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Blainville (3), Eschscholtz (4), Jaeger (5), Quoy e Gaimard (6), Agassiz (7), Brandt (8), Dujardin (9) e Grube (10) vi hanno oggigiorno apportato immensi miglioramenti sistematici. Io seguo la distribuzione generica delle o/otu- rie annunziata da quest'ultimo , che più degli altri zoologhi ha avuto occasione di esaminarle vive, soprattutto quelle del mare napolitano e sicolo. Attesochè è cosa difficilissima dare norme intorno a'loro specifici caratteri, molto più qualora non abbiasi la sorte di contemplarle vive. Sono di parere che, a preferenza del diametro e colore del corpo, si dovesse attendere al numero ed alla forma de’ ten- tacoli, alla diversità di figura e posizione delle papille coniche o cilindriche, alla crassezza de’ comuni integumenti, a’ particolari de’ pezzi ossei peri-esofagei. Le o/oturie arrecano massimo travaglio a chiunque brami acquistarne esalta conoscenza notomica. Tanto ciò è vero, che ora hansi nozioni troppo superficiali sulla intima loro struttura. Colonna, Bohadsch, Muller, e Cuvier ne han formato obbietto di seria occupazione : ma quello, che questi sommi uomini ne conobbero, era assai poco in riguardo a ciò, che restava a scoprirvisi. Imperocchè il semplice contatto di qualunque corpo , che vada ad urtarle; la trascurata rinnovazione dell’acqua marina, in cui stiano conservate ; il più leggiero suo ondeggiamento ; riescono potentissimi stimoli da farle contrarre in maniera, che ne venga impedita la disamina. (1) Descriz. zoolog. ed anat. di alcune spec. (6) 7oy. de l'Astrolabe. Paris 1834, fig. di olotarie Mem. letta nella torn. del I. Istit. (7) Prodrome d'une Monogr. des Radiar. d'Incoragg. de 4 gen. 1823 (Mem. su gli anim. ou Echinoderm. (Ann. des sc, nat. 2.° ser. Pa- s. vert. Nap. 1823, I 77-116; II 67-71). ris 1837, VII 257). (2) Regn. anim. Paris 1836, III 238-240. (8) Prod. descript. anim. a Mertensit obs. (3) Diet. des sc. nat. Paris 1830 LX; Man. 1835. d'Actin. Paris 1834, p.188-197, Atl.12-13; Suppl. (9) Lamarck Z/ist, nat. des anim. s. vert., 1836, p. 647-652. 2.° éd. Paris 184o, Ill 439-466. (4) Zoolog. At. 2tes. Hest. p. 12. (10) Aet. Ehinod. und Wiirm. des Adriat. (5) De Holothuriis dissert. inaug. Turici und Miittelm. Koenigsb. 1840,4.° fig., p. 33-42. 1833, 4.° fig. 4a Dopo le ricerche di Colonna, Redi, Planco, Bohadsch, Muller, Cuvier è noto a bastanza, che siffatti animali caccino fuori l’addomine l’intero canale degli ali- menti, la metà dell'organo respiratorio, e’l gruppo degli organi genitali. Or a cagione dell'ostacolo annunciato , che io per lo spazio di più mesi non aveva mai potuto superare, risolvei di abbandonare il mio proponimento, ad onta che la loro notomia fosse ancora incerta, e pochissimo inoltrata (1). Ma nel gittare parecchie oloturie, che conservava entro lo spirito di vino, vidi che fortunatamente una di esse presentava l’enterico tubo nella ordinaria posizione. In proseguimento sono ricorso a molti ritrovati onde schivarne l’ uscita, senza averne ottenuto verun felice successo, a causa del cuoio fibro-cartilaginoso del loro corpo. Ne è assai scarso il numero soggettato al coltello notomico. Bohadsch fece lo sparo della 0. #u80/osa, Muller quello della 0. e/egante, Cuvier ha ripetuto la sezione della prima, e delle pentatte. Io, oltre le medesime, ho dissecato le o. massima, Colonna, impaziente o mammata di Grube, Forskahliana, triquetra; le pentatte; i fillofori, ed altre specie che, non essendo ancora descritte dagli zoologisti, mi danno argomento di rendere sempreppiù onorata la memoria di varî miei dotli concittadini. I. DESCRIZIONE ZO00LOGICA. GI. Camopora ( Coamopora EscascHoLTz ). Corpo cilindrico vermiforme senza distinzione di dorso, e di ventre; cute sottile, sfornita di piedi ; tentacoli allangati, cilindrici nella base, ditati nell’ apice; mancanza di albero respiratorio? C. Delle-Chiaie ( ch. Chiaii GRUBE ) Dodici tentacoli cilindrici, non molto lunghi, terminati da quattro punte, in- torniano l'orifizio della sua bocca. Ha il corpo cilindrico, spesso interrotto da strozzamenti, talehè non ne ho mai avuto un individuo completo, ma pezzi lunghi quattro in sei pollici ; papilloso e scabro nella superficie esterna con cinque fascie longitudinali, giallastro tendente al rossiccio con varî puntini. Di rado pescasi e con faciltà rompesi in varì pezzi, come succede pel corpo degli Anellidi. Grube(2) l’ha creduta diversa dalla 0. aderente di Muller, elevandola a nuova specie, che intitola a me Ties (1) Al 1822 io non conosceva il classico lavoro p.65, 74, 79, 186, 192, 193); Wagner(Ze4rd. der di Tiedemann(Anat. der. Rohrenhol. Lands.1816, vergleich. anat. cit.121, 78, 158, 194, 300, 372) S09.fig-.p.1-30,pl. HV):ringrazio Ferussac Bu//. del compatimento accordato a questa mia memoria. des sc. nat giug. 1828; Biainville (Man, d'Actn. (2) Echiderm. 41. 6 II. OLororiA ( HoLornurIA MuLLER ). Corpo quasi cilindrico, più convesso nel dorso, che nel ventre ; bocca rotonda alquanto intera innanzi, ano orbicolare in dietro ; tentacoli venti peltato-incisi ; piedi cilindrici lunghetti, papille coniche o tubolose nel dorso. I ) O. tubolosa (h. tubulosa Gw. ). Ha venti tentacoli peltato-incisi; cinerei ; il dorso fosco con papille sì coniche biancastre presso l’apice affatto nero, che tubolose fornite di areola terminale or- lata di nero e con simile punto centrale; il ventre è bianco screziato di fosco, corredato di sole papille tubolose allo stesso modo macchiate. È la più grande di tutte le nostre o/oturze, e capace di allungare il corpo almeno per due palmi. Dall’ano aspira gran copia di acqua marina e la caccia, quando siansene oltremodo riempiute le cavità respiratoria ed addominale, giugnendo a pesare tre in quattro libbre. Acconsento a Blainville (1) e Dujardin (2), qualmente l'o. CavoZini e Petagnasieno varietà dell’attuale specie; ma essi, Jaeger (3), e Grube (4) debbono meco convenire esserne pure altra varietà la o. Co/onna, che sulle orme di Cuvier da me (5) e da loro fu elevata al posto di specie distinta: alla quale Grube ezian- dio riporta la o. Cavolini. Da niuno zoologista moderno se ne è mai divulgata la figura ; ciocchè contesta la incertezza de’ suoi caratteri. Quella che ne ha dato il nostro concittadino non manca di verisimiglianza, peraltro quando ella aveva già evacuato il tubo enterico. Entro il suo albero respiratorio , anzichè nelle budella sempre piene di sterco, abita un piccino e singolare ofidz0, che non aveva mai visto prima del 184o, differentissimo dallo. puntato da me spesso rinvenuto nell’o. #r- quetra, e dal Colonna (6) arruolato fra’ chimerici racconti de’ nostri marinari. 2) O. Forskahliana ( h. Forskahli DeLLe Cmare ). Non se ne è tenuto affatto conto da naturalisti; poichè Forskhal (7), essendo morto durante il viaggio in Egitto e nell'Arabia, ne restò la sola figura, che avrebbe dovuto essere alquanto più esatta. Possiede venti tentacoli ialino-foschi , molto lunghi e crassi. Ogni divisione primaria del loro lembo è distinta in tre rami, ciascuno de’ quali in altri, ed in piccole incisioni, che allungansi come una (1) Man. d'Actin. 192. Egli soggiugne: L’e- (4) Echinoderm. 35. spéce que Cuvier nomme H. Columnae n'est cer- (5) Mem. I rr. tainement l’ espece decrite par Columna ; car ce- (6) Ajunt (piscatores) ex illo oriri pisces lui-si dit qu'elle n'a que dix appendices buccaua, illos oblongos, rubentes, veluti fascia, quas ipsî, tandis que M. Delle Chiaie en donne vingt a la cipolle , @ colore forsitan appellant: nos Taenias sienne. denominamus: an vera referant credulorum arbi- (2) Lamarck Anim. s. vert. II 450-54.. trio stt ( Aquat. et terrestr. anim. observ. 21}. (3) De Holothur. 22. (7) Icon. rerum natur. Haun. 1776, p. 12. 4 foglia pennatifida. Le papille del dorso sono coniche, acuminate e bianche per buon tratto della punta, ove hanno un’areola nera. Quelle del ventre sono tubo- lose lunghissime , bianchicce nell’apice col solito puntino negro , ed abbastanza separate, tranne la filiera esterna, che fra l'una e l’ altra in grazia dell'epidermide presenta cutanea briglia. Il longitudinale e traversale diametro del suo corpo, che vedesi verde tirante al bleu-vellutato, è ben contrassegnato nella figura di Forskahl. 3 ) O. Poliana (hh. Poli DeLLe CmArE). Ha venti tentacoli biancastri, divisi in quattro lobetti laciniati. Nell’anello dell’atrio della bocca evvi una fila di papille cilindriche, e bianche nella metà superiore. La stessa disposizione rilevasi nelle papille del dorso, e del piede; le quali ne tre quarti della loro inferiore lunghezza sono dell’ istesso colorito del suo corpo, che sopra e sotto è giallo-nericcio, e bianche nel rimanente : carattere che esclusivamente vi appertiene. Bisogna avvertire, che le papille ventrali sieno più lunghe delle dorsali, e tra queste osservansene alcune coniche curve come gli aculei della rosa alba. 4.) 0. Santoro (h. Sanctori DeLLe CHAIE ). Tiene venti tentacoli lunghi mezzo pollice, bastantemente larghi nell’apice, separati in quattro lobi alquanto profondi; ciascuno de quali suddividesi in due pezzi graziosamente incisi. Talune papille del dorso somigliano ad una poppelli- na, avendo una zona biancastra nella base, e le altre in maggior numero delle precedenti sono appena coniche, poco rilevate. Nel ventre ha le papille tubolose affollatissime e lunghe. Quelle del margine esteriore, mediante l'epidermide, che alquanto sollevasi, restano di tràtlo in tratto insieme unite. Ha il dorso giallo-scuro, el ventre ceruleo-fosco. Grube meco conviene de suoi specifici caratteri. d) O. triquetra (h. triquetra DeLe CIME ). Ha venti tentacoli peltato-ramosi, più moltifidi di que’ della o. massima e Santoro, cui non somiglia pel colorito gialliccio in su tempestato da otrelli foschi, e giù roseo in mezzo, bianco-gialliccio ne lati. Il suo corpo osservasi scabroso, convesso sopra con papille coniche fornite di tubolini laterali marginali, e tu- bolose soltanto lunghesso la linea mediana, tutte rare, le grandette alternate colle piccole, soltanto due grandissime presso l’ano; e piano sotto, ove anteriormente ha la bocca, attorniata da grosse papille. Morta raccorcia enormemente il corpo e pella descritta forma piano-convessa è chiamata pagnottella da’ marinai. In siffatto stato la vidi, quando nel 1825 ne scrissi la frase specifica, ora riportata in Lamarck. Non è tanto sensibile al toccamento da evacuare subito le intestina. ( III. Sponaniro ( SrorApipus BraAnDT ). Corpo cilindrico, eguale, rotondato ne’ due estremi ; tentacoli venti, peltati. Genere che parmi poco o nulla distinto dall’ o/o/urza, tranne per la sola uniformità delle papille tubolose nel dorso e ventre. 1 ) Sp. Stellati (sp. Stellati DeLLe CaAIR). Diciannove tentacoli piuttosto corti, cenerognoli; e nel contorno incisi, fanno corona alla sua bocca. Le papille dorsali sono cilindriche, rare, differendo dalle ventrali soltanto per la brevità. Il corpo sopra è bleu con macchie bianchiccie, ed inferiormente cenerino. Esso è.stato pure osservato da Grube (1),che vi nota da dodici ‘diciassette a diciannove tentacoli. Questo sporadipo è privo del tessuto fibro-cartilaginoso, da cui viene promossa la uscita del canale enterico, che a mio avviso sarebbe carattere esclusivo delle specie del genere precedente. ( IV. Ficcororo ( PavLLornorus GruBE ). Tentacoli ramificati come albero, papille surte ‘da tutta la superficie del corpo, senza disposizione quintuplice. 1 ) /°. pennello ( ph. penicillus GRUBE ). Tl sospetto promulgato da Blainville, che il medesimo fosse l’ apparato dentario di qualche o/oturza, fu troppo giusto; quindi meritevole di cancellarsi, come ha fatto, dal numero delle specie. Imperocchè prima io credeva lo stesso, non cono- scendone l’animale, che per la scienza è ora di nuovo acquisto. Ha esso il corpo bianco, fatto da pareti poco doppie con papille tubolose da per ogni parte, ed alquanto affollate. La bocca è intorniata da dodici tentacoli ramosi pennatifidi , de quali otto appariscono più grandi dei rimanenti quattro. Epperciò convenne, che io ne riformassi la frase specifica, che Dujardin (2) ha poscia riportato. 2). fuso ( ph. fusus GrUBE ). Ha il corpo cilindrico munito di papille ossee coniche con spigolo cristallino elevato dal centro, aspro al tatto, giallo-fosco punteggiato di nero. Dieci ten- tacoli alternativamente ramificati, bianchi, macchiati di giallo-rossiccio, intor- niano l’atrio orale. Nelle vicinanze della cloaca ha taluni corpicini curvi pieni di bianca materia granosa. Ne ho veduto un individuo a cute scabra, in grazia di piccole papille litoidee, munite in cima di stelluccia spinosetta. (1) Echiderm. cit. 37. (2) Lamarck Arm. s. vert. II 446. 6 V. Pentarta ( PentactA GoLpruss). Corpo cilindrico, ovale-bislungo, corredato di tentacoli pennato-ramosi, e di cinque serie di piedi. Non credo troppo naturale la divisione fattane da Brandt a forma pentagona o cladodattila, e cilindrica oppure dattilota ; attesochè essa in gran parte deriva dall'acqua marina, che ne riempie l'albero respiratorio, e poco o nulla diversificante da quello delle o/oturze. I ) P. pentatta ( p. pentactes GoLpFUss ). Corpo rotendo, attenuato avanti e dietro, scabroso, crasso, rosso-fosco su e bancastro giù; dieci tentacoli bipennatifido-foschi , ossia cinque lunghi alternati co'rimanenti corti, attaccati all’atrio orale bianco-rossiccio; papille tubolose in cinque coppie longitudinali. Io riferisco qui la presente specie più affin di non gravare la scienza di ulteriori nomi, che per intrinseca sua natura. 2) P. doliolo ( p. doliolum GruBE). Corpo cilindrico, ristretto ne’due estremi, rosso-cupo, con macchie più fosche, papille tubolose fornite di apice bianco, disposte in cinque fascie longitudinali, ognuna di due filiere. Tentacoli otto, talora nove, qualche volta dieci, ramificati e finiti in molte laciniette ; atrio della bocca a foggia di proboscide che facilmente | si allunga, ano ristretto. Le pareti del corpo sono crasse callose, avendo nella superficie esteriore le papille appena discernibili colla lente. Quantunque Gru- be (1) sia inclinato a considerare questa specie diversa da quella di Pallas, pure io sono di contrario avviso: anzi qui riunisco le sue cl. doliolo , Dicquemare , od al più potrebbe esserne distinta la seguente. — La quale ha de’dieci ten- tacoli, due più piccoli, ognuno flessuoso crasso nella base, fornito di rami alterni di primo e secondo ordine laciniati, avendo l'atrio della bocca, che rovescia in fuori, nerognolo screziato di puntini biancastri. Mostra il corpo pentagono colore castagna, spesso macchiato di fosco ;ed offre cinque duplici serie di papille tubo- lose, l’ano cinto da papilluccie ; empiuta di acqua fondeggia, spesso si strozza, poi screpolansene i comuni integumenti. 3 ) P. cocomero ( p. cucumis BLAINVILLE ). Corpo fusiforme, crasso ; atrio della bocca con dieci tentacoli eguali, ramoso- pennati in cima; cinque gemine filiere di papille puntute. Blainville meglio di Risso ha tracciato le note distintive di questa specie, da Planco confusa colla p. doliolo. A) P. Planciana ( p. Planciana DeLLE CHIAIE ). Fin dal 1330 essa fu da me (2) destinata ad onorare la memoria di Planco (1) Echinod. cit. 39. (2) Mem. tav. XCVI 8-9. 7 benemerito scrittore sulle cocomarze, ed illustrata da analoga figura; forsi corri spondendovi la cladodattila siracusana descritta da Grube (1) nel 1840. Ha pure dieci ineguali tentacoli ramoso-pennati, cinque duplici longitudinali serie di papille tubolose, oltre le piccine coniche nelle quintuplici aie intermedie, ano con cinque ossetti. 5 ) P. tetraquetra ( p. tetraquetra DeLLe Ciare ). Tiene il corpo levigato rosso-fosco, rare volte con macchie nericcie, avendo qualtro faccie, ne’ cui angoli escono. due filiere di papille tubolose. La bocca è circondata da dieci tentacoli ramosi, quasi pennati, macchiati di giallo-fosco. L’ano sta cinto da papille acuminate. Pescasi di està presso Miseno ed Ischià, dove arriva da’siti caldi. La figura, che ne ho dato, è stata desunta da individuo già conservato nello spirito di vino, non avendola mai vista vivente. Dujardin (2) la considera, se non ne fosse una mostruosità , valevole a stabilire particolare divisione. Le o/oturie mentovate sono frequentissime nel cratere di Napoli. Le 0. #ubo- Zosa, massima, elegante, Colonna, Poli, Santoro ; le pentatte pentatta, cocomero, doliolo, più di rado la P/anciana; i fillofori ec. abitano fra gli scogli di questa Capitale. La o. Petagna, e lo sporadipo Stellati nel mese di settembre 1822 pescaronsi fuori il nostro littorale. Le o. @mpaziente , e Forskahliana ne tem- porali del mese di marzo 1822, e nell'inverno del 1840 furono prese vicino Ca- stellamare. La o. friquetra pescasi colla rele presso Ischia, Capri, o fuori la nostra rada. Essa e le altre specie per lo più si attaccano colle papille ventrali a’ corpi sottomarini; si muovono in mille guise; più o meno guizzano come la murena; ma sempre aprono e chiudono lano, ora immettendo l’acqua ed altre fiate cac- ciandola a lunghi getti. Si cibano di limo fangoso, che per lo più contiene infusori e vermicciuoli. I suddetti animali appo noi non curansi affatto: anzi da taluni sono evitati per l’oscena voce di cazzo marino, datoli dal volgo ; sono molto più schifati principalmente nell’atto , che cacciano il tubo intestinale, e l’ovaia, spargendo graveolente odore. Pallas riferisce che l'o. fdo/osa seccata serva di cibo a’ Chinesi. Qualche amico mi ha assicurato, che la medesima preparata ad insalata mangisi dalla gente povera di Bari e di Monopoli, che la chiama pi3z0 marino. Ha bisogno di molta bollitura per ampliarsi le maglie del suo tessuto fibro-cartilagineo. La sola miseria, o pure la ghiottoneria per le produzioni marine, possono renderla aggradevole al palato. (1) Eehinod. ho. (2) Op. cit. II 443. II. DESCRIZIONE NOTOMICA. I) Comuni integumenti. Il primo inviluppo delle o/ozurze è l'epidermide che, secondo le varie spe- cie ed i differenti siti del loro corpo, appare più o meno sottile. Vedesi di fatto sufficientemente doppia nella 0. Santoro, da cui colla macerazione riesce agevole distaccarsi. Però nella o. 2riquetra essa con faciltà si lacera ed è meno scabrosa di quella del fi/Zoforo fuso. Nella o. Poli, introdotta l’acqua ne’ sottoposti tessuti, l'epidermide dilattossi talmente, che mi fece vedere essere provveduta d’infinitis- sime aperture, che senza la suddetta preparazione difficilmente potevansi scoprire col soccorso delle lenti. Tali orifici coll’orlo bianchiccio danno uscita al moccio, che spalma la superficie esterna del corpo delle o/oturze. Desso mostrasi fosco, tenace, filamentoso, a norma delle varie loro specie è anche più o meno scarso; e dalla tinta sua hassi forse da ripetete il colorito delle diverse o/oturie. Debbesi però avere l’ accorgimento di togliere quella cotenna, ch’ esse esternamente of- frono, dipendente dalle immondezze impaniate col moccio suddetto. La cute risulta da fibre molto avvicinate, essendo bianchiccia, un paio di linee fitta, simile ad una pergamena nella pentatta doliolo, vieppiù crassa nella 0. friquetra. Onninamente manca delle glandule mocciose ammessevi da Jaeger. All’infuori de’ prefati integumenti ravvisasi il terzo fibro-cartilaginoso in quelle specie, che secondo Lamarck apparterrebbero alle fistolarze. Reciso fa conoscere la successiva disposizione di fibre tendinee parallele. Le quali colla macerazione appaiono in diversi strati, variamente incrocicchiate in mezzo ad un tessuto molto disposto ad inzupparsi di acqua, capace di massima dilatazione e contrazione, non ignota al Colonna (1). È di tessitura fibrosa, compatto, di facile raccorciamento, poco differente dalla tunica del corpo cavernoso del membro genitale umano, e da dieci a venti linee crasso. Esso e la cute bentosto risolvonsi in filamentoso materiale. Gl’integumenti or ora disaminati non formano lo essenziale inviluppo delle oloturie; giacchè hanvene altri, che più d’appresso vi proteggono le viscere. Questi egualmente, che i primi, sono sfuggiti alle ricerche di Bohadsch e Cuvier, avendoli tutti confusi col nome di cute. Per osservarli fa mestieri sezionare a mano sospesa il dorso di qualunque o/oturia , spezialmente delle panzatte, onde separare il tessuto fibro-cartilaginoso da que’che seguono. Le tre tuniche, delle (1) Manibus quidem vivens (pudendum re- srumpatur potius, quam cedere velit, ita durum gale piscatorium) exceptum se sentiens, adeo se evadit, atque disrumpitur { Aquat. 27). contrahit, utrinque se crigens maxima vi, ut di- 9 quali mì occupo, sono quelle, che sostengono l'attacco de' cinque muscoli longitu- dinali, acquistando dietro la contrazione de’ medesimi infinite rughe traversali. Bohadsch la ha credute continuazione delle fibre de muscoli sottoposti. Opinione, che anche io confermava, se non fossi riuscito a trovarne il filo. La prima membrana dunque, o sia l'esterna, alquanto fitta, è provveduta di macchie nere orbicolari, che nello sporadipo Stellati, essendo assai larghe, traspariscono a tra- verso la cute e cuticola. La seconda tunica, o media, è fatta da fibre carnose cir- colari, donde dipende il ristringimento del diametro traversale del corpo delle oloturie. Il terzo inviluppo, o meglio l'interno, disseminato di punti rosso-gial- licci, per la struttura somiglia al peritoneo dell’uomo. Da esso proviene il mesen- terio, e la veste esteriore dell'albero respiratorio , degli intestini, degli ovari o del dutto spermifero, rinchiusi nel dell’addomine; ma riesce d'impossibile sepa- razione. 2) Sistema osseo. Dentro l'atrio orale del fi/Zoforo pennello evvi una corona di corpi cartila- | ginei. Nel perimetro esteriore del principio dell'esofago di tutti questi Echinodermi ravvisasi anellosa filiera di pezzi di simil natura, che, facendo in parte le veci di denti o di mascelle, servono per stritolare al miglior modo possibile il bolo degli alimenti. Questo anello, oltre i cinque denti descritti da Bohadsch, da Cuvier, ne possiede ugual numero nella maniera seguente disposti. Tra un dente grande, e l’altro delle o. 4udoZosa e triquetra havvene il terzo più piccolo, e mercè due laterali faccette articolato co precedenti. Una membrana provegnente dal peri- toneo gli copre da per tutto. Ogni dente maggiore di triangolare figura , nella faccia esterna gibbo, e nella interna concavo, ha la base semi-lunare col margine rotondato. Dippiù offre due angoli in giù, una coppia di faccette articolari nei lati, ed altrettante apofisi rotondate nell’apice. Cadauno dente minore pella base, pe lati, e per le faccie, tranne la punta che è unica ed acuminata, mirasi confor- mato alla stessa guisa de’ precedenti. Spesso i denti maggiori e minori , secondo le specie di o/ofurie, sono più grandi, ed esternamente forniti di tenui solchi; apparendo della forma di x nella p. penatta. Dalla loro mutua unione poi risulta una corona di denti. De quali contansi nella p. /etraguetra dieci eguali fra loro articolati, ed ognu- no ne ha quattro altri uniti in serie decrescente, e aderenti ad una delle duplici divisioni de’ cinque muscoli longitudinali. La p. dolzo/o ne ha pure dieci , cioè cinque grandi ed altrettanti piccoli alterni, essendo questi trigoni e quelli bilobati. Quali denti sono semi-triangolari nel fi//oforo fuso: dieci nel f. pen- nello, cioè i piccoli trigoni , distinti in parte superiore acuta ed inferiore bifida ; 4 db 10 ed i grandi risultano da un pezzo superiore quasi rettangolare, diviso dalla punta sino presso la base, dove articolansi con altro pezzo semilunare, connesso con uno de prolungamenti del dente minore, costando ognuno da quattro pezzi ossei. Questi in una sua varietà crescono di numero, avendo terminale ametto. Io li so- miglio ad una vertebra : la loro sostanza appare alquanto dura, friabile, granosa. AI microscopio nel cuoio cartilagineo spappolato delle o/oturze veggonsi immensi spigoli litoidi cristallini, ognuno risultante da varì pezzettini. I quali compongono le papille cutanee del fi/Zoforo fuso, fatte da coni ossei imbutiformi pertugiati nel centro pel passaggio delle arterie dermoidee , esternamente muri- cati, e da analoghi pezzetti orbicolari intermedi ; essendo essi semplici, terminali in quelle del f. penne//Zo. Ciocchè fu da me (1) avvertito prima di Ehrenberg. L'o. triquetra ha la epiderme fatta da rete con punto centrale, ma pel microscopio vi ho scorto varie distinte areole a guisa di poppa; dippiù la reticella sembra costrutta di spatico e trasparente filo. Questa particolare forma epidermica la ran- noda alla struttura del guscio degli echenz e spatanghi; cui perfettamente somiglia quella de denti, e de’ peniformi loro corpi, che in seguito qui saranno ampiamente descritti, quindi poco dissimile da’ pezzi vertebrali, e da’ cerebriti o tubercoli spatici (pène) delle asferze (2). 9 ) Sistema muscolare. Dalla faccia inferiore, e precisamente nel punto di articolazione, che fassi tra il dente maggiore e’ minore delle o/o/urze, partono moltiplici legamentucci , che aderiscono alla esterna tunica esofagea. Lo spazio fra’ i denti grandi e piccoli del- la o. triquetra è occupato da lamina muscolare, che neppure sfuggì a Bohadsch nella o. #u0olosa; essendo assai largo nella pentatta doliolo. Alla banda interiore di ambedue le apofisi de loro denti maggiori inseriscesi la coppia di lacerti dei cinque nastri muscolosi longitudinali, che nell'altro estremo finiscono all’orifizio della cloaca. Questi muscoli mercè taluni piccoli filetti carnosi si legano alle tuni- che interne del corpo. Se non che è d’avvertirsi, qualmente nelle penzalte e nei Sillofori ognuno in mezzo al corpo separasi in due ineguali porzioni, attaccando- sene la breve e gracile perfettamente libera a’ denti, e l’altra termina nel perimetro boccale. Essi sono roseo-sbiadati nelle 0/oturze, rossi nelle pentatte, e ne fillofori: con validissima contrazione allargano la corona dentaria el foro della cloaca, favo- rendo puranche il raccorciamento delle accennate membrane. La medesima dentro l addomine scorgesi intorno intorno provveduta d’ ingente numero di piccoli (1) Mem. Nap. 1828, III 68. che parmi analoga a quella contenuta nel sacco (2) Il membro genitale dell'o. doliolo é lun- delle asterie ( Mem. cit. Il 67). ghetto flessuoso pieno di sostanza quasi ossea, II lacerti carnosi, or più ed or meno lunghi attaccati alle addominali pareti. Il tronco dritto dell'organo respiratorio è mantenuto in faccia al corpo mediante una serie di muscoletti, disposti presso a poco a ventaglio. Egli è abbastanza noto, che le o/oturze in grazia delle papille del ventre cangino sito, e si fissino benanche agli scogli. La tessitura loro, e quella delle dorsali, è analoga agl’inviluppi cutanei esterni, di cui sono continuazione. Deb- besi considerare come mera supposizione di Bohadsch l’esistenza de’ muscoli esten” sori, e corrugatori delle stesse. Tale movimento hassi da ripetere dal tessuto di cui fan parte, e dalla contrazione delle pareti de’ canali, che nell'interno vi pas- sano. Con le stesse l’animale talmente aderisce a’ corpi, ai quali vuole fissarsi, che difficoltoso riesce distaccarnelo. Ho spesso veduto, che tenendolo entro un vaso di porcellana pieno di acqua marina, erasi attaccato in modo alle sue levi- gate pareti colle suddette papille, che laceraronsi piuttosto in vece di cedere alla forza distraente. 4) Canale degli alimenti. L'ambito esterno, o meglio l'atrio della bocca, offre un cerchio rilevato in tutte le o/ozurie, che a piacimento dell'animale si chiude, ed apre. Il suo orifi- zio circolare, alquanto prominente, della larghezza del cannello di una piuma d'oca, è posto nella parte centrale. All’intorno vi sono attaccati i tentacoli, i quali, tutte le volte che si contragga lo sfintere, restano racchiusi nella predetta cavità; poichè nel caso opposto veggonsi sporti in fuori, e più o meno allungati. L’ esofago incomincia dall’orlo boccale, poi man mano restringesi, essendo - poco giù soggetto alla lacerazione, che accade solto le forti corrugazioni, che os- servansi nel corpo di tutte le o/oturie. Nelle pentatte cocomero, Planciana e doliolo esso è muscoloso imbutiforme, manifesta patente contrazione, raccorciandosi nei margini recisi. Detti animali, tranne la 0. u00/0sa, sono quasi privi di un'amplia- zione da nominarla stomaco. Il canale degli alimenti tortuosamente discende pel lato destro del corpo fino al principio della cloaca. È desso il duodeno, di colorito gialliccio. Quindi il tubo enterico si curva alla banda opposta , dove vedesi pieno di materie fecciose, ascendendo verso la corona de’ denti. Di là dirigesi di bel nuovo a diritta, fiancheggiando il lembo interno della sua primiera girata. In fine flessuoso , ed incrocicchiato col tronco sinistro dell'apparato respiratorio , sbocca nel cavo della cloaca; avendo il contorno increspato, che adempie all’inca- rico di sfintere. Il canale degli alimenti è sostenuto in sito dal mesenterio , che ne segue il corso. Le budella sono composte dalla membrana sierosa esterna, continuazione del mesenterio, che deriva dalla tunica interna de comuni integumenti e fornifa 12 di piccoli punti rosso-ranci , dalla media fibrosa, finalmente dalla mocciosa in- terna provegnente da quella, che fodera l'atrio della bocca. L’ esofago in luogo di mesenterio sta circondato da valida membrana, che si attacca agli angoli esistenti nella base della corona dentaria, indi a sinistra aderisce alle tuniche interne de’ comuni integumenti. Ecco perchè il medesimo sotto le intense contrazioni del- l’animale resta sempre al suo posto. Le pentatte, i filVofori, non cacciano il tubo enterico e le parti adiacenti fuori del corpo, come praticano le o/oturie. Quello è dieci volte più lungo di questo appo il f. penne//o. Le glandule salivari, che Tie- demann ammette, non sono state rinvenute da Blainville (1) e da me (2). 5 ) Apparato respiratorio. La cloaca ha la figura ovale, il di cui orifizio esteriore nella pentatta coco- mero ha parecchi vasellini bianchi flessuosi paralleli, essendo largo il doppio di quello della bocca. Al destro suo lato accade la rottura cagionata dall’urto degli intestini lanciati fuori il corpo delle o/ofurze, laddove Muller erroneamente rico- nosce una valvula. Qualche volta ho osservato tale lacerazione presso il forame dell’ano. Io attribuisco questo fenomeno alla delicatezza del mesenterio, ed al mancato equilibrio tra la forte contrazione del tessuto fibro-cartilagineo, e le sot- tilissime pareti della cloaca: le quali, mediante un urto sì violento, sono obbligate di cedere, e quindi lacerarsi. L'apertura dell'organo respiratorio è situata a destra della cloaca. Esso dividesi in due tronchi principali , diretti uno per detto lato, e l’altro sta in mezzo al canale digestivo. La sua descrizione devesi a Cuvier ; giacchè Bohadsch non ne fece menzione e Muller, da quanto apparisce, ne conobbe soltanto quella porzione, che esce colle intestina chiamandolo polmone. Quegli con molta ragionevolezza lo ha nomato albero della respirazione, detto poi fegato da Ocken. Non so persuadermi perchè Leuckart e Jaeger non l’ammettono nelle cocomarte, chirodote ec. In tutte le o/oturie descritte poco al di là del suo princi- pio separasi in due tronchi primari guarniti d’infinite ramificazioni, che nell’ apice offrono gran numero di vescichette ovali. Queste, a norma delle specie, fanno rilevare qualche piccola varietà di figura. Lo sporadipo Stellati e la o. Petagna all'incontro hanno tale albero co rami moz- zati. Sono essi pennati a lunghi tubi nelle pentatte doliolo e tetraquetra , a clava prolungata ‘nel filZoforo pennello. Varie volte sono giunto a separare il sistema respirante dal sanguigno, non avendovi potuto affatto scoprire veruno commercio. Dippiù, introdotto il mercurio ora nell’apparato respiratorio ed altre (1) Diet. des sc. nat. XXI 314. comp. VII 94-96); che da Carus (Anat. comp. Il (2) Si è dato un sunto della parte notomica di 237, 46. 4, pl 1 16), riproducendone la fig. 1 questa Memoria sì da Riester e Sanson (Meckel Anas. della tav. VII 19 fiate nel circolante, non ho mai ravvisato che tale materiale, anche colla pressione, fosse passato dall'uno nell’altro apparecchio. Forza è dunque conchiudere, qual- mente sia immaginaria l’anastomosi annunziata dal succennato osservatore. Se non chè ho visto, che le estremità sue e quelle delle arterie e vene, a pareti assot- | tigliate, abbiano mediato contatto. L'organizzazione della cloaca, de tronchi e de rami dell'albero respiratorio, poco differisce da quella del tubo intestinale. La faccia interna della cloaca, nel principio ha una zona colorita castagno in tutte le prefate o/oturze, e vedesi gialla nella o. Santoriana. La sua tunica media è alquanto più doppia del tronco, e delle ramificazioni dell'apparato respiratorio, in grazia del reticolato muscolare abbastanza contrattile, ed ancora quando sia distaccato (0. 4riQuelra ). Sospetto che l'organo in esame riempiutosi d’acqua faccia precipitare in fondo del mare le oloturie, che galleggiar debbono nel caso opposto. Siffatto liquido penetra in tutti gli andirivieni dell'organo accennato; essendone poi espulso a zampillo. Oltre di chè gran copia di essa entra nel loro addome, a contatto della quale trovansi le viscere rinchiusevi, ed in qualche piccolo individuo di o. 4udo/osa si ha pure fatto strada fra il sacco addominale el tessuto fibro-cartilaginoso. Debbo confessare di non averne potuto conoscere l'ingresso nelle o/olurze ; tranne per lacerazione della cloaca a causa della uscita del tubo enterico. Allora l’acqua più agevolmente vi penetra, e rimane finchè le pareti del corpo si assottiglino e crepino, per cui Co- lonna giudiziosamente scrisse : aqua in/us abundat. Però argomento irrefragabile me ne hanno somministrato i fi//ofori e le pen fatte: i quali, non contraendo molto i comuni integumenti, pel taglio fatto a que- sti, restandovi in sito il tubo digestivo e l'albero respiratorio, hanno lanciato l’ac- qua stanziante nell’addome e nel cavo tentacolare, che ha maggiore diametro della corrispondente vena. L'aria soffiata nella cloaca della p. doZio/o, appena incisi i suoi comuni integumenti, è uscita pella bocca e dalla incisione addominale. I ten- tacoli sono mezzi respiratori ausiliari di sì ammirabili esseri, come affermò Colonna, e dopo di me l'hanno eziandio sospettato Blainville e Jaeger. All'estremità tro- vansi vestiti dalla cuticola, e dalla cute; ed internamente hanno longitudinali fibre carnose. Pel loro centro passa una vena, la quale nell’apice offre tante ramificazioni, quante sono le divisioni de’ medesimi ; affinchè con estesa superficie possa assorbire l'ossigeno dell’acqua marina. Somma è stata sempre l’attenzione, che ho prestata nel disaminare la strut- tura delle cutanee papille ventrali e dorsali. La loro indagine era di troppa im- portanza, perchè me ne fossi occupato di proposito. Monro fin da suoi tempi aveva annunziato, che i tentacoli degli ecAzn2, e delle asterze, fossero gli organi destinati 14 ad assorbire l’acqua marina. Cuvier rigettò questa opinione dell’anatomico ingle- se, dicendo ch'egli abbia osservato ne mentovati animali de’ canalini carnosi as- sorbenti, che forse ne fanno le veci. Non avendo esso realizzato co’ fatti tale asser- zione, soggiugne qualmente la 0. #u80/osa, da lui veduta nello stato di vita, e dentro l’acqua di mare, siane interamente sfornita; poichè detto incarico vi si disimpegna dall'albero respiratorio. Varie volte io aveva preso ad esaminare le papille dorsali e ventrali delle oloturie, e sempre mi era riuscito di vedere sia colla lente, sia colla sezione, che le medesime erano fornite di piccolo canaletto, che attraversavale fino alla faccia interna del tessuto fibro-cartilaginoso. Sin quì erano giunte Ie mie idee sul loro offizio, che per lo spazio di più mesi aveva potuto acquistare. Ma, avendo avuto l'o. Santoro viva, mi accorsi, che presentava un cannellino bianco lunghis- simo, surto dal centro di qualche papilla del ventre. Proccurai tosto di mettermi a giorno della sua struttura, sparando l’animale tuttavia in vita. Allora fu che giunsi ad isolare pian piano il tessuto fibro-cartilaginoso dalle tuniche interne: e riuscii pure a tirare i vasellini, che attraversavano sì le papille dorsali, che le ventrali. Gli stessi sonovi semplicemente aderenti nell’apice, mentre in tutto il resto del tragitto da essi seguito, veggonsi onninamente liberi, continuazione del sistema sanguigno, e nella 0. 4r2gvelra cinti anche dalla tunica addominale. Dal- l’esposto chiaramente rilevasi, che Lamarck (1) non conobbe mai il mio sistema acquoso, e che sia interamente erronea la voce di trachee acquifere da lui introdotta nella scienza, abbracciata da Hollard (2), Blainville (3), Dugès (4), dette ancora tubi acquiferi da Muller (5) ed attribuiti a Tiedemann. Attesochè le indicate tra- chee negli Echinodermi sono ramificazioni cutanee del loro sistema sanguigno, nè io mi sono giammai sognato di ammettervi esterna comunicazione. 6 ) Organi sessuali. L'apparato generatore delle o/ofurze non erasi ancora bene esaminato. Cu- — > (1) Outre ces papilles ( ou tubercules ), on observe dans certaines especes des tubes rétra- ctiles que l'holothurie faz aussi sortir ou rentrer dans certaines circostances, qui paraissent aspi- ver l'eau, et qui lui servent comme autant de su- cor pour s'attacher aux corps marîins, lorsque l'animal a besoin de se fixrer momentanément. ( Op. cit. II 443). (2) Anat. comp. Brux. 1836, p. 83. (3) Z’appareil aquifere, sur lequel Delle Chiaie a appellé l'attention d'une maniere si in- teressante, est fort developpé dans les premiéres classes de zoophytaires .... dans lequel cas la de- nomination de trachées aquiferes, que Lamarck a donnée a ce qu'il connoissort de ce système, serait fort heureuse ( Actin. 74). (4) Les trachées aquifères parazssent posse- der des pores tubuleux propres d permettre l'in- troduetion de l'eau du dehors au dedans, et qui, selon Delle Chiaie. la porteraient méme dans le systéme circulatoire ( Phys. comp. Il 352 ). (5) PAysiol.trad. par Jourdan. Paris 1840, I 607. 1) vier conferma quanto ha asserito in altro luogo, che questi animali siano erma- froditi, sostenendo che i fasci muscolari della cloaca ne fossero gli organi genitali maschili. Lamarck (1) è di opinione, che essi non si rigenerino mercè fecondazione sessuale, chiamandoli gemmipari interni; perchè rigettano fuori del corpo i grap- poli di una materia, che ne contiene le uova. Soggiugne dippiù, che nei medesimi non ancora siensi scoperti gli organi fecondatori. Io non guarentisco siffatto appa- rato in uno 0 più corpi messi a destra dell'esofago. Essi per la vicinanza dell'ovaia avrebbero avuta molta probabilità pel disimpegno di tale funzione. Nè quando io (2) scrissi l’esposto sapeva l'analogo avviso di Tiedemann, riprodotto da Jae- ger (3), che non doveva ignorare il mio riferito da Burdach (4) e poi da Wa- gner (5). Il loro numero è variabile, stantechè nella o. 4u50/osa ne esistono quindici, nella o. Colonna ventidue, nelle o. Santoro e triquetra, nelle pentatte cocomaria e tetraquetra un solo posto con inversa posizione tra l'esterna e l’in- terna tunica esofagea, nella o. Po/i anche uno molto più grande tra tutti que’ delle specie nominate, spirale nelle o. Morkahliana, nella p. doliolo , nel filloforo fuso, due nelle o. Cavolini e Petagna, tre ad un sito e due grandetti ad un altro nello sporadipo Stellati. Non saprei determinare con esattezza la figura de’ suddetti corpi : il certo si è che i medesimi per lo più sono cilindrici, poche linee lunghi, e colla loro parte filamentosa presso la arteria esofagea attaccansi all'ovidotto. Quello dell'o. Poli somiglia alla fruttificazione della carruba, essendo nella o. do/io/o reniforme allo stesso modo schiacciato e rotondato ne due estremi, oltre il solito filo tortuoso. Per questo non ho potuto fare uscire il mercurio introdottovi ; tantoppiù che nel- l’apice coll’aiuto della lente vi si vede picciolissimo foro. Ha la tunica esterna punteggiata di colore rosso-scuro, l’interna più doppia di questa, contrattile. Os- servatone un pezzo con semplice lente, rilevasi una cavità centrale sì nella parte assottigliata che nell’altra più ampla. Pare che tale canaluccio sia capace di eri- gersi e prolungarsene fuori. AI microscopio vi apparisce una guaina comune, che racchiude jalino-spatica rete. Jaeger (6) vi osservò de vasi seminali nella o. fosco-cinerea, avendoli visto anche nell’albero respiratorio della Mu//eria eclinita e Bohadschia Argo, quindi (1) Anim. s. vert. II 61-73. (2) Mem. II 97. (5) Breschet Peck. sur. la generat. (Ann. des (3) Mihiequidemholothuriae hermaphroditae se. nat. 2°. sér. Paris 1837, VIN 283). et vesiculae illae pyriformes testiculi esse viden- (6) Neque haec în pulmonibus et ovariis în- tur ( De holoth. 38. ). venta corpuscula ut testiculorum curvata et în- (4) Les testicules sont daprés Delle Chiaie flexa sunt, sed recta et in extremitatibus plerum- des petits eoecums (Trait. de phys. trad. par que dichotoma ( De holoth. 38, tab. I 7). Jourdan. Paris 1837, I 258). 16 li reputò analoghi a’corpicini organici del seme e del sangue degli animali per- fetti. Io ne compressi uno fra due pezzi di lastre e ne uscirono immensi corpic- ciuoli invasi da irrequietissimo moto, pel quale offuscossi la mia vista, emulando un'immensità di moscherzni o di formiche messi in soqquadro, e discernendovi globosa figura, tostochè abbiano perduto la vitale influenza. Io reputo questi ultimi cruorici follicoli dell'arteria di ciascuno di detti corpi, esistenti tanto nelle 0/oturze maschili, quanto nelle feminee, che stanno alle prime nelle proporzione di 1-8. Il sessuale apparato de’ loro maschi non par- mi che sia stato da altri descritto, ed ha organica differenza da quello delle fe- mine pel solo colore bianco dell'umore, in cui albergano gli zoospermi. I quali sono ovato-bislunghi, affollatissimi, in luglio ed agosto agitati da vorticoso mo- vimento, e torpidi nell'inverno. Dopo la loro uscita pel canale deferente i vasi spermiferi replicate volte dicotomi appariscono quà e là strozzati, ed oltremodo ingranditi. Non debbo trasandare che le o. Santoro e &riquetra all'infuori dell’ovaia caccino dall'interno dell’addomine una matassa d’intestinelli, che hanno molta somiglianza colle vescichette moltifide delle e/zez. Essi sono bianchi, formati da vischiosa sostanza, tenace, che può arrivare al diametro del capello, quantevolte vogliasi allungare. La difficoltà di osservare in sito siffatti organi, ‘me ne ha reso dubbioso l'ufficio. Quella dell'o. #quetra, vista pel microscopio, risulta da lunghi tubolini, che svolgevansi in spirali filetti, creduti da Cuvier testicoli e da Jaeger analoghi a’ reni! Quegli crede, che il gruppo simile a piccoli budelli, conosciuto da Bohadsch ed attaccato all’esofago, rappresenti l’ovaia delle o/ofurze. Su di ciò non può ca- dere veruna dubbiezza, giacchè non solo secondo le diverse loro specie ed i dif- ferenti tempi, cioè da marzo a oltobre, enormemente sviluppasi; ma sino al mo- mento era stato supposto, e non confermato per via d'iniezioni. Essodi fatto a destra costeggia l’esofago, senza aprirvisi come ha opinato Cuvier ; ma ampliato alquanto di volume, indi ristretto di diametro, sostenuto sempre da valida membrana, va a metter capo sul dorso dell'animale poco lungi dalla bocca, anzichè nell'atrio di questa come afferma Tiedemann, assegnandoli più lungo e tortuosissimo giro, 0 secondo Jaeger aperto nello stomaco. Verso dietro finisce nella matrice depressa, trigona, composta da vari tubi dicotomi. I quali nel tempo degli amori successivamente allungansi in moltiplici ovarì a costanti bifurcature o triforcature (0. 4riquetra ), oppure indivisi gial- licci (pentatta pentatta), verdastri dentati ( p. doliolo ), e con serie furcuta con- tinuata sino presso la cloaca (p. cocomero ), aumentati eziandio di grossezza. Il "1 loro sviluppo è sempre graduato , talchè verso la fine di agosto la maggior parte di que delle o. Poliana, tubolosa, Santoro ec. aveva acquistata la lunghezza di molti pollici, ed eranvene non pochi altri cortissimi. Appo la penzalta pentatta, e'l filloforo pennello apparvero contrattili anche dopo staccati dalla matrice : pro- prietà necessaria pure a quelli delle altre specie, onde facilitare la uscita delle uova, che vi succede a riprese; come dimostrasi dagli ovarî di tratto in tratto vòti. Non ancora ho idee chiare circa la scemata loro dimensione assoluta la maturità delle uova; giacchè, uscite queste, debbansi quelli un’altra volta ridurre al diametro nor- male, oppure staccarsi e cadere nel cavo addominale per escirne insieme all'acqua continuamente introdottavisi, secondo Quoy e Gaimard (1) per le papille cutanee, ma a torto. Contengono un liquido dapprima copioso e trasparente, indi più scarso, di colore roseo più o meno carico, 0 verde nella p. doZzolo, il quale ne indica l’ulti- mo stadio di perfezionamento. Le uova sono piccole diafane globose, poscia orbicolari o trigone, depresse con traslucida areola. A seconda del loro accrescimento perdono l’irrequieto movimento delle prime epoche. Viste al microscopio risultano da infinito numero di granelli, esistenti sì entro il corio, che nel concentrico sacco vitellario rosino: la vesci- chetta Purkinjana vi sta in mezzo, offrendo nel centro la macchia Wagneriana. Dal mese di luglio ad agosto quello diventa ovale, e questa, che ne rappresenta il futuro essere, da globetto centrale allungasi per aderire al margine della citata areola, in corrispondenza della punta del vitello. L’embrione della 0. iubolosa sembra un dackerozzolo entro il proprio bozzolo attaccato a’ pezzi di ulva. N'esce presentando la cute bianca con macchiette fosche, la bocca cinta d’anello bian- castro o teca dentaria, l'albero respiratorio e l'intestino dritto appena abbozzati, i tentacoli sviluppati abbastanza come le papille dermiche scabrose lunghette a causa di litoidi spigoli. Inoltre trovansi nell’addomine vari corpi ellittici, schiacciati, verde-foschi. Sui medesimi discernonsi ad occhio nudo certi globettini biancastri, trasparenti, simili a que’, che vidi su gl’intestini del s:/nco/o. Muller gli ha puranche rav- visati nella o. elegante. Contemplati al microscopio sembrano risultare da varie vescichette diafane. Nell’intreccio dell'albero respiratorio co vasi intestinali di tutte le o/o/urze se ne osserva gran copia, coll’avvertenza che nella 0. Cavo- Tini erano nerognoli. In novembre que dell’o. 4ub0/osa risultavano da grani non rotondi. I corpi ellittici, de quali poco fa ho ragionato, si scorgono anche ag- gruppati nella parte posteriore della cloaca senza avervi comunicazione alcuna. (1) Zoyage de l'Astrolabe. Paris 1833, IV 115. 4 c 15 In mezzo ad una sostanza pastosa, che ne forma la mole, si trovano varî corpic- ciuoli foschi, i quali somigliano ad uno spilletto, avendo la testa e sottile coda. Di essi non ha parlato alcuno scrittore, ed io ne ignoro la natura; avvertendo soltanto, che ne mesi di està non ho potuto riscontrarli, eccetto in settembre nella o. Polia- na. Anzi nella cavità addominale delle o/ofurie ho veduto un corpo, che non conoscendo l’esposto, avrei potuto credere loro embrione, lungo quattro in cinqne linee, ed una sola linea largo, fosco sopra, bianco sotto. 7) Sistema circolante. La circolazione del liquido sanguigno delle o/oturze forma obbietto di mas- sima importaza per chiunque desideri farsi esatta idea della struttura, e del posto che esse occupar debbono nella gran catena degli esseri organizzati. Egli è d'al- tronde vero, che atteso ai motivi da me antecedentemente esposti, non riesce troppo facile di seguire il corso delle loro arterie e delle vene, e fedelmente esami- narne i rapporti; attesochè le descrizioni registratene nelle opere di Bohadsch, e di Cuvier, non sembrano desunte dal fatto. Il che vien dimostrato non solo dalla particolarità, che il menomo ramoscello arterioso, o venoso di tali animali abbia immediata correlazione collo intero apparato sanguigno, siccome apparisce dal mercurio iniettatovi; ma ancora viene maggiormente confermato dalle ingenue espressioni di Cuvier (1). Nè queste difficoltà furono superate da Meckel (2), al quale si è replicate volte offerta la occasione di sezionare le o/ofurze viventi, e dopo matura disamina si pronunzia, qualmente la verità stia dalla mia parte. Su di che recentemente Edwards (3) ha pure divulgato favorevole avviso. Premesse dunque queste brevi riflessioni deserivo prima il corso delle vene, ed indi quello serbato dalle arterie. Mentre Tiedemann, cui annuisce Jaeger, ammette due di- stinte e separate circolazioni sanguigne , una viscerale e l’altra cutanea locomo- trice. Duvernoy neppure ha omesso di porre in veduta i punti di convenienza tra Cuvier, Tiedemann e me (4). (1) Je suis contraint d'avouer, que, malyré tous mes efforts, je n'ai pu ancore pervenir a me faire des idces certaines sur l'organisation des Echinodermes, a l'égard du systeme vasculaire, ne renoncant pas a perfectioner un jour ma de- scription par des observations nouvelles ( Anat. comp, IV 414). (2) Ze systéme vasculaire oppose des diffi- cultés grandes aua recherches. C'est aussi par cette circonstance que doivent s'expliquer les dis- sidances qui régnent sur plusieurs points entre les observateurs modernes, M. Tiedemann et IM. Delle Chiaie. Il est vrai pourtant que M. Delle Chiaie, quindique l'aorte aussi bien que la vene cave, ne semble point avoir eu connarssance de travaua de son célebre predecesseur (Anat. comp. IX 41-46). (3) Les desemptions de l'apparetl circulator- re des holoturies, uz en ont été données par MM. Tiedeman et Delle Chiaie s accordent sipeu, qu'il ma semblée necessaire d'eraminer de nouveau ce point, et je me suis assurè que la disposition des vaisseaua est a-peu-prés telle que l'a indizuee M. Delle Chiaie (Ann.cit. XII 197). (4) Tiedemann et Delle Chiaie ont rempli les lacunes que M. Cuvier regrettait de laisser cu) Presso il termine delle intestina, e precisamente dalla interna banda, prin- cipia una vena, che chiamo meseraica superiore ( vena polmonare di Tiedemann e Duvernoy ), la quale con flessuoso tragitto a poco a poco rendesi di maggiore diametro. Essa dalla parte, che riguarda il canale degli alimenti, riceve infiniti ramoscelli venosi; nell'atto che dalla opposta regione ne caccia eguale numero, sfioccati in varie piccole venuzze da me paragonate alla vena delle porte, e da Tiedeman e Cuvier alle polmonari. Ciascuno fascetto venoso anastomizzasi con altro provegnente dalla mesenterica inferiore, in grazia de mentovati mazzetti venosi, che ascendono a trenta, restando stabilito, manifesto commercio tra en- trambe le meseraiche. Questa vena intanto nell’incominciamento sale, indi per poco si curva, ed infiné discende verso il termine del duodeno, ove in su con grosso vaso anastomizzasi alla meseraica inferiore. Continua poi il suo corso, descrivendo un semicerchio , nella convessità del quale riceve parecchie vene arcuate. Esse unisconsi ad altro vaso derivante dal medesimo tronco principale, in cui vansi a scaricare moltissimi rametti fra loro intrecciati in maniera da costituire la più elegante reticella, le cui maglie sono romboidee, anzi nella 0. Forskahliana è cospersa di uova di entozoi. Le venuzze di detta rete nascono dal duodeno, e se alquanto spingasi il mercurio introdottovi, immantinente passa dentro il suddetto intestino. Lo stesso vide Tiedemann, ed io mercè l'iniezione dell’aria atmosferica smentisco, che ta- le passaggio sia prodotto dalla rottura de’ vasi operata dal mercurio, siccome opinò Jaeger. La mesenterica inferiore, o pure interna segue andamento analo- go alla superiore, od esterna; incominciando dalla sua parte interiore, distan- done mezzo pollice circa. Offre però un ramo bastantemente grande, che l'ac- compagna nell’anteriore suo margine, unendosi al tronco principale nel luogo, dove accade l’anastomosi fra l'arteria meseraica superiore, e la inferiore. La vena in esame dà anche i fascetti venosi, che riunisconsi a quei della meseraica de- scritta, e de’ quali per lo innanzi ho prolissamente parlato. Indi cresciuta di volume insieme alla vena meseraica superiore apresi nella cava ascendente. La quale, ad onta che riceva vasi derivanti dal principio del tubo intestinale, alla cui interna banda sta situata; pure via facendo patentemente diminuisce di trasversale dia- metro, finchè sbocchi in una borsa allungata e trasparente, posta nella interna metà dell'esofago. La sua scoperta devesi a F. Colonna (1); Bohadsch non ne fa alcuno motto; et lui ont donne beaucoup de prix pour l’histoire (1) Zesicam longam, diaphanam, acre ple- de la science (Anat. comp. ed. cit., VI 456-57). nam reperimus, ut în piscibus observatur. 20 Muller la credette esclusiva della 0. #u50/osa (1). Jaeger (2) afferma, che costoro restarono indecisi, se alla uro-poesi od alla generazione farla servire; mentre Ocken la tenne per vescichetta seminale. Fa meraviglia come la medesima abbia potuto sfuggire alle ricerche del peritissimo Cuvier. Questa vescica frattanto esiste in tutte le o/ofurie, essendone un organo di massima importanza. La sua grandezza è variabile secondo le specie, e lo stato della loro vitale energia. Rappresenta la figura ovale, ristretta però ne’ due estremi, essendo globosa nella penzatta do- Ziolo. Colla parte inferiore è libera, e con la superiore attaccasi all’esofago- È dotata di manifesta contrazione, sicchè spesse volte la ho veduto allungare, e rac- corciarsi. Appo la o. 4riguetra chiaramente vi appariscono due strati, uno con fibre longitudinali, e l’altro di traversali: Je arterie ne sono assai grandi e con- trattili. In siffatti animali, che mancano di cuore, essa fa l’officio di ricettacolo centrale del liquido sanguigno. Dalla sopraddetta vescica escono due vasi, i quali anastomizzandosi insieme con tortuoso giro abbracciano l’esofago (3). Da questo canale circolare (4) na- scono cinque arterie, dirette alla corona dentaria, ed una che discende pel mar- gine esteriore del tubo cibale. Questa ultima è l'arteria aorta (a. mesenterica Tiedemann (5) ), la quale poco al di là della fine dell'esofago caccia la mese- raica superiore, che con traversale direzione va a sinistra del corpo: ove pel lato esterno delle intestina sale, si curva, e discende verso la parte sinistra sino al di loro termine. Poco dopo la sua origine caccia in sotto ad angolo acuto la me- seraica inferiore, la quale cala pel margine esterno del duodeno, ed indi a man- cina del corpo va ad unirsi colla meseraica superiore, a piccola distanza dalla sua uscita. Or dalla riunione di entrambe le meseraiche si osservano due trian- goli posti uno a destra, e l’altro a sinistra del corpo, essendone il primo più piccolo del secondo. Amendue Ile meseraiche ne formano i lati dell'angolo al verlice, ed un rametto dell’arteria aorta costituisce la base del triangolo diritto ; attesochè un altro, provegnente dalla meseraica superiore, forma la base del man- cino. L'aia di detti triangoli offre vari vasellini, che dalla base si dirigono alati. Ogni meseraica di tratto in tratto manda ramoscelli arteriosi serpeggianti sopra gl intestini. I restanti cinque vasi, o meglio le arterie esofagee, che vengono dal cer- (1) Op. cit. p. 4he5. se rendent. M. Tiedemann n'y reconnait aucune (2) De holoth. cit. p. 33. idenuté (Duvernoy Anat. comp. 2.°edit.,NI 462). (3) C'est de cet anneau, suivant Cuvier e (4) Annulus glandularum hepati analogus. Delle Chiaie, que partent tous les principaua Jaeger De holoth. tab. III 26. vatsseaux des deua systemes, et c'est aussi où ils (5) Anat. comp. de Cuvier ed. cit. VI 459. 21 chio annunziato, ad uguali distanze attraversano gli spazi esistenti tra i grandi ed i piccoli denti. Ivi ognuna delle medesime si amplia, affin di dare uscita a cinque arterie, dirette le quattro superiori a tentacoli, e la inferiore per lo mezzo de muscoli longitudinali. Ciascuna delle superiori percorre l’asse di ogni tenta- colo, nel cui lembo dividesi in tanti rametti per quanti sono i loro lobi, considerati nelle diverse specie di o/oturie. È da sapersi, che cadauna di esse nella origine caccia l'arteria dentaria, che Muller e Cuvier su l’asserzione di Bohadsch (1) credettero condotto scialivare. Essa manca nella 0. doliolo. Le arterie discendenti al numero di tre dorsali e due del ventre pel mezzo di cadauno muscolo longitudinale arrivano fino alla cloaca. Tanto i grandi che i piccoli loro rami, che ne partono ad angolo retto, hanno alcuni vasellini, che, attraversando le interne ed esterne tuniche del corpo, giungono sino all’apice di ciascheduna papilla. Il marchio, che l’Autor del Tutto ha inpresso al sistema ar- terioso degli animali, incominciando dall'uomo fino all'ultimo essere che ne sia provveduto, cioè di variamente dividersi nel suo tragitto, offre un'eccezione nelle arterie mentovate. Ciascuno rametto delle medesime, più o meno lungo, abbastanza grosso claveforme puntuto nella o. #riquetra, ha nell’apice pellucido otrello, ova- le, e pieno di un umore simile a quello della vescica, che adempie alla funzione di cuore. Ognuno di essi è rilevato fuori le grinze delle membrane interne del corpo di siffatti esseri, e per più mesi mi parvero glandule. Li nomino otricelli Folineani in onore di F. Folinea, e da Meckel (2) furono detti sacs de Foligno. Sono trasparenti e rilevati nell'interno dell'addome, assai grandi nella 0. CavoZini. Il sistema sanguigno finora seguito appartiene alla 0. 4udolosa: le altre specie di detto genere offrono piccole varietà, che sarebbe tedioso andare rivan- gando. Non merita poi di passarsi sotto silenzio che la 0. CavoZini presenti quat- tro vesciche ovali piccole, ed altrettante grandi, che circondano l’esofago, nelle quali si deposita il sangue ; che gli otrelli Folineani delle penzatte sieno bislun- ghi; che questi traspariscano sotto l’epiderme nella 0. triguezra, la quale offre eziandio leggere differenze nella rete meseraica ; che in tutte le o/oturze dall’ar- teria esofagea provengano le arteriuccie per ciascuno corpo pèniforme, pe dutti spermiferi e per gli ovari, seguendone li dicotomi rami. 8 ) Usi delle parti descritte. È senza dubbio massima la irritabilità de’ tentacoli paragonata al resto del corpo delle o/oturze. Ne’ medesimi risiede l’organo del tatto, che presso gli ani- (1) Ligamenta vermiformia li dice: Usus ho- Ansalivamsecernunt,atqueincavumorisexpuunt? rumligamentorumnihilominusvalde obscurusest. (Op. cit. 91). (2) Meckel Anat. comp. cit. IX 56. 22 mali senza vertebre si perfeziona di tanto, per quanto più l’organizzazione sia semplice. Quegli esseri viventi, che sono privi di altri sensi, l'hanno talmente squisito, che sembrano palpare la luce, come sì ravvisa nelle o/ofurie, e nelle attinie. Sono inoltre i veri mezzi, co quali elleno cercano di avvicinare le so- stanze alimentose all’orifizio della bocca. La corona di mascelle, mercè la contra- zione dei cinque muscoli longitudinali, viene allargata ; ma sotto la impressione del bolo de’ cibi, raccorciandosi le filiere de’ suoi piccoli tendini, si avvicina onde procurare di stritolarlo. Tanto il tratto superiore, che lo inferiore delle intestina, trovasi pieno di materiali crassi ed arenosi. Il duodeno è ricolmo di liquido gial- liccio, che sicuramente abbisogna per l’accrescimento dell'individuo. Il canale degli alimenti anche dopo la sua separazione dall’intero corpo è dotato di paten- lissima contrazione. Oltre il moto peristaltico, ha pure l’anti-peristaltico, avendo spesso veduto uscire una quantità di arena, di frantumi di coralline, di fuchi, dalla bocca di varie specie di o/oturze. La 0. elegante presentò lo stesso fenomeno a Muller, il quale ne dedusse non troppa esatta conseguenza. Le o/oturie mancano del sistema linfatico, per cui l'assorbimento del chimo fassi dalle estremità delle due vene mesenteriche. Il sangue intanto, favorito dalla contrazione delle pareti addominali ed arteriose,circola per la parte inferiore del corpo mediante le arterie meseraiche, nella superiore per quelle dell’ esofago, dei denti, de’ tentacoli, del dorso, e del ventre. Il colorito del sangue de’ succennati animali appare gialliccio sì nelle vene che nelle arterie, assai più fosco ne fioc- chetti meseraici, roseo nelle arterie dorsali e ventrali della 0. friquetra. Quello della vescica ovale tende al rosino, avendo taluni piccoli grumetti di una so- stanza fosca. Dippiù è anche una osservazione, replicate volte confermata da fatti, che il sangue racchiuso nelle arterie dentarie, nella indicata vescica, e negli otri- celli Folineani, dopo la morte, si addensi nella suddetta materia pastosa, che spalmata su la carta bianca diventa giallo-fosca. Fenomeno derivante dalla vi- cendevole attrazione de’ globetti cruorici d’ineguale diametro nuotanti in gran co- pia di siero; attesochè sciolta, veggonsi i globicini rotondi, assai grandi, conformati a ciambellette in quella della penzatta doliolo, forniti di moto rotatorio attorno al proprio asse, e di reciprocazione co compagni da costituire i sopraddetti glomeri. Questi pure in tempo di vita sono sempre fissati alle pareti del sistema circolante, e poco o non mai notanti nel siero. Vennero denominati da Ocken saette amo- rose, e da Jaeger sedimento bilioso pimmento-carbonico. Le o/oturie son prive di nervi, nè hassi a supporre, che dietro indagini più diligenti, se ne possa sperare la scoverta. È fuori di dubbio, che niuno me- glio di me avrà potuto moltiplicarne le ricerche, e per la situazione del luogo 23 marittimo, in cui mi trovo, e per la scrupolosità ed esattezza delle medesime, e pel numero di qualche migliaio e più di 0/o/urze viventi, che per dieci mesi circa ho continuamente sezionato ; onde acquistare conoscenza completa della loro or- ganizzazione, e molto più del sistema sensitivo, del quale non ho mai ravvisato la menoma traccia. Siffatta idea ha suscitato gravi litigi (1) appo gli zootomisti di Europa. E Krohn allievo della scuola medica di Heidelberga nel 1840 fu qui di ritorno per dare definitivo giudizio alla succennata quistione. Egli credette di aver colpito nel chiodo, e di essere riuscito con accurate osservazioni a confermare l'avviso del suo celebre maestro Tiedemann (2). Dopo che quegli ebbe fatto os- servare a qualche suo compatriota, a Schultz, Philippi, e speditone opportuno disegno per divulgarsi ne famigerati archivî di Muller, mi invitò a darvi un’oc- chiata, onde persuadermene. Io cedei tosto alle sue premure, concependone fa- vorevolissima prevenzione; giacchè, classi quindici anni senza aver mai più dis- secato una o/ozuria, e dopo la conoscenza della mia o. friquetra, che più delle altre specie del nostro cratere prestasi a simiglianti ricerche; era ben facile, che io amante della verità avessi potuto vedere quello, che allora non vi ravvisai. Delle quali preparazioni, serbate nello spirito di vino, non rimasi affatto convinto ; pre- gando Krohn, qualmente su gl’individui viventi avesse riesaminato l'anello boc- cale da lui creduto nervoso e ben distrigarlo dal sistema vascolare. Nè ommisi (3) di fare ingenuo cenno della mia indecisione, proponendomi di ritornare su tali disamine. Ecco ora quanto vi ho osservato, ma prima di tutto conviene che si tenga qualche o/oturia nell'acqua non rinnovata, finchè questa s' infeltri nel tessuto posto fra il cerchio dentario, ed il boccale. Staccatane l’epiderme vi apparirà circo- lare serie di fibre tendinee, alcune semplici ed altre plessiformi, le une acca- vallate sulle altre nel perimetro prossimo all’anello orale. Da queste ne partono (1) Zes holotaries ont été indiques par Tre- demann comme étant pourvues d'un systeme ner- veux ; mais Delle l'hiaie n'a jamais pu y trou- ver de traces de substance nerveuse reunie en fi- lemens ; les recherches de Blainville n'ont pas eu plus de succés; îl en a été de méme de celles de John Anderson ( Leuret Anat. du system. nerv. Paris 1839, I 2). (2) A malgrado tutte le fatiche e ricerche non ho potuto trovare alcuna parte, ch'io possa sostenere con piena certezza per nervi. Non ho mai veduto gonfiature, e nodi nervosi. Se questi vasi sono nervi, pare che il sistema nervoso delle olotarie abbia #2 suo punto medio nell'interno del cerchio calcareo sul principio dello stomaco, in Forma diun dilicato anello, dal quale se ne span» dono î rami pe tentacoli, ed il muscolo lungo e trasversale. Quindi vengono portati alla interna unita tutti gli organi di movimento. Debbo confes- sare, che senza abbracciare un sistema nervoso per questi animali, non posso farmi alcuna idea del modo come î numerosi organi di movimento possano agire, e ne sequa un moto così arbitra- rio dell'animale verso questo o quel lato. (Op. cit.31); Wagner Zehrb. der vergl. anat. Il 372. (3) Anat. comp. 2.° ed., I 161. 24 varie della medesima natura, ed al modo istesso disposte, che finiscono nell’ori- fizio della bocca. Dippiù sottoposte ad esse ravvisansene quattro in cinque equi- distanti forcute, che irraggiansi verso l'anello dentario: e di tutt'altra natura, che nervosa. Conchiudo adunque, qualmente coloro i quali vi ammettano il nerveo si- stema in forma di filamenti, come negli animali invertebrati, bisogna o che ri- nunziino alle osservazioni di fatto, quindi alla verità; oppure che si gittino in preda alla illusione ed alle chimere, facendosi dominare da erronea autorità, che ne fomenta la cieca passione (1)! Macrì nelle annotazioni alla fisiologia di Caldani saviamente rigetta il paragone addotto dagli Halleriani tra la struttura de’ polipi, e quella degli animali vertebrati e molto più dell’uomo. Inoltre sembrami fuori di proposito l'analogia, ch’eglino han cercato nelle piante, che vivono con leggi diverse da quelle degli esseri mentovati, in cui l’irritabilità viene messa in giuoco da molle affatto differenti. Nè valgono le riflessioni di Scarpa, il quale opina che negli animali dotati di massima irritabilità presto o tardi debbasi scoprire il nerveo sistema. Anche degno di osservazione è il singolare fenomeno sì intorno al tempo- raneo sviluppo ed allargamento de’dutti spermiferi ed ovarî colle rispettive arte- riuzze; come circa la esistenza di varie o/oturze, prolungata fino a quindici giorni dopo, che il tubo intestinale siane uscito dall’addome, e non già poche ore al rife- rire di Bohadsch. Esse, allora muoiono, quando sieno giunte al totale corrompi- mento. Ciò per altro conferma, che quanto più l’organizzazione sia semplice, tanto maggiormente la vita è tenace. Ma neppure è da trascurarsi di avvertire, qualmente tutte le fisto/arze di Lamarck, anche nella loro più vigorosa esistenza, appena tenute in mano a poco a poco incomincino a spappolarsi e filare i co- muni integumenti, ossia il tessuto cartilaginoso, a guisa di denso liquame, aven- dovi in gran parte disciolti globosi corpi litoidei. Nè parmi, che dica bene Dalyell (2) circa la rigenerazione del corpo del fi//oforo fuso spaccato per metà e di tutta la anteriore sua parte. III. DESCRIZIONE ICONOGRAFICA. Tavola 26. 8 pentatta Planciana di naturale grandezza. — g orifizio dell'ano con pa- pille ossiformi. — 13 orlo dentario a, muscoli cd, tunica intermedia è, esofago chiuso e, aperto f. (1) Nervos equidem nullos vidi (Jaeger De (2) Zastit. — Paris, 17 dic. 1840. holoth. 39), 20 Tavola 110. 1 oloturia Poli: a tentacoli, 6 dorso, c ventre, d filiera di papille cilindriche dell'atrio della bocca, e papille tubolose , ed _f coniche curvate. Apertura 9g del. l’ovidotto, e 4 della cloaca : donde caccia l’intestino duodeno co’ vasi 7 meseraici, I albero della respirazione 4 floscio, e porzione dell’ ovaia /. — 2 0. Santoro, di cui sono 72 i tentacoli, r l’orifizio dell’ovidotto, » le papille dorsali a poppa, essendo r quelle del ventre tubolose, s apertura esteriore della cloaca, dalla qua- le escono le intestine, l'albero respiratorio, porzione dell’ovaia, ed una sostanza filamentosa 4. Tavola 111. 1 0. Cavolini, essendone ai tentacoli, è l’orifizio dell’ovaia, la duplice spe- cie di papille dorsali c o ventrali d, e la cloaca, per la quale esce l'albero respira- torio f, l’ovaia 9, l'intestino duodeno 4. —2 pezzo degl’integumenti esterni delle oloturie, onde dimostrarvi la cuticola fievolissima @, la cute è e’l tessuto fibro-car- tilagineo c col canale venoso 4, dal quale è attraversata ogni papilla. — 4 ch:- ridota Chiate non intera in 6 co'tentacoli a, e priva di visceri. — 5 pezzetto del suo corpo con papille scabrose 4. — 6 c tentacolo ingrandito. —7 @ muscoli lon- gitudinali del suo addome. Tavola 112. 1 filloforo pennello, essendone 2 a il dente maggiore, 6 il minore; alteso- chè 3 rappresenta la porzione della corona dentaria della sua varietà. —5 o. tetra- quetra, dalla quale sì è tagliato un pezzo per dimostrarvi la forma e gli otrelli Folineani c, che terminano nelle papille tubolose. L'albero respiratorio di essa 6 caccia i rami pennati c. = 7 disposzione de’ suoi denti. — 8 pentatta doliolo, i di cui denti grandi e ed i piccoli fappariscono in 9.—11 fi//oforo fuso suoi denti 12.—16 0. riquetra morta con l'apertura dell’ovidotto 7, ed i due cirri posteriori m.==17 parte del suo corpo con papille dorsali n coniche, e ventrali 0 tubolose. Tavola 113. 1 oloturia triquetra guardata dalla sua faccia inferiore, per dinotarvi la bocca a, la corona di tentacoli e, e di papille coniche e. — Lacinie del suo tenta- colo espaso 2, papilla 3, pezzo di tubo enterico 4 cc co vasi sanguigni e dell'albero respiratorio pieno di acqua d. — 6 arteria coronaria @ con varî strozzamenti di- pendenti da tendinucci 5 c, ampolla Poliana per dimostrarvi lo strato fibroso ester- no c e l'interno 6. — 7 papilla conica e tubolosa 8 della o. Forskakliana, ed uno de dutti spermiferi 18 @ con pezzo ingrandito c. — 9g papilla dell'o. Poli. — fil loforo pennello: suo gruppo ovario 10, uno di essi ingrandito 11, membro pe- nifome 12 colla rispettiva arteria c. 13 penlalla cocomero : suo tentacolo Ad 26 ingrandito 14, serie di ossetti della bocca 15, pezzo dell'albero respiratorio 16, atrio orale 17 @ ed esofago, denti c, porzione dentaria del muscolo longitudinale 6, stomaco d, ampolla Poliana e, tubo enterico di, cloaca 4, ovaia f. Tavola 114. m 1 oloturia tubolosa, che offre l esofago a, il quale finisce ristretto in e, che è il punto dove accade il distacco del tubo intestinale 44, per la mancanza di con- tinuazione della tunica fibrosa e: ed in sua vece è quello sostenuto in faccia al corpo dal mesenterio ff, sinchè non sbocchi nella cloaca g, esternamente corre- data di parecchi muscoletti, ed apertà in 4. L'albero della respirazione è diviso in due tronchi principali 7 4, co filetti carnosi pettinati /, aderenti presso i cinque mu- scoli longitudinali, ed avendo tutti e due tali tronchi ulteriori ramificazioni ter- minate da infinite vescichette 72. Unione delle diramazioni n dell’ovaia gravida coll’ovidotto, il quale in 0 presta attacco a’ corpi peniformi, ed in p apresi all’ester- na parte del dorso di ogni o/oturia: q vescica ovale, # arterie dentarie. —2 auaaa muscoli longitudinali del corpo della o. Santoro, e loro inserzione alla. corona de’denti collo sfintere della bocca 4. Lacinie del tentacolo spiegato c, e di altro rovesciato 4. — 3 filiera dei dieci denti, cioè c e minori, ff maggiori, nelle re- ciproche faccette 9 fra loro articolati, mediante la membrana fibrosa 4 coperti e sostenuti. — 4 7 coronà dentaria della 0. Sanforo co’ legamentucci dell’esofago &; è principio dello sviluppo dell’ovaia gravida; 72 ovidotto sezionato, che ha il corpo spatico pèniforme n a rovescio. — 5 legamenti della bocca, e di porzione dell’esofago. — 6 o ovidotto e corpi pèniformi della 0. Colonna, p vescica ovale duplicata, g tentacolo intero: essendosene in 7 sparato uno colla vena tentacolare nella sua situazione, poichè s la dimostra cacciata fuori del respettivo tentacolo — 7 apertura delle ovaia dentro l’ovidotto a dell'o. Pol, e è quella del suo pène sezionato c, il quale dimostrasi intero 8. Tavola 115. I corpi ellittici rinvenuti nel cavo addominale delle 0/ofurze con talune ve- scichette bianchiccie al di sopra, ed altri 2 come spilletto. — 3 0. Sanzoro, che offre in a la lacerazione della cloaca, per ove escono le intestina, ed in è l al- bero respiratorio co muscoletti pettinati, e diviso verso il suo termine in due tronchi. Uno di essi vedesi aperto, affin di conoscervisi le tuniche c d e, dalle quali risulta. Come pure quivi appariscono le membrane dell’intestino retto fg 4, le iuniche interne dell’addomine 7 % /, e’l tessuto fibro-cartilaginoso 72 72 co vasel- lini delle sue papille n.2. — 4 0. Petagna, onde dimostrare la cloaca sezionata o, l'albero respiratorio privo di vescichette p, e la mancanza del tessuto fibro-car- tilaginoso g. == 5 0. Stel/ati con la cloaca chiusa r, l'albero respiratorio s senza 27 vescichette e co muscoli longitudinali 2 # ec., attaccati alle pareti addominali sfor- nite di tessuto fibro-cartilagineo. — 6 0. Colonna, della quale sono 42 la vena meseraica superiore anastomizzata alla inferiore 6 co’ mazzetti vascolari c c, for- mando il reticolato d d pria di riunirsi nella vena e e, sboccante nella vescica ovale f; che adempie all'incarico di cuore. Da essa ha origine l'arteria corona» ria 9, che produce le cinque esofagee # 4 ec., ognuna delle quali genera quattro arterie tentacolari 7 7 2, altrettante dentarie j//j, ed una delle cinque arterie dor- sali 44XX. Dalle stesse nascono i vasi diretti agli otrelli Mo/neani 772; e da questi ne provengono altri, attraversando il tessuto fibro-cartilagineo delle papille dorsali e ventrali sì coniche 72.72 22, che tubolose nn n. La prefata vescica infine caccia l'arteria aorta o separata in meseraica superiore p p p, ed inferiore 9 g g. — 7 arteria coronaria dell'o. Cavolini con quattro vesciche ovali maggiori, ed eguale numero di minori. Tavola 116. 1 pentatta doliolo: a atrio della bocca, 6 corona dentaria, c esofago mu- scoloso tagliato, 4 ampolla Poliana, ee muscoli longitudinali divisi in porzione dentaria f f e boccale 7, arteria longitudinale / recisa, otrelli Folineani x, ovari p e loro pezzo ingrandito con uova ro, ovidotto g. — 2 o/oturia tubolosa: a atrio orale, c cavità ed arteria d tentacolare, e lacinie del tentacolo spiegato, f suoi spigoli litoidi sottepidermici, ed uno ingrandito 28, 9 corona dentaria, 4 ? / ori- gine disposizione e termine de’ plessi muscolo-tendinosi dentari-esofagei. — 3 altri simili orali 4 n. — 4 albero respiratorio dell'o. fubo/osa ingrandito a fin di notarvi la rete fibrosa @, la forma de’ suoi rami ed uno di essi vieppiù ampliato 6. — 5 uno di questi c, onde farvi conoscere l'intreccio de’ ramicelli arteriosi d, venosi e. — 6 ovario di o. Po/zana in luglio. —7 suo canale spermifero in tale epoca, ed amendue con vasi sanguigni: quale dutto 8 in agosto presentava varî strozzamenti a causa della uscita degli zoospermi 11.12 13 14 uovo maturo delle o. PoZiana e tubolosa.— 15 in uno de’ medesimi rimarcansi a il corio e 8 il sacco vitellario granellosi, d la vescichetta di Purkinje, c la macchia germinati- va. — 16 embrione dell'o. 4udo/osa osservato in settembre su l’ulva lattuga: — 17 individuo più grande ed ‘altro ampliato 18. — Corpi peniformi spatici accre- sciuti di diametro della o. Poli 19, della Morskahliana 20, della p. doliolo 21, dell'o. ubolosa 22, e coi rispettivi vasi sanguigni a c. — 23 loro rete spatica, 24. la stessa costituente l’epiderme della 0. Zr2Quetra. —25 tessuto fibro-cartilagineo di questa e della 0. /ubolosa cogli spigoli litoidi @ € osservati al microscopio, uno de quali si è ingrandito 26. 28 Tavola 117. 1 oloturia triquetra delineata dalla faccia superiore, affinchè colla sezione aa fatta al suo corpo veggansi le arterie esofagee 06, le dentarie cc, la coronaria e, le dorsali ddd a dritta e sinistra co’ rami finiti nelle papille ff o sotto i comuni integumenti 99, ove ne traspariscono i soli otrelli Folineani 7%, la aorta 7, la me- seraica superiore 2 e l’inferiore 7, l’ampolla Poliana p, la vena g risultante dalla mesenterica superiore r éd inferiore £. — 2 vescichette dell’albero respiratorio. — 3 uno degli ovarî, e 4. massa granosa esistente nel cavo addominale di essa. — 5 membro genitale della stessa o/oturia. — 6 globetti eruorici!, ed ofidi abitanti nelle vie della respirazione dell’o. Colonna e tubolosa 8, non chè della 0. #rique- fra 9g con pezzetto di cute 16. — Vena meseraica inferiore della 0. u80/0sa 7 6 co vasi enterici c finiti nella rete d, ove veggonsi i fiocchetti ee anastomizzati ad altri identici della mesenterica superiore a. — 10 pentatta pentatta quasi di na- turale dimensione, essendone i tentacoli grandi a e piccoli cc, le serie di papille dorsali media d e laterale sinistra e, non chè ventrale fdi questo lato. 11 filiera mascellare a6 della p. doliolo, e muscoli che ne partono c. — 12 globettini san- guigni dell’ampolla Poliana della mentovata penzazta. — 13 papille litoidee cu- tanee del fi/Zoforo fuso, guardate dalla faccia interna 14 per vederne i pezzi mi- nori @, i maggiori conici c, uno di questi spaccato 15 col canale centrale r. II. ECHINODERMI ECHINICI, MITUPLTITILIZI ZIA TAI ZII ZIAILITZIIZII ZIA ZIA IZ VIA IAN ZI Zaia nia ariana nia ninna ara ni var erraria nia reziaarianrarne Non si sono certamente ingannati coloro, i quali paragonarono gli echinz viventi al pericarpio composto del castagno. Basta dare un'occhiata al riccio ma- rino fornito de numerosi e svariati suoi aculei, affin di convincersi della fondatezza di tale comparazione. Per la loro asprezza ne surse il proverbio di chiamare un uomo intrattabile, e di mal costume: eckzno asperzor. Dippiù si è detto, che due persone irreconciliabili allora si sarebbero uniformati ne’ pensieri, quando il riccio terrestre avrebbe convivuto col marittimo. Hanno essi in generale il corpo testa- ceo orbicolare gonfiato , talora ovale, e secondo le specie più o meno depresso, risultante di molti pezzi poligoni regolari od irregolari j i quali intarsiati compon- gono ammirevole mosaico, essendosi eziandio creduti analoghi alla teca vertebrale delle aszerze, od assimigliati alle conchiglie moltivalve. Sonosi appellate fascie po- rose degli chini le dieci serie divergenti e longitudinali di forami, come i meri- diani di un globo, che dalla bocca arrivano sino all’ano, fra esse avendo gli am- 29 bulacri, per la similitudine a’viali de giardini; chiamandosi poi aie interstiziali, od anambulacrarie l'assortimento de’ pezzi intermedi ed alternativi. Questi e quelli sono internamente levigati, ed all’esterno cospersi di tubercoli forniti di aculei caduchi in morte. Attorno l’ano esistono cinque grandi forami pella uscita de’ fori degli ovidotti, ed eguale numero per quella delle arterie branchiali, Questo gruppo di animali, da’ quali Bruguiere ha desunto il nome generale di Echinodermi, è stato diviso da Lamarck (1), Deslongchamps (2), Blainville (3), Agassiz (4), Grube (5) in parecchi generi, da Cuvier (6) vieppiù raffermati con solide basi desunte dalla loro organizzazione, e solo tre de’ quali sono a noi indigeni. Convengo con Blainville della incertezza de’ caretteri naturali, dagli autori asse- gnuati agli echini in generee, e vi bisognerebbe una mano ardita, onde passarli a rassegna nello stato di vita di siffatti esseri. Neppure entro nel merito delle loro divisioni, ma fo soltanto osservare, che quella stabilita tra l’ec/no ed il cidarite sia pochissimo fondata. Il carattere distintivo dal primo del forame destinato al muscoletto, che lega l’acetabolo dell’aculeo»al rispettivo trocantere, non è esclu- sivo a questo ultimo; ma appartiene a tulti gli eck:n2 da me esaminati , anche a que’osservati dal citato naturalista francese, colla differenza forse di averli esso veduti nello stato di morte, e senza attendere ai lumi notomici. La disparità della grandezza e forma degli aculei ha bastante importanza. È più fondata la separazione degli spatanghi: sia per la posizione della bocca sfor- nita di denti, non corrispondente al centro della faccia inferiore, e quindi all’ano; sia per la corporea figura cuoreforme, od ovale alquanto appianata ; sia pella di- versità de’ pezzi e dei quattro ambulacri co’ pori genitali, degli aculei, non esclusa Vaia eccentrica de’ tubercoli; sia pell’infossamento dorsale anteriore. Esattissime trovo le considerazioni del dotto professore testè citato intorno alla forma del corpo, alla posizione orale ed anale, alla mancanza de’ denti, al numero degli ambulacri, de fori ovari, de tubercoli ed aculei degli spatanghé. Ciò non ostante somma incertezza tuttora vi regna, ed io vi aggiungo doversi attendere agli ambulacri sì branchio-dorsali che a’ pedicello-ventrali , alla siepe di aculeetti dorsale e ano- ventrale, alla diversa figura degli aculei dorsali, ventrali, interambulacrari. Gli eckznî non solo ad opera di tutti questi, ma pure mercè i piedi cangiano sito, rotolandosi attorno al proprio asse, e di che si è occupato Spallanzani. Molti autori hanno opinato, che detti animali presagiscano le tempeste marittime, qua- (1) Anim. s. vert. 2.° ed. III 263-294. (4) Prodr. d'une Monogr. des Rad. ou Echi- (2) Enc. méth sup. 193, 587, 685. nod. (Ann. cit. VII 274-284..). (3) Man. d' Actinologie cit. 62-78, (5) Echinod. und. Wiirm. cit, p. 27-33. 197-232. (6) leg. amm. ed, cit. UL 231-237. 30 lora si allontanino dal lido pér discendere nel fondo delle acque, dove coi nume- rosì loro piedi attaccansi agli scogli; alcuni di quelli, essendo situati in forma di corona nel perimetro della bocca, fanno pure l’officio di tentacoli. Si cibano di fuchi gli echini ed i Cidariti, mangiando melma gli spatanghi. Trovansene nel cratere napolitano parecchie specie: appena morti se ne alterano i colori, e 1 guscio perde le spine. In siffatto stato riescono molto difficili ad essere definiti, e fanno commettere sbagli a’naturalisti, che così difformati tentano descriverli nei Musei, La interiore fabbrica dell’ec/ino escolento si studiò dal Planco (1) pel sito e forma delle ovaie, non chè del tubo enterico; in riguardo a’ piedi da Baster (2); e da Monro (3): mentre i pezzi componenti le cinque mascelle non isfuggirono alle ricerche dello Stagirita (4). Cuvier (5) non ne ommise le disamina ; però re- puto classica la notomia che Tiedemann (6) ha dato dell’e. sassatile. Nè io la conosceva, quando nel 1823 (7) intrapresi quella di tutte le specie nostrali, del Cidarite e degli Spatanghi non mai tentata; ove in molti punti confermai le idee del fisiologo di Heidelberga, per altri mi ci trovai in perfetta opposizione, e molte cose nuove vi aggiunsi. In questi ultimi tempi Carus (8), Meckel (9), Cloquet (10), Wagner (11), Grant (12), Dugès (13) non hanno mancato di estenderne le co- noscenze ; ed Edwards (14) ha divulgato precise figure notomiche intorno all’e. escolento, al livido, ed allo sp. porpureo: ma protesto con Blainville (15), qual- mente le indagini non vi hanno finora toccato la meta. dti I. DESCRIZIONE 200LOGICA. GI. Zczrwo ( Ecmnus Linn. ). Corpo orbicolare, talora alquanto depresso, composto da venti serie di pezzi raggianti, alternativamente disuguali poligoni, cospersi di spine attaccate su tu- (1) Com.Instit.Bonon.(Ep.adBassium.) Vir. (2) Opuse. subsec. Harl.1762, HI 111-113 fig. (3) Phys. der Fische. Leip. 1787, p. 88. (4) Hist. anim. Lib. IV 5. (5) Zee. d'Anat. comp, Paris 1800-1805, IIl329;IV 417; V199,fig-.e2.