vm. ¥ m mm ■s&%* COMPENDIO o* iCL DELLA STORIA® GEOGRAFICA, NATURA E CIVILE DEL R E G K O DEL CHILE. BOLOGNA M-D CC1XXVL NELLA STAMPERÌA DI S.TOMMASO D5 AQJJINO Con licenza de* Superiori . )(■")( PREFAZIONE. X L Chile 3 Vai fé non meno beneficato dalla Na- tura y che trafcurato dagli Scrittori 5 fi conferva finora quafi del tutto incognito alle perfine 5 che fi dilettano dello fludio della Geografia , e della Storia Naturale. Gli Autori, che immediata- mente dopo le conquijle degli Spagnuoli nelV A- merica 3 pubblicarono le loro Geografie unìver fa- li ? trattarono veramente di queflo Regno 5 nifL, come le notizie , che allora ne venivano 5 erano generali , e confufe 5 così tutto quello , che co ne dicono , è sì fcarfo , e sì pieno di errori , e di contradizioni , che non fé ne può formare un* idea ragionevole . I Nazionali del Paefe , che potevano con vere relazioni dijjìpare fijfatti cr~ rari) ed illuminare quei che ne volevano di nuo- vo fcrivere 5 avevano , attefa la gran lontanan- za 5 poca comunicazione coir Europa > e di ra- A 2 do venivano . o» r.wu^>. > -»- „ non fi difcoflctno dai Torti, o fi pia s'in- ternano, non badano ad altro, che a! loro in- tere ffi . Quindi i Geografi moderni , non trovan- do delle notizie più giù fi e , t attengono a quel- le, che di quefta Regione Infilarono i J»« antt- chi , e ne adottano tutti i difetti . Kulla oflan- te debbono tra quefìi Scrittori eccettuarfiM. Sanfone d> Abbeville , V Autore Inglefi del Gaz- zettiere Americano, e il Sig. Abate Ciò. Dome- nico Coletti, i quali benché non vadano del tut- to c/enti da alcuni paoli sbagli , a cui mdijpen- fabilmente fono /oggetti quelli, che o non ojjer- varono per fi ftejjl le cofi , di cui firivono , o ie videro di faggio , tuttavia meglio mjtrutti ci prefentano una Deferitone pia efatta , e ve- ra del Chile. Ma come la natura delle loroU- pere gli obbliga a ccntenerfi dentro di Jhetti ter- mini , tai defezioni non fono capaci di appaga- re la curiofità delle perfine , che cercano di co- nofeere un poco più a fondo le qualità, e prò- dotti di un Taefe. Quefto motivo mi fice pen- fare a un compendio pia detagliato della Stona Geo- **mmf3&Zl )(v)( Geografica , Naturale , e C*z//7e tì?/ g^/^/Zo Regno^ che potejje così diflruggere le falfe imprejfwni che fé ne hanno $ come infiruirne fufficie mentente gli amatori delle cognizioni , che appartengono alla. Situazione , e produzioni delle differenti parti del nojlro Globo. La dijficultà della lingua era per me un ofiacolo fortijjìmo 3 ma finalmente porta- to dair amore di fervire in qualche cofa allcL» focietà) mi sforzai a vincerlo , pervadendomi > che quei che fi vorranno prendere la fatica di leggere quefF Opufcolo , contenti di capirne il fenfo 5 e di trovare in ejfo delle cofe che muo- vano la loro curiofità 5 dijjtmuleranno prudente- mente i dijfetti del linguaggio 3 che fono quafi ine- vitabili in un forafliere . Queflo riflretto 9 avvegnaché non ecceda ì limiti di un rigorofo Compendio , tuttavoha per l& Maggior comodità de* Lettori y e per V ordina 7iecejfario va divifo in due Farti > le quali fi fuddividono in parecchi Paragrafi \ Nella primtt Varte^ data una delineazione generale del Chi- le 5 fé ne deferivono prima il temperamento 3 i fiumi 5 le piante , gli arbufli 5 gli alberi , ed i 3 e. Tilt- )(vx)( frutti pia notabili : indi le conchiglie , * pejci > gF infitti, gli uccelli, e i quadrupedi: f* * »ew«« , fimi-metalli , ^ ' »»»«*« > f*e «" * «HMW. Nella feconda Tarte fi tratta pr* «,«-*»«*< dei Haturali Originarj ài quetto Taefe, di cui t efpongono le fifinomie , »*«- ai0««, lingua, Ketigione, Governo Ovile, o Militare, abitazione, vefiiio, ed occupazioni: dopo premefia una breve relazione dello fiabilt- mento degli Spaglinoli, fi moflrano i caratteri, le maniere di venire, e di edificare, il Commer- do, e il Governo Ecclefiafiico , Militare , e O- vile de' loro difiendenti con una fuccinta deferi- rne delle Provincie, in cui effi hanno divifo la farte del Chile , che abitano , e delle Otta , e borghi , che finora vi fino fiati fondati . Ter evitare la confinone , che potrebbe «a- fiere dalla diverfità delle Ortografie, ferivo tut- ti i nomi proprj dey luoghi , e delle altre cofis peculiari della maniera , che gli ferimmo i na- zionali del Taefi . La differenza confifie prin- cipalmente nel Ch. , che da loro vien proferite innanzi a tutte le vocali come il ce , ci Italia- no, x»oc no . Onde benché ferivano Chilc , Cachapoal , Mapochó &c. femore pronunciano Cile , Cacia- poal i Mapocio . Come il fine primario di quejlo Compendio è di concorrere in alcun modo alliu perfezione della Geografia , e della Storia Na- turale, così mefa da banda ogni affezione me- no regolata , mi fono allontanato da tutto quel- lo , che può alterare la verità , non dijjtmulan- do , nemmen efagerando ciò che i? è di buono , 9 di cattivo , come ognuno fé ne può facilmente accorgere leggendo i puff , che allego , degli Au- tori, che meglio hanno fritto del Ch'ile, lo vi- di , ed efaminai per me fleffò la maggior parte delle cofe , che deferivo. Intorno poi a quelle , che non potei ojfervare , ho feguito il teflimonio di parecchie perfine favie , e giudiziofe , le qua- li le videro , ed esaminarono diligentemente, no» valendomi però delle loro informazioni , fé non quando le trovai interamente concordi. A4 Vìdit Vtdit D. Aurelio Caftan* Clencus W? Sanai Tonili , fra WuftriJJÌtno , * Beveren - diurno Capitulo Mmefolitan* Bottoni* 1 *«'- tentiatius . Die 2. Februttrìi 1776. rtf/*V S. Oj^cii Bottoni* . XO( COMPENDIO Della Storia Geografica , Katurale , e Ovile del Ch'ile. PARTE I. §. I. ^L Chìle, Regno dell' America Meridio- nale , è limato fulle rive del Mar ratifico , o ha del Sud tra i gr. »4-, e 45- di latitudine Auftrale , ^ tra i 304. e 308. di longitudine , collocato il primo Meridiano nell' Ifola del Ferro. Quindi la fta lun- ghezza da Tramontana a Mezzodì è di più di 400. ìeghe, e la fua larghezza da Ponente a levante, comprefavi la montagna degli Andes, di 80. incirca (1), I fuoi (1] Qu: »on fi defcr-ve altro , che quella R^gtone, 0 Vaefe , che i nazionali conoscono folto il nome di Chi- le . Il Governo generale , che gli Spagnuoli chiamano Governatone del Chile, comprende in oltre U firovm- eia del Cujo , i fatagoni , e le terre Magallamcbe; m» tutte quefie contrade fono affatto differenti dal Unte co- sì nel temperamento , come nei linguaggi , e fattezze^ de' loro abitanti Originarj , e ne vengono del tutto Je- parate per V inaccejfibìle montagna degli Ande! , n I1 §mam X z X I Aio! confini fono all' Occidente II fuddetto Mar Pacifico , a Settentrione II Perù ; all' Oriente il Tu- cuman , Il Cujo , e le terre Patagoniche ; e a Mez- zo-giorno le contrade Magallanlche , da tutte le qua- li Regioni lo fepara perfettamente o per fé ftefla , o per I Cuoi rami h menzionata montagna degli An- des • II. Il nome generale di quefto Regno è ante- r.ore all' arrivo degli Spagnoli a quelle parti fi) . Gh Autori, che fcrivono dell' America, ne adduco- no molte etimologie, tutte le quali, i dire il vero, o fono aleutamente falfe, o fi fondano fopra fri- vole congetture. La più verifimile nondimeno mi fembra quella, che deduce la voce Chiledzl nome di- certi uccelli chiamati Ch'il» , di cui abbonda quefto Paefe, perchè gì' Indiani folevano dare alle loro Ter- re il nome di quelle cofe , che vi fi trovavano hu maggior numero , III, 'in (!) I Peruani,che ne ìntr apre fero la conquifla cent' «nn< prima degli Spag nuoti , cercarono queflo Regno fot- to le denominatone del Chlle , come cofta da' Come». I % ni *rH • * CMleni ^flralì,che popolarono le lfo- ie a, Uvloe, ( fa di cui trafmigr azione è anteriore di meum Jecoh a quejla Epoca ) per conservare la memo* rta del lore primitivo Paefe , le sminarono Chilhue , etoe luogo, o Provincia del Cbile . Onde gli Spagnuoii non poterono comunicare a tutto il Regno , ( come pre- teso», vari Autori ) il mme , che già poffedeva . vm^mmmmmt'i X 3)( III. Tutta quefta Regione fi divide naturalmen* te da Settentrione a Mezzodì in tre grandi parti . la prima fi compone delle Ifole , ehe s' incontrano nel uio Mare . La feconda , a cui più comunemente fi dà il nome Cbìle, è quella gran fafeia, o tratto , di terra , che giace tra il Mare , e la montagna de- gli Andes • La terza comprende tutto lo fpazio* che vi occupa quefta catena di monti . IV. Le Ifole finiate nel Mar Chileno fono lo tre Coquimbane deferte a gr. 29-25. ;le due di Gio« Feraandes abitate dagli Spagnuoli a gr. 33-42- : la Qiiiriquina full* ingreffo del Porto della Concezione appartenente a uno de' fuoi abitanti a gr. 36 -4** S. Maria degli Araucani a gr. 37- 17: la Mocha pri- ma affai popolata, al prefente deferta a gr. 38 - 5^- T Arcipelago di Chiloe , che contiene 47. Ifole tra* gr. 41-15, e 45. abitate dagli Spagnuoli, e dagl* Indiani . Tutte quelle Ifole fono per lo più picelo- le , eccettuatane quella > che fi chiama propriamen* te Chiloe 9 eh' è lunga 60. leghe incirca, e qualche altra dello fteffo Arcipelago . V- La fafeia di Terra fituata fra il Mare , e gli Andes , ( di cui fpecialmenre fi debbono intendere-* le cofe, che diremo del Chìle , perchè ella è la par- te più conofeiuta , e abitata ) ha di larghezza 40» leghe, e fi fuddivide quali ugualmente in Marittima^ e Me- )(4)C c Mediterranea . La Marittima è tramezzata da tre o quattro Catene di monti paralelli agli Andes, tra* quali fi vedono molte Valli inaffiate da bei rufcelli. La Mediterranea è piana , benché qua e là abbia fpar* fé alcune Colline , che fanno fpiccar più T amenità delle campagne fottopofte. VI. La Montagna degli Andes, ovvero la Cor* ditterà, che fi crede la più alta del Mondo (i), fi ftende dallo Stretto Magallanico infino al Golfo Mef- ficano per lo fpazio di 1380. leghe. Quefia Monta- gna, dove appartiene al Chile, ha 40. leghe all' In- circa di larghezza . Ella fi compone di monti altif- fimi , incatenati gli uni cogli altri , pieni di dirupi, e balzi ipaventofi , tra' quali pure $' incontrano mol- te vallate amene, e pianure affai vafte abitate da parecchie Tribù di Selvaggi . VII. (1) La Cordelìere .... Chaine de montagne s , dont plujieurs font beaucoup plus hautes , que le Pic-de-Tene- rzf3 & dont la cime ejl converte de cent pieds de nei- ge ,tandis qu en bas ce font des jardins fleuris , & fe- conds en fruìts , qui demandcnt le plus de chaleur . Vo- yage au Perou par M. Bouguer pag. 378. Selonles ob- fervations du P. Fevillée le Pic-de-Tenerif a 2213 tot* fes au defìus du niveau de la Mer . Le Pichincha dans le Quìto en a 2427. Une autre montagne y en a 249?. totfes de hauteur , ori le mercure fé foutìent dans le ba- rometre et 15. pouces , 9. llgnes , cy ett a dire a 12. poi/c. 3. lig. environ plus bas, qu au bord de la mcr» Mem. de V Acad. des Scient. an 1744. t*g. 169» )(5)( «lilla i.^dg^mmagg^-^gg^^v^^^^^^^^K.»^ VII. Il Chile è uno de' migliori Paefi dell' A- merica: la bellezza del fuo Cielo, la benignità del ilio clima, la fertilità , e ricchezza del fuo terreno gli danno vantaggj coniìderabili fopra i fuoi vicini (i) . Le quattro Stagioni dell' anno benché in tempi op- poni a quefti di Europa , vi fono regolari . La Prima- vera , come è noto agi' intendenti di Geografia, vi comincia nel mefe dì Settembre ; L' Eftate in Decem- bre; 1' Autunno in Marzo; e il Verno in Giugno. Sul finir dell' Autunno , nell' Inverno , e nel prin- cipio della Primavera vi piove abbondevolmente; ma negli altri tempi o mai , o di rado . L' atmosfera , durante la State , fi conferva fem'pre ferena,nè vien turbata dalle temperie di grandine , e di fulmini, che fono tanto frequenti nelle altre Regioni (x) . Quella mancanza però d' acqua piovana non è nocevole al- le campagne , perchè la guazza , che vi cade ogni notte, e 1' umidità, che rimane dal Verno, fono fuf- (i) La descrizione aggiunta fa vedere lo flato pre^ [ente di quello Regno , che è fenza conir adizione il pi1* bello , il più ricco , e il più fertile di quanti n abbia- in tutti ì fuoi dominj la Monarchia di Spagna . Gio*. Dom* Coletti Diz. Geogr, dell' Am~ Mer. v. Chile, (2) Il Chile è libero affatto da' fulmini , quantun- que vi fi fenta talvolta tuonare , perchè qucflo fegu^& a una grande diflanza fugli dndef V Inglefe Aut> del Gazz* dm* v. Chili . X 6 X {ufficienti , acciò i frutti riefcano ottimamente . Tut- to il Paefe inoltre è bagnato da quantità di copiofi fumi , e rivi , donde col mezzo de' Canali fi cava con facilità quanta acqua fé ne vuole . Vili. Il caldo , attefa la ferenità continua del Cielo , vi dovrebbe effere ecceffivo , fé la divina Pro- vldenza fempre benefica non vi avelie poflo riparo . 1/ Oftro , che viene dal Polo pe' mari intermedi , e che mentre non piove , vi regna incefTantemente^ le Maree , che fi levano a mezzo-giorno , la rugiada , che principia al tramontar del Sole , e certa aura ibave , che iccnde dalle nevofe montagne degli An- des rinfrefcano maravigliofamente 1' aria (i) . Il fred- do ancora nell' Inverno è affai moderato (z] . Nelle con- Ci) Quantunque il Chili fìa Jìtuato prejfo la Zona Torrida, vi è per altro V aria di State temperata, o fana . Lo ftefio Inglefe v» Chili . Le quartier de Chili ( cioè le parti Settentrionali del 'Regno ] devroit étre plus chaud , que V Efpagnè , (£* celai de V Imperiale , ( le Provincie Australi ) commt^ V Efpagne . La proximìtè des montagna d* un cote, & de la Mer de V autre , font que le Pays efi un peu plus froid y qu il ne devroit étre ; mais ajfez chaud pour étre un des meilleurs de V Amerique . M. Sanfon d* Ab- heville dans fa Geogr. v. Chili. (x) Amenifjìma porro Pregio eft ( Chile ) & perfs.- cunda , atque omnium frugum , haud fecus quàm Hìf- pania, ferax ifalubris quoque , (£• egregium inter ac1us3 & frigus foriit a temPeramentum > hs.t, Hift-, v. Chili » )(7)( contrade marittime non fi è veduta mai cafcar la ne- ve; in quelle, che s' avvicinano agli Andesnefuol venire un poco di cinque in cinque anni , e talvol- ta ne paffa più tempo. Sugli Andes peróne cade in sì gran quantità, che vi fi conferva perpetuamente, e la maggior parte dell' anno ne rende il paffaggio impraticabile (i) . IX. Il temperamento , benché fiapiù, o meno umi- do, fecondo la minore, o la maggior diftanza dal Mare, e più, o meno freddo, attefa la rifpettiva fi- tuazione de' luoghi, è generalmente fano. Non vi regnano le peftilenze , che fogliono altrove fpopo- lare le Provincie intere , nemmeno le febbri terza- ne, e quartane, che fono tanto comuni negli altri Paefi . Anzi quei che ne fono attaccati nei Regni cir- (i) Quefla montagna dentro i lìmiti del Chile non t>à che otto , o nove Brade 3 le quali fono fomm amente afpre , pericolofe , e talmente ftrette , che appena vi puh pajfare un9 uomo a cavallo. Siffatte Jlrade dal Mefc* d* Aprile fino a quel di Novembre fi chiudono ajfaito colla gran neve , che allora vi cade. Alcuni > che por- tati da qualche rilevante interejfe s* attentano in que- llo tempo a pajfar quefti monti , vi fogliono refiar gie- iati» Quindi parecchi Autori , fenza fpecificare i luoghi. dicono afiolutamente , che nel Chile muojono gli uomi- ni di freddo . Oggidì nella Brada , che conduce dalli* [Capitale a Mendoza , fon» fiate fabbricate alcune ca+ uccie di fajfe y dove fi rifugiano ì Corrkri * )(*)(■ sssasssffK?^ r "' ■ '-r circonvicini , per liberarfene paffano al Chile , ove dappoiché ne pigliano P aria , rimangono interamen- te guariti . Gli accidenti apopletici , e le contrazio- ni delle membra vi fono ancora rariffime , maifime ne' giovani ; Onde fono pochi i zoppi , e gli ftrop- piati 5 che vi fi vedono. I cani non vanno foggetù alla rabbia, e finora non fi è trovato neppur uno, che ila flato attaccato da quefta terribile malattia . X. Alla falubrità dell' aria corrifponde la net- tezza del terreno . Non vi fi trovano Vipere , Ser- penti 5 Tigri , Orfi , Cinghiali , Lupi , né le altre be- itie nocive 3 o velenofe (i). Le bifeìe , di cui non fi vede , che la fpecie ordinaria , non hanno veleno, cerne ne fecero 1* efperienza gli Accademici, che_i> Bell' anno -1736. pacarono al Perù per mifurarvi un grado del Meridiano . Laonde fi può ftare , e dor- mire fenza follecitudine alcuna in qualunque fito del- la campagna (i) . Queflo privilegio del Chile di non avere (1) Nelle bofeaglie piti folte dì queflo Regno sy in- contra una, fpecie dì Lionì pivi pìccoli degli Africani , e fon&a chioma , i quali attacano foltanto il betfiame , ma fuggono dall' uomo . Almeno dacché il Chile è abi- tato dagli Spagnuoli , non fi fa , eh' effi fi fi ano atten- tati ^benchì affai perfeguìti , a fargli fronte , 0 ad affa- Urlo . (t) Appiè degli Andes ne1 Mefi di Dicembre , o Qen- )(9)( avere fi fatte beftie, diviene più ammirabile, qua- lora fi rifletta, che le Regioni confinanti ne vanno affai infettate • Due cagioni, fé non m' inganno, polTono concorrere a non permettervi loro T entra- ta. La prima è la benignità del temperamento , poi- ché la maggior parte di quefti animali ama i paefi caldi . La feconda , e forfè la principale, fi è la gran muraglia degli Andes, che la natura gli mife attor- no , i quali ficcome fono ripidi , e fempre mai co- perti di neve , loro impedifcono il pafifaggio . XI. Sulla parte più elevata di quefti monti, den- tro de* confini. del Chile, fiammeggiano continuamen- te quattordici grandi Vulcani, e varj altri piccoli, i quali finora non hanno recato danno alcuno alle B con- Gennajó fi trova un ragno nero colle partì deretane r •of- fe , il quale abita tra V erbe in una cafuccìa quadri- lunga , che fi forma colla fua tela . Si dice , che la, pun- tura di quetto ragno cagiona per uno , o due giorni vi- nci fpecie dì febbre , fenza ulteriori confeguenze . I mie- titori^ d* uno dì quei campì , che porta-vano addofio i fafcì di fpighe pieni di sì fatti ragni , dimandati da me fò non temevano ^ quegV infetti nocivi , mi rifpofero , 'che nello fpazio di molti anni, che vi efercitavano quel me- ftiere , non ne avevano efperimentato danno alcuno . D* allora in qua cominciai a dubitare della proprietà , che fi attribuire a quefti Ragni . Chechenefia effi non fi vedono che ne' campi fuddettì , e in quel tempo determinato , perchè fui princìpio di Febbrajo colla rugiada , che aliar* è pia copiofa in quelle partì , tutti muojono * )(io)( trade vicine . La quantità di materie folfate , che fi raduna in sì fatte caverne , e che fpira per tante.* bocche , è la fcrgente inefaufta de* terremoti , che talvolta efperimenta quello Paefe, avvegnaché elH non fieno cosi improvifi , come fi fentono altrove , poiché principiando fenza la violenza , che poi ac- quietano , permettono agli abitanti di fcappare da' lo- ro tetti , e falvarfi . I Vulcani medefimi , per dove fi fventa una gran parte di quefle terribili mine, for- fè ne rallentano in qualche maniera la prontezza, o celerità degli effetti. XII. In compenfazione di quello male paffeg- gierè 3 che caufano gli Andes vi prefentano delle co- modità vantaggiose . V elevazione delle loro cime fempre coperte di neve reca alla villa un gran piace- re . le loro falde fono riveftite di bei ciprefTì , lau- ri 5 cedri , e d* altri legni filmabili : nelle valli al- berga una gran multitudine di uccelli , e di animali, che nelP inverno, fuggendo dalle nevi, fi fpargono per tutto il Regno : le loro vifeere abbondano di ric- che vene d* oro , d' argento , di rame , di diafpri , di criltalli, e di parecchj altri minerali utili (i) . Ma fo- Ci) I monti più alti del Chìle tra quelli , che com- pongono gli Andes , fono il Manflas a gr. 2.8 - 30 ; Il Tupungato GhaU vta> e Rìo-bueno (i) . XIII. Il Chile pure ha ì fuoi laghi , i più ri- marchevoli de' quali fono quei di Pudaguel , Aculeu , Taguatagu* , Bucalemu , Céjk//, Bojeruca , C«i/ , Lavqucn, e Kaguelguapi ii II Lago Lavquen , che da- gli Spaglinoli vien chiamato dì Villarica , ha 14. le- ghe di circuito, e nel di lui centro fi vede un' Ifo- letta con una bella collina , che s' erge a maniera di cono. Quello di Naguelguapi n' è poco inferio- re, ed abbraccia ancora un' altra Ifola . Entrambi formano due grandi fiumi ; il primo quel di Tolten , che imbocca nel Mar del Sud } e V altro quel di Ka- guelguapi, che va a terminare nel Mar del Nord . Altri laghi fono più piccoli di quelli . Avvi anco- ra un gran numero di fontane , e di bagni utili per curare diverfe malattie. XIV. ,"f,< ■■ 1 • 1 - 1 1 1 »i (1) Gli altri fiumi più rimarchevoli da Tramontana a Mezzodì fono il Salado , Copiapò , Guafco , Coquimbo , Tongoi , Limar) , Cbuapa , Longotoma , Ligua , Aconca- gua , Mapochb , Maipo ,• Cacio apoal Rioclarillo , Tingui- ririca , Teno , Lontue , Rioclaro , Loncomilla , Achiguenoy Pongavi j Ntf&/e , C#r<> , Ghillan , Dìguillin , DanicaU quin , Iw# , Ltfxtf 5 Duqueco 5 Vergar a, Cifrar ava , Le#- <>& 5 Ralemu , Menili» 3 Queule 3 Maullìn • >w»>i ')( 1 3 )( XIV. Le Campagne , ed i Monti di quefto Re- gno abbondano di pafture eccellenti pel nodrimento degli animali , le quali fi confervanola maggior par- te dell' anno verdi , e frefche . Quindi la carne del beftiame domeftico , che vi rimane anche nelle Inver- nate a cielo fcoperto 3 è di buon fapore . Vi fi truo- uano quafi tutte le piante felvatiche dell' Europa , e molte ancora di quelle , che qua fi coltivano , vi fo- no felvatiche , come farebbero V erbamedica , il car- do , il lupino , 1' appio , la borraggine , la menta^ Romana , il finocchio , la moftarda , le rape , e pa- recchie altre . Vi fi vede inoltre una gran quantità d' altre proprie del Paefe , tra le quali fono nota- bili 1' Erba del Sale , il Madi , o pianta dell' olio, il ? angue , il Culli, la Fapa , il Zapallo , la Quinux, il Tabacco della terra , il Relvun , il Qui neh amali > il Guadalaguen^ V Erba-loca 3 e la Tembladerìlla . XV. V Erba del Sale nafee nelle pianure , e s* erge fin all' altezza di un piede incirca ; le fue fo- glie fono cenerognole , e fimili a quelle del bafilico» Quefta pianta fi cuopre tutt' i giorni nella fiate di gru- mi di fale rotondi, che fembrano perle, i quali vengo- no raccolti da' Contadini, fcuotendone le foglie , e ado- perati come il fale ordinario fanno un bel fapore (*}• B3 II (i) In alcune delle Vaili del Continente , e nelV If e! fi- di Chilo? fi truova in certi tempi dell* anm la Manna >- !►<■"«■ Xm)( *\ \ II Madi 9 pianta annuale, fi divide in coltivato, ed in fel valico . Il Matti coltivato dalla fu a radice fi- brofa pullula parecchj tronchi alti tre in quattro pie- di , vellofi, cannellati, riveftiti di foglie bislunghe, pelofe come i tronchi, vifcofe e brunette; i fiori, che nafcono Mia cima de' fuitf, divifi in quattro, o cinque ramicelli fono gialli , e formati a maniera di rofa . A cotefti fiori fuccedono certe tefte rotonde , aventi un pollice di diametro , divife in molti boc- cioli , entro ì quali fi trovano parecchie femenze o nericcie, o biancaftre, con veffe da un Iato , e coper- te di una pellicola fottile . Quefte femenze pefiate » e m effe a bollire rendono un olio da mangiare, gu- ftofo , e niente inferiore a quel dell' uliva . Il Madi felvatico, chiamato comunemente Melofa , viene da per tutto nei campi , e nei monti , e s' alza più de! coltivato , ma finora non fé ne fa ufo alcuno . XVI. Il Tangue , pianta vivace, ama i pantani, ed i luoghi, ove non manca V acqui: anzi dove e- gli fi vede, è un fegeo che ve n' è qualche forgente occulta. La fua radice, che fi fpande fotto il ter- reno uno, o due piedi all' intorno, è bruna , pefan- te,fcabra, di nn fapore acre , ed astringente : Que- #a radice caccia fuori tre,o Quattro gambi alti cin- que piedi incirca, e talvolta pia fecondo la qualità id terreno, groffi quattro, o cinque pollici, rive» ititi X 1 5 X Alti di una fcorza afpra , pelofa, e grìgia, contenenti una polpa bianca , acidetta , e piena d' mn fugo gra- to , e rinfrefcante . I vecchj hanno la polpa traver- fata da fili fiottili, e difficili da rompere. Le foglie, che nafeono folamente nella fommità de5 gambi , fo- no di un verde carico , dure , vellofe , trinciate , ed hanno più di tre piedi di diametro . La radice del Tangue è ottima per acconciare ogni forta di pelli # e per quello motivo fé ne fa un confiderabile com- mercio . Quc' che la peftano , non poffono reggere al lavoro più di un' ora a cagione della fortezza del fuo odore . Ella rnefla in infufione fa un inchioftro ec- cellente da fcrivere • I calzolai ne fanno ancora le loro forme, che fono di lunga durata. Ne* luoghi fab- biofi, ed umidi crefee un' altra fpecie di quefta pk anta chiamata Dìnacbg , il cui gambo non viene mal fuori della' Terra ; foltanto fé ne vede un fiocco dì foglie fimili in tutto a quelle della prima fpecie , ma picciole aliai; quefto gambo è groffo quanto un brac- cio 3 alto più di un piede , tenero , e molto dilicat© al gufto . XVII. Il Culli vien divifo io due fpecie, di cui T una ha i fiori morelli, e 1* altra gialli. Il Culli morello crefee fra i cefpugli, neofiti ombrofi , e germina un tronco alto due piedi , fuccofo , e rin« frefeante. Il giallo fi truova ordinariamente ne' luo- B 4 gru ■"-■« U X^X 5* :.,-... V ghi coltivati , e non è fimile all' altro , che nel gu- ito , e negli effetti della fu a radice fibrofa efcono parecchj tronchi diftefi a terra , corredati di foglie piccole , verdi, e appuntate. Dell' uno, e dell* altro peflati fé ne fanno certe palle, le quali tem- prate nelF acqua giovano affai nelle febbri ardenti, e fi adoperano ancora per farne forbetti , e per tigne- re in violetto, ed in giallo. La Papa , pomo di ter- ra , ovvero battata ( fotto i quali divedi nomi fi co- nofce in Europa la radice , che nel Chile , dond' è originaria, fi chiama folamente Papa ) viene al pre- dente coltivata in molte Provincie dell' Europa . Nel Chile crefce naturalmente ne' campi , ma il frutto, o radice di quelle felvatiche è piccolo. QOelle che vi fi coltivano riefcono affai groffe, e fanno uno de* principali alimenti degF Indiani . Tra più di trenta fpecie , che fé ne distinguono , le più ricercate fono quelle, che il nominano cariche, le quali fono tur- chiniccie, lunghe, e dolci. Il Signor di Bomare nel fuo eccellente Dizionario dì Storia Naturale racco- manda la coltura delle pape, e infegna la maniera di profittarne , ove le diftingue bene col nome di po- mi di terra dalle vere battate. ( Diz. di Stor. Nat. v. Battate ) . XVIII. Il Zapallo è una pianta fimile affatto a quella della Zucca gialla da mangiare ; ma il frutto dif- "■ »»— )(*?)( differenziafi da quello In certa mammella, con cui d' ordinario vien terminata la fua punta, e nella^ polpa, eh' è confidente, farinofa, e dolce : mangia* fi o arroftito, o cotto. La Quìnua, di cui fi ttuc- va una fpecie felvatica , e l* altra coltivata , fuol cre- feere ali* ak^zza di un uomo , e le fue foglie raffo- migliano a quelle della bieta ; il fuo fiore è porpo- rino , e la fua Temente è contenuta in fpighc : Que- fta femente, eh' è lunga, e bianchiccia, fi mangia come il rifo . Il tabacco , che vi fi chiama della ter* ra, è fimile per la forma, e pel gufto al tabacco, che fi coltiva in Europa , ma le fue foglie fono pie- coliflìme , di modo che fi vendono a mifura . Si fat- to tabacco è più gagliar dodel comune , il perchè quei, che ne fanno ufo, lo fogliono mefehiare coli* altro, affine d' attemperarne la forza . Il tabacco or- dinario vi nafee ancora fpontaneamente , e coltivato diventa così buono , come quello del Brafile . Il Re/- vun, pianta vivace, crefee per lo più ne' campi fab- biofi tra i cefpugli ; la fua radice è rofficcia , fibro- fa lunga fei in fette pollici , e groffa proporzional- mente : ella pullula uno , o più tronchi all' altezza di un piede , rotondi , e rivediti di foglie bruniccie^ e erette . Cotefta radice fi adopera per tignere in^ roffo ogni forta di lana , e il fuo colore, eh* è vi- vo, fi conferva quanto la roba, che lo riceve; quin- di X ? 8 X di da' Contadini vien raccolta con attenzione 5 e ven- duta in mazzetti. XIX. Il Quìnchtmali nafee ordinariamente nel- le falde de|le colline appiè degli arbufti ; La fua ra- dice è lunga , verdognola ; corredata di molte fibre fbttilf, e germoglia tre, o quattro rami'diftefi fui terreno, ornati di foglie piccole, verdi, e difpofte a due a due. Dalle cime d' ognun di quelli rami sboccia un fiore fimilc a quello del zafferano . Si fat- ta pianta prefa in decozione colla fua radice è effi- cace per efpellere il fangue interiormente fviato per qualche colpo, o contusone, che V abbia ricevuta* V effetto, come coftà da replicate efperienze , fegue inftantaneamente, rimanendo V ammalato libero da quel fangue nocivo . Il Guadaìaguen detto dagli Spa- gnuoli Erba di Santa Giovanna s' incontra nei mede- fimi luoghi, che il Quìnchamalì: Quei!' erba è af- fai piccola.- le fue foglie vanno coperte di una la- nuggine bianchiccia ; il fuo fiore è grande , e bian- co ; Ella fatta bollire tutta intera con un po' di fa- ìe in un vafo di terra nuovo , e prefa a maniera di fciloppo la mattina , fcaccia le pofteme interiori , le -indigefìioni , ed anche il fangue corrotto . XX. L ' Erba-loca , o fi a Matta , è chiamata co- sì dagli Spagnuoli, perchè i cavalli, che ne man- giano caudalmente, diventano furiofi, e corrono co- me X.I9X me i matti qua, e là, fenza fermarli in neffun luo- no, finché fi evapora del tutto quella fpecie di ve- leno , che hanno ingoiato . Quefla pianta , eh' è an- nuale , nafee nelle praterie , donde viene diligente- mente fradieata, pel danno, che arreca al beftiame. Illa fi compone di molti tronchi angulofi y e alti due piedi incirca ; le fu e foglie difpofie a due a due fo- no lunghe , ftrette , e cenerognole . La Tembl aderiti et è un* altra erba, cìiq h tremar i Cavalli, allorché incautamente la trangugiano tra li pafcolo . Eflà a- ma i luoghi umidi, e I fuoi rami, che ferpeggiano per terra , portano verfo la loro cima una fpiga dì fiori turchini. V effetto di quefla pianta è più, per- manente di quello dell' Erba-loca, ma né P uno, ni P altro è mortale. XXI. Nelle rupi del Mar Chileno fotto P acqua crefee un' erba detta luche , le dì cui foglie fono bis- lunghe , lifcie , e brunette; i Naturali del Paefe le man- giano fritte, o Ieflate . Vi nafee ancora un' altra pi- anta, chiamata Cochajuju9lz quale da un fuft® gial- lognolo, che fi radica fra le ftefle roccie, caccia del* le foglie lunghe più di fei piedi, larghe quattro o cinque pollici, grò (Te , fpugnofe, coperte di una pel- licola nericcia . Quefte foglie , che fembrano altre- ^ante ftrifeie di cuojo, abbruftollte prima al fuoco , dove feoppiano con uno flrepito limile a quello d9 una 7 X 20 )( una fchioppcttata , e poi condite di varie maniere fi mangiano come quelle del Luche mafllme ne* gior- ni di magro . Oltre a quefte piante vi fi trova- no molte altre vulnerarie , antifcorbutiche , feb- brifughe, fudorifiche, diuretiche &c. , le quali fi adoperano con fucceflb dagl' Indiani , che fono eccellenti Empirici , e conofcono le virtù di una_ infiniti d' erbe, col mezzo delle quali fanno talvol- ta delle curazioni forprendenti . Quefti mede/Imi In- diani danno alle loro tele quafi tutti i colori , che conofciamo , con diverfe radici-, e piante , ch e di un azzurro che tira al nero . Io mi perfuado, che quello albero, fé pur non è il ve- ro albero della Cannella , almeno ne fia una fpecie fubalterna , o la Cannella che incontrò Winter nel- lo Strétto Magallanico . Il Cannello è preflb gì' In- diani un albero facro , e relig/ofo . In tutte le loro fefte , e cerimonie fempre fé ne offerva un ramo col- locato in t'ito . Egli ancora^vien portato nelle mani di quei che domandano, o fanno la pace in fegno d* amicizia appunto come tra gli antichi qua li por* lava 1' oliva • XXXIX. U'Jlerze , fpecie di cedro roflb, na- fce negli Andes tra i gr. 40, e 45. e nell' Ifola Chi- loe . Le fue foglie fono fimili a quelle del Cipref- f 0 . Il fuo tronco è talmente groffo , e alto, che glf Indiani di Chiloe con cunei cavano da uno folo (cu tecento in ottocento tavole lunghe diciotto piedi , e larghe uno e mezzo . Se in vece del cuneo adope- raffero la fega , ne caverebbero molto più . Quelle tavole* fono fìimate cosi pel colore 3 che è di unrof- io X 3 5 X fo fcuro , come per là loro Soavità, e incorruttibi- lità. Negli fletti luoghi s' incontra ancora il cedro bianco odorofo . Il Maitèn è uno de* più begli aU beri, che vi fi veggono 3 il quale- tool elevarfi infic- ilo a quaranta piedi ; il fuo legno è duro , unito 9 roffo variato di giallo , il perchè viene impiegato in diverfi lavori curiofi . Le fue foglie fono piccole 9 dentate nei loro orli , di un bel verde lucido , e tan- to folte, che le beftie fi ricoverano ài di (otto quan- do piove. Siffatte foglie vengono in tal guifa ricer- cate dalle vacche , che quefti animali abbandonano qua- lunque altro pafcolo, allorché effe lor fono presentate. XL. La Patag.ua crefce lungo le rive de* fiumi, e de' rivi « e in tutti i fiti umidi 5 dove %* innalza affai , e talvolta ingroffa di maniera , che quattro uo- mini appena poffono abbracciare il fuo tronco • Il le- gno n* è bianco , e di poca durazione * particolar- mente allorché va efpofto all' umidità * Le (ite fo- glie fono lunghe tre , o quattro pollici , un pò" af- pre , e di un verde brunetto . I fiori s di cui fi ca- ricano tutti i fuoi ramufcoli, hanno la figura, il co- lore , e la fragranza de' gigli , ma ne fono due ter- zi più piccoli , pendono in giù , e il loro odore è tenue . Il Teme di cui fono note due Specie * cioè il bianco , e il giallo , vicine dapertutto : il fuo tron- co va riveflit© di uaa feorza giallognola, ma inte- ri®r- 7 )(3^)( icasisrcwwaaRBBB rlormente è d' un grigio cenerognolo, duro,, e affa i compatto , onde viene impiegato dai carrozzieri , e dagli altri artefici , che richiedono del legname fodo, e duro. Le fue foglie raflomigliano