Dik L 4 PIÙ UTILE COLTIVAZIONE , DEL FRUMENTO MOE MU OCRA CHE RIPORTÒ IL PREMIO | DALLA PUBBLICA ACCADEMIA AGRARIA DI VICEN.bA -—IL DÌ 22. SETTEMBRE 1783 DEL P. GAETANO HARASTI DA BU D: A " Religioso di S. Francesco dell’ Osservante Ungarica Provincia di S. Giovanni di Capistrano ; Lettore emerito di Filosofia; Dottore Laureato in Sacra Teo= logia; ex-Provinciale; Regio Cappellano ed Aulico Predicatore della Reale ed Arciducal Corte di Mila- no; Socio onorario della pubblica Accademia Agra ria di Vicenza; Membro -corrifpondente della So- cietà Patriotica di Milano, &c. IN VICENZA 1784 NELLA STAMPERIA TURRA CON LIC. DE SUP. si AL te able copia Manabit ad plentim benigno Ruris honorum opulentia cornu. “Her. Lib/1 car. 17. MX INTRODUZIONE. Attorchè ebbi l’ opportunità di leggere nei pubblici Fogli 1° inte- ressante Programma da Voi, dotti ed illuftri Accademici, proposto nei seguenti termini: Azzesa la naturale fertilità del Frumento , indicare se P ‘ordinario metodo di coltivarlo sia il . più utile ch° eseguir si possa, ammi- rai i saggi e realmente patriotici sentimenti Vostri, che fanno co- noscere il grande e costante impe- gno che avete per dilatare e per- fezionare 1’ utilissimo studio dell’ Agricoltura , che di ogni altr’ arte è madre e nutrice. Considerai la. felicità di un Paese, in cui si tro- vano uomini che tanto hanno a cuore il bene universale, e che A 3 X6 X con onorevoli Premj procurario di promoverlo, seguendo sempre quel bel detto di Senofonte: ,, Ipsa - » Agricultura magnum incremen- sy tum isumeret , si quis, vel per , agros, vel per vicos., optime ,3 terram eccolentibus Pena con- 3 Stitueret “ E benchè. la earth Voet possa -servir di «stimolo a tutti;; nulladimeno fu \per me di mag- gior ‘eccittamento ‘il’ seguente di- sinteressato avviso, che Cicerone ci ‘lasciò scritto nel 1 degli Uffi. zj: ;, Fra tutte le arti, che con 33 diligenza studiamo ,, non ven 33 ha alcuna migliore dell’ Agricol- 37 tura, nè più fertile, nè più soa 33 ve, nè più degna di un uoma 3» libero Con ivato mira CA ‘seria Mer mente sopra l’ interessante mate- ria, e quindi non poche riflessioni “mi ‘è caduto in ‘acconcio. di fare , onde trattenervi , :rispettabilissimi Accademici, sull’ esame di un: ar- gomento , che tanto v' impegna, giacché alle Fisiche osservazioni , ed alla spiegazione dei fenomeni della Natura ogni Vostra. più pre- murosa attenzione dirigete. Pro- curai èsaminare perciò con. molta diligenza non solo la pianta del Frumento , che ci somministra. il più utile fra tutt'i frutti della ter- 1a; per indicare non solo i suoi caratteri. e le varie sue spezie; ma per trattare specialmente della più utile sua coltivazione :, ‘ed appale- sarvi. in. tal maniera la mia opinio- ne sopra questo argomento + A tal’ effetto , per non espormi A 4 DI sì facilmente al pericolo di cadere in errore, e perchè maggior fede meritar possa il. mio dire, nulla esporrò nella presente Memoria , che per lunga serie di anni non | sia autorizzato da replicate osser- vazioni ed esperienze de? più cele- bri e diligenti agricoltori Inglesi, Francesi, Tedeschi, Svezzesi e di varie altre illuminate Nazioni. Re- golandomi nella indicata maniera seguirò fedelmente 1’ avvertimen- to del dotto Francese, Autore de- gli Elementi del Commercio, il qua- le dice: ,, che la miglior maniera. 9 di compilare le utili cose appar- ,, tenenti all’ Agricoltura , sarebbe ss quella di raccogliere le sperien- 3; ze, che furono fatte in altri 37 paesi sopra differenti terreni ‘. Giacchè dunque è permesso ad 9 X ognuno di esporre il proprio pare- re intorno alla coltivazione del - Frumento ; io, ‘dotti Accademici, ragionerò candidamente e con mol- to piacere sopra questo interessan- te argomento, e vi dimostrerò ‘ colla possibile chiarezza, che | ordinario metodo di coltivare ques- to vegetabile. non: è il più utile ch’ eseguir si possa 3: perchè biso- gna necessariamente conoscere‘. I. La: natura, le proprietà ‘e le differenti specie di Frumento. HI. Il processo della sua vegeta SIONE + II_ Lo maura e le difroni * spe- cie delle terre. IV. Lo qualità della terra più op- portuna per questo vegetabile, e la mantera. con cui ‘debb’ esser lavora- ta + X 10 X V..La natura, le varieta e uso del concime. su « VL. La maniera di scegliere e di preparare la semenza . VII. Il tempo ed il modo più op- portuno per la seminagione . VIII. Le precauzioni e diligenze necessarie durante la vegetazione. IX. Le regole che si debbono osser= vare dopo la raccolta. I X. Il modo di preservare il grano dalla corruzione, e di conservarlo SONO è |. Tutte le suddette pratiche cau- tele, ell’ ordinario metodo di colti- vare il Frumento j © non si osser- vano 3 o troppo imperfettamen- te si eseguiscono 3 perciò sembra chiaramente dimostrato ,. ch° eglî non è il più utile ch’ eseguir si possa - Se il piano tenuto nel presente Xn X mio , qualunque siasi, lavoro può interessare i diligenti Agricoltori, gli studiosi Naturalisti, e per cer- te mire anche la Serenissima Re- pubblica, con maggior ragione mi lusingo , ch’ egli. possa avere la fortuna, se non di appagare intie- ramente ; almeno d’ interessare la vigilante e dotta Vostra curiosità 4 ch’ è degna di codesta colta e pa- triotica Società. )( 12 X CATALOGO. DEGLI SCRITTORI CITATI NELLA PRESENTE ME- MORIA, LE NOTIZIE DELLA QUALE SI PO- TRANNO LEGGERE PER ESTESO NEL» LE LORO OPERE . A briaioii der Swedischen Ki- nigl. Academie Leipz. Abbandlungen der okonomischen Ges- selschafft zu St. Petersburg. Actes de la Societé Economique de Berne 1764. Allcemeine haushalt: und Londwis- senschafft. Einer ikonomischen ges- sellschafft. in Fngland.' Analyse des Blés , €$ experiences propres d faire connoitre la qualité du Fro- ment, €Sc. par M. Sage, des Acade- mies Royales des Sciences de Paris, de Stockolm, €5 de l Academie Im. periale €$ Electorale de Mayence . Beckmaun. Phys.ikonomische Bibliothek. Bertrand . Elements d’ Agriculture , Jena N qui ont remportes le prix de la Societe Economique de Berne 1774. Opera tradotta e stampata inVi- cenza nel 1780... Castellet, le Chevalier. Discours. sur cette question: Est il plus impor- tante de defricher les terres in- cultes ? &c. | Dottrina Agraria ad uso de Contadi- ni. In Venezia 1772. Du-Hoamel du Monceau +. Elements d° Agriculture . A Paris 1771. Encyclopedie è ou Dictionnaire des Sciences, des Arts €5 des Metiers. Article Froment . Froger .. Le vrai principe de la fe- condité de la terre ; ouvrage qui a obtenu le prix de ’ Academie de Metz le 25 Aoust 1761. Gemberly . Pracktische Abbhandluno vor onlegung ‘verbesseruno und vermeb- I R14D \ runo der Dungen.. Wien. 1773. Geszners Abbandi!. siber die Verschiede. nen Arten , das Getraide zu bewahbren. Griselini. Nuova maniera di semina - re e coltivare il Frumento ; In Venezia 17665. Hannoverisches Magaziù . To Iohr- giunge + % 763. bis 772% Instructions de Morale | d’ Agricultu- re, € d' Economie » A Paris par M. Froger . | Kolb. Landbetrachtuno # dem Wa- chsthum , Phlanzuno ,. und fortkom- men des Getreydes. Frankfurt 1764. Liiders. Oecanomische unterredungen ‘ fiber die Verbesserung des . Acker- bones. vondem anbau der W'inter- frucht . Flensburo 1772. Manetti. Delle speciè diverse di Fru- \ «mento + Firenze 1765. Mittenpaker. de Mitternbure . Ele- Mib X menta Reè Rustica in usum Aca- demiarum Regni Hungaria conscri- pia. Bude , Typis Reg. Universitati 1777» Di questa belliffima ed uti- lissima opera si fa ora una Eccel- lente traduzione Italiana dalla Il- + Justre Società Patriotica di Milano; — corredata di bene intese annotazio- ni relative all’ AgricolturaMilanese. Memoires de P_ Academie des Sciences de Paris. Nenes Verfabren. uafiestenibre lin- -_ dereyen 3% verbesseren, nebst ei- nem an hange. Aus dem Englis- chen. Manster 17750 Neumanns . Gedanken und Vorschli- ge zur Verbesseruno des Aker- baues » Brandenburg 1765- Pokonimische. beytricee und bemer- kungen zur lond wirtbschoft. auf- das: Iabrs 1784. Stuteart + | X 16 X Plumenoeck +. Einfus in das W'obl der Stooten. S: 151. Rattî . Trattato della seminazione de’ _ Campi. In Venezia 1765. Salvini. Istruzione al suo Fattore di Campagna. Venezia 1777. Schumacher ». Abbandi. vor Haaker è Berlin 1774. Sere d’ inverno , 0 sia Dialoghi sopra il miglioramento dell Economia Rustica. Springers + Phys. Pracktische abbandl. vom Deutschen getraidbau » Gottin- gen s und Gotha 1767 » The principles of Agriculture , und Vegetation, by Franc Home. Lon- don 1759. La qual opera è an- che tradotta in Francese , e stam- pata a Parigi nel 1761. Wolf. Entdekuno der Wabren Ur. sache von der Wunderbahbren vere — mebruna des Getregdes , ET. . 5 i 2% rale isla ria sa sù Pe: 3 2) dr b. lealtà Wie VC 1 * % NARVA VANI ANA ARTICOLO. Della natura e proprietà del Frumento , e delle differenti sue specie . I. Per coltivare il Frumento con van- taggio, bisogna conoscere la sua natura , le sue proprietà, e le differenti sue spe» | cie 3 cognizioni molto utili al Coltivato- re , per poter scegliere ( seguendo le al. trui sperienze ) quella specie che rende maggior prodotto , e che meglio convie- ne alle sue circostanze . Ho stimato per- ciò cosa ben fatta il premettere una suc- cinta descrizione del Frumento . 2. Frumento , in senso nostro , signifi- ca comunemente un prodotto il più pre- zioso ed utile fra tutt i frutti della ter- ta. Questa voce Frumento è stata deriva- B X18 X ta dai Latini a fruerndo, e perciò da èsa . si fu chiamato Frumentum . Dico essere stata derivata a fruendo, perchè della uber- tosa produzione di esso tutto il genere umano gode e resta contento ; attesochè tutti gli uomini, sieno in paesi caldi, temperati, 0 freddi, hanno la sorte di vederlo nascer e produr frutto ne’ diversi terreni per loro particolare alimento . 3. I caratteri generici del Frumento, cioè del Triticum dei Botanici , consistono nell'avere un Calice di due glume o val. ve, che dir si vogliano, ovate e conte» nenti per lo più tre fiori; e nell’ avere una Corolla parimente di due glume del. la grandezza del calice e quasi uguali, 1° esterna delle quali è di corpo maggiore, e l’altra per ordinario appianata . La me- desima gluma esterna della corolla ia al- cune specie è corredata di resta, latina- mente chiamata arista ; in altre è affatto di essa mancante , o sia mutilata', dai la- tini detta mutica. I fiori di questa pianta portano tre filamenti capillari con le som "Mg mità o antére bislunghe e .biforcate; e sono corredati di un pistillo . formato dal germe; di figura turbinata, e da due stili anch’ essi capillari e rivolti, con le sti. mate pivmose . La corolla stessa forma il follicolo del seme, tenendolo ‘custodito finchè sia matuto : la figura di questo se- me è ovata, più 0 meno bislunga, e da ambe le stremità ottusa.; convessa da un lato, e per lo lungo solcata dall’ altro . 4. Dall'analisi di questo utilissimo pro- dotto si sa, che il Frumento è composto di una cortecciuola, detta volgarmente crusca , di amilo; di sostanza viscosa, di materia zuccherosa e di materia estratti- va ; cosicchè la farina è una polvere for- mata dalle sopraddette quattro sostanze . $. Il Signor di Buffon pensa, che il Frumento , come noi | abbiamo .., non sia una produzione puramente maturale , e che l’ esistenza di questo frutto prezioso rioni sia dovuta se non che alla coltura , e ad una lunga serie di molte cure. Per verità , in matura, non trovasi Frumento B 2 x 20 ) salvatico ; ma sopra di ciò non sf ha se non'delle sperienze troppo incerte , per eui questa opinione probabile possa aver luogo fra le verità conosciute . 6. Fra i grani del Frumento alcuni si chiamano maschi, altri femmine. I mas- chi sono di un colore più bello , e sono più grossi, più pesanti e trasparenti, e sono certamente migliori per la semina- gione. Enumerazione delle diverse specie e varietà di Frumento da noi conosciute , co” nomi vol= gari, coi quali vengono nominate dagli Agri- coltori e dagli Scrittori delle cose della Campagna . I. Frumento gentil bianco , che riesce bene " . . . . . ny in tutti i terreni buoni, ma specialmente nelle pianure di terra gentile (a), e cor-. (a) Za terra gentile si distingue da nostri in due sorte, cioè în gentile alberese, e in gentile arenosa. Za. ‘prima sì chiama così per essere în gran parte formata Magi X risponde al Triticum silizineum di Gaspare Bavino , avendo la spiga ed i-granelli bianchi . IL Frumento gentil rosso, che riesce nelle colline, e si costuma seminarlo nei terre- ni isfruttati. Sembra corrispondere al Triticum hybernum aristis carens , spica €53 granis rubris, nominato nell’ Orto di Chel. sea, che altro non è che una varietà del- la specie seconda del Linneo , detto dal Tabernemontano Triticun semestre, perchè vi ‘vuole il corso di sei mesi acciocchè perfezioni il suo frutto. Da Columella , secondo Dodoneo , nell’ edizione Francese , è stato chiamato Robus, volendo egli sot. to tal nome intendere un Frumento per- da quella specie di pietra calcaria, da moi detta albe- rese, venuta giù da monti vicini, e dalla forza delle meteore convertita in terra. La seconda contiene in . gran parte dell arena, ed è più sciolta e umida della prima. In tutte due però riesce bene la nominata quas lità di grano. B 3 X22 ) fetto , pesante e ottimo fra tutte le spe. “cie 5 ma lo' stesso Dodoneo nell’ edizione latina , e altri autori dissero Robo a una va- ‘rietà di questo , e di altre specie ancora , come più a basso vedremo , dalla voce rubens ; perchè anche rel granello dimos- tra lo stesso colore. Questa specie si dice da noi gentile , e si distingue în alcune va- rietà, tra le quali una ve n° ha con laspiga e col granello bianco, chiamata gentil bian co; un’altra con la spiga e granello ros- so, detta gentil rosso, è nel Napoletano dialetto “Biondella ; e vna che produce la spiga bianca e il granello estremamente | rosseggiante, denominata Ca/bigia, le qua- li tutte sono senza resta. Anche questo Frumento gentil rosso produce ottimo pa- ne e bianchissimo , poichè la sua sostan-. za o farina è bianchissima, ed il color rosso non passa che a colorire la buccia del granello, la quale resta nella crusca . IIIR — Frumento gentil rosso con la resta; e gen- Mes DC til bianco con la resta, sono specie, o pre- ‘tese varietà così chiamate da alcuni. Il Morisone, parlando del Trizicum bybernum del Linneo , detto dal Lobelio Silio spica «mutica, dice ritrovarsene di quello con la resta . Gaspare Bavino pure, nel Teatro, parlando di quello chiamato da Columella Robus , e da altri tra gli antichi Triticum robum a colore rubeo, dice: Hoc € aris- tatums €5 muticun habetur. Alla prima varietà corrisponderebbe il nostro rosso , addimandato da alcuni Arndriolg;;\ o sia T. spica breviore €53 turgidiore , di esso Mori- sone; e alla seconda apparterrebbe il no- stro Bianchetto o Civitella, di cui.si è par lato di, sopra, forse descritto nell’ Orto di Chelsea sotto nome di Triticum aristatum. spica alba. IV. Frumento gentile di spica bianta , co granello che pende al rossiccio , volgar- mente .Ca/bizia, che realmente serve per B4 Mea X fare un pane della sorte migliore, e bian- chissimo . Sembra corrispondere alla spe- cie seconda di grano, nominato nel Ca. talogo dell'Orto di Chelsea: Triticum hy- bernum spica albicante s granis vufescentibus - V. Frumento conico bianco, e conico bizio. È grano di qualità dura, ed è chiamato così per avere. la spiga molto grossa, spe- cialmente alla base. VI Frumento di spiga moltiplicata 0 ramosa ; detto Grano di Smirne; Grano di Egitto, e in. qualche luogo della Lombardia, come. nel Bolognese, Grano del graspo, 0, co- me diremmo noi , del grappolo. Questa è una bella varietà di grano, ma presto degenera , e fassi di spiga scempia. È il Triticum spica multiplici,, di Gaspare Ba- vino... X25 X VI Frumento. duro. chiamesi propriamente quel grano forestiere, che. ci viene por- tato per via del mare, specialmente da- gl’ Inglesi, e del quale ce ne serviamo | per paste, per Farro. e per Semolino . Distinguesi in duro grosso, 0 ‘sia di gra- nello grosso , e in duro piccolo .. Il duro grosso corrisponde al Triticun rufiim gra- n0 maximo , di Gaspare Bavino ; ed il du- ro piccolo al Triticum typhinum, simplici folliculo , Hispanicum s del medesimo Au- tore. Questa specie si coltiva particolar- mente in Inghilterra, dove. gl’ Inglesi non se ne. servono per pane. riuscerido per. quest’ uso molto inferiore. a ‘diverse altre specie di grano, ma lo. adoperano come Farro per minestre, e per una spe- cie di polenta, trovata da essi.molto gus- tosa e nutritiva. Da noi si chiama Grana duro grosso, e ne facciamo uso egual- mente per paste e per minestre, come; I 26 X . Farro . Da qualche anno in quà si colti- va nel territorio di Barga, e di Monte Carlo in Toscana , avendo l’ esperienza fatto ‘vedere , che”vi riesce molto bene : «giova però aver l’ avvertenza di seminar- lo anticipatamente ‘all’ altro comune; ma bisogna spesso rinovarne il seme ; perchè nel corso di qualche anno imbastardisce . ‘Le sue glume sono irsute., ma senza resta :' fra quello ‘però ; che. ci viene per mare ed il raccolto da noi; come pute fra quello prodotto da diverse terre si «osserva qualche diversità nel colore. Il forestiere rosseggia di vantaggio; e. per «uso di Semolino e di paste; si conosce che il nostrale fa miglior e più utile ef fetto. Il Grarzo duro minore è propriamen- te quello che si adopera più comunemen= te per Farro presso di noi. VIIL -Frumento-Farro naturale ed artefatto . DU Farro naturale ; dai Latini. detto Far, Ln EV posteriormente Adoreum , Ovvero Seme Adoreum , ‘era la Zea, volgarmente Spel- ta. Di questo Farro , secondo Plinio , si servivano ‘unicamente i popoli del Lazio pel ‘corso di ‘trecento anni ‘prima che. fos- ‘se trovata.l’ arte di far il pane: Primus ‘antiquis «Latio cibus + parlando » del. Fatto Lib. XVIH. cap. #7. Il Farro artefatto poi è l’istessa sorte di granello, ‘cioè. Frumen- to infranto e ridotto ‘in’ frammenti come di grossa arena, @ più grandi ancora 3 e serviva per cuocersi a foggia di ‘minestra ‘0 di polenta; e siccome per lo più, usan- “dolo în ‘queste maniere , lo solevano to- staré; credono alcuni che. fosse gradino Adoreo, ab adurendo - IX. Frumento grosso comune 0 mostrale, det= to volgarmente Grano Ravanese, che è precisamente il. Triticun cinereum maximum s aristis donatum, triturando glumas deponens » così detto. da Giovanni Bavino . dC 28 DC X. Frumento Italico. 0 Italiano + Sembra di- verso dal Grano grosso 0 comune de’ nostri luoghi, accennato di sopra, mo- strando bensì corrispondere a quello detto dai nostri Mazzocchio $ che si raccoglie con altre specie nei nostri terreni. Dell Italico ne parla il Ginanni, Part. II cap. 7 sez. 25, nell’ Opera delle malattie del gra- no in erba, e dice esser soggetto al Car. bone. Il nostro Frumento grosso corris- ponde alla specie IV di Tournefort, e non alla V, come crede il suddetto Gi. nanni, XI; Frumento Marzuolo ,. secondo. Linneo : Triticum astivum. Si. chiama Marzuolo , perchè si semina in Marzo, 0, come dice il Cesalpino, in Primavera. I. Francesi lo chiamano Froment de Mars, e Bled rouge. X 29 )C per esser di granello rossiccio . Questa specie è molto apprezzata dai Contadini, perchè trovano in essa un provento, che spesso manca loro da quelle specie che seminano in Autunno, le quali restano più facilmente danneggiate ne’ tempi del- la semina, che sono quasi sempre piovo- si. Ama i terreni montani, e non pro- duce dalla radice che un solo gambo con. una spiga lunga, con reste parimente lun. ghe a somiglianza dell’ otzo , e coi gra- nelli piuttosto tondi . XI. Frumento Polonico , ovvero Triticum Po- lonicum, del Linneo e del Plucknezio, Triticum majus longiore grano glumis folia» ceis incluso , Polonia diftum, del Morisone. Le glume della corolla in' questa’ specie, essendo molto grandi e corredate di due appendici o- barbette alla’ base della resta, ed essendo sino al tempo della matura- zione di un verde simile alle foglie della X 30 X pianta, sono state petciò dette foliacee.. Il Morisone lo crede il Triticum semine ‘oblongo, di Gaspare Bavino, il qual è lo stesso che il ‘Triticum speciosum grano ob- lonzo, del di lui fratello Giovanni; ma a motivo di alcuni particolari caratteri non sembra esser quello ; piuttosto si po- trebbe crederlo una varietà. Dagli Autori si nomina una qualità di Frumento che fa il suo corso nello spazio di due mesi; per la qual cosa è da essi nominato bi- mestre: un’ altra-pure se ne nomina che viene a maturazione in soli quaranta gior- ni. È stato scritto, che il primo trovava- si nell’ Acaja, oggidi Livadia, e Rome- lia.; il secondo. nell’ Eubea ; o sia Negro- ponte. Vi è molto da sospettare, che' | tale specie di grano, del quale altra no- tizia nori abbiamo; fosse questa medesima » specie, detta da noi Frumento Polonico ; petchè, trovando egli un terreno fertile e adattato, fa il suo corso in quaranta gior- ni circa, come il Sig. Saverio. Manetti di Firenze ha avuto luogo di osservare. Se | Wear X minato questo ; più volte in. quell’ Orto Botanico. quando il. comune o. semestre, fu veduto perire, o non fece veruna riu- | scita; ma. seminato verso il terminar di Aprile ( come ha potuto osservare nell’ anno 1765.) in quarantanove giorni ar- rivò a maturazione perfetta, di maniera che fu reciso più di quindici giorni prima dell’ altro; circostanza che. sarebbe stata sommamente vantaggiosa, se in quell’ annata di tanta penuria. fossero . state seminate. molte. campagne di codesta no comune specie . Giova però. di» re, che il suo corso sia stato forse ace celerato dalla buona esposizione ,; e dall’ acqua che spesso. a mano gli veniva da- ta. Il suo granello è rossiccio di fuori e bianchissimo di dentro , piuttosto leg- giero, per esser sottile e di ficura lunga. triangolare, e segnato da un largo e pro- fondo solco. La sua spiga è piuttosto bionda; lunga € rara, cosicchè general- mente. contiene 40 ovvero o granelli . Non essendone stata coltivata una quan: x 32 X tità sufficiente per far pane, non si può render conto della sua qualità. Intorno a ciò è da notarsi ancora , che, avendo il Celebre Beckman seminate in un orto mol. te specie di grani, questa sola fu lascia» © ta intatta dagli uccelli . XII. Frumento nominato Andriolo $ secondo Linneo: Triticum turgidum. Generalmente produce le spighe corte, grosse, ben dife- se e armate di reste, con le glume irsute e bionde , e co’ granelli. pur biondi e qual- che volta rossicci (secondo la differenza dei terreni), i quali, quando si battono, facilmente depongono le glume o i gu- SCI, XIV. Frumento nominato Bianchetto , Bianchet- «ta» Civitella, e corrottamente anche Zi- tela, che produce un pane bianchissimo e leg-. ay X e leggiero quanto si possa fare con qua- lunque altro miglior grano gentile, è pro- babilmente la B/é blance, dei Francesi. Pro- duce la spiga corta, bianca; armata di teste, e il granello intieramente bianco e tondetto , Potrebbe dunqu’ esser quello, ché il Morisone cita come una varietà del- la specie che vien nominata dal Lobelio Siligo spica mutica, o. sia del nostro ‘Fri mento gentil bianco comune. XV. Frumento nominato Calbisia, forse dalla calvizie della spiga, ch’ è bianca, senza reste, e co’ granelli esternamente rossic- ci. È una specie di mezzo tra il F. gentil bianco e il F. gentil rosso, come si può vedere al N. III XVI. Frimento nominato Cascola, che è quel- la specie la quale si semina più per cos- trutto della paglia, che serve per far cap- GC X 34 X pelli, che per altro, nulladimeno è buona anche per far pane: ve n° ha di due sor ti. La prima si chiama Cascola bianca, che produce la paglia più sottile ; lucente «e (bianca; la seconda Gascola rossa, per esser di granello e fusto più grosso, e rossiccio $ e si coltiva nel. Bolognese e nella Romagna. Potrebb' essere, che fos- se la specie accennata dal Morisone col nome di Triticum calepense spica. breviore nitidissima alba , seu Triticum Josephi, del quale dice: Humilior hec planta spicas pro- fert breves €3 aristatass gluma albide € gla- bra suntz grana brevia ac turgida . Questi. ca- ratteri concorrono realmente. colla Cascola + XVII. Frumento Tosetto bianco, e Tosetto rose so , altrove Tosellò s cioè quasi tosato , ed anche Zucco per. essere senza reste. Lo stesso che il Touzelle dei Francesi. Ques- te varietà sono le medesime chiamate da. noi F. gentil bianco , @ F. gentil rosso». X 35 X XVIII Scoridella s € Orziiola, ovvero Orzola; clie è quella specie d’ Orzo; detto; dal Tabernemontano è zriziestre , e da altri, Èstivo è perchè si senminà dagli plumi di Gennajo sino al primo di Marzo, a dif ferenza delle altre specie the si seminano in Autunno. Da Columella è stato chia- mato Galatico s per essere stato portato il di lui seme dalla Gallizia; e da Bavitto, diîstico . Si coltiva in copia nel territo fio Trentino, ed anche nel Veronese ; ima può crescere felicemente in ogni ter- reno . Spelda, è Spelta . Alica, Zea; dei Latini; Epesutre, dei Francesi; Triticum'Spelta, del Lintieo; Orzuola; dei Toscani; Alea; di al- cuni Lombardi . Il'$u0 seme è lungo con un angolo acuto spl dorso; è di celor Ci X36X + rosseggiante, e non si spogha sull’ aja per mezzo della battitura, ma soltanto sotto la macine; ne nasce promiscuamen- te anche senza resta, e si semina quando il grano comune. Il Cesalpino la chiama Spelta, e altri Spelda minore, coi quali nomi è più conosciuta . Cresce in ogni terreno . XX. Frumento sessagono . Triticim ‘vufum , - hexasticum , di Gaspare Bavino , così det- to pel numero degli ordini, o filari de’ granelli, che sono sei. È stato anche chiamato Triticum sexangulare 3 e i Fram» cesi lo appellano B/é riguet, a motivo della sua "Fo Broni e rigidità , ovvero Froment a six quarré . 7. Gioverà molto al coltivatore di Di conoscere quale sia fra queste varietà di Frumento la specie migliore, acciocchè , secondo le sperienze da altri fatte, possa. scegliere quella che più rende, e che me- Mar “glio conviene alle circostanze de’ suoi terreni. Tali sperienze furono fatte con | molta esattezza da una celebre Società Economica in Inghilterra , la quale; fra tutte le specie da noi accennate, prefe= tisce le seguenti. i I. Il Frumento gentil bianco; che riesce in tutti i terrei buoni, ma specialmente nelle pianure di terra gentile. Si veda la specie N. I | II. Il Frumento gentil rosso, colla restas che fra tutti vien tenuto pel migliore. Cresce ottimamente nei terreni grassi 4 nelle valli, e nelle pianure. Si coltiva generalmente nel tertitorio Milanese . Mietuto e stagionato a dovere possede le più rare qualità 3 imperciocchè ha gran peso, è di ottimo sapore, rende molta farina, ed ha la proprietà di assorbire molt’ acqua . Per questi titoli sembra con ragione che si debba preferirlo ad'ogni altra specie. Si veda la specie N. III III. Il Frumento gentile di spiga bianca» col granello che pende al rossiccio, chiaman C 3 | X 38 X to :dagl’ Inglesi Perky, è stimato; perchè ‘cresce. felicemente nei terreni calcarei è ghiajosi, quanda sono: ben concimati; ma riesce anche nei terreni magri , Da esso ricavasi. buona farina; e non è soggetto alla facile corruzione . I contadini Inglesi trovano più vantaggiosa nelle pianure la coltivazione di questa specie ,. che quella del Frumento gentil rosso, colla resta. E- gli è più duro di questo, richiede minor quantità di concime, e minor coltura. Giaverà moltissimo seminarlo tardi, dopo la raccolta dell’ erbe artifiziali, dei piselli, delle‘fave e delle rape, premesse però alcu» ne arature. Si veda la specie. N. IV. © IV. Il Frumento conico , che viene dagl? Inglesi:a tutte le altre specie preferito ; per avere una spiga molto grossa, ed il grano; più ripieno delle altre sorti . Ques. ta specie si semina generalmente nei con- torni di Londra 1 Non è necessario per esso un particolat terreno; ma può esser indistintamente coltivato nei terreni umi di, ‘asciutti o argillosi, purchè sieno cone X 39 X cimati e ben preparati; nel qual caso ren. de molto. La farina di questo grano è però ruvida e pesante: Può esser semi. nato nei mesi di Ottobré, di Febbrajo, edi Marzo. Si veda là specie N, V. V. Il Frumento, nominato Bianchetto © Civitella cresce a meraviglia ‘nei terreni cinti di siepe o in altro modo, éd anche negli ordinarj ghiajosi , calcarei, leggieri e trgillosi, Non è tanto pesante quanto quello, detto dagl’ Inglesi Perky; nomie natò quì sopra al N. II ; ma egli dè maggior quantità di farina, Si veda la | specie N, XIV. VI. Il Frumento , detto Farro: Guadiriline; veterum), è una specie che rende più di ogni altra, e che dà una farina bianchis- sima, atta a far paste; la quale si suol chiamare in Germania : Forina di Frane fort e di N orimberga » » Si veda la specie N. VII Il Celebre Signor Sage suggerisce un metodo assai facile e semplicé per cono» scere - se il Frumento sia di buona o di C 4 X 40 X cattiva «qualità . Ecco com’ egli. sì \es- prime . + Io sono stato molto fortunato nel, ss proseguimento della fatica che ho fatta » sopra differenti grani. per iscoprire un s mezzo semplice di riconoscere la qualità »» del Frumento , il qual mezzo consiste s» nel cavar loro la farina, e nell’ osser» » vare la materia che contengono : se tel 4 sostanza viscosa, che il grano contiene, ss è elastica, il grano è buono; se è com- s patta, e mancante di elasticità , il gra- .,» no è mediocre ; se finalmente la farina ss è priva affatto di materia viscosa , il +, Frumento è cattivo e di nessun .va- ss lore £°. sy Allorchè ho scoperto ; che la qualità .. della sostanza viscosa. era un mezzo > semplice ed infallibile per determinare » la natura del Frumento , io diedi parte ss di ciò al Signor Tillet, che nulla sa » peva, e lo impegnai a ripetere le spe- (,» rienze nel mio laboratorio , la qual co- s» sa fu eseguita nel giorno 5 Settembre X 41 X so dell’anno 1775. Il Signor Tillet le tro- so VÒ sì dimostrative, che le impiegò per s» far conoscere, che la lisciva del Signor ss Ab. di Braxelles non era propria a rein- » tegrare il Frumento corrotto ‘*. i . Questa tessuta enumerazione dei mi- gliori Frumenti non dee però restringersi solamente alle specie da noi accennate 3 ma dee anzi maggiormente impegnare la non mai abbastanza comendata diligenza degli agricoltori a non tralasciat di repli- carne di nuove ,wbilanciando con filoso- fica esattezza i danhi ed i compensi, principalmente per quelle specie , che., sebbene rendan meno, pure sono più at- se per alcuni usi particolari, come, a ca- gion d’ esempio , è il Grano duro per le paste ; e per quelle altresì , che possono esser coltivate con gran vantaggio in sos- tituzione di altre nelle annate di penu- ria; come, per esempio il EFrmmento po- fonico, descritto alla specie N. XIL Dopo di ‘avervi ragionato, virtuosissi- mi Signori, della natura, proprietà e va» Maz DO rietà del Frumento, l’ ordine richiede, che io passi a parlare della sua vegeta= zione , 7 ARTICOLO IL Della vegetazione del Frumento . 