio sostentamento n. n •>.. Perche nel porgere al povero il soccorso, che era Toggetto » dclla islituzione, hanno ccssato di aver parte le pcrsone carita- CTXXt tlcgli 07.iosi c per sequela dci dclinqucnli, ma a sol- Icvarc le verc e iiulubbic (lisavvcnturc cd a rcndcre i> tOToli, c non vi c stato piu chi si accosti al povero, e ne vegga »> dawicino Ic soffcrcnze, le necessilii, lo stato morale e fisico, e gli n mostri sentimcnti di fratcllanzaj c gli svcgli in cuorc sensi di >» fulucia, di rispetto, di dignitii >j. n 3. Ma invece cotestc islituzioni sono addivcnute un'ammini- » strazionc pubblica, o semipubblica, un' opera tutto materiale, » nclla quale chi da il soccorso lo da come un obbligo d' impicgo >5 c lo da o di mal animo o alnieno senza mcttersi in alciina « comunirazionc col so\Tenuto, c chi lo riccvc lo considera come >» un (liritlo. La istituzione ha ccssato di essere un alto di carita, » ed e divcnuta una agenzia »>. »> 4- E con la carita c sparita la religione, la quale finche w ha potuto vi\ificare la istituzionc pia, ne ha irapedito I'abuso, »> sia iiifondendo a' bencfattori quelle spirito che solo puo rcn- » dcrli atti a sostenerc i sacrifici della carita^ e ad acquistare un » salutaro impcro sui miserabili sia rendendo i beneficati rico- » nosconli, discroti c migliori di cuorc ». Dalla Guida deW edu- calore anno i. i836, pag. 228. Nc solo la istituzionc ntiovamente sorta tra noi scemcra la igno- ranza c la miscria dcUe infime classic e ne torra in gran parte le ronspgucnze disastrosc, ma le strssc classi elevate, si faranno migliori pigliandosi pensiero del povero; chc vuote spesso di no- bili ed utili ocrupazioni, non c raro che presentino esse stessc al popolo csempio d' imnioralila, di frivolezza e di vizio, ed assai piu og;;igiorno dannoso che non un tempo, quando Ic varie classi social! vivCTano le une dalle altre al tutto separate. L'intrattcnersi del ricco in opcrc bcncfacienti lo alzera a generosi intendimcnti, cd egli stesso avra in talc destino una incitazione potente alia moralita cd al costume, chc Topcrarc jl bene appaga, ingentiliscc e iiubliraa rauiuia. il popolo operoso c morale * : e il soccorso sommini- strato per diretto ai figli col provvetlerli tli educa- * Sarcbbe cgli bisogno di diinostrare che Ic elemosine manuali, per quanto sia accurato chi le dispensa, in iiiolta parte non sona utilij roa^tornano a~danno^crescrcndo l' ozio ed il vizio, e che sarrbbe a dcsidcrarsi clie la bcncficcnza si convertissc a far mo- rali i poveii ed operosi? La sola natura delle cose umane var- rebbe a porre questa veritii in plena luce; ma I'esperienza con- corre a tesliraoniaila, e vi si aggiungc il sentimeulo concordc dci trattatori di pubblica economla. II Gcno\esi nclle sue lozioni di economia capo xm dell' impicgo de' poveri e de' vagabondi : » in ogni paese, egli dice, vi e dove pill, dove meno sempre un dato numero di mendicanti e di po- vcri. Sc si potcssoro for entrare nella massa dci lavoratori e doi renditori si faicbbcro due beni; si accrescerebbe la rendita ge- ncrale della nazione, e si farebbe nn gran scrvigio al loro costu- me. La massima dunque del minimo possibile dcgli oziosi, mas- sinia fondamentale in economia, dee flir i pensare tutti i politic! ». E discendcndo il citato scrittore ad esarainare le cagioni ondc la miseria e 1' ozio derivano: n Ho alle rolte cercato, cgli dice, se fossero le cagioni fisiche, o le morali che gcncrano tra i popoli politi s-i gran folia di poltroni c di mendichi volontari, e mi pare di doverlo ascrivcre piii alle morali che alle fisiche. Tro^■o quattro ragioui morali doiule si vuol derivare talc fenomeno. 1. La venerazionc in cui si hanno dal pubblico. a. La male in- tcsa carita e bcncficcnza. 3. La trascuranza dcllc Icggi. 4- L'igno- ranza e la superstizioue dei tempi £ una carita male intesa, e una beneficenza male allegata il pasccre colle propria fatiche colore, cui ne la condizione, ne la foi-za del corpo, ne lo stato della mente vietano di travagliare ». E nelle sue digressioni econo- niiche S vi, della necessita di togliere la pf)ltroncria: »E come che le coatunianze che iavoriscono la poltroneria possouo esserc rxxxiii rionc fislca, inlcllclliva c morale, anziclic ai gcni- tori clic sicno atti al lavoro, raggiugiie tulti i par- moltr, nondiinrno niima non c tanto il,i trmnrsi qnanto quelle clio nascono, e si alimcntano dallo spirito dj pietii; perciocche come niuna cosa c che gli uomini tutti dcbbano aver ed hanno piu earn, quanto e la religionc c la pieta, c Tuinanita^ cosi niuna usnnza pu6 piu profonde radici mettere, e piu largamcnte dif- fondersi quanto si possono quelle che questo spirito produce c nulrica».E di seguito, parlando di molti istitutiche somministrano aliincnto ai poveri, aka voce: u ma vc ne ha egli pur uno nel quale siasi pon^ialo a trarre da questi povcri quell' utile maggiorc che ben si puu? Questi poveri non sono essi parte del corpo po- litico? Ora la sanita e il vigore di questo corpo dipende dal vi- gorc c dair azionc di tuttc le parti j quiudi e che la pieta che ne lascia una parte nell' ozio, potendola cssa in che che sia ado- pt-are con ulilita dcllo Slato, cotale pietii non c accompagnata dalla sapienza — Quanio si appartiene ai fanciuUi ed allc fan- ciullc, come non s'instruiscono nelle arti utili? questi pieta che e veramente di per so bellissima e commendabilissima virtii, si convcrtc in vizio gravissimo,djvcnendo ella una delle piu feconde sorgenti di que' mali a cui sbarbicare ella risguardava »>. Taccio delle sentenze di tulti gli altri eeononiisti Italiani^ e spccial- menfe del Gioja c degli stranieri j e mi slringo a citare 1' opera coronata dull' Istituto di Francia del signor Buret aventc a titolo: De la miscrc dcs cliisscs laboriiuscs en AiighluTCj el en France, dc la nature de la misere, de son existence, de ses effects, de ses catise.tj, ayec Vindication des moyciis pvopres a en affranchir let socielfs. Lc limosinc in fatli se date senza intima rognizione del biso- gno, e lc mauuali il denno, esscre senipre in molta parte I. In luogo di cslinguere la povcrta I'aumcntauo, dappoichc e assai piii comedo slender la mano ad avcrc aoccorsoj che sudarc ncl campo CXXXIV ticolari voluti Jalla umanita, dalla religione e dalla politica. Potrebbe il rispetto alia intenzione de' bencfat- tori indurre ne' pii luoglii elemosinieri mal gcnio a mutare in alcuna parte i modi delle solitc elar- , gizioni? V'hanno rendite ne' pii istituti aventi uno speciale destino che non potrebbe, almanco di re- gola, dcclinarsi, come le dispense per doti, per amma- lati, per pensioni agli orfani; e ve n'hanno di quelle dirette in generc alia sola beneficcnza, la cui ap- C nell' officina. 2. Scemano 1' attiviti individuale e la previden- Ssa, assicuraado contro il timore delle sventure. 3. Diminuendo i lavoratori crescono il valore dclla mano d' opera, dahneggian- do gl' intraprenditori ed il pubblico. 4- Tolgono la neccssita del lisparmio, si utile al povero, anco pcrche gli apre 1' adito a mi- gliorare la sua condizione. 5. Alicnando dal lavoro e facendo oziosi, si volgono a fomento del vizio ed indi del delitto. 6. Spen- gono nell' uomo ogni sense di onore c di dignila si necessario a vita morale e civile. Nella nostra Brescia awi un solcnnc istituto clemosiniere, dove Vcggonsi ab antico geltati i gcrmi della sapicnza carilativa, die Degerando ridusse a sistema ncl suo visitatore del povcro, e sa- rcbbc ingiustizia 1' apporre ccnsura di sorte a' savi e beueineriti concittadini che ne seggono al reggimento, e il cui zelo e la prudente circospetta cautcla onde il soccorso sia stretto al vero bisogao e meritevole di tutta lode. Jo dirci loro soltanto : non dimenticate nelle vostre soUecitudini la novella istituzione pel cui soccorrimcnto si congiungeranno al sollievo della miseria 1' educazione intellettiva, religiosa e civile, e saranno gcncrati 1' attitudine e 1' abito ad onesto layoro per la sorgente generazione. CX\XV plicazionc c fiflata al gimlizio conscienzioso dcgli amministratori. Or parlando
  • ari quod est I'erosimilc . . . . et idea illud observandum est quod est t'crosimile lestatorem disposuisse si de eo casu cogi- iasset et disposilio testatoris facta in uno casu ad alium poi'- figitur ex tacita et t'crosimili inentc testatoris .... in his et siini- lilnis terminis regula supradicta procedit sine dubio ut dispositio testatoris trahatur ad eum casum de quo si Jiiisset interrogatus ila yerosimilitcr respotulisset. E cita il lod.ito Manlira altri legali di grido, i quali aflVrmano hanc opinionem , cioc 1" cspressa da lui esse comunem. E dee notarsi che le opinioni coinuni dcgli scriltori Aicevano Icggc pri nostri statuli. che obhligavano i gin- cxxxix mtitamcnto nc ncl sulihictto dcUc Jonazioni c dci trslaiuciili, nc inulamcnto di applica/.ioue, ma nc ♦lilTt'irnzicrcbbcroalla corleccia sollantoil modo dcl- I'csrgiiimcnto dandovi maggiorc pcrfczioiic. Ed ovc pure potcssc adotlaisi tlic le rendito dc'pii luogln non dovcsscro volgorsi che al sollicvo del bisogno fisico, la loro convcrsionc a sussidio del proposto istituto non potn-bbcsi dire disviamento dalla materialc lo- ro destinazione: si avi'cbbe il soccorso al bisogno fisico rispctto alle famiglie dando alimcnto a' loro figli, e dici ad uniforinan'isi, scitlo pona di esscro altrimcnti obbligali al risarrirncnto d<'i daiini alle paiti. Ojsi il capo 16 dt'Ilc riforme dc orjiiif Judiclovuin cii'ilium causaruin 5- 27- Le cosn drttp dimostrano aJunque non potervi essere ostacolo nolle voloiita ullime dci testatori a couvertire la loro bcncficcnza al proposto i>lituto per due considerazioni: la prima che la re- li^ioue da cui furono condotti a disporrc non cunsente 1' iuten- dcrnc le disposizioni di guisa che cschiso 1' utile spiritiialOj non volesscro raggitinto che il solo fisico : la .wconda che avendo disposfo vigcnti Ic allcgale leggi c le opinion! in pralica ricevute univtrsalmente, e da credere che ne abliiano volute dominate le proprie disposizioni ; giacclie ove non concorra espressa dichiara- zione in contrario, i contraenti ed i testatori s'intcndono riferirsi kcniprc allf Icgali prcscri/.ioni. Qtiesta niassinia che nim avrcbhc bisogno di prova si avvalora dalle Icggi 3i. §. 10. Pig- de aedilhio rdicio 1. A':,', de itsurii 34- Pig. de dii'crsis rcgulis Juris c i44 end. Da' fpiali testi il JIanlica cogli altri scriftori legali conchiudc Lib. XI. tit. XIV. N. i.'i dv conjfcluris ulliinaruni i-otuntatitm: Te- stator pracsiimittir sc t'oluissc coiiformarc cum dispoiiliouv Slatitli, e parte esscnzialc della sua missione sopra la terra. La reli- » gione chc ( al dire stesso d' un cclebre Glosofo ) seinbra non » pigliarsi pcnsiero d' altro che delle cose eterne, sa ella sola » procurarc insieme la felicita della vita presenter e in cio ap- »» pnnto dissomigUa da quella gelida filantropia, che non vedcndo »» altro neiruoino fuorchc I'psistenza passeggera ch'egli ha sulla M terra, trascura di preparar la sua aninia alle ricompense della »» \ita avN'enire ». »> Quindi nella mrnte del vcro cristiano la caritli e 1' unia- »> nita son due sorelle inseparabili, sono anzi una sola e medc- n sima virtii ispirata dal Dio del calvario e santiQcata dai nio- » tivi i piii piiri e i piu eccelsi i>. >» Lungi adunque dal vcdcre con av^-ersionc la nobilc gara , »» con che nel secolo in cui viviamo, si pensa a porgere nuovi » soccorsi all' umanita che soffre, ad aprire per lei nuovi rico- »» veri , a illuminare i suoi passi , a purificare i suoi costumi; i» lungi da cio, la rcligione cattolica coopcra volentieri a tutto '» qucUo che pu6 contribuire al bene de' suoi figli ». 'J IMadre , di tultc la piu tcncra ; potrebbc clla rigcttarc dci u arfidata 1' ammlnistrazione do' pii luoglii clcmosi- nicri, ai rispcttabili rcggilori tlcllc noslre parrocchio, c mi volgo ad un tempo aU'animo gciicroso dc'mici dilelti concilladini c li invoco a considcrarc chc lo spciidio i-i<:Licsto dallu nuova istituzionc non sara grave c clie il peso chc fosse per riuscirc iiicom- portabilc a un solo privato addiviene licvissimo so- » pronTflimcnti , che allnviando 1' infortunio, consf)lano il suo i» Jolorc? No, no. Ma appunto perch' ella c madi-c, i: talvolta in- » quicta, sospettosa quasi: clla tcmc chc la bevanda prcparata » a' suoi flgliuoli in tazze d" oro, non sia forse bevanda awelc- »> naf.i , o come dicono i libri santi , un vino che annuvola la >» menle, chc ubriara. Allora ( n»; io lo taccio, lo confcsso anzi i» a sua gloria ) clla c in apprensione, in angoscia) ella esatnina, >> indugia, froma, interroga, indaga c non osa.. .. Ma fate che i mo- » livi di quclli chc si prcsentano a bencRcarCj Ic siano apertij che »» lo sropo apparisca manifesto, oh clla allora li benrdice, li ricoprc »> con le sue ali; da loro con riconosccnza 1' ajiito chc si vor- »> rcbbe da Ini, apre il suo seno per accoglierii, comunica loro >i la sua celeste vita, c dice : andatc, andate con fiducia ; voi avete » in inano i boni del tempo, voi raccorrete ancora i bcui del- »» r cternita w. " Or r opera per la quale noi siamo qui radunati ( gli asili » per r infanzia ) e chiaramcntc un' opera di simil genera; e la »> r<'lii;ione Ic porge il suo braccio tiitelarc »>. Dalla Guida lUW educalorc del Lambruschini, anno trrzo i838, j)agina lai c segucnte. In Firenze ( cito con cmozione uno splendido rscmpio italiano), la congrei^azione di S. Giovanni Baltista, dcslinata al «occorso dci povcri lui'dianle visitatori, indottc le scuole infantili, dccise chc •■ssefoiniar dovcsscro col giii csisleulc istituto uu lutlo solo I! CILIV pra molti diviso, c die ove a treceuto agiati dessc ranimo, oltre all'usata beueficenza, di toglierc ai loro piaceri della gioruata la vile somma di po- cti centesimi, sarebbe creata alle sorgcnti gcue- razioui del povero una felice ed affatto nuova de- stinazione. Immenso e il potere nella eta nostra, dello spirito di aisociazione, elemento creato dalla civil ta. modema e disconosciuto agli antichi tempi; e se il delitto ha per disavventura un contagio, an- clie I'esempio delle azioni virtuose svcglia esse stesso le simpatie e provoca la imitazione. Nell'cta nostra h ammirabile il potere dell' associazione, ed io ne accenno alcuni esempi luminosi a disinganno di co- loro clie mettono sempre innanzi il uon si puo cbe I'abate Genovesi affermava esscre il mortale iuimico d'ogni generoso e salutare intendimento. Predominava nclle Americlie e nella Inghil terra il vizio deir ubbriacliezza per I'abuso dc'liquori for- ti, con tutte le disastrose consegucnze sue proprie: impotenti erano le leggi, impotenti Ic punizioni. ITn filantropo concepisce 1' idea d' istituire associa- zioni di temperanza : i dottrinatori del non si piiu a\Tebbero riputato ridevole quel pensiero e quel dc- siderio. ma in breve giro di anni le societa cosi dotte di temperanza si crcbbcro al numero di cin- queniila: piu che 2000 fabbricbe di liquori scom- paj^ero: pill cbe 6000 botteglie pervendita di accpia- CXLV vitc si cliiuscro: in piii clic ^oo bastimcnti nc fu soppvesso r uso, e di una meta vcnne scemata 1' im- portazionc de'liquori forcsticri. Le prigioni erano nella piu parte d'Europa og- getti di ribrezzo por 1' uomo filantropo, pel politico, pel veligioso, che non risguardi sanitari vi erano usa- ti. non risguardi morali; ma scuole erano di vizio c di dclitto. Alcuni eraiuenti ingegni insorsero con- tro gli abusi pressocbe generali; ma la pratica ap- plicazione de' principj sviluppati da' pcnsatori si dcbbc all'attiva opera dcUe societa pel miglioramento delle prigioni , cbe s' islituirono nclle Americbe in Filadclfia ed a Boston, c ncll' Europa in Olanda, ill Prussia, in Francia, in vari stati dell' Alemagna, e sopra ogni altra cilta nclla capitale del Regno Unito. Una donna madama Fry si delibera un gior- no di penetrarc nella prigione di Newgate: non la ritengono le difficolta che le si poneano innanzi dcir imprcndimcuto, e gli stcssi pcricoli personal! a' quali andava ad esporsi: 1' altczza dell' aiiimo suo non sa ritenersi, e un carcere di ributtantc disso- lutczza in poclii mesi e tramutato quasi in ordi- natorifugio, ed in iscuola mirabilmente disciplinata. 11 suo escmpio cbiama compagne: sorgono in lugbil- terra eomitali di signore protettrici delle donuc condannate: 1' istituzione si estende sul conlincntc, e commuovc I'animo la comunicaziouc in cbe pou- CXLVI gonsi colla Fry Ic signorc di Pietroburgo, clie si sentirouo alzate alia stessa di lei missioue ondc to- gliere disordini , avviare miglioramenti, e fare delle carceri altrettante istituzioni di educazione. La schiavitu de' negri durava da secoli : non pa- rca clie nelV opinione generale i negri appartenessero alia umana natura: gl' interessi agricoli e commer- ciali delle nazioui erano legati alia continuazione di un iufame cd inumano commcrcio; ed iuutili erano tornate le eloquenti parole di molti scrittori contro I'abuso il piu brutale dclla forza fisica eser- citata dall'una parte suU' altra della umana fami- glia. Gli sforzi isolati sono pi-esso clie scmprc impo- tenti a solcnni e generali riformagioni] ma I'abuso cbe non cede ai voleri dell' individuo, cadono alia persistenza delle associazioni : si ercssero desse in varie parti d'Europa, e le nazioni piu incivilito proscrissero la scliiavitu, c danno efOcace opera a distruggerla in ogni angolo della terra. Taccio d' altri esempi maravigliosi dello spirito di associazione, che gli accennati vagliono a dimo- strarc la scntenza: che tutto puo ottenersi dagli uo- mini congiunti ad uno scope comune purchc si vo- glia altameute e pertinacemente, e che dicea con. senno un alto ingegno guerriero e politico che a que- sto mondo bisogna pensare e dii"e, poi fare, fare e sempre fare. La clifndcnza die io provassi del concorso degli onorati c bciiefici concittadiui sareLbe ingiusta cd ingrata: io ricorsi a voi iicl i835 qiiando Ic scuolc della iiifauzia del povcro non conosceausi che per fa- ma, e s' ebbc rispondeiiza di affetto gencrosa e con- fortatrice clie lui died(> i mczzi ad aprire una prima scuola, a giugncrnc pooo poi una scconda, c in fine una tcrza, nellc quali da 4oo fanciulli tra mascbi e fcmmine hanno ricovero, alimento, educazione. Quale sorgcntc per me, nell' alto ed cffuso vostro sentire, di ammirazione, di gioja, di gi'atitudine * ! La bc- * II 7 gennajo i835 io proposi all'Atcnpo di Brescia la istituzione (Icllc scuolc infantili: la proposta cbbc plauso,, ma il siio rsc^imento fu tardato dalla invasionc del colcra i- orbtis cui soggiacque la nostra provincia. Ricorsi alia bencficcnza concittadina, e Ic obla- zioni chc ne ottenni furono tali che mi abilitarono ad istituirc una prima scuola nel 1837 nel locale di s. Clemente: non era ronipiuto 1' anno e fui in iblato di aprirne una scconda a san Crisloforo; c nell' anno i83S ne fu apcrta una terza in s. Orsola chc vcnnc dedicala a S. Maesta I. R., ora ridotta alle sole fan- ciuUe, che vennero in lutto separate da' niaschi, c inlorno a 4oo fanciulli poveri vi hanno ora custodia, alimento, educazione. E per la sussislenza di tali scuole il dcfunto sig. dotl. Zambonelli lego il capitale di lire quattromilaj i droghieri e gli speziali si obhliga- rono in complesso ad annuc lire 44oOj duratura la contrihuzionc »ino chc od cssi o i loro ercdi abbiano apcrta ncgoziazionc: cd il nobile Lorenzo Appiani dono gcneroso un capitale di lire vcnli- mila, riserralosi 1' iisufrutto sua nta durante sopra quattordicimila. I'roclamata nel presenlo discorso la protrazionc del mctodo cJucatoie dcllc scuolc iufautili allc elcmcijlarij c vicina a rca- CXLVIII neficenza non fu gittata , clxc 1' iiigcgno de' giovanetti si aperse, cli6 i loro affetti si svolsero, chc nc' pub- lizzarsi una disposizione che oltrcpassera Ic lire vcnti mila: un ricco signore ha donate per 1' epoca della sua morte con atto autentico irrevocabile la somma di lire cinquantamila, da au- mentarsi a t5oooo eve muoja senza lasciar famiglia propria j il sig. cav. di Rosa, nostro illustre e benemerito concittadino, chc sente altamente a favore del nuoyo istituto , come amministratorc graluito dei pii luoghi elemosinieri, ha offerto per cinque anni austriache lire tremila, pronto a porgere' altro sussidio eve la nuova istituzione non fosse alio spirarc del tcrmine altrimenti proTvcduta. Pel tecnico insegnamento, che io vorrei aggiunto alle scuolc elcmentari, il consiglio comunalc ha dclibeiato doversi erogare per la fondazione di un gabinclto d' arti e mestieri lire mille milanesi, e lo stesso consiglio unito alia camera di commercio si e obbligato pel successive andamento alia somma annua di L. 5ooj ed i dolti dell' Ateneo ad una voce si sono offerti di dare lezicni tecniche agli allievi dcUc scuolc infantili gratuitamente i giovedi e le feste. Io umiliai a S. A. I. Pi. il principe Vicere il mio pensamento che la custodia ed il inctodo educatorc degli asili di carita si continiiino per tutto il corso elementare minora accrcsciuto del tecnico insegnamento, e la mia proposta con venerata riso- luzione 29 novembrc 1842, siccome tendente all' utile scopo di compiere neijigli dtl povero V educazionc morale e reli^iosa, c di consolidare U abiludine all' opcrosita, e di pronmovcre V islru- zione alle arti e mestieri^ vcnnc dichiarata mcrilcvole di essere favorita e protetta. Divulgatasi la vice-realc risoluziouc 1' cgregio c benemerito nob. sig. canonico Pavoni, si altamente raccomandato alia estimazione e alia gralitudine del nostro pacsc, c il cui nomc c in rcvercuza CXUX lilici spcrimcnti annual! i cittacliui die vi si affol- tavauo nc furouo uoii pur conimossi ma nieravi- in Italia c nolo in Europa, come si vrdc nrlT ojiora di Dngcrando sulla pubMira licncficonza, si e oflcrto di accoglicrc per V inse- gnamcnto dollo aiti c mestiPri, ncl iiuinero chc sia possibilc, i giovaiifUi dnlle sciiole infantili, csciti chc siano dal corso elc- mentare, ncl suo fiorcnte istituto. Siauo rendute all' uonio vera- monte evangelico Ic lodi e i ringraziaincnti, chc il cuore pii6 bcnsi tributare con ampiczza, ma chc la lingua c iinpotcntc aJ csjirinnTC condcgnamontc ! Ond' c chc si hanno Ic piu fclici aspcltativc chc un giorno non pur le scuole atluali , ma le clcmentari c Ic tccnichc pei figU del povcro saranno indipcndcnti dalle private clargizioni. Intanto poro c bisogno chc la brncfircnza concilladina non si rimangaj C potrrbbesi crrdorc chc cessando Ic usitale oblazioni, si volessero disperdcre 4oo fanciulli, ecccllentcmcntc, e foi-za 11 dirlo, awiati al bene, e render vane tutte le gia dispostc beneficcnze? Potreb- besi tcmcre clie in Brescia ove si voile con entusiasmo I' islitu- zione degli asili, non si intcndesse a sowcnirla, onde non cada era clie trovasi in florido state? In ogni altra citta del regno prosperano e si aumentano le scuole, e potrebbcsi temere che i soli bresciani nc volessero dopo sci anni 1' annientaniento? Ke io posso qui tacermi le lodi che si mcritano alcuni agiati cittadini chc non isdognarono di accomunarc i lore tencri figli ai figli del povoro nclle nostre scuole. II prnsicro loro fu santo: si crebbc crcdito cosi alia islituziono: ne fu giovata con discrcta prnsionc la econoraia: si dettc esenipio di civile e crisliano sen- tire, auiciuando il povero al ricco, giacchc le affczioni del ricco si allargano inverso al misero allora soltanto che egli tocchi, dirci quasi con niano, la sua misoria, e dee farsi sovra ogn' altra scn- sibilc al ricoo la srntrnza evangelica, chc tulti gli uoiuiui sono fiatclli. Nrir cla prima iiou ani die >alga a diffcrcnziarc V istru- gliati. Polvei Imaginare clic un'opcva gia spcrimentala si fruttuosa vogliasi spenta, in cambio d' csservi ar- dore, come e mio inteiidimento, a darle 1' ultima perfezione * ? zione dei ricchi da qiiella dci poveri; e nellc ricnrdazioni scm- prc affettuose de' primi anni si avra un elemento pei ricchi di iimanita verso ai poveri, dappoiche anco di troppo soi-vengono ne' successivi cagioni chc slontanano gli uni dagli altri. * La mia proposta dovrcbbe acquistare 1' opinione alia scuole jnfantili in colore stessi che ncirattualc lore essere vi sono ne- mici. II sigaor Pepe si csprime in fatti cosl: » Che se vi fosse o 5> vi potesse essere una scala di sale o scuole corrispondenti ai »5 vari gradi dcUa eta in cui si e disciplinabile e si e gradual- » mente iniziato alle discipline, la cosa starebbe benissimo, e la »5 sala in discorso formerebbe lo scalino iniziale, in cui il bam- » birio e preparato a salire a' superiori per essere, cosi salendo, » rd educate ed abilitato al mestiere da cui trarre il bisognc- » vole ». Ora nella mia proposta gli asili dclla infanzia sono appunto lo scalino dal siguor Pepe dcsiderato. Ma perche sono dcssi il priticipio di una grand' opera dovea trascurarsi? — »> E » verissinio ( scrive il Lambrusrhini, Guiila dclV cducalore, an- no i8!?6, pagina 376 ), le scuole infantili non sono nulla piu che J5 un primo scalino di quella scala ammirabile di istituzioni po- » polari, ad invocare e preparare le quali io mi glorio di aver M consacrato, e prometto di consacrar fin ch' io viva ttilto quel j» paco ch' io valgo: ma sono esse percio una van.i cosa? Chi posa » i fondamctiti d' un cdifizio, gctta dunque 1' opera e il tempo? »» E nello grandi fabbriche non si pensa egli appunto a stabilirne n bene le fondamenta, e si lasciano riposarc ed assodare avanti " chc si alzi la fabbrica sopra di quelle? So bene chc il prin- 5> cipio dclle cose non buslaj ma so ancora che senza principioj Possano Ic mio pavolo non tornar vauo e i mici voli avcrc compimculo! Sc cio avvciiissc, cccovi a niulo la mia coscicnza: rulotlo al tormine dclla mia vita, al niomciito in ciii ogni illusionc discompari- scc c u(in lia pvogio clic il vcro c il bene, siccomc n cWc. non osistono; so di piii clio mrntrc in crrlc matcrie un » principio scnza prosoguiincnto rinianc sterile e privo di valo- n re; in corle altrc ( e nell'cducazionc principal niente ) un bnon » prinoipio c sempre di i^rande utilita; e i buoni srnii sparsi » ncH'cta infantile gprniogliano quasi scmprc c fruttificano nelle n el.'i srgiirnti, anrorche privc di nuoviajuti: so finalnicntc die »> I'avor prinripiatf) uu'opora, h stimolo, e necessita di proscguirla, n di compirla; c c\\o millc o millc i quali sarebbero sgomentati' i> al dir loro — al^ianio un iiiinirnso cdifizio — arcorron volon- »> trrosi a prestar matoriali, con che ai loro occhi non si voglia » se non nostriiirc poclio braccia di niiiro; e quci muri accon- n sontono poi di alzare da trrra, e \ia via confortati dairutilita » c dalla brllozza doll' opera fatta, si adducono agovolmenle a por n Irrmine a quella falibrica, la cui ampiezza sarebbe loro scm- » brata da prima un' iinpresa impossibile , e che pur 1' arrbi- »> tctto intcndcva fondarc quando diccva loro soltanto — fabbri- r> cliiaino due muri — . Come quosto architelto, cosi abbiamo n fatlo noi: e !o avrcinmo fatlo, quando ancora ncssuna idea ci »> avosse brillato alia mcntc snl modo di istituirc qucU' cduca- >» zione prrnianentc e progressiva, che dovrcbbe accornpagnarc il » fanciullo lulla casa, nclla ci'dj ncl lavorOj iicgli uffizi dome- » stici^ nc' passaUmpi J e dovrcbbc 7'estargli a fianco nclla sua » piu adulta giofinczza ^ se non come una niadrc o come una »> tutnccj almcno come una consigliera e un arnica; lo avrcmnio n fatto pcrchc avrvamo £edc ncU' a\Tenire; c diccvanio a nol i» steshi — coniinciain pure, allii [irosrguira c compira »■ CLII uomo, mi confortevebbc il pcnsicro die una lagi-ima si spargesse sul mio sepolcro da'geuitori i cui figli si fossero dalle nostre cure salvati dal vizio e dal delitto : siccome cittadino, mi si addolcirebbero le estreme ore in pensando che non al tutto inutile sarebbe stato il mio passaggio su questa terra se avessi alia diletta m.ia Brescia lasciata una istitu- zione die sola varrcbbe alia rigenerazione morale del popolo; e come cristiano, I'avere data opera, cbecdii dai malevoli sia detto e scritto in contrario, ad istituzione eminentemente religiosa, mi farebbe sor- ridere all'anima la spcrauza della misericordia e del perdono *. * Nell' andare del mio discorso io lio in alcuni tratti profit- tato d' idee sparse nell' ccrcUcnte oprra la Guida dM\ducatore deir abate Lanibruscliini, fors' anco coUe stcsse parole , ma non ho il tempo de' necessari risconlri per le corrispondenti citazioni. Sia ci6 dctto per cansarc la ccnsura di usurpatorc dcgli altrui pcnsieri. ERRATA CORRIGE Pag. Tixx linca 25 poichc la terra era sua poiclic la terra era di Dio I'.im^r.i P. Xixviii lin. -j^ torncranno vane, M Lxviii •> 1 4 del (igliuolo del povero? " >» »> i5 riceva egli, » » <> 18 gli si somminUtrino ? >j Lx.vviu » ay wot. sara inetta »» Lxx\ i> 6 c ai4 niila fanciulli » »> » 9 si comparle, oflViraano 2i4 luila anni i> LxxxvH " 18 not. altra fiata gli si in- segnaronOj ** cxvi i» ■; not. si continuera sino al compimento della istruzione eleraentare minora. »> i4 4- Compiuto il corso ele- mcntare, per due o tre anni, giusla il bi- sognoj n ult. piu o meno avanzata^ ma per »> 1 5 not. 10. Dedicati i giova- netti alle olficine par- ticolari , vcrranno il giovedi e la festa. »> cxviu 7 not. i5. Le scuole clemen- tari saranno invigilate usciranno vuotc di effetto, dei (Igliuoli del povero? riccvano cssi, loro si somministrino? la fara inetta c la raeta e piu di 3i4 mila fanciulli si coniparte, per un qua- driennio, offrira oltrc a 107 mila anni altra fiata loro si insegna- rono, si continuera pci fanciulli chc ne cscano compiuto il sesto anno , sino al compimento della istru- zione elenientare mino- ra: a norma in tutto dei vegliauti regolamenti. 4. Compiuto il corso ele- mentare, si dcdicheran- no i giovanetti per due o tre annij giusta il bi? sogno. piu o mcno avanzata, a con- ferraa c perfezione della gia oltenutaj ma per 10. Dedicati i giovanetti alle arti e mestieri durante il biennio o il triennio indicati al g. 4- e suc- cessivamente , verranno 11 giovedi e la festa, 7. Le scuole elemenlari e il tecnico insegnamento saranno invigilali I RELAZIONE ACGADEMIGA DELL' ANNO M. DCCG XLI. '^^'' M a/oi\/ ;.' { ooDa 1/ Scrits juncturaijuc. HOR. i^c mai fu eta nella stovia in ciii fiorisse per eccel- leuza lo studio dcllc scienze naturali , ella c per certo la nostra, nella quale tan to sagaci esperienze, ' lanti nuovi trovati, tantc feliei applicazioni di que- stc scienze all' industria, ai incstieri, al commcrcio e fin anco al solo lusso e al piaccre Ic fanno prc- dilctte e supreme fra tuttc le altre. Per niodo chc se in altri rispetti puonno diversifirare le opinionL su quel progrcsso della umana civilta clic amasi d' assegiiare per qualita carattcristica del sccolo, va- riar non possono in qucsto senza ronlrariare alia irrecusabile testimonianza dei fatli. Qucsta singo- larc tendenz-a degli odierni studi dovea manifcstarsi pur anco, e da qiialche tempo Si manifesta in ef- fctto ncir Ateneo nostro; ma nell' anno presente vi si fece sen tire in tal guisa chc se dalla copia dcllc nostrc produzioni scicntificlic alcunc pochc si traggauo spettanti allc scicnze civili, tullo le altrc non si riferiscono che alle naturali e spcrimcntali, siccome apparira dal ragguaglio clie siamo per fame. Tomato dal secondo congi'csso dei naturalist! ita- liani tcnutosi 1' anno scorso in Torino, un nostro valoroso collega api-iva ielicemente 1' anno accade- mico riferendoci gli atti di quell' assemblea nella parte spettante agli speciali suoi studi. II dottor Giaconio Attilio Ccncdella leggeva una sua relazio- ne delle memoi'ic cola prodottc e dellc materic di- scusse nella sezione di chimica, nella quale egli com- pie r onorcvole ufficio di Segi-etaiio. Essendo questa sezione fino al giorno 20 scttembrc, decimo delGon- grcsso, stata cougiunta con quella di fisica, nou vi si cominciarono a trattarc matei'ie puramentc chi- niiclie se non nella tornaLa del di jc), nella quale il professore De-Cattanei di Momo lesse una sua inetnoria tcndenle a provaro coulro I'asserzione del Miahele che il calomelano non puo cangiarsi in sublimate corrosivo nel ventricolo degli aniniali , iiicsculandovisi dei cbu'uri alcalini solubili. L'opi- uionc del De-Cattanei essendo stata nella tornata medosima sostenuta pur anco dal professore Cantii, e nella seduta del gionio m combaltuta dal pro- fessore Peretti c dal signer Abbene , il Presideute della sezione noniino una commissione, la quale, a cliiarire la coutrovcrsia, istiluisse Ic netcssarie espe- i-innzn nel R. laljoi-atorio e faccssc rapporlo JegU ottcnnti risultamcnti. Nclla tornata del giorno 22 coniunico il dotlor Nardo di Vcnczia iin suo pro- rcsso per ottcncrc la cantaridine, fondalo sulla sua inalterabilita nell' acido nitrico , csponendonc per miniito 1(* varic pavlicolarita e gli avvisati vantag- gi, e Irattando dclla pratira applicazione dclla can- taridinc alia mediciiia. Le formule del Nardo per gli usi mcdicinali csscndo pienamente approvate dal signor Ferrari, ma non troppo dal professore Can- tu. vcnnc di concerto rimessa la cosa alia sezione medica. Nella seduta mcdcsima lesse il prof. Pcrctti la descrizione di un metodo da lui praticalo per ottencro i principj amari di molti vegetabili non alcoloidci, mediante 1' uso del carbone animale e d' altro processo lendcnte al mcdcsimo cffetto per mezzo dcH'acido solforico, mostrando alia sezione parcccbi saggi dc' siioi preparali , clie rennero da molti fra gli astanti encomiali.'Esscndosi la com- missionc, cletta a versarc sulla controversa opinioue del professore De-Cattanci, occupata nei giomi 2'2 c a3 dollc analoglie sperienze; nel giorno 24 ^^ professore Cantu lesse la relazione de' risultamcnti ottenuti, i quali tornando favorevoli ad essa opi- nione, il signor Abbcne insorse protestando coulro le fattc sperienze c impegnandosi a pubblicarne alti"e in contrario. Nclla lornata del d'l 2 5 lesse il pro- fessore Lavini le sue osscrrazioni c spericzize siil grano sepolto chc si trova a Certaldo in Toscana, rifercndo le diverse ipotesi fattcsi su questo fru- mento, confrontandolo con quello che fu scopcrto nelle piramidi egiziane, determinandolo constare di almina e di traccie di glutine vegetale. Alia lettnra vari discorsi e congetture sorsero intorao all' alte- razione di quel grano, notando il Prcsidente della sezione, che aveva visitato il sito di Certaldo ovc trovasi il grano in discorso, appartenere quel tcr- reno ad epoca recentissima e trovarsi molti pezzi di schisto ad esso frammisto , e confermando il professor Canobbio tale alterazione con altra con- simile da lui osservata nella riviera genovese. Leg- geva in seguito esso Canobbio una serie di osserva- 2 ion i da lui fatte suU'acqua piovana di Genova , non senza aceennare i molti lavori per altri fatti e i vari risultati ottenuti in proposito, e corredava la leltura eolla presentazione di una tavola da lui eompilata siccome principio d' esecuzione delle osser- vazioni meteorologiche da farsi in vari siti d' Italia secondo la proposta fatta dal commendatore An- tinori nolla riunione di Pisa. Al che il prof. Lavini aggiungeva le osscrvazioni di Vassalli Candi sui molti sali c materia organiche chc scontransi nel- r acqua di pioggia e nella vaporosa degli apparta- menti, I'Abbene osservava chc la qualita e quantita 7 del sjili vaila socondo \c circostanze, il Gencrale cavalicro Sobrero jiolava la ncccssita di tener conto di tultc le circostanze atmosfcriche c il Prcsidente dclla sezionc dcsidcrava alcune aggiunte nella ta- vola piesentata. Nell' adunanza del 26 leggcva il Generale cavalicre Sobrero uri accuratistimo c ap« plaudito suo scritto suUa costituzione dcllc ghisc c dell'acciajo, nel quale dimostr6 come si possano qucsli due composti ottcnerc ben prcparati cd ac- conci ai diversi usi domcstici e militari , c quali sicno le sostaiize clie in essi combinate danno loro diverso pregio modificandone la qualita , notando r^'utilita die vi arreca in alcuni casi la presenza dello zinco c del manganese, e come questi metalli ossidandosi, rcndano piu pari la gbisa e I'acciajo. II signor Griscri poi ragguagliava 1' adunanza di al- cuni suoi lavori sulla corLeccia dell' ippocastano c sottoponeva alle osservazioni dcgli astanti due so- stanze, 1' una solida, I'altra semiliquida da lui ottc- nutc. Dopo di cbe il signor Gio. Rigbini comuni- cava le sue riccrclie siiU' olio cssenziale di lauro ccraso, alle quali il professor Pcrctti aggiungeva le sue spericnzc e del professor IMericbini sulla mate- ria cristallina dello stesso olio da essi giudicato per acido bcnzoico. Al cbe aggiungeva pareccbie osser- vazioni il professor De-Cattanei, ricordando i lavori di Orioli c di Sgarsi c le opinioni di Houton-La- 8 billardicre e di BoutPOn»(!lharlard clie consldcrano tale sostanza per un idi-uro di benzoilo. Lo stcsso Righini lesse pure una sua nota sul modo di con- servare la segale cornuta stratificandola uella pol- vere di carbone appena preparata. A nome poi del conte Domenico Paoli di Pesaro leggeva il prof. La- vini I'analisi dell'umore che geme ^aW encalyplus cotytiifolia. Seguiva quindi il signer Ferrari con una sua nota sopra un' accidentale formazione di un piroforo da lui ottenuta calcinando in un mati'ac- cio un miscuglio di sei parti di tartai'O rosso ed una di zolfo clie intendeva convertire in zolfuro potassico. Dava occasione questa nota ad analoghe osservazioni del professor Peretti, dello stesso rife- rente Cenedella e del professor Lavini, dopo le quali esso Cenedella dava conto di un suo lavoro intorno air azione del cloro secco sul biossido di mercurio, con cui opinava si potesse formare dell' ipoclorito mercurioso; alia quale opinione contrapponendo i signori Canobbio, professor Peretti e cavalier So- brero la loro, che la cosa potesse consistere in un solo assorbimento meccanico del cloro operato dal- r ossido, oppure un clorito mercurioso, sorgeva il signer Bernardi provando stechiometricamente die dair accennata reazione nasceva il solo ipoclorito mercurioso. Dopo di che il signer Gio. Battista ^cliiapparelli mostraya alcuni campioni di idroclo- 9 nito (li ninmoniaca da lui preparato distillando a fuoco nudo le vinaccic gici spoglic di alcoolc, rac- coglicudonc i prodotti , salificaiidoli col bisolfato d' allumiiic e sublimando il solfato ammoniaco col cloruro jodico. Parlava quindi il professor Lav in i deir azoto in consimili operazioni e nelle nitriere artificiali , e il Prcsidcnte della sczionc ossei-vava che non sarcbbe senza proposito il cercarc quale influenza potcsse avere 1' azoto nella fcrmentazione c il ten tare di suscitarla. Nella scduta d(;l 28 varic osservazioni facevansi al lavoro del signor Griseri sull' ipocastauo, notando il professor Perctti chc la sostanza solida dall'autore isolata poteva esscre com- posta di calce e di un acido particolare tolto dal- r onieus cuiopeUj e il nostro refercnte che la ma- teria semiliquida dal Griseri presentata aveva dei grandi riscontri colla cangiantina del Kulman. Lessc poscia il cavalier Amadeo Avogadro una niemoria suUa facolta elettro iiegativa ed elett/o positiva dci corpi sernjjlicij parlando dellc cognizioni clie si pos- sono ora ritrarre da questo soggetto nella teoria delle sostituzioni. Seguit6 a questa memoria un' altra del professor Peretti sulla proprieta del carbone animale di togliere il principio coloi'ante rosso e bleu ad alcune sostanze, ne di piii cederlo a verun solvcnte, ne all' acqua, ne all' alcoole, ne alia po- tassa; ed a questa un' altra pme del Peretti sulla ^10 formcntazionc vinosa eel acctica che I'autore attri- bui alia presenza di una materia colorantc gialla nelle uve bianclic e rosse, e della quale spogliato il sugo recente, merce il carboue animalc, non piu fex'mentcrebbc, ne passerebbe in vino; ma bensi in acido acetico seuza formazione di alcoole. La quale ipotesi sembrando opposla alle idee ricevute intomo a questo fenomeno, promosse varie discussioni, cbc il Presidente della sezionc terminu col far sentirc la nccessita di piu addentro studiare nc.lla mate- ria. Lesse poscia il cavalier Luigi Zenone Qua- glia una memoria sul fuoco gi-eco del Basso Im- pero. nclla quale tocco eruditamente la storia di csso e dei cangiamenti ai quali pare andasse sog- getto quando I'adoperai'ono i greci cd i saraceni , cd indict) i molti processi inutilmcnte tentati per imitarlo, conchiudcndo cbe difficilmentc si puu con- venire clie ardessc sotto acqua c fosse cfficace; la quale memoria diede campo ad alcuiie storiclie e scientificbe riflessioni fattc dal nostro refercnte in aggiunta e da altri fra gli astanti confermate. Final- mente il signor ingegncre Baldracco lesse uno scrit- to intorno ai pcrfezionamenti di cui sono suscct- live le fucine dclle miniere catalano-liguri nel Du- cato di Gcnova, in cui, dcscritti i minerali, dipinse lo stato impcrfetlo dei forni e dei mantici e pro- pose diversi cangiamenti si nelle forme di questo, SI lu'ir iisf> lessionc sanguigna, ammalo in carcerc di un raf- freddameuto con tosse molesta c prostrazione di forze il giorno 5 di luglio iS.fo. El)be auclie, du- rante la notte, de' brividi, ai quali tonne dictro un 3a colore coccnte e un senso profoudo di dolorc la- terale a dcstra, non pero iuteuso. Datagli una po- •/ione purgativa, nel giorno scgucnte, csseiido colto da fcbbrc con csacerbazione della tosse e del doloi'c puntorio, spccialmente sotto la respirazione, fu tra- sfcrito air infermeria. Moslrava i segnali di una fervcnte infiammazione all' apparato pncumonico; guancic rosse cd acccse; scintillanti gli occhi, ma- dida la pcllc con caloi-e febbrilc, lo sputo lineato di sangue, Ic dcjezioni deiralvo copiosc; i polsi duri cd irritati. Bevandc mucilaglnose, cstratto acquoso dcUa segalc nella dose di cinque graui ad ogni seconda ora, dieta strettamente negativa. Alia sera cguale inlensita nci fcuomeni. Nel tci*zo giomo di malattia ( secondo di cura ) corta e ambasciosa la respii-azione, arente la setc, la faccia non piu avvampantc, ma trista e tinta in colore Icrrigno; piu lilto il dolorc latcrale, calmi i polsi, ma vigoi'osi come prima. Segale a dose raddoppiata, bevande pettorali. Quarto giorno di cura. Esacerbazionc di tutti i sintomi locali e gcnerali, dclirio, tosse cou- tinua; rantolo crepitante a quasi tutto il destro polmone, fisonomia strana, ansicta. In talc stato di cose dubitandosi clie 1' ommissione del salasso per tvoppo fidanza nclla segale avesse recato 1' in- fermo a questi termini, si prcscrisse un largo sa- lasso; ma tornato vajio ogni tentalivo per 1' obli- tcl-aziouc dci vasi si coutinuo ncl cominciato mo- todo coll' aggiunta di un sanguisugio sulla parte lalcralc dolcntc, c alia sera un pun to csteso di an- lagonismo alio sterno. Nclla malliuadel scsto giortio cd aiiche in quclla del susscgucnte nulla era mu-* tato; ma la tossc iiisorgeva meno affannosa, pareva fdcuu poco pill libera la rcspirazionc, c non era notabile il delirio — Continuazione dclla scgalc ad cguali dosi. Nell' ottava c nona gioriiata piu debole cd oscura la crepitazione, minoratc la febbre e la tosse, gli sputi non piu abbondanti cte prima, la rcspirazionc naturalc, reintegrate le funzioni men* tali e quasi nullo il dolore puntorio. Alia segale in eguale misura si accoppio un locco prepftrato colla gomma adragante e con 1' olio di semi di li-' no; cd inoltre due larghi essutorj allc braccia. Da indi in poi vcnnc 1' infermo sempre piu miglio-' rando, iusino a che, sospesa la scgalc nell' undccima giornata, usciva da quella \ iolentc pneumonia, dclla quale la segale comuta govcrno quasi da sc tutta la ('lira. — ni." caso. Angclo R da Reggie, giova-* nissiino, mal condollo c prostrato dalle dure pri-* gionie di Mantova, fu sarprcso da bronchitidc acuta, manifcslala da lulli i sinloini prodromi ddle acute affczioni, fra i quali il piu grave era la tosse. Gli vcniva souiminislrala una pozioue oleosa, anclie pei* ntlcmiarc la irrilazioue della laringc, c ncl terzo 34 giorno Jeir affezione, tradotto all' iiifermcria, mo- strava i seguenti fenomeni : faccia accesa , pelle urente ed umida, polso cclere c vigoroso. tosse af- faticaiite, sputi viscidi e I'ubiginosi, abbattiniciito e ncssun dolore ai lati. L' attcnzionc prestata col soc- corso dcir orccchio indicava il respiro broncliiale ncl tcrzo medio del polmonc destro e uii cotal poco di broncofonia ncl lerzo superiore, leggcro ran- tolo niucoso in alcuiii punli, c specialmente alia base: 97 pulsazioni arteriose per minute; il resto normale — Consueta dose di segale e decozioni ni- trate. Nel secondo giorno dclla cura si noto un mi- noramento appena sensibile dei sintomi accennati. Nel terzo c quarto la tosse era meno crucciosa, declinava la febbre c fluivano piu abbondanti le urine, qualclie sudore appariva e la respirazione toi'nava al ritmonaturale; gli spuli spumosi e meno viscidi spiccavansi con piii di facilita dalla bocca, ed ei-ano a ^3 i moti dcU' arterie — Coutinuazionc del metodo curativo c purgazione oleosa. Vcnne indi r infcrmo in tcrmine di couvalcscenza; ma incorso in errori dietetiei ed espostosi ad esterne influenze scnza cautela, torno a star male; rinnovossi la tosse, si fe' rauca la voce ed il polso celcrc cd irritato. Gli si prescrisse di nuovo la segale nella dose di trenta grani al giorno con una bevanda pettoi'ale. Non cbbe poscia ricadutc di sorta — lY.'' Caso. L. Giovanclli di Brescia, detenuto nelle career! cor- rettivc del oastollo, affclto nell' anno prcccdente da plcuro-pncumonia, era stato guarito colle iterate flobotomic c cogli cpispatici. Avcndo posciauna talc affczione per alcun tempo vestitc le forme di lenta pneumonia con sintomi di febbrc etica, tradotto a Milano in aria piii convcniente, parve dopo alcun i mesi riavcrsi in salute. Ma ritomato al primo luogo di emendazione, ove 1' aria ^ si acuta e sfogata, non ando guari che travaglii di nuova tosse e di fcb- bre; a cura di che gli fu fatto nel suo carcere un largo salasso e data una pozione oleosa. Si finsc guarito, aborrendo per sue particolari cagioni dal passare all' infermeria. Ma nella quinta giomata d' invasione, facendosi piii manifesti e piu gravi i sintomi dcU' affczione primitiva, e pigliando di lui possesso la febbre, fu tradotto alia infermeria car- cerale. Era ivi infestato da tossc ostinata con escrcato purulcnto e rosso, e da una sensazione di peso al mezzo dcllo sterno; la felibrc inaspriva con brividi di freddo alia sera c con seguito di sudori par- ziali; i poisi erano fi-cqaicnti cd irritati. Giudicossi trattarsi di un catarro cronico, o broncbitide ci'O- nica, cui si fosse aggiunto di fresco una condizionc acuta con segni di parzialc infiammazione c so- spetto di suppurazione dci follicoli broncbiali. Il metodo tcrapeutico fu diretto a conibaltcrc 1' affe- 36 zionc catarrale e la sovercliia scnsibilita con salu- tari derivazioni e con alte dosi di segale cornuta, pretermesso al tutto il salasso. A tali sussidj tenne dietro la convalqscenza dell' infcrmo , durante la quale, a francarlo dalla mala abitudine del corpo infralito, gli furono per molti giorni fatti prcndere i decotti di licliene islandico. Gode al presente d'in- spcrata salute — V.'' Gaso. Giovanni G di Bre- scia, vetturale, vicino a scssant' anni di eta, si dolea dal suo carcere di cefalea ricorrente, di tosse secca con isputi tinti in rossiccio, di fcbbri c di sordi dolori trascorrenti al petto. Prese alcun purgante con sollievo ; ma dope alquanti giorni facendosi piu grave la fcbbrc specialmente a sera, fu mandate air infermcria, molestandolo piu clie tutto la tosse continua. Gli si trovo agli esami la rcspirazione frequente, sccco c vibrante il polso, generali i su- dori. Soffriva una scte intensa e il dolore prima vagante gli si fissava profondo al lato dcstro. Aveva rantolo crcpitante licvcmcntc sonoro a tutta la compresa del polmonc affctto e lo sputo viscido e scui'O. II trattamcnto a cui venne sottoposto fomi ncl primo giomo ben quaranta grani di segale cor- nuta epiraticamcnte data , oltre un' emulsione di gomma arabica con nitro. Ncl sccondo di cura c ftono di malattia i fcnomeni generali apparvero al- quanto mitigati; ma gli assalti dclla tosse dura- 37 rono, sc iion frcqucnti, al ccrto piu prolungati; non era la voce naturale, c la pungente doglia al de- slro lato si irradiava alia scapola corrispondente — CouLiuuazionc doUa cura: purgantc olcoso — Nei due giorni susscgucnti continuarono gli sputi vi- scid! e scuvi, il polso c il rcspiro erano a stento perccLlibili, rimcssa la tosse, il rantolo crcpitante scambiato in mucoso, era la pclle umida, non urente, c il dolore lateralc persisteva meno intense e pro- fondo — Alia dose solita del farmaco si aggiunse una decozione pcttorale c si aprirono due cpispa- tici alle parti iutcriori dcllc Lraccia. Nel scsto e settimo giomo gli sputi si fanno meno yiscidi, spu- mosi e bianclii, meno penetrante il dolore punto- rio, naturale il calore. L' ammalato s' accusa di ver- tigini c di nausce; ma domanda un poco di cibo per I'estrcma lassitudine. Si continua colla segalc I* in piccola quantita sino al decimo giomo, nel quale i sintomi dclla pncumouite sono scomparsi e suc- cedono i scgni del proccdcrc dell' infermo a stato di sanita — VI. " Caso. Ambi-ogio Dossena di Mi- lano, foniajo, d'anni venti c di gracile complessione, manomesso dalle febbri con brividi di freddo, crcdette di libcrarseue trascorreudo in abusi di cibo e di bevandc. Ma succcssa la notte, la fcbbre gli si face piu intcnsa con puntura ai due lati del costato, tosse cd cscrcato sanguigno. Avcva gia prima pa- 38 tito due volte di pneumosi, state curate col mctodo controslimolante del Rasori, ma tuttavia indicanti anticlii vestigi di alterazione, ricomparendo a quando a quando, sotto cagioni anclie lievi ed in istato di salute, la tosse e gli sputi striati di sanguc. Tra- sportato r infermo dal carcere alia sala medica, il dolore puntorio lo affliggea moltissimo ad ambo i lati con fcbbrc ardenle, conati al vomito, e nes- suna scarica del corpo. Gli fu prescrilto un pur- gante e la consucta dose della scgale cornuta. Si manifcslarono senza nOtcvolc mutazione per tre intcri giorni i fenomcni propri della pneumonia: lo sputo cruento, la tosse c la febbre perduravano. Non gli furono prescritti altri rimedj interni che bevande pcttorali nitrate e la scgale epircticamente data fino a 60 grani in un giorno; ncssuna de- plessionc sanguigna. Nel giomo sedicesimo di cura fu restituito al suo carcere in buona condizione di salute. Tali sono Ic sperienze clie il nostro socio propone da considerare ai cultori della scienza, ac- cioccbi si vegga se esser possano di qualehe van- taggio al progrcsso della pratica medicina. Essendo qucste sperienze state condotte senza il salasso, noi non dobbiamo lasciar di avvertire coll' autore clic cgli non si valse di questo artifizio se non perclie apparisse in piu cvidenza il valore anlistcnico e pcdativo della segale cornuta, non gia pcrchc cgli 3.9 iiitcnda cli osclmloro por ossa il susslJio Jolla san- guigna )) lo stcsso ( ogli dice) per qiicstc mie spc- » lieiizc non reputo ne inulilc ne adJotlabile cosa )) il raccomaudarnc I'uso csclusivo; chc solo per » cssa mi el)l)i il consiglio di riconfcrmare in una » soslanza tuttavia nuova quclla singolarc natnra )) clic rccu gli srrittori a si svarialc opinion!. Sic- » come tutti gli altri agenti di controsUmolo (pro- » segue ), va adoperata da sola in quegli infermi, » cui la flogosi precedente divampa aleuni visceii » impoitanli alia vita, i quali non puonno eom- I) portare quella niaggior copia di salassi clic 1' in- )) fiammazione locale impcriosamentc addomanda. I) Egli ti queH'uno il memento di oppovtunita, in » s\ gran fuoco dietetico, di votarsi alia segalc, e cer- M tamcnte con piu profitto clie non alia digitalc » ed alle prcparazioni antimoniali; la quale con- » tinuata a norma della morbosa capacita ed a )) grado di tolleranza, immuta cosi le arcane con- » dizioni dell' umano organismo che lo stimolo so- n verchiante ne e attenuate e depresso ad una ai » procedimenti morbosi e ai consueti esiti dell' in- » fiammazione. Poiclic qiiando vige una vera flo- » gosi del sistcma sanguigno c solidi e fluidi com- » penetra con notevol allcramento dcnlro I'organica » mistione, tornano allora indarno, scnza il salasso, » i piu podcrosi agenti lerapcutici ». 4o A quiditlare la virtu terapeutica d' un' altra so* stanza niediciaale ^ destinata un' altra memoria, di cui r autorc non socio, fece omaggio alia nostra piccademia. La sostanza di cui vi si tratta e 1' olio della scmente di crototi tiliunij clie il dottor Achille Filippini Fantoui , dal quale la memoria e dcttata, definisce per farmaco piu ipostenizzante vascolare che enterico. I seguenti tre casi presentatisi alio scrittore mcdcsimo nel corso di sua pratica gli val- gono a sostegn I'uno i processi all'assimulazione pertinenti, nel- )) I'altro i moti dei precordi o del rcspiro ed ora n stravolgcrsi i conccpimenti del scnso, ora scemarsi « Ic mauifcstazioni del moto o i poteri della mcnte » imbizzarrirc? Si disse da niolti che i sintomi sieno » resprcssione degli organi sofferenti; c con buona )) ragione. Ma questa vcrita cstesa a tan to numero » di morbi, e che escluse per sempre il perniciosis- » simo errore di- risguardare i sintomi che li di- ss mostrava siccome altrettante infermita partita- w mentc curabili, questa verita. io ripeto, perche » non applicarla eziandio alia tcnebrosa ipocondria, h > anzichc- gliidicarla scmprc cguale a s6 stessa ed 5j idcnlica »? Dall' csame della sintorhatologia pas- sando a quollo dcllc cause, alia eta fra la giovane c la virile, al tempcranientp pletorico o epalico o nervoso, alia soppvessione o ritensionc degli scoli abituali, allc inclinazioni morali e intellettivc, al- io malatlie altra volta soffcrtc, allc vicissitiulini atmosfcriche, agli abusi del vivcre, ai patemi e allc passioni cccitanti cgli riduce le gcnerali' cagioni che soglionsi comunementc riputare valevoli alia pro- duzione dell' ipocondria. Cio poslo e considcrato che anchc una sola delle indicate cagioni, p. c, una vicissitudine atmosferica sviluppa lalvolta lunga sc- rie di morbi pel sue pcrnicioso influire sopra or- gani diversi, cgli domanda come mai non dovranno tutlc le altre produrre la stessa varieta di consc- gucnti moi'bi, anzichc produr scmpre in determinate cii'costanze una stessa ed eguale affezione, cio6 la ipocondria, in onta dclla quotidiana cspericnza die tanti c si diversi dimoslra procederne? Ajiche dalle cagioni pcrtanto cgli conclude non essere semplice r indole ne unica la sedc dclla ipocondria. La stessa conolusione egli trae dai metodi curativi usati ncl- I'affezionc in discorso. u Tanti metodi (eidice) pro- « posti con migliore o peggiore riuscita provano n alibastan/.a rbe non si conobbc per intcro il male » in discorso cui s'intendcva presta»c soccorrimento, 5$ n Q chc i mcdici non seppcro tampoco ciq che si •» volesscro. Di piu il vortice dei farmachi in cui 5» si aggirarono, 1' utile che gli uni ritrassero da » questi e la nuUita o il danno che altri ebbero » dai mcdesimi non portano forsc a concludere che » I'affezione medicata e guarita dai primi fosse al ■ tutto diversa da quella curata dai secondi, c non n valgono a confermare la moltiplice natura del • morbo? Perche la pleuritc e la polmonia cedono » maravigliosamente al salasso e alia cosi dette me- » dicinecontrostimolanti, mezzi che indistintamon- n te rispondono a tutti i professor! dell' arte e per- » dii non i: cosi dclla siGlidc, la quale richiede ben » altra terapia, e trova nei mercuriali 1' unico suo » rifugio, si 6 dovuto conchiudere che la pleurite » c la sifilide diffcrisscro essenzialmente fra lore. >• Sc il paralello si fosse adattato alia ipocondria, » e se una cura riuscita a bene in un caso e fal- » lita in un altro ritenuto consimile si fosse nel n 3UO valore interpretata , noi non saremmo al pre- w sente in tanta irrcsoluzione, anzi aTrcbbesi co- » minciato a distinguerc subbictto da subbietto c » a stabilire nella somiglianza ben anco di forme » una disparita di sede e di condizione morbosa » . Dai sintomi pertanto, dalle cagioni, dai processi di cura appartencnti alia ipocondria egli deduce che essa non 6 stata fiaora conosciuta se non impcrfet- 59 tatiH'ntc c chc fu cousiderata ed apprezzata soltanto nclle sue csteriori apparenie; che studiata piu ad* deatro, debb'esscr riguardata come un'affezionc com" posta e molteplice nell' iiitima sua condizionc e come tale govemata con metodi terapeutici di- stinti cd adatti allc particolari sue condizioni; che il vocabolo ipocondria e nome improprio e disadatto, rappreseutativo di un complesso di mor« bi svariati ', ch' essa non ^ se non la forma di al« tre infcrmita , delle quali segue perci6 1' essenza patologica , ed ora viene originata da sregolatc disposizioni negU strumenti della vita, ora e con- seguenza di flogosi e de'suoi esiti, ora d'irritazio- ne, ora di nevrosi e di morale affezione ed ora h compagna o succedanea di altri morbi specifici. Queste varie derivazioni della ipocondria costitui- scono il soggetto della seconda parte del trattato, nella quale I'autore prendendo, siccome gia dissi- mo, a considcrare la ipocondria nellc varie specie in cui puo esscre distiuta, comincia da quella clie dcriva dalla prima fra le indicate origini, cio^ da assimetria, o mala disposizione c costruzione del visccri. Intomo a che, descritta 1' interna organiz- zazione della macchina umana , indicate le molte anomalie le quali, secondochi insegnano i trattati di anatomia, puonno aver luogo ne' visceri rispetto o alia loro diraensione o alia lore collocazionc o 6o alle loro relazioni, od anche totale difetto, consi- derato csscrc consentaneo a ragione e alle dottrine della fisiologia che un viscere tolto dalla naturale sua sede c disgiunto o allontanato dalle sue corri- spondcuze, angustiando i contigui, oppure compresso egli mcdcsimo, o non eseguisca convenevolmente le operazioni sue proprie o a quelle degli altri s'at- ti'avcrsi e pregiudlclii, egli mostra per autorita di sdrittori e con csertipi come qucste male conforma- zioni, comprese sotto il nome complessivo di assi- metria , soventi volte' scohosciute ed occulte , pos- ^ sano dar luogo a dd pari arcani patimcuti; c cou" elude con csprimer la ferma persuasione ch'elleno abbiano contribuito e contribuiscano ad ingenerare una parte di quelle indcfiuibili sofTerenzc che pas- sano comunementc fra Ic ipocondrie, giudicandosi tali e dairincorreggibilcloro propria natura c dalla segreta loro condizione, difficilissima a sospettarsi, Passando poscia alia ipocondria derivante da flo- gosi, Tautorc, ridotto il processo della infiamma- zione agli stadi di irritazione, d' afflusso e di flo- gosi ed csclusa dalla genesi della ipocondria 1' in- fluenza della irritazione e dell* afflusso, csseadochc?; SI r una che 1' altro o non sono cbe passaggeri o passano sollecitamentc a piu decisa c fondata con- dizione morbosa, e aon attribuito loro se non se forse il potcre di risvegliarc le tacenti penc ipocon- 6r. (liiaclic in flii nc tcnga gia il foinilc ellc |)aili da loro nun allro the stimolate, si applica a ino- slvare come alia flogosi, allorcliti occulto so uc man- tonga sia randamenlo, sia I'csilo. possano attri- huiisi gli arcani patimenli ipocondriaci , dcducen-. d(jnc lo pruovc dalla propricta di cssa , dal con- fconto de'suoi decorsi cou qucUi dolla ipocoudria c dalle conseguenzc dci suoi esiti. « Tra Ic pro- » pvieta conosciutc dclla infiammaziouc ( cgli dice ) n vi hamio pur quelle di non islarc in propoiv.ione » alio potcnzc chc Ic dcstarouo, di poi-correrc un » cammino piu o mono lungo chc gradatamcntc » cresce q recede, d' oiide Ic accessie e la cvonicita, » e di lenderc da locale che sia a fiU'si uuiversa- » lo, riduccudo sotto al proprio dominio, per conti- n nuila e contiguita d'apparali, rorganica misccla. t> Detoi'miaatosi pertanto una voUa il lavoro flo- n gi.slico, posto che sia mite nel grado ( sub-ijifiam- « luazione), cd ahhia sorpresi orgaui o sistemi meno « facili alio indagini, esso uhbidisce tuttavia alle sue » loggi progressive cd Li-radiauti , c disordinando » r unila della organica cospirazione genera raa- n latlia per se mcdcsima scur^.; c pegrota: a:llora » veggonsi infermi chc passauo la loro vita di mczzo' " a scnsay.ioui srcgolate c fastidiosc , lo quali per » csscrc arcane o iuronccpibili, uou sono pero meno « vcrc e rcali. JNc io dubito Iroviirnu lungi dal (5a. m retto scntiero se al hmin « reconJito proceJere w della flogosi attribuisco altra parte dei misteriosi >» patimenti ipocondriaci m. I riscontri poi cli' cyli Irova tra il decorso della flogosi e quello d.illa ipo- condria sono i seguenti. i. L'ipocondria simanifesta c progredisce gradatamente, conformandosi a mode dellc subdolc mfiammazioni che non insidiano dap- presso alia vita,ed hanno cronico andamento. a. L'ipo- condria si sospende nel corso della gravidanza o du- rante acuta infermita sopraggiunta, e non altrimen- ti fa la tisi. 3. Avviene talvolta che 1' ipocondria si risani perfettamente al sopraggiungere di un male infiammatorio; per questo che , secondo 1' autore , » le cure volte contro la seconda infermita essendo » pur quelle che si confanno alia prima essenza » patologica, avviene che trattando Tuna con ra- » zionali argomenti, 1' altra in pari tempo sia com- » battuta e guarita » . 