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DESCRIZIONE

DELLE FESTE CELEBRATE DALLA FEDELISSIMA

CITTÀ DI NAPOLI

Per Jo gloriofo ritorno dalla imprefa di Sicilia

DELLA SACRA MAESTÀ

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CARLO DI BORBONE

Re di Napoli , Sicilia , Gerufalemme , &c.

Vlds^ colUs cialde ^s^ta^

JJi ..iuTsx.^.iJlamanujfeuIp

A\b*s Michael forchini ie\if

In NÀPOLI, Nella Stamperia di Felice Mosca MDCCXXXV.

Con licenza de" Superiori*

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Gli fu certamente gran- de, inafpettato, e fovra ogni altro pregevole il dono , che la Divina Pre- videnza , con liberaliffi- ma mano , fece alla Cit- tà, e al Regno di Napo- li nel paflato anno 1734. Per vie del tutto igno- te all' umano antivede- te , e quafi cangiando V ordine confueto delle Cagioni , ella ci addufle un Re : e un Re nato di antichi/Urna Regal progenie 5 dotato di tutte quelle eroiche virtù , che a formare un grande , e gloriofo Principe fì. convengono : e in fomma tale, qual non folamente ad iiiuftrare la gran tempo negletta noftra Nazione , ma a rinnovare Y antico onore di tutta Italia fa di meftieri -. Fu perciò ine- fplicabile il giufto gaudio de' Napoletani : ma , come avvenir fuole ad uom , che per lunghis- simo fpazio di tempo in ofeura prigione fìa ira- to rinchiufo, quando egli poi rivede la bella , e Scintillante luce del Sole , fente un certo gaudio ,

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di dolor mifto jo pur come accaderebbe a colui, il quale , nato del tutto cicco , pofcia per iftraor- dinario favor del Cielo aprifTe gli occhi , e tante belle , e diverfe forme , quante adornano TUniver- fo, miraflè 5 egli fenza dubbio un molefto piace- re , e una piacevol moleftia fentirebbe dalla info- lita raggiante luce : così appunto alla prima glo- riofa venuta del noftro inclito vittoriofo Monar- ca , attoniti , e quafì fmarriti dalla novità della loro ftefla gioja , e dalla appena creduta ventura i Napoletani , non dieder tutti quegli efterni fegni di allegrezza , che ad appalefare l' infinito interno gaudio forano peravventura /tati convenienti . Quando però effi incominciarono a rinfrancarli , e a feorgere , e a toccar con mano , quanto , e qual verace non fognato ben pofledelfero 5 e quando fi- nalmente nel rigore del pafsato inverno ebbe Sua Maefià intraprefo il diffidi viaggio verfo la Sici- lia , per le nevofe balze degli Appennini 5 allora > che i Napoletani fi avvidero di amare il loro invitto Signor daddovero Conobbero ne' primi giorni della di lui afsenza , che mancava un non so che di bello, di buono, di grande, di eccelfoj che mancava lo fpirico vitale , e la mente faggia legislatrice , onde la giustizia , il buon' ordine , e la felicità de' Popoli afsolutamente dipende Ne' fe- guenti mefi , che fembraron fecoli , impararono piti ardentemente a defìderare 5 e gli accorti ofservatori delle cofe ben leggevano nella fronte di ciafche- duno j non potere più i noftri Cittadini vivere fen- za

za il Re Soddisfatti , e contenti . Gli ravvivava Col di quando in quando Ja cara , e dolce contezza della profpera falute di Sua Maeftà , e del celere, e ftupendo corfo di fue vittorie 5 e le pompofe, magnifiche dimoftrazioni del nobiliflimo Reame di Sicilia, come premio ben dovuto alla virtù del Re , con immenfo piacere , ben con generofa emulazione , afcoltavano . O quanti ferventiffimi voti mandavanfi al Cielo per lo di lui pretto , e felice ritorno . O quanto affliggeva una dubbia fama , eh' ei dovefse oltra V autunno nella vera- mente felice Città di Palermo far fua dimora : e come gli amanti desiderano che all' obbietto amato ogni altra bellezza fembri fparuta , e dif- forme 5 così avrebbono voluto i Napoletani , che in tutti e tre i famofì , e fecondi promontori della Si- cilia , niuna Città , niuna villa , niun campo , niun fonte, e niun di quei pregi della natura , e dell' arte , di cui va meritevolmente fafìofa quell' Ito- la, meritafse il Regale compiacimento. Accufava- no la pigrizia degli artefici , che la ricca regal Corona avean prefo a formare . Bramavano il Re più timido, e più gelofo di fua falute 5 tal che per non efporil a' pericoli, che in tempo di {tate l'a- ria di quelle regioni fuole a' viandanti apportare, più follecitamente dal novello Regno il dipartif- fe.In fomma provavano un dolce amaro mefcola- mento di vero defiderio , d'incerto timore, d'incer- ta fperanza , e di tutti quegli affètti , che nel cuo- re umano la lontananza di un bene , per fc flef-

fo

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fo libero , ed independente , è folita di produrre . Allora poi , quando da replicate non dubbie no- velle della Corte , e da tutte le verifimiglianze, non fol conghietturarono , ma furono renduti cer- tifsimi , che Sua Maeftà , ne' principj di Luglio , la brieve navigazione a quefta volta avrebbe intra- prefa ; allora , che la piena della gioja , quali gonfio torrente , trapafsò le fponde , e'1 giubilo diede in eccefso , e quafi quafi in follìa , pure eccefso , o follìa può nominarfì un movimento ftraordinario di cuore verfo un gran bene , ch'e- gli racquieta . Incominciarono tutti i Cittadini a penfare , in qual più degna guifa , ciafeuno a pro- porzion di fue forze , il bramato ritorno del Re celebrar potefse : ma più degli altri gli Eccellen- tiffimi Signori Eletti di quefta fedelifsima Città, cioè a dire , il Signor D.Tommafo Caracciolo , Mar- chefe di Villamayna , per Io Seggio di Capoana 5 il Signor D.Domenico Sanchez de Luna, e M Si» gnor D. Michele Sanfelice, Duca di Acquavella , per lo Seggio della Montagna 5 il Signor D. Gio: Battifta Pignatelli Marchefe di S. Marco , per lo Seggio di Nido (così corrottamente dicefi per Ni- lo ) i\ Signor D. Alellandro Àiacedonio Marche- di Ruggiano,per lo Seggio di Porto 3 -il Signor DOttavio Maria Mormile , per lo Seggio di Por- tanova^e'l Signor D. Giufeppe Brunaflb Duca ài S. Filippo , per la Piazza del Fedeli filmo Popolo. Effi , e come rapprefentanti quefta famofa Metro- poli , e come divorinomi Sudditi di Sua Maeftà ,

bra-

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bramoil di far rifplendere la lor, fede , e'1 loro zelo in una occafione , in cui gli occhi non men degli amici , che degl' invidiofi della gloria del Ke, fiirebbono flati attentifsimi fpettatori 5 fi vi- dero inviluppati 5 e confufi dallo fteiìo ardore del loro veniente defiderio . Imperocché dall' una par- te , eflendo naturalmente i Napoletani inchinati al- la magnificenza , e dall' altra fomminiftrando V A- more , per fua infeparabile propietà , grandi , e gè* nerofi penfìeri j fcorgeafi nondimeno troppo brie* ve il tempo da metterli acconciamente in efecu- zione; e fene giva perdendo anche molto nel de- liberare circa la invenzion delle macchine , e del- le luminarie nella gran Piazza del Regal Pala- gio 5 e circa l'ornamento del lido dell' Arfenale , ove Sua Maeftà avea a prender terra : dappoiché egli era imponìbile il fabbricare in pochiffimi un lungo ponte fopra travi confitte in mare, nel- la guifa , che faceafi un fecolo addietro nel rice- vimento di quei Viceré , che di Spagna navigan- do venivano . Laonde fu ftimato miglior configlio il darne tutto il pefo , e tutta la cura all'Jnge- gniere D. Niccolò Tagliacozzi Canale , fenza pre- scrivergli alcuna particolare idea , che il volo del fuo ingegno afFrenafFe . Confiderò egli che il fin della fefta era il celebrare con ordinati fuochi notturni la trionfai venuta di Sua Àiaeftà : ma confiderò altresì , non efiervi un' anno di tempo , quanto ne confumò Paolo Emilio per apparec- chiare le fue celebri luminarie in Anfipoli , dopo

aver

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aver vinto il Re Perfeo , ed aggiunto alla gran- dezza Romana il Reame della Macedonia ( a) : anzi , per l'oppofito , e/Tendo mezzo Giugno , fa- pea beni/lìmo , afpettarfì Sua Maefcà per lo prin- cipio di Luglio. Adunque , per quanto gii permi- fe l'incredibil fretta de' Signori Eletti , abbozzò (li- bito le fue idee , cominciò ad apprettare i materia- li neceiTarj,e a raccogliere legnajuoli , e dipintori in gran numero , e tutta quella gran varietà di artefici , e di operarj , che in ilmiglianti occafìoni fan di mefrieri 5 i quali torto con incredibile folle- citudine pofer mano alla grande opera

Cafligantque moras , opere omnis femita fervet . Aggiungeva acutifllmo ftimolo a* mede/imi Signo- ri Eletti una certa virtuofa emulazione degli Ec- cellentiilìmi Signori Cinque , e Sei ( b ) i quali , bramando di aver parte nel merito di oiTequiar degnamente Sua Maeftà,e di onorare quanto pof- fibii mai foiTe la fua venuta , fuggerivano chi una fpezie di magnificenza , e chi un'altra : minore apparve il fervente deilderio di ciafcuna delle Eccellenti/Time Piazze al medefimo fine con-

gre-

( a ) Liv. lib. f s,

( b ) Sono quelli in tutto xxix. quanti erano gli antichi Seggi , e forfè ponno paragonarfi agli antichi Decurioni . Cia- fcun Seggio , o Piazza di prefente ne elegge fei , fuorché quella di Nilo, che ne fa cinque: e perciò allora quando effì fi radu- nano in S. Lorenzo , dicefi radunarli i Cinque , e Sei . Eflì non han voto decifivo , ma lol confultivo , con facultà di convocare ri- fpettivamente le Piazze , da cui dipende il decidere ne' pub- blici affari .

