Diana ni arie iii em TNYÉ ALESSANDRO BRIAN Ce WILSON COPEPOD LIBRARY DITO Smithsonian Institution Invertebrate Zoology (Crustacea) Pa SURE FODI PARASSITI Pesci d'Italia (Con XXI Tavole) Ze onian tratityy, =: > % \ 3182893 |) } DI LS 4; - $ efdional Mussa —- = WTLSON ) COLLECTION a) (BS pen TA a GENOVA STAB. TIPO-LITOGRAFICO R. ISTITUTO SORDOMUTI 1906 ge DE IE II RELa elia BREESZIONIE ) E OPERA presente è divisa nelle parti seguenti: Sforza, Sistematica, Corologia e Bibliografia. La Sistematica, che è la parte più importante, riguarda tutte quante le specie di copepodi trovati finora, per quanto io sappia, sui pesci d'Italia. l Nella Corologia o distribuzione geografica ho compreso anche le località che, pur non essendo italiane politicamente, tuttavia sono geograficamente riguardate tali. La Bibliografia riflette tutte le opere pubblicate fino ad oggi, che trattano dei copepodi parassiti senza distinzione d’ ospite. Ringrazio il mio amato maestro Prof. Corrado Parona, il quale dopo avermi ispirato questo lavoro mi fu largo di consigli e di incoraggiamenti e pose a mia disposizione il ricco materiale del Museo Zoologico della R. Università di Genova, di cui è Direttore. Saranno esposti nella presente pubblicazione anche i risultati ottenuti dall'esame recente di una raccolta di tali crostacei, da me fatta, durante l’estate 1903, nella Stazione Zoologica di Napoli, oi dove ebbi un tavolo di studio per gentile concessione del Mini- stro dell'istruzione pubblica e del Direttore e Fondatore di detto celebre Istituto, Prof. Dohrn, ai quali esprimo la mia gratitudine Colà ho potuto eseguire da materiale fresco e quasi ancor vv una parte dei disegni a colori che corredano questo libro Cooperarono alla raccolta del materiale dì copepodi parassiti dei pesci, da me studiato, che si conserva nel Museo Zoologico della R. Università di Genova, oltrechè il prof. C. Parona i signori professori F. Mazza, E Setti, V. Ariola, G. Damiani, il compianto A. Perugia e sopra- tutto il preparatore sig. B. Borgioli, ai quali tutti rivolgo i miei ringraziamenti. HMBORTS: I. Copepodi lerneiformi. La prima rudimentale conoscenza dei copepodi parassiti dobbiamo ricercarla in tempi molto antichi. Aristotile (384-321 av. C.), la mente più vasta e più nudrita di studi, l'osservatore più diligente e profondo di tutta l’ antichità, è stato senza dubbio il primo a darci notizie sull’ esistenza di questi animali. Nella sua “ Historia Ani- malium ,, ricorda che il tonno e il pesce spada sono tormentati da una specie di verme, che si attacca da sè stesso sotto la natatoria e causa tale irritazione all’ani- male che esso sovente salta fuori dell’ acqua e cade sul bordo dei bastimenti. « Thunni et gladii agitantur asilo canis exortu, habent enim utrique per id tempus sub pinna ceu vermiculum, quem asilum vocant, effigie scorpionis, magnitudine aranei; infestat hoc tanto dolore, ut non minus interdum gladius quam delphinus exiliat, unde fit, ut vel in navigia saepenumero incidat. » Lib. VIII, Cap. 10. Plinio il vecchio, cultore di lettere e scienze, nella sua “ Historia Naturalis,,, più che trattato di storia naturale, enciclopedia del sapere di quei tempi, non mancò di ripetere l’asserzione di Aristotile quasi colle parole stesse di lui. « Ani- mal est parvum, scorpionis effigie, aranei magnitudine. Hoc se, et thynno, et ei qui gladius vocatur, crebro delphini magnitudine excedenti, sub pinna affigit aculeo, tantique infestat dolore, ut in naves saepenumero exiliant. Quod et alias faciunt aliorum vim timentes, mugiles maxime, tam praecipuae velocitatis, ut transversa navigia interim superjactent. » Lib. IX, cap. 16. Oppiano di Cicilia, vissuto in tempi che correvano poco favorevoli per la poesia e per la letteratura ellenica, proclivi quali erano alla erudizione e ad una cultura varia e curiosa, compose, verso il 180 dopo Cristo, un poemetto didasca- lico mitologico sulla pesca (Alieutica in 5 libri) povero d'ispirazione, in cui descrisse le sofferenze del povero tonno e del pesce spada in linguaggio patetico, e asseriva che i pesci sono spesso uccisi dai loro assalitori pigmei ('). (!) Al Tonno, e al Pesce spada ognor va dietro Or quindi si cavalcan per lo flutto Danno compagno, che non pònno mai Lassare, o pur fuggire, nelle pinne Sedente, crudo Assillo, che nel tempo Che spunta il cane torrido, ed arsiccio, Del mortal ago la veloce appoggia Forza, ficcato assai acutamente, E fiera rabbia desta, di dolori Armando, e instiga contro voglia al ballo Con ispesso flagello: e quei da negra Puntura enfiati infuriano; ed or quinci, [Trad. di Infinito, tenendo immenso affanno, Sovente s'imbatter nelle cornute Ben antennate navi, a corsa spinti Distemperata, e sovente dal falso Flutto sbalzaro, e scorsero per terra Palpitando, e i dolori assai gagliardi Barattaro alla morte; tal eravoso Morso l’ingombra, e giù caccia nel fondo; Nè li abbandona o refrigerio lascia. Ant. Maria Salvini. Firenze, 1728, Lib. II, p. 273). Sas IRINA Ateneo grammatico greco, nativo di Naucrate, fiorito dopo la morte d’Au- gusto e vissuto lungo tempo a Roma, celebre per la sua opera “ Deipnosophistae ,, (Banchetto degli eruditi), in 15 libri, stata tradotta più volte, preziosa per la storia delle lettere, delle scienze, dei costumi e dei mestieri, contenendo quasi 1500 estratti di scrittori perduti, ripete ciò che i suoi predecessori avevano scritto a riguardo di questi parassiti. Queste sono le poche notizie relative al nostro argomento, che si possono trarre dalle opere dei Greci e dei Romani, notizie che danno un concetto delle scarse e grossolane cognizioni loro a riguardo di tali parassiti. Ed esse, a dire il vero, sono dovute ad osservazioni originali molto imperfette da parte di un solo, cioè di Aristotile, a cui le varie scienze mettono capo e la zoologia prima di tutte. Da lui comincia la storia dei nostri crostacei. Sebbene sia evidente che egli col termine oî6720: (0estrus sive astlus marinus) abbia voluto accennare ad un copepode lerneino, non tutti gli odierni naturalisti vanno d’ accordo sulla sua interpretazione. Gerstaecker nel classico trattato (!) ritiene che si possa riferire tanto ad un caligide (Cecrofs) quanto ad un isopodo parassita, ciò nondimeno è difficile. egli scrive, di stabilire il vero, per mancanza di cognizioni sicure a questo proposito. Boccone di già nel XVII secolo pensava che si trattasse di una Pezzella. Per primi Steenstrup e Liitken nel 1865 (°) dimostrarono che l’animale in questione è un lerneopodide, ossia precisamente la Brackiella Thynni di Cuvier, ciò che secondo me è più che certo. Difatti questo copepode parassita si trova con una certa frequenza sul tonno e sempre sotto l’angolo delle pinne: è di gran- dezza abbastanza notevole, e nelle sue forme esterne foggiato così stranamente da eccitare la fantasia dei primi osservatori. Nulla di più naturale che Aristotile abbia creduto di intravedere in questo animaluccio la forma dello scorpione, rite- nendolo parassita molto doloroso all'ospite, a causa delle varie appendici da cui è costituito, somiglianti a piedi ma probabilmente scambiate per organi succhianti. Le quattro appendici caudali sottili ed allungate, i due sacchi oviferi parimente protesi all’indietro colle due braccia esili e il lungo collo pure assottigliato e spor- gente in avanti, danno certamente all’ animale un aspetto che doveva imbarazzare assai nella descrizione anche l'osservatore di quei tempi di maggiore ingegno. Non deve perciò meravigliarci se Aristotile paragonandolo per grandezza al ragno, non abbia saputo trovare altro insetto che lo scorpione per confrontarlo nel- l'aspetto esterno. D'altro lato non dimentichiamo che egli riconobbe in questo lerneopodide la natura di verme giacchè lo chiamò ver72zculum. Caduto l’impero romano e tramontati gli ultimi avanzi della rifioritura ellenica nelle lettere e scienze dopo Alessandro, coll’ età bizantina e col medio evo cominciò per tutte le scienze e specie per la zoologia quel lunghissimo periodo di tempo, che Victor Carus chiamò, con felicissima espressione, — periodo del silenzio — durato per le scienze tutte fino al XII secolo e più lungamente in ispecial modo (1) V. p. 592 dell’ op. cit. nella Bibliografia. (2) V. p. 421 dell’op. cit. nella Bibliografia. a Oria per la nostra carcinologia, per quanto compensato, a dire il vero, dal luminoso progresso dovuto alla scuola araba. Quest’ ultima epoca non ha dato indizio, per quanto io sappia, di conoscere l’esistenza dei copepodi parassiti. Pur troppo il silenzio continuò profondo per secoli e cioè fino dopo il XII; e se nei secoli XIII, XIV e XV, la zoologia cominciò a svilupparsi, ciò fu soltanto per quello che riguarda gli animali vertebrati principalmente; ma ben poco per gli altri e nulla pei crostacei. È d’ uopo trascorrere tutto il medio evo e non breve tempo susseguente per trovare traccia di nuove notizie su di questi animali e giungere ai secoli XVIe XVII, allorquando col rifiorire delle scienze, anche la zoologia fu maggiormente coltivata. Tuttavia i primi naturalisti di questo nuovo periodo non ci fecero conoscere nulla di nuovo, essi si riferirono agli scritti di Aristotile e di Plinio. Ippolito Salviani, italiano, nativo di Città di Castello (1514-1572) nella sua « Aquatilium Animalium Historia» (con 99 tavole in rame) pp. 126-8, cita a lungo i passaggi riferentisi all’ argomento datoci da Aristotile, Plinio, Oppiano e Ateneo. Parimente Guglielmo Rondelet, naturalista nato a Montpellier (1507- 1566), nei suoi « Libri de Piscibus Marinis, » ripete gli accenni dei primi autori sul parassita del tonno e del pesce spada, e a provare la sua personale conoscenza del piccolo animale in discorso, ci dà una figura di un tonno, col parassita attaccato presso della pinna pettorale. Esso aderisce, scrive egli, così tenacemente, che non può essere rimosso da nessuna scossa, dal corpo del suo ospite » ('). Corrado Gessner celebre naturalista, detto il Plinio tedesco, nativo di Zurigo (1516-1565) nella sua « Historia Animalium - De Aquatilibus », 1558, entra largamente a discorrere di questo stesso animale. Egli descrive la sua struttura ed aspetto, e dice: « Poca gente sa che questo parassita, per essere molto piccolo, si vede raramente, fuorchè nel tempo che si leva la canicola e allora si nota non su parecchi pesci, ma solamente sul tonno, pesce spada, e occasionalmente sul delfino (e non su ciascuno individuo). » Egli dà una figura di esso poco ingrandita (p. 112, fig. annessa), e ripete il disegno del parassita 27 s/6v sul tonno (p. 1152, fig. an.), come precedentemente l’aveva data Rondelet. « Detto animale aderisce così solidamente, egli osserva, che non può essere rimosso senza essere strappato. Succhia il sangue del pesce, come fa la sanguisuga, fino a che cade per troppa pienezza, e allora muore. » Dopo questa considerazione egli rileva che questi pesci, (il tonno specialmente è menzionato) sono magri e cattivi durante il forte del- l'estate, dovuto ciò all’ essere così miserabilmente tormentati da tale contagio, e sono più facilmente presi in questo tempo che in inverno, nella quale stagione sono in migliore condizione (pp. 112, 113). L’esemplare che egli descrive, avendolo esaminato egli stesso, era di un colore bianco, e fu trovato aderente « ad zscem Pagrum ». (!) Vedasi qui riprodotto a tav. XIX, fig. 6 del presente mio lavoro, il cattivo disegno del- l’Oestrus sive Asilus di Rondelet come è stato eseguito da questo autore, e pubblicato a p. 112. della sua opera « De Piscibus Marinis, » in un'antica edizione del 1554, stampata a Lione, apud Matthiam Bonhomme. ——_ IO -—— Finora oggetto di attenzione da parte di questi naturalisti ora ricordati è sempre la Brachiella del tonno. Il primo ad occuparsi di una specie diversa è stato Tommaso Moufet, il quale nel 1634, nel suo « Theatrum Insectorum », Cap. 38, p. 321, dà una figura molto rozza di animale, che accanto ad un isopodo parassita, distingue come ediculus marinus, e che sembra al Gerstaecker doversi riferire ad un pidocchio di pesce, forse al gen. Dichelesthiwm? Francesco Redi (n. Arezzo, 18 febbr. 1626; m. Pisa 1 marzo 1694) natu- ralista, medico e letterato insigne che colla sua opera lasciò orme incancellabili nella storia naturale e nella elmintologia, non conobbe, a dire il vero, alcuno dei copepodi parassiti dei pesci. A. lui per contro spetta il merito incontestato di avere scoperto il primo copepode di forma regolare, avendo fatto conoscere il Dorofygus della Mentula (Osserv. intorno agli animali viventi che si trovano negli animali viventi, Firenze 1684), mentre si attribuiva questo merito a Stephan Blankaart per una cattiva figura di Cyclops? pubblicata in Amsterdam nel 1868. Don Antonio Giuseppe Pernetty scrittore francese, nato a Roanne nel 1716, morto a Valence nel 1801, facendo parte come elemosiniere della spedizione di Bougainville alle isole Malouines (1763-4), ne pubblicò la relazione a Parigi nel 1770, e in questa sua opera (') fa conoscere, senza saperlo, la specie stessa che aveva attirato l’attenzione di Aristotile e suoi imitatori (T. 1,p. 93). La trovò aderente ad un tonno nell'Atlantico e ne diede due figure nella PI. I, fig. 5 e 6, che mi sembrano rappresentare con verità la Srachzella Thynni. Più tardi Enrico Maria Ducrotay de Blainville, celebre zoologo e anatomista, nativo di Arques (1778-1850), illustra questa stessa forma di copepode, chiamandola Lerzeomyzon incisa (Journal de Physique, xcv, 1822) e presentando una figura nella quale Baird (1850) riconosce il medesimo animale descritto da Pernetty. Boccone, un naturalista siciliano, nelle sue « Ricerche e Osservazioni Natu- rali » pubblicate in Amsterdam, nel 1674, ci informa che a Messina la sua atten- zione fu richiamata dal Sig. Scilla, un celebre pittore e antiquario di quella città, dal fatto che lo Noiphias, o pesce spada, era bene conosciuto dai pescatori della costa per essere tormentato da un parassita che essi chiamano sanguisuga. La sola informazione che egli ricevette si era che l’animale agiva similmente ad un succhiello che penetrava da sè stesso nella carne del pesce. Gli avvenne tuttavia di ottenere un esemplare, che egli descrive e figura (op. cit. p. 284 e seguenti, tav. p. 287). Esso seppellisce, egli scrive, la sua intera testa o tronco nella carne del pesce spada. E tale parassita può fissarsi su qualunque parte del corpo dell’ ospite, ma non si mette mai vicino alle pinne perchè queste, coi loro movimenti, non arrivino a danneggiarlo. Boccone erroneamente riferisce questa specie all’ oìstooc o aszlus marzmus di di Gessner ecc. e aggiunge che non è stata data la figura di esso nè da Gessner nè da altri. Evidentemente questo naturalista ha solo dato importanza al fatto che il parassita si trova sullo X7/z%2s o pesce spada e quindi si è ingannato ritenendolo per la forma nota da Aristotile, che questi indicava a torto non solo sui tonni ma (1) PerneTTY A. G. — Histoire d’un voyage aux Iles Malouines, Paris, 1770. av anche sui pesci spada; ma se avesse osservato le figure date da Gessner e da Rondelet, egli non avrebbe commesso l’errore di asserire le due specie essere identiche. La forma descritta da Boccone è stata riconosciuta da Baird (1850) per una Pezzella (P. filosa parassita dello Nzfhias gladius). Il naturalista siciliano a proposito di questo parassita ha fatto una curiosa osservazione: « questa sanguisuga, così scrive, sembra essere tormentata da una pulce che io non ho giammai visto su alcun altro animale. Essa è della gran- dezza di un pisello e sta attaccata da sè stessa solidamente sull’ animale » p. 292. Gessner stesso nel citare la descrizione di Aristotile dell’ as2/us, aveva già escla- mato « adeo nihil est quod hoste careat » p. 112, e l’osservazione fatta da Boc- cone si spiega chiaramente colla presenza, notata da parecchi autori, di parassiti viventi sopra la Pezzella. Voglio alludere al Corchoderma e alle Campanulariae cirripede il primo e idroidi i secondi, che si trovano a vivere come epocumeni 0 commensali su di detto copepode; associazione questa strana di una forma paras- sitaria sopra di un’altra parassita, che ebbi occasione anch’io di constatare a Genova su esemplari di Pezzella. Muraltus, nelle « Miscellanea curiosa sive Ephemeridum Medico Physicarum Germanicarum Academiae Naturae Curiosorum » pubblicate a Norimberga, nel 1682, ricorda che mentre sezionava un esemplare di IMustela Auviatilis (Lota vulgaris Cuv.), egli trovò un insetto infisso nell’occhio e pendente fuori da questo. Esso era solida- mente impiantato per mezzo delle braccia, e non vi era dubbio, scrive questo autore, che il parassita offendesse l'occhio, sì da rendere il pesce cieco. Baker, nelle « Philosophical Transactions » 1744, vol. XLIII, 35, f. 2, 3; de- scrive un « nuovo insetto marino da lui scoperto » alquanto simile al precedente che egli chiama « succhiatore d’ occhio » e che trovò « fissato per mezzo del suc- chiatoio » all’occhio della sardina. La figura è eseguita molto malamente, tanto che, non è possibile determinarne la specie; ma noi sappiamo come una Zerzaca infesti la comune sardina, ed è stata disegnata da I. Sowerby nelle « British Miscellany ». Si tratta probabilmente di questa specie, che oggi ha ricevuto il nome di Lerzacenicus sprattae Sow. Tutti i predecessori di Linneo, che si occuparono di taluno dei crostacei, che qui trattiamo, sembrano aver fatte ben poche osservazioni personali di alcun rilievo. Anche quelli che diedero qualche notizia originale e nuova, non sapevano sceverarla da preconcetti ed errori grossolani, e la zoologia in quel tempo ne trasse ben poco profitto per la conoscenza di questo gruppo. Solo da parte dei successori di Linneo, nei primi decenni del secolo XIX, come vedremo in seguito, si cominciò a raccogliere notizie di varie specie con osservazioni più esatte, e andò così preparandosi il terreno al periodo brillante per la storia dei nostri crostacei che comincia con Nordmann (1832). Ma prima ancora di arrivare a quest'epoca è interessante vedere quanto hanno fatto su questo argomento Linneo stesso e i suoi continuatori. Nel 1746 Linneo, nella « Fauna Sùecica » 1.° ediz., descrisse col nome di ZLernaca cyprinacea un animale parassita trovato sopra il Cyprus carassius. Sebbene questa specie sia stata riconosciuta oggi come appartenente al genere Lernacocera, tuttavia da essa è stato stabilito il genere Lerzaea. Il celebre natu- ralista svedese nel suo « Iter Vestrog », 1747, diede notizia di un’altra specie trovata sulle branchie di un Gadus, che egli chiamò Zermaca asellina ma alla quale oggi fu cambiato il nome in Oralien asellina. Nella sua seconda edizione della « Fauna Suecica », 1761, egli aggiunse una terza Zerzaea, come abitante le branchie del salmone: e questa è la stessa che fu figurata e descritta da Gisler negli « Act. Holmens. (Acta Suecica): Kong]. Vetensk. Handling. », nel 17531, sotto il nome di Pediculus Salmonis, nome che.da Blainville fu sostituito con quello di Lerzaeopoda salmonea. Nel « Systema naturae », 12 ediz., 1766, infine Linneo aggiunse alla lista delle lernee una quarta specie, Lernaca branchialis, e queste quattro specie costituiscono tutto quello che il grande sistematico comprendeva nel genere Zerzaea, che suc- cessivamente andò estendendosi in modo da riunire forme le più svariate e for- mare un grande gruppo o famiglia. Ma in seguito il genere ricordato fu ristretto entro limiti più angusti e naturali, e di varie specie si fecero generi nuovi (Zer- nacocera, Lernacenicus, Lernacopoda, ecc.) Oggi non sono compresi col primitivo nome, che la forma tipica di Zerzaca branchialis e solo tre o quattro altre specie. Linneo nel descrivere tali esseri d'aspetto così bizzarro, non ebbe nessuna idea che appartenessero ai crostacei; al contrario classificò le forme sopra riferite, a causa della mollezza del loro corpo, nei molluschi, nella classe dei Werzzes, se- condo il suo sistema; e due altre forme di copepodi parassiti, che non abbiamo ancora citato, li comprese negli Zoof/yt riferendoli al gen. Perzatula (Pennella). I contemporanei di Linneo frattanto contribuirono non poco ad allargare la conoscenza sui copepodi lerneidi. Stroem (1762) descriveva la Zerzaca adunca; Ellis (1763) la Pezzatula filosa e P. sagitta; Baster (1765) la Lerzaca Basteri (Blainv.); Goeze J. E. pubblicava nel 1784 un lavoro interessante sulle lernee; Moder (1786) trattava di nuovo della Perzatula filosa e P. sagitta; Abildgaard (1794) illustrava la Lerzaca anomala (Bramae); O. Fabricius (1794) faceva cono- scere la Zerzaca Lavareti; Holten (1802) la Zerzaea Merlucci e L. Exocoeti; Her- mann (1804) la Zerzaca squamicola e L. Lotae; Delaroche (1811) il Chordra- canthus Zet e i Ch. Thynni; Major (1824) la Lerzaecopoda stellata e L. salmonea; Grant (1827) la Zerzaea elongata; e Retzius (1829) la Zernaca Dalmani. Molte di queste forme sono conosciute oggi sotto altri nomi generici poichè in gran parte sono state tolte giustamente dal genere Lerzaea. I detti naturalisti tutti e anche altri editori e continuatori di Linneo. o piut- tosto scrittori sistematici, hanno seguito le vedute del naturalista svedese nel ri- tenere che le lernee fossero vermi. Bruguière, nell’ « Enceyc Mèthod. », 1792, e Blumenbach nel suo « Handbuch », 1779, hanno adottato l'ordinamento sta- bilito da Linneo nel suo sistema. Cuvier, nel suo « Tableau Élementaire >, 1798, poneva questi copepodi tra i A/o/lusca gasteropoda. Lamarck nel suo « Système des Anim. sans Vertèb.» 1801, ugualmente li comprende tra i molluschi, dispo- nendoli coi nudi Mo/lusques cephalés. Bosc pure li ascrisse ai J/o/lusca; ma osserva che si avvicinano ai vermi intestinali. Lamarck, più tardi insoddisfatto di questa disposizione nella sua « Philosophie Zoologique, » 1809, li pone negli anellidi insieme alle planarie e alle sanguisughe. Però già in quel periodo di tempo contro l'opinione linneana di riguardare simili parassiti come vermi e ancora, per giunta, molluschi, cominciano a farsi sentire voci isolate, quà e là, già molto prima dell’insigne scoperta di Nordmann, in seguito alle investigazioni sullo sviluppo. Lamarck stesso si avvide che la prima sua opinione non poteva essere esatta e più tardi, nel suo « Extrait du Cours de Zoologie, » 1812, mostra la necessità di formare una classe distinta per ricevere quelli, che egli chiama E$zz0azres, ani- mali, che egli non può riferire esattamente ad alcuna delle classi già determinate del regno animale; e nella « Hist. Nat. Anim. sans Vertèb. » 1. edit., 1816, po- nendo quelli tra gli Efzz00r%4, egli dice: « questi animali s'avvicinano ai vermi e agli insetti, senza appartenere nè agli uni nè agli altri. Essi indicano l’esistenza di una particolare serie, che probabilmente forma una classe nuova, e che può convenevolmente colmare la grande lacuna che esiste tra gli insetti e i vermi. » Il celebre naturalista tedesco Lorenzo Oken (1779-1851) professore a Jena, a Monaco ed a Zurigo, nel suo « Lehrbuch der Naturgeschichte, » 1815, seguendo Linneo nel porre le lernee tra i molluschi, fu però il primo ad iniziare la divi- sione di queste in differenti generi. Egli fino da quell’epoca aveva intraveduta la affinità delle lernee con alcune forme di copepodi parassiti (Dichelesthium, Ca- ligus, Argulus,) in quanto che egli le riunì con questi in una tribù speciale quella degli Armzwirmer e poneva le forme di lernee comprese nel suo genere Arofs coi generi di sifonostomi. De Blainville c’informa, che un anno o due prima, nel 1814, egli pure era stato indotto a riconoscere la necessità del separare le lernee in generi dif ferenti; e che fu persuaso ad assegnare loro un posto tra gli Ezfomozoa, o ani- mali articolati, riguardandole, « come un gruppo anomalo di vermi, intermedio tra i suoi //eferopoda e Tetradecapoda. » AI pari di Oken egli aveva fatto conoscere la relazione che evidentemente esiste tra loro e i Ca/zozdae, ma non ancora incli- nava a riferirle ai crostacei. Questo suo modo di vedere pubblicò nel 1816, nel suo « Prodr. de Classification Nouvelle du Règne Anim. » e si deve ritenerlo personale a meno che non si fosse inspirato a quanto Oken aveva detto prece- dentemente. In un lavoro ulteriore dedicato specialmente alle lernee, Blainville ricercò anzi la prova diretta della loro natura di crostacei. Wiegmann, anche appoggiato dall’ autorità di altri autori, ad es. di A. Nitzsch e del vecchio Leuckart, nel suo « Grundriss der Zoologie, » 1832, le riunì ai Syphonostomi di Latreille in uno e medesimo ordine da lui distinto come Parassita. Cuvier, il fondatore dell'anatomia comparata, di già nella prima edizione del suo celebrato lavoro, « Règne Animal, » aveva riconosciuti alcuni generi di copepodi parassiti come crostacei. Tosto, dopochè egli aveva pubblicato detto libro, il fisico Surriray, fece l'importante scoperta che le uova erano contenute in lunghi filamenti sospesi all'addome, e che i giovani, quando nascono, non sono somiglianti ai loro parenti, ma al contrario sono estremamente simili a giovani Cyclops. De Blainville ricorda il fatto (Journal de Physique, 1822), nel suo eccel- lente articolo « Lernaea, » e ammette pienamente la verità della scoperta di Surriray; e rileva l'affinità tra i caligidi e i lerneidi. Egli tuttavia mantenne questi ultimi fra = pid = gli &fizoa. Desmarest, infine nelle sue « Consid. Gén. sur la Classe des Cru- stacées » 1825, p. 343, note; sembra essere stato il primo a riferire le lernee, come un gruppo, alla classe Crustacea. Per stabilire e confermare in modo definitivo questa unione bisognava sem- pre più avere una prova ulteriore strettamente scientifica, e questa fu fornita dalle pazienti ricerche di Alessandro Nordmann. Nessun naturalista ha contribuito così efficacemente a farci conoscere la vita dei copepodi parassiti quanto Alessandro Nordmann professore di Zoologia e di botanica nel Liceo Richelieu di Odessa, che nel 1832 pubblicò le celebri « Mikrographische Beitràge » dove è esposto il risultato delle sue ricerche sopra la generazione e lo sviluppo delle lernee, che ebbero d’allora in poi un posto ben definito nella classe dei crostacei. Da quell’epoca data il principio di un periodo di studi veramente scientifici sui copepodi, che rivelarono gli stretti rapporti di parentela tra le lernee e gli altri sifonostomi e fecero fare un passo notevole alla conoscenza della morfologia e della sistematica di tutto l’ordine. « La prova che un Ca/igus è legato con una Lerzaca per evidenti forme intermedie, scrive Gerstaecker (op. cit. p. 596), dovette col tempo involontaria mente condurre anche alla supposizione dell’esistenza di rapporti di affinità tra i caligidi e i ciclopidi più simili a seconda della loro complessiva formazione del corpo.... La scoperta del Nordmann di giovani foggiati a forma di entomostraci, l’os- servazione della loro evoluzione a traverso stadi ciclopiformi nell’ AckZheres e nel Tracheliastes, la conoscenza fatta in essi di paia di membra boccali e di antenne per quanto molto piccole, e in singoli casi (27272642) anche di paia di piedi na- tatori rudimentali, provò luminosamente che appartengono all’ordine dei cope- podi anche quelle forme dall’aspetto più degradato dal parassitismo e di natura vermicolare ». Del resto il lavoro di Nordmann aprì anche un nuovo orizzonte circa i rap- porti fino allora non ravvisati e raramente apparenti tra le femmine e i cosidetti maschi pigmei nei sifonostomi e specialmente nelle lernee; e per una serie di osservazioni istruttive venne arricchita parimente la conoscenza dei generi e delle specie circa l’anatomia interna, i rapporti ecologici dei parassiti rispetto ai loro ospiti. Il progresso sviluppatosi collo studio sui copepodi dopo la comparsa del- l’opera di Nordmann fu oltremodo notevole e rapido secondo le direzioni più svariate. Non finirei tanto presto se volessi riassumere anche brevemente tutti i lavori diversi divolgati negli anni seguenti, basterà farne un rapidissimo cenno. Nell’anno 1839, Rathke pubblicò le sue osservazioni importanti sull’ anatomia del ANichelesthium sturiornis, e ciò poco tempo dopo che Pickering e Dana aves- sero èdito una interessante monografia su di un Ca/gus (della quale sarà fatta menzione più sotto a proposito dei caligidi). In pari tempo (1839) v. Siebold scopriva nel Cyclopsine castor (copepode libero) la fecondazione della femmina per opera degli spermatofori applicati ai lati dell’anello genitale dal maschio, processo riscontrato pure per le forme parassitarie. In breve sopratutto gli studi di Nordmann mossero un gran numero di osser- vatori come ad es. Burmeister (1835), Kollar (1835), Johnston (1835-36) ed Enrico Kròyer (1837-38), quasi in pari tempo, ad esaminare i più svariati pesci per ricercarvi i loro rispettivi parassiti, ed a portare maggiore luce sulla cognizione di generi nuovi e specie, altrettanto numerosi quanto in parte diversi e con aspetti molto strani. Milne Edwards, nel 1840, pubblicava la sua importante opera sui crostacei, e per primo compose un sistema di classificazione naturale per i copepodi parassiti, al quale più tardi fecero seguito altri tentativi di disposizione metodica per opera di Thorell (1861) e di Steenstrup e Liutken (1861). Dopo la scoperta fatta da Audouin e da Milne Edwards (1826) del Mzcofhoé astaci sul gambero comune, parassita foggiato in modo tutto proprio, si trovò che i pesci non erano i soli ospiti di tali forme ma che altri animali ben più bassi specialmente le ascidie, gli anellidi, gli echinodermi, le pennatule, il 2a/a- noglossus e la Doris potevano albergare copepodi. Una serie numerosa di natu- ralisti illustrarono chi una chi molte specie nuove di tale gruppo di parassiti. Non essendo questi crostacei compresi in quelli da me studiati, basterà che citi i nomi degli autori che se ne occuparono per ordine di data delle loro pubblica- zioni: Will (1844), Allman (1847), Leydig (1853), Thorell (1859) (1862-68), Sars (1861), Keferstein (1863), Boeck (1860) (1861), v. Bruzelius (1858), Hancock (1863), Mayer, Della Valle e Giesbrecht con lavori di recente pubblicati. Con tali opere la conoscenza di tutta una serie di forme e in pari tempo dei rapporti ecologici dei copepodi ha progredito di molto; ugualmente le nuove cognizioni acquistate sulla struttura intima di molte nuove specie non mancavano di esercitare un’influenza essenziale sulle vedute di quel tempo a proposito della sistematica; e contribuirono sopratutto a far rinunziare alla separazione fissa, fino allora conservata, dei copepodi liberi dai sifonostomi di Latreille. La parentela tra i due gruppi già intraveduta da Burmeister (1837), sebbene più tardi da lui negata (1843, p. 319), fu resa manifesta col lavoro di W. Zenker (') che ebbe il merito di avere riconosciuto fra le due divisioni l’unità del tipo nella costruzione del corpo e di avere riferite le differenze delle parti boccali al modo diverso di vivere. Numerosissimi sono i naturalisti che si rivolsero allo studio dei copepodi parassiti dei pesci in questi ultimi cinquanta anni. Tale è la copia del materiale bibliografico da non potersi certamente riassumere nelle presenti pagine. I sifonostomi in genere e le lernee formarono l'oggetto di lavori in modo speciale ricchi di notizie o di figure da parte di Dana (1853) che pubblicò un’opera poderosa sui crostacei degli Stati Uniti; da parte di Steenstrup e Litken (1861), di Kréòyer (1863), di Nordmann (1864), di Heller (1865), il quale illustrò un materiale ricchissimo di crostacei raccolti durante il viaggio della nave austriaca « Novara. » Oltre a ciò furono fatte conoscere in parte molti generi e specie nuove, in parte singole forme, da Van Beneden (1850-60), Kélliker (1852), Gerstaecker (*) Zenger W. — Ueber die Cyclopiden des stssen Wassers: Wiegmann's Archiv. f Naturgesch. XX, I, p. 88-102, Taf. 6, 1854. ato — (1853 - 54) Pagenstecker (1861), Turner e Wilson (1862), Steenstrup (1862), Bergsoe (1864), Hesse, Schaub e altri. 4 Brihl (1860) fece la scoperta morfologicamente importante della presenza di numerose, per quanto estremamente piccole, paia di piedi bifidi della Lerzacocera. Carlo Claus, morto pochi anni or sono, professore a Vienna, si distinse in sommo grado per studi notevoli e numerosi compiuti sui copepodi, pubblicando memorie che fanno epoca. Le sue osservazioni cominciate dopo il 1857 fruttarono una serie ricchissima di pubblicazioni sulla morfologia e anatomia di questi esseri. Egli è stato il degno continuatore dell’opera celebre di Nordmann. Sopratutto importanti sono le memorie seguenti: « Ueber den Bau und die Entwickelungs- geschichte Parasitischer Crustaceen » , 1858; « Ueber die Familie der Lernàen, » 1861; « Ueber den Bau und die Entwickelung von Achthefes percarum, » 1861; « Beobachtungen tiber Lernaeocera, Peniculus und Lernaea, » 1868. Di molto interesse è stata la scoperta fatta da Metzger nel 1868 dei maschi delle lernee. Egli inoltre trovò le forme giovanili della Lerzaca branchialis tra le branchie di /a/essa flesus Cuv., mentre la femmina adulta vive su pesce di specie diversa. Le sue ricerche e quelle di Schimkevitsch, di Wierzeijski ma sopratutto quelle recenti del russo Pedascenko portarono un largo contri- buto alla conoscenza dello sviluppo della Zerzaea. Nel 1877 Wierzeijski ha pubblicato una memoria colla quale fa conoscere che la Perze/la varians presen- terebbe le stesse abitudini della Lerzaea branchialis, poichè passerebbe la prima parte della sua esistenza parassitaria sulle branchie delle seppie e dei calamari, per trasportarsi in seguito sul delfino dove trascorre il periodo della riproduzione. Gerstaecker finalmente ha riassunto in un voluminoso trattato sui crostacei (1866-1879) quanto si conosce fino ai suoi tempi sulla classe di questi artropodi e segnatamente dei copepodi. Egli ha distribuito le famiglie secondo concetti moderni di sistematica e dà la chiave per la conoscenza dei generi. L'ordinamento sistematico di Gerstaecker in parte è quello stesso che Claus stabiliva nel 1862, (') soltanto modificato e migliorato. Egli divise i copepodi in 16 famiglie; ed a capo del sistema pose quelli adatti per la vita libera e alla fine della serie quelli più pregiudicati nelle loro funzioni animali per causa del parassitismo. Intermedie sono le forme di passaggio tra la vita libera e quella parassitaria. Il sistema risponde perfettamente alle vedute odierne della scienza circa l'adattamento degli animali all'ambiente e alla loro evoluzione. Difatti l’au- tore aveva in mente componendo un simile prospetto sistematico di tutto l’ ordine dei copepodi, di ristabilire in qualche modo la strada e i gradini per cui la natura ha tentato di arrivare, per lento processo graduale, dalle forme libere (Porfel/lidae e Calanidae) a quelle conformate per un parassitismo temporaneo (Coryeseidae e Notodelphyidae) e da queste finalmente ai veri parassiti. Gerstaecker abbozzava così il concetto della lenta e continuata degradazione delle funzioni animali in opposizione a quelle vegetative, causata dal modo di vivere dei nostri copepodi. (') Craus C. — Untersuchungen ùber die Organisation und Verwandschaft der Copepoden: Wiùrzburger naturwissensch. Zeitschr. III, p. 511-103. Questa idea geniale non ha potuto realizzarsi che in parte, come lo confessa l’autore stesso, perchè è andato incontro alle difficoltà, che sopravvengono sempre in ogni tentativo di sistematica. Se pure nei copepodi si presentino i passaggi di forma e del modo di vita, questi non sembra abbiano seguito una direzione sola, piuttosto, come pare, partono da un punto comune verso due o parecchi lati e col loro percorso capriccioso, producono svariate combinazioni. Per questo fu impossibile al Gerstaecker di distribuire le famiglie in una serie: egli tentò tuttavia di pre- sentare uno schema arborescente rispondente il meglio possibile a tutti i rapporti di parentela fra i copepodi. La difficoltà aumentava col fatto che a quel tempo i copepodi semi-parassiti indicanti il passaggio dalle forme libere a quelle parassite, erano ancora poco noti. Sebbene gli studi ulteriori non sembrino avere accresciuto di molto la loro conoscenza, tuttavia non possono modificare per nulla questo suo sistema, il quale è l’unico che si fonda sopra caratteri naturali. Per quanto concerne i copepodi parassiti, nel sistema fondato da Gerstaecker e nella distribuzione dei generi, che seguirò anch'io, la posizione sistematica di un certo numero di copepodi rimane ancora incerta perchè fondata sulla conoscenza della sola femmina, ma col tempo, nuovi studi e altre ricerche embriologiche o la scoperta dei maschi, potranno fare scomparire le poche incertezze che ancora sussistono, e migliorando il sistema, permetteranno di vedere distribuite tutte le forme dei crostacei parassiti a seconda delle loro affinità naturali. Questo quadro sarà il compimento dell’abbozzo già intraveduto e delineato, così magistralmente, da questo autore. In questi ultimi tempi, l’Italia può vantare di aver avuto un illustratore di- stinto dei copepodi nel compianto Sebastiano Richiardi, dell’Università di Pisa, che si occupò con intelligenza di copepodi parassiti di cui raccolse un materiale ricchissimo e che disgraziatamente fin qui illustrava solo in piccola parte. Egli istituì la famiglia dei P/z/icthyidae, della quale egli descrisse 19 specie. Dell’ opera sua a questo riguardo dirò più avanti. Oltre al catalogo delle specie italiane pub- blicò non pochi altri lavori originali sopra nuove specie di copepodi lerneidi (v. Bi- bliografia). In pari tempo Antonio Valle pubblicava in varie riprese, l’elenco dei copepodi parassiti dei pesci viventi nell’ Adriatico, il che fece pure lo Stossich col « Prospetto della Fauna del Mare Adriatico ». Prima di loro già Cornalia, nel 1865, s'era segnalato per uno studio pregiato sulla Lophoura (Rebelula). Questi autori italiani ora citati si occuparono di specie per la massima parte spettanti alla nostra fauna. Anche lo scrivente di recente ha pubblicato alcune note rilevando la presenza di un certo numero di copepodi parassiti dei pesci, nel mare ligure e in quello dell’isola d’ Elba. Se l’opera di questi pochi italiani contribuì in certo qual modo a farci cono- scere la distribuzione geografica di questi animali nei nostri mari, non è stato questo un merito a loro esclusivo. Anche distinti naturalisti stranieri avevano fatte per lo innanzi ricerche nel Mediterraneo e nell'Adriatico, ma non mai di propo- sito. Sebbene accurate fossero state le indagini da parte di Heller, Hope, Claus, Carus, Kurz, Heider, Schaub, Hartmann, i loro lavori si restrinsero unicamente ad alcune specie, e la lontananza di essi dal mare e la difficoltà di procurarsi 2 er grande copia di pesci, a loro non permisero di estendere le investigazioni ad un numero maggiore di tali rappresentanti della nostra fauna. Ciò nondimeno Victor Carus, valendosi dei lavori dei sopracitati autori ci ha dato nel suo « Prodr. faun. medit. » 1885, un elenco abbastanza completo delle forme viventi nei nostri mari. aggiungendo una diagnosi succinta e l’ habitat di ciascuna specie. 2. Caligidi. Fin qui abbiamo trattato dei copepodi parassiti detti lerneiformi (appartenenti alle famiglie Dichelesthitdae, Lernaeidae, Chondracanthidae, Lernacopodidae) che offrono fra loro qualche comunanza di forma per una maggiore influenza in loro eser- citata dal parassitismo che li ha ridotti a forme affatto strane e alle volte bizzarre. In questa seconda parte trattiamo separatamente della storia dei caligidi, perchè formano una divisione a sè distinta di copepodìi foggiati più o meno se- condo un tipo unico, nei quali il parassitismo non è venuto che in parte a modificare la primitiva forma di copepode libero. Essi hanno ancora qualche somiglianza colla tipica forma di crostaceo, perchè portano ancora chiaramente impressa, anche allo stato adulto, nel loro corpo, l'impronta di un Cycelops. Sistematicamente parlando detti animali hanno un posto, nella scala zoologica, più elevato che non i cope- podi lerneini. Per questo avrei dovuto occuparmene da principio, nella prima parte, ma siccome costituiscono un gruppo assai meno numeroso e meno svariato nelle forme, che il precedente, e perchè sotto l’ aspetto del parassitismo, ripeto, sono meno notevoli, così ho creduto conveniente dar loro un posto secondario in questi cenni storici. Gli autori non sono certi se Aristotile abbia conosciuto alcuna forma di caligide, sebbene in qualche punto della sua «Hist. Anim. » accenni indubbiamente ad animali parassiti dei pesci. Gerstaecker, di cui abbiamo sopra fatto menzione, perchè autore del miglior compendio sui copepodi che si conosca, ritiene che i qplerves OxAkttioL descritti dal filosofo greco, (op. cit. cap. V. 141) somiglianti a cloportidi, debbansi prendere per isopodi parassiti ma non già come Cu/igus; invece dubita assai a proposito dell’ oîoto0s (op. cit. cap. VIII, 128) se Aristotile abbia voluto accennare ad un caligide (Cecrofs) oppure ad una Cyzz0%k0a (isopodo paras- sita). Più sopra ho manifestata la mia opinione in accordo con quella di Steenstrup e Liitken, nel ritenere che l’oîotpos non sia altro che la 5rackzella Thynni. Dobbiamo venire a tempi molto più vicini a noi per vedere ricordata con certezza qualche forma di caligide. Linneo sembra sia il primo autore che ne faccia cenno. Nella sua « Fauna Suecica », 2 ediz., 1761, descrive brevemente una specie che vive sopra il salmone e il merluzzo, e propria del mare norvegese. La ricorda col nome di I/oroculus piscinus. Nella medesima opera egli ci presenta un’altra specie di pidocchio che fu trovata sopra il salmone e che egli chiama Pediculus farionis. Secondo Baird (') (British Entomostraca, 1850, p. 257) tali (!) Nel redigere queste notizie storiche mì sono valso in parte, per quanto riguarda i primi tempì, della eccellente pubblicazione di questo autore inglese; pp. 257-260. forme indicateci con due nomi diversi non sarebbero che una sola specie, o per lo meno due tipi molto affini di Calzgus: e questo si desume dalla descrizione generale di detti piccoli animali, entrambi organizzati ugualmente e caratterizzati specialmente dal possedere essi due lunghi fili ovarici. Anche dal fatto d’ essere stati tutti due trovati sulla stessa specie di pesce, Baird ne deduce chiaramente l'affinità loro che già Linneo stesso, nel 1767 (12 ediz. Syst. Nat.), aveva intra- veduta, e Gmelin nella edizione del 1788, di nuovo confermata. Linneo non è il solo che abbia, in quei tempi, citato e descritto copepodìi di questa famiglia. Nel 1762 Stròm descrisse e ci diede una figura di due parassiti che Baird (op. cit.) ritiene pure per Ca/gus, forse soltanto il maschio e la femmina della stessa specie, a cui fu dato parimente il nome di Pediculi marini o pidocchi dei pesci. Anche Baster nella sua « Opuscula Subseciva, » 1765, diede la descrizione e la figura di due o tre specie diverse di questo genere, accompagnandole con molti dettagli. L’autore ha rappresentato il corpo di questi animali colla testa in giù e scambiò i due lunghi fili ovarici per antenne, prendendo cioè la coda per la testa. Queste figure e la descrizione di Baster sembrano avere ingannato anche Linneo; non ostante che prima avesse di già descritto 1’ animale correttamente nella sua « Fauna Suecica,» egli di poi, nella 12 ediz. del suo « Syst. Nat.», 1767, descrisse il Monoculus piscinus, costituendo due specie tra loro diverse, (i due sessi) l’una per avere due antenne più lunghe che il corpo, e l’altra essendo affatto sprovvista. Stròm di nuovo, nel 1770, descrisse un’ altra specie di Ca/9s ed evidentemente anch’egli cadde nell’ errore di scambiare la parte caudale per quella cefalica. Linneo nella sua 12.* ediz. del «Syst. Nat.» confuse l’ Argw/us col Cadigus. Nella «Fauna Suecica » egli aveva descritto quelli come specie separate ; ma nel suo ultimo lavoro non solamente riportò la sua propria precedente descrizione dell’ Ayg2/s, come corrispondente al gen. Ca/gus, ma egli anzi aggiunse la figura data da Loefling per questo parassita, come una prova evidente della loro identità. Questa erronea sinonimia fu ripetuta da Fabricio « Systema Entomologiae,» 1775, e da Gmelim « Systema Naturae » , 1788. Tuttavia Slabber, 1778, precedentemente all’ edizione di Gmelin, nel suo lavoro « Naturkundige Verlustigingen » diede una figura col nome di Oniscus lutosus di un caligide, delineando le vere antenne e qualche altra parte con molta correttezza. Spetta ad O. Fabricius e ad Herbst il merito di avere meglio compresa l’anatomia dei crostacei riferentisi a questa famiglia. Le specie da loro descritte, nella « Fauna Groenlandica, » 1780, dal primo, e nella « Berlin Gesellschaft Skrifter, » 1780 e 1782, dal secondo, sono accompagnate, specialmente le ultime, da molti dettagli; e furono illustrate assai accuratamente. M iller, nel suo « Prodr. Zool. Danicae » , 1776, introdusse per le forme finora menzionate l’appellazione di £770c00/vs, adottando questo nome da Geoffroy; ma nel suo « Entomostraca » , 1785, egli fondò il genere Calzgus. Fin qui nessun naturalista aveva accertato chiaramente la posizione degli occhi nei caligidi; ed è l'apparente mancanza di organi visivi o meglio la supposta cecità di questi animali, che aveva suggerito a Miiller il nome generico ora men- zionato. Questo naturalista, sebbene realmente osservasse i veri occhi, non li considerò tuttavia come tali, e li confuse completamente con altro organo. Non ostante questa n, A = svista, la descrizione del genere e delle due specie che egli ci dà, è la migliore di qualunque altra dei suoi tempi. Geoffroy descrisse e figurò, nel suo « Insectes de Paris », 1764, un piccolo crostaceo sotto il nome di 5ocolus hemisphaericus, il quale presenta una certa somiglianza con un Caligus, e Linneo nel «Syst. Nat.» 12.8 ed., lo citò come un sinonimo pel suo IVorocolus piscinus. Questa sinonimia è ripetuta da Fabricio nel suo lavoro di già citato: « Entom. Syst. » 1793, e nel Suppl. di questo lavoro (1798). Tuttavia Baird (op. cit.) ci fa osservare che questo piccolo crostaceo non è un Caligus,ma un genere completamente differente, al quale Latreille ha dato il nome di Pyosopistoma. Cuvier menzionò il (Calygus) Caligus nel suo « Tableau Element.» 1798; e Latreille nel suo « Hist. Nat. Crust. et Ins. », 1802, illustrando estesamente questo genere, e ricordandocene i caratteri già noti per opera di Miiller e di altri. Risso nel suo « Hist. Nat. des Crust. des Environs de Nice », 1816, e nel suo « Hist. Nat. de l'Europe Mérid. » 1826, parimente citò diverse specie riferentisi ai Caligidae. Sempre secondo Baird, Tilesius in una pubblicazione « Mém. de l’Acad. Imp. des Scien. de St. Pétersbourg », 1815, riportando una lunga descrizione delle due specie di Miller, aggiunse qualche notizia su di un certo numero di altri animali stretti da parentela coi caligidi, nei quali credette attribuire in parte la causa del fenomeno della luminosità del mare; e Lam ark, nella prima ediz. del suo « Hist. Nat. des Anim. sans Vertéb., 1818, descrisse brevemente le poche specie precedentemente già note. Il genere intanto veniva citato e descritto in Inghilterra da Leach nell'articolo : « Crustaceology » pubblicato nell’ « Edinburgh Encyclopaedia », 1814; e in quell’altro « Annulosa » nel «Suppl. Encyce. Britann. », 1816: più tardi nel capitolo « Entomostraca » del « Dict. Sc. Nat. » 1819. Poi Otto (1828), Burmeister (1831), Kròyer (1838-30), Milne Edwards (1833, Ann. Sc. Nat.; e 1840), ci hanno dato sui caligidi una grande quantità di notizie estre- mamente interessanti a riguardo dei costumi loro e specialmente in ordine alla sistematica. In America Pickering e Dana hanno studiato con somma cura una specie di Ca/zgus trovata colà abbondantemente sul comune merluzzo delle loro coste, e pubblicarono una monografia importante della specie, nell’« Americ. Journ. of Science », 1838. Tale lavoro fece fare un rapido progresso alla conoscenza della morfologia nonchè dell'anatomia interna dei Caligus. Ma il loro studio contemplò solo la forma adulta e per lungo tempo non si conobbe che questa. Baird stesso nel 1850, quantunque compendiasse, mostrando di conoscerle, quasi tutte le forme di copepodìi parassiti noti fino a’ suoi tempi, e propri della fauna inglese, tuttavia diede prova di ignorare la struttura dei giovani caligidi. La forma Chalimus, presentata nella memoria di Burmeister, 1831, è difatti considerata come genere distinto, mentre non è che una forma corrispondente ad uno stadio giovanile del gen. CaZzgus, come rilevarono Stein (1852) ed Hesse più tardi. È merito di Goodsir « Edin. Philos. Journal », 1842, e degli autori ora citati di avere scoperto e fatto conoscere le fasi naupliane e larvali ulteriori di questo genere. Però Goodsir mostrava di ignorare ancora la natura della forma Chalimus. — di Non solo Baird (1850), già ricordato, ma anche Dana (1853) diede un grande impulso alla conoscenza dei caligidi, ed altri autori più tardi, specialmente Steen- strup e Lutken (1861), Kròyer (1863) ed Heller coi loro classici lavori, rivelarono agli studiosi un numero grande di generi e di specie. Accanto a questi nomi illustri è dovere menzionare qui Hesse, van Beneden, Gerstaecker, Olsson, i quali contribuirono non poco a renderci note varie specie isolate. Degno di ricordo è C. B. Wilson che illustrò recentemente (1905) i caligidi della fauna degli Stati Uniti in un ben riuscito lavoro. Fra tanti autori stranieri pur troppo nessun zoologo italiano (') prima del- l’ultimo trentennio, ci diede notizie di alcuno dei rappresentanti di questa famiglia (seppure alcuni abbiano solo descritto copepodi lerneidi). A. mala pena Verany (1846), per la fauna del Genovesato, ne aveva citato soltanto due forme (Caligus Rissoanus e Cecrops Latreillii). Per contro, in questi ultimi anni, troviamo Ri- chiardi che citò i nomi, nel suo Catalogo (1880), di una serie numerosa di caligidi appartenenti alla nostra fauna. Anche Valle, Stossich e lo scrivente elencarono buon numero di questi parassiti per varie località d’Italia, ma eviden- temente i loro studi furono ristretti ad alcune parti soltanto dei nostri mari ed ebbero più che tutto importanza faunistica. Sotto questo punto di vista è degna di menzione l’opera di Carus, che più sopra ho citato, il quale valendosi delle pubblicazioni italiane precedenti, e di quelle di Heller e di altri, pubblicò un compendio riassuntivo, un Prodromus della fauna del Mediterraneo, presentando tutti i caligidi conosciuti fino al 1885. Nello stesso modo che ho dovuto separare i caligidi dai copepodi lerneiformi nel tesserne la loro storia, perchè sono animali fra loro notevolmente diversi, così pure, ora, sono costretto a parlare, in un capitolo a parte, dei P/zlcthyidae che parimente costituiscono un gruppo indipendente. Essi possono considerarsi come copepodi tipici, affini alle forme ancestrali, formanti una famiglia non legata per rapporti diretti di parentela con quelle finora studiate o per lo meno coi copepodi più degradati dal parassitismo. Per la semplicità della loro organizzazione, per la regolarità della segmentazione osservata nei maschi, pel debole dimorfismo sessuale tra maschio e giovane femmina, almeno nel Zefosfhzlus labrei, questa famiglia sarebbe piuttosto congiunta coi copepodi superiori, ma la sua posizione sistematica non è stata ancora bene accertata nè è ora compito mio di determinarla. Per un altro motivo ancora sono stato ‘indotto a trattare separatamente dei filictidi. I rappresentanti di questa famiglia sono stati studiati per la maggior parte dal nostro compianto Richiardi, e perciò mi premeva rilevare, in un paragrafo speciale il merito ch’ egli ebbe nel farci conoscere tali copepodi parassiti. Si deve a lui (') Cornalia e Costa descrissero bensì forme di copepodi parassiti ma non caligidi, il Costa figurò soltanto una Nemesis che appartiene ai Dichelesthidae. 920 — se questa famiglia, una delle ultime introdotte nella classe dei crostacei, è diventata in breve così ricca di specie. Il Prof. Leydig, nel 1850, trovò per caso sulla Corviza nigra, nei canali mucipari della testa, il primo filictide, che chiamò .Sf/4aerosoma (nome che Richiardi cambiò in quello di .Sf/uerz/er, essendo stato impiegato già da Leach per un genere di coleotteri), e fu il primo a darne una descrizione piuttosto incompleta, che lasciava così desiderare altre notizie intorno alla storia di questo elegante parassita. Dopo di Leydig nessun altro zoologo si occupò più, per lo spazio di venti- cinque anni, di questo crostaceo. Le notizie che in questo tempo si aveva di esso erano così incomplete che non se ne conobbe il sesso, nè il numero, nè la forma delle appendici articolate delle quali è fornita la testa, per cui non fu possibile stabilirne le affinità, e collocarlo convenientemente nei quadri sistematici della classe dei crostacei, ed anzi v. Beneden credette dovesse essere ascritto alla famiglia delle /irudineae presso il suo genere /isfriobdella, ed era persuaso che lo studio dello sviluppo avrebbe confermato l’ esattezza della sua opinione e di tale ravvicinamento. (') Sebbene Leydig avesse già affermato che questo crostaceo potesse comprendersi tra le lernee, questo suo modo di vedere non ebbe seguaci. Richiardi soltanto venne a persuadere i naturalisti sulla vera natura di copepode offertaci dal suddetto filictide, pubblicando, nel 1874, un importante studio su altri esemplari della medesima forma. Fece allora notare che non poteva essere conservato tra le lernee, ma che costituiva un genere affine ai Chordracanthus ed intuì fin d’allora che i P%zlichthys presentavano caratteri. sufficienti per formare con quello una famiglia distinta. Richiardi più tardi scoperse e studiò altre specie sia di Sf/aerz/er sia di Philichthys, ne rilevò gli stadi larvali di Nauflius e sempre più si convinse della indipendenza dei filictidi dalle altre famiglie. La scoperta e la fondazione del genere P%zZchthys è più recente di quell’ altra forma sopra ricordata. Steenstrup nel 1861 ne studiò un esemplare raccolto nei seni frontali di Xzf/zas gladius, e un anno dopo ne scoprì anche la forma maschile. Egli dapprima dubbioso se dovesse riferirlo agli anellidi, colla scoperta del maschio, in cui riconobbe la forma di copepode, cambiò opinione e l’avvicinò ai crostacei. Bergsoe in un suo viaggio in Italia, si occupò dello studio di questo paras- sita, che trovò comunissimo. Ma Heller ancora nel 1865 manteneva ancora qualche dubbio sulla natura dei P%zZc%X#kys che tuttavia collocava fra i Chordracanthidae. Fino allora il genere non era rappresentato che da una sola specie: ma Richiardi tosto ne scoperse molte nuove e avendo studiato i maschi e le forme di Nauplius e rilevato le affinità di queste forme cogli .SfRaerifher, tolse ogni dubbio sulla loro vera natura e indicò il posto distinto dei filictidi nei quadri sistematici. Vide anche la necessità di scindere il gen. P/z/ckthkys in due generi e propose il nome nuovo di 20/yr7%yzchus per un gran numero di essi. Noi seguendo le vedute del Richiardi in questo lavoro, nella Sistematica, abbiamo considerato i filictidi come una famiglia ben distinta. Al Richiardi spetta il merito d’ aver chiaramente espresso, fin dal 1874, il suo pensiero sulla neces- () P. J. Van BeneDEN. — Les commensaux et les parasites dans le régne animal. Paris, 1875; P- 74- prole dei copepodi liberi, e subiscono pochi cambiamenti in confronto di quelli dei ondracanthus, danno al genere una tale incontrastabile superiorità, da non otere essere collocato in una stessa famiglia con questi ultimi, ma da costi- ra | tuire una propria, nella quale dovranno probabilmente prendere posto tutte le | specie che vivono nei tubi e seni cosi detti mucipari dei pesci » (*). Le ulteriori osservazioni di Vogt (1877) e di Claus (1887) e specialmente quelle recentissime da parte di A. Quidor (1906) provano la verità di questa E | affermazione. Questo autore in particolare, ha riconosciuto che i filictidi per il ti: Sia loro capo, per i cinque segmenti del torace e per i cinque segmenti addominali Le | sono forme tipiche a cui spetta un posto piuttosto elevato nella sistematica dei 4 copepodi, posto che però rimane ancora da stabilirsi esattamente. (') Ricuiarpi S. — Sopra lo Sphaerifer cornulus etc. Atti Soc. Tosc. Sc. Nat in Pisa, Vol. II, fasc. 2, 1574, p. 12. A SISUEENTA 0/28 CATALOGO DEI COPEPODI PARASSITI STATI RISCONTRATI SUI PESCI D'ITALIA. Sistema di classificazione delle famiglie appartenenti all'Ordine dei Copepodi secondo Gerstaecker (1871). 1. Pontellidae | | 2. Calanidae | parare SIR | © liberi g. Corycaeidae 3. Harpactidae 5. Cyclopidae | 4. Peltidiidae | i 10. Ergasilidae 6. Notodelphyidae | commensali 11. Ascomyzontidae ‘7. Ascidicolidae | 45 Re Î \ semi-parassiti 8. Buproridae ) 12. Caligidae CALO | 13. Dichelesthiidae ). parassiti 14. ona | 15. Chondiacanibizas | 16. Lernaeopodidae ] Secondo questo sistema, elaborato con un concetto moderno e scientifico, ho elencato i copepodi parassiti dei pesci nelle pagine seguenti. A tale serie di famiglie è da aggiungersi oggi quella dei P/:ZchkHhyidae dei quali tuttavia resta ancora da determinarsi esattamente la posizione sistematica. Ritenendo questi ultimi piuttosto affini ai caligidi che non ai copepodi lerneidi propriamente detti, ho assegnato loro un posto tra quella famiglia e l’altra dei Dickelesthitdae. Rimangono inoltre da includere nel prospetto di Gerstaecker, per quanto riguarda le forme paras- sitarie viventi su altri animali fuorchè i pesci, le nuove famiglie scoperte di re- cente, Corzostomatidae, Herpyllobridae e Monstrillidae, che hanno caratteri loro propri; ma anche per esse la posizione sistematica come già per i filictidi, non è stata ancora stabilita in modo esatto e non è compito mio di occuparmene qui. Come si vede i copepodì sifonostomi dell’antico sistema di Milne Edwards, che corrispondono a quelli viventi sui pesci, i quali fanno l'oggetto del presente a VAIL en $ — 25 — lavoro, si trovano distribuiti nel sistema di Gerstaecker, nelle ultime cinque fa- miglie (vedi N. 12, 13, 14, 15, 16). Non ho creduto opportuno di occuparmi delle forme semi-parassite viventi sui tunicati e su ospiti pelagici, perchè avrei dovuto allargare il campo delle mie ricerche e non sarei riuscito certamente in poco tempo ad avere a mia disposizione il materiale occorrente per rendere il lavoro com- pleto. Unicamente perchè viventi anch’ essi sopra i pesci ho dovuto trattare di varie specie dei generi Eygasilus, Bomolochus ed Eucanthus seppure appartenenti alla famiglia E7gasilidae, (vedi N. 10) costituita da forme di passaggio dai copepodi liberi a quelli parassiti. Fam. I. — ERGASILIDAE. Gen. Eucanthus CLAUS, Eucanthus Balistae CLAUS, 9 e SL. Eucanthus Balistae CLaus, 1864 (8) Tav. XXXVI, fig. 24-27. _ — RicHIarpI, 1880 (9) p. 148. = — Carus, 1885 (2) p. 353- Habitat. — Claus notò questa forma, che descrisse nel 1864, pel Mediter- raneo (? Messina), sulle branchie di un £@Zisfes sp.; Richiardi sulle branchie di Balistes capriscus Linn. Eucanthus Marchesetti VALLE, Eucanthus Marchesetti VaLce, 1884 (5) p. 1. —- —_ Carus, 1885 (2) p. 354. Habitat. — Valle riscontrò la presenza di questa nuova specie abbastanza frequente sopra le branchie della Modella tricirrata Block nell'Adriatico. Egli la nominò senza descriverla. Gen. Pseudoeucanthus n. Ho chiamato questo n. gen. con tale nome per la falsa somiglianza che presenta col gen. £ucarthus. Carattere peculiare del nuovo genere si trova nella forma dei piedi mascellari posteriori, che, come negli £xcarthus presentano un grande uncino falciforme, però a differenza di quelli, sono situati dal lato esterno dell’ apparato boccale e non all’ indietro. Di più mentre in quel genere il ramo esterno del quarto paio di piedi è allungato a forma di uncino, nella nostra forma questa struttura speciale manca, tale ramo è laminare, munito di setole e non diverso per ciò da quello delle paia precedenti. Nelle restanti parti la nuova forma presenta rapporti di affinità col gen. Bomzolochus, ma più ancora col surriferito EucazMus. Il suo posto è, sistematicamente parlando, tra i Zzckomolgidae accanto al gen. Zerebellicola ed Eucanthus, come verrà meglio precisato col seguente specchietto: Sub fam. LICHOMOLGIDAE, Apertura della bocca avvicinata all’origine delle antenne. Piedi del 4.° paio ugualmente formati di duc rami come i precedenti. Ramo interno del 4.