4- L' ipocondria si vede, uon alti'imenti che la flogosi, variarc a seconda dellc cir- costanze alia cui influenza gli ammalati soggiacio- lio; che sc talvolta accade che essa dopo un deter- minate tempo scemi per modo da sembrare svanita od anco cessi del tutto, cio vienc dall' autore attri- buito al riraettere o cessarc del processo flogistico efficicnle, siccomc agli effetti della infiammazionc sulle membrane e sullc fibre della parte gia affetta il rinnovarsi dcgli scomparsi fenomcni a qualun- G3 qu« (lisonlinR cd imprcssione di stimolo. i, 1/ ipo- rondria contiuuando lungamcntc, mena a poco a poco gli infcrmi al dcpcrimcnto , non allrinicnti «ho facciano le flogosi inveterate. 6. L' ipocoiidria finiscc talvoUa anchc colla mortc istantanea, attri- buita dall'autorc a disordini incompatibili colla vita prodotti dal lungo attrito e strazio costantc dellc parti flogosatc, massimamentc ove siano d'alta importanza. Da ultimo parlando degli esiti delie infiammazioni , quali sono , a modo d'escmpio, lo supporazioni, Ic ulccrazioni, le gangrene, le vcgc- tazioni , gl' indurimenti , Ic adercnze da lessulo a tcssuto ecc., mostra 1' aulore come essendo questi ora manifesti, o per lo meno sospettati, ora, o per la luiiga c lenta durata o per la occulta natura della iniiammazione, non solo ignorati, ma n«ppu- rc arguiti, possano in questo sccondo caso produrrc i piu strani fenomeni attribuiti ad effetti ipocon- driaci. u Allora (eglidicc) la continuita dello sti- n molo indolto dalla presenza dell' esito, quasi che n si durasse ancora nello stato di flogosi primiti- n va, pcrvertc Li rcgolarita dellc azioni increnti al » visccrc affctto, e costituiscc un centro d' irrita* » zione, clic alTliggcndo la (Ibra e lurbando le an- y> ncssc funzioni, suscita nel sistcnia corrispondentc » dei ncrvi una cotale sp<«ic di stlcgno, e vi lascia » impressioui tanto piii molcste qiianto mono so- » lite a provarsi , le quali trasmesse all' apparec- » chio ccrebi'O - spinale e qiiivi raccolte , vengono » coiicepite nella loro pienezza; onde procedoiio i )) fenomeni cerebrali che neir ipocoudriaco non man- ») cano mai, o ben anco le illusioni e le aLerrazio- )) ni di sentimeiito riierite alia regione traragliata » e a queH'altre clie le stanno in consenso; dap- » polche r intuizione permanente ed esclusiva delle » azioni vitali rose difficili c delle conseguenti pene » opera in modo da farle concepire in foggie stra- )) vaganli e forse assai maggiori di quello che per )) av Ventura non sieno ». Da tuttc Ic considerazioni fin qui riferite egli conclude pertanto non essere sovente 1' ipdcondria die forma della flogosi o di qualche suo esito e 1' una nou esistere se non per- clie r altra e vigente in qualche viscere o sistema, Aggiunge per ultimo alcuni criterj atti per suo avviso a riconoscere o a foudatamente sospcttare provcnienti da flogosi le mauifestazioni ipocondria- che. Questi criterj sono 1' attento esame della co- stiluzione, dell' abito, delle consuetudini, del mc- todo di vita, della professione dell' ammalato, cir- costanze da cui le qualita dei morbi puonno prC" sumibilmcnte dipendere; 1' indagine dell' cpoca in cui cominciarono i patimculi iporoudi-iaci e delle . malattie o cagioni che li proccdettero; il confronto delle condizioni passatc colic prescnti. esamiuaudo so fra loro si Irovi corrispbndcnza; 1' atleuta 6Sscr- vazione dci sintomi piii fissi e cosLauli, rifci'cndoli alia scJc d' onde possouo probabilmcnte parLire; I'accurata csploi-azione del visceve sospelto , nou scnza interrogare I'intimo senSo dciranimalato nie- desimo. — La irrilazione, annovcrala dall'autorc dopo r assimctria c la flogosi qual fondamento pur essa deir ipocondria, nou 6 da liii prcsa ncl scilso di prinio stadio della flogosi j nel (jiial sense con- siderata, cgli, siccome vedemmo di supra, escluse la sua influenza dalla genesi del morbo in discorso , nia bcnsl nel senso in cui vien presa dai piii rc- centi scrittori della sctiola italiana, i quali la ri- guardano siccome una peculiarc cotidizione morbosa Dsiatcnte pel- sd", non confondibilc con quella cjie, sebbene contraddistiuta con egual no me, non e che primo passo alia flogOsi con cui ha comune la na- tura, e quindi al tutto diversa dalla diatcsi steni- ca, siccome pure dall' iposlenica. Ora di questa. vc- neudo a parlare, egli mostra come possa essa piu-e avere parte nelle manifestazioni ipocondi'iache colle scguenti osservazioni. « Una sostanza qualunquc » non omogenea (egli dice) inlrodotta e sofl'erma- » tasi in noi, cvvero genera tasi per incognite c mi- >» steriosc leggi organiche pu6 riuscire stromento » d' irrilazione. L'idiopalico perturbamento iudolto 1) da cslrauca materia , la raoleslia c il disordine 5 66 H ch' essa fa nascere nclla pai-tc o nel visccre in » cui si e posata , si per 1' altiguita e corrispon- I) denza di parte a parte c si per legami e conca- » tciiamenti di membrane, di vasi o di nervi, inol- » trasi con una cotal succcssionc a region! piu Ion - » tane, manifestandosi per via di fcnomeni simpa- » tici o secondai'j, i quali talvolta si fanno cono- » scerp anche piu gi'avi dcgli idiopatici; d'ondc, » cssendo per avventura ignorata la prima cagionc » moventc, soi'gono le difficolta dclla diagnosi , le » vaghe denominaxioni, o Ic falsate cd crronee ap- » posizioni di malattie primitive a tutto qucllo che » nc e sintomo o forma soltanto. E chi non vide » in parecchic donne gcstanti le mille noje e le » mille inquietudini, le quali si riferiscono senza » altro a consensi ed a simpatie nervose solo per- » che si conosce I'csistenza del feto? Poniamo ascosa » la gravidanza ed ammeltiamo le sofferenze me- » desime, e alloi*a gli accorti la sospettano da'quei )) sintomi che altri meno avveduti non $anno ris- » guardare sc non se quali apparizioni isteriche e T) convulsive. Gli strumcnti d' irritazione pcrtanto )) o sono manifest!, e si attribuisce loro tutto quel » valorc che si meritano, o sono inavvertiti e sc- n gi-cti, c allora la diagnosi implicandosi per dif- » ficolta e richicdendo nel malico criterio c non » dozzinale avvedutezza, va cn-ata le moltc volte n a Veto Jotfimcnto dclla scirtiza, chef aj)pare in- n sufficiente, ) aneumestico e via via ci scrvirauno di guida. S« )) il temperamento dell* ammalato partecipasse al )) nervoso, dara ragione di sua i-eccttivita a rlsen- >) tirsi dclle supposte coudizioni irritanti; se incli- >» nasse al sanguigno e vl si aggiungesse di piii riu" )) fluenza della stagione, sorgera presunzione di ple^ ») tora o d'afflussi parziali; se in altri tempi rin" I) formo pati di lunghc indigestioni, di elmentiasi, » di calcoli, si avra appiglio a sospettare che tali )) disordiui abbiano potuto rinnovellarsi, o che tut' i» tora nc csistano le reliquie. Essendo le vie ga- )» sti'iche e i visceri secretori ed escretori i piii » idonci a comprendere in s6 medesimi enti e ma- 1) terie irritative per maggior o minor tratto in- I) sistenti , le qxiali per relazioui strettissime di » uffici dei visceri stessi con altri piu lontani o » per simpatiche corrispondenze fanuo si che piii » diffusamcntc si propaghino i loro cffetti e m 7» » islranc manicrc Ycngano scutiti cJ espressi, cosi ti Jovnuiiiosi cotali orgaiii atteutamentc studiarc, » pcnctraiiJo colla giiida dei sintoui c dellc con- » scgucnzc conscusuali ai ccntri inoi-bosi. II ma- il nifestarsi i fenomcni a intervalli , anzicli^ di I) spguito c progrcssivamcnte , sara pure iin utile » criterio a ritcnerli piuttosto d' irritazione che di » flogosi Che se ad onta di tutto questo la dia- » gnosi rimanessc ancoi-a scgrcta, abbiasi allora ri- n corso al metodo di eliminazione ondc iuoltrare » cosi nei reccssi della clandestina iufermita; e » traggansi argomcutazioui eziandio degli ammiui- a strati medicamenti ». Dalle manifcstazioni ipo- rondriache procedcnti da irritazione 1' autore pas- sando a quelle che provengono da aflczioni nervose, s' applica a svolgcre i modi oude qucste affczioni possono vcnir generate, giudicaudo ch'esse difflcil- mcnte lasciando pcnetrarc le mediche indagini fino alia loro sede, ripeteiidosi per simpatie e ronseusi in remotissimc parti c per I'analogia delle forme nascondendo spesse volte I'intima loro natura , si prcscntino, non alti-imenti che le assimetrie, le flo- gosi e le irritazioui igiiorate. feconde di scambi, di errori e d' impropric cd insiguificanli apposizioni d* isterismi c d' ipocoudrie. In tre diverse maniere cgli inscgna potersi i nervi ammalare, per infiam- mazionc, ciot\ per csaltamcnto e per astcuia; » con- 72 » dizioui morbosc peru difficili (ei dice) a distin- » guersi I'una deH'altra, onde s\ spesso le cure ric- » scono a nulla, q^uando non si giunga alia vera » loro conoscenza ». Delle quali venendo parlita- mcnte a parlare ( ommessa la perturbazione , altro modo di affezione nervosa, come quella che coincide coUa irritazione), osserva, per ci6 che spetta alia in- fiammazione, poter le flemmasie, acute o croniclie, gravl o miti, manifeste o segrete, occorrere in ogni centro rtfervoso non meno che in tutti gli altri vi- sceri, considerate le investigazioni patologiche degU ultimi tempi, per le quali venne detei'minata 1' in- dole di certe malattie per lo passato riferite alle asteniche o riposte fra le piii impenetrabili, la feb- bre lento-nervosa di Huxham, il tifo e simili, giu- dicate malattie diverse al tutto da qriello cbe erasi altra voltadi loro pensato, il midollo spinaleo i suoi involucri mostrati suscettivi di flogosi che irradian- dosi c diffondendosi alle membrane od ai rami di identica o di analoga natura, disturba il loro proprio sentimento e stranamcnte disordina le viscerali fun- zioni alle quali presiedono; il che se accade al mi- dollo spinale » perche non avverra (egli chiede) ») eziandio negli altri centri nervosi, e particolar- » mente nd sistema splenico, da cui la vita vege- » tativa e dominata e diretta, i quali per esser po- w CO studiati , non sono pero meno alle impression! 73- )t soltoposti? Se il ncrvo ischiatico iuGamma, e per » scgni mauifesti della topica sua direzione lascia I) travcdcrc una ischialgia, pcrchc, data opporlunita i> di occasioni, non ijifiammeranno ancora i gangU » ed i plessi, rivestendosi di forme che sembrino » bizzarre per la ignoranza in cui sono i patologl » dci sintomi loro pertinenti, c trasportandosi al- » tresi a punti lontani per le counessioni simpati- » che in chc si ritrovano? » Gome poi succedano le altre due condizioni anormali dei nervi , cioi Tesaltamento c I'astenia, egli spiega osservando «;h«; siccome ncllo stato di sanita a maggiore o minove finezza, abbondanza, annonia fisiologica degli organi corrisponde maggiore o minore perfezione di facolta e di attitudini, cos\ nello stato di malattia i poteri dcUa vita debbono per esaltamento o deprcssione dei loro elemcnti deviare dalla normale e ordinaria loro condizione per effetto di agenti fisici e morali. » Se una ck-tta nutrizione (egli dice) aggiunge forza » alia persona e una penosissima inedia la rapisce 1) solo perche allora havvi o non havvi riparazione » ai consumi universali, egli h altrettanto chiaro che »• il slstcma dci nervi si esalti o si avvilisca per H tutli qu<»gli agenti che direttamente e in vaino )> modo operano sovra di esso. E se infatti noi ci » vogliamo ridurre al concrete, veggiamo chc I'op- » pio eccita, riauima e svolgc uu dclirio gajo c vi- "A » goroso, e I'acido idrocianico all' incontro para- » lizza e abbatte siccome folgore, che la letizia » espande, esilai-a lasensitivita, laddove la tristczza, » la spegne e la intorpidisce. E pero si nei preparati » farmaceutici che negli impeti morali vi ha potere » di accrescere e smiauire la vita, sebbene non si » possa fare una misura determinata e assoluta dci » loro cffetti consecutivi, cssendo questi modificati » e yariati a seconda della stessa cagione piii o » mcno valida e diffusiva, non che della specialc » attitudine organica, cui I'insolita azione viene » applicata. II quale modo fortuito di mutamenti, w forse in principio locale e proprio di alcune parti » sol tanto , come il provano le trepidazioni del cuorc » nella moderata paura o nella gioja, il vomito ad » un odore nojoso, ovvero I'abbondare della saliva w ad un eletto e soave, tende poscia tal fiata a di- « stendcrsi al genei-ale, o lungamente rimane, e » forse per tutta la vita, circoscritto a quell'unica 1) parte, o finalmente a poco a poco sccma c si cstin- » gue, tornando al primitive equilibrio. Cosi la stcs- » sa paura che destava subite palpitazioni od anco » generali turbe convulsive, quelle stesso sgradevole B edore che infastidiva una volta, spesso ti lascia » lunghe o perpetue indisposizioni, tanto piu ma- » nifeste al ripctersi e all' ideare la prima cagione »♦ impcllente. Da qucsto limitarsi o da questo dif- 75 M fonJersi cl»"i turbamenti morbosi ne vicnc poi di i) vedcrc niassimamente csaltati o depressi ora il I) senso, ora le opcrazioni del sistema nervco mu- » scolare, ora quelle deU'mtelletto, e talora anco » tutte confusamente e senza distinzione, a norma » della tendcnza quasi elettiva o generale di alcuni »i scuotimcuti morali precessi, non che della mag- » giore o minore individualc suscettivita; per il » che, quantunque scgreta la cagione efficiente, oc- » corrono spesse fiate stupidita o ingrandimenti I) nel potere dei nervi o del cervcllo, con equiva- ») lente consumo o concorso degli intrinscci lore » dementi ». Dalle quali ossei-vazioni egli conchiu- de csservi cagioni fisiche e morali che per indole propria e per arcane ed elettive relazioni aggiun- gono o tolgono qualclie principio elementare dei ncrvi, in maniera ch' essi aumentino nella loro potenza o diventino imbecilli o privi ben anco di ogni atlivita. Nella quale condizione di cose nulla di mirabile, egli dice, » che un senso esaltato comu- »» nichi all'anima le espre«sioni del sue traviamento, n c dia coscienza severa e penosa di ogni mutazioue » che avvenga in noi, di cui altrimenti non sarebbe » cUa avvcrtita, ove i suoi propri strumenti fossero » in istato normalc, nulla di mirabile che gli inci- n tamenti per altri ordinari e moderati sieno per- " ccpiti in modo menzoguero c sregolato, d'onde j6 y> le tante illusioni o la forma credenza di sentive « ci6 che non lia fatto menomamente impressionc, 71 o che I'ha fatta nel modo consueto; poiche al- »> lora 1 ncrvi durando tultavia, sebbenc nel loro j» pervertimento, ad cssere attivi, e venendo quindi J5 tocchi dagli stimoli attuali , suscitano una rea- 7> ziorc cerebrale soverchia che inganna poi 1' ani- -h ma intomo alia natura ed alia causa delle sen- » sazioni die ne risultano; e nulla di mirabilc « finalmente se qxialche apparato di nervi, nell* or- »> dine suo discordante e fuori d' equilibrio rispetlo »» agli altri, per nuove, benche minime impressioni » si contragga, si esacerbi o si adiri, foggiandosi, » in maniera di parossismi, a repentine convul- » sioni, per impedire o trattenerc le quali non e » forza moderatrice bastevole negli antagonistici »» apparali, o in quello della volonta ». Dai quali principj, egli soggiunge, » mi sembra potersi dcri- r> vare come il difetto di efficacia nervosa valga » quanto 1' eccesso a mettere in disordine o a ren- >• dere imperfetti i processi della vita, siccbe I'ani- y> ma stessa riceve dappoi tristo sentimcnto della » individuale nullita. In qualunque modo pertanto » venga tolto 1' equilibrio costitutivo della potenza » nervosa, o per eccesso o per difetto che sia, e si ■» parziale come generale, non dubito punto die • gli effettt di cio debbansi manifestare colic ap- n n paronzc di affczioni nervosc o Ji slraiicz/.e di rf senso, c solto quelle talGata di ipocondi-iasi c » d'istcrisrao, forme cui uuivcrsalmentc c atlri- » buito cosl csteso dominio ». Le tre sinora do- scritte condizioni morbose gciierando t.urboleuzc assai volte simili di forme, ma di fondo inlicra- mente diverse, reiidono dclla massima nccessita clio si abbiano valid! criterj a guidai-e a sicuri giudizj, per quanto il conccdano la segretezza delle parti e dei sistemi infcrmati e la facile somiglianza delle manifestazioni. Al qual uopo reputa Tautore so- prattuto giovare 1' iudagine delle cagioni, I'attenta osservazione agli effetti dei sussidj che si fossero somministrati, 1' invcstigazione accurata al possibile dclla natura cd entita dcgli agcnti morbiferi si fisici che morali. Cosi ragionato di quelle mani- festazioni ipocondriache delle quail la vera fontc. cd esscnza deve ripetcrsi da matcriali sconcerti, I'autorc volcndo compire il tratlalo delle proco- denze dell' astruso morbo, c condotto a tcncr di- scorso altresi di quella guisa di particolarc e cro' nice vaneggiamento mantenuto da pgitcma Iristo dcbilitantc cd oppressivo che appigliasi all' auima anche scnza organici disordini e die cgli dcnomida niclanconia ipocondiiaca j non pei'clie intcnda di applicai-e qucsta morale infermita in qualsiasi mode agli ipocondri , ma sollanto pir indicarla con uu ?8 vocabolo , che cssendo sancito dalla consuetuJine, n'esprime meglio il concetto. Descritti quindi con vivi colori la condizione e i sintomi di questo in- tellettuale e morale disordine, egli viene divisando Ic varie cagioni che lo possono produrre, quali sa- rebbero I'eta, rimmaginazione eccessiva in gioventvi e meticolosa e imbecille nella veccbiezza, le abitu- dini di studio, di meditazione, di raccoglimento , Ic passioni violcnte, le speranze delusc, Ic umilia- zioni dell* amor proprio, la perdita dell' onore so- cialc, gli ostacoli al soddisfacimento di bisogni istin- tivi; delle ^ali varie cagioni rappresentati gli ef- fetti sullo spirito e notato come questi possano esserc talvolta riverberati sul fisico, avverte la ne- cessity che I'animo dell'ammalato in questo secon- do caso si presti ai sussidj terapcutici somministrati dal medico, c cbe nel caso che i disordini stieno unicamente nello spirito, il medico colla pazicnza, colla condiscendenza , colla pei'suasione delle ma- niere, colla destra, graduata e discreta applicazione de* contrari, in somma con ogni gencre di benevoli cure e fin anco con titili inganni, procuri di ricon- durre e ripristinare il dominio della ragionc sui tra- viamqnti dell* intellctto. Ultimi fra le gia indicate pi'ocedenze d' ipocondriache affezioni sono i morbi specifici, pei quali I'autore intcnde quelle malat- tie che dotate di una ragionc d'csistcrc tuttora ar* 79 cana c incsplicabilc , rifuggono alia dollrina dclla (liatcsi. Fi'a qucstc, comccche sicno parecchie, cgli si restringc ad indicnre Ic fcbbri a periodo, la sifili- dc e la pellagra, siccome atte a produrre per pro- prie conscgucnze quei turbamenti che vengono co- muncmcnlc qualificati per ipocondriaci. Osscrva quindi rispetto alia febbre accessuale che il frc- qucnte e continuato avviceadarsi di azione e di reazione che succedc al ripelersi dei pai-ossismi, la- scia nei vasi e ne' visccri dilatazioni cd ingorghi che assiimendo le facolta distiu'batrici degli esiti, haimo lo stesso potere di sopra in questi mostrato di pi-o- durre ostinate ipocondrie. Lo stesso dice della sifi- lide , notando com' essa prepari e compia sovcntxj clandcstini lavori che congiunti al pcnsiero di col- pcvoli godimenti , inchinano alia mestizia e alle nojc cosi fisichc come morali; e quanto alia pella- gra, sia cho si voglia dipendentc da disgi-^ata mi- sccla orgauica , o da infiammatorie condizioni dci visccri, cgli trova cosa ovvia che 1' ammalato si nel principio che nel progress© dclla infermita provi cruccj c molestic di natura sifTatta da scambiarsi coi patimcnti che si dicono di ipocondria. Con che pone terminc a qucsto suo liicubrato lavoro, concludendo » non essersi altrimenli inventiito e rispettato il » nomc d* ipocondria sc non per rifugio di qiici ») mali soniiirUcvoli ncllc forme che cludono Ic ri- Bo » cerclie dei meJici o die piu addentro iion si vp- » gliono studiare, onde opportunamentc cvitare una » confessione umiliante, c quasi con decoro coprire » una colpevole negligenza ». Una scrittura di poche pagine, ma di non poca entila per 1' assunto die accenna, compie la serie, secondo il consueto copiosa, delle medidie memorie. Disegno di una nuova opera medica ^ il suo tito- lo, e, siccome questa denominazionc fa gia da se stessa conoscere, non e die un annunzio o program- ma, come die dire si voglia, di un' opei"a futura, che lo scrivente dottor Giovanni Pelizzari , noslro sodo d'onore, gia sta lucubrando, e dclla quale, per quanto da lui stesso intendiamo, egli ha in animo pubblicare un saggio nel primo libro. Imprcsa dell'au- tore sara la soluzione di quest' arduo e gravissimo quesito: se in medidna csisla una verita primitiva ed universale, e se esiste, da quali cause proeedauo i vari rivolgimenti di quella scienza. Si determi- neranno nell' opera le condizioni necessarie alia in- dagine di questa verita problematica , si stabilira il fatto della sua esistenza, si conciliera questo fatto coi rivolgimenti delle mediche teorie, ponendo in mezzo tre necessita della storia ideale della medi- cina, alle quali si faranno corrispondere tre grandi epoche della storia reale; queste necessita c queste corrispondenze saranuo le segucnti : intuizioue dclla 81 vcrita ncl complcsso indistinto e confiiso ate' sUoi clcmcnti, prima necessita dclla stoiia idcalc, prima opoca della storia rcalc, eta dai primordj Icurgici della scirtiza fino ad Ippoci'ate: itttuizionc della VC"* rita hd' siioi distinli, ma isolati elemdtiti , seconda nccessil.'i della storia ideale , seconda epoca della storia reale, eta dei sislemi dai tempi d'Ippocrate fin verso i nosti'i : intuizione della vcrita ncU'unita primitiva di (Jucsti stessi dementi, tcrza necessita della storia ideale, tci-za epoca dclla storia reale, eta avvenirc, alia quale serve di transizionc la prt" scnlc. Alle materie mediche. di cui sino k qili Siamo vcniiti parlando, succederanno le chimiche, le quali tengono dopo quelle il secondo luogo, per nuniero di prodiizioni. Fra qucste ricorderemo primamento le ricerclie del nostro Ccnedclla sul fuoco greco. Di due parti constano qucste ricerche , storica , cio^ , o spcrimentale , che 1' una dall' altra dipendono , benche nella seconda consista lo scopo finale della memoria. Imperciocche il nostro socio impreso aTcn- do a chiarire 1' arcana natura e composizione di quella trcmcnda materia incendiaria, clie, a quanto ne accennano le storic, scmbra aver pareggiato fra gli anticlii in qualchc modo gli effetti dellc mo- deme artiglicrie, dalle varie descrizioni o piuttosto taghc indicazioni di esse clic trovansi sparse negli (J H2 RCrittori trap \c. pi-opric congetture, o qucste avra- lora poscia col suggello dclle sue espericnze, dirctte ad oltenerne la imitazione. n Lc vaghe cspressioni » ( dice I'autore) colle quali vicne descritto il greco )) fuoco danno luogo a molte congetture sulla sua » composizione ; poiche il bitumc, la nafta, lo zolfo , » r olio, la resina o pece, vengouo frequcntcmente » descritte quali materie ertainentcmente combusti- » bili, e clie negli cffetti pare che lc molte volte » il surrogassero. Prima che si parlasse di qucsto » fuoco Giuseppe Ebrco dice dell' unione di mate- »> rie corabustibili colle quali iu pochi momenti ») venneix) incendiate le maccliine da Vespasiano J) adoperate uell' asscdio di Jotapat e le piattofor- )) me che sostenevano gli arieti che Tito appostava » contro Gerusalemme. In seguito nelle guerre delle ^) crociale si parlo frequentemente di questo fuocoj )) e trovasi da Michaud ricordato che i crociati ri- » portarono gravissimi danni da qucsto nella presa » di Gerusalemme; il qual fuoco veniva dai Sara- it ccui , che 1' avcvano apparato dai greci dopo il » sccondo asscdio di Coslantinopoli, contro di essi » vcrsato o lauciato. ]\Ia nelle descrizioni di Mi- I) t^haud trovasi di frequente confuso colla nafta , » col bitumc, coll' olio; n^ si parla di esso in modo » particolarc, ma a quanto scmbra assai csagcrato, » che nclla crociata di S. Luigi , ovc Jonvillc te- It stimouio ocularc tic tlcscrive gli spateutosi cflV-tU, I) qiiando lanciato dalle macchinc deltc |>cti'iere in J) grossi massi spaitdcva fuoco e fianime con iscop" )) pio, illiiminando colla orribilc sua luce Ic tcnc- I) brc dclla notte. Dalle alti'c dcscrizioni poi di.que- )) sto fuoco ora lo si vede llquido bollcntc sui flutti n iicir assedio di Gostantinopoli, iatto dai vcnczia- * ni c rraticesi collcgati, era solido lauciato in massi » ncUo stesso assedio , pet 1' estinzionc del quale » nulla valeva 1' acqua, ma I'aceto, mcntre lagna-* I) vausi i crociati ncl prime assedio di Gerusalcm- » me di maucarc di questo mezzo per cstinguei-lo »< Da queste e da allre storiche autorita , muove la laduziouc dell' autorc chc materic liquide comLu- stlbili, come dive la nafta. il bitumc liquido, I'olio, cntrasscro nella composizionc del fuoco greco, alle quali allre materic tutto eminentemenle combusti-' bili dovcssero associarsi , bcnchi di queste non si conos<'ano clic lo zolfo, la rcsina cd il nilro, esscnda r alti-c chc per avvcntura enlravano a far parte del trcmcudo composto, avvolte nella oscurita delle de* scrizioni, o celale dalla gelosia di chi faceva uso di csso. A congetturare le quali fu mosso 1* autore da alcunc preliminari cspericnze csoguite in piil volte con miscugli variati di nafta, di zolfo, di tremen* tina e di nitro ; imperciocchc, trovato die 1' effctta di queste cspericnze corrispondcva alia propricta 84 attribuita dagli scrittori al fuoco greco di non essere estinguibile, anzi di accendersi maggiormente col- r acqua , gli fu forza indurre che altre sostanze dovessero far parte della sua composizione. Ma quali potcvano essere queste I'econdite sostanze? « I nic- » talli sommamente accensibili coU' acqua ( dice » I'autore ), come il potassio, il sodio ecc. ci cor- 55 sero al pensicro ; il miscuglio di questi somma- « mcnte divisi misti colle materie cai'boniose , che X non doveva essere ignoto agli antichi , ossia il 35 carburo di potassio, risultante dalla combustionc 55 del tartaro in vasi cbiusi, che essi sapevano prc- 55 parare coll' abbruciare la feccia del vino; alcune 55 leghe di questi metalli scoperte da Vauquelin , 55 studiate da Scrullas , ma prima indirettamente 5» conosciute da Geoffroy, ci si presentarono come 55 il proteo di queeto fuoco, la di cui natura in- 5) darno ci si voleva celare dalle sue oscure descri- » zioni e dalla gelosia di quci che 1' usarono. Sc 55 bene si esaminano i fondamenti delle nostre con- j» gcttui'e, troviamo che non potevano forse essere » ignote agli antichi alcune combinazioni" di essi , 51 avenli la propricta di ardere spontaneamente. Sc >» noi ci facciamo ad esaminare la storia di alcune 5» scoperte chimiche, troviamo le molte volte che 55 queste erano di gia state abbozzate, diro per espri- 55 mermi, dagli antichi. La scopcvta del processo 85 » (li Brunnor per ottoncre il potassio in via di de- n roinposizionc opera ta dalle mater ie cai'boniosc , j» ci-a gia stata notata da Bewley, clie lontano dalla » supposizione clic si dovcssc ad uii mctallo iso y> lato laic propricta, attribuiva a tutt' altrc cause » la spontanea accensione del suo piroforo. Cio vc- » niva pure conferniato da Schoclc, il quale pro- » vava clic scnza la prcsenza dcU' alcoli fisso nel- j> rallunie nou si ottcneva il piroforo di Hombcrg». Altre eonsidcrazioni lo recarono ad altra congettu- i-a, cioi cbe, oltre gli acccnuati metalli, alcuni liqui- di distillati e assai infiammabili faccssci-o anch' essi parte deir arcano coraposto. » Imperciocdie, come » cgli dice, composti gli olii. Ic rcsine, la nafta, i M liqiiori rcsinosi distillati di ossigene, carbonio ed » idrogene, quando vcngono assai riscaldati si de» « compongono e si acccndono; il carbonio somma- >» nicntc diviso e nascente s' irapossessa dell* ossige- y* jie dell'acqua, la dccompone c s'infiamma, I'idro- » gene di cssa c quello del composto olcoso si uni- j) scono al carbonio, c si formano dei gas idi*ogeni » carburati clie aunienlauo in modo straordinario « r infiammazione ». Al qual avgomcuto tralto dalla scienza aggiungendo gli slorici , cgli osserva avcrsi da Micliaud cbe 1' olio acceso era uno degli dementi combustibili usati nell' arte della guerra; trovarsi ncU'Alcssiade di Anna Comncna esprcssioni che Jaimo a credere chc una sostanza stillata ( pro* babilmentc la nafta e la trcmentina ) faccsse parte (Icl fuoco greco liquido; sapersi che gli cgiziani, te- nuti per inventori del fiioco in discorso , gouoscC' vano i liquori otteiiuti merce una operazione ana- loga alia distillaziouc dellc resine e dei legni i'esi-» nosi, e che Callinico di Eliopoli, dal quale si ticnc essere stata la composizione di quel combustibilc insegnata ai gi'eci, conosceva le arti degli egiziani; i gorghi di fuoco greco bollente sui flutti nell'a.s-- sedio di Costantinopoli fatto dai vcneziani e dai francesj potersi credere composti dei liquidi , cioti I'olio e la nafta c dei liquori resinosi uniti alle sostanzc solide preacceunate; il fuoco gi'cco che sjiontaneamcnte si accese quando quel saraceno di cui parla Gautieri di Vinisauf ( Itinerario di Ric- cardo d' Inghilterra ) caddc da cavallo a niuna altra sostanza dovere avvicinarsi che ad un pircforo al quale sarebbesi unito del nitro per determinare I'accensionc cd una dcflagrazione; I'uso che niollo esteso facevano gli antichi dell' allume, mostrare ch' essi conosccvano molte dellc sue proprieta , c quindi non essere improbabile che indirettamente colVallume lUjcccifi potessero preparare alcuni com- posti piijoforici od analoghi, spontaneamente accen- sibili air aria , o chc misti colle materie oleosa e bituminose riscaldate c boUenti ardessero con ter« 87 ilhilc Tiolcttza. Pcvsuaso poi chc .illo sol<> matc- ric olfioso c. bifumluosc infiamniabili cA ai compos ti pirot'orici spctli la pi-opricla «li arJcro suU' acqua c di maggiormcnte accendcrsi col mc/zo di essji , rhc lo matcrie solidc agglunlc , il nitro , lo zolfo, non abhiano alcana influenza sugli cffctti del fiioco greco sull'acqiia, ma bcnsi agiscano a secco scnza il concorso di essa, c chc alle matcrie piroforichc mistc colla nafla c con altri liquori bituminosi bollcnti appartenga la proprieta di sostcneme I'ac- censione coll' aggiunta deH'acqiia, c fors'anchc di accresccrla , da cio argomcnta chc il fuoco gi*cco dovcssc essere di due specie, liquido c solido: liqui- do quando lo si vcrsava dall' alto dellc mura asse- diate, o lo si lanciava in brulotti , in palle che piovcano fuoco, o se nc imbevcvano Ic punte dellc frcccie, cbc acccsc si lanciavano contro il nemico, o lo si lasciava cadere sull' acqua ovc fosscro navigli o maccbinc da gucrra: solido quando s«'rvir doveva a propagare 1' inccndio o immcdialamonte o colla massima celerita; ed allora non doveva contencre fi-a i suoi ingrcdienti matcrie liquidc oleose. Tali furono Ic dcduzioni dcU' autore rispctto agli ingrc- dienti dclla composizione del fuoco grcco. Passando quindi a riscontrare qucstc dcduzioni col mezzo dcllc csj>cricnzc, la prima sua ojjcrazionc fu di com- porrc in diverse proporzioni c cimcntare dci miscu- 88 gli Ji tuttc le in^if^ate sostanze. Un miscuglio composto di una parte di tartaro rosso carboniz- i^ato collo zolfo in vasi chiusi , d' una di tremen- tina ed una di nitro con due di nafta , acceso c sparso per terra e sui legni ardeva cou forza, ma r acqua lo estingueva. Altro miscuglio di una parte di tartaro carbonizzato, una di zolfo, tre di nitro, due di trementina c tre di nafta, acceso e versato suir acqua ardeva con fragore per alcuni istanti; ma lo materie solide calavano a fondo, ed abbru- ciata la parte liquida, si estingueva da s6 stessa. Gettato per terra non si estingueva coll' acqua se ne veniva soltanto spruzzato ; ma so 1' acqua era adoperata in quantita, si ammorzava prontamente. Prese egli allora della lega antimoniale di potassio preparato col processo di Serullas , trituro finissi- ma una parte di essa con una e mezza di nafta , c aggiunse due parti di nitro ed una di zolfo. In^- zupp6 quindi nel miscuglio della stoppa, ed acce- sala, essa brucio con violenza; 1' acqua gettatavi so- pra r ammorzava, bencbe la superficie ardesse fin- cli6 durava il liquido, mentre le sostanze polverose cadevanQ a foudo, e si spcgnevano con forte sci-O'- 8cio. A questo miscuglio aggiunse quindi del po^- tassio, che trituro colle materie solide e colla nafta, Appiccatovi il fuoco , il nuovo miscuglio si accesc Goa violenza; ardeva sulla superficie dell' acqua; 89 ma gli effetti dcllc malcric solidc che caJevano a foiiJo diiraule 1' azionc riJucevansi ad uuo schio- pcttio iuterrotto chr pniduceasi con rumorc sot- t' acqua con iscoppio in scintille dellc molccolc del potassio alia superficic di cssa. Da questi fatti rac- coglicndo 1' autore essere al solo bitumc liquido dovuta la propi'ieta di ardere sail' acqua; ma quella di non estingucrsi e di accendcrsi invece maggior- nicutc coir acqua che vien attribuita al fuoco greco non appai'lcncre csclusivamente alia nafta, aggiunse ai prcdctli miscugli dell' olio dci semi di lino c del- r olio di trementina empireumatico nero; riscaldo fortemente dapprima 1' olio di lino misto collo zolfo e col nitro , aggiunse quindi 1' olio di tre- mentina c la nafta, e appiccato il fuoco alia nuo- va preparazionc , tciTibilo fu 1' effctto. Verso la mescolanza cosi accesa da un largo tubo di ferro, e lo fecc cadere sull'acqua, il che diede alia fiam- ma maggior energia : i gruppi di liquido fuoco cbc cadevano dal tubo si spandevano con fragore e stre- pito suir acqua, la fianima s' innalzava c appicca- vasi ai Icgni che le si avvicinavano: fatto cadere il misciiglio acceso e bollente sopra fasci di legne, gli ardcva suU' istaulc. Da tutti questi espei'imen- ti deduce 1' autore che nella mescolanza dell' olio colla nafta e coi liquori resinosi distillati potcs- sc consistcrc il tipo dcUa composizionc del fuoco go greco, e chc aggiungcndosi a qucstc sostanze lo zolfo C(l il nitro, si aumentino bensi Ic proprieta combustibili di esso, ma non s' influisca per nulla sulla proprieta che gli viene comunemente attribui- ta di ardere sull' acqua e di non estingucrsi che con difficolta. Ma questi esperimenti non prcstando che pochissimo sostcgno alia congettura che la rom- binazionc dei metalli accensibili neU'acqua facesscro parte della investigata composizione , egli esegui nuovc esperienze e col piroforo di Hombcrg c col carburo di potassio, si per conoscerc se la prescnza di questi compost i influiva sulle qualita del fuoco greco , SI per imitarc la sua spontanea accensionc. Due parti di nitro purissimo, due o di carburo di potassio o di piroforo indiffcrentcmentc, una di zolfo, due di olio di trementina nero, tre di nafta c quattro di olio di lino ei*a il miscuglio adope- rato. Veniva dapprima scaldato oltre la bollitura Tolio misto col nitro, col piroforo e collo zolfo; ritirato il raso dal fuoco, vi si vcrsava in aggiunta il miscuglio di nafta ed olio di trementina , c Ti veniva appiccato il fuoco in sull' istante. Sorgeva iin'altissima fiamma tutta scinlillautc clie gcttava spruzzi infuocati; se si versava nel miscuglio dcl- r acqua, la fiamma aumentava in manicra straor- dinaria e spaventosa , gli spruzzi d' ardcnte materia spargcansi all' intoruo c si correano gravissimi ri- 91 •clii. Vcrsat.1 lii moscnlanzfi cosi accosa sull'arqua, I'cffctlo era sorpn-ndcntf; 1« fiammc si spargcvauo sulla sua supcificic; il fraj^orc c \c sciiilillc si suc- cedevano in ogni la to; gnltato sullc legnc, Ic al>- bruciava, nii 1' aoqua valcva ad ainmorzarle sc non. nei luoghi ovo non crnnn tocclu; daU'ardcnlc mc- scolanza; dov'crano tocchc si cstingucva coll'acqua ll fuoco apprcso qiiando la nialuria era consunta; dovQ la materia era versata in niaggior copia c do- ve rimanova pin viscida e densa, il fiioco piii du- rava. Qiiando la mescolanza era gettata per terra non si eslingucva eon poca arqua, ma convcniva adopcrarue in assai grandc quantita. L' aceto non estingueva il fuoco sc non adoperato in molta copia; lo stesso dicasi dell' orina; il fango riu- seiva assai meglio. Questi ultimi effetti ottcnuti In sussidio delle precedent! csperienxc valsero per r autore ad avvalorare Ic sue congetture di so- ]>i'a esposte rispctto agli ingrcdienti dclla conipo- sizione del I'uoco greco. Non ommetlercmo la osscr- vazionc da lui soggiunta chc se 1' acqua adoperala in modica quantita 1' aumenta, 6 pcrchi essa in tal caso si decompone, c chc non rcsta clic se 1' acqua ne' casi in rui si sara usata sara stata moltissima, c8sa [non 1' aV-bia potuto estinguere. « Lc nostre » csperieyze (egli dice) si ridussero ad usarc pocbe » libbrc di niatrriali , per cui forse gli cffetli sa« 9* » rebLcro stati maggiori usandone gi-andi quantita. » Quando a torrcuti versavasi dalle caldaje cosi ») acceso sui vascelli o sulle maccliinc poste sotto » alle muraglic, com' era possibile di prontamente ») estingucrlo, giacchc vi volevano persone espressa- » mente disposte ad impedirne gli effetti intanto » die i soldati combattevano gli inimici))? Per ul- timo riferiremo le seguenti sue avvertenze circa le norme da seguirsi ncl preparare i diversi miscugli della materia incendiaria. « La preparazione del i» piroforo e del carburo di potassio e il loro mi- » scuglio col nitro osigono alcune particolari av- » verteiize. Importa assaissimo cbe le sostanze polve- » rosesieno sottilissime. Per polverizzarc il piroforo » ed il carburo di potassio, accio non si accendano » in questa opcrazione conven-a cbe non sia del » tutto compita la carbon izzazione di qucsti ; per » cui aseiugato il miscuglio di allume e di zuccbero » o miele e mezzo carbonizzalo, si lasciei-a i-affred- » dare, e quindi si ridui-ra in sottilissima polvere, » come si pratica per gli ingredienti della polvere, » da cannone, e cosi si fara pel carburo di potas- » sio. Quando il tai'taro nel vaso cbiuso mediocre- )> mente scaldato a rosso oscuro non tramanda cbe 9 poco fumo, allora si lascia raffreddare e si pol- » verizza coUe stesse cautelc, e quindi tanto il pi- » roforo coir allume preparalo cd il carburo di po- 9^ » tassio si faranjio arroventarc nel matvarcio sino I) ache la loro preparazione e compita; il chc si u riconosce dagli ordinari scgnali. 11 nitro vorra » cssci'c purissimo c pcrfettamcntc sccco, come pure » purissimo ed asciutto dovra esscre lo zolfo. La 11 mescolanza di cpiesti col piroforo dovra effettuarsi » in vasi chiusi. Acci(!) il piroforo non si acccnda » converra chc il vaso in cui si fa la mescolanza 1) col nitro abbia un collo assai lungo, onde cosi » toglicrvi il contatto dell' aria. Introdotta in esso » la uecessaria quantita di piroforo o di carburo 1) di potassio cclcremeutc, acci6 non s'infiammi, si 1) scaldera per qualche tempo, e si lascerra affred- )) dare per scacciarne I'aria, ed introdottavi la sec- » chissima c sottilissima miscela di nitro e di zolfo )) si agitcrii lungamente il matraccio e si mettcra il » miscuglio ncU'olio di lino prima di scaldai'lo, agi- » tando dui-ante la bollitura il tutto c vi si unira la » naftac I'olio di trementina prima di accenderlo. o » si conservera il miscuglio di piroforo e nitro nello » ste^so vaso ben turato quando si voglia iraitait: » la secca mistura del fuoco greco. Un miscuglio w di tre parti di pii-oforo, due di nitro c mezza di )i zolfo appena scute 1' azione dell' aria si accende » e deflagra con vivacita ». Alia chimica riferiremo altrcsi 1r mcmoria dcl- I'abalc profcssorc Francesco Zantcdcschi suU'clct- 94 trotipismo appUcato alle arti utili e belle, benchc in parte spettante anche alia (isica e alia tccnolo- gia. L' elettrolipismo, o galvanolipia clic dire si vo- glia, quell'arte maravigliosa che merci una fusione cliimica a fi'cdtlo prodotta dalla correntc vollaica ottiene tipi di lame d' ogni guisa , nata di fresco in Pietroburgo per opera del celebre Jacopi, fu con tale ardorc propagata dai fisici in Europa , che , siccorae dice 1' autore della memoria, « i per inra- » dere i dominj di quci celebrati metodi che Ic » belle arti posseggono nei getti e nelle calcogra- » fie ». Cultore operosissimo degli elettrici studi, il signer Zantedeschi suU' esempio del Marianiiii , del Politi, del Circlli, del Gozzi, die primi in Italia applicai'onsi alia pi'ova del nuovo protcsso, voile esso pure occuparsenc; come fece con lunghi c r»;lici tcntativi e cimenti, la cui relazione forma il sog- getto del presentc suo scritto. A due mire fonda- mentali dircsse I'autorc questi suoi sperimonti, I'una tecnica, spettante alle condizioni necessarie ad otte- nci'e i migliori tipi galvanici, I'altra teoretica, di- rctta a chiarire se 1' arte galvanotipica abbia con- tribuito al progresso dclla tcoria elcttro - chimica. In due parti e percio distinta la memoria, la pri- ma delle quali divisa le condi/ioni cosi dell'appa- rato galvano-plastico come della forma c modello pei tipi elettrici piii acconcie all' iu ten to, la seconda 95 conticue i fatti sperimentali rel.itivi al proposto qucsito. L'apparato galvano-plastico puo cssere com- posto, o semplice; ii composto allorclic rdcUrorao- torc 6 separate dalla forma o modello per cui si vuolc otlenere la lamina galvanica; semplice allor- quando non v'e apposto elcttromotorc, ma la for- ma stessa fa uffioio di elemento eletlro-ncgativo, o di anode, e lo zinco di elemento elettro-positivo, o di catodo, secondo il linguaggio di Faraday. Aven- do Tautore provato Tunc c I'altro, dalla seric dci suoi sperimcnti 6 condotto a concludcre : i.° che l'apparato con elettromotore elementare 6 prefcri- bile air apparato con elettromotore a piii elemeuti o coppie : u.° clie 1' apparato semplice sembi'a mc- ritarc la prcferenza in confronto dclTapparato com- posto con elettromotore elementare. Avverte periS che l'apparato galvano-plastico semplice di cui egli I fece uso ha Telcmento elettro-positivo immcrso nel- I Vacqua acidulata e I'clettro negativo, o la forma, I immcrso nella dissoluzione di solfato di ramc, i I quali due liquidi sono contcnuti in vasi concentrici il cui interno in luogo di fondo ha una memhrana che tiene separati essi liquidi come si pratica ne- gli elettromotori a forza costante. Avcndo cgli poi I in questa guisa di apparato galvanico analizzato r ampiczza della lamina di zinco in confronto alia grandczza della forma, il grado di acidulazionc del- 96 I'acqua e della saturazione della dlssoluzione del solfato di rame, la natura del diaframma e la di- stanza dei due elemcnti, ossia del catodo c dell'ano- do, fra loro, dalle sue esperienze raccoglie che 1' am- piczza della lamina di zinco da prefcrirsi t!; quella che uguaglia la grandezza della superficie della for- ma o del modello, bastando che ne sia coperta o a contatto dell'acqua acidula la sola superGcie che guarda la forma, c tenuta ben netta, mentre e bene che Taltra sia coperta da un mastice; perch^ in tal modo si ha un utile risparmio dello zinco, o di altro metallo che vogliasi usare; che il grado piu conveniente dell'acidulazione deU'acqua ^ quello in cui essa rimane perfettamente limpida e attraverso alia sua sostanza si osserva una moltitudine di re- golarissimi e minutissimi filetti, i quali partono da tutti i punti della superficie dello zinco ed altro non sono che piccolissime gallozzole di idrogene; che alia migliore riuscita de' rami galvanici si ri- cerca una dissoluzione di solfato di rame satura limpidissima, d'un bell'azzurro, la quale si mantiene in tale stato procurando che in sacchctti di tela ben rada immersi nel bagno si trovi costantemente buona copia di seel to e netto solfato di rame; che il diaframma da pi-escegliersi sembra esser quello formato di membrane animali, come dire vesciche o pcrgamcna; che per quauto spclta alia distanza, ^1 basin (Ik; lo zliico iiou tocclii la mcmbrana c clic la forma sia copcrta dclla dissoluzionc del solfato di rame; chc noii c ncccssario die relcmcnto clot-* Iroinolorc sia di ziuco, prcstaudosi un niclallo qua-' lunqiie die a coatatto ddl'acqua acudulata abhla un'azlonc diimica e noil avendo 1' autoi'c dato la prefcrcnza agli dementi di zirico se iioii pcvdic rjiic- stl, ovc sicno amalgamali, ricscono inigliori per la loro fbrza costanlc in tiilti i piiuti dclla supcrficic c per la facilita e prontezza con cui piionuo pii* lirsi medianlc una sj)azzctla o scopclta scnza Liso-* gno di smontare I'apparato. E ciu qiianto all' or- digno galvano-plastico. Rispetto alia forma, due ri-' ccrchc naturalmcutc si presontauo, tioe da quali forme si possauo avcre I migliori lipi, e da qilali forme riesca piii agevolc il distacco dclla lamina galvanntipica. Lc forme trovate daU'autore piu ac-" concie alio scopo espresso ncUa prima ricerca fu-" rono lc mcUilliclic. da lui ottenutc in due modi , cioc col punzonc , lavorando a colpo secco sopra laminc di piombo, e col clichet, impiegando per ri-- Cavar questo dagli originali in mctallo, in legno. iu vclro o in qualuncpic allra materia rcsistentc, Una lega forniata di 20 parti di antimonio e 8o di piom-' bo c pei lavori piii dclicati una di bismuto e di j)iombo a parti cguall ed anco una forraata di 8 parti di bismuto, 3 di piombo c 3 di stagno, c pci* 7 98 ricavarlo dagli originali in materic fragili, conic gesso, zolfo, pastiglie, usanclo il nolo metodo a stof- fa. Ai tipi galvanici ottcnuti tlall'autore colle forme metalliche , non possouo per verun modo stare a confronto quelli ch' ei ricavo da forme di gesso , di zolfo, di cera plastica e di steariua, la cui su- perficie fu da lui metallizzata con foglie d'oro e di argento, con.grafite o piombagginc, con processi chi- mici, ma sempre ritraendone dci tipi piu o meno imperfetti c talvolta nou ottcneiidone effetto di sor- ta. Per quanto spctta alia seconda riccrca, cioe qual sia la condizione dclla forma piii acconcia al di- stacco dclla lamina galvanica, osserva in generale I'autorc non essergli I'opcrazione riuscita difficile usando delle forme di piombo e delle leghe sopra descrittc, anzi essergli parso clie dalla lega delta di Arcct il distacco avvcnisse c piu pronto e piu netto. Egli spcrimcntu pure con eguale succcsso, cccctto iin caso spccialc , le lamine di rame inargentate, dalle quali trassc piastre elctlrichc ad uso di inci- sioui a bulino, di tipi daglicrriani, e dci disegui j>cr tranie in appresso lamine incise galvanicamcute. Disponendo clie di anodo, o di forma, tenesse luogo xin;i lastra di rame, gli riusci pronto il distacco , coprcndo con una piuma Icggcrmeute la lamina di Tin vcio di una dissoluzionc di zolfuro di potassio che si usa nell' iuverniciai'c Ic medaglie. Egli pre- 90 mcttc pert) I'avvcrtcnza die il fOvcscio e il contofuo del modcllo mctallico debbauo csscre ben coperti e spalmati di una sostanza coibentc, perdie il ramd non si deposit! chc sopra una delle superfieie del modelloj allrimenti lo verrcbbe a coprire e serrare per ogni dove in maniera che riuscircbbe del tutto impossibile estrarnc la forma. Avvcrte altresi che ove un rilievo fosse assai forle, c bene riscaldare la forma, perche la dilatazione dei due mctalli essendo ineguale, le parti si disposlano le une dalle altre, ed e sempre ben fat to, perche non avvcnga alcuii guasto, che il picno distacco alia periferia si faccia col taglientc di una spatola di legno o di osso, chc non stria menomamenle le superfieie dei metalli. Tali furono i risultati degli esperimenti dell'autore intonio alle due proposte rieerche: ai quali aggiun-* gendo le applicazioni da lui fatte delVarle galvano- tipica, cgli ne ragguaglia aver tratto copie di me-' aaglie e di bassi rilievi sino alia dimensione di 20 centimetri e piu di diametro, avuto lamina di tale! levigatezza e pulitezza che poteano gareggiare colle cilindrale le piu perfeltc e sostituirsi inargcntate a quelle che vengono d' oltremonti, ottenuto rami tipografici da potersi a suo parere utilmente sosti-* tuire alle comuni vignette in piombo, avuto da for-* nie cilindriche in piombo, tubi e paveti ben rcsi-' slcnti c senza saldatura o commcttitura di sorla, e fogliami, pampini, viticci c simili protluzioni or- namentali che puonno stare a confronto coi getti della maggior perfezione, riprodotte incisioni in rame colla piu perfetta corrispondenza del rame galvanico al rame originario , ottenuto delle lami- ne galvaniche incise, traendole da semplici disegni. Unisce poi come saggi delle sne applicazioni quat- tro stampe clettrotipiche, rappresentanti la prima un san Francesco riprodotto da un rame, la seconda il palazzo Ducalc in Venczia, riprodotto da una stampa, la tcrza un' Assunta di Tiziano c una de- posizione di Cristo ncl Scpolcro del Montegna, ri- prodotto da disegni. I fatti spcrimoutali relativi al fjucsito se r arte galvanotipica abbia contribuito al progresso della teoria clettrochimica c a fornire per essa novcUe prove, sono quest' essi raccolti dal- I'autorc nella seconda parte della mcmoria, cb'egli riferisce siccome dimostranti che la chimica e I'clet- tricita sono sti-ettamcntc fra loro legate, e clie noi ripctiamo colle sue proprie parole « i." Senza cor- » rente elcttrira io nou eblii nc decomposizione » del solfato tli deutossido di rame, ne trasporto »^ del mctallo sulla forma o modello, che e costi- » tuito di una delle anzrtlettc leglie. Queste cspc- » ricnze furono eseguite a cii-cuito aperto, com' e » evidente. II trasporto adunquc della materia pon- » dcrabilc nolle corrcnti clcltriclic non vuole csscrc lOI » roiifiiso collo ((nuuiii prccipltazioui. 2.^ Ad una » correntc elellrica dcbolissima s' accompagna co- » stantcnicntc una dcbolc dccomposizionc del dcu- )) lossido del s'jlfalo di rarac, c il ranic alio stato )) di dculDssido in piccola copia si trasporia sulla » forma, presenlando 1' aspclto di una uuiforme » rossastra vornice. 'i.° Rinvigorlta la currcntc clet- » trica, il ranic deposilato sulla forma si disossida, » c prcndo una bclla linta rosso-argcntina. lo mi » sono pill voile assicurato clie aU'ossidazionc dello » zinco corrispondcun appannamento rossigno sulla )) lamina galvanica, il quale tosto dispare, c diviene » cristallino lueenle ovc si nctti la lastra di zinco. » Cosi parimcnti io vidi clie durante ropcrazionc, )) ai bordi della lamina galvanica corrispondenti » a quelli della lastia di zinco apparc lo splen- » doi'c cristallino piu vivo clie ncl mezzo, il quale » talora c appannato, e spesso rifle Ltc la luce con » minor intensila. /^.^ II rosso argentino del rame » trasportato sulla forma ritorua al rosso cupo pel » nuovo inficvolimento della correntc elettrica; per » cui pare chc gli atoiiii dell* ossigcno sieno legati )) a quelli del rame con una forza maggiore di )) qucUa clie Icga al mctallo le molecolc deiracido )» solforieo. 5.^ Disposto Tapparato galvanoplastico 1) in modo clic una parte sola del diaframma avcssc » ad csserc baguala dal sottoposlo liquido, the o )) d'acqua acidulata, la porzione di lamina galva-t u nica corrispondente al tratto del diaframma ba- » gnato dal liquido fu di mi rosso argentino e beu 1) crjstallizzato, meiitre il restaute si fu di uu rosso » cupo e di una tessitura imperfetta ed irregolarej » anzi il rame alia superficie vi era disseminato )) ill piccoli globetti che con lieve fatica si potca- » no coll'unghia distaccare. Scmbra da questo che » alia formazione di un perfetto aggregate corri-» » sponder debba una corrente elettrica di un dato )) grado. Essa adunque ora opera come foraa divel-> » lente e ad oi-a come forza aggregante, come 6 )) manifesto ai chimici ed ai fisici per altri espe-» » rimenti. 6.** Con una corrente elettrica assai ra« » pida la lamina galvanica riesce irregolare, ossia » d' una tessitura globiforme, e prescnta dci feno* i) meni analoghi a quelli che offre una cristalliz- » zazione imperfetta per mancanza di tempo. 7.° Da p una corrente elettrica uniforme, che dal galvano-p >) metro semplice annesso all'apparato galvanopla-* p stico era segnata da 12.°: dell'antica divisione D ebbi lamine galvaniche al tutto regolari e di una » tessitura omogenea , che superavano per questo » carattere le migliori che ci vengono d'Lighilterra, » L'ampiezza della lastra di zinco era del diametro » di 10 centimetri j quclla della forma di 6; la « distanza intei'cetta fra lo zinco e la forma era io3 T) di y ccntimetri c tulta la lunghezza del filo di » ottonc formantc il circuito di 4^3 cciilimetri; I'ago » del galvanomcti'O era lungo o,o4.'> c distante dal » filo oerstcdiano di uu ceutiinetro 8.^ Allorelie » r apparato galvanoplaslico scmplice tiene nella » stcssa dissoluzioiic del solfato di raiiie la forma » c la piaslrclla di zinco, il trasporto del ramc in » parte ha luogo sulla forma alio stalo di aggre- p gato c in parte suU'ossido di zinco, a modo di ») precipitato polvenxltTito. 9." Nell' apparato galva- » noplastico semplice a diaframnia collo zinco im- 1) merso nell'acqua acidulata a contatto e vicinis- ») simo, il ramc in parte si trasporta sulla forma, » e in parte attraversa i pori del diaframma, esten- » dendosi da ambe le superficie del diaframma, chc » c di pergamcna, a modo di crosta o di lamina, co- » me un chiodo da arabc le parti ribadito. i o." Com- » piuto il circolo con due liquidi etcrogcnci scpa- » rati fra di loro dal diaframma c con uu arco * metallico omogeneo , cioe colla dissoluzione del )) solfato di dcutossido di rame, con acqua acidu- » lata c colla forma cd una appendicc dclla stcssa » Icga, ha luogo una debolissima dccomposizione » ed un Icggero trasporto del ramc sul modcllo. » Questo fatto comprova chc Tazionc chimica pro- » dotta dalla corrcntc clcltrica sviluppala dalla rea- » ziouc dci due liquid! c iucomparabilmcnte lui- »q4 1) nore di quella clie ha luogo dalla corrcnte risve>. » gliata (lalla reazione del solido e del liquido ; » quindi appare clie oosa si dcbba couchiudere » iutorno a quella questione clxe divide le nienti » di Jacobi e di Becquerel sull'azione delle pile a u lamina di platino con liquidi etcrogeuei separate » da quelle di rame con diaframmi porosi. i i.'