7 I, Uy Agricoltore che ignora I’ affare della. vegetazione non può considerarsi intendente della sua art. Egli può esser paragonato ad un Médico s il quale non conosce nè la disposizione e la varia tes- situra del corpo umano, nè la natura è fa proprietà delle diverse malattie, alle quali è soggetto. E vaglia il vero : come mai ui Medico può essere ‘riputato Per valoroso e intelligente , se non conosce come sicno disposte e ordinate le parti che compongono il corpo umano; se non sa discernerle una dall’ altra; se non sa che' cosa sia arteria e vena; sé non ha cognizione del moto de’ polmoni , della M 43 invatura del chilo; se’ non è pratico del polso, che dà indizio della quantità e del moto del sangue; cioè di quel fivido universale, da cui tutti gli altri dipendo- no? Se nulla capisce di queste e di. mol. te altre cose, come saprà egli fare la giusta differenza. fra un male e l'altro 3 qual ajuto presterà egli al suo infermo ? che giudizio potrà egli formare per pre, scrivere i rimedj più opportuni, special. mente qualora tralascia altresì «di fare di- verse osservazioni, e non prende di mira nè l'età, nè il sesso; nè il temperamen» to, nè le affezioni dell’ animo dell’ infer- mo? Se non riflette bene nè ‘alla com. plessione., nè alla struttura, nè alla sta- gione, nè al clima? Benchè io non abi bia cognizione di Medicina , credo ciò non ostante che questi lumi in un Medico sie- no.di somma importanza; perchè egli dee cercar. d’ ajutare la natura dell’ ammala- to, e di secondarne, per quanto l’arte glielo permette, le inclinazioni. A ques- to.fine egli visita più volté ‘i suoi infer» X 44 X sni; si trattiene qualche tempo con essi per fare le sue osservazioni; fa loro di verse domande; esamina gli assistenti; ed usa in somma tutta la diligenza per co- noscere non. meno il maturale di cadaun ammalato, che la qualità della malattia che lo affligge, onde sapersi regolare nel la scelta dei rimedj.. io 1000) 2, Ora, questa fimilitudine quadra be- nissimo al nostro proposito; imperciocchè è così chiara, che appena ha bisogno di ul- teriore spiegazione. Supponiamo che lA» gricoltore, debba far da Medico, e che quelli che hanno bisogno della sua ‘ assi- stenza sieno .i terreni e le piante. Ciò che. fa il chilo. nel corpo umano, il qua- le ‘altro ron è. che un sugo bianchiccio, in,cui si. converte immediatamente. il/ ci bo :per via della disgestione ; :e ‘ciò. che! fa il sangue, il quale perla via di diversi canali circola per tutto il corpo + 1° istesso fa presso a poco il sugo nutritivo delle pian- te. Siccome dunque il Medico dee neces-. sariamente osservare e sapere le varie. cir+' x X 45 X costanze sopraddette , ed il corso dei fiuidi per restituire al corpo infermo il suo. vigore , così l’ Agricoltore dovrà co- noscere quelle parti, che più delle altre contribuiscono alla vegetazione ovvero all’ aumento delle piante per procurar in varie maniere di metterle o di mantenet- le in istato, che possano far quelle fun- zioni , alle quali sono state destinate dala la. natura. Dovrà egli sapere altresì in che consista il loro principale alimento sì | per far che lo possano ricevere, come per renderlo più abbondante nei bisogni. Fi- nalmente dovrà conoscere tutte quelle co- se che possono essere di ostacolo all’ au- mento delle piante per potervi apportare gli opportuni rimedj.: Quegli perciò che avrà tali nozioni generali facilmente po- trà da se stesso far avanzamenti nella pratica agraria; ma quegli che le ignora potrà giustamente esser paragonato a que’ coloni , che nella coltivazione delle pian- te, e nel governo dei terreni osservano alla cieca l ordinario metodo , senza ri- | DV 46 DC flettere alle circostanze più necessariè, so» lo perchè ha così veduto praticare da suo padre, o da altra persona s che comune mente venga tetluta per intendetite, ia che in realtà non abbia le necessarie co- gnizioni. Per ischivar dunque ogni peri- colo di etrare nella coltivazione del Fru- mento; convien sapere come la sua se- mete si sviluppi nella terta, come cres- ca la pianta sviluppata ; e come circoli. no ed influiscano in essa i sughi nutri=' tivi.. 3. Il grano del Frumerito, due o tre giorni dopo ch’ è seminato ; comincia‘ ad ammollitsi, a goffiatsi; la sua pelle si squarcia ,, e Ja farina diventa pasta 5 © pappa. Dal fondo del grano sbucciano i | primi filamenti della radice. Là è dove il seme comincia a svilupparsi; perchè la ‘radice è quella che dee somministrare il nutrimento alla giovine pianta; i gernio- sli della quale, destinati a formar. le fo- glie, si dirigono all'insù. Queste tre par- ti della semenza, cioè la pelle, la parte X 47 X | farinosa ed il getme, operano di concerto nella formazione della pianta. Ma per | essere meglio inteso, eccovi l'ordine che tiene la matura in questa sua operazio- ne è Nel primo giorno. L'umidità del terreno ; in cui è stato seminato il grano, unita a quella del grano stesso lo ammollisce * egli fermen- | ta, si riscalda, si gonfia; la sua pellicina comincia a crepare in diversi siti; il cor- picello della pianta principia a intbzzare ; il germe si sviluppa e diventa più gran de; le radici cominciano a sbucciare ;' ed il follicolo seminale punonla * aver del. le aperture . Nel secondo giorno . La scorza crepa; ed il pedale destinato» a formar la paglia’ apparisce sella parte esterna ; dirigendosi allo insù . VC 4800 Nel terzo giorno « La parte farinosa, di cui è circondato il germe, viene ammollita dal succo, che ha ricevuto, e si trasforma in una pasta o pappa. Il pedale o fusticello, che pri- ma era bianchiccio, diventa verde; la ra- dice inferiore si allunga, diventa pelosa, e con molti filamenti. Da tutte le radici pendono certe fibre pelose ( eccettuatane la parte loro superiore) , le quali si avvi- ticchiano intorno alle particelle più sottili della terra, ove divengono ricciute. Spun- tano eziandio due piccole radici oltre alle laterali.. Nel quarto giorno Il fusticello, che cresce allo insù, for- ima un angolo retto; la radice infima cac- cia altre nuove radici , le quali fortifican- dosi acquistano più peli, che , abbraccian- do le particelle della terra, e trovando in essa X 49 X ‘în essa lo spazio sufficientemente poroso. - formano una tessitura in forma di reticel- la, nella quale s’ intrescano. Laonde il follicolo si ammolisce, e, comprimendo- lo, esce un succhio biancastro e dolce. Nel quinto giorno . Cresce il fusticello, e spiega una foglia verde, ravvolta: le radici si allungano , e si manifesta un nuovo nodello, dal qua- le nasce un’ altra radice . Il guscio comin- cia a sciogliersi, ed il follicolo seminale a languire . Nel sesto giorno . Si estende la foglia del fusto, ch'era ravvolta: la pianta cresce allo insù; il giuscio va distaccandosi affatto, e sino al giorno undecimo va sempre maggiormen» te infacidendosi , e si corrompe quasi in- tieramente . Dopo il giorno undecimo tutte le ra- D X so X dici si allungano, e cacciano. nuovi fila» menti. La seconda foglia s° infracidisce:, e le sue vescichette diventano vuote; gli spazj tra i nodelli si distendono; spun» tano nuovi. germi ; e la radice maestra per tutto. il. mese cresce in lunghezza qualche pollice di più . . Dopo un mese, mentre le radici ed il fusto si sono già molto avanzati ed au- mentati, spuntato dai primi nodi i ger mogli forniti di piccoli. tubercoletti, i qua- li poi cacciano le radici. 4. Le radici crescono comunemente se» condo la bontà del terreno, e lo spazio che trovano per estendersi. Il Miller. as. serisce di aver cavata una radice lunga un braccio: io, per verità, non ho potu- to finora cavarne una simile . f. Che che sia, egli è certo; dice il celebre Duhamel ( e deesi riguardare co- me un principio e ‘una verità generale ), che le radici, tagliate che sieno nelle lo» To estremità, non crescono più in lun- ghezza; imperocchè ogni radice si allun- Xsi X sa solamente nella sua estremità. Pet questo non viene impedita la vegetazione della pianta; imperciocchè le radici ta- gliate producono ‘molte altre ‘radici più picciole , e molti filamenti, che servono a meraviglia per ricevere dalla terra il su go, ossia la materia nutritiva, purchè le - radici tagliate non sieno molte. Sicchè, se nel coltivar ‘la tetra se ne rompe qual -cheduna; in vece di pregiudicare; giova piuttosto alla pianta , | perchè la radice tagliata produce subito delle radici late. rali. - 6. Quindi si dee dire, che poco s' in tendono del crescimento de’ vegatabili que? fautori dell’ ordinario metodo'di coltivare il Frumento, i quali temono di portar alle piante del medesimo ‘un grave pre- giudizio nell’ accostatsi troppo alle loro radici con qualche isttrùmento. Quelli che seminano il Frumento col nuovo metodo di um seminatojo, con cui vengonsi a spargere le semenze a file dritte, mon hana no questo timore; imperciocchè seminat= D 2 )( s2 do eglino in questa guisa, cresciute che sieno le piante sino ad una certa altezza, danno ad esse la terra per mezzo di un aratro leggiero , e in tal maniera rompo- no con gran. vantaggio non poche radici , per mezzo delle quali ; pullulando nuove radici laterali, come abbiamo detto , si moltiplicano gli strumenti; i canali, e, per così dire, le bocche , che servono a sommi- nistrare il nutrimento alle piante; giacchè appunto le radici più piccole. o sia i fila- menti son quelli, che lo ricevono, suc- chiandolo dalla terra, che loro sta intor- no ed ..a portata, d'onde poi il succhio si alza nel fusto, nelle foglie e in tutte le parti della. pianta per darle aumento e vita; presso a poco, come l’uomo si mantiene per mezzo del sangue , che per varj canali va circolando nel di lui corpo . Da ciò ognuno comprende, che chi vuole riuscit bene nella coltivazione del Fru- mento è obbligata osservare molte co- se, acciocchè il terreno. sia disposto € preparato in maniera; che le radici. pos- Me, sano cavarne il necessario nutrimen- to. 7. Per arrivar a conoscere, donde la terra riceva questo nutrimento , basta in- ;vestigare i veri principj della sua’ fecon- dità. Il Signor Froger in una sua coro- mata Dissertazione dimostra , che vi sono quattro principj di fertilità molto verifica- ti, cioè l’acqua; la terra, l’aria ed il calore . Dunque il concorso libero e propor- zionato di questi quattro elementi sono i veri principj della fecondità. I due primi, cioè l’acqua e la terra, costituiscono ‘la materia delle piante e dei loro frutti; e gli altri due, cioè l’aria ed il calore, pongono siffatta materia in azione . Ecco in qual maniera i sopraccennati principj concorrono alla fertilità ed all’ accresci- mento delle piante . 8. La terra, che è il magazzino d’ ins finite particelle terrestri di varia natura , grossezza , figura e qualità, e che rinchiu- de molti. sali e «sughi grassi, facilmente D 3 X 54 X vienè eccitata alla fermentazione , quando è umettata. Per questa ragione essa si gonfia, quando riceve una dolce pioggia, e tramanda molti vapori, i quali alletta- no lodorato. Offre allora il suo senò alle piante, e' colla sua grassezza e co’ suoi sali contribuisce alla loro vegeta- zione . sie 9. L'acqua; caricandosi dei sali e dei sughi oliosi che incontra, mentre pene- tra nei pori della terra, gli scioglie e ad essi si unisce. Questa mescolanza , di cui l’acqua fa la principal patte, diventa il sevo delle piante, il loro nutrimento, e finalmente il loro frutto . 10. L’aria, quel fluido in cui viviamo, essendo sciolta e pesante , agisce colla propria gravità sopra i corpi inferiori, :e le sue parti acquistano molta forza ed ‘elasticità , mediante il fuoco o calore che in esse s’ insinua. L'aria ‘è perciò infinita» mente più fluida dell’ acqua ; :che inces- ‘santemente penetra , @ quindi colle parti acquose s’ introduce nelle piante. E sicco» X ss | me l’ aria è tutta ripiena di vapori ,.i quali si alzano continuamente dalla terra, così cagiona. il riscaldamento. delle parti terrestri ed. umide , e in. tal guisa favori- sce, unitamente al calore ,. il. movimento del succhio-. In somma è. tanto. necessa- ria, che senza di essa nessuna, pianta può sussistere 3 poichè senz’ aria, come senza umido e senza calore , non succede fer-. mentazione . 11. La terra dunque , l’aria, } acqua ed il fuoco sono i veri principj della fe- “condità e della vegetazione . Questi. però debbono operar di concerto e. ritrovarsi in una giusta proporzione , acciocchè l° a- zione dell’ una non disturbi o distrugga lazione dell’ altra. Il troppo ingrasso sl la terra troppo. nutritiva fa morire le piane te; la tropp’ acqua le annegà e le fa mar- cire ; il troppo caldo le inaridisce.;; e l’a- ria soverchiamente. mordace , .od il vento continuo e gagliardo le spoglia della necessa- ria umidità . Fa. duopo perciò , che 1’ Agri- coltore impieghi tutta la propria attenzione D 4 X 56 X nel mantenere e disporre con economia questi principj. Tutto ciò dimostra quan. to sia importante non solamente il som- ministrare alle terre gl’ ingrassi sufficienti ed opportuni; ma di renderle eziandio, mediante la dovuta coltivazione, tali, che le radici possano dilatarsi sufficientemente e profittare delle benigne influenze dell’ aria, del sole, delle pioggie e delle ru- giade . ARTICOLO II. Della differenza e della qualità dei terreni . Giacchè finota abbiamo osservato , che alla buona vegetazione del Frumento con- tribuisce più di ogni altra cosa il terreno, da cui le piante cavano il loro - principal nutrimento ; fa di mestieri, che ‘ora esa- miniamo le differenti qualità di ogni ter- reno, e la maniera di distinguerne una X #7 X | specie dall’ altra, per venir susseguente» mente in cognizione, quale sia la più op- portuna per coltivarvi con vantaggio il Frumento. Una tale attenzione nella or- dinaria coltivazione vien trascurata dalla maggior parte dei lavoratori, restringen- dosi tutta la cognizione loro ad una sem. ‘plice grossolana pratica 3 imperciocchè re» golano i loro lavori senza discernimento ; e praticano i miglioramenti per qualunque prodotto sempre nella stessa maniera e non secondo la diversità dei terreni. Es- si giudicano di poter coltivare vantaggio- samente il Frumento in un dato terreno; solo perchè questo prodotto era riuscito nel. terreno medesimo anche nell’ anno antecedente. Per toglier dunque in qual- che maniera una così cieca pratica, darò nel presente Articolo alcune. notizie intor- no le principali differenze dei: terreni. 2. I più esperti coltivatori, dice Colu» mella, distinguono tre generi di terreno : il piano, il colle e il monte. Il piano non vuolsi a perfetto livello; il colle X 58 X convien che sia di una dolce e facile di» scesa; il monte non debb’esser erto e nudo, ma selvoso ed erboso. A cadauna di queste specie di terreno convenir pos» sono sei differenti qualità; poichè egli. può esser .pingue o magro, forte o leg. giero, umido o asciutto. Da siffatte quae lità di terreno, fra di loro in diversi mo» di ein varie proporzioni mescolate , ne ria sultano infinite varietà. Tali differenze però , ‘come ognuno vede, sono proprie dei luoghi. anzichè delle terre; e tutto al più servono di regola per seminare © per piantare in un luogo quelle cose, che sogliono meglio in esso. allignares perciò le selve convengono ai monti; le vigne ai colli; e le biade alle pianure. 3. Anche gli Agricoltori moderni distine suono tre generi di terreno : caldo, freddo e temperato , che chiamano terra comune o terriccio ( humus ). Altri, usando di- Versi nomi, distinguono la terta in legs giera, pesante e forte o pingue, e quesè ti sì spiegano un poco. più esattamente Dl ro X dei primî; ma nè gli uni, nè gli altri caratterizzano la natura della terra. È per- ciò. di somma importanza in agricoltura il ben conoscere la terra ; che prendesi a coltivare. Gioverà dunque far sapere, che per terra fredda e forte intendesi 1° argil. losa; per calda e leggiera, la calcarea e cretosa; e principalmente quella ch’ è mis. ta. con molta ghiaja e sabbia; per pingue;. quella che dipende dalla putrefazione e disoluzione di animali e di vegetabili, : 4. L’ argilla o terra gilia; seè pura, distinguesi dai seguenti segni: 1mo, Es. sendo ben bagnata riducesi in pasta , pren» de qualunque forma, ed è atta a far vas ‘si. 2do. Seccata ad un fuoco leggiero ris. tringesi ;; ma conserva la coerenza delle parti. 3z0. Ad un fuoco molto violento non si fonde, ma s indura bensì a se- gno » che percossa coll’ acciajo dà delle scintille. 4to. Non fa effervescenza cogli acidi, ma, a similitudine della terra col- tivata, mon ha mai esattamente simili proprietà ; quindi apparisce » che non sig )( 60 X mai argilla pura. Gli Agricoltori chiamano freddo il terreno argilloso , perchè, rite nendo la pioggia che in esso penetra, a cagione della soverchia umidità soffoca , per così dire, le tenere radici delle pian- te, ed essendo molto tenace, difficilmen- te lascia penetrare il caldo solare. Chia- masi eziandio grave, perchè a cagione della sua tenacità si attacca all’ aratro , lo rende soverchiamente pesante, e lo ar- resta. f. Il rinomato Cronstedt distinzue le | terre calcarie coi seguenti caratteri. 1mo. Ad un fuoco forte si calcinano , cioè ‘di- vengono tali, che bagnandole con acqua non solo si sciolgono, ma altresì molto si riscaldano, e all'aria libera attraggono umidità, e si riducono in una polvere che prende in gran parte le proprietà del- la calcina viva. 2do. Fanno effervescenza con tutti gli acidi, e combinandosi con essi formano un’ altra sostanza; come, p. e. ; quando si uniscono all’ acido comune pro- duconp il sale ammoniaco .- Generalmente X 61 ‘si attribuiscono alla terra calcaria le pro- prietà del sal alcali fisso ; per la qual co- sa da alcuni vien detta terra alcalina. Estesissima per tutta la superficie del glo. | bo è la pietra calcaria; ma rarissime volte si trova pura; e sicuramente non incon- trasi mai ( almeno in certa quantità ) ne' campi, fuorchè in alcune provincie della Francia, e dell’ Inghilterra, ove se netro- vano degli strati assai estesi. . 6. Fra la ghiaja e la sabbia non havvi altra differenza che nella maggiore o mi- nor grossezza delle respettive parti. I Na- turalisti chiamano indistintamente queste terre col nome generico di arena. Le pro prietà generali di questa consistono nella forma delle parti tendenti al rotondo , sciolte | e non. atte ad ammollarsi, nè ad impastarsi.. All’arena, 0 più propriamente alla. ghiaja si dee riferire quel terreno , che è ..tutto ciottoli a molta profondità 5 fra i quali però si osserva generalmente frammischiata della terra argillosa o cre- tosa. La ragione; per cui il fondo are= X 62) noso ‘chiamasi caldo, è perchè presto. 8° imbeve dell’ acqua e presto si ‘asciuga; per la qual cosa non sélo-Jascia mancat 1? umidità alle piante, ma talvolta le fa an- che petite a motivo del caldo che forte- mente ritiene ‘e fomenta. Un sì fatto terreno è ‘accoricio per alcune piante, che ricercano ‘un nutrimento dilicato e leggie- ro; ma non è adattato per la coltivazio- ne del Frumento; ch’ esige terreno forte e grasso :. Sotto nome di terre calde, per le ragioni addotte, s° intendono anche le salcarie. e la cretosa .. La terra calcaria è certamente atta alla vegetazione; anzi l° Adanson scrive, ‘che fertilissimo è lo stta- to di n presa il fume Negro in Africa . dix 1 7: Fra le terre argillose e calcarie se ‘ne conosce una specie molto importante pet 1° agricoltura, che chiamasi Marga © Marna. Cronstedt la definiscecol nome di terra cal- carea intimamente mista coll’ argilla. Ques+ ta fa effervescenza cogli acidi, al fuoco s' ‘indura', e; se-è molto violento ; si fort 63 X de e si vetrifica. È composta di particel. le impalpabili; quindi è molle al tatto e saponacea. Quando si scava di sotterra ed esponsi all’ aria, a principio si rasso- da, e prende talora quasi la durezza di ùna pietra; ma se vi resta esposta per qualche tempo, si sfarina in una polvere minutissima. Il color è vario, e scavasi dagl’ industriosi Agricoltori per ingrassare il terreno. È stata ritrovata della Marna in varj luoghi dello Stato Veneto, ed il Cel. Antonio Zanoni ha pubblicato. un’ Opera eccellente sopra questo argomento . Trovansi sovente de’ grandi strati di essa sotto la superficie della terra, i quali si conoscono da varj indizj, come segue. Per distinguerla agevolmente da ogni altra materia, gl’ Inglesi, principali rifor- matori dell'agricoltura , vogliono, che sì prenda un pezzetto di Matga asciutta, “e che si getti in un bicchiere d’ acqua. Se sarà vera Marga, si scioglierà subito in piccoli granelli) e vedrannosi alzare verso la superficie dell’ acqua alcune: vescichet= X 64 X te. Ma siccome vi è una specie di terra che produce quasi l’ istesso effetto, e da “chi non usa molta diligenza può facilmen- te esser presa per vera Marga ( quantune que, in vece di render fertile il terreno, ella lo isterilisca in maniera di porlo fuo- ri di stato per più anni di produr qualune que pianta ), il di cui colore è piombino tirante al nero; e siccome la vera Margaa maneggiandola bene , diventa liscia e pu lita, a differenza di quella, che resta ruvis vida; così la maniera più sicura di tutte, per discernere la vera Marga dalle altre terre, è la seguente. Si versa in un bic- chiere dell’ aceto, nel quale, se s° immer» gerà un pezzo di Marga, l’aceto farà una specie di ebollizione , e a poco a poco la Marga si scioglierà in minuzzoli. Tale - fermentazione , che la Marga , a differen- za dell'argilla o di qualunque altra terra, | produce , noi la chiamiamo effervescenza. Quanto migliore sarà dunque la Marga, tanto più ella toglierà 1° acerbità all’ ace- to . «Ma per meglio adattare ai varj usi della 65 X della coltivazione i diversi generi di Mar- ga, essi si possono distinguere : nelle se- guenti maniere sulle traccie «del Signor Andrea . 1mo. Marna o Marga. propria- mente» detta chiameremo quella, in. cui P argilla e la calce ( cioè la terra calca- rea ) sono a dosi eguali. 2do. Se vha in essa tre quarti di calce ed una di ar- gilla, dicesi Marra ealcarea. 3z0. Se tre parti di argilla sono unite ad una di calce, dicesi Marna argillosa. 4to. Se a- tre parti di terra calcarea o argillosa ve n’è congiun= ta una di gesso; chiamasi Marna gessosa. sto. Se la Marna argillosa o calcarea è mista a parti eguali con l arena; dicesi Marna arenosa; ma se la Marna prevale, allora è calcarea:o argillosa mista all’ are- na. 6to. Se poi la terra calcareao l’ar- gillosa è 1 una all’ altra grandemente. su- periore in quantità, allora, omessa la de- nominazione di Marna, si dice calce ar- gillosa o argilla calcarea . 8. La più abbondante fra tutte le spe- cie di terra-è quella che chiamasi humus ; E X 66 X composta di varie sostanze . Ve n° ha di tre sorte: cioè terra paludosa, terra di giardino , e terra comune. La paludosa, “almeno la superficiale, ( poichè quì non parleremo ‘per ora di quella che scavasi profondamente , detta torba, e che serve sì per li concimi, come per uso di fuoco) ha le stesse proprietà che quella. di giar- dino. Questa , essendo una scomposizione di vegetabili imputriditi , ha un color cu- po; le particelle, che la compongono , sono aspre e poco ‘aderenti fra di loro; se si bagna, gonfiasi come una spugna; fermenta e tramanda dell’ odore; seccasi facilmente al sole e al vento, e; perden- do tutta 1’ umidità, diviene polvere inu- tile; al fuoco nè si fonde, nè si calcina 3 mescolata coll’ argilla, coll’ arena 0 colla terra calcarea forma la terra comune, o$à sia la terra buona, della quale per la vas ria mistura ve n° ha innumetabili specie . differenti. La terra di giardino, avendo poca ‘adesione di parti, perde facilmente Tumidità, e lascia perir le piante. quando X 67 X fton hanno un continuo soccorso dall’ arte. La terra comune finalmente è quella; che “asclutta mostra un color grigio, e bagnata divfene oscura e quasi neta.Questa terra, come dicemmo; è piena di succhi grassi e di sali fecondi; ed è la migliore di tut- te pet nodtire le piante; perchè, come osservò Columella, è stata per molti an- ni e secoli ingrassata dalle produzioni ves getabili anne ivi perite e putrefatte.. .9. Queste nozioni dimostrano che 1’ a- gricoltore dee aver molte cognizioni; ma non danno le notizie necessarie per dis» tinguere a cetti indizj le terre diverse , Un mezzo semplice per giudicare della bontà di un terreno egli è quello di far- vi alcune buche, e dopo breve tempo riempirle colla terra medesima: se ne so- pravanza ( come sè aumentata, si fosse per mezzo della fermentazione ),. è pin- gue; se ne manca, è magra; se. non ne manca; nè ne sopravaniza; è mediocre . Si può anche prendere dell’ aceto, e far la sperienza come. si disse di sopra al N. 73 Di 2 DX 68 X ove parlammo della Marna ; perchè thtte. le’ terre naturalmante fertili ‘producono ‘qualche fermentazione ‘0 effervescenza con quello in grazia dei sali che racchiudono. Ma per conoscere le ‘qualità della terra ‘non basta guardare la sola sua superficie, accadendo benespesso ( anzi per lo più ), ch’ ella sià di una qualità differente da quella che ritrovasi al di sotto , ‘anche poca. profondità. Gioverà perciò visitare i varj strati per conoscere le diverse loro qualità. Per la coltivazione* del Frùmen- to basta ‘esaminarla alla profondità di due piedi . 10. Siccome tutti i terreni sono comune nente composti e mescolati di argilla e di sabbia; così 1 industrioso agricoltore dovrà esaminar quello in cui vorrà coltivare i Frumento; ed osservar quale sia la qua- lità che in esso predomina . Se fosse tut» to argilloso, ‘e così fattamente compatto , legato ‘e ‘tenace; che l'aria ed il calore non lo potessero sufficientemente penetra- re; e l’acqua non vi potesse circolar a X 69 X dovere, siffatto. terreno si conserverebbe perciò troppo freddo. e compatto, le ra. «dici delle piante non potrebbero penetrar- lo ,. nè estendersi, e per conseguenza. il loro crescimento sarebbe troppo. tardo’ e. lansuente. Se al contrario . fosse. tutto sabbioso , sarebbe senza consistenza» e senza sostanza ; imperocchè ; essendo. egli composto di piccolissimi sassi, i quali non si uniscono mai bene insieme, permettem» do un troppo facile passaggio ‘all’ acqua, che porta seco i sali ed i sughi pinguii all’ aria ed al sole, che fanno svaporare i sali ed i sughi lasciati dall’ aqua; final. mente al calore ed al freddo, tutto cià cagiona del danno alle radici delle piante. ti. Un i buon agricoltore dee dunque distinguere. un terreno in confconte di un altro, e sapere ; .che non ve n° è al cuno sì cattivo di natura sua; il quale non possa coll’ industria esser migliorato, ovvero impiegato -per renderne più. fecon- do qualche altro; imperciocchè egli è cer» to ed indubitato ; che da due. cose cattis E 3 x 70 X vé è di qualità contrarie, mescolate in- sieme in giusta proporzione, ne può ri- sultare una terza, la quale non partecipi troppo tiè dell’ una, nè dell’ altra. Gosì il terreno sabbioso, ch’ è arido , arden. te'e sprovveduto di particelle vegetabili , e che lascia sfuggir tanto facilmente 1° ac- qua , quanto agiatamente la riceve, hen- chè non sia opportuno per una felice ve- getazione a motivo della soverchia sua porosità ed inconsistenza, diviene ciò non pstarite fertile e buono’, quando si mes. coli con una materia tepiace $ come sareb- be 1° argilla, che gli dia 1° oportuna con- sistenza, legandolo insieme e disponen- dolo ‘a conservar per più lungo tempo ? umidità e la materia hnutritiva . Così pure il terreno argilloso ‘ ch'è troppo duro è tenace; e che non può agevol- mente assorbîr l’acqua, nè partecipare della buona influenza dell’ aria e del so- le; come esige la pianta del Frumento ; potrà dall’ esperto coltivatore esser ‘mi gliorato; \e reso più mobile e divisibile Drzr col mescolarvi una proporzionata quantità di terra di natura diversa, come sarebbe la sabbia. Il diligente agricoltore dovrà in somma con tali mescolanze di qualità opposte rendere ogni terreno più o meno tenace , più o meno leggiero , più o me- no arido, più o meno grasso, e per con- seguenza disporlo a produr qualunque sot te di Frumento. Con questi semplici mez- zi a quest'ora si sono fatti de’ cangia- menti maravigliosi in molti terreni dell’ Inghilterra e di altre provincie 3 ‘ cosicchè adesso rendono il doppio più di quello che rendevano prima. ugo 12. Tali miglioramenti, nell’ srdigitio metodo di governare i terreni, dai conta- dini vengono intieramente trascurati; e per iscusar la propria negligenza adduco- no, ora la mancanza del tempo ; ora la moltiplicità dei lavori; ed ora altre simi- li cose; ma la vera cagione di codesta trascuratezza è | ignoranza x la dappocag-. gine e P'ostinazione di costoro + «Il tem+ po più opportuno pet eseguire molti di E 4 Mzz: X questi lavori sarebbe il. verno, mentte la stagione non permette il farne d’ altro genere; ma invece in questo tempo, la maggior parte dei contadini 0 se ne stàm- no oziosi accanto al fuoco ., perdendo co- sì, con-vani, e talvolta perniziosi cicala- menti, il prezioso tempo ; 0 frequentano Je osterie mangiando e. bevendo sulla. fe- de i raccolti tuttavia esposti in campagna ed incerti; o pensano a tutt’ altro, che all'agricoltura ed ai mezzi più opportuni di coltivare con vantaggio il Frumento , sotto. lo. specioso pretesto della stagione troppo fredda e dei giorni troppo. corti ; o finalmente dicono che simili migliora- menti furono eseguiti da altri con grave fatica e senza ricavarne il tanto celebrato vantaggio. Un docile contadino non dee però lasciarsi far paura dalle. picciole rac- colte del primo anno, avendo l’ esperien- za dimostrato :costantemente , che i ter, reni in tal guisa migliorati hanno col tem- po abbondantissimamente risarcito, il dan- no ;.