° paio di piedi ugualmente formato di tre articoli come nelle paia precedenti. Antenne anteriori alla base non allargate. Costituite di sei segmenti, le posteriori di tre segmenti . . . . . . Terebellicola Sars Costituite di quattro segmenti; i piedi mascellari posteriori con uncino terminale a forma di falce, e disposti all’indietro dell'apparato boccale; ramo esterno del 4. paio di piedi AlltnSato fat formati uncino 0 RS SERENE uc antinis Gaps Costituite di quattro segmenti; î piedi mascellari posteriori con uncino terminale a forma di falce, e disposti esternamente ai lati dell’apparato boccale; ramo esterno del 42 paio di piedi uon uncinato ma provveduto di due selole all'estremità . . Pseudoeucanthus n. sen. tel Pseudoeucanthus Alosae n. sp., 9 e 7. Tav. XI, fig. 1-8. Eucanthus Alosaz BrIAN, 1902 (5) p. 33. Questa nuova forma ha il tipo di un Lozzol/ochus, però se ne distingue per avere il cefalotorace meno ampio e i segmenti successivi più simili fra loro. Tanto il cefalotorace quanto i segmenti addominali sono poco convessi alla loro superficie dorsale: quello ha forma ovale, mentre l’ addome è allungato e il suo primo segmento è fuso col cefalotorace, e si presenta costituito da cinque articoli decre- scenti alquanto in larghezza e in lunghezza dall’avanti all’ indietro. Il post-addome è più stretto e va sempre più attenuandosi verso l’ estremità posteriore; consta di tre segmenti, all'ultimo dei quali stanno fissate due appendici di forma rettan- golare allungata, tendente all’ovale e provvedute di una lunga setola per ciascuna lamina e di quattro altre più brevi, disposte secondo la fig. 1. I sacchi oviferi sono grossi e di forma ovale allungata (fig. 2). Le uova pure sono relativamente grosse, disposte in due righe, e ne ho contate dalle 15 alle 17 per ciascun sacco ovifero in un esemplare; in un altro fino a 37. Dimensioni : Lunghezza totale del corpo della femmina sino all’ estremità delle setole caudali . .. . . . mm. 1,08 Lunghezza del solo cefalotorace . . |... > ‘0:34 [Parohezza}idelifcefalotoraCe RM RO > .°0,38 Lunghezza dei sacchi oviferi, variabile fra . . >» 0,50-0,60 Larghezza massima degli stessi . . . . . . >» 0,10-0,16 Le antenne anteriori sembrano formate da quattro articoli; l’ articolo basale discretamente ampio e allungato, è provvisto anteriormente di setole piumate piuttosto larghe alla loro base, in numero di una quindicina circa: assai tenui e corti sono gli altri articoli che vanno sempre più decrescendo man mano che s’allontanano dalla base e l’ultimo termina all'estremità con un ciuffo di setoline di cui una specialmente mostrasi più sviluppata. Il margine anteriore del cefalotorace non è inciso nel mezzo; presenta invece al di sotto della fronte due uncinetti rivolti all’indietro, caratteristici nei Borzolockws. — 27 — Le antenne del secondo paio (fig. 4), situate a breve distanza dal margine frontale e dietro gli uncinetti anzidetti, constano di due articoli, uno basale discretamente grosso, e un altro ripiegato sopra lo stesso, sul lato esterno, il quale presenta l'estremità libera divisa in parecchie spine o uncini e in due appendici ciliate al margine. Queste ultime sembrano essere prolungamenti dello stesso margine laterale interno del secondo articolo, il quale è pure munito di piccole cilia o dentelli disposti in due o tre linee, per tutta la sua lunghezza. La bocca è circondata da una cornice di listelli chitinici che danno ad essa un aspetto complicato. Si vedono diretti verso il suo centro dapprima due stiletti chitinici, che sono le mandibole (fig. 3), e al di sotto due altri stiletti bi-articolati con una larga base triangolare, ossia i piedi masceliari del primo paio. Questi sono muniti di setole brevissime sul loro articolo terminale. Tra le dette due paia di membra, ossia tra le mandibole e i piedi mascellari si vede interposto un paio di pezzi chitinici trasversali, ciascuno dei quali sembra formare un cerchietto alla estremità, e dentro questo sembrano penetrare le punte degli stessi piedi mascellari. Caratteristico è il paio di piedi mascellari del secondo paio (fig. 1), che sono situati ai lati della bocca e alquanto più in alto di essa, e offrono un articolo basale ampio e lungo ed un uncino falciforme con direzione dall’avanti verso l’indietro e colla punta rivolta verso il centro del cefalotorace. Il primo paio di piedi (fig. 5) è costituito da una piccola lamina basale al cui mar- gine inferiore è inserita una lamina più larga, ossia il ramo interno indistintamente tri-articolato, e che porta sei setole piumate sul margine inferiore. Un’ altra setola è inserita più verso l’interno di questa piccola lamina basale. Invece il ramo esterno trovasi fissato ad un lato della lamina basale e disposto in modo da formare un angolo retto col ramo interno: esso porta altre sei setole piumate. Questo paio di piedi è più o meno simile a quello di altri Bomolochus. Il secondo paio di piedi (fig. 6) è foggiato più normalmente secondo la forma ti pica: somiglia di più ai piedi natatori dei copepodi viventi liberamente. Il ramo esterno è tri- articolato e porta tre setole all'estremità, decrescenti in lunghezza dall’ esterno all’interno. I due rami natatori sono piuttosto uguali in lunghezza. L’interno è pure tri-articolato e, se ho potuto veder bene, porta tre setole sul margine interno, una sul primo articolo e due sul secondo ; il terzo articolo ne presenta tre o quattro, tutte piumate. Il terzo paio di piedi (fig. 7) consta, come i precedenti, di due rami. Le setole nel ramo esterno, all’ estremità, sono soltanto in numero di tre e crescenti di lunghezza dall’ interno all’esterno. Gli articoli di questo ramo sul margine esterno, tanto in questo paio come nel secondo e nel quarto, appariscono provvisti di peli. Il ramo interno è abbastanza più piccolo, più breve, e porta per ogni articolo, dal lato interiore, una setola, e sull’ estremità, tre o quattro altre. Il quarto paio di piedi (fig. 8) è foggiato come gli altri, consta di un articolo basale piuttosto allungato e di due rami con tre articoli. Il numero delle setole però è diverso. Il ramo esterno ne porta tre all’ estremità e il ramo interno solo due, ma un’altra s’osserva sul primo e sul secondo articolo in quest’ ultimo ramo, dal lato interno. Il ramo interno è poi abbastanza più piccolo e tenue dell’altro. Anche il margine esteriore del ramo interno è munito di peli, e la presenza di questi si nota MM rd La n —. 9 — anche nelle paia precedenti, ma più che tutto nel ramo esterno sul lato o mar- gine esteriore. Habitat. — Parecchi esemplari trovati dal D." Damiani fissati all’occhio della Clupea alosa Cuv., a Portoferraio il 17 Febbraio 1900 e il 19 Aprile Igor. Gen. Bomolochus NORDMANN, Bomolochus Muraenae RicHIiaRDI, 9 Tav. XII, fig. 1-0. Bomolochus Muraenae RicuiarDI, 1880 (9) p. 147. \ —_ Carus, 1885 (2) p. 353. — _ BRIAN, 1903 (9) p. 178. Descrizione della femmina. Questa forma non era ancora stata descritta ma soltanto nominata dal Richiardi. Visto dorsalmente il cefalotorace (fig 1) si presenta assai convesso e il suo mar- gine frontale è intero, anteriormente circolare, il margine posteriore è pressochè dritto e abbastanza largo. Il secondo segmento piuttosto breve mantiene all’ incirca la larghezza del cefalotorace, così pure il terzo segmento. Più stretto invece è il quarto segmento addominale, il quale presenta il margine posteriore arrotondato e porta alquanto nascosto, al di sotto, il quinto segmento, il meno vistoso di tutti, assai breve e un po’ meno largo del quarto segmento: ai lati esso porta il quinto paio di piedi rudimentali. A_ questo segue il segmento genitale sempre più ristretto, (fig. 2), di poco. più largo che lungo e infine quattro segmenti maggiormente e progressivamente attenuati ai lati, costituenti il post-addome, terminato da due laminette caudali con setole assai sviluppate. Questi quattro segmenti del post-addome hanno il margine posteriore come ciliato o meglio armato da spine o dentelli disposti in linea sul limite posteriore di ciascun segmento, ed anche le due appendici caudali presentano un certo numero di queste spine o cilia sul lato posteriore. Prima di passare alla descrizione delle rispettive appendici riunisco qui sotto le diverse misure da me prese sul corpo di questo Lomzol/ockus: Dimensioni: La lunghezza totale della femmina, comprese le setole caudali, varia da mm. 2,24 a mm. 2, 50, e senza setole da 1,74 a 1,80 mm. La larghezza verso il margine posteriore del cefalotorace è pressochè di 0,70 mm. La larghezza del quarto segmento di mm. 0,40. Lunghezza del solo cefalotoraGe: cat RL MIRINO COSAO » del primo: segmento addominale... . .... >» ONE » del secondo » Sì AA RA A OI > 0,24 » del terzo » » SERRATA ca d'van0 icly MSc tatoo o, 26 » del post- addome senza setole caudali. . . . . >» O, 54 » » » compreso il segmento genitale. » 0, 60 Lunghezza della setola caudale più lunga, variabile da mm. 0,50 a 0,70 Larghezza del segmento genitale. . . . A SATTA 217 » del primo segmento del post- IO OASI CMS ANO O, 22 » del secondo » » AE PESA IPA DAN » O, 17 » del terzo » » AUREA O,I5 » del quarto » » O RIO » O, II Larghezza della forca caudale ossia delle due appendici misu- KALCRCOMPIESSIVATNCHEC MIO OOO Appendici. — Le antenne anteriori (fig. 4) sono formate di quattro articoli e si presentano armate di setole e di spine: queste ultime soltanto in numero di due o tre pel primo articolo basale. Le setole sono piumate, larghe e brevi verso la base, più sottili e lunghe verso l’estremità libera delle antenne. Le antenne posteriori (fig. 5) sono composte di tre articoli e l’ ultimo porta due appendici ottuse all’ estremità e pelose (come peloso è pure tutto l’ articolo) e un ciuffo di peli o spine adunche, di cui mi sembrò poterne contare quattro o cinque. Le mandibole (fig. 3) sono date da due stiletti bi-dentati all’estremità che s’avan- zano liberamente verso la linea mediana longitudinale e si toccano colle loro punte. Le mascelle come nel gen. Bomzolochus sono rudimentali e rappresentate da una lamina chitinica con un palpo e tre grandi setole piumate. Due altri stiletti più sottili, allungati e bi-dentati all’ estremità, costituiscono i piedi mascellari anteriori. Inferiormente fanno seguito quelli del secondo paio, rappresentati da due grosse lamine allungate e piegate verso l’interno, nella estremità superiore toccandosi fra loro, e portano, sulla parte concava di questa loro curvatura anteriore, un fila- mento e un dentello per ciascun piede. Il primo paio di piedi (fig. 6) è rappresentato da una lamina piccola, stretta, a cui stanno inseriti due larghi rami natatori, l’ uno fissato sul lato esterno, l’altro verso il Jato inferiore, in modo che formano colla loro disposizione un angolo retto. Ciascuno dei rami porta traccia di una primitiva articolazione, in quello esterno contansi nove larghe e brevi setole piumate, in quello interno otto; e queste ultime vanno decrescendo in lunghezza dall’interno all’ esterno. Un’ altra setola trovasi fissata alla lamina basale più verso l'interno, da ogni lato di un comune pezzo basale me- diano. Col segmento basale del primo paio di piedi è connesso un vero apparato chitinico di sostegno, costituito da liste e da pezzi insieme congiunti nel modo più svariato e caratteristico e di cui solo il disegno potrà dare un'idea. Il secondo paio di piedi (fig. 7) non differisce dalla forma solita propria del genere. Si notano due rami tri-articolati fissati ad una lamina basale per ognuno dei piedi. Il ramo esterno porta dal lato esteriore cinque spine ossia una su ciascuno dei due primi articoli e tre sull’ultimo, il quale per giunta porta ancora sei setole piumate. Anche il secondo articolo sul lato interno presenta una lunga setola piumata. Il ramo interno presenta dal lato esterno tre spine, una sul secondo e due sul- l’ultimo articolo, ove pure si notano quattro setole. Tre altre di queste ultime, stanno distribuite eziandio sul lato interno del primo e secondo articolo. Anche il terzo paio di piedi è foggiato presso a poco come il secondo. Il ramo esterno tri-articolato presenta dal lato esteriore quattro spine, e sette setole distri- buite, in parte sull’estremità e in parte sul lato interno. Sul ramo interno si contano +3 Pa ih nni ti a _ 30 n tre spine dal lato esterno, distribuite sul secondo e terzo articolo: quest’ ultimo porta soltanto tre setole sull’ estremità, e fra di esse ho notato pure, se non erro, una quarta spina. Altre tre setole disposte sul primo e sul secondo articolo si vedono dal lato esterno di questo stesso ramo notatorio. Il ramo interno del quarto paio di piedi (fig. 8) porta soltanto due setole e due spine sull’ultimo articolo, altre due setole dal lato interno, distribuite sul primo e secondo articolo. Sull’ altro ramo notansi cinque spine dal lato esterno e sei setole fissate all’ estremità dell’ ultimo articolo, mentre una sola sul lato interno e fissata sul secondo articolo. Il quinto paio di piedi (fig. 9) è costituito da una lamina ovale piuttosto circolare, fissata ad un breve segmento basale inserito sul quinto segmento addominaje. Il margine esterno di questa lamina è guarnito di tre setole e il contorno è ciliato. Ognuna delle appendici caudali porta quattro setole: la più interna è tre volte più lunga della seconda che gli sta da presso. Questa a sua volta è almeno tre volte più lunga delle altre due situate un po’ più all’esterno dell’appendice caudale stessa. In un individuo la più lunga setola caudale raggiungeva sino mm. 0,71 (ossia era assai più lunga del post-addome e dell'anello genitale, che insieme riuniti misurano appena mm. 0,60.) In questo medesimo esemplare la seconda setola non arrivava che a mm. 0,27. Habitat. — Questa specie fu trovata per la prima volta da Richiardi sulle branchie della Murceza helena Linn. Indi il D.' Damiani, il 24 Dicembre 1902, ne raccolse parecchi esemplari sullo stesso ospite a Portoferraio e, in grazia del- l’invio fattomene, ho potuto descriverla, poichè Richiardi l’aveva soltanto nominata. Bomolochus unicirrus RICHIARDI, 9. Bomolochus unicirrus RICHIARDI, 1880 (9) p. 147. —_ — Carus, 188; (2) p. 353- — _ BRIAN, 1899 (3) p. 197. _ _ BRIAN, 1902 (5) p. 30 Tav. 1 fig. 1-8. —_ — . Inomeson I. C. e Scorr A., 1903 (2) p. 293. Habitat. — Richiardi rinvenne questo copepode sulle branchie della Lickia glauca Linn. e della Z. @72%a Linn. nel Mediterraneo. Ho esaminato due esemplari femminili inviatimi nel 1899 da Portoferraio dal D." Damiani e raccolti da lui nella cavità bran- chiale di Zzckia glauca Linn. Dapprima avevo soltanto citato questa specie (1809), ma siccome era stata semplicemente nominata dal Richiardi, ho creduto opportuno più tardi di descriverla (1902). Altri esemplari, che riferisco ad essa, ho raccolto io stesso a Napoli, il 3 Agosto 1903, sulla SfAyraeza vulgaris Cuv. e Val. Bomolochus Belones BURMEISTER, ® e 7. Bomolochus Belgnes BurMEISTER, 1833, p. 298, Taf NXIV, fig. 1-6. ci — Epwarps, 1840 (2) p. 479. = — Hecter, 1866 (2) p. 209. — Hartmann, 1870 (2) p. 116-158 Taf. IIMHV. = — Ricnrarpi, 1880 (9) p. 147. _ — VALLE, 1880 (3) p. 57. _ — Carus, 1885 (2) p. 353. —_ — Basserr-SMTHA, 1899 (5) p. 442. - —. Brian, 1902 (5). p. 33. ad) ia Habitat. — 1 primi esemplari furono trovati sulle branchie di un Zelore vulgaris Flem. (Esox Belone Linn.) dal D.' Stannius (studiati poi da Burmeister) presso l’isola d’ Helgoland nel mare del Nord. Hartmann ha poi esaminato altri esemplari provenienti da Nizza, da Trieste e da Venezia e rinvenuti sulle branchie di Selone vulgaris Flem. Sul Belone rostrata Fab. tale parassita è citato da Heller e da Valle parimente per l’ Adriatrico; Valle anzi lo dice comune in quel mare. Nel Mediterraneo fu di nuovo riscontrato da Richiardi sulle branchie di Bel/ozze acus Risso sul quale ospite fu raccolto anche dal D.' Damiani a Portoferraio e da me a Napoli. Carus indica per questa specie anche la località di 2orkuzz l'isola ben nota del mare del Nord. H Bomolochus Soleae CLAUS 9 e 2. Bomolochius Soleae CLaus, 1867 (8) p 365-383 Taf XXNV, fig. 16-20. —_ — Van BENEDEN (16) p. 78 Tav. 1. fig. 5. -- — RicHIarpI, 1880 (9) p. 147. —_ — Carus, 1885 (2) p. 353. _ — Bassert-SmIrH, 1899 (5) p. 443. = — Scort A., 1901 (I) p. 349. Habitat. — Claus scoprì questa specie fissata alle branchie della Solea vulgaris Cuv. sulle coste dell’isola d’ Helgoland (numerosi esemplari). Per le coste del Belgio fu più tardi indicata da Van Beneden che forse ne ignorava la scoperta dap- prima fattane da Claus e, a caso, la chiamò collo stesso nome. Ne trovò due soli esemplari femminili carichi d’uova, su di un individuo di .Solea vulgaris Cuv. che non aveva più di 9 cent. di lunghezza, al principio di Maggio. Richiardi la rinvenne pure nel Mediterraneo sulle branchie di detto pesce. Bomolochus cornutus CLAUS, 9. Bomolochus cornutus CLaus, 1864 (8) p. 365-383, Tav. XXNV, fig. 21-23. —_ — RicHIARDI, 1880 (9) p. 147 i —_ VALLE, 1880 (3) p. 5 — _ Carus, 1885 (2) p. 3 - - Brian, 1898 (I) p. 9. To 53 = _ BassETT-SMITH, 1899 (5) p. 443- — — BRIAN, 1902 (5) p. 33. _ - BrIaN, 1903 (9) p. 83. Habitat. — Claus rinvenne per la prima volta questa specie che descrisse, sulle branchie del raro Aszerodermus coryphaenotides (stad. giov. di Zuvarus impertalis Raf.) in Messina. Gli esemplari da lui osservati avevano 3 mm. di lunghezza. Richiardi poi la riscontrò parassita sulle branchie di altri pesci: Astrodermus elegans Risso, Exocetus volitans Linn., Sayris Camperi Lac. e Clupea sardina Risso. Valle la trovò frequente sulle branchie della Clufea fapalina Bp. To la citai per Genova sulle branchie dello .Sconzberesox Rondeleti C. V., e ne ebbi varie volte esemplari da Portoferraio dove il D'. Damiani li raccolse nel cavo branchiale di .Sayris Camperi Lac., e tra le branchie di Clupea sardina Cuv. e sulla mucosa dell’opercolo di £woce/us Rondeletit C. Vi. È specie comune. — 32 — Bomolochus minimus RICHIARDI, Bomolochus minimus RicHIaRDI, 1880 (9) p. 147. — — Carus, 1885 (2) p. 353. Specie non descritta. Richiardi la rinvenne sulle branchie di .Ser7azus scriba Linn. nel Mediterraneo. Bomolochus oblongus RICHIARDI, Bomolochus oblongus RicHiarDI, 1880 (9) p. 147. _ _ Carus, 1885 (2) p. 353. Specie non descritta. Fu raccolta da Richiardi sulle branchie dell’ Ob/zta mela- nura Linn. nel Mediterraneo. Gen. Bomolochus NORDMANN, Sub genus Anchistrotos n. Antenne anteriori poco allargate alla base, mancanti della curvatura ad an- golo retto che è caratteristica del gen. Bomolochus: costituite da 5 articoli (con- siderando il segmento basale diviso in due), i due primi articoli allungati. I piedi mascellari inferiori hanno una posizione normale e sono provveduti di due pro- lungamenti sottili, allungati e diretti all’indietro. Cefalotorace munito, presso i lati del margine frontale, di due /27%/ come negli Eucanthus. Ricordando la presenza di questi uncini ho dato a questo sottogenere il nome greco di Arc4hzs- trolos (armato di uncini). Anchistrotos Gobii n. sp., 9 e 7. Tav. XIII, fig. 1-10. Descrizione della femmina. Lunghezza del corpo circa mm. 1'/,. Il cefalotorace (fig. 3) ha quasi forma circolare; una piccola salienza rotondeggiante si nota in mezzo del margine fron- tale. Seguono a questa porzione quattro segmenti leggermente decrescenti in larghezza dall’ avanti all’indietro e un altro di forma piuttosto globoso e alquanto più largo e più lungo dei precedenti, che costituisce il segmento genitale. Altri quattro segmenti gradatamente più stretti, man mano che s’avvicinano all’ estre- mità posteriore, costituiscono il post-addome, terminato all'indietro da due piccole laminette caudali, rettangolari, munite di due lunghe setole per ciascuna, l’una del doppio più lunga dell’ altra, e da altre tre brevi setoline. Presso a poco uguale come nel gen 7aerzacanthus di Sumpf è la disposizione delle parti boccali sulla superficie inferiore del cefalotorace: come in quel genere, e come pure nel gen. £7ca7z%us si nota, anche nella nostra forma, la presenza di due uncini corrispondenti agli X272z/ dei caligidi, situati presso il margine late- rale del cefalotorace da una parte e dall’ altra, e un po’ al di sotto delle antenne del primo paio. Queste sono lunghe, costituite da sei articoli, i due primi saldati insieme costituiscono l’ampio segmento basale il quale presenta molte setole sul margine anteriore (circa 20 setole). Le antenne del secondo paio (fig. 6) sono formate da due articoli, e l’ ultimo porta all’ estremità quattro lunghe spine leggermente ricurve verso l’interno e un'appendice ciliata da uno dei lati. L’apparato boccale è costituito da un paio di mandibole foggiate a guisa di Stiletti che s’avanzano verso l’interno e si toccano reciprocamente colla loro estremità che sembra bifida. Seguono le mascelle rudimentali rappresentate da alcuni filamenti piumati inseriti su un pezzo basale comune, e al di sotto, il primo paio di piedi mascellari costituiti da un doppio stiletto, piccolo ed inserito su di un segmento basale, stretto ed allungato: infine dietro a questi ultimi, notasi il secondo paio di piedi mascellari, formato da un largo pezzo chitinico basale a cui sono inseriti, in una delle estremità, due filamenti allungati diretti all’ in- sdietro (fig. 4). Il primo paio di piedi, inserito sul margine inferiore del cefalotorace, è dato da una lamina basale a cui sono fissati due altri rami in forma di lamine piatte, munite di setole. Su ognuno dei primi tre segmenti addominali liberi, dal lato ventrale, è fissato un paio di piedi natatori formato di due rami bene sviluppati; ogni piede è con- giunto col suo opposto per mezzo di una sottile lamina mediana. Ogni ramo conta tre articoli e ogni articolo è munito di setole e di spine come l’indica la figura 9 e 10. Il quinto paio di piedi è dato da un’ appendice stretta ed allungata fissata per ogni lato del suo proprio segmento addominale. Questa appendice porta tre setole brevi sull’ estremità ed un’altra sul margine esterno. L’orifizio genitale è posto su ciascun lato del sesto segmento del corpo ed è formato di una fessura protetta all’intorno da listelli chitinici disposti in modo speciale a guisa di cornice, e da tre lunghe setole che originansi da un piccolo tubercolo, rudimenti rappresentanti il sesto paio di piedi. Dimensioni : Lunghezza totale del corpo, variabile fra... .. .. . mm. 1,4 1,6 » CEllegseto eRCal dal AR O » cel pestare i ao el oa e o » 0,34 » AEMCETA OLONA CCI RR A TOA PARCnezza NA elloRstesSo Rie e e O OSO Lunghezza di tutti i segmenti addominali liberi, com- presolianellofcenitale RM ARR e 030 » dei sacchi oviferi, variabile fra <\. \.0... » 0,84 — 1,00 SPESSOLEMMI CE SIIMSTESSICICCA MAN OMO 0,13 Il maschio (fig. 1, 2, 7-10, è pressochè uguale alla femmina ora descritta. Habitat. — Sulle pareti della bocca di Gobzus capito Cuv. e Val.; molti esem- plari raccolti da me a Napoli, il 13 Luglio 1903. vo e nnt iii a laine Gen. Ergasilus NORDMANN, Krgasilus Sieboldii NORDMANN, 9. Ergasilus Sicbollii NORDMANN, 1832 (1) p. 15 pl. rr fig. 1. — — Krover, 1863 (2) p. 237, pl. XII fio. 2. — _ Epwarps M., 1840 (2) p. 478. — Craus, 1875 (12) p. 339 pl. XXIII, fig. 12. = — GiesprEcHT, 1882 (I) p. 88. = —- GARBINI, 1895, Pp. 473. = -— — Bassert-SMITH, 1899 (5) p. 443. — — PocHe F., 1902, p. 13. Habitat. — Comune e in abbondanza si rileva nelle acque dolci d’ Europa sulle branchie di Zsox lucius Linn., di Cyprinus carpio Linn., di Abramis brama Flem. e di S7/urus glanis Linn. ecc. Garbini riscontrò la presenza di questo cope- pode in Italia, nel Veronese, sulle branchie di un Cyprizus. A Monaco di Baviera osservai esemplari di detta specie raccolti da v. Sie- bold e conservati nell’ Istituto Zoologico di quell’ Università. Erano accompagnati dall’indicazione seguente « br. Cy$7. Erythrophth. Heilsberg. » Da un accenno di Poche Franz si nota che Giesbrecht avrebbe indicato come ospite di questo cope- pode anche l’aringa (?). Ergasilus nanus BENEDEN v., Ergasilus nanus BENEDEN v., 1870 (16) p. 27 tab. I, fig. 6. - — RIcHIARDI, 1880 (9) p. 147. = — VALLE, 1880 (3) p. 57. Habitat. — Richiardi citò questa specie pel Mediterraneo, da lui trovata sulle branchie di 4/ug72 cephalus Cuv., M. capito Cuv., M. auratus Risso e M. saliens Risso. Valle la dice comunissima sulle branchie di 4/xgzl salzens Risso, nel- l'Adriatico. Fu questa specie scoperta per la prima volta da Van Beneden presso le coste del Belgio, parassita delle branchie di 472x977 chelo Cuv. e da lui indicata inoltre per la località di Ostenda e per le coste di Bretagna. Il figlio di P. J. Van Beneden ne disegnò e pubblicò nell’opera « Les poissons des còtes de Belgique » una figura (Tav. I, fig. 6). Nella spiegazione della tavola vi è scritto che questa specie sarebbe parassita di 4/xg7/ caf:to Cuv., mentre nel testo è indicato come ospite il M. chelo Cuv. Fam. II. — CALIGIDAE. Gen. Caligodes HELLER, Caligodes laciniatus (KRòY.), 9. (Chondracanthus laciniatus KoLLar, nome di Museo.) Sciaenophilus laciniatus KròvER, 1863 (2) p. 153, pl. VIII, fis. 3. Caligodes laciniatus (Kr.) HeLLER, 1865 (1) p. 180. _ ni BRIAN, 1902 (5) p. 35- — Bassett-SMITH, 1899 (5) p. 446. — _ Poche FR., 1902, pag. 13. Distributio et habitat. — Kròyer indica per questa specie la località delle Molucche nelle Indie orientali, mentre Heller la nota nell’Oceano indiano quale parassita di una specie di Leloze. Io esaminai pochi e rari esemplari raccolti a Genova, nel Maggio 1899, dal Sig. Borgioli, all'angolo boccale di Zylosurus (Belone) imperialis Raf. (= LBelone Contrainit C. Vi.) Gen. Caligus MiLLER, Divisione I. Post-addome con un articolo solo. Caligus curtus MULL., 9 e d (2) Caligus curtus MùLLER, 1785 (2) p. 130, pl. XXI, fig. 1. — — KRròyER, 1837 (1) vol. I. p. 623, pl. VI fig. 5. = — DESMaREST, 1825, p. 340. = — Epwarps M., 1840 (2) p. 451. Caligus Miilleri LeacH, 1816 (1) p. 405, pl XX. _ — Desmaresr, 1825, p. 342, pl. 1 fig. 4. _ — Epwarps M., 1840 (2) p. 450. _ — Barrp, 1850, p. 271, pl. XXXII, fig 4. — bicuspidatus NORDMANN, 1832 (I) p. 28. — elegans? v. BENEDEN, 1851 (3) p. 91. — diaphanus Bairp, 1840 (3) p. 269 pl. XXXIII, fig. 1 — «americanus PrickerING et Dana, 1838, vol. XXXIV, pls, 3,4, 5 etc. — lacustris? SreensrRuP et LUTKEN, 1861 (1) p. 13, pl. I, fig. 2. — curtus BAssETT - SMITH, 1899 (5) p. 447. _ — WiLsoN, 1905, p. 578 pl. X. Caligus rapax BRIAN, 1898 (I) p. 208. -_ —_ BRIAN, 1899 (3) p. 198. Distributio et habitat. — Questa specie, sotto il nome di Caligus Milleri fu descritta da Baird, il quale indicò per questo copepode diversi ospiti, e come località il mare Britannico (Belfast Bay, Lough Neagh): gli ospiti che egli cita sono: Merlangus pollachius Cuv., Rhombus vulgaris Cuv., Merlangus vulgaris Cuv., Coregonus pollan Thomps., Gadus aeglefinus Linn., Mugil chelo Cuv. Bassett- Smith ritiene come identico a questa specie il C. diaffanus di Baird , il quale autore ha descritto soltanto il maschio, e lo registrò come parassita, pel mare Britannico, sui pesci seguenti: Z7zg/a fini Bloch, Lota molva Cuv., Mer- langus carbonarius Flem., Pagellus centrodontus Cuv. e Val., Gadus morrhua Linn., Hippoglossus vulgaris Flem. Milne Edwards non dà indicazioni d’ Xab:fat di questa specie, sia che egli la descriva come C. curtus, sia come C. Milleri; soltanto parlando del C. amerzcanus con cui sappiamo essere sinonimo, lo dice « trouvè sur la morue, dans les parages de Long - Island, Amérique septentrionale. » Non mi fu dato, non avendo potuto avere tra le mani i lavori originali, di conoscere se Miller, Kròyer, Desmarest, Leach, che descrissero pure questa specie, ora come C. curfus ora come C. Milleri, abbiano indicato l’/abzf2f di tale Caligus. Bassett-Smith, che ha passato in rassegna tutti i copepodi parassiti dei pesci in oggi conosciuti, indica soltanto come ospiti del C. curtusi seguenti: « Gadidae, Trigla spp., Rhombus maximus Cuv., Mugil, etc. » Gerstaecker nel suo classico trattato, alle forme di Caligus che Bassett-Smitb ha ritenute per sinonime, ha assegnato ospiti diversi: pel C. lacustris: Esox lucius Linn., Perca fluviatilis Linn., Lewciscus rutilus Tinn.; pel C. Milleri: Merlangus pollachius Cuv. e M. vulgaris Cuv., Gadus aeglefinus Linn. e G. morrhua Linn., Mugil chelo Cuv., Pleuronectes rhombus Linn. e P. platessa Linn,, Coresonus pollan Thomps.; pel C. curtus: Merlansus vulgaris Cuv. e Gadus aeglefinus Linn.; pel C. elegans: Gadus morrhua Linn.; pel C. americanus: Gadus morrhua Linn. Quanto al Caligus bicuspidatus mancano i dati di località e di ospite. Nordmann notava fin dal 1832 pel C. Mwlleri varie specie di Gadus, come segue: Gadus callarias (giovane di G. morrhua Linn.) e Gadus aeglefinus Linn. Riscontrai la presenza di questa specie nel Mediterraneo. Sei esemplari fem- minili, mi furono inviati da Portoferraio dal D." Damiani colà raccolti sulla mucosa boccale di 4/ugz/ cephalus Cuv., il 16 Giugno 1899. Nelle mie precedenti pubblica- zioni avevo riferito a torto a questa specie alcuni esemplari di Ca/zgus tolti dalla Lichia amia Linn., esemplari che qui, più oltre, ho ritenuto come specie nuova e descritto col nome di C. Zzckiae. Due altri esemplari maschili di Calzgus furono trovati a Genova sul A/ugil cephalus Cuv., 18 Novembre 1889, ma sulla loro determinazione ho qualche dubbio. La lunghezza da me osservata per le femmine è di 5 ‘'/, mm. Dei due maschi raccolti a Genova il più grosso misura mm. 4 '/, di lunghezza. Caligus minimus OTTO, 9. Calisus minimus Otto, 1828: Nov. Act. Acad. Caes. Leop., vol. XIV. p. 354, pl XXII, fis. 7. = - Risso, 1826 (2) p. 135. = _ NORDMANN, 1832 (1) p. 25. — — BassETT-SMITH, 1899 (5) p. 447. — —_ ScoTT A., 1901 (1) p. 349. Caligus minutus Epwarps M., 1840 (2) p. 450. — —_ Epwarps M., 1849: (Atlas du Régne animal de Cuvier, Crust). Tab. 77, fig. 2. = — HELLER, 1865 (1) p. 163, Taf. XIV, fis. 1. = = HELLER , 1866 (2) p. 29. = = RICHIARDI, 1880 (9) p. 148. = = VALLE, 1880 (3) p. 58. = = Carus V., 1885 (2) p. 358. — = BRIAN, 1898 (I) p. 208. _ = BRIAN, 1899 (3) p. 198. Distributio et habitat. — Questa specie ha per ospite il Zabrax lupus Cuv., sul quale trovasi affissa per lo più sulle branchie o sulla mucosa della cavità boccale. Essa è citata da Heller, da Richiardi e da Valle pel Mediterraneo e per l’Adriatico. Anche Risso l’indicò per la località di Nizza. Il D." Damiani la raccolse a Por- toferraio. A Genova la riscontrai fissata nella cavità branchiale del pesce sopra riferito. A questa specie di copepode dev’ essere attribuito ancora un altro ospite, la Clupea finta Cuv., sopra cui fu rinvenuto un solo esemplare ritenuto prima da me per Caligus Gurnardi Kròy., (1898 (I) p. 209), ma che con certezza ho riconosciuto appartenere alla specie C. v222272us Otto. Caligus Trachypteri KROYER, 9. Caligus ‘Trachypteri KròveR, 1863 (2) p. 57, pl. III, fis. 1. — - BASSETT-SMITH, 1899 (5) p. 449. = = Carus, 1885 (2) p. 358. — _ BrIAN, 1905 (10) p. 3-6, tav. 3. Distributto et habitat. — Ospite di questa specie è un 7rackhypterus sp. pescato presso i lidi di Sicilia (Mus. Caes. Vindob., Kròyer). Ho trovato alcuni esemplari riferentisi a questa specie nel materiale di copepodi raccolti da O. G. Costa a Napoli nella prima metà del secolo XIX, e che si conserva nell’ Istituto Zoologico della R. Università napoletana. Questi esemplari non avevano indicazione d’ ospite, soltanto risultavano erroneamente determinati dal Costa per Notodelphys. Caligus Alalongae KROYER, 2. Caligus Alalongae KròvER, 1863 (2) p. 55, pl. IV, fig. 6. _ — GERSTAECKER, (?) — _ Carus, 1885 (2) p. 358. —_ _ BasseT1-SMITH, 1899 (5) p. 449. Habitat. — Kròyer descrisse soltanto il maschio di questo piccolo caligide da lui notato per l'Atlantico e di poi citato anche pel Mediterraneo da Gerstaecker e da Carus, sulle branchie di Z%yrzus alalonga Cuv. e Val. ? Caligus Lessonianus Risso (C. Lessorzzs), 1 e 9. Caligus Lessonianus Risso, 1826 (2) p. 134. _ _ Carus, 1885 (2) p. 359 Habitat. — È specie stata trovata da Risso a Nizza sullo squalo MWo4danus griseus Cuv. Caligus Rissoanus M. EDWARDS, 9. Caligus Rissoanus Epwarps M., 1840 (2) p. 452. _ —_ Carus, 1885 (2) p. 357. Habitat. — Questo copepode fu trovato su di un pesce indeterminato a Nizza (Mus. Paris., H. Milne Edwards). Caligus Lichiae n. sp. Tav. XIV, fig. 1-14. Tav. XVI fig. 8-11. Caligus curtus Brian, 1898 (1) p. 208. _ — BRIAN, 1899 (2) p. 4. Descrizione della femmina (Tav. XIV): Lunghezza 5'/,-6 mm. Lo scudo cefalico (fig.1) è di forma pressochè rotonda, convesso dorsalmente: i suoi lati vanno però restringendosi più sul davanti che sull’indietro. L’addome di forma quasi rettangolare colla maggior lunghezza nel E E IR 75 SRI senso longitudinale è tuttavia più ristretto verso il limite d’inserzione coll’ anello toracico libero e va gradatamente allargandosi verso il lato posteriore il quale, visto dal dorso, presentasi incavato, mentre dal lato ventrale al posto dell’ incavo fa vedere due lobi. Esso è di molto più ristretto dello scudo cefalico. La lun- ghezza sua, compreso anche l’anello toracico libero, è quasi uguale a quella del solo scudo cefalico. Assai più corto della metà circa, e più stretto è il post-addome (fig. 14) terminato da due piccole lamine caudali con quattro setole piumate su ciascuna. Nella forma generale, eccezione fatta per le dimensioni, questa specie somiglia al C. isonix di Steenstrup e di Litken, soltanto si rileva facilmente una differenza nella larghezza del corpo nel punto dove l'addome si restringe per inserirsi coll’ anello toracico libero, larghezza ben più rilevante nella nostra forma. Se veniamo ai dettagli, se ne rilevano allora le spiccate differenze sia per la presenza, nella nostra specie, di un numero maggiore di setole nel secondo paio di piedi, di spinule e di denti nelle antenne del secondo paio e nei piedi mascellari, che mancano invece nel C. zs0zzx (se è esatta la figura data dai sullodati autori); e specialmente per la presenza di un carattere singolare soltanto osservato finora nel Caligus della Zzchia, consistente in un apparato particolare che giace sulla lamina del terzo paio di piedi, come più sotto sarà descritto. E benchè possa parere a tutta prima che altre specie, ad es. il C. cu77s, il C. rapax e il C. minutus somiglino nell’ aspetto generale alla nostra forma e leggiere ne sieno le differenze, pure nel C. Zickize vi sono caratteri così peculiari da non doversi ritenere altrimenti che come nuova specie. Le antenne del primo paio (fig. 6) sono bi-articolate. Il secondo articolo (ter- minale) è sottile, allungato quasi più del doppio che il primo. Quest'ultimo è ricoperto sul margine superiore da numerose setole, il secondo ne porta un ciuffo nella sua estremità libera. Le lunule (fig. 6) sono abbastanza vistose, poste ai lati del largo margine frontale, di forma sub-tondeggiante. Le antenne del secondo paio (fig. 7), disposte orizzontalmente sul lato ventrale dello scudo cefalico, sono potenti organi unciniformi tri-articolati, 1’ ultimo arti colo foggiato ad uncino, più lungo degli altri. Il rostro boccale (fig. 4) è tozzo, un po’ più lungo che largo, e ai lati presenta traccie di mascelle le cui estremità offrono un principio di biforcazione; ossia il ramo interno è appena abbozzato. Gli Xamzuli (fig. 3) presentano una base larga e hanno la punta, come al solito, rivolta all'indietro e ottusa. La furcula sternalis (fig. 5) è a rami semplici poco divergenti, le sue estremità tendono a curvarsi alquanto verso l’ interno. Il primo paio di piedi (fig. 9) è uni-ramoso; ogni piede consta di tre articoli, il primo breve e tozzo, il secondo più lungo, il terzo minore in grandezza. Mentre il primo porta una setola e una appendice (verosimilmente il rudimento del ramo natatorio interno), il terzo, alla sua estremità, porta invece tre pungiglioni più brevi e una lunga setola sull’ angolo. La seconda e la terza di queste spine, quelle interposte tra la setola d’angolo e la spina esterna, hanno la loro estremità bi-dentata. Dal lato inferiore del terzo articolo si vedono tre lunghe setole piumate discretamente sviluppate. Oa Il secondo paio di piedi (fi. 10) è invece bi-ramoso e ogni ramo consta di tre articoli. Il grosso segmento basale sostenente questi due rami è composto di due articoli, il primo brevissimo porta una setola piumata. Il secondo più grosso e lungo ha il margine inferiore finamente ciliato. Il ramo esterno tri-articolato presenta per ogni articolo una forte spinula ricurva all’ esterno; il terzo arti- colo terminale per giunta oltre ad una setola rigida porta sei setole piumate, mentre il primo e il secondo articolo dal lato interno ne hanno una sola, e tutte queste setole crescono in lunghezza dall’esterno all’interno. Gli articoli del ramo interno sono pure muniti di setole distribuite in quest’ ordine, sei per l’ articolo terzo, due per l’ articolo secondo e una pel primo articolo e crescenti pure in lunghezza dall’ esterno all’ interno. Il terzo paio di piedi natatori (fig. 11) è costituito da una larga lamina basale a cui è fissato ‘ciascun piede da ogni lato, formato da due lamine bi-articolate munite di setole e di spine. Alla base del ramo esterno vi è per giunta fissata una potente spina uncinata ricurva, mentre l'articolo basale ha solo una setola piumata da una parte e una spina dall’ altra; il secondo articolo, dal lato esterno, porta tre setole rigide o spine e internamente quattro setole piumate. Il ramo interno (fig. 12), esso pure bi-articolato, offre una serie di setole piumate crescenti in lunghezza dall’ esterno all’interno e in numero di sei sull’articolo terminale e di una sul breve e indistinto articolo basale. Caratteristica è la presenza, sulla grande lamina basale del terzo paio di piedi natatori, di due cuscinetti assai sporgenti, di forma ovoide o sferica, guarniti di numerose piccole verruche, e di due bastoncini curvi, chitinici dal lato interno di esse, assai forti e sporgenti al di fuori a guisa di due molle. (') Presumo che le due protuberanze tondeggianti sieno organi d’ adesione e invece i due bastoncini chitinici servano a tener sollevata la parte posteriore del cefalotorace dalla superficie dell’organo su cui vivono fissati questi parassiti, e ciò per permettere all’ acqua di circolare e di aerificare le appendici natatorie del caligide. Il quarto paio di piedi (fig. 13) uni-ramoso è costituito da quattro articoli ; il primo basale è lunghissimo, gli altri tre che rappresentano il secondo segmento, presi insieme raggiungono appena la lunghezza del primo, e tutti tre i detti articoli sono armati da spinule, il primo e il secondo di una sola, l’ultimo di tre spinule decrescenti in lunghezza dall’ interno all’ esterno. Descrizione del maschio (Tav. XVI): Lunghezza 4'/,-5 mm. Come nella femmina lo scudo cefalico è quasi rotondo (fig. 8) essendo il suo diametro longitudinale presso a poco uguale a quello tra- sversale : però i suoi lati vanno restringendosi piuttosto verso 1’ avanti pur la- sciando sussistere una lamina frontale abbastanza spaziosa, leggermente sinuosa nel mezzo e ricurva ai lati. L’anello toracico libero è molto più ristretto dello scudo cefalico e continua all’ indietro coll’addome che si prolunga nel susseguente post-addome e che sj conserva pure assai ristretto, solo l’addome presentasi di poco più largo verso (1) Vedi l’identica organizzazione nel maschio: Tav. XVI fig. 11. VM la sua parte terminale. Questi tre segmenti presi insieme presentano una lunghezza presso a poco uguale a quella dello scudo cefalico sopra menzionato. Le antenne del primo paio sono bi-articolate. Il secondo articolo sottile molto più allungato del primo e più stretto. Le antenne del secondo paio (fig. 9) hanno una disposizione pressochè oriz- zontale, il loro secondo articolo è grosso, striato sulla sua superficie e il terzo articolo unciniforme, ricurvo e con una spinula sul contorno interno. Gli Zamutli sono rivolti all'indietro e portano alla base una piccola spina rivolta verso l'interno. Il rostro è di poco più lungo che largo e tozzo. Ai lati porta due palpi coll’estre- mità striata e con un piccolo dente sul contorno interno in modo da fare apparire l'estremità divisa in due rami di cui uno, l’interno, è allo stato rudimentale. Il primo paio di piedi mascellari si presenta col secondo articolo, quello ter- minale, di forma allungata, sottile, più che il primo, e con una spinula sul margine interiore, verso la terza parte, vicino all’ estremità libera; quest’ ultima profonda- mente divisa in due rami affilati e appuntiti, di cui uno alquanto più lungo. Il secondo paio di piedi mascellari (fig. 10) ha un largo e grosso pezzo basale che sul margine inferiore, in vicinanza del suo punto d’ origine, mostra un dente vistoso. L'articolo unciniforme è bi-articolato e l’ articolo basale sul lato interno, presso il punto della sua articolazione colla parte terminale, presenta una grossa setola a guisa di pungiglione. La furcula sternalis è larga con due rami semplici, corti e divergenti. Nel primo paio di piedi ogni piede è tri-articolato, l'articolo basale corto e più largo, con una setola e un'appendice sul contorno inferiore (quest’ultima è il rudimento del ramo natatorio interno), il secondo allungato quasi del doppio. L’ultimo articolo terminale breve porta tre spinule sull’ estremità e quattro setole sul margine inferiore. Delle tre spinule quella esterna è un pochino più lunga che le altre due; quest’ ultime ambedue coll’ estremità bi-dentata. Delle quattro- setole sul margine inferiore, la prima quella d’angolo è una setola rigida e sem- plice, più sottile e con lunghezza superiore delle spine; le altre tre setole sono piumate e assai sviluppate. Il secondo paio, il terzo e il quarto come nella femmina. L’addome molto più stretto che nell’ altro sesso, con qualche setola ai lati in vicinanza delle aperture genitali. Le due appendici caudali inserite sul post-addome (apparentemente uni-articolato), sono piccole e con quattro setole piumate. Anche qui nel terzo paio di piedi, la lamina medesima più robusta, più spaziosa che di solito, pre- senta ai due lati due cuscinetti di forma ovale o sferica, guarniti di punte a guisa di tante verruche, e due pezzi chitinici ricurvi cilindrici ai loro lati, spor genti fuori come due molle, organi che non ho mai osservato in nessuna altra specie di Ca/zgus (fig. 11). La differenza più spiccata tra la forma maschile e quella femminile è data dalla struttura dell’anello genitale il quale, come si vedrà dalle figure, è molto più stretto nel maschio e diviso posteriormente in due lobi (se si guarda dal lato ventrale). Le appendici caudali, con quattro setole piumate, somigliano a quelle della femmina. alleati SN tal de SMIL 9 = dl & == Habitat. — Sulle branchie della Zzck/a anzia Linn., Genova, 22 Aprile 1891; nei seni frontali della stessa specie di pesce, Portoferraio, 19 Giugno 1898. Questi ultimi esemplari furono raccolti dal D." Damiani. Accettando la determinazione del compianto I. C. Thompson, nel mio primo lavoro (1898 (1) p. 208) avevo ritenuto questa specie affine col C. curfus sotto il quale nome ebbi allora a citarla in quel catalogo e più tardi anche in un’altra mia nota (1899 (2) p. 4). Caligus ligusticus n. sp., 7. Tav. XV, fig. 1-8. Caligus fissus RicHiarRDI?, 1880 (9) p. 148. _ — Carus, 1885 (2) p. 359. < — ? BRIAN, 1898 (1) p. 209. Descrizione del maschio: Lunghezza 3 mm. Lamina frontale grande con piccole ventose situate late- ralmente, con due brevi antenne, senza incisione mediana. Cefalotorace (fig. 1) grande quasi rotondo, più lungo della metà lunghezza del corpo, con due picco- lissimi occhi posti dorsalmente sulla linea mediana e l’un l’altro attaccati. Ultimo segmento toracico piccolo e presso a poco sferico, congiunto coll’addome assai più grosso ma della stessa forma. Il post- addome molto più stretto, presenta due appendici guarnite ciascuna di tre lunghe setole piumate e di una quarta più breve (fig. 3). Caratteri peculiari a questa forma si presentano nella forma rotondeggiante dello scudo cefalico, nel margine frontale spazioso e quasi senza curva, nelle lunule indistinte e piccolissime, tal chè non si vedono senza lente, e nella parti- colare costruzione del primo paio di piedi natatori e del quarto paio, che sono qui sotto descritti. Le antenne anteriori (fig. 4) hanno l’articolo basale tozzo, tondeggiante e di poco più lungo che l’articolo terminale libero; l’uno e l’altro muniti di setole. Le antenne inferiori sono bi-articolate e potenti: il primo segmento, presso la sua base, è munito di una spina colla punta rivolta verso l’indietro. Il primo paio di piedi mascellari sembra essere tri-articolato. È formato da un segmento basale breve soltanto separato per leggiero strozzamento dal seguente articolo più allungato, il quale a sua volta porta il terzo articolo sottilissimo, ri- piegato sulla porzione basale e bifido all’ estremità. Nel secondo paio di piedi mascellari ad un grosso e lungo segmento basale è fissato un uncino potente, ricurvo su sé stesso. La furcula sternalis (fig. 5) presenta due rami semplici, ottusi alle loro estremità e alquanto divergenti. Il primo paio di piedi natatori (fig. 6) si presenta, come di solito, con un solo ramo, costituito da tre articoli; il primo spesso e terminato superiormente da una setola; il secondo più sottile e più lungo, terminato esso pure da una piccola setola. L’ ultimo, al suo termine, porta una grossa setola rigida e due piccolissime alla sua base, mentre il contorno inferiore presenta tre lunghissime setole piumate. Nel secondo piede natatorio (fig. 7) il ramo interno è indistintamente tri-articolato anzi appare costituito da un articolo basale corto e da una grande lamina rettango- PRI ITRORT AE 121, PRAIA E TIE lare, allungata e foggiata in guisa da sembrare bi-articolata, e questa lamina porta nel suo contorno otto setole piumate crescenti in lunghezza dall’ esterno all’interno. Anche l’articolo basale porta una setola piumata, verso l'interno. Il margine esteriore di questo ramo è ciliato. Il ramo esterno è invece distintamente tri-arti- colato e il primo articolo porta una setola da una parte e una spina lunghissima dall’ altra. Parimente il secondo piuttosto corto, porta una setola e una breve spina uncinata, l’ultimo invece porta due piccole spine uncinate, una setola rigida e sei setole piumate che vanno crescendo esse pure dall’ esterno verso l’ interno. Nulla di straordinario vi è da osservare nella forma del terzo paio di piedi natatori, foggiati secondo il tipo solito nei Calzeus (fig. 8). Il quarto paio di piedi è costituito da un articolo basale abbastanza lungo, e da una lamina piatta fogliacea e articolata con quello, la quale è formata da tre articoli; il primo e il secondo portano una setola rigida all’esterno e il terzo tre setole rigide tutte assai lunghe e presso a poco di pari dimensioni. I tre esemplari da me osservati sembrano maschi e tutti hanno 3 mm. di lunghezza. Habitat. — Sulle branchie di 5ox sa/fa Linn.: un esemplare proveniente da Genova e un altro da Portoferraio. Anche su di un .Sargus Rordeletri Cuv. e Val. fu raccolto un altro esemplare di Ca/gs che ritengo debba riferirsi a questa specie, che mi fu inviato dal D." Damiani dall’isola d’ Elba. Caligus produetus DANA, 9. Caligus productus Dana, 1854 (2) pl. XC, fig. 4. ta ni ? KroòvER, 1863 (2) p. 64, pl. III, fi. 4. = —_ SteeNsTRUP et LòTKEN, 1861 (1) p. 357; pl. III, fig. 6. Non già Muller. = —_ BRIAN, 1898 (I) p. 208. —_ — BassetT- SMITH, 1899 (5) p. 452. = — WILSON, 1905 p. 597 pl. XVI. L’unico esemplare avuto in esame è una femmina lunga 4-4 '/. mm., assai malconcia. Osservata col microscopio dopo averla trattata colla potassa, ho potuto riconoscere nella forma delle appendici e nella costruzione generale di essa i caratteri principali propri della specie sì da corrispondere alla figura che ne diedero lo Steenstrup e Lutken: solanto non mi apparve bene distinta la divi- sione in due articoli del post-addome, sebbene si presenti assai allungato. Ho notato il carattere saliente dato dalla mancanza di setole piumate nel primo paio di piedi natatori e quello offertoci dal quarto paio di piedi, muniti di cinque spine in lunghezza sensibilmente crescenti, leggermente curvate, l’ultima fra le altre poco più lunga. Le /uru/ze sono grosse e vistose; la /urcula sternalis possiede due rami semplici, abbastanza allungati, dapprima alquanto divergenti e di poi colle estremità un poco convergenti. Habitat. — La specie, che mi sembra rara nel Mediterraneo, non avendone finora rinvenuto che un esemplare solo, fu raccolta a Genova sulla C%rysoplrys aurata Linn. E’ stata indicata per le Indie occidentali sui pesci Cory6Zeeza sp. e Balistes sp. Divisione II. Post-addome con due articoli. Caligus Pelamydis KROYER, 9. Caligus Pelamydis KròveR, 1863 (2) p. 50, pl. IV, fic. 4 = — RicHIARDI, 1880 (9) p. 148. i = VALLE, 1882 (4) p. 1. - - Carus, 1885 (2) p. 357 _ _ BRIAN, 1899 (3) p. 198. = - Bassert- SMITH, 1899 (5) p. 452. — — Wirson, 1905, p. 594, PI. XIII XIV. Distributio et habitat. — Questa specie è indicata da Kròyer come parassita della Pe/amys sarda BI. ma in quale località non mi sembra risuiti dal suo lavoro. Carus tuttavia assegna a questa specie un’area di distribuzione estesa com- prendendo anche 1’ Atlantico, mentre Gerstaecker la cita soltanto pel Mediterraneo. Essa tanto da Richiardi, quanto da Valle è stata riscontrata sui lidi d’Italia, sia per l’ Adriatico sia pel Mediterraneo. Il primo la ricorda come vivente sulla mucosa della cavità branchiale della Pel/amys sarda BL. e dello .Scomber scomber Linn. Il secondo rinvenne parecchi esemplari di questa specie, il 28 Marzo 1881, sulla mucosa della cavità boccale e branchiale d’una Pe/272ys sarda BI.; parimente su di questo pesce ne furono raccolti esemplari dal D." Damiani a Portoferraio, il 2 Marzo 1899, aderenti alla mucosa della cavità branchiale. Caligus diaphanus NORDMANN, 9. Caligus diaphanus NORDMANN, 1832 (1) p. 26. —_ —_ KROYER, 1863 (2) p. 79, pl. VII, fig. s. —_ _ HeLLER, 1866 (2) p. 30. = = OrLsson, 1868 (1) p. 10. = — RicHiarDI, 1880 (9) p. 148. ti — VALLE, 1880 (3) p. 58. _ _ Carus, 1885 (2) p. 357. — — BRIAN, 1899 (3) p. 198. _ — BasseTT-SMITH, 1896. Journ. M. B. Assn. Plymouth. _ _ I. C. TÒompson and A. Scott, 1903 (12) p. 293. _ —_ BassETTt-SMITH, 1399, (5) p. 452. Distributio et habitat. — Questa specie non ha nulla a fare con quella omo- nima descritta da Baird e da M. Edwards. La sua presenza fu riscontrata da diversi naturalisti (Nordmann, Kréyer, Olsson) nell'Atlantico settentrionale sulle branchie di diverse specie di 77zg/a. Heller per primo la citò per i nostri mari ossia pell’Adriatico sulle branchie di 7yzg/ Q7eata Linn. e 7. corax Bp. Richiardi la rinvenne nel Mediterraneo su di un gran numero di ospiti: sulla mucosa della cavità branchiale di Pagellus mormyrus Cuv., P. erythrinus Cuv., Triola cuculus Linn., 7. corax Bp., 7. milvus Lac., T. lineata Linn. e Platessa passer Bp. Valle per l'Adriatico non solo la riscontrò comune sulla pelle e sulle branchie della Trigla lineata Linn. e 7. corax Bp. ma anche sulla 7. aspera Viv. e 7. lyra Linn. Io ebbi esemplari da Portoferraio raccolti colà dal D.' Damiani sulla mucosa della cavità branchiale di 777g% corax Bp., il 12 Maggio 1899, sulle branchie di LA r1 Ai Vr RT. 17 Pagellus mormyrus Cuv., 1 Ottobre 1901 e sulle branchie di Pagellus acarne Cuy., il 5 Agosto 1901, e sugli archi branchiali di Zyzg/a lneata Linn. il 9 Febbraio 1903. A. Napoli raccolsi questa specie sulle branchie di age/lus mormyrus Cuv. il 28 Agosto 1903 e sugli opercoli branchiali di 7yzg/u corax Bp. il 27 Agosto 1903. I. C. Thompson e A. Scott citano il Caligus diaphanus anche per la lontana località di Aripu (Ceylon), stata raccolta nella bocca e sulla pinna dorsale di un Therapon puta. Caligus vexator HELLER, 9. Caligus vexator HeLrer, 1865 (1) p. 165, taf. XIV, fig. 2. = — Hecter, 1866 (2) p. 31. i — — RicHIARDI, 1880 (9) p. 148. = — VALLE, 1880 (3) p. 58. —_ — Carus, 1885 (2) p_359. _ — Brian, 1898 (I) p. 209. _ — Brian, 1899 (3) p. 198. —_ — Bassert-SMITH, 1899 (5) p. 451. Distributio et habitat. — Heller descrisse per primo questa specie presa sulle branchie di Derztex vulgaris Cuv. e Val., nel Mediterraneo e nell'Adriatico. Valle la trovò frequente sulle branchie di questo pesce nell'Adriatico. Richiardi pel Mediterraneo la cita, raccolta sulla mucosa della cavità branchiale di Derzex vulgaris Cuv. e Val., di D. gibhbosus Rafn. e di Pagrus vulgaris Cuv. e Val. To riscontrai la sua presenza a Genova, proveniente dalle branchie di Derzex vulgaris Cuv. e Val. (12 Febbraio 1890) e parecchie volte ebbi esemplari da Porto- ferraio dal D.' Damiani, una volta tolta dagli archi branchiali di Pagrus vulgaris Linn., il 2 Maggio 1899, e altre volte dalle branchie di Derzex vulgaris Cuv. e Val. (Ottobre 1901 e 24 Aprile 1903). E specie esclusiva, per quanto mi consta, dei nostri mari. Caligus Coryphaenae STEENSTRUP et LUTKEN, 9 e d. Caligus Coryphaenae SteENSTRUP et LUTKEN, 1861 (1) p. 360, pl. IV, fis. 7. Caligus bengoensis Scott, 1895 (1) p. 130, pl. XIV, fig. 19. Caligus Thynni? Dana, 1854 (2). Caligus scutatus? Epwarps M., 1840 (2) p_453- Caligus Coryphaenae RicHrarDI, 1880 (9) p. 148. —_ _ VALLE, 1880 (3) p. 58. = _ Carus, 1885 (2) p. 358. — = BRIAN, 1899 (2) p. 4. —_ i BassetT-SMITH, 1899 (5) p. 41. Distributio et habitat. — Questa specie studiata da Dana, e descritta sotto il nome di Caligus Thynni (?) fu raccolta, secondo questo autore, nell'Atlantico (27° lat. nord). Steenstrup e Lutken che descrissero con molta esattezza il Calzgus Cory- phaerae lo notano pure nell'Atlantico (30° lat. nord) indicando come ospite una specie di Coryfhaena. Sotto il nome di Celigus bengoensis, Scott lo cita per la fauna della Guinea, e sotto quello di €. scxzafs (?), Milne Edwards ne registrò l’Rabitat nelle Indie orientali. È registrato inoltre per i lidi d’Italia dal Richiardi bo ] | È come parassita sulla mucosa della cavità branchiale della Coryphaeza hippurus Linn., e per l’Adriatico da Valle come alquanto raro sulle branchie della CorydZaeza pelagica Lac. To ne ebbi esemplari da Portoferraio inviatimi dal D." Damiani che li trovò aderenti alle branchie di una Coryfhaena hippurus Linn., il 23 Ottobre 1898; e altri esemplari dalla stessa località raccolti pure sull’ospite ora riferito, il 19 Settembre 1902. Caligus Pharaonis NORDMANN, Caligus Pharaonis NORDMANN, 1832 (1) p. 28. —_ _ Epwarps M., 1840 (2) p. 453. = = GERSTAECKER (2) — — CARUS, 1885 (2) p. 557. Habitat. — Fu trovato dapprima nel Mar Rosso sull’ opercolo di un C/ae- todon e fu indicato di poi pel Mediterraneo da Gerstaecker e da Carus. Caligus affinis HELLER, Caligus affinis HELLER, 1866 (2) p. 30. —_ — RicHIARDI, 1880 (9) p. 148. — — VALLE, 1880 (3) p. 57. _ — Carus, 1885 (2) p. 357. Habitat. — Heller riscontrò la presenza di questa specie nell’Adriatico sulle branchie di Umbria cirrhosa Linn. Richiardi la ricorda pure pel Mediterraneo, da lui trovata sulla mucosa della cavità branchiale del pesce sopranominato. Su di questo ospite è citata anche da Valle per l'Adriatico, che la dice rara. Nessun autore ha dato di questa forma figura alcuna. Specie non descritte: Caligus Trachini RICHIARDI, Caligus Trachini RicHiarDI, 1880 (9) p. 148. _ — Carus, 1885 (2) p. 359. Habitat. — Sulla mucosa della cavità branchiale di Zrackmus draco Linn. Mediterraneo. Caligus Trachuri RICHIARDI, Caligus Trachuri RicHiarDI, 1880 (9) p. 148. _ _ Carus, 1885 (2) p. 359- Habitat. — Sulla mucosa della cavità branchiale di Zyrachurus trachurus Casteln. Mediterraneo. Caligus Serrani RICHIARDI, Caligus Serrani Ricuiarpi, 1880 (9) p. 148. —_ — Carus, 188; (2) p. 359. Habitat. — Sulla superficie della pelle di .Serrazus g7gas Brinn. Mediter- raneo. Caligus Lepidopi RICHIARDI, Caligus Lepidopi RicHiarDI, 1880 (9) p. 148. _ - Carus, 1885 (2) p. 359 Habitat. — Sulla superficie della pelle di Lep:dopus caudatus Euphr. Medi- terraneo. Caligus Petersii RICHIARDI, Caligus Petersii RicHiaRDI, 1880 (9) p. 148. _ — Carus, 1885 (2) p. 359. Habitat. — Sulla mucosa delle arcate branchiali di Carcharias lamia Risso. Mediterraneo. Gen. Lepeophtheirus NORDMANN, Divisione I. Post-addome con un articolo. Lepeophtheirus Thompsoni BAIRD, 9 e 27. Caligus piscinus GUERIN, 1840 pl. 35, fig. 2. —_ - Epwarps M., 1840 (2) p. 456. ? Caligus gracilis v. BENEDEN, 1851 (3) p. 90, pl. 2 fig. 1-7. —_ —_ RicHIaRDI, 1880 (9) p. 148. Lepeophtheirus gracilis Carus, 1885 (2) p. 359. —_ = BRIAN, 1898 (I) p. 210. ? Caligus branchialis MALM (mscr.) — - STEENSTRUP et LÙTKEN, 1861 (I) p. 362 pl. II, fig. 3. —_ = OLsoon, 1868 (1) p. 12. ? Lepeophtheirus Rbhombi KròyER, 1863 (2) p. 118 pl. V, fio. s. _ _ od Brian, 1899 (3) p. 199. Lepeophtheirus Thompsoni BarrD, 1850 (3) p. 278 pl. XXX fis. 2. _ —_ BassETT- SMITH, 1899 (5) p. 455- — sa TrHompson I. C. e ScoTT A. 1903 (2) p. 294- — _ WirsoN, 1905; p. 619. PI. XVIII. Distributio et habitat. — Guérin descrisse per primo questo copepode col nome di Caligus piscinus e lo indicò nell’ Oceano Atlantico sul « Merlan commun » (Merlangus vulgaris o Gadus merlangus). Van Beneden citava il suo Caligus gractlis, sinonimo del sopranominato, per il litorale belga sul corpo e nella cavità branchiale del P/eurorectes rhombus Linn. e del Rkombus maximus Linn., e asse- riva di aver trovato in abbondanza questo parassita sul primo di questi due ospiti. Baird studiò esemplari alberganti sul A%ombus maximus Linn. e raccolti da Thompson in Marzo 1837. Richiardi distinse, come Van Beneden, gli esemplari di questa specie col nome di C. gracilis v. Bened. e li citò pel Mediterraneo, fissati sulla mucosa della cavità branchiale del A7omndus laevis Rond. e del R. maxzzzus Cuv. A Genova ho esaminato parecchi esemplari provenienti dalle branchie di un fhombus maximus Cuv. Dal D.' Damiani ebbi un esemplare raccolto su di un tal ospite a Portoferraio, il 6 Marzo 1899. pa 47 _- Malm, che nominò questa forma Cadgus branchialis, la raccolse sulle branchie di Aehombus maximus Cuv.in Bahusia (Scandinavia). Olsson raccolse una sola fem- mina nella cavità branchiale di A/o07r0us laevis Rond. presso Grafverna, sulla spiaggia di Bahusia, nel mese di Settembre. Come parassita del A/ombus ma- ximus Cuv., col nome di Lepeophtheirus Rhombi, è stata citata da Kròyer per il mare del Nord. Pure sotto questo nome io avevo determinato un esemplare maschio di questa specie, raccolto dal D." Damiani a Portoferraio sulla pelle di A/orzdus lacvis Rond. (1899 (3) p. 199). Lepeophtheirus pectoralis NORDMANN, 9. Lernaea pectoralis MuLLER, 1777 (I) p. 125, Taf. XXXII, fig. 7; Encyclop. Mèthod., Vers. Tab. LXXVIII, fig. 12. — — Linneo, 1788, Systema Naturae, XIII edit., Tom. VI. Vermes, p. 3146 Caligus pectoralis BLAINVILLE, 1823 (1) p. 129. - - CuviER, 1829 (3) p. 258. — _ KròyeR, (1) II, p. 8, Taf. 6, fis. 4; Isis 1841, p. 253, Taf. I 6, fig. 4. = — Epwarps M., 1840 (2) p. 454. = = THomeSsoN, (2) p. 247 Lepeophtheirus pectoralis NORDMANN, 1832 (1) p. 30. —_ —_ BaIRD, 1850 (3) p. 275, tab. XXXII, fig. 10. = _ VALLE, 1880 (3) p. 59- _ _ Carus, 1885 (2) p. 359- —_ _ BasserTt-SMITH, 1896. Journ. M. B. Assn. Plymouth, p. 158. = —. Bassert-SMITA, 1899 (5) p. 454. Distributio et habitat. — Nell’ Atlantico e nel mare germanico. Valle scrive che questa specie è comunissima sulla pelle e sulle branchie della Platessa passer Linn. e del Ahombus maximus Linn. (Psetta maxima Sw.) nel- l'Adriatico. Lepeophtheirus Nordmanni M. Epwarps, 9 e 7. Tav. I fig. 1. Caligus Nordmanni Epwarps M., 1840 (2) p. 455- —_ _ Epwarps M., 1849, Atlas du Régne Animal de Cuvier, Crust., tab. LXXVIL, fig. 1, fem. = = TuHomPsoN, (2) p. 248. Lepeophtheirus Nordmanni BarrD 1850 (3) p. 275 Tab. XXXIM, fig. 1 fem. _ —_ HELLER, 1865 (1) p. 180, Taf XVI, fig. 1,2. = = RicHiarDI, 1880 (9) p. 148. _ VALLE, 1880 (3) p. 59. = — Carus, 1885 (2) p. 359- _ 2 Wirson, 1905, p. 623, PI. XIX. Lepeophtheirus Hippoglossi BRIAN, 1898, (I) p. 210, tav. I, fig. 4 tav. IL, fig. 13. -- BRIAN, 1899, (3) p. 199. Distributio et habitat. — Sotto il nome di Caligus Nordmanni, Milne Edwards lo descrisse nell’« Hist. Nat. des Crustacés » e dice che fu trovato a Nizza sulla pelle di una Mola. Baird ne dà la descrizione nel suo « Nat. Hist. of the British Entom. » da esemplari presi pure sull’ Or/lagorzscus 0a Linn., lungo la costa d’ Irlanda in provincia d’Antrim, nel Settembre 1848. Come parassita dello stesso pesce è citato da Heller pel Mediterraneo; sul quale ospite per questo mare lo indica pure Richiardi, come parassita sulla mucosa della cavità boccale. Valle riscontrò invece la sua presenza sulle branchie di detto pesce e ne ebbe un solo esemplare dall’Adriatico. Io ne esaminai molti esemplari raccolti sopra di un Or%agoriscus mola Linn. catturato a Pegli, il 2 Giugno 1891, ed altri esemplari presi da un altro simile ospite pescato il 26 Maggio 1901 a Genova. Nel mio catalogo dei cop. par. della Liguria, risultando essi determinati impropriamente per Lepeophtheirus Hippoglossi Kr., vi si faccia la correzione opportuna, sostituendo il nome di L. Nordmanni a quello; e lo stesso sia detto a riguardo di un esemplare raccolto dal D.' Damiani a Portoferraio sull’ Or/kagoriscus mola, il 9 Marzo 1899, che avevo registrato come Z. Mifpoglossi Kr. in un’altra mia nota (1899). Nell’ estate 1903 rinvenni pure a Napoli parecchi esemplari di questa specie interessante, sulla pelle di un pesce simile. Divisione II. Post- addome con due articoli. Lepeophtheirus Grohmanni KROYER, 9. Lepeophtheirus Grohmanni KròvER, 1863 (2) p. 108, pl. V. fig. 3. —_ — Carus, 1885 (2) p. 359. _ — BasserT-SMITH, 1899 (5) p. 456. Habitat. — Pleuronectes (Arnoglossus) Grohmanni Heck. Mediterraneo : Sicilia (Mus. Vindob., Havn. Rréyer). Lepeophtheirus Trygonis VALLE, Lepeophtheirus Trygonis VALLE, 1882 (4) p. 1. —_ —_ Carus, 1885 (2) p. 360. Specie non descritta. Valle trovò due soli esemplari di questo nuovo caligide il 21 Maggio 1881, sulla mucosa della cavità branchiale d’un colossale Z7ygor pastinaca Linn. Gen. Diphyllogaster BRIAN . Diphyllogaster Thompsoni BRIAN, 9. DiphyMogaster Thompsoni Brian, 1899 (4) p. 