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grcgatc . E certamente alla vaftità de* penfieri foffe andato del pari il tempo , o l'opulenza del pubblico peculio , troppo invero per le pafTate ca- lamità fmunto , ed efaufto j egli non ha dubbio, che grandi , fontuofì , e perpetui monumenti di amore , e di fede vedrebbonil almen cominciati, non ridotti a perfezione . Già forgerebbono ar- chi , e colofsi , e portici , ed obelifchi , da giostrare colla voracità de' fecoli ; e già per tutta Europa forano in gran copia fparfe eccellenti medaglie, nulla inferiori a quante in quefto ben culto fecolo fene fon battute con felice emulazione della fcol- tura Greca , e Romana . Senza però Sgomentarli così gli uni, come gli altri , cioè gli Eccellentifsi- mi Signori Eletti , e gli Eccellentifsimi Signori Cinque , e Sei , e bramofì di fare almen con pre- stezza quel poco , che potea farli 5 pofèro ben* a- cuti fproni al fianco degli artefici . Da una par- te cioè , fu porto il Dottor D Scipione del Tufo, un de' Sei della fedelifsima Piazza del Popolo , uom di fua natura fervido , e di attività , e di ef- ficacia /ingoiare , acciocch' egli dafle moto , anzi corfo bene ordinato alle cofe ; e dall' altra il Mae- fìro delle Cerimonie D. Girolamo Trutta , e fot- to di lui alquanti officiali inferiori , per invigila- re circa le fpefe , ed aver l' occhio attento fopra la vafta,ed incredibile quantità de' materiali , che andavano nella fefta necelfariamente impiegati . Tanto in fomma fi operò 5 e mafsimamente coli' infaticabile autorità dd mentovato Signor D. Ot-

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tavio Maria Mormile , CommefTario da* Signori Colleghi detonato 5 che il dodicefimo di Lu* glio,chefu quello del felice arrivo di Sua Mae- fià , trovoffi ogni cofa fplendidamente apparec- chiata nel modo feguente .

In quella parte del lido , proffimo all' Arfe- nale , ove il Re dovea prender terra , era fatta una larga, e comoda falita di legno, ricoperta di tappeti , colle fponde tutte adorne di drappo di feta di color giallo , e chermisi alla divifa della Città : il quale ornamento era comune alla con- tigua punta di un vecchio fortino , ove fu fitua- to un gran concerto di voci, e di ftru menti , qua- li un* armoniofa teftimonianza della pubblica im- menfa letizia . Immediatamente appretto era in- nalzato un magnifico finto edificio , di figura quadrata al di fuori , ed ottangolare al di dentro, confidente in quattro grandi archi , fofienuti da colonne di ordine comporlo , co' loro pilaftri , e contropilaftri , e piedeftalli , e con tutti gli altri membri fuperiori , che in un tal genere di archi- tettura fono richiefti . E quefto primo ordine in- fino al cornicione era alto palmi napoletani ot- tantadue , largo per ogni lato palmi fettanta .

Ne' quattro lati interiori , corrifpondenti agli angoli del quadrato efteriore , vedeanfi altrettan- te nicchie , il di cui piano , che fi eftendeva a' quattro menfoloni d' intaglio innargentato , era comune alle cimafe de' piedeftalli : e dentro le nic- chie erano quattro figure parimente inargenta- te,

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tc,rapprefentanti la Vittoria , la Pace, la Fedeltà, e Ja Generofità . Aggiungeano ornamento alle nicchie alcuni putti dello (teflb metallo , fopra di effe con beli' ordine difpofti , i quali fofteneano quattro ovati , in cui eran dipinte le armi del Re Cattolico . Di fopra il cornicione del primo ordi- ne nafeeano quattro archi , che reggeano l' archi- trave , il fregio , e la cornice , di altezza palmi trentacinque , fopra la qual cornice era appog- giata la volta , o fìa fcudella fuperiore , di figura anche ottangolare, col fuo cupolino traforato nel mezzo , di altezza di altri palmi quarantuno . Tre lati efteriori dell'edifìcio verfo il mare eran rico- perti di ricchi drappi , e d'intagli eziandio inar- gentati , e di putti , che nelle parti fuperiori fofte- neano l'arme di quefta fedelilTIma Città , cioè uno feudo , partito orizzontalmente , la metà fuperiore di oro , la inferiore di color rollo . Al di dentro tutto il fondo era ricoperto di damafeo chermisi, tramezzato di quella fpezie di tappezzerie , che di- confi controtagli , con drappelloni di tele di oro increfpate ne' luoghi opportuni , e fafee , e contro- fase di broccato di argento , fra le quali fvo- lazzavano graziofamente broccati di color tur- chino . Il fregio , e'1 cornicione erano adorni d' intagli innargentati , e di putti con uniforme varietà fcherzanti 5 come i pilaftri allato alle nic- chie , forniti vedeanfi di cornucopie , per foftegno di molti doppieri di cera 5 oltre alla gran copia di lumi , ne* ricchi lampieri di criftallo , che dalla

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fommità de' quattro archi, e dal mezzo della vol- ta pendeano .

Un' arco di quefto edificio riguardava a di- rittura il mare verfo mezzodì . Due altri , V un verfo oriente , l'altro verfo occidente , davano l'u- fcita a due piani fcoperti a guifa di logge fui ma- re , artificiofamente comporti di travi , e di tavole fopra la inegualità di vecchie fabbriche , e fcogli, e ricoperti amendue di tappeti 5 che fdruc- ciolare , intoppare vi il potelfe. Ciafcun piano era lungo palmi cinquantacinque , e largo quaran- tuno : e fol dalle fpalie , cioè dalla parte di fetten- trione , eravi un muro appartenente all' Arfenale : il qual muro anch' egli , per quanto agguagliava il primo ordine del mentovato edificio, era ador- no di un bel compartimento di controtagli , e di broccati di argento , con alcuni putti inargenta- ti , che fopra ciafeuno de' due piani fofteneano un bel tabellone. In quello del muro aderirà leggeafi

DULCis CURA

PARTHENOPES

VIDEN

UT EFFUSA CIVITAS

TUUM PRAESTOLATUR

ADVENTUM

ET VOTIS SUPEROS

FATIGAT

Nel

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Nel muro a fini/tra leggeafì

AFFULSIT TANDEM

GRATUS ILLE DIES

AUREA LUCE NITENS

QUO TE REDUCEM

REGNISQUE AUCTUM

EXCIPIT ULNIS

FIDA NEAPOLIS

Perchè il piano fottopofto a querto tabellone era contiguo al ponte già detto , perciò quivi fletterò glt Eccellenti/limi Signori Eletti afpettando , fedu- ti in un banco, la venuta di Sua Maeftà 5 nel men tre che il vafcello , le galee , e gli altri minori na- vigli andavano lentamente entrando nel Porto e un pieno coro di mufica intanto facea sì, che tue- to il circondante lido di lieti Viva del vittoriofo Re rifuonafle .

Dal quarto arco dell1 edificio verta fetten- trione entravafi in una fpezie di galleria , o fa-a- done , con molta fpefa , e fatica formato di tavo- le, e ricoperto di tappeti , parte full'afciutto terre- no , e parte su quello , ove I* ingordo mare fi ha fatto ftrada . Era Ja galleria di lunghezza palmi napoletani cinquecento trentatrè , di larghezza palmi quaranta , e di altezza palmi ottantuno in- fina

14 5$

lino al piano del cornicione . Da quefto , che fa- cea ben proporzionato rifalto , na/cea una volta fìnta , col fuo fefto , e foprafeflo di palmi feffan- tafei di giro , ricoperta tutta di damafchi chermi- si , e di ricchi controtagli , con vaghi comparti- menti di fafce , e d' increfpamenti di tela di oro, e di broccati di color turchino : picciolo orna- mento aggiungeano gì' innargentati putti , che fe- dendo fui cornicione, molti intagli parimente in- nargentati , e ricchi felloni fofteneano . E bello era anche il vedere i traforati cupolini , che con egua- li diftanze per tutta la mentovata lunghezza fcor- geanfi ; da' quali pendea un gran numero di lam- pieri di criftallo , di lumi di cera in gran copia forniti . Ornate altresì maravigliofamente dal cor- nicione in giù erano le lunghe pareti laterali : imperciocché ciafcheduna di effe era compartita in trenta pilaftri di ricchi controtagli , e in feffan- ta contropilaftri di broccato di argento , con ven- tifei fondi di damafco chermisi fra' loro interval- li 3 fopra i quali facean vaga moftra altri increfpa- menti di tela di oro 5 come gli fvolazzanti broc- cati turchini , che da' mentovati putti del corni- cione pendeano . Infinito, per tutta la lunghezza della galleria, era anche il numero degli fpecchi , o fìa placche , con loro cornucopie indorate , tutte di lumi di cera doviziofamente fplendenti In fomma anche il pavimento avea la fua magnifi- cenza , che nafcea però dalla neceilìtà 5 impercioc- ché ad agguagliare il tavolato , e '1 terreno , che lo

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componeano , furono così V uno , come V altro , di uno ftupendo numero di arazzi coperti .

Andava lo ftradone a terminare alla porta, che dicefi della /cala fegreta , onde dal mare fi monta al Regal palagio . E a quefta porta ferviva di ornamento una ben' intefa opera di architettu- ra, comporta di piedestalli , di modiglioni , di ar- chitrave , di fregio , e di cornice , con degl' inar- gentati angioloni di rilievo , adattati per foftegno di alcuni candelabri , copiofamente arricchiti di doppieri di cera . Nel mezzo del vano , fopraftan- te alla porta , era formato come un padiglione di drappo , per la ricchezza affai ragguardevole j al quale aggiungeanfì alcuni intagli innargentati , che fofieneano un tabellone di figura ovata , col- la feguente fcritta , tolta in parte da quelle Ode di Orazio, ove fi cantan le laudi di Augurio: le quali parea che ifiaifer molto bene a Sua Maeftà nel principio del mefe di Luglio , allora quando moftravano i noftri campi di dar non fol dovi- ziofa , ma raddoppiata , e maravigliofa ricolta. Dicea la fcritta così

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DILECTE DEO

TUTELA PRAESENS ITALIAE

TUA REX AETAS

AGRIS PRUGES

ET DECUS NOSTRIS

RESTITUIT ORIS.

