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si

5 4-6

Rare Book & Special CoHection* Library

DEI

CRISTALLI QUARZOSI

DI SELVINO

MEMORIA

CHIMICO-MINERALOGICA

D i

GIO. MAJRONI DA PONTE

Professore di Chimica, e di Storia Naturale nel Liceo del Dipartimento del Serio

BERGAMO

iJa Luigi Sonzognì i 8 i o.

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University of Illinois Urbana-Champaign

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548

(V\ 7,.'

AL SIGNORE

GIUS. PALLAVICINI

CONSIGLIERE DI STATO, BARONE DEL REGNO,

COMMENDATORE DEL REAL ORDINE

DELLA CORONA DI FERRO ,

PREFETTO DEL DIPARTIMENTO DEL SERIO

OJX Voi pili pzejio cne ad aiiut éiQ. CoiiMQiieze Q?iefetto , volta eùeze aueHo iivttcciuoio tuiif o/aio, e pezene *i fine eoncsciioze ^oi

avete ai iutto ciò, cne alfe fetenze , affé lei tele * appartiene , e per— elle quanto concerne i prò a otti oef uojfoo (idi pattini enio <v intereùa ó\ aa vicino, e pili perchè con mia Gentilezza tutta a voi par- ticolare , V ot jofeie tener pur ut q natene conio te eoa e mie , pei- quanto aien elleno povere , e ine— écnìue.

yoi troverete tn questa piccioia tuia meni ozia alcune ofjerv azioni

tui Giutaiti ai oeiviiio , capuc— cioja ptoauzioue aeita uatuia > che occupa peto un vanno auiinto fza te pteaevoli aet fioatto vaerei). Quefta pettanio f è>iQ. Gonfiai lete (J^iefetto, a voi àen viene, pecche aeanat ta voqtiate ai un voglio àguatao ni tino ai que' momenti , cne in mezzo aliene atte più tette e faàùòioae occupazioni tapete put ti- tiovate pet comectatti a! jtuat mi— atioti. o/lbe foztuiiaio 4e non udeaua-

le ó accoaiieua , menile ove a indi' alito na vuoua , àeivizaj al- meno a oazvfi im peauo della perfetta mia aùiua e divozione !

Ifmìiiss. Ossetjuiosiss. Obbligatisi. Swvitcre G. Maironi da Ponte.

(7)

1 Cristalli di Servino, de' quali mi fo a ragionare , si considerano una delle natu- rali rarità più pregevoli , che vanti il nostro Dipartimento.

Essi sono quarzosi , cioè sono una cristal- lizzazione del quarzo : Quarlz Hyalin limpide di Haùj : Queir tzum crystaUimtni colore a- aueo , crystallus montana di Wallerio : Cri- stai de roche di Destile ; che è lo stesso che dire quarzo lucido figurato in forma rego- lare, dagli stessi antichi chiamato Cristallo , parola derivataci dal Greco , e che ghiaccio significa , od acqua gelata.

Fuvvi dilTalti nelP antichità chi pensò altro non essere i cristalli di questo gene- re , che un' acqua congelata dalla Natura in. uno stato permanente. E tale opinione sem-

(«)

bra arere adottata lo stesso Plinio scrivendo : Contraria huic (che e il calore) causa cry-

st alluni J'ecit , gelu vehementiore concreto

JVun alìubi certe reperitur , qua ni ubi maxi- me hybernaì nives rigeli t ; glaciemquc esse cer- umi est , unde nomen Graici dedere

Nascitur in slsia sed laudala in Eu- ropea alpiuni jugiis ( Hist. Nalur. lib. 3^ , cap. //.)(i>

Anche il P. Lana rinomato Fineo Bre- sciano, che fiorì dopo la m<;là del secolo XVII., parlando de' cristalli della Vallumez- zane , co' quali hanno tulta la somiglianza i nostri di Selvino , prevenendo ( dice il chia- rissimo Brocchi ) di quasi un mezzo secolo il maggiore de' Naturalisti delle età nostre > riconobbe in essi la forma esagona delle cristallizzazioni del nitro ; quindi spinse egli più oltre l'analogìa, ed immaginò che sif- fatti cristalli dal nitro la propria configura- zione effettivamente avessero , conghiettu- rando poi che formati vengono colla rugia- da dal nitro condensata, nella guisa che col mezzo di questo sale l'acqua si consolida

t9)

nelle artificiali cowgelazioni: Magisterium na- tura et artis. Tom. III. lib. i3 , cap. 2. (2).

