% QUO prin Rea LANSA dea è ÙU sl Ca DEMETTORZONI Ù xo e ERI Ko petit per bag er dari PATENTE RA effe Lei imcdee i (TRTOI Du 3 si ae ep gi para fre, pritirezzni Rai arenarie perigeo pe Toe rd pago - MOROSA asta i (epr pio d DICI SOR SISSONZ VE RSA PAT ; se a Medri ; È sario mit n D RAT neve A Mn, TAG Mie ariragi > ES Pim daicd dg di di Ù ea vi COros Rare ren Mep pri ong niet preti Ù CISEUSTII re mera MI a0a : un É Nye: € 0 PRATIOI E DI PERFEZIONAMENTO 36 IN FIRENZE. SEZIONE. DI SCIENZE FISICHE E NATURALI. VoLume PrIMO. î Lf ZO0LO GGY Crustacsa FIRENZE. È cor TIPI DEI SUCCESSORI LE MONNIER. A8TI. Ni Dott ZOOLOGIA VIAGGIO INTORNO AL GLOBO DELLA CROSTACEI BRACHIURI e ANOMOURI ADOLFO TARGIONI TOZZETTI. PREFAZIONE. Sono compiuti oramai dieci anni da quando una nave italiana, salpata da Napoli, raggiungeva a Montevideo la R. Pirocorvetta Ma- genta, recandole materiali, istruzioni, persone e l’ ordine di un viag- gio attorno al Mondo, e di portare pei mari vasti, agli approdi lon- tani, col prestigio del nuovo Stato, nuovo saluto di pace e di civiltà nel nome antico d’ Italia. Fu già deplorato che alla scienza italiana fosse data parte mo- desta, troppo modesta nella spedizione: non guardando assai che la Magenta avrebbe trovato davanti i ricordi della Novara, poco prima con ben altro apparecchiamento andata per le medesime vie. Assicuravano però dell’ effetto dell’ impresa le nobili qualità del- l’ egregio Comandante della Magenta, il Commendatore Arminjon, quelle dell’ eletta schiera degli ufficiali sotto i suoi ordini, e molto era il nome e il valore del professore FiLirpo DE FILIPPI, che prendeva appunto la cura delle cose scientifiche sopra di sè, e pertanto con- duceva seco il dottore Enrico Giglioli. La sorte riserbava poi a quest ultimo di assumere il primo po- sto, di mostrarsi qual’ era animoso e valente, prepararsi a diventare in breve il professore GieLioLI del Museo di Firenze e il commenta- tore autorevole delle vicende avvenute e degli studii fatti durante il viaggio. Il De Filippi infermò difatti per via, e deposto ad Hong-Kong, mentre la spedizione seguitava il suo corso, si ridusse agli ultimi della vita, legando alla patria e agli amici l’ esempio di una nobile abne- gazione, il nome venerato, un desiderio di lui che il tempo non in- debolisce, al Giglioli la cura di soddisfare oramai da per sè il compito ambito, pel quale fatalmente veniva meno egli stesso. VI PREFAZIONE. Il Giglioli ha dato buon conto di sè col volume del Viaggio della Magenta, colle precedenti pubblicazioni sulla Fauna del ma- re, sulla Geografia zoologica dei Vertebrati e coi molteplici scritti di Antropologia, di Etnografia, d’ allora in poi messi in luce. Delle cose raccolte nel viaggio, i Cetacei, i Mammiferi e i Rettili sono stati illustrati, ma non peranco pubblicati dal professore E. Cor- nalia; i Procellaridi (uccelli) dallo stesso Giglioli; i Molluschi Gaste- ropodi, Acefali e Brachiopodi dal dottore Tapparone Canefri; dei Crostacei superiori fu pubblicato un Catalogo, del quale, molto più tardi del desiderio, viene ora la illustrazione, riservando a poco più tardi ancora quella dei Crostacei delle classi inferiori dei primi. Le 63 * specie, già registrate nel Catalogo precedente, sono venute ora al numero di 65; poichè alcune furono sceverate da altre ed aggiunte; due, introdotte nella serie, appartengono per diversa origine al R. Museo di Firenze; altre, invece, prima distinte, sono state messe sotto altri nomi. Varie identificazioni di specie sono state rettificate con nuovo studio, non tanto più diligente, quanto appoggiato a elementi biblio- grafici o comparativi mancanti dapprima, e pel quale hanno giovato materiali e libri acquistati dalle collezioni del Museo fiorentino, 0 1 Le pubblicazioni relative al viaggio della Magenta sono fin qui le seguenti: GieLioLi Enrico HiLLyER, Zoologia del viaggio intorno al Globo della R. Pirocor- vetta Magenta durante gli anni 1865-66; Ip., Brevi Annotazioni intorno alla Fauna pe- lagica (Atti della Soc. ital. di Sc. nat., vol. XI, fasc. INI). Milano, 1868. Ip., La fosforescenza del mare. Note prese durante un viaggio di circumnaviga- zione (Atti della R. Accad. delle Sc. di Torino, A870.— Bull. della Soc. Geogr. ital., fasc. IV, 1870); Ip., Breve cenno sulla distribuzione geografica dell’ emittero pelagico Halobates (Bull. della Soc. Ent. ital., vol. II). Firenze, 1870; Ip., Note intorno alla Fauna vertebrata dell’ Oceano, prese durante un viaggio intorno al Globo 1865-68 (Bull. della Soc. Geogr. ital., fasc. V). Firenze, 1870; Ip., Z Cetacei osservati durante il viaggio intorno al Globo della R. Piro-corvetta Magenta, 1865-68 (Mem. dell’Accad. Pontania- na). Napoli, 1874; In., Ricerche intorno alla distribuzione geografica generale o Corolo- gia degli Animali vertebrati (Bull. della Soc. Geogr. ital., vol. X, fasc. 2, 3, 4,5; vol. XI, fasc. 1, 2. Roma, 1873-84. Lavoro non completato). Ip. e SaLvaporI Tom., Nuove specie di Procellaridi raccolte durante il viaggio fatto intorno al Mondo dalla Magenta (Atti della Soc. ital. di Sc. nat., vol. XI). Mi- lano, 1868; In., On some new Procellaridae (Ibis., 1869, pag. 64. London, 1869); In., Di - alcune specie nuove o poco note di Uccelli, raccolte durante il viaggio della Magenta (Atti della R. Accad. delle Sc. dì Torino, vol. V). Torino, 1870. TaPPARONE CANEFRI, Malacologia (Gasteropodi, Acefali, Brachiopodi). — Mem. dell’ Accad. delle Sc. di Torino, sez. II, tomo XXVII (1874), in-4° gr., con tavole. Tancioni TozzeTTI, Catalogo dei Crostacei Brachiuri e Anomouri del viaggio della R. Fregata Magenta (Bullettino della Società Entomologica italiana, tomo lI, pag. 2, 1870). PREFAZIONE. VII comunicati da amici cortesi; ma più ancora gli esami fatti, in occa- sion di viaggi, sulle collezioni di Vienna, specialmente su quella del viaggio della Novara, per la gentile compiacenza del professore Rogenhofer, e sulle collezioni di Berlino, in grazia delle facili lar- ghezze del chiarissimo professore Peters e del signor Von Martens. Nel Catalogo le specie furono disposte secondo 1’ ordine di Milne Edwards, ora si dispongono secondo quello di Dana; poichè, senz’ altre considerazioni sul merito relativo dell’ uno o dell’ altro, gli oggetti stessi conducevano sulle tracce dell’ insigne Carcinologo americano, e nelle divisioni più circoscritte di esso trovavano più prossima definizione dei loro rapporti. Questo non ha impedito però di profittare dei miglioramenti posti nel metodo da.Milne Edwards stesso colla sua Monografia degli Ocipodiani; da Alfonso Milne Edwards con quella dei Canceridi; da Stimpson col suo Prodromo della descrizione degl’ Invertebrati della spedizione nell’ Oceano Pacifico settentrionale; da Heller colla descri- zione dei Crostacei del viaggio della Novara, e in generale da tutti quelli, alle opere dei quali le condizioni nostre ci han permesso di attingere. Da poche forme è parso di poter dedurre la istituzione di un ge- nere e di alcune specie; per tutte le altre si poteva o ripetere, cogli emendamenti opportuni, la enumerazione già pubblicata (tutto al più aggiungendo qualche riflessione di ordine comparativo), o tentare una investigazione analitica più sottile, per descriverle più completamente e più largamente, e per cogliere le occasioni ad uscire in qualche stu- dio di diversa natura. Il primo partito era assai spedito , l’ altro ci era consigliato dalla composizione stessa della raccolta; poichè difatti in questa si trovano specie di natura e affinità diverse, quasi sempre senza seguito di altre congeneri, spesso assai rare e anco di quelle che possono dirsi critiche 0 poco note. Messi pertanto sulla seconda via, non è parso. buono di restare a mezzo; e pur avendo il conforto degli esempi di Heller, di Herklots, di Ruppel, dei Milne Edwards, abbiamo portato l’analisi della forma esterna fin dove se ne offrivano gli elementi, e abbiamo allargate altrettanto le descrizioni. Finchè si tratta di ciascuna forma da sè, questo non apparisce; ma quando le forme si ravvicinano, come per le specie di un mede- simo genere, l’analisi minuta giova più che mai a persuadere che se un organismo prende alcuna diversità in una parte, realmente sì costituiscono in un diverso accordo tutte le parti dell’ esser suo; VITI PREFAZIONE. e che a rigore forse nessuna sfugge a qualche modificazione più 0 meno profonda, meritevole di essere avvertita e notata, quando l’ osservare, il notare, il descrivere, non attende solamente a di- stinguere per amor di sistema. Abbiamo poi sull’ esempio di Dana, e anco più largamente, in- trodotto l’elemento delle misure assolute delle dimensioni e la deter- minazione dei rapporti, perchè quelle e questi, nell’ armonia dell’ es- sere organizzato, non possono essere accidentali, comunque possan variare, possa sfuggire ancora la legge che li governa e restino quindi insufficienti come criterii diagnostici. Alle descrizioni final- mente si è dato una forma quasi geometrica, procedendo in tutto con ordine rigorosamente conforme, e usando il linguaggio più stretto e conciso che ci permettesse la natura della frase volgare. Salvo poche innovazioni, abbiamo accettato le idee ormai co- muni intorno alla composizione del corpo dei Crostacei superiori, e per esporle secondo i casi, si è preferito il linguaggio metodico di Milne Edwards a quello empirico e ordinario dell’ entomologia. Ora, poichè 1’ uso del primo non è assai generale, ci sia permesso di ri- cordarne i termini fondamentali. * AppenpICI. — Le appendici sono, come sempre negli Antropodi, della stessa natura, ma diverse di composizione e di forma secondo le regioni del corpo e gli ufficii. Appendici cefaliche : Occhi = Podoftalmi, Oftalmopodi. Antenne = Ceratopodi, Podoceriti. —. interne o anteriori "antenne del 1° paio, anten- nule = Protoceriti. —. esterne, posteriori, del 2° paio = Deutoceriti. Mandibule, mascelle, zampe mascelle= Gnatopodi, Podo- gnati (Protodeuto, trito, tetra, penta, era, ebdo 0 ectognati). Appendici toraciche: Zampe — Toracopodi (Proto, deuto, trito, tetra, pentapodi). Appendici addominali: Pleopodi, Uropodi. La complessità delle appendici dipende dalla loro apparente di- visione sullo stesso piano in più rami semplici o articolati, e dal numero degli articoli di ogni diramazione. ! M. Epw., Squelette tégumentaire des Crustacées, Ann. des Sc. natur., Ser. 3°, T. XVI, 18341. — Vedi d'altronde M, Epw., Hist. nat. des Crust.; AupoUIN, SAVIGNY, DESMAREST, ec. PREFAZIONE. IX Le più complesse, dal primo punto di vista, sono alcune di quelle della bocca, come negl’ Insetti le mascelle, e nei Crostacei di diverso tipo le equivalenti od altre qualunque. Nelle prime si trova infatti, staccati da un articolo della base o da altri, un ramo o lobo esterno = ezognato, —_ _ medio = mesognato, —_ — interno = endognato, tutti soggetti a modificazioni di forme e a soppressioni parziali, fin- chè dei tre ne rimanga apparentemente uno solo come i podoftalmi, le antenne esterne, le mandibule più semplici, le zampe degl’ Insetti o dei Ragni. . Quando la riduzione è, o sembra venuta, a questo punto, il ramo persistente si compone di articoli successivi in diverso nu- mero, e nelle zampe toraciche si contano infatti: Nom, di M. Edwards. Nom. entomologica. AM COXO POESIA Anca. PRBASIPORLE Rei eo 3. Ischiopodite............ MIO AMEropoditeNett stele arte Femore 0 Coscia. 5. Carpopodite............ ) cata sid io SIAE 6: Propodite. ee e eee ) sE 7. Dattilopodite semplice, com- posta o flagelliforme.... ..... Tarso semplice, o monomero, dime- ro, triméro, ec. Da queste si deducono facilmente le appellazioni relative agli arti- coli degli arti oftalmici, antennari, buccali, toracici o addominali, sieno questi completi o manchino di alcune delle ordinarie giunture, ponendo alla fine dei nomi coro, basi, isclhio, mero, carpo, pro, dactilo, come radicali, le desinenze cero-cerite, gnato-gnatite, podo- podio-podite, secondo che si tratti di antenne, di organi buccali, di appendici toraciche o dell’ addome; ed ogni articolo è sempre in- dicato secondo la sua posizione nell’ arto e la natura di questo. Gli articoli possono suddividersi, e ad una divisione trasversa del carpopodio nei Ragni e nei Crostacei si deve appunto che la zampa nella parte libera sia di sei, non di cinque articoli come negl’ In- setti; ad una suddivisione del carpopodio si deve l’ asta lunghissima e articolata di alcune delle zampe in certi Carididi (Athanas, Nika); alla suddivisione del dattilopodio, l’ articolazione del flagello anten- X PREFAZIONE. nare, del flagello, dell’ esognato, delle mascelle o del tarso, com’ è per lo più negl’ Insetti e in alcuni Ragni. Le appendici sono per coppie, ed ogni coppia dipende da un segmento del corpo (Zonite, Somite, Metamero), composto di un arco tergale, noteum, e di un arco sternale, gastreum, composti a loro volta di due metà laterali, che contano due elementi subme- diani tergali e due sternali, riuniti insieme in un solo (tergite, ster- nite) e di un elemento laterale da tergo (epimerite), di un elemento laterale sternale (episternite). La presenza reale degli elementi mede- simi in un metamero è soggetta a condizioni d’ incremento relativo, le quali possono rompere ogni equità di proporzione, fino alla preva- lenza o alla esclusione assoluta di uno o dell’ altro, quando la di- stinzione non si nasconde per saldature o fusioni. I recenti studii di Claus sulla formazione dei Crostacei ricondu- cono a credere, che i segmenti anulari del corpo si stabiliscano per di- visione ulteriore di una massa primitivamente semplice ed una ; che tutte le appendici sieno in origine semplici e sporgenti come bottoni, come rigonfiamenti o gemme, ai lati del corpo che le porta, e che le divisioni dei lobi e degli articoli successivi di ciascun lobo ven- gano secondariamente. Avvenuta la divisione per lobi del primo rudimento delle ma- scelle del primo paio (deutognati), nella forma larvale (Megalopa) di un Portunus per esempio, ciascun lobo, compreso il più esterno, rimane semplice ed indiviso. Pure in tre lobi si divide il rudimento delle mascelle del se- condo paio ({ritognati); ma qui i lobi interni, dipendenti da una pri- ma o una seconda giuntura già distinte nel corpo principale alla base, si fendono in due e si rendono bilobi anch’ essi. Intanto dalla prima giuntura o primo articolo basilare proviene all’ esterno un’ al- tra espansione, che nelle mascelle del secondo paio (appunto) sarà ancora una semplice lamina, nelle zampe mascelle del primo paio (tetratognati) una lamina triangolare allungata, in quelle del secondo paio (pemptognati) diverrà una branchia, in quelle del terzo (zampe mascelle esterné, ectognati) una branchia divisa in due con un ramo flagelliforme (epignato); finalmente saranno due pinne bran- chiali nei toracopodi del primo paio, una sola negli altri, quando per soppressione questa e quella non manchi. * ! Craus, Untersuchung. zur Erforschung der genealogisch. Grundlage des Cru- staceen Systems, p. 64, tav. XIII, fig. 3 a 9. — Wien, 1876. a ) .’ PREFAZIONE. XI Così essendo frattanto, mentre i diversi rami in un arto dipen- dono da formazioni secondarie e laterali di un corpo primitivo, che per sè stesso si divide parzialmente in articoli, i più esterni (epi- gnato, branchio) dipendono mediatamente o immediatamente dal- l'articolo primo, quello che sarà il palpo dall’ articolo secondo. Dipenderà ora dagl’ incrementi relativi la forma, la situazione e com- posizione propria di queste parti, le quali fra di loro conserveranno un certo equilibrio, o 1’ una prevarrà sull’altra, occupandone perfino il posto; e così l’arto triplice diventerà duplice solamente o unico ancora come il podoftalmo e l’ antenna o la mandibula quasi sempre, ; sempre il toracopodo degl’ Insetti e dei Ragni. Rispetto ai Crostacei in particolare va per altro osservato che la facoltà di mettere espansioni laterali appartiene talvolta, oltre che al primo e al secondo articolo della base dell’ arto rudimenta- rio, a qualche articolo più elevato, e forse esprime una tendenza in questa direzione il processo angolare che forma il dito fisso de- gli organi chelati dovunque si trovano; certo poi più che una ten- denza è un fatto compiuto, la divisione dei filamenti antennari quando occorre, la formazione di quella specie di palpo all’ estre- mo dello stipite delle antenne interne, e che ha preso il nome di Scafocerite. Quando il numero degli articoli si trova maggiore del conto ordinario nel ramo di un arto, non è difficile di riconoscere quale fra gli altri è moltiplicato per divisioni successive, come è il caso dell’ articolo terminale del palpo, o delle antenne più in generale, o dei tarsi, o di certi articoli intermedii in altri casi, fra Crostacei più bassi di quelli di cui parliamo. Quando però il numero scema, è difficile talvolta comprendere se questo sia per non avvenuta de- finizione di uno o di più articoli, o per minore incremento e atrofia di alcuni altri. Il podoftalmo è semplice, benchè articolato sopra un peduncolo basilare ristretto, ma può essere che in esso venga meno la suddi- visione dell’asta in cui consiste, o che abbia avuto effetto l’atrofia dei segmenti terminali assorbiti forse nella formazione più complessa del- l’ occhio. Nelle appendici toraciche posteriori dei Porcellaniani e altri Anomouri è chiaro assai che vi è difetto di formazione degli articoli terminali. Nelle antenne esterne poi i primi articoli sono più o meno indivisi, e così è forse di quelli della base delle antenne interne, sic- chè uno, o per divisione mancato, o per fusione sopravvenuta, ne rappresenta due o tre. Dei sette articoli normali nei toracopodi, XII PREFAZIONE. quello basilare si confonde, secondo Claus, nel piastrone ster- nale.‘ Corpo. — Il corpo dei Crostacei si distingue generalmente, co- me nei Ragni, in Addome e Cefalotorace. L’ Addome nei Brachiuri è ripiegato sotto la parte anteriore, angusto nei maschi e con due paia di appendici (Veretra, Pleopodi) ai due articoli primi, senza appendici per gli altri; è largo nelle fem- mine, con tre paia o più di appendici, ridotte alla base, ad un ramo esterno e ad un ramo interno, semplice o biarticolato. Nei maschi le appendici del primo segmento sono riunite talvolta da un robusto arco sternale, e nella loro base, a contrasto colla base di quelle del secondo paio, con disposizioni assai complicate (Dromia, Calappa) includono la verga. Negli Anomouri l’ addome dei maschi e delle femmine è quasi conforme per un sesso e per l’altro, e gli articoli estremi portano ap- pendici composte. Negli Pteriguri (Paguridi) e in alcuni Schizosomi (Lithodes), l'addome prende più speciose apparenze. Su queste diversità dell’addome riposa appunto la divisione dei Brachiuri in Brachiuri propriamente detti ed Anomouri. Se non che la variabilità di queste disposizioni, in forme d’ altronde molto vicine, e poi la cognizione acquistata degli stati larvali di Zoea e di Megalopa nei Brachiuri da un lato, negli Anomouri dall’ altro, avvertono della naturale incon- sistenza dei limiti della divisione: la quale frattanto va considerata come un espediente sistematico, finchè non si potrà riferire di sicuro ciascuna forma, all’ una o all’ altra delle sezioni più generali, come forse fu nel concetto di Dana, quando fece paragone di ogni suddivisione di Anomouri con un’ altra dei Brachiuri. Nel Cefalotorace si distingue, secondo il linguaggio ordina- rio, lo Sterno e lo Scudo. Per comporre lo sterno concorrono sette archi sternali, che nel linguaggio di Milne Edwards prendono, dall’ avanti all'indietro, i primi tre i nomi di proto, deuto, trito 0 meso-sternite, seguitando gli altri coi nomi di fetrato, pempto , ecto o ebdo-sternite. Dai primi due di- pendono i pempto e gli ectognati, dagli altri le cinque appendici toraciche, e fra loro presentano quelle varie relazioni di forme, di avvicinamenti o di coalescenze, che Milne Edwards appunto ricorda. Secondo il concetto generale’, gli archi sternali dovrebbero com- ! Vedi CLAUS, Op. cit. PREFAZIONE, XII porsi delle due sterniti avvicinate, o fuse sulla linea mediana, e delle episterniti, ancor esse sottoposte a saldature e obliterazioni: Milne Edwards non dichiara di far concorrere alla formazione dello sterno alcuna parte delle appendici, che vi prendono appoggio late- ralmente.' Invece, secondo Claus, lo sterno si trova composto dal- I’ articolo basilare delle zampe toraciche, e per quanto non si affermi che la prima e la seconda sternite, riunite in un solo corpo colla terza all’ estremo anteriore della corazza sternale, dipendano dalle zampe mascelle, vorrebbe ragione che si ripetessero da loro, il che però non è chiaro. Difatti, se la corazza sternale si forma in gran parte dall’ articolo basilare dei toracopodi, non sono per questo abolite le sterniti dei re- spettivi sesmenti, le quali soltanto, occupando la linea mediana e ri- congiungendo su questa le appendici stesse, possono svanire o riap- parire invece più larghe dove le appendici si allargano di meno, e formare realmente la parte dello sterno che in avanti si vede fra gli gnatopodi. Non si definisce, dalla considerazione degli stati larvali, l’origine dell’Epistoma (Latr.), il quale posto al davanti dell’ apertura buccale, fra questa e la fronte, sta in mezzo d’ altronde alle antenne esterne ed interne e si avanza fra gli occhi ancora. Per Dana esso rappresenta con una parte anteriore lo sterno dei segmenti oftalmico e antennul- lare, con una parte posteriore lo sterno e l’ episterno del segmento antennare, e con una parte più indietro ancora, che egli chiama pezzo prelabiale, uno sterno e un episterno mandibulare. Il pezzo prela- biale di Dana corrisponde evidentemente all’ Endostoma di Milne Ed- wards, pel quale l’ endostoma è parte dell’ epistoma medesimo; e que- sto si compone di due segmenti, uno antennare indietro e uno antennullare in avanti, spesso distinti da una sutura trasversa. Noi ci accostiamo più volentieri all'idea di Milne Edwards, quantunque negli Stomapodi, dietro il segmento sternale della seconda antenna, si trovi una parte cospicua, la quale, in apparente opposizione collo scudo che è sopra, sì eleva di sotto in forma di piramide triangolare aderente per i due spigoli superiori allo scudo medesimo, coll’ apice in avanti, la base verso la bocca, le due facce laterali inclinate e libere lateral- mente. I rapporti di questa parte colle mandibule non si posson ne- ! Vedi M. Epw., Squelette tégumentaire des Crustacées, Ann. des Sc. natur., Ser. 3° (1851), T. XVI, p. 268. — CLaus, Op. cit., pag. 66, 67. XIV PREFAZIONE. gare, ma dietro vi è pure una sternite assai forte, della quale re- sterebbe incerta l’ origine e la relazione. Intanto se le disposizioni dello sterno, indipendentemente da ogni veduta speculativa, sono importanti nel costituire la forma dei Decapodi e dei Brachiuri o degli Anomouri in particolare, variando come fanno nei Paguridi, nei Galateidi, Lithodes, Corystes, Dromia, Ranina, non che poi nelle Calappa, nei Platymerus, negli Zozimus, Cancer, Maja, ec., le modificazioni dell’ epistoma nella forma, nel- l’ ampiezza relativa, nei rapporti, colle fosse antennari, colle antenne stesse, colla fronte, contribuiscono altrettanto all’ effetto della forma e della struttura, e quindi interessano moltissimo per le descrizioni. I segmenti dello sterno apparente dei Decapodi non hanno tergo corrispondente, e la parte tergale del Cefalotorace è rappresentata dallo Scudo (Carapax, Plastron). Il modo di comprendere la costituzione e i rapporti di questo è stato ormai da lungo tempo argomento di discussione lunga e accurata per Milne Edwards e Dana, e le conclusioni, se non sono state identiche, sono state almeno molto vicine. Prima di tutto ed obiettivamente concorrono a formare lo scudo stesso una parte mediana ergo, noto, e due laterali simme- triche (branchiostegiti), divise più o meno visibilmente dalla prima per una sutura (sutura branchiostega, M. Edw.). Nella parte tergale una solcatura trasversa, spesso molto profonda (solco cervicale, M. Edw.), distingue un segmento anteriore (segmento cervicale, M. Edw.) ed un segmento posteriore (segmento scapolare, M. Edw.). Per la regolarità delle descrizioni è parso di poter comprendere lo scudo come una lamina romboidale, i cui angoli sono orientati uno avanti, uno indietro, due lateralmente, tutti troncati o altrimenti modificati. Questa lamina infatti (pag. seg., Fig. 1) di rado rimane estesa e piana: l’ angolo c anteriore restando diretto forma un rostro o un angolo frontale, ovvero ad una distanza o ad un’ altra dall’ apice, pie- gandosi in basso secondo una linea @ @, forma uno spigolo epifron- tale, e poi un angolo frontale o fronto-epistomialed. Altre volte l'angolo è troncato e forma non uno spigolo, ma un vero margine frontale sulla stessa linea @ @ e sullo stesso piano del tergo, ovvero in un piano inferiore allo spigolo epifrontale, nato dalla piegatura della fronte sullo stesso piano tergale. I lembi laterali anteriori 7, ei, hei, sono anch essi piegati a di- stanza dal vertice % sulla linea e è, formando gli spigoli antero—latera- PREFAZIONE. xv li; mentre al di dietro del punto ?, i margini o lati è @ s piegati o diretti formano spigoli o margini postero-laterali. Tutto il lembo triangolare e % è, reflesso sulla linea e è nel lembo e m' î, forma sulla faccia sternale lo prerigostomio, sul quale cadranno poi altre di- stinzioni; il vertice dell’ angolo % portato in 7 verso la linea me- diana forma l’ angolo #2, o angolo pterigo-epistomiale. aeor|Pca[p|- Schema della costruzione dello scudo di un Orostaceo brachiuro dalla faccia sternale. ss,hh,c,laminaromboidale dello scudo distesa. aae,triangolo frontale da ripiegare ina ad, se- condo la linea @ a (spigolo epifrontale). ehi, triangolo pterigostomiale da ripiegare, se- condo la linea e è (spigolo antero laterale), in e' è m' per formare lo pterigostomio. aebd, fossa orbito-antennare. mb,mb, fossa buccale. mus,mws, fossa sternale. ad, margine fronto-antennare. eb, margine pterigo-antennare (orbitario infe- riore). d, angolo fronto-epistomiale. mo, mo, epistoma diviso in due segmenti. m' i, sutura branchiostega. bmuim', branchiostegite. mi! 1, lobo epimerico della branchiostegite. b, angolo branchiostego-epistomiale. mb, margine branchiostego-peristomiale o peri- stomico laterale. mu, margine assillare della branchiostegite. 1,2, 3, 4, 5, 6, 7, sterniti. s s, margine posteriore dello scudo. sui, sui, margini postero-laterali. Fra i lati adiacenti dell’ angolo frontale in avanti, e il lato an- teriore dello pterigostomio di dietro, rimane un intervallo occupato dagli occhi e dalle antenne, ed è la fossa orbito-antennare. I due angoli 7’ m' interni dello pterigostomio, non arrivando a toccarsi sul piano dello pterigostomio medesimo, lasciano un in- D XVI PREFAZIONE. tervallo 6 d, 1m m (fossa buccale), che prolungata indietro si allarghe- rebbe nella fossa m ds, mis, fossa sternale. Nella prima, davanti e lateralmente, sboccano le estremità po- steriori interne delle fosse orbito-antennari. L’ epistoma 0, n0, la chiude in avanti incompletamente; da parte e indietro però non avrebbe altro confine che nei margini posteriori o laterali dello pte- rigostomio è v s. Ma qui sopravviene a intromettersi la branchioste- gite bn'ium, la quale, articolata sulla linea #' è col margine inflesso e posteriore dello pterigostomio, per via della sutura branchioste- ga, da ciascun lato limita l’iato troppo vasto della fossa buccale e della fossa sternale. Nella branchiostegite, indipendentemente dai casi nei quali per avventura s’abbia un maggior numero di divisioni , va distinto un lobo epimerico anteriore bn, e un lobo epimerico posteriore bmn' iu molto più grande (M. Edw.). La corazza sternale colle sue sterniti da 1 a 7, e le coxopoditi del quarto, quinto e sesto gnatopodo, come dei cinque piedi toracici, chiude la fossa medesima indietro, e tutto il vano che resta fra i margini posteriori interni della branchiostegite. In corrispondenza collo schema va considerato'la reale dispo- sizione in un caso concreto, come quello offerto dalla figura se- guente : Metà destra dello scudo di Zozymus ceneus della faccia sternale. db; epistoma. th, lobo subepatico (Pterigostomio). ig , coxocerite, Fossa orbito- il, lobo mesobranciale. 0%, lobo sottorbitario interno. \ antennare. è f, lobo epimerico della branchiostegite. 0 e, lobo complementare. te, branchiostegite. PREFAZIONE. XVII Abbiamo già introdotto nella serie alcuni nomi di più di quelli adoperati ordinariamente nel linguaggio descrittivo ; giovi proporre anco questi: Margine orbito-frontale, tutto il margine libero della fronte di- retta o ripiegata, e che è compreso fra i due angoli anteriori esterni dello scudo, mentre comprende a sua volta, con quel della fronte stessa, il margine anteriore e superiore delle fosse orbito-antennari. Margine pterigo-antennare e b, quello dello pterigostomio vòlto in avanti, opposto al lato fronto-antennare a d della fronte, e che li- mita indietro la fossa antennare. Angolo branchiostego-epistomiale, l'angolo d della branchioste- gite, articolato con l’ antenna esterna di contro all’ angolo posteriore esterno dell’ epistoma, formato dal lobo terminale della branchioste- gite medesima. Margine peristomiale laterale o pleurostomiale, il lato 9 m an- teriore interno della branchiostegite. Margine assillare della branchiostegite, la continuazione del primo all’ infuori e indietro, in immediato rapporto colle articolazioni delle zampe. Lo scudo poi offre accidenti di spigoli, di rilievi, di impres- sioni della superficie, delle quali la diagnostica appunta i particolari accuratamente. Valga la seguente figura per ricordare anco questi, insieme colla nomenclatura, alquanto diversa, che le designa secondo Des- marest, Milne Edwards e Dana. XVIII PREFAZIONE. Divisioni dello scudo di un Canceride (Zoxymus cemneus) secondo M. Edwards e Dana. S. t.n. F. d. 0. if. Parte anteriore, Dana; Regione cervicale, M. Edw. S.k. Parte posteriore, Dana; Regione scapolare, M. Edw. 4 f. Margine frontale. 2 F. Regione frontale, Dana; Lobo epifrontale. O. Lobo sopraciliare, M. Edw. O. Regione orbitale, Dana. +... D. id. orbitario esterno, M. Edw. Oa. id, accessorio, M. Edw. 41M. Prominenze premediali, Dana; Lobi epigastrici, b a n M. Edw. Regione unioione medina, Dana, M 4. m. Areole extramediali, Dana; Lobi protoga- SIICi MVHOW. Mors Ce teo Nea e MA.interno 3.M. Areola intramediale, Dana; Genitale, Lobo me- Regione gastrica, Desm., M. Edw. sogastrico, M. EGW . - <.< ee M esterno 4 M. Areola postmediale, Dana. 5p. Lobimetagastrici, M. Edw. Regione antero laterale, Dana. . . ( 17. Areola postorbitale, Dana. Lobulo epatico... .. M. Edw. id. epaticQ. + . + . M. Edw. è 27. 37. Areole del 2° dente, n) RIDE Ri 3 p Ci . id. prebramehale: © © ‘id; ©) l 4L5I:61 Areole0613*donie id) on ranehiel ia: Regione postero-laterale, Dana . . { 4r. 2r. 3r. Areole postero- } Lobi mesobranchiali, id. Regione meso-metabranch., M.Edw. laterali, Dana. . .. +.» i p. Lobi metabranchiali, id. x 7 E A O SERA Lobo cardiaco anteriore, id. Re DONA NE ) ) FLO Es Grana MESI OE SE A on Lobo cardiaco posteriore, id. F. Dente postorbitale id. S t. n. F. Margine antero $ N. Epatico, id, laterale, Dana, M. Edw. . ) 7. Mesobranchiale, id. S. Metabranchiale, id, tm. bp. margine laterale poste- riore, PREFAZIONE. XIX In diversi articoli del nostro lavoro abbiamo chiamato |’ atten- zione a considerare più da vicino la ragione della diversità delle forme del corpo dei Crostacei brachiuri. L’ analisi segue infatti caso per caso gli effetti apparenti delle molteplici combinazioni che si dànno per determinare una forma nel suo complesso, ne’ suoi elementi e li registra nelle descrizioni; un concetto sintetico sorge da loro però, si riflette sopra di essi, li spiega, concorre a comprendere quelli che volta per volta mette sott’ occhio imprevedutamente la osservazione. Non ci siamo trattenuti dal ricorrere a questo concetto e farne applicazione, dove ci è parso che potesse condurre a determinare diversamente qualche punto di già discusso, o a metterne in evidenza alcuno non per anco preso in esame. La progressiva diminuzione e la scomparsa finale dei metameri oftalmico e antennullare in avanti, come si riscontra partendo dagli Stomapodi (Squz/la) e salendo poi ai Paguriani con dente mediano articolato per la base al margine frontale dello scudo fra i due po- doftalmi, quindi agli altri in cui il dente è fisso, o a quelli nei quali manca completamente, ha fatto concludere che il segmento cervicale dello scudo dovesse riferirsi al metamero antennare che vien dietro ai due primi, come poi il segmento scapolare al metamero mandibulare. Intanto la fusione indubitabile di un certo numero di metameri in avanti si vede in molte forme inferiori, e lo scudo apparisce al- tresì negli stati naupliformi, negli stati zoeiformi, e si mantiene in quelli megalapiformi, pei quali passano le forme superiori medesime. Secondo F. Miller, lo scudo deve appartenere al corpo primitivo (Urleib) del Nauplio, il quale vien diviso poi in capo (Vorderleid) e coda (Hinterleib), dalla formazione di un corpo di mezzo (Mizelleib); ma poichè il corpo primitivo si compone virtualmente, oltrechè del- l’ estremo caudale che si separa indietro anco dall’ estremo' cefalico, che resta in avanti e da cui dipendono, coi podoftalmi, le due an- tenne e le mandibule, ne verrebbe per conseguenza che, respinto indietro l’ estremo caudale, quando si forma il corpo medio fra questo e il corpo anteriore, lo scudo rimanesse come dipendenza dell’ ul- timo, e quindi dei segmenti oculo-antennari e del segmento man- dibulare che vi sono compresi. Comunque questa formazione di un corpo di mezzo, fra i due estremi anteriore e posteriore di un corpo primitivo, sia contradetta da Claus, e che, secondo esso, le zoniti o metameri delle diverse x regioni si formino, come si è indicato, successivamente dall’ avanti XX PREFAZIONE. all’ indietro, a spese di una massa comune che si suddivide, reste- rebbe sempre il fatto che anco negli stati naupliformi lo scudo si trova a tergo del Corpo, Ionio dai segmenti anteriori e prima degli altri formati. In uno studio ulteriore a quello di Nauplio Bit): e pre- scindendo pure dalle espansioni più o meno distese in avanti sugli occhi e le antenne, o all’ indietro sugli arti e segmenti posteriori, lo scudo comprende, sotto la sua parte aderente, gli archi sternali delle mandibule e delle mascelle, lasciando scoperti però quelli degli pseudognati; e così vedesi ancora negli stati di Zoea e di Megalopa.* La muta porta però una modificazione profonda nelle disposi- zioni dello scudo, e pertanto si vede quello degli stessi Stomapodi (Erichtus, Squillerichtus, etc.), prima semplice, ma esteso sulle antenne e sugli occhi, acquistare segmenti anteriori distinti e divisi (Squilla), e il lungo rostro della Zoea dei Brachiuri invece sparire, lasciando incerti del valore reale della terminazione anteriore dello scudo delle forme definite di essi. Vi sono però Anomouri (G. Munida, Lithodes) e Ossirinchi, nei quali persiste un rostro frontale unico, il quale somiglia tanto il rostro di una Megalopa o di una Zoea, da tenere sospesi nell’ accettar la soppressione di questo come un fatto generale. D'altra parte poi vi sono pronti Brachiuri birostri o con ro- stro simmetricamente spartito in due, e per i quali è più certo che ogni processo comune mediano anteriore è soppresso, e che la di- visione del rostro corrisponde alla più generale composizione anti- merica del segmento, che primo apparisce e qualunque sia, senza bastare però a definirlo. In conelusione si ammette, ma forse non si dimostra abba- stanza, che la parte anteriore e cervicale dello scudo dipende dal terzo segmento del corpo, ad esclusione del secondo e del primo, lasciando forse non meno incerta la natura del segmento scapolare e la sua esclusiva dipendenza dal quarto. In qualche punto del nostro lavoro si era fatto assegnamento sulle divisioni del margine orbito-frontale per dedurre il concorso di più archi tergali di metameri diversi alla composizione dello scudo, e meno bene ancora si era contato sulle divisioni dello spigolo an- tero laterale dello scudo stesso, per argomentarne sempre la com- posizione dai metameri successivi: quantunque a questo riguardo non ' Vedi CLaus, Op. cit., tav. I, fig. 2, 3: Euphasia (Schizopodi), PREFAZIONE. XXI ci fosse ignoto, come Dana vi avesse già rinunziato. Ed infatti qua-. lunque sia la ragione che determina la formazione dello spigolo laterale del cefalotorace dei Brachiuri, certo è che questo non rap- presenta mai il margine libero della lamina romboidale dello scudo, e pertanto le incisioni sue non possono avere il valore dimosirativo che quasi si potrebbe supporre. Non sarebbe così delle divisioni del margine orbito-frontale; ma quanto alle divisioni della parte interorbitale o frontale propriamente detta, queste variano trop- po, in forme d’ altronde molto vicine, per averle come buoni indizii di struttura; e quanto a quelle del margine orbitale, che per la loro costanza avrebbero più gran valore, considerando ciò che si vede nelle Squilla siamo stati condotti a persuaderci, ch’ esse indicano non gli estremi liberi di segmenti giustapposti dall’ avanti all’ indie- tro e portati per una flessione a terminare liberamente là dove ap- pariscono coi loro estremi, ma soltanto la congiunzione laterale degli elementi antimerici di uno stesso metamero o segmento, poichè nelle Squilla medesime le incisioni si trovano al termine delle ca- rene laterali dello scudo, dove fanno capo in avanti al margine or- bitario, e così accennano di già le divisioni, che poi si vedono più distinte generalmente nei Brachiuri. Milne Edwards ha considerato la branchiostegite come una pro- duzione epimerica dei segmenti cervicale e scapolare dello scudo, senza per altro definire se dell’ uno dei due solamente o di tutti e due insieme, per quanto vi abbia distinto un lobo anteriore e uno po- steriore. Dana la riferisce al solo segmento metamero, e non vi fa distinzioni. Per noi va divisa realmente fra i due, poichè quel lobo minore, quasi sempre distinto verso l’ angolo anteriore esterno del peristoma dei Brachiuri, ci rappresenta il lobo corrispondente della parte laterale dello scudo di una Lithodes, di un Paguro, come la parte posteriore ci rappresenta quella in altri Paguri più larga, più sottile, divisa in ossificazioni o sclerodermiti distinte, e che dipende dalla tergite scapolare. Viene a suo luogo indicata una particolare disposizione della branchiostegite nei Porcellanidei, e la già nota divisione di essa nei Lithodes; ma nè questa nè quella paiono argomento sufficiente per ritenere i sesmenti medesimi come altrettanti lobi appartenenti a metameri diversi. Tornando alla forma generale, questa resulta sempre dal concorso assoluto e relativo dei suoi elementi: assoluto, quando alcuno si ag- giunge 0 si sopprime; relativo, quando si modifica la proporzione, XXI PREFAZIONE. colla quale 1’ uno o l’altro concorre, senza arrivare all’ estremo della prevalenza o della soppressione completa. Così dicendo dei Canceridi e dei Portunidi, ci siamo allargati assai con esempi per rilevare l’ effetto del diverso concorso delle parti mediane, laterali, anteriori o posteriori nel determinare la for- ma dello scudo, traendo dietro altre modificazioni importanti nella forma e nella disposizione relativa degli arti (vedi pag. 86); e non varrebbe la pena di tornarci sopra in questo punto. Abbiamo insistito altresi su quell’altra modificazione che si con- nette colla mancanza di un vero spigolo antero laterale dello pterigo- stomio nei Leucosidei, intesa da Milne Edwards, considerando tutta la parte del tavolato buccale, o endostoma, anteriore all'apertura del sifone respiratorio, come formata nel mezzo dallo sterno antennare (epistoma) e lateralmente dai lobi episternali di esso: sulla natura del tavolato posteriore all'apertura del sifone, Milne Edwards non parla, come su quella dell’ elemento sclerodermico, il quale con- torna nell’ angolo anteriore esterno dell’ epistoma l’ apertura respi- ratoria in molti altri casi: noi abbiamo invece considerato come prodotto della branchiostegite, tanto la parte anteriore che quella posteriore laterale dell’ endostoma dei Leucosidei stessi, porgendone quei riscontri che ci son parsi opportuni. (Vedi pag. 194.) Intorno poi all’ epistoma, dopo aver seguito le idee di Milne Edwards quanto a considerarne i lobuli laterali che appariscono nel margine dell’ endostoma, come complementari rispetto all’ epistoma medesimo, cioè come epimerali rispetto alla sternite antennare, un altro concetto ci è sorto nella mente, quando abbiamo veduto che in forme molto disparate, Dromia, Eriocheirus, Plagusia, etc., l’antenna, libera in tutta la sua estensione; discende colla base tanto da entrare direttamente a formare in parte il margine anteriore della bocca, interponendosi fra l’ epistoma e lo pterigostomio o l’ an- golo branchiostego-epistomiale con un articolo fisso per verità all’epi- stoma, ma tuttavia distinto da questo; e si è ritenuto che sempre alle antenne e non al metamero antennare appartengano i lobuli epistomici laterali messi in questione. L’ elemento primo dell’ antenna in questo caso rappresenterebbe ciò che è, secondo Claus, il primo elemento della gamba, quando concorre colle sterniti a formare la corazza sternale, colla differenza che qui la sternite sparisce, nell’ altro caso è rappresentata dall’ epistoma. Rispetto poi all’ epistoma medesimo, abbiamo messo in vista le riduzioni notevolissime ch’ esso subisce nei Coristoidei (74ya), e che PREFAZIONE. XXIM sono come un avviamento a quella soppressione totale che ha luogo nei Porcellanidei, ed alla quale corrisponde una modificazione di forma e di disposizione delle antenne interne, a suo luogo descritta (pag. 214), con relative modificazioni di rapporti e di forma degli oc- chi, delle antenne esterne, della branchiostegite e dello pterigo- stomio. Un’ altra modificazione dello pterigostomio ci è parsa dapprima inesplicabile nelle Dorippe, dove una fessura, comunicante colla cavità branchiale, apre insolitamente lo pterigostomio stesso, di qua e di là dal peristoma al davanti delle zampe del primo paio; ma una simile fessura si ha negli Halicarcinus e negli Hymenosoma, e qui è chiaro ch’ essa è limitata anteriormente dal margine ascellare della bran- chiostegite, posteriormente dall’ epignato delle zampe mascelle ester- ne, ancora mobile: il setto così formato ha qualche corrispondenza con la valva discoidale formata dall’ epignato medesimo, nel seno del margine ascellare dello pterigostomio, al davanti dell’ artico- lazione delle zampe del primo paio nei Mictyris; e nelle Dorippe la più gran singolarità è che l’ epignato si saldi colla branchioste- gite pei suoi estremi, di qua e di là dal tratto per cui forma il mar- gine posteriore esterno della fessura. Agli articoli relativi si dichiarano le modificazioni più notevoli di organi e di rapporti che una certa forma presenta. Qualche attenzione si è finalmente portata sui prodotti tegu- mentari, dei quali non di rado, secondo i casi, si danno i caratteri. Si tratta sempre di processi chitinosi semplici o composti, ca- naliculati, spesso fuori di centro, articolati alla base, comunicanti colle parti interne per mezzo di un processo plasmatico, forse seguìto da nervi. Le forme sono abbastanza costanti, e talora anco eviden- temente caratteristiche, secondo le specie (vedi pag. 27, 37, 41, ec.) o anco secondo certi gruppi maggiori. La nostra Lepidonazia Defilippi possiede delle produzioni piut- tosto in forma di squame che non di peli, e in queste si allarga intorno ad un tubo centrale una sostanza traversata da canali sot- tili, che mentisce le apparenze una struttura cellulare; simili produ- zioni si trovano in altri Ossirinchi, come Lavalle indicò prima, e ad incitamento nostro ha studiato più largamente il signor dottore A. Batelli nel nostro stesso laboratorio. Affatto diversi per origine, per funzione, per significato, sono, a parer nostro, i peli ciliari che guerniscono, come nei Portunidi, i margini liberi di alcuni arti. XXIV PREFAZIONE. Le indicazioni date a ciascuna specie per le provenienze allar- gano talvolta sensibilmente |’ area fin qui conosciuta dell’ abitazione di esse, non tanto però da fornire argomenti di speciale o generale considerazione. Anzi non si è potuto dedurre conclusione alcuna per la geografia dei Crostacei, la quale, mentre non è ridotta a leggi più fisse, come quella dei Mammiferi o dei Molluschi o degl’ Insetti, ec., non si poteva tentare cogli scarsi elementi che si avevano a mano. Il chiarissimo dottore Tapparone Canefri ha d’ altronde ac- cennato di già, che l'itinerario della Magenta ha toccato le provincie malacologiche, peruviana, magellanica, indo-pacifica, australe, ze- landica, giapponese, il che basterà per assegnare un valore, relativo almeno, alle ubicazioni dei Crostacei da noi studiati. Fra i punti notevoli, coi quali la forma dell’ organismo ci è parsa capace di mettere avanti qualche questione biologica, ricor- deremo quelli dell’ asimmetria conosciuta nella proporzione delle zampe anteriori di molte specie, non tanto, quanto l’ altra meno comune dell’ asimmetria delle zampe del secondo paio in un Eury- podius; quello dell’ esistenza di due forme femminili diverse di al- tre specie, oltre a quelle già state avvertite da De Haan, e delle quali nessuno aveva più tenuto parola; finalmente il fatto curioso, che si direbbe di nanismo, per l Eriocheirus japonicus, e che in due luoghi diversi varia dal semplice al doppio nelle dimensioni, senza parere poi per verun altro modo diverso. INDICE ANALITICO DELLE DIVISIONI, ORDINI, FAMIGLIE, SOTTOFAMIGLIE DEI GENERI E DELLE SPECIE DESCRITTE. EREREZIONE PERE ERNIA co Pag. v CRUSTACEA PODOPHTALMIA. — Ord. EUBRANCHIATA. Cola ACHZURA! Sinni Pag. 3 Sub. Trib. Majoidea vel Oxyrhyncha ................ 4 De NIATINEAR SI i ivi REMI DER AI ivi SUDIAMMIVARISINAEOIS RE RO I O ST ivi Genus. LEPIDONAXIA, N. gi... ivi 4. — Lepidonaxia Defilippi, N. Sp... ......-......-.00. 5 Fam. EURYPODIDE} Dana. one 8 GENUSMEURIEODIUSAS A VIS NNT eee ivi 2.— Eurypodius Latreillei, Guer. .......0.-..--.00 9 3. — Eurypodius Audouini, M. Edw. et Lucas......... 16 BarneaVAiRERICERIDE RD A AR e ES Se ste 17 SUbiar RE RIATTINA DAD Ae ESENTATI atta ivi GERUSPEEPIALTIS OMEGA I Tic ivi 4. — Epialtus dentatus, M. Edw.................000.- 18 Veg. (Il PARTHENOPINAM, Dana... 29 GENUSMPPARTEENOLE OLA TANA TN ivi 5. — Parthenope laciniata, De Haan.................. ivi SUDAITbAIMCaneroide ag Da Ae en 23 Leg. I CANCRINEA vel CANCROIDEA. TY- PICASA ivi Bam st CANGRIDE DADA RO etti eee ivi SUBARU ESANTINA D'AN'A i eee ivi GEnUuSsmPATERGATISS Da Miateete eee eolie ivi 6. — Atergatis floridus, Dana. ......... 020000 24 XXVI INDICE ANALITICO DELLE DIVISIONI, ORDINI, FAMIGLIE, EC. Genus! XANTHONII CA CH ce n Pag. 7.— Xantlio planus, M. Edw......--.-......-.000... Genus.HuxANTHUS DA DAT SSNENxanthus anelissa: STIPSI n Fam. III. CHLORODINE, Dana... Subfam. ? Genus.CEtisus: MALA e ONCSHtisusilevimanus Ra Dda ARRESE RE Re GenussrAcreA DI HA SE Acteodes Gen. specierum prospects... ..........00...+ Actece Gen. specierum prospectus. «000.000 10. — Actea tomentosa, A. M. Edw.................... 11. — Actea hirsutissima, Die Haanm.......-. vii Subfam. III. CHLORODINA, D'ana....-...-....0. 0.000 GenusMCAL0RODIUSIULE ICI 12. — Chlorodius rufescens, N. Sp. .....-.....-.-.00000 13. — Chlorodius exiguus, N. sp.--.......-......-.00..- GENUSSPILODIUSS ED A NARO 14..— Pilodius granulatus, Nispii. st e ene Ban SIIERIPHDE ND ATA Re e SUbfam UM ROZINA MIDA RO RR Genus:e PILUMNUSA LCA CIR 15. — Pilumnus vespertilio, Leach. ....-......0........ Subfam. ULAGTUMNINA: SD a n'a eee GEDUSSFACTUUNUS, DINAR 16. — Actumnus tomentosus, Dana... ................ Subfani IVA ERIPHINAR DANA rie SS e Gens. VERIPHIA: Catrina RA ERO A 17 IE pha le vIManA NI CR Gerus. "TRAPEZIA, Latin IR 185—_&Mrapezia dentata Da Na NCR RR RR NE Fam. VI: PORTUNIDE Dana RARO SubfamJIMLUPINA: Da n'e Genus. Lupa, L'e'achii tea ane SR TA 194 Lupa pelazica Re RICER N SR 20. — Lupa sanguinolenta, M. Ediw........-.-......... Prospetto della divisione dei Luprani, A. M. Edw........ Catalogo delle specie del genere Nerrunus, A. M. Edw.... Catalogo delle specie del genere Lupa, A. M. Edw........ GEnUs. THALAMITA LA tr AO 21. — Thalamita Stimpsonii, A. M. Edw................ 22. — Thalamita coeruleipes, Lucas et Jacq. .......... 235 —Dhalamita!Simaz Mi E e re ele e GENUSGONIOSOMASTA MRI COW AO SIRO E RR 24. — Goniosoma cruciferum, A. M. Edw............... 25. — Goniosoma affine, A.M.Edw................... Corrispondenza sinonimica delle specie dei generi Tuara- MITA e GONIOSOMA 1. 00000 ALA TRA TINA Boost INDICE ANALITICO DELLE DIVISIONI, ORDINI, FAMIGLIE, EC. XXVII Considerazioni generali sulla forma dei CAncERIDI e dei Por- DUNIDI 0: 300 0 SIT Se nie I eo Pag. 86 Leg. Il TELPHUSINEA vel CANCROIDEA GRAPSEDICAS Dana... anne 90 GenussGEOTELEBUSA RSS Ha ele inten nt ivi 26. — (Geotelphusa) Telphusa Dehaani, Targ............ 91 Genus: PARATELPHUSASGME GB GIWs stette eee ene cine 92 27. — Paratelphusa tridentata, M. Edw................. 93 Leg CMGILENELARIDA Dati een 95 GENUSTIPAGANTHO CYCLUSEMRIME ARI AVIS ee EI eterea eee ot ivi 28. — Acanthocyclus Gay, M. Edw...............-....- ivi Sub. Trib. IV. Grapsoidea, Dana................-..00. 101 Ocypodidarum M. Edw. prospectus .............L0000 ivi Rao RI GONOPLACIDE SD ANA ee I o 102 GENUSMEITUMNOPLAAS AMS ivi 29. — Pilumnoplax sulcatifrons, Stimps................ ivi Fam. II. MACROPRTALMIDE, Dana... 107 SUb AM EOGNEO DINA MD Aa Rie i I E RION ivi GENUSMGELASIMUSI Maia OC ERRORE ivi I0T=GlasIMUStacUtus INIL Ps Na enon ivi GeEnus MOI PONE DIM NI TO 108 312 Ocypodercordim ana @Ba tr Re e ere ivi Par AUT GRAPSIDE SD AAA e et 110 SUbfAMAGRAPSINA EDIT A Ae IR O RITO ivi GeNUS SE RIOCHEIRUSS OMBRA WIN N A O I 111 32NSHr10CHEeGUSi]APOMCUSTEAN SA SS 112 GenusiHEtEROGRAPSUS:A LI CA Ente eee ente ee nio 116 33. — Heterograpsus affinis, Targ..................... 117 Genus i CyRTOGRAPSUS DAMA 118 34, — Cyrtograpsus angulatus, Dana................... 119 GENUSSEVARUNASOMERE dia cite SR Nt ION 121 Snr-iVarunajWiterata MAIA RR O Aa ate 1292 GENUSSENZUTICOGRAESTSAR ME A Vy SS SOR 124. 36. — Nautilograpsus cyaneus, M. Edw..... TRIO CAMEO 125 Nautilograpsi specierum catalogus. ..................00% ivi GenusteMETOROGRAPSUSAE MIEI 126 37. — Metopograpsus oceanicus, M. Edw. .............. 127 (GCNUSMPACHYGRAPSUSES RAIN SI IO 131 38. — Pachygrapsus crassipes, Randall................ ivi Subfam SI SSESARMINARRDEDARtSt o einen 136 GENUSsSESARMA, Did Ya < Se Ae IT e ivi 399=:Sesarma Mederi; IMME diwl ee ivi 40. — Sesarma cheirogona, N. sp... 141 41. — Sesarma Dussumieri, M. Edw................... 145 499-—-Sesarma Dehaani SMR Alwyeee Reno 148 Genus®HoromeroPus; MiSEdiwi a ei Renn 151 43.— Holometopus hematocheirus, M. Edw. ............ ivi GEnUSEHENCE DANS Inn 55 XXVII INDICE ANALITICO DELLE DIVISIONI, ORDINI, FAMIGLIE, EC. 44, — Helice tridens, M. Edw. .....-.0.0. 0... Pag. 156 45. — Helice granulata, Heller.................0.0... 160 Helicis Gen. specierum prospectus . Lei 161 Subfamn SPLAGUSINA:t SERRE 162 GenustPLAGUS ARMATO 163 46. — Plagusia dentipes, M. Edw. ....... re 165 Plagusie Gen. specierum prospectus. <<... 169 Bam. IV PINNOTRERIDEL i RO ivi SUbfADITENMENICINA DA NAFE RR RR nn ivi Genus- FIALICARCINUS: WINIt est E CN 172 47.— Halicarcinus ovatus, Stimps.......c0000cenee te 173 48.— Halicarcinus planatus, White..............0.... 176 Genus:HYMENOSOMA 14 2 Li 179 49. — Hymenosoma leve, NL sp... iii enne ivi SUbfaTMVGTIRIDEZZD ANA RE Re A e NO TE 182 Genus: MYCTIRISALA BT NR ivi 50. — Myctiris longicarpus, Latr.........-.... 0000004 185 51. — Myctiris platycheles, M. Edw........0.0-. ee 186 Sub. Trib. Leucosidea vel Oxystomata, Dana....... 187 Faro. II. MATUTIDE Dana O RR ERO 188 Gerus. MATUTA RIE ADI O SOT 190 52-— Matuta Victor Lo Ba Dr: Iene 191 Fam: II ALEUCOSIDE DANARO SI 193 Considerazioni generali sui Levcosmri e gli Ossisrom.... 194 Genus.Prvra) Leah Le RR IA 196 53: Philyra)scabriuscula ALCACNIS e etnn ivi DAN Philyratpisum Desa A IRRre e e 197 5b,.—Philyra\carmata, Belli A 199 606-— Philyra sfuliginosa, AN SISPate tai 201 Trib: Il: AINMNOMOTTRA" ARTI MATITE 205 Anomourorum Sectiones et Subtribus apud Dana. ......... ivi Anomourorum Sectiones et Subtribus apud Edwarsium. .... ivi Sect. I ANOMOURA SUPERIORA...................... 206 Sub: Trib. TADrLOMidea REA RI ivi Genus.Droma, LEA DITA ON ivi Oi Drom RUMPOoLi NERA 207 Dromidearum generum et specierum apud Stimps. prospectus. ivi Sect. ILANOMOURA: MEDIALIIO 210 Sub. Trib. V. Porcellanidea vel Anomoura grapsidi- ca Diana.tit.ti RR ARR IIE ivi Genus. PoRcELLANA, LAMK.......... SRO AL AE ivi Porcellanarum generum apud Stimpsonium.............. 211 58. — Porcellana angulosa, Gwer........-.-.-.-.-.00.. 212 Genus. PETROLISTRES, Stimps......<- 0-00 216 59. — Petrolisthes tuberculatus, Stimps................ ivi 60. — Petrolisthes violaceus, Stimps..... 00000 219 61-:>-Petrolisties te NERE E CREO E 291 GENUSARAPAMOEUS, IS tIMPS RR ORE 229 INDICE ANALITICO DELLE DIVISIONI, ORDINI, FAMIGLIE, EC. XXIX 62. Raphidopus ciliatus, Stimps......... SILE: Pag. 222 Sect. III ANOMOURA SUBMEDIA ..................... 225 Sub. Trib. Lithodea vel Anomoura majidica subme- dial Dad RZ SIRO ivi GENUSMLITHONESS: IAT tia II ivi Lomis, Lithodis generum subdivisiones apud Stimpsonium.. ivi 63. — Lithodes antarctica, Nicolet-...-.........-.......4 297 Sect. IV ANOMOURA INFERIORA..................... 228 Sub. Trib. VIL Paguridea vel Anomoura majidica in- feriora Dia natat an n er ivi Eantk.ISPAGURIDE, {Diana tao sean ivi GenussCALcNusA Dara nn ivi 64. — Calemusfelegans Dia nia. 89 Mie na 229 Rama CENOBITIDE SID a n'ai e aa e 232 GCHUSEGENOBITA RIA IIRI IATITION ivi 65T2ICENOItArUFOSA MA AVE E ivi Sub. Trib. Galatheidea vel Anomoura grapsidica inferiori: Da Da. odio ein dio 234 GENUSSEMUNIDA NIE A CH Ie ivi 66. — Munida subrugosa, Dana. ................- CESSSONAEIVI SUPPLEMENTO. Kar VA DORIPEIDE Dan AEREE Ra 238 Genius DoRIPPE SERALE SI io ivi 67. — Dorippe granulata, De Haan...... asuotvo Bos soc ivi 689=Dorippelanata BOSCH ae n ne 239 69%=Doripperaffinis, Desmar.-.- eine 240 Indice albabetico dei Nomi delle Specie, Generi, ec................... 241 SPIESAZIONETAICR BI SRI ERA 249 CROSTACEI \MPAGGIO DEA MAGENTA PER ADOLFO TARGIONI TOZZETTI. PROF. DI ZOOLOGIA E ANATOMIA COMPARATA DEGLI ANIMALI INVERTEBRATI ALLA SEZIONE DI SCIENZE NATURALI DEL R. ISTITUTO DI STUDII SUPERIORI IN FIRENZE. Scienze fisiche e naturali. — VOL, I. I Î VELI e Di x WD ll CRUSTACEA PODOPITALMIA. ORD. EUBRANCHIATA. TRIB. BRACHYURA. Dana, United Staates explor. Exped. Crustacea, T. I, p. 45, 58. Synon. Brachyuri, Decapodarum Ord. Trib., Latreille, Gen. Crustaceor, T. I, p.24 (1806); Ejusdem Ord. Sect., Id., Hist. natur. des Crustacées, T. V, p. 188, Ann. XI; Id., Famil. Règne animal 1817, 1829, T. IV, p. 28; Id., Famil. natu- relles, p. 267 (1825). Brachyura (Cryptobranchiatarum Ordin. Sect.), Risso, Crust. de Nice, p. 7 (1816). Brachyura (Decapodarum Ord. Sect.), Milne Edwards, Hist. natur. des Crustacées, T.I, p. 244, 247. Brachygnatorum Ord. Decapoda, De Haan, Fauna yaponica, Crustacea, Praefact., p. xm; Op., p. 74.° Agonata, Fabr. Sp. insect. (1778); Mant. insect. (1787); En- tomol. syst. (1793); Id., Aleistognata, Entomol. Syst., Suppl. (1798), pars. ! BracHvuraRUN et MAcrouRARUM charactere, Canceres Linn@us ipse distinguit. Bracnyunarum Tribus, apud Dana, Subtribus amplectitur: Majoidea, Cancroi- dea, Corystoidea, Grapsoidea, Leucosoidea (Op. cit., p. 66). — Apud Edwarsium, (Hist. nat. Crust.) Famil. Ocyrhyncha, Cyclometopa, Catometopa.— Apud Latreillium, Famil. Cancerida et Oxyryncha (Gen. Crust. Hist. nat. des Crust.), nel Tribus Quadrila- tera, Arcuata, Orbiculata, Cryptopoda, Trigona, Notopoda (Famil. naturelles, Régne anim., édit. IV, 1829). 2 BracnyGNaTA De Haan constant Famil. Caneroidearum, Majacearum, Dromia- cearum, Trichidearum. 4 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. SUB. TRIB. MAJOIDEA ve OXYRHYNCHA.' Leg.I MAJINEA. Fam. MAJIDA. Diana, tOpXscit Noltcità, pos Synon. Fam. Oxyrhyncha, Trib. Majana, Milne Edwards, Op. cit., Vol. cit., p. 263. Fam. Majacea, De Haan, Op. cit., loc. cit. Subfam. PISIN ZE, Dana, Op. cit., Vol. cit., p. 79. Genus. Lepidonaxia, Targ. Tozz. Chorinus (Leach.), Targioni Tozzetti, Catalogo dei Crostacei Po- doftalmi brachiuri e anomouri del Viaggio della Fregata Magenta, n. 2, in Bullett. della Soc. Entomol. ital., T. IV, 1874. Corpus ovato triangularis, tuberculatus, rostratus. Rostro bifido, cornubus acutis acute divergentibus, corporis bre- vioribus. Orbita, labio superno subdilatato inermis, postice inciso, inferne late hyans, antenne proxima margine clausa. Antennarum basis lateraliter rostro subexerta, margine externo dila- tata inermis, postice medioque unidentata. Hectoischiognatitis elongata, margine interno denticulata. Pedes 2' tertiorum longiores, omnes graciles subteretes breves, tarso inferne spinuloso. ! Legiones MaJotDEARUM, apud Dana, extant tres: Majinea, Parthenopinea, Onci- ninea. — Stimpsonius (Proceedings of the Acad. of Nat. Sc. of Philadelphia, 1858), Dana sequitur: Gersteckerius (Handbuch der Zoologie, T. II), Edwarsium, a Ca- tometopis non ab Oxyrhynchiis incedens. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 5) Spine preorbitalis defectui adfert: Pelie, Bell; Hyadi, Leach.; Pi- soidi, M. Edw. et Lucas. — A Pelia, autem differt articulo antennarum dilatato; Hyade, tarso spinuloso; Pisoide, articulo antennarum 1, mo- dice lato non ciliato. Quoad Naria, que nostra, ambitu corporis, margine hectoischio- gnatitis denticulato, arcte convenit, diversa est Navéa serpulifera M. Edw., cornubus truncatis. N. diacantha De Haan (Heller), autem remota vi- detur spinarum omnium, maxime mesobranchialium, dispositione. I Lepidonaxria Defilippi, Sp. n. Tav.I, Fig.4,5,6,8,10,14, Spec. ut genus, denique : Scudo convesso ovato triangolare rostrato, pel solco cervicale e i solchi branchio-cardiaci assai profondi, diviso nelle regioni mediane e laterali ordinarie, tutto coperto da peli radi uncinati, e da squame appresse cordiformi, quasi pel- tate, brevemente peduncolate o sessili, composte di cellule irradianti dal pe- duncolo e dall’ asse longitudinale (Fig. 8). Rostro bipartito a cuspidi acute, divergenti a circa 40°, rette, ornate di peli rigidi lunghetti uncinati, lunghe ‘/, della lunghezza del corpo. Regione epifrontale, fra le basi delle cuspidi rostrali, longitudinalmente im- pressa; margine della fronte, per di sotto e all’indietro prolungato in forma di minuto dente interantennulare. Regione gastrica quasi quadrata, percorsa longitudinalmente da leggiero rilievo, con tre tubercoli in mezzo e con due tubercoli agli angoli anteriori e po- steriori. Regione cardiaca, per assai lunga depressione urogastrica trasversale se- parata dalla precedente, nel mezzo rilevata, e contornata indietro e sui lati da un rilievo semicircolare ineguale. Regione intestinale corta trasversale con un tubercolo solo. Regioni epatiche, dietro le orbite discretamente rilevate, quasi marginali. Regioni branchiali allungate, tumide, nel massimo rilievo laterale ornate da tre tubercoletti distinti. Margine meso-metabranchiale inferiore acuto ascendente in dietro, e di so- pra riunito trasversalmente da corto margine posteriore. Orbite laterali allungate; margine superiore assai largo inerme, posterior- mente inciso; lobo anteriore (sopraciliare) più grande longitudinale, a margine ‘ esterno squadrato d’ alto in basso, arcuato intero: per una incisione angusta, diviso da un lobo posteriore, trasverso e d’ avanti indietro brevissimo, sensibil- mente suddiviso in un lobo superiore o interno (accessorio), e uno inferiore 0 esterno (orbitario esterno). Margine antero laterale dello seudo, lungo appena quanto l’ orbita: d’ avanti indietro rotondato, confuso collo pterigostomio, appena a sua volta distinto 6 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. dalla branchiostegite; la quale è in avanti triangolare pianeggiante, ristretta e definita esternamente da margine sporgente con 2-3 tubercoli. Epistoma quasi quadrato, ristretto lateralmente fra la parte posteriore del primo articolo delle antenne esterne; in avanti troncato tridentato, col dente medio appena sporgente verso il dente interantennulare anteriore; indietro terminato dal margine peristomiale, acuto quadrilobo , coi due lobi interni rav- vicinati in forma di ottuso brevissimo e largo dente mediano;ilaterali (accessori) in forma di espansioni lamellose trasverse, dietro la base delle antenne esterne (Tav. cit., Fig. 9, a). Fossette antennulari triangolari, escavate in parte nella base della cuspide rostrale, divise dai denti interantennulari anteriore e posteriore incompletamente, circoscritte indietro e sui lati dall’ epistoma e dalle antenne esterne. Sterno nella femmina nell'estremo anteriore triangolare tridentato, col dente medio più grande molto avanzato fra gli gnatopodi, nel resto escavato; aperture vulvari sulla 3* sternite. Addome largamente ovato. Protourite larga quanto il margine posteriore dello scudo, più stretta e più corta delle successive, progressivamente fino alla 5* crescenti in ogni dimen- sione; 6° subeguale alla precedente, ristretta in avanti; 7* triangolare il doppio più larga che lunga, coll’apice rotondato. Podoftalmi mobili nell’ orbita di dentro in fuori e d’ avanti indietro, glo- bulari alla base, ristretti in mezzo, rigonfiati in ultimo e terminati dalla cornea emisferica; nello stato di retroflessione esattamente conlenuti nella fossa orbitale. Protoceriti colla coxo-basi-ischiopodite globulare appena allungata, mero-carpo-propodite brevi tereti quasi eguali, terminate da una scafocerite e dattilocerite distinte, nello stato di riposo profondamente incassate nella fossa antennaria. Deutoceriti colla coxo-basi-ischiocerite lamellosa, più larga che lunga, sul margine esterno nel mezzo e verso l’ estremo anteriore dentata: col dente medio, in specie, costituente margine orbitario inferiore; pel margine interno e per la metà unite all’ epistoma, pel resto libere ai lati delle fosse antennulari; sulla faccia inferiore piane, e verso la base ornate dal tubercolo auricolare. Merocerite terete, non coperta dal rostro, sottile, alquanto più lunga della procerite; carpocerite più sottile ancora, corta, seguìta dagli articoli della dat- tilocerite antennare filiforme subulata, più corta del rostro. Peristoma trapezoideo più largo in avanti e poco più lungo della larghezza anteriore; relativamente ampio per le regioni pterigostomiche molto ristrette, e chiuso dagli gnatopodi completamente. Ectognatopodi. Coxognatiti triangolari, coll’ origine dell’ epignato com- presa fra le zampe del primo paio, l'apice dello sterno e il margine assillare dello scudo. Basignatite poco distinta; esartro stretto, anteriormente acuminato, termi- nato da flagello sottile introrso. Ischiognatite romboidale obliqua, metà più lunga che larga, coll’ angolo in- terno anteriore protratto, assai acuto, l’angolo esterno anteriore e l’ interno po- sleriore ottusi; il lato esterno retto, l’interno convesso ciliato e dentato; il lato anteriore obliquo, infuori subescavato per ricevere la merognatite triangolare obcordata triloba, alquanto più larga che lunga, coi due lobi laterali anteriori CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 7 ampli rotondati, il medio dentiforme minuto; carpognatite, prognatite minute, assai larghe cordate inflesse; dattilognatite conoide breve sottile. Toracopodi anteriori, nella femmina, gracili, poco più lunghi del rostro. Meropodite quasi terete, lunga come la mano. Carpopodite sulla base inflessa, trigona e minuta. Propodite (mano) compressa lineare, coi margini quasi retti acuti, termi- nati ciascuno da un angolo posteriore dentiforme sporgente; il dito fisso sulla li- nea del margine inferiore ed uguale al dito mobile (datlilopodite) superiore, l'uno e l’altro lunghi '/, della regione palmare in lunghezza, incurvati com- pressi, col margine tenue seghettato e verso l'apice rotondati. Toracopodi secondi e terzi ad articoli tereti più gracili, e ì secondi in tutte le loro parti più lunghi dei successivi poco diversi, più corti dei prece- denti, con tutti gli articoli alquanto ingrossati nel mezzo o ventricosi. Dattilopo- dite in ciascun piede grossetta adunca, nell’ apice acuta, nel margine inferiore armata di una serie di spine ottuse robuste, dalla prima verso l'apice, alle al- tre verso la base più corte, 11 nella dattilopodite del primo, 4 a 5 solamente in quella dell’ ultimo piede. La specie raccolta nei paraggi di Giava è rappresentata da un solo esemplare. Fra i peli uncinati sparsi alla superficie del corpo, si trovano ade- renti e molto avvicinati l’ uno coll’ altro dei curiosi organi conoidi de- pressi obliqui incurvati, inseriti obbliguamente, percorsi da un asse centrale, dal quale si partono per ogni lato a guisa di cunei delle cellule che dal centro vengono colla base alla superficie e su questa anco fanno qualche sporgenza (Tav. I, Fg. $). La forma e le dimensioni di questi corpi, accennati già da Lavalle nelle Pise, variano fra 15 e 25 centim. di mill. di lunghezza. Dimensioni e rapporti. Corpo. Lunghezza dello scudo ........vr.0.r. ceri Mall. 17,0 id. AdellFOStROMERE E » 45 Divergenza massima delle cuspidi rostrali........ ERRATA Larghezza dello scudo alla base del rostro. ......... SM3:0 id. fra i due tubercoli metabranchiali...... Sr: 0) Larghezza dell'addome alla base... ............... » 3,0 Larghezza massima dell’ addome. ....... sobedconoo do Toracopodi. IL Il III. IV. V. Ischiomeropodite............ Mu. 45 40 40 40 4,0 Carpopodite................- DONO N55 PrOPORNERSAA A AIA i 3 03:03: 03:00 Dattilopoditens. ate © iS 0 20, 00 8 o CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Rapporti. Larghezza alla lunghezza del corpo=100........ Mill. 0,53 Lunghezza del rostro alla lunghezza del corpo. ...... » 0,23 id. dei piedi anteriori alla lunghezza del corpo. » 0,61 id. dei piedi del secondo paio alla lunghezza AElicorpo. ere nt >» 0,82 id. della meropodite alla lungh. di tutto il piede.» 0,82 Il genere Chorinus, al quale si era riferita da principio la specie, dovrebbe avere le antenne esterne del tutto nascoste dal rostro; ma in- vece si vede che la forma descritta si riferisce indubitatamente a quella divisione di Majacei a occhi trasversali e capaci di retroflessione, colle antenne piuttosto laterali che inferiori e colla origine del flagello an- tennare esclusa affatto dall’ orbita. Il rostro bifido acuto finisce poi di collocarla nella tribù delle Pisine secondo Dana. I soli generi Pelia, Bell; Hyas, Leach.; Pisoides, M. Edw. et Lucas, si distinguono in questa dagli altri per avere o alcuno o tutti i lobi or- bitali e le antenne esterne prive di prolungamenti e divisioni spiniformi; ma il genere Pelia, oltre l’ angustia del primo articolo antennare, avrebbe le prime zampe più corte delle seconde; nel genere Hyas dovrebbero mancare le spine dei tarsi. Dei Pisoides la forma è più larga, e poi l’ or- bita è armata di una spina posteriormente, e 1’ articolo basilare dell’ an- tenna è più largo esso pure. Il genere Nazia M. Edw., fondato sulla Pisa serpulifera Guerin, contiene questa forma a corna troncate, e la N. diacantha (Pisa subgen. Naria De Haan) a corna acute e quindi abbastanza diverse fra loro; anco quest ultima però differisce dalla nostra pel genere dell’ armatura dello scudo a spine mesobranchiali molto prominenti ed acute. Senza dubbio d’ altra parte sembra necessaria una revisione di questi generi forse troppo moltiplicati. A capo di questa rassegna, la specie ora proposta porta il nome dell’ egregio uomo che associava la scienza alla prima spedizione di una nave colla bandiera dell’Italia rigenerata, intorno al globo. Fam. EURYPODIDA, Dana. Sywon. Fam. Oxyrhyncha, Trib. Macropodiana, M. Edw., Hist. naturelle des Crustacées, T. I, p. 274 (pars). Genus. Eurypodius. ‘ Guerin, Expedition de la Coquille par le Capit. Duperrey, Crust. Atlas, ! Halimus, Latreille, Fam. nat., p. 272; Régne anim., édit. II, T. IV, p. 60; Iconogr. du Rèégne anim., Crust., tav. 9, fig. 3, cl. De Haan sententia, Eurypodio affinis. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 9 tav. 2, fig.1; Mémoires du Muséum, T. XIV, p. 14.—M. Edw., Opiscitàg Vol: cit., p.. 274, 283 i Synon. Inachus (Subgen., Eurypopius), De Haan, Op. cit., p. 87. II. Eurypodius Lalreilleì. Guerin, Mémoires du Muséum d’Histoire naturelle, Vol. cit., loc. cit. Synon. Eurypodius Latreillia (sic), M. Edw., Op. cit., Vol. cit., p. 284; Réègne anim. illustr., Crust., tav. 34, fig. 4.— Dana, Explor. Exped. Crustacea, T. I, p. 104 (2). Paramithrax Peroni? Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta , n. 3. TAVAIRORRIA 6 AES A9I2078248 Triangularis rostratus, longior quam. latus ‘/,, rostro corporis lon- git. ‘/s, subincurvo, ramis adpressis, basi hyantibus, superne lateraliter inclinatis, villosis ciliatis. Tuberculi mediani sex, gastricis duo, cardiaco antico, intestinali spiniformibus; cardiaco medio obtuso truncato granulato, postico sub- obsoleto. Tuberculi hepatici, epibranchiales, mesobranchiales, obsoletiores; spine post antennares submarginales duo acutissime ; antica (orbitali) po- stice, postica majuscula (angulari) antice versa; lobo subhepatico tumi- diusculo mammillato, tuberculo antennari externo sejuncto. Antennarum articulus basilaris, interne ad medium unidentatus , externe basi tuberculo subbilobo, lobo subhepatico opposito, asperatus. Pedes setosi hispidi ciliati; antici breviores, brachio subtriquetro superne tuberculato; manu compressa (in foemina), basi biauriculata ; digitis incurvatis, dimidieque manus minoribus, margine claudente at- tenuato denticulatis. Meropodium pedum posticorum superne convexum, longitudinaliter uniseriatim setosum, inferne planiusculum, marginibus setoso ciliatis. Propoditis carpopodio longior, margine postico attenuato dilatato, ad tertiam sub apice partem oblique truncato, cultriformis, segmento ter- minali subexcavato, creberrime hispido setoso. Dactylopodium subcompressum villosum, apice mucronatum. Scudo triangolare rostrato, ‘/3 più lungo che largo, vestito di peli corti sottili portati da minute granulazioni, e di setole rigide raccolte in fascetti all’ apice di granuli e tubercoli più pronunziati. Rostro triangolare acuto, lungo '/, della lunghezza del corpo, depresso, 10 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. leggermente arcuato: bifido, a cuspidi appena distanti verso la base, quindi con- niventi e parallele, di sotto glabre, di sopra pianeggianti, lateralmente declivi villose, e sui margini ciliate con peli lunghetti e uncinati. Regione gastrica quasi romboidale tumida, circoscritta per larghe depres- sioni, armata di un tubercolo spiniforme verso il terzo anteriore e verso l’ an- golo posteriore. Lobo urogastrico ristretto depresso , lateralmente armato di due tubercoli ottusi. Regione cardiaca esagonale allungata, in avanti armata di un tubercolo spi- niforme trasversale, nel mezzo di un tubercolo obliquamente troncato e granoso, verso l'angolo posteriore munita di due tubercoletti poco rilevati di qua e dilà di una depressione puntiforme mediana. Regione intestinale d’ avanti indietro ristretta, avvicinata al margine poste- riore ed armata di un tubercolo spiniforme. Regione epatica triangolare prominente verso l’ esterno, confusa col mar- gine antero laterale e in basso. col lobo subepatico dello pterigostomio. Lobo epibranchiale rilevato al d’ avanti del lobo mesobranchiale, il quale è circoscritto indietro da largo solco assai profondo, ed è ampio convesso, ar- mato verso l’ esterno e l’interno di due piccole spine, obliquamente percorso d’avanti indietro da una serie di tubercoletti piliferi a peli fascicolati. Lobo metabranchiale, dietro il soleo meso-metabranchiale angusto conves- so, ornato di una serie di granulazioni pilifere. Margine orbitario superiore interno lamellare, assai allargato, d’ avanti indie- tro arcuato e sporgente all’ infuori; al di dietro e di sotto evanescente, per un in- tervallo separato da una spina (lobo accessorio dell’ orbita) volta all’ indietro, più piccola di un’ allra spina curvata in avanti e posteriore (lobo orbitario esterno). Margine orbitario inferiore formato dall’ antenna esterna. Lobo subepatico prominente e terminato da una piccola spina opposta al tubercolo basilare dell’ antenna esterna. Pterigostomio non distinto dalla regione epatica, ma per un solco profondo e una cresta spinulosa distinto dalla branchiostegite, che di sotto è piana triango- lare, lobulata nell’ apice, e lungo il margine peristomico laterale ingrossata. Epistoma triangolare coll’ angolo anteriore lamelloso cultriforme, avanzato verso l'angolo frontale, sui lati troncato sporgente, e fra le due antenne esterne, per la parle antennulare, metà più stretto che per la parte antennare e peristo- miale. Margine del peristoma lamelloso sporgente 4 lobato, ad ogni estremo au- mentato da un lobo accessorio. Apertura orbitaria quasi circolare volta all’ infuori e all’ indietro. Fosse antennulari triangolari allungate, scavate in parte nella base, delle cuspidi rostrali, divise dal dente frontale anteriore e dal dente epistomiale, volti un contro l’altro e non congiunti fra loro. Fosse antennari completamente mancanti di parete esteriore. Fosse palaline d’ avanti indietro allungate poco profonde. Podoftalmi per la base profondamente incassati nell’ orbita, quindi assotti- gliati, volti all'indietro e all'infuori, ingrossati all’ estremità e terminati da cor- nea ellittica convessa verdastra, superiormente divisa da assai largo canto ocu- lare e colla convessità, diretta all'infuori ed inferiormente. Frotoceriti. Coxo-basi-ischiocerite ovoidale piriforme, col segmento in- CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 41 feriore interno ‘profondamente escavato; 2° articolo terete sottile, articolato nell’ estremo posteriore della escavazione della coxocerite, seguìto dal 3° sub- eguale, con scafocerite minuta; dattilocerite corta grossetta articolata e barbata. Deutoceriti col flagello terminale subulato , lunghe un poco più del dop- pio del rostro. Coxo-basi-ischiocerite riunite in un corpo lungo quanto la metà, della lar- ghezza del margine peristomiale anteriore prismatico, collo spigolo e la faccia esterna libera sul canto della regione cerato-orbitale; verso la base guernito di un tubercolo ottuso subbilobato —in avanti, sulla faccia inferiore, dal tubercolo auricolare esattamente circoscritto — pel terzo posteriore del margine interno, articolato colla parle ristretta dell’epistoma — anteriormente contiguo alla parte posteriore della fossa antennulare; colla estremità anteriore troncata a livello dell’ origine dell’ arco ciliare; 3°, 4° articolo tereti poco più corti, successiva- mente più sottili, non attingenti l’ apice del rostro; 5° globulare, dattilocerite dopo un primo articolo assai lungo, divisa in molti articoli ispidetti e brevi. Peristoma quasi trapezoidale, più largo e non esattamente chiuso dagli gna- topodi in avanti. Ectognatopodi. Coxognatite irregolarmente pentagona contenuta nell’ in- tervalio molto largo, fra l’ angolo, il margine della branchiostegite e lo sterno, in avanti bidentata. Esognato (palpo) tetragono, subulato lungo fino all’angolo esterno della me- rognatite, terminato da flagello filiforme introrso. Basignatite triangolare minuta, ispido setosa, quasi indistinta. Ischiognatile quasi rettangolare, più lunga che larga, coll’ angolo anteriore interno protratto rotondato, il posteriore esterno retto troncato; faccia inferiore nella metà esterna longitudinalmente escavata, nell’ interna convessa, ispido pelosa, sull’interno margine fittamente setoloso ciliata. Merognatite quasi romboidale, appena più lunga che larga, nel segmento an- teriore, più corto del posteriore, tridentata: col dente esterno rotondato, l'interno più acuto e meno avanzato del dente mediano triangolare: pei margini, sugli angoli laterali e secondo la linea mediana, longitudinalmente rilevata. Carpognatite quasi trigona introrsa irsuta ciliata, seguita dalla prognatite più piccola, terminale ed introrsa, continuata quindi dalla dattilognatite trigona acuta, con apice e spigoli irsuti. Toracopodi anteriori, per tutta la mano più lunghi del rostro, più corti poco più grossi dei successivi, dovunque setoloso irsuli. Coxopodite cuboide brevissima; basi-ischiopodite obliquamente troncata a vantaggio dell'angolo inferiore interno. Meropodite compresso trigona, all'estremo carpico o anteriore troncata, triplicato trilobata, con spigoli subacuti, setoso ci- liati, il superiore dei quali fra i fasci di peli, 3-4 granoso tubercolato. Carpopodite conforme alla meropodite e */, più corta di essa, sullo spigolo interno obliquo lungamente ciliato setolosa, con 1-2 granulazioni alla base. Propodite fortemente compressa rettangolare, ‘/, più lunga che larga, cogli angoli posteriori sporgenti indietro e auricolati. Spigolo superiore rotondato di- stinto e come l’ inferiore lungamente ciliato setoloso. Dito fisso (angolo antero inferiore della propodite), dito mobile (dattilopodite), subeguali, lunghi poco meno della metà della parte palmare, compressi arcuato inflessi, meno che alla base, per tutto lo spigolo opponente ed acuto fittamente 19 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. denticolati, sugli spigoli liberi fasciculato setosi, e sulle facce esterna ed interna alquanto escavati, con fasci di setole nelle scanalature. Piedi 2', 3’, subeguali; i 2' colla meropodite superanti la propodite dei primi e attingenti l’ apice del rostro. Meropodite quasi semicilindrica, di sopra convessa e percorsa da una serie di peli fascicolati corti sottili uncinati, di sotto piana, all’ estremo esterno troncato triplicato lobata, agli spigoli inferiori setoso ciliata. Carpopodite tetragona depressa, alla base geniculata tridentata, collo spi- golo esterno rotondato, percorso da una serie di peli uncinati, gli spigoli supe- riori e inferiori acuti ciliato setosi. i Propodite trigona, compressa cultriforme, più lunga della carpopodite, collo spigolo superiore esterno rotondato, il superiore interno arguto lungamente ci- liato setoloso, l’ inferiore dalla base a °/3 della lunghezza dilatato, quindi fino alla terminazione ristretto subescavato, guarnito di più serie di setole rigide fitte, lunghe ‘/, o °/, della larghezza dell’ articolo. Dattilopodite trigona compressa arcuata acuminata, sulla faccia esterna bre- vemente villosa, sulla faccia superiore e sugli spigoli setoloso ciliata, sulla fac- cia interna inferiore quasi nuda. Apice (unghia) nudo corneo acuto giallastro. Piedi del terzo paio eguali a quelli del secondo; quelli del quarto e del quinto successivamente più corti, conformi ai precedenti, articolati alla parte laterale superiore dello sterno, non coperti alla base dal margine dello scudo. Sterno della femmina ovato acuminato. 1*,2*, 3* sternite coalite quasi ver- ticali, la 3* trasversalmente escavata, per una cresta arguta lungamente ciliata, distinta dalla 4* e dalle sterniti successive, costituenti la parete della pelvi larga- mente escavata ed orizzontale ; episterniti triangolari irradianti distinte. Orifizi vulvari sulla terza sternite. Addome ovato ellittico, più ampio della escavazione sternale, colla prima urite, superiore e non coperta dallo scudo, rettangolare, verso il margine pos- teriore alquanto escavata, sul mezzo, rilevata in tubercolo acuto, più larga trasversalmente che lunga d’avanti indietro ; 2° triangolare più larga della prece- dente, della stessa lunghezza, col lato posteriore articolata alla 3*, in lun- ghezza ad essa subeguale, ma più larga ancora ed uguale alla 4%; 5° e la 6° più larghe e più lunghe di tutte; 7° triangolare cogli angoli laterali rotondati, l'angolo posteriore terminale alquanto protratto e ottuso, e come le precedenti nel mezzo e sui lati rilevata granosa e setoso irta. Pleopodi 4 sottili, bipartiti col ramo interno, sopra la base obliqua allun- gata, sottile infratto e diretto indietro, radamente sottilmente ciliato, l’ esterno arcuato, sui due margini fittamente ciliato. Dimensioni e rapporti. Corpo. Lunghezza dello scudo dall’ angolo posteriore all’ estremo del'TOStrosgs. han e serio Mill. 55,0 Rostro dall’ apice all’ angolo di divisione delle cuspidi. » 9,0 Larghezza fra le orbite alla base. .... FIL ERER Bodo. > 12,0 Massima larghezza sulle regioni meso branchiali.... » 36,0 id. sul margine postero laterale. «0.00.00... >» 39,0 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 13 Larghezza fra i tubercoli antennari esterni... ...... Mill. 11,5 id. fra l'estremità anteriore della deuto-me- COCCIA SONO >» 90 id. dell’epistoma, in avanti fra le antenne.... » 4,0 COMEISOPrA FIDATO SIR O ent >» 10,0 Largh. del peristoma anteriormente e posteriormente. » 10,0 ‘T'oracopadi. Ti I Ty v. Meropodite............ Mill. 22 35 35 35 30 CATPOPOAILE ST DINO, 21 21 21 20 TOPO » 2 DIA 24 29 29 Dattilopodite:sttt eten » 10 14 14 14 12 Rapporti. Larghezza alla lunghezza del corpo .. Mill. 1: 1,41 = 0,70 Meropod. del 1° paio alla lungh. del corpo. » 1 : 1,60 = 0,60 Carpopodite alla propodite.............» 1:1,14 = 0,88 2° Dattilopodite alla propodite..........» 1: 1,71 = 0,58 Per determinare con più sicurezza la forma qui sopra indicata e co- nosciuta principalmente per la descrizione e la figura di Guerin, oc- corre paragonarla con altre due, cioè : coll’ E. brevipes Dana, della Patagonia occidentale e precisamente di Halt Bay.; E. Latreillei Guerin, delle Isole Malvine e dell’ Oceano Indiano secondo Guerin, di Valparaiso e del Chili secondo Dana, e paragonare poi la specie di queste due ultime provenienze e dei due autori diversi, CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 14 86° = IL'Vi L90 = gv: 09% L80 = EWV: €90 = 8. y 960 90 = 09: 4 UL'O =-09°4: 4 GG‘0 990 = 06°: 4 190 = 67°: V (ICAO) ((Q0U) “ua) MawaoT ‘FT :0ssatdde ew09 esownssErI VUOSsod 1s‘011]990,}}0s 919 ep a[eai otdwosa,[[ep 0uo1juoo 10d a ‘oun$y ‘osn770 21e]osuera CUIUIMIA] è[[Pp **"d OMoOSELI Jp awoppe [jap 0[00]ae cwIA ‘7 19P 09Uun] nId 6 0[00nMIy ‘eSO[0] -os IuSaeiu 1 08un] a ados 1p eajonba) ‘dosour ‘TIorI9]UE 2] -T0p 0ySun] nid niorta]sod odurez ‘oxipodo1ata e[[op aortodns o] -081ds o][au ape[oo1aqny asojad 0posso13 ‘od1009 [op ajSun] nid (curo) e[[ou) rotto ]ue adurez “Muaprao 0}[owr *“1ajsod 0u19)s9 po 0uI9}UT 210/19]Ue ajuap uo9 QuUII]SO QUUIZUE A[[IP o] 0001.1y ‘“WIua.1] sa ©]TE IuUoAITUO9 TUBI anp 109 ojeaInO “opnos o[jop “/, 0404 ‘O[eIQouEIqOsAUI | ‘o[eur]sa] UT ] ‘aperpieo e ‘atpora]ses 7 :G IRurpnyisuo] euerpowr ouIdg 9e0w0) *USIeT Qu) "YSUnT (Q0u) UrtonI) “222222.620"% “FT T (urIani) ‘sv2w 19/71940)07 ‘omoe tesse a1e]oSueray eum -U9] E[[ou ‘0pepuo]o1 orqosewi J9U awoppe, [fap 0[00e owunIg ‘(eanSy eu) 7 [op o8un]urd 6 00M ay ‘OSO][IA QqueuLIAS$A] 09rIpuro aqueur -eNojiod 01098Iq ‘110119]UY a[ “Tp 24Sun] mid r1or19]sod aduez ‘aso[od mos 07109 nid eum -U9] E[jpu ‘opnos o][e renSn ONoSEIU [ou rIorT9]ue oduez ‘(eInSy erou) aseq ele eurds 9 0[0010qn] OMmuruI U09 0 eZ -U9s ‘au19]sa QUUUE A[[Ap o] 3IV ‘W]IW9.1)S9 .][e 1]u2A sTUT09 Mugi anp 10) ‘OqeAINO ur ‘opnos o[op “/, o$un] 04}so4 ‘neundde r]o9 -T0qny tp apeurie ‘eoneda eoerp 180 oetpoueIq gorIjses orSoY pe0'uo = tod gip uid *ySIeT 3 8000 = toiod e ip nid ‘ySung ULIINI) “292722. D'A ‘“T t9 ‘91e[08 UTI] aUOpp® [op ‘0.1 cu] g ‘07 [9p 08un[ nid 56 0[001).1y ‘0708 Ip 0 eidos Ip od pod uoo ‘OUOLIPuro ‘TIor1a]jue a][ap ays “un] NId o]ow 119Q1T9]SOd aduez ‘Ee[oor]uap e}Ip a[[op 1u AS IeUI Ud eso]od oIeaui] cueN ‘ados Ip a]1ed e[|ep 1100 -I0qu} anp uo9 o010IvIq ‘Opnos o7e ITensogns rIoLIUe aduez “eurds Qu ajuap ezuos ‘0UI9)S9 OUUB]UE 9][IP;] 0[00MIV ‘opnos ottop ‘YSun] [op */, 08 un] IWSIELI TU oso]ad ‘oeuro ur quenbje Quami]e19)e] 04)S0M] “T9jsod opewrsiew euerpawi gun ‘ITeI9}e] LoL19sod 0]t[ ad anp ‘toeIrpaeo eun ‘aorajseS ou1rds on LOSUNT 70518] Cut] “£22222.63DE ‘W Ud © = 994: "*** ‘podosd oe — « dormeq = LL: y "*** ‘podosd ale — « dodien = 08°: odi09 op ‘ySun] ej[e ‘ored ,z [op :dosoyy = 084: 4 “>> ‘0d109 [op ‘YSun[ ejje ezzoySue] (cueg) sadinasg ‘und 9I[ep ax1ed ur ojunsop ams 0] opuooas mioddea ] ; ‘os.e) [op otddop uou “,7 9p osun] mid è o$1e] 6 0[00MIy ‘opnos opp 07109 nid ored 58 [PP 58 0[00I]1y ‘97109 tesse 0}]osso18 r1or1a]sod ade ‘0]E[oomuap ep a[[op eu 912 [09 “eeSIAo] a1vouI] oUeN *I[oo.taqn} 21) 0 anp uo9 eIdos Ip ojewIE 0109eIq mu -93 ewund a] “ansir 97.109 aduez ‘Ono IESSE 0ss99 -o1d un ip 2quop qrossaad è ‘as -]q t[[e 2]uop un Ip peule QU -19jso Quu9]ue a[[Ip o] 0/0%aIy ‘opnos o][op tf, oSun] ajueSSauerd 01) s0Y ‘eORIpIaeo 2001881 es ueAR UT tun po 01)a[pur enp Q01 ‘0$19) Ins euids 24904 Son) = Up YSIeT ou) = * ‘Id y*uSun] eue( ‘Sadr d49 ‘IL SL CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 15 Anco riassunte nel modo indicato appariscono notevoli differenze fra lE. Latreillei di Guerin e quello di Dana. Rostro lungo ‘/, del corpo nel secondo, soltanto ‘/, nel primo; 41° arti- colo delle antenne esterne in questo inerme, nell’ altro visibilmente ar- mato; meropodite del primo paio in quello pelose, in questo di sopra tubercolose; addome del maschio col 1° articolo triangolare nell’ uno, ro- tondato nell’ altro, e tutto questo indipendentemente da differenze più gravi che appariscono confrontando le figure: come la sporgenza di due validi ottusi processi posti dietro le antenne esterne nell E. Latreil- lei di Dana, mancanti in quello di Guerin; la carpopodite cultriforme col margine del segmento anteriore nel primo retto o leggermente con- vesso, nell’ altro invece escavato. Le dita dell’ E. Latresllei di Guerin sono armate di un piccolo tubercolo alla base, nell’ altro semplicemente per tutta la lunghezza denticolate. A tali differenze va aggiunta quella delle origini; Guerin dà il suo tipo come delle Isole Malvine; Dana il suo della Costa chiliana e di Valparaiso, ed a nostro avviso vi è poco da du- bitare che si tratti di due specie distinte, l’una delle quali potrebbe por- tare il nome di Eurypodius Dane. Il tipo del viaggio della Magenta si accosta a quello di Guerin per la forma dello scudo, la distribuzione delle spine, le proporzioni e la forma del rostro, il 5° articolo delle zampe più lungo del 4°; ma ne differisce poi, perchè il 1° articolo è in esso meno escavato sul margine e meno protratto coll’ estremo tarsico; per la forma delle meropoditi che sono convesse di s0- pra piane di sotto, quindi tutt'altro che perfettamente cilindriche, non poco pelose ma ruvidamente setoso ciliate sugli spigoli, e percorse da una serie di peli uncinati nel segmento superiore; per le antenne fortemente armate nel loro articolo basilare. L’ esemplare proviene però da Halt Bay nella Patagonia occidentale, e per questo ricorda l’ origine dell’E. brevipes Dana, se pure coi particolari già avvertiti non accenna ad un altro inter- medio che potrebbe distinguersi da chi avesse anco il maschio a confronto. Frattanto tutte queste forme si accostano sensibilmente all’ E. brevipes ora ricordato, alquanto più stretto e allungato, colle antenne validamente armate alla base da un dente spiniforme interno e uno esterno, le mero- poditi non che le zampe posteriori complessivamente più corte , e col 5° ar- ticolo più lungo del tarso. Quando poi si paragonano |’ E. brevipes e lE. Latreillei, qualun- que sia il tipo che per ora porti il nome dell’ uno e dell’ altro, coll E. Au- douini si vedono due strutture identiche essenzialmente, ma col suggello di condizioni di vita particolari. La prima discretamente adattata per la vita errante nell’acqua, l’ altra tutta propria per rampicare fra gli sco- gli o fra i fondi melmosi, del fango dei quali s° intonaca, cuoprendosi an- che di polipi campanulari in assai quantità. Per minore avvertenza questa specie fu data dubitativamente col nome di Paramitrhax Peronii, Milne Edwards, nel nostro Catalogo. (fa ne 16 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. IL. Eurypodius Audowini. M. Edw. et Lucas, D’'Orb., Voy. dans Am. merid., T. VI, pars 1%; Crust., T.I, p.3.