‘anzi.talvolta nello stesso. primo an- VE #8: DC o la ‘fatica è stata a dovizia ricompensa. ta. Ma affinchè l'argilla mescolata coi terreni sabbiosi produca buon: effetto , si dovrà porla sopra tutta-la superficie in pic- cioli mucchietti, poco distanti 1’ uno dall’ altro ,. lasciandovela per tutto’ il verno; acciocchè in forza del sole, delle pioggie e dei geli si sciolga, e riceva i buoni in- flussi dell’ aria e dell’ acqua, che la dis- pongono a render fertile tutto il terreno, allorchè nella: primavera, dopo di essere stata opportunamente sparsa col mezzo dell’ aratro , ‘sarà incorporata col suddetto ter. reno, il quale però si dovrà fendere su bito ch’ egli non sarà troppo bagnato; e che si potrà facilmente sminuzzare . Così facendo ,, si vedrà, che un tal terreno ( massimamente se vi si aggiunga un po» co. di buon letame prima di ‘ararlo per l’ ultima volta ) produrrà nello stesso pri- mio anno buona quantità ‘di bel Frumen- to. In generale deesi avvertire , riguardo ai miglioramenti da. farsi con la sabbia, che per operare a dovere e riportarhe X 74 X frutto dovrassi mescolar tanta sabbia. coll’ argilla, quanta basti per farla diventar più spugitosa ; cosicchè, ridotta in tale stato , sia più facile da governare; e pos- sa ricevere più agevolmente l’ acqua ; e gl’ influssi del sole e dell’aria: anzi per renderla anche più ricca e feconda, sarà bene frammischiarvi del. letame ordinario ben consumato, 0 letame di porco, @ sterco di pollame; avendoci 1’ esperienza replicatamente ammaestrati, che cotali mes» colamenti producono effetti maravigliosi. Columella stesso, che viveva nel primo secolo della nostra Redenzione, ne ha lodevolmente parlato , allorchè scrisse , che ‘(2) suo zio paterno , Marco Columel tiliiemed er top or ‘prop (4) Sì tamen nullum genus stercoris suppetit, ei muls tum proderit fecisse, quod M. Columellam patruum meum, do&issimum ac diligentissimum Agticolam, sRpenumero usurpasse , memoria repeto, ut sabu- losis locis cretam ingereret, cretosis ac nimium den= sis sabulum. Atque ita non tantum segetes latas excitatet, verum etiam pulcherrimas vineas effice= ret. C. 2. c. 16. *. CONDOR la, a suo giudizio, agricoltore molto di. ligente ; ed intendentissimo del mestiere, otteneva eccellenti raccolte mescolando dell argilla colle terre troppo cariche di sabbia, e della sabbia colle troppo argil lose. Un simile effetto potrà esser pro- dotto eziandio dalla ghiaja e fino dai sas- sì stessi, purchè nòn sieno troppo gran- di, e la mescolanza stia în dovuta pro- porzione coll’ argilla. La sabbia finalmen- te è anche buona per rendere più fertili i terreni paludosi; e quelli che ne han- no fatta l esperienza accertano' di averla trovata eccellente in questo caso; e di averla distribuita sopra tali terreni all’ al- tezza di due dita, zappandoli poi e fen= dendoli coll’ aratro alla profondità di una spanna , atciocchè la sabbia sovrappostavi S’-incorporasse più facilmente. Assicurano , che, ritigliorati questi terreni in simil guisa, dopo ‘un anno vwi si potrà seminare il Frumento con ragionevole speranza di fac buona raccolta . DX 76 X LI ARTICOLO IV. Qual terreno convenga al Frumento ,. e come debba essere lavorato . 1. Avendo fin ora spiegato .colla mag gior chiarezza e brevità possibile le varie qualità delle terre , il buon ordine vuo- le, dottissimi Accademici , ch'io in ques- to Articolo vi dica qual terreno*richiegga il Frumento, e com’ egli debba essere la- vorato . |. | | :.24 Alcuni coltivatori credono; che il terre- no sia buono allorchè il suo colore è nero. Egli è però un errore volgare il credere |, che. la buona o cattiva qualità di esso si possa dal solo colore determinar. con. cer- tezza; come appunto ‘osservò Columella , allorchè scrisse :. New ergo color , tanquani ‘certus auîtor, testis est bonitatis arvorum +. È quantunque non si possa negare , che erdinariamente quella terra, che tende al rr X golor nero non sia la più fertile, nulla- dimeno ( come ogni altra regola ,. così anche questa patisce la: sua eccezione ) vi è una sorta di terra, la quale, benchè sia nera , anzichè esser buona ; deesi no- verare fra le più cattive a motivo della grande quantità di ferro che contiene ) da cui dipende tale colore . -Questo mi- nerale è un veleno per tutte le terre, in cui le parti di quello sono ‘molto di- sciolte ; imperciocchè sono attaccaticcie. quando sono bagnate, e perdono tutta la consistenza appena che sono asciutte ; e per conseguenza mon si possono’ riputar buone per la vegetazione del Frumento. 3. I più accreditati coltivatori di tutte le nazioni convengono d’ accordo, che per la coltura del Frumento si debba consi. derare per miglior di tutti quel terreno , il quale di sua matura contiene maggior ‘eopia di materia nutritiva, che si può a- gevolmente conoscere dai naturali prodot- ti del medesimo . Perciò, scorgendosi unì terreno » che di sua natura produce buo» X 78 X ne erbe ed ogni sorta di alberi o di altre piante rigogliose al pari di quelle, che coltivansi nei terreni ben lavorati e conci= mati, arguir si pottà., ch’ egli sia ottimo di natura sua, e’ che debba rendere frut- to assai maggiore quando venga coltivato a dovere. Seppero anche gli antichi, dal- le erbe, che spontaneamente nascono in un terreno incolto, giudicare della futura fecondità di quello ; così, dice Palladio : Se una terrà. produce giunchi , canne s grami» gue s trifoglio , rovi, pruni selvatici , sei si» curo, che vi allignerà bene il grano. Linneo | portò più oltre questa osservazione, e dai diversi generi delle piante spontanee at+ gomentò quale dovesse essere ib terreno che. le ‘produsse; ‘cosicchè quello; che da per. se genera solo qualch’ erba. cattiva, o qualche pianta miserabile e di poco vi- gore, dovrà giudicarsi 0 sterile affatto, 0 poco disposto a lasciarsi ridurre a vantag= giosà coltura senza gravi spese e fatiche . Dico, senza gravi spese e fatiche 3 imper- ciocchiè; qualunque sia la specie dalla ter X 79: X ra che si cava da’ luoghi anche più pro: fondi, se si espone all’ aria, ‘alle pioggie ed al sole, può divenir buona ; e ridursi a suo tempo feconda ed atta ‘a produrre qualunque specie di Frumento; come evi. dentemente lo dimostrano certe isole sor- tite dal seno del mare, le quali. abbon- dano al presente di varie sorte di vege tabili. 4. Le campagne sono composte , come dicemmo , di varie qualità di terra, e petciò non sono tutte simili, ritrovando- st. in una maggior quantità di. argilla o creta ; in un’ altra maggior copia di sab- bia o .ghiaja, ec. Si dovrà dunque sce- gliere ‘pel Framento quella, ‘in cui pre- domina l’.argilla e la cretà, e per la Se- gala quella, in cui titrovasi più sabbia © ghiaja ; imperocchè siamo ammaestrati da infinite sperienze fatte fin ora; che il Frumento desidera per ordinario terra for- tes e la Segala all’ opposto , come pure quasi. ogni sorta di grano dal guscio sta legume , terra leggiera . Una celebre X 80 X Società' Economica d'Inghilterra (e) adduce la ragione per cui il Frumento ami il ter- reno forte piuttosto che il leggiero , fa- cendoci conoscere s. che questa pianta è ‘delicata; e che difficilmente sopporta il rigore del freddo, quantunque sia neces- sasario esporla all’ inclemenza della più ri- gida stagione, acciocchè percorra il natura- le suo periodo pel dovuto aumento. Per. ciò, a fine di minorare i danni, che po- trebbe soffrire, il coltivatore dovrà usare ogni diligenza, difendendola. al possibile dal freddo. A questo fine il più opportu- no mezzo sarà quello di preparare il ter- reno in.maniera, che il grano possa es- sere da esso strettamente circondato , ac- ciocchè le particole terrestri si avvicinino bene e combaccino le radici tutto allo in- torno per «custodia e difesa dal freddo: servigio, che il terreno'leggiero e troppo poroso (a) Algemeine haus haltungs und land Wirtholaff + Wissenschafit. 7. 2. cap. 97. pag. 309. "> VET e TE RI six poroso ‘non può prestar. Dissi, che il Frumento desidera per ordinario una. ter- ra forte, perchè ve n° ha. alcune specie, le quali con certi preparamenti e necessa- rie concimazioni riescono benissimo anche nelle terre leggiere, purchè non sieno ‘però formate di pura rena. Tale sarebbe il Frumento, da noi chiamato; gentil-bian- co ( Artic. 1 paragt. 7 N. 1); il Gen- tile di spiga bianca col granello, che pen- de al rossiccio, detto dagl’ Inglesi Perky ( Artic. 1 paragr. 7 N. 3 ); e. sopra o- gni altro il Bianchetto o la Civitella ( Ar- tic. 1 paragr. 7 N. 5 ). $. Non è però cosa sì facile il cono- scer le differenti qualità dei terreni, co- me molti si persuadono, perchè a giudi- zio di un coltivatore un terreno da lui lavorato sarà argilloso e tenace; e da un altro agricoltore, avvezzo a lavorare ter- reni più forti, sarà tenuto come sabbioso e leggiero; per la qual cosa nella colti- vazione della campagna possono nascere moltigsimi errori. In fatti un contadino, , F 82 X che sia stato educato in un distretto do- ve i terreni sono argillosi, e che non ne abbia mai coltivato di altra qualità, se vedrà in altro sito un ‘terreno composto di argilla e di buona porzione di sabbia, giudicherà, senza far altre riflessioni, o che sia semplicemente argilloso, perchè vi vede dell’ argilla simile a quella dei terreni da lui coltivati, o che, avendo inteso parlare dei terreni sabbiosi, crede. rà, che sia appunto di tal qualità, perchè ‘vi scopre molta sabbia, che non era ava .‘vezzo'a vedere ne’ suoi terreni argillosi. Figuriamoci, per ipotesi , che l' indicato contadino, il quale era avvezzo a lavo- rar terreni argillosi , sia: ora costretto a coltivarne di sabbiosi. Siccome egli sole- va per l’ avanti far buona raccolta di Fru- mento, ingrassando i suoi campi con letame di cavallo o di altri animali poco consu- mato, così spererà di far un’ abbondante racgolta di tal grano migliorando il terre- «mo sabbioso. con l’istessa qualità di leta- mes.ma è cosa certissima, che, giò fa- Ma83X ‘cedo; aniente ricaverà da quel terreno , ;massimamente se. il .tempo sarà asciutto ; poichè un tal letame, che rende spugno- so. il terreno argilloso, abbruccia intiera- mente e rende infecondo il terreno sab- bioso.. A simili inganni è sottoposto ognu- no, che, secondo l’ ordinario metodo , non usa tutta la diligenza d’ investigare da qualità predominante de’ suoi terreni . A. questo fine in .varj paesi sono state fat- te moltissime vantaggiose sperienze, prin- cipalmente per mezzo della Chimica , la quale è un’ arte di separare ,, mediante il fuoco , le «diverse sostanze , delle quali i corpi misti sono composti . Veggasi 1’ ec» cellente opera Inglese del Signor Home, la quale è anche tradotta in Francese; e le sperienze del Sig. Baumè per acquistare sopra ciò le opportune cognizioni. 6. Merita però di esser quì riportato ciò che dal Signor Lavezzari..è stato .0s- servato:. », La terra :galcarea; dic'egli, ss, fa effervescenza cogli acidi. L’ argilla »» non fa con essi effervescenza veruna 5 2 è i 3 d -» 39 9 59 DV 84 X ina frammischiata col nitro, è postà al fuoco, produce un fumo rosso ; e mista col sale imàrino esala, al fuoco, vapori bianchi. La sabbia e 1 arena, sostanze vetrificabili, non fanno cogli acidi ve- runa effervescenza , e non iscompongo- no gli anzidetti sali, coi quali venisse ro mescolate queste terre refrattarie . L’ humus non ha analisi sicura riguardo alla dose de’ suoi risultati :' produce pe- rò sempre, mercè la destillazione; Imo. una flemma, ora in più, ora in meno grande quantità , secondo la maggiore o la minor sua umidità ; 2do. un li- quore spiritoso , piccante ed acre, di colore oscuro, simile allo spitito di tar- taro 3 3z0. un olio rossiccio. Tali pro- dotti sono una prova dimostrativa , che questa terra è formata da materie vege- tabili e animali ; giacchè niuna delle risultate sostanze oliose, e spiritose tro- vasi nel regno minerale “. Ma siccome la chimica non può esser nota a tutti gli agricoltori ; così ho creduto ben fatto 1° X 85 X additar loro anche ‘un metodo più facile e semplice , qual è il seguente . Sciolga- — no una porzione della terra, che voglio» no riconoscere , nell’ acqua: vedranno, che le parti argillose, cretose e sottili nuota» no per essa; e che le ghiajose e sabbiose precipitano al fondo. In questa maniera ognun potrà facilmente venir in cognizio- ne della qualità dei loro terreni, e della proporzione che hanno gl’ingredienti, dai quali sono composti. Ciò premesso tot- ‘niamo adesso al nostro proposito per deci- dere , qual terreno Sia, per la coltivazio- ne del Frumento, il migliore. A tale ef- fetto giova il ricordarsi, che tutte le pian-. te traggono il nutrimento loro dall’ acqua$ dall'aria e dal calore; quindi ottima al. la fertilità è la terra vegetabile. comune ( humus ), che attrae que’ fluidi sprigio-. natisi dai vegetabili e dagli animali per mezzo della fermentazione ; o li sugge dall’ atmosfera sovrapposta, e li. presenta - alle barbe delle piante. Dico, che la ter. ra comune ( humus ) è ottima per la ve- F3 - X 86 X getazione del Frumento; perchè , secorido - le costanti ed uniformi sperienze , il fon- do più fertile è quello, il quale è com- posto di terra argillosa , calcarea ed are- nosa, che forma appunto’ la terra vegeta- — bile comune ( ws ). Quando un agri- coltore avrà esaminato il fondo de’ propij poderi, saprà tosto in qual maniera deb- ba migliorarlo, aggiungendovi quella spe- cie di terra, che manca; in dose propor- zionata. È vero che ciò non darà al ter- reno la fecondità; ma fie allontanerà gli ostacoli. Qualunque’ però sia 1’ azione, che la calce è la creta, miste coll’ argil la, hanno sopra essa; egli ‘è fuori di dub- bio, ché la rendong feconda; laddove so la era sterile. I . Avendo fin ora considerato i terreni secondo la loro fecondità è le differenti qualità, ci rimane anche da considerarli secondo le varie’ loto situazioni; impet- ciocchè 1’ aspetto ch’ essi harino ricevuto dalla matura o dall arte cagiona loro dif ferenze sensibili, Al Frumento conviene 87 il terreno piano, che per sentimento di Co- lumella dee esser arato con qualche leggie- ra pendenza e non perfettamente a livello. » Questa vantaggiosa inclinazione si potrà »» facilmente effettuare, se il bifolco prin- s» Cipierà il lavoro coll’ aratro nel mezzo ss del campo, ritornando addietro senz’ a- ss rate. In qualunque maniera però ch? egli lavori, è necessario che usi sempre l attenzione di formare le porche ed i solchi da tramontana a mezzodì, cioè, che una testa della porca guardi il mezzodì, e 1’ altra la tramontana; acciocchè in caso di gelo, mentre il sole ha poca forza, le porche sieno percosse lateralmente dai de- boli raggi della mattina e della sera. In questa maniera il gelo non si scioglie nel giorno per tornarsi a formare nella notte e le tenere piante del Frumento non ri- sentono quel danno che risentirebbero dalle ‘alternative -congelazioni della terra troppo soleggiata . Per prova di ciò si \0s- serverà in primavera il Frumento -costan- temente più raro dalla parte del mezzo- F4 X 88 X di, che dalle altre parti meno. percosse dal sole . St | : 8. Per render fecondo il terretto non basta conoscere solamente le differenti sue qualità e situazioni; bisogna altresì saper- lo ben preparare e lavorare, cosicchè pos- sa produrre molto e perfetto Frumento . A tal effetto è necessario sapere che la terra arabile, secondo il metodo ordina- rio, si coltiva a biada ovvero a prato ; e che un podere si suol dividere in tre par- ti, delle quali una si semina di biade es- tive, l'altra di biade autunnali, e la ter- za si lascia in riposo. Così si fa vicende- volmente ; poichè è opinione de’ vecchi agricoltori , che la terra, producendo, si affatichi e si debiliti, e perciò abbia biso- gno di riposo. Imperciocchè, dicon’ essi, la terra stando in quiete riassorbe dall’ a- ria i sali ed i sughi, che si erano consu- mati nella produzione delle biade, i qua- li servono a dar vita e nutrimento ai se» mi che poscia ad essa si affidano . Io pe- Tò sono di opinione contraria, e penso Y 89 X che il riposo snervi-le campagne e te des teriori anzi che. migliorarle . Di fatto, perchè mai si costuma ingrassare i novali prima di seminarli.?. Non. è egli chiaro che col letame si vuol dare ad essi quella forza della quale si suppongono privi? Se questo letame si distribuisse in vece. sopra un campo subito dopo.la messe, non pro- durrebb’ egli egualmente ? Alle sperienze de’ contadini , che pretendono necessario il riposo, oppongo quelle degli ortolani, i quali senza riposo alcuno raccolgono da una piccola ‘porzione di tetra qualunque specie di erbaggi e di legumi in ogni sta- gione e in gran copia. Diranno forse, che negli orti il cangiar coltura , semi» nandovi successivamente cose diverse , ser- ve al terreno di riposo ?.In tal caso con- fesserebbero ciò che io asserisco; vale a dire, che la terra non ha bisogno di ri- poso, ma bensì di essere coltivata . Dun- que il riposo è cosa, che il contadino chiede più per se stesso che pel suo cam- po. È cosa certa per altro , che il Frw X 90 X mento dimagra le campagne più di qua- lunque altra erba; perciò il terreno semi. fiato costantemente a Frumento s’indebo- lisce e diviene sterile; mon già perchè perda. tutta la fecondità, ma perchè si stanca forse, o s'infastidisce di alimenta- re continuamente la stessa. pianta. Negli orti si suole sempre osservare una cosa similes perciò l’ortolano non rimette mai nello stesso sito la medesima specie di et- baggi. Anche l’ agricoltore dovrà regolar- si nella stessa maniera introducendo nelle campagne quelle tali specie di erbaggi e di legumi; che servir possano di prepara- zione al terreno destinato alla coltivazio- ne del Frumento. Tali vegetabili non debbono essere di quel genere, che chia- masi di radice fibrosa, il quale ha molte barbe laterali, che si estendono pér ogni verso nella terra, e che la impoverisce di sughi, e la dimagra; ma bensì di quel- lo, che ha una lunga e grossa radice con pochissime fibre laterali , che si approfon- da perpendicolarmente. nella terra senza X 91 X smungerla è deterioràrla, come, per e. sempio , tutte le specie di rape, di caro. te, o di consimili erbaggi, che profori- dandosi nella tetra, l'aptono, la divido. dono e la fendono colla tadice; come fà- rébbe un cuneo; e che inoltre sorto imol- to utili per niuttite il bestiame. Nella Franconia e nell’ Olanda pet otto conti- nui mesi soglionisi comodamente alimenta- re i buoi edi cavalli con simili vegeta- bili, che ‘colà si coltivano in copia. È altresì molto commendabile la sèminapioniè di quelle rape, che dai Francesi si chiama- no Bette-rave ; per aver le foglie buone e facili a crescete, cosicchè si possono taglia- ré ogni due settimane e con ésse nutri- re il bestiame pel cotso di sei mesi, do- po il qual tempo, per inipinguare le stes- se bestie si suole raccogliere le rape me- desime, che sono talorà di considerabile graridezza , è del peso di sei iti sette lib- bre 1’ una : Ecco perciò duè considérabili vantaggi dipendenti da tale coltura: quel- lo del nuovo prodotto ; é quello della AOC 98 X buona preparazione della terra per la sus- seguente coltivazione del Frumento. Se vuolsi coltivare al tempo stesso erbe , le- gumi e biade , si potrà mettere alternati- vamente le varie parti della terra a Fru- mento ,.a rape, a fave, a cavoli, a pi+ selli, ec. 5 e così produrrà in ogni tempo senza isterilire .. Si dovrà però aver cura di vangarla profondamente, e di sarchiar= la spesso, affinchè le reliquie delle pro» duzioni antecedenti non ingombrino gli attuali prodotti. Alle terre leggiere con-. vengono le rape, le pastinache , la medi- ca, ec.: per un terreno forte sono oppor- tuni i legumi, dopo.i quali. il campo sa- rà atto pel Frumento più che se si fosse lasciato in riposo; la qual cosa può suc- cedere o perchè quello resti più lavorato , o perchè tali piante colla lor ombra. con- servino in esso i nutrizj umori, o perchè nuovi sughi v’ infondano , attraendogli colle loro foglie dall’ atmosfera . Non mi sembra però del. tutto inverisimile l’ opi- nione di coloro , i quali vogliono , che la ) X 93 X moderata ed interrotta coltivazione isteri. lisca il terreno; e che al contrario la ec. cessiva e continua lo fertilizzi. In quest’ ultimo caso il coltivatore dee ' usare mag- gior attenzione e fatica. Per Ja qual co- sa, vedendo di non poter supplire, come si renderebbe necessario , ‘lascià una por- zione del terreno in riposo . Da ciò deri. vano le tre seguenti osservazioni . ‘tmo. Talora gli Agricoltori hanno in cura mag- gior. estensione di terreno di quello che possono ‘ben coltivare . Laonde ebbe a dire. Virgilio : +00 + +0 + + Laudato ingentia rura ; Exiguum colito ....... Georg. Lib. IL v. 412. Quindi non senza ragione dissero i Car. taginesi, che il fondo debb’ essere più debole dell’ Agricoltore; ‘poichè , avendo a contrastare insieme; se quello è più for- te, questo ne resta oppresso . Perciò i sette Jugeri, ‘accordati ‘ai Romani per la legge Licinia | rendevano loro più che a noi i vasti poderi. 2do.-1 prati per nutri- X 94 X re il bestiame non sono sempre propor- zionati ai campi destinati alla coltivazione ‘del Frumento; per la qual cosa manca il concime tante necessario, specialmente se non si alterna colle biade qualche altro prodotto egualmente utile per nutrire il bestiame e per impinguare il terreno, co- me sarebbero le rape; ii cavoli, ec.. 320. I campi destinati a Frumento si seminano sempre .collo stesso grano, e i prati si la- sciano sempre prati; cosa nocevolissima all’ agricoltura. Giova però cambiar colti- vazione ed introdurre nelle campagne l alternativa. de’ prodotti. Di ‘una nuova utilissima maniera di coltivar le campagne a vicenda, cioè di quella che chiamasi Tarelliana, siamo in parte a voi debitori, o. benemeriti agricoltori .della Vicentina provincia ; imperciocchè , seguendo le sag- gie vostre insinuazioni; furono quasi uni. versalmente introdotte le divisioni delle terre in tre o in cinque porzioni. Questi due metodi di coltura Tarelliana dietro al vostro lodevole esempio si vanno. anche X as X introducendo nelle altre provincie del Do- minio Veneto; e sopra di essi abbiamo una precisa e circostanziata Memoria del Chiariss. Signor Giovanni Arduino, letta in codesta medesima vostra Georgica Ac- ‘cademia, e stampata nel Giornale d’Ita- lia, che può servire di modello a. chi vo- lesse seguirli .. Nella indicata Memoria, come ben sapete, s’ indicano molti nazio- nali agricoltori, che hanno già abbracciato questo metodo , fra i quali si distinsero i Nobili Signori Co. Co. Antonio Pajello , Autore del nuovo Piano di Agricoltura , Giambatista Orazio Porto, Agostino Ne- gris Alfonso. Loschi, Giacomo Rubini , Giuseppe Cerchiari, non meno che i Si- gnori Francesco. Modena, Antonio Pas: «quali. da Monza, ed ‘alcuni ‘altri; la cui testimonianza tende a confermare la gran de. utilità dell’indicato metodo ,\ e la ne- cessità che venga universalmente’ abbrac» ciato . i 9. Il solo metodo Tarelliano non potrà nulladimeno produrre il desiderato effet» (96 | to, se si trascuri di cooperatvi colla in- dustria coltivando le-terre a dovere. A questo fine Iddio, creatore di tutte le co- se, ha formata la terra, acciocchè V uomo «da essa ricavar potesse tutto il suo neces- sario sostentamento; ma non avendo egli ubbidito al. primo di lui comandamento, lo condannò a lavorarla, e ad impiegare perciò tutta la sua diligenza e fatica: e ea ch e Porter See CoA Haud facilem esse viam voluit ; ‘primusg. per arten Movit ‘aggros, curis acuens mortalia corda , | Virg. Georg. Lib. I. v. 121. Nè volle già Iddio, che 1 uomo , creatu- ra ragionevole , lavorasse la terra alla cieca, movendola e voltandola sossopra senza veruna attenzione e senza. giudi- zio; ma bensì, che per via di replica- ti sperimenti procurasse di ‘acquistar co- gnizione del modo da tenersi per rica- varne il possibile vantaggio, acciocchè i frutti fossero proporzionati alla industria ed alle fatiche. Osservò già Socrate presso Senofonte, \ 97 X Senofonte, nel Trattato dell’ Economia , volerci la terra stessa, qual Dea, inse- «gnare la giustizia, col dare il premio più grande a quelli, che con maggiore studio . ed attenzione 1 avessero coltivata ; ma per quanto grande fosse la diligenza, che gli agricoltori impiegassero, nel coltivarla , poco lor gioverebbe, qualora trascurassero di rimoverla e di ben disporla per mezzo di replicati e diligenti lavori, in maniera che si trovasse in istato di somministra- re alle piante il bisognevole nutrimen- to. Questa verità è stata in ogni tempo da molti celebri filosofi e dagl’ intendenti di agricoltura tenuta per tanto certa e indubitata , che tutti convennero nel fon- damentale principio : ,, che il lavoro più importante nella coltivazione del Frumen- to consiste nel dividere, nel rompere ‘e nel ridurre, per quanto si può, minuto e spugnoso il terreno “. Columella, di cui più volte vi ho già fatto menzione, fu di questa verità tanto persuaso ; ch’ ebbe a dire: ,, non consistere in altro l’ agricoltura. G I 98 ‘che, nel muovere e dividere i terreni “ . Ed il rinomatissimo agricoltore Inglese Signor Tull è giunto infino a dire: ,, che le callorie sono inutili, e che tutto di- pende dai differenti lavori ‘ ; proposizio- ne ch’ egli prova con molti argomenti. Ma ancorchè questo suo ragionamento fosse giusto , ‘nulla varrebbe in pratica la di lui massima; impercioechè non conve- rebbe consumar: tanto tempo, nè far sì gravose spese . È cosa certa nulladimeno , e' da costanti sperienze confermata, che la terra: dee esser resa minuta e. spugno- sa, affinchè possa ricever meglio e più copiosamente gl’ influssi .fecondanti , coi quali, se si aggiungerà quella materia che contiensi nel letame, ognun vede, che sarà più feconda e capace: di alimen- tare ‘le piante. Egli è certo adunque, che tanto l’ ingrassare, quanto il lavorare i terreni si rende necessario allorchè da essi. si voglia ricavare molta quantità di buon Frumento; la qual cosa si. potrà. ot- tenere agevolmente, quanto più i terreni )( 99 x si fenderanno coi replicati lavori. Sono perciò agricoltori mal accorti, e dall’ or- dinario metodo .a grave. errore. condotti coloro ; i quali pretendono , che vi sieno certi terreni asciutti e leggieri, che, qua- lora si fendessero. frequentemente, tali diverebbero maggiormente, cosicchè il so- le leverebbe loro la sostanza e li rende rebbe incapaci di somministrar sufficiente alimento alle piante, che non possono ri- ceverlo senza una conveniente umidità , che serve ad introdurvelo . : Eglino: non intendono bene la fisica natura dei mede- mi; imperocchè , -se i terreni forti e pe- santi si debbono. fendere, e per: mezzo di replicati lavori dividere e ridur minuti e penetrabili, affinchè le radici possano liberamente trapassarvi per ricevere il nutri. mentos. conviene altresì fender e. muove- re più volte i terreni leggieri, ‘acciocchè divengano all’ opposto. più uniti, con- sistenti ed atti a conservare ‘lungo tempo umidità, dalla. quale traggono alimento le piantes e qualora fossero :troppo disu» G 2 X 100 X niti e porosi, le radici delle medesime li trapassarebbero senza toccarli, e però non potrebbero ricever da essi il necessario nutrimento . Io. Quindi s' ingannano i seguaci dell’ ordinario metodo, quando colla lingua del volgo dicono: , che ogni arada è wa smagrida “ 3 e s ingannano di molto , quando si persuadono , che quanto più si arano i terreni leggieri, tanto più si di- suniscono e divengono porosi ; impercioc- chè dalla fisica costituzione dei terreni sappiamo , che difficilmente se ne trova uno, il quale sia composto di particelle tutte della medesima specie e qualità, mentre sono formati e composti di argilla, di sabbia, di creta, o di ghiaja. Nascen-. do perciò da tale composizione unicamen- te la loro varia denominazione , secondo la specie che predomina, si dicono leg- gieri que’ terreni, che contengono molta sabbia o ghiaja, le cui parti, non potendo intimamente unirsi, a motivo della lo- ro sferica e irregolar figura, cagionano in' (101 X . essi molte vacuità, e li rendono troppo porosi. E siccome già dicemmo, che si- mili terreni non sono mai affatto privi di parti argillose o cretacee , s' intenderà fa- cilmente, che per mezzo di replicate ara- ture e di frequenti lavori queste parti si dividono e si rendono più minute ed at- te a riempire le molte vacuità ed i pori ch’ esistono fra la sabbia e la ghiaja; e per conseguenza i terreni leggieri quanto più coll’ aratto o con altro somigliante strumento, si fenderanno, tanto più uniti, tenaci e capaci si renderanno a conserva= re l’ umidità necessaria. Anzi alcuni, che sembrano composti di pure pietre e sas- solini, non lasciano per questo di produr Frumento, come dimostra l’ esperienza. Egli è certo , che le piante non possono . crescere senza terra; dunque .la fertilità dei fondi ghiajosi da ‘altro non può pro- venire, che dai lavori frequenti. È fuor di dubbio , che, movendosi coll’ aratro le pietre, e urtandosi una contro l'altra, non solo si staccano da esse le particole G 3 X 102 )( terrestri , ma producono eziandio della polvere , massimamente allor che sono d’ ineguale figura. Le particole terrestri e la polvere va quindi sempre più empiem- do i spazj vacui e le porosità, che vi 'so- no fra le pietre, per picciole ch’esse sie- no. Quindi quanto più stretti e piccioli si riducono questi spazj; tanto più unito diventa il terreno, e più angusti diven- gono i di lui pori, pe’ quali debbono pas- sare i. tenui filamenti delle radici. Per provare se ciò sia vero in pratica, si fen- da la metà di un campo di terreno leg. giero una volta sola, e l’altra metà si fenda più volte per diritto e per traven so, e si vedrà che quest’ ultima porzione diventerà di colore più oscuro della pri- ma ; indizio manifesto ch’ è stata miglio- rata dai replicati lavori. Da tutto ciò, che dissi fin ora, si ricava un’ altra utile conseguenza , cioè, che quanto più si la- vorano i terreni, tanto più si De rispar» miare il letame . ‘ 11. E poichè la principal mira per go- X( 103 )( vernare i terreni consiste nel ben aratli, giova sapere, che a ciò fare vi vogliono tre cose: imo, che l’aratro sia buono e ben ordinato ; 2do., che 1 nomo, che lo dirige sia forte e giudizioso; 320, che il bestiame, che conduce l’ aratro , sia qual debb’ essere. Ma per farmi meglio inten- dere, mi spiegherò più distintamente in- torno a tutti tre questi articoli . 