53, tav. 3. Habitat. — Sulle branchie di Dicerobatis Giornae Gunt. Mare ligustico (Genova). Gen. Litkenia CLAUS, Littkenia Asterodermi CLAUS, 9 e S. Liithenia Asterodermi Craus, 1864 (8) p. 365-383, taf XXXIV. _ _ Carus, 1885 (2) p. 362. _ —_ BRIAN, 1903 (7) p. $. = _ BasseT- SMITH, 1899 (5) p. 458. Cecropsina glabra —Hetter, 1865 (I) p. 200, taf XIX, fig. 1, 2. _ _ HeLLER, 1866 (2) p. 32. Liitkenia glabra RicHiarRDI, 1880 (9) p. 148. —_ - VALLE, 1880 (3) p. 59. = — Carus, 1885 (2) p. 362. = — —«-. BasserT-SMITA, 1899 (5) p. 458. _ _ BRIAN, 1903 (9) p. 78. — 409 recon Habitat. — La Liitkenia Asterodermi Claus è, secondo me, sinonima della Liitrenta glabra. Questa fu descritta sotto il nome di Cecropsina glabra da Heller nel 1865, da esemplari raccolti, non si sa su quale pesce, nel mare Adriatico. Heller citava di nuovo questa specie un anno dopo nel suo elenco di crostacei del mare Adriatico, e neppure allora nominava l’ospite. Col nome di Liitkezzia glabra, questa stessa specie, comparve nel catalogo del Richiardi nel 1880, e questa .volta era stata raccolta sulla mucosa della cavità branchiale del Luvarus imperialis Raf. Contemporaneamente Valle presentava, sotto lo stesso nome, il parassita del Zuvarus e lo diceva comunissimo sulle branchie di detto ospite. La sostituzione del nome Zeifkezia al genere Cecropsina, era necessaria, perchè il Claus nel 1864, un anno prima che Heller facesse conoscere la sua forma, aveva già descritto la Lofkenia Asterodermi, specie che per i caratteri generici doveva identificarsi. colla Cecropsina. La forma descritta da Claus era stata raccolta a Messina sulle branchie di un Asferodermus coryphaenotdes, pesce che sotto questo nome corrisponde ad uno stadio giovanile dell’ anzidetto Zxvarus. Notando per tal modo che le due specie di L:fkezza or dette sono come parassite ambedue di uno stesso ospite, sebbene questo si presenti in diverso stadio di sviluppo, mi è sorto il dubbio che le due specie possano essere identiche fra loro, e avendo con- frontate le descrizioni e le figure di una specie e dell’ altra secondo Claus ed Heller, e dopo esame dei relativi esemplari raccolti a Genova e a Portoferraio, mi sono accertato che sussiste l’identità fra di esse. Questa è una forma propria soltanto dei nostri mari. Sotto il nome di Ziifkezia Asterodermi risulta già citata da me per la Liguria, raccolta sulla pelle del- l’Asferodermus elegans Risso, a Monterosso, il 15 Novembre 1902. Col nome corrispondente di Zitkezza glabra lho pure citata per l’isola d’ Elba colà raccoltavi dal D.' Damiani sulle branchie di Zuvarus 2nperialis Raf., il 26 Luglio 1go1. Altri esemplari furono trovati sulle branchie di questo stesso pesce il 23 Novembre 1888 e nel 1892 a Genova. Liltkenia integra RICHIARDI, Liitkenia integra RicHiarDI, 1880 (9) p. 148. = — Carus, 1885 (2) p. 362. Specie non descritta. Richiardi ascrive ad essa come ospiti: Ga/eus canis Linn. e Mustelus equestris Bp. (sulle branchie). Mediterraneo. Non conosco questa specie. Avevo creduto di dovere riferire a lei, sotto questo nome, una forma di dubbia determinazione (vedi mia op. cit. 1898 (1) p. 211, tav. II, fig. 7), che oggi ho riconosciuto per Nesz$fus orientalis Heller. Gen. Nesippus HELLER, Nesippus orientalis HELLER, £. Nesippus orientalis HeLLER, 1865 (1) p. 194, pl. XVIII fig. 2. = = BasseTT - SMITH, 1899 (5) p. 459- Litkenia integra BRIAN, 1898 (1) p. 211, tav. II fig. 7. Habitat. — Secondo Heller questa specie fu trovata sulle branchie di Pyz0r0d0x menisorrah a Java. A Napoli ne raccolsi pochi esemplari sulle branchie di A/opz2s vulpes Linn., 1903. A Genova fu trovato un esemplare che ritenni dapprima come spettante alla Zu/keria integra n. sp. di Richiardi, ma che più tardi riconobbi appartenere al Wess$pus orientalis. Questo esemplare era stato raccolto sulla mucosa della cavità boccale del Mustelus laevis Risso, nel Settembre 1890. Gen. Nogagus LEACA, Nogagus caelebs HELLER, V. Nogagus caelebs HeLLER, 1865 (I) p. 208, pl. XX, fis. 4. = = Carus, 1885 (2) p. 360. -- _ BassETT - SMITH, 1899 (5) p. 460. Habitat. — Questa specie è stata citata dall’ Heller pel Mediterraneo, ma egli non indicò su qual ospite. Nogagus Latreillii LEACH, V. Nogagus Latreillii LeacH, 1819 (2) p_ 536. — — Epwarps M., 1840 (2) p. 459. = — SreENsTRUP et LùTKEN, 1861 (1) p. 384, pl. IX, fis. 18. = —_ BRIAN, 1905 (10) p. 6. Habitat. — Ho rinvenuto un esemplare di questa specie conservato entro un tubetto nel Museo Zoologico di Napoli, stato raccolto dal Costa in quel golfo non si sa su quale pesce. Tale forma nell’Atlantico era stata trovata sopra di una specie di Carcharias. Gen. Demoleus HELLER, Demoleus paradoxus HELLER, 9 e d. Caligus paradoxus Orto, Nov. Acta Acad. Caes. Leop., t. XIV, p. 352 (tav. XXII, dig. 5) = = NORDMANN, 1832 (1) p. 32. Nogagus productus GERSTAECKER, 1953 (1) s. 54; f. 1-10. Demoleus paradoxus HELLER, 1865 (1) p. 199, raf. XIX, fig. 3. Nogagus grandis? + SrEENSTRUP et LùTKEN, 1861 (I) p. 386, tab. X, fis. 19. Demoleus paradoxus Carus, 1885 (2) p. 361. — — BassetT-SMITH, 1899 (5) p. 46r. Habitat. — Questa specie fu raccolta nel Mediterraneo su di un pesce-cane (Heller). Gen. Trebius KROYER, Trebius caudatus KRÒYER, 9 e 07. Trebius caudatus KròveR, (I) IL 30. t. I, fig. 4. = = Epwarps M., 1840 (2) pag. 458. —_ — TuHomPsoN, 1847 (2) p. 248. — — BaiRD, 1850 (3) p. 280 tab. XXXIII, fig. 3, 4. Trebius spinifrons? Epwarps M., 1840 (2) p. 458, pl. XXXVIII, fig. 1. Trebius caudatus KròvER, 1863 (2) pag. 149, tab. X, fig. 1. >= — Orsson, 1868 (I) p. 14. — _ VALLE, 1880 (3) p. 60. = = Carus, 1885 (2) p. 360. = —_ BRIAN, 1902 (5) p. 33» — BassetT-SMITH 1899 (5) p. 461. ; — s1 — Distributio et habitat. — Tale specie fu dapprima rinvenuta nel mare germanico (Atlantico del Nord). Kròyer le ascrive come ospiti: Ga/eus vulgaris Flem. e Raja batis Linn. Olsson ricorda oltre a quest’ ultimo pesce anche la Raja fullonica Risso e la cita per la fauna scandinava. Baird descrisse esemplari tolti da una Rq70 bdatis Linn. catturata nella località di Belfast Bay nel Settembre del 1838. Milne Edwards non fornisce indicazioni precise e la dice specie trovata su di uno squalo nel mare del Nord: e lo stesso ripete a riguardo del Zyebzus spinifrons che ritengo sia sinonimo. Valle riscontrò la presenza di questa specie nell'Adriatico vivente nel cavo della bocca dell’ AcarZQkias vulgaris Risso. Un esemplare è stato da me indicato per Portoferraio, dove il D.' Damiani lo rinvenne aderente all’ atrio degli spiracoli nasali di Raja macrorynchus Raf.? Un altro esemplare (femmina) l’ho raccolto a Napoli sulle branchie di un Acarz/lias vulgaris Risso, il 21 Agosto 1903. Gen. Elytrophora GERSTAECKER, Elytrophora brachyptera GERSTAECKER, £ e 2. Tav. I, fig. 2-3. Elytrophora brachyplera GERSTAECKER, 1853 (1) p. 60, pl III, fig. 12. —_ — HELLER, 1865 (1) p. 189, pl. XVII, fig. 1. = — HELLER, 1866 (2) p. 31. _ _ RicHIaRDI, 1880 (9) p. 148. + = VALLE, 1880 (3) p. 60. - — Carus, 1885 (I) p. 360. _ — BRIAN, 1898 (1) p. 211. — —_ BRIAN, 1899 (2) p. 4. — _ BassETT-SMITH, 1896, (1) p. 12, pl. IV, fig. 3. = = BasseTT-SMITH, 1899 (5) p. 462 Dinematura Thynni KOLLAR, Arnaeus Thynni KròyER, 1863 (2) p. 157, pl. VIII. Caligeria bella? DANA, 1848, Proc. Amer. Acad. Arts. a Sc., fig. 5, p. 57- Distributio et habitat. — Gerstaecker cita questa specie come propria del Mediterraneo ed anche Heller riscontrò la sua presenza nei nostri mari. Essa vive nella cavità orale del tonno e dal Richiardi è indicata pure sulla mucosa della cavità branchiale di questo pesce. È ricordata parimente da Valle per l’Adriatico. Bassett- Smith cita anche questo caligide in Inghilterra nelle acque di Plymouth, tolto dalle branchie di un grosso Z%ywzus #hynnus White. Rròyer ne illustra esemplari sotto il nome di Arzaeus Thynni che erano stati raccolti in Sicilia sopra di un tonno e che erano stati catalogati nel Museo di Vienna col nome di Dirematura Thynni da Kollar. L’affinità di questi esemplari con quelli descritti da Gerstaecker e da Heller è evidente. Notai anch'io la presenza di questa specie a Genova, avendo osservato nu- merosissimi esemplari raccolti dalle branchie del 7%yrzus Myrnnus White. Altri esemplari mi pervennero da Portoferraio e altri ancora rinvenni a Napoli. cc 52 == Gen. Dinematura LATREILLE, Dinematura producta STEENSTRUP et LUTKEN, 9 e V. Caligus productus MoLLER, 1785 (2) p. 132, pl. XXI, fig. 3. Pandarus Lamnae JoHNSTON, 1835 (3) p. 203. Dinemoura Lamnae BairD, 1850 (3) p. 286, pl. XXXV, fig. 7. = = OLsson, 1868 (1) pag. 17. Dinematura producta SrteENSTRUP et LùTKEN, 1861 (I) p. 34, pl. VII, fig. 13. — Lamnae KròyeR, 1863 (2) p. 179. Dinemaloura elongata BENEDEN v., 1857 (12) pag. 149, pl. XXIV. _ ., g BENEDEN v., 1892 (21) p. 231. — —_ BRIAN, 1898 (I) p. 212. Dinematura producta Bassert-SMITH, 1899 (5) p. 463. Distributio et habitat. a Van Beneden studiò esemplari di questa specie raccolti sulla pelle di .Scymus glacialis (Sc. microcephalus Bloch) nel mare del Nord dal prof. Eschricht. Quell’ autore scrive che qualche parte del corpo d'uno Scymnus ne era letteralmente ricoperta, al punto tale da assumere un aspetto scaglioso. Steenstrup e Lutken dicono che questa specie vive parassita sulla Lanza cornubica Linn. (Atlantico). Il Dr. Johnston illustrò siffatto caligide raccolto nel Settembre 1834 su di detto pesce in Berwick Bay, (Atlantico). Gerstaecker cita come ospite di esso anche uno .S7xa/us sp. Dall’ Hope è citato come parassita della Zamna cornubica Linn. per la località di Nizza. Dopo di lui, per quanto mi consta, nessun altro lo indicò pel Mediterraneo. Io ebbi la fortuna di osservarne esemplari, nel Museo Zoologico di Genova, stati raccolti sopra un individuo giovane g di Selache maxima Ginner, catturato a Camogli il 26 Agosto 1888. Un altro esemplare fu raccolto dal D." Damiani e inviatomi da Portoferraio. Anch’esso era stato preso dalla cute di una Selackhe maxima colà catturata nel 1903. Il maschio delle Dinemature, che era ancora ignoto sino a qualche tempo fa, fu scoperto e descritto, precisamente per questa specie, da Van Beneden nel 1892. Lo trovò in mezzo ad un gran numero di femmine, sulla pelle d’una Zezzza cornubica Linn. pescata sulle coste di Bretagna. Dinematura latifolia STEENSTRUP et LUTKEN, 9. Dinematura latifolia SteENSTRUP et LùTKEN, 1861 (1) p. 38, pl. VIII, fig. 16. = — Hetter, 1865 (1) p. 198. _ -- Ricniarpi, 1880 (9) p. 148. _ — VALLE, 1880 (3) p. 60. = — Carus, 1885 (2) p. 360. _ —. Brian, 1898 (1) p. 212. —_ — Bran, 1899 (3) p. 200. _ — Bassert-SMITH, 1899 (5) p. 463. Distribuito et habitat. — Ospite di questa specie, secondo Steenstrup e Lutken; è l'Oxyrhina glauca Mùll. e Henle. Essi la citarono pell’Atlantico boreale. Richiardi la ricorda pel mare d’Italia, raccolta sul Prz0z0dorn glaucus Linn.; Valle per l'Adriatico sul Carcharodon Rondeletiî Mùll. e Henle. Ho esaminati varii esemplari presi a Carloforte dal Prof. C. Parona sull’ Alopias vulpes Linn. e altri trovati sull’Oxyr%ina Spallanzanii Raf. a Genova. A. Porto- ferraio il D.' Damiani ne raccolse un esemplare sulla pelle dell’ultimo ospite ora indicato, il 21 Giugno 1899; e due altri il 13 Luglio 1901. Heller citava tale specie pel Mediterraneo trovata su di un pesce-cane. Gen. Philorthagoriscus HoRsT, Philorthagoriscus serratus (KR.) HoRST, 9 e 7. Tav. I, fig. 4, Tav. XVI, fig. 1-7. Dinematura serrata KRÒYER, Dinemoura serrata KròvYER, 1863 (2) p. 176, pl. VIII, fig. 4. Philorthagoriscus serratus Horst, 1897 (2) p. 137-144. Distributio et habitat. — Kròyer non ci diede nessuna notizia circa l'habitat di questo parassita. Nell’ estate 1903 raccolsi molti esemplari dei due sessi di questa specie a Napoli sull’Orthagoriscus mola Linn. Esaminati freschi, quasi ancora viventi, avevano un colore rosa-pallido. Il loro corpo semi-trasparente lasciava scorgere gli organi interni e sopratutto gli ovari di colore giallo-rosso mattone chiaro. Di colore giallo un po’ più scuro si presentavano le parti chitiniche come ad es. le estremità uncinate delle seconde antenne e dei piedi mascellari del secondo paio. Un esemplare osservato la prima volta in Genova fu da me ascritto fra i Laemargus muricatus coi quali somiglia salvochè per le dimensioni, e perciò 1’ ho citato con questo nome nel mio catalogo (I). Anche Hesse nel descrivere questa ultima specie diede il disegno di forme in tutto somiglianti alla Dirematura serrata e che egli ritenne per forme giovanili di ZLaemargus muricatus. Come si vede, Horst compose il nome del genere togliendolo dal nome del l’ospite abituale di questo caligide, che è l’OrZkagoriscus mola Linn., il pesce anzidetto. Gen. Echthrogaleus STEENSTRUP et LUTKEN, Echthrogaleus coleoptratus STEENSTRUP et LUTKEN, 9. Tav. II fig. 2. Dinemoura coleoptratus GuÉRIN, 1840, pl. XXXV, fig. 6. Pandarus alatus JouNSTON, 1836 (3) p. 202. Dinemoura alata Epwarps M. (2) p. 464. —_ — Barrp, 1850 (3) p. 285, pl. XXXIII, fig. 8. Nogagus? d'. Echthrogaleus coleoptratus StEENSTRUP et LùTKEN, 1861 (1) p. 380, pl. VIII, fig. 15. —_ — Orsson, 1868 (I) p. 20. —_ _ BRIAN, 1899 (2) p. 4. —_ _ BRIAN, 1902 (5) p. 36. _ —_ BasseTT-SMITH, 1899 (5) p. 464. Distributio et habitat. — Osservai come nuova pel Mediterraneo questa specie per la prima volta a Genova, raccolta dal Sig. Borgioli sul Certrophorus granu- losus Bloch, pescato nel mare ligure, il 6 Aprile 1898, ed in seguito altri esem- plari furono presi dal D." Damiani sotto I’ ascella della pinna dorsale del Charcha- rodon Rondeletiù Mùll. e Benle, il 5 Giugno 1898 a Portoferraio. Gli esemplari descritti da Steenstrup e Liitken furono trovati nell'Atlantico dal capitano Hygom a 38° lat. n. Baird che ha descritto questa specie sotto il nome di Diremoura alata, la dice raccolta dal D." Johnston nel 1834 su di una Zamra cornubica Linn. pescata nell’Atlantico, nella baia di Berwick. Da Milne Edwards è citata pei mari dell’ India dove fu rinvenuta sopra di un pesce-cane. A detta di Baird sembra essere pa- rassita anche di altri pesci. Gen. Cecrops LEACH, Cecrops Latreillii LEACH, 9 e 7. Tav. II fig. 3,4. Cecrops Lalreillii LeacH, 1816 (1) pl. XX, fig. 1-5. _ _ DESMAREST, 1825, p. 338, pl. L, fis. 2. _ _ Risso, 1826 (1) p. 141. _ _ LATREILLE, 1829. Régne Animal de Cuvier, Tom. IV, p. 199; Encyclop. Méthod., pl. 335, fig. 3-10. _ Bosc, 1830, p. 221. —_ _ NORDMANN, 1832 (1) p. 39. — —_ Oxken, Allg. Naturgeschichte, Zool. Bd II 2, p. 626, Taf. XX, fig. 3. - — — LaAmarcg, 1838 (3), p. 206. _ — GuéRIN, 1840, tab. 35, fig. 8. _ _ Epwarps M., 1840 (2) p. 474. — _ VERANY, 1846, p. 88. _ _ Epwarps M., 1849, Atlas du Résne Anim. de Cuvier. Crust., pl. LXXVIII, fig. 4. _ —_ BarrD, 1850 (3) p. 293, tab. XXXIV, fig. 1, 2. _ _ BENEDEN v., 1855 (10) p. 523. _ _ Heaven I, van der, 1857; pl. 3,4. —_ - BENEDEN v., 1861 (14) pl. XX. — _ KròyER, 1863 (2) p. 190: _ —_ HELLER, 1866 (2) p. _ —_ Orsson, 1868 (I) p. 22. — _ Hesse, 1886 (12) p. 339-362, pl. 14-15. - — RicHIARDI, 1880 (9) p. 149. i VALLE, 1880 (3) p. 60. = —_ Carus, 1885 (2) p. 363. _ —_ Lucas, 1887 (2) p. XXXI. - = THomson, 1889 (2) —_ = BRIAN, 1898 (1) p. 212. _ _ BRIAN, 1899 (3) p. 200. 2. (53) —_ = BasseTT-SMITH 1899 (5) p. 465. —_ _ PocHE, 1902 p. 14. Distributio et habitat. — La prima volta fu trovata da Lamartinière presso le coste della California sulle branchie di un 20407; in seguito fu raccolta moltissime volte nell'Atlantico settentrionale. Lucas riporta come ospiti di questa specie il Thynnus thynnus White, il Pleuronectes maximus Linn. il P. rhkombus Linn. e x l’Orthagoriscus mola Linn.; ma è sopratutto sulle branchie di quest'ultimo che è stata rinvenuta sovente nell'oceano Atlantico. Anche nei mari d’Italia è specie discretamente comune. i Nel catalogo dei crostacei liguri del Verany (1846) noi troviamo indicato il Cecrops Latreillit Leach senza indicazione d’ospite. Risso, 1826, nel suo « Hist. Nat. Eur. Mér. » p. 141, lo indica per la località di Nizza e a torto come nutrimento dell’OrZhagoriscus mola Linn. ritenendo questi caligidi come animali pelagici. Una discreta quantità di tali copepodi fu raccolta a Genova nel Museo di Zoologia della R. Università sopra una OrMagoriscus mola Linn., il 2 Maggio 1801. A Portoferraio la specie fu trovata sulle branchie del pesce ora riferito da D.' Damiani il 9 Marzo 1899. Per la località di Napoli questa forma fu indicata dal Costa e dall’ Hope, e colà anch’io (nell’estate del 1903), ebbi a raccoglierne alcuni esemplari su di un pesce-luna. Heller e Valle la citano per l'Adriatico raccolta sul 7/y727220s {hynnus White, e Richiardi pel Mediterraneo vivente sia sulle branchie di quest’ultimo ospite, sia su quelle dell’ Or/lZagoriscus mola Linn. Gen. Phyllophora M. EbWwARDS, Phyllophora erassa RICHIARDI, Phyllophora crassa RicHIaRrDI, 1880 (9) p. 148. = — Carus, 1885 (2) p. 361. Habitat. — Specie non descritta. Richiardi la rinvenne aderente alle branchie di Prionodon glaucus Linn. Mediterraneo. Gen. Pandarus LEACH, Pandarus bicolor LEACH, 9. Tav. II, fig. 1. Pandarus bicolor LeacH, 1816 (1) fig. 1,2. = —_ LEACH, 1819 (2) p. 535. = _ DESMAREST, 1825, p. 339; t. S, fig. s. — — Epwarps M., 1840 (2) p. 470. = — BURMEISTER, 1833, Pp. 331. = = KròveR (1) II, t. 1. fig. 6 (?). Caligus bicolor LAMARCK, An. s. Vert. edit. 23, V. 210. Pandarus bicolor Krovyer, 1863 (2) p. 187. = = BairD, 1850 (3) p. 288, pl. XXX, fig. ro. = = BENEDEN v., 1851 (3) p. 94. = = Orsson, 1868 (1) p. 21. —_ — BasserT-SMITH, 1896, Journ. M. B. Assn., p. 156. Pandarus Bosci LeacH, 1916 (1) p. 406, pl. XX, fig. 1. —_ —_ BairD, 1850 (3) p. 289. Pandarus fissifrons Epwarps M.? 1840 (2) p. 470. Pandarus bicolor RicHiaRDI, 1880 (9) p. 149. —_ _ Carus, 1885 (2) p. 362. —_ _ BRIAN, 1899 (3) p. 199. —_ —_ BasseTT-SMITH, 1899 (5) p. 466. _ — Poche F., 1902, p. 14. Distributio et habitat. --- Questa specie è stata raccolta da principio più volte nelle acque dell'Atlantico settentrionale e orientale. Leach la rinvenne sul Galews canis Linn. a Torcross nel Devonshire dove pure ha riscontrato la presenza della varietà P. Boscii, da lui trovata sullo Syualus mustelus Linn. Baird la indica come parassita di un Przonodon glaucus Cuv. catturato a poche miglia dal porto di Falmouth nel 1849, in Inghilterra. Bassett-Smith dà per ospite di questa specie an- che lo ,Scyllium catulus Cuv. e Gerstaecker l’ Acanthias vulgaris Bp. (sulle branchie). Per quanto riguarda la fauna italiana un esemplare fu raccolto dal D." Damiani a Portoferraio sulle pinne pettorali di Ga/eus canis Linn., il 7 Luglio 1903. Per l’Italia tale specie è ancora ricordata da Richiardi che la rinvenne sulla mucosa della bocca di Prionodon glaucus Linn. Pandarus lugubris HELLER, 9. Pandarus lugubris HeLLER, 1865 (1) p. 205, pl. XX, fig. 1. —_ — Carus, 1885 (2) p. 362. — — BassetT-SMITH, 1899 (5) p. 467. = — BRIAN, 1902 (5) p. 36. Habitat. — Fu rinvenuto da Heller sopra di una specie di squalo nel Medi terraneo. A. Genova ne fu trovato un solo esemplare lungo 6 '/. mm. sulle branchie dell’Oxyrhina Spallanzanit Raf. (Luglio 1890). Gen. Orthagoriscicola PocHE, Orthagoriscicola muricatus KROYER, 9 e 7. Laemargus muricatus KròvyER, 1837-38 (1) I, p. 487, tab. 5, fig. A, B, C, D; Ists, 1841, p. 104, Taf. II, 5, fir. A-D. _ — Epwarps M., 1840 (2) p. 475, pl. XXXIX, fig. 2. —- —_ BairD, 1850 (3) p. 295, tab. XXXIV, fig. 3, 4. —_ —_ Heaven I, van der, 1857, pl. 4. _ —_ BENEDEN, 1861 (14) p. 129; pl. XIX, fig. 1-4. — —_ KRòyER, 1863 (2) p. 188. = — Hesse, 1886 (12) p. 339-362, pl. 14-15. —_ — — Vatte, 1880 (3) p. 6r. = = Carus, 1885 (2) p. 363. — -- BassETI-SMITH, 1899 (5) p. 467. Orthagoriscicola muricatus (Kròy.) PocHE F., 1902, p. 14. Distributio et habitat. — Non ho riscontrato la presenza di questa specie nel mare ligure ('), seppure sia stata citata per l'Adriatico da Valle al quale il D. Ed. Gràffe, Ispettore dell’I. R. Stazione Zoologica di Trieste, comunicò di averne tro- vato in quel mare, tre esemplari sopra un Orz7agoriscus mola Linn. Da Hesse per contro sono citati esemplari per l'Atlantico dove, egli dice, vi- vono in gran numero sulle branchie di detto pesce e sono piuttosto comuni. Ad esempio ne raccolse copiosamente il 15 Novembre 1870 a Brest. Van Beneden invece fa notare che mentre sono notevolmente comuni i Cecroòs che invadono addirittura le branchie di certi individui del pesce sopra detto, soltanto raramente () Il caligide che è stato citato sotto questo nome da me per la Liguria (1), (1898, p. 13), devesi riferire alla Dinematura serrata di Kròyer. si osserva la presenza dei Zaemargus. Non comune sarebbe questa forma, anche a detta di Van der Hoeven, nell’Atiantico. Poche (') ha rilevato ultimamente che il nome di Zaemargus (derivante dal greco Axya96s — glosus) per questa forma di copepode parassita deve abolirsi, poichè esso è stato adoperato anteriormente da Miller e da Henle per stabilire un genere di pesci. Kròyer ha stabilito il suo genere nell’anno 1837, e in verità nel quinto fascicolo dell’ annata consistente in 6 fascicoli, per cui senza dubbio non prima di Settembre. Quasi nello stesso tempo invece da Mùller e da Henle fu stabilito un genere di squalo, Laemargus, e precisamente nel « Ber. Verh. Ak. Wiss. Berlin», /u% 1837, che per conseguenza ha la priorità sul Zaemargus Kròy. Per ciò il Poche credette necessario per il Zaemargus di Krbyer di sosti tuire un nuovo nome, e scelse tale denominazione dall’ unico ospite soltanto co- nosciuto di questo copepode parassita, ossia dall’ Or/lagoriscus mola fece il ge- nere Orthagoriscicola nom. nov., per cui d’ora innanzi la specie viene distinta conseguentemente coi termini di O. muricatus (Rròy.). Alcuni ittiologi, in questi ultimi anni, supponendo invece che il dritto di priorità dovesse spettare al genere di Kròyer, sostituirono al nome Zaemargus di Miller e Henle quello di '.S072r2/0s%s (Lesueur) per designare il genere di squalo, di cui due specie sono note e designarono quindi le due forme conosciute di questo pesce in tal modo: .Somriosus rostratus, ricordato da Risso e Canestrini pel Mediterraneo, colle località di Nizza e Genova e il Somriosus microcephalus (Schneider) Goode and Bean pel Nord Atlantico. Tale citato troviamo nel la- voro di Goode e Bean « Ittiologia Oceanica », Washington .1895, e anche nel recente manuale dell’ Hoepli « Ittiologia Italiana » dove il (Griffini ha adoperato pure il termine .So72z210sus (Lesueur) invece di Laemargus. Per quanto è stato detto, pel diritto cioè di priorità rilevata dal Poche in favore del genere Zaemargus di Miller et Henle, tale sostituzione compiuta dagli ittioligi per lo squalo non avrebbe più ragione di sussistere. Gen. Perissopus STEENSTRUP et LUTKEN, Perissopus dentatus STEENSTRUP et LUTKEN, 9. Perissopus dentatus SteENSTRUP et LùTKEN, 1861 (1) p. 53, tab. XII, fig. 25. —_ — Brapy Stew. G., 1883 (2) —_ —_ HELLER, 1866 (2) p. 32. - —_ RIcHIARDI, 1880 (9) p. 148. _ - VALLE, 1880 (3) p. 61. - _ Carus, 1885 (2) p. 361. _ _ BRIAN, 1848 (1) p. 210. _ a BasseTT- SMITH, 1899 (5) p. 468. Perissopus communis RaTHBUN, 1887 (3) p. 560. _ var. Stimpsoni RATHBUN (3) p. 561. Habitat. — Pel Mediterraneo questa specie non sembra essere rara e fu trovata sulla cute di squali diversi. Richiardi la rinvenne sulla pelle di A/zustelus (') Pocne Franz, — Bemerk, z. d. Arb. des H. Bassett-Smith; 1902, p. 14. equestris Bp. A Genova furono raccolti esemplari sulla coda del Ga/eus canis Linn., il 7 Novembre 1892, sulla pelle di Muslelus laevis M. e H., i1 2 Marzo 1893 e sul corpo di una Carcharias lamia Risso, il 20 Settembre 1898. Heller e Valle ricordano questa stessa forma per l'Adriatico ove la riscontrarono sul Muszelus plebegus Bp. e sullo ,Squalus Milberti Bp. La forma tipica studiata da Steenstrup et Litken fu rinvenuta nell’Atlantico sopra di una sp. di Carchartas. Rathbun cita il Persssofus communis sinonimo del nostro, come proprio di parecchie località dell'America settentrionale e parassita di quattro forme diverse di pesci: Carcharinus obscurusz C. Milberti, Reniceps tiburo,; Scoliodon Terrae-novae. La varietà Perissopus Stimpsoni del nostro copepode fu pure raccolta nell'America del Nord e l'ospite suo, secondo Rathbun, è ignoto. La specie ?. dentatus è dunque l’unica del genere che pure mostrando un’area di distribuzione assai ampia vive in Europa, giacchè le altre sono esotiche. Il Perissopus (Lepidopus) armatus di Dana, come è noto, fu raccolto su di una specie di Mustelus proveniente da Rio Janeiro e il /. 272csus di Van Beneden, fu tolto da non si sa quale pesce del Senegal. Ram iii = IDSIDIGOSNNENAEIDV/UD Gen. Philichthys STEENSTRUP, Philichthys Xiphiae STEENSTRUP, 9 e g. Philichthys xiphiae StcENSTRUP, 1861 (1) p. 295, pl. II; 1862, p. 227. —_ — Bercsok, 1864, p. 87, tab. 13. — Bercsog, 1865, p. 213, pl. I. — — Vocr C., 1879, p_29, tav. II, fig 13-15. _ — RicHIARDI, 1880 (9) p. 149. — — VALLE, r880 (3) p. 68. = — Carus, 1885 (2) p. 368. = — BasserT-SMITH, 1899 (5) p. 479. Distributio et habitat. — Questa specie vive nei seni e canali delle ossa frontali di Xzfhias gladius Linn. ed è citata pel Mediterraneo da Richiardi e per l'Adriatico dal Valle. Steenstrup aveva pel primo scoperto questo copepode, di cui Bergsoe ha fatto una descrizione dettagliata. Quest’ ultimo in un suo viaggio in Italia si è occupato dello studio di tale parassita che trovò comunissimo; sopra quindici teste di Xiphias gladius ha raccolto quarantanove femmine e ventun maschi, e ne ha riscontrati persino sette individui sopra una sola testa; è merito di Bergsoe collo studio accurato che ne potè fare d’aver assodato per primo che i P7iZckt#hys sono veramente crostacei appartenenti alla sezione dei copepodi parassiti. Gen. Polyrrhynchus RICHIARDI, Polyrrhynchus Sciaenae RICHIARDI, 9 e o. Philichthys Sciaenae RicHiaRrDI, 1876 (2) p. 191. —_ — RicHiarpI, 1880 (9) p. 149. = — Vor, 1877 (2) p. 412. = — Carus, 188; (2) p. 368. Richiardia Sciaenae Bassert-SMITH, 1899 (5) p. 479. Habitat. — Richiardi rinvenne questa specie nei canali delle squame della regione caudale della .Sciaeza aquila Lac. Mediterraneo. Polyrrhynchus Lichiae RICHIARDI, 9. Philichthys Lichiae RicHiarRDI, 1877 (5) p. 167, tav. VI, fis. 1. = — RicHIARDI, 1880 (9) p. 149. = — VALLE, 1880 (3) p. 4. —_ — Carus, 1885 (2) p. 369. Richiardia Lichiae BasseTT-SMITH, 1899 (5) p. 478. Habitat. — Richiardi trovò questa specie nei seni e canali delle ossa frontali e della mascella inferiore della Zzickia amia Linn. Mediterraneo. Valle ne rinvenne due soli esemplari su lo stesso pesce nell'Adriatico, viventi nei seni e canali delle ossa frontali. Polyrrhynchus Denticis RICHIARDI, ©. Philichthys Denticis RicHiARDI, 1877 (5) tav. VI, fig. 2. —_ — RicHÒÙiarpi, 1880 (9) p. 149. = — Carus, 1885 (2) p. 369. Richiardia Denticis Bassett- SMITH, 1899 (5) p. 479, PI. XXVI, fig. 3. Habitat. — Questa specie è citata e descritta dal Richiardi. Vive nel Medi- terraneo nei seni e canali delle ossa frontali e della mascella inferiore del Derzfex vulgaris Cuv. e Val. Polyrrhynchus Pagri RICHIARDI, 9. Philichthys Pagri RicHIARDI, 1877 (5) tav. VI, fis. 3. _ — RicHiarDI, 1880 (9) p. 149. _ — Carus, 1885 (2) p. 370. Richiardia Pagri Bassett-SMITH, 1899 (5) p. 478. Habitat. — Richiardi trovò questa specie nei seni e canali delle ossa frontali del Pagrus vulgaris Cuv. e Val. Mediterraneo. Polyrrhynchus Pagelli RICHIARDI, 9. Philichthys Pagelli RicHiarDI, 1877 (5) tav. VI, fig. 4. — — RicHiarpI, 1880 (9) p. 149. _ — Carus, 1885 (2) p. 370. Richiardia Pagelli BassetT-SMITH, 1899 (5) p. 748. Habitat. — Richiardi raccolse questo copepode nei seni e canali delle ossa frontali del Pagellus mormyrus Cuv. e del P. erythrinus Cuv. Mediterraneo. Polyrrhynchus Baraldii RICHIARDI, 9. Philichthys Baraldii RicHiarpI, 1877 (5) tav. VI, fig. 5. _ — RicHIarpI, 1880 (9) p. 149. _ — Carus, 1885 (2) p. 370. È Richiardia Baraldit Basserr-SMITH, 1899 (5) p. 479. Habitat. — Richiardi osservò questa forma di P%z/ichthys nei seni e canali delle ossa frontali e della mascella inferiore della C4rysop/rys aurata Linn. Mediterraneo. MAO Polyrrhynchus Sieboldii RICHIARDI, 9. Philichthys Sieboldii RicuiarDI, 1877 (6) tav. X, fig. 1. — — RICcHIARDI, 1880 (9) p. 149. _ — Carus, 1885 (2) p. 368. Habitut. — Questa specie è citata pel Mediterraneo dal Richiardi come pa- rassita del 5ox bo0ps Linn. dove alberga nei seni e canali delle sue ossa frontali. E piuttosto raro. Polyrrhynchus minimus RICHIARDI, 9. Philichthys minimus RicuragpI, 1877 (6) p. 182, tav. X, fig. 2. —- —. RicHIARDI, 1880 (9) p. 149. —_ ., — Carus, 1885 (2) p. 368. Habitat. — Richiardi raccolse detta forma nei seni e canali delle ossa frontali del Serranus hepatus Linn. Mediterraneo. Polyrrhynchus Grubei RICHIARDI, 9 e 7. Philichthys Grubei RicHIARDI, 1877 (6) p. 183, tav. X, fig. 3-4. - — RICHIARDI, 1880 (9) p. 149. — — Carus, 1885 (2) p. 368. Habitat. — Richiardi trovò questa specie nei seni e canali delle ‘ossa frontali del Sargus annularis Linn. Mediterraneo. Polyrrhynchus Agassizii RICHIARDI, 9 e 2. Philichthys Agassizii RicHiarDI, 1877 (6) p. 185, tav. X, fig. s. — _ RIcHIARDI, 1880 (9) p. 149. _ — Vatte, 1884 (5) p. 3. _ — Carus, 1885 (2) p. 369. Habitat. — Questa specie fu trovata da Richiardi nei seni e canali delle ossa frontali del Charax purtazzo Linn. nel Mediterraneo. Valle la dice comune nell'Adriatico dove pure alberga nei seni frontali del pesce ora nominato. Polyrrhynchus Haeckelii RICHIARDI, 9. Philichthys Haeckelii RicniaRDI, 1877 (6) p. 187, tav. X, fig. 6. —_ — RicuIarpi, 1880 (9) p. 149. — — Carus, 1885 (2) p. 369. Habitat. — Richiardi scoperse questa nuova forma di P%zlchkthys nei seni e canali delle ossa frontali e della mascella inferiore di 57aza Ray: BI. Schn. Mediterraneo. Polyrrhynchus Muraenae RICHIARDI, 9. Philichthys Muraenae RicHiarDI, 1877 (6) p. 189, tav. X, fig. 7. _ - RicHIaRDI, 1880 (9) p. 149. — — Carus, 1885 (2) p. 369. Habitat. — Richiardi osservò questa specie nei seni e nei canali delle ossa frontali della Muraeza helena Linn. Mediterraneo. Polyrrhynchus Richiardii VALLE, Philichthys Richiardii VarLe, 1880 (3) p. 81. = bi = Habitat. — Questa nuova specie, scrive Valle, è rarissima. Egli ne raccolse un unico esemplare, il ro Novembre 1880, in un canale dell’ osso preopercolare di una Box salfa Cuv. nell’ Adriatico. = Polyrrhynchus Edwardsii RICHIARDI, 9. Philichthys Edwardsi RicHiaRDI, 1876 (3) p. 197 Tav. VI fig. 4. = = RICHIARDI, 1880 (6) p. 149. - = Carus, 1885 (2) p. 368. Richiardia Edwardsii Bassert-SMItm, 1899 (5) p. 478. Habitat. -- Richiardi trovò questa forma nei seni e canali delle ossa frontali x del Serranus cabrilla Linn. nel Mediterraneo. E specie comunissima. Polyrrhynchus Steenstrupii RICHIARDI, 9. Philichthys Steenstrupii RicHisRDI, 1876 (3) p. 199, tav. VI, fig. 5. = = RICHIARDI, 1880 (9) p. 149. _ - VALLE, 1880 (3) p. 68. _ Carus, 1885 (2) p. 368. Richiardia Sleenstrupit BassetTt-SMITA, 1899 (5) p. 478. Habitat. — Questa forma fu trovata da Richiardi nei seni e nei canali delle ossa frontali del /J/x/lus barbatus Linn. e MM. surmuletus Linn., Mediterraneo. Valle la rinvenne abbastanza comune nei seni e nei canali delle ossa frontali del Mullus barbatus Linn., nell’ Adriatico. Polyrrhynchus Doderleini RICHIARDI, 9. Philichthys Dodezleini RicHiaRDI, 1883 (13) p. 558-559 Habitat. — Vive sul Labrus turdus BI. nei canali mucosi della base della testa, sopra l'ascella opercolare. Mediterraneo. Polyrrhynclus Stromatei RICHIARDI, 9. Philichthys fiatolae .—RicHiaRDI, 1880 (8) p. 26. —_ — Carus, 1880, Zoologischer Anzeiger III, n. 48, p. 69. Philichthys Stromatei RicHiaRDI, 1880 (9) p. 149. = = Carus, 1885 (2) p. 368. — —_ VALLE, 1884 (5) p. 2. Habitat. — Richiardi scoperse questa specie nei seni e canali delle ossa frontali dello Stroma/eus fiatola Linn. nel Mediterraneo. Sullo stesso pesce e fissata nella medesima parte fu rinvenuta dal Valle nel- l’Adriatico. Gen. Sphaerifer RICHIARDI, Sphaerifer Corvinae LEYDIG, 9. - Sphaerosoma Corvinae LevDIG, 1851 (1) p. 259, taf. III, fig. 2, 3. Sphaerifer cornutus RicHIARDI, 1876 (2) p. 99, tav. III, fig. 5-7. — —_ Vocr, 1879 (2) pag. 36, tab. II, fig. 18. -— —_ RicHIaRDI, 1880 (9) p. 149. _ — VALLE, 1880 (3) p. 68. — _ Carus, 1885 (2) p. 370. Sphaerifer Corvinaie —Bassett-SMITH, (5) p. 479. —, 0A — Habitat. — Richiardi raccolse questa specie sui seni della testa della Corviza nigra Cuv. e della Sciaena aquila Lac. nel Mediterraneo. Valle la cita per l'Adriatico. È comune, e ne rinvenne, egli scrive, sino a sei esemplari in un testa di Corvina nigra di cui abita i canali e seni mucipari. Fu notata per la prima volta a Cagliari da Leydig che la rinvenne nei canali mucosi di una Corvina sp. Sphaerifer Leydigii RICHIARDI, 9. Sphaerifer Leydigii RicHiaRDI, 1877 (5) p. 175, tav. VI, fia. 6-8. _ — RIcHIARDI, 1880 (9) p. 149. — —_ VALLE, 1880 (3) p. 69. = — Carus, 1885 (2) p. 370. _ - BasseTT-SMITH, 1899 (5) p. 479, pl. XXVI, fig. 4. Habitat. — Questa specie si trova nei seni della testa dell’ Uyzbrina cirrhosa Linn. e fu rinvenuta per la prima volta da Richiardi nel Mediterraneo e di poi dal Valle, che la dice comune nell’Adriatico e parassita di detto pesce. Fam. IV. — DICHELESTHIIDAE. Gen. Anthosoma LEACH, Anthosoma crassum ABILDGAARD, 9 e 2. Tav. III, fig. 1. Caligus crassus ABILDGAARD, 1794 (2). Caligus imbricatus Risso, 1816 (1) p. 162, pl. 3, fig. 13. — —_ LAMARCK, 1838 « Hist. des Anim. sans Vert. » V, p. 211. Caligus Smithii LAMARCK, 1838, idem, p. 210. Otrophesa imbricata Risso, 1826 (2) p. 136. Anthosoma Smithiiù Leac4, 1816 (1) p. 406, pl. 20, fig. 1-6; Edimb. Encyclopaed., t. 181; 1819 (2) P: 1533: _ — DESMAREST, 1825, p. 334, pl. 50, fig. 3- — _ LATREILLE, 1829 « Rèsne Animal de Cuvier » Tom. IV, p. 198; Encyclop. Méthod., pl. 335, fig. 11-16. -- — GUERIN, 1840, tab. 35, fig. 9. — — GrIFFITH, Anim. Kingd., Crust. pl. 21, fig. 2. — _ BURMEISTER, 1835, p. 328. _ — KròyER (1) II, p. 295, tab. 2, fig: 2; Isis, 1840, p. 762, tab IP, fina — tab. 3, fis. 0. = = Epwarps M., 1840 (2) p. 483, pl. 39, fig. s. — = Epwarps M., 1849 « Atlas du Règne Animal de Cuvier, Crust.» p 261, tab. 79, o 3 —_ —_ BaIRD, 1850 (3) p. 296, tab. XXXIII, fi. ro. — — VALLE, 1878 (1) p. 1,2. Anthosoma crassum STEENSTRUP et LùTKEN, 1861 (1) p. 57, tab. XII, fig. 24. = = RICHIARDI, 1880 (9) p. 150. — —_ VALLE, 1880 (3) p. 62. = — Carus, 1885 (2) p. 364. = — BRIAN, 1899 (2) p. s. = = BRIAN, 1902, (5) p. 36. - —_ BasseTT-SMIFH, 1899 (5) p. 468. a 63 fon Distributio et habitat. — Questa specie di Az/ktosoma fu descritta da Leach da un esemplare raccolto sopra una Zama cornubica Linn. (catturata in Exmouth, Devonshire) ch’ era stato inviato da T. Smith al British Museum al D." Leach. Detta specie fu rinvenuta pure nel Pacifico. Da Milne Edwards è citata sopra di uno squalo. Da Van Beneden è indicata altresì sulla pelle della Zanzzza corzzu- bica Linn. per le coste del Belgio. Risso aveva riscontrato la sua presenza presso Nizza fin dal 1816. Nell’Adriatico, Valle la rinvenne abbastanza frequente situata fra i denti dell’Oxyr4iza Spallanzanit Raf. Sopra dieci esemplari di questo pesce- cane, trovò otto affetti da questo parassita. Richiardi lo cita pel Mediterraneo affisso sulla mucosa boccale di siffatto ospite, sul quale sembra vivere prefe- ribilmente nei nostri mari. Anch' io ne notai la presenza in Genova da un esemplare raccolto sulle branchie di simil pesce il 4 Luglio 1898. Il D.' Damiani me ne inviò un esemplare da Portoferraio da lui raccolto pure sulla mandibola di una Oxyrkiza Spallanzanit Raf., il 20 Ottobre 1897. Gen. Lernanthropus NORDMANN, Lernanthropus Trachuri BRIAN, 9. Tav. V, fig. 4, 5. Tav. XVII, fig. 1. Lernanthropus Trachuri BRIAN, 1903 (9). p. 80. Descrizione della femmina. Questo parassita somiglia alquanto al £. Temminki di Nordmann, presenta però caratteri diversi e costituisce secondo me una specie nuova. Il mantello addominale è ampio, rigonfio nella sua parte posteriore bi-partito in due ampi lobi, in mezzo ai quali dal lato ventrale, al punto dove ha principio la divisione mediana in due parti, si distacca il post-addome lungo, gracile, con due strozzature, che danno allo stesso la sembianza di essere tri-articolato. Però il post-addome non sporge affatto al di fuori dei lobi del mantelio; mentre si prolungano invece ai due lati di quello e fuori di questo, quattro appendici strette, allungate, che, da sole, raggiungono la lunghezza di 1 mm. Il corpo mi sembra rivestito come da piccole granulazioni, che meriterebbero d’essere studiate, come già fece Heider per un altro Lerranthropus. Degli esemplari da me esaminati uno arrivava, comprese le appendici addo- minali, a 3 mm. di lunghezza, gli altri due a 3/, circa. Distributio et habitat. — Varii individui furono raccolti dal D.' Damiani sulle branchie di Zyackurus trachurus Casteln. a Portoferraio, il 18 Maggio Igor e il 22 Maggio 1903. Lernanthropus Mugilis BRIAN, 9. Lernanthropus Mugilis Brian, 1898 (1) p. 216, tav. III, fig. 17. _ — BRIAN; 1903 (9). p. So. Descrizione della femmina. La femmina finora osservata sembra presentarsi in uno stadio larvale non avendo potuto mai scorgere in questa forma i tubi oviferi. Il corpo è relativa- mente corto. Il cefalotorace esagonale, tanto largo quanto lungo, presenta ai lati UA due appendici coniche molto vistose. I suoi margini laterali sono ripiegati verso la parte ventrale. L’addome è assai largo e confusamente diviso in due parti. Il post-addome piccolo, bi-articolato è terminato da due foglioline caudali. Il terzo paio di piedi al disotto dell'addome è rappresentato da appendici brevi, foglia- cee e ciascuna accartocciata in una sola piega longitudinale mediana. Queste due appendici sono avvicinate l’una coll’altra, e occupano non solo tutta la larghezza del torace, ma presentano una lieve sporgenza per ogni parte di esso. Le quattro lamine caudali allargate (corrispondenti al quarto paio di piedi) nascono dal lato posteriore dell'addome e si prolungano di molto fuori del corpo e raggiungono quasi la lunghezza del cefalotorace. Esse ricoprono in parte il post-addome corto e rigonfio, che porta due appendici al termine, e che sta del tutto nascosto sotto la lamina a forma di scudo dell'addome. Lunghezza del corpo mm. 4 '/,. -Distributio et habitat. — Fu trovata la prima volta sulle branchie di /I/ugz2 auratus Risso, il 28 Ottobre 1889 a Genova: e sullo stesso ospite altri esemplari furono raccolti dal D.' Damiani a Portoferraio nel 1900; e altri ancora da me a Genova nell’ Aprile 1898 sulle branchie di un /J/zg72 indeterminato. Lernanthropus vorax RICHIARDI, 9 e d. Lernanthropus vorax RicHIaRDI, 1879 (7) p. LXXXI. —_ — RIcHIARDI, 1880 (9) p. 150. — — VALLE, 1880 (3) p. 64. —_ -— Carus, 1885 (2) p. 365. “ -- BRIAN, 1899 (2) p. 6, fig. 1,2. -. - Brian, 1899 (3) p. 200. (ingr. x I1) (ingr. X 21) Lernanthropus vorax Ric®. Questa specie fu descritta dal Richiardi brevemente nel 1879. Più tardi l’ ho fatta anch’io oggetto di esame e la illustrai in due mie note. Distributio et habitat. — Più volte fu trovata aderente alle branchie di Charex puntazzo Linn. dal D.' Damiani a Portoferraio. Richiardi per il primo la trovò | || A VETTA nel Mediterraneo su detto pesce, sul quale pure secondo Valle si trova di fre- quente fissata alle branchie, nell'Adriatico. Lernanthropus brevis RICHIARDI, 9 e 7. Tav. XVII, fig. 3-5. Lernanthropus brevis RicHarpi, 1879 (7) p. LXXXI. —_ — RicHIARDI 1880 (9) p. 150. — — VALLE, 1880 (3) p. 64. — — Carus, 1885 (2) p. 365. egn Lernanthropus Kròyeri var. HEIDER, 1879 (I) p. g1.€e-—- too ) Questa specie dall’ Heider fu solo considerata come una varietà del Zer7a7- thropus Kròyeri Van Ben. Si distingue dagli esemplari parassiti del Labrax lupus per il corpo più grosso e di struttura più robusta, per le antenne del primo paio, che tanto nel maschio come nella femmina sono indistintamente articolate (fig. 5); i rami dei piedi del terzo paio sono maggiori nel maschio. Richiardi invece costituì di questa forma una specie distinta. Una femmina da me esaminata a Napoli misurava la lunghezza di 2 mm. comprese le appendici: il maschio arrivava appena a mm. 1 ‘/,-1 3/,. Distributio et habitat. — Valle riscontrò questa forma comune sulle branchie di Sargus Salviani Cuv., di .S. Rondeletit Cuv., dell’'Oblata melanura Cuv., nel mare Adriatico. Heider in Trieste la trovò sulle branchie di .Sargus Salviani Cuv. e Val. Richiardi la notò pel Mediterraneo sulle branchie del .Sargus Rondeletit Cuv. e Val. e S. aznularis Cuv. e Val. Il 6 Luglio 1903 ne rinvenni due individui (uno 7 e l’altro 9) sulle branchie di un Sargus vulgaris Goeff. a Napoli. Lernanthropus scribae KROYER, 9 e d. Lernanthropus scribae KRÒYER, 1863 (2) p. 203, pl. IX, fig. 3. —_ — HeIpeR, 1879 (1) p. 86. — — RicHIARDI, 1880 (9) p. 150. — — VALLE, 1880 (3) p. 63. —_ — BasserT-SMITH, 1899 (5) p. 470. Lernanthropus trigonocephalus HeLLER, 1865 (1) p. 226, pl. XXII, fig. 3. _ —_ HeLLER, 1866 (2) p. 33. = = HeIpERr, 1879 (1) p. 85, fig. 67, 68. Distributio et habitat. — Questa forma, secondo Valle e Heider, è verosimil- mente identica col £L. #rigorcocephalus descritto dall’ Heller. Le due provengono dal Serranus scriba Cuv. Valle dice rarissimo questo parassita che rinvenne sulle branchie di detto pesce nell’ Adriatico. Heller lo cita sulle branchie dell’ospite ora nominato pell’Adriatico e per il Mediterraneo. Pochi esemplari mi furono inviati dal D.' Damiani che li raccolse sulle branchie di .Ser7azus scriba Cuv. rispettiva- mente il 9 Gennaio e il 23 Maggio 1903. Lernanthropus Gisleri BENEDEN v., 9 e 27. Tav. XVII, fig. 2. Lernanthropus Gisleri BENEDEN v., 1852 (4) p. 780, c. tab = — BenepeN v., 1861 (14) p. 151, pl. XXVIII. = — Hesse, 1887 (5). REATO GIS Lernanthropus Gisleri Her, 1879 (I) p. 83, fig. 65-66. _ — RICcHIARDI, 1880 (9) p 150. . = — VALLE, 1880 (3) p. 63. = — Carus, 1885 (2) p. 364. Lernanthropus Thompsoni Brian, 1898 (1) p. 215, tav. IIL Lernanthropus Gisleri BRIAN, 1899 (3) p. 200. — — Brian, 1902 (5) p. 41. —_ — BasseTtT-SMiTH, (5) p. 472. Distributio et habitat. — Van Beneden scoperse questa specie sulle branchie di Sciaena aquila Cuv. nel porto d’ Ostenda. Hesse la rinvenne del pari su questo pesce nel mare al nord della Francia. Heider riscontrò la sua presenza in abbon- danza a Trieste sulle branchie di Uy20r27za corrhosa Linn. e di Corvina nigra Cuv. Richiardi la cita pel Mediterraneo con detti ospiti, e Valle la dice frequentis- sima nell’ Adriatico pure su tali pesci. È stata da me notata anche pel mar ligure Genova) sulle branchie della Zic/kz2 amzia Linn., dell Umbrina cirrhosa Linn. e della Sciaena aquila Lac. e per l'Isola d’ Elba sul secondo di detti ospiti. Lernanthropus Kròyeri BENEDEN v., 9 e v. Lernanthropus Kròyeri BENEDEN v., 1851 (3) p. 102, pl. III, fig. 7-9. — — Craus C., 1858 (2) p. 18, fig. 15-19. _ — BENEDEN v., 1861 (14) p. Ist. =i — Norpmann, 1864 (2) pl. XXXVIII, fig. 5. —_ — Hetter, 1866 (2) p. 33. _ — Hesse, 1877 (5). = — Hemer, 1879 (1) p. 90, fig. 72, 73. —_ — RicHIARDI, 1880 (9) p. 150. = — VALLE, 1880 (3) p. 64. = — Carus, 1885 (2) p. 365. = — BasserT-SMITH, 1396, Journ. M. B. Assn. Plymouth., p. 159. — BRIAN, 1898 (I) p. 213. — Basserr-SMITH, 1899 (5) p. 471. Distributio et habitat. — Vive sulle branchie del Zabrax lupus Cuv. ed è citato per le coste del Belgio e per il mare al Nord della Francia, da Van Beneden, da Nordmann e da Hesse. Claus, che ne ha fatto oggetto di uno studio interes- sante a riguardo della sua morfologia e anatomia, lo ricorda per la località di Nizza. Per l’Adriatico è registrato da Heller, da Heider (per la località di Trieste) e da Valle; per il Mediterraneo da Richiardi e da me (per Genova). Bassett-Smith riscontrò la sua presenza in Inghilterra a Plymouth. È una specie di copepode che si trova quindi nei mari europei tanto nel Nord-Ovest, quanto nel Sud. Lernanthropus Micropterygis RICHIARDI, Lernanthropus Micropterygis RicHIARDI, 1885 (14) p. 82-84. Habitat. — Micropteryx Dumerili Risso. Palermo (?). Lernanthropus foliaceus RICHIARDI. Lernanthropus foliaceus RicHiaRDI, 1880 (9) p. 150. = — Carus, 1885 (2) p. 365. Specie non descritta. Richiardi la raccolse sulle branchie di Z%yrsifes pre- frosus Cocco. Mediterraneo. Lernanthropus Tylosuri RICHIARDI, Lernanthropus Tylosuri RicHIARDI, 1880 (9) p. 150. = — Carus, 1885 (2) p. 365. Specie non descritta. Richiardi la trovò sulle branchie di 7°ylosurus imperiali Raf. Mediterraneo. Gen. Dichelesthium HERMANN, Ò Dichelesthium sturionis HERMANN, 9 e 7. Caligus oblongus ABILDGAARD, 1794 (2) p. 52, pl. V, fig. 4-11. Dichelesthium sturionis HERMANN I. F., 1804, p. 125, tab. V, fig. 7, 8. — — DEsMAREST, 1825, p. 337; pl. 50, fis. 6. _ — LArREILLE, 1829, Règne Animal de Cuvier, Tom. IV, p. 200; Encyclop. Meéthod., pl. 335, fig. 1, 2. — _ GuéRrIN, 1840, tab. 35, fig. 10. = = Bosc, 1830, Hist. Nat. des Crustacés, Tom. Il, p. 223, pl. 18 b, fig. 2. _ — NORDMANN, 1832 (I) p. 41. — — GRIFFITH, Anim. Kingd. Crust., pl. 21, fig. 9. = — RURMEISTER, 1833, p. 328. — — Oxken, Allg. Naturgeschichte. Zool. Bd. 11°, p. 626, Taf. XX, fig. 2. _ —- RaTHKE, 1836 (1) p. 127, pl. 17. — — KròyER (1) I, tab. 2, fig. 5; Isis 1840, p. 764, Taf. Il2. fi. s — 1841, p. 344 {raf bono! _ —_ LAMARCK, 1338 (3) p. 202. — — Epwarps M., 1840 (2) p. 48;, pl. 39, fig. 4. — — Epwarps M., 1849, Atlas du Régne Animal de Cuvier, Crust., tab. 79, fig. 2. — RED IO 5 —_ —_ RicHIARDI, 1880 (9) p. 149. —_ — VALLE, 1880 (3) p. 65. — = Carus, 1885 (2) p. 363. _ — BasseTT- SMITH, 1899 (5) p. 473. Distributio et habitat. — È una forma assai nota e comune lungo i lidi al Nord dell’ Europa. Vive parassita sull’ Aczferser sturio Linn. È stata citata anche pel Mare Nero. Valle la ricorda per l'Adriatico, alquanto rara, sopra le branchie del pesce ora riferito. Richiardi la cita parimente nel suo Catalogo come parassita delle branchie di Aciperser sturio Linn. e A. Nacarit Bp. Anch'io potei esaminare pochi esemplari raccolti dal D". Giacomo Cecconi, nel 1903, sopra di un Aczferser sturio Linn. catturato a Fano (Adriatico), e inviatimi a Genova. Gen. Kròyeria BENEDEN v. Kròyeria lineata BENEDEN v., 9 e 7. Tav. V, fig. 3. Kroyeria lineata BENEDEN v., 1853 (7) p. 94. = — BENEDEN v., 1861 (14) p. 149, pl. XXII. _ — Ctraus, 1858 (2) p. 24, pl. II. _ — VALLE, Id80 (3) p. 65. = — Carus, 1885 (2) p. 364. Lonchidium lineatum BassetT-SMITH, 1899 (5) p. 473. Pa TI Secondo Van Beneden la femmina è lunga circa 8 mm. senza i fili oviferi, che da soli arrivano alla lunghezza di 7 mm.; è larga un mezzo millimetro. Gli esemplari femminili da me osservati a Napoli misuravano da 5,50 a 6 mm. di lunghezza, e i fili oviferi erano relativamente più brevi, arrivando appena a 2 mm. Distributio et habitat. — È citata da Van Beneden per il litorale del Belgio dove vive tra le lamelle branchiali di Ga/eus canis Linn. Claus pure la rinvenne a Nizza sulle branchie di questo pesce Valle la dice rara tra le lamelle bran- chiali di Mustelus equestris Bp. nell'Adriatico. A Napoli la rinvenni una volta sulle branchie di Ga/eus canis Linn. il 7 Luglio 1903. Kroyeria aculeata GERSTAECKER, 9. Lonchidium aculeatum GERSTAECKER, 1854 (|) p. 189. = — RicHIaRDI, 1880 (9) p. 149. = —_ BasserT- SMITH, 1899 (5) p. 473. = —_ Brian, 1898 (1) p. 212. Kròyeria aculeata Carus, (2) p. 364. Questa specie è molto affine e forse identica alla precedente per quanto si può giudicare dalla descrizione che ci ha lasciato Gerstaecker. Distributio et habitat. — Richiardi notò questa forma per il Mediterraneo, indicandola parassita del Pyzorodon glaucus Linn., e vivente sulla mucosa boccale e sulle arcate branchiali. Questa specie fu scoperta da Gerstaecker nell’Atlantico sopra di un pesce-cane. È stata da me citata per Genova, osp. Galeus canis Linn. Gen. Hatschekia PocHe ('). (Clavella OKEN). Hatschekia Sargi VALLE, 9 Tav. III, fig. 2 Clavella ....... VALLE, 1880 (3) p. 85. Clavella Sargi Vane, 1882 (4). p. 2. - —_ Carus, 1885 (2) p. 367. — —_ BRIAN, 1902 (5) p. 36. Descrizione della femmina. Il cefalotorace è breve assai mentre l'addome è allungatissimo. Quest’ ultimo, osservato per trasparenza, lascia distinguere il tubo intestinale e gli ovari colle glandole cementarie il cui prodotto è espulso, come è noto, nello stesso tempo delle uova e forma l’involucro dei sacchi oviferi. Si notano nel cefalotorace due paia di antenne, di cui uno è foggiato ad un- cini; la bocca è a succhiatoio con piccole mascelle ai lati e inferiormente con un solo paio di piedi mascellari. Il torace presenta due paia di piedi natatori bifidi. Il maschio è ignoto. Gli esemplari misurano da 1 !/, a 2 mm. di lunghezza senza contare i fili oviferi. Distributio et habitat. — Valle trovò per la prima volta questa Clevella tra le branchie di .Sargus Salviani C. V. nell’Adriatico a Trieste. Io ne rinvenni (*) Il nome generico di Hafschekia è stato sostituito a quello di Clavella per soddisfare alle leggi di nomenclatura (vedi Poche Franz, 1902). e. varii esemplari sulle branchie di .Sargus sp., S. Selviani C. V. e S. Rondeletit Cuv. e Val. a Genova, nonchè di .S. arzularis Linn. a Napoli. Essa si trova abbastanza comune. Hatschekia Richiardii GOGGIO, $. Hatschekia Richiardii GoGGIO, 1905 p. 222 fig. 4. Habitat. — Sulle branchie di Labrus merula Linn. Mediterraneo. Raccolsi alcuni esemplari di questa specie. a Napoli sul La0rus festivus Risso. Hatschekia Mulli BENEDEN v., 9. Clavella Mulli BENEDEN v., 1851 (3) p. 99, pl. III, fig. 3, 4- _ — BENEDEN v., 1861 (14) p. 150. —_ — — RicHiarpI. 1880 (9) p. 149. = — VALLE, 1880 (3) pag. 66. — — Carus, 1885 (2) p. 367. —_ — Bassett-SMITH, Journ. M. B. Assn. Plimouth, 1896, p. 159. — — BasseTT-SMITH, 1899 (5) p. 475- — — Brian, 1902 (5) p. 34. Distributio et habitat. — Da Van Beneden questa specie fu citata per le coste del Belgio sulle branchie di I/w/lus surmuletus Linn. Bassett - Smith la indica per le coste inglesi (Plymouth) come parassita di un 4I/u//us sp. Secondo Valle tale copepode per l'Adriatico è alquanto raro. Vive tra le lamelle branchiali del 1/u/2us darbatus Linn. e Mullus surmuletus Linn. Il Prof. Richiardi annunziava nei Processi Verbali della Società Toscana di Scienze Naturali in Pisa, 1879, pag. LXXXII, di aver trovato fra le laminette branchiali degli ultimi due pesci ora detti, I/xu//us barbatus Linn. e Mullus surmouletus Linn., una Clavella che nominava C/lavella crassa. Valle ritiene che non trattasi d’altro che della Clovella Mulli v. Ben., tanto più che quella specie non si trova registrata nel suo catalogo dei crost. par., 1880, e difatti in questo lavoro è stata citata dal Richiardi solo la Clevella Mulli v. Ben. sulle branchie dei due 4/u/lus surriferiti. Dal D.' Damiani me ne furono inviati alcuni esemplari raccolti sulle lamelle branchiali di Mu/lus barbatus Linn., il 1 Settembre 1899, da Portoferraio. Hatschekia obesa RICHIARDI, 9. Clavella obesa RicHiaRDI, 1880 (9) p. 149. — — Carus, 1885 (2) p. 367. = — Goccio, 1905, p. 217, fig. 1, 1a. Habitat. — Tale copepode è stato raccolto da Richiardi sulle branchie della Muracna helena Linn. Mediterraneo. Hatschekia (Cyenus Pagelli Bogueravei HESSE? €. Hatschekia Pagelli Bogueravei Hesse? 1879 (7) p. 14. _ _ GoGgio, 1905, p. 218, fig. 2, 24, 2b, 2c. — 70 — Habitat. — Sulle branchie del Pagellus centrodontus Cuv. e Val.; Rapallo 1899 (molti esemplari). Hatschekia Cernae GOGGIO, 9. Hatschekia Cernae GOGGIO, 1905, p. 219, fig. 3. Habitat. — Sulle branchie della Cerna gigas Cuv. e Val., Palermo 1893. Sulle branchie della Cerza qezea: Mediterraneo. (?). Hatschekia Damianii n. sp., 9. Clavella sp.? (Acantholabri exoleti Hesse)? BRIAN, 1902 (5) tav. I, fig. 16. _ _ _ — BRIAN, 1903 (9) p. 81. (Cycnus Acanhtolabri exoleti Hesse)? 1879 (7) p. 10, PI. 19, fig. 17. Hatschekia sp.? GOGGIO, 1905, p. 221. Si veda la descrizione e la figura di questa specie nella mia nota citata 1902 (2) p. 39 Tav. I., per quanto riguarda la femmina. Raccolsi i primi esem- plari tipici che mi servirono per la descrizione, a Finalmarina il 27 Marzo 1897, sulle branchie di un pesce labrino indeterminato. Altri esemplari che mi sem- brano simili mi giunsero da Portoferraio, raccolti sulle branchie di Crezz/abrus pavo C. V. nel Giugno 1902. ì A questa specie è forse riferibile una forma di Zefschekia raccolta da Richiardi sul La07us merula Linn. (Pisa) e che Goggio (1905, p. 221) ritiene specie diversa dal Cyerus Acantholabri exoleti di Hesse, ma abbastanza somi- gliante coi miei esemplari, e alla quale non diede nome. Hatschekia sp. Tav. III, fig. 3, 4. Tav. XX, fig. I-4. Ultimamente ho trovato a Napoli sulle branchie di Crezzlabrus pavo C. V. esemplari di /7afschekia di struttura non del tutto uguale a quella degli anzidetti individui di /7. Danziarti, per cui sono in dubbio sulla loro determinazione. Sono di dimensione notevolmente maggiore; mentre quelli misurano appena 1 millimetro, que- sti arrivano a 1,6 e presentano uova discoidi. Riservandomi di studiare più tardi le particolarità e i caratteri di questa forma che non oso, per ora almeno, di dichia- rare per nuova, ne descrivo intanto qui il maschio)o almeno un individuo che ritengo per tale, assai diverso dalle femmine in mezzo alle quali l’ ho trovato, e tanto di quello come di queste ne dò le figure disegnate sul materiale fresco. Il solo individuo maschile rinvenuto (Tav. III, fig. 4) ha il corpo lungo circa !/, millimetro: il cefalotorace più largo in proporzione dell’addome che non nelle femmine. L’addome per giunta mostra ai lati alcuni strozzamenti che ricordano la segmentazione primitiva. Le lunghe antenne del primo paio sono costituite da una larga porzione basale munita di 5 o 6 spinule. Vistose pure assai più che nella femmina sono le antenne del secondo paio. (Tav. XX, fig. 1, 2). Il primo e il secondo paio di piedi natatori presentano un articolo basale, come in quella, munito di due rami: l’interno è distintamente bi-articolato, l’esterno non sembrerebbe presentare con evidenza che un solo articolo (Tav. XX, fig. 4). = pi L’addome finisce indietro restringendosi assai e termina con due piccolissime laminette caudali alquanto distanti l’una dall’ altra. Nelle femmine (Tav. III. fig. 3) il corpo è più grosso. In certi individui la larghezza dell'addome è assai rilevante e i lati vanno restringendosi molto poco, verso l’indietro. Questi stessi lati in qualche esemplare mostrano un intaglio ante- riormente e un’ altro posteriormente. L’addome in avanti si restringe alquanto nel punto che sostiene le due paia di piedi biremi, in una specie di collo. Il cefa- lotorace è di poco più stretto ed è la sesta parte circa di tutta la lunghezza del- l’ animale. Le setole all’ estremità del ramo esterno del secondo paio di piedi, ovali-lan- ceolate, sono piuttosto larghe, specialmente quella mediana. I tubi oviferi hanno uova grosse e discoidi. Come dissi raccolsi un solo maschio (?) insieme a molte femmine, sulle bran- chie di Crezz/abrus pavo C. V. a Napoli, l'estate 1903; e tanto esso come la fem- mina sono stati da me disegnati e dipinti allo stato fresco colle loro colorazioni naturali, prima di essere introdotti in formalina. Gen. Nemesis RISSO, Nemesis Lamna RIsso, 9 e 2. Nemesis Lamna Risso, (2) p. 136, pl V, fig. 25. Nemesis Lamnae Roux, 1828 pl. XX, fig. 1-9. = — GuERrIN; 1840, tab. 35, fig. 11. _ — M. Epwarps, 1840 (2) p 486. Nemesis Carchariarum Roux, 1828, pl. XX, fig. ro-11. — —_ M. Epwarps, 1840 (2) p. 486. Nemesis mediterranea HeLLER, 1865 (I) p_ 220, taf XXI, fig. 2. = —_ RICHIARDI, 1880 (9) p 150. — _ VALLE, 1878 (I). —_ — VALLE, 1880 (3) p. 66. => = BRIAN, 1898 (1) p. 213. = —_ BasserT-SMITH, 1899 (5) p. 476. Nemesis Lamna PocHe F. 1902 p. 8-20. Distributio et habitat. — Valle cita la Nemesis mediterranea come propria alla fauna dell'Adriatico e la dice comune sulle branchie di Carcharodon Rondeletii M. e H.e di Oxyrkina Spallanzani Raf. Richiardi per i nostri mari la ricorda nel suo catalogo come parassita delle branchie dell’ Oxyr/zza Spallanzanit Raf. e della Zick:a amta Linn. Risso indicava questa specie sotto il nome di Nerzeszs lamna per Nizza, raccolta su di una Zamza cornubica Linn.; sopra di questo ospite e sopra di una Carchartas vulpes Cuv. è pure registrata per questa località dal Roux. È stata trovata in certo numero, in Genova, sull’ Odortaspis ferox Agass.; sull OxyrXWina sSpallanzanit Raf. e sull’ Alopias vulpes Linn. Heller notava la sua presenza pure nel Mediterraneo sopra di un pesce cane; sicchè vive esclusivamente, per quanto consta, nei nostri mari. — 72 — A. Portoferraio il D.' Damiani ne raccolse esemplari della varietà sazuata Valle, sulle lamelle branchiali d’ Oxyr%ina Spallanzanii Raf. Nemesis lamna var. sinuata VALLE, 9. Tav. V, fig. 2. Nemesis mediterranea var. sinuata VALLE, 1878 (1). = _ — — Carus, 1885 (2) p. 365. — - — ‘—. BRIAN, 1899 (3) p. 201. Descrizione della femmina. Questa varietà differisce, secondo Valle, dalla Nemesis mediterranea di Heller, per avere il cefalotorace non allungato e quasi quadrangolare come in questa ma bensì ovale, e per i segmenti addominali divisi tra loro da una profonda insenatura, che s’estende d’ ambo i lati per un terzo della loro. larghezza, La larghezza di questi segmenti supera la lunghezza, per cui i tre primi assumono la forma d’un trapezio ad angoli bene arrotondati; mentre il quarto alla parte posteriore è quasi rotondo. Il colore del corpo è bruno verdastro. La lunghezza totale del corpo è di 9 mm., la larghezza 2,5 mm. Distributio et habitat. — Valle la rinvenne sulle branchie di Oxyr%iza Spal lanzanii Raf., catturato lungo la costa istriana. Il D." Damiani ne raccolse vari esemplari anche a Portoferraio, su di un tale ospite e sul Carcharodon Ronde- let M. e H. Nemesis robuta BENEDEN v., 9 e 9, Tav. IV, fig. 1-10. Ergasilina robusta BENEDEN v., 1851 (3) p. 97, pl. III, fig. 1, 2. = — BENEDEN v., 1861 (14) p. 149, pl. XXXIII. = — BENEDEN v,, 1870 (16) p. 15. — — VALLE, 1880 (3) p. 67. = — Carus, 1885 (2) p. 365. Pagodina robusta BENEDEN v., 1853 (8) p. 246. Nemesis robusta HetLLER, 1865 (I) p. 212 e 221. — = VALLE, 1884 (5). p. 1. _ _ Carus, 1885 (2) p. 365. — — BasseTT-SMITH, 1899 (5) p. 476. Van Beneden costituì di questa forma un genere nuovo che chiamò Pagodina perchè gli parve differisse nella sua forma, da tutti gli altri Dichelesthiini e lo pose tra gli Ergasilus e i Dichelesthium. Heller per primo rilevò l’ affinità del genere Pagodina col gen. Nemesis, e notò che la specie di Van Beneden, ben a ragione era diversa dalla comune N. mediterranea. Secondo Bassett-Smith 1° Ergasilina robusta di V. Beneden è pure identica con questa forma. La descrizione qui sotto data dei due sessi è stata fatta su esemplari da me raccolti nella Stazione Zoologica di Napoli. Descrizione della femmina (fig. 1-5). Il corpo è molto largo verso mezzo. Il cefalotorace è perfettamente sepa- rato dall’ addome, e risulta di un segmento di forma ovale e leggermente convesso al di sopra. L’ addome è formato superiormente di tre segmenti, i quali ricoprono la parte superiore del corpo e sono assai larghi (fig. 1, 2). L'ultimo segmento dell’addome che segue ai tre ora detti, e un pò meno largo. Quattro altri segmenti successivi costituiscono la regione post-addominale o caudale (fig. 3): i tre ultimi fra questi sono molto piccoli e assai avvicinati gli uni agli altri. L’ul- timo porta due brevi appendici caudali. Le antenne del primo paio sono molto sviluppate, inserite al di sotto del margine anteriore del cefalotorace e si mostrano distintamente pluri-articolate (12 articoli) e ogni articolo porta setoline. Inferiormente a queste si inseriscono le antenne del secondo paio, formate di quattro articoli. L'articolo basale è il più forte; il penultimo è alquanto più lungo; il terminale è leggermente uncinato e mostra due dentini sul margine concavo. Il primo paio di piedi mascellari è relativamente forte; i suoi due articoli sono brevi e robusti; quello terminale porta all’ estremità un uncino e alla base di quest’ ultimo mostra ciuffi di peli. Robustissimo è il secondo paio di piedi mascellari, (fig. 4) costituito da un breve articolo basale e da due altri più lunghi e robusti. L’ ultimo è foggiato ad uncino, nella parte concava porta due dentini accostati verso la base e un altro più verso l’ estremità libera. Tutta la regione addominale presenta quattro paia di piedi natatori; il paio anteriore è piccolo, differisce completamente dalle paia seguenti; si compone d’una parte basale assai larga, con margine esterno tagliente e dentellato come una sega; di una lamina armata di tre artigli e di una spina alla base di essa. Le tre altre paia sono pressochè simili tra loro. Ogni piede è formato (almeno nel 2.