— Dana, Explor. Exped. Crust., T.1, p.102, 104. Svnon. E. septentrionalis, Dana.—V. Sillim., Am. Journ. of Sc., T. II, Sez. 9, p. 270; Op. cit., Vol. cit., p. 101, tav. 2, fig. 6. Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 1. Tav. I, Fig. 123, 7,9, 12a 45; 2. La specie si conosce per un solo maschio del Chili, descritto dai suoi inventori e per un altro meno sicuramente osservato da Dana, e di cui la provenienza, anco poco certa, sarebbe dalla Baja di Nassau o dalle coste della Terra del Fuoco (Fuegia). Noi pure abbiamo soli maschi, ma in numero di tre e in buono stato provenienti da Valparaiso. Per distinguere la specie dall’ E. septentrionalis, Dana indica ta con- vessità della superficie del rostro, pianeggiante in questo ultimo, un tuber- colo compresso non rotondato, sul margine opponente delle dita , il 5° ar- ticolo delle zampe posteriori più corto, invece che più lungo del 4°, e le setole che trovansi al margine del segmento esterno del 5° articolo, lunghe la metà e non ‘/, della larghezza dell’ articolo stesso. Dana riprende Milne Edwards e Lucas, che nella figura disegnano il 5° articolo più corto del 4°, e descrivono poi questo rapporto all’in- verso. Esso non dà misure e rapporti di dimensioni della sua specie. Le dimensioni dell’ E. Audowini, secondo Milne Edwards e Lu- cas, sono: Hunghezzakfe tassa Mill. 57 Larghezza:seete tie 09) Da cui il rapporto della largh. alla lungh. = 100 ....... 0,614 Presi ì nostri tre esemplari si trovano: A B c Lunghezza, rostro compreso. ....... Mill. 37 . 40 . 45 Larehezza! Hi Naso sete Didone a29 0 LON28 DASCHITAPPOLUTIRERLE 22:37 -23:40-28:45 o la larghi. rispetto alla lungh.= 100. 0,59. 0,57 0,62 1 Milne Edwards e Lucas danno 62 mill. di lunghezza al loro esemplare, ma é contato in questa misura il 1° e il 2° anello dell’ addome, come è facile di vedere ri- scontrando le indicazioni colla figura. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 17 I nostri individui sono abbastanza diversi fra loro nei rapporti delle dimensioni, circa '/, più piccoli del tipo primitivo della specie, e pur di- versi in qualche altro punto da esso. Tutti poi presentano una sensibile asimmetria nella misura dei diversi articoli delle zampe del 2° paio, delle propoditi di quelle del primo, specialmente in favore del lato de- stro come dai numeri seguenti, presi sopra uno degl’ individui più af- fetti da queste particolarità. 1° II IM. IV. Vi Zampe. destra. sinistro destra sinistra Meropodite. ...... Milt.23 = Ml.43 MuUl.39 MU.AS M42 Mill.35 Carpopodite . ..... 12 29 24 28 26 25 Propod., lungh. .. 27 23 30 24 25 23 - 24 o Nazione 90 4,0 4,5 1,5 4,0 Dattilopodite...... 10 9 12 13 il 10 10 Lo stesso individuo presenta: Sterno, lunghezza dall’ apice della protosternite al margine posteriore, fra le zampe del 5° paio. ....... Mill. 23 id., larghezza fra i due angoli episternali, dietro le zampe COPIO NATI » 20 Addome, largh. al marg. anter. del 1° segmento......... » 4,5 id., alla congiunzione del 1° col 2° segmento...» 3,0 id., al marg. post. del 3° e fra i lati ester. del 4°. » 6,0 5°,.6°, e base del 7° segmento... 0.100 » 4,5 IRAN: 010 pe de oo no ooo nedeeo eden SE La differenza di lunghezza del carpo e della propodite che costitui- rebbe in ultimo il carattere distintivo dell’E. Audowini dall’ E. septen- trionalis, si vede a buon conto di poco valore, varia per le diverse zampe, per le ultime quasi nulla, e per di più soggetta alle variazioni dell’asim- metria in quelle del 2° paio, talchè le due specie si riducono ragione- volmente a una sola che prende quindi il nome più antico. Fam. V. PERICERIDA. Subfam. EPIALTINA. Dana, Explor. Exped. Crustacea, T. I, p. 83, 85. Genus. Epialtus. M. Edw., Hist. natur des Crust., T. I, p.344; Dana, Op. cit., Vol. cit., paso, 192. Scienze fisiche e naturali. — VOL. I. LO 18 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. IV. Epiallus denlatus. M. Edw, Op. cit., Vol. cit., p. 345. Gay, Hist. physica y politica de Chile, Crust., p. 131; Bell, Trans. of the Zool. Soc. Lond., T. I, p. 62, tav. 11, fig. 4, tav. 13. Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 4. Tav. Il, Fig. 4, 274,5, 6, 11. Mas. — Scutum exagono rhomboidale, postice parum in medio pro- tractum rotundatum, antice elongatum rostratum. Rostrum depressum triangulare, apice acute inciso bidentatum, la- tere utroque, prope basim dente superciliare unidentatum. Margo orbito angularis late excavatus, dente hepatico unico armatus; margo lateralis tri- dentatus, dente antico depresso triangulari, posticorum ultimo subobsoleto. Pedes validi, antici meropodite rostrum superantes. Propoditis inferne tuberculo pilifero pliciformi, tandem obsoleto, asperata. Tarso valido, conoideo apice incurvato, inferne planulato , bimargi- nato marginibus ad apicem conniventibus, in primo 20, in aliis 15, 12 spinulosis. Abdomen maris, preeter protouritem rectansularem, ad apicem, trian- gulare constrictum, ovato elongatum 7 articulatum; urites 5°, 6% subqua- drate. Anco di questa bellissima forma non sono molto estese le notizie, limitandosi gli autori a descrivere il rostro, che dicono bifido o bidenta- to, con due denti marginali o antiorbitari (lobo sopraciliare M. Edw.), quat- tro denti sui lati, dei quali i posteriori meno validi degli anteriori ed evanescenti. Ma per caratterizzarla meglio, oltre alla incisione del rostro che ne divide l’ apice per poco in due denti assai acuti, va notato il tu- bercolo compresso col quale, dopo il dente sopraciliare che sporge alla base del rostro, finisce l’ orbita affatto indietro e superiormente (dente orbitario esterno M. Edw.), e il dente epatico che sporge a metà dell’ in- tervallo fra l orbita stessa e il dente laterale anteriore, sul margine pte- rigostomico larghissimo rotondato e largamente escavato. È propria del genere la disposizione della fronte appianata sporgente molto in avanti, in forma di rostro depresso; la saldatura dello pterigo- stomio coll’ antenna esterna in una massa conoide laterale e inferiore, la quale, mentre per di fuori forma tavolato e margine orbitale infe- CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 19 riore esterno, internamente, con uno spigolo acuto e una faccia verti- cale, limita la fossa antennulare strettissima e profonda, unica in avanti, suddivisa posteriormente dal dente epistomiale vomeriforme e sottile. L’ antenna mostra apparentemente due soli articoli liberi terminati da flagello brevissimo di quattro o cinque minute articolazioni, che ap- pena giungono all’ angolo rientrante della divisione del rostro. Le zampe del 1° paio coll’ estremo anteriore delia meropodite supe- rano l’ apice del rostro stesso; la lunghezza della mano supera quella della meropodite e della carpopodite sommate insieme, e quella del dattilopodio è uguale al margine palmare superiore. L’ un dito e l’altro, scavati dalla parte di dietro fin presso l’ apice, finiscono nell’apice stesso a modo di cucchiaio con un margine eburneo, diviso in 11 a 12 denti rotondati, gli ultimi dei quali, nel vecchio, sono livellati per consumo. Lo sterno è ovato quasi orbicolare e quasi piano, se non in avanti, dove è largamente ma poco profondamente escavato, nei tre quarti poste- riori dove ha profonda l’escavazione della pelvi. Le prime tre sterniti sal- date, occupano giusto la metà della lunghezza totale dello sterno medesimo. L’addome (Fig. 2) ha 7 articolazioni distinte: la prima larga, in avanti, come il margine posteriore dello scudo, è profondamente escavata nel margine opposto ed è circa tre volte più larga che lunga, e più stretta della seconda. Questa, convessa sul mezzo del margine anteriore, sporge infuori più della prima per ogni lato, e colla 32 e la 48, tutte più larghe che lunghe, concorre a formare un disco o scudo quasi orbi- colare, prolungato indietro dalle uriti successive; delle quali la 52 e la 62 sono subquadrate, la 72 è triangolare alquanto allungata e per la base più stretta del margine posteriore della 6. I pleopodi sono sottili, subu- lati e lunghi fino quasi all'estremo anteriore della escavazione della pelvi. Se non si prendono per peli dei polipi, che vi si trovano qua e là im- piantati, la superficie è glabra dovunque, minutissimamente punteggiata di punti impressi e sparsa di piccole macchie orbicolari più larghe, rade e pertugiate nel centro; ma sulla palma della mano nel grosso spigolo inferiore e all’ apice delle dita si scuoprono minutissime granulazioni depresse, molto regolari e avvicinate l’ una all’ altra strettissimamente. Dimensioni e rapporti. Scudo. Dal livello del vertice degli angoli rostrali al vertice roton- dato dell'angolo posteriore... ................. Mill. 90 Dal vertice del rostro al dente preorbitale o sopraciliare dello stesso lato. .......... MERCI dins elett » 12 Largh. fra i due denti sopraciliari. ......... odono eg ile id. id. CALCI S A SI copiadiono i e id. id. later. anter. (epibranchiali). ...... » 53 id. id. later. med. (mesobranchiali). . .... 3M5 id. id. later. poster. (metabranchiali).....» 72 20 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Toracopodi. I I NI, V. VI, Meropodite................. Mill.53 55.042 34 30 Carpopo die i n 320002 0308 Propodite lungo il margine infer. .» 33 37 28 23 18 Dattilopodite.s+. eten DIO SII SO TOS Diametro, lunghezza dello sterno .................. Mill. 55 id. trasverso fra gli angoli della 3* sternite. ..... >» di id. dell'ultima sternite.......... REA O » 33 Lunehezza {dell'A ddOMeRE e RR » 48 id. All AMULterRe e ROLE dr 0) Larghezza e lunghezza della 7° urite................. Dt9 Rapporti. Larghezza alla lunghezza dello scudo... .............. » 75:90 CANCULAMar eZ RR » 0,81 Meropodite del 1° paio alla lungh. dello scudo = 100..» 0,59 id. AEl'QPaAo I E » 0,62 Ma a fronte di questo individuo bellissimo, proveniente dalla Pata- gonia occidentale, ne abbiamo dello stesso genere un altro di Valpa- raiso (Tav. II, /ig. 3, 7, 8, 9), del quale riassumendo come appresso la descrizione, siamo costretti di lasciar sospeso il decidere se le caratte- ristiche ch’ esso presenta bastino a identificarlo con alcuna delle specie già conosciute, Scutum superne leve, undique grosse rufopunctatum, antice pro- ductum. Rostro apice bidentato, dentibus brevissimis subconniventibus, su- perne glabris, margine interno ciliatis, Pedes antici, meropodio rostri breviores. Propodites, medio margine inferne tuberculato, pilifere. Tarsi inferne planulati, marginibus omnibus undique 11 spinulosis. Abdomen elliptico acutum, sterni latitudinem ad uritem 3° dimidiam equans; urites 5*, 6°, subquadrate angustiores; 7° triangulari. Dimensioni e rapporti. Scudo. Lunghezza delloiseoRAo Ri. LE RR RIN Mil. 45 id. delrostro al dente sopraciliare. ............» 10 Larghezza fra i due denti sopraciliari................. DALLO id. id. id. postorbitali. ....... vo 19 id, id. epatici ioni o lele do » 26 id. id. Cpibranchali Rien n SS id. id. mesobranchiglito. tiene » 36 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 21 Toracopodi. tì II. Meropodite (spigolo esterno)... .............0.. MU.A14 19 CAULPOPOAE CIARA N PSI ETOPodite (SPISOlOrINFErIONE) feet te nere >» 17 14 Dattilopodite (spigolo superiore) .................. > 8 10 Rapporti, Largh. alla lungh. dello scudo presa come 100......» 0,82 Lungh. del rostro alla lungh. dello scudo..........> 0,22 Lungh. della meropodite 1° alla lungh. dello scudo. ...» 0,31 id. 2° id. Ne 042 Sterno, diametro antero posteriore ............... » 29 id. trasversale alla 3* sternite........ » 26 Addome, diametro antero posteriore. .............. » 23,5 id. trasversale alla 4° e 5* urite...... » 14 Benchè fra le dimensioni estreme del corpo molto minori si mantenga anco in questo quasi inalterato il rapporto che si trova nell’E. dentatus, la forma però riesce assai diversa, perchè ii corpo medesimo diviene bru- scamente ristretto e poi assai allungato avanti al dente epibranchiale, col rostro meno profondamente inciso, coi denti apiculati, ciliati nel margine interno. La proto-ischio-gnatopodite è più stretta e più lunga ; la meropodite del 1° paio più corta del rostro, e quando il braccio è in sito, le zampe tutte riescono nel complesso più corte, col tarso più corto e più valido, armato di un egual numero di spine in tutti i piedi, ma questo di 11, non di 15 a 20 come nell’ altro. Il colorito è gialliccio scuro con punteggiature rosse non rilevate nella superficie, Le specie congeneri E. bituberculatus M. Edw., del Chili, E. bra- stliensis Dana, con rostro triangolare indiviso nell’ apice, e colle zampe posteriori molto diverse, hanno per di più femmine con addome di 6 ar- ticoli È una, |’ altra di 5 articoli soli. L’E. marginatus Bell, del Chili, vi si accosta di più; ma tuttavolta lungo mill. 62, largo mill. 49 (Heller), ha di larghezza 0,80 della sua lunghezza; e il rostro, coi denti volti in avanti, lungo 11 mill., è alla lunghezza dello scudo presa per 100 come 0,15 e non 0,22. L'E. productus Randall, della California, differisce per la forma allungata, pel rostro largo corto, profondamente diviso, ciliato nei margini, le zampe assai gracili ed allungate specialmente nel tarso. Mi manca ogni riscontro de- gli E. affinis (E. bituberculatus Gibbes, non M. Edw.), della Florida; E. sulcirostris, del Capo di San Luca; E. longirostris, del Capo di San Tommaso, descritti da Stimpson, negli Ann. Lyc. nat. hist. of New Jork, T. VII, p. 49.—Vedi Archiv. fur Nat. Gesch., 1861, T. XXVII, p. 583. 22 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Leg. II. PARTHENOPINA. Dana, Explor. Exped. Crustacea, T. I, p. 136. Sywon. Trib. Parthenopejana, M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. I, p. 594. Fam. Parthenopide, Stimps., Proceed. of the Acad. of Nat. Sc. of Philad., 1857, p. 918. Genus. Parthenope. Fabr., Supplem. Ent. syst., p. 392. — Latr., Régne anim., édit. I, T. IT, p. 23; Eneycl., T. X, p. 14; Règne anim., édit. II, T. IV, p. 50. — M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. I, p. 359. Cancer., L. Fabr. (Entomol. syst. Mant. ins.), Herbst (pars). Lambrus, Leach., Trans. L. Soc., T. XI, p.310.—M. Edw., Op. cit., Vol. cit.;; p.: 392. Maja, Bosc., Hist. natur. des Crust. (pars). Vi Parthenope laciniata, De Haan. De Haan, Fauna japonica, Crust., p. 91, tav. 22, fig. 2,9. Lambrus..., Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 5. Lo stato molto imperfetto di tre individui maschi giovanissimi , pro- venienti da Hongkong, ha lasciato prima incerta la determinazione della specie; alla quale si è poi giunti coll’ aiuto delle figure e descri- zioni di De Haan. Per quanto però resti ora poco dubbio sopra di essa, tuttavia, confrontando gli esemplari colle descrizioni, si rileva che quelli hanno la meropodite del 1° paio più corta del corpo; la carpopodite ca- rinato dentata nello spigolo esterno, ma non spinosa; la mano, anco senza far conto del prolungamento digitale, assai più lunga del braccio, che è armato sugli spigoli superiori non di 15 a 16 denti, ma di 10 a 414, e nello spigolo inferiore non di 32 tubercoli, ma di 19 soltanto. Diametro antero posteriore ......... 00000 rrreee «Mill. 12 id. trasverso fra i due angoli mesobranchiali... +. Vo Lunghezza della meropodite del 1° paio .............. > 10 id. della propodite secondo la faccia esterna. ...» 12 e CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 23 DIV. II. CANCROIDEA.' Leg. I. CANCRINEA va CANCROIDEA TYPICA. Fam. CANCRIDA. Dana, Explor. Exped. Crustacea, T.I, p. 145,147; Stimps., Procced. of the Acad. of Nat. Sc. of Philad., 1858, p. SI. Srnon. Emendate et aucte, CAncrIDE (Dana) constant : Fam. Canceridis (pars), Latr., Considér. sur l’Ordre natur. des Crust., 1810, p. 92. Fam. Brachyuris, Trib. Arcuatis, Latr., Fam. du Règne animal, 1825, p. 270. Fam. Cyclometopis, Trib. Cancerianis arcuatis, M. Edw., Hist. natur. des Crust setti pieS0ZINZA Cancroideis, Gen. CANcRI (pars), De Haan, Fauna japonica, Crust., p. 4. Subfam. 2. XRANTHINZE.? Dana, Op. cit., Vol. cit., p. 148, 157. Genus. Atergatis. ° Dana, Op. cit., Vol. cit., p. 148, 159. 1 Cancrorea Dane, Legionibus constant tribus: A. CANCRINEA, vel Cancroidea typica; 2. THELPHUSINEA, vel Caneroidea grapsidica; 3. CycLINEA, vel Cancroidea corystidica (Gen. Acanthocyelus). CI. Edwarsius (Alphonsus), Canceriana putat Cyclometopa pedibus deambu- latoris non natatoriis (Monograph. des Crustacées fossiles de la Fam. des Cancériens: Ann. des Sc. natur., 1866, Ser. IV, T. XVII, p. 34), ipsaque quinque in Agelibus summis recensuit, videlicet: Cancerides, Carpilides, Xanthides, Eriphides, Trapezides, quibus Ageles duo transeuntes vel determinantes subjecit: Oethrides inter Cancerides et Oxhyrhynchos, Galenides inter Eriphides et Catometopos; Subageles duo autem con- stituit: Perimelides, Canceribus affecti, Liagores, Carpilides ipsos, Xanthides et Ga- lenides &onnectetes. — (Alph. M. Edw., Etudes zool. sur les Crustacées récents de la Fam. des Cancériens: Nouvelles Archiv. du Mus. d’Hist. nat., 1866, T. I, p. 177). 2 XANTHINA (Cancridear. subfam. 2* Dane) constant: Carpilidis, Xanthidis, Pi- rimelidis, Liagoris, Alph. M. Edw., genera nonnulla exclusa, que apud Dana Chlorodineis pertinent, nonnulla aucta. — (Alph. M. Edw., Etudes zool., Op. cit.) ® Atergatis, subgenus apud De Haan, genus Dana constituit. 24 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Srnon. Cancer. (Subgen. ArERGATIS), De Haan, Op. cit., p. 45. Platypodia, Bell, Trans. of the Zool. Soc. Lond., T.I, p. 335. Cancer., M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. I, p. 372 (pars). Cancer., L. Fabr., Latr., Desmar. (pars). NIE Atergatis floridus. Dana, Op. cit., T.I, p. 159, tav. 7, fig. 4 (mas.); Stimps., Proceed. of the Acad. of Nat. Sc. of Philad., 1858, p. 32, n. 52; Alph. M. Edw., Op. cit., Vol. cit., p. 243. Cancer. (AtERGATIS) floridus, De Haan, Op. cit., p. 46. Cancer. (FLoRIDUS), Rumph., Thesaur. Test., ete., tav. 8, fig. 5; Linn., Syst. nat., édit. XII, p. 1044; L. Fabr., Ent. syst., T. II, p. 24. Cancer. Ocyroe, Herbst., tav. 54, fig. 2; M. Edw., Hist. natur. des Crustis 1 p070% Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 9. Tav. II, Fig. 10, 13, 16. Lo scudo di questa specie, nell’ esemplare conservato in alcool, pre- senta alla superficie, sotto la lente, finissime impressioni puntiformi as- sai rade, e minutissime granulazioni depresse eguali regolari conferte; più profondamente poi è ticchiolato di piccole macchie circolari giallo crocee, e dietro la fronte e lungo l’ arco formato dal margine antero laterale, come lungo il margine stesso, ha delle grandi macchie gialle pallide continue, irregolarmente centinate a convessità verso l’ interno. — Macchie simili meno definite sono sul margine laterale posteriore, sui lobi della regione gastrica, non che ai lati della regione cardiaca. Queste sono le sole vestigia del più ricco coloramento bruno dello scudo, del quale dà idea la figura di Dana, mentre è sparito ogni segno delle linee violacee, delle quali sono ornate le zampe nello spigolo superiore. Prescindendo però dal colorito, la specie sarebbe distinta sempre per l'aspetto apparentemente levigatissimo della superficie dello scudo, pel dente mesobranchiale prominente, pel margine antero laterale acuto di- stintamente quadrilobo, per le zampe posteriori collo spigolo superiore di tutti gli articoli acuto ma non dilatato, per il rapporto della lenghezza alla larghezza, per la superficie della mano appena impresso puntata. Un maschio e una femmina secchi provenienti da Poulo Condore, per dono del signor Aubry Le Comte, nel R. Museo di Firenze, sono più gran- di, colle dita brune invece che rosee, come nella femmina di Giava re- cata dal viaggio della Magenta. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. [SO] (311 Dimensioni e rapporti. Esempl. di Giava ,P Esempl. di Poulo Condore ,P_— Diametro antero poster. Mill. 28. Mill. 40. id. trasversale ....» 38. » 56. Rapp.... 28/38= 1/1,35 = 0,75. 40/56 =1/1,40= 0,71. Dana assegna pel maschio un rapporto assai differente (1 :1,54= lun- ghezza 0,60), ma esso dà pure per l’ Atergatis integerrimus 1:71,56; mentre troviamo invece in un maschio di Poulo Condore lungh. 41 mill., largh. 66, e quindi il rapporto 1 : 1,65. De Haan ha già escluso dalla sinonimia del Cancer. floridus Rumph., il Cancer. corallinus Herbst, ivi recato da Fabricio, Entomol. syst., T. Il, p. 445, colla citazione di Rumph., tav. 8, fig. 5. La specie, rara al Giappone (De Haan), è comune invece nel Mare delle Indie (Id.). Essa è attribuita all’Arcipelago di Paomotu, alle Isole della Società, alle Isole Fedjie, da Dana; all'Isola di Lao Choo, da Stimpson. Sono di Poulo Condore gli esemplari già indicati del Museo di Fi- renze. L’ esemplare della Magenta proviene da Giava. Genus. Xantho. Leach., Malac., Desmar., Considérat. sur les Crust., p.104; M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. I, p. 387. Srnon. Xanthus, Dana, Op. cit, Vol. cit., p.148, 165. (Subgen. XANTHO), p. 166. Cancer. (Subgen. XAnTHO), De Haan. Cancer., L. Fabr., Olivi, Risso. VIT MXantho planus. M. Edw., Op. cit., Vol. cit., p. 397. M. Edw. et Lucas in D'Orbigny, Voy. au Pòle Sud, Zool. Crust., p. 14, tav. 6, fig 1,2,3, 4. Dana, Op. cit., Vol. cit., p. 171. Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 6. Tav. Il, Fig. 14,20. 1 Xanthi subgenera extant apud Dana: Xantho, Euxanthus, Paracanthus, Xan- thodes (loc. cit.). La 26 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Dimensioni e rapporti. Femmina. Maschio. Scudo. a db Larghezza della fronte nel marg. anter. . Mil. 13 12 7 id. alla base fra le divis. del lobo so- praciliare col lobo accessorio. » 22 20 10 Larghezza fra i due denti mesobranchiali.. » 85 81 36 Diametro antero posteriore... ........ DINO, 55 25 Addome, diametro longitudinale... .... 4 55) 55 20 Marg. anter. della 1° e poster. della 2* urite » 15 13 55 Larghezza della bela 6%... 0h » 29 29 5) Massima larghezza della 7° urite. ...... DZ: 21 4,5 Lunghezza della 7° urite. ......... 00. Dii19 13 3 Toracopodi. Lunghezza della propodite (mano) più forte lungo il margine inferiore... .... » 55 54 29 'Altezzatdella palma RRStSar SA27 QU 11 Dattilopodite (dito superiore). . ........ DREI 27 12 Meropodite del secondo paio. ......... DACIA Q4 il Carpopodite (secondo il margine super.).. » 17 17 5,7 Propodite (id.) ni» 11 5 D'Att10P0 dt RR » 20 19 19 Rapporto della lunghezza alla larghezza . . » 1:1,49 1:1,49 1:1,50 id. larghezza = 100. ...... » 0,693 0,691 0,694 La specie è nota per la descrizione diagnostica di Milne Edwards, (loc. cit.) e per la bella figura dei Crostacei del viaggio di D’Orbigny, che emenda la descrizione, specialmente rispetto al colorito. La figura medesima poi, a fronte dei nostri esemplari, è meno sparsa di macchie sul tergo dello scudo, più variamente screziata di giallo nelle zampe, vi è poco chiaro il prolungamento dei lobi frontali al disopra e davanti alle antenne interne; le antenne esterne, disegnate senza il fla- gello, possono parere diverse da quel che sono realmente. Dana indica di più le incisioni del margine dello scudo, tornando sulla uniformità della superficie, come d’altronde resulterebbe dal collo- camento dato da Milne Edwards alla specie stessa, nella sezione di quelle a margine quasi intero, sculture del tergo quasi indistinte, zampe a spi- golo superiore non attenuato o cristato. Dana stesso poi assegna per rapporti in un maschio adulto: 1,46 = lungh. 0,684, in un altro 4 : 1,55 —=0,445, e in una femmina 1 : 1,54 = 0,662. La differenza dei rapporti nei due maschi dipende evidentemente dall’età, essendo invariati o quasi nelle due femmine di volume presso a poco uguale da noi misurate. La specie abita le coste di Callao, o più in generale del Chili (Milne ana b CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 27 Edwards), di Valparaiso (Dana), da dove pur vengono le due femmine e il maschio da noi esaminati. Una terza femmina si ha nel Museo di Firenze, proveniente dal Chili, col nome di Xantho latifrons. Sono assai differenti fra loro i peli che guerniscono diverse parti del corpo : steli lunghi sottili subulati, con angusto canale nell’ asse, guer- niti di lunghi e sottili peli radianti, da una certa distanza dalla base in poi, sono quelli dei margini dell’addome e della linea arcuata della placca sternale; sono steli nudi più corti, più grossi ed ottusi quelli del mar- gine delle zampe mascelle. Sono steli guerniti di sottile e fitta villosità più lunga nel mezzo, cortissima nell’apice, quelli che guerniscono i tarsi; i più lunghi fra questi, salvo che per le dimensioni, sono in tutto il resto consimili (Fig. 19, 20). Genus. Euxzanthus. Dana, Explor. Exped. Crustacea, T. I, p. 148, 173. Synon. Melissa, Strah], Carcinolog. Beitr. in Arch. fir Naturgesch.,1861, pe10% Cancer., Herbst. VII Euranihus melissa. Stimps., Proceed. of the Acad. of Nat. Se. of Philad., 1858, p. 31, n. 66. — Alph. M. Edw., Etudes zool. sur les Cancériens: Nouv. Archiv. du Mus., T. I, p. 293. Euranthus nitidus, Dana, Op. cit., T. I, p. 174, tav. 8, fig. 9. Melissa nitida, Strabl, Op. cit., loc. cit. Cancer. MeLissa, Herbst, Nat. Gesch. der Krabb., tav. 51, fig. 1. Cancer. exculptus, Id., Op. cit., T. I, p. 265, tav. 21, fig. 121. Euxanthus nitidus, Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 10. Tav. II, Fig. Aa7. Al genere si assegnano cinque specie: E. Huoni Lucas, ineguale rugoso, col margine antero laterale diviso in sei denti, lungo 0,036, largo 0®,052, dello Stretto di Torres; E. sculptilis Dana, a tergo an- ch’ esso ineguale, sulle prominenze rotondate, rugoso, lungo 0,036, largo 0",26, delle Isole Viti e Tongatabu, che Alph. Milne Edwards non crede diverso dal precedente; E. mammillatus (Cancer mammillatus, M. Edw., Hist. natur. des Crust., T.I, p.376; Melissa mammillata, Strahl, 28 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Op. cit., p. 103), col tergo ineguale ma levigato, margine irregolarmente diviso in sei lobi, lungo 0”,048, largo 0”,070, di Australia e di Poulo Con- dore; E. melissa Stimpson, lungo 0®,031, largo 0®,920, delle Isole Viti e di Tongatabu, a scudo largo ineguale, coi rilievi levigati, margine antero laterale 5 dentato , che A. Milne Edwards è propenso a considerare come varietà del precedente e a riunire con esso in una medesima specie; E. punctatus A. M. Edw., lungo 0,028, largo 0%,041, delle Indie orientali. Dimensioni e rapporti. Maschio. Femmina. ser Diametro antero posteriore. . ........ Ml. 32 30 29 Diam. trasvers. fra i due penultimi denti...» 47. 44 42 Grossezza del corpo fra l’ estremità dell’ ad- dome e la regione media anteriore. .... » 20 19 18 Rapporti delle dimensioni nelle specie ricordate. E. Huoni E. sculptilis ‘E. mammillatus E meli safmase. 31:45 — 0,68 36:52 =0,69 26:56=0,72 48:70=0,68 + MREFISSE (femm, 20 : 42 — 0,69 Ora i nostri esemplari. hanno il dente orbitario esterno in forma di tubercolo rotondato assai prominente, le areole suddivise da depressioni lineari poco profonde e impresso-puntate; ma divisioni e impressioni paiono di gran lunga meno scolpite che nella figura dell’ E. sculptilis, soprattutto per le areole delle parti centrali. Il lobo mesogastrico è negli stessi esemplari meno diviso che nell’ E. nitidus (E. melissa), secondo la figura di Dana, ma-non mai profondamente tripartito come in quella dell’E. sculptilis; il lobo urogastrico, che nella figura di quest’ ultimo è trasversalmente ellittico, fortemente impresso puntato, differisce molto da quello della nostra forma, dov’ è largamente ellittico e quasi levigato. La parte submarginale delle regioni branchiali è però, sempre ne- gli esemplari della Magenta, suddivisa più secondo il modo dell’ E. seul- ptilis che dell’E. melissa, e la forma generale altresì conviene più con quella del primo che con quella dell’ altro. Ne verrebbe quindi che la specie nostra avrebbe caratteri dell’una e dell'altra delle due ricordate, e che questa sarebbe da distinguere, o le altre invece da riunire insie- me con essa. Stimpson ha intanto pel primo avvertito la identità probabile del Cancer melissa Herbst (E. melissa), coll’ E. nitidus in istato giovanile. ‘ î L idea dell’ identità dell’E. nitidus Dana col Cancer. melissa Herbst è stata ri- presa più largamente da Strahl nella memoria citata. Ad esso poi si deve l’altra della CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 29 Fam. INIL. CHLORODINZA. Dana, Op. cit., Vol. cit., p. 149, 183. Genus. ETISUS. M. Edw., Op. cit., T. I, p. 410; Dana, Op. cit., loc. cit. IX. Etisus Tevimanus. Randall, Journ. Acad. Nat. Sc. of Philadelphia, T. VIII, p. 115. — Dana, Op. cit., T. I, p.186, tav.10, fig.1, a, b,c,d, e, gf fig.g, g', h, P (giovane). Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 13. Colla figura e la descrizione di Dana non è possibile restare in dub- bio sulla diagnosi della specie, rappresentata da un maschio adulto in bellissimo stato. Tungehezzas ssaa ste sete ile Mill. 37 WarchezzafdellasfronteserrRa sett » 13 id. dellofsCUdore teen » 60 Lunghezza alla larghezza= 100.......... >» 0,61 Tuttavolta in questo, benchè vecchissimo, si vedono forse un poco più decisi i rilievi e le depressioni dello scudo; i due denti anteriori (dopo il dente orbitario esterno), non il primo soltanto, sono più ottusi; sono piuttosto scarsi i peli del margine superiore delle meropoditi posteriori, e ve ne sono alla base di quelle del 1° paio. Le carpopoditi nello spigolo di sopra, specialmente verso l'angolo terminale, le propoditi nello spigolo medesimo non che sull’ inferiore, e l’ ultima anco sulla faccia esterna, sono granuloso-scabre, per granulazioni grossette, sparse fra moltis- sime altre molto minute. probabile identità dell’ E. nitidus anco coll’ E. mammillatus (Cancer. mammillatus, M. Edw., Hist. natur. des Crust.), ritenuta in ultimo da A. M. Edw. (Op. cit.). Strahl distinse poi il Cancer sculptus M. Edw. dall’E. exculptus Herbst, con cui a torto era confuso, e creò col primo la sua Melissa diverticulata; questa è poi stata portata da Heller nel genere Hypocalus (Heller, Beitrize zur Crust., Fauna des roo- then Meeres, p. 319), al quale A. Milne Edwards ha poi riferito pure lo Xantho gra- nulatus, De Haan, Fauna japonica, Crust., p. 65, tav. 18, fig. 3. Strahl cambiò il nome del genere Euranthus per l’altro di Melissa in virtù di una legge di nomenclatura poco osservata, e realmente in contradizione con quella che im- pone di mantenere i nomi specifici, quando le specie passano da un genere all’ altro. 30 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. I tarsi sono quasi tereti sottili, ottusi nell’apice, granuloso scabri, con i granuli grossetti e disposti in serie longitudinali. Il terzo articolo dell’addome col margine anteriore convesso, ar- cuato quasi trilobato, termina con due processi triangolari sui due lati, è largo '/, più del secondo, s'intromette fra le coxopoditi del 4° e del 5° paio, sporgendo in fuori più dello sterno. Non sulla specie, ma sul genere o almeno sui caratteri del genere, può cader dubbio, standosene alla definizione di Dana. Difatti la parte mobile dell’antenna esterna non solo non è inclusa nell’iato orbitario, ma ne è di buon tratto esclusa e cacciata più indentro per uscire nella profonda fessura che divide la fronte dal lobo sopraciliare. — E l'antenna stessa è per la base formata di due articoli distinti: uno più corto e posteriore che include il tubercolo auditivo e si articola in fuori col lobo terminale della branchiostegite, in parte coll’ angolo posteriore interno del margine pterigo-antennare dello pterigostomio e per lo spigolo in- terno coll’epistoma. Il secondo è romboidale, molto inclinato, e colla gran diagonale obliqua fra l'angolo anteriore dell’ epistoma e l'angolo in cui si toccano il lobo sopraciliare e il dente orbitario interno, per chiu- dere in avanti il fesso orbitario. Il lato o la faccia anteriore di questo articolo è volto in avanti, di- scretamente incavato, e dal mezzo dell’incavo dà origine alla parte libera dell’antenna, composta di due articoli grossetti compressi al- lungati, di un terzo articolo quasi cuboide, di un flagello subulato che appena supera coll’ apice il contorno orbitario. Molto meglio quindi Milne Edwards definisce la disposizione delle an- tenne « tige mobile.... trés courte.... qui s’insìere complètement hors de » cet hiatus (iato orbitario) et plus près de la fossette antennaire que » de l’orbite. » Hist. natur. des Crust., T. I, p. 410. Lo pterigostomio è perfettamente distinto dalla branchiostegite, e già in questa specie si vedono in avanti un lobo subepatico che finisce con due grossi denti sotto-orbitarii e le depressioni lineari oblique, che discendono dal seno dei denti dello scudo e dividono la pterigostomica in distinti sementi. Dana assegna alla specie pel maschio adulto il rapporto 1: 1,60, 0,62, per la femmina giovane 1:4,52, da cui la lunghezza 0,65, rispetto alla larghezza =100. Genus IV. Actea. De Haan, Fauna japonica, Crust., p. 18. Dana, Explor. Exped. Grust., T.I, p.162; Heller, Die Crust. des sudlich. Europa, 1863, p. 69; Stimps., Proceed. of the Acad. of Nat. Sc. of Philad., 1858, p. 32; Alph. M. Edw., Etudes zool. sur le Can- cériens; Nouv, Archiv. du Mus., 1866, T. I, p. 261. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 34 Acteodes, Dana, Op. cit., Vol. cit., p. 149, 193; Stimps., Op. cit., loc. cit.; Heller, Novara Reise, p. 15 (pars). Zozymus, Leach., Desm., M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. I, p. 383. Xantho, Ruppel, Kurzschwanz. Krebb. des roothen Meeres, p. 26; M. Edw., Op. cit., T. I, p. 388; Lucas, Anim. artic. de l’Algérie, Jo ail, Cancer., L. Fabr., Herbst, Latr., Desmar., M. Edw., Hist. natur. des Crust. (pars). Il genere Acteodes è costituito da Dana, nella sua famiglia dei Clo- rodini, con quelle specie del genere Zozymus, le quali, avendo come le altre le dita scavate a cucchiaio, presentano il tergo diviso in areolee più o meno tomentoso o granulato, lo spigolo delle meropoditi delle zampe ambulatorie acuto, ma non attenuato a forma di cresta. — Hel- ler avendo creato con alcune altre, cui pur converrebbero questi segni, ma che hanno la merognalite incisa nel margine anteriore, il suo ge- nere Zozymoides, bisogna per circoscrivere il genere Acteodes nei suoi nuovi confini aggiungere il carattere della integrità del margine indicato della merognatite. Non sono per nulla sfuggite all’ Autore americano lè strette connes- sioni di questo genere col genere Acfea De Haan, per le dita acuminate incluso nella famiglia degli Xanthini, e dice chiaro che « the two genera pass into one another by insensible gradation, » talchè realmente era già preparata l’ assimilazione delle specie dell’ uno e dell’ altro nel più antico fra loro, compiuta poi da Alph. Milne Edwards. La distinzione però è stata conservata, malgrado questo, da scrit- tori successivi, come Heller, ec. Dana fa del genere Acteodes diverse sezioni, e ammette più specie in ciascheduna di esse. Sez. A. Torace non tomentoso, punto o poco granulato. — Acteodes areo- latus, A. faba, A. bellus. Sez. B. Torace tomentoso.— Acteodes tomentosus M. Edw., A. affinis, A. speciosus, A. cavipes, cui è da aggiungere ora A. nodipes Heller. L’ A. spongiosus messo pure in questa sezione sembra doverne fare una diversa a torace tomentoso non granulato , restando incerta la posi- zione generica dell’Acteodes integerrimus, a torace levigato ed a margine antero laterale indiviso. Raccolte le specie enumerate da Dana, Stimpson, Heller, ec., non è difficile di comprenderle nel quadro seguente: 32 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. ACTEODES, Dana, Heller. A). TORACE AREOLATO NON TOMENTOSO NON GRANULOSO. a) Lobi protogastrici indivisi. A. areolatus Dana; Actea Dane Alph. M. Edw. Lungh. 2 lin. '/, ... Largh. 3 lin... -Rapp.1:1,33= 0,67; Arcipelago di Paomotu, Isole della Società. b) Lobi protogastrici in parte suddivisi. A. Faba Dana. Lungh. 3 lin. 14... Largh. 5 lin.... Rapp. 1:1,5= 0,62; Oceano Atlantico, Capo Verde. B). TORACE ALMENO PRESSO I MARGINI SOTTILMENTE GRANULOSO. Act. bellus Dana. Tunpha28/p-e0th Largh. 4%/g3..... Rapp. 1:1,66=0,60; Isole Fidgi e di Samoa. C). TORACE TOMENTOSO GRANULATO. 1.— Lobo mesogastrico indiviso. X Margine antero laterale 4 dentato. + Mani percorse da linee flessuose di granulazioni. A. rugipes Hell; Carpilodes rugipes Alph. Mil, Edw. Lungh. 5 mill... . Largh. 8 mill..... Rapp.1:1,60==0,62; Mar Rosso. + + Mani nodulose non percorse da linee flessuose di granulazioni. A. nodipes Hell. Lungh. 5 mill... . Largh. 7 mill.... Rapp. 1:1,40=0,71; Mar Rosso. 2. — Lobo mesogastrico tripartito. X X Margine antero laterale 4 lobo. * Lobi protogastrici completamente divisi. Lobuli esterni interi. Acteodes tomentosus M. Edw. Lobuli suddivisi. Acteodes hirsutissimus Ruppel. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 33 ** Lobi protogastrici parzialmente suddivisi. Acteodes speciosus Dana. Lungh. 3,67..... Largh. 5,00. .... Rapp. 1:1,37%=735% Oceano Pacifico, Isole Fidgi e di Samoa. Areola cardiaca quasi divisa. Acteodes affinis Dana. LUCRO. Tae NA DR Rapp. 1: 1,37 = 0,73; Arcipelago di Paomotu, Isole della Società. XXX Margine antero laterale irregolarmente dentato. A. cavipes Dana; A. spongiosus Dana. adi ila ooea pria, seo ossoe Rapp. 0,64; Isole Fidgi e di Samoa. D). Torace TOMENTOSO NON GRANULOSO. Acteodes integerrimus. . Munehs2i/p 50 LargS0 asa Rapp. 0,70; Mare di Sooloo, Stretto di Balabac. Per conoscere però meglio la serie delle specie che si uniscono quando il genere Acteodes sia fuso col genere Actea, secondo il concetto di A. Milne Edwards, qui frattanto accettato, sì aggiunge il Catalogo relativo: ACTEA, De Haan, Op. cit. — Alph. M. Hdw., Op. cit., loc. cit. SPECIE A SCUDO LEVIGATO. 1. — Actea bella, A. M. Edw. Acteodes bellus Dana (Is. Tutuila, Upololu, Arcipel., Samoa e Viti.) 2. — A. Dan®, A. M. Edw. A. areolata Dana (Isola Raraka, Arcipelago di Paomotu). SPECIE A SCUDO GRANOSO. 3. — A. tomentosa, A. M. Edw. P Acteodes tomentosus Dana; Zozymus tomentosus, M. Edw., Hist, natur. des Crust. (Mar Rosso, Oceano Indiano, Isole dell'Oceania). 4. — A. affinis, A. M. Edw. i A. affinis Dana (Arcipelago di Paomotu, Isole della Società). 5. — A. hirsutissima, De Haan. Xantho hirsutisimus Ruppel (Mar Rosso, Isole Seychelles, Isola Mau- rizio, Mare delle Indie, Isole dell’ Oceania). 6. — A. areolata, Dana (Mare di Sooloo, Stretto di Balabac). A. pilosa, Stimps., non A. M. Edw. (Hongkong). 8. — A. Krausii, Heller (Mar Rosso, Isola Borbone). Ra | Scienze fisiche e naturali. — VOL. I. 3 34 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 9. — Actea nodosa, Stimps. (Mare delle Antille). 10. — A. rufopunctata, A. M. Edw. . Xantho rufopunctatus, M. Edw., Hist. natur. des Crust. (Mar Rosso, Isola Maurizio, Mare delle Indie, Mediterraneo, Algeria). 11. — A. rugata; A. M. Edw. A. rugata White (Isole Filippine, Zanzibar). 12. — A. Ruppelli, Kraus. (Porto Natale). 13. — A. Helleri, A. M. Edw. (Patria ignota). 14. — A. setigera, A. M. Edw. Xanthu setiger, M. Edw., Hist. natur. des Crust. Iphimedia Duchass. (Antille). 15. — A. obesa, A. M. Edw. (Zanzibar). A 16. — A. pulchella, A. M. Edw. (Isola Borbone). A. faba, A. M. Edw. Acteodes faba Dana (Oceano Atlantico, Isole del Capo Verde). 18. — A. speciosa, A. M. Edw. Acteodes speciosus Dana (Mar Rosso, Mozambico, Zanzibar). - 19. — A. nodipes, Hell. Acteodes nodipes Hell. (Mar Rosso). 20. — A. granulata, A. M. Edw. Cancer granulatus Aud. (Mar Rosso, Mozambico, Isola Maurizio, Mare delle Indie). 21 — A. pura, Stimps. (Mar Rosso, Mozambico, Isola Maurizio, Mare delle Indie, Porto Jakson). 22. — A. carcharias, Withe (Australia). 23. — A. calculosa, A. M. Edw. Cancer calculosus, M. Edw., Hist. natur. des Grust. (Nuova Olanda). 2/4. — A. nodulosa, Adams et Withe (Isola Maurizio). 95. — A. subglobosa, Stimps. (Hongkong). 26. — A. acantha, A. M. Edw. Cancer Acanthus, M. Edw., Hist. natur. des Crust. (Isola Maurizio). 27. — A. fossulata, A. M. Edw. Cancer fossulatus Girard. Acteodes Schmarde Heller (Mar Rosso). 28. — A. cavipes, Dana (Isole Viti e Samoa). Acteodes cavipes. 29. — A. cellulosa, Dana (Isola Tutuila). 30. — A. spongiosa, A. M. Edw. (Mare di Sooloo, Stretto di Balabac). Acteodes spongiosus Dana. | Sono oltre di ciò eliminate dal genere : Acteodes rugipes, Heller (Carpilodes, Carpiloranthus Vaillantianus, A.M. Edw.). Acteodes integerrimus, Dana, id. id. Actea labyrinthica, Stimps. id. id. Actea erosa, Stimps. (Xantho vermiculatus, A. M. Edw.). CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 935 Sarebbero invece da riferire al genere Actea, più o meno probabil- mente all’A. acantha - Cancer hippo, Herbst, tav. 52, fig. 1. id. polydorus, id. 2. id. Calypso, id. 4. id. Eurynome, GL to Tenendo ora conto delle specie comprese nei limiti attuali del ge- nere stesso, esse costituiscono un tipo dei più diffusi pei mari temperati e tropicali, il quale non solo ha la rappresentanza sua distribuita con forme diverse più o meno equivalenti, ma spesso con la medesima forma nelle più lontane regioni. — Ridotto alle località infatti il Catalogo porta alla dimostrazione seguente : Mediterraneo (Coste Algerine, A. rufopunetata). Sp. 1 Oceano Atlantico (Isole del Capo Verde)..... » 1 MareidelleFAnt esere e RR Re o 2 Australe n CO n a » 2 IFOICIOCCANICHERERRO ER RS » 10 OCCANOLINAIANOER N » 6 CHINASI > 2 MArtROSSORERI CA or II 8 coll’ avvertenza che poche delle specie hanno una stazione sola, talune passano dal Mar Rosso all'Oceano Indiano e alle Isole dell'Oceania (A. to- mentosa), ed altre son comuni al Mar Rosso, al Mare delle Indie, alla China, all’Australia (A. granulata, A. fossulata). De Actea tomentosa. Alph. M. Edw., Op. cit., Vol. cit, p. 262. Heller, Beitr. zur Crust. Fauna des roothen Meeres in. Ak. der Wissensch. zu Wienn, Sitzungberichte der Mat. naturwiss., T. XLII, 1861, p. 228; .Id., Novara Reise, p. 17. Synon. Zozymus tomentosus, M. Edw., Mist. natur. des Crust., T. I, p. 385; Acteodes tomentosus, Dana, Op. cit., T. I, p. 197. Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 7. Tav. III, Fig. 14, 16, 19, 22, 23, 25, 28. I caratteri assegnati da Milne Edwards a questa specie: « Carapace » ovoide très large, très bombée, fortement bosselée en dessus et divi- 30 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. » sée par un grand nombre de sillons linéaires; région génitale divisée » en trois portions par des sillons nombreux, » col sussidio anco degli altri meno essenziali, non servirebbero a farla distinguere da tutte quelle oggi comprese nella stessa sezione, e così Dana vi aggiunge la biparti- zione dei lobi protogastrici, la tripartizione del lobo mesogastrico, la di- visione delle areole L. 1 a 6 (epatiche e branchiali), l uguaglianza fra l’areola epibranchiale interna 2 -L. e il lobulo protogastrico esterno, le areole cardiache anteriore e posteriore lineari e trasversali, non suddivi- se, la coalescenza delle areole branchiali, i tubercoli nel numero di circa una dozzina sulle areole dei lobi protogastrici, il tomento bruno, dovun- que fra i tubercoli stessi, anco sulle dita della mano fin presso all’apice. Heller non accresce di nulla le indicazioni, ed A. Milne Edwards insiste soltanto sulla larga escavazione delle dita. Ai termini sopraindicati per altro può ridursi un nostro esemplare delle coste di Sumatra, quando si aggiunga che il dito inferiore della mano è bruno color cioccolata per una macchia che comincia sulla mano stessa nella faccia esterna ed interna e si distende fino all’ apice sopra di esso. Il dito superiore è egualmente fosco, fin presso all’ estremo termine apicale che è bianco; le granulazioni della mano sono disposte in serie lineari sulla convessità della faccia esterna, sono sparse sul margine superiore , conferte su quello inferiore. Dopo 8 a 10 tubercoletti maggiori dell’ areola protogastrica interna e 10 a 12 dell’ esterna, i quali occupano la parte di mezzo, se ne aggiungono, più nella prima che nella seconda, altri minori verso i margini e verso gli estremi; finalmente quasi levigata è la meropodite del 5° paio nella faccia esterna e nel margine superiore. Lo stesso individuo (maschio) presenta le dimensioni ed i rapporti seguenti: Dimensioni e rapporti. Scudo. Diametro antero posteriore. ............... Ml. 15 id. bilaterale al 4° rilievo del margine an- TETIOLE Se a e et > 025 IAU MINE POLDItATION AARON DS id. fronto-orbitale fra gli angoli orbitarii esterni et CO SRO » 14 Lunghezza alla larghezza="100 .... 0,60. T'oracopodi. Lunghezza della mano secondo il margine in- feriore nt E LISA se id. AEl'AltO ANTERIORE SASA 5 Altezza della Manos RR 8 La collezione del Musco di Firenze conta diversi esemplari da pa- ragonare con questo : CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 37 a) Una femmina, Lunga 14 mill. ... Larga 21 mill. ... (Lungh. = 0,66), ha granulazioni più piccole e più fitte sulle areole protogastriche e per tutto altrove; la palma della mano ed il dito inferiore presentano appena * indizio di colorazione ; b) Un esemplare (maschio) delle Colonie francesi, dono del si- gnor Aubry Le Comte, 3 Lungo 19 mill. ... Largo 29 mill. ... (Lungh. = 0,65), ha granulazioni grossette più fitte, in mezzo a tomento bruno, nel numero di 20 o 22 sull’areola protogastrica interna, di circa 30 sulla esterna; pei caratteri della mano e del dito è simile all'individuo prima descritto ; c) Un maschio Lungo 17 mill... Largo 27 mill. .. (Lungh. = 0,63), una femmina Lunga 17,5 mill... . Larga 27,5 mill. . . (Lungh. = 0,63), conformi ai precedenti sia per la divisione delle areole dello scudo, come pel numero e volume delle granulazioni , senza macchia nella mano. Il tomento di tutte queste forme occupa anche le solcature fra le areole tergali, e si compone di peli, il cui aspetto è quello di una spaz- zoletta o di una piccola granata in cima al suo manico. Resultano di un asse grossetto rigido acuto nell’ apice, tubulato con cavità fuori dell’asse, a grosse pareti omogenee, e di lunghe barbule irradianti, raccolte presso l’apice, ma in modo che questo rimane nudo e scoperto. Fra le barbule sottilissime rimane, anco dopo il trattamento con un acido, una materia traslucida quasi gelatinosa insoluta. Questi peli hanno metà o ‘/; della lunghezza di quelli dell'A. hir- sutissima, stelo di 0,01 a 0,02 di diametro. XI. Acetea hirsutissima. De Haan, Fauna japonica Crust., p. 18. Dana, Op. cit., p. 164, tav. 8, fig. 5. (2?) Heller, Crust. Fauna des roothen Meeres, Verhandl. Nouv. Archiv. du Mus. Zool. bot. Gesellsch., 1861, p. 314. Alph. M. Edw., Etudes zool. sur les Cancériens, Vol. cit., p. 314. Xantho hirsutissimus, Ruppel, Kurzschwanz. Krebb. des roothen Meeres, p. 26, tav. 5, fig. 6. Tav. JM, Fig. 24, 26/2 31. 38 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Transverse elliptica areolata granosa, postice lateraliter excavata, antice regulariter curvata, margine quadrilobo , lobis posticis tribus la- tioribus. Prieter sulcos interareolares glabrati undique tomentosa, to- mento setis rigidis tenuissime barbatis, tuberculos confertos superantibus. Frons 4 loba, lobis medianis rotundatis fornicatis, extimis minori- bus inferne plicatis, superne convexi, transverse subdivisi; lobis epi- gastricis integris subquadratis. In regione gastrica, late obverse triangulari, lobi protogastrici omnino longitudinaliter divisi, lobulo extimo latiori breviter antice bise- cato; lobus mesogastricus trilobulatus; lobulo medio rhombico, antice elongato acuto; lobuli metagastrici bipartiti, areolis subellipticis tras- versalibus; lobus urogastricus linearis trasversus, antice subtrilobatus. Regio cardiaca latiuscula antice biloba. Regio intestinalis, lobulo antico (1 P. Dana) minimo depresso; postico (2 P. Dana) lineari trasverso. Lobi, areoleque hepatic:e et branchiales distincte prominulae, con- fertim granose; granuli nitidi subelongati minuti, setis rigidis longio- ribus circumdati; sulci latiusculi profundiusculi mitidii. Pterigostomium setis minimis hispidiusculum, lobulis subhepatico, hepatico, epi-mesobranchiali; sulco arguto discretis, granulosis, subdivi- sis; sternum granosum setisque paucis brevibus ornatum. Carpopoditis antica, oblique late sulcato corrugata, granuloso setosa, rugis submarginalibus media facie antice convergentibus; carpopodites postice triangulari-elongate , granoso setose, longitudinaliter late uni- sulcat®. Manus tota nigricans, superne subareolata, scabra, non excavata; in- ferne sulcata, seriato-granosa, digitis nigris, apice subacuto albescente eburneo uncinato, margine claudente 5, 6-lobato lobis subtriangularibus. Propodites postice@e carpo breviores, scabre, subareolato setos®, numquam excavationibus impressa Tarsus brevis vel acute villosus. Scudo trasversalmente ellittico, in avanti arcuato quadrilobo, coi tre lobi posteriori più grandi, e dietro ad essi ristretto escavato, col margine posteriore trasversale. Faccia superiore dello scudo fino all’ altezza del margine anteriore dei lobi protogastrici piana, più avanti fortemente curvata, lobato areolata, con areole convesse, separate da solchi larghi profondi glaberrimi; parti esterne e supe- riori degli arti, addome, sterno, granulati come le parti tergali dello scudo; re- gione pterigostomica, percorsa da solchi circoscriventi i lobi subepatico, epatico, epi-mesobranchiale, obliquamente limitata dalla sutura branchiostega granulo- sa, brevissimamente setolosa; branchiostegite glabra, finissimamente granulata. Granulazioni sulle areole tergali minute, conferte, numerosissime, circondate da setole rigide, finissimamente scabrose, brune, tutte 3 a 4 volte più lunghe dell'altezza delle granulazioni ed alcune sporgenti più delle altre, brune alla base, verso l’ apice chiare. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 39 Fronte 4 loba, coi lobi frontali interni lamellosi, fornicati, rotondati; gli esterni minuti inclinati e sottomessi all’angolo interno del lobo sopraciliare. Lobi epifrontali (2 F. Dana), trasversalmente divisi dai lobi frontali (1 F. Dana) in avanti, dal lobulo epigastrico interno (2 M. Dana) o prominenza premediale indietro, come questo è distinto da un minuto lobulo epigastrico esterno. Lobo protogastrico longitudinalmente bipartito; lobulo interno semplice quasi triangolare coll’ apice indietro, più corto del lobulo esterno, a sua volta longi- tudinalmente per °/, della lunghezza suddiviso. Lobo mesogastrico trilobulato ; lobulo anteriore quasi romboidale, corto acuto in avanti e intromesso fra i lobuli protogastrici interni per */, della loro lunghez- za; lobo metagastrico, diviso in due lobuli ellittici divergenti; lobulo uroga- strico, trasversale anteriormente subtrilobato. Regione cardiaca anteriormente bipartita. Regione intestinale (2 P. Dana) lineare trasversa, appena rilevata, divisa dalla precedente e dalla parte interna della regione metabranchiale, per un solco largo e profondo. Regione intestinale (1 P. Dana) trasversa, confusa col margine posteriore e tripartita. Cerchio orbitale circoscritto indietro da solco profondo, nel segmento supe- riore trilobato, nel segmento inferiore quasi intero. Lobo sopraciliare largo rotondato convesso, fortemente granoso; lobo ac- cessorio e lobo orbitale esterno, più piccoli, appena distinti. Lobo sottorbitario quasi indiviso, largo, poco rilevato, tutti fortemente gra- nosi, fino al margine estremo. Regione epatica triangolare divisa in cinque areole, delle quali due marginali, una interna (1 L. Dana) minuta, intromessa fra le due posteriori (2, 3 L. Dana) della regione epibranchiale. Regione epibranchiale divisa in tre areole, una marginale (dente epibran- chiale, I. Dana), una submarginale triangolare, una interna quasi quadrata (2,3 L. Dana). Regione mesobranchiale suddivisa in 4 a 5 areole minori corrispon- denti (4, 5, 6 L. Dana). Regione metabranchiale angusta, in fuori terminata dal dente mesobran- chiale (S. Dana), superiormente suddivisa in due areole marginali allungate, scavata poi lateralmente. Regione pterigostomica, divisa in lobi subepatico, epibranchiale, mesobran- chiale, per solchi convergenti verso l’ angolo posteriore del lobo epibranchiale. Branchiostegite in avanti ristretta e terminata da lobulo epimerale assai acuto, limitata in avanti dal solco e da una serie di granulazioni, indietro minu- tamente granulosa, quasi glabra. Epistoma trasverso lineare, da profondo solco diviso in segmento anten- nullare e antennare: il primo più corto del secondo, pel mezzo. protratto fra le antenne interne, in forma di setto, lobo o opifisi mediana; lateralmente esca- vato e nel mezzo di ogni incavo sporgente, cogli angoli esterhi, articolato al- all'angolo interno posteriore della base dell’ antenna esterna; il secondo più largo, apparentemente trilobato, cogli estremi laterali sporgente infuori dietro il tubercolo auditivo e la base dell'antenna esterna, articolato coll’ apice del lo- bulo epimerico della branchiostegite, nel margine peristomiale acuto, granoso, escavato, quadrilobato. Endostoma assai largo e inclinato. 40 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Orbite largamente ellittiche, aperte presso l’ angolo antero laterale nella faccia superiore; fessura antennare larga, chiusa dall'articolo inferiore delle an- tenne esterne. Fosse antennulari quasi triangolari trasverse, leggermente incli- nate, due volte più estese da un lato all’altro che d’ avanti in dietro, coperte di sopra dai lobi frontali. Peristoma quasi trapezoidale, più largo in avanti che posteriormente e f più largo che lungo dall’ avanti all’ indietro. Protoceriti colla coxo-basi-ischiocerite riunite in un articolo ovale tra- sverso , anteriormente escavato, acutamente marginato ciliato intorno alla esca- vazione; merocerite, carpocerite, subeguali, terminate da una breve scafocerite e dalla dattilocerite obliterata fra i peli. Deutoceriti colla coxo-basi-ischiopodite riunite in una parte subquadrata, strettamente incassata nell’ iato orbito-antennulare , alla base fornita del timpano ellittico trasversale, più in alto sottilmente granulato scabra, terminata dalla me- rocerite e procerite libera corta, e dalla dattilocerite lunghetta sottilissima subulata. Podoftalmi corti grossi granosi, ristretti sotto la cornea che superiormente è incisa da un canto rilevato. Ectognati adattati al peristoma; coxognatite colla base assai distinta nel- l'angolo interno della escavazione assilare dello scudo. Esartro lineare lungo fino all'angolo anteriore esterno della merognatite, sul margine esterno ciliato scabrosetto, lungo il margine interno escavato e all’ angolo anteriore protratto in dente assai acuto, terminato da flagello lineare e dopo la seconda artico- lazione lunghetta , assai corto. Basignatite triangolare saldata alla ischiognatite; questa è rettangolare ‘/3 0 '/, più lunga che larga, anteriormente troncata, sulla faccia longitudinalmente impresso puntata, sul margine interno ciliata. Merognatite quasi rettangolare trasversa, metà più corta della ischiognatite, coll’angolo anteriore interno tron- cato e profondamente smarginato, il margine anteriore integro quasi retto ispi- dulo, la faccia impressa e scabrosa. Articoli inflessi, successivamente minori, villoso-pubescenti, l’ultimo conoideo. Toracopodi anteriori. Meropodite trigona colla faccia inferiore, lo spigolo inferiore esterno e su- periore granoso, verso l'estremo carpico trasversata da un solco premarginale pro- fondo; sulla faccia interna percorsa da due curve convergenti in alto e in avanti. Carpopodite trigona praticata da solchi obliqui convergenti in avanti, e di- visa in areole granoso ispide, collo spigolo superiore interno troncato da una faccia piana. Carpopodite delle zampe del 1° paio esternamente convessa, granoso ispida, percorsa di sopra da un solco antero posteriore. Mano trapezoidale più corta dello scudo , e lunga il doppio della sua propria altezza; salvo l’ angolo carpico superiore, dovunque nella faccia interna quasi piana e minutamente granulosa, a margini acuti, colorati di nero; faccia esterna e segmento superiore neri, irregolarmente granoso scabra; segmento inferiore lon- gitudinalmente bisolcato, con granuli seriati circondati di setole nell'intervallo; dita compresse ad apice corneo acuto, poco escavato, col margine inferiore 4, il superiore 6 dentato, longitudinalmente soleati e negli intervalli rilevati granosi, con granulazioni acute, minutissime, circondate da setole. Un fascetto di peli nella escavazione del dito superiore. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 41 Toracopodi posteriori compressi corti, strettamente raccolti al di dietro del corpo. Meropodite nelle tre prime paia compressa trigona, colla faccia interna piana glabra, l'esterna o posteriore convessa levigata, brevemente villosa, sugli spigoli assai lungamente ispido ciliata; la sola faccia posteriore delle meropodite della quinta zampa è granulosa e ispida. Carpopoditi triangolari lunghette, esternamente granoso ispide, percorse da un solco longitudinale. Propoditi subquadrate solcate areolate, granoso scabre, non fossulate. Dattilopodite conoidea ispidula, inferiormente quasi barbata, nell’ apice ter- minata da unghia acuta, fosca, minuta. Sterno del maschio ovoidale, assai stretto in avanti, piano indietro, forte- mente incurvato per tutta la lunghezza, fino al margine anteriore della triloster- nite profondamente solcato escavato e granuloso setoso. 1°, 2* sternite quasi confuse in una placca romboidale anteriore, distinta per una incisione marginale dalla tritosternite, e per un solco obliquo divisa dalla sua episternite; 4°, 5°, 6%, 7° sternite successivamente decrescenti, le ultime quasi nulle, tutte granose sulla faccia inferiore ai lati della pelvi, nel mezzo profonda- mente escavale. L’Addome del maschio è triangolare allungato, composto di sette articoli distinti, dei quali il secondo è alquanto più stretto del primo e del terzo, gli al- tri più allungati, 1’ ultimo triangolare assai acuto nell’ apice, nel mezzo rilevato; tutti sono lungo i margini strettamente scanalati, dovunque ispiduli, non granosi. Pleopodi due filiformi, larghi alla base, lunghi tanto da raggiungere l’ an- golo anteriore della pelvi colla estremità. Addomedella femmina ellittico,largo il doppio di quello del maschio, con sette articoli distinti villoso-ispiduli, nel mezzo percorsi da carena ottusa, lungamente ciliati nel margine esterno. Pleopodi quattro, col ramo esterno lungamente barba- to, l’interno sopra il primo articolo assai lungo, diretto in avanti, radamente ciliato. I peli del tergo (Fg. 27) sono dispostiin cerchio d’intorno alle granulazioni, molto più lunghi di esse, setiformi rigidi acuti, brevissimamente villosi, dal di- sotto dell’ apice nudo fino a notevole distanza dalla base. Stipite composto di due sostanze, una corticale più refrangente e traslucida, una centrale e praticata eccentricamente da un canale. I peli delle altre regioni dove si trovano, sono più sottili e piumosi, a sostanza corticale quasi lacunosa. Lungh. varia da 20 cent. di mill. in più; diam. dello stipite da 0,701 — 0,035. Scudo. Dimensioni e rapporti. Diametro antero posteriore del maschio. . . . . . . MU. 14 id. bilaterale fra i lobi mesobranchiali . . ..° » 22 Me MIRINO, cossa dale noti det ASIA STAI, 6,5 Iditronto-orbitale.y (= asian MORE TR MT 5) id. margine posteriore. . .. ... SR a 7 Lunghezza alla larghezza dello scudo = 100. . . 0,63. Toracopodi. Lunghezza del margine inferiore della mano... .. >» 12 D'ILORIS SO ERA SR ET I Oi MP? Jane nezzat dell Aman One I E 6 49 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Fra le specie granulose tomentose, questa è diversa da tutte le al- tre, essendo in primo distinta per la forma, il numero e la strettissima approssimazione dei granuli tergali dello scudo, e inoltre per il tomento nelle parti medesime sempre composto di setole semplici non piumose, o brevissimamente piumose, assai lunghe e robuste. Concorrono a definirla la esatta divisione delle aree tergali per solchi glabri, la suddivisione incipiente del lobulo protogastrico esterno, la de- composizione dell’ areola interna mesobranchiale; la carpopodite e la mano del 1° paio come la carpopodite e la propodite delle altre zampe rugosa per solchi, ma non mai scabra per escavazioni; le dita acute. È data nel genere Xantho da Ruppel come frequente delle forma- zioni coralligene del Mar Rosso settentrionale. Dana dà, sotto lo stesso nome, una forma di Upololu nelle Isole Sa- moa, lunga lin. 6,15 (14 mill.), larga lin. 9 (20 mill.), anch’ essa però a solchi glabri, areole granulose setolose, con setole più lunghe delle gra- nulazioni, col margine per altro 5 lobato a lobi non rotondi ma troncati, e identificata soprattutto in grazia della figura e descrizione di Ruppel riferendolo al genere Actea, dalla quale discorda nei particolari indicati. De Haan non fa che citare il nome di Ruppel. Alph. Milne Edwards dà una descrizione abbastanza sommaria. Subfam. II. CHLORODINZE. ! Dana, Explor. Exped. Crustacea, T. I, p. 149. Canceriana arcuata, M. Edw., Hist. natur. des Crust. (pars). Nanthides (pars), Alph. M. Edw., Etudes zool. sur les Cancériens, p. 182. Genus. Chlorodius. Leach., Ruppel, Beschreib. und Abbild. von 24, Art. Kurzschwanz. Krebb. des roothen Meeres: Frankf., 1830, tav. 4, fig. 7. M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. I, p. 399. De Haan, Fauna japonica Crust., Praef., p.14; Tab. Cancr. Synopt., p. 4.° Dana, Op. cit., Vol. cit., p. 149, 204. ! Prieter genera Etisus, Zosymus, Chlorodius Cancerian. arcuatis ab Edwarsio recensita, CaLoronina Dana constant gener.: Carpilodes, Aeteodes (Actea) Dana, Daira Dana, Pilodius Dana, Cyelodius Dana, Cymo De Haan. — Character quo CuLoropInE a XANTHINIS distinguntur, id est excavatio digitorum, ut in Actea et Acteode infirmus videtur; Liagora excepta, Chlorodine et Xanthina® unica acie C1. Edwarsio juniori amplectuntur. Vedi Op. cit., p. 182. ? Clorodius De Hana (non Chlorodius) = Atelecyclus, M. Edw., Fauna japonica Crust., Praf., p. 16. [SI CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. XII. Gen. CAtorodius rufescens. n. sp. Chlorodius ...., Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 11. Tav. IV, Fig.1a4. Transverse elongatus, margine antico laterali arcuato quinque dentato. Lobi protogastrici subindivisi, meso-urogastrici subindistincti; an- tennarum basis frontem non bene attingens, articuli sequentes brevis- simi, orbita elliptica interne breviter interrupta, fere exclusi. Merognatites subtransverse, antice emarginato. Ped. anticor. meropodium margine interno unidentatum; carpopo- dium interne angulatum, superficie granulato scabriusculum. Manus elongata perlevis, digitis ad apicem rotundatis cochlearifor- mibus, margine dentatis. Meropodia postica superne spinulosa; carpopodia ciliato villosa. Dactylopodia subtriquetra villosa, apice, dente subunguiculari atque unguicula terminata, inferne marginibus spinulosa. Chlor. nigro, peraffinis, tergo convexiori longiori, areolis dentibus- que marginalibus acutioribus. Scudo trasversalmente allargato , assai convesso, sui margini antero-laterali largamente rotondato, 5 dentato; indietro, fra i margini postico-laterali conver- genti, triangolare troncato. Superficie tergale appena pubescente, sottilmente impresso puntata , macu- lata di rosso, con macchie divise da solchi o tracce incolore corrispondenti ai ri- lievi dei lobi e divisioni delle regioni, sparsa inoltre di punteggiature gialle minute. Lobi epifrontali ed epigastrici di uno stesso lato riuniti, in avanti troncati divisi dal lobo sopraciliare, come dai lobi protogastrici triangolari, subbilobi e anteriormente indivisi. Lobo mesogastrico trilobulato col lobulo anteriore triangolare acuminato, protratto fra ilobi protogastrici, i lobuli metagastrici rotondati, poco distinti. Regione cardiaca e intestinale appena per linee disegnata. Areole epatiche epi-mesobranchiali esterne, lungo il margine distinte, assai rilevate; areole mesobranchiali interne (5, 6 L. Dana) indivise fra loro e dalle areole delle regioni contigue. Margine frontale quasi duplicato lamelloso, inciso 4 lobato coi lobi medii più larghi dei laterali angustissimi, per di sotto rilevati pliciformi, e per di sopra quasi ricoperti dal lobo sopraciliare. Margine orbitario superiore, per istrette fes- sure trilobato, col lobo sopraciliare e accessorio molto larghi e davanti indietro assai estesi; lobo orbitario esterno sottile, un poco troncato più angusto. Margine antero laterale 5 dentato, con denti triangolari apiculati volti in avanti, il 2° e il 3° alquanto più forti del 4°. 44 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Regioni pterigostomiche larghe trasversalmente, quasi piane; lobo sottor- bitario trasversale, con margine anteriore incavato, sottilmente crenulato cilia- to, appena inciso al disotto dell'angolo orbitario esterno; lobo subepatico tra- sversalmente rilevato; pterigostomio nel segmento esterno percorso da solchi provenienti dal seno del 3°, 4°, 5° dente laterale dello scudo, terminato interna- mente dal margine pterigo-antennare inclinato , e in avanti a poca distanza dal- l'angolo frontale, per l'angolo pterigo-orbitario (orbitario interno inferiore) as- sai ottuso. Branchiostegite in avanti triangolare, nel margine lungo la sutura arguta- mente rilevata granulosa. Lobo epimerico terminale della branchiostegite distinto. Epistoma assai largo, col segmento interantennullare cortissimo, romboi- dale, connesso per l’ angolo anteriore, dentiforme alla fronte, trasversalmente escavato. Margine peristomiale arguto, per incisioni lineari 4 lobato, coi lobi interni contigui per l’ angolo submediano e protratti in forma di dente, lateral- mente escavati e continui coi lobi esterni; lobi accessori prominenti verso gli angoli del Peristoma assai stretto, e sugli angoli profondamente escavato dai canali branchiali. Orbita ellittica marginale, all’interno infuori e superiormente interrotta per istretta fessura appena comunicante colla fossa antennare. Fosse antennarie, coperte dalla fronte sporgente in avanti e troncata, lar- gamente comunicanti fra loro. Peristoma trapezoidale, in avanti più largo che posteriormente, nel mezzo convesso, sui lati escavato, più largo che lungo. Podoftalmi srossetti brevissimi, terminati da cornea nera emisferica molto ampia. Protoceriti col 1° articolo obovato trasversale, profondamente incassato sotto la fronte, largamente e profondamente escavato nel segmento antero in- feriore; gli articoli successivi cilindrici sottili subeguali, genicolati il primo di dentro infuori, l’altro inversamente, la scafocerite e il flagello brevissimi. Deutoceriti colla parte fissa stretta lineare obliqua, dal lato esterno più corta del margine pterigo-antennare, dal lato interno attingente appena la piega inferiore del lobo frontale, cogli articoli terminali cortissimi. Ectognatopodi contenuti nel peristoma, in avanti assai divergenti. Coxognatite triangolare, visibile per di fuori, all’angolo anteriore interno emarginata, articolata col palpo lineare assai largo, appena attingente l’ angolo anteriore esterno della merognatite. Basignatite confusa colla ischiognatite, la quale è !/, più lunga che larga quasi rettangolare, coll’angolo posteriore esterno protratto infuori e troncato, il margine esterno alquanto incavato, l'interno convesso, sulla faccia impresso solcata, col margine anteriore retto, leggermente obliquo all'indietro e all’infuori. Merognatite quasi rettangolare, più larga che lunga, ‘/y più corta della ischio- gnatite, col margine anteriore emarginato, l’angolo anteriore interno troncato ed emarginato , l'esterno ottuso assai prolungato; 4° articolo corto grossetto, con- giunto all’angolo anteriore interno della merognatite; 5° articolo minore; 6° conico breve, l’uno e l’altro raccolti nell’ intervallo lasciato dalla divergenza dei margini delle merognatiti e delle ischiognatiti in avanti. Teracopodi anteriori assai neguali, la destra più forte, una e l’altra con ‘/, CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 4 (ba | appena della meropodite (oltre il carpo e la mano) eccedenti il margine antero laterale dello scudo. Coxopodite brevissima ; basipodite minuta, saldata all’ ischiopodite assai grande. Meropodite trigona, con uno spigolo inferiore rotondato liscio; uno interno acuto breve, al davanti di un dente triangolare lamelloso, obliquamente tron- cato; spigolo superiore esterno retto assai acuto, 3-4 spinuloso dentato, prima dell’ estremo esterno trasversalmente ristretto. Carpopodite trigona convessa, granulosa sulla faccia esterna, con l’ angolo anteriore interno dentiforme, lamelloso troncato, molto avanzato. Propodite destra più grossa, compresso allungata, colla faccia esterna ed interna convessa, tranne minute impressioni puntiformi levigatissima, coi mar- gini rotondati, il superiore più corto dell’inferiore, il quale è protratto indietro ad angolo sotto la carpopodite, e continuato in avanti nel dito. Questo è bruno, compresso, lunghetto, longitudinalmente solcato, rotondato ed escavato nell’ api- ce, verso la base guarnito sul margine di due denti uno minuto, uno più forte e appuntato. Dito superiore conforme all’inferiore, collo spigolo opponente solcato, con due denti minuti verso la base e un dente maggiore verso l'estremità, largamente ro- tondata ed escavata. Zampe posteriori più corte delle anteriori; alquanto più lunghe delle se- guenti; e di queste, le ultime sensibilmente più corte. Meropoditi compresse colle facce levigate glabre, lo spigolo superiore sot- tile, armato di 4 a 5 spine acute, mentre lo spigolo posteriore esterno delle prime verso l'estremità è unispinoso. Carpopoditi col margine superiore denticolato, ciliato di setole lunghe, rade e sottili. . Propoditi quasi romboidali, nello stato dei margini e delle facce conformi alle meropoditi. Dattilopoditi compresse, dalla base all’ apice ristrette, poco più corte delle propoditi, lungo il margine superiore spinulose, con tre o quattro spine più forti all’ estremità, e terminate in questa da unghia conica, robusta, rossastra, sporgente al d’ avanti di un dente spiniforme, primo sul margine inferiore, se- guìto da 7 a 8 più brevi nel resto, e di qua e di lù dal margine dentato e munito di spine, da un lato all’altro abbastanza ineguali. Sterno ellittico, largo appena un quarto della larghezza dello scudo, colla protosternite triangolare cortissima, in avanti bruscamente ristretta e in forma di dente mediano interposto fra gli angoli posteriori interni delle ischiognatiti. Deuto-tritoternite ampia trapezoidale, nella metà posteriore escavata. Addome del maschio lineare piano ad articoli distinti, i primi due più stretti del 3°, l’ultimo triangolare più lungo che largo alla base, nell’ apice ottuso. Pleopodi del 1° paio filiformi, alla base dilatati, lunghi fino alla giuntura della seconda colla terza sternite; quelli del 2° paio brevissimi. La forma qui riferita ha certamente le più strette relazioni col Chlo- rodius niger Ruppel, al quale però probabilmente si riferiscono specie non che forme fra loro diverse, contando la differenza dei luoghi dai quali 16 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. provengono, nè cogli esemplari sott’ occhio è difficile avvertire delle dif- ferenze sensibili. Ruppel descrive infatti il Chlor. niger: « Thorace nigro levi, fronte » recta, utroque latere pone oculos tuberculis quatuor; chele nigra » apicibus albis; » avvertendo poi che il colore violaceo bruno del tergo, quello bruno dei piedi si perde negl’ individui conservati nell’ alcool, come di fatto si vede in parecchi individui, provenienti dal Mar Rosso, per antico dono del Gen. Clot Bey, e conservati nel R. Museo di Firenze. Questi in particolare sono più piccoli del tipo di Ruppel, col tergo nei due terzi posteriori pianeggiante e liscio, colla fronte declive larga quadrilobata, la regione gastrica poco rilevata, le regioni epi-mesobran- chiali verso i margini molto inclinate, suddivise nei denti marginali e in una serie concentrica di areole argutamente sporgenti. Le zampe poste- riori, in tutti conformi, sono assai fittamente ciliate nello spigolo ante- riore dei tre ultimi articoli, ed il tarso quasi tetragono compresso, lungo quasi come la propodite, finisce con un’ ugnuola acuta bruna, ed un dente quasi terminale ma inferiore, triangolare, che è il primo e più forte di quelli che seguono. Le zampe mascelle esterne hanno la meropodite più larga che lunga, e nel margine anteriore assai squisitamente trilobata. Le mani, più grosse nel maschio che nella femmina, nell’uno e. nell’ altra più o meno ine- guali, sono poi, secondo gl’ individui, assai differenti: cioè, ora allun- gate colle dita lunghe circa la metà della parte pelmare e col dito supe- riore diritto, ora invece più corte e col dito superiore fortemente arcuato. Le dita stesse sono sempre nerissime, col margine verso l'apice bianco, e senza che nel resto la forma generale presenti caratteri differenziali coordinati con questi. Lo sterno è largo circa due terzi del tergo, e la piastra terminale (19, 22, 3° sternite) forma poco meno della metà della lunghezza totale ; l'addome del maschio ha riuniti il 3°, 4°, 5° segmento, e da un lato all’ altro sporgendo, specialmente col 3°, va coi successivi stretto e lineare, occupando poco più di un quinto della larghezza sternale, e ter- mina col 7° articolo semiellittico e un terzo più lungo che largo alia base. Nella femmina gli articoli addominali sono liberi, occupano circa la metà della larghezza*sternale, formando una valva ellittica allungata col- l’ultimo segmento triangolare ottuso nell’ apice, alla base trilobato, più largo che lungo. Vi sono femmine con uova minute numerosissime, altre senza uova, non diverse dalle prime nel rimanente. Ruppel assegna al Chlor. niger : Lunghezza 6 linee — Mi. 13,5 Larghezza 10» = è» . 22,0 Da cui la lungh. rispetto alla largh. = 100 .... 0,61. Sì —I CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Da alcuno dei nostri esemplari abbiamo: Maschio, Femmina. INC REZZI A ARCA O] Mill. 9 9 ametrontrasversa lessi et a >» 14 13 Da cui la lungh. alla largh.= 100. ... 0,64 0,62. Fra gli altri individui poi vi è un maschio, sensibilmente più de- presso, più largo, a mani molto allungate, con la fronte non bimargina- ta, nel colorito conforme ai precedenti; e una sola femmina, la quale per la forma del corpo, delle mani e pel colorito si avvicina al maschio preso per tipo della nostra specie. Questa verrebbe distinta frattanto dal Ch/lor. niger, secondo il tipo di Ruppel qui richiamato, per lo scudo assai convesso, le areole epi-me- sobranchiali vivamente scolpite ma non prominenti aguzze, e i denti marginali non ottusi ma acuminati, le zampe più pelose sulle facce, i tarsi più allungati terminati da unghia e dente marginale anteriore ugualmente colorito, le mani allungate assai strette con dito superiore non incurvato, come l’ inferiore assai largamente albescente nell’ apice, lo sterno più stretto, le merognatiti non tridentate, le dimensioni € rapporti come appresso: Scudo. Diametro antero posteriore ............i-.0%. MU. 3,5. LO MMBTTASYEES ACI TINTI ogottàr Ibid} Lunghezza alla larghezza = 100 .... 0,77. Toracopodi. I. IL II. MERO POETI RIN Mill. > 45 40 CARPOPOA RR e Ie > OR 0 20 Della propodite più grande, lunghezza... .. SOR 29 id. id. larghezza. .... è id. più piccola, lunghezza. .... Ae id. id. larghezza. .... SN O DETTO podere SR OR >» 25 25 Il rapporto della base delle antenne esterne colla fronte potrebbe far dubitare che la specie nostra più che ai Chlorodius dovesse appar- tenere ai Pilodius Dana. Ricorrono però altri caratteri, fra i quali l’ abito che nei Chlorodius simile a quello degli Xantho, a quello dei Pilumnus nei Pilodius, e non può esser dubbio che i nostri sieno dei veri Chlo- rodius. Non si vede però come Dana, che forma nel genere Chlorodius una le- gione con torace areolato e meropoditi spinulose, includendovi Chlor. un- gulatus, Chlor. monticulosus e meno certo un Chlor. obscurus, rigetti il Chlor. niger in una terza sezione, nelle specie della quale il torace è li- 48 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. scio nelle parti posteriori, appena ineguale nelle anteriori e per le quali non si parla dell’ armatura dei meropodi ; assimilando poi con esso il Can- cer niger Forsk., il Chlor. niger Ruppel e il Chlor. hirtipes var. (2), Adams et Withe, Crust. Samarang, p. 40, tav. 14, fig. 4. Chlor. niger vive fra i coralli nel Mar Rosso presso Tor (Ruppel); alle Isole Loo Chao e Thaiti (Stimpson) ; alle Isole Fidgi, Tongatabu, Wakes, Upololu, nel Mare di Sooloo e all’ Isola Badji (Dana). L'individuo della Ma- genta, preso per la nuova specie, viene da Giava e s' ignora la sua sta- zione particolare. I peli che adornano questa forma come la seguente sono setole lun- ghette canaliculate, in parte nude, in parte barbate di sottilissime barbe laterali. Su queste si deposita da prima una materia granulare, che poi si sviluppa in una conferva, la quale intriga le barbule e ne fa una specie di massa coerente. XII. Chiorodius esrigus, n. sp. Acteodes bellus, Targ. Tozz., Catal. Grost. della Magenta, n. 8. Tav. IV, Fig.5 a 8. Transverse ellipticus, antice rotundatus depresso planus. Superficie undique minutissime granulata, sulcis linearibus glabris in regionibus lobisque exarata; lobi protogastrici longitudinaliter omnino divisi, me- sogastrico areola antica rhomboidali, meta-urogastrica tantum exculpto. Frons parum declivis quadriloba, lobis submedianis majoribus; margo antico-lateralis quadrilobatus. Pedes antici manu seriatim granosa; digitis cochleariformibus mar- gine forte dentatis. î Pedes postici meropodio elliptico elongato, margine supero grano- so; tarso elongato, inferne denticulato, dente antico subungueali un- gula remotiusculo, majori. Scudo. Superficie tergale dello scudo, della parte anteriore esterna delle zampe del 1° paio, del margine superiore delle zampe ambulatorie, sotto la lente granosa per granulazioni minutissime, squisitamente definite, senz’ ordine o in serie lineari numerose interrotte, più forti nelle parti tergali anteriori che al- trove. Regioni pterigostomiche, sterno, eptognati granulosi anch'essi, ma per granulazioni più fini e meno scolpite. Lobi epigastrici (2 F. Dana) distinti dai lobi protogastrici, i quali sono squi- sitamente divisi in due lobuli, uno interno resultando assai più lungo dell’ ester- no, e l’uno e l’altro trapezoidali, colla base in avanti. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 49 Lobo mesogastrico indiviso nella superficie, trilobulato nel margine, col lo- bulo anteriore ristretto, prolungato fra i lobuli protogastrici interni, Lobulo urogastrico lineare, angustissimo, trasversale, Regione cardiaca ampia, trasversa, posteriormente trilobata, indivisa nella superficie. Regione epatica rappresentata da una prominenza marginale (dente epatico anteriore); regione epibranchiale divisa in due areole, una esterna (3 L. Dana, con- fusa col dente N. Dana), e una interna (2 L. Dana) più grande, subpentagona, con un angolo infuori, e un lato contiguo al lobulo protogastrico esterno. Regione mesobranchiale divisa in due areole, una marginale biloba, col lobo esterno (dente mesobranchiale S. Dana) più acuto e più stretto dell’ interno, corrispondente alle areole 1 R., 4, 5, 6 L. Dana, e distinto da un’ areola mesa- branchiale interna (6 L. Dana) triangolare. Regione metabranchiale indivisa, distinta dalla precedente per un solca trasversale, continuato nella faccia inferiore colla sutura branchiostega. Margine antero-laterale, curvato quadrilobo; regione pterigostomica, appena verso il margine, per le divisioni dei lobi prolungate inferiormente, quadrisolcata, coi lobi suborbitari ‘e subepatico insieme confluenti; sutura branchiostega in avanti quasi trasversale arcuata. > Protoceriti colla base più lunga che larga, e più corta dell’iato corrispon- dente, per l'apice riunita all’angolo della piega fronto-orbitale superiore di- scendente verso di lei. Toracopodi del 1° paio, colla meropodite quasi eguale al raggio della regione pterigostomica, la carpopodite trigona, esternamente granulosa, la propodite compressa granulosa sulla faccia esterna; dita escavate nell’ apice, fortemente scanalate sulle faccie, negli spigoli opponenti armate di tre denti compressi triangolari, nel contorno della escavazione dell’apice minutamente denticolate. Zampe posteriori nello spigolo superiore acuto della meropodite argutamente granuloso-denticolate, col tarso lanceolato acuto, compresso, al margine infe- riore ciliato, armato di unghia minuta. Addome del maschio triangolare, dalla base del 3° articolo in avanti ri stretto; i primi due articoli trasversali lineari distinti, il 4° e il 5° riuniti, il 6° subquadrato, il 7° triangolare. Pleopodi filiformi lunghi e coll’apice fino al prin- cipio della escavazione pelvica nella tritosternite. Dopo aver dato questa forma col nome di Acteodes bellus Dana (Actea bella A. M. Edw.), al quale per forma, dimensioni o rapporti è vicinissima, ci vediamo condotti dalle tenuissime ma pur distinte granulazioni dello seudo a mutar pensiero, mentre lo scudo depresso e quasi piano, la disposizione delle antenne rispetto alla fronte, la forma delle dita, la saldatura del 3°, 4°, 5° segmento dell’ addome, la forma degli articoli delle zampe posteriori allungate e strette, la disposizione stessa del tarso, ce la fanno attribuire al genere Ch/orodius, nel quale non sembra però avere specie corrispondente e già nota. Scienze fisiche e naturali. — VOL. I, 50 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Dimensioni e rapporti. Scudo. Diametro antero posteriore ........... RR a aeree MURO id. fra i due denti mesobranchiali............... N57} 'Toracopodi. Lunghezza della mano. ..........0000. a Soia i id. dell'e dita sat stesa Bebo eco ea a) Lunghezza alla larghezza = L'ONERE 0,71. L’ esemplare viene da North Island di Sumatra. Genus. Pilodius. Dana, Op. cit., Vol. cit., p. 149, 2417. XIV. Pilodius granulatus, n. sp. Tav. IV, Fig.14,16218 Scutum trasverse elogantum, antice convexum semicirculare ; fronte 4 loba, lobis medianis profunde disjunetis latioribus; margine antico late- rali 5 dentato, dentibus anticis, preeter orbitalem extimum tenue, obtuso triquetris, postico acuto. Tergum valde lobato-areolatum, lobis epifrontalibus frontalibusve trasversim a protogastricis longitudinaliter bipartitis, sejunctis. Lobo meso-metagastrico trilobato, lobulo antico peracuto (3 M. Dana), uroga- strico lineari transverso. Regio cardiaca lata, postice trilobata. Areole hepatico-epibranchiales tres submarginales sejuncte; mesobranchiales submarginalis una, interne duo, altera (4 L., 5 L. Dana) major antice, altera minor (6 L.) interne bilobata, omnes granulato scabre. Merognatum subtransversum, rectangulum, angulo antico interno profunde truncato, emarginato. Meropodium anticum superne granosum, margine interno basi sub- cristato denticulato; carpum granosum, angulo interno prominulo trun- cato bigranosum; manus maris majuscula, inferne levi, superne seriato granosa, digitis atris, sub apice albidis, superno tri, infero unidentato. Pedum posticorum articuli, margine supero, granoso-spinulosi dense ciliati; tarsum compressum, triquetrum, propoditis brevior, marginibus inferis granulatis, unguicula cornea, dente subungueali minusculo ter- minatum. e de CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. DI Abdomen maris, articulis 3, 4, 5, coalitis, 3° lateraliter angulato pro- minente, 7° triangulari. Scudo quasi calcareo, più largo che lungo, anteriormente semicircolare, colla fronte declive, lamellosa quadriloba, a lobi mediani larghi, rotondati for- nicati, profondamente divisi, e lobi laterali, minuti, inflessi al di sotto e al davanti dell’ angolo interno del lobo sopraciliare. Margine orbitale ellittico , coi lobi sopraciliare , accessorio, esterno, distinti, rotondati, dal primo all’ ultimo più piccoli, l’ ultimo diviso inferiormente dal lobo complementare e sottorbitario, lamelloso in avanti, crenulato, terminato dall’ an- golo orbitario inferiore interno, che sensibilmente sporge in avanti e per breve intervallo è diviso dall’ angolo interno del lobo sopraciliare. Margini antero laterali largamente curvati, dopo l’ angolo orbitario esterno 4 dentati, coi denti 2°, 3° maggiori del primo e dell’ultimo, tutti conoidi ottu- si, l’ultimo acuto. Margini postero laterali, obliqui, ottusi e granosi. Superficie tergale pianeggiante nel terzo posteriore, nei due terzi anteriori e sui lati assai regolarmente curvata. Lobi frontali di sopra convessi, granosi, profondamente divisi fra loro e in fuori dal lobo sopraciliare; divisi indietro dai lobi epifrontali ed epigastrici, sub- quadrati granosi. Regione gastrica col lobo mesogastrico, per la parte di mezzo triangolare in acutissima, lungamente protratta nel solco mediano; la parte di dietro (metaga- strica) rotondata e per solco profondo divisa da un lobo urogastrico lineare trasverso. . Lobi protogastrici completamente suddivisi, col lobulo esterno più grande dell’ interno. Lobuli epatici, epi-meso-metabranchiali, costituenti prima una serie di quattro rilievi premarginali; quindi concentricamente e più indentro due rilievi epato-epibranchiali in avanti, due rilievi mesobranchiali più indietro, uno in- terno triangolare (6 L. Dana), bilobo sul lato interno, uno medio più grande (4, 5 L. Dana), bilobo anteriormente. Regione cardiaca trasversa, col margine posteriore trilobato. Regione intesti- nale, lineare trasversa, trasversalmente suddivisa; lobuli metabranchiali 3 a 4 minuti, confinati indietro da solco, che girando lo spigolo metabranchiale di- scende e si confonde colla sutura branchiostega, anch’ essa impressa sullo plerigostomio. Tutte le areole e lobi, specialmente anteriori ed esterni, sono fittissima- mente e arsutamente granosi. 