La stessa opinione adottò il gran Lin- neo dicendo Nitrum , crystallus montana ex aqua oetherea nitro fertili in crytpis lapidosis diu retenta et quiescente, unde a locijrigidi- tate subcrystallisat atomos innatantes terre- stres. ( Syst. Nat. Ediz. XII. pag. 85 ).

Ma nè4a teoria del P. Lana, quella del Naturalista Svedese s'appoggiano al vero. Si sa ( soggiunge il lodato Brocchi nel Trat- tato Mineralogico - Chimico sulle miniere del Ferro ecc. Tom. I, png. XI.) che i sali non entrano altrimenti nella composizione de' cri- stalli petrosi , o almeno assai di rado , e sol- tanto come ingrediente accessorio ed acci- dentale , e senza iniluenza riguardo alla fi- gura.

La conformazione esagona de' cristalli quarzosi eccitò l'ammirazione di molti altri vecchj mineralogisti. Gesnero, Wormio e Luidio fra questi non sapevano nella loro immaginazione concepire, come i cristalli si fossero potuti conformare, quali li veggia-

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mo , senza avere almeno V appoggio di una base. E Linneo stesso , inerendo alla loro opinione , scrisse che rade volte interi si trovano i cristalli quarzosi , e senza un se- gnale d'essere stati dalla matrice staccati, la quale alla loro formazione servito abbia d'appoggio; e preoccupato egli da tale idea pareagli di vedere ne' cristalli solitari! , quali sono i nostri di Sel\ ino , sempre in un lato del prisma la cicatrice lasciatavi dalla base , da cui dovevano essere stati divelti. ( Gene- rat, crystallorum ameenitates s4ccademicce. Tom. i , pag. 482 ).

Convien dire che siffatta marca si ve- desse nella maggior parte de' cristalli , che per avventura alle mani capitarono dello Sve- dese Naturalista. E per verità nei nostri stessi di Selvino qualcuno se ne trova rotto in qualche punto o mal terminato , onde so- spettare che ad altro corpo fosse originai-, mente attaccato.

Ma da alcuni fatti particolari non de- vonsi dedurre teorie generali. d' alcuno de' surriferiti mezzi avea bisogno la maestrìa

(")

<feìla Natura in questa mirabile sua opera. Era riservato ai luminosi progressi fatti dalla nuova Chimica lo sviluppo di questo miste- ro, il quale tutto consiste nella sola azione delle affinità proprie delle particelle similari del quarzo nuotanti in un fluido , sotto certe determinate condizioni. « Les forces attrac- « tives ( dice l'Haùy ) qui sollicitent les mo- te lécules d'un minerai suspendues dans un « liquide, ont un certain rapport avec la fi- « gure de ces molécules ; et c'est dans ce « rapport que consiste la tendanee, qu'ont « par elles-mémes les molécules à se réunir « conformément aux lois d'une agrégation « régulière. Mais pour qu'elles parviennent « à ce but , il faut qu'elles aient le loisir de « se chercher, de s'appliquer les unes con- te tre les autres par les faces convenables , « et de concourir toutes en méme temps à « l'harmonie , qui doit naìtre de leur en- ee semble. Il faut que le liquide soit dans « un état de repos , que ses propres molé- « cules abandonnent lentement celles du mi- ct néral pour les mettre dans la position la

U. OF !LL L!B.

("0

« plus favorable à raffinile , que la cavile soit « assez spacieuse, et le liquide assez abon- « dant , pour que les molécules cristalline* y a nagent à l'aise , et en pleine liberté. « ( Traile de Mineralogie etc. Tom. I. pag. 9 ). Ma i nostri cristalli di Selvino si tro- vano essi tutti isolati, ossia solitarii? Que- sta fu la principale osservazione , che io far volli nell'ultimo mio viaggio in quella parte. Prima però di riportare quanto su questo punto mi riuscì di osservare, trovo conve- niente di compiere il rapporto delle pro- prietà essenziali di questo nostro fossile.

Esso appartiene precisamente alla prima delle cristallizzazioni del quarzo , riportate da Brochant , della specie XVII. Quarlzum , Quartz hyalin H ( Elementi di Mineralogia ecc. ad uso de' Licei del Regno d' Italia. Tom. 1, pag. 124) Consiste questo in un prisma esagono , aguzzato a tutte due le estremità da sei facie a guisa di piramide appoggiate sopra la lacie del prisma , se il cristallo siasi formato liberamente: oppure aguzzato da una sola parte, se è cresciuto sopra una matrice.