Sopraftava a quefto tabellone un* obelifco , in cima del quale era un gruppo di nuvole, che fer- vivan di baie al fìmulacro del gloriofo Martire noftro fpecial Protettore San Gianuario, porto in atto di benedire il Re, e fra due angioloni , l'uno col Paftoral vefcovile , l'altro colle Ampolle del Sangue , che foglion fervire di particolar contrae fegno del Santo : e tutto ciò fotto un bel padi- glione di broccato turchino, da putti inargenta- ti anch' egli foftenuto.

Tanto fu apparecchiato fui lido: e con tanti lumi di cera, quanti mentovati fene fono , perchè i fuochi portano naturalmente con feco una certa idea di magnificenza 5 e perchè potendo accade- re, che Sua Maeftà giungerle di notte tempo 5 egli era convenevole, anzi neceflario , che il luogo del fuo pafTaggio , renduto dal molto apparato alquan- to ofcuro , in pompofa , e degna maniera s'illumi- nafTe . In fatti non furono i lumi del tutto inuti- li 5 poiché circa le ventitré ore Italiane il Re dal

lido,

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lido, per lo magnifico Gradone alla fcala fegrera, e da quefta al fuo regale appartamento , foddif» fatti Aimo , ed intenerito dalle liete voci de* fuoi fudditi , fi riconduce .

Molto più neceflario ei fi fu Io adornare, ed illuminare la gran Piazza del Regal Palagio, principal fede della Fefta 5 la quale non già una volta fola , e alla sfuggita , ma di pie fermo , e per tre giorni continui , dall' occhio perfpicace di Sua Maeftà , delle belle arti intendentifllmo , avea ad efiere riguardata . Quivi egli dal fuo balcone far dovea di se vaga , e defiderata moftra , e confolare quefto amantiflìmo , e numerofiflìmo popolo : ed a Spettacolo cotanto nobile ogni più famofo , e cele- brato teatro fembrar poteva povero, e difadatto. .Aggiungeafi ,che niun' altro luogo fora fiato ca- pace di qualche cofa di grande , di regolare , e di augurio , per rendere in pubblico nome la debita teftimonianza della univerfal letizia , o fia per la felice venuta di Sua Maeftà , o per gli altri av» venturofì accidenti , che ad un tempo fteflò furon faputi . E parve veramente , che l'eterna Previden- za , con mirabil' ordine , congiunger volefle tre fe- fie , e npve giorni , o fia un quadrato numero , di fomma allegrezza : cioè a dire , lumi per l' acquifto della inefpugnabile Siracufa 5 lumi per la faufia incoronazione del Re nella inclita Città di Paler- mo 5 e lumi finalmente di compiuta allegrezza per lo di lui profpero , e trionfai ritorno .

Fu adunque di contro al Regal Palagio eret-

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to primamente un palco alquanto centinato , al- to dal pian terreno palmi cinque , largo venti , e lungo palmi cennovanta : nella fronte del qual palco eran per lungo difpofte quattro vaghe , e copiofe fontane , con loro conche centinate , ab- bellite di trofei 5 e in due di effe vedeafì un gran Cor fiere per ciafeheduna 5 che riputali antichi fil- ma infegna della Città di Napoli ; forfè per lo Audio del cavalcare , nel quale i Napoletani fono flati in ogni tempo eccellentiflimi . Dico, riputa- ci, perchè non abbiamo di ciò niuna certa pruo- va , o indubitabile monumento . Le antiche nofrre medaglie , altre hanno il Dio Ebone , o ila il Mi- notauro j altre la lira , appoggiata alla cortina di 'Apollo 5 altre il corno dell'abbondanza 5 e rarifJI- me un'uomo a cavallo, limile a quello delle meda- glie di Taranto , e de* Salentini : ma come dal cavaLIo Tulle medaglie de' Salentini non fegue,ef- fer loro imprefa il cavallo 5 così dal cavallo fulie medaglie di Napoli , non fegue che il cavallo ila l'imprefa della noftra Città : e mailìmamente per- chè niuna ragion vorrebbe, che il prende/Te l'im- prefa , piti tolto dal cavallo , che non dal Minotau- ro , o dalla lira , o dal cornucopia. Quanto al ca- vallo , dipinto così nel Seggio di Capoana , come in quel di Nilo 5 il primo frenato, in memoria del cavallo di bronzo , vicino al Duomo , cui fu per difpregio importo il freno dal crudele , e rapace Jmperador Corrado 5 V altro fciolto, e corridore , ef- iono certamente infegna particolare di quei due

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nobiliflìmi Seggi , o pur di quelle due Tribù , o quartieri, o rioni, come vogliam chiamarli 5 ma non perciò vale a dire, che fieno infegna delia Città tutta : altrimenti rimarrebbe in piedi tuttavia il dubbio , qual de' due futfe l'infegna di Napoli , lo sfrenato di Nilo, o pure il frenato di Capoa- na . Per quel che fi attiene al mentovato cavai di bronzo , il di cui capo vederi oggidì entro il pa- lagio detto de* Conti di Mataloni , pofTeduto di prefente dal non men valorofo Colonnello , che gentil Poeta , il Signor Principe di Colobranoj egli è affai verifimile , che dalla cieca Gentilità de- dicato fofle al Dio Nettunno ( per la nota gara con Minerva nel dare il nome alia Città di Ate- ne) il di cui tempio , credei! , che ne* fecoli addie- tro in quei iito folle, ov'è l'aguglia del gloriofo San Gianuario . Perche poi Napoli , di origine At- teniefe , fuiTe cotanto a Nettunno divota, egli è faci- le il conghietturare 5 non folamente perch'eila, come città marittima, profpera navigazione dalle marine Deitadi implorava 3 ma per un luogo di Paufania, nelle cofe degli Achei,a capi iv. ov'egli ferirle : Feni- ce da Perimeda , figliuola di Eneo , generò Aflìpalea, ed Europa . Da Jftipalea , e da Nettumto nacque Jn- ceo Signor de' Lelegì , Anceo dalla moglie Samia, figliuola del fiume Meandro , ebbe Perilao , Enudo , Sa?no , Aliterfo , e Partenone 5 dalla quale , congiun- ta ad Apolline , nacque Li come de . Avolo adunque fu Nettunno di Partenope : la quale , e/Tendo mo- glie di un così famofo cantore, come fu Apollo,

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divenne anch'ella gran cantatrice : onde nacque, la favola del maravigliofo canto delle Sirene, tra le quali Partenope , noftra fondatrice , fu annoverata. li tempo anche conviene , perchè Anceo fu uno degli Argonauti C Igino fav- 14 ) come Falero, al quale la prima fondazione della Città noftra ezian- dio fi attribuifce . Ciò badi per gir cercando ta- flone T origine della pretefa infegna del cavallo : più lunga digrelfione dal prefente propoiito ci vien permeila .

Al mentovato primo piano 1] afcendea per fei fcalinate , difefe da' loro balauftri , e da tutti i membri rilevati , che a' balauftri fogliono accom- pagnarli j e trovava!! un compartimento di vaghi fiori , e di verde mortella , renduta vie più lucida da molti zampilli di viva , e chiara acqua , con molta indufìria quivi portata : nel mezzo eravi una grande , e maeftofa fontana , che finiva in una ftatua di Ercole trionfatore , con la clava fotto il braccio , e l'idra abbattuta a piedi : non folamen- te per lignificare la fortezza, e le vittorie del no- ftro invitto Sovrano -y ma con ifpezieltà ancora il recente acquifto del Reame di Sicilia : dappoiché una delle imprefe , da Ercole gìoriofamente con- dotte a fine , fi fu lo uccidere Erice Re di Sicilia ( figliuol di Venere , e di Buti , uno degli Argo- nauti, o fecondo altri di Nettunno)il quale tutti gli firanieri che nell' Jfola capitavano , sfidava a combatter feco col certo , e miferamente a morte gli conducea , come notò Servio fui verfo 574.

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dell' Eneida . Oltre al fimulacro di Ercole , eranvi in fito alquanto inferiore le ftatue della Fedeltà, e della Coftanza , ed anche del fiume Sebeto , cor- teggiato da alquanti Tritoni : e di più varie figu- re , che fofteneano , quali le armi del gloriofo Cat- tolico Re, e quali le armi della noftra Città, con alquanti ben comporti trofei .

Da' lati di quefta (teffa fontana per due fca- linate montava!! ad un'altro piano , o fia palco, lungo , fenza le vedute de' fianchi , palmi centren- tadue , ed alto dal primo palco palmi trentadue . La faccia perpendicolare era partita in dieci pila- stri, co* loro contropilaftri di faldo ordine Tofca- nò, quale ne' luoghi molto ampj , e di grande aria è richiefto ; e maflìmamente dove altri ordini di architettura più fvelta , e gentile convien fo- prapporre . 11 cornicione di quello primo ordine era adorno di balaustri , col loro architrave, e bal- latojo , fui quale fingeanfì de'tefti di mortella, e di fì.01'1 in proporzionata diftanza difpofti 5 e tra gì' intervalli riquadrati degl' inferiori pilaftri To- fcani , eran dipinti alcuni fcherzi di putti , ed al- tri ornamenti , a guifa di Mucchi di color di bron- zo . Nelle due eitremità di quefto medefimo pri- mo ordine, che chiudeanfì con vedute femicirco- lari , adoproffi la Scenografia 5 la quale » ovunque fi tratta di lume artificiale , fuol produrre vago , e maravigliofo effettore maflìmamente allorché fi adopera con buon giudicio il debito digradamen- to non fol de' corpi, ma del colore. Così nell'una,

come

<&S 22 Bi- corne nell'altra ertremità , fecelì adunque una ve- duta di due file di colonne di ordine Comporto, dittanti palmi ventitré , ed alte con tutti i loro membri ( compre/o il cornicione) palmi cinquan- ta 3 fui quale forgeano due pezzi d'intaglio a giri* fa di trofei , colle infegne della Città : e per fian- co alle colonne eran due altre vedute di bofca- glie , e due trofei d' arme , i quali di giorno fervi- vano di ornamento , e di notte erano comodinomi per appiattarvi i lumi neceffarj .