3 Pterigostomio convesso in avanti e definito in lobo sottorbitario lamelloso stretto, escavato nel margine e coll’angolo pterigo-orbitario, o sottorbitale interno, più avanzato del corrispondente di fuori; lobo subepatico prominente, curvato concentricamente al lobo sottorbitario, in corrispondenza del 2° dente margi- nale, minutamente granoso; lobuli epibranchiali, meso-metabranchiali, definiti da solchi convergenti al lobo subepatico posteriormente. Margine pterigo-antennare assai corto, coll’ angolo pterigo-orbitario ravvi- cinato, ma non congiunto alla fronte. Branchiostegite convessa, granulosa, in avanti acuta, con lobo epimerico ter- minale distinto. 52 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Epistoma trasversale, trasversalmente plicato, col margine antennullare al- quanto sinuato, squisitamente definito , finissimamente crenulato; col margine pe ristomiale lamelloso, sporgente, 4 lobato; lobi esterni (accessorii) più piccoli tra- sversali, lobi interni pel mezzo prominenti e ravvicinati. Fosse antennullari ovate, larghe, trasversali, di molto sopravanzate dalla fronte e lateralmente circoscritte dal lobo frontale esterno, fra questo e l’ angolo dell’ epistoma, comunicanti colle fosse antennari, e più in fuori coll’ orbita. Peristoma trapezoidale , per buona parte, agli angoli anteriori, limitato dal lobo epimerico della branchiostigite. Protoceriti cogli articoli terminali grossetti; la base obovata col segmento antennullare inferiore, profondamente escavato. Deutoceriti, colla base romboidale, alquanto obliqua, per la parte esterna più corta del margine pterigo-orbitario, per la parte interna attingente la fronte cogli articoli successivi terminali brevissimi, compresi nell’iato orbito- frontale, fra l'angolo pterigo-orbitale, il lobo esterno della fronte e 1’ angolo anteriore del lobo sopraciliare. Ectognatopodi. Coxognatite distinta; basignatite confusa colla ischio- gnatite, rettangolare, !/, più lunga che larga, sulla faccia interna solcata, col margine interno arcuato ciliato. Merognatite rettangolare trasversa, poco più larga che lunga, coll’ angolo anteriore interno profondamente troncato emarginato, il margine interno curvato, più breve assai dell’ esterno. Carpognatite depressa, inserita nell'angolo anteriore interno della merogna- tite; articoli successivi quasi tereti, minuti, lunghetti. Palpo lineare, col margine superiore interno verso l’ apice appena uniden- tato, flagello terminale inflesso. Toracopodi.I priminel maschio più forti che nella femmina, quasi uguali sopra i due lati. Coxopodite anteriormente cortissima; basi-ischiopodite saldate, 1’ ultima collo spigolo anteriore interno prolungato. Meropodite triquetra, lunga 0,66 dello scudo, collo spigolo inferiore ottuso, leggermente granulato, il superiore esterno, alla base angolarmente infratto, quindi retto, assai acuto, granoso, 3-4, spinuloso, l'interno arcuato, acutissi- mo e verso la base quasi cristato, granoso denticolato. Carpopodite coll’ angolo anteriore interno dentiforme, troncato bigranoso, la faccia esterna minutamente granulosa, con alcune granulazioni rotondate più grandi e quasi disposte in serie. Propodite compressa, per l’angolo posteriore protratta lungamente all’ in- dietro, protratta in avanti nel dito inferiore, dritto, esternamente solcato, im- presso puntato, nel margine superiore unidentato, nell’ apice allargato a cuc- chiaio, dovunque nero, tranne al margine apicale ov’ è bianco. Faccia palmare inferiormente levigata, nel segmento superiore percorsa da 5 a 6 file di granulazioni, tanto più regolari e minute quanto più basse, verso il margine inferiore rotondato e liscio. Dito mobile più corto dell’ inferiore, retto, ad esso conforme, nel margine opponente tridentato. Zampe posteriori più corte, grossette e compresse. Meropodite ellittica, nello spigolo superiore acuto, ciliato granulosa, scabra, CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 59 Carpopodite, propodite, nel segmento superiore setose e scabre. Tarso quasi uguale alla propodite, compresso, lungo il margine inferiore granoso, ciliato setoso, nell’ apice unguicolato, con piccolo dente subungui- colare. Gli arti della femmina, specialmente le mani, hanno granulazioni più mi- nute e più vive, e le dita rosse, biancheggianti nell’apice, non nigricanti come nel maschio. Sterno del maschio ellittico apiculato, largo metà della larghezza del tergo. 1°, 2°, 3* sternite confuse in una placca romboidale trasversa, coll’ angolo ottuso anteriore alquanto prolungato; 5* coperta dall’ addome. Addome del maschio col 1° articolo trasverso lineare più stretto del margine posteriore dello scudo; 2° anco un poco più stretto del 1°, di esso dall’ avanti al- l’ indietro più lungo, col margine anteriore quasi trilobato ; 3° sporgente sui lati fra le zampe del 4° e del 5° paio, saldato coll’ articolo 4° e col 5°, dal primo all’ ul- timo più stretti; articolo 6° subquadrato , largo un quarto dello sterno; 7° trian- golare equilatero. Pleopodi del maschio due, arcuati, alla base larghetti, quindi filiformi acu- minati, coll’ apice vòlto in fuori all’ altezza della giuntura fra il 6° e 7° articolo addominale. Addome della femmina ellittico, di sette articoli, l’ ultimo triangolare, più largo che lungo, coll’ apice largamente rotondato. Dimensioni e rapporti. Scudo. Maschio. Femmina. Tunphezza ssaa assente Mill. 10,5 10 Larghezza: tacere eee nina » 15,5 10 TAMA EI ASfPONTE Ra N ie ce » 5,5 RE Toracopodi. I IL mM Lunghezza della meropodite.......... MU. 7 5 — id. della propodite, margine inferiore. . » 13 35° 8,5 Larghezza sassari ein 6 _ 3 Lunghezza della dattilopodite........... » 7 4 = Larghezza dello sterno...............- Sa - 6,5 id. dell'addome sul 3° segmento. .... » 4 _ 4,5 id. id. SULUGUNTIA: » 2 _ 4,5 Lunghezza alla larghezza=100........... SO: 64/ id. della meropodite anteriore alla lunghezza dello! scudo: mere eee 0,66 id. della propodite (mano) alla lunghezza AellorsCUA Ole et ie 1,23 Questa forma proviene alle collezioni del R. Museo di Firenze da an- tico dono del generale Clot Bey, e con tutta probabilità dal Mar Rosso. Se i generi Pilodius e Cyclodius meritano di esser mantenuti distinti 54 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. fra loro e distinti dal genere Chlorodius,' questa forma pel suo margine anteriore molto rotondato, la base delle antenne esterne più corte del margine pterigo-antennare, e la merognatite non isporgente coll’ angolo anteriore esterno nè tanto erosa su quello interno, va descritta nel primo. In qualunque degli altri però non pare sia registrata, avvici- nandosi per la figura al Chlorodius monticulosus Dana, da cui è diversa per la scultura tergale, cioè pei lobuli e le areole elevate e suddivise in tubercoli, non depresse e quasi lisce le interne (meso-protogastriche) 0 minutamente granulose le esterne; e poi per la differenza del genere. Fam. III. ERYPHIDA.® Dana, Explor. Exped. Grustacea, T. I, p. 228, 229. Fam. Brachyura, Trib. B. arcuata, B. quadrilatera (pars), Latr., Fam. du Règne animal, p. 269 e seg. Fam. Cyelometopa, Trib. ut supra, M. Edw., Hist. natur. des Crust., ode Fam. CANCERIANA, Ag. Carpilides, Eriphides, Trapezides, Alph. M. Edw., Etudes zool. sur les Crust. récents de la Fam. des Gancériens, Nouv. Arch. du Mus., T. I, pag. 181 e seg. (pars). Subfam. Il. OZINZE. Data, Op. cit., Vol. cit., pag. 229, 230. Genus. Pilumnus. Leach.; Trans. Lin. Soc., T. XI, p. 922. — Latr., Eneycl., T. X, p.124; Régne anim., édit. II, T. IV, p. 41. — Desmar., Considér. sur les !I caratteri dei generi qui ricordati sono, secondo Dana: CaLoropivs. Carapax plus minusve transversus. Articulus antenne externe primus oblongus frontem bene attingens. Articulus maxillipedis externi tertius subrectangu- latus; Xantho aspectu similis. PiLopius. Carapax paulo transversus. Articulus antenne externa abbreviatus, pro- cessum frontis ohlongum attingens tantum. Xantho aspectu similis. CycLopius. Carapax parce transversus. Articulus antenne externe frontem bene attingens; Articulus maxillipedis externi tertius triangulatus latere interiore brevissimo. (Dana, Op. cit., Vol. cit., pag. 449.) 4 ? Eripnin&, Dana, constant. Subfam.: OEfhrinis, Ozinis, Actumninis, Eriphinis. OEthrine (quorum genus unicum OEthra Leach.) Cryptopoda sunt Edwarsiana. Cete- re, CI. Epwarpsius jun. Canceridarum familia in ageles Carpilides, Eriphides, Tra- pezides digeste, partim generibus Ozius, Pilumnus, Ruppellia , partim generibus Eri phia, Trapezia, Melia, pluribusque additis, CANCERIANIS ARCUATIS) CANCERIANISQUE Edwarsianis QUADRILATERIS, omnino respondent. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 55 Grust., p. 3; M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. I, p. 415; De Haan, Faun. japonica Crust., p.19; Dana, Explor. Exped. Crustacea, T. I, p. 229, si Stimps., Proceed. of the Acad. of Nat. Soc. of Philad., 1858, p. Srnon. Cancer, L. Penn., a XV. Pilummnus vespertilio, Leach., Op. cit.; Desmar. Op-icit.,.p112Late.,:Op: cip 125ì Dana, Op. cit., T.I, p. 236; M. Edw., Op. cit., T. I, p. 418 Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 14 CANCER vesPERTILIO, Fabr,, Entomol. syst., T. II, p. 463, n. 85; Sup- plement, p. 338?. Tav. IV, Fig. 25, 27 e 32. Per la forma generale, pel numero e la posizione delle spine del mar- gine, per la disposizione dell’angolo anteriore interno della merognatite, questa forma non può essere se non che della specie indicata, col nome della quale difatti l’ abbiango data nel nostro catalogo, indotti anche dalla corrispondenza del luogo di origine, che è l’ Oceano Indiano (Milne Edwards), lo Stretto di Balabac (Dana), e pei nostri esemplari, il mare di Giava. - E Fra tutte le altre specie a superficie granulosa e tomentosa, Pi- lumnus lanatus, Pilumnus ursulus, Pilumnus mus, di questa sola dice Milne Edwards che il suo tomento è lunoso. Ora questo tomento, che è lungo e molle, è composto di diversa natura di peli. Dal centro di granulazioni assai rade e rilevate sorge infatti una lunga setola piegata ad arco, nuda alla base e canaliculata, più in avanti munita di barbule e che acquista la lunghezza maggiore sulla fronte, sullo spigolo superiore degli arti, ec.; ma poi sul tergo e altrove quasi sempre le granulazioni medesime sono circondate da una corona di peli più corti, conformi al pelo o alla setola principale, elegantemente piegati ad arco e convergenti per ogni granulo in un fascetto, dal centro del quale la se- tola più lunga vien fuori. I peli non sono però bruni, come dice Milne Edwards, ma biondi ten- denti al rossiccio. Va pur anco osservato che lo scudo è bianco giallastro quasi ebur- neo, eburnea la mano fino alla base delle dita che sono di color ciocco- lata, coll’ apice e l’ estremo dei denti bianco di latte. Il margine e Ja parte 56 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. inferiore della mano più grande sono lisci, granulati nell’ altra; circo- stanza che fa perdere di valore al carattere del margine e parte inferiore delle mani stesse tutto liscio, applicato al Pilummnus tomentosus da Milne Edwards, loc. cit. Dimensioni e rapporti. Scudo, 3 Diametro trasver. fra l’ apice delle ultime spine laterali. J/722. 22 id. ANECRONPOSTERIOLE SI e A >». 18 Larghezza della fronte... .............. RISCOSSI DAI) Toracopodi. . Meropodite del 1° paio, lunghezza. ..........0-0.. PORTI Wareh'ezzaintavan Utet DERES, Carpopodite, lunghezza ...............- Rasoio It MANO MUNSNEZZA IA > 15 id: valtezzai a: fata ta IR NERA NI O. Lunghezza alla larghezza dello scudo=100... . . 0,82. Gli Autori senza eccezione riferiscono la specie di Leach. e di Milne Edwards al Cancer vespertilio Fabr., ma di fronte ai margini antero la- terali armati di tre grosse spine sulla medesima linea (Milne Edwards) la frase di Fabricio porta: « Corpus parvum totum pilis cinereis densis » tectum, absque spinis aut dentibus marginalibus. » Subfam. III. ACTUMNINZA. Dana, Explor. Exped. Crustacea, T. I, p. 229, 243. Genus. Actumnus. ! Dana, Op. cit., loc. cit. Alph. M. Edw., Op. cit., Vol. cit., p. 284. XVI. Acfumnus tomentoasus. Dana., Op. cit., Vol. cit., p. 285, tav. 14, fig. 2, Alph. M. Edw, Op. cit., Vol. cit., p. 287. Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 17. Tav. IV, Fig. 22 a 24,926, 29. ! Actumnum Dane, ab Ozinis diremptum, Carpilideis CI. Alph. Milne Edwards conjunxit. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. OT Scudo quasi esagono cogli angoli anteriori rotondati, e così in avanti semi- circolare, fortemente convesso , posteriormente quasi piano, brevissimamente se- toloso, villoso e all’ origine dei peli quasi granuloso. Lobi frontali, epigastrici, proto e mesogastrici, distinti per solchi lineari, sot- tili e glabri dalla regione epatica branchiale e dalla regione cardiaca intestinale, fra loro indivise. Fronte lamellosa, 4 loba, declive, coi due lobi mediani largamente roton- dati, nell’estremo margine crenulato denticulati e ciliati, più grandi dei lobi laterali che sono triangolari, minuti ed inflessi, separati però dal lobo sopraci- liare largo, seguìto dal lobo accessorio più corto e sottile; lobo esterno del- l'orbita distintamente crenulato e diviso per istretta fessura dal lobo orbitario inferiore, lamelloso, sottile, solo verso il terzo interno appena denticolato. Margine antero laterale dello scudo curvo, acuto, 4 dentato, coi denti trian- golari voltati in avanti e quasi eguali. Margine postero laterale, confuso collo spigolo metabranchiale assai ot- tuso. Margine posteriore corto, trasversale. Angolo pterigo-orbitale od orbitario inferiore interno assai acuto; margine pterigo-antennare, diritto, leggermente obliquo in fuori e in avanti. Angolo antero laterale del peristoma, leggermente rientrante fra il lobulo epimerico della branchiostegite, quasi quadrato e 1’ angolo esterno posteriore del- l’ epistoma. Regione pterigostomica nel senso verticale da un lato all’ altro convessa, assai obliqua, finissimamente granulata, pubescente, non traversata da solchi; lobo subepatico, lobi epimerali indistinti. Linea branchiostega di dentro in fuori quasi trasversale, quindi decorrente parallela al margine postero laterale, sul canto rotondato della regione meta- branchiale. Epistoma corto, lineare trasverso e profondamente solcato, col segmento an- tennullare più corto, quasi piano, ascendente, col margine libero rilevato in un dente intrantennullare assai lungo, per gli estremi articolato alla porzione timpa- nica dell’antenna esterna. Segmento antennare più lungo, piegato ad angolo retto sul primo e verticale, col margine peristomiale arguto, sottile, quadrilobato, coi lobi interni obliqui, un poco troncati o appena sporgenti nel mezzo, i lobi laterali o accessorii lamellosi più prominenti, fornicati, facendo vòlta all'apertura respi- ratoria col lobo terminale della branchiostegite. Orbite oblique, marginali, quasi superiori, per l'interno aperte e comunicanti colle fosse antennarie. Fosse antennullari trasverse, ovoidali, sopravanzate dai lobi frontali. Peristoma trapezoidale più largo in avanti, non interamente chiuso dai me- rognati, che lasciano una stretta, ma distinta fessura respiratoria fra il loro mar- gine e il margine peristomiale. Protoceriti colla prima massa articolare trasversa, piriforme in avanti e inferiormente escavata, lungo la escavazione argutamente marginata, e più sotto e indietro brevissimamente pettinato ciliata. - Merocerite grossetta, piegata intraverso di dentro in fuori nella escavazione dell'articolo basilare; carpocerite poco più corta clavata; scafocerite distinta; dattilocerite cortissima, di sotto ciliata, nell’ apice pennicillata. 58 o CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Deutoceriti colla porzione basilare, quasi prismatica, inclusa nella fossa antennare e di essi più corta, attingente però dal lato interno il lobo frontale. Coxo-basi-ischiocerite assai distinta, con tubercolo auditivo abbracciato dagli estremi dell’ epistoma; merocerite brevissima; carpocerite anco più minuta, com- presa al davanti della ischiocerite nella fessura fronto-orbitaria. Flagello filiforme, di molte articolazioni, un poco più lungo del diametro maggiore dell’ orbita. Podoftalmi perfettamente contenuti nell’ orbita grossi, sopra la base for- temente ristretti; cornea sferoidale compressa, obliquamente disposta alla parte inferiore esterna dell’apice del peduncolo oculare, convertito per di sopra in largo canto oculare. . Ectognatopodi lineari, assai larghi, granulati, glabri, pel margine interno della ischio e della merognatite sensibilmente discosti e in avanti divergenti; palpo nell’apice troncato; flagello prosartro (inserito nella escavazione della troncatura anteriore), sottile, col primo articolo assai lungo, i successivi corti pettinato—ciliati. Coxognatite col suo angolo anteriore interno assai prominente, quindi na- scosta dietro il margine assillare della branchiostegite; basignatite trigona, con- giunta colla ischiognatite. Ischiognatite rettangolare un terzo più lunga che o coll’ angolo posteriore interno molto aperto, l’ esterno protratto, poi troncato; il margine interno retto ciliato, l’ esterno escavato, l’ anteriore troncato ; la faccia glabra, granulosa, obliquamente impresso solcata. Merognatite quasi rettangolare, un terzo più larga che lunga, all’ angolo an- teriore interno largamente troncata, smarginata e articolata colla carpognatite; questa è minuta, conoidea, inflessa, terminata dalla prognatite, cilindrica; la dattilognatite è conoidea, setoso pennicillata, e discende nell'intervallo interma- scellare fin’ oltre il margine anteriore della ischiognatite. Toracopodi corti, assai grossi, raccolti intorno al corpo, di cui aamentano, senza alterarla sensibilmente, la generale convessità. Le anteriori coi due primi articoli corti. Meropodite trigona, a spigoli acuti: l’ interno brevissimo retto, il posteriore e superiore sigmoide, quasi ciliato, ter- minato nell’ angolo da due denti, uno apicale, uno preapicale. Spigolo inferiore assai ottuso, retto, nell’ angolo estremo quasi apiculato. Faccia superiore in- terna escavata, liscia, obliquamente percorsa da un solco; faccia inferiore piana; faccia esterna largamente curvata, lungo il margine carpico impressa, ciliata, nel margine stesso brevemente e rigidamente ciliato pettinata. Carpopodite quasi trigona, esternamente convessa, villosa, lungo il margine propodale alquanto impressa e nel margine stesso tubercolato granosa, nel mar- gine superiore troncata da una faccetta ellittica, levigata, come nelle Actea. Propodite grossa, corta. Faccia interna o superiore levigata, nel mezzo leg- germente rilevata; faccia esterna convessa, quasi piramidata, nello spigolo su- periore più corto acuta e nella convessità adiacente granosa, con granulazioni discrete, prominenti ed argute, e nel margine superiore quasi Spinone lungo il margine inferiore levigata. Dito inferiore rosso bruno, corto, triangolare compresso, col margine infe- riore grossetto, protratto nell’apice quasi adunco; il margine libero, lamelloso, bitridentato; sulla faccia esterna segnato da due impressioni e ornato da due fascetti di peli, che si ripetono sulla faccia interna. v CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 09 Dito superiore rosso bruno, corto, conoide, adunco, inflesso, di sopra verso la base percorso da serie di granulazioni, nell’ apice acuto, più indietro 1-2 den- tato e nella faccia posteriore con uno o due fascetti di peli. Zampe posteriori dalla prima all’ ultima progressivamente più corte; le quarte e le quinte appresse ai lati, colle carpopoditi dirette indietro e rilevate sul tergo, tutte fortemente in ciaschedun articolo compresse, nello spigolo superiore e nelle parti scoperte delle faccie degli articoli stessi pelose, nel margine esterno o ter- minale di ogni articolazione ciliato-pettinate. Tarsi brevi, conoidi, compressi, con unghia acuta apicillare, il quarto ed il quinto, alla base, esternamente forniti di un tubercoletto biancastro. Sterno nel maschio, davanti indietro attorno ad un asse trasversale conves- so , ellittico, allungato, ristretto, escavato profondamente dalla pelvi che si avanza assai sulla terza sternite, e prende la metà almeno della larghezza delle sterniti posteriori. Addome di sette articoli: il primo trasverso, quasi superiore, rettangolare, escavato nel margine posteriore; il secondo quasi semicircolare convesso in avanti, indietro retto, contiguo col terzo, che è nel margine anteriore più stretto che posteriormente; gli-altri quasi quadrati, quasi eguali; l’ultimo triangolare, as- sal acuto. Verghe minime alla base della coxopodite del quinto paio. Pleopodi quattro: due anteriori, lunghi, sottili, appena dilatati alla base, in seguito filiformi, condotti coll’ apice fino all'estremità della pelvi; due posteriori e minuti.. Dimensioni e rapporti. Scudo. . Diametro trasversale fra i due denti mesobranchiali. . Mil. 16 id. id. fra i due denti orbitarii esterni...» 12 id. id. © fra i due denti frontali esterni...» 6 IMALeIMErPOSTErIOTErte tea ice eni eco DO, Lunghezza del diametro antero posteriore ..... rat Altezza del corpo. dodo d 658 DABBOTIO 310) Primo segmento Rddoninale Ti margine posteriore...» 3 TToracopodi. Lunghezza della mano più grande, margine inferiore .. > 11,5 INTIEZZAE vo oa dolo Fot dncHoo co cdoronabe scosea | Lunghezza della mano più piccola, LRD inferiore. .» 10 IAMEZZO ITA oca andUo Bo dale coon 0d00ì RMS Lunghezza alla larghezza dello a = 100. ..0,75. l Individuo unico dei mari di Giava. Il genere Actumnus forma per Dana da sè solo la tribù che ne prende il nome nella sottofamiglia degli ErirIDI, con orbita fessa come negli Ozivi, e si dovrebbe distinguere per le dita escavate: « Orbita Ozinis si- milis, digitis excavatis. » Infatti però questa caratteristica pare intesa in un modo molto re- lativo, poiché le dita della nostra forma, come d’ altronde quelle del- 60 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. l’Actumnus tomentosus e dell’ Actumnus obesus di Dana, almeno nelle figure, sono appena diverse da quelle dei veri Pilumnus, come P. hir- tellus Leach., P. villosus Risso, ec. Invece che ad una propria famiglia, il genere in discorso è attribuito all’agele dei CAarpILIDI da Alph. Milne Edwards, e come anello di connes- sione fra i Pilumnus, dei quali le specie hanno assai l’ aspetto generale, la forma delle dita quadrate, e le Actea, alle quali richiamano in parte colle sculture tergali. De Haan dà una specie, Pilummnus selifer, con questo nome nel te- sto, di Xantho setifer, nella tav. 15, fig. 5, della Fauna japonica Crust., e ci siamo trovati sul punto di mutare la nostra prima determinazione specifica per accettare invece quest’ ultima; ma i solchi fra le regioni discretamente rilevate e pubescenti sono, in cotesta forma, anch'essi pelosi, mentre nell’ Actumnus tomentosus solamente son glabri, come si vedono nel nostro esemplare. Subfam. IV. EBRIPHINA. Dana, Explor. Exped. Crustacea, p. 229, 245. Genus. Eriphia. Latr., Régne animal, édit. I, T. III, p. 18; édit. II, T. IV, p..41. Desmar., Considérat. sur les Crust., p. 125. M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. I, p. 425. Dana, Op. cit., Vol. cit., p. 230, 246. XVII. Eriphia levimana. Guerin, Icon. Régne anim. Crust., Coll. Mus. Paris., tav. 3, fig. 4; M. Edw., Op. cit., T. I, p. 427; Dana, Op. cit., T. I) p.1249; tav. 14, fig. 7; Smiths, Hlustr. Zool. Sud Africa, Anulosa, p. 60. Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 18. TaveV, Pig. ly a,b}. Dana rileva che la figura di Guerin è assai difforme da’ suoi esem- plari, mentre la figura sua è conformissima ai nostri, che sono un maschio e due femmine, una delle quali con uova. Massimo diametro trasversale del maschio ....... . + e MU 65 Diametro antero posteriore sulla linea mediana. ....... » 48 id. trasversale della femmina..... ; aduoni SRG 0) 1A AMLErO POSLETIONENtie e sete GRANITO DIRT CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 61 A differenza della Eriphia Smithi, M. Leay, descritta e figurata in Kraus, Sud Afric. Crust., p. 36, tav. 2, fis. 3, o della Eriphia Fordîi ejusd., le mani dell’ uno e dell’ altro lato, benchè ineguali, sono nella nostra ugualmente levigate 0 piuttosto finissimamente granulate e rada- mente impresso-puntate, come il carpo, non nel solo maschio, ma nella femmina ancora e hanno soltanto tre spine nel carpo, una all’ ango- lo, le altre al margine anteriore interno. Il margine della fronte sporge in avanti lamelloso , profondamente bi- lomato, con sei tubercoli allungati ottusi per ogni lobo, e con una settima granulazione spiniforme più grande e più in fuori: mentre per una larga smarginatura la fronte si distingue dal lobo sopraciliare; al disopra del margine frontale rilevano due larghi lobi epifrontali rotondati, granulosi, nel mezzo largamente e profondamente divisi, più in fuori ancora distinti dai lobi sopraciliari medesimi, come indietro dai lobi epigastrici, d’ al- tronde confusi col lobo protogastrico interno. L’ orbita è largamente ellittica, perfettamente chiusa, — disopra dal margine crenulato e dentato del lobo sopraciliare e del lobo accessorio, assai distinti uno dall’ altro, — in fuori da due o tre tubercoli prominenti, quasi spiniformi, del lobo orbitario esterno, che in basso fornisce un an- golo orbitario esterno inferiore, quasi spiniforme anch’ esso, più avanzato del lobo complementare. Questo col suo margine libero trasverso, sem- plicemente crenulato, è limitato internamente da un dente orbitario in- feriore interno, prima sporgente in un tubercolo spiniforme ottuso, e poi, più verso l’interno, rotondato, smarginato nel contorno, pel quale si salda incastrandosi a vicenda coll’ angolo e il margine del lobo sopraci- liare, risalendo assai più che nella Eriphia spinifrons. Pel lato interno o pterigo-antennare poi termina in un margine quasi retto d’ avanti in- dietro, e si connette alla solcatura, che tutta intorno nettamente circo- scrive il lobo subepatico nella parte anteriore dello pterigostomio. Lo spigolo antero laterale dello scudo è largamente curvato, assai acuto e porta 8 a 9 o 10 processi spiniformi, ottusi, dal primo in avanti all’ ultimo indietro, gradatamente decrescenti. La regione gastrica, ben definita, è divisa in un lobo meso-me- tagastrico trilobato, col lobulo anteriore, triangolare, stretto, allungatis- simo fra i lobi protogastrici divisi, larghi, e in avanti assai aspramente tubercolati. La regione epatica è in forma di un’ areola triangolare, stretta e lunga, colla base in avanti ed in fuori, sopravanzata dalla regione bran- chiale, oscuramente suddivisa e soltanto in avanti granulato spinosa. Lo pterigostomio è largamente convesso, e forma in avanti un lobo subepatico compreso fra il secondo dente marginale dello scudo, l’ an- golo e il margine pterigo-antennare, circoscritto indietro da un solco ar- cuato a concavità antero inferiore, la metà interna del quale è confusa colla sutura branchiostego-pterigoidea. Il lobo subepatico è quasi liscio 62 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. in fuori e fortemente granoso, dove si confonde coll’ angolo orbitario in- terno inferiore. La branchiostegite triangolare in avanti, ma poco inoltrata col ver- tice, circonda l’ angolo anteriore del peristoma col suo lobo estremo, granuloso, dentato e connesso col lobo complementare dell’ epistoma subbilobo, e a cui corrisponde l’ orifizio del sifone branchiale. Il margine dell’ epistoma è pel resto sinuato, e coi lobi interni o mediani, distinti fra loro ma contigui, sporge alquanto di più. Le fosse antennullari sono trasversali, comunicanti colle fosse anten- nari di gran tratto separate con queste dall’ orbita, chiusa per l’ articola- zione dello pterigostomio colla fronte e occupate dalla basi-ischiocerite antennare, corta, granosa, subquadrata, e posta al davanti della coxo- cerite, che è munita del tubercolo auditivo e in diretto rapporto col lobo complementare dell’ epistoma. Le mani sono nei due sessi discretamente ineguali, convesse, non granose, impresso-puntate, rosee. Le dita nel maschio e nella femmina giovane e con uova sono giallastre, con appena una sfumatura bruna verso l’ apice; sono invece, specialmente l’ inferiore, fortemente annerite e come affumicate nella femmina adulta. Il dito fisso della mano più grossa, triangolare compresso, ha verso la base, nel maschio, due tubercoli, nelle due femmine uno solo, appianato per erosione, e seguito da un altro più piccolo e da uno o due denti più verso l’apice. Nella mano più piccola il margine oppo- nente è affilato, oscuramente lobato dentato. Il dito mobile poi ha nella mano più grossa un forte tubercolo alla base, opposto a quello del dito inferiore, con due o tre tubercoli e alcuni denti più presso l’ apice, molto conformemente a quanto si vede nella Eriphia spinifrons. I peli che guerniscono le diverse articolazioni delle estremità emer- gono in fascetti da rilievi granulosi, e sono o lunghe setole rigide e brune coll’ estremità più chiara, o peli rigidi altrettanto, ma neri e sottili, come d’ altronde anco in altre (Eriphia spinifrons). Dana assegna alla specie secondo una femmina lunga 22 lin. */,, larga 29 lin., il rapporto di 1:4,31 (per errore 1 : 1,29); i nostri esemplari secondo le loro dimensioni proprie ci danno i rapporti 1 :1,37 a 1: 1,42 nelle femmine, 1 : 1,55 nel maschio; rapporti cioè che si accostano assai a quelli dell E. Gonagra da un lato (1,4), a quelli dell’ E. Smithi dal- l’altro (1,3). Tuttavolta per le caratteristiche indicate non sapremmo es- sere incerti sulla identificazione proposta. La specie è dell’ Isola di Francia, secondo Milne Edwards; dell’Arcipe- lago di Paomotu, delle Isole della Società, di Samoa, Fidgi, secondo Da- na. Si ha da New-Island, sulle coste di Sumatra, secondo i nostri viaggia- tori, che ivi la raccolsero il dì 8 febbraio 1867: CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. (i Dimensioni e rapporti. x Maschio, Femmina, a b L'AGIRE osA do neusa ceo MAU, 47 43 38 Tarehezza”. 00. RR, » 65 60 592 Lungh. alla largh.= 100. .+0,72; 0,73 — 0,71. Genus. Trapezia. Latr., Familles naturelles, p. 269; Encvel., T.X, p. 695; Régne animal, édit. II, T. IV, p. 4A. M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. I, p. 427. Dana, Op. cit., T.I, p. 230, 252. Stimps., Proceed. of the Acad. of Nat. Soc. of Philad., 1858, p. © Synon. Grapsillus, M. Leay, Sud Afric. Grust., T. HI. Cancer, Herbst. (o) nI XVII. Trapeczia dentala. Dana, Op. cit., T.I, p. 258, tav. 25, fig. 6, a, db, d. Synon. GrapsiLLus DENTATUS, M. Leav, Sud Afric. Crust., loc. cit. Trapezia ...., Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 19. Tav. V, Fig. 2, a,b, c,d. Questa forma conviene assai col tipo specifico, a cui è assimilata, per le dimensioni mediocri, pei rapporti di esse e per la pubescenza delle zampe posteriori; e si distingue dalla Trapezia cymodoce Guerin (Tra- pezia miniata Lucas et Jacq.) pei caratteri del dente sottorbitario e del dente laterale acuto. Quanto alla disposizione della fronte, i denti sono veramente sei, cioè, due esterni o sopraciliari rotondati, per profondo seno separati dai fron- tali, che una larga ma superficiale smarginatura distingue per ogni lato in un lobo o dente interno triangolare, assai acuto, e in un iobo o dente esterno rotondato e denticolato. Lo scudo, di color cannella, è suffuso di bruno in avanti, con alcune macchie ini rosse ocracee e disposte in una serie a traverso, in- nanzi a una linea che passi per gli angoli laterali molto acuti dello scudo. La meropodite del primo paio, depressa, fortemente escavata presso 64 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. la base, ha lo spigolo interno dilatato, attenuato 5 dentato, con i due 0 tre denti prossimi all’ angolo anteriore denticolati; il margine anteriore è di sopra sinuato. Il carpo è assai ristretto, convesso, levigato ; la mano è terminata da dita corte brune, a breve distanza dall'origine, apiculate e leggermente adunche, coi margini attenuati, quasi interi. L’addome della femmina è largamente obovato rotondato, colle di- visioni dei segmenti indicate da angoli rientrati, più profondi di quelli disegnati da Dana. L'ultimo articolo è semicircolare. Dana ha una varietà subintegra, che non conviene più del tipo colla nostra. La specie sarebbe dei Cora! reef di Taiti, delle Isole Fidgi, di Tonga- tabou, secondo Dana. L’ esemplare nostro viene dalle coste di Giava. Dana assegna al tipo suo: LUNEIezZA Re ARIA = Poll. 0,30 (sic) PArchEZzZa ee sie scad _10;36 RApportoR.t ana 5:6= 0,83. Il nostro esemplare ci dà: Dimensioni e rapporti. Scudo, ION O NEZZA NARRA CINI Mill. 42 Larghezza della fronte senza i lobi sopraciliari ......... I id. id. coi lobi sopraciliari............ SH id. dello scudo alle spine mesobranchiali. . ....... » 14,5 id. dell'addome sul sesto segmento .......... MO Toracopodi. I IL Meropodite, lunghezza. ............ DETIETAR MaI 5,5 id. lArgnezza Rote i O. 2,0 Propodite, lunghezza margine inferiore ........... » 14 5 id. TALCDEZZA RA A TI > 6 3 DAttlOPOWMeREEE CERRI 2 Lunghezza allaMlarchezza —HM00 RE 0,83 Earghezza{dellaffronte-t... terne eee 0,40 id. dell'‘addomie:..’. ose a iene 0,62 LUnchezzai della mMano fre ARRE 0,97 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 65 Fam. VI. PORTUNIDA.' Dana, Explor. Exped. Crustacea, T. I, p. 267. Gen. Portunus (genus), De Haan, Fauna japonica, Crust., p. 3. Fam. Cyclometopa, Trib. Portuniana (Portuniens), M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. I, p. 432 (pars). Trib. Cyclometopa, Fam. Portuniana, Alph. M. Edw., Hist. des Crust. podophtalm. fossiles, Ann. des Se. nat., Ser. 48, T. XIV, p.185, 195; Id., Etudes sur les Crust. récents de la Fam. des Portuniens, Arch. du Mus. d’Hist. nat., T. X, p. 309. Subfam. I. LUPINZE. Dana, Op. cit., Vol. cit., pag. 2608-70. Genus. Lupa. Leach., Edimb. Enceycl., T. VII, D 390, art. Crustaceolog.—Desmar., Considérat. sur les Crust., p. 97.— Latr., Règne animal, édit. II, eV ip2935 Lupea, Lamk., des Hist. Anim. sans vert., édit. Il, T. V, p. 473. — M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. I, p. 445. — Dana, Op. cit., T.I, p. 268-70. Portunus, Fabr. Bosc, Hist. natur. des Crust., T. I, p.209.— Latr., Hist. natur. des Crust. et des Insectes; Id., Encycl. Méthod., T. X. — Lamk., Hist. des Anim. sans vert., édit. I, T. V. Portunus (Neptunus, ete.), De Haan, Fauna japonica, Crust., p. 37. Neptunus, Alph. M. Edw., Arch. du Mus. d’Hist. nat., T. X, p. 314. 1 PortuNIDA, Dana, constant Subfam.: Lupinarum, Areninarum, Portuninarum. Portunum, De Haan, constituunt Subgenera: Neptunus, Achelous, Amphitrite, Pon- tus, Portunus, Charybdis, Oceanus (Thalamita), Podophtalmus, Scylla (Vedi Op. cit., p. 3, 37-44). — Enoplonoto, Goniosoma, Carupa, Lupocyclo, Portunite, Nectocarci- no, Lissocarcino, Polybio, Platyonycho, Psammocarcino auctis vel aggregatis, Cl. Alph. Mil. Edwards, Portuniana duobus Agelibus, AnomaLa (Anormaux) et NORMALJA (Normaux) digessit.— Normalia autem in Subagelibus Lupeana, Thalamitana, Ca- rupana, Lupocyclinana, Carciniana, Lissocarciniana, Polybiana, di- rempsit (Op. cit., p. 228, 309). Scienze fisiche e naturali. — VOL. I 5) 60 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. XIX. Lupa pelagica.* Tav. V; Pig. 9 ap Leach., Edimb. Eneycl., loc. cit. Desmar., Op. cit., loc. cit., tav. 8, fig. 2. Lupea pelagica, Dana, Op. cit., Vol. cit., p. 271. — D’Orbigny, Dict. d’Hist. nat. Crust., tav. 2.—Stimps., Proceed. of the Acad. of Nat. Soc. of Philad., 1857, p. 36. — M. Edw., Op. cit., T.1, p. 450. Portunus (Neptunus) pelagicus, De Haan, Fauna japonica, Crust., p- 37, tav. 9-10. Neptunus pelagicus, Alph. M. Edw., Op. cit., Vol. cit., pag. 320. Portunus pelagicus, L. Fabr., Entomol. syst., T. II, p. 447, n. 31 (pars); Id., Mant. Insect., T.I, p. 318, n. 32; Id., Suppl., p. 367. — Latr., Hist. nat. Crust., T. VI, p. 16; Id., Encycl. Méthod., T. X, p. 188. — Savigny, Egypt. Crust., tav. 3, fig. 1. Cancer PELAGICUS, L. Mus. Ulr., p. 484; Syst. nat., p. 2970, 19.. Forsk., Descript. Anim., p. 89. Cancer cedonulli, Herbst., Op. cit., Vol. cit., p. 59. Lupa sanguinolenta, Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 20. De Haan, distinguendo esattamente nelle sue tavole i caratteri sessuali e descrivendo le varietà della specie, rende più agevole il determinare la nostra forma, che altrimenti (astrazion fatta dalla grossezza delle gra- nulazioni tergali), quando gli esemplari sien giovani o scoloriti e si tratti di femminé, sia per le prime meropoditi (soltanto colla porzione anteriore al tubercolo e alla piega preapicale dello spigolo esterno ol- trepassanti l’ apice della spina posteriore dello scudo), sia per la spina apicale corta ed ottusa dello spigolo stesso, nella femmina prende ca- ratteri assai prossimi alla Lupa sanguinolenta, alla quale infatti si era da prima assimilata. Quando poi si abbiano individui di sesso e di età differenti, rimane nei giovani abbastanza incerto anco il carattere della meropodite del quinto paio, quadrata ugualmente pe’ due sessi nella ! Lupa Leach, Latr. (Lupea Lamk, M. Edw.) genus apud Alph. M. Edw., partim ad Neptunum, partim ad Acheloum, Scyllam, Lupam refertum. Lupam pelagicam sub nomine Neptuni pelugici De Haan, ostendet. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 67 L. pelagica, allungata nel maschio adulto della L. sanguinolenta , poichè realmente l’ articolo indicato rimane presso a poco eguale nei maschi e nelle femmine dell’ una specie e dell’ altra. De Haan è il primo, anzi il solo, a parlare di femmine sterili nei Crostacei, distinte specialmente per la forma dell’ addome; e poichè tra le Lupa si verifica cotesta condizione, la femmina sterile della specie qui ricordata avrebbe addome triangolare, ottuso verso l’ estremità, più largo che nei maschi, più stretto che nelle femmine feconde. La nostra è una femmina di queste ultime, e il suo addome misura secondo i segmenti diversi: PErIMAGULITERMArO NezZa E SE Mill. 26 Terza id. III n >» 45 SettimandSiallaibase;Marghezzage sat een PRO) Sterno, larghezza. ..... IRE » 50 id. Slunghezza:. .<.e- TORINO » 50 Fra le varietà distinte da De Haan, la nostra si riferisce a quella a l- » vido viridescens vel rubescens, maculis sparsis deformibus vix concate- » natis albidis picta, brachiis trispinosis, fronte 4 spinosa (C. cedonulli, » Herbst), » ma le macchie albescenti, molto spiccate sulle braccia e lungo i margini posteriori del corpo fra la rete rossastra che le circoscrive, sono assai più confuse e livide sul tergo, e con altre macchie rossastre ir- regolari, disposte quasi in semicerchio concentrico al margine anteriore dello scudo. Dimensioni e rapporti. Scudo. Diametro antero posteriore. ...... A dad dea oto Mil. 57 Larghezza fra i due denti orbitali interni. ........... » 18 id. id. orbitali esterni. ........... » 40 id. fra i due denti penultimi................. » 96 id. fra i due denti mesobranchiali (apice)... ... » 120 Zampe. Lunghezza del braccio, spigolo posteriore. .......... » 43 id. della mano, margine inferiore. .......... » 65 DILOMDIEROrE ate oe N N ». 30 - Rapporti. Larghezza dello scudo = 100. Lunghezza i: CM IS OO O O » 0,47 Junghezza del'braccio. «tree Aalst enne » 0,35 IR CENNO A IE » 0,52 id. dellolsterno:.. erette RR DE » 0,40 id. dell’addomeallo sterno=100........... » 0,90 68 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. XX. Lupa sanguinolenta, M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. I, p. 454; Id., Réègne animal, tav. 10, fig. 4. — De Haan, Dana, Stimps. Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 21. Srnon. MNeptunus sanguinolentus, Alph. M. Edw., Nouv. Archiv. du Mus., TX, p. 919. Portunus sanguinolentus, Fabr., Suppl. Entomol. syst., p. 365; Latr. Eneycl. Méthod., T. X, p. 190. CANCER sANGUINOLENTUS, Herbst, Naturgesch. der Krabb. und Krebs., Topo d615tav. 8g 10057 Cancer pelagicus, L. Fabr., Mant. Insect., T. I, p. 318; Linn., Syst. nat., édit. Gmel. Dopo qualche incertezza, giustificata dalle osservazioni già fatte, si riferisce a questa specie un giovane maschio a scudo minutamente gra- nuloso, a macchie però obliterate, con spina mesobranchiale acuta allun- gata, colla fronte a sei denti spiniformi, dei quali i mediani più piccoli dei submediani, gli esterni corti ottusi, il margine orbitale inerme tri- partito, le meropoditi del primo paio sporgenti assai fuori del margine dello scudo e dell’ apice del dente mesobranchiale, armate di spina al- l'estremo canto dello spigolo esterno: proveniente dal Golfo di Petcheli. Dimensioni e rapporti. Scudo. IRILA(]O) O 0 0DOS 0 OI RIT TITTI TI Mill. 18 Largo fra gli apici dei denti mesobranchiali......... » 48 id. fra gli apici dei penultimi denti. ............. » 29 id stra i (denti (Orbita BR interni DINI6 id. id. éSsternia LUCE ANIA > 00013 T'oracopodi. Meropodite (margine posteriore) lunghezza... ....... ». 12 Mano (margine inferiore) IRR IAA I >» 19 Rapporto della lunghezza alla larghezza dello scudo ARMATE ARIA TAGRAR RA DÌ 0,62. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 69 Prospetto dei generi della divisione dei Lupeani, Vedi Alph. M. Edw., Op. cit., Vol. cit., pag. 311. I.— Regioni mesobranchiali prolungate lateralmente in forma di dente spinoso : a) mediocre. — Denti marginali più di nove. X Mani robuste prismatiche; ectognatopodi non QttINPENUINALITONtesteree ate tt anti NEPTUNUS. XX Mani gracili e quasi cilindriche; ectognatopodi più avanzati della fronte. ............ boo Mud b) grandissimo. — Denti marginali più di nove. ........ ENoPLONOTUS. II. — Regioni mesobranchiali non prolungate in forma di dente spinoso: aa) Scudo depresso; epistoma lineare e incompleto; mani allungate tesprisMaticHestea ae ere AcHELOUS. bb) Scudo convesso ; epistoma completo; mani corte. ... ScyLLa. Specie del genere Neptunus. A. M. Edw. Arcuate. Neptunus diacanthus, A.M.Edw. Portunus diacanthus Latr. Coste d’ America. — Say (Gibbes)............. — pelagicus Bosc. ..... Oc. Atl. America. —*margmatus; A- Mi Hdiw,..< o. ee id. — sanguinolentus, A. M. Edw. — sanguinolentus Fabr.. Oceano Indiano. — pelagicus, De Haan....... — pelagicus Fabr..... . M.Ros.,0c.Ind.,N.01, MALMAUSTATMRE WAN o Set Africa occidentale. CAVIALE te Noe Australia. SIERO IRA RMAR Wta tate Isola Maurizio. — cribrarius, A.M.Edw..... — cribrarius Lamk. ... Oc. Atl., da N. York al Brasile. Angolari. INEPLURUSIASperstA MARIA. ee et e Chili. i — Gibbesi ARE RR to vale Sivale Carol.merid.,Florida. — cruentatus 0 ba EMO RARO MCO oi ol ORIONE Antille. — hastatus idee Portunus hastatus Latr. Mediterraneo. 70 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Neptunus anceps, A.M.Edw. Lupa anceps H. Duchass. ... Antille, G. di Califor. — Seba lib osce Lupa Sebe M. Edw........ Martinicca, Brasile. — gladiator i oodSo Portunus gladiator Fabr.... China, Giap., Sumatra. — medius bbosebo Amphitrite media Stimps. 2) — argentatus Itbsosde — argentata White ....... Borneo. — hastatoides id...... Portunus hastatoides. F..... Oceano Indiano. _AUDECCULO SASA e Isole Sandwich. — gracillimus » id...... Amphitrite gracillima Stimps. Isole Bonin. — rugosus IRR NO PRIO re Australia. — tenuipes boost — tenuipes De Haan. ...... Giappone. — gracilimanus, Stimps. (2) — vigilans, A.M.Edw.... — wvigilans Dana ......... Arcipelago, Is. Viti. — longispinosus id...... — longispinosa Dana. ..... id. Fossili. Neptunus monspeliensis, A. M. Edw. _ Larteti id. _ vicentinus id. —_ arcuatus id. — granulatus id. —_ incertus id. Specie del genere Lupa. A. M. Edw. Lupa forceps, Leach.......... Portunus forceps Fabr. Equivalenza sinonimica delle specie del genere Lupa. Leach, secondo A. M.Edw., Op. cit. Lupa hastata, Say ceo ded Neptunus diacanthus, A. M. Edw. —i ‘diacantha, M. Edw.o ateo = A LS — pelagica Says — Say. — Say; GIbDScanat tte = = . — sanguinolenta, M. Edw......... — sanguinolentus. — pelagica, Leach.............. — pelagicus. — ‘cribraria, Mi Edw...=..../.-.. — cribrarius. — ‘Gibbesii, Stimps.............. — Gibbesii. — *Dufouri; Desmo ian stette — hastatus. —. 'hastata, MHdw.-...-.. 0. _ _ —. anceps, H. De Sauss.......... — anceps. — eehelicasa 1 SLOAtIRE it = = —rSehe Mo Kw: cate _ Sebe. — gladiator, M. Edw............. — gladiator. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 7A Lupa Banksii, Leach.?............. Achelous spinimanus. —' ispinimana, Stimps:...-. i... -- _ = = IDESMALIIR AR _ ai pubescens Aa — pubescens. — granulata, M. Edw............ — granulatus. = ierubra ts MEnh diW:3: 8 santone — ruber. —. tranquebarica, M. Edw........ Scylla serrata, De Haan, A. M. Edw. — lobifrons; M. Edw............. — — a leucodon FRCUSSTt e sente — — io rceps dit A Chest Lupa forceps, A. M. Edw. Genus. Thalamita. Latr., Règne animal, édit. II, T. IV, p. 33. — M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. I, p. 457 (pars). —- Dana, Explor. Exped. Crusta- cea, T. I, p. 269, 280. Portunus (TÒÙaLamira), De Haan, Fauna japonica, Crust., p. 10, 43. Portunus, L. Fabr., Suppl. Entomol. syst. XXI. Thalamita Stimpsonii. Alph. M. Edw., Op. cit., Nouv. Archiv. du Mus., T. X, p. 362, tav. 35, fig. 4. i Th. prymna, De Haan, Fauna japonica, Crust., p. 43, var. d (2). Th. Dane, Stimps., Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 24. TavVe vEigsdoa, bc, die, fi Adpresse pubescens, lobis epigastricis protogastricisque antice argute plicato marginatis; regione gastrica plicis duo transversalibus crenulato ciliatis, antica, gastrali tantum, postica, gastro mesobranchiali, sulcata. Dens lateralis quartus tertio quintoque brevior, omnes apice acuti nigricantes; deutoceritarum basis transversa, elongata, medio acute ca- rinata, carina argutissime granoso-denticulata, apice lamelloso rotun- dato, integro, levi. Brachium, margine interno basi serrulatum, denique trispinosum; spina postica, ab intermedia remotiuscula, minor; subapicalis major, omnes apice nigricantes; lobo apicali rotundato. Carpum obverse trigonum, convexum, granoso-villosum, superficie lineis crenulato ciliatis exaratum, ad spinas, quarum supera unica maxima, acuta, apice fuscata, convergentibus. ni (S°) CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Manus elongata, villosa, externe tri, interne uni carinata, margine su- pero acuto, carinaque submarginali, basi granosis bispinosis. Spine mar- ginales carinalium validiores, apice fuscate; spina quinta basalis autem | maxima; carina mediana et inframediana, carina marginalis infera in di- gitum producte, ambo tenues exquisite crenulato-granos®. Digiti dimidie® manus subaquales, tetraedri, acute attenuati subun- cinati, forte sulcati carinati, carinis rotundatis glaberrimis, tertio api- cali, margineque toto brunnei. Propoditis quinta cultriformis villosa, medio leevi subcarinata, mar- gine infero posteriori argute 12-spinulosa, apiceque mucronata. Scudo depresso villoso; lobo epigastrico interno terminato più avanti del lobo protogastrico, ed al pari di questo con margine anteriore convesso plici- forme, sottilmente crenulato ciliato; regione gastrica assai distinta, in avanti arcuata, sul mezzo traversata da una piega granulosa (epigastrica A. M. Edw.), non continuata sulle regioni laterali, e più indietro da un’ altra (ipogastrica A. M. Edw.) che traversa pure, piegandosi ad arco in avanti, la regione meso- branchiale, e finisce all’apice del dente correlativo. Lobi frontali, larghi, lamellosi; gli interni all’ interno retti, all’ esterno ro- tondati e sottoposti al margine contiguo, inversamente conformato del lobo sub- mediano che per altra fessura è diviso dal lobo esterno, rotondato e posto sullo stesso piano di esso; una larga ripiegatura discende dal lobo frontale esterno, e circoscrive di sotto e per di fuori la fossa antennullare. Lobo sopraciliare (frontale esterno), triangolare, col margine anteriore interno quasi traversale, convesso, per la base soprapposto al lobo frontale pre- cedente, lungo poco meno della larghezza dei tre lobi frontali dello stesso lato; col margine esterno più corto, escavato, e per angusta fessura diviso dal lobo accessorio dell’orbita, a sua volta diviso dal lobo esterno e in avanti troncato. Margini antero-laterali sensibilmente arcuati, 5 dentati, col dente anteriore (lobo orbitario esterno) vòlto in avanti ed un poco all’interno; il 2° e il 3° vòlti direttamente in avanti, triangolari, apiculati, subeguali fra loro; 4° minore; 5° mag- giore del 4°, non però eguale ad alcuno dei tre anteriori, tutti con apice bruno. Regioni pterigostomiche molto declivi, pubescenti, terminate da lobo sot- torbitario, triangolare lamelloso, con margine pterigo-antennare quasi traverso, margine orbitario inferiore inclinato in fuori, sottile, crenulato, largo due terzi dell’ orbita, per profonda incisione separato in fuori dal lobo orbitario esterno, che è triquetro e nell’ apice identificato col dente orbitario superiore dello stesso lato. Lobo subepatico, per una depressione trasversale distinto dal lobo sottorbi- tario, trasversalmente assai rilevato, verso l'interno granuloso. Linea branchiostega dal lato dello pterigostomio granulato-ciliata. Branchiostegite terminata in avanti da lobo epimerale acuto, lamelloso, ar- ticolato, col lobo accessorio dell’ epistoma nell’ angolo peristomiale anteriore. Orbite angolari, di sopra, per le incisioni indicate, tripartite, di sotto bi- partite soltanto; largamente aperte all’interno e dirette obliquamente in avanti e all’ infuori. Fosse antennari poste in trasverso sulla linea dell’ apertura orbitale; le in- terne all’esterno aumentate dalle fossette scavate sotto il lobo frontale submediano. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 73 Epistoma corto davanti indietro, pel dente mediano connesso alla fronte, col margine antennullare escavato, sottile e sottilmente crenulato. Segmento antennare in avanti squisitamente distinto dal segmento antennullare, più largo di esso, protratto infuori dietro il timpano dell’ antenna esterna e pel margine peristomiale 4 lobo, coi lobi mediani approssimati per l’ angolo interno denti- forme prominente, per istretta fessura separati dai lobi accessorii, a loro volta divisi ma contigui all’ epimero della branchiostegite. Protoceriti. Coxo-basi-ischiocerite delle antenne interne, trasversa, ovoi- de, anteriormente escavata, non eccedente in fuori i lobi medii del margine dell’ epistoma; merocerite lineare più lunga della escavazione antennullare, e ri- cevuta in parte nella fossetta del 2° lobo frontale ; merocerite globulosa, bre- vissima; carpocerite, proceriti sottili lunghe, scafocerite minuta, dattilocerite lunghetta. Deutoceriti colla prima massa trasversale, nel primo terzo piana, verso la base posteriormente e all’interno escavata dal tubercolo auditivo, infuori e anteriormente dalla inserzione della merocerite, ne’ due terzi esterni prismatica, carenata e percorsa da una cresta granoso-denticolata, nell’ apice rotondata. Toracopodi anteriori, colla meropodite per un terzo sporgente, oltre l’ an- golo antero-laterale dello scudo, sullo spigolo interno terminato da lobo rotondato trispinoso, colle due ultime spine maggiori compresse, acute, contigue, la prima verso la base dell’ articolo separata dalle precedenti per alcune granulazioni sottili, e seguìta da altre più argute verso la base dell’ articolo stesso. Spigolo esterno rotondato, trasversalmente plicato-rugoso, e sul margine delle pieghe brevemente crenulato, ciliato. Carpo trigono, villoso, percorso da carene oblique terminate a cinque spine nigricanti nell’ apice, una più forte all’ angolo anteriore interno superiore, tre verso l’ angolo inferiore esterno, una mediana più ottusa. Mano con lo spigolo superiore arguto, bispinoso, granuloso alla base. «Faccia esterna convessa, villosa, percorsa da tre carene, la superiore delle quali, all’ origine, granosa, bidentata o liscia; la mediana e submediana infe- riore mutiche, glabre, granoso-denticolate; una forte spina alla base fra le due carene submarginale e mediana. Spigolo inferiore, per di fuori ne’ due terzi estremi prominente a guisa di carena verso la base, piano granulato, continuato in tutta la lunghezza del dito, granoso, scabro. Una carena scabra percorre la palma della mano sul mezzo della faccia anteriore interna, di qua e di là da questa quasi escavata e villosa. Dita tetragono-compresse, acute, adunche, nerastre per un terzo o un quarto della lunghezza dall’apice e lungo il margine opponente, lunghe come lo spigolo superiore della mano. Pollice sugli spigoli inferiori, convergenti al- l'apice, fortemente carinato, e carinato lungo il margine superiore; negl’ in- tervalli fra le carene, fin presso l’apice villoso, nel margine opponente acuto, fortemente armato di denti triangolari, dopo il primo più grosso, compressi e subeguali. Dito superiore compresso, quasi esaedro, acuto, arcuato, percorso da carene, delle quali una mediana superiore, due per ogni faccia all’interno e all’ esterno convergenti verso l’apice fra loro, e nell’apice stesso colla superiore; margine opponente dentato, e verso la base arcuato con un tubercolo ottuso retroflesso. 74 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Meropoditi posteriori assai larghe, trigono-compresse, colla faccia di sotto (posteriore) angusta e villosa fra gli spigoli marginali nudi, col margine supe- riore pettinato ciliato; la faccia anteriore (superiore) nuda, la faccia di dietro (inferiore) nel mezzo leggermente carenata, di sopra e di sotto alla carena nuda come i margini, subescavata e villosa. Carpopoditi lungo lo spigolo superiore sulle due faccie impresso-solcate , nella impressione anteriore ciliate. Propoditi sulle faccie bicarinate e fra le due carene nude, villose, lungo lo spigolo superiore e inferiore anteriormente ciliate. Dattilopoditi lunghe, acute, quasi tetragone, lungo gli spigoli rilevati nude, nelle solcature intermedie ciliato-villose. Ultima meropodite depressa, villosa sulla faccia esterna, ai lati di una carena mediana che è glabra; sul margine superiore ciliata, sul margine inferiore presso l'angolo terminale armata di una spina, ed avanti a questa ciliata. Carpopodite compressa, trigona, superiormente ciliata, sulla faccia escavata, villosa. Propodite obovato-cultriforme, nel mezzo e sui margini leggermente rilevata, glabra, ai lati della carena mediana, escavata e villosa; sul margine inferiore convesso ciliata, munita di 11 a 12 spinule acute, ciliata nel margine superiore. Dattilopodite ellittica, col segmento superiore più corto e rotondato dell’ in- feriore; sui margini fittamente ciliata, nel mezzo percorsa da una carena nu- da, depressa, terminata ad apice acuto. Sterno ovato triangolare. 1%, 2°, 3° sternite coalite: la prima appena di- stinta per impressione trasversa lineare, la 2° e la 3° da angusta fessura mar- ginale, la 3* dalla 4% da larga smarginatura angolare. — Episterniti saldate colle sterniti. Addome del maschio, sopra una base rettangolare formata dalla 1% e 2* urite lineari, fortemente carenate, sporgenti lateralmente, triangolare allungato; presso la base escavato; presso l’ apice convesso e rotondato sui lati; 3°, 4%, 5° urite saldate; 6* quasi quadrata cogli angoli posteriori rotondati, 1’ ultimo 4rian- golare. Una femmina giovane ripete le disposizioni dello scudo e delle appendici del maschio adulto. L’ addome è ellittico, assai acuto, troncato alla base, dove il primo articolo sparisce fra il margine del torace e il secondo anello addomi- nale, stretto, fortemente carenato come il terzo e il quarto che poco è più largo. Il quinto ed il sesto sono gradatamente più lunghi davanti indietro, coi margini laterali rotondati e un dell’ altro più stretti; il settimo è triangolare e occupa la troncatura anteriore del sesto. Dimensioni e rapporti. Scudo. Maschio. Femmina. Larghezza della fronte senza il lobo sopra- OUNEREIA TASTO do RON Horo dolo oli Ml. 17 10 Larghezza fra i denti orbitali interni. ...... » 29 17 id. fra gli angoli orbitali esterni... .. » 41 24 id. fra identi posteriori... ........ » 50 27 Diametro antero posteriore .............. » 30 18 Larghezza dello sterno del maschio....... » 24 Dell’addome sul 6° segmento. ........... 36 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 79 Troracopodi del maschio, I III. V. IMErOpoditerststt sonia pere netta Ml. 21 16 9 CANPOPOA TERRA SA » 14 9 5) Propodite, lunghezza margine inferiore... >» 34 11 10 id. larghezza. arte tene >» 12 di vi Dattilopodite, lunghezza. ............... dio de 18) id. larshezza:ta orto suine ji 7 Rapporti. Larghezza dello scudo = 100. id. della fronte (lobi sopraciliari esclusi)... .. Mill. 0,34 MHunghezza (dello SCUAONA (tte sete rie teen 0,60 id. dellatmanofa 110: SCUA ORI » 0,68 Larghezza dello sterno allo scudo................. » 0,48 id. dell’ addome (6° segmento) allo sterno.... » 0,25 La disposizione della fronte, e specialmente il 4° dente marginale più corto, il margine della propodite del 5° paio spinuloso, distinguono senza dubbio questa forma dalla Th. Dane Stimps., alla quale nel nostro Catalogo fu assimilata. Ammettendo però la Th. Stimpsonii Alph. M. Edw., colla quale la nostra forma conviene perfettamente, non si può a meno di avvertire alle relazioni ch’ essa deve avere colla 7h. prymna De Haan, non vera- mente col tipo, ma colla varietà B (dentibus quartis cweteris minoribus). In grazia di questo però e quando si è già riunita alla 7h. prymna De Haan la Th. cassimana di Dana, resta forse poco per costituire come specie a sé la Th. Stimpsonii medesima. — In ultimo, poichè della Th. prymna De Haan si hanno due forme, una coi due denti estremi dello scudo, una col 4° dente soltanto, più corti, e così è manifesta la variabilità di questo ca- raltere nella specie, non si vede perchè Stimpson tenda a separare dalla Th. prymna il Cancer prymna di Herbst, e porre una differenza fra le Thalamita omonime di De Haan e Milne Edwards. Milne Edwards (Alph.) descrive la Th. Stimpsoni sopra i materiali della collezione del Museo di Parigi e come dei mari dell’ Asia. — La 77. prymna, var. B, De Haan, è del Mare dell’ Indie; della Th. crassi- mana Dana non è detta l'origine; la nostra viene dai mari di Giava. 76 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. XXII. Thalamita caeruleipes. Lucas et Jacq., Voyage au Pòle Sud, Crust., p. 54, tav. 5, fig. 6. — Alph. M. Edw., Op. cit., Vol. cit., p. 363. — Heller, Novara Reise, Crust., p. 28. Targ. Tozz., Catal. Grost. della Magenta “n. 22. TAVIVI Pigs ria, 0, cd: I più prossimi rapporti di questa forma, indicati anco dal colora- mento delle zampe, sono senza dubbio colla Th. ceruleipes Lucas e Jacq., dalla quale non conviene di separarla. Tuttavolta la cresta denticolata della coxo-ischio-basicerite, qui, piut- tosto che per 2-0 3 sole spine verso l’ origine, è scabra in tutta la lun- ghezza, per una serie di 7 a 8 tubercoletti assai acuti. Le regioni pterigo- stomiche sono granulate per una certa estensione anco presso i margini antero-laterali. I denti dello scudo sono assai gradatamente decrescenti da- vanti indietro, ciò che almeno non è nella figura della specie citata. Le spine dello spigolo interno del braccio sono poco sporgenti. Il carpo porta real- mente quattro spine, alla base delle quali convergono angolarmente in avanti altrettante carene granulose ; la spina più forte è all’ angolo antero superiore interno, le altre tre sono, una più avanti, due più ‘indietro verso l'angolo inferiore ed esterno; e salvo le carene da cui è percorso, il carpo è, come la mano, liscio, non granuloso. La mano è compressa, col margine superiore acuto e la carena submarginale armati di due spi- ne, ed una quinta spina è più indietro di contro all’ angolo mediano del carpo; è poi liscia in tutta la faccia esterna, salvo un piccolo tubercolo verso la divisione delle dita, e glabra fino alla carena submarginale in- feriore; liscia è finalmente sulla faccia interna. Le dita grossette, acute, assai adunche, sono brune nell’ apice, e il dito superiore è bruno ancora per tutto, l’inferiore per una parte del margine opponente soltanto: il primo è subtrigono e tricarenato, colla carena interna appena suddivisa alla base e per breve tratto distinta dalla su- periore; nel margine opponente è armato di un grosso tubercolo ottuso, poi di due denti triangolari tricuspidali e di denti più tenui verso l’estre- mità; il dito inferiore, semplicemente percorso dalla carena submar- ginale, nel margine opponente, alquanto dilatato, è armato alla base di tre denti ottusi semplici, poi di due denti triangolari tricuspidati e di denti minori verso l’ estremità. Tanto un dito che l’altro è bruno nel CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. el margine dentato e nell’ apice. Il coloramento ceruleo delle zampe, obli- ierato, non è a zone, ma continuo, dove ne apparisce vestigio. Le zampe posteriori del 2°, 3°, 4° paio sono assai lunghe, compresse ma poco allargate, glabre, senza impressioni o rilievi nei primi articoli, ongitudinalmente, nella propodite, solcate sulla faccia esterna ed interna, o da questa parte lungo i solchi submarginali brevemente ciliate. Le dat- ilopoditi sono stiliformi, compresse, subtrigone, longitudinalmente care- nate e solcate, lungo i solchi premarginali superiore e inferiore interni iliate, nell’ apice acute. La meropodite del 5° paio è stretta, allungata, quasi terete, presso "estremo carpico del margine inferiore unispinosa; carpopodite corta; propodite obovato-cultriforme, col margine posteriore convesso ciliato, ra- lamente 6-7 spinuloso. — Dattilopodite ovato-lanceolata, nel mezzo lon- xitudinalmente solcata, col segmento posteriore acuminato, assai più ungo del segmento superiore. Il nostro individuo maschio è certamente più giovane di quello dise- nato e descritto da Lucas, e le non gravi differenze potrebbero esser rutto dell’età. Quanto all’ essere piuttosto glabra che villosa, come si vede nella figura, ciò è probabilmente perchè l’ individuo nostro dis- seccato ha perduto i peli, generalmente caduchi, come ha perduto il colore. Dimensioni e rapporti. Scudo. Fronte escluso il lobo sopraciliare. ................ Mill. 14 Bra dentirorbitalfnfernStst Ret o n SN29 idMborbitalilesterni:i Mn. sesto vi? Fra gli angoli mesobranchiali...............00000.. pi 136 MELCINEIPOSTELIORCRR A RE n i ua DIANE EFORAMEEHOPOSTETIO LEN Nt enni vu 8 Toracopodi. Io Hi Ve Lunghezza della meropodite............... Mil. 9 12 7 MALChezza tre ni ene Setenta » 4 Lunghezza della carpopodite............... » 7 id. della propodite (marg. infer.)..... i DOO E Larghezza Ia ITA » 9 5) Lunghezza della dattilopodite............... DIMAZAZIONALO Mare hezza i nn ant » 5 Rapporti. Larghezza dello scudo = 100. Larghezza della fronte (lobo sopraciliare escluso)... Mill. 0,38 id. collobosopraciliare.................. » 0,60 IUngnezzaTdelloYSCUAOtettà stette stette eee) » 0,69 id dello sterno allo scudo... .....-...-.- » 0,50 id. —dell’addome (6° segm.) allo sterno. . .... ». 0,22 78 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. La specie, dell’Isola di Mangavera per Jacq. e Lucas, è come la precedente di Giava per noi. XXIII. Thalamita Sima, M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. I, pag. 460. Stimps., Proceed. of the Acad. of Nat. Soc. of Philad., 1857, pag. 37, A. Alph. M. Edw., Etudes sur les Portuniens, Op. cit., Vol. cit., pag. 399. Synon, Portunus Poissoni?, Aud., Egypt. Crust., tav. 4, fig. 3, 5. Portunus (Thalamita) arcuatus, De Haan, Fauna japonica, Crust., pag. 43, tav. 2, fig. 2; tav. 13, fig. 1. TAVANE lego cia se bpcc-adsne: Pubescens antice ut precedentes in regione epifrontali, gastrica atque mesobranchiali trasverse lineata, margine frontali bilobo, lobis truncatis lieve sinuatis ad angulum preorbitalem rotundatis, lobo superciliari late arcuato latioribus; margine antero-laterali subcurvato 5-dentato, dente antico latiore, postico longiore peracuto, 4 omnium minore, omnibus autem apice pallide fuscatis. i Coxobasicerite elongata, ab insertione meroceritis medio acute ele- vato-carinata, integerrima, apice lamelloso-rotundata. Meropodium an- ticum esterne rugosum, margine interno 4-5 granoso, irregulariter spi- nuloso, dentibus spiniformibus duo tantum acutis apiculatis, apice fuscatis. Carpo latere exteriore imbricato carinato subgranoso, 3 spinuloso, spina interna valida acuta, apice fuscata. Manus superne margine acuto, carinaque submarginali basi tantum transverse rugosa, bispinosa, ad api- cem carpi unispinosa; carina media subevanescente, interrupta glabra, inermi; carinis duo infernis linearibus, latere infero tantum pectinato- ramose. Interna facie autem manus ipsa tricarinata, carina supera submarginali granulata brevi, media inferaque latioribus, transverse rugosis. Pentacarpopodite margine infero integro. Colore viridescente, superne posticeque coeruleo bimaculata, pe- dum articuli rufescenti anulati. Depressa e sui lobi alquanto escavata, pubescente, percorsa da linee tra- sversali, epigastriche, protogastriche, mesogastriche e mesobranchiali, meno forti, ma disposte come nelle specie precedenti. Fronte biloba larga ‘/ della larghezza totale. Lobi frontali, con margine anteriore attenuato troncato, al- quanto escavato, terminato all'angolo esterno assai rotondato e soprammesso dal Viel A d Ù CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 19 lobo sopraciliare, in avanti convesso, in fuori concorrendo, col lobo complemen- tare e il lobo orbitario esterno (dente anteriore dello scudo) separati per anguste fessure, alla formazione del margine orbitale, semilunare, e colla escavazione in avanti. Margine orbitale inferiore dalla base del dente anteriore esterno, per una incisione profonda distinto, obliquo, integerrimo, lamelloso e sporgente, ter- minato al canto opposto da un angolo orbitale interno inferiore. Margine pterigo- antennare obliquo all’ interno, quasi trasversale. Epistoma corto, e largo da un lato all’altro; per il segmento antennullare protratto col dente mediano verso la fronte, sui lati e sul margine anteriore squi- sitamente contornato, limitando le fosse antennullari; segmento antennare pro- tratto all’ indietro nel dente e nella cresta peristomiale trilobata, e col lobo esterno congiunto all’ epimero della branchiostegite. Margini antico-laterali poco o punto inclinati in avanti, lessermente arcuati e convergenti, 5 dentati. Dente anteriore, triquetro, triangolare, più grande deîì due seguenti più acuti, maggiori del 4°, più piccolo a sua volta di tutti; 5° dente acuto, apicu- lato, più grande dei tre precedenti, e come tutti gli altri nell’ apice bruno. Deutoceriti colla basicerite romboidale, */ più lunga che larga, quasi trasversale, dalla inserzione della merocerite infuori, per °/ dalla distanza del- l’ apice rilevata in una cresta longitudinale integra, sporgente a modo di dente triangolare ottuso, quindi verso l’ apice lamellosa e rotondata. Toracopodi anteriori, sporgenti fuori del margine dello scudo per la metà della meropodite trigona, verso la base bruscamente ristretta, collo spigolo inferiore rotondato ottuso, presso l’ apice unidentato; lo spigolo posteriore ro- tondatoypresso la base troncato, nella lunghezza come la faccia inferiore e su- periore percorso da pieghe pilifere trasversali, fra loro anastomizzate. Spigolo interno o anteriore, nell’ apice, nell’ angolo estremo dentiforme, lamelloso, ristretto, quindi armato di due spine acute fosche nella estremità, se- guite da due spine posteriori più piccole, con granulazioni spiniformi minute nell’ intervallo. Carpo trigono percorso da carene oblique, poco rilevate, crenulate, ciliate; all'angolo superiore interno armato di spina lunga acerosa, con tre denti spini- formi all’estremo anteriore delle due carene esterne e posteriori, e sparso negli intervalli da tubercoletti e da peli. Mano allungata, col margine superiore e una carena submarginale trasver- salmente rugosa verso la base, armate ciascuna di due spine, delle quali una af- fatto angolare; una spina inoltre alla base della carena submarginale davanti all'angolo anteriore del carpo. Terza carena mediana, appena rilevata, mutica come la marginale inferiore, più distinta e continuata nel dito, l’ una e l’altra depresse, glabre, e dal lato inferiore pettinato-ramificate. Sulla faccia interna della mano una carena submarginale superiore granulosa, una mediana e sub- mediana inferiore trasversalmente corrugate, e una marginale inferiore conti- nuata nel dito. Dito inferiore tetragono acuto, leggermente uncinato, trasversalmente ornato di una fascia bruna, bianco nell’apice e, nel margine bruno, diviso in tre denti triangolari tricuspidali, con altri minori denti in avanti, sui quattro spigoli late- rali percorso da carene. Dito superiore conforme all’ inferiore, bifasciato con un grosso tubercolo alla base, in una mano dentato come il superiore, percorso 80 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. da sei carene, delle quali le due esterne e inferiori riunite in una submarginale a ?/, della lunghezza dall’apice digitale. Zampe posteriori del 2°, 3°, 4° paio per- corse da solchi e carene, fra i solchi glabre; la meropodite e propodite divise da due fasce trasversali violacee, la carpopodite da una fascia soltanto. Dattilopoditi tetragono-subulate, acute; lungo gli spigoli rotondati, subcare- renati, glabri, solcate e villose, inferiormente ciliate. Zampe del 5° paio più compresse: la meropodite compressa, nel mezzo leggermente carinata glabra, ai lati villosa, sul margine posteriore, presso l’ an- golo esterno, unispinosa. Propodite lamellosa, cultriforme, longitudinalmente ca- renata glabra, col margine inferiore convesso, ciliato, integerrimo. Dattilopodite ovoidale ciliata, al termine della costola mediana, che la per- corre, apiculata. Sterno ovale obcordato. Proto-deuto-tritosterniti distinte da impressioni trasversali: l’ ultima molto più larga, sporgente sui lati per le episterniti roton- date e con esse per la base confusa — nel mezzo in tutta la sua lunghezza sol- cata e posteriormente profondamente scavata dall’ apice della pelvi; 42, 5°, 6* ster- nite trasversali, infuori saldate colle episterniti largamente rotondate sporgenti sui lati, da un lato all’ altro villose, nel mezzo però trasversalmente denudate. Addome col 1° articolo brevissimo pliciforme, assai più stretto del mar- gine del torace, e del 2° e 3° segmento, brevissimi, fortemente carenati sulla carena, glabri, avanti e indietro ad essa villosi; 4° anch'esso carenato più stretto dei precedenti; 5° più lungo il doppio del quarto, percorso trasversalmente da una carena nuda fra due aree villose; 6° quasi rettangolare, cogli angoli po- steriori rotondati; ultimo articolo triangolare, alquanto allungato. . Pelvi dalla 3° sternite all’indietro più profondamente escavata, con un tu- bercoletto sopra ciascuna metà della 4* sternite sul margine della escavazione. Uropodi quattro: i due anteriori compressi, alla base dilatati, quindi at- tenuati filiformi, subulati, coll’ apice vòlto all’ infuori, lunghi fino al margine po- steriore della 4° sternite; i due posteriori più piccoli, saldati in parte colla base degli anteriori. Goloramento dell’ esemplare nell’ alcool verde-grigio, rilevato da una tinta bluastra assai diffusa sul tergo, e da due macchie bluastre più cupe nelle re- gioni metabranchiali; disposto poi a zone sul flagello delle antenne esterne e gli articoli delle zampe. Dita rossastre, verso l’ apice sbiancate. Dimensioni e ra orti. p Larghezza della fronte (lobi frontali interni). ....... MU. 11 id. fra i due denti orbitali interni. ........... Sr] id. id. orbitali esterni . .......... > 0027 id. id. POSTELIOLIAR O NS DIS Diametrollon pitudinale RR RA >» 20 Lunghezza alla larghezza =100......... 66,6. Coi lobi frontali interi e maggiori dei lobi sopraciliari si hanno, secondo Alph. M. Edwards, due sole specie, questa cioè e la 7%. Chaptali, CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 81 Aud., conosciuta per la figura di Savigny e diversa pei denti antero-late- rali troncati. La prima dovrebbe comprendere la Th. Poissoni Aud., che per al- tro Milne Edwards (Hist. natur. des Crust.) riferisce alla Th. Admete, e il Portunus (Thalamita) arcuatus, De Haan. Coll’ una e coll’ altra delle ultime due, la nostra forma presenta qualche differenza e ha fatto dubitare della sua vera identità. I suoi lobi frontali non sono infatti rotondati come nella figura data per la Th. Admete, le spine della mano e i denti marginali dello scudo non sono unicolori; le mani hanno piuttosto cinque che tre spine sol- tanto, le dita non sono appunto bianche nell’ apice come nel Portunus arcualus. Del resto, le antibraccia sono piuttosto bi che trispinose sul mar- gine anteriore o interno, il carpo ha una sola vera spina, essendo le altre appena rilevate dove si trovano, le mani ornate in modo assai par- ticolare, e così differisce per questi segni dalla Th. Sima, com’ è com- presa e descritta. I peli che ne guerniscono la superficie sono lunghe spine arcuate, quasi tetragone, tubulate, e da due facce opposte presso l’ estremità pettinato-ciliate. Milne Edwards dà la 7%. Sima del Coromandel; Alph. M. Edw. del Mar Rosso, di Giava, della China, del Giappone, e da quest’ ultima pure De Haan ha il suo Portunus (Thalamita) crenatus; la forma da noi de- scritta è dello Stretto di Banka, e si ha un solo individuo. Genus. Goniosoma. Alph. M. Edw., Hist. des Crust. podophtalm. fossiles, Ann. des Sc. natur., Ser. 4*, T. XIV; Etudes Zoolog. sur les Portun., Arch. du Musée, T. X, p. 367. Synon. Portunus, L. Fabr., Entomol. syst., Suppl. (pars). Thalamita, Latr., Règne animal, édit. II, T. IV, p. 38 (pars). —M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. I. Charybdis! (Oceanus) De Haan, Fauna japonica, Crust., p. 10. Charybdis, Dana, Explor. Exped. Crustacea, T. I, pag. 285. ! Caribdea nomen Medusarum phanerocarparum (fam. Carybdeida Gegb.) generi a Peronio et Lesuerio tributum, omonimi vitande causa, A. M. Edw. in Goniosoma mutavit. x Scienze fisiche e naturali. — VOL. I. 6 82 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. XXIV. Goniosoma cruciferum. Alph. M. Edw., Etudes Zoolog. sur les Portun., Op. cit., Vol. cit., pilozde Synon. Charybdis crucifera, Dana, Op. cit., Vol. cit., p. 286, tav. duo fig. 11. — Stimps., Proceed. of the Acad. of. Nat. Soc. of Philad.; 1857, p. 56. Portunus (Oceanus) crucifer, De Haan, Op. cit., p. 40. Thalamita crucifera, M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. I, p. 462. Porrunus cruciFER, L. Fabr., Entomol. syst., Suppl., p. 364. — Dal- dorf, M. SS.; Siebold Spicil., Fauna japon., p. 14. Cancer marinus levis, Rumpf., Thes. Amboin, tav. 6, fig. p. Cancer cruciatus, Herbst, Op. cit., tav. 8, fig. 53, e tav. 38, fig. 1. Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 25. Tav. VI, Fig. 2, a-g. Dimensioni e rapporti. Maschio. Diametro antero posteriore... .................00... Mill. 21 id. frontale, esclusi i denti orbitali interni. ..... » 7 id. id. compresi i denti orbitali interni.... » 10 id. fronto-orbitale(fraidue angoli orbitali esterni). » 16,5 id. trasversale (fra i due angoli mesobranchiali). » 31 Margine latero anteriore fra l’angolo orbitale esterno e latero posteriore in corda. ...........-.....e.. STO Margine latero posteriore. ............<.. 0.00 VUE TOM DOSTELIOLE VA SAI IA » 10 Rapporti della lunghezza alla larghezza = 0,70. I rapporti della lunghezza alla larghezza del corpo sono identici a questi anco per De Haan e per Dana. La specie appartiene all’ Oceano Indiano, Bombay, Singapore, Su- matra, Isole Filippine (Dana, Alph. M. Edw.), ai mari della China e del Giappone (De Haan, Alph. M. Edw.). I nostri esemplari, scoloriti, giovani e in assai mediocre stato, vengono da Giava. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 83 XXV. Goniosoma affine. Alph. M. Edw., Etudes Zoolog. sur les Portun., Op. cit., Vol. cit., p. 984. Charybdis affinis, Dana, Explor. Exped. Crustacea, T. I, p. 286, tav. 17; fig. 12. Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, N. 26. Tav. VI, Fig. 3, a-g. Lete hexagonalis depressa, lateraliter excavata villosa, medio lineis transversalibus proso-ipo gastrica, mesobranchiali quoque, crenulatis exarata. Frons sexdentata; dentibus externis triangularibus, internis duo subellipticis, omnibus apice emarginatis, superciliaris triangularis, minoribus. Dentes antico-laterales, 6; 1, 2 coterum minores subequales, 6 major, omnes apice fuscati. Brachium antice trispinosum; carpum, spina angulari intima pera- cuta, externis 3, minusculis. Manus elongata margine supero, carinaque submarginali bispinosa; carina mediana, submediana, marginali infe- ra, in digito producta, perleves; interstitii intercarinales villosi. Digiti manu breviores fuscati, apice albi; inferus 4, superus 5 carinatus, cari- nis exquisitis, intermediariis inferisque invicem sub apice cum carina supera coalescentibus, margine 3, 4-dentato, dentibus serrulatis. Pro- poditis 5, margine postico valide 8 spinulosa. In questa forma a margini antero-laterali .arcuati, con sei denti, dei quali l’ anteriore e il 2° poco più piccoli del 8°, e il 6° alquanto più grande degli altri, merita attenzione la fronte larga con sei lobi lamel- losi, triangolari, acuti (ai quali è conforme poi lo stesso lobo sopraci- liare), e l’ angolo orbitario interno col margine interno corto, obliquo all'infuori e in avanti retto, non incurvato, Le fosse antennari esterne sono assai corte, poco inclinate e il margine pterigo-antennare, che le limita posteriormente ed in fuori, è più corto dell’ articolo antennare corrispondente, compresa la espansione o prolungamento dell’ angolo anteriore ed esterno. La base dell’ antenna esterna, trapezoidale triquetra in fuori e in avanti troncato-rotondata, è sulla faccia inferiore interna, fin presso il 84 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. margine apicale, obliquamente percorsa da una carena rilevata, lineare, crenulata, circoscrivente la faccia dove s’ inserisce la merocerite. Dimensioni e rapporti. Fra i denti orbitali interni superiori. .............. Mill. 15,5 id. id. esterni superiori. .............. » 26,5 TON atera 1 ESTENSE » 44 Fra i due angoli posteriori interni. ............... 8) Diametro antero posteriore. ..................... DINSIDR Rapporto della lunghezza alla larghezza = 100 63,7. La disposizione della fronte e dei margini antero—laterali non lascia dubbio che questa forma appartenga alle Thalamita esagonali, Goniosoma o Charybdis, per quanto poi la disposizione dell’ articolo basilare delle antenne esterne la costituisca realmente in una posizione intermedia. Nella divisione a cui si riporta, pei suoi denti anteriori un poco minori degli altri, accenna a qualche relazione col Goniosoma natator, da cui è però diversa per la mancanza di tubercoli e granulazioni assai forti sulle mani. Per l’ ultimo dente alquanto più forte accenna pure alla Th. callianassa M. Edw., colla fronte però più avanzata, il braccio più corto, la mano con 5 spine, nel resto fra le carene mediana, subme- diana e marginale inferiore levigata, villosa, ma non spinulosa irta. Rispetto ai lobi frontali va poi avvertito che, mentre formano una cresta tutta in un piano appena inferiore a quello dal quale sorgono agli estremi laterali i lobi sopraciliari, i due interni sono ellittici e diretti in avanti, un poco più lunghi dei due contigui da ciascun lato, quasi triangolari, più larghi, più corti, vòlti un poco all’ infuori; e i terzi sono stretti, triangolari, allungati e diretti in avanti. Tutti questi, ma spe- cialmente i due interni da ciascun lato, sono brevissimamente troncati e smarginati nell’ apice da una incisione che finisce in una piccola fossetta sul tavolato inferiore. Il lobo sopraciliare è triangolare anch’ esso, più largo, col mar- gine interno quasi retto, l’ esterno largamente escavato per formare il segmento interno del margine orbitale, completato dal lobo intermedio e dal dente anteriore dello scudo. La specie, in un solo individuo, in parte mutilato, proviene, come per Dana, da Singapore. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Corrispondenza sinonimica delle specie dei generi Thalamita e Goniosoma, A. M. Edw. Thalamita Admete, Latr., Rè- Portunus Admete, Latr., Is. Sandwich, Samoa, gne animal Savigny, A. M. Edw integra, Dana SImMangA NM Ridiws. e Chaptali, Aud Primna, M. Edw Stimpsoni, A. M. Edw... picta, Stimps coeruleipes, Jacq. et Lucas. spinimana, Dana crenata, Ruppel, M.Edw., Stimps CRCIOCICLORORCACHO -Danae, Stimps......... Goniosoma erythrodactylum, A. ME etnea natator, A.M.Edw. cruciferum, id. . sexdentatum, Id... japonicum, da annulatum, id... ' Ann. des Sc. natur., Ser. Nuov. Dict. d’Hist. nat. Thalamita Admete, Aud. Eg. Savigny Wakes, Ind. Orient. Mar Rosso. Is. Sandwich, Paomo- tu, Jahiti. Portunus (Thalamita) ar- MarRosso,Giava,Giap- cuatus, De Haan pone, China. Mar Rosso. Haan. Mari d’ Asia. Isola Ousima. SISSI SABRINA Isola Mangavera. Arcipelago, Is. Viti. sila e) elle. 0 0 e ve. 4 eee e: 0 ale alleg»,e10 (eju » (ose) Sus ne'eal e (08) = ea ela) a ale viel) 0r0) eve.le.is hole, € eje,lète e, e, oio, c'e. diete 4 9,6, 57000, = 0 0 0 8 v 0 21008 000 nn Portunus Poissoni, Aud.? Mar Rosso, Oc. Ind., Mare del Giappone e della China. Thalamita crenata, Dana. Mare della China, di Giava, diSamarong. Port. erythrodact., Lamk. Isole Marchesi, Moluc- Thal. erythrod., M. Edw. che. — Teschoiret,M.Edw.! Charybdis dura, White. Port. sanguineus, Bosc. Oc.Ind., MaredelGiap- pone e della China. Thalamitanatator, M.Edw. Char. natator, De Haan. — granulatus, De Haan. . Portunus crucifer, Fabr. — sexdentatus, Fabr.. Mar Rosso, Oc. Ind. Cancer sexdent., Herbst. Char. sexdent., De Haan. Mare del Giappone e della China. Portunus anulatus, Fabr., Oc. Ind., Giava, Ba- Herbst, Latreille. tavia. Thalam. anulata, M.Edw. 3°, T. X, tav. 16, p. 30. 