(.3)

In Selvino 6e ne trovano di una sorta é dell'altra; mi incomparabilmente più della prima che della seconda. E in vero di que- st'ultima io non ne ho trovato che alcuni pez- zi piccolissimi, racchiusi in cavità fra le strati- ficazioni della pietra calcare, di cui è for- mata l'ossatura del gran poggio , su cui sta il villaggio (3). Questa pietra è il calcarcus rudis spec. 4. (g), e '1 caìcareus polituram admit- tcns , JÌJarmur ( B ) Wall.

Io riconobbi che quelle druse erano una vera cristallizzazione minuta quarzo- sa non completa , qualche volta non esa- gona , confusissima e di non eguale limpi- dezza , appoggiata al quarzo amorfo bianco non trasparente.

Parlando in particolare dei cristalli so- litarii , ivi se ne trovano di tutte le gran- dezze dal grano di miglio a quella di un pollice e forse più. E la loro lucentezza è sempre in ragione diretta della trasparenza , e questa in ragione inversa del loro volume.

In alcuni di questi cristalli il prisma è eguale in lunghezza alle piramidi sovraimpo-

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afe; in altri queste superano quello, e In altri quello supera queste. In alcuni pochi i lati del prisma sono eguali, e in molti sono disuguali. In alcuni la retta, tirata dal- la estremità dell' una delle piramidi a quella dell'altra, passa pel centro del prisma; in altri no. In alcuni la piramide da una parte insiste rettamente sul prisma, mentre l'altra obbliquamente vi sta dall'opposta. E in ceri' altri in quest'ultima g^uisa le piramidi in- sistono sul prisma da ambe le parli. In al- cuni pochissimi le facie triangolari della pi- ramide sono fra loro eguali, e in moltissi- mi disuguali si veggono.

Questa varietà di proporzioni tenuta dalla Natura , tanto nelle grandezze delle pi- ramidi rispetto al prisma , quanto nelle stesse facie costituenti le punte piramidali di cia- scun pezzo, del pari che il differente volu- me de' medesimi . fa sì, che sovente que' cri- stalli a prima giunta sembrino di genere af- fatto diversi.

Ma tali differenze punto non alterano il loro ordine geometrico , e non sono che

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variate modificazioni delle parti, senza can- giare giammai l'essenza, o '1 carattere clas- sico del pezzo. Siffatta varietà , che è stata messa perfettamente in chiaro da Rome Delisle , proviene massimamente dall'essere nella loro forma invariabili le mollccole si- milari od integranti de' cristalli.

Il massiccio de' medesimi , principal- mente ne' pezzi di mezzana grandezza, ap- pare formato a fibbre ed a scheggie spesso divergenti , atte a dare una refrazione va- riata di luce ; sicché qualche volta direbbesi veramente luccicare iti esse delle squame micacee e delle lamine metalliche. Ed è questa singolare sembianza, che appunto a sospettare, che tali cristalli alcuna fiata contengano della dorile (talco terroso HaùVy) dell'asbesto, della mica e dello scerlo radiato : sostanze, che dice di avere scoper- ti in vari cristalli Blumemback , e segnata- mente in quelli del monte San -Gottardo ( Manuale di Storia Naturale. Tom. IL pag. 16G. )

E in fatti anche molti de' nostri si tro>

ratio contenere delle sostanze certamente ete- rogenee, le quali ora stemperate ne alterano il colore, ora isolale ed aggruppate a guisa di picciole ramificazioni dendritiche o radiate ci producono un efifetto vaghissimo.

Non è molto raro, che fra i cristalli di Selvino , principalmente se essi sono della maggior grandezza, si trovino delle cavità interne, nelle quali, come in alcuni opali mover si veggano gocce d'acqua, e giuoca- re terrei corpicciuoli , ed una specie di polve- re nera, la quale vi debbe essere restala im- prigionata all' epoca della loro formazione.

lo ho diligentemente esaminate siffatte estranee sostanze in questo fossile rinchiu- se; ed ho trovato essere per lo più un mi- scuglio di calce e d' argilla , d' ossido di ferro e di manganese.

Non di rado altresì accade fra questi cristalli isolali di rinvenirne de' composti , osM*a drusici, vale a dire così conformati da vederne talora un piccolo attaccato ad un maggiore in una delle facie del prisma , uno cresciuto sopra un altro a sezione retta, un

C*7)

altro insistervi obbliquamente-, uno emerge- rli cibile facie piramidali , un altro dalia pun- ta stessa , uno finalmente sporgersi in fuori rolla sola punta , ed un altro colla punta , e con tutto il prisma.