Nel mezzo dd defcritto palco di ordine Tofcano ertollevafì il fecondo ordine Comporto : formato da dieci colonne, e dalle k>ro controco- lonne, con tutti i membri convenienti, dal piede- ftallo infino al cornicione 3 di altezza in tutto palmi cinquantaquattro , di lunghezza palmi cen- todiciocto. II terzo ordine formavafi da alcuni mo- diglioni , i quali rifaltavano fopra le defcritte co- lonne a guifa di Cariatidi , e venivano adorni di putti fedenti., che forteneano anch' eilì le arme della Città. Sopra del cornicione centinaio , e ben rilevato di querto terzo ordine , erano le rtatue di varie virtù , e nel mezzo di erte rifplendeano , con ornamenti di rilevato intaglio , le armi di Sua Maertà , alle quali era foprapporta un'ampia regal corona , accompagnata da nobile fcherzo di pan- ni, e di putti , e di più di una Fama in atto di dar flato alle lor trombe . In tutto dal cornicione del fecondo ordine infìno alla fommità della corona erano palmi ottanta 5 dal pian terreno palmi cen-

fet-

*€ 2g M*

fettantnno . Tra Je cinque e cinque colonne apri- va/i un grande arco , nel cui fondo in lontananza dipinta era la celebre Cittadella di Meflìna , con incredibile felicità , e fenza fguainarvi fpada , fot- tomefla dal Re noftro Signore . in aria icorgeafi il noftro grande , e fhipendo Protettore San Gianua- rio , in atto di porre fui capo del pio vittoriofo Principe una corona regale , e gli Angeli d'intor- no al Santo , qual* appi efentava lo fcettro , e quale il manto regale : e così quelle , come tutte le altre figure , contornate , e fìtuate con ragion profpetti- va , facean poi belli/lima veduta di notte tempo , per via de* lumi appiattati . Sulla fronte dell' arco jeggeafi in un magnifico tabellone , foftenuto da putti innargentati , la Infcrizion feguente, compos- ita dal Signor D. Gaetano Maria Brancone 5 da Se- gretario di quefta Eccellenti (firn a Città afcefo per li fuoi molti meriti alla carica di Segretario Re- gio della Regal Camera di Santa Chiara .

CAROLO BORBONIO

NEAP. SICIL. ET HIERUS.

TLORENTISSIMO REGI

OB EJUS REDITUM

QllAESITISSIMIS VOTIS EXOPTATUM

LAMPADICOS LUDOS.

Con-

«g 24 r&

Continuavafi per l'uria parte , e per 1' altra della defcritta macchina una fpezie di anfiteatro , che veniva a circondare , e rinchiudere tutto quell'am- pio fpazio,ch'è dinanzi la facciata del Regal Pa- lagio : ed era egli compartito in otto archi , ov- ver porte , ciafcuna larga palmi ventuno , ed alta palmi cinquanta , comprefo il cornicione . A piom- bo (opra i pilaftri , che foftenean le volte di que- lle porte , eran difpofti alcuni vafì di rilievo co* loro zoccoli , che faceano un bel finimento : e fra l'uno , e l'altro di eiTÌ era fui mentovato corni* cione un lavoro d'intaglio, con due Fame allato, che fofteneano le arme della Eccellentiflìma Cit- tà 5 donde pendea in mezzo dell' arco un vago Jampiere di criftallo , ricco di molti lumi di cera. E perchè fi previde , che quando tutto il circuito della piazza farebbe fiato illuminato , le otto por- te fenza lume avrebbon cagionato una fpezie di orrore 5 perciò aggiunfe nel mezzo di ciafcuna di efiè , e propriamente nel pian terreno , una macchina piramidale a guifa di candelabro, capa- ce così per F altezza , come per la larghezza , di molti lumi 5 e riufcì l'invenzione affai vaga , e gentile .

Sopra quella porta , eh' era proflìma al Pala- gio Vecchio , leggeafì l' Jnfcrizion feguente , com- porta dallo fletto Signor D. Gaetano Maria Bran-

CA«

25*

CAROLO BORBONIO REGI

MAXIMO PRINCIPI SEMP. AUG.

QUI TERRA MARIQUE SAEVIENTE HYEME

IN SICILIAM PROFECTUS

GERMANIS DOMITIS HOSTIBUS

ARCIBUSQUE RECEPTIS

RESTITUITA SICULIS FELICITATE

MAXIMAM SIBI GLORIAM COMPARAVIT

DE REBUS TAM PRAECLARE GESTIS LAETUS ORDO POPULUSQUE NEAPOLITANUS

Sopra r altra porta , contigua alla Chiefa di San Spirito era jfcritto

D PRO

M 26 §&

PRO VICTORIA

REDITU ATQJJE INCOLUMITATE

CAROLI BORBONJ

PHILIPPI V. CATHOL. REGIS F.

LUDOVICI DELPHINI N.

LUDOVICI MAGNI PRON.

NEAP. SICIL. ET HIERUS. REGIS

HISPAN. INFANTIS

PARM, PLACENT. ET CASTRI DUCIS

MAGNI PRINCIPIS ETRURIAE

POST RECEPTAM SICILIAM

ORDO POP. Q^NEAP.

PORTICUM TEMPORARIAM

OPTIMO PRINCIPI DD.

A RENATA NEAPOLI ANNO II.

Quella Infcrizione fu dettata da altro Au- tore , amante degli antichi marmi : e nell' ultima riga non folamente egli ebbe il penfìero alle me- daglie di Sergio Galba coir Epigrafe Roma re?ia- fctns 3 ma una idea anche più nobile di ftabilire un punto fifTo di Cronologia per la noftra Ifto- ria , e d' incominciare una novella Era Napoleta- na dall'anno M.DCC XXXIV. in cui fu dalla Divina Providenza renduta a quefta, famofa Me- tro-

27 I*

tropoli la Regal Sede , abbandonata nel M. D. I. dal Re Federigo di Aragona , che ritiroffi in Francia alla mercè di Luigi XII. Frequentinomi nelle medaglie Greche fono i fegni cronologici, così dell' Era Greca di Alenandro , e de' fuoi Succeifori nell' Egitto , e nella Sorìa 5 come dell' Era di Augufto , incominciante dalla battaglia di Azio , gli anni di Roma DCCXXIII. il quale an- no concorre coli' anno CCLXXXII. dell'Era Gre- ca , cioè Siriaca : anzi molte altre Ere particolari fi truovan fegnate nelle medaglie, battute da Cit- tadi Greche in onor de' fucceflòri Imperadori , no- tando il tempo eh' elle furono da effi riftorate ed abbellite , o di privilegj di Neocori , e di Afili arricchite . Or quel , che fu lecito a picciole Cit- tadi ne' tempi antichi in memoria de' loro pro- fperi avvenimenti, e talora forfè men per benefi- cio ricevuto , che per adulazione 5 dee enere an- che lecito a Napoli per -un'avvenimento, che fa- rà famofo ne' fecoli avvenire , e il punto più me- morabile della noftra Iftoria .

Sopra la porta oppofta , donde ufeiva ver- fo il mare , leggeafi la feguente Infcrizione del foprallodato Signor Brancone.

D a IN-

*& 28

INGREDERE

HANC TUI AMANTISSIMAM URBEM

CORONA AC TRIUMPHI INSIGNIBUS EXORNATUS

CAROLE REX NOSTER

DECUS ITALIAE

CATHOLICORUM REGUM DELICIUM

SPES PUBLICAE FELICITATI S POPULORUM DESIDERIUM ET AMOR.1

TIBI POST RECIPERATAM SICILIAM

AUSPICA TI US REDEUNTI

VIRTUTI FORTUNAEQUE TUAE

HOC SPECTACULUM EXCITAVIT

ORDO POPULUSQUE NEAPOLITANUS

Sull'altra vicina porta diverfo Autore avea fcritto

CA-

$1 29

CAROLO BORBONIO NEAP. SICIL. ET HIERUS. REGI INVICTO PIO FELICI HISPANIAR. INFANTI PARM. PLACENT. ET CASTRI DUCI MAGNO ETRURIAE PRINCIPI QJJOD DIFFICILI HYEME LUCANORUM B R UTTIOR UM QUE MONTANA PERAGRAVIT VERE TRINACRIAM RECEPIT AESTATE CORONAM ADEPTUS NEAPOLITANOS CIVES REDITU SUO BEAVIT

Negi* intervalli fra una porta e l'altra eran formati otto fpaziofi , e comodi palchi , per ufo degli Eccellentifiìmi Signori Eletti 3 da' quali ne fu poi dato il comodo alle principali Dame della Città . A ciafcun di efli fi afcendea dalla gran Piazza per due agiate opporle fcalinate , che fer- vevano ancora di ornamento . I pilaflri , che il al- zavano a fianco di quefti palchi , erano uniformi a quei delle porte fuddette , cioè di ordine Tofca- 110, e fopra effi eziandio erano alcuni vafi co' lo- ro zoccoli rilevatile tra vafo e vafo alcuni cande- la-

*&s 30 59*

labri affai bene intefi , e capaci di molti lumi . Ogni palco era al di dentro illuminato a guifa di una picciola fcena , il di cui fondo rapprefen- tava in pittura qualche infigne azione di Sua Maeftà , dal primo fuo valorofo entrare nel Re- gno infino al gloriofo ritorno dall' imprefa della Sicilia : e perchè gli otto palchi non erano fuffi- cienti , furono aggiunte quattro altre limili vedu- te , due per parte nelle estremità della gran fac- ciata del Regal Palagio , che in tutto facean do* dici .

La prima veduta rapprefentava la fuga de* Tedefchi dal ben fortificato campo di Ad ugna- no 2l confini del Regno 5 e in un cartellone fui fregio della facciata efteriore era fcritto

Hoftes , deferti* munitìontbus , fuga èva- dunt .