^Ho » Gostantemente verificato che la quantila della dis- )) soluzione del solfato di rame in ogni operazione » si accrescc. L'acqua acidulata attraversa i pori u della membrana, sebbene abbia un livello infe-- » riorc a quello della dissoluzione, p. c., di quattro » a cinque centimelri e piu. In un esperimento I) eh' io feci per cinque giorni la dissoluzione, che u era di i3 pinte, la ritrovai di i6. In tutto qlie- u sto intervallo delle sei libbre piccole di solfato > di dcutossido di rame clie aggiunsi , quattro se » n* erano discolti, e il I'amc clettrico che ne ri- » trassi fu del peso di una libbra piccola; per cui U la dissoluzione crebbe di libbre trc di deutossido » del solfato di rame; ora con apposita sperienza » conobbi che per questa aggiunta la misura della » dissoluzione non avrcbbe dovuto crescere neppure » di un nono. La direzione della cori-ente elettrica » concorre ad accrescere o a diminuire questa quan- » tita. Essa concorre ad accrescerla allorche si dif » rige dair acqua acidula ta alia dissoluzioije, q di-^ io5 t) minuisce allorrlir la si dirigc tlalla dissoluzionc >i del JcutossiJo del solfatodi ramcaH'aajua acidu- M lata. Qucste espcricnzc furono ripctutc piix volte. )) 12." Data una forma cguale alia piastrella di zinco e i> collocata in vase diffoi-mc, che avcva il diaframma H minore in diamctro dell' una c dell' altra, la la- » mina galvanica iicl mezzo s* ingrossu di piu clie » alia periferia. Sembra potersi conehiudei'c che la » maggior dccomposizione del sale e il traspovto del )) rame si faccia in linec pcrpendicolari all' anodo I) 0 al calodo. II qual fatto consuona col modo di »i propagarsi dell' elettrico comunemente ammesso » dai fisici. 1 3. " Spalmata di rei'a la lamina di » zinco in ambcdue le sue supcrficie, ad eccezione 1) dci bordi, il rame galvanico a circostanze cguali » s'ingrossa piii difficilmente. Con una lastra di » zinco di lo centimolri coperta di ccra, Iranue i> il contorno, abbisognai di un tempo pi-essocbe 1) doppio per avere lo stesso effetto die avea con- 1) .seguito colla stessa lastra di zinco inticramente » scoperta c eolla stcs.sa forma di 6 centimetri. La » dottrina dci pcrimetri dell' illiistre Dal Negro, 1) the si sosLiene nei fenomcni di contlitto elcttro- » magnetico, noii regge alia prova dei fatti elcttro- u chimici, i quali pare si govern ino cou Icggi loro » proprie v di.stinte. i4'^La lamina galvanica riesco u in ogni sua parte ad ccccziouc del contorno, clio io6 » ^ d'una crudezza non comunc. e prcsenta una » specie d'agglomerazionc, la quale ^ tan to maggiore tt quanto 1' anodo e minore del catodo. Pare clie il »> fenomeno derivi dalle azioni lateral!. Con un » rSalzo infatti di cera di due centimetri disposto » ad angolo retto alia forma, pressoche interamente » si toglie. 1 5.° Nei rami elettrici tratti da dise- » gni fatti con inchiostro coibente la crudezza del » rame nell' intemo dclla piastra si manifcsta ai i> tratti corrispondenti alle incisioni; perche ivi il » congiungimento delle parti non puo eseguirsi che » per r addizione laterale delle molerole, il disegno » di sua natura coibente non pci-mcttcndo la so- » vrapposizione delle particclle del i-ame. Ed e per » cjuesta cagione chc all'incavo del diritto rispondc » r incavo del rovescio. Qaesti rami se sono ben » grossi, o rinforzati con una conlrolamina, sotto » la pressione del cilindro si rompouo, come mi » accadde in due delle prime incisioni clie ottenni » con questo metodo ». Se ad altri rami dclla scicnza spetta in parte qucsta memoria, alia sola chimica interamente ap- partengono Ic due seguenti. E locubrazione la pri- ma del socio attivo e censore dottor Slcfano Gran- doni, e tratta di alcuni composti intimi, messi al cimento delle chimiclie forze. Jodio e mercurio, una concrczione salivale cd una lega me tallica furono 10^ i composli sill quali 1* aulorc cspcrimcnto la virtu dcgli agcnti chimici ncl inodo c coi risultati che uoi siamo per rifcrire, scgucndo Ic traccic dcUa sua descrizione. o piuttosto rifci'cndo le sue stcsse pa- rolo — Jodio e mercurio — « Circa all'esperienza » cli' io feci ( cosi I'autore ) cou questi due corpi, )» c della quale ora rondo conto con qualche osscr- » vazione , a mc non si ricorda d' aver mai Ictta » nci libri di cliimica alcuna cosa , nii di averne » udito dir pai'ola da' miei colleghi che di siffatte » spcculazioui si dilettano — Avvisomi percio, met- )i tcndolc a luce, mcrilare in qualche mode dalla » scicnza, e dare un saggio di quali sieno Ic mie » applicazioni e faticlie. Sfrcgando gentilmentc den- » tro un mortajo di cristallo dosi eguali di mer- » curio c di jodio, avviene, scorsi alcuni istanti, che » il mescuglio infiammi con un legger rumore , >) esalando ad un tempo un vapor rosso gialligno u ed un odore di jodio. Talvolta accade pure che H al momcuto in cui i due corpi elcmentari, occu- » pati da elcttricita contrarie, stringousi insiemc, 1) alcuna porzioncella della sortita comhinazione sia )) lanciata fuori dal mortajo, ed altra riesca suUe 1) pareti di questo in figura d' un pulviscolo di » color di zolfo. Dopo ci6 il mercurio e il jodio )i non si sccrnono piii. Tutte le specifiche qualita ») lore sono ascosc uel composto uovello, die e ia io8 » forma Ji una raassa Jura di aspelto mclallico, » cui il color rosso di cmatitc pare tutta tenere I) dope r apparizione di screziature gialligne e vcr- » digne chc spariscono al venire il compos to fuso » alia temperatura dell' ambiente ed al cessarc I'oscil- » lazione delle molecole. Fatto in polvere, piglia » un color bruno porpora, somigliante a qricllo del )) Iri-joduro di mercurio, e mostra di unirsi al va- w pore acquoso dell' aria. Frammisto all'joduro po- » lassicOj tingesi di color verde-giallo chc indi sva- » niscc per la piu parte, e qnanto rimane indietro a e mercurio estremamente diviso. Qucste rcazioni » non si riscontrano appieno con quelle chc danno )) il joduro ed il bi-joduro di mercurio. Infusovi » sopra deir alcool del p. s. di o,83o questo si » tinge tosto di un bel verdiguo, chc si muore ap- » prcsso ncl color giallo roseo. Scaldato dcnlro un » cannellino di vctro chiuso dall' uno dc'suoi capi, » si fa il suo colore alquauto piu vivo ; indi iii- » gialla, fonde e vassi in fuoco; ma al freddarsi » dello strumento toi'ua parte al color giallo e 1) parte al vermiglio: ove pcro Ic porzioui gialle » sieno sfregate, riescono pur esse al color vermiglio. » L' acqua stillata non vi fa chc un Icgger effetto, V accennato dall' idrosolfato ammoniaco. Sparsaue » qualche porzione per una lamina di fcrro, si » scompouc iu mercurio c jodio: ma questo si uni- I Of J » sec al fcvro nrllo stcsso istanto rlic aLbaiiJoiia )» il mcrcurio , formando uu proto-jodui-o cli fcno » chc appaviscc in flgura di goccie. II proto-joduro 1) cd il bi-joduro di mercurio fanno lo stcsso gioco » con cjucsto mctallo. colla diffcrcnza che ncssuna « alterazione avvicne nel colore di questi ultimi » durante il contatto lore col ferro, mcntre il no- N vello composto si fa giallo dalla parte die tocca n r anzidctto mctallo. Chi , strano alia dottrina » deir isomeria c dell' isomcrfismo , clic tanta luce » pose nella filosofia della scienza cliimica, volcsse » ragionare sulle bizzarrle dci colori clic spunta- >i rono all'unirsi insieme del mcrcurio e dell' jodio, » per cavarnc la natura e le pi'opoi-zioni della » combinazione , nou riescircbbe certo alia faccia » del vcro. Ma obi, poste da banda Ic apparenzc, » camminasse la via deU'esperienza, non v'ha dub- » bio si condurrcbbe a tan to. E cjucsto ultimo mo- » do, tutto conforme a scienza, io tcnni ncl co- » nosccre la combinazione nata fra le vicendc chi- li miche de' due corpi memorati. E prima tritai in » polvere il composto , clie prcse pcrcio il color » bruno porpora anzi acccnnato. Perchc poi si ap- » palcsasse la sua piu coperta natura. ne mi.schiai » una pnr/.ione all'alcool, col quale per lo spazio « di un quarto d'ora lo andai diguazzando: allora » vcrsai in un fcllro la mistura c raccolsi il li- / » quore. 11 quale era di color paglierino e mostrava )) tenere alquanto della natura alcalina esplorata » colla carta rossa di tornasole. Sfumato all' aria » aperta, mi di(i un residue di un vago color di » cinabi'O e dotata delle scgucuti proprieta — Scal- » dato dcntro un cannellino chiuso dall' uno dei » suoi capi, fuse, ed appresso fecesi in vapori che » si condensarono sulla parete si in pagliette che in V forma d'una polvere gialla clie al freddarsi del » tubo si muto in vermiglio insieme colic pagliet- » tc. Seomparve nell' acido cloro idrico, ncll'joduro » potassico c nel cloruro jodico. Da qucsti effetti » ragionai essere la sostanza, sciolta ncU' alcoole. il » bi-joduro di mcrcurio composto di un atomo di » queslo metallo e di a di jodio; di che mi chiari « pure lo sperimento opera to sopra un' altra por- I) zione di polvere mcdiante una soluzione di clo- » ruro jodico abile pur cssa, non mcno dcU' alcool » a sbrigare un tale composto. Appresso le prove » raecontate cimentai 1' altra porzione di polvere » che secca raccoglicvasi nel fillro, della quale erano )) prerogative un color di mattone, un sapore me- » tallico, un farsi verdc gialla in conlalto dell'jo- » duro potassico sciolto e risolversi parte in mcr- » curio e parte in liquore, anncrire in contatto dcllo » zolfo idrato animoniaco, pigliare quindi un aspet* » to nietallico bianco c per ultimo un color vcrde 1) giallo. Quest' ultima viccnda riscontra pure il Li- » joduro di mercurio. Scaldato cntro un piccolo )) tubo si fa, al primo operar del calorico, giallo, » indi fondc, e volatizza. Freddo il tubo, vedesi u steso sulle pareti dello stesso ristretto in aglii cri- » stall ini di color giallo che quiudi mutasi in ver- u miglio. Apertomi per le narrate investigazioni » r indole della combinazioue , cousistente in un » miscuglio di joduro inercurioso c di bi-joduro » mercurico, adopcrai a stabilire le preparazioni » di ciascuno. Pertanto mi procacciai per mezzo » deU'alcooI gettato sulla combinazione tutta la I) quantita di bi-joduro che aveva in se, e riscon- » trai il joduro rcstante per mezzo di una soluzio- » ne di joduro basico di potassio: i quali due com- » posti pesati esattamente e ragionato il peso lore » sopra cento parti, danno il seguente risultameuto 1) joduro mercurioso . y8. oo » bi-joduro mercurico 22. oo 100. 00 )) Ratificai pure queste porporzioni scomponendo » cento parti del composto median te ferro, con cui 1) ottenni un proto-joduro di questo metallo e ») mercurio libcro, c sapendomi esscre composto il » proto-joduro di fcrro 119 » tli I. atomo di jodio )) I. at. . . di ferro » 4- St. . . di acqua, n nc dedussi la somma del jodio, la quale unita a » quella del mercurio postosi in liberta e pesato, dava » esattamentc la somma delle singole proporzioni di » jodio e mercurio formanti cento parti del suddetto » composto. I cliimici clie sono si solleciti a far te- » soro di tutti i fenomeni chc accompagnano le com- » binazioni tanto dei corpi semplici chc dei composti » e nei quali si fonda soprattutto la nuova dottrina » elcttro-chimica, vorranno, mi giova credere, rcgi- » strarc pur qucUi da me avvertiti clic hanno luogo » al momento in cui il jodio cd il mercurio si uni- u scono fra loro; fenomeni originati dalle opposte M clettricita racchiuse no' due corpi elemcntari; scossc » mediante lo sfrcgamcnto e conibinatesi quindi iu- » sicme fra apparizionc di luce ed un notevole in- » nalzamento di temperatura » — Calcolo salivale — • Questa conci'ezione procedcnte dal canale di Wai«- ton, dalla quale era stata affetta c libci'ata coU'ope- razionc una giovane donna, sccondo chc la descrivc r egregio spcrimentatore , al quale ne venne com.- messa 1' analisi, aveva la forma di un baco da seta morlo di calcino; era lunga \i\ lincc; di coloi' giallo, di superficie disuguale e granila, del peso di 162 milligrammi. Posta ncU' acqua, a cagioncr ii3 della sua gravita spccifica di I. 70 dava tosto a fondo : la sua conlcstura era a guisa di strati e d' una cocsione iion facile a vincersi. Irritata c ra» schiata dava una polvere insipida c senza odore, che pusla nella quantita di 9 railligrammi sopra una lamina di platino cd affuocata colla fiamma d'una luccrua alimcntata di alcool, nereggiava esalando fin fumo che sapeva di materia animale brucieuite e scadcndo di trc milligrami nel peso. In questa condizione tornava la carta di tornasolc al suo pri« micro coloi'C, r acido solforico nc sviluppava dei vapori di acido cloro-idrico misti a gas acido car- bonico, tingendola a un tempo di color roseo fra un odore di cacio. Infusine alcuni granelli in acqua stillata avente la temperatura di -f- 1 5 di R., ac* cresciula iu seguito fino a 3o apparv'e dopo un' ora un po' alba. Separata per mezzo di un feltro dalle parti non isciolte e messa quindi al cimento dei segucnti coi-pi, fece vari c distinti effetti. Col ni- trato argentico intorbido per molti fiocchetti che si tinsero di color bruniccio e si disciolsero ncl- rummoniaca alia quale furono frammisti e senza che il liquore pcrdesse il suo color roseo. GoU' in- fuso di tannino vi sorse una nuvoletta bianca che coU'agitamento si diffuse per tutto il liquore, slrin- gcndosi per ultimo in un precipilato, il quale, di- baltcndobi il lluido, vancggiava per qucsto iu Ggura u4 di sottilissimi fill. L'ossolato ammoniaco e I'acctato baritico non vi fcccro effctlo veruno. Sfumata den- ti'O una cassula di porcellana 1' acqua in cui fu infusa porzione del calcolo in polvcre lascio un re- siduo che aveva virtu di trarre a se il vaporc acquo so. Ciraentato il calcolo dopo lo sperimeuto del fuoco per mezzo dell' acido azotico , questo nc lo disciolse del tutto fra qualchc effervescenza. Messe alcune goccie della dissoluzione nilrica sopra una lamina di platino, e riscaldata la dissoluzione pon- tualmentc e apprcsso presentatale 1' ammoniaca in forma di gas, qucsta non vi opcro vei'una altera- i zione; il che reco a stabilirc non far parte del I calcolo r acido urico, ma nu'dlti-a sostanza animalc A conoscei^e poi se I'acqua stata insieme col calcolo I in polvere avessc cstratto compiutamente tutta la ; materia animalc che vi si ascondeva, venne il cal* colo tormentato al fuoco, il quale, non altrimenti che nella prova empirica di sopra accennata , lo anncri e lo risolse parte in fumo olcnte di sostanza animale sfaccntesi al fuoco c parte in una polve- re bianchissima che potenza di fuoco non valse a fondere: del che si dedusse che I'acqua estratta aveva dal calcolo solamcnte parte della materia j animalc. Sopra qucsta soluzione acquosa concen- ( ' irata con ogui chimica dcstrc/.za fino ad avere un residue mollc c giuUigno condussc Tautorc i cimcntiJBu H ti ti5 che seguono. Spcculato questo residue coU'acqua, vi si scioglieva tosto. Infuso in questa soluzionc dell* ossolato nmmoniaco, non si alterava punto : il nitrato argcntico vi produceva un inalbamento C quindi un precipitato : il cloruro mercuvico vi ge- nerava dei fiocchctti; 1' acetato tri-piombico una residcnza fioccosa e pesante; e nessun effetto vi producevano si il fosfato jodico che il cloruro pla- tinico. Ripresa la dissoluzionc nitrica del calcolo, dalla quale la potassa con cui fu tritata non ave> va liberato ammoniaca, venne investigata coll' osso- lato ammonico, che ne trasse un abbondante pre- cipitato, e col fosfato sodico, che vi desto molti - fiocchctti, e per ultimo col nitrato argentico e col- "* ll'acetato baritico, che vi fecero qualche alterazione, '^ che venne abolita d.air acido nitrico e dall' ammo- -' niaca. Inducendo I'autore da molti indizj che fra le basi costituenti il calcolo dovesse trovarsi com- * binato 1' acido fosforico, in siffatta credenza fecc '• fondere sopra un carbonc un miscuglio di acido borico e di polvere calcinata del calcolo, ed indi ne vcsti r estrcniita di un filo d' acciajo, che allogi l" sulla punta della fiamma mossa dal cannello. Volta. ^ dopo alcun tempo dalle estreiaita del filo la ma- " tcria gia ridottasi in figura di un globetto, la ri- ' scontro composta per la piu parte di fosfuro di ' ferro di cui 6 precipua dote mandare un odore suo n6 ]^ropiio c spiacevole. Non pago di qucsto cimento, opero il seguente, introdotlo da Thenard e Vauque- lin nella cliimica. Introdusse in un cannellino di cristallo lungo un pollicc e mezzo c sigillato a fuoco dall'uno dei due capi alcuni milligi-ammi di po- tassio e due volte tanti di calcolo in polvere e cal- cinato. Riscaldo poscia il piccolo tube nel capo ove stavano le materie, continuando fino a che que- ste si fecero rovenli. Lasciu allora I'operazione, sa- pendo che ad una tale tempcratura una parte di potassio stringesi all' ossigcne componente 1' acido fosforico ed altra al fosforo per comporre un fo- sfuro di potassio. Soffio quindi dolccmeute col mez- zo di un cannellino di carta sopraf la novella com- binazione, che scomponendo il vapore acquoso espi- rato dovca, com'egli faceva ragione, risolversi in un altro composto. Quest' cffetto manifestossi dif- fatti tratto ch' egli ebbe dal tubo la combinazione che csalu un gas dotato dell' odore il piu ingrato, ossia del fosfuro d' idrogcne, in cui consiste il pro- dotto della reazione del potassio coll' ossifosforico. Importando poi al compimcnto del lavoro lo sta- bilire se il fosfato calcico, principale ingrediente della investigala concrczione, appartenessc alia spe- cie distinta dai cliimici col nome di sottofosfato r;driro delle ossa , il cui atomo = a 55a5, i4 e composto di 117 8 alomi di calcc = 2848, 24 3_at. tli acido = 2Gj(), 90 55^5, 1 4, c'gli cscgui la sogucntc spcriciiza fondata ncgli cf- fetti della fiamma dianzt accennati. Getto qualche granello di calcolo in polvere neirammoniaca li- quidacontenuta in un vascUino esattamcnte clxiuso, c qucsti corpi lascio insiemc agitandoli tratto ti-atto per lo spazio di 24 ore? ^i poi divise la residenza del liquido, c questa sfumo sino all' ultima goccia senza ottenere residuo di sorta. Fece pertanlo ra- gionc non aver avuto rammoniaca azione alcuna sul ralcolo , il quale essiccato disciolse nell' acido iiitrico e ricuporo poscia inalterato dal liquore me- diante infusione d' ammoniaca. Per questa opera- zione, che eseguita sopi*a le altre quatlro specie di fosfati calcari ammessc da Berzelius avrebbe pro- dotto altri risultati, venne 1' autore in cognizione della vera essenza del fosfato calcare, ch' cntra uella composizione del calcolo investigato. Per tutte le quali esposte cose, considcrata la scrie e qualita delle reazioni prodottc dalle varie potenze cliiini- che applicale ad esso calcolo cosi in forma solida come stcmpci*ata in diversi fluidi, considemto il uiun offetto chc sovr' esso produsscro pareccliie attive soslanzc mcsscvi a contallo colic piii squisilc do MB strezze della scienza, considerati per ultimo i risul- tamenti d'altre minute industrie fattc sopra i vari precipitati e i singoli pesi loro, non esprcsse nella memoria siccome sottintese, conclude lo sperimen- tatore essere la concrezione esplorata composta co- mo segue: Sottofosfato calcico . , . . o, 53 Carbonato calcico . . . . o, lo Fosfato magnesico . . . . o, oi Cloruro sodico o, o3 Muco con albumina ed acqua o, 33 I, 00 *— Lega metallica — Questa lega quale veniva presen* tata al nostro chimico, acciocche volesse escguime Tanalisi, era in figura di limaglia o raschiatura, di uu color grigio bianco, morbida al tatto : sfregata non rendeva odorc, sparsa sull' acqua vi galleggiava un poco, poi dava in fondo; gittata fra la fiamma d'una candela le conferiva un colore cilestrino. Fondeva a "f- 36o,6, ed agitata ardeva qua e la con bianca fiammetta e con fumo, ed al freddarsi presentava una superficie tinta di vari colori, fra i quali cam^ peggiavano il verde ed il rosso : aveva in fine una gravita specifica di 7, 3io. Da questa e dalla dote di ai-dere in parte argomentando I'autore che la lega fosse f»9 composla di zinco, e di qaalclie altro mclallo bian- co, cscgui per rhiarirscne le prove spguenti. Getto 1935 milligr. di acido azotico del peso specifico di 1,261 sopra ajo milligr. di lega raschiata posta dentro a uii matraccio. Al primo toccarsi dei due coi-pi ne scgiii iiii bollimento gagliardo sollevandosi in alto molto gas acido nitroso c scaldandosi no- tevolmcnte lo sti'umcnto. Cessata la reazione dei due corpi e con essa la tempcratui'a elevata, era ncl matraccio un prccipitato bianco ( di due strati, I'uno di colore giallino e I'altro roseo particolare) sopravi un liquore scolorato. In qualche porzione di (piesto, diviso primo dalla posatura, vennc in- fuso del joduro potassico, che vi fcce un precipitate bianco, clie altro joduro aggiunto disciolse: un altro prccipitato, ma in forma di fioccbi del colore di kcrmes, produsse in altra porzioncella di liquore I'idrosolfato di potassa. Dopo questi saggi fu posto a sfumare il prcdetto liquore che era alquanto opa- lino c sapcva d'acido c ad un tempo di stilico metal- lico insieme col precipitate dentro una cassula di por- cellana sino a scccliczza, e cio per ispcrdere I'acido nitrico soverchio, che in forma di fumo bianco si sparse fra r aria ambiente. Pose allora lo sperimeutatore in disparte il vaso contenente il residue, ed osserve quanto 1' aria poteva sopra quest' ultimo. II quale dopo 12 ore trovandosi alliquidilo in parte, da cio cd 12* anche dal suo sapore stilico metallico, dedusse clie in esso celavasi alcun sala deliquesccnte, che stingo dal residue, mettendo questo in un feltro e spar- gendovi sopra dell' acqna piu volte. Nel liquore sgocciolato getto poi vari corpi die vi produssero le seguenti alterazioni, dalle quali dedusse la natura delle materie che lo componevano. 11 joduro di po tassio vi fece un precipitato bianco polveroso : il car- bonato ammonico nc produsse uno gelatinoso, pure bianco : 1' idroferrocianuto di potassa non opero in altra guisa: 1' idrosolfato potassico diede un precipi- tato bianco sporco polveroso, ed uno bianco gelati- noso rammoniaca, chc poscia lo disciolse. Dalle quali operazioni ricavi esscre lo zinco il metallo disciolto nell'acido azotico. 11 precipitato primiero, che lavato cd cssiccato pesava i lomilligr., fu trattato coll'acido cloro-idrico, nel quale scomparve assolutamente dopo latti provare al miscuglio alcuni gradi di calore. E qui nota 1' autore che mentre 1' acido mcttevasi fra le molecolc del precipitato e lo riceveva in se, si veniva formando il cloro ; fenomeno ( egli sog- giunge ) che indica trovarsi i metalli saturati di ossigeno e questo unirsi in parte all'idrogeno com- ponente 1' acido e cosi formarsi in tali vicende chi- miche dell' acqua. Cimento quindi la dissoluzione col fcrrocianuro di potassio, che vi indusse un pre* cipitato bianco gelatinoso, con txna lamina lucidft Hi ferro, c*hc si vestira d' una polverc nera , colla potassa, clie vi faccva una posatura bianra iiisolu- bile in un eccosso di cssa , col solfoidrato ammo- nico, che 1' alterava per un precipitato giallo-roseo, cKe diventava bruno ovc si riversasse nuova copia di siffatto rcattivo; giuoco , egli osserva , die non fa il cloruro antimonico quando sia cimentato per lo stesso modo; essendochc in tal caso il color roseo che piglia vicne avvivandosi sempre piu. Da questa sperienza poi deduce esserc la investigata dissolu- zione composta di un miscuglio di cloruro stagnoso e di clorido antimonico nella proporzicme di 3 del primo ed i del secondo, giusta gli effetti che da pure un miscuglio artiGciale di tali corpi cd il peso calcolato della polvere nera sbrigatasi dal fuoco. Sparsane una goccia sopra un disco di piombo lu- cido, vi fece nascere una macchia nera. II gas solfo- idrieo formo con essa un precipitato giallo pallido ed uno fioocoso bianco 1' infuso di galla. Coucen- trata alquanto la dissoluzione, si formarono in essa dei cristallini aciculari splendidissimi e dotati di una maravigliosa virtu di rifrangere la luce. I quali posli sopra un carbone infuocato facevansi in fumo cd in una polvere di un vago color giallo — Sciolti neiraequa e frammistovi del joduro potassico, da- vano un pi-eripitato giallo ed uno nero col gas sol- 6do-idrico. La tintura di galla vi induceva un se- 133 dimento glalligno fioccoso; unO bianco polreroso I'acido trisolforico ed un coagulo solubile neU'am- moniaca il nitrato argentico. Dalle quali rcazioni r autore conclude essere gli accennati cristalli com- posti di cloro e di piombo. Ripresa la dissoluzionc cbe diede questi cristalli , la evaporo sino a pcr- fetta secchezza, e, pesatala, v' infuse sopra dell'aci- do solforico cbe ne sminui la massa. Trascorse alcu- ne ore, stempro il miscuglio nell'acqua, e versatolo in un feltro, n' ebbe un liquore ed una materia idrata, il primo contenente del solfato di zinco etl il second© del solfato di stagno. Per 1* analisi fin qui csposta chiaritosi essere la lega composla di stagno, zinco, antimonio e piombo, diede opera a determinare le dosi di questi componenti calcolate sopra cento parti di essa lega. A quest' oggetto, ri- scontrato come 1' acido azotico tramutasse lo stagno, r antimonio e parte del piombo in altrcttanti ossidi che davano in fondo al vaso in cui seguiva la spc- ricnza, e lo zinco con qualcbe porzione di piombo si stesse disciolto nell' acido azotico, parvegli dover sostituii-c a quest' acido altro menstruo cbe avesse la virtu di sciogliere tutta la lega. Ricorse a tal uopo air acido cloro-idrico, cbe fece agire colla giun- ta di pocbe gocciole di acido azotico e di leggero calorc suUa lega, la quale non tardo a mettersi tutta nel liquore fx'a qualcbe svolgimento di gas ia3 acido nitroso e
  • ne se non se il concorso delle tre circostanze in » una materia vegetabile od animale morta? Sara yf pcrmesso adesso dai'le attributi diversi, e crearla » operazione da tutte le altre discosta cbe hanno ji bisogno delle stesse e sole cii'costanzc: E d' al- j» tronde le tre sunnominate circostanze, o cause , » cbe producono gli effetti della putrefazione, co- n me potranno operare diversamente nclla fcrmen- 7> tazione e non adoperare della loro influenza per » agh'e senza alterare, o portare realmentc una pu- » trefazione nella materia dell'uva? Come queste » cause cbe unite portano sicuro un dato cffctto, )» e tanto sicuro, cbe senza il concorso Concorde di » tutte insieme non ottiensi e cbe da altre non puu n esscre promosso , essendo necessarie per eccitare ji la fcrmcntazione alcoolica, potranno restare inerti, n o promuovcrc alterazioni cbe non dipendano dalla » putrefazione? Attribuiremo noi a causa diversa » r incenerazione di un legno e 1' arroventamento r> di un metallo, essendo d' uopo a tutti e due » r azione del fuoco, e non potendosi senza di que- » sta ottenere, perche il prime fa fiamma e si di- t stniggc, e I'altro solamente a gran forza s'arro- « vcnta? Non c Iccito forsc il dire cbe dove csrlu- '?9 » sivamontc v' lia hisogno di una data causa per » piodunc un da to effctto, I'cffctto nato appar- r> tciiga alia qualita dcgli cffelli clie solamcntc sa n produiTC la nota causa ». Altfe osservazioni gli valgono a riucalzare 1 argomcnto. Nota cgli clie la forza alcoolica di un suco fcrnxcntato non dipende cscliisivamcnte dalla quantita dcllo zucchcro, ma sta in proporzionc colla quantita del fcrincnto adope- rate; chc i fcnncnti, e molto piii Ic matcrie clie fanno da fcrnicnto, sono tanto piu attivi quanto sono pill facili a putrefare , come ne fa prova la pronta attivi ta del glutinc e dell'albumina vegeta- bilc iutromcssi in una soluzione di zucchero; che sc nello zucchcro sciolto neH'acqua ed esposto al- I'aria cd alia conveniente tempcratura vcnga intro- messa la sostanza fcrmcntativa, essa fermenta tan- to tempo dopo, quanto ne occorre alia materia ch"? fa da fermcnto per entrarc in putrcfazione, e per converse se in una sostanza che fa da fermento, uuitavi dcH'acqua c situata all'aria e all'azione del cftlorc occorrcnte, si aggiunga, allorquando principia a scntire 1' influenza dcUa putrefazione, la debita quantita di zucchcro, questa poco dopo determina in quel liquido la ferraentazionc alcoolica; che do- j)0 la fermentazione di un suco la parte zuccherina »' tramutala in alcoole, e la sostanza che fa da fer-- mciilo lascia una materia, che si chiama fcrnicnto, 9 i3o capace di promuovere la fermentazlonc ia una so- luzionc di zucchero; cKe se lo zucchero sciolto in una. data porzionc di acqua e sovrabbondante in proporzionc del glutine clie si vuolc intromettervi, successa che sia la fermentazione, il liquore 6 dolcc, c il deposito non 6 atto a servirc da fci'mento, e viceversa; che quanto i maggiorc la quantita dclla sostanza fermentativa in confronto dello zucchero, tanto ^ piu celcre la fermentazione, e quanto e piu. cclerc la fermentazione tanto c maggiorc il rcsiduo di feraicnlo che uc conscguita. Analizzando i quali fatti cosi ragiona. « So non si potesse credere che » dcvc realmcnte succcdere una pulrefazione nella y> sostanza che fa da fcrmcnto , da cui dipende lo 5» squilibrio dcgli clcmcnti pel liquido che fcrmenta, w a dar ragione alia fermentazione, come una so- w stanza in superior grado putrefattibile , quale e n il glutine mcsso in una soluzione di zucchero , r dove trova 1' acqua che lo mantiene morbido, c n che di concerto col calore c 1' iutervento dell'aria w influisce alia sua putrefazione, provando un' al- j» tci-azionc che si riscontra dopo la fermentazione, » mossa unicamcnte da qucste cause, non avra su- " bito menomamcntc la putrefazione? Sara lo zuc- 1 chero adunque clic lo prcsorva e che ad altra T) alterazione lo sottoponc? Ebbene. Come adesso n in una soluzione di glutine che ha principiato tU n a pulrcfarsl, unito lo zucclicro, si puonno ottc- n ncrc i proJotti «li una ordinaria fcrmentazione? j> E poi quale sai-a 1' altcrazionc chc incontra? r Agiranno lo cause di putrcfazione di una soslan- f> za vcgctabilc in divcrsa manicra da quclla clic n- pcrciu la stabiliscc tale? Lo zuccliero non i: forsc » una sostanza vcgctabilc, c non si i-imarcano tanti » fmtti in cui si trova die si marciscono? n Pre- niessc qucste osservazioni c per esse fermato con- sisterc la fcrmentazione alcoolica in una alterazione di elenicnti prodotla dalla putrcfa/.ionc del glutinc 0 di qualsiasi altra materia azotata, viene I'autoixJ a proporre la propria teoria, e sulla base del po- sto principio a spiegare come succeda una talc al- terazione il cui prodotto e il traniutamcnto dello zuccliero in alcoole. Gli andamenli del corpo die cntra in putrcfazione sono la traccia die ei segue per condursi ad una tale spiegazionc. Trova egli pertanto die il glutine in primo lungo, intromesso chc sia in una soluzionc di zucdiero disposto alia ferraentazione , aiutato dal calore die dilata e di- stende le sue parti, ammorbidito dall'acqua die lo scomponc e distempra . dee per ragione di affinita attirarc I'ossigcno dell' aria, c qucsto unendo al pro- prio idrogcno, proniuovere la formazione dell'acqua. r>a qucsta prima viccnda, die mcdiante I'accaduta spparazionc dcU' idrogone rompe I'cquilibrio del principi del glutine e facilita una" combinazione a spcse di esso, egli tiene dcrivare tutti gli altri ac- cidenti clie ei trova succederc nel liquore fermentanlc, cioe a dire la combinazione del carbonico del glu- tine aU'ossigcno dello zucclicro, la conseguente for- niazione del gas acido carbonico. I'unione deirazoto cogli altri clemeuli. La seguentc enumerazione cbe egli fa dei fenomeni cb' ei ravvisa accadcre durante roperazione soggetlo delle sue tcoricbe indagini gli vale a sostegno delle sue deduzioni in pi-oposito. n La ncccssita deU'aria (egli dice)ci fa vedcrc co- n me il glutine ritragga dal suo ossigcno quel pri- n mo impulso da cui dipende 1' ultcriore procedi- w men to dclla trasforniazionc dello zucclicro, in al- » coole. L'arqua cbe stempcra lo zucclicro. e gonfia « e rainmollisce il glutine senza cui non puo effet- » tuarsi il fcnomeno, la gran particolarita ci ri- » corda cbe banno dei gas di non potei* csserc « assorbiti se non uniti e frammiscbiati al veicolo J) d' un liquido. II calore clic fra le condizioni nc- 3> ccssarie serve solo a promuoYcre piu o meno 5> celcrcmcnte il fcnomeno ci dimostra cbiaramcntc 55 come non giova die a rcndere i materiali dclla « fermcntazionc piii cspansi. piu assottigliati; piu atti 5! a sen tire gli effctti dclla decomposizione che su- :> biscono, la quale, suddividendo nell' cffettuarsi » Ic materie in minimc molecole, iu atomi. pro^ i33 » (luce uno sviluppo di calorlco consiJcrabile. Del n rcsto I'ossigcno clc;lla materia die f;i da fcrmenlo j» si combina al carboiiio dello riiccliero, cd au- » meiita e poi supplisce alio sviluppo del gas acido » carbonico clic era stato principiato dalla combi- » nazione dell' ossigcno dell' aria coll' elcinento car- » bonio del glutiue. L'azoto trae uniouc coll' idro- m geno e col carbonio, ' e forma in debit.a propor- » zionc un composto gasoso clie s'avvicina all'odore » forse un po' mcno marcato dell' uva clie marcisse » sul suo ceppo. Altri clemcnti s' agglomerano an- » cora, e formano un composto di color bianco gri- » giastro che precipita al fondo. Finalmente I'idro- » geno dcUo zucclicro che unendosi ad un tcrzo di » carbonio c ad un scsto di ossigeno combina la ft formazionc dcH'alcoole, da il prodotto ultimo di • » ben compiuta fermentazione. Questi sembrano I n gli anelli della catena che uniscono regolarmente j» i passaggi graduati che dcve incontrare un suco y> che puo fermentare ». Un' altra prova del suo assunto cgli acccnna per iscorcio dedotta dall' ato- mica composizione dell' alcoole che ottieusi median- tc la fermentazione vinosa. « Ella e conseguenza » (egli dice) pel falto deirosservazione cbc costan- 1 tementc riscontra i medesimi cffetti , che puossi » quasi gcneralmente stal)ilirc che e propria dclla » fermentazione putrida il trasformarc i corpi sopra 1 34 « i quali ella si esercita in alt/ij gli uni ossigenatis- ■t> simi e gli altri idrogenatissimi o carbonatissimij n (Tlienard della fermentazione pulrida). Ecco I'al- M coole prodotto dalla fernicutazione putrida a cui » fu sottomessa quella sostanza che reagl poi sul- i> lo zuccliero, csscre, come i corpi che sortirono » dalla putrefazioiie per cccellenza idrogeiiatissimo » . Dalle esperienzc poi sulla vhiificazione fatte da Geu- til e da Labadie risultando che la fermentazione ftlcoolica, o vinosa, succede con piu forza e regola- rita in un mosto clie sia misto ai graspi ed alle scorzc dei grani dell' uva clie in un altro clie ne sia privo, e clie quanto I'uva 6 piu matura tanlo piu ^ necessaria la prcscnza dei graspi e dclle scorze pcrcli6 lo zuci^hero sia intcramentc decomposto, an- che da ciu cgli ricava un argomcnto favorevole alia sua ipotesi, ponendo che tali effctti succedano per I'attitudine dei graspi c delle scorze a putrefai-si. Tali sono i pensamenti dell' autore intorno alia causa della fermentazione , e tale e la sua teoria esplicativa del modo con cui sotto 1' influenza della «tabilita causa succede il fenomeno. La fermentazione del vino chiamando il nostro pensiero agli oggetti dcH'agraria, ci guida ora con ispontaneo passaggio da questa raemoria ad un'altra del cav. barone Antonio Sabatti sulla imperfezione dei nostri principali stromenti rurali c Sul pratice i35 loro xisQ nclla nostra provlncia. Ai due piu Lmpor- tanti fi-a gli attrozzi inscrvicnti airagricoltura rc- stringe I'cgrcgio Vice-Preside nostro Ic sue consi- derazioni, cioe all' aratro ed aU'erpice, dei quali cgli osscrva le imperfezioni ncl doppio rispetto della loro forma e condizione, e dcU'uso clie se ne fa dai nostri contadiui nclla pralica d'assurdi metodi di arare e di erpicare. Piaffronta a tal uopo il nostro aratro coU'aratro romano, tolto, siccomc cgli ci in- forma, in originc da qucllo dcgli Egizj e dei Grcci, ma pcrfczioiiato col tempo, il migliorc modcllo non meno iu antico, che ne' secoli posteriori, malgrado i tentativi fatti in Europa e particolarmentc in Ingliiltcrra per I'affiname la condizione; del quale dcscritta sullc traccie di Virgilio la forma, nota come i nostri aratri non abbiano per la piu che la figura di esso, difcttaudo in confronto nelle varic loro parti, come dire ncl coltro o coltello, comune- mcnte sdruscito c corto per modo clie appena incide la superficie del terrcno, nel vomere, che perdutc Ic neccssarie proporzioni , supera di poco quelle del den talc, nelle orccchic, Ic quali logore e consu- mate dall'uso, non possono che imperfettamente rivolgere sottosopra le zoUc che 1' aratro iunalza ; tantoche non si puonno con tali aratri aver campi l>cn coltivati, massime ove siano abbandonati d'ar- gilla; ncl qual caso il tcrreno, per la somma afll- 1 36 nita delle molecole, richiecle maggior triturazione che gli altri. Lo stesso dice dell' erpice, die pari- menti confrouta al romano, avvertendo come fra noi per lo piu si trovi avere i dcnti morseccliiati dal lungo uso e resi quindi incapaci al loro uffi- cio di tritare le zolle stnosse dal vomere, con que- sto per giunta che laddove i Romani, per 1' altro ufficio a cui 1' erpice e destinato di coprire le se- mcnti, facevano uso di crpici formati di viuclii e di verglie di legno, noi facciamo servire ad amen- duc questi ufficj diversi lo stesso erpice a denti di fcrro. Gonsidcrando poi i due comparati istriimcnti ne\ loro pratico uso , allegati , per ciu che spetta air aratro gli esempi dei Romani, i quali convinti della somma importanza di ben stritolarc i terreni, replioavauo Ic arature propoi'ziouandone il numero a,lla qualita dcUe tcrre c talvolta portandole fino a nove, e 1' autorita di Agostino Gallo, che porta fino a cinque il numero delle arature e ad altrettante quello dclle erpicature, osserva quanto contraria a questi esempi e precetti sia la imperfezioue dei no- stri aratri e la pratica generale della nostra pro- vincia di eseguire una sola aratura pel lungo uei campi; e per cio die appartiene all' ei-pice, ricordati i due ufficj di questo istromento di coadjuvare r aratro uello stritolamento delle zolle e di rico- prire le sparse senienti, osserva come al primo ufi i37 ficio richieggansi erpici pcsanti e muniti cli lunglii ileati (li fcrro, c cic) tanto piu quanto piu Juro sia il terrcno, e come siano a ciu inctti i nostri erpici uella conJizionc di sopra uotata dci loro dcnti ed anche uella eccedente loro larghczza, per cui non si possono agevolinentc ripicgare sui fianclu delle ajuole per rompere c tritare le zolle che trovansi nci solchi, o chc vi cadono durante il lavoro; in- con venicutc da molti contadini accreseiuto col pcr- nicioso costume di trarre co' rastrclli nei solchi le radici dei fusti del formentone, malamente pretcn- dcndo che ivi macerate ingrassino il terrene; e quanto al sccondo ufficio, avvcrtc come vi si op- pongano gli erpici comuni, i quali, comecche ab- biano i deuti accorciati pel lungo uso, comprimono di troppo coUa loro pcsautezza il terreno, che do- vrebbc essere sofGce c Icggero, perehe possauo piu facilmente abbarbicax-vi le tenere pianticelle che si sviliippauo dalle semcuti, come la pesantezza del- I'erpice produca il funesto effetto di accumulare Ic sementi nelle solcature formate nelle ajuole dai deuti di esso cou danno dclla libera , equabile e vigorosa fruttificazione, e fiualmeutc come I'uso di un solo crpicc per lo strilohuncnto delle zolle e pel coprimento delle semcuti s opponga aU'escmpio dei Romani, chc, siccomc si disse di sopra, erpici di viuchi o di Icguo usavano per la seconda ope- r38 razione, c ai precctti di Agostino Galloj^ che due maniere di erpice voleva che avesse 1' agricoltore. corrispondcuti ai due diversi ufficj dell' isti'omento. Da tutte le quali osservazioni prcnde, concludendo, materia a fare scorti i possidcnti che ai male intesi e mal condotti lavori campestri, piuttostoche allc viccndc meteorologichc e alle irrcgolari stagioni vo- gliano attribuire la scarsita dei raccolti, e a solle- citarli a vegliare sui loro contadini , cercando di vincernc coUa loro autoi-ita e sopraintcndenza la ostinatezza e la inei-zia. Riproduccndo 1' autorc la proposta gia per lui fatta altra volta d' uu mauuale d'agraria da compilarsi ad opera dcUa accademia per uso e sussidio dci nostri possidcnti, si pu(i la memoria pi-esente considerarc siccomc appcndicc del- I'altra in cui cgli mossc dapprima la delta proposta. ( Ved. Comm. deU'Atencodi Brescia per Tanno i84o). Continuazionc di precedente memoria sono altresl Ic nuove osservazioni sopra varie sorta di niotacillc del dottor Paolo Lanfossi socio d'onore. Le mota- cille alle quali applicossi lo studio del nostro or- nitologo sono la. Jlava di Linneo, la cinereocapilla di Savi, la melanocephala di Liecthestcin, Xz. Jla- vcola di Temminck e la citriola di Pallas, da lui congetturate non essere altrimenti tante specie di- stinte, ma unicamente varieta della specie medesi- ma, la flava linneana, siccome apparc nella memo- i39 ria Ja lui prodolta nel passato anno accadctnico c da noi diffusamciitc rifcrita nci Gommcntari di c-sso anuo ( Vcdi Com. dcirAtcnco por I'aiino i84o p. 91 ). Una talc coajjcttura vicne avvalorata da nuovi fatti ed osscrvazioni, allc quali preslarono principalc occasioue le molte motacille capitate po- steriormente sul nostro mcrcatc), c che noi prescn- tercnio agli studiosi cstrattc tcslualmentc da qnc- sta sua conlinuaziono, cosi consigliaudoci la qualita dclla materia. Parlando pcrtanto dclle motacille the in piii voile in nunicro di bene un migliajo, mistc di individui d' ogni eta, furono poilate sul mercato di Brescia nell' agosto del passato anno, I) la maggior parte ( egli dice ) degli adulti e dei » vecchi presentavano i carattcri piu decisi della » motacilla cinereocapilla; c geueralmcntc aveaua 1) le redini, i lati dclla testa e le penne cigliari di )) una tin la piu. o meno perfettamente uera. Ve n n'erano divcrsi colic striscie sopraccigliari bian- » clie in vario grado marcate, siccome le avcvano 1) i giovani, e ve n' ei'ano poi anche di quelli coUa >t gola piu o meno tinta di giallo, ed il loro grau » uumcro porgcndo un facile ed immcdialo coufron- )» to, prescnlava nel modo piii cvidenle 1' inscnsi- i> bile passjiggio dalla cinereocapilla dWdiJlava It Avendo continuato in apprcsso le mie osscrva- » zioni suUc motacille che di mano in mano ci i4o )) arrivavano di passaggio nel successivo settembre » ed anche in ottobre, non mi venne fatto di vc- » derc cbe un solo individuo giovanc interamente » mutato il quale presentasse nclle sue tinte una » via di mezzo fra la flava e la melanocephala j » laddove 1' anno scorso tra quelle di passaggio )) ne trovai e di giovani e di vecclii cbe portavano » i carattei'i piii o meno dicbiai-ati di quest' ulti- » ma. Tra i molti individui poi della motacilla » Jlava vidi ancbe quest' anno un maschio giovane » in prima livrea affetto dell' albinismo special- )) mentc sul dorso , dove avea una larga maccbia » bianco-citrina, ne vidi un allro cbe avea la gola » bianca , cd un terzo cbe esscndo egualmente in )) picna livrea come i pi'ecedenti , avea il colorito » generale delle parti superior! scnsibilmente altc- » rato, cosiccbe invece del verde-olivaceo presenta- » vano piuttosto un color vcrde-rame. Di individui » adulti c veccbi quest' anno ne osservai pocbi, c » tra cssi nc vidi un mascbio adulto col gozzo I) circondato per intero da una larga striscia verde- » olivacea pura, cbe formando un arco netto e dc- » ciso, saliva dai lati del collo fino all' oreccbio , )) coi fiancbi giallo-pallidi, le copritrici inferiori » della coda quasi biancbe e le superior! altcrna- » tivamente biancbe e gialle, un mascbio veccbio )) colic rcdiui nclla loro totalita quasi pcrfetta- 1 4* » ninilo norc oil un allro chc avea la gola Liauca » quasi per inlioro .... II numcro consiJcrevolc di » qiicsti ucccUi di ogui cla, tl' ogni livrca, e con » ogni variazionc di colorito, clic, sLanti le favorc- » voli circostauzc del nostro pacsc, ho potuto pro- » curarmi, mcttcndomi in istato di avere continua- » mcntc sott' occliio ogni possibilc confronto, fa si » olio vada mano mano prendcndo forza I'idea gia. » da me cmcssa clic tali iiiotacille, cioc, sicno alia » fine una sola ed identica specie ». Aveva I'autoi'e nella mcmoria prodolta lo scorso anno enunciate in via di scmplice ipotesi die le circostanzc del cli- ma 0 le influcnzc dcgli agcnti atmosferici potessero csser attc sccondo le predisposizioni naturali dcgli individui a dare origine all' albiuismo e al mela- nismo c clic poi dal divcrso grado di sviluppo di qucsti due fcnomciii c dalla loro varia comLina- zioue potessero vcnir prodotte le graduali transi- zioni e varicla di colorito die si osservano nelle motacille in questione. Ora questa ipotesi, da luL prima proposta come un scmplice dubbio, acquista vigore merci- It; nuovc c sagaci osscrvazioni cli' ei fece poscia sugli iudicali fenomeni. « Considerando » ( cgli dice ) attcntamcutc la cosa, vcnui a com- » prenderc clic tanto 1' albiuismo quanto il mela- » nismo ora sono pcrfctti , cioc il primo prcscula » per risultato il biinvo dociso cd il sccondo il a nero assoluto, ed ora sono imperfctti, non mani- » festandosi chc per semplici gradazioni piu o meno » approssimate. Di piu, si 1' uno cKe 1' altro ora » sono general! ed ora parziali, talvolta regolari c » tal ultra irregolari, ed in fine si fanno conoscere » quando costanti e quando accidentali. Riguar- » do aU'albinismo, in due maniere puo aver luogo w nelle motacille di cui vado ragionando, in modo » assoluto, cioe, ed anche modificato. L' albinismo i » assoluto quando, essendo il colorito naturale dellc » pcnne il risultato della combinazione di piu co- » lori semplici, non sc ne svolge nessuno, e le penne » si sviluppano di un bianco netto e deciso. Esempi » di questo, ce li porgono Ic nostre motacille; poi- » che, essendo il colorito naturale dcllc parti su- » periori del loro eorpo un bel verdc olivacco che » risulta del cinereo e del giallo , sono talvolta » macchiate singolarmente di bianco. Di qucsti ne H ho due, uno della motacilla flava con maccliic » bianche sul dorso ed attorno al collo , 1' altro » della ctiiereocapilla con macchie bianche sulla n testa. L' albinismo poi diviene modificato quando » alcuno dei colori che entra a comporre la tinta » naturale delle penne non si sviluppa ; e questo » avvicuc bene spesso nci giovani delle motacille , » ed e ordinariamcnte parzialc, non essendo genc- » rale che assai di vado. II colorito delle parti su- •43 n pcriori, come ho gli accennato, c il vei-de oliva- i> ceo, c quello dcllo inferiori, quando vcstono cora- ») pletamcntc la loro livrca, c il giallo giunchiglia » vivace. Ora, non isviluppandosi qualchc volta il i» giallo, avvicuc chc tutte Ic parti supcriori riman- » gono ccncrinc c Ic infci'iori bianche, traiiiic una u Icggerissima tinta di color di cecc, chc rimanc al » petto cd ai lati del collo e che hanno quasi lutti )) gli individui, la quale fa si che il giallo di quc- n ste parti acquisti una forza maggiore allorchi: i » mcdesimi si rivestono di una livrca pcrfetta. Un D csempio di qucsto albinismo gcncrale lo preseuta » un individuo giovaue della motacilla Jlava chc )t possiedo, stato prcso 1' auno scorso di passaggio » in ottobrc. Le parti chc nei giovaui dcUc nostra » molacillc rimaugono piu o mcno bianche per tal » raotivo, sono assai di frequcnte i lati del collo, » il gozzo cd una parte del petto, e non di rado » anche la gola; ne pochi sono quclli nei quali lo » sviluppo del giallo rimanc liinitato solamcnlc B air addome cd alle copritrici inferiori della coda. )» II rimaner bianca la gola nella motacilla cinereo- » capilla scmbra non potcr avvenire allrimcnli chc I) cos'i; c lo dimostrano abbastanza qiiegli iiulividiii •I della medesima nei quali trovasi piii o mcno » tinta di giallo. In quanto al mclanismo, t raro » chc nellc motacillc si moslri irrojrolarc; nc io i44 n conosco altri esempi fuori di quelli clic prcscn- » taiio vari individui delle cinereocapille allc stri- » scic sopraccigliari, dove nou di rado si vedono » mancanti piu da una parte della testa che dal- » r altra senza una regola costante. Molti esempi » per lo contrario esse ci porgono di melanismo » regolare si gcncrale che parziale, siccomc avvienc » in altre specie di novelli; cd e qui dove lorui- » tologo puo rimanere facilmente sorpreso. Impe- » rocehc la giusta euritmia nella distvibuzionc dci B colori osservandosi di regola generale nclle specie » ben caratterizzate e distiate , basta talvolta da » sola a far propenderc il giudizio per una nuova » dcnominazione spccifica per certi individui chc » non si vedono dovunque, sebbene vi si scoprano » dei naturali rapporti con altri di specie gia co- )) nosciuta. Per tal modo senibra appunto che ab- » biano avuto luogo le dcnomiuazioni specifichc » delle motacille cincreocapilla c melauocephala ; » giacehe si I'una chc 1' altra dimostrano uno svol- » gimento di melanismo regolare, il quale investi- » see d' ordinario le varie parti della testa. Dai )) confronti poi che ebbi campo d'istituu'e sui molti » individui osservati e su quelli che possiedo, ci6 » che ho potato rilcvare riguardo all' andamento » del melanismo si c: i.'' Che cgli e assoluto cd » anche relative. E assoluto quaudo, cioe, da per t45 » ultimo rlsullato il ncro jjcrfctto, e rclatlvo quau- » tlo alcuue paili perdendo il loro colorito natu- » rale, nc picudouo un altro piu scuro correlativo )) a qiicllo dclle circonvicine. 2.° Il primo lio ve- » diito svilupparsi generale negli iudividui giovani )) e parzialc negli adulli e vccclii dclle motacille, )) cd il scooudo lo vidi solameute parziale. 3.'^ II » mclauismo generale ho osservato clie si fa per » varie gradazioni, e finalmentc si determina alia » testa in modo deciso e perfetto , dando orlgine » alia melanocephala, oppure in modo imperfetto, » produccndo la cinereocapilla. 4'* Negli adulli c » vccchi di quest' ultima, investendo di preferenza » la testa, diventa spesso perfetto solamente dai lati, » formando talvolta anche una piccola striscia so- n praccigliare nera. Per cio che spetta al mela- » nismo generale , i diversi gradi si manifestano » cliiaramentc come segue, sopra vari individui di w quei giovani per6 clie assumono la loro livrea » completa. Prima di tutto si manifcsta al becco, )» che prende un colore cinerco-ncreggiante anche » alia base della mandibola infcriorc; e si mani- » fcsta altres\ alle gambe , Ic quali divengono al- » quanto nere; laddove nei loro simili la mandi- » bola inferiore del becco riraane gialliccio-pallida » alia base, c Ic gambe sono meno nereggianti. 11 » colorito naturale delle parti superiori e appena 10 i46 » alterato c le striscie sopracclgliari si conservano 5> ancora inticre. In secondo grado le gambe si » osservano piu nere, il colore olivaceo dellc parti 5j superior! comincia a farsi vedere piu scuro , le » redini cominciano a nereggiare, e le striscie so- » praccigliari rimangono molto strette ed accorcia- » te. In un altro grado nercggiano sempre piu il r> becco e le gambe , tulte le parti superior! mo- » strano una tinta molto scura e come affumicata, » nereggiano sensibilmente la parte superiore ed i » lati dclla testa, e dclle striscie sopraccigliari non » sc ne osserva piu clie una leggerissima traccia in « via di semplice sfumatura. Finalmente prendono » una tinta affumicata scura le parti superiori , » non si vedono striscie sopraccigliari. e tutta la >» parte superiore della testa insieme ai lati ed alia » nuca si mostrano di un bel nero perfetto , pre- » sentando cosi i carattcri decisivi della melanoce- n phala. Riguardo alia cinereocapilla^ ti"a quelle » prese lungo il Po in agostn non ho potuto osser- » varc cbc un solo individuo giovane affetto di 55 mclanismo gencrale, il quale si avvicinava al ter- » zo grado qui sopra descritto, tranne che invece " di avere le varie parti dclla testa nei-eggianti , » avea il pileo e la nuca cencrino-olivacei , ed i »» lati tendcvano al cincreo fuliginoso. II melani- » smo rclativo in fine. 1' ho osservato manifeslarsi 1 47 ») ncgli indiviJui vccclii tanlo JcUa mol^iciWa. Jlaua I) (lie (Iflla cincrcocapilla. S'l iiogli uni chc uegli I) altri il colore JcUa testa, coniprcsa la nuca, esseudo )) il turcKino lavagiia, avviene che questo si estenJe » anche iioi prinii ad occuparc il posto delle striscie » sopiarrigliari di mano in mano die secondo gli I) individui va facendosi minorc il loro sviluppo fino n a non rimaneme che una leggerissima traccia. la » tale state piu. non si distinguei'ebbero, se il bianco » della golanon indicassc la cinei'cocapilla. Dall' os- )) sci-varc pcrtanto clic la motacilla^Zav^a va soggetta » tanto all'albinismo clic al melanisrao, dall'osscrvare J) che scbbeuc in generalc abbia la gola gialla, tut- » tavia si prcsenta spcsso anche colla gola bianca I) in ogni eta, dall' osscrvarc che passando per gra- » di inscnsibili di mclanismo generalc, an-iva non n solo a perdere Ic striscie sopraccigliari cd a vc- » stirc i caratteri dclla ciiicrcocapilla 3 ma acqui- n stando il nero pcrfctto alia testa, veste quelli » altresi della melanocephala, c dall' osservare in n fine che la cinereocapilla , oltre il presentare » anch' essa esempi di albinisrao e di mclanismo, H ha non di rado il giallo alquanto dilalato an- » che alia gola e Ic striscie sopraccigliari piiio meno n eslcsamente marcatc, sembra che non manchino I) pill motivi perchc si possa da ognuno rilcvarc » csserc la cosa per qiicstc quale 1' ho cnunciata >». i48 E cio per quanto spett.i allc motacillc ci/iercoca- pilla e melanocephala e alia loro congetturata me- desimita di specie coWdiJlava. Rispetto alia flaveola in sostegno della medesima congettura V autore ri- coi'dato le cose delte in proposito nella precedente memoi'ia ( Vedi Gommcntarj per 1' anno i84o ), soggiunge in quesli termini le sue nuove osserva- zioni « I. I masclii giovani hanno le parti supe- J5 riori della testa di color olivaceo-vcrde general- }5 mente piu. vivace verso la ffontc e di sopra dclle >j striscie sopraccigliari, e non di rado partecipano » di qucsta tinta anclie i lati della testa; hanno » quasi sempre i lali della gola gialli, c la gola }j quando bianca c quando gialla piu o meno vi- » vace. 2. Anclie queste motacillc, siccome la ci- » nereocapilla e la Jlava^ vanno soggette all' albi- j> nismo; ed io ue consei-vo un mascliio giovane » preso in settembre die lo presenta nella parte y> superiore della testa; ed avvienc riguardo a que- » ste cio che gia dissi avvcnire della flava, clie la » penna, cioe, prcnde una tinta di color giallo ci- y> trino. 3. L' unico mascliio vecchio chc vidi in w settembre, c chc egualmentc possiedo, e superior- »' mente d* una tinta olivacoo scura, la quale tanto r nella parte superiore della testa che dai lali sj ed alia nuca tende alquanto al cinereo nericcio, » ha tutte le parti iufcriuri giallc, e non ha chc •49 n iinfi leggcvissima traccia gialla di striscic soprac- « cigliari; cli modo chc fa conoscere d' averc cou- »i tratto un primo grado di mclanismo, c porgc » una prova d(!lla possibilita die auche la JIw t> veola passi alia melanocephala. Se adunquc la » motacilla Jlaveola passando per varic gi-adazioni » di colorito, vestc i carattcri della flava, sc questa » stcssa noa manca di assumerc iu vario grado If quclli dcUa Jlaveola^ se affatto somiglianti ri- » sultano Ic loro abitudini, e se finalmente nello » stcsso modo dclla flava anche la Jlaveola mostra » di andar soggetta all' albinismo e al melanismo, » sembi-a clie tutto muova a farle conoscere della n medcsima specie ?