° paio, come ho osservato io stesso) di una grande lamina basale composta di due segmenti, quasi quadrata che porta due rami bi-articolati: il ramo interno è più forte dell’ altro. L’ultimo' articolo di ciascun ramo che è più piccolo, porta sei spine; mentre che il primo articolo del ramo interno porta una spina per ogni lato e quello del ramo esterno soltanto una. Queste appendici sono facili ad osser- varsi al disotto del corpo e si muovono come natatorie, per un movimento lento dall’ avanti all’ indietro. Esse sono più svelte e più sviluppate nel maschio dove si notano setole piumose più lunghe. Il quinto paio di piedi fissati ai lati del quarto anello addominale, è rudi- mentale, formato di un solo articolo breve con poche setoline all’ estremità. Le appendici caudali consistono di laminette ovali-lanceolate, terminate da tre brevi setole. La bocca, a forma di succhiatoio, è ovale; vi si distinguono facilmente un paio di mandibole seghettate all’ estremità e mascelle o palpi mascellari ai suoi lati» formati di due articoli e muniti di due o tre setole all’ estremità. I fili oviferi sono allungatissimi e sottili. Superano due o tre volte la lun- gezza di tutto il corpo e le uova sono disposte in una sola linea, avendo forma di dischetti, o di monete (fig. 5). La lunghezza della femmina è di 5 mm. senza i fili oviferi. Questi da soli arrivano a 13 mm. di lunghezza. La misura di 5 mm. è la stessa data da Van Beneden per la femmina della sua Ergasiliza robusta. Descrizione del maschio: (fig. 6-10). Il maschio è conformato presso a poco come la femmina; presenta una lun- ghezza quasi uguale, (variabile fra 4.50 e 5 mm. ma è più stretto. Consta esso pure di non pochi segmenti (fig. 6-7). Il cefalotorace in confronto cogli altri segmenti del corpo è relativamente grande; è leggermente convesso al di sopra e di forma ovale. Questo segmento come nella femmina è nettamente separato dagli anelli addominali. L’addome è compostosdi quattro anelli bene distinti, ma è da notarsi secondo Van Beneden che l'anteriore parimente come nella femmina è atrofizzato e nascosto al di sotto del segmento cefalico, ciò che risulta dalla inserzione delle quattro paia di zampe. I primi tre segmenti addominali sono più larghi che lunghi e rico- prono la parte superiore e laterale del corpo: essi sono ugualmente sviluppati. Il quarto è più lungo che gli altri e somiglia per la sua forma a quello del cefa- latorace. Il corpo è in seguito formato di quattro altri segmenti più stretti che costi- tuiscono il post - addome. Le appendici caudali inserite sull’ ultimo, mostrano ciascuna, tre filamenti setiferi (fig. 10). Le appendici del corpo somigliano presso a poco nella struttura a quelle già sopra descritte per la femmina, soltanto ho potuto constatare le differenze seguenti: che in quella le antenne del primo paio sono meno nettamente articolate, come pure le quattro paia di piedi natatori sono meno sviluppate e più rudimentali che nel maschio. Il quarto anello addominale nel maschio è piuttosto grosso. Vi si formano gli spermatofori voluminosi, ovali, coloriti in rosso bruno (fig. 9). Distributio et habitat. — Van Beneden trovò questa specie sulle coste del Belgio dapprima sulle branchie di 77g0r fastinaca Linn. e poi su quelle di Galeus canis Linn., di Carcharias glaucus Cuv. Valle la dice comunissima per l'Adriatico. Egli la rinvenne fra le laminette branchiali di 7rygon #alassia Col., di Laeviraja oxyrhynchus Bp. e di Lacviraja macrorhynchus Bp., di Mustelus plebejus Bp. e di Mustelus equestris Bp. Ne raccolse pure grande quantità di esemplari tra le lamelle branchiali di un MWofidanus griseus Cuv. Io, a Napoli, rinvenni due femmine e due maschi di questo copepode sulle branchie di .Sf/y7za zygaeza Linn. il 24 Luglio 1903 e ne trovai un numero straordinario (da ricordare addirittura una polielmintiasi) sulle branchie di A/opzas vulpes Linn., il 28 Luglio 1903. Gen. Cycnus M. EDWARDS, ? Cyenus budegassae KRÒYER, 9. Cycnus budegassae KròYER, 1863 (2) p. 270, pl. XII, fig. 3. — BassETT-SMITH (5) 1899, p 476. = —_ Carus, 1885 (2) p. 366. Descrizione della femmina. Per quanto mi è dato rilevare dalle figure date da Kròyer questa forma sembra assai stranamente e diversamente foggiata degli altri Cycz%s, tantochè dovrebbe separarsi in un altro genere. : Presenta un cefalotorace rettangolare colla maggior lunghezza nel senso lon- gitudinale. Segue una porzione di collo lunga presso a poco come il cefalotorace, più larga all’indietro, e di forma quasi triangolare, che porta per ogni lato quattro appendici somiglianti a spine poste ad uguale distanza luna dall’ altra. Segue all’ indietro l’anello genitale assai grosso, distintamente separato, più lungo da solo di tutta quanta la regione anteriore, ovale-allungato, e anteriormente assai più largo di quella, invece all’indietro va un poco restringendosi. Il margine anteriore del cefalotorace è intagliato nel mezzo. Sul lato ventrale di esso si vedono le appendici antennali e boccali. Le antenne del primo paio sono distintamente bi-articolate e a forma di uncino, fissate e sporgenti fuori del mar- gine anteriore: ai due lati della fronte verso l’esterno sporgono fuori due piccole salienze a punta a guisa di brevi spine, produzioni dello stesso cefalotorace. Nel mezzo della parte anteriore si osserva la bocca, un piccolo succhiatoio rotondo e poco prominente, un pò in alto di esso e sotto le due antenne posteriori. due piccolissime mascelle. Al di sotto di esse e ai lati del rostro due vistosi e unci- nati piedi mascellari coll’ uncino rivolto all’ indietro. Di piedi natatori si vede un paio piccolissimo verso la metà inferiore del cefa- lotorace: ciascun piede è bi-articolato. Dal confine posteriore dello stesso scudo cefalico spuntano fuori due altri tubercoli, evidentemente il secondo paio di piedi rudimentali. Lunghezza della femmina 5/, di linea ossia mm. 1,62. Habitat. — Kròyer notò la presenza di questa specie sulle branchie di Lo- phius budegassa Spin., nel Mediterraneo. Cycnus pallidus BENEDEN v., 9 e d. Congericola pallida BENEDEN v., 1854 (9) p. 583. = — BENEDEN v., 1861 (14) p. 148, pl XXIII Cycnus pallidus HeLLER, 1865 (1) p. 212 e 217. — pallida BassertT-SMITH, 1896, Journ. M. B. Assn., p. 159. — pallidus BassetT-SMITH, 1899 (5) p. 475. _ — RicgHiaRDI, 1880 (9) p. 150. _ — VALLE, 1884 (5) p. 2. - — Carus, 1885 (2) p. 366. - — Brian, 1898 (I) p. 213. - — Scott A., 1901 (I) p. 350. È una specie che presenta una certa quale somiglianza col Cycnus gracilis. Se ne distingue però a prima vista per avere il terzo anello addominale assai più largo che il primo e il secondo. Le appendici si presentano foggiate presso a poco ugual- mente come nella specie or detta. Van Beneden descrisse la femmina e il maschio. La lunghezza del corpo della prima è di 3 mm. circa. I fili oviferi sottili e lunghi arrivano sino a mm. 5 '/,.. Nel seguente specchietto ho notate le misure rispettive delle varie parti della femmina, da un esemplare da me studiato nei dettagli e raccolto a Ge- nova. Varie parti del corpo (femmina) | Lunghezza | Larghezza Segmento cefalo-toracico . . . . mm. 0,498 mm. 0,48 Tese em Na ddommale ie AE » 0, 20 pilio,50 O » » CREA E LIS » 0, 22 » 0, 50 20, » » ; RIOT » o, 50 » 0, 90 4° » » DIAL RSRNI CETO » 1, 64 PIT TLODAONA Lunghezza totale del corpo. . . mm. 3,04 Bri SOVIFOLIEO NOE O, RIO » SCION » o, 20 | i | Distributio et habitat. — Van Beneden nota il Cyenus pallidus sulle branchie del Conger vulgaris Cuv. per le coste del Belgio e dice che non è abbondante: se ne trova di rado una mezza dozzina nello stesso pesce. Bassett-Smith lo indica pure sul Corger vulgaris Cuv. e come abitante i mari europei. Pel Mediterraneo è indicato dal Richiardi vivente tra le branchie dello stesso pesce; e per l’ Adriatico da Valle, che lo ritiene alquanto raro. To pure ne constatai la presenza in Liguria sull’ospite sopra riferito. Cyenus gracilis M. EDwARDS, 9. Cycnus gracilis M. Epwarps, 1840 (2) p. 496, pl. 41, fig. 1. — — HELLER, 186; (I) p. 216, tav. XXI, fig. 6. = — HELLER, 1866 (2) p. 32. — — VALLE, 1880 (8) p. 67. = — BasserT-SMITH, 1899 (5) p. 475. Distributio et habitat. — Milne Edwards ricorda questa forma come vivente sulle branchie di un merluzzo. Valle trovò questa specie tra le lamelle branchiali d’una Cerza gigas Bp. Heller l’aveva citata dapprima per l’Adriatico raccolta sopra ùn pesce non determinato. Gen. Pseudocycnus HELLER, Pseudocyenus appendiculatus HELLER, 9. Pseudocycnus apprndiculatus HeLLER, 1865 (1) p. 218, pl. XXII, fig. 7. => — RicHIarDI, 1880 (9). p. 150. — Carus, 1885 (2) p. 366. = = BasseTT-SMITH, (4) Ann. a Mas. N. H. ser. 7, vol. II. 1898. p. 368. -_ — BassETT-SMiTH, 1899 (5) p. 475. = —_ BRIAN, 1902 (5) p. 45. ==. 177 i Distributio et habitat. — Gli esemplari originali descritti da Heller furono presi nell'oceano Atlantico su di una specie di Coryffaerza.. Altri esemplari di questo raro animale, scrive Bassett-Smith furono pure trovati attaccati alle branchie di Thynnus macrofterus ad Aden; ed erano tutte femmine adulte. Pel Mediterraneo è notata dal Richiardi sulla branchie di Z/yz7us felamys Cuv. e Val. Io ne ho osservato esemplari raccolti dal Prof. Pavesi sulle branchie di Zhyrnnus thynnus White, catturato all'isola Piana il 18 Giugno 1884. Gen. Eudactylina BENEDEN v., Eudactylina acuta BENEDEN v., 9. Tav. V, fig. 1. Endactylina acuta BENEDEN v., 1853 (6) p. 157 c. tav. = — BENEDEN v., 1861 (14) p. 150 pl. XXV. = — Otsson, il) p. 24. == -— VALLE, 1880 (3) p. 67. = — Carus, 1885 (2) p. 366. —_ — BasseTT-SMITH, (5) p. 476. Descrizione della femmina. Tutto il corpo è diviso regolarmente in segmenti nettamente separati gli uni dagli altri. Il segmento anteriore rappresenta il cefalatorace che è distintamente a forma di scudo, arrotondato all’indietro e che mostra sul davanti vistose antenne ricoperte di uncini; è un pò più largo indietro che in avanti, il mezzo si termina in un tubercolo. Dietro il cefalotorace vi sono quattro segmenti addominali di cui il quarto è più sviluppato; ciascuno di detti segmenti porta un paio di piedi bi- fidi. Il segmento genitale che segue è presso a poco simile al precedente: è un pò più allungato e porta indietro, a destra e a sinistra un’appendice munita di setole e di un articolo solo, il rudimento del quinto paio di piedi. Il post-addome è formato di tre segmenti che diminuiscono di volume dall’avanti all’indietro. L'ultimo segmento porta un paio d’ appendici caudali semplici. I fili oviferi sono proporzionalmente corti, ma grossi e non contengono che un numero esiguo d’ uova; Van Beneden ne conta da 13 a 15. Tali appendici sono inserite sul quarto anello addominale. Di appendici sul corpo si contano dieci paia. Le due paia d’antenne sono molto forti e irte di spine; tri-articolate. Quelle del primo paio hanno un articolo basale assai grosso. La loro inserzione ha luogo al disotto e ai lati dello scudo cefalico presso il margine anteriore. L’ articolo basale porta in avanti una forte spina ricurva, posta in mezzo di due altre dritte. L'articolo seguente terminale porta uncini invece di setole e l’ultimo soltanto setole. Il secondo paio di antenne è foggiato in modo peculiare; è triarticolato, e il secondo articolo porta una forte spina inferiormente e piccole spine sull’ estremità dell’ articolo terminale. Il primo paio di piedi mascellari è gracile e termina con un artiglio unico. Alla base di questo paio e ai lati del rostro rotondeggiante e poco promi- nente, si notano le mascelle con due setole all’ estremità una più lunga del- l’ altra. — 78 — Il secondo paio di piedi mascellari è molto caratteristico : è robusto e termina con una punta trifida che va a poggiarsi nell’escavazione formata sul pezzo. op- posto a guisa di pinze o chele. Le quattro paia di appendici addominali sono quasi simili e ugualmente svi luppate; ogni piede è composto di due rami tri-articolati e armati di setoline brevi. Il ramo interno termina a punta, l'esterno presenta diverse setole sull’ estre- mità. Le appendici del quinto paio sono costituite di un solo ramo formato di un articolo unico munito di setoline. Primo a descrivere brevemente questa specie è stato Van Beneden: di poi Olsson completò e corresse la descrizione che era stata data da quell’ autore, con nuove osservazioni. A mo?’ d’esempio ha notato che le antenne anteriori in questa specie sono di sei o sette articoli, i mediani brevi e il primo e l’ultimo molto più lunghi. Nelle antenne posteriori il numero degli articoli gli sembrò essere di cinque (?). A me non è riuscito di scorgere un tale numero di articoli, e tanto per le prime come per le seconde antenne ho dovuto rilevare tre articoli soltanto. Come pell’ Eudactylna aspera di Heller ebbi a notare sulla superficie del corpo di questa specie piccole scabrosità a punta che Van Beneden non ha rilevato. La lunghezza del corpo delle femmine è di 2 mm. o poco inferiore ; la lar- ghezza di '/, mm. Tale è la lunghezza assegnata da Olsson e così pure dagli esem- plari da me raccolti a Napoli sulla Squazza angelus Dum. mentre Van Beneden attribuisce 6 mm. alla femmina, compresi i fili oviferi. Ma questi ultimi negli esem- plari da me esaminati appena sorpassano 1 mm., quindi si vede come la differenza sia grande. Distributto et habitat. — Da \kan Beneden fu raccolta sulle coste del Belgio sulle branchie di due sp. di pesci Squafiza angelus Dum. e Acanthias vulgaris Risso. Olsson trovò questa forma sulle branchie di detto AcarZkias nel mare di Skagerrack il mese di Agosto. Egli prese 35 esemplari; circa 9 pesci su 14 ne erano infestati. Valle dice questa specie comunissima per l'Adriatico e vivente tra le lamelle branchiali della Squalza angelus Dum. e dell’Acanthias vulgaris Risso. A. Napoli la raccolsi pure su detti ospiti. (Estate 1903). A. causa del colore e della piccolezza questo copepode sfugge facilmente alla vista dei raccoglitori; il colore negli animali viventi è bruno, l’intestino nero, mentre gli esemplari conservati in alcool hanno una tinta giallognola «favescens». Gen. Lamproglena NORDMANN, Lamproglena pulchella NoRDM., 9. Lamproglena pulchella NORDMANN, 1832 (1) pl 1 fig 1. = — Epwarps M., 1840 (2) p. 487. pl XXXIX. fig. 6. —_ — Ctaus, 1875 (12) p. 26 pl. XXIV. fig. 33. i — RicHIarDI, 1880 (9) p. 150. —_ — GARBINI, 1895, p. 47. = — Basserr-SMITH, 1899 (5) p. 477- Questa forma fu descritta sufficientemente nel 1832 da Nordmann. Dopo più di quarant'anni da quell’epoca comparve il lavoro di Claus, che completò la conoscenza della femmina senza accennare al maschio, ancor oggi ignoto. i Distributio et habitat. — Vive nelle acque dolci d’ Europa su diversi cypri- noidi. Da Nordmann è citata come albergante sulle branchie di Cy$r2zws yeses (Zdus jeses Linn.) Richiardi la nota per l’ Italia sulle branchie dell’ A/bur72us a/bo- rella de Fil., Squalius cavedanus Bp., Telestes Savignyi Bp. e dello .Scardinius erythrophthalmus Linn. Garbini riscontrò la sua presenza nelle acque del Vero- nese sulle branchie di A/%wr7%s sp. e di Scardinius sp. R. Issel, (Saggio sulla fauna termale ital.: Accad. reale delle scienze, Torino 1901, p. 9.) né rinvenne esemplari presso Massa Marittima, nelle acque termali di Venelle, a 26°, parecchi individui sulle branchie di un Zelestes muticellus de Fil. Fam. V. — LERNAEIDAE. Gen. Lernagocera BLAINVILLE, Lernaeocera cyprinacea Linn. 9. Lernaea cyprinacea Linnaeus, Faun. Suev., N.° 2100, t. 2, f. 2100; Syst. Nat., edit. 12th, 1761. = = Barpur, Gen. Vermium, t. 7, f. 3. — _ Turron, 1807, p_ 137, N.° 10s. —_ — LaMmarcK, 1816 (3) t. III, p. 230; Enc. Méth., Vers, t. 78, f. 6. Lernaeocera cyprinacea BLAINVILLE, 1822 (2) p. 377. È = — DESsMAREST, 1825, p. 346. — _ BuRMEISTER, 1835, p_309, PI. 144, fig. 1-3. _ _ Ebwarps M., 1840 (2) p. 527, pl. 40, fig. 16. — — Barrp, 1850 (3) p. 343, tab. XXXV, fig. 13. —_ — ©Otsson, 1868 (I) p. 48. = — RicHarDI, 1877 (4). = — — RicuHiarDI, 1880 (9) p. 150. —_ = GARBINI, 1895 p. 47. Lernea (Lernaea esocina BuxM.) HERMANN, 1783, p. 44, pl. 2, fig. 6. Lernacocera cyprinacea NORDMANN, 832 (1) p. 123, pl VI, fig. 1-7. Lernaeocera esocina BURMEISTER , 1835, p. 312. — — Epwarps M., 1840 (2) pl. 40, fig. 13-15. _ — Craus, 1868 (10) p 530. -_ — RicHiarpI, 1877 (4). = — RicHIARDI, 1880 (9) p. 150. = — GARBINI, 1895 p. 47. Non ho potuto avere nè esaminare esemplari di questa specie, sebbene si trovi anche in Italia vivente sui pesci d’ acqua dolce. Appoggiandomi all’ autorità di Bassett-Smith riunisco le due specie Lerzaeocera cyprinacea e Lernaeocera esocina in una sola e mantengo per ragioni di priorità il nome assegnato a tale copepode da Linneo. Questo naturalista lo citava nel suo catalogo degli animali sotto il nome di Zernaca cyprinacea, trovato sul Cyfrinus carassius Linn. (1761). Nel 1783 Her- mann descrisse e disegnò col nome di Lerzaea la stessa forma, che più tardi fu distinta da Burmeister col nome di Zernacocera esocina. Il nuovo genere era =. ly = stato fondato da Blainville nel 1822. Dopo d’ allora la Lernacocera dei ciprinoidi da Burmeister e da Nordmann (1832) fu esaminata e fatta oggetto di accurati disegni con migliori e più esatti mezzi d’ osservazione, e a quelli noi oggi ancora dobbiamo ricorrere come a base fondamentale per la conoscenza di tale copepode. Burmeister separò la Lerzaeocera parassita del luccio dalla Zerzaca cyprinacea di Linneo, credendo di vedere un carattere distintivo delle due forme nella di- versità di grandezza; invece Nordmann le ritenne identiche ed oggi Bassett- Smith riconferma questa identità citandole come sinonime. Distributio et habitat. — È specie comune e che si trova in tutte le acque dolci d’ Europa, e citata per la Scandinavia, per l'Inghilterra, per la Germania, per la Francia e l’Italia ecc. come parassita di diverse specie di pesci: Cyprzzus carassius Linn. (C. Gibelio Bloch); Cottus gobio Linn., Gasterosteus aculeatus Linn., Esox luctus Linn., Lota vulgaris Cuv., Abramis brama Flem. ecc Vive fissata alla mandibola inferiore o alla pelle branchiale dell’ Esox,; abi tualmente sugli altri pesci si rinviene profondamente fissata nei muscoli, in diversi posti, specialmente in vicinanza della natatoria dorsale, della linea late- rale, dietro le natatorie ventrali e del petto, e la sua presenza dà luogo a tu- mefazioni o macchie di colore rosso vivo, da cui spunta fuori il parassita nella sua metà inferiore a mo’ di appendice bruna, cilindrica, cogli ovisacchi; mentre la sua metà anteriore col capo, mediante le appendici cefaliche a mo’ di croce, giace completamente nascosta nel tessuto. Per l’ Italia questa specie è stata citata da Richiardi che, distinguendo le due forme di L. esoczza e L. cyprinacea, nota la prima nelle masse muscolari dell’ Esox czus Linn., e la seconda nelle masse muscolari del Gobdzus luviatilis Cuv. Garbini, pel Veronese, cita parimente la prima sulle branchie di un Zsox e l’ altra sulle branchie e nei muscoli di un Cyprzrs. Gen. Peniculus NORDMANN, Peniculus fistula NORDMANN, 9. Tav. VI, fig. 1. Peniculus fistula NORDMANN, 1832 (1) p. 107, pl. V!, fig. 8. _ — Epwarps M., 1840 (2) p. 497. = — Hetter, 1865 (I) p. 248, pl. XXV, fis. = — Craus, 1868 (10) p. 12, pls. II, III. _ — BasseTT-SMITH, 1899 (5) p. 483. vd _ —. Brian, 1902 (5) p. 4r. Dobbiamo la conoscenza di questo parassita scoperto dapprima da Rudolphi sulle lamine dorsali di Zezs faber, a Nordmann che lo descrisse col nome di Perzzezulus collocandolo, in aggiunta al genere Archorella, tra i lerneopodidi. Più tardi Milne Edwards pose questo genere con altrettanto poco diritto accanto alla C/2vella nei Chondracanthidae. Claus mostrò che è un lerneide e che deve essere riguardato come un tipo intermedio tra le lernee e i dichelestiidi. La lunghezza dell’animale raggiunge, secondo Nordmann, linee 9 '/, (mm. 21,52) di cui 5‘/, linee (12,80 mm.) comprendono i tubi oviferi e solo il rimanente riguarda il corpo; per contro la larghezza maggiore è appena di una mezza linea. Gli De a esemplari studiati da Claus provenienti dal Chilì, sebbene identici di forma pre- sentavano una lunghezza inferiore di circa metà. Assai piccoli sono gli indi- vidui da me esaminati sebbene tutti adulti, come risulta dalle seguenti misure di tre esemplari raccolti a Napoli: ; esempl. 1.° lunghezza corpo mm. 4'/,; tubi oviferi mm. 4'/,. » DIO » » Vi (uno dei tubi oviferi più lungo: il più lungo mm. 6 ‘/.). Da ego » » >» 3'/.; tubi oviferi mm. 6. Il maschio è ignoto. Distributio et habitat. — I primi esemplari studiati da Nordmann vennero raccolti il 26 Luglio 1817 a Napoli sulle pinne dorsali dello Zexs faber Linn. da Rudolphi che dette loro il nome di D:rkyrcehus fistula. Heller riscontrò questa specie nel Mediterraneo su di un pesce indeterminato. Claus fa osservare che il Peniculus clavatus somiglia assai alla nostra forma, ha per ospite il Sedastes norvegicus O. Fr. Mill. e fu descritto da Kròyer. Gli esemplari studiati da Claus vennero raccolti su di una Percis semifasciata del Chili. Come si vede dunque il Peniculus fistula ha un’area di distribuzione estesissima e per di più vive su ospiti molto diversi. A Genova raccolsi due esemplari fissati sulla pinna caudale di .,Sargus Sal vianti C. V. (15 Febbraio 1901); a Napoli rinvenni 3 esemplari sulle pinne cau- dale e ventrale di A/kerzza Boyeri Risso (22 Luglio 1903). Gen. Pennella CKEN, Pennella crassicornis STEENSTRUP et LUTKEN 9. Tav. VI, fig. 2-7. Pennella crassicornis SteENsTRUP et LutKEN, 1861 (I) p. 76, tab. XIV, fig. 34. _ —_ HELLER, 1865 (1) p. 247. _ —_ VALLE, 1880 (3) p. 69. _ — Carus, 1885, (2) p. 373. _ _ BRIAN, 1903 (9) p. 81. Descrizione della femmina. (fig. 2-7). Il corpo è allungato, cilindrico e il suo diametro trasversale è un po’ mag- giore nella metà posteriore che in quella anteriore. Il cefalotorace sull’ avanti porta un grosso tubercolo verrucoso: alla base di esso per tre lati sporgono fuori altrettante appendici coniche assai lunghe arrotondate al loro termine. Le prime due sono in linea retta, la terza è ortogonale a queste, e spunta fuori sul lato dorsale; soltanto il lato ventrale resta privo di siffatto corno. Le appendici antennali e boccali riposano sulla prominenza anteriore del capo mentre le ap- pendici rudimentali dei piedi natatori stanno nella parte posteriore del cefalo torace dietro la base delle appendici coniche, e sono fissate sul lato ventrale in numero di quattro paia. Il colore del corpo nella parte anteriore è giallo sporco, nella metà posteriore, nerastro. Quell’ultima porzione assume un aspetto segmentato e porta una grossa 6 DO a appendice nera a guisa di penna, che è speciale alle Pennelle. I filamenti laterali all’asse di questa penna sono ramificati e il disegno è stato dato da Steenstrup e da Lutken nella figura 34 { tav. XIV. Da questi autori non è stata data la descrizione delle antenne nè quella delle appendici boccali, che restano quindi ancora da stu- diarsi per tale specie. Le dimensioni variano a seconda degli individui. Un esemplare di grossezza media raccolto a Portoferraio e da me esaminato, misura 7 cent. circa di lun- ghezza e la maggiore larghezza del capo comprese le due corna laterali, e misu- rata fra i due apici delle stesse, arriva a 16 millimetri. Nella seguente tabella ho dato le dimensioni delle varie parti del corpo degli esemplari raccolti dal D.' Damiani a Portoferraio. Ho distinto colla let- tera 4 la testa, con 8 il collo, con c la porzione rigonfia dell'addome e con 4 la coda. 1.° esem. | 2.° esem. | 3.° esem. | 4° esem. | 5.° esem | 6.° esem. | 7.° esem. | 8.° esem | | e iu ono. 0 —_ II mm.|IiImm.|iomm.| 8mm. Io mm. | 70m. | gomm.| db — Dici i 3 ONION 71 OPP 023 > N VIA SUN 2 Sp | 20 >» | Biol oo calgOunmo|28/> 90 > las È 30.» 30,1» \27 > 126 » | Î | Go Soiano ia da So naro (15 > lag ao | Tubi oviferi|65mm.| -- |70 » i — | — = "a La lunghezza degli esemplari descritti e disegnati da Steenstrup e da Lùtken, è di 80-100 mm. Distributio et habitat. — Heller cita semplicemente questa specie pel Medi- terraneo senza indicare l’ospite. Valle per contro, citando tale copepode per l’Adriatico, aggiunge che raccolse due esemplari, uno fisso alla base della pinna anale d’un Naucrates ductor Raf., e l’altro alla regione genitale di Xzf%zas gla- dius Linn. Il D.' Damiani raccolse parecchi esemplari sulla cute del rarissimo Prodelphinus euphrosyne True, a Portoferraio, il 31 Luglio 1902. La Pemnella crassicornis fa trovata per la prima volta da Steenstrup e da Lutken nell'Atlantico boreale, penetrante nella cute d’un Ayferoodor rostratus Mùll. Pennella varians STEENSTRUP et LUTKEN, Pennella varians STEENSTRUP et LÙTKEN, 1861 (1) p. 413, pl. XIV, fig. 32. — pustulosa? Barro, Ann. Nat. Hist. XIX, p. 280. Pennella varians? WiERZEIJSKI, 1877. — — Carus, 1885 (2) 373: 7 _ _= BassETT-SMITH, (5) p. 483. Distributio et habitat. — Si trova indicata per l'Atlantico, allo stato adulto, parassita sui delfini. Anche nell’ Adriatico, a Trieste, ne fu notata la presenza da Wierzeijski, il quale avendo fatte ricerche sui giovani lerneini delle branchie dei cefalopodi (.Sepia offic., Loligo vulg., Eledone mosch.) ha scoperto che la Pex- Ù nella varians presenterebbe le stesse abitudini della Zerzaea branchialis la quale a due epoche di sua esistenza separate dall’accoppiamento, predilige due modi di vivere differenti su due ospiti ugualmente differenti. La Pernzella varians pas- serebbe la prima parte della sua esistenza parassitaria tra le branchie delle seppie e dei calamari, per trasportarsi in seguito sul delfino dove trascorre il periodo della produzione delle uova. Pennella filosa CuviER, 9. Tav. XVIII, fig. 1-7. Hirudo? Boccone, Rech. p. 287 PI. 287. Pennatula filosa Linneo. Syst, Nat. Ed. X, 1758 p. 819 (anche XII, 1767 p. 1322. —_ = Etris, Phil. Trans. vol. 53. Pl. 20, fis. 15. Pennella diodontis ? OKEN, —_ —_ CHamisso ET EsenHARDT, Cur. de la Nat. de Bonn., t. 10. Lerneopenna Bocconii? BLAINVILLE, Penella filosa CuvieRr, (3) p. 257. _ _ Guerin, 1840 PI. 9 fig. 3. — _ Epwarps M., 1840 (2) p. 523. = _ BasseTT-SMITH, 1899 (5) p. 483. Pennella Costai ? RichiarDI, 1880 (5) p. 150. Rennellafaa:. VALLE, 1880 (3) p. 35. Pennella Costai VALLE, 1882 (4) p. 2. — — Carus, 1885 (2) p. 374. = = BRIAN, 1898 (1) p. 218. _ _ Poche F, 1902, p. 18. Descrizione della femmina adulta. Richiardi citava nel suo catalogo di crostacei parassiti una erze/la che egli chiamò col nome nuovo di 2. Costa, e che non ha descritto. La raccolse sullo Xiphias gladius Linn. nel Meditterraneo. Gli esemplari di Pezzella che io qui sotto descrivo furono pure trovati sullo stesso ospite in Liguria: perciò ritengo che, data l’identità d’ospite e di località, tanto gli esemplari di Richiardi come quelli da me esaminati possano riferirsi ad una sola ed unica specie. D’ altra parte due forme diverse sono citate dagli autori come viventi sullo X7zf%zas gladius. Una, la Pennella crassicornis (che però trovasi abitualmente come parassita anche di altri ospiti,) mi pare diversa, per alcuni caratteri, dai nostri esemplari; l’altra che ha nome Pezzella filosa presenta invece con questi una certa somiglianza, ed anzi a giudicare dalla figura che ce ne dà Guérin, credo che quella specie e la nostra sieno uguali.- i Gli individui da me esaminati e che si conservano nel Museo di Zoologia della R. Università di Genova non sono completi. A. tutti è stata lacerata via | la porzione cefalica, di certo, nell’ operazione eseguita per toglierli dall’ ospite. Ne risulta per conseguenza che ad essi manca. il capo colle antenne e colle parti boccali e la porzione di collo che dovrebbe conservare i resti delle quattro paia di piedi addominali: perciò la descrizione, qui sotto data, è incompleta. Tutto il corpo ha una forma allungatissima e cilindrica. La porzione di collo è lunga in sommo grado, con tegumento liscio e di colore giallo sporco nella sua parte anteriore. Si allarga in modo graduale all’ indietro e passa nell’addome rap- presentato da un’altra porzione cilindrica, allungata, ma di diametro assai mag- giore, colorata in nero e divisa in moltissimi anelli per effetto di una falsa segmen- tazione che non intacca il tessuto sottocutaneo. La parte posteriore dell’ addome prolungasi all’ indietro in una porzione cau- dale più stretta, simulante essa pure una pseudo-articolazione per mezzo di stroz- zamenti laterali. È questa l’asse principale della penna o coda, dello stesso colore che l’addome, che porta ai due lati numerose appendici ramificate e formate a guisa di ciuffi, ripiegate all’ indietro. La ramificazione è complicata. Di solito su di uno stelo basale comune breve, è fissata in varie guise una serie di raggi biforcati e in modo che l’ uno dei rami è più lungo dell’ altro. dhe Dalla base dell’ appendice caudale si dipartono i fili oviferi sottili, lunghis- simi, avvolti su sè stessi con grandi giri. Taluno degli esemplari da me esaminati porta alla base della ora descritta appendice caudale, fissato fortemente sull’integumento, un grosso cirripede, che spetta al gen. Corchoderma. È questo un noto fatto di associazione o simbiosi con- statato da Mayer e da Giard. (') In questi stessi esemplari ho osservato per giunta altri simbionti nascosti tra i ciuffi di detta penna caudale, rappresentati da piccole colonie bellissime di Campanularia che insieme al detto cirripede sogliono convivere sulle Perzzze/le. Sembra che i casi di simbiosi di tale idroide sui crostacei parassiti dei pesci, non siano tanto rari, perchè il fatto fu già constatato da Agassiz per le Pen- nelle (?) e da Richiardi per un esemplare di Lernaeenzicus vorax e per cinque esem- plari di El/ytrophora brachyptera. (3) Questa nostra specie di Pezze/la è di grandi dimensioni. La lunghezza media degli individui da me esaminati varia da 13 a 15 centimetri ma taluni esemplari arri— vano anche a 23 cent., sebbene non sia calcolata la regione anteriore del cefalo- torace mancante in tutti questi esemplari e non sia tenuto conto dei fili oviferi. Per rappresentare in modo giusto la rispettiva lunghezza delle singole parti costituenti il corpo, degli individui maggiori, riunisco nella seguente tabella le misure, intendendo, come sopra, di significare colle lettere 2, 3, c, 4, le rispettive porzioni del corpo ossia la regione cefalica, il collo, l'addome e la regione caudale. 1.° esempl. | 2.° esempl. | 3.° esempl. | 4° esempl. | 5.° esempl. | 6.° esempl. (*) Grarp A. Sur l Association de Pennella Orthagorisci Perceval et de Conchoderma virgatum Spengl. in: Le Naturaliste (2) 11 Ann. N° so, p. 82 1880. (2) Sulle Pennelle AGassiz ha trovato la Campanularia (Eucope parasitica); v. Catalogo Illustrato del Museo di Zoologia Comparata. Cambridge, 1865, p. 87 (3) RicHIaRDI rinvenne sui copepodì parassiti sopracitati la Campanularia Johnstoni; vedi Richiardi : Descrizione di due sp. n. di Lernaeenicus, p. 12. I fili oviferi misurano la lunghezza da 50 a 60 mm. Distributio et habitat. —L’ ospite più comune del copepode adulto è lo Xzf%zas gladius Linn., nelle cui carni è conficcato per una parte della sua regione anteriore : dall’ esterno della cute del pesce sporge di solito la porzione più resistente del copepode, costituita dall’ addome e dalla porzione caudale Guérin scrive che questa specie «habite la chair du Xzf7zas, du Thon etc., Mediterranée ». Altri autori le assegnano come ospite l’Orthagoriscus mola Linn. (Atlantico), avendo scambiato probabilmente una specie molto somigliante la P. Orthagorisci di Perceval Wright colla nostra. Il D'. Baird informa che ha esaminato un esemplare di Pezze tolto da un sz7/sh (pesce sole) catturato a Megavissey nel Cornwall e che egli riferisce alla ?. f/osa : fu certamente il primo esemplare di tale specie di copepode trovato lungo le coste della Grande Bretagna. Richiardi riscontrò la sua Pezzella Costai parimente nelle masse muscolari dello Xz6/kias gladius Linn. Valle la cita per l'Adriatico e ne raccolse un unico esemplare dalle masse muscolari della regione caudale d’un giovane pesce spada pescato nel golfo di Trieste il 7 Dicembre 1880. A Genova si conservano nel Museo Zoologico della nostra Università alcuni esemplari raccolti su due di tali pesci catturati il 3 Dicembre 1880 e nel Giugno 1891. Ho da notare altresì un individuo giovane di Pezzella filosa inviatomi da Portofer- raio, dal D.' Damiani che lo raccolse sull’opercolo di uno Xzf/kias gladius Linn. pescato il 16 Giugno 1899, nella Tonnara Eufola. Di questo giovane esemplare femminile di copepode darò qui sotto una descrizione a parte, presentandosi con caratteri assai diversi dall’ animale adulto. Descrizione della femmina giovane. (Tav. XVIII, fig. 1-7). Il cefalotorace (fig. 4) è di forma ovale allungata e porta sul margine fron- tale il primo paio di antenne bi-articolate, allungate, sottili e setigere; ai lati della fronte e nel mezzo si vedono inserite due antenne uncinate cogli uncini rivolti verso l'interno (antenne del secondo paio) e coll’ articolo basale piuttosto spesso. Segue un po’ più in basso la bocca con apertura circolare e assai spor- gente in fuori a guisa di largo e cilindrico succhiatoio (fig. 5). Essa presenta nel suo interno due piccole mandibole a guisa di bastoncini rigidi e ai lati esterna- mente due piccole mascelle coll’estremità bifida (fig. 7). Un pò indietro si osservano i piedi mascellari i quali appariscono bi-artico- lati: l’ articolo basale è spesso e verso l’ esterno presenta due grosse e lunghe spinule, mentre il secondo articolo terminale è costituito da una sola lunga e forte spina, ricurva alquanto verso l’ esterno (fig. 6). Non mancano poco discosti i rudimenti del secondo paio di piedi mascellari costituiti da due brevi e appuntiti uncini (piedi mascellari del secondo paio) (fig. 4). Il cefalotorace rappresenta la porzione più larga del corpo; all’indietro si restringe gradualmente per passare al collo sottilissimo. Subito dopo il confine della regione ovale allungata detta cefalotorace, si vedono distintamente quattro paia di piedi natatori inseriti l’un paio a poca distanza dall’altro (fig. 4). Ogni singolo piede è situato lateralmente del corpo e collegato col suo rispondente dal lato opposto per mezzo di una lamina sottile chitinica mediana, ed è costituito da una lamina ovale-allungata, con due rami bi-articolati, perle due prime paia; e con un solo ramo bi-articolato pel terzo e pel quarto paio. Gli articoli terminali di questi rami portano brevi setole. Questa porzione del corpo che porta piedi natatori si può definire come la porzione addominale anteriore ed è divisa da tre segmenti per laterali strozzamenti. Il corpo allungatissimo e cilindrico che va sempre più restringendosi dall’avanti all’indietro passa nell’ addome mediano presentandosi per un tratto sottile quasi filiforme, ma verso l’ estremità posteriore si allarga gradualmente. E ad un certo punto cominciano ad apparire le strozzature laterali (fig. 2) che dividono il corpo in tanti segmenti e che intaccano la regione caudale. Dapprima questi segmenti o anelli arrotondati ai lati sono semplici: poco dopo appariscono muniti di espan- sioni laterali. Queste si presentano brevi subito dopo le prime strozzature e piegate all’indietro. Per tal modo questa regione del corpo assume nelle forme giovanili di Pennella l’aspetto di un miriapodo, i cui piedi sono come rappresentati dalle dette espansioni laterali, le quali dapprima sono semplici, ma più tardi svilup- pandosi si biforcheranno e daranno a questa coda l'aspetto caratteristico di una penna, da cui il nome Pezzella. La regione caudale termina con un tratto privo di appendici laterali e con due ‘piccolissime laminette caudali con due setole per ciascuna, in mezzo a cui apresi l’orifizio anale (fig. 3). La lunghezza dell’ unico esemplare da me osservato è di circa 12 mm. Pennella rubra n. sp., 9, Tav. VII, fig. 3. Descrizione della giovane femmina. Da un Or4hagoriscus mola catturato a Napoli ho raccolto due esemplari giovani di una Pezzella che non mi è possibile determinare cioè non potrei, sebbene l'ospite sia identico, riferirli alla Perrella Orthagorisci di Perceval Wright, perchè di questa forma non mi è noto lo stadio larvale corrispondente. Per tale motivo descrivo siffatti esemplari col nome nuovo di Pezzella rubra così distin- guendoli per la colorazione rossa osservata negli individui freschi. Disgraziata- mente questi esemplari sono guasti e incompleti. Non mi è riuscito di. trarne fuori dalle carni dell’ ospite la parte anteriore del loro corpo, penetrante profon- damente nei tessuti muscolari del pesce: e solo ho potuto esaminare e copiare dal vero la porzione inferiore dell’addome e la regione caudale (Tav. VII, fig. 3). Evidentemente è questa una forma giovanile di femmina. Di essa sporgeva fuori dal pesce soltanto la parte or detta del corpo, che come si vede dal disegno, mostra ben sviluppato solo l’ asse primario della penna. Questa è guarnita late- ralmente di numerosi rami leggermente obbliqui, rivolti all’indietro e semplici, corti, appena abbozzati, e presentansi assai differenti dai corrispondenti rami delle Pennelle adulte, in cui tali formazioni laterali s’assottigliano, s’allungano e, alle - volte, sono divise in rami secondari e danno luogo a veri ciuffi. La parte addo- minale e la regione del collo che stava immersa e nascosta nelle carni del pesce, per quanto ho potuto vedere, s’inoltrava assai profondamente nel tessuto adiposo e muscolare dell’ OrZZagor:sceus, mantenendosi sottile, cilindrica, di colore giallo sporco chiaro e presso a poco sempre dello stesso diametro. La porzione cefalica avrebbe potuto da sola fornirmi gli elementi necessari per una diagnosi esatta di questa specie e forse rendermi certo che non si riferisca a qualche forma co- nosciuta, come ad es., la Perrella Orthagorisci o la P. filosa che hanno per ospite il pesce sovra indicato, ma tale porzione cefalica, distaccatasi, rimase nelle carni dell’ ospite nè mi riuscì di rintracciarla. La lunghezza del corpo così incompleto, compresa la parte sporgente fuori della cute dell’ ospite è di cent. 2 !/, — 3 circa. Habitat. — Raccolsi due esemplari sull’ Orfhagoriscus mola Linn. il 31 Luglio 1903 a Napoli. Pennella Remmorae MURRAY 9, Pennella Remorae GERSTAECKER, 1866-1879 (2) p. 804. _ -— Carus, 1885 (2) p. 37 7 3 Questa specie è citata da Gerstaecker e da Carus, pel mare Mediterraneo, ma non è detto su qual pesce. Fu trovata però, la prima volta, nel mare inglese sul- l’Echeneis Remora Linn., « disco cephalico inserta » (Carus). Gen. Tripaphylus RICHIARDI, Tripaphylus Musteli BENEDEN v., 9 e J. Lernaeonema Musteli BENEDEN v., 1851 (2) Bull. de l’Acad. Roy. de Belgique, Tom. XVIII, p. 100, c. tav. — — BENEDEN v., 1851 (2) l’Institut, XIX, N. 922, p. 285. — — BENEDEN v., 1851 (3) p. 125, pl 6, fig. 11, 12. — — Voct, 1877 (2) p. 69, tav. III, fig. 11. Tripaphylus Musteli RicHIARDI, 1878 (6) p. XX. = — — RicHÒiarpi, 1880 (9) p. 151. _ —_ VALLE, 1880 (3) p. 70. — — Carus, 1885 (2) p. 372. Lernaeenicus Musteli Bassert-SMITH, 1899 (5) p. 485. Distributio et habitat. — Gli esemplari femminili descritti da Van Beneden non erano completi mancando la porzione cefalica che non è stata ancora descritta Sono stati raccolti sulle branchie del I/ustelus vulgaris Mùll. e Henle, lungo il litorale belga. Valle trovò due soli esemplari di questo interessantissimo paras- sita nell’ Adriatico, penetranti nei muscoli della cavità branchiale del AI/uszelus equestris Bp. La specie è pure citata da Richiardi pel Mediterraneo, parassita di questo pesce ora riferito, e fissata nei muscoli sul davanti della prima arcata branchiale. Van Beneden descrisse pure il maschio di questo copepode. Gen. Lernaeenicus LESUEUR, Lernaeenicus gracilis HELLER 9. Lernaeonema gracilis HeLLER, 1865, (I) p. 249, pl. XXV, fig. s. Lernacenicus gracilis RicHiaRDI, (4) p. 8. — — VALLE, 1880, (3) p. 69. _ — Carus, 1885, (2) p. 372. _ — Bassert-SMITH, 1899 (5) p. 485. Habitat. -—- Fu raccolta sulla pelle di Zickia amia Linn. nel mare Adriatico. PID E Lernaeenicus vorax RICHIARDI, 9. Lernaeenicus vorax RicHIARDI, 1877 (4) p. 9, pl VII, fig. 1-21. = — RicHIARDI, 1880 (9) p. 150. = — VALLE, 1880 (3) p. 69. — — Carus, 1885 (2) p. 372. == — BASsETT-SMITH, 1899 (5) p. 485. Distributio et habitat. — Nel Mediterraneo fu trovata dal Richiardi nelle masse muscolari dell’ Uybrina cirrhosa Linn., Corvina nigra Cuv. e Sciaena aquila Lac. Questo crostaceo parassita, scrive Richiardi, è comunissimo da noi; i tre quinti delle giovani ombrine sono attaccati e ne portano quasi sempre pa- recchi individui. Valle pure per l’Adriatico la dice specie abbastanza frequente da lui ugualmente rinvenuta sulla cavità della bocca dell’ Ubriza cirrhosa Linn. Lernaeenicus neglectus RICHIARDI, 9. Lernaeenicus neglectus RIcHIARDI, 1877 (4) p. 13, pl. VII, fig. 22-43. — — RICHIARDI, 1880 (9) p. 150. _ _ VALLE, 1880 (3) p. 70 = — Carus, 1885 (2) p. 372. _ BAssETT-SMITH, 1899 (5) p. 485. Distributio et habitat. — Richiardi trovò questo crostaceo parassita molto comune su qualunque regione del corpo dei muggini (Ig: cephalus Cuv., M. capito Cuv., M. auratus Risso, M. chelo Cuv. e M. saliens Risso), fissato nelle masse muscolari, ma particolarmente verso l’ estremità posteriore, a breve distanza dalla pinna caudale. Valle per l'Adriatico dice questa specie assai comune sopra qualunque regione del corpo di 4/xg7/ cephalus Cuv. e di Mugi! saliens Risso, principalmente alla base della pinna anale. Lernaeenicus sp.? 9. Tav. XVIII, fig. 8-13. Descrizione della femmina. Il corpo è di forma allungatissima, cilindrica e nella sua parte mediana quasi filiforme (fig. 8). Sul davanti esso presenta un rigonfiamento provveduto lateralmente di due espansioni a guisa di corna; verso l’indietro si restringe e diventa sottile presentando per un buon tratto una specie di lungo collo; ma di nuovo verso la parte terminale dell’addome il suo diametro si allarga. La lun- ghezza è di 25 mm. Due o tre millimetri sono occupati dal rigonfiamento cefalo- toracico, otto o nove dalla parte più rigonfia, dall’addome terminale, mentre la regione più sottile del collo ne occupa la lunghezza maggiore. Il rigonfiamento cefalotoracico (fig. 9, 10) presenta ai suoi lati due corna abba- stanza lunghe, ingrossate alla base e attenuate verso l’estremità le quali sono rivolte all’ esterno con leggiero cenno di ripiegamento verso l’avanti. Il margine frontale è abbastanza ampio e lascia distinguere nel mezzo una piccola promi- nenza: ai due lati di questa, sporgono fuori rivolte verso l’avanti, le due an- tenne del secondo paio bi-articolate, vistose e a forma di tenaglie. Ai lati di esse trovansi le sottili e lunghe antennule del primo paio, munite di setoline sul margine anteriore e all’ estremità, e ripiegate verso l’ esterno. Sulla parte ventrale del cefalotorace e all’innanzi del punto d’ inserzione delle corna laterali si scorge una grossa prominenza quasi conica che porta gli organi boccali. Questi sono rappresentati da un succhiatoio allungato, di forma cilindrica, coll’ apertura circondata da cilia. Ai lati del rostro si vedono due piccole ma- scelle costituite da una laminetta basale e da due prolungamenti setolosi, e più sotto originansi i vistosi piedi mascellari formati di due artioli ugualmente lunghi, quello basale più spesso, munito di una spina verso la metà di sua lunghezza, quello terminale uncinato (fig. 12). Al di sotto dell’origine delle due grossa corna cefaliche, sulla parte ventrale del cefalotorace e nel punto che comincia a restringersi, si vedono tre paia di piedi natatori, costituiti ciascuno da una lista mediana basale chitinica, disposta trasversalmente all’ asse maggiore del corpo, che porta per ogni lato un articolo basale allungato sostenente due rami bi-articolati piccoli e setigeri (fig. 13). Tale costruzione è evidente nel primo e nel secondo paio, non così nel terzo paio dove non ho potuto discernere che l’articolo basale. Il quarto paio è mancante: al suo posto si scorge soltanto un breve tratto della lista mediana chitinica e nessuna traccia di piedi laterali. Tutto il corpo si presenta finamente anellato o meglio striato trasversalmente sopratutto nella regione del collo. Questa è una falsa metameria tanto leggiera e fine che si rende appena visibile con forti ingrandimenti. Il post-addome nel nostro esemplare è affatto mancante. Di tutte le specie note il solo Zerzaeericus neglectus di Richiardi, per le dimensioni e per la forma generale somiglia col nostro esemplare, però non com- pletamente, non oso perciò ritenerlo identico, tanto più che l'esemplare da me stu- diato è mancante del post-addome. Alcune differenze per giunta si notano nella struttura delle rispettive membra e capo, come dal confronto delle figure di Ri- chiardi colle nostre si rileva facilmente. Habitat. — Fu trovato dal Prof. C. Parona un solo esemplare fissato al collo, dalla parte destra di MNeztastoma melanura Rafin., a Genova il 24 Aprile 1904. Lernaeenicus sprattae (Sow.) OLSSON, 9. Lernaca spratta SoweRBY, Brit. Miscell. II, 1806, p. 17, pl. IXVIII. Lernaca cyclophora BLAINVILLE, 1822 (2) p. 436. Lernaeocera surrirensis BLAINVILLE, 1823 (1) p. 117. Lernaea oculnris CuvieR, 1830 (3) p. 256. Foroculum spratti Thompson, Cat. M. Coll. Surg. Lernaeonema monilaris EpwaRDS M. 1840 (2) p. 525, pl. XII, fig. s —_ — THomPson, 1843 (1) p. 270. = = HELLER, 1865 (1) p. 248, pl XXV, fig 4. — —_ Carus, 1885 (2) p. 371. —_ _ BrIAN, 1898 (1) p. 215. —_ spralta Barro, 1850 (3) p. 341, pl. XXXV, fig. 10. — Bairdi Sarrer, Ann. a. Mag. N. H. (2) VI, 1850, p. 86, pl. VII, fig. 1. Lernacenicus spratta ’—©OtLsson, 1868 (I) p. 46. -- RicHIARDI, 1877 (4). Lernaeenicus sprattae Bassert-SMITH, 1899 (5) p. 484. — 90 — Distributio et habitat. — Heller raccolse questa specie su un occhio di una specie di C/ufea nel Mediterraneo. Baird la dice trovata fissata all’occhio di una Clupea sprattus Linn. presa nel mercato di Londra dal signor W. Wing in Novembre 1848. Olsson la cita per le coste di Norvegia dove vive parassita sullo stesso pesce or nominato, fissato nella parte del corpo pure ora indicata. Anche a Genova fu raccolta aderente all’occhio della Clupea sprattus Linn. in Giugno 1880. Lernaeenicus Labracis RICHIARDI, Lernaeenicus Labracis sp. n. RicHIaRDI, 1880 (9) p. 150. Specie non ancora descritta. Richiardi la raccolse nelle masse muscolari di Labrax lupus Cuv., Box boops Linn. e Trachurus trachurus Castn. Lernaeenicus Sargi RICHIARDI, Lernaeenicus Sargi sp. n. RicHIaRDI, 1880 (9) p. 150. Specie non ancora descritta. Richiardi la scoprì nella pelle del .Sargus Salviani Cuv. e Val. Gen. Rebelula PocHE (gen. Lophoura KéLL). Rebelula Edwardsii K6LLIKER, 9. Tav. XIX, fig 1. Tav. XXI, fig. 5. Lophoura Edwardsii KòLLIKER, 1853, p. 359. _ — CLaus, 1860 (3) p. 20 e seg. = = Cornacia, 1865 (I) p. 1-10, tav. 1. _ = RICHIARDI, 1880 (9). p. ISI. = — Carus, 1885 (2) p. 374 —- = Basse rT-SMITH, 1899 (5) p. 486. Rebelula Edwardsir PocHE, 1902 p 8-20 _ = BRIAN, 1903 (7). p. 4-7. Kélliker scopriva questa forma a Messina nel 1852 sul MMacrourus (Lepidole- prus) calorhyrnchus Risso e la denominò Lophoura Edwardsti, desumendone il nome del genere, da uno dei più salienti caratteri presentati dal parassita, di possedere cioè la coda a pennacchio. Di questa nuova specie Kòlliker ci diede una breve descri- zione. Più tardi Claus aggiunse qualche cosa d’importante a ciò che conoscevasi intorno alla Lofkowra nel suo lavoro sulla morfologia dei copepodi, dal quale si rileva che tanto Kélliker quando Claus studiarono un unico esemplare, il solo che fino al 1860 si fosse trovato. Cornalia nel 1865 potè studiare due altri individui di questa specie e completò la descrizione de’ suoi predecessori. Gli esemplari da lui esaminati provenivano da Napoli, raccolti sul corpo di due JM/acrourus celor- hynchus Risso; e stavano sul dorso accanto alla colonna vertebrale ed alle apofisi spinose di questa. Tutta la parte assottigliata anteriore del corpo era ficcata, al di là della pelle, nelle carni fin quasi a contatto delle vertebre. Questa parte anteriore era piegata ad angolo retto e giaceva in un canale limitato da una parete organizzata. CN Distributio et habitat. — Questa forma è stata trovata sopra del I/acrourus celorhyrchus Risso a Messina, Napoli e a Genova, ed è stata citata per queste località rispettivamente da Kélliker, Cornalia e dallo scrivente. Anche Richiardi la ricorda nel suo catalogo come specie propriamente italiana. L’ unico esemplare che ho esaminato e che conservasi nel Museo Zool. della Regia Università di Genova, presentasi fissato appunto sul dorso del Macrourus celorhyrnchus Risso, nel modo descritto da Cornalia come negli esemplari da lui studiati. (Tav. XIX. fig. 1 - Tav. XXI, fig. 5). Probabilmente, per quanto si può giudicare dall’esterno, anch’esso ha la parte assottigliata anteriore del corpo pene- trante al di là della pelle, nelle carni e quasi a contatto delle vertebre. Di questo parassita non si vede all’ esterno che il solo addome e le paia di ciuffi di appen- dici cilindriche molto vistose che bene risaltano agli occhi. Nota. — Io ritengo che il gen. Lophoura sia affine al gen. SpAhyrion o Lesteira e debbasi, come quello, annoverare fra i Chordracanthidae e non fra i Lernetidae, come finora s'è fatto. Ho dato le ragioni di questa opinione in una recente pub- blicazione: Brian, 1903 (7) p. 4-7. Gen. Lernaeolophus HELLER, Lernaeolophus sultanus NORDMANN, 9. Pennella sultana NoRDMANN, Galerie du Museum d°’ Hist. Nat. Paris. = = NoRDMANN, 1865 (2) p. 25. tav. V. fig. 12-16. -- Epwarps M., 18402) p. 523. Lernaea Sieboldi Kock, Collez Adriat. del Museo di Storia Naturale di Trieste, 1860. = _ «Elenco degli Animali del Mare Adriatico » in. Ann. del Museo di Storia Naturale di Trieste, 1869. Lernacolophus sultanus HeLLER, 1865 (1) p. 251, taf XXV, fi. 7 1865. = — Hetter, 1866 (2) p. 36. - — VALLE, 1880 (3) p. 71./202. —_ — BRIAN, 1899 (3) p- cs — BasserT-SMiTH, 1899 (5) p. 486. Il nome del genere fu stabilito nel 1865 da Heller il quale ne lasciò un’ ac- curata diagnosi e descrizione. Sembra che egli non conoscesse il lavoro di Nord- mann pubblicato un anno prima nel 1864, poichè non fece alcun cenno di esso. In quello, la specie è descritta sotto il nome di Perzze/la sultana col quale era stata citata da Milne Edwards fin dal 1840, perchè determinata un po’ prima di quell’epoca dallo stesso Nordmann. Questi la descrisse nel 1865 in modo abbastanza diffuso e completo (salvochè per le parti boccali): ma più esatta è la descrizione di Heller. Distributio et habitat. — Nordmann notò questa forma nella cavità boccale di Caranx ascensionis; la sua varietà sig720tdea la riscontrò sulle labbra di .Scorpaena bufonia ; egli ha pure trovato un esemplare difettoso nella cavità boccale di £sox brasiliensis nell’ Atlantico. Heller e Valle hanno riscontrato la presenza di questa specie nelle cavità branchiali e nella bocca di .Serrazzs scriba Cuv. e di .Ser- ranus cabrilla Cuv., ed è alquanto rara secondo Valle. I detti auwtori la citano pel mare Adriatico. Ne esaminai un esemplare trovato dal D' Damiani fissato alla volta palatina della Maena vulgaris Cuv. e Val. (Gennaio 1899, Portoferraio). Gen. Lernaea LINNEO, Lernaea branchialis LINNEO 9 e 7. Lernaea branchialis Linnaeus, 1767 (4) Syst. Nat. edit. 12. p. 1092. — -- LAMARCK (3) 240. —_ - Cuvier, (2) (3) Régne An., III 256. —_ _ BURMEISTER, 1833 Nov. Act, XVII. — — GuÉRIN, 1840 £. 1; Encyc. Britann., edit. 7, XXI, t. 502, t. 13. _ _ KréyeR, (I) Tidsskrift, I, t. 3, £ 10 (?). = — OKEN, 1815, t. 7. _ _ Epwarps M., 1840 (2) pl 528. _ _ THomrson, 1843 (1) p. 270. —_ —_ BAIRD, 1850 (3) p. 344. _ — STEENSTRUP ET LùrkEN 1861 (I) p. 403, pl. XII, fig. 28. _ —_ BENEDEN V., 1851 (3) p. 127. — _ BENEDEN V., 1861 (14) t. XXXIII, pl. XIX, fig. 5-12. _ — Hesse, (3) Tom. XX taf. I. — — dg CLaus, 1868, (10) p. 16, pl. III, IV. —_ — ©tsson, 1868 (I) p. 48. —_ — METZGER, 1868. —_ —_ RicHIARDI, 1880 (9) p. 150. = _ Carus, 1885 (2) p. 371 — — THompson I. C., 1893 (2) pl. XXIV = —_ MRAZEK Al, 1895. = —_ SCHIMKEWITSCH, 1898 (3) p. 48. —- _ BasseTT-SMITH, 1899 (5) p. 487. = — BRIAN, 1902 (5) p. 34 —_ — PEDASCHENKO, 1896 (1) p. 197-199 11 fis. = — PeDASCHENKO 1896 (2). —_ _ PEDASCENKO, 1899 (3). Lernaea gadina MùLLER (1) p. 65, pl. CXVIII, fig. 4. — — Fagricius O,, (1) 339. Lernaeocera branchialis BLamnviLLE, 1822 (2) 376, pl. XXVI. fig. 1, 1a. — = NORDMANN, 1832 (1) p. 130. Lernaea = StRòM, Phys. og Occon. Besk., t. 1. f. 18. _ — var. sigmoidea StEENBTRUP ET LùÙTKEN, 1861, (1) p. 494, pl. XIII, fig. 20. Distributio et habitat. — Fra gli ospiti di questa specie per l’Atlantico sono da annoverarsi il Gadus morrhua Linn. (branchie); Gadus barbatus Linn. (bran- chie); P/euronectes flesus Linn. (branchie). L’ospite della Zerzaea branchialis var. sigmoidea Stp. Ltk. è il Gadus ovak (branchie). La sua distribuzione geografica è estesa dalle regioni artiche settentrionali alle temperate. Nella sua var. s7g20%4ea si presenta nell'Atlantico boreale al di là del 60° latit., e anche la forma tipica è comune nelle regioni settentrionali, difatti Olsson scrive che questa specie abita abbastanza frequentemente i lidi di Svezia e di Norvegia sul Gadus morrhua Linn., G. aeglefinus Linn., raramente sul G. 722 nutus Linn. (in Warberg) e G. mer/angus Linn. (in Bahusia). Una volta egli ne notò la presenza sul Zabrus 72yx#us Block sulla costa di Bahusia. Sul mer- luzzo è citata da Baird per le coste inglesi; da Van Beneden sulle branchie di Gadus barbatus Linn. e di G. morrhua Linn. pel Belgio. È importante la scoperta del D' Metzger che notò la presenza delle forme giovanili (larve) tra le branchie di //eurorectes flesus Linn. e delle forme adulte, ma giovani ancora, sulle branchie del Cyclopterus lumpus Linn. e la presenza del maschi sul P/euronectes platessa Linn. Mentre che questa forma di copepode sembra comune nei mari del Nord, si trova poco frequente nel nostro Mediterraneo. Richiardi la rinvenne fissata alle arcate branchiali del M/erl/ucius esculentus Risso. Io ebbi pochi esemplari da Porto- ferraio raccolti dal D". Damiani sulle branchie di detto pesce. Questa specie è l’unica fra i nostri copepodi che presenterebbe una qualche applicazione pratica. Secondo Nordmann la Lerzaea branchialis adulta servirebbe di nutrimento ai Groenlandesi che la chiamano nel loro linguaggio Ovab-massinzioa. Lernaea Ninnii RICHIARDI, Lernaea Ninnii RicHIaRDI, 1880 (9) p. 150. = = Carus, 1885 (2) p_371. Specie non descritta Richiardi la trovò fissata nelle masse muscolari in pros- simità dell’osso scapolare dello .Smarzs vulgaris Cuv. e Val. Gen. Peroderma HELLER, Peroderma cylindricum HELLER, 9. Peroderma cylindrica HeLLER, 1865 (I) p. 250, pl. XXV, fig. 6. — _ RicHIaRDI, 1876 (3) pl. IV, fig. 1. — _ RIcHIARDI, 1880 (9) p. 130. —_ — Carus, 1885 (2) p. 373. — — GrarD, 1889 (3) p. 777. — _ BRIAN, 1898 (I) p. 218. _ — PocHE, 1902 p. 8-20. _ = BasseTT-SMITH, 1899 (5) p. 488. i — BAUDOUIN, 1905, p. 717. Taphrobia Pilchardi CorNALIA 1874 (2) p. 197; tav. VI. Peroderma branchiata Bassett-SMITA, 1898 (2) p. 13, pl. VII, fig. 2. Distributio et habitat. — Heller notò questa forma parassita di una sardina pel Mediterraneo, vivente affatto nascosta nella carne del muscolo laterale. Anche Richiardi la riscontrò sull’ A/osa sardina Risso, penetrante nelle masse muscolari. Io ebbi a citarla pel mare ligure. Giard la rinvenne assai comune sulle coste di Francia a Pouliguen e a Concarneau, aderente sempre alla parte dorsale più spesso alla regione media del corpo del pesce anzidetto. Quasi sempre determina la sterilità della sardina per castrazione parassitaria; ma Giard non ha mai osservato gli accidenti di cui parla Joubin, ossia un grosso accesso che produce altre complicazioni. Come quasi tutti i parassiti a dimora fissa, scrive Giard, il Peroderma infesta la sardina giovane e s’ accresce con essa, senza ritardare notevolmente l’ accrescimento del pesce, ma ne impedisce lo sviluppo sessuale. Peroderma Bellottii RicHIARDI, 9. Tav. VII, fig. 2. Tav. XIX, fig. 2-5. Peroderma Bellotti RicHiarDI, 1882. (12), p. 475-76. = — BRIAN, 1903 (7) p. 9. Descrizione della femmina. È molto facile, scrive Richiardi, distinguere il Peroderma Bellottit dal P. cylindricum e P. Peterst per i suoi caratteri specifici molto spiccati: la prima parte del corpo, costituita dal cefalotorace, e di forma ovoide, con due brevi prolungamenti verso la parte anteriore e la posteriore, che si continuano sopra l’ arteria branchiale, è formata nel centro da una porzione cilindrica, sulla faccia inferiore della quale trovansi l’ apparecchio boccale e tre paia di arti, a breve distanza gli uni dagli altri, e da tutta la superficie sporgono le appendici tubu- lari, suddivise ciascuna in tre o quattro brevi rami: immediatamente dietro la predetta regione, dalla prima parte della porzione filiforme successiva, e seconda del corpo, sporgono come due alette, a destra e sinistra, due appendici laminari coi margini intagliati a piccoli tubercoli, il resto di questa regione sottile perfettamente cilindrica e liscia, va insensibilmente ingrossando e si continua nella terza, che forma da sè più della metà del corpo, è essa pure cilindrica, ma a superficie un poco irregolare, termina posteriormente tronca e perforata dall’ apertura anale e dalle due sessuali, alle quali aderiscono i due tubi oviferi sottili, delicati, lunghi un quarto più di tutto il corpo dell’ animale. Habitat. — Questa specie fu riscontrata da Richiardi nel Mediterraneo sullo Scopelus Benotti Cocco, sul quale vive penetrando fra i muscoli dell’ apparato ioideo. Due esemplari sporgenti fuori dell’ angolo boccale dello .Scopelus caudi- spinosus Johs. furono trovati in Genova il 18 Maggio 1901. Fam. VI. — CHONDRACANTHIDAE. Gen. Medesicaste KR6YER, Medesicaste Triglarum KROYER, 9 e S. Lernaea asellina Linneo, 1746 (I) Fauna suecica, 2101. = — Linneo; (2) p. 171, pl. 3, fig. 4 = — Linneo, 1788 (4) p. 3145. Lernentoma asellina BLAINVILLE, 1822 (2) p. 441. — — Bair, 1850 (3) p. 329, tab. XXXV, fig. 4. Lerneomyzon Triglae . BLarNvILLE, 1822 (2) p. 441, pl. 26, fio. 12 _ — BLAINVILLE, 1823 (I) Dict. d. Sc. Natur. XXVI, p. 125. — _ DESMAREST, 1825, p_349- Chondracanthus Triglae NORDMANN, 1832 (1) p. 116, Taf. 9, fis. 1-4. _ — GueRIN, 1840, tab. IX, fig. 8 = — KròyEr (1) p. 135, taf. III, fig. 3; Isis, 1841, p. 335. taf. 3, fi (03 g. — — Epwarps M, 1840 (2) p. 502. — — BENEDEN v., I851 (3) p. 109. Chondaracanthus gurnardi SreenstRUP,, Bull. Soc. Roy. Dan. 1869, pl. II, fig. 3. Oralien asellinus BasseTT-SMITH, 1899 (5) p: 490. = —. Scort À., 1901 (I) p. 351. Medesicaste Triglarum KròyER, 1863 (2) p. 312, tab. XVIII, fig. 1. = = HeLLER, (866 (2) p. 33. —_ — RicHIaRDI, 1880 (9) p. 6. —_ — VALLE, 1880 (3) p. 71. — = BRIAN, 1898 (1) p. 220. — _ BasseTT-SMITH, 1899 (5) p. 489. Secondo Nordmann la lunghezza della femmina raggiunge senza i sacchi oviferi linee 3-3'/,, e con quelli linee 5-6 (ossia mm. 6,54- 8,70; mm. 10,90-13,08). Minore è la lunghezza da me osservata in esemplari raccolti a Genova; senza sacchi oviferi mm. 3'/,, con questi mm. 5 circa. Distributio et habitat. — Questa specie si trova nell'Atlantico settentrionale (mare del Nord, Cattegat ecc.) vivente sulle branchie della 77494 /hirundo BI. e della Zy%gla gurnardus Linn. È stata citata e descritta con nomi generici diversi (Lernaea, Lernentoma, Lerneomyzon) da Linneo, da Blainville, Desmarest, ma solo nel 1832 fu fatta conoscere in modo più completo da Nordmann che la ascrisse al genere Chondracanthus. Egli Ja rinvenne sulla 77zg/a hirundo BI. sempre inter- nata profondamente colla sua parte anteriore nelle branchie, di modo che solo i sacchi oviferi e il margine posteriore del corpo restavano fuori. Col nome generico sopra riferito fu notata da Van Beneden nel 1851 sulle bran- chie della or detta 77zg/ per le coste del Belgio. Baird la citava per la fauna inglese ma sotto il nome di Zerzezioma asellina (Linn.) Blain. e ne diede pure una breve descrizione con figura. Kròyer notando che questa forma ben a ragione si distacca dal genere Chordracanthus credette opportuno di sostituirle un nome nuovo e la chiamò Medesicaste Triglarum. Egli la rinvenne nella cavità boccale di Zyigla hirundo BI. nel Cattegat (Danimarca). Con questo nome generico Heller la cita per l'Adriatico sulle branchie della 7779/2 adriatica (lineata Linn); Richiardi pel Mediterraneo sulle branchie di 7yg/a lZyra Linn., e lo scrivente infine per il mare ligure sulle branchie di questo ultimo pesce. Gen. Strabaxz NORDMANN. Strabax monstrosus NORDMANN, 9 e 7. Strabax monstrosus, NORDMANN, 1864 (2) p. 18, taf. V, fig. 1-10. _ —_ RicHIaRDI, 1880 (9) p. 6. _ -- VALLE, 1882 (4) p. 3. - _ Carus, 1885 (2) p. 273. — —_ BRIAN, 1899 (2) p. 6. - _ BassETT-SMITH, 1899 (5) p. 490. Distributio et habitat. — Nordmann ebbe 1’ esemplare di Strabax monstrosus da lui studiato (1839) dal prof. F. S. Leuckart di Friburgo, che l’ aveva tolto dalla lingua di una .Scorfaena porcus Linn. Questo esemplare era mancante dei sacchi oviferi perchè questi probabilmente erano stati perduti nel distaccare 1’ animale dall’ interno della lingua del pesce, ove vive infitto e nascosto per la maggior parte del suo corpo. Richiardi cita questa specie di copepode nel suo catalogo avendolo trovato infitto nelle arcate branchiali della .Scorfaeza scrofa Linn. nel Mediterraneo. Valle scrive che lo Strabax monstrosus è abbastanza raro nell'Adriatico: trovò questa forma penetrante nella lingua e nelle arcate branchiali del pesce ora menzionato, ad Umago in Istria, (Agosto 1881). Il D.' Damiani me ne inviò un esemplare da Portoferraio, da lui rinvenuto fissato nella mucosa del palato di Scorpaeza scrofa Linn., il 21 Luglio 1898. Gen. Chondracanthus DELAROCHE, Chondracanthus cornutus MòLLER, 9 e 7. Tav. VII, fig. 5. Lernaca cornuta MùLLER, 1777 (I) p. 124, taf. XXXIII, fig. 6. — — Mitter, Encyclop, Mèthod., Vers. tab. LXXXVIII, fig. 1. — — Linneo, 1788 (4) p. 3146. Anops cornuta OkEN, 1815, t. IL Entomoda cornuta LamaRCcK, 1816. (3) III, p. 686. Lernentoma cornuta BLAINVILLE, 1822 (2) p. 441. — — BLAINVILLE, 1823 (1) p. 126. = — — Bairp, 1850 (3) p. 328, tab. XXXV, fig. 2. Chondracanthus cornutus Cuvier, Régne Animal IV, 258. — _ NORDMANN, 1832 (1) p. 1tI, taf. IX, fig. s-10. — — Epwarps M,, 1840 (2) p. 500, pl. 40, fig. 18-22. — _ BENEDEN V., 1851 (3) p. 108, pl. 4, fig. 1-4. = — KròyeR, 1863 (2) p. 249, tab. XIII, fig. 7. == — HELLER, 1866 (2) p 33. — BENEDEN V., 1870 (16) pl. II, fig. 1. — — VoGt, 1877 (2) p. 76 e 80, tab. VI. fig. 4-8. — — — RICHIARDI, 1880 (9) p. ISI. = -- VALLE, 1880 (3) p. 72. = — BasserT-SMITH, 1899 (5) p. 492. = — — Scorr A., 1901 (1) p. 351. i — — TrHompson I. C. e ScorT A. 1903 (2) p. 294. (Varietas) Chondracanthus flurae, KròvER, 1863 (2) p. 249, pl. XIII, fig. 6. » Chondracanthus soleae, KròveR, 1837 (1) p. 129, pl. III. » - — Epwarps M., 1840 (2) p. 501. » — — BENEDEN V., I85! (3) p. 109. Distributio et habitat. — Questa specie è stata notata ed osservata molte volte; se ne conoscono bene i due sessi. La si rinviene comunemente nell'Atlantico su diverse specie di P/exrorectes; Van Beneden la trovò parassita sul Pleurorectes platessa Linn. e P/. flesus Linn. lungo il litorale belga. Heller riscontrò la presenza di questa specie nell’ Adriatico sulle branchie d’un Plewuronectes. Richiardi la riporta pel Mediterraneo come parassita delle bran- chie della Solea vulgaris Cuv. — Il Chondracanthus Soleae Kr. va ritenuto sino- nimo col C%. corzutus, e con questo è pure identico il C%. furae che Rròyer descrisse nel 1863 e che egli trovò sulla //afessa Zmandoides BI. Nella mia nota: Di Alcuni Crost. Par. dei Pesci dell’ Isola d’Elba 1809 p. 1, avevo citato il Chkondracanthus pallidus v. Ben. da un esemplare femminile che così era stato determinato dal sig. I. C. Thompson, ma meglio osservato tale esem- plare ha tutto l’ aspetto di essere il C%. corzxzus Miller; esso fu raccolto sulle branchie dello Azp/%s0s gladius Linn. a Portoferraio il 23 Gennaio 1898, dal D." Damiani. Chondracanthus Merlucii KROYER, £ e 7. Tav. VII, fig. 4. Lernaea Merlucii HoLTEN 1882 pl. III, fig. 2. Chondracanthus Merlucii KròyeR (I) I, p. 278, tab. III, fig. 9; Isis 1840 Taf. II, 3, fig. 9 a-e. —_ _ Epwarps M., 1840 (2) p. 503. _ HeLLER, 1866 (2) p. 34. = = Orsson, 1868 (I) p. 33- —_ - RICHIARDI, 1880 (9) p. ISI. —_ VALLE, 1880 (3) p. 73. = = Carus, 1885 (2) p. 354. —_ — Bassertt-SM1TH, 1896 Journal. M. B. Assn. Plymouth p. 161. = = ScHIMKEWITSCH, W.,1906 (1) p. 339-362. -— — BRIAN, 1898 (1) p. 219. — — BAssETT - SMITH, 1899 (5) p. 494. Chondracanthus Xyphiae? Cuvier, Iconogr. Zool. pl. IX fig. 20. Distributio et habitat. — Holten, Kròyer e Olsson citano questa specie per l'Atlantico boreale, parassita del Merlucius esculentus Risso. Anche Bassett- Smith rinvenne questo Chordracanthus presso le coste inglesi. Heller scrive che si trova nell’ Adriatico discretamente frequente sul J/er- lucius. Parimente Valle lo rinvenne abbastanza spesso in questo mare, togliendolo dalla cavità boccale di detto Merlucius esculentus Risso. Sulle branchie di tale pesce è ricordato da Richiardi pel Mediterraneo. Da Hope fu gia citato per Na- poli, ed io stesso ebbi a riscontrarne la presenza in Genova, dove è stato raccolto sulle branchie di simile ospite; e di nuovo ne raccolsi un esemplare a Napoli nell’ estate 1903. Chondracanthus horridus HELLER, 9. Chondracanthus horridus HeLLER, 1865 (1) p. 232, pl. XXIII fig. 4. = — — RicHIARDI, 1840 (9) p. Is. —_ _ Carus, 1885 (2) p. 355. = — BasserT-SMITH, 1899 (5) p. 493. Habitat. — Questa specie è citata dall’ Heller e anche dal Richiardi pel Me- diterraneo; essa vive sul Gobzus jozo Linn. Chondracanthus annulatus OLSSON, 9 e 2. Chondracanthus annulatus OLsson, 1868 (1) p. 30 fig. 13-15. _ —_ RicHIARDI, 1882 (12 a) p. 504-505. Chondracanthus Laevirajae VALLE, 1880 (3) 1. 