12. L’ Aratro , l’ Erpice e il Rotolo so- no. in generale i tre strumenti per lavo- var la terra. Il principale fra essi è l’ A- ratro. Le sue parti più necessarie sono : 1mo, il coltello , detto altrimenti coltro , che taglia la terra e fa strada al solco; 2do, il vomere, cioè quel ferro che for- ma il solco. e smuove la superficie. della terra; 320; l’orecchia, che rovescia da una parte la terra già sollevata; 4to, la stiva Ù o stegola, con cui. il bifolcò regola l’ ara- tro ; sto, la ralla , o sia quel lungo bas- tone, che da un lato ha il pungolo, e dall’ altro un ferro, col quale si sgombra l’ aratro dalla terra attaccatavisi . Siccome G4 )( 104 X tutte queste parti debbono accomodatsi alla matura del terreno, così sono diverse nelle varie provincie e talora nelle diffe- renti campagne di una provincia medesi- ma. Vi fu uno Scrittore il quale ha pre- teso, che tutti gli aratri finora conosciuti siano stati malamente costrutti, senza ec- cettuarne alcuno , quantunque: se ne: co- noscano di molte specie 3 imperciocchè nella sola Inghilterra se ne contano più di cento. È certo però esser sì antico 1° uso dell’aratro, che dee già da gran tem- po aver acquistata tutta la possibile per- fezione. Di fatto l’ aratro nostro è poco differente da quello che reggea Quinzio Cincinnato quando fu eletto Dittatore di Roma: Gli furono fatti però alcuni can- giamenti adattati alle circostanze de’ luo- ghi , senza parlar delle ruote, che vi so- ‘mo state aggiunte, usate già ai tempi di Virgilio, le quali non convengono a tut- ‘ti i terreni. I cangiamenti, che si volle- ro fare all’aratro in questi ultimi. tem- pi, hanno generalmente avuto poco buon he i X( 105 X esito. Le forme che gli si fece prende- re sono molte, poichè è stato adoperato or con uno, or con due ed or con quat- tro coltelli. Il più semplice è stato però sempre riputato il migliore, massimamen- te quando è adattato alla qualità del ter- teno ; in cui si vuole adoperarlo. In-al- cune provincie della Germania si usa un aratro semplicissimo senza coltello e sen- za ruote, con cui le bestie fanno pochis- sima fatica. Si possono vedere diversi schizzi d’ aratri nell’ opera del Signor Ber- trand, intitolata : Elementi di agricoltura : Be- ckmann ha dato la descrizione di alcuni aratri della Germania; e l Autore dell’ Opera, che ha per soggetto: La giusta proporzione di allevare il bestiame per la coltivazione della campagna: ci dà, nella sua Dissertazione stampata a Berlino l’an- n0 1774 » una ben intesa descrizione di un aratro , che si usa con molto vantag- gio, a preferenza di qualunque altro, nel Ducato di Mecklenburgo, e quasi gene- ralmente. per tutta la Germania. Egli è X 106 X semplicissimo , e chiamasi nella lingua Tedesca ( Haaken ). Ve ne sono di va» ria figura secondo i differenti terreni : ‘ quello della Tav. I può esser condotto da un cavallo, o da un solo bue, e si ado- pera con molta utilità nei terreni leggie- ri, sassosi e sabbiosi; quello della Tav. II fig. I, serve per li campi da rompersi; gli altri due della Tav. IL fig. Il e III, comunemente servono per arare i terreni troppo legati e tenaci. L’aratro , 0 piut- tosto la mola a vento, che Latisse imma- ginò per lavorar la terra senza buoi, può annoverarsi fra i ritrovati ingegnosi e i nutili . | 13. L’Erpice, dopo l'aratro, è l’ istru- mento più atto per ben lavorare i terre- ni. Tutte le colte nazioni hanno in con- siderazione questo sì utile arnese; nè io so concepire , perchè sia, dirò così, quasi sbandito , oppure, ‘perchè quelli ch’ esis- tono non sieno costrutti a dovere. Un valente agricoltore dee avere due etrpici , uno leggiero, e l’altro pesante: il leg- Lap La tene X 107 X giero debb’ essere formato con denti corti di legno; ed il pesante con denti lunghi di ferro . Identi, sì dell'uno che dell’ al- tro, non debbono esser collocati in manie- ra che si succedano immediatamente uno all’ altro in linea retta, come comune- mente sogliono esser formati; ma debbo- no esser disposti alternatamente, a simi- litudine di uno scacchiere. Se 1 erpice sarà costrutto in questa guisa, egli non solamente spianerà, triturerà e sminuzzerà meglio le zolle, ma distruggerà altresì l’ erbe nocive; la qual cosa non può es- ser tanto facilmente effettuata coll’ erpice ordinario. Vi è un’ altra forma di erpice, d’ invenzione affatto nuova, la cui cos- truzione si può vedere alla Tav. III fig. I. Gl' Inglesi lo adoperano con molto van- taggio nei fondi leggieri, allorchè il ter- reno è del tutto coperto da erbe cattive . Eccone l’uso: Si attacca uno o due ca- valli nel fondo A, ove si ferma un lun- go manico di/legno, affinchè un uomo, secondo il bisogno, lo possa calcare: in X 108 X tal maniera, ovunque si farà. passare quest’ istromento , resterà strappata senza dubbio tutta la cattiva erba e la zizzania . Questo . stesso strumento si può anche a- doperare in vece dell’ aratro, allorchè nei campi, già per li precedenti prodotti col- tivati., si vogliono seminare delle rape o altre simili erbe. Il bifolco dovrà però aver attenzione di non nettare questo er- pice dalle erbaccie; che seco trasporta, se prima non sarà giunto all’ estremità delle porche. Lo strumento , espresso nella Tav. III. fig. II, si usa dagl’ Inglesi per purgar le piscine ed i fossi dalle erbe che sono sotto acqua, per le quali, se fossero mol- te e minute, si aggiunge un piccolo ces- puglio di spine, che s intreccia fra i den- ti dell’ istromento .. In questa guisa , im- mergendolo nell’ acqua e strascinandolo un, poco per essa, si cava fuori una gran- de quantità di erbe, le quali servono a moltiplicare il concime., spargendole ‘so- pra i letamaj, e lasciandole ivi matei- re} a I 109 X 14. Il Rotolo è utile non solo per e. suagliare la terra, ma eziandio per com- primerla ; poichè senza questa operazione la semenza, restando talora in un vuoto fra le zolle, non germoglia. Alcum fan- no passare un rotolo lesgiero sopra il terreno lavorato , acciocchè la semente in questa guisa resti distribuita più egual- mente; e quando la seminagione è ter- minata, vi fanno passar sopra un rotolo più pesante per coprirla, e per appianare maggiormente il terreno, acciocchè, nel mietere, la falce non urti nelle zolle . Questo istromento si potrà adoperare as- sai vantaggiosamente nei terreni leggieri ; e nè desiderabile l introduzione. Egli pero non è mai tanto utile, quanto può esserlo al terminar dell’ inverno , allor. chè, sciolgendosi il gelo , la terra si sol- leva unitamente alle radici del Frumento , che possono esser mirabilmente dallo stes- so ricoperte di terra, e difese dalla mo- lesta impressione dell’ aria e del sole . 15. E siccome per ben lavorare i ter- Xa10 X reni non si ricercano solamente strumen- ti buoni e adattati; fra i quali l’aratro dee occupare il primo luogo; ma rendesi necessario altresì, che 1’ operatore sia for- te e giudizioso , come abbiamo detto al paragrafo 11; così tutti gli agricoltori in- telligenti hanno cura di far eseguire ques. to lavoro dai più capaci: per la qual cosa io so, che i più comodi coltivatori Te- deschi ed Inglesi non hanno riguardo di dar più largo salario. all’ esperto operato- re, destinato a condur l’ aratro. Che co- sa direbbero mai costoro, se vedessero che in certe campagne dell’ Italia 1’ aratro viene. condotto non .solo dalle donne, ma altresì dai ragazzi s- che non- hanno nè bastevoli forze, nè cognizione veruna dei terreni? I coltivatori della provincia Vicentina sarebbero perciò in errore, qua- lora credessero, che nelle ristrette cam- pagne fosse male impiegato il danaro pet mantenimento di un buono aratore ; pet- chè i prodotti più abbondanti ,-che si ri- cavano dalle terre ben lavorate, in con- Xairi X fronto di quelle che sono lavorate mala- mente, compensano con grandissimo in- teresse tutte le spese. Sarebbe anzi desi- derabile, che gli esperti conduttori dell’ aratro , i quali si trovano dispersi per la provincia, venissero in qualche maniera ricompensati, acciocchè si occupassero nel- lo ammaestrare i meno abili, facendo lo- ro .conoscere la’ propria ignoranza nell’ | arare i terreni, di qualunque qualità éssi sieno , nell’ istessa maniera, e senza ri- guardo veruno alla ‘natura delle’ piante che vi’ vogliono coltivare. Questo è ap- punto uno dei maggiori errori, che io abbia osservato commettersi mella ordina- ria coltivazione del Frumento ; ma spero che verrà emeridato facilmente dai colti- vatori delle terre, quando sarà loro nato il vero metodo ‘da osservatsi ‘pet rica- var dalle campagne il possibile vantag- 16. Giova però sapere, che ‘per ben dispor la terra alla seminagione del Fru- mento non basta ararla, ma bisogna la X 112 vorarla più volte e per ogni direzione , smuovendola e riducendola, per dir così, in polvere, come si suole praticare negli orti. Questa operazione si eseguisce 2- gevolmente, se, per esempio, la prima aratura si faccia per lo lungo , la seconda pel traverso , la terza per lo lungo, la quarta pel traverso , e la quinta ancora per lo lungo, usando attenzione, accioc- chè il terreno sia ridotto eguale col tras- portare la terra da un luogo all altro se- ‘condo il bisogno, in maniera che le ac- que non si adunino e ristagnino in ve- run sito. Quindi convien ridurre tutte le terre forti in quadrilunghi inclinati ver- so le estremità, e rilevati nel mezzo; per la qual cosa si divide il campo in porzioni più o meno larghe, secondo ch° egli va soggetto alle acque. Si comincia allora dal mezzo a lavorare il quadrilun- go, gettando sempre la terra da una par- te, finchè si giunge col lavoro all’ estre- mità : indi ripigliasi il lavoro nel mezzo del quadrilungo , gettando la terra dalla parte ; Sarai (113 )( parte lavorata .. Nel lavoro, che precede la seminagione, il coltivatore dee avere due oggetti: I1mo., che la terra sia bene smossa, acciocchè riesca libero il passag- gio alle picciole radici ed alle barbette delle piante, e loro somministri facilmen- te buona copia di sughi; 2do., che restino svelte tutte le erbe infeste al Frumento . Ecco alcuni precetti relativi a questo dop- pio oggetto. I campi pingui, che. riten- gono molto l acqua, si lavorino quando la stagione comincia a farsi calda, e quart- do tutte le erbe hanno germogliato, ma non ancora maturato il seme; per isvel lerle però intieramente si dee lavorar la | terra a solchi'sì fitti, che uno si confon- da con l’ altro. Se si ripeterà spesso ques- ta operazione, non vi sarà più bisogno di romper le zolle, perchè ve ne reste- ranno pochissime. I campi, nei quali na- sce l’acqua, che volgarmente si chiamano sortumosi , si debbono arare quando la terra comincia ad asciugarsi ; poi, dopo la metà .d’ Aprile ; indi nuovamente nei H X( 114 XX giorni prossimi al solstizio 3 per la quarta volta, al principio di Settembre; e final. mente avanti la seminagione. Questi pre- cetti risguardano però principalmente i no- vali, cioè i campi riposati. . 17. >La prima cura dell’ agricoltore dee consistere nel tener purgate le campagne dalle erbe inutili. Alcune di esse hanno la radice perenne, ed altre muojono ogni anno ,. e rinascono dal seme che cade. Queste sono più. difficili. da estirparsi ; perciò subito dopo la. messe si dee arar la terra a solchi fitti, ed erpicarla legger- mente , ma spesso . Quando le erbe sono rinate; e alquanto cresciute; si ara più profondamente, svellendo i grossi cespugli , i quali si debbono trasportare fuori del cam- po, e gittare sopra il letame, acciocchè con esso marciscano ; 0 farli seccate , pet abbruciarli, e spargerne le ceneri sopra la terra. Nociva più di qualunque altra er- ba è la gramigna,; perchè molto stende sotterra le sue radici, le quali, se si tac gliano colla vanga; o coll'aratto , sì mol Vor X tiplicano in vece “di distruggersi: quindi vogliono essere svelte ; al qual fine è sta. to inventato nella: Slesia ‘un ottimo stru- mento . Giova altresì arar fitto ( quando però non si voglia aver delle grosse zol- le per fat seccar le radici delle erbe cat- tive), affinchè nessuna parte 4el campo resti senza «essere smossa. E siccome il bifolco, ‘per abbreviare il lavoro , talora ricopre colla ‘tetta smossa quella che non ha toccato ; così l’agricoltore dee esami- narla con un bastone; con cui facilmente potrà comprendere se tutta sia stata di- velta «egualmente; per mezzo del qual esame si ridurranno ‘più dilisenti yli ara- tori. Bisogna avvertire, che arando la terra mentre è ‘troppo ‘molle ‘e fangosa} essa’ peggiora ‘anzichè mizliorare ; ‘e chie un terreno , ridotto troppo duro per la siccità, non Si può rare se non difficil mente; perla ‘qual ‘cosa conviene aspet- tire che veriga ‘ammollito dalla “piogsia . Nulladimteno., ‘quanto. fosse #iminito il ‘tom po della Senitinagione ; e cla Oterra fosse H 2 VI16 X ancor dura, l'agricoltore senza sgomentar- si. dee farla arate, prescrivendo + che le bestie troppo affaticate si lascino riposar più volte nello stesso solco. In qualun- que maniera però si ari, bisogna sminuz- zar sempre le zolle, che l’ aratro. avesse lasciate, con una massa per tal uopo im- maginata, e coll’ erpice dentato . gir ee eee MAMque «omne quotannis Terque, quaterque solum scindendum, lana versis | Aternum frangendo bidentibus.. . ..... Virg. Georg. Lib. IL v. 398. 18. Se la terra è pingue e forte, nell’ ararla convien fare i solchi profondi. Bas- ta però.la profondità di un piede. quan. do è di una bontà uniforme; ma se si tratta di un novale, per quanto forte es- sa sia, non si dee approfondar troppo 1’ aratro per non trasportare alla superficie la terra nuova, ancora digiuna e sterile.. In. tal caso i solchi si possono fare in cias= cheduna aratura un poco più profondi fino. a un giusto termine, affinchè la terra ste- DC. 17400 tile, mescolandosi a poco a poco con la buona e col concime, si ‘vada gradata- «mente migliorando. Se gli strati della terra non sono. di qualità uniforme, ma l’ inferiore sia cattivo , in questo caso bi. sogna arar superficialmente, ovvero , ap- profondando l aratro e trasportando alla superficie la terra cattiva, bisogna unirvi il necessario ingrasso per fecondarla. ‘ Se gli agricoltori Vicentini si regoleranno in questo modo , ‘avranno il contento di ve der ridotti in pochissimi anni. cosiffatte terre in tale stato, che più facilmente po= tranno esser arate a maggior. profondità: con un solo pajo di buoi ordinarj , quel- le, io dico, per le quali, seguendo il co- mune metodo, conveniva .impiegarne due paja. dei' più forti; e da minor. quantità’ di semenza. ricaveranno molto . maggior copia di Frumento : siccome talvolta, per- asserzione di alcuni valentuomini ,.si vid. de il prodotto più che duplicato . ‘Per ot- tener però quest’ ultimo vantaggio... si rende necessario altresì, che I’aratore usi” H 3 X 118 X l’attenzione di approfondar poco’ aratto.. allorchè vuole spargere la semenza; e ciò per due ragioni molto .rilevanti. Primo, perchè vedendo coperti i semi da troppa terra, non solo tarderebbero a germoglia- te ed a-spuntare, ma correrebbero ezian- dio pericolo di essere affogati, o di ve. mir rosicchiati dagl’ insetti. Secondaria- mente, perchè venendo così la semente a giacere più alta, ella è in caso di pra» durre più lunghe radici; dal.che pure de- riva doppio vantaggio. Possono in tal guisa le piante nutriti in ‘ogni parte del terreno, ed esser meno danneggiate sì dalle. pioggie troppo abbondanti, che dalle grandi aridità: dalle piogge s poichè l'acqua non si ferma alla superficie, a- tendo campo di penetrare al fondo; dal- le aridità , poichè, penetrando colle radi- ci più profondamente, incontrano tanta. umidità, che può bastare pel sostenta- mento € per la vegetazione delle pian- te... 39: Allorchè la terra è leggiera e mo- IC e19 X bile, i. solchi fra le porche sono: suffi- cienti per ‘dare scolo ‘alle acque; in tal caso riescono inutili le colmate : per lo contrario nei campi umidi e nelle. terre forti giova formar le porche ristrette e. mediocremente rialzate nel mezzo ,° ac- ciocchè 1’ acqua possa ‘scolare senza preci- pizio e senza trasportar. seco ‘la terra. Quando le campagne: son: bene ingras- sate, e colle suddette ‘mire. opportuna- mente lavorate, debbono esser eguagliate coll’ erpice, e preparate come (9° è detto per la seminagione. sd 20. Il terzo requisito. per ta disporrà il terreno è stato quì sopra indicato nel paragrafo 11, è consiste nella scelta del bestiame , che dee condut laratro , come: ora esamineremo . Gli ‘antichi si serviva= no principalmente del’ bue, il quale, se si consideri la sua struttura ; la lentezza del suo moto, la piccolezza de’ suoi pie- di, e la pazienza: di cui è dotato ; ’sem- bra nato espressamente per l’aratro .. Me- no atto. per tale lavoro sembra il cavallo 3 H 4 X 120 X sebbene sia dotato di forza eguale, poichè è troppo celere, ha le gambe troppo alte, e non è sufficientemente tollerante. Aggiun- gasi, che questo costa, generalmente, più a comprarlo e a mantenerlo, e quando non è più atto al lavoro non dà altro prodotto che la pelle; laddove dal bue, ingrassando- lo; ricavasi presso a poco l’ equivalente per ricomprarne un altro . Non so perchè dal Sig. Mirabeau, e generalmente in Francia si preferiscano i cavalli ai buoi. Forse perchè questi sono colà men robusti ?. Nulladimeno Young dice a questo proposito: o posso assicurare ‘che nelle mie terre un pajo di buoî lavora quanto un'pajo ‘di> cavalli . D'altronde è certo ; che i buoi-servono lungamente , che sono sobrj e poco delicati riguardo al “ nodrimento , che non.vanno soggetti a mol. te malattie, che gli arnesi per attaccarli cos- tano pochissimo , e che quando cominciano a invecchiare, s'ingrassano, e se loro succede qualche accidente, se né ricava tuttavia qual- che guadagno . Per fare tutt'i miglioramena ti necessarj alle terre occorrono però anche X i21 X del cavalli, i quali , sollecitando le ope- razioni, scemano l’impiego degli uomi. ni; e per ingrassar le terte, destinate al la coltivazione del Frumento, fa d’ uopo il letame di cavallo, o almeno di bue e cavallo: mescolati insieme. Quindi sarebbe cosa utile 1’ avere buoi pei lavori, e ca- valli per carreggiare , specialmente pet fare il trasporto delle raccolte, che giova sem- pre levar dai campi più presto che sia pos- sibile; imperciocchè i buoi fanno perde- re la pazienza, quando si ha fretta, ed il tempo minaccia. È vero che i buoi, ge- neralmente parlando, sono più utili; ma nulladimieno io spero ,. che i diligenti a- gricoltori adotteranno le indicate distin- zioni. Nella supposizione però che il di- fetto più essenziale dell'agricoltura Vi» centina, mei luoghi asciutti, dipenda dal. lo scarso numero delle bestie da lavoro e dalla loro debolezza, mi convien riflette- re che ciò potrebbe procedere altresì da difetto di foraggi, dalla scarsezza dei qua- li, mancando per conseguenza i letami ed i Mraz X lavori, ne. dee derivare la-scarsezza dei prodotti. Agli accennati si può aggiunger anche 1° altro disordine, che deriva: dalla avidità di certi contadini; avvezzi a girar per le fiere; i quali nel comprar i buoi hanno più in mira il. guadagno ehe la bontà dei medesimi pel lavoro delle cam. pagne ; quindi. li vendono quando comin- ciano. ad acquistar. forza; e ne rimettono di troppo giovani. per alienarli a prezzo maggiore quando sono cresciuti, non 'av- vedendosi, che in tal maniera le campa- gne .si riducono -nell’ estremo disordine , e .che il danno; che ne risente la loro ecconomia ‘rustica, ‘sorpassa di molto il misero guadagno ; che deriva dal loro traffico . È necessario perciò che i conta- ‘ dini conoscano il proprio inganno, e che, cambiando. .sistema.; comprino dei giovani. buoi qualche tempo prima. d’ ingrassare e vendere i provetti. non ancor ridotti all’ estrema vecchiezza. Il bue lavora con' vi» gore: fino all’ età di circa dieci anni, ‘e allora s' ingrassa facilmente. e' fa. buona: V 123 X “carne. I giovani manzi si comprano a dis- creto prezzo, dell’ età di due anni e mezzo allo incirca, nel qual tempo si accostuma- no meglio al clima ed al pascolo: se si trovano ineguali di taglia, d’indole e di forza , resta tuttavia il comodo di ‘appa- jarli a dovere ; e intanto che si va ammaes- trandoli, possono servite per li meno fa- ticosi lavori delle ultime colture, e: si ritrae da essi il più sostanzioso ‘letame. “Con vien però, che lo stesso bifolco osservi diligentemente i seguenti precetti. 1mo. Si faccia. ubbidire dalle bestie piuttosto colla voce, che colle sferzate o col pine golo. 2do. Se la voce non basta; adoperi piuttosto la sferza che il pumgolo, imper- ciocchè questo rende l’animale restìo e cal: citroso. 3z0. Non accoppii mai i buoi ‘coi cavalli, perchè questi tirano a scosse; ed obbligano i buoi:a levar tutto il peso, quando il carro è carico; ‘0 ‘a sollecitare il passo, quando il caro‘è vuoto. 4to. Usi l’attenzione di coprirli, acciocchè res- tino difesi dalle mosche, dal caldo, dal- \ X r24 X freddo.e dalla pioggia, specialmente quan» do affaticano . fto. Non permetta che si ‘ fermino mai senza necessità alla metà del solco, ma bensì al termine, acciocchè si avvezzino a compiere i solchi volentieri e presto : colla. speranza del riposo. 6to. Quando scioglie i buoi dal giogo, usi la diligenza di fregarli forte, specialmente sul dorso, e di sollevar loro la pelle di, perchè in tal modo prevenirà molti mali. mo. Loro soffreghi il collo; e se sono riscaldati infonda loro del vino nelle fau- ci. 8vo. Non leghi i buoi nella stalla, se prima non hanno. cessato di sudare e di anelare. gno. Quando sono freschi dal lavoro s somministri loro del cibo, ma in poca quantità , e dopo qualche tempo gli abbeveri; indi li. lasci mangiare libera- mente .. Riguardo finalmente ai disordi- ni, che derivano, come.abbiaimo quì sopra: indicato , dalla scarsezza dei foraggi; pro- porrò i rimedj che io crederò migliori. Si moltiplichino a tal fine i prati artifizia- li, i quali si possono ridurre ad alimen- Mrs XK - tac varie specie di erbe, ancorchè non riesca possibile di fertilizzarli nè. cogl’in- | grassi, né colle irrigazioni 5 imperciocchè “non vi è alcun terreno tanto sterile e meschino , che, per sentimento d’ insigni agricoltori, non sia capace. di produr qual ch’ erba , purchè si usi la diligenza ‘di scegliere quella specie che più gli convie+ ne. I vantaggi, che derivano dai prati artifiziali, si aumentano. singolarmento colla pratica del metodo Tarelliano ; poi- chè servono a. meraviglia non. solo per nutrire buon numero di animali, tanto utili per i lavori e per i concimi, ma opportunissimi sono altresì per la buona coltivazione del Frumento . A RETE L'01 W Della natura, varietà, e dell'uso del concime . I. A Vendovi s ornatissimi. Accademici , parlato fin ora della qualità delle terre ,. X 126 X @pportuna per la coltivazione del Frumen- to:,-è dei lavori necessatj per esso, il do- vere in’impone di parlarvi della natura, varietà e dell'uso del. concime. Impercioc- chè, per far produrre alla terra Frumento buono ed abbondante, non basta soltanto ch’ essa sia lavorata, ‘come raccomanda ib Cel. coltivatore Tull; ma ricerca inoltre nia conveniente concimazione . L’ espé- rienza dimostra costantemente che le ter- re ‘senza ingrasso è poco a poco deterio. rano e divengono inefficaci ed inerti. Un cattipo non corcimato e malamente colti- vato «ntlla produrrà, quando ‘altrimenti trittàto darebbe Una ubértosa raccolta . Egli è evidente perciò che tutte le terre hanno bisogno di essere .proporzionata+ mente comcimate: le leggiere è magre hanno bisogno d’ ingrasso per acquistar | vigore e per pòtet cosservare I umidità e le forti e tenaci ne hanno bisogno per ‘essere’ riscaldate e ridotte spugnose!. . È rioto altresì ,s che, col contiùuo fruttare, le terre s indeboliscono e perdono Ta forza < "ca X 127 X e se non sonò opportunamente ristorate divengono sterili. I soli ingrassi perciò hanno la proprietà di rimetter tutte le terre e. di correggere i loro proprj difet- ti, riducendole più atte ad attrarre gli umori nutritivi dall’ aria , e -provedendole novellamente di que’ sughi , de? quali. da- gli antecedenti prodotti èrano state ‘spo- gliate. Col nome d’ingrasso o di conci- ime non voglio intender solamente il le- tame animale, ma eziandio tutte le terre, o le pietre, semplici o preparate, ‘ovvero i vegetabili abbruciati e putrefatti, colla cui proporzionata mescolanza si miglivra= no Je campagne: cioè, la sabbia, V atgil- fa, il fango dei fossi é delle strade, la marna , la calcina ed il gesso; ovvero le érbe e le foglie imarcite, la cènere, la Yuligine è cose simili. Nulladimeno pèr retidege più ititelligibile questa Memoria, distinguerò in essa die spécié di conti- me , cioè il I8tame , e l' ingtasio. » Sotto il nome di letatfie cottiprenderd gli èscre- menti, ovvero ‘19 sterco degli animali; € M 128 X | sotto quello d’ingrasso vorrò intender tutte quelle altre cose, che servir possono a migliorare le terre. Parlerò prima dei le+ tami, e poi degl’ ingrassi, 2. Per nome generale di letame i con. tadini altro non intendono che lo sterco misto e putrefatto. collo strame; ma io ne distinguo tre specie, cioè di volatili, di umano , e di bestiame. Il primo è sem- pre in così scarsa quantità , che difficil- mente può bastare per concimar le cam- pagne ; perciò si suole mescolarlo con quello di bestiame, con cui si rende più attivo s il secondo quasi generalmente si ‘ trascura per ignoranza o per negligenza ; il terzo è l’unico, di cui faccian caso i contadini, i quali sogliono distinguerlo in caldo e freddo. Quindi si suol dire, che il letame bovino si dee distribuire nei terreni caldi, cioè ghiajosi o sabbio- si; e il cavallino o pecorino nei terreni freddi, cioè argillosi e cretosi. Essendo i buoi animali ruminanti, si crede, che le erbe si macerino nella loro bocca, e che | la fermen- )( 129 X la fermentazione si compisca quasi intie- ramente nei loro intestini; ‘e’ perciò, ces- ‘sando nelle interiora ; ‘pet così dire, il calore, gli escrementi loro non abbiano più forza di aumentare il calor naturale delle terre ghiajose e sabbiose: e che succeda tutto al contrario col letame di cavallo , di pecora e ‘di capra'3': perchè, venendo inghiottite ‘da questi animali molte erbe quasi intere , non fermentino sufficientemente dentro di essi, ma con- tinui la fermentazione anche dopo che sono uscite in qualità di escrementi , fin- chè siasi perfezionata la putrefazione; € perciò questi letami si credono atti a riscaldare i terreni freddi, cioè argillosi e cretosi. Nulladimeno il letame di ca- vallo si può adoperare con molto vantag- gio anche nei terreni caldi e leggieri . Il metodo di ridurlo più utile è quello di mescolarlo e di lasciarlo fermentare per qualche tempo colla creta o con altra tet- ra forte subito che si cava‘dalle stalle: in questa maniera si minora il suo calo- I X 130 X re, e diventa atto eziandio ‘a ridur più — consistenti i terreni leggieri e sabbiosi; per la qual cosa l’ umidità si conservereb- be in essi per più lungo tempo, e con- seguentemente le lunghe aridità , alle quali il territorio Vicentino talvolta è sot- toposto, non recherebbono al Frumento gran. danno .. Benchè il. letame. bovino “venga. proposto per migliorare i terreni. caldi e leggieri, non. deesi perciò inferi- re» ch’ egli in se stesso sia freddo. Sa- rebbe un errore il crederlo tale ; imper- ciocchè ogni cosa, che fermenta e infra- cidisce , si riscalda, e per conseguenza comunica maggiore o minor calore. Ad- dunque, sebbene questo letame venga ge- neralmente tenuto per freddo in confron- to di quello di cavallo, e perciò si cos- tumi di preferirlo per fertilizzare i. ter- reni caldi e leggieri, mon ne segue però che :non possa esser buono anche per migliorare i freddi e forti. Essendo. il suo calore moderato, credo anzi, ch’ e- gli si possa usare con frutto e senza in- Sia Mi 131 gannarsi in piane sorta di terre. no . 