>. Rcsta la motacilla citreoluj rispelto alia quale 1' autore nou pu6 veramente addur prove di fatto, ma solo argoraeuti di indu- zione, i qiiali per altro hanno dcUc osservazioni per base, c come tali » non solo aprono ( egli dice ), n ma facilitano la via alio scoprimciito di fatli j» clie finalmente decidono. La motacilla citrcola j» ( egli prosegue ) distiwguesi dalle altre per avcre « la parte superiore della testa di un bcl colore » giallo citrino. Feci gia conoscere come il feuo- » meno dcU' albinismo si sviluppi modificato nelle » motacille, c produca nelle peune delle parti su- » pcriori del corpo, invccc del bianco deciso, ap- »» punto una tinla giallo-citrina. Ho fatto uotara i5o J5 (li piu suir appoggio dcgli individui che possiedo w che ora si detei'mina, iiTegolarmente bensi, ma » a tutte le parti superiori, quando al dorso e » quando di preferenza alia testa; ora avendo os- » servato questo fenomeno avvenire nella parte su- » periore della testa nella laotaciWa. Jlaweoluj che u ha gialle di gia le striscie sopraccigliari , non » pare difficile che in causa dell' albinismo modi- M ficato tutta la parte superiore della testa prenda M in alcuni individui un bcl color giallo-citrino. » Nella motacilla citreola si accenna altresi dagli M omitologi che la descrivono una lunula cervicalo » nera; ma Tescrapio sopra indicate di un indi- » viduo vecchio della Jlaveola affetto in primo » grado da melanismo generale presenta una pro- it babilita di sviluppo anche per questo carattere. u Questi argomenti pertanto se non possouo csscre j» decisivi, aprono la via, se non alli'o, a dubitare « con fondamcnto che da uno sviluppo simultaneo » di albinismo e di melanismo regolari diversa- •• mente modificati possa essere prodotta anche la » motacilla citreola ». Goncludono la raemoria lo seguenti considerazioni sulF albinismo e sul mela- nismo in generale, applicabili indistintamente a tutta la scienza ornitologica ». II fenomeno dell'al- » binismo e ormai generalmente conosciuto; e que- » gli uccelli che ne rimangono affetti vengono im- i5i *> mwlialanicntc ravvisati per quelli clio sono, cd » anche tlai piu rozii ucccUatori si sauno tosto » riferird allc loro specie; si sauno distingucrc ■ ji coii fguale facilita varic sue modificazioni; ma « la modifK^azioue clie ha luogo nclle motacille » dcllc quali ho i"agionato, c che per maggior » intelligoiiza chiamero citrinismo, seinhra clie non » sia stata per anchc abhastanza conosciuta, o chc j> per lo meuo non abbia finora potuto risve- » gliave i convenicnti riflessi. Anche il fenomcno » del mclauismo c conoseiuto; ma sebbene si co- r nosca, pare clic non siasi potuto tenerne conto « come si conveniva, probabilmente perche non » esscndo facile a scoprirsi i vari gradi del sue r progresso, non puo fare sensazione chc sotto le « appanmze del suo sviluppo perfetto. Egli e forse » percio che gli uccelli affetti dal citrinismo e dal j» melanismo, spccialmcute in modo rcgolarc, mas- y* sime sc sono parziali, non possono csscrc cosi *> facilmcnte scoperti per (juclli che sono, cd arri- * w vano talvolta a sorpreudere gli oraitologi stessi, n non permelleudo semprc ai medesimi la loro " rarita di mi)Uiplicare le osservazioui e di costi- « tuirc i neccssari confronti. Che se collo studio " si polrii airivarc a couoscei-e gli andamcuti che r> Icngono rpicsti fenomeni nci vari gradi del loro » progrcssOj j)Otrebbc csscrc che si rcuda facile lo i5s M scoprire gli individui mascherati, che agevolmcnte y) si • iiitologico minori dubbiezze, ne emergano chiarc » c distinte le vere specie normali 35. Anche il prof. Antonio Perego continuo le sue sperienze gia 1' anno scorso intrapvese, a provare nel mercuric 1' attitudine a divenire elettrico. Aveva cgli ( siccome altrove riferimmo ) ottenuto 1' eletti'iz- zazione del liqnido metallo faccndolo trapelare in mlnutissimi spi'izzi dal tessuto di vari corpi aui- mali e vegetali ( V. Commcntarj dell' Ateueo per r anno accademico 1 84o ). Ora, lasciato da pai-te cpiesto sistema d' cspcricnzc, tcnto in quest' anna altrc vie per ottenere, siccome ottenne, lo stesso fenomeno, immergendo invece nel mercurio succes- sivamente molte e diverse sostanze, sia in natura, sia preparate. La relazione di queste nuove spe- rienze, le osservazioni e i commenti sopra i risul- lati pill slngolarl gli porsero materia ad una me- moria in aggiunta al ragguaglio delle esperienze precedent!. Leggesi in alcune opere francesi spct- tanti alia fisica avcre il Dessaignes notato clie im- mergendo il vetrOj la cera spagna, la lacca, lo zolfo, la gomma elastica, la seta, la lana e il cotone nel mercurio, se ne cavano con indizj di elettricita, purch^ il calore di queste sostanze sia maggiore di 1 53 fjiiello del liquido In cui vengono immerse. Ma nou csscnJo a notizia del nostro socio chc ni il Des- saignes ncd altri fisici siano proccduti piu innanzi in questa sfera di ric<;rche, nc che oltre le nomi- nate, siensi in questa maniei*a di conflitlo elettrico cimcntate altre sostanze, nii che so alcunc pure lo furono, vi si fosse scopcrto alcun che di curioso e di utile, parvcgli che quei tentativi pci* eccitarc r elettricita colla immersione dci corpi nel mercu- ric non fossero tali da poter appagare il desiderio dci fisici, e che non consistcssero che in un prin- cipio di lavoro inconcludentc e imperfctto. Tolse egli quindi ad esaminare gli clettrici risultamenti che genera 1' immersione nel mercurio di una lunga serie di sostanze cosi naturali come preparatc. tolle )■ Avendo 1' autorc nell' anno cor-« rente visitato per la seconda tolta il monticello di Volpino, ove si trora il minerale in .discoi'so, presa ad esaminarc 1' appendice di esso monticello suUa quale sravasi il gesso che si mcttc in commercio^ ebbe a notare nella cava dei pezzi di gesso sparsi di vene di volpinite pocliissimo estese e di picco- lissima grossezza. I naturalisti parlando in genere della karstenite ( sotto la quale denominazione la volpinite e piu comunemente conosciuta ) dicono bensi che questo solfato si trova anche nella parte inferiore dei terreni di sedimento , che per lo piu vi b accompagnato dai depositi saliferi e che si pre- senta in ammassi piu o meno considerevoli, od in piccole vene di struttura fibrosa; ma quando si fanno a considerare di proposito la volpinite, non accen- nano fra le circostanze geologiclie del giacimento e della struttura quella del trovarsi essa frammista al gesso, come fu trova ta dall'autore, ed in piccole vene, le- quali d' altronde non sono a struttura fi- brosa , ma granulare. II pcrche egli crede impor- tante per la scicnza la nolizia di una talc circo- slanza, come quella rhe spctta da vicino al magi- Hero della gencrazione del minerale soggetto dellc 1 1 sue indagini. « E per vcrita ( egli dice ) si ammctte » dai naturalisti die gli ammassi di solfato anidro » o karstenite sieno piccoli; proposizione chc c mi- » rabilmente confermata dalla miiiiera di Volpino, » si ammette die cotali ammassi si riscontrino nei D deposit! di antidiissima data, e solo in quelle » parti de' terreni secondarj chc s' addentrano c » sono inchiodati, come dice il Beudant, nci ter- 1) rcni primitivi. Con cio s' inclinerebbe a credere » die il gesso di qucsti depositi avcsse patito delle » particolari modificazioni. come le matci'ie calca- » ree, argillose ecc, onde fosse stato convcrtito in » solfato anidro. D' al tra parte se si considera die » i solfati di calce fiandieggiano le montagne pri- » mitive senza peneti'arle gran fatto, e ne formano » sovente una specie di mistura^ da do i natura- u listi sarebbero tratti all' idea die i solfati di calce » idrali ed anidi-i avessero avuto origine da una » metamorfosi accaduta negli strati calcari, la quale » sarebbe stata cagionata dai vapori die si sareb- » bero sviluppati al momento in cui le materie cri- » stalline, considerate d' origine ignea, si sarebbero » soUevate dai seno della teira. Il perdie da taluno » de'piii riputati geologi si opina die i solfati di » calce abbiano una duplicc origine c che in con- » scguenza debbano csscre distinti in due famiglie: )i solfati di calce natural i. c solfati di calce di tra- tG3. H sforraazione. I prlmi sarebbcro pTodotti da sedn I) mcnti oi-istallini, i quali si avverarono in tuttc » le cpoche geologiche; i secondi si possono trovare » dappcrtutto, cioe rte' tcrreni primitivi e scconda- » rj, laddove le materic generate dal fuoco hanno » potato alzarsi c attraversare i dcpositi calcari ». Nota poi che tali ipotesi discendono dal falto che negli ammassi di solfato di calce appajono tali no- vita cd anomalie, che la sola legge dei sediment! geologici non vale a dicifrarle, e che se tin tempo non si ammettcva la mctamorfosi dclle terrc, per-* chi avute in conto di dementi, era che i progressi della chimica Ic hanno chiarite decomponibili iu pill materic, non si potrcbbe a rigor di logica, senza piu, scntenziarc che una terra non possa essere tra- mutata in un* altra; dal che conchiude che la no- tizia da lui fornita dclle vene di volpinite sparse fra il gesso che forma parte del monte ond'essa si scava, oltre aggiungere una nuova particolarita alia parte descrittiva di essa, puu servire dl alcun lume a chi studia nei fatti spettanti alia storia fisica della terra, c specialmente in quelli che apparten- gono alia formazione de' minerali. Materia di un' altra nota scientifica fu al nostro Rolcrtc accadcmico il segucnte fatto. Alcuni fi*an- rcsi opcrai capitavano lo scorso inverno a Pisogne di Vallc'Gamonica. Cercando fra quelle montagnc, i64 fermavauo 1' attenzione sopra alcunc roccic, dall« quali con certi loro ferri raschiavano con molta cura una materia bianco-cinei'ca, vcstendo di certo liserbo cio clie facevano, e custodendo con cura qucsta guisa di messe montana della quale adunata una buona quantita, la spedivano in Francia. No- tatisi da taluno di cola questi operai , e comuni- catasi la cosa, insieme con un saggio di quella so- stanza, al nostro naturalista , egli ne partccipu la notizia all'Accademia, quidittando la naUira della materia, e facendo conoscere gli usi a cui viene de- stinata. La sostanza cercata e raccolta dai francesi appartiene al regno vcgetabile , precisamenite alia numerosa famiglia dei licheni , e fra questi alia specie di quelli cbe si dicona lebbrosi. Consiste in una crosta a screpolature , granulare, verrucosa, bianchiccia, clie in qualcbc modo rende immagine d'una malattia della pelle, quale sarcbbe la leb- bra. Cresce, e talora in grande copia, suUe roccic e sui muri all' aprico; e, a detta dei botanici fran- cesi, si raccoglie in buon dato nell' Alvcrnia , Bci dintorni di Parigi, sulle roccie calcaree delle spon- dc marittimc; ai quali luoghi sara ora da aggiun- gere la Valle-Gamonica e presumibilmente la Val- trompia. La sua proprieta tecnologica e di servire agli usi dcU'arte tintoria, come servono parcccbi altri lidieni) ed e perdu conosciuta in coiinieirio i65 col nomc di oviccllo d' Alvernia. Per trtimc una materia colorantc c mcslieri trattarla in via chi- mira; c fra I'altre operazioni la si fa macerare ncH'orina: sc nc ottiene un color rosso e brillante, applicabile alio stoffe d' ogni maniera. Denunziando c[ucsto fatto, intcnzione del nostro Pcrego fu di gio- vare in qualche mode alia economia della provin- cia; per (juesto clie, riconosciuta I'esistcnza fra noi deir oriccUo d' Alvernia, o la nostra industria ne abbisogna, e sarcmo esenti dal compei'arlo dalla Francia. o non ne abbisogna, ed alia Francia potre- mo venderlo. L' ontrata non sarebbe vcramente gran che; ma nondimeno, trattandosi d' avvantaggiare, come che sia , la poverta dei paesi montani , non sarebbe da trascurarsi. Con queste produzioni, che tutte appartengono allc scicnze naturali, non compiesi ancora la serie degli atti accadcmici clie spettano a qticste matcrie. Riraane una miscellanea i-accolta di note attenenti a vari rami di queste medesimc scienze, cbe dal chimico signor Girolamo Ferrari di Vigevano, no- stro socio d' onore, ci vennero ti-asmesse, e cbe noi ora riferiremo nclla sequela alfabetica e coi titoli con cui vennero dall' autorc racdesimo ordinate c distinte. «66 A. Rclazione sopra una minesttu di riso con vetro. E deir azione dcUa sostanza grassa, ossia del condi- » mento del riso nella pentola , azione facilitata » daU'aria, dall' umido c dal sale; pcrchc in tal » c;iso si richicJr un tempo assal piii laiigo clie » ncl caso in qucstionc: c poi 1' ossido di ramc Ji- i> sciolto jtiella sostauza grassa del condimento si I) trovcrcbbe in istato omogcnco e non in forma » salina ». Benche poi per la poca quantita dclLi materia non abbia fatto calcolare la quantita del sale di rame contenuto nel riso, tuttavia dal con- fronto della intensita dei colori ottenuti cogli spc- rimcnti indicati ai N. 3, lo e dclla quantita del precipitali acccnnati ai N. 5, 6, 7, 9, i5, 16 eoi risultati consimili ottenuti con una data soluzionc d' acctato di rame basico crede poter per approssi- mazione conchiudere che nel riso in questione non trovavasi che poca quantita di sale da rame, talc da non produrre cbe deboli effetti d'avvelenamcuto. — Riso del vaso B — i.*' Scosso e odorato quo sto riso, manifcstava un debole odore di muffa; fc- nomcno che I'autore attribuisce all' esscre csso, a differenza dell' altro, stato esposto in luogo umido, c probabilmente anche soggetto ad esalazioni pii- tridc. 2.*^ Soffregatc leggermcntc varie macchic rosse sparse nell' intcnio del vaso in che era il riso con- tenuto, queste manifestavansi come di materia gc- latinosa e niucilaginosa. Slemprata una poi-zione del riso neiracqua e quimli posta sopra uii (illro, la soluzionc filtrata non veniva tinta dalla materia colorante delle macchic anzidettc. o.^ Opcrato iu 172 cgual modo coir alcool puro, qucsto vcnnc tinto di color rosso. 4'* Esaminato il riso con occhio ar- mato, vedevasi meglio il colore delle maccliie simile a quello della carnc di hue recentemente tagliata, c Ic macchie sembravano costituite d' un aggregato di csseri organici microscopic! di forma piuttosto globu- losa che filamentosa. 6.'' ludagando i caratteri di questa pianta criptogama, parve all' au tore die fosse del genere e della specie della materia colorante delle nevi alpine {cwedo nivalis) e della polenta {di Zea-mais) esaminata dal Bizio nel iSSg e da questo scrittore denomiuata seiratia mwuxensj de- nominazione cli' egli percio crcdette potcr applicare anche a questa muffa di color ixisso. 7.** Conosciuto che I'arrossamento del riso era un natui*ale effetto della umidita sofferta, 1' autore lo assoggctto agli »tessi esperimenti opcrati sal riso del vaso A, cd avendo ottenuti simili risultati, concluse essere i due risi della stessa condizione, dall'alterazione in fuori prodotta nel riso del vaso B dalla prefata cagione. C. PifofoiOj o solfuro di potassio piroforico. Considerato il grande consumo clie si fa del sol- furo di potassio per gli usi medicinali e la cattiva qualita della potassa di commcrcio adoperata per la formaziouc di qucsto solfuro, tento I'autore di • 7$ nllcnci-lo csponciidolo Jircttatnculc ad un forte ca* lore del tartaro brutto collo zolfo invecc del la |m>- lassa di tartaro. II metodo con cui pcrvcnnc all'In- Icnto forma il soggctto di qucsta breve nota. Man- ticuc cgli per qualche tempo ad un forte calore in un matraccio lutato un miscuglio di una parte di zolfo con trc di tartaro crudo: allorche ^ ces- sata la produzione c lo sviluppo dei vapori empi- reumatici c dei gas leva dal fuoco il matraccio, raf- freddato e volto il quale, rinviene per residuo una sostanza leggcra, porosa di un color grigio nerasti-o, chc in breve e spontanea niente s' acccnde non altri- mrnti che i pirofori di Homberg, di Lemerg, di Bergman e di Glay Lussac ecc. Questa sostanza at- trad'umido dell'aria atmosferica, e per conscguenza u facilmente solubilc ncll'acqua, nella quale lascia per residuo del carbone sommamente diviso: la so- luzione ba un colore piuttosto carico cbe no, e eon- sta di solfuro di potassa. L'autore preferisce questo nirtodo agli altri tanto per la economia che per la facilita dell' esecuzione, non ricbiedendo csso tanta for/.a di funco quanta ne richieggono gli usati. » Volendo indagare( egli aggiunge ) le reazioni cbe » sucMi'dono diii*ante questa opci"azione, parini cbe 1) del cavbonto r dell' idrogcne alio stato nasccnle, » prodoUi diilla decomposizinne dell' acido tarta- » rioo, il priino cutri in combiuaziouc coirossig«'no «74 B dclla potassa, e costiluisca deiracido e Jell'ossido M di carbonic, mentre la potassa si riducc in. po- » tassio, che si combina colla maggior parte dello » zolfo, formando del solfuro di potassio ed il se- » condo , ossia il gas idrogeno, parte si combina » con piccola porzione di zolfo e parte con del car- » bonio per forraare dell' idrogeno solforato e car* j» burato, clie cogli altri prodotti empireumatici del- » la decomposizione dell' acido tartarico si svolgo- » no, lasciando per residuo il solfuro di potassio c » del carbone sommamente diviso ed vntcrposto fra » le molecole del solfuro. Con questi ultimi pro- » dotti si e probabilmente fonnato del carburo di » zolfo solido; percbe in alcuni casi questo prodotto » gettato neir acqua sviluppa delle gallozzole di gas » idrogene; cio che da luogo a credere che possa » esscrsi formato anche del carburo di zolfo liqui- » do c gasoso )). D. Pasta glutinosa. Gonsiste qucsta pasta in una sostituzioue fatta dair aulore all' ordinaria usata nelle diverse arti siccome mezzo di adesione e prepai'ata stemprando e faccudo bollirc nell'acqua dclla farina di fioimento o deU'ainido. Invcce dell' acqua cgli si serve del- I'acrtodistillato stcmprandovi la farina di frumen to, ommcsso 1' uso dcU' amiJo per cconomia. Egli assi- cura poi clie , per cspcrinienti fatti nclla Icgalum dei libri, nci lavori da tappezziere, nella fabbrica- zionc dc'llc stoffc, questa pasta ricscc di niiglior cf- fctto dclla comune, preparata sia colla farina, sia coir amido. E. Estratti. La facolla dissolvcute che csercita I'acido acctico sopra pareccbic sostanzc, e specialmcnte sui principj attivi dci vegctali, indusse I'autore ad un' altra so- stituzione doll' aceto distillato all' acqua; c cio fa nella preparazione degli estratti eroici d'aconito, di cicuta, di giusquiamo c di stramonio. Oltrc questi estratti acetosi egli no prepara degli altri nel modo stcsso con cui si proccdc per gli idracoolici col lar digcrirc i prcfati vegetali in un miscuglio d'un'on- cia d' acido pirolignico del commercio ( di gr. i o ) con una libbra e mczza d' alcoole , a gradi 22. Estratti attivissimi, c d' egual foiv.a agli ottcnuti coU'eterc, ebbe colla mistione d' un' oucia d' acido pirolignico con una libbra e mezza d' alcoole a gradi 36. Egli asserisce aver appurato con apposite espe- ricnzc clie gli estratti cosi prcparati risultano do- tati di maggior cffioacia degli altri. avvertendo chc nella preparazione di questi farmacbi vuolsi far uso • 76 costantcmente di vasi dl vetro o di terra inverni- data, non di vasi di rame stagnati. F. Caite vescicatorie. Persuaso I'autore dell' eccellenza del vescicanti prcparati col metodo di Ti'ouscau e d'altra parte considerate riescir qiiesto dispendioso per 1' uso chc csigc dcU'eterc, onde ottenere I'estratto di cantarelle, si argomento di adattarlo alia coraunc portata. cer- cando di conciliare 1' attivita della preparazionc colla economia col surrogare il veicolo per conse- guire r estratlo con alti'o mono costoso dell"* etere. Fondato sulla proprieta dell' acido acetico, combi- nato coiralcoole, di scioglierc la cantaridina, egli si serve di uu miscuglio di csso acido e di una lib- bra e mezza di alcool a gradi 36, sostituendolo al- I'etcre per asportare dalle cantaridi il loro principio attivo. Operando ad una temperatura di '^o gradi rgli ottiene colle regole dell'arte un estratto al- quanto inolle, del quale applicando due strati sulla carta bibula, e procedendo nel resto sccondo le pra- tiche di Trouscau, conseguc gli cffctti medesimi di questo processn. In altro modo prcpai-a poi 1' estrat- to di raritarellc, servendosi cioe di solo aceto distil- lato, tnitbmdo questo a raldo con alcoole a gradi da 22 a 2 4 per due o tre volte, e riduccndo di nuovo '77 qucstc solu/iuiu coll' cvaporazioiic a consistcnza di (Icnso sciroppo, che applica, siccomc il sopraddetto, con un peniiello sulla carta, che poi sovrappone al- io sparadrappo usato nel mctodo di Ti^ouscau como uiczzo di adesionc. G. Dei Gelsi. Osser\>azione.. Ella e questione da luiigo tempo agitata fra gli agi"onomi, sc 1' uso della calce tomi giovevole nella coltivazioue del gelsi, sia per presei'vai-li dalle ma-» lattie o dalle mortalita a cui vanno sottoposti, sia per ovviare al caso troppo frequentc che un gelso piantato nel luogo medesimo dove un altro sia pe- rito, muoja esso stesso piu facilmente che il gelso piantato in luogo diverso. L'autore, ripetendo in tali casi la morte del gelso sostituito da infezione la- sciata nel terrcno del gelso premorto, i-nvvisa nclla calcc un utile depurativo, dal quale egli promette utili risultamenti, purche venga usato in quantita maggiorc dell'ordinai-ia; e ciu sul fondamento della propria cspericnza. Egli estirpa al piii presto la pianta che peri, ed a cui trattasi di surrogarne Un'altra, nettando al possibilc d' ogni sua radice il terrcno, indi fa sfiorire otto o dieci libbre di calocf cd anche piu con altrettanta o quanta basta di acqua, e la mescola quindi al Icrreuo, dove metle 13 poscia la novella pianta possibilmente al piu tardi, cioc Jopo alcuni mesi, ed anche dopo un anno, sc Ic circostanzc lo pcrmettono. — Studiando sull« cause della influenza da lui per vari anni provata benefica nei casi in discorso, egli trova clie uffizio dclla calce k di convertire i frainmenti e gli umori morbosi lasciati nel terrene dal gclso perito in aci- do ulmico, per poi costituire un ulmalo; il clie cgli induce da osservazioni fatte in due siti di terrene da lui medicati colla calce ad oggetto di piantar>i due gclsi in sostituzione di altri due ivi periti, avcndo in questi siti rinvcnuto abbondantemente deir ulmato di calce procedente dal concimc. Da cio poi dcducendo che la calce trasformo i resti dei corpi organici e gli umori morbiferi in sostanze gio- vcvoli alia vegetazione , e facendo ragione che il terriccio c i concimi dcbbano per la maggior parte la lore virtu fertilizzante all'acido ulmico ed agli ulmati , avendo concimato a calce ( a meta dose dclla sopraddetta e mista con segatura di pioppo ) un filai'C di gelsi, e per confronto concimati altri quattro fllari con altre sostanze. c pel corso di Ire anni non avendo trova to alcun gclso niorto nel fi- lai'e trattato colla calce. e sci esscndone in coniplcs- so periti negli altri, da qucslo e dai precedent! fatti pargli potcr concludcre con qualchc fondamento clie la calce adopcrata in abljondnnza si dcbba con- *1P siclcravo cotnc im utile nipzzo a prosrrvarc J .•ji; i«4 . ti ^uo proprio che I'animo altrui, trattandosi di oosi geloso argomento. I nuovi e piu minuli suoi studi, le ulteriori sue osservazioni sui modi onde segue r esposizione, 1' esperienza di due anni corsi frattanto, avendogli suggerito nuovi e per sue av- viso pill concludenti fatti e argomenti, egli li de- dusse ncl nuovo ragionamento da lui dettato in conferma della sua proposta. E innanzi tratto , a far preliminarmente sentire la convenienza di un prowedimento In proposito, egli prende a conr sidorare le conseguenze dell' abbandono dei figli, riguardandole sotto il triplice rlspetto dcgU ab^ bandonati , de' lore genitorl , della civile societa , e applicando speclalmente le sue considorazioni all' abbandono della pi-ole nelle ruote. Al qua- le oggetto , distinli i trovatelli in legittimi ed in bastardi, e col sussidio di nuovi argomenti e cri- terj, oltre agli usati nel prime ragionamento, cal- colato il numero degli uni e degli altri, accolti nella pia casa durante 1' ultimo decennio i83i-4o, ascendenti a 24^0 legittimi e agao spurj, di que-* sti secondi tiene dapprima ragionamento ne' tre ri» spetti dianzi indicati. Nel rispetto degli abbando* nati egli non vede che danni appetto di ben pocbi vantaggi, consider^to cbe il bambino illegittimo de- posto in una ruota perde i diritti che altrimenti gli competerebbero, il nome della faniiglia materua, 1 85 gli altmcnti, 1' eJucaiionc, la succcssione intcstala nelta matcrna sostanza, chc solo sulla Urra non ha altri vincoli che la gralitudine c 1' a more verso chi lo raceolsc c allcvcN, chc sc le altrattive dcl- r infanzia noa gli acquistarono l' affetto dcgli al- levatoi'i, se la morte glieli rapisee, se 1' ignoranza c la superstizione gli negano la compassione di clu potrebbe proteggerlo e beneficarlo, costretto a can- giar pacsc cd allevatori, spessc volte sottoposto a dure fatiche, provveduto di scarso e poco sano ali- mento, tutta prova la gravezza deirimmeritata syen- tura e le funesle conseguenze dell' abbandono. Ri- spetto alle madri poi e alle societa, q^uantunrjuo r abbandonare un figlio, sia naturale sia legittimo, soffocando un sentimento provvidissimo di natura, spegnendo la tcnerezza dei genitori verso i genera ti, afGevolendo lo spirito di famiglia, danneggi la nui- dre che abbandona e la societa che accoglie il Cglio abbandonato. nondimeno 1' autore avuto riguardo al grado di severita con cui vengono dal pubblico disapprovati gli illecili congiungimenti e le nascite ille^iltime, non crede poter esser luogo a dubitare ihe pill vantaggiose chc di danno siano le conse- guenze dcir abbandono, per quanta ripuguanza na- turalmentc si pi*ovi risolvendo in tal modo il quc- sito. n Esaminate da vicino ( egli dice ) le condi- » zioui iu cui versa quclla povcra figlia chc in uuo » smarrimcnto ill raglonc cedctte alia seduzionc, e n trovcrctc clic per lei iion vi Ka mezzo a ripararc » alia colpa d' amorc, quando si rendesse puLblica, 9 e che spcrare non pu6 tranquilli i suoi giomi » avvenire, se non abbandonando nel mistcro il » frutto del suo illccito commercio. La cLrcondano i» un padre gcloso del proprio onore, che vorrcbbc » piuttosto veder morta la figlia che permetterle » di porgere la poppa alia prole illegittima; un » padre cui anzi deve occultare la stessa gravidanza »» per evitare Ic incalculabili conscgucnze dclla sua i» collera; una madre che niemore dclla sua non » cui'anza, nell'intcrno del cuorc la commiscrerebbe, n 6 vero, ma in fatti la carichcrcbbc di rimpro- m veri, e secondcrebbe il marito, onde la pubblica r disapprovazione non colga ad un tempo c ma- j» dre c figlia; i parcnti che vcrgognerebbonsi di 5» avvicinfire la infortunata, i conosceuti indiscrcti » che mormorerebbcro pel suo fallo, c la scgnc- »» rebbcro a dito nel suo passaggio; una societa che » non pcrdonerebbe piii niai. Sc prepotcnte amoi'C » Ic faccssc superare quesli ostacoli, la vcdresto j» divisa dalla propria famiglia condurre una vita » di dolore fra la miseria ed il pentimento, senza »» speranza di soccorso; pcrchc un poco provvido n intendimento cd il pregiudizio allontanano coloro M che potrcbbcro rccarle conforto; vcdrestc per lei 107 « scgnata irrcvocubilmenlc la sua sorte infclice. m Non piu un coUocamcn to bene auspicato, non piu » giorni screni. Lc couscguca/.e del comnxesso crrorc n ingiustanicnle aggravcrcbbero le di lei sorcUe; n svcntura si aggiuiigerebbc a svcntura; c lc sventure » eravviliinento soffochcrebberoalla fiuc nclla dcso- m lata ogni resto di virtu. Nellc colpe disonestc cer- M cherebbc riinedio a'suoi mali. DaU'aniorc per mo- » mentanco sviamcnto di ragionc verrebbe alia sco- j> stumatczza la piii sfreuata, e col suo esempio al « mal operare couduiTcbbe tant'altre altrimcnti ser- » bate a riuscire ottime madri, affettuose c caste » consorti. Frattanto cessci-ebbe la tenerczza alio ft stesso frutto dell' illecito amore. Vi liamio mo- » mcuti in cui il rimorso parla alia coseicuzii dei »> traviati, ed il rimorso chiama la meule al fiulto r> della colpa, che. sebbenc innocentc, ccssa di cs.scre m caro. Vizio ed amore alia prole e cura diligoutc rt per buona cducazione non puonno audare di con- B serva. Buona riuscita di figli e mal esempio uci r> genitori c gran lode ai prinii, ma non frcqucn- w tissima. La slessa prole adunquc potrebbc esserc " danneggiata, la societa potrebbc palirne le eon- » seguenze. Considerate invece la zitclla clic ab- » bandona la prole concepita ncl mistero. nala ncl » niislcro. In I'accia alia societa ella non Tu nia- t* dre, e aacora innocentc. Le sofferle anguslie, i88 » Tagitazionc cleiranimo cd il pensicro dei danni >• cui era serbata, sc 1' illccito suo commercio si n fosse conosciuto, la rendono accorta. Essa puo » ritornare ad una vita in fatto onorata; 1' autore J) dclla sua svenlura tenutosi occulto puo senza n vcrgogna riparare ad ogni danno. Quella zitella » lo puo rcndere felice; quel figlio abbandonato • pu• di spirito di famiglia e di fcdclta conjugale, ed j» aumento di quci mali che da queste sccondarie n fonti Iraggono origine ». Da tutto cio cgli con- chiude che le ruotc a cui si espongono i figli spurj prcsterebbero uii utile servigio alle madj'i, alia so- cieta, alia puhldica morale, se insieme coi figli spurj noH accogliesscro una quanlita poco meno che egualedilcgittimi, escnon ne venisscuna troppa mortalitu negli esposti per Ic cagioni da lui pro- dottc ncl prinio ragionamento e per Ic altre indi- cate lu'l prcsciite, che per brcvita tralasciamo di .S9 rifcrire (V. Ragionamenli sovraocitati p. 19, c Coin- mcnlari per 1' anno iSSq p. 89). Dall' abbautlouo dvi figli nalurali passando poi a rjuello dci Icgit- timi, non altro clie tlaniii cgli ne vcdc proccJcrc, et^ in ogiii rispetto iiou accompagnali da nessun vantaggio. Danno alle vittiinc innocent! dell'ab- bandono, poste per csso alia stessa, anzi a pegglor condizionc do' figli spur], danno ai genitori, che privandosi della pi-ole legittima, si privano con essa dclla pill soave fra le umane dolcezze, del pegno piu stabile di affctto c di fcdelta conjugale, dcl- r incitamcnto il piu valido all' industria , alia buona condotta , all' adempimento di ogni dovere non mcno sociale cbe domestico, danno final- mentc alia sooicti, cbe accoglie nel suo grenibo snatui'ati individui, dimentichi del piii sacro dei dovcri, dai quali non si puo nulla ripromettcrc dl utile ne di bene, cbe accoglie i loro figli, ed a spese o dclla pubblica beneficenza, o delle sostanze dcgli infcrmi c dcllo state, ed in ogni modo a spcse pur sempre dell' onesto e del laborioso cittadino, li ali- menta, li alleva, li istruisce, li colloca. Da qucste premcssc concluso essere necessario per togliere i danni cbe proccdono dall' esposizioue de' figli legit- tinii, accoglicre qucsti, anzicbc ncUe mote, in ap- jMDsito ufficio al ricevimento senza segi'cto, cbe li disliagua dai bastavdi. c per miuorarc i danni, senza diminuirc i vantaggi, della csposizione dei bastardi, doversi dagli amatori della umanita studiare accu- ratameute sc torni o no opportuno il sostituirc anchc per questi alia ruota un ufficio d' accctta- zione con segreto, opponendosi all' abolizione dclle ruotc il timore delle pericolose esposizioni c degli infanticidj, cgli si applica a determinare gli cffetti a cui potrebbe dar luogo una tale niisura , argo- mcntandoli dalle varie circostanze dell' esposizione occorsa in un dccennio dal i83i al i84o, raccoltc in apposite tavole che servono di corredo al ragio- namcnto. La somma pertanto de' suoi argomcnti versa intoi'no a questo problema: sc le circostanze della esposizione procedessero in altro futuro dc- cennio come procedettero nel passato i83i-4o, sa- rebbero o no da temersene per cffetti gli infanticidj c le pericolose esposizioni? Alia soluzione del quale problema cgli procede col seguente metodo. Ricor- dato dapprima non potcre le pericolose esposizioni c gli infanticidj aver per cagione se non il rigore della pubblica opinionc verso gli illeciti congiun- gimenti e pcrcio non poter corrcrc un tale pericolo i figli nati di legittimo matrimonio , dal numcro di 535o esposti entrati nel pio ricovero nel passato dccennio egli sottrae i344 positivamente ricono- sciuti per legiltimi, c cosi cscluso questo numero dal teniuto pericolo, comincia a ridurre dai 535osli di cui rimauc in qiiesito la sorlc. Passando quiiuli all' csamc di questi , osser- vato che Ic pericolosc csposizioni c gli infanlicidj non possono tcmcrsi clic a riguardo dci figli di gc- iiitori ignoti, cioc non chiariti sc Icgittimi o ille- gilliini, notato pcrvcnir questi al pio ricovero o per mezzo della ruota o per presentazione all' ufficio , c trovato clie ncU' ultimo deccnnio i233 bambini cntrarono nella pia casa pel secondo inodo, 63 1 co- me nati neir ospizio delle gravida da madri nubili, 2o4 prcscutati dall'autovita civili, ccclcsiasticbc o sanitarie con iscritto indicante il gionio di nasci- ta , lalvolta la matcrnita, per lo piu. sollanto la provenienza c il ministrato battesimo, ^rn prcsen- tati dai privati per commissione delle levatrici o dei geuitori, per lo piu dalla madre, lai presen- tati dalle autovita civili od ecclesiastiche con di- chiarazjonc verl)ale o si ritta di aver trovato il bam- bino per lo piu alia porta delle case pari'occhiali 0 delle levatrici, o nelle chiese o prcsso gli ufficj comunali, rare volte sulle pubbliche strade, molti cou iin scgiialc nelle fasce, considerato finalmente nou potcr per tutti questi, siano Icgittimi o spur], rcstar luogo a timore , per qucslo cbe , secondo ch' ci dice « se si sccglie qucsta maniera per recarli » alio stabilimcnto, mcntre a tutti sta aperto iiu » torno. non vorrebbonsi ne pcricolosameuto sporn:, 192 » n(i ucc'iJere, quando la ruota fosse cliiusa »; con- sidcrato in particolare , rispetto agli ultimi i a 1 stati altrove abbandonati prima della pi-esentazio- ne, che, aperta o chiusa la ruota, succedono sem- pre alcuni abbandoni di figli in altri luogbi, i quali non dcvonsi confondere colle pericolose esposizioui ncl vcro sense della parola, egli sotti-ae tutti que- sti 1233 dalla somma di 4006, la quale viene ri- dolta a ayjS entrati unicamente per mezzo della ruota, e ai quali soltanto egli tiene doversi restrin- gere 1' esame ncl rispetto del timore d' infanticidio o di pericolosa esposizione. Pi'ocedendo ad un tal esame, egli nota iunanzi tratto cbe nel corso dell'ul- timo decennio 194 bambini si trovai'ono nel^a ruota gia morti , molti immaturi e molti a termine da poter vivere, i quali egli comincia dal sottrarre dailla cifra 2^73, considerato che per cssi nulla sarebbc da temcre quando la ruota si chiudesse, nulla di peggio non potendo loro intervcnire. A questi poi aggiungc altri 63 bambini trovati nella ruota con un apposilo segnalc vidimato dalle autorita civili ed ecclesiastiche; del che inducendo che questi do- vcano essere recati direttamente all' ufficio e che al commesso soltanto devesi 1' arbitrio della esposizio- ne alia ruota sottrae pur essi dalla sopraddetta cifnv, la quale per queste due sottrazioni viene ridotta da 27^3, a soli 25i6 bambini sui quali puo ca« 19^ derc il timorc tli pericolo. Un tale timore vienc to- sto dair autorc rimosso riguardo ad 8^5 esposti che ncir ultimo decennio furono trovati nella ruota con un scgnale apposito in cui era scritto il nome del bambino , 1' indicazione del ministjrato battesi- mo, spesse volte il giorao e 1' oi-a della nascita ed anche la provcnienza. Di tutti quesli bambini, spurj o legittimi che sieno, egli non dubita decidere che sc fosse chiusa la ruota verrebbeio presentati all'uf- ficio. « Infatti ( egli dice ) se sono legittimi, perchi « pci-deili, quando un caritativo ospizio li racco- » glie? Se sono spurj, non e il timore dcU'infamia » che spinge all' infanticidio, non e il divisamento » d' occultare a tutti la disonesta colpa? In questi » casi il pudore ha gia ceduto al dovere : sonovi n tcstimouj del parto, ed il delitto dell' infanticidio, » per questo appunto, e perche tostamente sareb* » be scoperto, non si commctterebbe giammai «. Tutti qucsti bambini egli pertanto sottrae dall' ul- tima cifra, la quale viene a ridursi a soli i64i. Ma con quali circostanze segm 1' abbandono di que- sti 1 64 1 alia ruota? Trova I'autore in primo luogo che y 1 2 furono portati alia ruota con segnale ap- posito, e per lo piii con uno scritto in cui si accer- tava r ospizio essersi da to 1' acqua baltesimale al bambino, e che di questi 712, 1 1 3 aveano passato I'ctii di 5 jiorni, eta che gli serve, secondo un suo i3 »94 nuovo critei'io, ad argomento di Icgittimita. Consi- derata quindi per questi 1 1 3 una tale qualita , e per gli altri 5gg considerato chc la madi'e che con- segna alia ruota un bambino con apposito segnale, lascia scorgere che il suo animo soffre ad abban- donai'e quella prole, chc il pensare che se dovesse recarla all' ufficio col mezzo di onesta persona, vor- rebbe piuttosto ucciderla, e supporre una crudelta senza fondata ragione , che d' altronde non mini- strando presso noi la madre 1' acqua battcsimale al suo nato , e pochc fra quelle madri che puonno sporre la propria prole sapcndo scrivere, e consc- guenza necessaria lo ammettere chc una levatrice 0 qualche altra persona abbia prestato soccorso alia madre nel travaglio del parto , che il secreto cou cio viene ad essere tolto, e quando non v'e secreto non si puonno tcmcre pericolose esposizioni od in- fanticidj, argomcntato per giunta, sopra induzione che ommettiamo per brevita, che molti di questi bambini sicno legittimi , egli sotti-ae gli uni c gli altri nella totalita di yi2 dalla cifra di i64i, la quale viene per tal modo a ridursi a soli gag. Pro- cedendo nelle riduzioni , cgli osscrva che 5o2 tro- vatelli entrarono durante il posto decennio nella ruota con apposito segnale, non portante la scritta indicazionc della ministrata acqua battcsimale al bambino, ma soltanto il nome impostogli, o chc gli si (Icsulci'ava, cd alcunc volto la provcnienza. Dei quali, 82 avcndo gia oltrc i 5 gionii di vita, cgli oancclla qucsto numcro dall' ultima cifra ridotta. Rispetto poi agli alti'i 4'^o, considcrato per 1' una parte die la qualita. del scgnale non pu6 lasciaf troppo traiK|uilli ncl pi'oposito, c per Taltra clifl di questi csposti in cinque aiiui ne vcanero rcsti- tuiti 10 ai propri genitori, e calcolalo che in dieci anni il iiumei'O si raddoppiei'ebbe, egli si ticne au- torizzato a sotti'arne 20 dal numei-o totale, i quali aggiunti agli 8a gia sotlratti, riducono la cifra di 929 a qucUa di soli 827, dalla quale altresi deduce 34 individui, 3o eiitrati nclla ruota dopo il quinto giorno di vita, c 4 ridouati nel corso del dccennio ai loro genitori, tratti dal numcro di 4^7 entra- li scnza alcun segnalc, Iranne gli indumcnti, ridu- cendo cosi la cifra 827 a 793. Con un processo d' induzione diminuisce poi d' altri 100 quest' ul- tima cifra. Quattrocento settant' uno trovatclli nel corso deir ultimo deccnnio entrarouo ncl pio ricove- ro immaturi. « INIi sara lecito domandare ( dice I'autore) che cosa sarebbe avvenitto di questi ti"0-< » vatelli se la ruota fosse stata chiusa. Per la n maggior parte sarebbero morti egualmentc. Ma n avrebbcro tutti fin i to qualche ora prima, qual- » che giorno prima la loro vita per la crudelta » dcUa madre? Qual ti qucUa madrc che vuolc 196 U;i; » uccidere la propria prole quando conosce clie » la morte naturale deve rapii'lo in breve ora? n D' altronde que' trovatelli gia non potevano vi- » vere , e morti nelle proprie case o nell' ospizio, )) vale precisamente lo stesso. Ma pero non e lo » stesso il cessare di vivere per legge di natura o » per mano di una madre scellerata. La societa » raccoglierebbc nel suo scno un' omicida cbe, var- » cato il limite fatale fra 1' innocenza e la colpa, » la danneggerebbc grandemente. Per me tcngo que- » sto avviso; ma siccomc la presunzione sta a fa- » vore dei bambini, pongo sulla bilancia un lon- n tano timore die possano essere uccisi, ed i Tan- y) taggi deir accettazione ad ufficio aperto, e vedo » cbe molto propendera da questo lato. Poi mi ri- » volgo a coloro cbe il principal vantaggio delle » ruotefanno consistei'e nel salvare valori altrimenti y> pei'duti alia societa, ed cssi mi devono permetlere » cbe tutti gli esposti immaturi si sottraggano al » numero di qucgli infelici pci quali si stanno aper- » te le ruote ». Ma non cssendo poi possibile deter- minare quanti fra gli esposti immaturi entrati nello stabilimento facciano parte dei ygi ai quali trovasi ridotto r esame ncl riguardo cbe forma il soggetto del ragionaraento, I'autore, posto mente che questi 793 trovatelli appartcngono alia classe degli esposti senza segno, ed a quclla dcgli esposti con segno, ma scDza inJicazionc Ji ministrata acqua battesimalc, c cousiderato che una madre cui iiasce un figlio na- turalc immaturo, conoscendo, raassimc se vicne as- sist! ta ucl par to da una nutiucc, cli'cgli non potri viverc, nou dove aver gi-an cura di munirlo di un. scgiialc, induce da cio che rtujlti immaturi debbano apparteuerc all'ima od all'altra delle predette class i, c riduccado il suo calcolo induttivo a soli loo, que- sti sottrac dairultima cifra, che viene quindi ristret- ta a soli 693. D'altre induzioni egli poscia si vale per sottoporre questa cifra, medesiraa ad uii'altra e grave riduzione. Questa c di tutti gli esposti pro- vcnieuti dalla campagna durante il preso decennio, pei quali I'autore tiene non doversi temere perico- losa csposizionc od infanticidio quando pure si chiu- desse la ruota, per le ragioni che Ic loro madri, sup- posto anche il caso, d'altronde rarissimo, che av essero partorito non assistitc da alcuna persona, impossibi- litate a recare da sc stesse il bambino alia ruota ncl termine nccessario pcrchti non ne venga sco- perta la nascita (che e quanto dire nel termine di uu giomo, oltrc il quale non sarebbe possibile oc- cultare i vagiti della prole), debbono cssere state costrctte a confidare ad alcuno il segrcto e a com- mcttere ad altri il ti-asporto del figlio alia ruota; il che posto, cd esse si posero fuori del caso di commctterc un dclitto al quale, quando non s' op- 1^8 ponesse la tcnerezza matema, sarebbe freno il timore della punizlone, e al commesso sarebbe cosa indif- ferente portare il bambino alia ruota, o airufficio che a questa si sostituisse. Galcolato poi mediante un criterio d'induzione, fondato nelle circostanze dl tempo della presentazione alia ruota, che il numero de'pervenuti al ricovero possa ascendere a 228, que- Bto numero sottrae dall'ultima cifra, la quale dai 693 viene ridotta a 4^5. Ne qui finiscono gli ar- gomenti d'induzione e quindi le sottrazioni cbe I'au- tore ne cava per conseguenza. Se vi sono madri illegittime che per gelosia d'onore possano far te-» mere di infanticidio o di pericolose esposizioni , quGste non possono essere a suo credei*e che le primipare, non gia quelle che hanno piu volte par^ tori to, le quali hanno col pudore perduto lo sti- molo al delitto. Per un calcolo induttivo, tratto da-^ git ospizj delle gi-avide illegittime del pio luogo, delle quali venti sopra cento non sono primipai'e, cgli deterniina che nella stessa proporzione di 20 per 100 stieno le non primipare che non partori- scono nel pio ricovero, e con questa norma sottrae, ^3 esposti dair ultima cifra, la quale viene ridotta a soli 372. Esseudo poi questi 3^2 il risultato delle sottrazioni degli esposti provenuti dalla campagna c da madri non primipare, Tautore, calcolato che di queste appena dieci sopra cento potrebbero esser «59 quelle chc, supposlo ancora che avesscro potato te- ncrc occulto a tutti il portato cd il parto, avessero poi tanta ft)rza fisica c morale da portare esse stcssc sensta miiiistcro d'alcuno il loi-o bambino alia ruota, e considerato clie sopra quest* ultime sole potrebbe caderc il timore di infanticidio o di pcricolosa espo- sizionc dci loro parti, riduce per ultima sottrazione la cifi-a di 372 a soli Sy, unico residuo di tutti gli csposti iu un decennio, sui quali resterebbe a te- mere clie per avere, com'egli dice « solamente mu- » tato il modo del loro ricevimcnto all' ospizio, >t seuza no cliicderc, nc desidcrare di conoscere gli » autori dclla loro uascita, debbano essere o pcri- » colosamentc csposti od uccisi ». Timore a suo credere lontano, ne lale da poter contrabbilanciare i danui dclla esposizione; a minorare il quale nel- r animo de'piu dubbiosi, quasi per giunta e sug- gello dellc sue deduzioni, egli ricorda, siccome mi- sura noa railicalc ma catcgorica ncU' argomcnto, quella clic fu prcsa ncl pio luogo, e che vieuc osser- vata dair anno i832 in poi, di tener cliiusa la ruota di giomo, e di non aprirla clie la notte; dalla quale mostrando non essere risultato alcun sinisti*© cffetto, ne ricava uu argomcnto a coufcrma del suo assunto, conchiudendo con dire (( essere le discipline ») colle quali cuti-ano gli csposti ncl pio ricovero >» di Brescia soverchiamentc dannosc agli csposti mo » desimi , ai genitori, aU'economia ed alia costuma- » tezza della popolazione, e lo studio profondo dei 1) modi coi qiiali compiesi I'esposizione alia ruota » trantjuillare chiunque voglia attentamente • stu- M diare nei medesimi, cbe, chiuse le ruote, sosti- » tuito un ufficio in cui si serbi il segreto, anzi » non si cerchi la maternita e paternita dei bam- » binl bastardi , ed aperto un ospizio de' bambini n legittimi, non denno crescere ne i casi di infanti- » cidio, n^ i casi di pericolosa esposizione ». Qui non finisce il ragionamento di cui siamo venuti sinora riferendo la parte piu sostanziale e piii immedia- tamente congiunta collo scopo dell'autore. Imper-* ciocche due articoll egli soggiunge, nell'uno de'quali propone come esperimento di cautela e di prepara- zione al togliemento della ruota, 1' istituzione di un ufficio di accettazione con allato di esso la niota luttavia aperta in tempo di notte, mostrando I'uti- lita di un tale esperimento e combattendo le ob- biezioni che vi si potrebboro opporre, e nell' altro viene esponendo le discipline da lui stcsso intro- dotte nella Pia Gasa degli esposti del nostro spe- dale nella qualita di Direttore, a miglioramento delle varie parti dell' amministrazione. Ma queste cose, ancorcbe per se stesse importanti, siccome Sit- tenenti in generale agli esposti, noi ci permetteremo di considerarlc nel nostro caso speciale siccome ao^ ccssoric, parendoci che quanlo abbiamo rifcrito sia siifticentc a far conoscerc il risultato dei nuovi studi impiegati daU'autoi-e a giustificaro la grave cd as- soluta misura da lui proposta nel delicatissimo ar« gomcnlo da lui preso a trattarc. Analoga per qualita di soggetto a qucsto ragio- namento del Buffini e la segucnte memoria del si- gner Giacinto Mompiani , Gensore , sulle carceri e sul modo di riparame le imperfczioni, spettando sV I'uno che I'altra al medesimo ramo di civile filo- Sofia, cioe alia puhbliea beneficeaza. Assunto del- I'autore ^ di mostrare i vantaggi del sistema peni- tenziario, o nuovo metodo carcerale, sul metodo antico, i vari modi onde questo nuovo sistema ven- ne applicato alio scopo comune di sottrarre i de- Umutl alia malefica influenza de' loro compagni e di ridurli al miglioramento morale, e fra queste modificazioni stabilire qual sia la piu conducente a questo duplice fine. A tre scuole principali so- glionsi ridurre tutte le varie riforme introdotte finora dalla penitenzieria nelle discipline carcerali, cioA alia scuola di Auburn nello stato di Nuova-Yorch, a quella di Cherry-hill nella Pensilvania ed a quclla di Ginevra, che ^ I'Aubumiana modificata. I quali tre metodi avendo 1' autore ne' recenti suoi viaggi avuto opportunita di studiare nel carcere di Gand acUe Fiaudrc, in quelle di Ginevra cd in qucllo 202^ che i dctto dclla Roquette a ParigL, parvegli a pro- posito di comunicare all'Accademia le proprie os- servazioni, facendoci di ciascuno conoscere la costru- zione, le discipline, gli effetti e la maggiore o minore corrispondenza al sopraddetto scopo comune. Toc- cata pertanto succintamente la storia de' vari teiita- tivi di riforma clie si fecero in Europa e in America durante il secolo scorso e che poscia condussero al- ia creazione della penitenzieria e alia divisione del sistema nelle indicate tre scuole, e per iscorcio ac- cennati gli inconvenienti delle cai"ceri a vecchio metodo, egli viene a descrivcrci i tre sopraddctti modelli, da lui visitati, incominciando dalla prigione di Gand. — Sorgc. secondo ch'egli ne informa, que- sto stabilimento, con un grandioso corpo nfel mez- zo, il cui piano infcriorc coutiene la cucina, la pi- Storia ed altri luoglii di servigio, e il siipcriOre la chiesa, I'infermoria. e, crede I'autore, gli ufficj die servono alia sorvegliaiiza e alia dirczione. A quesla parte di fabbrica mettono capo come a centro co- mune diversi raggi di 6dififcio, collegati nelle estrc- mita divergenti da altre linee di fabbricato, che chiudono il cai'core divideudolo in separate sezioni che lianno sfogo nell' edificio di mezzo, dal quale possono csserc facilmente sorvegliate. La parte rag- giantc conticnc dc'lunghi corridoiche danno accesso allc celle, nelle quali si chiudono ad uuo ad uno 9o3 t prigionieri in tempo Ji uotte. Ncllo altrc linee
  • deir evasionc. Congettura chc altri disgraziati si » trovino nella stessa sua coudizione, ma dispera n di potei* con cssi aprire corrispondcnza. Isolate » com'ci, seuza occupazione c coll' animo in tem- » pcsta , potra egli non dar pensiero alia liberta » clic ha perduta, all' abuso clie ne lia fatto, alle 55 conscgucnze chc gliene sono dcrivatc? Ncssuna M speranza lo soccorre in quclla sepolcrale quiete, 5> c voglia o non voglia, dee pur sentire i rimorsi M della sua coscicnza; ne quella restera dal pesarc » sopra di lui, richiamando al suo pensiero i suoi n traviaraeuti, il bene chc non fccc, i trascurati 51 consigli. i gcnitori, la moglie, i figli lasoiati nella w povcrta e nella ignominia. Passano due, passano n tre giorni; ue il detenuto si crederebbe tra i vi- »> vcnti, sc da uno sportello non gli vcnisse nella 55 cclla introdotto ad ore fisse il limitato suo pa- 5) sto, tanto e profondo il silcnzio che lo circonda. 55 Lc oix; gli scmbrano secoli; c vorrebbc pure in- 55 gannarli col dormirc; ma non glielo consente >» r angustia clie lo prcdomina. Insopportabile si- 55 tuazionci Ma come sceraame 1' acerb ita sc auche 55 r ozio , quell' ozio che prima era sua dclizia , e 2l4 » divenuto per lui il piii crudele martirio? In tal » caso , come non si fara sentire nel detcnuto la » voglia di poterne mitigare I'acerbita con qualclie n occupazioue? Come non avra egli a benedire chi » col lavoro gli dai"a mode da poter soppoxtare il » suo isolamento? E a qucsto varco che la vigile » Direzione lo stava aspettando. Essa gia si com- w piace di questa ricerca, nella quale vede il favo- n revolc preludio del miglioramento morale clic in- » tende promuovere nel detenuto. Eccola quindi » disposta a sussidiarlo offerendogli il soccoi'so dc- » sideralo. Un buon artigiano vicne ad interrom- » pere la solitudine della sua cella, e provvcdulo » de'mezzi occorrenti, lo addestra nell'csercizio clie » pill gli convicne, lo conforta con cspressioni ca- » ritatevoli a rassegnai'si al suo destino a trar » profitto del suo lavoro enumerandogli i beue- « ficj che gliene devono derivare; cd ecco come »» scemando la durezza del suo vivere, quel povero » disgraziato viene indotto a ravvisare nel maestro » r angelo suo consolatoi'c, nell' esercizio adottato w un conforto che non finisce di benedire. Oli come » si consola all'avvicinarsi del suo benemerito istrut- n tore, quanto non si compiace nel mostrare a lui » il lavoro di cui si e prima occupato ! Gia pel y> lavoro scnte migliorata la sua esistenza. Non la j» trova piu insopportabile, anzi incomincia a con- 3l5 « siilcrarla nou disyiunta da qualchc dolcczza. Che n sc il bcncincrito arligiano gli fa osservare ncl » lavoro il mezzo di conscrvare la sua salute , di n potcr accumulare qualchc sussidio per quando » avra scon ta to la pcna, se gli si fa in csso vedere M il modo di potcrsi procurarc un' onorata sussi- » stenza c di restituirsi alia pubblica opinione , » immaginatc come bcncdiceudolo qual dono del n cielo, nou avra a malcdire quella oziosita c quclla « infingai'dagginc che furono prime cause de' suoi » traviamcnti. Ah! egli e certo che, ridotto a tal » punto il prigionicrc, c impossibile che il lavoro 3» non abbia a divcntare la sua delizia, Tistromcnto w dclla sua morale rigenerazione ». Attesta quindi in confcrma di ciu d' aver esso stesso ncl visitare la prigione della Pioquettc a Parigi veduto , guar- dando in tuttc le cclle per mezzo delle feritojc ncl- r ora destinata al riposo pomcridiano, ogui prigio- niero, n(;ppur uno cccettuato, intcnto al lavoro; e ricordato che in America c in lughiltcrra nelle car- ccri ad isolamento assoluto fanno i detenuti ogni sforao per ottenere il lumc, onde lavorare auche nelle ore dclla nottc , c che 1' ozio c il maggioi-e fra i castighi che in qucsta specie di prigioni si possa infliggerc ai detenuti, passando a parlare dci bene- fici cffctti della istruzione in aggiunta a qucUi del lavoro, M soUtudiuc ( ci segue a dire), silcuzio, ai6 «5 trattamento, premj, castiglii, tiitto e coordlnato :> per la rigcnerazione dei prigionicrij ma il gran » movente, il sovrano rimedio sta nell' istruzione, » in quella istruzione che sola sa sradicare dal- » r animo le perverse iuclinazioni per sostituirvi n le dolcezze clie dalla confidenza in Die e dal- » 1' amore degli uomini possono a noi derivare. A » questo fine servono le ammonizioni dei direttori, » gli incoraggiamenti dei maestri , 1' insegnamento » dei ministri evangelici , e persino i colloqui coi » parent! , clie a quei detenuti specialmente ven- » gono concessi, la di cui disposizione d' animo li » metle in istato da poternc ottenere giovamcnto. r Ed oh come anclic le domestirhc affezioni in tal » caso vengono in sussidio morale del povero pri- T> gioniero! Immaginatc dannato per qualclie tem- « po air isolamcnto continuo un giovanctto clic, n non curante delle sollecitudini dei genitori, siasi r abbandonato al disordine. Ridotto a buon punto • dalla disciplina del carcere, e piu ancora dal- » r istruzione , manifesta il desiderio di vedere la » madrc, nella di cui tenerezza particolarmcnte si » affida. Ottenutanc la permissione, eccolo prodotto » alia di lei prescnza. E commossa la madre, e non >• lo e meno il figlio. Vorrebbero ambidue parlare; j» ma loro nol consente la commozione da cui sono » preoccupati. Rompe allora il silcnzio il bcncfico 217 n assislenlc , ccira volgci-e 1' occasionc a Lcncficio r) del suo piipillo, (• lion ignaio dcllo figliali c ma- » teriic tcneixv.zc, rsorta si la madrc rlie il figlio » ad aprire I'animo ronfidentc, introduce savie V considcrazioni, promuove favorevoli sentimenti; e » non rare volte succcde clie gli interloculori con- » fortati da si caritatcvolo intelligcnza, sicno con- » dotti fino a ringraziarc la Provvidcnza clie dallo >» sventiirc Hi drrivare sublimi conforti pei disgra- » ziati clie ad essa si volgnno confidcnti. Fclicissimi » risultati dell' istruzionc, cbe riuiarranno sempre r> senza esempio nelle carccri nellc quali la comu- w nanza d(;l vivcre indisponc i detenuti a riccvere » favorevoli imprcssioni ed a cxistodirne gli effetti» ! Da qucstc considcrazioni e confrouti I'autore deduce cssei'c r isolamento assoluto il piii conducente alio scopo della penitenzieria e dovcrsi riconoscerc in csso il vero perfezionamcnto del sistrnia. Ma clie varrebbero i sussidj dclla penitenzieria per la morale riforma dei delinquenti se, uscito elie sia il prigioniero dal carcere, le prave tendenze ri- nascenti colla liberta , le tentazioni rinforzate dal bisogno, r alternativa tra la fame e il delitto, le pratiche dei malvagi , rannodate daU'infaniia co- mune, lo tengono nel continuo pericolo di nuova- liKmle delinquere e di perdere in uu istanto quel frullo che avessc potato raccogliere dai lunglu p»- ai8 timenti dclla prigionia? Qucstc consiJcrazioni, sug- geritc pur troppo dai fatti c dalla spavcntevolc frcqucuza delle rccidivc, feccro sentire il bisogno di provvedere alia protezione e al soccorso dei de- linqucnti ncl pcriglioso passaggio dal carcerc alia libcrta, c peusare ad un tale provvedimento, sic- come a cosa necessaria nei luoghi ovc vige il si- stetna penitenziario e nccessarissima negli altri. Quindi tevoli che lo riconobbero come il vero perfezio- » namento della disciplina penitenziaria; ovunque y> ba Irovato accoglienza ed appoggio, ne mai ebbe 3> a soffrire la piu piccola contrariela. Semplice nel •n suo ordinamento, facile nella sua applicazione, 55 alia portata di tutti, non abbisogiia che di ca- » ritatcvolc coopcrazione pci* poter csscre certo nei » suoi effetli ». Alia civile (ilosofia riferiamo pur anro i ceiitii sulla ragione della peifettibilita umaiiaj dai quali si intilola una breve Mcmoria dell' abate Francesco RiccobcUi, socio attivo, che servira a conchiudcrc la parte scientifica della presente relazionc. Posto csscr ruomo per sua natura educabile e perfettibilc jion mcno nelle specie che nell' individuo, cd invo- cata r autorila della storia a mostrare che tutle lo gcnerazioni si rannodano I'una all'altra a giiisa di continua catena, che le prime preparano la via allc scconde, che le successive migliorano non mcno su- gli crrori che sui trovamcnti delle preccdcnti. che per conscgueuza la pi-esente partecipa alia vita di tutte le passate e ciascuna alia vita pcrenne del- I'umanita, che a differenza quindi dei bruti, i quali non mutano mai, 1' uomo e semprc in una tendenza di progi'cssione, in un ondcggiarc, in una mobilita, in un cangiamento perpetuo, 1' autore deduce che questo generalc movimcnto dclle masse sociali dec procodcro da nn comuiic principio. il quale non raanifeslanJosi chc ndla uniana fjiiniglia, dec per ronsogiicnza originarc clall'iiomo medcsimo, o clal suo fattorc. « Di fatti (egli dice) questa imivcrsiile mu- )) tazione delle masse umane, onde non rista niai la 1) unianita di mutarc, come derivarla d'altrondc se » non dalla stcssa umana iiatura, o dal suo fatlore? » Mentre si vede cliiaro clic ruuivcrsale ordinc fi- » sico di tutto il create sensibile,non chc le stcssc » Icggi automatico-animali comuni rgualmente al- » I'uomo cd al bruto, non offrono nientc di simile, » ne valgono tampoco a risolvere la ragione di )) questa (per cosi csprimermi ) immutabile muta- )) bilita; chc auzi per so detterebbero il contrario ». Considerato poi chc due sono i principj molori dcllc azioni dell' uomo ed influenli sulla sua con- dotta , cioc Ic tcndcnzc naturali cd istiiitive e Ic idee, chc allorquaudo noi siamo mossi dalle prime opcriamo per mero e brutale impulso , c quando ci dcterminiamo sopra le secondc , csaminandole, raffronlaudole, disculcndolc, opcriamo sccondo I'in- tendimenlo c la liberla, chc le idee essendo cssen- zialinente mutabili a seconda dei tempi, dei luoghi, dollc circostanzc, degli avvcnimcnti, I'uomo a difi'c- vcnza dcllc bcstlc dirctlc da sola brulalita, rcgolan- dosi pill per esse rhc per istinlivc inclinazioni, e . quindi le inulal)ilila dell' uonio c dell' umana fa- !i24 miglia * 228 LETTERE Quanta parte nelle accaJemiclie nostre luciibra- zioni usurparono in quest' anno sul complcsso delle scienze le sole natural! , altrettanta le scienze ne invasei'O sugli studi letterarj ; del clie per avventu- ra si potra facilmente assegnare la causa conside- rando la condizione subalterna in cui si trovano ora le lettcrc almeno fra noi rispetto alle altre disci- pline; condizione della