73. Descrizione della femmina. 3 Il corpo è allungato colla parte anteriore più angusta e inclinata. Il cefalo- torace ottuso-triangolare; l'addome con due anelli distinti; la porzione genitale divisa per mezzo di una scanalatura trasversale mediana, cogli angoli posteriori prolungati in processi ottusi, brevissimi, più brevi della coda. Le antenne dell’uno e dell’ altro paio sono minutissime; le membra dell’ addome semplici, sub-cilin- 7 driche. I sacchi oviferi molto più lunghi dell’animale. La lunghezza del corpo è di 10-12 mm. Descrizione del maschio. Il maschio è simile a quello del C%. corzutus, tuttavia se ne distingue perchè più robusto, per la coda più allungata e curvata, pel primo paio di piedi addo- minali più grandi, per le antenne anteriori bi-articolate. La lunghezza del corpo © CH ma si 5 Distributio et habitat. — Olsson trovò sei femmine con quattro maschi, nel mese di Agosto, fuori dei lidi di Norvegia, a Storeggen, sulle branchie di ga batis Linn. Valle rinvenne questa forma nelle cavità branchiali d'una grande Laeviraja oxyrhynchus Bp. il 24 Febbraio nel mare Adriatico. Chondracanthus Ninnii RICHIARDI, 9. Chondracanthus Ninnii Ricurarpi, 1882 (12 a) d. 154. —_ — RicHiaRrpI, 1882 Zool. Anz. V. n. 121 p. 504. _ — VALLE, 1884 (5) p. 3. — Distributio et habitat. — Richiardi scoprì questo Chordracanthus attaccato alla mucosa della cavità branchiale del Gobzus Panizzae Verga. Anche Valle rinvenne questo parassita a Venezia fissato allo stesso modo sul detto ospite, e altri esem- plari riscontrò su tale pesce nella Valle di Zaule presso Trieste. Chondracanthus angustatus HELLER, 9. Chondracanthus HeLLeR, 1865 (1) p. 230, Taf. XXIII, fis. 3. _ HELLER, 1866 (2) p. 34. —_ ScHaus R, 1876. = RicHIARDI, 1880 (9) p. 151. _ VALLE, 1880 (3) p. 75. — Carus, 1885 (2) p. 354 — BrIAN, 1898 (1) p. 219. _ BASSETT-SMITH., 1899 (5) p. 493. Distributio et habitat. — Heller cita questa specie parassita dell’ Urazzoscopus scaber Linn. pel Mediterraneo. Parimente la trovarono Heller, Valle e Schaub nell'Adriatico, abbastanza comune sulle branchie di questo pesce. Ne ho notato anch’io la presenza a Genova su detto ospite. Chondracanthus Zei DELAROCHE, 9 e gd. Lernacanthus Delarochiana BLAINVILLE, 1822 (2) p. 422, fis. 13. = = BLAINVILLE, 1823 (1) Dict. d. Sc. Natur. XXVI, p. 126. = —_ DESMAREST, 1825, p. 350. Chondracanthus Zei DELAROCHE, ISII p. 270, tab. 2, fis. 2. = — GUERIN, 1840 tab. 9. fig. 9, _ — BUuRMEISTER, 1833, p. 325. — — LAMARCK, (3) p. 682. —_ — Epwarps M., 1840 (2) p. 504. = — Barrp, 1850 (3) p. 327, tab. XXXV, fig. 7. Chondracanthus Zei BENEDEN v., 1851 (3) p. 110, pl. 4, fig 5-7. _ — Voct, 1877 (2) p. So, tav. V, fig. 5-8. — — RicHIARDI, 1880 (9) p. 151. —_ — VALLE, 1880 (3) p. 73 - — BasseTT-SMITA, 1896 Journ. M. B. Assn. Plymouth p. 162. _ — BasseTT-SMITH, 1899 (5) p. 495. Distributio et habitat. — Valle scrive che questa specie non è rara nelle cavità branchiali dello Zeus faber Linn. Richiardi la cita nel suo catalogo pel Mediterraneo presentandola come parassita sulle branchie del detto pesce. Questo copepode è registrato per la fauna dell’ Atlantico sullo stesso ospite ora nominato; Van Beneden lo ricorda per le coste del Belgio e Baird per quelle inglesi. Il primo di questi autori ha trovato siffatto parassita nel mese di Novem- bre e di Maggio; e nell’ una e nell’ altra stagione le femmine avevano i sacchi oviferi ripieni d’ uova. Chondracanthus Lophii JOHNSTON, 9 e S. Lernentoma Dufresnii BLAINVILLE, 1822 (2) p. 441, fig. 11. — —_ BLAINVILLE, 1823 (1) Dict. d. Sc. Natur. XXVI, p 126. Chondracanthus Delarochiana Cuvier, 1829 (3) p. 336, pl. 15. fig. 3. — _ Epwarps M., 1840 (2) p. 504. Chondracanthus Lophius Risso, 1826 (2) p. 137. Chondracanthus Lophii JoHNSTON, 1836 (4) p. 81, fig. 16. — — RArHKE, 1843 (3) p. 116, tab. V, fig. 16-18. = — TurxeR and Witsoy, 1861-02, p. 67, pl. 3 = —. Bassert-SMITH, 1896, Journ. M. B. Ass. Plymouth, p, 162. i — Bassert-SMITH, 1899, (5) p. 494. Lernentoma Lophii BairD, 1850 (3) p. 330, tab. XXXV, fis. 3 Chondracanthus gibbosus KròvER, (I) p. 252, tab. II, fig. 4; Isis 1840, p. 738, taf. 112, fig, 4, taf. 113, f104N27 = — THomrson W., 1847 (2) p. 248. _ -— BENEDEN v., 1851 (3) p=104, pl. 3, fig. 10-15. - — Craus, 1858 (2) p. 3, fig. 1-14. = — HELLER, 1866 (2) p. 34. — BENEDEN v., 1870 (16) tab. II. fig. 3. = — Vor, 1877 (2) p. 76 $o, tav. V, fig. 1-4 e tav. VI, fig. 1-3. _ — RicHÒIarpI, 1880 (9) p. Is1. -- — VALLE, 1880 (3) p. 75. Chondracanthus gibbus Kr. ScHmxewITscA W., 1896 (1) p. 339-362 Distributio et habitat. — È specie citata da Milne Edwards come vivente sul tonno. Col nome di Zerzeztoma Lophii è riportata da Baird per la fauna inglese e colà trovata sul Zop/zius fiscatorius Linn., sovra il quale pesce è ricordata da molti autori. Van Beneden riscontrò la sua presenza in gran numero di esemplari sulle branchie e sulla pelle della cavità branchiale di tale ospite, lungo il litorale del Belgio. Richiardi la rinvenne nel Mediterraneo parassita sulle branchie di Lophius piscatorius Linn.; Heller e Valle pure l’ ascrivono per la fauna del mare Adriatico dove è comune su questo ospite. a O Oa Fam. VII. — LERNAEOPODIDAE. Gen. Charopinus KR6YER. Charopinus Dalmannii RETZIUS, 9 e dA. Lernaea Dalmannii Rerzius, 1829 (1) p. 109, c. tav. ni — RerzIUs, 1830 (2) p. 6, fig. 5-9. — = RerzIUs, 1831 (3) p. 1345, tav. IX. Lernaeopoda Dalmannii NORDMANN, 1832 (1) p. 138. -_ — KròyER, 1837-38 (1) I. p. 264, tab. II, fig. 3. _ — KréyER, 1840; Isis, p. 745, tab. II2, fig. 11; tab. IB3, fig. 4, _ _ Epwarps M., 1840 (2) Tom. III, p_s16. —_ —_ Turner and Wilson, 1862 1, p. 77, pl. 4. _ _ Carus, 1885 (2) p. 375 — — ? (BrIAn, 1898 (I) p. 220, tav? IV. fig. 26) Charopinus Dalmannii Kròver, 1863 (2) p. 280, tav. XIV, fig. 6. _ — OLsson, 1868 (I) p. 41. —_ _ BENEDEN v., 1870 (16) tab. II. fig. Ir. _ — Voct, 1876 (2) p. 66, tav. IV, fig. 8. _ — VALLE, 1880 (3) p. 76. -- — BASSETT-SMITH, (5) p. 498. = = ScoTT A., 1901 (1) p. 351. Brachiella Dalmannii MicuLicicA, 1905 (2) p. 603. ? Stylophorus Hippocephalus Hesse, 1879 (8) pl. 28. Questo copepode raccolto sulla Raja be7s Linn. e descritto per la prima volta da Retzius è stato citato poi da molti autori col nome di Lerzacopoda Dalmannit come lo chiamò Nordmann; più tardi per opera di Kròyer (1863) è diventato il tipo di un nuovo genere C7a70fz72vs, nel quale questo naturalista comprende una seconda specie C%. ramosus, trovata sulle branchie di Xa72 clavata Linn. Anche i maschi di queste due specie sono stati studiati e disegnati da Kròyer, 1863, tav. XIV. figg. 5 e 6. Distributio et habitat. — La prima Lernacopoda Dalmannii scoperta dal prof. Otto e più tardi descritta e disegnata da Retzius fu trovata nelle fosse nasali di Raja batis Linn. a Christianssund. Rudolphi di poi fece avere questo stesso esem- plare a Nordmann che di nuovo lo descrisse. La sua presenza su di un tale ospite è stata riscontrata più tardi da parecchi altri naturalisti. Van Beneden ha trovato diverse volte due individui in una stessa fossa nasale di Xa/e de#s Linn., lungo le coste del Belgio. Olsson parimente trovò detta specie sull’ ospite sopra riferito in Scandinavia cioè in Storeggen e nel mare di Skagerrak. Il nostro Valle rinvenne il Charopinus Dalmannit nell’Adriatico a diverse riprese; il 15 Gennaio 1880 due esemplari nelle cavità branchiali d’una Zaevzraja macrorkynchus Bp., il 22 Febbraio 1880 un esemplare sulle branchie d’una Dasybatis clavata Blv., ed il 24 Febbraio 1880 sette esemplari nelle cavità branchiali d’una grande Zaevraja 0xyrkynchus Bp. In seguito a ricerche Valle crede che la specie trovata dall’ Hesse nelle cavità nasali della Raja rostrata (batis Linn.) e che quegli descrisse come rappresen- tante d’un nuovo genere Styloplorus Hippocephalus non sia altro che il Charo- pinus Dalmannii di Retzius. = dio. => Sebbene abbia creduto di adottare la denominazione di C/arodinus, condi- vido anch’io il parere di Miculicich nel ritenere questo genere forse identico al genere 5rachiella. Desideravo bensì accertarmi con adeguato studio di compara- zione del grado di affinità che si presenta tra la nostra forma sopra citata e la Brachiella malleus, con cui sembra più di tutto somigliare nella struttura (salvo che nelle dimensioni), ma pur troppo non ho mai potuto osservare alcun Charodrus Dalmannti, nè conservato in alcool nè tanto .meno vivente. Se nella mia prece- dente nota sui copepodi parassiti spettanti alla fauna ligure ebbi occasione di citare la Lernacopoda Dalmannit, la causa è dovuta unicamente per avere, a motivo di di questa somiglianza, scambiata la Brackiella malleus con siffatto copepode. Gen. Achtheres NORDMANN, Achtheres Percarum NORDMANN, 9 e d. Achtheres Percarum NORDMANN, 1832 (1) p. 63; pl. IV. = = KròyER, 1838 (1) II, p. 143, pl. III, fig. 6. —- = Epwarps M., 1840 (2) p. s11, pl. XL, fig. 8. = = CLaus, 1861 (6) p. 287-308, taf. 23, u. 24. —_ — GARBINI, 1895 p 47. _ _ BasseTI-SMITH, 1899 (5) p. 498. — — GapD PEHR, 1904 (2) p. 21. Distributio et habitat. — Vive nella cavità boccale e fissata alla lingua e al palato della Perca Auviatilis Linn., della Zucioperca sandra Cuv. e dell’Esox lu- zus Linn., e trovasi diffusa nelle acque dolci d’ Europa. Nordmann rinvenne esemplari in tutte le stagioni dell’ anno, in discreta quantità nella cavità boccale dei due pesci primi detti; molto raramente ne rac- colse anche all’esterno del corpo; due volte ne trovò fissati all'occhio o meglio alla cornea. Fuori del nostro paese e sopratutto pel Nord Europa è citata da autori diversi come da Kròyer, da M. Edwards, da Claus e da Gadd Pehr, da quest’ ultimo per la Finlandia. Invece per l’ Italia, per quanto io sappia, è riportata dal solo Garbini, che la rinvenne nelle acque del veronese, fissata alla gola e agli archi branchiali di una Perca. Achtheres Galei KR6OYER, 9. Lernacopoda Galei KròvER, 1837 (1) p. 272, pl. III fig. s. —_ — Epwarps M., 1840 (2) III, p. 516. l _ _ BairD, 1850 (3) p. 334, pl. XXXV, fig. 7. _ _ BENEDEN v., 1851 (3) p. 120, pl. IV. - — Bassert-Smrra, 1896 (1) oppure Journ. M. B. Assn. Plymouth 1896, p. 163. Lernaeopoda Musteli Thompson, 1889 (2) p. 373, pl. XXVIII, fig. 9. Lernacopoda Galei RicHiaRDI, 1880 (9) p. 151. —_ — Carus, 1885 (2) p. 375- —- — BRIAN, 1899 (3) p. 202. _ — BasserT-SMITH, 1899 (5) p. 499. Lernaeopoda Scyllit RicniarpI, 1880 (9) p. 151. — Carus, 1885 (2) p. 376. _ — BRIAN, 1899 (2) p. 6. = — Brian, 1899 (3) p. 203. == Lilo = Achtheres Selachiorum Kurz, 1877 (I) p. 385, pl. XXV, fig. 1. > CS VALLE, 1880 (3) p. 76. _ _ Carus, 1885 (2) p. 375. _ _ BassETT-SMITH, 1899 (5) p. 449. Le tre specie di Lerzacopoda Galei, L. Scyllii e Achiheres Selachiorum sono, secondo me, sinonime, giacchè dal raffronto delle singole descrizioni relative a ciascuna di esse, corrispondono tra loro nei caratteri morfologici principali ('). Kurz ci ha lasciato del suo Achtheres Selachiorum una descrizione molto esatta e completa. Egli assegna alla femmina di detto nome, la lunghezza di 10 mm. cogli ovisacchi, di 8 a 9 mm. senza questi. Invece per altri esemplari, quelli che precisamente sono conosciuti col nome di Lerzaeopoda Galei come li chiamò Kréyer, la lunghezza totale è espressa dagli autori in 3 linee soltanto, ossia 6,54 millimetri. Anch’io ho notato in esemplari femminili (ingr. X 7,3) raccolti a Portoferraio sullo Scy/um canicula Linn., saio SOLE Sc. stellare Linn. e Galeus canis Linn., una lunghezza quasi simile, variabile dai 5 ai 6 mm., senza contare le appendici caudali lunghe da sole 1!'/, mm. Il maschio rimase sconosciuto a Kurz e fu osservato da altri naturalisti. Secondo Vogt vive attaccato sul corpo della femmina dal lato destro o sinistro. La sua lunghezza è data da linee 2,19 ossia da mm. 4,77. Secondo i disegni di Van Beneden però raggiunge appena il terzo della lunghezza della femmina. In ogni modo di lui non abbiamo ancora alcuna descrizione. Distributio et habitat. — Il Lernacopoda Galei fa scoperto sulla natatoria di un Galeus canis Linn. da Kròyer. Van Beneden riscontrò di poi la presenza di questo parassita non solo sulla pelle di questo pesce or detto, ma anche sulla cute di .Scy/- lium canicula Linn., di Mustelus vulgaris Mùll. e Henle e di 7rygon pastinaca Linn. Richiardi rinvenne il Z. Galei sul IMustelus equestris Bp. ma più tardi trovò una forma di Zerzacopoda che denominò LZ. ScyZlii, aderente alla pelle della doccia delle appendici sessuali maschili dello .Scy/Zun: stellare Linn. Avendo recente mente esaminati i Zerzaeopoda raccolti dal Dv Damiani a Portoferraio sull’ appa- rato genitale esterno di Scy/lumn canicula Linn. e di Scyllium stellare Linn. met- tendoli a confronto colla Lernaeopoda Galet, ho riconosciuto la sinonimia che deve ammettersi fra queste due specie. A queste è pure identica la forma di Ackéeres Selachiorum di Kurz che fu trovata da questo naturalista sul J/uslelus laevis Risso e sulla Mylobatis aquila Linn. nell’ Adriatico, come pure da Valle fissata all’aper- tura genitale del JI/ustelus equestris Bp. nello stesso mare. Secondo Kurz questo copepode vivrebbe parassita soltanto sui maschi dei selacei sopra riferiti; il fatto di questa strana preferenza però non risulta ancora provato, non tutti gli autori avendo distinto il sesso degli ospiti da loro accen- nati per questo parassita. (') Kurz stesso suppose l'identità fra l’ Achtheres Selachiorum e il Lernaeopoda Galeî. 0g == Gen. Brachiella CUVIER, Brachiella pastinacae BENEDEN v., 9. Brachiella pastinacae BENEDEN v., 1851 (3) p. 118, pl. 4, fig. 8, 9. —_ — BENEDEN v., 1861 (14) p. 153. — — Voet, 1877 (2) p. 426. = —_ Kurz, 1877 (I) p. 389, fis. 2, 3, 36, 45- — - VALLE, 1880 (3) p. 77. _ — Carus, 1885 (2) p. 376. — — BassETT-SMITH, 1899 (5) p. 502. — — è? BRIAN, 1899 (2) p. 8. —_ — MicutLICcICH, 1905 (2) pi 602. Distributio et habitat. — Van Beneden trovò questa forma nelle narici del Trygon pastinaca Linn. lungo le coste del Belgio. Kurz esaminò un’ unica fem- mina senza ovisacchi raccolta nello spiracolo nasale di una MyZiobatis aquila Linn. pescata a Trieste. Sullo stesso pesce e sulla A%zzoftera marginata M. H. (cavità nasali) è pure ricordata da Valle come copepode abbastanza raro nell'Adriatico. In una delle mie note precedenti avevo citato questa specie per l’ isola d'Elba, riferendomi ad un esemplare raccolto dal D.' Damiani nell’ atrio della fessura branchiale di My/iobatis noctula Bp. (11 Settembre 1898), ma avendo meglio esaminato questo esemplare riconobbi in lui i caratteri della somigliante 2ra- chiella malleus, con cui sembra molto affine. Brachiella malleus RUDOLPHI, Q e 7. Tav. VIII, fig. 2. Dirynchus malleus RupoLPHI, Ueber Dirhynchus fistula, luciopercae und malleus (mscr.), Brachiella malleus NORDMANN, 1832 (1) II p_95. — — Voet C, 1877 (2) p. 46, tab. III fig. 1-8; tab. IV. fis. 1. _ — «VALLE, 1880 (3) p. 77. = — Carus, 1885 (2) p: 376. -_ -- BasserT-SMITH 1899 (4) p. 502. — — BRIAN, 1899 (3) p. 204. — — MicuticicH; 190; (2) p. 600. Distributio et habitat. — Questa specie fu scoperta da Rudolphi nella cavità boccale di una Zorfedo marmorata Risso, a Rimini nel 1817. Molto più tardi è stata citata da Vogt per le coste della Bretagna, da Valle per l’Adriatico, e da pochi altri autori per varie località. Di recente (12 Giugno 1899) è stata raccolta sulla mucosa boccale del sopra riferito pesce dal D." Damiani in Portoferraio. lo riscontrai pure la presenza della Brackiella malleus sulla Torpedo narce Nardo in Genova. L’unico esemplare quivi raccolto comparve nel mio catalogo per la Liguria, determinato sotto il nome di Zerzaeofoda Dalmannii, poichè tra questa forma e la 5. malleus esiste un rapporto di somiglianza così spiccato da essere tratti facilmente in inganno. La stessa somiglianza esiste colla 5. fast2acae. Non ho ancora fatte le ricerche necessarie per accertarmi se queste tre specie ora menzionate Charopinus Dalmanni, Brachiella malleus e B. pastinacae sieno sinonime, in ogni modo fin d’ora io ritengo ciò possibile e mi riservo appena avrò il materiale sufficiente di risolvere la questione. Questa somiglianza è così accen- tuata che in un’ altra mia nota precedente (1899) ho determinato per £. fast- _ 104 == nacae un individuo femminile di lerneopodide, che ancor oggi sono incerto se riferire a quella specie o non piuttosto alla 5. ma/leus. Con quest’ ultima sembra corrispondere quasi totalmente. Tale individuo fu raccolto nell'atrio della fessura branchiale di AMylobatis noctula Bp. 1° 11 Settembre 1898 a Portoferraio dal D.' Damiani, e presenta le seguenti dimensioni lune:hezzaf della dd oe ARRE e ao » AEL'EUDIRONILETIRIO I I RZ TRI Da; » CHITI e A IR » del cefalotorace (dal capo all’estremità delle braccia) » 5/, Brachiella exigua n. sp., 9. Tav. VII, fig. 1. Tav. XX, fig. Anchorella tenuis ? RicHiARDI, 1880 (9) 152. —_ — ? Carus, 1885 (2) p. 378. —_ — ? BRIAN, 1898 (I) p. 221. JI Descrizione della femmina. Il corpo (addome) misura 2 mm. di lunghezza e 2 mm. il cefalotorace colle braccia insieme comprese. L’ addome ha una forma ovale allungata ma alquanto più ristretta nella regione anteriore. Termina posteriormente con un tubercolo (post-addome) che sorge sulla linea mediana a’ cui lati si notano due piccole appendici all’ incirca lunghe come questo. Il cefalotorace è piuttosto sottile, cilin- drico, allungato e si dirige verso indietro, mentre che le braccia sono protese in avanti, riunite al loro estremo e formano quivi un tubercolo a cui è fissato un piccolo bottone chitinico a forma di coppa. (Tav. VII, fig. 1). Le antenne del primo paio sono tri-articolate e terminano con due setole. Quelle del secondo paio sono composte alla loro estremità da due rami, il ramo interno è bi-articolato, il secondo articolo è foggiato a cono e a punta. I piedi mascellari uncinati sembrano presentare oltre che un grosso artiglio allungatissimo anche un dente accessorio posto alla sua base e piccoli peli o uncinetti all’ estremità del margine interno (Tav. XX, fig. 7). Forse questa specie è la 5rackzella minuta di Richiardi, che, come è noto, non fu da lui descritta ma solo nominata. Distributio et habitat. — Raccolsi esemplari sulle branchie del Pagellus erythri nus Cuv. a Finalmarina il 27 Marzo 1897 e altri sullo stesso ospite (branchie) a Napoli nell’ estate 1903, (3 e 24 Agosto). Brachiella insidiosa HELLER, Q e o. Tav. VIII, fig. 1, 4. Brachiella insidiosa HeLLER, 1865 (1) p. 239- pl. XXIV fig. 1. _ — HetteR, 1866 (2) p. 34. — — — RicHIARDI, 1880 (9) p. Ist. — — VActe, 1880 (3) p. 77. _ — VAtte, 1882 (4) fasc. 1. — — Carus, 1885 (2) p. 376. —_ — Brian, 1898 (I) p. 223. = — Brian, 1899 (2) p. 7. = — Bassert-SMITH, 1896 (1) p. 14 pl. VI, fig. 2. _ — Bassert-SMITH, 1899 (5) p. 502. _ — ScoTT, 1901 (1) p. 352. —_ — MicuLicicA, 1905 (2) p. 603. Distributio et habitat. — La Brackiella insidiosa è stata citata per l'Adriatico la prima volta, da Heller che la scoprì sulle branchie di un Gadus sp. Richiardi poi la citava per il Mediterraneo e la trovava aderente alle laminette branchiali di IMerl/ucius esculentus Risso. Valle pure riscontrò la presenza di tale parassita nell’ Adriatico. È specie citata da Bassett-Smith per la baia di Ply- mouth dove fu raccolta fissata ai raggi lamellari branchiali di detto Mer/ucius. L’ho citata anch’ io per la Liguria e per l'isola d’ Elba essendo stata trovata in queste località fissata alle branchie del MMerlucius esculentus Risso. Gli esemplari da me esaminati, tutti di sesso femminile, a vero dire, non rispondono in tutto coi caratteri dati per la forma tipica dall’ Heller. Una differenza si nota in essi nella diversa disposizione del cefalotorace, rispetto all’ addome, il quale invece di essere rivolto in avanti, come risulta nella figura di quell’autore, è invece disposto ad angolo retto con il restante corpo od anche talora ripiegato all’indietro. Del resto la struttura dell'addome colle relative appendici addominali, come pure delle parti boccali è più o meno identica con quella che Heller ha descritto per la Brachiella insidiosa. Non ho creduto per questo di stabilire una specie nuova. Uno degli esemplari provenienti da un Merlucius esculentus Risso, raccolto a Genova (quello disegnato nella tav. VIII, fig. 1) presenta le seguenti dimensioni: lunghezza totale 12 mm. lunghezza dell'addome 5 mm. lunghezza del cefalotorace comprese le braccia 4 3/, mm. lunghezza delle appendici addominali più sviluppate 4 mm. lunghezza dei sacchi oviferi 7 mm. Ho pure avuto qui a Genova due altri esemplari non completamente simili con questa specie, che ritengo tuttavia vi si riferiscano, provenienti dalle branchie di La- brax lupus Cuv. e un terzo altro abbastanza simile tolto dalla Brama Rayi BI. Schn. Brahiella Thynni CuviER; 9 e 2. Tav. IX, fig. 1. Brachiella Thynni Cuvier, 1829 (3) p. 257, pl. XV. fig. s. _ — Gufrin, 1840, tab. 9, fig. 6. —_ — Norpmann, 1832 (I) p. 90. _ — Epwarps M., 1840 (2) p. 512. — — STEENSTRUP ET LùTKEN, 1861 (2) p. 80, tab. XV, fig. 36. —_ — BENEDEN, v., 1861 (14) p. 153. = — HELLER, 1866 (2) p. 34. —_ — BENEDEN Vv, 1870 (16) pl. II, fig. 10. _ — Vocr. C. 1877 (2) tab. III, fig. 9. -_ — RICHIARDI, 1880 (9) p. 151. —_ — VALLE, 1880 (3) p. 77. —_ — Carus, 1885 (2) p. 376: == — Bassert-SMITH, Journ. M.B. Assn, Plymouth 1896 p. 162. —_ — BRIAN, 1898 (1) p. 222. _ — BRIAN, 1899 (2) p. 7. - — Bassert-SMITH, 1899 (5) p. 502. _ — TuÒÙompeson I. C. and. Scott. A., 1903 (2) p. 294. Thynnicola Ziegleri MicuLIcIcH, 1904 (I) p. 47. Brachiella Thynni STENTA, 1804 p. 345- _ -- MicuLICICH, 1905 (2) p. 599-620. — 106 — Questo animale è stato conosciuto da antichissimi tempi. A lui fanno allusione Aristotile e Plinio (Hist. Natur. IX. 21) e più tardi Rondelet (De Insectis et Zoophytis Liber; caput VIII, de Oestro sive Asilo Marino), che però ripete quanto dai precedenti era stato detto. Questi autori non riconobbero la vera natura di questo parassita, come neppure Cuvier che ne stabilì il genere e la specie (Règne Animal III, p. 257) seppe intravedere in questo parassita la natura di crostaceo. Dopo Cuvier esso è stato citato e descritto da molti autori in modo speciale da Nordmann. La lunghezza della femmina è, secondo M. Edwards, di ro linee circa ossia di mm. 21,80 e secondo Nordmann di 9g linee ossia di mm. 19,62. Io ho raccolto in Genova il g Gennaio 1903 un esemplare colle seguenti dimensioni : Lunghezza totale dell'animale senza i sacchi oviferi e appendici mm. 22 circa. JungnezzaWdell'edpraec Me, Funehezzagdellad done EM Re 6,5 Lunghezza degli ovisacchi 0. 00... . > Go Distributio et habitat. — È specie comune nei mari d’Italia e parassita del tonno, sovra cui si trova, per lo più, aderente alla cute sotto l'ascella delle pinne pettorali. È una forma ben nota e citata fin dal 1846 da Verany per la nostra Genova, da Hope per Nizza, e, prima, da Nordmann che ne aveva ricevuto un esemplare da Rudolphi e Schweigger, e da quest’ ultimo raccolta nel Mediter- raneo. Heller, Valle e Miculicich la citano per l'Adriatico, Richiardi pel Medi- terrano e tanto per la Liguria come per l'isola d’ Elba la citai nelle mie note precedenti trovandola in Genova abbastanza di frequente. Al di fuori d’Italia è ricordata per le coste inglesi (Plymouth) da Bassett-Smith (che la indicò paras- sita anche della .Sciaeza aquila Lac.) e pel litorale del Belgio da Van Beneden (che la riscontrò pure sulla detta .Sci2e72). Brachiella neglecta RICHIARDI 9. Brachiella neglecta RicHraRDI, 1880 (9) p. 151. _ — — Carus, 1885 (2) p. 3 - — Brian, 1898 (I) p. 22 . IV, fis. 29. ? Brachiella sp. (Anchorella...) BRIAN 1902 n p. 43 con fig. e 2 Habitat. — Questa specie è stata citata dal Richiardi nel suo catalogo, come aderente al margine interno delle arcate branchiali di .Sciaeza aquila Lac. pel Mediterraneo, ma questo naturalista non ci ha lasciato nessuna descrizione di essa. Io trovai a Genova fra gli esemplari della collezione del nostro Museo Univer- sitario una femmina di lerneopodide tolta dalle branchie di una .Sciaeza aquila Lac., copepode che ritenni con dubbio, nelle mie note precedenti, potesse riferirsi alla non descritta specie del Richiardi. Ma esaminatolo di nuovo, vi ho rilevato piuttosto i caratteri esterni di una Azckorella: mi parve quindi più giusto di denominarla e di descriverla nelle pagine seguenti, come forma nuova, sotto il nome di Archorella sciaenae n. sp. mihi. Noterò soltanto qui che somiglia all’ 472 chorella sciaenophila di Heller per essere munita, come quella, di quattro appen- dici addominali di lunghezza uguale, ma ne differisce per la presenza in più di =.= un’ altra appendice mediana (post-addome) frapposta ai sacchi oviferi. Misura una lunghezza da 8 a 10 mm. circa. Brachiella impudica NORDMANN, 9 e 7. Tav. VIII, fig. 6. Brachiella impudica NORDMANN, 1832 (I) p. 92, taf. VIII, fig. 1-3. _ —_ Epwarps M., 1840 (2) p. 513. _ e HELLER, 1866 (2) p. 35. - -- VALLE, 1880 (3) p. 78. _ — Carus, 1885 (2) p. 376 — = BRIAN, 1903 (9) p 81. = _ MICULICICH, 1905 (2) p. 602. Distributio et habitat — Questa specie fu raccolta, per la prima volta, dal " Mehlis sul Gadus aeglefinus Linn., ignoriamo in quale località, e fu descritta da Nordmann. Indi venne riscontrata dall’ Heller sulle branchie di Z7z%gla corax Bp. nell'Adriatico ; sulla Z7ze/e Zreata Linn., e T. corax Bp. da Valle nello stesso mare. Non risultava che essa fosse stata ancora trovata pel Mediterraneo, quando recentemente il D." Damiani ne raccolse due esemplari femminili e uno maschile sulle branchie di 77zg/a 4reata Linn. a Marciana marina, (16 Dicembre 1902) altri sulla 7yzg/o corax Bp. e T. Zreata Linn. il 24 Marzo 1904 e il 14 Gen- naio 1905 a Portoferraio. Brachiella Merlucii BASSETT-SMITA, 9 e 7. Tav. VIII, î6 de Brachiella Merlucii BassetT-SMITH, 1896 (1) p. 14 pl. VI fig. — — Basserr-SMITH, 1899 (5) p. 503. — — —THompson I. C. and Scort. A., 1903 (2) p. 294. Distributio et habitat. — Questa specie fu citata e descritta per la prima volta da Bassett-Smith per le coste inglesi. Egli trovò questi parassiti sempre attaccati alle punte delle arcate branchiali del M/erlucius esculentus Risso e non attaccati alle lamine branchiali del medesimo come la £. z72si4iosa. Anch'io ne ho osservato varii esemplari raccolti in Italia (Genova e Porto- ferraio, Napoli) parassiti delle branchie del detto pesce. Mi sembra una forma piuttosto frequente. A. Napoli fu da me raccolta il 26 Agosto 1903. L’esemplare che figura disegnato a Tav. VIII, fig. 3, è stato raccolto a Genova. Brachiella ramosa RICHIARDI, 9. Brachiella ramosa RicHiarRDs, 1850 (9) p. 151. _ — RICcHIARDI, 1880 (8) p. 69 N. 48. = — Carus, 1885 (2) p. 376. _ — BrIan, 1902 (7) p. 10 _ — MicuticicH, 1905 (2) p. 603. Descrizione della femmina. Questa Brackiella si distingue dalle altre specie finora descritte, principal- mente per la forma molto ramosa di appendici delle cosidette braccia, o piedi mascellari del secondo paio, e dei due lobi laterali terminali dell'addome; per questi caratteri Richiardi la chiamò Lrackzella ramosa. — 108 — Habitat. — Essa si trova fissata agli archi branchiali dello X$/zas gladius Linn. È citata dal Richiardi pel Mediterraneo. Io ne rinvenni un solo esemplare femminile fissato alle branchie dello stesso pesce, il 7 Maggio 1900, a Genova. Brachiella elegans RICHIARDI (?), 9. Brachiella eleguns RicHiarDI, 1880 (9) p. 151. — — Carus, 1885 (2) p. 377. - —_ — BRIAN, 1899 (2) p. 8 fig. 4. = — BRIAN, 1899 (3) p. 204. —_ — Mrcuticica, 1905 (2) p. 603. _ — MicyticicH, 1905 (3) p. 735- Habitat. — Specie non descritta dal Richiardi. Egli la trovò aderente al margine interno delle arcate branchiali della Zichia glauca Linn. Io ho riferito, con dubbio, nelle mie note sopra citate, a questa specie, alcuni esemplari di Brachiella avuti da Portoferraio e raccolti dal D." Damiani, il 19 Giugno 1898, sulle pieghe della mucosa branchiale della Zichia amia Linn. e un’altra volta sulla mucosa intermascellare e sul cavo branchiale dello stesso pesce (Maggio 1899). Questa forma somiglia alla B. Zhynni e forse (ingr. X 3,6) a Gang SE Brachiella sp. (elegans Rica. ? non ne è che una varietà (Miculicich). i) Brachiella inconcinna RICHIARDI, Brachiella inconcinna RicHrarpi, 1880 (9) p. 1s1. — —- Carus, 1885 (2) p. 377. — _ MicuLICICH, 1905 (2) p. 603. Specie non descritta. Richiardi la trovò aderente alla mucosa del pavimento della bocca e davanti della prima fessura branchiale della Raja maculata Mont. Mediterraneo. Brachiella minuta RICHIARDI, Brachiella minuta RicHiarDI, 1880 (9) p. 151. = — Carus, 1885 (2) p. 377. —_ — MicuticicH, 1905 (2) p. 603. Specie non descritta. Richiardi la osservò aderente alle laminette branchiali del Pagellus erythrinus Cuv. Mediterraneo. Brachiella obesa RICHIARDI, Brachiella obesa RIcHIARDI, 1880 (9) p. isI. = — Carus, 1885 (2) p. 377. — MictricicHA, 1905 (2) p. 603. Specie non descritta. Vive aderente al margine interno delle arcate branchiali della 7Yzg/a corax Bp. Mediterraneo. Brachiella oblonga VALLE, Brachiella oblonga Vatre, 1880 (3) p. 76. = — Micuticica, 1905 (2) p. 603. Habitat. — Valle ha trovato questa specie abbastanza comune sotto le pinne pettorali del I/x072 cephalus Cuv. e Mugi! saliens Risso. L'autore non ne ha dato però alcuna descrizione nè disegno. Adriatico. Apr pod (Anchoretla (Oxs) Divisione A — Post-addome mancante o appena distinto. Gen. Clavella Clavella emarginata KROYvER, 9 e L. Tav. X, fig. 3. Anchorella emarginata KròveR, 1837 (1) p. 287, pl. II fig: 7. — — BENEDEN v., 1851 (3) p. 113, pl. VI fig. 4. — — BENEDEN v., 1861 (14) p. 152. — - KròyER, 1863 (2) p. 309. = — Ozsson, 1868 (1) p. 45. —_ —_ BENEDEN v., 1870 (16) pl XI: fig. r. —_ = Voer C., 1877 (2) Arch. Zool. Exp. XVI. p. 432. -- _ Kurz, 1877 (I) p: 398, pl. XXV, fig. 8. = = RIcHIARDI, 1880 (9) p. 152 = = VALLE, 1880 (3) p. 79- —_ — Carus, 1885 (2) p. 377. _ — Bassert-SMITH, 1896 Journ. M. B. Assn. Plymouth p. 163. —_ — BRIAN, 1898 (I). p. 220. _ = BasserT-SMITH, 1899 (5) p. 503. Anchorella rugosa —KròveER, 1837 (1) p_ 298, pl. III, fig. VI. —_ _ Epwarps M., 1840 (2) p. 519. = = BENEDEN v., 1851 (3) p. 114, pl. VI, fig. 7. Distributio et habitat. — Milne Edwards attribuisce alla Clovella emarginata Kròy. come ospite l’A/osa finta Cuv. e alla CI rugosa Kròy. VAnarrhicas lupus Linn. Van Beneden trovò la prima di queste Clavelle sulle branchie dell’A/osa finta Cuv. e dell’A/osa communis Cuv. (coste del Belgio) e la seconda parimente sull’Azar7/icas lupus Linn. La Clavella rugosa, secondo Baird, in Inghilterra, avrebbe anche per ospite il Gadus callarias (giovane di Gadus mor- rhua Linn.) Olsson raccolse due esemplari di questa specie sulle branchie di Anarrhicas lupus Linn. in Warberg e nello stretto di Oresund (Scandinavia). Egli comprende pure l’Archorella emarginata Kr. nella fauna della Scandinavia, avendo esaminati sei esemplari di essa raccolti dalle branchie del sopra nominato Anarrhkicas, nello stretto di Oresund; e altri, nel Mus. Lund., provenienti da un tale ospite. Carus riassumendo i dati sull’ Za0ifaf di questa specie (da lui indicata col- l’ultimo nome) pell’Adriatico e pel mare germanico enumera altri ospiti A/osa pontica Eichw., Scorpaena porcus Linn, Atherina hepsetus Linn. e la riferisce inoltre anche alla fauna del mar Nero. In Italia fu riscontrata tanto pel Mediterraneo come pell’Adriatico parassita sugli archi branchiali dell’ A/osa vulgaris Val. Io la notai a Genova sulla Clupea finta Cuv. e non già sul Pagellus centrodontus Cuv. e Val. come per sbaglio di trascrizione, fu stampato nel mio catalogo di cop. par. dei pesci della Li- guria, 1898. = dll) = Divisione B — Post-addome bene distinto: 4. senza appendici addominali posteriori. Clavella uncinata MùLLER, 9 e I. Lernuea uncinata MULLER, 1777 (1) p. 120, tab. 33, fig. 2. Anche nell’Encyclop. Méthod., Vers. tab. 78, fig. 7. —_ —_ Linneo, 1788 Systema Naturae, XIII édit. Tom. VI, Vermes, p. 3145. = _ JonnsTON, 1835 (2) p. 565, fig. 53. —_ —_ LAMARCK, (3) p. 684. —_ —_ Tuompson W., 1843 (I) p. 270. Schisturus uncinatus OKEN, 1815 p. 183. Clavella uncinata OKEN, 1815. Anchorella lagenuia Cuvier, Icon. du Règne Anim. pl. 9, fio. s. Lernaeomyzon uncinatum BLAINVILLE, 1822 (2) p. 438; 1823 (I) p. 122. Anchorella uncinata NORDMANN, 1832 (1) p. 102, taf. VIII, fig. 8-12. Tal. X, fig. 1-5. — _ KròyER, (1) p. 290, tab. 2, fig. 7; tav. 3, fig. 8. Isis 1840, p. 759, taf. II, fig 8. _ -- Epwarps M., 1840 (2) p. 519. - = BAIRD, 1850 (3) p. 337; tab. XXXV, fis. 9. _ = BENEDEN v., 1851 (3) p. 116, pl. 6, fig. 2, 3. —_ - Craus, 1860 (3) p. 31. taf. 1, fig. 7-8. = —_ HELLER, 1866 (2) p. 35. = -- Orsson, 1868 (1) p. 45. — _ BENEDEN v., 1870 (16) pl. II, fis. 7. — _ Voet, 1877 (2) p. 60, tab. IV, fig. 2-7. = — VALLE, 1880 (3) p. 78. — _ Carus, 1885, (2) p. 377. = —- BasseTT-SMITH, 1896. Journ. M. B. Assn. Plymouth, p. 163. = — TrHompson I. C., 1893 (2) p. 39 pl. XXVII, fis. 2. ? BRIAN, 1898 (I) p. 221. BRIAN, 1903 (9) p. 82. — — BASSETT-SMITH, 1899 (5) p. 505. _ _ BRIAN, 1905 (10) p. 8, tav. 4, fig. 8. Clavella uncinata (MuL1.) PocHE FRANZ, 1902, p. 8-20. _ — THompson I. C. and Scort A.. 1903 (2) p. 294. | | | Ù "v Distributio et habitat. — La Clavella uncinata vive su diversi merluzzi: più particolarmente è notata come parassita del Gadus morrhua Linn. e del G. barbatus Linn., come pure del .I/erlargus vulgaris Linn. Secondo Johnston vive fissata alle pinne e agli opercoli branchiali, anche alle branchie del merluzzo ed è probabilmente la specie più comune dell’oceano lungo le coste dell’ Europa del Nord. Degli esemplari studiati da Nordmann parte erano stati raccolti sulle branchie di Gadus aeglefinus Linn., parte sulla lingua del 5/er2722us gunellus Linn. Van Beneden nella sua nota pubblicazione «Les Poissons des Còtes de Bel- gique» a tav. II. fig. 7, disegnò una C/avella uncinata femmina, specie che, prima, negli « Ann. de Sc. Nat., 3° sér. t. XVI. pl. VI, fig. 2-3» aveva già de- scritto ed illustrato, e che aveva trovato sul Gadus aeglefinus Linn. Olsson per la fauna scandinava citò questo parassita raccolto frequentemente sulle branchie e specialmente (272 /@xce) nella bocca di Gadus m0rrhua Linn. (in località di Warberg, Bergen, Aalesund); sulle branchie di Gadus v:rezs Linn. (a Skagerrak) e di Gadus aeglefinus Linn. (a Bergen). => Idi (= Heller per l'Adriatico lo ricorda sulle branchie di IMerlucivs sp. Per la Liguria e per l’isola d’Elba avevo notata la presenza di questa specie sui .S27gs ne’ miei opuscoli precedenti. Ma ulteriori osservazioni mi hanno fatto dubitare sull’ esat- tezza della mia prima determinazione e m’indussero a ritenere che si tratti di una nuova specie, simile alla C/lavella centrodonti V. Ben. Soltanto nel materiale raccolto da Costa, conservato nel R. Museo Zoologico napoletano, mi fu dato di esaminare un bel esemplare con tutta certezza di CZ. «regata, lungo 6 mm. (coi sacchi oviferi 13 mm.) che ho disegnato nella tavola della mia pubblicazione ri- guardante quel materiale. L’ ospite non era indicato ed ignoro se questo esemplare fosse stato raccolto propriamente a Napoli. Clavella Pagri KRòvER? 9. Tav. X, fig. 5. Anchorella Pagri Kròyer, 1863 (2) p. 301 pl. XVI. fig. 9. — — Voct, 1877 (2) (in Arch. Zool. Exp. p. 432). "- — RicHIARDI, 1880 (9) p. 152. _ — Carus, 1885 (2) p. 377. —_ —-- ® BRIAN, 1898 (I) p. 222. — — BasseTtT-SMITH, 1899 (5) p. 505. Descrizione della femmina. Il capo è piccolo (contenuto cinque volte presso a poco nella lunghezza del collo) poco distinto da questo : collo allungato, più largo alla base, gracile nella sua parte anteriore, rugoso ; le braccia sono allungate, più lunghe del doppio che il capo), alla base non del tutto saldate, coll’ apice che si estende in un disco carnoso, che quasi del tutto nasconde un bottone piccolissimo, appena petiolato, anteriormente convesso; addome ovale, anteriormente acuminato, mostrando poste- riormente tre piccoli tubercoli, quasi a mala pena della stessa grandezza: secondo Kròyer il tubercolo di mezzo sarebbe il post-addome; a quelli laterali stanno affissi i sacci oviferi esterni. La lunghezza della femmina è secondo il detto autore di due linee (4,36 mm.). Le parti boccali secondo le mie osservazioni hanno somi- glianza notevole di struttura con quelle della C/av. Sargi, con questa differenza che gli articoli basali dei piedi mascellari del secondo paio sono avvicinati fra loro alla base mentre nella CZ. Sergi sono alquanto più distaccati. Gli esemplari da me esaminati presentavano una lunghezza totale da 3 mm. e 3 5/, mm. coi sacchi oviferi. In un esemplare la lunghezza del cefalotorace è di 2 mm.; quella del- l'addome di 2 mm.; e quella dei sacchi oviferi parimente di 2 mm. I sacchi oviferi in alcuni individui sono piuttosto ovali e massicci; in altri più allungati e cilindrici. Distributio et habitat. — Gli esemplari studiati da Kròyer furono raccolti sul Pagrus vulgaris Cuv. e Val. nel Mediterraneo. Richiardi rinvenne la Clavella Pagri Kr., non solo su di questo pesce, aderente alla arcate branchiali, ma anche sul Pagellus erythrinus Cuv. Questa forma è stata anche citata da me per la Liguria, parassita del Pagellus erythrinus Cuv. e del Pagrus vulgaris Cuv e Val. Clavella Pagelli KROYER ? 9. Anchorella Pagelli Kròver, 1863 (2) p. 295. tab. XVI, fig. 3. - — HeELLER, 1866 (2) p. 35- L =_= HR 3 Anchorella Pagelli RicurarDI, 1880 (9) p. 152. — — VALLE, 1880 (3) p. 80. — — Carus, 1885 2) p. 377. _ — Voet, 1877 (2) (Arch. Zool. Exp. XVI. p. 432). _ — (? BRIAN, 1898 (1) p. 220). _ — (@BrIAN, 1902 (5) p. 34). — -—- BasserT-SMITH, 1899 (5) p. 504. Descrizione della femmina. Il capo piccolo, pochissimo acuminato, non distinto dal collo; collo lungo, piuttosto largo; braccia abbastanza lunghe, terminanti non già con un bottone ma con una clava cornea allungata; anello genitale ovale, posteriormente con due piccoli tubercoli, tra cui s'avanza l’ addome minutissimo. Ta lunghezza della femmina è secondo Kréòyer di una linea e mezzo (4,08 mm.). Distributio et habitat. — Da Kròyer questa specie è stata indicata come paras- sita di un Pagellus del Mediterraneo. Heller per l'Adriatico la riscontrò parassita sulle branchie di Pagellus erythrinus Cuv. Richiardi pel Mediterraneo la ricorda nel suo catalogo, aderente alle arcate branchiali del Pagellus mormyrus Cuv. Valle dice che questa specie di C/avella trovasi nell’ Adriatico aderente alle arcate branchiali del Pagellus erythrinus Cuv. e del P. mormyrus Cuv., ma è alquanto rara. Io avevo riferito a questa specie, però con dubbio, alcuni esemplari raccolti a Genova sulle branchie del Pagellus mormyrus Cuv. e del P. erythrinus Cuv., e altri trovati dal D'. Damiani sulle branchie di quest’ ultimo pesce a Portoferraio. Questi esemplari ehe non somigliano alla figura data da Kròyer; avendoli di nuovo esaminati, recentemente ho stabilito per essi il nome nuovo: (7. sfruzz0sa, specie qui sotto descritta. Clavella strumosa n. sp. 9. Tav. IX, fig. 4-7 - Tav. XX, fig. 8-12. Anchorella pagelli Kr.? Brian, 1898 (I) p. 220. _ ? BRIAN, 1902 (5) p. 34. Descrizione della femmina. È una Cizvella con capo bene distinto dal collo. Questo va ingrossandosi verso l’ addome. In alcuni individui, alla base del collo si, vede un ingrossamento sacciforme che dà alla specie un aspetto caratteristico, (da ciò l’ aggettivo spe- cifico di strumosa = gozzuta). Tale ingrossamento non è simmetrico; si trova in generale da una sola parte del collo e corrisponde con piccolo tubercolo rotondo, dall’ altra. Due tubercoli però simmetricamente disposti, uguali e meno visibili si presentano in altri esemplari, forse giovanili. L’addome è ovale, ristretto in avanti. Il post-addome è piccolo e a un dipresso, simile a quello della Cav. /@/lax. Spesso porta attaccati i due spermatofori. In molti esemplari il collo è proteso dritto verso l’avanti e non forma angolo nel suo punto d’ origine coll’ addome, mentre le braccia sono dirette all’ indietro. Altri pochi individui presentano il collo disteso più verso un lato, e allora possono non presentare caratteristiche proprie alla specie e facilmente possono essere scam- biati per Clovella Sargi o per CI. fallax, a cui realmente somigliano; ma dalla prima di queste specie la nostra forma si distingue sempre per il post-addome iniezione pe —— 1a15) _ che non è molto prominente, che è piccolo e sorge dal lato posteriore del corpo, in mezzo ad altre due laterali prominenze a cui stanno affissi i sacchi oviferi: dalla C/. fallax si riconosce subito per avere l'addome più ovale, più assottigliato in avanti, e per la forma generale del suo corpo non tozza, ma più svelta. Le antenne del secondo paio presentano di solito verso l’ estremità libera quattro piccolissimi tubercoli a punta (Tav. XX, fig. 8). Le altre estremità boccali somigliano a un dipresso con quelle della Clavella Sargi. (Tav. XX, fig. 9-11). Il margine interno dell’ articolo uncinato del secondo paio di piedi mascellari presenta in più una dentellatura molto fine, la quale facilmente sfugge alla vista. Le braccia sono abbastanza lunghe e il bottone chitinico è piccolo, brevemente petiolato, e inserito sopra un disco carnoso. (Tav. XX, fig. 12). I sacchi oviferi sono discre- tamente lunghi. La lunghezza totale del corpo, compresi i sacchi oviferi, varia da 5 a 6 millimetri. In alcuni esemplari il corpo misura mm. 3//, di lunghezza e i sacchi oviferi mm. 2 '/.. Distributto et habitat. — Fu raccolta sulle branchie di PagelZlus erythrinus Cuv. nel Mediterraneo (Portoferraio e Genova). Nell'estate 1903 mi fu dato di trovare due esemplari femmine che somigliano alquanto ma non completamente a questa specie, sulle arcate branchiali di 50x sa/pa Linn. a Napoli, e che quindi non sono certo se si possano riferire ad essa, potendo invece costituire una n. sp. Dei due individui uno appariva diverso nella forma dall’ altro, per la disposizione del collo, e anche perchè mancava dell’ ingrossa- mento sacciforme impari alla base del collo, notevolissimo soltanto nell’ altro esem- plare, anzi di uno sviluppo affatto straordinario, come non avevo mai visto in nessuno degli esemplari trovati sopra il Page/lus. Quest’ ultimo individuo è stato disegnato da me a Tav. III, fig. 6. Clavella Sargi KuRrz, 9 e 7. Tav. IX fig. 2. Anchorella Sargi Kurz, 1877 (I) p. 393; fig. 5, 6, 29, SI, 52. = — RicHIaRDI, 1880 (9) p. 152. — — VALLE, 1880 (3) p. 80. —_ —-. Carus, 1885 (2) p. 378. = — BRIAN, 1898 (I) p. 222. = — BasseTT-SMITH, 1$99 (5) p. 504. Distributio et habitat. — Kurz trovò la Clavella Sargi ® e Y a Trieste sulle branchie di .Sargus annularis Linn. Richiardi riscontrò questa specie aderente alle arcate branchiali di Sargus Salviani Cuv. Val. e di S. annularis Linn. pel Medi- terraneo. Valle scrive che è forma frequente nell’ Adriatico, sulle arcate branchiali del .Sargus annularis Linn. Come si vede dalle mie note precedenti anch'io ho citata questa specie in Genova sulle branchie di quest’ ultimo pesce. Ne rinvenni un esemplare a Napoli fissato alle arcate branchiali di Sa7gus vulgaris Goeff., il 28 Luglio 1903. Clavella Characis RICHIARDI, 9. Tav. X, fig. 1. Anchorella Characis RicHiARDI, 1880 (9) p. 152 — _ Carus, 1885 (2) p. 378. —_ —_ BrIAN, 1899 (2) p. 0. Descrizione della femmina. Il collo è allungato e alquanto allargato all’ estremità libera e con ringonfia- mento verso il punto di congiunzione coll’addome il quale è voluminoso quasi sferico, oltremodo rigonfio, e terminato dal lato posteriore con un piccolo post- addome rudimentale in mezzo ai due vistosi sacchi oviferi. Esternamente questa specie somiglia molto alla Clavella Sargi ma è alquanto più grossa di quella. Il primo paio di piedi mascellari è situato sul confine posteriore del cefalo- torace ed è rivolto all’ indietro in direzione della parte terminale dell’ addome. Questi piedi sono corti e fusi in un apparato impari di fissazione, soltanto i fasci muscolari pari lasciano riconoscere distintamente la loro origine doppia. Si notano due grosse papille verso la base di questi piedi appunto come si osservano nella Clavella Sargi e nella CI. fallax. È una specie questa assai grossa perchè misura la lunghezza di 6 mm. Del resto la struttura delle parti boccali non si discosta molto da quella della CY. /allax. Fu raccolta due volte dal D.' Damiani a Portoferraio aderente alle branchie di Charax puntazzo Linn. il 23 Agosto e 1 Febbraio 1903. Essa fu citata da Richiardi pel Mediterraneo su questo ospite, ma non descritta. Clavella fallax HELLER, 9 e Y. Tav. X, fig. 4. Anchorella fallax HeLLER, 1865 (1) p. 241, pl. XXIV, fig. 4. Anchorella emarginata EpwaRDS M., 1840 (2) p. 518. Anchorella fallax HeLLER, 1866 (2) p. 35. _ — Kurz, 1877 (I) p: 396, fis. 7, 25, 37, 48. = — RICHIARDI, 1880 (9) p. 152. = — VALLE, 1880,(3) p. 79- = — Carus, 1885 (2) p. 377. = — Brian, 1898 (1) p. 221. = — Brian, 1902 (5) p. 35. —_ — BasseTT-SMITH, 1899 (5) p. 504. Distributio et habitat, — Heller pel Mediterraneo e per l'Adriatico notò questa specie 7 e ®, sulle branchie del Derzex vulgaris Cuv. Kurz parimente la cita per l’Adriatico e come parassita dello stesso pesce. Anche Richiardi elenca nel suo catalogo questa forma da lui riscontrata aderente alle arcate branchiali del medesimo ospite pel Mediterraneo. Valle scrive che questo copepode si trova comune nell’Adriatico. Ne riscontrai la presenza tanto presso le coste della Li- guria quanto presso quelle dell’ isola d’ Elba e nelle acque del golfo di Napoli sempre sopra del Derzztex vulgaris Cuv. Clavella alata n. sp. 9. Tav. III, fig. 5. Tav. XX, fig. 5-6. Descrizione della femmina. È questa una forma che io ritengo nuova. Si distingue dalle altre Clavelle per la presenza di due sviluppate alette (che è vero si riscontrano pure nella Clavella fallax e in altre specie, ma che qui si presentano più vistose del solito) situate alla base delle braccia precisamente come nella Brackie/la impudica. Quanto alla forma del corpo la specie somiglia alla C/avella fallax. (Tav. III, fig. 5). — II5 -— Un altro carattere distintivo offertomi dall’ unico esemplare preso in esame è dato dal collo spesso ed allungato, piegato a curva in modo da abbracciare il corpo. Presenta le antenne del secondo paio divise all’ estremità in due rami, ma come si vede dalla figura 6 a Tav. XX, uno dei rami è più lungo dell’altro e più sviluppato e formato alquanto diversamente che in altre specie. Le antenne del primo paio sono tri-articolate senza contare l’articolo basale ridotto a forma di piattello; terminano con tre setole. La bocca e le mascelle sono più o meno foggiate come nelle altre Clavelle, I piedi mascellari del secondo paio sono situati molto in alto rispetto a tutto il cefalotorace sì da coprire col loro vistoso segmento basale gli organi boccali compreso il succhiatoio. L’addome è di forma romboidale o piuttosto quadrata e presenta dal lato posteriore un tubercolo mediano poco saliente che rappresenta il post-addome. I sacchi oviferi sono grossi e lunghi quanto il corpo. All’ estremità delle due alette poste alla base delle braccia sboccano le glandole allungate, sottili e comuni in quasi tutti i lerneopodidi e corrispondenti forse alle glandole del tegumento di altri crostacei. Habitat. — Fu raccolta da me sulle arcate branchiali di P%icîs blennioides BI. Schn.: estate 1903, Napoli. Clavella Denticis? KR6vER, 9. Tav. XXI, fig. 6. Anchorella Denticis KròvYER, 1863 (2) p. 296 pl. XVI, fig. 4. = = HeLLER, 1865 (1) p. 243. = = Voct, 1877 (2) p. 432. = = BRIAN, 1902 (5) p. 42 con fig. Descrizione della femmina. Secondo Kròyer il capo è grande, bene distinto dal collo, e uguale a metà della sua lunghezza, non acuminato; collo abbastanza breve, gracile e sottile; «braccia di mediocre lunghezza, col bottone più grosso del solito, ma più piatto, anteriormente poco convesso, posteriormente appena concavo; anello genitale più allungato, anteriormente stretto, posteriormente troncato; post-addome vistoso. Gli esemplari da me esaminati non corrispondono in tutto alla descrizione che ci ha lasciato Kròyer. Vi sono differenze che è bene notare. Quell’ autore distingue nella forma tipica un capo grande e un collo abbastanza breve. In- vece nella mia forma il capo è piuttosto piccolo, acuminato al termine, il collo allungato, anzi tanto lungo da raggiungere e sopravanzare, in alcuni individui, la lunghezza dell'addome. Non credo tuttavia che queste differenze bastino per ritenere detta forma come nuova. Condivido 1’ opinione del compianto I. C. Thompson che esaminò, aderendo al mio invito, questi stessi esemplari, e che ebbe a determinarli per Archorella Denticis. Il capo è piccolo e in corrispondenza anche le parti boccali non sono molto sviluppate. Soltanto i piedi mascellari del secondo paio si lasciano bene distin- guere e ne ho potuto studiare la struttura in uno dei miei esemplari. (Tav. X.XI, fig. 6). Nè la base, nè l’uncino sono munite di spine o setole per quanto ho potuto vedere: ma il margine interno dell’ uncino porta verso il mezzo un dente vistoso; questo margine è munito di piccoli peli e uncinetti nella maggior parte del suo — 116 — percorso. La punta terminale dell’uncino è allungata e curva, porta il solito artiglio accessorio. Anche il margine interno del robusto articolo basale di questi piedi non è liscio sembra come seghettato o munito di dentini molto piccoli in tutto il suo percorso, ma questi sono evidenti solo con forti ingrandimenti. Non mi sono fatto un’idea abbastanza chiara delle altre parti boccali per poterle qui descrivere. Secondo Kréyer il corpo della Clavella Denticis è lungo 2 linee (mm. 4.36). Negli esemplari esaminati da me, le giovani femmine hanno una lunghezza varia- bile fra i 3 e 3'/, e 4 mm. In qualche individuo ho notato il collo più lungo dell’ addome, ad esempio se il primo arriva a 3 mm. il secondo è lungo ap- pena 2 '/, mm. Distributio et habitat. — Kròyer trovò per la prima volta questa specie sul Dentex argyrozona (cavità boccale) nell’Atlantico del sud. Di poi Heller riscontrò la sua presenza al Capo di Buona Speranza sul Dertex rupestris. Gli esemplari da me esaminati che riferisco a questa specie sono stati trovati aderenti alla pinna anale e dorsale del Ch/oropthalmus Agassizii Bp., pesce rarissimo nel nostro mare e pescato a Cornigliano Ligure, il 17 Dicembre 1900. Clavella Seombri KURZ, 9. Tav. X, fig. 6. Anchorella Scombri Kuxz, 1877 (I) p. 403, fig. 12, 35, 41. — — RicHIARDI, 1880 (9) p. 152 — VALLE, 1880 (3) p. So. — Carus, 1885 (2) p. 378. — — BRIAN, 1898 (1) p 221. _ - BRIAN, 1902 (5) p. 34 —_ = BassETT-SMITH, 1899 (5) p. 504. Distributio et habitat. — Kurz trovò un’unica femmina non completamente cresciuta sulle branchie di uno .Sc0725er scombrus Linn. nell’Adriatico. Richiardi cita questa specie di copepode aderente alle lamine branchiali del detto pesce pel Mediterraneo. Valle non fa che ripetere la citazione di Kurz. Anche in Liguria fu rivenuta parecchie volte sull’ospite sopra riferito. Il D.' Damiani ne raccolse tre esemplari a Portoferraio sulle branchie di .Scomber colias Linn. Clavella macrotrachelus n. sp. 9 d. Tav. VIII, fig. 5. Tav. XXI, fig. 1-4. Anchorella uncinata? BRIAN, 1898 (1) p. 221. —_ Canthari HeLLer? BRIAN, 1903 (9) p. $2. —_ — RicHiaRDI ? BRIAN, 1903 (7) p. 9. Descrizione della femmina. È questa una piccola specie di Clevella che s’avvicina alquanto nel suo aspetto esterno alla forma di C4. ceztrodonti di Van Beneden, disegnata soltanto e non descritta da questo autore, specie non abbastanza conosciuta per potere quindi servire di base alla determinazione. Dato anche l’ospite diverso su cui fu raccolta la nostra Clevella credo non errare ritenendola per forma nuova. La denomino CZ macrotrachelus per il carattere evidente del collo allungatissimo, seppure molto sottile. Anzi mi sembra un distintivo di detta specie l’essere il collo più lungo che il corpo: d'altro lato le braccia sono brevissime e riunite da dna un bottone chitinico. Questa forma l’ho creduta una Clovella uncinata Muller, tanto vi somiglia, se ne distacca però a causa delle sue dimensioni assai più piccole. Un individuo che ho raccolto a Napoli misurava le lunghezze seguenti: corpo 2 mm.; sacchi oviferi 1'/, mm. Un altro individuo che ho trovato pure a Napoli aveva l’ addome lungo 2 !/, mm. e i sacchi oviferi 2 mm.; il cefalotorace o collo 3 mm. Il maschio (Tav. XXI, fig. 2, 4) è piccolissimo e vive attaccato (allo stato adulto) sul corpo della femmina. Distributio et habitat. — Vive sulle branchie di Sargus vulgaris Goef., sovra cui ne raccolsi diversi esemplari l'estate 1903, a Napoli. Un esemplare mi giunse pure da Portoferraio raccolto dal D." Damiani sulle branchie di .Sargus Rordeletii Cuv. e Vall., il 21 Agosto 1902. Questo individuo aveva il corpo lungo 1 '/, mm. mentre il collo presentava una lunghezza quasi maggiore di 2 mm. A. Genova ne raccolsi pure un esemplare il 15 Novembre 1901 sulle branchie di Sargus Rondeletit Cuv. e Val. Esso ha l'addome lungo 2 mm., il collo lungo 23/,j mm.; i sacchi oviferi e il corpo tutto compreso mm. 4 '/,. Somigliano a questa specie e ad essa riferisco anche altri esemplari che in precedenti lavori dubitavo potessero appartenere indifferentemente alla Clavella Canthari di Heller o alla C/. Canthari di Richiardi, perchè ritenevo queste due ultime specie simili. Questi esemplari sono i seguenti: un individuo femmina pic- colissimo inviatomi da Portoferraio dal D.' Damiani che lo raccolse sulle branchie di Cantharus lineatus Mont. (lungh. 1'/, mm. senza sacchi oviferi) il 6 Novem- bre 1902 ; e alcuni altri pure femmine, rinvenuti qui a Genova dal Prof. Parona pari- mente sul Carzharus lineatus Mont. il 3 Gennaio e il 27 Agosto 1902. La lunghezza dell’ addome arriva a mm. 1'/, circa. Il cefalotorace da solo misura 2 mm. circa di lunghezza; esso è gracile, relativamente molto lungo. [Tutti e tre questi esem- plari sono stati ritenuti per C/. Carzhari (Rich, e Hell.) in precedenti mie note]. Ho rinvenuto altresì un maschio fra di essi lungo mm. 0,27. Colla C/. Carthari di Heller essi non possono assolutamente identificarsi, sia perchè sono molto più piccoli nelle dimensioni, sia perchè il collo invece di protendersi in avanti, è rivolto all'indietro sopra l’addome. Forse sono identici alla CZ Canthari di Ri- chiardi, ma non è questo che un semplice dubbio non essendo stata quella specie mai descritta, nè avendo io potuto esaminare il materiale del Richiardi. Clavella Canthari RICHIARDI, Anchorella Canthari RicHiARDI, 1880 (9) p. 152. - — VALLE, 1880 (3) p. 78. — — Carus, 1885 (2) p. 378. —_ _ PocHe FRANZ, 1902. Specie non descritta. Richiardi trovò tale Cl2ve/la aderente alle branchie di Canzharus lineatus Mont. e di C. orbieularis Cuv. e Val. (Mediterraneo). Valle la riscontrò alquanto frequente nell'Adriatico sulle branchie di Carzzharus orbicularis Cuv. e Val. Probabilmente la forma nuova, da me descritta col nome di €. macro trachelus n. sp., potrebbe essere identificata con questa specie, ma non mi fu — 118 — possibile di esaminare il materiale raccolto da Richiardi per accertare se è vera questa mia supposizione. Per ciò neanche mi è possibile, per ora, verificare se la Clavella Canthari di Heller, 1865 (1) p. 242, pl. XXIV, fig. 6, debba essere ritenuta specie distinta o sinonima con questa. 