°éd. par Duvernoy. (6) Anat. des Stein-Seeigels, p. 67-90 fig. (7) Mem. su gli anim. s. vert., Nap. 1825, Il Su gli echini 316-353. (8) Anat. comp. cit. 1 39, 113, 329; Il 10, 117) 304, 368, 447.fig. (9) Anat. comp. par Sanson et Schuster, t. Il-Xenel VII$8-90 leggesi unsuntodella mia memoria. (10) Ene. meth. sup. Paris 1830, IV 567-77. (11) Zekrb. der vergleich. anat. cit. 1 78, 158; Il 300, 563, 585, (12) Outl. of comp. anat. Lond. 1835, p. 17; or, 432, 526. (13) PAys. comp. Paris 1838, I-II fig. (14) Reg.anim de Cuvier. Paris184o, Zooph. pl. des Echinod. (15) Malgré les travaua de Reaumur, de Klein, de Cuvier, de Lamarek, de Blainville, de Gray et Delle Chiaie, qui s’en sont le plus spé- cialement occupés, l'anatomie des Echinides est bien loin d'étre complete (Actin. cit. 198). 31 bercoli mammellari. Bocca inferiore centrale, munita di cinque denti, opposta al- lano superiore. Cinque ambulacri compiuti, ed altrettanti fori genitali, 1) E. escolento (E. esculentus Ln. ). Corpo globoso, appena depresso giù, violetto, cosperso di spine non troppo affollate, brevi, scannellate, quasi spuntute bianche; dieci fasce porose, ognuna corredata di quattro fila di lunghi piedi con osseo disco terminale. Specie comu- nissima, le cui ovaia costituiscono cibo assai ricercato. Vi si confonde l’e. neg/elto di Lam. e Savigny, e forsi con maggiore faciltà della specie seguente. 2) E. ventricoso ( E. ventricosus Bruce. ). Corpo emisferico, slargato, piano giù, tre in quattro volte più grande del pre- cedente, violaceo, fornito di brevissime spine striate, bianche nell’apice; dieci fasce porose, cadauna con quattro serie di piedi in punta osseo-discoidei. È frequente tra noi dalla primavera all’autunno, appellandosi angina reale, e pocoricercata per cibo. 3) E. sardo (E. sardicus Lin. ). Corpo emisferico-conoideo , ventricoso giù, roseo-porporino ; fascie porose biancastre comele due serie di piedi; aculei porpureo-gialli, lunghi, puntuti, stria- ti, rarissimi. Una sola volta ho visto vivente, i marinai lo chiamano me/oncello e fresco odora di cedriuolo. L’e. acutus Lam. appartiene a questa specie. 4) E. sassatile (E. saxatilis Lin. ). Corpo globoso, verde-pallido, munito di spine lunghe, puntute, finamente striate, piuttosto affollate ; cadauna fascia porosa con quattro filiere di lunghi pie- di. Taluni zoologisti l’hanno a torto confuso coll’e. neg/etto. Esso in preferenza delle altre specie comunemente vendesi in tutte le stagioni. 5) E. migliare (E. miliaris Lin. ). Corpo orbicolare-depresso, piccino, verdiccio ; piedi lunghi in duplice coppia per ogni fascia porosa; spine sfollate, brevi, acuminate. Apparisce da inverno a primavera, chiamasi castagnola, essendone grate a mangiarsi le grosse ovaie. Alcuni hanno quì riunito l'e. sassazi/e, che Lamarck arrola sotto l'e. 4vido. Io non vi trovo altra differenza, che la sola grandezza ; attesochè gli aculei sono in entrambi acuminati, ed i coloriti possono esserne verde, castagna, bleu, spadi- ceo, roseo-pallido , violetto, biancastro (1). Cadutene le spine evvi la sola diver- sità, che il guscio del m22/are sia molto più piccolo del sassazile. (1) Giannettasio HZaZieut. VIII 187 così scrisse —erum Ahi cyanei, rufi spectantur et illi: all'uopo: Ast hyali radiant multi convexa colore Perge, sagittiferis nonest color unus Echinis: —Higemmas referunt et multicoloribus ardent Hisce calya, radiigue omnes nigredine fulgent: Cuspidibus nitidique, velut scintilla, relucent. Flavescunt alii: candent hi, marmoris instar: —Sed vita fugiente, fugit color, et perit omnis. 32 6) £. napolitano ( E. neapolitanus DeLLe CHAIE. ). Corpo orbicolare-depresso , violetto-fosco ; spine striate, rotonde, puntute, spesso un pò compresse, abbastanza lunghe, non troppo affollate; fascie dieci po- rose, cadauna con quadruplice serie di piedi, i superiori tubolosi, lunghi discoidei, gl’inferiori unipennati, sottili; ano chiuso da quattro valvule triangolari. Grube lo vide morto in Palermo, dove è raro come in Napoli, e quegli conviene de’ suin- dicati caratteri. Io n° ebbi molti individui viventi nell’anno 1824, ed un solo nel 1840. Da’marinari vien denominato angina femina e lo credono pasto nocivo: GI. CroArirE (Croaris Lan. ). Corpo circolare più o menoelevato o depresso, risultante da pezzi poligoni co- verti da tubercoli mammellari, pertugiati, corredati in su da spine lunghissime pun- tute, e di brevi quasi squamose. Bocca inferiore con cinque denti acuti, centrale co- me l’ano superiore. Cinque ambulacri completi, ed eguale numerodi pori genitali. C. îstrice (c. bystrix LAM. ). Corpo globoso, verde con spine piccole piatte affollate bianche, e grandi cilin- driche rare lunghe gialle fornite di solchi paralleli; ambulacri distinti da linea fles- suosa rossa; piedi allungati disposti in unico paio per cadauna fascia porosa. Una sola volta l’ho avuto vivente nel 1823, e Grube scrive che in Palermo ne verificò la mia descrizione. Non si mangia affatto, ed i marinai le chiamano noce di mare. GI. Sr4ranco (Sparancus Lan. ). Corpo ovale o cuoreforme, più largo innanzi, che dietro, con solco più o me- no profondo nella estremità anteriore. Guscio sottile, composto da molti pezzi lar- ghi poligoni. Spine cilindriche puntute , o slargate nell’apice. Fessura boccale senza denti più o meno anteriore, traversale, labbrata. Ano opposto marginale più su, che in giù. Quattro ambulacri, e due paia di forami genitali. I ) Sp. ventricoso (sp. ventricosus Lam. ). Corpo ovato, anteriormente gonfio, giallo, gibbo sopra, piano sotto; ambu- lacri branchio-dorsali opposti, retti, men lunghi de’ posteriori obliqui, i pedicello- ventrali stretti ; siepe dorsale pentagono-crociata, e la posteriore cuoreforme slarga- ta; aculei superiori puntuti, curvi, affollati, gl'inferiori a spatola. Vi arrolo gli spe- tanghi atropo, pettorale, carenato, ovato 0 flavescente, che Grube ne ba poscia separato, finchè non sieno meglio descritti, 2) Sp. porporîno ( sp. purpureus Lam. ). Corpo cuoreforme, porporino-violetto, convesso su, appianato giù ; ambula- cri branchio-dorsali obliqui, meno profondi dalla mediana lacuna antero-dorsale 33 e de’ posteriori, i pedicello-ventrali larghi ellittici, finiti nella siepe sottanale qua- sì come 8 supino ; aculei superiori affollati, curvi, più piccoli de’ lunghi gialli, gli inferiori marginali lunghetti alquanto rari, i medî brevi a cucchiaio. 3 ) Sp. arcuario (sp. arcuarius Lam. ). Corpo ovato-cordato, giallastro , meno convesso sopra che sotto , dietro più elevato d’avanti ; ambulacri branchio-dorsali gli anteriori obliqui lunghissimi con profonda lacuna intermedia, i posteriori cortissimi, i pedicello-ventrali semi- ellittici; siepe setolosa dorsale rosina romboidale aperta nell'angolo anteriore e retta nel posteriore, da’suoi angoli laterali scende la trigona siepe anale ; aculei superiori lunghi puntuti, i soli ventrali interambulacrari a cucchiaio. Forsi qui appartiene lo sp. 91550. Tutte e tre queste specie denominansi scimie di mare o testa di morto, di rado pescandosi nel rostro cratere, e senza usarsi per cibo. II. DESCRIZIONE ANATOMICA. 1 ) Sistema osseo. L’osseo guscio degli eckiniî, avendo due orbicolari aperture, la inferiore cor- rispondente alla bocca, e la superiore più stretta spettante all’ano, componesi da varî pezzi simmetricamente connessi. Cadauno de’ quali nel primiero periodo del suo sviluppo è di maggior numero, veggonsi mobili ed uniti mediante membrana; che pian piano ossificasi, restandone solamente le traccie nelle dieci suture longi- tudinali, a zig-zag con una linea rilevata, che da sopra in sotto dividono in dieci diseguali segmenti o zone la intera scatola ossea. A questa loro epoca ha certamen- te voluto alludere Cuvier, reputandola di un solo pezzo. Ogni segmento impiccoli- scesi a norma, che si avvicini tanto alla bocca, quanto all’ano: e puossi parago- nare a due triangoli innestati per la base, terminandone un apice alla bocca e l’altro all’ano. La zona piccola od ambulacraria assai stretta nel Cidarz/e, inter- namente offre rilevata linea mediana longitudinale, avendo a dritta e sinistra una doccia pertugiata da duplice serie di fori quasichè marginali, esternamente corri- spondendovi gli avvallamenti laterali delle fascie porose, che realmente ne costitui- scono gli ambulacri. La zona grande od anambulacraria ha la stessa origine e fine, essendone la faccia esterna più gibba nel mezzo, che a’lati. Amendue tengono mediana sutura longitudinale a grossi denti, che sono piccini nelle due suture late- rali comuni, che congiungono un margine del piccolo a quello del grande segmento contiguo. Ciascuno di questi risolvesi in molte bislunghe aiuole, pentagone irrego- lari, avendo i lati superiore ed inferiore quasi eguali ed assai lunghi, due corti laterali interni ed il solo lato esterno, invece di essere retto, vedesi a dentelli. Le suddette aie sono all’interno levigate e bianche, all’esterno appaiono un poco più he 34 larghe : ricevono il colore dalla sovrapposta cute, val dire manifestansi verdicce negli echini sassatile, migliare e Cidarite, violacee nell’e. escolento e ventricoso. Ammirevole è l’intarsiamento delle ossee aiuole ambulacrarie ed anambula- erarie. Per esempio una di quest ultima sorte sta in maniera incastrata, che i due minori lati di una di essa di destra s'internino nel seno fatto dal lato superiore ed inferiore del corrispondente paio di aiuole di sinistra, che il superiore suo lato congiungasi all’inferiore della sovrastante, l’inferiore della stessa al superiore della sottoposta, e l'esterno al consimile lato dell’ambulacraria aia contigua. Più nel connettersi cinque segmenti maggiori e minori della scatola ossea inferiormente formasi un cerchio, in cui evvi più celere e compatta ossificazione, ravvisan- dosene il lembo interno più elevato, munito di cinque obliqui archi ambulacrari fatti da due pezzi superiormente uniti, solo nell’e. napolitano e Cidarite separati, anzi in questo appariscono anambulacrarì; essendone costeggiato ognuno da coppia di seni anambulacrari. L'anello superiore od anale, anche nell’e. sassazile, ven- tricoso ed escolento è formato da quindici pezzi disposti in triplice ed alterno ordi- ne; cinque de’quali maggiori superiori esagoni, o scudetti genitali e anambulacrari, erano già noti a Baster (1). Tra questi distinguesi uno più grande nella faccia esterio- re provveduto di piccoli alveoli, che negli altri quattro sembrano forametti, ana- logia serbando col tubercolo labirintifero delle asferze. Osservatosi con lente quello degli e. escolento e ventricoso, nella faccia interna vi appariscono parecchi cana- letti forcuti, irraggiati dal centro alla periferia ; e rottone un pezzo sembra, che molte spatiche laminette ne compongano la crassezza con flessuosi cunicoli. Gli altri cinque scudetti inferiori piccoli esagoni ambulacrarî o branchici , che costi- tuiscono la serie inferiore, alternati colla precedente, sono reniformi, eziandio perlugiati pel tragitto dell'arteria branchiale. Finalmente la terza e quintupla serie di ossi triangolari, circoscrive l’anello interno dell'ano, donde partono a guisa di embrici moltissimi ossicini, che nel lato dritto rimangono lo spazio pel- l’anale apertura orlata da aculeetti, che di maggiore larghezza osservansi pure attorno al suo anello esteriore e più grande. Veggonsi quelli mobilissimi, talora sono internamente tirati dall’estremità del budello retto, che fuori rimane una specie di cavo, nel cui fondo laterale dritto rimarcasi lano. Tale è la disposizione de’ pezzi ossei degli e. miZiare, sassatile, escolento, ventricoso : se non chè quello dell'e. napolitano al di fuori è chiuso da quattro valvule triangolari. Inoltre il Cidarite ha i cinque scudetti genitali tubercolosi esternamente, e una vaschetta (1) Quodsi ergo mobiles animalis marillas cula mawillas fivas vocare posses ( Op. subces. laterna constituat, posteriora haec quinque ossi- 116 ). 39 centrale interna, nel cui fondo esiste l'apertura dell'ano circondato da embri- ciati ossicini. Il guscio dello spatango ventricoso, sferoideo, è piano-convesso; nel mentre che osservasi cuoreforme nello sp. porpureo, gibbo su e piano giù nello arcuarzo. Alla faccia inferiore e quasi mediana degli sp. ventricoso e porpureo esistono due aperture, la prima più lunga che larga anteriore pella bocca, e la seconda circo- lare piccola posteriore per l’ano. Attesochè sul suo dorso ed in avanti veggonsi quattro profondi ed ovali ambulacri branchiali; essendo fra essi disposti in modo, che i due anteriori più allungati e divergenti verso dietro si avvicinino ad altro paio, l'uno destro e l’altro sinistro, che è brevissimo nello sp. arcuario, da chiu- dere nel mezzo le qualtro ineguali aperture genitali. Alla faccia interna di cadauno de’ suddetti ambulacri corrispondono le gibbosità analoghe agl’infossamenti este- riori, mancanti nello sp. ventricoso, a cui lati giace la coppia rettilinea di forami pel passaggio delle branchie. Il mediano avvallamento dello sp. porpureo ha in- ternamente una serie di solchi laterali, e pennati nello sp. arcuarzo. Questi inoltre hanno rettilinea direzione con filiera di due opposti forami, e proseguita dall’anteriore parte della bocca fino a’ quattro fori genitali, fra quali in- ternamente elevansi una o due creste per la inserzione delle ovaie o de' testicoli. Alla stessa maniera è conformata l’altra coppia, che nasce dalla parte laterale dritta e sinistra della bocca, e termina agli ambulacri anteriori delle branchie. Finalmen- ie comunicano co posteriori di queste ultime gli altri, che partono da'lati posteriori della bocca, ove a sinistra internamente trovasi la spina per l’attacco dell’ampolla Poliana, e nel tragitto offre vari fori alternativi, che presso l’ano rendonsi più di- stanti e colla filiera interna a semicerchio, indi tornano ad essere avvicinati ed alterni. Gli ambulacri posteriori formano un’aia ovale inferiore, mediana od inte- rambulacraria, e gli altri a croce: tutti hanno mediocre sutura a zig-zag. I pezzi, che ne compongono il guscio, sono ineguali, quasi rotondi, triangolari, rettangolari e trapezoidei. Que della bocca si dispongono in duplice serie, una superiore di quattro pezzi e l’altra inferiore di sette, essendo amendue connesse da membrana, che rimane un margine mediano libero cedevole, o con pezzo rostrato nello sp. arcuario. Questo apparato serve forse per comprimere e stritolare i cibi: come pure la corona di ossicini mobili dell’ano è necessaria per la espulsione delle feccie. Nei cennati spafanghi rimarcasi una sutura longitudinale, che divide la scatola ossea in metàdritta e sinistra. E rimane meglio chiarita la mente del lettore colla ispezione della figura all’uopo espressa circa le altre suture, ad opra delle quali i secondarî ed ineguali di lei pezzi, anche in variato modo conformati, unisconsi ai compagni. 36 Il guscio degli echini diversifica nella compattezza a tenore de diversi periodi di sviluppo, non chè secondo le specie, e i differenti suoi siti. Poichè nell’e. ven- tricoso e sassatilerimarcasi abbastanza doppio e compatto nelle pertinenze dell’aper- tura orale, crassezza che man mano riducesi alla terza parte presso l’orifizio anale. Quale doppiezza proporzionata alla mole trovasi massima nel picciolissimo e. mi gliare; è minima poi nelle. sardo, e negli spatanghi, che sono grandissimi. Anzi la connessione de'moltiplici pezzetti componenti detta scatola appol’e. sardico è tanto poco consolidata, che tenuto nell'acqua per qualche tempo vansi a scom- porre, mentre nell’e. migliare vi succede di buon ora l'innesto e sì stabilmente, che neppure se ne discernono le tracce. La unione delle suture parziali od areo- lari è più sollecita e meno resistente della porosa, che precede tanto Y ambula- craria, che l’anambulacraria ; anzi il loro conglutinamento procede dall'esterno all’interno, ove le traccie ne sono più visibili. La superficie esteriore delle due specie di segmenti o zone è tubercolosa, ed in quella de’soli ambulacrarî esistono le fascie con pori. Osservansi questi a paia rettilinee nell’e. migZiare e nel Cidarite, sigmoidee nelle. sassalile, a zig-zag negli e. escolento e ventricoso. I quali gli hanno divaricati nell'interno del gu- scio, nel di cui esterno mercè obliquo tragitto si approssimano, contandosene otto per cadauna aia, ossia una coppia inferiore destra, e tre superiori sinistre ed in- clinate. I pori degli ambulacri branchiali degli spatanghi porpureo e ventricoso sono paralleli, i pedicellari alterni. I tubercoli o prominenze maggiori, analoghe ad un trocantere levigatissimo come lo smalto de’ denti de’ Vertebrati, non man- cano d'interesse ; ravvisandovisi la testa, il collo, la base allargata e sovrapposta al guscio, che ivi è internamente infossato nel Cidarz/e. Le minori sono o irrego- larmente disperse tra le grandi testè citate, o formano corona intorno alle stesse siccome avviene nel Cidarite, oppure marcano i limiti de’ pezzetti ossei (e. esco- Zento e ventricoso). In questo contansene due per aic orale od anale sì ambula- craria che anambulacraria, le maggiori man mano crescendo nelle più lunghe della prima sino a tre ed a nove nella seconda, spesso in questa n’ esistono una 0 tre altre inferiori, talchè il numero non mai n'ecceda da otto a dodici. I tubercoli minori per lo più tracciano le secondarie separazioni embrioniche di cadauna delle aie. Puossi quindi affermare, che nelle. ventricoso giungano le ambulacrarie a 130 con 1600 tubercoli maggiori, e le anambulacrarie a 370 con 1800 tu- bercoli grandi : nel Cidarite contandosi 75 di queste, e della rispettive eminenze maggiori, le quali mancano nell'eguale numero di quelle. Gli aculei degli eckzn: diversificano per grandezza, forma, struttura. Ta- luni sono a subbia, striati a lungo e con orlo presso la base (e. escolento) ; altri 37 hanno profondi solchi alternanti a lince rilevate, traversalmente striati, con apiee -retuso (e. ventricoso); altri veggonsi piccoli piani , striati, o cilindrici, grossi, lunghissimi, solcati, scabrosi, tra’ quali trovansene alcuni esilissimi a subbia (Cidarite); altri rimarcansi assottigliati coll’apice rotondato , un pò compressi , con due fovee laterali da una sola faccia (e. napolitano) ; altri sono curvi con strie longitudinali intersecate da traversali, rotondi, a cucchiaio nel termine, in- ternamente vòti (spatanghi). Rotto per traverso un aculeo dell'e. venzricoso vi comparisce il cavo centrale mediano, una o più zone concentriche di tessutò spu- gnoso areolare , cui irraggiansi delle laminette verso le periferiche sue scannella- ture, che sono ossee nel Cidarzfe. Tuiti i descritti aculei hanno un acetabolo articolato col respettivo trocantere, e nel Cidarite vi corrisponde l’infossamen- to interno per cadauno pezzo del suo guscio. Que degli spatanghî mostrano grande diversità di situazione eccentrica dell’acetabolo e nel proprio trocantere. Non mi dilungo su le particolarità degli aculei minori sia circondanti i maggiori, é sia dispersi nella superficie esteriore degli echini. Però è tempo dire qualche cosa di certi esili aculei assai diversi da’ precedenti, e talora cartilaginei (e. esco- dento), o di quei setolosi degli spatanghi allogati lascamente fra'grandi e piccoli, non chè vestiti dal comune integumento ; aggruppati, fragilissimi, rossi in questi ultimi, formando siepe intorno all’ano, oppure sul dorso. Ricordo qui le pedice/larie, non perchè volessi confermare la idea espres- sane da Muller, approvata da Lamarck (1), Cuvier (2), sulle mie orme riprovata da Blainville (3), di reputarle polipi, racchiusi nel loro gambo e colla bocca in mezzo de denti; ma a sola ragione, che per esse nella scienza già trovasi introdotto siffatto vocabolo. Fanno elleno parte integrale degli echn?, servendo loro per at- iaccarsi a corpi adiacenti, ed anche a ritenere gli animaletti da cibarsi; nè furono ignote a’ Baster (4). Sono le stesse di variata struttura e forma, vale a dire alcune ravvisansi fornite di gambo osseo articolato al respettivo trocantere, avendo nell’al- tro estremo un gruppo di fibre, che si distribuiscono atre pezzi ossei lunghetti, sot- tili, puntuti, articolati, o trivalve. Tali pedicellarie spettano all’e. esco/ento, essen- do negli spalanghi minori, meno valide di quelle del venéricoso, e del Cidaxite. I divisati ec/ini, tranne questo, ne hanno varî fascetti attorno alla bocca, termina- ta ognuna da capolino diviso in tre pezzi prismatici poco profondi, od all’ano dello (1) Anîm. s. vert. II 63. de doute powr toutes les espéees, en sort que defini. (2) leg. anim. IV 69. tivement c'est un genre a supprimer (Actin. 680). (3) Vous avons omis avec intention le genre (4) Quaedam probosci.les tribus cuspidibus pedicellaria, parce gu" était établi sur des orga- terminantur, quo lpretor depingereomisit (Opuse. nes d'oursins. M. Delle Chiaie a mis la chose hors subsec. | 139 }. 38 spatango ventricoso. Da ultimo un disco osseo dentato, e pertugiato nel mèzzo, vedesi alla estremità dei piedi degli e. venzricoso ed escolento, chiamato pedicel- laria rotifera da Lamarck. Una tunica fibrosa chiude l’orificio maggiore del gu- scio, nelle cui maglie esistono vari ossicini dotati di oscuro movimento e mossi da speciali tendinucci, corrispondendovi all’esterno i gruppi di pedicellarie. Intorno l'atrio orale, rimasto dalla succennata membrana, ed in relazione degli archi ossosi, esiste una corona di cinque paia di ossetti compressi, quasi a cuore; essendo ognino esternamente munito di fovea biforata, cui aderiscono i piedi circondanti la bocca, e vari fascetti di pedicellarie. Quale spazio, oltre le indicate parti, sta embriciato da squame ossee semilunari nell’e. migZiare e nel Cidarite. Cinque mascelle circondano il principio dell'esofago, rappresentanti penta- gono cono (1). Ognuna (2) piramidale, prismatica, offre la faccia esterna gibba, nella cui base evvi un'apertura, ove scorgesi una sutura negli e. escolento, sas- satile, ventricoso, Cidarite, e due uncini nell’e. napolitano; avendo i lati con fo- vea. Le due faccie laterali interne di dette mascelle sono piane, fatte da infiniti sol- chi flessuosi, paralleli, alternanti con linee rilevate, che internamente terminano solitarie, costituendo da sopra in sotto un pettine molto approssimato al compa- gno. Quella nell'interno ha una lamina ossea, curva, dura, lineare, all'estremità acuminata, emulante il dente incisivo degli animali rosicchiatori, che induriscesi colla masticazione , alla cui faccia inferiore adattasene altra più stretta rettango- lare, spuntuta, entrambe lunghesso la linea mediana interiore della faccia gibba delle mascelle s innestano, finendo assottigliate come nastro e ripiegate. La so- stanza di tali laminette è perfettamente ossea verso la bocca, dove tutte e cinque toccansi ed in parte ne chiudono l’orificio, terminando delicate a guisa di linguet- ta, obliquamente striate , di sostanza setolosa con isplendore metallico, quasichè analoga all’asbesto, e risultante da curve acicole lineari. Esse nel Cdarzie man- cano e le mascelle finiscono come il becco della penna da scrivere, prive della se- conda laminetta. Presso l'apice della faccia gibba delle mascelle esiste un forame continuato sino al termine del loro dorso ; come pure tra la spessezza, o nell'angolo di unione della faccia convessa alle due laterali e piane, veggonsi due seni. Ciascheduna ma- scella per la sola base si articola alla compagna, dove evvi una mezza fovea trian- golare, che completasi colla mascella vicina, allogandovisi un ossetto rettangola- re (3), fornito d’incavi e di eminenze laterali, appena convesso su, e curvato giù. Il terzo ed ultimo ordine di ossetti fu conosciuto da Baster (4). Ognuno dei quali (3) Ossicula trabecularum instar, Baster. (1) Zaterna Aristotelis. (4) Staminainflore pussionis moreeasurgunt. (2) Maxilla mobilis, Baster. 39 è curvo, prismatico ne lati, rotondato all’esterno, aderente mercè legamento alla fovea della faccia piccola ed interna di uno degli ossi descritti, e coll’altro estre- mo finisce ad x rovesciato nell’e. escolento e ventricoso, orbicolare nell’e. na- politano, con alette nel Cidarite, privo delle due aste divaricate , compresso nell'e. sassatile, e migliare. È somma la meraviglia, al dire di Gesner (1), che reca la contemplazione delle descritte parti della bocca. Olivi opina che il guscio degli ec/inz si componga di pezzi connessi a cer- niera, prima molli, poi ossei; e che derivi da esteriore apposizione di fosfato cal- careo, depositato nelle indicate aie. To appoggio queste idee del naturalista veneto; attesochè i piccoli ec4in: chiaramente dimostrino tutl'i rispettivi pezzi o aiuole ossee nel centro, quasi cartilaginee nel margine. Nel guscio de medesimi, de’ Cidarzi e degli spatanghi riconosco due punti di ossificazione : il primo, o strato esterno compatto, operato dalla cute; il secondo interno spugnoso, prodotto dalla tunica pe- ritoneale o periostea, il doppio del precedente. Il loro tavolato osseo componesi da 8-10 foglio lamine reticolate, cadauna maglia od anello delle quali è rotonda, mercè cinque corti pezzi cristallini congiunta alle adiacenti. Questa medesima fabbrica si rileva negli aculei e nelle mascelle. Nè ho scorto varietà di alcuno rilievo nelle areole di carbonato calcare di tutti e tre i nominati generi di echini. 2 ) Sistema dermico. La superficie esterna del corpo degli ec/inz è coperia dalla cute, alquanto spessa, molliccia, facilissima a spappolarsi appena distaccata, cospersa di puntini, che la fanno comparire verde nel Cidaréte, verdiccia nell’e. sassatile, violetta negli e. escolento, ventricoso, nello spatango porpureo ; nel quale, negli sp. ar- cuarto e ventricoso è fievolissima, gialliccia. La medesima veste i piedi, le branchie e le diverse specie di pedicellarie, terminando negli orificî della bocca e dell'ano, non chè all'orlo osseo di ogni spina maggiore e minore, da costituire l’inviluppo esteriore alla prima tuniga dell’articolare loro borsa. Quando l’animale sia pros- simo a morte, comincia a disfarsi, e produce la caduta degli aculei ossei ; rima- nendo solo i cartilaginosi, che nell’e. esco/ento patentemente appariscono vestiti dalla cute. Questa negli e. ventricoso ed escolento mi tinse di colore violetto le punte delle dita, che a fronte di replicate lavande si dissipò dopo qualche dì. È così chiara la esistenza della tunica interiore peritoneale o periostea nell’e. napo- litano, o nel Cidarite, che dà luogo ad osservare la maniera come essa tappezzi non solo la interiore superficie della scatola ossea; ma ancora gli ovarì od i testicoli, cui dà una membrana aderente alle cinque suture longitudinali. Dal- (1) Tam mirabili stupendoque artificio sunt gantius spectatuzue iucundius (Hist. anim., lib. constructae ct caelatae,ut nihil sitin totomariele- IV35ocum ic.) 4o l esofago estendesi direttamente presso lano, onde stabilire perfetta comunica- zione membranosa fra quello, gli stomaci, le budella; affinchè siano mantenuti in sito. Essa vi rappresenta il mesentero finito a successive e sfrangiate laminette tendinose, marcatissime e lunghe nell’e. sassazile, nel Cidarite, non chè negli spatanghi porpureo, ventricoso, arcuario. Nell’atrio della bocca adattasi in for- ma di tamburo presso l'apice dei denti, ed alla base de’ medesimi strettamente circonda l’esofago. 3 ) Sistema muscoloso. Nelle spine grandi e piccole trovasi una lunga borsa articolare esterna, e l’in- terna; abbracciandosi dalla prima il collo del trocantere fino al rilevato orlo circo- lare di ogni aculeo, intorno intorno vestendosi dalla seconda l’esteriore parte del- l’acetabolo e del troncantere : attesochè dal centro di amendue questi ultimi pro- lungansi valide fibre e forsi un vase, cinti dalla tunica sierosa o sinoviale, ad opra di cui fassi articolazione per artrodia. È somma la validità di detta borsa, giacchè vi bisogna bastante forza per superare la resistenza di ciascuno aculeo, posto in erezione, non dico dell'e. mzgZiare, ma del Cidarite. Numerosi sono i muscoli, che muovono i denti e l’orificio esofageo. I dilatatori superiori cominciano dai cinque lobi variamente incisi, in cui rappresentano una massa carnosa, prima ri- stretta indi ampliata; poi, mentre si attenua, scorgesi allungata e divisa in due sottili muscoletti separatamente legati all’interno lato di cadauno ossetto rettango- lare. A’sopraddetti lobi carnosi è attaccata una coppia di piccoli muscoli dilatatori inferiori, terminando ognuno a dritta e sinistra del becco di ciascuna mascella. Nascono i muscoli mascellari superiori dalla fovea esistente nella metà interna dell'osso, che forma gli archi, e terminano nelle incisioni laterali superiori ester- ne di ogni mascella. Essi nel Cidarzte compariscono divisi in due distinti lacerti. Tra la metà dell’orlo interno osseo in vicinanza degli archi principia un nastro muscolare, risultante da vari lacerti, o mascellari inferiori, e si fissa nella base di cadauna mascella, la quale ne è circondata. I loro adduttori hanno origine ne solchi scolpiti alla faccia laterale delle mascelle, i cui rialti finiscono pettinati. Siffatti muscoletti sono fra loro paralleli, larghi ; formando vari distinti strati successivi. Ad ognuno de'cinque pezzi ricurvi, che negli e. escolento, sassatile, ventri- coso finiscono ad x, sono legati due muscoli costrittori , che incominciano trian- golari ed obbliquamente dirigonsi dal centro de’ due orli orali uno alla branca dritta di detto osso, e l’altro alla sinistra del compagno. Siccome una membrana fibrosa pentagona unisce tutti e cinque gli ossi ad x intorno l'esofago; così ne’ suoi margini esteriori esiste una massa muscolosa, che concatena in altrettanti pezzi 4i gli ossetti descritti, e contraendosi li discosta dall’esofago, quindi ne è ampliato, e ne sono i dilatatori. Dalla metà di ciascuno muscolo adduttore nasce una coppia di fascelti carnosi, adattati alati di ogni linguetta. Le quattro a sei valvule anali dell'e. napolitano hanno brevissimi lacerti muscolosi, surti dallo sfintere dell’ano e dirigonsi alla faccia inferiore delle medesime, che restano ermeticamente chiuse colla contrazione, ed aperte mediante il loro rilasciamento. Da ultimo cadauno pie- de degli eckini, del Cidarite, degli spatanghi osservasi tuboloso e fissato al rispet- tivo foro ambulacrario, avente nell’e. escolento l’apice corredato di disco osseo dentato con pertugio centrale, e composto da lacerti fibrosi esterni obliquo-traver- sali, ed interni longitudinali. Con essi gli ec/znz attaccansi con tale forza alle pa- reti de’ vasi, quantunque levigatissime , da rompersi piuttosto che distaccarsene ; e possono eziandio servir loro di remi. Le spine e le borse articolari non mi hanno offerto cirri vibratili. Un anello legamentoso lineare esternamente circonda l'apice della lanterna degli ecAini e del Cidarite, e nell'angolo di ogni mascella adatiasi un pezzo cartilagineo legato ivi ed al sovrapposto disco de’ piedi orali. Una membrana legamentosa congiugne più della metà de’ margini delle faccette articolari mascellari e degli ossetti rettangolati, mentre negli angoli esteriori han- no un legamentuccio. Ed altro affatto simile fissa l'estremità dell'osso ad A al seno mediano interno di questi ultimi, mentre aderisce a'loro angoli la bifida coda tendinca del muscolo dilatatore esofageo degli e. ventricoso, Cidarite. Il quale nello stato di vita fa chiaramente conoscere qualmente il trocantere non da mu- scolo o tendine, ma dal prolungamento della interiore membrana cassulare resti fissato all’acetabolo de’ suoi aculei. 4) Sistema digestivo. L'esofago è legato a dritta e sinistra della punta di ogni dente, ed il mesen- terio lo attacca all'orlo osseo dell'ano. Quello poi tuboloso, ristretto, scende nel cavo addominale, avendo traversali rugosità. Descrive due girate e più nell’e. napolitano, formando arco negli e. sassalile, escolento e ventricoso; mentre nel- le. migliare e Cidarite è quasichè dritto. Negli e. sassazile, escolento, soprat- tutto nel venzrzcoso, la presenza dello stomaco è innegabile. Dappoichè è ovale, gonfio, a corna-musa, munito di prolungamento conico in giù, presso il quale apresi l’esofago, alquanto ampliato, un pò ritorto, conico, presentando una val- vula nel suo termine pilorico analoga alla ileo-colica. Il Cidarzte offre quintu- plo ordine di stomaci , ossia la prima girata enterica od inferiore è disposta in cinque seni ed elevazioni simmetriche. Le succennate dilatazioni stomachiche ri- marcansi più distinte nell’e. mzg/are. Il descritto pezzo intestinale per struttura ‘ uniforme al duodeno, nell’e. napolitano slargasi poco: essendo rugoso con cel- 4f A2 lette e semidiaframmi paralleli. Nell’e. esco/ento, sassatile ha nel margine inter- no libero un canaletto violaceo surto dal termine dell'esofago. E, fiancheggiando le prime cinque arcate gastro-enteriche, finisce al principio dell'intestino crasso, stabilendo tra essi comunicazione diretta, come dimostrasi mercè l'iniezione a mercurio o con aria anche negli e. ventricoso, napolitano, Cidarite. Il canale enterico ne’ sopraddetti ecAzn2 all’intutto levigato e rotondo descrive altre cinque girate superiori, parallele alle prime e di minore estensione, essendo conformato a spira nel Cidarite. Meno esteso mi parve il tubo digestivo dell’ e. sardo, corto, anzi con problematico stomaco, ed a spirale disposizione. L’ esterno margine enterico ad opera del mesenterio sfrangiato, tendinoso-dentato, irsuto nel Cidarite a causa di spigoli cristallini, nell’opposto lato dell'intestino ricco di vari follicoli , attaccasi al guscio; poi termina nel foro esteriore dell’ ano, che vedesi centrale nel Cidarite, laterale negli e. sassaile ed escolento. Gli echini ed il Cidarite cibansi di fuchi, gli spatanghi di melma e forsi d’infusori : Rondelet vi notò la forma pillolare dello sterco. Andamento alquanto diverso rimarcasi nel tubo intestinale degli spazanghz porpureo e ventricoso è il loro esofago è allargato nel principio, assottigliato e dritto in seguito, ove nasce il duodeno, che gli passa per sopra, giallo e con molte rughe traversali; nel discendere e descrivere la seconda girata, comunica con largo intestino cieco pregno di liquido giallastro nello sp. porpureo, violaceo nel ventricoso. Vi segue il budello digiuno curvato verso la parte anteriore e late- rale del guscio, indi finito nel retto assai attenuato e spirale. Un canale abbastanza ristretto, eguale, dal termine dell’ esofago traversalmente dirigesi al margine inte- riore del duodeno, onde aprirsi nell’incominciamento del digiuno. — L'esofago degli eckzni è per lo più gialliccio con varie macchiette, le quali nella superficie interna guardate colla lente presentano romboidali eminenze rosse nell’apice; ma negli e. ventricoso ed escolento chiaramente vedesene la natura follicolare. Siffatti rombi sono depressi, e punteggiati nel resto del tubo intestinale ; giacchè le ru- ghe dell’intestino duodeno tengono la vena meseraica a rami con puntini paralleli. Due tuniche abbastanza esili, e talmente unite da farle reputare una; compongono il loro canale degli alimenti. La esterna deriva dal peritoneo, la interna è la solita mocciosa, la quale nel duodeno pare fibrosa a causa delle moltiplici rughe e dei vasi; internamente apparisce vellutata, giallo-fosca. Tanto essa, che il canaletto indicato, supplisce l’officio epatico: quella del Cidarzte è ricca di follicoli rossicci. 5 ) Organi genitali. Cinque ovarì hanno gli echinz e'l Cidarite tranne gli spatanghi, ne quali se ne osservano quattro disuguali; vale a dire due grandi anteriori , ed altrettanti 43 piccoli posteriori. Negli echzn2 egnuno di essi presenta un canale comune giù e nella estremità opposta termina perfettamente chiuso. Siffatto tronco o vaso pri- mario mercè membrana aderisce ad una delle cinque suture anambulacrarie, nel suo tragitto a dritta e sinistra cacciando rami primari suddivisi in altri forcuti e vescicolosi. La descritta ramificazione nell’e. sassazi/e, e nel Cidarite giugne alla terza divisione, ma nell’e. napolitano arriva fino alla quarta. Nello spatango ventricoso il vase comune è bifurcato ; quale dicotomia costantemente rimarcasi quadruplice, in cui le ovaie finiscono a vescichette. Queste sono sempre gialle, ec- celto l'e. napolitano, che le ha rosse. È d’avvertirsi che la intera loro massa in detto spatango e nelle. migliare sia molto irritabile; e, stimolata con corpo aguzzo, ciò dura anche per qualche tempo dopo essere stata separata dal corpo. Le ramificazioni primarie degli ovarî co’ proprì forami finiscono nella posteriore parte del dorso degli spatanghi, e que’ degli echini a fori dei cinque scudetti genitali. Le ovaie degli e. esco/ento, negletto, migliare e sassatile furono molto ricercate da’ Romani, perchè riescono cibo grato allo stomaco e leggermente purgative. Le facoltà medicinali e velenose alle medesime attribuite da Ippocrate e Galeno non sono più apprezzate. Apprestansi ora, esclusi gli spa/an9/z, in qualità di leg- giero alimento a’ convalescenti di malattie acute. Il loro abuso, che non è tanto difficile ad avverarsi tra i ghiottoni, ha cagionato coliche e talora dissenterie , quando ricorra l’ epoca della fecondazione degli animali in discorso. Le recenti contemplazioni microscopiche di Peters e di Edwards (1) conte- stano la sessualità separata degli echinz, essendo la struttura degli ovari analoga a quella de testicoli, i quali contengono un liquido latticinoso , che appare rancio nell’apparato femineo. È pregno in questo di uova ed in quelli di zoospermi, da lui e Lallemand visti coduti. Alla esattezza di tale osservazione io aggiungo che detto umore, uscendo da’ dutti semiferi, cospurchi le aperture de’ cinque scudetti genitali, quindi è ben facile riconoscere gli ec/n7 maschili, peraltro meno frequenti de feminei. Gli zoospermi almeno da luglio ad ottobre hanno irrequieto movimento nel liquido, che li contiene ; appaiono torpidi nell'inverno: sono ellittici, con bre- ve coda nello spatango porpureo, più grandi e meno affollati di que’ dell'e. esco- lento, in cui non sono stato felice a discernervi la coda. Le di cui uova nuotano nell’amnio giallo: ognuno di esse è roseo, orbicolare-depresso, ombilicato. In està vi ho chiaramente notato il corio , il sacco vitellario granoso , la vescichetta Wagneriana , el blastodermo. Una sola volta vidi sopra la ulva lattuga un glo- belto quanto il seme di cece coriaceo peloso, che aveva tutta l'apparenza di em- brione di Cidarzte, ignorandosi il fetale sviluppo degli ec/hun:. (1) Ann. des sc. nat, 2.° ser. Paris (840, XIII 196-376. AA n 6 ) Sistema respiratorio. Le branchie esterne, i piedi orali ed ambulacrari, appartengono al respira- mento esteriore, spettando all'interiore le vescichette ovali, le lamellose o bran- chie interne , e di questa mia osservazione già convenne Dugès (1). Veggonsi dieci di quelle negli echini in esame, eccetto l'e. napolitano che ne ha venti, essendo situate nei seni anambulacrarî ed impiantate sulla membrana fibrosa, che chiude tale apertura. Ogni branchia risulta da un canale bifurcato fuori del gu- scio e diviso in varie lacinie pennate, unilaterali negli e. escolento e ventricoso. Monro credette gli otrelli Folineani pieni di acqua, senza conoscerne il verace of- ficio; poichè i medesimi-sono onninamente identici a que’ delle o/o/urze, variando soltanto di forma. Quali vescichette sono lamellose, o sia hanno la faccia inferiore piana , le due laterali alquanto gonfie o compresse a seconda del bisogno, e la superiore semicircolare appo l'e. escolento, e'l Cidarite, falcata nell’e. napoli- tano. Ciascuna ampolletta è appoggiata alla sottoposta, e nel tutto insieme la in- tera serie di esse vedesi semiembriciata. Più ad opra di breve canaletto comunicano nell'angolo interno colla respettiva arteria, la quale a dritta e sinistra ne tiene una filiera in certi eck:n: alterna, in altri opposta. Le mentovate ampolle sono appena striate a traverso, non esclusi gli spatanghz; giacchè nel solo Cidarite ap- paiono irsute. Le arterie dell'e. escolento, ventricoso, migliare e sassatile, le cui filiere finiscono sotto ogni ponte, hanno in loro vece a drilta e sinistra un corto canale, da cui pendono tre vescichette ovali, solitarie in gran parte del loro superiore tragitto nel Cidarzte, allungate ed in maggior copia nell’e. napolitano, avendone rinvenuto poc'oltre una coppia presso la origine dell’esofago dell’e. sassatile (2). Osservansi quelle quasi nell'intero corso dell’arterie laterali e me- diana, sì con opposta che con alterna direzione negli spatanghi porpureo e ven- tricoso. L’inferiore faccia d’ogni vescichetta lamellosa ha due canalini, che nel- l’attraversare i fori ambulacrari internansi nel tubo attaccato alla fovea di cadauno paio di canaletti, che separatamente percorrono fino al termine. Quelle dell'e. ven- tricoso sono state da me iniettate di aria e di mercurio, fattivi passare dalla ri- spettiva arteria, e quindi risultano da mirabile rete vascolare collocata fra le due tuniche lamello-branchiali. I piedi nell’e. napolitano, nel Cidarite, e negli spatanghi ventricoso, porpu- reo nascono da ogni vescica; alcuni di questi ultimi finiscono piani con centro bianco, altri sono terminati da disco con infiniti coni disposti in ombrelle concen- triche. I dieci, che circondano la bocca dell'e. esco/ento, sassatile ec. finiscono con due distinti canali in una vescica, che mercè breve tubo sbocca nell'arteria (1) Phys. cit. I 431 me (2) Ulteriore esame richieggono negli altri ec/4z722. 45 ambulacraria. I piedi dell'e. napolitano sono gl'inferiori puntuti, ed i superiori uni-pennati; quei degli spatanghi ventricoso e porpureo appariscono bipennati (1); chiaramente mostrando il vasellino mediano pieno di sangue più colorito delle altre parti. Quello diretto verso la fovea, corrispondente alla faccia interna dello scu- detto maggiore genitale degli eckini, comunica con un corpo (2) a lobi vescico- losi, composto da numerosi globetti nelle. sassazz/e analoghi a'cruorici, notanti in denso siero assieme a molti corpicini litoidei. Gli sp. purpureo e ventricoso offrono sul mesenterio varî grappoli vascolosi provenienti dalle diverse diramazioni dell'arteria meseraica minore. Al microscopio ho rinvenuta siffatta sostanza pre- gna di globetti sanguigni. Il Cidarzie è sfornito delle succennate produzioni forsi analoghe a gruppi branchiali delle asterze. È conto ad ogni osservatore la esistenza dell’acqua nella interna cavità del guscio degli ecAzni, ed io aggiungo che questa a piacimento ne sia interamente piena. Anzi parmi che loro necessiti per rendersi pesanti, e precipitare in fondo del mare; giacchè veggonsene poco riempiuti, allorchè attaccansi agli scogli non som- mersi dalle onde. Planco, Monro, Cuvier, Blainville, Grube ne assegnarono l'in- carico a’ piedi, che da Lamarck furono distinti sotto l’erroneo nome di trachee acquifere, ammesse pure da Dugès. Tiedemann affermò, che detto liquido vi pas- sasse per la bocca, e pe fori ambulacrari ; ma secondo i miei sperimenti è questa una sua illusione , poichè l'apertura orale esclusivamente mena nell’esofago, ed i piedi sono innestati alla fovea del corrispondente forame: tantoppiù che la vena non ne occupi la totale cavità, dove passa anco l’acqua del guscio. Questa vi pe- netra dalle aperture genitali e forsi pell'ano. 7) Sistema circolante. Duvernoy, sulle orme di Tiedemann e senza ragione, lo divide in enterico e dermoideo (3). Quegli trascura di avvertire, che costui abbia fatto le sue osser- vazioni su una sola specie e che rimase poco sicuro delle sue idee, volendovi tem- po, onde fossero poste in piena luce; mentre le mie concernono molte di esse appartenenti a’ generi ec/uno, spatango e Cidarite, avendovi descritto uno e non due distinti apparati, da me reputato piuttosto irrigatorio che circolante (4). I (1) Zes organes, que M. Delle Chiaie ap- pelle des pieds pinnés ou bipinnés, sont des veri- tales branchies et me persuadent que les deux systémes vasculatres visecral et cutané dorvent communiquer ensemble, ainsi que l'indijue l'au- teur que nous venons de citer (Anut. comp. de Cuvier VI 470-485). (2) Io lo chiamai ampolla Poliana. (3) Nous devons a Tiedemann les premieres noltons exactes sur le singulier systeme vascu- laire difficile a concevoir, et @ l'etude du quel Delle Chiaie s'est egalement livré avec applica - tion (Carus Anat. comp. Il 304, 305). (4) Selon Tiedemann, ces deux sysièmes sont independants, l'exterieure étant tout aquifere. Del- le Chiaie les croit anastomoses, continus ensemble et tout-a-faitindependants des ouvertures servant a l'introduetion de l'eau. Dugès Phys. cit. 11 432. 46 tronchi branchiali insieme alle vene dei tentacoli orali, versano il sangue ne’cin- que particolari sacchi membranosi circoscritti dall’orlo osseo contiguo, dal diafram- ma e dall'apertura orale : in modo che ciascuno pezzo del pentagono dentario, el primo tratto esofageo interamente vi giacciono. Particolarità da me traveduta prima nel Cidarite (1), dimostrata poi in tutti gli ec4zn: (2). Dall’estremità dell'intestino retto incomincia la vera enteroidea, costeggiando l'interiore lato del budello fino all’esofago, ove termina nell'anello vascoloso. La medesima, sì dalla parte in cui fiancheggia l'intestino che dall'altra del mesenterio, accoglie sempre ulteriori vasellini flessuosi paralleli, i quali nel Cdari/e sono abbastanza visibili per le anastomosi coll’arteria enteroidea e le diramazioni mesenteriche. Il sangue di detta vena è rosso-violetto, tendente al colore gialliccio nello spatango ventricoso, nell’ e. napolitano, nel Cidarite. Da’ menzionati sacchi hanno origine le cinque arterie ambulacrarie , con- tinuate dritte sino all’ano, eccetto negli e. sassazile ed escolento ove sono appena tortuose, passando sotto gli archi ossei, e nel solo C:4arz/e pel mediano loro spazio; indi ognuna per lo rispettivo canale esce fuori la scatola ossea, onde somministrare vasellini alla cute, e nel Cidarile patentemente sale pel mezzo degli ambula- cri (3). Ognuna di esse vicino le mascelle dà un'arteria che scorre lunghesso la linea mediana de loro muscoli adduttori, onde anastomizzarsi all’ anello vascoloso esofagico: da cui partono non solo l'arteria costeggiante il corpo vescicoloso, e la enteroidea parallela alla vena di tale nome, cui puranche somiglia pel colorito del sangue; ma benanche le arterie esofagee, che giungono fino all’orifizio orale. Dappresso la superiore parte di questo negli spafanghi porpureo e ven- tricoso a guisa di pentagono principia un’arteria, con parabolico andamento a dritta e sinistra continuata pe lati superiori della scatola ossea, avvicinandosi vieppiù presso l'ano. Indi divaricano di bel nuovo con direzione quasi retta, amendue accostandosi in corrispondenza de’ forami ovari, nel qual punto costi- tuiscono le arterie branchiali posteriori. Quivi a’ lati, ed in situazione fra esse op- posta , escono le branchiali anteriori che , risalendo a dritta e sinistra del guscio osseo, finiscono eziandio ne lati superiori della succennata arteria poco distante dal suo mezzo: dove termina l'arteria sagittale, provegnente dallo stesso anello (1) Mem. su gli anim. s. vert. Nap. 1825, re. Dalla di cui estremità opposta trovasi in rapporto II tav. XXI 1. con un secondo vaso risultante da’'rami esofagei e dal (2) Anat. comp., Supp. I. Nap. 1839, p. 40. tronco collocato nella interna parte del tubo enterico, (3) Secondo Tiedemanne Meckel (.4r46. comp. facendo l’officio di vena cava e di arteria .polmona- IX 53) dal canale, che circonda l’ano degli ec4in7, re. Nelsecondo sistema vascolare egli nota cinque ro» si distacca un vaso corto diretto all'apparato masti- tonde ampolle Poliane intornianti la bocca, ed eguale catorio e finito in un canale allungato largo o cuo- numero di canali serpeggianti ne'loro intervallà, 47 . . . arterioso circondante gli orifizì genitali. Nel mezzo del lato inferiore dell'arteria pentagonale trovasi l'anello vascoloso esofageo, in cui sbccca la vena enteroidea, e ne parte l’’arteria di tal nome ; percorrendo la prima il margine interno e la seconda l’esternodel tubo intestinale , spesso facendo esili e parallele anasto- mosi nel duodeno. L’ampolla Poliana col suo dritto canale nasce nell'angolo infe- riore sinistro di detto pentagono, donde ha origine l’ arteria mesenterica minore finita al di là del duodeno, ed altro simile vaso compagno, che presso il termine di questa passa dietro l'intestino retto e, scorrendo dritto sul peritoneo della sutura sagittale, si anastomizza coll’anello vascoloso intorniante le ovaie. Quantunque Olivi (1) avesse annunziato la scoperta de’ vasi linfatici negli eckzni fatta da Mon- ro; pure gli odierni zootomisti e le mie ricerche su tale punto nulla hanno dimo- strato di vero: anzi costui ne assegnò l’officio ai piedi o cirri ambulacrari. Il sangue circolante ne’ canali degli ec/2n2 componesi da due parti di siero, e’ resto da globetti analoghi a’ cruorici de Vertebrati: i quali, senza allontanarsi dalla loro sfera di azione, o sia di reciproca attrazione e ripulsione, hanno un moto proprio diverso da quello, che viene loro comunicato dalla contrazione dei canali pe quali scorrono ; oppure dall’essersene ricevuta una goccia sopra un pez- zo di vetro inclinato. Quale forza rotatoria è insita a cadauno globetto, e smen- tisce l'opinione di coloro, che vi considerano meccanici rapporti coll organismo, erranti nel siero a guisa di sostanza morta. Blainville (2) ha già dato un riassun- to di queste mie osservazioni, da verun altro avvertite. E Mandl (3) fa conoscere, qualmente io fin dal 1823 abbia visto, che il sangue negli animali inferiori conte- neva globettini riuniti in altri, e ciò dopo che sieno usciti da’ propri canali. Col microscopio contemplandosi quello degli e. mz/tare, sassatile, escolento, ventri- coso, Cidarite è facil cosa ravvisarvi l’aggregato di 10-19 globetti, agitati da movimento rotatorio parziale e generale. ; Gli esposti fenomeni di moto comune a gruppi di globetti cruorici (4) sono vieppiù rilevanti nel sangue dell'e. napolitano. Con semplice lente scorgesi entro ì propri canali numerosa serie di globetti cruorici. Il loro colorito rosso-fosco è pure (1) Zoolog. adriat. p. 7. (2) Delle Chiaie assure que le sang des ho- lothuries, des oursins ef des asteries, est composé d'une grande quantité de lymphe et d'un certain nombre de globules; il ajoute que dans les cur- (3) Le sang des animaux inférieurs était des globules , ou il en contenait de plus ou moins grands, mamellonnés, composés, pour ainsi di= re, d'un paquet de plusieurs petits globules, ce qui a été dit dejà par plusieurs auteurs, comme sins ces globules se reunissent en petits groupes, qui jowissent d'un mouvement rolatoire genéral, outre celui, qui est propre a chaque globule (Actin. cit. 65). Chiuie (Part. micr. du sang. Paris 1838, p.9,18). (4) La ou les cancaua appartenant au sy- stéme vasculaire de la peau et de ses tentacules passent derriére les ambulacres, on apercoit, en 43 diverso da quello degli e. esco/ento, migliare e Cidarite. Spettacolo veramente importante rilevai nello spazango porpureo , la cui massa cruorica nuota a glo- meri nericci in grande quantità di siero, ed al microscopio apparvero de’ grup- ‘pi ovali con moto rotatorio progressivo e durevole per 15 minuti. Simigliante fenomeno osservasi nell’ umore sanguigno circolante in tutti punti del suo sistema venoso ed arterioso. 1 succennati globetti sono rotondi negli ec4zni, quasi trigoni nel Cidarite, periformi abbastanza grandi ed affollati negli spatanghi. Terminatovi il moto rotatorio particolare e comune, quando il siero siasi all’intutto svaporato, rimarcasi una rete, che è il marchio de’ primi fili organici originati dal loro de- posito ne rispettivi visceri. Il che poi non deve risvegliare la idea di Eber (1), che li reputò animaletti infusori, co quali Schmidt trova qualche analogia (2). Attesochè questi rappresen- tano i primi sforzi che la natura opera per avere assoluta esistenza, essendo i vestigî primitivi della individualità organica , formati da minime molecole. La vita delle quali consiste nell’azione e reazione scambievole, e muoiono quando queste forze finiscano o si arrestino ; acquistando solida esistenza mediante i rap- porti vitali, che serbano colle altre parti dell'organismo, cioè vasi, nervi ec. Per cui disse Schultz, che i movimenti delle particelle organiche primordiali, delle cruoriche, e del sugo proprio de vegetabili , costituiscano l’atto elementare, da cui prende origine la monada nella sua più grande semplicità , e l’uomo imma- gine della Divinità nel suo più alto grado di composizione e di perfezionamento. 8 ) Notizie storiche sul sistema nervoso. Il silenzio da me serbato sin dal 1825 intorno all’apparato sensiente degli echini, era indizio certo della assoluta deficienza de’ loro nervi. Allora io neppure conosceva che Tiedemann (3) ammettesse de’ fili bianchi intornianti l'apertura ora- le, diramati ne muscoli della lanterna e su’ vasi branchiali. Blainville (4) ne tra- vide la esistenza, assicurata da Vanbeneden (5), il quale poi meco convenne del détachant une petite partie de ces conduits, sur voscesista intorno alla bocca nella parte interna l'animal ouvert vivant, et l’eraminant au miero- della membrana orale. Da esso partono rami pet scope, une circulation exlrémement vive de petits muscoli ed altrettanti pe cinque canali, dando ra- globules, qui ne cesse que peu a peu, et dont Del- moscelli a' piedi. Se queste congetture sieno vere, le Chiaie fait mention aussi. 1l serait à désirer possono accertarlo gli anatomici, che hanno occa- quon recherchdt quel rapport peut exister entre sione di ricercarli in grandi specie(. Mem. cit. 90). ce mouvement et la circulation (Carus Anat. (4) Jai cru davantage apercevoir un systé- comp. Il 305). me nerveua dans les oursins. Je dois cependànt (1) Observ.quaedamhelmini.Goetting.1798. dire que Delle Chiuie ne parle nullement de systè- (2) Sur les globul. du sang (Journ. compl. me nerveua dans ce genre d'animaua (Acetin.81). du Diet. des sc. medie. XVII 219). (5) Institut Paris 1836; Delle Chiaie Ana. (3) Mipareassaiverisimile che unanelloner- comp. I 161. 49 suo errore. Ciò non ostante Krohn afferma, ch'esistano i nervi negli eckiné e spa- ‘fanghi nostrali; appo i quali e le o/ofurze Edwards non ne fa alcuno motto, e Dujar- din li nega. Vaglia la verità i fili accennati da Tiedemann, e Vanbeneden sono di tendinea o legamentosa natura; epperciò si conservarono nello spirito di vino da prestarsi alle ricerche fattevi nel gabinetto del fisiologo di Heidelberga. To ne ho trattato nel sistema muscolare, dove sono stati ampiamente descritti. Non dubi- to, che detti nervi siensi spesso equivocati con l'anello, e co tendini mascellari; co- me ancora io sarei caduto nell’inganno in riguardo al filo bianco visibile sotto le arterie ambulacrarie. Ma è perfetta illusione cagionata dalla linea ossea mediana rilevata di tale sito. Dappoichè, sollevato e tolto un pezzo di detta arteria, non vi ho scorto più il preteso filamento nerveo, che neppure è rimasto guarentito dalla osservazione microscopica, anche ripetuta nelle o/oturie. Laonde gli echini, come queste, assolutamente mancano di nervi. III. DESCRIZIONE ICONICA. Tavola 118. 1 Cidarite co piedi ambulacrari A. A, sue spine lunghe a e brevi 6, di cui esistono altre piccole tanto nelle pertinenze della bocca c, che ne’ cinque spazi mediani del corpo, in mezzo ad ognuno de’ quali d serpeggia l'arteria, che esce dallo scudetto ambulacrario. — 2,3 e 5 ne dimostrano le spinette separate: la grande in parte rappresentas in 4, ove apparisce solcato-muricata e coll’ acetaba- lo e articolato al trocantere 6 f. Esprimono la pedicellaria, che gli appartiene 7 col proprio gambo osseo, ed 8 aperta risultante da tre pezzi prismatici £X. — 9g va- no della scatola ossea del Cidaréle, che in mezzo presenta la bocca 7, chiuso da diaframma muscoloso embriciato 72; avendo l'orlo di quella cinque pezzi, che nel- l’unirsi n non formano gli archi ossei come negli altri echin?, principalmente del- l'e. sassatile 10 00. Il succennato diaframma è fibroso, nella cui faccia inferiore ha moltissimi ossicini piatti, in corrispondenza de’ quali articolans’i gruppi di pedicel- larie 13 ne 12: dicendosi lo stesso per l’altra catena di ossetti, che più dappresso cinge la bocca r, nel mezzo avendo un piede con orlo connato, siccome apparisce sull’e. napolitano 11 s; attesochè 14 e 20 vvoffrono due de’ sopraddetti ossicini in- granditi, onde far conoscere la coppia di forami appartenenti a cadauno, pe’ quali passano i canali tentacolari. Il medesimo e. napolitano ha la corona di branchie x ramificate, ed incise 15; gli aculei superiori brevi y rotondati 16, ed i lunghi 2 attenuati 18, dove si vede @ un pezzo della cassula articolare; i piedi affollati con apice peltato 6 nella sua faccia superiore; altri poco appresso in duplicata serie assottigliati c, avendone faluni in giù unipennati 19; 20 pezzo del suo guscio 4g 5o onde dimostrarne gli archi imperfetti e, la disposizione degli acetaboli i fori f v. — 21 valvule anali 7, scudetti genitali j, uno de’ quali con leggeri alveoli o fa- vosito 4, ano 22 7, avendovi rimasta una valvula 72 per la inserzione dei musco- ‘Tetti, che le chiudono ed aprono n. Tavola 119. 1 apertura superiore della scatola ossea del Cidarife, la quale manca di archi a; sacchi venosi 5 6; ossicino c ad 4 col piano muscoloso ; d esofago ; e e am- pliazioni stomachiche, tubo intestinale f; 9 pezzo di mesenterio che lo mantiene aderente al guscio; 7 vena ed è arteria enteroidee, che costeggiano il canale degli alimenti fino al retto cinto da tendinucci, anastomizzate in s; arteria v intramascel- lare. Nel margine del canale 9 vedesi altro pezzo di mesenterio /, nelle cui lamine trovansi molte glandulette n, o lamine ed arterie branchiali, p ovario, r crassezza del guscio, cassula articolare aperta per vedervi il legamento 's; 2 aculeo in- grandito compatto nel perimetro a, a coni c, crivellato e; 3 apice stellato di uno di essi; 4 faccia interna del segmento ambulacrario di detto Cidarile, ove veg- gonsene la crassezza c, i pezzetti a, la disposizione de forami degli scudetti am- bulacrario e, genitale f, i pezzi anambulacrari infossati nel centro d, gli ossicini anali 7; globetli cruorici 22. — 3 eckino sassatile, suo aculeo 6 con borsa arti- colare c. —7 e. sardico.—8 ano dell'e. ventricoso a, scudetti genitali 6, quello col favosito 4, ingrandito g e sua tessitura 10, segmento ambulacrario y con i ri- spettivi pezzi, fori e, tubercoli f; sutura j, diaframma #, ed ossetti 2 orali; 11 seg- mento anambulacrario con sutura 72, e la ambulacro-anabulacraria 2, seno per le branchie 9; 12 @ arco osseo, è linea mediana della faccia interiore ambulacraria, c forami interni con solchi, d esterni, loro disposizione r nell’attraversarne la so- stanza; 13 coni ossei nella faccia della sutura ambulacraria esterni x, ed interni 8; aculeo sezionato per traverso di esso 14, dell'e. migZiare 15, e dell'e. napolitano 16. — Spatango porpureo 17, piede 18, fori genitali 19 @, pedicellarie 20 21 22, aculeo ingrandito 23; pezzo di guscio 24, che segna il tavolato esterno a, e l'interno 3; 25 una sua lamina ossea ingrandita. — 26 sp. arcuario: a foro genitale, c favosito, ambulacri anteriore d, posteriore d con suture e fori, e su- tura e fori f dell'’ambulacro lacunoso, traccia della siepe di aculeetti dorsale ? ed anale j, pezzi di un segmento di guscio nn; 27 suo favosito r. Tavola 120. Echino ventricoso, 1 da cui si è tagliata meno della metà del guscio, onde vedervi la doppiezza sua ac e della cute e, che copre la borsa articolare d di cia- scuno aculeo, piedi z col disco osseo 2 @ e 3 c, branchie ff; arco ossoso 7, mu- scoli mascellari superiori % e costrittori / finiti négli ossi ad 4 0, le cinque vesci- DI che 7 colle linguette n, pezzo di esse 17 composto di acicole 8 ed una ampliata 16, esofago p, ingrandito 7 per osservarne l'interno, canale esofago-enteroideo g, mesenterio r, stomaco s, ultima girata enterica 7, intestino retto v, ovario u, ovidotto x x, laminette branchiali y; 9 antro c delle sue mascelle co’ muscoletti adduttori e; areola pentagonale del tessuto osseo 14; suture ambulacrarie 18 ed aziambulacrarie 19, loro coni ossei interni a ed esferni c; pedicellarie 4 e 3. — 10 e. migliare supino di grandezza naturale, essendosene ingrandito il diaframma orale osseo 12 a, bocca c, piedi e; 13 lanterna a, esofago 5, stomaco c, intestino d, ovari e, ambulacri ff. — Spatango arcuario delineato di lato 11, e da sotto 13; aia 15 6 dell’eccentrico trocantere c intorniato da altri piccoli, suo aculeo a paletta 20. Tavola 121. 1 echino escolento (1) sezionato a traverso, di cui si osservano gli aculei a, le pedicellarie 5, i piedi ambulacrari cc, donde nell'interno del guscio partono le la- minette dd impiantate ne due canali ambulacari ee con i fori per la uscita dell’ar- teria corrispondente ; g sutura anambulacraria; % base della corona de’ denti mag- giori; ? linguetta ripiegata ; 7 serie di ossi ad X congiunti mercè la membrana £; ? ampolla Poliana; 72 esofago, che in n sbocca nello stomaco afflosciato; 00 prima- ria girata del tubo intestinale alternata col mesenierio p p mércè tendinucci rr di amendue, legato al guscio e secondaria 9g, terminando poi nel retto s circondato da tendini, ff ovaie col proprio ovidolto.— 2 diaframma che chiude l’apertura della scatola ossea, nel cui centro trovasi la bocca a cinta dalle fovee degli ossetti sottoposti, dalle pedicellarie trifide fascicolate minori 4 e maggiori e, ingrandite 6. Piede di detto ec/ino veduto per le faccie inferiore 3 e superiore colla fovea centrale 5. — 4 esprime i tre pezzi aperti ed articolati della pedicellaria, semi- chiusa 7 col fascelto di fibre d motrici di essi, provegnenti dal sottoposto gambo osseo inviluppati dalla cute, ed articolato col respettivo trocantere tra le spine del guscio, siccome osservasi 9g e di altro aculeo capitellato trifido posto tra’ cartilagi- nei vestiti dalla cute e 8. — 10 mascella, che offre infi rialti de’ denti pettinati, g due lamine ossee dure, gli stessi ampliati co’solchi e rialti 19, 4 faccetta in cui si articola l’ossetto rettangolare 7 e questo ingrandito 18, congiunto all’altro j come x.-—11 mascella dell'e. napolitano nella base disunita e corredata di unci- netti #, essendone / l’ossetto diverso dall’ x. 12 faccia inferiore interna della ma- scella per dimostrare la situazione delle laminette continuate nella linguetta 2. — 13 mascella del Cidarzie col suo osselto rettangolare n, e ad x 0. — Muscoli adduttori (1) Questa mia figura è stata riprodotta da Ca- rus ( Anas. comp. Atl. pl. 1.18). 52 a vari strati in sito 15 g. Ano corredato di molte valvulette triangolari 21. — 92 si è delineata là lamina dentaria inferiore # e la superiore n di una mascella. — - 16 uova ingrandite v; 20 x globetti cruorici in gruppi 3 3. Tavola 122. ; Echino ventricoso» 1 orifizio orale esterno @, dente c, papilla d, bocca e, anale 2; 3 osso ad 4 a, rettangolare sottopostovi c, linguetta e ricevuta tra cia- scuna mascella 4, muscolo dilatatore dell'esofago 9, arteria coronaria #, specie di ampolle Poliane accessorie f.—4 pezzi di guscio C, sutura intrambulacraria 4 2, a bocca, 6 lobo carnoso, c code tendinee fissate e all’ossetto rettangolare, f linguet- ta, / borsa venosa, solchi e dentelli di una faccia mascellare, 7 esofago, 9 v mesenterio , e pp sue lacinie, s stomaco, #w canale esofago-enteroideo, xx pri- ma e zzy seconda girata enterica, 2 budello retto, 4 arteria ed ampolla Poliana a che si è ingrandita 18 e vieppiù 9, finiti nél favosito ed ampliato 16, laminet- te 4% ed arterie 77 branchiali, mesenterica 0, n ovario, ovidotto #, j vescichette, g lacinie branchiche, 4 ossetto pel piede orale rinchiusi nel cavo venoso; 3 pezzo di esofago, 6 rami vascolari enterici, 7 follicoli esofagici , 8 valvula gastro-duo- denale ac; zoospermi suoi 11, dello spafango violaceo 12, ed uno più grande 13; 14 corio a, sacco vitellario c, vescichetta Purkjogiana e macchia di Wagner e; 15 rete vascolosa della laminetta branchiale fe finita nell’arteria d col nervo illusorio a, arteria 9, integumento 7, lacerti muscolari esterni 4, interni 0 continuati nel centro del disco Z. Tavola 123. 1 spafango ventricoso di grandezza naturale visto per la inferiore sua faccia, ove osservasi la bocca a intorniata da piccoli aculei setolosi; gli ambulacri ventrali anteriore 6, laterale c, e posteriore d co rispettivi piedi; l’ano e circondato da pedicellarie, altri piedi f; la siepe ellittico-cordata 9; e la intrambulacraria 4 con gli aculei a paletta. — 2 il suddetto spafango guardato pel dorso, onde ravvisare il sito, in cui finiscono i piedi ombrellati 7 e principiano li tubolosi j, gli ambulacri branchiali colle pinne laterale # e posteriore K, le aperture degli ovidotti 7, tutti cinti dalla siepe setolosa crociforme-romboidea. — 3, 4 aculeo a paletta 72 osser- vato per la parte inferiore, vedendosi in n il forame interno, ed o per la superiore, avendo in % l’acetabolo cui sovrasta una fovea articolata col troncantere 3 posto nel perimetro della base 9g. Altro aculeo 8 a lungo collo r. — 6 pedicellaria messa fra gli aculeetti setolosi degli ambulacri posteriori inferiori, e 7 intorniante l’ ano. — g piede triombrellato ingrandito, 10 branchie bipennate.—11 pezzo A della scatola ossea inferiore e B superiore, notandosi nel primo a gli ossetti mobili della bocca, c quei dell'ano, dla metà dell’ambulacro anteriore, e il laterale, ed ffil po- 53 sleriore sinistro, ove trovasi la cresta 9; ravvisandosi nel secondo metà degli am- bulacri branchiali anteriore 4, laterale 7, posteriore / sinistro, ed i due fori genitali, presso i quali esiste altra cresta 7 per l’ attacco degli ovarii o de testicoli. I differenti pezzi del guscio osseo sono circoscritti da particolari suture. —12 @ bocca, c eso- fago, d stomaco, e sacco cieco, f f resto del tubo intestinale pieno di arena , / canale che dal termine dell'esofago finisce nell’ intestino, lamina mesenterica in- terna 2%, esterna 4 # g co tendinucci sfioccati sulla scatola ossea, / corpi vescico- losi, 72 peritoneo che lega lo esofago alla cresta ed all’ampolla Poliana, r porzio- ne libera: o o altro pezzo di peritoneo aderente alla linea mediana superiore del guscio, alla cresta esistentevi, non chè legato all’esofago ed al retto. — 13 ovaia maggiore a, e minore. Tavola 124. L’arteria branchiale 2 a dell'e. esco/ento con flessuoso tragitto, mentre dà un ramoscello per le laminette vescicolose 2, donde in giù esce la coppia di piedi c, passa sotto l’arco osseo ove a dritta e sinistra somministra un vaso, da cui pen- dono tre vescichette ovali e, da ognuno di loro uscendo le arterie entromascel- lari ff. Dall’arteria coronaria g Z nasce con tortuoso andamento il ramo dell’am- polla Poliana 72, la quale ha giù un vasellino finito nel favosito 7, la mesenterica o, vi sbocca la vena meseraica p 7. — 10 e. napolitano , di cui sono a l’ar- teria branchiale finita in 8, la intramascellare e: 3 sua branchia ampliata di diametro. In questo ec/ino dalle laminette vescicolari superiori escono i piedi 9, essendo que delle medie assottigliati &, e delle inferiori 7 unipennati ed ingran- diti 1 2. — 8 dal pentagono vascoloso % dello spatango ventricoso sorgono le ar- terie sagittale 77, la laterale superiore # e la inferiore /: queste e quella continuano verso i quattro fori genitali, dando a dritta e sinistra il canalino per le lamineite branchiali 72 72, da ognuna delle quali nascono due vasi bipennati 13. Le arte- rie laterali inferiori nel circoscrivere la base del citato pentagono formano la coronaria esofagea, da cui prende origine l'arteria nn e la vena 0 0, che con pa- rallelo tragitto percorrono la lunghiezza delle intestina, anastomizzandosi nel duo- deno p. Tra le arterie coronaria e laterale inferiore sinistra hanno origine quella dell’ampolla Poliana v, la meseraica minore ss con i ramoscelli vescicolosi £ e 9, la sagittale » » comunicante coll’anello vascolare genitale fatto dalle laterali supe- riori ed inferiore, e dalla dorsale. — 11 c peritoneo del Cidarzle, che aderisce al- l’ovidotto d ramificato e setoloso, 5 follicoli gastrici e 6 spigoli cristallini del suo mesenterio. — 12 porzione di ovario dell'e. napolitano, e 14 pezzetto del guscio dello sp. arcuario per notarvi la concentrica successiva serie di laminette ossee. 54 III, ECHINODERMI ASTERICI. ineano: mie rveeitàò vo et vo erre: Non è mio pensiere tessere la storia naturale compiuta delle tante e graziose. specie di aslerze. Quale divisamento tenderebbe soltanto a dimostrare essere sem- premai inesausto il patrimonio della natura, delle cwi ammirevoli produzioni il nostro cratere è doviziosamente abbellito. In mezzo però a tanta ricchezza di specie ben pochi zoologi sulla riva del mare si hanno preso la pena di contemplarle vi- venti; attesochè la maggior parte di essi ha avuto cura di conservare ne’ musei quali aride mummie, quindi pe’ loro esteriori ed alterati caratteri solamente de- scrivere. È mio scopo dunque d’illustrarle mediante convenevoli note, e d’indi- carne qualche specie, che credo novella. Le s/elle marine, che dal Plinio del Nord furono riunite al solo genere asteria, da’ moderni zoologisti sono state suddivise in parecchi distinti gruppi. Giacchè Lamarck osservò che alcune, presentando il corpo pentagono a coste ret- tilinee o con leggero angolo rientrante assai distinto, e con solco longitudinale lunghesso la inferiore faccia di ogni raggio da rassomigliare alle stelle del cielo, costituiscano le vere as/erze ; chè talune di esse poi, mancando del suddetto solco, intorno al disco centrale offrendo cinque raggi a squame embriciate e lunghi come la coda de’serpi, rappresentino le ofivre; chè altre, avendo i raggi ezian- dio embriciati provegnenti dal disco, i quali ramificansi con duplice e successiva divisione dal principio sino al loro termine, ove si assottigliano di molto, ne sieno gli eurzali ; 0 chè infine, offrendo due serie di raggi, il primo ramificato con spine laterali situato-a’lati del disco, e'l secondo semplice senza le medesime, postovi giù in corona, coslituiscano le comazole. Non vi cade dubbio, qualmente possano variare i caratteri specifici da Phi- lippi assegnati alle asferze, desunti dal rapporto tra il diametro del disco con quello de raggi, non chè dal numero de pezzi articolati marginali di questi. Ma pria di giudicarsi vacillante, come il primo, questo suo secondo carattere, sarebbe stata co- sa necessaria, che le ricerche embrioniche occorse a Saars si fossero estese alla fetale notomia di tali Echinodermi. Frattanto invito gli zoologhi di badare alla forma ed al numero del disco e de’ raggi, al cerebrite , a'calicetti spinosi, alla esistenza 0 mancanza delle apofisi vertebrali, alle spine, alle filiere de’ piedi, alle pedicellarie, al colore ed alla dimensione del loro corpo. Del resto oggi comunemente conoscesi la somma difficoltà nel darne precetti generali , soprattutto applicati alle nume- rose figure che n'esistono, e desunte da specie già seccate. dò La notomia e fisiologia di tali esseri pei lavori di Cuvier (1), Spix (2), La- marck (3), Tiedemann (4), ha progredito moltissimo ; ma abbisogna tuttavia di ulteriori inchieste, e di una monografia (5) sulle interne parti delle diverse specie di asferie dissecate nello stato di vita. Per lo chè opportuno ho stimato di preparar- ne i dovuti materiali, almeno sulle specie a noi indigene, in questi ultimi tempi eziandio osservate .da Otto (6) Philippi (7) Grube (8) Gravenhorst (9); meglio distribuite da Delongchamps (10), Blainville (11), Nardo (12), Agassiz (13) Mil- ler (14); con ulteriori dissezioni illustrate da Meckel (15), Wagner (16), Ebren- berg (17), Volkmann (18), Saars (19), Grant (20). GI. Asrerra (Asteria Ln. ). Corpo pentagonale depresso, spartito in lobi o raggi, convesso sopra, con cerebrite, piano sotto e fornito di bocca circolare, da cui partono cinque rettilinei solchi per l'attacco de piedi. I ) 4. piccina (a. exigua DeLe CoA). Verde, pentagona, convessa su con cerebrite rotondo enteroideo; piana, gial- liccia giù; spine giallastre, orali a ventaglio, dorsali fascicolato-cinquefide, laterali trifide o cinquefide, inferiori duplici; piedi dorsali a clava usciti da foro ovale cinto da altri più piccoli, ed ambulacrari tubolosi. Amava di attaccarsi alle pareti di un bacino, in cui restava tutta o gran parte fuori acqua. Colui che la vede vivente non trova alcuna difficoltà di asserire, ch’ essa possa talora giugnere a decupla grandez- za, e da Savigny esattamente delineata nella grande opera sull’Egitto, non essen- dosene più stampata la conveniente descrizione. Montagu la pretende embrione di altre aszerze; le assegna il corpo bruno quanto la testa di spillo, indigena di Ame- (1) Anat. comp. 2,° ed. par Duvernoy. Pa- (8) Echinoderm. cit. p. 14-26. ris 1836-40. (9) Z'ergest. od. Beobac. Bres. 1831. (2) Ann. du Mus. d'hist. nat. de Paris XII. (10) Ene. meth. supp. Il 112. (3) Anim. s. vert. par Dujardin 2.° ed. Pa- (11) Actinol. p. 233-252. 4 ris 1840, Ill 201-262. (12) /sis 1834. (4) Abhand. veb. den bau des pomeranzf. (13) Mem. de la Soc. de Neufch. 1836 (Ann. seesterns. Lands. 1816, p. 33-63, fig. des sc. nat. ser. 2.° Paris 1837, VII 284). (5) Letta nella sessione del R. Istituto d’Inco- (14) L’Instit. nov. 1840. raggiamento de ro nov. 1825, in detto anno dival- (15) Anat. comp. VII 75-77, ove si è dato un gata nelle mie Mem.1l 286-315, ed ora così ne scri- sunto della citata mia memoria. we Dujardin: /e del ouvrage de Tiedemann a con- (16) Zehrd. der vergleich. anat. 18341 et Il. tribué a faire connoitre | organisation de ces (17) Mém. de l'Academ. de Berlin 1835, fig. animaua. Quelgues anneés plus tard M. Delle (18) Dujardin in Lamarck Anim. s. vert. 2.° Chiaie 8 occupa du méme sujet (Op. cit. Il 234). ed., II 235. (6) ov. act. Acad. nat. cur. Bon. XI 283. (19) Wiegmann Archiv: 1837, p. 4o4. (7) Wiegmann Archiv. 1837, p. 193. (20) Que. of. comp. anat. cit. 56 rica e d'Inghilterra. Non ha guari a torto è stata riportata da Grube all’ a. mem- branacea di Retz. Qualora l'a. pulchella di Blainville se ne reputi diversa, e pei miei dubbi all'uopo espressi, già riferiti da Duiardin, di non considerarla per l'a. minuta di Gmelin, si volesse erigere a specie nuova, e per tale essendosi ammessa da Meckel Wagner Muller; il nome di a. Savignyana le compete di dritto pella eccellente figura finora datane, quantunque Audouin la confondesse con l'a. spro- ne di Lamarck e del mare di Nuova Olanda. Nel nostro littorale esiste in abbon- danza ; non riesce difficile averne individui picciolissimi e grandi quanto le figure indicate, essendo nello stato di vita molto più ampli del diametro, che presen- tano in morte. 2) 4. membranacea (a. membranacea Gm. ). Rossa, petagono-coriacea; sopra a calicetti rari, poco elevati, rotondi, stellati nel margine terminale, con cinque coppie di filiere di piedi corti dal centro del disco convesso zegrinato, provveduto di cerebrite lamelloso-raggiante, verso i mar- gini assoltigliata; bianco-giallastra sotto, provveduta di squamette semicircolari pettinate, di egual numero di piedi tubolosi che partono da cinque canali con filiera di semplici spine marginali. N'ebbi un individuo mutilato nell'inverno del 1824, ed un secondo intero vivente nel 1826. Parmi che l'a. membranacea figurata da Blainville ne sia una piccina , che quella di Bruguiere ne rappresenti altra più grande, di cui Lamarck senza ragione fece l'a. rosacea. 9) A. ranciata(a. aurantiaca Ln. ). Cogcinea sopra, biancastra sotto; disco alquanto largo, prominente; cere- brite piano, lamelloso-stellato ; cinque raggi triangolari bislunghi, finiti in punte ricurve seispinose ; calicetti a base ellittica ed apice con tre concentriche filiere di corti e levigati raggietti, intorniandone il centrale ; apofisi vertebrali superiori sca- bre con una due o niuna spinuccia, le laterali con spina lanciolata fornita di borsa articolare coccinea, le inferiori con altre simili spine decrescenti fra varie piccine laterali; spine ambulacrarie duplici, depresse, spuntute; piedi dorsali solitari spar- si, ventrali puntuti geminati. Appo noi essa abbonda in ogni stagione. Molte sono le varietà notate sotto l'a. aranciaca, ed a me sembra, che quelle di Bruguiere (1) meritino di essere ridotte in altrettante specie diverse. Vaglia il vero l'a. 0zspe- nosa di Otto anche prima faceva parte delle sue varietà (2). Quella ben delineata da Jonston, e da Bruguiére (3) ha caratteri assai marcati, per esserne reputata di- versa. L’altra varietà (4) l'ho elevata a specie col nome di @. pentacanta, per la (1) Enc. méth. pl. CXI. (3) Z. e. f.3, 4. (2) Ene. pl. cit. 5,6. (4) Ene. pl. cit. 1, 2. 97 ragione di offrire cinque spine ad ogni apofisi laterale de raggi. Grande analogia serbano tra loro l’a. rossa, clavigera e seposita (1). Osservate viventi questa e quel- la, altra differenza non vi si scorge, che la sola grandezza dell'ultima superante la prima. Nel colòrito poi e nella struttura amendue perfettamente convengono. Non debbesi però ritenere per specie distinta l’@. c/avigera, che reputo identica alla. seposita. E la disparità di rinomati scrittori intorno alle citazioni delle sue figure confermano la mia asserzione. Di fatto Cuvier ed Audouin la citano per l'a. seposita, e Lamarck per la c/avigera, dicendo che rassomigli al pentadattilo astro reticolato di Linck (2), quantunque nonsia finamente reticolata, ed oltre le papille superiori numerose, ha le inferiori a clava. 4.) A. bispinosa (a. bispinosa OTTO ). Violetto-fosca su, bianco-carnea giù; disco prominente con ano centrale ; cerebrite emisferico , violaceo, a lamine eccentriche; raggi assai prolungati con li calicetti nove-stellati e le apofisi vertebrali fornite tanto di spina superiore bian- ca lanciolata cilindrica, di altra laterale simile piatta, o a spatola co raggi molto lunghi e stretti ossia @. piettacanta Phil., quanto di sei o più inferiori; spine ambulacrarie gemine, depresse; duplice serie di piedi tubolosi, troncati. Eguaglia la metà della grandezza dell'a. ranciata, e come la seguente è meno comune. 5) A. d'Imperato (a. Imperati DeLLe CHIME ). Rosea su, biancastra giù ; disco poco largo ; cerebrite piano, ovale, biparlito, mesenteriforme crenato ; sette raggi depressi eguali, i più lunghi fra tutte le aste- rie nostrali ; calicetti con la base quadridentata e l'apice corredato di due ineguali serie di raggetti muricati, oltre il centrale ovato ; apofisi vertebrali di un solo pez- zo semilunare con spine mediane grandi, e laterali piccine cigliate ; spine ambu- lacrarie lunghette; piedi dorsali mediocri, doppia fila de ventrali grossi lunghi as- sottigliati. Sulle prime sembra la ste//a cometa incisa dal Colonna (3) per le spine delle apofisi vertebrali, e pel colore roseo: la sua figura poi, il numero e la disu- guaglianza degli otto raggi, la descrizione convengono piuttosto colla. Savarest. Savigny (4) senza definirla ne ha dato magnifico disegno, avendo confuso i cali- cetti suoi con quelli della. ranciaza. Audouin (3) la denomina a. Savignyana, da me (6) rivindicata al Colonna, e nell’anno appresso da Philippi (7), ignaro dell'esposto, detta a. cig/zare > denominazione già usata da Muller e Gmelin (8) (1) Breguiere Enc. méth. pl. CXII r, 2. (6) Delle Chiaie Notom. comp. 2.* ed. Nap. (2) De stell. mar. tab. IX, X 16. 1836, I 161. (3) Aquat. cit. p. 5. (7) Weigmann Arch. 1837, p. 194; e Da- (4) Zooph. d' Egypt. Paris 1809 , pl. II jardin in Lamarck Arm. s. vert. Paris 1840, III 258, dove ne ho letto Pannunzio. (5) Expl. des planch. Paris 1828, XXIII g. (8) Lion. Syst. nat. cit. XII 3168. 4h 109 ‘ 58 per altra specie di questo genere ; ma la prima iconografica conoscenza, sebbene rozza, debbasene al nostro compatriota Imperato (1) nel ritratto del suo Museo. 6) A. Jonstoniana (a. Jonstoni DeLLe CHIAIE ). Cerulea sopra, biancastra sotto ; disco poco men corto de cinque raggi; ce- rebrite convesso semicordato, a lamelle forcute ; apofisi laterale inferiore con unica spina depressa. Di rado si rinviene : Philippi e Muller convengono de' suoi specifici caratteri. 7) A. pentacanta (a. pentacantha DeLLe CHIME ). Giallastra su, bianca giù ; disco elevato ; cerebrite convesso, ovale a lamine eccentriche, raggianti, surte da un calicetto ; raggi con apofisi provvedute di cin- que spine laterali ditate, le inferiori corte ; calicetti stellati, i centrali a due serie edimarginali ad una; duplice ordine di piedi ambulacrarì protetti da laterale coppia di spinuccie. È non rara, essendosi riconosciuta specie distinta da Meckel, Philippi, Muller, Grube, che l'hanno osservata viva. 8) A. subolata (a. subulata Law. ). Rosso-gialliccia ; disco assai piccolo ; cerebrite convesso, ovale, flessuoso , laterale ; cinque raggi lunghi, ineguali; deficienza di apofisi latero-vertebrali ; calicetti a decrescente numero, ossia quindici nel principio di ciascuno raggio, e quattro nel termine, oltre il tubercolo mediano rivolto su, ognuno con quadru- plice ordine di spine, a porzione inferiore corta permanente mercè guaina unita alla superiore puntuta ialina caduca, la loro prima rosetta con globetto centrale ; spinuccie ambulacro-marginali difate, piatte; piedi dorsali a lancia usciti fra i sei lati della base dei calicetti, i laterali a clava, gli ambulacrari tubolosi a due serie. La ho visto sempre secca presso i nostri venditori di oggetti marini. I caratteri ri- portati da Lamarck poco o niente le competono; tantoppiù che ne manca la figura, e’l rapporto da lui rimarcato colla. /evigata è inesatto. Grube l’ebbe morta in Pa- lermo, e non dissente dalla mia descrizione. In aprile e maggio 1841 mi fu recata vivente: altri deciderà se debba o no erigersi a specie nuova. 9) A. vaiuolosa ( a. variolata Law. ). Colorito disco e raggi per forma e numero sempre quintuplo, come la specie seguente, da cui è difficile discernersi nello stato di morte ; se non chè questa ha il cerebrite piano circolare lamelloso-enteroideo , cinque ordini di pezzetti ossei romboideo-bislunghi coperti da altri piccini rotondi scabrosi, restando delle fossette crivellate per la uscita de’ piedi dorsali, essendovi duplici filiere degli ambulacrari (1) Hist. nat. tav. cit., figure superiori a si- cina. Quivi veggonsi pure tre disegni dell’@. me24- nistra grande , a destra mediocre, e nel mezzo pic- branacea. 59 protetti da spine esterna grandetta a spatola ed interna lineare schiacciata. N’ eb- bi una viva in maggio 1841; quindi ne resta assodata la esistenza nel mare me- diterraneo, e la medesimezza coll’ a. pustolosa di Deslongchamps. 10) A. rossa (a. rubens Ln. ). È tinta rosso-scarlatto; disco piccolo, appena distinto da’ cinque raggi rotondi, ristretti nella origine, assottigliati nel fine, ad areole con spinuccie puntute ; cere- brite più centrale che marginale, concavo, dal di cui perimetro circolare, coronato di spinuccie, irraggiansi crenate laminette; tre ineguali spine ambulacrarie; piedi tubolosi, i dorsali entrareolari puntuti a gruppi, gli ambulacrarî smussati a due se- rie coverti da spinucce trifidi disuguali. Frequentissima rinviensi tra noi, ed in tutte le epoche dell’anno. Nel citato Museo d’Imperato veggonsene vari disegni, alcune a quattro o cinque raggi, ed altre forsi spettanti all’a. ranciata. È vero quanto Colonna riferisce , cioè che essa ingiallisca l’acqua dolce , qualora vi si gitti vi- vente; epperciò chiamossi za/furana da costui. 