pel colore, e per la forma a quelle dell* arancio, ed hanno tutto P o- dorè, e il gufto della noce mofcada • I fiori , che^ difiinguono le due fpecie, fono negli uni bianchi , e negli altri gialli, e fi compongono di molti filamenti lunghi da quattro in cinque pollici . Quefti fiori fpi- rano Un' odore foaviffimo , che fi fa fentire alla di- flanza di più, di dugento palli, allorché il vento Gof- fi a da quella parte . LXL II Litre è di mediocre altezza, ma divie- ne aliai groflb • Il di lui legno è folido, e marmo- rato di bruno , di giallo , e di verde . Le fue foglie fono rotonde afpre , rare, e di uh verde pallido . V ombra di quefV albero è nociva . Quelli che ftan- no , ò paffano al di fotto de' fuoi rami , contraggo- no dagli effluvi , che ne fortono , certe pulitile rof- figne , e morficanti, le quali fubito fi manifeihno per la faccia , e per le mani . Il Bollì» , e il ¥<.r« qutlauquen fono due alberi frondofi , ed alti , che po- co fi differenziano fra loro , ed amano i luoghi mon- tuofi . Il loro legno è un vero veleno . Non ofhnte da' Nazionali viene fiimato come un' eccellente pur- gante in certe malattie ; ma fé ne dà agli ammala- ti )(3 7)( ti una dofe piccioli/lima, la quale è fu/fidente per farli evacuare per di fotto , e pel vomito con gran veemenza gli umori denfi , e qualunque altra o fini- zione . Quando fé ne vuol fermare V effetto, baita prendere un bicchiere di acqua naturale . Le foghe.» di quefti alberi fono limili per la figura a quelle del limone, ma il loro colore è più vivo , efpezialmen- te quelle del Bollir* fono di un verde lucido , e al- legro . Nelle Ifole di Gio. Fernandes fi trovano le tre fpecie di Sandalo finora conofciute, cioè il bian- co , il rollo, e il citrino. Queff ultimo, che è tan- to ricercato nella medicina , è al dire di un valen- te Botanico Tedefco , migliore di quel, che fi por- ta dall' Oriente. I monti interiori degli Andes, che per la maggior parte fi mantengono tuttora inscceffi fono pieni di bofchi immenfi , dove fi vedono mol- te fpecie dy alberi , di cui non fappiamo ne pur i nomi . Se ne incontrano quivi alcuni di una corpu- lenza fmifurata . Un Miffionante fece Una Chiefa-, 7 lunga più di 60. piedi col legno di un folo albero, che trovò nelle falde degli accennati monti , ca- vandone le travi , le affi , e tutto il legname necef- farlo per le porte , fineflre , altari , e cue Confef- fional i • XLII. Il Tinjo-Chìleno è uno de' più fijrgolari3e più vaghi alberi, che vi nafeono* Gli Spagnuoligli die- )(3*)( nnah&^J£Cuu>àeaQau;^«ai diedero quefto nome impropriiflimamente , perchè c- gli non ha cafa alcuna , che P adornigli al Pino Eu- ropeo , che colà è flato ancora trafportato . Gì' In- diani lo Chiamano Peguett . Egli viene naturalmente nelle Provincie , che abitano gli Amicatati ,' e colti- vato nel reftante del Regno , ma ci vuole un tem- po confiderabile , acciocché elfo acquifti la Aia gran- dezfca ordinaria , eh* è di più di cinquanta piedi . Come va creicendb , fi va fpogliando de' ramufcelli baffi , e delle foglie , di cui mentre è piccolo , va interamente coperto : arrivato all'altezza di due per* fiche in circa, principia a germogliare i rami groffi, i quali di quattro in quattro efc®no orizonralmente formando fra loro angoli retti . I quattro , che fuc>- cedono più in su , fono più corti degli inferiori , e così fucceffivamente 3 di maniera che tutto 1' albero diventa una piramide perfetta» Tutti qutfli rami ver- fo la loro eftremità fi ripiegano in su , e da tutti i loro lati buttano altri ramufcoli collocati parimenti ad angoli retti. T:nto i rami maeftri , quanto gli altri fecondar) , vanno tota-mente rivediti di foglie, le quali ftenno come incartate le une nelle altre * Quefte foglie fono lunghe più di un pollice , punti- te, convelle , lifeie, di un verde brillante, e tal. mente dure , che fernbrano di legno • I frutti fi tro. vano rìnchìufi in un globo legnofo della grandezza del- 2^M^ '-^' Fabbrif *«SPj )(3?X della tefta di un uomo . EHI fono lunghi due polli- ci incirca, conici, coperti di un gufcio limile a quei della caftagna , a cui pure raffomigliano un poco pel gufto , e divifl fra loro per mezzo di una membra» na fottile. Tai frutti fono affai foftanziofi , e gli A- raucani non portano ordinariamente altra vettova- glia nelle loro efpedizioni militari , che la farina di quefH pinocchi . Gli Spagnuoli li mangiano cotti , a arroftiti come le cavagne. XLIII. La Palma è Umile nel tronco, e nelle foglie die Palme Y che fi veggono in Europa .1 frut- ti però ne fono molto differenti . I Terrazzani U chiamano Coco . E/Ti fono rotondi, più groffi d* una- noce comunale , ed hanno due gufci , il primo de* quali è fpugnofo , e il fecondo legnofo , come quel- lo delle noccivole , ma più duro. Entro querV u/ti- mo gufcio vi è una mandorla parimente rotonda # bianca , e piacevole al gufto , la quale , effendo fre- fca , contiene nel fuo centro un fucco latticinofo , e rinfrefeante . Quefti Cachi ftanno attaccati ftrettamen- te a quattro grappoli lunghi più di tre piedi , che pendono dai quattro lati della Palma , i quali > quando principiano a fare i frutti, vengono co- perti da una caffa ovale legnofa, grigia, e convef* fa . Conforme i frutti vanno maturando , la caffa va per fé fieffa aprendoli , e allorché diventano perfet* taraeji* X 40 )( ■ temente maturi, fi fpacca In due parti , che ref* fano pendenti dall' uno, e dall' altro lato de* grap- poli . ( gni grappolo porta più di mille Cocbì . I Na*. turali del Paefe , oltre le confetture eccellenti, che fanno con quefti frutti , ne tra'ggono un olio fapori- %o , e dalle cime tenere delle Palme un mele più guftofo di quello delle canne da Zucchero. Quelle falme vi nafcono fpontaneamente , e fé ne veggono de' feofchi interi . Nelle Provincie Settentrionali del Begno fi trova ancora la palma dattilifera. Fra le tofcaglie , che fi avvicinano al Mare , fi vede un» nitro albero fimile da lontano alla Palma , le di cui foglie fono lunghe cinque in fei piedi , larghe due palmi incirca , ricurvate in giù , lifcie, e di un ver. de allegro. Il tronco n' è delia grofiezza della co^ fcia di un uomo , e coperto di varie fcorze fquamo* fé. Dai quattro lati ancora di quello tronco, donde nafcono le foglie , pendono altri quattro grappoli carichi di granelli , che ralfomigiiano in tutto all' iw va nera . Io trovai queft' albero , ma come ignora- va la qualità de* fuoi frutti , non mi attentai a man- giarne - XLIV. La Lucuma* orefee naturalmente nelle Provincie Boreali del Ghile , fpecialmente nel Ter- ritorio dì Coquimbo , onde vien detta Lucuma. di QQquìmho % e fi coltiva nelle contrade più Auftrali, X 4 i X Eli' è Umile di molto al lauro. Le fue frutte fono della groifezza d' una perfica , e vanno coperte di una buccia prima verdiccia , e poi brunetta variata dì un pò di giallo. La loro polpa èbiancaftra, bur- rofa , grata al gufto , e rinchiude due , o tre noc- cioli duri, lifcj, di color roffo bruno, e lucidi. Nelle felve s' incontrano molte altre fpecie di que- fte lucume, le quali differenzianfi dalla precedente o nelle foglie 3 o nel colore delle frutte . V Avellano s' afTomiglia un poco ai Noccivoli d' Europa , e pe- rò ebbe quefto nome . Egli viene negli Andes , e nelle contrade marittime . Le fue foglie , limili per la figura a quelle del noccivolo , ne fono più grof- fe , più lifcie , e più verdi . Le fue noccivole , che nafcono in liti feparati , e fenza quel genere di fcuf- fia, che fi offerva nell' Europee , hanno il gufciofpu- gnofo prima verde , poi roffò , indi nero , e fono un pò maggiori di quefte di qua . La mandorla , o fia il cibo , è a un di preffo lo lì elio . XLV. Il Keule s' innalza più di 60. piedi: le fue foglie fono più lunghe, e più larghe di una ma- no , lifcie, tenere, e di un verdegaio brillante. I frutti , di cui fi cuopre da per tutto ,fono come quel- le della Lucumm , ma più rotondi , e interamente gialli , onde fra il verde delle foglie fanno una fi- gura piacevole alla villa. La polpa di quelli frutti D è bian- )(4*)( è bianchiccia , untuofa, e dolce. Il f turno ha le fo- glie odorofe , groffe , di un verde carico , e fimili ne Ja conformazione , e grandezza a quelle del gel- io- I iuoi frutti fono come le giuggiole, ma la lo- ro buccia è per lo più roffa , talvolta bianca B e tal altra cenerognola . Tai frutti , che fono affai burro- fi, e di buon fapore5 fi mangiano cotti in acqua tiepida . Il loro nocciolo è fragile , e peftato rende un' olio buono , dì cui finora non fi fa ufo . Il B$Uo è un albero tutto aromatico : Il legno 3 la fcorza , le foglie , e 1 frutti tramandano un odore molto grato; le foglie fono grandi , bruniccie, afpre , e vifeofe . Le frutte rotonde gialle 5 dolci , e più grof- fé delle bacche del mirto. Il loro offo , o nocciolo è affai duro, e impiega/! per fare delle corone, che diventano belle coli* ufo. Le feorze comunicano al- le botti del vino una fragranza foave . XLV. Il Kìfco , conofeiuto fotto il nome di Ce- reo Temano nei Giardini Botanici , vi viene nei mon- ti, e nei fiti più aridi. QuefV albero va fempre pri- vo di foglie , ma perchè fi conferva in tutte le Ra- gioni nel medefimo flato, entra in quefta claffe.E- gli vi s' alza più di venti piedi , e diventa molto groffo . Il fuo tronco, è dalla radice alla cima tutto fcanalato , e guarnito di lunghi fpini 3 tra i quali s* incontrano alcuni 5 che hanno di lunghezza più di u« na )(4 3)( m£M£M&&SL*g£LZ che li porta, è più grande di quel D 3 ** X 4<5 X de' limoni ordinar;, ed ha le foglie piccole fomigll* antifi a quelle del Melarancio, Quefti limoncini per la lor fomrna frigidezza vengono preferiti agli altri nelle febbri ardenti, e tutt' interi conditi in zuc- chero fono fiimati. I Nefpoli , i Sorbi, i lazzeruo- li , ed i giuggioli , benché le loro frutte non fieno fpregievoli , tuttavia non furono creduti degni d' ef- fervi trafportati . XLVIIL Le viti, che vi fono irate ancora in* trodotte dagli Spagnuoli , riefcono a maraviglia, e le vigne fi fono moltiplicate in tutto il tratto dì Paefe 9 che elfi abitano . Il vino , che fé ne fa , è generalmente di buon corpo , e fi conferva bene nel- le navigazioni -. Egli è per 1' ordinario nero , e fi fa fenza mettervi dell' acqua . Sopra tutti gli altri viene fiimato quello delle Provincie vicine allaCo«- cezìone , il quale ha tutte le buone qualità < che pof- fono defiderarfi, e non ct<ÌQ ad alcuno de' migliori vini dell' Europa :'i) . Il vino mofcadello , che iv^ anche fi fa, è efquifito * Diftillafi ancora una grarw quantità di acquavite. Le Vigne nella parte Borea- fi) / Vini fi fanno quivi ( a S, Giacopo ) di di* *Verfe [erte , e benché non così eccellenti , come qtcelU della Concezione fono Per altro guftojtjjimi', h^rìno uA huon corpo, e fé ne diftìlla ancora l\ a^uévite • V \n* glefe Aut. del Gaz. Amen V* Chili* «W )(47)( !e del Regno fono alte da tre In quattro piedi : e nella parte Meridionale affai baffe . In quafi tutt* i bofchi , mafllmamente lungo i rivi 5 s' incontrano delle viti , le quali ftendendofi per i rami degli aU beri fruttano molto bene. Credefi , che ciò proven- ga dagli uccelli , i quali vi vanno a deporre le Te- menze delle uve , che mangiano . L. Il grano in quefto Paefe viene sì abbondan- mente , che fuol rendere più di cencinquanta per uno (i) . Ogni femenza per lo più germoglia molte fpi- ghe , e alcune ne cacciano fuori un gran cefpuglio (2) . Il frumento per quefto motivo , quantunque fé ne trafporti ogni anno una gran quantità al Perù, vi è a buoniflimo patto. Il formentone, di mi ft tic diftinguono -parecchie fpecie, fruttifica colla me- defìma fecondità . Ogni gambo porta d* ordinario D 4 quat- (1) Le terroir èfl excelleht , & fertile , hten tftìfi ave e quelque difference, fuivant qu il efl plus , ou mo- ins eloigni de i9 equateur .... La Vallee de Copiapè rend fouvent trois Cent patir uh : célie* de Guafco^ , ^ de Coquimbo ne lui cedent de gueres ; Celle de Chili ( ciò» la valle d*vJ è la Capitale) efl fi excellent, qu elle commu* itique fon nom au Pays . Sanfon d' Abbeville v. Chili^ (2) Le pianure , /' eminenze , e le valli , ed /** breve tutto il Ch'ile , fino alla più piccola porzione dì terreno ,è un oggetto di maravilia. Ogni particella di terra in quefta fua Sorprendente fertilità par che fi converta in ftmenza . V Inghfe Aut. del Gtzz* Jmer. t. Chi/e * X48)( quattro ,o cinque pannocchie affai grò fife . I Legu- mi , e gli altri generi di biade di Europa fi trova- no in grande abbondanza in tutto il Regno (i) . LI. Avvegnaché la canapa, e il lino vi crefca- no bene da per tutto , ove fi feminano , contutto- ciò la canapa che fi coltiva nella Provincia di Quii- Iota è più ricercata dell' altra , che nafce nel refto del Paefe , ficcome il lino dell' Ifola di Chiloe vien preferito per la fua altezza , e bellezza a quello , che coltivai! nel Continente . Nelle contrade , che fi accollano al Tropico , riefcono ottimamente il coto- ne , e la canna da zucchero. I cocomeri , di cui fi numerano fette , ovvero otto fpecie , fono comuni nelle Terre , che abitano gli Spagnuoli , ed anche fra gP Indiani , e divengono perfettamente buoni , e molto grandi . I Melloni , che ugualmenre vi fi trovano di molte forte, fono per lo più lunghi, faporiti, e di un gufeio affai fot tile . Veggonfene al- cuni lunghi tre piedi , e corrifpondentemente groflì. Tra la gran varietà, che vi s1 incontra di zucche, è notabile quella che s' appella del sidro , perche gì' Indiani, avendola prima preparata con certi pro- fumi, [r) Le Terre di queflo Regno fono abbondantiffime d* ogni genere dì granì, frutta, erbaggi, piante, radici ecm Il frumento , il mais , le vigne , gli ulivi vi fruttificano ec ceffi v amente . G/#. D%m. Coletti v* Qhìle • X 49 X fumi , vi hfclano fermentare il loro Sidro « Eli' è rotonda , e tanto capace , che contiene da trenta in trentacinque boccali di quel liquore . Le fragole vi fi dividono in due fpecie , le felvatiche , e le colti- vate. Le felvatiche, che nafcono nelle contrade Ali- ftrali , fono per la grandezza , colore , figura , e^ pianta limili a quefte di Europa y Le coltivate di* ventano graffe come le noci più grandi , e fé ne trovano alcune , maffimamente nel Territorio della Concezione, e falle rive del fiume Eiohio, come un uovo piccolo di Gallina (i) . Tra quefte fragole fi vedono delle gialle j e delle bianche , benché il lor colore ordinario ila il rolTo purpureo , e cosi le felvatiche, come le coltivate, fono affai oJorofe3 e dolci . LII. Le frutte de' Paefi fituati nella Zona Tor- rida (i) Le frutte , di cui il Chile , è abbona unti fimo , fono le mede/ime , che fi conofcono in Europa- , tra le quali produce molte iiriegié grandi , e dì un gufio dili- sco e fragole di due ffrtcift V une date Er utili e fupera- no nella grandezza le tia grafìe ad Quito , trovando- fene come uova piccole di gallina , e V altre , chenw dlffrenzìanfi nella grafici, odore, e guflo da quejle di Spagna , veggono felvatiche nelle pendici delle colline.^ Vi ntfcono della fiefia maniera tutte le fpecie di fiori fenica altra coltura , o diligenza 5 che quella che im- piega la Matura. D* Antonio Ylha tom* $- parte %» U a» cap. 5. de' fuoi Viaggi* X s*X rida come fono la Chìrimoìa , la Banana , fi Guano. bano , la Granatili* , la Guaiava , il C^wofr ce. al- lignano egregiamente nelle Provincie , che s' avvi- cinano al Perù . Il Fico d* India, che vi fi chiama luna, crefee in quafi tutto il Chile , e le frutte , che porta, fono grandi come i maggiori fichi deli* Europa, e di buon fapore. Non so fé quefio frutto fa ancora proprio dd Paefe , o trafportatovi dal Pe- rù , poiché avvien di trovarne alcune piante neV luoghi incolti . Coir acqua , dove fi è fìemperata la foglia di quefV arbufcolo, eh' è fommamente vifeo- fa, fi prepara la calcina per imbiancarle- mura del- le cafe • r. jLi & i r. IIII. M/E celliere del Chile abbondano di conchi- glie di tutte le tre elafi!, in cui gii Autori foglio- so dividerle. Le rive del mare fé ne veggono co- perte, e a mifura, che fi va rimontando verfo il Polo , ne va mai fempre crefeendo il numero . In iiffatta gran quantità fé n' offerva una varietà Im- prendente di colori, e di conformazioni. Ve ne fo- no ancora molte miniere profonde in luoghi sì vi- cini, come dittanti dal mare, d' onde i Naturali del Paefe le cavano, e le calcinano per farne calce, che dipoi impiegano, 9 nei loro edifizi, o perim- bian- X 5 1 X bulicare le muraglie « Fra quefle conchiglie fi tt&* vano molfe di un fapore, e di una dilicatezza ef* quifita. V Oftriche, di cui s' annoverano parecchie fpecie j fi pefcano in tutta la cofta . Le Telline^-che vi fi nominano Qhoros , fono affai comuni , ma \*& più ftimate fono quelle , che s' incontrano attorni dell' Ifola Quìrìquìna, le quali a oltre ad efiere h&ir graffe, hanno di lunghezza una fpanna incirca , e fono proporzionatamente grofle » Se ne veggono del- le gialliccie, e delle nere, le gialliccie fono le pia ricercate « In entrambe fi trovano delle perle di beli' acqua , benché minute . I fiumi anche ne mt- tricano , ma quefte telline fluviali fono piccole * f fcipite * LIV. Vi fono eziandio riputate le fache, il Le €0 , il Becco dì Pappagallo i i C§mes , i Rìcci , 6 ol* tre a moite altre il Flur psr la fua Angolarità* L® Taebe fi dividono in due foecie , e tutte • le due fo* no bivalve, Quefte fono; quelle , che ritengono il nome proprio di Tacbe , e quelle che fi nominane Jdacbe -Le Tacbe fono fotte a femicircolo verfo l'aper- tura 3 ed hanno di lunghezza da tre in quattro pA* liei . Le Mxcbe feno più lunghe , che. lar ghe . I $$* fei d' ambedue hanno al di dentro II colare d Ua^* Madre-perla* Elleno fi mantenR* no fspglte nella Cab* bia del fondo del mar*, e quando qiuilo il ritira a-1 XsOC tempo del rifluito, vengono fcoperte dai pefcatori per certi zampilli di acqua , che cacciano fuori - Gli Olandeii trovarono delle perle nelle Mache verfo Io Stretto Magallanico , ma i Chileni non fi fono dedi- cati a quello capo di comercio . LV. Il Loco vien detto anche dagli Spagnuoli Tiede d' Ajìno per la fua figura . Egli non per tan- to è differente dalla conchiglia , a cui i Concilio- logifti danno queflo nome , poiché quella è bivalva, € quefto al contrario è univalve. Delfo vive attac- cato per la fua apertura alle roccie. La fua conchi- glia è biancastra , tubercolofa , lunga più di cinque dita, diametralmente grolfa quattro incirca. La fua carne è ugualmente biancaflra con alcune ftrifeie.» più dure, e cilefìri. Ella è faporita , fuftanziofa , e talmente dura, che non fi ammorbidifee ne pettata fra due fallì, né cotta ad un fuoco vivo . Non ottan- te i Naturali del Paefe trovarono il fecreto d' am- morbidarla. Elfi la battono cun una bacchetta pri- ma foavemente , e poi con un pò più di forza , e cosi la fan divenir tenera affatto . Onde credo, che gli Spagnuoli gli diedero il nome di Loco , cioè Mat. to . L' animale porta una fpecie di tron.ba , ò pro- bofeide , dalla quale fcola un liquore fino di porpo- ra, che tinge indelebilmente la lana. Egli pare una forra di buccino. IVI. X 5 3 X IVI. Il Eecco di pappagallo fi chiama cosi, per- chè nella figura, e grandezza raifomiglia alla tetta di quello uccello . Crefce nei buchi d' una fpecic di arnia fpugnofa , che ftà attaccata alle roccie , e quando lo fi vuol mangiare, fi arroftifce nella ftef» fa fua arnia . Il fapore , e la dilicatezza delle fue carni fono eccellenti . I Comes vivono ancora in certe tane, che fi formano nelle rupi della fpiaggia di Chi* loe , d' onde , per cavameli , bifogna adoperare dei picconi di ferro . Eglino fono lunghi poco meri di una fpanna , e di diametro hanno due oncie . Van- no rivettiti di due conchiglie poco dure . PolTono col- locar/i nella claffe dei dattili marini . Quelli , che fono flati nelle Ifole di Chiloe , affermano concor- demente , che fifTatti teflacei fono i più faporiti di tutti quei che fi pefcano nella cotta del Chile . I Rìc- ci marini fi diftinguono in bianchi , ed in neri : i primi fono quelli che per 1' ordinario fi cercano I Entrambi vanno corredati di fpini lunghi , e aguzz* per mezzo dei quali fi attaccano fortemente alle roc- cie • Il loro diametro è di quattro in cinque polli- ci • Si mangiano certe linguette, che fi trovano al di dentro del gufcio. LVIL II Vìur abita eziandio in una fpecied' ar- nia coriacea , groifa , dura , e coperta al di fuori di mufco . Quelle arnie fono bizzarre . Trovanfene al- cune )(H)( crne iti forma ài cono avente dJ altezza tre piedi in circa. Ce ne Ano altre ovali, altre cilindriche, e non poche rotonde 3 attaccate alle rupi fiotto 1* ac» qua, d'onde i flutti le fradlcano,e le cacciano fuo-» ri • L' animale vive dentro di certe cellule ©vali fer- rate perfettamente- Egli è lungo più di due pollici, rofìo, fatto a guifa di borfa con due mammelle , e Contiene un liquore falfugginofò y e grato al gufto . Quando fi apre la membrana delle cellule , fchizza un zampillo del liquore con molta veemenza . Io-. eiafeuna dell' arnie grandi s* incontrano da quattor- dici in quindici ?ìurt . I Naturali del Paefe li man* giano o arrofti-i nella loro amia , o fecehi Iellati . LVIII. Vi fi vede ancora una gran quantità di granchi , e di gamberi sì marini , come fluviali . Fra ì Granchi marini fono ftimati quelli , , che nel lin- guaggio del Pacfe il chiamano Xatve 5 Jpmcore , ' incontrano , fono la Trutta , il Pefce-Rè , la tifa , e il Vagre . La Trutta , il di cui fapore è veramente efquifito , vi viene lunga due piedi incirca 3 e proporzionatamente groffa . Pefcafi con rete , o con un' amo , la di cui punta in luogo di cibo porta due penne roffe di gallina . Il Pefce-Re meritò quello nome dagli Spagnuoli per V eccellen- za delle fue carni . Egli raffomiglia uh poco al Lue- eia per la figura , benché non abbia lungo , cornea coftui , il mufo . La lunghezza del fuo corpo fuol arrivare ad un piede , e la groffezza a óuq in tre pollici. Le fue fquame fono di color d'argento, e non ha altri fpini , che i dorfali . Se ne trova an- che nel mare, e nella Concezione fé ne fuol dare una una centina per un mezzo paolo moneta romana-,» Nei fiumi fé ne vede un' altra fpecie chiamata C*«- ques , I quali non diftinguonfi dai Pcfci-Rè , che nel- la grandezza , eh* è di due piedi incirca . La Lìfa $ di cui fé ne pefea ancora gran quantità nel mare , è limile nel fapore, e nella figura al Cfoato , ma n' è tre, o quattro volte più grande. Quella, che cre- fee nei fiumi, è più filmata della maria*. Il Vagrc è brutto affai , brunazzo al di fopra , e biancaftro 9 o giallognolo al di fotto , fenza fquame , e vive per P ordinario nei fiti più fangofi dei fiumi , e dei ri- vi. La fua tefla è rifpettivamente al reftante del cor- po di troppo groffa . Suol crefeere fin* ad un piede* e mezzo . La fua carne è tenera , graffa , gialliccia^ e faporofa al gufto « LXV. Vi fi veggono quali tutti gP infetti, che fi conofeono in Europa * Le Api , di cui fi trovano parecchie fpecie, maffime nelP Arcipelago di Chiloe, lavorano le loro ^rnie nei buchi degli alberi , e fi» nora ì Terrazzani non fi fono indotti a domefticarlc* Le Cimici cos) di campagna , come da letto non vi erano . Queft9 ultime paifarono dall' Europa nella roba dei battimenti , e da quaranta anni in qua principia- rono a moltiplicai nelle parti fettentrionali , e nel Porti del Regno. Le Cavallette , o Locufte , fono poche 3 e non formano quelle denfe nuvole , che gua- £ 3 fta- fiano le campagne da quella banda degli Andes .Le Zanzare ancora non fi veggono, fé non nei panta- ni, o paludi, e fono differenti da quelle, che mo- leftano gli abitanti della Zona Torrida . Nel diftret* t@ della Città di Coquimbe s' incontrano i Pìques del Perù , ( cioè quelli piccoli infetti, che s' introdu- cono nella carne, e fé vi fi Iafciano , moltiplicano ecceffivamente ) ma nel refto del Regno non fi co- nofcono . Il territorio di quella Città è fimile affat- to pel temperamento al Perù ; quindi è , che quefle- befiiole vi fi fono confervate finora , fenza fare ule tenori progreifi , poiché la temperatura delle altre Provincie , o Territori più allibrali , effendone più fredda , è loro contraria . 66. Oltre a quefìi infetti vi fi veggono molti al- tri peculiari del Paefe , tra' quali fi notano* non po- chi affai cunofì , e degni delle fpeculazioni Filofofi- che. Sulle tefte , o fiori della Bìfnagci , o pianta-, da nettare i demi, fé ne truova uno coleoptero a due ali talmente dorato, che pare fatto d' oro il più bril- lante , e rifplende all' ombra non che al fole . I Contadini ne fanno delle croci pulite infilzandoli 1* un dopo T altro. Fra le Lucciole, di cui fé ne diftin- gttatìBp parecchie fpeeie, effendone alcune alate, al- tr-r- fenza ali , ve n' è una grande , come uaa far- falla ordinai ia, che di notte pare una bracia volan- te. )(<*OC te . Nolle campagne in certi buchi, che fi fa in ter- ra , vive un ragno vellofo , bigio , il di cui corpo è grofTo come il pugno, ed i piedi lunghi da tre in quattro pollici. Egli, oltre a' denti piccoli, ha due zanne, o denti canini affai prominenti, che alcuni credono , che fiano medicinali . Siffatto ragno non è punto malefico . LXVII. Gli Uccelli , che da me vi fi poterono offervare così terreftri, come acquatici, fi dividono in novanta due fpecie , le quali comprendono una^, quantità forprendente d' individui . Le montagne , le felve folitarie , le coite difabitate, i fiumi, ed i la- ghi poco frequentati del Regno loro facilitano gran- demente la propagazione . Fra quefte fpecie fi veg- gono alcune di quelle, che fi trovano in Europa, come farebbero le Aquile, i Milvi , i Falconi, iFo- tiventi, gli Attori, gli Uccelli notturni, le Pernici, i Palombi detti da' Latini Torquato , le Tortorelle, £ Picchi, i Tordi, le Rondini , le Aritre acquatiche dì cui fé ne contano da fei in fette fpecie , le Beccac- ele, le Beccaccine, le Gallinelle, gli Aironi, le Ci- cogne, i Corvi, gli Smerghi, e le Gavie, di cui parimenti fi annoverano di otto , o nove forte . Ve ne fono alcune altre , le quali , benché fiano le mc- defime fpecie, contuttociò fi diftinguono da queir Europee in certe particolarità» Il Cigno ? effendo pel E 4 re*ft@ X *4 X fv •; refto bianco , ha la tefta nera . V Ufignuoio è più pìccolo di quefto di qua , e il Aio canto non e sì continuato , né sì armoniofo . Le Tortorelle di mon- tagna hanno le ali nere . Le Pernici aquatiche fono piò piccole delle terreflri . I Cardellini fono più gialli, e piùroflì degli Europei, hanno barba/fotto 31 becco, la quale fi compone di certi peli neri , e crefee fecondo gli anni ; i giovini ne vanno fenza , come gli uomini; il loro canto è più alto, più con- tinuato, e più dolce dì quello del Cardello di qua* Le femmine fono cenerognole con certe macchie giak le fulle ali, non hanno barba, né la tefia nera- , uemmen cantano come i mafehi ; abitano nello maremme , o negli Andes ^ d* onde per paura del* le nevi fi fpargono a ftormi V inverno pel Regno* Fra le altre fpecie peculiari, che non fi trovano in Europa, fé ne veggono molte rimarchevoli così per la loro figura, e per la bellezza delle loro pen- ne , come per la foavità del canto , e pel fapore «elle loro carni. Quivi però, per non contravenire al metodo preferitto , nojn ne parleremo , che d' al* cune , che ci fembrano più degne di memoria, LXVIII. Il Condoro è un uccello da preda , di una forza prodigiofa /che cornfponHe alla fua da- tura , poiché le fue ali aflleme hanno quattordici piedi, in circa dall' una eftremità air altra. E°li è / ne- X * 5 X aero, fuorché nel dorfo , eh* è bianco, e nel collo» dove ha un circolo , o collare parimenti bianco ♦ Lz fua tefta va guernita di una fpezie di ciuffo * Lo penne delle ali fono grorfe come il dito mignolo * Il becco è forte , groffo , e curvo . Annida nelle mon* ragne nelle roccie più rìpide, e feofeefe * La fem- mina è minore del mafehio , e non ha, com* e£b* ne collana , ne tutto il dorfo bianco , ne il refto del corpo nero. Il fuo colore tira più al bigio* Quello Pirata dell' aria, che cosi polliamo chiamarlo perla fua rapacità 5 fa di continuo una guerra crudele alle mandre di pecore, e di capre, e non di rado attac- ca i vitelli . Allorché vogliono far preda di quefto beftiame, fi adunano fel, o più di erti, e fienden- do le loro ali, lo circondano da per tutto , e il pia ardito gli cava gli occhi , poi lo ftrozzano , e lo man- giano fra tutti . I Contadini fi fervono di due ftrat* tagemmi per prenderli ; il primo , fi è di far uno fteccato , dove mettono II corpo di qualche beftisu morta. I Condorì , che hanno un odorato prodiglofo^ fubito dall' intorno feendono allo fieccato , e vi fi Satollano talmente , che accorrendovi i Contadini con baftonì , non porìbno prendere la carriera neceffaria per alzarfi all' aria aperta , e vengono uccifi . Quan- do poi vogliono prenderli vivi , fi nafeondono i Con- tadini a una piccola diftanza, mentre uno di effi cori- mn X 66 )( cito in terra fi cuoprc con un cuojo di vacca frefeo, il quale colle mani foderate piglia per le gambe i Co»dori y che ingannati vi fi accodano a beccare. Quelli, che rianno nafeofti , vi corrono di fretta , perchè altrimenti colui, che li tiene , non potrebbe foftenerli per lungo tempo . Quelto formidabile Uc- cello non differenziali, che nel colore , dal Laemmer. Ceyer degli Svizzeri , come bene fcrive Mr. di Bo- mare . LXIX. Il fìuquhì è più alto , e più grorfo dell^ Oea : il fuo colere al di fopra è bigio variato di bi- anco , e al di fatto tutto bianco . La fua carne è bianca , dilicata , e di buon fapore . Quefto Uccel- Io ama le pianure , dove fi nutrica , o di erbe , o d* infetti, e facilmente fi addomeftica . Lo Struzzo vi- ve nelle vallate degli Àrnhi'ì fpecialmente all' in- torno dd Lago Nxgueigàapè; Egli è piantato fopra altiffime gambe i ha un collo lungo, e un c?,po af- fai piccolo, e la fua iratura uguaglia ad un uomo a cavallo. Tiene quattro dita per zampa , tre innan- zi, e uno m dietro, nei che differenziafi dallo «ruz- zo Africano, che ne ha folamente due. Le fue co- feie fono robuite , V ali p'ccole . e mutili per vo- lare, ma gli fervono al corfo . nel che egli vale mol- ti (fimo . Perciocché riguarda al colore , deffo è fìmi- le a quelli dell' Affrica . Scarica le fue uova nella fab- X <57 X fabbia, e le cuapre con effa .' avvjen di trovarne in alcune Covate fino a feifanta ; onde molti fi perfua=> dono, che parecchi vi concorrano adepofitarie loro* Quelle uova fono così grandi, che contengono una finta di liquore , e talmente dure \ che fé ne poifo« no fare dei vafi , che fervono in luogo di porcella- na . LXX* il Viamihgol un Uccello béllifEmo acqua* tico , il di cui corpo , che non è molto groffo 3 41 alza fopra due alte gambe affai fottili , e la faa te- ila, eh* è piccola ancora, s' erge in cima di un col- lo lunghilfirno , corredato di un becco parimente lun- go , arcuato , affai duro , e armato di denti ; i fuoi ocfrhi fono piccoli, e rofli* Le tre dita anteriori del piedi vanno unite da membrane , come quelle degli altri Uccelli acquatici . Le piume del dorfo , e delle ali fono di color di fuoco vivo aifai , e piacevoli al- la vifta ; quelle del recante del corpo traggono ai bianco. Gì' Indiani adornano le cime delle lorolan* eie, e i loro cappelli con quelle piume. Come def- fo è alto quattro piedi incirca , coftruifee il fuo ni- do di fango , e gli dà la forma d' un cono troncato,* lo innalza oltre un piede, e mezzo al di fopra dell* umidità , e vi fcava nella parte fuperiore un buco , nel quale depone le fue uova, che non fono più di due . Allor quando egli cova le uova , pofa 3 fuoi pie- X 62 )( aja^li^aga»!?a»3aawm— m— piedi fulla terra 9 e II ventre fui nido . IXXI. L* Alcatraz è una fpecie di Pellicano. Il fuo corpo è minore di quel del Pollo d' India , ma le fue gambe fono lunghe più di due piedi, e il fuo becco largo da due in tre pollici , e lungo un pie- mie, e mezzo all' incirca, quello becco tanto dalla parte fuperiore, come dall'inferiore è fornito di pic- coli denti in forma di fega affai taglienti, e al di fot- te di elfo cade un facco su lo ftomaco , a cui è anT che attaccato , come pure lungo il collo con piccoli legamenti, affinchè non vada da una parte , e dall'altra. Quello facco è compofto di una membrana grotta, e graffa , affai carnofa , e pieghevole come un cuojo, e va coperto di un picciolo pelo fino, e morbido , come il rafo ' Qualora quello facco fia vuoto , iron fi vede molto; ma quando I* uccello truova un* ab- bondante pefeagione , di cui fi nutrica , è cofa Ap- prendente il vedere la quantità di pefei sì grandi , come piccoli, che vi fa entrare, o per confervarli pel fuo vitto , o per portarli ai fuoi figliuoli . Il colo- re di quello Uccello è bruno . Le (uc penne fono migliori di quelle dell' Oca periferivere . I Naturali del Paefe fi fervono del facco ben conciato per far- ne Lanterne . V Alcatraz pare , che fia affai d'ilice to, perchè nell' invernate avvien di trovarne molti morti falle roccie vicine al mare, LXXH. X 69 X LXXII. Il Paxaro-Nwno , o fia Uccello bambi- no, fu detto cosi dagli Spagnuoli , perchè da lonta* no pare un bambino fafeiato . Egli vive nel mare , ed è della groffezza d' un Tacchino , o pollo d* In- dia : ha le piume del dorfo nere , e quelle di fot* to il ventre bianche . Il fuo collo è ovale , grolfo f e va cinto come da un collare di piume bianche * la fua pelle è groffa , come quella di un porco, e fi fiacca facilmente tutta intera dalla carne . Tiene per ale due falde di cuojo , che pendono da ambe- due i lati in maniera di piccole braccia. Quefta fpe- eie d'ali è coperta in alto da piume bianche, corte, e ftrette, e frammefcoJate di nere- Quefti cuoj gli fervono per nuotare , non già per ergerti a volo • Annida fulle rive in certi buchi affai