3. Lo sterco umano , del quale gli an- tichi facevano molto caso per 1 agricolti» ra, viene trascurato dai moderni , purchè la mancanza di ogni altro letame non glielo renda necessario. Se fosse creduto petico- loso , per esset una materia alquanto acre , si potrebbe rimediarvi gettandolo prima'in una fossa ed ivi mescolandolo con terra; accioechè unitamente imputridisse e: divenisse meno forte. Se poi codesto utile letame venis- se dai moderni coltivatori trascurato a ‘ca- gione della sua puzza , per levargliela, basterà praticare il seguente metodo, ch'è assai facile e semplice: Vi si mescoli un poco di calcima viva, mediante la quale in breve tempo perderà il cattiv odore; e si trasformerà in una terra nera grassissi- ma. Trascurasi egualmente di far uso delle. orine tanto degli uomini, quanto degli animali. È vero, che se sono fres- che abbrucciano le ‘piante ;' ma se si la- sciano prima putrefare , ovvero «se si di- 12 ‘1° 91832 2 -luiscono con. altrettant’ acqua , riescono utilissime per la coltivazione del Frumen- to; anzi la loro utilità diviene maggiore allorchè , stemperate prima coll’ acqua, si ‘gettino. sopra i letamaj.. L'acqua putre- fatta supplisce in qualche maniera all’ o- rina. 4. Utile riesce parimenti lo sterco delle pecore. Nelle Fiandre e nella Francia, co- loro, che tengono le pecore chiuse nella stalla, pongono sotto di esse tutti gior- ni uno strato di arena, e di tempo in tempo spurgano la stalla medesima dall’ arena così inzuppata d’ orina, e mista collo sterco, e se ne servono con utilità per fertilizzare i terreni forti e argillosi. Altri nell'autunno e nella primavera ten- gono in tempo di notte le pecore nelle campagne e ne’ prati con uno steccato di reti, facendo loro cotidianamente cangiar sito, acciocchè venga successivamente con- cimato in questa guisa tutto .il terreno da esse. pascolato. Ma siccome nel territorio. Vicentino pochissimi sono quelli che no- X 133 X driscano mandte di numerose pecote, per mancanza degli opportuni pascoli , così sa» rà meglio, che chi ne nodrisce si appi- gli ad un altro metodo per ricavare mag. gior vantaggio dai loro escrementi. Ac.- ciocchè questo sterco riesca utile per ogni terreno, e divenga nell’istesso tempo più abbondante, dovrassi nel luogo ; ove si ‘ sogliono tener le pecore, metter della terra all’ altezza di uno o di due piedi; coll’avvertenza che sia di qualità differen- te da quella che si desidera migliorare; cosicchè, volendo far uso di questo letame per fertilizzare dei terreni argillosi e for= ti, vi si dovrà mettere sabbia o altra terra leggiera ; e all’ opposto, per retider fecon di dei terreni leggieri e sabbiosi , biso- gnerà mettervi terra argillosa e forte. Si lascieranno le pecore sopra l’una o l’altra di queste terre finchè sieno ‘coperte di sterco, indi di tempo in tempo vi si ag- giungerà un altro strato di terrà dell’al tezza di circa due dita. In tal maniera si’ conserverà tutta ‘la' sostaiza dello sterco | I 3 )C 134 X della orina delle pecore, e tale mescuglio servirà ottimamente. per migliorare qualun- que specie di terreno ; averido l’ esperien- za dimostrato , per indubitata fede di al- cuni Inglesi, che con questo mezzo -sono stati ridotti dei terreni sterilissimi ad una meravigliosa fecondità . Facendo uso di ques- ta specie di letame, bisogna aver attenzione di farlo sotterrar coll’ aratro più presto che sia possibile, perchè, restando esposto sul. la superficie dei campi, perde il suo vigo- - re più presto di qualunque, altra. —- Gli agricoltori. potrebbero porre in pratica com vantaggio non ordinario questo stesso me- todo per migliorare e moltiplicare anche il letame porcino : anzi, sotto questi ani- mali, che orinano moltissimo, potrebbero distendervi. doppia quantità di terra, € vedrebbero in fatto esser vero quello, che asseriscono alcuni celebri ed esperi- mentati economi moderni, i quali assicu- rano , che da un solo porco; coll’ indica- to metodo, si può ottenere maggior co-) pia di buon letame, che da un pajo di \ Jas: de buoi. Nè si dee in questo pwpposito pres-. tar orecchio a quelli mal accorti scrittori, sì antichi come moderni, che mettono in discredito il letame porcino , perchè sono certamente in grand’ errore... $. Ma siccome l’ efficacia del leginte di- pende principalmente da quelle sostanze , che risultano dalla putrefazione, e. tutta la facoltà fertilizzante deesi, non già allo sterco, ma alla terra in cui esso si scom- pone; così il contadino dee usar ogni at- tenzione per far. marcire opportunamente il letame avanti di spargerlo sui. campi. A tal effetto gioverà formar con esso de’ srandi mucchi, anzichè de’ piccioli , bagnar- li frequentemente in tempo di state, e coprirli con terra umida o con cespugli; ma prima di tutto bisogna aver luoghi oppor- tuni per riporlo.. Due perciò debbono es- sere, dice Columella dopo Vatrone , i serbatoj del letame: vino, in cui riporlo giornalmente e serbarlo per un:anno , ac- ciocchè si maturi; J’ altro, da cui si es- tragga maturo nel momento del bisogno » 14 I X 136 X Amendue debbono essere scavati ini terre. no forte, e debbono avere buon pavi- mento, coperto di terra argillosa ben calca- ta, acciocche. il fondo ‘non assorbisca il sugo migliore. E giacchè il. concime è una delle più importanti cose che appar. tenga all’ agricoltura; nulla dee quindi tras+ curare il contadino per averlo di ottima qualità , e copioso ; però bisogna che tiri pattito da tutto ciò che può servire a for- marlo e a moltiplicarlo, sieno le materie animali .o vegetabili. Ecco ciò. che dice Columella. ; V®ha de’ terreni, lo so, dic’ egli; su quali non istanno nè polli ; nè béstiami; ma: ciò non ostante all’ at- tento contadino non mancherà il conci- me . Egli può raccogliere le frondi;. gli sterpi s le erbe inutili, sì del suo campo, che del vicino, e metterle a putrefare co- gli. spurghi del suo cortile; e può gettar tutto sopra i mucchi: del letame wanitamen- te alla cenere, alle spazzature: ed alle im- “mondezze delle cloache, acciocchè marcis: cano Ove poi vi è bestiame si debbono 137 X anche, ripulire di tempo in tempo le stal. le, e tutto porre sul .letamajo; ma di ciò si prendono poca cura i contadini , e per tale negligenza scarseggiano sovente di con- cime “. Non senza ragione assegna perciò il Celebre Young tre cagionis per le qua- li si accumula giornalmente poco letame. 1mo. Perchè sono malamente: costrutte le. stalle ed i cortili ; che dovrebbono- essere selciati. con un poco di pendenza. ver- so il luogo in cui si aduna il letame, affinchè ivi colassero le orine; ‘anzi nel cortile stesso ,, ove sovente si lascia. il bestiame. a rinfrescarsi nella state , biso- gna spargervi dello strame. .2do. Perchè il bestiame si lascia pascolare nei prati in vece di tenerlo nelle stalle ...:3z0. Perchè sotto il bestiame 0 non si prepara un con- veniente letto di.:strame, 0: esso isi tras- cura intieramente , quantungu’ egli sia tan- to necessario , che se. anche mancasse la paglia ; bisognerebbe ingegnarsi colle fo- olie degli alberi per moltiplicare al possi- bile +il. letame .. Poteva ‘aggiungere per X 138 X quarta:cagione il poco e cattivo nutrimen» to, che si suol somministrare al bestia- me. 6. Per ovviare tali disordini, vuole la buona economia ‘rarale , che il‘ più anzia- no della famiglia vada ogni sera a vedere se sia.stato rimesso muovo strame sotto gli animali, come conviene per la conser- vazione della ‘loro salute e per l’ aumen- to dei letamaj; anzi per le medesime ra- gioni bisogna far pulire le stalle ‘subito che l’orina sia ben penetrata ‘nella pa- glia. Le bestie si debbono. nodrire in 0- gui stagione nelle stalle, tanto con pastu- ra verde; quanto con secca; e dee girare d’intorno alle medesime., come si disse , lastricate , un canaletto con insensibile | pendìo verso la fossa del letame, ‘accioc- chè colino in essa tutte le orine, delle quali non convien perdere una sola goc- cia . Se mai codesta fossa di poca profon- dità dalle abbondanti pioggie venisse ‘alla- gata, cosicchè il pingue e sostanzioso flui-' do traboccasse , in tal caso si dee scavare. X 139 X un altro fossetto vicino alla fossa ‘del le. tame., che possa ricevere e conservare .il suddetto fluido ridondante. In questo fos- setto: si possono far marcire ‘altre cose su- scettibili di putrefazione, e si può far uso della sua agqua per inumidire il letame, se fosse asciutto, o per distribuire. nei campi in vece di letame; perchè è molto oleosa e piena di sali. Avvertasi, che il fondo, sì della fossa, come del fossetto’, dovrà esser coperto con terra argillosa bem battuta, acciocchè non attiri 1’ umido ‘sos- tanzioso che dee rimaner nel letame. 7. La maggior parte de’ contadini non è in istato*di mantenere molto bestiame ; ‘anzi è costretta a nutrir, buona parte dell’ anno fuori delle. stalle , quel nume- ro che può mantenere; e per conseguen+ za a perdere il miglior letame. Voglio: perciò suggerire varie maniere somma- mente vantaggiose , che sono state osser=. vate da diversi celebri agricoltori; per au- mentare il letame, ‘ancorchè scarso fosse il numero del bestiame. A ciò fare, mol X 140 X | te sono le utili cose; anzi certo Cavalie. re Francese, chiamato Marchese di Tubil- ly, il. quale a’ nostri giorni ha reso cele- bre il proprio nome-per via di molti uti- lissimi sperimenti nella coltivazione della campagna , pretende che si possa accumu- lare con poco bestiame ottimo letame nel la seguente maniera; da me resa più facile e'meno dispendiosa ,. acciocchè sia più a- dattata «al territorio Vicentino. In Au- tunno si dovranno spazzare i cortili, ne’ quali suole abitare il pollame: se sono più alti delle abitazioni, si dovranno ab- bassare 3’ indi vi si dovrà distender sopra uno strato. di tre o quattro dita di stra< me 00 di altra materia atta a. infracidi- re; ‘coprendo. tutto di terra buona all’ al. tezza di una spanna, col riflesso però che sia differente da quella :della campagna , che: si desidera fertilizzare. Non sarà dif. ficile di ritrovar Ja. terra opportuna’ anche con qualche vantaggio delle campagne 5 imperciocchè si può spianar delle alture; si può .cavar dei fossi, si può disotterrar - Xadr X della marna; o cose simili. Se tutti i col. | tivatori faranno serio riflesso , confesse- ranno, che non è tanto la scatsezza di terra, quanto è la poltroneria, la quale impedisce alla maggior parte de? villici il dar di mano a somiglianti utilissimi lavo- ri. Sopra l’ indicato strato di terra si get- teranno continuamente tutte le spazzature di casa, tutte le acque salate, le sapoma- te e qualunque altra sorta d’ immondez- ze, che contribuir possono a moltiplicare o a migliorare il letame :. 1’ umidità della stagione, il calpestamento della gente, del bestiame e dei carri, che vi passano sopra, giova non poco a farlo mescolare, corrompere e divenir sostanzioso ;. anzi ; volendo ‘accelerare la. sua maturazione ; sarebbe utile, quando piove, farvi correr sopra il ‘bestiame. Tosto che si vedrà che tali materie. si sono ‘ben mescolate, si. preparerà in luogo asciuto. ed. ombroso una fossa di proporzionata grandezza per gettarvele dentro, frammischiandovi una terza parte di letame di stalla», affinchè. A 42 IC ivi, unitamente, si possa compiere la ma- ‘cerazione .. Bisogna però avvertire, che. qualora la materia levata dal . cortile fosse troppo umida , converebbe unirla in pic- coli mucchj, acciocchè si asciugasse alquan- to, prima di gettarla nella fossa. Se la sta- gione sarà opportuna, si replicherà l’ ope- razione, mon solo per avere maggior quan- tità di letame, ma altresì per averlo di miglior qualità, cioè di più lunga durata, più molle, più ricco di particelle’ fecon- danti , più atto ‘a fertilizzare qual si sia” specie di terreno , e perchè sia meno ar- dente. (Il prelodato Cavaliere assicura , che in tal guisa, senza grande spesa e fa- tica; si. può moltiplicare il letame due vol- te almese, in tutte le stagioni dell’ anno”, che sieno sufficientemente umide: ed-iò credo che si potrebbe supplire alle siccità «collo. spargere spesso acqua' ed urina so- pra lo strame .. Il letame si dovrà ‘lasciar tiposare nella fossa per lo spazio almeno di sei mesi; acciocchè si perfezioni: anzi a'‘questo fine, se la stagione non fosse Y(1443_X sufficientemente piovosa, sarà utile am- mollirlo sovente con acqua o. con urina; e levandolo dalla fossa per condurlo nelle campagne sarà cauta cosa il metter da parte quello che ritrovavasi al di. sopra per ri- metterlo di nuovo nella fossa, acciocchè si maceri meglio. Suggerirò in ultimo luogo un altro metodo più facile da osservarsi e da porsi in pratica anche dai più piccioli ragazzi, purchè abbiano forza di portar mediocrissimi pesi. In una fossa di. gran. dezza sufficiente si gettino e. si disponga- no in buona forma tutte le specie di ma- terie corruttibili, cioè strami, terre), \es- crementi raccolti. per le strade, penne, ritagli di cuojo, cenci minuti, cenere, calcina, fuliggine, e qualunque altra con- simile cosa: vi si sparga sopra di tempo in tempo dell’ acqua grassa, come si dis- se di sopra, ovvero dell’ urina per accele- rare la fermentazione: quando. tal letame sarà sufficientemente macerato s'impieghe- rà per fertilizzare indistintamente le ter- xe, ‘e si osserverà ch’ egli produce effetti X(_144 X | migliori e più durevoli, che il letamè delle stalle. Convien però avere più di una di queste fosse, per non esser cos- tretti a gettar sempre’ le immondezze nella medesima , col qual metodo noît resterebbero mai tutte egualmente mace- rate . dA | sh 8. Innumerabili finalmente sono le co- se che si possono sostituite agli escremen- ti degli animali per render feconde lè terre. A tale oggetto si può in esse semi- nare lupini , fave , piselli, sotterrando queste leguminose piante coll’ aratrto 6 colla vanga prima che facciano i bacelli : utile si riconobbe anche il Raviccio, detto altresì Ravizone è che a tali legumi per antichissima pratica può essere sostituito , petchè colle radici e colle foglie conserva morbida la terra, serbando per buona parte del giorno 1 umidità delle rugiade, e fa- cendo sviluppare i semi dell’ erbe nocive , che con esso sepolte rendono la terra sof. fice per la libera produzione delle barbe del Frumento , alle quali; col putrefarsi, somministra » X 145 X somministra vigore e nutrimento . Le ce- neri delle stoppie abbruciate rendono fer- tili le campagne: Sepe etiam steriles incendere profuit agros , Atque levem stipulam crepitantibus urere jflammis. Sive inde occultas vires, €$ pabula terre Pinguia concipiunt: sive illis omne per isnent Excoquitur vitiun, atque exsudat inutilis humor; Seu plures calor ille vias, 3 ceca. relaxat Spiramenta , novas veniat qua succus 11 herbas î Seu durat magis , €$ venas astringit hiantes, Ne tenues pluvie, rapidive potentia Solis Merior s aut Borea penetrabile frisus adurat. Virg. Georg, Lib. I. v. 84. In alcuni paesi si concima il terreno colla fuliggine dei camini, e con quell’ argilla, che sta ai fianchi delle fornaci da mattoni , la quale per esser cotta. molto «contribuisce alla vegetazione. Linneo non approva , che si abbrucino i cespugli e l° erbe inutili, ma vorrebbe che si facesse- to marcire e si riducessero in letame. E- gli ha ragione se si tratti di coltivare un terreno magro , il quale abbia bisogno d°.» K X 146 X ingrasso; ma se il terreno:è pingue, al. lora giovangli moltissimo i sali della. ce- nere . L’uso di concimare i terreni con calcina, sebbene oggidi poco usato: fra ‘noi, era noto ai tempi di Plinio, e prè. sentemente si rese comune ir Inghilter. ra; ove si riconobbe utilissimo. Notisi. però che la calcina. viva, se prima not sia- estinta coll’ acqua, ‘non resti per qualche tempo esposta alla. umidità dell’ atmosfera ,. a cagione del suo caustico, abbrucierà il Frumento. La calcinatè op» portuna per fecondare i° campi argillosi, sopra i-quali dai più diligenti agricoltori si suole ‘spargere come la semenza, “atan- do poscia il campo, e intimamente mesca- landola colla terta. Ciò, che scrissi della calcina, dicasi pure del gesso. polverizza- to. Gl’ Inglesi ed i Fraticesi.,; al riferite di Plinio, usarono la martna per instassò delle terre ; e forse quest’ uso aritico ‘pet venne per mezzo di non intertotta tradi zione ai loro posteri. Quello che ‘si dee giudiziosamente osservare , egli è di uni Xoaz X t'è è ciaschedun terreno quella specie di marna che più gli conviene; perciò la marna calcarea è conveniente per li fondi argillosi, e viceversa. Quindi apparisce che un contadino, il quale non conosce la qualità del terreno che vuole coltiva- re, se mon sarà ammaestrato , potrà ado- prare della marna. non adattata, con pre- giudizio del fondo «+ Volendo fat uso del. la'marna, dettà altrimenti marea, distri: buita ch’ essa sia in varj mucchietti sulla campagna‘, ivi si lascia esposta a ‘tutte le intemperie dell’ atmosfera, affinchè si ridu- ca in polvere ; allora; mista col'letame , Sì sparge e si sotterra con un’aratura , che si replica nuovamente dopo ‘quindici o ‘più. giorni all’ occasione della semina- gione. Young corisiglia di unire la mar- na al letame senza lasciarla esposta in mucchietti. Per conoscere la vera marna, si potrà leggere l-Artic. IIL puro. Ti della presente Memoria . | 9. La cognizione della varia natura e qualità de’ letami, delle quali cose abbia» K 2 X148 X mo fin ora sufficientemente parlato, nulla gioverebbe se non versassimo sull’ uso che se ne può fare; adattando opportunamen- te la qualità e quantità di essi ai diversi terreni. Per la qual cosa conviene avver- tire, che nei terreni freddi vi vuole mag- gior quantità di letame per riscaldarli ; che nei terreni deboli e leggieri è neces- sario servirsi di letame ben maturo e con- sumato 3 e che nei forti fa buon effetto il letame poco marcito, lo sterco umano, il colombino ed il pecorino. Il tempo mi- gliore per letamare i campi sarebbe quan do la terra è asciutta, acciocchè possa ri- cevere e conservare l ingrasso; non mai però nella state. Le terre forti e tenaci si debbono letamare nella seconda o nella terza aratura; e le deboli e leggiere poco prima della seminagione.. : Gioverà perciò seguire il buon costume di quelli che le- ‘tamano le terre fredde in due volte, cioè quando le rompono, e. poco prima di se- minarle; acciocchè colla fermentazione si concuocano e si dividano. Per lo .con» I (149 X trario le terie leggiere e sabbiose debbo. no esser letamate al momento della semi- magione ; acciocchè le parti nutritive non sieno consumate e distrutte al momento del maggior bisogno . Merita biasimo altresì l’ imprudentissimo metodo di que’ contadi- ni che lasciano per: molto tempo il leta- me nelle campagne esposto al sole, ai venti ed alle pioggie, o sparso sulla su- | perficie della terra, o distribuito in pic» coli mucchj; poichè in questa guisa egli deteriora infinitamente prima ‘che sia sot@ terrato, perdendo i sali, gli olj e tutta la sua sostanza. Il letame, trasportato sulle campagne, ed ivi disposto in muc- chietti, dee immediatamente esser distri- buito e sepolto coll’ aratro in modo tale che non si approfonii troppo, ‘né men. del bisogno. Pel Frumento , secondo | osservazione di Valentino Kolb, bastereb- be la profondità di due pollici e mezzo o di tre al più, acciocchè le parti mutritive, messe in moto dal calore o sciolte dalla umidità , calando a basso col proptio pes K 3 X 150 X soy 0 essendo portate ingiù dalle pioggie, ‘giungarto al livello delle «sue radici. -Quin- di si dovrà trasportar sulle campagne quel. la sola quantità che può esser sotterrata nello stesso giorno. È ‘necessario final» mente che il ‘coltivatore non ignori, che ‘le terre debbono esser: mediocremente le- tamate , ma com frequenza ; imperciocchè se per la mancanza del concime divengo- ‘no fredde e ‘sterili, per la tropp’ abbon- danza si riscaldano soverchiamente, e non ‘producono i buoni effetti che si desidera. “no. ARPICOL O VE Della maniera di scegliere e di preparare . la semenza. L'xo Avendo fin. ora parlato dei lavori op- ‘portuni. e della concimazione conveniente delle.terre per la più utile coltivazione X asi X del Frumento ; farò presentemente, illustri Accademici; le necessarie osservazioni sopra i ‘quattro punti, per mio: avviso » essen- ziali da osservarsi dai diligenti agricoltori, affinchè sia bene: eseguito. questo, impor- ‘tante affare. 1mo: Scelta e buona prepa- razione .della semenza; 2d0, Tempo più adattato. per la seminagione ...3z0. Conve- niente profondità della semenza nella ter- ra. «4to, Quantità necessaria del.grano , che si dee seminare. | ‘Nel. presente Articolo sec livio del primo punto: degli altri tre discorre- tÒò in appresso. 2. La scelta del grano per la semina. gione del Frumento è un affare ch’ esige singolare attenzione. Il grano. migliore perciò sarà quello che, maturato nel cam- po; perfezionato dentro la paglia, e non invecchiato sul granajo ) relativamente ad altro della stessa specie, avrà maggior pe- so. Deesi raccogliere ‘nel:mezzo delle più fertili e scoperte ‘campagne ben domina- te. dal.sole 3 dee ‘essere turgido; pesante; K 4 nm X 152 X di bel colore ,- maturo , sano e senza ziz» zania. I-germi che si sviluppano da tali grani sono robusti, e le radici vigorose e ‘forti; in conseguenza le piante cresco- no rigogliose , e perciò riescono fecon- de 2120 Saeco perio adoro) arcata | 3. Non esserido tutte le spiche, che si vogliorio raccogliere per la seminagione ugualmente mature, anzi perfezionandosi talora più presto la parte inferiore di ca- dauna di esse, che la superiore; se fosse possibile, bisognerebbe scegliere non» solo le spighe, ma eziandio i. grani migliori . A tale oggetto i contadini più diligenti sono ‘soliti di conservare separatamente i granelli, ‘che, gettati colla pala ‘contro il vento, cadono più da lontano, come più pesanti, e per conseguenza migliori; ma ‘io penso, che ottimi debbono essere:quelli ch’ escono fuori dalle lolle o naturalmen- ‘te, 0 per mezzo di una leggiera scossa, senza battere le .spighe, essendo. questo il migliore indizio della loro perfetta ma- ‘turità © Si può fare altresì la scelta infos X 153 X dendoli nell’ acqua, e rigettandò quelli che restano a gala, e che per conseguen- za sono i più leggieri: convien però ese» guir ‘questa operazione: com sollecitudine ; acciocchè anche i più leggieri non calino al fondo per essersi troppo imbevuti di acqua. | aercho fora o 4x0I più esatti agricoltori serbano pella seminagione il grano raccolto in terreno vangato ; e quindi sarchiato e ripulito in primavera, ovvero quello di un campo per la prima volta coltivato . Non appro- vo però il costume di coloro. che; acquis- tano da altri la semenza, in vece di pro- curarsela con esatta diligenza nelle pro» prie campagne ;: perchè i venditori posso» no ingannare im varie maniere , e perchè i semi raccolti in diverse terre e in diver- se . situazioni fanno ‘peggiore: riuscita di quelli. che sogliono essere. nelle. stesse coltivati. ‘Se poi la necessità. costringe talvolta di dover comprare la semenza , in tal caso bisogna procurarla da campa- gne: di buon fondo e ben coltivate : in Vo Is4 X queste il Frumento suol riuscire ben com dizionato ; netto.e di perfetta qualità. Si «(conoscerà facilmente, se sia tale, esperi» . mentandolo col facile metodo del Celebre Sig. Sage, da noi citato verso il fine dell’ Artic. I.di questa Memoria. Coll’ istesso. metodo. si:possono esperti» mentare altresì le qualità del Frumento vecchio nel caso che, per mancanza del nuovo, si fosse in necessità di adoperarlo. per la seminagione. Se si conoscesse con fondamento che la rendita del Frumento ; ‘coltivato. sempre nei medesimi terreni, ana dasse deteriorando , si potrebbe , per prova, ogni tre. 0. quattro anni seminar. nelle coste quello raccolto nelle pianure; e vi» ceversa «Io però credo che, seguendo il metodo. Tatelliano , questo cambiamento ‘sarebbe affatto superfluo; imperciocchè con ‘tale nuova coltivazione una semenza non ‘succede ‘mai nello stesso terreno ‘ad un ‘altra della medesima specie ... Non ssucce» -dendo' dunque Frumento a Frumento, né segue, che la terra non può annojarsi, € XIss X che: il prodotto dee esser bello ed abbon: : dante,. ancorchè s impieghi sempre il sra- «mo raccolto negli stessi terreni, quando però egli abbia le pin: o buone $. Inoltre ,; affinchè il dum non . inganni nella scelta della semenza; egli medesimo potrà ‘uscire da ogni dubbio , appigliandosi al metodo suggerito dal Ce. lebre Sig. Du-hamel, il quale, per farne la prova, consiglia di seminare ‘in buona terra. un. determinato ‘numero ‘di grani, «dalla cui germinazione facilmente quegli conoscerà. non solo il. grado della loto ‘forza ;: ma eziandio la quantità che si do. vrà impiegarne nella seminagione della campagna. Generalmente parlando ; la se- .menza matura: e ‘ben nutrita conserva’ il suo vigore per più lungo tempo di quello ‘che comunemente: si crede; purchè; oltre alle diligenze mentovatè sul principio di quest’ Articolo. 1’ ‘agricoltore la custodisca ‘in. luogo» asciutto: , non ammucchiata € spesso rimestolata , ‘acciocchè il germe; il X 156 X quale è sottoposto a varj danni; mon si guasti. Due altre diligenze altresì fa duo- po usare rigorosamente, quando si voglia raccogliere Frumento senza zizzania e sen» za carbone. Bisogna scegliere ogni anno sopra la tavola quella quantità di granelli che possono bastare per la seminagione della porzione di terra, dalla quale si dee raccogliere la semente per l’anno seguen- te; inoltre si dovranno scegliere le spi- ghe prima di batterle, escludendo quelle di zizzania e di grano nero; che, per poche. che fossero, potrebbero infettare colla loro polvere fetida la vellutata su- perficie dei semi sani. 6. Pel fine che si contempla; la scelta della semenza non è sufficiente: fa duopo altresì ch’ essa sia. preparata a dovere € col metodo dai più intendenti agricoltori utilmente praticato, lavandola con acqua semplice di pioggia, con buona lisciva , ovvero con acqua di calcina viva . Mol. tissime sono le composizioni che a-tal fi- ne vengono prescritte dagli Autori di 2; "Merry W gricoltura. Ciascheduno vanta e vuole che sia impiegata la sua, come la migliore e la più efficace; ma io credo che si debba preferire. sempre la più semplice .. Sono però in ertore i coltivatori, che, attaccati all’ ordinario metodo , sprezzano la prepa» razione della semente . Dicano pure ciò . che vogliono quelli che biasimano le pra- tiche di ammollarla egli è un fatto cos: tante e confermato dalla lunga sperienza di celebri uomini, che il grano del-Fru- mento ben preparato con materie salse ed oleose, prima di seminarlo, germoglia più presto, rende più vigorosa e più frut- tifera la pianta, distrugge i semi conta- giosi e. difende le. spighe dal carbone, dalla ruggine e da- varie alrre malattie. Questo nulladimèno. non è 1° unico vane taggio che dipende. da’ una. tal pratica s imperciocchè. la semenza si gonfia, au- menta di un terzo ilproprio volume, può essere impiegata per la seminagione di uno spazio più esteso di terra, e rende mag- gior prodotto, perchè non viene. mangiata X 158 X dagli uccelli 0 dai sorci, nè vienè ‘cortotà dagl’ insetti o dai vermi. : TRA. E 7. La verità di questo ‘fatto ci ‘vierie confermata da una rinomatissima Società d’ Inghilterra (a), la quale riferisce , che il Sig. Yelverton Irlandese ha riportato il premio per essersi distinto in quel Regnò nella migliore coltivazione del Frumento; le. cui :semenze erano state da lui prépa- rate nella sesuente maniera. Egli prese calcina .viva e sale marino o comune) li pose «unitamente in un tino, vi versò so- pra ‘una proporzionata quantità di - orina , e rimescolò ogni cosa finchè vide ‘la cal- cina estinta; ed il sale sciolto; lasciò poi la mistura in quiete per ventiquattr’ ore, e versatala in ‘altro tino v'immerse il gra- no che: dovea- esser seminato nel giorno seguente 4 lasciandovelo per tutta la not- tei Questa mistura , per quanto 1’ Autore di Algemeîne bass und landvirtschaffis prg Tom. 2. pag: 334. X iso X ha potuto. osservare $ preserva ‘le piante del Frumento dalle malattie, alle quali sogliono andar soggette 3. ed. impedisce lo sviluppo di quel piccolo insetto tanto per- nicioso , che chiamasi verssicello rosso. L' utilità provata di questa mistura im’ indu- ce a credere, che ila calcina ed il sale correggano i cattivi. effetti dell’ urina, la quale, per osservazioni fatte, è nociva alla. vegetazione del Frumento quando s' im- piega pura e senz’ altri ingredienti. - 8. Ecco un’altra utile maniera. di pre- parare il grano che si vuol seminare. ‘Prendasi tant’ acqua piovana, 0; in difet- to, corrente, quanta. bastar possa. per mettere a molle uno: stajo di Frumento della. misura Vicentina; facciasi bollite per una buona mezz’ ora. con: entro. una libbra e mezzo di cenere di legna forte; involta- e legata in un canovaccio ; poi si levi dal fuoco e si estragga la cenere, la- sciandola ben gocciolate . Allorchè questa lisciva sarà ridotta poco più che tepida, co- sicchè vi si possa tener entro le mani, si X 160 X verserà nel vaso, in cui si avrà collocato l’indicato stajo di Frumento , replicate vol. te prima lavato, finchè l’acqua sia uscita - limpida, e tutti i granelli galleggianti sie- no stati gettati da parte: ivi si lascierà per ventiquattr’ ore, rimescolandolo di tem- po in tempo con un bastone ; indi, es- tratto dalla lisciva e disteso in luogo op- portuno, vi si spargerà sopra una libbra e mezzo di calcina viva recentemente ca- vata dalla fornace e ridotta in polvere ; si mescolerà ben bene con un rastrello, af- finchè i grani restino tutti imbrattati di calcina, e dopo dodici ore di riposo s’ im piegherà nella seminagione . 