11) A. angolosa (a. angulosa Mutt. ). Giallo-fosca; disco circolare, piccolo, circoscritto da grosse papille marginali, oltre varie centrali ; cerebrite orbicolare, piano, a flessuose laminette divergenti ; cinque raggi lanciolati, quattro più lunghi curvi ed uno piccolo dritto, ristretti nella uscita, facile a distaccarsi appena toccati, e vieppiù nell’apice munito di tu- bercolo a sette spinuccie; papille dorsali a tre serie con spina media terminale in- torniata da pedicellarie bivalve puntute o piatte a becco di oca, le laterali come le ambulacrarie con due spinette per ogni articolo; piedi dorsali attenuati a vari fioc- chetti, ambulacrarî tubolosi troncati a quadruplice filiera. Pescasi nel nostro mare più d'inverno, che di està. La. angolosa di Muller (1) fu da Gmelin (2) senza ragione creduta l'a. ghiacciale, ove costui trascrisse la frase diagnostica dello zoologista danese. Bru- guière (3) ne riprodusse la sola figura Mulleriana, la quale da Lamarck (4) fu segnata sotto la varietà (B) dell’ a. gAiacciale indigena dell’oceano: opinione se- guita anche da Cuvier (5), e Deslongchamps (6). In mezzo a tante ambiguità io ne promulgai (7) opportune riflessioni ; alle quali Blainville (3) non ha mancato di (1) Zoolog. dan. II, tab. XLI. ze, auquel la science doit des observations fort inte (2) Syst. nat. p. 3161. ressantes surl'organisationdece genre d'animaux, (3) Ene. meth. pl. CIX 1. s'est aussi occupé de rectifier plusieurs erreurs (4) Anim. s. vert. Il 561. de distinetion d'espéces, qui avaient echappe è (5) Reg. anin. 2.° ed. III 227. ses prédécesseurs: il a, par exemple, observé, (6) Ere. meth. sup. II 120. que l'a. minuta, offre des differences de volume (7) Mem. cit. Il 312. considérables; que, sous le nom d'a. aurantiaca, (8) Nous bornerons è dire que M. Delle Chia- l'on a confondu plusicurs espéces distinetes, ce 60 acconsentire. Meckel (1) afferma, che l'a. echinofora sia la stessa dell’ a. 9hiaccia- le: Forbes (2) poi sostiene, qualmente l astro spinoso di Linck non sia la. rossa, ma specie differente, cioè l'a. echinofora di Delle Chiaie. Grube (3) neppure giun- se a conoscerne il netto. Più Dujardin (4), dopochè abbia riferito il mio avviso all’ uopo, erroneamente la registra tanto sotto la var. (A) anzichè (B) dell'a. 9Azac- ciale, quanto alla. tenuispina. Nè al genere ste/lonia di Nardo e Agassiz (5), o echinastro di Muller (6), se ne fa parola. E dietro più maturo esame io sono persuaso, che l’asterza in discussione realmente costituisca una specie diversa dalla g/iacciale e dalla echinofora, ossia l'a. angolosa di Muller, sinora non di- strigata da queste ad eccezione del solo Blainville, che avrebbe dovuto essere seguito da Nardo Agassiz Grube Dujardin Muller. 12) A. Savaresiana ( a. Savaresy DeLLE CHIAIE ). Gialla con replicate macchie più fosche ; disco convesso , piccolo, con folte papille spinose; cerebrite circolare, piano, talvolta fesso per metà, a laminette me- senteriformi; cinque a nove raggi assottigliati ne’ due estremi, con altrettante di- sordinate serie di papille dorsali a spina centrale attorniata da gruppi di pedicellarie a cesoie dritte o curve appuntate, duplici spine laterali piatte e slargate nell’ apice come le ambulacrarie; piedi dorsali a clava, ambulacrari lunghi, troncati, in qua- drupla serie. Trovasi nel littorale di Pozzuoli. La nominai a. Savaresi, quantun- que fosse stata descritta ed esattamente figurata dal Colonna (7), e ve la ritengo finchè non sieno interamente allontanate le dubbiezze, che finora vi regnano; tantoppiù che le figure da me consultate nella Enciclopedia metodica non le hanno affatto dileguato. Avvertii, qualmente attribuiva a sua mostruosità l'eccesso dei cinque raggi, cui seguiva quello di altro opposto e piccino cerebrite. Nè sono stati più esatti gli zoologisti, che dopo di me l'hanno esaminata viva. Di fatto Meckel (8) sembra riconoscerla o tenerla per varietà dell'a. g/iacciale, cui Gru- be si uniforma, volendola di cinque raggi, e Dujardin ve ne ammette maggior numero. Muller la riporta alla. fenuzspina. Le citate asferie muovonsi su gli scogli e l'arena, ed amano di attaccarvisi que nous avons également remarque ; îl pense au (1) Anat. comp. IX bi. contraire que les a. echinophora, acuminata, gla- (2) na. britan. (Inst. Paris 1838,p. 309). cialis e/ violacea, ne forment qu une seule espece. (3) Enchinoderm. cit. 24. Il croît qu il en est de méme des a. rubens, clavi- (4) Delle Chiaie réuniteomme simples var. gera et seposita. Bren plus il croit s'étre assuré que @ l'a. echinophora /es a. glacialis, tenuispina et vio- l'a. tenuispina et l’endeca gui ont plus de cing ra- lacea. Lamarck Anim. s. vert. 2.° ed., Ill 249. yons ne sont que des monstruosites, la premicre (5) Echinod. cit. 280 . de l'a. echinophora, et /a seconde de l'a. rubens; (6) L'Instit. nov. 1840. en effet leur tubercule madréporiforme est abso- (7) Aquat. et terr. observ. 6. lument semblable (Actin. cit. sup. 655). (8) Anat. comp. IX 49. 61 co' piedi ambulacrari, tenendo il disco sempre rivolto su, quindi la bocca giù: per lo più restano fuori acqua, rovesciando i raggi, che dimenano, quando vogliano raramente nuotare. Sono assai voraci, avendo rinvenuto piccoli Crostacei e varie neritine entro lo stomaco della sola @. dispinosa , del quale cacciano grande por- zione per la bocca, onde farvi attaccare gl Infusori e poi ritirarselo. SII. Orzura ( Ornvra Lam. ). Corpo discoideo depresso, coverto da pelle coriacea con perimetro a cinque lobi e raggi lunghi, forniti di squame e spine mobili, bocca inferiore a cinque fessure, dieci aperture respiratorie ed ovarie. 1) O. Zacertella ( 0. lacertosa Law. ). Disco orbicolare, depresso, coriaceo-tubercolato, nerognolo, giù piano rossic- cio con squametta ovale alla base di ciascuna mascella ; venti fessure respiratorie, dieci orali e l'altre marginali forsi ovarie; cinque lunghi raggi piano-convessi con due a quattro squamette cenerine su, una rettangolare rossastra giù, altra laterale semilunare con due a undici corte e piatte spine; piedi assoltigliati. Grube ne ha pure verificato gli esposti caralteri; la sua conoscenza rimonta a Rondelet ed Imperato. Ne reputo varietà la 0. dubbiosa (0. anceps DeLLe Curse), la quale ne cinque lunghi raggi ha le squamette dorsali cuoreformi aspre giallo-fosche, la coppia successiva più sbiadata ; sei spine laterali, le prime tre più prolungate del- le rimanenti. L'individuo, che n' ebbi mancava della superiore parte del disco. 2) O. Rondeletiana (0. Rondeleti DeLLe Carate ). Giallastra ; disco pentagono, bucato nel centro, crociforme e spinoso come le aste, finite a’ cinque lobi intermedì alla inserzione de’ raggi con due parallele lineette bianche; squame raggiali superiori triangolari, laterali con cinque disu- guali spine, inferiori semicircolari ; piedi lunghissimi cigliati. È alquanto rara : Rondelet l’ha ben descritta e sinora era stata ommessa dai naturalisti. 5 ) O. cuoreforme (0. cordifera DeLLe Cara ). Disco orbicolare, compresso, squamoso-osseo , giallo-fosco, con corona di squamette centrali tonde a doppia serie, una coppia ovale congiunta da altra me- diana semirotonda, varie piccine intersliziali; giù piano, bianco, con ovata squama mascellare, ne’ di cuilati troransene molte altre piccine e le due fessure respira- torie; ciascuno de cinque raggi poco allungati ha le squame superiori cioè le prime due semilunari pettinate indi bislunghe, la laterale arcuata a sette ineguali spine, e la inferiore triangolare; piedi attenuali. Specie esaminata e riconosciuta da Grube e Dujardin. 62 4) O. Tenoriana (0. Tenorii DeLLe Cuma ). Disco circolare, osseo, squamoso-embriciato, verdastro, punteggiato; cinque raggi a squamuccie, la superiore semicircolare, la inferiore quasi a cuore, e la laterale con quattro disuguali spinuzze; piedi vescicolosi, dispari-pennati. Ella varia pel disco con quattro, cinque o sette raggi, talora diseguali. Qualche fiata ogni terza loro squama è verde più fosco, e le spine laterali sono quadruple. 5) O. squamata ( 0. squamosa Law. ). Disco rotondo, embriciato da squame, partendone cinque raggi nel principio con due squamette semicircolari bianche, le altre giallo-verdiccie, rettangolari col margine anteriore rotondato, le inferiori e le laterali a sei anzichè quattro di- suguali spinuzze. 6) O. echinata (0. echinata Law. ). Disco orbicolare, quasi cinque-lobato, su fornito di spinucce e di foro cen- trale ; raggi alterni a lobi con squamuccie superiori appena embriciate a scudo, altre laterali con sei spine, le superiori men corte delle inferiori, tutte con punte rilevate. Il suo colore è verde ceruleo, ed alati di ogni quinta squametta è rossa nelle spine e ne' piedi. 7) O. tricolorata ( 0. tricolor Mutt. ). Disco pentagono, quasi a cuore, spinosetto, nericcio ; cerebrite lamino-fles- suoso e primo esempio di sua esistenza nelle ofivre; nello spazio intermedio degli angoli dirigonsi verso il suo centro due macchie nere triangolari con spinuccie più affollate; raggi a squamette scudiformi, poco embriciate , in punta bianche, nel resto cilestre, la quinta squametta è costantemente rossa, come l’apice delle spine cerulee, tre grandi ed altrettante piccole per squama laterale ; piedi analo- ghi alla specie precedente. 8) O. pentagona ( 0. pentagona Law. ). Disco pentagonale a spinuzze talmente folte e scure da renderne appena vi- sibile il foro centrale, essendo verdiccia, fosca e roseo-fosca la tinta delle squame, la quinta delle quali osservasi più oscura: particolarità, che rimarcasi eziandio nella faccia inferiore delle squamette raggiali; spine gialliccie, simili a quelle delle due ofiure antecedenti per numero lunghezza scabrosità. 9) O. di Ferussac (0. Ferussaci DeLLE CHAIR ). Disco orbicolare, spinosetto, a cinque lobi, fra quali escono i raggi con squa- mette bislunghe, bilobate, un pò embriciate, a’ lati di ognuna articolandosi nove spine scabrose, le tre superiori e le laterali eguali fra loro, ma più lunghe delle altrettanti inferiori. Queste, i piedi moricati assottigliati, e la maggior parte delle squame sono di colore verde. Il principio di ogni raggio ha due squamette 63 ellittiche gialle, come ne è tinta la parte centrale di parecchie altre successive di esse da rappresentare ovale striscia: dippiù ogni terza squametta di seguito ha il colore di rubino. Specie, come le seguente, riconosciuta da Blainville, 10) O. Cuvieriana ( 0. Cuvieri DeLLE CHIAIE ). Disco cilestro-scuro, circolare, cinquelobato, nel cui centro evvi un gruppo di spinuccie nerastre da farlo comparire bucato , continuate in altre linee curve verso i lati de’ lobi sino all’incominciamento delle squamette raggiali bislunghe, verdiccie , trilobate ad orlo bianco ; nove spine laterali disuguali, e dello stesso colorito. 11) 0. cancellata (0. cancellata DeLLe Carme ). Disco rotondato, piccolo, alquanto depresso con corona di macchie nerastre orbicolari, ed una centrale; due squamette ellittiche alla origine di cadauno de’ cin- que raggi lunghi, ed assotligliati verso l’estremità; linea mediana dorsale bianca rilevata, che divide l’aia rettangolare con margine sollevato biancastro, fatto dalle squame di cadauno articolo ne'lati con tre disuguali spine. Il suo colore è giallo- fosco, inferiormente più sbiadato. 12) 0. a cinque macchie (0. Smaculata DeLLe Cuae ). Disco a cinque lobi rosei, con macchietta oscura su ognuno, tutti presentando nel centro pentagona areola, giallo-fosca, spinosetta; raggi verdi con squame quasi triangolari a margine bianco, due macchie rosine ai lati di ogni quinta in sesta delle medesime ; ciascuno articolo ha cinque disuguali spine laterali: è affine alle o. echinata, tricolorata, Cuvieriana. 13) O. screziata (0. variegata DeLLe Come ). Gialla screziata di fosco; disco pentagono , depresso con due serie di spine dal centro dirette verso la uscita de’ cinque raggi, margine semilunare ; squame raggiali superiori triangolari appena embriciate, cioè a coppie successive gialle e fosche, le laterali arcuate con sei spine disuguali, le inferiori trigone. È costantissi- mo ospite della gorgonia Rissoana, su di cui ramicelli avviticchiansene i raggi. La ho visto sei in sette volte, ma sempre morta. 14) O. rosseggiante ( 0. rufa DeLLe CuAIE). Disco semilunare-pentagono , depresso ; dieci lunghe fessure respiratorie ; cinque raggi con squame superiori mancanti, le laterali a quattro o tre ineguali spinuzze lineari cigliate, le inferiori bilobate ; piedi corti. La cute rosso-fosca ne co- pre tutte le indicate parti non escluse le spinette, sul disco ha circolari macchiette bianche e di tal colore sono le consecutive listerelle traversali de’ raggi. Di tanto in tanto si pesca verso Sorrento. Le descritte ofiure trovansi tra’ sassi della Caio/a 0 del molo di questa Capi- 64 tale, sia entro i forami delle spugne, e sia fra le foglie o radici di zostera. Esse colla bocca in giù serpeggiano sopra gli scogli e l'arena, restando in parte o totalmente fuori acqua. Cangiano sito distendendo dapprima uno o due raggi anteriori, che fissati, flettono, onde tirarvi il disco ed i rimanenti curvati: a guisa de granchi spesso lateralmente muovonsi, ricurvandone qualcheduno. Le credo sarcofaghe, avendone rinvenuto lo stomaco sempre vòto. G II. Zvrr410 ( Eurvare Lam. ). Disco orbicolare convesso su, e piano giù come i cinque raggi in moltiplici fiate bifurcati fino all'estremità cirrose; bocca inferiore cinquangolare. E. costato ( e. costosum Law. ). Disco pentagonale, piano giù con dieci cirri grandi intornianti la bocca, e cerebrite orbicolare, crivellato, laterale; convesso su, corredato di cinque coppiedi costole assottigliate e convergenti nel centro infossato; dieci larghe aperture respi- ratorie a’ lati de’cinque raggi rosso-foschi su, convessi, a traverso rugosi, con tre obli- qui denti laterali; venti successive biforcature primarie, sotto piane giallastre, tratto tratto con traversali rialti o lacune fornite di corti piedi. Blainville ha finora dubitato della sua esistenza nel mare mediterraneo. Quello figurato dal Rondelet, ossia e. mediterraneo di Risso, e l'e. esiguo esclusivamente vi appartengono. Forsi lo stesso dovrà dirsi dell'e. verrucoso da Grube visto in Palermo e Messina, non chè de’ gorgonocefali, che Meckel e Buckland qui ebbero vivi. Io ne ho avuto il primo individuo grande a luglio 1839, e 1 secondo piccolo in marzo 184.1; l’uno e l’altro vivente tramandava odore di argilla secca abbeverata di acqua. Tie- ne sempre la bocca rivolta al fondo del mare, e col distendere i cirri formasi una specie di trincieramento, entro di cui carcera la preda da cibarsi, soprattutto i pic- coli crostacei e testacei, che ad opra di quelli avvicina ed intromette nella bocca. G IV. Coxarora ( Comarora Lan. ). Corpo membranoso, piano-convesso , giù protetto da disco di pezzi ossei concavo pentagonale con cinque marginali raggi bipartito-pennati, e con globosa eminenza inferiore alveolata, ove articolasi il ciuffo de’ cirri ossei semplici fili- formi ; bocca superiore, centrale ; cloaca laterale, alquanto rialzata. I) C. adeona (ec. adeonae Lam. ). Corpo giallo, globoso, spartito in cinque segmenti surti dall’ orlo della bocca con solco divisorio, capace di chiudersi, prolungato pel mezzo della coppia de’ cin- que raggi marginali, rotondi, assottigliati, provveduti di fusiformi pennette late- rali, alterne con piedi tubolosi cigliati ricurvi vibratili ; cloaca tubolosa ; eminenza 65 inferiore sferica a due serie di cirri semplici uncinati ,,l' esterna più lunga della interna. 2) C. rosacea (c. rosacea BLA. ). Corpo di colore scarlatto su, e miniaceo giù; bocca circolare occultata da cin- que valve membranose, derivate dall’apice de’ rispettivi segmenti; cloaca tubolosa, a margine quadrivalve. 3 ) C. dicolorata ( c. bicolor DeLLe Care ). Corpo globoso, sopra verde-fosco scriziato di bianco con macchietta, simile ovale nel centro marginale di cadauna aia, giallo nell’estremità de'raggi e nella intera superficie inferiore ; cloaca screziata ad orlo erenato ; cirri come le specie precedenti. Quando non vogliansi riunire le c. rosacea, adeona e questa in uni- ca specie col titolo di e. medilerranea, l’attuale ha pure dritto di emanciparsene, di che ho sempre esitato, avendo tutte e tre caratteri differenziali desunti dal solo colorito. Colonna fu il primo a dare esatta descrizione e figura delle comatole, che sono tra noi non rare, specialmente dall'autunno alla primavera incappando entro le reti peschereccie. Io le ho sempre osservate colla bocca rivolta su, da cui par- tono cinque solchi, ognuno suddiviso in due prolungati per mezzo de raggi, fornito di margini rilevati, e capaci di occultarne la indicata valletta mediana. L’ano 0 meglio la cloaca laterale si solleva ed abbassa, se ne slarga e stringe l'apertura. Pescasi fuori il nostro golfo o nella marina di Pozzuoli e Mondragone, trovandosi talora attaccate a’ così detti palanghisi da’ nostri marinai. La c. adeona tuffata vi- vente nell'acqua dolce, questa ne rimane ingiallita. Verso l’orifizio orale i raggi primari piegavansi in mille guise per trasportarvi i piccoli animaletti, invischiati al moccio cutaneo, od i talassiofiti microscpici; destinando i secondari e sem- plici, affin di attrapparsi a'corpi adiacenti mercè la chioma cirrosa, e cospirare co primi a vagare pel mare. Ambidue staccati dal corpo continuano a contrarsi durante molti giorni. II. DESCRIZIONE NOTOMIGCA. I ) Apparato dermico. Non esiste appo le asterze alcun distinto velame da essere somigliato alla cuticola. La cute contrattile vi apparisce in forma di pellicola crassa, e facile a spappolarsi ; essendo coccinea nell’a. ranczata, rosso-scarlatto nell’a. rossa, rosea nell’ a. /mperatiana, crocea nell’ sudolata, verde nella. esigua, gialla nell’a. Sa- varestana, cerulea nella. angolosa, ec. Essa ne copre tutte le parti esterne molli e dure; epperciò continuasi fino alle punte degli aculei, delle pedicellarie; che ne Aî 66 rimangono strettamente coverte : dicasi lo stesso pel derme delle ofiure, dell’ eu- rialo e delle comatole. In queste e nell'a. rossa è piena di granelli ossei, che appariscono ovali distinti con punta spatica sulla cute dell’e. costoso. Dalla dermica superficie dell'a. rossa geme rossastro umore, e che nel sezionarla mi ha arrossite e rese pruriginose le dita; e da quella dell'a. ranciafa separasi un moccio tal- mente denso e filamentoso , che nel distaccarsi somiglia alla tela di aragno. La cavità del corpo delle asferze è vestita dal peritoneo, le di cui lamine soltanto pres- so la inferiore faccia de’ budelli ciechi unisconsi, onde formare il respettivo me- senterio , talchè i visceri sono nella duplicazione di quello contenuti ; ma tale ne è la fievolezza, che le enunziate parti rendonsi oltremodo problematiche. 2 ) Apparato osseo. Allo sguardo indagatore del Blainville marcati tratti analogici presentaronsi fra lo scheletro degli eckini, e delle asterze; rilevando in queste le aie ambula- crarie di quelli nel solco della superficie inferiore de’ loro raggi, e le entrambu- lacrarie ne margini di questi. Agassiz, distinguendo due forme primitive negli Echinodermi, cioè la sferoidea ( ec/urni ) che allungata produce la tubolosa ( o/o- turie ), e la stellata ( asterze ); riflette che, onde l'analogia sia compiuta, bisogna supporre già gonfiato il corpo dell’ asferia. In tale posizione la parte superiore corrisponde alla sommità dorsale degli eckzni, e gli ambulacri dalla bocca dj esse prolungansi alle estremità de’ raggi. Più per dirsene, che le placche laterali sieno le analoghe dell’entrambulacrarie degli ecAin7, non dovrebbesi innestare la placca superiore di cadauno lato de’ raggi, come scrisse Blainville; ma rap- presentarsene la laterale superiore di un raggio congiunta alla superiore corri- spondente dal raggio vicino, egualmente che avvenir dovrebbe alle laterali in- feriori. Egli inoltre vuole, che il raggio delle asterie opposto al corpo madre- poriforme sia l'anteriore; e che i denti sieno alterni alle aie ambulacrarie , stando in mezzo delle entrambulacrarie. A parer mio ne risulterebbe una figura sferoidea allungata anzichè stellata, ossia due penzaz/e riunite e strozzate nel mez- zo. Sarebbe piuttosto a supporsi, che le cinque aie ambulacrarie si curvassero in su verso gli angoli delle aree entrambulacrarie, e que di queste andassero in giù fino agli angoli di quelle, succedendo un reciproco incastro tra ciascuno mar- gine ambulaerario e Y entrambulacrario. Contemplando lo scheletro degli Echinodermi, è facile cosa di rilevare, che esso sia stratiforme, poco visibile nelle o/ofurie, complicato simmetrico-testaceo negli echini, intrigatissimo ed anomalo nelle aszerze. Nella. ranczata il numero de’ suoi pezzi ascende a sessantamila secondo Tiedemann, a quattromila giusta Carus, a tremilacinquecento al dire di Meckel. Calcolo peraltro approssimativo, 67 quindi parmi molto lungi dalla esattezza. Attesochè Meckel ammise lo scheletro os- seo nella sola parte inferiore del corpo delle as/erze : risultandone ogni segmento da otto pezzi, ossia due principali o corpo, altrettanti traversi, egual numero in- feriore, un paio laterale, oltre i processi semplici è stelliformi; mentre esso con- ginuasi eziandio nella parte superiore, composta dagl’ integumenti cutanei, fibrosi e da ossea rete interstiziale. Tutti gl’indicati ossetti, peraltro meno costanti, non esclusi gli aculei, offrono articolari faccette, e colla particolarità di presentare ca- vità ne'rispettivi punti di contatto. Dai suddetti autori ne è stata studiata la dispo- sizione nella sola @. ranciata, che può servire di norma pelle S/e//arie di Nardo; ma diverso andamento io vi ho scorto nelle sue Zin4ie, Stellonie, Asterine, Anseripode. Ciascuno segmento od anello proto-vertebrale de'raggi delle Ste/Zarie qua- si somiglia ad una vertebra, e decresce a norma, che si consideri dalla origine al termine loro. La coppia mediana o principale ne costituisce la base, essendosi meritamente detta corpo da Meckel, e da Carus paragonata al rialto della colon- na vertebrale umana. Ogni suo pezzo ha bislunga figura nella faccia anteriore e posteriore, e in giù tiene una apofisi toccante il pezzo contiguo ; il margine late- rale superiore è presso a poco rettilineo, meno assottigliato, e convesso dall’infe- riore ; mentre l’interno ha una fovea e vari rialti con incavi, che formano ingra- naggio a cerniera col pezzo opposto, perocchè l’esterno termina smussato. Il pri- mo de descritti ossi è grande con laterale prolungamento, la cui mercè uniscesi agli altri quattro analoghi per formare l’anello boccale, essendone poi piccolo l’ultimo di essi. Il secondo pezzo, o quinto inferiore del Meckel, si connette alla estremità del pezzo principale, con cui ha di comune una faccetta articolare. Esso è quadrilatero, e nel margine inferiore alquanto convesso con alcuni rialti e fovee, destinati quesie per le spine grandi, e quelli per le piccole. Più l’ossetto in esame convesso nella superficie superiore, e concavo nella inferiore, vedesi piano grande nell’anello boccale e sostiene lunghe spine, talchè fa l’offizio di mascella. Il terzo pezzo, o laterale di Meckel, e che io chiamo apofisi vertebrale, è semicircolare, colla faccia anteriore e posteriore ad opra d’incavo e rialto connes- so a contigui; mediante la interna congiugnesi al pezzo principale ed all’ apofisi inferiore, e nel suo angolo esterno superiore adattasi l’apofisi vertebrale superio- re, o pezzo laterale superiore di Meckel, che presso a poco ha la stessa forma ; nel margine esterno convesso di amendue adattandosi le spine piccole, embri- ciate, e le cinque grandi. Se non chè le apofisi vertebrali inferiori impiccioliscon- sì a norma, che costeggino i lati de raggi; mentre divengono molto allungate ne loro angoli, deve osservasi la duplice serie di ossettini toccanti la punta dell’in- 68 iramascellare ad Y, anche nell’ a. pentacanta, Jonstoniana, bdispinosa, fissato alle aste corte dell’ ossetto principale dell'anello boccale. Il quinto ossicino, o traver- sale di Meckel, corto, cilindrico, si articola tanto all'apofisi slargata dell’ osso prin- cipale, quanto alla superiore faccia dell’apofisi vertebrale laterale inferiore. Oltre la filiera delle vertebre de’ raggi nell’a. esigua tra l'uno e l’altro di quesli rimarcansi molti ossicini cuneiformi embriciati da costituire tanti trian- goli, corrispondenti agli spazi di cadaun raggio, nel ‘cui angolo al vertice elevasi ossea colonna, attaccata all’integumento dermoideo e superiore ; la quale è pira- midale nella. vazuolosa, e gl'indicati ossetti veggonsi orbicolari. In esse, e nella a. rossa e subolata ravvisasi osseo diaframma, composto di molti pezzetti. Cuvier scrisse che le asferze siano sfornite di denti, ma I’ osservazione attenta delle ver- tebre circondanti la loro bocca chiaramente dimostra il contrario. Le spine del din- torno orale sono attaccate alle mascelle, e poco diversificanti da quelle del resto del corpo di simili esseri, essendo al dire del sullodato zootomista necessarie a ritenere ed uccidere la preda. Quali spine veggonsi a pettine nella. ranczata, ditate nell’. rossa, a ventaglio nell’a. esigua. I processi stelliformi hanno il corpo cilindrico colla base attaccata al tessu- to fibroso, cutaneo e nell’ apice vi si articolano moltiplici spinuzze retuse, e disposte in triplici serie concentriche. Nell’a. Zmperatiana l'apofisi vertebrale inferiore è piccina ; la laterale superiore ed inferiore è unica ; il pezzo traversale apparisce alquanto prolungato, e quello ad Y somiglia piuttosto alla lettera X.; i processi stellati tengono nella base quadruplici apofisi piatte, che insieme a quelle delle compagne imbricano tutto il dorso di ciascun raggio, avendo nell’ apice mediana spinuccia claveforme, e cinta da filiera di altre come essa muricate. Tra le Zinkie, Va. vaiuolosa ba soltanto il primo e secondo pezzo, da cui a guisa di tettoia elevasi una serie di ossetti quadrilateri, piani, appena embri- ciati fra loro, che occupano la intera superficie di ciascuno raggio, tranne in pochi punti, essendo esternamente coverti da globettini ossei in rimpiazzo dei processi stelliformi. Per la sola presenza di questi colle basi pentagone od esago- ne, reciprocamente connesse, ne differisce l' «. subolata. Le Stellonie in generale hanno il primo pezzo abbastanza depresso, e le apofisi vertebrali diversamente figurate. A queste ultime nell’ a. rossa altaccasi la rete ossea de raggi, compo- sta di ossetti orbicolari semiembriciati, e corredati del corrispondente aculeetto. Quale reticella nell’ a. Savaresiana risulta da serie laterali e mediane di pezzicinè orbicolari, esternamente dantino attacco agli aculei, e ne lati a traversali ossicini cilindrici, I quali sono in maggior numero verso l'origine de’raggi, fusiformi, a varì pezzetti nella. ango/osa, e sostenuti da ossetti depressi biangolari o quasi- 69 ‘chè trigoni situati in consimili filiere e ne lati uniti ad un ossetto ellittico soste- gno di più di tre pezzi del primo e secondo osso triangolare vertebrale. Le testè citate due asferie somma analogia presentano collo scheletro degli echnz, soprat- tutto per la esistenza delle pedicellarie a cesoie 0 bifide, costando del segmento basilare arcuato, connesso a’ due laterali pezzetti, piani, trigoni, puntuti, tutti inter- namente voli. Due scheletri noto nelle ofiure, cioè il vertebrale od interno, e 1 dermoideo oppure esterno, Il primo risulta da cinque raggianti serie vertebrali, e dal perime- tro orale all'estremità de raggi affatto decrescenti. La prima o basilare diversi- fica alquanto dalla successiva per grandezza e forma, essendone molto sollevata la cresta superiore nella 0. cordifera, e prolungata in laterale aletta nella o. fton- deletiana. Ciascuna vertebra è presso a poco orbicolare, a margine attenuato, in- ciso ed appena slargato su e giù, nella faccia posteriore con prominenze e rialti mediani oscuramente articolati all’analoghe della faccia anteriore. Talchè due di dette vertebre, mentre combaciano nella parle media, sono allontanate nel pe- rimetro ove rimarcasi circolare valletta. Essa, anteriormente nella metà destra, pre- sta appoggio ad un’angolo della mascella, facendo lo stesso colla sinistra con altro angolo del contiguo osso mascellare. Cadauno de’ medesimi è trigono incavato nella base, o meglio con antro, ed offre a’ due lati mediano rialto con due fori o semicanali, sopra una coppia di ossetti piatti emulanti un A rovesciato, ed innan- zi successiva serie di ossetti ovali, ad ognuno de’ quali articolasi un solo dente e spesso un paio nella o. cordifera, oppure in maggior numero e verso giù nella o. Rondeletiana. Fiancheggiano le cinque teche vertebrali, dalla prima alla quar- ta vertebra di questa ofivra, od alla ottava 0. /acertosa, due aste ossee curve slar- gate nell’apice con faccette articolari, niente dissimili da due costole. Alle quali articolansi in questa altro ossetto a destra della base con aste e nell’apice finito verso il centro del disco; ed in quella una lamina triangolare provveduta di frocantere, mercè lineare ossicino approssimata alla compagna. Lo spazio posto fra questa gabbia ossea è tappezzato da squamicine quasi orbicolari, appena em- briciate, e nella o. Zacertosa all’esterno cosperso di globettini ossei. Quale schele- tro dermoideo in ogni articolo de loro raggi costa da squame dorsale ventrale e laterali, in cui sono articolate le rispettive spine. Anche nello euria/o costoso dette masoelle appaiono trigone dentate nella parte stretta, essendone congiunte due di esse pel sito largo ad ognuna delle cinque teche vertebrali. Le quali dopo quattro orbicolari corpi, scanalati ne margini, non chè su e giù, connettonsi alla quinta trigona, da cui principia la prima bi- furcatura di cadauno braccio in simile guisa successivamente spartito, ed ove ai 70 due lati sta orizzontalmente innestato fusiforme pezzo articolato con altro sottile, curvato verso l'apice. Gl’indicati dieci pezzi, superiori a cinque orizzontali, com- pongono lo scheletro osseo sì del disco, che de’ raggi di tale euréa/o. Epperciò il suo scheletro differisce da quello delle ofiure per la moltiplice successiva dicotomia di cadauna delle cinque colonne vertebrali ; divisione che sembrami non giugner mai a ottomila branche al dire di Deslongchamps. La vertebra basilare e quelle delle primarie divisioni de’raggi sono presso a poco eguali, tranne la insensibile diminuzione di grandezza, avendo la sola incisione inferiore. Però quella collocata in ciascuna bifurcatura è trigona, e pel resto offrono tutte gli stessi particolari notati nell’ofivre. Dalla quinta vertebra primaria fino alla secondaria di siffatto eurialo sì estende ne lati la costola inferiore o minore fusiforme, cui sovrasta la simile più larga o superiore maggiore, estesa fin presso il centro del disco, da formarne i pilastri: ed amendue compongonsi da successiva opposizione di obli- que laminette stratose. Al promontorio sferico e basilare delle comato/e con alveoli pertugiati, arti- colansi due serie di cirri, l'esterna più lunga della interna, uncinati in punta € mobili. Partono dal suo contorno cinque raggi tosto bifurcati, le cui divisioni mol- to allungate e sottili nel loro tragitto cacciano laterali, ed alterni rametti. Il disco ventrale è perfettamente osseo, ed i suoi pezzi sono nel seguente modo connessi. La base pentagona del promontorio bucata nel centro risulta da moltissimi pezzetti, intorno ai quali giacciono cinque squame a cuore, ognuna divisa in due, e iutte infossansi a contatto dell’aria. Corrispondono a queste altre tre per raggio primario, ossia due laterali semi-circolari, in mezzo alle quali incastrasi la terza cordato-bi- slunga. Principia cadauno raggio secondario dalle squamette ellittiche, continuan- dosi la serie dei pezzi vertebrali ineguali, cilindrici, a taglio netto ; ove notasi me- diano foro con strie raggianti, e dalla base alla stessa maniera nascono gli arti- coli delle pennette. Quali cose furono da me (1) enunziate varì lustri prima di Miiller (2), che le ha poi ampiamente confirmate. Ad uno de lati delle asterze presso l’esofago esiste un sacco allungato, da Tiedemann detto canale sabbioso, e da altri spatico; il quale coll’ estremità assot- tigliata aderisce all’anello osseo della bocca, e coll’altra più ampia finisce nel cerebrite di Planco (tubercolo labirintiforme o labirintifero di Blainville, t. madre- porico, corpicino spongioso di Spix, verruca calcarea di Otto o dorsale di Gru- be, non chè placca madreporica del Miller), posto sul loro creduto ano da Bosc, pel quale si filtrassero gli escrementi, onde uscirne questi, oppure le uova secondo La- (1) Mem. cit. Nap. 1829, IV 18-20. (2) Z'Instit. 19 nov. 1840. 7i marck. Esso nell’ 4. ranciata, fornito di longitudinale apértura, è fatto da infinite laminette a zig-zag, che nell’a. angolosa veggonsi quasi raggianti, nell’ a. Savare- stana flessuose, nell’ a. pentacanta ramificate, e pertugiato nello e. costoso. L'in- terno del prefato sacco è pieno di infiniti pezzetti rettangolari, situati in più serie longitudinali di mattoni a foggia reticolata romana. È involto da due lamine mem- branose; essendo in certe specie superiormente aperto, ed in altre chiuso. Seziona- tosi comparisce costrulto in modo, che alla comune tunica aderiscono i suddetti pez- zetli ossei friabili, costituendone varie filiere, alquanto distanti l’ una dall’altra. Fui indotto a supporlo analogo agli aculei delle vie genitali della doride argo; essendo da Spix nella. rossa paragonato al pène delle /umache. Tiedemann lo considera serbatoio del materiale calcare dei Vertebrati, e Duvernoy organo orina- rio. Costui (1) si uniforma alla mia opinione di contenervisi carbonato, e fosfato di calce. La quale non vi si è riconosciuta da Ehrenberg (2), che lo crede composto da fibre calcari a maglie pentagone od esagonali. Di fatto io lo trovo simile al corpo peniforme delle o/oturie, di spatica natura, e risultante dalla medesima disposi- zione areolo-pentagonale, notata nello scheletro degli echznî e delle asterze. Il sud- detto sacco, rossiccio, nella interiore sua parte osservasi alquanto curvo, ripiegato, e con particolare forame, poco lungi dal succennato tubercolo comunica coll’esterno del corpo delle asterze. Nell’ incominciamento e nel termine vedesi meno ampio del resto del suo tragitto : risulta da granosa sostanza. Bastoncelli aghiformi prisma- tici Miller rinvenne nella cute delle comazo/e, e nella parete degli organi dige- stivi dell’arcastro tipico. To gli ho rattrovati orbicolari nell’integumento cutaneo delle anzidette as/erze, ofiure, eurtalo : ma lineari nella tunica della cavità respira- toria delle o. /acertosa, cordifera, rufa, in quella degli ovarî e de' testicoli, o fra le loro uova. 3) Apparato fibroso. 1 ) Sc/eroso. Gli enunciati ossi componenti la superiore parte dello sche- letro delle as/erze sono inviluppati da tunica fibrosa fitta, e talmente aderentevi, che colla sola macerazione possa esserne separata. In molte di esse la base dei processi stellati è attaccata alla maglie della intermedia rete sclerosa, e in qualche specie ( a. vaiuolosa ) sembra una tunica continuata e crivellata. Di analoga na- tura reputo i cinque o sette (a. Zmperaziana) loro verticali diaframmi, dall’ anello orale interiore continuati alla metà della vertebrale teca, posti fra ogni raggio, fissati alla volta ed al pavimento dell’ addome da restarne isolate le parziali cavità, (1) Anat. comp. VII 619. Il est probable que, par des nouvelles recherches (2) L’organisation de cette partie rappelle sur sa structure, on arrivera è quelques résul- celle du corps caverneux de lavèrge de l'homme. tats interessants. Ann. des sc. nat. testè citati. 72 che ne risultano. L'orificio interno orale offre tendinea corona, che somministra una coppia di corte linguette pelati di cadauna teca vertebrale. Però nella parte inferiore de citati processi avvi una borsa fibrosa che protegge le faccette arti- colari, e gli aculei. Quale tunica fibrosa allo stesso modo comportasi nelle ofiure, specialmente pe dischi vertebrali e pelle accennate costole, nelle quali lo eurzalo costoso le presenta assai prolungate; e pel resto della volta del loro disco o con- nette le squamette delle prime, o le costole delle seconde. Più valida è la tunica periostea, che lega i pezzi discoidei delle comazo/e, e che a guisa di guaina in- volge la teca vertebrale loro, delle ofiure, e dello e. costoso. Il fondo dello stomaco è munito di validissimo legamento con simmetria tale diviso e disposto, che dal centro della succennata borsa separasi verso giù in vari rami primari, ognuno de’ quali forcuto finisce con infiniti tendini pennati, che ne abbracciano l'alto fondo. Nella. ango/osa a'lati del principio di ogni teca vertebrale hanno origine due lunghi tendini, i quali riuniti vanno a ramificarsi sul ventricolo senza giugnere alla sua sommità, e formano tendinea corona nel gastrico perimetro di varie asferze. I tendini poc anzi accennati sono nell’a. Sa- varestana raggianti, nelle ofiure semplici e brevissimi. Anche gl’ intestini ciechi dell’eurzalo costoso hanno speciali legamenti fissati al pavimento addominale, oppure alle bifurcature della colonna vertebrale, e le comazole ne offrono uno, che attacca il sacco viscerale al centro interiore del disco ossoso. 2) Muscolare. La. vaiuolosa, più delle altre specie, presenta uno strato muscoloso nella interiore volta di cadauno raggio attaccato alati del vertebrale pezzo. Distinguesi in cinque linguette longitudinali mediane, riunite nel centro del disco, costeggiate da altre tre, tutte intersecate da fibre traversali. Laminette muscolari non equivoche esistono ne'lati interni di ogni raggio delle a. arancza- ta, angolosa. Cadauno pezzo primario vertebrale ha pure traversale muscoletto adduttore. Il vòto rimasto tra margini di ogni vertebra, circolare nelle ofivre 0 nello e. costoso, e lineare interrotto nelle comazole, è occupato da lacerti de’ mu- scoli adduttori, traversalmente estesi dall'uno all’altro lembo. Una coppia di mu- scoli adduttori a foggia di linguetta estesa dal secondo pezzo vertebrale alla arti- colazione di cadauna costola sì delle ofiure, come dello e. costoso, Nè di minore interesse è il muscoletto costrittore de’ pezzi delle pedicellarie collocato entro di quesli. 4) Apparato nutriente. Dal forame della bocca, a volontà dell'animale capace di corrugamento e di ampliazione, si penetra in breve esofago, tosto espaso in largo e dilatabile sto- maco. Questo risulta dalla tunica esterna fibrosa e dalla interna mocciosa , spal- 73 mata di gran quantità di densissimo sugo gastrico. Amendue le indicate membra- ne sono oltremodo increspate, capaci di somma dilatazione e di rovesciarsi fuori la bocca, incominciando dal fondo del ventricolo ; dal quale sito prolungasi l’in- testino retto, che ho rinvenuto nella a. rossa, subolata, vaiuolosa. Ivi nell’a. ranciata giace una borsa ramificata, divisa in molte lacinie gialle dendritiche nelle a. vazuolosa e a. angolosa, tubolata nella @. esigua, quintupli- ce bipartito-lobata nell’a. rossa, bipartito-cinquefida nell’a. subo/ala, oppure bi- partito-moltifida nell’a. rosacea. Essa rappresenta una specie di grappolo gial- lastro , che è spesso verde-fosco in altre. N’esistono due fra loro alquanto lontane nella. Savaresi. Per quanto abbia potuto indagare è dessa un apparato biliare, giacchè contiene un umore verde-gialliccio con sapore amarognolo identico alla bile. Meckel (1) e Grant (2) abbracciano questa mia idea, dissentendo da Tie- demann. In ogni raggio di asterza esiste una coppia di canali con alterni duttolini , finiti in moltiplici borse laterali rugose; principiando dallo stomaco, e terminando all'estremità de’ raggi, quivi sono attaccati da legamentuccio, mentre nell'indi- cato tragitto sono sostenuti dal mesenterio. Essi, che taluni hanno anche appellato budelli ciechi, esistono in tutte le asterze, nelle @. Savaresiana e Imperatiana hanno duplice ramificazione, offrono il colore verde gialliccio, 0 rosso-fosco nel- la. subolata , mancano solamente nelle ofiure e nelle comatole, essendovi rim- piazzati dalle gastriche pieghe laterali e coverti da patina verdastra. Dall’atrio della bocca dello eurza/o costoso passasi nello stomaco circolare, dal cui perimetro par- tono circa quarantacinque intestini ciechi cilindrici rugosi, in punta attenuati. Le loro pareti internamente osservansi spalmate da denso strato di moccio epatico. La struttura de’ suddetti intestini e delle corrispondenti borse, sebbene si veggano più dilicate, è analoga a quella dello stomaco. L’otriforme ventricolo delle comazo- fe occupa il centro inferiore del disco e se ne continua l'intestino, che descrive due concentriche girate ; la prima esterna maggiore della seconda interna, da cui parte la cloaca tubolosa sollevata dal corpo, e dissecato offre mediano rialto, che ne percorre il margine esterno. Tanto il ventricolo, quanto il tubo enterico, sono immersi fra granosa sostanza epatica verde-gialliccia. Gli antichi conobbero ab- bastanza la persecuzioni, che le asferze danno ai Molluschi testacei. Oppiano (3) ha ne'seguenti versi espresso il modo, con cui elleno ne divorano gli abitanti. (1) Anat. comp. VII 73. Stella marina parat: sed nullo adjuta lapillo (2) Outl. of comp. anat. 5179. Nititur, et pedibus scabris disjungit hiantes (3) Ste struit insidias, sic subdola fraudes (Oper. omn. ) A k 7À > 5) Apparato respiratorio. Cuvier su le orme di Monro ha considerato i piedi degli Echinodermi in ge- nerale quali organi destinati ad assorbire il fluido ambiente , per introdurlo nef cavo addominale, ed eseguirvi pure il gastro-enterico respiramento. Lamarck (1) dippiù strisse, che detti animali abbiano una moltitudine di tubi contrattili o tra- chee acquifere aspiranti l’acqua, che ammettono nell’interno del corpo. Bosc dice, che compressa un’asferia ne cacci de’ getti, essendosi ingannato con Réau- mur credendoli provenire da’ calicetti ossei. Quindi chiaro apparisce, qualmente gli zootomisti finora non abbiano potuto avere idee precise su la funzione in disa- mina; attesochè tanto i piedi, che i piccoli tubi, di cui si è parlato , non possono adempiere a simigliante incarico. È meraviglioso che mentre in sensi chiarissimi io (2) mi ci opponeva, Meckel neppure schivò siffatto errore, di cui Dugès erro- neamente mi fa autore; non omettendosi peraltro dall’ annotatore francese Schu- ster di ricordarne la natura da me indagata prima di Carus, e che in questi ultimi anni Ehrenberg ha creduto di avere scoverta appo l'a. violacea. Quali tubolini, come i piedi, appartengono al sistema sanguigno; epperciò vi adempiono la funzione di branchie, e di tal fatto ha meco convenuto pure Du- vernoy. Sono essi claveformi nella. Savaresiana ed esigua, assottigliati nelle al- | tre specie, assai contrattili, privi di cirri vibratili: è fenomeno curioso di vederli uscire pe rispettivi fori. Mediante particolari forametti posti tanto fra le apofisi spi- nose delle vertebre, e talune muscolari laminette ; quanto tra le maglie del loro integumento dorsale del corpo soprattutto nel centro, ove più sottile e rialzato. rimarcasi nelle a. Jonstoniana , bispinosa, pentacanta. Da apposito pertugio , l’acqua marina entra nel cavo addominale ; talchè appo la. rossa produce suc- cessivi strozzamenti, e nell’a. ranciata rimarcasi un moto di elevazione e depres- sione dell’integumento dorsale, non chè di smungimento laterale. Anzi pe fori cutanei delle a. subolata e angolosa essa feltrava insieme a denso umore giallastro . Aperture di simil fatta esistono nelle ofiure; negli euriali, e mancano nelle co- matole ; numerandosene due alla base di ogni mascella, ed altra coppia a prin- cipio di cadauno cirro. In detto sito poi osservansene due grandi semilunari nello. rufa, od ovali nell'eurialo costoso. Dalle medesime penetrasi in dieci particolari sacchi respiratori, ognuno formato da fitta tunica. na Acad. des sc., an. xT1o). Ainsi les asteries tn- spirent l'eau, dilatant leur peav dorsale, et l'ex- pirent en la contractant. Lamarck Anim. s. vert. (1) C'est par leur voie que l'eau est admise dans la cavité du corps ou du moins dans un organe particulter et vésiculuire , qui la recott; et c'est par la méme voie quelle en sort lorsque p. 349. l'animale contracte sa peau dorsale ( Reaumur (2) Mem. su gli anim. s. vert. Il 3o2. 73 6 ) Apparato îrrigatorio. Duvernoy (1) lo distingue in enterico, cutaneo e locomotore di Tiedemann, essendo in ciò pure imitato da Miller (2); ma parmi di esserne in dubbio, quindi egli fedelmente segue le mie descrizioni (3), delle quali Meckel (4) ha dato minuta contezza. Volkmann (5) vi descrive tre circolazioni, la prima boccale, la seconda dentaria e la terza più considerevole dorsale. Il cuore o vescichetta membranosa dal cerchio dorsale va al boccale. Il sangue da quello passa nel primo cerchio vascoloso e nelle branche de’ raggi e ne’ piedi, che agiscono come cuori venosi per farlo ritornare mercè vasi al canale centrale, che da cadauno raggio finisce nel secondo cerchio vascolare, donde partono grossi tronchi di comunicazione pel terzo cerchio, sboccante entro il cuore. To non ancora ho idea chiara intorno al circolo centripeto e centrifugo del sangue degli attuali Echinodermi. Al più af- fermo, che i canali traghettanti su ognuno degl’intestini ciechi, o vene enteriche, dirigansi verso lo stomaco, nel cui alto fondo ricevono ulteriori ramoscelli dalla vena, che a guisa di flessuosa corona lo circonda nell’a. esegua, e da cui nell’a. ranciata n’escono altre con tricotoma diramazione, tutte aperte nel gran seno circolare intorniante l'orificio della bocca fra la primaria serie di vertebre. Tra lo spazio mediano di ogni raggio vi sbocca il tubo della vescica ovale, od ampol- la Poliana, sommamente contrattile. Ne ho ravvisato cinque nella. sudolata e bispinosa, dieci nell’ a. esigua e pentacanta, sino a diciassette nell’ a. ranciata, mancando la medesima nelle a. angolosa, Savaresiana, rossa, non chè nelle ofiure (6), nello .eurialo e nelle comatole. Nel margine interno di detto seno esistono dieci distinti gruppetti venosi branchiali , ognuno de quali ha il canale comune aperto in esso, e ramificato in vescichette. A dritta e sinistra la vena rag- giale od ambulacraria presenta breve canale nelle a. rossa ed angolosa, e nella. ranciata comunica in su con una vescichetta ovata alquanto grande, situata nel cavo laterale di ogni coppia di prime vertebre: osservandosi in giù un vaso pro- lungato fuori del corpo o piede, acuminato nella testè citata aserza, nella pentacan- (1) Za description de M. Delle Chiaie ne que Delle Chiaie compare au coeur, offrent des reconnutt que l’anneau vesophagien pour point varietés fort remarquables , variétés d'individus de départ et pour dboutissant de tous ces vais- autani que varietés d'especes. Ces organes wexi- seaux (Anat. comp. cit. VI 466). stent poînt dans toutes les espéces d'asteries. M. (2) Phys. de Burdach VI 162. Delle Chiaie les a rencontrés aussi chez l’a. bis- (3) Anat. comp. cit. VI 465-67. pinosa, tandis qui! n'en remarqua la presence nî (4) Anat. comp. IX 49. chez les ophiures, n2 chez l’asterias Savaresi, rubens (5) Dujardin in Lamarek Op. e tom. cit. 235. etechinophora. Separation dont M. Delle Chiare, (6) Daprés les observations de MM. Tie- Leuckart (Anim. mar. descrip. Heid. 1828, p.23) demann et Delle Chiaie, auaquels j'ajouteraî et mot nous avons reconnu la justesse ( Anat. celles recueillies par moi-méme , les vesicules, comp. IX 49,51). 76 ta, Jonstoniana e nelle ofiure; attesochè esso termina onninamente piano nelle a. bispinosa, angolosa, esigua, duplice per lato nelle a. Savaresiana ed angolosa. Le ampollette (1) in discorso sono quasi ovali nella maggior parte delle asterie, tranne l'a. angolosa che le ha reniformi, e l'a. rossa che le offre ci- lindriche con vescica in uno estremo e retusa nell'altro. Il numero e la inser- zione loro è variabile, per la ragione che il canale provegnente dalla vena poco oltre la sua origine si divide nell’@. ranczata in tre altri canaletti, cioè due su- periori per la coppia di vesciche, e’ terzo inferiore pe’ piedi ; in due nell’a. Sa- varestana, vale a dire uno per la sola vescica, e l’altro bifurcato pe’ piedi; e nell’a. rossa uno per l’ampolla, e l’altro pel piede; dicendosi lo stesso pelle ofiure. Le ampolle ed i piedi risultano dalla tunica esteriore fatta da due strati, cioè con fibre a direzione traversale o spirale, e con altre tenuissime longitudinali ; serven- do le prime per diminuirne il volume in larghezza, le seconde a raccorciarne il diametro lungitudinale. Tanto il seno venoso che le vene e le arterie, non esclu- se le stesse vesciche ovali, i piedi e le relative ampollette, sono vestiti dalla tu- nica sierosa. Bisogna inoltre avvertire, che questi esternamente rimarcansi forniti di valida membrana fibrosa, attaccata a’ fori vertebrali. A_ tenore che i medesimi o le rispettive ampollette si contraggono, refluendo il sangue nelle seconde o nei primi, le asferie cangiano sito, o pure rimangono stazionarie: siffatto mecca- nismo giovando non poco alla ematosi, al circolo sanguigno, al progressivo moto del loro corpo. “ Nel mentovato seno orale finiscono le vene raggio-dorsali, che pe fori cu- tanei cacciano moltiplici tubolini o fiocchetti, come si ravvisa nelle asferze est- gua, rossa, Savaresiana, angolosa; oppure la rete vascolare che tappezza tutta la volta interiore de raggi, caccia tubolini pe fori cutanei, ed anastomizzasi al vase pentagonale esistente nel centro dorsale dell'a. vaiuolosa. Partono poi dallo stesso seno le cinque arterie raggiali, che attraversano il vòto rimasto fra il mu- scolo adduttore e le punte del primo pezzo vertebrale destro e sinistro; e le en- teriche, le quali scorrono pel di mezzo di ogni intestino cieco, nell’a. ranczaza di- vise in due, e dantino un tronchetto ramificato su cadauna sua borsetta laterale, ove nell’ a. rossa ho scorto come le correnti venose andavano incontro alle arte- riose. Il vaso cordiforme di Tiedemann, costeggiante il sacco urico, contrattile, e che ha pure commercio con siffatto seno, lo credo sua dipendenza ; ma le mie idee all'uopo non sono affatto chiare, egualmente che intorno al preteso apparato ner- veo, che forsi ne sarà l'anello pentagono-raggiante cutaneo. Le ofiure anche (1) De sorte qu'on a pu dans leurtrouver des poulle contractile de Delle Chiaie. Phys. cit. arteries, des veines et méme un coeur ou am- Il 432. 14! hanno le vene raggiali, d'onde partono i piedi assotligliati o vescicoloso-dentati nella o. Zenoriana; con mancanza o pure picciolissima ampolla, le quali finisco- no nell’ anello vascolare della bocca con trigona gibbosità entro ogni mascella, ove ricevono quattro vene dentarie, non chè la intrigata ramificazione di vasi nella superficie esterna del loro stomaco, e ne partono le arterie vertebrali con vaso traversale anastomizzate colla vena raggiale. Le vene branchiali provegnenti dall’ estreme ramificazioni bifurcate dell’ eu- rialo costoso mediante cinque tronchi primari finiscono nel cerchio vascoloso boccale inferiore, lateralmente alle ultime divisioni de’ quali sboccano le venuccie tentacolari. L’arteria dentario-orale circolare superiore minore caccia pure cin- que canali, che scorrono per analoga doccia scolpita nella superiore faccia della colonna vertebrale. I due anelli vascolosi fra ogni coppia de’ pezzi mascellari co- municano mercè due venuccie ricurve, dantino un paio di vasellini dentari. Ana- loga anastomosi ravvisasi tra la vena, e l’arteria vertebrale per le doccie di cia- scuna coppia di vertebre. Quasi identica è la vascolosa disposizione delle coma- tole, nelle quali esiste il seno orale , dove finiscono le vene raggiali con laterali piedi, lunghi cigliati provveduti di moto vibratile, comunica la vena coronaria discoidea ramificata, e n’escono le arterie vertebrali, che percorrono il canale mediano di tal nome. Qualche notizia io detti intorno al colorito del sangue delle asterze (1). Wag- ner determinò la micrometrica dimensione (-) de’loro globetti, ed io gli ho vi- sto grandi con areola traslucida mediana nello. cordifera. Questi rotondi nuota- no in gran copia di siero gialliccio entro le ampolle Poliane, i piedi, le arterie e vene delle citate specie di asferie, ofiure, eurialo e comatole. Se non chè i glo- bettini sono affollatissimi nella a. dispinosa; mostransi a guisa di polviscolo ag- gruppati sulle pareti delle vescichette dorsali dell'a. Savarestana; hanno moto irrequietissimo vorticoso nelle vene ed arterie degl’intestini ciechi delle a. subola- fa e vieppiù in quelle dell'a. rossa. Quivi il mio occhio rimase offuscato nel guardarli pel microscopio, avendo tale celerità non mai da me vista in altri ani- mali inferiori. Essi a causa della reciproca attrazione sono infeltrati tra le pareti dei budelli ciechi senza la menoma traccia di ramificazione vascolare : e sembra- no i globetti chiliferi, che dalle sottoposte vie della digestione passino poscia nelle vene. Ehrenberg (2) ha descritto de punti oculari ‘nella raggiale estremità delle (1) Duvernoy Arat. comp., ed. cit. VI 454. hasardée des filets blanes pris pour des nerfs. (2) L’existence des yeux , annoneée par Dujardin in Lamarck, Anim. s. vert., ed. cit. III Ehrenberg chez les asteries, ne repose que surune 201. circostance de coloratiotà et sur l intepretation 78 a. violacea e rossa, composti di pimmento , ed animati dal rispettivo ganglio e nervo. To (1) dubbioso me ne dichiarai, ed ho in seguito (2) rilevato essere finali ramificazioni pennatifide grappolose della vena raggiale delle a. esigua, Savare- siana, angolosa, rossa, ranciata, bispinosa, pentacanta, Jonstontana > onnina- mente mancanti in que delle ofiure, dell’eurialo e delle comatole. Dall’ esposto aperlamente rilevasi, che nelle asferze non eseguasi vera circolazione , ma piut- tosto una irrigazione cruorica, peraltro poco conosciuta finora. 7) Apparato sessuale. Cuvier annunziò, che tutti gli Echinodermi fossero ermafroditi, io ebbi la stessa opinione citata da Burdach (3) ed abbracciata pure da Wagner (4); nel mentre Lamarck gli reputava gemmipari interni. Nelle aszerze le sole ovaie po- tetti osservare, situate tra lo spazio angolare di cadauno raggio: essendo semplici tubolose gialle nell’a. sudo/ata, otto a dieci con rami appena nodosi nelle a. ranciata, appo l'a. angolòsa fornite di canale alquanto vescicoloso è da una sola parte ramificato, bipartito-dicotome nell’a. rosacea, ire disposte a fiocchi nella a. bispinosa, a grappoli ovali nella a. subolata e unilaterali nella 0. cordifera, otri- formi giallastre nelle o. Cuvzerana e Ferussaciana, rosse periformi nella 0. rufa. Lo eurialo costoso presenta l’ovidotto costeggiante ogni raggio osseo, e finito all'esterna parte della base di ciascuna fessura respiratoria, ed in quello apronsi i grappoli ovarî, che tappezzano puranche gl’intestini ciechi. L’umore contenuto in dette ovaie risulta da globetti, ma quando sieno mature e di està, veggonsi turgi- de di infiniti uovicinì pendenti dal respettivo gambo, ed in luglio da gialle eransi mutate in verde oliva. La loro figura è perloppiù orbicolare depressa, ma nella 0. Cuvierana sono ovali o periformi, mobili trasparenti , e nelle comazo/e globose piccine bianche , in settembre tapezzandone tutta la faccia superiore de’raggi e delle pennette, siccome hanno eziandio rimarcato Dujardin e Thompson (5), e co- prendone la interna superficie addominale. Tra siffatte uova ho notato litici corpi sferoidali, il vitello colla propria mem- brana, la vescichetta Purkinjana trasparente, con grani rosei nell’ euria/0; mentre in quelle delle comazole Miiller vide il giallo col blastodermo e da me confermati. Lallemand (6) dice, che gli spermatofori dell’ a. rossa abbiano duplice involucro, (1) Osserv. anatom. su l occhio umano. (5) Le uova di comatola da me osservate non Nap. 1838, p. 18. erano gonfiate in vescichette sessili pedicellate pie- (2) Suppl. Ill ella 2.° ed. della Not. cons- ne di liquido rosso come afferma costui. Rinvenni pe- par. Nap. 1841, p. 2. rò la Ferussacia attaccatavisi in tal modo mercè | (3) Praz. de Phys. 1 258. un gambo, da trasformarsi poscia in piede, che chiu- (4) Breschet Réch. sur la gener. (Ann. des deva l'apertura della conchiglia pendente in giù. sc. nat. VII 283). (6) Ann. des se. nat. Paris 1841, XV 81, 79 e che i filamenti coloriti contengano questi ed uova. Le quali pella sola coda dif- feriscono da loro spermatozoi ed ho trovato le asterze in scarso numero maschili. Io vidi il solo corpo scodato degli spermatozoi , a cagione di essermi avvaluto di un microscopio di poco ingrandimento. Kolliker (1) gli ha recentemente descritti e figurati a lunghissima coda capellare, forniti di corpo sferico nella. rossa, in- versamente ovato nell’ a. violacea, ovale nella a. papposa. Wagner (2) nell’uovo della. violacea distinse il corio, il vitello granoso occupante piccolo spazio, la vescichetta germinativa. Sars ha fatto conoscere lo sviluppo dell'embrione del- la. sanguinolenta; la quale appena schiusa ha il corpo depresso con quattro cor- tissime braccia; si muove lentamente mercè i raggi rotondi con duplice serie di piedi inferiori, che fanno l'ufficio di ventosa ; dopo un mese le quattro braccia primitive scompariscono, e da binaria diventa raggiante. Ho rilevato che l’embrio- ne dell’a. esigua di luglio erail quintuplo del suo uovo: visto pel dorso emula il fio- re di stapelia, avendo il disco elevato, i cinque raggi semicircolari con seno termi- nale, le spine già visibili, i piedi lunghissimi , il soleo ambulacrario larghissimo terminato da punto giallo, ossia occhio secondo Ehrenberg, la bocca, lo stomaco ec. 8 ) Znesistenza de nervi, riproduzione, uso delle asterie. Cuvier è indeciso sul sistema sensitivo delle asferze, avendo preso i filetti che circondano la bocca, l’esofago , e le arterie de'budelli ciechi per nervi (3). Spix però ha decisamente sostenuto esistere questi e nodi midollari nell’ a. rossa. Lamarck (4) ne appoggia l’esistenza, per la ragione, non so di quanta vaglia, che i muscoli, peraltro scarsissimi o deficienti, debbano essere eccitati da nervea influenza. Tiedemann (5) in prosieguimento ne ha non solo descritto, ma benan- che delineato il nerveo apparecchio. Ehrenberg vi riconosce il sensiente apparato (1) Bertr. zur Kennt. der Geschlesch. und. der sam. Wirbelth. Berl. 1841, p. 37, tab. 1 1-2. (2) Prodr. hist. gen. cit. p. 6, pl. 1 3. (3) L'aspect de touts ces filets est plutòt ten- dineux que nerveua, et c'est sur tout cela qui nous empéche denous décider encore. Anat.comp. II 360. (4) Ces nerfs n'ont pas encore été reconnus par d'autres observateurs qui ont depuis exami- né des asteries. Néanmoins il est vraisemblable quils existent déja dans les Radiares échinoder- mes pour en exciter les mouvements des museles. Anim. s. vert. I 447. Dans l’astérie rougeàtre Tiedemann a deerit et figuré un anneau nerveux: Spia et Grant de- crivent les mémes filets et disent les avoîr vus; mais Cuvier revoque en doute leur existance: il pense que ces filets sont de nature tendineuse, et Delle Chiaie dit positivement que ces sont des ar- teres. Leuret Anat. du syst. nerv. Paris 1839, 1 2. (5) Questo bianco anello giace sull'orlo ester- no dî quel vaso, il quale esce dal canale a forma di cuore , e circonda benanche la bocca. L'anel- lo bianco manda în ogni raggio un filo bianco, 21 quale divenendo più piccolo s' inoltra a traver- so ? tentacoli. Oltre di questo escono sempre al- tri due filetti sulla parte esterna dell'anello, do- v'esso invia fili ad ogni raggio. Forse questi fil; appartengono allo stomaco. lo tengo l'anello sur- riferito , co’ fili che manda, pel sistema nervoso (Anat. der Seest. p, 63). 80 secondo la mente di costui, ma con nodo sotto i pretesi occhi ; quindi ne raggi anzichè attorno la bocca se ne trova la parte più nobile. Wagner (1) vi è negativo per gli echini e le o/oturie. Miller (2) vi acconsente anche per cadauno raggio e pennette delle comazole nel confrontarne la fabbrica con quella del pentacrino ; sebbene un distinto notomico francese (3) abbia ben deciferato il vero dal falso, e lo stesso avviso ora favoreggino Dujardin (4) ed Edwards (5). Io (6) sì nella spe- cie testè citata, che in altre asferze più grandi, nulla potetti osservare. Ciò non ostante negli anni scorsi vari zootomisti Alemanni con asseveranti ricerche pro- clamarono tanto la idea del Tiedemann, che io stesso ne fui imposto. Talchè, men- tre le mie investigazioni fatte all’uopo erano state negative per le specie di asterze da me dissecate sin dal 1824; l'a. Zmperato (7) vieppiù mi trasse in errore. In- tanto perentoria pruova in contrario me ne ha somministrato la. esigua, la quale ha un nastro pentagono, che superficiale scorre fra le due filiere di piedi tubolosi e pella sottoposta teca vertebrale mostra ganglico andamento ; ma attentamente esaminato ne è ia vena ambulacraria senza la menoma traccia di nerveo filetto. Le ofiure lacertosa, cordifera, rufa, lo eurialo costoso e le comatole adeona, rosacea, bicolorata neppure ne hanno. Per conseguenza anche l'analogia desunta dagli altri due generi della fa- miglia degli animali raggianti ne smentisce l’esistenza. I nodi midollari da Spix veduti nell’ @. rossa sono le arterie raggiali allogate su’ legamenti vertebrali emulanti l'aspetto de’ fili nervei nodosi; o pure è dessa la corona de’ tendinucci che legano lo stomaco a’lati di ogni raggio osseo, ed alla cute nelle ofivre con numerosi e brevi filetti. Quali parti somigliano alquanto a’ nervi principalmente È raictentiini sujet et il contesta formellement la signification (1) Zehrb. der verg. anat, Il 372, des preténdus nerfs observés par Spix, et la va- (2) L'Instit. 19 nov. 1840. (3) Delle Chiaie me paroit n° avoir pas reussi da le rencontrer, et il soutient que ce que Meckel a regardé comme appartenant au syste- me nerveur, n'est rien autre chose qu' une partie de l'appareil circulatoîre. l'avoue que, malgré des recherches nombreuses et reprises è plu- sieurs fois, je ne puis assurer que j'aie vu un sy- stéme nerveux dans les asteries. Blainville Act. p. So. (4) On a pretendu reconnattre dans les aste- ries d’abord, et dans les oursins ensuite, l'existen- ce d'un systeme nerveux, mais véritablement nous n'avons pas plus de certitude sur cette question qu’ a l'epoque où Cuvier lui-meme convenait que ces prétendus nerfs rassemblent tout-a-fait è du tissu fibreua. Delle Chiaie s' occupa de ce méme leur des experiences de cet auteur. Nous pour- rions nous-méme ajouter nétre témoignage néga- tifsur cette question. Lamarck Anim. s. vert. 2.° ed. Paris 1840, II 201, 234. (5) Reg. anim. de Cuvier. nouv. ed. cit. (6) Mem. cit.Nap. 1825, Il 306. (7) Colgo questa occasione per manifesta- re, qualmente io abbia osservato îl sistema ner- voso delle asterie, che non aveva ammesso (Ana- tom. comp. Nap. 1836, 1 69-71 ), speccalmente nella. Imperato o cometa-marina del Colonna, ove esiste nell'esterno forame della bocca. Nel stto, în cui la zonacefalica fornisce il nervo ver- tebrale pe raggi, sembra ampliarsi e dare due corti laterali filetti: in dubbio ne sono rimasta nelle ofiure. Notom. comp., tomo cît., p. 161. 81 nell’a. Savaresiana, ove sì osservino in individui secchi o consèrvati entro lo spirito di vino; e qualora non abbiasi l' esercizio nella dissezione di frabbriche cotanto piccole ed intrigate. Vi bisogna molta buona fede per credere alle esperienze gal- vaniche, ed alle investigazioni su la struttura de’ nervi fattevi dal succennato os- servatore bavarese. Molti autori hanno asserito, che le asferze possano rigenerare le parti taglia- te; e che sieno capaci fra due giorni di riprodurre il pezzo reciso, onde ottenerse- ne un individuo consimile, e più di està che d’ inverno. Tali asserzioni, perchè emesse da sommi uomini, sono oggi radicate nella mente di parecchi scienziati; ma l’ osservazione anatomica dimostra la esistenza delle uova, mediante le quali la specie perpetuasi; e che, ove un loro pezzo per qualche accidente ne fosse mutilato, non è mai dalla natura con perfezione redintegrato. Ciò molto meno poi favorisce la conceputa idea, che da una parte cosi tagliata possasi svilup- pare il tutto contenente i visceri essenziali alla vità. Questa è in detti esseri abbastanza tenace, giacchè sono riuscito a far vivere per una settimana le aste- rie, cui aveva folto lo stomaco, e recisa grande porzione del comune integu- mento dell'a. ranciata. Mi è dippiù occorso di osservare , ch’elleno spesso al più leggero stimolo si contraggano collo spontaneo distacco di qualche raggio dal resto del corpo, siccome è frequentemente avvenuto alle @. rossa, Sava- resiana, angolosa. La letteratura medica patria mi obbliga a dire qualche cosa intorno alle pro- prietà medicamentose delle asterze. È fuori di ogni dubbiezza, che gli antichi in forma di suffumigio le credettero capaci di fugare qualunque malore, soprattutto la epilessia. Il vecchio di Coo scrisse, che i loro cataplasmi facevano cadere i ca- pelli. Inoltre Rondelet pel viroso odore le commendò a procurare lo scolo me- struo. Taluni scrittori asseriscono , che internamente prese producano l infiam- mazione dello stomaco. L’ umore giallo-rossiccio esistente nella esterna superfi- cie del corpo della «. rossa ha suscitato arrossimento e prurito alle mie mani. Le facoltà velenose da taluni autori di polizia medica attribuite a’ 722/7 sospettasi da altri scrittori, che sia piuttosto derivata dalle piccole ofiure, di cui eransi quelli cibati. Le nostre donnicciuole conoscono, che la madre di mare o eurzo/o costoso abbia giovato nelle affezioni nervose dell’ utero. Cotugno lo prescriveva nell’i- sterismo e nella epilessia, qualora niuno vantaggio in quest’ ultima malattia ottenuto aveva dalla amministrazione di altre medicine. Colui, che appieno conosce il vago e bizzarro andamento delle patologiche affezioni del sistema nerveo, le quali, mentre talora non possonsi domare co’ più eroici rimedi , finiscono poi col nulla; e sa d'altronde il motto in simili casi ripetuto dal Ne- Da 89 store (1) della scuola medica napolitana ; immantinente converrà, che il clinico sia spesse volte obbligato di ricorrere a medicamenti popolari, o di niuna tera- peutica efficacia. Ill. DESCRIZIONE ICONICA. Tavola 125. Asteria esigua 1 quasi il doppio della grandezza naturale, essendone « la faccia inferiore d’ uno de’ suoi raggi e c i pettini spinosi boccali; #” pezzo della superficie dorsale per vederne il tubercolo labirintifero e. 2 porzione dorsale 8 e ventrale 2 dell'a. rosacea, onde dimostrarne i rispettivi calicetti.—4 pentacanta 3 delineata per lo dorso 4 col tubercolo e labirintifero, ingrandito G, ed apofisi laterali f ed JZ. A. Zonstoniana 4 di ampiezza naturale e suo tubercolo labi- rintifero £. 4. Savaresiana 6 in cui rilevasi la quadruplicata filiera di piedi p, ed iltubercolo labirintifero r, delineato a parte ?, onde meglio dimostrarne la figu- ra flessuosa e parallela delle sue laminette , le papille ossee compresse retuse e solcate nell’ apice s, cinte da pedicellarie £ ed alternanti coi fiocchetti vascolosi. Disposizione degli ossetti componenti lo scheletro dell'a. angolosa : ossia 9g un segmento raggiale prossimo al termine, ed altro 8 vicino la origine , no- tandovisi i pezzi vertebrali e, i dorsali cdefghi in naturale situazione. Oppure slargati 5, vale a dire ac vertebre e d spina connessa ad e, che si adatta alla fovea f del pezzo seguente, la di cui punta poggia in g articolata con A/mno, unendosi al pezzo successivo, che tiene altra faccelta articolare p come in 7, dove dimostrasi l’aculeo dorsale @ articolato a c. Pedicellarie ZZ con base mn, nonchè due verticali palette e'l gambo n: quali pezzi 10 laterale destro « e sini- stro articolansi con quello della base e, essendo tutt’ internamente vòti per l’at- tacco e | passaggio de’ rispettivi muscoletti motori. Tavola 126. Asteria rossa vivente e di naturale ampiezza 1 ; suo scheletro 6, essendone il primo pezzo vertebrale «, il secondo c, il terzo d, gli ossettini e componenti la rete dorsale a maglie aculeate f, due di essi ingranditi 16 con l’aculeo e, e la fovea corrispondente c, il turbercolo labirintifero /, ampliato 15 4. Dette maglie dalla faccia interna 7 g, e le indicate vertebre a c e f. Tavola 127. Asteria rosacea 10 di giusto perimetro, essendone # il tubercolo labirinti- fero e g separato, g li tubolini dorsali, oppure 8 @ coraggiali 6 e loro voto c (1) S7 prodesse non potes, cave ne noceas. Valpes Disc. per Cotugno. Nap. 1824. 83 prodotto dalle interne divisioni d; 12 disposizione de’ pezzi vertebrali ef; 14 borsa biliaria; 15 ovario; 2 calicetto spinoso dorsale e separazioni ossee 72 de’ raggi. Tavola 128. Asteria vaiuolosa 1 guardata pel dorso, onde vedervisi il tubercolo labi- rintifero a, la serie di ossicini c di uno dei cinque raggi, fra quali esiste la tu- nica fibrosa d; 2 si è sezionata ai cinque raggi A48CZe, perchè se ne osservino l’orificio della bocca a, la membrana gastrica c, la corona muscolare deiraggi 6, l’ampolla Poliana 4, le piramidi ossee e, l'arteria raggiale / colle rispettive am- pollette 9, la teca vertebrale 0 p, i pezzetti ossei intravertebrali 9g , il tuberco- lo labirintifero % col rispellivo sacco spatico 7, le ovaje 2, lo strato muscolare mediano /, laterale 72, interrotto dalla serie dei fori n, colia entroraggiale fini- to nel centro v, la rete vascolo-dorsale 2, comunicante col vase pentagonale s, da cui partono i vasellini £ per l ovaja, il sacco epatico 7, od aperto 3, la serie di ossettini #; 3 essendosi dissecato uno de’ detti raggi a traverso, se ne cono- sce la disposizione degl indicati pezzi ossei c, la sostanza fibrosa intermedia d, il primo pezzo osseo intravertebrale 4, il secondo 9, cui si attaccano le due spine e; la serie di ossicini sopradermoidali a; 4 se ne è ingrandito il turbercolo labi- rintifero, onde apparissero le fessure esteriori, la sua spessezza 4, i pezzi f, e la estensione e del sacco spatico. Due pezzettini ossei dello scheletro di detta asteria 5 e 6; 7 porzione ter- minale del di lei ovidotto @ co’ grappoli ovari c } 10 suo pezzo con gli ossicini cutanei maggiori a e , e minori c, situati nei cutanei infossamenti, fra quali escono varì tubolini; 11 strato fibroso crivellato r ivi collocato a guisa di dia- framma; 12 suo stomaco coll’apertura della bocca @, rughe interiori 4, e dell’4. rossa 9, intestino cieco e. — 13 massa viscerale della comatola bicolorata vi- sta per la faccia inferiore, dal cui centro sollevasi la piega membranosa «@, che lo lega al promontorio, pentagono vascolare € , più o meno ramificato e disperso ne suoi angoli 4 tra la sostanza epato-ovaria. 14 scheletro di detta comazola bed, orificio orale @ col sottoposto stomaco , uscendone il canale enterico /g aperto in e per dinotarvi la piega mediana e, o pure ingrandita 13 r, indi ter- minato nel sacco feccioso, ossia cloaca f. Tavola 129. Asteria aranciaca guardata 1 pel dorso, che presenta i raggi « intero coi calicetti spinosi aventino la propria cupoletta ossea, ingranditi 5 e 6, le spine vertebrali 6 lunghe e € corte, essendovene la sola filiera laterale interna in 4 e, e rivoltato su per farne vedere il turbercolo labirintifero 7, dove finisce il cor- po spatico 4, le papille o piedi assotligliati f, l'arteria raggiale g, le spine della fac- 34 cia inferiore 4, che avvicinate occultano questa e quelli , / colla sola teca ver- tebrale, con l'intestino cieco n, il cui apice è sostenuto dal legamento 0, finen- do tubolosi pp nello stomaco, che in g offre i tendinucci pennati e poco sopra il sacco biliare r, i legamenti s che lo attaccano all’ integumento del corpo, dove ravvisansi le fasce analoghe agli ambulacri degli ec4znz 4, porzione de’ sepi- menti fibrosi vu, e la inserzione delle ovaie vv, corpi vascolosi x posti intorno l'anello osseo y della bocca, e le vesciche ovali 25; 2 pezzo deilacerti muscolari del comune inviluppo, ove impiantans i calicetti spinosi 4 intero e è reciso. Ogni aia di detto reticolo ha le fibre co forami e comunicanti dentro Y addome. Siffatti fori esistono pure nell’ a. angolosa 3 d, oltre quei posti a’ lati di ogni teca vertebrale e, donde partono i muscoli f. — 4 disposizione de’ pezzi ossei soltoposti alla cute dell’@. angol/osa 9, essendone la metà della colonna vertebrale 4. 9 @. pentacanta oltre i denti spinosi circondanti la bocca #, po- co lungi ne offre cinque altri gruppi : i quali sono pettinati nell’ a. rancia- ta 17%, sostenuti da pezzi / della colonna vertebrale , ‘che circoserivono l a- trio della bocca, e fra essi articolati 7272. I suddetti denti consimile disposizione serbano nella. esigua 16 n, dove apparisce la colonna ossea 0 di ogni raggio, la composizione della teca vetrebrale p, e della spazio intermedio 9; e nell’ a. rossa 19 r, la quale aveva perduto un raggio già appena riprodotto %; 18 i pezzi, componenti ogni vertebra sono ab ed articolati fra loro e, avendo in e un foro e d il legamento intervertebrale ; f altro congiunto a g diviso nel punto £, ed a 7, che offre porzione del canale % per l ingresso dell’ acqua marina. Tavola 130. Sacco biliare dell'a. aranciata 1, della @. esigua 2, e della Savaresiana 3. 5 pezzo de raggi dell'a. sudo/ata, guardata 6 pel dorso, ma seccata, ove rile- vasi che in tutto il perimetro sia fornita di calicetti, tranne nel margine del canale inferiore di ogni raggio corredato di due spine 8, cc indicandone i forami pei quali passano i fiocchetti vascolosi. 7 ofiura Z'enoreana delineata per la faccia superiore co’ piedi 4 vescicoloso-dentati, essendone disegnato uno isolato , 9 la squama superiore e 10 la inferiore de’ raggi. 12 anello vascoloso esofageo del- l'a. ranciata, in cui sbocca una delle cinque vene meseraiche 9, e dal quale escono esternamente le vesiche ovali 00 ed all’interno i corpi vescicolosi , uno de’ quali si è ingrandito 4, le arterie raggiale è e mesenterica 4, la vertebrale 7 che a dritta e sinistra dà breve canale per le due vescichette ovali 4, pel piede {; 15 anello vascoloso dell'esofago appartenente alla. angolosa (1), da cui ha (1) Queste figure sono state riprodotte da Ed- wards nella nuova ediz.del Regno animale di Cuvier, 85 origine l'arteria vertebrale @ col canaletto a dritta e sinistra per le vesciche re- niformi è e pe piedi c. 17 sistema sanguigno dell'o. /acerzella , di cui sono n anello vascoloso dell’ esofago, ed arterie o dentaria, » dorsale, g vertebrale coi piedi; 18 corona de’tendini pennati della prefata a. ranciata; 14 calicetti spi- nosi è dell’a. subolata ingranditi col tubercolo labirintifero a, ed uno di quelli isolato 22 permeglio vedervi le guaine nelle articolazioni delle spinuzze. 21 pez- zetto di aculeo della ofiura Rondeletiana ; 25 calicetto stelliforme dell’a. Jonsto- niana con il gambo a, le spinuzze marginali è, indi le centrali c. Tavola 131 O. squamata 1 delineata per la faccia superiore, e tav. 58 r 17; essendone 2 la inferiore coll’apertura della bocca, 3 la squama dorsale de’ suoi raggi, e 4 le spine laterali col piede 4. 3 0. echinata, che nel centro del disco superiore ha l’a- no, osservandosi 6 un pezzo ingrandito del suo raggio per conoscerne le spine e 1 piede, in7 le squame superiori, e 8 le inferiori. 9 0. #ricolorata, 10 sue squa- mette, ed 11 cerebrite. 12 0. F'erussaciana, 13 squame dorsali del suo raggio, e 14 spine de'lati col piede f. 15 0. pentagona, 16 squame dorsali del di lei rag- gio. 17 0. Cuvierana, 18 squame dorsali, e 20 9 porzione di una sua spina. Tavola 132. Ofiura lacertella 1 supina con i piedi @ « sporti fuori, è i quattro forami respiratori per l'ingresso dell’acqua posti in ogni raggio, squametta c cuoreforme. 3 sezionato e rovesciato un pezzo dell’integumento dell'a. aranciala veggons'i residui de sepimenti fibrosi d4 divisori della cavità addominale, gli spazi ce picciolissimi rimasti da lacerti fibro-tendinei, la striscia ff; la piega di attacco 9, le fibre tendinose disposte ad imbuto 4, le quali separano il sacco biliare 7 aperto nel fondo del stomaco 7, e propriamente nel centro detendini pennati, che traspari- scono dalle tuniche rugose di esso. Oltre de quali n esistono altri, che lo abbrac- ciano 4, e s inseriscono sin quasi al termine delle vertebre de’ raggi. Nell’interno del ventricolo, avente l’esofago Z, sboccano gl’intestini ciechi /// ec. ,che in qual- che distanza e con alterna disposizione cacciano alati le borsette ovate ed incre- spate 77272,ed osservansi nel suo interno infinite rughe: i suddetti intestini spettanti alle a. esigua 7eSavaresiana8.—9 alati diogniraggio dell'o. cordifera apronsi gli ovidotti aa, e nel centro inferiore del corpo esiste l'apertura è dello stomaco cc, nel cui fondo l’o. cordifera 10 presenta laminette pennate ed a stella, le ovaie e. 11a. dispinosa, di cui apparisce il sepimento fibroso f, le ovaie 99, le membrane 4 per entro le quali traghetta il corpo spatico dalla teca vertebrale 7 fino al tubercolo labirintifero 7.12 0. cordifera, che offre iraggi nn recisi; indi a poco a poco rigenerati , nella loro origine i due pettini spinosi esterni, che ne hanno A m 56 altrettanti piccini interiori p e 13, non chè 4. i piedi g, che escono dalle squame laterali; 14 si è rappresentato un pezzo della sua bocca, onde vederne i denti, e la figura delle contigue squamette. — Ovaie delle a. esigua 15, Savaresiana 16 e angolosa 17; giacchè in 18 rimarcansi non solo quelle dell’a.ranciata B, ma benanche il suo corpo labirintifero colla respettiva apertura, che guida nel sacco spatico G, del quale si sono ingrandite due laminette interne 19, cui è legata la sostanza adiposa c, essendo il loro forame oe. Tavola 133. Ofiura Smacchiata 1 molto ampliata, e suo disco dorsale pertugiato 5; 0. dubbiosa 2 viva, ma priva della cute del disco, e di porzione della raggiale; 4 segmento del di lei raggio , ossia piedi «, aculei laterali c. Tavola 134 Comatola Adeone 3 , situazione de pezzi ossei del dorso del suo disco 9, nella cui faccia esterna corrisponde il promontorio 10 colla chioma di cirri e e, e'l principio biforcato de’ raggi f. Queste parti spettano alla e. medilerranea ed in- grandite 13 colle fovee, dove articolans'i descritti cirri g col foro vertebrale Z. Aie maggiori 11 72 e minori n della faccia membranosa del disco della e. Adeone, nel cui centro esiste la bocca 0 , e poco lungi l’ano 7. Disposizione de tubolini 9, che in 12 veggonsi ampliati 7, come pure della vena raggiale. Tavola 135. Asteria Imperatiana 1 a ganglio esteso e pel solco ambulacrario di uno de’ sette raggi, coverto da linea gialla f, g tentacoli, e spine grandi e piccole ver- tebrali, d aree entrovertebrali, suo pezzo d’intestino cieco delineato dalle faccie inferiore 3 €, e superiore 4 a. — 2 pezzo d'integumento dell'a. esigua dissemi- nato di tubercoli ossei; vale a dire e foro dermico per la uscita del vaso @. 3 scheletro della ofiura cordifera , ai teca vertebro-raggiale coperta dalle cutanee squame 9, è prima vertebra connessa alla compagna in Z, e solco per l'arteria coronaria, e ossetto entrodentario, d spazio fra denti, squame cutance orali s, la- terali f , dorsali 6 e, forir. — 7 ofiura rufa, suo pezzo cutaneo 10 dorso-Jaterale con gli aculei, ed uno di essi ingrandito 11, non chè di lei disco sezionato 8 per vedervi la mascella #, le rughe gastriche ee, le fessure @ 3 delle borse re- spiratorie con uova c ed una slargata d. 9 comatola mediterranea, suo cirretto articolato @, raggio c, linguetta boccale 2, ano e ed ingrandito 12. Tavola 136. Asteria cancellata 2, pezzi superiore 5 ed inferiore 6 di un suo raggio. Tavola 137. Eurialo costoso di naturale dimensione, e visto dalla faccia dorsale; 2 su- 57 perficie cutanea inferiore di un pezzo di raggio primario e mediana, c tubercoli ossei, d laterale scabrosa pe corpi litici, ed uno 3 ingrandito; 4 teca raggiale coverta da cute a, strato muscoloso 8, imangine vertebrale c con i lean mu- scolari da esso estesi al successivo , e priva di questi per osservarne il solco sot- toposto comunicante con il dorsale e il vertebrale e, altra vertebra isolata vista pella faccia posteriore 5, forma 6 di una delle medesime n della estremità dei cirri; 7 tessuto areolare di una lamina vertebrale contemplata pel microscopio. Tavola 138. Eurialo costoso: 1 delineato per la faccia inferiore, onde dimostrarvi la bocca, la coppia di tentacoli a che la intorniano, ed uno ingrandito 6 colla punta c che rientra ina, l'apertura di una delle finestre respiratorie 6 e quella del contiguo ovicanale c; r cerebrite ed ampliato 4 @, sua sostanza gelatinosa interna c; 2 advertebra raggiale, e strati muscolari intravertebrali, costole c inferiore e Fsuperiore, 7 ovicanale dove sboccano i grappoli oviferi 72, p linea circolare che - menliva un nervo, 2 denti mascellari, 4 porzione ditunica gastrica colle aperture degl intestini ciechi 9,0 loro parziale legamento, g tunica fibrosa addominale ; 3 a denti delle mascelle d, col solco e, muscoli intravertebrali e e que f delle co- stole inferiore g e superiore 4, branca della prima divisione vertebrale ?; 7 vene branchiali 4f colle tentacolari 4: finite nel cerchio boccale inferiore, ar- teria dentaria orale circolare @, er canali co due vasi dentari anastomotici con d,cl arterie vertebrali e vasi di comunicazione mercè gn colla vena;uova 8 9g 10 @ colla vescichetta Purkinjana granosa c.Ovario della ofiura Cuvierana 11 e suoi uo- vicini 12. Meda raggiale 5 @ e rami secondari e della comazola mediterranea. Tavola 171. Asterta rossa: 10 a papille interiori boccali, 9 alto fondo deilo stomaco, f tubo anale, e sacco biliario, intestini ciechi col sacchetto laterale visto dalla faccia superiore c e per la inferiore d; 8 tronco « e ramo delle vene dorsali in- torno i fori e; 11 duplice arteria enterica a colle cruoriche correnti ce a glo- betti più affollati degli spazi intermedi; 12 vena raggiale con macchia oculare a, edingrandita 24; 14 anello pentagono ec dell'a. esigua; che mentisce nervea apparenza. — 4. ranciata: 9 legamento gastrico; 16 faccia interna cutaneo- raggiale, affine di osservarvi i forami cd e la fascia muscolare mediana a; 17 4 primo pezzo vertebrale, 7 secondo , # terzo, 9 quarto colla fovea f irlidolaer h quinto, c porzione di cute, « tubolino sanguigno, e processo stelliforme; 18 faccia opposta de'suddelti pezzi, cioè primo 0 co‘denti n d' incastro al compagno, e secondo 7; 19 mascella nel cui perimetro si articolano identi; 20 ossettiad Yd e successivi ef osservati pella faccia superiore degli ossicini anzidetti acgA4 col 88 legamento 7, e21 per la inferiore efd, attesochè 8 indica il sito di attacco delle spine, @ la connessione e c il punto sfornitone. 4. subolata 22, primo pezzo ver- tebrale #, e 1 secondo f con le spine rs corredate di guaina; 4. Zmperatiana 23, ossia primo pezzo ad, secondo f, terzo 9, quarto e, ossetto ad Yc, disposizione delle basi de’ processi stelliformi 4s legati da tunica fibrosa è pertugiata, e loro spine #. A. Savaresiana 23 co’ pezzi ossei del disco @ e raggiali cdre. Qfiura Ron- deletiana 26, cioè bocca c, squame raggiali d, vasi dentari 4; 27 suo dente 0, osselto ovale n, mascella e pezzo basilare ?, muscoli intervertebrali 9, alette delle vertebre /f, costole inferiore d, non chè squamette e tra le due superiori. 