profondi , che fi trovano nella fabbia , e vi fi fcarica di tre, o quat- tro uova punteggiate di macchie nere . Il fuo beo* co è tiretto , e più grande di quello del Corvo ; la còda corta , i piedi neri , e piatti , e come quelli dell' Oca. Cammina col corpo alto, e diritto , lafci- ando pendere i due pezzi di cuojo da tutti i due lati. Si dice , che la fua carne non ha il cattivo odo- re , che hanno tutti gli Uccelli marini , e eh* è fa- porita . LXXIII. Il Threguel, o Keìtreu è della groffez-- za d* un colombo , ma le fue gambe fono il doppio più X 70 )( più alte. Il colore delle fue piume è al di fopra ce- nerognolo variato di Wro , e al di fotto del ventre bianco , eccetto dalla metà in sii , eh' è tutto nero. In ciafeuna delle piegature delle ali porta un offa lungo un pollice , groifo quattro iu cinque linee, a- guzzo , e duro , con cui combatte furiofamente con- tro gli altri uccelli , ed anche contro i quadrupedi, quando fi accollano al fuo nido , eh' egli fa nei bu- chi, che trueva a cafo in terra. Quivi fi fcarica di. tre uova bigie punteggiate di nero, le quali fono buone da mangiare . Quando vede arrivare un uo- mo , fi ritira chetamente dal nido , e non grida , fé jion ad una diftanza confiderabile da elfo, affinchè non poffa trovare colui le fue uova. Vive nelle pianu- re, e mai fi trovano infieme più del mafehio , e della femmina 5 né fi fono veduti pofarfi fogli al- beri . LXXIV. La Trecca è grande come un tordo , di color cenerognolo frarnmefcolatodi nero , e- il fuo becco j tefta , e piedi ralfomigliano ancora a quei del Tordo. Le fue ali, e la fua coda ne fono più lunghe, e più larghe. Quello Uccello canta egre- giamente, taria la fua voce come V Ufignuolo , e contrafà per ifcherzo. il canto dì tutti gli altri Uc- celli, cui fagli alberi ita a fentire , e fubito comin- ci* ad imitarli ; è viviffimod e non può /tare quali mai )(7i )C mal fermo In un luogo, faltellando qua, e là anche quando canta. Il Kereu , che impropriamente viert-. nominato dagli Spagnuoli Tordo , è un pò più grof- fo della Trenca . Egli ha la carne , le penne , gli occhi , il becco, e le gambe nere . Impara a parlare come il Pappagallo, benché il filo becco fia fonile, e un pò più lungo di quel del Tordo proprio. Il fuo canto è continuato , e foaviflimo , e fi addomeftica facilmente. Perfeguita gli uccelli piccoli, e ne man- gia con piacere il cervello . Si fabbrica il fuo nido fugli alberi di fango, che porta nel becco , nei pie- di, e nella coda, la quale gli ferve di cazzuola •- Quefto nido è una faldella perfetta . LXXV. Nel Chile fi veggono due fpecie di Pap* pagalli; P una ritiene il nome di Pappagallo, e 1* altra ha quel di Catìta. Il Pappagallo è come tntti gli altri Pappagalli ordinari dell' America. Annida in certi buchi tortuofi , che fi fa nei dirupi , d* on- de i Contadini ne cavano i piccioni con uncini, por- tandovifi per una corda . Quefli piccioni fono uno dei cibi più dilicati . Il Pappagallo non ne fchiude più di due , ma fé quefti ne vengano cavati , torna a far dell' uova , finché arriva a portar feco i fnoi figliuoli liberi dal pericolo . Quindi è , che a dif- petto della gran quantità, che nella ftate fé ne man- gia per ogni dove , fé ne veggono in tutto il Re- gno )(7* X gno in abbondanza . Eglino fanno gran danno al gra- no , e a tutte le frutte • Quando qualche fiorino di effi fcende a mangiare , ne fa uno di loro fopra un albero la guardia, e di quando in quando fi cam- biano le fentinelle , occupando uno di quelli , che hanno mangiato , il luogo del primo , e (tendendo coftui a partecipare della preda . Se la fentinella ve- de accollarti il cacciatore , fubito grida , e tntti fi alzano . La Catita è tutta verde , e della grandez* za di una Tortora, ma n' ha la coda più lunga/ pel refto è fimile al .Pappagallo ; nella fiate dimora, e annida negli Andes , donde nel tempo delle nevi fi ritira in truppe grandiifime alle pianure del Re- gno , le quali pofandofi , mafllme dal grado .34, fo- pra un gran tratto di campagna , lafcianlo intera- mente fcavato , p diflrutto . Senza iperbole fi può dire j che ogni truppa contiene più di un milione di quefti uccelli. La loro carne è eccellente .1 Con- tadini gli ammazzano con un baffone , portandoli a tutta briglia a cavallo nel luogo , ove fi fono pò- fati , perckè per la loro moltitùdine s* impediro- no gP uni a gì' altri , allorché vogliono prendere il volo . Il Pappagallo , e la Catit* domefticati impara- no bene a parlare •, LXXVI. Il Prca-flor è un piccolo capo di ope- tz della natura per la fua bellezza, per la fuapic- cio- X 7 3 X cìolezza , e per la vivacità del colori d* oro , di cui fono guernite le fue piume • Ce ne fono di tre fpe- cie, i grandi, i mezzani, ed i piccoli. I mezzani, ed i piccoli fono i più belli, ed i più rifplendenti . Gli ultimi appena eccedono nella grandezza a una farfalla • Il loro colore, come abbiamo detto, ed' oro , che imita , fecondo le refleflloni della luce , il brillante di alcune pietre-preziofe.il becco dei più piccoli non è più groffo di una fpiila. Quefti vaghi augelletti volano con tanta rapidità , che s' in- tendono più pretto di quel che fi veggano > Volan- do fanno intendere una fpezie di ronzio : fi foften- gono lungo tempo in aria , e fembra , che vi riman- gano immobili , Non fi nutricano d* altro, che del fucco dei fiori, onde vengono chiamati fìcea-fiori y Buccia-fiori, Uccello-ape , e Mellifuga . Dopo la ftagio- ne dei fiori rimangono intorpiditi , e in una fpecic di letargo fin alla primavera ; fanno i loro piccioli nidi fu ì ramofcelli degli alberi, e li guarnirono di pelume fino , e non pongono più di due uova bian- che punteggiate di giallo ; Quefti Uccelletti fono no- minati Colibrì in alcune delle Provincie dell' Ame- rica . Fra le novantadue fpecle di Uccelli , che difE aver offervato nel Chile, fé ne trovano molti, che fi distinguono dagP individui della medefima fpecie neli* avere ò la tefta , ò le ali, ò tutto il corpo £ bian- )(74 bianco, il che può provenire dalla dimora, che effi fanno fra le nevi degli Andes . Quello accade parti- colarmente fra i Tordi propri . Oltre a quefti uccelli peculiari del Paefe vi fi veggono ancora in abbondan- za i volatili domeftici introdottivi dagli Spagnuoli. LXXVII. Il Chile non è tanto ricco di animali Vivipari , o quadrupedi indigeni , quanto gli altri Paefi dell' America. Egli non per tanto n' ha alcu- ni , che non fono fpregievoli . Quefti fi dividono in Aquatici , e Terrellri . Gli Aquatici fono la Balena, il Lione marino , il Lupo , il Cavallo , il Satto , il Cuillìn , e il Coifu . I terrellri il Lione , il Huanà- co , il Chilthueque , il Guemul , la Vicogna , la Vol- pe, la Cuigna , il Daino, la Lepre, la Vifcacb(U9 il Chìnne , il Kiki , V Arda , e il Tìguchen . La_, Ealena viene da me collocata piutofto in quefta claf- fe , che in quella de' Pefci , perchè quantunque effa fia fimile a quelli per la figura efterna , tuttavia fi accofta più agli animali quadrupedi aquatici per la- bruttura interna , e per le fue proprietà . Ella fi ac- coppia , come effi , è vivipara , fa latte , e i fuoi fi- gliuoli poppano. LXXVIII. Le Balene Chilene , di cui fi vede d* ordinario il mare coperto , hanno in generale la medefima conformazione di quelle di Groelandia, ad eccezione forfè d' alcune plcciole differenze. Veg- gono D'avola 1. Y )(75 X gonfi qualche volta quefti moftruofi animali morti buttati dal mare fulle rive . Il loro maggior Remi- co è il Pefce-Spada , chiamato così per un offb lun- go da tre in quattro piedi fatto in forma di fpada , o di lama offea, piana, e piramidale, che porta fui capo , Quefto Pefce è della lunghezza di dieci in- dodici piedi , e di un* agilità forprendente . Le fue mafcelle vanno armate di piccioli denti appuntati . Ven* è una altra fpecie, che non differenziali dal primo fé non nella fpada, eh' è dentata da ambe- due i lati come un doppio pettine • Fra le Balene , che vengono morte alla riva , fi veggono molte di una grandezza prodigiofa. Mi ricordo di averne ve- duta una cottola , eh' era 15. piedi lunga, larga un piede , e mezzo , e groffa cinque dita . Molti pen- fano , che la gran quantità di ambra grigia, che fi trova in pezzi più, ò meno grandi particolarmente fulle fpiaggie deiR Ifola di Chiloè, venga dalle Ea- lene ; ma io mi peì^fuado con Mr. GeofFroi , eh' el- la non è altro, eh* una fpecie di bitume, che feo- la dal feno della terra nelle acque del mare . LXXIX. Il Lione Marino è un animale anfi- bio, e viviparo, che rafibmiglia un poco al vitello marino. Quand' egli è pervenuto al fuo maggiore accrefeimento può avere dai quattordici fino ai di- ciotto piedi di lunghezza , e dai dieci fino ai quin- 1 X\7*)C dici ài circonferenza . La fua pelle non è fquamo- fa, ma va coperta di un corto pelo di color giallo chiaro L La fua tefta è pìccola rifpettivamente al fuo corpo , alquanto aguzza , e finJle à quella dei Lupi terreftri : la bocca proporzionata alla tefta , la lin- gua groffa , e quali rotonda • le mafcelle guernite di denti forti , grandi, ed aguzzi, di cui le due terze parti fono come incaftrate negli alveoli , e V altra pronimente* Ai due lati della bocca efce una barba folta, e divergente come quella delle Tigri , Gli oc- chi fono piccoli , e le orecchie talmente corte , che dalla loro radice fino all' eftremità hanno appena- da fei in otto linee , Il nafo è ancora affai piccolo , glandulofo , e fenza pelo . Quefto animale ha due.» mani, o alette cartilaginofe, che gli fervono così per nuotare, come per andare in terra. La fua co- da, eh* è pure cartilaginofa , e grande a proporzio- ne del corpo , groffa , e forcuta , di maniera che , piegando la fchiena per P ultima vertebra , fa con-. effa i due piedi, con cui accompagnale alette, o le mani per camminare fenza ftrafeinare il ventre . V eftremità di quefta fatta di mani , e di piedi non ma- le raffomìgliano alle dita umane fin' alia loro parte media , e vanno munite d* ugne . Quefte dita fono cinque cosi in ogni piede , come in ogni mano , e fi formano di offa minute , o cartilagini dure • Le ar- ticu- X 77 )C articulazlonl più fenfibìli, che ha nelle alette, fono due, dì cui la prima fi trova nelP unione dell* offioplato, e fa come un omero, e là feconda nel" fine* delle alette, dove principiano le dita. Lo fteffo fi vede nella co- da, e per qtfefto mezzo cammina per terra, e quan- tunque non abbia 1* agilità , di cui fono dotati i qua- drupedi terreftri , contuttociò fale arrampicandoli al- le roccie più alte , e ripide , e fcende con la meda- lima facilità . Le parti naturali di si fatte beftie fo- no nell9 eftremità inferiore del ventre $ e quando vo« gliono accoppiar*! , fi afiìedono fopra la coda , e fi abbracciano colle alette • La femmina partorifce , e allatta , come gli animali terreftri, 2 fuoi figliuoli , f quali non fono mai più di due 0 LXXX. Il Lione marino vien chiamato così &* cagion di una criniera, che porta intorno al collo* Egli è si graffo, che dopo aver fatta una inciilìonc nella pelle, la quale ha circa un pollice di groffez- za , fi trova almeno uh piede di graffo innanzi di pervenire alla carne, e alle offa • Perciò fono anco- ra chiamati Lupi dy olio .Il graffo dei piùgfoffi fom- miniftra fino a cenciquanta pinte à- òlio. Queft' a- nimale è affai fanguigno , e quando è ferito fi but- ta prontamente all' acqua, che tigne dapertutto coi fuo fangue. Subitoche i Lupi marini lo veggono in- quefto flato fi lanciano a truppe fopra di effo, e is F 5 tuo meno di un quarto d' ora Io sbrancano, e lo man- giano . Ciò pertanto non fi offerva nei Lupi , i qua- li feriti fi gittano ugualmente all' acqua , e benché fpargano ancora molto fangue , non vengono afTaliti né dagli altri Lupi, ne pure dai Lioni aiarini. LXXXL Quefii ultimi trafeorrono tutta P efta- tc per lo più in mare , e tutto P inverno (opra ter- ra, dove fi nutricano dell' erba, che trovano nei luoghi vicini al mare , al quale fogliono di quan- do in quando defeendefe per pefeare . Dormono nel fango , o fopra le roccie , e ronfano sì fat- tamente , e fi godono del loro fonno\, eh' è diffici- le il rifvegliarnegli . Avvi perciò fempre fra il loro numero qualche mafehio , che fa fentinella , il quale allorché n* è d' uopo con un grido molto dindonan- te rifveglia i fuoi compagni , e fpaventa coloro, che ad effì fi accollano. Gli uccelli marini fi fpaffeggia- no fenza eifer inquietati fopra i loro corpi , quando fono fdrajati . E* cofa facile P ucciderli , comec- ché fiano quafi incapaci di diffonderli per la pe- fantezza dei loro corpi. Al menomo moto , che fan- no, fi vede il loro graffo molle fluttuare fotto la— pelle , che li ricuopre : non pertanto conviene ftar in guardia contro i loro denti . che fono terribili * e non lafciano mai ciò , che hanno prefo Qnefto a- nimale è talmente fenfibile nelP efìremità del f o na- ■ w )(79)( nafo , che 1* effetto , che non fanno nel reflante del corpo le ferite più profonde , fi ottiene con un lie- ve colpo, che gli fi dia in quella parte, Tettando- ne morto. I grandi gridano come i vitelli , ma il lo- ro grido n* è più rauco, i piccoli come le pecore. Le loro madri li portano al collo , quando voglio- no fuggire da qualche pericolo • Quefti Lioni mari- ni abitano fpecialmente attorno delle Ifole di Gio» Fernandez. Il Lord Anfon dice, che i fuoi Mari- na) vene ammazzarono molti per mangiarne la car- ne , e particolarmente il cuore , e la lingua , che-» trovarono preferibili alle medefime parti tratte dal Bue . LXXXII. I Lupi marini non differenzianfi dal Liorii marini, che nel colore, nella fiatura , che n9 è più piccola, e nel collo, dove non hanno crinie- ra . Ve ne fono di due fpecie , i grandi , ed i picco- li . I grandi hanno di lunghezza otto piedi incirca^ e fono bigi . I piccoli tre in quattro , e il loro co- lore è bruno . Trovanfene in quantità fulle code del Chile , ed anche nelle Ifole di Gio. Fernandez . I Naturali del Paefe gli ammazzano con un battone 0 e fi fervono delle loro pelli per far dei palloni pie- ni d' aria, nei quali, che fono lunghi cinque in fel piedi , e grofiì diametralmente due , legandoli infic- ine ^ tragittano i fiumi, ed anche fi ardifeono ad en* V 4 tra- X so X trare nel mare per farvi k pefca . Il Cavallo mari- no è lo fieffo , che 11 Cavallo fluviale 5 o Ippopota- mo 3 che fi trova nei fiumi dell' Affrica» Egli dif- ferenzianfi fbltanto da quello iri certa criniera , che porta al collo. Il Gatto Marino è fimile nella gran- dezza 5 e nella conformazione al gatto terreftre : il fuo pelo i che è affai folto, e morbido 5 è di color bigio. Oltre ai quattro piedi , che fono cartilagino- fi , ha una coda groffa , lunga, e folta * E* feroce , e fi difende co9 fuoi denti acuti dagli uomini , e dai cani* LXXXIII, Il Guìllìn è uri animale affai comu- ne $ che vive ne' laghi, nei fiumi, e nei rivi, e fi ciba d di pefci , o dell' erba , che iiafce fu i margi- ni • Egli è grande come un cane ordinario .' il fuo corpo va ricoperto di peli di due forti § cioè , di pe- lo lungo 5 e di pelo corto; il pelò corto è fino , e folto eftremamerite ; non oltrepaffa in altézza un pol- lice > e ferve a confervare il calore dell' animale. Il pelo lungo è un pò9 ruvido : il fuo colore fui dor- jf© è bruno fcurd i e fui ventre bianchiccio . La tefta è quali rotonda : le fue orecchie fono àncora roton- de , e brevi , e gli occhi piccoli * La fua bocca va armata di quattro denti lunghi, ed acuti, due in al- to, e due abbaffo - I piedi , e le mani fonomembra- nofi , e piatti , e la coda larga . La fua pelle è fil- ma- Y mata, e fé ile fanno dei cappelli affai buoni * Egli pare, che fia una fpecie di Caftore 4 lì Coìpu è più piccolo del Guìllinó , a cui è fimile nella figura, e nel modo di vivere « Il colore della fu a pelle è ne- ro , e va ancora riverito di due peli ; V interiore^ dei quali è foave . Quello animaletto j benché anfi« bio , fi alleva nelle cafe , e fi addorneftica, come I cani * Vi fi trovano ancora delle Lontre , rnaflime»* nelle Ifole dì Chiloè, le quali non differéfìzianfi da qaefte di Europa . LXXXIV. Il Lione terreflre , dettò dàgP India- ni P*g? 9 è fimile nella conformazione al Lione dell' Affrica, a eccezione della giubba , di cui va fprovve- xlutó , ed è grande quanto la Lioneffa Africana» Il colore del fud pelo è grigio biancaftro . Quello ani- male fi trova in tutto il Chile dal gr. 24- fin al 45 > e non fi sa fé s9 incontri più avanti» Egli vive nel- le bofeaglie più folte , e fulle montagne più feofec- fe, d9 onde feende a procacciarfi il vitto colla mor- te di qualche animale , mafiimamente del cavalli , di cui va ghiotto « Il modo , di cui fi ferve nella cac- cia, è affai induftriofo * Quando non gli riefee la_, forprefa , di cui fi prevale più comunemente , fi pre- fenta ai cavalli 5 o a gli altri quadrupedi fchemn- dò, fdrajandofi per terra, e movendo la coda 3 e così fi va accertando a poco a poco, frattanto che gli xsoc §11 fembra il tempo opportuno : allora /piccando un falto impetucfo,fi fcaglia fopra il dorf© dell' anima- le , e lo fcanna prontamente colle zampe * Ma fe_* non può {cannarlo a cagione dei falti, eh* erto fa, gli aggrappa il mulo, e torcendolo verfo di fe< gli rompe il collo. Indi prendendolo con una zampalo flrafcina fin' ad un bofeo , dove ne mangia quello, che gli piace , e cuopre il reflante con rami , che taglia dagli alberi vicini. Quello fè nonché cogli animali minori , ma ancora colle beftie più grandi , onde & vede la forza di quella orribile fiera . Una volta in- contrandoli uno di quelli Lioni in una coppia di Ca- valli, ch'erano legati infieme, ne ammazzò 1' uno, e ftrafeinò tutti i due per un gran tratto , percuo- tendo colle zampe il vivo di quando in quando, ac- ciocché coi falti , eh' egli faceva , gli agevolante lo llra- feico. Egli, non oftante la flia intrepidezza , evita di azzuffarfi coi Tori , e colle Vacche, benché quando trova foli i vitelli , li mangia con piacere . Le vac- che , quando egli fi accolla , fanno un circolo , met- tendo dentro i loro figliuoli, e colle corna verfo dì lui, lo afpettano, e fé ofa attaccarle, non di rado lo lafciano morto nel campo . Le Cavalle fi valgo- no della fieffa indurirla , ma per P ordinario loro non riefee . LXXXV". V Afino, ficccme conofea la fua po- ca T ^m X s 3 )( ca abilità pel corfo, fi mantiene fermo nel campo all' approffimarfi queft' implacabile nemico, e corri- fponde alle fu e finte carezze con altre fimili « afpet- landò T occafionc di lanciargli tre , o quattro calci coi quali fuol lafciarlo diftefo in terra, e fuggirne; ma fé il Lione è più pronto, e gli monta addoflb, fi lafcia precipitofamente cadere fupino in terra , *l* lo fchiaccia ; fé quello pure non gli riefee , corre con furia fotto gli alberi più folti , finattan Ce che fi polla sbrigare per mezzo dei rami pendenti da iqtìc- fla foma gravofa . Così fono pochiffimi gli Afini , che diventano preda del Lione. Non orlante !a guer- ra continua 5 che queft* animale fa a tutti i quadru- pedi , finora non fi è ardito ad attacare P uomo, co- me abbiamo detto altrove , benché da elfo fia affai perfeguitato , e fovente tratto a morte pel danno, che fa alle di lui mandre . I Naturali del Paefe gli danno la caccia con cani ammaeftrat'. . Egli, fé non può fcappare, o fi arrampica fugli alberi più alti, e va faltando con gran leggere?za dall' uno al? al- tro , o fi ritira, ad una rupe , o ad un tronco , che gli cuopra il dorfo, dove fi difende coraggiofamen- te dai cani , dei quali fuol fare una grande flragé, fé non fono bene agguerriti, finche1 P'uòhh) da lon- tano gli tira un laccio alenilo ; allora ved --rido fi pre- fo , verfa delie lagrime groffe , che gli cadono per le X §4 )( le due guancie . La fua pelle conciata è ottima per far delle fcarpe , e il graffo , al dire di molti , £-» utile per la fciatica * LXXXVL Il Guanaco , il Chìlìhueque , il Guemul, e la Vlcognct fono fpecie fubal terne del genere dei Cammelli , dà cui fi difHnguono particolarmente nel dorfo , eh' è privo di gòbba * Il Huanàco , o Guanaco, ha fd in fette piedi di lunghezza , e n' è alto da quattro in cinque, raffomiglia quali al Cammello per « la tefta , pel collo , pel labbro fuperiore fello, e non dentato, per la coda , e per la parte naturale: il fuo dorfo è imito : i fuoi piedi fono biforcati , ed armati di unghie appuntate, e groffe : il fuo pelo, che fopra il dorfo è bigio , e fotto il ventre bian- cafìro , è affai foave , e fé ne fanno dei cappelli . Queft' animale non ha altre armi per diffonderli , che la leggerezza dei fuoi piedi , coi quali fi fonde- rie anche fu i balzi i più ripidi . Egli vive per lo più fnlle montagne degli Andes ; non pertanto è affai dolce, e fi addomefiicà facilmente, ma fé viene ir- ritato, fputa in faccia a, quei, che F infultano. Lz fua carne , al dire dei Campignuoli del Paefe , è abbaftanza buona 3 e poco inferiore a quella del Ca- brato . Dal ventre del Guanaco fi cava il belzuarc più fino . LXXXVIL II Chìlìhueque partecipa del Guanàct, e del T X »s X e del Montone dì Europa . Egli ha la tefta , il collo, e la coda di Guanaco , e il redo di Montone , dì cui è al doppio più grande . Quindi è , che dagli Spa- g^ucli vien nominato Pecora del Paefe , e dagl' In- diani Chìlìhueque , che vuol dire Montone del Chìley forfè per diftinguerlo dai Montoni , o Glamas del Perù. Il Chìlìhueque è animale domeftico , ed affai flimato dagl* Indiani, fra i quali nei loro trattati di pace , e nelle cerimcnie della loro Religione vien* ammazzato come in fegno dì facrifizìo . La fua car- ne non è inferiore per la bontà a quella dei Caftra- ti , £ la fua lana è eccellente . Tre vanfene dei bian- chi , dei neri , dei grigi 9 e dei cenerognoli . La fpe- cie dì queiV animale non fi è propagata di molto , per la difficultà , che ha la femmina nel concepire , onde affinchè riceva il mafehio ? bifogna foftener» la , LXXXVIII. Il Guemul è Umile nella conforma- zlone , e nella grandezza al Chìlìhueque , a eccezio- ne della coda, eh' è come quella del Cervo. Egli è più felvatico del Guanaco , e quali fempre dimora nei (iti più feofeeù* degli Ande* . La Vìcogna è gran- de come una capra , e raffomiglia affai al Guanaco ; il Aio colore è di caffè : la fua lana è lina , e mor- bida , e fé ne porta in quantità air Europa . La fua carne è ancora faporofa.La Vìcogna vive nella par- te )(8 fc ne fatarti gli anni, fi trova in abbondauza. E* molto timida, e batta per fermarla nel fuo corfo li- na fune, eh' abbia pendenti alcuni fiocchi di hna . Allevata fi addomeiìica , come una pecora. Ond' è degna di vituperio la negligenza , o cattiva condot- ta dei Naturali , i quali potendo nodrirle in mandre . per tofarle al loro tempo , ne ammazzano delle mi* gliaja pel folo intereffe della lana: quindi accaderà, che col tempo fé ne diftruggerà affatto un animale cotanto preziofo . LXXXIX. Oltre alla Volpe ordinaria vi fi ve- de un' altra, detta Culpèu dagl* Indiani, la quale è due , o tre volte più grande di quella ; ma n' è in tutto fimile per la conformazione, colore, e proprie- tà - Vive, come la Volpe, della caccia di uccelli domedici , e qualche volta ammazza gli Agnelli, quan- do li trova feparati dalle loro madri . Si oppone ai cani, e fuol ammazzarne alcuni, quando fi vede^> troppo agitata da e/fi . Per altro quefta fpecje non e tanto comune , quanto quella della Volpe ordinaria, la Guìgna è una tigre piccola , cke non eccede nel- la grandezza un gatto groffo . Il fuo colore è bigio yarlata di macchie nere rotonde . Fa guerra foltanto ai Y X 8? X ai volatili, e vive nelle bofeagiie . Vi fi veggono ancora molte fpecie di gatti felvatici , che differen- zianfi fra loro nella grandezza , o nel colore , ben- ché nefluno ecceda ài molto i gatti ordinari . I Dai- ni , i Cervi, e le Lepri fonofimili a quelli dell' Eu- ropa. XC. La Vì f cachet è della grofTezza , e quafi del- la figura di un Coniglio grande, benché n' abbiale gambe più brevi; il fuo pelo , eh' è foave , è mi- ito di bigio 3 e nero . La faa coda rafTomiglia a_, quella della Volpe , e va provveduta di ferole tal- mente dure , che fembrano fpini , e con effa aggi- randola velocemente difeaccia da fé i fuoi nemici . La fua carne è buona da mangiare . Vive in certe tane , che fi forma in terra . Tutta la notte s* im- piega in portare all' ufeio del fuo abituro tutto quel- lo, che trova nei campi. Quindi i viaggianti, quan- do perdono ò unofprone,ò qualche altra cofa , van- no a cercarla alle tane delle Vi/cache , che vi fi tro- vano , ficuri d' incontracela . XCI. Il Chinne è ancora della grandezza dì un Coniglio, ma la fua figura n' è affatto differente, e rafTomiglia piutofto a un cagnuolo . Il colore del- la fua pelle è un turchino feuro , fuorché nel dorfo, ove dalla tefta fin* alla coda fi vede una lifta cobi- polla di molti anelli , o circoli bianchi ; la fua coda èaf- )(88)( ,' è alfa! proveduta di pelo, e va ricurvata In su, e nell' eftremità fi apre, e fi ferra, come quella del pavone. Quefto animaletto è dolce , ed amante degi* uomini , che cerca dapertutto . Egli entra nelle lo- ro cafe , maffiroe nel campo , vi mangia quello che trova , e fpaffeggia tra j cani con ogni libertà , che non gli vien mai difputata né da quefti , ne dall' uomo ; anzi tutti gli portano rifpetto , e lo temono, benché pon faccia male a neffuno ne coi fu pi denti, né colle fue ugne . Egli fi è meritato quefto falvo- condotto per un liquore oliofo^ differente dall' uri- na , che porta in una vefcichetta fituata preffo P a- no , dove principia la coda ? Quefto liquore ha un o* dorè sì acuto , sì puzzolente , e sì foffocante , che con difficoltà fi troverà nelle produzioni naturali co- fa , che gli fi raffomigli , Oltre ciò egli è sì tenace, che non fi diilìpa fé non difficilmente, e palfato mol- to tempo. Quando 1' animale fi vede attaccato , al- iando prontamente i piedi pofteriori , lancia fopral* aggreffore con violenza quefto fugo peftilente, e per via di efso riman libero .dal pericolo . Il veftito, che n' è bagnato o fi abbandona del tutto , o non s' u- fa fé non dopo reiterate lavature con del ranno for- te . Il luogo refta inabitabile per molto tempo, poi- ché non e' è aromato, o mufehio, che pofsa fupe- rame il fetore- I Cani3 che ne fono fpruzzati , sba- lor- X *9 X lordifeono , fi rivoltano nella fabbia , o nei fango, fi tuffano fovente nelF acqua , corrono urlando co- me furiofi per la campagna, e diventano magri, perchè durante la puzza , non mangiano quafi nul- la . Perciò eglino fi guardano bene di attaccar fif- fatta belila, e foltanto per errore, credendola un^ altro animale, la affalgono.il Chinne per altro non adopera quefV arma Angolare, fé ncn quando vien irritato da quelli , che non fono della fu a fpecie ,- giacche non fpruzza mai gli altri Chìnnì , quantun- que abbia fovente i fuoi contraili con elfi . Queft© cattivo odore non fi fente , fuorché nel cafo di ef- fer lanciato, la pelle, e la carne ne vanno onnina- mente efenti . Gì' Indiani, per impedirgli 1' ufo di iìffatto liquore, Io prendono per la coda ; poiché al- lora , fiirati con elfa i nervi della vefcichetta , ftw chiude F orifizio . Eglino colla pelle di quefto ani- male , il cui pelo è molto foave , fanno delle belle coperte da letto » XCII. Il Kìkì è grande come una Volpe , a cui raffomigliaper la coda , e pel refto del corpo al Coc- codrillo . Le fue gambe fono corte, il fuo pelo fino, e il fuo colore cenerognolo variato di macchie bian- che • Egli è ferociifimo , e finora non fi è potuto ad- domeflieare • 1/ Arda è una fpecie di Sorcio cam- pagnuolo della grandezza di un gatto , che folamen- G te , X 90 )( "iJijlHJIVIffll'JWHl i"Vitn f'Vtm'ft"[lhW ' ' LWWJIU.. _-L1.UJ._iH|i.i j I 1. .'J te fi trova nella Provincia di Coplapò .Ella è doci- le affai , e va riveftita di una lana cenerognola , folta , e morbida come il miglior cotone . Il P/£«- chen è 1' animale più curiofo del Chile . Egli è qua- drupede infieme, e alato, e unifce perfettamente 1* uccello al quadrupede . La fua grandezza è come quella di un Coniglio ordinano, groffo al di dietro, e ftretto dav nti : Va coperto di un pelume fino di color carico ài cannella . Il jfuo mulo è appuntato, i fuoi occhj grandi , rotondi , e luccicanti . Le fue orec- chie appena il vedono . Le ali fono membranofe come quelle del pipiftrelio ; le gambe corte , e fimili a_. quelle della lucertola ; la coda rotonda nella fua o- rigine , e poi larga a guifa di quella del pefee : fi- fchia come le bifeie , e vola quanto le pernici : abi- ta ne' buchi degli alberi , da' quali non efee fé non di notte tempo . Non fa male a neffuno , ne pur fi fa qual fia il fuo vitto. Io non ebbi mai Poccafio- ne di offervar Affatto animale, ma da perfone de- gne di fede, che lo efaminarono , ho avuta quefla-. deferizione concorde. Vi è fama coflante della fua efiftenza cosi tra gli Spagnuoli, come fra gP India- ni, i quali gli diedero il nome, che porta. In tut- to il Chile fi trovano eziandio i porcellini d* India, i quali fi accoftano più alla figura del Coniglio, di quelli che fi conofeono qua in Italia $ Incontragli an« 60* r- Savoia J. r _ )( e mandandole ai pafcoli più pin- gui , affinchè vi s' ingraflino meglio , le ammazzano tutte infieme nella State. Quando arriva il tempo determinato per quello macello , fi fa untì fieccato di legni forti In una pianura 5 dove s' inferrano tut- ti i dì le Vacche , o Manzi , che debbono ucciderli in quella giornata ; Indi a buon' ora fi lafciano an- dare a una a una nella pianura . I Contadini , per cui Affatto meftiere è lo fpettacolo più allegro, che mai fi pofla dare f correndo indietro a tutta briglia G 3 ia (a) Alcuni degli Autori y che hanno fcritto dell9 A*. m.erica 3 dicono che nel Chile vale una Vacca , 0 Man- %o dieci feudi per quello , che videro praticar]? nei Por* ti del Regno - E' vero , che nei fuddetti Forti fi fan paga- re così dai Battimenti per una convenzione antica ■ che dura finora * Il Governatore del Porto ne ritiene quattro Scudi per lui , e il reflo è pel Padrone . Il prezzo or- dinario dell' interiore del Regno è di tre Scudi foli , come abbiamo detto. X 94 X in buoni Cavalli, tagliano loro i garetti con uno fpiedo lungo da dieci in dodici piedi, e munito di un ferro tagliente fatto a guifa di mezza-luna . I beccaj,o gli uomini a ciò desinati, le ammazzano, come vanno cadendo , ficcando loro nella nuca la_^ punta del coltello , e poi le ftrafcinano con bovi fot- te un gran frafeato, o portico coperto di rami d'al- beri , dove le macellano fpeditamente . Pofcia fepa- xando la carne dal fevo, o graffo , la tagliano ili-* Arifcie fottili lunghe due , o tre piedi , e larghe li- no, e falandola la tendono all' aria, o al fole, af- finchè vi fi rafeiughi . Quefta carne , effendo ben fecca, s' imballa, e fi manda alle miniere, e a* Por- ti pe' Battimenti , e pel Perù . Lo fteflb fi fa del fe- vo. Se qualcuna delle Vacche più leggiera dell'al- tre fcappa nel tempo dell' azione , i Contadini cor- rendo parimente a cavallo la prendono con un lac- cio, che gettano venti, o trenta piedi lontano, il quale va legato alla fella del cavallo. Queflo lac- cio, che ha di lunghezza 50,0 60 piedi , è fatto di cuojo vaccino torto , che effi dirompono con del fe- vo , finche divenga morbido , e allora diventa cosi forte , che tiene un toro feroce capace di rompere un capeftro di canapa il doppio più groffo . I Caval- li fono talmente avvezzi a quefto efercizio , che fu- bito che vien prefo il toro, fi fermano, ed apren* do -■—"»»: Y ^Macello dette Vacche . .... *''ZZ*&&*?&> G.Fabbrif irtttfWB^ in bi; fpled< un fé becca come punta to un beri , Tando flrifci 110, € finché fecca 3 ti pe' vo. S tre fc; rendo ciò , e quale ciò , e cuojo vo , fi forte , un ca| 11 fon< bito ci )(P5X do le gambe Io foggettano, mentre che il padrone ne fcende ad uccìderlo . Oltre alla fpecie ordinaria vi fi vede un' altra fpecie di Vacche , le quali van- no fprovvedute di corna , e f@no brutiifime . Que- fte formano razza feparata, e fi difeadono coi den- ti , il di cui morfo è più formidabile àJ bifolchi, che le corna di quelle dell' altra fpecie . XC V. La quantità di Pecore, e di Capre , che qui s5 incontra, con è meno grande, anzi fupera di molto quella delle Vacche per la loro fecondità . Le peco- re partorirono indifpenfabilmente due volte all' an« fio , e non di rado fanno due agnelli per volta. Le Capre ancora fé ne fgravano due volte nello ftéfTo anno, e rariffìma è quella, che partorifee un fola Capretto; ne fanno d'ordinario tre , quattro , e tal- volta fi è veduta qualcuna farne più in un folo par- to . Le Pecore diventano più grandi nelle Vallate degli Andes, ©he nelle pianure del Chile proprio 9 onde vi fono molto ftimate le pelli di pecora, che vengono da' Feguenches , o fia dagl' Indiani monta* nari. La lana di quelle pecore Andine è ancora più lunga , e più bella dì quella , che fomminiftrano le pecore delle contrade marittime , la quale nondime- no ha tutte quelle buone qualità, che fi richiedono* JC 4 §•111 X 9à )( f. III. CVL iL Chile, attefa la fua fertilità , doveva efclu- dere dal fuo feno ogni fpecie di minerali ,i quali fempre ricercano le terre aride, e Aerili . Ma non è così : Egli è più ricco al di dentro di quello che Ha al di fuori . Vi fi truovano quali tutti i metalli, femimetallì, e minerali, che fi conofeono. V Oro è tanto comune 3 che un Autore, che vi abitò più di quaranta anni, fcriiFe con un5 iperbole ben fondata,* che tutto quefio Paefe era una piaflra d' oro . (a) In fatti quafi non e' è monte in tutta la fua eften (ione, dove quefto preziofo metallo non s* incontri in mag- giore, o minor quantità, (b) Trovafene talvolta an- che in polvere nelle pianure, e bene fpefìo nella.