86 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Goniosoma quadrimaculatum, 2? A. M. Edw. — ornatum, A. M. Edw. Thal. truncata, De Haan. Mare del Giappone. — lineatum, RR MEM e 0 Isole Noukaiva. — miles, id.... Charybdismiles,DeHaan. Giappone. — roseum, id.... Thalamita rosea, Homb. CLITACRISRREZI ARE N. Guinea. — rostratum, 1 REPAIR FORCES U0O Bocche del Gange. — truncatum, id.... Port. truncatus, Latr.... Malabar, Porto Natale. Thalamita truncata, M. Edw. — anisodon, id.... Charybdis anisodon, De China, Giava, N. Ga- Haan, Stimps. ledonia. — callianassa, id.... Cancercallianassa, Herbst. Oc. Ind., Giappone. Thal. callianassa, M. Edw. Isole Filippine. Charybdis variegata , De Haan, Stimps. — orientale, id... Char. orientalis, Dana. Considerazioni sulla forma generale dei Canceridi e dei Portunidi. Nei Portunidi si determina una doppia tendenza delle parti mediane e delle parti laterali dello scudo a prevalere le une sulle altre, sporgendo queste o quelle lateralmente, ovvero d’ avanti indietro; e un’ altra delle parti tergali o delle parti ventrali a spingersi rispettivamente ora più avanti, ora meno. Da che infine le forme diverse che hanno i loro estremi termini nei Lupeidini (Lupa, Neptunus, Achelous) largamente trasversali, o in alcuni Portunus (P. subcorrugatus), Nectocarcinus (N. tuberculo- sus), più lunghi che larghi, e le forme nelle quali, come in alcuni Go- niosoma, Thalamita, ec., la fronte sopravanza le fosse antennari e l’ epistoma, o in certi Neptunus (N. Say, N. diachanthus, ec.), in cui invece l’ epistoma sopravanza la fronte. Ma se nelle forme allungate, col prevalere delle parti mediane dal- Vl avanti all’ indietro, va quasi sempre di conserva una riduzione della larghezza delle parti stesse, e poi delle parti laterali rispetto a queste (Neptunus rugosus, Goniosoma truncatum, G. paucidentatum), nel de- terminare le forme trasverse spesso concorrono di conserva colle late- rali, o con prevalenza assoluta sopra di esse, le parti mediane: benchè non tutte nel medesimo grado. Difatti in tutto questo conflitto prendono parte molto diversa le parti anteriori o le parti posteriori; tantochè, mentre le vicende più gravi colpiscono quelle che portano gli occhi, le antenne, le mandibule, corrispondenti a ciò che forma la fronte, l’ orbita, la regione gastrica, VIE e CO n EIN CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 87 o le regioni epatiche, epibranchiali e mesobranchiali, assai meno restano modificate le posteriori estreme nella regione cardiaca, intestinale o me- tabranchiale. Nell’ antico genere Thalamita, smembrato per formare il genere che rimane con questo nome, e il genere Oceanus da una parte, il ge- nere Charybdis dall’ altra, contenuto il primo nella sezione delle Thala- mita esagonali, gli altri nel genere Gonzosoma, vi sono forme che mo- strano in breve giro una buona serie di esempi delle ricordate vicende. In tutte, la fronte sopravanza le fosse antennari e l’ epistoma; poi il segmento antero laterale dello scudo tende ad espandersi non più in fuori e colle parti corrispondenti all’ angolo mesobranchiale principal- mente, ma in fuori e in avanti colle parti che corrispondono alle re- gioni epibranchiali ed epatiche, colla regione fronto-orbitale. La diffe- renza poi fra le Thalamita esagonali (M. Edw.), ancora più prossime alle Lupa, e le Thalamita quadrate (Goniosoma) più remote da esse, dipende principalmente da questo, che nelle prime all’ allargamento an- teriore prende pochissima parte il lobo sopraciliare, nelle altre, invece, questo si allarga a sua volta non poco di dentro in fuori. La fronte, ora quasi intera o semplicemente subbiloba, o divisa in sei denti, in forme pel resto tanto vicine, resulta sempre di due ele- menti tergali riuniti sulla lineà mediana per formare una tergite impari, che, per essere la prima e interposta agli occhi, darebbe l’ idea di essere la tergite del segmento oftalmico dello scudo. Vi è poi in fuori il lobo sopraciliare, che nelle descrizioni, per esempio degli Ossirinchi, si distingue dalla fronte stessa, e invece si considera come parte integrale di questa, descrivendo i Canceridi. Real- mente questa distinzione non è giusta; ma comunque, negli Ossirinchi, il lobo sopraciliare si pone alla base del rostro e si distacca lateral- mente da esso per una incisione, pigliando poi forma di corno, di dente o di spina divergente, assai spesso. Altrettanto distinti o poco meno seguono di poi in fuori, e sempre più indietro progressivamente il lobo accessorio dell’ orbita, il dente o lobo orbitario esterno (Maja, Eury- podius, Halimus). Nei Canceridi, e più avanti nelle forme che seguono invece, il lobo sopraciliare e gli altri lobi apparenti nel contorno dell’ orbita, meno quello angolare esterno, si mantengono a livello o restano più corti dei lobi della fronte e dell’ angolo interno dell’ orbita e talora si confondono insieme; ma per quanto così manifestino una più intima ed immediata relazione di origine e di natura, essi rimangono pure morfologicamente diversi, e come sono negli Ossirinchi. Mentre la fronte infatti rappresenta una tergite anteriore, cui manca di sotto la relativa sternite, il lobo orbitario interno o sopraciliare e il lobo intermediario dell’ orbita potrebbero essere interpretati diversa- mente, cioè, o come divisioni del margine anteriore dell’ epimero fron- 88 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. tale medesimo, o come terminazioni estreme di altri due epimeri dipen- denti da tergiti di segmenti posteriori a quella frontale. L'angolo orbitario esterno, a capo dello spigolo pterigostomico, ver- rebbe anch’ esso a rappresentare un altro elemento epimerico, quarto di numero d’ avanti indietro, che quindi sarebbe dell’ anello mandibulare; per modo che lo scudo sarebbe realmente composto di un maggior nu- mero di metameri di quelli che vi ammettono Milne Edwards e Dana. Essi infatti, dopo aver considerato lo scudo come formato dalla tergite del- l'anello antennare e dell’ anello mandibulare, ad esclusione dell’ anello oftalmico e dell’ anello antennullare,* distinguono poi nello scudo me- desimo l’ arco cefalico dipendente dal primo, e l’ arco scapolare formato dall’ anello o metamerite mandibulare. ® Anco Alph. Milne Edwards esclude sempre dalla formazione dell’ arco cefalico la metamerite oftal- mica e antennullare, sebbene per l’arco scapolare ponga a contributo la metamerite antennare e mandibulare. * Nelle Thalamita frattanto si avrebbe ora una più larga rappresen- tanza, oltrechè degli elementi antimerici o laterali della tergite oftalmica (lobi frontali), anche degli elementi antimerici di una tergite successiva (lobo sopraciliare), rimanendo le tergiti o epimeriti del 2° e 3° segmento discretamente rappresentate dai lobi orbitali accessorio ed esterno. Essenzialmente le disposizioni sono qui come nei Canceridi, ma meglio che in questi si mantengono distinte in quelle le epimeriti an- tennullari (lobi sopraciliari) dalla tergite; e così per esse i Portunidi tornano ‘alla espressione degli stessi Ossirinchi, salvo che in questi i segmenti loro anteriori tendono a protrarsi in avanti, e negli altri ad espandersi piuttosto all’ infuori. Mentre per la faccia superiore dello scudo le Thalamita presentano un sensibile allargamento della fronte, ma soprattutto di quelle parti di essa che sarebbero epimeriti antennullari e che sono in ogni modo i lobi orbitarii interni o sopraciliari, per la faccia inferiore si vedono altre mutazioni importanti. L’ epistoma è realmente diviso in un segmento ante- riore (antennullare) e in un segmento posteriore (antennare); ma, del resto, non ha particolarità nè di forme nè di dimensioni, e soltanto rimane al- quanto più stretto della fronte. Il lobo sottorbitario che verrebbe fatto ! Hist. natur. des Crustacées, T. I, p. 24. ? Observ. sur le Squelette tégumentaire des Crustacées, Ann. des Sc. natur., Ser is, I ASVIp:0239% ° Hist. des Crust. podophtalm. fossiles, Ann. des Sc. natur., Ser. 4% T. XIV, p. 166.— Noi non vogliamo però tacere che tutto questo è ipotetico , e che forse quanto si vede nelle Squille tende a mostrare che le incisioni marginali superiori dell’ orbita, invece della divisione di somiti diverse, delle quali apparisca solamente l’ estremo, corrispondono alla divisione di sclerodermiti secondarie di uno stesso segmento, come nelle Squille le rappresentano le carene laterali dello scudo che a quelle divisioni fanno capo. RE TTT e Pn CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 89 di prendere per la episternite di uno o dell’ altro segmento antennare, si allarga un poco, tanto da secondare la dilatazione della tergite e delle epimeriti oftalmiche e antennari. Ma così viene una fessura fra lobo orbitario interno, superiore e infe- riore, omologa perfettamente alla fessura antennare degli altri Cance- ridi, che invece però di essere misurata dall’ altezza dell’ epistoma con un margine pterigo-antennare retto d’ avanti indietro o poco inclinato, è lunga e quasi trasversale. Di questa potrebbero avvantaggiarsi le an- tenne esterne soltanto, le quali prendono così nella base quel loro seg- mento molto allungato e diretto, come si vede, di dentro in fuori. Però le cose sono meno gravi nel fondo che nelle apparenze, per quanto all’ antenna: perchè infatti questa nel suo asse verticale, dalla base verso l’ epistoma all origine del filamento verso la fronte, è ap- pena più lunga dell’ altezza dell’ epistoma medesimo, e leggermente in- clinata; ma poi si protrae del doppio e più in fuori, asimmetricamente col- l’angolo anteriore ed esterno del 2° articolo, e sotto quelle insolite forme, con cui si vede, empie la lunga fossa dell’iato orbito-antennare. Nel quale poi non è vero che l’ antenna sia saldata colla fronte, come dice Milne Edwards, sebbene la fronte dall’ angolo rientrante fra i due lobi esterni e i due interni mandi una cresta rilevata a toccare l’ angolo interno e non ispostato dall’ articolo stesso. La base dell’antenna poi sembra formata tutta da quest'articolo, es- sendo quello precedente rappresentato dal solo tubercolo auditivo, distinto e abbracciato in parte da una escavazione del margine posteriore di quello. Trovando attribuito il nome di Charybdis a un genere di Medusari da Peron e Lesueur, Alph. Milne Edwards, con uno scrupolo forse soverchio, lo ha rilasciato, sostituendo l’ altro di Goniosoma. Il genere smembrato dai Portunus di L. Fabr., come il genere Thalamita, comprende i due sottogeneri Oceanus, Charybdis, di De Haan, o altrimenti le Talamite esagonali di Milne Edwards e le Talamite quadrate. I caratteri delle Charybdis, o Goniosoma che si voglian dire, resul- tano principalmente dalla fronte e dal corpo meno allargato che nelle Thalamita, dal margine antero laterale obliquo e dai caratteri conse- quenziali del 1° articolo delle antenne esterne meno allungato, colla ori- gine del flagello antennare meno lontano dall’ orbita. Si potrebbe ag- giungere l’ inclinazione minore dell’ articolo stesso, la forma quasi romboidale della 6% merognatite. Quanto però alla larghezza della fronte, bisogna avvertire che, se questa si prenda senza contare il lobo sopraci- liare, si può trovare nelle vere Thalamita la fronte stretta altrettanto e anco più ; perchè la differenza è propriamente nel lobo sopra indicato, il quale nei Goniosoma è stretto alla base, col margine interno o anteriore cortissimo, volto coll’ apice quasi direttamente in avanti, mentre nelle Thalamita è lungo, obliquamente arcuato e diretto in fuori. — Se tali disposizioni, le ultime specialmente, coincidessero sempre colla divisione 90 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. triplice della lacinia della 3° gnatopodite in alcune forme, questo po- trebbe esser buon segno per distinguerle dalle altre, dove lo stesso or- sano fosse uni o bidentato, e ne verrebbe la validità dei due generi. Oceanus e Charybdis proposti da De Haan come sottogeneri. Ma per quanto si è visto, l’ una forma almeno passa all’ altra per gradi poco sensibili fra gli estremi delle nostre 7%. crucifera da un lato e della Th. Stimpsonii dall’ altro, e come intermedio molto eloquente si pone fra loro la stessa Charybdis affinis Dana, poco diversa pel suo lobo so- praciliare della Ch. crucifera o dalla Th. Admete. Questo considerato, e tenuto conto del poco valore attribuito alla stessa divisione della fronte, talora biloba soltanto, talora divisa in sei lobi (senza il lobo sopraciliare), parrebbe che come di per sè i generi Goniosoma e Charybdis non avessero maggior consistenza del genere Oceanus, e che il genere Zhalamita tornerebbe meglio a comprendere colle proprie le specie anco degli altri. Leg. II TELPHUSINEA ven CANCROIDEA GRAPSIDICA. Dana, Explor. Exped. Crustacea, T. I, p. 292. —, Synon. Fam. Catometopa, Trib. Telphusiana,° M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. II, p. 7. Telphuside (Fam.), Stimps., Proceed. of the Acad. of Nat. Soc. of Philad., 1858, p. 100. ° Genus. Geotelphusa. Stimps., Op. cit., Vol. cit., p. 100. Synon. Telphusa, Latr., Nouv. Diction. d’Hist. natur., Encyel. Méthod. — ‘Desmar., Considérat. sur Jes Crust., p. 127. —M. Edw., Op. cit., Vol. cit., p. 10; Id., Ann. des Sc. natur., Ser. 38, T. XX, p. 242. i Telphusinea Eriphidarum familie, generi Galene tantum adpressa, constant Caneroideis fluviaticis vel marinis, generibusque 7elphusa Latr., Valdivia White, Potamia Latr., Trichodactylo Latr.. Orthostoma Randall. 2 Telphusiana in CatomeToPORUN familia (Quadrilatera Latr., Eryphinis excep- tis) Edwarsius cum Geacarcinianis, Pinnotherianis, Ocypodianis, Gonoplacianis, Grap- soidianis, Trib., sejungit. (Mist. natur. des OCrust.; IT. II) 4 ; ò È Telphusidae (Fam.) Stimpsonius, sub Ocypodoidearum nomine tradit. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 04 Potamobia, Leach., Dict. Sc. nat., 1818, T. XII. Potamophilius, Latr., Encycl. Méthod. Potamodhylus, Latr., Règne animal, édit. I, 1817, T. II, p. 18. Potamon, Savigny, Mem. An. sans vert., 1818. Cancer (TeLrHUSA), De Haan, Fauna japonica, Crust., p. 52. Cancer, Belon, Rondelet, Olivi, Herbst. Il genere fondato da Stimpson, a spese della 7elphusa Latr., si compone di specie terrestri (G. Dehaani, G. obtusipes Stimps), e sì distingue dalla cresta dietro la fronte assai ottusa (obsoleta) e dalla inte- grità del margine antero laterale. XXVI. Geotelphusa Dehaani. Sfimps., \Op.cit., Vol. cit., p.'101. Srnon. Telphusa Dehaani, M. Edw., Ann. des Sc. natur., Ser. 3%, T. XX, p. 212. Th. Berardi, De Haan, Fauna japonica, Crust., p. 52. Targ. Tozz., Catal: Crost. della Magenta, n. 27. La fronte trasversalmente troncata, leggermente biloba, mediocremente inclinata, definita da un margine sottile rilevato, che contorna l’ orbita per di sopra, e continua sui lati per °/, della loro estensione in una carena spiccata, acuta, sottilmente crenulata, a prima vista uniformemente arcuata e convessa in fuori; i lobi epifrontali appena rilevati, le propoditi delle zampe posteriori compresse e nello spigolo inferiore grossetto denticolate e setifere; i tarsi, come d’ altronde in altre compresso-tetragoni, acuminati, e sugli spigoli spinu- loso-dentati, non che la conformazione generale e i rapporti delle dimensioni, corrispondono coi caratteri indicati, forse meglio che figurati da De Haan, per questa specie che a noi proviene da Yokokama. ‘ Essa è già distinta per Milne Edwards dalla 7%. Berardi Audouin, la quale è meno allungata, ha i margini antero-laterali curvati alquanto più larga- mente e non intieramenti ottusi, ma con una carena meno spiccata e più corta, e propoditi delle zampe posteriori denticolate soltanto verso l’ estremo esterno, non però affatto mutiche e inermi. Oltre di questo poi, è a confronto con altri 1 Il Museo di Firenze ha pure un’ altra femmina, anch’ essa mutilata, prove niente dal Giappone, più grande, ma identica nella forma. 92 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. esemplari della 7%. Berardi di Egitto posseduti dal Museo di Firenze, la stessa specie avrebbe orbite più grandi, apertura orbito-antennare più larga, mero- gnatite esterna più lunga, più rotondata in avanti, ostiolo branchiale circolare, non ellittico trasversalmente. Quanto ai caratteri come si descrivono, non è esatto che il margine antero laterale sia assolutamente continuo, perchè ha una spezzatura ed un denticolo appena sensibile dietro 1’ angolo orbitario esterno, al punto dove sul margine stesso cade il solco che di sotto circoscrive il lobo subepatico, e questo lobo, quasi triangolare nella T”. Berardi, è nella nostra un poco più ellissoide. L’addome della femmina è assai più stretto e coll’ ultimo segmento semi- circolare, non triangolare. Le zampe sono più gracili e più lunghe specialmente nei tarsi; le propo- diti sono nella faccia inferiore strettissima longitudinalmente solcate, e minuti denti sono in due serie sui margini poco pronunziati che ne resultano. Il colore dello scudo è verdastro-livido, quello delle zampe è giallastro. Senza aver maschi a confronto è difficile prendere un’ idea esatta del valore della figura data per essi da De Haan; ma in questa trove- remmo le zampe più corte che nella nostra, salvo almeno gli effetti della prospettiva; e quella della femmina ci presenta una conformazione generale, e una figura di addome che si confà meglio con quello della Th. Berardi Audouin, di modo che, se il dubbio fosse permesso, dubi- teremmo che le due figure A (maschio), B (femmina), come son certo di età, fossero anche di specie diversa. Dimensioni e rapporti. Th. Berardì, Th. Dehaani, femm. femm. Del viaggio Collezione della Magenta. M. Firenze. A B A B Larghezza della fronte. ........ Mill. 6 9 6 TI id. dello scudo fra gli an- goli orbitali esterni. » 13. 20 14,5 19 id. fra la massima con- vessità laterale... » 20 30 921 29 Margine posteriore dell'addome. » 8 13 9 il Diametro antero posteriore.... >» 14 21 17 29 Rapporti. Larghezza dello scudo = 100. id. della fronte... » 0,30 0,30 0,26 0,35 Lunghezza dello scudo . ....... » 0,70 0,70 0,80. 0,75 Genus. Paratelphusa. M. Edw., Archiv. du Musée d’Hist. natur., T. VII, p. 171. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 93 XXVII. ParateIphusa trideniata. M.Edw., Op. cit., Vol. cit., tav. 43, fig.1, 1a, 15; Ann. des Sc. natur., Ser. 3*, T. XX, p. 213. Heller, Novara Reise, Crust., p. 34. Ozius, Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 12. Tav. VI, Fig. 4, a-g. L’ individuo di Milne Edwards è femmina, ma, secondo la figura, è assai più grande di qualunque dei nostri ; il rapporto fra la lunghezza delle zampe del 3° paio e la lunghezza del corpo sarebbe maggiore; una delle due mani è dentata nelle dita, una è tubercolato-dentata, mentre nelle femmine nostre, forse più giovani, l’una e l’altra mano sono semplicemente dentate. Ma la disposizione diversa nelle due mani si ritrova nei maschi, e la più forte, ora destra ora sinistra, invece di denti acuti e poco dise- guali sui margini delle dita , porta verso la base e a metà denti e tubercoli rotondati; e di questi generalmente due più grandi al dito inferiore, uno al dito di sopra. Le dita poi sono più sottilmente e regolarmente dentate presso l’ apice, portano appena la traccia d’ impressioni longitudinali, e sono finamente granulose e brune. Rotondato nella figura e non indicato nella descrizione è il dente preapicale dello spigolo superiore delle meropoditi, che nelle zampe an- teriori è anco più pronunziato, ma in tutte realmente anco più acuto di quello che si osserva generalmente nelle Telphusa. Morfologicamente considerata questa specie e il genere nel quale si include, riproduce i fatti dei Telfusiani con qualche particolare che Milne Edwards ha già rilevato. Del resto, femmina e maschio, salvo le dimensioni delle mani, si corrispondono; ma poichè del maschio non si sa nulla e poco si dice dell’ addome della femmina, può essere aggiunto che lo Sterno nella femmina cordato triangolare, nel maschio però colla prima giuntura, formata dalla 1°, 2°, 3° sternite, più allungato in avanti e nel mezzo profondamente scavato. Addome sopra una larga base triangolare formata dal 1° segmento plici- forme cortissimo, dal 2° e 3° più lunghi e da un lato all’ altro più larghi e piani, dal 4° e 5* trapezoidali, dei quali 1’ ultimo più stretto del primo, allungato col 6° lineare più lungo di tutti, il 7° subeguale al 6° nell’ apice rotondato. Pereiopodi lunghi fino all’ articolazione della 4* colla 5* sternite, alla base 94 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. larghi e per di fuora coperti di piccola squama (verga) proveniente dalle zampe del 5° paio posteriori, più sottili, più lunghi dei precedenti. Addome della femmina ovato, acuto, ciliato, col 5° e 6° articolo saldati insieme, l’ ultimo triangolare. Pereiopodi grandi, col ramo esterno triangolare allungato, lungamente ci- liato, l’ interno filiforme e piumoso. Vulve fra la 3* e 4° sternite. Negli gnatopodi esterni l’ esartro o esognato è lineare, più lungo della ischiognatite, in avanti ristretto, sul margine interno longitudinalmente escavato e presso l'apice unidentato. Flagello sottile, alla base uniarticolato, presso l’apice pennicillato. La ischiognatite ha l’ angolo esterno e posteriore protratto, il margine po- steriore obliquo, l’ anteriore quasi trasversale un poco escavato, il margine in- terno bruscamente ciliato. La faccia è piana, impresso-puntata, glabra, profondamente solcata lungo il margine interno, non sulla metà come nelle Telphusa, non liscia come nelle Boscia. Dimensioni e rapporti. Maschio. Femmina a b VUNCREZZAo ERA Mill. 3026 23 Larghezza fra i mesobranchiali.......... » 40 36 30 Lunghezza della mano maggiore. ........ » 139 (30 18 Altezza: a Rein ee ie TON 9 Rapporti. Larghezza dello scudo = 100. L'UDPHEZZa SI > (0,75 07/20000;76 Manca la indicazione delle misure in Milne Edwards. Heller assegna lunghezza 26, larghezza 37, da cui il rapporto 0,70/,. Milne Edwards ha fatto la sua descrizione sopra una femmina di Gia- va; Heller ha pure forme di questo luogo, ed avverte la punta con cui termina l’ angolo esterno del braccio. I nostri esemplari (cinque fra maschi e femmine) provengono da Giava, e anch’ essi, per erronea interpretazione del carattere dipendente dall’ori- fizio branchiale aperto quasi nell’ angolo pterigo-epistomiale a spese del margine dell’ epistoma, furono riferiti al genere Ozàus. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 95 Leg. III. CYCLINEA.' Dana, Explor. Exped. Crustacea, T. I, p. 295. Genus. Acanthocyclus. M. Edw. et Lucas in D'Orbigny, Voyage dans l’Amér. mérid., Zool. Crust:, II p-:30, 31. XXVII. Acanthocyclus Gay. M. Edw. et Lucas, Op. cit., loc. cit. Strahl, Monatsbericht der k. preuss. Ak. der Wissenschaft. zu Berl., 1861, p. 713. Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 52. Tav. VII, Fig. 1, a-f. Scudo obovato orbicolare, convesso nel segmento anteriore, sparso di gra- nulazioni biancastre, minute, rade, rotondate, terminate da un pelo, nel resto come nella superficie delle zampe densissimamente e brevissimamente villoso areolato; margini postero-laterali convergenti all'indietro e ottusi, gli antero-late- rali arguti, curvati, divisi in sette denti triangolari acuti, rivolti in avanti, il 1° e 2° maggiori del 3°, subeguali al 4° e al 5°; d’ altronde maggiori del sesto. Regioni gastro-cardiaco-intestinali appena distinte fra loro e dalle regioni epatiche ed epibranchiali; queste leggermente incavate, più distinte però dalle regioni meso e metabranchiali sensibilmente rilevate. Fronte larga circa ‘/, della larghezza dello scudo, trilobata, leggermente inclinata. Lobo medio, di tutta la lunghezza avanzato più dei laterali, nell’apice troncato inciso, di sotto scanalato. Lobi laterali (lobo sopraciliare) sporgenti in fuori, nell’ angolo estremo rotondati, continuati nel margine orbitario superiore, largamente escavato, inciso a */ verso il canto esterno. ! Legio, genere unico constat, cujus characteres, « Pedes postici non natatorii. » Antenne externe obsolete, Ramus maxillipedis 1%, internus simplex; Carapax au- » gustus vel subordicularis, apud Danam constat. » M. Edw. et Lucas, Acantho cyclum inter Atelecyclun et Pscudocoristen forte di- sponunt. 96 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Dente orbitario esterno, trigono ottuso, sporgente a pari del lobo laterale della fronte. Margine orbitario inferiore, ottuso escavato. Angolo pterigo-epistomiale ottuso, col lato anteriore brevissimo, il lato po- steriore più lungo, ingrossato, costituente il segmento antero laterale del peristoma. Angolo branchiostego-epistomiale appena distinto sul margine laterale del peristoma, continuato indietro fino al margine assillare dello scudo, sulle zampe anteriori e sulle zampe posteriori escavato, riunito di sopra e indietro al mar- gine posteriore dello scudo stesso. Pterigostomio verticale, corto d’ avanti indietro, e convesso al di sotto del- l’orbita profondamente emarginata, terminato internamente dal margine pte- rigo-antennare corto, rilevato in avanti in acuto dente orbitario inferiore: vil- loso dovunque: ha un’ area glabra, semicircolare, sotto il 2° dente dello scudo. Branchiostegite triangolare acuta, distinta per sutura vivamente scolpita dallo pterigostomio, fortemente convessa , terminata in avanti a pari collo pteri- gostomio medesimo, ma continuata quindi all’interno in un lobo terminale li- neare sporgente, articolato alla base dell’ antenna esterna, e per questa separato dall’ epistoma. Epistoma profondamente incassato fra le protoceriti, largo quanto la base del lobo medio della fronte, col segmento anteriore ridotto ad un dente trian- golare, bruscamente piegato in avanti ed applicato nella scanalatura inferiore del lobo frontale medesimo; segmento posteriore verticale trasverso, incavato, col margine peristomiale libero, trilobato; il lobo medio nell’ apice leggermente inciso, i lobi laterali rotondati escavati, e per stretta fessura separati tuttavia dalla base antennare. Orbite piccole, largamente aperte, di sotto e di sopra profondamente smar- ginate, assai oblique e poco profondamente scavate. Fosse antennarie: le interne quasi verticali, corte, strette, profonde, sopra- vanzate dal lobo medio della fronte, aperte di sopra nella smarginatura fra il lobo stesso e i lobi laterali; le esterne molto oblique, corte, comunicanti coll’ orbita e col peristoma. Occhi per il segmento inferiore del podoftalmo sferoidale alla base, quindi protratto e ristretto, semi-inclusi nell’ orbita, mobili dall’ esterno all'interno e dall’ avanti all’ indietro; cornea bruna, piccola, cordata, emarginata di sopra da corto e largo canto oculare. Protoceriti.Coxo-basicerite globulare cortissima, profondamente incassata. Ischiocerite, merocerite, obconiche, grossette, quasi eguali, articolate a capo luna dell’ altra, non geniculate, 1’ ultima bruscamente troncata e terminata dal palpo sottile, articolato ciliato, e dal flagello conoide, 5-articolato, glabro, bre- vissimo , sporgenti in avanti e in alto dall’incisione laterale della fronte. Deutoceriti. Coxocerite col margine posteriore libero lamelloso, com- preso fra l’epistoma e il lobo terminale della branchiostegite, all'angolo peri- stomiale anteriore occupata dal tubercolo auditivo circoscritto, ben rilevato, saldata in avanti alla basicerite, claudente l’ iato orbito antennare, e terminata, senza articoli mobili, in un dente triangolare ottuso, poco più sporgente del dente orbitario inferiore e non attingente il lobo frontale. Ectognatopodi. Coxognatite minuta, triangolare alla base del palpo, al lato esterno della basignatite. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 97 Palpo triangolare allungato fino all’ angolo anteriore della merognatite , sul margine esterno villoso, presso l'apice sullo spigolo superiore interno dilatato, per l’ apice, dal lato interno, congiunto col flagello, corto sottile di due articoli cilindroidi, lunghetti Srugrelt e dal terzo conoide articolato, ciliato penni- cillato. Basignatite distinta triangolare. Ischiognatite quasi rettangolare, coll’ angolo posteriore esterno protratto e largamente troncato, l'interno rotondato retuso villoso, 1’ anteriore interno pro- tratto in avanti più dell’ esterno e rotondato; margine anteriore fra i due angoli estremi escavato; faccia piana longitudinalmente solcata. Merognatite quasi esagonale, più stretta e metà più corta della ischio- gnatite, ai lati di un rilievo mediano longitudinale solcato impressa, per l’ angolo posteriore troncato, articolata con questa, pel margine anteriore interno sube- scavato, articolata colla carpognatite globulare; prognatite quasi trigona; dat- tilopodite conoide allungata, ciliato-pennicillata. Toracopodi del 1° paio più forti nel maschio, ma come nella femmina, ora da sinistra ora da destra più grandi. Coxopodite anulare, basipodite bruna saldata colla ischiopodite che è assai allungata, quasi triangolare, nello spigolo superiore, dietro l’ estremo esterno, fortemente escavata. Meropodite trigona, poco più lunga che larga, nello spigolo superiore o posteriore acuto, ciliata; collo spigolo inferiore o interno assai acuto, 1’ esterno rotondato, terminato in canto triangolare assai pronunziato — e prima della terminazione, trasversalmente solcato impresso. Faccia interna quasi qua- drata, un poco scavata verso la base, longitudinalmente impressa; faccia inferiore triangolare corta, nel margine carpico largamente scavata; faccia esterna assai larga, convessa, impresso-reticolata e nel margine carpico ci- liolata. Carpopodite poco più corta, rombotdale, quasi pentagona, esternamente con- vessa, all’ angolo interno rilevata in tubercolo dentiforme ottuso o acuto se- condo lo sviluppo maggiore o minore dell’ orlo. Mano più piccola, più stretta e allungata, nella faccia esterna alquanto villosa. Mano più grande ovoidale, lunga il doppio dell’ altezza. Dito inferiore corto conoide, quasi eburneo, nel margine opponente ottuso, 3-4 dentato ; denti spesso dall’ uso obliterati. Dito superiore conoide, arcuato adunco, nel margine inferiore per tutta la lunghezza guernito di 7 a 8 denti rotondati ed ottusi, incapace di chiudersi avvicinando l’ estremità al dito inferiore. Le dita della piccola mano in propor- zione più lunghe, più sottili, più acute, coi margini opponenti attenuati in tutta la lunghezza e 8-10 dentati. Zampe posteriori sottili, compresse: quelle del 2° e del 3° paio quasi eguali, colla meropodite non eccedenti il margine dello scudo; le 4° e le 5° pro- gressisivamente minori; quelle del 2° paio sulla carpopodite antero-introrse, le altre postico-estrorse. Meropoditi prismatiche compresse, inferiormente rotondate ottuse, di sopra acute ciliate, nelle facce anteriore e posteriore, come gli articoli seguenti, im- presso-puntate. Scienze fisiche e naturali. — VOL. I. Li 98 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Carpopodite quasi trigona oscuramente carenata, propodite quasi rettan- golare compressa, superiormente ciliata nel resto conformi alla meropodite. Tarso forte conoide, per la metà della base come gli articoli precedenti impresso puntato, quindi nudo eburneo nell’ apice corneo aceroso. Sterno del maschio ellittico: 1°, 2*, 3% sternite saldate in uno scudo rom- boidale, coi margini anteriori rotondati, verso la metà incisi, i posteriori retti e inclinati coll’ angolo anteriore assai rotondato apiculato, il posteriore troncato e nella faccia libera per poco tratto, dall’ estremità della pelvi profondamente incavato. Sterniti successive 4%, 5* e 6% trapezoidali oblique, la 7° nascosta completamente sotto l’ addome. Episterniti triangolari minute saldate colle sterniti. Pelvi stretta profonda- mente escavata. Sterno della femmina ovale assai profondamente, ma strettamente esca- vato. Vulve aperte sulla 3* sternite. Addome del maschio triangolare allungato, sopra una base rettangolare formata dal 1° e 2° articolo; primo segmento uguale al margine posteriore dello scudo, davanti indietro più corto del 2°, l'uno e l’ altro trasversi, in larghezza quasi eguali e congiunti fra loro solamente pel terzo medio. 3° articolo in avanti uguale al 2°, posteriormente più stretto, uguale e congiunto al 4°, anch’ esso più ristretto nel margine posteriore. 5° e 6° in lunghezza e in larghezza quasi eguali, ed uguali d'altronde alla larghezza del margine posteriore del 4°. Segmento 7° triangolare. Il 3°, 4° e 5° articolo hanno i margini laterali lamellosi ripiegati sulla fac- cia pelvica dell’ addome, fra loro e il rilievo mediano a tutti comune, limitando un semicanale, dove si trovano in parte contenuti i pereiopodi anteriori, liberi, grossi, sigmoidei, acuti all’ apice, terminati all’ angolo della 2° colla 3° sternite. Pereiopodi posteriori due, tenui brevi uniti all’ articolazione del 2° col 3° segmento addominale. Verga minuta dalla 7° sternite. Addome della femmina ovato acuminato, di sette articoli, in lunghezza davanti indietro crescenti, l’ultimo triangolare più lungo di tutti, sui margini lungamente e fittamente ciliato. Pereiopodi quattro: ramo inferno sottile lungo geniculato, l’esterno nel primo obliterato, nei successivi lungo e ciliato pettinato sul margine esterno, Salvo la mano nei maschi adulti, l’ estremità dei tarsi e i luo- ghi dov è fornito di peli più lunghi, tutto il corpo e tutti gli arti- coli delle zampe, anco di sotto, sono coperti di una brevissima fittis- sima villosità che pare uno strato continuo, quasi spugnoso, a luogo a luogo impresso puntato. Questa villosità aderisce al guscio, che sotto di essa è pure punteggiato impresso, e quasi tocco da minute ero- sioni. I peli sono acuti, finissimi, pieni come punte di vetro, e si attac- cano ad altrettante granulazioni, éhe vengono dalla faccia esterna di pic- cole celluline di 0/7, 025 a 0”, 030 di diametro, in numero di 7a 8, ed hanno circa 0", 005 di lunghezza sopra 0”, 005 a 0”, 007 di grossezza alla base, CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 99 Il colore generale delle parti coperte da questa villosità è verdastro scuro, l’ apice dei tarsi rosso bruno, la parte media più chiara; le dita della mano sono di colore e traslucidità quasi marmorea, la palma della mano rossastra. La forma della fronte trilobata, coi lobi laterali posti alla base di quello mediano direttamente in fuori, col lobo mediano medesimo di sopra escavato, marginulato, ma non rilevato nell’ apice, inciso, non prominente; il margine assai largamente dentato; le granulazioni sparse sul tergo distinguono la specie dall’ A. vé/losus Strahl, che ha la fronte più stretta, incisa profondamente di qua e di là alla base del lobo me- diano, coi lobi laterali rivolti in avanti piuttostochè in fuori, e il corpo più lungamente villoso senza granulazioni. La cigliatura dello spigolo superiore della coscia (meropodite) delle prime e delle successive zampe è conforme nella specie nostra e nella specie di Strahl. La base delle an- tenne esterne si prolunga molto di più verso la fronte e al di sopra nell’ A. villosus che nellA. Gay, ma è una sottigliezza poco a propo- sito quella di Strahl, il quale trova una contradizione fra la frase del- VA. Gay di Milne Edwards e Lucas, dove si dice « antenne esterne » nulle,» e la dichiarazione successiva, dove si dice che « leur angle » interne (delle orbite) est formé par l’article basilaire des antennes » externes; ce dernier ne supporte pas tigelle multiarticulée, » essendo evidente che la negazione assoluta serve al linguaggio abbreviato nella prima, e prende la sua espressione più giusta nella seconda. Questo genere, osserva giustamente Dana, appartiene ai Canceridi per la forma generale, per le differenze fra l’ addome del maschio e quello della femmina; non è molto diverso da essi per la forma del peristoma, però alquanto ristretto in avanti. Questa disposizione anco accennerebbe agli Ossistomi, se il ramo interno degli gnatopodi interni coi merognati concorresse a formare canale respiratorio, o l’ epistoma si trasformasse in canale (Dana). Si accosta alle Plagusia, ma ben poco in verità, per l’ incisione frontale, cui fanno capo le antenne interne non geniculate, pel modo di articolazione del 3° col 2° membro delle zampe mascelle e per le bran- chie, che Dana determina nel numero di 5. Strahl però mette avanti non tanto l’ atrofia delle antenne esterne, quanto la loro immediata rela- zione col peristoma, dal margine del quale non sono separate per mezzo dell’ epistoma, e vede in questo una relazione molto diretta del genere coi Coristoidei; nei quali però 1’ antenna, non che atrofica ed incompleta, è per di più saldata alle parti vicine. Ora questo non è negli Acanthocyclus, che mi sembrano un tipo di transizione che fa capo ai Canceridi, ai Coristoidei, ai Grapsacei (Pla- gusia), senza prestarsi ad una esclusiva associazione cogli uni o cogli altri. Con gli Acanthocyclus istessi, coi Corystoides, coi Bellia, Strahl pro- 100 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. ‘ pone un nuovo gruppo, per lo stato delle antenne proposto già da Milne Edwards.! Dana frattanto ha riportato il genere stesso nel luogo indicato, co- stituendo con esso la sua legione dei Cyclinei, nella famiglia dei PLATIONI- cupi, dopo la divisione dei Telfusinei o Caneroidi grapsidici, cui segue la divisione dei Crostacei Coristoidei, colla quale pertanto il genere si trova forse nel rapporto migliore e già presentito dai suoi istitutori. La specie è di Valparaiso, secondo Milne Edwards e Lucas; del Chili secondo Strahl, dell’ una e dell’ altra parte secondo Dana; è per noi della Patagonia occidentale. Dimensioni e rapporti. Scudo. Maschio. Femmina. Larghezza della fronte (parte mediana) . ..... Mili 2° — id. fra gli angoli orbitali superiori interni. » 7 5 id. id. id. esterni. » 14 10 id. 4 dente epibranchiale (mass. diam.). » 27 19 id. angolo posteriore interno (base del- 1a dLOME) LEN » 7 6 Diametro antero posteriore. ............... DDD Troracopodi, Mano maggiore, margine inferiore... ........ » 32 15 AA VEMINONO ITA 30018: 12 i TANI ACC IMAR IONE e DIA 8 (LIA MINOreR TI » 10 6 id. altezza (minore maggiore)............ » 419 Se id. id. (maggiore minore). ........... SIN: 5 3a meropodite, lunghezza. ................. DIAZ — id. JArChezZa Tai » LA CArpopodte lE ne E CO Re PrOPOMteLE RETRO RSS » 7 — Tarso ea RIT tt » GA4A3;5D0 Rapporti. Larghezza dello scudo = 100. Maschio. Hemmina® VUNEbezzA eee 0,90 0,89 id. della mano maggiore. .... — 0,84 ! Strah] (Op. cit., loc. cit.) fa dei Brachiuri quattro divisioni: BRACHIURA ORBATA; antenne esterne incomplete; Corystoides, Bellia, Acanthocyclus.— BRACHIURA LIBERATA; antenne esterne libere. — BRACHIURA INcUNEATA; antenne esterne col primo articolo in- clavato, ma non saldato. — BRACHIURA PERFUSA; antenne esterne col primo articolo con- fuso colle parti vicine. Per la discussione delle affinità dei Coristoidei, vedi M. Edw., Ann. des Sc. natur., Ser. 3°, T. IX, p. 192, a proposito del genere Bellia. wr. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 104 DIV. IV. GRAPSOIDEA. Dana, Explor. Exped. Crustacea, T. I, pag. 67-306. ' 1 GrapsoiEA Dana, Brachyuris quadrilateris Latr., Fam. Catometopis M. Edw. re- spondent; constant Fam. GONOPLACIDARUM, MACROPHTALMIDARUM, GRAPSIDARUM, GECAR- CINIDARUM, PinnoTHERIDARUM, MycTIRIDARUM. — De Haanius ea recensit sub Fam. CANCROIDEARUM, cujus genera : Cancer, TeLPHUSA, OcyPopA, subgenera Scopimera, Gelasimus, Macrophtalmus, Cleistotoma, Chasmagnatus , Helice, Ocypoda. Grapsus, cujus subgen. Plagusia, Grapsus, Eriocheir, Pachysoma. Sub Fam. PINNOTHERIDEARUM, cujus genera PinnoTHERES, HEXAPUS. Edwarsius autem nova methodo Grapsoidea ipsa disposuit, quam tabula ostendet et quam, subordinatione parallela excepta, familiis generibusque quibusdam additis, sequitur Stimpsonius. OCYPODIDA. I. Tribù. — Ocyropina. A. Agele princip. — Geypodiacma. a) ordinarie (Ocypode, Gelasimus, Acanthopla®). b) globulares (Doto, Scopimera, De Haan). 1. Agele satellite. — Heleciaa (Melecius, Dana). 2. id. — Myctiroidea (Myctiris). 2. Agele princip. — Gonoplacaa. a) Gonoplac®a vigiles (Macropthalmus, ec.). d) id. canceroidee (Gonoplar, Ommatocarcinus, Prionoplaa). Tribù satellite. — Carcinoplacinze. II. Tribù. — Grapsina. A. Agele principale. — Grapsacwra. 2. Agele satellite. — Varunaceaa. 3. Agele principale. — Plagusiacea. 4. id. — Sesarmacra. 5. id. — Cyelograpsacrea. 6. id. — Gecarcinacaa. Sect. 4. — Ordinarie (Gecarcinus, Pelocarcinus, Cardisoma). » 2. — Ocypodid®e (Uca). A. Tribù satellite. — Telphusinse. A. Asele. — Bosciacea. 2. id. — Telphusiacaa. 2. Tribù satellite. — Trichodactylaczsee. — (Trichodactylus, Valdivia, Sylviocarcinus, ec., Dilocarcinus). III. Tribù princip. — PinnoTHERINA, IV. id. — HIyMENOSOMIN.E. 102 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Synon. Fam. Brachyura, Trib. 1% Quadrilatera, Latr., Fam. du Règne animal, 1825, p. 269. Fam. Catometopa, M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. II, p. 4. Fam. Canceroidea (pars), De Haan, Fauna japonica, Crust., p. 59. Fam. Ocypodide, M. Edw., Ann. des Sc. natur., Ser. 3°, T. XVII, p. 140. Crust. Ocypodoidea, Stimps., Proceed. of the Acad. of Nat. Soc. of Philad., 1858, p. 93. Fam. GONOPLACIDA. Dana, Op. cit., Vol. cit., p. 308-310. Synon. Trib. Gonoplaciana, M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. II, p. 56; Ocypode (pars), De Haan, Op. cit., loc. cit Gonoplacea, M. Edw., Ann. des Sc. natur., Vol. cit., p. 154. Carcinoplacide, Rhizopide, Stimps, Op. cit., p. 93-95. Genus. Pilumnoplax. Stimps., Op. cit., p. 99. NXIXE Pilumnoplax sulcatifrons. Stimps., Proceed. of the Acad. of Nat. Soc. of Philad., 1858, p. 93. Ruppelia, Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 16. Tav. VII, Fig. 2, a-e. Scudo levigato trapezoidale, più largo in avanti e poco più largo che lun- go, trasversalmente convesso, cogli angoli antero-laterali rotondati dietro le orbite, fra la regione epatica e la regione branchiale anteriore alquanto inca- vato, fra le regioni branchiali posteriori e le regioni cardiache appena impresso. Fronte lamellare protratta, alquanto declive, troncata biloba, larga t/, circa della larghezza dello scudo. Lobi brevissimamente separati, anteriormente bi- marginati; margine superiore più grosso, inferiore più tenue e all'angolo in- terno leggermente protratto in avanti. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 103 Lobo sopraciliare dell’ orbita profondamente separato dalla fronte; lobo com- plementario troncato, distinto dal lobo esterno, triquetro ottuso. Margini antero-laterali dello scudo arcuati 4-dentati; denti triangolari ot- tusi, il primo triquetro, il secondo più lungo, il terzo più rilevato, il quarto in tutte le dimensioni minore. Margini laterali posteriori anch'essi leggermente arcuati, convergenti indie- tro, da primo assai acuti, poi obliterati nello spigolo metabranchiale rotondato. Margine posteriore largo, sulle quinte zampe escavato, e fra un lato e l’ al- tro trasverso marginulato. Pterigostomio alto, convesso; margine orbitario inferiore, oltre al dente orbitario esterno, trilobato, coi due lobi esterni ottusi rotondati minori del- l'interno, assai acuto e non attingente il lobo frontale; margine pterigo-anten- nare corto, davanti indietro quasi retto. Lobo subepatico incompletamente definito in fuori da un solco superficia- lissimo antero posteriore, discendente dal 2° dente marginale sopra la sutura branchiostega. Branchiostegite obliqua, prominente più dello pterigostomio, triangolare, di- scretamente convessa, in avanti quasi trasversa o curvata a concavità ante- riore, poi sotto al dente mesobranchiale vòlta direttamente all indietro lungo lo spigolo mesobranchiale e, concentricamente all’ ascella della zampa del 1° paio, percorsa da una cresta pliciforme, quasi marginale molto rilevata. «Lobo anteriore della branchiostegite distinto, troncato in avanti, articolato coll’ antenna interna e il lobo esterno dell’ epistoma. Epistoma trasversale da un estremo all’ altro escavato, col segmento ante- riore più corto del posteriore, in avanti di qua e di là dal dente frontale stretto lineare lunghetto, largamente escavato. Segmento posteriore più largo, lateral- mente troncato, articolato coll’ angolo posteriore del margine pterigo-antennare e col lobo anteriore della branchiostegite, nel margine peristomico anteriore lamelloso 4-lobato, coi lobi interni sulla linea mediana inflessi approssimati e sporgenti, coi lobi laterali obliqui separati dai primi per assai larga e profonda fessura angolare. Orbita ellittica rotondata, marginale quasi inferiore, fra i due denti orbitarii interni superiore e inferiore, per breve intervallo interrotta e comunicante per assai angusta fessura colle fosse antennullari, che sono ellittiche larghe tra- sversali. Fosse antennarie quasi verticali. ; Peristoma quasi quadrato, con margine anteriore sinuato, cogli angoli an- tero-laterali troncati. Occhi grandi; peduncolo ristretto poco sopra la base, verso l’ estremità protratto in canto oculare sopra la cornea ovale ed inferiore. Protoceriti. Coxo-basi-ischiocerite in forma di massa trasversa subtrique- tra rilevata da una piega longitudinale, all’interno obliquamente troncata e ar- ticolata colla merocerite, che è lunga sottile diretta orizzontalmente in fuori, seguìta dalla carpocerite poco più corta e diretta in dentro, terminata da una sca- focerite lunghetta, da una protocerite brevissima, da una dattilocerite conica apiculata di molte articolazioni. Deutoceriti colla base rettangolare allungata, inferiormente piana e pel primo articolo confusa col lobo laterale dell’ epistoma; più in avanti scolpita dal 104 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. tubercolo auditivo, quasi romboidale, minuto; la ischiocerite romboidale, col- l'angolo anteriore esterno prolungato più dell'interno e articolato coll’ angolo discendente del lobo sopraciliare; per il margine anteriore interno escavata e articolata colla merocerite, che è distinta, quasi triangolare breve, seguìta dalla carpocerite e dalla protocerite più piccola, compresa nella incisione fronto-orbi- tale, e terminata nella dattilocerite subulata, più lunga il doppio del diametro trasversale dell’ orbita e di molte articolazioni. Gnatopodi in avanti divergenti, compresi nel quadro buccale. Coxognatite apparente in fuori, con largo tratto dell’epignato al davanti della base del 1° paio delle zampe; basignatite triangolare distinta dalla ischiognatite. Esartro lineare, ristretto anteriormente, lungo fino all’ angolo anteriore esterno della merognatite, secondo lo spigolo interno bimarginato , verso 1’ apice unidentato, col flagello o palpo endognatario goniartro, nel decorso della parte terminale assai corta, articolata e pettinato—ciliata. Ischiognatite securiforme troncata in avanti, coll’ angolo posteriore esterno protratto troncato, l’ angolo opposto all’ interno rotondato, il margine adiacente a questo assai convesso, brevemente ciliato, la faccia piana e percorsa da una impressione lineare obliqua, quasi mediana. Merognatite quasi esagonale, coll’ angolo posteriore interno rotondato pet- tinato ciliato, l'angolo anteriore terminale assai acuto, sulla faccia verso l an- golo posteriore interno obliquamente solcato impressa. Carpognatite conoidea troncata, articolata dietro l'angolo anteriore della merognatite, glabra di sotto, pennicillato-ciliata verso l’ estremità dalla parte superiore. Prognatite cilindrica, dattilognatite conoidea, l’ una e l’ altra pennicillato- ciliate di sopra come la carpognatite. Toracopodi anteriori grandi, cal carpo e la mano eccedenti il margine dello scudo. Coxopodite di sotto breve e nel margine profondamente escavata, di sopra ingrossata e protratta; basipodite disposta all’ inverso, più piccola, saldata colla ischiognatite assai più grande, e di sotto trasversalmente troncata. Meropodite piramidato-trigona, sulla faccia interna superiore ellittica ed escavata; faccie esterna ed inferiore triangolari convesse, la prima più estesa e lungo il lato carpico trasversalmente solcata, la seconda da un angolo all’ altro, lungo il margine stesso largamente scavata. Spigolo superiore esterno acuto sigmoideo bitubercolato, e terminato presso l’ apice da due denti più forti, uno triquetro acuto subangolare, uno angolare meno sporgente; spigolo inferiore esterno ottuso terminato in forte dente apicale e per una strozzatura distinto; spigolo inferiore esterno ottuso protratto in angolo acuto. Carpo trapezoidale, sull’ angolo posteriore interno armato di tubercolo spi- niforme robusto, sulla faccia esterna convessa levigato, ma presso lo spigolo palmare, l’ angolo interno anteriore e il margine corrispondente guernito di una zona di peli giallo-verdastri, consistenti di setole sottili e lunghe, sottilissima- mente barbate. Mano trapezoidale tumida convessa, quasi trigona nella parte palmare, lungo lo spigolo superiore pianeggiante e leggermente scavata, nella parte digi- tale compresso-attenuata. Dito triangolare allungato acuto uncinato, nel terzo apicale bianco ebur- (Pe CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 105 neo, sulla faccia esterna lungo il margine inferiore argutamente carenato, nel margine opponente verso la base quasi verticale, quindi obliquo, nel mezzo tri-quadridentato a denti bi-tricuspidali, compressi; più avanti, verso l’apice, inerme. 1 Dito superiore trigono un poco compresso, d’ alto in basso e lateralmente curvato sul proprio asse, coll’ apice adunco più lungo del dito inferiore e incro- ciato con quello, per la metà apicale eburneo pur esso. Spigolo opponente, alla base bitubercolato quasi dentato, con denti verso l’ apice progressivamente meno distinti. ; Zampe posteriori più corte gracili: le 2° alquanto più forti e più piccole delle 3° e delle 4° quasi eguali fra loro; le 5° più corte, più sottili di tutte. Meropoditi triquetre compresse strette, lineari glabre, collo spigolo supe- riore leggermente granoso denticolato. Carpopoditi compresso-piramidate, lungo lo spigolo superiore e verso l’ estre- mità setoloso-ciliate, sulla faccia esterna un poco impresse; propoditi lungo lo spigolo superiore pochissimo, lungo il margine inferiore assai fortemente seto- loso-ciliate, sulle faccie impresse longitudinalmente, quasi eguali poi alle carpo- poditi. Tarsi delletre prime paia di zampe stiliformi compressi, sulle faccie esterna ‘ ed interna longitudinalmente solcati, lungo gli spigoli pettinato-ciliati, nell’ apice acuminati nudi. Propoditi, dattilopoditi delle zampe posteriori più compresse, più larghe, più lungamente ciliate. Sterno del maschio ovato, quasi ellittico triangolare. Proto-deuto-sterniti saldate, in uno scudo romboidale coll’ angolo anteriore ottuso apiculato, tra- versato poco più indietro da una solcatura villosa, per una incisione dietro gli angoli laterali acuti sporgenti e due solchi convergenti verso l’ apice della esca- vazione della pelvi, distinto dalla tritosternite; questa è più grande, trapezoidale, escavata nel mezzo davanti indietro, munita dietro l’ articolazione del margine . esterno colla zampa anteriore di una episternite sporgente. Sterniti 4°, 5° quasi uguali, trasverse, lineari, metà più corte della precedente, nel mezzo profon- damente scavate come la 6% meno apparente; tutte sono munite di episterniti triangolari; 7° tutta compresa nella pelvi e coperta dall’ addome al di sotto e al di fuori. Addome colla base rettangolare composta del 1° e 2° anello, quasi eguali in larghezza, liberi e sporgenti lateralmente, davanti indietro brevissimi, più stretti del margine posteriore dello scudo 3° articolo alquanto più lungo e da un lato all’ altro più largo; pel resto, 1’ addome diventa gradatamente trian- golare, largo al 3° anello per '/s della larghezza dello sterno, non bene 1/, sul 5° e alla base del 7°, nell’ apice di questo, acuto. Orifizio genitale del maschio alla base della coxopodite del 5° paio, seguìto da verga incassata trasversalmente in un solco fra la 6° e la 7° sternite. Pereiopodi quattro: due anteriori più grandi, per un primo articolo basilare largo compresso, congiunto al secondo conoide, alla base ingrossato, quindi attenuato incurvo, prolungato all’ altezza della 4 sternite; due posteriori più sottili, più corti dei precedenti. 106 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Dimensioni e rapporti. Scudo. L'UDENEZZA rar ERI TOS Mill. 29,0 TAC NEZZA RR SRO SR » 35,0 Parghezza della fronte REEEREr ERE RA » 95 Toracopodi. I II. V Meropodite, lunghezza. .............. Mill. 16,6 17,6 14,0 Carpopodite IRA CRISSO. >» 160 85 8,0 Propodite (mano), lunghezza... ........ TAO O 70) id. id. ALLEZZA ISS » 180 — cs Dattilopodite EER Sio Do DI ONES Larghezza dell'addome al 1° segmento... » 412,0 — — id. id. al 3° ela sronà di 0 Rapporti. Larghezza dello scudo = 100. WUnghezza AEREA 0,83 HarghezzaRGellagironte ERE ASSO RR 0,25 Lunghezza della mano... ....-.--1-- 0000000 1,05 L'ALCReZZA ROERO 0,51 Stimpson assegna al maschio lunghezza mill. 32,5, larghezza mill. 41, quindi un rapporto 0,79, sensibilmente diverso da quello già trovato da noi. Il nostro unico, ma perfetto esemplare maschio, viene da Jokohama, quelli di Stimpson da Hong-Kong. Benchè questa forma realmente abbia caratteri che indicano diverse affinità coi Canceridi (Xantho, Etisus), cogli Erifidi, gli Ozinidi e fra questi coi Pilumnus, non poteva essere degli Erifini, i quali hanno la base dell’ antenna esterna esclusa dall’ orbita e quindi nemmeno una Ruppelia, come fu dapprima ritenuto nel nostro Catalogo. Oggi non vi può esser dubbio sul genere al quale si riporta, e molto meno sulla specie che è ben definita dalla fronte trasversalmente tron- cata « ad medium marginata, margine sulcata, » dal corpo « extus lano- so, cireum manus basin, » dalle dita « quam palma longioribus apicibus decussantibus. » Il genere, dichiarato affine agli Pseudorhombilia M. Edw. (Curtono- tus De Haan), è classificato da Stimpson in una famiglia da sè (CARcINO- PLACIDE), già presentita da M. Edw. (Ann. des Sc. natur., loc. cit.) negli Ocipodiani del 1° tipo, e che comprende attualmente, colla descritta, al- tre due specie, P. sculptus, P. longipes dell’ Isola Ousima. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 107 Fam. MACROPHTALMIDA. Subfam. OCYPODINAE. Dana, Explor. Exped. Crustacea, p. 308-312-315. Synon. Fam. Catometopa, Trib. Ocypodiane, M. Edw., Hist. natur. des Ceusto bll; 7p:.99. Fam. Ocypodide, Trib. Ocypodine; Ag. 1 Ocypodiacee, Sect. 1% Ocypo- diacés ordinaires.—M. Edw., Ann. des Sc. natur., Ser. 3*, T. XVIII, p. 140. (Vedi sopra p. 101.) Fam. Ocypodide, Stimps., Proceed. of the Acad. of Nat. Soc. of Phi- lad., 1858, p. 99. Ocypode (Gen.), De Haan, Fauna japonica Crust., p. 5-24. Genus. Gelasimus. Dana, Op. cit., Vol. cit., p. 315. 2 Latr., Nouv. Diction. d’Hist. natur., 1847, T. XII, p. 517; Id., Régne animal, édit. II, T. IV, p. 44. — Desmar., Considérat. sur ]es Crust., p. 124. — Lamk., Hist. des Anim. sans vert., édit. II, T. V, p. 254. — De Haan, Op. cit., p. 25. —- M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. Il, p. 49; Ann. des Se. natur., Vol. cit., p. 144. Uca, Leach., Arrang. of the Urust., Trans. Linn. Soc., 1845, T. II, p. 324. XXX. Gelasimus acutus. Stimps., Op. cit., loc. cit. Gelasimus.... Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 33. Dana ristringe il genere di Latreille, separandone le specie a brac- cia uguali pel genere Helecius. Per quanto alla forma, per la quale si ricorda qui, essa è rappresen- tata nella collezione da un solo individuo maschio, mancante della chela maggiore e per tutti i conti in cattivo stato. 108 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Dopo avere esitato a identificarlo col G. splendidus Stimps., dal quale differirebbe per la larghezza maggiore almeno, sono finalmente rimasto d’ avviso ch’ esso sia piuttosto quello, sotto il nome del quale sì pone e di cui ha infatti presso a poco i rapporti nelle dimensioni (lun- ghezza 01,01, larghezza 0,02), gli angoli antero-Jaterali sporgenti e acu- ti, il margine sottorbitario crenulato , le meropoditi posteriori assai dilata- te. La specie di Macao, secondo Stimpson, verrebbe per noi da Singapore. Genus. Ocypode. L. Fabr., Entomol. syst., Suppl.,-1798, p. 347. — Latr., Hist. nat. Crust., T. VI, p. 27; Id., Rèégne animal, édit. II, T. IV, p. 46.— Leach., Op. cit., Vol. cit., p. 322. — Lamk., Hist. des Anim. sans vert., édit. I, T. V, p. 254; édit. II, Vol. cit., p. 462. — Desmar., Op. cit., p. 124. — M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. II, p. 44; Ann. des Sc. natur., Vol. cit., p. 143. — De Haan (subgen.), Op. cit., p. 29. — Hombr., Lucas et Jacq., Voyage au Pòle Sud, Zool. Crust., T. III, p. 64. — Dana, Explor. Exped. Crustacea, T. I, p. 312 e 322. — Owen., Crust. of Capt. Beechey's Voyage, p. 80. — Krauss, Sud Afric. Crust., p. 41. — Heller, Novara Reise, p. 42. — Stimps., Op. cit., Vol. cit., p. 100. 3 Cancer, Pallas. XXXI. Ocypode cordimana. Latr., Coll. du Musée paris. — Desmar., Op. cit., p. 121. — M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. II, p. 45; Id., Ann. des Sc. natur., Vol. cit., p. 143.— De Haan, Op. cit., p. 57, tav. 15, fig. 4. — Krauss, Op. cit., p. 41. — Dana, Op. cit., Vol. cit., p. 324. — Heller, Op. cit., p. 42. ; Srnon. Ocypoda pallidula, Hombr., Lucas et Jacq., Op. cit., Vol. cit., tav. 6, fig. 1. Tav. VII, Fig. 3, a-d. Ridotto il genere Ocypode o Ocypoda negli attuali confini, sarebbe questa la sola specie comune ai mari del Giappone e all’ Oceano Indiano CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 109 (Isola di Francia); e quando si ammetta l’ identità di essa colla 0. palli- dula Hombr. e Jacquin., proposta da Milne Edwards, adottata da Heller recentemente, si troverebbe ancora nei mari australi. In ogni modo questa nostra (proveniente da Jokohama in quattro individui maschi) col suo torace un poco più lungo che largo, distinta- mente granoso, la mano piuttosto argutamente granosa che spinulosa, come sarebbe in Milne Edwards, gli articoli delle zampe trasversalmente lineolati, corrisponde bene colla descrizione e la figura di De Haan; e se le femmine hanno i tarsi semplicemente ciliati (De Haan), i maschi, se-® condo i nostri individui, hanno veramente ciliato lo spigolo anteriore e verso la base lo spigolo posteriore del tarso del 4° paio, avendo ci- glia lungo lo spigolo anteriore, l’ esterno e il posteriore del tarso del 3° e del 5° paio. Brevissimi peli sono poi sulle facce lineari interposte alle carene, squisite e glaberrime verso la base, di tutti i tarsi. Le propoditi sono compresse, hanno: rari peli lungo gli spigoli nel 4 e nel 5° paio, sono ciliate nello spigolo antero superiore e postero infe- riore nel 3° paio, e inoltre ciliate lungo una carena antero inferiore nel 2° paio. Le coxopoditi del 3° e del 4° paio sono ciliate intorno all’ area, per la quale si toccano insieme, come è carattere del genere ancora. Il colorito flavescente in stato di umidità nell’ alcool diventa viola- ceo pallido sulle mani, più forte sulle zampe posteriori è più vivo sulle parti laterali del tergo se l’ esemplare si asciuga. Nelle Ocypoda, e in questa particolarmente spiccano i caratteri at- tribuiti da Milne Edwards alle forme del suo primo tipo degli Ocipodiani, cioè la diminuzione delle antenne, le interne delle quali si riducono al- l’ articolo basilare (e quindi non sono altrimenti nè trasverse nè verticali), mentre le esterne sono piccole, benchè complete, col tubercolo acustico distinto dalla coxocerite saldata internamente coll’ epistoma. La riduzione poi che così investe gli arti, investe i due corrispondenti segmenti ter- gale e sternale del corpo, e pertanto la fronte e l’epistoma perdono as- sai di larghezza; nel segmento oftalmico, invece, mentre la tergite fron- tale si oblitera quasi, prendono enorme incremento i podoftalmi e gli occhi, ossia gli arti con gran prevalenza della parte sensitiva su quella comune. Le modificazioni che si accordano con queste per parte dello scudo, sono un ristringimento sensibile del peristoma, che diviene allungato, € dello sterno, che si allunga e si ristringe molto in avanti. Ma in pari tempo aumentano le dimensioni verticali del corpo, che guadagna in al- tezza ciò che perde relativamente in estensione laterale. A questo par- tecipa invero e per buona parte lo pterigostomio, ma anche più la branchiostegite, la quale concorre a formare la regione meso e meta- branchiale, e in avanti si spinge con un angolo acuto a raggiungere la confluenza dell’ epistoma collo pterigostomio, (0) 110 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Coll’ estrema riduzione dei segmenti antennari e delle loro dipen- denze, si scorcia il margine antennare dello pterigostomio stesso, ma quanto ne resta, coll’ estremo angolo anteriore interno si rileva e sporge libero, come un acuto dente orbitario inferiore interno che si troverà poi in tutta la serie, lungo l antenna contigua e intorno alla base del podoftalmo. L’epistoma corto e stretto, benchè distintamente diviso in due parti, una anteriore (antennullare), una posteriore (antennare), e più largo con questa che colla prima, concorre appena a formare la fossa antennullare quasi indistinta all’ interno dell’ orbita, e la stessa fossa antennare, oltre che stretta cortissima fra l’epistoma all’ interno e il margine pterigo- antennare esternamente, e che basta appena a contenere la basicerite. Questa poi, benchè minutissima, ha una parte posteriore (coxocerite), che concorre coll’ epistoma a chiudere il peristoma e il tubercolo auditivo distinto al davanti di sè. Dimensioni e rapporti. Scudo. Larghezza della fronte alla base.................... Mill. 4 id. dello scudo tra i due denti orbitali esterni... » 26,5 Lunghezza fra il margine posteriore e l’apice della fronte. » 25 Altezza, grossezza o spessezza del corpo............- ». 21 TToracopodi. Lunghezza della mano più grande .................: SI95 id. id. PIUNPICCO RE EE SR » 19 Larghezza della mano più grande .................. » 21 id. id. PIUPICCOlRESE RR eine » 10 Dito superiore.st. sica aston deli Se alte ele » 16 Lunshezzan a ateo era ii STI E s 10 Rapporti. Larghezza dello scudo= 100. UUNChEZZA REI 0,94 Harchezzatdellasfto nese, RR ON 0,15 id. del margine posteriore dell’ addome ..... 0,65 Fam. GRAPSIDA. Subfam. GRAPSINA. Dana, Explor. Exped. Crustacea, Vol. cit., p. 308. Synon. Fam. Catometopa, Trib. Grapsoidiana, M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. II, p. 68. — Gen. Grapsus, De Haan, Fauna japo- CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. INI nica, Crust., p. 30. — Fam. Ocypodide, Trib. 2% Grapsine; Agele princip. Cyclograpsacea (pars), Agele satell. Varunacea.—M. Edw., Ann. des Sc. natur., Ser. 32, T. XX, p. 163, 175, 194. (Vedi so- pra, p. 101.) Genus. Eriocheirus. Sywon. Erzocheirus, M. Edw., Archiv. du Musée d’Hist. natur., T. VII, p. 146, tav. 9, fig. 1; Id., Ann. des Sc. natur., Ser. 32, T. XX, p. 176. — Stimps., Op. cit., pag. 103. Dana, Explor. Exped. Grustacea, T.I, p. 332.—Heller, Novara Reise, Crust., p. 52. Grapsus (EriocHEeIR), De Haan, Fauna japonica, Crust., p. 32, 59. Nella sottofamiglia di Dana (Agele Varunacea M. Edw.) il genere è contrassegnato dalla profondità delle fosse antennullari sotto la fronte e dalla mancanza di una costa obliqua pelosa sulla merognatite. Dana lo di- stingue da altri (Pseudograpsus, Heterograpsus, Platynotus, Trichopus, tutti colle zampe mascelle esterne poco divaricate nel mezzo), per la me- rognatite orbicolato-cordata, per la fronte molto più stretta della metà del diametro trasversale del corpo, e perla forma poligona del corpo stesso. Milne Edwards lo ripone col seguente nel suo Agele dei Varunacei per le zampe posteriori adattate al nuoto. Discorrendo fra poco della Varuna literata, avremo occasione di tornare su questo punto. Frattanto del genere Eriocheirus si avrebbero attualmente tre spe- cie, cioè due del Giappone, una della China, £. rectus Stimps. , E. japo- nicus De Haan, E. sinensis M. Edw.: la prima piccola; la seconda, quanto al maschio, senza la femmina, descritta ed egregiamente dise- gnata da De Haan; la terza per la femmina, senza il maschio, descritta e disegnata da Milne Edwards. Ora abbiamo avuto la fortuna, a quanto sembra non tanto comune, di aver sott’ occhio un maschio e una femmina, due bellissimi esemplari delle foci del Pei-ho, paragonabili a quelli dati per le ultime due specie dagli Autori indicati, e parecchi altri di una forma più piccola, ma che non ci pare specificamente diversa. Oltre a questo poi, come faremo rile- vare nelle descrizioni comparative, esclusa la prima, le due ultime fin qui distinte ci sembrano fondate su differenze sessuali esclusivamente, e quindi da riunire in una col nome della più antica fra loro. Accettando, per ragione facile a comprendere, la desinenza data al nome del genere da Milne Edwards, non ci pare di dover mutare l’ or- tografia della seconda radicale, ritenendo pertanto quella stessa di De Haan. 1412 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. XXXII. Eriocheirus jauponicus. Synon. GRapsus (ERIocHEIR) JsAPoNnIcus, De Haan, Fauna japonica, Crust., p. 39, tav. 17. Eriocheirus sinensis, M.Edw., Archiv. du Musée d’Hist. natur., Vol. cil., tav. 9, fig. 1; Id., Ann. des Sc. natur., Ser. 32, T. XX, p.177.— Stimps., Op. cit., loc. cit. — Heller, Novara Reise, Crust., p. 92. Tav. VIII, Fig.1, a,b, c. Rinviando alle descrizioni di De Haan e di Milne Edwards, giova qui di rilevare che lo scudo esagono orbicolare, quadridentato nei lati antero-laterali, termina in avanti colla fronte e i lobi sopraciliari in forma di una cresta trasversale, lunga 0,44 del margine orbito-frontale, divisa in quattro cuspidi triquetre acute e nei due spigoli superiori e laterali granulose; dalle esterne delle quali discende fra il 4° articolo dell’ antenna esterna e la base dell’ antenna interna il 3° spi- golo diretto in basso. Il margine sopraorbitario granoso, fortemente escavato, appena inciso verso il terzo interno e rilevato quindi in una sporgenza che rappresenta il lobo com- plementare, finisce esternamente col dente orbitario esterno più acuto dell’ in- terno, nell’apice subulato, nudo, verso la base triquetro, internamente escavato, collo spigolo inferiore libero, dentato, limitante all’ esterno ed inferiormente la fossa orbitaria. Questa, più larga in fuori dell’ occhio e del podoftalmo, mancante per lungo tratto di parete inferiore, è limitata in dentro alla base del podoftalmo medesimo da un margine falcato, rilevato in dente orbitario inferiore trigono acuto, e più in dietro da una cresta postorbitale acuta dentata trasversa, termi- nata in fuori sullo pterigostomio sotto il 2° dente antero laterale dello scudo, e in dentro all’ angolo pterigo-epistomiale. L’epistoma è alquanto più stretto della fronte, col segmento antennullare trilobo, il lobo medio, triangolare acuminato e per l’ apice articolato alla fronte; pei lati doppiamente curvati in rapporto cogli articoli basilari delle antenne interne; pei lobi laterali acuti rilevato contro l’ antenna esterna. Il segmento antennare cortissimo, confuso col margine peristomiale della vòlta palatina, for- nicata, incompletamente divisa, è lateralmente esteso fino al contatto coll’ epi- mero della branchiostegite e la base dell'antenna esterna. Gnatopodi distanti all’ origine quanto la larghezza della ischiognatite, quindi divisi da spazio romboidale '/s più largo, non chiuso in avanti, colla me- rognatite poi non attingenti nell’ angolo della branchiostegite, nè il margine an- teriore dell’ epistoma. Ischiognatite trapezoidale poco più lunga (esclusa la basignatite) che larga, col margine anteriore trasversale, i margini esterni ed interni paralleli, retti, CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 143 e di questi l'interno grosso rotondato, riccamente ciliato setoloso; l’ angolo po- steriore interno è rotondato, la faccia davanti indietro profondamente incavata, lungo i rilievi marginali sparsa di minuti gruppi di brevissimi peli. Merognatite trapezoidale obcordata, obliqua, inserita verso l’ angolo esterno anteriore della ischiognatite, col margine davanti escavato bilobo, col lobo in- terno più avanzato dell’ esterno largo e rotondato. Margine interno obliquo, in- grossato, ciliato; l’ esterno sottile, quasi dilatato; la faccia nel mezzo longitudinal- mente alquanto rilevata ed ai lati del rilievo (specialmente all’ interno) largamente incavata; 4° articolo cordato compresso, piano di sotto, di sopra convesso in- curvato, collo spigolo anteriore acuto ciliato; 5° articolo breve triquetro, sugli spigoli setoso ciliato; 6° allungato conoide, verso il margine e l’ apice ciliato pen- nicillato. Toracopodi anteriori quasi eguali, colla meropodite attingenti appena l'apice del dente anteriore dello scudo. Ischiopodite trigona corta, inferiormente sugli spigoli spinulosa. Meropodite trigona, collo spigolo superiore acuto granuloso, alla fine pro- tratto in dente acuto subapicale, e innanzi a questo profondamente intaccato. Spigolo inferiore esterno acuto granuloso spinuloso; inferiore interno armato a principio e alla fine di alcune spine più forti. Faccia inferiore escavata granosa triangolare e cogli angoli anteriori prolungata; faccia interna pianeggiante quasi rettangolare, percorsa lungo lo spigolo inferiore da una serie di peli; faccia esterna o superiore convessa, percorsa da linee trasversali granose e lungo lo spigolo superiore villosa. Carpopodite romboidale depressa, colla faccia esterna convessa irregolar- mente granosa; spigolo anteriore ed interno acuti argutamente granulosi; spi- golo posteriore tronco fra due spigoli secondari, uno superiore ottuso, uno infe- riore acuto, l’ uno o l’ altro granoso; l’ultimo terminato in avanti e all’ interno in un dente acuto spiniforme, con una o due spinule di minor conto alla base. Mano compressa, ovato-triangolare, acuta intorta, colla faccia anteriore 0 esterna e quella interna o posteriore pianeggianti, coperte di lunga e molle vil- losità, più abbondante nel maschio; lo spigolo inferiore è rotondato e all’ interno granoso, protratto all'indietro, nella femmina glabro, nel maschio soltanto poste- riormente privo di peli; spigolo superiore breve, acuto, sottilmente granoso, peloso come il precedente, più o meno come il precedente secondo il sesso del- \’ animale. Dito inferiore compresso triangolare allungato, oscuramente secondo la lunghezza impresso puntato, nel margine opponente tubercolato dentato, con ò e 6 denti compressi triangolari, all’ apice escavato ottuso intero cocleariforme, con margine corneo e continuo , nella cavità dietro il margine sparsamente penni- cillato villoso. Dito superiore conforme al dito inferiore, granoso verso la base, sulla faccia esterna, nel maschio più che nella femmina, da principio coperto di peli. Zampe del 3° paio più lunghe di quelle del 2° e del 4° paio, che sono pure maggiori di quelle del 5°. Meropoditi compresso-trigone e colle faccie laterali larghe tutte levigate; la posteriore, verso la base, lungo lo spigolo anteriore ottuso granoso terminata in acuta spina subapicale e percorsa da una carena granulata submarginale, verso l'apice obliterata. : Scienze fisiche e naturali. — VOL. I. 144 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Carpopoditi esagono-piramidate, quelle del 2° paio, meno compresse, per- corse all’interno da una, all’ esterno da due carene assai ottuse, e come lo spi- golo superiore fornite di setole bionde, molli, lunghe, fasciculate; quelle del 3° senza carena anteriore, con due carene posteriori, delle quali la inferiore è ap- pena distinta; le 4° hanno una sola carena esterna pliciforme rilevata, e come lo spigolo superiore setoso-ciliata; le 5° hanno lo spigolo superiore ciliato, e la carena posteriore depressa nuda quasi obliterata. Propoditi compresse, col margine superiore secondato da carene submargi- nali quasi confuse con esso, tutte setoso-ciliate; le 5° ciliato-setolose anco nel margine inferiore; le 2° sul margine inferiore fittamente, brevemente villose, fra la villosità sparse di setole fasciculate. Faccie, appena secondo la lunghezza, per- corse da serie di peli, nelle 2° per altro, tanto davanti che di dietro, ornate di una serie di setole fasciculate. Tarsi lunghi, stiliformi quasi esaedri, alla base fortemente compressi, verso l'apice depressi lanceolati, cornei, color d’ ambra per ‘/ della loro lunghezza; spigoli ottusi, nella convessità nettamente, nella concavità meno fortemente solcati e nei solchi fittamente villosi. Tarsi delle 5° zampe più compressi, e più larghi di sopra e di sotto negli spigoli assai lungamente ciliati. Sterno del maschio orbicolare, in avanti triangolare e troncato; 2* ster- nite fornita di una folta frangia di peli nel margine anteriore granoso, e per una depressione distinta dalla 3*, che è quasi esagona, trasversale, nell’ angolo po- steriore troncata e profondamente escavata. 4%, 5%, 6* e 72 sternite radianti, pro- gressivamente minori, nel mezzo profondamente e largamente scavate, pianeg- gianti ai lati della escavazione. Episterniti distinte piccole, triangolari, ciliate. Addome del maschio triangolare, apiculato dal 3° articolo al 7° '/, circa più lungo che largo. 1* urite larga quanto il margine posteriore del torace, angusta lineare, nel mezzo rilevata fra un estremo e l’altro a modo di piega; 2° più stretta, davanti in- dietro più corta e pliciforme; 3° più larga della 2* e della 4%, rotondata, sporgente agli estremi; 4° più stretta, trapezoidale, lateralmente escavata; 5° e 6° poco più strette, più lunghe della 4*; l’ ultima cogli angoli posteriori rotondati, sporgenti oltre la base della 72, che è triangolare allungata, rotondata nell’ apice , coi lati leggermente escavati. Pereiopodi anteriori trigoni grossi, coll’ apice troncato villoso all'altezza del margine posteriore della 2*% sternite, esternamente alquanto escavati alla base, riuniti anteriormente da un forte arco sternale. Pereiopodi posteriori trigoni brevissimi, appressi alla base dei precedenti. Verga molle compressa voluminosa, procedente dalla 7% sternite, adattata nella escavazione basilare dei pereiopodi anteriori. Addome della femmina orbicolare, nell’ estremo segmento per poco api- culato: 1° articolo uguale al margine posteriore dello scudo, davanti indietro li- neare brevissimo, rilevato in forma di piega; 2° più corto, più largo; 3°, 4°, 5° e 6° progressivamente più larghi, nei margini laterali distaccati; 6° nel segmento anteriore escavato per ricevere il 7° quasi triangolare, metà più largo alla base che lungo davanti indietro, e colla base leggermente convessa, incassata nella escavazione marginale dell’ anello precedente. Pereiopodi quattro: il primo più corto, tutti col ramo interno articolato e ge- CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 145 niculato , l’ esterno arcuato, quello radamente, questo fittamente pettinato ciliato. Vulya aperta presso la linea mediana, sul margine anteriore della 3° sternite. Dimensioni e rapporti. A B Scudo. Maschio, Femmina. Maschio, Femmina, Larghezza dello scudo all'angolo mesobranchiale. ....... Mill. 50 Ali 81 70 Largh. agli angoli orbit. esterni. » 29 26 42 40 id. id. interni. » 12 10 18 15 id. agli angoli della fronte.. » 3,5 3 7 6 Diametro antero posteriore. ... » 46 40 75 65 Toracopodi del 1° paio. Lunghezza della mano ....... » 198 23 60° 40-34 Marchezza ste nat » 14 11 32 20-17 Toracopodi del 3° paio. , Meropodite, lunghezza, . ...... » 28 27 57 45 id. larghezza... ...... » 9 8 15 12 Carpopodite (margine superio- re), lunghezza......... » 16 14 27 25 Propodite (media della faccia), LUNE HEZZA ia » 18 18 35 30 id. larchezza eee » 6 5 9 8 Datulopodie fsi » 21 17 32 27 Rapporti. A B Larghezza dello scudo= 100. Mas —Fem. ‘Mas Fema EUNSNEZZA Rec ne 0,92 0,92. 0,92. (090 Lunghezza della mano...... 0,74 0,56 0,56 0,52 Dattilopodite del 3° paio. .... 0,39. 0,38. 0,42. 0,38 Il quadro delle dimensioni e rapporti presenta due serie A e B, nella seconda delle quali gl’ individui di un sesso e dell’ altro sono circa un '/, più piccoli, e nella serie B poi, con una minima differenza fra i rapporti delle dimensioni dello scudo, ve ne è una più sensibile fra i rapporti della mano alla larghezza dello scudo stesso, a scapito della mano del maschio, che però rimane assolutamente più grande; fra maschio e femmina poi vi è in favore del primo una differenza nel rapporto delle dattilopoditi posteriori esemplificate con quella del terzo paio. Ora le forme della serie B vengono da Wosung, e ripetono gli accidenti delle altre in tal modo, che, salvo la differenza indicata, i denti orbito-frontali alquanto meno acuminati, la copia e lunghezza dei peli delle zampe più scarsa, a noi non parve di doverla distinguere. Essa poi per le dimen- 116 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. sioni sue non può essere quella, la cui femmina venne definita come spe- cie a sè da Milne Edwards. Benchè forma chinese (Wosung), non ci pare nemmeno che essa assuma i caratteri dell’ E. rectus Stimps. (Op. cit., loc. cit.) Le misure indicate mettono già in evidenza alcune qualità sessuali, che si ripetono nelle due forme sopra indicate. Nella forma maggiore queste si esprimono specialmente nella fem- mina, pel colorito alquanto più carico, gli occhi alquanto più piccoli, l'apice dei denti frontali e orbitali sensibilmente meno acerosi, le mani più piccole allungate ed acute, colla faccia esterna e interna o posteriore piane e coperte di pelo soltanto nell’ area compresa fra i due margini largamente troncati e nudi; i margini stessi sono affatto nudi, e così in gran parte le dita. I peli però esistono, e va notato, perchè tacendo su questo nella descrizione della specie, in quella del genere De Haan parla di femmine colle chele glabre. I peli setolosi delle zampe posteriori sono meno lunghi e men nu- merosi. Genus. Heterograpsus.' Lucas, Anim. artic. de l’Algerie, 1849, T. I, p. 18. — M. Edw., Ann. des Sc. natur., Ser. 32, T. XX, p. 195. Hemigrapsus, Heterograpsus, Dana, Op. cit., T. I, p. 332-348. Cyclograpsus, M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. II, p. 77 (pars). Grapsus, Latr., Coll. du Musée paris. (pars). I due generi Hemigrapsus ed Heterograpsus, riuniti da Milne Edwards in uno, dovrebbero differire, secondo Dana, principalmente per l’intervallo fra le zampe mascelle alla base della merognatite , il primo avendo inol- tre i lati posteriori convergenti, l’ altro arcuati; ma questi caratteri non sono assoluti, come sì rappresentano, e quindi realmente mancano del va- lore che loro si accorderebbe. Dana poi non solo distingue i due generi sopra ricordati, ma riunisce gli Eriocheirus e gli Heterograpsus in un gruppo diverso per le mascelle esterne appena divergenti, da un altro, dove queste divergono di più e dove sono collocati gli Hemigrapsus. Il primo comprende anco i Trichopus (Varuna), quest altro i Grapsus, Planes, etc. È Quanto al carattere delle mascelle si è già detto di sopra l’ avviso nostro, che è pur quello di Milne Edwards; quanto alle più prossime affinità, alcuni particolari mettono la specie qui sotto esaminata in rap- ! Trib. Grapsina, 4° Agele satell., M. Edw., Ann. des Sc. natur., Ser. 3°, T. XX, p. 194, Cyclograpsacea. (Vedi sopra p. 101.) PR e CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 117 porti notevoli col genere Eriocheirus, che, comunque tanto diverso, fa parte appunto del gruppo, al quale appartengono gli Helerograpsus secondo Dana medesimo. Ma i generi Heterograpsus, Nautilograpsus (Planes), Cirthograpsus, presentano nel tarso delle zampe posteriori e in altri punti caratteri di ragionevole confronto colle Varuna, le quali per ogni lato poi differiscono dagli Ersocheirus, coi quali sono avvicinate da Dana. XXXII. IFeterograpsus affinis. Synon. Hemigrapsus AFFINIS, Dana, Op. cit., Vol. cit., p. 300, tav. 22, Moore, sole sd e: Stimps., Proceed. of the Acad. of Nat. Soc. of Philad., 1851, p. 250. Cyclograpsus octodentatus, M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. II, p. 80. Heterograpsus octodentatus, M.Edw., Ann. des Sc. natur., Vol. cit.,p.194. Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 39. Tav. VII, Fig. 5, a-d. La specie figura coll’ H. sexdentatus, H. crenulatus, H. crassimanus nel genere Hemigrapsus di Dana. Pel suo scudo quasi esagonale a regioni assai bene, ma largamente scolpite sul tergo, percorso da una carena gra- nulata obliqua sulla regione metabranchiale, 4-dentato nel margine an- tero laterale, pei tarsi stiliformi delle zampe posteriori, meno quei delle quinte, dove divengono compressi e quasi lanceolati, questa forma ri- corda prossimamente le disposizioni del genere Eriocheirus già esami- nato, benchè essa abbia la fronte larga lamellosa appena trilobata. In essa le orbite sono esattamente di capacità uguale al volume dei po- doftalmi, e i loro margini superiore e inferiore, come poi le fosse anten- nari, le antenne che le riempiono, l’ epistoma, gli angoli pterigo e bran- chiostego-epistomiali, hanno disposizioni conformi a quelle del genere Eriocheirus istesso. Solamente le antenne esterne cogli articoli basilari sono alquanto più larghe, e la ischiocerite corta obcordata sì distende un poco in fuori col lobo esterno; la merocerite è romboidale non al- lungata, è portata a contatto della piega inferiore esterna della fronte, seguita da due minuti articoli vòlti in fuori e dal filamento subulato ar- ticolato sottile, quasi uguale al podoftalmo in lunghezza. Noi non troviamo differenze apprezzabili fra ’H. octodentatus M. Edw. el Hemigrapsus affinis Dana, il quale ha come quello quattro denti la- 118 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. mellosi per ogni lato del corpo, le zampe del 2°, 3°, 4° paio fittamente e brevemente villose nello spigolo inferiore verso la base del 3° articolo, ciliate nello spigolo superiore. Le zampe del 5° paio hanno nuda infe- riormente la meropodite; ciliato l’ articolo 4° verso l’ apice superior- mente, il 5° e il 6° per tutta la lunghezza dei margini, essendo poi quest’ ultimo lanceolato e compresso. L’H. affinis Dana è della Patagonia settentrionale; i nostri esem- plari sono stati trovati sull’ elice della nave verso il Rio della Plata. Di questa specie si ha un maschio e una femmina: il maschio col- l’addome triangolare troncato all’ estremo posteriore dell’ articolo 6°, aumentato poi dal 7° più stretto e più lungo. I pereiopodi anteriori non hanno connessione sternale, i posteriori sono minuti, le verghe procedono dalla 7° sternite e si applicano alla base dei pereiopodi anteriori esterna- mente. La femmina ha l’ addome orbicolare coll’ ultimo articolo a segmento di cerchio largo nella corda oltre */, del disco addominale, e concorre a rilevare una osservazione che cadrà sulla natura di una forma fem- minea della specie seguente. I pereiopodi sono, come al solito, bifidi col ramo interno geniculato, l’ uno e l’ altro ciliato; uova numerose minute. Dimensioni e rapporti. Scudo. Maschio. Femmina. Larghezza fra gli angoli orbitali esterni . .... Mall. 12 10,5 id. id. interni. ..... DIMINIO 5 Diametro antero posteriore. ............... i a 1:9anelloraddomimalesst seen ne nn SOM 3) 6,5 Massimo diametro dell’addome............ Sen 12,0 Toracopodi. Lunghezza della mano... ................. So tI LALChEZZA RA RASO ARA STI 3 Rapporti. Larghezza dello scudo = 100. Maschio. Femmina. EUNDHEZzA RARE AO 1,00 0,56 Larghezzza della fronte. .............. 0,40. 0,35 Lunghezza della mano. ..........:.... 0,76 0,50 Genus. Cyrtograpsus. Dana, Proceed. of the Acad. of Nat. Soc. of Philad., 1851, p. 250; Explor. Exped. Crustacea, T. I, p. 332, 351. II TIE “rr Tr CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 1419 XXXIV. Cyrilograpsus angulatus. Dana, Op. cit., Vol. cit., p. 359, tav. 22, fig. 6,4, 0,0,d, e. — M.Edw.,, Ann. des Se. natur., Vol. cit. p. 196. Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 40. Tav. VII, Fig. 4, a-d. Nel giovane esemplare, di cui si discorre, lo scudo è assai convesso trapezoi- dale, ristretto in avanti nel margine antero laterale 3, nel margine postero la- terale 2-dentato, goi due denti anteriori più grandi del terzo e del quinto e tutti più piccoli e meno acuti del 4° o mesobranchiale, che non è tanto sporgente però come nella figura di un esemplare adulto secondo Dana. Finissimamente granulato sul tergo, è scolpito anco in modo da fare apparire in rilievo i lobi epiga- strici assai allungati al davanti dei lobi protogastrici troncati indivisi, contigui per la parte interna al lobo mesogastrico; questo è trilobo, col lobo medio trian- golare acuto, interposto fra loro, senza suddivisione poi di lobulo urogastrico posteriormente. Depressa la regione epatica, è assai prominente verso l’ interno la regione epibranchiale; e la regione mesobranchiale, anch’ essa rilevata, è percorsa obli- quamente da una carena granulata, che fa capo al dente mesobranchiale sul margine dello scudo. La regione cardiaca è distinta dalla regione gastrica, poco distinta dalla intestinale; la regione metabranchiale, molto corta, è pianeggiante e declive. Fronte lamellosa larga ‘/, della larghezza dello scudo, d’ altronde disposta come nella specie precedente, col lobo medio però lievemente emarginato. Or- bite, fosse antennari, peristoma, cogli organi e parti dello scudo corrispondenti come nella specie precedente, salvo l'angolo orbitario interno inferiore, meno apparente, e la cresta sottorbitaria più rilevata. Gli gnatopodi sono disgiunti da uno spazio largo romboidale, non chiuso nè indietro nè anteriormente, colla ischiognatite securiforme solcata sulla faccia, quasi uguale alla merognatite che è obcordata, coi lobi poco profondamente di- visi, l'esterno largamente rotondato piano e più corto, l’ interno più stretto, più avanzato e col margine fortemente rilevato come nella ischiognatite; 4° articolo triangolare, aggiustato alla metà interna del margine anteriore del 3°; 5° glo- bulare subconoideo; 6° terete, sottile acuto e pennicillato nell’ estremità. Nelle zampe anteriori gracili e corte, il carpo quasi cuboide porta un dente e alcuni peli nello spigolo interno; la mano è compressa ovoidale e lungo lo spi- golo inferiore carenata; le dita sono per lungo tratto escavate secondo il mar- gine opponente, esternamente solcate e nell’ apice acute. Le meropoditi trigone compresse larghe delle zampe posteriori, sono colla 120 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. faccia superiore trasversalmente granuloso-plicata, collo spigolo superiore di- stinto, sottilmente crenulato, terminato da un angolo preapicale assai acuto. Carpopoditi, specialmente nel 3° paio, collo spigolo superiore assai dila- tato e nel 5° paio assai ciliato; propoditi del 5° paio compresse, ciliate tanto nel- l'anteriore che nello spigolo posteriore. Dattilopoditi tetragone compresse, percorse da solchi fra gli spigoli rilevati ed incurve; compresse triangolari ciliate sugli spigoli sono quelle del 5° paio. Sterno largamente ovale, colla proto-deuto-sternite brevissima unita alla tritosternite romboidale più larga che lunga, di sotto e di dietro assai largamente escavata; sterniti successive fino alla 7* gradatamente diminuite, le prime fra la 3* e la 7° accompagnate da episternite. Addome della femmina semi-ellittico triangolare, col 1° segmento plici- forme largo quanto il margine posteriore del torace; il 2° angusto come esso davanti indietro, ma piano; il 3° più largo dei primi due; i successivi grada- tamente più stretti, nel margine concordanti, eccetto il 6° che sporge in fuori sui lati più del 7°, triangolare rotondato e metà più largo che lungo. Dimensioni e rapporti. Scudo. Larghezza fra gli angoli orbitali interni. ............ Mill. 4,0 id. id. CSTeLO O n » 0,5 id. fra i quattro denti laterali............... » 10,5 id. id. POSKErIOLIM setti IND id. dello sterno alla quinta sternite.......... » 8,0 id. dell’ addome al quarto segmento ......... >» 4,5 id. id. al sesto segmento........... » 4,5 DIaMetTotaNtero) Posteriore ste see eee » 9 rina TR SMONAVE Meropodite sti tto ee e Mill. 5,0 5,0 Carpo-pr0podite tte » 60 4,0 Fatsos arnie ace cin » 3,0 2,0 Dana costituisce il genere sulla forma ottagona 4-dentata senza il dente anteriore dello scudo, la fronte angusta col margine inflesso sopra le antenne interne, e queste antenne oblique non trasversali. Le antenne esterne col primo (3°) articolo più corto della fossa antennare, e la larghezza della fronte ‘/, della larghezza dello scudo. Le zampe mascelle divergenti, coll’articolo 3° quasi triangolare, appena più largo che lungo. Le zampe anteriori forti nel maschio, granulate, colla mano e il tarso di sopra troncato; deboli nella femmina. I piedi posteriori compressi, quasi nudi, col margine dell’articolo 3°assai acu- to, il 5° articolo solcato di sopra, il tarso solcato. Benchè si tratti di una forma, la quale, senza i denti anteriori, porta otto denti marginali, non può esser confusa coll’ eterograpsus octodenta- CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 121 tus M. Edw., o coll’ H. affinis Dana (da noi riuniti in un solo), per la forma generale del corpo, e la disposizione delle zampe mascelle lar- gamente divaricate. Le differenze fra taluno dei caratteri indicati da Dana, come la fronte alquanto più larga, la propodite piuttosto liscia che solcata, si possono assai bene conciliare, considerando |’ età o forse il sesso del nostro esemplare. Certo però nè questo nè la specie di Dana possono entrare nel ge- nere Paragrapsus (M. Edw., Ann. des Sc. natur, Ser. 3, T. XX, p. 195), dove sono forme a gnatopodi con linea ciliata sulla faccia inferiore. L’ individuo esaminato proviene dal Rio della Plata, preso anco questo sull’ elice della nave. i Esso è indubitatamente una femmina, ma con addome stretto, non orbicolare e senza uova, e a nostro avviso, come a proposito di un’ altra specie (Nautilograpsus cyaneus) ci proveremo a mostrare, per qualsiasi ragione colpita di sterilità. Infatti benchè quanto a dimensioni appena diversa, la femmina della specie precedente, certo legata con questa dalla più stretta affinità, ha il suo addome secondo il solito largo or- bicolare scutiforme, e cuopre tutto lo sterno. Genus. Varuna. M. Edw., Dict. class. d’Hist. natur., 1830, T. X, p. 514; Id., Hist. natur. “des Crust., T. II, p.94; Id., Ann. des Sc. natur., Ser. 32, T. XX, pae bz0s Grapsus (Trichopus), De Haan, Fauna japonica, Crust., 1835, p. 92. — Dana, Explor. Exped. Crustacea, T. I, p. 332. Cancer, L. Fabr., Herbst., etc. Per gli scrittori, compreso Dana, questo genere si associa al genere Eriocheirus, per vincoli di prossima affinità, che si rilevano forse non tanto bene dalla moderata divergenza delle zampe mascelle, dalla com- pressione dei tarsi posteriori; ma appariscono invece di più, a nostro avviso, nel largo intervallo che separa le merognatiti dal margine ante- riore del peristoma, dalla disposizione poi della branchiostegite e dell’ an- golo pterigo-epistomiale, non che da quelle della cresta postorbitale e del dente orbitario inferiore interno. Le differenze consisterebbero poi nella forma generale dello scudo, esagonale nell’ un genere, quasi quadrata nell’ altro; nella forma della merognatite, male a proposito detta cordato-orbicolare nell’ Eriocheirus, largamente obcordata nella Varuna. Quando inoltre a questi caratteri differenziali sì aggiunga la fronte nell’Eriocheirus stretta e profondamente divisa, intera e larga oltre ‘/, del 1292 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. diametro dello scudo nella Varuna; l epistoma col segmento antennare in questa più esteso davanti indietro dello stesso segmento antennullare, e per gli estremi laterali riunito infuori alla base dell’ antenna esterna, molto sporgente e articolata dall’ altro lato colla cresta sottorbitale; il margine del peristoma acuto, 4-dentato, nettamente definito; le zampe posteriori progressivamente più lunghe dalle 2° alle 3° inclusive, tutte compresse nelle propoditi e nel tarso specialmente, e ciliate; i pereio- podi liberi da segmento sternale nel maschio, le affinità spariscono, e le due forme accennano a costruzione e condizioni di vita non poco diverse. Finalmente le mani della Varuna sono senza pelo, e le meropoditi delle altre zampe non sono mai tanto compresse come negli Erioche?- rus, mantenendosi per di più senza peli ai margini inferiori, salvo la 42 e I’ ultima, che hanno lo spigolo inferiore lungamente, il superiore bre- vemente ciliato. L’ addome del maschio è triangolare, col 7° anello più stretto e più lungo del 6°; l’ addome delle femmine è orbicolare largo, cogli articoli dal 1° cortissimo e largo quanto il margine posteriore dello scudo, più lunghi successivamente e più larghi; il 6° è più lungo del 5°, e pei mar- gini laterali curvati in avanti ristretto; il 7° a segmento di cerchio è largamente rotondato in avanti. . Le vulve sono-sulla quinta sternite. Le uova minutissime. . Giò che nella Varuna si dice poi margine postico-laterale obliquo, è realmente una piega metabranchiale superiore, sotto alla quale brusca- mente declina la regione metabranchiale medesima per finire nel vero margine postero-laterale villoso ciliato più in basso, lasciando fra i due un’area quasi romboidale pianeggiante. La priorità quanto al genere spetta a Milne Edwards, come dalla si- nonimia citata, malgrado il diverso partito seguito da Dana in favore di De Haan. XXXV. Varuna ‘literata. M. Edw., Dict. class. d’Hist. natur., 1830, T. X, p. 514; Id., Hist. natur des Crust., T. II, p. 94; Id., Ann. des Sc. natur., Ser. 32, IT ANPpe6: Heller, Novara Reise, p. 51. Cancer LimeRATUS, L. Fabr., Entomol. syst., Suppl., 1798, p. 342. — Herbst, Nat. Gesch. der Krabb., T. III, p. 58, tav. 48, fio. 4. ì i CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 123 Grapsus literatus, Bosc., Hist. nat. des Crust., T. I, p. 202. Trichopus literatus, De Haan, Op. cit., loc. cit. — Dana, Op. cit., TI, p. 336, tav. 20, fig. a. Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 45. Tav. VIII, Fig. 2, a-g. Gli esemplari che abbiamo provengono dallo Stretto di Banka, ed hanno sculture e denti laterali dello scudo assai meno pronunziati di quanto indicano le descrizioni e le figure di Dana; il margine interno o anteriore del braccio appena granulato e ciliato. Dimensioni e rapporti. Maschio. Femmina. Scudo. Diametro antero posteriore. ............... Mill. 31 32 Larghezza della fronte...........-........ >» 13 13 id. fra gli angoli orbitali esterni. ..... » 23 2A id. fra i denti mesobranchiali........ » 32 33 id. del margine posteriore. .......... » 17 16 id. dello sterno sulla 5* sternite. ..... 920) 23,0 id. del 1° anello addominale ......... DAME: t) 15,0 id. del 3° id. (marg. post.). > 11,0 23,0 id. del 4° id. Lead » 10,0 25,0 id. del 7° id. allalbasesstt > aRZi0. 18,0 EUDENEZZA AE ARRE Di O 6,0 Toracopodi. I IL. IL. IV. V. Mas. Fem, Mas Fem. Mas. Fem. Mas. Fem. Mas. Fem Merop.,lungh. 3702. 14 10° 15 14 1817 1718 1212 id. largh. » — — 45 4 56 — — — Carpop., id... » 10 7 OSARE OMO Propod., lungh. » 24 17 9 9 1414 1414 1010 ANI Larghezza.... » Dattilopodite. » 16 11 OO 1212 RI3 013 SIRO Rapporti. Larghezza dello scudo = 100. Maschio. Femmina. id. della fronte... ......- 0,42 0,40 Lunghezza.i. rv. 0,96 0,97 1924 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Genus. Nautilograpsus.' M. Edw., Hist. natur. des Crust., 1837, T. II, p. 89; Id., Ann. des Sc. natur., Ser. 3%, T. XX, p. 173. Synon. Planes, Bowdich, Madeira and Portoricco Crust., p. 151. — Bell, Brit. Stalk-eyed Crust., p. 133. — Dana, Proceed. of the Acad. of Nat. Soc. of Philad., 1851, p. 250; Id., Explor. Exped. Crustacea, T. I, p. 332, 346. Milne Edwards reclama la priorità della istituzione del genere sopra Bowdich e Leach, e quindi anche sopra Bell, che ha nonostante riabi- litato la denominazione di Planes, presso il primo di significato assai incerto, presso il secondo senza pubblicità. 4 Direttamente unito nell’ Agele dei Grapsacei coi generi Gonzopsis, Metopograpsus, Leptograpsus, Grapsus, ec., questo genere presenta nella disposizione generale dello scudo e della fronte rispetto alle orbite, nella disposizione delle antenne interne od esterne, i caratteri di strut- tura che giustificano questa riunione; le zampe posteriori però sono colle meropoditi fortemente compresse; la carpo e la propodite delle quinte zampe sono ciliate nel margine superiore, il tarso per quanto spinuloso è pure compresso, talchè si manifesta un adattamento alla natazione più pronunziato che nelle specie dei generi già ricordati. Per quanto poi alle disposizioni delle parti che concorrono a limitare le fosse orbitali e antennari, qui è notevole che il margine orbitale è liscio ed intero non rilevato in cresta postorbitale sranulata o dentata; l'angolo pterigo- antennare è rotondato e finisce all’ interne con un margine pterigo-anten- nare assai lungo; piccolissimo è il dente orbitario inferiore interno. Il quadro buccale poi non è completamente chiuso in avanti dagli gnatopodi, e vi è di più un distinto orifizio respiratorio pervio nell’ angolo del pe- ristoma. Le antennule e le antenne sono del resto completamente libere e perfette come nei generi già esaminati. Non vi è dubbio che le zampe mascelle esterne sono separate da uno spazio romboidale nel mezzo, ma il fatto che il gruppo costituito da Dana su questo carattere riunisce generi a tarsi spinosi (Grapsus, Goniograpsus, Planes) e generi con tarsi inermi (Hemigrapsus, Cyrtho- grapsus), lo rivela da sè assai convenzionale ed artificioso. ! Trib. Grapsine, Agele 1° Grapsacea, M. Ed w., Ann. des Se. natur., loc. cit. (Vedi sopra p. 101.) n ‘PI Si CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 125 XXXVI, Nautilograp:8us cyaneus. M. Edw., Ann. des Sc. natur., Vol. cit., p. 175. Synon. PLANES cvAnEUS, Dana, Proceed. of the Acad. of Nat. Soc. of Philad., 1851, p. 250; Id., Explor. Exped. Crustacea, T. I, p. 347, favo dranont ia, dc, e) g. Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 41. Tav. VII, Pig. 5, a-f. Gl’individui assai numerosi che ci rappresentano questa specie ven- gono dall’ Oceano Atlantico, e dovrebbero quindi appartenere all’ altra specie, N. minutus, del quale hanno anche l’ addome del maschio trian- solare e lungo non il doppio, ma ‘/, più della larghezza alla base. Però hanno pronunziatissima la sporgenza del terzo articolo dell’ ad- dome stesso sui lati, e l’ articolo ultimo è triangolare alquanto allungato. Ne verrebbe per conseguenza, o di distinguere fra il N. cyaneus e il N. minutus una terza specie, o di associare, come facciamo, la forma nostra a quel tipo, cui si accosta di più per maggior numero di carat. teri, rimettendo a chi disponga di materiali di confronto per giudicare il valore delle due già esistenti. Dimensioni e rapporti. Scudo. Maschio. Femmina ra Larghezza. della fronte... uh... Ml. 45 50 45 id. dello scudo anteriore... ..... DO NE SIO NATO, IMAOMEZZA RR AN i Da o EHE id. ALIRAAAONIE RR DIOR OMO Larghezza dell’ addome al 4° segmento .. » 4,060. 4,5 id, dello sterno alla 5* sternite... » 5,0. 7,0 5,0 Frattanto in questo genere si registrano altre specie poco ben defi nite, e che tutte insieme meriterebbero una revisione. Esse sono: N. diris, Costa (Mediterraneo); — (Grapsus) pusillus, De Haan; — major, Maclay; — Smithi, Maclay; 126 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. cui vi è da aggiungere ancora un N. (Grapsus) cinereus, Sav; N. (Grapsus) pelagicus, Roux; — testudinum, Roux (Mediterraneo) ; ‘ più francamente assimilati al N. menutus. i Dana, discutendo le differenze degl’ individui del suo Planes cyaneus, pescati nell'Oceano Pacifico sopra e sotto all’ Equatore, avverte che le fem- mine dell’ Emisfero superiore hanno l’ addome ‘'/, più lungo che largo, quelle dell’ Emisfero inferiore addome orbicolare, e spiega la differenza per cagione dell’ età. Fra i nostri esemplari si trovano appunto delle femmine fra loro diverse per l’ addome ellittico stretto, coll’ apice roton- dato uguale di larghezza allo sterno, e altre coll’ addome più stretto dello sterno e quasi triangolare. Le prime hanno anche le spine del margine inferiore delle propoditi e delle dattilopoditi alquanto più forti. Queste differenze però si vedono in individui di dimensioni corri- spondenti, pescati nel medesimo luogo, quindi probabilmente della stessa età, certo della stessa natura, e quantunque tutti siano senza uova, le femmine indicate accennano di certo colla differenza stessa a una condi- zione di sessualità differente. Genus. Metopograpsus. * M. Edw., Ann. des Se. natur., Ser. 32, T. XX, p. 165.-— Stimps., Pro- ceed. of the Acad. of Nat. Soc. of Philad., 1858, p. 101. Svynon. Goniograpsus, Dana, Op. cit., T. I, p. 332-342. Grapsus (Goniopsis), De Haan, Op. cit., p. 33 (pars). Grapsus, Herklots, Additam. ad Faun. carcinolog. Afr. occidenta- lis 18516 Pachygrapsus, Randall, Journ. Acad. of the Nat. Soc. of. Philad., d°. NI, p-A126. ! Vedi M. Edw., Op. cit., Vol. cit., p- 175.— Costa, Fauna di Napoli, Crostacei. * 1° Agele princip. Grapsac@a, M. Edw., Op. cit., Ser. 3°, Vol. cit., p.162. (Vedi sopra p. 101.) CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 4127 XXXVII. Metopograpsus oceamicus. M. Edw., Ann. des Se. nat., Vol. cit., p. 166. — Lucas et Jacq., Voyage de l’Astrol. Crust., T. III, p. 73, tav. 6, fig. 9. — Heller; Novara Reise, Crust., p. 44. Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 38. Tav. VII, Fig. 4, a-d. Questa forma è specialmente distinta per la larghezza della fronte e pel profondo solco cervicale, largamente curvato a convessità posteriore, che passa fra i due denti esterni e il centro dello scudo fra la regione gastrica e la regione cardiaca sul tergo, essendo le altre impressioni, salvo quelle dei lobi epifrontali e protogastrici, molto superficiali. Lo scudo trapezoidale, posteriormente '/, più stretto che in avanti, ha la fronte larghissima (più di °/, della larghezza massima dello scudo stesso) bruscamente piegata in basso, col margine estremo lamelloso rialzato, finamente crenula- to, nel mezzo leggermente incavato, cogli angoli esterni rotondati. Di sopra è da un estremo all’ altro incavato, davanti allo spigolo epifrontale 4-lobo, per la divisione dei lobi protogastrici in esso bruscamente sporgenti, troncati e granulosi. Le orbite sono angolari, col margine orbitale posteriore di sopra e di sotto molto meno avanzato dell’ angolo orbitario interno ed esterno. I margini antero-laterali sono brevissimi, retti, forniti di un dente anteriore trigono, più forte del dente posteriore, e si continuano coi margini postero- laterali convergenti all’ indietro; verso questi declinano bruscamente le regioni metabranchiali, obliquamente percorse da 7 o 8 pieghe, le posteriori delle quali sono più lunghe delle anteriori. Lo pterigostomio quasi orizzontale pianeggiante è formato in avanti e all’in- terno da un lobo subepatico ben circoscritto, ma molto più largo che lungo, e il suo margine anteriore, largamente convesso e denticolato, forma il margine sottorbitario anco più avanzato ed acuto che nei Grapsus, separato in fuori per angusta incisione dallo spigolo inferiore del dente anteriore dello scudo e termi nato all’ interno nell’ angolo pterigo-epistomiale. Fra il margine della fronte e il margine sottorbitario rimane una larga fes- sura trasversale, per cui l’ orbita comunica colla fossa antennaria come nei Goniosoma; ma questa invece di essere occupata da un prolungamento della ischiocerite è occupata dal dente orbitario inferiore interno, che cominciando come una cresta triangolare poco notevole staccata dal tavolato inferiore del- 128 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. l orbita stessa presso l’ angolo pterigo-antennare, continua formando una la- mella rettangolare, che si termina in fuori in acutissimo dente triquetro appog- giato alla base del podoftalmo. AI di dietro del lobo subepatico lo pterigostomio, obliquamente percorso da rilievi lmeari sparsi di peli; descrive un’ area triangolare acuta posteriormente e limitata in alto da un’arguta carena che segue lo spigolo postero laterale dello scudo. \ La branchiostegite sporge un poco più dell’ angolo pterigo-epistomiale, al- l’interno, e terminata da lobo epimerico ad angolo in avanti acutissimo, si avanza più dell’ angolo medesimo verso l’ epistoma. L’epistoma è mollo largo, non però quanto la fronte, e al solito netta- mente diviso in traverso, fornisce col segmento anteriore un largo e corto lobo nasale articolato alla fronte stessa; e sui lati il margine escavato della fossa antennullare, rialzato appena cogli estremi, più in fuori. Il segmento posteriore, profondamente scanalato da un lato all’ altro, si rialza verso gli estremi in due lamine rotondate denticolate sporgenti, interposte fra la coxo e la basicerite con cui si articolano esternamente, e si confonde indietro col margine peristomiale anteriore, acuto lamelloso, diviso in una parte mediana 6-dentata e in due lobi estremi rotondati ed interi, curvati e articolati coll’ angolo della branchiostegite. Le antenne interne di forma ordinaria sono contenute sotto la fronte colle loro coxo-basi-ischioceriti in traverso; gli articoli successivi sono lunghetti sot- tili, e specialmente la carpocerite è fortemente depressa. Le antenne esterne, cogli articoli basilari distinti, hanno la coxocerite divisa internamente dalla basicerite, e piantata profondamente sotto i lobi laterali del- l’epistoma; la basicerite triangolare, corta, trasversale, coll’ angolo esterno acuto porta all’ interno il tubercolo auditivo assai rilevato ; più avanti è l’ischiocerite depressa romboidale corta, all’ interno ciliata, all’ esterno poco prolungata con un angolo acuto; quindi la merocerite, inserita verso l'interno, terminata dalla carpocerite quasi terete sottile più corta, dalla protocerite e dalla dattilocerite su- bulata, multiarticolata, lunga fino alla base del dente infraorbitale. Gli gnatopodi esterni, separati alla base quanto è larga l’ischiognatite e quasi il doppio nel mezzo, convergenti, ma non riuniti avanti, chiudono da questa parte il peristoma incompletamente non colla mero, ma colla carpognatite la- mellosa triangolare e assai allargata. Lo sterno del maschio è ovato allungato, colla deutosternite corta e per una semplice linea di peli distinta dalla tritosternite; la ebdosternite è visibile solo per le episterniti al davanti delle zampe del 5° paio. Nei toracopodi del 1° paio la ischiopodite ha due denti spiniformi sullo spi- golo anteriore; la merognatite trigona, fortemente ristretta alla base, ha tanto lo spigolo inferiore esterno che quello inferiore interno, acuto dentato all’ origine, e poi più avanti espanso lamelloso, e nell'angolo e nel margine carpico adiacente 4 0 5-dentato, con denti lunghi ed acuti. Il carpo è trapezoidale, esternamente granulato e sull’ angolo anteriore in- terno bidentato. La mano ellittico-romboidale è compressa, col margine inferiore rotondato, traversato da pieghe interrotte oblique, e definito da una carena quasi marginale. Superiormente la mano stessa è granosa, con piccole pieghe oblique, ed il margine è acuto, obliquamente pieghettato e granoso; tutta la faccia esterna è P_i vio > CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 129 poi nella parte media levigata; la faccia interna è assai rilevata nel mezzo, quivi e nella metà inferiore plicato-granosa. Il dito inferiore, bruscamente ristretto dopo l’ origine, è corto grosso, obli- quamente troncato e internamente escavato, all’ apice rotondato, e porta con un dente maggiore pochi e piccoli denti marginali; nella escavazione è munito di alcune setole brevi. Il dito superiore, quasi triquetro e arcuato, nella convessità verso la base è rugoso e granuloso plicato, nel margine inferiore è oscuramente dentato con un dente maggiore verso la metà e quindi nell’ apice escavato, con fossette pi- lifere lungo la escavazione. Le zampe del 3° e 4° paio sono conformi e maggiori delle altre del 1° e del 5° paio, ed hanno meropoditi compresse, col margine superiore squisitamente determinato, seghettato, terminato da un dente preapicale acuto; il margine infe- riore esterno o posteriore è lamelloso allargato e nell’ angolo carpico troncato è fortemente tridentato. Carpopoditi piramidato-compresse, obliquamente troncate, internamente 1, esternamente 2 carinate, con lo spigolo superiore acuto e angolarmente protratto più dell’ inferiore. Propoditi ellittico-lineari compresse, più lunghe delle carpopoditi e del tarso. A cominciare dalle carpopoditi, tutti gli articoli portano, lungo le carene e gli spigoli, setole lunghe rigide e fulve; le propoditi 3° e 4°, sulla faccia esterna o posteriore lungo una carena submediana, hanno una linea di brevi e sotti- lissimi peli, lungo il margine inferiore delle spine brune in due serie, per lo più geminate. Queste si ripetono anche sulle propoditi del 2° e del 5° paio, ma nelle ultime manca la linea ciliata della faccia esterna, che è trasportata sullo spigolo su- periore. Le propoditi del 2° paio hanno per di più un cuscinetto di peli neri cortis- simi sul margine inferiore, e in parte questo si ripete verso l’ estremità della propodite del 3° paio. Il tarso è tetragono compresso arcuato, armato di spine gialle innumero di 2 a 3 agli spigoli inferiori, di 4 a 5 ai superiori, ed è terminato da una spina estrema forte acerosa. Addome del maschio triangolare colla 3* urite sporgente più delle altre sui lati, la 6° cogli angoli anteriori rotondati, la 7° triangolare allungata coll’ an- golo anteriore rotondato ottuso. Pereiopodi 4: due anteriori più grandi congiunti da robusto arco sternale, prismatici, contorti, dilatati e cornei nell’ apice, termi- nati all'altezza di una papilla rilevata nella 2° sternite; due posteriori sottili corti, larghi alla base, applicati all’ interno contro la faccia libera degli anteriori, mentre all’esterno vi è applicata la verga procedente dalla 7* sternite più in fuori. Il colore dello scudo è sul tergo verde scuro, con macchie irregolari giallastre punteggiate; sui lati roseo violaceo come sulla faccia delle meropoditi posterio- re, esclusa quella del 5° paio, che come gli articoli successivi è trasversal- mente fasciata di roseo e di bruno. Il di sotto del corpo e la faccia anteriore delle meropoditi sono di color gri- gio rossiccio. Le dita sono rosee all’ estremità. Scienze fisiche e naturali. — VOL. I. 9 130 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Di questa forma vi sono assai chiare, ma brevissime descrizioni, dalle quali neanco sarebbe facile di rilevare se la specie nostra sia o no diversa da quella, sotto il nome della quale è portata. La figura di Jacquinot e Lucas, buona assai nell’ insieme, è esagerata nei particolari, specialmente degli accidenti del margine epifrontale e della mano. Il Grapsus Pelii Herklots! che Milne Edwards si limita a dichiarare affine al M. oceanicus, sembra realmente dello stesso genere e ad esso vi- cino; ma ne differirebbe per lo spigolo epifrontale dei lobi protogastrici più granoso; per la prima meropodite colla faccia superiore interna più regolarmente triangolare, collo spigolo superiore più regolarmente di- latato attenuato, uniformemente dentato; per il carpo spinuloso; per la mano « inferne spinosa, parte superiori granulis spiniformibus in plures » series ordinatis; » per le meropoditi successive « superne incise, in- » cisionibus spina brevi mobili instructis, apice ‘unispinose. » È da notare che Milne Edwards, attribuendo talora due denti al suo Grapsus messor (Hist. natur. des Crust.), mette in qualche incertezza, ma la specie così designata si distingue dalla nostra per la sua fronte intera. Milne Edwards ha ottenuto quest’ ultima da Pulo-Han; Heller dalle Isole Nicobar: per noi un solo individuo maschio che ce la rappresenta, è di Wosung; il Grapsus Peli Herklots è di Boutry. Dimensioni e rapporti. Scudo. Diametro antero posteriore... ......-::. 0.00 Mall. 25 id. Lrasversaledellattronte See RE RE REA SII id: ictravi dentMorbitali esternis.astaa seno ste >) 13313 Zampe. Lungh. Largh. Meropodite, lunghezza. .............. Mil. 13 17 $ CArPOPOdtena RR » 10 9 5) Propodite:lunshezza geo: e SRD 13 4 Id ClArenezza i soon ret >» 13° — = DItilopo terr O SÌ 7 — Rapporti. Larghezza dello scudo = 100. LUNEHEZZaAne ene e 0,75 Larehezzai della fronte tt NIE ERROR 0,63 Lunghezzatdella im ano RR ER Re 0,65 Larghezza AAA I ARA AIN 0,39 ! Additam. ad Faun. carcinolog. Africa occidentalis, 1854, p. 8. ° Heller ha quasi la stessa misura per la lunghezza (24 mill.) e per la larghezza della fronte (20 mill.); per la larghezza totale poi 23 mill., il che non può essere senza un errore. er CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA, 451 Genus. Pachygrapsus.' Randall, Journ. Acad. of the Nat. Soc. of Philad., T. VIII, p. 127. Stimps., Proceed. of the Acad. of. Nat. Soc. of Philad., 1858, p. 101. Grapsus, De Haan, Fauna japonica, Crust. (pars), T. VIII, p. 127. Goniograpsus, Dana, Explor. Exped. Crustacea, T. I, p. 332, 342 (pars). Leptograpsus, M. Edw., Ann. des Sc. natur., Ser. 3%, T. XX, p.171 (pars). La differenza fra il precedente genere e questo, secondo Milne Edwards, consiste principalmente nella disposizione delle orbite per effetto del dente orbitario inferiore, nel primo separate dalla fossa antennare, nell’ altro ancora comunicanti, per quanto ristrettamente, più a cagione della fronte però che del lobo stesso. Vi è poi la diversa conformazione dello scudo, nell’uno ristretto posteriormente, nell’altro no. In tutto il resto i due generi si conguagliano presso a poco. Una differenza ancora appari- sce nell’addome del maschio, nel primo dei due acuminato, nell’altro re- golarmente triangolare dopo la 3? urite; e nei pereiopodi anteriori, nel primo riuniti da arco sternale alla base, nell’ ultimo indipendenti. Quanto alla sinonimia dei generi seguiamo Stimpson, pel quale però il genere Metopograpsus, che ha grandissimo il dente orbitario in- terno, avrebbe invece il « lobus suborbitalis internus, brevis, latus fron- » tem fere attingens; » mentre nel genere Geograpsus, dove 1’ occlusione delle fosse orbito-antennare è completa, ha però i margini antero-late- rali dello scudo non retti, ma curvati. XXXVII. Pachygrapsus crassipes. Randall, Op. cit., loc. cit. — Stimps., Op. cit., Vol. cit., p. 102. Leptograpsus.... Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 37. Tav. VII, Fig. 3, a-e. Nessuno dei Leptograpsus M. Edw., o dei Pachygrapsus da quelli distolti, quadra col nostro, se non sia uno, di cui prendiamo appunto il nome, del Porto di Simoda nel Giappone o delle spiagge di California, del quale però abbiamo soltanto l’ indicazione da Stimpson. ! Grapside, Stimps. (Vedi sopra, Op. cit., loc. cit.) 132 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Concorrono a definire nel genere suo questa forma lo scudo al- quanto ristretto indietro coi lati quasi retti, ed un solo dente dietro al dente orbitario esterno; la fronte uguale alla metà della larghezza dello scudo, lamellosa sporgente, leggermente inclinata; il dente sottorbitario interno piccolo che non arriva alla fronte; le antenne laterali col terzo articolo, il cui angolo esterno si protrae molto in fuori e termina all’ al- tezza del lobo orbitario. Scutum trapezoideum, postice costrictum, antice rotundatum biden- tatum, superne regionibus hepaticis branchialibusque oblique plicatis; me- dio, regione cardiaca hexagonali, gastrica obcordato-trigona subdistinctis; lobis protogastricis trasverse rugosis, antice abrupte truncatis subdivisis, lobulo intimo, extimi productiore, extimoque lobo superciliari subqua- drato granulato terminato. Frons producta lamellosa, margine granulato, quadriloba; lobis mediis late arcuatis amplis, lateralibus subtriangularibus minimis. Antennarum extimarum coxopoditis, ischiopoditis trigone, angulo externo valde elongato, altere acuto-minori, altere rotundato-majori; dente orbitali infimo interno, triquetro valido. Margo suborbitalis minute denticulatus trasversus, interne angulo margineque pterigorantennari late rotundato, integerrimo. Gnathopodi a base late divergentes, merognato obcordato bilobo, lobo extimo rotundato, quam interno latiori. Manus elliptica ovata levis, superne plicato-carinata. Pedum posticorum meroitis depressa lata, margine supero acuto ser- rulato 2-4 spinulosa; spinulis nigris brevissimis margine adpressis. Propoditis linearis depressa, superne ac inferne spinulosa. Tarsus brevis, unguicula brevi terminatus, tetraquetro-compressus 4 fariam spinosus. Spinulis undique validis, nigris. Scudo depresso trapezoidale, in avanti più largo, cogli angoli antero-late- rali brevi arcuati bidentati. Regioni intestinale e cardiaca discretamente distinte sui lati, piane, levi- gate; regioni metabranchiali appena distinte per solco ipogastrico dalle meso- branchiali, e come queste obliquamente plicato-corrugate. Regione gastrica obcordato-triangolare, discretamente limitata, di sopra trasversalmente rugosa; lobo mesogastrico depresso, posteriormente appena di- stinto, in avanti prolungato nella scanalatura mediana che divide i lobi protoga- strici profondamente separati, rilevati e suddivisi quindi sopra la fronte; il lobulo interno si avanza più dell’ esterno, ma pur anco questo giunge allo spi- golo epifrontale, continuandosi in un lobo sopraciliare quasi quadrato granoso. Spigolo epifrontale quadrilobo, poco rilevato sopra la fronte lamellosa, quasi orizzontale, di sopra granulosa, larga /; dello scudo, col margine finamente gra- CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 139 nulato, nel mezzo largamente escavato e così quasi bilobo, coi due lobi esterni (sopraciliari) però distinti ed acuti. Pterigostomio inclinato, formato: indietro e internamente dalla branchioste- gite, prima retta davanti indietro, poi trasversale, anteriormente escavata, termi- nata con acuto lobo branchiostego-epistomiale; in avanti e in fuori da un segmento esterno obliquo rugoso; più all’interno dal lobo subepatico largo triangolare liscio, col margine anteriore (postorbitale) trasverso denticolato, quindi larga- mente curvato intero, formando lato e angolo pterigo-antennare. Epistoma corto trasverso, col lobo medio anteriore largo troncato artico- lato alla fronte, cogli angoli estremi minuti rilevati e ravvicinati ai lobi frontali laterali. Segmento antennare distinto dall’ antennullare per una sutura sottile, quindi rilevato in arguta cresta trasversale, nel mezzo per la metà della lun- ghezza confusa col margine della fossa palatina, lateralmente distinta al davanti di un’area triangolare piana, articolata in fuori coll’angolo della branchiostegite coll’angolo pterigo-epistomiale e colla base dell’ antenna esterna. ‘Orbite angolari chiuse in fuori dal dente orbitario esterno trigono acuto, sporgente e, per la base dello spigolo inferiore interno, appena distinto dalla ere- sta sottorbitaria con angusta incisione. Dente orbitario inferiore interno minuto. Fosse antennari trasverse, strette davanti indietro; le interne scavate per gran parte nella faccia inferiore della fronte e quasi divise dalle esterne per larga piega discendente dalla fronte stessa. Protoceriti. Coxobasiceriti obovate, lunghe metà della fossa antennare, compresa la scanalatura sotto la fronte, alla parte anteriore superiore interna per °/, escavate, per far luogo alle artroceriti successive; la prima cilindroide grossetta, la seconda sigmoidea, terminata da un esartro breve e da un flagello falciforme multiarticolato. Deutcceriti grandi; coxocerite triangolare, distinta, coll’ angolo esterno acuto protratto ; la basicerite angusta lineare trasversa, col tubercolo auditivo compreso nella smarginatura esterna dell’ epistoma; ischiocerite disgiunta tra- sversale scafoidea, col margine anteriore incavato e l'apice protratto in fuori, rotondato, lungo quanto il dente orbitario, colla base all’ interno in rapporto dei lobi esterni della fronte; 4° articolo minuto incassato fra la basicerite e l’ esca- vazione frontale; 5° minuto. Flagello grossetto appena lungo per arrivare all’an- golo orbitario superiore interno. * Gnatopoditi divergenti una dall’ altra fino dalla base dell’ ischio e di- stanti più della larghezza di questo, che è cultriforme troncato, glabro, appena segnato sulla faccia libera da una costoletta submarginale. Merognatiti convergenti fra loro in avanti, non occludenti il peristoma, più larghe che lunghe, simmetricamente obcordate, col lobo esterno largamente rotondato più corto dell'interno, col margine interno obliquo ingrossato. Carpognatite molto più stretta, lamellosa obcordata, inserita verso 1’ esterno ! Questa forma e disposizione dell’ischiocerite, nel suo modo particolare di es- sere propria alla specie, è poi, come la struttura e disposizione generale delle antenne esterne in generale, comune ai Leptograpsus (L. marmoratus); e così anco la disposi- zione a semicerchio colla convessità in avanti e all’ interno del margine e dell’ angolo pterigo-antennare, e pterigo-epistomiale dello pterigostomio, che si continua poi ester- namente in linea retta all’ infuori formando il margine sottorbitale. 194 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. sul margine anteriore escavato della merognatite, sugli angoli anteriori interni ciliata, seguìta dal 5° articolo più piccolo, quasi conforme e dall’ultimo più stretto, ciliato pennicillato. Toracopodi, meno i primi alquanto più lunghi, tutti colla meropodite più corti del margine laterale dello scudo. Zampe del 1° paio. Basipodite corta; ischiopodite più lunga, quasi trigona, collo spigolo interno anteriore alquanto dilatato denticolato. Meropodite trigona. Spigolo superiore alla base arcuato acuto; spigolo infe- riore esterno ottuso plicato, dentato: inferiore interno o anteriore, acuto retto lamelloso, in tutta la lunghezza serrulato, terminato ad un angolo e ad un mar- gine carpico trasversale, lamelloso tridentato. Faccia inferiore o interna escavata, percorsa verso la base da due linee circoscriventi un’ ellisse, e da molte pieghe trasversali sottili. Faccia inferiore escavata, liscia, triangolare ; faccia esterna convessa, fortemente plicato-rugosa, con pieghe alternativamente più leggiere e più forti, terminata da un margine carpico trasversale intero. . Carpo quasi trapezoidale, di sopra convesso, plicato scabro, all’ angolo po- steriore interno armato di un dente spiniforme. Mano quasi romboidale compressa, finissimamente granulosa, radamente impresso-puntata, col margine inferiore rotondato levigato ed alquanto intorto, dalla base all’ apice del dito inferiore percorsa da oscura carena submarginale. Dito corto, troncato, sul margine opponente ottusamente dentato. Margine palmare superiore attenuato carenato; carena obliquamente in- crociata da linee pliciformi di granulazioni minute. Faccia palmare interna con- vessa, finissimamente rugoso-plicata. Dito superiore triquetro compresso arcuato, nella convessità verso la base percorso da linee oblique di sranulazioni poco distinte; in fuori coperto di granulazioni minute e sparso d’ impressioni puntiformi, nell’apice escavato bruno, obliquamente troncato, nel margine inferiore, non occludente, in avanti inerme, verso la base assai grossolanamente dentato. Zampe posteriori. Meropoditi trigone compresse; le 3° e le 4° più larghe e più lunghe; le 5° più corte di tutte e meno larghe delle precedenti, ma per altro più larghe delle 2°: tutte collo spigolo superiore sottile, rotondato, obliquamente plicato serrulato e nelle tre paia anteriori armato di tre o quattro spine brevissime, nere, profondamente incas- sate in altrettante depressioni, terminato da un angolo acuto subapicale; spigoli inferiori riuniti verso la base dell'articolo in una faccia rotondata, rugoso-pli- cata, più corta e sottile in quelle del 5° paio, in avanti divergenti e acuti; l’ ante- riore, nelle 2° zampe, terminato da un dente apicale assai acuto, nelle altre da un angolo più o meno rotondato; il posteriore più allargato, attenuato, termi- nato da un dente preapicale ottuso breve, e da due o tre dentature nell’ angolo e nel margine adiacente. Carpopoditi compresso-piramidate; nello spigolo anteriore 2-3 spinose, sulle faccie esterna e interna percorse da due pieghe, la superiore delle quali pro- fonda e nel seno appresso-ciliata, verso l’ estremità spinulosa; l’ inferiore iner- me e superficiale. Propoditi più lunghe delle carpopoditi, compresse, sulla faccia interna longi- tudinalmente solcate, sulla esterna plicato-carenate; carena pliciforme nell’ascella tn CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 133 ciliata; spigoli superiore e inferiore rotondati, il primo percorso da quattro serie di spine, il secondo da due, come negli articoli precedenti corte, ottuse, grossette. Tarso forte, tetragono compresso, armato nell’apice di valida e breve unghia bruna; sugli spigoli di spine corte, robuste, nere, appresso imbricate, 7 negli spi- goli superiori, 5 e 6 negli inferiori. Sterno ovato, nell’ apice troncato; tritosternite trapezoidale escavata sui lati e anteriormente. Addome del maschio triangolare, colla protourite uguale al margine poste- riore dello scudo, da un lato all’ altro poco minore della deutourite; tritourite più larga trasversalmente e davanti indietro, e pei margini laterali sporgente ; 4*, 5° e 6° urite quasi eguali in lunghezza, in larghezza gradatamente fino alla 6° decrescenti. Ebdourite triangolare equilatera, coll’ angolo anteriore assai ottuso. Pereiopodi anteriori grossi, trigoni, verso l’apice dilatati, brevemente setoso- pennicillati, attingenti appena il margine posteriore della 3* sternite, connessi al- l’ origine da un robusto arco sternale, in rapporto per la parte basilare esterna, escavata e sigmoidea, con la verga molle e procedente dalla 5* sternite. Pereiopodi posteriori brevissimi appressi ai pereiopodi anteriori. Pelvi profonda, escavato-trigona, con due papille circondate da peli al mar- gine posteriore della 4° sternite. Dimensioni e rapporti. Scudo. Lunghezza dal margine poster. al margine della fronte. M#22. 28 id. al margine epifrontale. . ...........-...., » 26 Larghezza fra gli angoli frontali. ........:.......... » 16,5 id. fra l’ apice dei denti orbitali esterni. ...... ARS) id. id. id. epibranchiali. ........ » 32 id. fra gli angoli posteriori esterni. .......... » 28 id. id. id. IDtELNI Ne eee tetro Sr RD ri Zampe. Lunghezza della mano lungo il dito inferiore. ........ » 16 IM GEZA A vos EGO dA dance Son og nio vd ga ESE >» 14 Meropodite3*, lunghezza... tn een » 20 id. larghezza ECCO RE » 8,5 Carpopodite, lunghezza... .............-... RIS: » 10 Propodite IR LETTINO RARI toe » 125 Larghezza delle due all’ articolazione... .. LL... PANI 5) Dattilopodite, lunghezza. ..... Nato tO Fa dogti SOGNI Rapporti. Larghezza dello scudo = 100. VIRA E HEZZA ISAIA III 1,04 Larghezza (della tfronterts ano ile tato 0,60 Uunghezza della mano. nai ie 0,60 Larghezza id. FUILI DO Po o to voi 0,50 130 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. La specie proviene con due buoni individui maschi da Jokohama, da dove pure è originario il tipo di Randall. Subfam. IL SESARMINZE. Dana, Explor. Exped. Crustacea, T. I, p. 333, 358. 4 Swwon. Trib. Grapsinae, Agele 3% Sesarmacea, M. Edw., Ann. des Sc. natur., Ser. 32, T. XX, pag. 181. (Vedi sopra, p. 101.) Trib. Grapsoidiana, M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. II, p. 68 (pars). Grapsus (Genus), De Haan, Fauna japonica, Crust., p. 3. Genus. Sesarma. Say, An account of the Crust. of the United Staates; Journ. of the Acad. of the Nat. Soc. of Philad., T. I, 1817, p. 76.—M. Edw., Hist. na- tur. des Crust., T. II, p. 74; Id., Ann. des Sc. natur., Op. cit., loc. cit. — Dana, Op. cit., loc. cit. — Stimps., Proceed. of the Acad. of Nat. Soc. of Philad., 1858, p. 105. Synon. Grapsus (Pachysoma), De Haan, Op. cit., loc. cit. XXXIX. Sesarma Mederi. M. Edw., Ann. des Sc. natur., Ser. 32, T. XX, p. 185. Targ. Tozz., Gatal. Crost. della Magenta, n. 34-35. (Sesarma Lafondi, Lucas et Jacquin.; Sesarma impressa, M. Edw.) Tav. IX, Fig. 1, a-t. Ai numeri 34 e 35 del Catalogo dei Crostacei della Magenta fu dato una Sesarma Lafondi Lucas et Jacq., dei mari della China, ed ‘ una S. impressa M. Edw., di Jokohama, attribuendo alla prima due giovani maschi, alla seconda un maschio e una femmina adulti, che in- vece di Jokohama sono però di Singapore. Meglio considerati tutti questi esemplari ci sembrano della specie appunto, alla quale ora vanno riportati. Essi hanno infatti : di: CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 137 Scudo quasi pianeggiante, declive in avanti e sui lati, e per questo, ben- chè quadrato, apparentemente più lungo che largo, sparso superiormente di li- nee interrotte trasversali pilifere nel giovane, nell’ adulto più denudate. Le regioni intestinale e cardiaca meno profondamente circoscritte della re- gione gastrica, la quale, assai ristretta e quasi orbicolare, ha indietro un lobo uro- gastrico semilunare, i lobuli metagastrici rotondati, nel mezzo il lobo mesoga- strico anteriormente prolungato e triangolare. Lobi protogastrici profondamente separati l’uno dall’ altro e suddivisi per °/, della loro lunghezza, col lobulo interno più lungo dell’ esterno, e questo è an- teriormente continuato da un lobo sopraciliare quadrato fino allo spigolo epi- frontale, col quale anteriormente finisce lo scudo. Regione epatica assai incavata ; epibranchiale continuata colla meso e me- tabranchiale, ambedue lateralmente declivi, percorse da cinque pieghe oblique filiformi crenulato-ciliate. Spigolo terminale anteriore o epifrontale retto acuto quadrilobo ; fronte la- mellosa, bruscamente inflessa, verticale, colla faccia anteriore trasversalmente incavata e di qua e di là da un intervallo mediano rilevata in due prominenze trasverse; margine frontale inferiore nel mezzo e sugli angoli escavato, bilobo, nitido, squisito. Spigolo antero laterale dello scudo retto, bidentato, col dente posteriore appena distinto; spigolo postico laterale retto, continuato coll’ anteriore, leg- germente sporgente al di sopra di un canale sottomarginale, che è percorso da una linea centinata di peli e aperto nell’orbita per un iato della parete orbitaria esterna, inferiormente. Pterigostomio sui lati verticale, inferiormente rotondato convesso, sottilissi- mamente reticolato villoso, senza branchiostegite distinta, e terminato: all’interno dal margine laterale del peristoma, distinto, retto, sottile; in avanti coll’angolo pterigo-epistomiale e una lamina postorbitale trasversa, sottile, villosa, rile- vata alla base del podoftalmo in assai forte dente intraorbitale od orbitale infe- riore; dietro l’ orbita scolpito da un’ area triangolare colla base in avanti, 1’ an- golo interno lungamente protratto, meno villosa del resto dello pterigostomio. Epistoma romboidale, corto davanti indietro, in larghezza quasi uguale alla fronte. Segmento antennullare sporgente sui lati più del segmento anten- nare, sugli angoli estremi rialzato, protratto pel mezzo in un lobo nasale largo, troncato articolato colla fronte, rilevato sulla faccia di qua e di là da una de- pressione media, e sui rilievi percorso da due serie oblique di peli. Segmento antennare più stretto, ma per le disposizioni della faccia conforme al segmento antennullare; per gli estremi laterali obliquamente troncato e smar- ginato, aumentato in fuori dalla coxocerite romboidale obliqua, coll’ angolo po- steriore sporgente agli estremi del margine epistomiale tridentato. Orbite assai grandi, trasverse, alquanto oblique, col canto esterno (dente anteriore dello scudo) appena avanzato fino all’ altezza del margine orbitale po- steriore, quindi senza parete esterna, e aperte nel solco sottomarginale dello scudo, villose nella cavità, ristrette intorno all’ origine del podoftalmo da mar- gine falcato che continua il dente orbitario interno, di sotto e indietro limitate dalla lamina sottorbitaria. Fosse antennari sotto la fronte, davanti indietro angustissime, comuni- canti coll’ orbita fra l'angolo frontale esterno e il dente infraorbitario. 138 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. . Peristoma più lungo che largo e in avanti sensibilmente ristretto, agli an- goli inciso. Podoftalmi sopra una coxoftalmite breve ristretta, grossi corti, troncati alla base, terminati per l’ apice in largo canto triangolare sopra la cornea ellit- tica antero inferiore, lunga */; della lunghezza del podoftalmo medesimo. Protoceriti colla base profondamente incassata sotto la fronte; gli arti- coli mobili, compresa la dattilopodite articolata, molto minuti. Deutoceriti inclinate di dentro in fuori e in avanti nella fossa antennare; coxocerite romboidale quasi confusa coll’ epistoma; basicerite quasi orizzontale occupata dal tubercolo auditivo orbicolare depresso, compresa nella smargina- tura laterale dell’ epistoma. Ischiocerite irregolarmente romboidale , sul lato an- teriore interno escavata, e per l’ escavazione articolata colla merocerite; per l'angolo anteriore esterno rotondato, prolungata fino all’ altezza del dente infra- orbitale, lungo la faccia libera profondamente solcata. Merocerite conoide, gros- setta, compressa; carpocerite, procerite minute; dattilocerite filiforme subulata, lunga quanto l’intervallo fra l'angolo esterno della fronte e la lamina sottorbitale. Gnatopodi alla base distanti quanto è larga la ischiognatite), nel mezzo circa altrettanto , in avanti approssimati; palpo lineare con flagello introrso breve; ischiognatite triangolare, più corta della merognatite, lungo il margine interno obliquo più lungamente, lungo l’ esterno più brevemente ciliata; sulla faccia impressa secondo la lunghezza e diretta di dietro in avanti. Merognatite obliqua obovata, in avanti largamente rotondata, lungo il mar- gine esterno profondamente solcata, glabra; lungo il margine interno ciliata, e ciliata pure secondo una cresta obliqua che riconnette 1’ angolo anteriore interno dell'articolo alla linea ciliare esterna della ischiognatite; sulla faccia, longitudi- nalmente escavata. Carpognatite, prognatite strette lamellose; dattilognatite conoidea, lungo il segmento inferiore interno e l’ apice pettinato-ciliata. Toracopodi assai grandi. Meropodite del primo paio più corta del vertice dell’ angolo orbitale esterno dello scudo, superata come l’ angolo stesso dalle meropoditi del 2° e del 3° paio, più lunghe e avanzate di essa e di quella del 5° paio: piramidato-trigona, con spigoli acuti: il superiore finamente plicato seghettato, terminato in avanti da dente acutissimo preangolare, separato dall'angolo terminale per incisione pro- fonda, e continuata in canale lungo il margine nella faccia esterna o superiore. Spigolo' inferiore esterno ed interno granuloso-dentati: l’ ultimo verso l'angolo carpico dilatato, e nel margine anteriore della dilatazione inciso dentato. Faccia inferiore alquanto incavata, lungo il margine carpico, anch’ esso cur- vato, traversata da una piega sottile denticolata. Faccia esterna quasi piana, trasversalmente plicato-granosa, in avanti profondamente solcata; faccia interna alquanto incavata, lungo lo spigolo inferiore percorsa da una linea lungamente ciliata, cogli angoli anteriori lamellosi dilatati, 1’ esterno inciso e bidentato, l’ in- terno nel lato anteriore spinuloso. Il carpo è colla faccia esterna convessa quadrata granulata, l’ angolo an- teriore acuto, l'interno acutissimo, il margine superiore esterno sostituito da una faccetta rettangolare allungata. " La mano è cordato-ovata, compressa, articolata col segmento anteriore esterno del carpo e diretta all’ interno, lunga poco meno del doppio dell'altezza. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 139 | Spigolo superiore acuto all’ origine integro, quindi bimarginato, col mar- gine secondario esterno granulato, l’ interno granoso denticolato, l’ uno e l’ altro riuniti all’ angolo estremo in un dente grossetto ed acuto. Lo spigolo inferiore è all’ origine rilevato, protratto indietro, quindi nella parte palmare rotondato granoso, ristretto ed ottuso lungo il dito e verso la. fine levigato. La faccia esterna sotto il margine superiore è alquanto incavata, sparsa di brevi e rigidi peli, nel resto convessa granosa nuda, dall’ angolo posteriore al- l’origine del dito percorsa da carena granosa, appena distinta. La faccia pal- mare interna è nel mezzo tumida, e rilevata da una serie lineare quasi verti- cale di granulazioni, granulata poi nel segmento inferiore. Il dito inferiore è triangolare compresso, nell’ apice incavato, quasi troncato, tridentato corneo; nel margine opponente fra tre denti triangolari più forti, due dei quali ravvicinati verso la base sua, sottilmente dentato. Il dito superiore alla base è Lrigono, quindi compresso incurvo, nello spigolo opponente dentato come il pollice stesso, coi denti più forti ad ugual distanza dal- l'apice, dalla base e fra loro: nell’ apice acuto, e presso l’ apice esternamente 1-dentato, lungo lo spigolo superiore percorso da una carena finissimamente e regolarissimamente pieghettata in traverso. — Zampe posteriori: le 3° e le 4° eguali, più lunghe delle 2°; 5° più corte di tutte e colla meropodite attingenti soltanto il 2° dente marginale dello scudo. Meropoditi larghe poco meno della metà della propria lunghezza (nel 3° paio), obovato-ellittiche, quasi triangolari, compresso-trigone, in avanti troncate, prima dell’ apice dello spigolo superiore (lamelloso acuto e denticolato) profondamente e incise unidentate: col margine infero-posteriore ne’ due terzi estremi della lunghezza lamelloso e più avanzato dell’ anteriore, appena crenulato dentato. Faccia esterna o supero-posteriore nel mezzo longitudinalmente alquanto rile- vata, lungo lo spigolo di sopra quasi scanalata, fra questo e un rilievo me- diano nelle tre prime paia più fortemente, nel 5° paio più dolcemente o quasi nulla granoso squamuloso-plicate. Carpopoditi e propoditi nel complesso poco più lunghe delle meropoditi in tutte le zampe. Le prime compresso-piramidate, colla faccia interna percorsa da una, la faccia esterna da due carene, delle quali una superiore rilevata scabra, una infe- riore più acuta; nei due intervalli superiori irtella per brevissimi peli bruni radi, nel segmento inferiore levigata. 5° articolo compresso circa ‘/, più lungo del 4° specialmente nelle zampe del 3° e del 4° paio, di dentro e di fuori percorso da una sola carena obliqua, continuazione di quella inferiore della carpopodite, al di sotto di questa, sopra le due facce levigato; nella seconda zampa, su quasi tutta la faccia anteriore e gli spigoli, nelle altre lungo gli spigoli soltanto, fittamente villoso di peli bruni, corti, molli ed uguali. i Tarsi più corti delle propoditi, piramidato-esagoni, compressi acuti, cogli spi- goli laterali ravvicinati agli spigoli estremi, tutti per °/, della lunghezza villosi, nella parte apicale percorsi da carene lisce nude sottili, alterne cogl’ intervalli piliferi della parte basilare e confluenti nell’ estremità. Addome nel maschio triangolare, per il 7° articolo più stretto, apicu- lato: 1° articolo pliciforme, poco più largo del margine dello scudo; 2° an- gustissimo davanti indietro, ma pianeggiante, saldato col 3° che è più lungo 140 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. dei due precedenti riuniti, e da un lato all’ altro più largo, cogli estremi roton- dati sporgenti; 4° anteriormente uguale al margine posteriore del 3°, indietro alquanto più stretto, quasi eguale al 4° in lunghezza; 4°, 5° e 6° davanti indietro poco e proporzionatamente ristretti, il 6° più lungo del 5° cogli angoli posteriori rotondati; 7° ovato triangolare '|3 appena del precedente in larghezza. Appendici addominali 2-posteriori rudimentarie, 2-anteriori triquetre dritte, verso l'apice dilatate cocleariformi villose, lunghe fino al margine della 2* ster- nite, dilatate presso l’ estremità, per la base anteriormente connesse da forte arco sternale, di dietro escavate; verghe dalla 7° sternite orbicolari apiculate, minute, applicate alla base dei pereiopodi anteriori. Sterno ovato triangolare, in avanti troncato, per tutta la lunghezza della 3° sternite e delle successive nel mezzo profondamente escavato; 4*, 5* e 6° ster- nite radianti, la 7* obliterata. Episterniti triangolari acute, lunghe quanto le sterniti. Femmina, quanto allo scudo, conforme al maschio. Zampe anteriori più piccole, ma d’ altronde, come le zampe posteriori, con- formi a quelle del maschio. Addome orbicolare larghissimo, col 1° e 2° segmento da un lato all’ altro conformi a quello del maschio; 3° col margine posteriore più lungo; 4° e 5° subeguali; 6° col margine posteriore convesso, nel mezzo della convessità pro- fondamente escavato per ricevere il 7° articolo paraboloide ristretto, e per °/s incassato nella escavazione del precedente. Margini laterali di tutti i segmenti lungamente ciliati; uova minute, numero- sissime. Sterno largamente incavato. Aperture genitali sul 3° segmento sternale in forma di papille cornee, guarnite di piccole squame alla base. Dimensioni e rapporti. Scudo, Maschio. Femmina. Distanza fra i due denti orbitali esterni... . MZ. 30 26 id. fra i due angoli della fronte. ...... » 15 14 Diametro antero posteriore. .............. » 30 23 Addome, larghezza della 1° urîte.......... » 15 _ id. Uh CR Sp invio cs go00sì » 16 — Lunghezza: apatia a tre > 2185 _ Toracopodi. Ts II. V. Meropodite MUNE hezZza seri erre » 15:-23;5 20 id. larghezza to e » — 12,0 10 Mano :lUnchezza: See ee ee SULA IN ATEIEZZa neon RIE DIR Rapporti. Larghezza dello scudo = 4,00. UUNEIEZZA RR ATENA 1,00 Larghezzza della fronte.................. 0,50 Lunghezzasdellafimano,e asa en 0,73 II V. Lunghezza della meropodite............. 0,78. 0,66 Larghezza ae Cl N 0,40. 0,30 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA, 444 Per quanto il maschio più adulto, di cui disponiamo, abbia colore rossiccio, lo spigolo superiore della mano non semplice, ma doppiamente marginato, e quello superiore del dito mobile non liscio, ma effettivamente denticolato (com’ è carattere della S. Mederî), esso ha per lo scudo la più gran somiglianza colla figura della S. Lafondi Homb. et Jacq. (Voyage de l’Astrolobe Crust., tav. 6, fig. 4), esageratissima nei particolari, e probabilmente anco nei rigidi peli delle zampe, dei quali infatti non fa parola la descrizione; questa nostra corrisponderebbe poi co’ suoi ca- ratteri alla descrizione stessa, salvo i più minuti particolari della mano e del pollice lasciati in silenzio. Milne Edwards invero gli rileva colla loro opposizione nelle due spe- cie; tuttavia può rimanere un dubbio non irragionevole sulla consistenza reale di questa diversità, forse dipendente dal sesso, fors’ anco dedotta da un confronto di descrizione non di materiali, e potrà decidere sola- mente chi abbia questi più appropriati e sott’ occhio. I rapporti traveduti colla S. impressa derivano piuttosto dallo stato meno perfetto di alcuni esemplari, per cui rimane dubbio sulla esistenza di un terzo dente marginale e sugli altri caratteri differenziali, ai quali però sembra meglio quivi di rinunziare. La specie, come si è detto, ci perviene con un maschio adulto e una femmina da Singapore (Catal. Crost. della Magenta, n. 35), due maschi giovani da Wosung (Catal. cit., n. 34); secondo Milne Edwards, la S. Me- deri è di Batavia. XL. Sesarma cheirogona, n. sp. Tav. IX, Feg. 2, 4-9. Manca al Catalogo dei Crostacei della Magenta. Quadrata, margine epifrontali quadrilobo, lobis abrupte truncatis angulo rimula brevissime ciliata exaratis, margine antico-laterali triden- tato, dente postico minimo. Frons abrupte verticalis, margine infero late rotundata subtriangu- laris, medio, lateraliter quoque levissime escavata. Lobum urogastricum semilunatum, lobulum mesogastricum trilo- bulatum postice late amplectens. Manus ad basin abrupte introrsa, antice planata granulata, margine supero acuto obliquo serrulato. Digitus inferus triangularis, apice corneo bidentato, dentibusque 142 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. albidis inequalibus marginalibus. Superus compresso subteres arcua- tus distortus, apice margineque precedenti conformis. Pedum posticorum meropodites dilatate, tertia secundam non exce- dens, denti antico scutali tantum @equalis; propodites compresse, mar- gine supero crebre fusco pubescentes, setifere, margine infero secunda maxime, ubique, tertia prope apicem tantum, fusco-villos®e, cet@ere fasci- culato-setifere. Tarsi hexagono compresso pyramidati, carinis setoso pu- berulis, apice acuto, quam propodite breviores. Scudo. Poco più largo che lungo (22: 21), sul margine laterale tridentato, col dente posteriore minutissimo, col margine epifrontale, i lobi protogastrici meso- meta-urogastrici scolpiti come nella precedente; l’ultimo però più largo e larga- mente semilunare; superficie sparsa di rilievi pliciformi minuti. Regioni epatiche leggermente convesse, traversate da impressioni plicifor- mi, indipendentemente dai solchi protogastrico e cervicale, assai distinti. Regioni mesobranchiali fortemente, gradatamente inclinate, corse da 5 a 6 pieghe oblique sottili. Spigolo epifrontale lungo meno di */, della larghezza dello scudo (0,61), acuto, quadrilobo, e trasversalmente sopra ogni lobo segnato da una fossetta pilifera, con cortissimi peli. Fronte verticale, largamente triangolare troncata, col margine nel mezzo leggermente escavato, quindi sui lati obliquamente troncato e appena bilobato. Angolo anteriore dello scudo (orbitario esterno) avanzato assai più della con- cavità del margine orbitario superiore; orbita quindi per disopra all’interno e al- l'esterno assai circoscritta: per di sotto e in fuori aperta nel solco sottomarginale dello scudo, appena ristretto dallo spigolo inferiore del dente orbitario esterno: in dentro comunicante colle fosse antennari come nella specie precedente. Pterigostomio più convesso in avanti, coll’angolo pterigo-epistomiale di- viso dall’ epistoma per angusta fessura. Margine sott’ orbitale rialzato nell’ orbita in un dente meno rilevato, ma più spinto in fuori e in avanti, fittamente ciliato; solco post’ orbitale, area triangolare (subepatica) come nella specie già detta. Epistoma meno profondamente scolpito d’impressioni e rilievi, sui lati congiunto intimamente colla coxo basicerite dell’ antenna esterna e per una fes- sura angolare del peristoma diviso dallo pterigostomio. Margine peristomiale dell’ epistoma tridentato crenulato. Protoceriti profondamente incassate, colla parte basilare villosa. Deutoceriti conformi alla specie precedente, colla ischiocerite più villosa ciliata. Peristoma quasi quadrato fra l’ angolo pterigo-epistomiale e 1’ epistoma in- ciso appena sopravanzato dalle merognatiti. Gnatopodi per la base distanti meno della larghezza della ischiognatite più corta e più larga che nella specie precedente, nel mezzo divergenti il doppio all’ incirca della loro distanza alla base. Merognalite obovata, appena più lunga della ischiognatite, col margine in- terno retto, inclinato verso l’ estremo anteriore, l’ esterno invece arcuato, per- CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 143 corsa obliquamente sulla faccia dalla cresta ciliata, e fra un solco submarginale esterno e la cresta medesima lungo il margine interno rilevata e granulosa. Toracopodi più corti che nella specie precedente. Zampe del 1° paio coll’ angolo anteriore della meropodite attingenti l’ an- golo orbitale esterno, le 2°, 3° poco più lunghe, le 5° attingenti appena il dente posteriore dello scudo. Meropodite del 1° paio trigona, sugli spigoli inferiori (esterno ed interno) denticolata, collo spigolo superiore plicato denticolato, e terminato da un dente preapicale assai acuto. Faccia inferiore un poco escavata, lungo il margine carpico traversata da una linea premarginale denticolata. Faccia interna triangolare ellittica, lungo i margini percorsa da due linee pilifere, la inferiore più lunga e pelosa della su- periore; faccia esterna fortemente corrugato-granosa, lungo il margine carpico percorsa da largo solco premarginale. Carpo esternamente quadrato, fortemente granoso, collo spigolo anteriore interno troncato e sostituito da una faccetta lineare liscia. Mano dall’ articolazione collo spigolo esterno del carpo vòlta in basso ed in fuori, quindi piegata bruscamente all’ interno; nella parte basilare discendente triangolare, nella parte rivolta all’interno trapezoidea, fortemente compressa ed in basso perfettamente piana o quasi incavata, granosa, alta più della metà della lunghezza (12: 10). Spigolo superiore arguto, obliquamente corrugato granoso scabro; spigolo inferiore acuto, spinuloso granoso, retto fino all’ apice del dito. Dito triangolare nell’ apice corneo incavato tridentato, col margine supe- riore obliquo armato di denti maggiori, radi acuti, e di denti minori, lungo il margine dalla faccia interna, villoso pennicillato. i Dito superiore compresso distorto, col margine opponente armato come il dito inferiore, nell’ apice corneo bidentato, sulla faccia esterna e il margine su- periore fimamente, ma ruvidamente granulato, non claudente. Faccia interna della mano obliquamente rilevata granosa, faccia interna del dito superiore levigata. Meropoditi posteriori fortemente compresse, nessuna eccedente l’ apice del dente orbitario esterno dello scudo, triangolari ellittiche: le 3° e le 5° larghe ‘/+ della lunghezza, le 2° più strette, le 5° larghe come le 2° e più corte di tutte. Faccia postero superiore in ciascuna granulosa; spigolo antero superiore acu- to, serrulato, con dente preapicale e lobo angolare terminale meno distinti che nella specie precedente. Carpopoditi sulle carene e nel margine, fra brevi peli fascicolati, ornate di setole poco più lunghe. Propoditi compresse, uguali in lunghezza alle carpopoditi, col margine su- periore ottuso fittamente, brevissimamente villoso, sparso di setole brevi; mar- gine inferiore presso l’ apice, nelle 2°, 3° e 4° zampe, per un’area dalle prime alle ultime più corta, fittamente villoso; più indietro come per tutto il margine delle 5° sparsamente setolose. Carene laterali oblique protratte fin verso l’ apice dell’ articolazione. Dattilopoditi alquanto più corte delle propoditi, arcuate, acute, compresse, quasi esagonali, cogli spigoli ornati di peli fascicolati fin presso l’ apice ungueale. Sterno ovato allungato, in avanti quasi troncato. 144 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA" MAGENTA. Addome del maschio come nella specie precedente, ma più esattamente triangolare e col penultimo articolo appena più largo dell’ ultimo posteriormente. Pereiopodi anteriori triquetri retti, all’ apice non dilatati, attingenti il margine posteriore della 1° sternite; arco sternale più debole; verghe e pereio- podi posteriori come nella specie precedente. Colorito delle parti tergali dello scudo e dello pterigostomio verde scuro; dell’ esterno delle zampe di sopra verde più chiaro, inferiormente giallastro. Sterno, addome, verde chiaro. Dimensioni e rapporti. Scudo. Larghezza dello scudo fra gli angoli orbitali esterni... Mill. 22 L'UAIIEZA ERRO » 20 Larghezza SAellaMtrON ter ARR SERRE » 13 id. dell’addome‘alla 3* urite. 0.000 SA) Troracopodi. UNSHEZzA Gela MNANO RR RT » 19 Warchezz a tRRERt CER RE RR ESCE DL Meropoditi. Il Il. Vi PUICREZZA RR CER RR Muli. 13,5 16 12 Warchezza Beer RO CERTE >» 6,5 ) Carpo-propoditi, lunghezza. ............. DA ZANE RESTI DAL Podi DOT ASI Rapporti. Larghezza dello scudo = 100. Lunghezza: gie 0,99 Larghezza della fronte... .......-.....-... 0,59 Lunghezza della mano. ......--:i0 0 0,86 Larghezza CARRI DOO Lode orata 0,50 Lunghezza della 3* meropodite ....-.......- 0,72 Larghezza MPLS on 8 oso 0,33 La specie è rappresentata da un solo maschio di Jokohama, e per la forma, pel colore, per la distribuzione dei peli sulle zampe, a prima vista, molto particolare. Nessun altra della sezione a meropoditi larghe e corte, con due denti laterali allo scudo senza pregiudizio di un terzo, riassume i carat- teri di questa, la quale si distingue per il lobo urogastrico largamente semilunare, la forma della fronte verticale triangolare e troncata inferior- mente, larga in proporzione dello scudo, il peristoma quadrato, le coxo- basiceriti delle antenne interne villose, la mano distorta e granosa, col margine superiore semplice non ingrossato, non crenulato, l addome del maschio col terzo segmento appena sporgente sui lati e quindi quasi esat- tamente triangolare, le propoditi, specialmente quelle del secondo paio CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 145 riccamente fornite di peli bruni fitti brevissimi, con setole sparse nel cuscino in una parte del margine inferiore. Le più prossime, almeno per la forma dello scudo, sembrano essere la Sesarma affinis M. Edw., a mani però come al solito poco granose, del Surinam; la S. intermedia del Giappone, che ha le mani levigate. (Vedi M. Edw., Ann. des Sc. natur., Ser. 32, T. XX, p. 186.) Anco assai prossima sembra essere la S. bidens (Grapsus, Pachy- soma, bidens, De Haan, Fauna japonica, Crust., p. 60, tav. 16, fig. 4; tav. 11, fig. 4), per la forma generale e i rapporti delle propoditi alle meropoditi, e per le dimensioni della fronte; ma rimane sempre la dif- ferenza caratteristica della mano. XLI. Sesarma Dussumieri. M. Edw., Ann. des Sc. natur., Ser. 32, T. XX, pag. 185. Tav. IX, Fig. 3, a-f. Manca anco questa al nostro Catalogo dei Crostacei della Magenta. È un poco più larga che lunga (100 : 85), più convessa però di tutte le altre, e su tutti i lati quasi ugualmente declive. Regioni mediane e laterali posteriori leggermente rilevate; regione epatica trasversalmente escavata; regioni meso-metabranchiali percorse da linee obli- que, filiformi, continue, non crenulate. Lobi protogastrici profondamente, un dall’ altro e ciascuno brevemente divisi davanti indietro; lobo mesogastrico trilobo, coi lobuli laterali (metaga- strici) rotondati, il lobulo medio anteriore brevemente protratto. Fronte verticale trasversalmente scanalata, col margine inferiore assai lar- gamente e profondamente escavato, quindi ai lati obliquamente troncato, bilo- bato; lobi submediani largamente rotondati, lobi esterni minuti. Spigolo epifrontale ottuso, prominente, glabro, quadrilobo, lungo poco più della metà della larghezza dello scudo (0,57). Margine laterale, dopo il dente orbitario esterno, unidentato; denti trigoni acuti, il posteriore alquanto più piccolo di quello anteriore. Orbita assai obliqua all'indietro e per quanto al margine esterno: per di sopra, meno completa che nella specie precedente: per di sotto o infuori, comu- nicante col canale soltomarginale dello scudo, ristretto dalla sporgenza dello spigolo inferiore del dente orbitario esterno. Margine sottorbitario sottile nitido, granoso erenulato, rilevato all’ interno in acuto lobo sottorbitario triangolare. Regioni pterigostomiche meno convesse, meno sottilmente reticolate che Scienze fisiche e naturali. — VOL. I. 10 146 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. con area postorbitaria triangolare più corta e più stretta che nella specie prece- dente. Fosse antennari davanti indietro anguste come nelle altre specie. Antenne interne quasi completamente occultate sotto la fronte; antenne esterne glabre, per la coxobasicerite confuse coll’epistoma e lo pterigostomio; tu- bercolo auditivo distinto, depresso; ischiocerite obliqua romboidale, quasi trasver- sale, nel margine anteriore esterno, a “/s dall’ apice profondamente escavata, col- l’angolo esterno protratto in fuori oltre l’ inserzione della merocerite e rotondato, sulla faccia libera impressa. I Merocerite minuta, triquetra, troncata e nella troncatura escavata; articoli successivi minuti; filamento multi-articolato, lungo la metà appena del pedun- colo oculare. ; Peristoma quadrato negli angoli anteriori esterni sensibilmente troncato, alquanto ristretto e inciso fra la basicerite e 1’ angolo pterigo-epistomiale. Gnatopodi, per la base, distanti meno della larghezza della ischiognatite nel mezzo circa ‘/, di più. Merognatite più lunga della ischiognatite, quasi rettangolare, col margine esterno lamelloso dilatato glabro, l’ interno lungamente ciliato, quello secon- dato da solco profondo, questo da un solco e dalla cresta rilevata, ma quasi nuda, che si continua obliquamente col margine esterno ciliato della ischiogna- tite; parte media della faccia libera longitudinalmente scanalata e finamente granoso-puberula. Carpognatite, prognatite lamellose dalla faccia superiore, lungo il margine anteriore (esterno) ciliate. Dattilognato subtrigono, barbato pen- nicillato, posto all'apice della serie dei due articoli precedenti e con essi inflesso. Toracopodi. Meropoditi anteriori (nella femmina) appena attingenti l’ an- golo antero laterale dello scudo. Spigoli inferiori quasi interi acuti, l’interno inferiore, presso l'angolo carpico, rotondato lamelloso e protratto in acuto dente preapicale; il superiore sigmoi- deo, serrulato, presso l’ apice fornito di dente preapicale acuto. Faccia inferiore piana, in avanti smarginata e lungo il margine granosa; l’ interna quasi romboidale, fornita di due linee pilifere longitudinali poco di- stinte; faccia esterna o superiore convessa trasversalmente granoso-plicata. Faccia esterna del carpo romboidale convessa, granoso-plicata, cogli spigoli interno posteriore e anteriore acuti, granuloso-dentati. Mano triangolare ellittico-compressa, fino alla metà della lunghezza, sulla faccia esterna e l’interna, minutamente granosa: collo spigolo superiore acuto, a?/ dalla base piegato angolarmente e nel primo tratto definito da squisito mar- gine sottilmente crenulato, nel secondo traversato da due pieghe oblique cre- nulate, che discendono per poco sulla faccia palmare; spigolo inferiore nella parte palmare rotondato granuloso, verso il dito più angusto e levigato. Dito triangolare gradatamente ristretto dalla base all’ apice sulla faccia esterna, verso lo spigolo inferiore quasi carenato, col margine superiore minu- tamente, irregolarmente dentato, nell’ apice troncato corneo, tridentato. Dito superiore trigono compresso, collo spigolo libero, secondo la lun- ghezza diviso da una solcatura assai profonda in un filo marginale superiore in- terno sottile e sottilmente granoso, e in un filo esterno di tubercoletti decrescenti dal primo all’ ultimo, depressi, trasversalmente divisi. Apice, margine opponente come nel dito inferiore. 9 Pi A dit DE. hai RT i ai ‘3 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA, 147 Meropoditi del 3° paio eccedenti l’ angolo anteriore esterno dello scudo, me- diocremente depresse, meno dilatate che nelle specie precedenti, collo spigolo superiore acutissimo serrulato, rilevato in acuto dente preapicale. Carpopoditi metà più strette, lungo lo spigolo superiore e la faccia ante- riore interna carenate, lungo lo spigolo superiore bimarginato scarsamente fa- sciculato-villose. Propoditi assai strette, nel margine superiore, quasi semplice, appena villo- se, più riccamente fornite di peli nel margine inferiore, all’ angolo tarsico ar- mate di alcune spinule brune. Tarso molto più corto della propodite, sottile acuto esaedro fortemente compresso, con pochi peli fasciculati lungo gli spigoli poco pronunziati. Addome della femmina orbicolare, coll’ ultimo segmento per la metà ante- riore contenuto nella escavazione marginale del 6°. Dimensioni e rapporti. Scudo, Larghezza dello scudo (fra i denti anteriori). ....... MU. 21 id. Aellasirontie n ta E » 19 PEIOSHEZZA RAR RR » 3 id. Mae cdilastimes corrotto dev 000 » Larghezza fra il 4° e il 5° segmento.............. » 17 Toracopodi. VAN EHEZZaAf AE AEMANO RR RR » 13,5 AITEZZA SE io BRA IIOO A » 7 Lunghezza della 3* meropodite. .................. » 14,5 WArCHeZZ EEE RR EEE CIT » 6,5 Rapporti. Larghezza dello scudo = 100. WI CREARE E CINISI ie 0,85 TaighezzA della sfronte eee e 0,57 Lunghezza della mano. ..... EORISRORI OE E de It 0,64 Larghezza della 3° meropodite ................ 0,30 Quasi un quinto più larga che lunga, col margine epifrontale inciso poco profondamente, colle mani guernite di due creste pettinate nello spigolo palmare superiore, col pollice crenulato, è la S. Dussumieri M. Edw. Di tutte le forme a scudo bidentato (angolo orbitale esterno compreso), essa si accosta più a questa nostra, che in ogni modo, analiz- zata così, ormai sarà facile sempre distinguere e determinare. Si ha con un solo esemplare assai cattivo, benchè tale da potersi studiare, e viene da Singapore, mentre la S. Dussumieri, secondo Milne Edwards, sarebbe di Bombay. 148 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. XLII. Sesarma Dehaant, M. Edw., Ann. des Sc. natur., Ser. 32, T. XX, p. 184. Grapsus (Pachysoma) quadratus, De Haan, Fauna japonica, Crust., pag. 62, tav. 8, fig. ©. Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 36. Tav. IX, Fig. 4, a-f. Scudo quasi quadrato nel maschio, nella femmina più largo; glabro, avanti e indietro inclinato, secondo una linea trasversale tangente presso a poco la con- vessità posteriore del solco cervicale, con regioni profondamente scolpite; spi- golo epifrontale assai ottuso e quadrilobo; lobi protogastrici distinti, longitudi- nalmente per metà suddivisi, col lobulo interno, più largo e prominente del lobulo esterno, che è sopravanzato fin sullo spigolo epifrontale da un lobulo sopraciliare. Lobo mesogastrico distintamente trilobato, col lobulo anteriore triangolare acuto, corto; i lobi laterali (metagastrici) riuniti in un corpo trasversalmente ovale, abbracciati dal lobo urogastrico molto largo e largamente arcuato in avanti. Regioni epatiche fortemente depresso-escavate, nel fondo della depressione ineguali; regioni epibranchiali alquanto rilevate; regioni meso-metabranchiali fortemente declivi, percorse da 4 a 5 pieghe oblique argute crenulate, alterna- tivamente più lunghe e più corte. Fronte verticale profondamente escavata, col margine inferiore lamelloso fortemente rialzato, convesso, nel mezzo appena smarginato, obliquamente tron- cato sui lati, agli angoli rotondato, dovunque crenulato. Margini laterali, nei giovani e nelle femmine appena , negli adulti maschi decisamente, dietro al dente orbitario esterno bidentati. Pterigostomio molto convesso e fittamente reticolato; area triangolare po- storbitale larga in avanti appena un terzo della larghezza dello pterigostomio, quasi glabra. Solco postorbitale profondo; margine orbitario inferiore lamelloso sporgen- te, granulato e villoso, rialzato internamente, verso la base del podoftalmo, in dente orbitario triangolare elevato. Epistoma più stretto della fronte, assai lievemente scolpito di rilievi e de- pressioni corrispondenti a quelli della S. Mederi, alla superficie granuloso pu- berulo e per gli angoli postero-laterali unito alla basicerite appena distinta. Or- bite, esternamente e di sopra, meno complete che nella specie ultima descritta, più che nella S. Mederi, per lo spigolo discendente dall’ angolo orbitario esterno appena divise in fuori dal canale sottomarginale dello scudo. Fosse antennari, per il sollevamento del margine frontale, più aperte. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 149 Peristoma quadrato; margine anteriore tridentato, crenulato, fra il dente esterno e l'angolo pterigo-epistomiale, allo sbocco del canale postorbitario pro- fondamente smarginato e aperto in orifizio branchiale. Antenne interne: basiceriti piramidato-trigone, sulla faccia anteriore esterna granulose, gli articoli terminali corti, quasi*tereti, il filamento terminale soltanto ciliato. Antenne esterne: coxocerite interposta e poco distinta, fra l’ epistoma e l’angolo pterigo-epistomiale, prominente lamellosa e nel margine falcato, ciliata; tubercolo auditivo fortemente depresso ; ischiocerite corta escavata biloba a lobi quasi uguali e villosa; merocerite cordato-trigona, collo spigolo esterno lunga- mente barbato; carpocerite, protocerite successivamente più minute, filamento grossetto corto, articolato glabro. Gnatopoditi, coll’ estremità della merognatite eccedenti 1’ angolo pterigo- epistomiale, alla base meno discoste dalla larghezza delle ischiognatiti, nel mezzo circa altrettanto. Merognatite obovato-ellittica, poco più lunga della ischiognatite, colla cresta ciliare obliqua assai lontana dal margine interno, che è, come il margine esterno, a sua volta ciliato. Toracopodi. Meropoditi non bene attingenti coll’ estremità l’ angolo an- teriore dello scudo. Meropodite del 1° paio conforme a quella della specie precedente, più for- temente plicato-granosa nella faccia esterna superiore, dentata o plicato-dentata sugli spigoli adiacenti. Carpopodite colla faccia esterna trapezoidale, convessa, per di fuori forte- mente plicato-granosa, collo spigolo interno troncato pettinato ciliato. Mano nel maschio più che nella femmina grande, ovato-acuta, compressa, alla base tumida, nella parte digitale appianata, nella convessità palmare, in- dietro sopra e sotto, fortemente granosa, granulosa sottilmente nello spigolo inferiore fino all’ apice digitale; spigolo palmare superiore corto acuto, serrato granoso e verso l’angolo digitale biforcato. Faccia palmare posteriore o interna sottilmente granosa, con una serie di 4 o 5 granulazioni più forti, ascendente verso l’ angolo palmare superiore. Dito triangolare compresso corneo e tridentato nell’ apice, nel resto del margine opponente, oltre a tre denti maggiori, irregolarmente dentato. Dito superiore compresso triquetro, nell’ apice bidentato; del resto, nel margine opponente, conforme al dito inferiore, nello spigolo superiore poi equa- bilmente, sottilmente granuloso. Meropoditi e articoli delle zampe posteriori, compreso il tarso, assai dilatati e più corti che nella specie precedente; alle carene degli spigoli e delle facce, spe- cialmente delle propoditi e dei tarsi del 2°, 3° e 4° paio, forniti di peli fascicu- lati brevi e di setole lunghe, brune alla base, nell’ apice bionde; tarso più forte, più acuto, esso pure, fra i peli corti, setoloso. Sterno del maschio sui lati della 3° sternite profondamente escavato. Addome del maschio come nella Sesarma Mederi. Pereiopodi anteriori grossi, alla base fortemente connessi dall’ arco ster- nale, verso l’ apice triquetri, ciliati sullo spigolo esterno, lunghi fino all’ origine della 3° sternite; pereiopodi posteriori come nelle specie già viste. Verghe procedenti dallo sterno all’ articolazione della 5* coxopodite. Sterno della femmina conforme a quello della specie precedente. 150 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Addome quasi circolare, coll’ ultimo articolo soltanto per ‘/, incassato nel margine posteriore del 6°. Uova grigie, appena più voluminose che nella specie precedente. Il colorito dello scudo degli arti è di sopra verde giallastro cupo, che volge quasi al giallo di sotto, nel carpo e nelle mani. . Nelle femmine, avverte De Haan, i peli sono più radi che nei ma- schi e deve dirsi anco più corti; i giovani poi, come le femmine stesse, hanno specialmente le carene inferiori delle meropoditi meno setolose e quasi glabre. Anche la mano negli adulti è più triangolare e più lunga, nelle femmine invece è più ovale e più corta. La specie apparterrebbe per Milne Edwards colla S. affinis, alla serie delle unidentate; nè a torto forse, se non per gli adulti maschi, nei quali esiste anco un secondo dente dopo il dente antero laterale, terzo cioè dopo il dente orbitario esterno dello scudo; per le femmine e i giovani, il secondo dente (o terzo, contando il dente orbitario) è pochissimo pro- nunziato sempre, e meno distinto. Dalla S. affinis la S. Dehaani differisce per le mani esternamente granose e per le setole delle zampe meno lunghe, comunque secondo i sessi distribuite alquanto diversamente. L’ eccellente figura di De Haan toglie poi ogni dubbio sulla identità specifica da noi ammessa. I nostri esemplari sono di Woosung, dell’ uno dell’ altro sesso e in buon numero. Dimensioni e rapporti. Maschio Scudo. adulto, O. Femmina. Larghezza fra i denti orbitali esterni. Mill. 32 93,5 27 id. id. id. interni.. » 18 1h) 14 TRAE REZZA Re » 30 23 93,5 Larghezza della fronte. ............ » 18 15 14 id. dell'addome al 3° anello nel maschio... ..... » 16 _ _ Toracopodi. Lunghezza della mano............. SÙ 18,5 18 Larghezza ORGANO MO ae » 20 12 10 Meropodite, 3° lunghezza .......... » 21 1955 14,5 id. 3° larghezza. .......... » 9 12,5 7 Rapporti. Larghezza dello scudo = 100. Maschio. Femmina. IRunghezza:e aaa ate atene 1,00 0,87 Larghezza della fronte........ L00000 0,56 _ Lunghezza della mano del maschio......... 0,96 0,74 Larghezza id. ORE ADIS RA dd 0,69 0,40 id, della 3 meropodite..... 000... 0,28 0,22 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 154 Genus. Holometopus. M. Edw., Ann. des Sc. natur., Ser. 32, T. XX, p. 187. Synon, Pachysoma (pars), De Haan, Fauna japonica, Crust., p. 33. XLIII. Holometopus hematochesrus.' SynoNn. Holometopus hematocheir, M. Edw., Op. cit., Vol. cit., p. 188. Grapsus (Pachysoma) nemarocHEIR, De Haan, Op. cit., pag. 33, 62, tav. 7, fig. 4 (optima). Tav. X, Fig. 1, a-h. Alcune forme di questo gruppo, come si è visto, erano rimaste senza menzione nel nostro Catalogo, e fra le altre una rappresentata da pa- recchi esemplari maschi e femmine, che la eccellente figura di De Haan meglio che le descrizioni, quella di Milne Edwards compresa, permettono d’ identificare sicuramente colla specie ora in esame. È quadrata, un poco più larga che lunga, collo scudo glabro o finamente punteggiato e a paragone delle precedenti poco o punto scolpito da solchi e ri- lievi delle diverse regioni, delle quali poi la cardiaca è più determinata di tutte in avanti e indietro. Le regioni laterali anteriori sono quasi piane, le meso e metabranchiali fortemente declivi e percorse obliquamente da sottili pieghe in- terrotte e finamente crenulate. I lobi protogastrici sono distinti, suddivisi soltanto in avanti nello spigolo epifrontale molto acuto e quadrilobato. La fronte è verticale, trasversalmente escavata d’ alto in basso, senza ri- lievi di mezzo, e col margine libero alquanto sporgente, finissimamente crenu- lato, insensibilmente bilobato, cogli angoli laterali appena rotondati. Il margine antero laterale è corto e insensibilmente bidentato. La reticolatura dello pterigostomio è più fitta che nelle Sesarma, e il trian- golo postorbitario è dalla base in avanti al vertice indietro sensibilmente più esteso, reticolato e peloso. ' Conviene di mutare la desinenza del nome specifico, come fu mutata per l’ altro di Eriocheir da Milne Edwards, conservando però almeno la radice della voce finale. 