9. La terza maniera utilissima di pre- parare il grano è stata per mezzo di re- plicate sperienze ritrovata dal Sig. Tillet, membro dell’ Accademia delle Scienze di Parigi, ed è stata per ordine del Re pub- blicata, con comando espresso , che da tutt’i sudditi. dovess’ essere praticata. La lisciva , dal Sig. Tillet impiegata, è composta nella seguente maniera. Ogni quattro libbre di acqua asi X ‘acqua s infonde a freddo ‘una libbra di buona cenere di legna forte, mescolandola bene e lasciandola poi in quiete acciocchè precipiti al fondo, ‘e' finalmente decantando il fiuido purificato, il quale si riscalda be- ne' al fuoco prima d’immergervi tanta pol- vere di recente calcina viva quanta. basti per farlo divenir bianco come il latte». In questa lisciva, tuttavia alquanto. tepi- da, vis infonde il grano che si vuole seminare, prima però replicatamente :la- vato nell’acqua comune; come si disse nel paragrafo antecedente : si mescola, si lascia in quiete per poco tempo ; indi si leva dal vaso, si distende e si fa asciuga- . te un poco; finalmente s' impiega nella seminagione. Questo metodo sembra. più” spedito dell’ antecedente ; ma.imeno eco- nomico , perchè la semenza, che si lascia poco nella lisciva, non ha tempo di .cre- scere di volume. È da computarsi nulla dimeno che la lisciva si può conservare per servirsene in altre occasioni. La se- menza. preparata in. questa maniera non L X 162 vien danneggiata dagli animali, e produ. ce piante vigorose che s' incespano imol- to: per le quali cose si può spargerla più rara di quella che non.è preparata. Affine. di assicurarsi se il grano si possa lasciare senza detrimento per più lungo tempo o nell’ acqua in cuî si lava, o nella lisciva, acciocchè s’ ingrossi maggiormente ; 1’ agri- coltore potrà fare una piccola prova, che non sarà giammai dannosa . ro. La quarta maniera di preparare la semenza del Frumento è quella che. viene proposta con molta approvazione negli At- ti Economici di Berna dell’anno 1764, la quale 1a mio giudizio potrebbe. riuscit più comoda ai contadini. Vuole l’inven- tore, che la sera antecedente al giorno della seminagione si metta quella quantità di semenza, che si dee seminare, in un vaso di legno di proporzionata grandezza ; che vi si sparga sopra di quell’ acqua spor- ca e grassa che scola dai letamaj o: dalle stalle, mescolandola con. un bastone fin- chè si vegga che tutta sia ben bagnata, e ‘(1 replicando tale operazione dopo tre ore ; che la mattina seguente si getti a poco a poco questa semenza in un altro vaso, as- pergendola bene di calcina viva polveriz- zata, in maniera che tutti i granelli di- vengano bianchi; e che finalmente 9° im- pieghi nella seminagione prima che si sec- chi, affinchè la calcina, alla quale egli ascrive tutta la forza, vi sia ancora attac- cata. La semplicità di questo metodo mi fa sperare che sia generalmente approvato e posto in pratica, i 11. La quinta maniera semplicissima di preparare la semenza del Frumento con- siste nello sciolgere ott’ oncie di sale co- mune e quattro di nitro in dieci libbre di acqua di pioggia; ovvero una dose mag4 giore dei suddetti sali in una. proporzio- nata quantità di acqua . Immergendo il grano in questa preparazione, ‘e lascian- dovelo per dodici ovvero per. ventiquat- tr ore prima di seminarlo si scorgerà con sorpresa la bella e pronta riuscita del Fru» mento. Con'questo metodo si risparmia L-2 X 164 X una terza parte della semenza, e si ricava molto maggior prodotto che coll’ ordinario . 12. L’ostacolo che i suddetti metodi potrebbero incontrare consiste nel timore, che i granelli germoglino e restino pre- giudicati , qualunque volta accadesse di non poterli prontamente seminare a mo- tivo dei tempi cattivi o di altri non pre- veduti accidenti. Bisogna perciò non met- tere mai a molle maggior quantità di se- menza di quella che può esser sotterrata coll’ aratro in un giorno; ma qualunque volta questa cautela non fosse sufficien- te, bisogna tenerla rimescolata ogni gior- no col rastrello e ben distesa, nel qual modo si conserverà dodici ed anche quin- dici giorni senza verun detrimento . Tut- to quello che fin quì ho detto potrà. bas- tare ai coltivatori diligenti riguardo alla scelta ed alla ‘preparazione del grano, che si vuol seminare. Parlerò nel seguente Articolo sopra gli altri punti, che apparten» gono alla seminagione . Y 165 X ARTEOORO VIL, Quando, e comé la semenza del Frumento si possa seminare con vantaggio . 1. ; ciò che riguarda il tempo di se= minare , il prudente agricoltore dee rego- larsi. secondo la ‘qualità del clima, del terreno ,. delle stagioni e della specie di vegetabili, ch’ egli desidera coltivare. Non sarà quindi fuor di proposito il riflettere ,. che ogni specie di Frumento lascia natu» ralmente cadere in terra la sua semenza matura sul finire della state. E poiché giova molto imitar. coll arte. ciò che la natura fa spontaneamente, come. per ap- punto disse un industrioso Francese (a): Le grand talent consiste ( en fait d’agriculture ) À scavoir d propos. seconder la nature : È oto , Pa dà PATTI (8) Essai sur È Agriculture. Chez Jean Van-duren. A la Haye . L3 CUD perciò sembra, che il tempo più opportuno per la seminagione di questa biada debba éssere l'autunno. Per la qual cosa bisogne- tà avere in riflesso, che, stando il Frumen- to esposto al rigore di tutto l'inverno, si dovrà seminarlo più presto in que’ luo- ghi dove ordinariamente tale stagione è più rigida e lunga; che in quelli, in cui è più mite e corta, affinchè, prima che giunga il maggior freddo, possa aver pre- so tanto vigore che basti a resistergli . Si dovrà perciò seminarlo più per tempo nei siti esposti al settentrione , e all’ occiden- te; ‘che in quelli che guardano verso il | mezzo giorno ed il levante. E siccome questa pianta cresce più presto nei ter- reni caldi e leggieri, così dovrà esser seminata ‘più tardi in questi e più sol. lecitamente nei freddi e forti; in ogni caso però sarà meglio anticipare chie pos- porre‘; perchè non si può ‘prevedere l'indole della stagione . Coloro, che seminano la sesala prima del Frumen- tos ingannano a partito, avendo 1 WC. 70( esperienza di valenti uomini dimostrato , “ch’essa dee esser seminata più tardi. 2.4 più cauti agricoltori sogliono però ‘seminare una porzione del loro Frumen- to per tempo ; e l’altra tardi, per timo- ; re che, durando lungamente la buona ‘stagione, le piante crescano troppo , e perciò possano venir) danneggiate dalla neve e dal freddo «che sopravviene. In ‘qualunque modo , alcuni pretendono , che sia sempre ‘molto utile il seminar questa ‘biada per tempo; anzi. nella. bellissima. Collezione deli’ illustre Società Economica ‘di Berna possono leggersi le osservazioni , che da un valente Svizzero, peritissimo ‘nella coltivazione della campagna, per al «cuni anni non interrotti sono state fatte ‘in questo proposito s la cui pratica, po- tendo illuminar meglio che qualunque al. tra istruzione, credo ben fatto di riferi- ‘re. Nell'anno 1740; il dì otto di Agos- ‘to, seminò una porzione della ‘sua cam- pagna a Frumento, e verso il fine di Set- ‘tembre colla medesima diligenza ne senti» L4 X 168 YX nò un’altra porzione: la raccolta di ques» to fu molto ‘inferiore in quantità e in qualità al primo seminato ; anzi nei cor- rispondenti giorni dell’anno seguente re- plicò l’esperienza con esito perfettamen- te uniforme . Essendosi con ciò assicurato dei vantaggi che risultar potevano. dalla seminagione anticipata del Frumento , re- plicò per alcuni anni )’ esperienza, che riuscì molto bene anche nel 1751, quan- tunque scarsissima sia stata in quella sta- ‘gione nevosa ed incostante la raccolta in quei contorni. In somma egli ci assicura | costantemente , per propria sperienza di venti anni continui, e per esperienza al. tresì di alcuni suoi seguaci, di aver rico- nosciuto vantaggioso 1 indicato. metodo , : tanto nelle stagioni umide, quanto nelle ‘asciutte . 3. .I contadini sogliono dire, che se il “Frumento crescesse troppo innanzi 1’ in- «verno, a segno di fare il nodo; correreb- ‘be molto pericolo di restar pregiudicato 5 ma crede il prefato Autore, che questa sia X 169 X un’ opinione falsa. Appoggiato anzi alla. propria sperienza di tanti anni assicura, che il suo Frumento seminato nei primi giorni di Agosto non ha mai sofferto il menomo danno, quantunque in Ottobre fosse molto incespato, e col nodo: ag- giunge altresì per..maggior: prova che videsi somministrare. abbondante prodot» to anche il Frumento che dopo una co- piosa grandine caduta nel mese di Luglio avea spontaneamente germogliato . nelle campagne. Il timore parimenti di trista riuscita, dai fautori del metodo ordinario dimostrato ,. perchè innanzi l’ inverno os- servano talvolta che le foglie del Frumen- to seminato per tempo ingialliscono, non è appoggiato a veruna soda ragione :. im- perciocchè ; come osservò lo stesso Auto- re, un tal colorito non indica alcun ma- le; ma le foglie divengono gialle, sol. tanto perchè in quel tempo le radici non possono dalla. terra succhiare sufficiente nutrimerito ,. e distribuirlo a tutta la pian- ta; come accade agli ‘alberi ed alla mag- } Naro X gior parte delle erbe pratensi , quantun- que niente perdano perciò del loro vigo- «re. Basta che le piante conservino vigo- rose, durante l'inverno, le loro radici, cosicchè possano far nuovi getti all’ aprire della stagione. Il Frumento è un vege- tabile delicato, sottoposto a varie disgra- zie; ed ha bisogno di molto nutrimento: è naturalmente disposto a crescere avanti _l’inverno , non pey allungare il gambo, ma per approfondare e fortificare fino al- la stagione più fredda le radici, che in “primavera debbono somministrare a tutte le parti della pianta maggior. vigore ed aumento . Tali verità, sì chiare ed ‘eviden- ti, hanno data occasione ad alcuni scrittori di sostenere, che la seminagione antici- pata preserva altresì il Frumento dalla rug- gine ‘e dal carbone, e lo rende più atto a sostenersi in piedi. Mi si dovrà conce- dere perciò, che per avere abbondante» e scelto prodotto da questo vegetabile, sia utile cosa il seminarlo per tempo, ‘accioe chè sueceder possano gl’ indicati buoni ef. IMETZI.M fetti, che sono comprovati anche dalla ‘Sperienza . 4. Il preciso tempo della seminagione non si può generalmente determinare, ‘perchè bisogna avere in riflesso il clima, la situazione, la natura dei'fondi, e mol. . te altre cose : certo è però , che la terra dovrebb’ essere conyenientemente umida , perchè la troppo secca , 0 la troppo ba- gnata non è molto opportuna . Il celebre Linneo ha proposto un mezzo alquanto conforme alla natura per determinare ques-_ to preciso tempo. La caduta in autunno, e la riproduzione in primavera delle fo- glie degli alberi possono servire, dic’ egli, di regola migliore, in confronto di ogni altra, per determinare il tempo più oppor4. tuno della seminagione sì ‘avanti come dopo. l'inverno. Ecco ciò che si può ave- re maggiormente in riflesso riguardo @ questo interessante articolo . 5. Ma siccome pochi fra i nostri colti- vatori della campagna usano speciale dili- genza in tale proposito; così credo che de ere X minore sia altresì il numero di quelli; che usino la necessaria attenzione nel col» locare fra la terra la semenza del Fru- mento alla più conveniente profondità . Si sa nulladimeno , che quando è troppo profonda, non può godere il beneficio dell’aria, e quando giace troppo vicina alla superficie , ‘manca dell’ umido ne- cessario , e perciò in ambidue i casi res- ta. danneggiata. Il saggio agricoltore , illuminato da una lunga pratica e’ dalle replicate osservazioni, dovrà a ciò som- mamente riflettere; e dovrà in oltre con- siderare accuratamente la qualità del cli- ma e le vicissitudini delle stagioni. Fra i varj mezzi pratici , che dagl’ intendenti della rustic’ arte sono stati proposti per regolare la profondità della seminagione , il seguente sarà per avventura il più sicuro. Scelgasi un pezzo di terreno della lun- ghezza di circa dodici e della larghezza di tre piedi: si cominci da un estremo a Javorarlo colla vanga alla profondità di uti piede e mezzo, e si seguiti a profon-- (73 -X dità sempre minore fino all’altro estremo, ove non dovrà essere. smosso più di un dito. Ciò fatto, principiando dalla parte del lavoro più profondo, si distribuiscono le semenze, che servir debbono di pro- va, alla profondità di un piede, conti- nuando la distribuzione delle altre sempre a minor profondità, finchè si arrivi a co- . prir le ultime con un solo pollice di ter. ra. Quelle, che germoglieranno più fa-. cilmente e vigorosamente, e che produr. ranno migliore e più ubertoso prodotto, serviranno di norma riguardo alla profon- dità da osservarsi nella coltivazione della campagna . 6. Giova però sapere, che il Frumen- to, a similitudine di molte altre biade, suole dal primo nodo o ginocchio dello stelo, purchè sia sotterra, produrre nuo ve radici, dalle quali nasce un nuovo ste- lo, e dal cui nodo novelle radici germo= gliano , ec.;. cosicchè un grano solo può produrre molti steli, molte spighe e per conseguenza moltissimi semi, come evi. X 174 X dentemente dimostrò 1 indefesso osserva» tore de Wolf, che sopra ciò fece infinite sperienze. Per ispiegarmi con maggior chiarezza , aggiungerò a questo proposito una figura, che sta espressa nella Tavo- la Il Fic. 4 È a. Il granello del Frumento. . b. La radice del granello. e. Lo stelo maestro . d. Il primo nodo o ginocchio. dello stelo maestro sopra il granello. uo e. Radici maestre con steli. laterali nel primo, nodo dello stelo. maes- tro. | ff. Radici e steli nei primi nodi de- gli steli laterali . : gg. Secondo nodo nello stelo maes-. tro con radici, e steli laterali. 1. 2a 3. Indicano.i pollici dell’ altez- za o della profondità della terra, nella quale. il granello del Fru- A mento. dee giacere . 7. Se si desidera che il Frumento. pro- duca molti.e robusti steli, si rende neces» i sario che due' modi, o. almeno uno resti alquanto sotterrato.,, perchè le nuove ra- dici. non isbucciano dai medesimi se non sono colla terra coperti. E siccome il pri- mo nodo dello stelo primario è situato mezzo pollice sopra la radice seminale, e al più, talvolta, un' pollice, ovvero uno e. mezzo , ed egualmente distante, o poco più, resta altresì il nodo secondo dal pri- mo; così ne segue che, se due nodi ri- manessero sotterra e fossero fra loro dis- tanti quanto si disse ,, per giusto calcolo , occuperebbero lo spazio di tre pollici, ol- tre al tenue strato di terra di circa mez- zo pollice, con cui dee esser coperto il nodo più alto, acciocchè si conservi mol le. er flessibile. Qgnun. vede. per conse- guenza , che il.-grano. del Frumento do- vrebbe per la. più felice riuscita esser se- minato alla profondità di. tre pollici e mezzo incirca; \acciocchè due è .tre nodi della pianta restassero: sotterrati; e potes- sero quindi cacciar nuove radici ,. e mol tiplicare gli steli e le:spiche. Questo sas. X 176 X rebbe un metodo molto utile per istabili- re la giusta profondità della seminagione della suddetta biada quando tutte le terre fossero di una medesima natura; ma poi- chè le varietà delle medesime ricercano speciali osservazioni, così l’accorto agri- coltore, prima di adottarlo, dovrà fare una piccola sperienza in qualche angolo della sua campagna. Miller da un solo granello di Frumento seminato e. coltiva- to con diligenza ne raccolse 576, 840; ma per trar profitto dalla proprietà che questo vegetabile ha di moltiplicare; due cose convien diligentemente avvertire. amo. Procurare che. cresca più la radice che lo stelo, acciocchè il primo nodo pos- sa far delle barbe. 2do. Seminare in au- tunno, e per tempo, procurando di ben conoscer prima la natura del terreno, in cui si vuol fare la seminagione. Dalle sperienze , che fece il Sis. Du-Hamel, | risulta. 1mo. Che il seme del Frumento collocato sotterra a maggior profondità di sette pollici non germoglia; ma che ger- moglia Marr X moglia bensì la maggior parte di quello che non è più profondo di sei pollici. 2do. Che negli anni umidi germogliano quelle semenze che non avevano germo- gliato negli asciutti; ma che tutte queste cose variano però secondo la differenza de’ climi e de’ terreni. - 8. Prima di finire quest’ articolo, biso- gna altresì determinare la giusta quanti tà del grano che deesi impiegare nella se- minagione. Convien però avvertire in senerale, che non deesi giammai impie- garne maggior quantità di quella ch’ è proporzionata alla estensione del terreno che si vuol seminare, ‘acciocchè cadauna pianta possa godere gli utili influssi dell’ aria e del sole, e ricevere altresì suf- ficiente alimento dalla terra. Ciò. non succederebbe se le piante fossero troppo fitte, perchè una leverebbe all'altra 1 aria ed il sole, e le loro radici non si potreb- bero estendere sufficientemente, anzi si ruberebbero scambievolmente il necessario nutrimento, e per conseguenza le piante M X 178 X ‘non potrebbero produrre una bella ed u- bertosa rendita di grano. Con molta ra- gione però il Sig. Mitterpacher suggerisce di. seminare il Frumento raro, affinchè possa aver luogo e. nutrimento sufficiente per moltiplicare . Le sperienze , alle. quali egli appoggia il suo suggerimento, sono state fatte da molti: il Sig. Du- Hamel fra gli altri scelse due campagne della medesima. estensione e qualità di terra in una vi seminò dodici moggia di grano alla consueta maniera, e nell’ altra quat- tro sole moggia, facendo altresì nella pri- mavera diradare le piante di quest’ ulti ma. Il primo diede un prodotto di mog- cia 133 - 3 il secondo di 150; sicchè il raro. rese 37, ed il fitto solo 11 per uno .. Il Nobile Signor Abate Barbaro di Venezia replicò. ultimamente questa spe- rienza. con molto vantaggio , avendo raccolto da un solo ceppo 1128. spighe, nelle quali egli numerò 6000 grani... La Società. Economica di Bath - pubblicò una lettera, dalla quale risulta il vantaggio di X 179 X piantare il grano invece di seminarlo . In questo. caso., che rare. volte e in pochi lnoghi si. potrà. eseguire per mancanza di tempo e di persone, bisognerebbe però avere attenzione, che le piante non riu» scissero troppo rare, acciocchè la terra ri. masta troppo scoperta e percossa dal sole non 8° inaridisse a segno di muocere alla , vegetazione. Chi desiderasse maggiori no=- tizie in questo. proposito potrebbe consul. tare 1 Operetta stampata in ‘Venezia nell” anno 1770, che ha per titolo: Il Pianza- tore.» ossia il metodo di piantare il Fru- MENTO » 9. Siccome con. l’ordinario metodo di spargere la semenza colle mani; i gra- , nelli non possono. esser distribuiti ‘a dis-- tanze uguali, nè essere ugualmente’ co- perti dalla terra, così è stato introdotto un nuovo metodo di seminare il Frumen- to con certe macchine, dette Semiratori , mediante le quali la semenza resta disposta nella terra più regolarmente ‘e ‘i profon- dità più eguale che con l’ ordinario meto=. MSA _X-180 X do: ne segue perciò , che non disperden- ‘dosene inutilmente , se ne impiega una quantità molto minore, e che avendo le pianticelle maggior agio di crescere e di dilatar le radici, moltiplicano gli steli e producono le spiche. ubertose. Una tal macchina è stata inventata in Inghilterra dal Sig. Tull; indi fu verificata e miglio- rata in Francia dal Cel. Sig. Du-Hamel; finalmente è stata introdotta in Italia dai Nobili Signori Conti Ricetti, e Giorgi, di Treviso , ed ultimamente ridotta al più desiderabile grado di perfezione e di sem- plicità dal Chiariss. Sig. Arduino , soprain- tendente all’ Agricoltura nel Magistrato Eccellentissimo de’ Beni Incolti, il quale pubblicò una Memoria intorno alla coltu- ra’ delle terre coll’ uso del. seminatore . L’uso di essa macchina è stato introdot- to, e da più anni utilmente continuato nei poderi dell’ Eccellentissimo Sig. Sena- tore Miani dal suo Agente Giacomelli, che la inventò, la cui descrizione, uso 4 e figura fu pubblicata ‘nel 1771 colle 181 X stampe del Milocco di Venezia. È stato pure inventato un simile Seminatore dall’ altro fratello Arduino , Pubblico Professo- re di Agronomia nell’ Università di Padova, l’uso del. quale, essendo stato riconosciu- to per replicate sperienze utilissimo , fu abbracciato da molti intendenti Soggetti. Quindi ridonderebbe a profitto considera- bile dello Stato", ‘qualora tali macchine si potessero introdurte ‘da per tutto. Ma es- sendo esse troppo. complicate e facili a rompersi nell’ attualità della seminagione , nasce il ragionevol timore, che il conta- dino , ignaro della composizione delle para ti di esse, non lasci imperfetta .l’ operà della seminagione. In oltre, non essendo tali macchine applicabili a ‘tutti terreni; credo che non potranno. divenire ‘giam- mai di ‘un'uso universale.‘ ‘Nulladimeno ciascheduno dovrà regolarsi a norma delle proprie sperienze calcolando esattamente, se sia più utile seminare a mano, o colla nuo- va macchina. Gli ‘agricoltori della Provine cia Vicentina dovranno scegliere perciò M 3 (182) ‘fra i diversi modi di seminare quello che “sarà più acconcio alla natura del terreno ‘che vorranno coltivare ; è “che riuscirà sua utile. ARTICOLO VI ‘Precauzioni necessarie da osservarsi finché il ‘Frumento vegeta e resta esposto © | melle campagne. ; 1. I Frumento; in qualunque modo sè minato , non -soddisfarà colla rendita sua . TP agricoltore ; quando egli abbandonerà il terreno seminato ; e non ‘avrà cura di tompergli la.dura crosta, e di ‘estirpargli Île erbe cattive che Jo circondano ‘e gli tubano gli umori: nutritivi. Si rende!per- Ciò necessario , ‘allorchè nella primavera trovasi la terra: asciutta, srt uso dell’ et= Pice ; che: per esperienza è è stato ricome= im nn suli clle ai. | Y 183.) 2. In fatti si osserva spesso, che il ger- moglio del Frumento sta lungo tempo a spuntare dalla terra, e che a cagione del. la troppo dura superficie del terreno esso talvolta perisce. Succede di osservare al. tresì in primavera le terre di alcune cam- pagne, seminate in autunno, malconcie e crepolate, e le pianticelle isolate e sen. za terra, specialmente dopo le nevi e le dirotte. piogge, .I danni che. procedono da queste due cause si possono impedire coll’ erpice. Rispetto al primo caso non si dee punto temere che l’ erpice leggiero e co’ denti corti di ferro rechi danno ai' ger- mogli. della ‘semenza ‘che sono tuttavia sotterra.;. perchè molti diligenti ‘agricolto- ti, che hanno fatta 1 esperienza i. cene «assicurano. . Fra questi il Sig. Liider, ce- lebre fondatore dell’ Agronomia Danese» dà per regola generale, qualunque. volta i’ agricoltore dubiti di non poter raccoglie» re un’ abbondante messe. dai suoi; semina- ti, che li faccia ‘erpicar subito , purchè la terra sia asciutta, e venga usata nella sta Mi X 184 X gione calda la: diligenza di eseguire ques. ta operazione verso la sera, acciocchè il fresco della notte e la rugiada dia mag- gior forza alla semenza ; anzi pretende , che in varie circostanze questo metodo si possa chiamare la vera: medicina per .la semenza e pel terreno. Gl’istessi vantag= - gi'si ‘potrebbero facilmente ottenere ‘an- che con un cilindro fornito di punte di ferro , coi rastrelli, e col sarchio;»- ma & erpice dee ‘esser preferito. Nel secondo caso della terra crepolata il suddetto: Lii der ‘assicura, che sarà utile 1’ erpice forni- to ‘di ‘denti di legno rati ie non molto lunghi:. ‘Io :stesso ho: osservato con. sor- presa cambiarsi talmente dopo» la :pioggia certo:., Frumento, meschino 4 che. alla. fine di Aprile era stato ‘erpicato da un conta» dino: per :mio consiglio; a segno tale che più non. si riconosteva ; e che superava in bellezza quello dei luoghi vicini... Da ‘tali. felici. sperienze : io. son tealmente persuaso; che chi: impiegherà il’ erpice 3 regolandosi secondo i principj. generali XC185 X di agricoltura , vedrà sempre ottimi ef. fetti . 3: Sono anch'io del parere del Signor Bertrand, il quale pensa che assai. inav- vedutamente si dirigano quegli: igricoltori È che hanno il costume di saraiare colla zappa il Frumento , credendo li liberarlo . dalle erbe nemiche e dalla zizzania. Ques-» to fine si ottiene molto ‘più utilmente coll’ erpice; imperciocchè colli zappa si calpesta il Frumento ed il terrero, e non si estirpano mai bene le. radici celle. erbe nocive , per quant’ attenzione s, vrocuri di vsare ; anzi l’ operazione ridond: spesa; soin: maggior danno , perchè le raici ris mangono: fra. la terra rotte e nonetirpa». te; e producono perciò nuovi getti e.im» ‘vece di. crescere con ‘un solo filo ; mola’ tiplicano e succhiano dalla terra mggior copia di alimento. Ognun vede: iercià , quanto difficile riesca. questa. imp:tante | operazione , la quale spesse volte (sol es- sere altresì negligentemente ‘esegita da inabili fanciulli eda inesperte‘onne. 186 Y Egli è manifesto adunque , che il ‘più si. «curo mezz) di liberare le campagne dalle ‘cattiv’ erbe è quello di muover più volte la terra cdl’ aratro e coll’erpice dentato prima ch’ ese maturino le semenze, come tutti gli apicoltori di buon ‘senso hanno : sempre. racomandato . Seguendo questo metodo ; iseminati riusciranno in breve tempo piùnetti; e le raccolte più abbon- danti; imprciocchè i motivi principali, ‘per cui le piane del Frumento debbonsi sarchia- re., si.ducono + 1mo. A muover la terra d’ intoro alle piante , affinchè sia più atta ad alitentarle; 2do. a sradicare le piante superfie ;. acciocchè possano crescer ‘me- glio qaelle iche vi restano; 320. a dis- truggre le erbe cattive ed inutili. Tutti questieffetti si ottengono agevolmente e coll’ atro avanti la seminagione, e coll’ erpicelentato dopo di essa; imperciocchè in talmaniera non solo. si ripuliscono i «semina dalle erbe nemiche, ma si to- glie ‘alesì alla terra quella inerzia, ‘che i rigoridel verno ‘aveale cagionata, dis- €187 ponendola in tal guisa a ‘ricevere gli in. «flussi salubri del ‘sole; dell’ atia è delle: tugiade ... L'ARIA cid 14» (Questo suggerimento non tende a togliere universalmente il lodevole costu- «me di sarchiare il Frumento ‘colà zappa, e di liberarlo colle mani' dalle‘ erbé noci- .ve » Son persuaso; che quante più’ volte si zapperà la terra intorno al Frumeérito, tanto più iessa ‘si ‘renderà atta‘a soînmi. mistrare 1’ alimento opportuno ‘alle piante, e tanto più agevolmente si distruggeran- no le erbe nocive. «Ma per' ottener ciò è necessario, che il terreno destinato ‘alla coltivazione del. Frumento ‘sia ‘preparato diversamente da quello che si suppose fini Ora; per evitare tutti i.danni chè i sar chiatori. potrebbero ‘apportargli‘calpestane dolo, In tal.caso bisogna ridurola tetta 5 destinata alla coltivazione ‘del' Frumento in ‘ajuole 0 porche ,. che ‘volgarmente !sì chia- mano vaneze : queste non debbono ‘eccedere la larghezza di sei.0 ‘sette ‘piedi; e fra. es» se vi dovrà essere un ‘s0lco 4 per cui possa X 188 X comodamente passare una persona senza rompere o calpestare le piante del Fru- mento. In questa maniera gli operaj, camminando per li solchi, potranno più facilmente accostarsi da tutte le parti per isradicare le erbe nocive, ogni qualvolta | abbisognasse, senza recar danno al Fru- mento, nè calpestare la terras anzi ques- ti solchi saranno: utili altresì per fare sco- lar più facilmente le acque dalle terre dif. ficili da asciugarsi, cioè dalle argillose e tenaci. Crederà taluno , che il vuoto dei solchi possa cagionare una sensibile mi- norazione delle raccolte; ma i più esper- ti agricoltori Inglesi assicurano, che ‘acca- derà:tutto al: contrario (a). ‘Dal fin qui detto risulta, che nei terreni coltivati senza ajuole e senza solchi il più utile strumento per estirpàr le ‘erbe ‘nocive è }’ erpice, e che non si dee impiegar la ip<79 @) Algemeine haus . baltuyngs und Landvir ‘tbschaffts sir senschafft. Tom. I. Lib. VI. pag. 331: XE89 VI zappa ovvero le mani se non nei terreni coltivati nell’ altro modo. $« I danni principali ai quali va sog- getto il Frumento in erba dipendono dal freddo, dai venti, dalle piogge, ‘e da certi animali che ne rodono il gambo, la radice, ovvero il seme. Ognuno sa quan- to il freddo sia nocivo al Frumento, spe- cialmente quando in primavera sopravveti- gono nevi o geli eccessivi, mentre le piante cominciano a mettersi in succhio ed a vegetare. Questo momento decide in gran parte della raccolta; poichéè-il succhio si arresta, e le piante s’ incespa- no meno, e restano rare. Sarebbe utile in tal caso accrescer loro il vigore, spar=- gendovi colle mani un poca di mistura for- mata di concime di pecora, di scolature del letamajo, di ceneri, di fulicgine; di gesso e di cose simili. --- I venti; dice Plinio, in tre tempi sono perniciosi al Frumento ;: cioè quando fiorisce , subito dopo la fiorita, e quando il grano comincia a maturare. In questo ultimo caso le spighe si emaciatto;. )C 190 DC e i granelli divengono stremenziti ; negli altri due casi il grano rimane infecondo . -—.Anche il sole.) che tratto tratto tras- patisce fra le