quale non e meraviglia, sc, nou tanto per difetto di cultori, quanto per effetto dcUa tcndcnza dei tempi, si risentissero anclie nel- I'Ateneo nostro. Nondimeno elle non obbliarono tanto s^ stesse, clie in uno de' loro piu nobili cd utili uffici non si adopcvasscro , 1' cneomio del me- rito e la ricordazionc di memorabili estinti. Due vite bperose e integcrrime si spegnevano di fresco in Milano con intervallo di appena tre anni I'una dal- I'altra. NcU'aprile del i836compiva cola la carriera dc' lunglii c preziosi suoi giorni Giacomo Locatclli, nestore de' clinici odicrni, e nel fcbbrajo del iSBq vi morivaLuigi Gei'ardi avvocato, entrambi nostri con- rittadini, se a qualificare il prirao per tale basta clie al tempo di sua nascita Gauneto, sua patria , fosse dipendente dalla bresciana Diocesi. A Canneto adunquc ncl i j'56da padre medico auch'csso nacque a»9 il Locatclli, del quale il uoslro socio dottor Anto- nio Schivardi detto lo storico elogio tessendolo dei particolari biografici die brcvementc siaino per ri- fci-irc. Ill Brescia fece, questo luine dclla mcdicina, i prlnii suoi studi, e a Mantova, ivi condotto da viceude domcstiche, li contiauu fiuo al coinpimento del filosofico corso. Da Man leva passu aH'archlgin- nasio di Pavia, fioreatc allora piii clie mai per ec- ccllcnza di celebri istitutori, massime uclle mediclie discipline, quali erano un Tissot, uno Scopoli, iino Scarpa, uno Spallanzani, iin Boi'sieri. Erudito alia scuola di quesli allissinii ingegai, dopo aver otte- nuta la laurca dottoralc ncl 1782, fermo sua stanza in Milano per darvisi alia pt-atica della medicina. Reggendosi a que' tempi il Ducato di Milano ad ope- i*a di magnanimo principc, Ferdinando d' Austria, da questo, clie gli si fe' nieecna tc, fu il giovane Lo- catelli fornito di mezzi ad arricohir^ piu sempre dei tesori della scienza, siccomc fece viaggiando alio piu celebri scuolc, ai piii insigni istiluLi d'Europa in traccia di peregrine cognizioni c in acquisti di co- nosconze e di corrispondenzc, d'osservazioni, di studi e di lumi coi piu esimj cultori dclla medicina fra I'estcre nazioni. Toi-nato da'suoi viaggi, merilo, poco poscia clie il principc suo proteggitore lo eleggcsse a succederc al Borsicri nella qualita di suo me- dico di camera, c clxc ucll' anno 1790, rcsosi cbia- ^3o ro frattanto nel pratico eserclzlo dell'arte salutaro, gli fosse commesso 1' insegnamento della clinica me- (dica istituitasi allora di fresco nello spedale mag- giore dellg. metropoli. Alia direzione della clinica uni poscia col volgere de' tempi e col mu tarsi delle politiche condizioni , la carica di arcliiatro della corte vice-reale d' Italia nell'anno i8o5, e nell'anno seguente la decorazione dell' ordine equestre della porona ferrea. Gaduto quii^di il Regno d' Italia e pell'anno 1818 cessate e riunite all'Universita tutte Je scuole speciali, rimase sciollo siccome dall' ufficio 4i arcliiatro, cosi dall' insegnamento della clinica, yestandogli 1' incarlpo di medico prlmario di Santa Catterina, dcgli EspostJ, della Casa di Salute e di ^Itri stabilimenti della metropoli; le quali pubbli- che incombenze uni all' esercizio privato dell' arte pon. tanto suo onore e con tanto utile dell'umanita, che quello stesso primato che tenno il Palletta nella chirurgia si puu dire ch'egli tenesse nolla medicina pel corso di pressoche un mezzo secolo fino alia sua jUQrte, successa nel giorno 19 aprile del i836 per caso miserabile di incendio appresosi alle coltri del suo lettOj ove oppresso da lenta cd ostinata malat- tia giaceva da piu mesi. La memoria del Locatelli e piu raccomandata dai successi della pratica ottC' nuti fra i presenti che a monumenti di teorica la- sciati ai futuri. A 1 ui apparticne il vanto di aver a3i precorso Rasorl ncl porre Ic basi dclla medicina ilaliana faccnJo petto al torrcnte Jclle Browniane tcoric chc miuacciavano di ottcnere la prcvalcnza a'suoi tempi, c d'avcr impedito chc i principj del riformatorc scozzese conseguissero in Italia quella voga chc al trove, contrastandoli e col fatto al letto degli ammalati e colic parole dalle cattedre di clinica c cogli scritti, che pochi lasciii, compia- cendosi piu nel guarire die ncU'istruire e piu nel- r abilita dciropei*arc che nclla vanita dello scrivere. Alia ecccllcuza dell' iugcgno accoppiu quella del- Taniino dotato d' ogni virtu rcligiosa, sociale e do- mestica; allc quali doti aggiuagevano amabilita cd ornamento la bella e grande persona , 1' ilarc se- renita dcH'aspetto, la soavita dcUe gentili ma- nierc , la facondia del parlarc. Questo complcsso «li meriti, di servigi , di qualila fcce che la sua morte fosse universalmente compianta, e che il suo nomc sopravvivessc in un monumento erettogli ncl maggior ospitale dclla mctropoli per ofierte del clttadini e per voto cd impulse spontaneo della ge- nerale gratitudine. Luigi Gcrardi, del quale dobbiamo 1' elogio al pi'ofcssore abate Zanib(;lli. nacque da Giovanni Bat- tista c da Barbara Zambelli in Lonato il d'l 8 ot- tobre 1778. Ebbe la prima educazione nella casa patcrna, anzi dallo stesso suo padre . egrcgio capo 933 di famiglia e non meno benemerlto promotore dcgli Jnteressi del paese, troppo presto rapito alle cure paterne e domestiche e al bene del comune per inorte miseramente incontrata cercando sedare una popolare sommossa sorta fra gli abitanli di Lonato neir auno 1797, meniorabile per le turbolenze po- litiche in Lorabardia suscitate dalla invasione fran- cese. Costretto quindi il Gerardi ad assumere colla vedova madre 1' amministrazione della famiglia e la educazioue dei minoi'i fratclli, seppc in si verde eta farsi in breve mature ed espcrto a tante cure; fva le quali non dimcntico di attendere scriamentc al- I'istituzione di sc medesimo c alia coltura del pro- prio intcUetto. Aggiunto in quel lorno di tempo ancbc il comune di Lonato al repubblicano gover- no di Brescia, egli fu costretto a ingerirsi nella pubblica cosa, fatto, contro 1' indole e le abitudini sue, capo delle guardie civili del paese, e in circo- stanze gravi e difficili adoperato anche piu volte neir amministrazione comunale. Del 1 799, cambia- togi il governo, essendo parso alia savia madre tem- po opportuno di mandarlo alia Universita di Pa- dova, egli vi si reco per attendervi, come fece con intensa applicazione e grande profitto, agli studi legali, ai quali aveva sempre mostrato somma atti- tudiue e propensioue. Ma novelli inciampi, la ma- lattia della madre e i politici avvenimenti, ostaronq 233 ch'egli potCssc per allora continuarli. siccomc iii- teudcva, oltre iin anno. Miitatesi di nuovo ncll'an- no 1 800 le condizioni poliliclic di Loinbardia per la vittoria dellc artui frauccsi a Marengo e pattcg- giatasi col surcessivo tnittato la ncutralita, con una larva d'indipendenza dei pacsi contcimti fra il Clisi ed il Mincio, dalla soliludinc do' suoi studi e dalle cure domeslichc fii Iratlo Miinicipale di Lonalo Luigi Gerardi; clic non seppe I'ifiularsi allc istan- ze degli amici e al desiderio di giovarc alia sua patria. E qui il uoslro cncomiatorc ci mostra come cgli corrispoudcsse alia coufideaza del comuuc c alia esigenza di sciagurati e difficllissimi tempi , narrandoci come fra male contenlezze, fazioni, dis- sidj, sapcsse mantenerc la pubblica quietc , come repristinasse antichc istituzioni bcnefiche, o dimeu- tirate in que' rivolgimenti o da lungo tempo dis- messe, come i giorui e le notti speudesse a riordi- nare i conti dclle passate amministrazioni, a pi'ov- vedere al ristoro dei danni, al compcuso de' crediti, a rintracciare titoli e documenti confusi e smarritl, a rimettei'e in istato il pingue patrimonio del co- mune, alloi'a quasi disfatto, come coi francesi iuva- sori sapesse ora dcstrcggiare coll' industria e coll' ar- te, ora invocar con coraggio la giustizia , la fede, il djritlo dcllc genii contro la ragione della forza e dclla spada, come sopra tutto splcndcsscro la sua 234 solerzia, il suo zelo, la sua prudcnza, la infaticabile sua operosita nel 1 80 1 , quaudo improvvisameule nel rigorc dell' invcrno ua' iutera divisione di fran- cesi, priva d'ogui frcno, piiva di tutto, tutto esi- gendo cd ogni estremo danno miuacciaudo, occupava il paese e tutte le campagnc iutorno, e vi stanziava menandovi un guasto c quasi uno sterminio di cui rcsta cola tuttavia la memoria ed il lutto. Fra quc- ste ed altre somiglianti incontibenze consumati quasi due anni in fatiche, in sagrifizi, ia eminenti ser- vigi al proprio paese, poiche ebbe dato assctto agli ai'fari della famiglia, di cui era divenuto capo per la morte frattanto successa della madre, recossi a Pavia per continuarvi gli studi, e per ottenervi la laurea in Icgge, cbe consegui prima del tempo, c clie, per usare le parole del suo lodatore « non oruo » mai uu corso piu compiuto ne meglio cimeutato ») di studi , i quali egli non aveva dismesso mai M anco frammezzo agli uffici svariati e molteplici ». Tomato a casa dope la laurea e sublti gli speri- menti che si premettevano al libero esei'cizio del- r avvocatura, fu eonsiglio unanime dc' congiunti ed amici cb' egli si recasse a professarla a Milano ; non lasciando alcun dubbio de' suoi successi le tante prove gia date nei difflcili negoz] cbe aveva trattato, la perspicacia del suo ingcgno, la sua per- fetta conoscenza delle dottrinc legali. Fino dai suoi 235 ]»rimi saggi diffatti cgli avverixi i comuni prcsagi, e vcnnero piu scmprc in lui manifcstandosi Ic qua- lila di cgregio avvocato. « In lui (dice I'L-logista) M scicnza ainpia ed csatta del diritto, acci-csciuta )» dal confronto dellc varie leggi , dalle pi-atichc » applicazioni, dalle consulte coi grandi scritturi c » co' migliori giua'isprudcuti , c dalle meditazioni » d' un intcUetto profondo , cupido d' indagare il » giusto ed il vei-o, quaiito di essei-ne magnanimo » propuguatore. In lui criterio pcrspicace e sicuro » da cogliore prontamente il nodo dcUa questionc, I) da afferamc le prove piu conviucenti e preoccu- I) parne tuttc Ic opposizioni c le difficolta. In lui tale » abitudine di applicazione e di raccoglimcnto, per » cui nonv'era causa alia quale non ponesse I'usata )• attenzione, ne punto di causa clie mcttcssc in non ») nale, ne ricerca o disamina chc trascurasse quaiido » ne imprendeva la trattazione. In lui zelo vivissi- ■ mo pei client!, di cui si appropriava e gli inte- I) resfii e le ragioni, e le tutelava come cosa sacra u e inviolabile, nc cri'dcva straniera a se cosa al- I) cuna che loro tomasse di utilita. In lui quella I) probita nella quale fu creduto insupcrabile; ed » era quel senso squisito della giustizia chc si pro- » poneva iu ogni cosa 1' adempimento dell' oncsta » e della rcltitudinc c la soddisfazionc della pro- M pria coscicnza, di tui avcva conscrvato scinpi-c 236 » immacolali i dcttami; era quella purezza di giu- » dizio non annebbiata mai da passione, indipen- » dente da ogni legame e riguardo umano; era » queir amore imparaiale della verita, alia quale » assoggettava interamente le sue opinioni e i suoi » sentimcnti; era il concetto nobilissimo cli' egli » faceva della sua professione; era quel disintei-esse » sciolto da ogni suggestione di amor pi-oprio c » di orgoglio, per cui non vedeva nelle cause che M gli erano affidate se non il vero bene de' sUoi )) clienti, al quale ragguagliava unicainente il con- )) siglio e r opera sua e i partiti die proponeva, » pronto ad abbandouarli quando miglior cono- » scenza ddla materia li appalesasse meno giovevoli » cd opportuni ». Per queste doti egli venne tosto in riputazione nella metropoli di Lombardia, ben- che dolti e famosi giureconsulti vi abboudassero ; giovato anco dal metodo, cola di fresco introdotto, della publdica disputa, carriera soprammodo pro- pizia a questi iiisoliti incrcmcuti, a queste subite riputazioni. La fama cli' egli si acquisto nella clo- quenza della tribuna, die si dice estemporanea, » egli la dovetlc ( proscgue 1' encomiatore ) alia » perspicuita ddla sua mente, alle sue cognizioni » ordinate e nettissime, alia comprensione facile, » ampia, accurata dell' argomento. alia forza con M cui sc ne rappresentava Ic prove, alia tessitura .3; » (lio nc srtpcva coinporre t> rllcnere ncW iutellello. » A siffaUa prcparaziouc le parole seguitavauo n proutc, piTcise, vive come il pensiero, e quclla H nilida csposizione chc lo Irasmettcva luciJo c » iulcro neir auinio di clii 1' ascoltava. QucUa sc- » rie (li prove lulle bene scelte e calzanti, quel )> ooi-so cV idee chc si succedevano copiose c distintc, » (juclla parola clic rcndeva e coloriva 1' idea scuza » smarrirla ne illanguidirla niai, quclla cvidciiza » con cui era svolto e prcseiitato iu tulli i suoi » lali il punto della questionc, que' riassuuti ia » cui uc serrava il iicrLo e il vigore erauo Ic qua- a lila dcir arringare del Gerardi, che allettava ol- I) tremodo 1' attcnzionc di oguuno e istruiva effi- » caccinente i giiidici, non rneuo die il restante » deir uditorio, com' era mcnte del legislatore. Sif- » fat la eloqucnza non potcva maucare di caloi-e e » di affctlo,, ma qnanlo solo bastava a significarc » la pcrsuasioue profunda dell' ora tore, alia quale » uou fa mesticri di sforzi e di artifizj c si pi-csta » fede senza stento e difficolta. L' animo grave del » Gerardi non si sarebbe picgato mai a riccrca- » lezza ne a sfoggio di mczzi reltorici, nc ad as- » sumer cause clic Iroppo ne abl)isognassero. Chi » lo avesse veduto con quclla dignila di aspctto c » di Aocc, con (jucl raccoglimculo, con quella cal- » ma e sicurta di couteguOj lo avrebbc giudicato 238 H un savio cliiamato a difendere la veriti e la giu- » stizia contro la ignoranza e la perversita. Que- « sto decoro, con clie egli sentiva si altamente del » suo ministero e del consesso e del pubblico in- n nanzi a cui lo esercitava, fu sempre lodato nelle » sue arringlie, qual che ne fosse la materia e » quale il contradditorio che sostenesse; e fu no- » tato con meraviglia in qualche causa delicatis- u sima che ebbe fra mano, com' egli sapesse par- n lando accoppiare alia chiara esposizione do' fatti > tale castigatezza e riserbo, che denotava in lui » pari alia dignita dell* ingcgno c del discorso » quella dell' animo e dei costumi ». Questa nobile facolta del Gerardi avendo talmente stabilito la sua fama da pareggiarlo ai migliori e piu provetti era tori e giureconsulti di Milano, gli valse 1' onore di csserc posto dal ccssato govemo italiano nella classe degli avvocati inscritti alia suprema corte di giustizia, delta di cassazione, ai consigli di stato dc' titoli e delle prede; il che, siccome gli accrebbe il peso c la moltiplicita degli affari, cosi prospero piu sempre lo stato di sue fortune. Ne posciache, col cadere del govemo italiano mutatosi il metodo di giudiziale processura, alle arringhe successero le allegazioni, e alia svariata attivita dclla tribuna la vita appartata cd uniforme del gabinetto, il Ge- rardi trovossi inespcrto a quei nuovi ordini; ira* a39 pcrcincchc la sua ililigniza e desterita negli afTari, la sua attitudinc a svolgcrlL c a profondarli , I'as- siduita colla rjualc vi si applirava chbcro forsc mi- glior campo ad esci-ci tarsi. Nclle allegazioni, nelle consul te, nc' parcri ond' era da moltc parti ri- ch iesto apparvc non meno la sua profonda dottri- na, la sua rigoi-osa arcuratczza, la sua scvcra pro- bita, il suo zelo della vcrita c de'clicnti; e la sua riputazione non che vcnir meno, s'acrrebbe, si con- sol ido e si mantenne fino al termine di sua carrie- ra. A compierc le notizic spettanti a quest' uomo egregio, rcsta che accenniamo coll' clogista le sue virtu, c r csercizio che ne fece nclla sua condotta di vita. « Sinceramente cristiano, faceva fcdc dcUe » sue credenzc coll' csatta osscrvanza delle pratiche » religiose, coi costumi ii-rcpi-cnsibili, coll' csercizio » delle opcre buoncccaritatcvoli, col dcgiio e sanlo » impicgo di tutla la vita. Lc sue beneficcnze » erano, sccondo i dcttami cvangelici, liberali, oc- » culte, opportune. Non manco mai a ncssuna oc- » casione che gli si prescntasse di far del bene; » nella difcsa de'rei, all' opei-a gratuita e zelantls- » sima soventc aggiunsc larghi soccorsi per le lore ») indigent! famiglie; di laluno riparo la infcdelta » col proprio dcnaro, salvandogli coll'onore la for- » tuna e lo stato di tutta la vita; si pre.se cura » e pcnsicro de' parcnti povcri, provvcdcndo a' lore » bisogni ed alia educazionc c collocamento dc' loro » figli. In servigio Ae parenii e degli amici e in » tutte le loro necessita si adoperu con aEsiduita^ » con pazienza, con sacrificio della sua quietCj » delle sue occupazioni, dc' suoi guadagni ». Ne alia sapicnza ed alia virtu mancu in lui quel cor- redo di cpialita clie le rendono amabili; una som-* ma modestia, una costante equanimita, maniere dolci e benigne, affabilita, Icpidezza di niotti, ur- banita e piaeevolezza di convcrsare. Tale fu Luigi Gerardi; il quale sc non lasciu di se nionumento glorioso ne'posteri, porto con se, accompagnati da una fama modesta ma pura, il desiderio c la gi-a-" titudine de' superstiti. Non meno degno pcrciu di ricoi'dazionc, se pur u vero cbe lo scopo di ricor- dare i passati dev' esscre quello di bene cdificare i presenti, e sc a qucsto fine c piii conduccntc, an- ziclic rapprcscntarc alia nostra vana curiosita e alia sterile nostra ammirazionc le gesta e i success! clamorosi dei scguaci dclla gloria, il proporre alia nostra imitazione i mcno fastosi, ma piiiutili csempi dei cultori della virtu. La bcnemcrita cd escmplare sua vita si estinsc nel febbrajo iS'ig per inopinata c crudele infermita die in pocbi giorni lo condusse alia tomba. Ad altro cousimilc ufficio adopcro la colta e dot- ta sua pcnna il nostro socio d' ouorc avvocato An- I gclo MazzolJi, cloi a rcndere omaggio all'artistico mci-ito <1' un chiarissimo vivente, dettando un' illu- strazioue sulla huona madre nel veiieidi santOj scul- tura di Pompeo Marcliesi. Sanno gli amatori delle odicme arti noslrc come fin dall'anno iSaS il de- fuuto monarca Francesco 1.°, trovandosi in Milano, allogava al Marcliesi da modcllai'e per alcuna delle priucipali basiliche di quella metropoli una grande opera di scultura, il cui soggetto era (juello d'una buona madre che in compagnia de'suoi figli recast nel venerdi santo a contemplare i divini misteri che la nostra rcligione rappresenta in quei giomi ai fedeli, e come poscia nel i838, cola recatasi a iMMi) •tiiAt.triiKyii XXII. pi Oltre a queste produzioni industnali venncro airAteneo preseutati per semplice descrizione scritla un progetto di ponti senza pile della lungbczza dai 25 flno agli 858 '/, piedi parigini, dell' ingegnerc civile signor Giordano Augclo Obcrziner, e un me- todo particolarc per la prcparazionc c rifusione 269 i\v\V arf|nr\ nclla trattura dclla seta c per la fila- tura dei doppi, dclla Ditta Francesco Nullo di Gi- rolamo c Conipagno, pcrche luiio c I'alti'O vcnis- sero presi in considcrazionc nclla dislribu/.ionc dei prcmi. Ma la descrizionc dell' Obeiv.incr non por- gcndo tutte le informazioni necessarie nella grande cstcnsionc, arditczza c complicazionc dc' ponti pro- gettati, e il mctodo dclla Ditta Nullo e Compagno addomandando il riscontro di esperienze non pos- sibili ad cscguirsi clie nclla stagione de' setificj, la Ccnsura accadcmica non si tonne fornita di condi- zioui sufficicnti per iin fondato giudizio. G. NicoLHsi Segi'etario. SESSIONE DELLA CENSURA Brescia 2 Gennajo i84a. Prcscnti i signori aw. Giuseppe Salcri presidentc, cav. bar. Antonio Sabatti vicc-pi-csitlente, nob. cav. Clemen tc di Rosa, aw. Giambattista Pagani, prof. Giuseppe Gallia, dott. Francesco Girclli, dott. Ste- fano Grandoni, censori, e dott. Giacomo Uberti, ccnsore da ultimo scaduto, sopraccliiamato, a senso dell'art. 28 dcllo statute accadcmico, a completarc il numcro dci censori richiesti dall'art. 7.y nellc ag- giudicazioni dci premi, si ^ proceduto al giudizio degli oggclti industi'iali pi"esentati al concorso dei premi alia pubblica esposizione del prossimo pas- sato anno accademico i84i- Leltosi quiudi il relativo rapporlo compilato dalla commissionc cletta con atto presidenziale del giomo 21 settcmbrc i84i a riferire sul merito di essi oggctti, dopo maturate considerazioni verbal i, la Censura passo all' espcrimento dclla votazionc , risultato della quale furono Ic scgucnti aggiudi- cazioni : I. P/iEMfO. Al sig. GiovAKNi Ajndreoli di Toscolano, proprie- tario della Ditta Luigi Andrcoli c figli, per carta 272 fabbricata con materia impastata insiemc con la colia nel cilindro. ni. PREMIO. Al sig. Andrea. Salvim di Brescia, per robinetto da attinger acqua dalle fontane mediantc il giro d' una vitc orizzontale. Menzione onorevole. Al sig. GiovAXNi Facchetti di Brescia, per fusion! in bronzo ed in gliisa. Menzione onorevole. Al sig. Gio. Maj^ia Loggia di Brescia, per spina idi-aulica diversa dalle usuali. Menzione onorevole. Al Sig. Francesco Marciiesini di Brescia, per mac- china da segare i legnami. Menzione onorevole. Al sig. Giovanni Giiirardi di Brescia, per tavolo di noce d' India lavorato a tarsia. Fra gli oggetti da pi-endersi in considerazione trovandosi poi anche uu metodo praticato dai si- gner i Francesco Nullo c Compagno nclla preparazione tlell'acqua per la filatura dei bozzoli, esposto nclla Menioria da loro proilotta al concorso ncl giorno 3 settcmbre, anno sopraddetto , la Ccnsuva, consi- flcrato clie il detto metodo non vonnc comunicato in tempo opportiino a poterne verificai-e 1' utilita e r importanza colic necessarie spericnze, ha deter- minato di non occuparsi per ora di qucsta produ- zione , I'iscrbando agli esponcnti il prodursi , ove loro piaccia , in tempo congruo, e ritenendo frat- tanto la prodotta Memoria, per occuparseiic , nel caso cli'essi esponenti si riproducano al concorso. Aw. GIUSEPPE SALERI, Presidente. G. NicoLiM, Segrctario. \ i5 2^4 SESSIONE BELLA CENSURA Brescia 19 Geiinajo i843. Raccoltasi per invito presidenziale la Censura accademica per 1' aggiudicazione de'premi sopra Ic produzioni dell'anno 184I5 a senso degli articoli 38, 39, 4o> 4' dcUo Statuto, Prescnti i signori aw. Giuseppe Salcri presiden- te, cav. bar. Antonio Sabatti vice-presidcnte, nob. bar. Camillo Ugoni , aw. Giambattista Pagani , prof. Giuseppe Gallia, dott. Francesco Girelli, nob. Girolamo Monti, nob. Alessaudro Sala, censori, e ab. Pietro Galvani, gia censore, sopraccbiamato, Sottoposte al giudizio dell' adunanza le Memorie da prendersi in esame secondo 1' ordine in cui si trovano descritte nell' analoga tabella, Ponderati i pareri de' relatori, Discusso il merito assolulo e relative di ciascu- na di esse Meraorie, / S' ebbero per risultamento le scguenti aggiudi- cazioni : I. Premio. Al sig. Ajvgelo Ingan-ni, socio d'onore, per qua- dro a olio rapprescntanlc la vcduta interna del Duomo di Milano. 2j5 11. pRFJitO. Al sig. (lott. GiAcoMO Uberti, socio attivo, per saggio di nuovc spcrienze clinichc sulla scgalc cor- nula nolle pncumosi. Menzione on ore vole. Al sig. dott. Attilio Cenedella, socio attivo, per I'iccirlic storico-spcrimcntali sul fuoco greco. Menzione onorevole. Al sig. dott. LuiGi FoRNAsiNi, socio d'oiiorc, per commcntario intomo alia natura delle ipocondrie- Men HONE onorevole. Al cav. bar. Antonio Sabatti, vice-presidentc, per Memoria sulla impcrfezioiie e sul pratico uso dci pi'incipali strumeuti rurali nclla nostra provincia, ^ Menzione onorevole. Al sig. dott. Stefano Grandom, socio attivo, pef Memoria intorno a vari composti intinii messi al cimeuto delle foi-ze cliimiche. Menzione onorevole. Al nob. sig. GiAciNTo MoMiMANi, ccnsorc, per sunto di studi tcorico-pi-alici suUc carccri. 276 Menzione onorevole. Al sig. prof. Antonio Pere&o, socio attivo, per Memoria sulla elettricita che per immcrsione dei vari corpi si eccita nel mercurio, e per altra sulla conducibilita del vetro pel fluido elettrico. Menzione onorevole. Al sig. prof. ab. Pietro Zambelli, socio attivo, per Memoria intomo alia vita deiravvocato Luigi Gerardi. Aw. GIUSEPPE SALERI, PrcsidetUe. G. NicoLiNi, Segretario. »73 ELENCO dei libri ed oggetti pervenuti in dono all' Atenco neir anno i84i- Abbene Angei.o — Alcuni sperimenti eseguiti intor- no air azione dci cloriiri ammoniaco ( sale ammoniaco ), sodico ( sal comune ) e potas- sico ( sale febrifugo del Silvio ) sopra il mer- curio dolce o calomelano. Aldini Pier Vittorio ^-~ Sulle antiche lapidi tici- nensi ecc. Sopra un'aiitica moneta di Lodi, lettera. Gli anliclii marmi comensi, figurati e lette- rati, raccolti e dati in luce. De'musei antiquarj, disscrtazione. Angelim Bernardino — Relazionepel 1 887 dcU'Osser- vatorc Agrario. Annvli della realc societa agraria di Torino. Vol. I. Bellam Angelo — Sulle macchie dclle foglie del gclso, dettc il secconc. — — Invito alia riunione scientifica di Torino per la soluzione di iin problema fisico sulla for- mazione della grandine. BiNi GiAcoMO — Cenni storici sulla biblioleca pub- blica di Bergamo e circa il decretato traslo- camento di cssa. BnAvo ab. Pietro — Dellc storie bi*escianc. Tom. 4 " 27B Canina Li'iGi — Descrizione dell'antico Tuscolo. Canodbio Gumbattista — Topografia fisica della citta e dei contomi di Geneva. Canova Luigi — Nuovo indice alfabetico delle di- sposizioni emanate dal i." gennajo 181 5 a tutto il dicembi'e i838 ncUa Lombardia in qualunque sia partita giudiziaria ecc. Cajvtu Ignazio — Gronaca contemporanea, ossia col- lezione di notizie contcmporanee intorno le letterc, Ic scienze, la morale, I'arti e I'industria. Cervetto G. — Cenni per una nuova storia dello scienze mediche. CiBRARio Ll'igi — Opuscoli. Codd6 LuiGi — Memorie biografiche dei pittori , seal tori, architetti ed incisori mantovani. ■ Osservazioni suU' opera del signor Flcury intitolata 1' omiopatia. CoMiNZOM Angei.o — Osservazioni sulla coltivazione dei salici viminali. CIoppA G. — Memorie Ictte alio sezioni delle riu- nioni degli scienziati italiani in Torino ( da ). Variati mezzi di conservazione di alcunc so- stanze officinali di facile alterazione. CoiusELiANi prof. Giuseppe — Esperienzc ed osserva- zioni suir uomo e sugli animali intorno alle virtu del creosote. «— — Opuscolo sul diabete. I '79 CuzzF.TTi LciGi — Saggio sulle acque di Boario in Vallc-Caraonica. Dk Cattam:i Ji Momo prof. FEnDi\A?roo — Sunto di alcunc sporicnzc dircttc ad avvcrarc se il ca- lomclano si trasmuti in sublimato corrosivo pci cloruri alcalini capiti nella scialiva c ne- gli uinori clic liibricano gli apparati digerenti dcgli animali ecc. Niiovc spericnze dirctte a confermare die il calomelano neir economia animalevivente non si cangia in sublimato corrosivo per I'azione doi cloruri alcalini. Del-Giiiapp.\ Giuseppe — II Catonc Maggiore, ovvero della veccbiezza, di M. Tullio Cicerone, tra- dotto in italiano. De h\ CvsA prof. VrrroRio — Risposta alle osservazioni inscrile negli annali dcllc scienze del Regno Lombardo-Veneto, pubblicate coi bimestri IV c V dcir anno i S'ig., con alcune brevi rifles- " sioni intomo al metodo primitivo leibuizia- no. non cbe al nuovo metodo differenziale. Del Romanzo storico in goucrale e dei Promessi Sposi di AlessandiT) Manzoni. EsERHTAzioM scicntifico-letteraric dell' Ateneo di Ve- nczia, T.'' m. Federici ab. Fon-ruNATO — Dcgli scrittori latini e dcllc italiane vci-sioni dcllc loro operc. «8o FiKER FkAjvcesco — Guida alio studio della lette- ratura classica antica, prima versione italiana per cura di Vincenzo de Castx'O. GiOLO Vincenzo — SuUo stato patologico dcUe ar- ticolazioiii scapolo-omeralc e cosso-femorale del cavallo. GiovANELLi Benedetto — Scopertc archeologichc nel Tirolo meridionale nell' auno iS'iy ( in te- desco ), -^^- Scoperte archeologiche nel Tirolo mex-idionale nell'anuo i838, e sopra un documento del- r Impex'atore Enrico VII spettante all' antica moncla tirolcse ( in tedesco ). GrANdoni Stefano — Delle alterazioni cagionatc nel- r olio d' oliva per alcuni metalli. Hammer Purgstaix — Trattato sui falconi, tradotto in tedesco dalla lingua turca e greca. Trattato etico di Ghasali, edito in arabico e in tedesco. Marco Autonino Imp. — dellc cose sue, edito in gi'eco e in persiano. LtAsvs PiETRO — Esperimenti e considerazioni sul modo d' agire delle stricnina. Lavini prof. — • Observations pbysiologiques et chi" miques sur divers produits des vers a soie. LxjDOvico Primo Bavariae regi potentissimo augU'* stissimo protectori clementissimo et Tbprcsiae ii8l Hegiiiac patrouae gratiosissimae tori genialis quinque lustra fcliciter peracta pic gratula-- turUaiversitas Ludovico-Maximilianca Moua- Censis, addita dissertatioue, qua probatur ve-* teruni artificum opera vctcrum poetarum carminibus optime explicari. M-UTEi Giuseppe — Traduzioue della Genoveffa del canonico Schmid. Libro italiauo di lettura pei principlailti. Grammatica teoretico - pratico - italiana pci* r istruzionc pubblica, privata e propria ( iu tedesco ). • Paternc ammonizioui di Massimiliauo I. il Grande, Elettore di Baviei-a, al sue figliuolo Fordinando Maria. Traduzioue dal latino. MoNUMENTO del cav. Carlo Boucheron. Manuscriptorum codicum series apud Petrum Victo-* rium AldiuUiu adnotalionibus illustrata. Namias GiAciNTO — Intorno al solfato di cliinina e alle febbri interniitteuti, risposta a due let- tere pubblicate 1' una dal dottor A. Pignacca, I'altra dal dottor Emilio Bonetti. Relazione dei lavori fatti dalla sezione pei' le scicnzc nell' Ateneo di Venezia nell' anno accademico 1 836-37. Nardo Domenico — • Di una raccolta ccntralc dei prodotti naturali cd industriali delle vencte provincic. l8» Nakdo Domenico — Notizie medico-statisticlie sulle acque minerali delle venete provincie. Sopra un nuovo genere di spongiali silicei , intitolato cioa. Considerazioni sulla famiglia dei pesci mola. Negri Cristoforo — Delia potenza proporzionale degli stati europei sui mari e sulle colonic. Nuovo esame della questione sul modo migliore per congiungere la citta di Bergamo alia grande strada ferrata Lombardo-Veneta. Ode inedita di Lorenzo Pignotti. Picci LuiGi — Dei principj e dei fatti fondamen- tali della frenologia. PiGNACCA A. — Frammenti per 1' istoria della me- dicina italiana del secolo XIX. Platner Gamillo, Ferdinando De-Cattanei di MOMO e GiROLAMO NovATi — Storia ragionata di due casi di avvelenamento prodotto dal deutossi- do di arsenico. Raixeri Vincenzo — Torquato Tasso , Dramma di G. V. Gotlie, tradotto in italiano. Rassegna italiana e straniera — Giornale a benefi- cio dell' asilo per 1' infanzia eretto in Orzi- nuovi, anno I. Ri^oni-Stern — Resoconto di alcune rivaccinazioni eseguite nel 1 83g, c cenni sul vajuolo che fu nella provincia di Verona 1' anno i S'ig. 283 Rigoni-Stern — Sullc epidemic di vajuolo e sulla virtu prescrvativa del varcino. Sulla cura piu sollccita della siabhia, con alcuni casi di guarigionc di questa malattia col cosi dctto metodo inglcse. RiTRATTO in litografia del defunto prof. Angelo Lotteri. RivELLi GiAcoMO — Sunto di una nuova operetta sullo svolgimento dc' corpi organici. Memoria ovologica. ScARABELLi LuciAPio — Avvcrtimenti grammaticali per bene scrivere la lingua italiana. Istruzione per gli asili dell' infanzia in Pia- cenza. ScHivARDi Antonio — Elogio del cav. Giacomo Lo- calelli. ScoLARi FiLii'PO — DcUe lodi dell' acqua comune e del sapcr beverla e fame uso a presidio e riparo della umana salute. Stancovich Pietro — Spolpaviva e maeinocciolo , ossia molino oleario, con cui contemporanea- mente si separa la came dal nocciolo e si riduce in farina il nocciolo stesso. Statuti Jdella societa d' industria dell' Austria in- feriore. Strada I. L. — Riforma della bigatliera e reintc- grazionc da farsi ai bigatti ccc. 9.84 ToRCHETTi Odoardo — Delia sorte dei meJicI spe- cialmente condotti e dci mezzi piu idonei per farla migliore. Uberti Giacomo — Delia memoria sulla rabbia ca- nina diretta principalmente al popolo , di Luigi Toffoli. Uboldo Ambrogio — Descrizione degli elmi posse- duti ( da ). VACA^ii Gajiillo — Biografia del colonnello Caccianino. ViGAJvoNi Carlo — L. Q. Cincinnato, proprio con* cctto pittorico dalV autore illustrate. Parccchi articoli da giomale in fogli volanti. Annunzio d' opera propria intitolata : Guida ai monumenti storici ed artistici della citta di Piacenza. Z.\NNiNi Paolo — Biografia di Giuseppe Montesanto. Zantedeschi Francesco — Relazione storico-critica-' spcrimentale suU' elettro-magnetismo. ZiGNo ( Dc ) AcHiLLE — Sulla giacitura dei tcrreni di sedimento del Trivigiano. ZiLiOTTO PiETRO — Sulla influcnza della polizia me* dica nella prosperita degli stati. Orazione accademica. Elogio funebre a Valeriano Luigi Brcra. Dignita e importanza della farmaria. 285 1 N D I C E Delia istruzione specialmente del popolo e delle sue condizioni ncll' eta nostra. Di- scorso deW Avvocato Giuseppe Saleri , PresiJcntc Pag. m Rclazione accademica del Segretario . . » 3 SGIENZE Rclazione dcgli atti della sezione di Chimica della seconda riunione del naturalisti ita- liani, tenutasi in Torino nel settembrc del i84o. Del Dottor Jacopo Attilio Ce- nedella, Socio attivo » 4 Rclazione degli atti della sezione di Fisica e Matematica nella predctta riunione. Del Prof. Antonio Perego, Socio attivo . » iS Saggio di nuove esperienze cliniche suUa se- gale cornuta nelle pneumosi. Del Dottor Giacomo Ubcrti. Socio attivo ...» '^0 286 L' olio dclla semente di croton tilium e piii rimcdio ipostenizzante vascolare che entc- rico. Memoria. Del Dottor Achille Filip- pini-Fantoni Pag. 4" Suir aroma specifico del sangue, gia sfabilito come criterio nellc pcrizie medico -crimi- nali, e sopra i lumi che per esso si pos- sono trarre in alcune malattie e nella notomia patologica. Del Dottor Vittorio Mcli, Socio d' o/iore "47 Intorno alia nota del Sig. Dott. Blaud, me- dico in capo dello spedale di Beaucarie, rclativa ad un suo scritto intitolato: della potenza vitale considerata nellc sue leggi patologichc. Osservazioni. Del Sig. Luigi Toffoli, Socio d' onore » 5j Commentario intorno alia natura dcUe ipo- condrie. Del Dottor Luigi Fomasini, So- cio ct onore » 54 Disegno di una nuova opera medica. Del Dottor Gio. Pelizzari, Socio attivo . » 8o Sul fuoco gi-eco. Riccrche storico-spcrimentali. Del Dottor Jacopo Attilio Cenedella, .So- cio attii'o » 8i Deir elettrotipismo applicato allc arli utili e belle. Del Prof. Abate Francesco Zan- tedesclii, Socio d" onore " 9. Bar. Antonio Sabalti, Vice-presidente » 1 34 Sopra varie sorta di motacille. Appcndicc alia memovia lella nell' agosto del i84o. Del Dottor Paolo Lanfossi, Socio d' oiiore » i38 Delia elcttricila die per immersione di vari corpi si crcita nel mercurio. Del Prof. Antonio Percgo, Socio attivo . . . jj ij2 Sulla condueiLilita del vctro pel fluido clet- Irico. Delia stesso >> i5B Sulla volpinite. Nuovc osservazioni dello stesso » 1 60 Di un liclume. Nota dcllo stesso . . . » i63 Note varic spcttanti a soggetti di scienzc na- turali. Del Sig. Girolamo Ferrari , chi- mico di Vigevano, Socio d' onore . ■ » i65 Sul P. L. dcgli esposti in Brescia. Ragioua- mento II del Dottor Andrea Buffini, So- cio d' onore » 1 83 Sulle rarceri e sul modo di ripararne le im- pcrfezioni. Del Nob. Sig. Giacinto Mom- piani, Socio attivo » aoi 288 Delia tulcla dei prigionieri uscenti in libcr- ta. Dello stesso Pag. 217 Genni sulla ragione della perfettibilila uma- na. Del Sig. Abate Francesco Riccobelli, Socio attivo » 222 LETTERE Elogio di Giacomo Locatelli. Del Prof. An- tonio Scliivardi, Socio atti\'o ...» 228 Memoric intorno alia vita dell' avvocato Luigi Girardi. Del Sig. Prof. Abate Pietro Zam- belli, Socio attivo >» 23i Sopra la buona maclre nel venercCi sanlo. Scultura di Pompco Marclicsi. Discorso del Sig. Avvoc. Angclo Mazzoldi , Socio d' onore 3> a^o BELLE ARTI, ARTI E MESTIERI Busto rapprcsentante Alessandro Buonvicino, detto il Morctto. Scultura in marmo di Abbondio Sangiorgio, Socio d' onore . » 249 Donna greca con fanciullo — Bcata Vergine con Bambino e S. Giovanni — Corsaro — 289 Madonna. QuaJri a 6lio di Luigi Sam- pictri Pag. aSo Due ritratli di grandczza naturalc. Quadri a olio di Luigi Campini — Altri due ri- tratti. Dipinti a olio di Giambattista Spcri » aS i Intcrno del Duomo di Milano — Stalla con Clatrici — Testa idealc d' un fratc. Di- pinti a olio di Angclo Inganni , Socio d' OHore 3» ivi Intcrno del Duomo di Milano • — Intenio della Badia di Chiaravalle in vicinanza di Mi- lano. Vedute a olio di Federico Moja « 253 S. Giovanni d' Acri — II Porto di Bairut. Vedute a olio di Giovanni Rcnica, Socio d' onorc "ivi Orlando Furioso. Pacsaggio a olio di Giu- seppe Bisi, Socio d' onorc . . . . » ao.f Le Rogazioni. Quadro a olio di Carlo Fer- rari da Kerona — La pregliiera del mat- tino. Mcdaglionc ad olio dcllo stesso . » ^fiS Mcdaglione a olio rappresentanle Palladio. Di Michele Gregolctti da Venezia — Simile rappresentantc Giuseppe Loiiglii , dello stesso — Simile rappresentanle Ci- marosa. Di Luigi Campini da Brescia — Simile rapprcsentante un mendico. Di Giacomo Trecourt da Bergamo . . " 2^(3 290 Studi d'animali. Dipinti a olio di Faustino Joli Pag. 257 Assunzione di M. V. tratta da uu quadro di Guido. Incisione a bulino cominciata da Giovita Garavaglia e ultimata da Fausti- no Anderloni, Socio d' oiiore . . , » ivi Altre produzioni di vavi autori ...» 258 Saggio di Galvano-Plastica. Del Dottore Ste- fano Grandoni » aSg Macchina da segai'c i legnami. Di Francesco Marchesini da Brescia « 2G0 Spina idraulica. Di Giammaria Loggia da Brescia » 261 Rohinetto da Fontana. Di Andrea Salvini da Brescia » 262 Due lucerne, un candelabro, una figura in bronzo , una ruota in gliisa per edificj. Fusioni della fondcria di Giovanni Fac- clietti da Brescia » 263 Modello di caldaja per tingere con nuovo mc- todo i cappelli di feltro. Di Andrea Cres- scri da Brescia » 264 Carta fabbricata con impasto simultanco di materia c di colla nel cilindro. Di Gio- vanni Andreoli del fu Luigi di Toscola- no J proprietario della Dilta Luigi An- dreoli c Cgli » 2G5 2()l Tavolo rotonJo di uocc d'ludia con tarsie. Di Giovanni Ghirardi di Giuscpj>e da Brescia Pag. 267 Quadro storico-calligrafico. Lavoro a penna di Lorenzo Luchini [da Brescia . . » 268 Progetto di ponti senza pile, deW Ingegriere Giordano Angclo Obcrzincr — Metodo per la preparazionc e rifusione dcU' acqua nella Irattura della seta, della Dilta Fran- cesco NuUo di Girolamo c Compagno « ivi Scssione della Censura per 1' aggiudicazione dci premi annuali agli csteri . . . "271 Scssione della Censura per 1' aggiudicazione de' premi annuali ai Socj . , . . "274 Elenco dci libri ed oggctti pervcnuti in dono aH'Atenco ncU'anno i84i • • • • " 277 I EkKATA CoRRtCE Pag. 124. lin. i-]. e lavoro di e lavoro di estero conlributorr , cstcro contributorej e trat- il Sig. Giusrppn Delia Torre ta ccc. di Veneziaj e tratta ccc. :teor 3 Storia Na Giardino Botanico di Brescia RATURA DELLI STATO DEL CIELO I B EHH.^l.^ CoRhlGE Pag. i-j4- !'"• '7- *-* lavoro »li c lavoro di cstero conlributoi-e, c'stero contrjbutorc; c trat- il Sig. Giuseppe Delia Torre ta ccc. di Venezia; e Iralla ccc. Pjj. 39. lin. 1 5. fuoco die- fuoco diateoicu Ictjco » »» » -J.'i. con iiotevol tin ncitf>ole OSSERVAZIONI METEOROLOGICHE fatte e corapilate a merilo e diligenza del Sig. Antonio Perego Professoie di Fisica e Storia Natiiralc neir I. R. Licco ncU'anno i84i al Giaidlno Botanico di Brescia elevato sopra il livcllo del mare metri 1 50,17 (a). 5 ALTEZZA DEL BAROMETRO RIDOTTA ALLA TEMPERATURA DI ZERO ^ TEMPERATURA DELL' ARIA MISURATA COL TEUMOMETliO IN «o PARTI STVTn nri nri r. S Pollici Ll.ieo 11,80 9,58 3,07 10, Go 9.07 10, 8.| 2y matlioa ro idem mczzanottc Meoie di a,4« 4 (lopo mezzog. 1,63 6 idem C, o(i 19 mezzanotte 2,08 y do|)0 mezzog 3,9^ 1 1 idem G, o4 1 mczzanolte G,4o 5 idem 0,23 G mezzogiomo Media ^ di.„Uoilme.e| Mas; ^ Gradi 6, 52 4, + 6, 00 10,75 6, Go <^ 8,92 I 5,81 ♦ 8,55 t - n5 -^ C,32 ^ 7. fa? ♦ ♦ G, 00 deriva chc uessuna iniportante opera di (ilosolia viene in luce nclla quale »ia volla in dispicgio la religionej poichc es- 'a al pari di ogtii altra ^cicnza si vede derivata dalla strsM sorpienle. tamcnto soggiacessero le JotLriue filosoficlic quau- do , risorta in Europa la civilta , si videro ia Italia I'Aconzio, il Valla, il Telesio , il Campa- nella e il Galileo, e Bacone neU' IngUilterra; e Car- tesio in Francia, per la cui opera la Scolastica fa proscritta, fii inJotto il uielodo naturalc, e alia schiavitu teime vece la indepenJenza della ragione; quali scuole sorgcssero dalla Glosofia di Cartesio clie si diffuse per tiitla Europa; come la filosoOa di Loke e di Condillac, condotta agli eccessi da La-Met- trie, da Holbacli c da Elvezio, smuovesse dalle meuti le teoriche in quel tempo piii ricevute; come ve- nisse in mezzo, bcnsi tarda, ma luminosa la pensa- trice Alemagna a correrc il piii nobile degli arrin- glii; quale temperamcnto soffcrissero le dominauli dottrine per la scuola di Rceid e Stevard nella Sco- zia, c quale sia 1' essere attualc della filosofia in Francia, in Alemagna, in Ingliilterra, in Italia e ncgli Stati civili del contincnte amcricano; quali sieno le teoriche in cui lutle qucstc nazioni con- vengano, quali quelle in cui le unc dalle alti'e dis- cordino, quali sieno i mctodi dall' universale adot- tati per la Closofica investigazionc : e di lal guisa, potrebbesi ottenerc sapiente opera che attrarrcbbe le menti dei pensatovi, che porrebbe lo stato attuale della scienza e getterebbe le basi ad un grande edi- fizio per ravvcnire; e si vedrcbbe, o signori , co- me il ponsici-o iimano abliia oggidi , siccorm- Jicea pill sopra, f[U('lla sicurla tli vcraci cd ulili prorc- tlhucnti chc mai noii cl)hc nci tempi amlati; come lu spirito che predomina la eta nostra sia guida al vero, non foute, siccomc voi-rebbcsi, di sogni c di eiTori *; come non sia cgli nimico alia icligione, ma iutcnda in cambio a pcnctrarnc la esscnza. c nc ' Non ostantc la varietli dci sistcmi filosofici clie tuttavia si vpggono (lomiiiantL seinbra manifesto clip i piii eininenli pen- satori, spccialmcnto italiani, accordatainpute convcngano: cs- tr.rc necessaric a cogliere il vcro due manicrc di ossen'azionc , Tuna sul mondo intcriorc e spiritualc, 1' altra sul nioiido fslcriorc: Ir vcrita che si rarcolgano distintamente da que' due gencri di osscrvazione csscre al tulto diverse le une daU'altre: dal mondo intcriore venire Ic verita assolute, dall'esteriore le con- tingenti: csservi principj dal senso indipendenti che 1' intiiizione appali'sa eterni e invariabili , c costituire essi le fonti di ogni scicnza: il melodo da usarsi ne' principj intuitivi, onde la scienza prngrrdisca, cssere la dcduzione, e nelle vcrita contingenti cssere qiirllo della induzionr: non dovrrsi quanto a qiieste iiltimc discen- dere dagli iiniversali ni particolari, nia in canihio doversi dai par- ticolari ascendere agli iiniversali: doversi credere alia veracitii della inlclligcnza siccoiiie luce che non inganna, e cadere i fondamenti di tullo il sapere se la iiitelligenza o nella dediizione'ojiclla in- tiiizione si consideri essenzialinenfe fallevole: doversi I'osserva- zinnc intcriore congiungcre alia esleriore dei falli che la storia ne presenta, e il senso individuale col senso comune: c si futte Icoriclie chiariscono, rhi Um consideri, che le scienze sono retta- iiicnte awiale e chc s' innalz^ino su tbndanienla , sovra Ic quali poscra tin cdilicio solido c ihiraturo. — lo vcrr6 diinostraiido cotalc assunto in altra occ.iiionc. svolga i priacipj c li compcuetri coll' intero dcyli dementi essenziali alia vita civile (lei popoli: c co- me per lui noa sia dichiarata jjuerra, e ne ianio csserc dis- viati rlie o da difctto di riflcssione die ne fa ritenere identichc lo coap soltaiilo soinii;li;uiti, o dalle pa;-»ioni che ne adducono ad accoglicre il falso pcichi; al vcro si lassomiglia. Fiaccmi fiancheggiare le mic assertive con una splendida au- lorita. « La Franciaj che poco fa non si conosccva che pel Con- " dillachismO; fu pure patria di Cartesio e di Malcbranche, ed n era accoglic favorevolmentc raoltc dottrine della Scuola di Ales- » sandria. La Cermaniaj tanto laboriosa e pensatrice, mostrossi » conscnziente in atfirmarc la iinpossibilita che le idee tutle in n luUi i loro clcmenti sieno fattizie. E 1' Italia? convienc ram- « nuntarci che innanzi che I'altre nazioni balbctlassero in filo- » Sofia, quesU ponca le basi iinmobili della dottrina chc da lei si »> disse lUlica, dottrina volta tutta a spiegarc Talta e rccondita « natura delle idee, diniostrandola inUnitaraentc supcriore ai « scnsi ed all' uoino, e non da quelli, non da qiiesto potuta » procederc. Ne v" ha secolo in ciii sia slala intiera/ncnle dimrn- .. licala qucsfa patria rrrdita .,. Rosiniui, On^i/jt dcllc idee, vol. !?, rdi,-.ione inil.uir>c. XLII metLono a tlpi estcri , cercauJo alia propria fama la guareutigia dei vili, 1' occultazione del proprio nome. E per si fatte produzioni in vero d'alta sa- pienza basta consullarc i piaguistci di madama Gcn- lis, die, fornita di sensivita dclicata, scrivca solto le impressioni delle estreme disavventure cui sog- giacquc ncgli ultimi auni dcllo scorso sccolo il re- gno di Francia, ma clic, difettiva di forte cd estcso intelletto, confondeva una eccczione fatnle col nor- malc e duraturo csserc di una grandc nazione, cd c fors' anco di troppo 1' avcre ricorso ad un gior- nalc di conversazione, clie sono Ic fonti cui si piac- ciono attingere per 1' ordinario i detrattori dclla vita civile. E con lali mczzi, o signori, si contlda fermarc i processi dello spirilo umano : c con tanta ignoranza si fulminano condannazioni a quanli col- r altezza della mente e del cuore onorano il nostro tempo : e con superficial ita si mescliina si avvisa a tramutarc i convincinicnti di uomini die nclla me- ditazione consumarono gencrosi per amore del vero c del bene gli anni migliori di loro vita. L'im- prendimcnto di costoro farebbc ripctere col pocla romano: spcctatum admissij risum tencatiSj aniici? Ma pi'ofondamcntc contrista 1' animo alcune fla- te, o signori, il pensicro die cotali arti si ado- perano ad illudere alia moltttudine, ad apporre maccliie a riputazioui incoutaminate , a traviarc XLIII 1'.' iiu'ulL tlci mciio islruUi c dci Jcboli, c sc, iossc dati) ovc doniiu:i la yiuslizia , a promuovcre per- sccu/.ioni. E ill quale nazioiic si alz,a giitlo Jai novulli Jot- ti'iiiatori oinli; iiivilirc nolle mcnti lo spirilo di fi- losolia clie disLiaguc il iiostro sccolo ? in Italia, o signori: c v' ha tra noi clii insulta alia patria, clii si adopoi'a a sceinai'ne Ic glorie, clii pci* apporle calunnia chiude 1' occliio alia luce della storia, la (juale nc testimonia in modo solennc clie qui non niai si ladicarono dotlriuamcnli clie offcndesscro al- ia morale, alia religionc, alia sana politica. Ne dimostra infatti 1' osperienza dci tempi die iitlla pallia italiana, tra pel inoderato suo clima- o per quella fortunata serie di accadimcnti, in- tonio ai quali non ci e da to oggi di intrattenerci, clie vagliono ad informare a saviczza I'intendci'e cd il senlire di uu popolo , cd a farli duraluri per liingliczza di secoli, colore che si alzarono sovra gli altri e crearoiio le sue cpoclic filosoficlic non mai trascorscro ad estremi disastrosi, ne mai 1' cr- rorc si vide csscrc 1' elemouto dellc scuole clie ne vennero islituitc. lo non diru come I'antica Scuola Piltagorica, che duro dieti sccoli c clie per luugo tempo si voile di greca originc, ma che la crilica illuminata della cla in cui viviamo cl)l)c a rivcndicarc alia nostra xuv penisola, si diffei-euziasse dalle altre Scuole dc-Ue quali la storia ne lia conservata la ricordanza, c Ic cui dottrine si tracno da una parle soltanto della umana costituzione, cd avvisasse ella invcce all'ln- tcro compreso dell' uomo c delle sue relazioni , c come la sua indole fosse eccletica , giusta quanto raccoirliesi dalle opcrc di Aristotele c di Platone ; non diro della Scuola Romana clie vi sorvenne, Ic ' cui dotU'ine si trassero, giusta il Vico cd altri cru- diti , dalla siguificazione degli anticlii vocaboli e dalle leggi, e della quale Cicerone ne vicue iunanzi come fedele e supremo rappresentatore , nclle cui opcre Dio, I'universo, Tuomo, il morale, il fisico, la famiglia, lo stalo socialc ti si offrono congiunti in uuo strctto Icgame sul cui intcro si fondano le sue teoriche {llosoficlic ; non diro della Scolastica ell' ebbe fi-a noi origine cd incremcnto, la quale, sebbene difcttiva, perche predominata dal solo ele- I mento rcligioso, e traviata in sottilita ed astrattezzc, non px'oclamo mai essenziali error i; ma vcnendo agli ultimi sccoli, e specialmente al XVIII e al XIX, quale scuola o scrittore di fama v'ebbe fra noi die procla- niassc sentenze sovvertitvici dcU'ordine, immorali. ir- religiose? In altre regioni di Europa vi cbbci'O scuole in alcuni tempi nclle quali dominava lo scetticismo, altre in cui signorcggiava la filosofia dci sensi ; ma in Italia non mai si conobbcro cosi fatte scuole. ■JI.V III una illasti"R nazionc, rsscndo travialc Ic menli ill ccita epoca per molti rispclti pcru luminosa, si scrivcva: csscrc il mondo abbandonato alia vcntura, c non csscrvi providoiiza chc nc stcssc a rcggi- mcnto; ma 1' autore del Candido cbbc in Italia so- Icnne riprovazionc: poicbi; qui il Vico, ristoratorc della fllosofia della storia, vcdcva il pcnsiero signore del mondo, c il pensicro venire da Dio; c F abate Genovcsi, acccso di nobilc sdcgno, gridava: die non avrcbbesi potato sperarc alciin bene dal regno di Francia sc il romanzo del Candido , anziche of- I'crire i traviamenti di pocbi intclletti , fosse sta- lo rivelatorc dcU' intendere c del sentire della nazione. Si scrivca poco apprcsso tornare inutile ogni idea religiosa, e valere ai bisogni dcU'individuo e della specie la sola ragionc umana alia quale si voleano erigerc quegli altari clic ncgli andati secoli si crano alzali alia religione; ma levu voce un illustre ila- liano, die ouora i fasti della bresciana storia, di- mostrando : csserc assurdo il voler dedurre dalla ragione, parte ddl' esserc uraano, leggi per ruonio obbligatorie, e non derivarsi doveri da'suoi dcltati sc non ove la si considcri come mezzo a conoseerc i voleri deU'autore della natura : la sanzionc reli- giosa tornare csscnziale onde i principj delTonesto e del giusto sieno liicenti, estcsi cd efficaci, e nou csserlo quclli die si deducono dall'utile personale: cio provarsi dalla intuizione filosofica nella coscien- za individualc ed esserc aperto per la storia di tutto il genci'c umano. Le persecuzioni, clie I'abuso della religione avea di carta guisa santificate nella mentc dei popoli , aveano condotto alcuni pensatori a proclamare I'in- differcnza nelle credeuze religiose; ma lo stesso no- stro concittadino insorse coq opera clie levo grido in Europa, provando : essere assurda la indifferenza, o la si guardi rispetto ai diritti di Dio , o la si coiisidcri rispetto ai dovcri dcgli uomiui; ma vo- lersi iisarc la tollei'anza , la quale risguarda non r errore , ma 1' uomo : non potersi peru 1' errante soggcttarc a pena pe' snoi errori, non privarsi dei diritti clie appartengono al resto dei cittadini ; e la tolleranza civile fu da quel punto alzata a Icg- ge di lutti i popoli inciviliti. Si scutcnziava da alcuni pensatori non nostri : il potei'c sovrano non averc limiti, tranne quelli della forza materiale, e cosi sbandivasi dai politici governamenti ogni idea di giustizia ; inipcrocche co- lore clie sedevano al governo dellc nazioni poteano non avcre altra rcgola clie quell a del loro capric- cio. Ma fra noi cotali teoriclie sovvcrtitrici di ogni ordine civile e politico furono non pur combat- tute, ma volte in dispregio ; poiclie tutto ha confiui XLVII iK^irorJiiic naturalcj c i j^overni, il cui potere non abbia liinili positivi, lia liiniti ncccssari uello scopo tlcllo stato socialc c nei mczzi dalla diviiiita pre- orilinati a conquislarlo. Tiilto al contrario ncl contralto socialc del filo- sofo gincvrino si poncano a pcricolo tultc le poli- ticlic isLiluzioni, clic, per le teoriclie di licenza in esse proclamate, si abbandonavano al capriccio e al- rarbitrio di ogni commovitorc dei popoli. Ma in Italia quelle estremc sentcnzc si vidcro proscritte, e fu fondata la stabilita dei governi sui principj deU'ordine : c se si voile che la sovranita dcrivassc da patto, fu inscgnato non dovci'si quel patto as- somigliarc allc altre libcrc convcuzioni , nu essere ad arbitrio solubile; conciossiache al patto sociale sieno astrelti gli uomini dai voleri della natura , c non risguardi csso al bene c al diritto sol tan to dei contracnti , raa a qucllo del tcrzo , cioe della iimana gcncrazionc. Nel rivolgimcnto politico del regno di Francia , sullo scorcio del sceolo XVIII, coloro die promuo- vcano la licenza popolarc. giiidati da politico fana- tismo, da uguagliai'si spesse Cale al fanatismo reli- gioso sovra ogni altro cicco c dannevole, affermava- no: la libcrta, diritto naturale deiruomo, non averc conGni, le leggi essere dispoticbe ove la infreuino, c la uguaglianza dcgli uomini essere cliimcrica ove ■XI.VIII non sia sorretta dalla rigorosa e forzata uguaglianza (lelle fortune. Ma in Italia I'autorc delle lettcro tcologico-politiclie, col potcre di una logica conqui- statvicc, e con quella effusione dell'anima chc si fa signora dci ruovi, sentcnzio e pose in luce: il po- terc fisico doversi differcnziarc dalla liberta, cLe e un poterc tutto moi-ale e giuridico : anclic ncllo stato di natura , se pure un talc stato puo inia- giuarsi , cssere brutale 1' idea clic la liberta uma- na non al)bia confini posti dalla giustizia e dalla benivoglicnza, amcnduc essenziali della umana costi- tuzionc: Ic Icggi, se giusle, non dicbiarare cbc quci confini , ed cssere elle ncccssarie si perclic riscbia- rano e assodano gli oscuri c incerti lunii del co- mun senso, e si percb(^ forzano Ic passion i pertur- batrici a non trascenderli : regualita civile stare nci diiitti e nella protezione die voglionsi uguali per tutti in societa rcttanientc coslituita: lo spar- tiniento forzato dci beni non giovarc, ma offendcre la liberta e la ugualita civile, dappoicbe, se ab- biavi liberta vera , 1' impiego delle mie forze e r acquisto dei beni clie nc deriva dcbbono essermi guarentiti , e la uguaglianza del diritto richiedc clie cio die acquisto colla mia industria o con al- tro mezzo non offendente ai diritti altrui non possa cessare di appartenermi clic pel niio libero consen- timcnto. XLIX E Ic acccnnatc tcorichc, dalle quali non si vide mai diparlirsi scritloi'c italiano di rinomanza, si dimostrarono alia socicta civile cssenziali, c si dif- fuscro, non quando era sicurta da pcricoli nel pro- claniarlc, ma quando s' incorrcva per esse 1' ira e la persecuzione dei liscialori del popolo : quando per esse si pcrdcano le cattedre e le pensioni: quan- do I'uomo vissuto al pubblico inscgnainento negli anni migliori della sua vita , solo per non essere piaggiatoi'C alia dominantc licenza, si forzava scnza sussidi alia privata condizione e stringeasi a vivere doUa beneGccnza dcllc anirne Lcnevoglicnti. Laondc, o signori, le grida alzate contro lo spi- rito filosofico sono insane, se si guardi a cotesto spirito in se medesimo; sono iugiusle, se si guar- di alle condizioni di questo spirito presso i vari ptipoli nella eta in cui viviamo; c sono ingiuriose alia patria italiana, poiche la storia ne dimostra clie pu6 bensi questa terra soggiacere a disavven- ture, ma non puo in cssa venir meno giaminai n^ la potenza dcU' intcllctto nc quella del cuore; e non difetta clla oggidi, non altrimcnti clie nolle sue cpochc piu splendide, di quella severita di giu- dizio c di quella moderazione di affctti . che , se per Icgge di providcnza addueono mai sempre al vcro, guidano del pari^ o signori, al bene reale c solido dcllc nazioni. Se la pla nostra vanlaggiasi sulle passate, siccome e manifesto, ncl fliffondimcnto degli agl della vita c nel perfetto della umana ragione, onde potrebbe cgli mai addivenire ch'clla fosse da meno deU'altre, ronie concord! affermano i nemici della vita civile, neiraggius!alez7.adelle teoriche deU'onesto e del giu- sto, e nella purezza e rettitudinedelle affezioni in che si accliiude tutto il compreso della vita morale? Immorale e I'uomo quando difetti del necessario lie abbia in pronto mezzi legittimi ad acquistarlo ; r ralunnio la nalura umana clii disse esserc I'uo- mo volto per esscnza al vizio c al delitto: dappoi- t he non sorge in csso il ponsiero di slendere la mano alle cose altrui, se un adopcrare che non gli j'ifinisea le forze gli ottcnga discreto agio, c la morale si vede attiva cd cfficace per I'ordinario neirarlicre rni il lavoro procarci per vie nnorale la sussistonza; non pigliano governo dell' anima ■' umana le passion i insociali, ne-l'iiomo e raosso dal- r ira contro I'altro uomo, se colla diffiisione cqua- bile del ben essere non sieno rotte a suo danno le Icggi della natui-a , c sia percio lieto e contento; non s' ingenera il mal costume ne si da I'uomo al vizio, ove non gli manchino i mezzi di alimcntare se stesso, una conipagna ed i figli. Volgete lo sguardo, o signori , ai registri dcUe prigioni, ove alia sorle di colnro cVic radono softo •II al rigorc dclln giiisti/.ia jumitiva prespggano non aguzzini prczzolati, ma ammiiiislratori filanlropi, c vi sara cliiaro clic sovra cento condannali novanla forsc sogliono cssere abbruUti nella miseria. Seguibj il PaiTcnt c la-Frie nci liioghi dclla pubblica pro- stiluzione, ne vi ritongi dal porvi il piede non ra- gioncvolc mal genio, che ivi pur anco sono umane creature in cui Dio pose una scintilla della sua lu- ce, c vi vcrra sprsso veduto come, anziclu'; una na- tiira rolla ad ogni scnso immorale, la miscria c