152 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Margine orbitale inferiore lamelloso, crenulato, villoso: all’interno per di so- pra e intorno al podoftalmo rilevato, in dente triangolare assai acuto, per di sotto prolungato in margine pterigo-epistomiale abbastanza distinto e articolato colla basicerite, separato per una incisione profonda dall’ angolo pterigo-epistomiale, nell’ angolo antero laterale del peristoma. Epistoma romboidale assai lungo e sulla faccia biconvessa granuloso. Orbita come nella Sesarma della penultima specie; fosse antennullari o an- tennari aperte in avanti assai largamente più che nell’ ultima. Base dell’ antenna interna obovata granosa; articoli terminali corti. Coxobasiceriti dell’ antenna esterna saldate insieme e immedesimate col- l’ epistoma. Ischiocerite, quasi quadrata, nello spigolo anteriore profondamente smargi- nata, coll’angolo esterno prolungato molto più dell’ interno e villoso nell’ apice. Merocerite obcordato-trigona; articoli successivi minuti; filamento termi nale breve articolato. Peristoma quadrato, nel margine anteriore tridentato crenulato, fra i denti esterni e l’ angolo pterigo-epistomiale inciso. Gnatopodi esterni, tanto nella ischio, quanto nella merognatite, alquanto più stretti che nelle specie precedenti, e nel mezzo più largamente divaricati. Merognatite appena più lunga della ischiognatite, obovata larga, col margine anteriore più avanzata dell’ angolo pterigo-epistomiale, colla cresta ciliare obli- qua poco rilevata e quasi glabra, glabra poi nel margine esterno, sulla faccia quasi piana punteggiata. Toracopodi anteriori, colla meropodite prismatico-triangolare non attin- gente l’ angolo orbitario esterno dello scudo e più grossa, come gli articoli suc- cessivi, nel maschio; collo spigolo inferiore interno sigmoide acuto argutamente dentato, il superiore arcuato, convergente in avanti verso l’ inferiore, e da esso separato per incisione poco profonda: nel tragitto plicato serrulato, e prima di terminare in un lobo angolare poco pronunziato, unidentato. Spigolo esterno acuto granulato , terminato da assai largo lobo angolare. Faccia inferiore triangolare, anteriormente nel margine carpico , escavata e granosa. Faccia interna ellittico-piana, percorsa da due linee pilifere, una pros- sima allo spigolo inferiore più lunga, l’ altra più corta lungo lo spigolo superiore. Faccia esterna o superiore convessa plicato-granulosa, in avanti traversata da un solco premarginale. Carpo trigono, colla faccia libera romboidale convesso-granosa; spigolo in- terno poco distintamente troncato. Mano, nei maschi adulti quasi triangolare, coll’angolo carpico inferiore pro- tratto, quindi troncato; fra l'angolo superiore e il margine inferiore alta ‘/, più della lunghezza dall’ apice del dito all'angolo posteriore; sulla faccia esterna nella porzione palmare tumida, levigata, color croceo acceso, cosperso di mac- chie biancastre; nella porzione digitale fortemente compresso-verdastra. Faccia palmare interna rigonfiata e granosa verso la base, e verso il dito assai profondamente scavata. Spigolo palmare superiore grossetto, percorso da 7 08 linee pliciformi oblique minutamente granulate. Spigolo inferiore all’ origine grosso rotondato , poi ristretto e compresso. Margine digitale opponente obliquo escavato, assai sottilmente dentato; apice del dito tronco, alla base unidentato, quindi corneo ed intero. dt sii A CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 158 Dito mobile sottile trigono rotondato, compresso levigato, nello spigolo su- periore acuto trasversalmente plicato dentato; margine opponente acuto denta- to; apice digitale tronco alla base unidentato come nel dito inferiore. Zampe posteriori. Meropoditi 3° e 4° più lunghe dello spigolo laterale dello scudo e mag- giori nel maschio; le 1° e le 5° più strette delle altre, le quali sono larghe meno di '/, della loro lunghezza : sulla faccia posteriore, sugli spigoli fortemente scabre di tubercoletti e piccole pieghe granose acute pilifere, con peli corti bruni radi, caduchi o persistenti: lungo gli spigoli inferiori acuti, quasi ugual- mente dilatati, fornite di peli unici o geminati setiformi assai corti. Carpopoditi */, più corte delle propoditi, compresso-piramidate, argutamente bicarinate di fuori, con spigoli e carene come nelle Sesarma, squisitamente rileva- te, le superiori sparse di peli fasciculati corti, fra i quali escono, più lunghe, delle setole brune. Propodite circa ‘/, più lunga del carpo ; nel 2° e nel 3° paio al margine infe- riore più che al superiore grossetta rotondata, fittamente villosa, sparsa di setole maggiori, nere alla base, nell’ apice grigie più corte della larghezza del- l'arto e nel 4° paio meno numerose; spigolo inferiore e superiore della propo- dite del 5° paio semplicemente ornato di due serie pilifere, con setole sparse a intervalli. Faccia anteriore e posteriore nel 5° paio quasi glabra; nel 2° e 3° paio as- sai riccamente fasciculato-setosa lungo la linea mediana. Dattilopodite esagono-compressa, assai allargata, sugli spigoli anteriori e posteriori oscuramente solcato-carinata, nell’ apice acuta, nuda nel resto, ma fra le solcature adiacenti alle carene fornita di peli e setole fasciculate. I peli di tutti gli articoli delle zampe, in particolar modo delle propoditi, sono sensibilmente più scarsi nelle femmine, nei giovani e in alcuni individui indipendentemente dal sesso e dall’ età, con differenza ancora dagli arti di un lato a quegli dell’ altro. Tutti gli articoli delle zampe anteriori sono più gracili nelle femmine, e la mano triangolare, col carpo, è in proporzione della meropodite alquanto più lunga. Sterno (2°, 3* sternite) più escavato sui lati che nelle Sesarma e meno ristretto anteriormente. Addome del maschio triangolare apiculato, più largo alla base, più forte- mente scavato sui lati, coll’ ultimo articolo ellittico allungato più stretto del pre- cedente. Pereiopodi anteriori connessi per la base da robusto arco sternale, forte- mente arcuati all'origine, stiliformi, nell’ apice appena dilatati e villosi, lunghi fin quasi all’ altezza della 3* sternite. Addome della femmina ellittico orbicolare, quasi trasverso, col 6° segmento quasi triangolare ottuso, nell’ apice troncato e profondamente escavato per ab- bracciare il 7° molto piccolo e quasi triangolare, per °/z immerso nella smargina- tura posteriore del 6°; tutti gli articoli, sui margini esterni, pettinati e ciliati. Pereiopodi dal primo all’ ultimo più grandi, l’ ultimo soltanto nel ramo esterno largamente pettinato ciliato. Uova numerosissime, giallastre '/3 di millimetro circa. 154 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Dimensioni e rapporti. Scudo. Maschio. Femmina. Larghezza fra i denti orbitali esterni. ...... Mill. 22 25 id. fra gli angoli mesobranchiali. ..... » 30 27 id. fra i margini frontali. ........... » 15 13 Diametro antero posteriore. ............... >» 25,5 | 24 Larghezza dell'addome al 3° anello... ...... > 14 Id id. id. al 1° id. frail3°e4°. » 14 19 Lunghezza della mano dalla base della palma All'apicetdelNd ito RE Re NR » 22,5 17 Altezza (della alma Sere RR RARA UE 9 Rapporti. Larghezza dello scudo = 100. Maschio. Femmina. EU CHEZA RR E RR 1,20 1,12 Larghezza della fronte............ 0,50 0,50 Lunghezza della mano... ......... 0,72 0,63 Larghezza dell'addome al 3° anello. .. 0,46 0,70 Secondo De Haan, la specie si distingue dagli altri suoi Pachysoma pel torace glabro, pel margine laterale intero, il coloramento sanguigno delle mani, la fronte nel mezzo smarginata, lateralmente indivisa; ma quanto alla fronte e alla glabrizie nota di aver ricevuto la specie con peli fasciculati nella parte anteriore, e spigolo epifrontale profondamente quadrilobo. Sarebbe forse opportuno rivedere questa forma, che per lo meno costituirebbe una importante varietà; la nostra coi caratteri indicati, specialmente per lo spigolo epifrontale, se non troppo almeno assai di- stintamente quadrilobo, sembra anch’ essa allontanarsi alquanto dal tipo, non mai però tanto da assumere con questo l’ importanza di una specie distinta. Benchè realmente i tarsi sieno più compressi che nelle specie di Sesarma esaminate, essi non hanno nessun carattere di organo di nuoto come nelle Varuna, e lo spigolo epifrontale poi, che non è assoluta- mente intero, ma ora più ora meno quadrilobato, non darebbe coi tarsi medesimi caratteri sufficienti per mantenere distinto il genere Holome- topus di Milne Edwards, che frattanto si conserva condizionatamente. Il colorito generale della specie è verde scuro nelle parti superiori dello scudo e degli arti, con macchie bianche nello scudo soltanto; è verde giallastro di sotto. Il carpo e la mano del maschio più che della femmina passano ad un bel colore arancione, che torna verdastro all’ estr emità delle dita. I nostri individui provengono da Jokohama. tisi E î i ° CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 155 Genus. Helice. (0) Dana, Explor. Exped. Crustacea, T. I, p. 333. M. Edw., Ann. des Sc. natur., Ser 32, T. XX, p.189. — Heller, Novara Reise, p. 61. Synon. Ocypode (Subgen. Heice), De Haan, Fauna japonica, Crust., p. 28, 57. Chasmagnatus, Id., Op. cit., p. 27, 56.— Dana, Explor. Exped. Cru- stacea, T. I, p. 333 e 362 (pars). Il genere è formato a spese degli Ocypode da De Haan, insieme col genere Chasmagnatus, secondo caratteri che si discuteranno dicendo della specie seguente. I rapporti degli Helice cogli Ocipodidi in generale sono apparenti nella disposizione delle orbite, delle verghe, ec. Quegli coi Grapsini tanto di più, per le antenne tutte complete e l’ ebdosternite del maschio ap- pena più larga dell’ addome; fra questi poi si uniscono coi Grapsacei da un lato per la divergenza degli gnatopodi nel mezzo, non che ai due estremi della linea mediana del quadro buccale, e molto più coi Se- sarmacei dall’ altra; colla differenza però che le orbite e le fosse anten- nari sono negli Helice poco meno che scoperte dalla fronte, curvata ma non piegata di sopra, relativamente stretta e corta, non troncata ma ro- tondata, e dietro la quale non fa rilievo nessuna piega epifrontale. Gli gnatopodi, comunque ornati di un cresta ciliata obliqua sulla merognatite, non chiudono con questa la bocca anteriormente. Le dispo- sizioni dello pterigostomio sono appunto come nei Sesarmacei medesimi, ma lo pterigostomio tende a sporgere di più in avanti, la granulazione vi è sensibilmente più rada, e manca lungo il margine laterale del peri- stoma, dove si presenta un’area lineare terminata in avanti con dente depresso distinto, il quale ricorda più che nei Sesarmacei il lobo epi- merale della branchiostegite. La cresta, o margine sottorbitale, si fa più grossa e più lunga al- l'esterno; l'orbita è aperta largamente in fuori nel canale sottomarginale dello scudo, ed aperta anche più in avanti e inferiormente, ma si ristringe come nelle Sesarma all’ interno per causa del dente orbitario inferiore. L’epistoma si modifica anch’ esso seguendo il movimento dello pte- rigostomio, e tende a portarsi in avanti con esso, specialmente nel piano della cresta sottorbitale, lasciando indietro la fronte di sopra, gli gna- topodi di sotto; ridotto poi quasi al solo segmento antennullare, iden- tifica il segmento antennare collo stesso margine anteriore della fossa buccale, acuto e prominente. 156 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Le antenne interne mantengono struttura e rapporti come nei Se- sarmacei; ma la coxocerite, più distinta, s° interpone fra l’ angolo pterigo- epistomiale della cresta sottorbitaria o dello pterigostomio stesso, e l’ epi- stoma all’ interno. XLIV. Helice tridens. M. Edw., Ann. des Sc. natur., Vol. cit., p. 189. Stimps., Proceed. of the Acad. of Nat. Soc. of Philad., 1858, p. 105. Synon. Ocypode (HeLice) rRIDENS, De Haan, Fauna japonica, Crust., p. 57, tav. 15, fig. 6 (maschio adulto); tav. 11, fig. 2 (femmina giovine). i Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 42. Tav. X, Fig. 1, a-d. Scudo quasi quadrato più largo che lungo, trasversalmente convesso, gra- datamente declive più nella parte anteriore che posteriormente, 5-dentato sui lati, dovunque finissimamente granuloso e nella parte anteriore sparso di gra- nulazioni sferoidali maggiori. Regioni intestinale e cardiaca appena distinte fra loro e dalle regioni meta- branchiali, fortemente declivi sui lati, obliquamente percorse da tre linee plici- formi crenulate e corrispondenti alle ultime tre divisioni marginali dello scudo. Regione gastrica obcordata, poco nettamente suddivisa in lobuli secondari, prolungata però in avanti fra i lobi protogastrici, profondamente separati da largo solco mediano e protratti senza interruzione fino all’ estremo margine della fronte; margine della fronte sottile, rotondato bilobo, minutamente cre- nulato, continuato all’ esterno colla parte sopraciliare del margine orbitario, il quale, largamente escavato e leggermente sinuato, termina nell’ angolo antero laterale dello scudo; questo poi è trigono acuto, avanzato meno della fronte e sporgente pertanto appena quanto la parte di mezzo del margine orbitale stesso. Spigoli antero e postero-laterali sensibilmente sulla stessa linea longitudi- nale, lamellosi sporgenti 5-dentati, d'alto in basso angolarmente piegati al livello della divisione del 2° dente col 3°. Denti acuti, col lato esterno retto più lungo, quasi uguali in lunghezza, ma i tre anteriori più sporgenti lateralmente degli altri, l’ultimo appena, benchè distintamente, indicato. Pterigostomio d’ alto in basso e trasversalmente convesso, sotto il margine dello scudo percorso da linea centinato-ciliata e dal canale sottomarginale aperto anteriormente nell'orbita: granuloso reticolato in tutta la convessità, salvo un’ area postorbitale rettangolare, alta ‘/, dello pterigostomio medesimo, finis- simamente granosa e glabra, ed un’area lineare contigua al margine laterale del n° N I n I CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 157 peristoma, sottilmente granulata, piana fra due solchi laterali, in avanli obli- quamente troncata e coll’ angolo anteriore interno articolata all’ angolo esterno dell’ epistoma. Margine orbitale inferiore in fuori annullato, verso l’ interno rialzato in un dente infraorbitale, triangolare lamelloso, continuato in margine falciforme at- torno alla base del podoftalmo. Cresta postorbitale grossa trasversa divisa in 16 o 18 granulazioni callose allungate, pliciformi glaberrime : per l’ estremo esterno prolungata verso il margine antero laterale dello scudo a ‘/, dell’ altezza dello pterigostomio stesso, e fin oltre l’ origine del 2° dente laterale: per l’interno articolata colla coxocerite: per di dietro secondata da un solco che la divide dal- l’ area postorbitale trapezoidea, granulata non reticolata. Branchiostegite indistinta o rappresentata dall’ area lineare glabra contigua al margine laterale del peristoma. Epistoma quasi verticale, largo quanto l’ estremo rotondato del lobo frontale; segmento anteriore triangolare, col vertice in avanti articolato alla fronte, per di dietro con finissimo solco appena distinto dal segmento posteriore, sulla faccia quasi piano e finissimamente granoso. Segmento posteriore lineare angu- stissimo, terminato indietro dal margine peristomiale acuto crenulato triden- tato, sporgente al davanti delle fosse palatine oblique, profondamente fornicate e nel mezzo divise da intersetto acuto. Angolo antero laterale del peristoma ap- pena inciso. Orbite oblique aperte in fuori nel canale sottomarginale dello scudo, di sopra e di sotto deficienti; fosse antennari assai distanti anguste, appena coperte dai lobi frontali, l’interna comunicante coll’ esterna, e questa comunicante coll’ or- bita, fra il dente infraorbitale e il margine fronto-sopraciliare. Peristoma rettangolare e più lungo che largo. Sterno (del maschio) largamente ovato allungato, in avanti ristretto, quindi nell’ apice acuminato: 1* sternite triangolare minuta ; 2* in avanti larga- mente centinata e per un solco trasverso divisa dalla 3*, che è trapezoidale cogli angoli anteriori rotondati, i lati largamente escavati, gli angoli posteriori continuati da una episternite triangolare allungata falciforme, la faccia nel mezzo profondamente scavata dalla pelvi fin quasi al margine anteriore, e in- torno alla escavazione squisitamente marginulata. Sterniti 4%, 5° e 62 progressivamente meno larghe; 7° quasi completa- mente coperta dall’addome, tutte nel mezzo profondamente incavate, senza mar- gine proprio intorno alla escavazione. Addome complessivamente triangolare acuminato, largo alla base poco meno del margine posteriore dello scudo; 3° articolo ellittico trasversale, più largo di tutti, e fortemente sporgente cogli estremi sui lati; 6° articolo ME peggiore più lungo, troncato per corrispondere alla base del 7°, il quale è paraboloide !/, più lungo che largo, traversato a metà da una linea di peli. Pereiopodi quattro: gli anteriori trigoni, curvati, liberi per la base, nell’ apice pennicillato-villosi, attin- genti il solco fra la 1° e la 2° sternite: i due posteriori minuti sigmoidei, avvolti alla parte interna dei pereiopodi anteriori; verghe corte grosse emanate dallo spigolo della escavazione della 7° sternite. Podoftalmi lunghi grossi, con una coxoftalmite minuta, obliquamente tron- cati in fuori dalla cornea ovale superiormente smarginata da largo canto oculare. Antenne interne come le antenne esterne minute: colla massa basilare tri- 158 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. gono-incassata, gli articoli seguenti sottili geniculati, la scafocerite, la dattilo- cerite allungate. Antenne esterne; coxocerite in forma di tubercoletto acuto prominente granoso, interposto tra l’ epistoma e l’ estremo interno della cresta postorbi- tale, esclusa però dal quadro buccale per la congiunzione dell’ apice della bran- chiostegite coll’ epistoma; tubercolo auditivo tumido, trasversale al davanti, della coxocerite; ischiocerite corta cilindroide anteriormente troncata ed esca- vata, attingente appena il vertice del dente infraorbitale; merocerite ellittico- compressa, appena attingente il margine della fronte; carpocerite cilindroide sottile lunghetta; dattilocerite filiforme articolata, portata fino al contorno della cornea sul podoftalmo. Gnatopodi con intervallo romboidale largamente aperto in avanti e indie- tro, larghi, lamellosi, oceludenti la fossa palatina colla carpognatite. Palpo sottile triquetro subulato, terminato da flagello introrso con un primo articolo semplice */, più corto, e un articolo estremo fittamente arti colato. Ischio quasi romboidale, coll’ angolo posteriore interno ottuso rotondato, l'angolo anteriore dello stesso lato acuto sporgente in dentro più della base della merognatite; il margine interposto leggermente convesso, sottilmente scarsamente ciliato; il margine esterno retto e ciliato, più breve; l’ angolo anteriore esterno acutissimo; la faccia piana, appena nel mezzo longitudinalmente solcata e verso l'angolo ultimamente descritto incavata. Merognatite lamellosa, trapezoidale, trasversalmente troncata e appena smarginata in avanti, obliquamente e profondamente scanalata nella lunghezza : lungo il margine interno ingrossata e spianata, e di qua e di là dall’ ingrossa- mento brevemente ciliata. Carpognatite lamellosa, obeordata, concava dalla faccia libera, convessa dalla faccia superiore, lungo il margine interno ciliata, per la base ristretta, ar- ticolata dietro o sopra il segmento esterno della merognatite. Prognatite più piccola, quasi conforme al merognato medesimo; dattilogna- tite triangolare minuta. Toracopodi anteriori cortì robusti; i successivi assai lunghi coi tarsi acuti, le meropoditi lineari poco o punto allargate. Meropodite del 1° paio trigona, collo spigolo superiore arcuato acuto, leg- germente granuloso denticolato, terminato da un ottuso dente preangolare e dall’angolo carpico lamelloso poco sporgente; spigolo inferiore esterno più corto e dritto; inferiore interno spinoso, l'uno e l’altro acuti e vivamente dentati. Faccia inferiore triangolare, pianeggiante, col margine carpico, escavato e se- condato da una serie di granulazioni premarginali. Faccia esterna convessa gra- nulosa, profondamente solcata in traverso lungo il margine carpico, che è sottile lamelloso acuto, denticolato alquanto incavato; faccia interna obovata quasi piana, pelosa verso la base e lo spigolo superiore, percorsa lungo lo spigolo in- feriore da una linea obliqua ciliata in tutta la lunghezza, e più in avanti da una piega callosa bruna premarginale. Carpo quasi romboidale, convesso, percorso da pieghe poco rilevate, ap- pena granoso, collo spigolo interno troncato, gli angoli anteriori, interno ed esterno, acuti dentiformi. Mano ovato-acuta esternamente convessa, levigata, incavata e coll’ incavo ron au PA CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 159 modellata per la faccia interna sulla convessità pterigostomica, alla quale pie- gata d’ alto in basso e dall’ esterno all’interno si adatta. Spigolo palmare superiore acuto, plicato granuloso e posteriormente ci- liato; spigolo inferiore largamente arcuato, grosso, sottilmente granoso, più stretto e più levigato lungo la porzione digitale. Dito triangolare allungato alquanto intorto, col margine opponente con- vesso tubercolato dentato, verso l’ apice corneo acuto ed incavato. Dito superiore compresso, stretto allungato curvato e sottilmente granoso, ‘ nel margine opponente dentato, e presso l'apice corneo ed escavato come il dito inferiore. Zampe posteriori: le 3° maggiori, le 5° minori di tutte; le 2° nella meropo- dite più strette, più lunghe, negli articoli seguenti sensibilmente più corte delle 4°. Meropoditi trigono-compresse, lineari, di poco eccedenti coll’ estremità car- pica il margine dello scudo: collo spigolo superiore acuto granuloso, terminato ad un dente acuto preapicale, rugoso-granose sulla faccia esterna superiore, liscie sulla contraria e sulla inferiore che è angusta e pianeggiante. Carpopoditi compresso-piramidate, sulla faccia esterna bicarinate, sulla in- terna villose presso l’ angolo carpico superiore nelle zampe del 2° e del 3° paio. Propoditi lineari strette compresse, sulla faccia esterna appena solcate se- condo la lunghezza: sulla faccia interna, nelle zampe del 2° e del 3° paio lar- gamente villose, glabre nelle altre. Tarsi stiliformi piramidato-esagonali, in lunghezza uguali agli spigoli superiori delle respettive propoditi, cogli spigoli per °/; dalla base ottusi e rotondati; verso l'apice acuti; solchi, interposti agli spigoli, punteggiati o brevissimamente villosi. Dimensioni e rapporti. Scudo. Larghezza fra l’ apice dei denti orbitali esterni ...... MiWl. 31 id. id. ‘id. epibranchiali.......... » 35 Margine posteriore dello scudo. ................... MIRI Diametro longitudinale. ..............-....0 00000» » 127 Sterno. Larghezza sulla 42 episternite..........---.--000.. » 25 id. sulla 2% TOR RR cetona dra go Oni » $ Addome. Larghezza della protourite. ...........:- 0 dla) id. della t3 tg RO INI IA » 16,5 id. COSE RE Sa Noe gio sa SA) Lunghezza totale. ...--- cei. » 24 Troracopodi. I. II. Il. V. Meropodite, lunghezza. . . . . . . Mill. 20 20 99 14,5 id. larghezza. .......- > dei 6,5 7 5 Carpopodite. . . . . . BRICO ru II 11 11,5 9 Propodite, lunghezza ......... » 81 12 13,5 9,5 id. larghezza... -.... SANDI 4,5 4,5 Sa) Dattilopodite ................ » 20 12 135 9,5 160 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Rapporti. Larghezza dello scudo = 100. Lunghezza Eee 0,77 id. dell'addome sul 1° segmento. ...... 0,43 Larghezza id. SUSA EEE 0,68 Lunghezza della mano. .............0-000. 0,88 Tare ezZz ARRE RC RI O O 0,60 Lunghezza della 3* meropodite. .............. 0,78 XLV. Helice granulata. Heller, Novara Reise Crust., T. I, p. 61. Synon. Chasmagnatus (crAaNuLATUS), Dana, Explor. Exped. Crustacea, p. 362. Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 43. Tav. X, Fig.1, ae. Scudo quanto alla forma generale, rilievi del tergo e margini laterali come nella specie precedente, più fittamente granoso e intersperso poi di macchie brune minute, che rendono più scuro il colorito generale. Fronte più larga alla base, meno prolungata, più largamente rotondata e bi- loba nel margine anteriore: coll’ angolo sopraciliare sensibilmente distinto nel passaggio del margine dalla fronte stessa all’ orbita, che è meno larga, ma d’ al- tronde conforme a quella della specie precedente. Pterigostomio anch’ esso conforme, più fittamente reticolato, coll’area postor- bitale trapezoidea non rettangolare ed in fuori più larga, ma da un lato all’ al- tro più corta che nella specie medesima. Cresta sottorbitaria più sottile, estesa in fuori soltanto fino all’ angolo este- riore esterno dell’area postorbitale, minutamente granosa, colle granulazioni distinte in due serie, una anteriore e una posteriore, dove son più minute. Epistoma, come nella specie precedente, meno incavato sui lati. Fosse an ltennari, orbite superiormente meno coperte che in essa. Antenne, podoftalmi, come in quella conformati e disposti. Gnatopodi più tenui, più lungamente e mollemente ciliati; merognatite triangolare obcordata. Sterno, sulla 3* sternite, granoso e nel resto quasi levigato. Addome dal 4° fino al 7° articolo più regolarmente ristretto, e col 3° articolo poco più largo del 2° e del 4°. Pereiopodi, verghe, come nella specie precedente. Toracopodi anteriori conformi a quelli della specie stessa, colla mero- podite senza linea callosa premarginale lungo lo spigolo inferiore della faccia CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 101 interna. Convessità della faccia esterna, come del carpo e della mano vivamente granosa; mano però più allungata. Meropoditi posteriori sensibilmente più larghe, negli spigoli più acute e granose, Carpopoditi, eccetto le 5°, più vivamente carenate; sulle carene e fra que- ste, tanto nella faccia anteriore che nella superiore, villose. Propoditi del 2° e del 3° paio villose nello spigolo superiore, nel sesmento adiacente della faccia anteriore e lungo lo spigolo inferiore; nel 40 paio villose soltanto nello spigolo superiore e inferiore. Tarsi come nella specie precedente, ma più corti, La specie è delle rive del lago Peteninga presso Rio Janeiro, secondo Dana, Da Montevideo invece provengono in ottimo stato cinque maschi, come per la specie precedente senza femmina alcuna, coll’ avvertenza che si vedevano a milioni lungo la spiaggia. ‘ Dimensioni e rapporti. fsceudo. Larghezza fra i denti orbitali esterni... ............ Mill. 27,5 id. id, CPIDL ARCA » 30 Diametroantero) posteriore: iste seta enne > 125,5 Addome. Tarchezza ela r te RR » 10 id. della St RR RR OI EE I. » 11 id. ACL ANZERFI A O I SR Ia SET. » Do IZATI ide Basco ooo ine >» 20 1 Parlando di questa specie nel suo « Viaggio intorno al globo della Pirocorvetta italiana Magenta,» il prof. E. Giglioli dice che lungo la sponda sinistra del Rio di Santa Lucia, e dove correva lentamente un’acqua poco profonda, tra grossi ciottoli, formicolavano migliaia e migliaia di grossi granchi, che dovevano rendere poco piace- vole il guado del fiume a piedi scalzi. Queste riunioni di Decapodi brachiuri sono co- nosciute nel paese sotto il nome di Cangreiales. (Vedi Op. cit., pag. 74.) A questo genere appartengono : Helice tridens, De Hann. — Latreillii (Cyclograpsus), M. Edw. — Isola di Francia. — Gaudichaudi, M. Edw. — Sumatra. — Lucasîi, M. Edw. — Nuova Zelanda. — crassa, Dana. — Australia. — spinicarpa, M. Edw. —? — dentipes, Heller. — Ceylan. — granulata (Chasmagnatus), Dana. — America meridionale. — subquadrata (Id) Dana. — Australia (Nuova Zelanda). — levis (1d.) Dana. — Australia. Scienze fisiche e naturali. — VOL. L 11 162 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Toracopodi. ) IL I JILSINNVe Meropodite, lunghezza......... Mill. 15 18,5 18,0 13 id. larghezza Ri DMN DO CONO Carpopodite, lunghezza......... 29 OMO 0A OOO id. larghezza ......... PA MAO ORAZIO NILO Propodite, lunghezza. .......... 327,008 10,0) 41.00 NSI0 id. larghezza. ......... VD; LO; ONE ae Dato Podite Re ta RCA » 18,0 9,0 105 9,0 Rapporti. Larghezza dello scudo = 100. LUNCREZZA RR SR SERRANO 0,85 Larghezza dell’addome (1° segmento). ...... 0,81 id. id. (3° segmento) ....... 0,38 TUNE IEZZA CETO 0,66 id. della MINO e 0,90 - Larghezza ROSSO FIRE SRASGOE 0,55 Lunghezza della terza meropodite........... 0,58 Larghezza id. ORARIE 0,25 Confrontando questa forma con l’ altra descritta prima, non vi è quasi punto, nel quale esse non siano diverse; e fra le altre differenze, dipendenti dall’ ultima, vanno contate quella della fronte più corta, più larga, con un angolo sopraciliare distinto; dell’ epistoma più esattamente triangolare; dell’ addome col 3° segmento non più allungato del 2° e del 4°, non isporgente sui lati e più cospicua certo della differenza della proporzione della base dell’ addome allo sterno, per la quale frattanto Dana distingue appunto dal genere Helice il genere Chasmagnatus. Con tutto questo non ci appariscono i due principali distintivi indicati da De Haan dell’ischiognatite terminata da una spina all'angolo esterno, e delle zampe del 2° paio uguali a quelle del 8° e del 4°. Seguendo an- che l avviso di Heller, non crediamo di mantenere il genere stesso; e i dati su cui si fonda ci paiono soltanto un esempio dei modi, coi quali un medesimo tipo di struttura può, con mutazioni ripetute in quasi ogni sua parte, conservare inalterato il fondo delle sue proporzioni e riuscire a due forme, l'affinità delle quali è evidente, mentre per la molteplicità delle differenze si sarebbe teniati di separarle. Subfam. PLAGUSINA. Dana, Explor. Exped. Crustacea, T. I, p. 339 e 368. Srnon. Plagusiacea, M. Edw., Ann. des Sc. natur., Ser. 3%, T. XX, p. 177. (Vedi sopra, p. 101.) ! Grapsideor. Fam., Subfam. II, apud Dana. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 163 Genus. Plagusia. LatrnGensGrust., T. I; p. 93.* M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. II, p. 92. — Dana, Op. cit., loc. cit. — Stimps., Proceed. of the Acad. of Nat. Soc. of Philad., 1858, p. 105. Svnon. Grapsus (PLacusia), De Haan, Fauna japonica, Crust., p. 98. Cancer L. Grapsus, Lamk.; Alpheus, Daldorf. Per la forma orbicolare esagona dello scudo, i rappresentanti di que- sto gruppo si giudicherebbero quasi Ciclometopi; ma i loro margini antero-laterali invece di convergere piegati ad arco come in questi, con- vergono quasi dritti in avanti, e i postero-laterali pigliando due dei lati dell’ esagono, poco più poco meno uguali a quelli anteriori, riescono geometricamente, ma non organicamente omologhi ai margini postero- laterali dei Ciclometopi medesimi. In questi infatti i margini ricordati resultano da una piega dello scu- do, in corrispondenza della regione metabranchiale; nei Plagusiani in- vece sono margini liberi dello scudo stesso che diventano margini assil- lari, e sono gettati in alto ed in fuori per tutto il tratto corrispondente alle zampe del 4° e del 5° paio e in parte anche a quelle del 3°. Questa disposizione è comune però agli Ocipodiacei delle forme già passate in rassegna, sebbene per lo più così libere e sporgenti si ren- dano quelle parti del margine dello scudo, che corrispondono alle 4° e 5° zampe soltanto, mentre per la declività della regione superiore adia- cente si occulta poi più o meno il tratto corrispondente alla basipodite delle zampe del 4° paio. Negli Ocipodiani ordinarii pertanto lo scudo è circoscritto sui lati da uno spigolo lungo le regioni epatiche, epi e mesobranchiali, equiva- lente allo spigolo antero laterale dei Ciclometopi. Spigolo metabranchiale però non vi è; e quindi anco la regione metabranchiale propriamente detta, per quanto la declività, a cui si piega lo scudo nelle parti poste- riori lungo lo spigolo laterale, dia altra apparenza, è infatto rappre- sentata esternamente dal solo margine ascellare sopra la 32 o la 48 e 5° zampa posteriore, rigettato in alto ed in fuori e disposto più o meno a traverso di dentro in fuori. L’ intervallo fra gli angoli laterali anteriori dello scudo negli Ocipo- 1 Canceridorum vigilantium, Genus, Latr., Gen. Crust., loc. cit.; Id., Brachyuror. quadrilateralium, Genus, Fam. du Règne animal, p. 269; Id., Régne animal, édit. II, T. IV, p. 54. 104 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. diani, cioè lo spazio orbito-frontale, è diversamente usufruito dalla fronte o dalle orbite, ma è sempre largo quanto la massima larghezza dello scudo. Nelle Plagusia è ristretto sensibilmente dalla convergenza in avanti dei margini antero-laterali di già avvertita, e la fronte ne prende tanto quanto le due orbite insieme. (Vedi Tav. XI, Fig. 4, ac.) Le antenne interne però, le antenne esterne, i podoftalmi, tutti completamente formati, e proporzionatamente l’ uno rispetto all’ altro di misura uguale, invece di scalarsi in diversi piani davanti indietro e di dentro in fuori, vengono a portarsi colla fronte stessa sul medesimo piano in avanti; mentre poi la fronte, formando un forte spigolo epi- frontale, si piega bruscamente in basso, senza potersi mettere però fra loro o avanti a loro e cuoprirli colla sua porzione verticale. Da questi dati derivano modificazioni di un altro genere, e quelle appunto per le quali il tipo acquista i più speciali caratteri ch’ esso pre- senta, e dei quali le descrizioni fanno conto pei loro modi di essere se- condo le specie; per interpretarle poi pare che sia ragionevole la pro- posta seguente. Lo spigolo epifrontale limita anteriormente lo scudo, e al di sotto di esso la fronte discende verticalmente, come nei Grapsacei e nei Se- sarmacei; ma quasi sullo spigolo stesso sì soprammettono, in certo modo, alcuni elementi del tergo dello scudo a quelli della fronte e delle orbite. La fronte infatti col lobo medio, triangolare e piegato in basso, si ar- ticola all’ epistoma, come al solito, per l’ apice suo più o meno tronco ed inciso. Sui lati è crenulata nella P. depressa e nella P. tomentosa, è or- nata di tre spine acute vòlte in avanti nella P. spinipes; di queste spine, quella superiore occupa lo stesso angolo epifrontale, all’interno della divisione che separa il lobo medio dal lobo laterale e che diventa qui fessura antennullare largamente aperta di basso in alto nelle due prime specie, angusta e lineare nella terza. Il lobo frontale esterno (lobo sopraciliare) si avanza come un altro dente che sporge dallo spi- golo epifrontale stesso all’ esterno della fessura antennullare, semplice a quanto sembra nella P. tomentosa, come una lamina verticale bidentata nella P. dentipes; poichè, oltre al dente angolare superiore e più forte, ve ne è uno inferiore più minuto. Ma come all’esterno di questo dente angolare della fronte spicca quasi un altro dente triangolare più largo, lo stesso lobo sopraciliare, al di sopra, all’interno e più indietro della base del lobo medio della fronte, si soprappongono a questo i lobi protogastrici coi loro lobuli interni, protratto ciascuno in forma di un rilievo terminato da una spina nella P. tomentosa, di una spina conica acuta nella P. dentipes, è attingenti lo stesso spigolo epifrontale. I lobuli protogastrici esterni, molto più corti e più larghi, non ap- pariscono quasi nella P. tomentosa, appariscono in forma di un ri- lievo nudo dietro al dente sopraciliare nella P. dentipes, e come i lobuli CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 165 interni sono divisi da questo e dagli elementi frontali per un solco profondo. Il margine orbitario superiore, profondamente escavato, si compone del lobo sopraciliare triangolare, largo alla base e per una breve smar- ginatura diviso (P. dentipes) dal lobo complementare, il cui margine con- tinua senza interruzione con quello del lobo orbitario esterno (anteriore dello scudo) triquetro acuto, coll’ apice avanzato a pari dell’ apice del lobo sopraciliare. Di sotto lo spigolo inferiore del dente orbitario esterno si congiunge per la base e dopo piccola interruzione a una lamina sottorbitaria trasver- sa, la quale pel suo margine anteriore incavato dentato è libera, e col- l’angolo interno acuto dentiforme più forte si articola colla coxocerite; sul tavolato inferiore dell’orbita si rialza poi, poco distinta, intorno al podoftalmo una piega falcata, la quale ricorda il dente orbitario inferiore interno veduto nelle forme precedenti. * L’ epistoma antennullare non presenta notevoli particolarità; 1’ epi- stoma antennare si confonde col margine anteriore delle fosse palatine, lamelloso sporgente, da ogni lato quadridentato (P. dentipes), con due minori denticoli interposti fra il primo dente submediano e il primo dei tre che rimangono in fuori. L’ ultimo di questi si articola appunto colla coxocerite, che a sua volta e sullo stesso piano orizontale è articolata all’ estremo interno della lamina sottorbitale. Le fosse antennari di ogni lato comunicano fra loro, e colla fossa orbitale per tutta l’ altezza dell’ intervallo che rimane fra l epistoma e la fronte; le antenne appariscono sullo stesso piano in avanti, e le an- tenne interne rompono per di sopra e passano nella fessura interlobu- lare della fronte. XLVI. Plagusia dentipes. M. Edw., Ann. des Sc. natur., Ser. 33, T. XX, p. 178. Stimps., Op. cit., Vol. cit., p. 103. Swwon. Grapsus (PLagusia) DENTIPES, De Haan, Op. cit., p. 58, tav. 8, fig. 1. Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 44. Tav. XI, Fig. 4, a-c. Scudo esagono orbicolare 4-dentato, fortemente depresso, coperto di peli piumosi ed appressi, sotto di essi liscio nella superficie, ad eccezione dei minuti granuli che in numero di uno a tre si vedono un poco all’ interno dei denti epi- 166 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. meso-metabranchiale, e di un tubercolo più ottuso all’ apice del segmento pro- togastrico esterno. Le regioni sono appena rilevate, ma la gastrica e la cardiaca sono distinte da una fossetta trasversa assai profonda. La fronte, le fosse antennari, le orbite, sono definite nel modo già visto. Quanto alle antenne, la massa basilare di quelle interne è cuboide trasver- sa, obliquamente troncata dall’ esterno all’interno, in avanti o superiormente; lo spigolo obliquo della troncatura è denticolato all’interno ciliato e villoso, e si ar- ticola con esso la merocerite discoidale brevissima, seguìta dalla carpocerite, te- rete allungata grossetta; vòlta in alto in fuori e all’ indietro, seguìta quindi dalla protocerite più corta e clavata, contenuta nella fessura interlobulare della fron- te, terminata dalla scafocerite conoide, meno lunga della dattilocerite, che è gros- setta con molte articolazioni minute e pettinato—ciliata. Le Antenne esterne hanno la coxocerite lamellosa interposta fra l’ epistoma e la cresta sottorbitale, meno sporgente dell’ una e dell’ altra; la basicerite col tubercolo auditivo assai prominente, più in avanti; l’ischiocerite cuboide come la base dell’ antenna interna, ma col lato interno protratto lungo il lato esterno dell’ ischiocerite antennullare, e coll’ apice attingente la spina inferiore del lobo sopraciliare. i La merocerite è quasi romboedrica e corta; la carpocerite globulare, minuta, articolata all'apice della precedente; la protocerite terete, inflessa; la dattilocerite subulata, articolata, lunga quanto il diametro maggiore della escavazione orbitale. Gnatopodi forniti di palpo lineare subulato terminato da filamento in- trorso brevissimo; sono distanti per la base e divergenti in avanti, colla ischio- gnatite rettangolare e coll’ angolo posteriore interno rotondato, munito di una linea arcuata di ciglia fitte, brevi, distinta inoltre da una linea ciliare del mar- gine interno, più avanti. Merognatite trapezoidale °/, più corta della ischiognatite più larga indietro a vantaggio dell’ angolo esterno, non occludente la fossa buccale in avanti. Carpognatite piramidato-trigona, lungamente barbata per di sopra, nello spi- golo, verso la prognatite. À Prognatite, dattilopodite, prismatico-trigone anch’ esse per di sopra villose. Toracopodi. Mano piccola ellittico-allungata compressa, col margine pal- mare superiore quasi dritto e rotondato, percorso, verso la faccia interna, da una, verso l’ esterna da due serie lineari di granulazioni acute regolarmente di- sposte. Faccia esterna leggermente convessa, fornita di una carena granulata superiore, e di due inferiori, l’ ultima delle quali contigua al margine palmare in- feriore che è grosso, anch’ esso rotondato, continuato nel dito, corto largo le- vigato, coll’ estremità scavata a cucchiaio nel margine opponente appena crenato. Dito superiore, semiterete-trigono alla base, fra tre solchi profondi supe- riormente tricarinato, quindi levigato, nel margine e l’ estremità come il dito inferiore. . Zampe posteriori: le 2° più piccole delle 5°; le 3° e le 4° quasi eguali e più grandi. Meropoditi del secondo paio, appena eccedenti il dente antero laterale dello scudo, più strette delle successive, tutte poi prismatico-triangolari for- tissimamente depresse, e collo spigolo ordinariamente superiore vòlto in avan- ti, lamelloso, acuto, verso la base ciliato, pel resto sulle 2° armato di tre valide spine, nelle altre di 6 a 7; dalla prima all'ultima più lunghe, e dopo CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 167 queste terminato in un lobo ottuso lamelloso. La faccia anteriore o infe- N riore di ciascuno è larga; l’inferiore o posteriore stretta, fra i due spigoli contigui levigati scanalata e villosa; la faccia posteriore (qui superiore) è, lungo lo spigolo dentato, percorsa da una carena liscia in quelle del 5° paio, granosa nelle altre, e da una carena più ottusa, sempre levigata verso lo spigolo poste- riore: negl’ intervalli la faccia è villosa, lungo la carena superiore acutamente solcata e ciliata. Faccia anteriore (inferiore) levigata, spigolo posteriore scanalato, nella scanalatura villoso. Carpopoditi piramidato-esagonali, obliquamente troncate nell’ estremo esterno, e nel 5° paio apiculate. Propoditi strette lineari, lunghe ‘/, più delle carpopoditi, con una carena esterna appena pronunziata, gli spigoli superiore e inferiore ottusi, ma secon- dati, come nelle carpopoditi, da una solcatura profonda e lungo di essa ciliati. Tarsi trigono-compressi, metà più corti delle propoditi, terminati da unghia acuta, con lo spigolo esterno ottuso limitato sulla faccia adiacente da solco ci- liato, cogli spigoli interni o inferiori armati di due serie di sei a sette spine, dalle prime alle ultime verso l’ apice sempre maggiori, e nello spigolo poste- riore più forti che nell’anteriore; margine superiore convesso rotondato; faccia esterna pettinato—ciliata. Sterno ovato davanti indietro e presso l’ apice emarginato, largamente escavato: 1% e 2° sternite strettissime; 3* larga rotondata anteriormente smar- ginata, scavata verso l’angolo posteriore soltanto dall’ estremità della pelvi; 6° sternite visibile esternamente soltanto per la sua larga episternite; 7° invi- sibile affatto. x Addome del maschio largamente triangolare: 1° e 2° articolo pliciformi, i seguenti, fino al 7°, coalizzati, trasversalmente solcato-impressi, nelle depressioni puberuli; 7° articolo triangolare quasi equilatero, libero. Pereiopodi anteriori connessi da forte arco sternale, trigoni, troncati, vil- losi nell’ estremità, lunghi fino al margine anteriore della 5* sternite. Pereiopodi posteriori grossetti amplettenti la base degli anteriori. Verga grossa corta, sporgente non dalla 7°, ma dal margine posteriore della 6° sternite. Dimensioni e rapporti. Scudo. Diametro antero posteriore all’ apice dei denti epifrontali esterni ..... SU ne ua uo NARRA RIO A oRAto Mill. 36 Diametro fronto-orbitale fra i denti orbitali esterni. ... » 24 id. fra i denti sopraciliari. . . ... SUR Ae ang ia DE) id. all'angolo fra i margini latero DEE e posteriore sopra le quarte zampe. ............ > 38 Lunghezza del margine posteriore dello scudo. ....... IS Larghezza del 1° articolo dell’ addome. .............. » 20 Diametro longitudinale dell’ addome... .............. > 25 G 168 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Toracopodi. I. I. MI. IV. V. Meropodite, lunghezza.. ...... MIAO ADRE25 2600021 id. larghezza. ........ 5 = TI 9 — — Carpopodite Aree PRG OMO INI SO Propodite, lunghezza. ........ DACIS 19 ZI id. Jorehezza Seeecscà SIR ee — rc Dattilopodite ................ » 10 OMETTO 8 Rapporti. Larghezza massima dello scudo = 100. id. della fronte fra i denti orbitali interni. 0,23 id. fra i denti orbitali esterni. ......... 0,63 Lunghezza dello.scudo..............-...... 0,94 id. Cela mna no RR 0,47 are IeZA RE ONE ILE 0,21 Alla Plagusia tomentosa, colla quale dapprima era stata assimilata questa forma, Dana assegna: VUNEBEZA ARE REL Mill. 21 Warcheza ORE » 29,6 id. fra seni antenNar te eee Re » 4,50 Lunghezza... x2:25 id. dell'e manimellimaschio: Sete eee eee » 14 id. id. nella femmina............... » 10 Altezza melimaschio:s sostenne » 5,50 Ade Nella ste AMINa:E E SES) 4 Da cui per 100 di larghezza i rapporti: Tunehezza tere ERO TO 0,93 id. della mano nel maschio........ 0,66 Paragonato d’ altronde colla figura di De Haan, l’ individuo nostro è più piccolo e ha le mani più allungate e strette con granulazioni se- riate non sparse, le meropoditi posteriori più strette, i tubercoli tergali meno pronunziati; ma con tutto questo non ci paiono in esso differenze da costituirne specie da sè. La specie differisce dalla P. tomentosa, con cui fu a torto identifi- cata nel nostro Catalogo, per la fronte a margine spinoso non granulato, le fessure fronto-orbitali più strette. Il nostro esemplare di color rosso vivo punteggiato di giallastro, nelle parti tergali dello scudo e delle zampe, verdastro di sotto, viene da Jo- kokama, come dal Giappone viene la specie per De Haan, essendo del Capo di Buona Speranza la P. tomentosa, di Tongatabu la P. Gaimardi. Le altre specie del genere sono: CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 169 a) Con un sol dente spiniforme all’ angolo terminale del margine esterno della meropodite; Merognatite più larga che lunga: P. squamosa, Lamk., Mar Rosso. — Sayi, Dekay (P. depressa Say), America settentrionale. — speciosa, Dana, Isole Paomotu. — glabra, Dana, Morton Bay, Nuova Olanda. b) Con una serie di denti al margine esterno della meropodite; Me- rognatite tanto lunga che larga: P. orientalis, Stimps., Op. cit., Vol. cit., p. 103. — tomentosa, M. Edw., Mel. carcin., p. 144, Hong-Kong. — (Grapsus) depressa, Latr. (non Say), Costa di Malabar. — Gaimardi, M. Edw., Tongatabu. — spinosa, Maclay (Acanthopus?), Taiti. (Vedi M. Edw., Ann. des Sc. natur. , loc. cit.) i Subfam. HYMENICINZE.' Dana, Explor. Exped. Crustacea, T. I, p. 378, 584. Synon. Pinnotheriana (Catometopor. fam. Tribus), M. Edw., Hist. na- tur. des Crust., T. II, p. 28 (pars). Hymenosomine, M. Edw., Ann. des Sc. natur., Ser. 3*, T. XVII, p. 128; T. XX, p. 163. (Vedi sopra, p. 101.) Hymenosomide, Stimps., Proceed. of the Acad. of Nat. Soc. of. Phi- lad., 1858, p. 108. Ocypode..., De Haan, Fauna japonica, Crust., pag. 63-75. Le relazioni del gruppo cogli Ocipodiani sono, per quanto all’ ori- gine delle verghe dallo sterno, incontestabili; in questi però il gruppo stesso si distingue empiricamente, secondo Milne Edwards, per la man- canza di vere fosse antennari, quindi di retrattilità nelle antenne; poi per la costruzione delle antenne stesse, dove la coxocerite antennullare è cilindrica non dilatata, scoperta non inclusa per il margine fronte- orbitario (regione faciale Milne Edwards), la fronte stretta, non inflessa, ma prolungata orizzontalmente in avanti. 1 Pinnotheride, Fam. apud Dana in Pinnotherinarum et Hymenicinarum, Subf. discrete. Pinnotheres, Canceridorum vigilantium, Genus, apud Latr., Genus Crust., T.I, p. 34; Quadrilateralium, Id., Fam. Régne natur., p. 269; Id., Régne animal, édit. II, T. IV, p. 48; Hymenosoma autem, Cancerid. trigonor., Id., Fam. Règne natur., p. 272; Id., Régne animal, édit. cit., Vol. cit., p. 63. 170 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. I rapporti cogli Ossirinchi e coi Maiacei sono, e assai lontani, di mera analogia per le forme generali. Dana aggiunge ai caratteri empirici il 2° articolo delle zampe ma- scelle metà più grande del 3°, e nel discutere la costituzione dei generi Hymenosoma e Halicarcinus nota la differenza di origine dei lobi fron- tali, nel primo dovuti a un prolungamento diretto del tergo, negli altri derivati da una produzione che esce di sotto al margine frontale del tergo medesimo, anteriormente troncato. Nel genere Hymenicus e nel ge- nere Elamena la fronte poi è prolungata, più o meno rostrata, anten- narum basis celans, oculis remotioribus. Senza conoscere direttamente il genere Zymenicus Dana, Milne Edwards per la fossa buccale aperta in avanti e poco distinta dall’ epi- stoma, distingue i due generi Hymenosoma e Halicarcinus dal genere Elamena e Trigonoplax, nei quali la fossa buccale è, secondo esso, an- teriormente chiusa dal margine trasverso e ben rilevato dell’ epistoma. Della consistenza pergamenacea dello scudo di queste forme si fa poco o nessun conto, ed infatti varia per grado da quello sottilissimo de- gli Hymenicus e degli Hymenosoma, a quello testaceo degli Halicarcinus che abbiamo sott’ occhio. (Vedi Tav. X, Fig. 4, 5; Tav. XI, Fig.1,2,3.) Riferito il modo col quale la struttura di questo tipo singolare di crostacei è considerata, aggiungeremo ora le riflessioni ch’ esso c’ ispira. “In tre forme diverse vediamo che il disco tergale dello scudo è in- torno, sui lati ed anteriormente distinto, per un margine proprio e una sutura dallo pterigostomio e dalla fronte; e quest’ ultima, in avanti larga o stretta, orizzontale o inflessa, s interpone fra gli angoli anteriori laterali e superiori dello pterigostomio medesimo, i quali, limitando poi in fuori l’apertura orbitale, sono equivalenti al dente antero laterale dello scudo de- gli altri Brachiuri. Lo pterigostomio poi sotto lo spigolo che circoscrive lo scudo, forma una fascia verticale di dietro in avanti più larga, al davanti delle zampe del secondo paio bruscamente piegata orizzontalmente, per: costituire colla parte riflessa un triangolo ai lati del peristoma, equiva- lente alla convessità inferiore dello pterigostomio nelle forme ordinarie. Dall’angolo antero superiore od orbitario esterno all'angolo antero late- rale del peristoma, la fascia pterigostomica è troncata, con un margine quasi verticale, in rapporto colle antenne e l’ epistoma, che quindi corri- sponde al margine pterigo-antennare, e per gli estremi agli angoli pte- rigo-orbitale e pterigo-epistomiale che stanno ai due estremi. Ciò che è della fronte e del margine orbitario superiore (quando esiste distinto), è distinto in tutte ancora dal tergo e da ciò che si articola col tergo medesimo lateralmente. La separazione fra il margine dello scudo e la fronte sotto di esso in avanti è chiarissima per noi tanto nel genere Hymenicus che nel genere Hymenosoma, quindi è tutt’ altro che un carattere esclusivo del genere Halicarcinus, come Withe e Dana asseriscono. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Alike! Quanto alla disposizione della fronte rispetto alle antenne ed alle orbite, come per la disposizione dell’ epistoma, per le fosse antennari e la fossa buccale, le nostre tre forme danno tre modi diversi. In una, che è del genere Yymenosoma, la fronte stretta triangolare, presso l’ apice tridentata, alquanto inflessa, si connette per la base dilatata in fuori per ogni lato con un distinto margine orbitario superiore, s’ in- terpone fra gli occhi, cuopre le antenne interne ed esterne raccolte in una fossa comune trasversa, chiusa indietro o di sotto da un distinto margine epistomiale, verso il fondo soltanto divisa da breve setto inte- rantennullare. In una seconda forma la fronte larga alla base, continuata in fuori da un margine sopraorbitale, s’ inflette al di sotto di una distinta e acuta piega epifrontale tridentata, produce col margine libero un setto interannullare che divide le fosse antennarie di un lato e dell’ altro, chiuse ancora indietro e di sotto da un distinto epistoma. Questa forma ci sembra di un nuovo tipo per la costruzione indicata. Nella terza la fronte procede dritta in avanti, cuoprendo colla base parte della fossa orbitale, che non ha proprio margine superiore, e rac- coglie gli occhi e le antenne senza divisione intermedia al davanti dell’epi- stoma, presente pur sempre. Questa è per noi del genere Malicarcinus. L’epistoma esiste pertanto e ben definito in tutte le forme indicate; e se la mancanza di esso al davanti della fossa buccale dovesse caratte- rizzare i due generi Yymenosoma e Halicarcinus, come vorrebbe Milne Edwards, questa caratteristica verrrebbe a mancare. L’epistoma difatti esiste, ma soltanto talvolta occupa un piano più alto di quello dei margini laterali del peristoma, e la fossa buccale pare una larga doccia aperta in avanti; ovvero sta nello stesso piano dei mar- gini stessi, e la bocca par chiusa anteriormente da lui nel modo ordinario. Quanto alle antenne interne è ben vero che 1’ articolo basilare, in- vece che conoide e trasverso, è cilindrico e diretto anteriormente. Le antenne esterne poi sono, per tutta la coxo e la basicerite, inti- mamente saldate coll’ epistoma, come lo mostra il tubercolo auditivo che si trova di qua e di là verso gli estremi della sbarra, che, qua- lunque sia, separa la fossa buccale dalla fossa cerato-orbitale. Le descrizioni delle specie faranno chiare altre disposizioni assai note- voli ; qui soltanto rimane a considerare quale sia la natura del disco tergale dello scudo, articolato sul margine antero laterale, troncato come si è visto in avanti dal margine epifrontale, come indietro dal margine posteriore fra le zampe del quinto paio, e quindi quale sia la natura della fascia che circonda il corpo lateralmente e prende a rappresentare lo pterigostomio. E per questo ci sembra che vi sieno due interpretazioni possibili : o vedere nel disco tergale ciò che generalmente nei Brachiuri è parte diretta e parte reflessa del tergo o pterigostomio, e pertanto accordare natura di branchiostegite a tutto quanto è al di sotto della sutura cir- 1012 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. cummarginale, tanto per la parte diretta e verticale, quanto per la parte inflessa fra lo spigolo laterale inferiore, il margine laterale del peristoma e il margine assillare davanti alle zampe del primo paio; o dalla piega- tura di questa nello spigolo stesso e dalle sculture che in avanti presenta la fascia verticale medesima, considerare quest’ ultima come formata in parte dallo pterigostomio, in parte dalla branchiostegite. Alla prima ipotesi fa strada il fatto delle Plagusia, nelle quali si vede che il tergo può in qualche parte finire con un margine libero in fuori senza inflettersi minimamente , e altri fatti di forme, nelle quali la sutura branchiostega scorre appunto lungo lo spigolo laterale dello scudo almeno nella regione metabranchiale; ma qualche difficoltà porta il vedere che, in avanti, i denti antero-laterali in questi nostri Imeni- cini rimangono fuori della sutura, sul margine non della tergite, ma della epimerite o della branchiostegite medesima. All’altra ipotesi fa inclinare questa osservazione, ed il fatto che nella fascia verticale, in avanti appunto, e circoscrivendo per di dietro una prominenza postorbi- taria, vi è una depressione lineare e per conseguenza una traccia di di- visione fra lo pterigostomio (lobo sottorbitario) e una branchiostegite. La sutura branchiostega però si congiungerebbe così colla stessa su- tura marginale del tergo all’ altezza del dente mesobranchiale , e lo pteri- gostomio realmente non si estenderebbe oltre l’ area sottorbitaria. Oltre a questo poi, invece che inflettersi e portare il margine pterigo-antennare, e l'angolo pterigo-epistomiale all’ interno com’ è pel solito, lo pterigo- stomio discenderebbe verticalmente. La branchiostegite poi o nell’ una o nell’ altra ipotesi, a sua volta verticale anch’ essa nella parte posteriore, forma più avanti una piega e uno spigolo che distingue un segmento triangolare, antero inferiore, orizzontale, il cui angolo in avanti è l’angolo branchiostego epistomiale, il margine interno è il margine laterale del peristoma, il margine poste- riore è il margine assillare al davanti delle zampe del 1° paio; e quivi in- cavandosi lascia l’ adito alla formazione di una fessura lineare a margini ciliati, la quale ricorda la fessura che quasi nello stesso luogo si trova in altre forme e precisamente nelle Dorippe, ma che realmente è la fessura respiratoria afferente dei Canceridi nelle forme ordinarie, e nella quale entra e si muove liberamente l’ epignato delle ultime zampe mascelle. Genus. Halicarcinus. White, Notes on few new Genera of Crust., Ann. Magaz. nat. Hist. (1846), T. XVIII, p. 78. —M. Edw., Ann. des Se. natur., Ser. 38, T. XX, p. 222.— Dana, Explor. Exped. Crustacea, T. I, p. 379 e 385. Hymenosoma, Leach, Trans. Linn. Soc.— Desmar., Considérat. sur les Crust., p. 163. — Ruppel, Kurzshwanz. Krebb. des roothen Mee- CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 173 res, p. 21. — Latr., Règne animal, édit. II, T. IV, p. 63 (pars). — M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. II, p. 36. — Krauss, Sud Afric. Crust, p. 51. — Guerin, Expedition de la Coquille, p. 22; Id., Icon. Règne anim. Crust., Coll. Mus. Paris. —Lucas et Jacq., Voyage au Pòle Sud, Zool. Crust., T. III, p. 61. Synon. Hombronia, Lucas et Jacq., Op. cit., loc. cit. Leucosia, L. Fabr., Entomol. syst., Suppl. (pars). Il genere fu costituito prima da White (Op. cit.), a spese degli Hymenosoma di Leach, pel carattere, secondo Dana, del margine dello scudo in « front not directely connected with the teeth wich arise from » a somewat lower loves » (Dana, Op. cit., p. 385), e mantenuto da Milne Edwards e da Stimpson. Di sopra abbiamo già dimostrato però la insufficienza del carattere offerto da White, ripreso da Dana, non meno che l’altro di Milne Edwards, il quale fa presupporre la mancanza dell’ epistoma. Noi riportiamo però a questo genere una forma, che ci pare per tutti i rapporti identica coll’ XLVII. Halicarcinus ovatus, Stimps., Proceed. of the Acad. of Nat. Soc. of Philad., 1858, p. 109. Targ. Tozz., Catal. Grost. della Magenta, n. 25. Tav. X, Fig. 5, a-d; Tav. XI, Fig. 3, 9-a. Scudo ovato triangolare, appena più lungo che largo alla base, coll’ angolo anteriore troncato e gli angoli posteriori rotondati; spigoli laterali leggermente arcuati bidentati, per margine rilevato e sutura, distinti dalla fronte e dallo pterigostomio. Tergo piano coriaceo glabro ; regioni cardiaca, gastrica, epatica, branchiale distinte da solchi lineari squisiti. Fronte sporgente disotto del margine dello scudo in avanti, lamellosa, oriz- zontale, trilobata; lobi appena trigoni, di sopra pianeggianti, cogli spigoli legger- mente ingrossati, minutamente denticolati; i due esterni alquanto obliqui e convergenti il mediano retto e collo spigolo inferiore più rilevato, appena pro- minente in forma di setto interantennullare rudimentario. Dente anteriore laterale dello scudo mutico, dente posteriore apiculato. Pterigostomio verticale convesso: col margine anteriore troncato escavato intorno alla base del podoftalmo, circoscrivente pertanto l’ orbita esternamente; 17 cs CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. coll’ angolo antero inferiore, appena prominente, saldato all’ angolo anteriore esterno dell’ epistoma (confuso colla basicerite); pel margine inferiore più lungo orizzontale arcuato, saldato alla branchiostegite. Branchiostegite distinta per una profonda solcatura al di sotto e all’ interno dello pterigostomio, stretta, prolungata in avanti, prominente alquanto coll’apice nell’ angolo antero laterale del peristoma, al disotto della smarginatura respi- ratoria efferente del peristoma medesimo. Epistoma piano, saldato collo pterigostomio e le antenne esterne, disposto in un piano inferiore a quello della fronte, più alto di quello dello pterigosto- mio, non suddiviso trasversalmente, col margine peristomiale sottile acuto tri- partito, e colla divisione media strettissima, le divisioni laterali più larghe. Orbite, fosse antennari e antennullari scavate senza divisione sullo stesso piano, fra la base della fronte e l’ epistoma, appena chiuse sui lati dai margini pterigo-orbitarii dello pterigostomio, aperte inferiormente. Peristoma quadrato coi margini laterali più elevati del margine epistomiale. Podoftalmi liberi dalla base, conoidei, meno lunghi dei denti frontali, vòlti in avanti, terminati dalla cornea d’ alto in basso allungata e di sopra più larga che inferiormente. Antenne interne più grosse, più lunghe delle antenne esterne, per il 1° e 2° articolo coperte di sopra dalla fronte, di sotto libere e scoperte. 1° articolo appena sporgente al davanti dell’ epistoma; 2° lungo quanto il podoftalmo, terete, grossetto, troncato; 3° uguale al 2° in lunghezza, più sottile, quasi clavato; 4° conforme al 3° rivolto in alto e all'indietro colla scafocerite tenue, lunghetta, articolata di sotto, colla dattilocerite conoide, assai lungamente pennicillato-ciliata. Antenne esterne per tutta la base saldate coll’ epistoma e lo pterigosto- mio, nel resto libere, interposte fra le antenne interne ed ì podoftalmi in un piano alquanto posteriore, molto sottili. Tubercoli auditivi puntiformi laterali. 8° articolo libero globulare minuto; 4° e 5° più lunghi quasi eguali, lun- «ghi fra tutti poco più che il 2° articolo delle antenne interne; articolo 6° ter- minato da un pelo sottile. Gnatopodi prominenti in avanti al di sotto del piano dell’ epistoma. Coxobasignatite indistinta occultata, dietro lo sterno, con epignato villoso ciliato, visibile nella escavazione ascellare della branchiostegite. Palpo lineare subulato dritto, con flagello terminale prosartro. Ischiognatite romboidale, quasi securiforme, coll’ angolo posteriore interno rotondato, l’anteriore interno prolungato, il margine interno alquanto ingrossato, brevemente e fittamente peloso. Merognatite lunga e larga quanto la ischiognatite, obcordata, collobo interno rotondato più grande del lobo esterno, lungo il margine esternamente percorsa da sensibile rilievo lineare, sul margine interno pelosa; 4° articolo triquetro quasi obcordato, vòlto all’ interno ; 5° cilindroide corto; 6° conoideo. Toracopodi anteriori corti robusti. Meropoditi quasi tereti, lunghe la metà del diametro trasversale dello scudo, prismatiche leggermente ventricose, in avanti troncate, sulla troncatura per gli angoli sporgenti sensibilmente tridentate, attingenti colla estremità carpica la base dei podoftalmi. ; CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 175 Carpopodile vòlta in basso e in fuori, obconica più corta della meropodite, con alcuni peli lunghi sottili alla faccia interna, sottilmente reticolata di fuori per linee opache intrecciate sul fondo. Mano ovato-acuta, nella regione palmare, sulla faccia esterna ed interna convessa, e sui margini ottusi lievissimamente impresso-reticolata e guernita di peli sottili, lunghi e radi. Dito fisso acuto, compresso triquetro, davanti e di dietro longitudinalmente solcato, col margine opponente acuto, minutamente denticolato dalla parte in- terna, ciliolato, e coll’ apice alquanto rilevato. Dito mobile conforme al precedente, sul margine presso l’ origine, armato di un assai lungo tubercolo compresso lamellare, nel resto sottilmente dentato. Zampe posteriori sottilissime, da un lato all’altro, per la meropodite, talvolta assimmetriche; la meropodite delle 2°, presso l’ apice, di sopra distintamente unidentata, più lunga della meropodite della zampa anteriore. Garpopodite anco più sottile, lunga appena metà della meropodite. Propodite ‘/s più lunga, fortemente compressa. Dattilopodite appena più corta della propodite , stretta, lineare, compressa, lamellare; nell’apice quasi ottusa, dietro l’apice, nel margine inferiore, armata di tre o quattro tubercoli spiniformi ottusi, più grandi degli altri sparsi lungo il margine stesso, e fittamente ciliata di peli grossetti non barbati. Sterno (del maschio) triangolare, in avanti largamente troncato, trilobato indietro e per la pelvi triangolare attingente la base della 3* sternite, profonda- mente incavato. 1% e 2* sternite riunite in uno scudetto romboidale incassato fra la base delle ischiognatiti; 3? sternite larga trasversale, coi due angoli esterni obliquamente rilevati a pari dell’ apice dello scudo mediano, un poco escavata lateralmente alla base delle propoditi. 4°, 5°, 6° e 7° nel mezzo escavate, ai lati confuse, pianeggianti e soltanto in fuori distinte da commissure radianti. Episterniti indistinte. Addome (del maschio) triangolare, largo alla base come il margine po- steriore dello scudo, sotto l’apice ristretto e nell’ apice alquanto allargato. 1® urite trasversa lineare, sporgente più della seconda lateralmente; 2° più stretta, retta in avanti, convessa posteriormente; 3* all’ origine larga poco meno della prima, saldata colla 42 e 5* più larghe; 6° assai distinta, più stretta di tutte; 7° triangolare allungata sopra l’ origine alquanto allargata e per di sopra in- grossata trigona. Pereiopodi anteriori raccolti nella escavazione della pelvi, grossi alla base, terminati da un lungo apice filamentoso e ritorto all’ altezza della 5° sternite. Pereiopodi posteriori lamelloso-compressi adattati alla base dei precedenti. . / Verghe dalla 7° sternite. Dimensioni e rapporti: Scudo, rametrosione:tudinale NERA e Mill. 8 id. trasversale fra ì due denti posteriori. ........ DIO IATENEZZA AE O STETNO NT eee » 9 id. della tt Mrite (della LAOMENSSNS TIE 5 Ha Massima larghezza dell’ addome sulla 3° urite.......... » 3 Larghezza dell'addome sulla 6% urite................. ti 176 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Toracopodi. I: II. MEeropodite se A Mill. 4,5 6,5 CALPOPOUMELLE ERE NE » 4,0 3,5 PrOpodite; Sl UNEREZZA: AIRIS ii » 8,0 5,0 Harehezza dela ano Re eee ee » 3,0 = Dato po teRErr CRE Re DOMA Rapporti. Larghezza dello scudo = 100. LUNEREZZzA ORE RO 1,18 id. Cella n ano ERRE RO 0,9 La specie è rappresentata nella collezione da due maschi, mutilati di alcuna delle zampe posteriori, e come quelli di Stimpson provenienti da Porto Jakson. XLVII. Halicarcinus planatus. White, Notes on few new Genera of Crust., Ann. Magaz. nat. Hist. (1846), T. XVII, p. 178. M. Edw., Ann. des Sc. natur., Ser. 3°, T. XX, p. 222. — Dana, Explor. Exped. Crustacea, T. I, p. 385, tav. 24, fig. 7. Synon. Hymenosoma tridentata, Lucas et Jacq., Voyage de l’Astrol., Crust., tav. 5, fig. 27. Leucosia (PLANATA), L. Fabr., Entomol. syst., Suppl., p. 350, Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 28. Tav. X, Fig. 4, a-f. Scudo ovato triangolare, ma più largo che lungo (0,85), e in avanti come indietro assai rotondato; tergo superiormente ancora scolpito come nella specie precedente, colle regioni branchiali tuttavia suddivise internamente, l’ estremo frontale brevemente protratto troncato, leggermente bilobato, i margini definiti da squisito contorno e sutura tanto in avanti che lateralmente. Pterigostomio brevemente villoso e conforme nel resto alla specie già vista; branchiostegite sensibilmente più larga in avanti. Fronte sporgente al di sotto dell’ estremo anteriore dello scudo, brusca- mente piegata sotto uno spigolo epifrontale acuto tridentato, coi denti esterni poco più stretti e corti del dente medio, quasi trigoni nell’ apice pennicillati, con la faccia verticale trasversalmente escavata, inferiormente rotondata biloba al davanti e sopra alle fosse antennullari, divise da un setto interantennullare po- chissimo rilevato e procedente dall’ epistoma. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. RIT] Epistoma trasverso, saldato sui lati colle coxo-basiceriti delle antenne ester- ne, più largo che lungo, col margine peristomiale ingrossato, trilobato, mante- nuto in un piano superiore a quello dei margini laterali del peristoma. Orbite largamente divise dalla lamina reflessa della fronte, in alto, in fuori, inferiormente appena circoscritte. Fosse antennari trasversalmente disposte, al- l'interno e poco più indietro dell’orbita, nell'intervallo fronto-epistomiale ed ap- pena circoscritte. Peristoma quasi quadrato, coi margini laterali più rilevati del margine an- teriore, gli angoli antero-laterali rotondati. Occhi e antenne sensibilmente conformi a quelli della specie precedente. Gnatopodi non occludenti in avanti il quadro buccale. Ischiopodite romboidale, coll’angolo anteriore interno acuto protratto, l’an- golo posteriore largamente rotondato, la faccia e il margine interno pubescenti. Merognatite obcordata, più lunga che larga e meno larga della ischiognatite, inserita verso l'angolo anteriore esterno di questa, villosa com’ essa sulla fac- cia, sul margine interno più fittamente ispidulo-ciliata. Articoli terminali minuti: i due primi compressi lamellosi, inversamente triangolari obcordati, l ultimo conoide acuto, inferiormente ciliato. Palpo filiforme subulato, terminato da breve flagello prosartro. Toracopodi anteriori come nella specie precedente, colla mano più allungata non più grossa del carpo; in alcuni individui (femmine ovigere) lunga °/,, in altri (femmine sterili) lunga ‘/, del diametro trasversale dello scudo. Dita compresse lamellose, longitudinalmente scanalate, carinate, nel mar- gine opponente crenulato-dentate. Zampe posteriori più lunghe e più sottili in tutti gli articoli, tereti, brevemente mollemente pubescenti, colla meropodite ed il carpo nell’ estremo esterno obli- quamente troncato e coll’ angolo terminale superiore protratto. Tarso compresso faleiforme, nell’ apice acuto, sotto l’ apice armato di due valide spine, radamente spinuloso e fittamente pettinato ciliato lungo il margine inferiore. Sterno (nelle femmine) orbicolare, in alcune (sterili) parzialmente scoperto sui lati, in altre (ovigere) completamente ricoperto dall’ addome. Addome nelle femmine ovigere orbicolare, in avanti un poco troncato, in- dietro troncato e leggermente bilobo emarginato; di qua e di là da un rilievo me- diano lineare longitudinalmente impresso e quindi, più in fuori, rigonfiato; nei margini fittamente ciliato. 1° segmento più largo del 2° e del margine posteriore dello scudo, corto davanti indietro e trasversalmente lineare; 6° e 7° segmento saldati con pereio- podi lamellosi sottili, lungamente ciliati e dal primo all’ ultimo tanto col ramo esterno, che col ramo interno più lunghi. ‘Addome delle femmine sterili ‘/y più stretto dello sterno, piano, obovato, coi pereiopodi, sopra una base comune brevissima, bifidi; ramo interno lineare, retto, esilissimo, esterno più largo, lamelliforme, curvato. Lo stomaco è triangolare piramidato, assai lungo, munito di armatura chiti- nosa, ed occupa la regione ordinaria. “Le branchie nel numero di quattro occupano le parti laterali del torace fra il primo dente in avanti e la metà del lato postero-laterale, lasciando libera per circa °/, la cavità da una parte all'altra; fra esse s’ insinuano, liberi e lunghi, gli epignati delle appendici buccali. Scienze fisiche e naturali. — VOL. I. 12 478 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Dimensioni e rapporti. fsoudo. Femm. ovigere. Femm. sterilì, A B WHarslezza: REA RL CES Rno Mill. 1£L 95 9,5 LONENEZZA n A Rie >|} 1129/07,5 1,5 Sterno,Warghezza cesoie 2 ANOI5 9 Addome, larghezza. ............. SE IDIAO 5,5 T'oracopodi, Femm. ovigere. Femm. sterili. ni Il. ISMEA AMB: AVA Meropodite .......... Mul. 3,5 2,5 TI IS) 3,0 4,5 Carpopodite.......... >» 40 2,5 4 2,3 80 2,5 TOPOALLE SO 10050. 55 45 Dattilopodite. ......... > 0455 40 39,5 SOM:5Ì Rapporti. Larghezza dello scudo = 100. Femm. ovigere. Femm. sterili. Se _ A B Lunghezza dello scudo. . 0,85 0,85 0,85 Larghezza dell'addome. 1,10 1,10 0,56 ISMMOSII DNISTIS II: Lungh. della merop. .... 0,24 0,50 0,25 0,57 0,24 0,47 id. della propod.... | 0,68 0,50 0,57 0,52 0,57 0,47 IAN de lutarso sane 0,35 0,99 0,30 0,35 0,32 0,38 Anco questa forma dovrebbe essere un Halicarcinus, secondo White e secondo Dana. Confrontata colla precedente per la disposizione della fossa buccale in avanti, essa dovrebbe essere invece una Elamena per Milne Edwards; ma nelle Elamena la fronte forma un rostro tridentato sporgente, non s' inflette, per quanto almeno si rileva dalla descrizione, nè le antenne interne sono divise da setto interantennullare. Vi può essere quindi occasione di formar colla nostra un genere a sè. Ma più che altro importa notare, di nuovo la esistenza di femmine diverse fra loro, quanto alla forma dell'addome, e in modo anco più spic- cato che nel Nautilograpsus. Non poche di queste femmine infatti, col- l’ addome largo quanto lo sterno, sono alcune volte vuote, ma più spesso piene di uova (femmine ovigere); altre hanno addome metà più stret- to, pereiopodi rudimentari, benchè femminili, e son vuote sempre. Altri caratteri vanno d’ accordo con questa condizione, e per esclu- dere ch’ essa dipenda dall’ età, basta vedere che le femmine ovigere della Serie B sono delle stesse dimensioni di altre sterili e ad addome ristretto. talora de) CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 47 Genus. Hymenosoma. Latr. (Coll. del Museo di Parigi). — Desmar., Considérat. sur les Crust., p. 163. — Ruppel, Sud Afr. Crust., p. 21. — M. Edw., Ilist. natur. des Crust., T. II, p. 35; Id., Ann. des Se. natur., Ser. 3a, Xp 222, tav. 41, fig. 2. — Dana, Op: cit., T, I, p.1379: XLIX. Hymenosoma eve, n. sp. Tav. XI, Fig. 3, a-e. Scutum ovato triangulare, superne papyraceum, leve: regionibus gastrica, gastro-intestinali, hepatica branchialibusque, lineis exaratis: ambitu sutura margineque tridentato circumscriptum. Frons, deflexa triangularis, sub apice bidentata, basi dilatata, or- bitam superne tegens. Pterygostomium verticale, margine antero truncato, orbitam latera- liter claudens; spina postorbitalis supera (pterygo-epistomialis) conico triquetra valida, podophtalmo brevior; infera (branchiostego epistomia- lis) compressa subnulla. Merognatum suborbiculare, ischio rhomboidali cultriformi sub- equale. Maris abdomen, basi rectangula, triangulare angustum, 7-articu- latum, articulo 7° obtusiusculo. Pedes omnes graciles; antici breves, crassiusculi, manu ovato-elon- gata, basi inflata; postici subteretes, 3° 4* majores; tarsi styliformes compressi, margine infero ciliati, apice brevissime unguiculati. Il tergo dello scudo è depresso, membranaceo, orbicolare ovato, dovunque levigato e scolpito da impressioni lineari che distinguono: nel mezzo la regione ga- strica e la regione cardiaca intestinale quasi uguali ed ottagone: sui lati e in avanti le regioni epatiche ed epibranchiali, triangolari: indietro la regione meso-meta- branchiale. L'ambito poi è intorno intorno definito da un margine sottile che per sutura si articola col margine superiore dello pterigostomio più grosso, sui lati bidentato, e in avanti, con un terzo dente meno rilevato, articolato alla base della fronte lamellosa inclinata, alquanto escavata longitudinalmente di sopra, lateralmente bidentata, nell’ apice triangolare e per di sotto, verso la base, con- nessa al setto interantennullare dell’ epistoma. Lo pterisostomio è verticale, e all’altezza del terzo dente laterale del mar- 180 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. gine superiore verticalmente troncato, formando un margine anteriore (pterigo- antennare) circoscrivente 1’ orbita in fuori, quindi rilevato in una forte spina co- noide superiore (pterigo-epistomiale) più corta del podoftalmo, e più in basso combinato coll’ angolo branchiostego epistomiale lamelloso e sporgente quasi come una spina inferiore (branchiostego epistomiale). La branchiostegite per uno spigolo acuto è distinta dallo pterigostomio sui lati, quindi orizzontale triangolare, praticata da una smarginatura ciliata al davanti dell'inserzione delle zampe del primo paio. L’ epistoma è trasverso, protratto in avanti fra le antenne interne con un setto interantennullare lamelloso corto sottile, anteriormente definito poi da un margine trasversale distinto; di sotto pianeggiante, indietro limitato dal margine peristomiale anteriore trilobato, sui lati connesso alle coxo-basiceriti, distinte dallo pterigostomio e dalla branchiostegite. Le orbite, le fosse antennullari e antennari sono comunicanti fra loro; il margine orbitario superiore è arcuato e formato dalla base della fronte; il mar- gine laterale è formato dall’ angolo lamelloso dello pterigostomio inferiormente e in fuori rilevato nella spina pterigo-epistomiale. Il peristoma è più largo che lungo, squisitamente circoscritto per ogni lato, ma col margine anteriore in un piano più alto dei margini laterali. I podoftalmi sono grossi e corti, cioè non eccedenti l’apice della fronte, estesi sulla parte superiore della cornea in largo canto oculare. Antenne interne libere per la base, ma contigue fra loro. Coxo-basicerite cilindroide corta, grossetta, situata profondamente sotto la fronte e diretta in avanti. Ischio e merocerite tereti sottili: la prima più lunga della fronte diretta in avanti, la seconda poco più corta rivolta sopra di essa all’ indietro. Carpocerite minuta, con scafocerite distinta, terminata da una dattilocerite corta articolata, ciliato-pennicillata. Antenne esterne: coxo-basicerite internamente saldata coll’ epistoma; tuber- colo auditivo puntiforme appena distinto; articoli liberi tre, emergenti dall’an- golo laterale anteriore del peristoma, al di sotto, più indietro e più in fuori delle antenne interne e del podoftalmo, quindi convergenti al mezzo, e fra l’ occhio e la fronte approssimate alle antenne interne, sottili ed appena attingenti col- l’ estremità l’ apice del podoftalmo. Gnatopodi per la base largamente divaricati, ravvicinati per 1’ angolo po- steriore interno della ischiognatite, e quindi divergenti di nuovo. Ischiognatite quasi romboidale, coll’ angolo posteriore interno rotondato, l'angolo anteriore dello stesso lato acuto e protratto, e come il margine, ciliato. Merognatite lunga e larga quasi come la ischiognatite, secondo i margini rile- vata e sul margine interno, come la ischiognatite, ispido—ciliata; 4° articolo com- presso, minuto obcordato; 5° quasi eguale al 4°; 6° conoide nell’ apice ciliato pennicillato. Toracopodi anteriori assai grandi. Coxo-basi-ischiopoditi assai lunghe; meropoditi piramidato-trigone a spigoli ottusi, con granulazioni rade e minu- te; spigolo inferiore interno ornato di peli sottili disposti in serie non at- tingenti l apice della fronte, coll’ estremo terminale bruscamente troncato. Carpo trigono globoso, verso il canto anteriore interno leggermente unitu- bercolato, sulla faccia infero-anteriore radamente peloso, troncato obliqua- Re mente e voltato all’ infuori. Mano voltata in basso e all’interno, ovato-acuta, sulla faccia interna pianeggiante, tumida esternamente, cogli spigoli inferiore e superiore assai acuti. Dito inferiore trigono subulato, sulla faccia esterna percorso da una costo- letta longitudinale assai pronunziata, e nel mezzo punteggiata; nel margine supe- riore finamente crenato dentato; verso l’ estremità assai ottuso. Dito superiore quasi conforme al dito inferiore, inserito più indietro obliquamente. Zampe posteriori 3° e 4° più lunghe delle 2° e delle 5°, che sono più corte di tutte. Meropoditi prismatico-compresse. Carpopoditi conformi, ma più sottili e poco più lunghe della metà delle meropoditi, le quali sono più corte delle propoditi. Dattilopoditi più compresse, più strette e più lunghe delle propoditi; queste leg- germente falcate, sul margine inferiore brevemente ciliate, nell’ apice armate di unghia brevissima e acuta. Sterno del maschio trasversalmente ellittico; in avanti protratto e breve- mente trilobato e piano; nella metà. posteriore longitudinalmente scavato dalla pelvi, ristretta triangolare, con sterniti riunite in uno scudo centrale. Episterniti distinte, trapezoidali, radianti; le ultime saldate internamente colla corrispon- dente sternite. Addome triangolare lungo metà della lunghezza sternale, largo circa un quinto della larghezza. 1° e 2° articolo trasversali, quasi uguali al margine po- steriore dello scudo; 3°, 4° e 5° distinti, gradatamente ristretti, quasi eguali in lunghezza, depressi lateralmente a un rilievo mediano; ultimo articolo (6°, 7°?) alquanto più lungo, paraboloide quasi triangolare. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 481 Dimensioni e rapporti. Scudo. Diametrortrasversale. +00: encore Mill. 11 Diametro longitudinale senza la fronte. .............. » 10 STELNORR are NeZzZa i Sn N » 11 Larghezza dell'addome alla base........-....-..... 200355 id. MESTRE CO ORA IONI SMS id. IAA COLOR LI niente et 35 Toracopodi. EI I II. DI, V. Meropodite, lunghezza. ......... Mil. 3 SOMUNZ 5;D Carpopodite st idiot nne » DI ei ero a Propodite (marg. inf.), lunghezza. . » 8 50 — — id. larghezza: seo » SHIA ri 4,5 Dattilopodite, lunghezza ......... » 4 (0) 465) 4,5 Rapporti. Larghezza dello scudo = 100. WUDSNEZZ A ne 0,91 Larghezza dell'addome. ................... 0,93 id. Aellorsterno in RNA 1,00 Lunghezza della mano... bebo OE 182 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Questa forma esiste nelle Collezioni di Firenze con alcuni esemplari secchi, maschi, assai detriti, provenienti da Melbourne per grazioso in- vio del signor Miller. La larghezza dello scudo, l’ esistenza di una, non di due vere spine postorbitali, le piccole dimensioni, l'origine, la distinguono, a nostro av- viso, dall’. orbiculare Leach, del Capo di Buona Speranza, e il rapporto dell’ ischio colla meropodite, quasi uguali fra loro, la distinguono dal- H. geometricum Stimpson, più piccolo e della stessa origine del prece- dente. Sembra che, come di questo nostro, anche degli altri si conoscano i maschi soltanto. (Vedi Stimps., Op. cit., loc. cit.) Subfam. MYCTIRIDZAE. Dana, Explor. Exped. Crustacea, T. I, p. 389. Myctiride, Stimps., Proceed. of the Acad. of Nat. Soc. of Philad., 1858, p. 99. Synon. Myctiroidea ,M. Edw., Ann. des Sc. natur., Ser. 32, T. XVII, p.14. Genus. Myctiris. Latr., Ordre natur. des Crust., p. 422; Id., Régne animal, édit. I, 4817, T. HI, p. 24; édit. II, T. IV, p. 48. — Desmar., Considérat. sur les Crust., p. 115. — M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. II, p. 37; Id., Régne animal, édit. III, T. XVII, p. 67. — Dana, Op. cit., Vol. cit., p. 389. — Heller, Novara Reise, p. 40. Le forme di questo genere hanno avuto posizioni diverse fra gli Os- sirinchi (Latr., Ordre natur. des Crust., loc. cit.), fra i Canceridi qua- drilateri coi Pinnoterini (Latr., Règne animal, loc. cit.), come presso a poco poi per Milne Edwards (Hist. natur. des Crust.), finchè non sono venute le ultime separazioni. Heller assegna loro il posto fra gli Ocipodidi e fra i generi Helecius ed Hemiplax. I Myctiris colla disposizione dello scudo rivelano, portata al mas- simo grado, la tendenza delle parti mediane tergali del corpo a) spin- gersi in avanti, dove la fronte però e l’ epistoma congiunti tenendo fermo, quelle vengono ricacciate in altra direzione e portate a sporgere in alto, in basso, all’ indietro, lasciando fra i lati inferiori dello pterigo- stomio e della branchiostegite, resi quasi verticali, un’ amplissima aper- tura buccale, occlusa dalle gnatopoditi. Ma queste disposizioni ne traggono altre con sè, dalle quali resul- fr tano poi le altre che restano come caratteri distintivi del genere e, per le modalità secondarie, delle specie stesse. Lo scudo è membranoso in ogni sua parte (M. platycheles) o almeno nelle parti mediane, ovvero è crostaceo. La regione intestinale si rialza ed allarga indietro con un lobo membranoso ciliato e troncato, artico- lato col margine del primo anello addominale. In avanti continua senza interruzione colla regione cardiaca, e questa colla regione gastrica; la quale senza distinguersi dalle regioni epibranchiali e protogastriche, ma allargandosi lateralmente, finisce con due lobi epifrontali, più o meno distinti e rilevati, separati da un solco, e declinanti nella fronte stretta, bruscamente piegata e triangolare, almeno nell’ estremità. Una piega più o meno decisa e un angolo acuto (M. platycheles) 0 un dente spiniforme (M. longicarpus), quasi ricordo della spina pterigo- epistomiale degli 7ymenosoma , accusa in avanti il dente anteriore esterno, e lo spigolo antero laterale dello scudo. Al di sotto di esso lo pterigo- stomio discende verticalmente, scavato in avanti da un corto canale che costituisce poi parte della cavità orbitaria; più in basso termina in un dente pterigo-orbitario, od orbitario inferiore interno, acuto, gettato assai in fuori, e finalmente in un margine pterigo-antennare corto, articolato colla basicerite brevissima, ma non saldata nè con esso nè coll’ epistoma. Tutta la regione meso-metabranchiale è rilevata sui due lati in due grandi scudi convessi quasi verticali, che indietro si perdono sul mar- gine postero-laterale, mentre in avanti, più rilevati, terminano con un segmento superiore rotondato e con un angolo inferiore bruscamente troncato. Sono levigati nella M. longicarpus, granulati nella M. platyche- les, e in quest ultima percorsi da due larghe pieghe longitudinali verso l’ esterno, che ricordano una disposizione equivalente nei Doto. La branchiostegite, molto stretta, completa inferiormente lo pteri- gostomio, e, oltre l’ angolo troncato di questo, procede in avanti con un lobo epimerico lineare, lamelloso, sporgente, che viene ad articolarsi coll’ epistoma. Indietro invece, fra l’ articolazione degli gnatopodi e delle zampe del primo paio, presenta una larga smarginatura semiluna- re, otturata dall’ esartro (palpo) delle stesse gnatopoditi. Per l’ avvicinamento de’ margini laterali in avanti e per la pressione che lo spinge anteriormente colla fronte, l’ epistoma sporge ancor esso, ed è più largo della fronte stessa, con essa articolato pel segmento an- teriore, e con un angolo mediano posteriore spinto a dividere in due la fossa palatina; esso collega pei lati gli angoli branchiostego-episto- miali, e chiude davanti, secondo il solito, il quadro buccale. Per l'orbita e per le antenne, fra la fronte, 1’ epistoma e lo pterigo- stomio, specialmente davanti indietro o d’ alto in basso, rimane angu- sto lo spazio; e l’ orbita, ben circoscritta da un margine intorno intorno alla base del podoftalmo, si allarga poi esternamente in una fossa preor- bitale, in alto indefinita, definita in fuori dalla spina o dente antero CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 183 184 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. laterale dello scudo, inferiormente da una carena che ricorda un mar- gine sottorbitale, il quale si rileva anco in dente orbitario inferiore in- terno alla sua connessione col margine falcato che circoscrive la cavità, dove propriamente il podoftalmo s’ impianta. Le fosse antennullari sono divise da breve setto epistomo-frontale, più larghe delle antennari, colle quali comunicano in fuori e più indie- tro; comunicando d’ altronde direttamente coll’ orbita che sta al disopra e davanti, per una disposizione quasi inversa a quella ordinaria, e nella quale le fosse antennullari e le orbite stanno in rapporto per mezzo delle fosse antennari. Il podoftalmo, diretto in fuori ed in alto, è grosso alla base, quindi ristretto, dilatato di nuovo intorno alla cornea globulare, che cuopre di sopra come largo canto oculare. Delle antenne, le interne perfettamente libere e portate subito al di sotto e all’interno del podoftalmo, sono ridotte a un corpo globoso sporgente, al quale seguono per la parte interna due minutissimi arti- coli terminali. Le antenne esterne, nella fossa loro molto più stretta, vengono obli- quamente più in fuori e più indietro colla coxo-basicerite lamellosa trasver- sale, articolata all’angolo laterale esterno dell’epistoma sopra la fessura respiratoria e confinata nell’ angolo anteriore esterno del peristoma; vi è un tubercolo auditivo distinto, quindi la ischiocerite minuta, la me- rocerite più grossetta, corta, escavata, per ricevere la carpocerite più sottile, più lunga, vòlta in avanti come gli articoli precedenti; la proce- rite più sottile, la dattilocerite conoide, non articolata, son vòlte in fuori e l’ ultima è terminata da una setola fine. Gli ectognatopodi sono grandissimi in forma di valve ellittiche obli- quamente discendenti d'alto in basso, e dall'esterno all’interno al disotto dell'apertura peristomiale. L’esognato (palpo) è in forma di una valva circolare, peduncolata, posta a chiudere l'apertura corrispondente scavata per due terzi nel margine inferiore della branchiostegite, al davanti dell’ articolazione delle zampe anteriori. La ischiognatite ellittica, anteriormente troncata, coll’ angolo po- steriore interno rotondato, protratto all’ indietro e coperto di villosità, è più lunga che larga, e più lunga della merognatite con essa articolata pel margine anteriore trasversale. La merognatite è trapezoidale, più larga che lunga, cogli angoli antero-laterali rotondati, nel margine fra essi lievemente escavata e articolata, colla carpognatite poi seguita dagli arti- coli estremi sottili, lineari, che si nascondono dietro di essa. Le zampe, ad articoli prismatici più o meno compressi, rialzano le meropoditi lungo i fianchi del corpo, ripiegano in basso le carpopoditi e gli articoli successivi, formando con questa disposizione una specie di riparo o difesa esterna al corpo medesimo. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 185 Lo sterno, ridotto posteriore più che inferiore, facendo angolo molto aperto col tergo all'indietro, è cortissimo, largo, escavato dalla pelvi e co- perto dall’ addome; 1, 22 sternite obliterate; la 3% congiunta con la 4a, largamente trasversale, & nella M. platycheles armata di due spine spor- genti in basso; la 5%, 6% e 72 sternite sono divise senza distinzione di episterniti. ! L’addome è spatolato col 1° articolo e il 2° più stretti dei successi- vi; il 1° verticale, quasi quadrato col margine anteriore poco più stretto del margine posteriore dello scudo rilevato e ciliato, col margine poste- riore vòlto indietro ed escavato, agli angoli quasi dentato; 2° articolo col margine posteriore nel mezzo convesso, sui lati rilevato e col margine an- teriore trasversale; articoli 3°, 4° e 5° in lunghezza quasi uguali, in lar- ghezza progressivamente più grandi, nel mezzo convessi, sul margine posteriore leggermente escavati; 6° articolo più stretto del 5°, coll’angolo posteriore esterno rotondato, il margine posteriore escavato, occupato dal 7° semicircolare, da un lato all’ altro metà più stretto del 6° e lun- gamente ciliato. Pereiopodi due anteriori prismatici diritti, lungo il rilievo intestinale e direttamente liberi da unione sternale, connessi col 2° articolo dell’ ad- dome, lunghi fino a livello del margine posteriore del 6°. Pereiopodi po- steriori corti sottili, rudimentari. L. Myctiris longicarpus. Latr., Encycl. Méthod. Ins., tav. 297, fig. 3. — M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. II, p. 37; Id., Règne anim. Crust., édit. III, loc. cit. fix. 2. — Heller, Novara Reise, Crust., p. 40. Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 30. Tav. XI, Fig. 5, a-e. Lo scudo dovunque calcificato o calcificato almeno sulle gobbe meso- metabranchiali e dovunque levigato; lo spigolo antero laterale è ottuso, angolo orbitario esterno superato da una spina acuta, la fronte alla base quadrata terminata in triangolo ottuso, le zampe con tutti gli ar- ticoli prismatici lineari sottili, le sue dimensioni maggiori distinguono questa specie dalla seguente. Essa abita l'Australia (Milne Edwards ed Heller, loc. cit.), e per noì viene, in diversi esemplari maschi, da Porto Jackson. 186 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Dimensioni e rapporti. Scudo. Larghezza fra gli angoli posteriori laterali... ........ Mil. 21 Lunghezza in linea retta secondo l’asse... .......... » 24 Larghezza dell'addome al 5° segmento. ............. » 10 DUNE NEZZA RO RNC O » 16 Toracopodi. I II. V. Meropodite, lunghezza. ........... Mill. 14 16 Ton Carpopodite ....................- >» 134 9,5 8,5 Propodite -.................---.> » 15 8,9 7,0 Dattilopodite.............-..-.-.. DITO 9,0 9,0 Rapporti. Larghezza dello scudo = 100. Lunghezza. ........... 1100 Il Vv id. della meropodite. 0,66 0,76 0,34 LI. Miyetiris plalycheles. M. Edw., Melanges carcinolog., p. 118. —Stimps., Proceed. of the Acad. of. Nat. Soc. of Philad., 1858, p. 99. Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 31. Tav. XI, Feg. 6, a-e. La specie si distingue facilmente per la consistenza dovunque mem- branosa dello scudo, granulato non liscio sulle gibbosità meso-metabran- chiali, percorse sui lati da due profonde e larghe solcature longitu- dinali; pel rilievo cardiaco intestinale, indietro più largo, in avanti continuato sui lati della regione gastrica, con due prolungamenti lineari che arrivano fino al limite estremo delle gibbosità laterali. Lo spigolo antero laterale acuto, squisito, diviso a metà da una smarginatura, è granulato e non terminato da dente orbitario esterno. La fronte inflessa è triangolare fin dalla base e con vertice acuto. Acuto granulato è pure lo spigolo pterigo-branchiostegale, che fa rilievo lungo il lobo estremo della branchiostegite ai lati del peristoma. L’addome meno allargato che nella specie precedente in avanti, si contiene fra margini paralleli per il 3°, 4° e 5° segmento. È CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 187 Le zampe sono tutte più corte, delicate, assolutamente e relativa- mente più dilatate, soprattutto nella propodite. Dimensioni e rapporti. Scudo. Lunghezza fra gli angoli posteriori. ................]) Mill. 18 id. fra i due angoli orbitali esterni. .......... DILIURIZ Larghezza id. TAR I n O » 48 AGOMERNUNEhezza REC SIIT ER » 10 LOST NEZZA RENT S5;5 ‘Toracopodi. TAMIGI: II. IMELOPOAIE dettero eee Mill. 8 9,5 6,5 GARPopoditeztant te o nt » TDI: ON; 0 ETOpOdte see i one » 8 45 4,5 DELBO PORTER NAT » 6,5 5,0 5,0 Rapporti. Larghezza dello scudo= 100. Lunghezza........... 1000 II IM. id. della meropodite. 0,44 0,53 0,36 La specie viene come Ja precedente da Porto Jackson. Stimpson aggiunge un M. brevidactylus, poco rigonfiato sui lati, poco vivamente granulato, colla regione genitale percorsa lateralmente da due rilievi lineari, con una breve spina all’ angolo esterno dell’ orbita; que- sta specie è della China, quindi diversa per caratteri e località dalle al- tre qui da noi registrate. DIV. V. LEUCOSOIDEA ver OXYSTOMATA.' Synon. Decapodor. brachyuror. Fam. Oxysroma, M. Edw., Hist. natur. des'Crust.,.T. II, p. 96. Decapodor. Sect. Oxystoma, De Haan, Fauna japonica, Crust., p. x1 (Pref), p. dif. 1 LeucosoIpeA, Dane constant, Famil. Calappidearum, Matutoidearum, Leuco- sidearum, Dorippidearum et Corystianis exceptis Oxvsrowatum Fam., M. Edw., cujus Tribus Leucosiana, Calappiana, Corystiana, Dorippiana respondent. OxvsromatA, De Haan, Dorippidea, Calappidea, Matutoidea, Leucosidea, Raninoidea amplectuntur. (De Haan, Fauna japonica, Crust., p. 4149.) 188 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Fam. MATUTIDA. Dana, Explor. Exped. Crustacea, T. I, p. 390. Matutoidea, De Haan, Fauna japonica, Crust., p. xv (Pref.), p. 126. Calappiana Oxystom., Fam. tribus, M. Edw., Op. cit., Vol. cit., p. 100 (pars). Calappidea, Stimps., Proceed. of the Acad. of Nat. Soc. of Philad., 1858, p. 162 (pars). Il ristringimento della parte anteriore dello scudo dipende negli 0s- sistomi o Leucosidei da disposizioni affatto diverse da quelle che portano lo stesso effetto apparente negli Ossirinchi, e per quanto con altri ca- ratteri poi tendano ora ai Cancroidei, ora agli Ocipodiani, gli Ossistomi stessi sono realmente anco da questi diversi. Negli Ossirinchi i segmenti cerato-oftalmici del tergo e dello sterno (lobi fronto-orbitali, epistoma), ora 1 uno ora l’ altro di più, o tutti in- sieme e proporzionatamente, tendono ad allungarsi; e qualunque sia la loro larghezza, intervengono a tenere a distanza gli angoli dello pterigo- stomio, piegato nello spigolo antero laterale dello scudo, inflesso, e con- tinuato dalla branchiostegite di sotto più indietro e all’ interno. Negli Ossistomi invece i segmenti tergali cerato-oftalmici rimangono sempre corti davanti indietro, e quindi lo scudo non si protrae. Si al- larga per di più assai poco da un lato all’altro; l’epistoma, già stretto da sè, si piega secondo la lunghezza a forma di canale aperto infe- riormente, e gli angoli e i margini antero-laterali dello pterigostomio si accostano tanto di più alla linea mediana. Ma poi lo pterigostomio subisce per sè una maggiore riduzione e lateralmente ristretto per que- sta, si raddrizza in fuori e in alto in quella parte che ordinariamente si spiega per formare lo spigolo antero laterale dello scudo. Sparisce per- tanto il tavolato pterigostomico inferiore, e quello che dovrebbe essere angolo pterigo-epistomiale e margine pterigo-antennare in un Ossirinco o in un Cancroide, qui spostato, viene a confondersi collo stesso angolo e collo spigolo antero laterale dello scudo. La branchiostegite, di sotto, prende il posto dello pterigostomio di- minuito, ma anch’ essa va sottoposta a riduzioni che dànno luogo ad al- tre modificazioni di rapporti molto notevoli. Nelle Matuta tutti i cambiamenti sopra indicati e quelli conseguenti della branchiostegite, sono ancora di lieve grado, talchè lo pterigosto- mio concorre a formare lo spigolo antero laterale dello scudo e buona parte della regione inferiore e postorbitale; la branchiostegite quindi oc- cupa, quasi colle forme ordinarie, il solito luogo, e soltanto sì protrae molto in avanti col suo angolo terminale per articolarsi coll’ epistoma. E, RT n per - CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 189 Nelle Calappa lo scudo si ristringe tanto anteriormente da non formare altrimenti spigolo antero laterale, o da formarlo piegandosi con ristrettissimo lembo al di sotto (Calappa fornicata); tantochè lo spi- golo stesso o è la linea di saldatura fra il margine suo e il margine con- tiguo della branchiostegite, o sta a breve distanza dal margine esterno di questa. Il margine peristomiale della branchiostegite però cuopre, nelle Ma- tuta e nelle Calappa, il canale branchiale, che si apre in avanti da ogni lato nel canale dell’ epistoma, completato dagli estremi degli gnatopodi del 3° paio. Negli altri Leucosiani invece (Phylira, Leucosia) la branchiostegite medesima è compromessa di più, e il suo margine peristomiale rimane più corto fra l’ inserzione degli gnatopodi esterni e l epistoma, for- mando all’interno un angolo e il margine falcato di una lamella che chiude a metà obliquamente per di sotto e per di fuori |’ apertura del sifone branchiale; questa lamella e il margine suo cessano più avanti, senza continuarsi lungo il peristoma come nelle /lia, ma intanto la branchiostegite stessa si spiega più oltre in un’altra lamina pianeg- giante superiore e più esterna, troncata anteriormente per vario modo, e coperta al disotto dall’ estremità della merognatite. Nelle Dorippe lo scudo si piega in uno spigolo antero laterale, forma un dente orbitario esterno, e colla parte reflessa un margine e un dente orbitario inferiore; ma quanto alla branchiostegite, che apparisce ben distinta all’interno e al di sotto della sutura, sì ha una disposizione che potrebbe esser quella dei Leucostani, esagerata anco di più, suppo- nendo che dall origine essendo spiegata in due lamine, mentre coll’ in- terna e superiore continuasse in avanti formando margine laterale del peristoma, coll’ esterna e inferiore rimasta anco più indietro tosto dopo I uscita degli gnatopodi, si gettasse in fuori a traverso a circoscrivere posteriormente la larga fessura respiratoria propria del genere. Osta però assai a questa interpretazione il trovare più addentro del margine peristomiale inferiore un canale, invero occupato dagli gnatopo- di, ma che pur viene in avanti a comunicare con quello mediano del- l’ epistoma, talchè quella fessura esterna della regione pterigo-branchio- stegale o è una modificazione di cui la morfologia per ora non dà ragione, 0 si deve ad un particolare adattamento dello pterigostomio verso la branchiostegite in questo punto. Nelle Matuta le orbite sono ancora larghe trasversalmente, e com- prese dall’ alto al basso fra un margine orbitario superiore fortemente scavato e una cresta sottorbitaria, aperte in dentro per comunicare colle fosse antennullari, in fuori, sotto il dente orbitario esterno, con un canale pterigostomico lontano dal margine dello scudo, ma che ricorda il ca- nale sottomarginale dei Sesarmacei pur sempre. Le fosse antennari mancano ai lati delle fosse antennullari. 190 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Nelle Calappa le orbite sono complete per di sopra, coi tre lobi or- dinarii distinti per le respettive incisioni; per di sotto, oltre che da due minuti denti, i quali paiono di un lobo sottorbitario, sono completate dalla branchiostegite che prende il posto dello pterigostomio; esse comu- nicano poi colle fosse antennari. Nelle Leucosia si ha un margine sottorbitario, che pare distinto dal margine della branchiostegite e ricorderebbe quasi lo stesso pterigo- stomio, formando un dente orbitario inferiore interno, opposto alla fronte e che ristringe la comunicazione dell’ orbita colle fosse an- tennari. Gli arti dipendenti dai segmenti cerato-oftalmici si accomodano di- versamente. I podoftalmi sì adattano dentro le orbite: delle antenne, le interne sono complete e poste a traverso od obliquamente colla coxo-basicerite, e gli articoli mobili gettati in avanti; le antenne esterne piccole sono cacciate più in basso e all’ indietro, hanno la coxo-basicerite saldata coll’ epi- stoma che forma un tubercoletto al davanti dell’ angolo della branchio- stegite, mentre il tubercolo auditivo sì scorge apparentemente sull’ epi- stoma stesso. La ischiocerite è talvolta dilatata dalla parte anteriore (Calappa); gli articoli terminali o mancano o sono molto minuti. Nelle Dorippe la regione cerato-oftalmica è apparentemente larga, è invasa per di sotto e in avanti quasi tutta dallo pterigostomio, che finisce con forte spina infraorbitale interna, e fatto luogo per il podof- talmo, angustissimo è l’ altro spazio riservato alle antenne. Queste però sono complete e vengono le une dopo le altre indietro ed in fuori nel profondo seno scavato sotto la fronte per dirigersi in avanti, e per una incisione del margine fronto-orbitale riescire a farsi strada all’ esterno superiormente, con una disposizione che ricorda in parte quella delle Plaqusia. Genus. Matuta. L. Fabr., Entomol. syst., Suppl. — Latr., Encycl. Méthod. — Leach., Zool. Misc., T. III, p. 12. — Desmar., Considérat. sur les Crust., p. 101. — M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. II, p. 113; Id., Rè- gne animal, édit. III, T. VII, p. 41. — De Haan, Fauna japonica, Crust., p. x1x (Pref.), pag. 127. — Dana, Op. cit., T.I, p.391, 395. Synon. Cancer, Herbst, Nat. Gesch. der Krabb., T. I, p. 140. aLe E r p CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 194 LII. Matuta Viclor. L. Fabr., Op. cit., p. 369. — Latr., Op. cit., tav. 273, fig. 34. — De- smar., Op. cit., p. 104, tav. 8, fig. 2. —M. Edw., Règne animal, édit. III, loc. cit.; Id., Hist. natur. des Crust., Vol. cit., p. 115, tav. 20, fig. 3-6. — De Haan, Op. cit., loc. cit. — Dana, Op. cit., p. 390. Synon. Matuta Lesueurit, Leach, Op. cit., p. 14. — Ruppel, Krebb. 9 des roothen Meeres, T. I, p. 3. Matuta Peroni, Leach, Op. cit., p. 13, tav. 127, fig. 1-2. Matuta Bankst, 1d.? Op. cit., p. 14. Cancer LunARIS, Herbst., Op. cit., T. I, p. 140, tav. 6, fig. 44. Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 47. Tav. XI, Fig. a-b-c. De Haan riconosce una sola specie di Matuta (M. Victor) con sei varietà : 4a. Planipes, Herbst.; M. Lesueurii (femmina); Leach (maschio); M. Banksii, Leach. (femmina): di Nagasaki ; 22. Lesueurii, Ruppel, Op. cit., loc. cit.; M. Victor, M. Edw., Hist. natur. des Crust., loc. cit., fig. cit.: delle Isole Celebs, di Timor e del Mar Rosso; 33. Javanica: delle Coste meridionali di Giava; 4a. Kin-sen-gani, Suiken, Tab. pict. Crust. japon., tav. 55: del Giappone, lunga 1 poll., 5 lin.; 5a. Javanica 22» delle Coste meridionali di Giava, lunga 1 poll., 5 lin.; 62. Lunaris, Herbst.; M. planipes, L. Fabr.; M. integrifrons, Late Desmar., M. Banksii; Leach (maschio); M. lunaris, Leach (maschio e femmina), lunga 1 poll., 3 lin. Di tutte queste la Collezione del viaggio della Magenta ha una fem- mina della quinta varietà, a fondo giallastro scuro, diviso da linee di pun- teggiature rosse concatenate, che circoscrivono tre macchie orbicolari in serie trasversa davanti alla regione gastrica ed epatica, e due macchie la- terali reniformi epibranchiali, seguite indietro da macchie più pallide ed allungate; quindi quattro macchie interposte al tubercolo gastrico e ai due tubercoli mesobranchiali, e finalmente una macchia maggiore die- tro al tubercolo cardiaco; ha la mano carenata con unica spina alla base seguita da tre tubercoli ottusi in avanti, e nel segmento superiore, sotto 192 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. il margine dentato acuto bicarenato, carene lamellose, la prima 3, la seconda 5 tubercolata: segmento inferiore levigato. Pollice trigono le- vigato. Spine mesobranchiali trasverse. Sterno della femmina ellittico quasi levigato; addome dopo il 1° arti- colo brevissimo, col 2° e il 3° articolo pliciformi, ellittici acuti, il 4° e 5° rotondati e sporgenti pei margini esterni, carenati e rilevati obliqua- mente sulla faccia al di fuori di una depressione quasi mediana; gli ul- timi assai validamente carenati nel mezzo e ai lati della carena incavati. Il Museo di Firenze possiede poi altri esemplari della specie. Uno è un grosso individuo secco, di color bigio, lungo 45 mill., largo fra gli apici delle due spine laterali 70 mill.; coi tubercoli tergali disposti in pentagono attorno a un tubercolo metagastrico centrale, fortemente granoso sulle regioni branchiali; spine laterali depresse assai ineguali da una parte e dall’ altra, la destra coll’apice vòlto in avanti, la sinistra più decisamente all’ infuori. Mano carenata longitudinalmente, con una forte spina all’ estremità poste- riore della carena e con un tubercolo spiniforme all’ angolo carpico postero- inferiore; segmento superiore interrottamente bicarenato, segmento inferiore le- vigato, con spigolo grossolanamente dentato. Dito mobile fortemente carenato, colla carena regolarmente divisa in tuber- coli depressi, dal primo verso la base del dito all’ ultimo progressivamente più grandi; viene dalla Nuova Caledonia, donato dal signor Aubry Le Conte. Un altro è uniformemente colorato di rosso violaceo, sparso indietro di piccole macchie circolari ocracee. Tubercoli, granulazioni, tergali, spine laterali come nella forma precedente. Mano con tubercolo spiniforme all’ angolo carpico postero-inferiore, carena submediana con due spine alternate da tubercoli depressi. Segmento inferiore lungo lo spigolo acuto serrato dentato, percorso da una carena interrottamente tubercolata. Segmento superiore sotto al margine acuto bidentato, interrotta- mente bicarenato. Dito nel margine ciliato, esternamente levigato. Propoditi, dattilopoditi senza macchie. Addome della femmina secondo la specie. Pereiopodi quattro sulla base biforcati. Due esemplari però hanno addome stretto triangolare, benchè provvisto di pereiopodi femminili, e rappresentano anco in questo gruppo delle femmine sterili o spurie, come furono pure avvertite da De Haan (Op. cit., p. 429). Dimensioni e rapporti. A B LUNCHEZZASSRE RANE Mill. 25 6 Larghezza fra gli apici delle spine ............ » 37 28 id. all’ ascella delle spine anteriormente. » 27 19 id. AEllOIStErnO: RE » 29 11 id. dell’ addome sul 3° segmento. ...... AMOR LE) a) VO E PE n CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 193 La terza è rappresentata da un maschio e da una femmina giovani, di colore roseo incarnato , elegantemente interrotto da macchie rosse puntiformi disposte in serie circoscriventi aree ristrette, nel centro più larghe sui lati e indietro molto allungate; tubercolo centrale rotondato, depresso, granuloso; granulazioni laterali appena distinte. Spine angolari nel maschio più sottili e vòlte in fuori; nella femmina, alla base, più grosse e coll’ apice curvato sensibilmente in avanti. Mano come nella forma precedente. Pollice nella femmina levigato, nel maschio longitudinalmente carenato, con la carena regolarmente interrotta, tubercolata. La femmina appartiene a quelle con addome ristretto e già sopra ricordate. Addome del maschio più angusto, col quarto segmento più depresso e più largo. Dimensioni e rapporti. Maschio. Femmina. MOMO NEZZA SIRIA SAAS Mill. 23 21 Larghezza fra gli apici delle spine angolari. . » 33 30 id. fra l'ascella delle spine anteriori.. » 24 29 Lunghezza dello sterno................... » 17 16 ILATRIMEZZA O do dune diano cì » 13 13 id. dell’addome sul terzo segmento.. » 7 6 Lunghezza dalla carena del terzo segmento all’ angolo terminale del settimo. ....... DIRCI 11 Le due figure di Leach per la M. Lesueuri e la M. Peroni (Op. cit., tav.127, fig.1-5), quanto alla distribuzione dei colori, convengono per que- sta nostra ugualmente, benchè da De Haan vadano distinte, una nella sua prima forma, l’altra nella sua sesta forma, e diversificate poi, quella per la carena del pollice del maschio granulata in tutta la lunghezza, questa per la carena granulata in una parte soltanto. La forma qui designata frattanto ci viene da Borneo per dono del marchese Doria di Genova. Fam. III. LEUCOSIDA. Dana, Explor. Exped. Crustacea, T. I, p. 390, 396. Synon. Leucosiade, Bell, Hor: carcinologice, Trans. of the Linn. Soc. of Lond., 1855, T. XXI. Leucosiana (Oxystomator. Trib.), M. Edw., Hist. natur. des Crust., TR IEApaddS: Leucosidea (Fam.), Leach, Zool. misc., T. II, p. 17. — De Haan, Fauna japonica, Crust., p. 129. — Stimps., Proceed. of the Acad. of Nat. Soc. of Philad., 1858, p. 118. Scienze fisiche e naturali. — VOL. I. 15 194 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 3rachyuror. orbiculator (Sect.), Latr., Règne animal, édit. II, T. IV, p. 52 (pars). Anche nei Leucosidei la forma generale del corpo, ristretta in avanti, dipende dalla riduzione laterale delle parti tergali dei segmenti cerato- antennari e dell’epistoma per la parte sternale; e molto più che ne’ Ma- tutoidet, ma un poco meno che nei Calappidei, il tergo viene a man- care sui lati e di sotto a formare lo pterigostomio. La branchiostegite pertanto si allarga e si avanza di più, e per essa sì costituisce principalmente il tavolato inferiore ai lati del peristoma. Il tergo infatti al davanti dell’ angolo mesobranchiale è riscontrato visibil- mente nelle Jia (I. rugulosa) dalla sutura branchiostega lungo uno spi- golo antero laterale inferiore, al quale sta sopra una faccetta ellittica o trapezoidale inclinata, limitata dalla parte del tergo da un altro spigolo curvato a concavità inferiore, acuto nelle Philyra, attondato nell’ Ilia rugulosa, si oblitera nelle Leucosia (L. craniolaris). Esso rappresenta lo spigolo antero laterale dei Brachiuri ordinari, come la faccetta compresa fra questo e l’ inferiore, quando sia distinta, rappresenta ciò che do- vrebbe essere lo pterigostomio. La branchiostegite, subentrando di fatto, non solo chiude il vuoto fra questo spigolo antero laterale e il peristoma indietro, ma in avanti sostituisce ciò che sarebbe lo pterigostomio e il lobo postorbitario, fra lo spigolo medesimo e l’ epistoma, e termina fra i due estremi anterior- mente ora troncata ora dentata. Procedendo però di dietro in avanti lungo il margine peristomiale, quasi si sdoppia a diversa distanza dall’ origine in due lamine e in due margini, fra i quali si forma il canale branchiale afferente, nelle Ilia continuo lungo tutto il margine stesso, nelle Zeucosia e nelle Philyra obli- quamente aperto più o meno in avanti, dirigendosi il margine della la- mina esterna trasversalmente di dentro in fuori e di dietro in avanti, con una curva a concavità anteriore e scuoprendo a poco a poco l’ aper- tura del sifone stesso. Per questo anco rimane semplificata la branchioste- gite nella parte anteriore, si forma ai lati della fossa buccale e dell’ epi- stoma il piano che vi si trova, sul quale vengono ad applicarsi gli gnatopodi esteriori e che termina anteriormente nel margine per posizione sottorbitario e sottoantennare. Le disposizioni degli elementi tergo-laterali dello scudo e dell’ epi- stoma in avanti ristringono l area riservata per le orbite e le fosse an- tennari più che nei Matutoidei e nei Calappidei, nei quali almeno l’ or- bita, col portarsi all’ indietro superiormente, lascia più largo spazio alle antenne. Ne viene per conseguenza, che le fosse orbitarie e antennari, oltrechè essere ristrette, sono proiettate in avanti sullo stesso piano quasi vertica- le, equi gli occhi e le antenne interne prendono lo spazio che rimane, le CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 195 antenne esterne rimangono coi loro articoli basilari saldati coll’ episto- ma, degli articoli terminali qualche volta perdendosi anco ogni traccia. Nelle Leucosia poi la fronte si porta più avanti dell’ epistoma; nelle Philyra viene soltanto a pari con esso o rimane più addietro, sicchè fra la fronte stessa, il margine anteriore dell’ epistoma nel mezzo e il margine sottorbitario della branchiostegite rimane libertà alle appendici di pren- dere, di basso in alto e davanti indietro, luogo e sviluppo meno anormale. Come organi liberi per di sopra, colpite però da gravi riduzioni, queste appendici, cioè i podoftalmi e le antenne, versano in altrettanta va- riabilità; e così troviamo gli occhi sessili e profondamente incassati per lo più, talora, anco sullo stesso individuo da un lato e dall’ altro, con po- doftalmo più lungo o più corto; le antenne interne, non che l’ esterne, anch’ esse asimmetriche; e in una forma il podoftalmo, che aveva rag- giunto un incremento notevole nella lunghezza, invece di essere artico- lato in dentro per gettarsi in fuori secondo il solito, era precisamente di- sposto nel modo inverso. De Haan attribuendo allo pterigostomio quello che, secondo noi, è proprio della branchiostegite, insiste in ogni modo sulla saldatura del- l'angolo posteriore inferiore interno dello scudo coll’ angolo posteriore esterno dello sterno del medesimo lato, e prende questa disposizione come segno di affinità coi Raninidei, i quali infatti fanno parte coi primi de’ suoi Ossistomi. Però se vi è sutura fra le due parti ricordate (sterno e branchio- stegite o pterigostomio, secondo De Haan), vera fusione non vi è, e la estensione e il modo della saldatura varia nei generi diversi (Ilia, Phi- lyra, Leucosia), e anco nelle specie di un genere stesso. Bell pertanto ri- cusa la proposta affinità. Con meno ragione però ricusa anco l’ altra dei Leucosidei coi Matutoidei pel palpo senza flagello, e gli gnatopodi nel loro complesso triangolari, proponendo invece una relazione dei primi coi Pin- noteridei, osservando che il « general aspect of the male Pinnotheres is so » similar to that of a true Leucosia as to be obvious at the first glance, » oltre di che: « the form of the buccal opening, the foot-jaws, the eyes, » the antenne and other important organs appear to me to afford indi- » sputable indications of the affinity in question. » (Bell, Op. cit., Vol. cit., p. 277.) Il che invero non è assai per togliere di mezzo le gravi ra- gioni che riducono i Pinnoteridei verso gli Ocipodiani, e quelle che per conseguenza vengono ad infirmare queste analogie d’ altronde affatto esteriori e superficiali; nè sarebbe di gran peso il riscontro dei Leuco- sidei con certi Ocipodiani pel ristringimento della fronte e dell’epistoma, o per la obliterazione delle fosse antennari e delle antenne; perchè delle antenne in questi vengono a mancare le interne e non le esterne, e nei Leucosidei \ allargamento dell’ anello oftalmico non compensa mai la ri- duzione delle tergiti e delle sterniti fronto-antennari. Nel concetto fondamentale che i Leucosidei formino un gruppo a sè, 196 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. senza qualsiasi forma osculante con altri, Bell condanna, come destituito di ragione, ogni avvicinamento di essi cogli altri gruppi degli Ossisto- mi, il quale proposto da De Haan ci pare anzi naturale non tanto per mezzo dei generi Matuta o Hepatus, più vicini ai Canceridi, ma per mezzo dei Calappidei, la cui struttura è assolutamente condotta cogli stessi materiali, e adattati nel medesimo modo. Genus. Philyra. Leach, Zool. misc., T. III, p. 18-22. — Desmar., Considérat. sur les Crust., p. 167. — Latr., Régne animal, édit. II, T. IV, p. 54. — M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. II, p. 131. — Dana, Op. cit., p. 391. —Bell, Op. cit., T. XXI, p. 299.— Stimps., Op. cit., p. 160. LUI. Phnilyva scabriuscula. Leach, Zool. misc., T. III, p. 22. — Desmar., Considérat. sur les Crust., p. 167. — M. Edw., Op. cit., T. II, p. 132. — Bell, Op. cit. Vol. cit., p. 299. —De Haan, Fauna japonica, Crust., p. 131, tav. 33, fig. 7. — Bell, Op. cit., Vol. cit., p. 300. Synon. Leucosia scabriuscula, L. Fabr., Entomol. syst., Suppl., p. 349. — Latr., Hist. natur. des Crust., T. VI, p. 116. Cancer cancellus, Herbst., Nat. Gesch. der Krabb., T. I, p. 94, tav. 2, fig. 20. Seba, Thesaur. Amb., T. II, p. 19, fig. 9-10. Targ. Tozz., Catal. Grost. della Magenta, n. 49. Tav. XII, Fig. 1, d-a, 1-6. Questa piccola forma somiglia tanto alle sue vicine Ph. porcellana, Ph. platycheir, ec., che non si può separare dall’ una o dall’ altra senza isolarla da tutte, e con ciascuna offre infatti delle differenze sensibili. Considerando però che l’ esemplare sotto i nostri occhi è una fem- mina, le particolarità che esso offre ci sembrano dovute al sesso, e per quanto non insignificanti, non tali da separarlo dal tipo di specie col quale viene identificato. e CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 4197 Queste particolarità consistono nello scudo equabilmente ed estesamente granulato sul colmo delle regioni branchiali e mediane posteriori; nella fronte non tanto più breve dell’ epistoma ; nella forma del palpo, lineare e non più largo in avanti, sulla faccia convessa granuloso, quasi carinato non liscio; nella me- rognatite non ciliata, non levigata, ma granosa anch’ essa, stretta alla base ed ap- pena più lunga della merognatite, che acutissima termina in avanti il triangolo formato dalle due insieme. Meropodio anteriore terete subtrigono, granulato sugli spigoli e sulle faccie laterali inferiori, lungo circa due terzi dello scudo, ma eccedente il margine di questo per tre quarti della sua propria lunghezza; mano compressa giacente come nel genere sulla faccia esterna, granulata lungo lo spigolo inferiore interno; dita solcate, denticolate nel margine opponente. L’ addome delle femmine è ellittico ottuso, quindi apiculato. 1° segmento quasi nullo; 2°, 3° pliciformi granosi; 49, 5°, 6° coalizzati; 7° libero triangolare, ottuso, minuto. Dimensioni e rapporti. MareHezza NG eOiSCUAO SERE ERRE 0 Mill. S id. AelIAStrOMe n n TIT » 2 EN ENEZZA AES CURO TANA I >» 8 T° II Lunghezza della meropodite.. ................ Mill. 5,5 9 id. Aellatmano nia e eat » Bay ee LIV. Philyra pisum. De Haan, Fauna japonica, Crust., p. 131, tav. 33, fig. 7. — Bell, Op. cit., Vol. cit., p. 300. Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 48. Tav. XII, Fig. 2, a-g. Pare difficile di separare anco questa forma dal tipo, al quale fu e si deve conservare riunita; tuttavia presente nella collezione con alcuni maschi e una femmina offre qualche particolare che va registrato, Così lo seudo depresso romboidale, appena protratto anteriormente, finisce colla fronte troncata biloba e col margine orbitale suddiviso da due incisioni, senza che il canto esterno si prolunghi in ispina più o meno pronunziata. Lo spigolo antero superiore è ottuso quasi obliterato, l’ inferiore acuto e 198 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. come il margine posti-collaterale argutamente denticolato, con denti però ineguali e dei quali alcuni più grandi sporgono più degli altri a distanze regolari. Gli gnatopodi sono granulati nel palpo semiellittico e leggermente barbato all estremità, appena granulati verso l’ angolo e il margine esterno della ischio- gnatite e nell’ apice della merognatite, la quale è più corta acutissima e come la ischiognatite longitudinalmente pettinato-ciliata nelle femmine. Le braccia sono sottilmente granulate anco per di sotto, nitide solamente verso l’ estremo carpico della faccia superiore, lunghe due terzi della lunghezza dello scudo. Le mani sono larghe, depresse, granulate nello spigolo esterno superiore, nello spigolo e per buona parte della faccia superiore e inferiore, lungo lo spi- golo inferiore interno per di più percorse da una serie lineare di granulazioni più grandi. Le dita sono lunghe, acute, solcate; l’ inferiore col margine opponente rile- vato in tubercolo compresso verso la base, acuto e denticolato nel rimanente; il superiore rilevato in tubercolo verso la metà, nel resto denticolato ed acuto come il precedente. Zampe posteriori grossette; carpopoditi assai allungate, piramidate; propo- diti depresse; tarsi lamellosi, stiliformi, lanceolati, inclinati al piano della pro- podite. Lo sterno è nei maschi assai ruvidamente granoso; levigato è l’ addome triangolare, allungato bilobo-bitubercolato alla base, composto di un primo anello minuto, quelli dal 2° al 5° inclusive saldati, col 6° rettangolare, il 7° triangolare allungato. De Haan parla di femmine spurie ad addome piano, solcato da cinque li- nee trasversali. Noi abbiamo una femmina sola con addome obovato, spatolato ed acumi- nato, composto di un primo articolo granoso largo, saldato al margine posteriore dello scudo, gli articoli 2° e 3° più stretti del 1° e del 4°, corti pianeggianti gra- nosi; il 4° è distinto appena sui lati dal 5°, che unito col 6° concorre con essi a formare la convessità dello scudo; il 7° piccolissimo è per breve tratto incassato nel margine libero del precedente. Pereiopodi.... nascosti nelle uova minute numerosissime. Coloramento grigio-plumbeo di sopra, grigio-violaceo chiaro nelle parti in- feriori e nelle zampe posteriori. Estremità delle dita della mano, tarsi anco più chiari. Dimensioni e rapporti. Scudo. Maschio. Femmina. IDIAMEtrOMTASVErSO NE Ne IA Mill. 15,5 15 Marehezzaidell'akfronte Serie RE Rn SENESI 3 id. dell’ addome alla base. ......... I} 4,5 id. del penultimo anello........... > 120 8,5 id. dell'ultimo anello RR eee RE DDI5 2,0 Lunghezza tdellMa Adora Re ST » 10,5 11,5 Ultimo anello. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 199 Toracopodi. I Il E a i Sn A Maschio. Femmina. Maschio. Femmina. Meropodite, lunghezza. . ... Mill. 11,5 7 59 3,0 Carpopodite:s cross cessate ». 05.0 3 30. 25 Propodite, lunghezza . ...... >» 12,0 8,5 2,5 92,0 id. Alliezzio Sogcacgo » 5,0 3,5 = SA Dattilopodite tte Sd 4,0 OMO, Rapporti. Larghezza dello scudo = 100. id. della-fronte.ta oe 0,22 TunghezzaidellosCUAORE Arte n 0,96 Maschio. Femmina. Lunghezza della meropodite. . ...... 0,74 0,45 id. della tmano Sie 0,80. 0,55 LV. Philyra carinata. El Rope Volficitàp#902:Mtav. 33, (fio. 3. Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. DI. Tav. XII, Fig. 4, a-f. È anco questa una forma che, per quanto abbia col tipo strettissima analogia, ne differisce pure sensibilmente, non tanto però, a nostro av- viso, da farne una specie. Assai convessa indietro è altrettanto depressa sui lati al davanti delle re- gioni epigastriche. Le regioni gastro-cardiaca e intestinale si distinguono poco dalle branchiali e fra loro, l’ultima è levigata , le altre granose nella convessità; ma la carena, che nella specie è rilevata squisitamente, qui è depressa, e i tu- bercoli gastrico e cardiaco sono appena più prominenti degli altri, quantunque grossetti e composti di granulazioni depresse e aggregate. La fronte troncato-biloba è col margine terminale alquanto inflesso. Il margine antero laterale superiore e l’ inferiore sono acuti quasi lamellosi, l’ultimo piegato angolarmente verso la base, divaricati dall’ area pterigostomica trapezoidale incavata e assai distanti anteriormente, il primo terminato nell’ an- golo orbitario esterno ottuso, l’ultimo all'angolo branchiostego esterno poco più avanzato del primo. Branchiostegite col margine sottorbitario incurvato e la faccia inferiore lon- gitudinalmente incavata. Spazio fronto-epistomiale sensibilmente allargato. 200 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Palpo lineare non dilatato anteriormente, più stretto della ischiognatite alla base, lungo i margini minutamente granoso, nell’ apice appena barbato. Ischiognatite e merognatite: la prima poco sensibilmente, la seconda acuta- mente carenata nel mezzo, lungo il margine esterno granulose, lungo l’ interno marginulate. Orbite circolari assai ampie. Fosse antennari interne trasverse e ristrette dal margine della fronte, quasi ripiegato al di sopra ed anteriormente. Occhi assai voluminosi, profondamente incassati nell’ acetabulo orbitale. Antenne interne grossette, assai lunghe, col flagello lunghetto multi-arti- colato glabro. Antenne esterne pei tre articoli ultimi esili brevissime, pei primi invece saldate all’ epistoma; tubercolo auditivo distinto. Toracopodi anteriori robusti. Meropodite triquetra, con spigoli ottusi spe- cialmente a principio e granosi di granulazioni minute, confusamente ineguali e non seriate. Carpo trigono depresso a spigoli acuti granosi. Mano depressa sul mezzo della faccia superiore interna, longitudinalmente rilevata quasi carenata; carena, spigolo inferiore interno, spigolo superiore esterno assai ottusi granulati, con granulazioni ineguali minute, ma più aspre di quelle che sono sparse altrove, dovunque non seriate. Linee granulate trasverse connettono la carina mediana col margine inferiore interno. Dita compresse, fortemente solcate; l’ inferiore come il superiore sensibil- mente più dilatati alla base, acuti e denticolati. Zampe posteriori grossette, leggermente depresse anco nelle propoditi; tarsi lanceolati stiliformi, sulle faccie longitudinalmente carenati e col piano obli- quo al piano della propodite. Sterno del maschio ovato-ellittico anteriormente e posteriormente troncato. 1°, 2° sternite più stretta della 3°, colle episterniti distinte sporgenti sui lati; nel mezzo scanalata, ai margini della scanalatura granosa, sulla faccia impresso-puntata, e colle sterniti 1% e 2* insieme, lunga un poco più della metà della lunghezza totale dello sterno. Sterniti dalla 4% alla 6* decrescenti trasverse, 7° coperta dall’addome. Episterniti distinte triangolari, coll’ angolo anteriore acuto sporgente in fuori, il posteriore ottuso vòlto all’ indietro. Addome del maschio triangolare, gradatamente ristretto e allungato : 1° ar- ticolo trasverso angustissimo; 2° articolo trasverso, largamente bilobato sugli angoli, granulato, appena distinto dal 3°, 4° e 5° riuniti; 6° articolo più stretto, più corto dei due precedenti insieme sommati; 7° quasi triangolare allungato, nell’ apice rotondato. Pereiopodi lunghi quanto l’ addome, liberi subulati acuminati. Colore grigio-scuro cerulescente nelle parti esposte alla luce, grigio-rossa- stro sulle altre; le dita sono rosee alla base, biancastre nell’ apice. Unico ma perfetto esemplare proveniente da Jokohama. Dimensioni e rapporti. Tarchezzatdell0fSCUCORAT E EI Mill. 22 Diametrolantero Posteriore Set IRR PIENO » 22 RR I OTT ER n * CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 201 Wat BREZZA AE ARTO NES ISIS I SINO Mill. 4 EM ENEzzaRAello8S TEEN O, ee » 18 Larghezza dell'addome al 2° articolo. ............... O WUASREZA GIRI SH TToracopodi. I° III. V. MELOPOAMe RETI Mill. 44 8 6,5 CAnPOPORESAI TINTI » 8 5 4,0 PrOpodite fl UNI NEZZa e O SEL 4 3,5 id. TA LChezza re » 05 — Der DEbO POIANA RNII » 9 6 4,5 Rapporti. Larghezza dello scudo = 100. id. iRlb amasse setsocdoì 0,18 Lunghezza dello scudo. ............... 1,00 id. della meropodite anteriore... 0,63 id. della propodite (mano). ..... 0,67 LVI. FPhnilyra fuliginosa, n. sp. Targ. Tozz., Catal. Grost. della Magenta , n. 50. Tav. XII, Fig. 3, a-g. Rhomboidalis elongata, antice parum producta, depressa, regionibus postice subdistinctis; sublaevis, margine tantum argute granosa. Regio pterygostomica obtuse angulata, minute granosa. Frons epistomati subequalis truncata, rotundata. Meropodium anticum teres, gracile */, scuti brevior, antice su- perne lieve, ubicumque minutissime granosum; manus gracilis, digitis margine denticulato , acutis. Pedes postici graciles, fuscati; carpopodium, tarsus ad pedes 4" et 0°”, margine ciliati. Sternum ellipticum elongatum, granoso-punctatum. Omnibus Leucosianis, ciliis podalibus differt. Lunga 0”, 0,80, larga 0”, 0,65; romboidale depressa, in avanti per breve tratto ristretta e prolungata, quindi come indietro troncata, alla superficie ap- pena e finissimamente irregolarmente scabrosa, non granulata. Regioni branchiali distinte soltanto indietro dalla intestinale discretamente rilevata. Fronte trasversa bilobata, all’ angolo esterno rotondata; margine orbitale lateralmente inciso; lobo complementario quasi angolare minuto; canto orbitale esterno acuto. 9202 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Spigoli antero-laterali superiore e inferiore arcuati, acuti, vivamente gra- nulati; area pterigostomica ellittica acuta, quasi verticale. Angolo laterale dello scudo vivamente troncato; spigolo della troncaura, come lo spigolo postero- laterale e posteriore, granulati. Regioni meso-metabranchiali sotto il margine piane verticali. Branchiostegite inferiormente e indietro piana, leggermente granulata, più avanti concava e col margine anteriore sotto la fronte trasversalmente troncato. Fosse antennari assai larghe sulla stessa linea trasversale dell’ orbita, fra la fronte e il margine anteriore della branchiostegite. Orbite angolari anguste, fosse antennari trasversali assai grandi. Occhi brevissimi sessili nell’ acetabulo orbitale. Antenne interne libere, per i tre articoli terminali assai lunghi dirette in avanti; antenne esterne minutissime , libere per tre articoli soli. Gnatopodi complessivamente più lunghi che larghi applicati alla escava- zione peristomiale. Basignatite assai grande, allungata al di fuori e al di dietro del palpo. Palpo semiellittico, più largo della base della ischiognatite, nel margine esterno largamente arcuato ciliato, sulla faccia inferiore leggermente convesso granulato, di sopra appena escavato. Ischio e merognatiti articolate trasversalmente una a capo dell’ altra, for- mando un triangolo molto allungato, coll’ angolo posteriore interno retto, col lato interno alquanto ingrossato, l’ esterno finamente granulato, sulle faccie, nella femmina, longitudinalmente ciliate. Merognatite appena più lunga della ischiognatite. Toracopodi del primo paio. Meropodite trigona, quasi terete, gracile, dovunque sottilmente granulosa, collo spigolo esterno rotondato, gl’ interni, superiore e inferiore, finamente gra- nulati, più corta nella femmina, e nel maschio lunga poco più della metà della larghezza dello scudo. Carpopodite trigona breve, lungo gli spigoli superiore e inferiore appena granosa. Mano assai allungato-compressa, lungo il margine superiore assai acuto, scabrosetta; dito inferiore alquanto più corto della mano, compresso, solcato, piegato angolarmente sullo stesso piano palmare alla base, sul margine oppo- nente sottilissimamente ed equabilmente denticolato, nell’ apice acuminato. Dito superiore compresso, sottile, arcuato, solcato, col margine equabil- mente dentato, acuminato. Zampe posteriori molto più sottili e più corte delle anteriori, dalla prima al- l’ultima decrescenti. Meropoditi leggermente compresse, finissimamente scabre. Carpopoditi tri- gono-compresse, col margine superiore acuto e due carene submarginali scabre. Propoditi compresso-triquetre, collo spigolo superiore acuto e scabro, lo spi- golo infero-posteriore nell'ultimo paio pettinato ciliato. Tarsi triquetri stiliformi, più lunghi delle propoditi, nelle quarte e quinte zampe, sullo spigolo postero- superiore ciliati. Sterno del maschio lungo il doppio della larghezza, quasi rettangolare, in avanti e indietro trasversalmente troncato. 1*, 2* sternite saldate fra loro in uno scudetto trasversale, anteriormente tridentato, posteriormente per una incisione Pa sonia CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 203 laterale e un solco trasverso divise dalla 3% che è quasi quadrata, nel mezzo escavata, sulla faccia puntato-impressa, lungo il margine della escavazione seriato-granosa. Sterniti 4%, 5°, 6° trasverse distinte ai lati della pelvi; episterniti romboi- dali minute. Addome del maschio lineare allungato, alla base bilobo, largo quanto il margine posteriore dello scudo. Articoli dal 1° al 5° inclusivamente saldati; 6° li- bero rettangolare, ‘/, più corto della parte formata dai primi, il doppio più lungo dell’ ultimo triangolare. Pereiopodi sottilissimi, più lunghi della cavità della pelvi, e presso l’ apice ripiegati, alla base liberi. Addome della femmina convesso ellittico apiculato. Segmento 1° e 2° di- stinti scabri; 3° a 6° completamente riuniti, lungo il margine comune sottil- mente granosi; penultimo nel mezzo leggermente smarginato, articolato coll’ ul- timo triangolare minuto. Vulve nel fondo della escavazione sternale sulla 3* sternite. Appendici addominali. Zampe tutte più piccole che nel maschio. Questa forma, che non oso separare dalle Philyra, malgrado i ca- ratteri sensibilmente particolari della prima sternite dei pereiopodi del maschio e delle ciglia delle propoditi e dei tarsi del quinto paio, è certo fra tutte le altre la più piccola, la più depressa e la più allungata; alla maggior lunghezza prende parte tutta la forma, non soltanto l’ estremo anteriore, che, come avviene nelle Leucosia, si ristringe di più. Non ho che un solo maschio perfetto, e una femmina in istato di muta assai guasta; il primo è colorato in giallastro e coperto come di una patina bruno-fuliginosa, che lascia scoperte le zampe rosso-brune, e i tarsi giallo-crocei. La specie viene da Giava. Dimensioni e rapporti. Scudo. Maschio. Femmina. OE EZZA RA Mill. 8 8,5 Larghezza della fronte...-........... 225 d5 Larghezza fra i due angoli laterali. . . . . > 6,5 7,0 id. GEMONSLETNO Peet » 6,0 6,5 Larghezza ETCC CARO 00 » 4,0 Dio Lunghezza dell’addome.............. > 5,5 0,5 AE NEZA RE EE RIO » 1,5 4,5 Toracopodi. 6 II. I II. MELOPodite Ret rA re tn Mill. 5,0 3,0 4,0 3,5 CALPOPOMESIIIIS A AI >» — 3,0 — 3,0 PIO PO RENE ST » 45 — 45 — Larghezza della propodite (mano)... » 2,59. — 1,5 — VALSO OTO a I, e 90) DE Rapporti. Maschio. Larghezza dello scudo= 100. LUOGHeZZA Ai N I 1,23 Larghezza della fronte. ..... 0,38 id. dell’addome..... 0,23 Lunghezza della meropodite I. 0,74 id. id. II. 0,46 Lunghezza della mano...... 0,67 IA de] Ctarso eo 0,30 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELL SENTA. a . Femmina. 1,21 0,35 0,64 0,56 0,50 0,64 0,35 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 205 ORD. CRUSTACEA EUBRANCHIATA. TRIB. II. ANOMOURA. Dana, United Staates explor. Exped., Crustacea, T. I, p. 398. Stimps., Proceed. of the Acad. of Nat. Soc. of Philad., 1858, p. 225. — M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. II, p. 163. Anomala (Decapodorum Sect.), De Haan, Fauna japonica, Crust., Pref., p. 12-22. Brachyuri Macrouri (Decapodorum Ord. Sect.), pars. — Latr., Gen. Crust. et Insect., T. I, p. 27, 44, 46; Id., Hist. natur. desiCrust.ok- Vi, pe 188, 1941, 3577738257 Id CRSAVI; p. 136; Id., Familles natur., p. 274, 276, 278. Brachyura, Anomoura (Malacost. Podophtalm. Ord.), Leach, Arrang. of Crust. (pars). ! Anomourorun Tribus, Danae: Sect. 1°. ANoMOURA SUPERIORA, idest Subtrib. Dromidea, vel Anomoura majidica superiora; Bellidea, vel A. cancridica; Raninidea, vel A. leucosidica. Sect. 2%. ANoMOURA MEDIA, idest Subtrib. Mippidea, vel A. corystidica; Porcella- nidea, vel A. grapsidica. Sect. 3%. AnomouraA SUBMEDIA, Subtrib. Lithodea, vel A. majidica submedia. Sect. 4%. ANOMOURA INFERIORA, idest Subtrib. Paguridea, vel A. majidica infe- riora; Agleidea, Galatheidea, vel A. majidica macrourica. Edwarsiana methodus Galatheidea, macrouris adjungit; Avomoura autem in Fa- mil. APTERURORUN, cujus Tribus Dromiana, Pactoliana, Raninana; Fam. PTERYGURORUM, cujus Tribus Hippiana, Paguriana, Porcellaniana, secernit. Stimpsonius ANOMOURA excudit in TeLEOSOMATA: cujus Fam. Dromidea, La- trellidea, Homolidea; ScHizosomaTA : cujus Fam. Porcellanidea, Hippidea, Lithodidea, Paguridea , Galatheidea. 206 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. SECT. I. ANOMOURA SUPERIORA. Dana, Op. cit., loc. cit. Synon. Apterura (Anomouror. Fam.) — M. Edw., Op. cit., loc. cit. Teleosomata (Anomouror. Sect.), Stimps., Op. cit., loc. cit. Cancerides, Fam. Platysmatiù litorales (pars). Brachyura no- topoda, Latr., Op. cit., loc. cit. SUB. TRIB. I. DROMIDEA. (ANOMOURA MAJIDICA SUPERIORA.) Dana, Op. cit., Vol. cit., p. 398, 400. Dromiana (Apteruror. Fam. Trib.), M. Edw., Op. cit., T. III, p. 168. Dromiacea (Brachygnatorum Fam.), De Haan, Op. cit., p. xm-xm (Pref.), p. 102. Dromidea (Teleosomatorum Fam.), Stimps., Op. cit., loc. cit. Genus. Dromia. Fabr., Entomol. syst., Suppl., p. 359. — Latr., Op. cit., loc. cit. Cancer., Herbst, Op. cit., loc. cit. ' La storia e lo stato della classificazione di questo tipo si rileva dalla Sinonimia riferita. Coi ceneri Hypoconcha, Pseudodromia, Petalomera, costituiti da elementi CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 207 LVII. Dromia Rumphii. L. Fabr., Entomol. syst., Suppl., p. 359. — Latr., Hist. natur. des CGrust., T. V, p. 386; Id., Encycl. Méthod., tav. 278, fig. 1. — M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. II, p. 175. De Haan, Fauna japonica, Crust., p. 108, fig. 32. Cancer lanosus, Rumph., Mus. Amboin., tav. 11, fig. 1. Cancer hirsutus, L. Fabr., Mant. Insect., T. I, p. 501. Cancer Dromia, L. Amen. Acad., p. 413, n. 96. — Gmel., Syst. nat., 120/294 Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 55. nuovi ed aggiunti, Stimpson divide l’ antico genere Dromia, Fabr., nel modo se- guente: Drompia, Stimps. . ... Dromia hirsutissima, Lamk. . Dromidia antillensis, Stimps. . D. spongiosa, —_ . D. escavata, — . Dromia globosa, Lamk. _ —_ . + + + D. gibbosa, — - — . . + + D. unidentata, Ruppel. = — . + + + D. rotunda, M. Leay. CryproproMmia, Stimps. C. coronata, Stimps. Dromia nodipes, Lamk. D. lateralis, Gray. C. tuberculata, Stimps. C. tumida, — C. canaliculata, — specie dubbie : Dromia fallax, Lamk. D. caput mortuum, M. Edw. Dromia, Stimps.. ..... Dromia vulgaris, L. Fabr. D. Rumphii, L. Fabr., De Haan. specie dubbie : D. lotor, M. Edw. D. indica, Gray. PseuDoDROMIA, Stimps. . P. latens, Stimps. PETALOMERA, (ONCHOESERES, Hypoconcna, Guer P. eranulata, — Cancer artificiosus, Herbst. H. sabulosa, Guer. . H. arcuata, Stimps. 208 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Il nostro esemplare presenta la convessità nei suoi margini antero- laterali, il pelo fitto, molle, uguale su tutto il corpo e i peli lunghi nel margine, sui lobi epifrontali, protogastrici interni ed esterni, sulla re- gione epatica, come viene indicato e figurato da De IHaan. Le dita sono di color rosso, ed i tarsi nel 2° paio di zampe poco più, nel 3° poco meno lunghi, della propodite. I tarsi medesimi sono inoltre nel margine esterno o superiore nudi fra due aree divergenti di setole uguali rigide e lunghette, spinosi poi nel margine inferiore, con spine dall’ indietro in avanti sempre più forti; l’ articolo 7° dell’ addome è più lungo che largo, rotondato nell’ apice e come gli altri lateralmente sca- nalato. Con tutto questo presenta il dente frontale mediano più piccolo di- scendente in basso, i due laterali più forti diretti in avanti e in fuori. Il dente orbitario inferiore assai forte ed acuto, e per una duplicatura 0 divisione del primo non quattro, ma cinque denti marginali. Le spine dello spigolo superiore delle meropoditi del primo paio sono cinque a sei; sette in una serie sono quelle dello spigolo esterno e posteriore; otto in due serie irregolari e più piccole quelle sullo spigolo anteriore interno. Il carpo ha due forti tubercoli in avanti, tre spine solamente, acute e nude nell’ apice, sullo spigolo superiore; la mano sulla faccia interna è ricca di pelo folto, molle, più lungo che nella faccia esterna, ed ha quattro spine nel margine superiore. Va pur notata la lunghezza delle antenne esterne, che coll’ apice del filamento terminale toccano il penultimo dente posteriore del margine dello scudo, e l'addome, di cui tutti gli articoli sono distinti. I peli comuni del corpo e degli arti sono specie di spine corte, sot- tili, acute, nude alla base e all’ estremità, barbate lateralmente nel re- sto e formate come di due tubi o zone concentriche, inferiormente di- stinte, grossi sulle regioni epatiche 0‘,08 a 0”,09 lunghi 1 mill. I peli più lunghi, distribuiti sul tergo e sulla faccia interna della mano, sono più sottili, colla cavità ripiena da una sostanza midollare granulosa. Le barbule, anch’ esse tubulate, sono più grosse e rade sui peli tergali, più sottili e più fitte sui peli palmari. Così pure sono i peli più corti e rigidi del tarso, se non che la zona interna è più grossa, la superficie è aspra di brevi spinule appresse, che sostituiscono le bar- bule dei precedenti. I peli soli basterebbero a distinguere la D. vulgaris, nella quale sono più radi, più lunghi, più grossi, con barbule più corte, estese per minor tratto e meno numerose. Il nostro esemplare corrisponde colla descrizione e la figura di De Haan, ed ha i caratteri sopra indicati. A confronto però il Cancer Dro- mia L. dovrebbe esser nero, colle dita bianche. Nelle Dromia il corpo, ristretto in avanti per la curvatura dei mar- CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 209 gini antero-laterali e l’ avvicinamento degli angoli relativi, a scapito dello spazio orbito-antennare (quasi come nei Canceridi ciclometopi di Milne Edwards) si deprime però e si prolunga notabilmente (quasi come negli Ossistomi) colle tergiti mediane, le quali non sono seguite dalle ster- niti corrispondenti, cioè dall’ epistoma, sicchè lo spazio fronto-episto- miale rimane davanti indietro notevole per estensione. La forma generale dipende, oltre a questo, in grandissima parte da uno spostamento in basso e all’ indietro dello sterno e da un aumento considerevole della distanza fra lo sterno medesimo e il tergo superior- mente; e ne consegue la lunghezza non ordinaria del quadro buccale, la molta altezza del corpo posteriormente, il portarsi all’ indietro e il ro- vesciarsi in alto della parte posteriore dello sterno, lo spostamento quindi delle zampe e dell’ origine dell’ addome. Concorre a queste disposizioni specialmente la branchiostegite, in grado minore lo pterigostomio; l’ una e l’ altro però si prolungano an- teriormente: questo per formare un lobo sottorbitario che termina a forma di spina, e con un margine pterigo-antennare quasi retto, lungo in proporzione dell’intervallo fra |’ epistoma e la fronte; quella per formare un angolo branchiostego-epistomiale protratto anch’ esso, e che portando gli estremi dell’ arco palatino più avanti del livello, a cui arrivano poi gli gnatopodi, lascia un intervallo fra questi e quello. Pel corso più lungo delle tergiti mediane in avanti, la fronte so- pravanza l’ orbita e questa rimane aperta superiormente e all’ indietro ; le fosse antennari di ogni lato rimangono anteriormente e di sotto sullo stesso piano, ed in esse le antenne cogli articoli basilari allungati si adat- tano alla forma della cavità lunga e stretta che si mantiene fra la fronte, lo pterigostomio e l’ epistoma. Le antenne interne non offrono, fuori di questo, altro particolare; le esterne si saldano per la basicerite coll’ epistoma, e con essa appari- scono in forma di un tubercolo ad ogni lato di esso; la coxocerite e la ischiocerite si dispongono |’ una al dayanti dell’ altra, e la prima, na- scosta dal pelo, ha come una impressione puntiforme il tubercolo au- ditivo. In nessun’ altra forma è più lunga la verga che esce dalla basipo- dite del quinto paio di zampe, e sta fra i primi e i secondi pereiopodi: i primi molto più lunghi, larghi e compressi, sono composti di quattro articoli ed hanno il secondo dilatato, obliquamente scavato e contorto, per abbracciare nella escavazione il secondo pereiopodo più piccolo, di quattro articoli anch’ esso; l’ ultimo articolo di questi è terminato da una setola rigida friabile (nella D. Rumph®), e sporgente per lungo tratto oltre |’ apice dei pereiopodi del primo paio. Scienze fisiche e naturali. — VoL. I. 14 210 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. SECT. II. ANOMOURA MEDIA. Dana, Explor. Exped., Crustacea, T. I, p. 400-402. SUB. TRIB. V. PORCELLANIDEA. (ANOMOURA GRAPSIDICA.) Dana, Op. cit., p. 401-410. PorceLLANIDEA, Anomalor. Fam., De Haan, Fauna japonica, Crust., p. xx (Pref.), p. 195-199. Porcellanidea, Schizosomatorum Fam., Stimps., Proceed of the Acad. of Nat. Soc. of. Philad., 1858, p. 227. Srnon. Porcellaniana, Pteryguror. Trib., M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. II, p. 167-246 (pars). Genus. Porcellana. ‘' Lamk., Hist. des Anim. sans vert, édit. I, T. V, p. 158; édit. II, T. V, p. 405. Latr., Gen. Crust. et Insect., T. I, p. 48, etc., etc. Leach, Edimb. Encycl. —Desmar., Considérat. sur les Crust., p. 199. — M. Edw., Op. cit., Vol. cit., p. 247. — Dana, Op. cit., loc. cit. — De Haan, Op. cit., p. 199. — Krauss, Sud Afric. Crust., p. 58. — Stimps., Op. cit., loc. cit. -— Heller, Novara Reise, p. 73. Synon. Pisidia, Leach (pars). ° — Cancer, Herbst, Pennant. 1 Porcellana, Langustarum fam., Latr., Gen. Crust., I, p. 48; Id., Galathidearum fam., Fam. du Règne animal, p. 278; Id., Régne animal, édit. II, T. IV, p. 84. Pedio- culatorum, Crustaceor. Genus, Lamk., Phil. Zool., I, p. 313. Homobranchiatorum Bra- chyurorum, sect. Orbiculatorum Genus. Id., Hist. des Anim. sans vert., édit. I, T. V, p. 153; édit. IT, p. 405. 3 PisipiaA Leach.—(Porcellane pars), Dict. des Sc. nat., T. XVIII, p. 53. — Dict. class. d’Hist. nat., T. XIII, p. 626. “MIND x CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 211 Il genere Porcellana più limitato di quello di Lamarck è distribuito da Milne Edwards in sezioni per la forma della fronte dntiera, lobata 0 dentata, poco diversamente da Dana. Stimpson forma con alcuni nuovi tipi, e i più antichi, le divisioni seguenti: a) Articolo primo delle antenne esterne non attingente il margine superiore dello scudo. Gen. Petrolisthes, Stimps. Minyocerus, id. Polyony®, id. » Pisosoma, id. ) Articolo primo delle antenne esterne più o meno prolungato attingente in avanti il margine dello scudo; articolo secondo lontano dall’ orbita. Gen. Raphidopus, Stimps. » Pachycheles, id. » Megalobrachium, id. Nei Porcellanidei, e particolarmente nelle forme di cui segue la de- scrizione, le tergiti cerato-oftalmiche coll’ apparenza di fronte intiera 0 visa e di margine orbitario sempre intero, si prolungano in avanti, seguite dallo spigolo laterale e dall’ angolo terminale anteriore dello pterigostomio più o meno distinto. Lo pterigostomio poi, invece di piegarsi in dentro sotto lo spigolo più o meno acuto formato sui lati dello scudo, spesso rientra alquanto sotto lo spigolo stesso, e sempre discende in basso verticalmente a finire per di sotto con un margine quasi retto e parallelo allo spigolo supe- riore, iù avanti con un margine pterigo-antennare più o meno escavato. Fra i due pterigostomii opposti in avanti rimane uno spazio abba- stanza largo, nel quale si schierano sotto la fronte, più o meno obli- quamente all’ indietro o sulla medesima linea, le antenne interne, gli occhi e le antenne esterne, e più indietro ancora si apre la fossa buccale. Il margine inferiore dello pterigostomio, retto o talvolta più o meno escavato posteriormente, si articola per una connessione membranosa colla branchiostegite, la quale, larga in avanti, chiude per di sotto tutto l’ intervallo che resta fra lo pterigostomio stesso e i lati del peristoma e concorre, ora più ora meno, col suo margine anteriore a circoscrivere indietro ed inferiormente le fosse orbito-antennari; indietro però si ri- stringe e si protrae con una lamina triangolare più o meno lunga ed acuta, compresa in una parte membranosa, che di sopra sì unisce in- vece della branchiostegite medesima allo pterigostomio, di sotto sopra- 212 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. vanza e forma un margine assillare sottile, più o meno fimbriato o denti- colato. Lo spazio lasciato vuoto in avanti fra i margini pterigo-antennari dello scudo e le branchiostegiti corrispondenti sotto la fronte è occu- pato dalle antenne interne, le quali allargano in modo insolito la coxo- basicerite, che diviene più o meno cuneiforme e triangolare e impiantata verticalmente; le due con uno de’lati si pongono contigue l'una all’ altra all’interno, col lato esterno per di fuori si adattano alla base del podoftalmo respettivamente vicino , colla faccia libera guardano in basso, e vengono in avanti come con un margine grossetto, variamente denticolato. Esse però chiudono la fossa buccale anteriormente, e sostituiscono in apparenza l’epi- stoma ridotto ad un rudimento nel fondo della fossa antennare, con una disposizione che si ritrova, sebbene non tanto avanzata, negli Ippidei. Le affinità dei Porcellanidei interpretate diversamente nelle varie classificazioni ci sembrano meglio rispettate in quella di Dana, che ap- parta questi cogli Ippideè ora ricordati da tutti gli altri Anomouri. LVII. Porcellana angulosa. Guerin, Voyage de la Favorite, tav. 2, fig. 3; Id., Magas. de Zoologie, 1838, Class. VII, p. 6, tav. 25, fig. 3 (optima). — Stimps., Op. cit., p. 229. Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 59. Tav. 42, Fig. 6, a-e. — Tav. 13, Fig.1, a-d. Scudo un poco più lungo che largo; di dietro nel mezzo quasi angolar- mente smarginato, cogli spigoli laterali sporgenti rilevati acuti e leggermente curvati, gli angoli antero-laterali rotondati, la parte anteriore triangolare in- flessa 5-loba; lobi posteriori ed esterni (angoli postorbitali) appena sporgenti; lobi anteriori (angoli orbitarii interni) acuti dentiformi minuti; lobo medio trian- golare : tutti inferiormente prolungati in denti minuti, dei quali l’ estremo o fron- tale è interposto alle antenne interne, e più lungo ed acuto. Superficie tergale dovunque finissimamente granulata, appena scolpita da una traccia di depressione epifrontale trasversa, e da lievi impressioni gastro- epatico-branchiali. Pterigostomio stretto lineare, davanti indietro longitudinalmente incavato. Branchiostegite nella parte anteriore, ai lati dell’ epistoma, larga trapezoi- dale, coll’angolo anteriore interno troncato, e nella troncatura profondamente incavato, attorno alla basicerite dell’ antenna esterna, coll’ angolo posteriore in- terno ottuso quasi rotondato, la faccia sopra questo convesso-liscia, più in fuori e in avanti impresso-granulata. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 213 Fosse antennullari, orbitarie, antennari di sopra e sui lati definite dal margine e dai lobi frontali dello scudo; di sotto tutte incomplete, l’ultima soltanto in parte compiuta dalla escavazione dell’ angolo anteriore interno della branchiostegite. Antenne interne. Coxo-basicerite trigona depressa lamellosa, colla faccia antero-superiore libera, profondamente scolpita, 4-5 tubercolata; per lo spigolo e la faccia superiore interna contigue fra loro; per l’ esterna contigue ciascuna al podoftalmo dello stesso lato e alla basicerite dell’ antenna del 2° paio; per la faccia inferiore libere, leggermente fornicate. Ischiocerite corta sottile, articolata allo spigolo interno della basicerite; la mero e la procerite tereti lunghette ri- piegate, terminate dalla carpocerite minima; scafocerite appena distinta; datti- locerite corta conoide, articolata pettinato—ciliata. Antenne esterne sottili, dirette in fuori e all’ indietro ; articoli basilari com- presi fra la smarginatura della branchiostegite, l’angolo orbitario esterno e l’angolo antero laterale dello scudo, tutti depressi: il 1° romboidale, curvato, adattato alla escavazione della branchiostegite, diretto obliquamente di fuori in dentro e dal di dietro in avanti, più largo che lungo, e coll’ estremo anteriore non prolun- gato , interposto fra l'angolo estremo della coxo-basicerite antennullare e il dente orbitario esterno; il 2° assai allungato compresso, più corto del 3°, compresso an- ch’ esso, obliquamente troncato, coll’ angolo inferiore protratto e rotondato; il 4° più piccolo, nell'estremo esterno escavato, tutti collocati fra la branchioste- gite e il dente orbitario esterno sotto il margine dello scudo; flagello fittamente articolato sottile, lungo quanto lo pterigostomio e gettato in fuori e all’ indietro. Fodoftalmi corti, trigoni, depressi, anteriormente troncati, terminati dalla cornea piccola lineare a livello dell’ arcata orbitaria. Gnatopodi esterni grandi, cogli articoli estremi ripiegati al davanti e al- l'interno del terzo, costituenti insieme due valve non contenute nell’ apertura buccale. Palpo lamelloso ellittico, terminato da flagello introrso sottile, corto. dila- tato nella estremità. Coxognatite distinta quasi romboidale minuta, esternamente bidentata; basignatite più piccola triangolare alla base della ischiognatite. Ischiognatite scutiforme triangolare, anteriormente biloba, col lobo interno largo rotondato, l’ esterno dentiforme acuto separato per larga e profonda in- cisione angolare, di sotto leggermente convesso-liscia, di sopra verso l’ esterno fortemente carenata, internamente escavata. Merognatite più corta, più stretta, inversamente triangolare, col lato interno fortemente incavato fra due angoli spor- genti, uno presso la base, uno presso l’ estremità. Carpognatite triangolare quasi eguale alla merognatite, col margine anteriore interno rotondato, la faccia lon- gitudinalmente solcata, granulata. Prognatite triangolare coll’ apice troncato, ar- ticolata colla dattilognatite minuta. Tutti gli articoli, dalla faccia superiore verso il margine interno, lungamente pettinato-ciliati. Toracopodi anteriori forti, nel maschio ineguali e il più grande, per la carpopodite specialmente, ‘/, più lungo che nelle femmine. Articoli 1° e 2° trigoni depressi, diretti in fuori orizzontalmente. Merognatite corta, alla base orizzontale, quindi verticalmente rialzata fino al- l’ altezza del piano tergale dello scudo, poi vòlta in fuori in un piano parallelo al primo e verso la carpopodite troncata, colla faccia superiore interna della parte verticale contigua allo scudo ed escavata. Carpopodite orizzontale trigona, colla faccia superiore quasi romboidale più lunga che larga, nel mezzo longitudinal- 214 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. mente, largamente rilevata, collo spigolo esterno rotondato ingrossato alla base, quindi più acuto; lo spigolo interno acuto lamelloso, leggermente incavato, verso la base quasi o effettivamente unidentato; la faccia postero-inferiore levigata con- vessa; la faccia anteriore interna sotto lo spigolo escavata ; l’ estremo carpico obliquamente troncato incavato e coll’ angolo posteriore esterno più prominente. Mano triangolare depressa, piegata all’interno e al davanti della carpo- podite, d'alto in basso e di dietro in avanti inclinata, !/ più lunga che lar- ga, nel mezzo della faccia palmare largamente carenata, nella metà inferiore al di sotto e al di fuori della carena escavata scabra; faccia inferiore, nella metà esterna appena incavata, quindi per la metà più interna rilevata, dovunque levigata; spigolo esterno posteriore assai ottuso, integro, leggermente arcuato; spigolo superiore interno retto ed ottuso, all’ articolazione del pollice, per */, dell’ altezza della mano, quasi verticalmente troncato e nella troncatura legger- mente escavato. Pollice compresso trigono, verso l’ origine del margine oppo- nente oscuramente tubercolato, nell’apice ottuso e di sotto leggermente escavato. Zampe 2°, 3°, 4° conformi; le 2° e le 3° in lunghezza uguali e appena più lunghe del carpo e della meropodite del 1° paio; le 4° alquanto più corte; le 2° dirette in avanti e in fuori, con la meropodite quasi verticale; le altre esterna- mente e all’ indietro, colla meropodite dilatata e inclinata dall’ alto al basso e dall’ avanti all’ indietro. Meropodite delle 2° zampe quadrilatera e larga la metà della sua lunghezza, nelle altre zampe triangolare obcordata e larga °/s della lunghezza medesima: collo spigolo superiore acutissimo, la faccia postero-superiore lungo di esso, mas- simamente nel 3° paio, carenata plicato-granosa, levigata in quelle del 4° paio. Carpopoditi tetragone: dalla prima all’ ultima più depresse, collo spigolo antero superiore assai acuto, lo spigolo postero-inferiore ottuso, fra l’ uno e l’altro escavate granose. Propodite oscuramente tetragona depressa, nell’ estremo carpico troncata escavata, quasi uguale alla meropodite , sulla faccia superiore granosa. Faccia inferiore levigata, lo spigolo infero-posteriore, verso l’ angolo tar- sico, denticolato, ornato di peli fascicolati. Tarso trigono compresso e corto, a spigolo superiore ottuso convesso levi- gato, terminato insensibilmente nell’ unghia cornea ed acuta; spigolo inferiore armato di due o tre spine minute, e presso l’ apice ornato di peli fascicolati. Zampe del 5° paio raccolte fra la 6* sternite e la troncatura dell’ angolo posteriore esterno dello scudo. Coxo-basipodite corta globosa; ischiopodite minuta; meropodite lineare depressa, lunga appena più della troncatura del- l'angolo posteriore dello scudo; carpo-propodite lineare trigona, largamente sigmoidea, piegata all’ indietro lungo la meropodite; dattilopodite terete depressa sui margini, nell’apice ciliata barbata, lunga ‘/, dell'articolo precedente. Sterno nel maschio e nella femmina conformi: in questa sensibilmente più largo, triangolare cordato, nell’ apice tridentato, formato dalla 12 e 2° sternite; sui lati, per le inserzioni delle zampe, altrettante volte profondamente smargi- nato e lungo le smarginatùre posteriormente impresso da solco lineare, indizio della episternite minuta; faccia inferiore colle parti laterali leggermente inclinate alla linea mediana, per tanto incavata; margine posteriore formato dalla 6° ster- nite angolarmente inciso; 7° sternite libera minuta. Addome nel maschio e nella femmina conforme: in questa però, nei CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 215 segmenti e nelle appendici terminali, più largo, e col primo segmento lineare brevissimo più stretto, coi successivi dal 2° al 5° inclusive quadrato, indietro pel 6° e pel 7° più stretti, prolungato e triangolare. Segmenti, meno il primo, il sesto e l’ ultimo, tutti conformi, lineari piani, ai lati di una carena mediana, ap- pena indicata, sulla faccia libera impressi lievissimamente. Sesto segmento trape- zoidale sugli angoli posteriori smarginato, e col margine posteriore, più corto dell’ anteriore, articolato al settimo triangolare equilatero colla base retta, e i lati leggermente sinuati. Pereiopodi del secondo segmento filiformi, geniculati. Pereiopodi del se- sto segmento lamellosi, per la massima parte nascosti da quelli del settimo ap- parenti di fuori; basipodite reniforme minuta, per l’ angolo posteriore, e pel margine esterno incavato, articolata col ramo esterno od esartro, lamelloso el- littico falcato, ristretto alla base, col margine interno interamente nascosto dalla ischiopodite, col margine esterno verso la base apparente al di fuori della ischiopodite del segmento successivo e lungamente ciliato. Ramo interno di un articolo solo (ischiopodite?) più largo lamelloso, conforme all’esartro del segmento addominale successivo, nel resto dietro di esso come l’ esartro occultato. Pereiopodi del settimo segmento lamellosi, colla faccia inferiore libera, com- posti della ischiopodite inversamente triangolare, col lato interno appresso e fis- samente articolato al lato contiguo del settimo segmento addominale; il margine posteriore trasverso, articolato colla meropodite, più corta, triangolare ottusa; col margine esterno e l’ apice rotondato ciliata, il margine interno al di dietro dell’ apice dell’ ultimo segmento dell’ addome, appresso a quello della meropo- dite dell’ altro lato. Uova numerose minute di 0®", 4 di diametro, sferoidali con un punto nero. Il colore della specie è sugli esemplari conservatiin alcool, anco dopo asciugati, giallo-roseo, con traccia di un anello violaceo sulle propoditi delle zampe posteriori. Dimensioni e rapporti. _Maschio. Femmina Scudo. a b VUOCIEZA Re Mill. 14 115) 12 Larghezza all'angolo antero laterale. ... » 13 14 13 id. dell’addome al 2° segmento. » 7 8 10 Toracopodi anteriori. Lunghezza della carpopodite.......... Dn 13 10 Larghezza IO DRS 7 9 6 Lunghezza della mano. .............. SAMMINIIS 20 14 Larghezza della mano all’ angolo digito- palate Recon AREA » 8 10 7 Rapporti. Maschio. Femmina. Larghezza dello scudo = 100. uns nezza Re RR ee 0,92 0,92 id. della carpopodite. ... 1,00 0,83 id. della mano... ...... 1,30 1,16 Larghezza della mano......... 0,56 0,58 id. dell'addome... ..... 0,50 0,83 pda 216 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. La più estesa notizia di questa specie, con una buona figura, è data da Guerin (Op. cit.) coi segni dello scudo e delle zampe granulose, degli angoli al margine anteriore della fronte senza escavazioni orbitali, delle zampe, a torto poi, come lo scudo, chiamate liscie senza ineguaglianze. Secondo Guerin, son rari gl’ individui di 14 a 15 mill., che invece sono i più fra i nostri. La specie, per Guerin, di Coquimbo nel Chili, è per noi di Valparaiso. Stimpson la pone con dubbio nel genere Porcellana da esso emen- dato e ristretto, mentre per lo scudo leggermente allungato, la fronte leggermente dentata, le orbite profonde, parrebbe di dover mantenere realmente cotesta destinazione. La forma delle braccia e delle mani d’ altronde, la perfetta glabri- zie della superficie allontanano questa forma dal tipo del genere che sì ha nella Porcellana platycheles. Secondo i criteri di Stimpson, pertanto occorrerebbe forse una nuova sezione o un nuovo genere per contenerla. Genus. Petrolisthes. © Stimps., Proceed. of the Acad. of Nat. Soc. of Philad., 1858, p. 277. Svrnon. Porcellana, Lamk., Hist. des Anim. sans vert. et Auct. (pars). LIX. Petrolisthes tubercultatlus. Stimps., Op. cit., loc. cit. Srîon. Porcellana tuberculata, Guerin, Magas. de Zoologie, 1838, Class. VII, p. 6, tav. 26, fig. 2. Porcellana lobifrons, M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. II, p. 256. Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 61. Tav. 13, Fig. a-f. “Scudo quadrato sugli angoli postero e antero-laterali largamente roton- dato, nel margine posteriore troncato incavato. Fronte larga corta tridentata, coi denti ottusi, di sopra convessi, quasi uguali, gli esterni incavati di sotto e fornicati, il mezzano compresso acuto più allungato. Margine orbitale largamente incavato; dente orbitario esterno acuto, colla base protratto indietro ed in fuori, e per una incisione poco profonda diviso dal- l'angolo anteriore dello scudo. » CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 217 Spigoli laterali curvati acuti, fra il dente orbitario esterno e l’ angolo late- rale lamellosi, più indietro sottilmente crenulati e sporgenti; impressioni e ri- lievi tergali delle regioni e lobi gastro-epatici, epi e meso-branchiali, nel segmento anteriore, discretamente pronunziate. Superficie squamoso-granulosa, sulle re- gioni metabranchiali obliquamente plicata. Pterigostomio lineare verticale, obli- quamente plicato-rugoso, in avanti profondamente scanalato. Branchiostegite in avanti trapezoidale convessa, longitudinalmente rugosa pubescente, col margine. antero superiore leggermente arcuato, l’ angolo anteriore interno ottuso e appena prolungato, l’ angolo posteriore protratto in lobo ellit- tico limeare, indietro talvolta suddiviso pei margini compreso fra l'intervallo membranoso pterigo-branchiostegale e il lembo membranoso assillare. Podoftalmi globosi depressi eccedenti il margine orbitale, nel segmento estremo intorno alla cornea lenticolare bruna dentati. Antenne interne colla coxo-basi-ischiocerite depressa trigona cuneiforme, col margine terminale anteriore obliquo lamelloso bidentato, lo spigolo interno sporgente articolato, col flagello composto come nella specie precedente. Antenne esterne col peduncolo grosso depresso, di quattro articoli. Il 1° rudimentario membranoso, compreso fra la branchiostegite e la base del podoftalmo, verso l’ origine rinforzato da una minuta squama calcarea; il 2° corto depresso, coll’angolo anteriore esterno sporgente; il 3° più lungo an- cipite, granulato scabro; il 4° minore obcordato: tutti compresi in parte nella scanalatura anteriore dello pterigostomio, diretti in fuori ed indietro. Flagello grosso subulato depresso, fittamente articolato, lungo il doppio della larghezza dello scudo. Gnatopodi disposti come nella specie precedente. Ischiognatite per la base quadrata anteriormente rotondata non bilobata, alla base dello spigolo esterno però unidentata; merognatite sul margine interno largamente unidentata; carpognatite acutamente, prognatite largamente triango- lari; quest’ ultima col margine anteriore interno curvato rotondato; dattilognatite minuta. Peli lunghi in forma di frangie peltinate sporgenti dal rilievo della faccia superiore di tutti gli articoli, al margine e all’ apice dell’ articolo estremo. 9 Toracopodi anteriori disposti come nella specie precedente. Meropodite trigona, nella parte ascendente di sopra e internamente quasi escavata e circoscritta da giuntura lineare membranosa ciliata, coll’ angolo an- teriore interno distinto dentiforme. Carpopodite depressa trapezoidale, il doppio più lunga che larga, collo spigolo superiore esterno retto acuto dentato serrulato, e terminato in angolo palmare acuto assai prominente; estremo carpico troncato, di sopra lamelloso dentato; spigolo anteriore interno lamelloso, rotondato dilatato nell’ angolo po- steriore, in seguito più ristretto e serrato denticolato. _ Faccia superiore trapezoidale; all’interno quasi piana, più in fuori ottusa- mente carenata, e lungo lo spigolo esterno profondamente scanalata e villosa. Faccia inferiore lungo il margine interno escavata, in fuori convessa rileva ta, confusa collo spigolo posteriore esterno, da questa parte rotondato. Mano triangolare depressa ‘/, più lunga che larga, e colla regione palmare per */; più lunga della regione digitale, del resto conformata come nella specie precedente, e nel segmento palmare esterno incavata e granoso=squamulosa. 218 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Zampe posteriori del 2°, 3° e 4° paio conformi. Meropoditi depresse dilatate, nel 2° paio meno che nelle due successive, collo spigolo superiore arcuato acuto spinuloso ciliato, l’inferiore retto ottuso obli- quamente troncato, nella meropodite 4* secondato di sopra da una linea ciliare e da una carena marginale, terminato in fuori da un angolo carpico largamente rotondato. Faccia esterna superiore, nelle zampe del 2° paio lineare, nelle altre cordato- ellittica, squamoso-granulosa, ed all’ascella delle granulazioni squamiformi pelosa. Carpopoditi, propoditi, dattilopoditi conformi in tutte le zampe; più lunghe che nella specie precedente; secondo'lo spigolo superiore e sulla faccia esterna granoso-squamose , ornate di peli assillari alle squame, lungo lo spigolo infero- posteriore secondate da una solcatura pliciforme pilifera; propoditi del secondo paio impresse da due, 3° e 4* da tre foveole pilifere armate di una valida brevis- sima spina, con alcune spine più forti nell’ estremo verso il dattilopodio. Dattilopodio lunghetto compresso, sulle faccie pilifero, sullo spigolo infero- posteriore trispinoso, nell’ apice armato di unghia bruna robusta. Zampe del 5° paio come nella specie precedente, alquanto più lunghe nelle mero e nelle carpo-propoditi e in proporzione più larghe. Addome più largo, nei segmenti però e nelle appendici disposto e confor- mato come nella specie precedente. Accettiamo la sinonimia proposta da Stimpson. Già Guerin Meneville avvertì però che i giovani presentano le asprezze del tergo più vive, e le divisioni del margine della carpopodite più o meno argutamente subincise, come di fatto è spesso nei nostri esemplari. Le uova sono un poco più grosse che nella specie precedente. Gli esemplari conservati in spirito sono giallastri o appena sulle mani e le zampe suffusi di rosso; mentre nella figura di Guerin, molto buona, il fondo è giallo con sfumatura rossa sul corpo e sulle mani, convertita in fasce anulari sulle zampe posteriori. Dimensioni e rapporti. Scudo. Maschio. Femmina. A B Larghezza dello scudo.................... Mill. 23 15 IMMAENEZZI RE RINO » 22 14 Toracopodi. Lunghezza della mano ................00. » 38 23 LAlIEZZI RARE ON » 14 $ Lunghezza del dito superiore. ............. nilo 9 id. della carpopodite...... ISRARLONE dA 12 L'arshezza fallaFbaSeRE Re ERRE ARCA DMI 7 Lunghezza della 2* meropodite............. DM 10 id. 1 NIcanpopodite tit seit > #8 5 id. TORE PIO POLE elet SO) 6 id. Ja \dattilopoditet. Mera ste » 4 3 Larghezza dell’ addome al 4° articolo ....... » 16 Il CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 219 Rapporti. Larghezza dello scudo = 100. Maschio. Femmina. HUIEhezza Re RR Re RARE 0,96 0,93 id. della mano........... 112 1,64. IALENEZZA LA SNA 0,63 0,56 id. delladdome eee 0,72 0,78 FPetrolislhes violaceus. Stimps., Proceed. of the Acad. of Nat. Soc. of Philad., 1858, p. 227. Synon. Porcellana violacea, Guerin, Magas. de Zoologie, 1838, Class. VII, p. 5, tav. 25, fig. 2. —M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. Il, p. 250. — Porcellana macrocheles, Poeppig, Vigmanns Arch., T.I, p. 142, tav. 4. Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 60. Tav. XII, Fig. 2, a-h. Scudo conforme a quello della P. angulosa, per altro più curvato in basso davanti, cogli angoli antero-laterali meno rotondati, l'incisione postorbitale più aperta, la parte orbito-frontale triangolare, alla base più stretta e, oltre l’ angolo orbitario esterno poco pronunziato, oscuramente trilobata; prolungamento infe- riore dei lobi laterali quasi nullo, il lobo terminale invece più pronunziato. Pterigostomio lineare, appena rugoso puberulo, col margine inferiore nella metà di dietro sinuato, in avanti troncato, e per breve tratto soltanto stret- tamente scanalato. Branchiostegite nella parte posteriore ellittico-lineare, longitudinalmente ru- goso-puberula acuta, in avanti trapezoidea convessa pubescente, coll’ angolo an- teriore interno assai acuto sporgente, e la parte adiacente del margine superiore trasversale appena escavata. Fosse antennullari, orbite, fosse antennari anco meno distinte, che nelle specie precedenti, dai processi inferiori dei denti frontali. Antenne interne conformi a quelle della P. angulosa, più piccole. 1° articolo (coxocerite) delle antenne esterne per la base ossescente, quindi membranoso non prolungato in avanti, nascosto fra la fronte e la branchiostegite. 