nubi. squarciate , gli porta del danno. :-—-. La pioggia giova al Fru- mento in. erba; ma gli nuoce quando è in fiore. -—+ Il troppo vigore o lussureg- giamento. è un vizio anch’ esso, poichè le piante adulte si rovesciano e perisco- no. Si crede di poter rimediare a questo disordine lasciando pascolare il Frumento in erba dai bestiami, pratica che, pero opinione di Plinio, non muoce: alle ‘spi- ghe che debbono succedere ; ma io giudico , che: sarebbe meglio il: farvi. passar sopra erpice dentato'; poichè gli animali, e specialmente le pecore; ne svelgono spes- sevolte le radici, e recano altresì gran dan-- ni :co’ piedi. Gli uomini non hanno l’ar- bitrio di regolar le stagioni; perciò’ essi non. sono colpevoli qualora ‘non impedi- scono. i danni, che soffrono i vegetabili ; dipendenti soltanto da esse. Si dovranno bensì imputare. a colpa dell’ agricoltore i'- 191 X discapiti che soffre il Frumento , allorchè © è prossimo alla maturità, dipendenti dalle troppe piogge o dalle lunghe aridità, ogni- qualvolta nel primo caso egli trascuri di fare scolar le acque dai campi, e non ese- guisca nel secondo caso le opportune ir- rigazioni ove si possono praticare. Il pie- garsi a terra che fa il Frumento aggrava-. to dal peso delle spighe , allorchè special- mente viene agitato e scosso da acque pro- cellose o da :turbini, non dipende dalla soverchia fertilità della terra, ma bensì dalla seminagione troppo fitta. Così suc- cede nella coltivazione ordinaria di. ques- ta biada; e per questo gli steli privi del sole e dell’aria necessaria rimangono de boli,. infermi e sottoposti a tale sventu»s ra. Le seminagioni rare e fatte per tem»: po non saranno dunque soggette. a simili disgrazie . esteta 6. Quattro sono le. malattie principali. che danneggiano il Frumento, cioè:: 1mo. la Ruggine; 2do. da Fuliggine; 3zo. il Carbone, che non si dee confondere col. X 192 X la Fuliggine; 4to. il Grano-sprone, o cor- nuto. Isnorardosi tuttavia le vere cause delle indicate malattie, stimo bene di so- prassedere a riferir le varie opinioni. La ruggine macchia le foglie e’l gambo, e crescendo rende vane le spighe. Se questa ‘malattia entra in una campagna prima che il Frumento alzi i gambi, o se ad essa sopravviene improvvisamente una forte pioggia, in tali casi non produce alcun danno, perchè la pianta, ancora giovine e vigorosa, riproduce delle novelle foglie , che suppliscono invece delle guaste ed abbruciate, e la pioggia deterge da esse la materia velenosa: per altro è sempre funesta al Frumento finchè cresce: ‘e di- venta essa ‘innocente allora soltanto, ch'è vicino a maturarsi. Per iscemare il dan- no, giova tagliare il Frumento rugginoso avanti che sia maturo, come da poco tempo in quà si pratica in Romagna ed in Toscana. Assodandosi prontamente do- po il ‘taglio per mezzo del sole il sugo latteo: delle spighe, la ruggine non può più 193 X più ’cangiarlo in. proprio alimento ; nè quindi vuotar. onninamente le. spighe . La Fuliggine non si dee confondere con quella: malattia che si ‘chiama Carbone. Questa Fuliggine non solamente offende la spica, ma guasta tutta la pianta, e consuma intieramente la sostanza del gra- no. Per questa terribile malattia non v°è che un rimedio, il quale consiste. nel co_ gliere la semenza ben matura, battendo- la immediatamente sull’aja, facendola ben seccare al sole ed'alvento, e serbandola in luogo asciutto di maniera che non possa inumidirsi nemmeno in tempo d'inverno. Questa infezione agevolmente si conosce da: certe macchie. oscure: nek guscio del grano . Il diligente coltivatore non dee mettere giammai Frumento nei sacchi, in cui vi sia stato altro grano-o farina del- la stessa specie , senz’ avetli. prima fatti lavare ,: per timore: che. sieno ‘infetti di fuliggine, avendo dimostrato le varie spe- tienze, che la venefica polvere riesce con- tagiosa e pestilenziale al: Frumento sano ; N XV 194 DC al quale si attacca. Per ovviare questa iri- fezione; propose il Sig. Tillet, industrio» sissimo agricoltore, di Jlavar Ja semenza con una lisciva, che la rende immune da tal peste .. Nell’ Articolo VI della presen- te Memoria, ove si fece menzione di varie maniere di metter.a molle il grano per la seminagione, si parlò anche di questa lisciva e della maniera: di adope- rarla. ---. Il Carbone si chiama’ anche golpe, o fama. Le spicheattaccate.; dopo la fiotita; «da questo male cominciano a prendere un verde sucido, poscia imbians cano , e allora facilmente si distinguono, dalle sane. .Non tutte le. spiche proce. denti dallo stesso seme, nè tutti i grani della medesima spica «ne. restano infetti , come succede per la fuliggine: anzi. tale- ra un grano stesso ha la farina mezza sa- na e bianca, e mezza nera e guasta; per la qual cosa i grani sani non si veggono punto viziati dalla morbosa polvere è quan- tunque .da essa imbrattati. Giacchè non è. noto werun rimedio per liberare le Xirgs X piante inferme y ptoporrò almeno di. pré- servarle dalla malattia. «A tal effetto bi. sogna scegliere la semenza raccolta ‘nelle campagne libere dalla infezione; e quan- do non’ si possa praticare questa diligen- za, si dovrà almeno: crivellarla bene; ti- gettando: tutti «i grani guasti. e lavando tre o. quattro. volte colla lisciva indicata i sani , ‘asciugandoli. ogni volta, acciocchè restino affatto: mondi dalla materia vizio» sa, che ad essi potesse essersi attaccata . +- Si suol chiamare Grano-sprone, 0 cor- nuto: quella. malattia. delle biàde, per cui s'ingrossano più-dell’ordinatio i semi, che spesso acquistano la, figura di un cor- no; o piuttosto di uno sprone di gallo , d’ onde ella trasse il nome . Fali morbosi semi: sono, per ordinario; neri ‘all’esterno, e bianchi, ma, aridi! e. fungosi interna- mente, cosicchè là: loro fariira riesce guas- ta e permiziosa alla salute. La segala spe- cialmente:, e talvolta il Frumento sono soggetti a questa infezione . Quelli che si cibano della farina! di questo; grano mot Naz vi X 196 X boso ; ancorchè mescolato col sario ; vari no soggetti a dolori spasmodici, e talvol. ta alla morte istessa: per evitare questi pericoli l’ unico mezzo e quello di sepa- rar con diligenza i grani viziati dai sani. | ‘7. Gli animali perniciosi al Frumento sono del genere degl’ insetti, degli uccel. li e dei topi: alcuni, stando sotterra, lo fanno perire già adulto, rodendone le ra- dici;' altri, situati sopratterra , ne divora- no l'erba, distruggendo le speranze dell’ agricoltore; ed altri finalmente vanno a rodere le: semenze stesse. La. miglior maniera di distruggere le talpe, che ap- partengono al genere de’ topi, è quella di fissare un premio a chiunque le pre- dasse, come si costuma generalmente nella Contea di Essex in Inghilterra, e come viene praticato da ‘alcuni proprietarj della stessa provincia Vicentina. Gl insetti, che grandemente nuocono al Frumento , tanto più sono da temersi, quanto più sono facili a moltiplicarsi. Per distrugger- li nella più valida maniera, bisogna che: — I a Rari 197 X i contadini vadano in traccia di essi, che li ammucchino nelle stremità delle cam. pagne e che ivi li abbrucino, Giova mag» giormente però raccogliere le ‘vova ch’ es- si depongono nel Settembre e nell’ Ottobre in luoghi arenosi ed inclinati, e talvolta in snezzo alle stesse campagne ; e poichè una sola madre genera una: cinquantina , e più, di vova, e li ricopre di una ma- teria pingue , che seccandosi prende la fi- gura di un sacchettino facile. ad esser ri. conosciuto , così (essi si possono cogliere in tale stato, mentre si ara la terra in autunno avanzato , ovvero ‘in inverno + Parlando degli uccelli, i corvi sono tarito utili all’ agricoltura, che ben si può loro perdonare» il. piccolo danno che ‘recano: mangiando nelle campagne un poco di semenza .. Questi uccelli, avidi più degl’ insetti che: ‘del grano, vanno nelle cam- pagne -arate di fresco per pascersi di bru- chi , poichè sogliono vivere, come dice il Cavi Linneo, di larve, edi lumache”, di: ranocchj e di spoglie'd’ animali : eppure» N 3 XX 198 X si itentà. ogni mezzo di ‘allontanatli dai seminati ‘e di distruggerli; mentre nel tempo ‘stesso .;. per. uma scomsideratezza non: iscusabile., si. studia da alcuni. di moltiplicare i colombi ;: che portano tanto danno. Non ssi può negare però, che i corvi frugilezi; le passere, e qualche al tra ‘specie ‘d’ uccelli non vivano del lavo todei contadini. Siccome però tali vola» tili non danneggiano. tanto il Frumento; quanto distruggono gl insetti, così io so- no ‘di. parere che si debba procurare di mitiorarne il numero; ma non di: distrug» gerne affatto la specie . : 8. Avendo finota versato sopra. la ma- niera di nettare il Frumento dalle erbe. nemiche; e d’impedire i danni cui egli è sottoposto ; bisogna: parlare adesso: della. maniera di mieterlo e di raccoglierlo .. Convien però ‘sapere prima di tutto, che. la raccoltà del Frumento dee esser fatta in tempo opportuno; il quale si può co-. noscere dalla perfetta maturità deigrani.s; che ‘viene indicata dal colore di tutta la. — X 199 )( paglia e delle spiche . L’ Accademia Svez- zese tanto’ conobbe l’importanza di ben fissare il tempo della messe, quanto che asserisce, che coll’ ordinario metodo, e senza la dovuta diligenza se ne perde. una terza parte prima che sia trasportato sull’ aja. Uno dei segni più certi della sua maturità consiste: nella. durezza. del grano, il quale non dee esser però intie-. ramente ‘secco .. Il Frumento si matura più presto nei terreni leggieri che nei forti; perciò convien usar la diligenza, qualunque sia la ‘situazione e la natura del terreno, di non tagliarlo. nè troppo. verde, nè troppo maturo; imperciocchè in ambidue i casi si commetterebbe un gra. ve e dannoso errore. Tagliandolo ancora verde, il grano s'increspa, minora di peso e di mole, e rende poca farina; e taglian- dolo troppo maturo egli: casca fuori delle spiche e si perde mel campo . Per evitare quest’ ultimo. inconveniente ‘alcuni costu- mano di tagliarlo solamente alla mattina finchè: si ‘conserva umido dalla rugiada è N 4 X 200 X ‘perchè nelle ore più calde egli ‘si sgranta più facilmente .. In generale però è da notarsi, che il Frumento destinato per semenza si dee lasciar perfettamente ma- turare nel campo prima di tagliarlo, ans che a rischio di perderne qualche porzio- nes imperciocchè dalle semenze immatu- re non possono nascere se non frutti mes- chini. Per non perderne nei trasporti - bisogna involgere la messe nelle lenzuo- la, come alcuni. giudiziosamente costu- mano . . i pia 9. La comune maniera di mietere il Frumento colla falciuola , che volgar- mente chiamasi sesola, è nota a tutti; ma non è noto generalmente il nuo» vo. metodo di tagliarlo colla falce; anzi non è finora ben deciso quale fra gl’ indicati. strumenti meglio: convenga. per questa operazione . Io. preferirei la fal- ce , perchè riesce meno incomoda ai mie- titori; e perchè con essa si sbrigà più presto ‘il lavoro. e si serbano più in- tiere le spiche. Di fatto i mietitori che X 201 X adoperano la falciuolàa ‘sono costretti. di | starsene a sol cocente curvi e in una positura sommamente incomoda ; e per questo sovente si ammalano, e non di rado muojono all’ improvviso .. Se per dissetarsi. bevono soverchiamente dell’ ac- qua, restano più abbattuti. In Pensil vania perciò si. somministra loro certo liquore cavato dallo. zucchero ( Rbwx ), e temperato con molta ‘acqua; e altro» ve ‘una mistura di acqua, di aceto. e mele ( Ossimele ), bevande utili, per- chè atte a promovere il sudore. -—-- I Signori de 1° Isle, e de Correvon dispu- tano, se per mietere il Frumento conven- ga meglio adoperare la falciuola.;. o la falce. Pretende il secondo che si. deb- ba preferire la falciuola, perchè in tal modo il. mietitore prende colle mani le sole spiche e lascia le erbe inutili ; lad- dove volendo far uso della falce. è cos- tretto a tagliar tutto insieme: quindi ne nasce, dic’ egli, che il grano riesce più netto, @ difficilmente fermenta , non X 202 X essendovi frammiste. alte’ erbé ,- che tal. volta :sono ancora verdi. In oltre; sog- giunge , i granelli del Frumento. colla falce tagliato rasente terra, e sopra di essa collocato , facilmente potrebbero an- nerire e fors anche germogliàre a motivo delle piogge o per mancanza di aria al di sotto; laddove di rado anderebbero sog- getti .a simili inconvenienti , se fosse mie- tuto colla falciuola alquanto sopra terra ; e collocato a ridosso delle stoppie.. Con- chiude. finalmente che il moto della falce è dannoso, perchè scuote le spiche e fa cadere molti grani. Il Sig. de .l’ Isle al contrario vuole. che si preferisca l’ uso della falce , assicurando , che le erbe stra- niere , tagliate insieme col Frumento , non lo hanno mai fatto fermentare, nep- pure negli anni piovosi; che i semi di tali erbe accrescono bensì un poco la fa- tica nel nettare il grano, ma aumentano dall’ altra parte il vantaggio, perchè non restano ad infettare i campi, ma anzi si raccolgono sull’ aja, e possono servire di X 203 X: nutrimento ai polli; che se la stoppia res. ta più corta, si accresce notabilmente la quantità della paglia; e che facilmente si può schivare il danno che potrebbe risen- tire il grano dall'umidità della terra, dal: le piogge e dalla. mancanza d’aria, dispo- nendo i manipoli a triangolo, in maniera che le spiche di ciascun ‘manipolo: sieno coricate sui pedali di un altro manipolo, come si può vedere alla Tav. HI. Fig. 3. I manipoli del Frumento tagliato , quan- do è possibile, si debbono lasciare ‘ per qualche tempo distesi sul campo , accioc- chè si asciughino, e si secchino:;: poichè se si ammucchiassero ancor verdi, facil- mente il grano si riscalderebbe. Mg DI AnRS TI GIO%L O 550 Della maniera colla quale I’ Agricoltore dee contenersi dopo la raccolta . I. Î Manipoli del Frumento ben seccati. al sole, ovvero s se il tempo è piovoso; sotto il porticale ed altrove, anche coll» ajuto del fuoco, occorrendo , si stendono. sull’ aja. per. batterli subito , oppure si ammucchiano sul granajo per batterli op- portunamente. nel corso dell’ inverno .. Per eseguir bene questa operazione, con- vien sapere che le migliori aje sono le selciate di mattoni o di pietre, e che le altre formate di creta debbono essere di- ligentemente preparate, acciocchè riescano eguali ed asciutte. Alcuni sgranano. il Frumento colla trebbia, ch’è uno stru- mento »s per detto di Varrone, formato. IX 205 X con un tavolone ineguale, che si fa stra- scinare da un pajo di buoi o di cavalli, e che si riduce più pesante dal bifolco che vi sta sopra per guidarli, il ‘quale strumento caccia i grani dalle spiche,, me- diante una forte compressione : questa trebbia si forma anche con cilindri den- tati, e sopra di essa si pone pure a se- dere il bifolco per guidare in giro i giu- menti. Altri percuotono le spiche coi cor: regiati , lasciando intera la paglia per quanto è possibile; ed altri finalmente adoperano varie macchine; che a tale og- getto sono state imaginate. Si -sepata po- scia il grano dalla paglia e dalla lolla coll’ ajuto del vento opportuno ; ‘ed ‘il grano ventolato si crivella replicatamente per ben purgarlo dalla polvere, dai sassolini e dai granelli infetti. 2. Siccome molto importa , che il Fru- mento sia secco a dovere prima di amb mucchiarlo ; ed ‘altronde succedono talvol- ta delle giornate di pioggia ‘0. nuvolose che impediscono di ben ‘condizionarlo 3 X 206 X perciò: gli Svizzeri ed i Russi inventaro- no una specie di fotnello, in cui fanno in. certo. modo abbrustolar:le spiche- colla paglia per poterle così asciutte conservare quanto vogliono, anchei pel corso: di mol ti anni. L’ Accademia di Svezia ci agsicit ra a questo. fine, che la messe non am cora. battuta, sta imeglio ammucchiata ‘vin luoga: aperto, che. sul. granajo.i ‘e per | preservarla dai topic’ insegna di collocate la alta da terra .un:braccio. almeno sos tenendola: con pietre liscie, o con-legni coperti. di Jatta, cosicchè questi. iniziai non possano arrampicarvisi . ruo' agn 3» (L’ usitata maniera di. battere il Pa mento coij corregiati si-dovrebbe praticare soltanto pel grano. che si vuol tenere: per semenza , perchè è molto faticosa, lunga; dispendiosa ed, a motivo: della: polvere che fa. sollevare. e che- viene: inghiottita dagli ‘operaj, anche incomoda alla. lore salute. Comunemente sarebbe meglio sere virsicdel calpestio. dei ‘cavalli; 0 dei ros toli«dentati; o dei carri a molte’ ruote . )X( 2o7 )( Il Rotolo; strumento usitatissimo presso gli antichi, é tuttavia in uso nella Per- sia, ed in quasi tutto l'Oriente... Carle- ton. condusse un uomo dalla Bulgaria in Isvezia per introdurne l’ uso. Con. questo strumento si rompe Le si. sminuzza la. pa» glia, la quale senz’ altra. preparazione si può: somministrare. per.cibo al bestiame. Gli Svizzeri s in vece di rotolo, adopera- mo certo carro. con. 24 ‘e più ruote , che fanno girar per l’aja, dalle. bestie., per mezzo del quale si sgranano. con: molta prontezza e con risparmio . di spesa le spiche , e si riduce. minuta e molle.la pa- glia, che può. servire di ottimo nutrimen» t0 al'bestiame. Quando non si abbia in mira. di conservare intiera la paglia, .il calpestìo de’cavalli è preferibile a qualune que altro. metodo; \inperciocchè si ese» guisce operazione ugualmente. bene ,. più presto.; con minore :spesài ye con. Vantage gio della salute ‘dei. cavalli medesimi; pur chè non si affatichino soverchiamente ... 4 Per separare il Frumento. hattute I 208 X dalla paglia e dalla lolla, bisogna appro- | fittare:del vento, quando si può; e se il vento non è opportuno, si eseguisce l’ o- perazione coi vagli. Nei luoghi e tempi» che manca il.vento, è stato immagina- to un comodissimo ‘strumento , col. quale si ottiene il fine desiderato. Un contadi- no colla pala getta il grano in un reci- piente posto all’ altezza di un uomo, da un largo foro. del quale esce con tanta prontezza , che il contadino appena è ca- pace di supplire colla pala alla’ celerità della‘ macchina . Vicino al grano che ca- de ,' gira velocemente ,. per mezzo di un manico e di una ruota dentata, «un ven- tilatore composto di: quattro sottili ale di legno, il quale separa e caccia tutta la Jolla ‘e qualunque. altro corpo leggiero dal:grano , ‘che mediante ‘il proprio. peso cade. sopra una graticola di filo. di ferro collocata in pendìo; alla cui estremità es- so‘raccogliesi bello , e netto anche dalla polvere, ch’ esce. dai fori della graticola nell’ atto che il grano discende ... Questa | macchina X 209 X macchina di poca spesa risparmia molto tempo e fatica. Non basta però far buo- na raccolta di Frumento, e saperlo bat- tere e nettare; ma fa duopo altresì usare ogni attenzione per preservarlo. dalla cor- ruzione , sicchè si conservi sano e perfet- to, come vedremo in seguito . ARTICOLO Xx Della maniera di preservare il Frumento dalla corruzione , e di conser- varlo sano + t. Sitvci la biada facilmente si corrom= pe; vi vuole perciò molta diligenza per conservarla sana . Due cose ‘apportano danno al Frumento riposto sul granajo 3 imperciocchè , quantunque sembri suffi- cientemente secco quando ivi si ‘colloca, ciò non ostante conserva sempre qualche umidità che trantanda quando è ammucchia» O Vaio X tos e.per cui, fermentando , corrompe.- si: e sebbene agevolmente ssi possa difen- derlo dai danni degli uccelli e' dei topi, ‘nulladimeno egli.\ è soggetto a servir di nido: e di pascolo-ad alcuni insetti che, distruggendo la. farina, Jasciano la‘scorza vuota , e la semplice crusca. La dannosa fermentazione , che fa sviluppare. simili insetti, si previene nelle tre seguenti ma- iniere. 1mo. Convien escludere, per quan- to è possibile, l’aria. 2do. Bisogna pro- curare ‘che il grano non si riscaldi mai a segno di fermentare. 30. È necessario spogliare affatto il grano dell’ umor nati- vo sce farlo seocare in guisa che il ger- me; il quale è una specie di fermento del. seme..ne muoja. Se gl insetti si so» no. una volta introdotti nel granajo , dif. ficilmente. si potranno scacciare ; nulladi. meno bisogna aver cura che. non si svi. luppino mai dalle loro .vova, le quali per ordinario vi s' introducono col grano ‘stese so 4 ‘anzi bisosna far sì che gl’ insetti muojano nelle vova.medesime.. .. .. Veri X «i. Varj sono metodi che furono pro: posti per conservare il Frumento 5 ma a mio parere il migliore è quello di collo- carlo «in certe buche sotterra; come si. costuma. in Capadocia e: nella Tracia, chiamate spelonche, ovvero grotte “È ne- cessario però soprattutto che sieno asciut= te; al qual fine vi si può abbruciar den- tro dello strame ;. ovvero si debbono cite condare di paglia, come si pratica in Afri- ca ed in Ispagna. Se la buca è ‘tale, ché non vi penetri nè aria; nè umidità; non si dee temere che il grano resti ‘in ver na maniera pregiudicato; anzi Varrone ci assicura ; che»in tal modo il Frumento'sî può conservare cinquant’ anni , e ’l'miglio cento. Anche in: Ungheria si pratica tutt’ ora questo metodo molto vantaggiosamen= te e senza timore che il grano fermenti o che venga roso dagl»insetti e: 3. Ma siccome anche questo metodo va soggetto a qualche inconveniente ; special- mente nel caso delle raccolte abbondanti, così giova avere degli spaziosi © granaj per O 3 IX eia X custodire il grano nella seguente maniera. Sì punga questo e si ripulisce bene col vaglio , indi se ne formano varj mucchietti dell’ altezza di quattro ovvero di cinque pollici .. Durante l'inverno si rimescola quattro, o cinque volte con pale di legno, tenendo sempre chiuse le finestre, le qua: li si aprono allorchè comincia e intepidir- si l'aria, purchè spiri asciutta. Nel corso della state bisogna crivellarlo almeno tre volte, è rimoverlo colla pala almeno una volta alla settimana. Alcuni; pet. facili- tare questa operazione, fanno cadere il grano da un solajo all’altro ,, acciocché nel cadere si ventili. In autunno si deb- bono chiudere di nuovo le finestre del granajo , acciocchè non penetri l’aria ‘u+ mida e fredda dell’ inverno. Nel secondo . anno, dopo di averlo nuovamente crivel. lato; si riunisce in mucchj più alti e si ventila almeno ogni quindici giorni. Con tale assidua cura, che deesi diminuire in proporzione che invecchia, conservasi il Frumento per lunghissimo tempo. Du-ha- Year: X mel nulladimeno trova generalmente ne? ‘granaj i seguenti difetti. 1mo. Che cos. tano molto in proporzione del poco grano che contengono. :2do. Che le opere per la sua custodia ricercano una continua spesa. 3zo. Che finalmente , rimescolando il grano con frequenza , s' impedisce bensì ch’ egli non fermenti, ma con ciò ton si tengono lontani gl’ insetti perniziosi , i quali, per osservazione anche di Columella, anzi mol- tiplicano e vi annidano meglio . L’Hales, credendo perciò necessario di ritrovare il modo di conservare una grande quantità di.grano hel minimo spazio e colla minore spesa possibile; s'immaginò di adattare ai granaj il suo ventilatore il Du-hamel lo perfezionò, e propose di disporre le biade in certe casse di legno, nelle quali l’aria agitata dal ventilatore, a cagione dei mol ti spiragli praticati in esse; potesse libera- mente girare per trasportar seco la nocevole umidità. La biada si può collocare nelle suddette casse a qualunque altezza; per la qual cosa riesce manifesta l’ economia di O 3 XX 214 X spazio. Di fatto una cassa di dieci piedi in quadrato contiene mille piedi cubici di Fru- mento ; laddove una quantità eguale collo. cata in un granajo occuperebbe uno spazio di cinquantaotto piedi di lunghezza e di dicianove di larghezza. Nulladimeno anche con questo metodo si schiva la fermenta- zione, ma non la corrosione dipendente dagl’ insetti . ! 4. Il più sicuro mezzo di ben conservare il Frumento egli è quello di tostarlo avanti di collocarlo liberamente sul granajo, ovve- rodi chiuderlo nelle casse. In tal maniera. si dissipa tutta 1’ umidità del srano che po- trebbe cagionare la fermentazione; si fanno perire tutti gl’insetti e le vova che in esso fossero annidate; e così il grano s'indura, nè teme più i danni di altri insetti che po- tessero sopravvenire. Deesi questo ritrova- to a Bartolommeo Intieri, che inventò pure uno strumento comodo per tostare il grano, il quale poscia è stato perfezionato dal Du- hamel soprallodato . Y 215 X CONCLUSIONE. Queste SOno , virtuosi Accademici, le mie osservazioni , che l’ equità dell’ im- parziale vostro giudizio, cui ho: 1’ onore ‘di sottometterle, saprà cortesemente com- patire. Da esse raccoglierete la risposta da me creduta opportuna intorno al Que- sito da voi proposto, e rileverete senza difficoltà, che / ordinario metodo di colti- vare il Frumento non è il più utile ch' ese= gaire si possa; poichè ,. se..Voi esaminerete attentamente «quello che. scrissi., scorger potrete agevolmente quanto grande sia il numero de’ miglioramenti che io propon- go per la coltivazione di questa biada, e quanto. essi sieno trascurati da’ vostri: coltivatori della campagna, i quali, o. per- chè di se stessi fanno troppa stima, o. per- chè sono troppo attaccati alle massime de’ loro maggiori, rigettano tutto ciò, che ad essi riesce nuovo. I sagaci Inglesi pen- sarono diversamente, e perciò in poco tempo tanto migliorarono la coltivazione O 4 X 216 XX: del Frumento (a), che oggidì si ttovano in istato di somministrar sufficiente quan- tità di questo grano a tutte le estere Na- zioni che ne abbisognano . L’ Inghilterra, che una volta per la sussistenza de’ proprj _ abitanti vedeasi costretta a comprare: il Frumento dagli stranieri, dall’ anno. 1747 fino all’anno.1750 ne mandò tanta quan tità fuori. del Regno, che la Nazione si arricchì di sette milioni, quattrocento, cin-. quantasette mila e ottantasei lire Sterline. ‘Qual copia di ricchezze cot'miglioramento» dell’ Agricoltura non si vanno procacciando la Danimarca e la Svezia? In que’ Regni scor- gesi; ad onta della magrezza e sterilità de’ terreni, crescere il Frumento felicemente, e mediante le nuove pratiche della seminagio+ ne e della coltura farsi abbondantissime rac- colte , sufficienti a provedere a dovizia i res- pettivi Stati, e le vicine contrade ‘ancora. PP 2 (A) Remarques sur les avantages È9 desavantages de la France & de la G. Bretagne. Pag. 84 edit. di Ley- den‘r754. | dei Mar Ora dunque, avendo nella presente Memoria proposto i mezzi stessi, che le indicate industriose Nazioni sogliono pra- ticare; a Voi, esperti ed illuminati Acca- demici , io dico, che si appartiene il tro- vare una maniera , colla quale tali: mezzi vengano diligentemente eseguiti nella:Vi- centina Provincia, acciocchè la Patria: Vos- tra possa godere’ simili vantaggi . Sarebbe -vana però qualunque indus- tria, e di nessun valore sarebbero i la- vori tutti, qualora 1’ Autore della Na- tura, il grande Iddio non li benedices- se. Dobbiamo adunque, affinchè le nos- tre coltivazioni felicemente riescano , ri porre, in Lui la principal fiducia; conclu+ dendo col saggio avvertimento del perito4 elegante e. pio Agricoltore Alamanni : Volga divoto a Dio gli occhi e la mente IL pietoso Cultor , sian l’ opre acconce Al suo Santo voler, poi notte e giorno Segua franco il lavor, con ferma speme, Che chi più 5° affatica ha il Ciel più amico X 218 X EiB.I5L. 0.0: iaia le notizie agronimiche in ques- ta Memoria esposte sono scritte per este. - so, e non hanno altr’ oggetto fuorchè il candido e disinteressato amore. del pubbli- co bene; così, per maggior comodo de- gli agricoltori, e per facilitare la pratica di quelli che vorranno adottare l’ indicata nuova. coltivazione del Frumento , sem-. brami a proposito di aggiungere in ristret- to le principali regole cavate dalla Memo- ria medesima . 1. L'esperto agricoltore dee conosce- re la matura, le proprietà e le diverse specie del Frumento, onde sceglier possa: la più fruttifera e la più adattabile alle: circostanze del terreno , in cui vuole col tivare siffatto genere di biada. © 2. Se il terreno è di buona qualità , grasso , piano o vallivo, vi si potrà colti. vare il Frumento gentil bianco; il gentil ros- so colla restas il conico; ed il gentile di spi- ca bianca col granello che pende al rosso. dC 219 X 3. Se il terreno è di mediocre qualità , ghiajoso, calcareo, magro, leggiero o att- che argilloso , vi si potrà coltivare il Fru- mento bianchetto, detto ‘anche Civitella; ed il gentile di spica bianca col granello che pert= de al rossiccio . ‘4. Se il terreno è umido, asciutto, 0 argilloso, ancorchè di collina, se sarà con- cimato , vi si potrà coltivare il Frumento conico, che si ‘può seminare tanto in Au tunno quanto in Primavera. | $- Al N. 3 dell’ Art. II si può vedere co- me il grano del Frumento si sviluppi nel- la terra, come la di lui pianta cresca, e come il sugo nutritivo operi in essa. © 6. La pianta del Frumento riceve il necessario nutrimento dalla Terra, dall’ Acqua, dall’ Aria e dal Calore. Ai N Agi 9. 10. 11 dell'Art, II si può vedere come i suddetti quattro ‘principj della fecondità esercitino le loro funzioni. 7. Il felice esito della coltivazione del Frumento dipende dalla opportuna prepa- razione del terreno, il quale dee esser X 220 X ridotto friabile e spugnoso, come si disse all’ Art. IV. | 8. È necessario conoscere la diversità dei terreni; e saper scegliere il più op- portuno per la coltivazione del Frumen- to'. Ai N. 2. 3 dell'Art. HI si può vedere la differenza de’ terreni . 9. Le terre sono d’ ordinario composte di sabbia e di argilla; perciò 1’ agricoltore industrioso. dee osservare diligentemente quale sia la qualità predominante della terra ch’ ei vuol coltivare a Frumento. 