le inconsulte istituzioni sociali vi abbiano raccoltcdelle vittimc clic cccilar dcbbono nclle anime sensitive, in cambio dell' ira o dclio spregio, la compassione. Immorale e luomoovesia difettivo lo sviluppo delle facolla inlellettive, tuttoclie i semi della giu- slizia sicno ingeniti ncl cuore umano al pari di quelli della fratellevole benevoglienza : imperocche avvi bcnsi, come dicea 1' Oralore romano, una vera legge, una rctla ragionc congruente alia umana na- lura, in tutti diffusa, costante, sempiterna , che rliiania al dovere col coniando, die col divieto ri- muovc dal vizio c dal delitto; la qual legge non puo esserc ne abrogata, ne dcrogata, ne pei voti del Se- nato. ni; per quelli del popolo; c altra non e cssa in Roma, altra in Atcne , altra prima cd altra di poi ; ma una cd eterna, comprende sotto di se tutti i popoli: sc non clic ncU'atto stesso clic quell'anlico UI sapiente proclamava la Icggc naluralc siccomc scrit- la da Dio nel cuore Ji tutti gli uomini, affermava pure clie se dai dccrcti dei popoli , dal comando dei pvincipi, dalle sentenze dei giudici si costituissc il dirilto, ogjii idea di giustizia alcune fiate sarebbe spenta. Colic quali parole quel saggio ne veniva in- segnando il gran vero, smarrirsi bene spesso le no- zioni deir onesto e del giusto , ove dalle elemcn- tari teoricbc si discenda alle lore sequela c alia pratica, ed essere bisogno che la legge naturale sla svolta ed approfondita dalla potenza della ragione. Ond'e che il voler digradata la vita morale in un srrolo che di tauto soprasta ai precedenti nclla vita fisica e intellettiva torna lo stesso die affermare, cbe la morale c il costume si favoreggino dalla mi- seria e dalla ignoranza ; e che la perfezione di al- cuuo deglL dementi della umana costituzione non cresca e giovi con armonico ordinamento il pro- ccsso degli altri, ma ne induca digradazione: sen- tenza non pure assurda, ma ingiuriosa alia sapien- 7,a deU'aiitore della natura. E chi sci'isse I'opuscolo dei conti fatti al processo del nostra secolo j e il banditore di cosi fatte dottrinc; ma a quali stra- nezze non conduce il furore del fanatismo? Lasciate pero le fdosoficbe considerazioni e guar- dato ai falli, egli e luminoso a tutti, cui cieco odio alia presente gencrazione non faccia velo al giiulizio J chc una ti-asforiuaxionc ampia e pi'O- foiida nei rispctti morali si c generata e si avan- za e ci'cscc nella niciitc c nel cuore ilcgli iioiuini ucl nostro secolo : c la c talc, dice uii illuslrc scrittorc, che so ua uomo sorgcssc fra noi, appar- tcncntc pur solo ai primordi del secolo XVIII , appena riconoscerebbc egli la societa in clio fosse vissuto , e starebbe iii forse s'egli toccassc il vcro o si ravvolgessc iiclle fantasimc di ti'avolta iraagina- zioiic. E un tale mutamento io lo vcggo in ispecial modo nel scnso della dignita umana cresciuto a dismisura, ncU' indole al tutto nuova della fratclle- vole bencvolcnza, ncU' appurato spirito di rcligione. Se tu giiardi a chi sia spoglio di mezzi, la ciii sorte pcuda dairaltrui soccorso , tu vcdi un cnte invilito, chc mira al solo fisico e non s' innalza a sensi di ua ordinc supcriore, le cui idee sono cbiuse in istrclto confine c s' informano esdusiva- mcntc dair abitudine, daU'esempio e spcsso dal- r insegnamento di dottrinatori o inetti, o di mala fcdc intcndcnti a traviarlo. Se tu guardi per lo con- trario a chi non lotti col bisogno c sia istrutto, ti si offrc un uorao chc concepisce i principj dcH'one- I sto e del giusto per potcnza sua propria, die com- prende la sua dr-slinazionc c rintraccia i raczzi a •Dnscguirla , c adopcra indipcndcntc: dcstinalo al vcro, al giusto, al buouo, cgli ne porta alia men Ic scolpito neir aniino il convincimento, ed ai granJi eprol'ondi couviuciineuU si accompagnano per legge di natura lo gvandi e nobili affezioui dell'anima. Sorge allora neU' uorao un scuso dappritna discono- sciuto di eslimazione perse medesinio, ond'e che gli apparisce digradazione dell' essere suo proprio alia pari e il non far valere i suui diritti coutro all'ar- bitrio cd alia violenza, e il noii eseguire i propri doveri in ogni condizione di cose: si assomiglia egli al soldato clie , coudotto dall' amore della gloria , si tiene stretto alia sua baudiera, chiuso 1' occhio, con abbandono generoso, ai pericoli e allc sventure che ne possono essere la sequela. L'albero maraviglioso della vita civile trae pre- cipuamente, o signori, alimciito dal senso della di- gnita uraana: poiclie allorquando un cos'i falto sen- tire difettava all' umano cousorzio non si vedeano che padroni e servi, e quando surse e si estese non si videro che cittadini. E reverendo e fruttuoso si e r esempio d' uoino quale che siasi , il quale, le- nace ai pi-opri doveri e fisso alia meta prescrittagli, non torce n6 a destra ne a sinistra del suo cam- mino : se le sventure lo aflliggono , se la malcvo- glienza il persegue, nella infclicita egli sta fermo, ed e grandc nella abbiezione e nella miseria : se la fortuna gli arride, se la gloria il circonda, non si diparte da' suoi principj, egli in ogni suo stato ne rapprcscnla il regno piii allracnle e sublitiit*, il re- gno deir aniinit. Ora un talc scnso Julia dignila umana signo- reggia non bolamcnlc Ic nicnli nubililale dalla istru- zione, ma e pcuclraLo bt-ii aiico piii clic non crc- dasi nelle infime classi del popolo. Da quali alti, o signori, inoiicsti o ciudeli rii'uggiva iici tra- scorsi tempi 1' uoino, il cui stato fosse quello della dipendoiiza, sol die avcssc alzato la voce il ricco c il potcntc? quale delitto poteasi dire in alcune region! con certe/za punito, se fosse intervenuta la protezio- ne delle classi privilegiatc; quale diritto csercitavasi liberamente, se si fosse aperta lotta iunau/.i ai Iri- bunali fra la niiscria e l' opulenza ? L'orgoglio di alcuno si lagna della maneanza di quella cieca soiu- messione che un d'l aveauo gl' individui del po- polo, I'artiere, il colono , il domeslico, e s' irrita agl'inciampi che si attraversaiio a'suoi intcudimcuti per lo spirito libero che sorregge il misero nell' eser- cizio de' suoi dirilti ; ma il pensatorc filosofo si fonforta e si gode in considerando che la potenza d' individuo quale che siasi e nulla ove non si adopcri al vero, al giusto, al buono. Ed a chiarire quale divario interceda tra il no- »tro secolo e i preceduti nel civile e mora'c seu- lire, io non so tenermi dall' accenuare un solcnue fatlo trasmessoci dalla sloiia. In uuo di quci secoli ai (juali si sospira da molli, un principe, condotto da perfldi e crudeli consigli, discgna a morte i protestanti del regno di Fran- cia: cortigiani c soldati si sommcttono al piii inu- mano , al piu ingiusto , al piu irapolitico coman- tlamento, ed a migliaja in una notte faniosa ca- tlono le vittirae del fanatismo leligioso; quei cor- tigiani e quei soldati non erano civili n(i seutiva- no la dignita umana : il comandante di Bajona riceve uguale ordine, ma egli nOn 1' adempie, e da invece risposta die sola gli valse memoria non pe- ritura nei secoli : dite al re clie qui sono soldati pronti a versare per lo stato il sangue , ma clie non avvi tra essi un solo carnefice; parole clie rivelano alto e civile scntire: ond'e che un principe traviato ncl XVI secolo cmanava inscnsati e crudeli comandi, ed un solo uomo fra migliaia fu ardito di ricusarvisi. Ora io domando : a quale tra i prin- cipi clie reggono attualmente i destini di Europa verrebbe in pensiero comandaniento cosi vile c in- umano? quale ministro ardirebbc di consigliarlo ? quali esecutori dalle sue proposte rinverrebbe il fanatismo religiose di mezzo a popoli incivilitii L' alto senlire di cui ragioniamo, cresciuto dalla diffusione dei beni e dei lumi, fu afforzato dalla sa- viczza delle leggi, che nella maggior parte di Europa non sono dettate siccome un giornodal privilegio, ma LV« clalla ugualita Jei dlritU: i principj della naluralc giustizia, acchiusi per secoli noi libri tli emincnti ingcgni cllc precorsero i loro tempi, si vcggono ora rcgislrati nei codici : tu vi Icggi avcrc ogni uomo diritti inviolabili clic nascono dalla sua naluralc coslituzionc, ond' »i clic la idea del giusto e del- I'ingiasto non 6 ai-bitraria, mi ha origine dalle Icggi positive, il cui ufficio t; quello soltantodi dichiarar- ne le teoriche e di confcrmarlc: I'uomo, quale clie sianc lo stato, non csscrc mai nella propricta di un altro, ed esscre proscritto resercizio di qualsivoglia diritto clic ne supponcsse 1' appartencnza : al cospet- to dclla Icggc tutli gli uomini csscrc uguali, csscrc lali nel diritlo al pcrfczionamento fisico , morale, intelleltivo , e ncll* csercizio libero di ogni facolta naturale non offcndente ai diritti altrui, e lo stcsso principe soggiacerc quanto ai diritti civili alia Icgge comune: ncl pareggiare i diritti dci cittadini non richicdere la Icgge Tuna anzichc I'altra fra Ic crc- dcnzc religiose, ch'clla, contro ciu clic accaddc per lunghczza di secoli, non dove addcntrarsi ncl san- tuario dclla coscietiza: la Icgge essere per tutli in- violabile, e clii la offenda doverne rispondere , sia egli ricco o puvcro, alzalo ai primi posti o coUo- cato ncgli iillimi dclla repubblica : la giustizia pii- niliva non guardare alle classi delle persone , nia allc azioni: la pcna non volcr essere graduata che sulla importauza del dii-ilto offeso, fosse pure I'of- fesa recata al piii misero e oscuro fra i citlaJiui. E non e a dirsi , o signori , come per tali statuti giuridici, da ogni politico govcrno adottati ncl no- stro secolo , sia sorto piii puro, piii ampio e piu geueroso il sense della vita morale che si lcv6 al piu alto grado dal potei-e della opiniouc. II potere della opinionc, incognito agli enti in- sociali , e maraviglioso sul cuore umauo : 1' uomo sociale, diceva un antico, non vive tan to in so slesso quanto negli altri : ha egli necessita della stima altrui come del pane cotidiano : appena vi abLia elemento di sociale consorzio ha vita il potcrc del- la opinione, ma il suo incremeuto procede a misura che lo stato sociale si vada pcrfezionaudo, e le suo fonti si stanno nclla simpatia che congiunge 1' uo- mo air uomo, nella importanza di certiGcare coll' al- trui giudizio la rettitudine dei giudizi e delle azioni proprie , nel desiderio dell' altrui benivoglicnza , e nel bisogno sempre imperioso all' uomo incivilito di intellettivi e morali compiacimenti. Ma la opinione di cui ogni uomo inlende al con- quisto non 6 sempre ne degna di lode nc frutluo- sa; che, s'ella non e retta, puo volgersi, anziche alle solide virtu sociali, alia frivolezza, al vizio ed al- cune Gate alio stesso delitto : ne io verro sponen- do, il che sarcbbe distogliermi dal raio subbietlu, lilX come il polc'ic ilclla opiiiione sui slato iiei vaii Unnpi ora Leiiclico cil oni malefacientc ; nia diro solo chc i daiini Jclla opiuione non veuucro che iliiir csscrc clla ncllc eta tiascoise il frullo dell'in- Iciulcic e del sculire di pochi, non dell' universale di nil popolo e nicno dell' iulero dci popoli incivi- liti. Qiiatido le relazioni sociali ei'ano strette in alcuiieclassi nelleqaali si raccoglicvano i lumi dalla condizioae dclle eta consculiti, potca 1' opinioue cs- sere poteiiza conoiupilrice, poiclie in pochi possono esscru c di spesso douiinanti I'errorc, il falso orgo- glio, r intcresse individuale; ma quando il giudizio intorno i pcusaincnti c le azioni peude dall' univer- sale, ropiuioiic s' innalza e si appura, e non dispen- sa corone cIk; al vcro , al giusto e al buono : col vcro c rol giuslo puo essere bensi in contrasto r utile trascorrevole dcH' individuo, non mai quello di un popolo, dappoiclie I'intendcrc e il sentire universale t; nella giustizia, ed e rivelatorc sol tan to dclle etcrne Ic^gi della uinana natura *. * L'()|)iiuone (■ ora volta ai soliili pregi Jell' uonio, ne si in- chiua pill ailc sole apparcnze, alia ricchezzaj ai titoli. Chateaubriand, parlando della Francia ( Capefigue Hi:ttoire dc la Restauralion ), scrive: Lcs plus grands interets ont occupe Us cspritSj le rnnndc eiuier a passe ilei'ant nous. Autre chose est de difendrc sa vie, dc voir toniber ou s'eUi>i.r dcs troncs, ou d' avoir pour unique cnlretien une intrii^ue dc cour, une promenade ati i">ts de Bouln-^nr, une nouvelU litleraric. Nous ne voulons peul- Si debbe a questo potere sorretlo dai lumi e vol- lo al bene il fondarsi nel nostro secolo istituzioni ad ouore soltanto delle aiiimc benefacienti , e il non restringersi esse ad un municipio o ad un po- polo , ma r estendersi a tutti i popoli di Europa; il dispensarsi dagli stessi governi politici prctni ed onori al misero clie un alto sentire addusse a porre in pericolo la propria vita per salvare 1' altrui ; il vedersi decorata degli ordini che si concedono dai pill potenti principi di Europa una donna non per altra cagione clie per I'assistenza generosa pro- stata air infermo derelitto e alle vittime del ferro e del fuoco nei campi delle battaglie: tanto c vero, o signori, che il sense della dignita morale dell'uo- mo h salito nclla eta nostra a lal gradoclie nessuna delle passate vi puo essere comparata ; e si debbe in ispecial mode a cosi fatto sentire l' essere la bar- barita scomparsa dalle moderne nazioni , e il non vedersi i costumi del nostro secolo deturpati dalla brutale immoralita clic un giorno prcdominava. etre pas nous I'auouerj mais au fond, ne scntons nous pas que Ics Frangais sont plus hommes quails ne Vdaicnt il y a tvcntc ou quarante ans? A quel ban marche on acquerait alors une re- putation dans les lettreSj dans la politique, dans le mililaircl quels singuliers titres de renomniec, et combien ccux qui Ics pos- sedaient nous paraitraient au/ourd-hui mcdiocres , pour nc run dire de plus I Si irritano i Jctrattori dcUa eta nostra all' ciiun- ciarsi di questo vero: ed cssi, clic non disccrnono alcuno dci beni onde il nostro tempo si vantag- gia siii passali, non raccolgono in uno chc i mali ondc c pure alflitta la umana famigUa, c nc vor- rebbero si digradati da scorgere ncUa coudizionc prcscnte dcUc umanc cose i prcludi tcrribili del fiuimondo. V lia bcnsi nclla civilta altiialc uomini clic si lasciano andare al vizio e al delitto; e clii lo igno- ra? e quando mai vcnne in capo ad alcuno il pen- sicro clie 1' iimano consorzio potesse recarsi a tanta altezza da sconiparire al tutto i viziosi e i delin- qucnti ? II vizio c il dclitlo sono trista sequela di nn intelletto spcsso fallevole c di passioni pertur- batrici dcH'ordinc la cui violenza la vince frcqucnti volte suUc voci della ragionc : cagioni di traviamen- to clie in ogni maniera di csscre sono individue dal- la umana costituzione. Ma quando vogliasi portare giudizio dello stato di due eta diverse, per dare al- I'una sovra I'altra la preferenza. non e da prcten- derc allotlimo, ma dcbbonsi confrontare i beni e i mail dentrambe: e la bilancia dee pendere ove la somma dcgli uni superi quella doglt altri. Se noi guardiamo alia storia dei secoli preceduti, veggiamo, in confronto del nostro, scarsita di pia- ceri innocent! e civili, ed eccesso dci sensuali : cor- rnzionc di coslumi iinpudcnte e rorata ali'cslremo, onde vedeasi per insino offesa ogni idea di decenza sociale : difclto di umaiii scnsi verso al misero , la cui sorle non era pel ricco oggetto di commo- zione: ferocia, e non bonla ed amore nello spirito religioso: divisioni e partiti, clic non pure lacera- vano le citta, ma le private fomiglic: delitti alroci e spcsso impuniti : guerre crudcli e slcrminatrici : miseria privata e pubblica dtlla quale perfino lidea e dileguata nel nostro secolo. Gli slessi vizi e delitti die lultavia affliggono la nostra specie non pure si vcggono assai piii radi clie negli andati sccoli, ma assunsero un' indole piii mite e non sono cosi disastrosi : v' ha mollezza spes- sc fiatc nci rostumi clie non vuolsi pcro csagerare, coneiossiaclie le occupazioni clie seco traggono 1' in- duslriarc e il commerciare dei modcrni tempi fac- ciano gli uomini atlivi c laboriosi, ma i molli costu- mi tcngono vece dei fcroci e barbari : se una donna irovasi esposla alia scduzione, non la e al ratto \iolento: so la fraudc Irae a danno I'inavvcduto, lo rapine sono rade al confronlo: sc i lumi diffusi producono in maggior copia i liligi, e tolta la vio- lenza privata all' cscrcizio dei diritti individuali, e C!;ssato il feroce spirito di vendetta spinto al furore, che menava stragi e quasi eredita trasmeltcasi di padre in figlio: se sorgono guerre fra popoli, sono ilisavvonlnip, mr\ nellc guerre, a sccmarne i danni, si vcggono fra gli stessi nlmici la fade, la umanita, I'onoi-c: sc lo spirito d' investigazione, rcnduto nel nostro sccolo indepcndcnte, trae alcuno ad errore in falto di rcligionc, le idee religiose nell' univer- sale si appurano e si assodano, cd e cessata la in- toUeranza, sorgente inesausta nellc eta trascorsc di scmpre rinasrenti, sanguinose e crudeli persecuzioni. E il senso della dignita propria non puo disgiun- gersi da quello della dignita dell'altro uomo: e da cio venne quello spirito di fratellevolc benevo- glienza, clic e si opcroso e si illuminato nel nostro tempo. I malcvoli, rlie tutto travisano. elic non senlono mai la dolce nccessita di credere alia virtu , che vpggono sempre o il delitto o il vile interessc, e rhe quando non possono aguzzare lo slilo conlro le azioni si volgono a calunniare gl' intendimenti, deridono lo spirito di caritatevole e generosa filan- tropia die s'l altamcnte distingue il nosti'O secolo; ma noi, clic piu giusti si atleniarao alia massima dovcrsi dell' albcro giudicai'C dai frutti ch' cgli produca, diremo clie lo spirito end' e informata U eta nostra proccde dall' ampio sviluppo delle sentenze evangcliche : tutti gli uomini essere figli del padre stesso : essere tutti fratelli: ueiramore di Dio e degli uomini conchiudersi la intera legge. Sc I'uomo non si avvicinl aU'uomo, se un'affe- zione amorcvolc non ne striuga i cuori, e se I'affetto non discenda all'atto e non si faccia operoso, e va- no lo sperare che la socicta umana conscgua slate fclice: conciossiaclie, per quanto la saviezza delle Icggi e delle istituzioni provcgga ai bisogni di uii popolo, e per quanto un popolo sia morale ed in- dustrioso, vi lianno disavventure il prevenire e ripa- rare le quali torna impossibile al pubblico poterc, e lo stesso rispetto ai principj dcUa giustizia genera di sovente estreme disuguaglianze nella condizione varia dcgli uoraini che non sarebbonsi conosciute nello slalo di natura; era quelle sciagurc non deb- bono riinancre scnza soccoi'so, e ncl cuore umano avvi la simpatia, onde, se cause straordinarie non vi pongano impedimcnto, I'uomo siccome ride alia gioja altrui cosi gli spuntano all'altrui pianto le la- grime. Si voile daU'Elvezio clie la benivoglienza non prcsenti clie una trasformazione dell'amor proprio, una sequela deH'intercssc personale: strana sentenza contro alia quale altamente protestano tutle le ani- me elevate e generose; c uoi, contro alio scrittore francese, diremo col Genovesi esservi nella umana natura due voci, I'una clie guida I'uomo al bene di se, I'altra che lo conduce al bene altrui, come sono due forze fisiclie al tutto contrarie clie col loro cquilibrio tengono fermo rordinedeU'universo. L' uonio colpito ilalla miseria e ilalla svrnlura si avvennc scmprc in aiiirnc beuefaciculi, c in isj)e- rial iiiodo dopo il Vangclo chc forma Jeiramorc del IVatcllo una Icggc suprcma; c cosi il soccorrimento pralico e preceduLo alia scienza, come suole avvc- nirc nelle cose umanc : ma la Leneficenza nella eta nostra si dilTcrcnzia dalle eta passatc per 1' impor- tanza clic le e altribuila. pci principj ond'c domi- iiata, per la inlelligcnza the la govcrna. iVcgli andati secoli si pcnsava alia condizione del misero come a sventura clie si stcsse conCnata al- rindividuo , non come a male il cui toglimento imporlasse aU'iutcro consoi-zio; e nella eta nostra, fra gli studi chc hanno a subbictto il sociale bea csserc, quelli chc piii attraggono la mcditazione dello scrittore di ccononiia e di politica c dello slcsso reggitorc dclla cosa pubblica sono quelli che hanno a subbietto I'uonio al'llitto dalla miseria; c Ic investigazioni risguardanti ai mezzi di prevenirc o di riparavc alia sorte dci miscrabili si rannodano ai subbietti piii elcvati della scienza di stato, e pcr- ciu ai principj esscnzialmente costitutivi di una na- zione, alia distinzione delle classi chc la compou- gono , alia ricchezza ed al suo diflbndcrsi , all' ia- dustria c al commercio , alia istruzione, alle leggi civili. alle criminali, alle scienze medichc, alia mo- rale, alia rrligionc. Maraviglioso csscre dcgli studi LXYI del noslro tempo clie sfuggc a superficial i osser- vatori: ond' e die i vari rami del sapere e dell'uti- le, un giorno divisi, si raccolgono oggidi in uno; die dalle cause prossimc si sale alle rimote; e die si adopera a trovare la suprcma e 1' uuica , die seguera il grado del maggiore perfezionamento possibilc della ragione e ad uu tempo della societa umana. 11 soccorso al miscro era uu di abbaiuloiialo al- ia libera beneficeiiza, e riguardavasi come un bene cbe procacciava all'iiomo bencfico lodi e benedi- zioni; ma non era sorto nclle menti il pensicro cli' esse fosse un dovere di socialc giustizia, e nelle slcsse scuolc di dirilto pid celebrate distiuguevasi il dovere di nou fare altrui male, che solo affcr- mavasi di giustizia sociale, dal dovere del soccorso, die lasoiavasi all' elica e reputavasi errore I'anno- verarlo fra i doveri giuridici positivi. Cotali pensamenti si tramutarono per intero ai nostri tempi, e fra i principj della giustizia fu an- noverato cosi il dovere di non offcndere altrui, co- me qucllo del dirctto soccorriraento : dappoidic, sebbene la propricta illimitata nello stato sociale voglia csscrc guarentita ov' clla sia cffetto dell in- dustria o della fortuna, pure una talc guarentigia non puo essere legittima die colla condizione iui- posla ai riccbi di sopperirc alia miseria; cbe altri- i.wir nicnli torccrcbljL'si (;lla ad olTisa tkll'oi'diiic nalura- lo, oiule ogiii iU)ino ha diiillo a vivcir in modo con- forme alia propria destinazione; svanircbbe 1' idea della socic'ta, chc ricliicde esscn/.ialmcntc il concor- so ilei pcnsieri, dell' afl'ctto e dtdl' opera al bene co- mune; c sarebbero vuoti di eft'etlo i disegiii della providenza, la quale, creando i beni c I'attitudine a moltiplicarli, li destinu a tutti gli uoraini, non solamenle ad alcuni privilegiati. L'cssersi alzati alia veraceloro natura i doveri del soccorso c uu bene chc anco solo varrcbbe a van- taggiare in immcnso T eta del modcrni sovra gli antichi popoli: iniperocche gli uomini non ado- perano che in forza dcUc idee concetto c delle credenze , c coliii die non allarglierebbc la mano ad esserc benefaciente soltanlo per farsi degno di lode, non ardircbbe di slringerla, rifiutandosi a do- vcre di giustizia : c i politici governanienti, cui bi apparliene il procacciare 1' osscrvanza del giusto, adoperano piii largamente in provedinieuli a favore dci miseri, se i sociali accadimenti lo richicggano, ove pensino clie ugualita di principj regge il soc- con-ere alia miscria e il guarentire la sicurta inter- na ed esterna dcUa nazionc. Dal senso della dignita umana, dalla importanza attribuita al soUievo della miseria o dalle idee di giustizia onde oggidi e dominata la bencllrenza, pro- Yennc die il pcnsiero al soccorrlmento del misero non solamcute si rcse piu. attivo, tna Tenne in modo speciale sorretto dalla intelligenza, e fu cosi recato air atto il precetto del Van^clo, il quale non dice, come per alcuno vorrebbesi, dale al misero un tozzo di pane, ma inLeUigite super pauperes. La intelligenza condussc dapprima a prcvenire la miseria col diffondei-e la moral i la e 1' istriiztonc, la quale nelle cognizioni elemcntari si c stesa con nuovo esempio per tutta Europa all' universale dei cittadini, si somminislra al povcro sino dagli anni primi dclla sua vita , e inlende a far comuui i principi scientiiici ridotti a sommi capi in guisa die va^liano a giovare 1' uso pi-atico di ogni maniera d'arti c meslieri. II soccorso si voile recato, ma con acuto accor- gimento, onde nell'atto cbe si sopperisce al bisogno non si fomentino 1' ozio £ il vizio: ed a questo sa- lutevole intendiraento si eressero per ogni dove case d' industria in cui vcngono accolti coloro cbe, atti al lavoro, non trovino come occuparsi nelle officino particolari : ed a fare cbe il povero contraesse abi- tudini di moderazione e ^fx'ugalita si pens6 ad of- ferirgli la prospettiva di un migliore essere nella eta del maggior bisogno colla istituzione delle cassfl di risparmio , nelle quali si versassero i modici avanzi della "iornata. vinto o scpmalo almanco ncl j)U[)olo 1 incfulivo ili iiiuUli e spcsso nocevoli go- dinienti cotidiani. Si mirc» a nou confondere il vizio o 1' impostura col vcro indigcntc collo sbandire i iiieudici dalle nostrtJ conti'adc, clic rubaiio spesse voile alia privala bencfi- conza il soccorso dovuto alia sola miseria, e nei quali il soccorrimento nou ottiene il sublime suo scope di togliere il bisogno e di fare a uri tempo niigliore il bisognoso. Aleuui filanlropi proposero clie i soccorsi si dessero a doniicilio da visitatori c visitatrici del povero : clie si dossei'o prima in lavori a clii no sia capace c non convcnga avviare allc case d' indu- stria, indi in effctti e gcneri necessari, e alia fine in d(!naro, se non sia altrimcnti dalle circostanze con- teduto. In alcune citta forcstierc i attuato un cosi ialto motodi) ; c il i-isullamcnto si vide esserne lisparmio notevole nei soccorsi , sollievo maggiore al vero bisogno , cresciuta morale nclle famiglie dcllo infiriie classi sociali. In Italia, ove gl' intendi- nicnti dclla vcraccmcnte utile bcncficenza sorsero pill presto clie allrove, furono ab antico gcttati i semi di una tale islituzionc, c 1' illustrc Vandoni r ha di reccnle recala in alto con effctti ammira- bili ill una cilia del Piemonlc a un dilo dal no- slro regno. vSi ronlrasta da molti la possibilita di vcilgcrc un tale metodo in pratica fra di noi ; ma clic non polvanno Ic idee del giusto c dell' utile radicalc profondaiucnle in tutli gli uoniiiu pcusa- tori ? die non potn'i I' esernpio solennc di altre na- zioiii suir anirao dogli ilaliani? clic non dee spe- varsi dallo spirito di operosa ed illnminata boncli- ccnza che forma la distinla indole del nosti'O se- colo? quali benefici effetti non vcrranno dal cuore del I'icco, posto per cosl fatta istitiizione a contatto della miseiia e della sveutura? Eravi una classe di sventurati cui ncgli an- ddti tempi pavea non si concedesse dal piu. degli uomini alcun pensiero, vuo'dirc i delinquenti con- dannati dalla giustizia punitiva. Considevando ai luoglii nci quali si racchiudevano, al modo oride vi erano rileuuli, al difelto di ogiii cuia pel loro morale risorgimen to, alia dimeutieanza di ogni mez- ZQ a procacciare lovo, scoutata la pena, un migiiore destino, avresti detlo essere eglino cnti die piii non appartenesscro al sociale consorzio. Ora e subbiello di ammirazione c di intimocommovimento come sia- si per gradi proveduto a migliorare la loro sorle: argomento che solo varrebbe a provarc corae vadauo errati i derisori ddla legge, die pure e fatla apcrla in modo evidente dalla storia, del processo conli- Duato della umana geuerazione. Si pose pensiero a migliorare nel fisico 1' essere dei condannati a pena , poiche Ic pene debboiio bensi tornai'c gravi al ddiiKjuenlc , ma non of- rendcrc alia ixmaiia nalura; provedulo al fisico, si pciiso ad islniirc il condanualo cd a farlo opc- roso coir abitudinc del lavoro , cd a procacciai'- gli di tal guisa i mezzL a vivorc, cscito dalla pri- gionc, scnza vcdei'sl strcllo dal bisogno a luiovi dc- lilli; si pcnso a farlo morale coU' isolainenlo as- soluto o temporario, c coUa istruzionc rcligiosa somministrata con filosofico inlcndiracnto, ondc, nou coir aspctlo del legale comando, ma quasi non av- vcrtite, Ic idee dclla rcligiouc si iusinuassoso nel suo cuorc c sc ne rcndesseio dominatrici ; c si soc- corse per insino, dopo ottenuta la liberta, di pro- tcggitori: ond'c che uou videsi nel delinqucntc la sola colpa, mcrilevole di punizione, ma la debolezza ad ua tempo della umana nalura che e dei buoni il compalire, 1 ajutarc, il sonc|j;gei'e. Qucsto sistema, o siguori, sorto non e molto iu America cd in pareccliie nazioni' di Europa , e di ilaliana originc : imperocclit; fino dal principio del sccolo XVII un Pontcfice nc pose i semi, e fu volto in pratica per settant'anni nella capitale del mun- do cattolico; ma poscia andu dimcntico, sembrando un fatale deslino che qui dovcsscro ncgli scorsi se- coli concepirsi i piu elcvati cd utili pcnsamcnti, c che ai forcslicri sollanto fosse dalo di profitlarne collo ampliarli cperfezionarli. Ma una voce, scbbenc debolc c disadulla. si c alzala, o siguori. a richia- Hiare fra noi una cotanto utile istituzione. E clic non e dato sperare dalle condizioni avventurate del- la cla nostra, nella quale ogni pcnsicro generoso sveglia entusiasmo, c comprendo e sublima tutli gli affetli dell'anima, c si intcnde cou avdore a cou- giungere le teoriclie col loro pratico cseguimento? Airaspetto di cosi stupendi miglioramenti dello state sociale ogni bennata anima si iunalza e si go- de, e benedice alia providenza che apre di tal guisa alia nostra specie una sublime e nelle eta passatc non preveduta destinazione; ma il mal gcnio con- duce i nemici del tempo nostro a bandire la crorc contro le piii umane e salutevoli istituzioni. Ti muove Tanimo il vedere come oggidi sia a tutli aperta la istruzione clementare, e come i fi- gliuoli del misero si sotlraggano ai peiicoli morali c fisici che correrebbcro nelle loro famiglie. non si la- scino inerti nei primi anni le loro facolta intelletti- ve, e s' insinuino nei loro teneri cuori i semi delle virtu morali c religiose? ti senti opposte le brutali parole: clic a coloro che sono destinati a i'nngare la terra, a carreggiare il carbonc toi-na vano lo in- segnare a leggere, a scrivere, a fare i conti; e ap- presso: che intorno agli asili jicr la infauzia ^ da esserc in grave dubbio se il loro stabilimento sia veramente un pensicro caritatevole, ovvero una il- lusionc dcU'errore, od anzi piuttosto una nuova e i.Miir ff)lUli.ssinia Iraina dclla malvagilii ilomiiianlc, e clia c da concepire almcno qualclie sospctto di quelle insidie, di quci tradimcnti c di quelle frodi coii cui proccdono sotto Ic piii dolci c lusinghierc ap- parciize i comittori giurali del mondo intcro *. Proclami tu di sbandire gli accattoni dalle noslre contrade, onde il vex'O indigente, scevcrato daU'itn- . postore, o si accolga in un ricovero o si soccorra a domicilio? I'aulorc del libro delle illusioni af- ferma. chc noi preferiamo di pagarc il nosti'O tri- bute al ricovero dei mendicanti per vederne la citti disgomherata con quelle spirito stesso con cui pa- ghiamo una nieiccdc ai raccoglitori del letanic per vedcrnc mondalc le nnslrc sti'adc. Ti gode r animo alia crezione per ogni dove delle casse di risparmio, Ic quali, nciratto clic pi'cpara- no air opcvaio i mczzi a rainpare nella eta del bi- sogno, intendono a fiirlo fiugale e opcroso. lo slesso autore ti vione innanzi e ti dice : cbe sc e da Ic- mcrsi cbe 1' influsso dcllo spirito filosofico oorroni- pa tuttc le anticbc c rccenti islitiizioni dclla pub- blica bencficenza, le casse di risparmio sono cerla- mente una produzionc csclusiva di qucllo spirito, inlorno alia quale non c a dubitaro sc sia o no dirctla al fine del male: e cbe fra Ic tramc c Ic * Vrggnsi ]irr 1,t rrn-.iir,-» piT.>riitc agli istilnli drlla rla no- stra e prr Ic ^rgiinili ^opu^colo: Illusioni liella pul'hlica caiila. LXXIV maccliinc mcsse iu moto di rccentc dal progvosso c dalla filosofia, le casse di risparmio sono le piu astute e malvagic. Ti place die colla islituzionc dellc case d' indu- stria si sopperisca a coloro clic, atU al lavoro, non ne rinvcngono, tassata la mercedc dell' opera in guisa che non ne sia scoraggiala la concoi'renza allc officine parLicolaii ? li si oppoue : chc si fatli provedimcnti souo nou pure inutili, ma iugiuriosi alia providenza di Dio chc si stende a tutti c non lascia la classe dci povcri in uno stato nel quale debba necessariamcnte c involonlariamente pcrirc; sentenza assurda che intenderebbe asopprimcre ogni pio istituto, ed a far credere chc negl' intendimcnti di Dio al bene degli uomini non entrasse il dovere di una cordialc e iutelligente bcncGceuza. Ti si alza I'anima in osscrvando come i dannati dalla giustizia punitiva atlraggano piu la comraisc- razione che nelle eta prcccdutc, c come neU'atlo che si intende a punirli si studi pur anco a farli migliori? ti si afferma : che un altro passo retro- grado del progresso e un altro errore dclla carita si manifcstano nelT impcgno che si assume oggidi per mitigare le pene dci delinquenti e per mi- gliorare sotto tutti i rispctti la sorte dci carccrati, e che le tenerezze filosofichc e filantropiche pel corpo e per I'anima dei caixcrati non vcngono da buona LXXV fonlc, ma soiio travcslimcnli c mc-nzogiic, aflclla- iioui e sinovfic Ji carilii *. E cotali sentenzc si accolgono o si diffondono, c v'ha taluno fra noi che nc fa tcsoro, clic vi plaudc, c che prctcndc pure scdcic maestro di dollrlnc moral i, politichu e x-cligiose! Ma fa mesticrl, o sigiiori, il ta- cersi al cospetto di cotanta sapieiiza, e si «i proprio commossi al fondo dell' anima a prove di iiuo spi- rito di carila si illumiiiata, s\ evangclica e si socialc. jScllo sviluppo amplissimo delle polenze conosci- tive della eta nostra, nello spirito umano c gcnc- roso che tutte domina e sublima Ic affezioni dcl- I'anima potrcbbesi dire speiito al tutto o anchc w * Nel scrolo passato, o in quale altro dcgli anlrccdenli, si » penso a raccogliere glL bl>aiululi fanciulli , c dare ad cssi una « madre pin sollecita, piu opcrosa, piu isfnitla della loro? qiiando n si pensi'i fra nni a riparaic nrl niuto 1' ollragjiio della negata n parola? quando a ripararc nel cicco la faticosa inazione della » oscurila? quando ad erigere seuolc per 1' arliere e per I'agricol- '> tore? quando a fondarc eassc di risparinio e di prcvidenza die, »> tiitelando i piccoli guadagni de' giornalieri, preparano loro un »> soldo per un easo, per una inferniil.'i, per la veceliiaja ? (jnando n mai si era pensnto a torre dallo strade il mal seme dei laglia- w boi"se per fame arteliei ordinati e solerli? quando a formarc » quelle scuole notturnc delle quali Milano si c gia arriecliila c •> delle quali Roma ne ha gia olio frequentate da mille seolari ? »Quesfa c eloquenza di falti . Tgnazio Cinti'i. LTXTI solo invilito il senlinicnlo rcligioso? cppiire cosi af- fermanoalcuni scrittori nei quali nou vivc chel'odio e il dispregio per Ic condizioni pvesenti di nostra specie, i quali affcrmauo esscre il nostro secolo il tempo deir apostasia e della irreligione, in cui si vipudiano i dommi, si deridono i riti, si disprcgia la voce dci pontefici e dei pastoii, si pi-oclama rateismo e si da opera a disgiungere la terra del cielo. Se la religione non vivesse nel cuore degli uomi- ni, usero qui i pensieri del Genovesi, ogni vincolo del sociale consorzio si vedrebbe disciolto : poichi gli uomini abbisognano delle idee religiose non al- trimenti clie deiralimento giornaliero; se ogni sea- timento religioso si fosse estinto nelle nazioni di Europa, non si vedrebbero elle civili, industriosc , commercianti , non formerebbcro elle tra di loro con esempio al tutlo nuovo una sola famiglia, non cssendo possibile societa alcana senza la giustizia, senza la fede dei patti, senza la moderazione degli affetti : e quesli beni o non si ottengono , o non sono assicurati e durevoli , se i diritti e i doveri reciproci non abbiano la sanzione dellc idee reli- giose ; ed ogni uomo nella sua coscienza puo essere tcslimonio di queslo vero che si couferma pur au- co dalla storia di lutti i popoli. Nelle condizioni presenti deirintelletto e del cuo- re non puo averc la religione elemeuti clie la gucr- i I'pgqino: Jappoiclic nelV alto sviluppo tlellc fa- coUa conoscitivc appunto Tanima umana si iu- nalza ai piu clevati concepimenli, c si sublima e si eslciidc alio affczioiii piu nobili e gcnerosc : o i graadi concetti dcU' intellclto e gli affctti gcncrosi del cuoi'c ci guidauo all' influito porgendoccnc il prescntimento, e percio si rannodauo al sentimento religioso. Quando lo spccularc dc;i filosofi non cadeva clie sopi-a alcuni soltanto degli elementi della umana natura c su qucUi solamente s'innalzavano i sistemi della filosofia, onde si videro in alciine cpoclic prcdo- minanli quasi in modo csclusivo ol'idcalismo, o I'cm- pirismo o lo scclticismo, potea la religione corrcrc pcricoli;ma oi-a chc la iuvestigazione si volge all' in- tcro deiruomo, chc reccletismo congiunge i pcnsa- tori di tutte le nazioni incivilitc, la religione ha quclla guarcntigia chc mai non cbbc nei tempi andati: poiehe se nella umana coscienza, che e la sorgentc uiiica d' onde derivano le conosccnze alia umanita ronscntitc, tu vedi i semi del bcllo, del vero, dell'uti- lo, del giusto, scorgi pur anco in cssa quell i della religione. Eallo studio dell' intero dell'uomo si con- giunge oggidi pur quello della umana specie divisa nrllo spazio e nel tempo : e se la irreligione puo cs- scre in uno od in pochi. le idee religiose ti si ap- palr«iano pn- la sloria individnc dalla umana ro« stituzionc; poiclie lu vedi bens'i diffcrcnziarsi i po- poli, e un popolo stesso nei vavi stadi del la sua vita, per le idee, pei costumi, per le leggi, per le politiclie istituzioni , ma in ogni essere delle iimane generazioni ti e cliiaramenle testimoniato un ampio c profondo senso di religione; ond'e che ad cssa c da applicarsi la sentenza del romano Oratore, che in ogni cosa il consenso di tutle le geuti dee reputarsi legge della natura. Ovc la religione sia pura dagli crrori ddruomo, c scevcrala dalla siipcrstizione e dal fanatismo, non puo ella vcnii'ne innanzi che autorevole, reverenda c Lcuefattrice: clla loglie il niondo all'imperio di un destino cieco c fatalc , c ne mostra la provi- dcnza che vcglia le sorli dcgl'individui e dci po- poli; oud' e che forma essa una catena, per la quale il prescnte si annoda al passato e si con- giunge pur anco all' avvcuire : ella mette un peso preponderante nella bilancia dcgli umaui deslini, volgendoli alia giustizia ed alia bcnivoglieiiza, dap- poiche consarra tulti i doveri e santiGca a un tempo tutti i divitti: ella, nelle angoscie del dolore e deir infortunio, quando gli uomini ne fanno se- gno aH'odio c al disprcgio , quando ogni umano conforto e pei'duto, ne inualza ancora 1' anima e vi infonde il balsamo della speranza: quando la vita ne fugge, clla ci toglic all' idea dispei-ata dell' an- LXXIX jiiciitatnciito, cd ovc i nostri cari nc sicno tolti e il moiulo addivenga per noi iin dcscrto, ella git- la , mi sia permcssa questa csprcssionc . un pontc sovra I'abisso clic da noi li divide, a loro nc ri- congiunge , e sono essi aneora alia nostra anima dcsolata la fonte dcllc piu. care ed intime commo- zioni. E qucsta seric di bencGcj in ispecial mo- do si dcbbe al cristiancsimo : dappoiclio fu esso che crcu c crebbc, come altra volta vi dissi, la ci- villa al tiillo propria delle moderne nazioni: la ci- villa di lutti gli anticbi popoli fu caduca e fug- gcvolc. c disco. uparve per semprc ; la civilta mo- dcrua, iniziala da secoli , duro e procedette nclle viccnde dei tempi, e ne promette processo sempre crosccnte ncU' avvcnire, poichc vi hanno semi di vita (ivilc percnnc nclla rcligione di Cristo per gli in- dividui c pci popoli, i quali non esistcvano nc nclle anliclic rcligioui ne nella antica filosofia. Rcligione cosi fatla non puo avvcairsi a nemici ncl tempo noslro, nel quale la umana specie i so- vra gli altri relta c illuminata ncU' intclletto, al- 7.ata e nobilitala nel cuorc; impcroccbe ivi sono i prinoipj cvangclici dove c giustizia c benivoglienza: ma nella cla nostra, lo si c gia vcdulo, la giusti- zia, che si acchiudc nclla ugualita del diritto per tulti gli uomini, c non pure altamcutc scntita, ma rcgistrata uci codici c volla a pralica applicazione, e la mulua bencvolcnza e alzata a dovere sociale , c sorretta Jalla intelligcnza, eJ e opevaliva Ji cl- fctti al tutto nuovi e mirabili. La religioue soggiacque a guerra nello scorso se- colo, io vel Jissi altra volta, perclie cou essa si cou- fondeano gli errori dell' uomo die s' innalzavano a domini, e perche un feroce spirito d' intollerauza , clic ella stessa coiadanna, volea spingere il comando ove ruorao La piu dirilto di cssere ne' suoi couvin- cimcuti inJipcudentc; ma nclla eta nostra in quella stessa nazioue, ove sovra I'altre parca si ridessero le verita religiose, non sorge oggi opera degna di rinomanza uella quale compaja il nial gcnio contro la i-eligione, cd anzi vi si vede giii rivcrita o av- viala ad esserlo ncU' avvenire *. * II nostro sccolo non c minaccioso alia idoa rdi^iosa, ina sc vi lia per cssa poricolo si sta nell' csagcrato spirito di religio- ns. Boiiald, scritlore che non pu6 essere sospetlo nrll'argoniento die sliamo svolgendo, cosi scriveva: L' esprit rcli^iiux va crois- sant; unc iiiiiuii.tude fagiie poiissc les csprits i'i:rs les hautes coii- ti inplations, ct cmprciiit rncmc la poesie (Tunc coiilcur mystique et I rcligenx , ct tout annonce que la rdii^inn tirn-ailU (f un bout a I autre I'ordrc social. II Cousin, la cui scuola ha tanto influsso in Francia e si c conciliata Tattcnzione di tutli i pensatori di Europa, scrive intorno la religione (Cours de philosophic. Histoire de la philo- sopliie, tome premier, pag. 47,. Brii\elles, Louis Hauman et comp. i836). La religion de Z'homme-Dieu donne un prix inftni a I huinanitr. L'ltumanile fit done quelque chose de lien grand I.XWl IN'ellc (liscus.siDiii iiitfr\t'nutc nel Will m'coIo iii- tofno ogiii cleiiieiito dell' esserc socialc uoii ptjU-auo imisqu'cUe a etc. ainsi ckoisic [tour etre le receptacle et I'ima^e il'un Dieu. De Id Jans le chrislianisme, la di^nite de Vhuinanae confonduc avec la saintcle de la religion, et partout repandue avec elle. Aussi^ le christiunisnie est-il line religion eminemment humaine, eminemment sociale Journez L's yenr en dihors et au de Id christianisme: quont produit dcpuis vingt siecles loutes Ics autrcs religions? La religion brachniiniquc, la religion musulniane J et tonles les autrcs religions qui regnciit encore au- jourd'-Iiui sur la tcrre^, que produisent-ellcs? Ici une degradation projonde , la une tyrannie sans borncs C'est aussi U christianisme qui, apres avoir coiucrue le depot des arts, des lettrcsj des sciences, leur a donnc. wie impulsion puissanlc. Le chri- stianisme est la racinc de la philosophie modcrne. En effu, toute epoque est une; il y a un v.ippoit necessaire entrc la philosophie generate d'un temps ct la religion de cc temps. Jinsi la philoso- phie Sankhva, tout en se separanl des VeJas , s'y rattache en- core; la philosophie grecque, la philosophie d' Aristote et celle de I'laton, est au fond une philosophie palennc, et la philosophie iiudcrm est esscntiellement la fille d'une societe chretienne. Jc fais done profession de croire que Us grandcs verites qu'a dejd Jt'i'eloppees, et que panrra dJveloj>p,r encore la philosophic mo- dcrne sons Us formes qui lui sont proprcs, sont st loin d'etre opposees aux i'eriies que conlifnt le christianisme, qu'au contrai' re, scion moi, toute vraie philosophic est en germe dans Us my- steres chreliens. E alia pagina 67 seguita : Tout (ncll'eUi nostra) sr rasseoit dans I'ordre legitime, tout rentre et doit rentnr dans s^s limites naturelles. D'une pari, la religion reprend sur Us ames son bienfaisant empire ; tile forlifie son autorite sainte, en la rts- •nrrant dans Us matii^res de la foi et dans la theologie propre- ni,iil dite: ct tile se contuite dc fournir a lu vraie philosophic dts G non esscrc subblctto alio spirito inclagalore e critico clie dominava le istituzioni religiose: di necessita do- veano cssere smosse pareccliie dcllc anticlie credenze, e trascorsero alcune menti all'erroi'e; ed in qvinlc cpoca, cd in quale argomento si vide ruomo dall'er- rore asserurato? ma egli e un fatto apcrtissimo ai meno vcggcnti, clie nell' universale dci pensatori i principj rcligiosi si appurarono, e i convincimenti sorsero larglii, profondi, luminosi : la rcligione non isla piu nolle sole forme esteriori e nelle abitudini : Ic pratiche religiose non si uniscono pin con si- curta di coscicnza ai costumi piu depravati : non si frequentano le cliiese nell'atto che si abbia a vile il povero e si abbandoni, c si assoldino bravi ai rapimenti dclle altrui donnc ed alle uccisioni. La religione e la scicnza. merce lo spirito filosofico, si sono oggimai congiunte, e questa unione cbc devc inspirations fecondes. D'un autre cote, la philosophie du dix-neu- I'ieine siccle n'cst plus cctte esclavc rei'oltee qui, par scs cxces ihemes, attcsfait sa lon^ue scruitude, c'est nne noble affranchie a la quelle sied bien le langagc calme et modere de la liberie. E Fautorc del Genio del Crisliamsiino alio stcsso proposilo diceva, sono alcuni anni : La religion, dam ceux qui la prali- quent, n'est plus une affaire d'ahiludc, mais le resultat d'une conviction forte; la morale quand est dans les coeurs nest plus le fruit d'une instruction domestique , mais I'cnseignemcnt dune raison eclaire. Ilistoirc dc la Rcitauration par Capcfigiic loin. 2, pag. 124. J.XXXllI cslstcro fra le vciili ili o^'iii specie non puu non tor- narc ia modo supremo fruLluosa alia eta iioslra ed alia Ventura. VolenJo pur rinlracciare Ic cagioni onJc venga clic alcuni, i quali vorrcbbonsi tultavia credere di Luona fede , si pensiuo clie Ic idee religiose sieno ncUa eta nostra decadute, si rinverrcLLcro esse iiella idea fallacc che il scnlimento religioso debba pale- sarsi con atti rumorosi c solcnni come avvcniva al- eunc fiatc negli scorsi secoli ; ma egli e un grave <'rrorc, impcrocclio la religionc e accliiusa uellc cre- denze dell' intelletto c nelle couseguenti affezioni del cuore: c dec dirsi piu efficace a misura che la sua azionc discorrc pi'essoelie iinpci'cetlibile, tranne le pratichc clic si congiuugono colla sua csseuza: ella e un poterc clie frutta ogni bene sovra la terra; ma r opcrarsi dc' suoi beneficj e simile all' azionc dcUa rugiada clie cade nel silenzio, c ravviva c prospera la nalura, cd e simile alia providenza , la quale regge i dcstini del mondo eon leggi sa- pienti , ma clie sfuggono spcsso al comuue dcgli uomiiii inosscrvatc. Fu tempo clie un male iiileso spirito leligioso muovea guerre slrepitosc o per oggetto di conqui- sto, o per cstcrminio dci miseredcuti : solcnni c cru- deli giudizj si proferivano , confuso il dclitto col semplicc crrore dclia nienlc: labuso della potcsli religiosa productva estrerai turbamenti nclle nazio- ni quando i pontefici si aveano il potere di depone i principi e di assolvere i popoli dalla obbedienza, e COS! una religione tutto volta alio spirito si era Iramutata iti potenza politica *: le differenze in tor- no alia religione si erigevano in queslioni di sta- to, e vi succedeano le persecuzioni e I'esilio, onde procedeva clie gli errori , anziclie togliersi, si dif- fondevano e radicavano : si alzavano in tempi infe- lici dai principi sontuosi edificj dedicati alia reli- gione, nei quali usavansi le spoglie dci popoli, perclie pensavasi clie di tal guisa venisse riparalo ai disordiui di una vita consunta nel delitto e nel vizio; per ogni dove si istituivano monisleri , e si cumulava in essi una gran parte dei bcni chc to- glievansi alle arti, al comnicrcio, alle private faini- glie, per favoreggiare quelli che pur doveano cssere imitatori del maestro evangelico che visse povero, * So che non tiecsi far giudizio delle opinion! c degristiluli di una eta guardando alle condizioni di altra eta al tutto di- versa: c so, e il confesso con compiacenza^ che nei tempi drlla harbarie fu crainentemente utile che alia potcsta dei pontefici si fossero aggiunti, per I'universale consentimento, diritti lutt'altio rhe religiosi. lo qui nou intendo che di condannare coloro che vorrebbero nel secolo nostro revocale sentenze ed istituzioni, rhe le idee attuali, i costuini, la civiltii crcsriula altainente rifiutano , <* che riuscirebbcro oggi a danno per le ragioni appunto che fu- rono vantaggiosc nel tempo in cui s' indusscrn e si radicarono. e fu amico e ronsolatoro del poveri : Ic istituzioni religiose allora crano appariscenti , faceano di si spettacolo , imponevano alia rnoltitudine; ma egli era errm-e che in cosi fatti accidenti si conchiudcsse la religionc. I pericoli per le crcdcnze religiose, direi a'detrnt- tori dcll'cssere attuale della specie umana, non sL accliiudonoadunqucnello spirito di clevata filosofia, otide Ic menti sono oggidl govcriiate, ma si stanno nclla reazionc die avete giurato contro auanto avvi di nobile, di grande, di fruttoso nel secolo ia che vi- viamo; in qiicUo spirito di partite ondeanome della rcligione. che tarpcmenlc si abusa, s'innalza grido di riprovazione contro tutlo che differenzia la eta no- stra dalle eta precedute; nel fanatismo che vi con- duce a gueriTggiarc non pure ogni nuova istitu- zione, ma a porre ogni opera per incalenare lo spi- rito umano, onde , inetti a dominare le menti coir ingegno e coi lunii. vorrcste pure riconquistar- nc il dorainio pci-duto colla schiavitu filosofica e rdigiosa. II mondo attuale c soggiariuto ad una csscnziale trasformaziono; la ugualitadel diritto ha conquistato tutte le menti; il diffondimento dei heni, nelle con- vinzioni profonde degli uomini pcnsatori, e voluto dalla stessa giustizia; I'idea del progresso della spe- cie umana, iVutto dolla filosofia della storia. c una 6* fede, una credenza religiosa: non proclamale a nome della religione, se il suo bene vi anima, le teoriclie del privilegio; non alzate grido contro Ic leggi che lasciano il diffoudersi dei beni all' andare della na- tura, ne sospirate a' tempi in cui alcuni pochi ab- bondavano di ogni cosa e immenso uumero lottava colla estrenia miseria ; non venite innanzi , a no- ma di una religione essenzialmenle processiva, col dipingernc la umana specie ravvolta sempre in un cerchio perenne di beni e di niali ; non vi pigU il mal genio di porre in contrasto le idee religiose colla coscienza del genere umano, poiche di quella guisa che i popoli non rinunciano alle ricordanze dei tempi che lurono . se vi si congiunga la loro gloria, non rinunciano essi lampoco ai convinciinen- li, ai bisogni, all' essere fisico, intcllcttivo e morale del loro secolo. In un'epoca, o signori, in cui lo sviluppo della intelligenza e maraviglioso , in cui in ogni parte deir umano sapere sono stupendi i risullamenli del- lo spirito d' investigazione clic ne distingue, e in cui il verace processo delle polenze conoscitive del- I'uomo e sovra ogni altra eta guarantilo, non pre- dicate essere la umana ragione fonle soltanto di strani errori, guida fallace, atta solamente a travia- mento. Se 1' umana ragione e cieca e inetla, che addiverra della religione della quale vi van late so- LXXXVII steuitoii? il Vangelo nou dislrusse nc iiivili la ra- gioiic , clic anxi nc crcbLe il luiue c le forze ; la sua dottriua si fonda suUa iutelligciiza, la dove Ic religion! in antico si fondavano sulla imagiualiva c sui sensi ; i Padri dci primi secoli dclla Chicsa in null' altro piu si adoperavano clie in dimostrarc i dettati della ragione non contraddire, ma confer- mare anzi le dottrine religiose , ed era in essi cosi vivo il convincimcnto clie la ragione e la reli- gione dovesscro mostrarsi agli uomini cospiranti ed aniiche, clie faceano di trovarc i semi alia novella credenza nelle idee dei filosofi piu accrcdilali, onde fu dctto clie i primi Padri platonizzavano. In un tempo in ciii le amicali rclazioni fra gli individui ed i popoli olfrono uno spettacolo non conosciuto nolle eta passate, in cui uno spirito di tollcranza dell* uomo verso 1' uomo , frutto della piu umana e sociale delle credenze, ha cessato ogni persecuzione neH'argomento delle idee religiose, non recate in mezzo a nome di una religione di amorc Ic stolte e crudeli parole: che il tribunale della in- quisizione era un tribunale legittimo , clie in nome di Dio facea siorrerc di tempo in tempo un sangue colpevole ad islruzione degli uomini : non iscrivctc in un catcchismo di receute diietto al popolo, chc la clemenza, virtu suprema nolle mani di Dio, di- vicnc iiiconsulla ingiusti/.ia nclle mani dci prin- Lxxxvin cipi, e chc i nemici della religione voglionn essere tlisterminati. Gittate per somma ventura delle umane gciicra- zioui le fondamenta della scparazione del polere politico dal religioso, il cui coafondimento genero discussioni e talvolta guerre sanguinose pel corso di quindici secoli, non predicate ai popoli del se- colo XIX, clie I' indole della potesta dei poutc- fici e il bcue delle societa umane vorrebbero che cglino fossero di nuovo gli arbitri dei sovrani c dei popoli: non poncte innanzi alle menli pcnsatrici di oggidi r elogio di alcnni decreti, pci quali un pontefice divideva fra gli Spagnuoli e i Portogbesi i territori cbe la sorle dell' armi potea soggettarc alle due nazioni nell' America e nclle Indie, e nei quali cstreme censure si fulminavano al principe die aumentasse Ic pubblicbc imposizioni nc' suoi stati senza il pontificio conscntimento, o chc sotto- ponesse a' tribunali civili le question! intorno i beneficj e le decime, o che per oggetti civili o cri- minali Iraesse al foro coraune le persone addelte alia Ghiesa. Vi sovvenga che Cristo disse, die il suo regno non era di questa terra, e che cio che era di Gesare si desse a Gesare , e a Dio si dcsse ci6 solo che era di Dio. La religione, destinata a Cssare le relazioni del- r uomo colTAutore della natura, ad elevare e su- LXXXIX blimaie 1' inleiiJiraento, a purificarc gli affelti del cuore, noa sia per istrano travolgimento diretta ad altro scopo che a qucllo solo di consacrare e nobi- litare le virtu di ogni specie: noii sia ella invocata come strumento di altro oggetto meno utile c gc- neroso. Lo spirito religioso degenera , s' invilisce e si perde se la religione volgasi ad utile quale che siasi di un ordine a lei inferiore , come svanisce r incanto delle bellezze che formano lo spettacolo della natura se tu vi cerchi un utile positive, che gitta nell'invilimcnto le cose piu grandi, ed estin- gue ogni entusiasmo deU'aainia. In una eta tutto volta a grandi miglioramenti so- ciali, nella quale 1' industiia c il commercio hanno indotto iiei popoli un essere di cui nelle storie an- tiche non e da to rinvenire esempio che vi si possa paragonarc, non presentate il cristianesimo siccome etereo e tutto mistico , ne pretendete di fare del mondo un convcnto di frati : il monachismo e una eccezione, e non vi venga il capriccio di convertire la cccezione in regola generale: la religione si offra agli uomini eminentenicnte promovitrice del sociale ben essere: i grandi fatti, volti a pro della patria, intesi a prosperarla, a esaltarla, ed a crescerne la virtii, la potenza, il senno, la gloria, I'agiato vive- re. le scienze. le arti, i commcrci, sieno ad un tempo medrsimo fatti rcligiosi c politic!, meritorj d'innan- xc zi a Dio siccomc innanzi agli iiomlnl, perclie retla- mcnte e nobilmente civil i *. Ma a qual pro vado io spenclenclo le mie pa- role? forse lo spirito di parte e atto a ricredersi ed a retrocedere ? forse si t; mai vcduto rinsavirc il fanatismo religioso, sovra ogni altro cieco e dannevole ? La lotta e aperta, e vana sarcLbc ogui speranza di troncarla con amiclievole ravvicinamento di pcn- samenti edi affezioni;cd in questa malaugurala con- dizione di cose non abbiamo die a ripclere con un antico sapientc: noi non abbandoueremo giammai, ne invaniti da alcuna speranza, ne inviliti da al- cuna paura , il poslo in cui la providcnza nc lia collocati : noi non verremo meno, c ne facciam giu- ramento, per quanto Ic nostrc forzc il comportino, alia piu nobilc c gloriosa dcllc mission! , quclla di avanzare il regno del vero e di procacciarc il bene dclla umana generazione: non ci faranno torcere dal nostro proposito, volto alia vila civile, nc le declamazioni dei tristi o degl' imbecilli, ne le satire o le calunnie: tornando in pcnsiero essere legge di natura manifestataci dalle storic di tutli i tem- pi, clie non si consenta agli uoniini I'acquisto del bene clie di mezzo alle piix asprc conlraddizioni, c ' Vedi Maramiani. LCI rlio li- verita piii lucciiti non sorgano clic fi-a gli ciTOii, ni; si allargliino c assodino nellc mcnti che gucrreggiate dalla ignoranza c dal fanatisrao : ne ci sara grave clic Ic umanc cose procedano di tal guisa; dappoiclic nou si lia caro c prczioso dagli uomini ci(j che sia di agovolc conscguimcnlo, c si fa per lo contrario tesoro di tiitto che ricliiegga laboriosa opera c sia frutto soltanto di contrastata vittoria. RELAZIONE ACCADEMICA DELL' ANNO M. DCCC. XLD. AOII/HO/nDA MVniXA f yy^/ji 'juaa Scries jumtuvaquc. HoR. SGIEiNZE X uaesto principio avra la storia accaJemica di qucsto anno scicntifico; impcrciocche nell' aprire di esso anno la grave e amarissima perdita di un esi- mio fratcllo facea che lugubi*e preambolo agli atti dcir Atcnco fosse una funebre cerimonia, c clie in- torno ad un catafalco di morte si facesse la prima sua radunanza. lo parlo di quell' egregio patrizio, di quel pcrduto ornamcnto non solo della patria accademia, ma dcU'ordine de'nobili cittadini e del- r intcra citta, il conte Paolo Tosi, di sempre cai-a memoria; il quale nel giorno dieci di gennajo, men- tre per gli anni ancor vegeti , bencbe provclti, e pill ancora pel fresco vigor dello spirito e pel sense giocondo di una vtla serena c fclicc, parea si lon- tano da ogni condizione di morte, mancava inopi- nulo c improYviso, lasciando di s6 un desidcrio uui- 4 vcrsale, svegliato ne' present! dalle sue elctte virtn^ e (luraturo nei posteri per le benemerite sue lar- gizioni nella patria. Negli estremi ufficj del quale essendosi, come dissi, per 1' Ateneo comiuciato que- st'anno accadeniico, egli era convenevole che io da lui cominciassi pur anco la prcsente relazione, sa- tisfacendo ad un tempo cosi al dovere dell' istituto come air impulso del cuore, nella dolce e dogliosa ricordanza di essere io pure fra coloro che il buon Tosi onoro di sua benevolenza, e, ad onta della mia tenuita, diro anclie della sua amicizia; impe- rocch6 nel mancare di quell' anima cortese e beni- gna a chi non parvc che gli mancasse un amico? Quanto per ispecchiati costumi, per gentilezza di squisite maniere, per amore ne'buoni studj, per mu-' nificenza uelle arti belle, fosse quest' uomo egregio distinto, non e chi non sappia; ma quanto vigile e sperto egli fosse nelle utili cure della domestica amministrazione e della rurale economia non tutti seppero del pari. E pero il nostro socio e censore signor Giacinto Mompiani, essendogli parso che la memoria del nobile defunto non dovesse in cio de- fraudarsi del debito encomio, preso a mostrare in urt breve suo scritto la perizia, anzi la benemei'enza di lui neir agricoltura, niassimc in quella impor- tantissima parte che spetta all' allevamento de' ba- ch i da seta, ci fcee particolarmente conosccre uu uuovo mctotlo per la preparay.iouc dci bosclu e per la facilitazionc dclla infrascatura, da lui immagi- nato c coil fclicita praticato nc' suoi possedimenti di Sorbara. Ncgli infallibili avvisi dclla natura li fondato qucsto mctodo, c iiell' istinto chc al com- picre dclla quiiita eta spinge i bigatti al lavoro del loro prezioso prodotto. Osservo il Tosi , secondo- cbc il signer Mompiani ci cspone, che i baclii to stoche si sentono maturi alia produzione, ributta- no la foglia, e tratti da un intimo impulso , cer- cano It sponde dei gi'aticci, vogliosi di guadagnarle, qual primo mezzo cbe loro si prcsenta per trovare r aria aperta , ncccssaria alia consistenza del filo clic dcbbono svolgcre; cbe per lo contrario i bigatti non per anco maturi continuano ad appetire la foglia ed a rimaiiere tranqxiilli al loro sito; che mcntrc stringc per qucsti piii sempre il bisogno d'alimcnto, necessita a quelli d'csscr tolti dalla putrida cffcrvescenza del letto, nocevole al limpido glutine cbe vanno in so pcrfczionando; cbe queste svariate occorrenzc pongono in angustia il bacolo- go nci motncnti piu critiei dclla coltivazionc. Cou- dotto pcrtanto da queste osscvvazioni, egli trovo modo a favorire le diverse inclinazioui dcgli iusctti e ad allegcrire Ic cure dci collivatori, mcdiaute il mctodo cbe abbiaino accenuato, e cbe vicnc cosl dc- scriito dair autorc dcUa mcmoria. <( Giunto il mo- « mento della complcta maturita , appena ilislri- « buita la foglia degli ultimi pasti, sopra di essa « vengono stesi dei fascinetti di vite o d'altro le- ft giio minuto e leggero, dolcemente strelti da dop- « pia fascia presso alle estremita, bene spuntati in « ogni verso e lungbi quanto sono largbi i gratic- « ci pei quali debbono servire. I bigatti, resi per « istinto gia avversi alia foglia e smaniosi d' ab- et bandonarsi al lavoro, cercano tosto di penctrare a fra quelle frascbe e di trovare il punto cui pos- it sano attaccarc il capo del file che hanno blsogno « di svolgcre. Quando i fascinetti sieno abbastanza « popolati di bachi , clie all' attivila de' loro mo- a vimenti danno certo I'indizio della maturita con- « seguita, questi si levano, e si ripongono su di uu « gi-aticcio a tal uopo sgomberato , in modo pero « che abbiano a trovarsi disposti nel senso il piu « conveniente per ricevere dalle aperture delle bi- te gattaje il beneficio di quella vcntilazione, della « quale hanno spccialmentc bisogno i baclii intenli « al lavoro, onde i bozzoli possauo riuscire perfet- tt ti. Risti'etti poscia ne' graticci i bigatti che ven- « nero gia diradali, si ripcte la medesima opera- o- « tcnza al convenieate sviluppamento degli organi « materiali dciranima; cd in tal caso hassi I'idio- « tismo completo, ovvero per qualcfac impedimcnto « al detto sviluppo apportato da cause succcdate « air infanzia , c dopo che alcune facolta sono in « parte sviluppatc; cd ailora hassi l' idiotismo in- « completo. L' idiotismo completo e assolutamentc « insanabile; e solamente suscettibile di qualche « miglioramento 1' incomplcto c parziale. Od in so- u condo luogo cotalc indcbolimento o mancanza <( dcllc facolta dell' antma awiene, dopo che esse n avcvauo acquistato il loro inticro svilup{>amento, « o per disposizione ereditaria, per isfoi-zi troppo « intensi nci lavori della mente, per altre lunglie « malattic cerebrali, cadute o percosse sulla testa, « abitualc ebrezza, epilessia, pellagra, mania, ma- « linconia, tutte incurabili; cd alloi*a ha luogo la M vera demcnza , purc incurabilc , la quale c ben « raro che si manifesti a un tratto complcta, ma « per lo piu c prcccduta da altii incomodi e sin- 24 « tomi precursor!, come sono una immobilita di « fisonomia, una mancanza di memoria, dei gira- « menti di testa; e col progredire della malattia « egli e assai raro clie contemporaneamcnte non si (( manifestino offese le facolta locomotive. Sono ben. « poclii i dementi che rimangano immuni da quella « paralisia completa od ineompleta clie e propria « di una grande quantita d' alieiiati. Ovvero final- « mente in terzo luogo le nostre facolta si scemano « o si aboliscono piu o meno sollecitamcntc per re- « liquie di malattie, per ispavento, per una aslissia, 7 Icmbo occulcntalc, 1' allra, piii graude, alia st 9' 25" furono dall' autore veduti abban- donare 1' aria aperta e ritirarsi precipitosi nelle la- tebre della terra: ne vuolsi tacere che, cessato ap- pena 1' eclissi totale, si scoprirono. per 1' aria alcuni di questi uccelli, ma in tauta elevazione da essere 65 quasi invisibili, c chc alcunc ronJini cd alcune co- lombc, per asscrto di qualclie osscrvatore, salirono nelle sublinii regioni deiratmosfera, descrivendo dei cerchi , come far sogliono gli uccelli allorche ven- goiio privati degli occhi. I passei'i die avevano bi- sbigliato tulta la mattina, alle 6.