2°, 3° e 4° articolo come nella P. angulosa, alquanto meno depressi e più levigati. Filamento alquanto più sottile, lungo 1 °/, della larghezza dello scudo. Podoftalmi trigoni depressi, collo spigolo anteriore interno acuto curvato; appena sporgenti, cornea minuta. Gnatopodi conformi a quelli della P. angulosa già ricordata, coll’ angolo 220 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. posteriore esterno della ischiognatite portato più in avanti e più distinto, in ogni articolo poi più allargati. Toracopodi anteriori, salvo la lunghezza del carpo e della mano minori, il margine anteriore interno della carpopodite integerrimo, l’ esterno non sol- cato nè denticolato, 1’ estremo palmare meno ristretto, conformi a quelli della stessa specie; nella faccia superiore poi fittamente granulati di granulazioni più minute depresse squamiformi, non ornate di peli. Zampe posteriori anch’ esse conformi a quelle della specie indicata, più corte, colla faccia posteriore delle meropoditi semplicemente granulata glabra; le carpopoditi del 2° paio assai più sensibilmente granulose e carenate delle successive, però glabre e senza linee pilifere marginali; propoditi depresse, lungo lo spigolo inferiore ottuso trispinose, sulla faccia esterna superiore, in quelle del 3° e del 4° paio, percorse obliquamente da una piega lineare ornata di pochi e brevi peli fasciculati. Tarsi robusti, trigoni compressi, inferiormente 2 e 3 spinulosi, sulle faccie piliferi, nell’ apice armati di unghia bruna corta ed acuta. Zampe del 5° paio colla meropodite poco più larga, assai più lunga di quella della P. angulosa. Sterno, Addome, come nella specie stessa, sensibilmente più larghi; pe- reiopodi del 2° segmento addominale conformi alle specie precedenti; pereio- podi del 6° coll’ esartro più lungo e lungamente ciliato; pereiopodi del 7° confor- mi a quelle della P. angulosa. Il maschio negli esemplari, conservati in spirito e asciugati, è di fondo giallastro suffuso di un rosso-carminio assai vivo sulle parti supe- riori dello scudo delle meropoditi e delle carpopoditi di tutte le zampe, e che diventa forte, quasi violaceo, sulle carpopoditi e le mani del primo paio. Le propoditi poi delle zampe posteriori sono traversate, fra due fa- sce gialle ai due estremi, da una fascia rossa e intermedia; macchiata è anco la dattilopodite. In altri maschi lo scudo è giallastro; e degli arti ciò che nei prece- denti è rosso, in questi è azzurrognolo. Le femmine presentano quest’ ul- timo tuono e distribuzione di colori, con più due macchie azzurro-verdo- gnole verso il margine posteriore. Vi sono poi maschi e femmine uniformemente incolori. Riportando queste forme diversamente colorate a quelle, le quali per la esiguità dei denti laterali della fronte possono considerarsi colla fronte integra, non vi è difficoltà a riconoscere in esse la P. violacea di Guerin, benchè lo scudo e le zampe possono apparire levigate, mentre sono infatti minutamente granose, e il colore violaceo uniforme sia rimasto soltanto in parte almeno sui nostri esemplari. Ma vi è da dubitare poi che la P. granulosa, dello stesso Autore, rappresentata nella Tav. XXV, Fig. 1 (Op. cit.), in una figura tanto buona per il complesso forse, quanto inesatta certo nei particolari, non sia che la forma rubescente della stessa specie. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 291 Guerin porta probabilmente con ragione la P. striata M. Edw., come equivalente della sua P. granulosa; tuttavia è da notare che la prima, secondo Milne Edwards, presenta sulla fronte una solcatura me- diana per quanto poco profonda, il margine delle orbite concavo, ed il carpo terminato sul margine esterno con un dente ottuso. La P. violacea per di più avrebbe, secondo Milne Edwards, le dita nere, lo che nei no- stri esemplari non è mai. Dimensioni e rapporti. Maschio. Femmina. IArSHeZz AKA ellOESCUA OS e Mill. 21 921 MUOCNEezza reo » 19 19 Larghezza dell'addome al 3° anello... ...... » 14 15 Lunghezza della carpopodite del 1° paio. . ... IMG 10 id. della meropodite del 2° paio... ... » 12 11 id. dellatmano arto ante » 31 28 Larghezza IO te Cet 15 12 Rapporti. Maschio. Femmina. Larghezza dello scudo = 100. LEE Da ooo cadde sane 0,90 0,90 id. della carpopodite...... 0,52 0,47 Ide dellatmanotate ne 1,47 1,33 Taro hezz a Mi 0,57 0,62 LXI. Petrolisthes ............ ? Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 62. Unico e cattivo esemplare giovane o in istato di muta, il quale però presenta la fronte triangolare appena smarginata sui lati, quindi trilo- bata, sul lobo di mezzo e sui lobi laterali per di sopra longitudinalmente scanalata. Orbite, le fosse antennullari e antennari appena divise. Coxo-basiceriti delle antenne interne col margine anteriore tronco appena tridentato. Le antenne esterne mancano fin dalla base. Gli gnatopodi colla ischiopodite trapezoidale non suddivisa, lineolato- squamosa sulla faccia esterna. Le zampe anteriori hanno il carpo lungo quanto lo scudo, alla base del margine anteriore interno minutamente unidentato; la mano è triangolare, colla regione palmare più lunga della digitale, collo spigolo superiore rilevato, obliquamente corrugato, il margine opponente delle dita, dalla faccia inferiore, ciliato. 222 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Meropoditi delle zampe posteriori dilatate; carpopoditi più corte delle pro- poditi, che sono lineari e nel margine inferiore bi-tri-spinulose, nel superiore verso l’ apice ciliolate. Tarso lunghetto terminato da unghia acuta e con una o due spine lungo lo spigolo inferiore. Sterno ovato cordato, in avanti tronco, di dietro largamente escavato colla prima e seconda sternite insieme trasversali, anteriormente tridentato. Addome assai lungo, col primo articolo più corto e più stretto dei suc- cessivi, l’ ultimo triangolare, gl’intermedii trasversali quattro a cinque volte più larghi che lunghi. Pereiopodi oviferi tre, sottili, ciliati; uova grosse circa un terzo di mil- limetro. Pereiopodi del sesto anello con palpo più stretto, più corto dell’ ischiopo- dite, l'uno e l’ altro ellittici ottusi, lungamente ciliati. Pereiopodi del settimo anello coll’ ultimo articolo largamente rotondato. Dimensioni e rapporti. LUNEIEZZA ERRATO Mall. 6 IFArCheZZA eo EI DIRO Larghezza fdell a Mano RE RR SAMIR) id. dellafearpo podi: ere eee Rc » 4 Questa piccola specie fu riferita al genere Polyonye Stimps., te- nendo conto della disposizione dei tarsi più specialmente. Genus. Raphidopus. Stimps., Op. cit., loc. cit. LXII. Raphidopus cilialus. Stimps., Op. cit., Vol. cit., p. 241. Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 62. Tav. 13, Fig. 4, a-e. Scudo trasversalmente ellittico rotondato, lungo ‘/; della sua larghezza, di sopra scolpito da impressioni lineari poco profonde, che circoscrivono assai di- stintamente le regioni gastro-cardiaca, epatica, meso e metabranchiale. Fronte brevissima trasversale tridentata, con denti minuti di sopra incur- BS CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 293 vati, di sotto prominenti, il mediano alquanto maggiore dei laterali; margine orbitario superiore strettamente, profondamente escavato. Dente orbitario esterno ottuso, prolungato all’ indietro fino a una incisione stretta, profonda, che lo divide dal margine postero-laterale, anco questo ar- cuato, arguto, minutamente denticolato, quindi evanescente. Pterigostomio verticale appena scanalato longitudinalmente, in avanti bru- scamente troncato, pel margine inferiore articolato colla branchiostegite larga villosa, percorsa da tre pieghe lineari oblique molto distinte, in avanti appena di- latata e terminata poi da un angolo anteriore interno assai acuto. Fosse antennullari, orbite, fosse antennari incompletamente divise. Antenne interne colle coxo-basiceriti trigone minute, in avanti quasi intere. Antenne esterne. Coxo-basicerite compresa fra il margine antero laterale dello scudo e il margine superiore anteriore della branchiostegite, ellittica allun- gata, colla faccia libera vòlta in avanti fra gli spigoli acuti subescavata, interna- mente terminata in angolo acuto protratto fino alla base del podoftalmo. Ischiocerite terete poco sporgente al davanti del margine dello scudo; me- rocerite sottile, terete, più lunga, con alcuni peli; carpocerite globulare artico- lata, col flagello subulato, setiforme e due volte e mezzo più lungo della lun- ghezza del corpo. Gnatopodi. Coxognatite completamente libera, triangolare, sul margine interno escavata; palpo subtrigono acuto, terminato da flagello filiforme nel- l'apice pennicillato e vòlto all’interno. Basignatite brevissima. Ischiognatite se- curiforme , convesso-puberula e in avanti barbata, col margine interno integer- rimo e largamente rotondato; il margine anteriore in fuori e trasversalmente escavato; il margine esterno retto, e dall’ avanti all’ indietro molto più breve. Merognatite sul margine interno unidentato. Carpognatite, prognatite, più allungate e più strette; dattilognatite corta, trian- golare acuta, come le parti precedenti dal margine inferiore lungamente barbate. Toracopodi del primo paio sensibilmente ineguali da un lato ed all’ altro, e nel maschio poco maggiori, colla merognatite più lunga, il carpo e la mano meno dilatati e meno orizzontali che nelle forme precedenti. i Merocerite piramidato-trigona, più lunga che larga, con una spina a metà dello spigolo inferiore interno, sulla interna faccia villosa. Carpopodite trigona, due volte più lunga che larga, collo spigolo esterno acuto arcuato, spinuloso ciliato; l'interno superiore più corto, sigmoideo, acuto granuloso dentato; l’interno inferiore quasi retto, levigato; la faccia inferiore piana; la faccia interna alquanto escavata; la faccia superiore convessa, e nei due terzi posteriori longitudinalmente percorsa da una carena, dovunque plicato- squamulosa al margine delle squame brevissimamente ciliata. Mano trigona, due terzi più lunga che larga, sulla faccia superiore esterna longitudinalmente carenata, collo spigolo superiore acuto sigmoideo granuloso, l’inferiore acuto granuloso ciliato, la faccia superiore interna ed interna infe- riore divise da grosso rilievo longitudinale. Dito inferiore trigono acuto, sul mar- gine opponente, verso la base unidentato, nell’ apice acuto uncinato, lungo la escavazione submarginale, dalla faccia interna, barbato. Dito superiore trigono allungato, coll’ apice incurvo decussante l’ apice del dito inferiore; col margine superiore acuto, lungo la faccia esterna finamente granoso, per la faccia inter- PRIA CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. na, lungo il margine opponente verso la base barbato; nel margine incavato, finissimamente e regolarmente dentato. Zampe del 2°, 3° e 4° paio compresso-sottili; meropoditi strette lineari, più lunghe il doppio delle carpopoditi: le prime lungamente barbate sui margini, le altre barbate almeno alla base del margine superiore. Carpopoditi quasi eguali alle propoditi, barbate nel margine superiore. Tarsi stiliformi compressi, acuti ciliati, quasi eguali alla propodite. Zampe del 5° paio, nelle femmine, brevemente sporgenti al lato postero- superiore dell'addome, con la meropodite brevissima, la propodite alquanto più lunga, la dattilopodite piumosa nell’ apice, molli ed incluse nella escavazione sternale. Sterno corto, anteriormente ristretto e troncalo, inferiormente escavato; 1° sternite (?); 2° col margine anteriore falciforme cortissima; 3* colla 4% e 5* riunite, distinte solo da brevi rilievi trasversali, denti ed escavazioni marginali, terminate poi indietro con uno spigolo acuto e una escavazione a concavità po- steriore; 6° e 7* sternite membranose. Addome nella femmina più largo che nel maschio, d'altronde nell’ uno e nell'altra quasi rettangolare, al solito terminato dalla 7° urite triangolare più piccola, e dalla 6° trapezoidale. Pereiopodi del 2° anello, nel maschio, alla base grossetti, con ischiopodite cilindrica terminata da un articolo membranaceo ellittico allungato e ciliato; nella femmina, sottilissimi, colla base stiliforme bi-articolata, 1’ estremità ellit- tico-membranosa, senza ramo interno. Pereiopodi del 6° segmento coi due rami esterno ed interno ellittico- allungati, nell’ apice rotondati lungamente ciliati; del 7° segmento più corti, più consistenti minuti; basipodite subtrapezoidale allungala; ischiopodite suborbico- lare nel margine lungamente ciliata. Uova della femmina giallastre minute con un punto bruno. Dimensioni e rapporti: Maschio. Femmina. a Mo, Lunghezza. tte nente Mill. 5,5 7 7 L'archezza tinge nen SSN HEY atea) Lunghezza della mano. .............. » — 10,5 10,5 Larghezza IR I RE » — 4 4,5 id. dell'addome al 3° anello. ... > 4 5 = La piccola specie, che non è possibile non riferire sotto il nome as- segnatole, è distinta dalle altre per la forma e disposizione della fronte, delle antenne esterne, dell’ ischiognatite, per la forma dello sterno, la disposizione della branchiostegite, per una somma di caratteri general- mente più che bastanti per costituire un genere particolare. Tuttavolta il tipo del P. platycheles vi è altamente rappresentato , e torna forse non bene farne lo smembramento, col quale Stimpson l’ha diviso. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 229 SECT. II. ANOMOURA SUBMEDIA. Dana, Explor. Exped. Crustacea, T. I, p. 401-426. SUB. TRIB. VI. LITHODKEA. (ANOMOURA MAJIDICA SUBMEDIA.) Synon. Homoliana (Anomourorum Apteruror. Trib.) (pars), M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. II, p. 167-180. Lithodeacea (Anomalorum Fam.), De Haan, Fauna japonica, Crust., p. xx1l (Pref.), p. 213. Lithodidei (Schizosomatorum Fam.), Stimps., Proceed. of the Acad. of. Nat. Soc. of Philad., 1858, p. 230. Genus. Lithodes.' Latr., Gen. Crust. et Insect., T. I, p. 39. — M. Edw., Op. cit., Vol. cit., p. 184. — De Haan., Op. cit., p. 213-214. — Dana, Op. cit., Vol. cit., p. 427. — Stimps., Op. cit., p. 230. Il genere Lithodes, molto controverso per le sue affinità, è sud- diviso da Stimpson come il genere Lomis, col quale concorre a formare la famiglia dei Lithodidei, nel modo seguente : Lithodes, Latr. Echidnocerus, White (Lopholithodes, Brandt; Ctenorchinus , Gibbon). Paralomis, White. Rhinolithodes, Brandt. Acantholithus, Stimps. Phyllolithodes, Brandt; Petalocerus, White. Cryptholithodes, Brandt. 1 Oxyrhinchor. Gen., Latr. (Gen. Crustaceor). — Brachyur. trigonorum Gen., Id. (Fam. du Régne animal, p. 272); Cancer L.; Inachus Dald. Fab.; Maja Lamk. Scienze fisiche e naturali. — VOL. I. 15 2906 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. I fatti più notevoli nella conformazione e nella struttura dei Litho- des (L. antarctica) consistono nel prolungamento anteriore delle tergiti frontali in forma di rostro, a comporre il quale sui lati e di sotto non prendono parte nè le epimeriti, nè le sterniti, nè gli arti più o meno fusi con questi e con quelle, come negli Ossirinchi; di questi frattanto i Lithodes istessi mentiscono la forma generale, per la quale hanno rice- vuto posizioni sistematiche, oggi mutate, ma non hanno la struttura. Infatti lo pterigostomio, scarso in tutta la lunghezza sui lati, e in avanti anco più ristretto, finisce in una spina che prende il posto del- l’ angolo orbitario esterno, e rappresenta tutto quanto vi è dalla parte ter- gale, per formare l’ orbita superiormente. La branchiostegite, stretta indietro, ma più larga in avanti, supplisce per di sotto lo pterigostomio, restando verticale colla sua terminazione anteriore fra il tergo da cui si stacca un poco e gli angoli antero-late- rali del peristoma, lasciando una fessura che fa da fossa antennaria. La branchiostegite medesima poi è divisa in varie sclerodermiti, forse più o meno distinte secondo l’ età, ma tutte solide e calcificate. Fra i podoftalmi manca la introflessione della fronte, e i due po- doftalmi, confluenti alla base, occupano una fossa trasversale comune, coperta dal rostro di sopra e dalle spine antero-laterali dello scudo per ogni parte, mentre di sotto e di dietro è limitata al solito dall’ epistoma. Questo (sternite antennulo-antennare) è assai esteso in ogni dire- zione, più largo che lungo, non protratto in avanti tanto da inter- porsi fra le coxo-oftalmiti, ma abbastanza però da dividere le coxoceriti antennullari, che procedono da’ suoi angoli anteriori; le coxoceriti an- tennullari poi si saldano con esso più indietro e più in fuori, e la parte libera dell’ antenna sembra emergere dagli stessi angoli postero-laterali dell’ epistoma. La coxocerite delle antenne interne, benchè fissa, è quasi distinta; la basicerite formerebbe allora l’ articolo più grosso e più lungo del pedun- colo antennullare , terete, ma di sopra profondamente inciso e solcato; esso però riassume forse anco la ischiocerite. Questo ammesso, le an- tenne sono complete nel resto, e la carpocerite porta lateralmente un esartro distinto, prima della procerite globulare e della dattilocerite tri- gona articolata e brevemente pettinata. Sulla coxo-basicerite antennare saldata coll’ epistoma, il tubercolo auditivo occupa presso l’ angolo esterno il margine posteriore. La ischio- cerite e gli articoli successivi più o meno tereti s’ inseriscono alternati- vamente a destra e a sinistra sull’ estremo terminale troncato dell’ arti- colo precedente; la ischiocerite sola si prolunga in una forte spina col suo angolo esterno. Gli gnatopodi riempiono il quadro buccale, ma non formano operculo, essendo sensibilmente pediformi, colla ischiocerite prismatico-trigona € sullo spigolo interno superiore vivamente dentata. CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 927 Lo sterno è assai largo, ma corto fra i due gnatopodi; diventa però lineare angustissimo fra i due piedi anteriori, che quasi sì toccano per la base in avanti. Le sterniti successive sì allargano gradatamente fino alla 78; ma dopo la 4° sono incompletamente ossificate. La 72 è disgiunta e ridotta al suo angolo esterno, dal quale dipendono le zampe del 5° paio, esagerandosi in questo modo le disposizioni degli Schizosomi. L’ addome è, come è noto, assimmetrico, e presenta le tergiti in parte confuse, con ai lati epimeriti distinte. Per di più da uno dei lati irradiano elementi epimerali soprannumerarii, che crescono di numero proce- dendo in fuori, e dimostrano la tendenza alla moltiplicazione delle for- mazioni antimeriche, via via che si allontanano dal centro o dalla base comune. L’assimetria dello scudo addominale e degli arti accenna, come av- verte De Haan, la relazione del tipo coi Pagurid:. Buona per il genere, questa corrispondenza non si potrebbe accet- tare come tale per la famiglia, nella quale i Lomis, gli Acantholithus, i Phyllolithodes, i Cryptolithodes hanno addome simmetrico e regolare. Nei Lomis però, a nostro avviso, la relazione coi Paguridi sì spiega più aperta per le disposizioni delle antenne. Il genere Lithodes è rappresentato nella Collezione della Magenta da un solo, ma bellissimo esemplare della specie seguente. LXIII. Lithodes antarctica. Nicolet in Gay, Hist. fisica y politica de Chile, Zool., 1848, T. II, p. 182. — Homb. et Jacq., Voyage au Pòle Sud., Zool. Crust., ell p33923 tav..» 4,5 Questa specie fu riferita al Calcinus elegans Dana (P. elegans, Milne Edwards), ed ha con questo grandissime relazioni; pure i nostri indi- vidui hanno podoftalmi non più lunghi della larghezza del margine fron- tale dello scudo, e portano appendici addominali anteriori. Il colorito generale è rosso-giallastro, che diventa rosso-coccineo pallido dove divenga più forte. Le zampe poi non sono decisamente colorite a fasce distinte nei primi articoli, ed hanno piuttosto due che tre fasce nella propodite, se il bianco e il rosso della fascia terminale forma, come sembra negli esem- plari conservati in alcool, una fascia sola; due fasce soltanto, sfumate più che distinte e col più fosco alla base, presenta il tarso; le meropoditi portano dei piccoli ciuffi di brevissimi peli sporgenti da impressioni puntiformi disposte in serie longitudinali, ma non lunghi come quelli della figura di Milne Edwards. I granuli delle mani poi non risaltano colla bianchezza sul colore del fondo, che non è rosso, ma sbiancato. Malgrado queste differenze non osiamo mutare la fatta determina- zione, la quale in ogni modo per la descrizione della forma, cui si rife- risce, avrà sempre un adequato riscontro. 932 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Fam. CENOBITIDA. Dana, Explor. Exped. Crustacea, T. I, p. 435, 470. Sywon. Cenobita, Latr., Règne animal, édit..II, T. IV, p.77.—M.Edw., Hist. natur. des Crust., T. II, p. 238. — De Haan, Fauna japonica, Crust., pag. 212.— Owen, Op. cit., loc. ci. — Dana, Op. cit., Vol. cit., p. 470. — Stimps., Proceed. of the Acad. of Nat. Soc. of Philad., 1858, p. 245. Genus. Cenobita. Dana, Op. cit., loc. cit. Srnon. CeNoBITA, Latr. et Auct., ut supra (pars). LXV. Cenobila rugosa. M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. II, p. 244. — De Haan, Op. cit., loc. cit. — Dana, Op. cit., Vol. cit., p. 471, tav. 30, fig. 1. — Stimps., Op. cit., loc. cit. — Heller, Novara Reise, Crust., p. 82. Synon. Cenobita clypeata, Owen (non M. Edw.), Crust. of the Blos- som, 1839, T..II, p. 85, tav. 25, fig. 3. Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 57, Tav. XII, Fig. 6, a-c. La specie porta molto distinti i caratteri generici per la forma e si- tuazione relativa delle antenne interne ed esterne, per l’ addome sensibil- mente anulato; come altresì quelli della Sezione, cioè: peduncoli oculari prismatico-compressi, lunghi il doppio dell’ altezza, percorsi superior- mente da uno spigolo acuto, e in avanti terminati da una cornea trian- golare compressa, con più lo spigolo antero laterale dello scudo acuto e sporgente sul canto; le propoditi sinistre del 2° e del 3° paio prismati- che, con uno spigolo superiore esterno, uno al di dentro, uno inferior- mente; la mano maggiore poi è tumida, e guernita esternamente da una serie di pieghe oblique a poca distanza dello spigolo superiore. Vi è di più il colorito bluastro, la macchia bruna sulla mano più grande indicata da Dana, i peli rigidetti che sporgendo dall’ apice delle CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 209. granulazioni depresse ed oblique rendono pubescente la superficie della mano stessa e di altre parti del corpo; nè mancano le aree granulose sulla faccia esterna dell’ ultimo articolo delle zampe del 4° e del 5° paio, una circolare e nera nel primo, una allungata e rossiccia nell’ altro. Rispetto allo spigolo superiore del podoftalmo , che Milne Edwards dice acuto e Dana ottuso rotondato, vi è probabilmente equivoco sulla parte che vien designata, essendo acuto uno spigolo superiore interno, ma rotondato e in avanti ristretto uno che forse può essere conside- rato come faccia o spigolo laterale esterno da alcuno, o come superiore da altri. Si vede però nelle descrizioni fatto poco assegnamento ai peli radi che rendono barbati gli spigoli superiori dello scudo, gli spigoli e anche parte della superficie delle zampe; e per quanto alle zampe anteriori non si fa conto di una linea di altri peli fitti e lunghetti, che fanno una frangia al margine anteriore interno del carpo e alla base corrispon- dente della palma delle due mani: caratteri da notare, perchè collo spi- golo superiore acuto del podoftalmo son presi di mira nella definizione della Cenobita carnescens di Paomotu (Dana), la quale però ha la mano senza rughe oblique; questi caratteri si prendono ancora nella definizione della Var. pulchra , della stessa Cenobita rugosa, della quale però il nostro esemplare non ha le macchie rosse alle diverse giunture delle zampe. La fisura di Dana è assai mediocre. De Haan indica per dimora della specie la conchiglia di una Natica, che si trova poi a Giava, d’ onde proviene il nostro esemplare, nel- l'Oceano Indiano (M. Edw.). — Non si dice in quale altro guscio di mol- lusco alle Isole di Pitt, gruppo di Kingsmill (Dana). — Ceylan, Nicobar, Madras, Sidney, Tahiti (Hell). — Arcipelago di Paomotu a Raraka, Isole Samoa, Tongatoibu; Arcipelago delle isole Fidgi, Mare di Sooloo, a 50 piedi di profondità (Dana). Dimensioni e rapporti. Scudo. Lunghezza dal margine poster. al margine anter. .. .. Mill. 18,5 Larghezza massima dello scudo. ...........-.0.> » 13 id. del protorace indietro... ............+.- » 9 id. id. MIA VANTI I i elette Scie » 5 Lunghezza dei peduncoli oculari... ...........-..-> » 6 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. (NS) (6) ua SUB. TRIB. GALATHEIDEA. (ANOMOURA GRAPSIDICA INFERIORA.) Dana, Explor. Exped. Crustacea, T.I, p. 402, 478. Srnon. Galatheade, Leach, Dict. des Sc. nat., T. XVII, p. 52. Fam. (Galatheida, Macrourorum loricatorum Trib.), M. Edw., Hist. na- tur. des Crust., T. II, p. 270. (Galatheidea, Anomalorum Fam.), De Haan, Fauna japonica, Crust., p. xx (Pref.), p. 198. (Galatheidea, Schizosomatorum Fam.), Stimps., Proceed. of the Acad. of Nat. Soc. of. Philad., 1858, p. 238, 251. Genus. Munida. Leach, Op. cit., loc. cit. — Desmar., Considérat sur les Crust., p. 190. — Bell, British Crustacea, p. 206. — Dana, Op. cit., Vol. cit., p. 479. — Stimps., Op. cit., p. 283. Srnon. Galathea, Fabr.— Paguriorum pinnicaudatorum, Genus, Latr., Familles naturelles, p. 278; Palinurorum, Genus, Id. , Gen. Crust., T.1, p.49. — M. Edw., Op. cit., Vol. cit., p.273.— Macrourorum, Genus, Leach, Arrang. of Crust. Astacus, Penn.; Cancer., Gmel. LXVI. Munida subrugosa. Dana, Op. cit., Vol. cit., p. 479, tav. 30, fig. 7. — Stimps., Op. cit., loc. cit. Synon. (GALATHEA suBRUGOSA), White, Voyage of Erebus and Terror, tav. 3, fig. 2. — Id., Cat. Brit. Crust., 1850. Tav. XIII, Fig. 5, ab. Scudo ellittico rostrato, ai lati del rostro bispinoso, posteriormente tron- cato convesso e trasversalmente solcato. Mu | da NE CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 235 Rostro in forma di spina triquetra, acuta per la base, continuata sul tergo fino alla regione gastrica in carena sottile poco rilevata, lunga '), dello scudo e la metà più di due spine orbitali interne superiori laterali e conformi ad essa. Margine orbitale quasi retto integro, terminato in fuori da una spina orbitaria esterna più corta delle precedenti, seguìta dalle spine minori dello spigolo late- rale dello scudo e distribuite: tre sull’ angolo epatico, tre sullo spigolo epibran- chiale, due sullo spigolo mesobranchiale, essendo inerme lo spigolo metabranchiale. Lobi protogastrici separati per breve intervallo dal margine anteriore, di- visi dalla carena rostrale, prominenti, e nell’ apice spinosi; regione gastrica, epatica, meso e metabranchiale distinte da solchi, e suddivise da solcature pli- ciformi trasverse e maggiori, tutte nel margine secondo la grossezza più o meno lungamente ciliato-pettinate. Pterigostomio quasi nullo sotto lo spigolo antero laterale. ‘ Branchiostegite triangolare molto allungata, verticale, sulla faccia percorsa obliquamente da pieghe sottili, coll’angolo antero superiore acutissimo, disgiunta dal tergo per un intervallo che ammette 1’ antenna esterna; coll’ angolo infero- posteriore in avanti obliquamente troncato; coll’ angolo antero-inferiore ottuso, ed il lato compreso fra i due obliquo e formante margine laterale del peristoma. Epistoma ristretto con segmento oftalmico distinto per sutura trasversale dal segmento antennullare; segmento antennare più grande, quasi pentagono, con un angolo posteriormente troncato e scanalato fra due rilievi laterali, con un lato an- teriormente trasverso quasi bidentato, e per la parte esterna dei denti angolari articolato colla base delle antenne esterne. Orbite appena definite superiormente e sui lati; fosse antennari interamente aperte di sotto indietro ed in fuori. Podoftalmi corti depressi, separati alla base dal segmento oftalmico del- l’ epistoma; cornea grande, depressa, bruna. Antenne interne coll’ apice del penultimo articolo attingenti l’ estremità an- teriore del rostro, libere fin dalla base, composte di un 1° articolo discoidale brevis- simo, di un 2° articolo triquetro, poco più lungo del podoftalmo e dell’ occhio, nello spigolo esterno bispinoso; 3° articolo spinoso all’ angolo anteriore interno, di sopra indistinto dal 2° e dal 4°, l’ultimo de’ quali cospicuo soltanto per la lunga spina da cui è definito col suo angolo anteriore ed interno ; flagello composto di un 5° e di un 6° articolo (carpocerite, procerite) lunghetti, quasi clavati, 1’ ultimo terminato da breve scafocerite e da dattilocerite corta articolata. Antenne esterne situate al di fuori o poco più indietro delle antenne interne, nell’angolo fra la spina marginale anteriore dello scudo, e l'angolo antero superiore della branchiostegite; coxo-basicerite a margine interno per poco distinto, la- mellosa, connessa coll’ epistoma, libera col margine anteriore esterno; articoli successivi tre, un dell’ altro minori, nel complesso più brevi del podoftalmo; filamento sottile articolato, ‘/s più lungo dello scudo. Gnatopodi pediformi; coxopoditi triquetre corte per una faccia interna contigua ; col palpo lineare lungo fino all’ estremo anteriore, della merognatite, terminato da un articolo più sottile e °/, più corto, geniculato introrso e da fla- gello altrettanto lungo, articolato e pettinato ciliato. Ischiognatite, merognatite, triquetre compresse, sottili subeguali; carpogna- tite, prognatite, lungamente barbate; dattilognatite sottile e nell’ apice barbato- pennicillata, appena eccedente l’ apice della spina rostrale. 296 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. Toracopodi del 1° paio sensibilmente e variamente ineguali da un lato all’altro, prismatici nei primi quattro articoli, e negli spigoli interni superiore e inferiore della mero-carpopodite spinosi. Propodite compressa colla regione palmare più corta della digitale; e nella prima, spinosa di sopra esternamente e lungo il margine inferiore, in tutto il re- sto, come gli articoli precedenti, guernita di pieghe minute, ciliate, rilevate a modo di granulazioni depresse. Zampe posteriori decrescenti dalle 2° alle 4°. Meropoditi prismatico-triquetre, squamoso-granulose sulle faccie; lungo lo spigolo superiore e l’ angolo terminale superiore e inferiore esterno, spinose; carpopodite bispinosa nello spigolo superiore e terminata da spina all’ angolo in- feriore. Propodite lineare-compressa mutica e radamente denticolato-ciliata, spinu- + losa lungo lo spigolo inferiore; tarso compresso acuto, e nello spigolo superiore arcuato, ciliato più che sui due spigoli inferiori poco distinti; nell’ apice aceroso. Zampe del 5° paio più gracili, inermi, senza tarso distinto, colla meropodite all’ altezza della spina metabranchiale. Sterno triangolare, tanto largo che lungo, colla 1% e 2* sternite distinte dalla 3*, come dalla 6* e la 7°. Addome largo, superiormente convesso, fra il 4° e 5° segmento ripiegato; sui lati, per le epimeriti triangolari, profondamente inciso. 1° segmento corto inerme, nascosto sotto il margine dello scudo; 2°, 3° e 4° trasversalmente solcati da un solco mediano più forte lungamente ciliato, e due solchi, uno anteriore uno posteriore, più lievi e ciliati più brevemente; conves- sità tergale del 2° con quattro, del 3° e 4° con due spine, del 5°, 6° e 7° inermi. Epimeriti triangolari: nel 1° segmento anguste; nel 2° più grandi quasi simmetriche coll’ apice in basso; nel 3°, 4° e 5° assimmetriche col margine ante- riore escavato, e coll’ apice in basso ed anteriormente; nel 6° escavate sul margine posteriore e coll’ apice indietro. Urosterniti trasversalmente lineari. Pleopodi dei maschi gracili stiliformi triarlicolati, lungamente ciliati. Pleopodi del 6° segmento composti di una coxo-basipodite triangolare, col margine posteriore 4-lobato, quindi di un lobo esterno (esartro) e un lobo in- terno inversamente triangolari: il 1° verso il margine esterno, il 2° per il terzo esterno della faccia superiore squamuloso; nel margine poi l’uno e l’altro den- ticolati: il primo inoltre ciliato, ambedue finalmente, nel margine posteriore integro, pettinato—ciliati. Pleopodi del 7° coalizzati fra loro e colla tergite, a metà della lunghezza obliquamente articolati, nella superficie squamosi, nel margine posteriore bilobo e nel margine esterno lungamente ciliati, lunghi poco meno della metà della larghezza della lamina dalla coalescenza loro formata. Dimensioni e rapporti. Scudo. Lunghezza dello scudo col rostro .................. Mill. 28 Larghezza dello scudo fra i due denti angolari esterni. ... > 414 Fra i due angoli posteriori... .......-.. 0 ...00000 > 14,5 Lunghezza dello sterno senza l’ultima sternite. ....... SSNAU Larshezzatal]2 aste A RR A » 14 CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 237 Toracopodi. A destra. A sinistra. Dalla coxopodite al margine anteriore della mero- POditer del PALO E Mill. 22 17 Canpopodites. «uao ottani SLOT 6 ETOPOdMenas tn nente iosa al) 16 Dattilopodite RSA RARO BICI GIO. CIO CO O > 11 9 Tschiocenite internas e" 90 ere O DAT — Coxo-basi-ischio-merocerite esterna .......... » 7 _ HIEMENTONI NO O Ra rete 20121 _ La nostra forma, scolorita per l’alcool, ma ben conservata nel resto, corrisponde colla figura e i caratteri riferiti da Dana. Essa sarebbe del- l’ Isola di Aukland per White; per Dana, dell’ Isola dell’ Eremita e delle coste della Terra del Fuoco; per noi, della Patagonia occidentale. SUPPLEMENTO. Il seguente articolo avrebbe dovuto trovare il suo posto a pag. 205, fra la fine dei Crostacei Leucosidei, e il principio degli Anomouri, Fam. IV. DORIPPIDA. Dana, Explor. Exped. Crustacea, T. I, p. 390, 398. Stimps., Proceed. of the Acad. of Nat. Soc. of Philad., 1858, p. 165. Synon. Notopoda, Latr., Familles naturelles, p. 273 (pars). — Desmar., Considérat. sur les Crust., p. 134. Trib. Dorippiana, M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. IT, p.151 (pars). Dorippidea, De Haan, Fauna japonica, Crust., pag. 120. Genus. Dorippe. L. Fabr., Entomol. syst., Suppl, p. 361.—Latr., Hist. nat. Crust., T. VI, p. 123 (pars); Id., Gen. Crustaceor, T.I, p. 44; Id., Règne animal, édit. II, T. IV, p. 68.— Lamk., Hist. des Anim. sans vert., T. V, p. 445 (pars.) — Desmar., Considérat. sur les Crust., p. 135. — M. Edw., Op. cit., Vol. cit., p. 154. — Dana, Op. cit., Vol. cit., p. 398. — Stimps., Op. cit., p. 163. Notograpsus, Vesmwer, Mém. de Mathém. et de Phys. présentés è l’Acad. des Sc., T. X. Cancer, L. LXVII. Dorippe granulata. De Haan, Op. cit., Vol. cit., p. 122, tav. 34, fig. 4. M. Edw., Hist. natur. des Crust., T. II, p. 157, tav. 20, fig. 11. Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 53. Tav. XII, Fig. 5 a-e. La specie è particolarmente distinta dal torace senza spine laterali , colle regioni tergali convesse angolarmente rilevate quasi piramidate, di- CROSTACEI DEL VIAGGIO DELLA MAGENTA. 239 stinte quindi da solchi profondi, villose con granulazioni minute e numero- se, sparse quasi dovunque, salvo la parte epifrontale e protogastrica ante- riormente, più numerose e più grosse poi nelle regioni metabranchiali ; il carpo e la mano fino all’ origine del dito sono lungamente ciliate; le meropoditi del secondo paio, nella femmina almeno, ‘/; più corte della lunghezza dello scudo, essendo invece ‘/; più lunghe nella D. lanata ; i denti orbitarii esterni ed interni sono inferiori triangolari; margine sottorbitario escavato e granoso. La fronte, come nella D. japonica De Haan, è anteriormente smar- ginata e bidentata e con denti corti ed ottusi. L’ esemplare che sta sott occhio è una femmina di Jokohama. Dimensioni e rapporti. Diametro antero posteriore. ................... Mill. 22,00 Larghezza fra gli angoli antero-laterali. ......... . >» 12,00 id. fra la massima convessità dei margini POStErIORIMAtera lotte » 27,00 Meropodite del 3° paio, lunghezza. .............. » 16,00 Larghezza dello scudo = 100. IRON SHEZZA RE AR AS 0,84 Lunghezza della meropodite del 3° paio. . .... 0,59 ‘ De IHaan identifica questa specie colla D. Sima M. Edw. e 1’ av- vicina alla Dorippe facchino Herbst (Cancer lanatus L. Dorippe lanata Bosc), da cui appunto differisce pel suo torace granoso, per lo spigolo anteriore della meropodite non liscio, il posteriore ciliato, i tarsi più corti; ma con una proposizione singolare, messe queste differenze, con- clude: D. Sima M. Edw., a Dorippe Facchino differre non videtur. LXVII. Dorippe Tanata. Bosc, Hist. nat. des Crust., T. I, p. 208. — Lamk, Hist. des Anim. sans vert., T. V, pag. 245. — Latr., Encycl. Méthod., tav. 306, fig. 2. — Desmar., Considérat. sur les Crust., p. 135, tav. 17, fig. 2. —M. Edw., Op. cit., Vol. cit., p. 155. Srnon. Cancer lanatus, L., Syst., Fabr., Spines, T. I, p. 503. Cancer facchino, Herbst, Nat. Gesch. der Krabb., T. I, p. 188, tav. 2, fig. 67, femm.; T.I, p. 190, tav. 2, fig. 63, masc. Targ. Tozz., Catal. Crost. della Magenta, n. 54. Ho portato con dubbio questa specie al Catalogo, avendola trovata nella collezione unita alla precedente colla stessa origine, mentre è per 240 SUPPLEMENTO. certo forma mediterranea. Rivedendo però appunto le determinazioni della forma stessa secondo gli Autori, si trova presso la Dorippe la- nata la specie seguente, colla quale la nostra combina forse di più. LXIX. Dorippe affinis. Desmar., Considérat. sur les Crust., p. 135. — Latr., Régne animal, T. IV, p. 68, nota 2. — Costa, Fauna ital. Crostacei. — Herbst., Nat. Gesch. der Krabb., tav. 2, fig. 67. — M. Edw., Op. cit., loc. cit. Questa forma, secondo il Costa, porta: « Scuto hirto rugoso tubercu- » lato, fronte quadrispinosa, fomoribus secundi et tertiî paris margine » antico spinoso; » mentre la D. LANATA porta : « Scuto hirto rugoso, utrim- » que unidentato; fronte 4 dentata, fomoribus inermibus. » Le spine pertanto alle zampe quando non sieno carattere specifico dovrebbero es- sere col rimanente un carattere sessuale, e della femmina in particolare. La nostra frattanto, colle regioni tergali assai fortemente rilevate, angolose, granulate sensibilmente, lo spigolo laterale armato di una spina mesobranchiale, le meropoditi del 2° e del 3° paio ciliate di die- tro, spinulose nello spigolo anteriore, è un maschio. Fino a nuove dimostrazioni quindi ci par bene ristabilire la Do- rippe affinis distinta dalla D. lanata, riservando sempre l' incertezza sull’ origine di quella che ci è posta davanti. Dimensioni e rapporti. DORIPPE LANATA DORIPPE AFFINIS Mediterraneo. Adriatico. Giappone. Scudo. Foa NUiR Lunghezza ........ Mill. 25 20 18 23 Larghezza frontale... » 15 13 12 14 id. frala spina laterale.. » 30 25 29 27 Rapporti. Larghezza dello scudo. » 1,00 1,00. 1,00 1,00 Larehezza SCR SE » 0,83 0,80 0,81 0,84 Meropodite del 1° paio » 0,89 — 1,80 0,96 Toracopodi. 1È II I. Meropodite 1%. ...... » 26 27 21,5 24 26 28 Dattilopodite ....... >» 19 21 16 16 19 21 INDICE ALFABETICO DEI NOMI DELLE SPECIE, GENERI, ec.' er A acantha, Actea, Alph. M. Edw., 34. Acanthocyclus, M. Edw. et Lucas, 95. 99. 400. Acantholitus, Stimps., 225. Acanthoplax, Dana, 404. Achelous, De Haan, 65. 66. 68. 69. Actea, De Haan, Dana, A.M.Edw.,30.42.60. «Acteodes, Dana, 34. 42. ACTUMNINZX, Dana, 54. 56. acutus, Gelasimus, Stimps., 107. Admete, Portunus, De Haan, SI. — Thalamita, De Haan, 81. 90. — Thalamita, Latr., Aud., 85. ZEGLEIDEA, Dana, 205. affine, Goniosoma, A. M. Edw., 83. affinis, Actea, 33. affinis, Acteodes,3I. — Charybdis, Dana, 83. 90. — Dorippe, Desm., 238. — Epialtus, Stimps., 21. — Hemigrapsus, Dana, 417. 118. — Heterograpsus, Targ.Tozz.,11'7.121. — Sesarma, M. Edw., 145. 150. AGONATA, L. Fabr., 3. Alpheus, Dald., 163. Amphitrite, De Haan, 65. anceps, Lupa, H. De Sauss., 70. — Neptunus, A. M. Edw.,70. angulatus, Cyrtograpsus, Dana, 119. angulosa, Porcellana, Guerin, 212. angulosus, Petrolisthes, Stimps., 249. Anisodon, Charybais, De Haan, Stimps., 86. Anisodon, Goniosoma, A. M. Edw., 86. ANOMALA, De Haan, 203. ANOMOURA, Dana, Stimps., 205. Aniculus, Dana, 229. antarcticus, Lithodes, Nicol., 227. antillensis, Dromidia, Stimps., 207. anulata, Thalamita, M. Edw., 85. anulatum, Goniosoma, A. M. Edw., 85. anulatus, Portunus, L. Fabr., 85. APTERURA, M. Edw., 205. 206. arcuata, BRACHIURA, Latr., 23. 24. — CANCERIANA, M. Edw., 42. arcuata, Thulamita, De Haan, 78. 89. arcuatus, Portunus, De Haan, 78. 85. ARENINJ/E, Dana, 65. areolata, Actea, Dana, 33. areolatus, Acteodes, Dana, 31. 32. argentata, Amphitrite, White, 70. argentatus, Neptunus, A. M. Edw., 70. armatus, Neptunus, A. M. Edw., 69. 70. artificiosus, Cancer, Herbst, 207. artificiosus, Concheseres, Stimps.?, 207. asper, Neptunus, A. M. Edw., 69. Astacus, Pennant, 234. Atelecyclus, M, Edw., 42. 95. Atergatis, Dana, 23. 24. Audouini, Euripodius, M. Edw.,15.16.47. Bb Banksii, Lupa, Leach, 74. — Matuta, Leach, 19. bella, Actea, A. M. Edw., 33. 49. Bellia, 99. 100. bellicosa, Lupa, Sloat, 70. BELLIDEA, Dana, 205. bellus, Acteodes, 3A. 48. Berardi, Telphusa, De Haan, 91. 92. Bernhardus, Dana, 229. bidens, Grapsus, De Haan, 145. — Pachysoma, De Haan, 145. — Sesarma, M. Edw., 145. bituberculatus, Epialtus, Gibbes, 21. — Epialtus, M, Edw., 21. ' Dove possa occorrere , l'indice servirà per correzione del testo; i numeri in carattere grasso indicano la pagina, dove si tratta dell'oggetto in ispeciale capitolo relativo. Scienze fisiche e naturali. —VOL. I. 16 INDICE ALFABETICO DEI NOMI Bluteli, Porcellana, Risso, 210. | Boscia, M. Edw., 9%. BOSCIACZA,M. Edw., 404. BRACHYURA, Risso, Dana, M. Edw., 3. 54. BRACHYURI, Latr., 205. BRACHYGNATA , De Haan, 3. brasiliensis, Epialtus, Dana, 24. brevidactylus, Myctiris, Stimps., 187. brevipes, Euripodius, Dana, 13. 44. 15. Cc Calappa, L. Fabr., 189. CALAPPIANA, M. Edw., 187. 188. CALAPPIDEA, De Haan, 487. — Stimps., 188. CALAPPID, Dana, 187. Calcinus, Dana, 228, 229. calculosa, Actea, A. M. Edw., 34. calcolosus, Cancer, M. Edw. (36 callianassa, Cancer, Herbst., "86. callianassa , Goniosoma, A. M. Edw., 86. callianassa Thalamita, M. Edw., 86. Calypso, Cancer, Herbst. ,95. canaliculata, Cryptod romia, Stimps., 207. cancellus, Cancer, Herbst., 496. Cancer, Belon, 9. — De Haan, 33. 9.404. — Herbst, 24. 60. 190. 206. 240. — L., 22. 25. 34. BI. 4124. 163. 225. — Gmel., 234. — Pallas, 107. CANCERIANA, M. Edw., 54. CANCERIDE, Latr., 3.23. CANCRINEA, Dana, 23. CANCROIDEA, Dana, 3. 23. CANCROIDEA, De Haan, 3.23. 404. 102. caput mortum, Dromia, M. Edw., Stimps., 207. CARCINIANA, A. M. Edw., 65. CARCINOPLACIDA, Stimps., 106. — M. Edw., 106. CARCINOPLACINZE, M. Edw., Cardisoma, Latr., 101. carinata, Philyra, Bell, 196. carnescens, Cenobita, Dana, 233. Carpilides, A. M. Edw., 23. 54. Carpilodes, Dana, 42. Carupa, A. M. Edw., 65 CARIBDEIDA, Gegb., 84. CATOMETOPA, M. Edw., 3. 4. 100.401. 4102. Cavipes, Actea, A. M. Edw., 34. cavipes, Acteodes, Dana, 34. cedonulli, Cancer, Herbst, 66. cellulosa, Actea, Dana, 34. Cenobita, Latr., Dana, 232. CENOBITIDA, Dana, 232. Chaptali, Thelamitat Aud., 76. charcharias, Actea, Whithe, dh. Charybdis, De Haan, 65. — Dana, 84, 89. 90. Chasmagnatus, De Haan, 404. 104. DELLE SPECIE, GENERI, EC. cheirogona, Sesarma, Targ., 141. CHLORODINE XE, Dana, 23. 29. 42. Chlorodius, Leach, 12. Chorinus, M. Edw., 4. ciliatus, Raphidopus, Stimps., 222. cinereus, Grapsus, Say, 126. cinereus, Nautilograpsus, M. Edw., 126. Cirtograpsus, Dana, 4117. 118. 124. Cleistotoma, De Haan, 104. Clibanarius, Dana, 229. Clorodius, De Haan, 42. clypeata, Cenobita, Owen, 232. coeruleipes, Thalamita, Lucas et Jacq., 76. 85. Conchesseres, Stimps., 207. cordimana, Ocypode, Latr., 108. corallinus, Cancer, Herbst, 25. CORYSTIANA, M. Edw., 187. corystidica, ANOMOURA, Dana, 3. Corystoides, Strah], 99. 100. craniolaris, Leucosia, L. Fabr., 194. crassa, Helice, Dana, 164. crassimana, Thalamita, Dana, 75. crassimanus, Hemigrapsus, Dana, 147. crassipes, Pachygrapsus, Randall, 131. crenata, Thalamita, Dana, Ruppel, 85. crenatus, Neptunus, A. M. Edw,, 69. crenatus, Portunus, De Haan, 84. crenulatus, Hemigrapsus, Dana, 447. cribraria, Lupa, M. Edw., 70. cribrarius, Neptunus, n M. Edw., 69. 70. cribrarius, Portunus, Lamk., 69. cruciatus, Cancer, Herbst, 82. crucifer, Oceanus, De Haan, 82. — Portunus,L. Fabr., 82. 85. crucifera, Charybdis, Dana, 82. — Thalamita, M. Edw., 96. Cruciferum, Goniosoma, A. M. Edw., 87. CRYPTOPODA, Latr., 3. CRYPTODROMIA, Stimps., 207. Curtonotus, De Haan, 406. cyaneus, Nautilograpsus, M. Edw., 121. 125. cyaneus, Planes, Dana, 425. 126. CYCLINEA, Dana, 95. Cyclodius, Dana, 42. 53. 54. CYCLOGRAPSACEA, M.Edw.,101.141.116. Cyclograpsus, M. Edw., 146. CYCLOMETOPA, M. Edw., 3. 23. 54. Cymo, De Haan, 42. cymodoce, Trapezia, Guerin, 63. D Daira, Dana, 42. Danae, Actea, A. M. Edw,, 33. — Eurypodius, Targ., 15. ni — Thalamita, Stimps., 74. 85. DECAPODA, Latr., M. Edw., 3. decorus, Pagurus, Randall, 229. Defililippi, Lepidonaxia, Targ., 4. Dehaani, Geotelphusa, Stimps., 91, INDICE ALFABETICO DEI NOMI Dehaani, Sesarma, M. Edw., 148. | Dehaani, Telphusa (errata), 9. | dentata, Trapezia, Dana, 60. dentatus, Epialtus, M. Edw., 18. dentipes, Grapsus, De Haan, 165. | dentipes, Helice, Heller, 464. — Plagusia, M. Edw., 164. 165. depressa, Plagusia, Say, 164. 169. depressus, Grapsus, Latr., 169. diacantha, Lupa, Say, 70. diacanthus, Neptunus, A. M. Edw., 69. 70. diacanthus, Portunus, Latr., 69. Dilocarcinus, 01. diris, Nautilograpsus, Costa, 125. Diogenes, Dana, 229. | diverticulata, Melissa, Strah], 29. Dorippe, L. Fabr., 172. 189. 238. DORIPPIANA, M. Edw., 187. DORIPPIDEA, M. Edw., De Haan, 187. DORIPPID, Dana, 238. Doto, De Haan, 401. Dromia, L. Fabr., 205. 206. — Stimps., 207. __— Latr., 208. DROMIACEA, De Haan, 3. 206. DROMIANA, M. Edw., 205. 206. DROMIDEA, Dana, Stimps., 205. 206. 207. Dufouri, Lupa, Desmar., 70. dura, Charybdis, White, 85. Dussumieri, Sesarma, M, Edw., 145.447. E Echidnocerus, White, 225. Elamena, M. Edw.,170. elegans, Calcinus, Dana, 229. elegans, Pagurus, M. Edw., 229. 234. Eunoplonotus, A. M. Edw., 65. 68. 69. EPIALTINA, Dana ,417. EPIALTUS, M. Edw., 17. Eriocheir, De Haan, 104. 441. Eriocheirus, M. Edw., 111. 116. Eriphia, Latr., 54. 60. ERIPHIDA, Dana, 54. ERIPHIDA, A. M. Edw., 23. 54. 60. erosa, Actea, Stimps., 34. erythrodactyla, Thalamita, M. Edw., 85. erythrodactylum, Goniosoma, A.M.Edw.,85. erythrodactylus, Portunus, Lamk., 85. Etnorinchus, Gibbon?, 225. | Etisus, M. Edw, 29. 42. 106. EUBRANCHIATA, Dana, 3. EURIPODIDXA, Dana, 8. Eurypodius, Guerin, 8. Euxauthus, Dana, 25. 27. 29. exculptus, Cancer, Herbst, 27. exiguus, Clorodius, Targ., 48. E faba, Actea, A. M. Edw., 34. faba, Acteodes, Dana, 34. 34. DELLE SPECIE, GENERI, EC. 243 fallax, Cryptodromia, Stimps , 207. fallar, Dromia, Lamk., 207. floridus, Atergatis, Dana, 24. floridus, Cancer, Rumph., 24. forceps, Lupa, Leach, A. M. Edw., 70. 74. 86. forceps, Portunus, L. Fabr., 70. fossulata, Actea, A. M. Edw., 34. 35. fossulatus, Cancer, Girard, 34. fuliginosa, Philyra, n. sp., 201. G Gaimardi, Plagusia, M. Edw., 168. 169. Galathea, L. Fabr., 234. GALATHAIDA, Leach, 234. GALATHEIDA, M. Edw., 234. GALATHEIDEA, De Haan, Dana, 234. Galenides, M. Edw., Stimps., 23. 205. Gaudichaudi, Helice, M. Edw., 161. Gay, Acanthocyclus, M. Edw. et Lucas, 95. 99. GECARCINACZAA, M. Edw., 104. GEACARCINIANA, M. Edw., 90. Geacarcinus, M. Edw., 401. Gelasimus, De Haan, 401. Geograpsus, Stimps., 134. geometricum, Hymenosoma, Stimps.,182. Geotelphusa, Stimps., 90. Gibbesi, Lupa, Stimps., 70. Gibbesi, Neptunus, A. M. Edw., 69. 70. Gibbosa, Dromia, Lamk., 207. — Dromidia?, Stimps., 207. globosa, Dromia, Lamk., 207. gladiator, Neptunus, A. M. Edw., 70. — Portunus, L. Fabr., 70. glabra, Plagusia, Dana, 169. Goniograpsus, Dana, 124. Goniopsis, De Haan, 424. 126. GONOPLACEA, M. Edw., 101.102. GONOPLACIDA, Dana, 101. 102. GONOPLACIANA, M. Edw., 90. 4102. Gonoplax, Leach, 101. Goniosoma, A. M. Edw., 65. 81. 86. 87. 89. 90. gracilimanus, Neptunus, Stimps., 70. gracillima, Amphitrite, Stimps., 70. gracillimus, Neptunus, A. M. Edw., 70. granulata, Actea, A. M. Edw., 34. 35. — Dorippe, De Haan, 238. — Helice, Heller, 160. 161. granulata, Lupa, M. Edw., 71. granulata, Petalomera, Stimps., 207. granulatus, Achelous, A. M. Edw., 71. granulatus, Cancer, Aud., 34. — Charybdis, De Haan, 85. — Chasmagnatus, Dana, 160. granulatus, Neptunus, A. M. Edw., 70. — Pilodius, Targ, 50. granulosa, Porcellana, Guerin, 219. GRAPSACEA, M. Edw., 404. 124. 126. GRAPSIDA, Dana, 110, 244 GRAPSIDICA CANCROIDEA, Dana, 90. GRAPSIDICA ANOMOURA, Dana, 205. 210. GRAPSINZE, M. Edw., 104. 146. 124. 436. GRAPSOIDEA, Dana, 3. 104. GRAPSOIDIANA, M. Edw., 90. 440. 430. Grapsus, De Haan, 104. 410. 444. 421. 126. 134. 136. 163. Grapsus, Herkl., 126. — Latr., 146. HI Halicarcinus, White, 170. 474. 172. Halimus, Latr., 8. hastata, Lupa, Say, M. Edw., 70. hastatoides, Neptunus, A. M. Edw,, 70. hastatoides, Portunus, L. Fabr., 70. hastatus, Neptunus, A. M. Edw., 69. 70. hastatus, Portunus, Latr., 69. Helice, De Haan, 401. — Dana, 155. Helleri, Actea, A. M. Edw., 34. HELOECIFA, M. Edw., 104. Helecius, Dana, 101. 107. 182. hematocheirus, Holometopus, M. Edw, | 151. | Hemigrapsus, Dana, 116. 117. Hemiplax, Heller, 4182. Hepatus, Latr., 106. Heterograpsus, Lucas, Dana, 111.116. | herapus, Cancer, L., 210. HIPPIANA, M. Edw., 205. HIPPIDEA, Dana, Stimps., 205. | hippo, Cancer, Herbst, 35. hirsutissima, Actea, De Haan, 33. 37. Dromia, Lamk., 207. hirsutissimus, Acteodes, Dana, 32. — Xanto, Ruppel, 37. hirsutus, Cancer, L. Fabr., 207. hirtellus, Pilumnus, Leach, 60. hirtipes, Clorodius, Adams et Withe, 48. Holometopus, M. Edw., 151. 154. Hombronia, Lucas, 173. HOMOLIANA, M. Edw., 225. Hyas, Leach, 4. HYMENICINA, Dana, 169. Hymenicus, Dana, 470. HYMENOSOMIDX, Stimps., 169. HYMENOSOMINZ, M. Edw., 104. 169. Hypoccelus, Heller, 29. Hymenosoma, Latr., 170. 173. 1779. Hypoconcha, Guerin, Stimps., 206. 207. Huoni, Euxanthus, Lucas, 27. 28. I Ilia, Leach, 495. | impressa, Sesarma, M. Edw., 136. | lInachus, L. Fabr., 9. INDICE ALFABETICO DEI NOMI DELLE SPECIE, GENERI, EC. Inachus, Dald., 225 incertus, Neptunus, A. M. Edw., 70. INCUNEATA BRACHYURA, Strahl, 100. INFERIORA ANOMOURA, Dana, 205. 228. integerrimus, Acteodes, Dana, 34. — Atergatis, Lamk., 25. integra, Thalamita, Dana, 85. intermedia, Sesarma, M. Edw., 145. integrifrons, Matuta, Latr., 191. Iphimedia, Duchass, 34. JT javanica, Matuta, De Haan, 461. japonicum, Goniosona, A. M. Edw., 85. japonicus, Eriocheirus, De Haan, 411. HK KLEISTOGNATA, L. Fabr., 3. Krausii, Actea, Heller, 33. IL labyrinthica, Actea, Stimps., 34. laciniata, Parthenope, De Haan, 22. Lafondi, Sesarma, Lucas et Jacq., 136. LAMBRUS, Leach, 22. lanata, Dorippe, Bosc., 239. lanatus, Pilumnus, Latr., 55. lanosus, Cancer, Rumpf., 207. levimana, Eriphia, Latr., 60. levis, Chasmagnatus, Dana, 461. levis marinus, Cancer, Rumpf., 82. Larteti, Neptunus, A. M. Edw., 70. Latreillei, Euripodius, Guerin, 43. 414. 15. Latreillia, Euripodius, M. Edw;., 9. LATRELLIDEA, Stimps., 205. Latreillei, Cyclograpsus,M.Edw., 4161. Latreilli, Helice, M. Edw., 461. latens, Pseudodromia, Stimps., 207. lateralis, Cryptodromia, Stimps., 207. lateralis, Dromia, Gray, 207. Lepidonaxia, Targ., 4. Leptograpsus, M. Edw., 124. 134. Lesueuerii, Matuta, Leach, Ruppel, 191.493. leucodon, Lupa, Reuss, 74. Leucosia, L., 195. LEUCOSIANA, M. Edw., 187. 4193. LEUCOSIADZ, Bell., 193. LEUCOSIDEA, Leach, De Haan, 193. LEUCOSIDA, Dana, 193. 195. LEUCOSIDEA, Dana, 1847. LEUCOSIDICA ANOMOURA, Dana, 205. Liagora, De Haan, 42. LIBERATA BRACHYURA, Strahl, 100. lineatum, Goniosuma, A. M. Edw., 86. LISSOCARCINIANA, A. M. Edw., 65. Lissocarcinus, A. M. Edw., 65. literata, Varuna, M. Edw., 141. 122. literatus, Cancer, L., 422. — Grapsus, Bosc., 123. INDICE ALFABETICO DEI NOMI DELLE SPECIE, GENERI, EC. LITHODEA, Dana, 205. Lithodes, Latr., 225. LITHODEACEA, De Haan, 225. LITHODIDEA, Stimps., 205. 225. lobifrons, Lupa, M. Edw., 71. lobifrons, Porcellana, M. Edw., 216. Lomis, M. Edw., 225. 227. longicarpus, Myctiris, Latr., 183. 4185. longicornis, Porcellana, Latr., 240. longipes, Pilumnoplax, Stimps., 106. longirostris, Epialtus, Stimps., 24. longispinosa, Amphitrite, Dana, 70. longispinosus, Neptunus, A. M. Edw., 70. Lopholitodes, Brandt, 225. lotor, Dromia, M. Edw., Stimps., 207. Lucasii, Helice, M. Edw., 161. lunaris, Cancer, Herbst, 191. Lupa, Leach, 65. 69. 87. Lupea, Lamk., 65. LUPEANA, A.:M. Edw., 65. LUPIN, Dana, 65. LUPOCYCLINIANA, A. M. Edw., 65. Lupocyclus, A. M. Edw., 65. M macrocheles, Porcellana, Poeppig, 219. MACROPHTALMIDX, Dana, 104. 407. Macrophtalmus, De Haan, 401. MACROPODIANA, M. Edw., 8. MACROURA, Latr., 228. MACROURI, Latr., 205. macrourica, ANOMOURA, Dana, 205. Maja, Bosc., Lamk., 22. 225. MAJACEA, De Haan, 3. 4. 170. MAJANA, M. Edw., 4. MAJIDXA, Dana, 4. majidica, ANOMOURA, Dana, 205. MAJINEA, Dana, 4. MAJOIDEA, Dana, 3. 4. major, Nautilograpsus, Maclay, 125. mammillata, Melissa, Strahl, 27. mammillatus, Cancer, M. Edw., 27. — Euxranthus, 27. marginatus, E pialtus, Bell, 21. — Neptunus, A. M. Edw., 69. marmoratus, Leptograpsus, M.Edw., 133. Matuta, L., 189. 190. MATUTIDX, Dana, 188. MATUTOIDEA, De Haan, M. Edw,, 187.188. 194. Mederi, Sesarma, M. Edw., 136. media, ANOMOURA, Dana, 205. 240. media, Amphitrite, Stimps., 70. medius, Neptunus, A. M. Edw., 70. Megalobrachium, Stimps., 241. Melia, Latr., 54. melissa, Cancer, Herbst, 27. 28. Metopograpsus, M. Edw., 124. 126. — Stimps., 134. miles, Charybdis, De Haan, 86. miles, Goniosoma, A. M. Edw., 86. miniata, Trapezia, Lucas et Jacq., 60. minutus, Nautilograpsus, M. Edw., 125. Minyocerus, Stimps., 244. monspeliensis, Neptunus, A. M. Edw., 70. monticulosus, Chlorodius, Dana, 47. Munida, Leach, 234. mus, Pilumnus, Dana, 55. MYCTIRIDA, Stimps., 182. MYCTIRIDE4, Dana, 404. 482. Myctiris, Latr., 182. MYCTIROIDEA, M. Edw., 182. N natator, Charybdis, De Haan, 85. natator, Goniosoma, A. M. Edw., 85. natator, Thalamita, De Haan, 85. Nautilograpsus, M. Edw., 117. 124. Naxia, M. Edw., 4. Nectocarcinus, A. M. Edw,, 65. Neptunus, A. M. Edw., 68. 69. Neptunus, De Haan, 65. 86. niger, Cancer, Forsk., 48. niger, Chlorodius, Ruppel, 45. 46. nitida, Melissa, Strahl, 27. nitidus, Euranthus, Dana, 27. nodipes, Actea, A. M. Edw., 27. nodipes, Acteodes, Heller, 34. 34. nodipes, Cryptodromia, Stimps., 207. nodipes, Dromia, Lamk., 207. nodosa, Actea, Stimps., 34. nodulosa, Actea, A. M. Edw.,, 34. NOTOPODA, Latr., 4. 206. o obscurus, Chlorodius, Dana, 47. obesa, Actea, A. M. Edw,, 34. obesus, Actumnus, Dana, 60. obtusipes, Geotelphusa, Stimps., 91. oceanicus, Metopograpsus, M.Edw.,127. 430. Oceanus, De Haan, 65. 81. 87. 89. 90. octodentatus, Cyclograpsus, M. Edw., 447. Ocypoda, De Haan, 104. Ocypode, De Haan, 402. 107. 155. 169. OCYPODIACELE, M. Edw., 104.407. OCYPODIDZE, M. Edw., 102. 107. 444. — Stimps., 107. OCIPODIANZ, M. Edw., 90.407. OCYPODIN, M. Edw., Dana, 107. OCYPODOIDEA, Stimps., 102. Ocyroe, Cancer, Herbst, 24. Oethra, Leach, 54. Oethrides, A. M. Edw., 23. OETHRIN/%, Dana, 54. Ommatocarcinus, M. Edw., 104. ONCININEA, Dana, 4. ORBATA BRACHYURA, Strahl, 100. orbiculare, Hymenosoma, Leach, 182. orbiculata, BRACHYURA, Latr., 3. 246 orientale, Goniosoma, A. M. Edw., 86. orientalis, Plagusia, Stimps., 169. ornatum, Goniosoma, A. M. Edw,, 86. Orthostoma, Randall], 90. ovatus, Halicarcinus, Dana, 173. OXYRHINCHA,, M. Edw., 3. 4. 8. OXYRHINCI, Latr., De Haan, 3. OXISTOMA, M. Edw., 4187. OXYSTOMATA, Dana, De Haan, 187. OZIN/E, Dana, 54. 59. Ozius, M. Edw., 54. 92. 94. P Pachygrapsus, Randall, 126. 131. Pachycheles, Stimps., 211. Pachysoma, De Haan, 404. 15%. PACTOLIANA, M. Edw., 205. PAGURIANA, M. Edw., 205. PAGURIDEX, Dana, 228! PAGURIDEA, Dana, Stimps., 205. 228. PAGURII, Latr., 228. Paguristes, Dana, 229. PAGUROIDEA, De Haan, 228. Pagurus, L. Fabr., Dana, 228, 229. pallidula, Ocypoda, Homb. et Lucas, 107. Paragrapsus, M. Edw., 121. Paralomis, White, 225. Paratelphusa, M. Edw., 92. Paraxanthus, Dana, 25. Prionoplax, A. M. Edw.?, 104. productus, Epialtus, Randall, 21. prymna, Cancer, Herbst., 75. prymna, Thalamita, De Haan, M. Edw., 71 75. 85. Psammocarcinus, A. M. Edw,, 65. Pseudocorystes, M. Edw., 95. Pseudodromia, Stimps., 206. 207. Pseudograpsus, Dana, 114. Pseudorhombilia, M. Edw., 106. PTERIGURA, M. Edw., 205. 228. pubescens, Achelous, A. M. Edw., 71. pubescens, Lupa, Dana, 74. pulchella, Actea, A. M. Edw., 34. pusillus, Grapsus, De Haan, 125. pura, Actea, Stimps., 34. Partenope, L. Fabr., 22. PARTENOPEJANA, M. Edw., 22. PARTHENOPIDX, Stimps., 22. PARTHENOPIN, Dana, 4. 22. paucidentatum, Goniosoma, A.M.Edw., 86. pelagica, Lupa, Leach, Dana, 66. 67, 70. — Lupa, Say, 70. pelagicus, Cancer, L., 66. 68. — Grapsus, Roux, 126. pelagicus, Nautilograpsus, Roux, 126. — Neptunus, De Haan, A. M. Edw., 66. 69. 70. pelagicus, Portunus, De Haan, L., 66. Pelia, Bell, 4. 136. 451. INDICE ALFABETICO DEI NOMI DELLE SPECIE, GENERI, EC. Pelii, Grapsus, Merkl., 130. Pelocarcinus, M. Edw., 104. perfusa, BRACHYURA, Strahl, 100. PERICERIDA, Dana, 17. PERIMELIDES, A. M. Edw., 23. Peronii, Matuta, Leach, 191. 193. Peronii, Paramitrax, M. Edw., 9. 45. Petrolisthes?, Stimps., 24. 216. Petrolisthes. .. .?, 221. Petalomera, Stimps., 206. 207. Philyra, Leach, 186. 194. 195. 196. Phyllolithodes, Brandt, 225. picta, Thalamita, Stimps., 85. pictus, Pagurus, Owen, 229. Pilodius, Dana, 42. 47. 50. 33. pilosa, Actea, Stimps., 33. Pilumnoplax, Stimps., 102. Pilumnus, Leach, 54. 55. 106. Pinnotheres, Latr., 104. 169. 195. PINNOTHERIANA,M. Edw., 90.169. PINNOTHERINA, M. Edw_, 104. PINNOTHERIDEA, De Haan, 404. 195. Pisidia, Leach, 210. PISINA, Dana, 4. Pisoides, M. Edw. et Lucas, 5. Pisosoma, Stimps., 21. pisum, Philyra, De Haan, 196. Plagusia, Latr., De Haan, 99. 401. 163. 169. 172. PLAGUSIACEA, M. Edw., 104. 162. PLAGUSINA, Dana, 162. planata, Leucosia, L., 176. planatus, Halicarcinus, Dana, 176. PLANES, Bowd., 417. 124. Planipes, Cancer, Herbst., 494. planus, Xantho, M. Edw., 25. Platynotus, Dana, 441. PLATYONICHIDE, Dana, 100. platycheles, Porcellana, 210. 224. — Myctiris, M. Edw., 183. platycheir, Philyra, De Haan, 196. Platyonichus, A. M. Edw., 65. PLATYPODIA, Bell, 24. podopthalmia, CRUSTACEA, Dana, 3. Podopthalmus, De Haan, 65. Poissonii, Portunus, Aud., 85. POLYBIANA, A. M. Edw., 65 Polybius, A. M. Edw,, 65. polydorus, Cancer, Herbst., 35. Polyonix, Stimps., 214. Pontus, De Haan, 65. Porcellana, Lamk., 210. porcellana, Philyra, 196. PORCELLANIANA, M, Edw., 205. 210. PORCELLANIDEA, Dana, Stimps., 205. 210. _— 212. PORTUNIANA, A. M. Edw., 65. PORTUNIDA, Dana, 65. PORTUNIN/E, Dana, 65. [ Portunus, A. M. Edw., 65. î — Latr., L. Fabr., De Haan, 65. 71. $4. 86. 0 1. Mr MES Pe ee INDICE ALFABETICO DEI NOMI DELLE SPECIE, GENERI, EC. Potamia, Latr., 90. Potamobia, Leach , 9. Potamon, Savigny, 9. Potamophilius, Latr., 9. Potamophylus, Latr., U. Q quadratus, Grapsus, De Haan, 148. — Pachysoma, De Haan, 148. QUADRILATERA BRACHYURA, Latr., 3. 54. 90. 404. 4102. quadrimaculatum, Goniosoma, A.M. Edw., 86. KR RANINANA, M. Edw., 205. RANINID/E, Dana, 195. 205. RANINOIDEA, De Haan, 187. Raphidopus, Stimps., 211. 222. rectus, Eriocheirus, Stimps., 41411. Rhinolithodes, Brandt, 225. rosea, Thalamita, Homb. et Jacq., 86. roseum, Goniosoma, A. M. Edw., 86. rostratum, Goniosoma, A. M. Edw., 86. rotunda, Dromia, M. Leay, 207. ruber, Achelous, A. M. Edw., 74. rubra, Lupa,M. Edw., 74. rufescens, Chlorodius, Targ., 42. rufopuntata, Actea, A. M. Edw., 34. rufopunctatus, Xantho, M. Edw., 34. rugata, Actea, A. M. Edw., 34. rugosa, Cenobita, M. Edw., 232. 233. — Cenobita (var.) pulchra, Dana, 233. rugipes, Acteodes, Heller, 32. 34. — Carpilodes, A. M. Edw., 32. rugosus, Neptunus, A. M. Edw., 70. 86. rugulosa, Ilia, Roux, 494. Rumphii, Dromia, L., 207. 209. Ruppellia, M. Edw., 54.102. 106. Ruppelii, Actea, A. M. Edw., 34. Ss sabulosa, Hypoconcha, Guerin, 207. sanguineus, Portunus, Bosc., 85. sunguinolenta, Lupa, A. M. Edw., 70. 66. 67. sanguinolentus, Neptunus, A. M. Edw., 70. 68. 69. sanguinolentus, Cancer, Herbst., 68. Savigny, Thalamita, A. M. Edw., 85. Say, Lupa, Gibbes, 69. 70. Say, Neptunus, A. M. Edw., 70. — Plagusia, Dekay, 169. scabriuscula, Leucosia, L.,196. — Philyra, Leach,196. SCHIZOSOMATA, Stimps., 205. Schmarde, Acteodes, Heller, 34. Scopimera, De Haan, 101. sculptus, Plumnoplax, Stimps., 106. Scylla, De Haan, 65. 69, 247 Seba, Lupa, M. Edw., 70. Seba, Neptunus, A. M. Edw., 70. septentrionalis, Euripodius, Dana, 46. 17. serrata, Scylla, De Haan, 74. Sesarma, Say, 154. 155. SESARMACEA, M. Edw., 404. 4130. SESARMIN/, Dana, 136. setifer, Pilumnus, De Haan, 60. setifer, Xantho, De Haan, 60. setiger, Xantho, M. Edw., 34. setigera, Actea, A. M. Edw,, 34. sexdentata, Charybdis, De Haan, 85. sexdentatus, Cancer, Herbst., 85. sexdentatus, Hemigrapsus, Dana, 417. — Portunes, L. Fabr., 85. sexdentatum, Goniosoma, A. M. Edw. 85. Sieboldi, Neptunus, A. M. Edw., 69. sima, Thalamita, M. Edw., 81. 85. sinensis, Eriocheirus, M. Edw., 444. 112. Smithi, Nautilograpsus, M. Leay, 125. speciosa, Actea, A. M. Edw., 34. spinosa, PLAGUSIA, Maclay, 169. spinosus, Acanthopus, M. Edw., 169. speciosus, Acteodes, Dana, 34. spinimana, Lupa, Desmar., Stimps., 71. spinimana, Thalamita, Dana, 85. spinimanus, Achelous, A. M. Edw., 74. spinicarpa, Helice?, M. Edw., 461. splendidus, Gelasimus, Stimps., 107. spongiosa, Actea, A. M. Edw., 34. — Dromidia, Stimps., 207. spongiosus, Acteodes, Dana, 31. 34. squamosa, Plagusia, Lamk., 169. Stimpsoni, Thalamita, A. M. Edw., 71. 75. 85. 90. striata, PorceJlana, M. Edw., 221. subcorrugatus, Portunus, A. M. Edw., 86. subintegra (var.), Trapezia, Dana, 64. subglobosa, Actea, Stimps., 34. SUBMEDIA ANOMOURA, Dana, 205. 225. subquadrata, Helice?, Dana, 161. subquadratus, Chasmagnatus, Dana, 161. subrugosa, Galathea, White, 234. subrugosa, Munida, Dana, 234. sulcatifrons, Pilumnoplax, Stimps., 102. sulcirostris, Epialtus, Stimps., 21. SUPERIORA ANOMOURA, Dana, 205. 206. Sylviocarcinus, M. Edw., 104. b] TE TELEOSOMATA, Stimps., 205. 206. Telphusa, Latr., 90. 92. 94. 1041. TELPHUSIACEA, M. Edw., 104. TELPHUSINA, M. Edw., 401. THELPHUSINEA, Dana, 90. 23. TENUIPES AMPHITRITE, De Haan, 70. tenuipes, Neptunus, A. M, Edw., 70. Teschoiret, Thalamita, M. Edw., 85. testudineum, Nautilograpsus, Roux,126. THALAMITA, De Haan, 65. 248 Thalamita, Latr., 71. 84. 86. 87. 88. 89. tomentosa, Actea, A. M. Edw., 33. 35. tomentosus, Acteodes, Dana, 34. 35. tomentosus, Zozymus, M. Edw.. 35. tomentosa, Plagusia, M. Edw., 164. 168. tranquebarica, Lupa, M. Edw., 74. Trapezia, Latr., 54. 63. Trapezides, A. M. Edw., 23. 54. Trichopus, Dana?, 146. 124. TRICHIDEZ, De Haan, 7. tridens, Helice, M. Edw., 156. 464. tridentata, Hymenosoma, Lucas et Jacq., 176. iridentata, Paratelphusa, M. Edw., 92. trigona, BRACHYURA, Latr., 3. truncata, Thalamita, De Haan, 86. truncatum, Goniosoma, A. M. Edw., 86. truncatus, Portunus, Latr., $6. tuberculata, Porcellana, Guerin, 216. tuberculata, Cryptodromia, Stimps., 207. tuberculatus, Petrolisthes, Stimps., 216. tuberculosus, Nectocarcinus, A. M. Edw., 86. — Neptunus, A. M. Edw., 70. tumida, Cryptodromia, Stimps., 207. typica, CANCROIDEA, Dana, 23. — CYCLINEA, Dana, 23. TRICHODACTYLACEZE, M. Edw., 404, Trychodactylus, Latr., 90. 104. U Uca, Leach, 404. 107. ungulatus, Chlorodius, Dana, 47. unidentata, Dromia, Ruppel, 207. ursulus, Pilumnus, M. Edw., 55. INDICE ALFABETICO DEI NOMI DELLE SPECIE, GENERI, EC. Vv vaillantianus, Carpilodes, A. M. Edw., 42. Valdivia, White, 90. 404. validus, Neptunus, Herkl., 69. variegata, Charybdis, De Haan, 86. Varuna, M. Edw., 146. 121.455. VARUNACEA, M. Edw., 4144. vermiculatus, Xantho, A. M. Edw., 34. vespertilio, Cancer, L. Fabr., 55. 56. — Pilumnus, Leach, 55. vicentinus, Neptunus, A. M. Edw., 70. victor, Matuta, L., 191. vigilans, Amphitrite, Dana, 70. vigilans, Neptunus, A. M. Edw., 70. vigilantes, CANCERIDES, Latr., 163,169. villosus, Acantocyclus, Strahl, 99. — Pilumnus, Risso, 60. violacea, Porcellana, Guerin, 219. 220. violaceus, Petrolistes, Stimps., 219. vulgaris, Dromia, L. Fabr., 207. 208. d.< Xanthides, A. M. Edw., 23. 42. Xanthin®, Dana, 23. Xantho, Leach, 25, 47. 106. Xantho, Ruppel, 34. 42. Xanthodes, Dana, 25. Xanthus, Dana, 25. Z Zozymoides, Heller, 34. Zozymus, Leach, 34. 42. “a im 249 “Racv Fig.1,2,3,7,9, 12, 13,21. Eurypodius Audouini, M. Edw., mase. (Vedi pag. 16). — fl, Zampe del secondo paio; 2, Zampe del terzo paio; ®, Scudo dalla parte tergale; #, Ecto- gnatopodi X 3; ®, Rostro, podoftalmi, fosse antennullari, antenne, epistoma, en- dostoma, dalla faccia sternale X 2; 12, £3, Ebdognato, tetratognato X 3; 2. Chela sinistra leggermente ingrandita, * Fig. 4, 5, 6, 8, 10, 141. Lepidonaxia De Filippi, Targ. (Vedi pag. 5). — £, Tergo X 3; 5, Zampe del terzo paio; @, Mero, carpopodite, chela del primo paio X 6; 8, Pelo squa- miforme X 140; #0, Rostro, orbite, fosse antennullari, antenne esterne ,fepistoma, endostoma, dalla faccia sternale X 3; @fl, Ectognato X 6. A Fig. 14, 15, 16, 17, 18, 20. Eurypodius Latreillei, Guerin, femm. (Vedi pag. 9). — 14, 15, Ebdo , tetratognati; #6. Carpo, chela; 17, Dattilopodio dalla parte superiore; #8, Rostro, occhi, antenne, epistoma, endostoma, come nella Figura precedente X 2; 20, Addome della femmina. Ravs II Fig, 34,6, 7, 8,11. Epialtus dentatus, M. Edw. (Vedi pag. 19). — £, Scudo da tergo ‘/,; ; 2, Addome del maschio; 8. Scudo; 4, Tarso del secondo paio; @, Ectognatopodi; 7 Lyme tebeh 4, Addome della femmina; 8,Tarso del secondo paio; @ fl, Rostro, antenne, epi- stoma, ec. Fig. 5, 10, 12, 13, 16. Atergatis floridus, Dana (Vedi pag. 23). —&, Addome del maschio; 10, Zampe del 3° paio (legg. aum.); 12, Gnatopodi X 2; #3, Margine frontale, 1 Quando non vi sia segno di moltiplicazione, l’ oggetto s' intende rappresentato a gran- dezza naturale. — Le indicazioni delle figure staranno a emendare, dove occorre, quelle por- tate ai respettivi articoli nel testo. 250 SPIEGAZIONE DELLE FIGURE. orbite, fosse antennari, antenne, epistoma X 2; 16, Zampe del 1° paio, legger- mente aumentate. La meropodite dovrebb’ essere trasversale. Fig. 14, 15, 17, 18, 19, 20. Xantho planus, M. Edw. (Vedi pag. 25). — 14, Addome della femmina; 15, Margine frontale, ec., dalla faccia sternale; #7, Ectognatopodi; f$, Addome di un maschio giovane ; £®, Tarso e cuscini di peli; ®@, Peli X 140. Tav. III. Wigo, QAGRZO NNO EFEuxanthus melissa, Stimps. (Vedi pag. 27). — @®, Chela destra; 2, Scudo da tergo; 4, Addome del maschio; @, Fronte, orbite, fosse antennullari, occhi, antenne, epistoma, endostoma, dalla parte sternale X 2; '#, Ectognati; ©, Fossa antennare, antenna esterna X 4. Fig. 3, 8. Atergatis floridus, Dana (Vedi la Tavola precedente). —3, Zampa si- nistra del terzo paio X 2 (esagerata nell’angolo superiore dell’estremo carpico della meropodite); 8, Addome femminile. Fig. 5, 9, 10, 12. Etisus leevimanus, Randall (Vedi pag. 29). — 5, Ectognati; 9, Addome del maschio (esagerata la distinzione dei segmenti 3°, 4°, 5°); 10, Mar- gine frontale, fosse orbito-antennari, antenne, epistoma, ec., dalla faccia sternale; 2, Fossa antennare, antenna esterna sinistra. Fig. 13, 14, 16, 17, 19, 22, 23, 25, 27. Actea tomentosa, A. M. Edw. (Vedi pag. 35). — £8, Ectognati X 3; 4, Scudo da tergo; 1@, Lobo protogastrico interno X 4, e granulazioni; 27, Fosse antennari, antenne esterne destre X 4; @19, Zampe del 1° paio, chela destra X 3; 22, Pelo del tergo X 250; 23, Addome maschile X 3; 25, Zampa destra del terzo paio X 3; ®7, Margine orbito-frontale, epistoma, pterigostomio, fosse orbito- antennari, ec., X 2. Fig. 15, 24, 26, 28, 29, 30, 31. Acetea hirsutissima, De Haan (Vedi pag. 37). — @3, Ectognato de- stro X 4; 24, Zampa anteriore destra X 3; @6, Scudo da tergo; 28, Lobulo pro- togastrico interno, e granulazioni; 29, Zampa destra del terzo paio X 3; ®@, Ad- dome del maschio X 3; Bf, Pelo tergale X 140. Tav. IV. ig 2 TATO Or: Chlorodius exiguus, N. sp. (Vedi pag. 44). — @, Addome del ma- schio X 4; #, Zampa destra del primo paio X 4; &, Scudo da tergo X 4; &, Margine N S SPIEGAZIONE DELLE FIGURE. 251 orbito-frontale, ec., X 8; 5, Ectognatopodo destro X 4; & a, Fossa antennare, an- tenna esterna X 16; ®. Zampe del terzo paio X 4. Fig. 6, 7, 8, 10, 11, 12, 12 a, 14, 18. Chlorodius rufescens, N. sp. (Vedi pag. 43). — 6, Zampa anteriore destra X 3 ‘/, (non si vede il carpo, e quindi neanco la prominenza del suo angolo antero superiore); 7, Scudo da terso X 2; 8, Zampa destra del terzo paio X 3; #10, Addome del maschio X 4; fl. Ectognato destro X 3; @@, Margine orbito-frontale, antenne, pterigostomio, ec., X 4; 2 a, Fossa antennare, antenna destra; 4, Tarso delle zampe posteriori del terzo paio X 6; @8, Zampe del terzo paio. Fig. 15, 16, 17, 19, 20, 21, 24 a. Pilodius granulatus, N. sp. (Vedi pag. 50). — 3, Chela sinistra X 6; 16, Ectognato destro X 2; @'#, Scudo da tergo X 2; ®®, Addome del maschio; 20, Tarso X 6; 2, Margine orbito-frontale, pterigostomio, ec.; 24 a, Fossa anten- nare, antenna esterna X 3. Fig. 22, 23, 24, 26, 29. Actumnus tomentosus, Dana (Vedi pag. 60). — 22, Chela sinistra X 3; 23, Scudo da terso X 1 ‘/,; 24, Margine orbito-frontale, fosse orbitali, an- tennari, ec., X 3; 26, Zampa destra del terzo paio X 2 !/2; 29, Addome del ma- schio X 2 ‘|s. Fig. 25, 27, 28, 30, 31, 32. Pilumnus vespertilio, Leach (Vedi pag. 55). — 25, Scudo da tergo; 27, Margine orbito-frontale, pterigostomio, ec., X 2; ®S, Ectognato de- stro X 4; 30, Zampa destra del primo paio X 3; fl, Zampa destra del terzo paio X 3; 3®, Addome del maschio X 3. Rave Vi Fig 1,1a,1b,{1c.' Eriphia lsevimana, Guerin (Vedi pag. 60). — fl a, Margine frontale, fosse orbito-antennari, endostoma, occhi, antenne, ec., aumentato di !/;; ® d, Ad- dome del maschio ; fl c, Pleopodi del primo paio, verga ( X 4). Fig. 2, 2a, 2b, 2c,24,2e, 2f. Trapezia dentata, Dana (Vedi pag. 63). — 2 a, Scudo da tergo; 2 bd, Zampe del primo paio X 2; ® c, Margine frontale, ec., dalla parte sternale X 2; 2 d, Ectognatopodi X 2; 2 e, Addome della femmina; ® f, Zampa del secondo paio X 2. Fig. 3, 3a, 3b,3c. Lupea pelagica, Leach (Vedi pag. 66). — 8a, Margine frontale da tergo; 8b, Fossa antennare, antenna esterna sinistra, dalla faccia sternale X 2; Bc, Ectognatopodi. ! Per necessità del lavoro delle Tavole si è mutato il sistema della indicazione delle Figure; le quali d’ora in avanti hanno un numero comune, quando si riferiscono a una medesima specie, e sono distinte fra loro dalla lettera che segue la cifra. 252 SPIEGAZIONE DELLE FIGURE. Fig. 4, ba, 4b,4c, hd, be, 4f,4g, 4h. Thalamita Stimpsoni, M. Edw. (Vedi pag. 71). — £ a, Tergo dello scudo; &b, Zampe del quinto paio; & e, Margine frontale, ec., aumentato della metà; &d, Ectognatopodi aumentato di un mezzo; @®e, Addome del maschio; 4 f, Chela si- nistra; @g9, Fossa antennare sinistra, antenne, ec., X 4; 4h, Margine posteriore della propodite del quinto paio X 3. Lg IDIC MODICI IRE Thalamita corulzeipes, Lucas et Jacq. (Vedi pag. 76). — © a, Ectognatopodi X 2; sb, Scudo da tergo; 5c, Addome del maschio; & d, Fossa anten- nare; +e, Base dell’antenna esterna destra X 4, e chela destra; &f, Margine fron- tale, ec., dalla faccia sternale. LOVSVAD Liga liberta notte Mi feiNg: Thalamita sima, M. Edw. (Vedi pag. 82). — ® @, Margine della fron- te, ec., dalla faccia sternale (XK 2); @® d, Fossa antennare, antenna esterna X 4; ®rc, Scudo da tergo; @d (per errore fl a), chela destra; ® e, Ectognato X 2; # f, Ad- dome del maschio; @ g, Zampe del quinto paio. Fig. 2a, 2b, 26,24, 2f, 29, 2h. Goniosoma cruciferum, A. M. Edw. (Vedi pag. 82). — 2 a, Ad- dome del maschio (grand. nat.); 2, Ectognatopodi X 2; ®c, Fossa antennare, an- tenna esterna destra, dalla faccia sternale; ®d, Scudo da tergo; 27, Margine fron- tale, ec., X 2; ®g, Chela destra; 24 (per errore fg fra la Fig. 2d, 27), Zampa del quinto paio leggermente accresciuta. Fig. 3a, 30, Bic, dex :3f, 39: Goniosoma affine, M. Edw. (Vedi pag. 83). — ® « (Figura di centro), Chela destra; = a' (Figura da parte), Scudo dalla faccia tergale (per errore % a); 36, Zampe del quinto paio; Bc, Dente frontale praticato da un poro terminale, fossa antennare, antenna esterna destra X 4; ® e, Margine orbito-frontale, ec., X 2; 3 f, Ectognato X 2; ® g, Margine posteriore della propodite del quinto paio X 4. Fig. ba, 4b, 4c, hd, he, bf, 4g. Paratelphusa tridentata, M. Edw. {Vedi pag. 93). — £ a, Ecto- gnato destro X 2; 4, Scudo da tergo; &c, Fossa antennare, antenna esterna de- stra X 4; 4d (Figura nell’ angolo sinistro inferiore) Chela destra (per errore 4 a); 4 e, Addome del maschio; @f, Margine orbito-frontale , ec.; £ g, Zampe del se- condo paio. Tav. VII. Erg Alari vpalicaliaraltersie Acanthocyclus Gay, M. Edw. (Vedi pag. 95).—fl, Scudo da tergo; fa, Fossa orbito-antennare, antenna esterna destra, dal lato sternale X 6; @d, Chela SPIEGAZIONE DELLE FIGURE. 253 destra; 1 c, Zampa del secondo paio; @ d, Ectognato X 3; @l e, Addome del maschio; 1 f, Margine orbito-frontale da tergo X 3. Fig. 2, Zia, 26, 2c, 2d, 2e. Pilumnoplax sulcatifrons, Stimps. (Vedi pag. 102). — è, Scudo da tergo; 2a, Margine orbito-frontale, ec. (metà destra dalla faccia sternale); 2 db, Ectognato; 2c, Addome del maschio; 2d, Fossa antennare, antenna esterna de- stra X 2; 2 e, Chela destra. Fig. 3, 3a, 3b; 3, 34. Ocypode cordimana, Latr. (Vedi pag. 108). — 8, Scudo da tergo; 3a, Chela destra; 86, Margine orbito-frontale, ec., X 2; Bc, Zampa del secondo paio; &d, Zampa del terzo paio. Fig. 4, 4a, 4b, Le, 4d, Le. Metopograpsus oceanicus, M. Edw. (Vedi pag. 127). — @, Scudo da tergo; 4 a, Zampa destra del terzo paio; 4 b, Chela destra; 4 c, Addome del maschio; 4 d, Margine orbito-frontale col lobo orbitario inferiore interno, e antenna esterna destra X 2; 4 e, Ectognato destro X 3. Fag. 5,5a,5b,5c,5d. Heterograpsus affinis, Targ. (Vedi pag. 117.) — 3, Scudo da tergo X 2; Sa, Chela destra X 2; sb, Zampe del secondo paio X 2; Se, Zampe del quinto paio X 2; Sd, Ectognatopodo destro X 3. Tav. VIII. Fig.1,1a,1b. Eriocheirus japonicus, De Haan (Vedi pag. 112). — £, Chela de- stra; ® a, Margine orbito-frontale, ec.; @ d, Ghela sinistra. Fig. 2,2a,2b, 2c,2d4,2e. Varuna literata , M. Edw. (Vedi pag. 122). — ®, Scudo da tergo; 2 a, Chela destra; ®d, Ectognato destro X 2; 2 e, Margine fronto-orbitale, ec., metà destra, dalla faccia sternale X 2; @d, Sterno, addome del maschio; 2e, Sterno, addome della femmina. Fig. 3,3a,3b,3c,3d,3e. Pachygrapsus crassipes, Randall (Vedi pag. 134). — 3, Scudo da tergo; 8a, Sterno, addome del maschio; 8 d, Zampa del secondo paio a destra; 3 c, Chela sinistra; Bd, Zampa del quarto paio; Be, Ectognato destro X2. Fig. 4, La, 4b, 4c, 4d. Cirthograpsus angulatus, Dana (Vedi pag. 108). — &, Scudo da tergo X 2; 4 a, Sterno, addome; 4 b, Margine orbito-frontale, antenne a destra, ec., dalla faccia sternale X 4; & c, Zampa del secondo paio X 2; &d, Zampa del quinto paio. 254° SPIEGAZIONE DELLE FIGURE. Fig. 5, 5a, bb, 5c, 0d, de. Nautilograpsus cyaneus, M. Edw. (Vedi pag. 125). — 5, Scudo X 2; a, Addome, sterno di femmina sterile; sb, Addome di maschio; sc, Ad- dome, sterno di femmina ovigera X 2; &d, Zampa del quarto e del quinto paio X 2; e, Margine orbito-frontale, antenne, ec., X 4. Tav. IX. Fig.1,2,3, 4 Fig 1. Sesarma Mederi , M. Edw. (Vedi pag. 137). — @l, Scudo da tergo; @l a, Fronte, fosse orbito-antennari, pterigostomio, epistoma, metà destra dalla parte inferiore X 2; @l db, Sterno, addome del maschio; @l c, Ectognato X 2; fd, Zampa del terzo paio sinistra; fl e, CGhela destra; @ f, La stessa per lo spigolo superiore della pro e dattilopodite X 2; @ #, Arco sternale del primo anello addominale, e pleo- podi. — fl î, Lo stesso nella combinazione dei pleopodi del primo paio #, e del se- condo paio i". Fig. 2. Sesarma cheirogona, N. sp. (Vedi pag. 141). — 2, Tergo dello scudo; 2a, Ectognato X 2; 2d, Fronte, ec., da destra e dalla faccia sternale X 2; 2 c, Fossa antennare, antenne esterne da destra e dalla faccia sternale X 5; ®d, Ad- dome, sterno del maschio; 2 e, Chela sinistra, dalla faccia antero-inferiore esterna; 2,9, Zampe del secondo e del quinto paio. Fig. 3. Sesarma Dussumieri , M.Edw. (Vedi pag. 145).—®, Scudo da tergo; Ba, Ectognato X 2; 3, 8c, Zampe del secondo e del quinto paio; sd, Fronte, ec., da destra e dalla faccia inferiore X 2; Be, Chela destra X 2; 3 f, Zampa destra del primo paio specialmente nella meropodite, e dalla faccia antero-superiore interna. Fig. 4. Sesarma Dehaani, M. Edw. (Vedi pag. 148). — £, Scudo dalla faccia tergale; @a, Ectognato X 2; 4&b, Zampa del secondo paio; 4&c, Zampa del quinto paio; @d, Zampa del primo paio, specialmente per la faccia antero-superiore interna della meropodite, lo spigolo superiore del carpo e della dattilopodite; 4 e, Chela sinistra, dalla faccia libera in avanti; @f, Sterno, addome del maschio. Tav. X. Fig.1,2,3,4,5. Fig. 1. Holometopus hemetocheirus, M. Ed w. (Vedi pag. 151). — î, Scudo da tergo; fl a, Fronte, ec., dalla faccia sternale, metà destra XK 2; 2 b, Addome, sterno del maschio; @l c, Pleopodi; fd, Ectognato X 2; fre, CGhela de- stra, dalla faccia anteriore esterna; @ f, Chela secondo lo spigolo superiore della dat- tilopodite; lg, Zampa del terzo paio nella femmina; fl R, Zampa del terzo paio nel maschio. Fig. 2. FLelice tridens, M. Edw. (Vedi pag. 156). — ®, Scudo da tergo; 2a, Ectognato X 2; 2 d, Sterno, addome del maschio; 2 c, Fronte, ec., dalla fac- cia sternale, metà destra X 2; 2 d, Zampe del terzo paio, dalla faccia antero-inferiore; @e, Zampe del quinto paio; 2 f, Chela destra. Fig. 3. Hlelice granulata, Heller (Vedi pag. 160). —®, Scudo da tergo; SPIEGAZIONE DELLE FIGURE. 205 Ba, Ectognato X 2; &d, Fronte, ec., dalla faccia sternale, metà destra X 2;3%c, Sterno, addome del maschio; % d, Chela destra; Be, Zampe del terzo paio, dalla faccia antero-inferiore. Fig. 4. H{alicarcinus planatus, Withe (Vedi pag.176).— 4, Scudo da tergo X2; 4a, Fronte, epistoma, ec., dalla faccia sternale X 6; 4d, Addome, sterno di femmina sterile X 2 112; 4@c, Fronte, fosse orbito-antennari, antenne, epistoma, pterigostomio X 4; 4d, Addome di femmina feconda; &e, Addome di femmina ste- rile, dalla faccia aderente; 4 f, Ectognato. Fig. 5. H{alicarcinus ovatus, Stimps. (Vedi pag. 176). —#, Scudo da tergo; sa, Ectognato X 4; 5, Fronte, fosse orbito-antennari, epistoma, con occhi e antenne in sito XK 6; sc, Addome, sterno del maschio; ®d, Fronte, fosse orbito- antennari, epistoma, detratti gli occhi e le antenne X 6. Tav. XI. Fig.1, 1a, 2a. Halicarcinus ovatus, Stimps. (Vedi la Tavola precedente, Fig. 4, pag. 173). — la, Zampa e chela del primo paio X 2; 2a, Zampe del secondo paio X 2. Fig. 1,2. Halicarcinus planatus, White (Vedi la Tavola precedente, Fig. 5, . pag. 176). — 11, Zampe del secondo paio X 2; 2, Zampe del primo paio X 2. (Le Figure rendono poco esattamente l’apparenza del tarso lamelloso falciforme a causa del chiaro-scuro male applicato.) Fig.3, 3a, 36, 3c, 34,3. Hymenosoma laeve. N. sp. (Vedi pag.179)..—3, Zampe e chela del primo paio X 2; 8a, Scudo, X 2; 8b, Margine frontale, occhi, antenne, ec, colla fessura respiratoria presso il margine ascellare, dalla faccia sternale X 4; 8 e, Sterno, addome del maschio X 2; 8d, Ectognato destro X 3; Be, Zampe del secondo paio X 2. Fig. 4, La, 4b, 4c. Plagusia dentipes, M. Edw. (Vedi pag. 165). — &, Margine orbito- frontale da tergo X 2; &a, Margine orbito-frontale, dalla faccia sternale; 4 d, Chela destra; & c, Zampa del terzo paio. Fig. 5, 5a, 5b, 5c, 5d, de. Mycetiris longicarpus, Latr. (Vedi pag. 185). — 5, Scudo da tergo; 5a, Sterno, addome X 2; 5, Margine orbito-frontale, podoftalmi, antenne, dalla faccia sternale X 2; 5 c, Zampe, chela destra del primo paio; sd, Zampe del quinto paio; se, Ectognato sinistro. Fig. 6, 6a, 65, 6c, 64, be. Mycetiris platycheles, M. Edw. (Vedi pag. 186). — 6, Margine fron tale, ec., dalla faccia sternale X 2; @ a, Ectognato sinistro; 6 d, Scudo da tergo; 6 c, Sterno, addome del maschio X 2; @d, Zampe del primo paio; @e, Zampe del quinto paio. / 256 SPIEGAZIONE DELLE FIGURE. RAT, MOSTO Matuta victor, L. Fabr. (Vedi pag. 191). —'#, Margine orbito-antenna- re, ec., pterigostomio a sinistra, dalla faccia sternale X 2; '# a, Chela destra; #b, Addome di femmina; '#c, Addome di maschio. Rave (XS Fig.1, 1a, 13. Philyra scabriuscula, Leach (Vedi pag. 196). — fl, Scudo da ter- go; fa, Sterno e addome; fl d, Zampe e chela del primo paio da destra. Fig. 2, 2a, 2b,2c, 24, 2e, 2f, 2g: Philyra pisum, De Haan (Vedi pag. 197). — ®, Margine orbito-fron- tale, ec., X 2; 2 a, Chela destra ingrandita della metà; ® d, Scudo da tergo, ingran- dito come sopra; 2c (per errore ®d), Figura a sinistra, profilo del corpo, ingran- dito come sopra; ®d, Sterno, addome del maschio, come sopra; 2 e, Zampe del terzo paio X 2; 27, Addome della femmina aumentato della metà; 29, Ectognato- podo X 2. Fig. 3,3a,3b, 3c, 3d,3e, 3f, 39,3h. Philyra fuliginosa, N. sp. (Vedi pag. 201). — %, Scudo da tergo X 3; 3a, Angolo orbito-antennare X 4; 8b, Zampe del terzo paio X 4 (La superficie corrugata nel disegno è invece sottilmente granulosa); Bc, Addome del maschio, X 3; d, Addome della femmina X 2; Be, margine frontale, endostoma (Figura presso il margine sinistro della Tavola, e per errore confusa colla precedente dalla in- dicazione); ® f, Profilo del corpo X 3; 8g, Ectognato; 8 4 (per errore Bg, a metà del margine sinistro della Tavola), Zampe del primo paio, chela X 4. Fig. 4, La, 4b, bc, 4d, Ue, 4f. Philyra carinata, Bell. (Vedi pag. 199). — 4a, Zampe del quinto paio; 4 bd, Zampe del terzo paio; &c, Margine frontale, endostoma; &d, Zampe e chela del primo paio; ®e, Sterno e addome del maschio; 4, Ectognato sini- stro X 2. Fig. 5, 5a, 56, 5c,5d, be. Dorippe granulata, De Haan (Vedi pag. 238). — 5, Scudo; 5a, Margine frontale, pterigostomio, endostoma, dalla faccia sternale X 2; & d, Ecto- gnato sinistro X 2; 5c, Zampe e chela destra del primo paio X 2; 5 d, Estremità posteriore dell’ addome della femmina; Se, Zampe del quinto paio X 2. Fig. 6, 6a, 65, 6d, 6e. Porcellana angulosa, Guerin (Vedi pag. 212). — @, Scudo da tergo; @ a, Scudo di profilo, branchiostegite; @%, Antenne interne, dalla faccia anteriore interna; 6 d, Antenne interne, dalla faccia terminale X 4; @e, Margine frontale, antenne, ec. Vane SPIEGAZIONE DELLE FIGURE. Tav. XIII. Fig dA, fa, 10-1g Porcellana angulosa, Guerin (Vedi Tav. XII, pag. 212). — fl, Addo- «me XX 2; lla, Chela sinistra; ld, Ectognato sinistro X 2; £d, Margine orbito- frontale, endostoma. gi 2 a DI De 2g i2ho Petrolisthes violaceus, Stimps. (Vedi pag. 219). — 2, Scudo di | profilo, branchiostegite; 2a, Branchiostegite, origine delle antenne; 2b, Margine orbito-frontale, origine delle antenne; ® c, Ectognato sinistro ; 2 d (per errore 2 4, Figura lungo il margine sinistro della Tavola), Estremità dell'addome; 2 e, Antenna interna destra, dalla faccia superiore X:5; 2 f, Scudo; 2 9g, Antenna inferta destra, dalla faccia terminale x 5; 2 #, Chela ira (Gara senza lettera a sinistra della fisura fl d), zampa sinistra del quinto paio X 2. Big:3, 34) 30 dic, 3d, de, 3 fi Petrolisthes tuberculatus, Stimps. (Vedi pag. 219) — 8, Scudo, | origine delle antenne esterne da tergo; 8a, Antenna esterna X 2; 36, Addome; ®c, Margine orbito-frontale, antenne esterne e interne; 84, Ectognato destro; 8 e, (per errore Ba, Figura sul margine destro della Tavola), Zampa del primo paio, chela destra; Bf, Zampa destra del terzo paio. Fig. 4, ba, 4b, bc, 4d,Ue. ' Raphidopus ciliatus, Stimps. (Vedi pag. 222). — 4, Scudo X 2; 4a, Branchiostegite , origine dell’ antenna esterna X 4; 4, Ectognato; £c, Zampa . destra del secondo paio X 3; & d, Addome X 3; 4Le, Zampa del primo paio, chela X 2. Fig. 5, 5a, 5b. Munida subrugosa, Dana (Vedi pag. 234). — 5, Scudo da tergo; 5 a, | Margine orbito-frontale, origine delle antenne; 3, Chela. Fig. 6, 6c. Cenobita rugosa, L. (Vedi pag. 232). — 6, Scudo da tergo; 6c, Scudo di fianco per la parte cervicale X 2. Figura senza lettera nell’ angolo inferiore sinistro della Tavola, Chela; Figura superiore senza lettera fra la figura 5a, 4d, Zampa to- racica sinistra del quarto paio X 2. Calcinus elegans, Dana (Vedi pag. 228). — Figura senza lettera fra il margine della Tavola e la fisura & d; Figura sul margine, Zampa toracica sinistra del quarto paio XX 3; Figura fra la precedente e la fisura & d, Zampa toracica anteriore destra X 2; Figura 9 fra la figura & e la fisura @ g, in fondo alla Tavola; Scudo da tergo X 2. Scienze fisiche e naturali. —VoL. I 17 mR DI. CAZ:DEL RIS PUBBLI MER # i » i EUBBLIVAZ,DELRIST.DISTUDI SUPER. Pa ‘IN FIRENZE 5 . HS x a FETTIAMARIA TIVE Ni - ill (7) e t d È Rod Y TÀ » (rom dteEiorentno v a A , # i » idee PUBBLICAZ. DELRISTDISTUDMI SUPER. TU ANVARS IN FIRENZE Crostace? del viag. dellalMa gen sid NTIG AL Lai PUBBLICAZ DEL TOT GODE DISTIUDI SUPER. IN FIRENZE r—- TAV 4. Crostacei del viag.dellaMa genta { ST i 2: ZAN } A PIE A \ (AIA = Tal \ i )\ dA N Nb \hi i i Ò PIA eSI iù IN FIRENZE rostacer delviag. dell AT fnnnan st PUBBLIC 4.DEL R.IST DI STUDI SUPER IN FIRENZE Auf ai JA fe sr d,$° el =. [ua] ai Ei a pei L {a FA ri HH "| [uno] e ) i i ») Gi } i) dò Te 3 ì ‘ Ù Ò n) LA A ì " Ù - 4 (ce) * ni sa si A I * 4 ‘ PUBBLICAZ DELR.IST DI STUDI SUPER. » PUBBLICAZ DEL R.IST DI STUDI SUPER: TAVI » IN FIRENZE ;rostaceil del viag. della Magenta 4a ser Ì { ici ld tot ela PUBBLICAZ 0 Ii te I9ì Ù di Ù (U] x ui î CI i Li DI i : i î : - n Di Ù : i Ù (hi ’ 1° TO x Y LI ù | = Ù si Di \ Ul | | Ù SI n © si ST n ce: x ° si Ù Ò È ra x Ù ti to Ù se Ù i na i ì DI Dì ti Des CLI | î Ù DA ù TT E si Ù i Tu ù ni ti LI 5 VAI ti Ti 1, È bil ti Ò Ù Ù O Ù : Ù 2 Ù Ù a ° n CL] x Ii | Ti L PO) ° : n] : n ° | É | n i ;3 Hi x Ù Ù % Pi SI A îi fi Ul LU (ll TSI Con i Ù 5 x i si DN u Ù U ni PT Lù n L sei RAT * LVL 3 9088 00045 4058 SMITHSONIAN INSTITUTION LIBRARIES MIRO Pet ic PARLI (RITI alli? RCCICACI TICA GI n & CITI IRORTRA ATRIA Pe rit LOLA VOIMURCAAE A oe PN DOIORIOA OE OSO PRLSONLI ASTRI Ù ui gg AA : ) î L n EMILIA] DEIOLINO meine ì MIDA EMA 9 : ' % Mporsrecpecnri unt MOLE He i SO N N , i vi dk Uh #* x ] av E i RIO NIZ VON Ù Viiv de a