Tali singolarità , die considerarsi po- trebbero deviazioni dalla conformaz one stret- to-regolare de' cristalli quarzosi, non posso- no essere che le conseguenze di qualche per- turbazione, confusione od altra vicenda nel iluido occorsa, mentre la cristallizzazione si l'ormava.

Ed a questa stessa eventuale circostan- za panni doversi richiamare anche la cri- stallizzazione del quarzo raramente perfetta, di cui ho accennato trovarsi rivestite alcune delle screpolature e delle cavità interne nel- la pietra calcare di questo poggio ; e che mi riuscì d'osservare anche in altri luoghi, nel- le medesime circostanze rispetto alla pietra.

A tale riguardo poi io soggiungerò rin- venirsi siiì'atte cav ita, alcuna fiata ripiene di una terra sciolta calcareo-argillosa, e in que- sta sparsi e come involti alcuni piccoli cri- stalli solitarii. \ 2

(i8)

Questo osserva/. ione, che sul luogo feci a tutto mio agio già parecchi anni sono, e che io potei rettificare nuovamente , parmi essere assai istruttiva per indagare F origine di questo fossile, la quale per mio avviso debb'essere stata in tutti i casi la medesima.

La frattura de' nostri cristalli è la con- coide , che passa alla scagliosa grande , poi alla picciola, quale compete alla Silice. Essa riesce più o meno facilmente ; ed i frantu- mi sono sempre acutangoli indeterminati.

Le facie del prisma compaiono sovente rigate attraverso , e per Io più liscie sono quelle della piramide. I nostri cristalli sono di una durezza grande , non però tale da non essere attaccati dalla lima. Al latto si fan sentire lisci e freddi.

Ne ho esposti indistintamente de' pic- coli e de' grandi al fuoco della lampana ; e gli ho veduti crepitare , ed appannarsi del pari e cangiar di colore. Da se soli non sono fusibili, ma perfettamente si fondono, ove loro si aggiunga il borace.

Io ho eseguita co' me/zi suggeriti da

M

93.

il

2.

I.

1*

4-

.'9)

BergmaDU V analisi di a!cu:;i pezzi di qu,-.- nostri cristalli della grandezza minore, ì quali sempre sono i più limpidi e tersi; e mi riuscì d' averne in risultato.

Selee

Argilla , . .

Calce

Acqua di cristallizzazione

ioo. Ouest'aunlisi somministrar può de' lu- mi, onde conghietturarne l'origine. Dacché Achard è riuscito a formare de' cristallini del genere del cristallo di rocca col far pas- sare a traverso d' una sabbia quarzosa del- l'acqua impregnata d'aria - fissa ( acido- car- bonico ) può ben con ragione sospettarsi, che nello stesso modo formati siansi i cri- stalli, de' quali parliamo. Se non che quelli con lentezza a foggia, dirò così, di stalat- titi si sono composti; laddove i nostri, per- fetti in ogni lato, devono essersi formati io un iluido tranquillo , in cui le silicee mol- lacele similari t>iansi potute regolarmente al-

li acre e dispone, come li veggiamo, colia simmetria loro caratteristica.

E dir conviene, clic originalmente se ne sia formato un numero immenso, quan- do le acque soverchiavano le più alle vette de' monti; giacché per omettere la raccol- ta, clie se ne fa in alti paesi ancora, onde arricchirne i musei, e più altresì ad uso delle arti , da molti secoli sen van coglien- do a Selvino , come dai mentovati documen- ti comprovasi.

La villa di Selvino sta sulla grande gio- gaja destra della Valle Seriana, a dieci lun- ghe miglia da Bergamo, quattro delle quali di un erto e faticosissimo cammino. Essa è in un luogo molto elevato, cioè sul vertice della costiera , che questa valle separa dal- l'altra denominata dal Brembo , fiume che la bagna.

II suo caseggiato , che consiste per lo più in rustici casolari ben costruiti , qua e dispersi , in mezzo ad amene fioritissime piatene, o fra ceppaje ed alberi di pitto- resco prospetto , sebbene posto sopra una

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specie di poggio, è dominato dalle eccelse pun- te di tre montagne, che all' intorno gli stanno a guisa di tiiangolo , lasciandogli tre spa- zioso aperture , al sud V una , al sudovesl l'altra, al nord V ultima ; donde si ha il maestoso prospetto di una parte della Val- Brembana , tutta rinserrata fra verdeggianti montagne, corredate da scoscese nude altis- sime roccie di pietra calcare.