0. cor- difera 28, ossia seno venoso a, vena raggiale e per apposito foro della vertebra 6, finestra respiratoria d, ovidotto c, sua vertebra guardata per la faccia artico- lare anteriore 29 e posteriore 30; 0. Zacertosa 31, di lei vertebra a, fibre musco- lari sottocutanee 7, spine delle squame laterali u; 32 c/denti, @ fori della ma- scella, e ossetto ovale, fsquame cutaneo-dentarie, 9 branca dell’ossicino come A, x membrana fibrosa , 44 branca mascellare, n foro laterale della vertebra basi- lare, 0g spazio intravertebrale occupato da muscoli, v depressore della costola inferiore s, v superiore, squame # intercostali e r sotto cutanee, e cutanee colla aia a 33 laterale del disco. Tavola 172. Asteria angolosa 1 di naturale dimensione e guardata pel dorso. 2 a. dispt- nosa di mediocre grandezza. 3 ofiura lacertosa, 4 squame dorsale a, laterale c ed inferiore d di un suo raggio. 5 o. Rondeleziana. 6 comatola bicolorata delineata da sopra, 7 pezzo di suo raggio primario @ e pennetta c coverti dalla cute r, muscolo e trai corpi vertebrali s, piedi £. 8 processo stellato dell’ a. Zm2- peratiana con il pezzo inferiore a, ed i raggetti ce. A. esigua e forsi a. ango- losa nel primitivo sviluppo 9g, ed ampliata 10. SO ___ ___ rww_wr_rr_oo_t nen }} 0} ww IV. ACALEFI MEDUSICEI. Le ricerche di Macri (1), che dopo Reaumur (2) è stato il primo ad occuparsi del polmone marino degli antichi , riscossero giusta estimazione da’ naturalisti del secolo passato, fra’ quali a somma di lui gloria è da citarsi il gran Linneo, con cui quegli ebbe letteraria corrispondenza. Inoltre servirono esse di guida a Peron (3) (1) Hist. de l'Acad. des se. Paris 1712,,p. 1778 fig.; Atti della R. Accad. delle se. Nap. 4AT8. 1825, Il 13 /î9- x . TX Tr (2) Nuov. osservo. int. al polm. mar. Nap. (3) Ann. du Hus. Paris 1812, XIV-XV. $9 nello scrivere una estesa monografia su questa ampia famiglia di Acalefi liberi di Cuvier (1), che pure ne fece tesoro. Nè senza scentifico vantaggio riuscirono le successive indagini del prelodato nostro concittadino (2), specialmente quelle, che in continuazione del medesimo argomento , non è guari tempo ha comunicato alla Reale Accademia delle scienze. Ed a solo fine di renderle alla migliore maniera possibile complete, io (3) qui aggiungo varie osservazioni toccanti la struttura, e la vita delle meduse del littorale napolitano. Le quali, sebbene fossero state da me intraprese sono ormai quattro lustri, purtuttavia nelle recenti opere (4) di zootomia non trovo, che siasi fatta soddisfacente menzione di talune di esse, e parecchie altre sono finora affatto ignorate. Attesochè quello dettone da Gaede (5), e con molta esattezza da Ey- senhardt (6), da Baer (7), da Rosenthal (8) fu ripetuto poscia da Carus (9), Me- ckel (10), i di cui annotatori citarono eziandio le mie oservazioni. Dippiù utili ricerche vi sono state fatte da Eschscholtz (11), Edwards (12), Blainville (13), e recentemente da Wagner(14),Ehrenberg(15),Brandt(16), che ne ha illustrato le (1) Pég. anim. Paris 1829, II 275. (2) Mem. int. a nuov. medus. ( Atti cit. Il 53 fig.); Osserv. int. alle ovaie del polm. mar., che furono lette nella tornata de' 5 luglio 1836. (3) Nella sessione seguente consegnai al Presi- dente Conte Ricciardi le mie Osservaz. int. alle Medusarie del eratere napolitano ; delle quali fu differita Ja lettura fino a’ 13 settembre 1837. Ma dal rapporto de’ soci Macri, Tenore e Sangiovan- ni, e dalle tavole che ne divulgai nelle Memorie se- gnandovi la data nel 1830, chiaramente rilevasi, qualmente esse rimontino a detta epoca, siccome apparisce dalla mia lettera indiritta all Ehrenberg (Prog. delle scienze. Nap. 1839, quad. 46). Che anzi apodittica pruova ne fornisce Brandt, che da Ocken ( 7szs 1836, fase. IV 290 ) è cerziorato, che Delle Chiate nelle sue interessanti Memorie dà circostanziata descrizione ed esattissima fi- qura di una nuova speete dî cassiopea (c.Borboni- ca),ed in questa occasione entra în eccellenti vedu- te sula struttura de’rizostomi 222 generale. Ultima- mente ha dato senza testo le figure di molti Aca- loft. Ha somministrato notomici particolari su la equorea Rissoana, /e dianee pileata e lucullana, /< ge- rionia proboscidale, e /@ d7ssezione dimolti organi del rizostomo Aldrovando,de//4 aurelia aurita e della pelagia denticolala (1'ém. de l'Acad. des. se. de s. Petersb., nouv. ser. 1838, VI 341-52). E sog- giagne Dujardin : Zes recherches les plus impor- antes sur ce sujet sont celles de Chamisso et Fysenhardt (1821), de Delle Chiaie (1823), de Quoy et Gaimard (1824-27), d’ Edwards (1833), d’Eschscholts (1829), de Saars Lesson Ehrenberg Brandt (1835). Lamarck Anim. s. vert. Paris 1840, III 113. (4) Deslongchamps Diet. class. d' hist.nat. Paris 1825, X 296; Zne.méth.supp.Paris 1825, II 509. (5) Bertr. zur. anat. der medus. Berl. 1816 /ig. (6) Now. Met. Acad. nat. cur. Bon. 1820, X 577 fig. ; Chamisso e Eysenhardt De quib,anim. observ. Aet. citt. X 343 fig. (7) Meckel Arc4. fur plysiol., an. 1822, VII 2; Ocken /sis, an. 1826, p. 847. (8) Ferussac Bu/Z. des. scrences nat. Paris 1826, IX 222. ; (9) Arat. comp. Paris 1834, I 8, 116. (10) Anat comp. VII 54, X 11. (11) System der akaleph. Berl. 1829,p.39 fig. (12) Ann. des sc.nat.Paris 1833, XXVIII248; Ann. 2. ser. Paris 1841, XVI 195 /ig. (13) Diet. des. se. nat. Paris 1830, LX. (14) Lehr. der vergleich. anat. I 73, 192; II 295,371, 361. (15) Acad. des sc. Ber. 1835 fig.; Ann. des se. nat. 2. scr. Paris 1835, n0v. 290. (16) Acad. des sc. de s. Petersh., ser. cit. 4 n 90 naturali anzichè notomiche indagini di Martens, da Saars (1) intorno alla can- giante forma embrionica, Duvernoy (2) ec. GI. Azzosromo ( Rizosroma Cur.). Corpo gelatinoso, orbicolare , emisferico , in giù scavato con quattro semi- lunari aperture respiratorie intornianti il gambo centrale, spartito in otto brac- cia guarnile di succiatoi. R. Aldrovandiano (r. Aldrovandi Per. ). Corpo ceruleo-rosino , trasparente; disco emisferico, levigato, fievolmente papilloso, lubrico, a margine bleu, diviso in lobetti attenuati, tra quattro de’ quali costantemente evvi bifida lacinietta con otrello superiore rosso; gambo comune grosso, corto, cilindraceo, spartito in otto braccia lunghe, trigono-rotondate, pian piano estenuate in punta corredata di bocca terminale e di altre laterali, fornite di lamine triangolari sfrangiate, cioè due bipartite a principio, e la terza media- na o esterna e maggiore ; quattro cavità respiratorio-ovarie, provvedute della ri- spettiva finestra semilunare, a margine ingrossato. Con fondatezza Eschscholtz riunisce nel ». Cuvierano le cefee rizostomo ed Aldrovandiana di Lamarck. L'attuale medusa comparisce nel cratere di Napoli in tutte le stagioni, principal- mente nelle serene mattinate di primavera veggonsene molte agruppate, che ce- leramente lo percorrono. Spesso nei forti temporali di marzo osservasi carica di grappoli oviferi gialli, attaccati alla radice delle sue braccia, e rigettata sull’a- rena. Quivi rimasta a secco poco a poco muore, {rovandosene alcune di straor- dinaria mole, e più di quella, che Eschscholtz crede. GII. Cassropra ( CAssioprA Lau. ). Corpo gelatinoso, emisferico-depresso, in giù scavato con quattro aperture respiratorie, braccia bipartite senza gambo centrale. C. Borbonica ( c. Borbonica DeLLe CHIAIE ). Corpo verde-ceruleo; cappello su emisferico , assottigliato nel margine, avendo in ogni dieci crenature un globetto giallo , e giù fornito di centrale pro- tuberanza , nel cui perimetro esistono quattro semilunari finestre respiratorio- ovarie, nello intermedio loro spazio uscendo olto distinte braccia bipartite , tri- gono-puntute , . corredate di membranuccia margirale con serie di gambetti a capolino terminale, ossia ne’ corti minore e bianco, ne lunghi grande e vio- (1) Ann. des se. nat. 2. ser. Paris 1841, XVI (2) Anat. comp. deCuvier 2.ed.Paris.1837-40, 321 fig. V 429-59, VI 477, VII 538. gi laceo zonato di bianco avendo orbicolare stomo centrale. Durante l'autunno è frequente nella nostra rada, e nuota a fior di acqua colle braccia or su, ed ora giù; contraendo il margine del cappello, non chè i gambi de’ moltiplici glo- betti, che talora raccorcia per allargarne la boccuccia terminale rotonda o tri- gona. In ottobre 1823 mi fu recata da’ marinai addetti al servizio di S. M. il Re Francesco I. allora Principe ereditario, che a suppliche di Poli si degnò per- mettermi l’ indicato nome a questa nuova specie di medusa, riconosciuta poi da Cuvier, Blainville, Eschscholtz, Ocken, Martens. G II. Avrezia (AureLia L4w). Corpo orbicolare, gelatinoso, nel margine e nelle quattro braccia cirroso, provveduto di eguale numero di bocche. A. aurîta ( a. aurita Lam. ). Corpo ceruleo, diafano, emisferico con orlo lobato e fornito di piccoli cirri ; un paio di arcuati ovari, rossi, rugosi, collocati nel suo centro, ed attrettante cir- colari aperture respiratorie in giù; quattro semilunari boeche centrali con inter- medi pezzi opercolari, ed eguale numero di braccia lunghette, estenuate in cima, nella faccia interna scanalate , orlate di membranuccia cigliata, e convesse nella parte opposta. Questa aureZia di tanto in tanto quì pescasi di primavera, essendo comunissima nel faro di Messina , dove richiamò l’attenzione dello Spallanzani. To ne reputo individuo alterato l'a. amarantea di Macri, che non ho mai veduto.. IV. Peracra (Persia Per.). Corpo gelatinoso, emisferico, provveduto di otto tentacoli marginali e giù di bocca centrale cinta da quattro braccia scanalate, e poc oltre di eguale numero di aperture respiratorie. P. panopira ( p. Panopyra Pir.). Corpo roseo-violaceo , tendente al ceruleo colla morte; disco emisferico, elevato, liscio, ove in tempo di primavera traspariscono i quadruplici sacchi oviferi increspati e meno rossi degli spermiferi puntinali, cosperso di ovali e rare eminenze rosso-punteggiate, impiccolite verso il margine soltile, appena dentato, fra ogni qualtro linguette apparendovi il preteso occhio giallo-dorato entro la propria nicchia campaniforme , come pure il tentacolo lungo, assol- tigliato, traversalmente rugoso , moricalo , attaccaticcio ; braccia convesse, dis- seminate di papille ovali, e piccine nelle loro membranucce ; finestre respirato- rio-ovarie semilunari , a margine ingrossato. La medusa ottotentacolata di Ma- cri, le p. notteluca di Chamisso, la denticolata e cianella di Peron sono le 92 medesime specie osservate nello stato di piccolezza e di alterazione. È quella comunissima tra noi dalla primavera all’ autunno. Nuota come le altre meduse e con bastante celerità raccorcia o rilascia le braccia , il margine del disco coi tentacoli sommamente contrattili. Spesso spande la membranella delle braccia, che ricurva, onde adescarvi i piccoli animali, od attrappare pezzi di alghe, indi contraendole introduce tutto nella sua gastrica cavità. La quale rimane slargata, quando siffatta pe/agia cali a fondo, ove fissa il lembo del cappello, od i tentacoli, egualmente che le quattro scanalate braccia membranose. Prossima a morire infossa alquanto il disco da farlo apparire illusoriamente incavato. fV. Zovorra (/Equore4 Per.). Corpo gelatinoso, alquanto consistente, diafano in certi punti, senza gambo e braccia, bocca inferiore centrale. 1)E. Morskahliana ( ae. Forskahlea Lam.). Corpo ceruleo, molto crasso nel centro; disco orbicolare, poco convesso, assoltigliato nel margine, giù con raggianti laminette cirrose terminatevi poco lungi; bocca centrale, orlata di corta membranuccia. Una sola volta si è quì vista in marzo 1840 assieme a gran quantità di carenarie, e scomparve dopo alquanti giorni. Nuota col cappello su, agitandone continuamente il lembo ; nel morire lo rovescia, e sommamente amplia la bocca. Durante l'epoca testè men- zionata fu pure raccolta da Edwards a Nizza, essendone stato descritto un pic- colo individuo col nome di e. violacea da lui, e molti anni prima con quello di e. cigliata dall'Eschscholtz, ma credo che dessa era già morla. 2) E. Rissoana ( ae. Risso PéR.). Corpo cerulescente, diafano ; disco orbicolare, quasi piano, a cirroso mar- gine assottigliato come velo, nell’area centrale rossastro egualmente che il la- ciniato tubo respiratorio, e preteso boccale. In mare essa tiene a fior di acqua il cappello orizzontale, ora inclinato, e spesso supino. La vidi nel1828, e nonmai più. VI. OcranzAa (Occania PER.). Corpo orbicolare con numerosi cirri marginali, convesso su, concavo giù e provveduto di membranosa tromba centrale, ad orlo cinquedentato. 1) O. fosforeggiante (o. phosphorica Pér.). Corpo ceruleo, emisferico, levigato, assottigliato nel margine cinto da tra- sparente zona, ed internamente da lunghi cirri fusiformi, dapprima rosei, indi cerulei con spirale linea nera rilevata, e da tre intermedi corpi ovali, essen do- ne ilaterali cerulescenti, el mediano rosso; lunga tromba boccale membranaceo- 93 cinquedentata, centrale. È più rara ad apparire nel nostro mare, che in quello di Messina ; vi ha celere corso in direzione inclinata , essendo agitata da moto sistolico, e diastolico nel velo marginale, onde introdurvi l’acqua, che passa entro la bocca. Trovo bene appropriata la specifica denominazione impostale da Spal- lanzani, a causa della marcata proprietà di emettere nottetempo fosforica luce in preferenza delle altre meduse. 2) O. marsupiale (0. marsupialis Escus.). Corpo giallo-cerulescente, sacchiforme-allungato, convesso su; tromba boc- cale inferiore, corta , quadricirrosa ; margine con quattro incisioni e poco sopra ognuna delle quali evvi il preteso punto oculare; nel mediano loro spazio sorgen- do altrettanti tentacoli, dapprima crassi depressi, indi assottigliati e giallastri. Ed- wards la raccolse quì nel 1827, e nel seguente biennio da Morell la vidi conservata in acquavite; ma n'era già alterata la forma. 1 G VII. Dravza (Dianari Zam.) Corpo emisferico, gelatinoso-solido, con scarsi e lunghi cirri marginali , in- feriormente provveduto di gambo conico-allungato con breve tromba membrana- cea, terminale, a bocca bilobata. 1) D. proboscidea (d. proboscidalis Law.). Corpo ceruleo-rossiccio ; disco emisferico slargato nel margine sottile, spar- tito in sei lobi, fra le divisioni de’ quali escono altrettanti cirri della lunghezza del gambo, che è conico-allungato cilindraceo , aderente al centro inferiore del- l'ombrello, attenuato in punta, ove esiste membranosa tromba seilobolata. Una sola fiata la ho osservata vivente in marzo 1829 ; sembrava incavata nel centro del disco, e con sei linee rosine lunghesso il gambo, avendone altre traversali, che reputo piuttosto rughe, anzichè vasi. Quale cavità è illusoria ; giacchè il cappello è tutto solido , e continuato. Essa ora teneva questo in posizione orizzontale coi cirri slargati sull'acqua e ’l gambo diretto in giù, ora vi stava inclinata. 2) D. Lucullea (d. Lucullana DeLLE CHrAIE ). Corpo ceruleo ; disco convesso, conoideo, crasso abbastanza verso il centro, nel perimetro attenuato con zonetta trasparente, cinto da serie di cirri equidistanti, lunghetti, avendone qualtro in cinque altri brevissimi intermedì; gambo mediano corto, conico-bislungo, cilindraceo, fornito in cima di membranacea tromba ad orlo pentagono, laciniato-rugoso. Fu pescata presso il castello Lucullano in marzo 1828, e novembre del 18/0. Conducesi a mare come le altre meduse: facil- mente se ne distacca la tromba, ed i sacchetti ciechi; per cui è difficile di averla intatta, e come la specie antecedente facendo scorgere illusoria cavità nel centro dell'ombrello. Essa è stata già riconosciuta da Martens. 4o 94 ; IX. Cazzrroè ( CaLuinnoÈ Pér.). Corpo campaneforme; diafano, gelatinoso, convesso su, con brevi cirri mar- ginali , tromba inferiore, interna, quadrilobo-laciniata. 0 C. Basteriana (c. Basteriana PéR:). ‘ Corpo ceruleo; disco‘ a campana; alquanto convesso , ristretto su; slargato giù, cinto da due serie di tentacoli lunghi ‘gli esterni e cotti gl'interni ; nel- l'alto fondo della sua cavità: giace la tromba orale gialla, a‘quadripartito mar- gine laciniato. È immensa la celerità e l'attitudine con cui essa allarga, e strin- ge il margine del disco j' nonchè i tentacoli :' osservasi per lo più inclinata, tal- volta inverte la sua corporea posizione, di rado ne rovescia il margine interno, ed, a cagione della trasparenza, poco discernesi in mare. Uno solo individuo ne fu a mia disposizione in marzo 1829, e non l'ho vista mai più: il suo disco privo di tentacoli pareva un do/io/o, mancandovi la consistenza quasichè cartilaginea. II. DESCRIZIONE NOTOMICA. 1) Apparao gelatino-fibroso. Quante volte guardisi una 72edusa vivente è agevol cosa rimarcare, che la cristallina e tremola sua sostanza sia affatto omogenea; ma armato l’occhio di lente nella inferiore faccia del cappello del riz0stomo A/drovandiano, della pe- lagia denticolata, della oceanica fosforica, delle equoree Rissoana e Forskahlea, della cassiopea Borbonica, soprattutto durante la contrazione, veggonsi concen- triche fibre, quasi laminose nel r/zostorz0, dove alcuni osservatori hanno am- messo particolari muscoli. Di chè non hanno veruna traccia le dianee lucullana e proboscidea, essendone la sostanza omogenea , e rimanendovi incavo sotto la pressione. Corpi ovali rimarcansi nel parenchima della p. denzicolata , la quale chiaramente presenta fibre orbicolari, e raggianti nel cappello insieme a tenui ramificazioni vascolose. La epiderme osservata da Rosenthal non esiste affatto, e forsi la tunica come ialoide appartiene agli otrelli, da cui sembra costrutto l'in- tero corpo del r:zostomo A/drovandiano, e della cassiopea Borbonica, che afflo- scisconsi collo smungimento dell’acqua interstiziale, analoghi alle maglie esagone da Ehrenberg rinvenute nell’aureZia aurita. Però linee fibrose assai distinte per lungo compariscono ne' cirri tentacolari della p. denicolata, e che in gran parte derivano dalle rughe del suo canale interno. 2) Apparato nutriente. Nel centro inferiore dell'ombrello dell'’aurelia aurita evvi un promontorio tagliato a punta di diamante, e circondato da una delle quattro piccole sue brac- (o) tìa prismatiche, le quali approssimate perfeltamente vi combaciano. Intorno la di lui base gira un solco risultante da quello scolpito nello interiore margine di cadauno suo braccio, quinci e quindi fornito d’inerespata membranuccia, che espasa vi accoglie e porta nutritive molecole, ed, accavalcatasi alla campagna, vi sorio queste trattenute. Più, in ogni lato del suddetto promontorio giace il semicir- colare orificio del ricettacolo digestivo, e dagli altri tre totalmente separato. Dal convesso margine di ciascuno escono due rettilinei canali, alternati con eguale loro numero, replicate volte bifurcati. Tanto i primi , che i secondi otto di essi sboccano nel vase anastomotico intorniante il margine dell’ombrello, da cui sorgono numerosi vasucci tentacolari. Hanno pure consimile canaletto , e mem- brana le braccia della pe/agia denticolata terminati nella rettangolare apertura di amplo cavo digestivo; dal cui centro sollevasi ovale prominenza, insieme colle anzidette braccia cospirante a chiuderne l’orifizio. Escono dalla stomachica peri- feria sedici sacchi bifurcati, dall’ estremità de’ quali ho visto uscire l'aria sia na- turalmente, sia dopo esservi adarte introdotta pella via dello stomaco ; e soltanto uno di ogni loro coppia è munito del vase tentacolare. Siffatta apertura rassode- rebbe lo emesso sospetto d’intestino retto. La punta di ciascuno prismatico gambo del rizostomo A/drovandiano è provveduta di diciannove boccuccie assorbenti o stomi, vale a dire uno termi nale, -e sei per cadauno ‘de’ tre angoli marginali, comunicando tutti nel trigono vase afferente. Il quale, camin facendo, ampliato di volume, e riunito al compa- gno; finisce nell’atrio linfatico abbastanza largo, e fornito di pieghe raggianti. Da esso alquanto più sotto in crociata posizione sorgono qual!ro lunghi vasi efferenti rivolti al perimetro dell’ombrello; e dall’arcuato contorno di detto ricetta- colo, fra le aie rimaste dai precedenti canali, irraggiansene altri dodici più bre- vi. Questi e quelli congiungonsi al vase anastomotico , derivando in sn vasco- losa reticella minore dell'altra, che inferiormente ricama il resto del disco. Sfe- rici, e numerosi sono gli stomi della cassiopea Borbonica, vedendosene i mag- giori conici con orlo granoso nella trigona apertura centrale, ed i piccoli globosi, spesso qualcheduno anche ovale. Tloro tubolini mettono foce ne’ tre secondari tronchi, spettanti a ciascheduno degli olto vasi afferenti primari, per l'interno voto delle di lei braccia estesi sino al ricettacolo linfatico. Escono dalla periferia di questo sedici principali dutti efferenti, uniti al canale anastomotico , pria di finire ne moltiplici ramicelli reticolati. Tra lelacinie del gambo della equorea Rissoana pendono i vasi afferenti, che a guisa di raggi sbeccano nell ellittico alveo linfatico , irraggiandosene duplice numero di tubi efferenti, poco sopra inseriti all’anastomotico, che alternativamente 96 caccia i canali tentacolari. Sei parallelli vasi afferenti, intersecati da traversali ramicelli, incominciano dalla estremità del gambo della gerionia proboscidea, cadauno dei quali in su rappresenta due triangolari aie vascolose innestate pelle rispettive basi; essendo poste una sul termine di queste, e l’altra discendendo pella Interna faccia dell'ombrello , ove rimarcasi l’anastomotico canale, fonte de’ vasi tentacolari , e di parecchi maggiori longitudinali equidistanti incrociati ad im- mensi altri piccini. In punta del gambo della dianea Lucullana esiste la cavità gastrica pentagono-laciniata, nel cui fondo corrispondono altretlanti lobi trigono- convessi, facendo dal loro centro partire le indicate quattro bocche, od orifizî de- gl’intestini ciechi colle borsette laterali. Dalla bocca quadridentato-laciniata della d. fosforica principia un lungo sacco esofageo, nel cui termine osservasi l’area gastrica quadridentata infossata nel centro dell’ombrello, e ne parte ovale vescica idrostatica immersa nella sua sostanza, non chè quattro o cinque intestini ciechi, lateralmente forniti di alterni grappoli quadrisaccati, comunicanti col vase dell'interiore peri- metro del cappello. Molto più amplo è quello della e. Morskahliana, da cui par- tono raggianti sacchetti ciechi, trigoni, presso il margine del cappello finiti nel canale cilindrico anastomizzato col circolare, onde uscirne vasellini tentacolari. i 9 ) Apparato segretorio. Se incomplete erano le nozioni del precedente apparechio , definitivamente poi si è dichiarata (1) la deficienza del biliario sistema ; quantunque sin dal1823 10 (2) ne avessi indicate le prime traccie nella cassiopea Borbonica , mentre Schweigger lo sospettò ne vasi tentacolari. Esso riducesi ad infinito numero di sacchetti giallastri destinati a separare la bile, la quale ulteriore perfezione acqui- sta, attraversando parecchie vascolari ramificazioni, avanti che si mischi coll’umo- re chiloso. Talchè presso l'interno lato dell’ afferente canale del rizostomo Al drovandiano rimarcansi dieci arcuati vasi comunicanti coi grappoli biliari, costi- tuendone i dutti escretorì. Simigliante altra coppia finisce nell'esterno suo la- to, e qualtro eziandio esistono più sopra spettanti alle triangolari appendici delle sue braccia,che sboccanvi mediante comune tronchicello. Nella cassiopea Borbonz- ca Vorgano epatico risulta da molte borsette, che versano labile in ciascuno degli otto vasi afferenti,e quelle già menzionate nella dianea Lucullana possonsi conside- rare addette a questa funzione, giacchè nella ca//roé osservansi fra le lacinie delle braccia. Resto indeciso, se sieno tubi iecorari quegli esistenti dentro la cavità ga- strica della p. denticolata; mentre difficoltà non incontro per que’, che dal ca- nale circolare del cappello dell’oceanza fosforica diriggonsi verso il suo centro. (1) Blainville Dief.cit. IX. —Carus Op.cit.Il 260. (2) Mem. cit. 176-$1. 97 La cutanea periferia di questi Acalefi è sparsa di follicoletti orbicolari, car- nei nel ». A/drovandiano e nella e. Rissoana , verde-giallicci nella cassiopea Borbonica, cerulei nella aurelia aurita, rosei in piccoli gruppi ovali o sfolti nelle frangie e braccia della pelagia denticolata. Sono [pieni di acre umore, com- posti da grani biancastri orbicolari, e dissipati rimangono sempre l’areola solle- vata. Dippiù il margine dell’ombrello del r2z0stomo ha infiniti acinetti segretori un glutine cianico, e posti fra l'estremità delle maglie del sistema irrigatore. 4) Apparato respiratorio. Vicino la origine delle braccia appo l’aurelia aurita, la pelagia dentico- lata, il rizostomo Aldrovandiano, la cassiopea Borbonica scorgonsi quattro distinte cavità, l'apertura delle quali, o finestre del Macri, è piccola, orbico- lare e con orlo prominente. La equorea Rissoana pell’interno del corto suo pedi- cello offre conico canale, terminato nel centro dell'ombrello. La oceania fosforica, le dianee Lucullana e proboscidea dimostrano una cavità di simile natura scol- pita tra questo e'l gambo ; ma è dessa onninamente fittizia. Del resto le meduse, deficienti de succennati cavi, non mancano di respiratoria funzione disimpegnata della intera faccia del loro corpo, anzichè dal solo margine dell’ombrello, sic- come opinava Cuvier. 5 ) Apparato sessuale. Laovaia del rzostomo Aldrovandiano, la cui scoperta devesi a Macrì, e quel- la della pelagia denticolata, attorniano la parete del ricettacolo linfatico, traspa- rendo altresì per le quattro respiratorie finestre, circondando queste nell’ aurelia aurita, od ornandone il fondo nella cassiopea Borbonica. La dianea lucullana ha una coppia di esili canali violetti traghettanti sull'intero sistema linfatico. La struttura delle ovaie riducesi ad un.sacco fornito di alterni rigonfiamenti, piene di sferiche uova giallastre. Ben inteso, che i tubetti tracheeformi notati dallo Spal- lanzani corrispondano all’ovaia della sua medusa, ed i corpicciuoli rinchiusivi ne sieno realmente le uova, sulla natura delle quali egli stesso confessa di essere rimasto indeciso ; ma l'analogia deve dileguarne qualunque dubbiezza, che era stata pure chiarita da Muller e Macrì. L’ovario della oceanica fosforica intornia a spira ciascuno cirro marginale del cappello. 6 ) flessioni generali. Le Medusarie, per la strana forma del corpo, rassomigliante al capo della favolosa Medusa, non mi hanno offerto aleun segnodi sensibilità, ove sieno stimolate, e tagliuzzate. Talune di esse hanno mostrato verso la luce predilezione identica a vegetabili; attesochè in tempo di mar tempestoso, essendosi intanati molti r%- zostomi Aldrovandiani nella grotta di Posillipo, vidi che eransi tutti aggruppati 4 p 93 nel sito ovene penetrava fievolissimo raggio, ad onta che fosse stato il punto meno riparato dalla marina burrasca. I medesimi col cappello inclinato nuotano a fior di acqua, particolarità per la prima volta avvertita da Macrì. Se non chè ho ravvi- sato, che la entrata e l'uscita di questa mista all’ aria atmosferica da’ respiratorii loro cavi sia alle meduse necessaria pel respiramento ed a diminuirne il peso specifi- co del corpo, idea dopo di me emessa anche da Duvernoy, e che ho pure rinvenuto quella nelle vie gastriche, sia sincrona alla sistole e diastole delle braccia, e dell'ombrello : per minuto essendosene eseguite cinquanta dal rizostomo 4/dro- vandiano, quaranta circa dalla pelagia denticolata. Anzi la prima contrazione è ordinaria, ma la seconda riesce sollecita erincalzante, ocelerissima nella oceanica fosforica. Le contrazioni incominciano dal margine del cappello e finiscono nel suo centro Il succennato disco rimarcasi supino, quando galleggino la cassiopea, la equorea, nella oceania disimpegnando l'incarico d’idrostatica ventosa. Quindi, divenute esse più leggiere, eguali, o più pesanti dell’acqua, salgono, galleggia- no, precipitano al suo fondo. E se per poco con mano si tocchi la cutanea loro superficie, immantinente vi si sperimenta molesta orticazione figlia dell’ umore urente separato dai menzionati follicoli. Questi, anzichè il moccio filante, come opinò Spallanzani, possonsi con fondatezza reputare la officina del fosforeggia- mento, che notte tempo ho rilevato nell’aureZia : e che altri osservatori a guisa di sfavillante globo rotolantesi in mare, o al dire di Linneo quali astri galleg- gianti per gli abissi dell'Oceano, hanno pur visto nella pelagia denticolata ; sic- chè luminoso divenne il mio dito impatinato dal moccio della dianea fosforica. La redintegrazione di alcune mutilate parti delle meduse ha dato luogo a svariate discussioni ; però la vera disamina disiffatto fenomeno è sinora ignorate. Sia lungo o breve il braccio mozzato, ho sempre scorto, qualmente repristinavasene pria la porzione più lontana, e poi quella, che eravi più prossima, ossia l’oppo- sto di ciò, che suole ordinariamente accadere. Talchè ho trovato alcuni r2z0st0- mi con qualche braccio troncato oltre la superiore metà, dove non ravvisavasi, che trigono apice con diciannove stomati principiato a riprodursi, ed altri in cui era questo già ripullolato. Incominciava dippiù ad allungarsi la porzione novella del braccio mancante, crescendo per intosuscezione, anzichè pella stratosa apposizione delle organiche molecole. La introduzione degli alimenti in cadauna ortica marina succede mercè l'assorbimento delle esili particelle organizzate spar- se nell'acqua, ed operato da moltiplici boccucce capellari, molto analoghe a quelle de vegetabili; numerandosene quattrocento e più nella casszopea, cen- cinquantotto nel riz0s/0m0, venti nella equorea, sei nella diancea proboscidea, 99 quattro nella d. /ucu/lana, e caribdea. Oppure succede la nutrizione nella aurelia aurila, e nella pelagia denticolata mediante le due loro coppie di semi- canali, che ritengono i cibi tenui; onde operarne la ulteriore attenuazione, a completare la quale concorre il descritto promontorio, che fa l' offizio di stretloio, aiutato dalle braccia o dalle loro appendici. Soltanto in queste due ultime meduse eseguesi imperfetta digestione favo- rita dal moccio stomachico, e la pasta chimosa, esposta alla mediata azione di molta aria atmosferica, e di poc’ acqua marina trattenula ne cavi respiratori, on- de assorbirvi l'ossigeno, acquista imperfetti caratteri di chilo, che specialmente nella pelagia perfezionasi dentro i suoi sacchi o dutti efferenti, da’ quali viene il sangue irraggiato ne’ canali tentacolari. Appo l aurelia penetra questo nell'irrigatorio sistema, risultante da vasi efferenti rettilinei bifurcati, dall’anastomotico, e da'ten- tacolari. E poi con andamento diverso disimpegnato il nutritivo processo nel yz0- stomo, nella cassiopea, nella equorea, nella oceania; attesochè è semplicissimo nelle diance proboscidea e Lucullana a cagione de’ suoi vasi afferenti. Ma nel rizostomo, nella cassiopea, nella equorea, e nella oceania l'umore chimoso traghettando pe tubi afferenti é irrorato dalla bile, sferzato dal loro rapido sistoli- co, e diastolico movimento, che vieppiù cresce, ed invigorisce nell’ombrello, quindi nei ricettacolo linfatico. Dove pel gas ossigeno, che trasuda dalle respi- ratorie pareti più esili di qualunque altra parte, sommamente battute dall'acqua, e dall’ aria atmosferica che vi alberga, non esclusa qualche sua porzione assor- bita dagli stomati e trasferitavisi, successivo lavorio quello subisce, affinchè sia quasi convertito in sangue a semplicissima crasi. Il quale passa ne vasi efferenti, che a buon diritto ne costituiscono il sistema irrigafore od arterioso, e va po- scia ad essere sottoposto alla molecolare azione in tutti punti della loro animale economia ; onde rimpiazzarvi le perdite, e sostenernelo accrescimento esviluppo, alla cui rapidità conseguita brevissima esistenza vitale. Cosicchè l’intero sistema angiologico fu da me indagato mercè iniezioni di mercurio nelle m2eduse vive; nè da Eysenhardt, Eschscholtz, Ehrenberg, Edwards furono mai praticate. Esso è composto da canali afferenti o venoso-chiliferi, dal ricettacolo linfatico cisterna alveo o cuore, dagli efferenti o arterie; non è corredato di sistolico, e diastolico movimento intrinseco, ma figlio della contrazione o rilascia- mento delle parti per le quali traghettano; quindi eseguevisi passiva irrigazione umorale centro-periferica, molto prossima a quella della cara. Laonde osservasi in questi Acalefì un fenomeno interessante e normale, quale è l'assoluta deficienza delle pareti gastriche e vascolari, che la natura ripete nella macchina umana du- rante lo sviluppo embrionico, e nella genesi delle false membrane. Il colorito del 100 l'umore, che riempie detto apparato è rosso nella gerzonza, giallastro nella dia- nea, ceruleo nella oceania, rossastro nella equorea ; essendo cilestrino nei canali efferenti dell’aureZia, rossiccio ne tentacolari della pe/agia. Dippiù il rizostomo, e la cassiopea l'offrono ceruleo ne'vasi afferenti, verdastro nella cisterna, e giallo-fosco negli efferenti. In questi due ultimi Acalefi ho determinato qualche sproporzione fra i cruorici globetti el siero: ciocchè induce a sospettare la uni- formità di tinta nella dianea Lucullana. Que della cassiopea Borbonica giallo- verdicci sono orbicolari con centrale punto diafano, spesso uniti in ovali grup- pi, amendue forniti di poco celere movimento. Niuna diversità di forma vidi appo la pelagia denticolata, ed in vita un suo canale tentacolare, compresso tra due talchi, cacciò gran copia di bollicine aeree, un siero corredato di mobilis- simi globetti rotondi, colla morte divenuti ovali, ossia nella proporzione tra 1: 4 col succennato liquido, grandi un 300.°° secondo Ehrenberg, poco differendo dal sugo della cara. Siffatti mie ricerche sonosi citate da Grant (1). Gli occhi da Ehrenberg recentemente ammessi nelle meduse, traveduti da Muller, reputati corpi enigmatici da Baer ed ovali da Eysenhardt, detti orec- chielte da Blainville, sacchi oviferi da Edwards, organi respiratori da Dujardin, veggonsi con bastante simmetria disposti entro proprie nicchie campaniformi; dal cui centro a guisa di pistillo apparendo, occupano il margine del cappello. Risultano dall’affollamento de’cruorici globetti, più o meno sparsi nel parenchima marginale di esso. Qualé determinazione mi è riuscita chiarissima e perentoria nella cassiopea Borbonica, che in detti siti ha un seno vascoloso ricolmo di glo- betti. Ciocchè è in coerenza di quanto scrissi intorno al 77308020 A/drovandiano, ed alla pelagia denticolata ; essendo i medesimi rossi in questa, giallo-dorati splendenti nella citata casszopea, bianchi nella oceania fosforica, rosso-vivi in quello e posti alla base di pennatifido-corpo saccato. Gli organi addetti alla generazione delle meduse riduconsi a’ sacchi semi- feri od ovari; epperciò furono da Eschscholtz distinte in crittocarpe e fanerocarpe. Essi soltanto in certi tempi dell’anno traspariscono dalle pareti del corpo loro, ossia quattro rossicci nella pe/agia denticolata, giallastri nella casszopea Borbo- nica, rossi nella aurelia aurita, da potersene riconoscere la sessualità anche dallo sguardo esteriore. Ogni ovaia è rappresentata da un sacchetto cellulo-rugoso se- micircolare e disposto in croce, tenendo la convessità rivolta al margine del cap- pello, e contiguo alla parete del cavo respiratorio. Cadauno uovo orbicolare-de- presso ha il vitello, cui Siebold aggiugne la macchia germinativa e la Purkinjana vescichetta, pure da me osservata, ed Ehrenberg (2) il moto del sacco vitellario __—_——t (1) Qutl. of. comp. anat. 433. (2) Ann. des se. nat. 2. ser. XV 3o1. IOI nella @. aurita. La cangiante forma embrionica delle Medusarie è stata profonda- mente studiata da Sars (1), su di che non mi appartiene alcun fatto positivo. La me- desima disposizione organica rappresenta i vasi spermatici, anche da Edwards ve- duti vescicolari e capaci di operarne la opportuna fecondazione. Costui (2) vi ha recentemente scoperto gli zocspermi coduti, che io non sono stato felice ad os- servare, rinchiusi in ofriformi vescichette ne’ maschi della aurelia aurita, avendo quindi confirmato la sessualità distinta travedutavi da Siebold. Gaede, ed Eysenhardt opinano, che le uova o le medusette escano fuori del corpo, attraversando la cavità del ricettacolo anzidetto, ove erano rimaste per più o men lungo tempo. Intanto nelle calme giornate di autunno o di primavera è curioso fenomeno di contemplarsi in mare la cassiopea, e’l rizostomo colle ovaie arancio assai ingrossate, che traspariscono dall’ombrello. Talchè pre- via lacerazione della loro parete distaccansi migliaia di nova, dapprima piccine bianche, indi giallicce, sferiche, pendenti da filamentucci, affin di fissarsi alle fran- gie delle loro braccia con ammirabile intreccio vascolare; il quale serve loro di or- gano incubatore, ed eziandio di placentario nutrimento. Io non vi ho affatto rav- visato i sacchi membranosi da Ehrenberg visti nelle braccia della a. aurzta. Questo particolare fisiologico, che purconfermai nella stefanomia, e nelle fissofore, spes- so ripetuto nei Mammiferi marsupiali o nella specie umana, in cui la nutrizione del feto principia dentro l'utero e finisce alle mammelle, è stato da Carus reputato interessante; appartenendone la scoperta a Macrì ed effigiato da Grant nel rzzosto- mo Aldrovandiano , a Gaede nella a. aurita, a me nella c. Borbonica (3). Il che nonsolotrovasi di pieno accordo con quello, chealtrove io scrissi (4), riguardante la pregnezza tubaria, ovaria, peritoneale, ed interstiziale; ma costituisce ulteriore conferma dell'assioma, che un uovo fecondato , ed una rete vascolosa sieno capaci di dare vita a qualunque embrione della razza umana, de’ Mammali, de’ Crostacei, e delle Medusarie. Le quali sotto questo rapporto sono da parago- narsi alle femine del Kanguroo, e de Granchi isopedi ; avendo nella ventrale o toracica inferiore faccia del corpo una cavità destinata a ricevere i prodotti della generazione, e proteggerli insino al compiuto sviluppo de'feti rispettivi. Laonde scriveva a questo proposito Dupuytren, che a qualsivoglia parte si attacchino i germi fecondati, come avvenne al giovine Bissicu, la loro maniera di nutrirsi, sia sempre la stessa; poichè sviluppansi, e crescono fino al termine loro asse- gnalo dalla natura. Quanto ha scritto Ehrenberg sul sistema nervoso dell’aurelia (1) Ann. des se. nat. 2. sér. XVI 31. (3) Froriep Notiz. 1826, n. 1081. (2) dun. des. se. nat. Paris 1840, XIII 775. (4) Mem, sull’app, fem. del Kang. gigantesco. 4g 102 auritami persuade meno dell’anello,che occupa il disco interno centraleda merileva- to nel cappello della pe/agia dentellata, da cui partono sedici simmetrici raggi for- cuti presso il suo orlo, affin di perdersi poco più oltre, senza dare neppure un fi- letto, indi il ganglio ottico al pedicello de'pretesi occhi analoghi a quei de’ro4ifers. Da ultimo, se da'’flutti marini le meduse sieno sbalzate sull’arena con fie- voli rincalzanti palpiti restrittivi ed espansivi finiscono di vivere; però quando ab- biano consumata tutta l’acqua, che ne diradava il parenchima o meglio le a- reole interstiziali. Ed un rzzosfomo vivente, che appena cavato da mare pesa- va cinque libbre, fra quarantotto ore pian piano smungendosene di quattro o più, e parve già estinto, allorchè, spruzzatavene altra porzione , si ravvivò, dando oscuri segni di sistolico e diastolico movimento. Ma rimasto al secco, ed anche spappolato tremolava come quello della cassiopea Borbonica, e si sciolse poscia in moccioso liquame. III. DESCRIZIONE ICONICA. Tavola 39. Gerionia proboscidea 3 dissecata a metà, onde dimostrarvile rughe fibro- se nn00, i vasi fUghheiti presso il cappello, 277272 gastrici, ada marginale, ecc tentacolari. Tavola 65. Equorea Rissoana 3 per vedervi metà della inferiore faccia del cappello, gli stomi a finiti nello stomaco 5, mercè vasi o congiunto al marginale d, da cui derivano i canali tentacolari e. Tavola 139. Equorea Rissoana 1, onde osservare l’ apertura boccale laciniala, che guida nello stomaco che trasparisce sul centro del cappello 2, donde nascono raggianti vasi finiti nel canale marginale, da cui pendono i tentacolari. — Calliroè Ba- steriana di grandezza naturale 3, ed ampliata 4; affin di vederne la serie di ten- tacoli marginali lunghi e corli ce, le lacinie boccali ad, il tubo d che va nello stomaco. Questo aperto vedesi in 3 7 colle lacinie 7/7, uno de’ vasi /% che ne par- te, mediante la rete laterale z comunicanti col canale marginale g.—-9 gerionia proboscidea delineata vivente con la bocca e ’l cavo gastrico, apparendovi in @ illusorio infossamento. Tavola 140. 1 aa margine del cappello della cassiopea Borbonica, 055565 sue brac- cia; 2 protuberanza posta nella faccia inferiore del disco, d444 di lei aperture respiratorie. 103 Tavola 141. 1 4 incrociamento delle membrane #7, che dividono la protuberanza della suddetta cassiopea in quattro cavità j/, in cui sono le ovaie kk e le quattro boc- che descritte, // globetto violaceo aperto col vaso sboccante in uno degli otto grandi canali n; 4 stomaco sezionato co forami de vasi pp anastomizzali col canale circolare gg e con quello delle frangie rr, vedendosene aperto s uno prima- rio dello stomaco, chiuso l'opposto #, recisi il destro e sinistro. Tavola 142. Dianea Lucullana viva, di cui sono 1 c V'orifizio gastrico, parlendone gl'intestini ciechi pel gambo prolungati dd sino all’interno margine del cappello e, iliusoria cavità nel centro di questo a, vase periferico 6; 2 intestino cieco //h tanto ascendente quanto traversale, coppia di canali addossativisi 799%. — 10 rizostomo Aldrovandiano nel modo come vedesi a mare, avendo in a l’ovaia, 6 il centro di unione delle braccia, c uno di esse repristinato, d il sito di attacco delle uova in marzo. 11 orlo @ dello stomo della cassiopea Bordonica, cd canaletto che ne parte, e ramificazione epatica. Tavola 143. Rizostomo Aldrovandiano 1 supino, ossia aa faccia inferiore del cappello intera con marcata traccia di fibre n, 66 orlo delle finestre respiratorie, c ramifi- cazione dei suoi stomi, siccome rimarcasi in 7 722 col canale Ze suo lume 7, con- tinuato ev, sbeccandovi que’ delle frangie epatiche fyî, insieme al compagno tagliato v termina nel cavo gastrico aperto Xe chiuso // corredato in m di zona follicolare, partendone dapprima i vasi n e sezionato o, non chè gg e pp tutti comunicanti col canale circolare, e colla rete successiva fino almargine del cap- pello ; eve esiste la zona bleu granosa 3 # sottoposta al suddetto reticolato @, el corpo bifido 2 col preteso occhio; 6 principio della cavità gastrica 44 con i vasi afferenti dd e f, stomaco aperto f e cripte follicolose x, vasc efferente 2; 10 canali contenenti lalticinoso umore con minuli grani oviferi @ 66 d collocati sopra un braccio, f sulle frangie sue e nel centro sottoposto allo stomaco; uovo ingrandi- to 4; 9 disposizione loro rr su le frangie epatiche ampliate 5 della cassiopea Bor- bonica, e di lei ovario 8 no pregno di uova p. Tavola 144. Aurelia aurita 1 vivae meno della grandezza naturale; 2 4/ coppia de quattro pezzi che chiudono l'apertura della bocca col promontorio mediano 4, alla cui base vedesi il canale c, ove finiscono quelli de’ cirri soprattutto aaa e degli altri due recisi ef; 3 0 inserzione delle uova alla tunica dell’ovario. 104 Tavola 145. Pelagia denticolata 1 supina, essendone g la finestra respiratoria, l’ovaia 4 che n’esce, «6 canale di uno delle braccia, @ reciso, come pure in e, 4 superfi- cie esterna dello stomaco e, sezionato f, Z intestino cieco, n vase tentacolare, 72 faccia inferiore del margine del cappello. 2 @a. aurz/a: d uno stomaco chiuso, c altro aperto, / promontorio mediano, f apertura respiratoria e-cavità di altra e, ovario 9, vasi afferenti 42, marginale #, tentacolare 7. 3 si è spaccato a perpen- dicolo lo stomaco della equorea Rissoana. Tavola 146. Pelagia denticolata: 1 guardata pel dorso, affin di vedervi metà del cap- pello intero, da cui traspariscono i pretesi occhi e, i voluti nervi d, le due sue ovaie n7 co sottoposti sacchetti epatici ; e l’altra porzione sezionata, onde osser- varvi le fibre traversali p e le listerelle raggianti sovrappostevi, il margine 0, un braccio @ e'l tentacolo e ; disposizione .de’ grani semiferi 2 e, delle uova 3, ed ampliate 6; 5 pezzetto del suo cappello, affin di notarvi i vasi fi grani cartilaginei e le fibre della sua sostanza. — £zzostomo Aldrovandiano: A uova colla tunica dell’ovario ; 7 corpo pennatifido nz sovrapposto al preteso occhio g. Tavola 147. Oceania fosforica 1 di naturale diametro e viva; 2 @ bocca, 6 tubo esofa- geo, c vescica aerea gastrica , d vaso sovrapposto agl intestini ciechi] recisi d, in sito e, f spessezza del cappello, sz glandule ampliate 5, ed e velo marginale, f tubolini epatici, v cirro cinto da spira ovaria; 3 « lacinie boccali, c stomaco aperto, per dinotarvi i fori degl’intestini ciechi d; 6 cirro tentacolare ingrandito, ove apparisce il tubolino centrale & e la spira ovaria 7; 16 , porzione ampliata d intestino cieco, ossia d sua cavità centrale, sulla quale esternamente traghetta il vase sanguigno con globoli a distinto da’ marginali r, affatto analoghi a quei delle asferze, intestino cieco tripartito c e quadripartito e. Dianea lucullana 4, vale a dire lacinie boccali e, lobi gastrici d, centro e da cui parte uno degl’in- testini ciechi aperti. f; 8 rete fibrosa della sostanza del corpo ; 9 canale centrale @, e sacchetti laterali c del budello cieco; 15 cavità di questo 7 estesa fino al vase tentacolare s, marginale #, velo n. — 10 margine del cappello della pelagie denticolata , onde notarvi il cavo campaniforme « contenente il pistillo oculare c, ingrandito 11} 7 pezzo di cirro fibroso col vase interiore e. Orlo del cappello 12, preteso occhio 13, globetti eruorici 14, uovo 15 della cassiopea Borbonica. Tavola 148. Rizostomo Aldrovandiano 5, affin di conoscersi il vase @7 traghettante entro cadauno braccio, in cui apronsi i canali epatici dd def, fra' quali stanno le 105 uova c,e=Equorea Porskahliana 7: a spessezza di un segmento del suo cappello supino, c cavità gastrica, e lacinieboccali, 5 pieghe esterne dello stomaco, / in- testino cieco, 0 vase marginale, p velo. — Pelagia denticolata: 8 porzione del cappello, a lembo dentato, d serie di follicoletti , e cirro , ef fibre muscolari sopra ogni intestino cieco; 9, f frangia delle braccia, c uno de'lobi boccali, 4 cavità respiratoria, da cui trasparisce l’ovaia 79, margine del canale mediano di cadauno braccio, che insieme agli altri tre e conduce dentro il quadrivio boccale. MITTITIBELITITIZIIZITATIZITTUVIVZVITZIZIZZZULIVAZIVZIIZZBIIZZITIZIZIZIITITVVZZAZII RIZZI ZI VIZI Zi LVL ULI LUL LIE LIVE LVL UDO IL VI V. ACALEFI VELELLICI. Poche cose riferisco intorno alla vela marina 0 velella descritta, e figurata da' miei compatrioti Imperato (1) e Colonna (2), che diede esatto ragguaglio del cartilagineo suo scheletro, poscia denominata armenistare dal Dana (3). Dopo i quali autori sono stato il primo (4) tra noi a divulgarne, se non compiute, almeno compatibili notizie (5) , avendo queste riguardo più alla di lei struttura anche in seguito poco sviluppata da Meckel (6), che a’ suoi naturali caratteri, assai bene determinati da Forskahl, Linneo, Peron, Lamarck, Chamisso (7), Esch- scholtz (8). E costoro, per mancanza di osservazioni fatte su gl'individui viventi ed interi, ne hanno oltremodo accresciuto il numero delle specie, desunto dal differente grado di loro mutilamento. VereLLA ( VeLELLA LAM.). Corpo libero, cartilagineo-membranoso , ellittico ; su concavo con orifizio boccale cinto da tentacoli, giù provveduto di obliqua lamina. V. lembosa ( v. limbosa Lam.). Corpo ceruleo, infossato nel centro con proboscide boccale gialliccia cir- condata da lunghetti tentacoli disposti in più serie, gli esterni assotligliati e gl'interni cilindrici pertugiati ; lamina inferiore semicircolare ad obliqua inser- zione. Debbonsi ad essa riportare le v. muzica e lentacolata di Bosc, la v. sca- fidia di Peron, le v. dislunga, sinistra, larga di Chamisso, le v. settentrionale, (1) Stor. nat. 773, f. 183. (5) Bull. des se. nat. Paris 1829, XVII 473. (2) De aquat. 20, te. 22. (6) Anat. comp. VII 48. (3) Act. Soc. Taur. 1776. (7) Act. nat. cur. X 44. (4) Mem. su gli anim. s. vert. Napoli 1825, Il (8) Syst. der Akaleph. Berl. 1829, p. 165- 226; Anatom. comp. Nap. 1836 ll 67, Sup. I. 75 fig. Nap. 1829, p. 4. Ar 106 caurina, indica, tropica, pacifica di Eschscholtz. Non ho mai visto i due lunghi cirri accennati da Rang e Lesson nelle ve/e//e giovani. È dessa frequente nel mare napolitano, accorrendovi a greggia in autunno o primavera di certe annate, dalle tempeste essendone sbalzato lo scheletro sul lido. Alla superficie delle acque tiene sempre rivolta la cresta triangolare a disposizione de’venticelli. Quale comu- ne credenza è totalmente falsa sul conto delle vele//e viventi, che onninamente giù presentano tale parte. Vi fanno officio questa di carena, ed i tentacoli di remi. Mangiansi esse infarinate e fritte dal popolo partenopeo. II. DESCRIZIONE NOTOMICA.- La corporea figura della ve/e//a è assai diversa da quella, che ravvisasi in morte; attesochè il comune integumento estendesi molto più oltre dello sche- letro, che la copre. Rimarcasi questo ceruleo, appena cartilagineo , alquanto rigido nello stato di freschezza , bianco in quello di morte. Risulta da sostanza omogenea come il tessuto epidermico o corneo, disseminato da grani orbicolari e da tracce fibrose, floscio e rossiccio divenuto secco, avvicinato alla fiamma brugia con odore di corno. Costa da due pezzi, l’orizzontale ellittico e l' inferiore cuoreforme con obliqua inserzione, e dal Colonna indicata a guisa di X. Emula questo micacea lamina triangolare puntuta nell’apice con successiva serie di seni marginali, corrispondendo ne'respettivi angoli altrettante linee , interse- cate da strie parallele flessuose maggiori, e di altre intermedie. Adattasi esso alla superficie inferiore prominente del sovrastante pezzo , da corrispondervi nella superiore analoga concavità. Desso è inoltre spugnoso, abbastanza crasso, fornito nella faccia superiore di valletta estesa dalla punta in opposta direzione verso il margine , corrispondendo analoga carena nella parte inferiore. È composto di concentrici rialti, internamente vòti, a margine roton- dato , fra quali rimarcansi equidistanti zone traversalmente rugose. Singolare ed inosservato fenomeno finora si è, che l’orizzontale pezzo dello scheletro della velella, rimasto a fior di acqua, s imbeva non solo di simigliante liquido, ma an- cora di grande quantità di aria atmosferica trasportata entro i descritti canali; e compressi, mercè immense comunicazioni traversali passa oltre, liberamente uscendo pel poroso lembo indicato. Siffatto apparato parmi indispensabile pel suo galleggiamento, con tessitura forse uniforme a quello della 7anlina , ignoran- done per altro l’esteriore commercio a traverso del pallio. Dalla bocca situata, in cima di conica tromba membranacea, traversalmente rugosa, penetrasi nel sottoposto stomaco ovale, allogato «nella concavità del pezzo orizzontale. Ne resta gran porzione coverta dal fegato giatlo-fosco, che 107 procede alquanto più oltre, da costituirvi ovale areola. Non mi sono ricordato di riosservare , se il mercurio introdotto nel cavo gastrico fosse ora passato ne'ten- tacoli. Dalla cisterna nutritizia, in cui succede la scomposizione degli animaletti infusorii trasportativi dell’acqua, parte mirabile rete vascolare sanguigna cerulea,, che immantinente votasi colla morte della ve/e/Za e da me osservata sin da quattro lustri, alla di cui succinta descrizione niente si è detto di più nell'epoca poste- riore. Dallo stomaco adunque, ove introducesi anche aria per galleggiare, na- scono i canali maggiori congiunti a’ minori, a maglie pian piano più fievoli e piccine, e quelli con raggiante disposizione nella superficie inferiore, non chè la- terale del pallio. Ben inteso, che la reticella della superiore lamina sia gialla nelle pertinenze del fegato, e diventa celestina con gruppi di puntini foschi verso la periferia ; i quali non sono altro, che globetti cruorici affollati ne’ claveformi di- verticoli di ciascuna areola vascolosa. Dal fondo del suddetto ventricolo escono due laterali vasi primari nella mediana punta palliare anastomizzati fra essi e con altri intermedi da costituire una retina in ambedue le faccie del pallio, che veste la succennata cresta. To fui indeciso intorno alla sessualità della ve/e/la, ed il sospetto altra volta all'uopo esternato rimane ora vippiù chiarito , ma non perentoriamente assodato, a causa della deficienza di opportune mie osservazioni, che trovo consentanee a quelle di Lesson nella porpita crisochioma (1). 1 globetti gialli appartengono agli organi genitali, che ad opra di canaletti sboccano ne cirri tubolosi, che ne sarebbero gli ovidotti degl’ individui feminei, oppure i canali spermatici ne ma- schili, siccome avverasi per le meduse. Ill. DESCRIZIONE ICONICA. Tavola 146. Velella lembosa 10 di tripla dimensione e nella naturale altitudine, essen- done a la tromba boccale terminata nello stomaco cinto da' tentacoli e assottigliati in punta e da’ tubolosi 6 forniti di grappoli ovari”, siccome rilevasi in uno 12 ampliato, immersi nella sostanza epalica c. Da esso principia la rete pallio-va- scolare superiore con il vaso maggiore d e le fovee punteggiate 4, o rispettivi di- verticoli cruorici ingranditi 13, e la inferiore laterale sovrapposta al fegato coi vasi gft insieme anastomizzati, i due ultimi costeggianti il su giacente orlo della lamina inferiore dello scheletro tracciata a puntini. Questo rimarcasi ingrandito (+) Guerin Zeonogr. du Reg. anim., Zooph. pi. XVIII 2 c. 108 11, onde vedervi li rialli voti del superiore pezzo orizzontale @, l'inferiore piano c e sua porzione accresciuta di diametro 9. SIR BM IUAV MII VOM MUMMIA III IMIIIIITIIZIIMZATITIZI anatra vanno dana VI. ACALEFI BEROIDI-CESTICI. Le attuali nozioni risguardanti li deroî, le calliamire, le alcinoè, i cesti, non hanno raggiunto la meta; giacchè le diverse specie, oggidi ammesse- ne, richieggono ulteriori disamine. Erano queste le idee, che io (1), dopo la lettura de lavori di Peron (2), Chamisso ed Eysenhardt (3), ne divulgava nel 1826-29 : epoca, in cui i derozd furono studiati da Eschscholtz (4) e Mer- tens (5) nel mare boreale, da Audouin ed Edwards (6) nell'oceano e nel me- diterraneo, da Lesson (7), Quoy e Gaimard (8) ne'lidi australi, da Grant (9) e Forbes (10) sulle coste d'Inghilterra, e recentemente da Edwards (11) nella baia di Nizza. Il quale nelle prime, e molto più nelle sue ultime ricerche, ha illustrato qualche controverso punto zoologico de’ Seroz. La notomia di questi, già intra- presa da me, poi da Eschscholtz, Quoy e Gaimard, indi dallo stesso Edwards, ab- bisogna di novelli chiarimenti. Quella della ca/Zianira, eccetto qualche saggio di Eschscholtz, di Mertens e di Edwards (12)intorno al sistema nervoso diuna nuova specie, totalmente manca; essendosi da me soltanto tentata, e nemmeno compiuta la dissezione dell’a/cionoè e del cesto del nostro cratere, perfettamente confor- me alle posteriori notizie datene da Mertens per que’ del Nord. I. DESCRIZIONE ZOOLOGICA. GI. Beror ( Beroe Lin. ). Corpo ovato-bislungo, libero, gelatinoso, trasparente, avanti con labbrata apertura, attenuato ed infossato dietro ; coste longitudinali, equidistanti, cigliate. (1) Mem. cit. Nap. 1828, II 57, IV ur. Ann. des se. nat. 2. ser. V 235-58; Dujardin in (2) Zoy. aux terr. austr., pl. XXXI 1. Lam. Anim. s. vert. Paris 1840, III dI. (3) Nov. Act. Acad. nat. cur. X 360-61. (8) Zoy. de l’Astrol. Paris 1834, IV 3. (4) Syst. der Akal. Berl. 1829, p. 35, 6. I-II. (9) Trans. of the zool. Soc. 19. (5) Beobacht. und. unters. wiber die beroart. (10) L'Instit., 29 sept. 1840. akaleph. ( Mem. de S. Petersb. an. 1833, Il (11) Ann. desse. nat.Paris, oct. 1841,XVI 207. 179fî8.) Le mie tavole intorno al deroe ed alla eguorea For- (6) Cuvier Reg. anim. 2. ed. III 281. sfahlea eransi già pubblicate. (7) Zoolog. de la Coquil. Paris 1829, 11 95; (12) Z'Insut., gen. 1841 109 B. ovato (b. ovatus Zrw. ). Corporoseo, ovale-cilindraceo, fornito di apertura anteriore a margine alquanto ingrossato, ristretto in dietro con bilobato infossamento; otto coste lungitudinali, cioè quattro superiori ed altrettante inferiori, ossia due laterali, non chè altra cop- pia mediana. Nelle stagioni temperate e di buon mattino in folla è trasportato dalle correnti marine lungo la costiera di Posilipo. Galleggia a livello dell’acqua, avendo il corpo ora allargato, ora a contrazioni e dilatazioni isocrone sia totali che par- ziali, ora colle ciglia o cirri vibratori dorate, blù violette, verdi, mobilissime sì nell’anteriore, che verso la posteriore direzione : ora obliquamente fendendo le onde per la facile introduzione dell’aria ; ora, tenendo slargata l’ apertura ante- riore, esternamente ne rovescia il margine, e posteriormente contrae tanto il corpo come se volesse sguainare la cavità interna. Ora pieno di acqua, e corrugato precipita a fondo del mare, emulando un pallone ; oppure chiusa quasi da sfin- tere dell'apertura mercè successivi stringimenti corporei la spinge oltre e poi la vomita. Ora rigonfia l'estremità posteriore da farvi comparire due eminenze late- rali, coronate da frangie ellittiche a guisa della cifra $ coricato, o rientrata da men- tirvi illusorio voto. Il colorito roseo sparso di vari puntini più carichi rimarcasi ne deror adulti, ed appena cavati da mare; in caso contrario diviene esso iosio ‘ pallido e smorto come ne’ giovani. Tale Acalefo è fosforescente nottetempo anche quando sia ridotto in pezzi ; biancastro rilevasi in perfetta quiete; ma non mai l’in- tero suo corpo rassomiglia ad un cilindro infocato al dire di Rolando, Forbes, Quoy e Gaimard. Jo feci avvertire, qualmente le diverse specie di Seroi ammesse dagli autori potevansi ridurre ad una sola. Attesochè i 8. piZeo e novecostato di Lamarck lo rappresentano spaccato o contratto: il 8. cilindrico, o macrostomo di Peron ne dif- feriscono per la sola lunghezza, corrispondendo al 6. a//ungato di Risso; anzi quel- li maggiormente estesi sono i d. 0 ide delle-Chiaie di Lesson e Dujardin, e Mer- senstana di Brandt, non chè alè. F’orskahliano di Edwards. Individui piccoli emu- Lilati ne credo i d. ristretto, punteggiato e cosperso di Chamisso ed Eysenhardt. L’e- sposto deriva dalla somma difficoltà di potersi osservare per più ore un deroe vivo, e nel diverso suo stato di conservazione, età, sesso. Sotto questoriguardo conviene sa- persi, che in marzo18/o ne vidi uno piccolo col corpo più allungato in paragone della sua mole, bianco tendente al rosino-sbiadato, ad otto profondi solchi longitudinali ci- gliati, finiti in altrettanti lobetti nelle aperture anteriore, e posteriore non più proble- matica. Esso nuotava colla bocca su, celeramente agitando icirrivibratili da sopra in sotto, od al contrario ; da ciascuna parte antero-laterale del corpo pendevano due cirri unipennati giallognoli, contrattili, spirali, assai prolungati giù, e che 4 s 110 rapidamente raccorciava. Spesso scendeva in fondo del vaso, allargandovi ia bocca, talvolta contraendo da sopra in sotto l'intero corpo per divenire ovato. Va- glia la verità i generi cidippa di Eschscholtz e Merfensia di Lesson, ove lo stesso troverebbe posto, analogo cioè alla c. e/Ziitica di quello, sono fondati su carat- teri assai vacillanti, quindi meritevoli di accurata disamina. Da ultimo afferma Edwards (1), che il 6. ovato abbia ia sola apertura anteriore, essendo di erronea credenza la posteriore riconosciuta da tutti naturalisti non esclusi Mertens (2), Quoy e Gaimard (3) che accurate ricerche istituirono intorno a' deroidi. Più fa destramente notare, qualmente ancora io sia caduto in siffatto inganno, che egli interpetra dall’infossamento, che sotto la contrazione dal corpo succede nell’estre- mo opposto. Errore già corretto da Forbes (4), di cui non veggo sinora perentoria mentita, e da lui medesimo neppure schivato nel tempo a me successivo , ossia quando risguardo al deroe scrissero Cuvier (5), Lesson (6), Quoy e Gaimard (7), Sanson e Riester (8), Duvernoy (9). GI CazzianIRA ( CALLIAMIRA PeR. ) Corpo libero, gelatinoso, diafano, cilindraceo con una coppia di nolatoi late- rali, bocca nell estremità anteriore ed ano alla parte opposta. C. bialata (c. diplottera PeR. ). Corpo tuboloso , ialino-irideo, con un paio di notatoi ellittici verticali per cadauno lato forniti di marginali cirri branchici, cirro unipennato tra questi e la coppia di coste branchiali; apertura orale imbutiforme. Muovesi da sopra in sotto, dimenando i notatoi, e spande irideo colore. G III. Arcrvoè ( ALcrnoe RAG). Corpo gelatinoso, cilindroideo con otto costole cigliate ; lobi notatori verti- cali posti nellati ; apertura boccale con quadruplici appendici, e l’anale opposta. (1) L'Instit. 1841. (2) Mem. de St. Petersb. 1833, Il 541, pl. VIN 4-5 4, IX 1 d, XII 1 e. (3) Zoy. cit. IV 925, pl. XG 10 8: ouverture anale, loin d'étre toujours apparente; 12 d. (4) L’ Institut, 29 oct. 1840. (5) Selon Audouin et Edwards, il eniste dans l’axe de ces animaua une cavite qui va d'un pò- le a l'autre, et qui communique au dehors è l'ai- de d'une ouverture qu'on peut considérer comme l'avant bouche. Dans le tiers supérieur de cette cavite, est contenu et comme suspendu une sorte de tube intestinal droit et cylindrique, qui a son ouverture extérieure immédiatement au pile su- pericur, et qui porte de chaque coté deux cor- dons granuleua (peut-étre ovaires)? Reg. anim., tom. e p. cit. Lesson Ann. cit.V 238. li (6) Ann. des se. nat. cit. 138, (7) Zoy.cit. IV 925, pl. XG6-12 8. (8) Anat. comp. de Meckel VII 67. (9) Anat. comp. Paris 1837, V 392. A. papillosa (a. papillosa DeLLe CmAIe ). Corpo cilestrino-irideo, ovato-bislungo, quasi tetragono con l'atrio orale im- butiforme, sfrangiato, ed internamente piegato ; ano circolare ; angoli con costoie pettinato-ricurve verso gli estremi, la coppia di coste superiori ed inferiori assot- figliate e più corte, rettilinee dalla bocca all’ano ; nella esterna sua base sorge lungo e quadrangolare cirro, spesso spirale ; due ellittici e larghi notatoi a de- stra, edaltrettanti a sinistra; papillucce cilindriche, contrattili,sparse sulla intera su- perficie cutanea. Questa a/cinoe apparve nellariviera di Chiaia da aprile a maggio 1829 e ne ho riveduto qualcheduna nel 1840. Galleggia col corpo orizzontale ed i notatoi slargati, che lo avviluppano, onde precipitare a fondo dell’ acqua. Il loro moto espansivo e restrittivo, non escluse le papille attaccaticcie, ne favorisce la pro- gressione anche a perpendicolo, od inclinata. Li cirri vibratili delle coste in tempo di giorno mostrano irideo colore, e di notte sembrano fosforici nastri sfrangiati. Appena che sia tolta da mare e presa in mano immantinente spappolasi , nulla rimanendo di sè. Siffatta specie è stata riconosciuta da Blainville e da Dujardin. GIV. Cesro ( Cestum LESUEUR). Corpo nastriforme, ceruleo-ialino, libero, gelatinoso, avendo quattro longitu- dinali coste cigliate; bocca mediana nel margine superiore, ed ano in opposizione. C. Venereo ( c. Veneris Lrs. ). Corpo fragile spappolantesi col toccamento, a guisa di crassa cinta, abbastan- za lunga, poco larga, depressa nelle due faccie laterali provvedute di angolo longitudinale, semi-ovata in amendue le estremità, a margine rotondato ; atrio boccale romboideo, profondato nella sua spessezza, ed imbuto anale esagono al- la parte opposta. E comune nella nostra rada in primavera, ed a rado di està. Co- me una serpe con riflessi iridei tendenti al roseo nuota in posizione flessuoso-ver- ticale, avendo la bocca sempre su. Sembra incredibile l’ondolatorio e celerissi- mo suo moto : egli è falso, che i cirri vibratori l’effettuiscano, o vi cospirino. Non senza ragione Risso ne crede specie diversa l’altro piccolo cesto, qui anche fre- quente, opalino, ad estremità ricurve: parti che gli osservatori non hanno mai visto integre, siccome nel c. anfitritide di Mertens. La conoscenza del genere at- tuale risale al secolo passato, quando Cavolini fece incidere esatta figura di tale cesto. Essa dopo la di lui morte, ossia un triennio prima di Lesueur, fu da'nipo- ti data alla R. Accademia delle scienze, ed al presente trovasi in mano del se- niore Macrì, il quale inculca di aversi dovuto scrivere cesfus e non cestum. 112 Il. DESCRIZIONE NOTOMICA. 1) Apparato dermoideo, digestivo, sessuale. La sostanza gelatino-fibrosa del corpo del Seroe, che coll’alcole si sbiada e consolida, è spesso spesso provveduta di corpi litici rossi stelliformi, e di altri gra- nosi ; tenui acicolette epidermiche ho rinvenuto in quella del cesto. Dall’ apertura del beroe, quasichè munita fosse di sfintere, e nel labbro inferiore con angolo mediano, si penetra nella ellittica cavità addominale, dapprima alquanto ristret- ta, in seguito slargata, affin di terminare angusta nel polo opposto ; talchè la sua capacità è un terzo minore del corporeo perimetro del deroe. Presso il cen- tro marginaledel labbro superiore evvi l’orifizio della bocca, da cui incomincia il tubo gastro-enterico , rettilineo, a clava inversa, che io osservai rotto, riveduto poscia da Gaimard; ma da Edwards prima ammesso, poi (1) a torto negato, anzi confuso (2) con uno de’pri mari canali ciechi. Sono questi al numero di otto, ossia quattro superiori di altrettanti inferiori, longitudinali, equidistanti, tutti finiti nel canale circolare immerso nell’orlo dell'apertura addominale, ed anastomizzato col iubo esofago-enterico. Da ogni punto del medesimo e degl'’intestini ciechi primari ne sorgono i secondari lunghetti, ingrossati nell’apice semplice, bifido, o tripartito. Li descritti canali giacciono tra la spessezza delle pareti del corpo e, guardato un beroe entro l'acqua a luce riflessa, traspariscono sìdalla superficie dermica, che pel- l’addominale: l'iniezione ad aria poi ne fornisce convincente pruova. Forsile due aree sfrangiate e vibratili dell’estremità attenuata del Seroe hanno comunicazione colla cisterna del loro canale gastro-enterico, nel cui centro esiste l' ano ne’ piccoli in- dividui, problematico come nellemeduse secondo Ehrenberg, riconosciuto da Mer- iens nei deroz del nord, da Quoy in quedi America ; essendo appoggiato dalla analogia o meglio dalla unità di organica composizione nel cesto, nell’ a/cinoe, nelle calltanira e Lesueuria; mentre lo stesso Edwards (3) vi riconosce non una, anzi due aperture anali, che io non sono stato destro a vedere, e si protesta che ve ne dovrebbero essere quattro. Dal fondo dell’imbuto boccale dell’a/cinoe, dopo chè i contigui qualtro cirri (1) Za grande cavité du corps de notreberoè stante de ce tube alimentaire. Ann. des sc. nat. nem'a offert aucune trace de l'appareil intestinal 2. ser. XVI 2.11. que Delle Chiaie a vu y avoir trouvé ; j ai era- (2) Ann. vol. cit. 231, pl. V 6: 6, l'un des miné une vingiaine d'individus appartenant a. deux canaua profonds. ta méme espece que ceux observes par ce savant, (3) Ces pores communiquent avec la cavité et il m'a été facile de m'assurer del'absence cono. gastrigue. Ann. cit. 214, pl. VI 1 dd. 113 abbianvi diretti i cibi, incomincia il tubo enterico , che, allargato nel mezzo , va dritto ad aprirsi nell'atrio opposto. Poc'oltre il terzo anteriore del cesto venereo ap- patisce il romboideo atrio della bocca profondato nella sua crassezza. Ne princi- piano due canali degli alimenti congiunti da intermedio mesentero, ampliati e forniti di una coppia di laterali sacchetti ciechi, reputati ovari da Eschscholtz e biliari da Mertens; quali tubi, meritevoli di ulteriore esame, si restringono, onde terminare nel mediano tubolino aperto nell'imbuto anale. L’ovaia de’ deroetti comparisce nella cavità del corpo a guisa di media- no canale giallo flessuoso, pregno di sostanza granosa, da cui nell’antero-laterale regione escono i due cirri unipennati precedentemente descritti; attesochè gli ovari, da me traveduti presso i vasi branchiali de bero? adulti, sono da Edwards(1) in parte confermati. Non ho potuto rivederli nell’a/cinoe, essendo costituiti da quattro serie di tubercoletti conici, che percorrono la intera lunghezza intestinale, pieni di sostanza granosa bianchiccia, avendo cadauno terminale canaletto: il tubolino pendente sul dorso presso l’infondibolo ne sarà forsi l’ovidotto. i 2 ) Apparato branchio-vascolare, nerveo? Non mi appartengono muovi fatti intorno all’ irrigamento sanguigno, che eseguesi da otto sottocutanei vasi branchiali, sovrapposti agl’ intestini ciechi pri- marì, ed indicati dalle costole branchiche. Ognuno di essi ristretto in amendue i poli del deroe, sinuoso alquanto, nella faccia esterna presta attacco alla succes- siva serie pellinata di cirri vibratorì o branchie, che internamente sono percorse dal proprio canalino sboccante nel sottostante vaso branchiale. Gli spazi tra gli otto di questi sono ricamati da una rete vascolare (2), nota a Mertens, non avendo veruno commercio con gli intestini ciechi secondarì al riferire di Ed- wards; quantunque a me non fosse cognita in definitiva maniera la loro anasto- mosiì coll’apparato digestivo. Le esilissime pareti di questo e de’ suddetti canali sono incapaci di propria contrazione, ma prodotta dal corpo, che fanno muovere il siero e gli scarsi globetli cruorici contenutivi. Le unipennate branchie dell’ a/cinoe offrono un vase longitudinale , dante a destra e sinistra molliplici rami poco lunghi ed eguali, tranne quando cadauno di questi si raccorci da apparire quelli alternativamente disuguali. Su detti canali traversi esiste una filiera di cirri vibratili pettinati. Il vaso mediano delle due branchie minori, e quello delle maggiori posteriormente si curvano ed anasto- Coeeenoni (1) Tar vu quelgue chose de semblable. Ann. Delle Chiave leur distingue une circulation ex- cit. 215. tericure ou branchiale, et une intérieure abdomi- (2) Mem. cit. Nap. 1829, IV 12, tav. LI 4. = nale. Dugés Phys. comp. Paris 1838, Il 431. 4 t 114 mizzano col cerchio posto in fondo dell’imbuto anale. Avanti fanno lo stesso i soli canali branchici maggiori uniti al circolare dell'imbuto boccale, e pelati di questo continuasi una serie di branchie fino al suo fondo, dove anastomizzansi e l’unico canale percorre la mediana -linea enterica, raggiungendo l' apice dell’altro infondibolo. Il vaso branchico minore bifurcarsi fino alla estremità di ogni cirro, dando origine a’ canali pettinati derimanenti suoi angoli. Dall’anello boccale nasce il vase, che a dritta e sinistra internamente circonda cadauno no- tatoio. La esposta descrizione spetta alla sola faccia superiore, intendendosi altret- tanto pella inferiore. Il sangue conteneva minor copia di globetti, che di siero. Nelle pertinenze dell'imbuto anale del cesto Yenereo incomincia una linea rilevata alquanto curva, che per mezzo delle due sue faccie laterali ne percorre la totale lunghezza. I due lati del margine superiore ed inferiore sono corredati di canale, che caccia curvi vasucci pettinati. Ognuno osservato colla lente sembra assottigliato ed unico, e col vaso che lo genera diviene sfrangiato. Il microscopio dimostra, che cadauna branchia abbia un manubrio articolato col vaso longitudinale, ciecchè è confirmato dal celere loro moto quando sia anche distaccato dal corpo, indi sfioccasi in vascolari fascetti. I quadruplici vasi margi- nali, comunicando fra loro, cingono l'atrio boccale, dandone sei pei margini, anastomizzandosi con i mediani di amendue le sue facce. È da notarsi qualmente sottoposto al primario vaso branchico del deroe, dell'a/cinoe e del cesto stia un nastro muscoloso a fibre longitudinali. Grant ammise il sistema nervoso nel deroe pileo, ed io (1) scrissi esi- stere una filiera unilaterale di trigoni gangli giallastri per mezzo di ogni costola del 5. ovato. Ma in seguito mi sono accorto di essere illusione nel vederlo vivo entro un vaso di cristallo pieno di acqua marina: giacchè, esaminatone un pez- zetto con lente 0: col microscopio, niente ho trovato di simile natura; mentre Pat terson (2) neppure ha confermato le ricerche del di lui concittadino. Dall'organo oculiforme centrale alle due aie sfrangiate, ove ne’ piccoli deroz esiste l’ano, e da Edwards paragonato a quello delle sa/pe da Blainville saviamente ravvi- cinate a deroidi, simile al cerebrite o porite delle asterze e degli eckm:, par- tono quattro filamenti, ognuno tosto bipartito e diretto alle corrispondenti otto costole od ambulacri branchiali. Analogo ne reputo il romboideo corpicino bian- co, che ho ravvisato nel termine del budello retto del cesto Yenereo. TÀ (1) Netom. comp. Nap. 1829, Sup. I 2. (2) L’Instit., 9 gen. 1840. 115 ÎlI. DESCRIZIONE ICONICA. Tavola 66. Callianira bialata 15 di giusta grandezza, sua branchia ampliata 14. Tavola 148. Beroe ovato : 13 di ampiezza poco meno della naturale, essendone a l'a- perlura anteriore del corpo, e c il suo termine; 14 a la stessa con piccola parte del labbro inferiore, f costa branchiale, ser cavità interna , m faccia esterna del corpo, e spessezza delle sue pareti, #' ricettacolo de’ cibi co'vasi la- terali o forniti di sacchetti ciechi p e circolare n, vaso branchiale, nervei fili nella posteriore parte del corpo vAz ; 10 globetti esistenti nella spessezza del suo tessuto; 11 rete dc, e corpi litici stellati @; 12 globetti eruorici ; 15 a tubercolo collocato tra le due opposte areole ellittiche sfrangiate e. Tavola 150. Alcinoe papillosa1, essendone l'imbuto boccale «, il tubo degli alimenti col- l'ano 56, i notatoi superiori ce ed inferiori /7; le costole maggiori 9 e le minori 4, i cirri 27; 2 vaso branchico maggiore / e minore 2, un di cui pezzetto apparisce au- mentato di diametro 15 o veduto al microscopio in 12. Quest'ultimobifureasi pei due angoli di ogni cirro n, e con quello del lato opposto reciso, non chè con altrettanti vasi branchici della faccia inferiore si anastomizza al cerchio o dell’infondibolo ana- Je, ed anteriormente col canale notatorio p, terminando nell’infondibolo boccale, col quale comunica pure mercè ilvaso enterico r; ovaie //, ovidolto v. Tavola 151. Cesto Venereo 9, ossia @ principio e fine 4 coll'angolo mediano rileva- to c, coste branchiali laterali superiore 4 ed inferiore e, bocea f, infondibolo a nale 9; 2 ne dimostra un pezzo ingrandilo per la conoscenza dell'atrio orale 7 coi due orifizii dei tubi esofago-intestinali /j sostenuti dal mesenterio /, avendo a’lati esteriori ambedue le vesciche n.7, terminate nel budello retto comune o aperto nel- l'imbuto esagonale; arterie branchiali pp del margine superiore e gg dell'inferio- re, anello vascoloso della bocca r e dell'ano s co vasi del suddetto imbuto 4£ e colle arterie mediane x; 3 pezzo delia sua sostanza ; 6 i descritti vasi dell’imbuto anale per dimostrare il corpo a ed i canali c, che partono da’ marginali vicino la base delle branchie 11, delle quali una si è ingrandita 4. Pezzo di cute del deroe ovato 3, ed osservata al microscopio 1; 7 branchia; 8 globetti cruorici. Tavola:163. 21 deroe ovato piccino, essendone « l'ovaia posta nel centro del cavo addo- minale segnato da puntini, c un cirro laterale. 116 MIT TLI TURTTZZTAZITZIATZIZZIAAIZTAVULZIAZAZAAZZITULTITAZZAITUZAAZZTTZIAZAZIAZATITITIZIZEIZTITITZTAIZLIZITIZIZZIAZAZZIILIZLIIZMIAZI AZ I Ii za zazianr VII. ACALEFI FISALICI. Alle prime ricerche di Forskabl (1), Bosc (2), Tilesius (3) Péron (4), Ocken (5), Guvier (6) intorno alle fise/idi, seguirono poscia quelle di Eysenhardt (7), Fschscholtz (3), Olfers (9), che su gl’individui viventi ne rettificarono le gene- riche note; non essendosi ommesso da Blainville (10) di avvertire, dopo le osser- vazioni de’ suoi compatrioti Bory (11) e Lesson (12), come onninamente vi man- chi la forma raggiante. Purtuttavia, abbisognando esse di successive inchieste, non dico pei nervi ammessivi da Blume (13); ma circa la determinazione del- ie singole parti, che io (14) ne feci delineare, e annunziai poco tempo prima 0 contemporaneamenle a citati zoologisti prussiani. Quoy e Gaimard (15), Lesson (16)in seguito osservarono vive le fissofore, e le rizofise de mari australi. Però è grande la difficoltà di esaminarle, a causa della anomala loro struttura, de molti- plici organi, della somma fragilità, e del raro incontro delle medesime nel mediter- raneo. Quali ostacoli neppure sono stati superati da Edwards (17) nella disamina delle slefanomie, le cui indagini sono di perfetto accordo col!e mie(18). Meno esat- te trovansi le nozioni intorno all’ppopodio, che si è osservato vivo da Quoy(19)e da me, ed al doliolo di Olto (20) collocato fra’ deroi da Cuvier, reputato una salpa mulilata da Blainville, o sviscerata da Quoy. Necessaria riforma meritano ì generici caratteri dell’attuale gruppo di Aca- lefi, giacchè que’ assegnativi da Lamarck e da Eschscholtz, che non ebbero oc- casione di vederli viventi, sono poco o niente consentanei alla verità. La forma e disposizione delle vesciche aeree maggiori oppure ventose nella parte antero- superiore o cefalica, non chè quella delle minori frammiste a cadauna colonia di otrelli spettanti a'singoli articoli de’ gambi componenti la parte postero-inferio- (1) Fna. acqypt.-arab. Hafn. 1775. (11) Zoyage aux quatr. iles ee Paris 1804, (2) Mist. nat. des vers. Paris an. X, II. II 88, pl. 54. (3) Naturh. in Krusenstern. Petersb. 1813. (12) Zoy. de la Coquill. 40, pl. V3. (4) Voy. aux terr. Austr. , 2. edit. Paris (13) Ocken Zszs, an. 1819, p.184. 1824, Atl. (14) Mem. cit. Nap. 1830, tav. LXXVI 1-2. (5) Zoolog. ist. TA. (15) Zoy. de l'Uranie. Paris 1824 fig.; Ann. (6) Peg. amim. INI 285. des se. nat. X; Astrol., p. 53. (7) det. Acad. nat. cur. X 410 fig. (16) Zool. de la Coquil. Paris 1828-31 fig. (8) Syst. der Akaleph. Berl. 1829, p.151- (17) Ann. des sc. nat. Paris 1841, XVI217, 164 fig. pi. VII-X. (9) Mem. de l'Acad. des se. de Berlin 1832 (18) Mem. cit. Nap. 1829, IV 1-6. fig. col.; Carus Anat. comp. II 153. (19) Ann. des sc. nat. X, pl IVA. (10) Aczinol. Paris 1834. p.r14. (20) Nov. act. Acad. nat. cur. II, 117 re di questi mirabili esseri, al semplice sguardo ne costituisce dati nalurali e co- stanti. Di fatto una grande ventosa anteriore osservasi tanto appo le fisaZz, nelle quali è giù incavata ed inversamente navicolare, quanto nelle rizofise ; 0 pure le succennate ventose veggonsi più o meno embriciate a forma di amento nelle fisso- Sore,di strobilo nelle s/efanonne, o deficienti ne pezzi degl’ippopodi. Tutte poi ten- gono in giù uno o più gambi comuni emulanti una ghirlanda, già espressa colla voce stefanomia, spesso internamente voti : a cadauna delle loro articolazioni spetta la ventosetta, l'otrello con lunga proboscide terminata in sacco rugoso spesso con gra- ni oviferi, e gli ovari sfrangiati, continuandosene un tubo intestiniforme. Resta al- certo sorpreso l’ occhio dell'osservatore nel contemplare a fiore di acqua questi gi- rovaghi, ed ammirevoli festoni animali. Essi tengono la parte cefalica inclinata ed esposta all'aria, di cui continuamente si empiono e vòtano le grandi e piccole ventose; gli animaletti, che allungano e raccorciano il principio e termine del tubo gastro-enterico, che slargano e chiudono, disimpegnando ognuno particolare dige- stione cospirante al sostegno della vita propria e comune, i quali sono in com- mercio mediante i rami secondari di detto asse (1); gli ovari rilasciati, o ravvolti a spira; e di questa mia idea non dissente Edwards (2). I. DESCRIZIONE 200LOGICO- NOTOMICA: GI. Zzsare ( Puvsaia Lam. ). Corpo libero, gelatinoso, ovale, depresso nelali, con una o più filze di ascidi. PF. navicella (ph. cymbiformis DeLLe Corr). Corpo cerulescente, solido, bislungo, quasi trigono, più altenuato dietro che avanti con ventosa scolpita nella sua sostanza ad ellittica apertura , provve- duto di profondo canale inferiore esteso da uno all’altro suo estremo; tre rialti lon- gitudinali, cioè il medio dorsale, li due laterali intermedi tra quello, el terzo margi- nale; lungo gambo composto di brevi articoli, ognuno corredato di reniforme ve- scichetta idrostatica fornita di ellittico forame e attaccata presso la base all’ ar- ticolazione del gambo comune insieme al rispettivo otre ed al grappolo ovifero. (1) L’accennata descrizione da me divolgata sin dal 1829, e ricapitolata da Blainville ha rice- wuto piena conferma dalle recenti osservazioni di Ed- wards, che scrive di essere state imperfeltissime le nozioni avute dagli zoologisti intorno a’singoli or- gani componenti la sua slef@nomia contorta. La quale sembrami piuttosto una fissofora, e forsi l’at- tuale mutilata in cima; quantunque tra le specie di amendue questi generi, facili a torcere in mille gui- se i gambi comuni, non esistesse grande diversità or- ganica, siccome lo contestano anche le rispettive fi- gure. Di fatto egli ne chiama il gambo (#9e), gli or- gani idrostatici (organes natateurs), le loro vento- se(veszeules), gli ascidi (organes proboscidiferes), le branchie (prolongmens flabellaires) spesso in gruppi alla base della f. #4rostatica, le ventose aci- naciformi della stefanomia ofiura (foliole) ecc. Ul- teriori confronti possonsi rilevare dalle mie Memzorze e dall’Arat. comp. Nap. 1836. (2) Ces corps résultent dePassemblage d'un grand nombre d' individus, reuniîs a la maniere des Polypes. Ann. cit. XV 229. 4 u 118 Essa, dopo impetuosa burrasca marina avvenuta nella metà di marzo 1829, qui apparve insieme alle fissofore senza esservi più comparsa. La sua specifica de- nominazione è destinata solo ad indicarne la primitiva apparizione al lido parte- nopeo. Obliquamente galleggiava col pezzo navicolare, che slargava e stringeva contemporaneamente alla diastole e sistole delle sua ventosa. Analogo e sinero- no erane il movimento delle ventoselte de' rispettivi animalucci. Il comune loro gambo anche si allungava e raccorciava : si aprivano e chiudevano pure le aper- ture rispettive. Progrediva come una navicella rovesciata, avvicinandone e slar- gando i margini, urtata dal vento sulla superficie del mare, o secondata dalla pendola filza de rispettivi animaletti. È quindi erronea la credenza, che le fisali portino la barchetta colla carena giù; epperciò la f. pelagica delineata da Blain- ville è secondo il naturale suo portamento. Nel metterla entro un bacino pieno di acqua se ne franse in più pezzi il gambo comune, e tosto distaccaronsi gli ascidi viventi, inferiormente collocativi. È incontrastabile l'ingresso dell’aria tanto nella vescica maggiore, quanto in cadauna della lunga corona delle minori. La fisalide manca affatto di bocca centrale ammessavi da Lamarck. Degna di considerazione trovo la somma previ- denza della natura di aver collocato nell'interno della doccia cimbiforme un grup- po di otrelli e di vescichette aerifere quasichè per embrioni, che restanvi pro- teiti nel chiudersene i margini. Negli articoli del citato gambo esistono l ascidio con tubo proboscideo ed anale , la vescichetta aerea, ed il grappolo ovifero : la- onde ciascuna articolazione del pedicello, di cui ignoro la cavità centrale e il rap- porto con gli ascidi, somiglia ad una gemma prolifera. Le mie ricerche istituite all’uopo non sono troppo discrepanti da quelle, che in seguito vi fece Olfers (1). SII. Z7ssorora ( Fissoprnora Ln.). Corpo libero, composto da un asse centrale nella parte anteriore intorniato da vesciche aeree aggruppate, essendo munito nella posteriore di lunghi gambi carichi di ascidi. F. idrostatica (f{. hydrostatica Ln. ). Corpo ovale con infinito numero di ventose semilunari, nelle due faccie for- nite di angolo mediano, avendo su orbicolare apertura, e giù un pedicello attac- cato all'asse centrale. Cadauna di esse empiuta di aria ha le pareti trasparenti gelatinoso-fibrose talmente contrattili, che riesce difficile di vederne a prima giunta l’orifizio, che si chiude ed amplia, introducendovi aria per galleggiare sull'acqua, oppure questa onde precipitare al fondo del mare, variandone la forma tubolosa od ovale. Il loro gambo comune si distende, e raccorcia pel can- (1) Duvernoy Arat. comp. de Cuvier. Paris 1837, V 392, 439. 