Nella feconda veduta era efpreffa Y ubbi- dienza renduta a Sua Maeftà dalla Città di Na- poli , andandola ad inchinare infino in Maialoni. E la leggenda dicea

Neapolita?2Ì , ad xiv. lapidem obviam prò- greffì , nitro fefe dedimt .

Nella terza rapprefentavafi Y acqui/to delle fortezze di quefta Metropoli 7 colle guarnigioni prigioniere di guerra, e la fcritta dicea così

Jrces

^rt/ Neapolìs , ^ y^- tradere hoftes co- gUntnr .

Nella quarta il fimile acquifto del Cartel- lo, e Porto di Baja:e vi fi leggea

Bajas mira celeritate , ac felicitate exptt-

gnat .

Nella quinta la giuliva acclamazione fatta dal Popolo Napoletano nella prima venuta di Sua Maeftà . E vi era fcritto

Zaetis acclamationìhus Neapoli excipitur .

La fetta avea dipinta la fatai vittoria di Bitonto : colla fcritta

Jpitd Butuntum hojìes deleti .

Rapprefentavafi nella fettima Pefpugnazion di Gaeta , con gli argini , riabiliti per molti paffi entro il mare , per piantarvi le batterie : con que- ste parole

Gajetam miris operìbus ad deditionerrt cogit .

U ottava veduta avea dipinta Y efpugnazion di Pefcara, e la fcritta dicca

?u

*pf 32 *^

Tìf caria per Legatos expugnata.

La nona la refa di Capova : e vi fi leggea

Capuam longa objìdione premit , ac recipit.

La decima il giubilo , e X acclamazione della feliciffima Città di Palermo : con le parole Te- gnenti

Optimo Principi plaudunt Panhormitani .

Nella undicefima era rapprefentata la refa della inefpugnabile Siracufa : e vi era fcritto

Maglia torrnentortim vi Syracufae fubacla.

La dipintura dodicefima lignificava final- mente P acquifto de' Prefid; marittimi della To- fcana j come dalle parole fcrittevi

Jrces Etrufci litoris vevìunt i?j poteflatem.

Servivano oltracciò di maeftofo ornamento alla gran Piazza due fontuoii trofei , difpofti qua- allato alla macchina principale . Era la lor ba- fe ottangolare , e '1 di lei diametro palmi feffanta: il primo ordine alto da terra palmi quindici , al quale fi afeendeva per quattro comode fcalinate » adorne d' intagli innargentati , e di due belli vafi

per

$€ 33 ^

per ciafcheduna co5 loro zoccoli , e di ben difpofti candelabri . Due Fame per ogni Iato , cioè nelJ' in- tervallo perpendicolare tra fcalinata , e fcalinata, fofteneano un tabellone di figura circolare colla fua Infcrizione j la quale nel Trofeo a deftra della Piazza , eh* era il primo a chi veniva dalla ftrada Toledo , dicea

De ejeflt'f Sicilia Germania.

Nell'altro a finiftra

Sicilia in fuam ditionem , imperiumque re* fiituta .

Nel mezzo del primo piano forgeva un pie- deftallo , parimente ottangolare , alto palmi fedici , comprefa la bafe , le cornici , ed ogni altro orna- mento 5 e'1 fuo diametro era palmi quarantadue. In ciafeun' angolo fuperiore era allogata una figu- ra in piedi innargentata , che foftenea un candela- bro 5 e allato ad ogni figura due vali co' loro zoccoli , e con ornamenti di rilevato intaglio di argento . Sopra quefto piedeftallo feguivano due ordini centinati ,co' loro convenienti fregi, e cor- nici 5 di altezza , ambedue prefl infìeme , palmi fet- tanta 3 e in cima ad eflì erano timpani , tamburi , corazze , elmi , feudi , lance , bandiere , ed altri ar- nefì da guerra , difordinatamente ordinati, e va- gamente ammonticchiati : in mezzo a' quali for-

E geva

*2s 34 ^^

geva un gran folido ovato 5 dal cui finimento in- Jino al piano del tette mentovato fecondo ordine erano palmi quarantafette: in tutto dal piano del- la piazza palmi napoletani cenquarantotto. In ci- ma del Trofeo a man finiftra fcorgeafì il fimula- cro della Vittoria , in fembianza di volare , con una ghirlanda di lauro nella delira, e con un ra- mo di palma nella fìniftra ,come dagli antichi fo- Jea figurarfi . Il Trofeo a deftra terminava in un iimulacro della Pace , colle fue infegne 5 cioè a di- re con una tazza nella deftra mano , e con un corno di dovizia fotto il finiftro braccio , come fpeflb nelle antiche medaglie vedefì effigiata . Certamente niuna pace è più (labile , e più ficura, non quella , eh' è figliuola della Vittoria , la quale alla baldanza de' vicini , e de' lontani nemi- ci pon freno : altro fi è il fine delle giurie , e legittime guerre , non quello di vendicare i torti fatti al Principe , ed a' fudditi 5 ricuperare ciò , che dalla altrui violenza è flato malamente occupato 3 e quindi la pubblica ficurezza, e la pub- blica tranquillità ftabilire . Or quelli foavi frutti provando i due Keami di Napoli , e di Sicilia , mercè il rapido fiupendo volo delle vittorie di Sua Maeftà 5 con molta ragione , e non con adu- lazione poetica , ma con iilorica fede la Vittoria, e la Pace su i due deferitti Trofei furono collo- cate. Lungo farebbe, e forfè di molta noja , lo gir paratamente deferivendo i fettoni , i vali , le ilatue , i putti , e le mafehere innargentate , onde

amen-

*& 35 W

amendue i Trofei da capo a piedi erano abbelliti. Ma non dee paflarfr in Silenzio la prodigiofa quantità di torchi di cera, i quali, come in tanti fpecchi , riflettendo in tante e tante cofe «inar- gentate, multiplicavano a difmifura il lume, e fa- ceano una veduta , che più nobile , piti fplendente , più magnifica fi farebbe di gran lunga potuto desiderare. Anzi ei non dovea farfì altrimcnte : dappoiché eiTendo tutto 1' anfiteatro , e le fontane , e' palchi a maraviglia illuminati , al di fuori con cera palefe , al di dentro con fevo ap- piattato 5 fconcia cofa del certo (tata farebbe , il principale ornamento della gran piazza, cioè a dire i due defcritti Trofei non foriero {tati anch' cffi di torchi, e di doppieri foprabbondantemente forniti .

Sotto poi gli archi della gran facciata del Regal Palagio eran fatti di qua e di della mag- giore entrata due gran palchi a tre ordini , per collocarvi quattro gran Cori di mufici , che tra voci , e Strumenti pafTavano il numero di dugen- to perfone. Anche quefti palchi eran dipinti, ed ornati a maraviglia , e ricchiffimi di lumi j maffi- mamente colla giunta di quelli , eh' eran fopra quattordici come piramidi, (ìtuate verfo il fondo degli archi . E in fomrna tutto il vafto profpetto del Regal Palagio era nobiliflìmamente addobba- to di ricchi controtagli , e di broccati di argento , e di tele di oro , tramezzate di fettoni di dama- feo chermisi , ed illuminato con incredibil nume-

E a ro

iM 36 3$

ro di ben difpofti doppieri : ma degno fopratutto era da riguardare il balcon principale , a cagion del ricchifiìmo baldachino j il di cui pregio mag- giore però era di quando in quando 1' amabiliflì- ma prefenza del noltro invitto Monarca .

Quantunque fontuofe fefte fuffero fiate celebrate a fpefe di quefio fedelilfimo Comune , il quale dagli Hccellentiffimi Signori Eletti rappre- fentafi , come da Proccuratori degli Eccellentilfi- mi Seggi , ovver Piazze 5 contuttociò ciafeuna di erte in fuo particoìar nome fece eziandio fplen- dida dimoftrazion di allegrezza 5 qual con una invenzione , e qual con un* altra , ricco baldachino innalzando , lotto il quale era il ritratto del ma- gnanimo Re fìtuato , con numero conveniente di doppieri di cera . Non fi badò anche a fpefa perchè ne* medefimi Seggi li canta/Ter le lodi di Sua Maefià : imperciocché i numero/! Cori fotto il Regal Palagio cagionarono penuria di fcelti mufici : e in fomma la diverfa capacità degli edificj non avelie renduto inutile, e vana la gara della magnificenza , diffìcililfimo fora fiato il di- feernere a qual delle Piazze il dovefie il prima- to.

Io non iftarò qui a ridire , con quale fiu- penda,ed artificiofa copia di lumi parea,che an- dafie tutto in fuoco così il Regio Cartel Nuovo, come ogni altra delle Regie Fortezze ; non eflen- do mio intendimento di deferivere ciò , che in quefta occafìone è fiato fatto a fpefe del Regal