6. Con due appendici addominali posteriori. Clavella Triglae CLAUS, 9 e YZ. Brachiella Triglae Craus, 1860 (3) Taf. I, fig. 6. Anchorela Triglae Kurz, 1877 (I) p. 404, fig. 13-15, 22, 23; 46, 47. == — RicHiaArDI, 1880 (9) p. 152. = — VALLE, 1880 (3) p. 81. = — Carus, 1885 (2) p. 378. Brachiella Triglae Bassert-SMITH, 1896, Journ. M. B. Assn. Plymouth, p. 163. = — BassetT-SMITH, 1889 (5) p. 503. —_ —- MicuLicicH, 1905 (2) p. 604. Distributio et habitat. — Kurz trovò questa specie sulle branchie di 77294 lineata Linn. nel mare Adriatico. Richiardi la cita nel suo catalogo aderente alle arcate branchiali della Z77yzgla obscura Linn. (Mediterraneo). Valle la dice specie alquanto rara sulle branchie della 7yig/a Uneata Linn. e Trigla corax Bp. per l'Adriatico. Da Bassett-Smith è indicata per ie coste inglesi (Plymouth) sulle branchie di una 77zg/a sp. ed è ritenuta da lui per una specie di 5rackze/la, come prima di lui ebbe già a giudicarla Claus. Clavella paradoxa BENEDEN van, 9. Anchorella paradoxa BENEDEN v., 1851 (3) pl. VI, fig. 117. = — BENEDEN v., (16) p. 37, tav. II, fig. 6. — — VoGt, 1877 (2) Arch. Zool. Exp. 432. = —_ BassETT-SMITH, 1896 (1) pl. V, fig. 2, p. 15- _ —. RicHIaRDI, 1880 (9) p. 152. = = Carus, 1885 (2) p. 378. = == BAssETT-SMITH, 1899 (5) p. 506. Descrizione della femmina. Si distingue questa specie dalle altre per la presenza di due appendici dal lato posteriore dell'addome. La testa, secondo Van Beneden, non è rigonfia e non esiste linea di confine che la separa dal cefalotorace. L’addome è globoso e net- tamente separato dalla parte anteriore; è presso a poco tanto lungo quanto largo ed è terminato da due prolungamenti che hanno la metà di sua lunghezza; tra di loro si scorge anche un tubercolo post-addominale che non si vede bene che quando l’animale è giacente sul dorso. Tutto il corpo è straordinariamente molle sia nella porzione cefalica, sia nel rigonfiamento addominale. L’ organo di presa costituito dalle due braccia è assai breve: appena si può dire che esiste una appendice. I sacchi oviferi hanno presso a poco il doppio di lunghezza dell’ addome; contengono cinque o sei righe d’uova. La lunghezza del corpo di questa specie non ci è conosciuta. Il maschio è ignoto. Distributio et habitat. — Van Beneden nota la Clevella paradoxa sulle branchie di Scomber scombrus Linn. per le coste del Belgio. Richiardi registra questa specie pel Mediterraneo, aderente alle lamine branchiali dello .Scomzder scombrus Linn. Bassett-Smith annovera tale parassita nella fauna di Plymouth, vivente sul detto ospite. . c. Con quattro appendici addominali posteriori. Clavella hostilis HELLER, 9. Anchorella hostilis HeLLER, 1865 (1) p. 243, taf. XXIV, fig. 7. — — Hetter, 1866 (2) p. 35. — — Kurz, 1877 (1) p. 391, fig. 4, 30, so. — — RICHIARDI, 1880 (9) p. 152. = — VALLE, 1880 (3) p. 80. _ — Carus, 1885 (2) p. 378. = — BRIAN, 1898 (1) p. 221. — — Bassert-SMITH, 1899 (5) p. 506. Distributio et habitat. — Da Heller fu descritta per la prima volta nel 1865, come parassita dell’ Uy2briza cirrhosa e come speciale alla fauna del Mediterraneo. Per l’Adriatico sulle branchie dello stesso pesce è pure citata da Kurz. Richiardi la trovò aderente alla faccia interna delle arcate branchiali dell’ Umbria cirrhosa Linn. e della Corvzza nigra Cuv. Valle la dice assai comune, nell'Adriatico, sulle arcate branchiali della stessa Umbria cirrhosa Linn. Io ebbi a citare questa specie anche per Genova essendo stata quivi raccolta sulle branchie del pesce ora nominato il 18 Ottobre 1889 e il 9 Luglio 1889. A. Napoli ne rinvenni un esem- plare sempre su di quest’ ospite indicato, nell’ estate del 1903. Clavella Sciaenee n. sp., Q. Tav. X, fig. 2. Tav. XX, fig. 13, 14. Brachiella neglecta RicHiarDI, 1880 (9) p. 151 (specie non descritta). = — ?BRIAN, 1898 (I), p. 222. ? Brachiella sp. (Anchorella) BRIAN 1902 (5), p. 43. ? Anchorella sciaenophila HeLLER 1865 (1) p. 243 pl. XXIV. fig. 8. Descrizione della femmina. In precedenti mie pubblicazioni avevo manifestato il dubbio che questa forma potesse riferirsi alla Brackiella neglecta del Richiardi sebbene non fosse stata da lui descritta, e mi appoggiavo per tale opinione, sull'identità dell’ospite: la Sciaena aquila Lac. Dopo più maturo esame, avendo ragione di ritenere il nostro lerneopodide piuttosto una Clavella che una Brackhiella, io lo credo affine alla Clavella appendicolosa di Kròyer, ma lo descrivo tuttavia come una specie distinta e nuova non avendo dati sufficienti per identificarlo con quella. Questa nuova specie somiglia alquanto alla Clavella hostilis di Heller, come pure alla C/. scizerophila dello stesso autore. Ciò non dimeno si distingue dalla prima, per la forma dell’ad- dome distintamente foggiato a pera, e per avere le quattro appendici addomi- nali presso a poco di uguale lunghezza: somiglierebbe, per questo carattere, piut- tosto alla forma di C/avella sciaenophila, ma da essa tuttavia differisce per la presenza in più, di una quinta appendice mediana (post addome) frapposta ai sacchi oviferi. i i Il corpo è a forma di pera; in avanti ristretto (Tav. X, fig. 2). Da una parte prende origine un collo abbastanza lungo e ispessito al termine, dall’altra sorgono due brevi braccia saldate tra loro e collegate al termine con un piccolo bottone chitinico, che RIZZO i serve per fissare l’animale alle branchie di .Scsgena aguila Lac., e più precisa- mente sulle parti sporgenti delle arcate branchiali o sulle pareti della cavità branchiale. La parte posteriore del corpo è terminata da quattro appendici presso- chè uguali e da una mediana più breve. Nel capo (Tav. XX, fig. 14) si osservano due antenne posteriori potentemente chitiniche, assai sviluppate, che si assottigliano all’ estremità e divise a questo punto nei soliti due rami. Sono curvate a formare quasi un angolo retto l’ una di contro all’ altra, e colle loro estremità anzichè toccarsi appena in punta, s'avanzano di un certo spazio l’una sopfà l’altra. Le antenne anteriori sono sottili, cilindriche e presen- tansi formate di due o tre articoli. S’inseriscono sopra una formazione a piattello che fa le veci di articolo basale. L’ estremità sembra munita di alcuni peli. Sono situate in dentro nel libero spazio interposto fra l'antenna posteriore e il rostro, e molto in avanti del cefalotorace. Un po’ al disotto della loro inserzione e ai lati del rostro vedonsi le mascelle divise all’ estremità in due appendici e un po’ al di sotto munite di un terzo ramo, o meglio di due protuberanze brevi e ter- minate a punta (Tav. XX, fig. 13). I piedi mascellari del primo paio sono robusti, l’ uno abbastanza vicino al- l’altro. Occupano i tre quarti circa della larghezza del capo. Essi ricoprono il rostro e le mascelle. Sono armate nel margine interno della base di una spina. Un’ altra piccola spina setolosa si trova inserita sull’ uncino. IDMensieni: Run ezza Ae Corp OM O E lunoezzatd CECO RR lunighnezzagdell'efappendicitctc Me A larohezzagmassimatcelicorpo fe e e 3 lunehezza®fdellFappendicefimedian MERI e I sacchi oviferi vistosi raggiungono sino a 4 mm. di lunghezza. Habitat. — Aderente alle branchie di Sciaeza aquila Lac. Maggio 1891, Genova. d. Con sei appendici addominali posteriori. Clavella laciniata KRòy.? 9. Anchorella laciniata KròvER, 1863 (2) p. 305, pl. XVI, fig. 7. — — Vor, 1877 (2) Arch. Zool. Exp. p. 428. —_ — ? Brian, 1898 (1) p. 222. = — BassetT-SMITH, 1899 (5) p. 506. Questa specie va annoverata fra le Clavellae con post-addome bene marcato, e si distingue per sei appendici posteriori fissate all’ addome. Il capo, secondo Kròyer, è piccolo, poco distinto; il collo di lunghezza mediocre; le braccia del tutto ridotte, soltanto il bottone chitinico che risulta evidente è piatto, con brevissimo gambo; l'anello genitale è gonfio senza forma ben distinta, con appendici posteriori grandi sub-coniche; post-addome piccolis- simo. Il corpo supera la lunghezza di 4 mm. Secondo Kròyer questo copepode venne raccolto la prima volta sulle bran- chie di Acarthurus chirurgus nelle Indie occidentali. Io l’ ho citato per la Liguria da esemplari raccolti sulle branchie di Zabrax lupus Cuv. e determinato da I. C. Thompson. Per quanto i caratteri esterni somiglino alquanto a quelli della specie di Kròyer sono tuttavia incerto sulla loro determinazione: a me sembrano somi- gliare alla Brackiella Merlucii B. S.? tanto per la forma esterna quanto per i caratteri delle parti boccali. €. Clavelle non ‘descritte. Clavella Carusi RICHIARDI, Anchorella Carusi, RicHIARDI, 1880 (9), p. 151. = -- Carus, 1885 (2), p. 378. Non descritta. Richiardi ha trovato questa specie aderente alla mucosa del- l’apparecchio opercolare di 7yzg/a lneata L. e T. corax Bp. Mediterraneo. Clavella clava RICHIARDI, Anchorella clava RicHiarDI, 1880 (9), p. 152. _ — CaRUS, 1885 (2), p. 378. Non descritta. Richiardi raccolse questa specie sulla Maeza vulgaris Cuv. Val. e la trovò aderente al margine interno delle arcate branchiali. Mediterraneo. Clavella crassa RICHIARDI, Anchorella crassa RicHiARDI, 1880 (9), p. 152. — Carus, 1885 (2), p. 378. Non descritta. Richiardi riscontrò questa C/evella aderente alla faccia interna delle arcate branchiali di Mer/ucius esculentus Risso. Mediterraneo. Clavella elongata RICRIARDI, Anchorella elonguta RicHIARDI, 1880 (9), p. 152. = -= Carus, 1885 (2), p. 378. Non descritta. Richiardi trovò questa forma aderente alle lamine branchiali di Sargus annularis Linn. Mediterraneo. Clavella Lichiae RICHIARDI, Anchorella Lichiae RicHiARDI, 1880 (9), p. 152. - — — Carus, 1885 (2), p. 378. Non descritta. Questa nuova forma è ricordata dal Richiardi come aderente alle arcate branchiali della Lickia glauca Linn. Mediterraneo. Clavella subtilis RICHIARDI, Anchorella sublilis RicHiarRDI, 1880 (9), p. 152. Pu — Carus, 1885 (2), p. 378. Non descritta. Questa Clavella vive, secondo Richiardi, aderente alle lamine branchiali dell’ Uy:0r22a cirhosa Linn. Mediterraneo. MR Clavella simplex RICHIARDI, Anchorella simplex RicHIARDI, 1880 (9), p. 152. -_ — Carus, 1885 (2), p. 378. Specie non descritta. Richiardi trovò questa C/avella aderente alle squame tra le pinne pettorali e le addominali del Merlucius esculentus Risso. Clavella tenuis RICHIARDI, Anchorella tenuis RicHiarDI, 1880 (9), p. 152. _ — Carus, 1885 (2), p. 378. Specie non descritta. Richiardi rinvenne questa nuova forma aderente alle arcate branchiali del Pagellus erythrinus Cuv. La Clavella lenuis da me registrata per la Liguria 1898 (I) p. 221, è un copepode che ho inscritto qui nel genere Brachiella col nome nuovo di 5. exigua n. sp. Gen. Naobranchia HESssE, Naobranchia cygniformis Hesse, Q e 7. Tav. 1D:9 fig. 3. Naobranchia cygniformis Hesse. 1863 (3) IV, Ser., Tom. XX. Zool.. p. 122, pl. I, fig. 1. _ — RICHIARDI, 1880 (9), p. 150. = —_ VALLE, 1880 (3), p. 71. = —_ Carus, 1885, p. 372. = —_ BassETT-SMITH, 1899 (5), p. 507. == — BRIAN 1902 (5), p. 34. = _ BRIAN, 1903 (7), p. 9. Cestopoda amplectens Kurz, 1877 (I) p. 407, fig. 16-21, 34,49. _ _ BasseTT-SMITA, 1899 (5) p. 507. Distributio et habitat. —' Questa specie fu trovata dall’ Hesse sulle branchie del Pagellus erythrinus Cuv., lungo le coste al nord della Francia. Egli esaminò e descrisse soltanto le femmine. Kurz rinvenne questo copepode sulle branchie di Sargus annularis Linn. a Trieste. Da Valle è citato per l'Adriatico sullo stesso ospite. Richiardi registrando la specie pel Mediterraneo presenta diversi ospiti. Ne raccolse esemplari sulle branchie di Pagrus vulgaris Cuv. Val., di Sargus Ron- deletit Cuv. Val., di S. aznularis Lin., e di Box boops Linn. To ricevetti esemplari presi sulle lamine branchiali di £50x d00fs Linn., e di Smaris alcedo Cuv. e Val. dal D.' Damiani a Portoferraio; e ne esaminai altri tolti dalle branchie di un .S27gus pescato presso Genova. Ne raccolsi pure un esem- plare a Napoli sulle branchie di Sargus @rzularis Linn. sas ei I > COROLOGIA DISTRIBUZIONE DEI COPEPODI PARASSITI DEI PESCI NELLE ACQUE MARINE E DOLCI D’ITALIA Lo studio da me fatto in non pochi anni e le indicazioni raccolte mi permettono di esporre un abbozzo della distribuzione geografica dei copepodi italiani, parassiti dei pesci. Dal prospetto che riporto mi è dato riassumere come la fauna copepodologica italiana non sia scarsa in confronto di quelle di altri paesi. Per la condizione topo- grafica dell’ Italia nostra dobbiamo distinguere due regioni primarie marittime, quella del Mediterraneo propriamente detto e quella dell'Adriatico, porzione ben distinta del Mediterraneo, quanto dire la regione marittima ad Ovest e Sud dell’ Italia e quella orientale (Adriatico) che dal lato ittiologico presenta specialità proprie. Ad oltre 168 specie sarebbero quelle finora riscontrate nel Mediterraneo, delle quali 68 sp. sarebbero comuni al mare Adriatico. In questo sarebbero da indicare come proprie 9g sp. di copepodi, e con ciò non è a dire, che non si trovino anche sopra specie di pesci mediterranei, non essendovi pesci i quali vivano esclusiva- mente nel mare orientale italico. Ho dovuto qui elencare un buon numero di specie di copepodi sotto 1’ indi- cazione generale di Mediterraneo, perchè qualche naturalista straniero e il nostro Richiardi specialmente, nel citarli per la nostra fauna, non diedero notizia più precisa del luogo dove essi furono raccolti. Nel seguente quadro corologico sono notate alcune località che presentano un gran numero di copepodi parassiti, mentre altre ne contano pochissime. Non è a credere per questo, che le prime abbiano realmente una fauna più ricca ed abbondante delle altre. La differenza è dovuta unicamente all’ essere alcuni punti delle nostre coste più popolati e più frequentati dagli studiosi come sarebbero Napoli, Genova, Trieste ecc., dove anche per la loro felice situazione geografica, riesce agevole intraprendere ricerche di fauna marina; mentre altre località, perchè più distanti da grandi centri popolati, sono state trascurate o quasi dimenticate e nessun studioso vi ha tentato ancora ricerche con proposito deliberato e continuo. Riguardo ai copepodi di pesci esclusivi d’acqua dolce poco ho da dire: sono forme state indicate anche in altre regioni d’ Europa e viventi su pesci comuni. Il loro numero per l’Italia ascende per ora soltanto a quattro specie. NIZZA. Bomolochus Belones Burm.: Belone vulgaris; HARTMANN (1870) Caligus minimus Orro: Risso (1826). ? €. Lessonianus Risso: Notidanus griseus ; Risso (1826). C. Rissoanus M. Epwarps (1840). Lepeophtheirus Nordmanni M. Epwarps: Orthagoriscus mola; M. Epwarps (1840). Dinematura producta Sr. e LòrTK.: Lamna cornubica; Hope. Cecrops Latreillii Leacn: Orthagoriscus molu; Risso (1826) ? Pandarus Rouxii Risso: Carus (1885). Anthosoma erassum ABiLp.: Risso (1816), (1826). Lernanthropus Kròyeri Ben : Labrax lupus; Craus (1858). Kroyeria lineata Ben.: Galeus canis; CLaus (1858). Nemesis lamna Risso: Lamna cornubica ; Risso (1826): L. cornubica, Carcharias vulpes; Roux (1828). Brachiella Thynni Cuv.: Hope. GENOVA e LIGURIA. Bomolochus cornutus Craus: Scomberesox Rondeletii; Brian (1898). Caligodes laciniatus Kròv.: Tylosurus imperialis; BRIAN (1902). Caligus curtus Mùrr.: Mugi! cephalus. C. minimus Orto: Labrax lupus; Brian (1898); Clupea finta. C. Lichiae mihi: Lichia amia. C. ligustieus mihi: Box salpa. C. productus Dana: Chrysophrys aurata; BRIAN (1898). C. vexator HerLER: Dentex vulgaris; BRIAN (1898). Lepeophtheirus Thompsoni Barrp: Rhombus maximus; BrIaN (1893). L. Nordmanni M. Epw.: Orthagoriscus mola. Diphyllogaster Thompsoni Brian: Dicerobatis Giornae; BRIAN (1899). Liitkenia Asterodermi Craus: Asterodermus elegans; BRIAN (1903) (7): Luvarus imperialis; Brian (1898). Nesippus orientalis HeLr.: Mustelus laevis. Elytrophora brachyptera Gerst.: Thynnus vulgaris; BRIAN (1898). Dinematura producta ST. et LùTK.: Selache maxima; BrIAN (1898). > D. latifolia Sr. et Lùrk.: Oxyrbina Spallanzanii; BRIAN (1898). Echthrogaleus coleoptratus St. et LùTk.: Centrophorus granulosus; BRIAN (1899) (1902). Cecrops Latreillii LeacH. VERANY (1846): Orthagoriscus mola; Brian (1898). Pandarus lugubriîs HeLLeR: Oxyrbina Spallanzaniî; BRIAN (1902). Perissopus dentatus St. et Lùrk.: Galeus canis, Mustelus laevis, Carcharias lamia; Brian (1898). Anthosoma erassum AsiLp.: Oxyrbina Spallanzanii; BRIAN (1902). Lernanthropus Mugilis Brian: Mugi! auratus; BRIAN (1898). IL. Gisleri Bewn.: Lichia amia, Umbrina cirrhosa, Sciaena aquila, Brian (1898) (1902). L. Kroyeri Ben.: Labrax lupus; BRIAN (1898). Kròyeria aculeata GeRrst.?: Galeus canis; BRIAN (1898). Hatschekia Sargi Varre: Sargus sp., S. Salviani, S. Rondeletit; BRIAN (1902). H. Pagelli Bogueravei Hrsse?: Pagellus centrodontus; GoGGIO (1905). H. Damianii mihi (Clavella Acantholabrî Exoleti Hesse?): Labrus; Brian (1902). Nemesis lamna Risso: Odontaspis ferox, Oxyrhina Spallanzanii, Alopias vulpes; Brian (1898). Cyenus pallidus Ben. : Conger vulgaris; BRIAN (1898) Penieulus fistula Norpm.: Surgus Saluiuni; BRIAN (1902). Pennella filosa Cuv. (P. Costaî Ricn.): Xiphias gladius; BRIAN (1898). — 125 — ì Lernaeenicus sp.: Nettastoma melanura. Lernaeenicus sprattae Sow.: Clupea sprattus; BRIAN (1898). Rebelula Edwarisii Kòrr.: Macrourus calorbynchus; BrIAN (1903). Peroderma eylindricum Herr. : Clupea sp.; BRIAN (1898). P. Bellottii Rica.: Scopelus caudispinosus; BRIAN (1902). Medesicaste Triglarum Kròv.: Z’rigla lyra; BRIAN (1898). Chondracanthus Merlucii Kròy.: Merlucius esculentus; BRIAN (1898). Ch. angustatus HeLLER: Uranoscopus scaber; BRIAN (1898). Brachiella malleus Rup.: Torpedo narce. B. exigua mihi: Pagellus erythrinus B. insidiosa HerL.?: Merlucius esculentus; BRIAN (1898): Labrax lupus, Brama Rayi. B. Thynni Cuv. VERANY (1846): Thyunus thyunus: BRIAN (1898). B. Merlucii Bass.-SM.: Merlucius esculentus. B. ramosa RicW.: Xiphias gladius; BRIAN (1902). Clavella emarginata Kròy.: Clupea finta; Brian (1898). Cl. Pagri Kròv.?: Pagrus vulgaris, Pagellus erythrinus; BRIAN (1898). ‘CI. strumosa mihi: Pagellus erylhrinus. CI. Sargi Kurz: Sargus annularis; BRIAN (1898). CI. fallax Herr.: Dentex vulgaris; BRIAN (1898). CI. Denticis Kròv.?: Chlorophthalmus Agassizii; BRIAN (1902). CI. Scombri Kurz: Scomber scombrus; BRIAN (1898). CI. macrotrachelus mihi: Sargus Rondeletii, Cantharus lineatus. CI. hostilis Herr.: Umbrina cirrhosa; BRIAN (1898). CI. Sciaenae mihi: Sciaena aquila CI. laciniata Kròy.?: Labrax lupus; BRIAN (1898). Naobranchia cygniformis Hesse: Sargus; BRIAN (1903). PORTOFERRAIO e ISOLA D'ELBA. Pseudoeucanthus Alosae Brian: Clupea alosa; BRIAN (1902). Bomolochus Muraenae Ricn.: Muraena helena; BRIAN (1903). B. wnicirrus RicH.: Lichia glauca ; BRIAN (1899) (1902). B. Belones Burm.: Belone acus; BRIAN (1902). B. cornutus CLaus: Sayris Camperi, Clupea sardina, Exocatus Rondeletiit; BRIAN (1902) (1903). C. minimus Orto: Labrax lupus ; BRIAN (1899). C. Lichiae mihi: Lichia amia. €. ligusticus mihi: Box salpa, Sargus Rondeletii. C. Pelamydis Kròy.: Pelamys sarda; BRIAN (1899). C. diaphanus Norpm.: Yrigla corax, T. lineata, Pagellus mormyrus, Pagellus acarne. C. vexator Hercer: Dentex vulgaris, Pagrus vulgaris; BRIAN (1899). C. Coryphaenae Sr. et Lùrk.: Coryphaena hippurus: BRIAN (1899). Lepeophtheirus Thompsoni Barr: Rbombus maximus, R. laevis; BRIAN (1899) L. Nordmanni M. Epw.: Orthagoriscus mola Liitkenia Asterodermi Craus (L. glabra): Luvarus imperialis; BRIAN (1903) (9). Trebius caudatus Kròv.: Raya macrorynchus: BRIAN (1902). Elytrophora brachyptera Gersr.: Thynnus thynnus; BRIAN (1899). Dinematura produeta St. et Lòrk.: Selache maxima. D. latifolia Sr. et Lùrk : Oxyrbina Spallanzanii : BrIiAN (1899). Echthrogaleus coleoptratus ST. et Liùrk.: Charcharodon Rondeletii; BrIAN (1899). Cecrops Latreillii Leach: Orthagoriscus mola; BRIAN (1899). Pandarus bicolor Leacn: Galeus canis; BRIAN (1899) Anthosoma erassum ABicp.; Oxyrhina Spallanzanii ; BRIAN (1899). — 126 — Lernanthropus Trachuri Brian: Trachurus trachurus; BRIAN (1903). L. Mugilis Brian: Mugi! auratus; BRIAN (1903). L. vorax Ricu. : Charax puntazzo; BRIAN (1899). L. seribae Kròy.: Serranus scriba. L. Gisleri Ben.: Umbrina cirrbosa; BRIAN (1899). Hatschekia Mulli Ben.: MuMus barbatus; BRIAN (1902). H. Damianii mihi (Clavella Acantholabri. Exoleti Hesse ): Crenilabrus pavo; BRIAN (1903). Nemesis lamna var. sinuata Varre: Oxyrbina Spallunzanii. Pennella crassicornis Sr. et Lòrk.: Prodelphinus euphrosyne; Brian (1903). P. filosa Cuv. (P. costai Ricu.) indiv. giovane: Xiphias gladius; BRIAN (1899). Lernacolophus sultanus Norpm.: Maena vulgaris: BrIAN (1899). Lernaea branchialis Linn.: Merlucius esculentus; BRIAN (1902). Strabax monstrosus Norpw. : Scorpaena scrofa; BRIAN (1899). Chondracanthus cornutus Muùrr.: Xiphias gladius. Achtheres Galei Kr.: Galeus canis, Scyllium canicula, Sc. stellare; Brian (1899) (2) (8). Brachiella malleus Rup.: Torpedo marmorata; Brian (1899) (3); Myliobatis noctula. B. insidiosa HerL.?: Merlucius esculentus; BRIAN (1899). B. Thynni Cuv.: Thynnus tbynnus ; BRIAN (1899) B. impudica Norpm.: Trigla corax, T. lineata; BRIAN (1903). B. Merlucii Bass.-SMm.: Merlucius esculentus. B. elegans RicH.?: Lichia amia; Brian (1899) (2) (3). Clavella strumosa mihi: Pagellus erythrinus. CI. Characis RicH.: Charax puntazzo; BrIAN (1899) (2). CI. fallax HeLr.: Dentex vulgaris; BRIAN (1902). CI. scombri Kurz: Scomber colias; BRIAN (1902). CI. macrotrachelus mihi: Sargus Rondeletii, Cantharus lineatus. Naobranchia cygniformis Hesse: Box doops; BrIAN (1902); Smaris alcedo. GOLFO DI NAPOLI. Bomolochus unicirrus RicH.: Sphyraena vulgaris; BRIAN racc. B. Belones Burm.: Belone acus; BRIAN racc. Anchistrotos Gobii Brian: Gobius capito; BRIAN racc. Caligus Trachypteri Kr.: Brian (1905). C. diaphanus Norpm.: Pagellus mormyrus, Trigla corax; BRIAN racc. Lepeophtheirus Nordmanni M. Epw.: Orthagoriscus mola; BRIAN racc. Nesippus orientalis HeLL.: A/lopias vulpes; BRIAN racc. Nogagus Latreillii Leacn.: Brian (1905). Trebius caudatus Kròy.: Acanthias vulgaris; BRIAN racc. Elytrophora brachyptera GersT.: Thynanus thyunuss BRIAN racc. Philorthagoriseus serratus Kròy.: Orthagoriscus mola; BRIAN racc. Cecrops Latreillii LeacH.: Cosra, Hope: Orthagoriscus mola; BRIAN racc. Pandarus bicolor LeacH.: Galeus canis; BRIAN racc. Lernanthropus brevis RicH.: Sargus vulgaris; BRIAN racc. TL. Gisleri Ben.: Umbrina cirrbosa; BRIAN racc. Kréoyeria lineata Bew.: Galeus canis; BRIAN racc. Clavella Sargi Varce: Sargus annularis; Brian racc. Hatschekia Richiardii GoGGio: Labrus festivus; BRIAN racc. Hatschekia sp.: Crenilabrus pavo; BRIAN racc. Nemesis robusta Ben.: Sphyrua rygaena, Alopias vulpes; BRIAN racc. Eudactylina acuta Ben.: Squatina angelus, Acanthias vulgaris; BrIaN racc. Philiehthys Xiphiae SrEENSTR.: Xiphias gladius; BERGSOE (1865). = 127.=> Peniculus fistula Norpm.: Zeus faber; NORDMANN (1832): Atherina Boyeri; BRIAN racc. Pennella rubra mihi: Orthagoriscus mola; BRIAN race. Rebelula Edwardsii KòLL.: Macrourus celorbynchus; CORNALIA (1865). Chondracanthus Merlucii Kròy.: Hope; Merlucius vulgaris; BRIAN racc. Brachiella exigua mihi: Pagellus erythrinus; BRIAN racc. B. Merlucii Bass.-SMm.: Merlucius esculentus; BRIAN racc. Clavella uncinata MuùLL.: BRIAN (1905). Clavella sp.?: Box salpa; BRIAN racc. CI. Sargi Kurz: Sargus vulgaris; BRIAN racc. CI. alata mihi: Phicis blennioides ; BRIAN racc. CI. macrotrachelus mihi: Sargus vulgaris; BRIAN racc. CI. fallax Herc.: Dentex vulgaris; BRIAN (1902). Cl. hostilis HeLL.: Umbrina cirrbosa ; BRIAN racc. Naobranchia eygniformis Hesse: Sargus annularis; BRIAN race. SICILIA. SENZA INDICAZIONE DETERMINATA DI LOCALITÀ. Caligus Trachypteri Kr.: Trachypterus sp.; KROYER (1863). Lepeophtheirus Grohmanni Kr.: Pleuronectes Grohbmanni; KròveR (1863). Elytrophora brachyptera Gerst. (Arnaeus Thynni Kr.): Thynnus thynnus; KròveR (1863). PALERMO. Lernanthropus Micropterygis RicH.: Micropteryx Dumerili; RicHIaRDI (1885). Hatschekia Cernae Gocgio: Cerna gigas; GOGGIO (1905). MESSINA. Eucanthus Balistae Craus: Balistes sp.; Craus 1864. Bomolochus cornutus Craus: Asterodermus coryphaenoides, CLAus (1864). Liitkenia Asterodermi CLaus: Asterodermus coryphaenoides; CLaus (1864). Philichthys Xiphiae SreensTR.: Xiphias gladius; BerGSOE (1865). Rebelula Edwardsii Kòrr.: Macrourus calorbynchus; KOLLIKER (1853). SARDEGNA — CAGLIARI. Sphaerifer Corvinne Ricn.: Corvina sp.; LEYDIG (1851). Nemesis lamna Risso: Oxyrbina Spallanzanii ; Brian (1902). Mazza racc. CARLOFORTE. Dinematura latifolia Sr. et Lùrk.: Alopias vulpes; PARONA racc. ISOLA PIANA. Pseudocyenus appendienlatus Herr. : Thynnus tbynnuss PAVESI racc. — 128 — MEDITERRANEO. SENZA INDICAZIONE DETERMINATA DI LOCALITÀ. Eucanthus Balistae CLaus: Balisles capriscus; RicHiarDI (1880). Bomolochus Mnuraenae Rica.: Murgena helena; RicHiarDI (1880). B. unicirrus RicH.: Lichia glauca, L. amia; RicHiarDI (1880). B. Belones Burm.: Belone acus; RicHIaRDI (1880). B. Soleae Craus: Solea vulgaris; RicHiarDI (1880) B. cornutus Craus: Astrodermus elegans, Exocetus volitans, Sayris Camperii, Clupea sardina; RicHrarDI (1880). B. minimus Ricu. : Serranus scriba; RicHiarDI (1880). B. oblongus Ricn.: Oblata melanura; RicHiarpi (1880). Ergasilus nanus Ben.: Mugi! cephalus, M. capito, M. auratus, M. saliens; RicHiarDI (1880). Caligus minimus Orro: Labrax lupus; RicHiarpI (1880). C. Alalongae Kròy.: Thynnus alalonga; Carus (1885). C. Pelamydis Kròv.: Pelamys sarda, Scomber scombrus; RicHiarDI (1880) C. diaphanus Norp.: Pagellus mormyrus, P. erythrinus, Trigla cuculus, T. corax, T. milvus, T. lineata, Pla- tessa passer; RicHIARDI (1880). C. vexator Herr. : Dentex vulgaris, D. gibbosus, Pagrus vulgaris; RicHiaRDI (1880). C. Coryphaenae St. et LùTk.: Coryphaena hippurus; RicHrarpi (1880). C. Pharaonis Norpm.: Carus (1885). C. affinis HerLer: Umbrina cirrhosa; RicHiarpI (1880) C. Trachini Rica.: Yrachinus draco ; RicHIaRDI (1880). C. Trachuri RicH.: Trachurus trachurus; RicHIARDI (1880). C. Serrani RicH.: Serranus gigas; RicHIARDI (1880). C. Lepidopi RicH.: Lepidopus caudatus; RicHiarDi (1880). C. Petersii Ricn.: Carcharias lamia; RicHiarDI (1880). Lepeophtheirus Thompsoni Barrp: Rhombus laevis; R. maximus; RicHrarpi (1880). L. Nordmanni M. Epw.: Orthagoriscus molae; HeLLER (1865); RicHIaRDI (1880). Liitkenia Asterodermi Craus (L. glabra): Luvarus imperialis; Ricurarpi (1880). L. integra RicH.: Galeus canis, Mustelus equestris; RicHIARDI (1880). Nogagus caelebs HeLr : HELLER (1865). Demoleus paradoxus Herr.: HELLER (1865). Elytrophora brachyptera Gerst.: Thynnus thynnus; GERSTAECKER (1853): HerLeR (1865); RicHiarpI (1880). Dinematura latifolia St. et Lùrk.: HeLLER (186;): Prionodon glaucus; RicHiarDI (1880). Cecrops Latreillii Leacn.: Thynnus thyunus; Orthagoriscus mola; RicHIaRDI (1880). Phyllophora erassa RicH.: Prionodon glaucus; RicHIaRDI (1880). Pandarus bicolor LeacH.: Prionodon glaucus; RicHIARDI (1880). P. lugubris HeLcER (1865) Perissopus dentatus St. et LùTk.: Mustelus equestris; RicHrarDi (1880). Anthosoma crassum AsiLp.: Oxyrbina Spallanzaniî; Ricararpi (1880). Lernanthropus vorax Rich. : Charax puntazzo; RicHiarDI (1879) (1880). IL. brevis Ricn.: Sargus Rondeletii, S. annularis; RicHiarpI (1880). IL. seribae Kròv.: Serranus scriba; HELLER (1865). x IL. Gisleri Ben.: Umbrina cirrbosa, Corvina nigra; RicHiarpI (1880). IL. Kròyeri Ben. : Labrax lupus; RicHIARDI (1880). L. folinceus Ricn.: Thyrsites pretiosus; RicuIaRDI (1880). L. Tylosuri Rica.: Thylosurus imperialis ; RicaraRrDI (1880). Dichelestium stuvionis HeRrm. : Acipenser sturio, A. Nacarii; RicHIARDI (1880). Kréyeria aculeata Gerst.: Prionodon glaucus; Rictuarpi (1880). Hatschekia Richiardii Goccio: Labrus merula; GOGGIO (1905). H. Mulli Bew.: Mullus barbatus, M. surmuletus; RicHiarDI (1879) (1880). MI TT E H. obesa Rica. : Muraena helena; RicHiarpi (1880); GocGio (1903). H. Cernae Gogcio: Cerna aenea; GoGGIO (1905). Hatschekia sp. Gocgio: Labrus merula; GoGGIO (1905). i Nemesis lamna Risso: Oxyrbhina Spallanzanii, Lichia amia; RicHiarpI (1880): pesce-cane HeLLER (1865) Cyenus ? budegassae Kxòv.: Lophius budegassa; Kròver (1863). Cyenus pallidus Ben.: Corger vulgaris; RicHIARDI (1880). Pseudocyenus appendiculatus HetL.: Thynnus pelamis; RicHIARDI (1880). Philichthys Xiphiae STEENSTR.: Xiphias gladius; RicHiaRDI (1880). Polyrrhynehus Sciaenae Ricn.: Scigena aquila; RicHiarDI (1876) (1880). P. Lichine Ricu. : Lichia amia; RicHiarpI (1877) (1880). P. Denticis Ricu. : Denfex vulgaris; RicHiaRDI (1877) (1880). P. Pagri RicH.: Pugrus vulgaris: RicHniarDI (1877) (1880) P. Pagelli Ricn.: Pagellus mormyrus, P. erythrinus; RicHiarpI (1877) (1880). P. Baraldii Ricn.; Chrysophrys aurata; RicHiarpI (1877) (1880). P. Sieboldii Ricn.: Box bdoops; RicHIARDI (1877) (1880). - P. minimus Ricn.: Serranus hepatus; RicHIARDI (‘877) (1880). P. Grubeii Ricn.: Sargus annularis; RicHIARDI (1877) (1880). P. Agassizii Ricn.: Charax punlazzo; RicHiarpI (1877) (1880). P. Haeckelii Ricn.: Brama Rayi: RicHIARDI (1877) (1880). P. Muraenae Ricn.: Muraena helena ; RicHiARDI (1877) (1880). P. Edwardsii Rica. : Serranus cabrilla; RicHIARDI (1876) (1880). P. Steenstrupii RicH.: Mullus barbatus, M. surmuletus; RicHiarDI (1880). P. Doderleini RicH.: Labrus turdus; RicHiarpI (1883). P. Stromatei Ricn.: Stromateus fialola ; RicHIARDI (1880). Sphaerifer Corvinae Levp.: Eorvina nigra, Sciacna aquila; RicHiaRDI (1876) (1880). S. Leydigii Ricn.: Umbrina cirrbosa; RicHiarpI (1877) (1880). Peniculus fistula Norpm:: HELLER (1865). Pennella erassicornis Sr. et LùTk.: HeLLER (1865). ; P. filosa Cuv. (P, costaî Ricn.): Xiphias gladius; RicnmarpI (1880); Thynnus, Xiphias; GuÉRIN (1840). P. Remorae Murray: Carus (1885). Tripaphylus Musteli Ben.: Mustelus equestris; RICHIARDI (1878) (1880) Lernaeenicus votax RicH.: Umbrina cirrbosa, Corvina nigra, Sciaena aquila ; RicHiARDI (1877) (1880). L. neglectus Rica : Mugi! cephatus, M. capito, M. auratus, M. chelo, M. saliens; RicHIARDI (1877) (1880). L. sprattae Sow.: Clupea sp.; HELLER (1865) ‘L. Labracis RicH.: Labrax lupus, Box boops, Trachurus ltrachurus; RicHIARDI (1880). L. Sargi Rica. : Sargus Salviani ; RicHiarpi (1880). Lernaea branchialis Linx.: Merlucius esculentus; RICHIARDI (1880). L. Ninnii Ricn.: Smaris vulgaris; RicHiarDI (1880) Peroderma cylindricam Herr : Clupea sardina; HeLLER (1865); RicHiarDI (1876) (1880). P.. Bellottii Ricu : Scopelus Benoiti; RicHIARDI (1882). Medesicaste Triglarum Kròy.: Trigla lyra; RicHiarpi (1880). Strabax monstrosus Norpm.: Scorpaena scrofa; RicHiarDI (1880). Chondracanthus cornutus MùLL.: Solea vulgaris; RicHmarDi (1880). Ch. Merlucii Krov.: Merlucius esculentus; RicHiarpI (1880). Ch. horridus Her. : Gobius jozo; HeLLER (1865); RicHiarDI (1880). Ch. Ninnii:RicH.: Gobius Panizzae; RicHiarpi (1882). Ch. angustatus HeLLER: Uranoscopus scaber; HELLER (1865). Ch. Zei DeLAR : Zeus faber; RictiarDi (1880) Ch. Lophii Jonnst.: Lophius piscatorius; RicuiarpI (1880). Achtheres Galei Kr : Scyllium stellare; Ricniarpi (1880); Mustelus equestris (idem). Brachiella insidiosa HerL.: Merlucius esculentus; RicHiarpI (1880). B. Thynni Cuv.: Thynnus thynnus; RICHIARDI (1880). B. negleeta Ricn.: Sciaena aquila; RicHiarDI (1880). . 9 B. ramosa Rica.: Xiphias gladius; RicHiaRDI (1880) (8); (9). B. elegans Ricn.: Lichia glauca; RicHiarpI (1880). B. inconcinna Ricu.: Raja maculata; RicHiarRDI (1880). B. minuta Ricn.: Pagellus erithrinus; RicHiarRDI (1880), B. obesa RicH.: Trigla corax; RicHiarDI (1880). B. oblonga Varre: Mugi! cephalus, M. saliens; VaLLe (1880) Clavella emarginata Kròy.; Alosa vulgaris; Ricniarpi (1880). CI. Pagri Kròy.: Pagrus vulgaris; KrOYER (1863), P. vulcaris, Pagellus ery!brinus; RicHiaroI (1880). CI. Pagelli Krow.?: Pagellus sp.; Kx6ver (1863); Pagellus mormyrus; RicWiarpi (1880). CI. Sargi Kurz: Sargus Salviani, S. annularis; RicHiarpì (1880) ‘CI. Characis Ricu.; Charax puntazzo; RicHiaRDI (1880). CI. fallax HerL.: Dentex vulgaris; HeLLER (1865); RicHiarpi! (1880). CI. Scombri Kurz: Scomber scombrus; RicHiarpi (1880). CI. Canthari Ricn : Cantharus lineatus ; €. orbicularis; RicHiarDI (1880). CI. Triglne CLaus.: Yrigla obscura: RicHiarDI (1880). CI. paradoxa Ben.: Scomber scombrus; RicHiArRDI (1880) CI. hostilis Herr. Umbrina cirrhosa; HeLLER (1865), CI. cirrhosa, Corvina nigra; RicHiarpi (1880). Cl. Carusi Ricu.: Trigla lineata; T. corax; RicHarpi (1880). Cl. clava RicH.: Maena vulgaris; RicHiaRDI (1880). CI. erassa RicH : Merlucius esculentus; RicHIARDI! (1880). CI. elongata Ricu. : Sargus annularis; RicHraRDI (1880). CI. Lichine Ricn.: Lichia glauca; RicHiarDI (1880). CI. subtilis Ricn.: Umbrina cirrhosa; RicHiaRDI (1880). CI. simplex Ricn.: Merlucius esculentus; RicHIARDI (1880). CI. tenuis Ricu.: Pagellus erythrinus; RicHrarDI (1880). Naobranchia eygniformis Hesse: Pagrus vulgaris, Sargus Rondeletii, S. annularis, Box boops; RicHiarpi (1880). ADRIATICO — TRIESTE; ISTRIA E DALMAZIA. Eucanthus Marchesetti VaLre: Motella tricirrata; VaLre (1884). Bomolochus Belones Burm.: Belone vulgaris; HARTMANN (1870); Belone rostrata; HetLER (1866); VALLE (1880). B. cornutus CLaus.: Clupea papalina; VALLE (1880). Ergasilus nanus BEn.: Mugil saliens; VaLLE (1880). Caligus minimus Orro; Labrax lupus; HeLLER (1866); VaLce (1880). C. Pelamydis Kròy.: Pelamys sarda; VALLE (1882). C. diaphanus Norpm.: Trigla lineata; T. corax; 1. aspera; T. lyra: HetteR (1866); VarLe (1880) C. vexator Herr.: Dentex vulgaris; HerLeR (1865-1866); Varte (1880). C. Coryphaenae Sr. et Lùrk : Coryphaena pelagica; Varte (1880). C. affinis HetLer: Unmbrina cirrhosa; HeLLER (1866); Vate (1880). Lepeophtheirus peetoralis Norpm : Platéssa.passer; Rbombus maximus; VALLE (1884). L. Nordmanni M. Epw.: Orthagoriscus molae: VALLE (1880). L. Trygonis VaLre; 7rygon pastinaca; VALLE (1882). Liitkenia Asterodermi CLaus.: (Cecropsina glabra Hell.); HeLLER (1865) (1866); Luvarus imperialis; VaLre (1880). i Trebius caudatus Kròy.: Acanthias vulgaris; VaLLe (1880). Elytrophora brachyptera Gerst.: Thyunus tyanus; HeLrer (1866); Varre (1880). Dinematura latifolia Sr. et Lùrk: Carcharodon Rondeletiî ; VALLE (1880). Jecrops Latreilli LeacH : V'byunus (byunus; HELLER (1866); Varre (1880). Orthagoriscicola muricatus Kròy.: Orhagoriscus mola; VaLre (1880). Perissopus dentatus Sr. et Lùtk.: Mustelus pleblejusz Squalus Milberti; HeLteR (1866); VaLLe (1889). =. figli ==> Anthosoma erassum ABitD.: Oxyrhina Spallanzanii, VaLte (1878) (1880) Lernanthropus vorax Rica. : Charax puntazzo; VALLE (1880). L. brevis Ricn.: Sargus Salviani; Hemer (1879); Sargus Salviani, S. Rondeletii, Oblata melanura; VALLE (1880). L. seribae Kròy.: Serranus scriba; HeLLER (1866,; VALLE (1880). L. Gisleri Ben.: Umbrina cirrhosa, Corvina nigra; HEIDER (1879); VALLE (1880). L. Kròyeri Ben.: Labrax lupus; HELLER (1866); HeipER (1879); VaLLE (1880). Dichelestium sturionis Herm.: Acipenser sturio; Virre (1880). Kréòyeria lineata BEn.: Mustelus equestris; VALLE (1880). Clavella Sargi Varre: Sargus Salviani; VALLE (1882) Hatschekia Mulli Ben.: Mullus barbatus, M. surmuletus ; VaLte (1880). Nemesis lamna Risso: Carcharodon Rondeletii; Oxyrbina, Spallanzanii, Vate (1878), (1880). N. lamna var. sinuata Varre: Oxyrbina Spallanzanii; VALLE (1878). N. robusta Ben.: Trygon thalassia, Laeviraja oxyrbynchus, L. macrorbynchus, Mustelus plebejus, M. equestris; VALLE (1880); Notidanus griseus; VALLE (1884). Cyenus pallidus Ben.: Conger vulgaris; VALLE (1884). C. gracilis M. Epw., HeLLER (1866); Cerna gigas; VALLE (1880). Eudactylina acuta Ben.: Squatina angelus; Acanthias vulgaris; VaLLe (1880). Philichthys Xiphiae SreENnsTR.: Xiphias gladius; VALLE (1880). Polyrrhynchus Lichiae RicH.: Lichia amia; VALLE (1880). P. Agassizii RicH.: Charax puntazzo; VaLLe (1884). P. Richiardii VALLE: Box salpa; VALLE (1880) P. Steenstrupii Ricn.: Mullus barbatus; VaLLe (1880). P. Stromatei RicH.: Stromateus fiatola; VaLLe (1884). Sphaerifer Corvinae Ricu. : Corvina nigra; VALLE (1880). S. Leydigii Rica.: Umbrina cirrbosa; VALLE (1880). Peunella erassicornis Stp. et LùTK.: Naucrates ductor, Xiphias gladius; VALLE (1880). P. varians Stp. ET Lùrk.: (larva), Sepia officin., Loligo vulo., Eledone mosch.; WiERzEIJSKI (1877). P. filosa Cuv. (P. Costai Rica.) Xiphias gladius; VaLLe (1882). Tripaphylus musteli Ben.: Mustelus equestris; VALLE (1880) Lernaeenicus gracilis Herr.: Lichia amia; HeLLER (1865), VALLE (1880). L. vorax Rica.: Umbrina cirrhosa; VALLE (880). L. neglectus Ricn.; Mugil cephalus, M. saliens; VALLE (1880). Lernaeolophus sultanus Norpm.; Serranus scriba, S. cabrilla; HeLLer (1865), (1866); VALLE (1880). Medesicaste Triglarum Kròv.: Trigla lineata; HeLLER (1866) Strabax monstrosus NorpM.: Scorpaena scrofa; VALLE (1882). Chondracanthus cornutus MùLr.: Plewronectes sp.; HELLER (1866). Ch. Merlucii Kròv.: Merlucius; HeLLER (1866); Merlucius esculentus; VALLE ‘(1880). Ch. annulatus Orsson: Laeviraja oxyrbynchus; VaLLe (1880). Ch. Ninnii Ricn.: Gobius Panizzae; VALLE (1884). Ch. angustatus Hert.: Uranoscopus scaber; HeLLER (1866); ScHAUB (1876); VALLE (1880). Ch. Zei Derar. : Zeus faber; VALLE (1880). Ch. Lophii JonNsT.: Lophius piscatorius; HeLLER (1866), VALLE (1880). Charopinus Dalmannii Rerz.: Laeviraja macrorbynchus, Dasybatis clavata; Vate (1880). Achtheres Galei Kr. (Acht. Selachiorum Kurz): Mustelus laevis, Myliobatis aquila, Mustelus equestris ; KuRrz (1877), VALLE (1880). Brachiella pastinacae Ben.: Myliobatis aquila: Kurz (1877); M. aquila; Rbinoptera marginata; VaLLe (1880). B. insidiosa Hert.: Gadus sp. HeLLER (1865); Merlucius esculentus; VALLE (1882). B. Thynni Cuv.: Thynnus thynnus; HeLLER (1866); VaLre (1880); MicuLIcIcH (1904). B. impudica Norpm.: Trigla corax, Trigla linegta; ReLLER (1866); VaLLE (1880). Clavella emarginata Kròy.: Alosa vulgaris; Kurz (1877); VALLE (1880). €. uncinata MiLL:: Merlucius sp.; HeLLER (1866). CI. Pagelli Krov.: Pagellus erythrinus Cuv.; HeLLER (1866); P. erythrinus, P. mormyrus; VALLE (1850). — 132 — CI. Sargi Kurz.: Sargus annularis; Kurz. (1877); VALLE (1880). ‘CI. fallox HetL.: Denlex vulgaris; HeLLER (1866); Kurz (1877); VaLLe (1880). CI. Scombri Kurz; Scomber scombrus; Kurz (1877); VaLLe (1880). C1. Canthari Ricn.: Cantharws orbicularis; VALLE (1880). CI. Triglae Craus.: Trigla lineala; Kurz (1877); Trigla lineata, T. corax; Varre (1880). CI. hostilis HeLr.: Umbrina cirrhosa; Herter (1866); Kurz (1877); VaLLe (1880). Naobranchia cygniformis Hisse: Sargus annularis; Kurz (1877); VaLre (1880). VENEZIA. Bomolochus Belones Burm.: Belone vulgaris; HarrManN (1870). Chondracanthus Ninnii Ricn.: Gobius Panizzae; VaLre (1884). RIMINI. Brachiella malleus Rup.: Torpedo marmorata; NORDMANN (1832). - FANO. Dichelestium sturionis Herm.: Acipenser sturio. Prov. di VERONA (acque dolci). Ergasilus Sieboldiî Norpm.: Cyprinus sp.; GARBINI (1895). Lamproglena pulchella Norpm.: Alburnus sp., Scardinius 133 — BIBLIOGRAFIA 1794. ABILDGAARD P. C., I. Beskrivelse af en Gjelleorm paa Brasens Krop. Noa — lo. Lernaea anomala (Bramae). — Skrivt. Naturhist. Selsk. Kjòbenhavn III, 2, p. 57-58. Beskrivelse over tvende nye Monoculi Lin., Caligi Mill. (Caligus crassus et oblongus). - Skrivt. Naturhist. Selsk. Kjobenhavn. III, 2, D. 46-54. 1865. AGASSIZ A., Sur un Pennella, parasite de l’Orthagoriscus. mola. — Illustrated 1855. ALDER Catalogue of the Museum of Comparat Zoology.... Cambridge, p. 87. L’a. ha trovato vivente in associazione colla Pennella una Campanularia (Eucope pa- rasitica). and HANCOCK, A monograph of the british nudibranchiate mollusca. Ray Society. Part. VII, 1855, p. 26-27, pl. 45, fig. 8-10. Gli autori descrivono brevemente due specie diverse di copepodi parassiti infestanti le Dorididae: ossia una specie di Bomolochus raccolta nella Doris pilosa (cavità addominale) e una specie di Eygasilus parassita della Doris tuberculata. Essi ritengono queste due forme nuove: non le nominano, ma le illustrano a tav. 45. La prima specie è rappre- sentata dalle fig. 8, 9 e la seconda dalla fig. 10. In ultimo fanno cenno di un’altra specie di Ergasilus parassita dell’ Antiopa cristata da loro trovata nel mezzodì delt’ Inghilterra di cui notano semplicemente che « had decp orange-coloured ovigerous lobes ». Gli autori a proposito della Yethys aggiungono che è solita. ad essere infestata da un grande entomostrace e ricordano come un individuo affetto in tal modo dal suo parassita è rappresentato in figura dal Delle Chiaje nelle sue Memoires (copied in Mrs Gray’s Figures of Molluscous Animals: pl. 210, fig. 1). 1847. ALLMANN (G., 1. Description of a new genus and Species of Entomostraca, 1847. — 2. Notodelphys. — Annals and Magazine of Naturalhistory. Vol. XX. N.° r30. Juli 1847. È questo un luvoro molto interessante ma confuso. On the development of Notodelphys Allm., a new genus of En- tomostraca. — Report Brit. Associat. f. Advanc. of Science, 17. Meeting. Transact. p. 74. 1905. ANTHONY R., et CALVET L., 1. Note sur les Pennella Balaenopterae (Kor. 1905. — et Daniels.) recueillies sur le Balaenoptera physalus (Linn.) de Cette (Octobre 1904). — Bull. Mus. Hist. Nat. Paris, p. 198-200. _ 2. Recherches faites sur le Cétacé capturé a Cette le 6 Octobre 1904 (Balaenoptera physalus Linné) ecc.... Parasites extérieurs (Pennella Balaenopterae K. et D.) — Bull. Soc. Philom. Paris (9) T. 7, p. 75-85, 3 figg. ni Aa 1826. AUDOUIN J. V. et M. EpwARDS H., Mémoire sur la Nicothoé, animal sin- - gulier qui suce le sang des homards. — Ann. d. Science. Natur., 1 sér., Vol. IX, p. 345-359, avec. pl. fig. 1-9. 1883. AURIVILLIUS C. W. S., Bidrag till Kannedomen om Krustaceer, som lefva hos Mollusker och Tunikater. — Akademisk Athandling, Stockholm. 1847. BAIRD W., 1. Lepeoptheirus Stromii Baird osp. Salmo. — Trans. Berwick. 1850. 1801. 1744. BAKER — 2. Nat. Club. Pennella pustulosa ? Baird. — Ann. Nat. Hist. XIX, p. 280. L’a. ha descritto con questo nome una specie di Pennella che Steenstrup e Litken (i861) ritengono potersi avvicinare alla P. varians Stp. e Ltk. . The Natural History of the British Entomostraca. — London. È un lavoro d’indole generale, con una completa rassegna specigrafica delie specie di copepodi parassiti viventi in Inghilterra e note fino al 1850. Vi è studiata la morfo- logia esterna di ogni singola specie. Presenta un. certo interesse anche la parte storica che riguarda in modo particolare la famiglia dei caligidi e quella dei lerneidi e che riguarda anche i generi e le specie. Sono descritte alcune forme nuove. Caligus centrodonti Baird; Lepeophtheirus Stromiî Baird; L. obscurus Baird; Chalimus Scombri Baird. Quest’ ultimo non è altro che la larva del Caligus curtus Mull. - Note on the Lernaea cyclopterina occurring in the gills of the Cy- clopterus spinosus, a fish from Greenland. — Proceed. of the Zoolog. Soc. of. London, p. 239; Annals of Nat. Hist., 3 ser., VIII, p. 496. H., A letter concerning a new discovered Sea-Insect, which he calls the Eye-sucker. — Philosoph. Transact. of the Royal Soc. of London, Vol. 43, N." 472, p. 35-36, c. tab. L’a. tratta dei cosidetti Eyesuter corrispondenti a forme della specie Lernaconema spratta (Sowerby), che egli dice trovate « fixed by the snout to the eyes of a sprat ». 1765. BASTER, Opuscula subseciva II, p. 138. Intorno alla Lernaca Basteri. 1896. BASSETT-SMITH P. W., 1. Notes on the Parasitic Copepoda of Fish obtained 1898. at Plymouth with Descriptions of new Species. — Ann. of Nat. Hist. (6) Vol. 18. July, p. 8-16. With 4 pls. [Abstr. Journ. R. Micr. Soc. London. 1896. P. 5, p. 523] [11 (7 nn.) spp.|. Le 7 muove specie che l’a. descrive sono le seguenti: Caligus scomberî n. sp.; C. brevipedis n. sp.; Lepeophtheirus pollachius n. sp.; Lernea lusci n. sp.; Chondracanthus clavatus n. sp.; Brachiella merlucci n sp ; Anch. quadrata n. sp. 2. Some new Parasitic Copepods found on Fish at Bombay. — Ann. of Nat. Hist. (7), Vol. 1, Jan. p. 1-15-17. With 7 pls. (14 nn. spp.; n. g. Helleria). SI Le 14 nuove specie portano questi nomi: Bomolochus triceros n. sp.; B. tetradonis n. sp.; Caligus parvus n. sp.; C. cybii n. sp.; C. hirsutus n. sp ; C. Phipsoni n. sp.; €. longi- caudus n. sp.; g. n. Cybicola (Helleria); Cyb. armata n. sp.; Lernanthropus trifoliatus n. sp; Lernaconema polynemi n. sp.; Peroderma branchiata n. sp.; Chondracanthus elon- gatus; Brachiella appendiculosa n. sp. 1898. BASSETT-SMITH P. W., 3. Further new Parasitic Copepods found on Fish in the Indo-tropical Region. — Ann. of Nat. Hist. (7), Vol. 2, Aug., P. 77-97-98. With 4 pls. (11 nn. spp.; n. g. Pseudoclavella). 1898. — 4. Some new or rare Parasitic Copepods found on Fihs in the Indo- Tropic Region. — Ann. of Nat. Hist. (7), Vol. 2 Nov., p. 357-371-372. With 3 pls. [8 (4 nn.) spp.|. Le specie nuove descritte dall’autore sono: Caligus longipedis n. sp ; C. robustus n. sp.; Caligodes carangis n. sp.; Lernanthropus nudus n. sp. 1899. — . A Systematic Description of Parasitic Copepoda found on Fishes, < with an Enumeration of the Known Species. — Proc. Zool. Soc. London, 1899. P. 11, p. 438-507. With 1 pl. Dovrebbe formare un elenco generale di tutte le forme conosciute dei cop. paras. dei pesci, ma molte specie sono state dimenticate dall’ a. Si veda la critica che ne ha fatto Poche Franz nel Zool. Anz., Vol. 26, N.° 685, p. 8-20, il quale ebbe a rilevarvi non poche sviste e dimenticanze. (È un lavoro, ciò non dimeno, che, emendato, tornerebbe utilissimo a chi s’ occupa di sistematica e di faunistica dei copepodi parassiti). Molte sono le specie e i gencri nuovi che l’autore qui cita e che ha descritto in precedenti sue memorie. 1903. — 6. On new Par. Cop. from Zanzibar and Fast Africa, collected by M. Cyril Crossland. p. 104-109, 2 fig. ProcZo00ltSocrallondon:g1003, Volt (2 nn. spp. in: Chordrocarpus; Ventriculina nn. gg.) 1904. BAUDOUIN M., 1. Le Lernaeenicus sprattae, parasite de la Sardine en Vendée. — C. R. Acad. Sc. Paris, T. 139, p. 998-1000. (LZ. sardinace n. sp. avec restriction). 1905. — 2. Les parasites de la Sardine, dans Rev. Scient., Paris, n.° 23, 10 Juin, pP. 715-722, 4 fgs. 1905. — 8. Nouvelles observations sur le Lernaeenicus. Copépode parasite de la Sardine. — Bull. Mus. Hist. Nat. Paris, p. 299-300. (L. encrassicoli). 1850. BENEDEN P. J. van, 1. Mémoire sur le développement et l’organisation des Nicothoés..— Nouv. Mémoires de l’Acad. de Bruxelles, T. X.XIV, avec pl.; oppure Ann. d. Scienc. Natur., 3. sér., Zoologie, Vol. XIII, P- 354-377 avec pl. 1851. — 2. Note sur un Crustacé parasite nouveau, avec l’enumeration des espèces de cette classe qu'on observe sur les poissons du littoral de Belgique. — Bull. de l’Acad. de Belgique, T. 18, n. 1, p. 286-290 avec pl.; oppure l’ Institut, XIX, p. 285-286. L’a. descrive il Lernaeonema musteli par. del Mustelus vulgaris, e assegna alla femmina 45 mm. di lungh. senza le appendici addominali (quest’ ultime misurano 15 mm); inoltre descrive anche il maschio. i 1851. 1852. 1852. 1853. 1853. 1853. 1854. 1855. 1857. — 136 — BENEDEN P. J. van, 3. Recherches sur quelques crustacés inférieurs. — Ann. d. Scienc. Natur., 3 sér., Zoologie, Vol. XVI, p. 71-131, avec 5 pl. L’a. tratta con qualche diffusione delle specie seguenti; Nicothoe Astaci Miln. Edw.; Caligus Hippoglossi; C. elegans van Ben.; C. gracilis van Ben.; Pandarus bicolor; Di chelestium Sturionis; Ergasilina robusta van Ben.; Clavella Mulli van Ben.; C. Hippo- glossi Kr.; Lernanthropus Kroyeri van Ben.; Chondracanthus gibbosus Kr.; Ch. cornutus Mill.; Ch. zeé; Ch. Triglae; Ch. Soleae; Brachiella Pastinacae van Ben.; Lernaeopoda Galei Kr.; Anchorella emarginata Kr.; A. paradoxa van Ben.; A. uncinata Mill. ; A. rugosa Kr.; Lernaconema musteli; Lernaea branchialis. . Note sur quelques parasites d’un poisson rare sur nos còtes (le maigre d'Europe) Sciaena aquila Cuv. — Acad. Roy. de Belg., Extr., T. XIX, n. 9 des Bulletins. 2A — L’a. descrive la n. sp. Lernanthropus Gisleri, maschio e femmina, illustrandola con figura. . Note sur un nouveau genre de Crustacé parasite de la famille des Peltocéphales. — Acad. Roy. de Belg., Extr., T. XIX, n. 1i des Bulletins, I sér., III partie, p. 462-467. i L’a. descrive il Sciaenophilus tenuis van Ben. che vive nella cavità branchiale di Sciaena aquila. Il suo corpo.ha il 4.° paio di piedi liberi. Lungh. tot. 14 mm. colle app. caud.; 6 mm. testa, torace, addome; 8 imm. coda. . Note sur: un nouveau genre de Crustacé parasite, Eudactylina. (E. acuta). — Bull. Acad. Roy. Belg., T. XX, pt. 1, p. 235-239. . Notice sur un genre nouveau de la tribu des Caligiens, genre Kré- | yeria van Bened. — Acad. Roy. de Belg., Extr. des Bulletins, lo OG I i 2374) Aveo DL L’a. descrive la n. sp. Kroyeria lineata. . Note sur un nouveau genre de Crustacé parasite, Pagodina. — Acad. Roy. de Belg.. Extr. du T. XX, n. 4 des Bulletins. L’a. descrive la Pagodina robusta n. sp. che entra nella sinonimia della Nemesis robusta. . Notice sur un nouveau genre de Siphonostome, genre Congericola. — Bull. de l’Acad. de Belg., T. XXI, n. 2, p. 583-580. . . . . . ® . DI . x x L’a. descrive la sp. Congericola pallida v. B., il cui nome generico più tardi è staro cambiato in Cvcnus pallidus; abita le branchie del Congro. Ha 8 mm. di lungh. compresi i tubi oviferi. Il 4 è 1/4 o ‘/; della lungh. del corpo della femmina. ‘ -— 10. Sur le Cecrops Latreillei. — Bull. de l’Acad. de Belg., T. XXII, n. 2, p. 523-527. -- Il. Notice sur un Lernanthrope nouveau du Serranus Goliath. — Acad. Roy. de Belo. Extr. du T. XXIV, n. 1 des Bulletins, av. pl. L’a. descrive il Lernanthropus Petersi v. Ben. ® e 3, vivente sopra il Serranus goliath e raccolta a Mozambicco. a 1857. 1860. 1801. 1870. 1870. 1875. 1883. 1891. 1892. Piane BENEDEN P. J. van, 12. Notice sur un nouveau Dinémoure provenant du Scimnus glacialis. Extr. des Bulletins de l’Acad. Roy. de Belg., T. XXIV, n. 2, ser. 1, p. 226-235, avec pl. L’a. descrive la Dinemoura elongata v. B., e ne dà il disegno. — 18. Notice sur un nouveau genre de Crustacé Lernéen. — Bull. de lA'cad. (de Belg., 2. ser., T. IX, p. 151-163, avec pl. L’a. descrive l’Euterocola fulgens v. B. che vive entro il primo compartimento d’ un tunicato composto, ossia nell’ Aplidium ficus e A. ficoiles van Beneden. — 14. Recherches sur la faune littorale de Belgique: Crustacés. — Mém. de l’Acad. Roy. de Belg., T. XXXIII, 1861. - 15. Les Cétacés, leurs commensaux et leurs parasites. Bull. Acad. de Belg., 2 ser, T. XXIX, p. 347-368. Fra i cop. parass. di cetacei l’ a. cita: 1. Pennella balaenoptera Sars (Iles Loffoden, Islanda) Balaenoptera musculus 2. Pennella crassicornis Stp. et Ltk. sopra dell’Hyperoodon (rostratum) = Butxkopf. 3. Lernaeonema nodicornis Stp. et Ltk. sopra Delphinus delphis. 4. Pennella pustulosa Baird. sopra Delphinus..... — 16. Les poissons des còtes de Belgique. Leurs parasites et leurs com- mensaux. Bruxelles. Troviamo in questo pregiato lavoro citati moltissimi cop. parassiti coll’indicazione pre- cisa del loro ospite e delle parti del pesce su cui vivono. — 17. Les commensaux et les parasites dans le régne animal. Paris. — 18. Animal Parassites and Messmates. International Scientific Series, XIX, D. Appleton & Co. — 19. Deux nouveaux Lernéopodiens recueillis l’un aux Agores, l’autre sur les còtes du Sénégal: Brachiella Chavesii, Br. Chevreuxii. Avec deux pl. — Bull. Acad. Roy. de Belg., 3 sér., T. XXII, n. 7, P. 23-35; oppure Two new Lernaeopoda (Brachiella). — Abstr. in: Journ. R. Microsc. Soc. London, 1891. P. 6, p. 738. L’a. descrive Brachiella Chavesii n. sp. 9 d, specie che, secondo me, sarebbe vicina alla Brachiella Thynni. Per errore Beneden ha indicato come ospite di questa specie un Ceratopterus (Vedi correzione « Quelques n. caligides de la còte d’Afrique » p 249. Nota. 1902). Questa Brachiella proviene dalla Baia di Dakar. Inoltre descrive la Brachiela Chevreuxii n. sp. — 20. Quelques nouveaux Caligides de la còte d’Afrique et de l’Archipel des Agores. Avec 4 pl. et 1 incis. — Bull. Acad. Roy. de Belg., 3 sér., T. XXIII, n. 9-10, p. 241-262. L’a. descrive 5 n. sp.: Caligus Dakari; Nogagus angustatus; Calina brachyura; Pu- pulina flores; Caligera difficilis. — 138 — . 1892. BENEDEN P.J. van, 21. Le mfle de certains Caligidés et un nouveau genre de cette famille (Chlamys n. g. incisus n. sp.) Avec 2 pl. — Bull. Acad. Roy, delBelox 30se1r, #0 XXIII in 3) p.0220-235: L’ a. fa conoscere in questa nota: 1. il maschio di Pandarus cranchii; 2. il maschio e la femmina di Pandarus affinis sp. n.; 3. il gen. n. Chlamys incisus (affine al Peris- sopus); 4. il maschio della Dinemoura elongata. È da notarsi quanto segue: nell’ intro- duzione Beneden scrive che Burmeister (1835) avendo ricevuto dal D.r Stannius alcuni parassiti raccolti ad Helgoland, su uno squalo, tra questi distinse due forme. Riferi l’una al gen. Pandarus, l’ altra al gen. Dinemoura. Queste due forme sono il maschio e la femmina d’ una medesima specie. Dana (U. S. Expl. Exped. Crustacés) ha commesso un errore consimile:: lo Spicilligus curticaudis di Dana è il 7 d’uno dei tre Pandarus che egli descrive. G. M. Thomson (1890) ha fatto la medesima osservazione in Nuova Zelanda, sul Nogagus elongatus di Heller, che è il maschio di Pandarus dentatus e sospetta anzi che i diversi Nogagus sono maschi; ma questo naturalista forse va troppo oltre; poichè 1° a. ha veduto Nogagus accoppiati, trovati nel materiale ricevuto dalle Acores, che non presentano che le differenze sessuali ordinarie in altri caligidi. 1869. BENEDEN P. J. van et LACORDAIRE M. TH., Deèvelopp. des gen. Anchorella, Lernaeopoda, Brachiella et Hessia, con 1 tav: — Bull. Acad. Roy. de tBelo->2Nsery, il SVI p.0223-2540 1870. BENEDEN E. van., 1. Recherches sur l’embryog. des Crustacés: III @) Développ. de l’oeuf et de l’embr. des Sacculines (Sacculina carcini Thomps.) — Bull. Acad. Roy. de Belg., 2 sér., «€. XXIX, IV 6) Développ. des genres Anchorella, Lernaeopoda, Brachiella et Hessia. p. 223. — Bull. Acad. Roy. de Belg., 2 sér. T. XXIX. 1880. —. 2. De l’existence d’un appareil vasculaire è sang rouge dans quelques Crustacés. — Zoolog. Anzeigers. N. 48, III Iahrg. L’a. fa una distinzione fra liquido plasmatico (sistema plasmatico) o liquido cavitario che ha l’ufficio del plasma extravasato dei vertebrati e il liquido ematico (apparecchio ematico). Secondo l’aut. non esisteva in nessun altro crostaceo o artrop.do, nem- meno copepode libero sistema vascolare omologo a quello dei Lernanthropus, Clavella e Congericola; recentemente fu riscontrato dallo Steuer anche per altro genere M)y- tilycola. — Sì potrebbe chiamare « liquide hematique » questo sangue che non è tale, come nei vertebrati, nei vermi e nei crostacei ma servirebbe a trasmettere al liquido cavitario l’ossigeno assorbito, e a facilitare 1’ eliminazione dell’ acido carbonico ; avrebbe l’ufficio dei globuli rossi nei vertebr. » p. 58. 1862. BENEDEN E. et BESsELS. È. , Mémoire sur la formation du blastoderme chez les Amphipodes, les Lernéens et les Copépodes. - Mém. (cour.) de l’Acad. Roy. de Belg., T. XXXIV. 1866. BERGH, Copepodi parassiti vicini al gen. Splanchnotrophus. — Malakol. Unters. Heft. 10, p. 408. Phidiana lynceus og Imaila monstrosa. — Naturh. Foren. Vidensk. Meddel. 1866, p. 116. 1864. BERGSOE V., Philichthys Xiphiae Stp., Monographisk Fremstillet. — Naturhist. Tidsskrift 3 Raek., 3 Bind, p. 87-130, tab. 13, Kjòbenhavn.; (op- pure Ann. des Scienc. Natur., 5, ser. Zoologie, Vol. III, pag. 213, pl. I, 1865). È un'estesa e splendida monografia di questa specie scritta in danese. Vi si trova però unito un sunto in latino Repelilio brevis colla descrizione del maschio e della femmina. 1816. BLAINVILLE H. D., 1. Artikel Lernaea in: Dictionn. d. Scienc. Natur., a Vol. XXVI, p. 112, ff., 1816 (e 1823). 1822. — 2. Mémoires sur les Lernées. — Journal de Physique, T. 95, p. 372-380, et p. 437-447, avec 1 pl. 1674. BocconE, Ricerche e osservazioni naturali. Amsterdam, 1674; oppure Observ. nat. Paris, 1671. (Intorno ad un Hirudo sive Acus cauda utrinque pennata). i 1860. Beck A., Artotrogus og Asterocheres. — Fòrhandlingar of Videnskabs Selskabet in Christiania, aar 1859; p. 171-181, pl. 1, 2. L’a. descrive Artotrogus orbicularis su di una Doris; Asterocheres Lilljeborgi su di un Echinaster sanguinolentus. 1898. BONNIER J., Sur un type nouveau de Copépode gallicole Pionodesmodes n. g., phormosomae mn. isp. — €. R. Acad. Sc., Paris, T. 126, n. 10, p. 769-771. Extr. Revue Scientif. (4), T. 9, n. 12, p. 370-371. 1830. Bosc, Hist. nat. des Crustacés, t. II. 1878-80. BRADY G. G., 1. Monograph of the free a. semi-parasitic Copepoda of the British Islands, 3 vols. London Ray Society, 1878-80 (Vol. 1, 1878; Vol. 2, 1880; Vol. 3, 1880). 1883. — 2. Report on the Copepoda obtained by H. M. S. Challenger Expe- dition etc. in Reports Scientif. Resultats. Voyage Challenger, Zool. Vol. 8, n. XXIII, With 55 pl. (142 p.) [New Zealand Copepoda of the Challenger Expedition. Extr. from. G. G. Brady's Monograph in: The New Zeal. Journ. of Sc. Vol. 1, n. I, p. 35-39; N. 3, p. 117-119]. : L’a. descrive le seguenti specie: Lepeophtheirus submi n. sp. ; Echthrogaleus affinis M. Edw.; Pandarus cranchii Leach.; P. satyrus Dana; P. zygaenae n. sp.; Perissopus dentatus Steen., Ltk.; Alebion carchariae Kròy.; Nogagus grandis Steen., Ltk.; N. lu natus Steen., Ltk.j; N. Latreillii Leach.; N. curticaudis Dana; N. validus Dana; N. Murray n. sp.; Hessella n. g.; [l'Hessella cylindrica n. sp. è secondo alcuni autori una giovane @ di Pennella. Brady la colloca tra i Dichelesthiidae] ; Chondracanihus ? macrurus n. sp.; Lernaca hemiramphi (?) Kroyer; L. abyssicola n. sp. Quest’ ultima specie fu osser- vata durante il viaggio del Challenger dal D." v. Villemoes Suhm., sul Ceratias wra- noscopus, identico, secondo Giinther, col C. hobbòlli della Groelandia. La testa di questa forma è lunga mm. 4, 5 e il corpo coi sacchi oviferi 9g mm. 1898. BRIAN A., I. Catalogo di Copepodi parassiti dei-pesci della Liguria. — Atti della Società Ligustica di Scienze Nat. e Geogr. Vol. IX, tav. I-IV. 1899 1899. 1899. IQOI. 1902. 1902. 1903. 1903. 1903. 1905. 1905. 1860 1897 . BRIAN A. 2. Di alcuni Crostacei parassiti dei pesci dell’ Isola d’ Elba. — Atti Soc. Lig. di Sc. Nat. e Geogr. Vol. X. Crostacei parassiti dei pesci dell’ Isola d’ Elba (II contributo). — Atti Soc. Lig. di Sc. Nat. e Geogr. Vol. X. Diphyllogaster Thompsoni n. gen. e n. sp. di Caligidae della Di- cerobatis giornae Gunt. -- Atti Soc. Lig. Sc. Nat. e Geogr. Vol. X, (con tav.). 4a. Caso di anomalia verificatosi su di una Brachiella del Tonno. — 9. Bollett. Mus. di Zool. e di Anat. comp. della R. Univ. di Genova, anno Iigoi1, oppure: Cosmos, anno 50, n. 835 (5 Genn. 1901). Parigi. i i . Note su alcuni Crostacei parassiti dei pesci del Mediterraneo (tav. I). Atti Soc. Lig. Sc. Nat. e Geogr. Vol. XIII. >. Descrizione di un nuovo genere di Crostaceo lerneide: Silvestria truchae n. g. n. sp. — Atti Soc. Lig. Sc. Nat. e Geogr. Vol. XII. Sulla Lophoura Edwardsii Kélliker e sopra alcuni altri Copepodi del golfo di Genova. — Atti Soc. Lig. Sc. Nat. e Geogr. Vol. XIV. . Sostituzione di nome al nuovo genere di Crostaceo lerneide: Sil- vestria Brian (= Leptotrachelus Brian). — Zoolog. Anz. Bd. XXVI, n. 703 vom 29 Juni 1903. Sui Copepodi parassiti dei pesci marini dell’Isola d'Elba (4.8 Nota). Atti Soc. Lig. Sc. Nat. e Geogr. Vol. XIV. 10. Sui Copepodi raccolti nel golfo di Napoli da Oronzio G. e da Achille Costa (con 2 tavole). — Annuario del Museo Zoologico della R. Università di Napoli (nuova serie) Vol. I, n. 24, 15 Gennaio 1905. Il. Nouveau copépode parasite (Caligus Remorae n. sp.) — Extrait des Archives de Parasitologie, t. IX, n. 4, p. 564, figg. 1-0. . BRUHL C. B., Mittheilungen aus dem K. K. Zoologischen Institute der Uni- versitàt Pest. Nr. 1. Lernaeocera gasterostei, ein Schmarotzerkrebs aus der Familie der Pennellina. Mit. 2 Taf. Wien. L’a. scopre la presenza, nelle Lernaeocerae, di paia di piedi natatori che non erano prima sospettati: e dà anche una illustrazione delle parti boccali. Le sue osservazioni sono importanti quindi per lo studio delle estremità nei Lerneidi. . BRUMPT E., Sur un Copépode nouveau (Saccopsis Alleni, nova species, parasite de Polycirrus aurantiacus Grube); 21 Juin 1897. — C. R. Acad. Sc. Paris. L’a. descrive-un cop. par. di un Polycheta sedentario molto comune nelle cavità delle scorie del fondo del porto di Plymouth. Ne presenta la morfologia. — 14I — . 1858. BRUZELIUS R., Om en i Pennatula rubra lefvande parasit. — Oefvers. Vetensk. Akad. Férhandl. XV, p. 181-185, Taf. 4; oppure Ueber einen in der Pennatula rubra lebenden Schmarotzer. — Wiegmann’s Archiv f. Naturgesch. XXV, 1, p. 286-290, Taf. 9, 1859. L’ a. descrive la Lamippe rubra Bruz., genere che venne più tardi da Thorell collocato tra i Pacilostomi e vicino ai Chondracanthini, ma Gerstaecker lo esclude assolutamente da questa famiglia, nella quale non sembra doversi comprendere perchè il maschio è presso a poco identico alla femmina, e non pigmeo; quindi resta ancora incerta la sua posizione sistematica. 1869. BucHHoLz R., Zur Kenntniss der innerhalb der Ascidien lebenden para- sitischen Crustaceen des Mittelmeeres. — Zeitschrift fur Wissen- schaftliche Zoologie herausg. von Carl Theodor v. Siebold und A. Kéolliker (19"° vol.) mit taf. V-XI, p. 99-155. Leipzig, 1869. L’a. descrive specie della fam. Notodelphyidae: 1. Notodelphys mediterranea n. sp. - 2. Notodelphys pusilla n. sp. - 3. Doropygus pullus n sp. - 4. Doropygus gibber Thorell. - 5. Botachus (Thorell) fusiformis n. sp. 6. Notopterophorus (Costa) elongatus Buchholz. - 7. Goniodelphys trigonus n. sp. n. g. 8. Gunenotophorus globularis Costa. - 9. Ascidicola rosea Thor (v. sin.) - 10. Lichomolgus- elongatus n. sp. 1833. BURMEISTER H., Beschreibung einiger neuen oder wenig bekannten Schma- 189I 1892. 1892. rotzerkrebse, nebst allgemeinen Befrachtungen iiber die Gruppe, welcher sie angehòren. — Nov. Acta Acad. Leopold. Carolin. XVII, {, p. 269-336, mit 3 Taf. L’a. descrive le seguenti specie: Pandarus Carchariae Leach?; Dinematura gracilis n. sp. Chalimus Scombri n. sp.; Bomolochus Belones Burm.; Lernanthropus pupa Burm.; Ler- naeocera cyprinacea Blainv.; e termina con osservazioni d’indole generale sopra il gruppo dei Siphonostoma di Latreille, che per quei tempi, non erano prive d’ importanza. Dà anche un abbozzo di divisione sistematica in famiglie, generi e specie. Le famiglie sono: 1. Pennellina ; 2. Lernaeoda ; 3. Ergasilina; 4. Caligina ; 5. Argulina. Il lavoro è corredato di 4 tavole. . CANU E., 1. Les copépodes marins du Boulonnais. - V. Les semi-parasites. Bull. Scient. de la France et de la Belgique, T. XXIII, p. 476. . Su qualche copepodo parassita osservato nel Boulonnais. — C.R. Acad. Sc. Paris, T. 113 (1891), n. 14, p. 435-437. Extr. in: Revue Scientif., T. 48, n. 16, p. 504-505 (3 n. Sp.). . Les Copepodes du Boulonnais - Travaux du Laboratoire de Zoologie maritime de Wimereux. Amtleteuse (Pas de Calais), Tome VI. Lille, 1892. L’a. tratta con molta competenza dei copepodi liberi e semi-parassiti della fauna marina del Boulonnais e ne dà l’estesa Bibliografia. L’ a. fa menzione, in questo lavoro, della Longipedia coronata, copepode ancestrale (protocopepode). Aggiunge interessanti riflessioni sopra i copepodi in genere e fa allu- sione anche ai parassiti, specialmente accennando alla Lerzaea, al suo sviluppo conden- sato, alla condensation du développement dei copepodi ascidicoli (ce qui est du principalement di l’accumulation considerable du deutoplasme dans l’ovule): e riporta fatti istruttivi di biologia generale, ricordando la progenesi protandrica, la progenesi protoginica ecc. Canu divide i copepodi in monoporodelphya e diporodelphva a seconda che hanno una sola apertura sessuale oppure due orifizi sessuali distinti. L’a. attribuisce a Francesco Redi il merito di avere scoperto il primo copepode normale avendo fatto conoscere il Doropygus della Mentuli (Osservaz. intorno agli animali viventi che si trovano negli animali viventi. Firenze 1684), mentre si attribuiva questo diritto a Stephan Blankaart per una cattiva figura di Cyclops? pubblicata ad Amsterdam nel 1688. A Leeuwenhoek però spetta il primo documento realmente zoologico su questi animali microscopici. 