119 giamento di figura e sito di delta fissofora, risultando da fibre longitudinali e spi- rali (1), elevandosene un canaletto, che ne percorre la intera direzione descritta. Alla base di questo attaccansi gli animaletti muniti di proboscide, capaci di mille movimenti, affettando la forma tubolosa, conica, imbutiforme coll orificio incre- spato, e glanduloso rosso-rancio. Dallo stomaco con rughe longitudinali si prolun- ga l'intestino. Nelle pertinenze di quello, ove aderisce all'asse centrale, partono i grappoli ovarî, le cui pareti al microscopio appariscono contrattili abbastanza e pieni di umore, in cui nuotano vari globettini. Spesso ho ravvisato, che nel fondo di qualche ventosa maggiore erasene sviluppata altra pulsante. Quindi essa obliquamente nuota alla superficie del mare in perfetta calma. 2) FP. rosacea ( ph. rosacea? Forsx. ). Ventose cerulee trilobate, ognuna coll’apertura nel rispettivo lobo mediano, tutte in forma di cono intornianti a più serie il canale centrale fornito di orlo argenteo, poi ingrossato, indi finito ristretto nel sacco ovale rugoso. Al di cui perimetro osservansi come se fossero innestati parecchi tubi proboscidei capaci di allungarsi e raccorciarsi in milie modi, disposti in duplice filiera egualmente che i lunghi grappoli oviferi gialli, mobilissimi, partendone uno o più gambi comu- ni internamente voti. Esiste in cadauna delle sue infinite articolazioni la partico- lare ventosetta ellittica, l’otre proboscideo e vari racimoli oviferi. Essa è stata registrata tra le rizofise da Lamarck , le rodofise da Blainville, le a/orzbie da Eschscholtz: ma la conoscenza della sua fabbrica parmi tuttavia incompleta. N’ ebbi un solo individuo in aprile 1829, e nuotava inclinato a fiore di acqua, oppure in direzione verticale precipitavasi al suo fondo. G HI. Srer4wounra (Srepnanoma Per.). Corpo allungato, cilindraceo, vermiforme, avanti con pezzi o ventose carti- lagince, gambo comune circondato da otrelli e da grappoli ovari. 1) S. ofiura (s. ophiura DeLce Cuma). Corpo ovale, composto di ventose similunari embriciate, ognuna con aper- tura circolare, avendo nell'estremo opposto il gambo attaccato intorno l’asse centrale, da cui partono i pedicelli maggiori arcuati, cacciando dalla convessi- tà altri gambetti con ventosa acinaciforme , ed un otre fornito di bocca nell’a- pice del canale degli alimenti, che sino alla parte aderente al gambo si amplia, ove mostra violaceo globetto, e continuasene l'intestino terminato nell’ano olive- forme con sostanza granosa arancio, che tinge la carta. Da un solo lato pende il (1) Delle Chiaie nous a donné quelques de- latéraua proboscidiformes sont des animaua di- sona nouveaux et interessans sur la ph. hydrosta- stnets et vivans sur une partie commune, ce qui lica. Ainsi que nous, 1 considére la portion ren- ferait des physsophores un genre voisin des ani: Flcecommel'estomac, lecorp comme unintestin tu maux composes. Aetin. 636. buleuax; mais, de plus il pense que les organes 120 grappolo di uova ovali giallastre, e dall'altro allungasi a spira. Le parti descrii- te invisibili ad occhio nudo costituiscono l'insieme ossia il nocciuolo di ognuno degli innumerevoli otri zoici, e con simmetria indicibile dispostivi. Blainville (1) la colloca fra le muove specie di fissofore, e ne raccapitola la mia descrizione. Nelle serene mattine di primavera comparisce alla riviera di Chiaja, e nuota a fior di acqua con movimento ondoso o serpeggiante. Presa in mano subito si spappo- la e riduce in moccicaia. 2) S. uva (s. uvaria LesuEUR). Ne ho visto un frammento del gambo, internamente voto, nella parte po- steriore ingrossato e con apertura lobata. In ogni sua articolazione attaccansi gli a- scidi capaci di allargarsi moltissimo, gli ovarî orbicolari granosi, isoliti filamenti. GIV. Azzorisa (Rizoparsa Law.). Corpo libero, allungato con grande vescica aerea antero-superiore, ed al- tre piccole intornianti il gambo, che presta attacco agli asci4zed a’ grappoli ovari. ft. filrforme (r. filiformis PeR.). Dal comune asse orizzontale e contrattile principia una ventosa ovale con apertura bilabbrata, emulante un deroe, avendo nel suo interno un gruppo dialtre piccole d'identica forma, e le successive minori attaccansi al prefato asse, in op- posizione alle rispettive ascidiette collo stomaco internamente seminato di corpi giallicci. Dalla sua base allungasi un pedicello avente unilaterali tubolini com- pressi, spirali, pieni di granelli. È appena visibile alla superficie delle acque chiare. Le ventose per la sistole e diastole istantanea divengono rotonde, essendo attaccate all'asse giallo-fosco (2). ( V. Zrroropo ( Hrpropoprus Quor Gam.). Pezzi cartilaginosi senza cavità notatoria, tentacoli ramei co'serbatoi del liquido alla base de’ rami filiformi e spirali. I. giallo (h. luteus Quoy Gam.). Corpo ovato, cilindraceo giù, trasparente ; appendici come ferro di cavallo, embriciate, concave sotto ; tentacoli lunghi, gialli, ovali. A’principì di maggio di qualche anno appare in greggia. È la 9/eda di Forskahl, delineata da Bruguiere, veduta quì da Otto, da me, e ridotta alla sua verace natura da Quoy e Gaimard. Dapprima ne osservai i pezzi separati, poi uniti ai compagni come le valve di Pre cdl (1) Nous troucons dans les Mem. de Delle émîs par Quoy, que les rizophyses ne sont que des Chiaie la description d'un animal de cette fumil. axes de stephanomies depourvus d'une partie de le, dont l' observateur napolitain fuit une espece leurs appendices. Il nous apprend que ces ant- de siephanomie. Actin. 637. maux se meuvent par la systole et la diastole è. (2) Delle Chiare a donné sur l’organisation stantanées des corps natateurs, qui deviennent de cet animal des details, qui confirment le doute ronds. Actin, 636. 121 una borsa, essendo convessi sopra, più crassi nell'arco maggiore, nei due lati inca- vati, e con pedicello centrale allungato, internamente voto, dove alberga giallastro grappolo ovifero. Il pezzo primordiale è coneiforme, convesso su, corrispondente al vertice di detta produzione, tagliato a sbieco, ed appena curvato alati, ove in- castrasi la convessità delle due unghie, ed alla loro concavità adattansene altre due. Cadauno dei nove suoi pezzi è privo di ventosa, avendo l’intero animale un rapido moto. Nel centro tiene il fascetto fibroso, che vi si congiunge a spira, e sembra articolato per lo scroscio che fa nel frangersi. Nella media parte del suo circolare peri metro offre un tubo intestinale mercè amendue l’estremità aperte, comunicando col vaso centrale, dove sviluppansi i grappoli di uova provegnenti dall’ovario, esteso dal centro dell’arco enterico sino al mezzo di ogni pezzo, incominciando tuboloso, . indi quadrilatero, infine con ovidotto ristretto (1). G IV. Borricerra ( DoLioLum Otto ). Corpo gelatinoso, ialino, cilindraceo, troncato ed aperto nelle due estremità. 1) B. mediterranea ( d. mediterraneum Orro). Corpo levigato, cristallino, quasi conico, più attenuato in una delle estremità. 2) B. papillare ( d. papillosum Derre Curare). Corpo cilindraceo, cosperso di papille coniche, distinte. 3) B. solcosa ( d. sulcatum Derze Curare ). Corpo fornito di curve doccie longitudinali e parallele. Tutte e tre queste spe- cie appaiono su le acque e rigettate al lido trovansi sempre abitate dalla fronima, le cui uova sono disposte in gruppi nelle interne loro pareti. III. DESCRIZIONE IGONICA. Tavola 33. Fisalia navicella 1 di naturale grandezza come vedesi in mare, ma prossima a staccarsene il resto degli otri e delle ventose co’ grappoli oviferi; 2 fissofora ro- sacea vivente, trasparendone il tubo terminale, che guida nel sacco gastrico comune cinto dalle ventose nel tragitto e col gambo inferiore fornito di esse otrelli ed ovari. Botticelle mediterranea 5 col crostaceo d e sue uova, papillosa 6, solcata 7. Tavola 69. Apertura 1 a del tubo, che conduce nel sacco gastrico 5 della fissofora rosa- cea circondata da’'tubetti d aderenti alle proboscidi c in sito, ed una staccata e. (1) Nous devons des observations fort intéres= santes è Delle Chiaie sur cet animal. Actin. 638. 4 v 122 Tavola 143. Abila trigona 4 col vòto mediano o p, e calpa pentagona 5, amendue staccate delle compagne, epperciò nulla ne ho scritto. Tavola 148. Stefanomia uvaria 1 moribonda e priva della parte anteriore col gruppo di ven- tose, suo gambo tuboloso a e fine ingrandito 2, cui si attaccano gli otrelli forniti di corpi granosi c, o ampliato 4, e di tubo d accresciuto di perimetro 3. Tavola 149. Ippopodio giallo 1 con incastro di vari suoi pezzi, ove apparisce il grappolo delle uova a inferiormente mutilato, che escono pel mediano canaletto è, uno de’ quali è stato ingradito 2. Silfatti pezzi sono articolati fra loro mercè il ligamento c spettante ad ognuno di essi fornito del tubo enterico d, e dell’ovaia e. 3 f ven- tosa maggiore della rizofisa filiforme con gruppo di altre piccole interiori, donde in- comincia il gambo g, che sostiene le minori y, e il nocciuolo degli animalctti ©, avendo cadauno degli stessi 5 il canale enterico colle uova dentro lo stomaco %, che si attacca al gambo comune j, e da cui pende l’ovario /. 4 fissofora idrostatica viva, ma priva del sottoposto gambo comune, la quale ha nella base un gruppo di otri 2, l’asse centrale n, e il canaletto o del sacco gastrico circondato da ventose g. Le descritte parti di accresciuto diametro appariscono in 6 sotto le stesse lettere, tranne le rughe dello stomaco r, il resto del tubo degli alimenti s di un suo ani- maletto, e l’ovaia £. 7 stefanomia ofiura metà della grandezza naturale, la cui ven- tosa ampliata appartenente alla testa vedesi in 10, l’asse centrale 8, @ un rami- cello del gambo secondario colla ventosa bd, il tubo alimentare c dell’ascidio col corpo olivare d, le uova e, l'ovario f. VIII. POLIPI ATTINICI. DAMITZILITRIZZIZTIAIBITLITAIZTIIZIBILABITTITBIBD LTL IT E LIID LI TITLILTE ITAL LI LITIL LTL LI BILI LL DL IGLLL LL LLLutioty Le attinie sono state obbietto di contemplazione per gli antichi naturalisti, ed hanno pure seriamente richiamato l’attenzione degli odierni, senza che ne fosse stata esaurita la indagine. Nè perentorî rischiarimenti vi hanno finora arrecato, non dico Quoy e Gaymard (1), Lesueur, Lesson, che videro quelle di America; ma Leuckart (2), Rapp (3), Blainville (4), Gravenhorst (5), Ehrenberg (6), Johnston (7), che (1) Voy. de l'Atrol. Paris 1834, IV 39. (5) Tergest. oder Beobacht. Bresl. 1831. p.109. {2) Ruppel At. d. Reis.in Afr. Francf.1826-31. (6) Abhandl. der Acad. zu Berl. 1834. (3) Ueber die Polyp. Veim. 1829 fig. (7) A hystory of the british zooph. Lond.1838,p. ) (4) Actinol. 322, 327; Suppl. 664, 659. 46, 196, 198, 201, 22%. 123 cita il lavoro mio (1) e di Taele, Brandt (2), Grube (3), che, come i primi, osser- vò le attinie del mare adriatico e tirreno, ove Macrì (4) ne aveva riconosciuto qual- che specie Linneana. To, trascurando le riforme da costoro apportate agli altri ge- - neri di attinie, credo che le entacmee e le cribrine sieno stabilite su dubbi, ed incerti caratteri. Tantoppiù, che i pertugî nella superficie del corpo di certe atlnie eranmi noti prima dell’Ehrenberg, e sono di parere, che essi non sieno di costante esisten- za nel medesimo individuo. Spix (5), Cuvier (6) Wagner, Grant si occuparono con qualche successo della struttura di questi Zoofiti, ma molte cose rimanevano a do- versi meglio determinare, onde completarne l'anatomia. Ecco lo scopo del mio arti- colo, del quale però non sono pienamente contento; attesochè la indagine notomica di siffatti esseri mi è riuscita sempre difficoltosa. Ciò non ostante il poco, che ne espongo, è bastevole a farne conoscere la fabbrica, che non si è ancora esaminata negli zoanti e ne cerianti. I. DESCRIZIONE ZOOLOGICA.- GI. Zoanro ( Zoantnus Cuv. ). Corpo allungato, conico, radicato, su slargato con bocca centrale, e nel disco cinto da semplice corona di tentacoli. 1) Z. lobato (2. lobatus Derre CHIAIE). Stipite serpeggiante sopra gli scogli o la zostera, cui tenacemente aderisce a determinate distanze; corpi attinieformi, cilindrici, divisi in dodici solchi, nell’apice bilobati, apertura centrale. Quali polipi, secondo lo stato di espansione o di corruga- mento, talora diventano cilindrici, a clava, globosi. Non vi è dubbio, che ognuno ab- bia una vita propria, e l’altra generale nel comune sostegno. Per la bocca introduco- no l’acqua, che li gonfia, e forse diffondesi anche negli stipiti.Io lo riportai allo z. Ellisiano, ma ora mi sono accertato di esserne essenzialmente diverso. Niuna specie se ne è finora rinvenuta nel mare Mediterraneo (7). 2) Z. arenaceo (z. arenaceus Derre CHIAIE ). Corpo a cono inverso, coriaceo, cosperso di arena, con filiera di tentacoli, sur- (1) Mem. su glianim.s. vert.Nap.1825, II 228- (5) Ann. du Mus. d'hist.nat.de Paris XII 33. 244, III 71 e per estratto in Ferussac Bull. des (6) Anat. comp. V 442, VII 542. sc. nat. XVII 470. (7) Parmi les quatre ou cinque espèces nouvelles (2) Ann. des sc. nat., 2. ser. V 180. ‘ de zoanthus, nous bornerons à citer celle que (3) Die Actinien. Koenigsb. 1840, p.3-13 fig. Delle Chiaie a observée è Naples. Blainville Ac- (4) Atti dellaR. Acc. delle sc.Nap. 1828, Il fig. tinol. 668. 124 to da strato comune. Si approssima molto alle corticifere. Incrosta i corpi marini o gli aculei del cidarete. II. Cerrano ( CerrantHus DerLe CHIAE ). Corpo cilindraceo con apertura conica anteriore, cinta da duplice serie di ten- tacoli lunghi gli esterni o marginali, corti gl’interni o boccali, dietro attenuato e fornito di terminale foro circolare. 1) C. cornocopia ( c. cornucopiae Derre CHIAIE). Corpo levigato color melongena o rosso-fosco, avanti imbutiforme ; tentacoli corti bleu o verdastri, i lunghi nella origine ampliati e disposti in triplice coro- na, foschi con interrotta filiera di macchie verdastre spesso deficienti, assottigliato in dietro, ove apparisce ampla apertura. Toccato, immantinenti raccorciasi, e geme dal derme grande copia di moccio filamentoso. Abita nel lido di Miseno entro parti- colare tubo coriaceo crasso-arenoso, internamente levigato come quello della sabella ventaglio, emulando una oloturia qualora ne sia cavato, e tenga i tentacoli contratti. 2) C. Brerano ( c. Brerae Derre CuIaIE ). Corpo cilindrico, alquanto ampliato nel mezzo, gialliccio, con fosche fascette Jongitudinali;varie serie di tentacoli lunghi, gialli con zone bianche traversali; picco- la apertura codale. Trovasi nelle crepaccie de’nostri scogli, e fra le spugne. È cover- to da moccicaia, che gli forma la veste opportuna, essendo più comune della specie antecedente. Ad esso parmi riferirsi la tubolaria lunga tre pollici, larga uno, osser- vata da Spallanzani (1) con dugento ineguali tentacoli bucati nell’apice, protetta da particolare astuccio membranoso. Gmelin (2) ne ha formato la sua f. membra- nacea; ma costui promuove dubbio, se appartenga a questo, o ad altro genere. Rapp(3) ne pubblica accurata figura col nome di {. solztaria, e protesta di non es- serne indagata la fabbrica, che come quella della specie precedente era stata da me esaminata fin dal 1827, avendone poi divolgato apposita figura (4) senza la descri- zione relativa. Io lo consacro alla memoria, per me cara, di Brera. 3) C. attinioideo ( c. actinivcides Derre CHIAIE ). Corpo giallo-fosco con imbutiforme apertura anteriore, cinta da varie filiere di corti tentacoli trasparenti, assai più larga della posteriore infossata e poco visi- bile. Ne ho visto in gennaio 1840 molti individui, che a prima giunta credei atinie mutilate. Rassomiglia all'attnietta di Blainville, o minia di Cuvier. (1) Mem. della Soc. italiana Verona 1784 , (3) Nov. act. Academ. nat. curiosorum Bon. MH 627. 1836. (2) Linn. Syst. nat. VI 3836, n. 24. (4) Mem. cit. Nap. 1829. tav. CHI 2-4, 8. 125 ( III. ArriniA ( Acrinza Lin. ). Corpo cilindraceo, allungato, e talfiata pedicellato, a base larga, libera; pe- rimetro boccale con varie filiere di tentacoli semplici, assottigliati. 1) A. crassicorno (a. crassicornis Lin. ). Corpo a base levigata larga con parecchie fasce longitudinali, trasversalmente rugose, nel dintorno superiore terminato da regolare serie di tubercoli; due semi-ca- nali a’margini, e dal centro irraggiansi varie lineette giallo-fosche verso la periferia, ove esistono i tubercoli; filiera circolare di tentacoli aventi nell’apice rosso il rispet- tivo forame, essendovene altri di minore numero, e più corti de’ precedenti. La ne- rastra boccuccia di questi e quelli fu presa per occhi da taluni naturalisti, avendo Dicquemare osservato, che la luce troppo viva incomodi a simile razza di viventi. Ne ho veduto parecchie varietà cineree e violette, di cui non ho stimato tener conto. 2) A. pedicellata (a. pedunculata GarrT.). Corpo verde, cosperso di papille rosse ombellicate nel centro, disposte in li- nea retta, alternanti con triplice serie di altre rosine; base a concentriche rughe circolari; tentacoli rossi, mischiati a’foschi. Credo, che sia questa l'a. glandulosa di Otto, l’a. rossopuntata di Grube, gli atliniocereo sessile e pedicellato di Blainville. 3) A. effeta (a. efloeta Linw.). Corpo castagno, corredato di fasce bianche longitudinali, quasi parallele, privo di tubercoli; tentacoli assottigliati, corti, giallicci con macchie circolari più fosche; spazio tra questi, e la bocca risultante da fessure longitudinali ad increspature tra- versali con linee curve e raggianti. L’a. trasparente ne è giovane individuo, siccome rimarcasi in luglio, avendo unica filiera di screziati tentacoli attornianti la bocca, il corpo privo di rughe, traslucido in modo da vedersene gli organi interni. Ben in- teso, che le atlinie da un momento all’altro cangino figura, ed i coloriti tosto svanisco- no. Ecco perchè non sonosi trovate esatte le descrizioni fattene dagli autori, e le specie ammessene sulla diversa loro forma per lo più vacillano. 4) A. Rondeletiana (a. Rondeleti Derze CHIAIE). Corpo lungo, ed assai largo, bianco con fascie longitudinali rosso-fosche , 0 giallastre; molte serie di tentacoli giallo-rosei; bocca ovale ; bilobata ; piede con duplice filiera circolare, e parallela di tubercoli violetti, corredati di boccuccia bian- ca centrale. Pescasi a bastante profondità nel nostro littorale, essendo sempre te- nacemente attaccata al mur:ce brandaro, come la figurò e descrisse Rondelet, ma da niuno zoologista citata, e confusa colla. effeta. Blainville 1 ha riconosciuta quale specie distinta da questa ultima (1). (1) Delle Chiaie a observè à Naples trois especes deja decrite par Rondelet. Dujardin in Lamarck d'actinies, a. Cari, aurantiaca, el une troisieme Anim. s. vert. II 418. 126 5) A. carciniopado (a. carciniopados Orro). Corpo bianco-roseo con macchie porporine quadrate, inferiormente espaso so- pra i trochi e le nerite, su finito a denticelli; tentacoli a molte serie, rosei. 6) A. ranciata (a. aurantiaca Derre CHuIAIE). Corpo a forma di botte con fascie longitudinali ranciate, alternanti con altre bianche, rugoso a traverso; parecchie serie di tentacoli, affollati, verdi con estremi- tà rosee pertugiate; bocca gialla, rugosa, orlata di rosso; piede poco slargato. Grube l’ha pure osservata vivente, e ne dà ampla descrizione; la figura però la rappresen- ta moribonda. Quando l’acqua ne empia il corpo rilevasi più grande di tutte le specie nostrali, tinta scarlatto fiammeggiata di bianco. È riportata per novella inLamarck. 7) A. Caro (a. Cari Derte CHIAE). Corpo giallo-fosco cinto da orbicolare e successiva serie di zone bianche, pa- rallele; triplice corona di tentacoli, ed unica filiera di pedicellati tubercoli bianchi, globosi. Io la descrissi nel 1825, e Risso nel 1826 col nome di a. concentrica, che n’ esprime la indicata fascia, essendosi in seguito osservata da Gravenhorst, da Grube, e riportata da Blainville e Dujardin tra le nuove specie. 8) A. rossa (a. rubra Bavc.). Corpo traversalmente rugoso, rosso-scarlatto, tranne l’orlo sinuoso della base bleu; bocca circondata da triplice filiera di tentacoli assottigliati, gli esterni intor- niati da tubercoli glandulosi, pedicellati, biancastri, conosciuti da Forskahl. Le sa- rebbe stato da Risso bene appropriato l'epiteto di a.corallina, ove tale specie non si fosse precedentemente vista da quello zoologista, da Bruguière e da me. Blain- ville ne riconosce la mia frase specifica, ed anche quella per le a. crassicorno e ped- cellata. Meckel afferma di averla pure osservata qui. 9) A. allungata (a. elongata GruBE ). Corpo rosso-fosco lungo, cilindrico con serie di puntini, che diventano papille circolari nel corrugamento; orlo zonato a tre corone di tentacoli; base alquanto più ampla con tenace attacco. Essa talora esternamente rovescia il sacco gastrico. 10) A. dellide (a. bellis Sor. e Ezr.). Corpo giallastro con sei esterni ordini di tentacoli rossi e macchiette bian- castre, due zone fosche; gli esterni al numero di ventiquattro e maggiori, da'quali partono rialti raggianti verso la bocca traversale; principio del corpo con sei filiere di papille bucate, alle quali per lo più attaccansi pietruzze, frammenti di conchiglie ecc., indi si continuano sino alla base ristretta varie fasce longitudinali , ossia fra due maggiori tre più strette, tutte rugose per traverso. Sono stato il primo a ri- suscitare la esistenza di questa specie. Rapp l’ha qui osservata: forse la moscata rododatti!a di Blainville esclusivamente vi appartiene. 127 11) A. traslucida (a. diaphana RapP). Corpo roseo , trasparente con larghe fasce longitudinali, e brevi strisce tra- versali; tre aperture per le quali esce l’acqua; piede ristretto a zone concentriche, ed in simil guisa è capace di conformarsi l’intero corpo col rovesciamento della in- teriore faccia dello stomaco; unica corona di tentacoli, spesso mutilati. Le succennate specie di at&nie, talune in più ed altre in minore abbondanza, trovansi nel cratere di Napoli: vagano nel mare, aiutandosi co’tentacoli, essendo in loro balìa di rimanere fisse ai corpi adiacenti. I. DESCRIZIONE NOTOMICA. 1) Comuni inviluppi e muscoli. Il corpo delle attnie è coperto da sottilissima tunica spalmata da moccio, che vi forma una sorte di patina o astuccio ne cerzanti. Da essa deve ripetersi il colorito delle varie loro specie; giacchè, quando quella sia tolta,i colori benanche svanisco- no. Siffatta membrana è levigata in tutte le specie da me esaminate, tranne l’a. cras- sicorno, i di cui scabrosi tentacoli attaccaronsi fortemente alle mie dita, potendosi appena separare, oppure è cospersa di arena nello zoanto arenaceo. A tale fenomeno gli antichi attribuirono i pretesi danni delle ortiche di mare. Col microscopio non vi ho scorto alcuna ventosa od altro, la cui mercè fissansi a’ corpi adiacenti; facendo an- che sperimentare non già prurito, come anticamente credevasi, eccetto l’a. Rondele- tiana, ma molesta sensazione, quasichè fosse prodotta da infinite eminenze scabre. Il secondo integumento delle a/tinze osservasi meno crasso , e come pergamena nel c. attinzordeo, il quale anche risulta da lacerti fibrosi con longitudinale direzione, intersecati da altri traversali. A questi fissansi le lamine muscolari emulanti le pie- ghe di un ventaglio, fatte da valide fibrelline, avendo un estremo inserito nel cen- tro interno del piede con mediana prominenza, ma nel c. attinioideo aderiscono intor- no alla piccola apertura, indi alle interiori pareti del corpo, e coll’altra estremità fi- niscono ne tentacoli. Questi risultano da due strati analoghi, necessarî pella contra- zione, ed estensione de’ medesimi.L’a. pedicellata ha le fibre traversali del corpo, che sembrano circondate dalle longitudinali. Sono esse disposte a maglie lacertose ne’ nastri muscolari e ne’ tentacoli. La contrattilità dura per più giorni anche quando detti esseri sieno tagliati a pezzi. 2) Apparecchio digestivo. L'apertura della bocca dell'a. crassicorno è fornita di due opposti canali quasi cartilaginosi; talchè gli animali ingoiati dalle aftinie per nutrirsi, come piccoli testacer, ascidie, seppiette, restano in parte uccisi, e compressi dalle succennate doc» 128 cie continuate nello stomaco; che maggiormente ne favorisce la digestione, ren- dendo gli alimenti pastosi. Granoso, e bianco è l'orlo gastrico della. aranciata. Detta cavità vedesi meno ampla nello stato di contrazione, attesochè è dessa fatta dalle tuniche mocciosa, e fibrosa. Laonde chiaro emerge , che lo stomaco sia ca- pace di somma ampliazione, e di massimo restringimento a piacere dell’animale. Io lo credeva chiuso e spesso lacerato nel fondo sì in esse, come ne’cerianti. Ciò è un inganno, per la ragione che nella. Rondeletiana mi sono assicurato, che detto cavo non completi il suo ufficio, essendo nel fondo naturalmente aperto; nell’a.crassicorno spesso rimarcasi rovesciato fuori, e nell’a. aranciata i lati sono corredati di denti re- ciprocamente incastrati. Lo stomaco delle a. Rondelettana ed effeta è tuboloso, esteso sino alla metà del corpo, e sostenuto da dodici lamine muscolari, che dall’esterna sua faccia dirigonsi alle interne pareti del corpo, disposte in sei simmetriche ed equi- distanti separazioni. Non vi ho visto le glandulette gastriche, ed i cirrì vibratili in- dicati da Johnston. Il corpo delle attirze, quando trovisi entro l’acqua marina, vedesi turgido; la quale vi circola penetrando dalla estremità dei tentacoli lunghi e corti, indi da’canali in essi esistenti fassi strada tra gli spazì delle laminette muscolose. È curioso osser- vare la corrente di acqua, che, qualora l’attnza si rilasci, entra per alcuni tenta- coli, e contratta esce da altri a’ primi perfettamente opposti. Essa zampillava pel margine dentato dell'a. aranciata, e mista all’aria dalla punta de’tentacoli, o pei pertugi del corpo dell’a. bellide. Quale acquosa introduzione succede mercè idrosta- tico effetto secondo Duvernoy. Questo artificio da me divolgato sin dal 1825, e di che Rapp ha creduto ingiustamente farsi autore nel 1829, eseguesi in tutte le spe- cie di atimie, essendo richiesto dal voto conservatore della natura. Appo i cerianti entra per la bocca ed esce da larga apertura posteriore, 0 dall’apice de'tentacoli. 3) Apparecchio sessuale. In cadauna delle succennate lamine muscolose, qualche volta mediante esile membrana, aderisce la matrice più o meno traversalmente rugosa, compressa, piena di moccio. Essa è rosso-fosca nella. aranciata, gialliccia nell’a. effeta contenente immensa quantità di uova scarlatto nell’a. rossa, violacee nell’a. Caro, o come cavo- le-fiore nel cerianto corrocopia durante la primavera. Emula l’intestino colon uma- no, ed incomincia assottigliata dal centro del piede. Nel suo margine libero ha il canaletto spermatico giallo nell’a. crassicorno, granoso in aprile, nell’a. effeta facile ad essere separato , rosso nell’a. rossa, scarlatto nella carciniopado, bianco nella. Caro, bianco-macchiato nell’a. pedicellata, giallo-fosco nell’a. aranciata e granoso ne cerianti attinicideo, cornocopia e Brerano, nel di cui cavo addominale ho rimar- cato un gruppo di vasellini al di là dello stomaco. 129 I canali spermatici e la matrice finiscono pendenti nella cavità di ciascheduno tentacolo. Nè riesce difficile di vedere quelli allungati, ed uscire per la terminale lo- ro apertura, appena che vi si pratichi leggera pressione, o venir fuori pello stomaco, oppure da’pertugi del corpo nelle a. ranciata e bellide: particolarità osservata ancora dal Cavolini (1). Aderiscono alle lamine mesogastriche dell’a. crasstcorno una fles- suosa linea esterna, poi una striscetta gialla composta di globetti, indi altra consi- mile, sgorgandone globicini irrequieti, e zoospermici. Dujardin scrive, che Wagner recentemente abbia ricercato zoospermi ne’canali semiferi delle attinze, da me già os- servati; ed Hollard(2)me ne rende giustizia, siccome affermano Duvernoy(3), e Du- gès (4). Wagner (5) ha pure visto, qualmente gli spermatozoi dell’a. effeta a coda mobilissima posseggano il sacco stomachico, che trasparisce dalla tunica esterna. Un vasellino spermatico al microscopio aveva movimento talmente celere, che a prima giunta credei essermi ingannato, e lo reputai feto di filaria pe’ moti tortuosi, che mo- strava: fenomeno eziandio occorso a Forskahl, e Bruguière (6).MAa più attente e re- plicate contemplazioni mi confermarono nella verità del fatto esposto, vedendo che il medesimo canale, connato nell’a. carcinzopado, era pregno di grani gialli, nelle pareti avendo macchie nerastre. Kolliker (7) ha esaminato la forma dapprima semplice- mente ovale, poi coduta, indi spirale degli zoospermi nelle attinie rufa ed olsatica. Le uova dell'a. aranciata in aprile erano gialle, di està violette; quelle dell'a. effeta e carciniopado apparvero trigone, o rotonde colla vescica Purkinjeana. Wagner, al dir di Breschet, oltre questa ammette in ogni uovo delle a. effeta, olsatica, e rossa il corio, e lo strato germinativo. Rèaumur sostenne, che siffatti esseri partoriscano perfette atinzette; Cavolini parteggia lo stesso avviso; Cuvier (8), Rapp e Berthold ampiamente lo confermano; io però ne ho osservazione in contrario. Non acconsento aJohnston per gli cirri vibratili,e pella presenza de’tentacoli nelle at&niette, ed in mi- nore numero delle adulte. Quelle dell'a. effeta di luglio passano allo stato di embrio- (1) Il superfluo che da' cibi si estrae ho veduto che vien rigettato în forma di fili di latte coago- lato e per bocca, e per dodici forami posti in- torno quel disco ,_ e per la estremità degl'incavati tentacoli. Mem. suì pol. marini 51. (2) Man. d'anat. comp. Brux. 1836, p. 149. (3) Luog. cit. (4) Aucun ne parle d'organes masculins ; si ce n'est Delle Chiare pour les actinies, et les ma- drepores. Phys. comp. Paris 1838, III 223. (5) Ce savant, conclut de ses propres observa- tions, ct de celles de Delle Chiaie, que la duplicité des sexes parart étre une condition invariable , constante de la vie animale. Duvernoy Leg. sur les corps org. Paris 1835, p. 30. (6) Enc. meth. VII 11. (7) Beitr. Berl. 1841, p. 44, taf. 1 13-14. (8) Entre ce sac intérieur (estomac ) et la peau extérieure , est une organisation assez compliquée, mais encore obscure, consistant sur tout en feu- illets verticaua et fibreux, auxquels adhèrent les ovatres, semblables à des fils tres entortillés. Reg. anim. 2. ed., III 290. 4 x 130 ne, che si presenta in forma di cono troncato, alto poche linee. Al principio dell’ in- verno veggonsi disposte in filiera di cinque a sei sugli scogli, prive di tentacoli, rav- visandosi nel perimetro superiore stellato del corpicino a patente bocca centrale, e poco lungo. Pria di completare la descrizione di questi esseri conviene esporre, che nel- l’interiore margine della grande apertura del corpo presso i tentacoli dell’a. Caro, ed in quella dell’a. rossa io abbia osservato una serie di tubercoli turgidi di umore bianchiccio, ed abbia altresì rinvenuto corpi litici granosi fra le uova dell’a.carcinio- pado, non chè bislunghi acicolari nella interiore faccia gastrica dell'a. crassicorno. 4) Apparecchio trrigatore. Niuno aveva osservato canali nelle a/tinze (1); il loro sangue manca di siero, ed è ricco di globetti gialli, essendone somma la mobilità nelle a. carciniopado ed effeta.In questa, nelle a. crassicorno, Rondeletiana, e bellide, ho ravvisato che essi muovansi a guisa di granose correnti lineari sulla faccia esterna delle pareti dello stomaco, che parallele e a determinate distanze vi scorrano dal principio fino al suo fondo. Allo stesso modo esistono in quelle del corpo, incominciando dall’ orlo del disco superiore fino al centro del piede. Però nell’a. bellzde sono abbastanza lar- ghe, provengono alcune dalla interiore superficie gastrica, e per la esteriore del corpo sotto l’epiderme arrivano al centro del piede; altre vi pervengono nascendo dalla faccia esterna stomachica, e per la interna del corpo. Esse nell’a. effeta occu- pano soltanto la esteriore superficie dello stomaco, e la interiore del corpo, essendo equidistanti. Il curioso si è, che tali globetti, mercè vicendevole attrazione, diffon- dansi nel tessuto parenchimatoso, essendo affatto privi di canali; ciocchè nella inter- petrazione di varì fenomeni patologici, che accadono nella macchina umana, fornisce sommo rischiarimento per la primitiva formazione de’ vasi capellari successivi alle correnti cruoriche, le quali ne restano circoscritte e rinchiuse. 5) Pretesa rigenerazione. To non metto in discussione la forza riproduttiva di qualche loro parte, soprat- tutto detentacoli; ma sono per la negativa in riguardo alla rigenerazione dell’intero loro corpo, dopo che sia stato ridotto in pezzi, che mancano della prerogativa di riprodurre l'individuo analogo a quello, a cui appartenevano. Linguaggio poco più ampio ne tenne Cavolini, che sempre parla di riproduzioni parziali felicemente otte- nutene. Ingannerei i miei cortesi lettori, se affermassi appartenermene esperienze di- rette, che sarebbero d’impossibile tentativo; delle quali sono stati partegiani Dicque- mare, Rapp, Johnston. Ma il mio avviso è figlio di ripetute osservazioni contestanti la riproduzione de’soli tentacoli. Le altinie vivono più lungo tempo fuori mare, che (1) Delle Chiaie accorde aux bydres et actinies un reseau vasculaire. Dugès Phys. comp. Il 431. 131 nell'acqua dolce. Una di esse, tagliata in varie porzioni, diede segni di contrazione per sei giorni dopo, che fu da me sezionata, e lasciata al secco; quantunque non vi avessi ritrovato il menomo filetto nervoso, che taluni hanno voluto ammettervi. Dicquemare, avendo ravvisato, che tutti i cambiamenti di tempo erano co- stantemente annunziati mercè straordinarì moti delle altinze, ne trasse partito, onde preconizzare le mutazioni del mare, paragonando siffatti animali al barometro. Dal giornale esatto, che ne tenne, avanzò che i risultamenti ottenuti erano sicuri quan- to quelli del tubo Torricelliano, e talora anche dippiù. Quindi conchiuse, che esse contratte, hassi a temere vento; che, raccorciate, annunziino pioggia, freddo, ma- re agitato; che, ora aperte ed ora chiuse, indichino tempo mediocre; che, essendo non corrugate, convenga attenderselo sereno, e con calma marina; da ultimo, che, ì tentacoli spiegati e’l corpo allungato, presagiscano stabile serenità, e’l mare som- mamente quieto. Disgraziatamente però i piloti possono profittare di tali segni sol- tanto nel cielo sereno. Galeno scrisse, ch’esse giovino agl’individui calcolosi, e Pita- gora vietolle a’suoi discepoli, perchè mangiate incitavano alla Venere. Oggi non ve- rificansi le notate proprietà appo coloro, che con sommo trasporto gustano fritte le a. crassicorno e pedicellata, chiamate ardichelle capelluteetorze dal volgo napolitano. IN. DESCRIZIONE ICONICA. Tavola 54. Parte posteriore del corpo del cerianto attinioideo 21, onde rimarcarvi la di- sposizione delle lamine muscolari a attornianti particolare apertura c. Tavola 83. Zoanto lobato: 1 disposizione dello stipite, su cui tratto tratto attaccansi le atliniette di naturale dimensione, 2 una di esse ingrandita, 3 orifizio boccale, 4 sto- maco bd ed uova c. Tavola 95. Attimia aranciata moribonda 26 e di giusta grandezza. Tavola 98. Zoanto arenoso 11, che incrosta un aculeo di cidar:te, e’ suo polipetto sepa- rato 12. Atina allungata delineata prossima a morire 19. Tavola 112. Attima Rondeletiana 18 co’ tubercoli rr pertugiati; 19 suo pezzo di cute p collo sottoposto strato muscoloso 9g; 20 vasi cutanei longitudinali e 21 ss col foro di un tubercolo anzidetto {. Tavola 150. Attinia rufa di naturale ampiezza 7. 132 Tavola 152. Attima crassicorno viva 4, e grande quanto al naturale; 6 orifizio ndello stoma- co contratto 00 guardato dalla faccia interna, e da me un tempo creduto chiuso coi due solchi laterali ed opposti; 7 matrice spirale ingrandita co’ dutti spermatici pp; 9 disposizione de’vasi sanguigni gastrici a, e diffusione de’ globetti cruorici nelle parti adiacenti; 13 corpi liticì acicolari del suo stomaco. —A. pedicellata, ossia a faccia inferiore del suo piede, d serie di verruche, c glandulette pertugiate, 5 filiere di tentacoli; 11 e uno di questi privo della tunica esterna che vedesi intatta /, è altri due recisi, 99 lamine muscolari riunite nel centro c, strato muscoloso interno / ed esterno m del corpo.—A.Rondeletiana: 3 uova ed una delle cassulette a piene di gra- ni litici; 5 vaso sanguigno a costeggiato da striscia glandulosa; 18 globetti cruorici disposti in forma dentritica; 12a. effeta di giusta dimensione e colla bocca increspata n. 14 uovo a e grani litici c dell’ a. carciniopado. Tavola 153. Attinia rossa 1 delineata in vita, essendone c la base, 5 le glandulette entro- tentacolari, a la bocca; 2 a. Caro colle fascie del corpo e, non chè con le citate glandulette d, ingrandite 5 /, sue uova 4; 3 piccolo individuo dell'a. salina. — 11 cerianto attinioideo vivo e di naturale perimetro co’ tentacoli c, e contratto 13 visto per la faccia superiore. Tavola 154. Attinia effeta: 1 ampliata e spaccata per lungo, onde ravvisarvi 6 l’orlo esterno della bocca, a l’interne, c i vasi che scorrono su lo stomaco naturalmente aperto, nel quale s immettono gli attiniospermi #, d la lamina muscolare mesogastrica ed altra e in parte recisa, / vase spermatico mercè la membranuccia ? attaccato alla matrice A, e questa alla muscolosa laminetta r, in cui scorre il vaso sanguigno g con- tiguo al secondo integumento ff cribroso, assai più crasso del primo 0; 2 si è dessa sezionata per traverso poco oltre la corona de'tentacoli, affinchè se ne fosse meglio rimarcato la spessezza dell’integumento esterno colle fascie giallognole g, dell'inter- no muscolare f,i fori de’canali sanguigni ?, la coppia di questi e prossima alle lamine mesogastriche, e l’altra vicino a quello che sostiene l’ovario come apparisce pure ind, cavità gastrica a; 11 sue uova in febbraio, di luglio18 prossime a divenire embrione, che dispongonsi a serie 13 d'inverno, e qualcheduno 14 più sviluppato in aprile; 3 a. carciniopado di giusto diametro con gli spermatozoi sporti fuori la bocca a; 9 un filamento di essi, che vedesi sempre innestato a due. — A. diafana 4, essendone il piede e, la bocca c, un tentacolo a, una delle aperture del corpo d; 5 base di questo slargata 5 cco’sottoposti tentacoli d; 16 faccia interna del suo piede, onde osservar- vi la disposizione delle lamine muscolose paretali a c finite raggianti con altre tra- 133 sversali d nel dilui centro, dove in una di dette attinie 17 sovrapposta ad esse c rile- vansene altre incrociate a e terminate in e, che gl’inesperti e prevenuti zootomisti potrebbero reputare cervello e nervi; 8 ovario a e dutto semifero c dell’a. bellide; 10 matrice pregna acolla solita membranuccia c, che la unisce al vase d ed al canale se- mifero e dell’a.aranciata. —12 uova del ceranto cornocopia in febbraio; 15 macchie della superficie esterna del suo corpo. 6 zoanto arenoso ingrandito e dissecato a me- tà, affin di vedervi lo stomaco c, gli organi della generazione d in sito, essendone 7 a il canale semifero, c l’ovario contiguo. Tavola 153. Cerianto cornocopia morto 16 colla serie di tentacoli lunghi distaccati, e 22 corti è, bocca g, stomaco f;, superficie esterna del corpo a, nastri muscolosi Jongi- tudinali d, traversali c, o d altra che attaccasi alla matrice e. Tavola 156. Attinia bellide 1 vivente co'tubercoli forati è, ove aderiscono le pietruzze a; 7 a suo tentacolo da cui esce un vase semifero, c reciso, d fori de’citati tubercoli, {f gevasi sanguigni superficiali del corpo e dello stomaco f e sua laminetta muscolare r, altra 4 della matrice Xm col canalino / costeggiante il dutto spermifero 0%, mem- branuccia intermedia ?. A. ranciata 6 delineata vivente e sezionata, essendone a la bocca, 4 un tentacolo aperto, c il foro di un suo tubercoletto, g spessezza delle pa- reti del corpo, e vase longitudinale interno, / matrice, f membranuccia che la con- giugne al canale # prossimo al dutto seminale, Z 7 solco de’due pezzi dello stomaco : dentati ne margini. —2 cerianto Brerano vivente ed apertura codale e; 8 c. corno- copia, che dall’astuccio m caccia il suo corpo con lineette n, co’tentacoli lunghi volti giù ed i corti eretti; 4 si è spaccato per vedervi i tentacoli mozzati a b, la cavità del suo stomaco e co’solchi c d, : la matrice col canale parallelo al dutto semifero f, gli n altri vasellini forsi seminali, m la crassezza delle pareti del corpo, o l’aper- tura codale; 3 d d tentacolo grande e % 4 piccolo, m superficie esterna del corpo, g sua spessezza, / matrice con vasellini è, n membranuccia che l’attacca al vaso pros- simo al dutto semifero o, ff canali sanguigni del corpo e dello stomaco; 5 un loro pezzetto affin di conoscerne i grandi di questi co'tre piccoli intermedi. IX. POLIPI MADREPORICI. Varie delle moltiplici specie di madrepore Linneane sono state erette a nuovi generi, e meglio definiti da Blainville (1), essendosene da me osservata qualcheduna colle rispettive attinzette, Cavolini(2), anzichè Rosa, è stato il primo a descrivere quel- 2) Actin. 367 (1) Polip. mar. 58. 134 lo delle astree o carsofillie, dopo di me (1) riveduto da Quoy e Gaimard (2) che cita- no pure il mio lavoro, i quali hanno contemplato gli abitatori delle madrepore ame- ricane, come Savigny (3) praticò pelle Africane; ma le nozioni toccanti la fabbrica de’loro costruttori, su di che non dispregevoli note ha fornito Edwards (4), sono poco inoltrate. I. DESCRIZIONE ZOOLOGICO-NOTOMICA. CariorILLIA ( CAriopHYiLIA Law. ). Polipaio pietroso, radicato, semplice o ramoso, fusto e rami quasi a cono in- verso, striati per lungo, ciascuno finito da cellola lamelloso-stellata per l’attinia. 1) C. calicetto ( c. calycularis Lam. ). Corpo rosso-gialliccio, cilindraceo, allungato, provveduto di marginale serie di tentacoli; bocca orbicolare, centrale, ad orlo rilevato; base aderente al margine del sottoposto scheletro osseo, risultante da gruppi di calicetti esagoni, poco ele- vati, a pareti comuni, inferiormente crasse, nel fondo con centrale promontorio ce- rebriforme poroso, da cui partono esili lamine paretali alternate a leggere strie. Ab- bonda nelle pareti della grotta del Lazzeretto di Nisita e nelle contigue caverne marittime, dove appena penetra qualche fievole raggio solare, o ve ne manca l’ac- cesso totale. Dal contorno del calicetto osseo continuansi le muscolari pareti del polipo a fibre circolari, e nastri carnosi lunghi divisi in lacertelli:il quale a guisa di otre ora si empie di acqua e stende, ora la caccia e rannicchia entro la cavità del suc- cennato calice. Le linguette muscolose si continuano, ed attaccano al margine delle laminette ossee, ed i rispettivi lacerti allo stesso modo comportansi colle prefate strie, avendo tutti un centro di riunione sul promontorio, dove lo stomaco è aper- to e manca degli attacchi, di cui è provveduto nelati. Le ovaie, ed i canaletti spermatici giallicci, sostenuti da comune membrana, aderiscono ad ogni lamina muscolosa, e finiti in cadauno tentacolo. Cavolini, seb- bene non avesse chiaramente sviluppata la struttura delle ovaie, ed all’intutto omes- sa la conoscenza de’canali spermiferi; pure determinò l'apertura degli ovidotti ne'ten- tacoli, contenendo quelli alcuni embrioni. Le cui uova rimarcansi allungate, roton- de, ovate, ch’escono per l’apice pertugiato de tentacoli, anzichè da particolari forami secondo Grant. Egli con esattezza descrisse la formazione ‘embrionica, notando che (1) Mem. cit. Nap. 1825, HI 238-40. (3) Deser. sur l Egypt. cit. (2) Voy. de l' Astrol. IV 202; Ann. des sc. (4) Ann. cit. X 323. nat. X 182, pl. IX B 135 lo scheletro si vegga a guisa di anello bianco in opposizione della bocca, e che fra undici giorni il suo corpo avea acquistato la grandezza dell’acino di miglio, fornito di tentacoli e di laminette muscolari già abbozzati, col crescere depositando fosfato calcare ed innalzavasi lo scheletro. In riguardo alla riproduzione delle madrepore egli vide quelle, che avevano ricevuto il taglio nel forte del corpo, perite, e ravvisavansene gli scheletri spolpa- ti. Altre portavano le vestigia della ferita: chi teneva solo una metà della corona dei tentacoli, e l’altra aggrinzata, e rimarginata: chi ad una porzione solamente dello scheletro si era ridotta ad attaccarsi: chi aveva una semplice membrana; che co- priva il cavo dello scheletro, in mezzo della quale stava la bocca. Dove erano perite le madrepore, le contigue avevano esteso la cute della base, e coprirne gli scheletri. Vedevasi a lato del corpo di alcune, che colle ferite poco soffrirono, spuntarvi le no- velle. Degno di nota si è la successiva serie di scheletri delle vecchie astree, i quali presentano tanti traversali diaframmi, per quanto sia stato il numero delle genera- zioni avvenute ìn seguito della caduta delle uova entro la prima nicchia madrepori- ca. Ciascuna di queste è di sostanza rosso-fosca, spugno-porosa, fragile e non com- patta come era in vita: la colonnetta centrale esistente fra il vòto laterale deriva dal promontorio, che tocca il fondo di cadauna base divisoria delle cellette. Da ultimo sappiasi qualmente l’apparato vascolare osservasi come nelle attinze, differendone esse per la sola base ossea, e contenendo gran copia di globetti cruorici riuniti in masse. 3) C. ramosa ( c. ramea Liw. ). Da lapidea ceppaia innalzansi parecchi rami cilindrici, bipartiti od alternativa- mente pennati nella sommità, ove appaiono rilevate strie longitudinali parallele, con apertura infossata stelliforme,ossia da un promontorio mediano irraggiansi parecchie laminette ondose verso la periferia. Le rispettiveascidzettecilindracee se n’elevano per molte linee, fornite di forame centrale: io le ho visto sempre contratte, per cui nulla affermo intorno alla esistenza de'tentacoli. La conoscenza del polipo suo spetta a Im- perato (1), Marsigli, Donati, e dopo di me (2) ad Edwards. 2) C. fascicolata ( c. fascicularis Liv. ). Coni lapidei solitarì coverti da parallele lamine longitudinali, alquanto solle- vate, flessuose, che dalla base salgono verso l’infossamento centrale stelliforme, oc- cupato dall’a/tnzetta, che poco se ne solleva, e munita di apertura mediana. (1) Si vede nelle parti de suoi tronchi molta brana, onde puote argomentarsi essere in essa differenza, perciocchè le parti che sono in luogo partecipazione di vita sensitiva. Op. cit. 721. di tronchi, sono dense e bianche în modo di co- (2) Mem. Nap. 1829, IV 206, tav. LV 5 col- rallo, le seguenti sono annue, aggiunte rare de- le attiniette corrugate in cima. boli contenenti alquanto di sostanza simile a mem- 136 Il. DESCRIZIONE ICONICA. Tavola TT. Cariofillia ramea 5, presentando giù lo scheletro rosso-violaceo, e su le atti- niette giallastre appena corrugate; 6 lamine ossee surte dal promontorio centrale. Tavola 153. Cariofillia calicettoT colle attiniette più o meno allungate g A, essendone la boc- ca ©, il promontorio j, e le laminette paretali, che ne partono 8; 6 a base dell’atti- nietta, che copre l’orlo del calicetto osseo; 9 massicine di globetti cruorici; 14 @ por- zione della cavità gastrica, c matrice, d ove aderisce cadauna di queste e le lamine muscolose, x orlo del calicetto abbracciato dalle pareti del corpo, e forellini, f sepa- razioni spirali degli antichi calicettidAcomunicanti coll’apertura esterna î; 21 uova. Tavola 168. Cariofillia fascicolata 17, essendone a le pareti del corpo del suo costruttore prossime alla bocca, avendo in giù lo scheletro; 14 è sito, in cui esse estendonsi per covrirlo coll’orifizio boccale aperto; 15 laminette ossee interiori o 16 c c esteriori. X. POLIPI IDRACI. ABIBLLIBTILITEILBABIALIUBBAITIATILITAL BIL BTIBIILTLATITTIBUIBLIATLELTLATENIIBIIBITILTITATBLILITLTILLA Bd riordino r dorso r Gli abitatori della maggior parte de’polipai quì riuniti sono sconosciuti: Ca- volini (1) descrisse quello della cornolaria; io (2) lo esaminai nella flustra , pella sola assenza dell’ano differendo le osservazioni mie delle Edwardsiane, non chè nello zoobotrio. 31. DESCRIZIONE ZOOLOGICO-NOTOMICA. GI. OseLIA ( OseLia Lanx.t). Polipaio quasi periforme, semicilindrico nella superficie con tubetti sparsi. O. raggiante ( O. radians Quor Gar. ). Disco osseo piano-convesso, tappezzante pella faccia piana i corpi marini, e nella convessa disseminato di forametti in maggior numero de tubolini con apertura orbicolare, cilindrici, alquanto elevati, e rari. Io la riporto a questa specie descrit- ta nel viaggio dell’Urania (3) ed indigena di America, anzichè crearne altra nuova. La rinvenni nel 1828 attaccata alle pietre marine. (1) Polip. mar. 250. comp. Nap. 1836, ll 1. (2) Mem. Nap. 1830, tav. CVII 4-11; Anas. (3) Ann. des sc. nat. 2.0 ser. VII 321. 137 (II. Tosoripora ( TusurirorA Lawx. ). Polipaio parassito, incrostante, pietroso, a cellole quasi membranaceo-fascico- late, libere in serie. 1) 7. anellosa (t. annularis Par. ). Da ossea laminetta incrostante elevansi tubolini cilindrici, abbastanza lunghi, traversalmente rugosi. Per non aggravare la scienza di nuova specie la fegistro quì. Sospetto come Blainville, che sia un tubo di Anellide quella descritta e figurata da Lamouroux sotto tale nome. 2) 7. fimbriata ( t. fimbria Law. ). Cellette tubolose, lunghette, su una sola faccia disposte in due distinte serie. | 3) T. ramea (tt. ramosa Etzis). Fusto composto da sei tubetti paralleli e conglutinati, tre de’ quali a dritta, ed altrettanti a sinistra compongono di tratto in tratto il fusto, alternativamente divaricati e rivolti ne'lati da renderlo ciglioso. 4) T. pertugiata ( t. foraminulata Lam. ). Lamina quasi orbicolare, lapidea , aderente alle pietre marime, da cui a guisa di ceppaia sfollata si alzano laminette ramose, spesso innestate a rete, nella parte inferiore con angolo rilevato; cellette tubolose, piccine, sparse in tutt'i punti loro e de’ rami, ove lateralmente sono più lunghe. Tutte e quattro queste specie incro- stano le sostanze sottomarine. G III. Corworaria ( CornuLARIA Lam. ). Polipaio a base fissa, corneo, fusti semplici imbutiformi, raddrizzati, col polipo rispettivo ad otto tentacoli pennati. C. rugosa ( c. rugosa Lanx. ). Stipite radicante su’ corpi marini, da cui si sollevano successivi cannelli gial- lastri, lunghetti, cornei, imbutiformi. Cavolini ne ha ben descritto e delineato l’abi- tatore, che io ho visto co’ tentacoli sempre usciti fuori il proprio tubo, essendovi aderente nel solo margine attenuato, punto esclusivo al suo sviluppo. Per la strut- tura somiglia a quello delle pennatole e lobolarie. Ricama le ceppaie di zostera. (IV. Frusrra ( FLustra Lin. ). Polipaio membranaceo flessibile, disteso in lamine crostose, semplici o fronde- scenti, radicato giù, fornito di speciali nicchie depresse a quinconcia con terminale apertura dentato-cigliata, alquanto gibbe nel mezzo di una o di amendue le faccie; polipi ad unica corona di lunghi tentacoli. F. periforme ( f. pyriformis Lamx. ). A foggia di laminetta gialla, piana, trasparente, ramoso-sinuata attaccasi a'corpi 4 y 138 marini. Osservata con lente visi vede una sola filiera di cellette, anzichè due sic- come afferma Blaiville, romboidali, elevate nel mezzo, depresse a’lati e disposte in modo, che due di esse mercè le laterali pareti superiori confinano colla terza me- diana, e le inferiori fanno lo stesso con altra simile; talchè nel termine della cel lola di sopra esiste il principio, e lo stomo orbicolare della sottoposta. La cavità di cadauna delle medesime è tappezzata da fievole tunica. Il relativo polipetto ha la bocca intorniata da esili tentacoli, ed in questo sito aderisce all'orlo della indicata apertura. La cavità faringo-gastrica è assai ampla, rugosa per lungo, restringendosi nell’intestino giallo-fosco, che si curva ed amplia su, ove osservasi follicolosa sostanza giallo-rossiccia ( fegato?), e lateralmente continuasi altro canale, finendo ampliato e con granosa massa gialla (ovaia), ove da taluni ammettesi l’ano. Cosicchè molto vòto rimane tra le cavità palliare, e l'apparato enterico: spazio, che dà forsi accesso all'acqua marina. Questa succinta descrizione si è ricavata dalle figure, che ne di- volgai (1) e mi fa disconvenire con Edwards (2), Grant (3), Lister (4) intorno a qualche particolare. GV. Ferusa ( Puerusa Lamr.). Polipaio a lamine fogliari, coriacee, da una sola faccia cosperse di tubi poco elevati, provveduti di finale apertura. F. tubolosa ( ph. tubulosa Lamx. ). Come pianta di opunzia innalzasi poco dalle sostanze solide marine, gialla- stra, cornea, areolata; cellette cilindracee, obliquè, rossastre, corrugate nel contor- no, surte da una sola pagina, essendone l’altra rugosa, inzuppata di umore entro- cellolare, poco crassa. Edwards riflette, qualmente Cavolini (5) l’abbia vista, siccome pretesero Lamourgux e Risso; equivocandovi la /lustra papiracea ben delineata dal nostro concittadino. La ho trovata sempre co’ polipetti rannicchiati, che non diffe- renziano da que’ delle /lustre. (VI. Zooporrio ( Zoosotryon EUR. ). Polipaio fitoideo, trasparente, gelatinoso, fisso, ramoso, polipi ovali con fili- formi tentacoli boccali. Z. verticillato ( z. verticillatum Derre CHIAIE ). Fusto ceruleo con puntini e lineette bianche, diafano, gelatinoso, gracile, cilin- draceo-depresso, quasi biangolare, sdraiato o meglio stolonifero, cedevole, ristretto in cadauna articolazione, provveduto di polipi in serie laterali, od aflollati nella cima (1) Mem. cit. Nap. 1829, tav. CVII 4, 5, 11,13. (3) Ann. des sc. nat., 2. ser. VI 14: f. car- (2) Lamarck Anim. s. vert. Paris 1836, II bdasea, e foliacea. 205; Ann. des scienc. nat.; 2. ser. Paris 1836, (4) Trans. philos. 1834, pl. XII 13. VI 7-15. (5) Mem. cit. 247, tav. IX 10. 139 de'rami verticillato-claveformi alquanto sparsi, avendo gli otto tentacoli ora spiegati e capaci di mille movimenti, ed ora corrugati. Di està abbonda nel nostro porto radi- cato su gli scogli 0 gl'idrofiti, essendone svelto da’flutti marini, e in autunno rigettato in grandi mucchi sull’arena. Io (1) aveva cognizione di questo'genere e della specie attuale prima di Ehrenberg (2), quindi di Quoy e Gaimard, che ne dettero notizia a Blainville (3) qualche anno avanti di pubblicarlo nel viaggio dell’Astrolabio (4), an- zichè dell’Urania (5). La deficienza nel nostro paese di libri opportuni mi faceva es- sere sempre guardingo nel proporre novità, onde dare meno presa all’errore. Di- modochè ne conobbi appieno i naturali rapporti colle #dre, vicino le quali è oggi- giorno collocato lo zoobotrio 0 dedalo corrispondente alla mia idra verticillata, diversa molto dal d. mauriziano e poco dallo z. pellucido, quantunque la sua conoscenza rimontasse a'tempi d'Imperato (6). La sostanza del suo fusto è inerte al toccamento; ma gittato nell’acqua dolce tosto sì corruga, sommamente irrigidisce e distacca da’rami nel punto di loro re- stringimento. Tagliato a traverso chiaramente appare, che li polipetti solo per la base sienvi collocati. E questi non esistono nella inferiore parte de’ tronchi, che sono più crassi e consistenti della loro sommità. Dall’unico integumento esteriore membra- naceo-gelatinoso mi riuscì difficoltoso di separare l’epidermico velame. Esso è ana- logo allo scheletro delle sertolarie e cornolarie, quindi non morto; anzi sembra che rimanga nel tipo di primitivo nascimento membrano-coriaceo , senza giugnere allo stato cartilagineo delle prime, od osseo delle seconde. La cavità centrale è piena di umore contenente infiniti granelli rotondi, e mediocre quantità di altri ovali mag- giori, appena mobili. Ne rappresenta desso la linfa plastica agitata da molecolare ir- raggiamento dal centro alla periferia de’fusti e de’rami; da cui è pure da ripetersi la vita, e l'accrescimento de’polipetti. Svaporatone un poco, immantinente vi si scorge bastante copia di globetti minori e varî de’ medesimi aggruppati in cristallizzazioni crociformi a quattro od otto aste, e qualcheduna con prolungamento unipennato. Il che ne rende assai pronunziata l’analogia col sugo della cara analizzato da Ra- spail (7), risultante da arborizzazioni quasichè simili, e composte d’idroclorato di (1) Mem.cit.Nap.1828,IHI 203, tav. XLVII 1-2 (2) Symb. phys.,amim. evert. Berol. 1831, tab. II 10. (3) Actin. cit. Paris 18394, p. 345, pl. LXXX 6. (4) Voy. de l'Astrol. cit. Paris 1835, IV 290- 952, pl. XXVI 1. (5) Edwards in Lamarck Anîm. s. vert., 2. ed. paris 1836, II 172. (6) Za lanuta fuco marino si rassembra a ra- dicamento di erba: di rami bianchi, flessibili, si- mili a lumbrici, di superficie ineguale , nel mo- do de’ lacci, fatti d' intrecciatura, e vestiti di bre- ve lanugine. Suole nelli suoi stremi finire in ger- mini, posti in tondo a modo di stella, 0 rameg= giamento di ombrella. 735. (7) Chim. organ. 2 pl. 12 dac. Histor. natur. cit. pag. . ed. Paris 1838, III 113, 140 ammoniaca, da cristalli di clorato di soda, da cristallizzazioni d’'idroclorato di po- tassa, da lamine ellittiche di tartrato di questa. Ogni polipetto giallo ha un sacco verdiccio fibroso, a assai contrattile, spartito nell’apice in otto tentacolari laciniette. N’esce da mezzo una lunga proboscide, tu- bolosa, nell’apice circondata da folti cirretti, avendo lo stomaco ovale, sospeso nel- l’otre anzidetto che è accolto in apposita nicchia del fusto, tenendo quello nella base gran copia di globetti giallastri, o uova orbicolari-depresse, e fornite della vesci- chetta Purkinjeana. Merita di esserne studiato lo sviluppo embrionico. Manco di positiva determinazione intorno alla durata del suo vitale periodo; parmi però, che desso non oltrepassi tra la primavera e’l principio dell'inverno. I. DESCRIZIONE IGONICA. Tavola 61. Tubolipora foraminosa 11 di naturale perimetro, e suo pezzo ampliato 12. Tavola 70. Tubolipora ramea 31, di maggiore diametro 32. Tavola 79. Porzione dell’intralciato fusto dello zoobotrio verticillato 1; 2 suo polipetto i- solato colle lacinie tentacolari b derivanti dal sacco fibroso, essendone la probo- scide a, lo stomaco c, esternamente provveduto di gruppo di uova; 13 sezione oriz- zontale effettuita al suo fusto, affin di osservarvi le succennate lacinie d del sacco vi- scerale in sito, le uova c, uno ingrandito 16, il vòto centrale a pieno di liquido san- guigno, i di cui globetti appariscono in 12, od aggruppati a ramificazioni stellate 8 Tavola 126. Flustra periforme di grandezza naturale 4, ampliata 5; disposizione de’ suoi polipetti 11, ossia d aia della celletta col rispettivo polipo a ritiratovisi, o spiega- to 13, cioè stomaco e, intestino gf, sacchetto cieco A con uova. Tavola 136. Tubolipora fimbriata 20 poco più grande del naturale. Tavola 161. Polipetto ampliato della cornolaria rugosa; ossia a guscio, d bocca cinta di tentacoli, e tubo gastrico. Tavola 168. Obelia raggiante 6 di giusto perimetro, ed un pezzetto ampliato 11. Tavola 169. Tubolipora annolosa 1 di grandezza naturale come la ferusa tubolosa 2, e por- zione 3 ingranditane; 4 disposizione della cornolaria rugosa. 141 atdDIGI cr iena 1. ECHINODERHI OLOTURICI. {. DESCRIZIONE zooLoGICA — Chirodota Delle Chiaie 2; Oloturia tubolosa , Forskahlia- na 3, Poliana, Santoriana, trigona 4; Sporadipo Stellati; Filloforo pennello, fu- so 5; Pentatte pentatta, botticella, co- comero 6, Planciana, quadrangolare 7. ll. DESCRIZIONE NOTOMICA — Comuni inte- gumenti 8, sistema osseo 9 e muscola- re 10, canale degli alimenti 11, appa- rato respiratorio 12, organi sessuali 14, sistema circolante 18, usi delle parti descritte 21. ul. DESCRIZIONE ICONICA — Tavole 26.° 24, 110.* - 113.2 25, 114.° e 115.8 26, TAO 028, ll. ECHINODERMI ECHINICI. I. DESCRIZIONE ZOOLOGICA — Echini esco- lento, ventricoso, sardo, sassatile, mi- gliare 31, napolitano ; Cidarite istrice; Spatago ventricoso , porporino 32 , ar- cuario. 1. DESCRIZIONE NOTOMICA — Sistemi osseo 33, dermico 39, muscoloso 40, dige- stivo 41, organi genitali 42, respirato- rio 44, circolante 45, notizie storiche su’ nervi 48. 11. DESCRIZIONE ICONICA — Tavole 118.* 49, 1495 e 12081501210 510 1293) 123.* 52, 124.0 53. ll. ECHINODERMI ASTERICI. IT. DESCRIZIONE ZOOLOGICA — Asterie picci na 55, membranacea, ranciata 56 , bi spinosa, Imperatiana 57, Ionstoniana , pentacanta, subolata, vaiuolosa 58, rossa, angolosa 59, Savaresiana 60; Ofiure la- certella, Rondeletiana , cuoreforme 61 , Tenoriana, squamata, echinata, tricolo- rata, pentagona, Ferussaciana 62, Cu- vierana, cancellata, cinquemacchiata, scre- ziata, rosseggiante 63; Eurialo costato; Co- matole Adeona 64, rosacea, bicolorata 65. II. DESCRIZIONE NOTOMICA — Apparati der- mico 65, osseo 66, fibroso 74, nutrien- te 72, irrigatorio 75, sessuale 78, ine- sistenza de'nervi, riproduzione ed uso del- le asterie 79. A III. DESCRIZIONE ICONICA — Tavole 125.* - 127.* 82, 128.°,,129.* 83, 130." 84, 131.?, 132.*.:85, 1133.°-137.° 86, 138.3, 171.* 87, 172.2 88. IV. ACALEFI MEDUSICI. I. DESCRIZIONE ZOOLOGICA — Rizostomi Al- drovandiano ; Cassiopea Borbonica 90 ; Aurelia aurita ; Pelagia panopira 94; E- quorea Forskahliana, Rissoana ; Oceania fosforeggiante 92, marsupiale ; Dianea proboscidea , lucullana 93; Calliroè Ba- steriana. Il. DESCRIZIONE NOTOMICA — Apparati fibro- gelatinoso , nutriente 94 , segretorio 96, respiratorio, sessuale, riflessioni gene- rali 97. IMI, DESCRIZINE ICONICA — Tavola 39.° 65.*, 139.°, 140.° 102, 141.°-144.° 103, 145. 148.° 104. V, ACALEFI VELELLICI. I. DESCRIZIONE zooLogica — Velella lembosa 105. ll. DESCRIZIONE NOTOMICA — 106. III. DESCRIZIONE ICONICA —Tavola 146.° 107, VI. ACALETI BEROIDI-CESTICI. I. DESCRIZIONE ZO0LOGICA —Beroe ovato 109; Callianira bialata 110; Alcinoè papillosa; Cesto Venereo 111. Il. DESCRIZIONE NOTOMICA — Apparato der- moideo, digestivo, sessuale 112, branchio- vascolare, nerveo? 113, INI. DESCRIZIONE IcoNICA--Tavole 66.°,148.*, 150.3, 151.2, 163.° 115. VII. ACALETI FISALICI. 1. DESCRIZIONE ZOOLOGICO-NOTOMICA — Fisa- 4 3 142 le navicella 117; Fissofore idrostatica 118, rosacea; Stefanomia ofiura 119, uva; Ri zofisa filiforme; Ippopodo giallo 120; Botti- celle mediterranea, papillare, solcosa. 111. DESCRIZIONE IcoNICA —Tavole 33.", 69.° 121, 145.°, 148.°, 149.° 122. VIII. POLIPI ATTINICI. I. DESCRIZIONE ZOOLOGICA — Zoanti lobato,* arenaceo 123; Cerianto cornocopia, Brera- no, attinioideo 124; Attinie crassicorno, pedicellata, effeta, Rondeletiana 125, car- ciniopado, ranciata, Caro, rossa, allunga- ta,bellide 126, traslucida 127. II. DESCRIZIONE noToMmIca — Comuni invi- luppi e mpscoli , apparecchio digestivo 127, sessuale 128, irrigatore e pretesa ri- generazione 130. 111, DESCRIZIONE ICONICA Tavole 34.°,85.‘, 93.3, 98.2, 112.3, 150.° 131, 152.2-154.* 132, 155.?, 156.° 133. IX. POLIPI MADREPORICI. Leni . DESCRIZIONE ZOOLOGICO-NOTOMICA — Ca- riofillie calicetto 134, ramea e fascicolata 135. 11, DESCRIZIONE ICoNIca—Tavole 77.°,153.°, 168.° 136. Xx. POLIPI IDRA CI. . DESCRIZIONE ZOOLOGICO-NOTOMICA — Obe- lia raggiante 136; Tubolipore anellosa , fimbriata, ramea , pertugiata ; Cornola- ria rugosa; Flustra periforme 137 ; Fe- rusa tubolosa 138 ; Zoobotrio rerticilla- to 139. 11. DESCRIZIONE IcoNIcA— Tavola 61.°, 70.°, 126.3, 136.3101109. ,0 109/3140. ANIMALI SENZA VERTEBRE IO DET CL BBSNO DEI NAPODE. A A AAA V. Lib, 330 i dif Hi: MO, Name di si RE | Cal su; si A AROIA STIo ; Ru iN RIFTO ION i ar eps a dr À VESTI AREA, Mib: «MINI. tI “giutta) n }{ \ ET TEE Ù hop mi Ù È ca È, 2 ALI - Tita CA Gi De Ai 4 PACI De “o Y p | a s hà n= - 1 po , Mia» è E gole a $ - Ue | teca 398 SVI n y so i Pale 8: LATO ? + retina tr soit: LuEgÌ è A WILD Ù x ky 4 I DI Miri - i CAI d ì a } EP. EN "a 134 Vigo Ù 9 % 4 $ È Da L= TA è Eri È) Da 9 ‘ UE) di a 4 x = i » Liza! held | a * E MPS, iv : 5 e a e ;; i 14 lai = n Dai w i 7 Mi SA F » +; Ti - bi Ta w Dei ti # hi ì BEN = ' Li 0° a rg 5 ar - i I8Pta n B bia 7) » 9 3 SO 7. x x 7?» “ dl ke di A Li A è i |A = = i È ne =. È È I a” b_! Da Le SI 3a al > w 57?" ti . À " dI y " #i Ò DI 7 x S x - Pi Sa «Digi ù Mar sd dla oli a i A pai i (22 M-. 1 ci > î a A ì 9 E - = 2 È 3 È , > I 4 - ti +; 4 ca] < 3 I * I) = = i ti | Pa . pu ii È, è È > bia - 4 + i = e » gi toi i.& Lj Di ; / A wo 24 x ARA & V7% vi (7, 7 > 4 Ai 7 A RUIZ PRESE CR ANIMALI INVERTEBRATI DELLA SICILIA CITERIORE OSSERVATI VIVI NEGLI ANNI 1822-1830 da tì DRELS GCGHIAILSB, TOMO QUINTO POTIPI, ATTORTI, DESCRIZIONI TRENTCRA. NABSLI, STABILIMENTO TIPOGRAFICO DI C. BATELLI E COMP, Largo S. Giovanni Maggiore N. 30. 1941a GANNETTASII Harieut. VII 209. r——————_—_———_—__—__y_É—_——_——_—_—_______—_m_mm_m—mmmm_Ém_—_—m—__P_P tu@ywnnnnòTii i.t,i i ît XI. POLIPI SERTOLARICI. Lradei narrare ziorara RIA! I. DESCRIZIONI Z00LOGICO-NOTOMICHE. GI. Szaroraria (SertoLama Linn. ). , Inte fu il primo ad impiegare la voce serfo/ara per una specie d' idrofito, comune nella marittima nostra costiera , avendo-ora ricevuto denominazione diversa. Dopo i lavori di Ellis sulle serto/are que del Cavolini hanno senza dubbio meritato l’unanime suffragio de dotti. Lo stesso Plinio del Nord, apparso in isto- ria naturale per illustrarne e coordinare tutti rami, non vi ha fatto risplendere l’'eminente suo genio. Bosc e Savigny coloro istruttivi viaggi ne hanno esteso il numero, e vieppiù rischiarata l’interna organizzazione : ma Lamouroux, riu- nendo le notizie sparse fino a’ suoi tempi intorno a sì minuti viventi, ne ha trac- ciato un quadro metodico molto sennato, avendone formato quattordici generi, che io non seguo. Vale a dire, qualora le cellette siano rivolte da un solo lato costi- tuiscono le ag/aofenie, quando somiglino le canne di organo formano le amazie, ove circondino il fusto a guisa di anelli orizzontali rappresentano le ca//ianzre, oppure se stiano a due lati del tronco opposte chiamansi dinamene, od alterne diconsi propriamente ser/o/arie. Non ne mancano poi altre specie riportate fra le cellolarie, le campanolarie ec., onde compiersi la lista de nuovi suoi generi. Le sertolare dunque rappresentano un polipaio fitoideo semplice, gracile, ramoso, tuboloso o corneo, fornito nella sua lunghezza e ne’ rami di cellette ca- licine, che formano le nicchie de polipi con bocca intorniata da tentacoli, donde penetrasi nell’esofago, quindi nello stomaco. Ogni polipo ha comunicazione colla sostanza midollare vivente posta nel cannello centrale de’ fusti e de’ rami, la quale, tagliati questi, ritirasi sotto la troncatura. La loro propagazione avviene per uova racchiuse in ovarî particolari sensibili, ingrossandosi previo l’appassimento degli altri organi. Il colore di detti zoofiti è bianco-gialliccio , rare volte rosso-fosco ; l'altezza loro non oltrepassa quella di qualche linea a pochi pollici ; sono sempre radicati su gli scogli, o sopra altri corpi marini. 1) S. pennara (s. pennaria Cav. ). Da un gruppo di radici attaccate agli scogli elevansi varì tronchi pennati 5 a 6 della grossezza di una setola porcina, assottigliati, curvi, 4-5 pollici lunghi. AI- terni ne sono i rami, ed anche arcuati. Il colore del fusto primario è giallo-fosco, quello dei ramicelli biancastro. Nasce nelle caverne della costa occidentale del nostro cratere, e quasi a fior di acqua copiosa osservasi nella grotta del Lazzaretto di Nisita. Appena che cavisi da mare apparisce spalmata di moccio ceruleo. Dalla convessità de’ suoi rami a determinate distanze escono i pedicelli degli organi polipiferi, cadauno de’ medesimi è coronato da dieci tentacoli, un pò in- grossati nell’estremità, e con linee traversali. Dal centro loro alzasi il cono della proboscide corredata di altri venti e corti tentacoli, quasi a capitello, disposti in cinque serie. Di luglio o di agosto essa prolifica e le uova trovansi chiuse in un _ saccetto rosso alla base della proboscide. L’ovario componesi da ellittica vescica, avendo quattro coste longitudinali necessarie per convalidarne le pareti, che ne dividono la superficie in altrettante faccie, e nella estremità conformansi a guisa di areola incavata nel mezzo, donde escono le uova. Il colorito di esso è dappri- ma celeste, nella maturazione rosso-pallido ; le coste sono rossiccie, le quali forsì rappresentano i vasi placentari, che hanno pure qualche intermedia ramificazione. Le uova stanno allogate intorno ad un placentario centrale conico, la cui punta finisce presso l'apertura già descritta. Ogni uovo è fornito di buccia coriacea, entro la quale stanno molti granelli. Per la germinazione loro esigesi discreto grado di luce, poichè il poco e'l troppo di questa le è sensibilmente nocivo. Il tronco ed i rami di detta serzo/arza risultano da cornea sostanza, di tratto in tratto offrendo vari strangolamenti circolari. Sul termine di autunno non ne rimane altro vestigio, che le radici serpeg- gianti, ed i ruderi de tronchi; i quali a’ primi calori di maggio principiano ad allungarsi. Allora spuntano i palpa da bottoni o dalle gemme, che vi si appale- sano, rappresentanti la midolla racchiusa dentro il proprio guscio, bruciante con odore di corno, e stuzzicati danno chiari segni di contrazione e di rilasciamento. Dagli sperimenti del Cavolini è provato, che da’ tronchi anche pullulano radici. Gold- fuss ne ha formato il genere pennarza, e dall Ehrenberg fu appellata p. Cavolini. 2) S. racemosa (s. racemosa Cav. ). Dalla sua radice strisciantesi sopra gli scogli innalzasi il tronco cilindrico appena flessuoso, sei pollici alto, con rami più o meno alterni, egualmente che quello rosso-fosco , sorgendone i gambi de’ polipetti. Il fusto ed i rami flessibili sono pure di sostanza cornea, ed offrono di tratto in tratto i soliti anelli. È comu- nissima nella grotta che tuona, di mare morto, e di Vico equense. I trenta tentacoli di cadauno de’suoi polipetti circondano la sola bocca; il cono esofageo e del corpo rimane ad esse inferiore; che a piacimento dell’animale 7 è capace di acquistare svariate forme. Dalla base del corpo prolungasi una spe- cie di curvo tubo, che Cavolini paragona al nettario de’ delfinj, essendo interna- mente pieno di midolla, e granoso al di fuori. Non se ne può con certezza cono- scere il rapporto col canale digestivo: e chi sa che non sia un intestino cieco? In giugno vi si osservano i grappoli di uova porporine, ed i corimbi bianchi delle medesime; essendo entrambi allogati alla base, ed intorno all'organo polipiforme. Le suddette uova rosse sono cinte da spirale cordone granoso, che fa l officio di ovaia, e quelle a corimbo sono schiacciate, pertugiate da stelo, che ne attraversa tre in quattro. È da notarsi, che questa serfoZaria fra cinque ore circa sia capace di sviluppare i pedicelli. Le radici mozzate dopo otto giorni eransi già allungate un quarto di linea. 3 ) S. parassita (s. parasitica FABR. ). Verso la fine di agosto da’ fusti e dalle radici superstiti della specie prece- dente ergesi il tronco della presente serzo/arza più crasso di quelli, co rami teneri, trasparenti ; sicchè lasciano vedere l’interna midolla. Tanto questi, che il fusto, emulano uu cespuglietto. È curioso vedere, che il tronco internamente abbia un fa- scelto di midolli, che vanno a sviluppare i pedicelli, quindi il corpo del polipetto. I tentacoli sono irregolarmente distribuiti ne’ vari punti della proboscide. Le uova dispongonsi in grappoli terminali, dalle quali nasce l'embrione a guisa di tube- retto più stretto nella base che in cima, ed alzasene il corpo del polipo, situato nel mezzo come la midolla. 4) S. misenese ( s. misenensis Cav. ). Essa dalle radici attaccate alle mura della grotta a due bocche del promon- torio di Miseno alza il suo tronco prima curvo, e poscia diviso in molti rami varia- mente bifurcati da costituire un solo cespuglio. In maggio essa risorge dall’in- vernale letargo. Ogni ramoscello caccia alternativamente i pedicelli polipiferi, e quelli non sono nel medesimo piano, divaricandosi qua e là. Il gambo, dopo che il ramo trasparente siasi inanellato , subito si stringe, indi allunga , formasi un verticillo, poi spandesi l'organo polipiforme. Venti tentacoli intorniano la bocca. Gli ovarî ellittiei nascono alla base de’ pedicelli, o nelle divisioni de’ rami, ed hanno molti lobi distinti, pieni di uova. 5 ) S. dicotoma (s. dichotoma Ln. ). È comune sopra i legni gittati nelle grotte di Posilipo e sopra gli zoofiti colà ospitanti, non chè sugli stipiti de fuchi. Il suo gracile fusto gialliccio elevasi 4-5 linee, ed è co compagni molto affollato, essendo sempre ramificato in due. Tagliatone un pezzo, e contemplato al microscopio, ravvisasi, che da cilindrico astuccio trasparente esce il polipo come da corneo calice, che nella base offre 8 talune strie od anelli, e donde sporge il polipetto con una corona di sedici ten- tacoli, che possonsi in quello ritirare. Precede il loro sviluppo un pollone ovale, da cui si manifestano gli anelli; nasce indi il calice con bottone rotondo, che deve cacciare i tentacoli. Verso la fine di maggio principia ad'ingrossare le ovaie presso a poco reniformi, situate a fianco delle bifurcazioni del fusto. Fra un mese cresce e matura le uova. Edwards crede, che la specie del nostro mare, riferitavi da Cavolini e da me, debbasi elevare a nuova specie di campanolaria. 6) S. genicolata (s. geniculata Cav. ). Questa copre la maggior parte delle foglie della zostera, e le frondi dell’ ali- menia nervosa. Per l'abito esterno appena differisce dalla specie antecedente, ed i cui fusti sono più brevi e divaricati. Dal calice a campanello sboccia il polipetto tentacolato, la cui proboscide configurasi a coppa. Feconda in està: gli ovari so- migliano ad un’ urna ; le uova hanno un nocciuolo. Edwards ne forma una specie novella col nome di campanolaria Cavolini , perchè diversa dalla s. genicolata di Linneo. 7) S. piuma (s. pluma Patt. ). Dalla sua radice flessuosa e serpeggiante su’ corpi marini nascono vari fusti- cini pennati niente dissimili da piccola piuma di uccello. I rami alterni escono dai tronchicelli articolati. Il colorito è bianco dapprima, in seguito diviene giallo di ambra, che rende trasparenti il fusto ed i rami. Da’ calici a campana muniti di sottocalice , alla base dentati, coricati sulla convessità delle ramificazioni e col- l’orifizio rivolto verso il loro apice, esce il polipetto ventricoso giù, e dal cui collo pullulano dodici tentacoli. Lo scheletro suo è molto sensibile all’umido, ed aven- done conservati alcuni saggi nel mio erbario, quando il tempo era umido o purè bagnati, divaricavano i rametti, che pria stavano approssimati. Questo fenomeno vedesi anche nello stato di vita, e se dal secco si passino dentro l’acqua marina. L'ovaia ha la forma di baccello col proprio gambo , che come i rami nasce dal tronco, ed alternando con questi. Il pedicello allungatosi produce la carena del- l’ovario puntuto. I due pezzi di detta ovaia si aprono su per la uscita delle uova periformi, legate al cordone inferiore. A torto Edwards vorrebbe riferire l’indivi- duo figuratone da Cavolini e da me alla s. uncinaza, anzichè alla specie attuale. 8) S. piccina (s. pumila Lin. ). Le radiche ne ricamano i pezzi de legni, esistenti nell’ acqua delle grotte di Posilipo e di Nisita. I suoi fusti giallicci nascono semplici, talora evvene qual- cheduno bifurcato. Contemplandone un pezzetto si scorge, che ogni stelo abbia due calici innestati con apertura stretta, curva; dalla unione loro superiormente sor- gendone altra coppia, e così via discorrendo. Da ogni calice esce il lungo corpo 9 del polipetto, che nell’estremità globosa è coronato di tentacoli. L’ovario è ovale, aperto su, con gambo inferiore attaccato alla unione de' calici. Le uova matu- rano di auttittone 9g) S. polizonica o ericoide ( s. ericcides Patt. ) Dalla sua reticolata radice elevansi semplici e rare volte biforcati fusticini, quasi flessuosi, dai cui angoli nascono i calici, albergant'i polipi. Ognuno ha la solita corona di tentacoli, e dal centro loro sporge la piccola proboscide. È fre- quente nelle grotte della Caiola e di Posilipo. 10 ) S. secondaria (s. secondaria Cav. ). Ha i tronchicelli cedrini, che nella origine de calici campaniformi, unilate- rali, sembrano appena articolati, ove rimarcasi pure un abbozzo di gambetto. Il polipo è simile a quello delle altre specie, insieme alle quali essa rattrovasi nelle caverne del nostro litorale . 11) S. Zendinosa ( s. lendigera Ln. ). Osservasi co fusti somiglianti una pianta stolonifera, che serpeggiano su fu- chi, su’ corpi marini e sugli scogli del cratere napolitano. 1 tronchi sono rotondi, bianchicci, trasparenti e di tratto in tratto da una sola banda cacciano riuniti tre 0 quattro tubi conici, in cadauno de’ quali esce il polipo giallo-fosco, nell’apice cinto da otto lunghi tentacoli filiformi, simile a quello delle 722//epore e ce//epore. Nel fondo del suo canale de'cibi esiste una vescica, che Cavolini reputa ovaja. 12) S. miriofillo (s. myriophyllum Lun. ? ) Nasce ne profondi gorghi del mare, ove le reti pescherecce hanno presa, e nei fondi fangosi del nostro golfo, reggendosi sopra un intreccio di radici, che essa ha per sostegno. Manda un tronco diramato, gialliccio, fornito di solchi alternati a lince longitudinali, tutto pertugiato nella guaina cutanea, che veste il suo asse fibro-cartilaginoso. I rami cacciano, come una spina, i raggi alternativa- mente dritti, decrescenti verso la cima; sicchè gli stessi e’l tronco appariscono pennati al modo medesimo della ser perse piuma. Quali raggi sono molto più lunghi, e meglio disposti in simmetria per formare una penna, di quelli deli- neati da Barreliero e Ellis. I calici, donde nascono i polipi, sono coricati sullo stesso ramo, non eccettuato l'estremo. Essi sono cilindrici, dentati nell’ orlo, mu- niti di sottocalice , e dentro evvi il polipetto ritirato. Tanta somiglianza nello scheletro delle s. 724r70fi/Zo e piuma (Cavolini sa- viamente scriveva), fa pensare che la forma degli organi dovesse essere la mede- sima. La fruttificazione della s. m22r%0fi//o è singolare, e non come la descrive Linneo; il quale non so donde abbiala ritratta, essendo in certo modo analoga a quella della s. piuma. Sul ramo, in vece di raggio, notasi una pennetta ; ma di 10 forma diversa : sopra la spina della piccola penna escono alternativamente i rag- getti, i quali immediatamente aprons'in un calice simile a quello dei raggi maggiori ; indi a lato di esso ne sta uno piccolo, facendosi più sottile, ed inar- candosi in dentro, come le coste sternali dei quadrupedi poggiano sulla teca spinale. I suddetti raggi restano liberi nelle estremità, e nella parte convessa hanno di passo in passo alcuni tubercoli, donde potrebbe essere che uscisse qual- che molle parte dell'animale. Sulla spina nascono gli ovarî obovati, stretti nellé base, ove si altaccano alla medesima, ed in sopra larghi e più da un lato gonfiati; sono compressi, talchè possono rassomigliarsi a qualche baccelletto di pianta te- tradinamica. L’ovario giallognolo a margine trasparente vi sta in mezzo. Nell’in- dividuo del Cavolini, perchè morto da due giorni, rompendosi gli ovarî, le uova comparvero sfacelate. Tuttocciò ha egli osservato nel mese di dicembre, giacchè da’ molti individui, che ne ho avuto in maggio, nulla si è potuto ricavare per l'assunto. Edwards crede specie distinta sì la s. 224r20fi//o figurata da me, che quella di Savigny. 14) S. antennina (s. antennina SoLAnp. ). Essa nasce su densissimo gruppo di radici stese sul fango per sostenersi: molti tronchi cilindrici ne sorgono, ma non li vidi in frutto; ed i rami a quattro a quattro sottili, curvi, hanno nel mezzo di ciascuno articolo un dente rialzato , donde esce l'organo polipiforme. i 15 ) S. molle (s. mollis PALL. ). Dalla radice, che serpeggia sulla s. pumz/a', se ne alza il tronco. Il corpo del polipo vedesi ancora granoso, avendo la veste cornea trasparente, che lo co- pre. Gli organi sono all'estremità de tronchi, ed hanno otto tentacoli, posti poco giù dell’estremità del corpo. I polipetti co’ tentacoli alquanto corti non separansi dalla madre, e moltiplicano i rami. 16 ) S. pennata (s. pinnata SoLANDp. ). Elevansene i piccoli fusti, provveduti di radicelle, quasi dritti, finissimi, i trasparenti, ne di cui lati alternativamente provengono i rami, da far comparire pennato il tronco, ed articolato egualmente che quelli. Nella parte convessa e nel termine de rami stanno i polipetti coll’orifizio de’ calici diretto verso la fine del ramicello, e n'esce la corona di tentacoli granellosi. Gli osservatori le asse- gnano tre pollici di grandezza, ma quella delle grotte di Posilipo non oltrepassa tre linee. 17) S. fastigiata (s. fasligiata SoLanp. ). Da suoi tubercoli spuntano piccoli polipi con 15-16 tentacoli a campanello, ed appartengono pure al corpo dell’animale talune appendici vermiformi. Il suo tI scheletro dicotomo ha le cellette unilaterali, alterne, puntute. Trovasi nelle grotte del nostro cratere. 18) S. neritina (s. neritina SoLAND. ). Da comune ceppaia nascono i suoi vari fusticini compressi, rosso-foschi, con punti nericci dipendenti da’ polipi rinchiusi nelle proprie nicchie, che dividonsi sempre in due, essendo l'estremità de rami forcuta. Le cellette a forma di elmo 0 di nerita con angusta traversale fessura, in duplice ed alterna filiera, esistono in una faccia sola del fusto e de' rami, avendo nell’esterno lato un dente. Ab- bonda nel lago del Fusaro. (II. Cezzepora ( CeLLePORA FABR. ). Fabricio, Cavolini e Gmelin hanno trattato delle ce/Zepore, determinandone i caratteri, che in seguito furono vieppiù ampliati da Lamouroux. Blainville se- condo la forma de polipi le ha divise in subfitoidée, agglomerate, ed incrostanti. Siffatte produzioni, che sono gli alberghi di minuti polipi, veggonsi in forma quasi membranosa , pietrosa oppure crostacea, fragilissime, risultanti da una o più lamine di cellette. Hanno esse grande approssimazione con le /lustre e le mf lepore, sono di tale picciolezza che sfuggono all'occhio dell'osservatore, avendo spesso l'apparenza di macchie, di depositi calcari, o di squame circolari; epper- ciò furono chiamate discopore da Edwards, attaccandosi ad ogni ‘sorta di produ- zione marina, soprattutto vegetabile. La scienza non possiede altre positive notizie sul conto de loro abitatori, che quelle pubblicate tanto da Cavolini su le c. spongite e salina, che Edwards sospetta diversificare da quella di Esper; quanto da Spallanzani per la /lustra italica. La picciolezza di detti animali, la difficoltà di vederli usciti fuori le pro- prie abitazioni, e la poca trasparenza di queste, qualora vogliasene contemplare un pezzetto pel microscopio ; sono state di massimo ostacolo a farne sinora acqui- stare esatta conoscenza. Tutte le volte, che io abbia voluto esaminarle, le mie indagini sono quasi sempre rimaste infruttuose. La c. Macrì, comechè traslucida, permette di osservarne l’abitatore , il quale non differisce da quello descritto dal Cavolini. Io prima di Edwards (1) aveva fatto conoscere il rapporto organico tra il polipetto e lo scheletro corneo o calcare sia in forma crostacea, sia dendritica. L'apertura di ciascuna celletta presenta una specie di opercolo corneo, che perfettamente la chiude. E, qualora sia essa a metà aperta, vi si veggono ne'lati e (1) Guerin Rev. 200/09. Paris 1839, 2. I 5. 