Pa-

m n ì&

Patrimonio 5 e nettampoco la maniera, con cui il privato Impresario illuminò la grande , e celebrata fontana , che il nome ritiene del fu Viceré Duca di Medina de las Torres , che nel fecolo paflato la erefle : ma non debbo a patto alcuno tacere la nobile emulazione , che per tutta la Città fcor- fe tra gli Ecclefìaftici , e maflìmamente Regolari, i quali belle , e viftofe macchine generofamente innalzarono 3 in cui , come al loro Inftituto conveniva , del pari la religione , e P o/Tequio alla Maeftà del Re fì. ammiravano . Una delle più belle ( e forfè non ebbe iguale ) fu quella de* PP. delia Compagnia di Gesù,fulla facciata della lo- ro Chiefa di San Francefco Saverio, proilìma al Regio Palazzo Vecchio $ la quale, per la nobiltà della invenzione , per ìa diligenza nella efecuzio- ne , per la ricchezza degli ornamenti , e per la co- pia de' lumi di cera , fembrava che ogni altra di gran lunga fuperafle . molto inferiore fu quel- la , dall'altra parte eretta da' PP. Minimi di San Francefco di Paola innanzi alla loro Chiefa di San Luigi : e, per quanto conviene alla povertà dell' Inftituto , le dimoftrazioni de' PP. Riformati del Convento delia Croce di Palazzo , e dell'al- tro contiguo , detto della Santiffima Trinità , ov- vero del Governo del Santo Sepolcro . Nella ftra- da Toledo diftinfero le Monache del Regal Moniftero della Concezione , e generalmente tut- te le cafe di perfone ragguardevoli 3 per tacere de* baffi venditori di comeftibili , che una prodigiofa

quan-

vfc 30 W

quantità di olio in fare loro poveri , ma copiofl lumi, confumarono. Nella flrada, detta la Garit- ta , che va a riufcire alla piazza , o fia largo del Cartello , ornarono aflai bene la porta del loro Collegio di S.Brigida i PP. Cherici Regolari della Madre di Dio della Nazion Lucchefe . Nell'altra rtrada paralella ammiravafi il frontefpizio del Banco di San Giacomo 5 e una vicina bottega di Nicola Ruflb , banderaio di Sua Maertà , il quale con picciole figure di rilievo rapprefentò la inco- ronazione , feguita in Palermo 5 e con bella dif- pofizione , e copia di lumi di cera , e di ricche tappezzerie , e di criftalli , che incantava gli oc- chi de' riguardanti : anche la porta maggiore del- la Chiefa di San Giacomo degli Spagnuoli , che riguarda il Cartello , era magnificamente ornata, ed illuminata : e '1 palagio altresì della Porta , per Ja fpezial cura del Signor Duca di Fragnito del- la illuftre famiglia Montalto, Intendente Genera- le di efla . Scintillavano però di preziofa luce di contro alle mura del Palagio Vecchio le due bot- teghe de* principali Profeflbri di lavoro di tarta- ruga , e di madreperla Niccolò de Turris , e Giu- feppe Sarao,i quali fecero a gara nel concertar con- molti lumi le opere loro , dirtinte con oro , ed ar- gento^ con gemme di molto valore . In forn- irla tutta quella regione , ovvero Ottina ( come appellane in Napoli quei , che in Roma diconfì Rioni) era maertofamente illuminata : fol quel- la parte , che più vicina era al Regal Palagio , ed

efpo-

efpofta agli occhi di maggior numero di curiofij ina eziandio nel Borgo di Santa Lucia a mare , e in quel di Chiaja , e fui monte detto di San Martino : tanta forza ebbe T amore verfo Sua Maeftà di quefti leali Cittadini , e le prudenti dif- pofizioni del foprallodato Signor Duca di San Filippo, Eletto del fedeliflìmo Popolo.

Pattandoli dal largo del Cartello alla gran Piazza di Porto , non folamente vedeanfi le fine- stre (e non fon meno in quei quartieri che quat- tro , e infino a cinque ordini ; tutte ben fornite di lumi, fecondo le forze, e la qualità degli abi- tatori 5 ma fpezialmente era da riguardarli la fon- tana , che a maraviglia era fiata ornata di opera di architettura , e di lumi in grandiffìma copia : in modo tale che comparve quelle fere una delle cofe più notabili della Città . Onde fcorge che l'amore rende liberali , ed ingegnofe anche le per- fone più dozzinali : come in fatti meritarono la lor laude ancor' elfi i Marinaj , ed altri abitatori del Molo picciolo 5 i quali , oltre a* lumi per le fi- neftre , erefièro un belliffimo baldachino , col ri- tratto di Sua Maeftà fulia facciata della lor pie- ciola Chiefa . Dalla ftrada di Porto R entrava a quella detta de' Lanzieri , la quale di necelfità parve più fplendida , e nobile 5 .perchè quei Mer- catanti addobbarono riccamente , e con varie bei- le invenzioni i lor fondachi , e vi pofero in mo- fira tutti i più belli argenti delle lor cafe j e '1 ri- tratto del Re con vaghi/fimi baldachini > e con

dop-

/

$g 40 §#

doppieri , e con altri più minuti lumi di cera ono- rarono. Né guari diverfamente fecero i Mercatan- ti dell' Ottina di San Pietro Martire , mettendo in artificiofa veduta fcelte argenterie , e gioje di gran valore . I Frati Predicatori della Chiefa al mede- ilmo Santo dedicata , innalzarono fulla facciata di cfla un fontuofo baldachino con molti doppieri di cera allo {teflb fine : e' vicini Mercatanti di cal- zette ancor' eflì i lor fondachi fuperbamente para- rono : al di dentro con tele di oro , e con argenti lavorati , e con molti lumi di cera j i quali riflet- tendo ne' molti fpecchi , e cnftalli , onde il ritrat- to del Re era circondato , multiplicavano maravi- gliofamente la luce , e quafì a quella del giorno agguagliavano : al di fuori con fete di varj colo- ri , ingegnofamente intrecciate 5 che diffidi cofa egli era a difeernere , a qual de* fondachi fi dovef- fe la maggioranza .

ProfTìma alla deferitta ftrada rifplendea quella de* Mercatanti di drappi di feta , nel tenimento dell'ottina di S. Giovanni Maggiore ( una delle an- tiche Bafìliche , la qual credei! edificata dall' Imp. Conftantino Magno , ma gì' intendenti l' hanno per opera di altro Conftantino fucceilbre ; e in vero i padroni de' fondachi non trafeurarono cofa ,0 fra. per la ricchezza , o per l'invenzione , per cui po- tettero degnamente onorare il ritratto di Sua Maeflà . Ne molto cedeano ad eflì i Mercatanti di panni lini , anche per la copia de' lumi di ce- ra 3 con Angolare artificio difpofti , che su i bian- chi

^ 41 3*

chi fondi cagionavano un candido e maravigliofo fplendorc .

Quindi pacavano ì curiofì alla ftrada , che vien detta anche al d' oggi degli Armieri , perchè anticamente dagli Arma juoli ella era abita- ta : ei farebbe però più giufto il chiamarla de* Drappieri . Il Capitano di quella non fece fupe- rarfì da niun* altro Capitano nello innalzamento di vago e pompofo baldachino , col ritratto di Sua Maeftà , da molti doppieri circondato : onde entrati con lui in laudevole onefta gara quei Mercatanti , addobbarono ilor fondachi al di den- tro di ricchi/lìmi broccati di oro , e di vaghi drappelloni pendenti , e di fcelta fuppellettile di argento lavorato , e di cristalli , e di doppieri , e di vaghi baldachini 3 e al di fuori con fete fvolazzanti di varj colori , capricciofamente in- trecciate , e per quanto era lunga la ftrada , che pure egli e ben lunga , con molti torchi di cera : che aggiuntivi i copiofì lumi delle fineftre, non potea vederfì cofa più nobile , più fplen- dente : non quanto nella vicina Ottina , detta di Santa Catterina Spina Corona , le botteghe de- gli Orefici , piene di argenti , di oro , e di preziofe gemme , rapivano per neceffità gli occhi de* ri- guardanti , per lo valore intrinfeco della materia , renduta più fcintillante dalla gran copia di lumi di cera . I Pefcivendoli però della Loggia , non potendo a patto alcuno emulare i molti , e ricchi baldachini degli Orefici , il valfero dell' ingegno , e

F folla

%% 42 B#

Alila fontana di quella Piazza , con gentile in- venzione , e con maraviglio/a quantità di lumi, un folo affai magnifico ne ereffero , e'I ritratto del trionfante Re vi allogarono : e del rimanente fupplirono con l'affetto , e co' fervoroii Viva la fera de' diciaffette , allora quando Sua Mae (là colla fua amabiliilìma prefenza andò aggiungen- do fella alla feda , e lume a lume.

DairOttina di San Giovanni a mare (eh/ è una Chiefa e Priorato della Sacra Religione Ge- rofolimitana ) in cui molti lumi vedeanfi , fecondo Je forze , e '1 genio di quel Popolo minuto, e qual- che cofa anche di nobile , fpezialmente il baida- chino eretto da quel Capitano 5 fi palfava al Mer- cato grande : ove quantunque molte luminarie il foMèr fatte per (ci fere , come per tutta la Città , a cagion della Coronazione del Re ce- lebrata in Palermo , e per lo felice fuo ritorno in quella Dominante 5 con tuttociò fi rinnovaro- no con maggiore allegria anche quivi i lumi nel- le fere de' fediti , diciaffette > e diciotto di Luglio, per fecondare la gran feda , di fopra deferitta , degli Eccellentiffìmi Signori Eletti , e non parer da meno delle altre Ottine . Tutte le flrade in vi- cinanza del Mercato erano a maraviglia illumi- nate : imperocché quantunque elle fieno abitate da plebe 5 quella plebe però egli è induftriofa, ed applicata a' piccioli traffichi 5 e per confeguente non è del tutto avvilita ed oppreffa dalla pover- tà . Aggiuntovi adunque lo fvifeerato amore , eh*

ella

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ella porta al Re , fece delle maraviglie , tanto di fuochi artificiali , quanto di Jumi d' ingegnofa in- venzione , e fopratutto nella gran Piazza del Mercato '-, il di cui vafto circuito farebbe paruto un'Anfiteatro di luce , com' egli è di figura quadrato , foiTe flato per ventura circolare . Ag- giungevano magnificenza i bene ordinati e copio- lumi della Fortezza detta il Torrione 5 e'1 va- go e fuperbo baldachino col ritratto di Sua Mae- ftà, eretto fulla facciata della Chiefa del Carmi- ne Maggiore 5 e l'artiriciofa illuminazione dell' al- ti/lìmo, e bene architettato vicin campanile j e'1 maeftofo baldachino ancora innalzato da' PP. Ge- fuiti del Carminello 5 e quello affai più ricco del Banco di Santo Eligio 5 e'1 non difpregevole a- vanti la Chiefa di Sant' Aleffio della Comunità de' Bardari fulla iìrada del Lavinaro ; e l'altro di Santa Maria a Parete de' Conciatori 5 oltre a quel- li delie Comunità de' Farinari , e di altre forti di meftieri . Ne dee paifarii in iilenzio l'altro aifai nobile che in mezzo al vicin Borgo di Santa Ma- ria di Loreto fecefì dagli Orfanelli di quel Con- fervatorio : perchè elTendo eilì applicati per profef- iìone alla mufica , non contenti di una femplice illuminazione 5 fecero allato al baldachino due gran cori di ftrumenti , e di voci , per celebrar can- tando le vittorie , e le lodi del giovinetto Regnante. Il Capitano dell' Ottina di Porta Nolana, con la voce » e con l'efemplo , fece , che quegli

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abitanti , già per se ftefTì difpofti a fefteggiare la venuta di Sua Maeftà , dafTero quali in ecceflb . Il baldachino , da lui cretto fu certamente uno de" più ragguardevoli , che il vedefie , o conlideri l' altezza y o la ricchezza , o la (trattura , o l' ab- bondanza de' lumi di cera , o la moltitudine de8 putti innargentati , de" fettoni , e degli altri orna- menti : onde non men gli artieri della Contrada, che gli uomini di più alta condizione fi sforza- rono di fare del loro migliore . Così ancora la Regale Chiefi della Santiflìma Annunziata , e' PP. Canonici Regolari di San Pietro ad dram , e le Dame dauftrali di Santa Maria Egiziaca , e la Chicfa Parrocchiale di Santa Maria della Scala, e tutte le altre dell' Ottina \ come Santa Maria del- le Grazie all' Orto del Conte , e San Matteo det- to de' Difciplinanti , e Santa Maria della Punta della Comunità de' Saponari , e la Chiefa ancora de" Santi Crifpino , e Crifpiniano , coli' annefTo Confervatorio delle donzelle dell'arte de'Calzolaj; tutte le quali Chiefe frudiarono di ottenere il primato nello innalzare al ritratto del Re fon- tuoii , e bene illuminati baldachini .