*, fabbia de' fiumi, e de' rivi, (e) Quei!' oro del Chi- m _____ _ ___ (a) Fr. Gregorio di Leon nel fuo Opufcolo intitolata Mappa del Chile . (b) Si trovano qui le miniere più ricche dell9 Orò , e in gran numero, e fi pub dire , che tutte le fue montagne fono piene di quello preziofo metallo . Quelle ancora dell* Argento , del Rame , deVa Calamita , dell* Argento vivo, del Zolfo , del Gorbon foj/ile ec. fono fenza numero ino* gni parte * Gio. Dom» Coletti v. Chile . (e) Au deffus de ces valle e s il y a des mines a" Ar~ gent , de vif-argent , de cu'rvre , de plomb , (_r un fi granii nombre de mines d' or & icy , (_r* par tout ailleurs dans le Chili , encore fi grande quantitè d' or dans le fobie de la $lxj)ttrt de* riviere* , que certaìn Auteur a deb dire 3 que X 97 K le, al dire di M. Pitiche , del P. Buffier, e dì pa- recchi altri Autori Francefi , e Inglefi , è il più pu- ro del Mondo, (a) Egli veramente fi regola dJ ordi- nario a più di venti carati , e fovente fi truova dì ventitré , e mezzo . C VII. Nelle Provincie Auftrali s' erano {coperte mól- te miniere di un., Oro eccellente, dalle quali gli Spa- gnuoli cavavano fomme immenfe ♦ (b) Ma gli Arau- cani , che abitano quelle contrade, dopo averne fcac- cia- tout le Chili rì ejl qu une piacque d' or . M. Sanfon d* AU beville Geog. v. Chili . (a) QueSlo Regno del Chile è abbondante dì miniere d* ogni fpecie , ma (penalmente d' Oro , e di Rame . Le^ miniere di quefla fpecie fono comumffime . Coquimbo , Co- piapò , e Cuafro hanno miniere d' Oro , il di cui metalU viene per eccellenza chiamato Oro-Capote, effendo il più pregi ab He di qualunque altro f coperto fin qui . L In* glefe Aut.del Gazz. Amer.v. Chile. (b) Valdivia , qui y fui apres Almagre . . . à tire une tre* grande quantitì d9 Or de ce Pays.Ilfit travailler a diverfes minieres d* Or Jì riches, , que eh a que Indien lui rendoìt trente 5 cu quarante Ducats par jour . Quand il n y auroit eu , que douze , ou quinte Indìens dans ce tra* (a) le ^ (a) II numero dì gente , r&e /' /«#«£* «e//e mi- mere ? è a/*/ j&/Wo , />e^i&> & maggior parte de' Ter- razzani , vedendo morir poveri molti dey Minatori, fi perfuade che queflo meBìere lungi da arricchire, [pian- ti piutojlo quelli f che vi s' applicano . Ma / ingannano mirabilmente , attribuendo un effetto reale a una ca- gione chimerica . Le vere cagioni della povertà de' Mi- natori fono i vìzj infepar abili da fiffatta razza di gen- te .. Cofloro vedendo tutti ì giorni V oro fra le loro mani fi avvezzano a difpregìarlo . Così tutto quello che gua- dagnano lo fcialacquano con una prodigalità incredìbi- le in ìflravizì , e nel giuoco , avendo fempre in bocca %tn proverbio inventato da loro 3 cioè che ì monti non dimandano conti. Eglino fono giunti a tal punto di ec- eeflo in quejla materia , che qualora v" entra un nuova lavoratore^ , e proccura rìfparmìar qualche cofa , cerca- mo tutti i modi pojf bili per {piantarlo, affinchè fi fpoglì 9 tome ej/i dicono 3 di un vìzio cotanto difonorevole alla no* M protesone metallica , quaV è V amore al danaro . 1 Ttopnetarj ancora delle miniere perdono più della metà di quello che fruttano ì loro metalli -% perchè ì lavoratori 9 éhe fono gli unici , che poffono entrare nelle cave \ na~ (condono i pezzi p ik confider abili \ che fé ne incontrano » Oltre ciò qui fi coftuma ? che i Padroni delle miniere conce- dano a' low minatori tutti ì dì un ora ò e le fefle tutta la motte ? acciocché effi ne ritraggano per loro quella quantità di metallo 3 che pofiano dentro quel tempo preferito . Co- ■fioro* »?l mentre che lavorano^9 Uro Padroni 5 lafiìan* i )(I0I )( CI. Le miniere dell' argento vi fono ancora co- rnimi , ma perchè V effrazione nJ è più faticofa 3 e difpendiofa di quella dell' oro , fé ne lavorano po- che. Tra quelle è molto rinomata quella , che fi fco- perfe nella Valle di Ufpal!ata,h quale è fi mata fra i monti degli Andes tra i gr. 31 , e 35. di lat. A lift. Quefta miniera fu ritrovata l* anno 1638. ma allo- ra , quantunque folTero grandi indizj della ricchezza, che vi è, fi trafcurò dì lavorarla o fia per mancan- za di Operaj, o di danaro , finche nell' anno 1762. due perfone intelligenti , che vi arrivarono mandate dal Viceré del Perù , riconofciuto il teforo , che vi fi occulta , incoraggiarono allo fcavo d' elfo gli abi- tanti di Mendoza \ Città della Provincia di Cujo di- pendente dal Prefidente del Chile , e poco dittante da Ufpallata . I Mendozini s' impiegano al prefente nell' effrazione di sì ricco metallo ccn un profitto immenfo « CU. Laminiera fi diftende nella Valle a maniera d£ fafcia per Io fpazio di 40. leghe incirca, eflendo lar- ga da nove in dieci piedi . Quefta vena va accorri- pa- ■ I "" I.III Hill HI HIMIII I 1 . L ILI I IJ» !■■■■! ■■»■ I IH indietro le pani più ricche della vena , che poi f cavano^ quando arriva il loro turno . Quindi i Troprietarj ricevo- no^ un danno grandifjìmo . Il peggio fi è , che t ti di/ordi- re fono ìrr emedi abili ^ poiché fé i padroni tent afferò di par- vi riparo , non troverebbero chi vokffe loro ferviti « X *°2 X pagnata di molte altre piccole , che fi diramano qua, e là per tutto quel terreno. Effa fi divide fecondo la iua lunghezza in cinque parti , o filoni inuguali . Quello , che fta nel mezzo , è largo due oncie , e diiferenziafi dagli altri nel colore. DeiTo vien {lima- to da' minatori come la matrice del metallo, il che gli ha fatto dare il nome di Guida ; effendone come il fiore, o la parte più ricca. Le due lifte, che gli fìanno accanto , fi chiamano Piraterie , ed i loro me- talli fono inferiori a quello della Guida . Le altre^ due efteriori finalmente fi nominano Broffa, e ren- dono meno delle Pinterie . Quefta miniera non è fu- perficiale ; ella s' interna profondamente interrale T anno 1766. alcuni degli fcavi avevano già 160. braccia di profondità. Si è fcoperto ancora che la ricchezza del metallo crefce in ragione dell' altez- za del buco . CHI. Il metodo , di cui fi fervono que9 Cittadini per fcparare V argento dalle parti eterogenee , è il fo- gliente . Primo: riducefi il metallo in polvere minu- tiffima in un Mulino detto anche Trapìcbe come quel dell' Oro , benché ne fia un pò diiferente nella co- rruzione . Secondo : crivellali quefta polvere in una fpecie di ftaccio fatto di fila fiottili di ferro, e poi fi diftende in Cuoj di vacca, dove fi mefcola coh_* Cale* mercurio j e fango ben putrefatto 3 e verfando* vi •OC 103 )( vi dell' acqua fé ne fa una mafia , la quale per lo fpazio di otto , o dieci giorni fi batte , calpeita , e , rivolge diligentemente due volte al giorno . Terzo: Mettefi la malfa , dopo le operazioni precedenti , in un caifone , o truogolo di pietra , donde per mezzo dell' acqua, che vi fi verfa , difciogliendofi fcolaper. un buco in alcuni pozzi fcavati appiè del caifone t nel fondo de* quali V argento amalgamato col mer- curio retta come un globo bianco, Quarto: cavafene quello globo , e meifo in un facco di lino fi compri- me fortemente, affinchè pe' fori del facco fcorra 1" argento vivo . Quinto ; gli Operaj in certi modelli fatti a capriccio danno alla malfa, che in quefto fia- to è tanto morbida , quanto una palla di farina, tut- te quelle figure, che lor vengono in teila o di uccel- li , o dì animali , o di fiori , ec. Una gran partS)C dono trenta marchi d* argento netto per cacone . CV. Le miniere di rame non fono meno frequenti in quefto Paefe di quelle dell' oro b e il rame che fé iie cava viene collocato dal Signor di Ulloa im- mediatamente dopo quel di Corinto tanto vantato dagli Antichi . (a) In fatti oltre a molte altre qua- lità , che lo rendono eccellente, elfo fi ritrova per lo più mefcolato coli* oro* Laonde i Francefi, che vi fecero al principio di quefto fecolo un traffico cort- fìderabile, ne procurarono acquiftar tutto quel che poterono , per ritrarne poi quefto preziofo metallo * Quantunque fifatte miniere fieno innumerabili , aor* fi lavora fé non a quelle , ove i Proprietari trova- no in ogni caffone la metà al manco di rame net- to , perche altrimenti pretendono , che perdono la_* loro fatica . Nulla oftante tra le Città di Copiapò , H e (a) Nelle Contee di Coquimbo , e di Guafco fon ^ eomunìjfime le miniere di tutte le fpecie di metalli , di maniera che tutta la Terra pare interamente compofta* di minerale , ed e qua dove fi lavora a quelle di rame y dalle quali fi cava tutto quello , che provvede il fervt , e UChile . Ma quantunque quejlo rame ecceda ogni altra co- fa di quejla fpecie finora conofeiuta , fi lavora per altro con gran cautela alle miniere , e non fé n eftrae più di quello che ferva per V ordinario hifogno s frattanto che le altre miniere quantunque conofeiute per egualmente ricche 3 fono lafciate intatte . V Inglefe Aut» delGazz» Amer. v* Chili. e dì Coquimbo , fé ne veggono al prefente più dì mille lavori . (a) Nella Provincia di Aconcagua fé ne trovano altretanti : in quella di Qillota fi fcò- perfe in quefti ultimi anni una vena , che fupera tut- te le altre nella qualità del rame , e nelP abbon- danza/Nella Provincia di Manie ve ne un1 altra eccellente* La più celebre però è ftata quella del Pa- jen , alla quale non fi lavora più, perchè il Terri- torio, in cui fi trova, è abitato da' Barbari. Quan- do la polTedevano gli Spagnuoli , vi sJ incontravano pezzi di cinquanta., o cento quintali di rame puro é (b) Le relazioni , che ci rimangono di quel tempo , ci dicono, che queito rame era di fi bel colore, che pareva un fimiloro ; fi ricco, che dominava più In elfo P oro , che lo fleflb rame , e fi facile da cavar- fi , che per avernelo barrava fare del fuoco appiè de* fa/fi , che n' erano impregnati . CVI.I Terrazzani, per avere il rame netto fi vagì io - 120 delle operazioni feguenti . Primo : fanno una fof- fa (a) Kominanfi lavori nelle miniere le buche , o cave* . (b) Tutte le "partì della Cordillera , verfo Santia- go 9 e la Concezione abbondano di miniere di queflo me- tallo ( rame ) e particolarmente un luogo chiamato Pa- jen , dove a varie anticamente fi lavorava , e dove^ Ji fon trovati pezzi di cinquanta y o cento quintali di puro rame. V Inglefe cìt. v. Chili. x X *°7)( " ■"■.■,■■■■. '.,.',"."■ • fa affai profonda , il cui pavimento fi forma con li- na fpecie di malfa compofta di geffo , e di offa bru- ciate, e ben polverizzate. Quefla pafla refifte al fuoco, non fi fende, né lafcia poro, o buco alcu- no per dove polfa fcappare il metallo . Da* quattro lati della foffa alzano quattro mura, le quali al di fuori della terra fi curvano a guifa di forno . Nella parte fuperiore lafciano una fineflra fi per mettervi il metallo , come per offervare lo flato della lique- fazione . Fanno inoltre nella volta parecchi altri bu- chi , affinchè n* efea il fumo • Secondo : Per avvivar più il fuoco adoperano certi grandi mantici, che ver- gono pofti in movimento da un canale d' acqua . Ter- zo : Rifcaldano bene il forno alcuni giorni innanzi di mettervi il metallo , e allorché ve lo mettono, {ripon- gono alcuni fafei di legna folida infino' alla volta . Quar- to : Qualora feorgono , che il metallo è già ben li- quefatto , aprono uno fportello fatto appiè del for- no , per dove il rame feorre , come un torrente di fuoco, e riempie i modelli, che gli fi mettono ac- canto . CVII- Io non fono certo della quantità di rame, che fi cava annualmente da cotefte miniere , fidamente poffo dire che quattro in cinque Navi , che vi arri- vano ogni anno dalla. Spagna , ne trafportano in ve- ce di faorna talvolta dieci mila , e tal altra venti H 2 mi- m )(i°S)( xnila quintali per ciafcheduna . Le Navi Peruane ne ritraggono trenta mila,- i quali s' impiegano nel Pe- rù nelle Fabbriche dello zuchero , e negli altri uten- iigli domeftici . Nel Chile fé ne ft un gran Confu- cio in caldaje, lambicchi e varj altri vafi cosi da fa- re il vino , e P acquavite, come pel ferviggio del- le cafe, e delle poffeffioni . Tutta P artiglieria an- cora del Chile, e del Perù, che è affai numerofa, e tutte le campane d' entrambi i Regni fono fiate fatte del rame di quefto Paefe. CVIII.Nella Provincia di Coquimbo s' incontrano delle miniere di ferro abbondanti, e di bella qualità/ ma perchè lo fcavo n' è proibito, portandovifi dalla Spagna il ferro , che fi abbifogna , fono finora ab- bandonate. Le Contrade Araucaae ne abbondano an- cora , e credei! che fé ne troverebbero in molte al- tre parti del Regno, poiché vi fono comuni le mi- niere della Calamita . In quelli ultimi anni fi è co- minciato a lavorare nell* effrazione dell' argento vi- vo , di cui fono ripieni alcuni de' monti di Coquim- bo • Le miniere di Stagno , Piombo , Arfenico , Co- balto , Antimonio ec. fi mantengono tuttora intatte . (a) Tra le molte cave, che vi fi trovano di marmi, e (a) Oltre le miniere d9 oro che quivi trovanti ', vt fono intorno # Copiavo diverfe miniere di ferro , Otto* v ni )( 109 )( e di diafpri di varj colori, appena fé ne lavora una* Le montagne della Provincia di Copiapò abbondano di miniere di fale bianco , giallo , turchino , e roffo, le quali fono trafcurate , perchè i Nazionali fi fer- vono del fale 5 che fi fa in molte parti delle Coftie- re del Regno , e di un altro bianchiffimo , che fi ca~ va da alcuni rufcelli fituati fra gli Andes . Dentro di quefte fteffe montagne s' incontrano molte minie- re dì pece , di Zolfo , e di Salnitro . In tutto il Regno fi vedono differenti ilratti di argille , e di terre bianche , roffe , gialle , turchine , nere , e ver- di , delle quali fi fa poco ufo. Le fuore della Ca- pitale fanno d' una fpecie dì argilla, o terra bollare affai leggiera bicchieri , chicchere , bottiglie , e ca- raffe , a cui danno il colore , che vogliono , e bene fpeffo le indorano dipingendovi o fiori, o eccelli . H 3 L'ac^ m , Stagno > e Piombo , alle quali non fi lavora. Vi £ ancora una gran quantità dì calamita , e lapislazzu- li che la gente del Paefe non crede efier di alcun va~ lore . Sulle alte montagne della Cordillera vi fono mi- niere del miglior zolfo , che fi pojfa dare , e ohe fi ca*> va puro puro da un filone largo due piedi , fenza eh? abbia bifogno di ejfer ripurgato . . . In fomma tutto il Haefe e pieno di miniere di falgemma . Il Salnitro non. vi è in minor quantità trovandofi nelle Valli dell*-* grojfezza di un pollice fopra il terreno . V IngUfe ci- tato v. Chili . L' acqua contragge in effe un gradito odore, e fapore. Quefti vafi fi trafportano in quantità al Perù, ed anche in Spagna , dove fono molto ftimati . Le don- ne Peruane li mangiano con piacere , ficcome k_# Mogolefi mangiano il vafellame fatto di terra di Pat- Ea • I Tintori vi adoperano una terra , o fango bru- no 5 che fi trova nelle bofcaglie , per tignere in nero. CIX. La Montagna degli Andes è piena di miniere di Criftallo , e di lapiflazzuli . (a) Nella Provine eia di Maule fi vede una di amatifte fine , di cui non sì fa conto alcuno . Nei letti dei fiumi $' incon- trano qualche volta alcuni pezzi di Smeraldi , di Ru- bini, e d* altre pietre preziofe , i quali indicano, che nei monti , donde nafeono cotefti fiumi , fono delle miniere di sì ricche pietre, ma V indolenza de* Nazionali è tanta, che neffuno fi avvifa d'indagar- ne le origini . La mancanza ancora di artefici intel- ligenti in quefte materie fa , che non fi fcuoprano molte altre miniere utili , che forfè vi fi occultano, poi- ( a ) Vi fono ancora delle miniere filmabili ? e fpe- cìalmente delle cave dì lapijlazzulì , e di calamita , e quantunque vi fieno ancora- diverge miniere d' oro , e di rame , gli abitanti trascurano dì lavorarle Sufficien- temente contenti della grande abbondanza dì tutte le cofe neceffarie alla vita , delle quali la natura ha for- nito quefeo Paefe , V Inglefe Aut. del Gazz. Amèric. V. Chili. X 1 1 1 X polche una gran parte de9 monti, principalmente di quei , che compongono gli Andes , non fono fiata anche calcati da umano piede , per quello , che fem- bra , e ficcome ogni dì fi ritrovano minerali nuovi nelle contrade frequentate, così fi può fondatamen- te penfare , o credere 9 che nelle montagne più al- te , e nei fiti più afpri , dove i metalli , e le gem- me fi diletfano di nafconderfi ; poflan© trovarli delle ricchezze Immenfe , Jìim della Prima Parte H4 COM- )("$)( COMPENDIO Della fiorici Geografica , Haturale , e Ctoi/ff PARTE IL §. h I. ^$®,L ChIIe5 quando vi entrarono gli %pz* gnuoli , era talmente popolato , che tutti i monti « non che le valli , e le pianure , erano pieni di gen~ te ; la quale viveva difperfà qua , e là fotto molti piccioli principi, ò regoli chiamati nella lingua del Jàefe Ulmenes. Tutti quelli abitanti non formavano, che una fola Nazione , benché divifa in molte Tri- bù 5 poiché tutti parlavano lo fteffo linguaggio 9 a- vevano lo fteffo colore , e gli fteffi coitami , e fi conducevano preffo a poco per là raedefima forma^ di governo. Effendovi arrivati gli Spagnuoli 3 ed a- vendo fignoreggiato tutto quel tratto di Paefe , che ca- de tra i gradi 24* e 36. di latif. Auftr. i Copìapìnì 5 i Coquìmbani* i Quillotanì , i Mapochinì,ì Tromocaes 9 ì Curi 3 i Gauques \ ed i fenconi 3 che vi abitavano, ne >( U4 X ne difparirono a poco a poco, o fla perchè s' incor- porarono coi loro vincitori, o perchè perduto il Do- minio delle loro terre, fé ne ritirarono appreffo gli altri loro compatriota , che difendevano con vi- gore la loro libertà. I piccoli avanzi , che renano delle accennate tribù, vivono inficine coi loro con- quisoti , o in borghi feparati lotto diverfi Si- gnori ■ Spagnuoli , a cui pagano un certo tributo lotto il titolo di Commendati .Lo fteflb accade nell'. Arcipelago di Chiloe, ma vi fi conferva ancora un gran numero dei primitivi abitanti, la maggior par- te dei quali è foggetta ai Commendatari Spagnuoli. Ve ne fono altri tra i Naturali del Continente ver- fo le frontiere Auftrali , che dividono gli Spagnuoli dagli Araucani , di cui parlereremo più abbaffo , i quali abbandonata I' alleanza di quefìi ultimi , fi col- legarono co' i primi, e vivono al prefente folto la loro protezione , liberi affatto da ogni fpecie d' ag- gravi, e folamente obbligati ad aflìftere, come au- fìlian, nelle loro truppe. la forte però dei Mon^ lanari, e di quei che abitano nelle pianure tra i gra- dl 37-, e 4j. è molto differente. Quelli godono fi- nora della loro libertà, e fi mantengono in quel ge- nere di vita in cui furono trovati dagli Spagnuoli . Tutto il Chile dunque è al prefente abitato i. dagl' indiani, o Nazionali Primitivi, i. Dagli Spagnuoli )("S.)C $. Dai Negri, che vi fono trafportati dall' Africa. 4. Dai mifti \ che vengono dalla mescolanza di que- lle differenti elafi! di genti . II.Gr Indiani Barbari ( per diftinguerlì così da quel- li, che vivono tra gli Spagnuoli,dicui teftè abbiamo parlato ) fi dividono in montanari, ed abitanti del- le pianure . I Montanari , che fono i ChiquìUanes , ì feguencbèsl ed i Puelches dimorano nelle vallate de- gli Andes fotto tende di cuojo di Huanaco , che tra- fportano , quando loro torna a cónto , da un fito a P altro, e fi fomentano con carne di cavallo. I ChìquìlUms fi fìendono nella parte più orientale di quella montagna dal grado 34- fino al 34- e mezzo incirca.. Quefta tribù poco numerofa è la più barba- ra di tutte le Chilene : va quafi ignuda, e il fuo linguaggio è un gergo del Chileno affai guado , e gutturale I Vcguenches principiano all' Occidente-* dai Chiquììlanes , e arrivano fin al grado 37» Son© divifi in molte dinaflie indipendenti P una dall' al- tra; fi veflono di lana , ed in luogo di brache fi avvolgono un pezzo di tela quadrilunga , che pende dalla cintura in giù* Quelli popoli fono gli unici fra gP indigeni Chilenì, che fi fervono di fcarpcu» contro P ufanza indifpenfabile dei loro compatriota ti , che fempre vanno fcalzi . Per far quelle fcarpe lévaa® dalle gambe pofterìori della vacca il cuoio dal n6)( dai garetta in giù ; indi mettono il piede in quello cuojo tutto frefeo per modellarlo , e quando fiafdu- ga bene, lo ungono con del fevo 3 di maniera, che diventa morbido , come una pelle conciata . Le lo- ro armi fono la lancia, la fciabla , ed i'Laques' Qgefti laques , che fempre portano alla cintura , fo- no due falli rotondi , pefanti da cinque in fei libbre, coperti di cuojo , e legati infieme con un laccio , o fèrifeia parimente dì cuojo lungz quattro in cinque^ piedi . Quando vogliono fervifene , prendono V uno de' falli colla mano , e aggirando V altro all' intor- no lì gettano con gran violenza fopra i nemici , o alle gambe dei loro cavalli , eoi fine di avviluppar- li , come quali fempre loro riefee . Adoperangli an- cora nella caccia , e con etti prendono gli uccelli grotti , e gli animali felvatici . I Peguencbet fono i più trafficanti dei Chileni , e fanno il loro commer- cio cogli Spagnuoli , ma tutto per via di baratto , perchè non ufano moneta alcuna . Le Colonie , che ie n' erano ftabilite nelle campagne vicine alle falde orientali degli Andes negoziavano cogli abitanti del- la Provincia di Cujo , e talvolta faccheggiavano le tenute, ed i borghi appartenenti alla Città di Bue- nos-ayres, ed alfalivano le Carovane S'pagnuole, che vi andavano per motivo di commercio ; ma quelle Colonie, dopo una guerra oflinata di dieci anni, )(H7X na furono affatto rovinate, ed i loro abitanti perfegui- tati fin dentro degli Andes dai Fampas popoli orien- tali, e vagabondi . I Tuelches confinano coi Feguen-* ebes,e fi ftendono fino al grado 43.: fi dividono in Orientali , ed Occidentali : quelli abitano nelle val- li degli Andes 3 e quelli nelle pianure , che Iranno z Levante di quefta montagna, che abbandonarono , o per la moltitudine della gente , o per cercarli fiabi- limenti più comodi . Quefti popoli furono nel feco- Io parlato alleati cottami degli Araucani , e al pre- fente fono interamente uniti al loro dominio, e ne formano una delle quattro grandi parti in cui erto £ divide. I barbari abitanti delle pianure fono i Hui- ìicbes , i Gìunquì , o Juncos , e gli Araucani . I RuiU ìicbes dimorano tra il Fiume Bueno e /' Arcipelago dì Chiloe : i Gìunquì tra il fiume di Valdivìa , e lo jfteffo Arcipelago lungo le cofiiere del Mare . Que- fte due Tribù alleate degli Araucani fono valorofe, e molto contrarie agli Spagnuoli , a cui chiudono le ftrade , che per terra conducono alle Ifole di chiloe . III. Gli Araucani confinano al Settentrione coL fiume Bìobìo , che li divide dagli Spagnuoli ; ali* Occidente col mar Pacifico ; a mezzodì col fiume di Valdivìa , che li fepara dai Junchì *! e all' Orien- te colle contrade Tatagomcbe 9 di maniera che ven- gono X li 8 )( gono comprefi tra I gradi 3^45 , c 40 incirca. Quella e la Nazione più celebre di tutta 1* Ame- rica, non che del Chile , pel fu© valore, pel tuo governo militare, e per le quafi continue guerre, che ha foftenute contro gli Spagnuoli dal principio della conquida (ino a noftri dì. Quelle guerre fo- no fiate celebrate da loro fìe/H contrari, e in par- ticolare da Don Alfonfo d' Ercila, e da Don Fer- nando Alvarez de' Toledo nei loro Poemi Spagnuoli intitolati V Arauenna , de* quali il primo, eh' era perfona d' alto rango , e fé ne trovò in fette bat- taglie campali , ne loda grandemente V arte mili- tare, e la coftanza con cui quefto popolo difende^ la fua libertà . Il nome di Araucani lor viene dalla Provincia di Arauco piccola , ma che tiene il pri- mato fopra tutte le altre, come 1* Olanda rifpetto alle Provincie unite , o fia perchè effa ne fece antica- mente la Conquifta , ò perchè fu la prima a colle- gati colle fue vicine* Il nome più ordinario però con cui efli fi dimandano , è quello di Aucà , che vuol dire uomo dì guerra . IV. Quefti Araucani fono ordinariamente di Satura regolare , membruti , tna ben proporzionati. £a!orotefìa,e faccia fono rotonde, la fronte piccio- la , il nafo un pò fchiacciato , gli occhi piutofto pic- coli, e vivi, il petto , e le fpallc larghe, le mani eie ma X119X e le dita grotte , e corte , i piedi piccoli , e piatti* Nel loro vifaggio non fi vede mai barba alcuna, co- sì perchè ne fono naturalmente privi , come perchè qnando vi viene qualche pelo, lo flerpano pronta- mente con certe mollette, che portano fempre alcol- Io . Quantunque eglino fiano i più bianchi di tutti i Naturali dell' America Meridionale , contuttociò hanno la carnagione un pò olivaftra , ed i capelli neri , e ruvidi . Gli abitanti però della Provincia di Boroa , fituata nel centro delle loro terre fono a[ contrario bianchi , rolli , ed hanno gli occhi cileftri, ed i capelli biondi come quelli degli Europei , che nafcono dal grado 44. in su . EiTendo la compiendo- ne degli Araucani robuftiflima , non cagiona in efli il tempo , fé non tardi, quelle mutazioni, a cui van- no foggetti gli attempati . Dopo i feflanta o ot- tanta anni di età cominciano a incanutire , e non-» diventano calvi, fé non quando fi avvicinano ai cen- to anni . La loro vita è più lunga di quella degli Spagnuoli 3 q (g nt veggono molti , maffime fra le donne , che campano oltre ai cento anni, ed infino all' età più decrepita confervano pure fana la denta* tura , la vifta , e la memoria . V. Per ciò , che riguarda alle doti dell' animo, ef- fi fono generofi , ofpitali, fedeli nei contratti, inge- gno/i , intrepidi 3 animofi , coftanti nelle iaiprefe 3 e nelle. )C*20)( ► / nelle fatiche , e difgrazie della guerra , gelofi del proprio onore , fprezzatori della vita , quando fi trat- ta della confervazione della patria , amanti fuor di modo della libertà , e della guerra , che riputano come la forgente della vera gloria dell' uomo . Quelle qualità però vengono offufcate fovente dall* ubbriacchezza , à cui fi abbandonano fenza mifura, dall' infingardaggine riipetto ali* economìa domefti- ca , e da un amore frenetico di vendicarli de* loro nemici . V incontinenza prefib loro non è un vizio co- mune , e nelle converfazioni più familiari quafimai £ odono delle parole difonefle. Benché la poligamia iia autorizzata dalle loro leggi 3 e coftumi, il nu- mero delle donne s' indirizza più all' oftentazione, € ali1 intereffe , che quindi loro proviene , che alla fodisfazione dell' appetito. Le virtudi più ftimate tra loro fono il coraggio , la fugacità , il fecreto , V afiuzia, la fcienza militare, 1' amore della patria, I' odio ad ogni genere di fervitù , la coftanza nelle fatiche, ed in iomma tutte quelle che formano un-. Uomo guerriero : di tutte le altre fan poco conto . VI. La loro lingua , che non è diverfa dalia- generale del Chile , è forfè una delle più ammira- bili y che fi trovano al Mondo . Ella è dolce , efpref- fivz y abbondante , e compofia con un' armonia , ò Hìeccaiìifoio fi artifiziofo • che pare inventata dopo un )(i*OC un Audio continuo da perfone dotte, ed intelligen- ti nelle faenze geometriche II fuo alfabeto ha due lettere di più incognite agli Europei , ciò è un G nafale, e un th che fi pronuncia toccando il pala- to colla lingua. Vi fono ancora due U, comenell* alfabeto Francefe. La F , e la Z non fi trovano in alcuna delle loro parole, fé pure non fi voglia fa- re Fi' u confonante. Tutti i nomi fi declinano per una declinazione , e tutti i verbi per una fola con- jugazione . La maraviglia maggior fi è , che ncll* abbondanza prodigiofa de* nomi, e de' verbi di que- lla lingua, non $' incontra un nome, neppur un- verbo defettivo , ò anomalo. Onde fé ne poffono fcrivere tutti i precetti in una carta , e impararne la Teoria in otto giorni . Ella , come la Greca , ha i duali nei nomi, e nei verbi in tutte le tre perfo- ne del plurale, gli Aoriftì , e P ufo frequente dei participj , e delle compofizioni , nel che è più ricca ancora di quella lingua • Come la Latina , ha tutti gli altri tempi, i modi, eia voce attiva , e paifiva . I cai! dei nomi , e le perfone ad verbi fi diftinguo- no per via di particole pofpofte. I tempi, ed imo- di per mezzo 4' altre particelle trapofte . Le parti- celle, che terminano le perfone del prefente dell' indicativo, terminano eziandio le perfone degli al- tri tempi dello fteffo indicativo 3 i quali non varia- I no A 122 )( fio fra loro, fé non per la particola earatteriftica^ di ogni tempo . Lo fteflb accade negli altri modi . V indicativo del verbo Elun , che lignifica dare, ci fervirà di faggio di fi fatto artifizio . Pref, Sig. ElunK dò Elu imi dai E lui dà * Duale Elulu Noi due diamo ■ Eluìmu Voi due date Eluighu Quelli due danno Più. Eluign diamo Eìulmn date jLluighen danno La particola caratteriftlca dell' Imperfetto è Vu > del Perfetto je , del futuro a , le quali collocate avanti la n finale della prima perfona del verbo , ne for- mano le prime di quelli tempi vg. Eluvun , Elujen, Eluan . Quindi lafciando la », elfi prendono le par- ticelle pofpofte delle altre perfone del prefente vg* Mluvuimi , Elujeimi , Eludimi , e così di feguito . O- ra come il più che Perfetto partecipa nella fu a li- gnificazione dell' Imperfetto , e Sei Perfetto, fi for- ma colle particole d' ambedue : Elujeavun, io aveva. dato . Il Futuro Perfetto fimiimente fi conpone delle particelle del Futuro , e del preterito Perfetto : E/«- /***., *&*& tóe . Gli ^er/#* poi ricevono le partico- le Y BH X**sX le di quei tempi , a cui più fi accollano nel modo ài lignificare, cioè il prima, quelle del Futuro, e dell' Imperfetto vg. Eluavun ; e il fecondo quelle del Preterito Perfetto, Futuro, e Preterito Imperfetto vg* Elujeavun. Quello fteflb ordine fi olferva colle me- delìme finali nella voce paflìva , di cui la particola ghe collocata tra la », o le altre finali delle perfo- ne , n* è h caratterini ca ; vg. Elughen ; Elugheimi 3 io fono dato : tu feì dato . Eluvughen , Elujegben : ìq tra dato ; io fui dato . VII. Ogni verbo In queft* artlfiziofa lingua di- venta coli' interpolazione di varie particelle, di al- ari verbi , e dei nomi , radice di migliaja di verbi. le particelle V7an in vano , la non , Fé forfè , Cfo infieme,P# venire , Val potere ; formano col fuddet- to verbo Elun i verbi feguenti : Elupran, dò in vano; Elulany non dò : Elupen, forfè dò : Eluclon, dò infame con un altro: Elupan, vengo a dare: E!uvalnypofo dare* PofTono ancora formarli altri verbi con due, ò più di quelle particelle : vg. Elupelan , forfè non dò . Ve ne fono infinite altre particole, che con una-, grazia indicibile producono con quello metodo dei nuovi verbi . Quella lingua , amante fopramodo del- le compofizioni , ordinariamente fi compiace di fa- re coi verbi , e coi loro acculativi altri verbi com- porli : vg, col verbo Elun, e col nome Ruca , che I z vu®l )("4)( >:' vuol dire la cafa, forma li verbo Elurucan, dono la ca- fa . Oltre ciò converte tutti i nomi in verbi, e tutti i verbi in nomi, e da tutti 1 nomi deduce verbi, e da tutti i verbi nomi: vg. Rari; la cafa, Rucan,far la cafa; Cuje, la Luna , cujen , rifplendere la Luna ; Cawze, buono , Cumen, effer buono ; Cudau, fatica , Cudaun, durar fati- ca ; Antu, il giorno^ Antun farfi giorno : duamen> inten- dere , duam, V intelletto . Colla fiefla libertà congiun- gendo due j o tre nomi fenza unione alcuna Inter* inedia , ne forma un altro ; vg* Loncomilla , tejla a* Oro, viem dalle parole Lonco ,tejla , e milla, V Oro . Molte volte riduce tutto un periodo ad un folo ver- bo .* e. g. per dire ; aiutatemi a dirgli la verità , fi ferve del verbo folo Muplicolelen s s. del verbo Ru- catunmaclopaen per dire ; fatemi la finezza di veni- re ad aiutarmi a fabbricare una cafa . I fuoi verbi non folamenfe rapprefentano le azioni in generale , ma ancora fotto diverfe modificazioni : vg, il verbo Thanthun fignifica tirare, o gettare; huithan tirare verfo di fé ; huìthun tirare al contrario: hukhunthun verfo la terra. Vili. La Religione degP Araucanl confifte nei ieguenti articoli . i. Credono , che ci è un Effere^ fupremo, a cui danno il nome di Guenupllan , che vuol dire i' anima del Cielo . x. Dicono , che da^ «juefto Eflerep o Nume fovrano dipendono gli altri loto T )(I25)( loro Numi , i quali fono II Meukn Dio benefico ; il Huecub fpirito maligno ; a cui attribuifcono tutte le difgrazle, e malanni che accadono qua giù; P Epu- namun, eh' è come II loro Marte , e di cui narrano quali tutte le -favole , che fi. raccontano degli ispi- riti folletti. V Antumalguen ,0 fia la moglie del So- le 5 alla quale concedono la divinità, che negano ai fuo marito, cui neppure credono 5 che fia un eifere vivente . Di tutti quefti Dei non hanno Immagine alcuna, ne' templi, ile altri luoghi a loro confacra- ti . Nel fare la pace fogliono ammazzare alcune del* le loro pecore particolari , chiamate , Chillibueques + come abbiamo detto, e fpruzzare col loro fangue il ramo di Cartello lignificati vo della pace * Nel tempo ancora delle malattie gravi i loro Medici appellati Machì , che efercitano infieme P uffizio di Sacerdo- ti, cavano II cuore da una pecora, ne fucciano il fan* gue , ed afpergono di elfo gli ammalati : guardan- doli poi orribilmente con un certo giuoco di mano moftrano di aprir loro il petto . In quello mentre.* le donne , che vi fi trovano prefenti, intuonano uhl. canto II più lugubre, che polfa mai fentlrfi . I Mu- chi incenfano verfo i quattro cantoni della fianza con fumo di tabacco , che è 1* ineenfo , che ufano in fif- fatte cerimonie : Indi fingendoli fpiritati fi lafciano cadere in terra 3 fanno de' faltì terribili , e con un I 3 fif- X !