12 due punti neri posti in mezzo di altrettanti semi-cerchi bianchi, essendo uno l’ori- ficio della bocca, l’altro quello dell'ano, e dal Cavolini indicati coll’espressione ad occhio di uccello. La bocca, che allungasi a foggia di proboscide, giace nel centro di un disco sfrangiato in dodici lunghi tentacoli, i quali sono difficilissimi a ravvisarsi, e dotati di massima contrattilità. L’esofago, come tutto il rimanente del corpo, è racchiuso entro un sacco membranoso, il quale osservato al microsco- pio vedesi oscillare od istantaneamente ampliare e restringere. Continua il corso verso il fondo della celletta per formare lo stomaco, donde superiormente è pro- lungato l'intestino fino all’ano (1), che nell’opposto lato giugne a livello della bocca in unione della quale rappresenta i due occhi di uccello poc'anzi nominati. Ciò posto vedesi bene, qualmente l’opercolo nell’anteriore e posteriore sua parte deve essere mobile ; affinchè l’animale possa aprirlo per metà a dritta o sinistra, a seconda che voglia introdurre gli alimenti od evacuare le feccie. Nelle adiacenze dello stomaco sicuramente alberga l’ovaia, che sotto forma di liquido giallo si appalesa; a tal riguardo mi uniformo all'avviso di Cavoli- ni (2). La esposta idea è benanche sostenuta dall’osservare la genesi, de’ nicchi, i quali, se appartengano a ce//epore di una lamina, chiaramente dimostrano che, essendosi ingrossate le uova, gli animali di ogni cella abbiano dovuto ne’ primor- diali periodi vitali somministrare i sughi nutritizi a’ rispettivi embrioni, che ingran- diti hanno distrutti i genitori e le loro casuccie, onde far crescere le proprie. Nelle ce//epore a più sfogli è di curiosa contemplazione la serie sopraccrescente delle lamine di cellette, che a mio avviso possonsi rassomigliare a concentrici acerescimenti annuali de’ vegetabili dicotiledoni, Dippiù, se le ovaie avessero esteriore ovidotto, le uova sarebbero facilmente portate via dall'acqua marina, e rare volte si vedrebbe lo sviluppo della nuova su la vecchia ce//epora (3) : ciocchè non ho mai osservato avvenire in contrario (4). (3) Consultez sur les animaux du genre cel- lepora des Memoires de M, Delle Chiave et sur- tout sur les deux ouvertures du canal intestinali. Blainville (et. suppl. 675). (4) St spande (scrisse Cavolini) la e. spongite come per tanti rami, e frattanto il pedale o sia la base suole morire. Alle volte novelle celle- (1) Ze mode d'organisation que nous avions fait connaitre dans les {lustres ne tarda cependant pas d étre observe par M. Delle Chiare sur une autre espece du méme genre rapportee par cet amatomiste a la division des cellépores ( Rech. anatom. physiol. et zoolog. sur les Eschares pl. Ir: anin. de l'e. cervicornis; Ann. des se. nat. 2.° ser. Paris 1836, VI 17). (2) Poiché esteriormente alle millepore non ho mai veduto alcun sacchetto, che potesse esse- re l'ovario, debbo pensare che esso sta nel fon- do del corpo degli organi, siecome abbiamo vedu- to della gorgonia e della madrepora. pore a/la prima soprannascono e sulla distruzio- ne di quella vegetano . . . . L'animale siccome în sopra sî avanza e ne rami si dilata, così muore in basso e lo scheletro senza succo romane. 13 1 ) C. muricata ( c. muricata DeLLE CaAIE ). Cellette gialliccie, depresse , alterne, scabrose , coperte di spinuzze e con apertura semilunare. Abbonda su’ fuchi. Edwards la registra fra le nuove specie di discopore. 2) C. melobesia (c. melobesia DeLLE CmArE ). Cellette emisferiche più o meno elevate da comune crosta calcarea, bucate nel centro, donde esce il polipo con lunghi tentacoli. Questa specie fu già cono- sciuta e delineata da Imperato (1) col nome di mosco pielroso, perchè incrosta la zonaria squamaria. Non è raro di vederla, a guisa di macchia rosso-sbiadata, coprire varie produzioni marine, avendo identica forma di cellette. Lamouroux ne fece il genere melobesia, cui riportò la 72. pustolosa, e farinacea ; le quali sono per me la stessa specie. Anzi nell'opera su l'Egitto (2) si è dessa contrad- distinta col titolo di m. verrucosa, essendovi però sbaglio nella citazione colla codonite Edwardsiana. 3) C. orciolata (c. urceolata DeLLe Carsir ). Cellette ovate, gonfie a forma di orciuolo, punteggiate, disposte quasi a pentagono, con apertura lineare allungata , fornita di labbro. Non è tanto facile di trovarsi aderente ai corpi gitlati in mare. A) C. spongite. (c. spongites Cav.). Cellette rettilinee depresse, scabrose, con apertura terminale rotonda, a la- mine rosso-fosche, emulanti la spoglia di serpe, sovrapposte in più serie, spesso con protuberanze coniche forate. Incrosta tutt'i corpi marini, le pietre, precisamente la zostera. I nostri marinai la chiamano crosco. È molto affine alla e. pumicosa. 5 ) C. trasparente. (c. hyalina FABR. ). Cellette ovali, ognuna embriciata su l’altra, con apertura rotondata. Se ne osserva una varietà munita di piccoli tubercoli, ed un’altra tutta bianca. Nasce attaccata alle radici dell’alga vetraria, e sulle pietre. 6 ) C. perlacea. (c. perlacea DeLLe CHA ). Differisce dalla precedente, colla quale ha di comune sì il polipetto che il luogo natale, pella disposizione delle cellette smaltate da tubercoli bianchi, e per l'apertura. Questa specie ha la varietà col foro terminale, allargato ed interna- mente dentato, o pure con orlo calloso alquanto prolungato giù. Di essa ha fatto parola Blainville. 7) C. di Rossel ( c. Rosselhi Sav. ). Cellette ovali, trasparenti a pentagono, con apertura rotonda terminale, cadauna di esse circondata da una serie di forametti. Nasce sulle frondi di ulva. (1) Stor. nat. Nap. 1599, p. 734, f. 2. (2) Polyp. planch. VI 2. 14 8) C. Macri ( c. Macry DeLte Cour). - Cellette alterne, giallastre, tubercolate, poste a pentagono, con apertura se- milunare chiusa da opercolo corneo, che sembra avere il punto fisso a dritta e sinistra. Cresce su le pietre di Nisita. Questa nuova specie da Edwards vien ar- rolata al genere escarina col nome di e. Macry. 9) C. embrictata ( c. imbricata DeLLe Cone ). Cellette simmetricamente situate a pentagono, compresse, con apertura ovale, risultanti da piccole squamette ossee, disposte ad embrice. Cresce attaccata a’pro- fondi scogli di Cuma. Blainville riconobbe questa mia specie, che Edwards ha denominato e. 22bricata. 10 ) C. /abbrata ( c. Iabiata Lamx. ). Cellette ovali, alterne, con l'apertura quasi terminale e’l labbro superiore a volta, più prolungato dell’inferiore. Trovasi aderente alle ostriche, e se ne rinviene una varietà fornita di cresta conica e cartilaginosa. Edwards opina che questa del mediterraneo ne sia una specie nuova. 11) C. di Larrey (1) (c. Larrey Sav. ). Cellette gialliccie , trasparenti, disposte in linea retta, embriciate, quasi coniche con pieghe laterali, ed apertura labbrata inversa. Abita su la ulva lenza. 12) C. mascherata.(c. pessonata DELLE CHIAIE ). Cellette schiacciate, calcari, disposte in forma pentagona, avendo il labbro superiore solcato, il palato depresso, ed una filiera di fossette nel perimetro. Tro- vasi su l’ulva crespa. 13 ) C. Ronchi (c. Ronchi DeLLe CHIME ). Cellette embriciate, distinte, messe in linea retta, ristrette ne' due estre- mi, curve in cima, e con apertura circolare nel mezzo. Inerosta a più strati vari testacei. Edwards, quantunque avesse ammesso il genere escarina composto da molte specie di ce//epore; pure con dubbio vi riporta questa da lui reputata nuova specie, la quale realmente appartiene alle ce//epore, anzichè alle sue escarine. I4 ) C. rostrata ( c. rostratà DeLLe CHE). Cellette compresse, pietrose, scabre, poco distinte, con apertura a quattro denti triangolari, de’ quali il superiore è sommamente prolungato in giù. Into- nica i corpi marini solidi. Specie nuova, che Edwards arrola fra le discopore. (1) Siccome Savigny a molte ce//epore ha im- duto nuove, sono state da me intitolate a’ professori posto i nomi de’ suoi illustri colleghi nella spedizio- Ronchi, Macri, Folinea. Possan essi gradire ìl tenue ne di Egitto , quali furono Larrey, Dubois, Delisle, omaggio di un cuore riconoscente! Desgeneltes ec., così alcune di quelle, che io ho cre- 15 15 ) C. tubercolata ( e. tuberculata DeLLe CHIA ). Cellette ovate, a pentagono, con apertura marginale avente sopra un tuber- colo acuminato quadrilatero. Varia a forame rotondo, e cresce sul fugo linifolio. Edwards la riporta in Lamarck tra le specie nuove. 16 ) C. cigliata (c. ciliata Far. ). Cellette gialliccie, ovali, situate in forma pentagona, con 4-8 rigidi peli posti nell’orlo dell'apertura circolare, corredata di opercolo con gambo. È comune su le pietre del nostro littorale. 17) C. Folineana ( c. Folineae DeLLe Canar ). Cellette pietrose a foggia di orciuolo, con apertura terminale ellittica, cinta da sei rigidi peli ed un dente, disposte a pentagono, e ne’lati fornite di prolunga- mento acuto a canalelto. Rinviensi su gli scogli di Vico Equense : Edwards ame- rebbe riportare questa nuova specie al genere 720//a di Lamouroux. 18 ) C. coronata ( coronata DeLLE CHIAIE ). Cellette ovate gonfie, embriciate, provvedute a'lati di due tubercoli con spine articolate, avendo piccola apertura cinta da peli. Abita con la precedente : è stata ammessa da Blainville. 19) C. ovotdea (c. ovoidea Lamx. ). Cellette in gruppi circolari, a guisa di uovo, con apertura rotonda, e di con- sistenza pietrosa. Cresce su varî fuchi. Edwards a torto dubita della sua esistenza nel nostro cratere. i 20 ) C. Magnevillana ( c. Magnevillana Lamx. ). Cellette ovate, a gruppi circolari, con apertura terminale, esternamente tutte bucate. Trovasi sul ceramio verticillato, ed a. me pare che la condizione de’ fori nella sua esterna superficie ne dimostri il ravvicinamento alle 722//epore e cellarie. Ed è pur degno di osservazione , che mentre dal suo interno esca la proboscide del polipetto conica allungata, da’ pori della superficie gialliccia este- riore altri ne sporgono. 21 ) C. Zmperato ( c. Imperati DeLLe CHIAIE ). A forma di lamine giallastre, talora più o meno incavate, presentasi attac- cata a’ corpi marini. Le sue cellette appariscono in serie successive, rilevate, con apertura terminale e rotonda. Il polipetto n’esce co tentacoli a stella. 22) C. Cavoliniana ( c. Cavolini DeLLe CHIMIE ). Ricama le foglie della zostera; le sue cellette sono ovali, trasparenti in modo, che se ne vede il rispettivo polipetto co sottili tentacoli, che allunga in fuori. } 16 GIN. Cazrarza ( Centaria Law, ). Questa razza di zoofiti, che abbisognava di accorti osservatori, onde esserè distinta da vegetabili, richiamò l’attenzione di Ellis per esaminarne il vero anda- mento. Il gran Linneo, che ne fece in parte tesoro, dalle serto/arze non separò le ce//arie, chiamate da Pallas e Bruguiere ce//olarie. Di fatto differenza mar- cata esiste fra amendue, avendo queste lo stipite delle prime articolazioni nella maggior parte composto di segmenti; mentre nelle serto/arze è desso tuboloso continuato: essendo gli abitatori di queste sempre in comunicazione con la sostan- za vivente, racchiusa nel tubo de’ rami principali. Ma del presente genere ulteriori divisioni ha fatto Lamouroux, vale a dire in cadarea e crisia. Le cellarie in- tanto hanno per distintivo carattere un polipaio fitoideo cartilagineo-pietroso , ci- lindrico, ramificato, con casuccie sparse su tutta la sopraffaccia di esse. Niuno scrittore parla della forma e struttura de’ loro ospiti, siccome afferma anche Blain- ville (1), i quali sono stati da me veduti con massima pazienza nella specie se- guente, avendo rassomiglianza perfetta con quello delle 72///epore. Evvi un sacco muscolare, in cui esiste l’ovaia e lo stomaco continuato in su coll’esofago, corre- dato di proboscide allungata, che Edwards a torto mette in dubbio, molto contrattile, cinta da dodici esili tentacoli, che egli dopo di me ha visto cigliati (2), e ne ha pure seguito il tubo gastro-enterico aperto ne due estremi. 1) C. cereoide (c. cereoides Law. ). Da comune ed orizzontale ceppaia, attaccata agli scogli, nascono alcuni rami primari dritti, ed altri curvi; questi e quelli cacciando in giù delicati fili tubolosi, sottili come radicelle de vegetabili. Le ramificazioni per lo più sorgono a verticillo, ossia a tre dallo stesso punto, ognuna nella uscita restringesi in corneo pedicello, terminando troncata da quattro cellette : la cui disposizione è quasi circolarmente alterna, essendone cadauna gonfiata un poco, ben distinta dalle compagne, punteg- giata con apertura circolare alquanto sollevata ed appena curva. Riesce di facile osservazione la genesi dello sviluppo suo in lunghezza, e la divisione de'ramicelli. Il polipo, per deficienza de sughi nutritizî, che s'invertiscono per l'accrescimento delle uova, muore nella propria casuccia. La nuova celletta esce pell’apertura della vecchia, dove è obbligata di restringersi, e si amplia quando ne sia per- feltamente uscita. Questa ce//aria è gialla, pescasi nell'isolotto della Caiola. (1) Avant M. Delle Chiaîe nous ne connois- vateur napolitain a rempli cette petite lacune sons aucun auteur qui et décrit les animaua (Actin. 453). d'une espcéce de cellaire veritable; mais l’obser- (2) Lamarck Amm. s. vert. Paris 1836, 11177. BI 2) C. salicornicidea ( c. salicornioides LAmx. ). Fusto gracile, filiforme bianco, dicotomo, articolato. Ciascuna articolazione somiglia alla clava con gambo corneo fosco rotondo. Le cellette vi stanno intor- no intorno, le inferiori sono più piccole delle superiori, rilevate, slargate su ove ravvisasi l'apertura rotonda , e ristrette giù. Rinviensi attaccata agli spondili o fra le spugne e gli alcioni. 3 ) Da’ marinari d'Ischia ho ricevuto pezzetti di una ce//arza somigliante al- la sertolaria frutescente di Ellis; ma nulla oso dirne di positivo. Essa vien rap- presentata da uno stipite ramoso, sul quale appariscono talune cellette prominenti, continuate co’suoi canali interni, e fornito di ramicelli alterni distici, torti nel principio, i quali sono fatti da tre o quattro tubi a fascetti paralleli. 4) C. pumicosa (c. pumicosa DeLLe CHIAIE ). Da orbicolare disco elevasi il suo breve e forcuto fusto, emulando la rami- ficazione del corno di cervo. Le cellette vi stanno in filiere ascendenti, le une sovrapposte alle altre, panciute in giù ove poggia la celletta inferiore, ristrette su con apertura semilunare, che nella base offre un dente acuto abbastanza pro- lungato. Non è rara nel littorale di Miseno. II. DESCRIZIONE ICONICA. Tavola 64. Cellepora Imperati 7, essendosene ingrandito un pezzetto 14 coll’animale uscito dalle rispettive cellette. — 11 c. CavoZini, che ricama le foglie di zostera, ed una di essa ampliata col polipetto 12 contenutovi. Tavola 69. dI cellaria frutescens?, e sua porzione aumentata di diametro 32. — 33 c. cereotdes, ingrandita 34, co’ nicchi 6 provveduti del proprio abitatore @, e questo isolato 35. Tavola 134. 2 cellaria salicornioides, 6 rametto ingrandito. Tavola 136. Cellaria pumicosa 1, suo pezzo cresciuto di diametro 22. Tavola 157. Sertularia pluma 1 colla radice comune serpeggiante, donde elevansi tre fusti di svariata grandezza, da’ cui calici 12 @ escono i tentacoli del polipetto è « ovario ingrossato della medesima 25. — 2 s. Jyriophyllum, porzione di tronco della quale 13 e propriamente la faccia posteriore fornita di solchi longitudinali c, ed uno de’ suoi calici d. — 3 s. pennaria prossima ad ingrossare gli ovari, 18 uno di questi già maturo 15 con gli anelli del fusto e de’ ramicelli, essendone il polipo ingrandito 14. — 4 s. racemosa col suo polipo 26, che ha il tubo curvo a. — 5 s. misenensis, porzione di essa 17 con il polipetto a e l’ovario d. — 6 s. lendigera e suo pezzo accresciuto di diametro 16, in cui appariscono i poli- petti. 7 s. dichotoma aderente alla metà della fronda di alimenia nervosa, e'l polipo ingrandito 18, e ritirato nel calicetto, f uscitone fuori ed espaso: suo ovario 19 maturo. — 8 s. secundarta, il cui rametto polipifero ampliato di dia- metro è 20,— 9g s. p0/yzonzas, suo polipo 21. — 10 s. pumila, di lei polipo 22, ed ovario 23 ampliati. — 11 s. m20/%s e rametto coll’animale 24. i Tavola 158. Cellepora hyalina 1, ingrandita 2 a, altra guardata per la parte inferiore con l’animale 6, il cui opercolo è c con l’orifizio della bocca d, e l’ano e; 3 lo stesso animaletto cavato dalla propria abitazione , essendone la bocca f; la mas- sa de' visceri 9, lano &, la proboscide ed i tentacoli 7 ampliati. — 4 c. perla- cea: sua varietà, 6 celletta ingrandita di questa 72 e di altra varietà 7. — 7, $ c. Rosselti.— 9g, 10 c. Macry.— 11, 12 c. imbricata. — 13, 14 c. labia- ta. — 15, 16 c. Larrey. — 17, 18 c. personata. — 19, 20 c. Ronchi. — 21, 22 c. rostrata. — 23, 24 c. tuberculata. — 25, 26 c. ciliata, di cui 27 mostra la varietà e 28 l’opercolo peduncolato o. — 29, 30 c. Molineae. — 31, 32 c. coronata. — 33 c. ovoidea.— 34 c. Magnevillana, in 35 se ne vede una ingrandita p ed un’altra colla proboscide 9 del suo animale. Tavola 166. Sertularia fastigiata 10, e rametto di essa ampliato 25 per farne conosce- re la forma delle cellette a, e’l polipo 8. — 17 s. parasitica, di lei polipetto 18. Grappolo di uova mature della s. racemosa 23. — 26 s. nerztina, suo rami- cello ampliato dalla parte anteriore 27 e dalla inferiore 29. — 28 s. geniculata aderente allo sferococco, suo polipo 22, ovario maturo 24 coll’uovo a. Tavola 167. Cellepora urceolata 8 con celletta ingrandita g. — 10 c. muricata. — 11 c. melobesia colle nicchie grandi provvedute di animali 4, e piccole 6; es- sendo poi quelle appena visibili sulla plessaura rigida 12, interamente copertane e nel pezzo.13, che ne fa conoscere l’asse centrale, non chè sulla cora//ina 14. In ogni articolazione della quale 15 appariscono le sue cellette, che col tempo si distaccano e vi rimangono le fovee e, restando scoperto l’asse suddetto. — 21 c. spongites con cellette accresciute di diametro 22 (1). (1) Per deficienza di ulteriori osservazioni nul- la ho detto intorno alla serto/arza (tav. 127. f. 13, XI, POLIPI MILLEPORICI. a avaria arania carini nni vitammaataie» PAZ TEVLITLIIBIITTTTLILTITZIZIILTTAZZZ PLL IVI AZIZ ZZ AZIZ IZ LI zizi A aaa Ad 1. DESCRIZIONE Z00LOGICA E NOTOMICA. GI. MrrrePora ( Minerora Linn. ). Questo polipaio distinguesi dalla natura delle cellette, osservandosi a lami- ne incrostanti, arborescenti, 0 pure come ramificazioni fitoidée. Linneo vi aveva riunito molte specie, che sono state da’ moderni naturalisti giustamente separate, restando tra le 72///epore i polipai pietrosi con pori perpendicolari al loro asse centrale, e ravvisabili specialmente verso i rami superiori. Da ogni foro quasi sempre orbicolare, ed appena prominente, internamente continuasi un canale, che finisce in particolare celletta scolpita nel centro del litofito, in cni n’ esiste un nu- mero corrispondente a’pori. Il polipetto delle 722//epore, soprattutto della seguente, fu rozzamente conosciuto da Donati, che lo dimostrò analogo a quello delle ce//e- pore. Interessanti trovo eziandio le disamine all'uopo fatte da Edwards. Siccome i polipetti, che animano questo scheletro , pria fecondano e poi terminano di vi- vere; così verso la radice morendo se ne fabbricano i pori da materie estranee ed anche calcari, restandogli lo sviluppo in su per lo ingrandimento delle uova, 1 ) M. troncata ( m. truncata Linn. ). Da comune e semplice tronco nascono rami forcuti, indi man mano sepa- rati in altre bifurcazioni, costituendo grazioso e rosso cespuglio, verso le esterne ramificazioni intorno intorno pertugiato , cilindrico, con pori a serie Iongitudi- nali e disposti in modo, che sei di questi ne circondino il settimo centrale. È da notarsi, che nella sommità de’ rami esistano le cellette a pareti distinte, trasparenti, dove albergano i polipi, ed al numero di otto a dieci intorniano un asse media- no. Guardato sottacqua un pezzo di questa 722//epora è curiosa la uscita de’ ten- tacoli de suoi ospiti, che tutti avvicinati e paralleli spuntano da ogni foro, fuori di cui espandonsi a foggia d'imbuto, avendo nel centro l’orifizio della bocca con l’esofago continuato in giù verso la base del corpo, attaccato al fondo di cadauna casuccia; la quale, ritirandovisi l’abitatore, rimane chiusa da coperchietto pedicel- lato, fisso al suo corpo. Quello sta elevato, quando i tentacoli escano, essendo necessario perchè le piccole nereidi non se ne pascolassero. Il colorito di questi esseri viventi è porporino, tranne i tentacoli, che sono rosso-sbiadati, ma sempre meno della radice dello scheletro osseo. Ingannerei i miei cortesi lettori, se asse- rissi loro di aver potuto conoscere più minutamente la struttura di sì esili viven- ti, pe quali mi rimetto a quello, che dissi delle ce/Zepore in riguardo allo sviluppo delle loro uova, quindi sull’acerescimento de rami dello scheletro. Pescasi tra gli profondi scogli del luogo delto Jola. 17, 16, 11), alla melobesia arenaria (tav. 150, f.1 6) ed alla casenicella (tav. 165, f.4-5). 20 2) M. Trapanese (m. Drepanensis DeLLE CHIAIE ). Tronco ramoso, forcuto, cilindrico, con serie di cellette, ognuna corredata di foro orbicolare a margine prominente, chiusa da coperchietto quasichè corneo. Nel 1826 ne ricevei un pezzetto da Cascio-Cortese di Trapani. 3 ) M. corno di cervo (m, cervicornis Lin. ). È ramificata costantemente in due, depressa, scabra, rossa, in ogni punto provveduta di fori quasi circolari, avendo una lamina parallela, sulla quale pog- giano le secondarie divisioni delle cellette. Non J'ho veduta vivente. A) M. miniacea (m. miniata Cav. ). Cresce su le alghe in piccole laminette rosse avvicinate, emulanti i bottoni delle gemme de’ vegetali appena sviluppate. Esaminatone un pezzetto con lente apparisce crivellato di minuti e rotondi forellini. È frequente. 5 ) ML. coriacea ( m. coriacea Cav. ). Incrosta vari corpi marini come una lamina lapidea, fornita di fori rotondi ed irregolarmente sparsi. È alquanto comune presso di noi. 6 ) I. ovata ( m. ovata DeLLE CAINE). Prende la forma di una massa pietrosa ovata con cellette a fori semicirco- lari. L'ho rinvenuta alla Caiola. (II. Conoxr7E ( CoponytEs). Il carattere di questo genere consiste in piccoli polipai non aderenti, orbi- colari, appianati come moneta, per Jo più da una sola faccia porosi. Quì parmi, che trovino posto le tre specie, che ne descrivo; la prima delle quali fu nota al Cavolini, che ne esaminò l’animale simile alle ce//epore, cui per verità ha tutta l'analogia. Per quante fossero state le mie diligenze non ho potuto mai vederlo uscito fuori i suoi nicchi. 1) C. cardoncello (c. cardunculus Cav. ). Molti pezzi triangolari a guisa di raggi si elevano da delicatissima lamina orbicolare, rimanendo quelli uno spazietto centrale con esili pertugi, avendone una serie longitudinale, continuata talora fino al perimetro del disco quasi sem- pre ripiegato e privo di cellette, che veggonvisi distrutte. Osservata la inferiore faccia di questo, rilevasi nel centro, con cui attaccasi a'fuchi, il nocciuolo di una spirale disposizione di cellette. Ognuna delle quali contiene il proprio polipo contratto , che fa uscire i tentacoli per ciascuno forellino del piano inclinato de' pezzi triangolari. Se ne trovano parecchie varietà, tra quali è da notarsi quella senza triangoli convessa e bucata, e l’altra con lamine triangolari assai elevate, 2I ne di cui spazi esistono i pori. Il suo colore è ceruleo sbiadato , oppure bianca- stro. È comune nel nostro cratere (1). 2) C. imbutiforme (c. infundibulum DeuLe Chiare ). La duplice concentrica serie di cellette imbutiformi si dispone sopra una la- mina discoidea, le quali offrono il breve cannello dell’imbuto rivolto verso la parte centrale, e l'apertura riguarda il perimetro di quello. Talchè la seconda filiera di celle è sottoposta alla prima, ed amendue rappresentano raggiante disposizione. Ha colorito quasi violaceo, e disabitata l'ho trovata aderente ad un sasso , che dalle maree era stato gittato sul lido di marechiano (2). 3) C. squamosa (c. squamata DeLLe CHIA ). Ha la figura ovale e molte squame ossee embriciate, le più esterne maggiori, si addossano in parte sulle interne minori; le filiere di pertugî orbicolari esistono nella sola faccia scoperta di cadauna squametta. Rinviensi nell’indicato luogo. III. RezerorA ( RerepoRA Lam. ). Le sue specie un tempo appartenevano alle 722//epore, ed ora ne sono state separate ; per la ragione, che offrono i buchi delle cellette nella sola faccia aspra, mancandone l’altra levigata. 1 ) è. cellulosa (r. cellulosa Law. ). Nasce nelle grotte del nostro cratere, per lo più apparendovi a guisad’imbuto con base discoidea, e margine ondeggiante irregolare. Ha la crassezza di qualche linea e vedesi reticolata, le cui maglie sono abbastanza simmetriche , interna- mente aspre, ed all’esterno levigate. La scabrosità dipende dalle infinite aperture delle cellette orbicolari rilevate, esistenti nella sola faccia interiore. Ovali sono le maglie dello scheletro risultante da esteriore lamina, che copre la sostanza quasi spugnosa centrale, dentro la quale sono scolpite le tubolose celle de’ polipetti. I quali raramente cacciano la corona di tentacoli cigliati lunghi, che cingono la bocca posta nell’apice del corpo, talora esteso fuori la corrispondente casetta , appena diversificando da quello delle ce//epore. 2) R. frondicolata (r. frondiculata Law. ). Pare un cespuglietto, fin dalla base allargata diviso in due tronchi primari, indi bifurcati replicate volte, emulando nel tutto insieme un ventaglio. Questo (1)Chisa chelefwrgie lenticolare ed agarico- eretta in genere nuovo senza citare il Cavolini, suo de (Risso Op. cit. V 358, fig.52 e 53), da Edwards primo ed accurato descrittore. in Lamarck (Op. cet. I 375) considerate come no- (2) Delle Chiaie crott devoîr adopter le gen- velle, non spettino a questa specie. Di cui non si era ze cadosus Sav. por 802 e. embutiforme (Blainvil- tenuto conto da’ moderni naturalisti, che l'hanno le Ae. suppl. 675). De 22 litofito spesse fiate osservasi alquanto diritto, ma in seguito si curva e talvolta in- clina. Ha una delle sue faccie liscia, e l’altra punteggiata, scabrosa, lateralmente cigliata. Guardata con lente rilevasi, che abbia in su de solchi, e quattro serie di celluzze tubolose, con orifizio circolare; delle quali due sono mediane, ed altret- tante corrispondono alle spine de’ lati: tutte hanno un cavo continuato nell'interno dell'asse pietroso. Il colorito di questa refepora è giallastro, e trovasi nella costiera di Castellamare. Me ne è ignoto l’abitatore, ed alla sua faccia levigata attaccasi la produzione seguente (1). 3 ) £è. favosita (r. favosita DeLLe CHAIR ). Conformasi a ramificazioni dicotome, reticolate, rosee. Nella inferiore parte ha la faccia solcata rivolta verso gli scogli, e nella superiore si osservano le aper- ture esagone delle cellette, prolungate nell'interno dello scheletro pietroso; e niente diverse dal favo delle api. Non ne ho veduto gli animalucci: è frequente nel nostro littorale. Forse questa è la r. reficolata del mediterraneo, che Blain- ville proponeva erigersi in specie distinta, da doversi separare dalla indiana de- stinala a rappresentare quella. II. DESCRIZIONE ICONICA. Tavola 5. Codonytes squamata 18, ampliata 19. Tavola 69. Millepora miniata 29, e 30 suo pezzo ingrandito, per dimostrarne i pertu- gì. — 23 Codonytes infundibulum di grandezza naturale, ampliata 25, e due suoi imbuti separati 26.— 24 c. cardunculus, di maggior diametro 27 cotriango- letti bucati ee, che corrispondono alle celle visibili nella sua faccia inferiore 28 f. Tavola 136. Retepora favosita 7 e suo rametto delineato per la faccia, dove esistono le cellette 21, e da quella che ne mancano 19. — 3 r. cellulosa e porzione della e (1) Rassomiglia essa ad una casella ossea reni- forme, prismatica in una delle faccie: ossia la supe- riore curvane lati e reticolata, l'anteriore concava con lineette flessuose che la percorrono da sopra in sot- to, la inferiore onninamente mancandone, dappoichè trovasi aderente all’anzidetto litofito. Nella unione della lamina posteriore coll’anteriore producesi un angolo ben rilevato, ove notansi due seni semiluna- ri, che nel centro della casella congiungonsi, e ne mostrano il forame prominente imbutiforme a margi- ne rilevato. La maggior parte delle prefate casel- le mi è apparsa ad unica cavità, quantunque qual- cheduna avesse un sepimento prolungato dall'una all altra estremità, e quindi ulteriori cellette medi- ante altre traversali e corte separazioni. L’esposto ripugna ad ammettersi, per la ragione che mi sem- bra difficile di albergarvi tanti polipetti, quante sono le piccole abitazioni: ognuno de’ quali avrebbero do- vuto cacciare la respettiva proboscide per la comune apertura. Colla sola ispezione dei suoi abitatori si può determinare, quale delle due esposte opinioni sia vera. A me basta di averla indicata. 23 stessa accresciuta di diametro per la facile osservazione delle aie della rete, da cui è formata 3; e dall’orifizio di cadauna celluzza esce il polipetto @, che più grande esiste in g. — 13 r. frondiculata, la cuì faccia dotata di cellette è 14, e quella che ne manca 12; osservandovisi però i solchi longitudinali, i canaletti in- terni del suo scheletro corrispondenti alle divisate celle, e la produzione @, che vi si attacca il doppio della sua naturale dimensione: la quale guardata pel davanti sta figurata in 10, e dal di dietro in 11. Tavola 167. 16 mi/lepora truncata, un pezzo della stessa 17 sì è reciso a traverso per dimostrare i cavi centrali 9 9 comunicanti colle cellette, dal cui orificio esce il polipo 7, nel mentre che è chiuso da opercolo 7. — 18 m. ovaza con casette in- grandite 19, n. coriacea 20 ed un pezzo ampliato 22, m. cervicornis 23, m. Drepanensis 25. XII POLIPI LITODENDRICI. venia annannanannanammm rraniariariani RADZIARAA. aneianiantania ni ru I. DESCRIZIONE Z2O0O0LOGICA = NOTOMICA. Corato ( CoraLium Law. ). Uno de’ belli e preziosi ornamenti del regno di Nettuno, dai greci chiamato Korallion o sia abbellimento del mare, è la produzione, di cui traccio brevissima istoria. Finchè le lettere furono esclusivamente coltivate da’ monaci poco interesse si pose nelle scienze naturali; per conseguenza nulla conobbesi di rilevante intorno al corallo. Talchè sappiamo, che ne tempi antichi, oltre Teofrasto, ne parlarono Plinio ed Ovidio; il quale ne trasse paragone per esprimere la durezza acquistata dai corpi collo scorrere degli anni. Guysonius lo classificò tra le sostanze minerali, Boccone lo credette analogo alle gorgonie, e Tournefort trasportato da sommo entusiasmo per le produzioni di Flora, al cui sguardo anche le pietre vegetavano, lo figurò fra i fiori ottopetali. Errore anche ripetuto dal Marsili, finchè non fosse stato da Peyssonnel considerato abitazione di piccoli viventi. In proseguimento Reaumur, Jussieu, Donati, Ellis, Linneo, Pallas e Solander cercarono di asse- gnargli un posto nella classe degli esseri animali; ma al solo Cavolini la scienza è debitrice di esatte disamine, che abbiansene potuto finora intraprendere. Nè debbasi tacere, qualmente Lamarck, Lamouroux, Bosc, Cuvier, Blainville (1), e più di (1) I. Delle Chiaie a publié sur le coral. ses compatriotes Cavolini Spallanzani et Donati des observations qui completent d'une mamicre. ( Man. d'Actin. supp!. 681 ). tout-a-fait interessante ce que la science devait & 24 tutti Edwards per eleganti figure (1) abbiano luminosamente percorsa la carriera medesima. Corallo (c. rubrum Cav.). Questo nasce attaccato agli scogli, non a raro sopra individui della sua stessa specie, o pure ad altre produzioni marine, che talora perfettamente incrosta. Alza il suo tronco, privo di qualsiasi articolazione, più o meno dritto, man mano rami- ficato, non oltrepassando la lunghezza di un piede. I rami, nella cima sempre ro-. tondati, ne sono ora eretti ed altre fiate curvi verso giù, diramati in svariato modo, spesso innestansi a compagni. E siccome la influenza del raggio solare, essendo perpendicolare, penetra fino alla sua dimora, somministrandogli maggiore calore pel suo celere sviluppo ; così, onde acquistare determinata grandezza, abbisogna di otto anni alla profondità di 30 braccia, e di quaranta anni a quella di 150. ‘Rinviensi presso Vico Equense, ed alla distanza di sei miglia dal lido. Varia a seconda de siti, crescendo più sollecitamente nella parte occidentale, che nella orientale intorno al promontorio di Sorrento. I marinai della Torre del Greco, poco lontana da Ercolano, per istrapparlo dal mare servonsi di un paio di travicelli incrociati, lunghi palmi tre, avendo in punta due grossi stracci di rete.e nel cen- tro un sasso, onde su gli scogli, o per l’arénoso e limaccioso fondo venendo tra- scinati, raccogliere ne potessero i pezzi già rotti. Toltane la veste esterna (2) granosa apparisce il sottopostovi tessuto fibro- parenchimatoso, il quale ha tante lagune per quanti tubercoli polipiferi esistanvi, che sono perfetta continuazione ed allungamento di esso. Offre le fibre longitu- dinali variamente intrecciate, ne di cuispazi od aie raccogliesi una sostanza facile a separarsi mediante la soluzione nitrosa, che col tempo lo converte in gelatina. Oltre gli esposti inviluppi evvene il terzo detto perischeletro, che più dappresso copre il litoideo fusto ed i rami del cora//o, ad opra di cui le molecole calcari alla parte ossea somministransi pei suoi annali e concentrici accrescimenti, ed ora be- nissimo delineati da Edwards. Quando siansene spiegati gli otto tentacoli, raggiante-pennati, bianco-rosei, punteggiati, vedesi nel centro la bocca, situata nell’apice della proboscide capace di allungarsi e restringersi, donde verso giù continuasi un sacco o stomaco. Fat- tasi traversale sezione alle ramificazioni del tronco del cora//o sarà agevole os- servare, che ogni solco scolpito nella litoidea sua faccia esterna sia all’intutto (1) Reg. anim. de Cuv. Paris 1837, Zooph. copre mentre egli è rozzo sotto P apparenza pI. So. di vivace colore rosso, che poi se gli leva (2) 2/ corallo sta naturalmente sopravesti- dal pulimento (Imperato Stor. nat. lid. XXVII, to di una sottilissima tunica crostosa, che lo ce. 2). sv - 25 riempiuto da un canale pregno di granelli giallicci, i quali a me sembrano le uova, avendo la uscita presso ciascuno polipo. Per questa medesima strada e pe pori cutanei entra l’acqua marina, la quale circola pe solchi o canaletti scolpiti nella superficie del suo scheletro. Lo spirito di vino vi aveva già alterato i vasi, che dalla base di ogni polipo davano nutrimento e vita al resto degli strati cutanei. Vogel ha fatto l’analisi chimica (1) di questo zoofito, e suppone che il suo principio colorante sia dovuto all’ossido di ferro, anzichè ad una sostanza orga- nica, come altresì da questo debbansi ripetere le facoltà medicamentose. La te- rapeutica si è ormai dismessa delle varie sue preparazioni, e vien oggi a raro prescritto come dentrifico o pure in qualità di assorbente. E se Orfeo col suono della sua cetra ne abbia esagerato le lodi; se Teofrasto e Plinio ne parlarono come oggetto di puro lusso, e di sommo prezzo; se i Romani, essendo a dì nostri tuttavia in voga, lo credettero amuleto sufficiente a guarire i fanciulli da’ mali, ed a preservarli dal fascino; quali pregi non ha esso acquistato con la moda, ed il capriccio delle donne? Gli stessi barbari, vale a dire i Musulmani e gli Alge- rini lo tengono in grande stima, credendo che il corpo de’ loro più cari amici senza una corona di cora/li scendesse al sepolero con pessimi auspici. Gaio ab- bellimento fornisce al collo delle femine Circassie, e soprattutto dell’adusta Afri- cana. Nè la moda europea di forma sempre cangiante trascura di far tesoro di sì galante prodotto , lavorandosene diademi, pettinesse , collane, braccialetti : arte che nel suolo partenopeo ha quasichè toccato la metà, costituendo una delle più perfette manifatture, di cui lodasi la nostra patria industria. II. DESCRIZIONE ICONICA. Tavola 167. Corallium rubrum 1 disegnato vivo, e vestito della sua polpa carnosa; dalle cui casuccie escono i polipetti rinchiusi in 2 5, ove appariscono i solchi scolpiti sulla esterna faccia @ dello scheletro. — 3 rappresenta le varie forme dei sacchetti oviferi, uno dei quali si è rotto per la uscita delle uova c. XIV. POLIPI CERATODENDRICI. PITIIIZITTITZTIZITITILIPIZAZIALLILIZIVIZITIBITULITIZAZI AIA DIL LIIIDIAZIIAZIAZA RIZZA ZIA VIVAI ZAANIA AIA rininii nni naiara I. DESCRIZIONE 200LOGIGCA. GI. Gorcowza (Gorcoma Lin. ). Gli antichi furono troppo discordi sul nome da assegnarsi a questo zoofito, (1) Egli vi ha rinvenuto: acido carbonico 27, ferro 01.00; acqua 06,00; residui animali 00,50 ; Piro . « A 5 w E SÒ . 99; calce 50, 50; magnesia 03,00; ossido rosso di solfato di calce 00,50; traccie d’idroclorato di soda. 20 Ì . ; e lo stesso Imperato neppure ne conobbe la vera natura, essendo stato da Boerhaa- ve chiamato Titano-ceratofito. Boccone e Lobelio lo riunirono alle cora//ine, ed il Plinio del Nord ne fondò il genere gorgonza. Era riserbato a Cavolini il distrigare la forma e la interna struttura de'suoi polipi, i quali sono perfettamente analoghi a quelli del cora//o. È desso rappresentato da un polipaio fisso, a forma di albero ramificato, fornito di asse centrale corneo, incrostato da polpa egualmente viva, ed albergante i propri animaletti. I) G. verrucosa ( g. verrucosa Lx. ). Da uno stipite perpendicolare comune, abbastanza crasso, quasichè flessuo- so, depresso, appena striato, hanno origine spesse volte da un solo lato le prima- rie ramificazioni : le quali serbando identica costanza nel dividersi per lo più in due, ed assoltigliate negli estremi, compongono grazioso cespuglio emulante presso a poco la fronda di dattero, epperciò fu da’ nostri marinari appellato pa/me marina. Tale gorgonia vive in gran copia nella grotta del Lazzeretto di Nisita, ove non mai o fievole raggio solare penetra, facendo pompa di elegante colore miniaceo, che ne tinge la corteccia piena di polipetti rosso-sbiadati. Bastano sol- tanto poche ore perchè, tenuta fuori acqua, rendasi bianco-gialliccia, e carica di verruche, in cui sonosi già rannicchiati gli abitatori, abbastanza sensibili ad una luce più vivace di quella a loro ordinaria. Cresce ella su qualsiasi corpo, che in mare e nel sopraddetto luogo possa ritrovarsi. Mi è riuscito di grazioso spettacolo la contemplazione di una cavernosa pietra tofacea, cui aderiva sì una spugna già morta e macerata, che un individuo ben grande di gorgonza. Aveva questa nella base del suo scheletro talmente espasa la polpa corticale, che non solo era giunta a ricoprire maggior parte delle piccole caverne della anzidetta pietra; ma erasi eziandio diffusa, ed internata in quasi tutte le aje o forami della succennata spugna. 2) G. giunco ( g. iuncea SoLAnp. ). Ne sorge lo stipite centrale dagli scogli, ove sta fissato, lungo, fosco, osseo, semplice, flessibile e coperto da coriacea polpa rosso-fosca, la quale inferiormente per un paio di pollici manca delle nicchie polipifere. Sono queste disposte quasi a verticillo, affollate, tubolose, coverte da varie spinuzze. Dall'interno n esce il polipetto con otto tentacoli rossi e pennati. Trovasi raramente nel nostro cratere. 3) G. ceratofita ( g. ceratophyta SoLanp. ). Da orbicolare disco alzasi il rotondo suo fusto, fissato a' corpi sottomarini, e dopo un pollice costantemente principia a bifurcarsi, alquanto curvato in cadau- na delle sei ad otto divisioni primarie, e compresse ne' lati: dove nascono ramicelli cilindrici, dicotomi, pennalti. Cosicchè essi, avendo bifaria disposizione, fanno com- parire la presente gorgonia come un ventaglio. Sebbene i di lei rami emulassero 2 la figura relicolata, pure non riunisconsi mai. La sua polpa è rossa con solchi longitudinali più visibili e frequenti nell’asse centrale nericcio, fornita di duplice, ‘alterna e laterale serie di pori polipiferi, che ne’ ramicelli sono in unica od al più duplicata filiera. Offre l’altezza di un paio di piedi, ed abbonda nella costa orien- tale del nostro littorale. 4) G. viminale ( g. viminalis Patt. ). Questa gorgonia da base circolare ed espasa elevasi con tronco corneo, semplice, diviso sempre in due fino alle estreme diramazioni , le quali veggonsi per lo più pennate, gracili, pendenti verso gli scogli a foggia de’ ramicelli del salcio. Spesso avviene, che le primarie e secondarie ramificazioni, sempre cilin- driche, si riuniscono ed innestano insieme. La polpa; che veste le descrilte parti, è giallo cedrina, con vari solchi longitudinali: le aperture de’ bulbi de’ polipetti compariscono laterali e disposte nel fusto in duplice ed alterna serie. Attaccasi agli scogli di Cuma. 5) G. Rissoana ( g. Rissi DeLLe Came). Stipite cilindrico, a guisa di tronco di alberetto vestito da polpa verrucosa rosso-fosca, carico di rami primari e secondari alternativi, in maniera ampliati nell’apice da emulare una clava, per causa dell’affollamento maggiore delle nic- chie de polipetti, che vi stavano ritirati e chiuse dalle loro otto lacinie alquanto ap- prossimate. Io ne ebbi dalla costiera di Castellamare un individuo vivo nel 1827 colla ofiura variegata avviluppata a terminali suoi rami, ed un altro nel 1840 collo stesso echinoderme, ma sempre co polipetti ritirati. 6 IL Parovarra ( Pavonaria Cav. ). Cuvier smembrò dalle pennazole la seguente specie, che eresse in genere nuovo, sulla considerazione, che i polipetti stieno collocati da una sola faccia del suo lunghissimo stipite. Blainville poi soggiunse, qualmente gli stessi sessili, non retrattili, sieno provveduti di otto tentacoli pennati, e dispostivi in quinconce. P. quadrangolare (p. quadrangularis Bramv. ). Il suo fusto, lungo più di sei piedi, assottigliasi verso l'apice, un poco in- grossato giù da comparire alquanto bulboso, cilindrico, con esile forame termi- nale. Dopo un piede diviene tetragono, e presso l'estremità tiene due laterali filiere di calicetti dentato-spinosi, un pò curvi, allogati in gruppi successivi, ognu- no ternato. Lo stato di morte de’ polipetti me ne impedì la disamina. Detta pavo- naria aveva il colore carneo sbiadato , spargendo odore di cedriuolo. È rara tra noi, vien denominata penna del pesce pavone da’ marinari, che me l’apportarone . nel mese di agosto 1840. 28 SII. Pewwaroza ( Penwatota Lun. ). Le pennatole hanno stretto rapporto con le Zobolarze e le attinie, è furono giustamente rassomigliate alla penna da scrivere, da cui hanno tratto il nome. Offrono il corpo con interiore stipite osseo centrale, essendo quello a'due estremi ristretto e con i rispettivi fori. La parte inferiore ne è bulbosa, assottigliata; e la superiore a dritta e sinistra vedesi fornita di una serie di pennette compresse, curve, distiche, embriciate, sul principio e fine decrescenti, spigolifere. Le quali nel margine superiore tengono i bulbetti polipiferi, avendo ognuno otto tentacoli pennati, intornianti la bocca. Quattro specie altra volta io (1) ne ammisi sulla fe- de di prestanti osservatori, che furono poi citate da Blainville e da Edwards. Ora, che replicate volte le ho visto viventi, le restringo a due sole. Vale a dire opino, che le p. spinosa e grigia ne costituiscano la prima, le p. rossa e fosforica la seconda specie. La loro struttura in modo lodevole si è principiatà a studiare sul finire dello scorso secolo. Sebbene Albino, Cuvier e Blainville ne avessero inda- gata la fabbrica; pure non saranno sicuramente inutili le poche nozioni, che ora ne espongo: ma è lungi da me la lusinga di averne interamente esaurito l'argomento. 1) P. bigia 0 levigata ( p. grisea BLAmv., spinosa SoLAnp. ). Il mediano suo stipite apparisce ristretto sopra, e sotto curvo, indi fino al - principio delle penne laterali a poco a poco ingrossasi da divenire bulboso conico, osservandosi nel seguito man mano assottigliato. La descritta forma è più rego- lare, tostochè simigliante pennazola sia conservata nello spirito di vino, che tenuta tuttavia vivente dentro l’acqua marina. Allora l’intero stipite non solo ravvisasi più ingrossato, ma prende diversa figura in riguardo al bulbo alquanto ineguale, provveduto di rughe longitudinali pella totale sua superficie, eccentrico presso le pennette. Le quali hanno il margine inferiore breve poco curvo, e’l superiore con- vesso ingrandito spinoso. Duplice serie di spine vedesi in questo ultimo; vale a dire la prima maggiore, la seconda minore collocata tra gl’'intervalli delle spine grandi puntute riunite a fascetti, e siffatte spinuzze formano separazione a' polipi quasi marginali, bianchi, a lacinie pennate, forniti di calicetti dentati, ad orlo ne- riccio e senza spine. N'esistono tre in quattro serie nella faccia superiore, ed in- feriore liscia con area scabrosa presso la inserzione. Ritengo per sua varietà la p. grisea di Esper a pennuccie più piccole; essendo il colorito di amendue giallo- fosco. L'asse corneo centrale interno rimarcasi cilindrico, con circolare ingrossa- mento nel mezzo. Esso non oltrepassa mai la metà della lunghezza, cui espandesi (1) Mem. su glianim. s. vert. Nap. 1828, Ill 2-3, tav. XXXI 1-19. 29 lo intero corpo della pennato/a; dimanierachè questo nella contrazione n’ egua- glia il longitudinale diametro. Quale pennazola, un piede o più lunga e mezzo larga nelle pennette, ha celerissimo corso. Non è frequente nella nostra rada, in novembre pescasi a Cuma. 2) P. rossa o scabra ( p. rubra Lin., granulosa Lam. ). La sua rachide in giù appare quasichè fusiforme con forametto terminale, più o meno curva, libera, levigata. Nel resto védesi a dritta e sinistra dentata, nella faccia inferiore liscia con rosee strisce a lungo alternate da bianche, e nella superiore è muricata per la presenza di parecchie serie longitudinali di bul- betti spinosi, i grandi in minor numero de? piccoli, tranne il sito mediano bianco che ne manca, ed ove trasparisce il sottoposto asse corneo tetragono assottigliato nelle due estremità. Alla base di ogni pennetta esiste un bulbetto bislungo, fo- rato nell’apice. Cadauno lato dello stipite ha trenta e più pennette, le prime ed ul- time piccole, le medie man mano allargate, semilunari, depresse, striate, ruvide, nel margine provvedute di successiva filiera di calicetti spinosi, albergante ognuno il rispettivo polipetto giallastro con otto tentacoli pennati e bocca centrale ango- losa. Questa pennatola espasa eccede un piede e mezzo, che nello stato di morte riducesi alla quarta parte. È di colore carnicino con punti come rubino, derivanti da spine acicolari. In detta specie; egualmente che nella piccina sua varietà o p. fosforica di Linneo, rilevasi somiglianza perfetta colla penna da scrivere. Dal- l'autunno alla primavera, e meno di està incappa entro le reti peschereccie. II. DESCRIZIONE ANATOMICA. Mi diffondo poco nella descrizione degli otto tentacoli con denti laterali della gorgonia verrucosa, i quali alternativamente s internano co’ compagni, e così in parallela situazione si chiudono e ritirano ne’ bulbetti. Il sacco membranoso, che in giù vi si prolunga, entro cui giacciono l’esofago e lo stomaco, sta in perfetta con- tinuazione delle pareti del bulbo, allogato nella polpa carnosa. Questa risulta da un tessuto spugnoso, facile ad inzupparsi di acqua, che pel microscopio fa vedere le cellette con punte rilevate, coperto da membranuccia esteriore emulante la cute, e d'altra interna, adattata all’asse centrale, facendovi l’officio di perischeletro. Ol- tre l’esposto rimarcasi nell’interiore faccia cutanea una serie di vasi longitudinali, spesso spesso uniti da altri obliqui pieni di umore bianchiccio , visibili anche ad occhio nudo nei solchi cutanei, ed alternanti con analoga filiera di canali pieni di uova anche terminati presso i tentacoli, dove hanno l'uscita. Cavolini aveva già osservato non solo che le gorgonze fecondino di primave- ra; ma ancora la variabile figura, che sono capaci di presentare i loro oviferi sac- bd 30 chetti, vedendosi ovali, ovati, rotondi, bislunghi ; i quali risultano da membrana contrattile abbastanza, e da globosi acinetti, non avendovi scorto i cirri vibratili. Egli con socratica pazienza ne tentò la rigenerazione della polpa esterna, la faci- lità ad innestarsi, la continuazione dei propri offici privata di asse centrale, e’ modo di sviluppo che la natura impiega per la genesi di quest'ultimo, da lui pa- ragonato all'osso di da/ena, avente nel centro un cilindro celluloso biancastro ; sic- come avviene per la midolla esistente nel centro legnoso de vegetabili dicotiledoni. Opinare peraltro che non mi persuade affatto. Quali articoli, perchè sono di ovvia conoscenza , mi dispensano di farnè ulterioré menzione; se non chè, a vieppiù convalidare qualcheduno ira questi, indugio alquanto nel presente argomento. Ho spesse volte osservato che, quando la succennata polpa si distenda sui corpi marini, non solo’presenti le solite venature, ma pure i bottoni polipiferi , quindi gli ovidotti alterni e paralleli a’ vasi nutrienti , che contengono un umore pregno di globetti ovali con puntino giallo centrale. E siccome reputo separarsi da questi gli elementi calcarei dello stipite, cui mercè il perischeletro s'incrostano all'asse corneo ; così era cosa regolare che in tali cutanei prolungamenti avesse dovuto quello eseguirsi, epperciò accadervene il deposito. I miei raziocini furono sempre coronati dal fatto, dappoichè tra i corpi incrostanti e la cute rinvenni una laminetta ossea di eguale lunghezza e forma, ma di più fosco colore. Chè anzi da una gorgonia fornita di simile particolarità colla punta della lancetta sollevai la prefata polpa, onde raderne la lamina; indi vi applicai la sua cute un pò raggrin- zita, ma coni polipetti, e tuffai nell'acqua il sassolino, cui quella aderiva, essendo legato ad una corda, che inchiodai alle pareti della grotta del suindicato Lazzeretto. Dopo un mese li rivisitai , ed alzatone il derme, ravvisai esservi già avvenuto il deposito delle molecole cornee sotto l'aspetto di esile sfoglio (1). (1) L’observation directe fait voir qu'effecti- vement ce n'est pas & la surface du Polype, ainsi que le disait Lamarck, mais bien, comme l'a pen- sé M. de Blainville, dans l'epaisseur des tissus organisés de l’animal, que se deposent les mole- eules de carbonate calcaire destinées a la solidi- fication du Polypier. Il est également facile de s'assurer que, lorsque le Polypier a acquis de la sorte sa dureté pierreuse, il continue pendant long- temps d grossir et parconsequent à vivre. . . ... Les divers faits que nous venons de passer en re- vue me semblent prouver que l'opinion genérale- ment adoptee, relativement a la nature et au mode de formation des Polypiers, est ineracte et que ces corps, loin d'étre toujours des cristes exte- rieures el sans connextons organiques avec les animaux qui les produisent, sont des parties în- téqrantes de ces étres, et consistent en un tissu vr- ganisé dont la substance se charge plus ou moins de matiéres calcaires, déposées dans la profon- deur, et dont la nutrition s'opére par intus-susce- ption. Edwards 00s. sur la nat. et le mode de croîss. des Polyp. (Ann. des sc.nat. 2.° ser. Paris 1838, X 330-334). Vaglia la verità le succennate idee già mi appartenevano (Merz. cit. Nap. 1825, 11239): affermai pure (em. Nap. 1828, IM31-41), qualmente le casuccie delle ce//epore ne fossero non l’inerte deposito, ma lo scheletro esteriore vivente ed osseo, ocorneonelle escare (Lister7rans.phil.1834), nelle flustre (Grant Ve phul. Journ. Edimb. 1827, 3I Sezionata per lungo la inferiore estremità del corpo delle pennazole, si vede un atrio comune, il quale nella p. 92974 comunica con cinque grandi cavità : vale a dire la centrale più ampia destinata a contenere l’asse osseo, assottigliato sopra e sotto, dritto nello stato di vita, curvato nella contrazione ed in morte. II quale nel suo terzo inferiore offre circolare ingrossamento cilindrico nella p. gri- gia, a quattro faccie piane nella p. rossa, ed incanalate nella pavonaria. È desso giallastro, assai duro, levigato : risulta da fibre meno stivate e disposte a zone concentriche, di facile distacco in quello della pavonarza, avendo più similitudine coi vegetabili compatti come l’ebano, che con le ossa. Fresco olezza di rancido, e bruciato spande odore analogo alle sostanze cornee, di cui ha somiglianza sola- mente nelle sue estremità. Quattro lamine muscolari con fibre oblique a doppia spira, o sia una coppia da sinistra a destra e l’altra in senso opposto, da sopra in sotto lo fissano all’interne pareti del cavo albergante lo stipite. Quando l’acqua marina penetri in questa centrale lagunà, sommamente dilatandola, svolge le due spire muscolose suddette, dal chè dipende la sua figura cilindrica, ne raddrizza le fibre, e quindi rende oltremodo ampliato lo stipite soprattutto alla base, che com- parisce bulbosa. Oltre la membrana esterna sottile coperta di spinuzze, che pos- . sonsi appena erigere nella p. rossa, evvi sottoposto uno strato di fibre longitu- dinali, alle quali seguono traversali lacerti muscolari nella p. 6/9ia, formando lamine pettinate. La di lei cute ha densa patina mocciosa giallastra, segregata da follicoli. L’interno di ogni pennetta di tratto in tralto presenta traversali lacerti, che sono continuazione di que’ poc'anzi descritti. Maggiore esame meritano quelle della p. 9rgia in riguardo alla posizione delle spine e de’ loro attacchi. Cadauno fascetto di queste è racchiuso in una guaina, continuata co'lacerti fibrosi dello stipite, che la tirano in giù, avvertendosi che le piccole ne occupino la sola metà superiore, mentre le grandi estendonsi per la intera sua lunghezza, giugnendo fino a lacerti. Ogni spigolo è tetragono puntuto, cristallino, e tra ciascuna guaina esi- stono traversali tendinucci. I polipetti variano di numero nelle due specie di pen- natola; dappoichè spesso ne occupano non solo il margine superiore, formandovi unica serie, ma eziandio è questa talora duplicata. Nelle p. spinosa e fosforica veggonsi altresì soprannumerarie pennette nel mezzo dello stipite, oppure in parec- ootei HI 107), nelle serto/arze, che Meyen (Arr. cit. X ma parenchimatosa vi si esegue sempre sotto le arcane 330) ha paragonato all’epiderme delle piante da me leggi della vita; divenendo essa interna stratosa den- dichiarata organica nel regno animale (Sw /2 strut. droidea nel cora//o e nelle gorgonie, semplice nel- dell'epid. um. Nap. 1827 fig.). Quale esterna appo- le perratole, minima spigolare e sparsa nelle /obo- sizione molecolare di carbonato calcareo su la tra- /arie. 32 chi punti di esso. Quantevolte i polipetti sieno tocchi da qualche corpo estraneo, 0 pure da animaletti, non solo corrugano i tentacoli ; ma da particolari muscoli sono questi talmente tirati in giù, che i denti del calice si avvicinino tra loro da occul- tarli. E siccome hanno speciale cavità a loro adattata, così ritiranvisi, ed esterna- mente rimangono le sole spine, che formano loro guarentigia maggiore nella p. rossa. Questa somma previdenza della natura li preserva di essere vittima di altri animalucci. Per qualche giorno tenutasi una pennazola nell'acqua vi sbucciano i polipetti. Avendo soffiata l’aria nel corpo della p. rossa, vidi che questa invadeva la intera sua sostanza fino alla cute, che apparve vescicolosa ; e la uscì pe due bu- chi, per l'apice de tubercoli spinosi, e per la bocca de’ polipetti. Dippiù tanto dal perimetro della lacuna centrale, che da quello delle quattro laterali, irraggiansi molti tubolini bifurcati e giallicei, con laterali anastomosi finiti verso la cute. Massima è la semplicità di tali esseri, i quali hanno una vita particolare ne bulbetti polipiferi dipendente dalla generale dello stipite, e molto più nelle pennette ove quelli albergano. Vi opino una circolazione sanguigna simile alle attinie, 0 sia che sulle pareti de’ moltiplici stomaci e del corpo serpeggino piccoli vasi, come ho traveduto nelle pareti delle lacune interiori, donde si assorbono i su- ghi nutritizî, distribuiti pel resto dell'economia animale di cadauno polipetto. Il quale prepara minore quantità di particelle nutritizie per la speciale sua econo- mia, che per quella dello stipite, che massima copia ne abbisogna sì per gli strati muscolari oltremodo sviluppati, che pel deposito delle molecole necessarie alle genesi ed al tonacato accrescimento dell'asse osseo. La ricerca di detti feno- meni merita bastante altenzione. Edwards reputa intestini ciechi li cinque ovariì delle /obo/arie, ma tutti gli osservatori ed io li tenemmo anche nelle pennazole per ovaie. Molte di queste mancavano di uova : sospetto che in tate sito sieno desse surrogate da’ testicoli e di analoga forma. Le uova allogansi a filiere fra gli spazi, che nelle pennette rimangono i la- certi muscolari, legate da fili nella p. 97797, sotto la compressione le ho veduto uscire dalla base de’ bulbetti polipiferi, penetrare nel cavo dello stipite, farsi quindi strada sì pel suo forame superiore che per l’inferiore. Esse sono rosse, or- bicolari, compresse, ombilicate nel centro (p. rossa), periformi (p. grigia,) od ovali (pavonaria). In ognuno ho chiaramente distinto il corio, la vescichetta ger- minativa, la macchia Wagneriana. I due buchi accennati comunicano con un atrio comune, dal quale nella p. grigie partono cinque longitudinali aquedotti, i quali mercè canaletti traversali imboccano in tre altre serie decrescenti di essi. Ma oltre di ciò cadauna pennetta è nell'interno vòta, e comunicante col cavo ge- nerale dello stipite. Anzi, perchè le tenui loro pareti non fossero troppo distese , 39 e quindi crepate dall’acqua, veggonvisi traversali lacerti, il cui circolo per le in- terne vie delle pennato/e è della massima importanza. A tenore che tutte le loro lacune empiansi di detto liquido, necessario per la respirazione e pel trasporto delle molecole organiche, se ne aumenta la mole pel nuoto. Dippiù contratti e rilasciati lacerti delle pennette, che fanno l’officio di remi, cooperasi pure al loro movimento progressivo. Rilasciate poi le fibre delle lamine muscolari, fissate all’asse centrale, che trasparisce alquanto obliquo nella p. rossa, le due sue punte assotti- gliate raddrizzans'in certo modo per renderla più celere al corso. Quindi avviene, che essendovi tutte le divisate mozioni, derivanti più dalle contrazioni e dal rila- sciamento de’ loro lacerti, che dall’azione de polipi, i quali peraltro vi possono com- binare le forze pel moto comune; di notte succede uno svariato cangiamento dei punti colorati del loro corpo, e specialmente in quello della p. 9grzg:a. La p. rossa tenuta da me entro un bacino pieno di acqua marina e al buio, appena irrifata, corrugava i polipetti già spiegati per comparire fosforescente nelle pennuzze, e nella rachide corrispondente. Parve che in detti siti esistessero infiniti bulbetti cinti da acicolari spinuzze; i quali stimolati. mostrarono dapprima esile punto luminoso, poi ne divenne decupla la fosforica aia di cadauno, siffatto spetta- colo finendo assolute molte consecutive contrazioni ed espansioni. Le quali apparvero dalla sua base all’apice, od al contrario, da esprimerne esatto contorno luminoso, qualora era dessa stimolata prossimamente a quella, oppure a questa. Di giorno dentro oscurissima stanza la pennatola emise languida luce, che fu vivacissima nella sera vegnente. Trritatone lo stipite, o gambo provveduto di pennette , non videsi mai alcuno raggio fosforico, come neppure osservossi nelle due faccie di queste. Però quello della pavonarza pareva un tenzone infocato, quantunque i polipetti ne fossero spappolati. Appena toccata la sopraddetta p. rossa (1) vi ap- parve vivo formicolamento nelle spinucce come tanti bulbicini fosforici. I poli- petti ora mi sembrarono estranei, e qualche altra volta impegnati nella produ- zione di tale fenomeno. Al semplice stimolo cagionato in una delle due faccie della porzione di stipite, che presta attacco alle pennette, tosto compariva un’aia fosfo- rica alquanto durevole capace di allargarsi pel decuplo, al modo istesso di una pietra gittata in acqua, onde assolute qualtro in cinque successive espansioni e contrazioni mettersi in riposo. La fosforescenza vi si osserva soltanto in vita, nè in morte come scrisse Spallanzani (2); intensa a seconda del grado di contra- zione e rilasciamento , in seguito di stimolo manifestato nelle indicate parti; ed in una di esse non si estinse fra dieci giorni, e neppure s'infievoli. Essendosi (1) Noetu maxime splendet, stellae modo, (2) Atti della Soc. ital. ( Sop. varie prod. ob candorem et laevorem. Rondelet Op. cit. mar.) Verona 1784 , Il 608. 4 da me prese le p. rossa e grigia per lo stipite, e dimenate nell'acqua, staccavansi fosforici globi di moccio: anzi il mio dito, impatinato di tal glutine, divenne lumi- noso come /ampiride. In novembre ed aprile la fosforescenza nella p. spinosa apparve meno viva, durevole, ed estesa a'soli orli polipiferi. Ogni bulbetto videsi luccicante or più ora meno, spesso lanciando globetti fosforici rotolantisi nell’acqua. III. DESCRIZIONE ICONICA. Tavola 77. 1 gorgoma ceratofita, 2 g. viminale, pezzetti di quella 3 e di questa 4. Tavola 159. 1 pennatola spinosa, 4 p. grigia, 7 p. rossa designata per la faccia infe- riore, ove osservansi la linea bianca «, le boccuccie dd, ed i polipetti cc delle pennette ; giacchè la p. fosforica 15 guardasi per la parte superiore, egualmente che le due prime pennalole ancora corredate dell'apertura inferiore fg. L'asse os- soso vedesi uscito fuori lo stipite nella p. fosforica i h, per la cui chiara dimo- strazione si è ingrandita la sua estremità 16 n. —Il succennato asse in quella 11 è appena quadrilatero nel mezzo 72, come meglio ravvisasi dal pezzetto -delineatone 18, mediante una membrana muscolosa aderisce a'lati della cavità centrale delle pennatole, e presso i vòti delle pennette rrrr. — Esso nella p. spinosa è rotondo 20, presentando una specie d'ingrossamento 0, fatto da zone concentriche 30 , ed ha due delle quattro lamine muscolari pp, che in senso contrario vi si ravvol- gono a spira, e legansi poi ai lati delle pareti dello stipite. Quì appaiono pure fori de due canali longitudinali 99, que di alcuni altri s che vi sono in comunica- zione, i lacerti lamellosi # a traverso della seconda tunica muscolare, e gli esterni longitudinali v. Gli stessi due strati, vale a dire l’interno x e l'esterno «, oltre la cute con spinuzze y, dimostransi nella p. rossa 8. Sezionatone a traverso lo stipite vicino l’ apertura inferiore, osservasi l’ inter- na cavità divisa in due vòti, che crescono di numero poco più in sopra 19 abce, tranne il sito occupato dall'asse accennato d. Sonosi quivi ingranditi i calicetti spinosi g della faccia inferiore dello stipite, que’ delle pennettte con qualche polipo h, ed i lacerti muscolosi traversali dell'interno di esse frapposti alle uova /, di cui uno si è ampliato ro. Le descritte lacune hanno disposizione quasi analoga nelle p. spinosa e grigia 6 e 9g. Polipo della p. rossa 13 coi tentacoli pennati 4, suo calice 72 all’esterno spinoso, e 17 avente la bocca cinta da’ tentacoli. — 12 pp e 14 gg sono i polipetti delle p. spinosa e grigia, alcuni de quali stanno ritirati nelle proprie casucce rr: ne rappresentano le scabrosità ss delle pennette, le ova- ie, nelle quali tolta la tunica esterna apparisce l’ovidotto , che sbocca alla base Eh) di ogni polipo. Uova in forma di pero della p. spinosa 3, attesochè non solo se ne osservano la serie di uova orbicolari 5 «, e le spine piccole v racchiuse da parti- colare membrana, ma eziandio le grandi 2 e la filiera di tendinucci traversali tra ogni guaina. 22 polipetto @, uova 6, vòti c di ciascuna pennetta della p. rossa. Tavola 160. Pennatola rossa: 1 delineata vivente per la superficie inferiore, onde espor- vi li bulbetti spinosi dello stipite aa, ingranditi 2 e, e le pennuccie dd cariche di polipetti e, uno di questi ampliato di diametro 4. Se ne è sezionato lo stipite 00, affin di conoscerne gli strati muscolari e ’1 sottoposto asse ossoso r- faccia inferiore di quello 3 «, e della respettiva pennetta 6. Tavola 161. 3 porzione di gorgonia verrucosa ingrandita per vedervi l’asse corneo aò con canale poroso centrale c , nicchie bianche d senza polipetti, ee chiuse, ff.f con questi, gg loro aie, 77 pori de’ canali esistenti fra la crassezza della polpa cor- licale, cellola ampliata 7. — Pezzo ingrandito di questa 8, guardato dalla faccia ‘interna, ove compariscono la doppiezza della cute aa, l’aia delle nicchie 85, la rete vascolare cc, l'umore contenutovi pieno di globetti 9g, due di essi accresciuti di diametro 10, le uova 11. — 12 p. grigia delineata di lato, per osservarne le pennuccie co polipetti aa. Tavola 162. Pennatola grigia disegnata viva: 1 a asse osseo, alla cui punta attaccasi la coppia di muscoli di destra de, follicoletti cutanei 7, canali ciechi 7, vieppiù ma- nifesti 2 » e 3 @ anastomizzati, lacune dec, polipetti 2, calicetto w, uova s, fascetti di spigoli cristallini £ ed uno ingrandito 4. — 5 parte inferiore della pavonarza quadrangolare coverta da strato cutaneo c, asse ossoso a, 6 c colle filiere di ca- lici, a senza polipetti 7. — 8 disposizione degli strati concentrici di detto asse; uova della stessa pavonarza 9. Tavola 165. 1 gorgonia Rissoana, 2 suo rametto ingrandito co’ polipi morti 5, asse co rneo d. Tavola 160. 19 gorgonia giuncacea, che mostra l’asse corneo d, i polipetti usciti 20 e, gli spigoli c. Tavola 167. 4 gorgonia verrucosa di mediocre grandezza carica di polipetti, attesochè in 6 se ne è delineato un rametto dello scheletro #, e le diverse forme di uova 7 d. 36 XV. POLIPI SARCODENDRICI. mrerranaa RIIITBIAVIBIVIAIVIZIVZ IVI: IAA rana rara nia mania rnianrana MUTATI BIVIALTITTILIAVA III Do I. DESCRIZIONE 300LOGICO NOTOMICA. È molto vago it nome «/cionio dagli antichi assegnato a queste produzioni, giacchè con esso volevansi indicare le sostanze molli, orbicolari, di dubbiosa natura, analoghe alle spugne, che marcano il limite tra il regno animale el ve- getabile. È frequentemente accaduto, che lo zelo ed i talenti de naturalisti siano spesso rimasti infruttuosi per certe ricerche, figlie del caso e dell’azzardo; siccome gli a/cioni a chiare note lo dimostrano. In questi ultimi tempi Lamarck istruito dalle nozioni anatomiche di Cuvier e (1) Spix per gli a/cioni esosso e Zobato, dalle ricerche di Savigny (2) Desmarets Le Sueur.su i dotrz// e le ascidie aggregate, non chè di quelle di Lamouroux (3) concernenti alcuni ta/asszofiti erroneamente creduti di pertinenza animale, ha diviso il genere a/czonzo di Linneo in varie sezio- ni. Le quali furono da lui stabilite su l'assenza o la presenza dei polipi, cui appar- tengono quelle che ora descrivo. Reputo di gran momento per la scienza le disa- mine all'uopo fatte da Edwards (4) che, mentre compartisce benigna accoglienza alle mie osservazioni (3) intorno a questi Polipi, fa conoscere che gli autori non si accordino fra loro, che molte lacune abbianvi rimaste, e neppure da lui veggo appianate. GI. Zozoraria ( Loguraria Law. ). Ha essa per generica distinzione un corpo comune surto da base attaccata agli scogli, ramificato a guisa di albero, nella cui superficie sono in particolari calicetti allogati i polipi, che n'escono per mezzo pollice, e provveduti di eguale numero di tentacoli pennati. I ) ZL. palmata (1. palmata Law. ). Elevasene lo stipite di mezzo piede, cilindrico, bianco, levigato, a base slar- gata; il quale, a norma che cresce in sopra, diminuisce di diametro e separasi in rami gialli a rado suddivisi in altri, avendo l'apparenza delle dita della mano. Per la intera loro sopraffaccia appena solcata stanno i bulbetti de polipi di colore cedrino con l'orlo interno della loro bocca e la faccia esterna de’ tentacoli rosso di rubino, derivante da spinuccie. Viene svelta dalle tempeste marine e dalla propria —_——-- G) Ann. du Mus, de Paris XIII 438 fig. 321-343, pl. XII-XVI; Obsere. sur les Ale. p. (2) Zoolog. d'Egypte. Paris 1809, fog. fig. 333-43, pl. XIV-XVII (Ann. des se. nat. 2.° ser. (3) Zist. des Polyp. Caen 1816, fig. 317. Paris 1835, IV). (4) Rech. anat.-zoolog. sur les Polyp. p, (5) Jem. cit. Nap. 1828, II 11-16, 97 dimora gittata sul lido di Miseno. Tenuta per qualche dì entro un bacino con acqua marina i polipi escono dalle proprie nicchie, ed apparisce quale alberetto fiorito, in tale caso ne riesce agevole l'esame. I nostri marinari la chiamano mano d'angiolo. 2) L. ditata (1. digitata Law. ). È ben facile di confondere questa coll’antecedente specie, essendone troppo incerti i caratteri distintivi datine dagli autori, moltoppiù la sinonimia, ed anche a me n'era sfuggita la distinzione. È forsi la stessa che Berioloni (1) ha considerato per varietà dell’a/cionio esosso, da Edwards (2) poi chiamata a. stellato. Ne dif- ferisce pel colorito rosso-carnicino del corpo, derivante da una rete composta da spigoli, che è bianco ne’ polipetti, giacchè ambedue pel resto sono oltremodo si- miglianti. Quando l’acqua marina penetra negl’interni suoi voti, essa acquista de- cupla dimensione e figura diversa da quella, che presenta viva e raccorciata. Ne varia eziandio la forma dello stipite, talora assai piccolo. Tanto questo, che i rami mostrano parallele divisioni tubolose o meglio lacunose, lungo le aie delle quali osservansi i polipeiti estesi da’rispettivi calici ottodentati, onde finire con eguale numero di lacinie pennate, che nella faccia esterna hanno fe acicole non rosse, ma bianche. (II NepreA ( Neprara BLAmv. ). Genere imperfettamente figurato da Savigny , intermedio tra le ammozee e le renie. La specie, che vi riporto, fu da me (3) arrolata fra le /obolarze (£. spi- nolosa), riferita quivi da Blainville (4) e da Edwards (5). Secondo costui (6) offre il passaggio da queste alle ammozee. Egli ne crea il genere e la specie a/ci0- nidio elegante, maravigliandosi come sia sfuggito a’ naturalisti. Il quale ha per carattere particolare la presenza di lunghi spigoli attaccati alla superficie esterna della porzione basilare dello stipite, in cui può rientrare soltanto la parte superiore ramea, membranosa, polipifera. Inoltre molti di tali fusti sorgono da base comu- ne slargata. IN. spinosa (n. spinulosa DeLLe Curare ). La esterna superficie del suo stipite fino alla uscita de rami è coverta da spi- nuzze bianche, assottigliate nelle due estremità; il resto di esso ed i rametti roton- dat ne mancano affatto. Ognuno ha cinque divisioni, col rispettivo polipetto ritirato (1) Produz. nat. (Mem. della Soc. ital. Mo- (5) Nous pensons quil fuudrait aussi rap- dena 1832, XX 6). porter a ce genre la lobularia spinosa de HM. Delle (2) Observ. sur les Alcyons p. 337, pl. XV Chiaie (Lamarck Anim. s. vert. 2.° ed., Il 628). 1; Lamarck Op. csc. Il 633. (6) Mem. sur un nouv. genre des Alcyons (3) Mem. cit. Nap. 1829, HI 16. (Alcyonidia elegans). Ann. tom. cit. 323-333, pl. (4) Man. d'Actin. 523. XII, XII; Lamarck Op. e tom. cit. 630. be 38 nel proprio calice ad orlo spinoso. Nella faccia inferiore di ciascuna lacinia 0s- servasi la duplice serie di spinuccie acicolari biancastre. Il suo colore è giallo scuro, più sbiadato trasparente ne’ ramicelli. Cresce a gruppi su’ profondi scogli, e non si alza più di qualche pollice: perloppiù si osserva raccorciata, e prossima a morte caccia interamente i polipi. GIN. Avrezza ( Anruena Sav. ). Massa gelatinosa aderente a’ corpi sottomarini, abitata da polipetti tentacolati. A. rossa (a. rubra BLAamv. ). Corpo gelatinoso cilindrico con molti tubercoli otto-angolari , e dall'interno di ognuno di essi per un terzo di pollice allungasi un tubo trasparente, espaso in ampio piano ed inciso in otto lacinie dentate. Le punte di questo, contraendosi, occultano il centrale forame della bocca; in tal guisa dassi adito a'corpi, che vi si introducono. Tanto i calicetti che la cima de’ polipi esternamente offrono molti eristallucei acicolari colore di granato. Non ho presente alla memoria i partico- lari intorno al disco otto-dentato, invece di lacinie, che vidi appartenersi a’ polipi di analoga massa gelatinosa , che forsi ne sarà altra specie , spesso rovesciato in giù quando i polipetti stiano fuori acqua. G IV. ZuperarA ( Inprrata DeLLe Cone ). L'alcionio foraminoso solamente figurato dall’immortale nostro concittadino F. Imperato (1) fu riferito da Gmelin alla spugna nodosa, e da Lamarck alla s. @r- borescente indigena del mare di America; e dubito assai, che non sianvisi riunite due specie diverse. Cavolini (2) in verità, che prima di me lo raczolse nel no- stro cratere, l’accenna col nome datagli da Imperato , senza tener conto della sinonimia del commentatore di Linneo. Fin dal 1825 io (3) esitai di collocarlo fra gli a/cioni e le spugne, sia per la diversa natura del suo tessuto, sia per gli attributi vitali, e sia per qualche rassomiglianza co’ policZini. Ora do maggiore conferma alle mie idee, e lo tengo per nuovo genere di polipaio. — Corpo carnoso, ramificato in ogni strozzamento con ellittica apertura, sfornito di spigoli acicolari. Polipi solitarì rari, munifi di gambetto, che sostiene un calice allungato con otto solchi lobati, da cui esce il polipo con bocca centrale cinta da otto lacinie semplici. I. foraminosa (1. nodosa DeLLE CHME ). È comunissima nelle pertinenze di Posilipo, ed a seconda della profondità del mare, presenta forma diversa. Di fatto quando i marinai lo strappano da'ma- (1) Ist. nat. p. fig. 733. (3) Mem. su gli an. s. vert. Nap. 1825, Il (2) Mem. cit. p. 267. 274; e III 89. 39 cigni appena sommersi e di poco tempo vedesi corto reniforme, alquanto convesso, levigatissimo , di color fosco o carnicino con dermiche ramificazioni stellato-den- dritiche. Nel suo arco minore apresi per lo più un canale largo quanto il cannello di piuma di oca, che tragitta deniro la sua sostanza, ove manda derarri verso la periferia. La intera sua massa ramificata, spesse volte acquistando bastante dimen- sione, componesi da molli pezzi successivamente ristretti e sviluppati. Mercato ben a proposito lo paragonò allà radice d’iride. Risulta da tessuto corticale duro contrattile, e da polpa centrale gialla irrorata da siero granoso, poco porosa, qua- sichè cartilaginea. Tagliato sparge odore graveolento e naseoso. Cavolini squittinò il modo di rigenerazione della sua sostanza. È il cibo prediletto de’ p/eurobran- chi e del pleurobranchidio. Y marinai lo chiamano rognone di mare. 1 polipetti n'escono da soli margini della faccia inferiore attaccata agli scogli, su quali resta sdraiato: ecco la difficoltà di poterli osservare. Pel loro abito esterno sono alquanto diversi da quei delle /obo/arze; mi parvero privi di denti laterali nelle otto laci- nie; avevano lo stomaco ; nè cavità distinsi tra l'interno del loro corpo, il rispet- tivo gambetto e la sostanza del polipaio, di cui fanno parte. II. DESCRIZIONE NOTOMICA. La superficie cutanea delle /obo/arie ravvisasi scabra al tatto, meno però verso le ramificazioni, che appariscono alquanto rugose a lungo. I polipi non dif- ferenziano da que delle pennazo/e, presentando lo stesso numero di laminette mu- scolari e di lacinie tentacolari, intornianti la bocca che comunica collo stomaco. In fondo del quale nelle /. palmata e ditata, nella neptea spinosa e antelia rossa apronsi i cinque ovidotti flessuosi pendenti ingrossati nella estremità. Serie di grup- pi ovarì orbicolari ho rinvenuto aderenti alle pareti delle lacune acquifere della ?. ditata. È nota la somma ampliazione , di che sono capaci gli stipiti di tali es- seri, quando stiano in mare; e, cacciatine, vi succede massimo corrugamento da eguagliare appena la decima parte della prima foro mole. Ciò è dovuto all'acqua marina, che penetra nell’interne vie de medesimi. Di fatto nella /. pa/mata il mercurio introdottovi si dirige verso le sue diramazioni, e fino ne'tentacoli e nello spazio tra lo stomaco e le pareti del rispettivo sacco de’ polipetti ; nel mentre, che spinto in giù ha l'uscita pel perimetro ampliato dello stipite, donde sgorga a guisa di pioggia raggiante. Sezionati a tal uopo sì questo ultimo, che le sue rami- ficazioni, apparisce in amendue una quantità di aie circolari situate a lungo, essendo maggiori nel centro e nelle superiori estremità, mediante traversali ca- naletti comunicanti con altre minori, rese più rare nelle adjacenze dello stipite. Finalmente si penetra nel tessuto vescicoloso interstiziale, ove esistono. piccoli 40 granelli organici, analoghi a’ cruorici. Appo la /. palmata l’aria soffiata entro le prefate lacune, ad opra di leggera pressione, è uscita da’moltiplici forami esi- stenti nello spazio intermedio a ciascuno calice de’ polipetti. Nella 7. ditata ogni lacuna grande è tappezzata da guaina fibrosa con late- rali briglie, e lo spazio interstiziale è gelatinoso trasparente. Negli a/czoné e nel corallo Duvernoy (1) ne fa inventore (2) Edwards; ed ingannasi Dugès nell’as- serire, che l’acqua dallo stomaco passi nello stipite, e ne’ tentacoli de’ polipetti (3). Sì lunghe lacune, più o meno dentate nella 7. pa/mata, erano state da me (4) descritte assai tempo prima : al microscopio offrono immenso numero di spigoli acicolari cristallini muricati, composti secondo Edwards di carbonato di calce, e forsi potrebbero fornire perentoria distinzione specifica tra le /. palmata e ditata, essendo crassi e corti nella prima, più esili lunghi nella seconda. Questa partico- larità unita alla forma de polipi, contro l'avviso di Pallas e Bruguiere, lo avvicina alle pennatole; nelle quali gli spigoli sono esterni come nella neptea spinosa, quì incrostando le interiori pareti e le pertinenze delle lacune acquose. III. DESCRIZIONE ICONICA. Tavola 85. 27 Imperata foraminosa ( policlino nodoso ) di primo sviluppo, apèrtura a, suo canale ramificato 30 nella sostanza polposa ce. Tavola 160. Antelia rossa 5 di naturale grandezza. — 6 uno de suoi polipetti, ossia @ calice , e ovaie, d stomaco, c lacinie tentacolari , vieppiù ingrandite 7, ed ana- logo disco di altro polipetto 3. Tavola 161. 12 Zmperata foraminosa impicciolita e delineata per la faccia superiore, ove ne appariscono l’aperture c, un gruppo di macchiette a, ed ingrandite 15. — 13 pezzo, poco più grande del naturale, spaccato per notarvi l'apertura @, il canale € ramificato nella polpa d pregna di granelli organici 16, la corteccia, in cui attac- cansi i polipetti e. — 14 se ne è sezionata a traverso l'estremità di un pezzo arti- colato, dal suo canale centrale & irraggiansene altri fra la polpa c, alla faccia piana della sua corteccia aderendo il calicino gambo d del relativo polipetto c. (1) Ces canaua me paraissent avoir été aper- (3) Delle Chiare accorde aux coraux, gor- cus par Delle Chiaie, bien que cet anatomiste les gones, caryophylIées ef actinies un réseau vasculi- confonde peut-étre avee la cavité abdominale des. re: M. Edwards a fait remarquer des cavités ra- polypes (Observ. cit. 338). meuses dans la masse commune des aleyons (Phys. (2) Anatom. comp. de Cuvier. Paris 1840, ci. I 431). VII 543. (4) Mem. cit. Nap. 1828, Il 16. 4 Tavola 163. Lobolaria palmata 1 morta, in cui si veggono i polipetti usciti fuori del loro calice chiuso in 8. Sezionatone per traverso sì un pezzo superiore, che l’infe- riore 8 dello stipite, appalesansi le lacune acquose, che sono più strette verso la base. — 3 dippiù se ne è ingrandito un pezzetto 10. — Vepzea spinolosa 3 con- servata nell’acquavita, coperta da spigoli bianchi « strettamente tessuti, e su prov- veduta de’ polipetti 54, loro lacinie pennate 6 » e spinucce bianche 7. — 2 gruppo della stessa viva, ma corrugata, ed allungata 4 con polipetto spiegato c; il quale 5 si è ingrandito, per vedervi le ovaie e, lo stomaco d,, il calicetto a con gli spigoli e. — 7 rametto ampliato della /. di/ata, ove notansi le lacune interne a, la rete esterna spigolare 5, la guaina fibroso-dentata c finita ne’ calicetti, li polipi d, i corpi oviferi e.— Spigoli cristallini delle Z. ditata Fo e palmata 31, della n. spinolosa 32. Tavola 164. Lobolaria palmata di naturale grandezza, e quando pe'fori c in vita sia riempiuta di acqua marina: suo punto di attacco a, calicetto de polipo. — 2 sti- pite reciso per dimostrarvi le lacune acquifere f, una di esse ingrandita 3 9 e cel- lole contigae #, dove stanno i grani g e 4 viste per lungo 7, tessuto intermedio spigolare Z. — 5 calice di polipetto d cresciuto di diametro, affin di vedervi la di- sposizione delle acicole esterne, ingrandite 7, lo stomaco sottoposto n. — 6 lamine muscolose 0, pieghe prossime alla bocca s, ovarî p. — 8 fondo dello stomaco r. XVIo AMORFI: I. DESCRIZIONE Z00LOGICO-NOTOMICA. GI. Seuena (Sponcia Ln. ). Sono state tante e sì incerte le opinioni emesse dagli scrittori intorno alla natura e descrizione delle spugne, da Pallas tenute pel termine della vita anima- ‘ le, chè Erasmo, criticando Plinio che aveva copiato Aristotile ed Eliano, giusta- mente scrisse doversi passare la spugna su una parte della storia compilatane dai citati autori. Nè a giorni nostri la scienza hassi a lodare delle nozioni, che ne hanno promulgato i naturalisti moderni, alcuni de medesimi riguardano le spugne come animali, reputandole abitazioni di piccoli polipi, ed altri quali esseri dubbi. Laonde senza fare la numerazione di tali scrittori, dico solo che Linneo, sulla cui autorità giurò Forskahl, nelle prime edizioni dal suo sistema naturale le riunì alle piante; sostenendosi la medesima idea da Targioni-Tozzetti e Spallanzani , 42 che perfettamente abbandonò negli ultimi ami di sua vita. Peyssonnel e Tram- bley nello scorso secolo con irrefragabili prove dichiararono doversi registrare le spugne tra' polipi, almeno per la maniera di vivere, giusta quanto Nieremberg nel 1635 aveva pubblicato; ma non si sapeva decidere intorno alla loro forma e natura animale. E se Aristotile vi conobbe un moto di contrazione e di dilatamento, ad Imperato (1) poi è dovuta la estesa descrizione della sistole e diastole, confer- mata da Marsigli Ellis Solander Jussieu Blainville, appartenente alle spugne vi- venti sottacqua. Quale fenomeno, perchè sfuggito a Peron, non avrebbesi perciò dovuto mettere in dubbio da qualche odierno zoologo: Cavolini (2) che apprezzò la veracità di tali osservazioni, che avrebbe dovuto vieppiù confermare , e colla sua perspicacia dirimere tante quistioni, fu molto lungi dal pervenire allo scopo. Difatto egli, dopo alcuni sperimenti peraltro niente a proposito, ingenuamente confessa di non avervi veduto ritiramento sensibile all’occhio; e che solo quando toccava le pareti de forami delle spugne, questi, allungandosi per causa dello stiramento, gii mostravano un moto, sebbene fie- volissimo, di reciproco stringimento. Io non intendo detrarre merito od ingenuità al mio concittadino; ma sono d'altronde obbligato di riferire quanto io vi abbia visto e di avvertire, che egli poco attese a simiglianti ricerche , e chè l' a/cronio Foraminoso d’ Imperato, essendo una /obolaria, mostri marcata contrattilità, da lui per altro oscuramente avvertita. Io feci prendere da’marinai una spugna comune tuttavia aderente ai sassi sot- tomarini, e ripostala entro un cato pieno di acqua, osservai che un tessuto a ma- glie raggianti, e di tratto in tratto forato la copriva. Tenuta essa sottacqua, se ne vide il moto espansivo nell’ introdurvisi tal liquido; il quale, tostochè quella con stecchetto era irritata, questo immantinenti evacuavasi : ciocchè fu sufficiente a° dimostrarne la irritabilità ed un’acquosa irrigazione interna, riconosciuta pure da Grant (3). Ma evvi dippiù, che la spugna strappata dagli scogli, e tenendola in (1) Hanno le spugne vert motiva intrinse- due suoi movimenti l'uno sia proprio della vita- ca di restringersi e dilatarsi corrispondente alla lità e l'altro della materia: e che le spugne vive proprietà della loro materia: onde percosse dalle solamente possano da sé stesse restringersi, ma il dilatarsi dal ristretto è comune anco alle pri- tempeste o comunque altrimenti toccate, si ristrin- ce di vita ed alla lanosità mandata dalla muca- gono nelle sue radici, e più gagliardamente ab- bracciano il luogo ove stanno affisse . . . E pro- gine (Op. eit., e. VII 727). prio di questa spugnosità il facilmente restrin- (2) Non perché il fenomeno del sentimento gersì, e ristretta ritornar nell'esser suo, e l'es- sia stato debolissimo , dovremo inferire che la ser bevacissima dell'umore, qual ristretta poi fa- spugna debba essere un vegetabile, quando lu cilmente ribuita. Ma nella mucagine è propria fabbrica del suo corpo manifestamente la dichia- mente il senso e la vita con la virià di potersi. ra animale (Mem. cit. 269). (3) Dugès Phys. comp. Il 430. rilirare in sé stessa; perloché diciamo che det . 