Neil' Ottina poi di Capovana vi furono del- le cofe veramente degne di ammirazione : imper- ciocché oltre al ricco e bene illuminato balda- chino, eretto dal Capitano di eiìa , vi fu quello del Cartel di Capovana, oggidì Palagio della Gran Corte della Vicaria, e quelli del Monte, e Banco

de'

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de* Poveri , e del Mante della Mifericordia , e del Duomo , e delle Dame Clauftrali della Maddale- na , e de* Frati Agoftiniani di San Giovanni a Carbonara , e de' PP. Teatini de' Santi Apposoli , e de* Predicatori di Santa Catterina a Formello della Provincia di Lombardia , e de Padri Mini- mi di San Francefco di Paola , e de' Frati Fate ben Fratelli del Convento della Pace , e fin delle povere raccolte nei Confervatorio del Rifugio : tutti arricchiti di molti lumi di cera, tutti fatti con fplendidezza ; e , quel che più importa , con lincerò amore : per tacere dell' ampio Seggio di Capovana , ove quella infìgne NobiJtà fece ancor* ella rifonar le lodi di Sua Maeftà con ifcelta muilca , come di fopra è detto . Per tutta la con- trada ardeano nelle molte fineftre, e balconi de* Gentiluomini , e Titolati , molti doppieri di bianca cera , ed altri copiofì lumi in quelle de' popolani: e così ancora nella proffima Ottina di Forcella , che riputai! i'antichiilìma regione Termenfej ove il baldachino , eretto dal Capitano, contendea la maggioranza a quello del Convento di Santo A- goftino Maggiore , e a quello di Santo Agrippino de PP. Bafìliani , che pure erano de' migliori 5 non quanto le Chiefe aveano un vantaggio ini- mitabile , cioè che aveano ancora corredato di lu- mi e le facciate, e* campanili : le quali cofe , per eflèr la Città noftra tutta fui pendìo d'n rilevate colline , fèmbravano un* incanto a vederle dal ma- re in gualche di/tanza dal Molo.

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Nella fte/Ta guifa di pafTo in paflb era tut- to illuminato il quartiere della Vicaria Vecchia, ove non {blamente avea il Capitano fatto ogni fua pofla nello innalzare un baldachino fontuofo al par degli altri 5 ma eziandio i PP. Miniftri de- gl' Infermi , detti delle Croccile , e' PP. Pii Operar), che reggono la Parrocchiale Chicfa di San Gior- gio, e le Dame Claustrali del Moniftero, intito- lato il Divino Amore , e" PP. Predicatori del Con- vento di San Severo . E quindi feguiva l' Otti- lia di San Gennaro all' Olmo , così detta da una antichifllma Chiefa dello ftefTo nome , che fu ne' fecoli pafTati -detta San Gennaro ad Diaconiam : ove il Capitano Niccolò Rifpoli , facultofo Mer- catante di libri, fuperò la fteiTa folita fua magni- ficenza , nobilmente collocando il ritratto del Re tra damafchi chermisi ,ed argenti di valore , e dop- pieri , ed altri lumi di cera . E , per tacere de' pa- lagi di principali Baroni , e Cavalieri , abitanti in quel quartiere , e delle cafe di onorati Cittadini 5 aliai bene intefa fu la macchina di architettura eretta fuori del Portico della Chiefa di San Gre- gorio Armeno , volgarmente detta San Liguoro j la quale da quelle Religiofe Dame fu fatta al di fuori ornare . di copioiì lumi , e al di dentro di damafchi chermisi col ritratto di Sua Àiaeftà, in- nanzi al quale ardeano in otto gran candelieri di argento- altrettanti doppieri : ed altri Cei torchi ar- deano al di fopra in cornucopie anche di puro ar- gento ad onore di San Benedetto , lor Patriarca,

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dipinto in uno ovato medaglione . Meritarono an- cora molto applaufo le Religiofe Dame dell' e- gualmente antichiffimo Moniftero de* Santi Mar- cellino^ Fefto , che in maeftofi candelieri di ar- gento fecero ardere ancor' elle molti doppieri in- nanzi al ritratto del Re , oltre a' molti lumi , di cui fecero rifplendere la lor cupola, e '1 campani- le : e così parimente fu Ila facciata della Chiefa dirimpetto , dedicata a' Santi Severino , e Soffio , i Padri Benedettini della Congregazione di Santa Giuttina di Padova ; i quali anche col fuono di giulive trombe la felice venuta di Sua Mae/là fe- steggiarono . Più difpcnd'wfo però fu lo apparec- chio del Sacro Monte della Pietà : imperocché fotto le magnifiche volte di quel cortile , adorno <\i ricchi ccntrotagli , e di eccellentiffimi arazzi, fu formata come una gran Cappella , nel di cui fondo fotto fplendido baldachino collocato venne il ritratto di Sua A/faeltà , intorniato di ardenti doppieri , e di fcelti lavori di argento : e ne' iati furono leggiadramente difpofti due cori di m liti- ca i i quali iniino alla mezza notte le ben merita- te laudi della medefima Maeffà fecero rifonare. Anche la facciata esteriore di quell' infigne edifì- cio corrifpondeva all' interna ricchezza , così per la copia de' lumi , come per gli altri ornamenti.

Dalla mentovata itrada di San Gennaro ad Dìaconiam , e di San Gregorio Armeno , che an- ticamente appellava!! Vico Noftriano , falivafl al- la Piazza di San Lorenzo , anticamente Mercato

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vecchio: ove vedeafi il nobili/Timo , e bene illumi- nato baldachino , pofto fopra il balcone di quefta Eccellentiflìma Città 3 e poco più oltre quello del Banco di Santa Maria del Popolo 5 e quindi fulla ftrada , detta anticamente Augurale ( forfè dal Collegio degli Auguftali ) 1' illuminazione , e '1 bal- dachino eretto da' PP. Teatini , fulla facciata del- la lor Chiefa di San Paolo , che fu tempio de* Gentili , dedicato a Caftore e Polluce da Tiberio Giulio Tarfo, Liberto di Augufto. Voltandofì a deftra vedeafi anche il ritratto di Sua Maeftà melTo con molta copia di lumi da' PP. Minori Conventuali fulla porta minore della loro Chiefa di San Lorenzo , effendo la maggiore impedita dalla nuova fabbrica > ed anche troppo vicina al balcone della Città . Poco più innanzi fulla loro bellifllma facciata di bianco marmo aveano gli efemplari Padri dell' Oratorio di San Filippo Ne- ri nobilmente , e con molti lumi di cera , collocato fotto vago baldachino ili medelìmo ritratto : e di contro anche gli Orfanelli del Confervatorio de' Poveri di Gesù Crifro , con un Coro della lor mulìca . Nella parte fuperiore della Città , eh' è da quel lato , fecero altrettanto le Dame Clauftrali di Santa Maria Donna Regina , e quelle di San Giufeppe de' Ruffi, e quelle di Regi?ia Codi 5 e poco più oltre i PP. Eremitani del Beato Pietro da Pifa : e voltandoli quindi a deftra , facea va- ghiflìma moftra il baldachino , eretto dal rinoma- tiiìlmo Spedale di Santa Maria del Popolo, o fia

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degli Incurabili 3 e più in giù quello delle Reli- giofe Dame dell' antichiffimo Moniftero di Santa Patrizia .

Coloro poi , che da San Paolo andavano ver- fo occidente , incontravan torto il Seggio della Montagna, nobilmente illuminato di molte cere, e di ricchi paramenti addobbato , e rifonante di fcelta mufica : e pofcia il baldachino , eretto da' PP. Onerici Regolari Minori fulia facciata della lor Chiefa di Santa Maria Maggiore , comunal- mente appellata la Pietra Santa 5 una delle quat- tro antichiffime Parrocchie della Città : e più ol- tre quello delle Dame Carmelitane della Croce di Lucca , e quello altresì de* PP. Celerini fulla lor Chiefa , dedicata al Santo Pontefice Celeftino, ed appellata di San Pietro a Majella , a cagion eh' egli fui monte della Majella menò fanta ed eremitica vita. Nella grande ftrada poi, che va a riufeire alla Porta della Città , che dalla vicina Chiefa chiamali di Conftantinopoli , ammiravano i lumi , e' baldachini delle Religiofe Dame Dome- nicane , così del Moniftero di San Giovan Bati- fta,come dell'altro, dedicato alla Divina Sapien- za : punto inferiore era quello eziandio del Moniftero di ragguardevoli Cittadine di Santa Maria di Conftantinopoli.