E' sopra ogni dire ridente la situazione di Selvino, segnatamente in certi punti. IMa principalmente all' occhio la stranezza della configurazione del suolo per certi av- vallamenti , i quali veggonsi qua e là, di grandezza raramente eguale , ma sempre molto considerabile, siccome grande, è il loro numero, che mi hi detto superare li quaranta.

Tali cavità sono tutte o coniche o semi- coniche , profonde col declivio laterale dol- ce, e rivestilo di verdeggianti prati. Hanno quasi tutte nel centro una specie di voragi- ne, o pozzo naturale riempiuto di calcari rottami, fra i quali vanno a perdersi rapi-

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oamente 1e acque piovane nel gran citili cadute. Si terrebbero alla loro figura quasi veri piccioli crateri d'antichissimi estinti vul- cani.

Ed è in vicinanza di alcune di que concavità, che, se il suolo osservisi spo- gliato della crosta vegetabile , si veggono rum ose , infrante , confuse ed assai rove- sciato le stratificazioni della pietra calcare, che il nucleo della giogaja compone. Ed è qui , dove il sasso ha una finissima grana marmorea , di una frattura neroscura.

Non molto lungi jx>i dal sito , ove al- cune di queste proiondità si veggono , al sudest del promontorio in un luogo detto Vul de cornei incominciansi a trovare de' bandii di una certa terra , volgarmente fra noi chiamata Livezzern , che colà ed altro- ve, come la vera identifica Pozzolana, s'ado- pera nella costruzione delle cisterne o de- gli acquedotti.

Altri bandii di questa sostanza più co- piosi si trovano lungo la discesa della gran i vendite meridionale , die porta sul basso

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della Valeriana , al borgo d' Albino , ideile cui adiacenze grossi banchi e cumuli pur si inconirano della sumenlovata terra , che io sempre siili' appoggio anche dell' autore- vole asserzione del chiarissimo Arduino , uno de' più valenti mineralogisti del secolo pas- sato , ho riputata una sostanza vulcanica , quantunque non ignori, die altri sentono diversamente; e che ben diflìcile sia il de- terminare nell'esame delle terre ciò, che al cuoco , e ciò , che all' acqua si deve.

E [u ai mentovato luo°;o della Val c/è cornei, che, esaminando io in quest'ultimo mio viaggio 1' accennata terra , in osserva- zione mi cadde una roccia calcare , confor- mata a gran masso, la quale altro non era che un impasto d1 un infinito numero di minute conchiglie bivalve , fra le quali al- cune compresse , schiacciate ed infrante , ed altre con ben conservale traccie della gene- rica loro organizzazione.

IVI i si perdoni questa breve digressione 'logica , e torno a1 cristalli quarzosi. ■Non tutto il territorio di Selvino ne

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somministra. Die sole sono le località , che abbondano : il così dello Roncùdtàmà , e la Selva, che vi sia i in mediala mei ile sot- to. Questo non picciolo tratto di paese ap- partiene alla gran fatda settentrionale , nel cui seno incomincia la Valle di Rigosa f adia- cenza della Valbrembana ) la quale è solca- ta dall' Ambria fiumicello Iributario dei Brembo.

Il Roncodehrtei è una specie di prato ripido, ineguale, ora coperto d* èrba , ed orti da ccppaje e da cespuglj ; e non serve che a pascolo del bestiame , che i\i è co- piosissimo. Vi si veggono tratto trailo del- le leggiere tortuose solcature, "fattevi dall'ac- ce *

qua di pioggia ; e ove queste sono ili qual- che profondità, svelano il nucleo della mon- tagna di pietra calcare contusamente stratega giata, siccome altrove si è osservalo, o co- perto di una terra compattissima argillaceo- cretosa di un giallo vivissime.

La crosta vegetabile, che questa o quel- lo riveste, è ili terra fertile, humus, I dente a! color oscuro , la quale trovasi ab- bondare di principio calcareo.

(*5)

Fd è in questa , che sparsi qua e si rii. vengono i cristalli solltarii. Le solcatu- re di fresco impresse , e dall' acqua dilava- te , e ancor meglio i cumuli di terra ele- vali dalie talpe nel formare le loro gallerie sotterranee il ritrovamento facilitano de'cri- stalli. Voi li vedreste vagamente luccicare nelle une e sugli altri , se quella falda vi faceste a perlustrare dopo la pioggia.