43 mano, fa conoscere oscura corrugazione delle maglie del di lei tessuto corticale, e molto più nell’impicciolito lume de’ forami primari, cui internamente corri- spondono i secondari. A norma che continuasi ad irritarlo , ne smunge l’acqua, raccorciasi esso sul sottoposto scheletro cartilaginoso areolare , da produrre leg- giero infossamento in cadauna sua aia o maglia. Fenomeno che Grant (1) senza ragione ha rivocato in dubbio; ma Dujardin (2) fornisce luminose e concordi pruove alle mie ricerche. Anzi il britanno notomico ammette i cirri vibratili da me non visti sulla cute delle spugne e delle gorgonze, mentre nega ad esse qualsiasi corrugamento! To, avanti di lui, vi aveva distinto la sostanza polposa e lo scheletro; composti la prima di granelli, il secondo di fibre corneé o di spigoli : ossia corneo, carti- lagineo, spigolare, lamino-spigolare. Bowerbank vi riconobbe de' vasi illusori, se- condo le mie osservazioni, costeggianti le fibre dello scheletro della s. o/ficmnale, pieni di grani come il sangue de’ Vertebrati, della dimensione di 7-7 di pollice e gli spigoli cinti da tunica notanti in tegnente umore. In tale polpa ripongo tutta ia forza vitale delle spugne, la quale da per ogni dove ne tappezza la massa risultante da laminette, più compatte, oscuramente irritabili, formando molte aie ben distinte, ma a paretì comuni; crescendo a norma, che la polpa esteriore espandasi. Che anzi verso la base, o sia nel punto di loro adesione agli scogli, sono più dure: e pare che gli strati superiori, perchè hanno immediato contatto con la sostanza corticale, sieno più partecipi delle vitali proprietà. Le nicchie del loro tessuto cartilagineo, composto di fibre delicatissime intrecciate, ne di cui spazi depositasi la materia mocciosa di Olivi, risultano dalle maglie della polpa corticale, cui per forma e disposizione perfettamente somigliano. E quella porzione delle spugne , che ne manca, puossi dire già morta. Dippiù essa per necessità esister deve in tulte le specie, sebbene non fosse all'occhio visibile a cagione dell’esile tessitura ; e, quando sia prossima a morte, liquasi a poco a poco (3). E siccome le fibre primarie della sostanza corticale hanno un centro, dove tratto tratto si uniscono; così tali papille forsi nel contemplarsi le spugne secche furono da taluni autori credute polipi. Or siffatta idea è totalmente erronea, e ri- mane smentita dal fatto. Io però tengo la divisata polpa analoga a quella della gorgonia e del corallo; e molto più per la facilità a riprodursi fra pochi giorni, (1) Lamarck Anim. s. vert. 2.° ed. Il 532. enimaua ..... on vott la substance vivante se (2) S% n'y a point dans les cponges l'indivi-. grouper en masses arrondies , renfermant des dualité propre qua animaua supéricurs,on yvoit. granules verts (Lett. sur les esponges. Rev. bien positivement au moins la contractilité et l'ea- zoolog. mai 1838, p. 67). tensibilité alternatives qui caracterisent touts les (3) Anat. comp. Nap. 1832, I. 44 siccome da Cavolini (1) e da me si è osservato, togliendola dallo scheletro corneo, e rigenerandovisi sotto forma di tenue gelatina di odore fetido, facile a dissiparsi colla macerazione ; rimanendo quello a nudo tanto per conservarsi ne’ Gabinetti, che per infiniti usi economici e farmaceutici. La succennata polpa è così fugace, che appena cavata dall'acqua convertesi in liquido gelatinoso rossastro nella s. fo- veolarta, e giallo-fosco nella s. dicotoma. Nella s. comune ho rilevato qualmente i cunicoli interni siano tappezzati da fievole e levigata membranuccia , che vista pel microscopio risulta da granoso umore più abbondante nelle spugne spigolari. Gli antichi conobbero abbastanza, che le spugne strappate dagli scogli abbiano proprietà di risarcirsi delle perdite col farne ivi sbocciare altro individuo. È nota pure la loro tenacità ad attaccarvisi; ed in certe isole della Grecia i giovanetti e le donzelle pria di passare a nozze debbono dare pruova di abilità nella pesca delle spugne: tale e tanto ne riesce lunga e pericolosa la pescagione. Con quanta ragionevolezza Cavolini avesse asserito, che le spugne assorbano il nutrimento pe fori dermoidei , altrettanto poi andò lungi dal vero nel criticare il Plinio svedese, scrivendo che i forami delle stesse non servano pel respira- mento dell’acqua: che anzi a detto uso, neppure negato da Grant e Dugès, io aggiungo la proprietà di somministrarle i principî nutritizi , consistenti in mole- cole organiche mistevi, ed abbisognandone sempre mediante novella acqua. Quale operazione, nelle specie che ne mancano, adempiesi da’ pori cutanei. Credo inoltre che la propagazione loro non avvenga per uova, di cui sono essenzialmente sfor- nite; quantunque Lowen (2) ve le ammetta; corredate di cirri vibratili. Bower- bank (3) nella s. officinale ha visto de granelli, che ne crede le gemmette. Molti glomeri bianchi esistono nelle aie dello scheletro (4) della s. comune, che traspa- riscono dalla membranella interiore, però sforniti di cirri vibratili, di moto, com- posti da globetti, privi di uscita manifesta. Secondo Hattschett la spugna comune componesi di gelatina, e di un tessuto membranoso avente tutte le proprietà dell’ albumina coagolabile. Ultimamente Fife vi ha rinvenuto lo ioide, che ne giustifica le facoltà mediche nelle scofole e nel broncocele, in cui ne ho sempre osservato de buoni effetti, prima abbru- stolata ed indi postane la polvere sotto la lingua. Talora ridotta in pezzi, ma senza farla macerare, si dà come vermicida : virtù che io credo insita all’ioide, che tro- (1) Za novella sostanza sulle ferite delle spa- (2) Instit. 1 lug. 1841. gne è bianca diradata mueilaggine, simile a bian- (3) Sur le Keratos. (Instit. 4 apr. co mucore; questa gelatina viene inceppata tra 1841). quello ramosissimo semi-corneo scheletro . . .. (4)È forsi dessa la rete marina d'Im- quella è forza del vivo senziente, questa della ma- perato. Op. cit. 783. terîa bruta. Mem. cit. 27. 45 vasi in essa, ed in tutti talassiofiti marini. Macquart (1) con sensatezza scrisse , di non mai permettersi l’uso della medesima spugna a più persone, onde non co- municare loro qualche contagio. Di fatto può essa divenire il veicolo di propa- gazione de’ mali cutanei, quantunque fosse stata precedentemente ben lavata. Per la facoltà, che possiede d’imbeversi di acqua, Dale la collocò tra le sostanze velenose, qualora fosse stata introdotta nello stomaco, dove enormemente si gonfia pe sughi, che naturalmente vi piovono. Si usa pure in forma di pessario e talora, impregnata di sostanze astringenti, ha giovato a frenare le emorragie. La parte più spinosa di detti esseri è la specifica loro conoscenza. L’arti- colo spugna, disse saggiamente Olivi, parve sempre uno dei più difficili a dilu- cidarsi, e per quanto ne riguardi la natura ed economia organica, e per quanto appartenga alla sistematica distribuzione delle loro specie. Donati fu il primo a distribuirle in spugna, dattilo-spugna , aneuro-spugna , spugna-dendro. In se- guito apparvero le divisioni di Ocken, Schweigger, Donavan, Savigny, Lamarck, Deslongchamps (2). La classificazione fattane da Grant (3) è sommamente filosofica, riformata e seguita da Fleming; vale a dire in spugne a tessuto poroso con sche- letro cartilagineo semplice, e senza spigoli terrei; alicondrie porose ed a schele- tro cartilaginoso, rafforzato da spigoli silicei; e Granze con pori e spigoli calcarei. Blainville (4) ha cangiato queste due ultime divisioni in a/espugna e calcespugna. 1 ) S. comune (s. communis Lx. ). Trovasi in masse quasi globose, della grandezza della testa umana, pesanti, coperte di crosta molle bigia, a papille prominenti, dalle quali partono delle fibre raggianti reticolate, spesso corredate di forami orbicolari, nel cui centro corrispon- dono altri minori, che trasportano l’acqua nelle sue areole a pareti comuni elastiche, vestite da crosta esteriore, che negl’interni meali insensibilmente si continua. 2) S. fina (s. usitatissima Lam. ). Osservasi dello stesso colorito della precedente, ed in mare sembra esserne varietà. La sua mole neppure giugne alla metà di quella; ne differisce pel tes- suto delicato , e pelle aie picciole avvicinate. Credo che qui appartenga la s. /a- cinolosa. Ne sono infinite le varietà, non essendovi cautela che basti a schivar- ne gli sbagli, ed io medesimo non me ne reputo esente. Le su indicate spugne pescansi nel nostro littorale per uso domestico , ma per toglier loro l'odore gra- veolente che spargono, e metterne le aie a portata di meglio imbeversi di acqua, (1) Haec tibi sorte datur tergendis spongia (2) Enc. meth. supp. Il 326. mensîs (3) Edwards 222. Lam. Anim. s. vert., 2.° ed. Utilis, expresso quum levis imbre tumet. Il 539. Marziale, (4) Man. d'Actin. 527. Bf 46 bisogna che sieno macerate in questa spesso rinnovata, onde non s'infradici col ristagno della polpa superficiale da cui è coperta, e che poco a poco va via. Le osservazioni di Cavolini e le mie sono state fatte sulle accennate due specie. 3) S. rossastra (s. rubra Lin. ). Corpo papilloso ellittico, rossiccio, di tratto in tratto ristretto in lobi, ognuno con apertura circolare dentellata molto prominente. 4) S. angolosa ( s. angulosa Lam. ). Emula in gran parte una piramide con base allargata, la cui mercè comu- nica colle compagne, ed attaccasi a’ corpi marini ; è di sostanza cartilaginea , e dalla punta in giù intorno intorno scendono flessuose lamine, le quali tratto tratto offrono un angolo con terminale foro cigliato. A scansare le novità la riporto alla s. angolosa di Lamarck. 5) S. setolosa (s. setulosa DeLLe CAIAIE ). Corpo reniforme gialliccio con quattro in cinque aperture circolari, avendo una rete a maglie maggiori, racchiudendone le minori anche circoscritte da esili ramificazioni, da’ di cui spazi elevansi coniche papille in cima bucate e con fascetto di una a quattro setolette. 6 ) S. macchiata (s. maculata DeLLE CHIA ). Come una lamina irregolare, e sottilmente porosa gialliccia cospersa di mac- chie bianche, copre gli scogli del nostro littorale. 7) S. rosîna (s. rosea DeLLE CHIAIE ). Si eleva alquanto da’ macigni subaquei, che a guisa di spuma rosea varia- mente ondeggiante non a rado apparisce nel nostro porto. 8 ) S. minata (s. miniacea DeLLE CHIAIE ). Massa emisferica ovale, porosa, rosso di minio e facile ad imbeversi di acqua. Forsi la s. conabderina di Bertoloni è la stessa specie. 9) S. reticolare (s. reticularis DeLLe Cum ). A foggia di macchie circolari fosche attaccasi ai corpi marini, avendo su- periormente bianchissima rete fibrosa. 10) S. quasipiegata ( s. subplicata DeLLe CHAIE ). Molte laminette parallele, le une in parte poste sulle altre, costituiscono il corpo di questa spugna giallo-cedrina, che forse la ravvicina alla s. s0//urea di Risso. 11) S. celestre (s. coerulea Risso ). Massa di forma indeterminata, cilestrina, poco elevata, porosa, incrostante i corpi marini. 12 ) S. cellolare (s. cellulosa DeLLE CHIAIE ). Corpo alquanto elevato dagli scogli, fornito di varî lobi acuminato-dentati, 47 con forami intermedì circolari ed ampli. È di colore carnicino , non chè di tes- suto elastico e rigido. 13 ) S. fistolosa (s. fistulosa DeLLE CHIME ). Alzasi da’ corpi marini a forma di cannello conico, assai ristretto ed aperto in punta, con sottili solchi longitudinali esteriori, bianca, a cavità unica, spinosetta. 14 ) S. gonfiata ( s. inflata DeLLe CHIMIE ). Ovata, o pure sferica aderisce alle piante marine, forata nel centro supe- riore, spinosa in tutta la sopraffaccia esterna bianca, a pareti coriacee di unica cavità. Risso ha formato un genere nuovo sì della spugna ficiforme di Poiret col nome di sycon, che del suo s. Zumboldtiano, il quale in unione della nostra s. fistolosa ne costituirebbero quattro distinte specie. Amendue internamente of- frono un reticolato ad aie quadrilatere, ed all’esterno osservansi i fascetti di spi- goli cristallini cilindrici, da comparire setolose. Anche di questi ne è tessuta la trama piena di piccoli granelli orbicolari. 15 ) S. porporina (s. purpurea Risso ). Mediante larga base, fissata alle pietre di mare, innalza molti coni paralleli di- stinti, ed aperti nella cima. È di sostanza porosa, porpurea, durevole col seccarsi. 16) S. c:lindracea (s. cylindrica Ginan. ). Ha cilindrica forma, porosissima, delicatamente tessuta di spigoli, di tratto in tratto fornita di qualche papilla conica con largo foro terminale. Quasi eretta attaccaccasi agli scogli, essendovene una varietà rosso-sbiadata, che serpeggia ramificandosi in diverso modo su’ corpi marini. 17) S. triangolare (s. triangularis DeLLe CAIAIE ). Per la inferiore sua parte mollo ristrelta è fissata a’ macigni subaquei, quale ventaglio espaso elevansene le lamine abbastanza crasse, poco porose, che offrono l’ orlo dentato. Ha il colorito verde gialliccio, e sembra dimostrare il passaggio da- gli a/cioni alle spugne. 18) S. Zmperato (s. Imperati DeLe CHAIR ). » Da coriacea lamina abbastanza estesa, aderente agli scogli o pure a legni fradici subaquei, in direzione perpendicolare od inclinata ergonsi quasichè cilin- drici cannelli aperti nell’apice. La sua sostanza è poco doppia, cedevole, gial- liccio-fosca, Evvene però una varietà cavernosa nello strato orizzontale, che è più crasso, ma i tubi sono corti, e verdastri (1). (1) Tra li detti alcionî vi è #2 molle simile za di penna di oca e concavî; nella quale par- a materia di spongia infranta, che cede nel toc- te si vede intensissimo riquadrato di fili sotti- care, coverta di velo, da cui sorgono altri ger- li nel modo di raro velo. Imperato Op. cit. pag. mogli di velo in modo di giunchi, di grossez- 729 fig. 48 19) S. quasidicotoma ( s. subdichotoma DeLLe CHIAIE ). Il cilindrico e giallo suo fusto alzasi da base comune, avendo in cima molti rami semplici o distici, verdicci, appena porosi. 20 ) S. foveata ( s. foveolaria DeLLe CHuAIE ). Basta osservarla secca per concepire pensiero di riunirvi la s. /ufa; ma, vedutala fresca, non si esiterà a reputarla specie novella : tali e tante sono le di- versità, che lo stato di vita le fa acquistare. Somiglia ad una ceppaia di cazto peruviano, che dal medesimo punto innalza i fusti rotondî, quasi alternativamente ramosi, verso la cima ristretti nel loro traversale perimetro, rosso-foschi, pieni di cellette a forami rotondi, ed in tutta la superficie colma di punte acicolari, che sembrano guarentirli ed occultare. Rinviensi a Miseno. 21) S. clatroidea (s. ciathroides DeLLe Came). Per quante disamine avessi fatto fra le spugne finora scoperte, non ho tro- vato suffcienti caratteri per riconoscerla, onde è che mi sembra affine alla s. cla- tro, da cui non poco differisce. Offre una massa ovale porosa cedevole, spesso altaccata ad altre estranee produzioni marine, e sembra il fa//o escolento, essen- do costituita da molte aie abbastanza profonde, fornite di lamellose separazioni. Il colorito ne è scarlatto, e trovasi nel nostro littorale sopra le conchiglie. 22 ) S. dicotoma (s. dichotoma Ln. ). Per taluni caratteri si approssima alla s. s4rezta di Vio ed Olivi, ma io la riporto alla s. dicotoma, ad onta che il colore non fosse rosso, come dicono i menzionati autori. Su gli scogli di Cuma e Miseno nasce talora a stoloni, da’ quali sorgono i fusti giallo-foschi della crassezza di grossa piuma da scrivere, setolosi, tianne gli apici delle ramificazioni sempre forcute e gialliccie. È facile di toglier- ne la polpa corticale, onde vederne l'intreccio fibroso dello scheletro. 23 ) S. mesenterina (s. mesenterina Law. ). Per evitare nuovi nomi vi riferisco questa specie, che da corto gambetto a guisa di mesenterio espande la sua laminosa sostanza gialla, porosa con lobi al- quanto incisi. La rinvenni fissata allo spondi/o. 24) S. clatrato-ialina (s. clathrato-hyalina DeLLe Care ). Il suo fragile strato intesse i corpi marini, tutta cancellata, corredata di pa- pille coniche e di cilindriche acicole. 25 ) S. flustreforme (s. flustraeformis DeLLe Ciare ). Rappresenta spugnosa lamina gialla, poco crassa, divisa nel margine supe- riore in cinque lobi profondi maggiori, oltre i minori, e tutti cigliati. 49 (IT. Azcrowzo ( ALcvoniun Lin. ). Corpo polimorfo, carnoso, cedevole nello stato di freschezza, seccato alquanto duro soveroso, spugno-cavernoso, disseminato da spigoli silicei, superficie esterna porosa. A parere mio la sua organizzazione risulta da sostanza corticale poco cras- sa, compatta, e da altra sottoposta fibrosa il doppio della precedente, spesso con- fusa con essa; da polpa più o meno cedevole crivellata ; da un liquido con globetti organici, mobili che vi si trattiene; da vesciche orbicolari granose o gemmette, di- sposte in varì gruppi; da fasci di spigoli cristallini, cilindrici puntuti ; e da mem- brana interna esile, che ne tappezza i grandi e piccoli cunicoli, La oscura contratti- lità delle specie del genere precedente onninamente manca in questo, percui molte delle antecedenti spugne dovrebbero qui trovar posto ; su di che Bertoloni ha dato savie avvertenze. Quindi erra Lamarck nel considerarvi i polipetti, l'assenza dei quali lo fa eziandio discernere dal genere a/cionio di Lamouroux, Longchamps, Blainville. 1 ) A. ficiforme (a. ficus Gu. ). Emula un grosso fico, con pedicello slargato nella base aderente agli scogli, scavato in cima; tessuto da fili verdastri a lasca trama, pertugiato, con spigolet- ti silicei curvi (Edwards). Fu conosciuto da Imperato col nome di a. tubderoso, e dopo la macerazione della corteccia le interne sue fibre si sfilacciano ed infossano su, per cui questi lo chiamò @. sfupposo. I marinai lo dicono sa/zera di mare. 2) A. casupola (a. domuncula Ouvi ). Massa libera, quasi conico-troncata, ranciata, munita di una o di dué grandi aperture, che menano in apposito cunicolo a margine levigato , dove per lo più rinviensi un paguro che ne è il costruttore , appena porosa nella superficie este- riore, quasi papillosa nello stato di secchezza, avendo la corteccia poco crassa, e la sostanza interna soverosa con pori e piccoli canaletti o lacune intersecate da spi- goli cristallini corti cilindracei. Frequentemente attaccasi al cerzzio volgare, de- nominandosi da taluni marinai /mone di mare. 3 ) A. piramidale ( a. pyramidale Bruc. ). L’a. rosso polposo di Planco, che v indusse in errore pure Pallas, è distin- to dalla. cidonio, da Bruguiere (1) eretto a specie novella. Quasi nella stessa epoca Olivi (2) divulgò la medesima idea nel suo @. conzco. Distinguesi dal pre- cedente per la forma piramidale libera, pel colorito rosso screziato di bianco, per un'apertura laterale grande col cavo levigato giallo albergante un paguro, oltre (1)-Ene. meth. Paris 1789, I n. 15. (2) Zoolog. adr. Bass. 1792, p. 250. 5o l'altra piccola, da cui hanno origine varî cunicoli dispersi nella sua sostanza spu- gnoso-spigolare, e da Olivi a proposito paragonata alla beta rossa cotta. L'ho rin- venuto libero e non di raro. A) A. cidonio ( c. cydonium Lu. ). Saggiamente Olivi avvertiva , qualmente l'a. cidonio del Plinio svedese , l'a. turbante o cotogna marina del Planco corrispondente all’a. primo di Dio- scoride e Donati, o a. duro dell’ Imperato, diversificavano dalla specie antecedente. Esso è bianco-gialliccio leggero, con prolungamenti cavernosi, a corteccia esile porosa, tappezzante il parenchima lacunoso-spigolare. 5) A. melongena (a. melongaena DeLLe Cum). Corpo ovale levigato tuberoso pesante bianco, cosperso di superficiali aper- ture piccole oltre la grande, che menano nella suo interno parenchima, fatto da scorza di un paio di linee, da sostanza fibrosa e da spugnosa interrotta da cuni- coli maggiori e minori, tutte e tre avendo immensi e sparsi spigoli acicolari da renderne il tessuto seccato ruvido e compatto. Somiglia alla petronciana bianca e rapa di mare dicesi da’ pescatori. Imperato (1) l’ha ben descritto, ma ne ha confusa la figura (2) colla. fico. G II. Terza ( Ternya Lam. ). Corpo obicolare, tuberiforme, soveroso , resistente, con fascetti di spigoli dispersi fra la polpa, curvi, surti da nocciuolo centrale, divergenti verso la periferia. Lamarck ha stabilito questo genere a spese degli a/cioni pel carattere, che le fezie hanno le fibre raggianti dirette verso la crosta cellolifera esteriore, cui erronea- mente quegli attribuisce i polipi. I) 7. Zincurio (t. Iyncurium Law. ). È simile per la forma el colorito ad una piccola arancia , epperciò chiamasi da' marinari portogallo di mare; attaccandosi agli scogli, e spesso alla zostera ma- rina. La superficie esterna ha infinite papille globose sollevate e con esili spigo- letti, la cui mercè avverte la impressione degli oggetti esterni. Molti autori hanno creduto essere un polipaio, reputandone gli animali le descritte papille: le quali per verità, tosto che si contragga la intera massa di questo zoofito, mentre pria ve- devansi rialzate e spiegate, si corrugano egualmente che i forami frappostivi ; fre- quentemente mancano, qualora sia svelto e rotolato sul lido da’flutti marini. È (1) Evvi l'alcionio tuberoso simile alguanto mente dalla concavità della corteccia partendosi, aradice enfia di rapo, di corteccia grossetta e nel mezzo suo sì ammassano, e fanno invoglio Serma, punticchiato nella superficie, è nella con (Op. cit. 729). sistenza di dentro fibroso , di fibre, che dritta- (2) Fig. e p. 733, 734. DI però di curioso spettacolo la introduzione e la uscita dell’acqua marina : avverten- dosi in tutta la felia patentissimo moto di ampliazione e di corrugamento , già noto a Donati (1). Sezionata per metà se ne appalesa il nocciuolo centrale amplo, dal cui contorno irraggiansi le laminelte compresse curve non mai rette, composte da spigoli cristallini cilindrici affasciati, e colla parte larga finiti in cadauna pa- pilla, donde n’escono le punte. La sostanza intermedia alle medesime giallo-fosca è fatta da consimili pagliucce silicce, e da spugnoso tessuto abbeverato di umore contenente organici globetti, non senza ragione da Donati detto linfa simile al sangue degli animali. Di fatto essi hanno un moto rotatorio , tendono a riunirsi a’ compagni, el loro affollamento dà ragione del colore rancio nella periferia del nocciuolo. La sostanza corticale rossa, crassa, presenta molte fibre tendinee con- centriche unite ad altre laterali. Epperciò vi distinguo la sostanza dermica ester- na, la interna che ne tappezza i cunicoli, la polpa spugnosa interstiziale irrorata da globetti, fornita di spigoli e di corpi oviformi. Quindi comprendesi la ragione della mole ampliata, che questo zoofito ha in mare, paragonata a quella, cui ridu- cesi dopo qualche tempo cavato dal suo luogo natale. Conferma delle accennate mie osservazioni vien somministrata dalle ricerche posteriori fattevi da Edwards (2). 2) 7. Donati (t. Donati DeLLe CHIME ). Corpo globoso, giallo, non molto compatto con papille coniche allungate , facile a deprimersi. Aderisce alle ceppaie di zostera, e vedesi di grandezza dupli- ce dell’antecedente. Donati, sebbene avesse notato la prima /ezia a papille semi- globose, e questa con tubercoli bislunghi ineguali; pure non ne seppe assodare la differenza desunta dalla grandezza e colorito del corpo, dalla diametro e propor- zione tra il loro nocciuolo del centro, la sostanza spugnosa e la corticale : anzichè da'fasci acicolari retti od arcuati e dal nocciuolo centrale od eccentrico, posizione derivante del modo di tagliarsi. La sostanza corticale è poco crassa ed il nucleo è piccolo. In ciascuna papilla presso il fascetto di acicole osservansi vari corpi gemmiferi biancastri ovali, i quali sono anche poco affollati, niente dissimili da que delle spugne e degli a/ciont. 3 ) 7. cirrosa (t. cirrhosa DeLLe CHAIE ). È globosa e di colore giallo, ma più grande e rara dell’antecedente specie. La superficie esterna offre non solo le papille esterne coniche alquanto curve, ma i cirri appena ramosi e facili ad essere distrutti, ove sia rotolata sul lido. La cor- teccia del perimetro è poche linee crassa con fibre circolari je traversali: la so- stanza spugnosa è intersecata da spigoli cristallini, crivellata da fori grandi e (1) Stor. nat. mar. Ven. 1750, fig. p. 64. (2) Ann. des sc. nat. Paris 1830, XV 17. 52 : piccoli pelle lacune acquifere, derivando quelli dal nocciuolo centrale piccino a laminette strette ed arcuato-raggianti , verso la periferia espase per dare origine a tre cirri. Tutte le indicate /ezie, spaccate fresche, odorano come il frutto ma- turo del cafto opunzia. 4) 7. pirifera (+. pyrifera DeLLe CA ). Sorge il suo fusto da varie radici attaccate alle crepaccie degli scogli, dal quale alternativamente caccia rametti cilindrici ed ispidi, cui aderiscono i corpi turbinati emulanti una pera od un fico, nella cui superiore apertura veggonsi varie laminette raggianti divisorie. Il suo colorito è giallo-fosco. Una sostanza pol- posa corticale, cui risiede la forza vitale, copre il fusto ed i gambi delle produ- zioni periformi. Recise queste a traverso vedesi l’asse fibroso, donde con dispo- sizione arcuata e parallela nascono le laminette spigolari, terminate nella peri- feria. Dagli spazi esistenti fra le lamine raggianti penetrasi in centrale cavità , e dalla medesima in altre traversali mediante appositi canaletti, pe’ quali l’acqua marina ha libera entrata ed uscita. Nel maggiore suo cavo ricettasi la neresde teticola: il resto.di detta sostanza è spugnoso. Non ho esitato nel considerare que- sta specie come nuova; attesochè l’a/eionio setaceo di Risso, e l'a. periforme di Deslongchamps, 0 sczfia perzforme Goldfuss, ne sono abbastanza diversi: tantoppiù che questo soltanto si trovi fossile ; nè quello è ramoso, spettando ad altro genere. II. DESCRIZIONE ICONICA. Tavola 26, 33. Spugna clatrato-ialina 4 con pezzo ampliato 3, e s. mesenterina 8. Tavola 81. S. rossa 18. — 19 // fori esteriori de’ cunicoli nn, jj laminette spigolari , 00 spazio intermedio, 7 nocciuolo centrale della felia Qincurio. Tavola 126, 133. S. flustreforme 10, s. foveolaria 9. Tavola 161, 163. 1 spugna officinale con gli spigoli a, i globetti organici c, e più ingranditi 18. — S. angolosa 23, s. setolosa 25; pezzo accresciuto di diametro della prima 24, e della seconda 26. - Tavola 168. Tetia ( alcionio ) pirifero di naturale grandezza 2, apertura esterna « di un suo pezzo conico, che sezionato fa vedere il nocciuolo centrale spigolifero 9g c ed i cunicoli 13 efg. — 3 s. e/atroidea aderente ad un frammento di serpola a. — A s. dicotoma. Tavola 169. Spugne macchiata 6, rosea 7, mimacea 3, reticolare 9, quasipiegata 10, ce- rulea 11, cellulosa 13, fistolosa 14 e var., moricata 15, gonfiata 16 e 17, porpurea 19, cilindracea 20 e var. 21, triangolare 22, Imperatiana 23 e var. 18, essendone la crassezza del suo tessuto spugnoso orizzontale a, quasidicotoma 24. Tavola 170. Alcionio cidonio2; a. piramidale 4 d sezionato per indicarvi le aperture del suo cavo a abitato dal paguro corrispettivi cunicoli c; a. melongiana 3 impicciolito , fori esterni 13 a, corteccia c, sostanza fibrosa d, polposa e cunicoli e, osservandosi nel pezzo ingrandito 15 i grani organici c, gli spigoli o, le gemmette a. Spugna usitatis- sima 1, ed areola ampliata 8; 10 superficie esterna della s.comune; suo scheletro 12 a, c polpa granosa entrareolare, e gemmette; 9 sostanza ingrandita della s. gonfiata. Tetia lincurio 6, fornita di nocciuolo centrale 11 a, di fascetti spigoliferi d finiti nelle papille e, di lacune interiori f, che, oltre le accennate parti, ha le gemmette14 4 e, gli spigoli acicolari d usciti fuori la sua sostanza a guisa di fascetti; £. Donattana 7 di naturale perimetro, e pezzo di essa 18 colla gemmetta ed i grani organici ?; e 16 gli spigoli cristallini c, ed altri piccoli rossi a. XVII. APPENDICE. GEODENDRICI. 0) Pd UDBTLITLILTITTILITITLABPITL LIL LTL LTL LITI TULTIZTIBTAITIITURITI LTL BTILITBTILL LI ®TY LVL LTL 00010100000 00008 Non è mio pensiere di esporre le opinioni dai varî naturalisti emesse intorno alla natura delle coralline. Le ragioni di coloro, che le reputano animali, e quelle degli altri, che le stimano vegetabili, hanno sempre de’dubbi, che non erano stati interamente dileguati, quando vi feci alcune osservazioni, per cui mi appigliai al primo pensamento. A fronte però degli accennati ragionamenti sono ora di contrario avviso e le considero quali idrofiti incrostati da carbonato calcare, che mercè l’acido solforico possonsene agevolmente spogliare. Trovo giudiziosa la idea del Bertoloni di chiamarle geofiti, e di avere stabilito il genere Olivia per l’acetabolo. Gli spo- rangi esistenti in questa totalmente mancano nelle coralline, da Naccari e Nardo cre- dute vegetabili. Sono state esse divise in: 1 ) nesea pel fusto incrostato da sostanza calcare, e terminato a branche articolate; 2) cimopolia con articolazioni separate da intervalli cornei; 3 ) giania per le medesinse più dilicate o meno cretacee; e 4 ) amfiroe a lunghi pezzi articolati. I. DESCRIZIONE NOTOMICA. 1) C. officinale ( c. officinalis Lin. ). Essa in folti gruppi attaccasi agli scogli del nostro cratere, elevandosene da or- 9 g 54 bicolare disco il fusto articolato, 4-5 pollici alto, violetto, che con il seccamento o la macerazione diviene bianco. Le ramificazioni sono pennate e tanto gli articoli del tronco, che quei de'rami, rimarcansi ovali, un pò a clava: però a principio del fu- | sto sono le medesime cilindriche, ed allo stesso modo ravvisansene taluni ramicelli. Nellefarmacie è mischiata a varie altre piante marine, cospiranti alla virthvermicida. 2) C. rossa ( c. rubens Car. ). Con questo nome ne descrivo quella varietà, che ha il fusto come piccolo cespu- glio, ramificato in due, le articolazioni cilindriche, dichotome, e di tratto in tratto ogni articolo mostra la sostanza che gli unisce, nell’apice de'quali se ne osserva mag- gior copia. Nasce sopra le cistoseire e dopo la morte diventa bianca. 3) C. calvadosiana ( c. calvadosii Lam. ). Da centrale disco ne nasce il fusticino, e come i rami diviso sempre a due: 0- gni articolo è compresso, quasi a spatola; essendo rossa con le zone semicircolari, e l’apice di cadauna articolazione gialliccio. 4) C. palmata (c. palmata Sozxr. et Ert. ). Fusto con articolazioni cilindriche; rami opposti, spesso verticillati, ad articoli compressi; ramicelli piani a ventaglio, dal margine nascendone parecchi ditati, taluni cilindrici ed acuminati, altri globosi, variamente articolati. Una crosta rossa ne co- pre la superficie, e la sua fragilità è massima. Sonò rimasto confuso nel crederla ora la c.rossa degli autori, ora varietà della c. officinale, indi l'ho riportata alla c.palmata: forse la c. Calvadosiana è varietà della rossa, quindi tutte e tre della c. officenale, I. DESCRIZIONE ICONICA. Tavola 134. Corallina rossa 1, e suoi pezzi ampliati 3 e 4. Tavola 166. Corallina officinale 1 di grandezza naturale, egualmente che la c. palmata LE, e_2 estremità di quella ampliata, XVIII SUPPLEMENTO. DL IIZIILAOCO VBITIDLIIZDYLITLITY I VI VTIYL DE LDL II LIIVLIVVIBZITD LILAIDIBTIZLIVLITLRLILLIBPVILITLILIIL TEIL Tomo I, Pag. 7 v, 8, —- Kolliker nella primavera del 1842 lo ha rinvenuto col rispet- tivo eltocotilo comunissimo nel porto di Messina, e mi ha assicurato che la membra- na de’ suoi cirri veliferi sia molto espasa. 55 Pag. 10 v. 18. -— La s. volgare è più piccola e rara di questa, sebbene io le avessi insieme confuse per lo passato. Pag. 12 v. 6. -- La suddetta seppia stringe il margine del mantello e pel si- fone, che chiude ed apre, spruzza l’acqua introdottavi; dimena e rende ondeggiante il margine del notatoio; palpita nella base del sifone. Pag. 14 v. 14.-— Nottetempo fosforiche macchie rilevansi nella cuticola dei Cefalopedi morti. Pag. 23 v. 9.-— Valido è detto muscolo nelle sepprette Rondeletiana e volgare, estendendosi al di là del sacco muscolare. Pag. 31 v. 13.-—L' atramentario della seppretta Rondeletiana è pereforme , quello della s. volgare bilobato. Pag. 55 v. 22. —- Quali sacchi respiratori in detta seppia appariscono ovali, ricurvi nell’apice pertugiato, e l’aria, gonfiatone uno, è passata nell’altro. Unico, pe- reforme, mediano, ricco di vasi e fibre muscolari reticolate, epperciò contrattile scor- gesìi nella eledona moscata con imperfetto sepimento longitudinale: e l’aria immes- savi non esce per le due aperture esteriori, impedendone la soverchia dilatazione il muscolo branchiale. Piccolissimo, unilocolare e quadrilobato rimarcasi detto sacco nel calamaro comune. i Tomo II. Pag.12 v.32.-—-Ehrenberg (1) propone di cancellarsi il genere Peronia, atte- sochè egli ha riconosciuto nell’onchidio Peroniano la stessa specie che l’o.tifa e verru- colato, essendo provveduto di cavità polmonare, e di venti arboree branchie dorsali: particolarità che l’indusse (2) a proporre il genere polbranco, da lui detto amfibio a causa della duplice respirazione polmonica cioè, e branchiale. Però è da riflettersi, che tutti i Molluschi lamellibranchi disimpegnino questa doppia funzione; avendo una cavità polmonica e le lamine branchiali,non mancando di vascolosa rete cutanea sup- pletoria, prevalendone sempre l’una su l’altra. Nè i tubercoli palleari dell'o. partero- peo avevano decisa fabbrica di branchie. Pag. 28 v. 19. -—— Più la tunica del prefato seno venoso della doride Argo è sdrucciolevole, avendo le fibre a lungo e per traverso, epperciò molto analoga alle membrane delle arterie o vene. Tomo III. Pag. 29 v. 33.---Il medesimo nell’ascidia Cuvierana è ovale e, fatta la pro- porzione, il più grande fra tutte le specie. (1) Symb. phys. Anim. evert. (2) Op. cit. Mamm. praef. 56 Pag. 96 v. 20. -— $ VII. Nereme ( Nerers Lin. ). Corpo depresso,.testa con due a quattro occhi, ed un paio di antenne este- riori più grosse delle medie coniche, proboscide armata da mascelle ossee semplici o dentate, piedi forniti di foglietti branchiali e di cirri. Pag. 104 v. 37. — V ANELLOSI AFRODITICI. BIL DTILTL TUBBIBLULBIBELITT.TULITBTLILTTLITLLILITLAITULLTLETIBETLLITLILTL LTT LTULLTIITBITITILLTLLTLLTI BITITLITILTIL IVI. Fu errore di Gmelin (1), che Colonna fosse stato il primo a conoscere l’afrodi- ta, di cui non parla affatto, mentre Rondelet (2) fece chiara menzione di essa. Ba- ster (3), Muller (4), Pallas (5) e Bruguiere (6) ne accrebbero il numero delle spe- cie, meglio determinate da Savigny (6), da Edwards (7) insieme agli altri nuovi ge- neri quì riuniti. Redi (8) ne rimase succinta storia notomica, che fu vieppiù amplia- ta da Pallas, Swammerdamm(9). Una profonda ricerca su la organizzazione de’ pole noî, e de'sigali resta a farsi; quantunque gli organi digestivi, genitali, respiranti, cir- colatorî e sensiferi di quelli e delle afrod:/e non fossero stati ommessi da Carus (10), Wagner (11), Grant (12), e specialmente da Grube (13). I. DESCRIZIONE ZOOLOGICA. GI. Arrrea ( HaLyTHEA Sar. ). Corpo coverto di squame, testa con piccina antenna intermedia alle laterali ’ maggiori, due occhi, mascelle cornee piccole. 1) A. aculeata (h. aculeata Sar. ). ‘ Corpo ovale, su convesso, giù piano e traversalmente rugoso a grossi anelli carnei; ano posteriore, conico; testa con un paio di antenne assottigliate, aderenti a mediano tubercolo appena puntuto, esternamente costeggiate da eguale numero di tentacoli cilindracei, bifido-piumosi nell’apice; dorso occultato da serico tessuto di filamenti a contatto de’raggi solari violacei dorati azzurri, indi da squame o e- litri coriacei, orbicolari, giallicci con marginali puntini foschi, impiccoliti verso (î) Linn. Syst. nat. VI 3107. (8) Opere ed. de'el. INI 380, fig. XXV 1-6. (2) De pisc. XV 428 ic. (9) Bibl. nat. X 8. (3) Opuse. subsec. II 62, tab. VI 1-9, (10) Anat. comp. crt. (4) Zoolog. dan. II. (11) Outl. of comp. anat. 530. (5) Misc. z00log. p. 79 e segi (12) Lehr. der vergl. anat. I 90, Il 316, 568, (6) Syst. des Annel. 19. 589, (7) Ann. des sc. nat. XXVII 408, pl. VIE 1-9. (13) Arat. und phys. cit, p. 48-62. 57 l’ano, alquanto embriciati, ognuno giù fissato al tubercolo de’ rispettivi piedi, for- niti di cirretto, al numero di trentaquattro per lato, opposti, scabrosi con fessura obliqua, da cui sorgono le setole rigide a subbia nere, oltre le pagliucce dorate dei tubercoli superiori, e disposte verso su fra le squame, o giù, oppure ne’lati. Muovesi lentamente, spesso innarca il dorso, onde insieme combacino le due metà del piede. 2) A. istrice ( h. hystrix Sar. ). Corpo bislungo, depresso, rosso-ferrugineo su, fosco ed anelloso giù; quindi- ci coppie di squame dorsali, cartilaginee, obliquamente incise, embriciate; piedi con spine giallicce rigide, alcune ricurve palmate, ed altre dritte. Insieme alla spe- cie antecedente è frequente nel nostro porto. (II. Potinoa ( PoLynoE Sar. ). Corpo bislungo lateralmente squamoso, testa con cinque antenne e due a quat- tro occhi su rosea areola, piedi setolosi costeggiati da cirro. 1) P. squamata ( p. squamosa Sar. ). Corpo allungato, depresso, giallo-carneo, posteriormente bicirroso; testa con cinque ineguali antenne; dodici coppie di squame orbicolari fosche nel loro mar- gine esterno, uscendo un cirro dapprima trilobato, indi cilindraceo a finale ingros- samento ovale; tredici paia di piedi con setole giallo-dorate. È rarissima a vedersi. 2) P. astericola ( p. astericola Derre CHIAIE ). Testa rotondata, munita di un paio di occhi, con due tentacoli interni semplici, eguale numero esterni bifidi e più corti del mediano; corpo coverto da duplice serie di carnee squame ad orlo nericcio, ognuna al numero di cinquanta, avendo ne lati il piede con cirro e setolette gialle ingrossate nell’apice; coda unicirrosa. Abita ne’se- micanali dei raggi delle asterze aranciata e pentacanta. 3) P. lunata ( p. lunulata Derze CaIaIE ). Corpo lineare, giallo-carneo, posteriormente unicirroso ; testa rossa con quafa tro occhi; antenna media trifida, costeggiata da due lunghe ed altrettante corte sem- plici; quattordici paia di squame semilunari laterali, sotto ciascuna stando il piede con rigide setole dorate puntute ed un cirro lunghetto fosco nell’apice. È comune. ( III. Porroponta ( Porvoponmues REIN. ). Corpo allungato, lateralmente squamoso ; testa con due antenne lunghe, sei corte, ed un paio di occhi pedicellati; quattro mascelle dentate. P. mascellosa ( p. maxillosa Rern. ). Corpo giallo-fosco su, alquanto sbiadato giù, traversalmente rugoso; testa prov- veduta di tromba conica con quattordici cirretti marginali superiori, oltre il grande 58 medio lungo, ed identico numero inferiori; una coppia di antenne corte oculifere, ed altrettante lunghe assottigliate mediane fiancheggiate da tre altre brevissime in cada- uno lato;anelli forniti di piede corredato del fascetto superiore a setole rigide, 0 fles- sibili egualmente dorate, e dell’inferiore con breve cirro,i tre primi più stretti de’suc- cessivi mancanti di squame ovate, coriacee, latero-superiori, bianco-punteggiate, se- mi-embriciate. In agosto 1839n'ebbi un solo individuo della estensione di due piedi e lentamente movevasi, essendo difficile a rinvenirsi, e della citata dimensione: Sor- rentino ne tiene un pezzo di pochi pollici, e quanto quello delineato dal Ranzani. - i) IV. Srcazio ( Sicario Epw. Di Corpò allungato, gracile, vermiforme; testa con cinque antenne; tromba mu- nita di quattro mascelle; piedi provvedati di elittri e di cirro dorsale alterni con que’che ne mancano. 1) S. fasciato ( s. vittatum Derre Cuime ). Corpo allungato, depresso, giù carneo-cerulescente, su giallo-fosco , in ogni anello cinto da fascia carnicina con simile aia mediana bislunga puntinata di fo- sco; testa corredata di quattro occhi, e di una coppia di tentacoli esterni, più lunghi degl’interni; piedi forniti di fascetti setolosi rigidi, e superiormente di cirro. 2).S. arenaceo (s. arenosum Derre CAIAIE ). Corpo giallo-fosco, depresso, superiormente arenoso; testa con quattro occhi neri; antenna media semplice puntuta, le due laterali bipartito-cirrose; anelli prov- veduti lunghesso la linea mediana di tre cilindrici rialti eguali e ne’lati di squame coriacee semicircolari, su scabro-arenose. 2) S. squamato ( s. squamosum Derze CHIAIE ). Corpo ceruleo, allungato, attenuàto, e bicirroso dietro; testa con quattro occhi, due antenne lunghe mediane, ed una coppia corta laterale; anelli a destra e sinistra su con semicircolari squame cartilaginee, occultanti il dorso, giù fornite di filiera di nove branchiette pennate, ove nel mezzo attaccasi particolare gambo rotondo muni- to di branchia esterna unipennata; piede corredato di due maggiori fascetti di setole gialle flessibili, ossia superiore ed inferiore con particolare cirro, rigide nell’altro in- termedio minore. Amendue queste specie più della prima sono frequenti a pescarsi. I. DESCRIZIONE NOTOMICA. GI. Integumenti, tubo digestivo, sacchi iecorari, organi sessuali. Crassa rilevasi la cute de’suddetti Anellidi e seminata di tubercoletti affollati, arenosi nel sigalio arenaceo, o rari cartilaginei nell’a. aculeata, e soltanto le squame 99 di questa co’ gambi scabrosi sono coverti da un tessuto stopposo. Cuvier, Meckel e specialmente Trevirano ne hanno minutamente descritto i due longitudinali nastri mu- scolosi ventrali, dai quali a dritta e sinistra sorge quello per ciascuno fascetto setoloso, essendo meno pronunziati ne’sigali e nella poliodonta. La bocca de’ medesimi è inerme, essendone l’esofago membranoso e brevissimo. Quattro denti cornei piramidali occu- pano il destro e sinistro lato dell’orifizio anteriore quadrilobato del ventriglio delle afrodite, delle polinoe, ivi attaccati mediante particolari fibre. Que’ de’sigal? arenaceo e squamoso osservansi ovali e curvi: appo il s.fasciato estendesi dalla loro base una tri- gona resta lineare curva slargata, giacendo essi nell’orifizio posteriore o pilorico. Lo stomaco delle afrodite, polinoe e de’ sigali cilindraceo-depresso, allungato, per la fabbrica rassomiglia a quello de’gallinacci; attesochè risulta dalla tunica interna compatta, mera continuazione della cuticola, dalla esterna analoga o peritoneale, e dalla media composta da nastri muscolo-tendinei traversali congiunti ad altri corti obliqui. Il loro tubo enterico continua dritto, pian piano restringendosi verso l’ano imbutiforme nell’a. aculeata,0 di tratto in tratto strozzato, ed assai prolungato nella polinoa lunata. A destra e mancina di quello delle afrodite escono gl’intestini ciechi, Ja natura de quali mi era nota prima di Carus ed Edwards, al numero di ventidue più o meno lobati nella. aculeata, ovato-pennati appo l'a. istrice, essendo collocati nel- lo spazio interno di cadauno piede, sotto le di cui contrazioni geme nel ventriglio la bile verde-fosca separata dalla patina di acinetti gialli esistenti nella loro superficie esterna, e nella polinoa squamata ravvisandosi affatto esteriori. Quattro mandibole ossee appartengono alla bocca della poltodonta mascellosa, due superiori ed altrettante inferiori. Ognuna è arcuata ed ingrossata nel margine posteriore, attenuata e crenolata nell’anteriore, non chè finita da dente puntuto nella parte mediana, in cui uniscesi alla compagna ad opra di brevi muscoletti traversali, al modo istesso che succede ne'lati colla contigua mascella: le medesime aderiscono alla base del ventriglio ovato-bislungo, crasso abbastanza, simile a quello delle afrodi- te. Il di lei tubo intestinale cilindraceo, piccolo, fibro-rugoso, dopo i primi anelli è cor- redato di borse cieche opposte, allogate nello spazio tra cadauno diaframma interiore del corpo e l cavo de’ piedi, cilindracee, ristrette, poi ierminate da vescichetta ellit- tica maggiore della successiva finale.Due ovali ovarî pieni di un liquido ceruleo e di uovicina costeggiano la prima borsa de'suoi intestini ciechi, Analoghi gruppi oviferi osservansi cioè, rosei nell’afrodita istrice, gialli nella aculeata, e da Meckel equivocati per piccole branchie. Giacciono dentro il cavoaddominale fra ciascuno intestino cieco edinternati nel vòto de’piedi, sembrando uniti da fili più vascolosi che cellulari.Di a- prile ho in esse distinto ilvitello granoso rossastro, e la vescichetta Purckinjana gialla, 60. II. Respirazione, canali sanguigni, nervi. Le squame delle afrodite e polinoe non parmi, che siano addette al respiramen- to, siccome opinano Cuvier, Carus, Duvernoy; colla macerazione s’inzuppano di acqua, e separansi in due lamine; mancano di ramificazione vascolosa, che esiste in quelle del segalto squamoso insieme ad una serie di pennette branchiali. Nelle per- tinenze dell'ano degli Anellidi marini evvi l'apertura per la entrata nell’addomine del liquido ambiente, che si fa strada ne’rispettivi piedi, abbondantissimo nelle afro- dite e notavisi pure un umore gelatinoso. Poche notizie incerte hansi intorno al circolo sanguigno di queste. Il vaso ventrale o nervarteria delle a. aculeata ed istrice, per mezzo al corpo prolungato dall’anteriore verso la posteriore parte, osservasi circolare e sporto fuori l’anello ce- falico, come eziandio ampliato in corrispondenza di ciascuna coppia di gangli , dove caccia il rametto laterale destro e sinistro. Lunghesso la linea mediana enterica esi- ste altro canale, che fornisce opposti rami laterali agl’intermedì. Presso il duodeno dell’a. astrice trovasi una vescica globosa, pendente, piena di siero grumoso, nell’a. aculeata evvene una seconda bilobata maggiore, non avendone indagato il rapporto co’vasi descritti.Jo come Grube le attribuisco lo stesso offizio dell’ampolla Poliana, di colore giallognolo; mentre tende al giallo-verdiccio il vaso enterico, o allo scarlatto il ventrale non ignoto a Redi Pallas Bruguière.Non so ripeterne la diversità di colore, che dal maggiore o minore affollamento de’globicini sanguigni, secondo Wagner un 400.®°: i quali sono agitati da formicolare movimento sì fuori, che dentro i propri canali, a correnti celerissime su gl’intestini ciechi delle afrodite e della poliodonta. Il sistema nervoso dell’ a. aculeata , più sviluppato delle altre specie, consiste in tre ovati gangli cefalici,il medio maggiore che fornisce due nervicciuoli a’cirri in- terni, la coppia laterale minore che fa lo stesso per gli esterni, continuandosene a destra e sinistra il collare cefalico. Da questo posteriormente assai ingrossato nasce duplice catena ganglica ventrale, composta da un paio di distinti fili nervei depressi, paralleli, strettamente addossati al sottoposto vaso ventrale, e da gangli ovali grano- si, ove sieno schiacciati fra’cristalli, esternamente uscendone il nervicciuolo late- rale. A dritta e mancina del ventriglio evvi un filetto bifido, che non oso reputare stomato-gastrico. Mi sono sfuggiti tanto i due che i quattro occhi, che taluni han- no visto nelle afrodite. III. DESCRIZIONE IGONICA. Tavola 3. Sigalio fasciato 13, sua porzione cefalica ampliata 14, denti gastrici 16; po- linoa squamosa, ed estremità posteriore ingrandita 17. AG 61 i Tavola 26. Sigalio squamoso 11 di grandezza naturale; 12 suoi occhi; 3 piede d con i fa- scetti setolosi def el cirro c, cavo addominale a, gambo gj sostegno nel punto / della squama, che vi si attacca ricamata da’ vasi & e colle branchie accessorie #, oltre la laterale m. / ii i Tavola 58. Afrodita istrice 10 moribonda; 12 stomaco dell'a. aculeata f g, ossia 4 denti e 13 n colle fibre di attacco, 4/ lacerti muscolari, m intestino cieco, e tunica esterna. Tavola 94. Testa 15 della polinoa astericola ampliata di perimetro. Tavola 98. Sigalio arenaceo 5 disegnato morto; porzione cefalica supina 4, ove notansi la bocca, il cirro terminale co’ quattro occhi, le due antenne laterali; 18 segmento del corpo colle squame in sito, e vedute per la faccia superiore 22; denti gastrici 16. i Tavola 99. Poliodonta mascellosa 1 di ampiezza naturale, e non intera; 2 supina, suo cirro boccale superiore c, tubercoli inferiori @, punte delle mascelle 5, ed ingrandite 4 colle fibre muscolari traversali c, ventriglio d, epiderme e, tubo enterico /, budello cieco gol, ovario 2, diaframma 4; dette parti accresciute di perimetro 3, val dire intestino p, sacchetto cieco laterale gst prolungato nel fascetto setoloso, ovario r; 5 squama cartilaginea laterale vista dalla faccia inferiore col vase branchico a, che nel punto della sua inserzione al gambo internamente vi si ramifica e, oltre i globetti d. Tavola 109. Afrodita aculeata: 6 a esofago, c ventriglio e disposizione delle fibre 9 @ c de suoi lacerti, d intestino finito nell’ano e, sacchi ciechi /f col rispettivo dutto ed uno isolato 10, onde conoscervi la patina epatica, g vòto di cadauno piede # entro il cavo addominale, : nastro muscoloso longitudinale, j gruppi ovari, ‘n due vesciche cuoriformi, m vena enterica co'traversali ramicelli, ed ampliati 8, o catena gangli- ca sovrapposta all’arteria, siccome vedesi in 7: @ cervello co'lobi forniti de'nervie- ciuoli tentacolari ce, da cui parte la fascia cefalica d, che caccia i due nervi uniti a’ gangli e sovrastanti al vase /, somministrando rami laterali sì questo 9, che ciascu- no di quelli 7. Gruppo di uova dell'a. istrice 11, e 12 globetti cruorici. Tavola 133. Afrodita aculeata 10 meno della dimensione ordinaria; 12 forma e posizione delle sue squame 4g poste allo scoverto; 13 irraggiamento delle spine de’ piedi o ritiratevisi in parte 14; 15 suo stomaco a, intestino % co’ fili di attacco e, sacchi ciechi dd. 5A Tavola 129. Polinoa astericola T di naturale dimensione. Tavola 139. Eufrosina . . .. 6, supina 7, segmento del corpo 8. Tavola 144. Polinoa lunata 5 ed ampliata 6, essendone a il ventriglio, è l'intestino. Pag. 119 v. 2. — con altra coppia di analoghi forami. Pag. 121 v. 35. — Il canale esofago-enterico dell’oloturidio papilloso è in- termedio tra quello de’sifuncoli e dello sternaspide. Paq.123 v. 33.— L'arteria aorta dell’oloturidio estendesi dall’anteriore me- dia parte verso la posteriore del corpo. TOMO IV. Pag. 4 v. 36 — 6) O. maggiore ( h. maxima Forsx. ). Corpo cilindraceo-allungato, giallastro, rigido, sopra convesso, sotto piano; venti lunghi tentacoli peltati, quadripartito-moltifidi, papillosi, circondanti la bocca; papille dorsali mammellari, affollate con areola mediana fosca, da cui elevasi partico- lare tubolino nero, e ventrali nerognole, cilindriche. N’ebbi un individuo mal con- servato nel 1822, ed un altro vivo in marzo 1840 quì accorso dalle coste di Africa. La figura di Forskahl, il solo zoologo che l’abbia vista nel mare rosso, la rappre- senta morta e corrugata, quindi difficile ad esservi riconosciuta: la sua fabbrica è simile a quella della o. Santortana. Pag. 10 v. 18. — Muller (1) aveva notato ossee squame nella 0. squamosa; Jaeger (2) descrive analoghe produzioni a guisa di lappole cutanee nelle 0. /z//a e oceanica di Lesson; Quattrefage (3) in seguito le ha rinvenuto come ancòra nella si- natta, Ulteriori disamine mi (4) han fatto conoscere, che questo argomento meriti tutta l’attenzione degli zootomisti; giacchè può fornire perentori caratteri diagnosti- ci per certe specie affini, e mostrare talora marcata diversità generica, somministran- do maggiore ravvicinamento tra le oloturie e le asterie. Le quali hanno uno scheletro di pezzi ossei sottodermoidali, in quelle costituito dai succennati spigoli litoidei, as- sai prossimi a’processi o calicetti stellati dorsali di queste, specialmente dell’a. rosa- cea. Essi sono di forma differente ne’ tentacoli, nelle papille o piedi, nel dorso e nel ventre di cadauna specie di oloturia. Nell'o. massima veggonsi gli spigoli tentacolari traversi, semplici, puntuti, arcuati, a margine convesso dentato; i dorsali orbicolari, composti da quattro pezzi ovali crociformi, uniti da altro mediano superiore, e 1) Zoolog. dan. I 35. 3) De holoth. diss. Tur. 1833, p. 14, 23, g ( P (2) L'Inst., nov. 1841. 7 (4) Anat. comp., Supp. II 2, dic. 1841. 63 nel perimetro cinto dal primo cerchio,che resta mercè raggetti congiunto al secondo; li ventrali piani colle punte embriciate sui compagni; la papille tubolose nell’apice hanno una fina rete, che nel resto attaccasi a’moltiplici pezzetti ovato-bislunghi a- reolari con asta centrale e duplice o triplice serie laterale di anelletti. La o. San- toro oflre siffatti spigoli, cioè i tentacolari lineari, od a clava muricati; li dorsali ci- lindrici aghiformi con tre in quattro anelletti in un lato, e con un solo bislungo nel- l’altro: ovali, depressi, lateralmente anellosi sono que’della o. tubolosa. La pentat- ta doliolo tiene le mentovate produzioni litoidee tentacolari allungate, ne’due estremi ristrette o slargate, depresse, tratto tratto con quadrilateri pertugi; e quelle del re- sto del corpo sono a gruppi di globetti stellati, oppure ovali. I menzionati spigoli li- tici giacciono sullo strato cutaneo, coverti da epidermico velame, e gli uni vi stanno in parte addossati su gli altri. Queste poche notizie bastano per assodarne la esisten- za, ed aprono la via ad ulteriori inchieste. Pag. 24 v. 33. — Tavola 106. Spigoli cornei dorsali della oloturia tubolosa 2, tentacolari 4 e dorsali 11 con uno ingrandito della o. Santoriana. Pag. 27 v. 26 — ed altri 28. Pag. 28 v. 19. — Tavola 136. Spigoli litici “au della 0. triquetra 4 ed uno sottopostovi ampliato. Tavola 171. Oloturia maggiore di naturale grandezza 1; spigoli cartilaginei suoi, ossia 2 @ tentacolari, 3 dorsali, 4 ventrali, 5 di una papilla tubolosa; e que’ della pentatta pentatta sono cioè i tentacolari 7, li dorsali 6. Pag. ST v. 23.— Tavola 165. Ofiura screziata 7 nella attitudine naturale, una delle sue mascelle 8, due squame dorso-raggiali 9. TOMO YV. Pag. 18 v. 21. --- Tavola 161. Cellepora trasparente 2 coll’abitatore in naturale attitudine, fornito di bocca @ e di tubo enterico bipartito e cieco c, dia- fano a traverso la parete della propria nicchia, ed osservata per la faccia inferiore 3 contenente il medesimo polipo e. Vi è analogo quello di quest'altra cellepora 4 diversissima, anzichè credersi varietà della precedente. Pag. 26 v. 31. --- Nel corso dell'inverno 1842 ho avuto vari individui vivi di questa specie di gorgonza, svelti da’ profondi scogli di Baia, ove attacccasi me- diante discoidea lamina del suo stipite. La polpa, che lo ricopre ed i moltiplici a- bitatori, che ne sorgono, sono perfettamente biànco-cerulescenti. Ogni polipetto, cuì la diretta azione della luce solare parve poco amica, fornito di apertura cen- trale cinta da otto lacinie cigliose, ha il corpo capace di affettare la figura conico- 64 allungata, ora ritretta, ora slargata nella base, ed ora rientrato nella propria casu- pola da mostrarvi fuori la lacinie contratte e disposte a stella: epperciò privo del- l’acqua, che ne diradava la polpa moricata a cagione di essere seminata di lunghi spigoli litici cilindracei. Un orlo liscio e rilevato circoscrive l'apertura delle nic- chia del polipetto, il quale a foggia di calice turbinato papilloso e con margine ot- todentato se n’eleva per alquante linee. Vi segue il cannello corporeo trasparente, spartito nell’apice in otto lacinie cigliate, aspre al tatto e con bocca centrale egual- mente ad otto grossi pezzi triangolari. Pag. 29 v. 34. — Il sacco gastrico della g. giuncacea occupa la linea media- na del cavo del corpo del polipetto, e non ne oltrepassa il terzo superiore della sua lunghezza: sembra in giù piuttosto aperto che chiuso, dove mettono foce i cinque o- ridotti fiessuosi, come que’ della /obolaria fissati da membranuccia alle pareti del corpo, e surti dagli ovarì globosi. Ricolmo di globettini è l'umore contenuto nella ca- vità del corpo, le cui interiori pareti oflrono otto canali sanguigni, paralleli, che dalla punta di ogni dente calicino si estendono fino all’angolo di unione fra ciascu- na lacinia: dicasi lo stesso per le /obolarie. L'asse centrale è nella superficie provve- - duto di solchi paralleli, e la sua polpa cutanea erasi diffusa a coprire il gambo di un Zepade, che vi aderiva. Pag. 35 v. 25.--- Tavola 170. Stipite 17 a della gorgonia giuncacea privato della polpa d, orlo c della nicchia, ove intanasi un suo polipetto, fornito di calice d, vasi sanguigni f e, stomaco /, ovario con ovidotti tt, bocca n, lacinia tentacolare o. Pag. 34 v. 6. --- Tavola 61. Uovo di pennatola rossa 13, ossia corio a, vi- tello c, vescichetta di Purkinje d colla macchia di Wagner. Pag. 51 v. 17.-— Ho visto una varietà di questa tea di colore giallo, e ’l doppio della corporea sua mole, avendo il nocciuolo centrale piccolo, la polpa la- cuno-porosa a scarsi fascetti di spigoli litici, già analizzati da Nardo (1), la so- stanza corticale poco crassa, rosso-vinoso con spigoli traversali, irregolarmente si- tuati, i grani organici mobilissimi ec. (1) Essi sono composti di 80 parti silice e da 20 di sostanza animale. Bull. des sc. nat. XIII 371. ANIMALIA 65 EVERTEBRATA SICILIAE CITERIORES. PULLPTLULITLBBLULZI TI BITBILLI TELIIBLIBBL BL LELLILIBILITBTILTBLILTILIBEILILIUIBILBTLILILITLILTLTLETT LDTD IBDUILTILITL LL. I, MOLLUSCA CEPIALOPODA. GI. Ocropus ( OrtoPo, Porpo ) Law. Corpus carnosum, anterius obtusum, vagina nuda exceptum;ossicula dorsualia bina,aut nulla;os terminale, brachiis octo elongatis,simplicibus,ad basim membrana coniunctis, circumdatum, eorumque cotylis sessilibus, muticis, hinc inde dispositis. 1) O. vulgaris ( O. comune, p. verace, pulpetiello) Lam. Corpore lutescente, cupreo, maculatove; vagina ovata, verrucosa; ossiculis binis lineari- teretibus, cartilagineis, dorsualibus; brachiis aequalibus, quorum basi membrana subtus albescente, acetabulis alternis: cirrhis dorsalibus quatuor, saepe deficientibus, palpebralibus ternis. Polypus GESN. Aquat. 870. —ALpr. De Moll. 14-16.—- P. octopus Roxp. De pisc. 513.—Jox- st. exs. II, t.I 1.—Ruys. Th. exs. II, t.I11.— KoeLR.Act. Petrop. VII, t.XI 2.--MuL.Zool.dan. 2819.—Sepia octopus Lin. cur. Gm. Syst. nat. VI 1149, n. 1.—Bruc. Enc. meth., t. LXXVI 1- 4.- Lam. Soc. d'hist. nat. 18; o. granulatus, n. 2.—S.rugosa Bose Soc. d'hist. nat. 24, t. V 1-2.-- Cuv. Moll. 1-43, t. MV ; Reg. anim. HI 12. — Den.-Moxtr. Buff. Moll. 11113, t. XXII-IV; INI 30, t. XXIX. Sav. Ceph. t.I 1.-Aup. Descr. de l' Egypt. XXIH 121.-— Car. Nov. act. Acad. nat.cur. XII 319, t.XXXI.--BLAInv. Malac. 365, t. II 1. — DesH. Dict. clas. d'hist. nat. IV 253.— DeLLE CH. Mem. su gli anim.s.vert. IV 55, t.LVI 1.— Payr. Cat. des Moll. 172. -- Ris. Prod. de l’Eur. mer. IV 3, n. 2. —Guer. Icon. I 1. —EnR. Symb. phys. Ceph. I 1.-- Fer. et DorB. Ceph., t. I-II dis. GrAv. Terg. od. Beob. und. nat. 1. - Puir. Enum. Moll.Sic. 240, n. 1.—VER. Ceph. de la medit., n. 4; an o. Saluti? Ceph. cit., n. 5. — Epw. Reg. anim. VI, t. I I. 2) 0. macropus ( O. rossastro, polpessa ) Ris. Corpore rubro-punctato ; vagina oblonga, glabra; brachiis Iongissimis. Prod. de l’ Eur. mer. IV 3, n. 3.—0. ruber gli anim. s. vert. IV 56, t.LVI 26: an praeceden- Rar. Dec. sém. 28, n. 60.--Wacn. Bull. des tis var. — O. longimanus Fer. Litt. mss., janv. se. nat. XIX 388, n. 2.--0. macropodus SANG. 1835.—PHiL. Enum. Moll. Sic. 240, n. 2. .- Arn. des sc. nat.XVI 315.—DerLe CH. Mem. su Ver. Ceph. de la medit., n. 6. 3) O. tetracirrhus ( o. quadricirro, p. incamiciato ) D.-Ca. Corpore luteolo; vagina ovato-globosa, sparsim verrucosa; brachiis membra- na hinc inde decurrente, quatuor medianis longioribus,reliquis externis; cirrhis bi- nis in utroque oculo. DeLLe Cu. Mem. su gli anim. s. vert. 1830, t. LXXI 1.— Fer. Lit. ms., juin 1834. 4) O. tuberculatus ( 0. tubercolato ) D.-Cr. Corpore argenteo, rubro-punctato; vagina crassa, rotundato-oblonga, inferne ò ? n 66 tuberculis pyramidatis in reticulum digestis; brachiis longis, alatis: foris quatuor pone oculos. Mem.su gli anim. s. vert. I 68, IV 56,t. LOI O.Verany? Wacx. Bull. des sc. nat. XIX 388, n. 1. — Ris. Prod, de l’Eur. mer. IV 3, n. 4.— 3.—Fer. et Dors. Ceph. t. VI bis et ter. — O. catenulatus Fer. Lit. msc., an. 1827,--0. reti- Ow. Descr. of rar. Ceph. 112. — Ver. Ceph. cularis PeT.Rap. dell’Accad. delle sc.,an.1828.— de la medit., n. 9. O. vulgaris ac macropus frequenter, 0. tuberculatus saepius, denique o. 4cr- rhus rarissime nobis occurrunt. (I. Tremocropus ( TremottOPo ) D.- Ca. Corpus carnosum, exos, foraminosum; foramina decem, bina dorsualia maio- ra, mediana, reliqua minora in ventre ad infundibuli oculique vicinia locata. T. violaceus ( t. violetto ) D.-Ca. Corpore violaceo, argenteo-punctato,maculatove, foraminibus dorsalibus sphyn- ctere communitis; oculis parvis, inferis; brachiis inaequalibus antice binis mediis brevibus, totidemque extimis elongatis, membrana basi conjunctis et ad eorum ex- tremitatem decurrente,reliquis longitudine decrescentibus; cotylis alterne biseriatis. Huius Mollusci unicum specimen vidi mortuum anni 1828 vernali tempore: Kolliker postea in Messanense portu crebro eum occurrere mihi affirmavit. $ III. Erepove ( ELeponA ) LEa4cH. Corpus uti in octopo, brachia cotylis uniseriatis. 1) E. moschata ( e. moscata, p. moscariello ) Law. Corpore luteo-fusco; brachiis marginali linea coerulescente, basi membrana subtus albicante innatis. Polypus tertia species Gesy. Aquat.871.--Romp. De pisc. 516. — ALpr. De Moll. 43. — Ozaena moschata RAF. Dec. sem. 29, n.72. — Lam.Soc. d’hist. nat. 22, t. II 2; Anim. s. vert. VII 658. — Dex.-MontTF. Buff.Moll.III 80, t. XXXIV.—Cuy. Reg. anim. III 12.— Ravnz. Mem. di stor. nat. 80. — Octopus moschites CAR. Nov. act. Acad. nat. cur, XII 326, t. XXXII. -— BLA1Nv. Malac. 365, t. II 2, —PavyR. Cat. des Moll.172, — Ris. Prod. de Eur. mer. IV 12. — Dette CH. Mem. su gli anim. s. vert. IV 43, LVII 1.— DESH. Dict. clas. d'hist. nat. IV 255. — FeR. et Do:B. Ceph. t. I dis.--E. moschatus GueR. Icon. 12. — O. moschatus PhiL. Enum. Moll. Sic.241, n.5. — Ver. Ceph. de la medit., n. 3.--Ebw. Reg. anim. VI, t.II 1. 2) E. Aldrovandi (e. Aldrovandiana, p. asinisco ) D.-C#. Corpore minimo coerulescente, punctis luteis minulissimis; vagina ovato-ver- rucosa, margine ancipite, coeruleo; brachiis braevibus, subalatis. Ozaena PLin. Hist. nat. IX 30. = Bolitaena Atpr. De Moll. p. ic. 14. — Sepia cirrhosa Bosc Hist.nat. des Vers 47. = 0. cirrhosus Lam. Soc. d'hist. nat. 21, t.12 ab. — Oz. Aldrovandi RAF. Dec. sem. 29, n. 73. — Dexn.-MontF. Buff. Moll. III 55, t.XXXII; III 67, t. XXXINI.--RAnz.Mem. di stor. nat. I 81.—DesH. Dict. clas, d'hist. nat.I V 233, f.1.-Qet. leucoderma SANG. Ann. des sc.nat. XVI 315.—DeLLe CH.Mem. su gli anim.s.vert.I V 57,t.LV 2.—E.GeneiVer.Ceph.de la med.,n.1-2. 67 Neapolitanum aequor ingentem horum Molluscorum alit numerum. .$ IV. Lorrco (LoLiscine, CaLamaro ) Law, Corpus carnosum, vagina elongato-cylindracea, basi acuta et inferne alata ex- ceptum; lamina oblonga, tenuis, cornea, pellucida, in dorso inclusa; os terminale, brachiis decem cotyledonibus instructis circumvallatum: brachiis duobus longiori- bus, pedunculatis. 1) L. vulgaris (I. o c. comune) Law. Corpore roseo,turbinato-oblongo,apice attenuato, obtusoque, expansione na- tatoria rhomboidea, vaginae margine in dorso angulo mediano, binisque lateralibus maiore; lamina cartilaginea ovali, ensiformi, rachide subcarinata. L.magna Ronp.De pisc.506.-BeL.De pisc. p.et ic.343.--SALv.Aquat.169.--GEsn. Aquat.580-83. —Ruys. Th. Il exs., t. 1 4. — IonsT Hist. nat. II exs.3 t. I 4.—Lisr. Anat. t. IX 1.—-PENnN. Zool. brit. t. XXVII, n. 45.-- Sepia loligo Lin. cur. Gu. Syst. nat. VI 3150, n. 4.--LAm. Soc. d’hist. nat. 11; Anim. s. vert. VII 662, n. 1.—DEN.- Montr. Buff. Moll. Il 4, t. IV. Cuv. Reg. a- nim. III 15. -- CAR. Nov.act. Acad. nat. cur.XII 318, t. XXIX 1.—BLaInv. Malac. 367, t.III 2.— PayRr. Cat. des Moll. 173. —Ris. Prod. de l’Eur. mer. IV 6,n.7. — DeLLE CH. Mem. su gli anim. s. vert. IV 58, t. LIX 2.—-FER. Dict. clas. d’hist. nat. III 67, n. 1; et Dors. Ceph.t. VII, X.—-Pu. Enum. Moll. Sic. 241, n. 1.--Ver. Ceph. de la n. ii. 2) L. subulata ( 1. subbia, calamarello ) Lam. Corpore coerulescente-rubello, minimo, cylindrico-conoideo, apice subulato; disco natatorio ovato; vaginae angulo dorso-marginali acutissimo; lamina cartilagi- nea lanceolata, 3nervi. L.parva Ronp.Depisc.370.--L. minor ALDR.De Moll. 72.--Gesn. Aquat. 581.—-Ruys.Th.Il exs., t.15.— Jonsr. Hist. nat. II exs., t.I57. — Se- pia media Lin. cur. Gm. Syst. nat. VI 3150, n.3. —Bruc. Enc. meth. t. LXXVI 9.--Lam. Soc. d’ hist. nat. 11; Anim. s. vert. VII 664, n. 3.-- DEN.-Montr. Buff. Moll. II 74, t. XVI 1-2.—Cuv. Reg. anim. II 15. — DeLLE Ca. Mem. su gli a- nim. s. vert.IV 58, t.LIX1.—-FeR.Dict.clas.d'hist. nat. III 67, n. 5; et DorB. Ceph. t.XVII.--VeR. Ceph.dela medit., n. 14; 2. Marmorae, n. 17. — Epw. Reg. Anim. HI, t. VII 1. 3) L. sagittata (1. saetta, totarello ) Lam. Corpore rubro-lutescente, cylindraceo, apice acuto, vagina in dorso margine subangulato; disco natatorio cordato-rhomboidali; lamina cartilaginea lineari 3ner- vata; brachiis longis teretibus, extremitate tantum cotyliferis, quorum cupulis car- tilaginosis dentato-retusis. Sepa Mus. II, t. IMI 5-6, t. IV 3-5. — Bruca. Enc. meth. t. LXXVII 1-2.—Sepia sagittata Bosc Hist. nat. des Vers I 46. —Lam. Soc. d'hist. nat. 13; Anim. s. vert. VII 663, n. 2.—-Cuv. Reg. amim. III 15.—-L.pelagica DeNn,-MoNTF. Buff.'Moll. Il 56, t. XII. -—- Car. Nov. act. Acad. nat. cur. XII 318, t.XXX.— BLarnv. Malac. 367, t.13.— Payr. Cat. des Moll. 173. -—- Ris. Prod. de l'Eur. mer. IV 6, n. 8. — RANG Man. des Moll. 89.— Dire CH, Mem. su gli anim. s. vert. IV 59,t. LIX 3.— £. piscatorum, l. illecebrosa FER. Dict. clas. d’hist. nat. III 67, n. 2; et Dons. Ceph. t. V, 63 VII. — L. Brognartii GueR. Icon. I 5.-- Par. la medit., n. 13; l. Berthedoti, n. 15; l. Coindeti, Enum. Moll. Sic. 240, n. 2.— Ver. Ceph. de n. 16. 4) L. todarus (1. totaro ) D.-Cr. Corpore rubro, maximo, tereti-oblongo, antice subfusiformi; vagina margine recto; disco natatorio rhomboideo-sagittato; lamina cartilaginea lineari, 3nervi, e- longata, posterius retusa, antice dilatata, ovali, conico-subulata; brachiis longio- ribus subtrigonis, ab origine ad extremitatem cotylis biseriatis, quorum cupulis den- tibus retusis uncinatis alternantibus. L.maximaSepa Mus. HI, t.IV1-2.—Brue. Enc. meth.t.LXXVII1.-—-L.harpago Den.-MonTr. Buff. Moll. II 65, t. XIV. — Rar. Dec. sem. 29.—-Cuv. Mem. sur les Moll. 52. -- DeLLe CH. Mem. sugli anim. s. vert. IV 59, 162, t. LX 1-4; var /. todary- ptera brachiis 3gonis expansione membranacea, t. XCV 1.--Ow. Descr. of rar. Ceph. 110.—- Fer. et DorB. t. IIL.--Ver. Ceph. de la medit., n. 12. Habitant in neapolitano crateri, sed /. sagittatae et todarae carnes sunt diflici- li digestione; reliquae species sunt palato gratissimae. 6 V. Seprora ( SepriETTA ) Lam. 1) S. Rondeleti ( s. Rondeletiana, seccetella ) Fer. Corpore coerulescente, roseo, minimo, globoso; vagina in dorso continua; di- scis natatoriis orbicularibus; lamina cartilaginea lineari, lanceolato-oblonga. Sepiola Ronp. De pisc. 519. --- ALpr. De Moll. 63.—Grsn. Aquat. 187—-Ruys. Th. II exs., t.-18.--Sepia sepiola Lin. cur. Gm. Syst. nat. VI 3151, n. 5.— Bruce. Enc. meth., t. LXXII 3. --Lam. Soc. d’hist. nat. 16; Anim.s.vert. VII 665, n. 4.-DEN.-MonTr.Buff.Moll.II 103, XXI 1-3.— Cuv. Reg. anim. II 15. —Car. Nov. act.Acad. nat. cur. XII 318, t. XXIX 2-3.— Loligo sepiola BLaInv. Malac. 366, t.I13.-—-Payr. Cat. des Moll. 173. — Ris. Prod. de l'Eur. mer. IV 7. -- Rane Man. des Moll.88.--DeLLE Cu. Mem. su gli anim. s.vert. IV 59,t.LVIII 30.—DEsH. Dict. clas.d’hist. nat. XV 363, f. 2. -—LracH et RanG Mag. zool. V 70, t. XCV. —FER. et Dors. Ceph. t. IT. — S. Desvigniana Gerv. et Vane. Bull. de l’Acad. de Brux. V 7, n. 5.— PuÙir. Enum. Moll. Sic.24f, n.3. — Ver. Ceph. de la medit., n. 21. — Epw. Reg. Anim. IF, t. VII 3. 2) S. macrosoma ( s. macrosoma, capo di chiodo ) D.-Cr Corpore coeruleo-argenteo, violaceoque, maximo, basi elliptico; vagina in dorso libera; discis natatoriis circularibus; lamina cartilaginea dorsali obverse-spa- thulata, bisulca. DeLLE Cn. Mem. su gli anim. s. vert. 1830, t. LXX 1-11.—Fer. Lit. ms.—Coll. du Mus. d’ hist. nat. de Paris.—Gerv. et Vavs. Bull. de l'Acad. de Brux., n. 3.--VER. Ceph. de la medit., n. 22. S. Rondeletiana obviam venit in neapolitano litore, piscatorioque foro pro culinario usu, ibique s. macrosoma autem rarissime apparet. $ VI. Sepra ( Seppia, Seccia ) Liv. Corpus carnosum, depressum, vagina antice obtusa, utroque latere per totam longitudinem ala angusta marginata exceptum; os liberum, cretaceum, spongiosur (= sl 69 dorso inclusum; os terminale; brachiis decem cotyledonibus instructis, quorum duobus longioribus pedunculatis. 1) S. officinalis ( s. officinale ) Lx. Corpore violaceo, ovali, verrucis 8gonis sparso; in dorso vaginae angulo me- diano retuso; natatili vitta marginali; osse elliptico, anterius mucronato. Gesn. Aquat. 851. — BeLon. De pisc. 338, f. 341. — Sanv. Aquat. 165.-— Rownp. Aquat. 498. --- Ruvs. Th. IT exs., t. I 2-3. -— JonsT. Hist. nat. IT, t.12-3. — Sepa Mus. HIT, t. III 4-4. ---Lin. cur. Gm. Syst. nat. VI 3149, n. 2. — Bruce. Enc. meth., t. LXXVI 5-7.--Lam. Soc, d’hist. nat. 7; Anim. s. vert. VII 688, n. 1. --« Den.-Montr.Buff. Moll. I 170,t:11-2.--Cuv. Reg. anim. III 368. — Sav. Ceph. d’ Egypt., t.1 3. -- Aup. Descr. de l’Egypt. XXII 123.—BLarnv. Ma- lac. 368.--Car. Nov. act. Aead.nat.cur.XII 317, t.XXVIIT.--Payr,.Cat. des Moll. 173.--Rrs. Prod. de l'Eur. mer. IV: 8, n. 10. -- RanG Man. des Moll. 90.--DesH. Dict. clas. d'hist.nat.X.V 328, n. 1.-DeLLE CH.Mem. su gli anim. s. vert. IV 60, t.LVII 1.--Fer.et Dors.Ceph. t.I-1IT; an. s. ma- millata? t.IV bis; s. aculeata t.Vbis.—Guer. Icon. I 4.--Puir. Enum. Moll. Sic. 241, n. 1.— VER. Ceph. de la medit., n. 23.--Epw. Reg. anim. 1, t. IV: SERVER tV: 2) S. Dorbignyi ( s. Dorbignyana, s. puntata ) Fer. Corpore luteolo, elongato, glabro; dorsali limbo vaginae angulo elevato, apice- que retuso; vitta natatili marginali, angusta;osse elliptico,antice stylo longo, vaginato. Sepiae alto maris nostri frequentare consuescunt, earumque iuniores neapoli- tanis gratam escam praebere comperimus: s. Dorbignyana rarissima observatur. Iî. MeLLUSCA PTEROPODA. GI. Hyarara (JareA, IaLo ) Lam. Corpus in testa inciusum, antice alatum; a/ae binae oppositac, retractiles, ad oris latera positae; caput subnullum; os terminale, ad alarum juncturam locatum; branchiae laterales; testa pallio involuta, cornea, hyalina, ovato-giobosa, posterius tridentata, anterius rima transversa, lateribusque protensa. H. Sdentata (i. tridentata ) Lam. Corpore luteo-fusco, hinc inde natatorio disco bilobato, transverse lineolato; spirali vitta e vitrea concha prodeunte, succineo imbuta colore; superne globosa, transversim striata, sublus cymboidea, postice terminali cuspide pervio, binisque lateralibus longiore. Anomia tridentata Forsx. Fna. arab. 124, t. XL 8.--Gror. Desc. di nuov. test.25, f.14-16.--Mo- noeulus Felemus Lin. Syst.nat. V 32002, n.9; cur. Gar. VI 3348, n. 42.--Clio volitans Cav.et Cavoli- na natans Apruno. Soc. d'hist. nat. de Copenh. II fig. -- Fissurella cornea Brva., H. mediterra- nea Fer. Bull. des sc. nat. XII 345. — Cuew. Conch. VITI 65, vig. XII Gr. - Sorrot. Einl. V 414.—Dav. Cat. I, t.20f D.--Druw. Cat. I 296.--Bruc. Enc. meth., t. COLXIV 5-7.--4. tri- dentata Snaw. Nat. misc.XVI 664.--7F. papiliona- sea Bony Voy.1137, t.V 1.--Bosc Coquil.I{ 241, 5 È 70 t. IX 4.—H.cornea Rois. Moll. V 73, t. L 112. sup.II 309.--Sow. Gen. of shel., f. 1.--PayR.Ca- —Per. Ann. du Mus. XV,t. III 13; A. australis? tal. des Moll. 84. —PoLI Test. utr. Sic. III 40, t. Voy.,t.LXt 5.—Cov.Ann. du Mus. IV 22, t.LIX; XLIV 12-15.— DeLre Cu. Mem, su gli anim. s. Reg. anim. II 29, — A. Ayalea Fer. Dict. class. vert. 1830, t. LXXX 1.--Pm. Enum. Moll. Sic. dhist. nat. I 401.—H. Forskahliù BLAINv.Dict. des. 101.--Lam. Anim, s.yert. VII 415.—Epw. Reg. sc. nat.; Malac.480, t. XLVI 2.—DresH,Enc.meth. anim. I, t. XVII 3. Autumnali praesertim tempestate in Paust/yp? sinu advenit. (II. Creopora ( CLeoporAa ) Per. Corpus oblongum, concha inclusum; caput prominulum,ore parvulo; alae duae ad colli basin adnexae; testa obverse pyramidata aut lanceolata,superne truncata, patula. 1) C. cuspidata ( c. cuspidata ) Q.-Garm. Corpore natatili expansione linguaeformi, albo-marginato, integro; testa ro- seo-coerulescente, rhomboidali-oblonga, postice mucronibus cuspidatis, lateralibus curvis, intermedio recto longioribus. Voy. de l Astrol. II 384, t. XXVII 1,5; Law. Anim. s. vert. VII 416, n. 4. — DELLE C. Lessoni Yoy. de la Coquil. n. 1, f. 1, 2.— CH. Mem. su gli anim. s. vert. 1830, t. LXXXIII Hyalaea cuspidata Bosc Coquil. II 238, t. IX 5, 9-11; Anat. comp.1150, t.XIII 33.- Epw. Reg. 6, 7. —— Rois. Buff. Moll. V '74, n. 3.—DesH. in anim. IV, t. XVII 3. 2) C. lanceolata ( c. lanciolata ) Rane. Corpore expansione natatili subspathulato-biloba; testa coerulea, fragili, rhom- boidali, striis transversis parabolicis communita, apertura dilatata. Ann. des sc. nat. XVI 497, t.XIX 1. —€lo anim. HI 29.--C. caudata Lam. Anim. s. vert. VII caudata Lis. Syst. nat. 1094, n.1; cup. Gu. VI 430, n. 2.-DeLLE CH. Mem. su gli anim. s.vert., 3148, n. 1.--Browx Jam.386.--Hyalaea lanceo- t.LXXXII 7, 8.—Guer.Icon.IV 8.—Prir. Enum. ata? Lesu. Nouv. bull. 1813, n.69.—-Cuv. Reg. Moll. Sic.102. — Epw. Reg. Anim. IV, t. XVIII 4. C.cuspidatam e Calabriae litore accepi; c. lanceolatam in Pausilypi arena legi. (I. Crese1s ( CresemDE ) Ranc. Corpus attenuatum, natatoriis alis parvis; /esta hyalina, tubulosa, minima. i 1) €. striata. (c. striata ) RanG. Testa coerulea, fragili, conico-oblonga , cylindracea, recta, transversim tenuis- sime striata, antice apertura ovata, postice acuminata. Ann. des sc. nat. XIII 315, n. 5, t. XVII 3. LXXXII 12.—Cleodora striata Desn.in Lam. Anim. -- DeLte Cn. Mem. su gli anim. s. vert., t. s. vert. VIT 433, n. $. 2) C. zonata ( c. fasciata ) D.-Cu. Testa hyalino-coerulea, oblongo-conoidea, cilindracea, vittis albis transverse aequidistantibus ornata, apertura orbiculari. Mem, su gli anim. s.vert. 1830, t. LXXXIT 9; Anat. comp. I 50, t. XIII 32. 71 3) C. acicula ( c. ago ) Ranc. Corpore natatoriis alis elongatis, hyalinis; testa exili, fragillima, diaphana, tereti, apertura circulari, posterius aciculaeformi. Ann. des sc. nat. XIII 318, t. XVIL 6; var. c. gli anim. s. vert., t. LXXXII 13.--Cleodora aci- clavae? Ann. cit. f. 5. — Dere CH. Mem. su cula DesH.in LAM. Anim. s. vert. VII 434, n.11. In maritimis Calabriae et Messanae oris reperiuntur: vidi eas semper mortuas. GIV. Crusuzra ( Cimsunia ) Per. Corpus papylionaceum; disci natatorii bini, laterales; testa cartilagineo-calceo- liformis, infera. C. Peroni ( c. Peroniana, scarpetella ) Cuv. Corpore utriculato, hyalinc, posterius exili tubulo pendulo; disco natatorio parabolico, expanso, subpapilloso; cymba cartilagineo-hyalina, antice rostrato-den- ticulata, inferne carenata, postice canalyculata patente, marginibus grosse dentata. Macrrin Cav. Msc.ined., ic.optima aere se.--C. t. LXXVI 3, 4. — RaNG Malac. 113, t. IL 1.-— proboscidea Péa. Ann. du Mus. XV 66,t.IIT 10-11. Vane. Exerc. zootom. 21, t. Il 1.--Pric. Enum. -- Cov. Reg. anim.IN 27.-—Brarnv.Dict. des sc. Moll. Sîc.102.—DrsH.Dict.clas. d'hist. nat.V 240” nat.,t.LIX 3;Malac.481,t.X.LVI dis 3.-Guer.Icon. Anim.s. vert. VII 438, n. 1.— Epw. Reg. anim; IV 1:— Dette CH. Mem. su gli anim. s. vert., IX, t. XVI 1. Martio mense aliquot annorum, visuque iucunda, ex Africae litore Neapolim migrat. ? fV. TrebeManNIA ( Trepemanna, FarraALra ) D.-Cn. Corpus globosum, antice gelatinosa massa subcymbiformi, postice 3gona ap- pendice ac natatorio disco communitum. T. neapolitana ( T. napolitana ) D.-Cu. Corpore hyalino; natatili disco reniformi, punetis rubris ab orali arcu ad mar- ginem roseum seriatim radiantibus picte. T. hyalna Anat. comp.,159, t.V 14.—-Vans. Exerc. z00t.21,t.IH1.--Scac.Ant.di sc. nat.AS41. Plurima ejusdem specimina aprili mense 1830 semel vidi. II. MOLLUSTA GASTEROPODA. . GI. Lrwax (Limace, LUMACONE, MARUZZA NUDA ) Ln. Corpus oblongum, nudum, Iubricum, repens, dorso convexum, anterius clypeo coriaceo subrugoso instructum, subtus disco longitudinali plano; tentacula quatuor retractilia, duobus posticis maioribus apice oculiferis; cavitas branchialis infra ely- peum, foro latere destro, ano comuni; orificium generationis intra tentacula dextra. > DO 1) L. ater (1. nerognolo ) Lim. Corpore luteo-fusco papilloso, rugis lateralibus arcuatis; caudae dorso care- nato; pede roseo, transversim rugoso; clypeo rugis concentricis; testa ovata, pla- nulata, fragili. L. rufus Lin. Syst. nat. 1081, n.3; cur. Gm. VI 3100, n.3.---Swawm. Bibl. nat. I 162, t.IX 1. L. ater Mur. Verm. II, n. 209; L. succi- neus, n.203.--Brue. Enc. meth. t. LXXXIV 3.-- Brap. Hist. des Moll. 122, n.2, t.IX 3-5.—Branp Moll. des env. de Paris, t.IV 19-20.—List. Anim. Angl. 131, t-1I 17; Conch. t.C1 102.--Pexn. Brit. z001.1V 40, n. 16. --- Bars. Gen. verm. t. III 1. —Fav. Conch. zoom. t.LXXVI ce.—- Rave. Enc. weth. t. LXXXIY 1-2.--Rors. Buff. Moll. V 180. — Cuv. Ann. du Mus. VII 140, t. IX; Reg. anim. IIT38.—Lam. Enc. meth.t.CCCCLXHI2.-DesH. in Lam. Anim. s. vert. VIL 716, n.1; Enc. meth. II 340, n. 5.— Arion empiricorum FER. Hist. des Moll. 60, n. 1, t. HI; Sup. 96; Tabl. syst. 17, n. 1. — L. ater et rufus Nits. Moll. svec. 3, n. 3.-— BLarnv. Dict. des sc. nat. XXVI 428; Malac. 464, t. XLI 6.— DerLe CH. Mem su gli anim. s. vert. 1830, t. CVHI 12. — Guer. Icon. I 1.— Epw. Reg. Anim. I, t. XIX 2. 2) L. agrestis (|. agreste, ortense ) Lim. Corpore laevi, flavo, abruptis lineolis punctisque nigricantibus, parallelis, la- teralibus; clypeo minutissime nigro-maculato, rhomboidea incisione mediana; testa elliptica, crassa, postice subauriformi. Syst. nat. cur. Gu.. VI 3101, n. 6. — Lisr. Anim. Angl. 130, t. II 16; Conch. t. CI 101 A; Exerc. anat. I, t. HI 11.— ArGENv. Conch. t. XXVII 27. — Penn. Brit. zool. IV 41, n. 19.--Murt. Verm.II 8, n.20%.--Fav.Conch.zoom. t. LXXV B.--Brte. Enc. meth. t. LXXXIHI 1. --- Rors. Buff. Moll. V 181.— Daar. IHist. des Moll. 126, n. 5, t. IX 9. — Brarp Moll. de Paris 119.—-Cuv. Reg. anim. I 39.—Frr. Hist. d:s Moll. 73, n. 3, t. V 7-10; Tabl. syst., n. 6; Supp.des Lim. 963, n. 6.— DesH. Enc. meth. II 339, n. 3; Dict. clas. d'hist. nat. [IX 410, n. 3; in Law. Anim. s. vert. VI718, n.4.—Pretr. Syst. anord 21, n. 5.-— Nirs. Moll. svec. 8, n. 8. --- Brarmv. Dict. des sc. nat. XXVI 430. — DELLE CH. Mem. su gli anim. s. vert. 1830, t. CVIII 14.-- Enr. Symb. phys. Gast., n. 2. — GuER Icon. V 2: 3) L. variegatus (1. screziato ) Drap. Corpore flavicante-variegato; papilloso, papillis ovali-imbricatis; clypeo circula- ribus rugis concentricis, maculisque sulphureis fucato; testa ovali, complanata. L. flavus Syst. nat. cur. Gm. VI 3102, n.7.— Lisr. Exerc. anat. 1, t.I 3-4. — ARGENV.Conch. t. XXVIII 29.—Penw. Brit. zool. IV 41, n.20.— Bruc. Enc. meth. t.LXXXV 2.— Drapr. Hist. des Moll. 127, n. 9. — Ros. Moll. Y 182. — Brarp Hist. des Coq. 116.— Frr. Hist. des Moll. 71, t. V 1, 6 Sup. a; Sup. des Lim. 96, n.3; Tabl. syst. 121, n. 3.—BLarnv. Dict. des sc. nat. XXVI 430.—DeLLE CH. Mem. su gli anim. s. vert.1830, t. CVIII 18.—-DssH. Dict.clas. d’hist. nat. IX 410, n.2; inLam.Anim. s.vert. VII 722, n. 15.-Eur. Symb. phys.Gast.,n.1.--Guer. Icon. V 2. 4) L. sylvaticus (1. selvatico ) Lx. Corpore laevi, violaceo, nigro tigratoque; clypeo subrugoso; testa semi-ovali, compacta. Drap. Moll. 126, n. 8, f. IX 11. —Fer. Prodr. 22; n. 8; Sup. des Lim. XCVI E, n. 8, ui) VIII D f2; Tabl. syst. 22, n. 8.--Cuv. Reg.anim. IHI_ 38.-- DetLe CA. Mem. su gli anim. s. vert. 73 1830, t. CVIII 16.—Desn. Dict. clas. d’aist. nat. 13.—L. cinereus var.? Lin. cur. Gm. Syst. nat. X 410, n. 4; in LAM. Anim.s. vert. VII 720, n. VI3100, n. 4.— Epw. Reg. anim. I, t. XIX 1. Praedicti Zimaces hortis, sylvisque inhabitant, rigente hyeme inter putridas arbores radices, aut sub foliis siccis reconduntur. GI. Perovia ( Peronia ) Brarnr. Corpus repens, ellipticum, convexum, pedem tegens; fentacula, bina, oculife- ra; foramina ani, et organi respirationis infra extremitatem posticam, medianam. P. parthenopcia ( P. partenopea ) D.-Cr. Corpore ovali, patellaeformi; pallio viridescente, convexo, papilloso, margine argulato; tentaculis nigris, teretibus, apice oculatis; proboscide laterali expansione falcata; pede luteo, angustato, antice retuso , posterius acuminato; foramine geni- tali maris sub tentaculo destro, foemineoque prope anum. Habitat inter cryptas submarinas prope Castrum Luculli. (II. Eorrs ( EoLipe ) Law. Corpus repens, oblongum, postice attenuato-ovatum, supra convexiusculum, subtus planum, velo nullo; caput breve, tentaculis 4-6 instructum; branchiae exer- tie per laminas squamiformes, papillas aut cirrhos in dorso seriatim dispositae; orificia generationis et ani ad latus dextrum. 1) E. peregrina (e. pellegrina ) Car. Corpore carneolo, ovali, postice acuminato; proboscide conica; tentaculis binis longis, totidemque brevibus, cirrhorum roseo-fuscorum seriebus decem dorsua- libus; pede amplo. Doris peregrina Cav. Polip. mar. II 190, VIT t. XXXVIII 16.-— Lam. Anim. s. vert. VII 452, n. 3.--Lrs. Syst. nat. cur. Gy. VI 3105, n. 16.— 5.—Bcarnv.Dict.des sc. nat.XIII 1, f, XLVII 9; Cavolina peregrina Bavc. Ene. meth. t. LXXXV Malae. 486,1. XLVI dis 7.-- DesH.Enc.meth.Sup. 4.,— Cuv. Moll. 3; Reg. anim. I 55. —Eoli- II 115,n.1.--Payr.Cat.des Moll.85,n.164-Vorer dia peregrina Ris. Prod. de l'Eur. mer. IV 87. in Cuv. Das Th.geord.12%, n. 1.—-Guer. Icon. IX — DirLe Cn. Mem. su gli anim.s. vert. 11{ 135, 2.--Epw. Reg. anim. MI, t. XXX 3. 2) E. affinis ( e. affine) Car. Corpore roseo-coerulescente, elongato ; tentaculis anticis longis, totidemque posticis moniliferis; oculis ad eorum radicem; cirrhis dorsualibus conicis, confertis; pede anterius hinc inde tentaculiformi, posterius acuminato. Doris affinis CAv. Polip. mar. HI 193, t. VII Flabellina affinis Cov. Reg. anim, III 55.-- E. cos- 4.--Lin cur. Gw. Syst. nat. VI 17. — Bauc. Enc. rulescens Laur.in Guer.Icon. IX 1.