*<*)( •.' fischio , che pare ufcito da una caverna , efpongono I origine, i progredì , e le confeguenze del male, che poi interpretano a loro arbitrio , fé fi trovano effer falfe . Gli ammalati frattanto invocano il Dio iitulen . Quella cerimonia imperatoria fi chiama^ Machìtun , IX. Il più firavagante facrifizìo però è quello , che fanno per liberare , come pretendono , dal H«e* cubi loro grani. Quando quelli fono infettati , o dal iorci t o dai vermi , ne mettono tutti quelli , che poflbno avere di quelli animali, i„ un facco , che portano poi a un certo prato , luogo determinato per quello affare , dove tutti i circonvicini fi fchierano in due file diverfamente velliti da quello , che co- fiumano, poiché fi cuoprono la faccia con certe ma- fchere di legno , e il dorfo con un cuojo di bue ben fecco, dal quale dipendono molti pezzi di quelle canne dette Cohu difpofti di maniera, che fanno un grande ftrepito . Tutto il retto del veftito è affai ri- dicolo . Nel mezzo delle due file fi collocano gli Vlmenes, o Principi. Effendo tutto preparato , una_ delie file cammina verfo 1' Oriente , e 1' altra ver- fo 1* Occidente, ma non tanto , che fi feparino to- talmente 1' una dall' altra ; perchè quando V ultimo di quella fila , che va all' Oriente, affronta 1* ulti- rae dell' altra, che gira verfo il Ponente, quefta^ iltor- TP- X 1*7 X ritorna all' Occidente, e quella, verfo 1' Oriente, Durante quefto fucceffivo movimento , le due file fi dicono mutuamente tutte quelle ingiurie , ed obbro- bri, che loro vengono in tefta , ài cui le donne partecipano più degli Uomini . Quando fi fono cosi incolloriti i gli Ulmenes fé ne Separano , e quelli , che compongono le file , cominciano a batteri! co 1 pugni, e co i baftoni , che portano feeo , di modo che molti n* efeono colle braccia rotte , e con feri- te confiderabili , e talvolta rimane qualcheduno mor- to fui campo. Dappoiché fi fono barbaramente ba- stonati , gli Ulmenes fan la pace , e allora lafcianda andar i Sorci , lor corrono dietro, e gli uccidono colle loro mazze. X. Quefti popoli credono , e confeifano V Im- mortalità delle loro anime ; e dicono ? che dopo la morte vanno fopra una balena dall' altra banda del Mare , dove all' entrare , debbono pagare un certo dazio a una vecchia doganiera , che vi è , la quale cava un occhio a quelli 9 che non lo pagano ; che le anime vi godono di tutte le delizie poffibili , e eh' eternamente vi vivono mangiando delle Pape , o po- mi di terrà nere , lenza follecitudine , né affanno al- cuno . L* anima in quefto fiato di Separazione dal corpo è chiamata Pillati. Ce ne fono dei Pillani buo- ni , e dei cattivi, come dicono l©ro: i buoni fono I 4 le X I** X le anime degli Araucank i cattivi quelle dei loro ne- mici, come per efempio, quelle degli Spagnuoli . Affermano inoltre, che i Milani poffono ripagare il Mare , e venire ad ajutare i loro amici , o compi- triotti i Laonde quando vedono lugli Andes qualche tempefta lampeggiare , e tuonare , dicono , figuran- dovi/I una battaglia reale, che i loro Villani com- battono contro i villani Spagnuoli là fu le nubi : il muore delle nuvole è il calpellio dei cavalli ; il frequente rimbombo dei tuoni il fuono dei tambu- ri ; e il fragore dei fulmini lo ftrepito dell' artiglie- ria * Se la tempera agitata dall' Olirò va verfo le parti , che abitano gli Spagnuoli , fi rallegrano gran- demente, dicendo, che i loro Villani fan fuggire i Villani Spagnuoli , e con grandi applaufi gli anima- ilo gridando : inahìmn , inabimn , puen , laghemtimn , urequivilmn, che vuol dire.» feguheli, feguiteli, amici, non ne abbiate compajjione . Ma fé la tempefta al contrario va dal Settentrione al Mezzodì , fi contrifiano, di- cendo ^ che i loro. Villani vanno fuggendo vinti da* Pillani Spagnuoli , ed efclamano ì Eia volumn,puen, namuniumn , cioè £ so , svi , fermatevi , amici , sfor- zatevi . XI. Da. quella perfuaHone, in cu! fono dell' Im- mortalità delle loro anime , dipendono alcune delle cerimonie, che adoperano nei mortori dei Joro de- futi" X X i 19 X fonti ; Quando qualcuno muore , fubitó ne circonda» no il cadavere le donne , i figliuoli , ed i parenti * e Io piangono 5 cantando delle canzoni funefte per un buon pezzo di tempo . Indi le donne veftetìdoiO coi fuoi migliori abiti , ed -arredi lo collocano in un letto , che in quello tempo è alto ; e gli mettono attorno le fu e anni, e qualche cofa da mangiare, nel qual iito fuol rimanere otto , e talvolta venti giorni 3 finché fi adunano tutti i parenti. Prima di portarlo ai fepolcro il Mach! , eifendo i parenti ali* intorno, Io difnuda , Io lava , e guarda diligentemen- te t fé vi ila qualche vefiigio di veleno , poiché que- fli Medici ignoranti, o malefici attribuifeono a ve- nefizio quafi- tutte le malattie < Se cafo mai vi fidi- fettopre qualche fegno di ferità, o di cOBtufione, an- corché fia antica j afferma effere entrato per quel- la parte il veleno datogli , apre il cadavero , ne ca- va il cuore , e pretende vedere in elfo gì* indìzi e- videnti di ciò , che aflkura - Mentre fi fanno quefte cerimonie indifpenfabili due giovini corrono furiofa- mente a cavallo dirimpetto alla porta della cafk.* - Quindi veftito di nuovo il cadavere , lo portano prò» ceffionalmente in ima caffa di legno al fepolcro pre« parato : due donne vanno innanzi con; due piatti di cenere, che fpargono per la ftrada , acciò che efTo non poffa tornar a cafa. Giunti che fono alla folTa, ne ne girano due , o tre volte air intorno , e preferiti fanno i loro regali al morto i che gli met- tono accanto nella caffa , o bara . La catta finalmen- te fi mette nella foffa,e attorno delle vivanderei fidro, e tutto il viatico bifognevole a un viandante. Non il rado vi feppellifcono ancora un cavallo , af- finchè il defunto fé ne ferva nel fuo viaggio, fé la balena non gli piace. Fatto tutto quello, fi cuopre là fona con terra , e al di fbpra fi alza di falli , e ài zolle una fpezie di piramide. XII. Si conferva fra quelli popoli qualche me- moria del Diluvio univerfaìe . Quando ci viene uil* terremuoto piò gagliardo degli ordinar;, corrono tut- ti a' monti detti da loro Tenten , cioè , a quelli, che terminano in tre punte, e vi portano ad viveri per molti giorni, e dei piatti di legno fopra le lo- to tefte. Dicono, che anticamente vesne un gran diluvio, che inondò tmtz la terra, ed anche i mon- ti più alti , eccettuatine i Tentm , che ne furono e- fenti , per certa virtù ; che hanno di galleggiare fili- le acque, che per quello motivo vi procurano frap- pare, effendo da temerli; che il Mare, dopo una fcoiTa violenta della terra, torni ad annegarla, e che portano fulle teite quei piatti di legno, perchè può accadere, che le acque diventino tanto alte, che i Tzntm ghmgmo fino ai Sole , ove fi brinderebbero Y X * 3 i )( lenza dubbio le tefte 3 fé non ufaffero di ftffatfl .Jtfl ? cauzione . Ma quando loro fi oppone $ che per* qtté-* ilo effetto farebbero migliori i piatti di maiolica di quei di !egno 3 che col fommo ardore del Sole 11.6- cefiariarnente dovrebbero abbrucciarfi i rifpmidofto # che i loro antenati fempre preferirono i piatti di Ié? gno a tutti gli altri* , XIIL il Governo Civile dì quello popolo kÀ* rlftocratico con qualche miftura di Democratico « Tilt* fa la terra , eh' elfo poiftede , fi divide feconde là fua lunghezza in quattro grandi parti ugualmente làf* glie , e paralelle , dtttc nella lingua del Paefe XJtttfn* mctpu . Quefti Utammapu prendono il nome dalla io** rd fituazione . Il primo fi chiama, Lavquèti-irtdpté $ cioè terra , o paefè marinino : Il fecondo Lelbun* mapu terrà piana : lì ferzo Tìren-mapu terra ùevice** fa : Il quarto , che n' è il più Orientale ò fegUen* mapu terra dei Pini . Ogni Ùtammapu fi fuddivideifì parecchie Provincie , ed ogni Provincia in parecchia contrade . In cadauno degli Vtammapu vi è uri Cu* mandante fuprerno detto Toquì dal verbo Toquìn^ che lignifica comandare . Ógni Provincia ha il filo UÌnìen$ o fia Principe ; ed ogni contrada ancora il fuo Vlmtn dipendente dal grande lìlmen della Provincia $ ficco* me quelli dipende dal fuo Toquì* Tutti quelli Uffizi ".fono ereditaria ed I primogeniti 3 tfclìtfe le dofefle? ìMpÉBttÉBinniÉgi|| fuccedono ai loro Padri nel Toquìato , o Ulmenato . Quando ne viene a mancare la linea mafculina , 1 Vaffalii eleggono un'altra farailia, dalla quale fanno il loro Vlmen, il quale non può efercitare la fua au- torità , finché non fia flato confermato dal Toqui dell' Vtammapu. Quelli ne informa gli altri utJmmapu, ed anche gli Spagnuoli , affinchè il nuovo Principe venga riconofciuto in coteflà qualità da' compatriof- *i , e dagli amici . U fegno dell' autorità fuprema «lei Toqui è una fcure, o afcia di marmo nero , e quello della dignità degli xflmfnes , un baftone col pomo d' argento, XIV. Quando fi dee trattare d' un affare ap- partenente a tutto lo flato , fi fa un gran congrego dì tutta la Nazione, dove quantunque gli Vlmenet Milo quelli , che vi debbono dire il loro ferimen- to, è ancora permeilo ai vafaili di proporre quelle ragioni , che fiano importanti per la decifione. Que- fio congrefTo fi chiama Jfue'acoìaà, cioè concilio degli Araucani , o Buths-Cojau gran concilio . XV. Il cdmpleflb delle loro leggi, che fi con- ferva per tradizione , fi nomina Almapu . Fra que- lle leggi fi trovano alcune affai barbare. I delitti riputati degni di gafligo in effe , fono il tradimen- to, T omicidio , 1' adulterio, il furto , e i venefizi. li tradimento delia Patria vien punito con pena ca- pi- X I 3 3 X 1 pitale ad arbitrio del Toqui . V omicidio di rado me- nta quefta pena^ purché i parenti del morto fi con- tentino della fomma, che loro efibifce V omicida, quelli ne refta libero. I Parricidi, e gli uforicidi non fono gafligati, poiché, fé i figliuoli ammazzano ! loro Padri , o quefti i loro Figlinoli , dicono , che coftoro fpargono il loro fangue , e fé i mariti ucci- dono le loro donne, eh* elfi ne fono i Padroni, e che difpongono, come tali, della loro roba, porto- che per averle fpendono i loro quattrini . V a- dultetio per V ordinario fi paga colla vita . Il furto foggiace ancora alla medefima pena , fé il ladro non ha una parentela numerofa , che poffa difenderlo . Quando la parte offefa , e V offendente fi trovano ugualmente forti, tutte le due fi fanno vicendevol- mente la guerra , procurando 1* una riaquirtare la fua roba , e V altra ritenerla . Durante quefte ofti- lità inteftine , che fi chiamano fra loro Malocbe, gli Vlmenes per lo più fi mantengono quieti , fenza in- terporre la loro autorità . Così quefte correrie , o Ma- loche, fi continuano per molti anni , efogliono paifare dai Padri ai Figliuoli . Per gaftigare 1 rei dei delit- ti menzionati non fi adopera forma alcuna giudicia- ria , ne confmntazioni , ne citazioni delle parti . Ca- gni cofa fi fa tumultuariamente . La fentenza di mor- te fi efeguifee prontamente nel reo3 ò mettendogli un I / )( i 34 )C ìm pugnale ne! petto 3 o un laccio al collo , e fìra* furiandolo alla coda del cavallo. XVI, Non fi sbrigano sì facilmente dai pretefl pregoni . La fìregherìa è tra quefti popoli uno dei delitti più abominevoli A Nulla ottante, vi foso per* rneffi ì Màchì, che abbiamo detto poc'anzi eflere i loro Medici ? quantunque pattino per i piùperiti ftre^ goni , poiché proiettano al dottorarli, che i loro in- cantefimi non avranno altro fine , che il bene della dazione, Cottoro dunque feguendo il loro fiftema, allora che non poflbno per la loro ignoranza , o per la forza del male ignare gli ammalati, che loro ven- gono confidati, ri' àttrihuifeono la morte 3 incanta- rnentp , e come gì' Indiani fono fbmmamente fuper^ fliziofi 3 gli obbligano a feoprire gli autori di quel jnaleflzio . I Machì trovando occafione opportuna per vendicarli dei loro nemici privati , fanno ricadere-? fopra di effi V accufazione . Queftp accade partico- larmente nella morte degli Ulmemes, la quale, pur- ché non venga da qualche cagione vifibile , è fera- pre imputata a quefta , o a quella forta di veneri- zio loro fatto . Dichiarato il pretefb reo della mor- te dell' XJlme'n , vieri fubito legato fra tre legni fic- cati triangolarsnente in terra , e al di fotto delle co- irle brucciato a fuoco lento, finché confetti il fatto, gd i complici . L' infelice per abbreviare il tormen- to )( *35 X to fé ne confeffa V autore , e dichiara per fuoi com- plici i primi, che gli vengono in tefta, così innocenti,, come egli . Fatta qucfta falfa dichiarazione i prefen- ti gli trapaflano il petto con un pugnale, e vanno in traccia dei afferabili dinunziati , a* quali danno lo fatto fuplizio, fé non lo prevengono colla fuga. XVII. V Almctpu permette, a tutti gli Arauca- ni la Poligamìa . Quindi eglino prendono per mogli tutte le donne , che poffono comprare , poiché gli fpofi , e non le fpofe , fono quelli , che debbono dar la dote , la quale loro non torna più . Le cerimo- nie del matrimonio per lo più fi fan di quefta ma- niera . V amante d* accordo col Padre della futura fpofa , e talvolta fenza la fua faputa , fi nafconde^ con un buon drappello di amici in un fito, per do- ve fa , che ella fuol paffare d' ordinario , e pren- dendola la mette per forza alla groppa del fuo ca- vallo i ove legatala erettamente feco la conduce al- la fua cafa ; vi concorrono i Padri , ed i Parenti del- la fpofa, a tutti i quali lo fpofo fa dei regali, che arriveranno alla fomma di 50 feudi ; mediante que- llo paffaporto il matrimonio è rato . La prima fpo- fa è fempre preferita a tutte le altre , e vien ri- spettata da effe come la vera conforte del Marito,. XVIII. Il Governo Militare degli Araucani è pia ragionevole del Civile , benché aon ta^a ad Cut- X M<5)( tutto cliente da difetti. I quattro Toqui hanno la^ prerogativa d* intimar la guerra , quando loro pare neceflaria • Quefto diritto però non è aleutamente efclufi'voa Si iono veduti degli (Jlmenes di Provincia arrogarfi qnefto privilegio , Quando qualcheduno del Toqui vuol fare quefta intimazione manda agli altri Toqui, e a tutti gli Ulmenes i fuoi corrieri chiama- ti Qu-xrpenss con certe lettere curiofe . Quelle fono varie funicelle roffe con parecchi gruppi . Il colore.* jnoftra il negozio s di cui fi dee trattare : i gruppi indicano il tempo, e il luogo del congrego » Que- lla fpecie di lettere fi chiama Qutppu . Es cofa vera- mente maravigliala ciò che fi oiferva in Affatto mo- do di comunicazione . Quefto popolo non fi ferve "Sella diviiione , che noi abbiamo del tempo in Set- timane , ed in Mefi : tutto il loro Calendario confi- le ne' giorni , che la Luna apparifee , ò non fi ve- de nel loro Qrizonte ', Bifendo quefto calcolo fom- mamente equivoco per loro • contuttociò mai man- cano al giorno indicato , Quando fi fono cominciate V oftilità prima di pubblicare formalmente la guer- ra, i Toqui mandano ancora colla funicella un dito di qualcheduno de' nemici morti , il che fi dice correr la frecci* . Tutte quelle negoziazioni fi fanno con uà iegieto ammirabile 8 3C1X* Arrivato il giorni prefìiTo vengono rutti i Te nn X 137 X ^8Si5^^»gBgEB5e^i'rMavrayia52ais^^^ i Toquì , e gli vlments al luogo del congreflb . Vi fi tratta prima delle cagioni della guerra , le qua- li fé vengono approvate dal Auètitójau , o Butha- eojau y cioè dal Concilio degli Araucani , o dal gran Concilio , fi parta fubito all' elezione del Generalif- fino , a cui deve confidarli il comando fupremo deli* armata , e 1* efito della guerra . Quefta elezio-: ne fuol cadere fopra uso dei Toquì , che fono i Ge- nerali nati dello flato ; ma fé neifuno di loro è a prcpcfito pel comando , pofto da parte ogni riflet- to , o confiderazione , fi conferifce il Generalato a uno degli Ulmenes, e talvolta a uno dei Soldati gre- gari , che abbia le parti requifìte per quefta impor- tante carica. Così nella guerra dell' anno 1713. con- tro gli Spagnuoli Vìlumìlla femplice foldato , ma di gran tefta , (ìa eletto Toquì , e comandò con onore.* le truppe Araucane . Fatta , e accettata 1" elezione il nuovo Toqui riceve il fegno della fuprema auto- rità , cioè la fcure di marmo , e tutti i Toquì nati • lafclano le loro fcuri, non eifendo loro lecito por- tarle durante il comando di quefto Dittatore. I Toquì, e gli Ulmenes gli fanno giuramento di fedeltà, ed ubbidienza . XX. II nuovo Generale impone a ciafcuno dei Toqui il numero di Cone , cioè di Soldati, che dee mandargli dal fuo Vftimmàpt .1 Toquì tifano gli Ul- K me- x une menes della loro giurifdizione fecondo 1' esenzione dei loro Principati . Così in poco tempo fi aduna tut- ta P armata, che dimanda il Generale. I Toquì an- tichi , e gli Ulmenes non rimangono efenti dalla mi- lizia per ragione della loro dignità . Il Generale , radunato V efercito , n' elegge il fuo luogotenente , e tutti gli altri Uffiziali maggiori , e minori , che debbano comandare i corpi , e le compagnie di trup- pe , che loro verranno confidate . Indi deftina uno, o due giorni, affinchè tanto i Principi, quanto i Soldati penfino a quei mezzi, che loro parrano più opportuni da proporgli per 1* ottima riufeita della guerra, afficurando , che paffato quefto tempo 3 non riceverà gli avvili di nelTuno , fé non che egli ope- rerà conforme a quello , che allora gli fembrerà più conducente . Ricevuti i configli fi ritira co* fwoi Uf- fìziali , e fegretarnente vi fi difpongono tutte le co- fc, che debbon farfi nel tempo dell' azione, e fi prevengono tutti gli accidenti, che poiTono occorre- re , uè s* intima il marciare fé non dopo che ogni cofa è ben aggiuftata . Ogni foldato dee portar feco dalla fua cafa i viveri, e le armi neceffarie al fuo grado • Quefti viveri per lo più fi riducono a un facchetto di farina di frumento , o di formento- ne prima abbruftollto , o di Pinocchj del Paefe . XXL V armata fi compone di Cavalleria , e di Fan- )( 139 X Fanterìa. I Cavalieri vanno armati di lancio», e di fpadc larghe . L' una parte dei Fanti porta delle picche, e V altra delle mazze di legno pefante, e munite di chiodi , dì modo che tra mazza e mazza va una picca. Nel principio della conquifta P In- fanteria adoperava ancora P arco e le treccie , ma al prefente non ufa più quefto genere di arme, poi- ché fi procura venir fubito alP armi corte per evi- tare P ufo di quelle da fuoco . Quefto popolo bel- licoso n*R è arrivato finora a {coprire il fegreto del- la polvere , benché il Paefe , che abita , ne fornifca tutti i materiali in abbondanza • Nelle battaglie ot- tenute contro gli Spagnuoli , s' impadroni talvolta delPartiglieria,degli fchioppi,e di qualche piccola quan- ità di polvere , della quale feppe far ufo con gran vantaggio . Egli nemmeno conofce le macchine da battere le piazze: tutte le fortezze, e città degli Spa- gnuoli , di cui finora fi è impoffeffato le ha prefe, o di affalto, o con qualche ftrattagemma militare ( nel che è aftutiflimo ) o per fame dopo un lungo affedip. Nel campo di battaglia la cavalleria fi col- loca ai fianchi dell' efercit© , e la fanteria nel cen- tro divifa in file, e in compagnie, ognuna delle quali ha il fuo Capitano , Luogotenente , Alfiere col- la fu a bandiera, e gli altri caporali rifpettivi . Il Tequì fuol d9 ordinario condurre P ala deftra , e il )( M° )( Luogetenete-Toqui la fini {tra . XXII. Gli flrumenti militari , di cui fi fervo- no, fono tamburi, cornette , pifferi , e certi mez- zanti. I Soldati vanno veftzti alla maniera popo- lare lenza quella distinzione di abiti , che fi tifa in Europa ; portano bensì delie corazze , e dei mar- rioni di cuoio cotto di vacca con grandi pennacchi di belle, e viftofe piume. Quando vogliono accam- pare,^ e non fono molto dittanti da' nemici , fortifi- cano i loro alloggiamenti con buone palizzate, e trjncce , e mandano delle fentineile da per tutto . Nel campo per la fera , ogni foidato fa il fuo fuo- co feparato dagli altri , di maniera , che in un' ar- cata per e/empio di cinque mila uomini, fi vedono cinque mila fuochi . XXIII. Prima di cominciar la battaglia, effen- do tutte le truppe collocate nei loro rifpettivi fiti, il TP qui loro fa un difcorfo patetico , nel quale coli' cfempio dei loro antenati", che tante volte vinfero quelli flellì avverfarj , malgrado la fuperiorità delle loro armi, gli cforta alla vittoria , o ad una morte gloriofa per la libertà della Patria \ Finito il difcor- fo , fuonano i loro tamburi , e pifferi , e fi avven- tano contro i nemici con una furia tale, ,che /pa- venta i più agguerriti foldati . I più formidabili pe- rò fono i loro fanti, i quali colle loro mazze fer- ra- ! \ rate , come altri tanti Ercoli , flramazzano tutto quello, che loro s' oppone , e fi fanno fìrada da per- tutto . La morte nella battaglia è per loro il mag- gior onore , che poffono acquiftarfi in vita , quindi lungi da temerla , la procurano per ogni dove, man- dando però avanti di loro molti dei nemici . Gli fpo- glj appartengono a quei, che fé ne refero padroni . I prigionieri diventano tra loro fchiavi . Il Toqui può fepararne uno per facriikarlo alle ombre dei faoi foldati morti nella guerra. Qaefto barbaro facnh- zio , non oflante V odio , che la Nazione porta a- gli Spagnuoli, e le ordinanze dell' Alm^u , ncn fi è praticato che in uno, o due prigionieri Spagnuo- li . Gli Araucani conofeono la clemenza , cluche ne dicano certi Storici incoerenti , i quali coi fatti par- ticolari , che ce ne raccontano nelle loro ftorie , fmentifeono 1* efpreflìoni generali, con cui ci dipin- gono quello popolo come mediabile centro i ne- mici . XXIV. Il fuddetto facriézio fi fa di queftarma- niera . Una compagnia di Soldati , al fuono de' tam- buri, e degli altri finimenti militari , conduce il prigioniere deftinato alla morte fopra un cavallo pri- vo di orecchie, e di coda (il che fra loro è un foffim® affronto) ad una pianura, dove tutto il idrante dell' efercito fchierato in circolo , e colle armi in refla K 3 ^a )( Mi X «a ad afpettarlo . Nel centro di quello gran cura* gh Mtt»er; e gli Uffiziali fanno un altro più pie eoi® ; e nel mezzo collocano la feure del gran T» qui,* lato della quale pongono a federe In terra 1 infelice prigioniere colle mani legate indietro , e h faccia voltata al di lui paefe, che obbligano a guar- dare molte volte . Indi slegandogli le mani, gli confidano un mazzetto di pezzuoli di bacchette , e uno fìecco, © legno aguzzo. Con quello legrio dee far un buco nella terra ; fatto il quale è conret- to a nominare per ordine i foldati più valorofi del iuo Ptefe dal Generale fino al più baffo Uffiziale, e ad egni nome , che ne proferifee , gettare uno di quei pezzuoli nel buco . I prefenti con grandi gri- da , e obbrobri frattanto maledicono quei prodi , e anatematizzano la loro memoria . Finiti i pezzuoli gli comandano coprire il buco con terra , quafi che vogliano feppellirvi la gloria de' nemici . Pofcia il Tfui, o qualche altro degli Vlmentt , che fi fiano portati meglio nella guerra , a cui cede quefta pre- rogativa, gli fcaglia un furiofo colpo di mazza nel- la tefla ì e fubito gli apre il petto, ne cava il cuo- *e, e fiaccandone il /angue, lo confegna agli Uf- ficiali, acciocché elfi ne facciano lo fteffo . I Solda- ti allora , tagliano le gambe , e le braccia del ca- davere, ne fanno dei Hauti militari , e Separando la te- ■■■■■ )('43)( tefta dal collo , Y alzano in aria fopra una lancia * Tutti i prefenti dietro a quefta orribile infegna fan- no attorno attorno delle fcararrmccie ftravaganti, cai- peftando fortemente la terra , e ripetendo cantando le ingiurie contro i loro nemici al fuono di que' fu- nefti flauti , che hanno fatto delle offa del morto .■ Quindi bevono allegramente il loro fidro , e il vino* Durante la bevanda fi adatta al colio del cadavero in luogo della propria, una tefta di montone bian- co, fé il morto fìa flato un Spagnuolo, e nero s* egli ila un Indiano , il che fi crede un grandiffimo vilipendio. Il Téjui frattanto incenfa verfo 3e quat- tro parti del Mondo con fumo di tabacco • borbot- tando, e dicendo mille imprecazioni. XXV. Quando bifogna far la pace , o quando arriva al Regno un nuovo Prefidente Spaglinolo , fi fa un gran congreffo tra gli Spagnuoli , e gli Araiif cani . Quefto congreffo vien chiamato da quelli Par- lamento , e da quefti Huwca-cojau dalle parole Huin- co, , o bianco con cui effi nominano gli Spagnuoli , e Cojau , che fignifica Concilio , ovvero adunanza . Il tempo di quefto Parlamento è ordinariamente il mefc di Novembre, e '1 fito le pianure fituate tra i fiumi Btobio , e la Laxa nella Provincia di Huìlquìlemu a- bitala dagli Spagnuoli fui confine degli Araucani . Vi fono all' intórno le/fortezze Spaglinole Kaferm?»* K 4 fs \ )( M4 X te y Purem y Angeli 3 Tucapen , e Jumhel . Gli Arali- cani fempre han pretefo , che fiffatto congrego fi fac- cia nelle loro terre , ma eccettuato V Ecc. Sig*Pre- fidente D. Tommafo Marin de Poveda, che volle acconfentire alle loro pretenfioRi , nefiuno degli al- tri Prefidenti fi è mai indotto a paffar il fiume Bm blo , temendo qualche forprelTa dalla parte degl' In- diani . Alcuni meli innanzi di principiare il Parla- mento , un Ambafciatore Spagnuolo detto Comiftario di Nazioni va ai quattro Utammapu , dove invita i Toqui , ed i principali Vlmenes da parte del euovo Prefidente ad affiflere al congreffo , promettendo lo- ro , che fi tratteranno in e fio cjclle cofe appartenen- ti alla pace perpetua d* entrambe le nazioni, che fi foddisfaranno fcambievolmente gli aggravj, e che fi frabiiirà un' armonia permanente. Quefla precauzio- ne di avere in quelle occafioni tai cengreffi , èfom- mamente neeeflaria , poiché fé qualche Prefidente fé ne difpenfafTe , gli Araucani fi crederebbero vilipefi dagli Spagnuoli, e come neffuna cofa gli offende tanto , quanto il difprezzo , ricomincierebbero fenza dubbio la guerra . Quindi è , che i Prefidenti hanno nell' Erario Reale un adeguamento fiffo per le fpe- fe del viaggio , e del congrego , e una fomma da_. regalare ai Toqui, e agli Ulmepes . XXVI. Quando fi avvicina il tempo del Parla- rne n- X i45 % mento , Il Prendente fa un5 adunanza nella Cita della Concezione , alla quale affitte il Vefcovo , gli Uffiziali militari j ed anche i Miffionarj , ed in elfo fi efaminano le cofe , che debbono proporli agii A- raucani , e tutto quello che fi crede più conducente per confermare la pace, e ridargli alla Fede Catto- lica. In quefìo intermedio fi fortificano ancora più del folito le frontiere Spagnuole , e tatti i palfaggj del fiume Biohio , affinchè gli Araucani non vengano j 3 numero da farfi temere, ó portino più armi di quelle, che fi fono pattuite - ErTeado arrivato il tempo preferi- to il Prcfidente accompagnato da tutti gli UfExiaH de! Regno , dai Miflionarj 5 e da molte compagnie d: ca- valli , e di fanti , fi porta al luogo del congrefio . Vi arrivano ancora i quattro Toqw , e gli V.lpicaei bene feortati . Nel Parlamento dell' anno 172-:- fi trovarono 130. Ulmtna colle loro rifpettlve comiti- ve , che afeendevano al numero di due mila 3 e qua- ranta quattro perfone. Vi concorrono eziandio da^ quali tutte le parti del Regno i mercanti , i quali tutto il tempo, che dura il Parlamento , vi fanno li- na fiera affai copio/a- Gli Araucani accampano due miglia dittanti dagli accampamenti Spaglinoli . XXVII» Il congrego fi principia con molte cor- tefie dall' una, e dair altra parte . Tutti i baftoni degli Vlmems, del 'Tornii , e quelle del Prefidente Spa-. gnuo- )(M<5)( gauolo fi legano in un mazzo per denotare 1' \im ne fra le due Nazioni . Quefto mazzo fi colloca n mezzo dell' Affamblea . Uft Vlmen , /"aiutando pi ma con gran riverenza tutta V adunanza , tencnc nella mano manca un ramo di Canclo ,. e mettenc 1' altra fopra il mazzo dei bafloni, fa un drfcon affai lungo in lingua Chileria» UV Interprete Sp; g&uolo , fotto prima giuramento , va fpiegando in lingua Spagnuola punto per punto tutto ciò che 1 ratore Araucano dice . Il foggetto di fiffatti difco iì è ordinariamente la pace , i beni , che effa proci ra a tutti , i mali che porta feco la guerra , e una efortazione ben ragionata alla fcambievole concoi àm . In quefte orazioni fi offerva&o con maravigli tutte Ir parti, e le figure, che infegna la Reftor ca artifiziale . Vi fi nota un efordio adattato al fog getto , un* invenzione feconda , una narrazione pu lita, un* argomentazione folida , e un epilogo con cifo, -ed cfpreffivo * La Rettorica è V unica fcienz che conofcono , e a cui fi applicano gli Araucani Da ragazzi fi avvezzano a parlare in pubblico . Ne loro Aucacojm , o adunanze , che fono frequenti/fr me, tutti hanno la libertà di aringare. I bravi O ratori fono fra loro tanto ftimati , quanto fra i Ro- mani antichi. Quindi riafce la premura , che tutti v hanno di parlare bqrie la loro lingua , e di confer- )(M7)( varne la purezza . Le loro Orazioni fi rafiomigliano un poco a quelle degli Afiatici pel frequente ufo del- le parabole , e delle firnilitud'ni . Effi adoperano an- cora fovente gli apoftrofi ai circoftanti , indiriz- zando la parola o agli UfEziali Spagnuoli fé vi fo- no prefenti , ovvero ai loro Toqui5 ed Uimenes con li- na varietà di frafi , e di figure , che forprende . Fi- nito il difcorfo dell' Araucano , parla il Precìdente-* Spagnuolo ; indi fi viene agli articoli delia pace, i quali debbono eflere approvati dai quattro Toqui , o dai Plenipotenziarj degli Utammapu , perchè fé ne manca qualcheduno, perdono il loro valore . Il Pre- fidente pranza ad una tavola coi Toqui ? e gli Ulme- nes principali , e vi fa loro , ficcome a tutti gli al- tri Uimenes i regali della fomma , che dall' Erario Reale viene desinata a quefto fine . Gli Araucani ammazzano parecchi Chìlìhueques , o pecore del Pae- fe per lo ftabilimento della pace, e poi fi ritirano alle loro terre . XXVIII. Quefto popolo nen ha fortezze alcu- ne , che pollano difenderlo dalle correrie dei nemi- ci , né Città , né Borghi . Egli abita difperfo nelle campagne , credendo eflfer quefto uno de' maggiori privilegi della libertà . Le loro cafe fono di legno coperte di paglia fenza divifione di camere , o anti- camere, fenza fineftre, e con ima fola porta, che di i4: )C di notte, chiudono con un cuojo di vacca. Siffatl capanne fervono ancora di cucina:, e vi ha ognur delle donne il ùm fu©co feparato da quello delle a tre , ove fa tutt' i dì una pietanza pel marito , i raodo, che quefli ha nella fua tavola tante pietai xe , quante fono le (uq mogli . In quefte cafe no fi vede ancora letto alcuno , perchè tutti dorrnor fopra pelli di montoni , le quali quando s' alzane levano dal firo , dove fogliono dormire . Le ma ferìzie domeiriche fi riducono ad alcune banchine e ad una tavola di legno rozzo, dove mangiano fer za tovaglie^ e fernette . Non vi fi vede pofata ai cuna, una conchiglia ferve in luogo di cucchiaio . tondi, ed i piatti fono o di legno, o di terra. bicchieri di corno vaccino. Gli Wmcnes fogliono aver dell' argenteria da tavola, ma non fene fervono, f non per ricevere gli ofpiti ; a cui fanno tutte le at renzioru poffibili ancorché fìe^o Spagnuoli . XXIX. Il vitto corrifponde alla povertà dell tavola. Queftoconfiftc ordinariamente in legumi cot ti con un pò di fale , ed m luogo di pane mangia no delle P.tpr, o pomi di terra . Di fitto fi cibane di Pefci, e di Cariche , quantunque i loro fiumi, ( il Mare ne ponine in grandinila quantità . Il lóti Paefe abbonda ancora di uccellame , di falvagghrme . e dì animali domeflicj, che ricevettero da:K Spa gnuo- )( M9 X gnuoli , e pure nei loro pranzi ordinari non fi fer- vono della carne , che pochiilime volte , alla quale non danno altro condimento , che quello di arroith- !a,od' aìlefiarla con un pò di fale , e qualche pe- perone , di cui fono ghiotti . Il frumento , che rac- :o!gcno , lo mangiano cotto , o abbruflolito , e ri- lotto in farina . XXX. Nel corfo però dell' anno il difpenfa-' io qualche volta da quella dieta eretta . Eglino , fic- ome fono amici di far comparfa 9 fi fanno fcarnbie- olmente, raafUme nel tempo delle raccolte, del onviti fontuofi , ai quali aififlono più di trecento erfone . Quefti conviti fi chiamano Mìngacu, e Ca- uìn* Allora non fi rifparmia niente. I volatili, e manzi fi ammazzano con una profusione incredibi- : . Il vino , che comprano dagli Spagnuoli , e il Zi- ro , che fanno, o di mele, o dJ altre frutte del aefe, fi presentano a tutti abbondantemente in tutto tempo , che dura il convito ,che fuol eflere quin- ici giorni . Durante quefto divertimento sì gli uo- lini , come le docme , fi trovano quafi fempre ub- •iachi . Quindi proviene la gran mortalità de* barn- ini , che, fi nota in queflo popolo , e la fenfibiledi- iinuzione di gente, ch« vi è rifpettivamente al ria- ero del fecolo paffato ; perchè le madri ubbriache er molti giorni di fcgìdto lafciano di allattare i lo- ro )( i5<> )(■ ro figliuoli , i quali per mancanza dì cibo , perifco- no • Gli Ofpiti fono trattati colla fteffa liberalità , e vi poflbno ilare il tempo , che vogliano , fenza pa- gar niente pel loro vitto , né per V alloggio , che fempre è feparato dal refto della familia. I grandi affari fogliono qualche volta trattarfi in quefte adu- nanze feftive negl' intervalli , che permette 1' ub- riachezza . XXXI. Il veftito degli Araucani è ancora affai femplice, e tutto di lana, poiché non conofcono V ufo , che fi fa della Canapa , e del Lino . Il colore favorito per loro è il turchino . Gli uomini ordina- ri portano una camifcia , un pezzo di tela a guifa di camifciuela , che chiamano Chonì , delle bracche ftret- te , e una fpecie di tabarro , che nominano Poncho . Quefto Poncho è quadrilungo fatto a maniera di pia- neta con un* apertura nel mezzo per metterlo al col- lo ; ma elfo n' è più lungo , e più largo di quella , di modo, che arriva fino a mezza gamba, e infino alle mani . Ve He fono di due forta , cioè i fempli- ci , ed i liftati; i femplici fon© tutti turchini: il fondo dei liftati è del color , che fi vuole , e le 15- fte , o righe, che fono più, omeno larghe , ammet- tono divertì colori , rapprefentanti per via della tef- fitura, o fiori, ovvero altre figure . V orlo di Af- fatto tabarro va tutto fregiato d' un fiocco, o nappa. X M OC •ufo di quzftì Ponchi pafsò dagli Araucani al Con* ini Spagnuoli , e alla gente bafsa , non che del [le, ma ancora del Perù, e del Paraguai e per fto motivo fé ne fa Ufi gran commercio. Gli A- cani non ufano ordinariamente il cappello , in** :c del quale portano una fafeia rofla , © diadema orno al capo, ornata di