Se qui noi voleflìmo di/tenderci , e far mi- nuto racconto di tutte le altre fontuofe lumina- rie , così di Ecclefìaftici , come di Secolari , che vedeanfi anche fuori le Porte della Città , e per

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quanto gli ampli/Timi Borghi fi eftendono , ei fa- rebbe opera da farne un più gran volume , ed anche da cagionare un gran tedio : dappoiché quantunque elle foffer diverfe per qualche acci- dente del più, e del meno 3 tutte però erano uni- formi nella foftanza : confiitendo in lumi di cera, baldachini , ritratti , fuochi artificiali , e cofe fimi- glianti .

Nulla però di manco , per non defraudare il merito della dovuta lode , tornando alquanto in- dietro a San Gennaro all'Olmo , onde ci dipar- timmo per falire a San Lorenzo j diciamo , che nella confinante Ottina del Seggio di Nido, va- ghiffimo fu il baldachino porto fulla facciata del- la loro Chiefa dalle Religiofe Cittadine , dimo- ranti nel Confervatorio della Nobii'arte della fe- ta fotto l'invocazione de' Santi Filippo, e Giaco- mo : e ragguardevole ancora quello del vicino nuovo Confervatorio di donzelle , a San Niccolò dedicato : come anche nella ftrada a finiftra (det- ta ne' tempi addietro il Vicolo de' Cara fi ) quello de' PP. della Congregazione di San Guglielmo, altrimente appellata di Monte Vergine : e più ol- tre a de/tra l' infigne apparecchio del Gran Col- legio de' PP. della Compagnia , fempre ferj , fem- pre nobili nelle cofe loro.

Il Seggio poi di Nido , effondo per se ìreffo un' ampio , capace , e maeftofo edificio , potè facil- mente venire adorno con altra fpezie di rilevata architettura , mefTa la più parte ad argento . In

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cima alla macchina era la (tatua del Re , pari- mente innargentata , e da per tutto fiammeggia- vano doppieri , ed altri minori lumi di cera : e perchè da due lati del quadrato edifìcio gli archi corrifpondeano fopra due piazzette di qualche ca- pacità 5 perciò aveano i curiofì dove fermarli , e fentir fenza incomodo le Iodi del Re , cantate da valenti mufici inllno alla mezza notte . Sul pro- fpetto della vicina Chiefa di Sant'Angelo era pa- rimente innalzato un vago baldachino, per ono- rare con accefì doppieri il ritratto di Sua Mae- ftà : ed anche fulla Regal Chiefa di San Domeni- co , detto il Maggiore , fondata , in vece dell' anti- ca della Maddalena , dal Re Carlo I. di Angiò, fratello germano di San Luigi Re di Francia : ed un' altro eziandio fulla vicina Porta del Banco del Salvadore.

Le Dame poi Clauftrali ài Santa Chiara , colla loro folita generofità , e con la particolare affezione, che in memoria del favio Re Ruberto, fondatore della loro Chiefa , portano conftante- mente ali'Auguita Regal Cafa di Francia, ereiTe- ro un fuperbiffimo baldachino ancor' elle fulla porta della loro Chiefa , abbondante di tanti , e ben difpofti lumi , che obbligavano i viandanti a fermarli in quel cortile per alquanto fpazio di tempo ad ammirare , con quanto acconcio modo folfe quivi onorato il ritratto del Re : punto era da difpregiarfi l' illuminazione altresì del loro celebrato Campanile: di modo tale , che chiunque

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volgea lo fguardo verfo il Seggio di Nido,vedea congiunti in belli/lima profpectiva tanti lumi , e fpezialmente quei di cera de' bei palagi di quella contrada , che pareagli di efTere in qual più in- cantato deliziofo luogo fìa ftato giammai ideato dall'ingegno de* Poeti , o dalla follia de* Roman- zato™. Dalla parte però di fopra , fu anche infi- gne il baldachino eretto dalle Dame claustrali Domenicane dell'antico Moniftero de* Santi Pie- tro^ Sebaftiano .

Anche fulla porta maggiore del famofo Tempio ad Gesti Nuovo i PP. Gefuìti della Ca- fa ProfefTa innalzarono un belliflìmo baldachino, e qual richiedeafi a così gran Piazza , ed a così ampia facciata . (blamente eravi di buon pen- nello il ritratto del Re , ma un gran quadro an- cora , in cui fìgnificavafi la cuftodia degli An- geli Santi , fcrittovi fotto il feguente paflb della Sacra Bibbia , alla ftefTa cuftodia felicemente ap- propriato :

Cuflodivit me' dn^elus ejus &1 bine euntem, & ibi commorantern Ì&" inde bue revertentem.

Più innanzi poi s* ingegnarono di non farfi vin- cere di magnificenza i Governadori del Banco , e della Chiefa dello Spirito Santo , così per quel che fi attiene a* nobili paramenti, come per quel che tocca alla copia delie ardenti cere : e nettam- poco i PP. Pii Operarj della Chiefa di San Ni- cola,

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cola, detta della Carità, dalla Piazza, fulla quale ella è fituata .

Fecero ancora il loro dovere i PP. Benedetti- ni della Congregazione Olivetana , fìtuando il ri- tratto del Re fui profpetto della loro Biblioteca, fotto un baldachino chermisi , col debito numero di doppieri . 1/ ornamento però di verde mortella, e* di lumi , che abbelliva con ingegnofa inven- zione la nobil fontana della fottopofta Piazza, detta di Monte Oliveto, non fu fpefa de' mede- fimi Padri, ma de* carrozzieri , e di altri artefici, che abitano in quella contrada , con intendimen- to del Capitan dell'Ottilia 5 meritevoli di com- mendazione per efferfì allontanati dalle idee co- munali nel!' onorare il ritratto di Sua Maeftà. Generalmente poi l'Ottina,che appella fi di Don- na Alvina da un Moniftero di Dame religione ( e quefto dall' antica Torre di Albino ) fece/ì molto onore 3 poiché tanto le fineftre de' Nobili, quanto quelle di onorati Cittadini , e Mercatanti, furono guarnite di torchi di cera . Il baldachino più. ragguardevole dee fenza dubbio riputar/I quel che fu eretto da' PP. Minori Oflèrvanti di Santa Maria la Nuova 5 in fecondo luogo quello del mentovato Moniftero di Donna Alvina 5 andò fenza lode quello del Regal Confervatorio di Donzelle fotto 1* invocazione di San Gennaro, fìtuato fulla ftrada maeftra .

Tanto fece il Comune della fedeliffima Cit* di Napoli , tanto i privati Cittadini di tutti

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gli ordini > e di ogni flato , per onorare il felice trionfai ritorno del fuo amantiffimo Signore : e più fatto farebbe/i a mifura del fervente comun defìderio , non il avelie avuto a lottare colla brevità del tempo 5 o per me' dire , la gran ventura di avere ricuperato la Regal Sede , non fufle troppo recente . Imperciocché per molto, che le arti della pace , e della guerra , incominci- no a rifiorire 5 ancor tempo ci vuole pria che fi- nifcano di rifanarfì le invecchiate piaghe . Verrà forfè un giorno , e preghiamo il Cielo eh* ei non fla molto lontano , che abbianfì a celebrar fefle di gran lunga maggiori , ed innalzare in bronzi , e in marmi perpetui Monumenti alla grandezza di un tanto Principe.

FINE.

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w5 5*5* *& SACRA REGAL MAESTÀ

Signore

GLi Eletti della Fedelitflma Città di Napoli porti a* regali piedi di Voftra Maeftà umil- mente l'efpongono, come avendo fatta difendere una detenzione delle fefte , che fi ferono da que- flo Pubblico nel felice ritorno della Maeftà Vo- ftra dal Regno di Sicilia , delìderano di pubblicar- la per mezzo delle ftampe , acciò non folo ven- ga in notizia di coloro , che non vi poterono cC- fer prefenti , ma perchè retti un perpetuo docu- mento dell' ofTequio ed applaufo in tal congion- tura fatto da' fuoi fedeliffimi Sudditi al loro vit- toriofo Signore. Supplicano perciò Voftra Maeftà concedergli la grazia di poterla dare alle ftam- pe , che lo riceveranno dalla fua Regal Clemen- za , ut Deus.

Tomrnafo Caracciolo Marchefe di Villamayna .

D Gio: Battijìa Pignatelli Marchefe S. Mar co.

Ottavio A4arìa Aiormile .

Alt chele San felice Duca d 'Acquarella .

Saverio Cai migliano .

Duca Giufeppe Brunaffo.

Re-

A

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Rea'itts in Neapolìtana Studiorum Tlnìverjìtate Theologià 'Jl forai fs Profeffor R. DXajirenJti Scaja revideat,& in /cripti! refcrat .Neapoh die io. menjti Novembri! 173 f.

C. GALIANUS ARCHIEP. THESSAL. CAPELLANUS MAJOR .

Vendo per ordine di Monfignor D. Celeftino Galiano Ar- civefcovo di TeiTàlonica Regio Cappellan Maggiore del Regno riveduto il libro intitolato : Descrizione delle fejìe cele- brate dalla FedelìJJìma Città di Napoli per lo gloriofo ritorno dall' imprefa di Sicilia della S. M. di Carlo "Borbone &c. non Vi ho ritrovato colà alcuna che fuiTè , o alla Real Giurifdizione, e Regj dritti contraria , o a* buoni coftumi ; che anzi con vi- vezza di itile dimoftra la dovuta divozione di tutti gli ordini '<h quefta Fedeliffima Città verfo la M. S. onde Aimo poiìà, darfi alle pubbliche ftampe. Oggi xnr. Novembre mdccxxxv.

Cajìrefe Scaja Dottor* e ProfeJJbre di S. Teologia «

Die 22. menfìs Novembri! ìfif.Neap.

VJfo Re/ cripto S. R. M. /ab die 1 6. currenth menJÌ! , ec re~ latione JaBa per Referendum D. Cafìrenfem Scaja de com- tnifjìone Reverendi Regii Capelloni Major h , ordine pr afata Ma- jejtatis

Regali! Camera S ancia Clara providet , decernit , atque mandata quod imprimatur cum inferiti forma prafenth fupplich libelli, & approbationis ditli Reverendi Reviforh ^verum in publicatio- ne ferva ur Regia Pragmatica . Hoc fuum.

ULLOA PRiES. ROCCA. MAGIOCCO. VENTURA. DE ONUPHRIO.

Maftellonus.

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