1857. CARUS J. V., 1. Icones zootomicae, I, Taf. X. 1885. — 2. Prodromus faunae mediterraneae. Stuttgart. Sono dall’ a. passati in rassegna e brevemente diagnosticati in latino tutti i generi e le specie di copepodi parassiti riscontrati fino al 1885 nel Mediterraneo e nell’Adriatico. Di ciascuna specie è fornita l’indicazione sulla distribuzione geografica e l’ habitat. È un compendio molto esatto e l’unico così completo finora pubblicato che riguarda arche la distribuzione sistematica dei copepodi parassiti dei pesci e d’altri animali nei nostri mari. 1863. CARUS.J. V. and GERSTAECKER A., Handbuch der Zoologie. 1902. CAULLERY M. et MESNIL F., Sur le Staurosoma parasiticum Will. Copépode gallicole, parasite d’une Actinie. — C. R. Acad. Sc., Paris, T. 134, n. 22, p. 1314-1317. Extr. Revue Scient. (4), T. 17, n. 25, p. 788-89; oppure C. R. Soc. Biol. Paris, T. 54, n. 19, 6 Juin, p. 629-630. 1858. CHENU D.", Encyclopédie d’histoire naturelle, Crustacés. 1867. CLAPAREDE EDp., Miscellanées zoologiques. Observations sur la Lamippe. Ann. d. Science. Natur. 5 sér. Zoologie, Vol. VIII, p. 23-28, pl. 5. Il gen. Lamippe Bruzelius è stato da Thorell compreso tra i Pecilostomi e in verità in vicinanza dei Chondracanthini. Questo genere possederebbe soltanto un paio di mascelle uncinate (?). Gerstaecker, recentemente, esclude affatto il Lamippe dalla famiglia so- pradetta (ed oggi la sua posizione è ancora incerta), dopochè Claparéde riscontrò che i due sessi sono foggiati ugualmente, e cirie il maschio per conseguenza nulla ha che fare col tipo dei maschi pigmei. 1858. CLaus C., 1. Zur Anatomie und Entwickelungsgeschichte der Copepoden. Wiegmann’s Archiv. f. Naturgesch. X.XIV, 1, p. 1-76, Taf. 1-3. 1858. — 2. Ueber den Bau und die Entwickelungsgeschichte parasitischer Cru- staceen. — Cassel, 1858. L’a. espone il risultato di esatte ricerche fatte sui seguenti copepodiì parassiti, che egli descrive: Chondracanthus gibbosus Kr. allo stato di larva.e nella forma adulta femminile e maschile; Lernanthropus Kroyeri van Ben. nei due sessi: e dal lato anatomico; Kroyeria lineata v. Ben. nella forma femminile soltanto. Osservazioni intorno alla sistematica dei cop. par. sì trovano in un capitolo alla fine. 1860. —. 3. Zur Morphologie der Copepoden. 1. Eine Hemmungsbildung von Cyclops. 2. Ueber den Bau von Nicothoè. 3. Ueber die Leibesglie- derung und die Mundwerkzeuge der Schmarotzerkrebse. — Wiirzburger Naturwissensch. Zeitschr. I. Bd. p. 20-36, Taf. 1. titti ta tnt ea cn 1860. CLaus C., 4. Ueber den Bau der Notodelphys ascidicola Allm. — Wiirzburger ISO0I. 1876. 1886. 1887. Naturw. Zeitschr. I, p. 226-233, Taf. 6. 5. Ueber die Familie der Lernàen: Lernaeocera gobina. — Wirzburger Naturwiss. Zeitschr. Bd. II, p. 10-22, Taf. 1. fi. Ueber den Bau und die Entwickelung von Achteres percarum. Zeitschrift fiir Wiss. Zool. Bd. XI, p. 287-308, Taf. 23 u. 24. 7. Untersuchungen tber die Organisation und Verwandtschaft der Copepoden. — W.irzburg. Naturwiss. Zeitschr. Bd. III, p. 51-103. S. Beitriàge zur Kenntniss der Schmarotzerkrebse. — Zeitschr. f. Wiss. Zool., Bd. XIV, p. 365-382, Taf. 33-36. L’ a. premette. osservazioni assai istruttive sull’ organizzazione interna dei Caligus (C. branchialis Malm., C. gracilis Van Ben. e C. pectoralis Mill.) raccolti in Helgoland, indi passa a descrivere la Latkenia Asterodermi un nuovo genere di caligide. — Trattando del genere Bomolochius e affini di cui studia la morfologia, descrive le specie B. cornutus, B. soleae, B. (Eucanthus) balistae. L’a. illustra pure un nuovo notodelfide, ossia lo Sphaeronotus Thorellii, e accompagna la memoria con tre tavole. 9. Grundzige der Zoologie. — Marburg et Leipzig. 10. Beobachtungen ber Lernaeocera, Peniculus und: Lernaea. Ein Beitrag zur Naturgeschichte der Lernaeen. Mit 4 Tafeln. — Scbriften der Gesallschaft zur Befòrderung der gesammten Naturwiss. zu Marburg, 2. Supplement -Heft. L’a. descrive la Lernaeocera esocina Herm. e il Peniculus fistula; e studia le meta- morfosi della Lernaea branchialis. 11. Ueber Sabelliphilus Sarsii und das Mànnchen desselben. — Zeitschrift f. Wiss. Zool. Bd. XXVI, Taf. 10. Leipzig. 12. Neue Beitràge zur Kenntniss parasitischer copepoden nebst Be- merkungen tber das system derselben. — Zeitschrift fiir Wiss. Zool. Bd. XXV. 4. mit 3 Taf. Leipzig. L’a. dopo aver trattato del gen. Hersilia Phil. parla dell’ importanza dell’ apparato boccale nella divisione delle famiglie naturali, quindi discorre degli Ergasilidi, dei cope- podi Nereidicolidi, Ascidicolidi, dei Siphonostomi e in particolare del gen. Lamproglena. 18. Die Schalendrise der Copepoden (9 Nov. 1876). — Sitzungsb. d. K. Akad. d. W. Math. Nat. Cl., Bd. LXXIV. Abth. I. L’a. tratta di copepodi liberamente viventi, ma incidentalmeute accenna anche alle glandole del mantello nel gen. Achtheres, p_720. 14. Ueber Lernaeascus nematoxys, eine seither unbekannt gebliebene Lernaee. Anzeiger der K. Akad. der Wiss. Wien. Nr. XXV. 15. Uber Lernaeascus nematoxys Cls. und die Familie der Phi- lichthyden. — Arbeiten des Zool. Institutes zu Wien, Tom. VII, Heft. 2. mit 4 Taf. Wien. 1889 — L’a. descrive il maschio del detto filictide, e la forma giovanile dei due sessi; descrive la femmina adulta, ossia nello stadio di formazione delle uova; tratta in particolar modo della femmina dei generi Philichthys e Sphaerifer, e. infine distingue i caratteri propri a tutta la famiglia, delle forme maschili così diverse da quelle femminili. Aggiunge la diagnosi dei gen. Leposphilus di Hesse e del suo Lernaeascus e accompagna |’ impor- . tantissimo lavoro con 4 magnifiche tavole. . CLAUS C., 16. Ueber neue od wenig bekannte halbparasit copepoden instes. der Lichomolgiden u. Ascomyzontiden-Gruppen. Wien. — Arb. Zool. Inst. Wien, T. VIII, p. 39. ° Nemaloden 1890. CogB N. A., Neue parasitische Copepeden. Mit. Abbild. — Arch. f. (GO? 1805 1874. 1840. Naturg. 55. Jahrg., 1 Bd., 2 Hft., p. 149-151. v. Kikenthal. Fauna Spitzbergens. % CORDINER, Lernaca salmonea Linn. — Antiq. and Sc. of N. Scot. 7, 8, Db Vidi 2 . CORNALIA E., 1. Sulla Lophoura Edwardsii di Kélliker. Osservazioni zoologiche e anatomiche... — Atti della Società Italiana di Scienze Naturali. Vol. IX, p. 1-10, tav. 1. L’a. completa la descrizione che ci ha lasciato Kolliker su questo interessantissimo parassita e l’ accompagna con buone figure. — 2. Sulla Taphrobia pilchardi n. g. di crostaceo parassita. — Atti Soc. Ital. Sc. Nat., Vol. XVIII, fasc. II, p. 197, tav. VI. Costa O. G., Fauna del Regno di Napoli. Entomostraca (1840) 1852. . Nel Catalogo dei crostacei del Costa, pubblicato nel 1840, separatamente dall’ opera sui crostacei. colle tavole, che comparve ulteriormente, si trovano citate sei specie di copepodi, che sono: Cyclops marinus (Euchata); Edwardsia (Sapphirina) fulgens; Cecrops Latreillit; Gunenotophorus globularis; Notopterophorus elongatus; N. elatus. Di tutte queste forme citate, il Costa descrisse soltanto. l’Edwardsia fulgens, corredando di figure la descrizione. Pure fisurati, ma non descritti appariscono soltanto nel testo il Gunenotophorus globularis, Notoplerophorus elongatus, N. elatus, ma-non è stata riportata nè la figura, nè alcun cenno sulle rimanenti ‘forme. In una tavola segnata col numero 3 in fondo all'opera, l’ a. ha rappresentato un copepode parassita senza nominarlo. La fisura è inesatta, tuttavia ritengo che il copep. parass. disegnato possa essere una Nemesis (forse N. robusta); ma evidentemente si osserva. che il disegnatore è incorso in un errore nel rappresentare un individuo maschile, al quale egli ha appiccicato i tubi oviferi esterni, propri della femmina. ; 1798. CUVIER G. L., 1. Tableau élémentaire de l’histoire naturelle. Paris. * 1817, — 2. Régne Animal. Paris. Première edit. Tom. III. 18209. — 8. Régne Animal. Paris. (Edizione riveduta). Tom. III 1850. DANA J. DI 1. On the eyes of Sapphirina, Corycaeus etc. — Silliman’s Americ. Journ. of Science, 2 sér., IX, p. 133. N TT 1852 . DANA J. D., 2. United States Exploring Expedition during the years 1838-1842, under the command of Charles Wilkes. U. S. N. XIII. Crustacea, 1852. (Atlas Crustacea, Philadelphia 1855). Nell’ Atlante dei crostacei sono disegnati: Tav. 93. Caligus americanus, fig. 1, p. 1317. » 94. Monstrilla viridis, fig. 1, p. 1351. » » Argulus pugethensis, fig. 2, p. 1351. » >» Caligus Thynni, fig. 3, p- 1353. » » Caligus productus, fig. 4, p. 1354. » » Caligus gracilis, fig. 5, p. 1356 » » Lepeophtheirus Bagri, fig. 6, p. 1357. » » Calisles Trigonis, fig. 7, p. 1359 » » Caligeria bella, fig. 8, p. 1360. » » Nogagus validus, fig. 9, p. 1363. Tav. 95. Pandarus concinnus, fig. 1, p. 1366. » » Pandarus satyrus, fig. 2. » » Pandarus brevicaudis, fig. 3. » » Dinematura braccata, fig. 4. » » Lepidopus armatus, fig 5, p. 1373. » » Specilligus curticaudis, fig. 6, p. 1375 Tav. 96. Lernacopoda californiensis, fig. 1, p. 1379: 1811. DELAROCHE F., Sur deux animaux vivants sur les branchies des poissons. Nouv. Bull. d. 1. Soc. Philomat. II, p. 270-272. Sopra Chondracanthus Zei e Chondr. Thynni. 1880. DELLA VALLE A., l. Sui Coriceidi parassiti e sull’ anatomia del gen. Licho- molgus. — Roma, 2 tav. Dopo una prefazione con dissertazione sui coriceidi parassiti, l’ autore passa a descri- vere: Lichomolgus Sarsii Claparède, L. Actiniae n. sp., L. Pieroidis n. sp., L. Chromodo- ridis n. sp.; n. g. Anthessius, A. Solecurli n. sp., A. Pleurobrancheae n. sp. 1883. — 2. Sui Copepodi che vivono nelle Ascidie composte del golfo di Napoli. Relazione del prof. Todaro in: Atti R. Accad. Lincei (3). Transunti Vol: 7, Fasc. 9, p. 180. L’a. descrive Enterocola fulgens van Beneden e Kossmechthrus notopus Della Valle, (1 tavola). 1825. DESMAREST A. G., Considerations générales sur la classe des crustacés. 1763 1901 Paris. Vi è soltanto un sunto sui crostacei tolto da Blainville (Dict. d. sc. nat.). . ErLis. Philos. Transact. Vol. 53; p. 433. Intorno alla Pennalula filosa e sagitta. . EMBLETON A. L., Goidelia japonica (n. gen. n. sp.). A New Entozoic Copepod from Japan, associated with an Infusorian (Trichodina). With 2 pls. — Journ. Linn. Soc. London, Zool. Vol. 28, No 181, p. 211, 228, 220 — in Abstr. Journ. R. Micr. Soc. London, 1901. Ns Ipai277. n 146 — 17.... FABRICIUS CHR., Reise nach Norwegen, p. 284. Sopra la Lernaea Pinnarum. 1780. FABRIcIUS OTTO, l. Fauna groenlandica, p. 335 und ff. 1794. — 2. Heltens Gjelle-orm, Lernaea Lavareti. — Skrivt. Naturhist. Selsk. Kjébenhavn III 2, p. 21-25. 1860. FiscHER S., Beitràge zur Kenntniss der Entomostraceen — Abhandl. Math. Phys. Classe Akad. Munchen, S. Bd., 3 Abthlg., p. 645-680, Taf. 20-22. L’a. dà la descrizione e la figura di Lepeophtheirus exsculptus Fischer, la cui patria è ignota. 1847. FREY H. und LEUCKART R., Beitràge zur Kenntniss wirbelloser Thiere, 1847, p. 165. Gli autori rilevano che il Caligus leptochilus è identico al C. rapax M. E.?; descrivono il Chalimus fissato sull’esterno tegumento di Caligus curtus; Nogagus gracilis; Pandarus bicolor; P. lividus n. sp., tutte specie dell’ Helgoland. igor. FRIC A. und VAvRA V., Untersuchungen iber die Fauna der gewàasser Bòhmens, V. Prag, igor. — Archiv der Naturw. Landesdurchfors- chung von Bòhmen, XI Band, No 3. Igor. GADD PEHR., l]. Nagra fòrut obeskrifna, parasitiskt lefvande Copepoder. — Meddel. Soc. Fauna Flora Fenn. 27 Hft., p. 98. L’a. descrive le n. sp. Ergasilus biuncinatus, Achtheres sandrae, Lernacopoda extumescens. 1904. — 2. Parasit-Copepoder i Finland. — Acta Societatis pro Fauna et Flora Fennica, XXVI, N. 8. 1895. GARBINI A., Appunti di Carcinologia veronese. — Mem. dell’ Acc. di Verona, Vol. LXXI, serie III, fasc. 1. Verona. j L’ autore enumera 8 specie di crost. parassiti di pesci delle acque dolci: Ergasilus Sieboldii v. Nordm. [sul Cyprînus; branchie]. Dichelestium sturionis Herm. [.Acipenser sturio; branchie]. Lamproglena pulchella Nordm. [Alburnus e Scardinius ; vranchie]. Lernaeocera esocina Burm. [Esox; branchie]. Lernaeocera cyprinacea L. [Cyprinus; branchie, muscoli]. Anchorella emarginata [ Alosa; branchie]. Achtheres percarum Nordm. [Perca; gola, archi branchiali]. Argulus foliaceus L. [Cyprinus e Gasterosteus; pelle]. 1870. GEGENBAUR C., Grundzige der vergleichenden Anatomie. Leipzig. 1853-54. GERSTAECKER A. D.", 1. Ueber eine neue und eine weniger gekannte Siphonostomen-Gattung, und Beschreibung zweier neuer Siphono- stomen Gattungen. — Wiegmann’s Archiv f. Naturgesch. XIX, 1, Pi 58270, Tafg iu. 4 OSL priest 7, SIA L’a. descrive in questi due lavori prima l’Elytrophora brachypiera e poi Lonchidium aculeatum (Kròyeria van B.), Gangliopus pyriformis e Nogagus angustatus. —_ 147 CSO 1870-71. GERSTAECKER D. A. 2. D.' H. G. Bronn’s Klassen und Ordnungen des 1887. GIARD 1889. — 2 1889. — 8 1895. — 4 18960. — 5 1897. — 6 Igoo. — 1889. GIARD 1893. — 2 1894. — 53. 1888 1807. D di Thier-Reichs. V. Band, Gliederfissler. Lieferung 11-16. Leipzig u. Heidelberg. A., l. Sur un Copépode (Cancerilla tubulata Dalyell), parasite de l’Amphiura squamata Delle Chiaje. — C. R. Acad. Sc., Paris, T. 104, p. 1189, séance du 25 Avril 1887. . Sur l’association de Pennella Orthagorisci Parceval et de Conchoderma virgatum Spengl. -- Le Naturaliste (2) 11. Ann. N.° 50, p. 82. * Si sono osservati Conchoderma (cirripede) sia nella regione toracica, sia in vicinanza delle aperture genitali di Pennella di Balaenoptera rostrata Fabr. Per esempio P. Mayer ha osservato Pennelle (P. filosa L.?) di Xiphias gladius che portavano Conchoderma nella loro parte posteriore, e Giard ha segnalato l’ associazione di C. virgatum con Pennella Orthagorisci Parceval. . Sur le Peroderma cylindricum Heller, Copepode parasitaire de la Sardine. — €. R. Acad. Sc. Paris, T. 107, n. 23, p. 929-931. Revue Scientif. (3), T. 42, n. 24, p. 777. 1889. . Sur l’éthologie du genre Thaumaleus Kréyer (famille des Monstril- lidae). — C. R. Acad. Sc. Paris, T. 120, p. 937-940. . Sur le parasitisme des Monstrillidés. — C. R. Acad. Sc., Paris, T.123, n. 20, p. 836-839. Extr. Revue Scient. (4), T. 6, n. 6, n. 23, p. 726. Académie des sciences. Séance du 16 Nov. 18096. . Sur le parasitisme placentaire des Monstrillidae. C. R. Soc. Biol. Paris (10), T. 4, N. 5, p. 137-138. . Sur un type oublié de la famille des Monstrillidae (Thaumatoessa armoricana Hesse) et sur un cas nouveau de parasitisme chez les Monstrilla. — Bull. Soc. Entom. France, N. 20, p. 395-397. (n. g. Zhaumatohessta). A. et BONNIER J., I. Note sur 1’ Aspidoecia Normanni et sur la famille des Choniostomatidae. — Bull. Scient. de la France et de la Belgique, T. XX, p. 341-72. . Sur deux types nouveaux de Choniostomatidae des còtes de France: Sphaeronella microcephala G. et B., et Salenskia tuberosa G. et I} — (Gi IR AAcachiStesy Eta) 25 Sean 6% Contributions è l’étude des Epicarides - Sur les Epicarides parasites des Arthrostracés et sur quelques Copépodes symbiotes de ces Epi- carides. — Bull. Scient. de la France et de la Belg. T. XXV, p. 417-493, tab. 5-13. . GIESBRECHT W., l. Berichte d. Commiss. z. Unters. d. deutschen Meere, p. 38. System der Ascomyzontiden, einer semiparasitischen Copepoden Familie. — Zool. Anz., 20 Bd. N. 521, p. 9-14 - N. 522, p. 17-24. — 148 — 1897. 1899. 1751. 1883. 1784. 1905. 1842. 1842. 1784. 1887. 1888. 1902. GIESBRECHT W., 3. Notizen zur Systematik der Copepoden. — Zool. Anz. 20 Bd. N. 536, p. 253-255. 1897 — Ausz. von F. Zschokke. Zool. Centralbl. 4 Ihg. N. 18, p. 627-628. — 4. Die Asterocheriden des golfes von Neapel und der Angrenzenden Meeres — Abschnitte. (A. u. d. Tit.: Fauna und Flora des golfes von Neapel, 25 Monogr.) Mit 11 Taf. Berlin. (2 Tit., 217 p.). GISLER, Laxlusen. — K. Vet. Akad. Handl. GISSLER C. F., A new Parasitic Copepod Crustacean. — From the American Naturalist, Vol. 17, p. 885-886. August, 1883, with figg. L’ a. descrive Caligus pacificus n. sp. GoEZzE J. E., Von den Fischlernien. — Leipziger Magazin zur Naturkunde, p. 39-49. Mit 1 Tafel. GoGGIo E., Intorno al gen. Clavella (Hatschekia Poche). Estratto dai l’Archivio Zoologico. Napoli, 1905, Vol. 2, Fasc. 2, da pag. 215 a ZE, pag. 225, Tav. 13. L’a. descrive nuove specie: Hufschekia Cernae sp. o. - Haischekia Richiardii sp- n. GooDsir H., i. On a new genus and on six new species of Crustacea, with observations on the development of the egg and on the metamorphoses of Caligus, Carcinus and Pagurus. — Edinburgh New Philosoph. Journ. XXXIII, p. 174-192, c. tab. 2. - —. 2. Note sur le développement des ceufs du Caligus et sur les méta- © morphoses que ce Crustacé éprouve. — Ann. Sciene. Natur. 2 sér., Zool. Vol. XVIII, p. 181-184. L’a. è il primo ad aver fatto conoscere le uovadei caligidi e i primi stadi di sviluppo di esse (Nauflius) in una comune specie di Caligus trovata in Scotland. Descrive anche gli organi riproduttori della femmina adulta. ; GòTZE J. E., Von den Fischlernàen. — Leipziger Magazin zur Naturkunde, p. 39-49, mit 1 Tafel. GOURRET P., 1. Su qualche crostaceo parassita dei Phallusii. — C. R. Acad. Sc. Paris, T. 104, N. 3, p. 185-187 — in: Abstr. in Journ. R. Microsc. Soc. London 1887. P. 3, p. 392. — 2. Études zoologiques sur quelques Crustacès parasites des Ascidies. Paris. GRAEFFE, Ubersicht der fauna des Golfes von Triest. v. Crustacea S. 16. — Arbeiten d. Zool. Inst. Wien, Bd. XIII. 27. GRANT R. E., 1. On the structure and characters of Lernaea elongata from the artic. Seas — Edinburgh. Journ. of Science VII, p. 147-154. — 149 = 1820. GRANT R. E., 2. Sur la structure et les caractères de la Lernaea elongata. —. Ferussac Bull. Scienc. Natur., XVII, p. 312-313. Questo lavoro e il precedente uguale, contengono la più completa e la migliore descrizione di una Lernaea fino al 1832. 1861. GRUBE, Ausflug nach Triest und dem Quarnero. — Beitrige zur Kenntniss der Thierwelt. Berlin. L’a. cita nell’ elenco degli animali osservati nell'Adriatico, tre sole specie dei nostri crostacei succhiatori; il Lernanthropus Kròyeri, l’ Anchorella uncinata e una specie nuova di Chondracanthus. 1840. GUERIN, Iconographie du Règne animal. Crustacés. Zoophytes. L’a. illustra alcune forme note a’ suoi tempi di copepodi parassiti: Caligus piscinus Guérin (oggi Lepeophtheirus Thompsoni Baird); Cecrops Latreillii Leach., tav. 35, fig. 8; Anthosoma crassum Abild., tav. 35; fig.9; Dichelesthium Sturionis Herm., tav. 35, fig.10; Nemesis Lamnae Risso (N. mediterranea), tav. 35, fig. 11; Chondracanthus Triglae Nordm., tav. IX, fig. 8 (Medesicaste) ; Ch. Zei, tav. IX, fig. 9; Brachiella Thynni Cuv., tav. IX, fig. 6. 1863. HAECKEL E., Beitràge zur Kenntniss der Corycaeiden. — Jenaische Zeitschr. fur Mediz. u. Naturwiss. 1863. HANCOCK A. and NORMAN A., On Splanchnotrophus an undescribed genus of Crustacea parasitic in Nudibranchiate Mollusca. — Transact. of the Linnean Soc. f. London, Vol. XXIV, p. 49-60, pl. 15, 16. Questo genere di copepode parassita è incluso nella famiglia Chondracanihidae. 1892. HANSEN H. J., l. Rhizhorhina Ampeliscae n. gen. n. sp. En ny til Herpyl- 1897. lobiidae n. fam. horende copepod, snyltende paa Amp. laevigata Lilljb. — Entomol. Medd., III. Kjobenhavn. L’a. descrive il detto copepode appartenente alla fam. HerpyMobiidae, che vive parassita sull’Ampelisca luevigata Lillj.; e la Salenskya tuberosa G. et B., parassita dell'A. Spi- nipes Boeck. Questi crostacei inviano nel corpo del loro ospite una specie di tentacoli ramificati e rigonfi. . The Choniostomatidae. A family of Copepoda, Paràsites on Crustacea Malacostraca. With 13 pls. — Copenhagen. Fred Host & Sen. (206 p.) Secondo J. Richard, ancora poco tempo fa non si conosceva che qualche raro copep. par. d’ altri crostacei, mentre che un gran mumero- di specie di quest'ordine erano conosciute come parassite d’altri animali, in particolare dei pesci. Hansen ha fatto cono- scere, dopo, più di quaranta specie d’ una famiglia nuova (Choniostomatidae) di cui tutti i membri sono parassiti dei malacostraci. Uno solo (Aspidoecia) vive sul lato o sul dorso del suo ospite, qualcheduno vive nella camera branchiale, ma il più gran numero si trova nel marsupium dell’ animale infestato. In generale non si trova che una sola specie sul medesimo ospite e il più spesso un 7 e ®; tuttavia si conoscono specie che si trovano in ispecie diverse di crostacei. Le dimensioni di questi copepodi parassiti variano da 0,"":3 a 5," 5 per la lunghezza delle femmine, e da o," 14 a 0,m"92 per quella dei maschi. Il rostro, bene sviluppato nei due sessi, ha l’ aspetto d’ una ventosa in fondo della quale si vede la bocca e le punte delle mandibole. Si sa che l’Aspidweia fora il suo ospite e ne succhia il sangue; c'è luogo a credere che lo stesso si verifichi per gli altri membri della medesima famiglia, a causa della similitudine che si osserva nella struttura dei pezzi boccali. Gli ovisacchi sono deposti separatamente; Hansen ne ha trovato fino a 28 deposti da una medesima femmina. Giard e Bonnier hanno mostrato che i crostacei parassiti dei diversi gruppi causano la castrazione parassitaria nel loro ospite. È anche assai generalmente il caso dei copepodi di cui è questione qui. Salvo tre, che sono parassiti degli isopodi appartenenti ai generi Ianira e Munnopsis, e cinque, parassiti di cumacei (G. Diastylis, Endorella e Iphinoe). tutte le specie di Sphaeronella sono parassite di amfipodi così come i Stenothocheres. Gli Homeoscelis si trovano nei cumacei, i Choniostoma nei caridi, i Mysidion e gli Aspidoecia sui mysidi. La lista delle specie di questa grande famiglia di cop. par. è numerosissima (46 specie). 1902. HANSEN H. J., 3. Echinocheres globosus n. gen., n. sp., a Copepod parasitic în spines of an Echinothurid. With 1 pl. — Vid. Meddel. Nat. Foren. Kjobenh., p. 437-448, 449. 1871. HARTMANN R., 1. Uber d. v. Poren durchsetzte Chitinskelet d.. Caliopus Cecrops u. gewisser Lernaeoceren. — Sitzber. d. Ges. Naturforsch. Freunde. Berlin (Oct. 1870) 1871, p. 60-61. 1870. — 2. Beitrage zur anat. Kenntniss der Schmarotzerkrebse. — Archiv fur Anat. u Phys., Ing. 1870. I. -- Bomolochus Belones Burm., p. 116-158, Tav. IILIV. 2. — Lernaeocera Barnimii mihi, p. 726-752. Tav. XVIEXVIH. Sono due importanti monografie nelle quali i detti copepodi parassiti sono studiati in modo quasi esauriente sotto il punto di vista morfologico e anatomico, almeno per lo stadio adulto. 1888. HAaRrTOG M. M., The morphology of Cyclops and the relations of the Co- pepoda. — Trans. Linn. Soc. London, V, p. 1-46. 1893. HECHT E., Note sur un n. Copep. par. des Nudibranches. — Arch. Zool. Bbxpérim. (3) DT. 1, N. 1, pi XIICXKVI. L’a. descrive lo Splanchnotrophus angulatus Hecht. parassita negli eolidi (Aeolîs papil- losa L. e Aeolis glauca A. et H.) e trovato a Roscoff. 1879. HEIDER C., 1. Die gattung Lernanthropus. — Arbeit. d. Zool. Instit. Wien. u. Triest. T. II. Hft. 3, p. 269-368, mit 5 Taf. — Auch separ.: Wien, Hòlder, 1870. È una interessantissima monografia del genere Lernanthropus colla descrizione di tutte le specie che erano note fino al 1879. L’ autore scopre e descrive (in pari tempo di Van Beneden) in questi animali, un apparato di circolazione, ossia un sistema vascolare in cui scorre il sangue o meglio un liquido hematigue come vuole Van Beneden, che avrebbe l’ufficio dei globuli rossi nei vertebrati. 1880. — 2. Abwehr (gegen van Bened.).. — Zoolog. Anzeiger, 3 Ihg. 1880, D- 93-94. 1865. HELLER C., 1. Crustaceen der Novara-Expedition. È un voluminoso lavoro interessantissimo sotto il rapporto della specigrafia e indi spensabile agli studiosi. di copepodi parassiti, essendo descritte molte specie muove. I generi trattati dall’ a. sono in numero di 36 e le specie di 64. — il 1866. HELLER C., 2. Carcinologische Beitràge zur fauna des Adriatischen Meeres. — Aus den Verhandlungen d. K. K. Zoolog.- Botanischen Gesellschaft in Wien (1866) besonders abgedruckt. È un elenco di crostacei, fra cui non pochi copepodi parassiti viventi nell'Adriatico. 1780. HERBST J. F. W., 1. Beschreibung einer sehr sonderbaren Seelaus vom 1781. — 2. Hamorfisch. — Schrift. ,d. Gesellsch. Naturf. Freunde zu Berlin, I, p. 56-67, mit 1 Taf. L’a. descrive con gran numero di dettagli il caligide col nome di Seelaus vom Hemorfisch, che corrisponde alla Dinemoura Lamnae di Baird e alla Dinematura producta di Miller. Beschreibung der Flinderlaus. Schrift. d. Gesellsch. Naturf. Freunde zu Berlin, III, p. 94-102, mit. Taf. 1903. HERDMAN W. A., (vedi I. Thompson and A. Scott). — Report to the government of Ceylon on the Pearl oyster fisheries of the gulf of Manaar. Published by the Royal Society, 1903. —- Supplementary Report VII. On the Copepoda by Isaac. C. Thompson, F.L.S., and Andrew Scott, A. L.S. 1783. HERMANN, Helmintologische bemerkungen. — Naturforscher, n. 19. (Ueb. Lernaea squamicola und L. Lotae). 1884. HERRICK C. L., A Final Raport on the Crustacea of Minnesota (Cladocera a. Copepoda) Minneapolis. 1838. HERRIK and DANA, United States exploring Expedition. — Silliman’s Jour- nal, Vol. XXXIV. 1858. HEssE E., 1. Mémoire sur les moyens à l’aide des quels certains Crustacés 1860. — 2. 1862-68. — 3. parasites assurent la conservation de leur espèce. — Ann.d. Scienc. Nat., 4 sér. Zoolog., Vol. IX, p. 120-125. L’ autore descrive il cordone frontale con cui i giovani Pandarini e Chondracanthus durante lo stato di Chalimus si fissano per un certo periodo sul corpo della madre. Embryons de Caliges (Caligus) et de Trébies (Trebius) in C. R. INCASSI PA. Recherches sur les Crustacés rares ou nouveaux des còtes de France. Ann. d. Science. Nat. 4 sér., Zoolog., Vol. XVII, p. 343-355; pl. 18; idem Vol. XX, p. 101-132, pl. 1. Idem 5 sér., Zoolog. Vol. III, p. 221-226. » » » » IV, p. 229-257, pl. 6 et 7. » » » > VI, p. 51-86, pl. 4. » » » 3 VIE p. 199-215; pl. 4. » » » Pa EXSIE P. 53-01. — 152 — 1864. Hesse E., 4. Observations sur des Crustacés rares ou nouveaux des còtes de France. — Ann. Science. Nat., 5 sér., Zoolog., Vol. I, art. 3, P- 333=350, pl. snet az: L’a. descrive i seguenti copepodi par. delle ascidie: Notopterophorus papilio Hesse, Polycliniophile corisoformis Hesse, Botrylophilus ruber Pesse, B. virescens Hesse, Ichnograde ruber Hesse, Podolabis fulvus Hesse, P. albidus Hesse, Ophioseide cardiocéphale Hesse. 1877. — 5. Description des males des Lernanthropes de Gisler et de Kròoyer. — Rev. Sc. Natur. VI. 1877. — 6. Remarques sur le genre Chalime. — Ann. Scienc. Nat., 6 sér., i Zoolog. Vol. V, art. 10. 1879. — . Description des Crustacés rares ou nouveaux des còtes de France. — Ann. d. Science. Nat. 6 sér., Zoolog., Vol. VIII, art. 29. L’a. descrive 7 specie n. di Cycnus che in un mio lavoro ho dimostrato appartenere al gen. Clavella oggi Hatschekia ; e 3 specie di Kròyeria: Cycnus Crenilabri Hesse; C. Labri mixti; C. Labri Donovaini; €. Acantholabri exoleti; C. Labri trimaculati; C. Pagelli Bogneravei; C. Canthari grisei; Kroyeria Scyllii Cani- culae Hesse; K. Carchariae-glauci; K. Acanthias vulgaris. 1879. — 8. Description d’un nouveau Crustacé parasite appartenant è la sous- classe des crustacés suceurs, de l’ordre des Lernéides, formant la nouvelle famille de Lernèopalmiens et le nouveau genre des Stylo- phores. — Ann. d. Scienc. Nat., 6 ser., Zoolog., Vol. VIII, (1879), Ate 5 10 GI La femmina di questo cop. par. descritto da Hesse, è lunga 5 cent. ed è stata trovata nella cavità nasale della Raja rostrata. 1880. — 9. Description de deux Crustacès nouveaux male et femelle du genre Dinemoure, dècrits et peints sur les individus vivants. — Éxtrait de la Revue des Sciences Naturelles. Juin 1880. L’a. descrive la Dinematura Musteli laevis n. sp. 1883. — 10. Crustacès rares ou nouveaux des còtes de France. (Descrip. de plusieurs Crustacès parasites de l’ordre des Siphonostomiens) Ann. d. Scienc. Nat., 6 sér., Zoolog., Vol. XV, art. 33, 48 pagg. pl. 4-6. L’a. descrive la forma giovanile di Nogagus spinacis acanthiae n. sp.; dà il suo con- tributo alla conoscenza della fisiologia e biologia di alcuni caligidi: Cecrops Acantkii- vulgaris n.; Lepimacrus n.; L. Jourdainii sopra Lamna cornubica; Pandarus Carchariae glauci n.; P. Musteli-laevis n.; P. Spinaciî acanthias n.; P. unicolor. 1884. -— Il. Crustacès rares ou nouveaux des còtes de France. Ann. d. Scienc. Nat., 6 ser., Vol. XVI, art. 34, p. 1-18, pl. 12-14. L’a. descrive Eudactylina Carchariae-glauci n.; E. Musteli-laevis n.; E. Squatinae- angeli n.; Rròyeria Galei-vulgaris n.; Pagodina Carchariae-glauci n. Ma =. = 1886. HessE E., 12. Descript. de deux Crustacès parasites de l’ordre des Sipho- nostomes. Ann. d. Scienc. Nat., 7° sér., Zoolog., Vol. V, art: 37, pP. 340-362, pl. 14-15. L’a. descrive Cecrops Latreillii e Laemargus muricatus. 1857. Haven J. Van der, Note sur les genres Cecrops et Laemargus. — Mémoires d’Entomol. d. la Soc. Entom. des Pays-bas, I, p. 67-87. L’a. descrive il Cecrops Latreillii Leach ® e 9 e il Laemargus muricatus Kròyer DEE 1851. HoPE F. G., Catalogo dei Crostacei ital. è di molti altri del Mediterraneo. — Napoli. 1802. HoLTEN H. S., Lernaea Merlucii og Exocceti, to nye Arter. — Skrivt. Naturhist. Selsk. Kj6benhavn, V, 2, p. 135-137. 1879. HoRsT R., ]. Uber zwei neue Schmarotzerkrebse M. 2 Taf. — Tijdschr. Nederl. Dierkund. Vereenig. (Haag) 4 Deel. p. 51-55. L’a. descrive Lernacenicus Gempyli (von einem Fische) e un’altra specie di cop. parassita della Polynoè rarispina. 1897. — ?. Philorthagoriscus serratus Kr. (Dinematura serrata Kr.) With 1 pl. 1900 1824 Notes Leyden Mus., Vol. 19, N. ‘/,.. Note XIV, p. 137-144. L’a. stabilisce un n. g. per la Dinematura serrata di Kròyer. . JENSEN SOREN, Nogle Oplysninger om Rhizorhina Ampeliscae H. J. H., Herpyllobius arcticus Stp.-Ltk. og Fam. Herpyllobiidae. Med 2 Tavl. — Overs. K. Dansk. Vid. Selsk. Forhdlgr. n. 1, p. 61-104, 105-106. . JOHNSTON G., 1. Notice respecting the genus Caligus of Leach — Edinburgh Philosoph. Journ. X, p. 292-294. 1835- — 2. Lernaea uncinata.- London’s Magaz. of Nat. Hist. VIII, p. 565-566. 1835. — $. Pandarus alatus and lamnae (ebenda VIII, p. 202-205). 1836. — 4. Chondracanthus lophii, nov. spec. (ebenda IX, p. 81-83). 1888. JOUBIN L., Note (contenue dans un pli cacheté) sur les ravages causés chez 1880. 1892 les Sardines par un Crustacé parasite. — C. R. Acad. Sc., Paris, 1g Novembre 1888, p. 842-844. — Sur un Copépode parasite des Sardines (Lernaeascus)? — C. R. Acad. SCESO 7A N27 PA 117/00 . KANE W. F. DE WISMES, On a new species of Lernaeopoda (bidiscalis) from the West Coast of Ireland, and Polperro, Cornwall. — With 2 pl. Proc. R. Ir. Acad. (3) Vol. 2, n. 2, p. 203-211. — Abstr.: Journ. R. Micr. Soc. London 1892. P. 4, p. 480. 1363. 1879. 1887. 1859. 1890. 1835. 1853. 1877. 1800. 1877. KEFERSTEIN W., Ueber einen neuen Schmarotzerkrebs, Nereicola ovata Keferst. — Zeitschr. fir Wissensch. Zoolog., XII, p. 461-463, Taf. 42. L’a. descrive Nereicola ovata sp. n. parassita sulla pelle di Nereis Beaucoudrayi Aud. KERSCHNER, Ueber zwei neue Notodelphyiden. — Denksch. d. K. K. Akad. Wiss. Wien. Bd. XLI, p. 9 e 10. Questo autore ha notato per primo l’esistenza dell’ ovario impari nei Notodelphys, Doropygus ecc. e indicato il modo di sviluppo degli ovuli a modo di rosarii intrecciati in seno degli ovidotti. KIRK T.W., On a curious Parasite (Anthosoma Smithii Leach.) from the Porbeagle Shark (Lamna cornubica). With. 1 pl. — Trans. N. Zea- land. Inst. Vol. 20 (3), p. 31-33- KNER R., Il. Uber mannchen und weibchen von Euryphorus Nordmanni M. Edw. — Sitzungsber. d. Wiener Akad.d. Wissensch., XXXIV, p. 268-274, mit 1 Taf. Wien. K@HLER R., Les Crustacés parasites des Ascidies. Avec 12 figg. — Le Na- turaliste, Ann. 12, n. 78, p. 131-134; D. 79, p. 137-138. KOoLLAR V., Beitràge zur Kenntniss lernaeenartigen Crustaceen. — Annalen des Wiener Museums fiùr Naturgeschichte, I, 1, p. 72-92, mit 2 Taf. L’a. descrive e figura i seguenti copep. paras.: Yracheliastes stellifer KIlr., Tr. ma- culatus Kllr., e fa osservazioni sul 7. polycolpus Nordm., quindi descrive e figura Basanistes Huchonis Nordm. e ne studia la larva e lo sviluppo. KòLLIKER A., Bericht liber einige im Herbst 1852 in Messina angestellte vergleichend anatomische Untersuchungen. Gatt. Lophoura. — Zeitschr. f. Wissensch. Zoologie, IV, p. 359. L’a. descrive ia nuova forma femminile di un copepode par. Lophoura Edwardsiî, trovata infissa nella carne del Lepidoleprus calorbynchus e che sta vicino allo Sphyrion laeve di Cuv. KoREN J. a DANIELSSEN D. C., En ny art af slaegten Pennella. — Faun. litt. Norweg. 3 Hft., p. 157-163. Gli autori descrivono una nuova specie del gen. Pennella. KoRSCHELT E. und HemER K., Entwickelungsgeschichte der wirbellosen Thiere, Jena. KossManN R., Zoologische Ergebnisse einer Reise in die Kisten gebiete des Rothen Meeres. — Entomostraca (1 theil Lichomolgidae). Leipzig, p. 24 con VI tav. (Parte IV). Dei Copepodì parassiti del mar Rosso fino al 1877, secondo l’a., solo erano note due specie non denominate di Caligus, Bomolochus parvulus, Lamproglena Lichiae e L. Hemprichi. TT 1837-38. KRéovER H., 1. Om SnylItekrebsene, isaer med Hensyn til den danske Fauna. I. Om Lernaeerne i Almindelighed. II. Systematisk Oversigt af Snyltekrebsene. III. Formbeskrivelser. Naturhistorisk Tidsskrift, I. p. 172-208, p. 252-304, p. 476-505, p. 605-628, tab. 2-3 u. 5-6. — IL p. 8-52, p. 131-157, tab. 1 u. 3. Kjòbenhavn. L° a. dà molte figure che in parte sono troppo poco ingrandite. I sei fascicoli molto istrut- tivi contengono, tra altri generi, alcuni nuovi fondati dallo stesso autore: Aethon quadratus trovato sulle branchie di un Serranus; Indie occidentali. - Selius bilobus dell’ Aphrodite punctata e Tucca impressus tolto dalle pinne pettorali di Diodon bystrix; Indie occidentali; (genere che fu più tardi, nel 1865, studiato di nuovo da Nordmann). 1863. — 2. Bidrag till Kundskab om Snyltekrebsene. — Naturhistorisk Tidsskrift, 3. Raekke, II. Bind., p. 75-426, tab. 1-18. — Separat: Kjòbenhavn, 1863. È un lavoro importantissimo con diagnosi latine. Disgraziatamente il testo è scritto in norvegese, lingua poco accessibile per noi italiani. L’a. descrive una moltitudine di specie nuove: 18 specie n. di Caligus; 14 sp. n. di Lepeophtheirus ; alcuni Dinematura, Lernanthropus, Bomolochus, Ergasilus, molti Chondra- canthus, moltissime nuove Anchorellae, per tacere di una quantità di muovi altri generi e specie appartenenti a famiglie diverse e che troppo lungo sarebbe qui enumerare. . In tutto 115 specie di copepodi parassiti nuovi o poco noti e generi 37, senza contare 5 forme di argulidi. Il lavoro è accompagnato da 18 tavole con figure che forse avrebbero avuto maggior pregio, un po’ più ingrandite. 1870. KR6YER og SCHIODTE, Herpyllobius og Silenium. Kjòbenhavn. 1877. KuRrz W, l. Studien ber die Familie der Lernaeopodiden. — Zeitschr. ftr Wiss. Zool., t. XXIX. È questo un lavoro assai pregiato nel quale compariscono descritti alcuni nuovi o poco noti lerneopodidi e di essi l’a. fa conoscere con molta precisione ed esattezza la struttura delle parti boccali e le antenne; accompagna la descrizione con buone figure e descrive per talune forme anche il maschio. Le specie descritte sono le seguenti: Achtheres Selachiorum n. sp.; Brachiella Pastinacae Baird.; Anchorella hostilis Heller. ; A. Sargi n. sp.; A. fallax Heller.; A. emarginati Kr.; A. Scombri n. sp.; A. Triglae Claus; Cestopoda amplectens n. sp. (Naobranchia cygniformis Hesse); Cest. Lizae Kr. Infine espone i risultati di un confronto fra le estremità di questi ed altri lerneopodidi. 1877. — 2. Eunicicola Clausii, ein neuer Annelidenparasit. Wien. 1801. LAMARCK DE, G. B. P., 1. Système des animaux sans vertébres. L’a. classifica i lerneidi fra i molluschi. 1809. — 2. Philosophie Zoologique. L’a. esclude i lerneidi dalla classe dei molluschi e li pone in quella degli anellidi. Più tardi nell’ « Extrait du Cours de Zoologie » 1812, egli indica la necessità di formare una classe distinta per riceverli, che egli chiama degli Epizoaîres, una serie di animali che non può riferire esattamente a nessuna classe determinata di esseri viventi. — 156 — 1816. LAMARCK DE, G. B. P. 8. Hist. Nat. Anim. sans vertébr. 1.8 ediz. 1816 (altra ediz. 1838). L’a. ponendo le lernee tra gli Epizoaria così si esprime: « questi animali 5’ avvicinano ai vermi e agli insetti, senza somigliare agli uni e agli altri ». 1792-1805. LATREILLE P. A., }. Histoire naturelle générale et particuliére des 1525. 1816. 1810. 1855. 1888. 1888. 1889. 1851. 1853. crustacés et des insectes, 14 vols. Paris. Nel vol. dell’anno 5802 presenta notizie sul gen. Caligus dandoci dettagli fatti co- noscere precedentemente da Miiller e da altri. I caligidi formano qui il 2.° ordine dei Pneumonura. LATREILLE M., 2. Familles naturelles du règne animal, exposées succincte- ment et dans un ordre analytique, avec l’indication de leurs genres; 1825. Till tyska af Bertholds: Natirliche Familien des Thier- reichs etc. 1827. LEACH D.', i. Articolo « Annulosa » — Encycl. Brit. Supp. I. 1816, p. 405. iN} Sono descritti e figurati Cecrops Latreillii Leach e Pandarus bicolor Leach. Quest’ aut. introduce il gen. Caligus Muller e descrive una specie britannica Caligus Miilleri Leach (= C. curtus Mull.). Articolo « Entomostraca » — Dictionnaire des Sciences Naturelles. Introduce il gen. Caligus di Muller e descrive questo caligide. Inoltre descrive Pan- darus Carchariae Leach.; Nogagus Latreillii Leach. LEIDY J., 1. Ueber Cepon distortus sehr Kurz beschrieben in: Contributions tovards a knowledge of the marine invertebrate. Fauna Philadelphia. . A Crustacean parasite of the Red. Snapper (Lutjanus Blackfordi) Anchorella fasciculata. — Proc. Acad. Nat. Sc. Philad. 1888, p. 138- 139. — 3. Parasitic Crustacea (Lernaeonema procera n. sp.) — Proc. Acad. Nat. Sc. Philad. 1888, p. 165. — 4. A parasitic Copepod (Chalimus tenuis) — Proc. Acad. Nat. Sc. Philad. 1889, p. 95. LeypIG FR., Il. Ueber ein neues parasitisches Krustenthier. — Wiegmann's Archiv f. Naturgesch. XVII, 1, p. 259-262. È descritto un nuovo copepode che l’ a. chiama Sphaerosoma Corvinae e che trovò nei canali mucipari di una corvina. . Neuer Schmarotzerkrebs auf einem Weichthiere. — Zeitschr. £. Wissensch. Zoolog. IV, p. 377-382, Taf. 14. L’a. descrive un nuovo copepode parassita della Doris lugubris ossia la Doridicola agilis che sembra a Nordmann (1865) identica al gen. Artotrogus. . LESUEUR C. A., On three new Species of Parasitic Vermes, belonging to the Linnaean Genus Lernaea. — Read February 17, 1824. 1859. LEUCKART R., 1. Ueber die Gesichtswerkzeuge der Copepoden. — Wieg- mann’s Archiv. f. Naturgesch. XXV, 1, p. 247-262, Taf. 6 u. 7. 1859. — 2. Carcinologisches. Ueber Notopterophorus Costa. — Wiegmann's Archiv f. Naturgesch. XXV, 1, p. 241-247, Taf. 6. 1877. LEVINSEN G. M., Om nogle parasitiske Krebsdyr, der snylte hos Annelider. Kjobenhavn, 1877, 8 n. Kpfrt. Sono descritti cop. par. di anellidi: Selioides Bolbroei Lev. n. g. e sp. - Rbhodinicola elongata Lev. n. g. e sp. - Herpyllobius arcticus Stp. Ltk. (Silenium Polynots Kr.) - H. crassirostris Sars (Silenium crassirostre Sars) — Bradophila pigmaea Lev. n. g. n. sp. — Sac- copsis Terrebellidis Lev. n. g. n. sp. (Herpyllobius articus? Stp. Ltk.) - Crypsidomus Tere- bellae Lev. n. g. n. sp. 1851-52-55. LiLjeBorG W., Om Hafscrustaceer vid Kullaberg i Skane. — Ofvers. af K. Vet. Akad. Fòrh. 1855. LinpsTtroMm G., Bidrag till Kinnedomen om Ostersjons evertebrat-fauna. — K. Vet. Akad. Forh. 1746 e 1761. LINNEO C. A., l. Fauna suecica. — Stockholmiae (1.° ediz. 1746). Nella prima ediz. del 1746 l’ a. descrive un animale parassita trovato sopra Cyprinus carassius. Stabilisce da questa specie il gen. Lernaea. L’ a. descrive pure brevemente un Pediculus Farionis, evidentemente una specie di Caligus. Nella seconda ediz. aggiunge una lernea che abitando le branchie del salmone fu detta Lernaca salmonea, stata descritta e figurata da Gisler negli Act. Holmens 1751 col nome di Pediculus salmonis. 1747. — 2. Iter Vestrog, 171. L’a. dà notizie di una specie di Lernaea trovata sulle branchie di una specie di Gadus: Lern. asellina. 1758. — 8. Systema Naturae (10. ed.), I, Holmiae (Stockholm). 1766. — 4. Systema Naturae (12. ed.), Stockholmiae (Stockholm) - (13. ed.), Vindobonae (Vienna), 1767. L’ autore ammette l’ esistenza di 4 specie di lernee (forme di cop. par. che egli così chiama) e che cataloga tra i vermi. Non sembra conoscere i Caligus o li confonde con gli Argulus. 1889. LONNBERG E., Bidrag till Kannedomen om fritt lefvande Caligider. — Verh. Biol. Ver. Stockholm, Bd. I, p. 148-158. 1887. Lucas H.,- 1. Sur le Shaerifer cornutus Rich. — Ann. Soc. Entomol. France (6) T. 7, 1 Trim. Bull., p. LI. 1887. — 2. Sur le Cecrops Latreillii — Ann. Soc. Entomol. France (6) T. 7, I. Trim. Bull., p. XXXIXXXII. 1860. LUBBOCK J., On some oceanic Entomostraca collected by Capt. Toynbee. Transact. of the Linnean soc. of London, XXIII, p. 173-192, pl. 29, L’aut. descrive il Baculus elongatus Lubbock, che è secondo Mrazek una forma gio- vanile di Pennella. ee 158 — 1897. MALAQUIN A., 1. Evolution des Monstrillides (Haemocera n. g. Danae Cipd. et Haemocera filigranarum n. sp.) — C. R. Acad. Sc., Paris, T. 28, n. 2, p. 99-102. — Extr. Revue Scientif. (4), T. 7, n. 2, p. 54- 1900. — 2. Nouvelles recherches sur l’évolution des Monstrillides. — C. R. Acad. Sc., Paris, T. 30, n. 7, p. 427-430. — Extr. Revue Scientif. (4), TR5, sigg ino E jo 2465 Igoi. —. $. Le parasitisme évolutif des Monstrillides. — Arch. Zool. Expèr. (3), T. 9, n: I, avec 3 pls., p. 81-160, n. 2 avec, 4 pls., p. 161-218, 232; oppure in: Ausz. von F. Zschokke Zool. Centralbl. 9 Ihg. n. 2, pP. 53-59 — Abstr. Journ. R. Micr. Soc. London, 1902, P. 1, p. 46-47. igor. — 4. La Thaumatoéssa armoricana Hesse, et les phénomènes de dégéné- rence pendant la vie libre des Monstrillides. — Bull. Soc. Entom. France, n. 12, p. 216-219. 1863. MALM A. W., Nya fiskar kràft-och blotdjur Goteborgs. — K. Vet. o Vitterh. Samh. handl. VIII — anche nelle: Zoologiska Observationer, 4. héftet-Goòteborg. È qui descritto il lerneopodide Vanbenedenia Kroyeri Malm., p. 114, pl. I, che nel mare di Kattegat l’ a. ha riscontrato quattro volte, femmine sole, fissate alla spina della natatoria dorsale anteriore di Chimaera monstrosa. 1879. MAvER P., Carcinologische Mittheilungen. - V. Pennella und Conchoderma. VII. Ein neuer parasitischer Copepode. — Mittheil. Zool. Station Neapel, I Bd. p. 53 und 515-521, Taf. 17. (n. gen. /re Balanoglossi n. sp.) i Nella prima nota l'a. fa osservare Pennelle (P. filosa L.?) di X7iphias gladius, che portano Conchoderma (Cirripede) fissato alla loro parte posteriore. Lo stesso fatto è segnalato da Giard. Nella seconda nota l’ a. descrive il n. gen. di copepode Ine parassita del Balanoglossus. 1824. MAYOR., Notice sur une nouvelle espèce de Lernaeopoda. — Bullet. Scienc. Soc. Philomat., Vol. XXIV, p. 24-25. Sulla Lernaeopoda stellata e salmonea. 1899. MESNIL FéL. et CAULLERY M., Evolution des Monstrillides. — Proc. IV. In- ternat. Congr. Zool. Cambridge, p. 221. 1868. METZGER, Ueber das Mainnchen und Weibchen der Gattung Lernaea vor der Eintritt der sogenannt rickgeschreitenden Metamorphose. — Nachrichten Gesellsch. Wiss. Univ. Gòttingen (anche in: Archiv. f. Naturg. Iahrgang XXXIV). L’a. studia il yg e la 9 della Lernaea nello stadio larvale che precede la metamorfosi regressiva, cioè a dire, nello stadio dell’ accoppiamento. 1904. MicuLICICA M., 1. Thynnicola Ziegleri n. g. n. sp. — Zool. Anzeiger, 13 i SEPEMIOOAMP 17; BIOS 2 L’ autore descrive un copepode parassita del tonno che egli ritiene come nuovo, mentre che invece sarà più tardi (solo pochi mesi dopo) riconosciuto da Stenta per Brachiella Thynni Cuv. 1905. -- 2. Zur Kenntnis der Gattung Brachiella Cuv. und der Organisation der Lernaeopodiden mit. 7 fig. — Zool. Anzeiger Bd. XXVIII nr. 18 Leipzig. Miroslaw Miculicich (1905) con questo pregiato lavoro (pubblicato estes. nel Zeit. fiùr Wiss. Zoolog. 1905) porta un contributo notevole sulla conoscenza anatomica e istolo- gica del gen. Brachiella finora poco noto sotto questo aspetto. Avendo ottenuto buoni preparati di sezioni egli è stato in grado di porgerci chiara rappresentazione dell’ orga- nizzazione interna di questi copepodi parassiti, di cui studia pure la struttura istologica. I905. — 8. Weitere Mitteilungen zur Kenntnis der Gattung Brachiella Cuv. — Zool. Anzeiger Bd. XXVIII. n. 21/22, 11 April 1905. 1877. MIERs. Lernaeopoda arcturi. -- Ann. Mag. N. H. (L.) xx, 1877. p. 106, oppure in: Nares’ « Narrative of a Vogage to the Polar Sea » II Crusta- cea, p. 247. 1833. MILNE-EDwARDS, H., I. Mèmoire sur l’organisation de la bouche chez les Crustacès suceurs. — Ann. d. Scienc. Natur. Vol. XXIX. p. 78-86. L’a. studia la struttura e la formazione delle parti boccali nei cop. parassiti (Siphono- sthomi). 1840. — 2. Histoire naturelle des crustacès, comprenant l’anatomie, la physio- logie et la classification de ces animaux. Paris. È un importantissimo lavoro in cui sono passati in rassegna e descritti tutti i cro- stacei, compresi anche i copepodi parassiti, conosciuti fino al 1840, distribuiti in ordine sistematico e divisi in generi, famiglie e ordini. L’ autore ordina i cop. par. in un prospetto sistematico, fondato su caratteri artificiali, ma che ha il merito d’ essere stato il primo tentativo di classificazione di qualche valore. 1786. MODER, Acta suecica p. 256 u. ff. Intorno alla Pennatula sagitta e filosa. 1895. MRAÀZEK Ar., Uber Baculus Lubb. und Hessella Br. Ein Beitrag zur Ana- tomie der Lernaeiden. Mit 2 Taf. und 2 Holzchn. — Sitzgsber. K. Béhm. Ges. Wiss. Math Nat. Cl. 1895. XLIV. Ausz. vom. Verf. Zool. Centralbl. 3 Ihg. n. 7. p. 237-238. L’a. riconosce nel Baculus elongatus di Lubbock una forma giovanile di Pennella, così pure nell’ Hessella cylindrica Brady, nota la stessa cosa. 1852. MUÙLLER FR., Eine Beobachtung tiber die Beziehung der gattungen Caligus und Chalimus — Wiegmann’s Archiv. f. Naturgesch. XVIII, 1. p. 91-92. L’a. rileva che i Chalimus non sono che forme larvali di certi caligidi. — 160 — 1777. MULLER OTHO FR., l. Zoologia Danica. L’a. introduce il genere Caligus sotto il nome di « Binoculus» adottando questo nome da Geoffroy, ma più tardi nel 1785 sul suo Entomostraca fonderà il gen. Caligus. 2. Entomostraca, seu Insecta testacea quae in aquis Daniae et Norve- giae reperit, descripsit, et iconibus illustravit. Lipsiae et Hafniae. (Leipzig and Copenhagen). L’a. fonda il gen. Caligus. 1869. MUNTER D'. JuL. u. BucHHoLz D'., Beitrag zur carcinologischen Fauna Deutschlands. — Mittheil. aus dem naturwissensch. Vereine von Neu-Vorpommern und Riigen. Berlin. i Il gruppo dei parassiti (Siphonostoma Latr.) è rappresentato da: Argulus foliaceus L. — Achtheres Percarum Nordm. Lernaeocera cyprinacea sul Cottus gobio — Lernaeopoda car- pionis Kròy. - Ergasilus gibbus Nordm. - Ergasilus Sieboldii Nordm. branchie del Cy- prinus Jeses - Lernaea branchialis L. - Basanistes salmoneus M. Edw. - Tracheliastes maculatus Kollar - Tr. polycolpus Nordm. branchie di Cypr. Blicca. 1832. NORDMANN A. v., i. Mikrographische Beitràge zur Naturgeschichte der wirbellosen Thiere, II Heft. Berlin. È importantissima la comparsa di questa pregiata memoria nella storia dei copepodi parassiti, perchè è da questo momento che detti animali assunsero il posto naturale nella classe dei erostacei. L° a. studia non solo. una grande quantità di forme nuove facendo osservazioni sulla loro struttura esterna, ma anche rileva i caratteri salienti dell’ organizzazione interna e ne segue lo sviluppo larvale. Tralascio di citare le specie studiate in questa memoria, perchè è opera fondamentale che non può essere sconosciuta, anzi dev’ essere consultata sovente, da chiunque studia cope- podi parassiti. Ricorderò soltanto che più importante di tutto è la seconda parte (IL zweite abhandlung. Beitrag zur Naturgeschichte der Lernaèn) ove è trattato magistral- mente di una forma d’ acqua dolce l’Achtheres Percarum, di cui lo studio sarà più tardi ripreso e completato da Claus, ed è stato il fondamento per le ricerche ulteriori intra— prese da questo autore e da altri sui lerneidi. Neue Beitraege zur Kenntniss Parasitischer Copepoden. Erster Beitrag. — Bullet. d. 1. Soc. des Natur. de Moscou, XXXVII, 2. p. 461-520, Taf. 5-8. In questo secondo importante lavoro l’ a. aggiunge altre notizie sui copepodi paras- siti e descrive altre n. forme sia di generi sia di specie. Fra i generi nuovi egli descrive Strabax, Pseudulus, Norion, Donusa, Stalagmus, Peniculus. Oltre a ciò descrive specie non conosciute ancora dei gen. Pernella, Tucca, Lernanthropus. L’a. premette alla memoria un elenco bibliografico delle opere più utili riguardanti i cop. par. studiati fino a suoi tempì e riporta un prospetto sistematico delle famiglie e dei generì secondo Steenstrup e Litken (1861). 1863. NysTRòM C. L., Iakttagelser ròrande Faunan è Jemtlands vattendrag. — Akademisk Athandling. 1863. 1815. OKEN L., Lehrbuch der Naturgeschichte. Th. III p. 184. ff. und. p. 357. f£. In questo manuale di storia naturale l’autore segue Linneo e pone le lernee fra i molluschi, è però il primo a cominciare a dividerle in diversì gruppi generici. 1868. 1870. MOgiza 1877. 1896. 1861. 1893. — 161 — Orsson P., I. Prodromus faunae Copepodorum parasitantium Scandinaviae Lunds Univ. Arsskrift. Tom. V. È un lavoro di valore faunistico e sistematico. L’a. enumera e descrive con diagnosi latina una moltitudine di cop. par. propri della fauna scandinava, distribuiti in ordine sistematico. La ricerca delle specie è facilitata con tabelle sinottiche. Le n. sp. descritte sono le seguenti: Nogagus socialis; Echihrogaleus perspicax; Chon- dracanthus annulatus; Lernaeopoda Edwardsi; L. longimana n. subsp. La memoria è accompagnata da 2 tavole. — 2. Nova gen. parasit. Copepod. et Platyhelminth. Lund. Fra i cop. par. l’autore presenta l’Eualcyonium rubicundum n. sp. in Alcyonio digitato, che egli descrive in latino; e il Lamippe rubra, parass. della Pennatula rubra, descritto da Bruzelius. — 8. Om ein ny parasitisk Copepod. (Lernaeopoda clavigera) med. 1 taf. — Ofversigt af Kongl. Vetenskaps-Akademiens Fòrhandlingar, 20. Arg. 1872. (1873) n. 5 p. 63-65. — 4. Om parasitiska Copepoder i Jemtland. — Ofversigt af Kongl. Vetenskaps-Akademiens Fòrhandlingar., n. 5, 1877. Stockholm. L’a. cita e descrive accompagnando con diagnosi latina le descrizioni, e con figure, alcune specie nuove: Caligus borealis n. sp: Lernaeopoda Maraenae n. sp.: L. alpina n. sp.: L. Lotae n. sp. — 5. Sur Chimaera monstrosa et ses parasites. — Extrait Mèmoires de la Soc. Zool. de France. Tom. IX, p. 490, anneè 18096. Fra i par. di altre classi di animali, per questo pesce, l’ au. cita i seguenti copepodi: Caligus curtus Miller; C. rapax Miln. Edw.; Vanbenedenia Kròyeri Malm. PAGENSTECHER A. H. D'., Thersites gasterostei, eine neue gattung para- sitischer Crustaceen. — Wiegmann'’s Archiv. f. Naturgesch. XXVII. I. p. 118 - 126 Taf. 6. L’a. descrive come nuova questa specie Thersites gaslerostei Pagen. (sinonima di Erga- silus gaslerostei Kr.). PALLAS. Elenchus zoophyt. p. 364. Sopra la Pennatula (Pennella). PARASITIC CRUSTACEAN on a Flying-Fish (Pennella Blainvillii) With fig. Bull. Liverpool Mus. Vol. 1. n. 1. p. 23-24. È descritta la P. Blainvillii parassita di un pesce volante. PEDASCHENKO D. D., 1. Sur la segmentation de l’ ceuf et la formation des feuillets embryonnaires chez la Lernaea branchialis L. Note prèlimi- naire. — Revue Sc. N. Petersbourg, 4° anné, p. 197-199. II figg. — 2. Uber die Entwicklung des Nervensystems und der genitalzellen und die Dorsal organe von Lernaea branchialis. — Arb. Nat. Ges. Petersbourg. Tome 37, 11 pagg. oppure: Lernaea branchialis in: Trav. Soc. Imp. Natural. S. Petersbourg. Vol. 27. Livr. 1. C. R. 1896. n. 6. p. 187-194. — 162 — 1899. PEDASCHENK0 D. D., 8. Lernaea branchialis L. Die Embryonalentwicklung 1770 1838 1902 1906 1885 1884 1887. und Metamorphose von Lern. branch. Mit 6 lith. Doppeltaf. u. einem deutsch. Rèsumè. — Trav. Soc. Imp. Natural. S°. Petersbourg. Vol. 24. Livr. 4. p. 1 — 229, 230, 246. Rèsumè p. 247, 295, 296, 310 (III p.) In questi lavori di Pedaschenko è studiata a fondo l’embriogenesi della Lernaea branchialis. . PERNETTY A. J., Voyage aux Iles Malouines. Paris. L’a. descrive senza nominarlo, un anim. parass. riconosciuto oggi per Brachiella Thynni ne dà i disegni (p: 93, T. 1. PI. I figs. 5, 6). . PICKERING CH., M. D. and. DANA J. D., Description of a specie of Caligus (C. Americanus). — Silliman’s Americ. Journ. of Science, XXXIV, p- 225-266, pl. 3-5. Read before the Yale Nat. Hist. Soc. Feb. 20, 1838. L’a. descrive il Caligus americanus ne’ suoi caratteri esterni come in quelli interni, e accompagna questo studio con splendide figure. È opera di molto pregio per quei tempi. . PocHE FR., Bemerkungen zu der Arbeit des Herrn Bassett - Smith: « A Systematic Description of Parasitic Copepoda found on Fiches, with an Enumeration of the Known Species » Zool. Anz. 26 Bd. n. 685, p.8-20. L’a. fa osservazioni critiche a riguardo di un lavoro di Bassett-Smith, indicato dallo stesso titolo. Giustamente propone la sostituzione del nome n. Orthagoriscicola per il gen. Lae- margus copepode parassita, il cui nome era stato occupato prima tra i pesci da Muller e Henle : così pure propone per il gen. Lophoura Kollar, quello di Rebelula n. nuovo, come anche quello di Hatschekia per il sen. Clavella di Oken, mentre stabilisce che con questo ultimo nome venga distinto il genere Anchorella. Tutto ciò in merito alle leggi della Nomenclatura zoologica approvate nel 1895. . QuUIDOR A., Sur le Leposphilus labrei Hesse et sur la famille des Philich- thydae. Comunicazione nella seduta del 22 Gennaio 1906 all’ Aca- dèmie des Sciences. (Cosmos, 55.° année N. S. n. 1097 p. 135, 3 fèvrier 1906). . RAFFAELE F. e MONTICELLI F. S., Descrizione di un nuovo Lichomolgus parassita del Mytilus gallo -provincialis LL. — Mem. R. Accad. TEM cAi(1) AVIO LAM . RATHBUN RICH., l. Annotated List of the described Species of parasitic Copepode (Siphonostoma) from American Waters contained in the United States National Museum. — Proceedings U. S. Nat. Mus. Vol. 7, p. 483-492. L’ autore dà un elenco delle specie di copep. parassiti dei mari americani contenuti nel Museo Nazionale degli Stati Uniti. . Descriptions of parasitic Copepoda belonging to the genera Pan- darus and Chondracanthus. With 7 pl. — Proc. U. S. Nat. Mus. Vol. 9, p. 310-324 — Abstr. in: Journ. R. Microsc. Soc. London, 1887, P. 3, p. 395 (4 n. sp.). L’a. descrive quattro nuove specie appartenenti aì generi Pandarus e Chondracanthus. 1887 1836 1837. 1843. 1900 1870 1876. 1876. — 163 — . RATHBUN RICH., 8. Descriptions of (4) new. species of parasitic Copepods belonging to the genera Trebius, Perissopus and Lernanthropus. — Proc. U. S. Nat. Mus. Vol. Io, p. 559-571. L’a. descrive le seguenti nuove specie: Trebius tenuifurcatus ; Perissopus communis colla varietà Stimpsoni; Lernanthropus Brevoortiae; L. Pomatomi, e ne dà le relative figure distribuite in 7 tavole. . RATHKE H., 1 Bemerkungen uber den Bau der Dichelesthium Sturionis und der Lernaeopoda stellata mit. 1 pl. Nov. — Act. Acad. Leopold. Carol. Vol. XIX, p. 125-168. Studio anatomico del Dichelesthium, da esemplari conservati in alcool. . Ueber Lernaeopoda stellata zur Morphologie. — Reisebemerkungen aus Taurien, p. 35. . Beitrag. zur Fauna Norwegens. — Nov. Act. Acad. Leopold. Carol. Vol. XX, I. p. 1-264. mit. 12 Taf. Bonn. L’a. tratta del Caligus curtus, C. diaphanus e hippoglossi, Nicothoe astaci, Chondra- canthus Lophit, Ch. gibbosus P e 9, Lernaca branchialis e Peltogaster paguri et carcini (Cirripedia). . RETZIUS A., Beskrifning 6fver en ny Skandinavisk Lernaea fran Nordsjòn, Kallad Lernaea Dalmanni. — Kongl. Vetensk. Akad. Handling. Stockholm p. 109-119, c. tab. oppure: Beschreibung einer neuen Scandinavischen Lernaea aus dem Nordsee, Lernaea Dalmanni gennant. Froriep Notizen Bd. XXIX. p. 6. fig. 5-9, 1830. Idem in TSI) 6 ig Aa DS, Lg L’a. descrive la Lernaea Dalmanni (Charopinus Dalmanni) . RICHARD J., Essai sur les parasites et les commensaux des Crustacés — Arch. de Parasitol. T. 2. n. 4 p. 548-590, 591-595. L’a. per quanto riguarda i copepodi, parla delle scoperte di Hansen sulla famiglia dei Coniostomatidae parassiti e commensali di altri crostacei e dà la lista di tutte le forme nuove di questa famiglia fatte conoscere da quel naturalista, . RICHIARDI S., l. Intorno ad una n. sp. del gen. Bomolochus (B. Ostracionis) con fig. — Arch. per la Zool., 1’ Anat. e la Fisiol., 2 Ser., Vol. 2, fasc. 1, p. 47-59. Sopra lo Sphaerifer cornutus Rich., Sphaerosoma Corvinae Leydig ed una nuova specie del gen. Philichthys Steenstr., Ph. Sciaenae Rich. con 1 tav. — Atti Soc. Tosc. Sc. Nat. Pisa, Vol. 2, fasc. 2, p. 99-II1I. . Intorno al Peroderma cylindricum dell’ Heller e sopra 2 nuove specie del gen. Philichthys. — Atti Soc. Tosc. Sc. Nat., Pisa., Vol. II, fasc. 2° ed ultimo. L’a. oltre ad uno studio sul gen. Peroderma ed alla specie P. cylindricum presenta la descrizione del Philichthys Edwardsii e del Philichthys Steenstrupii, e di essi dà le figure. E: 164 CS 1877. RICHIARDI S., 4. Descrizione di due specie nuove di Lernaeenicus (L. ne- TSO 1877. 1878. 1879. 1880. 1880. ISSI. 18SI. glectus, L. vorax) con osserv. intorno a questo ed ai gen. Lenaeo- cera Bl. e Lernaeonema M. Edw. — Atti Soc. Tosc. Sc. Nat. Pisa, Vo MIEfascAl — 5. Descrizione di cinque specie nuove del gen. Philichthys ecc. — Atti Soc. Tosc. Sc. Nat. Pisa, Vol. III, fasc. 1, p. 166. L’ a. descrive il Philichthys Lichiae, Ph. Denticis, Ph. Pagri, Ph. Pagelli, Ph. Baraldi e una nuova sp. del gen. Sphaerifer, Sph. Leydigii, e dà di tutte queste n. sp. le figure. — 6. Dei Filictidi: osservazioni critiche e descrizione di 6 n. sp. — Atti Soc. Tosc. Sc. Nat. Pisa, Vol. III, fasc. 1, p. 180. L’a. descrive e dà le figure dei seguenti: Philichthys Sieboldit; Ph. minimus; Ph. Grubeii; Ph. Agassizii; Ph. Haeckelii ; Ph. Muraenae. Propone il termine nuovo (Polyrrbynchus) da usarsi per distinguere questo genere Philichtys e parla del gen. n. Colobomatus di Hesse che, occorre, sia meglio studiato e descritto per ammetterlo e fissarne la sua posizione nella famiglia dei filictidi. Dichiara che il gen. Sphaerifer fa parte di questi e in ultimo presenta una lista completa di 20 Filictidi noti fino al 1876. — 6a. Tripaphylus musteli. — Processi verbali Soc. Tosc. di Sc. Nat. in Pisa, p. XX. — ". Sopra 5 sp. nuove di crostacei parassiti. — Processi verbali, Soc. Tosc. Sc. Nat. Pisa, Marzo 1879, p. LXXXI. (Lernanthropus brevis Rich.; L. vorax Rich. ecc.). — $. Sopra due nuove specie di crostacei parassiti. — Proc. verb. Soc. Tosc. Sc. Nat. Pisa, p. XXVI; Zool. Anz., n. 48, p. 69, 3 Ihg. Brachiella. ramosa del pesce spada; Philichthys fiatolae dello Stromateus fiatola Linn. — 9. Catalogo sistematico dei crostacei che vivono sul corpo degli ani mali aquatici — Catalogo Sez. Ital. Esposiz. Internaz. di Pesca. Berlino, 1880 - Firenze - anche in Pisa tip. Vannucchi 1880, (8 p.). L’a. dà un catalogo generale delle specie di cop. par. viventi nel Mediterraneo, raccolte da lui stesso, e di cui molte sono nuove, parte da lui stesso descritte in altre note, parte ancora da descriversi. — 10. Intorno a due specie nuove di crostacei parassiti. — Zool. Anz. 4. Iahrg. n. 88, p. 386-387. L’a. descrive il Peroderma Petersi che vive nel corpo del Gobius buccatus Cuv. Val. e il Chondracanthus Bleckeri che vive aderente alle laminette branchiali del Cheilinus chlorurus BI. e del Pseudorbombus Russeli Gray. — 11. Sopra due nuove specie di crostacei parassiti. — Zool. Anz. 4 Iahrg, n. 92, p. 504-505 - anche Processi verbali Soc. Tosc. Sc. Nat. + Adunanza 5 Luglio 1881. L’a. descrive Tracheliastes gigas e Lernanthropus Polynemi vivente sul Polynemus tetra- dactylus Shaw. — 165 — 1882. RICHIARDI S., 12. Intorno ad una nuova specie del genere Peroderma. — Zool. Anz. n. 120, Vol. V, p. 475-476 - Processi verbali Soc. Tosc. Sc. Nat. Adunanza 7 Maggio 1882. Colla presente nota l’a. fa conoscere la rara specie Peroderma Bellottii, che vive sullo Scopelus Benoiti. 1882. — l2a., Descrizione di una specie nuova del gen. Chondracanthus - Pro- cessi verbali Soc. Tosc. Sc. Nat. Pisa, Vol. III, p. 154, anche: Zool. Anz. 5. Iahrg. n. 121, p. 504. 1883. -— 18. Descrizione di una sp. n. di crost. par. Philichthys Déderleini. — Zool. Anz. 6 Iahrg, p. 558-59, oppure: Atti Soc. Tosc. Sc. Nat. Pisa, Vol. III, p. 279-280. Detto copepode è parassita del Labrus turdus. 1885. — l4. Descrizione di due specie nuove del gen. Lernanthropus. — Proc. verb. Soc. Tosc. Sc. Nat. Pisa, Vol. IV, p. 82-84. L’a. descrive Lernanthropus Micropterygis su Micropteryx dumerili Risso, p. 82 (Palermo) e Lern. Tylosurus su Tylosurus imperialis Raf., p. 83. 1876. RICHTERS F., Caligus lacustris Stp. u. Ltk. 7. — Verh. d. Ver. f. Naturwiss. Unterhalt. Hamburg. 