pallottoline di vetro; ameno ufano le calzette , né le fcarpe . La mag- r parte ha le gambe fempre ignude . Alcuni le euo- no con certi ftivaletti , che fanno di lana di va- :olori . Gli Ulmcnes, benché fi veflano della me- nu maniera , che il volgo , contuttociò procura- diftinguerfi da effo per la qualità dei veftiti , e lche volta adoperano anche gli abiti alla France- che comprano dagli Spagnuoli , particolarmente i tinti in grana; fi cuoprono il capo con cappel- regiati di grandi pennachj , ufano fproni d' argen- tai pefanti , ftaffe di ottone , e barioni col po- d* argento, ma feguendo la coftumanza del lo- Paefe , vanno fempre fcalzi . XXXII. Il veftito delle donne è ugualmente iplice s ma affai onefto . Elleno portano in luogo :amifcia una tonaca di lana fenza maniche, che va infino ai piedi , e viene ftrettamente legata al >o con una fafeia affai larga . Sopra la tonaca fi tono una fchiavina pure di lana fatta a maniera di X i5 0( di quelle , che ufano S pellegrini qua in Europa , e P aggruppano d* avanti con certe laminetted* argen- to , che chiamano Tuppl . Le donne Araucane fono al pari di .tutte le altre del Mondo portate a far tomparfa, e ai abbellirli nel modo , che poflono. Di- vìdono i loro capelli , che lafciano crefeere affai, in fei treccie , le quali pendono fopra le fpalle . Si a- dornano la teila all' intorno con certe pietre dette da loro Llxncas , le quali pel colore , e per la figu- ra fembrano una fpecie di Smeraldi , che finora non fi sa d' onde le cavano • Portano nelle orecchie pen- denti y che chiamano Uplcs r i quali non fono altro , che una laminetta d' argento quadrata , e non fi contentano con due fole , ma fé ne mettono fino a. (gì, o più conforme alle loro facoltà. Ufano anco- ra maniglie, e gargantiglie di pallottoline di vetro di varj colori, e in tutte le dita portano anelli. Parlano la lingua Araucana con una dolcezza am- mirabile , particolarmente quelle, che abitano nelle Provincie fituate fra i fiumi Cauteri 3 e Valdivia , e ^opra tutte le altre le Beroane , o quelle, che na- feono nella Provincia di Boroz , le quali fono bian- ca*, bionde , € di belle fattezze. XXXIII. Gli Araùcani credono, che gli uomi- m nati fono nati , che per la guerra . Quindi è , fhz eglino deteftano qualunque fatica, che non s* in- dirizzi T Mi x y 3 x dirizzi alla milizia , e abbandonano alle donne tutti quei méftieri , che nel refto del Mondo fanno gli aor» mini . Le donne feminano il grano [ lo mietono , e lo raccolgono, pafturano le mandre così di pecore, come di vacche , e di cavalli , portano la legna, fan "da mangiare, e da veftire ai loro mariti. Quefti $& mattina , preffa la collazione , che mai lafciano, mon- tano a cavallo, e andando alia campagna vi fi ad- delirano nel maneggio dell' armi , e dei cavalli; nel qual efercizio diventano eccellenti. Il bagno è co- munismo fra loro . Neil' ioverno fi bagnano una— volta al giorno; rna nella fiate fi mantengono per molte ore nei fiumi nuotando dall' una all' altra ri- va talvolta fopra P acqua , e talaltra tuffati intera- mente in effa , e così divengono nuotatori de (biffi- mi. Le donne, benché fi bagnino ancora tutti i dì, contuttociò mai li vedono nei fiumi infieme cogli uomini : cercano per loro dei luoghi feparati . Subi- to che partorifcono tanto di fiate , quanto nelP in- verno, fi tuffano intrepidamente nell'acqua col bam- bino, affinchè effo diventi più forte pel rneftiere del- la guerra. Gli uomini occupano il tempo, che lo- ro lafcia libero, o 1' efercizio della guerra, oT ub- riachezza in diverfi giuochi , che fecondo il loro genio marziale hanno fempre qualche cofa del mi- ìrtare . & xxxiy. X i54 X XXXIV. Fra infiniti altri , che fi vedono fra^ loro , ne riferirò foltanto due , acciò fene formi qual- che idea delle recreazioni di quella Nazione bellico- fa ; . P uno fi fa nel campo , e. P altro in cafa. Per giuocare al primo fi elegge una pianura lunga alme- no un miglio, nelle di cui eflremità fi pongono cer- ti fegni di rami d* alberi. Vi concorrono i gìuoca- tori divifi in due bande opporle. Ognuna di quelle bande fi compone di quindici uomini armati di ba- llon! ricurvati nella punta inferiore . Nel centro del- la pianura fi fa un buco, dentro del quale fi met- te una palla di legno , e dall' una , e dalP altra par- te del buco fi fchierano le due bande . I due avver- farj , che fono più vicini al buco , ne cavano co* lo- ro baffoni la palla a ed ogni banda procura con ogni sforzo di portarla all' una dell' eiirenrità , che le toc- ca , giacche in quello conficela vittoria. Quindi na- scono dei combattimenti vivi , e delle zuffe ollinate fra le du§ fchiere oppoite, di maniera, che paifano molte ore fenza dichiararli la vittoria pemiuna del- ie parti. Quello giuoco ha le fue leggi , che fanno oflervare efattamente gli arbitri a ciò dellinati ; ma a difpetto di effe vi fogliano accadere molte difgra- zie . I contadini Spagnuoli del Chile ancora P tifa- no , f fia loro fi trovano due fazioni contrarie iio— Siffatto divertimento, le quali s' eredano nelle fami- glie . V (jivoco la. Lnueca ? Javola $. V .JclvoLcl e vi uccife il loro Generale Pie- t 4 *r* irò Villagra 3 prefe , e fmantelò le piazze di Tu- ren , e di Arauco , che erano fiate reedificate , e du- rante T afledio di quefta ultima sfidò a duello, e fi battè à corpo à corpo col Comandante Spagnuolo per ben due ore , dopo le quali fi fepararono di co- iiiun accordo * In quefio tempo ancora afTediò fenzà frutto per mezzo del fuo Luogo tenente Antunecuì 3a Città della Concezione . Indi volle prendere la_* Città d* Àngol j ma vi fu riieffo. in rotta . Ad Antu* guenu fuecederono i Toqui Faìnanancu, Caiamcurd , Nanconiel,Cadeguala,t Guanoalca^i quali fofiennerc* con varia fortuna la guerra contro gli Spagnuoli • Vii. L* anno 1597. fé fatto Toqui il bravo Pati- lamachu^ il quale dopo d' avere uecifo nell* anno fe- guente il Prendente Spagnuolo D.. Martino Lojola^ con feffanta Uffiziali , che 1' accompagnavano riduf- fe in fua podefià , e rovinò affatto le Città dell' Im~ feriale , Valdìvia 3 Vìllarìca , Oforno , Angol , Santa Cro- £é dì Cola 3 Canneté , la Concezione , Chìlìan , e tutte le piazze , o forti 3 che gli Spagnuoli avevano tra i fiu- mi Biobio, e Yaldivia, ovvero in tutto lo fiato de- gli Araucani. I Toqui, che dipoi furono fofiituiti , coiifervarono la riputazione di Paìllamachu. Lìeniur ne- gli anni 16*5 , e 28 portò la guerra dalla banda fet- tentrionale del fiume Bìohìo , Taccheggio le tenute y e poffefiioni Spaglinole 3 ne disfece uà' armata, e fi re- V refe formidabile ai fuol nemici per 1? attività ael* le fu e operazioni militarli ball9 anno 1619; firi6 ài 1651. futapìchun fi fegnalò in molte battaglie 3 fché ebbe parte cogli Uffiziali Spagnuolx ; e partii Edi loro Prendente I>. Francefcò Lalfo i Vili L' anrió poi #40 il Marchete 31 VàSdfcS lece ia pace cogli Àraucani , è col loro Tòcp M* tugueno IL la quale non durò, thè quìndici arimi poiché 1' anrio 1655 il Toquì Cìentaru 9 avendo^ di- chiarata la guerra agli Spàgnudli , disfece interatóerì^ te il loro Sargente Maggiore j cori tutta la M ar- mata, vinfe in battaglia campale il loro ?rèfìdélité 3D. Antonio Acumi a 5 rovinò le Fortezze Colcurà ■ &* Fjetro^Jraucó', S. Refendo, e Siria 9 che erario ftà- te edificate dopo la pace del 1^40, e da cjuèiH par- te di Eiobio ì forti la Stanzia ad Key ,5- Crìtiofiro 4 Taìcarvzvidx e la Città di ctó/*;* . I i refidéhtl SjMte gntioli , che fuccederorìo ad Àcunna .acquetarono gli Araùcani fino all' anno Ì7Ì3J. nel quale il Toqui fe ta«V//^ intimata di nuòvo la guerra, fece tìnàhfcl* ìar le piazze di Puren , e di Arauco, e rinov'ò pe£ la terza volta la pace col Prefidente fi. Gabriele^ Cano i V anno finalmente 1766. il f oqùi Curìn^nciu facciati dall' altra parte di è'iobio gli Spagnuoìl i che vi volevano ftabllire dei borghi , fi allea Col Pc« kuenches5 e loro fece la guerra fino all' anno 17*9 i b 70; \ E t6i o 70. Da ciò che abbiamo detto in compendio fi ve- de 5 che il Chile è flato dall' entrata degli Spagnuo- !i fino a noftri dì il teatro della guerra , dove fi è fegnalata 1' una, e V altra Nazione con azioni vera- mente eroiche , e che farebbero affai celebrate , fé non fodero fiate efeguite nell* eftremo della terra • Gli Spagnuoli vi trovarono quefto popolo indomito, che ha loro difputata con tenacità la gloria del va- lore, e che ha fatto più fpiccare la loro fama acqui- iìata nelle altre conquifte dell' America. Ma fi può dire fenza efagerazione alcuna , che quello pezzo di terra loro ha coftato più di fangue , e di danaro , che tutto il rimanente infieme dell' America. IX. Nulla di manco gli Spagnuoli avendo per- dute le Città , e Fortezze , che avevano edificate da Mìòhh verfo mezzogiorno , fi fono riflretti a ftabilir- fi fondamente nel tratto di Paefe , che fi ftende dai confini del Perù fino al fuddQtto fiume Biobio , e a confervare dall' altra parte foltanto alcune fortezze falla fponda Meridionale di quefto fiume per impe- dire le feorrerie degli Araucani , la piazza, e porto di Valdivia , e 1' Arcipelago di Chiloe . Il Paefe , che abitano , fi va ogni giorno popolando grande- mente, e quelle felici contrade fi vedono già piene di abitanti a difpetto delle ftragi , che vi hanno fat- tg gli Araucani con una guerra sì continua , nella qua- V p-3 &***% mmm quale fono morti innumerabili uomiV* cos*l dell* UHHs come dell' altra parte * Là benignità > é faltibfhà del Clima però ricompenfano con BUttìefòfa propagati^ ne le perdite {offerte , di maniera , che gli $p*g!WQ* li, che vi abitano* fen£à portarvi truppe dall' BiJ* ropa* poflono difenderli ottimamente dà qtttluflQttf nemico | che voglia attaccare le loro Corte * X. Quelli i che vi nafcono da famìglia EttfOJM» fi chiamano Creotlì a per diftinguerfi dagli Spagnai! nati in Europa , che vi fi fìabilifconò * Quelli §p'M gnuolì Chiìeni per lo più hamio le fattezze , il £0* lore i e la fìatunt a uri dipreflb come quelle degli Spàgnuoli, che nafcono nelle parti fetrentriòftali d§ll& Spaglia, Eglino fono affabili, amanti dei foréftleH* generofi 5 coràggiofi, e di bello fpirito^ ma Cottivi* iiemente poctì applicati a far del danaro, e à CoA* fervarlo , effendo fommamente portati pel Itflfo $ e pef palfaré una vita allegra ; il che proviene dàìl1 abbondanza delle cofe feeceflàrie per la vita^ che v| fi trova» XI. I loro ingegni riescono bene in tutte ìe few tnze* a cui s* applicano, e fé ne vedono dei ulen* ti forpfendenti % Là filofofià Peripatetica * che s* irt* fegtiavà per 1* infelicità dei tempi $ là Teologia Sco« jaftica i e Morale * i Canoni , e le Leggi vi fi &u* diavano colla perfezione | che fi uifercitavano. fielU* mi-» Xi<*4)C. gs^sr^sssravesati migliori Univerfità dell' Europa , ed In fiffatte faen- ze fé rie diftinguevano molti uomini veramente bra- vi . Vi fi fono veduti ancora molti Poeti eccellenti nella Poefia Spagnuola , e Predicatori infigni in quel modo di predicare , che tanto tempo fu della moda. I Chileni hanno date pochiffime opere alla luce ^ che poflano garantire la verità di ciò, che affermia- mo, Così per la mancanza della ftarnpa , come per t immenfe fpefe , che bifogna fare per far ftampare fuori del Regno le loro compofizioni ; ma dai ma- nofcritti , che ce ne refìano, conofciamo il fondo delle loro capacità , e talenti . Il gufto delle fcien- te moderne col paffar , che fanno là , i libri France- si , comincia eziandio a fpargervi alcuni raggi della fu a luce , e la Predicazione , ficcome la Filofofia , va a poco a poco riformàndofi . La gente plebea , che il applica alle arti meccaniche , vi fa ancora dei pro- gredì confiderabili , i quali farebbero molto maggio- ri fé vi arrivaffero con più frequenza degli artigia- ni intendenti , che poteffero comunicarle più lumi» come fecero in quefti ultimi anni certi Tedefchi O* telici, Fabbri, e Falegnami, i quali vi hanno la* fciati difcepoli affai periti in quefte arti . XII. Gli Spagnuoli oriundi dagli Spagnuoli Eu- ropei, i Negri, e gì' Indiani, che vivono fra loro, parlano la lingua Spagnuola così nelle Città , come nel- V X ifis X nelle Campagne. I contadini vi parlano abbaftanz'a bene, ne fra loro fi fcnte quella corruzione di lin- guaggio, che altrove fa parere quafi diverfa la lin- gua contadinefca dalla cittadina. XIII. Gli uomini nelle Città fi veftono ali* Francefe ; ma le donne vi ufano una maniera di veftire, eh* è interamente diverfa da quella, che fi ufa in Europa , e nelle altre parti dell' America , fuorché nel Perù, dove è la medefima . Queftafog- già particolare di veftire confitte in una camifeia, una fottana di dobbletto , una foprafottana \ e una vefte, che è diverfa fecondo la ftagione , di tela, nella fiate , e di ftoffa nelP inverno . La fottana di dobbletto è ordinariamente orlata o dì fiocchi , o di merletti fini, i quali vengono fuori della fopra- fettina , e tanto quefta , come quella quafi arriva- no alle fcarpe ; la camifeia ha di particolare le ma* niche , le quali erano prima circolari , e talmente larghe, che formavano un gran rotolo verfo i gom- bit;!; al prefente fi ufano più ftrette, e arrivano fi- no alla metà del braccio . Siffatte maniche fi fanno o di trina intrecciata, o di pezzi di cambraja • So- pra la camifeia portano la vefte , le maniche della quale fono affai larghe, e di figura circolare . Si compongono quefte, come quelle della camifeia, o di trina, o pure di canjibraia . Il corpo della vtfte è at- )( l66){ sm | attaccato alle fpalle con naftri del colore , e fui gtiftO dèlia moda • Le fue maniche vanno alzate fi* HO &lìè fpalle , che pare formino due ali . La fopra- lottala > che è aperta del tutto da una banda, evie- Ile iììérocciata V Una còli' altra parte, è ordinaria- Uiente di velluto > o di qualche altro drappo di prez- fco? frangiata tutta intorno, e guarnita pon ornamene lì, Che fono fempre di merito riguardevole, o perla ÌTioda, o per la qualità. Fuori di quefto nella fiate hanno |m velo quadrilungo della fteffa roba della camifcia , cioè , di cambraja , o renfa più bella , e riccamente trinata^ § talvolta orlata di frangia d' oro : ma d* in- verno fopra quefto portano un altro di bajetta del | plore di moda * XXV? Fra cotefte dame è una delle principali bellezze la. piccolezza dei piedi « Per quefto le ma- c!n hanno gran cura di avvezzar le loro figliuole dalla loro più tenera infanzia a portare fcarpe ftreN tiffime | e sosì tlella loro ftatura perfetta vengono comunemente à iion eccedere otto |n nove dita. Sif- £at§ fcarpe fono larghe 5 e rotonde tanto all' eftre* liiità i ehe al calcagno 5 non hanno che poco o nul- la di fuolo , perchè Un pezzo di cordovano ferve tanto pel tomajos che per la parte di fotte. Se non fono adattate alla figura del piede , col portarfi fi corródano , Vanno fempre legate con fibbie d' o- X i*7 )( ro, e alle volte tempeftate di diamanti. Oltre a que« ile fcarpe per andar dentro di cafa , o quando van- no fuori, ufano certi zoccoli, la di cui parte, che pofa in terra, è fatta di fuolo a maniera di tacco- ni , tagliati a mezzo circolo , e le parti fuperiori , che cuoprono il piede fono di velluto ricamato d" o~ xo, o d' argento , e vengono legate con naftri . Qi?e~ ili zoccoli fono aperti nella punta , e non hanno calcagno, poiché vi fi mette il piede, colle fcarpe 9 e fi cava con facilità . XV. Non è meno particolare la conciatura det» la tefta. I loro capelli fono o neri, o biondi, ma tanto lunghi che arrivano, fino all' eftremità delle vefti , perciò fé gli tirano fu in fei ciocche intrec- ciate , attraverfo le quali è inferito un dirizzatolo d* oro un poco incurvato con una borchietta di dia- manti a ciafcuno de* fuoi capi * A quefto fono attac- cate le treccie di maniera , che arrivano fino alle fpalle . Nella fronte , e nella parte fuperiore della tefta portano dei pennacchi di diamanti . Quefla con- ciatura però non è fi fìabile > che non fi muti dì quando in quando fecondo il capriccio della moda, che là, come qua, è affai variabile particolarmente fra le donne . I loro orecchini , o pendenti , fona di brillanti , a' quali fi aggiunge un fiocco di feta nera coperta di jperle delle più fine, Il collo final-, men- mente, e le dita delle mani vanno corrifpondente- fflfnte abbigliate di pietre preziofe . Per andare ròj Cbiefa portano una foprafottana di ieta con una coda lungafei in fette piedi , la quale va fomentata da una ferva , e un msntelietto, che varia di colore fecon- do j| moda. Ma per uicir a una vifita , ovvero a grender T aria, ufano un' altra fpecie di foprafot- fana fenza coda, e ch.iufa dapertutto , la quale è di (tu,, fi di velluto ben guarnita di frangie,e porta- no un gran gioiello tondo in tefta , braccialetti , e maniglie d' oro contornate di brillanti , e varj altri abbigliamenti di fommo valore . A quefte funzioni vanno fervite da due, opiù fchiave Mulate , veftite riccamente , e con uniformità . Le donne delle claffi inferiori affettano fecondo la loro poffibiltà d? imi- fare nel portamento h moda delle fuperiori s ma nei loro veititi fi vede comunemente poca ricchez- li % XVI. I contadini fi veftòno diverfamente dai cittadini . Dopo la camifcia ci lino , o lana fi metr tono una camifciuola corta di ftoffa rolla, o turchi- na contornata di naftri di feta , la quale ? incroc- cia $*■ avanti » Le brache , che ufano , fono di pan- no turchino , larghiffime particolarmente vcrfo le_* ginocchia, e le legano alle' gambe con cordelle . Guobfono le due cuciture esteriori con frangie af- *** uavotcL S . Q^JD ama in abito da visita GFcLbbriJ'. V Q-JDama in abito dctCascu V )(i una camera, e poi fi* un* altra ftanza per le ferve . V anticamera ha due grandi fineftre con ferrate a fiori , e dorate . che guardano al cortile . Vi flanno di giorno le don? ne y e vi fi ricevono le vifite . Accanto alle fine<> $r$ vi è un Arato di legno lungo quanto V antica* X *72 X mera , largo la metà , e alto da terra fei in fette di- ta, il quale va coperto con tappeti di feta , di la- na, o di paglia fecondo la qualità delle perfone , e dei tempi . Vi fiedono le donne o in cufcini , o in ifcrannine di velluto , ne fi permette il falirvi agli u©mini , fé non quando vi hanno una gran famiglia- rità . Dirimpetto allo Arato fi mettono le fcrani.o per loro . Dopo V appartamento fìegue il giardino, Il quale è adacquato da' canali , che paffano per tut- te le cafe . Attorno del giardino fono le ftanze ne- ceffarie per il fervigio della cafa, la cucina, la fìal-* la , e la rimeffa con porta alla flrada . Al di die- tro vi è un portone , che guarda ancora alla fìra- da per le cofe neceifarie alla cucina , e difpenfa . XIX. Le cafe delle perfone ricche fono co- mode e pulite 9 e fi vedono bene addobbate con bel- le tappezzerie, fpecchj , quadri, fedie , e tavolini di valore * Gli utenfilj così da tavola, come pel fervi- gio della cafa , cioè , piatti , tondi 3 fottocoppe , ca- barè , placche , lampioni , candelieri , ed anche i va- li deftinati ai bifogni comuni , vi fono d' argento . Le coppe , fottocoppe , e cannellini , con che fi pren- de la bevanda , che fi fa dell* erba del Paraguaz, fo- no ancora o d* oro, o d* argento . I tavolini , che tengono accanto le Dame nello finto, fono pure di quello ultimo metallo , cioè tutte il legno 3 di cui fi Y *~^1 X^7 3)( fi compongono , è coperto di lamine d' argento. Le carrozze vi vengono all' ufo di Spagna tirate da Mule , ed i Cocchieri , e le livree fono Negri , I quali portano dei collari d'argento. Le perfone me- no ricche amrnobigliano le loro cafe a mifura della loro poflibilità , come accade in altre parti . XX. Vi fi vede ancora molta ricchezza nelle Chiefe principali , così nei paramenti , come nei va« fi defiinati al culto Divino. Nella Capitale vene fo- no alcune affai grandi , e di bella architettura * La Cattedrale recentemente fatta, è tutta di faflb qua» drato biancaftro , e lunga quattrocencinquanta piedi? la Chiefa di S. Domenico, benché più piccola, e ancora dello fteffo faffo . Quella , che fu dei Gefui- ti , è di pietra cotta , ma di buona architettura , e la fua torre , eh' è altiìfima , è di legno dipinto con duodici buone campane, e un Orologio a quattro moftre, che fi fente in una gran parte della Cina, Quefta torre fu fatta di legname per motivo de' ter* remoti . Gli architetti buoni per altro vi fono pò* chi , onde V altre Chiefe del Regno fono peri© più di fabbrica ordinaria . XXI* Gli Spagnuoli Chileni trafficano 2. co* battimenti , che vi vanno dalla Spagna , i quali vi lafciano le mercanzìe di Europa , cioè, panni lanl, t lini, fete^ tele d* oro , e(d' argento 5 ferro 9 ve- M 3 tri X«74)( tri &e. , e ne ricevono dell* oro , dell* argento, X c!el ni eie , le traffica guai per ] del rifb, bambagia, é ancora con Btienos-Ayj a Provincia di Cujo > e bajetté . ji il Chi* res , e Col Para- vi manda armila!* niente 33 mila arrobe d' acquavite i 247000. di vi-* no, e delle frutte fecche, e ne riceve dell' argeri* io in contanti, erba Par aguai 3 e cera. (1) XXII. Oltre a qaefto commercio efierno, queftel Paefe negozia ancora con fé fteffo, cioè, vi è uìl* traffico corìfiderabile , e mutuo fra le fue Provincie* 2rl Continente provvede V Arcipelago di Chiloe èì vino, acquavite, mele, zucchero , tabacco, erba P a* raguaì, fai e, e peverone, e ne ntràgge diverfe fpe* eie di bel legname, tovaglie di lino , Ponchi rica- mati, fardelle, e prefciutti,i quali per la icrapar- tlcolar dilicatezza , e fapore fono In gran richiefta, M 4 an- : (1) II commercio vi è così lontano dall' effer confi- derato di/onorante , che anzi fi di fpr ezzano quelli , che non attendo facoltà [ufficienti , vivono nelV indolenza, % e tra/curano di ricorrere a queflo mezzo di poter miglio* ^are il loro fiato . Queflo partito effendo flato una voli® frefo dagli Spagnuoli per un vano defiderió di acquiflaf ricchezze, adeffo è quello che realmente fofliene lo [pie rn~ dorè delle loro e afe . Queir averfione però , che poteva* no i Nobili avere naturalmente pel commercio , è fi a* ta radicalmente levata per una legge Reale inferita neU la compilazione delle Leggi Indiane , nella quale il Re dichiara , come vien praticato in Francia , e nella gratt Bretagna , che il commercio helV America , non debba privar e x 0 efcìudefe dalia ìfàhilt&3 ni dal rango Militare » X m% ancora nel Perù * Dai Porti della Concezione, e Valparadifo jfi mandano tutti gli anni le provvigio- ni necetfarie di farine > carne fecca , vino , ed altre derrate alla Piazza, e Porto di Valdivia per la lem- ma di 36000. feudi. I contadini Spagnuoli, che a- bitano nella Provincia di Mauie , e verfo le frontie- re Amicane, negoziano cogF Indiani barbari » Que- ilo commercio confifte nel vender loro ferramenti , morii, finimenti da tagli©, grano , e vino ; ma tut- to pei6 via di baratto* poiché quantunque i Paeli 9 eh* effi abitano * non fieno fprovveduti d* oro , che anzi ne abbondano, non è per altro polfibile V in- dargli ad aprir le- miniere, neppure a manifeftarle * Sicché i ritorni confiftono in Ponchi , dei quali fé ne cavano più di quaranta mila ali* anno, befliame cor- nuto, cavalli, penne di ftruzzo, cefte curiofamen- te lavorate, ed altre limili bagatelle * Quello nego» zìo benché generalmente proibito , lì fa nei Paeli jftelfi degl* Indiani, dove vanno i Paefanì per iftrade occulte colle loro mercanzie, e le efitano perle ca- panne degli abitanti , a cui fidano liberalmente tut- to quello , che vogliono , ficuri di efler pagati pun* tualfnente nel tempo convenuto, come fempre acca- de ; perchè quefti Indiani offervano «fattamente la fede nei loro contratti. t Feguenches, efeono tutti gli anni dalle Ipro montagne^ e fanno m diverfe par« ti x X 177 X ti della Provincia di Mante una fpècle di fiera $ eh® dura uno o due mefi,e vi portano del Sale bian« chifìimòj catrame j geifo5 lane,» cavalli* pelli , e4 altre curiofità * xxiil Nel chlle non $*uft moneta alcuna di rame* Tutte le monete vi fono o d* argento 5od? oro * Tra le prime V infima è il Uedk-teali ( che fa 6, baj* t.q. e mezzo Bologttèfe.4) indi il Reti* ( x%* baj-emez*) 2. Reale* (ìs.baj.) 4- Reale* ijf«b$ì*U un Pefo ( uno Scudo Rom.) Le monete ì* oro fono l? nfcudoi 2, Ifcudii 4. Èfcudl: 8. EfMdtì[t.%.4<®> Scudi Rom, ) e il DoblH ( x^« Se. Rom- } f Le mi- fare così de' liquidi s come tutte le altre vi fono | un dipreifo come quelle di Madrid * XXIV» Il Chlle , perciò 3 che riguardi* .al Qa* verno Ecclefiaftico, è divifo in due Diocefi * 0 Ve- scovadi vaftitfìmi , che fono quel di S* Giacomo , C quel della Concezione così chiamati, dal nome del- le Città, ove rifiedono i Vefcovi, i quali fono M- fraganei dell' Arcivefcovo di Lima * Quel di S. Già* corno , che precede di dieci anni V altro* fi fìende dai confini del Perù fino al fiume Manìe, che fitruo- va a gn $5* di lat, 5 e comprende inoltre la Provin- cia del Cujo funata di qua degli Andes « Quel delia Concezione , la di cui Sede fu prima fondata nell* Imperiale, e dopo la diluzione d'effa trasferita a que- lla X i7«X rf^^^yr^eSSffiaKSZ1:'?^ Sa Città, principia dal fuddetto fiume Maule , ed abbraccia il refto del Continente del Chile coli* Ar- cipelago-di CMloe ,■ e le Ifole di Gio. Fernandes, benché in una gran parte di quefìa eftenfionc il fua Vekovo" fia come un Vefcovo in Partibus . L' entra- ta de* Vefeovx , e de* Capitoli quivi dipènde dalle Decime. Ora come la Diocefi di S. Giacomo ne ha più, eifendo tutta abitata da Criftiaiii, così l' entra- ta del fuo Vefcovo fuol arrivare a 13000. Scudi, e a proporzione quella* de* Canonici . I Capitoli dell* una, e dell' altra Chiéfa furono fondati con un nu- mero fufficiente di Canonici, ma non orlante 1* in- tenzione de* Fondatori , ve ne fono ancora pochi per r incertezza delle. rendite * là Catedrak di S.Gia- como ha prefentemente cinque Dignità, e fei Ca- nonicati, quattro die* quali fono di nomina Heale', e gli altri s* ottengono per concorfo dì Teologia 9 e di Canoni. Quella della Concezione ha due Di- gnità, e due Canonicati, uno de* quali parimenti è di nomina Regia. Le Parrocchie di quefte Diocefi fono fi vafte , che molte di effe comprendono un di- Aretto di più di trenta miglia , il che proviene co- sì dalla mancanza di Preti , come dal poco numera di gente, che vi è relativamente all' eftenfione di quelle contrade . Le Religioni , che finora vi fi fo-, nm fìabilite , fono quelle de* Francefcani Qffervantì. de* V MB 3C*79)( èe Domenicani, degli Agoftiniani* èe9 MèHèSììj $ o fia della Redenzione ^ e de' Fratelli della Carità* Quefti ultimi non formano ancora ùria Pròvirlcià iti- tera 3 ma dipendono dal Commiflariò 4 che nàtiiìd nel Perù . I Gefuiti pure vi avevano imi Ì*fòviràciàa Il Tribunale del Sant' Officio dell8 InquifiEiòni qui- vi mantiene uh Commiflariò co9 riflettivi rmniftri^ il quale dipenda dall' Inquifitor Generak del |fc* rù . XXV. Il Governo fuperior Militata 18 qùeM Jaefe fi compone à3 un Capitano Generale 3 che fatti- pre è Governatore infieme , e Prefidente del tégnoP e di tre Uffiziali Generali , che fono il Màèflrd di Campo, il Sargente Maggiorerei! Commiflariò. i.ìl Capitano Generale rifiede comunemente nella Capi- tale: Il MaefìrÓ di Campo nella Concezione : il Sar- gente Maggiore nella Fortezza di Jumbe! fi tua ta noti lungi dal Biohio ì e il Commiflariò nella Piazza dì Arauco . Oltre a quelli Uffiziaìi Generali vi fonò quat- tro Governatori particolari refidenti ne9 Porti di VaU -par adì fa , e Valdìvia $ e nelle I/ole di Chihs , t dì Gio* 'EernarndtS)X\i\\\\ quali dipendono dal Capitano Generale del Regno tanto nel Civile , quanto nei Militare. Il Re vi mantiene fempre un Corpo ri* fpettabile di Truppe pagate «, così per guardare le Frontiere contro gli Araucani , come per difendere \ X i8o)( Porti , e le Ifole del Regno. Tutte le Provinctein- oltre fono divife in varie Compagnie di Paefani fot- to diverfi Commiffarj , Capitani , ed altri Uffiziali fubalterni , i quali debbono fervire a S* M. nei cafi occorrenti « XXVI. Il Governo Civil Superiore è ammuii- ftrato i. Da un Prefidente, e Governatore >, che pa- rimente è, come detto abbiamo, Capitano Genera- le del Regno, a. Da un Senato Supremo chiama- to Audìenzìa Reale > al quale vanno tutte le caufe-# d* appellazione, ed ultima inftanza, e da lui non fi può appellare , fuorché al Supremo Configlio del- le Indie nel cafo che la quantità controverfa oltre- paffi la fomma di xoooo* Scudi . Quefto Regio Tri- bunale fi compone del Prefidente, di quattro Sena- tori detti Oìdores% d* un Fifcale , d'un Alguazìle di Corte, o fia Miniftro Superior di giuftizia , ed* uh Protettore degl' Indiani. Tutte le fentenze Capitali debbono effer fottofcritte da quefto Senato . 3. Da un Tribunale d' Azienda , o del Real Erario , il quale prima dipendeva dal Viceré del Perù , ma dall' an- no ij62« libero da tal dipendenza, è compoftód'un Intendente, del Senatore più antico, del Fifcale * € dJ altri due Uffiziali , o Queftori Reali. 4» Da in Tribunale di Crociata (otto la direzione d' uru Conimiflario -, del Senatore più antico , del Fi/cale, e d' X )( i 8 i )( e d' un Teforiere . 