10. Se la terra fosse tutta argillosa, el la sarebbe sì legata e tenace, che 1° ac- qua non potrebbe sufficientemente pene- trarla, e l’aria ed il calore non vi cir- colerebbero a dovere. Cosiffatta terra riu scirebbe perciò troppo fredda e tenace 3°. le: radici del Frumento non pottebbero in- sinuarvisi ed estendersi; e per conseguen- za le pianticelle di esso lariguirebbero e difficilmente crescerebbeto . 11, Per lo contrario , ‘se la terra fosse tutta sabbiosa , riuscirebbe così sciolta , sen+ > 221 X za consistenza @ senza sostanza : 1’ acqua vi filtrerebbe troppo facilmente, trasportan- do seco i sali ed i succhi-pingui'; e 1 a- ria ed il sole farebbero svaporare le parti nutritive lasciate dall’ acqua; finalmente il calore ed il freddo penetrerebbero facil- mente fino alle radici del Frumento. con danno considerabile del medesimo . 12. Non vi è terra per natura sua tan- to cattiva, che non possa esser resa mi- gliore, o che servir non possa a ridurne più feconda un’altra: imperciocchè da due cose cattive, di qualità contraria, me- schiate insieme in giusta proporzione, ne risulta una terza alquanto buona. La sab- bia, per esempio, mescolata con una giusta quantità di argilla, e resa in tal guisa più consistente e meno porosa , divien capace di mantenere più a lungo l’umidità e la materia nutritiva, e;perciò opportuna por la coltivazione del Frumento. 13. La terra argillosa-si più migliorare colla miscella di una proporzionata quan- tità di sabbia. Per questo mezzo essa di& )( 222 X viene meno legata e tenace; lascia passa» re più facilmente l’acqua ed i fertili in- flussi dell’ aria e del sole. Con simili mescolanze di terre, qualunque fondo di cattiva natura si riduce fertile ed atto al. la coltivazione del Frumento... Le sterili campagne dell’ Inghilterra con questo me- todo divennero in» breve tempo. feconde, e rendono doppia quantità di prodotti a confronto di quelli che rendevano prima. 14. Per vedere buoni effetti dalla me+ scolanza dell’ argilla coi terreni sabbiosi è necessario ch’ essa resti esposta ‘in piccoli mucchietti per tutto il corso dell’ inverno nelle campagne, acciocchè il sole, le piog- gie edilgelo possa disciorla conveniente- mente prima che sia sotterrata coll’aratro; cosicchè si renda in tal guisa più opportuna. ad incorporarsi ed a fertilizzare le ‘terre. - 15. La sabbia deesi mescolare colle: ter- re argillose in quella proporzione .che con- viene per renderle più spugnose ed. atte a concedere il libero passaggio all’ acqua ed a ricevere i benigni influssi dell’ aria: Y 223 X e del sole, avverterido però di aggiunge. re nell'atto della mescolanza una giusta quantità di letame ordinario ben consu- miufiod1 4 - RS 016. In mancanza di sabbia, anche la ghiaja, e per sino i sassi stessi di medio- cre grandezza mescolati a dovere coll ar. gilla produrrebbero buoni effetti . 17. La sabbia è buona altresì per fer- tilizzare i terreni paludosi. Sparsavi sopra all’altezza di due dita trasverse, indi coll ajuto dell’ aratro bene incorporata , e se- minati tali terreni dopo un anno di ripo- so, quiesti tiescono a meraviglia per la col. tivazione delle biade . ‘18. La mescolanza dovrà esser fatta in' maniera che per la coltura del Frumento l'argilla predomini sopra la sabbia ; e per quella della segala e ‘di tutte le piante le- guminose la' sabbia dovrà predominare so- pra 1 argilla. vii I 19. Le fatiche e le spese che s'incon- trano per tali straòrdinarj lavori e miglio- ramenti delle ‘terre talvolta sono compen- X 224 X sate a dovizia dai prodotti del primo an- no; ma se i buoni effetti non si veggo- no prontamente , essi al certo si manifes- tano nelle abbondanti raccolte degli anni seguenti . 20. L’ esperienza ha dimostrato che il Frùmento ama ordinariamente la terra for- te, e la segala ama la leggiera. Vi è pe- rò qualche specie di Frumento che riesce anche nelle terre leggiere ben lavorate e concimate, purchè non sieno di preta sab- bia, come, per esempio, il gentil biancos il gentile di spica bianca col granello che pende al rossiccio, detto dagl Inglesi Perky; ed il bianchetto © civitella . 21. Per conoscere le diverse qualità de” terreni senza ricorrere alla Chimica, stu- dio che non è a portata degli agricoltori , si potrà sciogliere nell’ acqua una porzione della terra che si vuol conoscere. Le parti argillose e cretose si stempereranno, e le ghiajose e sabbiose andranno al fondo; e in tal modo si rileverà la proporzione che hanno fra loro. 22. Giova . 225 22. Giova fare questo esame delle ter- re, che si vogliono destinare alla coltiva- zione del Frumento, prima di praticare le sopraddette utili miscelle, per poterle coll’ arte correggere a dovere, e impastare in giusta proporzione . 23. Non convien coltivare costantemen- te un terreno a Frumento, perchè, spo- gliandosi esso delle particole nutritive che so- no atte a fertilizzarlo, dopo qualche tem- po non fa più buona riuscita. Giova per- ciò cambiar coltivazione, e introdurre al. ternamente la coltivazione indicata dal Ta- rello.. | 24. Giova però introdurre in tali casi quegli erbaggi che sono atti a ben dispor- re e preparare'le terre alla migliore futu- ra coltivazione del Frumento . 25. Tali sono i legumi , le rape e tut- te le altre piante che non hanno molte fibrose radici laterali, capaci di smungere e d’ isterilire la terra, e che hanno in vece una lunga e grossa radice con poche late- rali fibre, che si profonda perpendicolat= 5 Ncazo mente nella terra; aprendola. e fendendo- la a guisa di cuneo, .e senza impoveritla di sughi nutritivi rendendola atta alla pos- teriore coltivazione del Frumento. :.. 26. L’ agricoltore dee. tenere per prin- cipio fondamentale, che la regola più im- portante della coltivazione .del Frumento è quella di dividere, di rompere e di ren- det per quanto si può minuto e spugno- so il terreno: per .la qual cosa»si. rende necessario ; .che 1’ aratro sia buono e beît ordinato ; che colui che lo dirige sia ro- busto e giudizioso, e che il:bestiame che lo conduce lavori con forza.e a dovere. az Oltre all’ Aratro , del quale si: par- lò per esteso nell’ Art. IV, per la colti. vazione del Frumento. si rendono. neces- .sarj gli Erpici: ed il Rotolo, con cui si spia. ima e si .comprime la terra seminata.. 28. Le. terre in pianura non debbono esser arate a perfetto livello ,. ma bensì con una leggiera pendenza, acciocchè le acque possano facilmente scolare... Il bi- folco dovrà eseguire tale inclinato lavoro X 227 X principiando sempre i solchi dal mezzo del campo; e ritornando addietro senz’ arare. Utile sarà ancora alla coltivazione, che i solchi sieno eseguiti da tramontana a mezzodì, cosicchè una: delle stremità delle porche sia rivolta verso ‘tramontana e l’altra verso mezzodì. | | 29: Per aggevolare la buona riuscita del Frumento ‘bisogna che le ‘terre sieno ridotte friabili,-é, per così dire; in pole vere. Si dovrà perciò lavorarle avanti la seminagione per lungo e per traverso al. ternativamente e replicate volte. 30. Le terre forti, pingui ed in riposo si debbono: lavorare prima-dell’ inverno ; ‘acciocche ‘la neve, il gelo, l'aria, il sole e le piogge possano ridurle più feconde 3 ‘in primavera, allorchè le petniciose erbe hanno germogliato, convien praticare il secondo lavoro formando i solchi fitti, af- finchè tutta “la ‘zizzania resti svelta dalle radici ; posteriormente: si ripete il Javoro per altre tre ‘volte în tempi diversi e se» reni, avverténdo' però di non approfon-. Pz Y 228 X na dar troppo l’aratro per non sollevare alla superficie la terra nuova tuttavia sterile e . digiuna . Si dovrà però fare ogni anno più i solchi profondi , acciocchè , mescolandosi la terra sterile a poco a poco con la buo- na e col concime; si migliori gradatamente il fondo. | | 31. Le terre sfruttate si areranno a sol. chi fitti subito dopo la messe, sotterrani do le stoppie ed erpicando replicatamente e con leggerezza. Si replicherà una più profonda ‘aratura quando le erbe cattive saranno rinate, ed alquanto. cresciute . 32: È necessario che 1’ agricoltore esa- mini diligentemente la terra con un bas- tone, oride conoscere se il bifolco abbia eseguito le arature come conviene; per- chè maliziosamente taluno suol ricoprire la terra dura colla smossa . 33. Dopo le arature bisogna sempre aver attenzione di rompere tutte le zol- le col maglio , coll’ erpice dentato, ovvero col rotolo . 34. L’ ultima aratura per la seminagio» 6 X 229 X ne dovrà essere meno profonda delle pre. cedenti, acciocchè il grano seminato not s'interni troppo nella terra e resti affoga- to; in tal:guisa egli avrà maggior facilità di germogliare e di spuntar dalla terra stes- sa, e le radici avranno maggior comodo di profondarsi e di estendersi pet ogni parte. 35. Nelle preparazioni delle terre , che si debbono fare coll aratro ,° i buoi sono preferibili ai cavalli, perchè camminano più lentamente e sono più tolleranti; per- chè servono più lungamente e sono più sobrj; meno delicati e di più discreta spe- sa riguardo al nutrimento ; perchè vanno meno soggetti: a malattie, ‘e’ perchè gli arnesi per attaccarli sono di ‘minor dis- pendio ; e finalmente, perchè , quando in vecchiano, o per qualche altra causa di- vengono impotenti al lavoro, si ricava tuttavia un conveniente profitto venden-. doli per uso di macello. Della più oppor- tuna età. de’ buoi, della loro durata per i lavori e del loro governo si parlò al N. 20 dell’ Att. IV.. P3 ME 230 X ‘36Anche i cavalli; in grazia della loro sollecitudine, si rendono talvolta necessarp.. per procurare i miglioramenti delle terres é'per minorare le occupazioni e le fatiche» agli uomini; ‘anzi si’ dee preferir il loro letame a qualunque ‘altro nella coltivazio» ne del Frumento. 37. Per poter nutrire opportunamente il bestiame , per poternè accrescere il nume- to, edin consesuenza moltiplicare il'letà- me, bisognaintrodurre ed aumentare i prati. artifiziali, seguendo il metodo Tarelliano ; di cui'si fece menzione al N. 8 dell’ Art: IV. | 38. Nella Franconia e in'Olanda si col tivano varie specie di rape ‘e di carote, le cui foglie servono di comodo e salubre nutrimento ai cavalli ed ai buoi pel corso: di otto mesi: ‘È molto commendabile al« tresì la coltivazione di certe rape, che i Francesi chiamano Berte rave, colle cab= bondanti e salubri foglie delle quali si: pos- son nutrire gli animali bovini per sei me-ì si; ‘utile essendo anche le grossissime ra- dici per impinguare il bestiame. Masi X 39. Per nome di concime non s’ inten- de solamente il-letame «delle bestie o. gli escrementi !degli. uomini ;. ma eziandio argilla, Ja sabbia, Ja calcina, il gesso e la marna, colla cui mescolanza si. miglio- rano le ‘terre di opposta qualità, Passano sotto questo nome anche i.vegetabili:pu- trefatti 0 abbruciati, il fango de’ fossi. e ogni altra materia. colla quale si possono ingrassare i terreni. 40. Al N. 2. dell’ Art. Vi si mari pet esteso della natura diversa e delle pro. prietà degl’ingrassi; e del modo. più op- portuno di. aumentarli. e. di. conservarli buoni e sostanziosi. ‘41. Bisogna saper adattare. gl’ ingrassi alla qualità delle terre; e. perciò, se sono. argillose è fredde, rendesi necessaria una maggior. quantità di ‘letame non troppo marcito per riscaldarle ; se. sono sabbiose e leggiere; vi vuole del letame ben.ma- turo e consumato . dei 42. I terreni sabbiosi e ghiajòsi si. pos« sono fertilizzare collo sterco bovino, ;ed Pa )( 232 x anche cavallino ,' purchè ‘sia prima mresco- lato‘ e fermentato -per qualche tempo coll’ argilla o con altra terra forte . 3 43- Nei terreni freddi ed argillosi sì può adoperare con molto ‘vantaggio il le- tame di cavallo e lo sterco umano, di:pe- corta di pollo; e di colombo: © -:44. La migliore stagione di letamar: le terre è la fresca ed asciutta: mon conviem. però farlo in estate; o mentre la terra è bagnata . | 45. Le terre Kore e tenaci detibori es- ser letamate nella seconda ovvero nella terza aratura., ele deboli e leggiere nel momento sstesso della seminagione . 46. Per mancanza di concime i terreni divengono freddi; e si riscaldano troppo letamandoli soverchiamente . In ambidue i casi i seminati non riescono ; sarà. ben: | fatto perciò ingrassarli frequentemente; ma con moderazione . 47. Giova incorporare .il letame nelle ter- re argillose e fredde in due volte, acciocchè la fermentazione le divida e le renda spu-' X 233 X gnose : la prima quando si rompono, e la se- conda quando si seminano. Le terre sabbio- | se e ghiajose si:debbono concimare in una sola volta nel momento della seminagio- ne, perchè, facendolo prima, perderebbe- ro tutta la sostanza ed il vigore . 48. Non si.dovrà mai trasportare sulla. campagna se non quella quantità di leta- me che si può sotterrare nello stesso gior- no, acciocchè non resti per lungo tempo esposto al sole, ai venti ed alle piogge, e perda in tal guisa i sali, gli olj e tutta la sostanza . - i 49. Il letame pel Frumento si sotter-. rerà alla profondità di due pollici, accioc- chè le di lui parti nutritive, messe in mo- to. dal calore e stemperate dalla umidità ;‘ approfondandosi nella terra col proprio pe- so .0 coll’ ajuto delle piogge, non oltre- passino il livello. delle radici. so. È necessario che ‘il Frumento, il quale dee servire per la seminagione, sia di scelta qualità. Perciò si considera otti- mo quello ch'è ben maturato nel campo3 234 ch’ è stagionato nella propria paglia 3 "chè. con leggiera scossa è uscito dalle. spighe} ed è spogliato dalla lolla; che non:è-‘imò vecchiato sul granajo, e che cade al foné do in vece di galleggiare quando è im- merso nell'acqua : | | (\sblterio i s1. Si-debbono preferire i granelli più grossi , più pesanti : più lucidi, ‘più tras- parenti e di miglior colore, i quali si chia mano maschi . vi f2. I grani maschi e più opportuni per la seminagione si raccolgono nelle ‘campa? gne. scoperte. e libere da ‘alberi, ovvero nel centro delle campagne circondate; ove il terreno è più esposto al sole . 53: Gioverebbe che il Frumento per la seminagione fosse coltivato espressamente’ di. scelta qualità, in un campo esposto ‘al sole, ben vangato e sminuzzato ,. oppor-' tumamente e in giusta proporzione: con- cimato, e convenientemente sarchiato’, e ripulito dalle erbe straniere. | $4- Se per mancanza di Frumento muo- vo. fosse necessario talvolta -«seminarne di’ X235 X vecchio; gioveràesperimentare ‘col imneto? do del Sis. Sage di ‘che qualità egli sia - Colla farina -del: Frumento: che: si viole sperimentare: formasi una pappa? ‘se la ma- ‘teria viscosa., cui esso contiene, è tetlacè ed elastica, il grano è buono3se è poco’ tenace ‘ed. elastica; il-grano vè ‘mediocre; se è priva affatto di tenacità e di elasti-!‘ cità, il grano è-cattivo: e'di nessun va- lore . roa bi fs. Il Frumento che si'vuole conserva- re per la seminagione dee essere ‘scelto! in:paglia , e debbono esser rigettate dili- gentemente tutte ‘le spiche nere, accioc- chè la loro*polvere fetida non' infetti ‘la vellutata superficie dei semi sani. Inoltre bisogna scegliere ogni anno sopra la ta- vola quella quantità di grano che si dee impiegare nella seminagione di quella por- zione di terra, da cui :convien raccogliere i semi per l’anno seguente. 56. Il Frumento che dee servire per la seminagione si conserverà ‘in luogo asciut- to; si rimescolerà spesso‘, ‘e si terrà ‘lart X 236 X zo, acciocchè il germe non si guasti, € non venga rosicchiato dai vermi . $7. Non basta che la semente sia scel- ta e di buona qualità: faduopo altresì ch’ essa sia. preparata, a dovere, cioè. lava- ta con acqua di pioggia, ovvero di calci- na viva, o finalmente con una buona li- sciva,. 0 con altre meno accreditate com- posizioni, come si scrisse per esteso alli. N. 7.:8. 9. 10. ec. dell’ Art. VI. È 58. Rispetto al tempo della seminagio- ne il prudente agricoltore dee imitar coll’ arte. ciò che. la natura opera spontanea- mente. E siccome ogni specie di Fru- mento suole lasciar cadere naturalmente la semenza al termine della state, perciò sembra che il tempo più opportuno: per la. seminagione del Frumento debba esse- re il principio dell’ autunno ,. acciocchè. possa essere sufficientemente cresciuto > e vigoroso nell’ inverno, e resista al fred- do. $9. Le terre esposte al settentrione ov- vero all’occidente si dovranno: seminare VA? Y più presto che quelle, le quali sono tie volte al mezzogiorno ed al levante . 60. Le terre più forti e più fredde, nelle quali il Frumento cresce lentamen- te, debbono .esser seminate prima delle terre calde e leggiere, in cui l'aumento è sollecito . | | 61. Siccome il Frumento è più delicato e più sottoposto alle stravaganze delle sta- gioni che la segala; così quelli che lo se- minano dopo di essa s’ingannano ; anzi la stessa sperienza ‘di valenti uomini ha dimostrato che la segala dee esser semi- nata dopo il Frumento. 62. Per. non restar delusi dalle irrego-. larità delle stagioni, e per non veder danneggiato dal freddo e dalla neve quel Frumento; che per la buona stagione fos- se cresciuto soverchiamente in autunno, i cauti agricoltori semineranno una parte del Frumento per tempo e l’altra più tar- di, purchè vi sia il comodo, e la stagio- ne lo permetta. 63: Il Frumento si dee seminare a me- 102380 diocre profondità:; anzi ) agricoltore dee regolarsi a. norma. della qualità: del ‘terre. no della natura del:clima; e delle vicis- ‘situdini della stagione . DEA 64. Per: conoscere quanto ‘profondo si debba. collocare il. grano del Frumento, il diligente agricoltore farà la prova nella’ terra..che. vuole: coltivare, ‘seminandone pochi grani a, diverse marcate profondità , e. si. determinerà: a. quella:} nella que avrà veduto che!germoglia meglio . ©. 65. La più comune profondità si rico- nobbe di tre pollici ‘e. mezzo 3 ima. sic- come. questa. non; può esser regola. gene- rale, così per. conciliare la:teorica colla pratica , .e. per acquistare una cognizione non comune, si potra leggere i N. 6, e‘7. dell’ Artic. VII; e. si potrà: osservare la Tav. IV. 66. La quantità del grano., che con- viene impiegare, dee. esser proporzionata alla estensione del terreno che si vuol-se- minare; avvertendo però; che la'semina* gione. riesca .piuttosto rara che fitta, ac- ‘(239 x ‘ciocchè le pianticelle del Frumento possa- no. ricavare dalla ‘terra un sufficiente nu- trimento., ed abbiano luogo. grana pet incesparsi . ;otrtgsie “A À 67. Per risparmio di semenza, e per evitare l'inconveniente della inuguaglianza delle seminagioni che si eseguiscono' colle mani, sono state inventate certe macchi- ne, che si chiamano Semzzatori, col -mez- zo delle quali in certi terreni si può ese. guire opportunamente. l’- operazione con vantaggio. Sopra di ciò si legga per este- so il N. 9 dell’ Art. VII. 68. Con opportuno erpice, N. 13. Art. IV, impiegato : maestrevolmente ed in tempo conveniente ,..si possono ripara» re.i danni che potrebbero accadere o al Frumento nel mascere, a motivo della terra troppo indurata dalle piogge , o al- le germogliate pianticelle: in primavera a motivo delle crepature della stessa ? 69. Per facilitare la' nascita del Frumen- to, impedita dall’induramento della ter- ra, si può impiegare l’erpice leggiero co? )( 240 denti corti, avvertendo però che quando si eseguisce questa operazione la terra debb’ essere asciutta . 70. Per ovviare i danni che nascereb- bero dalle crepature della terra, le quali succedono in primavera dopo le nevi ed i ghiacci; si dee impiegare l erpice co” denti di legno lunghi e rari. 71. L’ erpice, in vece di recar danno al Frumento | gli apporta molto ‘vantag- gio; però alcuni pratici agricoltori assicu- rano che l’ erpice s’ impiega utilmente in ogni stagione, qualunque volta i seminati ‘non sono prosperosi , purchè l’ operazione si eseguisca quando il terreno è asciutto , e verso la sera specialmente, allorchè la stagione è calda. . ‘72. Il Frumento risente migliori effetti dall’ erpice che dalla zappa ; perciò le er- picature si debbono preferire alle zappa- ture . 73. Chi non fosse persuaso di erpicare le pianticelle del Frumento potrà sarchiar- le; ma in tal caso la terra dovrà esser preparata | | ! Vidi ‘preparata ‘in ajuole ‘co’ solchi. intermedj per evitare .i danni che- il calpestio dei sarchiatori potrebbero portare alla terra ed alle piante, qualora non avessero il co- modo di camminare per'li solchi. 74. Quando il Frumento lussureggia per troppo vigore ed è soggetto perciò ‘a ro- vesciarsi e perire , alcuni lo fanno pasco- lare dal bestiame finchè è in erba; ma io sono di sentimento , che meglio con- venga ‘in tal caso ‘il farvi passar sopra l’ erpice dentato., perchè il bestiame, e sin- golarmente le pecore svelgono sovente le di lui radici e cagionano grave danno co’ piedi. 75. Il suolo. troppo molle nuoce al Fru- mento , ‘specialmente quando è in fiore © sta per maturarsi. Per minorare' al possi- bile questo danno, bisogna usar ogni di- digenza, acciocchè le acque possano libe- ramente scolare dai campi. 76. Il peso: delle .spiche, i turbini e gli scroscj di pioggia fanno piegare ed ab- battono il Frumento allorchè è troppo fit- Q ; XX 242 "IX ‘to4. Sì: potrà rimediare perciò sint buona parte. a «tale inconveniente .col a seminare ‘rfitone: per:.temposintoiustton Tic1sto +77. Le principali; mabittioi ; cia danniigli È giano il: Frumento, sono-la, Ruggine , «la «Fuliggine, il. Carbone ed dda Naediò > 0° cornuto svi vira 9 o 78. La Piet alici dà foglie edil gambo ,- e talvolta rende. vane le.spiche.. Questa malattia è sempre funesta cal. Frt- ‘mento finchè vegeta; ma: più. non gli nuo- ce quando i semi sono arrivati a matuti- tà «. Per. minorare il danno giova taglia re il Frumento rugginoso prima che sia maturo | 79. La Fuliggine: guasta. tutta la. cin i e «corisuma intieramente la: sostanza del grano 3. anzi si manifesta.:com certe mae-. chie ‘oscure. che. ‘appariscono. nel di: lui guscio. Non si conosce un.valido rimè- dio per liberare. il. Frumento.::da.: questa malattia s. perciò bisogna usare ogni’ dili- genza per prevenirla . E siccome la pol- vere di questo .grano guasto comunica X 243 X Minfezione.al sano, ed alle piante che si sviluppano dalle-semenze guaste o imbrat- tate dalla morbosa polvere. così. bisogna. lavare il Frumento colle -liscive, indicate al:N.7. 8. gi 10. dell’ Art. VI, prima. di seminarlo»; »nsando: altresì la diligenza di non-adoperare sacchi o altri strumenti in» fetti ito: 7 1 -180: IL Carbore si ‘manifesta dai seguen+ ti: caratteri.» Le spiche dopo la fiorita ac- quistano ‘um color verde sudicio; indi bian» cheggiario ; ‘i-grani'si guastano , e talora ‘ui ristesso ‘grano cha ila. farina per metà sana e bianca, e per metà mera e guasta. Questa: ‘malattia non si crede contagiosa come quella della fuliggine 3 ma nulladi meno si dee ‘prevenirla colla diligenza crivellando “bene la: semenza; rigettatido la guasta; sedlavando. replicate volte colle liscive indicate Ja: sana, ché convien ogni volta Jasciarcasciugare SI. Grano-sprone o cornuto chiamasi quel To ch'è piùerosso del solito; ve’ che termi. ‘paa guisadi nno sprone»dì gallo : per? Qua X 244 X ordinario egli. è esteriormente nero, \e. | intieriormente bianco, ma secco, e di una sostanza fungosa che guasta la farina. La segala è più soggetta a questa malattia che il Frumento. Quelli, che si nutrisco- no con tale farina infetta, vanno soggetti a dolori spasmodici e talora alla morte. Per la qual cosa bisogna separare i grani viziati dai buoni, onde evitare simili fu- neste conseguenze, giacchè non si cono- sce un valido rimedio per prevenire o per liberare il Frumento da questa infezione. 82. Gli uccelli, gl’insetti ed altri ani- mali ancora ‘apportano danno al Frumen- to; perciò l'agricoltore diligente dee usar molta attenzione per distruggerli. Si veda il N. 7 dell’ Art. VIIL 3. Le attenzioni usate per la buona coltura del Frumento sarebbero inutili qualora non si sapesse scegliere il tempo più opportuno per raccoglierlo, e la ma- niera più acconcia per mieterlo . 84. Il Frumento ‘arriva più presto a maturità nei terreni leggieri che nei forti. Yi245 In generale però, il tempo più opportuno per tagliarlo è, quando si osserva che i granelli. cominciano a indurarsi, ma non sono ancora. perfettamente secchi . 85. Comunemente si. costuma; mietere il Frumento colla Falciuola;. che volgar- mente chiamasi Sesole ;. ma la. nuova. .ma- miera di tagliarlo. colla Falce riesce’ più sollecita e meno fastidiosa . 86. Dopo, la messe, il Frumento anco ra in paglia si dee asciugare al vento o al sole, nel campo, nell’aja, ovvero sot- to il porticale, per poterlo poi battere. 87. Prima. di battere il Frumento,. è necessario ripulire ed accomodar bene l’ aja , la quale sarà molto migliore se in vece di esser di creta sarà pavimentata di pietre o di mattoni . pusp 88. Il.Frumento si può battere in di. verse maniere ;. ma.quando non si voglia conservare la paglia intiera;, giova set» virsi del. corregiato,. detto Zuggiaro ; ov- vero, del calpestio. de’ cavalli o de’. buoi , | esercizio che giova» agli animali. stessi; Q 3 )( 246 X purchè mon sirfacciano stancare soverchia- mente. Volendolo battere però e non trebbiare , si potranno leggere per esteso i N. 2. 3. dell'Art. IX, in cui sono indi- ‘cati diversi metodi . 89. Per separare in qualunque tempo i granelli. del Frumento dalla paglia ‘e dal. la lolla, evvi uno strumento di poca spesa e comodissimo, mediante il quale, si risparmia molto tempo e molta fatica . Tale strumento è descritto al N. 4. dell’ Art. DX. 90. Il Frumento , ben coltivato, raccol- to e ‘purgato dalla paglia e dalla lolla, merita tuttavia molta attenzione acciochè possa conservarsi lungamente senza cof- rompersi . i 91. Le cose che più danneggiano i gra- nelli del Frumento, raccolti e purgati dalla paglia e dalla lolla, sono la fermentazione e gl’ insetti . 92. Si previene la fermentazione coll escludere al possibilel’ aria dai luoghi ; ‘in cui si custodisce il grano ; coll’ impedire 247 X che non si riscaldi a segno di fermenta- re; e collo spogliarlo intieramente dal na- tivo umore ; facendolo seccare in guisa che il germe muoja. 93. I modi con cui si prevengono i danni degl’ insetti sono indicati nell’ Ar- ticolo X, | | I L FPS: )( 248 X JAN DJ :G» E DELLE MATERIE. r lx TRODUZIONE. ‘pag. 5 Catalogo degli Scrittori citati nella presente Meinoria \ 12 Della natura e proprietà del Frumento , e delle differenti sue specie 17 Della vegetazione del Frumento VE Della differenza e della qualità dei terreni 56 Qual terreno convenga al Frumento , e come debba esser lavorato 76 Della natwa, varietà, e dell’ uso del con- cime 125 Della maniera di scegliere, e di preparare la semenza 150 Quando, e come la semenza del Frumento\si possa seminare con vantaggio 165 Precauzioni necessarie da osservarsi finché il Frumento vegeta e resta esposto nelle cam- pagne È 182 X 249-X Della maniera colla quale V Agricoltore dee contenersi dopo la raccolta 204 Della maniera di preservare il Frumento del. la corruzione , e di conservarlo sano 209 Conclusione 215 Epilogo 218 X 250 X ERRORI. CORREZIONI. ne 3.L 3. honorWns ‘opulentia bonorus opulenta set - Ghoy. eccolentibus 1.12. eccittamento 9.l. Ir. conoscere. 14.1. 15. cecanomische l. 17. vondem 15.1.17. Vevbesserung 1. 19. Pokonimische l. 20. wirthschoft _auf- 35.1. 9. Gallizia 44.1. 19. disgestione 47.1. 5. operazione, 49.1. 18. infacidendosi 5o.]. 10. spuntato st.l. 15. vegatabili 59.1. 11. disoluzione 63.1. rt. Veneto | 68.1. 2. naturalmante 80.1. 6. necessasario gI.l. 1.18. combaccino I, prestar. 83.1. 4. abbruccia 98.1. 9. converebbe 102.1. 4. va 107. 1.21. cavalli nel fondo A, ove si fer- ma &c. | excolentibus” eccitamento conoscere -..... . ceconomische von den Verbesserung Ockonomische mwirthschaft auf Galazia digestione operazione ì infracidendosi spuntano vegetabili dissoluzione Veneto naturalmente necessario combacino prestare. abbrucia converrebbe van cavalli agli uncini AA; ed al fondo BB si ferma &c. Vari X ERRORI. 109.Ì. 19. sciolgendosi 117.lt2. ridotti 1. 21. vidde 118.1. 4. vedendo ‘122.1. 15. ecconomia 135. 22. ‘cato ‘ 131.1. 23. abbiticciano 138.1. <. rarale 142.1. 4. converebbe 144.1.14. bacelli | 145.1. 16. camini 157.1. 19. ‘alere 163. l. 15. sciolgere 180.1. 18. seminatore 182. I. ult. riconosciùtto &12.1 2. Si puriga 1. 8g. comincia € 221.122. si più 230.123. utile «CORREZIONE. sciogliendosi | ridotte Vide venendo economia Me abbruciano ; e rurale .. converrebbe . baccelli cammini altre. sciogliere Seminatore ticonosciuto Si purga comincia a si può X 252 X NOI RIF ORMATORI DELLO: STUDIO DI PADOVA. Avennò veduto per la Fede di Revi- sione, ed Approvazione del P. F. Girola- mo Alberico Rosciati Inquisitor General del Santo Offizio di Vicenza, nel Libro intitolato : Della più utile coltivazione del Fru- mento, Memoria del P. Gaetano Harasti da Buda , Religioso di S. Francesco, ec. MS. non vi esser cosa alcuna contro la Santa Fede Cattolica, e ‘parimente per Attestato del Segretario: Nostro, niente contro Principi e Buoni Costumi, concediamo Licenza ad Antonio Turra Stampator di Vicenza, che. possi essere stampato , osservando gli or- dini in materia di Stampe, e. presentando le solite Copie alle Pubbliche Librerie di Venezia, e di Padova. Dat. li 8 Marzo 1784. [ ANDREA TRON Cav. Pr. Rif. È GIROLAMO ASCANIO GIUSTINIAN XK. Rif. ALVISE CONTARINI 2do. K. Pr. Rif. Reg. in Lib. a C. 111 al N. 1017. Davidde Marchesini Seg. Reg. nel Mag. contro la Best. Vicenzo Minotto Ses. SB Harasti, Gaetano 191 | Della più utile W5H3 coltivazione del frumento Biological - & Medical PLEASE DO NOT REMOVE CARDS OR SLIPS FROM THIS POCKET UNIVERSITY OF TORONTO LIBRARY