2 Bd., p. 244-245. L’ aut. descrive il Caligus lacustris J. te) (©) 1816. Risso A., 1. Histoire naturelle des Crustacés des Environs de Nice. —- Paris. L’a. fra i crostacei d’ ordine inferiore non cita che due copepodi parassiti: Caligus productus Mull. e C. imbricatus Risso. 18206. — 2. Hist. nat. des principales productions de l'Europe meridionale, 5 Vol. Paris. L’ autore nella parte che riguarda i crostacei cita parecchi copepodi parassiti: Caligus minimus Otto; Otrophesa imbricata Risso ( Anthosoma crassum Abildgaard); Nemesis Lamnae Roux; Chondracanthus Lophius Risso; ? Pandarus Rouxi Risso. 1888. RosoLL D." A., Ueber zwei neue an Echinodermen lebende parasitische Copepoden. L’a. descrive Ascomyzon Comatulae und Astericola Clausii viventi sugli echinodermi. 1828. Roux P., Crustacés de la Mediterranée. - Paris. Quest’ autore dà le figure di molte specie di macruri e brachiuri ed anche di isopodi del Mediterraneo; non trascura tuttavia di descrivere una forma di cop. parass. Nemesis Lamnae di cui dà una buona tavola (tav. XX, fig. 1-9). 1868. SALENSKY, Sphaeronella Leuckarti, cin neuer Schmarotzerkrebs. — Archiv. fur Naturg. Vol. XXXIV. L’ a. descrive un nuovo copepode parassita di un Amphithoe (?). 1861. SARS M., I. Beskrivelse med Afbildninger af fire nye parasitiske Copepoder. — Christiania’'s Vidensk. Selskab. Forhandl. for 1861, p. 134-141. L’a. descrive in questo lavoro 4 sp. nuove: Eolidicola tenax, Terebellicola reptans, Sabelliphilus elongatus, Chonephilus dispar: i tre ultimi parassiti di anellidi. — 166 — 1861. SARS M., 2. Beretnnig om et nyt lernaealignende Krebsdyr, Sabellacheres gracilis Sars. — Christiania’s Vidensk. Selskab. Forhandl. for 1861 p. 141-143. L’autore rifesce intorno al Sabellacheres gracilis Sars copepode par. il cui posto siste- matico è ancora dubbio, sebbene Gerstaecker con poca certezza e provvisoriamente lo comprenda tra i Dichelesthiina. 1870. — #. Bidrag til Kundskab om Christianiafjordens Fauna. II Crustacea etc. Nyt Magazin for Naturvidenskaberne Bd. 17. Christiania 1870. Sono descritti: Melinnacheres ergasiloides Sars; Herpylobius crassirostris; Eurysilenium iruncatum, parassiti di anellidi. 1876. SCHAUB R., Uber Chondracanthus angustatus Heller — Aus dem Bande der Sitzb. der K. Akad. der Wissensch. I. Abth. October-Heft. Jahrg 1876. L’a. studia la detta specie, di cui ha trovato parecchi esemplari presso Trieste, nella sua esterna e interna struttura e anche nella forma maschile; la memoria è illustrata da 3 buone tavole. 1896. SCHIMKEWITSCH WL. M., l. Studien liber parasitische Copepoden, Mit 3 Taf. u. 1 fig. im Text. — Zeitschr. f. Wiss. Zool. 61. Bd., 3. Hft., P. 339-358-302. (Chondracanthus gibbus Kr.; Ch. Merlucii Holt.; Notopterophorus (Doropyzus) gibbus Thor. und N. papilio Hesse). 1896. — 2. Sur les premiers stades du développement des Copépodes para- sitaires. C. R. 3. Congr. Internat. Zool. Leyde. p. 503-504. l’ a. studia l’embriogenesi specialmente di Chondracanthus, Notopterophorus, Trache- liastes, Enteropsis. 1898. — 8. Zu einem Referat des Herrn Prof. D." R. S. Bergh. — Zool. Anz. 21 Bd. N. 550, p. 48 (Uber Entwicklung von Lernaea). 1899. — 4. Einige Worte liber die Entwiclung der parasitischen Copenodzni CZOOLNEANZAE 22 BALENE SI, pae 1go1. SCOTT A., l. Some Additions to the Fauna of Liverpool Bay. — From Trans. Liverpool Biol. Soc., Vol. XV. Î In aggiunta alla fauna nota di Liverpool l’ autore oltre a vari altri nomi di animali, aggiunge quelli di 12 specie di cop. par. fra cui i nuovi generi e n. sp. seguenti. Egli li descrive e ne dà le figure: Caligus brevicaudatus n. sp.; Pseudocaligus n. 3., Ps. bre- vipedes (Bassett-Smith). Igo1. — 2. Additions to the British Fauna (Fish Parasites). With 3 pls. —. Proc. Trans. Liverpool Biol. Soc., Vol. XV, p. 342-353 — Abstr. Journ. R. Micr. Soc. London 1902, P. 2, p. 175. Sotto diverso titolo è presentato lo stesso lavoro precedente. Vi è descritto il n. g. di copepode Pseudocaligus. — 167 — I9OI. Scott A., 3. On the Fish Parasites, Lepeophtheirus and Lernaea. With 5 pls. — Rep. for 1900. Lancash. Fish. Labor. Herdman, p. 63-110-115, oppure: Abstr. Journ. R. Micr. Soc. London 1902. P. 2, p. 185. CA) Dopo un cenno storico sui cop. par. l’autore tratta del Lepeophtheirus pectoralis di cui ha avuto nelle mani una grande quantità (32) di esemplari, e ne studia i caratteri esterni. Esamina il contenuto e la forma del loro canale digestivo, studia il sangue e la circo- lazione, il sistema muscolare, nervoso, gli organi riproduttori e la storia del loro sviluppo. Passa quindi a parlare dei lerneidi e descrive la Lernaea branchialis Lin. facendo gli stessi studì che per il Lepeophtheirus. Aogiunge molte figure distribuite in 5 tav. 1895. Scott TH., l. Entomostr. G. of Guinea. — Trans. Linn. Soc., Zool. VI, 1897. 1807. 1902? 805 19L 190 DIL SUN ito. iL Si rileva che il Caligus Dengoensis Scott è sin. del Caligus coryphaenae Stp. e Ltk. con cui sono eziandio sinonimi C. Thynni? Dana (Expl. Exp. U. S. Crust. II, 1854) e C. sculalus? M. E. (Hist. Nat. Crust. 1840, p. 453). Si trovano descritti in questo lavoro le n. sp. Caligus murrayanus e C. dubius. . Asterocheres violaceus (Claus) from the Firth of Clyde. — Ann. of SCOLRENAtBEIStE SMI SO RAPINA 27) . Sabelliphilus Sarsi, Claparède, from the Firth of Forth. — The Scottish Naturalist, 1897, Oct., p. 256. Inoltre: Sabell. Sarsi Clap. in the Clyde. — Ann. of Scott. Nat. Hist. 1897, July, p. 156. . Notes on some Crustacean parasites on fisches. — 18 Rep. Fish. Board Scottland Pt. 3, p. 144-188, T. 5-8. È un lavoro di importanza faunistica. L’a. cita s1 cop., 5 isop., 2 amphip. Fra i cop. par. ricorderò i generi: Thersites, Caligus, Lepeophtheirus, Trebius, Dinematura, Echtrogaleus, Pandarus, Laemargus, Clavella, Lernaeenicus, Lernaca, Haemobaphes, Oralien, Chondracanthus, Thysanote, Charopinus, Lernaeopoda, Brachiella e Anchorella. Le 5 nn. spp. appartengono ai gen. Lernaca, Haemobaphes, Chondracanthus, Charopinus, Lernaeopoda. . Notes on some parasites of Fishes. — 19 Rep. Fish. Board Scotland, PREZZO 7A: Questo lavoro ha importanza faunistica. Sono ricordate 28 specie di copepodi, dei generi Ergasilus, Caligus, Clavella, Lernaea, Sphyrion, Chondracanthus, Charopinus, Bra- chiella, Anchorella, Lernaeopoda. . Notes on some parasites of Fishes. — 20Rep. Fish. Board Scotland, p. 288-303, T. 12, 13. Sono altre note in cui sono presentate specie di cop. par. della Scozia appartenenti ai generi: Bomolochus, Caligus, Pseudocaligus, Lepeophtheirus, Echtrogaleus, Clavella, Eudacty- lina, Haemobaphes, Chondracanthus, Thysanote. . On Copepods living in the nostrils of Fishes. The Scott. Naturalist, 1900 July, p. 153-155- . Clavella labracis Van Ben., a Copepod new to Britain. — Ann. Scott. Nat. Hist., 1901 Apr., p. 120-121. L’autore descrive un copepode parassita disegnato da Van Beneden e che egli riporta come nuovo per la fauna britannica. Oggi il gen. Clavella va chiamato Hatschekia: quindi H. labracis in merito alle leggi della Nomenclatura 1895. — 168 — 1904. 1897. 1883. 1899. 1862. 1869. 1861. ScoTT TH., 9. Notes on some Rare and Interesting Marine Crustacea. — 22 Rep. Fish. Board Scotland Pt. 3, p. 242-261, 3 pls. (7 nn. spp. in: Monstrilla, Thaumaleus 2, ecc.). ScoTT TH. and A., Notes on Sunaristes paguri Hesse, and some other rare Crustacea. — Ann. Mag. Nat. Hist. (6) XX. Gli autori descrivono il Sunaristes Paguri Hesse, copepode commensale di Eupagurus Bernhardus (L.). SIEBOLD’S v., Artikel Parasiten in Handwérterbuch der Physiologie II, p. 661. Anmerkung 7. L’a. parla di un crostaceo simile all’ Ergasilus, raccolto esternamente sul ventre di Sabella ventilabrum, inoltre di un parassita nella cavità branchiale di Phallusia intestinalis. SMITH S. J., 1. List of the crustacea dredged on the coast of Labrador by the expedition of W. A. Searns, in 1882. — Proc. U. St. Nation. Mus. Vol. 6, p. 218-222. 2. Review of the marine crustacea of Labrador; ibid., p. 223-232. L’a. cita per il Labrador la Lernaea branchialis. STEBBING THom. R. R., 1. Genus Sphyrion Cuvier. — Rep. Marin. Biolog. Cape, 1898, p. 807. L’a. presenta il gen. Sphyrion di Cuvier (sinon. di Lesteira). 2. South African Crustacea, — Mar. Invert. South Africa Cape Town. T. 1-4, p. 14-66. L’a. tra gli altri crostacei descrive una sp. di Sphyrion. STEENSTRUP J, D.", 1. Philichthys Xiphiae, en ny snylter hos Svaerd-fisken. — Overs. Kongl. Danske Vidensk. Selsk. Forhandl. 1861, p. 205-305, pl. 2. Studio morfologico del» Philichtys Xiphiae. — 2. Om Lesteira, Silenium og Pegesimallus tre af Prof. D." H. Kròyer opstillede Slaegter af Snyltekrebs. È uno studio critico sui tre generi di cop. par. fondati da Kroyer: Lesteira, Silenium e Pegesimallus. L' a. dice il gen. Lesteîra sinonimo del gen. Sphyrion Cuvier, la specie Silenium Polinoes Kròyer (1863) sinonima dell’ HerpyNobius arcticus Stp. Ltk. (1861), e infine fa notare che il gen. Pegesimallus non fa parte della classe dei crostacei ma sì ri- ferisce ad. un sifonoforo (Agalmide o Physophora). STEENSTRUP J. and LUTKEN C., 1. Bidrag till Kundskab om det aabne Havs Snyltekrebsog Lernaeer, etc. — Kongelige Danske Viden- skabernes Selskabs Skrifter, 5! Raekke, naturhistorisk og mathema- tisk Afdeling, V. Kjòbenhavn. È uno dei lavori più importanti sulla sistematica e sullo studio dei copepodì parassiti dei pesci che si conosca, con 15 splendide tavole e 92 pagine. I generi e le specie sono accompagnate in maggior parte da diagnosi latine e non mancano prospetti peri siugoli generi in cui sono dati i caratteri principali delle specie. Sono descritte moltissime nuove forme. — 169 — 1863. STEENSTRUP J., 2. Det aabne Havs Snyltekrebs etc. (Copepoda parasit. et Lernaea oceani Atl. et Art.) — Arch. Sc. Phys. et Nat. Genève. Nouv. périod. T. 12. 1861, p. 190-192. T. 16, p. 235. Gli autori enumerano copepodìi parassiti propri dell’ oceano Atlantico e Artico. pepodi p. prop 1852. STEIN F., Ueber die Beziehung der Gattungen Caligus und Chalimus. — Wiegmanns Archiv. 1852, Heft. I, p. gi. 1904. STENTA M., Thynnicola Ziegleri Miculicich = Brachiella Thynni Cuv. — Zool. Anz., 28 Bd. n." */,, pag. 345. L’autore rileva la sinonimia del Thinnicola Ziegleri di Miculicich colla Brachiella Thyuni di Cuvier. 1897. STEUER ADF., l. Zur Anatomie und Physiologie des Corycaeiden-auges. Zool., Anz. 20. Bd., n. 535; p. 229-232. 1902. — 2. Mytilicola intestinalis n. gen., n. sp. Aus dem Darme von My- tilus galloprovincialis Lam. Mit 2 fig., — Zool. Anz., 25. Bd., n. 680, p. 635-637. L’a. descrive questo n. cop. par. trovato assai frequente nel golfo di Trieste. Il 7 è grosso circa 4 mm. la 9 circa 8 mm. Ha riscontrato in questo crostaceo un sistema sanguigno somigliante a quello che già Heider ebbe a scoprire nei Lernanthropus. 1882. StossicH M., Prospetto della fauna del mare Adriatico — Bollett. Soc. Adriatica di Sc. Nat. in Trieste, Vol. VII, fasc. 1. Sono citati i copepodi parassiti viventi nell’Adriatico e già notati da Valle. 1762. STROEM, Beschreibung des Bezirks Sandmoer, p. 167. Sopra la Lernaea adunca. 1847-48. STROEM, (Caligus Stròmii Stròm.; Laxe lusis Stròm. = Lepeoptheirus Stròmii Baird.) — Seiskabs. Skrifter, Vol. X, p. 23, t. VII, f. 1-7. Kjòbenh.; oppure: Ann. Nat. Hist., 1848, Mai, n. 5, p. 397 — anche: Trans. Berwick. Nat. Club. 1847. L’a. rileva l’ identità o la sinonimia di Lepeophtheirus Stròmii Baird col Laxe lusis Stròm e descrive il Caligus Stròmii vivente sulla pelle di Salmo salar L. 1871. Sumper K., Ueber eine neue Bomolochiden-Gattung nebst Bemerkungen tiber die Mundwerkzeuge der sogenannten Poecilostomen. Hil- desheim. L’ autore nella prima parte descrive la femmina di Taeniacanthus Carchariae n. g. di bomolochide; e nella seconda egli tratta dei Pecilostomi copepodi mancanti di man- dibole, e particolarmente descrive l’ apparato boccale di Corycaeus germanus 3 e di Ergasilus Esocis 9. ? THOMPSON ? Crustaceen der Britischen Fauna — Archiv. fiir Naturgeschichte XV Iahrgang, Heft VI, p. 318-339. L’aut. tratta fra altri crostacei del Caligus Stròomii Baird e della Pennella pustulosa. ==> 1843. THompson W., 1. Report on Fauna of Ireland, div. Invertebrata. — Report of Brit. Assoc. for Advane. Sciences. L’a. tratta della Lernaceonema monillaris ecc. 1847. — 2. (Lepeophtheirus Stròmi ecc. ecc.) Ann. and Mag. Nat. Hist., Ser. I. Vol. XX. L’a. tratta dei copepodi seguenti: Lepeophtheirus Stromii; L. pectoralis; L. Nordmanni; Trebius caudatus ecc. 1885. THoMmPSON G., M., 1. 1) Parasitic crustacea in: N. Zealand Journ. Sc., Vol. 2, p. 455; 2) New crustacea ibid., p. 576. 1889. — 2. Parasitic Copepoda of New Zealand, with Descriptions of New Species. With 5 pls. — Trans. N. Zealand Inst. Vol. 22 (5) P- 353-375; 375-376 (13:nn spp.) 1890. —. 8. A new parasit Copepod. With. 1 pl. — Trans. N. Zealand Inst. Vol. 23 (6), p. 227-229. Sopra il Lepeophtheirus Erecsoni. 1889. THOMPSON I. C., 1. Third rep. on the Copepoda of Liverpool Bay. — Proc. Liverp. Biol. S. III 1893. — 2. Report Copep. of Liverp. Bay. — Trans. Liverp. Biol. Assn. pl. XXIV. 1900. THOMPSON I. C. and ScoTT A., 1. Some recent Additions to the Copepoda of Liverpool Bay. — From Trans L’pool. Biol. Soc. Vol. XIV. È un elenco di copepodi fra cui trovansi cinque parassiti. Questo lavoro ha valore faunistico. 1903. — 2. Supplementary Report VII on the Copepoda. — Report to the government of Ceylon on the Pearl Oyster fisheries of the gulf of Manaar, published by the Royal Society. In ultimo dell'elenco che comprende nomi di forme libere, sono indicati alcuni cope- podi parassiti, fra cui una specie nuova che viene descritta dagli autori. Questa è il Chon- dracanthus cynoglottidis, trovata nel ceco nasale di Cynoglossus brachyrbynchus e C. brevi- rostris, da J. Johnstone. Naturalmente tutti i copepodi fanno parte della fauna di Ceylon. 1896. THOMSON J.S., A preliminary Notice of a parasitic Cepepod from the vas deferens of Nephrops norvegicus in: Proc. R. Phys. Soc Edinb. Vol. 13, p. 246-250. L’ autore tratta di un copepode indeterminato prossimo dell’Anchorella Triglae Cls. (e probabilmente della famiglia dei Lernaeopodidae) che è stato trovato nel canale deferente di Nephrops norvegicus. 1900. THOR SIG, Description préliminaire d’une nouvelle espèce du genre Sphyrion Cuv. (Sphyrion australicus n. sp.) d’Australie, comparée à Sphyrion laevis Quoy et Gaimard. — Ann. Sc. Nat. Zool. (8), T. ri, n. 2/6, p. 277, 281-282. (Les deux planches ne sont pas publiées). Vasi to» 1859. THORELL T., 1. Till Kinnedomen om vissa parasitiskt lefvande Entomo- straceer. — Oefvers. Vetensk. Akad Féorhandl. XVI, p. 335-362. Ins Deutsche iibersetzt: Zeitschr. f. die gesammt. Naturwiss. XV, p. 114-143. 1860. — 2. Bidrag till Kannedomen om Krustaceer, som lefva i arter af sligtet Ascidia I. — Kongliga Svenska Vetenskaps Akademiens, Handlingar (new series), III, n. 8, 84 pag., c. tab. 14. L’ aut. in questo lavoro descrive i seguenti copepodi : I. Fam. Notodelphydae: Notodelphys Allmanni, rufescens, tenera, cerulea, elegans, agilis e prasina; Doropygus pulex, psyllus, auritus, e gibber. Botachus cylindratus e Ascidicola rosea. 2. Fam. Buproridae: Buprorus Loveni. 3. Fam. Sapphirinidae: Lichomolgus albens, marginatus, forficola e furcillatus. 4. Fam. Ascomyzontidae: Ascomyzon Lilljeborgiî. Tutte le specie sono descritte come nuove. Furono raccolte nell’ Ascidia venosa, parallelogramma, aspera, canina, mentula, intestinalis; Cynthia rustica, lurida n. sp. e tesselata. Alcune sono vere parassite altre semi-parassite e abitano in parte la cavità branchiale o anche lo spazio tra le foglioline branchiali delle summentovate Ascidie. È in questo lavoro che Thorell dà un prospetto sistematico dividendo i copepodi in 3 serie parallele : I. Gnathostoma II. Poecilostoma Ascomyzontidae Nicothoidae II. Siphonostoma | Dalelestidae | Caligidae e \ | Pandaridae Lernaeopodidae Lernaeidae n 1894. TIMM R., Copepoden und Cladoceren der éstlichen und sydòstlichen Nordsee in Wissenschaftliche Meeresuntersuchungen. (Kiel und Helgoland). — Neue Folge, Erster Band, Heft. 1862. TURNER W. and Wilson H. S., Observations on the parasitic Crustacea Chondracanthus lophii and Lernaeopoda Dalmanni. — Transact. of the Royal Soc. of Edinburgh, XXIII, p. 67-86, pl. 4. 1807. TURTON W.M. D., British Fauna, I, 137, n. 105, n. 108. L’ a. descrive Lernaea encrasicoli Turton e la Lernaea cyprinacea. 1878. VALLE, 1. Sopra due specie di crostacei parassiti dell’ Oxyrhina Spallanzanii Raf. — Estr. dal Boll. delle Scienze Nat., n.1, Ann. IV. L’ autore descrive l’ Anthosoma Smithii Leach. e la varietà della Nemesis mediterranea da lui distinta coll’ aggettivo di sinuata. Ambedue questi copepodi parassiti egli li indica pell’Adriatico, ma non sono esclusivi a questo mare soltanto. 1880. — 2. Sopra una specie nuova del genere Stellicola Ksm. — Estr. dal Boll. delle Scienze Nat. in Trieste, Vol. VI, fasc. 1. \ L’ autore descrive una specie nuova (9) di Stellicola Kossmann, a cui ha dato il nome di Stellicola Kossmanniana Valle, specie trovata sopra di un bellissimo esemplare del Pleraides griseum longespinosum Klk., raccolto nel golfo di Costantinopoli. i ii => 1880. VALLE A., 8. Crostacei parassiti dei Pesci del mare Adriatico. — Boll. 1882. 1884. Soc. Adriat. Sc. Nat. Vol. VI, p. 55-90. È un elenco di 70 copepodi parassiti viventi nell'Adriatico. Ogni nome è accompagnato dalla sinonimia e relativa esposizione bibliografica. L’ autore stabilisce tre specie nuove, ma non le descrive: Chondracanthus Levirajae sp. n. - Brachiella oblonga sp. n. Valle - Philichthys Ri- chiardii sp. n. . Aggiunte ai Crost. parass. dei pesci del mare Adriatico. — Estr. dal Boll. Soc. Adriat. Sc. Nat. Trieste, Vol. VII (3 p.) In questo lavoro l’autore aggiunge il nome di 7 altre specie di copepodi parassiti fra cui cita soltanto le nuove specie seguenti, ma non le descrive: Lepeophtheirus Trigonis Valle - Clavella Sargi Valle. . Seconda serie di Aggiunte al catal. Crost. parass., ecc. — Estr. Atti Museo Civ. Stor. nat. Trieste. Vol. 7, 1884 (3 p.) VILa 6 sp., 2 e I n. sp. (senza descriz.) Come dal titolo, l’ autore dà l’elenco di 6 altre specie in aggiunta a quelle pubblicate nel suo primo catalogo. Qui pure cita l’Eucanthus Marchesetti sp. n. senza descriverla. 1900. VANEY C. et CONTE A., Sur un Chondracanthide nouveau parasite du Clinus argentatus Riss. (Diocus clini). — Ausz. von F. Zschokke, Zool. Centralbl. 7. Ihg., n. 24/25, p. 897. — Abstr. Journ. R. Mier. Soc. London, 1890. P. 6, p. 671 (Revue Suisse Zool.) — Extrait de la Revue Suisse de Zoologie, T. 8, 1900, avec la planche 10. Genève. Gli autori descrivono la femmina e il maschio allo stato adulto e i primi stadi larvali del detto n. copepode. Riferiscono circa l’azione del parassita sull’ospite: avendo con- statato che i Clinus con parassiti avevano organi genitali molto rudimentali ne deducono che sì tratti di un caso di castrazione parassitaria analoga a quella che subisce la sardina sotto l’azione del Peroderma cylindricum. Inoltre essi notano che questi parassiti sono localizzati essendo stati trovati esclusivamente nei Clinus presi nella rada di Tolone. 187 ?. VEJDOVSKY ERIN. samecku etc. (Uber das Mànnchen von Lernaeopoda 1877. selachiorum — Bòhmisch) —in: Anzeig. 2. Vers. Bòohm. Arzte u. Naturf., p. 58. 2. Untersuchungen ber die Anatomie und Metamorphose von Tra- cheliastes polycolpus Nordm. —- Zeitschr. fiir Wiss. Zool., t. XXIX. 1846. VERANY G. B., Catalogo di Crostacei. — Descriz: di Genova e del Geno- vesato, Vol. I, p. So. Genova. È il primo elenco sistematico di crostaceì liguri, catalogo non poco importante per quel tempo, in cui, accanto ad un mumero discreto di crostacei superiori (Decapodì) troviamo elencate le specie seguenti di cop. par.: 1. Caligus Rissoanus M. Edw. - 2. Cecrops Latreilli — 3. Nemesis Carcherium Brun. - 4. Brachiella Thynni Cuv. - 5. Penellus filosus M. Edw. - (Penella filosa Cuv., Lerneopenna Blainv.) 1845. VOGT C.. 1. Beitràge zur Naturgeschichte der Schweizerischen Crustaceen. 1877. 1878. 1891. 1903. VOIGT — Neue Denkschr. der allg. Schweiz. Gesellsch. fir die gesammten Naturwissensch., VII. . Recherches cotières faites à Roscoff; Crustacés parasites des Poissons. Avec 6 pl. Genève. H. Georg. 1877, p. 104 — oppure: Arch. de Zool. Exp. et Gen. VI, 1877, p. 385-456. È uno tra i lavori recenti più ben fatti e che contribuirono assai alla conoscenza morfologica e anatomica dei cop. par. L’ a. in una prima memoria tratta della fam. dei Philichthydi e in particolare del Léposphilus Labrei Hesse. Parla anzitutto della sua con- dizione d’ esistenza e della sua abitazione. Descrive il maschio e quindi la femmina e ne stabilisce il posto nella sistematica tra i Philickthys di cui dà la descrizione del Ph. Xiphiae maschio per mostrare l’ analogia di forma col Leposphilus. L’a. ascrive anche i Colobomati di Hesse (1873) fra i Philichthyidae e caratterizza questa famiglia. Accompagna le sue descrizioni con 2 tavole e molte figure. In una seconda memoria l’a. tratta della famiglia dei Lernaeopodidae e con riguardo speciale ai maschi pigmei. Descrive il gen. Brachiella e la specie B. malleus Rudolphi d e S ed enumera tutte le specie fino allora note di questo gen. Passa poi a descrivere il gen. Anchorella sia nella forma maschile sia in quella femminile, facendo il nome delle specie note; e il gen. Charopinus ed altri generi facendo uno studio sulla omologia delle appendici fra 7 e ® di tutta la famiglia, della quale dà i caratteri distintivi. Lo stesso studio è fatto dall’autore per la fam. Chondracanthidae di cui stabilisce la vera posizione sistematica nell’ ordine naturale. Questa seconda memoria è accompagnata da 4 tavole. . L’adaptation des Crustacés copèpodes au parasitisme in: Act. Soc. Helvet. Sc. Nat. Besc. 60° e Sess. (1877) 1878, p. 121-139. - Revue Scientif. 2 Sér., T. 13, 1877, p. 337-342. W. D.", 1. Synapticola teres n. gen. n. sp. ein parasitischer co- pepode aus Synapta Kefersteinii Sel. — Abstr. in: Journ. R. Micr. Soc. London, 1892. P. 4, p. 479-480. (Bonn. 1891, Zeitschrift f. Wiss. Zoologie, Bd. III. Suppl.) . Beitràge zur Kenntniss des Vorkommens von Fischparasiten in den Plòner Gewdssern. — Forschungsberichte aus der Biologischen Station zur Plòn, Theil X. 1902. MWESENBERG-LUND C., Sur l’existence d’une faune relicte dans le lac de Furesò. — Oversigt over det Kgl. Danske Vidensk. Selsk. Fòrh. mo © 1848 WILL F., Ueber Staurosoma, einen in den Actinien lebenden Schmarotzer. — Wiegmanns’s Archiv. f. Naturgesch. X, 1, p. 337-342. L'autore descrive il nuovo genere di copepode Staurosoma, del quale oggi non si conosce, ancora, con esattezza la posizione sistematica, seppure venga ascritto provvi soriamente tra i Chondracanthini. 1905. WILSON CH. BR., 1. North American Parasitic Copepods belonging to the Family Caligidae. Part. I: Fhe Caliginae. — Proc. U. S. Nat. Mus. Vol. 28, p. 479-672, 25 pIs., 50 figg. (17 nn. spp. in: Caligus 8, Caligodes, Lepeophtheirus 7, Ho- mototes n. g.) 1905. WILSON CH. BR., 2. New Species of Parasitic Copepods from the Massachusetts Coast. Proc. Biol. Soc. Washington, Vol. 18, p. 127-131. (5 nn. spp. in: Gloiopotes, Alebion 2, Nesippus, Eudactylina). 1905. — 53. A Problem in Degeneration (Parasitic Crustacea). — Amer. Soc. Zool.; Science N. S., Vol. 21, p. 376-377- 1877. WIERZEIJSKI, Ueber Schmarotzer-Krebse von Cephalopoden. — Zeitschr. f. Wiss. Zool., Bd. XXIX. In questo importante lavoro, nel primo paragrafo, l’ autore fa conoscere un fatto essenziale del parassitismo di certe lernee (Pennella varians St. et Lt.?). Nella loro giovine età, allo stato di larve, esse vivrebbero temporariamente sopra di un ospite diverso da quello che sceglieranno di poi nell’ età matura. La Pennella varians St. Ltk. da vecchia parassita del pesce Coryphaena, albergherebbe allo stato di larva su cefalopodi (Sepia officinalis, sul Loligo vulgaris, Eledone moschata): nello stesso modo che la Lernaea branchialis per le ricerche di Metzger e di Claus fu trovata allo stato giovanile parassita temporanea del Plalessa flesus e del Cyclopterus lumpus, e più tardi invece su di altri ospiti. L’ autore, nel secondo paragrafo, descrive il Lichomolgus sepicola Cls. parassita sulle branchie di Sepia officinalis. Il lavoro è accompagnato da tre buone tavole. 1870. WRIGHT PERCEVAL EDw., On a new species of the genus Pennella. With a Plate. — From the Annals and Magazine of Natural History for January. L’ autore presenta un’ introduzione in cui tratta del posto sistematico del gen, Pen- nella Oken e quindi descrive la Pennella Orthagorisci n. sp. e ne dà, in una tavola, il disegno. 1882. WRIGHT RAMSAY R., 1. Notes om American parasitic Copepoda, I. Toronto. Reprinted from Proceedings Canadian Institute, N. S., Vol. I, n. 3, PP. 243-254. December, 1882, Plate I, II. L’ autore tratta di tre specie di cop. par. dei pesci d’acqua dolce, ma viventi in America e le descrive in modo completo, corredando la descrizione con figure distribuite in due tavole: Ergasilus centrarchidarum n. sp. - Lernaeopoda Edwardsit Olsson — Ack- theres micropteri n. sp. 1885. — 2. On a parasit Copepod of the Clam (Myicola metisiensis). — Amer. Naturalist, Vol. XIX. 1854. ZENKER, System der Crustaceen. — Archiv. f. Naturgesch. XX, 1. 7 —._ 175, == REENCORVERNbERCO DEI PESCEDTITALIEA che furono trovati affetti da copepodi parassiti. Acanthias vulgaris Risso, Trebius caudatus Kròy. Eudactylina acuta v. BeNED. Acipenser Nacarii Bp. Dichelesthium Sturionis HERM. Acipenser sturio Linn. Dichelesthium Sturionis HERM. Alburnus alborella de Fit. Lamproglena pulchella NorDm. Alburnus sp. Lamproglena pulchella NorDM. Alopias vulpes Linn. Nesippus orientalis HELL. Dinematura latifolia STP. et LùTK. Nemesis lamna Risso, N. robusta v. BENED. Asterodermus eoryphaenoides (1), Bomolochus cornutus CLAUS, Liitkenia Asterodermi CLaus, Atherina Boyeri Risso, Periculus fistula NoRDM. Balistes sp. Eucanthus Balistae CLaus, Balistes capriscus Linw. Eucanthus Balistae CLaus, Belone acus Risso, Bomolochus Belones BurMm Belone rostrata Fas. Bomolochus Belones Burm. Belone vulgaris FLEM. Bomolochus Belones Burm. Box boops Linn. Polyrrhynchus SresoLDII RicH. Lernaeenicus Labracis RicH. Naobranchia cygniformis HESSE , (') A. elegans Risso, stadio giov. di Luvarus imperialis RAF. Box salpa Linn. Caligus ligusticus n. sp. mihi, Polyrrhynchus RicHIARDII VALLE, Clavella sp. Brama Rayi BL., ScHN. Polyrrhynchus HaekeLu RICH. Brachiella insidiosa HELLER ? Cantharus lineatus Mont. Clavella macrotrachelus mihi? CI. Canthari RicH. Cantharus orbicularis Cuv. e Va. Clavella Canthari RicH. Carcharias lamia Risso, Caligus Petersii RicH. Perissopus dentatus Stp. et LùTK. Carcharodon Rondeletii M. et H. Dinematura latifolia Stp. et LùTK. Echtrogaleus coleoptratus StP. et LùTK. Nemesis lamna Risso. Centrophorus granulosus BLocH, Echthrogaleus coleoptratus SP. et LùTK. Cerna aenea, Hatsckekia Cernae GoGGio, Cernas gigas BP. Hatschekia Cernae GoGgio, Cycnus gracilis M. Epw. Charax puntazzo Linn. Lernanthropus vorax RIcH. Polyrrhynchus Agassizii RIcH. Clavella Characis RicH. Chloropthalmus Agassizii BP. Clavella Denticis Kròy.? Chrysophrys aurata Linn. Caligus productus DANA, Polyrrhynchus Baraldi RIcH. Clupea alosa Cuv. Pseudoeucanthus Alosae BRIAN, — 176 — Clupea finta Cuv. (Alosa vulgaris VAL), Caligus minimus OTTO, Clavella emarginata Kròy. Clupea papalina Br. Bomolochus cornutus CLaus, Clupea sardina Risso, Bomolochus cornutus CLaus, Lernaeenicus sprattae Sow. Peroderma cylindricum HELLER, Conger vulgaris Cuv. Cycnus pallidus v. BENED Corvina nigra Cuv. Lernanthropus Gisleri v. BENED. Sphaerifer Corvinae LeyD. Lernacenicus vorax RICH Clavella bostilis HELLER, Coryphaena hyppurus Linn. Caligus Coryphaenae Sr. LùTK. Coryphaena pelagica Lac. Caligus Coryphaenae ST. Lùrx. Crenilabrus pavo C. V. Hatschekia Damianii Brian, Hatschekia sp. n.? Cyprinus sp. Ergasilus Sieboldii NoRDM. Lernaeocera cyprinacea LINN Dasybatis clavata BLv. Charopinus Dalmannii RETZ Dentex gibbosus RAFN. Caligus vexator HELLER, Dentex vulgaris Cuv. e Vac. Caligus vexator HELLER, Polyrrhynchus Denticis RicH. Clavella fallax Hett. Dicerobatis giornae Gunt. Diphyllogaster Thompsoni BRIAN, Fsox lucius Linn. Lernaeocera esocina Burm. Exocoetus Rondeletii C. V. Bomolochus cornutus CLauSs, Exocoetus volitans Linw. Bomolochus cornutus CLaus, Galeus canis Linn. Lùtkenia integra RicH. Pandarus bicolor LEACH, Perissopus dentatus STpP. et LùTK. Kròyeria lineata v. BENED. | Gobius capito Cuv. et Var. Anchistrotos Gobii BRIAN, Gobius finviatilis Cuv. Lernaeocera cyprinacea Linn. Gobius jozo Lixx. Chondracanthus horridus HELLER, Gobius Panizzae VERGA, Chondracanthus Ninnii RicH. Labrax lupus Cuy. Caligus minimus OTTO, Lernanthropus Kròyeri v. BenED. Lernaeenicus Labracis RicH. Brachiella insidiosa HELLER ? Clavella laciniata Kr.? Labrus sp. Hatschekia Damianii BRIAN, Labrus festivus Risso, Hatschekia Richiardii GoGGIo, Labrus merula Linn. Hatschekia Richiardii GoGGIO, Labrus turdus BL. Polyrrhynchus Doderleini Rica. Laeviraja macrorhynchus BP. Charopinus Dalmanni ReTZ. | Laeviraja oxyrhynchus Bp. Nemesis robusta v. BENED. Chondracanthus annulatus Orss. Charopinus Dalmanni Retz. Lamna cornubiea Linn. Dinematura producta STEENSTR. et Lùtx. Nemesis lamna Risso, Lepidopus caudatus EurzR. Caligus Lepidopi Rica. Lichia glauea Linn. Bomolochus unicirrus Rica. Brachiella elegans RicH. Clavella Lichiae RicH. Lichia amia Lixx. Bomolochus unicirrus RIcH. Caligus Lichiae n. sp. Lernanthropus Gisleri v. BENED. Nemesis lamna Risso, Polyrrhynchus Lichiae RicH. Lernaeenicus gracilis HELLER, Brachiella elegans RicH.? Lophius budegassa Spiv. Cycnus? budegassae KRòvER, Lophius piscatorius Linw Chondracanthus Lophii JoHNST. Luvarus imperialis RAF. Liitkenia Asterodermi CLaus, Maerourus coelorhynehus Risso, Rebelula Edwardsii KòLL. Maena vulgaris Cuv. et Vat. Lernaeolophus sultanus NoRrDM. Clavella clava RicH. Merlucius sp. Clavella uncinata MùLLER, Merlucius esculentus Risso, Lernaea branchialis LInx. Chondracanthus Merlucii Kròy. Brachiella insidiosa HELL. B. Merlucii Bass.-Sm. Clavella crassa RIcH. CI. simplex RicH. Micropteryx Dumerili Risso, Lernanthropus Micropterygis Rici. Motella tricirrata BLOCK, Eucanthus Marchesetti VALLE, Mugil auratus Risso, Ergasilus nanus v. BENED. Lernanthropus Mugilis BRIAN, Lernaeenicus neglectus RicH. Mugil capito Cuv. Ergasilus nanus v. BENED. Lernaeenicus neglectus RicH. Mugil cephalus Cuv. Ergasilus nanus v. BENED. Caligus curtus MùLLER, Lernaeenicus neglectus RicH. Brachiella oblonga VALLE, Mugil chelo Cuv. Lernaeenicus neglectus Ricu. Mugil saliens Risso, Ergasilus nanus v. BENED. Lernaeenicus neglectus RicH. Brachiella oblonga VALLE, Mullus barbatus Linn, Hatschekia Mulli v. BENED. Polyrrhynchus Steenstrupii RicH. Muraena helena Linn. Bomolochus Muraenae RicH. Hatschekia obesa RicH. Polyrrhynchus Muraenae RicH. Mullus surmuletus Linx. Hatschekia Mulli v. BeNED. Polyrrhynchus Steenstrupii RicH. Mustelus equestris Bp. Lòùtkenia integra Ricu. Perissopus dentatus Srp. et LùTK. Kròyeria lineata v. BENED. Nemesis robusta v. BENED. Tripaphylus Musteli v. BENED. Achtheres Galei Kròy. (A. Selachiorum Kurz). Mustelus laevis Risso, Nesippus orientalis HELLER, Perissopus dentatus SP. et LùTK. Achtheres Galei Kròy. Mustelus plebejus Bp. Perissopus dentatus Stp. et LùTK. Nemesis robusta v. BENED. Myliobatis aquila Linn. Achtheres Galei Kròy. Brachiella pastinacae v. BENED. Myliobatis noctula Br. Brachiella malleus Rup. Naucrates ductor Rar., Pennella crassicornis Stp. et LùTK. Nettastoma melanura Rar. Lernaeenicus sp. Notidanus griseus Cuv. Caligus (?) Lessonianus Risso, Nemesis robusta v. BENED. Oblata melanura Cuv. Bomolochus oblongus Ricu. Lernanthropus brevis RicH. QOdontaspis ferox AGass. Nemesis lamna RIsso, Orthagoriscus molae Linn. Lepeophtheirus Nordmanni M. Epw. Philorthagoriscus serratus Horst, Cecrops Latreillii LEACcH, Orthagoriscicola muricatus Kròy. Pennella rubra n. sp. mihi, — 178 — Oxyrhina Spallanzanii Boxyap. Dinematura latifolia Stp. et LùTK. Pandarus lugubris HELLER, Anthosoma crassum ABILD. Nemesis lamna Risso, N. lamna var. sinuata VALLE, Pagellus acarne Cuv. Caligus diaphanus Norpm. Pagellus centrodontus Cuv. et Var. Hatschekia Pagelli- bogneravei Hesse, Pagellus erythrinus Cuv. Caligus diaphanus NoRDM. Polyrrhynchus Pagelli Ricu. Brachiella exigua n. sp. mihi, B. minuta RicH. Clavella Pagri Kròy. CI. Pagelli Kròy. CI. strumosa n. sp. mihi, CI. tenuis Ricu. Pagellus mormyrus Cuv. ‘ Caligus diaphanus NoRDm. Polyrrhynchus Pagelli RicH. Clavella Pagelli Kròy. Pagrus vulgaris Cuv. et Var. Caligus vexator HELL. Polyrrhynchus Pagri RicH. Clavella Pagri Kròy. Naobranchia cygniformis HESSE, Pelamys sarda Br. Caligus Pelamydis Kròy. Perca sp. Achtheres Percarum NoRDm. Phicis blennioides BL. ScHN. Clavella alata mihi, Platessa passer BP. Caligus diaphanus Norpw. Lepeophtheirus pectoralis NORDM. Pleuronectes sp. Chondracanthus cornutus MùLLER, Pleuronectes Grohmanni Hecxk. Lepeophtheirus Grohmanni Kròy. Prionodon glaueus Linx. Dinematura latifolia SrP. et LùTK. Phyllophora crassa RicH. Pandarus bicolor LEACH. Kròyeria aculeata GERST. Raja macrorynchus Rar.? Trebius caudatus Kròy. Raja maculata Movr. Brachiella inconcinna Ricg. Rhinoptera marginata M. H. Brachiella pastinacae v. BENED. Rhombus laevis Roxp. Lepeophtheirus Thompsoni Bairp, Rhombus maximus Cuv. Lepeophtheirus Thompsoni Barrp, Lepeophtheirus pectoralis v. NoRDM. Sargus annularis Cuv. et Var. Lernanthropus brevis RicH. Hatschekia Sargi VALLE, Polyrrhynchus Grubeii RicH. Clavella Sargi KuRrz, CI. elongata RicH. Naobranchia cygniformis Hesse, Sargus Rondeletii Cav. et Var. Caligus ligusticus n. sp, mihi, Lernanthropus brevis RicH. Hatschekia Sargi VALLE, Clavella macrotrachelus mihi, Naobranchia cygniformis Hesse, Sargus Salvianii Cuv. Lernanthropus brevis RicH. Hatschekia Sargi VALLE, Peniculus fistula NoRDM. Lernaeenicus Sargi RicH. Clavella Sargi KuRz, Sargus vulgaris GoEFF. Lernanthropus brevis RicH. Clavella Sargi Kurz, Cl. macrotrachelus n. sp. mihi, Sayris Camperii Lac. Bomolochus cornutus CLaus, Scardinius erythrophthalmus Lixx. Lamproglena pulchella NoRDM. Sciaena aquila Lac. Lernanthropus Gisleri v. BENED. Polyrrhynchus Sciaenae RicH. Sphaerifer Corvinae LEYDIG, Lernaeenicus vorax RicH. Brachiella neglecta RicH. Clavella Sciaenae n. sp. mihi, Seomber scomber Livnn. Caligus Pelamydis Kròy. Clavella Scombri Kurz, Cl. paradoxa v. BENED. Scomber colias Linn. Clavella Scombri KuRz, Scomberesox Rondeletii C. V. Bomolochus cornutus CLAUS, Scopelus Benoiti Cocco, Peroderma Bellottii Ricu. Scopelus caudispinosus JoHSs. Peroderma Bellottii Ricu. Scorpaena serofa Linn. Strabax monstrosus NORDM. Sceyllium canicula Linn. Achtheres Galei Kr. (Lernaeopoda Scyllii RICH.) Seyllium stellare Linn. Achtheres Galei Kr. (Lernaeopoda Scyllii RicH.) Selache maxima GuNNER, Dinematura producta Sp. et LùTK. Serranus cabrilla Linw. Polyrrhynchus Edwardsii RicH, Lernaeolophus sultanus NorDM. Serranus gigas BRinN. Caligus Serrani RicH. Serranus hepatus Linn. Polyrrhynchus minimus RicH. Serranus seriba Linn. Bomolochus minimus RicH. Lernanthropus Scribae Kròy. Lernaeolophus sultanus NorDM. Smaris alcedo Cuv. e Var. Naobranchia cygniformis HESSE, Smaris vulgaris Cuv. et Var. Lernaea Ninnii RicH. Solea vulgaris Cuv. Bomolochus Soleae CLaus, Chondracanthus cornutus MiLLER, Sphyraena vulgaris Cuv. et Var. Bomolochus unicirrus RicH. Sphyrna zygaena Linn. Nemesis robusta v. BENED. Squalius cavedanus Bp. Lamproglena pulchella NorDM Squalus Milberti Bp. Perissopus dentatus SrP. et LùTKN. Squatina angelus Dum. Eudactylina acuta v. BENED. Stromateus fiatola Linn. Polyrrhynchus Stromatei Ricu. Telestes muticellus Lamproglena pulchella NorDM. Telestes Savignyi Bp. Lamproglena pulchella NoRrDM. Thynnus alalonga Cuv. et Var. Caligus Alalongae Kròy. Thynnus pelamys Cuv. et Val. Pseudocycnus appendiculatus HELLER, Thynnus thynnus WHITE, Elytrophora brachyptera GERST. Cecrops Latreillii LEACH, Pseudocycnus appendiculatus HELLER, Brachiella Thynni Cuv. Torpedo marmorata Risso, Brachiella malleus RUDOLPHI, Torpedo narce NARDO, Brachiella malleus Rup. Trachinus draco Linw. Caligus Trachini RicH. Trachurus trachurus CAsTELN. Caligus Trachuri Ricu. Lernanthropus Trachuri BRIAN, Lernaeenicus Labracis RicH Trachypterus sp. Caligus Trachypteri Kròy. Trigla aspera Viv. Caligus diaphanus NoRDM. Trigla corax Bp. Caligus diaphanus NoRDM. Brachiella impudica NoRDM. Br. obesa RICH. Clavella Triglae CLaus, Cl. Carusi RicH. Trigla cuculus Linn. Caligus diaphanus NoRDM. Trigla lineata Linn. Caligus diaphanus NoRrpm. Medesicaste Triglarum KRròy. Brachiella impudica NoRDM. Clavella Triglae CLAus, CI. Carusi Ricu. — 180 — Trygla lyra Linn. Caligus diaphanus NorDw. Medesicaste Triglarum Kréòy. Trigla milvus Lac. Caligus diaphanus Norpm. Trigla obscura Linn. Clavella Triglae CLaus, Trygon pastinaca Linn. Lepeophtheirus Trygonis VALLE, lrygon thalassia Cot., Nemesis robusta v. BENED. T'ylosurus imperialis RAF. Caligodes laciniatus Kréy. Lernanthropus Tylosuri RicH. Thyrsites pretiosus Cocco, Lernanthropus foliaceus RicH. Umbrina cirrhosa Linx. Caligus affinis HELLER, Lernanthropus Gisleri v. BENED. Sphaerifer Leydigi RicH. Lernaeenicus vorax RICH. Clavella hostilis HELLER, Umbrina cirrhosa LINN. Uranoscopus scaber Linn. Chondracanthus angustatus HELLER, Xiphias gladius Linn. Philichthys Xiphiae STEENST. Pennella crassicornis Sp. et LùTK. P. filosa Cuv. (P. Costai RicH.), Chondracanthus cornutus MuLL. Brachiella ramosa RicH. Zeus faber Linn. Peniculus fistula NoRDM. Chondracanthus Zei DELAROCHE. CE TA CEKA. Delphinus sp. Pennella varians STp. et LùTK. Prodelphinus euphrosyne TRUE, Pennella crassicornis Srp. et LùTK. citrina — 181 — REENCOFSERABERIRICO, DERKRCORERODINPARASSINI DEI PESCRITFATIANI REGISTRATI NELLA SISTEMATICA Achtheres Galei Kròy. . . +... . Pag. tor | Caligus Trachuri RicH. . . . . . . Pag. 45 Aehtheres Percarum NorpM. . . . » 101) Caligus Trachypteri Kròv.. . ...° > 37 Anchistrotos Gobii n. subg, n.sp. mihi. >» 32 | Caligus vexator HELLER. . . ... >» 44 Anthosoma erassum ABILDG. . . . . > 62 | Charopinus Dalmanni ReETz. . .. .. . » 100 ‘hondrac s angustatus HELL. . . >» ROENIOCHEsCRelonog Baal 50 Chondracanthus angustatus Het ) 98 Chondracanthus annulatus Orsson.. . >» 97 Bomolochus cornutus Craus.. . . . > ZITO DS n Chondracanthus cornutus MùLL.. . . >» 96 Bomolochus minimus RicH. . . .. >» 32 E , | Chondracanthus horridus HeLL . . . > 97 Bomolochus Muraenae RicH. . . . . > 28 du Chondracanthus Lophii JoHNST. . . . > 99 Bomolochus oblongus RicH. . . . . >» 32 | 3 IR < Chondracanthus Merlucii Kròv.. . . > 97 Bomolochus Soleae CLaus.. . ././. è» 3 Negri a Chondracanthus Ninnii RicH.. . .. >» 98 Bomolochus unicirrus RICH. . . . . > ZO] o a o | Chondracanthus Zei DELAROCHE. . . > 98 Brachiella elegans RicH. . . . . . » 108 AR ù È i Clavella alata n sp. mihi... ....» 14 Brachiella exigua n. sp. mihi. . . . >» 104 È È z I, Clavella Canthari RicH.. . ......» 117 Brachiella impudica NORDM.. . . . >» 107 S i E È Clavella Carusi RicH. . i. I2I Brachiella inconcinna RicH. . . . . > 108 | È 3 NE Clavella Characis RIicH.. . ...... >» 113 . Brachiella insidiosa HetL. . . .. >» 104| 7, R Clavellafclava RICAMO Ne TO Brachiella malleus Rup. . . . ..» 103 È de " Clavella®erasstWRICH SRI e > AT Brachiella Merlucii B. S.. . . . . >» 107 SONIA i È Clavella Denticis Kròv.? ././... > 115 Brachiella minuta RicH. . . . .. » 108 È Clavella elongata RicH.. ./..... > 121 Brachiella neglecta Ricn. . . . . . » 106 i dota 2 Clavella emarginata Kròv. . . . . >» 109 - Brachiella obesa RicH. . . . . .. » 108 E Clavellasfa ll ax Hrr ARR e e RN Brachiella oblonga VaLte. . . . ._» 108, A , x Clavella hostilis HELLER. . . ....° » 119 Brachiella pastinacae BEN. . . . . >» 103 Agi R A Clavella laciniata Kròvy.? . ..... » 120 Brachiella ramosa RIcH.. 0.0 0.0» 107) e Rea Tisani Gun E Clavella Lichiae Ricu... ..... >» 121 É UG A DA LI NI » 10$ Ù ? | Clavella macrotrachelus n. SPARI LI RN RETTO Caligodes laciniatus Kròov. . ...° >» 240 ECIavella gPage1liWERov GR TT Walpustafinis HELL e i eee 45 | Clavella Pagri Kròv.® . /. 0.0...» III Caligus Alalongae Kròy. . .... > 37 | Clavella paradoxa BEN... ...» 118 Caligus Coryphaenae STpP. et Liùtk . » 4A EClavella}Sargi KURzZt CR SR en Caligus curtus Mur... 0.» 35 | Clavella Sciaenae n sp. mihi... .» 119 Caligus diaphanus NORDM.. . . .. >» 43 | Clavella Scombri Kurz.. . . . ... » 116 Cecrops Latreillii LeAcH. . . .... > Al Clayella?simplexs@RICHMRie:ent eni 2) Caligus Lepidopi RicH. . . . ... >» 46 | Clavella strumosa n. sp. mihi. . /.. >» 112 Caligus Lichiae n. sp. mihi. . . . . > 37 | Clavella subtilis, Rica. 0/0... 3 21 Caligus ligusticus n. sp. mihi. . . . >» 41.) Clavella tenuîs RicH. ././....0 » 122 Caligus minimus OTTO... ... 0» 36 | Clavella Triglae CLaus.. . . . DO) 118 Caligus Pelamydis Kròy. . .... > 43 | Clavella uncinata MùLL. . . ..... » rIO CaligusgPoterst RICH e 46 | Cyenus? budegassae Kròv.. . ././. » 74. Caligus Pharaonis NORDM . . . .. >» 45 | Cyenus gracilis M. EDw. . ./... 0» 76 Caligus produetus Dana... .. 0» 2 TCycuusKpalidustBENS RAR 75 Caligus Rissoanus M. Epw. . . . . >» 37 Caligus Serrani Rich... .. ... >» 45 | Demoleus paradoxus HELLER.. . . . > To) Caligus Trachini RicH. . . . . . . > 45 | Dichelesthium sturionis HERM. . . . >» 67 — 182 — Dinematura latifolia Sp. et LirK. Dinematura producta STP. et LùTK. Diphyllogaster Thompsoni BRIAN Echthrogaleus coleoptratus STP. et LiTK. Ergasilus nanus BEN. Ergasilus Sieboldii Norpn. Eucanthus Balistae CLaus. Eucanthus Marchesetti VALLE Eudactylina acuta BEN. Hatschekia Cernae GoGcio : MWatschekia Damiani mihi (Clavella Acantholabri exoleti) Hatschekia Mulli Ben. Hatschekia obesa Rick. . Hatschekia Pagelli Bogueravei ins ? Hatschekia Richiardii GoGcio. . Hatschekia sp... 0.0... Hatschekia Sargi VALLE Kròyeria aculeata GERST. . Kròyeria lineata BEN. Lamproglena pulchella Norpwm. . Lernaea branchialis Linn. Lernaeenicus gracilis HeLL. . Lernaeenicus Labracis Ricu. . Lernaeenicus neglectus RicH. Lernaeenicus Sargi RicH. . Lernaeenieus sp.? . Lernaeenicus sprattae Sow. Lerneeanicus vorax RIcH. . Lernaeocera eyprinacea Linn. Lernaeolophus sultanus Norpm. Lepeophtheirus Grohmanni Kròy. . Lepeophtheirus Nordmanni M. Epw. . Lepeophtheirus pectoralis NoRrDM. . Lepeophtheirus Thompsoni Ba:rD, Lepeophtheirus Trygonis VALLE Lernanthropus brevis Ricn. Lernanthropus foliaceus Rick. Lernanthropus Gisleri BEN. Lernanthropus Kroyeri BEN. . Lernanthropus Micropterygis RicH. Lernanthropus Mugilis BrIAN. Lernanthropus seribae Kròy. Lernanthropus Trachuri RRIAN. Lernanthropus Tylosuri RicH. Lernanthropus vorax RicH. Liitkenian Asterodermi CLaus, Liitkenia integra RicH. Medesicaste Triglarum Kròy. Pag. 52 » 52 » 48 2, 53 A 34 2, 34 » 25 D 25 D 77 » 70 » 70 » 69 » 69 » 69 » 69 » 70 » 68 P) 68 » 67 » 78 » 92 » 87 » 90 » 88 » 90 » 88 » 89 » 88 » 79 » 9I » 48 > 47 2) 47 » 46 » 48 » 65 » 66 » 65 » 66 » 66 » 63 » 65 » 63 » 67 » 6A » 48 Di 49 >» 94 Naobranchia cygniformis Hesse. Nemesis Lamna Risso Nemesis (mediterranea) lamna var. si- nuata VALLE, Nemesis robusta Bex. Nesippus orientalis HELLER Nogagus caelebs HeLLER Nogagus Latreillii LeAcH Orthagoriscicola muricatus Kròy. . Pandarus bicolor LeacH. Pandarus lugubris HELLER Peniculus fistula Norpm. . . Pennella crassicarnis SrP. et LiTE. Pennella filosa Cuv. Pennella Remorae Murray Pennella rubra n. sp. mihi, Pennella varians STP. et LùTK. Perissopus dentatus SrP. et LùTK Peroderma Bellottii Ricu. Peroderma cylindricum Herr. Philichthys Xiphiae STEENST. Philorthagoriscus serratus Horst Phyllophora erassa Rica. Polyrrhynchus Agassizii RicH. . Polyrrhyneus Baraldii Rica. Polyrrhyneus Denticis Rica. Polyrrhynehus Doderleini Rick. Polyrrhynehus Edwardsii Rica. Polyrrhynchus Grubei Rica. Polyrrhynchus Haeckelii Ricx. Polyrrhynehaus Lichiae Rica. Polyrrhynehus minimus Rick. Polyrrhynchus Muraenae RicH. . Polyrrhyncehus Pagelli Rica. Polyrrhynchus Pagri RicH. Polyrrhynehus Richiardiî VALLE, Polyrrhynchus Sieboldii Ricx. Polyrrynchus Steenstrupii Rica. Polyrrynchus Stromatei Rica. Pseudocyenus appendiculatus si Pseudoeucanthus Alosae n. sp. mihi, Rebelula Edwardsii KòLt. Sphaerifer Corvinae LeyDIG. Sphaerifer Leydigii RicH. Strabax monstrosus Norpw. . Trebius caudatus Hròy. Tripaphylus Musteli Ben. vari Pag. > Y (1) 122 71 ienaenta Fig. Fig. Fig. » (OS) (S] SHEeZIONERDELEEMIOAVO TE N.° 10 a colori — N.° 11 in nero Spiegazione della Tavola I. . Lepeophtheirus Nordmanni, femmina; ospite: Orthagoriscus mola; Napoli. (Dipinta da esemplare fresco). Lunghezza mm. ro-11. . Elytrophora brachyptera, femmina; branchie di Thynnus thynnus; Napoli. (Dipinta da esemplare fresco). Lunghezza mm. 11. . Stessa specie, maschio. Lunghezza mm. 8. . Philorthagoriscus serratus, femmina (vista dal dorso); ospite: Orthagoriscus mola; 31 Lu- glio 1903, Napoli. Lunghezza mm. 71/2; largh. mm. s. Spiegazione della Tavola IT. . Pandarus bicolor, femmina, sulla pelle di Ga- leus canis; 7 Luglio 1903, Napoli. (Dipinta da esemplare fresco). Lunghezza, senza fili oviferi, mm. 9; lungh. dei fili oviferi mm. 17. . Echthrogaleus coleoptratus, femmina, alla base della pinna dorsale di Charcharodon Ron- deletit; 5 Giugno 1898, Isola d'Elba. Lun- ghezza mm. 12!/,. . Cecrops Latreillii, maschio; Napoli. (Dipinto da esempl. fresco). Lunghezza mm. 10 circa. . Stessa specie, femmina; Portoferraio, 9 Marzo 1899. Lunghezza mm. 26. Spiegazione della Tavola IMI. Anthosoma crassum, femmina; Portoferraio. Lunghezza del corpo senza i fili oviferi, mm. 11; lungh. dei fili oviferi mm. 27. . Hatschekia Sargi, femmina; Napoli. Lunghezza, senza fili oviferi, mm. 2. » » » » 3 (0.0) 9. Hatschekia sp., femmina; branchie di Cre- nilabrus pavo; 10 Luglio 1903, Napoli. Lunghezza, senza fili oviferi, mm. 1,6 circa; lungh. dei fili oveferi quasi mm. 1. Maschio (?) della stessa specie. Lunghezza poco più di '/, mm. Clavella alata n. sp., femmina; ospite: Phicis bleinnoides; Napoli. Lunghezza mm. 3; senza sacchi oviferi, mm. 2. Clavella n. sp., femmina; ospite: Box Salpa; Napoli. Ingr. della figura x 17,5. Spiegazione della Tavola IV. Nemesis robusta, femmina, vista dal lato ventrale; branchie di Sphyrna zygaena; 1903, Napoli. Lunghezza del corpo mm. 5; lungh. dei fili oviferi mm. 13. . Femmina vista dal lato dorsale. . Post-addome della stessa. . Piede mascellare del 2.° paio, della femmina. . Uova (dei fili oviferi). Maschio di Nemesis robusta, visto da un lato. . Lo stesso visto dal lato dorsale. I piedi ma- scellari del 1.° paio soltanto sono segnati in questa figura e si vedono distintamente per trasparenza attraverso il tegumento. . Piede mascellare del 2.° paio, del maschio. Spermatoforo. . Appendici caudali del maschio. — 184 — Spiegazione della Tavola V. Fig. 1. Eudactylina acuta, femmina; 1903, Napoli. » Fig. » Fio. N » n > 19) (SS) » n (I 7° = (S] (SS) Lunghezza mm. 2. . Nemesis mediterr nea var. sinuata, femmina; ospite: Carcharodon Rondeletit; Portoferraio. Lunghezza mm. 10. Ingr. della figura x 8. . Kròyeria lineata, femmina; branchie di Galeus canis; 7 Luglio 1903, Napoli. Lunghezza del corpo mm. 5 !/2-6; lungh. dei fili ovi- feri mm. 2. . Lernanthropus Trachuri n. sp., femmina; bran- chie di Trachurus trachurus; Portoferraio. Lunghezza mm. 31/2. . Stesso esemplare visto dal dorso. Spiegazione della Tavola VI. Peniculus fistula, femmina; sull’ Atherina Bo- gerii; 22 Luglio 1903, Napoli. Lunghezza (senza fili oviferi) mm. 4 circa. Pennella crassicornis, femmina; infissa sulla cute di Prodelphinus euphrosyne; 31 Luglio 1902, Portoferraio. Lunghezza totale. cent. 7. . Cefalotorace della stessa. . Regione caudale della stessa. . Cefalotorace di un esemplare diverso, visto dorsalmente, . Lo stesso cefalotorace ingrandito visto ven- tralmente. Antenne uncinate della stessa Pernella. Spiegazione della Tavola VII. Brachiella exigua n. sp. femmina; branchie di Pagellus ervthrinus; 24 Agosto 1903, Na- poli. Lunghezza mm. 3. Ingr. della figura X 18,6. . Peroderma Bellotti, femmina; ospite Scopelus caudispinosus; Lunohezza 14 mm. . Pennella rubra n. sp. (?) molto ingrandita. Parte inferiore del corpo di una giovane femmina. Ospite: Orthagoriscus mola; Na- poli. » » » » DIZIo Ss. JE 2. (SS 2. Chondracanthus Merlucii, femmina; 10 Luglio 1903, Napoli. Lunghezza mm. 5a. Chondracanihus cornutus, femmina; branchie di Xiphias gladius ; 23 Gennaio 1890, Porto- ferraio. Lunghezza mm. 13. Spiegazione della Tavola VII. Brachiella insidiosa, femmina; ospite: Merlu- cius esculentus. Lunghezza totale del corpo mm. 12; lungh dell’ addome mm. 5; delle appendici addominali più lunghe mm. 4; dei sacchi oviferi mm. 7. Il cefalotorace misurato trasversalmente arriva a mm. 4 3/4. Brachiella malleus, femmina; mucosa boccale di una Torpedo marmorata. Lunghezza delle braccia mm. 31/4; della testa e collo mm. 3; dell’ addome mm. 4-5; dei sacchi oviferi mm. 3. Brachiella Merlucii, femmina; branchie di Merlucius esculentus; 11 Gennaio 1902, Ge- nova. . Brachiella insidiosa, femmina; branchie di Merlucius esculentus; 11 Gennaio 1902, Ge- nova. I sacchi oviferi appariscono tagliati via in gran parte. . Clavella macrotrachelus n. sp., femmina; ospite: Cantharus lineatus; 3 Gennaio 1902, Ge- nova. Lunghezza del collo mm. 2; dell’ad- dome mm. 1 3/,. Il maschio pigmeo è fissato all’ addome della femmina. . Brachiella impudica, femmina; ospite: Trigla corax; 24 Marzo 1904, Portoferraio. Lun- ghezza mm. 8. Inor. della fisura x 8,50. . Spiegazione della Tavola IX. . Brachiella Thynni, femmina; ospite: il tonno; 9 Gennaio 1903, Genova. Lunghezza totale mm, 22 circa; lunghezza delle braccia mm. 5; dell’ addome mm. 61/; dei sacchi oviferi mm. 10. Clavella Sargi, femmina. Lunghezza mm. 4; Lunghezza dei sacchi oviferi mm. 2. Inor. della figura x 12,5. 3. Naobranchia cygniformis, femmina ; ospite: Smaris alcedo ; Portoferraio. Lungh. mm. 3. Ingr. della figura x 14,33. Fig. » — 185 — 4. Clavella strumosa n. sp., femmina; branchie di Pagellus erythrinus; 2 Luglio 1900, Por- toferraio. Lunghezza totale mm. 6. Il corpo sacchi oviferi arriva a soltanto senza mm. 4/a. S. Clavella strumosa n. sp., stesso esemplare della figura 4. Addome ingrandito. 6. Clavella strumosa n. sp., femmina; branchie di Pagellus erythrinus; 7 Novembre 1901, Portoferraio. Lunghezza del corpo, senza sacchi oviferi. mm. 3 1/3; lunghezza dei soli sacchi oviferi mm. 2!/;. 7. Lo stesso esemplare visto da un altro lato. Spiegazione della Tavola X. g. I. Clavella Characis, femmina; Portoferraio. Lun- ghezza mm. 6 2. Clavella Sciaenae n. sp. femmina; branchie di Sciaena aquila; 11 Maggio 1891, Ge- nova. Lunghezza del corpo senza sacchi oviferi mm. 4. Lunghezza totale, questi compresi, mm. 7. 3. Clavella emarginata, femmina; ospite: Clupea finla; 6 Novembre 1889, Genova. Lunghezza dell’ addome e braccia (insieme comprese) mm. 2/; lunghezza dei sacchi oviferi mm. 21/4. 4. Clavella fallax, femmina; ospite: Dentex vulgaris; Portoferraio. Lunghezza senza sac- chi oviferi, mm 3 1/» circa. Clavella Pagri, femmina; ospite: Pagellus “nm erythrinus; Genova. Lungh. totale mm. 3. 6. Clavella Scombri, femmina; ospite: Scomber scombrus. Lunghezza mm. 4: lunghezza del cefalotorace e addome compreso (misura trasversale dell’ animale nella posizione in cui è disegnato) mm. 6. Spiegazione della Tavola XI. Fig. 1. Pseudoeucanthus Alosae n. sp. maschio (?) visto » » dal lato ventrale; ospite: Clupea alosa (oculo affixa). 2. Sacco ovifero e regione caudale della fem- - mina, 3. Appendici boccali del maschio (?) Fig. 4. Antenne del 2.° paio dello stesso. » S. I.° paio di piedi natatori » » 6. 2.° paio » » » » 7. 3.° paio » » » » 8. 4.° paio » » » Spiegazione della Tavola XII. Fig. 1. Bomolochus Muraenae femmina. » 2. Anello genitale e post-addome della stessa. » 3. Parti boccali: #4 mandibole; ) palpi ma- scellari; pm.x! piedi mascellari del 1.° paio; pmx? piedi mascellari del 2.° paio. » 4. Antenne del 1.° paio. » 5. Antenne del 2.° paio. » 6. 1.° paio di piedi natatori. » 7. 2.° paio » » » 8. Ramo interno del 4.° paio di p. n. » 9. 5-° paio rudimentale di p. n. Spiegazione della Tavola XIII. Fig 1. Anchistrotos Gobii n. sub. gen., n. sp.; maschio (?). Cefalotorace visto. dal lato ventrale; a! antenne del 1.° paio; a? an- tenne del 2.° paio; » hamuli laterali. » 2. Addome e post-addome dello stesso. » 3. Femmina della stessa specie. » 4. Parti boccalidella femmina; 0 bocca; md man- dibole; pf palpi mascellari; pmx! piedi ma- scellari del 1.° paio; pmx? piedi m. del 2.° paio. » 5. Sacco ovifero esterno della stessa. » 6. Antenne del 2.° paio della stessa. » 7. Antenna del 1.° paio del maschio. » 8. 1.9 paio di piedi » » » 9. 3.0 paio di piedi » » » IO. 4.° paio di piedi » » Spiegazione della Tavola XIV. . Caligus Lichiae n. sp. femmina vista dal lato dorsale. Caligus Lichiae n. sp. femmina vista dal lato ventrale. . hamulus di detto Caligus. — 186 Fig. 4. Bocca (succhiatoio) dello stesso. » 5. furcula sternalis » » » 6. lunula e antenna del 1. paio dello stesso. » 7. Antenna del 2.9 paio » » » 8. Piede mascellare del 1.° paio » » » 9. I.° paio di piedi » » » 10. 2.° paio di piedi » » » II. 3.° paio di piedi » » » 12. Ramo interno del 3.° paio di p. » » » 13. 4.° paio di piedi i » » » 14. Post-addome e furca caudalis >» » D_9 D9 SIA is » 6 DAR » 8 Fig. 1 ». 2 dI 5) » 4 »d S » 6 DA DIS » 9 » 10 DI . Cefalotorace di Caligus ligusticus n. Spiegazione della Tavola XV. SP., maschio; ospite: Box Salpa; Portoferraio. Lunghezza totale del corpo mm. 3. . Cefalotorace visto dal lato ventrale, di detto Caligus. . Addome e post-addome dello stesso. . Antenne del 1.° paio e /unula dello stesso. . furcula sternalis dello stesso. . T.° paio di piedi » » . 2.9 paio di piedi » » - 3.9 paio di piedi » » Spiegazione della Tavola XVI. . Philorthagoriscus serratus, maschio; ospite: Orthagoriscus mola, 31 Luglio 1903, Napoli. (Visto dal lato ventrale). Lunghezza mm. s. . Stesso maschio visto dal lato dorsale. . Addome dello stesso. . Cefalotorace e parti boccali e altre appendici dello stesso. . Piedi mascellari del 1.° paio dello stesso. . Appendice caudale dello stesso. . 2.° paio di piedi dello stesso. . Caligus Lichiae n. sp., maschio. Lunghezza mm. 41/3- 5. . Antenne del 2.° paio dello stesso. . Piedi mascellari del 2.° paio dello stesso. Piedi del 3.° paio dello stesso. (Vedi la lamina mediana nel cui mezzo sono disposti organi speciali). » Fig. » » » » » » » » Spiegazione della Tavola XVII. . Antenne, piedi mascellari e piedi natatori di Lernanthropus Trachuri . Lernanthropus Gisleri, femmina; branchie di Lichia amia, Genova. Lunghezza senza le appendici addominali, mm. 7. . Lernanthropus brevis, femmina; branchie di Sargus vulgaris, 1903, Napoli. Lunghezza comprese le appendici, mm. 2. . Maschio di detta specie. Lunghezza com- prese le appendici, mm. 11/-- 13/4. . Antenne del 1.° paio del maschio di detta specie. Spiegazione della Tavola XVI. - Pennella filosa (P. Costai Rich.), giovane fem- mina; ospite: Xiphias gladius, Portoferraio. Lunghezza cent. 12. . Regione caudale di detta Penne/la. . Ultimo segmento del corpo di detta Pennella. . Parte anteriore del corpo » » a', a? antenne; mx mascelle; pmx* e pmx* piedi mascellari; p*! f? p3 ps piedi natatori. 5. Bocca (rostro) di detta Pennella. IO. II. . Piede mascellare del primo paio di detta Pennella. .- Mascella o palpo mascellare di detta Pennella. . Lernaeenicus n. sp. femmina; ospite: Netta- stoma melanura; Genova. Lunghezza totale mm. 25; lunghezza dell’ addome mm. 9. . Cefalotorace dello stesso, visto dal dorso; R rostro, a', 42 antenne. Cefalotorace dello stesso, visto dal lato ven- trale. Cefalotorace dello stesso, visto da un lato. . Piedi mascellari di detto Lernaeenicus. . Piede natatorio. » » Spiegazione della Tavola XIX. . Il pesce Macrourus calorbynchus col parassita Rebelula Edwardsiî femmina, fissato sul dorso. Lunghezza del pesce cent. 23 23: Il pesce Scopelus caudispinosus col parassita Peroderma Belloitii femmina, che esce fuori dell’ angolo boccale. — 187 — Fig. 3. Cefalotorace di Peroderma Bellotti. a antenne; mx! mascelle o piedi masc. del 1.9 paio; mx? mascelle o piedi masc. del 29 paio; m mandibole. Appendici boccali dello stesso (come sopra). x 5 » 5. Antenna dello stesso. » 6. Oestrus sive Asilus marinus, riprodotto dal- l’opera di Rondeletius: De Piscibus ma- Tinis (ecc., p. 112. Spiegazione della Tavola XX. . Antenne del 1.° paio del maschio (?) di Hatschekia sp.; ospite: Crenilabrus pavo, 10 Luglio 1903, Napoli. (e Fig. » 2. Antenne del 2° paio dello stesso. . Piedi mascellari del 1.° paio dello stesso. % (SS) » 4. Piedi natatori del 2° paio » « » 5. Clavella alata n. sp. femmina; ospite: Phicis blennioides, Napoli. Lunghezza mm. 2; coi sacchi oviferi mm. 3 v DS Parti boccali della stessa; a! antenne del 1.9 paio; a? antenne del 2.9 paio; mx ma- scelle; md mandibole; pmx? piedi ma- scellari del 2.° paio. » 7. Antenne e piedi mascellari di Brachiella exigua sp. n. femmina; ospite: Pagellus erythrinus, branchie; Napoli. Fig. 8. Estremità dell’ antenna del 2.9 paio di Cla- vella strumosa n. sp. femmina; ospite: Pa- gellus erythrinus. 9. Piedi mascellari della stessa Clavella strumosa v femmina. » IO. Mascelle della stessa. » 11. Antenne del 1.° paio della stessa. » 12. Estremità delle braccia con bottone chitinico della stessa. » 13. Mascelle di Clavella sciaenae n. sp femmina; ospite: Sciaena aquila. » 14. Capo della stessa. Spiegazione della Tavola XXI. Fig. 1. Clavella macrotrachelus n. sp., femmina; ospite: Sargus vulgaris; 21 Luglio 1903, Napoli. Lunghezza del corpo mm. 2; lun- ghezza dei sacchi oviferi mm. 1/.. » 2. Maschio della stessa specie, molto ingrandito. » 3. Capo della femmina e parti boccali, della stessa specie. » 4. Parte anteriore del corpo del maschio della stessa specie a fortissimo ingrandimento » 5. Dorso del pesce Macrourus calorbynchus col parassita Rebelula Edwardstii ; Genova. » 6. Piedi mascellari del 2.° paio di Clavella Denticis (femmina); Genova. NR We a de, ; : MASSO] " e ni pa: è ri D, La tg] ,se) Suleor LI DOTI PERL di ERI 59) 7 di va ta, INDICESDEEXOLUNE AVVERTENZE (Prefazione) . Pas. S STORIA. I. Copepodi lerneiformi » 7 2. Caligidi » 18 3. Filictidi » 21 SISTEMATICA. Fam. I. Ergasilidae » 25 Fam. II. Caligidae . » 34 Fam. III. Philichthyidae . » 58 Fam. VI. Dichelesthiidae. » 62 Fam. V. Lernaeidae » 79 Fam. VI. Chondracanthidae » 94 Fam. VII. Lernaeopodidae » 100 COROLOGIA. Nizza DM 0124! Genova e Liguria » 124 Portoferraio e Isola d’ Elba DI NDS Golfo di Napoli , . » 126 Sicilia (senza indicazione oo di ono >. 127 Palermo DINENI27, Messina 127 Sardegna — Cagliari DNT27 Carloforte. DT, Isola di Piana . . ; 0 5 DIM 7 Mediterraneo (senza iAdicazione determinata di località) . » 128 Adriatico — Trieste; Istria e Dalmazia . MITO) Venezia | 192 Rimini DI 192 Fano 5 DJMI32) Verona (Provincia) . o ò PI 1132) Italia (acque dolci) — (senza indicazione determinata di funi D 192 Massa marittima P.M11312) BIBLIOGRAFIA. (In serie alfabetica di autori). (A. pag. 133 — B. p. 134 — C. p. 141 — D. p. 144 — E. p. 145 — F. p. 146 — G. p. 146 — H. p. 149 — J. p. 153 — K. p. 153 — L. p. 155 — M. p. 158 — N. p. 160 — O. p. 160 — P. p. 161 — Q. p. 162 — R. p. 162 — S. p. 165 — T. p..169 — V. p. 171 — W. p. 173 — Z. p. 174). Elenco alfabetico dei pesci d’ Italia che furono trovati affetti da copepodi parassiti. . ò DIMM: Elenco alfabetico dei copepodi parassiti dei pesci italiani registrati nella Sistematica . 5 » I8I Spiegazione delle tavole . ) è ; d c o ; c 9 o 0 ò . VMr83 DATO * LA Pa ot LEE RIAFIUTALI Mii ERRATA-CORRIGE Errata Prefazione Zoologia rinvenne rinvenne rinvenne i lavori originali rinvenuto rinvenuta rinvenne rinvenuto Dodeeleini Remmorae Brahiella determinato “ rinvenne Dichelestium Dichelestium Peunella Dichelestium Actheres Questi esemplari che non data da Kròyer, Clavella Sciaene Corrige Avvertenze zoologia trovò trovò raccolse i singoli lavori trovato trovata trovò raccolto Doderleini Remorae Brachiella determinati trovò Dichelesthium Dichelesthium Pennella Dichelesthium Achtheres Questi esemplari non data da Kròyer: Clavella Sciaenae LR ALI A.BRIAN- Copepodi parassiti dei pesci d'Jtalia Lav:/ r È A i à__trPiiÌt ik 7liEZL KoperpkHens pa csi brackontina 9 4, i nerratar. A. BRIAN - Copepodi parassiti dei pesci d'Malia Lav: // 2, Celtirgali, colioptats. 2. A.BRIAN- Copepodi parassiti dei pesci d'Italia Lav. /l/ P, ANHolschek nori Li 3, Noschkia op 9 ci Mz A.BRIAN- Copepodi parassiti dei pesci d'Italia lav:/V lit Tacchinardiî e Frari -Favia. A.BRIAN- Copepodi parassiti dei pesci d'Italia ara A i Eudat, la oiztai 9 i, rlilinno rea ver, siunala 2. I, Prsgoria siivetaio., A. Ro ocio acli A.BRIAN- Copepodi parassiti dei pesci d'Îtalia e Frrari Favia. Lit Tacchinarai A.BRIAN- Copepodi parassiti dei pesci d'Italia Lav: l. Brachuello TIRA io delitti 0 ee ti pla (3). e. a dina Nas merluaso F, dr. CL rctracovihug cv aletargi Di, Fot mare A.BRIAN- (opepodi parassiti dei pesci di Italia law VI Di n ch lle ie \ PF, DI Si anernlize 8 si R.Pnachiollo molla, 5 Mrllo mocrolrachelis 3 4, 73, O STE 4A CUAAAAMAAM 9 Nn da A ; i co } 2 A. BRIAN- Copepodi parassiti det pesci d Italia Lav A. BRIAN- Copepodi parassiti dei pesci d'Italia Lav k hi SUOI DAS SORPESO L. 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