4. Da un Tribunale, che bada alla diftribuzione delle terre vacanti . <5. Da un Tribuna- le finalmente di Commercio , detto il Confolato , in- dependente da qualunque altro di quella natura . Quefti fono i Tribunali Generali, che vi fono flati fìabiliti , la di cui giurifdizione fi flende ne' loro rifpettivi impieghi a tutto il Regno , XXVII. Riguardo poi all' amminiflrazione più immediata della giuflizia vi è in ogni Città , e in molte delle nuove fondazioni, un Magiftratopartico» lare chiamato C ah Udo , il quale fi compone di quat- tro 3 e più Senatori col nome di Regidores , di due Giudici, o Confoli, appellati Alcalde*, che fi eleg- gono al principio dell* anno , d* un Porta-Stendar- do, d' un Procuratore, d* un Alguazile , d'un Giu- dice foraneo nominato Alcalde Provinciale , e di li- no, o due Segretari . Oltre a quefti; Tribunali giu- ridici sì generali, come particolari r gli Spagnuoli hanno divifo il tratto di Paefe, che abitano tra il Mare , e gli Andes nel continente del Chile , in 14 Provincie, le quali coli' Arcipelago di Chiloe , le Ifole di Gio. Fernandes , e la Provincia del Cujo ne fanno in tutto 17%, e in ciafeuna di effe , trat- tene Valdivia , e le Ifole di Gio. Fernandes , hanno un Prefetto, che chiamano Corregìdor, il quale prefie- de alle cofe civili 3 e militari dei &Q dijartimerito^ e al f )(i8zX f $1 €abzldo, q Magiftrato, fé pur vi è . Daremo qui- vi una fuecinta detenzione di quelle Provincie , acr perniando quelle cofe ? di cui più abbondano , e la popolazioni , che vi fi trovano . Effe ? principiando jjjai soffiai del Perù ? fono le feguenti . Ititi Copialo If 3CEVIII.lL Copiapò confina al N. coi deferti del ferii , ali* E. cogli Andes , al S. colla Provincia dì Coquimbq , e all' O. col Mar Pacifico. La fu a lun- ghezza d$ tramontana a Mezzodì è di cento leghe incirca, e la fua larghezza da Levante a Ponente idi 44 • E* bagnata da' fiumi Salado 9 Copìapò , che_* gli dà il nome, Caflagno, Tot orai ? Quebradabonda , Gua~ fio, 0 CholUz. Abbonda d* oro, di lapislazzuli, di solfo, e di falgemma, che s' incontra in quafi tut- ti i monti, che lo terminano all' Oriente. La fua^ Capitale è Coptaph fituata fui fiume Copiapò a gr> 3.6-50» di lat. Auffa. , e 305-5 di long.. Vi è u- pa Parrocchia , un Convento de' Mercedarj , e un Collegio, che fu de* Gefuiti. Sul fiume Cuafco fi truovano i luoghi , o terre , Santa Rofa , e Guafco-at- 40 ; la prima è dittante dal Mare 4. leghe , e il fé* pondo' vicino agli Andes : ambedue fono a gr. 29. fft lH< O^zR* Provincia ha due Porti, uno preffole V ■x**nc foci del fiume Copìapò , e 1" altro celi' imboscati^ ra del Guafco> e tutti i due hanno il nome de* Aid* detti fiumi » Coquimbe I L XXIX. jLj A Provincia di Coquimbo Sterminata al N. dal Copiapò , all' E. dagli Andes , al S. E. dall' Aconcagua, al S. O. da Quillota , e alP'O. dal Ma* xe. Ella è lunga 45. leghe, e larga 40. Vien irri- gata da' fiumi Coquimbo, Tongoi , Limarz 3 e Chuapa* E* ricca d' oro, di rame , di ferro , di vino , d* ©li- ve, e d' altri frutti così proprj , come Europei. La fua Capitale è la Città di Coquimbo , altrimenti det- ta la Serena, fondata da Pietro Valdivia 1' anno 1544. fopra il fiume Coquìmho a gr. 29-49. di lat. e 504-31 di long» Quefta Città è abitata da molto» famiglie nobili , e antiche. Le fue campagne fono fempre verdi, benché di rado vi piova 3 e il tempe- ramento è benigniamo . Gì' Inglefi la Taccheggiaro- no fpefie volte . Oltre alla Chiefa Parrocchiale vi fo- no i Conventi de* Domenicani , de* Francefcani , degli Agoftiniani, de' Mercedarj , de' Fratelli della Carità, o di S. Gio. di Dio, e un Collegio , che ap- parteneva a* Gcfuiti « La fua Cofta hi due porti % cioè )( *84)( Ìlei Cùqulmhù , e Tóngol ; il primo è vicino alla boo tà del fiume Coquirnbo , ond* ebbe il nome , e di- ila due leghe dalla Città* Vi approdano ogni anno alcuni bafiimenti Peniani . V altro è verfo i confini Ì\ Quillota » QmìlQtct 1 1 L %XX»\JlJe{iz Provincia confina al N. con quella ^di Coquimbo , all' E , Coli' Aconcagua* &l S* con Meljpilla , e all' O, col Mare . La fu a-, lunghezza è di 2,5. leghe, e la fua larghezza dì i5, Xa bagnano I fiumi Lòngotoma^ Vigna > Aconcagua , # Umacfo. Il fuo diftretto è uno de' più popolati, e de* più ricchi d' Oro del Regno* La fua Canapa, e le fue mele fono molto tornate. La capitale, n' è Quillota, o 5. Martino , fituata in un' amena Val- le i che forma il fiume Apòn£dgu% a gr* 31-56* di Ia- ti*, è 304^0, di long. Vi è una Parrocchia colle.» Chiefe dì S* Domenico , di S, Francefco , di Sant* Agoftino, e un Collegio che fu de* Gefuiti. Que- lla Provincia fcà inoltre le terre Piazza , Vlazìllcu , Ingerito $ Cafahlanea , e tetorca . Queft* ultima è af- fai popolata pel gran concorfo de' minatori , che la- vorano alle abbondanti miniere d' oro , che s* in- contrano nel fuo territorio * Ella è fui fiume Lon- goto- T X i»5)( gotoma a gr. 31.30 di lat. e 305. di long. Trovanfi pure molti Porti fulle fue Coftiere , i più confide- rabili de* quali fono il Fapudo, Quieterò , ì* Errxdura, Conca n 3 e Palpar aìfo . I quattro primi non fono fre- quentati . Valparaifo , o Valparadifo , è il Porto più traf- ficante del Chile, dove fi fa quafi tutto il commer- cio col Perù, e colla Spagna. Egli è a gr. 33"2*3^» di lat. , e 304-11-45. di long. Il fuo feno è capaciffi- mo , e talmente profondo , che le navi più grandi lì legano alla riva. La popolazione vi è confiderà- bile così par la comodità del traffico , come per la benignità del temperamento . Un Governatore man- dato dalla Spagna ivi comanda tanto nel civile, quan- to nel militare , il quale dipende folameme dal Pre- ndente del Regno . Oltre al Collegio , che fu de* Gefuiti, vi fono i Conventi de' Domenicani , de5 1?ranccfcani , degli Agoftiniani , de' Mercedarj , e-» una Parrocchia . Sulla riva 3 che forma il porto V è un borgo difeofio tre miglia da Valparaifo chia- mato V Almendml 3. il quale è ancora ben pope* lato « N Me ma )(i8(5X i; Aconcagua I K XXXI. l^j Aconcagua è rinchiufa tra le Provincie &ì Coqilimbo , Quillota , Santiago , e gli Andes . El- la ha la medefima lunghezza , e larghezza , che^ Quillota , e gli fleffi fiumi . E' fertile di grano , e di frutti , e da* fuoi monti fi cava una gran quantità eli rame, le famofe miniere ds argento d' Ufpalla- U fono tra i monti degli Andes , che le confon- dono . La fua Capitale è Aconcagua , o S. Filippo il Meaie fituata fopra il fiume , che porta Io fteffo no- me a grs 31-48 di lat. e 305.50 di long- Colla Par- rocchia vi fono i Conventi di S. Domenico, St. A- goftino , de5 Mercedarj , e una Cafa , che fu de' Ge- fui.ti . Verfo gli Andes e' è un Villaggio chiamato Curimhn, dove i Francefcam della ftretta Ofiervan* Z% hanno oh Convento numerofo . Meliftlh V. ^XXn^J^/lllIpilla confina al N. con Quillota, all' E. con Santiago, al S* col Fiume Maipo, chelafe- para da Rancagua , e all' O. col Mare . Quefta Pro- vincia è ftretta aiTai verfo il Mare, ma da Levante a Ponente ha %$. leghe incirca. E* bagnata da Fiu- mi Mafocbb , e To angue * Abbonda di vino , e di gra« no • T X i87>( no . MelìpilU , o S. Giufeppe di Logronno , fituata noi! lungi dal Fiume Malpo a gr, 33-31. di lat.e 304-45 di loBg. n5 è la Capitale . La popolazione di quefto luogo fi è poco aumentata, benché il.fito fia mol- to beli© , e fertile , sì perchè la maggior parte del- le poiferfionì del fuo diftretto appartengono agli a- bitanti di S. Giacomo, come perchè quelli, che vi hanno dell' entrate fufficienti, amano di goderle più- toflo nella Capitale del Regno, che n* è poco di- nante. Nondimeno oltre alla Parrocchia vi fi fono ria- biliti gli Agoftiniani , i Mercedarj , e i Gefuiti an- cora vi avevano un Collegio. Vicino al fiume Mapo- chò fi truova quivi il borgo S. Francefco del Mon- te così chiamato da un Convento antico de* Fran- cefcani , che vi è , intorno al quale fi fono aduna- te molte famiglie povere , che formano quefta fpe- cie di popolazione. Nel fuo territorio fi veggono parecchi cafini de' Signori di S. Giacomo. Non mol- to diftante dal luogo , ove fi fcarica il Fiume Mai- pò nel Mare, è il Porto di St* Antonio, ohe fi fre- quentò nel principio della Conquifta , ma dopo che tutto il commercio fé ne trasferì a Valparadifo3 non vi approdano più i battimenti. N % Sm<* )( i88)( Santiago 5 o S» Giacomo FI. XXXIII. T A Provincia dj S. Giacomo è tra 1* A- '*rJ concagua al N. gli Andes all' E, il Fiu- me Maipo al Sa , e Melipilla iall' O.Ella da Le- vante a Ponente ha 15. leghe, e da Tramontana a Mezzodì 12. E' irrigata da' Fiumi Mapochò, Colina 9 Lampa , e da parecchi bei rivi . Vi è ancora il La- go Mudaguel lungo tre leghe incirca . Il ftio diftret- £0 è il più fertile del Regno producendo in quanti- tà frumento, vino, e frutti, tra i quali le fue per- fìdie fuperano per la grandezza, e fapore tutte P altre del Paefe.I monti di Caren vi abbondano di miniere d' oro , e quelli degli Andes d* argento. Ma il fuo maggior pregio le viene dalla Capitale di- tut- to il Regno , che quivi fu fabbricata da Pietro Val- •divia V anno 1541. Quefta bella Città appellata Santiago , o S. Gia- copo , giace in una vaila , e deliziofa pianura fulla riva Auftrale del fiume Mapochò , il quale la fepa- ra da' fobborghi €hìmba , Cannadìlla , e Kenca , e_# P adacqua per un'infinità di canali, che paflano per tutte le Cafe • Sopra I* una, e 1' altra fponda di quello fiume fono flati fabbricati degli argini di faf- fo per impedirne le inondazioni , e un bel ponte, s|e unifce i fobborghi al retto della Città . La fua lati- )(i*9)( latitudine Meridionale è di 33-gr. 31* , e Ia fu* long* di 305-40. E' difcofta dal Mare 30. leghe, e fé t tei* dalia montagna propria degli Andes, la quale coli* elevazione y e bianchezza delle fue vette fa vieppiù ribaltare la bella veduta del fuo (ito . Le fue ftrade fono come quelle di tutte 1' altre Città, e Villag- gi del Regno , larghe 36. piedi geometrici , diritte* e tagliate a fcacco . La piazza è quadrata avendo In clafcuno do5 fuoi lati 450. piedi» Nel fuo centro fi vede una bella fontana di rame . La banda fetten- trionale è occupata de' Palazzi del Prefidente , dell* Audienzia.) e della Città, fotto il quale fono le Car-< ceri pubbliche . Nella banda oppofta v' è il palazzo del Conte dì Sierra-bella . Nel lato occidentale fi trova il Duomo , e il Vefcovado , e nelP Orientar- le tre cafe di Signori particolari . Le fabbriche più oflervabili , come accennammo altrove , fono il Duo- mo , la Chiefa di S. Domenico , e quella del Col^ ìegio maiìimo , che fu de' Gefuiti . Gli edifizj pri- vati fono abbaftanza belli , e allegri 5 benché peS motivo de' Terremoti fiano comunemente d* un fo- lo piano . Oltre a* fobborghi fituati dall' altra riva del fiume vi è un altro affai grande chiamato S. ljì~ doro a mezzodì della Città, dalla quale vien fcpa* rato per una ftrada detta Cannati* quattro voi te piò larga delle altre. Entro alla Città yerfo V Oriente N 3 s' er-» )( 19^ )( s9 erge una Collina appellata Santa Lucia, la qua- le fervi di fortezza a* primi Spagnuolì contro gli affalti degl* Indiani. Annoveranti quivi da 46000. abitanti, il qual numero ogni giorno fi aumenta-, fenfibilmente per ragione del gran commercio che.» vi è. Onde effendo le cafe molto comode V eften- fione della Città è affai vaila. Ciò non ottante non vi fono che quattro parrocchie, cioè il Duomo , S. Anna, S. Ifidoro s e Renca. I Conventi però de' JReligiofi fono molti * I Domenicani ne hanno due ; . i Francefcani quattro ; gli Agoftiniani due ; i Mer- cedarj duQ ; I Fratelli della Carità uno col Aio Os- pedale • I Gefuiti avevano tre Collegi con ifcuole_» pubbliche , dove s* infognavano le fcienzie fuperio- rì , e inferiori, e una Cafa di Ifercizj fpirituaii. Ci fono inoltre fette Conventi di Suore , una Cafa di correzione per le donne, un' altra di Orfanelli , pa- recchie Chiefe particolari , un Collegio de' Nobili , eh* era fotto la direzione de' Gefuiti, e un Semi- nario Tridentino. Vi è ancora un' Univerfità Re- gia, una Zecca dove fi conia dell' Oro , e dell'Ar- gento, e un Quartiere per gii Dragoni, o Soldati, che badano alla tranquillità della Città , e fanno la Guardia alla perfona del Prendente . Qui rifiedono i grandi Tribunali del Regno. Il Magiftrato partico- lare fi compone di dodici Regtdom 5 0 Senatori per- Savoia ì S. G IACOPO CAPITALE DEL REGNO DEL CHILE Scala di piedi geometrici J3?o .-> 2.Saiazxo del erre fidente 3. oalcvzzc dei Sen.Jlcak.epubbl 4 Quartiere de Dragoni 5. 1/ JDuomo 5. 1/ Vefcovado 1. JJomenicani 8. Collegio cliefu.de Gejutti n. Convitto dt^Vobih' lo.O uore Cxppucine U.S. {Paulo chefudeGefuiti 12.0 uore di v£ ^?j~cl 13, S. ^nna San-ocr/ua G.Fabbrif. 14.Cafi.no de/ ,/H ae /a 5tca l$.\JypoftÌnÌatvL 1.1(3. O uore di 5. ^Aqojìino 17. S.^azd ro l&.OrfaneUL iQ.J\ìovizicLto chejù de'Gefuiti 20.S. JiXichele li.ouore dio. Chiara. 22.0. òaturnino 23S. Jjiecjo 24 .0- Jrancefco 2^.0fpit-dlS.GlO:dlJ)lO 16. Suore Carmelitane 37 ,S. Jsidoro ifarrocc/ita 2S.S. Jqnaxio chefùdé~Gefuiti iqCafa di esercizj chejtl deGefutti 3o.~yVtercedar/' 3X.Suore dei/a Vittoria ja.fa Carità ^.Collegio tridentino 34 (a Zecca 35Ì'L/niVe,f/i'tà 36.0 uore Jerefiane 37.Z0ccolan.ti 38.5a/Jco^('a pubblico 3q.$lazza de Jori )(i9i X petui , e di tutti gli altri Uffizj , che formano i Ma- giftrati dell' altre Città del Paefe . Quefla Capita- le ha una numerofa Nobiltà , molti Titoli di Gatti- glia , Maggiorafchi , Cavalieri degli abiti militari di Spagna, e Uffiziali onorar] di S. M. Ella diede i natali ali* Ecceller* Signor D. Ferdinando Ari- dia Irarrazabal Marchefe di Valparaifo 9 e Grande di Spagna, la di cui famiglia fi conferva nel fuc* fplendore cosi in Europa , come nel Chile • (*) Ef- fendo quefta Città il centro di tutto il commercia del Regno , fi truovàHo in effa abbondantemente le cofe neceffarie per paifar una vita comoda . I vive- ri vi fono a buonilfimo patto , concorrendovi dalle Provincie circonvicine la Carne , il pefee , ef à§* tre derrate in gran numero* N 4 1/?»* ( * ) Qmeflo Signore fu Governatore delle Ifoìe €a* varie j Viceré del Regno di Kavarra , e Capitano Gs* aerale delV Armata Spagnuola nella guerra tft$ Itèk Spagna , la Frància , regnando 'Filippo IV* Rancagua. VI L t XXXIV. JLvAncagua è rinchiufa tra i fiumi Mai- pò , e Cachapoal , e fi flende dagli Andes fino al Mare . la fua eftenfione tra quelli due fiumi è af- fai difuguale, avendovi or 17, ora 8. leghe fola- mefite . La bagnano il fiumi Codegua , Choealan , e altri più piccoli . vi fi truovano ancora i laghi A- culeu, e Butraìemu . Il primo fituato quafi nel cen- tro della Provincia ha di circuito ki miglia in cir- ca, e V altro vicino al Mare è lungo (ci in f erre * leghe ; Da un* altro lago , che n* è poco difcoiìo , fé ne cava del fale in quantità . Il terreno di Ran- cagua è abbondante di grano . Santa Croce di tri- ann*, o fia Rancagua, a gr. 34. di lat. e 305-32. di long, n* è la Capitale . Vi è una Parrocchia, un Convento de5 Francefcani , e un altro de5 Merceda- yjN Algue, borgo recentemente fondato a otto leghe dalla Capitale verfo il Mare, vi ha una ricca li- niera d* Oro. Colchagim VIL XXXV. Y^Uefta Provincia è tra i fiumi Cacha* poal, e Teno, e tra gli Andes, e il Mare, EflL. da Settentrione a Mezzodì verfo la montagna de- gli )( 193 3( gli Andes ha 2,5» leghe 3 e verfo il Mare 14* Indir* ci ; vien bagnata da' fiumi Rioclarillo , Tinguiririca, e Chimbarongo . Vi fono inoltre i gran laghi Taguan tagua 3 e C*£«// , il primo de' quali è pieno df Ifo- le galleggianti , e V altro abbondante di telline grof- fé, che fono ftimate. Il Territorio di quefxa Pro- vincia è fertile di grano , vino , frutti , ed oro , e fa parte del diftretto , che occupavano i Promaucaesf che vuol dire, Genti delle delizie, chiamati così perla bellezza del Paefe, che abitavano « La faa Capitale è San Ferdinando fondato 1' anno 1741. non lungi dal bel fiume Tinguiririca a gr. 34-'?* di lat.e 30** - 30. di long. Oltre alia Parrocchia vi è un Con- vento de' Francefcanl , e un Collegio con una bel- la Chiefa ; che fu de' Gefuiti . Trovanfi quivi apco? ra i borghi Ri&clarillp , Jfialloa 9 e Roma * Mettile IX, XXVI. IL Maule confina al N. con Colchagua ì air I. cogli Andes 3 al S. E. cóFChilldn , al S. O. con Itata , e ali3 Q. col Mare * Egli è lungo 44. le- ghe , e largo 40. E' irrigato da* fiumi Lontue , Rio* laro, V angue, Lire •ai , lluenchullamì , MauU da CUI ebbe il nome , Futagan , Achiguenu , tengavi , Lonco- villa 9 Turani , e d' altri meno confiderabili . Que- lla 3( *94 )( fla Provincia è al pari di quella dì Colchagua Sb3 dante di grano, vino, frutti, oro, fale , beftiame," e pefci così di mare, come ds acqua dolce. Qui fi fanno i migliori formaggi elei etile , i quali nor^ fono inferiori a' Piacentini, né a quelli d' Olanda. La gente, che l'abita, ficcome oriunda in gran par- te da' valorofi fromaucaes , è coraggiofa , robufta, e propnffima per la guerra . La Capitale n' è Talea , o S. Agpftino fondata V anno 1742. preiTo il fiume Xiàilaro a gr. 34.47. di lat. e 304-4S di long. ElTa, . benché fituata in un terreno difuguaie, fi è accre- feiuta di molto , così per le ricche miniere d' oro , che s' incontrano nei fuoi monti, come perchè i vi- veri vi fi truovano in grande abbondanza , e a mi- glior mercato, che in qualunque altra parte del Chi- le, il che ha fatto ritirar/I colà molte famiglie no- bili , tanto della Concezione , quanto della Capita- le del Regno , le di cui facoltà decadute non pote- vano reggere ai tuffo introdotto nelle Città principa- li : Laonde quella popolazione vien nominata per if- cherzo la Colonia degli Spiantati. Vi è una Parroc" ehia coi Conventi di gs Francefco, S. Domenico * $t< Agoflino, de' Mercedarj,e un Collegio , che fu de* Gefuiti . Trovanfi inoltre in qiefta Provincia C«- ?ieò , Cauquewes, S. Saverio di Bella Ida , S. Antonie ieiy Florida, torà, e tre , 0 quattro Villaggi d'In- dia* X 1 9 5 )C d'aial . Cuneo , altrimenti detto S* Giufuppe dì Bue* n*-Vift* , h fondato 1* anno 1741. in una amena-* pianura appiè d' una bella collina a gr» S4~a4» fó lzu e 30*. di long. Ci è una Parrocchia * un Con- vento de' Mercedarj , e un altro affai grande de* Francefcani della firetta OffervanZa» Cauqmnet fon* dato 1© fìeffo anno trai due piccoli fiumi Tutuhen^ zCmquenes è a gn §s~4o. di lat. 304-30, di long* Oltre alla Parrocchia vi è un Convento de" Franca* fcani . S. Saverio di BelU-lsla , e S. Antonio della Florida fi fondarono ls anno 17$$. il primo a gr»3S~ 4. di lat. e 3©4-S9» di long., e il fecondo a gr*35« ao. di lat. , e 3°4~4* di long. . Lom fituata verfo i* imboccatura del fiume Mataquito , è unapopolazic* ne numerofa ds Indiani Promocaes , la quale è §0» ternata da un Cajìque 3 © Ulmen * lima X ni. JL/A Provincia ds XXXVII. JL/A Provincia d9 Irata fi fiende lungo II Mare tra il Maule , e il Vuch&c&ì , e confina all' E. col Chìllau . Ella ha da levante a Ponènte 10. le*» ghe, e dal Settentrione al Mezzodì n. Il fiume I- tata , che la traverfa , le comunica il fuo nome . Il fuo Territorio produce il miglior vino del Chile , il qnale perchè fi fa comunemente nelle peifeffioni, ch# ag* )(ip5)( ^H^sasagaHBS appartengono agli abitanti della Concezione , vierL* conofciuto fotto il nome di Vino della Concezione • Hitraggefene ancora molt' oro così da* monti , co- me dalle fabbie . La fua Capitale è Gesù di Coulemu vicino alle foci del fiume Itata fondato P anno 1745* a gr. 36-*. di lat. e 303-41. di long. Chillan X. XXXVIII.- IL Chillan è terminato al N. dal Mail- . le, all' E. dagli Andes , al S. dalP Huilquilemu, e all' O. dalla Provincia d' Itata. La fua efienfioneè a un di preiTo come quella della precedente . E' ba- gnato da' fiumi Nuble , Cato , Chillan > Diguillin , e Dannicalquln . Il fuo difìretto effendo per ogni do-* ■ve piano , è proprio per nodrire mandre di pecore^ la di cui lana è filmata in tutto il Regno . Quindi ancora efeono tutti gli anni deHe truppe numerofe di caftratl, i quali fi vendono a buon mercato , e arrivano fino a Coplapò. Le biade, ed i frutti vi vengono eziandio in quantità» La Capitale di que- lla Provincia è la Città ci 5. Bartolomeo Hi Chillan fondata P anno 1580. fopra la fponda del fiume Chil- lan a gr. 36. di lat., e 305-2. di long. Ella è fiata molte volte rovinata dagli Araucani , e Panno 1751, da uà Terremoto * I fuoi abitanti , prevalendoli dell3 occa- X*97)( occafione , la trasferirono 1' anno feguente a un fito lì vicino più comodo , e meno efpoflo alle inonda» zioni del fiume . Quefta Città è abbafìanza popola- ta . Ciò non ottante vi è una fola Parrocchia , e i Conventi de' Frnncefcani , de5 Domenicani , de' Mer- cedarj,e un Collegio che fu de' Gefuiti. Fuchacai X I L XXXIX. IL Puchacai confina al N. colla Provin- cia d' Itata , all' E. coli' Huilquilemu , al S. col fiu- me Biobio , e all' Q. col Mare . Egli ha da Tra- montana a Mezzogiorno 12. leghe , e dall' Occiden- te all' Oriente 20. Lo bagna il fiume Andxlien con altri più piccoli . Il fuo territorio abbonda di oro in polvere, e di fragole così felvatiche , come col- tivate, le quali fono le più grolfe del Chile.Gaa/- qui 9 o S. Gio. Eattifta , fondato V anno 1754. fili- la riva Settentrionale del gran fiume Eiobio a gr. 36-44. di lat. e 303-48. di long, n' è la capitale pro- pria , dove rifiede il Prefetto , o Corregidor • In quefta Provincia è rinchiufala Prefettura della Con- cezione 5 la quale fi ftende poco fuori della Città di quefto nome * XL. La Concezione 5 detta ancora In lingua del Taefe memo , fu fondata da Pietro Valdiyia V mm X *9§X 3550» in un feno , o valle 3 che formano fopra il Ma- are alcune belle Colline a gr. 36-41-15. di lat. , e_* 303-23-30. di long. Quella Città, eh* è la feconda del E^gno , cominciò fin dal principio a fiorire gran- demente col molto oro 3 che fi cavava nelle fue vi- cinanze > ma nelP anno x$54.? dopo 1' infelice Bat- taglia del Monte Jndalttano , 0 Mctrigueno , fu ab- bandonata dal Governatore Villagran , Succeflbre di Valdivia 3 e da' fuoi abitanti air arrivo degli Arau- cani comandati dal Tenente Generale Lautaru , i quali la bruciarono interamente. Effendofi poi rie- dificata nel mefe di Novembre dell1 anno feguente, Lantani dopo fette meli fé ne tornò a impadronire, uccife neir affalto una gran parte della guarnigione, e la rovinò fino ai fondamenti t D. Garda di Men- doza 5 dopo le vittorie riportate contro Caupolica- iio? V anno 1518. fi mife a riftabilirla , aggiungen- dovi delle buone fortificazioni . Non ottante Antune- cul Generale del Toqui Antugmnu I tentò d'impof- feffarfene , aiTediandola terribilmente per ben cin- quanta due giorni 3 ma ella , effendofene liberata, iì mantenne in grande fplendore fino all' anno 1603., nel quale coli' altre Città Auftrali degli Spagnuoli fu prefa , e incenerita dal Toqui Vaìllamachu . A dis- petto di tante calamità tornò in breve a riforgerc , e rlacquiftò il fuo primier luftro , mediante il gran Cero*. T n X *99 X Commercio, che allora efercitava . Gli Araucani non fi ardirono più a inquietarla , credendola già troppo forte , e popolofa , per farfene padroni • La Aia dis- grazia però le proccurò un altro nemico formidabi- le . V ann® 1730. un Terremoto la rovefciò quafi del^ tutto , e il mare ufcendo dai fuoi limiti ne ba- gnò una gran parte , e portò via tutto ciò che in- contrò nel fuo corfo . I fuoi abitanti oftinati contro la loro forte la fabbricarono di bel nuovo, ma non la goderono per molto tempo , poiché nelP anno *7U» tra i 24, e i %$. di Maggio quefta sfortunata Città reftò affatto rovinata da un' altro terremoto, e dal mare, che 1* allagò interamente- GÌ* infelici abitanti, avendo avuta la fortuna di fcappare fulle colline vicine , dopo tredici anni di defolazionc ca- gionata dalla divifione, che regnava tra loro, e dall. oppofizione A Provincia di Huilquilemu appellata e©« munemente Ejlanzia del Bei , cioè P^ffefllone del Re» è fituata tra il Chillan, gli Andes, il fiume Biobio, e il Puchacai , a cui è fimile per la lunghezza, e larghezza , E* irrigata dai fiumi Itata , Claro , Laxaf e Duqueco ♦ il fuo diftretto è ricco d' oro in polve* re , e produce un vino mofcadello efquifito . La gen* te, che abita le (uq campagne, è vabrofa, e ag« O guer* )(20Z)( guerrlta a cagione des combattimenti , che durante la guerra , foftiene co'fuoi terribili vicini gli Arau- cani . La fua Capitale è P Ejl a mia- dei-Re ì , o S. Lui** gì Gonzaga, fondata in quefti ultimi anni non lungi da! Biobio a gr. 36.45 di lat. e 303-48. di long. Oltre alla Parrocchia vi era un Collegio antico de* Gefuiti . BfTendo quella Provincia efpofta alle fcof- rerie degli Araucani , perchè il fiume Biobio vi iì può guadare facilmente, gli Spaglinoli fabbricarono fopra le rive ,ch@ le appartengono, le fortezze /«>#- bel , Tucapen , Sta Barbara , e Puren . La barriera Spa- gnuola però è collocata nelle rive Aufìrali del fud- detto fiume, e fi compone delle fortezze Arauco 9 €ohura9 S. Fictr© > Sta. Giovanna , Nafcimento , ed Angeles . Valdivict XIK XIII» N^Uefta Provincia è feparata interamente di tutte 1' altre Provincie , che abitano gli Spagnuoli nel Continente del Chile , recandovi Bel mezzo le contrade occupate dagli Araucani, le quali compren- dono lo fpazio di 70. leghe incirca di lunghezza* Illa fi ftende fopra V una , e P altra riva del gran fumé Valdivia fino al Mare, e confina a Mezzo- giorno co' Giunchi j 0 Qunchì \ a cui apparteneva il ili© T )(*°$X fuo Territorio Auftrale . La fua lunghezza è di 11J leghe incirca , e la fua larghezza di 6. Abbonda di legname eccellente , e d' oro in polvere creduto il più puro del Chile . La fua Capitale è la famofe Città , Fortezza, e Porto dì Valdivia fituata fopr* la fponda Auftrale del fiume , che porta lo ftefTo no* me a tre leghe dal Mare, e a gr. 39-58. di lat., Q 303-2, di long. Il Conquiftator Pietro Valdivia U* fondò T anno *sJi--, le lafciò il fuo cognome, e ne ^itrarTe una gran quantità d' oro . Quefta ricchezza v* invitò molti abitanti , e fino da* fuoi principi di* venne una delle Città più popolofe del Regno . Il Toqui Caupolrcano I. , berichè folli fuori del diftret- to Araucano , tuttavolta per liberarne i fuoi Allea-* ti i Giunchi, P alfediò due volte infruttuofamente * Ma efla non potè così felicemente refiftere all' atti- vità , e fortuna del famofò Paillamachu . Quefto Ge- nerale con quattro mila uomini la forprefe di nor- ie tempo P anno 1599., ne uccifè la maggior part$ della guarnigione , che fi componeva dì ottocento uomini , e avendola bruciata fé ne ritirò con un gran numero di prigioni , un mìlion d' oro, che vi era di conto del Re , e un bottino confiderabile , che fe« ce de* beni degU abitanti. Gli Spagnuoli , che ben eonofcevano P importanza del fito , tornarono a ri- fabbricarla , e la fortificarono per modo % che fi man- p 3 Un* X *°4 )( 7 ^zyz.^"7^r. n tenne contro i tentativi degli Araucani fin all'anno 1^40. nel quale fu prefa dagli Olandefi , i quali , ancorché fi fo fiero determinati a confermarla, 1* ab- bandonarono finalmente, poiché gli Araucani , e j Giunchi , con cui aveano tentato di fare alleanza, non vollero mai dar loro i viveri , di cui àffol ut-a- mante mancavano • Gli Spagnuoli , eh* erano anda- ti a sloggiameli con una buona flotta , trovandola abbandonata la riftabilirono , e fortificarono con mi- glior difpofizione , fabbricandovi quattro buoni Ca- melli , o Forti fopra le due rive del fiume tra la^ Piazza , e il Mare per difenderla dai foreftieri , e Un altro a Settentrione contro le invafioni degli A- raucani . Mediante quefti ripari da allora in qua fi è veduta libera da' nemici di fuori, non così dal fuo- co, che una, o due volte ¥ ha rovinata quafi inte- ramente » Il Porto di quefla Città fituato in un bel feno, che forma il fiume, è il più ficuro , il più forte per natura , e il più capace di tutti i Porti del Mar del Sud . V Xfola di Manzera nella fteffa im- boccatura del fiume lafcia due entrate , le quali fo* tao coronate da monti feofeefi, e ben fortificati. Sic- come effa è la Piazza più importante del Mar Pa- cifico, così vi fi manda tempre dalla Spagna un Go- vernatore di riputazione nella milizia, il quale di- pende dal Prendente del Segno , ed ha fatto il fu© €0- x X*°S)C comando un buon numero di Truppe co' loro Uffi- zìali , che fono i cinque Caflellani , o Comandanti de' Cartelli , un Sargente Maggiore, un Provvedi- tore , un' Ispettore, e parecchi Capitani. Dal Real JErario del Perù il mandano ogni anno a queita Piaz- za 36000. Scudi , e dagli altri Porti del Chile le vet- tovaglie neceffarie per la paga, e vitto de' Soldati, the vi fono di guarnigione. I Gefuiti avevano qui- vi un Collegio ; Vi fono inoltre i Conventi de' Fran- eefcani, e de' Fratelli della Carità con un Regi© Ofpedale, e la Parrocchia « V Arcipelago di Chilo? X VI XLIII.T * Arcipelago di Chiloe è un gran Golfo, -"-' o Seno feminato di molte Ifole , che fa Il Mar del Sud nell' eftremità Meridionale del Chi* le, internandovifi quafi circolarmente infino allefal^ de della montagna degli Anies . Quello Golfo fi flen«» de da* gr. 41-10. fino a' gr. 44-4©« di lat. Auf r» e da* gr. 303. fino a* gr. 304-50., di lomitud. le Ifo^ le, che vi fi trovano , arrivano a 47,- trentadue del- le quali fono abitate dagi* Indiani i e dagli Spagnuo- li, e le reftasìti deferte « Tra le Ifole abitate vi è una grande-, alcune mediocri di dodici in quindici di lunghezza, e le altre piccole * V Ifola gran- O % de fi ' %i«$t T&mmà de è quella , che propriamente fi chiama Chlloe , on* de poi fé n8 è comunicato il nome a tutto V Arci- pelago, che ebbe prima quello d* Artcud. Quefta I- fola , la di cui Coita Occidentale fiegue da Tramon- tana a Mezzodì la medefima linea di direzione del- le Spiaggie del Continente del Chile,è fituata nel- la bocca fteffa del Golfo , lardandovi due foli in- greffi* V uno de* quali, che cade tra la fua eftre- mità Settentrionale , e la Cofla del Continente , è di poco più di tre migliale l'altro, che reità fra la fua punta Meridionale , e la montagna degli Andes* ha più di 12. leghe . Ella è collocata tra i gr. 41-50, e 44. di làt , ed ha 60. leghe all' incirca di lun- ghezza , e 20. nella fua maggior larghezza . Il fuo terreno, fìccotue quello di tutte 1* altre Ifote, ft inontilofo , e pieno di bofcaglie impenetrabili . Vi piove ecceflìvamente , e nell' autunno foltanto fi go- dono di feguita quindici , o venti giornate ferene * 'Nelle altre Stagioni , quando paffano otto giorni fesi* 2a pioggia , fi riputa come un miracolo. Laonde il temperamento è affai umido , e vi s' incontrano da pertufto de' rivi, e de' fiumi copiofi * Non ottante V aria vi è fana, e talmente benigna, che non fi fente né caldo, né freddo notabile. I grani 5 ed i frutti , attefa 1' umidità , che vi regna , riefcono o poco t 0 male « Il frumento tuttavia , che vi fi rac- - co- X*°7X coglie , è (ufficiente per gli abitanti . Il formentone è miferabile . V orzo , le fave , la Quino* , le f*pe> e il Uno allignano bene. Tra gli ortaggi (blamen- te crefcono i cavoli , e gli agli . Le uve non arri- vano mai a maturare . Lo fteffo accade a tutte V al- tre frutte , eccettuatene le mele , e qualche altra felvatica . La carne vaccina , benché non fia tant© comune, come nel Chile , non fcarfeggia * Non fi vedono mandre di cavalli, come nel Continente * ma non vi è quafi perfona, che non ne abbia uno, o due . Gli afini quivi muojono in poco tempo , al- lorché ci fono trafportati , quindi non fi truova né pur una mula in tutto quefV Arcipelago . Il beila- me , che più abbonda , fono le pecore , ed i porci» di cui fi fa un gran commercio . Gli animali proprj del paefe fono i daini , le lontre , e una fpecie di volpi nere. I volatili sì domeftici , come felvaticJ ss incontrano in gran numero . Tra gli ultimi fono riguardevoli il Cagne , e il Quethu . Entrambi abita- sa nel mare . Il primo è a un di preffo della gran- dezza d' un5 Oca 9 ma ne ha il collo più corto, e la coda un pò più lunga . Il mafehio ha la piuma-» tura tutta bianca , il becco é ed i piedi rolli .■ Lafem» mina all' oppofto va riveftita di piume nere orlate d* un filetto bianco fottile , ed ha il becco , ed ì piedi gialH . Le fae uova fono grandi <, e bianche» 0 4 « WL X*o8)( Il Quethu è grande quanto un* anitra domeftica , a cui raflbmiglia per la figura . La piumatura del fuo corpo è cenerognola, cotonofa, e molto morbida. Xe Aie ali fono pìccioliifime e fprovvedute interamen- te di p?nne , ed anche di pelume » I Aioi occhj fo- no bruni, e la carne rofTa. Si fcarica di tèi uova bianche , che depoflta nella fibbia del lido * Oltre a ciò r Autore della Natura in ricompenfa di quel- lo , che vi manca, ha provvedute tutte quelle Ifole di una quantità prodigiofa di pefci* e di conchìglie efquifite • Vi fi truova ancora dell' ambra grigia fìi- ' mata, e molto mele , che fanno le pecchie felvati- che • Il legname vi è infinito , e buono per ogni fpecie di fabbriche , e d' imbarcazioni . XL'iV. Qiiefto Arcipelago fu fcopefto la prima volta dal Governatore1 D« Garzi-a di Me-ndoza ridi* anno 1518., ma altura fé ne tralasciò la conqulfta . Sette anni dopo, elee nel 1565, vi fu mandato dal Chile il- MarefeialJo D. Martino Rui-Gatoboà , il qua- le , avendovi trovato da 70000* Indiani , li fotromi- fe con 60 uomini \ che condulfe feco , fenza refiflen- aa alcuna* dalla loto parte, e (ctidò nelP Ifola gran- de U Città di Cajiro, e il Porto di Cbtiih . Qjjefti Indiani, ch'amati Cbììotet , fi mantennero totalmen- te fommeffi_agli Spagnuoli infino a quefto Secolo , nel quale fi erano rimeffi in libertà 3 ma tornarono pre- X*°«0( pretto all' ubbidienza ; mediante là condotta del Mae* Aro di Campò Generale del Regno D« Pier 0 Moli» na mandatovi dalla Concezione per fidargli ali* in* terrotta fogge/ione « Cófìoto nondimeno s benché 0» riundl da* Chileni , dà cui non difFeren2ianfi nelle,* fattezze , coftumi 5 e linguaggio 3 fono timidi hot àx modo f e docili 6 I loro ingégni fono perfpicaci , e riefcono bene in tutto quello, a cui SJ applicano « Incontranfi quivi bravi falegnami * infamatori > e tor- ttieri . Lavorano bene il lino , e la làiia3 della quale rnefchiata Col piumino degli Uccelli fanno belle Co* pene da letto 3 e alcune tele ricamate di varj eo* lori *Sono molto pòrtati per là Nàutica , e diven* tano eccellenti Marinari, le loro barche dette |f> f ugne , colle quali arrivano fino alla Concezione* fo- no di tre, o cinque grandi tavole cucite infieme, & calafatate con certa borra , che ràcccglionO da Uà* arbofcello « Se ne vedono in gran numero In tutto F Arcipelago, e fi governano a vela e remo ■ 1 Chi» jotes educano bene i loro figliuoli , e gli applicano dalla loro più tenera età al lavoro- Qdefti piccola indiani, quando vengono ammaeflrati , riefcono ot- timamente nelle lettere . Negli anni fcorfi fi fondò per Ir ro una fctiola in un villaggio chiamato €hon- Hi\ alla quale n* entrarono 150* e tutti nello ì?