^ 12'. 5 b". fuggi- rouo ai nidi con tale prccipizio chc il loro volo scmbrava una caduta. Le allodole, le calandre, Ic capincrc cessarono i loro canti e si nascosero, men- tre un usignuolo fu udito continuare le nottume sue note. Uu alocco volo fuori dal rivellino del ca- stello; certi uccelli di gabbia furono veduti nascon- dcre la testa sotto 1' ali, come se le tenebre gli in- vitassero al sonno. Fra gli uccelli domestici le ani- tre e le oclie gridavano a tutta gola, e insieme ai poUi d' India fuggivano in disordine, quasi urtando in cio che stava loro dintorno. I galli cantavano, le galline s' appolajavano, ed i pulcini cercavano ri- paro sotto le ali della chioccia. Fra gli animali anfibj le rane gi-acidavano ; fra gli insetti le cicale sospescro il nojoso loro canto, e per converse qual- che animale della famiglia dei grilli face udire lo stridore dcllc sue elettre. E 1' uomo, cosi conclude I'autore, del quale riferiremo le parole « Tuomo, « la sublimissima delle creature, non fu colpito (c dair imponente novita dello spettacolo? Lo fu, c « ucl fondo dcir animo prov6 si forti e varic com- 66 « mozioni , clie nessun altro fcnomeno nalnrale (( varra ad eccitare giammai. Dapprima il mosse il « sentimento della curiosita. Dalla mezza notte alio (( spuntare del sole vi fu vcglia c movimento nel (( iiostro paese. Chi s' avviava ai monti, chi mon- « tava alle alture, alle torri ed ai Icrrazzi della fi cilta, e chi investigava anche in basso una posi- « zione favorevole alia veduta dell' eclisse, di modo « che avresli dctto clie le vie alia Maddalena, ai (( Ronchi, al castello ed al Canton Mombello crano i< convcrtite in una specie di corso nottumo o mat- «i tutino. Finchc il disco del sole non fu che par- fi zialmente copcrto da quello della luna e che il « difetto di luce non era tanto sensibilc, sia per- « che succedeva a gvadi, sia per la particolare or- « gauizzazionc del nostro senso della vista, si du- « bitava delle prcdizioni dcgli aslronomi, e gia si « susurravano i mottcggi; ma quando il velo opaco « della luna si stesc per intiero sulla faccia del « sole e privo di ogni raggio di luce questa zona « della terra, un silenzio di stuporc comprese tutti « gli animi, un frcmito frcddo ed incerto ci ricer- « cava le piii recondite fibre, e un pallore non « comune diffondevasi suUc faccie di tutti; il quale « era rafforzalo e reso pid tetro dalle tinte mi- « rabilmenle smorte e malinconicbe del cielo, quel « cielo cbe era ovunque sublime e poctico, quel 67 « riclo clie parcva trasccntlcre i limili dclle arti « belle c nou lasciarc speranza di csscrc ritralto. « A questc profoudc cmozioui scguivano poco stantc « Ic acclamazioni cd iviva. Oguuno era tratto quasi (( involoptariamenle a plaudiic alia niagnificeaza c (( novita dcUo spettacolo; i plausi si rinnovavano u ancor piu vivi allorch^ balcno fuori dal disco (( lunare il primo raggio del sole, che parve ravvi- « vax'C la natura di nuove bellczzc c far risuonare « niiovc armonic ncl ciclo. Queslc care cniozioni (( crano il segno di una religiosa ammirazione pel « Supremo fattorc dclla natura, chc quasi con uix (( nuovo atto della creazione volcva rammemorarci « r infinita della sua potcnza ». Tale e la scrie dclle osscrvazioni raccolte dal nostro socio nel be- ncmcrilo iutcndimcnto di giovarc alia scienza, mas- simamente nella parte spettante allc circostanze concomitanti dei grandi eclissi del sole, cioe alle fisidie e fisiologicbe, intorno allc cjuali tutto quel poco clic sinora erasi saputo si riduccva alle iacerte c sospette relazioni dcgli scrittori. L'autore prote- sta di non aver accolti in questa sua scrittura se non i fatti chc furono da lui stcsso vcduti, o clie, vcduli da altri, abbondano di siffattc testimonianze die la piu scvcra crilica non potrcbbe metlerli in dubbio. « Verra giomo, cgli dice, in cui i nostri « ucpoli , ricorrcndo un eclissi totale di sole, si 68 « affaccondpranno a rovistarc nelle librcrie e negli (( archivj , per iscoprirvi le memorie di questo tem- « po clie cliiameranno antico, oiide trarrc dai ri- <( cordi die avremo lasciato ai posteri le predizioni « intorno ai fcnomcni clie dovrauno essere compa- « gni air cclissi da essi atteso. Eglino si fideranuo f( a noi; non sieno dunquc ingamiati, ma leggano <( nella stoiia dell' cclissi clie eiediterauno da noi « il racconto di sole e pui'e verita ». Due memorie ollre a qucste, I'una e I'altra pin' esse suir idcntico soggetto , questo nostiTi operoso collcga produsse ncl coiso dell' anuo accadcmico. Un'ampia raccolta di fatli cleltrici contcngono quc- ste due memorie, ottcuuti dal nostro fisico con lunga insistcnr.a d' osservazioni e d' esperimeuti a sussidio dclla scienza, clue nclla parte spettante all' elettri- cismo iutlora scarseggta di materiali necessarj alia costituzione di una complcta tcoria. I quali fatti noi qui rifcriremo per ordine, principiando da qaelli die apparlcngono alia elettrizzazione de'metalli, del Icgno e deiravorio, mediante lo sfrcgamento e la pressionc, esposli dall' autoic nella prima Memoria. E per cominciare dal primo metodo, cioe dallo sfrc- gamento, die tutti i mctalli , pmcbc debitamente isolati, divcntino con questo metodo elettrici, i fisici unaniraamente conscntono; ma essi non fanno pat- rol a dclla tensionc cbc, nei mctalli cosi clctlrizzati f si manifcsla, ne sonosi occupali dclle niateric clic tior mezzo Jcllo stropiccio possouo produrrc iic' me- talli una gaj^liarda carica elcttrica; tantoclic si di- rcl)bc che 1' clcttricismo da cssi cccitato in quesU corpi sia si dcbolc da non csplorarsi e riconoscersi sc non coir uso dci condcnsatori, o di altri clettro- scopj molto sensibili e delicati. Ora 1' an tore lia Irovato clic la tcnsionc elettrica del metalli varia senza fine secondo la qualita delle varic sostanzc che s' impiegano per istrofinarli; cosi Ic lane, i co- toni, le pelli et'c. cccitano in cssi appena nn sen- tore di clcttricita; per lo contrario col taffetta, col felti'O da cappello, col velluto e colla carta sc ne traggono facilmcntc delle scintillc. II taffetta sta neir effieacia eminentemente al disopra dcUc altre sostanzc; ad esso succcdc il foltro; la seta e la carta rimangono a grande distanza anclic del fcltro me- desimo. Comunemente si possono trarre col taffetta delle forti scintillc da nn disco metallico di ii. 7 rentimetri, e non di rado si pu6 riescirc a far sciu- tillare un piccolo disco di 2. y centimetri. Non tutti i metalli posti in eguali condizioni si caricano egualmentc di elcttricita. Furono dall' autorc ci- mentati 1' oro , Targento, il platino, il rame . lo zinco, I'ottonc, lo stagno, il bronzo da specclii. il piomho , il fcrro c I'acciajo, e fra qucsti metalli V ottone cd il bronzo vcuncro costantcmentc tro- 70 vati i piu propri ad elettrizzarsi. E cio per quanto spetta alia tensione. Riguardo alia specie di elet- tricita , acquistano i metalli 1' elettricita positiva strofinati col taffetta , che in couseguenza diviene elettrico in meno, eccettuati pero 1' oro e I'argen- to, nei quali il taffetta eccita 1' elettricita negativa, acquistando esso la contraria; se non che accade spesso che 1' argento nelle prime fregature sul taf- fetta si mostri eletti'izzato in piu , e muti poi la specie di elettricita proseguendosi e ripetendosi lo sfregamento. Tutti i metalli di sopra indicati , eccettuato 1' oro , che in ogni processo meccanico tende a ricevere una elettricita negativa , diventa- no elettrici in piu col velluto , colla lana e colla carta ; ma il fcltro promuove in essi 1' elettricita opposta. Noteremo qui coll' autore che la sostan- za da lui finora ricouosciuta costantissima a di- venire elettrica in piu col taffetta ed in meno col feltro fu la carta d' oro , ancorchc coper ta di una buona dose d' ossido. Noteremo altres'i che un dato metallo, supposto che venga solitamente elettrizzato in piu col taffetta ed in meno col feltro, se lo si elettrizzi dapprima piu e piu volte coU'una di que- ste sostanze e poscia lo si sfreghi immediatamente coir altra, puo avvenire che nondimeno conservi la specie d' elettricita dapprima contratta, anziche ma- nifestar la contrai'ia, o che il nuovo corpo sfregante 7« raoslri una cotalc incrzia c reuitcnza a suscLlarc il iluido clcttrico; tantochi non appariscano indizi di clettricita se non dopo aver ripetute le fregature; il chc scmbra, a giudizio dell' autorc, proccderc da cio clic le minime oscillazioni cccitate dagli sfrcga- menli tcndauo a durar lungamciitc, sicche i mctalli col mutarsi del coi'po sfregante appajano o difficili a spogliaro la prima clettricita, od iuelti ad assu- merc la contraria. I Icgni ancli'essi si fannogagliar- dcmcnlc clellrici colle frcgaturc. Gli sperimcntali daU'autore furouo il uocc, I'abete ed il bosso, che fu da lui trovato piu idioelettrico degli altri. Lc materic piu acconcie a produrre il fenomeno, sfi-e- gate coi legui, sono il i'eltro, il taffetta ed il velluto in seta. La specie di elcttricila suscitata ti per lo piu la ncgativa; col feltro pero puossi talvolta su- scitare l' clettricita contraria. L' avorio altresi stro- pirciato col velluto, col feltro, coUa carta c soprat- tutto col taffetta diviene elettrico a segno che un piccolo disco del diametro di soli 8 centimetri e 4 millcsimi manda la scintilla, la quale nel cimento deir avorio col taffetta c cost viva e polcutc da po- ter esserc valutala di qualche linea. La specie di clettricita, qualunque sia la sostanza coUa quale r avorio si cimenti, c sempre la positiva. Ne solo il fluido elettrico viciic promosso, mediante lo sfrega- mcuto del taffetta c del feltro, uci melalli, nei legni 7» c nell'avorio in istato naturale, cioe non preparati con alcuna materia idioelettrica , ma le dctte due sostanze sono oltime eccitatrici della elcttricita an- clie nei corpi coibenti: cosi se venga steso sopra un piccolo piatto metallico un sottilissimo strato di vemice composta di spirito di vino, di sandra- ca , di mastice e cinabro, come si fa per costruire un condensatore a piatti metallici inverniciati , si ottiene un appareccbio, che sfregato ancbe una sola volta sul feltro, da una vivissima scintilla derivante da una carica negativa. Cosi pure una piccola stri- scia di taffetta ^ sufficiente ad elettrizzare una penna da scrivere a segno die attragga i corpi leggeri; COSI il feltro e assai proprio a perturbare lo stato elettrico dello zolfo, della cera di Spagna, dell'am- bra ed in generale delle sostanze resinose. Cimento altresi 1' autore i mctalli stropicciandoli con varie pelli ed in particolare colla pelle detta di cigno , col petit-gris e col martorello del Canada; ma il solo petit-gris produsse un' elcttricita notabile ncl- I'acciajo, nello zinco, nell' argento e nello stagno; I'acciajo e lo zinco si elettrizzarono in piu, 1' ar- gento e lo stagno in meno. Un disco metallico in- verniciato si elettrizzo con ciascuna delle tre pelli, ma debolmente colla pelle detta di cigno e col petit-grisj e con assai vigoria per contrario col mar- toro del Canada, clie ne ti-asse |la scintilla. Tali 73 sono i fatli elcttricL ottenuti dairautore nc'mctalli, ncl Icgno, ncir avorio col mctodo dcllo sfrcgamcnto. I scgucnti fiirouo da lui ottenuti colla pressionc. I mctalU si clettrizzano vencndo strctti c prcmutl contro il taffctta, contro la tela inccrata di frcsca formazione c contro il foltro; lo zinco si elettrizzo pur anco vencndo prcmuto contro una vecchia tela cerata d' antica formazione, del tutto priva di parti glutiuose e non adcrente alia superficie di altri cor- pi. Talvolta non c ncppur necessario aumentar la pressionc colla forza della mano; cosi un disco di bi'onzo lasciato stare per due ore sul tcssuto di taffctta, dopo qucsto spazio di tempo si trovo for- tcmentc carico di elcttricita negativa. Quanto alia intensita della carica, essa varia da un metallo al- r altro. Lo zinco parve il metallo piu atto degli altri ad csserc elettrizzato per pressionc. La specie della elcttricita clie si eccita per qucsto mctodo e in generalc 1' opposta di quella che risulta dallo sfregamento , sempreche vi sia aderenza tra la su- perficie del metallo e quella della materia prcmu- ta; non concorrcndo qucsta condizionc, la specie di elcttricita suscilata colla pressionc e la stcssa clic quella chc vienc promossa dallo sfregamento; ecccttuato pero il rame, il quale, sfregato sul fcl- tro, divcnta positivo , e premuto contro il fcltro, manifcsla la elcttricita coutraria. I dischi di Icguo 74 acquistauo anch' essi colla prcssioue 1' elcttricismo, comunque debole , ed essi pure col solo stare per piu ore sul taffetta possono offerire degli indizi elet- trici. Ne' legni la specie di elettricita e quella stes- sa clie viene in essi suscitata dallo sfrcgamento col taffetta , che suscitossi anche nel legno di bos- so, raalgrado che rimanesse aderente al glutine del tessuto. L' avorio si elettrizza per pressione sulla carta , sulla pelle di gatto , sulla seta , sul taffet- ta ecc. ecc; ma niuna di qucste sostanze puo stare a paragone col feltro per la sorprendente prontezza e facilita con cui 1' avorio si elettrizza premuto con- tro questa materia. La specie dell' elettricita e in tutti i casi la positiva. Per ultimo il mctodo della pressione esercitato sul disco metallico inverniciato da per risultato che il disco si elettrizza in meno compresso contro il felti-o, c lasciato stare per piu ore sul piatto dell' elettroforo da segni di elettricita positiva. Esposti questi fatti , 1' autorc nc deduce pareccliie conclusioni, le une applicabili alia tcoria, le altre alia pratica. Alia tcoria si riferiscono le seguenti. i . 1 metalli e 1' avorio sono idioelettrlci al pari dell'ambra, del vetro, dello zolfo, della cera spagna; ne sussiste la scarsezza di potere idio- elettrico creduta dai fisici esistere nei metalli e in gencrale nellc sostanze defcrenti in confronto delle coibcnti. Tutta la difficolla consisteva nell' indovi- 75 narc la soslanza clic avessc coi metalli im talc rap- porto fisico-chimico clic posta con cssi in conflitto meccanico, nc risvcgliasse la maggior cjuantita pos- sibilc Ji fliiiflo clcttrico. Una talc sostanza csscndo scopcrta ncl taffetta, vienc con cic!) risoluto il pro- blcina dclla compiuta clcttrizzazionc dci metalli. a.° Come il taffetta e il piii valido cccitatore del fluido clcttrico nci metalli ed in gcnerale in tutte Ic sostanzc dcfcrcnti, cosi il fcltro c il piii oppor- tuno strofinatorc per Ic matcrie coibcnti, 1' ambra, la ccra spagna, lo zolfo, gli strati resinosi ccc. ecc. S.** I corpi sfrcgati di poco lianno una particolare tendcnza a riacqiiistare la prcccdcntc clcttricita, scbbcne siasi cambiata la natura fisico-cliimica della materia strop ice iaute. 4-** La specie dell' clettricita clic si sviliippa dai metalli ncl loro sfregamento co'varj corpi dipende dalla spcciale natura dci corpi cimeutati; pex'cio non e admissibilc 1' opinione del De-La Rive che la clettricita positiva clie si appro- p/iano i metalli collo sfregamento debba esscre at- tribuita all' ossido che ne ricopre con leggcrissimo velo la supcrficic. Gli ossidi puouno bensi mode- rare la IcggCj ma non cambiarla. S.'* L' operazione dell' elettrizzamento dci corpi per mezzo dclla pres- sionceampliata a qualcuno a cui non 1' applitarouo nc Libcs, ne Haily, ne Becquercl. 6." Anzi il modo di conipritnerc 1' avorio contrO il fcltro genera uu 76 tale elettricismo, clie non e bisogno di ricorrerc ad un fino e delicato misuratore della tensione clct- trica per dimostrarlo , ne occorrono piu contat.ti, come succede nelle sperieuze francesi ed in partico- lare in quelle di Bccquerel. 7. Nella pressione dei mctalli si hanno spesso indizi di elettricita senza che vi sia adesione tra Ic due superficie poste a contatto; il clie contraddice all'Haiiy, che ammette r adesione per condizione indispensabile alia riu- scita di simili sperienze. 8. Molte sostanze divcnta- no clcttriclie lasciandole semplicemente stare per qualche tempo sovr' altre materie di differente na- tura; tantoclic si puu stabilire non esservi condi- zione meccanica clie non turbi l' cquilibrio clcttrico ae'corpi. Alia pratica possono poi risultare qucsti vantaggi. i.<> L' essersi conosciuto come si possano rcndere fortcmentc elettriclie colle sfrcgaturc Ic so- stanze piu famigliari e comuni fa che si abbiano scmpre ammaniti de' piccoli apparecchi elettrici; il die facendo abilita di sperimentare presso a poco con tutto cio che cade in casa sotto gli occhi, puo cssere alia gioventu un potente incentivo alio stu- dio della fisica. 2. In molti casi diventano inutili i condensatori, per questo che anche ne' corpi i me- no idioelettrici si puo indurre un tal grado di ten- sione elettrica, che di leggeri si manifcsti ai consucti strumenti misuratori dell' elettricita. 3. Volendo 77 rsplorare la specie Ji clcttricita cl\e turba 1' cquLli- brio cicltrico d' uu coi-po , una penna da scrivere, uno scudetto di metallo o d' avorio sfregati col taf- fetta possono procurare un elettricismo positive piu intense e duicvolc di qucUo che si otticue col ve- tro. Un disco mctallico invcrniciato c sfrcgato col fcltro puo somminislrare il fluido elettrico ncgativo. 4- Le csposte esperienze mcttono, per cosi dire, alle niani un nuovo appareccliio di fisica. Cosi p. e. , con un disco di metallo ed un pczzo di taffetta si otticue uno stromento assai piu semplice e coraodo dcir clettroforo, cosi volendosi avere una carica elet- trica resinosa, basta stropicciare il disco a vernice contro il fcltro per ottencre 1' intento, cosi d' uno stromento da toelctta si puo fare uno stromento di fisica sostituendo alio speccbio di cristallo uno speccbio di bronzo, e questo eletlrizzando con un pezzo di taffetta. Oltrc i mctalli , i legni e 1' avorio fece 1' autore soggclto dclle sue clettricbc esplorazioni le pietre ed alcune sostanze animali; delle quail esplora- zioni i risultamenti vcnncro da lui csposti nclla sceonda Memoria, ove e dcscritto altrcsi un nuovo elettroscopio da lui congegnato , di cui fu 1' idea occasionata dai nuovi fatti scoperti. Segucndo Tor- dine dcUa Memoria noi rifcriremo dapprima i fatti spcllauli alia clcUricita Utile pictrc, iwi quclli 78 cTie rlguardano le sostanze animali, e per ulti- mo la descrizionc del nuovo clettroscopio. L' aga- ta, la calcedonia, il ciottolo o diaspro d' Egitto, il diaspro , il diaspro sanguigno , il giallo antico , il lapis lazzuli, la lavagna, il Icgno agatizzato, il mar- mo di Carrara, il marmo granitico di Corsica, il marmo saravezza, 1' occliialino di Vallecamonica, la pietra del Labrador, la pietra ollare, la pietra di paragone, la pomice, la selcnile, il verde anlico, la volpinite furono tra le famiglic dcUe pietre i corpi csperimentati dall' autore col metodo dello sfrega- mento, usando ad eccitarvi 1' elcttrico, oltrc le so- stanze adoperate a quest' effctto coi metalli, coi legni e coU'avorio, anclie illegno, cd in particolare I'abetc. Tutte qucste pietre diedero indizi di elettricita; ma BOn tutte le sostanze adoperate per la fregatura sono acconcie egualmente a svcgliave in ciascuna il fenomeno elcttrico. L'agata, la calcedonia, il dia- spro, il lapis lazzuli e la pietra del Labrador di- ventano elettrici col taffetta, col feltro, coUa seta, coUa lana , ma col taffetta piu che coll' altre so- stanze : la lavagna si elettrizza pur essa coi mede- simi corpi sfreganti, ma per clcvare la sua tensione al massimo grado conviene adoperare il feltro. II marmo di Carrara e 1' occhialino si elettrizzano col taffetta, col feltro, col legno di abetc e di rovere ed anche col larice, sebbene con quest' ultimo legno 79 r clcttrizzazlonc non sia chc appena sensiLile: ma il taffctta c prcmincntc sopra gli altri corpi sfrc- ganti. II marmo granitico di Corsica acquista uu forte elcttricismo col taffctta, col fcltro e coll' abete, ma pill col taffctta c coll' abcte clie col fcltro. La pictra ollarc si elettrizza in conflitto col fcltro e colla lana grossa; la pictra cli paragonc non divcnta clettrica die col fclti'o, la pomice si elettrizza col felti'O c col taffetta, la selenite prefcrisce alia pro- duzione del fenomcno il fcltro, sebbcnc si clettrizzi ancbe col taffetta ; il diaspro d' Egitto , il diaspro sanguigno, il giallo antico , il Icgno agatizzato , il marmo alberino, il marmo saravezza, il verde an- tico e la volpinite si fanno elettrici sfrcgati col Ic- gno d' abcte. La tensione clettrica e poi varia assais" simo in tutti qxicsli minerali; parecclii non danno clie deboli segni di elettricismo , mentrc alcuni si clcttrizzano a grado clie facilmente scintillano : il diaspro manda la scintilla col taffetta, la lavagna col taffetta c col fcltro, il marmo granitico di Cor- sica col taffctta 6 r abete, I'occbialino di Valleca- monioa col taffetta, la selenite col feltro. Non esscn- do pcro le pietre buoni deferenti , avvicne che il fluido clettrico non iscocclii tutto ad un tratto e che la scintilla sia miiiore di quello che compor- terebbc la tensione del mincrale. Avverte quindi r aulorc chc volcndo chc la scarica si faccia per 8o intierOj basta armave (I'una sostanza mctallica I'una tlclle superficie della pietra , cioc quclla che non viene stropicciata. La specie dell' elettricita i varia- bile in generale secondo il rapporto Gsico-cliimico che passa fra il corpo sfregantc c lo sfregato. L'aga- ta, la calccdonia , il diaspro , il marmo granitico, r occhialino, la pietra ollare e la pomice acquistano r elettricita positiva col taffeta e la negativa col fcltro. La lavagna acquista la positiva, come all'or- dinariOj col taffctta, e la negativa col feltro, ed altresi colla seta c colla lana : la pietra del Labrador i sempre positiva, sia che si stropicci col taffetta, sia che col feltro : il lapis lazzuli e la sclenite sfregati con queste due sostanze sono invece sempre nega- tivi. Le singolarita piii notabili appajono nello stro- finamento reciproco delle pietre c dei legni, essen- doch sul disco marmoreo si appoggia ttn disco d' abete di egualc gi'andczza, dal cui ccnti'O sorge un mauico di vetro. invernicialo, clie dcve servire ad isolarc il legno a talento dell' csperimentatore. A ciascuno dei due dischi i innestato un filo metallico, il cui uffi- zio verra or ora couosciuto. Sotto una campana di vctrOj posta sovra una base di legno, sta sospesa ed isolata una foglia d' 01*0, come ncU' elctlroscopio di Bohnenberger. Alia destra e alia sinistra della fo- glia tvovasi una laminetla d' argcnto, alia cui base va unito ad aiigolo retto un cilindro dello stesso mctallo, sporgentc all' infuori dalla campana di ve- tro e formante in unionc colla laminelta una spe- cie di squadi-a d' argento. Mediante un' apposita scannellatura, cntro la quale possono scorrere i due cilindri, anclie Ic due laminette con essi congiunte e formanti due squadrc d'argcuto, sono mobili, e 85 possono quindi con tntta facilita PSROir avvicinatc ed allontanatc ilalla foglia J' oro ad immagine dclla pila a sccco nell' elcttromctro di Bohiienhcrgcr. Lc due squadrc non hanno alcuna comunicazione clet- trica col suolo; nia 1' unn di esse devc oomunicarc col disco di marmo e Taltra col disco di legno , mcdiaiitc i due fili mctallici til sopra indicati , i quail partendo dai due discJii in cui sono inncsta- ti, si atlaocano allc due ■cstrcmita dci cilindri d' ai-- gcnto. Per quanto appartiene all' uso dell' istromen- to, s' imraagini , per conoscernc il modo, di volor esplorare se un da to corpo sia carico d.' elettricita c di quale specie. Girando alquanto il disco di le- gno sul disco di marmo , questa opcrazione fa si che il marmo si clettrizzi in piu, ed il legno in meno] bcnclic qucsto stato cletlrico rimanga dissi- mulato finche il disco vegetabile resta in contatto del disco minerale. Ma sollevandosi il legno, succe- de tosto che la lamina d' argento comunicante col marmo diviene positiva, c 1' altra lamina die comu- nica col legno acquista 1' elettricita contraria, cioe negaliva. Appressandosi poi alia foglia d' oro ini corpo qualsiasi ncl quale sia tanto o quanto tur- bato r equilibrio elettrico, cssa foglia si muovc, c da indizio della presenza dell' elettricita o positiva o ncgativa. positiva cioe s'essa si vedra piegare verso la lamina ncgativa, c ncgativa s' cUa picghera verso 86 la lamina contraria, cio^ verso la positiva. Colloca I'autore questo nuovo elettroscopio fra i migliori misuratori della eletti'icita , e non dubita di asse- rire che nella sensibilita vantaggia lo stesso elettro- metro di Bohnenbergei' , osservando die piu estesi e variati effctti si possono ottenere dal nuovo istru- mento che non dal predetto elettrometro, per que- sto die oltre al potersi accrescere e diminuire la distanza fra le laminette e la foglia d' oro a pia- cei-e di dii sperimenta, se nc puu rendere la ten- sione piu o meno forte , dipendendo il grado di questa dal minore o maggiore sfregamento die si opcri fra i disdii di marmo c di Icgno. Tale ^ il complesso dc* fatti scientifici esposti dal prof. Pe- rego nelle due memorie die abbiamo per le mani. Con qucsti sperimenti 1' egrcgio iiostro socio pro- segue fclicemente nel lodabile assunto in ch' egli entro gia sino dall' anno scorso colle sue spericnze sul mercurio, di sopperire alle imperfezioni in die tuttora si trovano le teoric clettridie, malgrado le tante e mirabili scoperte che da ua sccolo in poi si sono andate facendo in questa parte delle fisiclie scienze. Fedele del pari air incarico preso insin dall'aprirsi de' congress! scientifici d' Italia fu I'altro nostro collega dottor cliimico signor Attilio Ccnedella, il quale, fattosi appo 1' Ateneo relatore delle letture I »7 c disciissioui sogultc in quelle filosofichc aduuanzc nclla parte dcUa scienza che piii dappresso appar- tienc agli spcciali suoi studj , siccomc negli aiini passati iu sul principiare dclle nostre tornatc si prescnlu col rapporto degli alti delle assemblce di Pisa c di Torino , cosi ncl presente riferse i la- vori della italiana sapienza nella sezione di chi- niica del fiorentino congi'esso. Volendo seguii-e il costume altre volte tenuto, noi dovremmo, siccome fccimo de' rapporti precedent! del signor Cenedella, cosi fare altresi del presente, registrandone in que- stc pagine il contenuto. Ma fatto riflesso che -gli alti generali di qucgli scieutifici congressi, che ad opera e cura dei loro scgretarj si vanno periodica- mente pubblicando, contengono di che soddisfare ainpiamente nel proposito, noi abbiamo creduto po- terci tcncre, siccome ci teniamo d' ora in poi, di- spensati dal cio fare; il die tanto piii crcdiamo potcrci permettere quantoclie volendo qui riportare la rclazione del signor Cenedella, oltrcche non fa- remmo che prescntare al lettore cio che pu6 tro- vare negli atti del congrcsso, costretti dalla natura della materia e dal metodo di tutlaconcisione ond'i la rclazione compilata, non polremmo far altro die ripetcrla prcssochc tcstualmcnte. Dai consucti soggctli di sua prcdilczionc , spet- lanti alia speculaliva, auzi trasccudcutalc filosofia, 88 non devio parimenli 1' abate Arciprcte Francesco Riccobelli. 11 discorso da lui quest' anno dettato snlV originale principio di forza h una continuazio- ne e sviluppo d'altra Memoria clie in altri tempi ei produsse intorno al principio di causalita (Vedi Comm. dell'Ateneo per I'anno iSSj ), e nuovi ar- gomenti produce per dimostrare Torigine e la cer- tezza di questo principio contro le sccttiche con- clusioni di Spinosa, di Berckley, e particolarmcnte di David Hume , dirette ad annullare la relazione tra causa cd effetto, che e quanto dire la nozione e il fondamento d' ogni realita. Dall' analisi dclla sensazione, considcrata siccomc interna modificazione riflessa clic nell' io senziente fa nascere il concetto di un' esterna potcnza, avea 1' autore nella prima sua Memoria dedotto I'origine e il fondamento del- r idea di causalita; dall' analisi di un altro interno fenomcno la deduce in questa seconda, cioe da quclla della volonta , considcrata nell' azionc dell' io vo- lente sopra i propri organi, vale a dire nel conato avvertito e riflesso di csso io j diretto a produrre alcun movimento ncl proprio corpo, stabilendo che per conoscere ia modo assoluto la necessaria rela- zione che corre tra operato ed operante, tra causa ed effetto, non 6 da uscirc da noi raedesimi , ba- stando all' uopo rifletterc sopra di cio die noi com- prendiamo in noi medesimi per evidenza di senti- 89 mciito. « Poicli(5 ( cgli dice ) sc Jail* intcrno vario « sciitirc riflcsso scorgiamo clie per ignota potenza « qualcosa iu noi succcde e si crea , quanto piii « vivamente non si scnte, e piii cliiara non si ap- « palcsa ncir lo questa interna possa di forza ogni « volta chc noi adoperiamo , per cosi esprimermi, « di mcttcre a prova il me col mej vale a dire « quaudo noi avvertentcmcnte vogliamo produrre « in noi stcssi alcun movimento? L' atto del volere, « c lo sforzo simultauco clie 1' accompagna o lo de- « termina, denota intcnaamentc cd indubitatamcnte « una forza che iucomincia I'azione, una causa « libera clie opera, e che k, assolutamente impossi- « bile di non attribuire aH'jo opcrante, a se stcsso ». Dal chc egli deduce che tale concetto origina ( per usarc di nuovo Ic sue parole ) « precipuamente dal- « r atto riflessivo pel quale \ lo sente se stesso, « si conosce e si manifesta a se medesimo come una « forza agente, una causa che per se iucomincia « I'azione scnza esscrvi incitata da alcun movente « estrinscco o de termina to da vcruna allra causa « fuori deir io, che si sente immedcsimato con quc- <( sta stcssa forza motrice ( sui juris ) che csclusi- « vamcnte gli appartiene; c -che pcrciu nou si pud « in vcruna maniera confondere coi movimenti <( fisiologici, o con Ic forze dinamiche dcU'organiz- « zazionc e dcUa vita animalc o puramcntc vege- 90 « tante. Di fatti ( egli prosegue ) riflettendo a quello « che noi sperimentiamo riguardo alle sensazioni, « egli e manifesto che in cio ogni sensazione si ri- ce ferisce di sua natura a spazio esteriore ed a parte « distinta del corpo organizzato. Cio die non si (( pu6 assolutamente dire di codesta forza motrice (( deir/oj la quale non dice relazione a postui-a (( alcuna di parti, ne si puo in vcrun modo loca- <( lizzare neppure nella stessa sua sentita attualiti (( di conato. E certamente nell' atto avvertito di « volere verbigrazia muovere una mano od un piede « attribuiremo bensi noi alle mcmbi-a il movimento « esteriore, ossia la corrispondente simultanea mo- « dificazione che segue la contrazione dei muscoli, « ma non mai attribuiremo ad essi la volonta e « potenza di muoversi, per la ragione psicologica « che la volonta non differisce dall' lOj e che quc- « sto zOj il quale vede tutto nello spazio, come « nello spazio lo alloga, non vi pu6 locare se stesso « senza essere issofatto ridotto a nulla. Ma bench6 « questa forza interna dell' ioj e causa produttiva « dei movimenti del corpo, nc alloghi gli effetti « nello spazio esteriore , non pero per questo in « lei si cangia la natura di causa; perocche lo 0 sforzo ond' essa muove il corpo ad operare nello « spazio non e meno immateriale di quello col quale « dessa attua le facolta intellettuali col pensiero ». 9» A liar poi mcglio a comprcndcrc qucsta attivita dell ' iOj riportanJola alia scmplicita nclla quale si manlfesta alia coscicuza, cgli ossci*va clic nel fatto della coscicnza il scntimcnto di conato abbraccia due clcmcnti indivisibili, bcnchc diversi c dislinti, cioc la determinazionc della volonta operante e la sensazione muscolare, e clic questa a quella h suo cedanea, bench^ in un attimo impcrcettibilc di tem-« po] stanteche sc 1' atto del volere non prcccdesse alia sensaziunc muscolare, allora siffatta sensazione sarcbbc al tutto passiva, siccomc ogni altra fisiolo^ gica , e come talc non impliclicrcbbe il concetto della relativa causa o forza produtlricc, c d' altra parte se la sensazione, che e quanto dire reffetto, non succedcsse all' atto del volere , non potrebbe esscre conosciuta la causa, o alnieno come tale non esistercbbe rispelto alia coscicnza. Conclude per tan- to clic il nesso dei due termini di questa primiliva relazione di causa ed cffetto, il nodo necessario che Icga r effetto alia causa, c fa clie l' un dato sia con- scguenza infallibiledeiraltro, consistc nel scntimcnto del conato deH'iOj che volendo impera quel tale moviraenlo nei muscoli con la corrispondcnte sen- sazione muscolare. Stabilendo poi Hume nelle sue ricerchc scctlicbc il potere della volonta influentc sopi'a gli organ i corporei non esscre clie un fatto conosciuto per la espcrienza, come ogni altra ope« 92 razione della natura esteriorc , a dimostrarc 1' in- sussistenza di una tale proposizione e la diversita clie intercede tra un' azione della volonta o dell' io ed un' operazione della natura fisica , 1' autore os- serva clie laddove trattandosi di rappresentazione di un fenomeno del mondo esteriorc puo nascerc dubbio sulla realita dell' obbietto, il dubbio e asso- lutamente impossibile trattandosi dell' intcrno ac- corgimcnto del potere cbe la volonta dispiega e Yio si attribuisce nell' attualita di esercizio, essendo in ci6 r io a se stesso forma ed oggetto; cbe un sen- timento originale di foi'za dee quindi spontanca- mente sorgere nell' io j il quale sentimcnto, senza ' essere prodotto ne dipendcrc tampoco da alcun se- gno di fuori, divipne il tipo naturale di ogni idea di forza estei'iorc; cbe meutre nclle espcricnze dei fatti esteriori la persuasionc cbe un tale fenome- no, un tal fatto abbia a succedere a tale atto cbe Io precedette od accompagna, h sempre in ragione diretta del numero dcgli cventi , la replica invece di movimenti volontarj degli organi corrispondenti agli sforzi della volonta, non aggiungc alcun peso al convincimento della effettiva relazione cbe lega quelli a questi , essendo 1* obbcdienza inalterabile degli organi corporei agli ordini della volonta una verita di sentimento non meno cbe quella della no- stra esistenza; cbe laddove nella esperienza dei fatti 93 rstoi-Iori non c Jato tli prcvctlcre 1' effctto nella Piicrgia dclla causa, prccisamcnlc perclic »oi cstcr- namentc non vcggiamo clie I'cffetto scnza potcmc in vcruna nianicra scorgere la cfBcienza ncUa causa, al contrario nella cspcrienza intcriore clie dipcndc dalla cfGcacia dell' lo chc iugencra i movimenti estcrni noi scorgiamo 1' effctto nel punto stesso che in noi scntiamo opcrare la causa; sicche appren- diaino ben tosto a prevedere con ccrtczza il fatto del movimento nella cnergia della causa die e I'io. L' csscrci poi ignoti i mezzi pci quali 1' io volente comunica il movimento agli organi corporei , cio , per avviso dell' autore, non chc rendcrc incerta la rcalc esistenza della causa o menomamente sccmarc r interno sen ti men to del potcrc clie abbiamo di muovcre, pi-ova anzi di piii chc il moto non pu6 csscrc cffetto di una causa materiale, e che per con- scgucnza tutti i movimenti della materia per inva- riabili, costanti e duraturi che sieno, non possono esscrc chc comunicazioni successive, e quindi tutti insieme effctto di una causa prima e assoluta, di una primitiva forza motricc, di una causa da cui tuttc Ic altre dij>cndono nell' ordine assoluto dclle creazioni e dcgli esseri. Che poi qucsta causa non sia da confondere colla semplice ragione sufficiente, r autore dimostra osservando chc col solo principio della ragione sui'licieutc uon saiebbc possibilc alia 94 mente, per quanto alto salisse nclla serie de' feno- meni, di arrivare sino al coucetto di uua superiore forza intellettiva ed operante per infinita potenza di volonta; che invece non si avrebbe die un' idea astratta di successioni senza cause, un termiue ge- nerale indeterminato, una incognita X, il cui va- lore per ultimo si risolverebbe in soli fenomeni di un medesimo ordine, in fatti di una stessa specie senza indicazione alcuna di una forza originale, di una causa primitiva ed assolutamentc efficienle; cte quindi il priucipio della ragionc sufficiente, non e che la caratteristica delle cause particolari e seconde, da non confondere percio con 1' originale principio di vera causal ita; cbe per conseguenza la ragione piena degli eventi e delle cose si cerchera sempre invano nci particolari, essendo essa proprieta esclusiva dclla causa prima universale ed assoluta, dalla quale sola ripetono origine e conservazione tutti gli stati delle cose dal primo sino all' ultimo anello della immensa catena della creazione. Dalle quali cose tutte egli deduce clie il primo principio di forza in noi si appalesa per la coscienza che abbiamo dell' attivita libera dell'ie volente, il quale sente in se stesso il potere di agire, come sente di esistere, e che poi da questo sentimento che ha 1 io del suo potere sulle proprie azioni e movimenti organici dcriva in noi per via di una argomenta- i 95 zionc Jal piii al mcno altrcsi la nozlonc cKc tutlc Ic azioiii, fcnomcni, avvcnimenti della materia in particolarc c in gcncralc, succedcntcsi ncllo spazio e nel tempo , in ultimo debbono necessariamentc (Icrivare tla una forza intrinscca , da una potcnza assoluta, da Dio; c conclude in qucsto importante corollario, die tutte le scicnze naturali e religiose si rannodano e collimano alia scienza della realta dellc forze, la quale insegna clie in fine ( siccome egli dice ) « la i-agione suprcma ed ultima delle <( cose 6 in Dio, causa causorunij ch' ei solo nel suo « intendimcntoabbraccia la universalitadeirappor- « ti di tutte le cause seconde, di tutti gli esseri « in termed], che e modello e fonte indeficiente delle « idee eteme, prototipo del vero, del bello , del « buono assoluto e di tutto cio che *vi ha di mi- it gliore ». 96 LETTERE Alia parte letterai"ia della nostra relazionc dare- mo cominciameuto analogo a quello dclla sezione scientifica , ricordando per primo 1' elogio dcttato dal cav. Francesco Gambara sotto il modesto titolo di cenni intorno alia vita del contc Paolo Tosi. Benche fossero questi cenni destinati pel pubblico, non voile 1' autore consegnare il lavoro alle stampc prima d'averlo prodolto nella letteraria famiglia, di cui I'enccm^ato visse cosi spettabile pai-te; con che egli venr,(j ad adempiere in precedenza alle veci del Segretano , a cui per ufficio appartiene la ri- cordazione dei defunti fratelli. Ma legato com' e il conte Gambara d' antica ospitalita e intrinsichezza colla famiglia dell' ottimo Tosi , ottirao egli stesso, a nessuno meglio che a lui si conveniva di spar- gere questo tribute di fiori sulla tomba dell'estin- to, dipingcndone 1' indole egregia e gentile, e la in- temcrata e prospcra vita, vissuta ncl ciilto costantc cd assiduo del bello, dell' utile, del buono. L' elogio ^ intitolato alia nobile donaa, cbe destinata contro voto a sorvivcre alia piu cara meta di se stessa , fra Ic assunte gramaglie c la solitudinc delle vedove soglie non conosce conforto che nelle pubblichc ma- nifestazioui d'ouoraiiza e di doglia ondc e prose- 97 guita la memovia del pcrJuto consortc, c piii an- cora nella santa speranza di ricupcrarlo per scmpre ncl ciclo. Altra fatica biografica del contc GamLara sono Ic notizie intorno alia vita di Lodovico Mauin, ul- timo Doge di Venezia. Nacque Lodovico Mania del 1726 in quella metropoli, e del 1802 vi compi la carriera dc' suoi giorni. Fu la lunga sua vita illu- strata da molte e gravi magistrature insino alia su- prenia dello Stato , conferitagli del 1789; ed e la sua memoria raccomandata all* istituto di pubblica beneficenza in Venezia, che da lui fondato con atto muuifico di ultima volonta, da lui si denomina. Ma cio che collega alia storia il nome del Manin 6 r esser lui stato testiniouio e partecipe della caduta di Venezia, e I'aver nclla porpora ducale assistito ai funerali della regina dell' Adria. E pero I'autore, dottissimo come c nclla storia delle cose nazionali c coctanec, si consiglio opportunamente di nobili- tare e arricchire il suo soggetto aggiungendo alia scarsa messe di notizie che offre la vita del Manin la storica esposizione delle cause che dopo quattor- dici sccoli di possanza c di gloria decisero il fate supremo dell' italiana Cartagine. Nel quale racconto consistendo per la massima parte il lavoro, questa biogi'afia del Mania pu6 somigliarsi alia dipintura di un ritratto iu cui la maesta "della cornice ga- 7 98 reggi colla importanza clclla tela, c lo splcntlorc degli accessor] colla enlita del soggetto. Dalla inet- titudine de'consigli, troppo deboli e incerti verso la nuova natui'a de' tempi e la violcnza delle cir- costanze a cui bisogiiava far fronte, ripetc I'autore, concorderaente cogli altri storici, la prima e prm- ripale cagionc di quel grande avvenimento dell'eta nostra. Cominciava Fanno 1792, c la guerra susci- tata dalle rivoluzionarie procellc di Francia rumo- reggiaya alle portc d' Italia. La neutralita armata era il partito che nelle precedenti gucn'C d^ Italia del 1700, 1733, 1746 fu preso dalla repuLblica di Venezia, c un' alleanza oflensiva e difeusiva contro la Francia era la proposizione clie nel predctto anno venne a lei fatta dalla cortc di Torino, col tacito appoggio dcU' Austria , rinnovata nelV anno niedesimo dalla corte di Napoti, c dircttamente promossa da qucUa di Vienna. Ma parte per le ami- clrevoli relazioni colla nuora repubblica di Francia, gia stata dal Senato riconosciuta, parte per creder troppo lontano il pericolo die i Francesi, sgomi- naudo gli eserciti Austro-Sardi, potessero irromperc dal Piemonte nel Ducato di Milano e da questo innoltrarsi fino ai conGni Veneti, nc I'uno ne I'al- tro di questi partiti venne abbracciato. PSe di que- sto fu paga rindoleuza di coloro a coi spettava pvovvedcrc alle pubblichc sorti; imperocchi la Coa* 99 sulta (li Stato. composta del Doge, de'sci consiglieri costituonti la Signoria, dei trc capi del Consiglio dei quaranta e de' ciuque primi miuistri dclla re- pubblica, detti Savj grandi, per impedirc che venis- sero propostc in Scuato misure d' armamcnto, e in parlicolare la neutralita armata , pensu lo strano ed improvvido ed illcgale spediente d' impcdire clic a cognizione del Senato venissero gli avvenimenti della gucrra ai confini d' Italia, e tuttocio che aver potcssc relazione ai pcricoli della Lombardia, e quin- di dclle venete provincie. II quale funesto partito venne mandato ad effetto mcdiante il supremo tri- bunale dcgli inquisitori di Stato, da cui venne or- dinato a tutti i rappresentanti della repubblica presso le corti straniere e a tutti i capi di pro- vincia in terraferma, chc qualunquc loro dispaccio sulle cose di Francia e dclla guerra diretto al Se- nato dovesse essere occluso in sopraccoperta con in- dii'izzo ai capi del Consiglio dei Dicci , dai quali venivano poi i dispacci rimessi agli inquisitori, cbe soli avevano la facolta d'aprirne il suggello, e se- condo chc loro pareva , d' altri permettevano alia Consulta r intero rapporto al Senato, d' altri si concedea solo in parte la comunicazione, d' altri la s' impediva del tutto. Li conseguenza di questa al- ti'cttanto arbitraria quanto malaugurata dctcrmi- nazione, il Senato, al quale appartcneva per istituto la somma Jd governo, era, almeno nfficlalmente^ tenuto air oscuro di tutto cio cLc piii spcttava alia salute dello stato, ed in consegucnza di qucsta igno- ranza in cui restava il senato, vane riuscirono le rappresentanze clie andava repllcatamcnte facendo il mini&tro della repubblica a Parigi, Rocco Sanfer- mo, e poscia raUi*o ministro Alvise Qucrini, sosli- tuilo al Sanfermo improYvisamentc ricliiamato , vana la proposta d' alleanza colla cortc di Prussia fatta al Qucrini dal residente di essa corte a Pa- rigi, vana V offer ta della provincia di Bergamo, di armare a proprie spcse quindicimila uomini oltv« il proprio contingente, die venne per deputazione pi'escntata in Yenezia al Doge e alia Signoria, ma non venne yiferita al Senato. « Errore impci'dona- »( bile (osserva 1' autore ); giacche non v'ha dubbio « clie per devozioae, per affetto od amor proprio, <( r esempio dei bergamascbi sarebbe stato seguito « dalle altre Provincie di TeiTaferma, ed il Gover- « no veneto avrebbc avuto una massa imponente « di sudditi armati a sua difesa ». Intanto i fran- ccsi irrompcvano rapidissimi dall'Alpi in Piemoiite, e dal Piemonte in Lombardia. Dalla battaglia di Montenotte aU'occupazione di Peschiera, fatta dagli austriaci in ritirata , non passava clie 1' intervallo di un mcse e mezzo. Non avendo la repubblica in Bergamo, Brescia e Verona foi-za aimata con cui lOI soslcncrc la nculralila violala dall' Austria coUa momcntanca occupazionc di quclla fortezza o coa cui far froutc ai vinritori, dovetlc conccdcrc anclie ai franresi 1' occupazione del tcrritorio ncutrale, ri- ccveiuloli ncllc piazze e fortezze, dividcudo la guar- dia di qucstc coi soldati di Fraueia, lasciando die labandiera tricolare s' innalbei-asse a fiancodi quclla di s. Marco, e raccomandando ai Govcmatori dcllc provincic di osscrvarc i modi piii urbaui e amiclie- voli verso i gcncrali franccsi, d'inculcave ai sudditi la soffcrenza e la moderazione, e di contcncrsi iu ogual modo clie verso i gcnerali francesi anche verso agli austriaci, sc la sorlc dell' armi li riconduccsse sulle terre della repubblica, per non dar molivo ne air una nc all' altra potenza bclligcrante di qucre- larsi di parzialitu. L'cntrala dci francesi vincitori in Verona, successa il primo Giugiio 1796, parve scotcsse alquanto il letargo dc' veneti padri; poirbe per deliberazionc del Prcgadi, radunato il due Giu- gio, si richiamavano a Venczia tuttc le navi c ga- lerc del Lcvanlc, si davano pressauti ordini al ge- ncralc Qtierini iu Dalmazia per arruolanicnti di truppc, ed altre raisurc con queste si prendcvano, tutte peru unicamente dirette alia difesa della me- tropolis c quindi cagione di malconlento nclle pro- vincie di Terraferma. N«i ccssavano intanto di farsi pill scmprc disaslrose le sorti e slringeuli i pcricoli della repubblica. Bei'gamo, poi Brescia, poi Crema si staccarono dal suo dominio per ribellione promossa e favorita dai francesi. Poco stante Verona, iiisorta contro gli occupatori, veniva da essi bombardata, saccbeggiata e teniita in conto di citta conquistata; alia perdita di Verona per entusiasmo di fedelta, tenne dieti-o quella di Vieenza, di Padova del Po- lesine, del TTivigiano, del Friuli per rivolta fomen- tata dai franeesi; tantocbe inbrevi giorni il dominio della repubblica si vide ridotto al solo cstuario. Per colmo di calamita sopravveniva la dicliiarazionc di guerra, fatta da Bonaparte alia repubblica ncl- I'Aprile del 1797 c pretestata da varie accuse ap- poste alia repubblica, e fra queste particolarmentc dalla insurrezione di Verona. Si mandavano a Bo- naparte deputati, clie venivano da lui male accolti ed appena ascoltati. All'annunzio dell' csito infe- lice della dcputazione radunavasi invecc del Senato ununionej come venne chiamata, de' principali ma- gistrati della repubblica, die deliberassero a squit- tinio segreto sul da farsi; si spargevano voci che i francesi gia stavano all' entrata dell' estuario e che avcvano incominciato le prime ostilita : 1' agi- tazione e lo spavento facea fra i membri di quella uuione proporrc il richiamo di qualunque forza posta a difesa della cilia , proposta che forsc tro- vava ascolto, se non era la fei-mezza c la cloqucuza i to3 »li Guiilo Eriz-zo, chc faccndonc conosccrc rimpru- rabili applicazloni, che fu pel Dawy la traccia chc lo condussc a scopiirc con tanta sua gloria e ecu lanla ulilita dcUa scicnza la natura mclallica dcgli alcali e delle terrc, chc fu il vero cd uuico fonda- mento di quell' arte galvanotipica dalle cui opera- zioni tanta rinomanza a' di nostri raccolscro Jacobi e Do la Rive, c clie materia di sconforto, anzichi di enconij c d' onori, fu invece al Brugnatelli , Ic cui originali c profondissime idee vennero giudicatc piu presto sogno di mente immagiuosa clic frutto di esatte e mature espcricnze. Alia anzidctta me- moria , si feconda di utili applicazioni e risulta- menti, altre in gran numero l' insigne chimico ne fece succcdere; fra le quali ricorderemo col suo en- comiatore qucUa specialmente che fa sino dal suo comparii-e ed e tuttavia tenula per classica , spet- tantc ai conduttori elettrici , i-estringendoci a dire in gencre dell' altre moltissime, ch' esse forraano la principale ricchczza delle opere periodiche sopra nominate, e di quella che prese il Brugnatelli a pubblicare nel 1808 sotto il titolo di Giornale di fisicaj chimica e storia tiaturale j opera famosa in Italia c fuori, a cui egli attesc fino all' anno di sua morte ; non senza per6 accennarc particolarmente la scopcrla da lui fatta dell'acido soverico, quella deir argeuto fulminantc, quella dell' acido ossalico, ottcnuto per Tazionc del nitrico suU' acido urico, ii6 la flimostrata csislcnza di quest' ultimo acido negli cscremcnti della falena del Laco da seta, c la virtu disvelata nel carbonate acido di calce di frenare la soverchia secrczlone dcU' acido urico , ed anclie di vincerla allorclie apparisce sotto la morbosa forma di renella, c finalmente la felice applicazioiie da lui fatta della soluzioue arquosa di cloro a prevenire la diffusione della rabbia caniua. Oltre le quali inemorie e trovati ricordercmo la grande sua opera sulle varic concrezioni morbose cbe formansi ncl- r umano organismo, ultimo frutto del suo feracis- simo ingegno, cbe prcvenuto dalla morte egli non pote pubblicai'c, e die fu poi data in luce col ti- tolo Litologia umana-^cv cura deU'egregio suo figlio, prof. Gaspare Brugnatclli, conlinuatorc altresi del giornale di sopra nominato. Tali in compendio sono le principali notizic spcttanti alia vita cd allc opere del Bi-ugnatelli . forniteci dal suo cncomiato- rcj alle quali noi rcstringeremo la nostra rclazionc, siccome a quelle clic piu importauo a far eonoscerc qual sommo opera tore quest' uomo insigne siastato nella riforma delle scicnze fisico-cliimicbe, inco- minciata nel secolo scorso. e qual esimio precursore nelle vie degli immensi progress! cbe fecero queste scienze nel presente. INIori il Brugnatclli neiranno 1818; cinquantottesimo di sua eta per morbo cbe lion ben si seppc sc provcnisse da naturale cagione "7 o (la csporicnza clic ogli avcssc isliliiita sopra si; mcJcsiino. Materia d' cucomio atl un altro nostro coUcga , il (lottor Antonio Scliivardi, porse uu altro cultore ilclle scjcnzc, Ccsarc Ruggcri, il quale siccome ai vantaggi clclla cliimica confcri il Bi'ugnatcUi, cosi, benclic in minorc niisura, coadjuvo a quelli dcUa clinica chirurgica. Trovandosi il signor Scliivardi compita la biografia de' medici illustri Lrcsciani , ond'cgli si occupo per piii anni , dalla niedicina municipale allargando il suo iutcnto alia nazioua- Ic, s' accinsc ora a dcscriverc le vitc de' medici ita- liani, c diede per riconoscenza c vcnerazione prin- eipio all'assunto da quel gia suo maestro. Novita di leoric, originalila di scrittui'e, ecccllenza di fania non collocano veramente il Ruggcri fra i primi lumi della medicina. Ma la vnstilii del sapcre, la fclicita del- r opcrarc, I'utilita dcgli scritti e de' pubblici inse- gnamenli raccomandano abbastanza la sua memo- ria, e registrano il suo nome. se non fra i riforma- tori, almcno fra i bencmeriti della scienza. Nacquc il Ruggcri nclla citta di Crema, compi la carricra degli studi in Pavia , fece la pratica in jNIilano , viaggiu in ccrca di cognizioni a Madrid, a Loudra, a Parigi; tornato in Italia profcsso 1' arte chirur- gica, c sostennc pubblici ufGzj in Vcnezia, stampo varie storic di siugolari casi palologici, illuslro ii8 r opera di Portal sulla nalura e sul trattamento della rachitide , tradusse ed arricclii il dizionario enciclopedico di cliii-urgia, cessu di vivere in Padova del 1828, dopo avcre per tredici anni occupato la cattedra di clinica in quella Universita degli studj. La colleganza della biografia coUa storia ci porta era a far cenno d' un nuovo frutto dell' ingegno fecondo c vivace del conte Tullio Dandolo , pros- simo a vedere la luce del pubblico, di cui I'autorc presento un breve saggio all' accademia e fece per sun to conoscere il rimanente. i*'/re«2e nei secoli XI J^ e XV ^ intitolata la nuova opera, o studj, come r autore li chiama , e consta di otto capitoli , il Palazzo veccliioj s. Giovanni e s. CrocCj s. Maria Novellttj Careggij il Palazzo Riccardij s. Maria del fiorCj la Bihlioteca Mediceo LaurenzianUj s. Marco. II palazzo vcccliio, ovc in perpetuc viccnde di stato agitossi la fiorentina rcpubblica , porge all'aulorc materia di parlare di quella torbida democrazia , di qiielle feroci fazioni, di quella gran vittima del- r ire di parti , Dante Alighieri ; s. Giovanni c s. Croce gli danno occasione alia storia della scol- tura toscana, e particofarmente fiorentina, da Nic- C0I6 Pisano fino a Donatello e al Ghiberti; s. Ma- ria Novella, da cui proemia il Decamerone, lo trae a parlare del padre della prosa italiana, Giovanni Boccaccio, c con esso degli antichi costumi di Firenze, "9 j)rcnicsso uii tratlato tlclla pitlura fiorcntina iiel Ire c r£ualtrocento , c dc* capi-lavori de' padri di quclla scuola; Cairggi c il Palazzo Riccardi qucUa ilic fu villa a qucsto cittadina dimoi'a di Cosimo, Piclro c Lorenzo dc' Medici, guidano il discorso a (jucsti uomiui cclchri , coiisidci'ati come ammini- sti*atori dclla rcpubblica, come fautori dcUc lettere, come rittadini privati c padri di famiglia; s. Ma- ria del fiorc conduce alia congiura dc' Pazzi e al dicciottcsimo concilio ccumcnico , di cui fu quel tempio tcatro ; la biblioleca mcdicco - laurcnziana alle lettere fiorcntine e italianc nel quattrocento; s. INIarco da ultimo al Savonarola , quello spirito ardenle e severo, clic or santo, or fanatico, or mar- tire secondo i vari giudizj cliiamato, parve di tutli c tre partccipare ad un tempo, del santo pe' suoi costumi, del fanatico per le sue dultrine, del mar- tire per la sua niorte. Alia classe degli storici studj si possoiio altresi rifcrire Ic nuove illustrazioni dclla selva allegorica di Dante , locubi-ata falica del professor Giuseppe Picei, in qiianto clic assuulo dell' autore e di mo- s'rare cbc noji morale, siccomc comuuemeate si tienc, nc molto meno politico o tcologico e il senso di queir aslrusa allegoria, ma non allrimenti che storico, come intravvidc il contc Marchetli, e come c^li fa opera di piii ampiatucutc provare, valcudosi 120 dei principj ermeneutici posti da Dante medesimo, delle notizie die si lianno sulla vita del poeta, dclle sue opere minori , dei passi analoglii della stessa Divina Commcdia. E innanzi tratto, facendosi dai principj ermeneutici, dal Convivio e dalla Epistola dedicatoria del Paradiso a Can Grande della Scala egli deduce essere insegnameuto di Dante, i.