Accade non di rado di trovarvi del- le sole fcheggie e de' pezzi di quarzo lu- cido, ne' quali appena abbozzata compare o malamente eseguita la esagona cristallizza- zione.

Nel bosco poi dissotto del Roncodel- mei si troiano de' cristalli della maggiore grandezza, ma sono essi molto inferiori de precedenti quanto alla purezza, ed alla tra- sparenza (almeno quelli che mi capitarono alle mani); e veggo n si in essi le ca\ità, ed i buchi pieni delle accennate terree sostanze.

In una piccola gita, che da ultimo vi potei fare, e che, ove l'amabile compagnia del dotto , egualmente che modestissimo a-

(26)

mico mio il Sig. Can. D. Carlo Morlacchi raddolcito non me ne avesse il fastidio col- la soavità delle sue maniere, mi sarebbe

Dolosissima riuscita per le continue pio;

dirotte , mi venne latto di poterne racco- gliere quasi due libbre; fi a i quali però as- sai pochi sono quelli di una fili ita simmetria e bellezza.

La raccolta , che continuamente ne fan- no que' custodi delle Diandre , special- mente dopo le pioggie , rende allo stra- niero, il quale non sia fornito di una bu - na guida, assai difficile il coglierne, e Quasi vana la ricerca.

So non essere cosa nuova rara il trovare di siiTatti cristalli ; giacche non solo ne somministrano altri luoghi delle Alpi, e specialmente il monte San - Gottardo , ove, anni sono , pre3so 1' albergatore in Airolo ne viddi una copiosa e buona raccolta; ma ne abbondano pur molli tratti degli Apen- nini. Anzi mi scrive il chiarissimo mio a- mico Cav. Amoretti d'averne veduta gran copia nel Dipartimento di Montenotte .

07)

«cìie in quello die Taro , e alla Tolfa , ov' hanno il non meritato nome di Diamanti. Mi è pure a notizia che de1 bellissimi sen colgono sui monti Carpazj in Ungheria. Ma poiché non ve n'ha, a mia notizia, un cir- costanziato ragguaglio specialmente per le lo- calità , mi lusingo che possano da' Naturali- sti essere aggradite queste mie ricerche ; al- le quali giova soggiungere, che de' cristalì1 quarzosi se ne rinvengono anche in aiti1 luoghi del Dipartimento , ed in Brembilla segnatamente ; ma quivi sono di rado m pezzi lucidi e tersi. Lo stesso va detto de- gli altri , che noi troviamo nelle montagne Metallifere, ove accade di averne soventi di drusici , sempre però ingombri, se non al- tro d'ossido di ferro, che riuscir li fa gial- licci e di brutto aspetto.

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ANNOTAZIONI

(i) Analoga al parere di Plinio è la credenza invalr sa nel nostro volgo , e eh? viene menzionata an- che nel diploma, ossia prjyilegio di cittadinanza conceduto il di 1 8 Gennaio iiq3 dai Consoli del- la città di Bergamo alla famiglia e discendenti di Salvino Gritti ritiratisi ad abitar colà duranti le politiche patrie turbolenze sotto l' impero di Ot- tone. Vi si trova scritto. Ubi crystallus ex te gelu concrcscit. Dei cristalli di Selvino, siccome di una rarità prege- volissima , fra gli altri nostri scrittori ne parlò Fra Celestino nostro storico nel secolo XV11. Trovasi in questo monte (Selvino copia gran- dissima di bellissimi cristalli, dalla natura la-

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vor»ti con pnnte di diamanti , di cui il Muzio ,, canta. ,, Salvìni rarus vasti inter culmina mundi Crystalla emittit lucida raontis apex. Non illis adamas certet se lumine , forma

Cuspidibus mira fertilitate parem. ( Istoria quadripartita di Bergamo ec. Tom. I. pag.

164.) (2) Questa opinione del Padre Lana sulla formazione de' cristalli quarzosi viene, riportata anche dalle Transazioni Filosofiche di Londra. Tom. VII. e dalle Méla/iges <PHist. Nat. Tom. II. pag. 3i5. (ó) La stessa cosa, succede riguardo al Marmo di Carrara , siccome .accenna anche il lodato Broc- chi (opera precitata. Tom. IL pag. aio.)

3'

UNIVERSO* OF IUJNO»4JRBANA

3 0112 057758531