&* zio l'old d* un anno impalarono a leggete 3 fcrivere, far M )(2*o)( far conti , la dottrina Criftiana , e la lìngua Spa- gnuola . Tutta quefta Nazione fin dal principio fi converti facilmente alla noftra Santa Fede, e a' no- ftri dì viveva con un* aggiuftatezza sì grande in tut- ti i doveri del Criftianefimo, che pareva rifufcita- to in effa lo fpirito della primitiva Chiefa . Vi s* e- rano aggregate ancora alcune Tribù di Selvaggi , che perfuafe da' MilHonanti palTarono dalle terrea Magallaniche a ftabilirfi neli' Arcipelago . XLV. Gli Spagnuoli hanno in quelle Ifole un Governatore dipendente dal Prefidente del Chile , il quale rifiede nel Porto di Chacao9un Cabìldo , o Ma- giurato col fuo Prefetto , o Corregidor , che infiemc è giudice privativo degl' Indiani , refìdente nella.. Città dì Cajìro,e un Comandante nelle Ifole di G*/- buco finiate nella parte più Settentrionale del GoU f o . Tutto ì* Arcipelago è divifo in tre fole Par- rocchie , che dipendono dalla Diocefi della Con- cezione , i di cui Vefcovi , fuor che uno , e un Ve- fcovo inZartibus , non vi fono andati pe' pericoli del viaggio . Trovanfi quivi fettantacinque borghi a- bitati per lo più dagl' Indiani fotto i loro Ulmencs, 3ii ciafcuno de* quali i Gefm'tj avevano una Chiefa per farvi la miffione . le due Popolazioni formali, che vi h veggono , fono quelle , di cui abbiamo fat- ta menzione dì fopra , vale a dire , Cajiro , e Gbaca», KIVI* )(21ì)( XIVI. Caftro s Capitale dì tutto l1 Arcipeìà* go, è fituato nella parte Orientale dell* Itola pia* de fopra un braccio i ò golfo, che vi fa il Màfè à feti 42-58. di lats j e 303-15* dì long* Gli fcdificj ,fié* Home in tutte P altre Ifole* vi foriO di legnò «Gli abitanti ^ che ilon fono molti , vivono òrdinarUtrìeii* te nelle loro poffeitìoiii . Oltre alla Parrocchia , £ II Collegio, che fu de* Gefiriti > vi è uri Convento de* Prancefcani , e un altro de' Mercedarj , dovi xìM* *lono due 5 o tre Religiofi . Il Porto di Cbacaó gii* ce quafi nel mezzo della Cofta Settentrionale della medefima Ifoia fopra il gran Canale s che paifa tra la fuddetta Coita , è quella del Continente a gr^ 42. di lat* ? e 303-37 di long. Quefto Porto e di tuon fondo , e ben difefo dai Venti f ma 1* entrata n' è aiTai difficile per le correnti } e vortici , ehé lì «fperimentano nel Canale , e molto più a cagioiìé^ «d' uno fcoglio i che s' erge nella parte più ftretta , al quale non fi vede , fé non quando cala il Mare* Quivi fi fa tutto il commercio dell' Arcipelago cori quattro 5 o cinque battimenti , che vi arrivano ogni ^nno dal Perù , o dai Porti del Continente del Chi- le. Quefto traffico fi riduce a barattare le ròbe del Paefe a quelle, che vengono di fuori 3 perchè là ffio* neta è rariifima in quelle Ifole* Il Cabildo > ó Magi- Arato di Caftro ha il privilegio di mandarci ali* ar- rivo r — " ■li l ■ il rivo de' baftimenti due Diputati , I quali taflanty tut- te le merci , che vengono nelle navi , e fanno la ta- riffa de' prezzi , per la quale fi regolano i Merca- tanti. Quefto Commercio non va foggetto , per con- cezione Reale, alle gabelle che fi pagano negli al- tri Porti . Le I/ole di Gio. Fernandes XVI. ,£"^Uefte Ifole diftano dalle Cofìiere de! XLVIL Chile 130* leghe incirca. Effe fono due: la prima fi chiama di Fuor a 9 perchè n' è piò lontana, e V altra dì Terra, perchè s* accolla più alla Terra del Ghile proprio . Ambedue fono a uru di preffj a gr. 33-V* di lat. Auft. e 297-5*- di long, If Ifola dì Wuéra. ha tre miglia incirca di lunghezza, ed è molto alta, o pititofto un Monte fcofcefo , che s' eleva dal Mare, fenza Porti, né fiti , dove pof- fano fermarli le Navi per la gran profondità , che fi *truova in tutto il Aio circuito « Siffatto monte è pie- no di begli alberi, e di rufcelli di buona acqua, co- me affermano i Pefcatori, che vi fogliono approda- le. V Ifola di Terra, è lunga undici, o dodici mi- glia, e larga tre . Il Aio terreno è per lo più mon- ti! ofo , difuguale, e tramezzato da crepature cagio- nate da' frequenti torrenti , e rivi che fcendono da' X*i3X monti . Egli abbonda di bel legname . Qui s' incon» tra il Sandalo, di cui abbiamo fatta menzione tra gli alberi del Chile, il legno giallo, e la Chonta> , la quale è una fpecie di Palma , che fa un frutto non difpiacevole . Il fuo tronco,,, che diventa d' un bel nero , è vuoto come la canna , ma talmente com- patto per via de* fuoi filamenti , che fi accolta al ferro nella durezza. V Ammiraglio Anfon Inglefe, ò T autore del fuo viaggio , ci dipinge quefta Ifola come un Paradifo , ma in realtà 11 fuo terreno è in- feftato da vermi , che guaflanoognicofa.il fuo Ma- re abbonda di baccalà , di' locufte marine, di Leo- ni, vitelli, ed altri pefci , e animali aquatici, nel che confitte il fuo commercio , eh' è confiderabile • Gio. Fernandez , che feoperfe quefìe Ifole , fu quel, che loro diede il nome , che finora confervano . E- gli vi fi ftabilì , e portò dal Continente alcune ca- pre, le quali fi moltiplicarono talmente, che riempi- pirono tutta 1* Ifola grande. Dopo la di lui morte 5 rimanendo P Ifola abbandonata , gli Spagnuoli vi mandarono una quantità di cani col fine di diftrugger* le, acciocché i nemici marittimi non fene ferviffero in loro danno . I cani non hanno potuto finora e- fierminarle del tutto , e divenuti falvatici hanno perduta la ferocità natia , e la voce , di modo , che Eion fi fentono mai abbajare5ed hanno uuz grandif- fi- 1 )(2I4)( lima paura dei cani domefup , Gli Spagnuoli , co-* giofcendo quanto importante fia per loro la poffef- ficus di quefte Ilble , fi ftabilirono permanentemen-* te Panno 1750 nella Ifola di terra, e popolarono lì Porto detto di Gio. Fernandez fituato al S. O. Il Trefidente dèi Chìle vi manda un Governatore , che fuol eilìere uno dei Capitani della Frontiera Arali- ^ana. » Oltre al Porto fuddetto vi è un altro più in- chinato a Mezzodì, chiamato dell* Inglefe , perchè vi ftette il Lord Anfon colla fua armata , ma è trop* J3Q efpofto a* venti ? e poco ficuro ♦ Il Cwjo XV II, XLVIII. XJ,Ncorchè il Cujo ftia fuori dei termini, che aifegnamrno al Chilé , tuttavia perchè egli di- pende dal Prefidente di quefto Regno , «i parve con- veniente dì darne una breve defcrizione . Egli con- fina al N. col Tucuman , all' E. colle Pampe , o de* (erti di Buenot-Ayres ■• , al S. colle terre Patagoniche, e all' O. colla gran montagna degli Andes-, che lo fepara dal Chile • La fua lunghezza dall' E, ali? O» e di in, leghe, e la fua larghezza dal N. al S. di no. incirca , effendo comprefo trai gr. 29., e 3?» dì lan Auftr. Quefta Provincia è affatto differente* |al Qhile così nel temperamento 3 come nella mag* gior -<■■* % da varj altri rufcelli» $$ campagne vi fono piene di begli alberi , e V er- ba crefce di maniera 5 che arriva in alcune parti quali a coprire i cavalli ; ma le temperie di tuoni vi <©fto-pfà-^ùripfc , e durano non poche ore conpiog- gie dirotiflime. t* Fra gli alberi, che vi il vedono, è fingo- Jarjffimo quel, che chiamano Palma , perche s* af- fomiglia alle Palme de] Chile nei rami, e nel frut- to . Ella , non "ottante, differenziafi da quelle nella grandezza , che non pafl? I 18. piedi , e nella ma- niera di propagare i fuoi tralci , chJ è inflno dalla-, terra, di modo , che non fi vede il tronco, Le lue foglie fono dure , e flnifcono in una punta talmente acuta, che fora come una fpada . I frutti, benché Umili nella figura al Cocco , non hanno cibo, ò fo- ftanza , che fi poffa mangiare , rinchiudendo in vece «T eflb certi femi rotondi , e folidi . Il fufto , dove fi trova la cofa più particolare di quefto albero 3 è affai corpulento. la prima feorza è nericcia, e fe- lle ftacca facilmente . Indi appajono cinque , o tei téle, X*i7)( r^^^^^ ■■■■—«mi— ■■ wmmmmm^ tele, che netta perfezione della loro orditura , o tef* 'finirà fembrano ufcite dalle mani d' un teflitore . Lfc prima è un pò gialliccia, e groffa come le vele del- le Navi , Le feguenti fi vanno afTottigliando , e im* francando di modo, che V ultima, ò fia quella, eh' è proflìma al legno, è sì fiottile, e bianca, come la tela Cambraja , quantunque ne fia un pò più ra- ra , Le fila di fiffatte tele fono forti , e ileffibili , ( ma non fi fentono al tatto , così morbide come quel- le £d lino. In quefte campagne s* incontra ancora in quantità l'Opunzia, o fia una fpecie di fico d' India, che nodrifee la Cocciniglia , I Naturali del Paefe** prendono quefìo infetto infilzandolo con un ago, e per ciò la tinta, che ne cavano, tira affai fui nero* V arbufio fa ancora un frutte vellofo della groffez- za d* una perfica, la di cui fofìanza fi compone d* un* infinità di granelli fimili a quelli dei fichi, e attaccati affieme con una fpecie di glutine , Quefto frutto è dolce, e faporito , e benché affai tenero, fi conferva bene in fette feccate al fole . V albero , che fa la fava greca, o di Turchia , è comune a tut- ta la Provincia, Ve n' hanno di quattro fpecie, due delle quali fono buone da, mangiare , e delle altre_j> due V una fi dà ai Cavalli , e V altra ferve da far inchioftro . Vi fi trova ancora un fiore affai parti- colare , chiamato por dell' aria , perchè la fua pian* P ta, l ! )(2l8)( fa non ha radice alcuna , né fi vede mai fitta in terra ; il fuo fito natio fono le rupi più aride, o gli alberi lecchi, dove fi attortiglia , Quefta pianta, che fi riduce a un folo tralcio, è fimile ai gambi .dei garofani , ma le fue foglie ne fono più grandi , più groffe, e talmente dure, che toccate fembrano di legno. Ogni tralcio , o gambo, fa due, o tre fiori bianchi trafparenti, e fimili nella grandezza , e nel- la figura al giglio . Quefti fiori fono almeno così o- dorofi , come i gigli , e fi confervano frefchi per più. di due meli nel loro gambo, e tagliati per molti giorni. La maraviglia maggior di quefta pianta fi è, che trafportata fenza attenzione alcuna per più di trecento miglia , produce annualmente fofpefa da un chiodo i fuoi fiori . LI. Quefta Provincia abbonda di uccelli , tra l quali G vedono molti Angolari . Vi fono due fpecie di pappagalli differenti da quelli del Chile . La pri- ma fi chiama Catìta, e benché più piccola raflbmi- glia nella configurazione del fuo corpo alla tortora» Jl colore del dorfo n' è verdaftro, e quel del ven- ere bianchiccio. L'altra, che fi nomina Periquìto, è un pò maggiore. Le fue penne, fuorché nel capo, che fono nere , e fui dorfo , dove fi vedono alcune roffe , fono d' un verde feuro . Ambedue ammaeftra- te parlano bene . Y* hanno ancora due fpezie di per- nici; )("*)( Ilici : la 'prima detta Martinetti è grande come una gallina , e va adorna di viftofe piume di varj colo- ri , con un bel ciuffo nella tefta : la fua carnee mol- to dilicata , e le fue uova fono verdi. Le pernici ordinarie vi fono talmente comuni, eh' un' uemo con uria canna , a cui fia attaccato un laccio , ne prende venti , o trenta in tre , o quattro ore , poi- ché non fuggono quando gli uomini loro $' accorta- nò . V Jbannil , o fia il Muratore , è un uccello del- la grandezza d' un tordo, e di color di tabacco, il quale fi meritò quefto nome per la maniera con che fabbrica di fango fopra 1 tronchi degli alberi il fuo abituro. Innanzi di cominciar la coftruzione prepa- ra diligentemente con pelume , e pagliuzze il fango: indi dividendolo in piccoli globi lo va portando nel becco, e nelle unghie al fuo compagno. Quefto for- ma prima il pavimento di figura circolare , felcian* dolo bene, e dandogli di diametro otto , o nove on- de , poi lafeiando una porticella , alza le muraglie all' intorno poco più d* un palmo ; quivi fa un al- tro piano, dove dee collocarfi il nido, nel quale la* feia parimente un portello al dì dentro per potervi entrare: finito quefto piano continua la muraglia, dandogli altrettanto di altezza , e cuopre il tutto con una bella volta . Quefto edilizio diventa tanto forte, che refifte alle pioggle 3 e ai venti più impe- ci? 2» tuofi. )(2 20)( fuofi . Nelle contrade fettentrionalì di quefta Pro- vincia fi truova una fpecie di Fagiani col nome di Cbumut di grandezza limili a una gallina , e di co- lor cenerognolo. La loro carnee sì dilicata, come quella dei veri fagiani . Queft* uccello fi addomefti- ca facilmente , e fa nelle cafe l* uffizio dei gatti li- berandole da'forcj, che mangia volentieri; ma fo- no pochi quei, che lo vogliono feco , così pel Aio molefto grido, come perchè nafeonde tutto quel- lo , che può portar via nel becco . Oltre alle t©r- torelle ordinane vi fono altre poco maggiori d* u- Ha paflera • Gli Struzzi fono comuniffirni in tutte quelle contrade. Le Api fi trovano da per tutto, par- ticolarmente nelle campagne Orientali, dove non fe- ne procura altro guadagno, che quel del mele, il quale è veramente eccellente ♦ Le cavallette anco- ra vi fogliono comparire di quando in quando iiu truppe sì grandi , che cuoprono molte miglia di pae- fes e diftruggono tutta la verzrra, che v* incentra- no . Quefte cavallette per P ordinario fono lunghe tre oncie , ma talvolta fé ne fono vedute alcune^ grofle come una fardella , e lunghe da fette in otto dita, LII. Nel Cujo fi vedono molti animali, che non fi trovano nel Chile , come fono le Tigri , i Cin- ghiali , i Cervi s le Teftudim terreftri 9 i Kìrkìnchì 9 le ■■ X»*0( le Vipere, V Iguane, e parecchi altri . Le Tigri fon© k* roci , come quelle dell* Affrica 5 e grandi come un afino , ma più ballotte fulle loro gambe * La pelle è mofeata di bianco, giallo , e nero* I Naturali tó Paefe le ammazzano con uno fpiedo , o /pontone lun- go cinque in fei piedi , e armato d' un ferro aguz- zo. Ma a far ciò fi richiedono tre perfone, due del- le quali fanno la fentinella , mentre l9 altra provo- ca la tigre . Quefta s* avventa contro con una rapi- dità incredibile , e s3 infilzi nello fpiedo, che il Cacciatore tiene rivolto verfo di lei . Allora i due compagni accorrono a por fine alF opera * I Cin- ghiali, ed i Cervi non fi diftinguono da quelli, che fi vedono in Europa . I KhVmchì fono certi porcel- li di due o tre palmi di grandezza , fimili in tutta a* noftri porcelli, fuorché nel dorfo, che va coper- to di fquame , o creile dure, e inanellate .* la lo- ro coda è fatta a punta, ed è guerntta di crofte* Le fetole, che cuoprono il loro ventre 5 la tefta, ed i piedi fono bruniccio Ve ne hanno di quattro fpe- eie , i Muh\ i Velo H , i Vìcht , e le Mole , tutt' i qua- li differenzianfi tra loro o per la grandezza, o per- chè hanno le fetole più folte. I tre primi frappano da' cacciatori correndo frettolofamente fempre in li- nea retta , perchè a cagione delle crofte non pof* fono rivolgere il corpo , e quando li vedono raggi- P 5 utdl -^^mmmmmm^mi )(***)(- tinti fanno prontamente un buco nella terra3 ove fi ag« grappano fi tenacemente , che non ci è forza, che poffa ritirameli. Ma i terrazzani gli fiaccano con facilità, mettendo nel loro deretano una bacchetta . Le Bote al contrario, fentendofì perseguita te, s' aggruppa- no dentro della loro conca , formando una palla per- fetta , onde loro è venuto il nome . I Cacciatori pe- rò poneijicrvidfopra una brada , le forzano a laSciar fubit^Kquefta jzgura; la carne di tutte quefte fpecie e più Saporita , e tenera di quella del porco , e va coperta d' un dito di lardo. L* Iguana è un ani-* male, che tiene del Coccodrillo, ma non ha più dì tre piedi di lunghezza . Il fuo corpo è nericcio , e i fuoi occhj rotondile la carne bianca, e tenera » E- gli non aifale né gli uomini, ne le beftie, e fi fo- menta d' erbe , e di certi frutti Selvatici . I Campa- gnuolì , che ne mangiano , trovano la fua carne Su- periore di molto a quella de* volatili . LUI. Quefla Provincia ha miniere d* oro, e dì rame nelle contrade Settentrionali, alle quali non fi lavora per 1* infingardaggine degli abitanti . Vi So- no ancora delle miniere cop'oSe dì Piombo , Vitrio- lo , Zolfo, Sale, Carbon follile, GeiTo , Catrame, e Talco . Di quella pietra trasparente vi fi trurva- no alcune lame lunghe due piedi , chiare , e che Servono ottimamente in luogo di cristalli nelle fine- ike . )(2 23 X flre.I monti vicini alla Città di S« Giovanni fi com- pongono tutti di laftre di marino bianco , lunghe da cinque in fei piedi , e groffe da fei in fette onde tagliate, e pulite dalla natura. Gli abitanti ne fan- no una bella calcina , e dei ponti fopra i loro cana- li. Fra la Città di Mendoza, e la Punta fi vedeu- na gran colonna di fallo fopra alcune Colline baffe alta 150. piedi, e groffa diametralmente n. , chia*» mata Gigante da' Terrazzani. Vi fi fcuoprono cer- te note , o cifre, che fi raffomigliano a' caratteri Chinefi . PreiTo il fiume Diamante s' incontra anco- ra un altro faflb con alcuni legni, che ieiirb ratio ci- fre , o caratteri , e colle orme fìampate di un uo- mo , e di parecchi Animali . Gli Spagnuoli di que- fta Provincia lo chiamano Pietra dì S. Tommafo , per- chè dicono, che gP Indiani del Paefe raccontarono z9 loro antenati , che fopra quel fallo un uomo bianco, e barbuto avea anticamente predicato una nuova-» legge, kfciandovi per pruova della fantità d' effa 9 ìmprefle le fue orme, e quelle degli animali , che^ accorfero a fentirlo , il che attribuiscono a quefto Santo Apoftolo , per la tradizione , che vi è , di a* ver egli predicato nell* America . LIV. I Nazionali originari del Cujo , de* quali rimangono pochi/lìmi , fi chiamano Guarpes , e fono alti di ftatura , magri , bronazzi 3 e parlano un Un- P 4 guag» 1 ■— )("4)( f ! guagglo àìveftè dal Chìletio * I feniani furono ì ptm mi j che H Conquiftarono 3 qtiafi nello fleffo tempo 5 che s* impadronirono delle Provincie Settentrionali del Chile. Nalla ftrada, che eottduee per la montagna-, degli Àndes dà quefto Pàefe à quel Regno* fi vedo- no finóra alcune cafuccie di fàffo mitrate a feéco * dove fi dice 5 che albergavano i corrieri , e gli Uf- fiziali paflaggien di queir Imperio * il primo tra gii Spagnuòli 3 che vi entrò* fu Ffàncefco Aguirrè, man- dato dal Conquìftatore del chilé Pietro Valdivia^ 11 quale faputà la morte del filò Generale , fé ne ri- tirò. V anno poi t$6ò. Pietro Caftillo* a ciii diede Cjiieftà incombenza il Governatore De GàrziàHurta- do di Mendózà 5 foggie>gàtì i Guàfpes , vi fondò là Città dì Mendoza , e quella di S* Giovanni 5 dando alla prima il nome del fuò Governatole « LV. Metìdo^a $ capitale di tutta la Provincia ^ è fìtuàtà in utià pianura appiè degli Àndes agr. 33- 3:9. di lat* Aiiftn e $08-31. di long. Vi É* anno- verano fei mila abitanti . oltre alla Parrocchia * e Il Collegio 3 che fi* de* Gefiiiti , vi follo i Conven- ti di S. Franeefca 5 di S. Domenico 5 di §* Agofti- srìo,e dei Mercedarj . QuefU Città fa Un gran com- mercio divini, e di frutte con BuerìQS-Ayres $ e fi va aumentando per la vicinanza delle famofe miniere anime . Le donne , fecondo le legei del Pae- fe, vi debbono avere molti mariti, o almeno loro è permeffa quefta nuova fpecie di poligamia. I Co farì , che fi fpacciano egualmente per vicini del Chi- k, e di cui anche fi raccontano molte maraviglie 9 fono un popolo immaginario, che non efifte fuorché nel cervello d' alcuni , che fi dilettano di raccontar delie oofe flraordinarie • An« 2 2"7 )( Annou Io debbo ragguagliare all' ultimo ì miei Lef* tori dì ciò che al principio tralafciai dì fare, per*» che le mie idee non erano per anco del tutto di* Terminate , cioè che la Carta Geografica del Chtte premetta a quefto Compendio è fiata delineata fe<^ condo le moderne oflervazioni fatte fu i luòghi ftef- £ dal P. la FeviWe9.dzl Sig- Ulto* , e dal bravo Pi- loto Varillas , le quali fono fiate pure in gran parte verificate dalle mie proprie , il che fia detto fenza derogare in niente al rifpetto, che prefetto al /ape* te di quefti valent3 uomini . Ho fatto anche ufo dejU le Carte da navigare del Mar del Sud recentemeti* te fìampate in Ifpagna * Riguardo poi al Cuje mi (o* rio fervito dell' offervazioni praticatevi da una per- fona intelligente , la quale fcorfe tutto quefto Pacfc* F 1 K £. x«*x : APPENDICE Contenente alcune altre cfervazioni 3ed annotazioni da àggwgnerfi agli articoli qui indicati , con varj pafi. fi tratti dalla Storia del viaggio di D. Antonio VU ha della Reale Società di Londra 5 e le correzioni de* gli errori pik notabili fcorjz nelV Edizione di quejl* Compendio * fart, L pag. 1. num. VII. Annoi. Il Cielo del Chile nella Primavera, Eftate , e parte dell' Autun- no conferva fempre il fuo beli5 azzurro , il che pro- viene dal vento del Sud, che allora vi regna . Que- flo vento, che d' ordinario declina verfo il Sud-Oveftt He fcaccia i vapori fugli Andes , ov' eflì formano le tempefte di tuoni, che partano a moleftare le con- trade finiate air Oriente di quella montagna * Ciò non oftante 1* efalazioni ignee fono allora di notte freqirentifììme in quefto Paefe - le Aurore Meridio- nali all' opporrò vi fi vedono di rado. Io non po- tei ofTervarne alcuna nello fpazio di diciotto anni « Gli abitanti di Chihe dicono , che in queir Ifola fé me veggono con più frequenza, ma non ne abbia- mo delle ofTervazioni regolari . lv* Un* 9 Annot. I Naturali del Paefe antici- pali® di più d? un mete il principio della Primavera , per- **liaB,B*!'"w,''''ll'IMIM'l'"^llWfWMBP^^ III Tfinili HMH«| perchè dalla metà d' Agoflo gli alberi vi comincia- no a germogliare • Ivi Un. 14. Annot. I venti del Nord , e del Nord- Ovejl vi portano le pioggie , e quello del Sud al con- trario diffipa le nuvole. Quindi i primi, allorché cominciano a fpirare, fono un' indizio infallibile di pioggia , e lf altro di ferenità . Queft' ultimo vento» nella Primavera, Eftate, ed Autunno a mezzo-gior-f no incirca fi cangia per Io fpazio di due ore , o pia in un vento frefco di Ponente , che vien chiamato V Orologio de' Contadi:ìi3 perchè effe ferve loro di re- gola per fapire 1' ora del Mezzodì . Sul fine dell* Autunno quefto vento Occidentale fuol portarvi alcu- ne pioggie dirotte con qualche gragnuola piccola * Il Vento di Levante appellato Puelche da' Nazionali * e diverfo dall' aura foave , che feende dagli Ander, vi fonia p cliifiìme volte. Parte I. fag. 7. num. IX. Un. 4. Annot. Neil* e- ftate , e nell' Autunno fi foglìono qualche volta fen- tire alcune febbri ardenti , che vengono accompa- grate da una fpecie di delirio . GÌ' Indiani perciò le chiamano Chaba-lonco , cioè malattia della tefta . I rimedj fpecifici contro effe fono il Falquì , il Qulll% e varie altre piante rinfrefeanti . Part. I. pag. 8. num. X. Un. S. Annot. dei S?g* Vìfo&. No* vi fono beftie velenofe ; e quantunque se* ®& campi , e ne* bofchi fi veggano alcune bifcie, le loro morficature però non fono nocive . Non fi tro- vano nemmeno animali feroci , o falvatichi , che nel- le campagne facciano paura , di modo che quefto paefe impiega tutta la fiia fertilità , e benefica na- tura nel rendere alle creature tutto ciò, che poffo- no defìderare per la vita fenza incomodo alcuno ♦ Tom. }. lib, ju Gap. V. nani. 518. v. Chile . Vitrt. I. pag. io. num. XI. Un, 16. Annot. Nel Chile dall' ingreffo degli Spaglinoli in qua fi fono ferititi fei Terremoti grandi . Il primo nel 1570. ro- Ttfclò alcuni monti , e borghi nelle contrade Au- ftrali » Il fecondo nel 1647. a' 13, Maggio rovinò u- m parte delia Capitale. Il terzo nel 1647. a' 15» Marzo durò un quarto d* ora incirca , e vi fece an- che molto male. Il quarto nel 1711. a' 24. Maggio vi danneggiò molti edifizj » Il quinto nel 1730. agli 3. Luglio fòfpinfe il Mare contro la Concezione, e J' atterrò. Il fefto nel 1751. a' 24. Maggio diftruf- fe affatto la fletta Città, rivoltandovi fopra anche^ il mare , e tutte le altre Fortezze , e borghi com- prefi tra i gr. 34», e 40. La fua direzione era dal Sud al Nord. Egli fu annunziato da alcuni altri tre- rouoti piccoli, che fi fentlrono nelle notti preceden- ti 3 e un quarto d' ora Innanzi , e da un gran glo- |g di fuoco ? che lanciandoli dagli Andes andò aj foni- fommergerfi con iflrepito nel marcia grande fcof- fa principiò a mezza notte incirca, e durò n. o 12* minuti, ma la terra traballò continuamente fino air Aurora. I Tremuoti piccoli continuarono poi quali un mefe intero coli' intervallo di 15, o 20. minuti. Innanzi al gran Terremoto il Cielo era chiaro da per tutto , ma immediatamente dopo V Orizzonte fi coperfe d* una nebbia folta, la quale fi convertì fu- bitamente in nuvole fpaventofe, che cagionarono u- na pioggia affidila di otto giorni . Nulla di meno m tutto il Regno ncn perirono che fette perfone , le quali furono nella Concezione ingoiate dal Mare. Ve n' erano in quefto numero tre vecchj , che non temevano i Terremoti, un pazzo, e tre fanciulli. Tutti quefti fei tremuoti fono venuti di notte . Fart. I. pag. 11. num.XUI. Un. 13. Altri laghi; ìegg. Gli altri laghi . lv. Un. 15. Annot. 1 Eagni più rinomati del Chi- le fono quei di Colina, ncn lungi dalla Capitale, quel di Peldehue tra Quillotct , e P Aconcctgua , e quelli di Cauquenes preffo la forgeate del fiume C neh ufo ni . Nella ftrada, che conduce dalla Capitale a Mendoza9 fi ritrovano fra gli Andes tre forgenti di acque cre- dute fommamente medicinali, dittanti fra loro tre piedi incirca , la prima delle quali è molto fredda , la feconda tiepida 3 e h terza intenf&meiue calda * Su RKBS )( » 3 * X Sii i loro margini $' incontra una gran quantità di gale perfettamente diafano, fra gli Araucani fono / eelebrl I Bagni di Pìfmanta , a* quali per la loro virtù falutifera dicono, che prefiede il Dio-Mea/è». J.e acque ancora de* fiumi Matyo, $ Bìghìg fono fìi* mate molto falutevolw flirt* L pag. 13, #«>». JV, Un, %, AnnQt.V in* tende qui , e in tutto quefto Compendio per piede |1 Geometrico d' Italia, che fta al Parigino come $417» a 1440. Parh 1, pag, i$> num, XVI. Un, %6, tre piedi ^ hgg» due piedi , . partf li pag-, 16 , num. XVII. Un. 7* negli effetti del- la fua radice legg, negli effetti : Dalla fua radice • . Pan. 1. pag. 19. XX, Un, 6. Annot, I Terraz- zani dicono , che V Erba-Ioca , e la Tembladerilla fo- no nocive folaroente a' Cavalli , e che gli altri ani- mali ne mangiano fenza incomodo alcuno . Avendo lo offervato in tre occafio^i , poco prima di partire dal Chile , T effetto ftravagante , che fi fatte pian- te cagionano ne' Cavalli , non ebbi poi V opportu- nità di fare V efperienze neceffarie fagli altri ani* mali. part, I. pag. %6, num. XXIX. Uh. z& per grandi , cV elleno fiano jj legg» purché elle non fiano gran- di* tv» )(**3)C Iv. Un. 22. Annot. La radice del Guaicurù arre» "v ila ancora i progreffi della cangrena, e la diffecca : totalmente . Iv. n. XXX. Un 3. Confiderabile .* legg. confide* rabile 5 e lìn. 9. fimile : legg. fimile . Avvert. La /• btnefpejfo in queft* edizione fi è cangiata in f. , come pu<* re la r in t , e qualche altra lettera in un altra din : verfa 0 doppia , il che facilmente fi pub conoscere . Fart. I. pag. 27. n. XXX. Un. 3*. Annot. Si è feoperto in Bologna, che la decozione delle foglie^ del Culìn uccide , ed efpelle i bigatti , o vermi , che fi formano nel corpo umano. Iv. n. XXXI. Un. 27. Annot. I fiori del Palqui fono gialli , e difpofti in ifpighe lunghe cinque in fei t| pollici, nel che egli fi differenzia effenzialmentedal Sambuco . Il legno n' è fragile affai . Ciò non o- flante gì' Indiani ftropicciandone un pezzo con un* altro ne cavano del fuoco . Per far ciò , ne fcelgo- ìio due bacchette ben fecche della groffezza d' uru, dito; aguzzano poi la punta dell' una , e la metto- no in un piccolo buco fatto nella metà dell' altra, dove la fan girare velocemente con ambe le mani. Fra pochi momenti il legno di fòtto comincia a fu- mare, ed in breve il fuoco vi fi manifefta . Queft* operazione è chiamata Repu . Fart» I. pag. 2,8. n. XXXI. lìn* 17* lungo le^ o. e più tefe di elevazione fulla fuperficie del Mare . Io non lo efaminai ne' monti più alti , ma i padroni &QfCi de* luoghi mi differo , che vi avevano delle.* fornaci ; P ho veduto però nelle cime d' altri , eh* Q^$ era- erano elevati io. tefe fopra la fuperficie del Mare. Tom, 3. Part. 2. lib. 2. cap. 6. num. 53 5* v. Chile. #atf*2 I.pag. 55. «. LXVlll. Un. 14. tutte tre : /f££. tutte e tre. Iv. pag. $6. n. LX. lìn* 21. s* attengono : /<££. $' aftengono . Iv. pag. 57, n. LX1. Un. 18. funi lunghi :legg» funi lunghe * fan. 1. £#£. tfii #a LXIV* Un. 19. una centina? kgg. un centinaio . F#r*< I. pag. 6$. n. LXV1. Un. 19- Nella Pro- vincia di Colchagua fi vede una Zanzara un pò più grande delle Zanzare ordinarie , la quale fpira un* odore grato di mufchio , che fi fente da lontano, on- de vien chiamata Zanzara d* ambra. Le villane ne prendono in quantità per profumare i loro abiti* Tart* 1. pag. 71. n. LXXIV. Un. 12. Il Thile, o Chile , da cui {i congettura, che derivi il nome del Chlle , è a un di preffo della grandezza d* uno fior- nello, man' ha la coda più lunga . Il nome gli vie- ne dal modo di gridare , perchè pronunzia chiara- mente la voce Chile . Il mafchio ha la piuma tura tutta nera , fuorché fotte le ali, eh' è d* un bel gial- lo . La femmina è d5 un color grigio fofeo . Queft* uccello, che vive di tutto ciò, che incontra , fab- brica il fuo nido di fango fugli arbofcelli preffo i ri- vi. X*39)( vi , dove fi fcafica di tre uova bianche . Egli canta bellamente , ma non viene allevato in gabbia per certa puzza difplacevole , che tramanda dal fuo cor- po . La R*ra è poco più piccola d' una quaglia , a, cui raffomiglia molto per la forma del corpo, e qua « fi pel colore, che tira più al nero • Il fuo becco è dentato come la lama d' una fega , ed affai taglien- te . Ella fi ciba d' erbe , ma ha la maligna proprie- tà di tagliare tutta la pianta preffo la radice, pri- ma di mangiarne. Quindi erta fa un danno notabile alle biade e a tutti i legumi ancora in erba . Perciò i Nazionali procurano di (terminarla da per tutto . Ella coftruifee il fuo nido fagli alberi, ove non fa pila di due uova biancke punteggiate dì roflb . La Loica è un pò più grande, e più groffa del tordo-, a cui è limile pel becco , e per la coda . Le penne della parte fuperiore del fuo corpo fono mifte di bi- gio , e di bruno , ma quelle del petto dal becco in- fìtto alle gambe fono nel mafehio d* un colore vi- vo di Scarlatto , e nella femmina d* un roffo debo- le . Queft* uccello fi nutrica di fernenti , e di ver- mi, e s' annida ne' buchi , che truova a cafo in ter- ra , dove depofita tre uova cenerognole variate di nero. S* alleva bene in gabbia, e canta con molta armonia . Quando fi truova in libertà , il mafehio accompagnato dalla femmina s' eleva ca-ntando qua- Q3 fi )C*4©)( *^^*~-*^*™*~~~ ii BiMliiiMin^>gP^«a»^iiai hì jii ■ iimbbbmhbbb— bw r fi perpendicolarmente ad una grand' altezza In aria e fcende della ftelTa maniera» GY Indiani , che han- Ho molte fuperftizioni intorno a quenV uccello, ado- perano le belle piume del fuo„ petto per adornare le loro tefte, e le cime delle loro lande . Fari. L pag. 74. num. LXXV1. Un. 33- Annoi. del Sìg. ulloa* A proporzione di quella grand' ab- bondanza, che vi è di carni, e di biade , fi trova- no le altre cofe « I volatili domeftici , come polli d* India, Galline, oche 9 anitre &c. vagliono pò- chiilìmo, e fé fi' allevano molti con poca diligen- za , e neffuna fpefa in tutte quelle cafe di campa- gna * La cacciagione pure vi abbonda dell' ifteflo modo, le di cui fpecie fono anitre falvatiche , per- sici , beccaccie . « . &c. EfTendovi in quefto P atmo- sfera non meno prodiga della terra 3 giacché emula della fua fecondità P imita in ciò , eh* è proprio del- la fua regione - Tom. 3» Part. a. lib, 2,. cap. 5. n« 514. v. Chile* Fart. 1. pkg. 76. h. LXX1X» Un. 14. pronimen- t è . Ai : legg. prominente . Dai . Iv. pag, 80. n* LXXXIIL Un. 14. I piedi, C le mani .- legg. Le mani , e i piedi . Fart. I. pag. 80. n. LXXX1I. Un. 18. Jnnet. Io non trovai P occafione di offervare il Cavai Mari- no. Seguendo la relazione di alcuni ? che lo videro fon' Km oc fott' acqua , penfai , eh* egli non fi differenziaffe dall' Ippopotamo Africano . Altri poi, che V offervaro- no fuori del Mare , mi hanno detto , eh' egli è a un di predo della fìatura d' un cavallo ordinarlo, a cui raffemiglia di molto per la tefta, per 1' incollatu- ra , e pel dorfo ; che ì fuoi piedi fono formati a guifa di quelli del Leon marino, e che il colore de! fuo pelo, eh* è affai folto, non è diverfo da quel- Io de* Lupi Marini della feconda fpecie . Fart. I. pag. 87. num. LXXXIX. Un, 18. Annot» I Cervi non fi trovano dalla banda del Chile . Se ne veggono alcun! nelle valli Orientali degli An~ de*, i quali forfè vi paiTano dal Cujo , dove fono affai comuni. Fart. I. pag. pi. n. XCI1I. Un. 26. Annot. del Sig. Ulloa: In quefto Regno del Chile pare , che ab- biano origine quei celebri cavalli , e mule , che van- no di portante, di cui s9 è fatta menzione nella I» Parte, ed effendo tutti qaelli, che fi trovano nell* America , procreati dai primi , che vi fi trasporta* rono dalla Spagna, quelli del Chile acquiftaroi.o l* eccellenza d* un nuovo paffo , nel quale fono fu* periori non folamente a gli altri dell' America, n a anche a quefìi di Spagna, da cui derivano, lo mn nego , che i cavalli introdottivi nel primitivo te-n- po foffero ambiami per inclinazione, o razza .poi- ché S.A ""S )( 242 )( die oggigiorno fé ne vedono anche in Ifpagna mol- ti con quella prcpietà : ma dico , che avendovi i Na- zionali avuto più riguardo di confervarne la razza, fenza mefchiarla con quelli, che vanno (blamente di trotto % i Chileni fono incomparabilmente molto pili perfetti di quefti di qua i imperciocché fenza al- tra industria, che la loro propria inclinazione, cam- minano sì velocemente, che pofti a lato d' un* al- tro, che corra, non permettono, eh* elfo li prece- da, e colui che li cavalca vi gode ali* ifteflb tem- po d' un ripofo sì foave , che non lafcia luogo air agitazione d* incomodarlo . Sono innoltre così belli, come i celebratiiHmi dell' Andalusia, ben fatti , e generofi. Per quefte eccellenti qualità fi fanno fti- ?nare per ogni dove, e fi conducono a Lima, co- me un regalo il più degno di pregio, che poifa^ prefentarfi alle perfone del più alto carattere . Altri li conducono pel loro diporto, e fono già sì comu- ni in tutto il Perù , che arrivano fino a Quito . Per quefta ragione fé ne fono fatte delle razze in tutti quei Paefi, ma in -neflìino d* effi riefeono colla per- fezione , che nel Chìle . Tom. 3. Part. 2. lib. 2. cap. 5. n. 521. Pxrt. I. pag. iii.rj.CIX. Un. 13. una grsn par- te de' monti.- legg. in una gran parte i monti. j*rf. IL pag. 115. n. IL Un. 5. Peguenches : legg. Xmj)( legg- Pehoènches ; e lìn.é}. Giunchi : legg. Cunchì . Part. II. pag. 119. n. IV. Un. iS. Annot. Mólti fi perfuadono, che la bella carnagione degli abitane ti di Boro* abbia origine da' prigioni Spagniioli , che vi rimafero dopo le vittorie del Tcqui taìllamachu. Ma e' è una ragione , che diftrugge , per quel che mi pare, querV opinione. La maggior parte de' l'ad- detti prigioni fu confinata nelle Provincie più Xn- itrali degli Araucani , come fi ricava dalle memo» rie , che ci iettano di quel tempo , e pure non vi fi trovano de* bianchi. Quefti Spagnuoli ,come pu- re fi fa, v' ebbero de' figliuoli. Gli Araucani chia- mano Huìnca , cioè bianchi , gli Spagnuoli , perchè danno un' altro nome del tutto differente a9 bian- chi biondi , quali fono i Boroanì . Queft? Provincia di Borox fìtuata fulla riva Aufirale del fiume Cautèv ha di lunghezza folamente 15. leghe, e altretanto incirca di larghezza . l*rt. II. pago 156. u. XHII. ììn. xo.Guarpenesi legg. Guerquenss . Pan. lì. pag. 143. n. XX ir. Un. 37. . e rìpe= tendo cantando.4 legg. e ripetono cantando. Part. II. pag. 164. n> Xl. Un. 19. Annot. 1^^ manifatture fono in cattivo fiato nel Chile, 0 per dir meglio, non vi fono. Quafi tutto il bifognevo» le pei vefiiario vi fi porta dall' Europa , Dell' ec- ce!- ne M4 x celiente lana del Paefe non vi fi fa altro , che ba- sette di diverfi colori , che per lo più fi confuma- no fra i Contadini , e la gente povera delle Città , Tonchi, Calze, espelli , ed altre cofe fimili . Del lino non vi fi femina , che un poco, per raccoglier- ne la femenza . Neil' Ifola Chilo* fé ne fanno alcu- ne tele , che rimangono nel Paefe « La canapa s' im- piega folamente per fare delle Corde, e qualche co» fa di refe . I bachi da feta , ancorché il Paefe fia a- riattato per la loro educazione, non vi fono flati fi- mera introdotti. Un' Europeo, nondimeno, che per la gran quantità , che fé n' alleva nel fuo Paefe, li cenofee molto bene , ailìcura d? averne trovato un gran numero nella Provincia di Manie falle foglie d* hu' albero felvatico , i di cui bozzoli, fecondo lui 9 Bon differivano ne per la forma s né per la finezza della feta, da quefti d' Europa. Le tre arti nobili pittura , Scultura , e, Architettura vi fi trovano an- che io uno fiato molto imperfetto . Vi mancano e- &iandio molte altre arti utili , come ^ per efempio 5 ì? intaglio, la flampa, &c. lart. IL pag* 192;. n* XXXIV. Un* itf."a otta leghe : legg* a i<5. leghe * ?&rt. Il, p%$, 2,00. n* XL* Un* 72* Humanità * fagg. Umanità -. Re- XmsX Regiilro de3 Rami , che fi contengono in quello Compendio • Carta Geografica . Tav. i. Palma , e Pino Chileno . Tav. z. Uccelli. Tav. 3. Animali quadrupedi • 9^^. 4. Macello delle Vacche. Tav. 5. Gì«(?f(? *fe//a Chueca. Tav. 6. Giuoco del Cututumpeucu . Tav. 7. Btìf//e degly Indiani . Tav. B. Dama in abito da far vi/ita. Tav. g. Dama in abito da fi are in e afa . Tav. io. Pianta della Città di S. CV**^ 2*~ 74- 90. 94. 154. *«•: 168. 16$. fé/ftl ÉitlfcBWIHW