*^ Clie in fatto di intei'pretazione primo di tutti i seusi e fondamento degli altri sia il letterale, come quello che e conforme alia storica verita; tantoclie ove la lettera secondo la sentenza sia vei-a, cioe contenga un significato conforme alia verita storica, si dcLba seguire anzi tutto il senso letterale, e solo si possa dopo questo trapassare all' allegorico, poi al mora- le, e per ultimo all' anagogico, ma solo in quanto possano anclie questi aver luogo. 2.° Che quando la sentenza non e vci'a secondo la lettera, cioe se- condo la storia , essendo allora il senso letterale fittizio, divenla vero in sua vece il senso allegorico, ed in esso prima che in ogni altro deve cercarsi la storica verita. 3.° Che trovata la storica verita nascosta sotto il vclo allegorico, quando la sentenza di piu non conscnta, non dcbbasi ccrcare piu in- nanzi. I quali canoni applicando in gcncrale alia interpretazionc dell' opera di Dante, siecome propri di lui intendimenti, egli conclude che, se il poeta medesimo intese che il senso letterale sia storico e come talc clcljl)a sctnprc antlarc innauzi acl ogiii altro c clie laililovc il scnso lettcrale apparisca fit- lizio tlcbbasi ccrcarc la slorica vciita neH'allegorico, conclude, dissimo, chc ncUa allcgovia dclla sclva e iicgli cnli clic il pocta vi fingc dehbonsi vcdd'C si- gnificali cnli vcri c rcali , anzichc mcri simboli astratli, c clje quindi la sposizionc mox-alc, c cou cssa la tcologica c in parte eziandio la politica, sia da reputarsi falsa o pci- lo mono non sia da porsi come la sola vera , nc come la principalc , e clie per lo contrario la vera, la principalc c la piu con- forme alia iulcnzione di Dante sia la sposizione storica. Cio concluso per le gcncrali in favorc dclla interprctazione storica, cnlrando nolle particolarita dclTassunto, passa 1' autore alia coiifutazionc dclla intcrpretazioni contraric, restringendo le sue argo- mcntazioni alia morale, come a qucUa nclla dimo- stra/.ionc dclla ciii insussistcnza cgli considcra in- cluso il giiulizio da farsi di tuttc Ic altrc. Trc sono le opinioni circa la sclva allcgorica fra cui si ti'O- vano divisi gli spositori morali ; la prima clie per questa sclva abbia Dante voluto significarc i pro- pri vizi , la scconda che vi abbia simbolcggiati i vizi di Firenzc, la tcrza vi abbia figurato i vizi umani. Alia prima npinionc, che nclla mistica sclva vorrcbbe simbolcggiati i vizi di Dante, c che I'au- tore, siccome la piii comuuc c la piii ingiuriosa 123 alia fama del poeta, s' applica a combattere con piu tlisteso discorso, servono in primo luogo di fonda- mento le parole di rimprovcro clie Beatrice volge a Dante nel XXX c nel XXXI del Purgatorio, dalle quali i scguaci di questa opinione inducono che dope la morte di quella virtuosa arnica egli si fosse date a' viziosi aniori. Alia quale induzione I'autore osserva in contrario che la morte di Beatrice avve- nuta nel 1 290, era un' epoca troppo lontana dal l3oo, in cui finge il poeta il subito suo smarri- mento, perche egli potesse qucsto a quella attribui- re, che egli stesso nel Convito dichiara come a consolarsi della morte di Beatrice si die tutto alio studio della filosofia , che per testimonianza del Boccaccio , suo primo biografo contemporaneo , e come tale a giudizio di gravi scrittori meritcvole di esscrc tenuto in gi-an con to, consta che alia morte di Beatrice succcsse il matrimonio di lui con Gemma dei Donati , a questo i suoi dissapori do- mestici, che finirono nel separarlo dalla moglie, cd ai dissapori domcstici le vicende della vita politi- ca, che finirono nell' esilio, senza intermezzo di fatti che accennino a condotta di vita viziosa; che si i rimproveri sovraccennati di Beatrice , come la sus- seguente confessione e il pentimento di Dante, ben ponderandone il senso, riscontransi alia narrazione del Boccaccio, acccnuando cssi ad un amorc mal 19.3 posto c m.ilc av Ventura to, quale appunlo fu qucllo chc strinsc il pocta in matrimonio con Gemma, e alle conseguenze funcste de'pubblici uffizj c del parcntado colla famiglia Donati, laddovc ritorcen- dosi quel passo a significazione di altri amori e di altri fatli, uou u' esce senso ne bello ne rispondentc alia verita storica. Uii altro fondamento alia pro fata opiiiione traggono i seguaci di essa dalle pa- role di Dante mcdcsimo a Forcsc Donati nel canto IX del Purgatorio (v. iiS-iiQ ); nellc quali essi pretcndono accennarsi una vita allegra c viziosa anzi clie no , condotta insicme dai due interlocu- tori nei loro giorni di gioventu. INIa 1' autorc non restringendo il suo esame a quelle sole parole ma congiungendole a tutto il contesto del lungo dia- logo tra Dante c Foresc di cui fanno parte, e que- sto dialogo cliiaraando a sottile e minuta analisi, intcrpreta invcce chc I'csultanza di Forcse alia vi- sta dcir amico e congiunto, il suo insistente doman- dare a guisa di clii tenia non ottenere risposta, poi il contcgno riscrvato e la tristczza di Dante, il suo continuo schermirsi dal dire il vcro di sc , il suo rifuggire dalla grave ricordanza dcUa comune affi- iiita cd amicizia , la noja della vita e il desidcrio dclla mortc ch'cgli dimostra e per ultimo la prc- dizione del supplizio di Corso Donati , tutto cio mostri 1' animo del pocta signoreggiato prima chc 124 da niuii altra cosa tlal pensiero dclle sue pi'cscnli miserie e dallo sdegiio coutro la casa dei Donati , cagione de' suoi privati e de' pubblici dauni; clie I'acerba invettiva di Forese contro la sfacciatczza dclle domic fiorcntine e con qucsta le lodi di Nella e di Piccarda ripugnano all' idea degli spositori mo- rali, die in questo dialogo di Dante e Forese con- tengasi allusioue ad una compagnia di vita viziosa stata tra i due giovani; clie le parole dei citati versi 1 1 5 - 1 1 9 a ( sc tu ti rcclu a mcnte a Qual fosti meco e quale teco io fui « Ancor fia grave il memorar prescnte ) » hanno un valore cosi largo e generico, clie il vo- lerle ritorcere a significare mala vita insienic con- dotta sarebbe cosa contraria e alia storia c alia giu- stizia e al buon senso, potcndo per esse intendersi significata sempliccuicntelarelazione d'affinita stata fra i due interlocutori per parte di Gemma, affinita ammcssa da tutti i cliiosatori , e bastantc , anzi, meglio d'ogni altro argomento, rispondente al con- tcsto di tutto il dialogo; chc Ic altre pox a que- ste soggiunte, (I Da quella vita mi volse costui, » ( cioe Virgilio ) ne per la ragione grammaticale, ue per r ordine dei tempi nou si possono rifcrirc no alia vita scandalosa dclle donne fiorcntine, prcnuu- 145 iiata ncl vcrsi prccodcnti, come fanno gli spositori morali, cosU'ucnJo come sc quclla vita Ji ciii parla il poeta fosse qucsta stessa scandalosa vita, nc agli anni clio corscro iiinaiizi alia morte di Forcse, acca- duta ncl 1295, per questo clie sine al 1290 Dante non arse di altro amore che del purissimo di Bea- trice, ne dopo qnest' epoca sine al i3oo non consta che amasse altra donna tranne quella alia quale si sposo. Un terzo argomento dclla vita viziosa di Dante traggono i fautovi del scnso morale da quelle parole del Canto secondo dell' Inferno dcttc da Lu- cia a Beatrice per movcrla al soccorso del poeta « Non odi tu la picta del suo pianto? « Non vcdi tu la morte clie il combatte « Sulla fiumana ove il mar non lia vanto? » Nella quale person ificazione dclla morte non vcg- gono die il peccato alle prcse coll' anima di lui. Ma I'autore al contrario, giovandosi dei principj crmcncutici stJibiliti da Dante medcsirao e di sopra acccnnati, secondo i quali prima del scnso morale dee senipre cercarsi il letterale, trova clic il passo si puu Icltcralmcnte interprctare intcndcndo per la selva I'esilio del poeta e per la morte clic lo com- batte la condanna di vera morte contro di lui pro- nunciata ncl caso cli' egli fosse pervcnuto nelle mani del coinunc di Firenze, e riscontrando la picta del Alio fji'anlOj c la fiumana ovc il mar non ha \'anto colle querele dell' esulc poeta esprcsse nella sua epistola all'Imperator Arrigo VII, ove di flumi della confusione, di miscrie di Babilonia c parlato, bene e lagioncvolmente, a parer dell' autore, com- parabili ad un mar procelloso clie non ha vanto in. loro confronto, mentre al contrario 1' espressione del poeta sai'cbbe stranamente ipcrbolica ove si sponesse rimmagine della fiumana per la concupisccnza delle cose terrene, come fanno i seguaci del senso morale ; i quali, dice 1' autore, a per giunta avrebbero Ao « vuto avvertirc che ove pur Dante dicendo della « morte clie lo combatte, avesse intcso a significare « il pcccato in lotta coll'anima sua, ben lontano « dal confessarsi al tutto rotto ai vizi come quelli « vorrebbero , non avrcbbe espresso alia fine che « qucllo stato che diccsi di tentazione , a cui fu- el rono provati anche i Santi, e Quegli slcsso « Che fu de' Santi il Santo (( Che nacque e visse al mondo senza pecca )>. Un quarto argomcnto traggono i seguaci dell'opi- nione in discorso da quelle parole che dice Virgilio a Catone nel 1° del Purgatorio parlando di Dante: « Questi non vide mai 1' ultima sera; « Ma per la sua follia le fu si presso, ccc, e da quelle che seguono: It Libcrta va cercando, ch' e si cara; (( Come sa chi per lei vita rifiuta w. 127 Ma siccome per 1' una parlc tuUi s' accorJano a inlcrprctarc 1' ultima sera per mortc Jcl corpo, c per Tallra ilanno alia follia, acccnnata di poi, il sfiiso nicramcntc morale dcUa vita viziosa del poc- la,' I'autore domanda pci'clie, dandosi un scnso del tulto Iclleralc a\V ultiina sera, non si dovra ncl mcdcsimo scnso i n terpi*elare anchc la yo//taj appli- cando qucsta esprcssione all' abbandonarsi cli' ci fccc ai pcrigliosi incariclii dci pubblici uffizj, con- formcmcnlc a quanto scrissc egli stcsso in una sua Icttcra conscrvataci in parte da Leonai'do Aretina, nella quale dicliiara tutti i mali e tutti gli incon- venienli suoi dagli infausti comizj del suo priorato aver avuto cagionc c principio. Osscrva poi com'essi spicgbino la liberta chc il poeta audava, sccondo- clie dice Virgil io , ccrcando , per la mcntc libera dalle passioni ed offuscazioui animali, quasi qucsta pur fosse slata la liberla per la quale Catone ri- fuilo la vita, mentrc, avendo I'Uticense cio fatto per fuggire 1' csilio e la servitu , ancbe la liberta rercala da Dante dovca spiegarsi per la desiderata libcrazione dalle nojc e miseric della vita sua, a questo scnso mcdcsimo tornando, a parerc dell' au- lorc, allri passi del pocma, come dire le parole fat- tonc dal pocla in proposito con Forcse Donati ( Purgat. XXIV v. j6 e 78 ), e la pietosa sua apo- strofe a Beatrice ( Parad. XXXI v. 79-90 ). Quinto 12.8 ed ultimo argomenlo della vita viziosa tli Dante sono per gli spositori morali i sette P^ corrispon- denti ai sette pcccati capitali, scritti in froiUe al poeta dair Angelo nel IX del Purgatorio. INIa coa- ti'ariamente ad una tale induzione I'autore, con- siderato come quelle sette piaglic, imprcsse nella fronte di lui a fior di pclle, di girone in girone gli si lavano , cosi clie tutte alia fine scompajono, conclude invece che non i scttc peccati capitali sicno simboleggiati nci sette P. ma solamente quelle innate disposizioni anteriori die diconsi appetiti , che secondo la dottrina di Dante medesimo ( Purg. C. XVII ) ridur si possono a un solo principio co- mune, cioe l' amore, dal quale poi tutti i sette pcc- cati capitali, clie nel Purgatorio si piangono, pos- sono derivare. Posta poi a confronto questa finzione coll'altra di Catone Uticensc, posto a guardia del Purgatorio, che ne concede al poeta 1' ingrcsso a con- dizione che si lavi il viso per tergerne ogni sucidu- me ( Purgat. C. I ), dal loro riscontro egli deduce essere il loro scnso affatto gencrale , cd csprimere una condizione richiesta non dalla propria indivi- dualita del poeta, ma dalla comune natura del- rumanila e della peculiar legge di quel luogo che affinaleanime, e le fa dcgne della heatitudine eterna. « Gome r Uticense (egli dice), uomo e pagano, non « vcdc nel poeta che la material nebbia ester iore 129 « die gli tinge il viso, c ili cssa vuolc che si lavi « prima ch'ei vcnga al cospetto dell'Angelo, cosi « quesli, di natura immorlale e pcvfetta, vede pid « addcnlro ncgli intimi rcccssi dcllo spirito la neb- « bia dcgli iimani appctiti, oiulc iicssuuo dci mor- « tali va cscutc, c vuolc se ne purglii e rifaccia, a siccome il inistico giunco ondc Catoue il voile « cinto )). E siccome si potrcbbe opporre quel passo di qucsta slessa cautica del Purgatorio ( C. XIII. ' V. 1 33-1 37) dove Dante confcssa aver pcccato po- cLissinio d' iuvidia ed assai di superbia, egli osserva cLe siffatta confessionc sottilmcnte considerata, po- trebbe per avveutura csscrc tcnuta piuttosto in conto d' clogio che d'accusa clic il poeta abbia voluto fare a se stesso, pi'ofessandosi tan to esente dalla bassezza dcUa prima fra quelle due passion i da dare piut- tosto ueir estremo opposto, riputaudosi per altezza di sapere e d' ingcgno piii presto degno cbe capace d' iuvidia, e die oltrc a cio quesla confessionc me- dcsima che fa Dante dclla propria superbia da il diritto di credere che dcgli altri vizi cgli taccia, pcrchc puro se ne tenga. Al prevalcrsi che poi fanno gli spositori morali d' uu passo del Boccaccio nella vita di Dante, nel quale c detto die fra tanta virtii c scienza del poeta, trovo amplissimo luogo la lus- suria, risponde con altro passo pure del Boccaccio iiclla vita incdcsima, ove il biografo dice di lui, esscre 9 1 3o i suoi coslumi stati gravi e pesaiiti assaij c quasi laudevoli tutti, e con altro nel commcnto del poe- ma, ove il Boccaccio admettendo il parere, a' suoi tempi geneiale , clie le fiere allcgoriche iutrodotte iiella selva fosscro simboli di altrcttanti vizi, mo- stra poi di dubitare se qucsti vizi si debbano al poeta attribuire. A queste speciali confutazioni della sposizione della selva pei vizi del poeta, altre I'au- torc ne aggiunge, dcsunte da' vari passi e delle epi- stole e del Convivio e della stessa Diviaa Comme- dia, nei quali il poeta ora in persona propria, ora pci' bocca d'altrui in vari modi e occasioni encomia se stessOj e protesta la propria virtu ed innocenza; le quali confutazioni noi ommetteremo per brevita, SI perclie tali en com j e pro teste crcdiamo abba- stanza noti ai lettori dell' opere di lui, e massime della Divina Commcdia, si perclie a tutli in gene- rale si potrebbe applicare 1' osservazione della poca fiducia ebe mcritano gli scritti degli uomini cclc- bri ove si tratti di giudicare la loro indole, niolti di essi, e forsc i piu, valendo mcno dei loro libri, c pocliissimi meglio. Alia quale osservazione pero r autore risponde colle seguenti parole. « ISei tempi « di una civilta raffinata accade di leggieri clie « r arte, il magistero, la maniera vengano ad occu- « pare il luogo della nativa ed individuale spon- « taneita. Ma questo avvenir non poteva ncl me- i3t « dio cvo, quando 1' arte era ancora informc c la « ooltura liinitala,cjuanclo non si csprimcvano quasi <( altri affctli die i veramentc scntili, quando I'arte (( proccdeva dalla fcdc, ne da questa mai si dipar- « tiva. E Ic opcrc di Dante nc appariscono di co- « testa indole siucera dotate in ispccial modo, nc « appariscono nna vera rivclazionc di tutto quanlo « era la sua mente, di tutto qual era il sue cuore. « Un amorc ardcntissimo dclla giustizia, uu gene- <( roso disdcgno contro ad ogni manicra di iniquita « e turpitudinc vi spirano , puri d' ogni studio e « artiGzio, c sfolgoranti di quella splendida poesia <( e caldi di quella potente eloquenza che solo dal- « r anima deriva, c solo si sente ncU' anima ». La scconda sposizione morale della selva allegorica, ^, siccome di sopra accennammo, che il poeta anzichi^ i propri vizi, abbia in essa voluto significare i vizi di Firenzc. Questa opinione, die appartiene al conte Cesare Balbo, autore della vita di Dante pubblicata nel 1839, si fonda sulle seguenti ragioni; i. Che tale signiiicazione vcdcsi data alia selva in tutta r inlroduzione, in tutto il pocma c nella epistola a Can Grande. 2. Che trovandosi nel Convito chia- niala selva erronca la vita, e nella Divina Comme- dia trista selva Firenze e selva 1' Italia e selva la Francia ecc., si devc conchiudere die nella lingua allegorica del pocma, selva dicausi i rcgni, le citta. I 32 le nazioni. 3. Clie 1' epiteto di selvaggia e di sel- vaggio dato da Dante alia selva ed al luogo onde Virgil io intendeva camparlo venendo da lui dato pur anco nel VI dell' Inferno alia parte Bianca clie, tornata dall' csilio, esilio la parte Nei'a, esso attri- Luto si deve credere clie fosse proprio di essa parte Bianca, dominatricc in Firenze. 4- Che nella famosa descrizione della vita viziosa di Firenze, fatta nel XXIII del Purgatorio da Forese, dicendo Dante co- me da quella vita lo volse Virgilio, si chiarisce die la selva d' onde il medesimo Virgilio 1' avca tratto 6 una stessa cosa con quella vita viziosa fiovcntina, menata insieme dai due giovani dopo la morte di Beatrice fino alia morte di Forese nel i apS, e con- tinuata poi da Dante fino al i3oo, quando nc fu tratto da Forese. Contraviamcnte alle quali ragioni I'autore osserva. i.° Non esscr dimostrato che in tutto il poema si veggano nella selva siniboleggiati i vizi fiorentini, e nella lettera a Can Grande es- sere bensi spicgati i sensi ed i fini dell' Inferno , ma della selva non cssere pur cenno. 2. La gene- ralita del significato della selva per Firenze, per r Italia, per Francia, per tutta I'umana vita esclu- dere il senso speciale clie le si vorreLbe attribuire, e dimostrare che Dante non altro intese per essa che un luogo qualunque di smarrimento e di pe^ rcgrinazione. 3. Non essere altriraenti provato che i33 r cpitclo Ji sclvaggia fosse proprio della parte osscrvando clic queste quanto discordano dagli allcttamcnti doi vizi , altvcttanto s' acrordano a siguificare le miscric dell' esilio. Cosi nel bene rlie il pocta dice di aver trovato nella sclva. e^li ravvisa i conforti dello studio, simbo- Icggiato in Virgilio e quelli dell' amicizia e ospita- lita otlcnuti csulando, c simbolcggiali in Beatrice; cosi nel sonuG onde il pellcgrino era picno quando cntro nclla selva, vede espressa la buona fedc in cui, per cosi dire , dormiva il pocta quando portossi ambasciatorc aRoma, dove affatto inopinala lo colse la condanna dcU' esilio , cosi insomma, per istrin- gere il molto in poco, analizzando passo per passo, c quasi verso per verso, lutta questa arcana visione, c air esilio del pocta c concomitanze di qucllo cia- scuna allcgorica particolarita riducendo, nel colle che sorge a capo della valle vede significati i colli del Gasentino, ove Dante nel tempo a cui acccnna r allcgoria avea fermato sua stanza , c fi'a i quali i il Falterona, ov' ha Ic sue scaturigini 1' Arno, e il suo principio la valle che dall' Arno si denomina, nel Pianeta che vestiva de' suoi raggi le spallc di quel colle, il raggio di spcranza del ritorno, che splendette neH'animo del pocta e dcgli altri esuli ghibcllini alia calata dell' imperatore Arrigo VII i44 di Lussembui'go in Italia, successa ncl tempo dclla dimora di lui nel Gasentino, e nel passo che 1' er- rante pellegrino si volge indietro a rimiiare, e clie non lasciu giammai persona viva, la patria Firenze, chiamata da Dante in altro luogo delle sue scrit- ture dira perniciesj e alia quale nelle sue coucctte speranze volge il pensiero pregustando il contento del ritorno, e nel riprendere clie fa poi egli la via per la piaggia descrta, il riprendere cli' ei dovette le sue peregrinazioni al dissiparsegli delle prese spe- ranze a cagione del ritardo incontrato dall' impe- ratore a venire in Toscana nella resistenza di Cre- mona e di Brescia, e dclla baldanza in chs n' erano saliti i guclfi di Firenze, i quali frattanto si forti- ficarono alia difcsa, rigettarono i l(?gati dell' impe- ratore, s' armarono di nuova ira contro gli amici di lui, c rinnovarono nel settenibre del 1 3 1 1 con- tro Dante la prima condanna d' esilio del i3o2, e nel pic fermo che scmpre era il piu. basso, la mi- sera condizionc del profugo poeta, clie ovunque fer- mava il piede^ cioe a dire semprecbe fermava I'ani- mo in qualclie nuova speranza , non lo facea clie per ruinar poi semprc piu in basso, e nella lonza leggera e presta e coperta di pelo maculato , clie non gli si partia d'innanzi al vol to, Firenze un'altra volla, Icggcra come la lonza, per la mutabilita dei suoi reggimcnti politici, screziata, per cosi dire, di 143 maccliic come qiicUa, per Ic sue fazioni dc'Bianclii c de'Neri , lacerata dalle inlestinc discordie, come il ventre di (jiiclla da'propri figli, Firenze clie al- r csulc poeta stava pur scmpre negli occlii della mcnte, in cima d' ogni suo pensiero cd affetto, dalla quale non poteva soffcrire il distacco, e alia quale tento pill volte il ritorno, e nel sole clie frattanto montava in sa accompagnato di stclle, nell' ora del maltino e nel bene sperare del poeta di quella Jiera alia gajctta pellcj 1' ultima speranza del ritorno nella patria e di tempi migliori per essa,' clie a lui splen- dette allorche, domate Cremona e Brescia c forti- ficate Pavia e Genova e cinta in Roma la corona imperiale, il Lussemburgo, accompagnato dai fuor- usciti fiorentini, marcio finalmente contro Firenze, e strettala d'assedio, fu per poco in punto di far pagbi gli ardcnti voti del profugo poeta, enel Leone che a lui die nuova paura, Roberto re di Puglia, cbe svcnto 1' impresa di Arrigo VII, e nella lupa famelica che gli fece perder la speranza deH'altezza respingcndolo dove // sol tacCj i guclfi di Firenze cd i Papi alia testa di questo partito, e la morte di Arrigo VII, nel cui muto avello rimasero per semprc le speranze dell' esule sepolte, e finalmente nel buon Virgilio, clie gli suggerisce di tcnere altre vie per campare dalla selva, e clie gli promette di trarnelo cgli stesso per luogo eterno, la poesia per- lO i4« sonificata, il mistico viaggio del poeta, cioe la stcssa Divina Commedia, 1' acquisto di eterna gloria appo Dio e appo gli uomini , la discolpa dalle ingiustc accuse e lo scampo dall' infamia chc quest' opera gli avrebbe fruttato. E perclie Virgilio ainplificando la malvagia natura della lupa. acceuDa ad un vel- tro che dovra dovunque perseguirla , cacciarla dal mondo e ricacciarla nell' inferno, non parendogli di dover sorpassare questa iucidenza doll' allcgoria, si trattiene con particolari indagiiii a cercare qvial persouaggio della storia de' tempi potesse in questo mistico veltro venir significato, ed esposle e confu- tate Ic molte e varie opinioni degli espositori in- lorno a questo arcano simbolo , decide col Vellu- tello clie r ente stovico in esso adombrato altro non sia clic Can Grande della Scala, signorc di Verona, capitano gcneralc della lega gbibellina di tutla Lombardia, ospite e proteggitore magnifico del fug- giasco Aligliieri. Tale c il sistema d' esposizione con cui r autore dichiara il coraplcsso cd ogni singola parte di questa prima e piu aixana fra le allego- riche linzioiii dantesche; sistema piantato sul fon- damentale principio del scnso storico, edcdotto dalla sostanziale proposizione che la mistica selva non altro significlu sc non 1' esilio del poeta. Alia scric di tutte queste conclusioni dello spositore corri- spoudc un ampio concdo di giustificativi risconlii, '4; cicsunti (lalla hiografia del pocta, dalla sloria dei suoi tempi, dalle sue cpistolc, dal Convito, dai passi analoglii del suo poema e dall' altrc sue rime. Ma per la natura tutta filologica della materia non csscndoci possiLile di rifcrire per sunlo qucsti ri- scontri, noi dobbiamo accontentarci ad aver fatto conoscere per sommi capi le conclusioni che dal- r autore ne furono dedotte; il clie tanto piii cre- diamo potei-ci pcrmcttcre in quanto clie il lettore, bramando piu minute informazioni di questo locu- brato lavoro del nostro socio, potra per se ottencrle alia lettura dcU' opera stessa , cbc gia la stampa sta per fare di pubblica ragione. Dai soggetti della storia ci conduce fra quelli deir invenzione un romanzo del dottor Lorenzo Erculiani, del quale non potremo fare cbc un breve cenno, non avendocene letto 1' autore se non qual- che sparso frammento a manicra di saggio del suo fecondo e facile ingcgno. Trattasi di una giovane donna clie travia nclla perdita della innocenza, d' onde in quella dcU' onore poscia trascorsa, pre- ctpita neir ultima infamia, condotta a finire imma- I tura in un pubblico ospizio, senz'altra scusa o dis- colpa cbe dclle circostanze, per quanto possono Ic circostanze , non diro discolpare, ma scusare. Por- tando la qualita del soggetto che in questo romanzo Ic scene della fiDzionG coufinino in graudc vicinanza i48 con quelle della realita, sc fosse chl, contro all'av- viso dell' autore, potesse lenei'vi compromessi i ri- guardi alia morale, o almcno al pudore, noi farcs- simo avvertire clic dapprima la imprcvvidenza di un padre e la trascurata educazione morale e re- ligiosa avendo scavato 1' abisso alia misera, e poscia il tradimento di un amanle, le tentazioni di un ipocrita, i sofismi di una confidentc, gli inganni di una falsa ragione avcndovela precipitata , intendi- mento dell' autore fu di far servire questa vittima della propria e dell'altrui colpa per insegnare ai genitori i doveri verso le figlie, alle figlie i doveri verso se stesse, ed a tutti che nel mare dcU'umanc passionij nclle nubi dell' umano intellctto I'ancora, il nocchiero, la stella piii fida h da ccrcarsi nella rcligione. Calamitoso all' Italia, siccome a tutto il litoralc del mczzogiorno d' Europa , corse , com' e nolo , il sccolo nono per le ori-ende devastazioni clic piu a modo di corsari invasori che di occupatori, ora in questa, ora in quella parte vi menarono i Saracc- ni. Segno alle cosloro infcstazioni fu la Sicilia iu- torno all' anno 827; e le cronaclie rifcriscono clic air impresa d' invadere 1' isola si fece loro capo uu siciliano per nome Eufemio, il quale salilo in pa- tria, Lcnclie d' oscuri natali, ai primi gradi della milizia, avea con ricambio d'affetto amata ardcn- >4[) Icmcnlo la figlia Ji Tcocloto, all(ira esarca o govcr- iialorc tU Messina per rimperatorc grcco Michelc II. II supcrbo dissenso del padre a conccdergli la mano deU'amata donzella, anzi resilio a cui per gli im- prudent! trasporti del suo risentinieuto venne d;i lui come ribellc condannato , lo trassero a rinne- gare patria e religione, ed a tentare disperatameutc di ottcnere per la via del tradimento Tamante, alia quale avcva indarno pvovato di sollevarsi colla virtil c col valore, e clie dolcnte crasi ritirata in un chio- stro, rieusando alti'e nozze. Su questo fatto che diedo materia all' Eufemio di Messina di Silvio Pellico , siccomc uu altro consimile porse argomento all'as- sedio di Corinto di Byron, con ordine e intcndi- mento diverse ^ tessuta una tragedia liriea intito- lata i Saraceiti in Messina, di cui present6 I'ac- cademia rcgregio nostro socio c censore prof. Giu- seppe Gallia, cliiaro c felice cultore di questo gcnere di poetico coinpon-e. S' apre I'azione fra Ic mura di Messina prcsso ad una porta dclla citta, per la quale cntrano a prccipizio varj gruppi di soldati siciliani, fuggendo sconfitti dai Saraceni. Nel se- guente coro csprimc il poeta la loro confusiouc e il loro spavcnto 1.*^ « Chi ue salva? 2.^ <( Chi nc scampa? 3." (( Qual sccuro ahbiara riparo? i5o Tutti « Sembra folgore che avvampa « Di quel crudi iu man 1' acciaro. « Abi non e, non e mortale (( La possanza cbe ne assalel <( Dio medesimo da noi « I suoi sguardi ritiro, a E ai nemici nostri e suoi « Questa terra abbandono. « Che mai pu6 valore umaiio « Contro il cielo, contro il fato? a L' onta nostra di sua mano « Dio medesimo ba segnato. « Cbe pill tentasi ? S' implori « La pieta de' vincitori. « II versare indarno il sangue (( E delirio e non valor. Si cbiede dell'esarca Teodoto; si risponde esser morto nel conflitto; sopraggiunge I'esarca colla spada ignuda gridando (( No, codardi: io vivo ancor. Mentre egli rimprovera la vilta de' soldati, un suo- no di tromba si ode presso alia porta, s'annunzia un parlamentario. dei Saraceni, cbe admesso nella citta, entra fra le grida del coro cbiedenti: la resa^ i5i la resa. 11 parlamcnlario propone la pace a coii- tlizionc che Selene, la figlia dl Teodoto , sia data in isposa ad Assano, gcnci-alissinnio dei Saraccni. A qucsto patto la Sicilia sara libera c sgombra dal- r cscreito invasore. Indigtiaziono, orrorc dcircsarca ad una tale proposta, tumulto del core, clie vuolc sia tolta Selene dal chiostro ove vive in ritiro, u mandala al campo ad Assano, proteste dell'esarca di dare piuttosto il proprio sangue che la figlia. II parlamento si scioglie in disordine. Dalla porta della citla il tumulto continua sulla pubblica piazza, die sta iunanzi al chiostro e all' annessa chiesa. Il suono d' una musica divota csce dai sacri ricinti , niisto al canto di un coro di vergini, che suppli- cano al ciclo la salvczza di Messina; sul finire del canto giungc Teodoto, e mentre ascolta commossa la pictosa prc^liiera, sopraggiunge una moltitudine di faziosi, popolo e soldati, gridanti : al chiostro ^ al chiostroj dove i piii arditi cnti'ano a forza, e poco stante nc traggono Selene , acciocclie sia condotta ncl campo de' Saraccni ad Assano. Che fara in cosi Cero Irangente 1' infclice Teodoto? Avendo indarno tentato di vincere 1' ostinalo proposilo de'sediziosi, il suo primo pcnsiero era stato di sveuare hi figlia piuttostoche ccdcrla all' abborrito infedcle. Ora un nuovo pensicro gli balcna Ira la sua dispei'azione. L' escmpio di Bclulia si rinnovi in Messina, Selene ne sia la nuova Giuditta. Allontana la turba , prende in disparte la figlia , le presenta uii pu- gnale e, vola, le dice: « Vola, o vergine fatalc, « II tuo popolo a salvar. » Poi, consegnandole il pugnale, « Prendi « E a qual opra, o figlia mia, « Dio t' clegga .... Selen. « Ah intendo ( con orrore ) Teod. « Intcndi? « Quando fia che quel profano « Levi il guardo nel tuo vise, « Egli senta d' improvviso (( Questa punta in mezzo al cor. « Dio commette alia tua mano « Patria, altari e genitor. » Tituba lungamente la vergine; i soldati contem- plano impietositi lo stato di lei e del genitore, ri- prendono il perduto coraggio, rinunciano alia pace, chieggono di nuovo la battaglia. Teodolo saldo nel preso partito, comanda che la Candida bandiera annunzi dall' alto la tregua; Selene finalmente si determina, e prendendo con sicurezza dalla mano del padre il pugnale, esclama: 1 53 (( Del luo trcmcnJo spirito (( Signer la forza io sen to; <( Lo scampo del tuo popolo « La mano tua segno. <( Reggi la fragil tempera « Del cieco tuo stromento; « Fcrisca al par del fulmine « La man clie pria tremo. Ora il poeta dalla piazza di Messina ci trasporta al campo de' Saraceni , ovc Selene e condotta per dare esecuzione al concertato discgno, e ci fa assi- stcre ad una scena d'affetti altamente drammatica. II capitano nemico ch' clla deve immolare e il me* desimo suo amante, che sotto il nome di Assano occulta il suo proprio d' Eufemio, e cli* ella ricono- sce ncl punto di vibrargli il colpo omicida. Da cio la scena seguente, che intiera noi presentiamo al lettore, acciocche giudichi come 1' autore abbia sa- puto levarsi al livello e alia forza della situazione. Selen. <( Dio de' miei padri, tu m' assisti. ( fra se ) Euf. « Come « Svelarmi ? Selen. « II debil core « NcU'lstante trcmendo in te confida. (/ra si; Uvcuido gli ocelli al cido ) i54 Euf. « Fanciulla . . . invan paventi . . . « Schiava tu qui non vicni . . . SqI^ (( Or, Dio, m'ajuta ( scotendosi e con raccapriccio mcttendo inano al nascosto pugnale ) Euf. ({ Mira ... ( Eufemio la prcndc per mono: ella vibra il colpoj trema, s' arrcsta, riconosccndoloj aiurrita senza ferire, e le cade di mano il pugnale ) Set « A te dunque. . . Eufemio ! ... oh me pcrduta ! Eiif. « Vibra il pugnale e vendica, « Vendica patria e Dio: « Estingui nel mio sangue « Tu stessa I'amor mio. (t Eccoli inerme il petto . . . Sel. « Me lassa!. . Euf. (( Maledetto o ajfetto ) « Qui la tua dcstra istcssaj « E padre e cielo e patria (( Tu involi a me, spietato . . . Euf. H Tu m'ami!... oh me beato ( con trasporto, pnndcndole la mono ) oeleil. <( LiCSSa. . . ( scostandosi' nel comhattiinenlo di fori Euf. (( Tu ra' ami ancor. <#:«« ) Selen. « T' odio. ( con cstrcmo sforzo ) Elf. (t Or piombatc, o fulmini, « Sul capo al traditor. 1 56 « Ho sfidato un lustro intero « Per te sola il fate e Dio : « Tu placarmi il fato mio, (( Tu potevi aprirmi il ciel. Selen. « Ali non piu! ( commossa) Euf. (( Di te men fiero « E il mio fato, e men crudel. Selen. « Ah non piu; clie a te dinanti, « Vedi, io tremo ed ardo e gelo : « Tutto ancor ne' sguardi amanti, (( Vedi, io bevo il primo amor. « Piu potente d' ogni affetto « Tu sol regni ncl mio petto; « Piu del padre, piii del cielo « Tu comandi nel mio cor. . Euf. « Questa sola, sol quest' ora « Io cercai di riva in riva; « Me un sol voto ognor seguiva, « Inspirava il mio furor. « Deli ripcti quegli accenti; ((II mio petto inebbria ancora: (( Fa ch' io scordi i miei tormenti (( Le mie colpe, i miei terror ». Teodoto credendo clie la figlia cseguisca la sua missione, per secondarne con una sortita I'effetto, gluuta la notte, esce da Messina alia testa de'suoi .57 soldati , c assaltn il campo Jei Saraccni. Ma scon- (itto e prigionicro , c con altri Siciliani condotto alia tenda del capitano nemico, ncl quale ricono- sciuto Eufcmio, e trovata Selene tuttora persistente ad amarlo, imprcca all' uno, malcdicc all' altra, ri- cusa la vita c la libcrta offcrtegli da Eufcmio a patto di ceder la figlia , provoca questa a giurarc abominio al traditore della religione e della patria, provoca quello con violent! invettive, mentre gli emiri saraccni, prcscnti alia sccna, sdegnosi di pace, sospettosi di tradimento , chiamandosi dclusi dal loro capitano, gli gridano intorno scdizione e mi- naccia. Eufcmio alfinc , provocato e dal nemico c da' suoi , da luogo al represso furore , e voltosi ai Mussulmani, comanda pel nuovo mattino I'assalto della citta. Cos! termina 1' atto primo del dramma. II scgucnte coro di donnc mussulmane apre il se- coudo atto. « Perch^ spento ncUa cuna « Pria non giacque il nostro fiore? (( Perchc, barbara fortuna, « Ci scrbasti a tal dolore? <( Allc spiaggie amate e care (t Sospirando andrem sul mare, « Gioco estrcmo ed ornamcuto (( Al super bo V inciter. i58 (( Nella cuna perelie spento « Pria non giacque il nostro fior? « O speranze, o sogni, o riso, (( Alii qual turbine vi sperse? « All qual nembo d' improvvis6 « I di nostri ricoverse? « Addio, cielo e suol natio, * « O speranze, o sogni, addio; a senso degli articoli 38, 39, 4o dello statuto, Presenti i signori aw. Giuseppe Saleri, presiden- te, nob. Girolamo Monti, dott. Giambatlista Pagani, ab. nob. prof. Pietro Zambelli, nob. Alessandro Sala , cciisori, e nob. cav. Clemente di Rosa, dott. Giacomo Uberti, dott. Stefano Grandoni, gia censori, sopracchiamati, Sottoposle al giudizio dell'adunanza le produ- zioni da prendcrsi in esame, secondo I'ordine in cui si trovano scritte ncU' analoga tabella, Pondera ti i pareri dei relatori, Discusso il merito assoluto c relative di esse pro- duzioni, S' ebbcro per risultamcnto le aggiudicazioni sc- gucnti : I. PjtEMro Al nob. sig. conte Gaeta>'o Maggi, socio atlivo, per incmoria sul nuovo censimcnto. (1^0 I. Tbemio Al sig. Angelo Inganni, socio d'onorc, per vecluta a olio, rappresentante la piazza del Duomo in Milano. ■ ; -v,- ,-, - J ' / II. PrEMIO . . i Al sig. prof. Antonio Perego, censore, per memo- ria sulla elettricita di alcunc sostanze animali, e sopra un nuovo elettroscopio. ,infcL MeNZIONE ONOREVOLE Alio Stesso, per memoria sopra 1' clettrizzamento dei metalli e d' altri corpu .uj:t . .- . . ^ f Men zi ONE onorevole Al nob. sig. cav. Francesco Gambara, socio attivo, per notizie intomo alia vita di Lodovico Manin , ultimo Doge di Venezia, c suUe cause della cadula di questa i-epubblica. m i 1 1 -cnq'98«9 ib oviJi-i .r • otaioids^ oli-nra fi uetir'wiU MeNZWNE ONOREVOLE Al sig. dott. Francesco Gikelli, censore, per pro- spetto statistico-medico dei manicomj di Brescia pel quadriennio dall'anno i838 al i84i. ( , •; • / ,: , . Medaglia d' argento Al sig. chirurgo Anxonio Sandri, uditorc, per ri- '9' cerchc intorno alle cause di alcunc flebiti consecu- tive al salasso. Medaglia d' AncENTO Al sig. Giovanni Antonio Bonaldi, uditorc, per incisione a bulino di B. V. tratta da un dipinto del Coreggio. Aw. GIUSEPPE S^y^ERI, Presidente. G. NicoLiin, Segretario. 192 SESSIONS DELLA CENSURA Brescia 26 agosto iS/\d. Raccoltasi per Invito presidenziale la Censura accademica pel giudizio de' premi sulle produzioni industrial! concorrenti alia pubblica esposizione del passato anno 184^5 Presenti i signori aw. Giuseppe Saleri, presidcn- te, nob. Alessandro Sala, nob. bar. Camillo Ugoni, prof. Giuseppe Gallia, nob. ab. prof. Pietro Zam- belli , dott. Francesco Girelli, dott. Giambattista Pagani, censori, Letti i rapporti dellc commissioni nominate a riferire sugli oggetti presentati al concorso, Discusso il merito assoluto e relativo dclle pro- duzioni, Risultarono le aggiudicazioni seguenti : I. Premio A Francesco Nullo e Comp.° di Brescia, per nuovo metodo di filatura della seta. II. Pbemio A Bartolomeo Latfranou di Brescia, per modello di macchina a difesa da caduta dei gravi. 193 III. P REM 10 A GiAMBATTiSTA PivETTi tli Bvcscia, pci" smaiiiglio in oro lavorato a filograna. Aw. GIUSEPPE SALERI, Presidente. G. NicOLun, Segretario. igS ELENCO dei libri ed oggetti pcr^'cnuti in dotto all' Ateiico neW anno \%/\i AtBiNr Lligi — Saggio analitico sul diritto p sull;i scienza ed istruzione politico-legale. Baritfi G. F. — Pellegrinazioni autunnali rd opuscoli. Bellani Angelo — Discorso sopra diversi argonienti fisico-chimici. — ' — Sullo spostamento del mercurio osservato al punto del ghiaccio sulla scala dei termometri. Dellc api. — Dalle difficolta che si oppongono alio stabi- limento di osservatorj meteorologici. Opuscoli due sui bachi da seta. Belli Giuseppe — Delia distribuzione deU'elettrico nei corpi conduttori. Dl un nuovo apparecchio per le sperienze suir origine della eletlricita Voltiana. Bellini Giambattista — Nuovo metodo per le am- putazioni dette a doppia resezione dell' osso, da cseguirsi mediante nuovo istrumento. A.rgomenti nella discussionede'quali nel terzo congresso scienlifico prose parte il dott. Gio. Baltista Bellini. «9^ Bernardoni Giuseppe ■ — Letlera al sig. abate D. Pie- ti'O Zambelli sopra varie lezioni tratte spe- cialmente dal testo della divina Commedia di Dante spiegato da Francesco Buti. BiANCHiNi LoDovico — Dalla storia economico-civile di Sicilia, Volumi 2. BiM GiACOMO — Elogio storico di Bernardo Rossi, maggiore negli eserciti italiani. Bizio Bartolomeo — Osservazioni intorno alia mc- moria sulla natura, sulla vita e sulle malat- tie del sangue del prof. Giacomini. Rivista critica alia risposta del prof. Giaco- mini alle osservazioni intorno alia memoria sulla natura, sulla vita e sulle nialattie del sangue, ed esame delle sue idee circa la vitalita. BoNALDi Giovanni — Madonna con Bambino . inci- sionc dall'originale del Coreggio. Branchi Gii'SEPPE — Memoric c lettere. Sulle falsificazioni delle sostanze specialmente medicinalij esui mezziatti a scoprirle, Vol.' 2. Sopra alcune proprieta del fosforo. Sui cangiamcnti di colore della tintura del tumesole e di altre tinture vegetabili. Brizi Oreste — Relazione storica degli atti e studi deir I. R. Accademia Aretina . appartenente air esercizio i84o-4i. Cenni sulle casse di risparmio. '97 Brucnateixi Gaspare — Delia colliira sociale c del contribuirc dclle cognizioni nalurali alia ine- (Icsiina mctliantc 1' inscgnamento dclla storia naturalc gencrale. Calegaiii Pietro — Saggio di riccrche sulla |)nligo- nometria analitica. Cantu Ioazio — Crouaca , ossia collezionc di iio- tizie contemporanec sulle lettere, le scienzc, la morale, le arti e I'industria. Tomo secondo, dispense X, XI. XII. Castro ( de ) Vlncenzo — Versione della Guida alio studio della lettcratura classico - antica di Francesco Ficker ( Parte II. fasc. 1 1 ." ) Cervetto G. — Appendicc ai cenni per una nuova storia delle scienze mcdiche. CiBRARio LuiGi — Dei vavi modi di coniinciar 1' an- no nella monarcliia di Savoja nci tempi di mezzo. CiTTADi.M LuiGi — Nuovi processi opcratori. Gozzi Andrea — Trattato elementare di cLimica mcdico-farmaceutica. De Gristoforis Luigi — Di una macchina igneo- pneumatica, memoria. Del GiiiAPPA Giuseppe — Traduzionc dell' orazione di M. TuUio Cicerone a favorc di M. Mar- cello. Do.vegam GiovA.N.M — Guida alio Slclvio. 198 Elice Ferdinando — Istruzioue sui parafulmini. Lettera suUa elettricita ottenuta da parecchie sostanze. Lettera sulla scintilla elettrica ottenuta dal caffe e da altri semi. F. B. — Deir origine degli Atenei. Poemetto. Fario Paolo — Opuscoli vari scientifici. Ferrari G. — Osservazioni ed esperienze sopra va- rie maccliie considei-atc sotto rapporto chi- mico-legale. Ferrari Giovanni — Dell' azione del sale ammonia- 00 sul calomelano. Fkrrario Giuseppe — Statistica niedica di Milano dal secolo XV fino ai nostri giorni. Volume II. fasc. 3 c 4* Feste ( le ) di Haydn in Vienna e Rohrau del i.° giugno 1 840 e 3 1 marzo 1 84 ' ( in tedesco ). Filippi.m-Famoxi Achille — Memoria sulla semenza di croton-tiglio. Gallesio Giorgio — Pomona italiana. Gandini Francesco — Mescolanza, opuscoli morali. Ghibellini Francesco — Prospetto geografico stati- stico del globo. — ■ — Vocabolario delle due lingue italiana e la- tiiia. Giornale deir 1. R. Islituto Lombardo di scienze , letlere ed arti. '99 GiuDizio sulle Jeduzioni del dott. Triberti intorno al sollalo di cliinina del dott. Achille Desideiio. Jager F. R. — Filosofia morale ( in tedesco ). Manuale di logica ( iu tedesco ). Lavini Giusei'pe — Riccrclie sopra una polverc de- positata da una neve di color rosso, caduta nelle vallate di Vcgezzc. Analisi clumica esplorativa e proporzionale di uu metcorolite caduto nel mese di luglio i84o a Gcrescto nelle vicinanze di Casale e Moncalvo. Memoria della festa dei venticinque anni, celebrata dalla corapagnia dei filarinonici dello stato imperialc austriaco colla rappresentazione della Creazionc il giorno 5 novembre iSSj ( in tedesco ). Meneguim G. — Alglie italiane e dalmaticlic illustrate. Meni-n Lodovico — Elogio fuuebre dell' ab. Fortu- nato Fcdcrici. Namias Giaccsto — Osservazioni intorno alia uti- lita dell'acetato di piombo e di altri astrin- genti nelle eniatemcsi c alia uatura dc'casi clie nc domandano 1' uso. Nava Ambrogio — Osservazioni suUa memoria pre- miala dall' I. R. Istituto Lombardo relativa alia produzione della seta del dott. Cesarc Stradivari. Negri Ciristoforo — Del vario grado d'importanza degli stati moderni. Ore ( le ) solitarie — Opera periodica di scienze , lettere, arti e giurispx'udenza — anno i84o fasc. 8 e g, Agosto e Settembre. Perego Antonio — Memoria sulla elettricita che per feltrazione si sviluppa nel mercurio. Relazione di un infortunio occorso per caduta di fulmine. Paxeocapa Pietro — Sulla boniGcazione di Val di Chiana. Picci LuiGi — Observationes criticae do morbosa stomachi araplificationc — Dissertatio inau- gural is medica. Regolamento per la societa medico - chirurgica di Torino. • ••< RiccARDi Vernaccia Francesco — Intorno all' istru- zionc dci contadini, lettera al raarchese Gas- siano Ridolfi. Delia necessita di un istituto agrai'io che sta- bilmente provveda all' incremento dell' agi-i- coltura in Toscana (in italiano e in francese). RivELLi Giacomo — Elementi generali espositivi della primordiale formazione dei visceri addominali. RoviDA Gesare — Traduzione della storia del Som- mo Pontefice Innocenzo III e de' suoi contem- poranei di Federico Hurler, Vol, lU. • 201 ScARABEi.Li Luciano — GuiJa ai mnnnmcnli storiri ccl artistici Jella citla di Piaccuza. Inlorno allc iiuove prose Ji Pietro Giordani noil comprese nel Volume 29 della bibliotcca scclta del Silvestri. Degli uomiui di Ictlcrc di Giuseppe Bian- clielti, Discorso. Secco-Suardi Bajitolomeo — II mio secolo, oUavc. SiGNOROM BARTOLOAfEo — Memoria teorico - pratica sopra la intro-retroversioue , nuova maniei-a di operazione radicale dell' ernia inguinale. !Metnoria teorico-pratica sopra il nuovo com- pressore delle artcrie, premiato con medaglia d'argento dall' I. R. Istituto delle scieuzc, leltere ed arti di Milano la fesla del 3o niae- gio 1837. Di aleune rare opcrazioni sul capo, eseguitc nclla cliiiica chirurgica della I. R. Uuivcrsita di Padova. Saggio dci risultameiili avuli uella clinica cliirurgica dell' I. R. Univcrsita di Pavia ncl- I'anno scolaslico i8a4-2J. Piospclto clinico della scuola di clnrurgia pratica nelia I. R. Univcrsita di Padova. ToFFOLi Lligi — Lcttera suUe cause clie da poco tempo intorbidano il fiume Bronta. Cenni cliimico-medici suUe birrc. i3* aoa ToFFOLi LuiGi — Cenni sullc avverlcnzc die tlebbo- no avere i calligrafi per conservare i carattcri di purezza dell' incliioslro nero tla scrivcrc concentrato, composto in Bassano nel labora- torio di Luigi Toffoli. • Dissertazione cliimico-medica sopra i taitari emetici. Vocabolario dellc odierne nomenclature clii- mico-filosoficbc. Farmacia Zoologica , ossia materia medica animale. Uberti Giulio — La Primavera, poemetlo. Valbusa. Angelo — Discorso inaugurale letto nella grand' Aula dell' I. R. Universita di Padova per I'apertura di tutti gli studj nel gioruo 3 novembre i 84 1 • ViDONi DE SoREsiNA Co. Bartolo:weo — La pittura cremonesc descritta. Villa Francesco — Lc maccbine a vapore descrilLe I e spiogale ai non intelligenti di meccanica e di Csica. La contabilita applicata alle amministrazioni private e pubblicbe, Volumi 2. Zantedeschi Francesco — Memorie varic di flsica, con aggiunla di ua clenco dellc pvincipali opcrc scientificbc deH'autorc. 5o!V J N D I C E L'eta nostra vanlaggiarsi siille passate negli elementi rlie costituiscono la vita civile. Discorso deir Av\>ocato Giuseppe Saleri , Presidente Pag. in Rclazione accaJemica del Segretan'o . . » 3 SCIENZE Di tin impoi'tante miglioramento introdotto nol govcmo dei baclii da seta dal Conte Paolo Tosi. Memoria del Noh. Giacinto Mompiani, Cetisorc "4 Relazionc di un saggio fatto sopra iin piccolo pc/.zo di litantrace, o carbone di terra, tro- vato nella provincia bresciana. Del Cav. Bar. Anlonio Sabatti, flee Presidcntc » 8 20^ Prospetto statlstico -medico dei maniconij ili Brescia pel quadriennio dall' anno i83S al 1 84 1- Del Dottor Giuseppe Girelli , Censore Pag. 9 Ricerche sulla causa di alcune flebiti conse- cutive al salasso. Del Chirui go Antonio San- dri, Uditore "39 Intorno la cui-a dell' idrofobia. Nota del D.r Gio. Pelizzari, Socio attwo . ...» 4** Cousiderazioni sulla rabbia canina. Del D.r Giacomo Uberti, Socio atdvo ... » 4^ Sulle eclissi totale del sole del giorno 8 lu- glio 1842. Memorie due del Prof. Antonio Perego, Socio aUivo » 5?. DeU'elettrizzamento dei mctalli c di altri corpi. Dello stesso » 68 Deir clcttricita di alcune sostanze anitnali e delle pietre, e quindi di un nuovo clct- troscopio. Dello stesso "77 Relazione degli atti della sezione di cliimica della terza riunione dcgli scienziati ita- liani , tenutasi in Fii'cnze nel settembre 1 84 1. Del Dottor J. Attilio Cenedella, Socio attivo » 86 Intornol'originale principio di forza. Discorso deW Abate Arcip. Francesco Riccobelli , Socio attivo . . . i ' ,■ ■ . . '•''■ • » ^7 LETTERE Cenni intorno alia vita del Conte Paolo Tosi. Del Cavaliere Francesco GamLara , Socio attivo Pag. yG Notizic intorno la vita tli Lodovico Manin, ultimo Doge di Venczia. Delia stesso . » 97 Delia vita e dellc opere di Luigi Valentino Brugnatclli. Discorso del Prof. Fcrdinaudo De Cattanci di Momo, Socio d'onore . » log Elogio di Ccsare Ruggeri. Del Dottor Anto- nio Schivardi, Socio attivo . . » i 1 7 Fircnzc nci sccoli XIV c XV. Studi storici delContG Tullio Dandolo, Socio d'onore » i iB lUustrazionc dcUa selva allegorica della Divina Commcdia. Del Prof. Giuseppe Picci , Socio d'onore " ' '9 Frammento d' un romanzo. Del Dottor Lo- renzo Ercoliani, Socio d'onore . . » j47 1 Saraccni a Messina. Tragedia lirica del Prof. Giuseppe Gallia, Censore . » i^^ Poesic di Giovanni Lodovico Huland tradottc dal Consigliere Antonio Bellati, Imperiale Regio Delegato Provinciale inPavia, Socio d'onore » 162 ao6 BELLE ARTI — ARTI E MESTIERI La gioventu di Maria Vergine — Una greca ferita — Quattro ritratti — Tre studj dal vero — Una testa ideale — Una sacra famiglia, replica — Una Madonna. Dipinti a olio di Luigi Sampietri, da Brescia Pag. 167 La morte di Procri, dalle Metamorfosi d'Ovi- dio — Giovc coronato dalle Grazie , da un originale d' Appiani — Marglierita Pusterla, abbozzo di quadro grande ese- guito per commissione — Due fanciulli dal vcro — Ritratto di vecchia a meta figura. Dipinti ad olio di Gio. Mene- gbetti, da Brescia » 168 Briganti di Sonnino, uomo e donna. Dipinto a olio del Conte Giuseppe Martinengo Cesarcsco, da Brescia "169 Piazza delDuomo in iNlilano. Veduta a olio di Angelo Inganui, da Brescia^ Socio d'ojiore » ivi Gruppi di fiori. Dipinti a olio di Tommaso Castellini, da Brescia j Socio d' oiiore » 170 Due miniature di soggetto sacro — Altra sullo smaito, rappresentante le Grazie che accarezzano Aniore. Di Pietro Vergine , da Brescia J Socio d' onorc . . . . » 1 7 1 20^ Beata Vergine con Bambino. Incisione tU Gio- vanni Bonaldi, da Brescia , Udilore Pag. i^3 Rilratto del marchese Cagnola — Mcdaglia in niarmo carrarcse. Di anoniuio allicvo della scuola dello scultore Abboudio San- giorgio )> ivi Piccolo bnsto — Due ritralti in basso rilie- vo — Dcposizionc di croce in tutto rilievo. Lavori in avorio del dilettante Sacerdote Stefano Fenaroli >' ' 74 Sacra famiglia, da iin antico dipinto. Di Giu- seppe Capitanio, da Brescia ...» ivi Due ritratti in miniatura. Di Giacomo Bo- nclti, da Brescia » ivi Due quadrctti in musaico. Di Gio. Morelli, da Gavardo » ivi Due vezzi da putti , basso-rilievi in marmo carrarcse. Di Giovanni Seleroni . . » ivi Due modelli in gesso, I'uno di cimasa, I'allro didecoi'azionediFontana. Z>/Giambattista Lonibardi, da Rezzato » 170 Altri due simili, I'uno di candelabro, I'altro di capitcllo. Di Gio. Palazzi, da Rezzato » ivi Altri due di candelabri. Di Pielro Telasio » ivi Trc quadri di volatili, da originali del Du- ranli , dipinti ad olio dal Nob. Angclu Migiiani, da Brescia » ivi 208 Quadretto a olio rappresentante due colombe. Di Faustino Joli, da Brescia Pag. inS Macchina deslinata alia i-isoluzione d' uii pro- blema relativo alia difesa dalla caduta dei gravi. Di Bartolomeo Laffraiichi , da Brescia » ivi Nuovo metodo per la preparazione e rifusionc deir acqua nella filatura della seta. Delia DiYto Francesco Nullo c Comp. Ji ^re^em » 177 Nuovo processo per mettere a lucido i rauri degli appartamenti e per dipingervi a tempera. Di Tomaso Castellini , da Bre- scia ^ Socio d' onore » 180 Pianoforte a imitazione di modello inglese, con modificazioni. Di Giuseppe Gelmini, da Brescia . . . » 1 8 1 Sraaniglio in oro. Di Gio. Battisla Pivctti, da Brescia » 1 82 Nuovo processo per le preparazioni anatomi- chc. Del Chirurgo Antonio Sandri, Udi- torej da Brescia » i83 Laminatojo di Liverpool introdotto e raiglio- rato. Di Gaetano Zapparelli, c?rt i?/e.yaa » i85 Cornice di legno a tarsia. Di Giuseppe Mas- sini, da Brescia » 186 Tavolo a tarsia. Z)j Giovanni Ghirardic?j Giu- seppe, da Brescia » ivi 209 Imbalsainay.ioni d'aiiiniali. spc( ialmcnle vola- tili, a pclli fVcschc c sccchc. Del Chirurgo Luigi Udescliini, da Brescia Pag. i8() Quaclro a trapunto. Di Rosa Rachel i . . » ivi Altro a ricanio a puuto passato. Di Paolina Kostka, da Brescia » 187 Lavori in capegli. Di Luigi Galizia » ivi Scarpc a tomajo d'lin solo pezzo. Delia cal- zoleria Corazzina » ivi Cappclli in seta c castoro d' uno solo pezzo. Di Andrea Cresseri, da Brescia » ivi Modello di letto clastico. Z>i Paolo Rubagotti, da Brescia » ivi Trappola a speech j. Di Bortolo Berenzi, da Brescia » ivi Saggi di sigilli. Di Gaetano Zapparelli . » ivi Saggi di cannedapistola. Z>/ Marco Cominazzi, da Gardofie n ivi Gesu Cristo nel sepolero, lavoro in osso. Di Giuseppe Melloni. da Brescia . . . » ivi Sezione della Censuia pel giudizio de' prcmj annuali ai socj >/ 1 8q Sezione della Censura per 1' aggiudicazione dc'pvenij animali agli esteri ...» 19*2 Lihvi venuti in done all'Ateneo nell'anno 1 «/[ •? » 1 ()^ E(OL(J loriituralc tdino Botanico di Brescia ^i^^f? OSSERVAZIONI METEOROLOGICHE lallc c compilate a merito e diligenza del Sig. Antonio Percgo Professore di Fisica e Sloiia Na(,„.aie nelP I. R. Liceo nelP anno iS-ja al Giardino Botanico di Brescia elevato sopra il livcllo del mare meui 1 50,17 {a). ALTEZZA DEL BAROMETRO RIDOTTA ALLA TEMPERATURA DI ZERO i3 idem ■ 4 idem 3 Idem g dopo mezzodi ■,46 (5,46 20 dopo mezzodi ^ TEiMPERATUUDELL' ARIA MISURATA COL TERMOMETRO IN 3o PARTI Media di lutloilnn Li„e4 6, 37 " t,, t5 ^ , fi, 55 > 0,88 ♦ » Giadi 7, 5o (a> Li diffcreni3 di liTClIb e itata dcterminata per meizo (4) Fu il 3j; cd 11 25 erano due lemporili iino con fj.le (c) Fu il 31 e la tempetla non era iulcramentc formaU i (J) Nevici il 9 alle 6 1;2 pomeridianc. (a) Spcsso per causa di temporali. (/-, Vi turona molti lemporali. Of) Fu il 3o alle 5 pomcridiane, la qticslo mese successe (A) In qucsto lUMc non vi fu clic 0) Vi furono due tcmponlj. tJi) La neve caddc il 7 e 1' S. (0 In Uillo P anno sopra uno spazio superGcialc d i baromclriclie falle pel ( c 1' aitro con neve gelata. 1 cho il nucleo { givre dc' franctsi 1 tcmporale. KB. Le c : si fan .0, 5o io,5o 10, 5o 2,25 3,75 1 3, 00 .3,75 .3,50 STATO DEL CIELO i3, 12 ■ 7, ,5 18,06 i5,5o 62 45 94 16 81 34 76 39 5. 45 io5 ,2 ii3 9 63 =9 4 T 39 43 4 82 54 3(t) 5 » S Vcnli I .miaauli » ? 3 SE. J, 9 S. E. E. cd 0. N. E. 10 gioroo, dopo cd alia ncira nolle. 11 termomelro poi e poslo ad una Caesli .1 a Nord-OTCst alzato 7 metri lopra il suolo. S.E. I c rr 9 S. E. I o. i - I E S N. e S. I E u^vC/-;