--PayRr.Catal. meth., t. LXXXV 5. - Law. Anim. s. vert. VII des Moll.36,n.69.--Voret in Cuv. Das Th. geord. 452, n. 6.--- Eolidia annulicornis Can. et Ev- 124.—Bovcn.Cat.de Moll. 36, n.69.—Epw. Reg. SENH. Nov. act. Acad. nat. cur. XI 2, t. XXIV f.- anim. t. XXII, XX bis3, 5. 5 I T4 4) E. Cuvieri ( e. Cuvierana ) Lam. Corpore luteo, oblongo; tentaculis anticis longis, posticis brevibus; oculis ad posticam horum basim positis; laminis semilunato-planis, lutescentibus, albo-pun- ctatis, latero-dorsualibus, imbricatisque; pede luteo-fusco, expanso, anterius hine inde tentaculiformi, postice acuminato. Eolide Cuv. Ann. du Mus. VI 433, t. LXI Basr. Opuse. subs.I 81, t.X 1.-Bruc.Ene.meth. 12-13. — Law. Anim. s. vert. VII 450, n. 1.— t. LXXXII 12.-Brarnv.Malac.486, t.XLVIBis8. Reperiuntur eolides citatae in Cumano sinu. CIV. Trironra ( Tritonia ) Car. Corpus ovato-oblongum, dorso convexum, repens; caput brevissimum, latum, sessile; tentacula simplicia bina aut 3fida, retractilia; branchiae dorsales fasciculato- ramosae, longitudinalibus seriebusdigestae;orificta generationisetani inlatere dextro. T. Thethydea (t. Tetidea ) D.-CH. Corpore roseo-fusco , maculis polygonis sulphureis albo-punctatis, li macifor- mi, subtetraquetro, glabro; pallio semicirculari, denticulato, proboscidem conicam obvelante; tentaculis teretibus, apice 3fido-laciniatis, pinnatisve, e peculiari calyce exortis; branchiis duodecim ramosis, marginalibusque; pede roseo-flavicante, satis expanso, antice trasversim sulcato, posterius acuto. Mem. su gli anim. s. vert. IV 20%, t. LXII comp. VII 299. — Wan. Vergl. anat. I 85.-- 20, LXXXVI 14, 20, 21, 28; Anat. e fisiol. PrHir. Enum. Moll. Sic. 103. =Duvern. Anat. comp. I 257.-- Tritonia quadrilatera Meck. Anat. comp. de Cuv. V 52. Vernali tempestate Neapol gregatim occurrit. GV. Tueruys ( Temi ) Lin. Corpus carnosum, semi-pellucidum, oblongum, postice attenuatum, antice pallio semicirculari cirrhoso, caputobtegente; tentacula duo,conico-plicata, e peculia- ri fovea exerentia; branchiae dorsales cirrhoso-rameae, biseriatae, maiores minimis alternantes; orificia generationis dextrorsum, ac an? in dorso posita. 1) 7. fimbria ( T. fimbria ) Lin. Corpore albo-lutescente; pallio cirrhis marginalibus confertis; branchiis ra- moso-dichotomis, unilateralibus. Lepus marinus maror COLUM. Aquat. obs. 24,t. Macy Atti dell’Accad. delle sc. II 2, t. II .— XXII 5-6. — Lin. cur. Gw. Syst. nat. VI 3137, Derre CH. Mem. su gli anim. s. vert. III 147, n. 2.--Bruc. Enc. meth. t. XXXIjI-2.--Desn. in t. XXXIX 2.— Gurn. Icon, VIII 6. Lam. Anim. s. vert. VII 459, n. 2.— 7. cormigera 2) T. leporina (T.leprina ) Gu. Pallio cirrhoso; tentaculis expansionecoerulescente-fusca aurataque margina- tis; foveis interbranchialibus pro phoenicuri adhaesione. Ronp. De pisc. XIII 526, ic. 1-2. Lepus ma- rinus CoLum. Aquat. obs. 27, t. XXVI 3-4. — Fimbria Bonap. Anim. mar. 54, t. V 1-2. Lin. cur. Gm. Syst. nat. VI 3136, n. 1. Bruc. Enc. meth., t. LXXXI 3-4. —Cuv Moll.14 ic.; 7. fim- bria Reg.anim. III 54.-Rors.Buff.Moll.V 153.--7. parthenopeia et polyphylla Macy Atti dell’Accad. 75 delle sc. TI 2, t.III-V.—-pAvr.Cat. des Moll. 85.-- Ris. Prod. de l'Eur. mer.TV 35. — BLAmNv. Dict. des sc. nat. LIIT, f.XLVIII 9; Malac. 488, t. XLVI bis 9.-—DerLe Cn. Mem. su gli anim. s. vert. IMI 146, t. XXXIX 1. —DrsH. in LAM. Anim. s. vert. VII 469, n.1.--PrrL.Enum.Moll.Sic.103.—7.fim- bria Epw.Reg. anim. VII, t.XXIXI 1. In neapolitano crateri vernali praccipue tempore promiscue vivunt. 6 VI. Doris ( Dorne, PATELLA SENZA scoRzA ) Lin. Corpus repens, interdum natans, oblongum, planulato-convexum, pallio un- dique cinctum; proboscis antica; tentacula quatuor, duo supra corpus antrorsum retractilia intra foramina, aliaque ad os; anus posterius in dorso, branchiis exser- tis, laciniato-fimbriatis, stellatim cinctus; apertura generationis ad latus dextrum. 1) D. Argo ( d. Argo , p. rossa ) Lrw. Corpore coccineo, ovali; pallio convexo, submuricato; inferiori margine ma- culis rubro-fuscis tigrato; tentaculis dorsualibus clavatis, proboscideis filiformibus; branchiis dichotomo-3partitis, 2pinnatifidisque. Argo Bonap. Anim. mar. 65, t. V 4-5.— Liv. cur. Gm. Syst. nat. 3107, n. 4. —Bauc. Eoc. meth. t. LXXXII 18, 19.— Cov. Moll. 3; Reg. anim. II 51.-Ro1s. Buff. Moll. V 136, n. 1. — Bramnv. Dict. des sc. nat. XIII 451, t. 119; Malac. t. XLVI 9?— Payr. Cat. det Moll. 85.—- D.Argus et pseudo-argus RaPP Nov.act.Acad.nat. cur. XIII 153, t. 1-2. — DeLLe CH. Mem. su gli anim. s. vert, III 133, t. XXXVIII-DrsH. Dict. clas.d’hist.nat.V 598, n. 31;in Lam.Anim.s. vert. VII 462, n. 2.-BoucH. Cat. des Moll. 40, n. 73--- Prin. Enum. Moll. Sic. 101, n. 3-4. 2) D. verrucosa ( d. verrucosa ) Lim. Corpore ovali; pallio convexo, reticulato-papilloso; tentaculis dorsualibus ovatis, transverse-plicatis e calyce 4tuberculifero exserentibus, proboscideis linea- ribus; branchiis sexdecim, laminoso-pinnatis, apice subtrifidis. Syst. nat. cur. Gm. VI 3103, n, 1 (exc. syn.).— Lepus marinus Corum. Ecphr. p. ic. XII 7-8. — Mitella verrucosa Sepa Mus, II, t. LXI 5. —Cuv. Moll. 5, t. I 4-6; Reg. anim. Jil 58—Ro:s. Bufl. Moil. V 138, t. LII 4.— BLAInv. Dict. des sc. nat. XIII 449; Malac. 489,— Lam. Anim. s. vert. VII 463, n. 3.—DeLte Ca. Mem. su gli anim.s.vert. III 133, t. XXXVIII 14. Desrn. Enc. meth. Sup. I. 113, n.9; Dict.clas.d’hist. nat. V 598, n. 2. — Pric. Enum. Moll. Sic. 104, n. 1. 3) D. limbata ( d. lembosa ) Cur. Corpore atro-viridescente, ovali, convexo, iubrico; pallio undulato, margine luteo-aurantiaco; tentaculis oblongo-lamellosis, apice lutescentibus; branchiis octo, ramoso-bipinnatis. Cov. Moll. 22, t. II 3; Reg. anim. IM 51.-Sav. Moll. Gast. IT.— Bramnv. Dict. des sc. nat. XIII 452. Ris. Journ. de phys. LXXXHI 369; D. virescens Prod. de l’Eur.mer. IV, t.JI 11 sp.iun. --D. nigricans Orto apud Ris.Op. cit. 8, 9. — Payr.Uat.des Moll. 86, n. 167. —D. setigera et testudinariaRarp Nov.act.Aead.nat.cur.XIHI2,t. XXVI 8.-DerLe Cn. Mem. su gli anim. s. vert. Jil 76 1134, t. XXXVII 24. —Aun. Moll. d'Egypt. XXII 126, n. i. — Part. Enum. Moll. Sic. 104,n. 5. 4) D. tuberculata ( d. tubercolata ). Corpore luteo, maculis nigris variegato, elongato, coriaceo; pallio tuberculis sparsis asperato; tentaculis dorsualibus ovatis, oblique-lamellosis, a calyce multifido exerentibus, proboscideis simplicibus; branchiis sex-octo, 2pinnatis. PLancH. Conch. min. not. 105, t. V gh. — carenata Anat. comp. 145, t.V9: pallio carenato. D. obvelata? Lin. cur. Gw. Syst. nat. VI 3103,n. --Dendrodoris leptopus Exr.Symb.phys.Gast.add. 1.-Cuv. Moll. Gast. t. I 4,; Reg. anim. II 81.-- —DESsH. LAM.Anim. s. vert. VII 463, n. 3.—D. SAv. Moll. t. 14;--Aup. Moll. d’ Egypt. XXI 127, testudinaria Ris. Prod. de l' Eur. mer. IV33. — n. 4. —Rapp. Nov.act.Acad. nat. cur. XIII 2, Puir. Enum. Moll. Sic. 104, n. 6-7.-Enw. Reg. t.XXVII 4-5. —Detre CH. Mem. su gli anim.s. anim. IX, t. XXVII. 1. vert. II 134, t.XXXVIII 21, t.LXXXVII 21;d. 5) D. Leuckarti ( d. Leuckartiana ) D.-Cr. Corpore orbiculari; pallio luteolo, maculis fuscis variegato; tentaculis dorsa- libus conicis; proboscide elongata; depressa, hinc inde semilunari plica tentaculi- formi praedita; branchiis octo, 3pinnatis, amplissimis. D. flavipes Levox. Desc. an. 14.— D. tuberculata DeLLeCHA.Mem.suglian.s.vert.t.LXXVHII1,15. 6) D. grandiflora ( d. grandiflora ) Rupp. Corpore ovali-oblongo; pallio convexo luteo-fusco, maculatoque, lineis nigris bifurcis marginalibus; pede roseo, fusco-maculatove, angustato; tentaculis clavae- formibus rugosis, apice albo; branchiis quinque, 2pinnatis. Nov. act. Acad. nat. cur. XII 2, t. XXVII 3. anim, s. vert. 1830, t.CV.2-18.--An d. reticulata —Cuy. Reg. anim. HI 51.-DeLLe CH. Mem.su gli ScauLTz in PaIL. Enum. Moll. Sic. 105, n. 10. 7) D. gracilis ( d. gracile ) Rapp. Corpore atro-coeruleo, 3quetro, minimo; pallio lineis parallelis aeque ac pe- de posterius attenuato; tentaculis dorsualibus conico-pedunculatis; branchiis de- cem, lineari-pinnatifidis. Nov.act.Acad.nat.cur. XII[2,(.XXII10.—-Cov. vert. 1830,t. CIV22,23.—PHÙit.Enum. Moll.Sie. Reg.anim.IHI 52.--DerLe CH.Mem. su gli anim. s. 105, n. 13. 8) D. Schultz ( d. Schaltziana ) D.- Ca. - Corpore coerulescente, 3quetro; pallio angusto, antice semicirculari, postice pede continuato, lineis flavis medianis parallelis, maculisque minimis alternantibus; ten- taculis dorsualibus ovatis, proboscideis filiformibus; branchiis decem, 3lamellosis, pinnatifidisve. D. oculata Derre Cn. Anat. comp. II, t. XLV 13. — D. picta Pri. Enum. Moll. Sic. 105, n. 12. 9) D. Scacchi ( d. Scacchiana ) D.-CH. Corpore cyanzo-fusco, ocellis luteis albo-marginatis subtetraquetro, depresso; pallio undulato linea albo-flavicante marginali; pede postice prismatico; tentaculis dorsualibus ovatis, spirali vitta luteo-albicante pictis, proboscideis brevibus; bran- chiis lutescentibus decem, triangularibus, pinnatifidisque. 1 “i DeLLE CH. Mem. su gli anim. s. vert. an. 1830, t. CIV 14. 10) D. parthenopeia ( d. partenopea ) D.-Ca. Corpore elliptico, luteo-roseo; pallio convexo, papillis maximis confertis, reliquis minimis ovatis, punctatisque ; tentaculis dorsualibus ovatis, lamelloso- plicatis, proboscideis linearibus; branchiis octo, 2pinnatis. 11) D. lutescens ( d. gialliccia ) D.-Ca. Corpore flavicante , elongato ; pallio undulato ; pede angustiore attenuato; tentaculis dorsualibus acutis, violaceis, proboscideis retusis; branchiis decem, 3g0- nis, oblongis, pinnatifidisve. 12) D. fimbriata ( d. sfrangiata ) D.-Cu. Corpore luteo, alboque maculato, ovali-oblongo; pallio pede angustiore, Sla- ciniato, fimbriis ramosis; tentaculis dorsualibus conicis, transverse rugosis, probe- scideis nullis; branchiis nudis quatuor, 2pinnatis, supremis inaequaliter 2partitis. Euplocamus eroceus Pnir. Enum. Moll. Sic. 10%, t. VII 1 pessima. Ora maritima spiaggia di Chiaia e di Mergellina vulgo dicta, maximam dor: dum copiam gignit, et inter epulas haud numerantur. Attamen d. fimbriata, Scac- chiana,parthenopeta ac lutescens satis infrequenter, et nonnisi fortuito inveniuntur. ( VII. PrevropayiLIDIA ( PrevroriLLIDIA ) Mec. Corpus ovato-oblongum, repens, antice velo 3gono inter tentacula bina com- munitum; branchiae lamellosae, hinc inde sub pallii margine positae; or:/icca geni- talium et ani in latere dextro. P. lineolata ( P. lineata ) Mecr. Corpore violaceo, ovato-lanceolato; pallio retrorsum.revoluto, lineis carneolis elevatis per longum digestis, liticis globulis fabrefactis; tentaculis conicis subcon- natis; velo falcato; lamellis branchialibus semicircularibus, imbricatis, reliquis he- paticis oblique dispositis ad caudam usque. Arch. VIII 190, t, XXI.— Rhombus Montic. t. X 12 sp.iun.?--Cuv. Reg. anim. IMI 57.-Raxa Vita Caor. 35. -- Diphylidia delineata Orro Malac. 136.-Vorer in Cuv. Das Th. geord.128, Nov. aef. Acad. nat. cur. X 121, t. VIL—P. un- n.2.-—D. lineata GueR. Icon. IX 79. —Puir. E- dulata StAM. Obs. ex anat. comp. 22.—-P. neapo- num. Moll.Sic.106, n. 1. Epw. Reg.anim. IX, ltana DeLLe Ca.Mem. su gli anim.s.vert. I 134, t. XXXI3. Caprearum habitat litus, Neapoli autem rara occurit. ( VII. Prevrosrancaus ( PLevrogrAnco ) Cur. Corpus ellipticum, superne pallio, subtusque pede lato praeditum; os anticum, proboscideum, velo obtectum: fensacula bina, canaliculata; oculi subcutanei ad eo- rum radicem; branchiae pinnatae et apertura genitalium ac ani dextrorsum; festa in- ierna, parvula, dorsualis. 5 m »I (0 £) 1) P. Meckelii ( p. Meckeliano ) D.-Ca. Corpore atro-rubro, ovato-dépresso; pallio elliptico, areolis tuberculatis ro- seis, alboque punctatis, margine anticeac postice inciso; pede conoideo elevato, flavi- cante;tentaculis basi connatis, oculatisve: branchiis 2pinnatis; testa elliptica, striata. P. tuberculatus Mec. Mat. d'Anat. comp.I Reg. anim. III 59.-- Pit. Enum. Moll. Sic. ‘ 26, t. V 33, 40. -- P. Peroni? DeLrLe CA. 113, n. 2-3.— BLarnvitLe Malac: 470, t. Mem. su gli anim. s, vert., t. XCVI 1.—-Cuv. XLVI 2, 2) P. aurantiacus ( p. aranciato ) Ris. Corpore ovali, roseo; pallio convexo, glabro; pede anterius extenso, postice retuso; tentaculis acutis, basi oculo externo nigro communitis; proboscide conica; branchiis 2pinnatis; testa halyotiformi, magna, elliptica, transverse striata. Prod. de lEur. mer. IV 40, t.18. — Cuv. Reg. vert.,t. XCIV 17,21.--Pic.Enum.Moll.Sic.112, anim. HI 59. — DeLLEe CH. Mem. su gli anim. s. n. 1. 3) P. ocellatus ( p. occhietti ) D.-Cu. Corpore luteo, elliptico, depresso; pallio rubro-punctato, maculatoque; velo supraproboscideo lateribus protenso; branchiis 2 pinnatis; testa oblonga, striis tran- sversis et longitudinalibus exarata. Mem. su gli anim. s. vert. 1830, t.XCV 9, 16. 4) P. stellatus ( p. stellato ) Rs. Corpore luteo, orbiculari, depresso; pallio maculis stellisque granosis, mar- gine undulato; pede oblongo , antice linguaeformi; testa ovali. Lrod.de l'Eur.mer. IV. — DerLLe CA. Mem. su gli anim. s. vert. 1830,t. CIV 12. 5) P. tuberculatus ( p. tubercolato ) D.-Cr. Corpore luteo, ovato; pallio scabriusculo, margine antice semilunari inciso, tuberculis maximis et minimis mamillato-pentagonis; pede amplo, margine extenua- to; tentaculis canaliculatis, basi ocellatis; velo supraproboscideo semilunari, tran- sverse rugoso; branchiis 2pinnatis, longissimis; testa elliptica, striata. Mem. su gli anim. s. vert. III 154, t. XL 1.—- DesH.inLam.Anim.s.vert.VII567,n.3(syn.excl.). 6) P. Forskahli (p. Forskabliano ) D.-Cu. Corpore rubro-fusco, ovali, expanso; pallio anterius semilunari incisione, tu- berculis hexagonis mamillato-granosis , liticisve stellelis asperatis , basi albicante linea cinctis, maximis medianis serialim digestis; pede postice extenso ; tentaculis basi oculatis, transverse rugosis; branchiis elongatis, alterne 2pinnatis; testa rubra, minima, oblenga, solida. Mem. su gli anim. s. vert. III 154, t. XLI Voretin Cov. Das Th. geord. 130, n. 4.- Rupp, 11.— Anlepus marinus? Forsx. Fna. arab., t. Atl. zud. Reis. in nord. Afr. 18, t.V 2 mala. XXVITI A4.--Cuv. Rec. anim. II 59.--P. Forskolei — DesH.in Lam. Anim. s. vert. VII 567, n. 3. in cratere neapolitano illum praesertim incolunt maris tractum, qui a castra Lucullano ad Pausylipi promontorium protenditur. 79 (IX. PrevroprancniDIUM ( PLeurosRANcHIDIO ) Mece. Corpus repens, ovale; pes amplus, pallioque magis expansus; tentacula duo dorsalia, auriformia, basi interna oculis subcutaneis praedita; branchiae, ac apertura genitalium et ani dextrorsum. P. Meckeliù ( p. Meckeliano ) Bzarwr. Corpore griseo-reticulato, ovato, postice acuminato; pallio antice cirrho so, posterius semicirculari pede continuato, extremitate nigro-tuberculifera, subtus vio- laceo; tentaculis interne luteo-marginatis; branchiis opposite 2pinnatis. Malac. 471, t. XLIII 3; Dict. des sc. nat. XLII gli anim. s. vert. III 159, t. XL 11.—Cuv. 376.— Merck. Fragm. d’Anat. comp.I,t. V 33-45. Reg. anim. III 59. —An p. maculata? Q. Gan. -- Pleurobranchaea Meckelii Leve De nov. Moll. in Guer. Icon. X 2.—- PHir. Enum. Moll. Sicil. gen. 1-15. — Cyanogaster Run. in DesH. Dict. 113. - Epw. Reg. anim. V, t. XXXI 2 clas. d'hist. nat. MV 54.—DeLLe CH, Mem. su. malu. Proxima amat Castri Luculli ac Mergellinae litora. “GX. Aprysra ( Aptisia, Lepre MARINA, MonacetLa ) Gu. Corpus repens, vel natans, hinc inde natatoriis discis communitum; fentacula quatuor, bina antica, totidemque postica auriformia; ocul: duo; pallius clypeum dorsualem, branchiasque obtegens; foramina genitalia dextrorsum; anus ad syphonis radicem positus. 1) A. leporina ( a. leprina ) D.-Cau. Corpore viridi-fuscescente, albo-maculato; foramine pallii amplo , orbiculari; clypeo cartilaginoso-testaceo, compacto; discis natatoriis postice connatis; syphone extenso. Mem. su gli anim. s. vert. I 71, t. II 1-4.-- Arneb bachri Avic. Oper. Il 63. — Lepus mari- Tabl. elem. 387, t.IX 3; Reg. anim. II 61.--Bosc Hist. nat. des vers I 74,t.XI 5.--Lam. Anim. s. nus Roxp. De zooph. XVII 520, ic. — Mart. in Diosc. 1 262, ic.—Grsn. Aquat. 475, ic.—Lernea BoHap. An. mar. 3,t.I 1-3.--Foaskx. Descr.anim. 9, t.XXVIII A.—Sesa Mus.IIT, t.I 8, 9.—Thetkys limacina Lin. Syst.nat. X653;cur.Gm. VI 3603, n. 2.--Bare. Gen. verm. 31, t. Il 5, 6.--Baue.Enc. meth., t. LXXXIV 1, 2.--Laplysia depilans Cuv. vert. VII 639, n. 1; Doladella fragilis 699, n. 2.-- Fex.Dict.class.d'hist.nat. 1476; Tabl.syst. 30; et Raxg. Aplys. 62, t.XVEXVII.-Bcamv. San: de phys.1823,286, t.H 63; Malac. 472,t.XLIH —Pay ct sup.1169, n. 4.--Guen. Icon t. X.3.—-Parr.Enum. Moll.Sic 124,n.6.--Epw.Reg.anim.,t. XXXIII. 2) A. Cuvieri (a. Cuvierana, m. penteolata ) D.- Ca. Corpore viridi-lutescente, albo-punctato, macalis rubellis, raris picto; fora- mine paliiari mediano; clypeo testaceo; pede postice acuto, protenso. Sunto delle Mem. 8.; Mem. sugli anim. s. vert.I 75.—-L. punetata Cuv. Mem. 9,10, t.I 1-1; Reg. Buff. Moll. 192, n. 1. -—- Fer. Tabl. syst. 30; Dict. clas. d'hist. nat. I anim, lli 65. -- Ross. 476; et Ranc Aplys. 54, t. XVHI 2, 4. -- Lam. Anim. s. vert. Il 690, n. 3.--Brainv. Journ. de 1823,287. -- PayR. Cat. des Moll. 97, n. 192.--Pint. Enum. Moll, Sic. [24, n. I. x phys. 3) A. Poli (a. Poliana, o carmelitana) D.-Ca. Corpore castaneo; discis natatoriis parvis, postice connatis; foramine palliari patentissimo; clypeo cartilaginoso-testaceo; branchiis ultra caudam protensis ; sy- phone brevi, superne erecto. Sunto di Mem.8; Mem. su gli anim. s. vert. I —Dest. in Law. Anim, s.vert. VII 696,n. 17.— 72,6, II 1.--Fer, etRanG Aplys. 61, t.XV dis2. Pair. Enum. Moll. Sic. 124, n.52. . 4) A. fasciata (a. fasciata ) Liv. Corpore violaceo-fusco, margine roseo; pallio tubulo dorsali brevissimo; clypeo cartilagineo subosseo; branchiis paullum elongatis integris ; alis amplissimis, libe- ris; syphone laterali extenso. Syst. nat. cur. Gm. VI 3103, n. 2.—Lepus ma- rinus secundus Ronp. De zooph. XVI1 526, ie.— L.marinus alter MattH.iIn Drosc. 262, ic.—Grss. Aquat. 477, ic.--ALp. Exs. 81.—-PoxR. Voy. en Barb.I{ 2.--Bosc Hist. des vers174.--Cuv. Moll. 9, t. I-IV, an a. camelus et alba? Moll. 9, t. I 1-6; Reg. anim. III 61.—-Rors. Hist. des Moll. VI 173. —LAm. Abim. s. vert. VII 690,n. 2.-DEtLE Cu. Sunto di Mem. 7; Mem. su gli anim. s. vert. I 70, t. INI 2.--A, vulgaris BLammv. Journ, de phys. XCVI 285.--Dolabella lepus Ris.Prod. de l’Eur.IV 44, t.I 1, 2.—Payr Cat. des Moll. 96.--DEsH. Enc.meth. II 60, n. 2.—-FER. Tabl. syst.30; Dict. clas. d'hist.nat. 1476; ct Ranc Aplys. t. VI-VII; a. Lessoni, camelus et alba t. XV 1, 2.-— Put. Enum. Moll. Sic. 124, n, 3. 0) A. neapolitana ( a. napolitana ) D.-Cu. Corpore elongato, viridi-fusco; pallii tubulo satis'protracto; clypeo membranaceo squamoso; syphone ac pede praelongis. Sunto di Mem. 7; Mem. su gli anim. s. vert. 1 70, t. IN 2.--Cuv. Reg. Anim. INI 61. — Fer. et Ranc Aplys. 61, t. XW bis 1.—VorGr in Cuv. das Th. geord. 134. — Lam. Anim. s. vert. VII 694, n, 16. »- Pri, Enum. Moll, Sic. 124, n. d. Aplysiae ad parthenopeium litus, praeter a. neapolitanam et a. Poli, quae sunt perrarae, aestivo tempore fraequentissime habitant,fucis aliisque parvis animantibus marinis victitantes, ad nauseam usque foetidissimae; laticem nequaquam depilantem efiundentes, rubro-fuscum a. fasciata ac neapolitana, albidum reliquae species. (XI. Doraperta ( DoLaBELLA ) Cur. Corpus repens, anterius angustum, posterius amplum,semi-circulare; fentacula quatuor, bina potica auriformia, ad basin oculata; clypeum testaceum, pallio clausum; disci natatiles, parvi; anus pone branchias. È D. neapolitana (d. napolitana ) D.-Ca. Corpore laete-virente, ovato-oblongo; clypeo testaceo, halyotiformi, compa- cto, striisque concentricis exarato; branchiis augustis, discis natatoriis semicircula- ribus, minimis, dextero maiori; pede ovali, postice rotundato, subtus albescente, margine attenuato. 81 :6 XII. Norarcnus ( Norarco ) Cour. Corpus oblongum, pedatum; /entacula quatuor, bina ad os, totidemque cer- vicalia auriformia; oculi ad horum basin locatis; disc? natatorii angustissimi; pal- lium inoperculatum, branchias tegens. N. neapolitanus (n. napolitano) D.-Cx. Corpore castaneo, fusco-punctato, inflato; discis notatoriis minimis -hetero- loghis; pallii cavitate dextrorsum foro orbiculari praedita; pede angustissimo, sub- plicato; branchiis longis, alterne pinnatis; ano 4lobato. Cum praecedenti Mollusco semel hunc notarchum observavi. ( XII. Doripivm (Doripio) Merck. . Corpus ovatum, convexum, in anticam et posticam partem superne divisum; pes utrinque dilatatus; ;branchiae dorsales ,valde posticae,, pallioque .tectae; testa operculiformi. :1) D. carnosum (d. carnoso) Mecx. Corpore castaneo-albo, maculato; pede subtus violaceo-fusco, maculis quatuor albis ovatis, binis antice, totidemque posticis; lateralibus discis vitta coerulescente- aurantiaca marginatis; operculo pusillo, fragili. Mat.d'Anat.comp.II,t. VII 1-3.—Bulla carno- class. d' hist. nat. I 71.-- DeLLE CH. Mem. su sa Cuv.Ann. du Mus. XVI 10, t.115-16; Moll. 1- gli anim. s. vert. 1830, t. LXXV! 9-11, t. CVII 18, t.XII 15-20; AFera carnosa Reg. anim, III 63, 2-8B.— Acera carnosa DesHn. in Lam. Anim. s. n. 1.--Lam. Anim. s. vert. VI 28, n.1.—Lobaria vert. VII 662, n. 1.--Epw. Reg. anim. XVIII, t. carnosa BLAInv. Malac. 478, t.XLV 3.—F£R.Dict. XXXV 2 mala. 2) D. Meckelii (dA. Meckeliano) D.-Cx. Corpore castaneo-fusco, dorso alisque externe hac magnis, illac parvis tu- berculis perlaceis; pede subtus nigricante; clypeo posterius subalato; operculo par- vo, compacto. Sunto di Mem. 24; Mem. su gli anim. s. vert. 662, n. 2 (exc. MEcK.syn.).--VoraT in Cuv. Das I 133, t. X 1-7.— cov. Reg. anim. II 64, n. 2. Th. geord. 140, n. 2.—-Psir. Enum. Moll. Sicil. -- Acera Meckelii DesH. in LAM. Anim. s. vert. VII 120, n. 1. 3) D. aplysiacforme (d. aplisiforme ) D.-Ca. Dorso, ventre, discisque nigro-violaceis, ac aurantiaca vitta marginatis. Mem. su gli anim. s. vert. J[ 190, t. XIT[ 1, Anim.s.vert. VII 663, n. 3.—-Pnic. Enum. Moll. LXXXIII 23 B.-A. aplysiformis Desa. in Lam. Sic. 120, n. 2. Doridia secus amocenissimam Pausylipi, Puteolorumque oram cum aliis Mol- luscis in retes incidunt. (XIV. GasrrorreroNn (GAstROTTERO) Kos. Corpus repens, vel natans, globosum; velum 3gono-oblongum, oculis superne dn 82 praeditum; discus natatilis inferus, postice liberus; branchiae dextrorsus prope anum, tubulumque aeriferum. G. Meckeli (g. Meckeliano) Kos. Corpore miniaceo, maculis candidis picto, globoso; disco natatorio circulari, albo-marginato; pede antice transversim sulcato; branchiis lutescentibus, 2pinnatis. De pterop.nov.gen., f.11.-13—Aplysia papilio: Clio amati DetLe CH. Mem. su gli anim.s. vert. I Animal subtus pedatum e phytolacca et cinnaberi 53,II11-8.--ParthenopiaOck.inBrarsv.Malac.479, mixti, viscera fusca. In retibus panagro, tartarello t. XLV 5.--Cuy. Reg. anim. III 65.— RaNG Man, in loco la montatura augusto 1790 capta , inter des Moll. 149.—-Guer.Ieon. X 8.—Vort Das Th. pisces primum visa, consistentia musculosa. CAv. geord.inCov. 140.—Pair. Enum. Moll. Sic. 124, Not. msc,--Sarcopterus ruber RAF.Dec.sem.81,- —Epw.Reg. anim, XVIII, t. XXXV 3. $ XV. Umpetta (Ompnetta) Lan. Corpus ovato-pyramidale, superne testa communitum; pes inferne planus, expansus, posterius extenuatus, antice fissus; fentacula suprema lamellosa, infe- riora proboscidea, cristata; branchiae pinnatae ac anus dextrorsum posita. U. mediterranea (o. mediterranea) Lam. Tentaculis maioribus frontalibus, canalyculatis, basi extima oculatis; pede or- biculari, crasso, mamillato, tuberculis maximis conicis minimisque sparso, subtus lutescente, antice semilunari incisione praedito e qua exerit penis conicus excava- tus; pallio laciniis canalyculatis, apice retusis, reflexisque; branchiis 2pinnatis, arcuatim dispositis; testa ovali, compacta, epidermide lamellis concentricis tecta, convexa, umbone excentrico recurvo, antice 3gona vallecula ad marginem nigrum protensa, inferne concava, subradiata. Anim, s. vert, VII 574, n. 2.—-Cuv. Reg.anim. lac. 141.--Derte Ca. Mem. s. gli anim. s. vert. II 66, n. 1.—-Brarnv. Malac. 474, t. XLIV 1.-- IV 200, t. LXIX 5, et CVI 26.—Dzsm. Enc. meth, Ris. Prod. de l'’ Eur. IV 267, mn. 709. — Parr. 663, n. 2.—Prait. Enum. Moll. Sic. 113, t. VII Cat.des Moll. 92, n. 178, t. IV 5-6.—-Ranc Ma- 11 mala. E Siculo litore rarissime advenit neapolitaro fretu. (XVI. Prerorraczea (PrerotracneA) Forsr. Corpus cylindricum, liberum, elongatum, gelatinosum, byalinum, postice cau- datum; caput collo proboscideo, inferne bicristatum; oculi bini; ala natatilis supera, mediana, margine cotyli praehensili; branchiae e viscerali nucleo pendulae; penis latero-ventralis. 1) P. hyalina (p. diafana) Forsx. Corpore laevi, fusiformi; capite bitentaculato?, tentaculia filiformibus; cauda 2lobo-cirrosa; pene verruca rubra. 83 Fna. arab. 118, t. XXXIV 2B.--Lin. cur. Gm. 513, n. 2.— DELLE CH. Sunto di Mem. 5; Mem. Syst. nat. VI 3137, n. 2.--Bruc. Enc. meth., t. su gli anim. s. vert. IV 198, n. 2, t. XLVII 13. LXXXVIII 2.-- Lam. anim. s. vert. VII 676, n. -- F. caudina RanG in Guer. Icon. X 13. 2.--Firola hyalina FER. Dict.clas.d’ bist. nat. VI 2) P. Friderici (p. Federiciana) Brarnr. Corpore cylindraceo, verrucoso, papillis globosis; capite cristis duabis, 3den- tatis; cauda depressiuscula, tuberculis 3gonis per seriem asperata; ala orbiculari; pe- ne tubuloso, curvo, rubello. Malac. 492, t. XLVII 4.—Hypterus appendicu- vert. IV 198, n. 3, t. LXIX3. — P. hippocampus latus RAF. Decouv. sem. 29, n. 74. — Cov. Reg. PriL. Enum. Moll. Sic. 242. anim. II 69. — DeLLe CH. Mem. su gli anim. s. 3) P. coronata (p. coronata) Forsr. Corpore fusiformi, laevi; capite inferne bicristato, cristis Sdentatis, proboscide elongata; cauda 2loba, lateribus depressa, tuberculorumseriebus binis; pene conoideo. Fna. arabica 117, t. XXXIV A.— Ln. Syst. nata Fer. Dict. clas. d’hist. nat. VI 515, n. 1. nat. cur. Gw.VI 3157, n. 3.—Bruc. Enc. meth., —BLAInv. Malac. 492, t. XLVII 4. --Cuv. Reg. t. LKXXVIIII.—-H. erythrogaster Rar. Dec. sem. anim. ITI 69.--Ris. Prod. de l’Eur.V 28, n.71.— 29, n. 75.—Lam.Anim. s. vert. VII 676, n. 1.-- Derre CH. Mem. su gli anim. s. vert. IV 198, t. Firola Cuviera Lesu. Acad. de Phil. I 3.—-F. coro- LXIXI, 4) P, umbilicata (p. ombilicata) D.-Ca. Corpore fusiforme, glabro, violaceo-coerulescente, disculis umbilicatis spar- so; capite bicristato, cristis 4dentatis; nueleo viscerali violaceo-rubello; ala rosea, cotyli radiato marginali; cauda 2lobo-depressa. Anat. comp., 2." ed. I 145,t. V 10.--F. Edear- dsima DesH. Reg. anim. XX, t. XXXXIX 1. ( XVII. Carrvarra (CARENARIA) Per. Corpus oblongum, gelatinoso-hyalinum; caput proboscideum, inferne tenta- culatum, oculis conicis praeditum; ala natatilis cotyloidea, dorsalis; viscera intra testam cymbiformim carenatam;branchiae pendulae, marginales, ac penis dextrorsum in ventre; cauda extenuata. C. mediterranea (c. mediterranea) Per. Corpore roseo-coerelescente, fusiforme, muricatoque, papillis conicis; ala rubella orbiculari, reticulata, marginali cotyli excentrico; testa papyracea, sulcosa, carina grosse-dentata; pene conico, recurvo, per longum sulcato; cauda depressa, inferne carinata, cirro terminali. Por et DeLre CH. Test. utr. Sic, III 40, t. n.356.--Couv. Reg. anim. III 68.— Fer. Dict. XLIV 12-15; Prerotrachea lophyra Mem. su gli clas. d’hist.nat.ITI 216.—RanG Malac. 122, t. ITI anim. s. vert. II 195-202, t. XV 1-3.— Brainv. 1.—Guer. Icon. XI 1.-- Part. Enum Moll. Malac. 493, t. XLVII3.—C.cymbium Ann. des sc. Sicil. 242. -- Epw. Reg. anim. XXI, t. XXX nat. XVI, t. I mala.—Payr. Cat. des Moll. 174, VIII. 84 Pterotracheae ‘atque carinaria ineunte vere aliquot annorum mneapolitanum navigant aequor. G XVII. Zanrmima (JantINA) Lam. Corpus .oblongum, proboscide 2fidis tentaculis communitum; pes expansus, postice.attenuatus cum natatili apparatu; festa ventricosa, conoidea, apertura trian- gulari, columella recta, labro ultra basim protenso. I. communis (j. comune) Lam. Corpore violaceo; proboscide peniformi, lateribus tentaculis.inaequaliter bifi- dis, apice obtusis; pede antice semicirculari, laterali disco praedito, postice ex- tenuato ac inferne natatili.corpore, polygonis-vesiculis composito; testa fragili, tro- chiformi, .oblique-striata, spirae margine interno violaceo-albescente, apertura sub- triangulari, columella.elongata. Dexte Ca. Testac. tr. Sic. III, P. Il-ms.,t. Swarw.Gen:f. 12; I:glodbosa Zool: ill:H,t.LXXXV, EJII:41-43-—BrAmv. Malac. 19, t.V 3.--Payr. f. inf. et sup. -- Guer. Icon. XIV 3.— I. bdicolor Cat. des' Moll. 120, n.253; 7. prolungata, n. 254. Meng£-Synop. 140; I. nitens 141.—Pam. Enum. --Desr. Enc. meth. supp-II 324, n. 1,2;in Lam. Moll. Sic. 164, n. 2, t. IX 15, 16. anim. s. vert. IX 4, n. 1 et5.— I. fragilis G XIX. Srcareros ( SicARETO ) Cor. Corpus ovale; tentacula ad proboscidis latera:filiformia, basi externa oculata; pallium convexum, syphone sursum revoluto. protensum, interne clypeo osseo auri- forme, cartilaginea lamella tecto; pes. pallio. angustior, anterius transversim sulca- tus, postice attenuatus. 1) S. halyotoideus (s. aliotoideo) Lam. Corpore cinereo; pallio orbicalari, convexo, syphone brevi; pede elongato, angusto; pene ceratoniaeformi; clypeo halyotideo, ovato, parabolicis striis exarato, antice patulo, semicirculare, postice unispirato, compacto. Anim. s. vert. IX 9,n. 1. (syn. excl. ).—Helic PayR.Cat.des Moll.121, n.255.—DeLLeCH.Mem. halyotoidea Lin. Syst. nat. cur.:@m.VI 3663, n. . su gli anim. s. vert. II 215, t. XLVII 3.—-S. per- 152.—S. Adansonù Ris. Prod.de l’ Eur.IV 251.-- - spicuus Pur. Enum.Moll,Sic. 165,t.X 1 ab, mala. 2) 8. neritoideus (s. neriteo) D.+-Cu. Corpore cinereo, nigro-punctato; pallio: convexo;sub-tuberculato, syphone e- longato reflexo; pede postice extra pallium extenuato,luteolo,subtus albo, sulphureis punctis depicto; pene lanceolato;. clypeo ovali testaceo, compacto, neritoideo, bispirali. Mem. su gli anim. s. vert. TII 225, t. XLVII 3663,n.150.--S.concavus Lam.Anim. s. vert.IX 4-7.--H.neritoidea? Lin. Syst. nat. cur. Gm. VI 10,n.2.—S.stomatellus?Ris.Prod.del'Eur.IV 252. 85 3) S. Morelli (s. Morelliano) D.-Ca. Corpore cinnaberino; pallio maculis luteis orbicularibus rubro-punctatis, con- vero, syphone vix distincto; pede antice transverse sulcato, postice attenuato, pro- tensoque; clypeo ovali, testaceo uti in specie praecedenti. DetLe Cu. Mem. su gli anim.s. vert. IV 203, Enum. Moll. Sic. 165, t. X rc. t. LXII 1-2. — Scac. Cat. Conch. 10. — PrIL. 4) S. flavus (s. giallo) D.-Ca. Corpore luteo, fuscis maculis fucato; pallio sparsim nigro-punctato, convexo, elevato, syphone elongato, reflexo; pene ceratoniaeformi; pede argenteis punctis pic- to; clypeo testaceo fragili, spira subprominula. Mem. su gli anim. s. vert. 1830, t. LXIX 10. Ianthina rarissime, sed Sygareti facillime Neapoli Puteolisque piscantur. ÌV. ACEPHALA. GI. Cravacerta ( CravagELLA ) Lam. Testa tubulosa, antice extenuata ac patula, postice in clavam ovatam tubulis spinescentibus asperata ; valva una in pariete adhaerens, altera libera ; Mollu- scum tracheis binis extremitate coalitis, pede e palliari musculo pertuso egrediente. 1) C. sicula (c. siciliana ) D.-Ca. Tubo subrecto transverse striato, concentrice 3lamelloso, transversim rugoso; valva immobili, aeque ac mobili, ovata intus perlacea, exterius oblique striata, 3den- tata ; Mollusco tracheis margine cirrosis, pede linguaeformi. Mem. su gli anim. s. vert. 1830, t. LXXXIII 19, 23. E Syracusano litore Contrainius mihi attulit eam. 2) C. balanorum ( c. balanicola ) Scac. Tubo recto, subtetragono, depressiusculo, basi tubulis spiniformibus, intus per- laceo; valva altera ovali, anguloso-3dentata, externe rugulosa: Mollusco albescente ovali, tracheis binis apice rubro-cirrosis, pede conico depressiusculo, Ant. di sc. nat. 1153, t. I 1-5. Inter Balanorum acervos Olympiaca plaga ( Chiaja ) hospitantium reperitur. GI. Terepo ( TerepiNE ) Lin. Testa tubulosa, teres, extremo postico pertusa; Molluscum elongatum, anterius maxillis binis convexis lignum terebrans, posterius totidemque palmulis praeditum. 1) 7. navalis (t. navale ) Lin. Corpore palmulis semilunatis, simplicibusque. I ° 86 DetLe Cn.Test.utr. Sic. III P, 2 ms., t.LXXXII Rane Malae.347.--Guer.Icon. XXXII2.--Desn.in 6; Mem. sugli anim, s. vert. IV 32, t.LIV 1.--Ris, Lam.Anim,s.vert.VI 38, n.1,--Pmi.Enym.Moll. Prod.de l'Eur.IV 377.--Cuv.Reg.anim.M11 160.-- Sic. 2, t. 1 9.--Epw. Reg. anim. LXIV, t. IL | 2) 7. Bruguseri ( Bruguierana ) D.-Cw. Corpore palmulis simplicibus, ellipticis, spathulatisque. Mem. su gli anim. s. vert. IV 32, t. LIV 6.-- Moll. Sic. 2, n. 2. Bruc. Enc. meth. t. CLXVII 1, 2.--Prir. Enum. 3) 7. bipalmulata (:t. bipalmata ) Lam. Corpore palmulis oblongis, compositis, pinnato-ciliatis, subarticulatis, arti- culis octo scaphoideis, apice acuminatis. Syst. des anim. s. vert. 129. — Apans. Acad. LE CH. Mem. su gli anim. s. vert. IV 32, t. LIV des sc. 1759, t. IX 12.--BLAa1nv. Malac. 580, t. 7.:-- 7 dipalmatus Desn. in Lam. Anim. s. vert. IV 4, LXXX8.--Cuv. Reg, anim. IIIL:160. —Der- VI 38; n, 2.-- Prir. Enum. Moll: Sic. 2; n. 3. Teredines intra lignum, quod celerrime destruunt , mareque demersum, pro- miscue vivunt. ( INI. GasrrocHoENnA ( GastROCHENA ) SPENG. Testa bivalvis, aequivalvis, hiantissima; apertura antica maxima ovalis, po- stica subnulla; cardo marginalis, edentulus; Molluscum usquedum-ignotum. G. cuneiformis (-g. conieforme.) Lam. Testa albicante, cuneiformi, patula; valvis externe areuato-striatisi Moliusco tracheis binis, tubulosis, per longum. coalitis, transverse rugosis, aperturis cirrosis roseo colore fucatis; palliari musculo pervio pro egressu pedis basi byssìferi. Anim.s.vert. V.447,n.1.--Sreng.Noy.act,.dan. subap. 592, t. XI.14.ad.— Cuv. Reg. animi: Il, f. 8-11.—Pholas hians Caem, Conch,X 364,1. 160..— DiLw. Cat.139.,, n.1. -- BLamv. Ma- CLXXII 1678-81.--Gin. Adr. II, t. XXII}164.- lac. 574, t., LXXIX 5. — Sow. Gen. of Shel. n. Liv. Syst. nat. cur. Gm. VI 3216, n. 12. — 11, f. 3-5. -- Guen. Icon. XXXIII 4. — Desx. Ph. pusilla Por1 Test, utr, Sic. I 50, t. XII 12, in LAM. Anim. s. vert. VI 49,n,1.--PRIL.Enum. 13. — OLiv. Zool, adr. 94. — Broc. Conch. fos. Moll. Sic. 3. Lapides mari submersas continuo valvarum motu terebrat. * CIV. Ascipra ( Ascipio ) Lin. Corpus utriculare, membranaceo-coriaceum vel cartilaginosum, basi affixum; foramina bina, inaequalia, altero quorum humiliore. 1) A. mamillaris (a. mammellare ) Part. Corpore hyalino, ovato-depresso, tuberculato-papilloso, papillis muricatis, ri- gidis; aperturis lobato-dentatis. Spic. z001.X 24,t.1 15.--Lv. Syst.nat.cur.Gw. Brarnv. Dict. des se. nat. TIT 19%. --Detre CH. YI 3127,n.25.—Brue.Enc.meth. VII 140, t.LXII Mem. su gli.anim. s. vert. III 197, t. XLVI 3.-- 1.—-Phallusia cristata Ris,Prod.de l’Eur.IV 276.-- Dus. in Lay. Anim.,s. vert. III 527, n.2, . 87 2) A. rustica ( a. rustico ) Mor. Corpore rubro-fusco, globoso, miuricato; aperturis dentatis, roséo-marginatis Zool. dan.I 49, t.XV 1 - 5; a. patula t.LXV 1, aspersa 2, scabra 3.-Tethya Roxp.De Pisc.Il 127, f.21.-Arpr.Zooph.58.--Gesn:De Pisc. IV 954.— JonsT.Exs. t. XIX8.—Fasr.Fna.gr.330,n.316.— Lin. Syst. nat. cur.Gw.VI 3123, n.5.--Bavc.Ene. meth.VII141,t.LXIT7-9.—DeLte Cn. Mem.su gli anim. s. vert. TIT 198, t.XLV 26.—Duy. in LAM. Anim.s. vert. III 528, n. 3. 3) A. prunum ( a. prugna ) Mur. Corpore albo roseo variegato, ovali, glabro, coriaceoque; aperturis denta- tis, branchiali violaceis lineolis radiata, anali roseo-punctata. Zool. dan. I 41, t.XXXIV 1-3.—Lin. Syst.nat. cur. Gm. VI 3124, n. 9.— Bru. Enc.meth. VII 154, t. LXVI 1-3.--DeLLE CH. Mem.su gli anim. s. vert. III 197, t. XLV 13.--Duy.in Law. Apim. s. vert. III 529, n.7. 4) A. Cuvieri (a. Cuvierano) D.-Cu. Corpore albo-lutescente, globoso-elongato, glabro, rugoso, lapidescente; aper- iuris 4lobatis. GV. Paarrusra ( FaLLusia ) Sar. Corpus sessile, gelatinosum vel cartilaginea tunica tectum; aperturae branchia- lis octo, analis 6radiata. i) Ph. sulcata (£Î. fosca) Sar. Corpore albo-luteolo; cartilagineo, compacto, 8sulcato, pedicellato nigrescen- te; aperturis 4lobis, violaceis lineolis fucatis. Mem.102, 114, 162, t.IX 2.--Aleyonium phusca CHn.Mem: su gli anim. s. vert. III 196,t. XVI 2 Forg:Icon t.XXVII de—-MuLt.Zool.dan.t.XV 1-5. — Ascidia rustica Lin.Syst.nat.cur. Gm.VI 3123, n. — Cinthia rustica Ris.Prod. de V Eur. IV274. -- BLAInv. Dict. des sc.nat.II1 194.— Doy.in Lam. 5.-- A. phusea Cuv. Mem. 29; t.1 7-9. DeLLe Anim.s. vert.Il 526,n. 1. 2) Ph. monacus ( f. mentola ) Sar. Corpore coerulescente; ovali-depressiusculo , cartilagineo, glabro, subtranslu- cido; aperturis infundibuliformibus, membranaceo-crispis, rosea linea marginatis. Mem. 105, 167, t.X 2.— Mentula marina RonD. De Pisc. II 128, t. 22. -- M. altera ALDr. Zooph. 589.—Gesn. De Pisc. IV 758--Jonsr. Exs. XX 2.— Salecia Hill. Anim. 1, t.V. — Reclus marinus Dico. Journ. de phys.1777,t. Il 1-3.--A. mentu- la Murt. Zool. dan. I 14, t. VIII 1-4; Prodr. 3 ) Ph. mamillata ( £. 2724.-Brua.Enc.meth.VIT 140, t.LXMI 2-4.-- Spar. Viag. alle Sic. DI 41, t. 1 1-6.-- A. mo- nachus Cuv. Mem. 23.--BLAInv. Malac. 563, t. LXXXII2.--DeLLE CH. Mem. su gli anim.s.vert. 1830, t. CXXVI 3.--Grav. Terg. 40.-- Dus. in Lam. Anim. vert. III 532, n. il. mammellosa ) Say. Corpore candido, luteo-venuloso, ovato-oblongo, cartilagineo, crasso, mamil- lato; aperturis turbinatis, lobulatisve. Mem. 168. -- Mentula altera Ronp. De Pisc. II 129, f.23.--Pudendum alterum Gesn:De Pisc. IV 758.--A. venosa Mutr. Zool. dan.I 52, t. XXVI. 3.-— Lin. Syst.nat.cur.Gm. VI 3121, n.8?2--Bace, 88 { Enc. meth. VII 149, t. LXV 4-6 .-- Cuv. Mem. 30, t. ITI 1-7. -- Ph. urtica? Ris. Prod. de lEur. IV 276. — DerLe CA. Mem. su gli anim. s. vert. III 198, t. XLVI 3. — Dos. in Lam. Anim. s. vert. III 532, n. 12. -- Epw. Reg. anim. XXIV, t. CXXV I. 4 ) Ph. intestinale ( f. intestinale, cazzillo marino ) Sar. Corpore flaveolo, cylindraceo, elongato , gelatinoso, glabro; inferne fibroso- radicante; aperturis tubulosis, lobatis, aurantiaco-punctatisve. Mem. 107,115, 169, t. XI 1.--Mentula marina Repi Op. INI 379, f. XX 16.—-Tethyum sociabile, fasciculatum BozAp. Anim. mar. 132, t.X 4, 5.-- PLanc. Conch. min. not. 45, t. V 5. -- Ascidia canina, patula, corrugata MviL.Zool. dan.II, t.LV 1-6, LXXIX 3, 4; Prodr. 2729, 2733-35. — 7. so- ciabile Gunn. Act. Nidr. 1II 81, t. III 3-4. — Basr. Op. subsec. H 8, t. X 5. -- Lis. Syst. nat. cur. Gm. VI 3123, n. 3,13, 14, 18. -- A.virescens Brue. Enc.meth.VII 149, t. LXIV 1-3, LXV 3.-- Cuv. Mem. 23, t. N 4-7; Reg. anim. III 166.-- BLa1nv. Dict. des sc. nat. III193.—Rrs. Prod. de l’Eur. IV 275. -- DeLLE CH.Mem. su gli anim. s. vert. III 199,t. XLVI 15.--Duy.in LAM. Anim. s. vert. III 532, n. 16. 6 VI. Crwruta ( Cistia ) Sur. sil Corpus sessile, coriaceum; aperturae A4drifidae, analis transversa. 1) C. microcosmus ( c. microcosmo, carnume ) Sar. Corpore fusco, ovale-recurvo, cartilagineo, rugoso; aperturis rubris, intus ra- diato-rugosis, 4tuberculatis albicantibus. Mem. 77-90-144,t. II 1, VI 1. -- Vertibulum Ber.in Gesn.Aquat.IV 955.--Microcosmus REDI Op. IN 260, f. XXII1.--Mentula informis PLANC. Conch. min. not. 109, t. VII; Com. Inst. Bon. V 243, t. II 4-7. — Ascidia sulcata Cooues. Bull. des sc. 1797.-- Cuv.Mem. 25, t.11; Reg. anim. II 166. -- Carus Nov. act. Acad. nat. cur. IX 425,t. XXXVI. —BLaInv. Malac. 583, t. LKXXII 1. — DELLE CH. Mem. su gli anim. s. vert. IM 198, t. XLV 23. -- Dus. in Lam. Anim. s. vert. III 529, n. 9. -- Epw. Reg. anim. XXIV, LACIV3: 2) C. papillosa ( c. papillosa ) Sar. Corpore rubro-luteolo, ovali-oblongo, basi ramuloso-radicante, coriaceo, lapi- descente, muricatoque; aperturis margine setulosis, branchiali 4-5lobata, anali re- curva ringente. Mem. II 148,1.V.--Tethyum coriaceum Bonap. Anim.mar.130,t.X1.--A.4dridentata?Forsr.Icon. 9, t. XXVIT.--A. papillosa Lis. Syst. nat.cur.GM. VI 3123, n. 1.--Brue. Enc. meth.VII 142, t.LXII 10.--Cuv. Mem.19, t.II 1.--BLA1nv. Dict. des sc. nat. III 195.— Ris. Prod. de l' Eur. IV 274. -- DeLLe CH. Mem su gli anim. s. vert.III 199, t. XLVI 1.--Duy.in Lam.Anim.s.vert.III 532, n.13. —Epw. Reg. anim. XXIV, t. CXXV 2. 3) C. scrotum (c. scroto, vorzone) D.-Cu. Corpore luteo-fusco, scrotiformi, cartilagineo, glabro , rugoso ; tubulis roseis 4gonis, aperturis 4lobatis, anali breviore. $ VII. Craverina ( Cravectina ) Sar. Corpus basi pedunculatum, gelatinosum; aperturae sine radiis. 89 C. lepadiformis ( C. lepadiforme ) Sar. Corpore albo translucido , gelatinoso , clavato-depressiusculo, inferne e pe- dunculo tuberoso radicante elevato; aperturis 6lobis. Mem.110-174.—-Ascidia lepadiformisMurr.Zool. 18. - Epw. Ascid. comp. 50, t.I 1-2; Reg. dan.II 54, t.LXXIX5.--Brue. Enc. meth.VII146,t. anim. XXVII, t. CXXVII 2. LXII 10.—Dous.in Lam. Anim. s. vert. III 533,n. Habitant ubique in parthenopeio sinu. ( VII. Borayztus ( Borritto ) Sur. Ascidiae in massam gelatinosam adnatae, circa foramen centrale dispositae; os tentaculis octo, 4 maioribus, anus versus centrum; vesicae binae gemmiferae laterales. 1) B. gemmeus ( b. dorato ) Sar. Ascidiis aureis ovatis, pinnatisque, ano stelliformi. Mem. 198, t. XX 3.--DeLLe CH. Mem. su gli Anim.s.vert.IIl 507, n.-+ 3.-Epw. Ascid. comp. anim. s. vert. III 93, t.XXXVI 5. --Duy. in Lam. 89, t. VI 5; Reg. anim. XXVI, t. CXXVIII 1. 2) B. rosaceus ( b. rosaceo ) Say. Ascidiis rosaceis sparsis, ore rufescente 4dentato. Mem.198, t. XX 3.—DeLLe CH.Mem.II[93,t. Lam. Anim. s. vert. III 507, n. | 4.-- Botrylloi XXXVI 8: var. Ascidiis ovatis vel subquadratis, des rubrum Epw. Ascid. comp. 88, t.VI 3. luteis albo-maculatis, ore A4dentato. --Duy. in 3 ) B. stellatus ( b. stellato ) Paz. Ascidiis stellatis, pluribus sparsis. Spie. zool. X 37, t. IV 1-5; Aleyonium Schlos- BLaInv. Malac. 586, t. LXXXII 5.-- DELLE CH. seri Elench. zooph. 355.--L1n. Syst. nat. cur. Gm. Mem. su gli anim. s. vert. II 85, t. XXXVi VI 3812, n. 6.— Borx. Corn. 254, t. XV 1, 2.-- 12. -- Cuv. Reg. anim. III 198. -- Duy. in Lam. ScHuros.Trans.phil. XLIX 461.—Brue.Enc.meth. anim. s. vert. III 505, n. 1.-- B. divittatus Epw. VII 181, n. 1. -- Desm. Bull. des sc. 1815. -- Ascid. comp. 92,t. VI 6. 4 ) B. Leachè (b. Leachiano ) Sar. Ascidiis nigro-rubellis ovatis, concentricis, aperturis marginatis. Mem.199, t.IV 6, XX 4.--DeLLE CH. Mem.su Lam. Anim. s. vert. II 507, n. +5. -- Epw. gli anim. s.vert.IMl 94, t.XXXVI 11-16.—-Duy. in Ascid. comp. 88. 5 ) B. niveus ( b. niveo ) D.-Ca. Ascidiis et massa gelatinosa albescentibus, ore amplo. Mem. su gli anim. s. vert. III 94, t. XXXVI --Botrylloides albicans Ebw. Ascid. comp. 88, t. 18.--Duy. in Lam. Anim. s. vert. III 508, n. + 7. VI2; Reg. anim. XXVI, t. CXXVHI 3. 6 ) B. czliatus ( b. ciglioso ) D.-Cr. Ascidiis rubris, aliis minoribus circumdatis. Mem. su gli anim, s. vert. III 94, t.XXXVI 14- 16.--Dus. jin LAM. Anim. s. vert. III 508, n.{ 6 9 p 90 7) B. violaceus ( b. violaceo ) Epw. Receptaculo gelatinoso violaceo, subclavaeformi, depressiusculo; ascidiis candi- dis mediana vitta violacea praeditis, conico-oblongis, ore 4dentulo. Ascid. comp. 90, t. VI 4; Reg. anim. XXVI, t. CXXVIHI 2.—BLainv. Malac. 556, n. 3, ( IX. Porrererus ( PoticicLo ) La. Ascidiae in gelatinosam massam fixam aggregatae; foramina 10-12 orbiculatim digesta, aperturam centralem ambientia. 1) P. Reymieri ( p. Renierano ) Lam. Ascidiis luteis utrinque attenuatis, orbulis coeruleis sparsis. Ann. du Mus. I 541; Anim. s. vert. par Dos. LXXIV, t. I 14-19.—Ris. Prod. del'Eur. IV 280. NI 504, n. 1.— Uva marina Ronp, Aquat,11 130. — BotryWlus Reynieri BLarnv. Malac. 586. -- Cuv. --Grsn. De Aquat. 1044.—Ren. Ep. ad OLIv. 1, Reg, anim, III 1G3.-- DeLLE CH. Mem. su gli t.I 1-12. — Polyeyclus SAav. Mem. 47, 202, t. anim. s. vert. 1I[93, t,XXXVI 9, 10. -- GueRra VII 5.-—Lssv. Bull. de la Soc. philom. 1815, Icon. XXXV 1. 2) P. elonqatus ( p, allungato ) D.-Cx. Ascidiis elongatis rima lutea longitudinali. Mem.su gli anim,s.vert, IMI 93, t.XXXVI 11.- Dur. in Lam. Anim. s. vert. INI 505, n. +2. $ X. Poryctynux ( PorieLino ) Sar. Ascidiae uti in praecedenti genere; os Gdentatum, vesica gemmifera unica. 1) P. Saturnivm ( p. saturnio ) Sar. Massa rosea, elevata, receptaculo urceolato centrali, prominulo, ascidiis ra- diantibus. Mem.II 190, t. XIX 1; Ascid. comp.d'Eg.XXIIIT .Cr. Mem. su gli anim. s. vert. II 95, t. XXXII 26, t. I 1,—-Ris. Prod. de l' Eur. V 279.—-DeLte 1-3.--Dus. in Lam. Anim. s. vert. IMI 502, n.2. 2) P. septosum ( p. a separazioni ) D.-Cx. Massa purpurea, areolis subpentagonis; ascidiis apertura centrali ambientibus. Mem. su gli anim. s. vert. III 95, t. XXXII 12. —Dusy. in Lam. Anim. s. vert. III 503, n. | 7. 3 ) P. stellatum ( stellato ) D.-Ca. Massa albescente rectangulari, plano-convexa, intus cavo-lacertosa; ascidiarum orificiis seriatim dispositis, osculis maioribus ternis ciliato-stellatis. Mem, su gli anim. s. vert.III 96 (syn.excl.), t,. XXXVI29,31.—Duy.inLaw.Anim.s.vert.I{1 503. 4 ) P. vesiculosum ( p. papilloso ) D.-Ca. Massa cinerea .3fora, osculis orbicularibus; ascidiis uti in praecedenti. Mem.su gli anim.s.vert. IMI 96,t, XXXVI 28, 5 ) P. diazona ( diazona ) Cur. Massa flaveola gelatinosa, ascidiis cylindricis basi aggregatis, sursum elevatis, 91 corpore lutescente translucido,candidis lineolis marginato,orificio branchiali simplici. Reg. anim. III 169, t. XIV 6.--Diazoma SAv. in LAM. Anim. s. vert.III 499, n. 1.--DETLECH. Mem. 35, Il 3, X1I.—Diazoma mediterranea Duv. Mem. su gli anim. s. vert., t. LXXVII 4-6. 6 ) P. fuscum ( p. fosco ) D.-Cu. Massa gelatinosa, papillosa fusca; ascidiis distinetis, ore 8dentato pone anum. DeLLE Cn. Mem. su gli anim. s. vert., t. LXXVII 2. 7) P. viride ( p. verdeggiante ) D.-Cx. Massa gelatinosa ovali vel hemisphaerica, viridi papillosa, punctato-venulo- sa; ascidiis raris, ore simplici marginato, externe patulo. G XI. Apcipiva ( Appio ) Sur. Corpus gelatinosum; ascidiae ore 6dentato, anoque externe inconspicuo. 1) A. lobatum (a. lobato ) Sur. Massa obovata pulposa atro-rubra;ascidiis calcareissquamisorbicularibustectis. Mem. 4, 182, t. III 4, XVI 1.— DeLte CH. --Dus. in Lam. Anim. s. vert. II 490, n. + 2.-- Mem. su gli anim. s. vert. IMI 97 (syn. excl.), Guer. Icon. XXXV 6.--Epw. Reg. anim. XXXV, t. XXXVI 20.-- Ris. Prod. de l' Eur. IV 378. t. CXXXI 1. 2 ) A. areolatum (a. aiuolato ) D.-Cn. Massa globosa rubra, areolata; ‘ascidiis biseriatis, ore roseo-fusco. Mem. su gli anim. s. vert. II 97, t. XXXII + 9.— Polyclynum aurantium Epw. Ascid. comp. 44. -- Dus., ip LAM. Anim, s. vert. 1II 491, n. 76,t.16, f XII. Drpemnux ( Dipemno ) Sur. Corpus gelatinosum crustaceum; ascidiae apertura unica 4-1Odentata. 1) D. roseum ( d. roseo ) D.-Cx. Massa rosea, ascidiis ore 4-G6dentato. Mem. su gli anim. s. vert. III 97, t. XXXVI vert. III 493, n. | 3. -- Leptoclynum fulgidum 21. — Eucoelium roseum Dus. in Lam. Anim. s. Epw. Ascid. comp. 83, t. VII 5. 2) D. album (d. bianco ) Sur. Massa candida, ascidiis ore 4dentato. Mem. 194, t. IV 3, XX 1.-- D. candidum Det- vert. INI 493, n. | 4. -- Leptoclynum gelatinosum LE CH. Mem. su gli anim.s.vert.IMI 98, t. XXXVI Epw. Ascid. comp. 83, t. VIII 1.--Reg. anim. 26.—Encoelium candidum Duy. in Lam. Anim. s. XXIX, t. CXXIX 3. G XII. Evcorriva ( Evcetio ) Sar. Corpus gelatinosum, ascidiae ore orbiculari integro. 1) E. hospitalium (e. ospiziolo ) Sar. Ascidiis ore margine exerto, edentulo. Mem. t. IV 4, XX 2.-- DerLe CH. Mem. su gli anim. s. vert. III 98, t. XXXVI 21. -- Gorr. 92 icon. XXXYV 5.-Dus. in Lam. Anim. s. vert.IIT 493, n. | 6.-Epw.Reg.anim. XXIX, t.CXXIX 1. 2) E. subgelatinosum (e. quasigelatinoso ) Sar. Ascidiis horizontalibus, collo elongato, osculo non stellato. Mem. mss. --BLAIsv. Malac. 587, n. 1.--DeLLe 25.—Dos.inLam.Anim.s.vert.III 493,n.1.-=Dide- CH.Mem. su gli anim.s.vert. ITI98,t. XXXVI 23- mnus gelatinosus?Enw.Reg.an. XXIX,t.CXXIX 4. 3 ) E. roseum (e. roseo) D.-Ca. Ascidiis ore simplici. Mem. su gli anim. s. vert.IIT 98, t.XXXVI 22. Reg. anim. XXIX, t. CXXIX 2. -- Dus. in Lam. Anim. s. vert. IIT 493. — Epw. Adhaerent testaceis, fucisque neapolitani maris. $ XIV. Prrosoma ( Prrosomo ) Per. Corpus gelatinosum, cylindraceum, liberum, tuberculatum intus cavum, aper- tura unica externa; os dextrorsum, anus sinistrorsum. P. giganteum ( gigantesco ) Per. Corpore coeruleo-hyalino, tuberculis conicis confertis, apice lanceolatis. Lrsu. Bull. des sc. 1815, t. I 1, 5; Journ. de t.XXXIT18.--Cuv.Reg.anim.III 168.—Ris. Prod. phys. 1815.--Sav. Anim. s. vert. II 207, t. IV 7, de l’Eur. IV 284. — BLarnv. Dict. des sc.nat., t. XXI, XXTII.—Duy.in Lam. Anim. s. vert. II 510, VII 6; Malac. 590, t. LXXXII 6. — GuER. Icon. n. 3.--DELLE CH.Mem.su gli anim. s.vert.III 56, XXXV3.--Epw.Reg.anim.XXXV,t.CXXXV 1-6. 6 XV. Sazpa (SaLpa ) Lin. Corpus liberum, oblongum, pellucidum, natans; aperturae maior Zlabiata val- vulifera, altera orbicularis; os et anus cavo interiori prope istam. 1) S. maxima ( s. maggiore ) Forsx. Corpore coerulescente, hyalino, terete, utraque extremitate rostrato; apertu- ra antica labiata, postica tubulosa. Fna. arab. 112, t. XXXV 41-2 a.--Lin. Syst. Ann. des. sc. nat. VI 36.—-DeLLE CH.Mem.su gli nat. cur. Gm. VI 3129, n. 1. — Biphora marima ‘anim. s. vert. IV 195, t. LXXIX 4.--Cham. De Brug. Enc. meth. VII 173, t. LXXIV 1-3.-- Sa- salp. 18.--Dus. in Lam. Anim. s. vert.III 316, Hw. Misc. VII, t. COXXXII. -- S. scutigera? Cuv. n. 1.—Epw.Reg.anim.XXX dis, t. CKX et CXXI Mem. 18, t. I 4; Reg. anim. III 165. -- Q.-Garm. 1, s. elostra 2. 2) S. pinnata ( s. pennata ) Forsx. Corpore coeruleo oblongo, cylindrico; pedunculo depresso pone aperturam anticam, Fna.arab. 113, t. XXXV B 1-2 B.--Lin. Syst. II 164.—DetLe Ca. Mem.su gli anim.s. vert. IV nat.cur.Gm.VI 3129, n.2.--B. pinnata Brua.Enc. 195, t. LXV 7-8. --Q.-Gam. Voy. de l' Astrol. meth. VII 174, t. LXXIV 6-8.—CHam. De Salp. 580,t.LXXXVII 12.—Duy.in Lam. Anim.s. vert. 8, f. 1.—-BLamsv. Malac, 588.--Cov. Reg. anim. II 516, n. 2. 93 3) S. democratica ( s. democratica ) Forsr. Corpore hyalino, minimo, utriculato, punctato, fasciatoque, antrorsum retuso, postice aculeis octo, quorum binis longioribus. Fna. arab. 113, t. XXXVI G.--Lin.Syst. nat. Prod. de l' Eur. IV 285.-- Cov. Reg. Anim. JII cur. Gm. VI 3129, n. 3.— B. democratica Brue. 165.—DerLe CH.Mem. su gli anim. s. vert. Ill Enc.meth. VII 174,t.LXXIV 9.—-S. spinosa Orto 63, t. XLVII 14-15.--Dus.in Lam. Anim.s.vert. Nov. Act. Acad. nat.cur. XI 303,t. XLII 1.--Ris. 111 516,n. 3. 4) S. Tilesii ( s. Tilesiana ) Cur. Corpore hyalino, subcartilagineo, tuberculis pyramidalibus sparso; apertura antica labiata, postica tubulosa. Mem. 16, t.13; Reg. anim. III 165. — Dus. in Lam.Anim.s.vert.IIL 518, n. 12. 5) S. cyanea ( s. cerulea ) D.-CH. Corpore hyalino-cyaneo, cylindrico; acetabulis lateralibus duplici serie; aper- turis antica 2labiata, postica circulari; nucleo entero-hepatico ac foetali appendi- ce dextrorsum positis. Mem. su gli anim. s. vert. IIT 63, t. XLVII 12. -——Dus. in Lam. Anim. s. vert. HI 520, n. 26. 6 ) S. neapolitana ( S. napolitana ) D.-Cx. Corpore maximo, coeruleo, elongato, tereti-depressiusculo; apertura antica labiata, superna 3dentata valvulifera, postica tubulosa brevi; roseis vittis lateralibus in longum digestis. Ineunte vere, vel aestiva tempestate, pyrosoma ac sa/pae gregatim apud nos facillime occurrunt. II. ARTICULATA. BTTUBLATIBTIBIBLBBATLIBTLLITIBTLI BEBE LTILTIIATEIBIUBTIUNTLLTLIBDIBBLIBTITIBBIILITBLLILLILTLILTL LIL LIL A BLL LIL Lt LB LL Ldd I. ANNULOSA TUBICULA. GI. AwpaHITRITE ( ANFITRITE ) Lam. Corpus cylindricum, annulatum, posterius attenuatum, utrinque mamillis seti- feris 1seriatis; branchiae frontales filiformes, laterales, ramosae, interdum coccineae. 1) A. Olfersi (A. Olfersiana) D.-Ca. Corpore rubro, longitudinali linea alba mediana dorsali ac ventrali; bran- chiis frontalibus simplicibus, lateralibus uniramosis; setis fascicalatis, rigidis; foveis ovalibus in ventre. Mem. su gli anim. s. vert. III 179, t. XLI I. 9g 94 2) A. nesidensis ( a. nisitese ) D.-Ca. Corpore lutescente, viridique, antice ingrassato; branchiis lateralibus subdi- chotomis; pedibus setulosis. Mem. su gli anim. s. vert. IIT 179, t. XLMI 2-3. 3) A. neapolitana ( a. napolitana ) D.-Cx. Corpore carneo, clavato; branchiis ramoso-pinnatis. Mem. su gli anim. s. vert. Ill 179, t. XLII 4. 4 ) A. flexuosa ( a. flessuosa ) D.-Cr. Corpore luteo-fusco; branchiis flexuosis. Mem. su gli anim. s. vert. III 180, t. XLIII 5; A. Tondi XLV 3. 5) A. Meckelii (a. Meckeliana ) D.-Cr. Corpore coccineo perlaceis maculis picto; branchiis lateralibus, ramoso-pin- nalis; pedibus setulosis luteis, elliptica fovea denticulata ad eorum basin. Mem. su gli anim. s. vert. IN 180, t. XLV 10 A. flexuosam et Meckelti intra tubulos arenaceo-paleaceos, reliquas species_in scopulorum foramina reperi. G II. Serpura ( SerpoLa Lin. ), D.-Cu. Test. utr. Sic. II 2 ms. 1) S. infundibulum ( s. imbutiforme ) Martin. Testa albicante conica, striis transversis et longitudinalibus exarata, repente , contorta; infundibulis fastuosis conflata; apertura operculo stellato clausa. Besch. berl. naturf. Il 357, t. XII I. -- Lis. su gli anim. s. vert.IIl 228, t. XLIX 40-— Guav. Svst. nat. cur. Gm. VI 3745, n. 28.—BLainv. Terg. 79.--Epw. in Lam. Anim. s. vert. V 620, Dict. des sc. nat.XLVIII 554.--DeLLE CH.Mem. n. 9. 3 ) S. fimbriata ( s. sfrangiata ) D.-Cu. Testa tereti, repente, 7angulosa, costellis semiovatis unica ex parte fimbriatis, Mem. su gli anim. s. vert. III 226, t.XLVII 19. 4) S. triquetroides (s. triquetroidea ) D.-Cr. Corpore anulato luteo; fusco-maculato, cylindrico, depressiuscalo; branchiis ventilabriformibus luteis, pinnatis, unilateralibus; operculo turbinato 3styloideo; te- sta 3quetra flexuosa, superne canaliculata, apertura mediana maiore circulari, binis lateralibus minimis 3gonis. Mem. su gli anim. s. vert. IV 208, t. LXVII 15-16. (HI. Sasezza ( Saetta Liw. ). D.Ca. Test. utr, Sic. II 2 ms. 1) S. Lucullana ( s. Lucullea ) D.-Ca. Tubulis coriaceis, transverse rugosis, inferne coalitis. Mem. su gli anim. s. vert. II 226, t.XLII 23. 2) S. denudata ( s. nuda ) D.-Cx. Corpore luteo, nudo, branchiis unipennatis. Mem. su gli anim. s. vert. II 180, t. XLI 18. 3 ) S. euplacae (s. eupleana) D.-Cx. Testa granulis arenaceis fabrefacta, cylindracea, inferne dupliciter intorta ; apertura operculo turbinato, margine dentibus biseriatis, pedunculo duplici, clausa. Mem.su gli anim.s.vert.IMI 227, t.XLVII 21. 4) S. infundibulum (s. imbuto ) D.-Cr. Corpore luteo, antice rostratum; branchiis ventilabriformibus, lateralibus , margine fusco-cyaneo, cirrosis, interne pinnatis; tubulo cartilagineo depresso, sensim sensimque extenuato, recurvo. Mem. su gli anim.s.vert.IV 204, t.LXIT 5.--Am- 119,t. VIII.-- Cuv. Reg. anim. III 192.--Epw. phitrite infundibulum MontAG. Act. Soc. Linn. IX in Lam. Anim. s. vert. V 611, n. 6. Amphitrites, serpulae ac sabellae cryplis maris nostri firmiter cohaerent. (IV. Crymena ( Cumena ) Sar. Corpus cylindricum subnodosum, pedibus setiferis; os sub infundibulo turbi- nato, anus postice: ubulus arenaceis frustulis compositus, flexuosus, antice patulus. C. neapolttana ( c. napolitana ) D.-Cx. Corpore rubente, anulis ad latera setulosis, papillis duplici ordine digestis , subtus pectinis arcuatis setosisque. C. amphistoma (syn. excl. ) Mem. su gli anim. Gru. Echinod. und Wurm. 67. s. vert. III 179, t.XLV 3 .--An c. panormitana Frequenter supra ostream Jacobacam invenitur. GV. Pecrivaria.( PETTINARIA ) Law. Corpus subcylindricum, posterius extenuatum, papillis setiferis unica série atrinque dispositis, antice pectinibus binis paleaceis auratis; os elongatum, bila- biatum, cirris obvallatum; branchiae Apectinatae, laterales: tubulus conicus mem- branaceus, aut arenosus, liberus. P. auricoma ( p. chiomadorata ) Brarwr. Corpore coeruleo, cylindraceo; cirris roseis, branchiis bipartitis, semi ovato- pinnatis, pedibus setulosis; tubulo arenaceo-conchifero. Dict. des sc. nat.LVII 436.--Sabella granulata dan. I 54, t. XXVI.--S. tubiformis PEN. Brit.zool. Lin.Syst.nat.IT 1268, n.809; amphitrite auricoma IV 130, t. XCII 163.—-Drco.Journ.de phys.1779, cur. Gm. 3111, n. 4.-- Nereis cylindracea belgica t. II 1-12.--FagR. Fna. Groenl.289.--Bruc. Ene. PaLL. Misc. zool. 118, t. IX 1-13.-- Tubulus ver- meth. VII 52, t. LVIII 10-15.-- Cuv. Dict. des sc. micularis Mart. Conch. 18, t. IV 26, 27.-- Solen nat.II 521; Reg. anim. HI 195.--Cistena Pallasit fragilis KLety. Tub. mar. 21, t. 15.--Mur.zool. Leacu Enc. brit. sup.1452, t. XXVI 6.— Am- 96 phictena auricoma Sav. Syst.des Ann.89.--Pecti- -—DELLECH.Mem.su gli anim.s.vert., t.LXXXVIII naria auricoma BLainv.Dict.des sc.nat.LVI[ 436. 5-7.—P.belgicaEnpw.in Lam.An.s.vert.V603,n.1. $ VI. SrP4owosroma ( Sirostomo ) Orro. Corpus cylindricum, papillosum; tentacula bina superiora, totidemque pecti- nes setulosi ad os, branchiisque circumdatum; pedes setosi duplici serie. S. diplochaîtos ( s. diplocaito ) Orro. Corpore coeruleo, albo-punctato, in mucoso folliculo recepto; cirris branchi- alibus viridibus, pectinibus setulosis auratis, paleaceisque; annulis pede biramoso . Nov.Act.Acad.nat.cur.X 628,t.LI 1-4.—BLAannv. Lam. Anim. s. vert. V 605.-- Clorema Edwardsia- Dict. des sc. nat. LVII 494, t. II 21.--Cuv. Reg. na Dos. Ann. des sc. nat. 2. ser. XI 289, t.VIII anim. II 196.--Guer. Icon. (. IIl 2. -- Epw. in 4.—-S. papillosu m Gru. Echinod. und Wurm. 68. 6 VII. Sryrzariorpes ( StiLAROIDE ) D.- Cu. Corpus cylindraceum, antice proboscideum; os cirris branchialibus simplici- bus, superne tentaculis binis cinctum, hinc inde papillis quatuor setiferis; pedes oppositi, 4seriati. S. moniliferus ( s. monilifero ) D.-Ca. Corpore luteo-fusco, papilloso, fusiformi, cauda longissima fragili; tentaculis inferne albis, laminoso-plicatis, pedibus Ssetosis luteis. Stylarioides moniliferusMem.IV178, t.LIII 4.— Trophonia barbata?Epw, Reg.anim.IV, t.XXII 1. $ VIN. SrerwaspIs ( SternAsPIDE ) Orzo. Corpus utriculare, subanellosum; os antice, hac illac pectinibus setiferis ; anus postice tubulosus, superne osseis squamis duplicibus margine setulosis, in- ferne areis porosis binis communitus. S. Thalassemoides (s. talassemoideo ) Orro. = Corpore coeruleo-argenteo, ovali, medio angustato, annulorum lateribus se- tosis, tubulis dorsalibus binis. Nov. Act. Acad. nat. cur. XI 619, t.L1IT 1-5.-- Mentula cucurbitacea PLanc. De conch. min. not. 110, t.V.-- Echinorhynchus scutatus vel clypeatus Ren. Tav. per serv. alla class. degli anim.; Nov. Act. Acad. nat. cur. XI 531.— Thalassema scuta- tum Ranz.Mem.di ..;-r.nat.T,t.110-12.--Rup.En- Pectinaria, syphostoma, stylarioides, plagis Miseni vitam degunt. toz. syn. 573. -- Cuv. Reg. anim.III 245.— DELLE CÒ. Mem. su gli anim. s. vert. IV 204, t. LXII 18.-- Guer. Icon. t.VI 4.-- Schreidersius Bremsius Nov. Act. Acad. nat. cur. XI 178.— Epw.in Lam. Anim. s. vert. V 535,— Gru. Echinod. und Wur- m. 67. sternaspisque nonnisi in lutosis maritimis GX. Lumericus ( LomBrico ) Lin. Corpus annulatum, teres, anuli lateribus 3spinosis; spinis retrorsum versis; os labio superiore porrecto; anus in extremitate postica. do) —_ 1)L. terrestris (1. di terra, esca ) Lin. Corpore rubro-fusco; annulis 8fariam setulosis, setis rigidis; clitello varie fisso. Fna. svec. 2073; Syst. nat. II 1076, n. 1;cur. Gw. VI 3083, n. 1.-- ALpr. Insect. 693.-- L. lae- vis Hicr Hist. anim. 15.-- L.maior RarInsect. 1. --Periv.Gazoph.t.CXXX 6.--Repi Opere III 230, t. III 15. — Paur. Lumbr. terr. 1703. -- LEss. Theol. f. 1-3.--Vanp.Diss. IN 98, t. IV. -- KLEIN Tent. herp. 58. -- Munr. De lumbr. t. II 1-5. —- Bonv. Insect. II, t. IV.--MutL. Hist. verm. 24.— 2) L. suloides (1. Brua. Enc. meth.t.XXXII 1,2.--MontEG. Mem. du Mus. d’ hist. nat. I 242, t. XII.-- Enterion terrestre SAv. Syst. des Ann. 103. -- BLAINv. Dict. des sc. nat. LVII 495, t. XXI 1. -- DeL- LE Ca. Mem. su gli anim. s. vert. IL 429, t. XXIX 7. -- Cuv. Reg. anim. IMI 210. - Morr. Lumbr.hist. 1829.--Edw.in LAM. Anim. s. vert. V 532,n. 1. giuloideo ) D.-Cu. Corpore roseo, foetido, semi-tereti; annulis 75. Mem. su gli anim. s. vert. Il 428, t.XXIX6.— L. minor RAI Insect. IT. --SLoan.Jam. 1 189. 3 ) L. pusillus (1. piccino ) D.-Ca. Corpore coccineo minimo, antice subulato, tribus postremis annulis luteo-al- bescentibus, rubroque-cirrosis. Mem. su gli anim. s. vert. II 428, t. XXIX 5- Lumbrici mavor ac iuloideus in uliginosis, sed pusi/lus in maritimis locis ob- viam veniunt. I. ANNULOSA LUMBRICERA. $ X. LunarinErvs ( LowerineRo ) Bram. | Caput unilobatum; ocul? gemini vel nulli; pedes setosi, parvi, cirrosi; anten- nae minimae, bituberculatae. 1) L. fragilis (1. fragile, tremolino ) Muzr. Corpote roseo, iridaceo; capite elliptico; pedibus binis setosis , inferne cirra- tis; cauda attenuata, 4cirra. Lumbricus fragilis Zool. dan. prodr. 2611; Zool. dan. 173, t. XXII 1-3.—-Lim.Syst.nat.cur. AM. VI 3086, n. 12. --Brue.Enc.meth, t.XXXIV 15 A.--Sav.Syst.des Ann. 10.--Scoletoma fragilis Ù Branv. Dict. des sc. nat.LVII 492.-- DELLE CH. Mem. su gli anim. s. vert. IT 428, t.XXVIII $.-- Cuv. Reg. anim. III 204.--Epw.Ann.des sc.nat. XXVIII 244. 2) L. Rolandi (1. Rolandiano ) D.- Cr. Corpore roseolo; capite proboscideo; cauda 2cirrosa; pede setuloso, superne cirro rubro 2partito, tereti. Mem. su gli anim. s.vert.II! 178, t. xLH 2.-- Epw. Ann. des sc. nat. XXVIII 241. 3) L. s.-Itlairi (1. s.-Hilairano ) D.-Cx. Corpore cinereo, transverse nigro-lineato; capite elliptico; oculis binis, profun- dis; pedibus setulosis. 98 Mem. su gli anim. s, vert. IN 178, t.XLII 4.-- Epw. Ann. des. sc. nat. XXVIII 244. 4) L. coccineus (1. coccineo ) D.-Ca. Corpore rubro , capite globoso ; brevi ; pedibus setis apice clavato-recurvis, cirro luteo semplici supero. Mem. su gli anim. s.vert.III 178, t. XLII 3.-- Epw. Ann, des sc. nat. XXVII 213. O ) L. nesidensis ( L. nisitese ) D.-Ca. Capite semi-elliptico, oculis vitta circulari alba; corpore luteo-fusco, punctis albescentibus, postice 2cirro; pedibus 2cirratis, setulosis. Mem. su gli anim. s. vert.IH 178, t.XLII 5.-- -Epw. Ann. des sc. nat. XXVIII 213. 6 ) L. syphodonta (1. sifodonto ) D.-Cx. Capite semi-circulari, oculis binis , antennisque lateralibus ; proboscide coni- ca, muricata, hinc inde denticulata; corpore roseo-irideo, postice 2cirroso; pedibus setosis, superne cirro elongato, maiore, infero brevi. Mem. su gli anim. s. vert. t. LXXXII 3, 7, 8. (XI. Grrcera ( GLicERrA ) Sar. Caput antennis intermediis externisque minimis, biarticulatis, impari nulla ; proboscis elongato-turbinata. G. syphostoma ( g. sifostoma ) D.-CH. Corpore roseolo, subcompresso, postice 2cirroso; proboscide 4dentata; annu- lis numerosis, alterne pedicellatis; pedibus planulatis, anticis fasciculis duobus ter- nisque cirris, posticis fasciculo unico 2cirratisque. Lumbricus syphonostoma Mem. su gli anim. s. nat. XXIX 263. vert. II 428, t. XXVIII 21.-- Epw. Ann. des sc. 6 XII. Nars ( Narape ) Lin. Corpus lineare, lateribus rare setulosum; os terminale; tentacula nulla. 1) N. serpentina (n. serpentello ) Muzr. Corpore rubro, minimo, spirali, lateribus setoso. Verm. 84, t. IV 3-4; Hist. verm. 1 20, n. 152; Gordius pusillus DeLLe CH. Mem. su gli anim. s. Zool. dan. prodr.2648. -- Rors.Insect.IIl 567, t. vert. IV 190, t. LXIV 8. XCHI, Lin. Syst. nat. cur. Gm.VI 3121, n. 2.-- 2) N. coccinea ( n. coccinea ) D.-Cu. Capité cirris contortis; corpore coccineo, clavaeformi, imperfecte annulato , sgla unica, capitellata, opposita. Mem. su gli anim. s. vert. 1I 427, t. IV 18. 3) N. lipunctata ( n. 2puntata ) D.-Ca. Corpore luteo, inarticulato; pedibus setis tribus lateralibus seriatim disposi- fis, superne puncto fusco. 99 Mem. su gli anim. s. vert. II 427, t.XXVMNI 19. 4 ) N. proboscidea (n. proboscidale ) Muzt. Capite proboscideo, corpore luteo, grosse subannuloso, ad latera setoso. Wurm. 14, t. I 1-4; Verm. hist.I 21, n. 153; 8.—Derre CH. Mem. su gli anim.s.vert. II 177, Zool. dan. prod.2649.--Nereis lacustris Lin.Syst. t. XLII 1: an spec. distincta secundum VanB.?-- nat. II 1085, n. 2; cur. Gm. VI 3121, n. 3.— Stylinais proboscidea VANB. Ann. chet. 5. —- Sty- Rors.Insect.III 483,t.LXXVIIT16-17.--TramBL. aria proboscidea Norpm. in LAM. Anim. s. vert. Hist. polyp., t. VI. -- Brue. Enc. meth. LUI 5- II 612. 5 ) N. de Horatiis ( n. de Horatiana ) D.-Cx. Corpore lutescente, subfusiformi, annulatoque; capite radiato-cirrosum, posti- ce acuminato; cirris lateralibus clavatis, inferne setosis, Mem.suglianim.s.vert.I1427,t.XXIX1-2.--Ophi- lia deHoratiis Epw.Ann.des sc.nat.XXIX 407. $ XIII. Crrrarauzus ( CirrATOLO ) Law. Corpus elongatum, subtus pedato-setosum, lateribus ac capite cirrosum, saepe oculis praeditum. 1) C. Lamarcki (c. Lamarckiano ) D.-Ca. Capite conico acuminato, oculis quatuor et binis cirris rubris convolutis; cor- pore coeruleo coruscante, lateribus geminis cirris inaequalibus, totidemque pedibus setis fasciculatis pectinatisve. Lumbricus cirratulus Mem. su gli anim.s.vert. IV 196, t. LXIV 16. 2) C. filigerus ( c. filigero ) D.-Cx. Corpore rubro, subtetragono, pedibus duobus setosis, quorum supremo usque ad caudae vicinia cirroso. Lumbrinerus filigerus Mem. su gli anim. s.vert. anim.I11 205.—-C. Lamarchi Epw.Ann.des sc.nat. - 1I1 178, t. XLV 1.—-Cirrhmereis filigera BLAINv. XXVII 15; in Lam. Anim. s. vert. V 326, n. 2.— Dict. des sc. nat. LVII 488, t. XXI 1.—-Cov. Reg. Gru.Kiemenw. 33; Echin, und Wurm.70. ( XIV. Opuizia ( OreLIa ) Sar. Caput conicum, apice acuto; corpus unoquoque annulorum latere pedibus bi- nis, ventrali cirroso; anus appendicibus coronatus. O. bicornis ( 0. bicorne ) Sar. -Capite conico, antice stylo rigido, corpore rubro, luteo coeruleoque fucato co- lore, subtus vallecala communito; septem annulis anterioribus ad latera pertusis, se- quentibus setuloso-cirratis, ano cirris sexdecim radiato, binis inferioribus maioribus. Syst. des Ann. 38. -- Lumbricus radiatus Dette --Epw. Ann. des sc.nat.XXIX 406, t. XVII 7-8; CH.Mem.su gli anim.s.vert.H 329, t.XXIX 1-4.-- in Lam. Anim. s. vert. V 527.--S4ARs Ann. des BLAINv.Dict. des.sc. nat.XXIX 406, t. XVII 7-9. se. nat. 2. ser. VII 247, Habitant ubique in neapolitano crateri. 100 II. ANNULOSA NEREIDEA, $ XV. AreNIcoLA ( ArENICOLA ) Lam. Corpus cylindraceum, ore antico; pedes setarum fasciculis latero-dorsales ; branchiae ramosae ad externam eorum basin. A. piscatorum (a. pescatorio ) Lam. Corpore rubro-fusco, muco luteo alkoolis actione viridescenti consperso, ora- li infundibulo interne papilloso; annulis maioribus post quatuor minores, pedibus 31 circiter setulosis, et inferne hac illac transversali fissura denticulata; 13-20 bran- chiis coccineis extremitate lutescentibus, bipartito-3chotomis. Anim. s. vert. cur. Epw. V 336, n.1.-- Lum- bricus marinus Ber. Aquat. 444, — Lin. It. Wgoth. 189, t. INI 6; Fna. svec. 2074; Syst. nat. cur. Gm.VI 3084, n. 2.--Nereis lumbricoides PaLL. Nov.act.Acad.Petrop.II 233,t.I 19, 29.--L.papil- losus FaBr. Fna. Groenl. 267.--Barp. Gen.verm. 4,t.I8.--Mutr. Zool. dan. VI, t.CLV1.--Bruc. Enc. meth., t. XXXIV 16.—Bosc Hist. des Vers 1 161, t. VI 3.-A. clavata? Ranz. Mem. I 6, t. I 1.--Cuv. Dict. des sc. nat. Il 475; Reg. anim. III 198. -- A. tinetoria et carbonaria LeacH Enc. brit. sup. 1 452, n. 2, t. XXXVI 4.— Sav. Syst. des Ann.96.—BLarnv.Dict.des sc.nat.LVII446,t. VI 1.--DeLLeCH.Mem.su glianim.s.vert.II 429, t. XXIX 23. -- Guer. Icon. IV 1. -- Epw. Ann. des sc. nat. XXX 420, t. XXII 8-12; a. branchia- lis 427, t. XII 13;in LAM. Anim.s. vert. V 580; Reg. anim. IV, t. VIII i optima. G XVI. Evwice ( Eunice ) Sar. Caput antennis quinque filiformibus; ocul? bini; mawe//ae septem, tres in ordi- ne dextro, quatuor in sinistro, inferiores simplices. 1) E. gigantea ( e. gigantesca ) Cur. Corpore rubro-luteo, griseoque coerulescente, 15-20 pedes elongato, subtus ‘ planulato; capite bilobo, antennis quinque subulatis fragillimisve; cirris cefalicis tribus inaequalibus dextrorsum, unico sinistrorsum; anterioribus annalis branchia rubra unipinnata supra pedem setuloso-cirrosum. Reg. anim. III 199.--Nereis aphroditois PALL. Noy.act.Acad.Petrop.II 229, V 1-7.--Terebella a- phroditois? Lin.Syst.nat.cur.Gm. VI 3114, n. 9.-- Leodice gigantea Sav. Syst. des Ann. 49.-- N. gi- gantea BLAINnv. Dict. des. sc. nat.XLVII 426, et 2) E. sanquinea ( e. sanguigna ) nereidontha aphroditois LVII 476 ; Fne. frane. t. XIV. — DeLLe CH. Mem. su gli anim. s. vert. IT 424, t.XXVII 1.--Epw.Ann.des sc. nat. XXVIII 219; Reg. anim. t.X 1 optima. Sar. Corpore sanguineo albo-variegato, cauda 2cirrosa; capite antennis luteis quin- que inaequalibus, transverse rugosis; annulis secundo dextrorsum 2cirrato , sini- strorsum fcirrato, reliquis branchia unipinnata, pede setuloso ac cirro praeditis. Leodice opalina Syst. des Ann. 51 Monta. Act. Soc. Linn, XI 20, t. III 1-3. = Nerei- 101 donta sanguinea BLAINv. Dict. des sc. nat. LVII sc. nat.XXVIII 220; Anim. s. vert. V 563, n. 8. 4T7,t. XV 2.— Leodice sanguinea Epw.Ann.des --Laur. in Guer. Icon. V 2. 3 ) E. Bertoloni ( e. Bertoloniana) D.- Cr. Corpore carneolo, cauda dicirra; capite 5tentaculato ; annulis setulosis, quo- rum primo branchia simplici ac 2iuga coccinea, reliquis spirali. Mem.su gli anim.s.vert.IMI 174, t.XLIV 12.-- Epw. Ann. des sc. nat. XXVIII 220. 4) E. vittata ( e. fasciata ) D.-Cu. Corpore hyalino, unoquoque annulo vittis luteis tribus, branchiis 1pinnatis ac pede setuloso. Nereis vittata Mem. su gli anim. s. vert. IV 195, t. LXIV 12,13. 5) E. sonata (e. zonata) D.-Ca. Corpore violaceo-fusco; cauda bicirra; annulis tribus branchia 1pinnata, cir- ro simplici ac pede setuloso communitis, in eorum quarto luteolo deficientibus. G XVII. Oxupars ( Onuripe ) Epw. Caput antennis quinque inaequalibus, oculisque binis praeditum; corpus in tubulo corneo libero. O. filicornis ( 0. filicorno ) D.-Cr. Corpore luteo , annulis pedibus setosis superne cirro branchico; tubulo an- serinum calamum adaequante, e quo ocula nigra transparent. Spio filicornis Mem. su gli anim. s. vert. II nat.XXVIII 228.-- RataKE Mem, de l’ Academ. 176, t.XLV 6.--N. tubicula? Epw. Ann. des sc. de Berl. 1835, G XVII. Srezis ( Siuipe ) Sar. Caput antennis tribus, multiarticulatis, moniliformibus, intermediis nullis; cir- ri tentaculares moniliferi, pares duo; supero aliorum cirrorum longiore moniliformi, inferiore conico haud articulato. 1)S. gracilis? (s. gracile ) Sar. Capite antennis quinque, media longiore, minimis intermediis, binis aliis pone oculos iride aurata; corpore coerulescente, annulis pedibus setosis, superne cirro branchico communitis. 2) S. Rudolph ( s. Rudolphiana ) D.-Cx. Capite 4oculato, totidemque tentacalis semi-moniliformibus; corpore coeru- leo, postice 2cirroso; annulis dorso maculis tribus rubris, cirris branchialibus al- bis, pedibus setulosis. Nereis Rudolphi Mem.su gli anim.s.vert.11 176, t.XLIII 13,14.--Epw.Ann.des sc.nat. XXIX 232, 3) S. Tiedemanni (s. Tiedemanniana ) D.-Cx. Capite oculis binis, totilemque minimis, aetate inconspicuis; tentaculis frontalibus Ds 102 tribus medio longiore,totidemque hac illac, lobis curvis geminis; corpore luteo, po- stice dicirrato, annulis vittis transversis viridibus aeque ac cirris branchicis lon- gis moniliferis sub pede setuloso minime exerto. Nereis Tiedemanni Mem.su gli anim. s. vert. II XXIX 232. 176, t. XLII 13, 14. — Epw. Ann. des se. nat. $ XIX. Hesione ( Esione ) Sar. Caput antennis externis, ac medianis aequalibus; cîrri tentaculares 4iugi; pro- boscis conoidea. H. sicula ( e. siciliana ) D.- CH. Capite rubro-irideo, 4tuberculato; oculis 4, antennisque sex unoquoque late- re; ore edentulo; corpore roseo, maculis rubro-fuscis tigrato; annulis 18, pedibus setis auratis, quarum unica nigra intra cirros binos, Mem. su gli anim. s. vert. t. LXXXII 24. $ XX. Lycasris ( LicastIDE ) Epw. Caput antennis externis maioribus, cirris tentacularibus; proboscis maxillis duabus; pedes 2cirrati. 1) L. Blainvillei (1. Blainvilliana ) D.- Ca. Capite bilobo, antennis 4, oculisque binis; corpore longissimo luteolo, postice cupreo; annulis rubris maculis tribus, branchiis cirris albis, pedibus setulosis. Nereis Blainvilli Mem.su gli anim.s.vert.1I1175, t.XLU 8.--Epw. Ann. des sc. nat. XXIX 226. 2) L. Otto (I. Ottoana ) D.-Cx. Capite oculis nullis, corpore viridescente, transversis lineolis albis picto; pe- dibus setulosis, branchiis lamellaeformibus ovatis, Nereis Otto Mem.su gli anim.s.vert.III 175, t. XLII 7.—-Epw. Ann. des sc. nat. XXIX 225. 3) L. Okenù ( Ockeniana ) D.-Ca. Capite 4oculato; corpore roseo, postice dicirro; pede laminibus branchicis ovalibus lutescentibus, ac fasciculis setosis. Nereis Ockenii Mem.su gli anim, s.yert.1II 175, t.XLII 6, 22.—Epw.Ann.dessc.nat.XXIX 225. G XXI. Nerers (Nere ) Lin. Proboscis maxillis binis praedita; antennae extimae conicae; pedes 2ramosi, extremitate 3mamillati ac bicirrosi. 1) N. Ranzani ( n. Ranzaniana ) D.-Cx. Capite 4oculato, antennis geminis, cirris tentacularibus hac illac 4; annulis pedibus setulosis supra laminibus branchicis ovatis duabus, subtus cirro elongato. 103 Nereis Ranzani Mem.su gli anim.s.vert.II1 175, t.XLV8-9.--Epw.Ann.des sc.nat.XXIX 221. 2 ) N. Edwardsti (n. Edwardsiana ) D.-Cx. Capite oculis antennisque binis, cirris tentacularibus 4; cor pore luteo rhom- boideis maculis medianis fuscis; annulis ad latera geminis pedibus. Mem. su gli anim.s.vert. IH 176, t. XLII 12, 20.—-Epw. Ann. des. sc. nat. XXIX 221. 3 ) N. caudata (n. coduta ) D.-Cu. Capite tentaculis 4 inaequalibus, antennis 2 crassis; corpore carneo, pede se- tarum fasciculis binis, 4lobato, quinto lobo maiore ovali ac lateri cirrato. Spio caudatus Mem. su gli anim. s.vert.II 426, t.XXVIII 10.--Epw.Ann.des sc.nat.XXIX 214. 4 ) N. coccinea ( n. coccinea ) D.-Cu. Capite antennis binis crassis, palpis geminis, cirris tentacularibus 4 inaequa- libus; corpore coccineo punctato intra coriaceum tubum abscondito, cauda ano ver- rucoso, dicirro; pede setoso cirris duobus, altero elongato. Spio coccineus Mem.su gli anim.s.vert.II 426, t.XXVII 11.--Epw.Ann.des sc.nat.XXIX8220. 5) N. ventilabrum (n. ventaglio ) D.-Ca. Capite antennis 2 conicis, oculis 4 medianis, totidemque tentaculis ventilabri in- star; corpore pede cirris geminis, setaram fasciculis bijugis, lobis eiusdem tectis. Spio ventilabrum Mem.su gli anim.s.vert.11 426, t.XXVII 12.--Epw.Ann.des se.nat.XXIX 220. 6 ) N. 4cornis ( n. quadricorno ) D.-Cx. Capite 4tentaculato; corpore annulis cirro branchico, ac pedibus duplicibus inter lobum, inferiori cirroso. Spio 4cornis Mem.su gli anim.s.vert.1T 426, t. XXVHI 9, 14.--Epw.Ann. des sc.nat.XXIX 221. 7 ) N. thethycola ( n. teticola ) D.-Cx. Capite oculis tentaculisque moniliferis 4, ore edentulo; corpore lutescente , annulis anticis cirro simplici, reliquis monilifero ac pede setoso. Mem. su gli anim. s. vert. IV 196, t. LXVI 5. 8 ) N. flexuosa (n. flessuosa ) D.-Cx. Capite 4tentaculato, proboscideo; corpore luteo, vittis albis transversis inter- rupto, laterali linea fusca flexuosa; cauda bicirra; cirris tentacularibus in reliquis 6 corporis segmentis. Mem. su gli anim. s. vert. Il 425, t. XIX.8. 9 ) N. 6tentaculata ( n. seitentacolata ) D.-Cx. Capite tentaculis 6 unoquoque latere, proboscideo; corpore virente depresso, pedibus setulosis. Mem. su gli anim. s. vert. IMI 176, t. XLIII 16. 10 ) N. delineata (n. lineata ) D.-Ca. Capite proboscideo, antennis 4 subulatis, oculis ad earum basin; corpore lu- teo, albescentibus lineis depicto. 104 Mem. su gli anim. s. vert. II 425, t. IV 16. ( XXI. Droparra ( DiopAtrA ) Epw. Caput 9 antennis, 4 brevibus, 5longis incrassatis; branchiae plumosae convolutae. D. neapolitana ( d. napolitana ) D.-Ca. Capite tentaculis moniliformibus, subulatis, inaequalibus, oculis binis; corpo- re viridi-coerulescente, cauda cirris binis albis, pedibus setulosis anterioribus cir- ratis, reliquis branchia spirali-penicillata, apice rubella munitis. Diopatra cuprea (syn. excl.) Mem. su gli Epw. Ann. des sc. nat. XXVII 231. -- Gru. anim. s. vert.Il 424, t.XXVII 9-16.--D. cuprea Echinod. und wurm. 80. 6 XXIII. Lysrpice ( Lismice ) Sar. Caput antennis tribus, inaequalibus, oculisque binis. L. parthenopeia (|. partenopea ) D.-Ca. Capite ovato, antennis inarticulatis ante oculos; corpore luteo, depresso, cau- da 4cirra, pedibus setulosis branchia lamelloso-spatulata. Mem. su gli anim.s.vert. III 175, t. XLIV 2.-- Anim. s. vert. V 566. Epw. Ann. des sc.nat.XXVIII 337; in Lam. 6 XXIV. Azcrope ( ALcropa ) Epw. Caput antennis 4, cirris tentacularibus 8; ocul? duo; pedes setosi intralamellosi. A. candida (a. bianca ) D.-Cx. Capite antennis brevibus, oculisque binis lateralibus magnis, crystallina lente communitis, proboscide conica; corpore albido, macula nigra pone pedes, laminibus branchicis supra ac infra communitos. Osservaz. su l'occhio umano 84, t.IX 23. -- A. Delle-Chiati KronN Mem. ms. (XXV. Payrropoce ( FiLLopoceA ) Sar. Caput antennis articulatis, cirris tentacularibus $iugis, foliaceis; proboscis cla- vaeformis, ore tentaculato. Ph. Paretti ( f. Parettiana ) Brarnr. Capite semicirculari 2oculato, antennis 4, totidemque tentaculis ad latera ; corpore laete-virente, cauda dicirra; pede setuloso, superne lamina ovata branchiali. Dict.des sc. nat.LXII 466, t.XIIT 1.—Nereis Pa- LXIV 3-5.—Epw.Ann.dessc.nat.XXIX248,t.XV rettiDeLLe CH.Mem.su gli anim.s.vert.IV 195, t. 9-13; in Lam. anim. s. vert. V 556. GXXVI. Neparys ( Neri ) Cur. Caput antennis minimis biarticulatis, ac oculis vix distinctis; proboscis segmen- 105 tis binis divisa, inferiore longo clavaeforme echinato, superiore longitudinaliter hian- te, tentaculorum duplici serie. N. scolopendroides (n. scolopendroidea ) D.-Cx. Capite tentaculis brevibus quatuor, oculis vix distinctis; proboscide turbinata, rubra, muricata, ore tubuloso-striato, penitus cirroso-radiato; corpore coerule- scente-rubro, cauda dicirra; pedibus geminis setoso-pectinatis, cirratisve. Nereis scolopendroidesMem.su gli anim,s.vert.II 424, t.XXVIII 8.-- Scolopendra marina Ronp.Ins. 108 ic.--Epw.Ann.des sc.nat.XXIX 260.--Neph. neapolitana Gru. Echin. und wurm. 71. IV. ANNULOSA SQUAMATA. S XXVII. HarrrnrA ( ALitrA ) Sar. Corpus superne squamosum; caput antennis impari parva subulata, interme- diis subnullis, externis maioribus; oculi duo. 1) H. aculeata (a. aculeata, istrice ) Sur. Corpore ovato, dorsalibus squamis cartilagineis tomento irideo tectis, subtus annulato; pedibus cirroso-setosis. Syst. des Ann.19.-- Physalus Ronp.De Pisc.428 ic.-Gesn.Aquat.IV723.-Eruca marinaBarr.Icon. 131,t. MCOCLXXXIV.--A.nitensLin.Mus.Ad.Frid. I 93; Fna. svec. II 2099; Syst. nat. 1084, n. 1; cur. Gm. VI 3107, n.1.--Vermis aureus JACOB. Act. Haun. INI 88, t. XVII.-- Physalis Swawm. Bibl. nat. 902, t. X 8-16. --ystrix marina REDI Op.IMT 380, t.135.--Linck Theot. 1 23, n. 49.-- Motryn. Trans. phil. XIX 405, n. 225. -- Ruys. Theat. I 23, n. 49.-- Mus marinus Date Hist. of Harw. 304.--Gunn. Act. nidr. HI 59.-- Sepa Thes. I, t. LIII 3, XC 1-2; IIT, t. III 7-8. -- Bast. Opusc* subs. Il 26, t. VI 1-2.—Patt. Misc. zool. 79, t. VII 1,13.-- Mutt. Zool. dan. prodr. 218, n. 2641.--Penn. Brith. zool.IV 44, t. XXIII 25. --HerB.Vers I, t.XI-- Bruc.Enc.meth.VII 82, t. LXI 6.--BLamv.Dict. des sc. nat.vers, t.IX 1,2.-- Cuv.Dict. des sc. nat.Il 282; Reg. anim.III 206. —A. hoptakero Orto Coll. du Mus.de Par.--Trev. Zeitschr. f. phys. Il 157.—Fenr. Bull. des sc. nat. XXI 165.--DeLLE CH. Mem.su gli anim. s. vert. TV 209, t. LXVIII 10.—- Epw. Ann. des sc. nat. XXVII 402, t. VIII 7; in Lam. Anim. s. vert. V 543; Reg.anim.I, t.XVITI 2.--Guer.Icon.t.IX 1. 2 ) H. hystrix (a. istrice ) Sar. Corpore oblonge depresso, inferne fusco-annuloso, squamis dorsalibus nudis, carneis nigro-maculatis, oblique retusis. Syst. des Ann. ms.— Hermione hystrix BLArsv. Dict. des sc. nat. 457. -- Deve CH. Mem. su gli anim. s. vert I, t. IV 10.-- Cuv. Reg. anim, II! 207.-- Aphrodita hystrix Epw. Ann. des sc. nat. XXVII 406, t. VII 1-9; in Lam. Anim. s. vert. V 513, n. 3, f XXVIII. Porrwnor ( Porimoa ) Sar. Caput antennis, interdum impari nulla; oculi 4; corpus dorso squamosum. 5g 106 1) P. squamosa ( p. squamata ) Sur. Corpore luteo-carneo, oblongo, lateribus 12 squamis dorsalibus 2iugis ni- gro-marginatis, postice 4cirro; pedibus cirro-supero ovato-clavato. Syst. des Ann. 22.-- Aphrodita squamata PaLL. Bruce. Enc. meth. VII 83, n.4. -- DeLLE CH. Mise. zool. 91, t. VII 14.--Basr.Op. subsec.113, Mem su gli anim. s. vert. IV 155,t. LVII 8. — t.VI VAC.--A.punctata Mor. Verm. 470, t.XHI; Cuv. Reg. anim. II 207. --Eumolpe squamata Zool.dan.II 25,t.XCVI 1-4;Prodr.2642.--Lix.Syst. Epw.Ann.des sc. nat. XXVII 418, t.VII 10-16; nat. II 1084, n, 3; cur. Gm. VI 3108, n. 3. -- in Law. Anim. s. vert. V 545, n. 2. 2) P. astericola ( p. astericola ) D.-Ca. Capite oculis 2, antennis impari lateralibus longiore, externis 2fidis; corpore carneolo, squamis s. elytris dorsalibus semimbricatis, saepe nigro-marginatis; cauda pedibusque fcirrosis. Nereis squamosa Mem.su gli anim. s. vert. IT 368,t. XIX 7. 3 ) P. lunulata (p. lunata ) D.-Cn. Capite oculis 4, antenna media 3fida; corpore lineari, luteo-carneolo; squa- mis semilunatis 14, 2iugis; pedibus cirro praeditis. Mem. su gli anim. s. vert. t. LXXIX 5, 6. Halitheae, polynoes frequenter obviam veniunt in neapolitano mari, sed p. aste- ricola intra pedes asteriarum auranticae et Savaresy reperitur. ( XXIX. Porropowxruzs ( PoLioponta ) Rerv. Caput oculis binis pedunculatis, antennis duabus reliquis sex longioribus; ma- zillae 4 osseae; corpus dorso squamosum. P, maxillosa ( p. mascellosa ) Rern. i . Capite proboscide turbinata, margine cirris praedito, mediano elongato; cor- pore luteo-fusco, postice attenuato, 2squamoso; pedibus setis auratis in binis fascicu- lis, supra elytris ovatis coriaceis punctatisve, subtus cirris praeditis. Phyllodoce maxillosa Ranz. Mem. di stor. nat.T, Dict. des sc. nat. LVIT 461,t. XII 1.-- Epw.Ann. t,1 1-9.--Eumolpe marima Ocxev Isis.—BLAInv. des sc. nat. XXVII 423. --Cuv. Reg.an. III 208. f XXX. Srcazion ( SicaALio ) Epw. Corpus elongatum vermiforme; caput antennis d,oculis 4, proboscide maxillis 4. 1)S. viltatum (s. fasciato ) D.-Cu. Capite corpore elongato, depresso, luteo-fusco transverse roseolo-vittato; pedi- bus superne cirrosis. Mem. su gli anim. s. vert. IV 155, t. LVII 13,14. 107 2 ) S. arenosum (s. arenaceo ) D.-CH. Capite 4 antennis lateralibus bipartito-cirrosis; corpore luteo-fusco, dorso are- noso, lateribus elytris semicircularibas. Mem. su gli anim. s. vert., t. LXXX 5. 3 ) S. squamosum ( s. squamato ) D.-Ca. Capite antennis binis medianis, totidemque paribus externis brevibus; corpo- re coeruleo,postice dicirro, elytris dorsalibus imbricatis subtus pedicello ac branchia 1pinnata communitis; pedibus cirrosis. , Mem. su gli anim. s. vert. t. XCVI 14. Statis anni temporibus, polyodonta ac sigalia haud rare apud nos occurrunt. V. ANNULOSA ASETIFERA. 6 XXXI. Hrrupo ( Sancuisuga, MiGNATTA ) Lin. Corpus oblongum, subdepressum, annulosum, postice praehensili disco ac ano praeditum; os cartilagineis dentibus armatum; ocul saepius 10. 1) H. medicinalis ( s. medicinale, officinale ) Lin. Corpore viridi vel laete-virente, supra lineis flavis longitudinalibus sex, inter- mediis nigro-arcuatis, subtus maculis nigris. Syst. wat. II 1079, n. 2; cur. Gw. VI 3095, n. 2: Amoen. acad. XII 42.—Ronp. De Pisc. X 226. --H.maior Gesn.De Pisc.425 ic.—-RAI Insect.3.-- Mutt. Hist.verm.I 37,n. 167.--H.nigrescens HiLL Hist. anim. 16.-- Bere. Act. Stock. 1757, t. VI 1, 2.—GisL.Act.Stock, 1758, p.95, n. 1.--SaLom. Act. Stock. 1760, p. 35.--Brue.Enc. meth., t. LI 1. —— Brainv. Mem. d’ hist. nat. 19, n. 1.-- Cuv. Tabl. elem. 631; Reg. anim. ITI 201.--Bosc Hist.nat.d:s vers I 243.--LrAcH Enc. brit. I 451, t. XXVI 2.--S. medicinalis et officinalis Sav.Syst. des Ann. 112, n. 1-12.—'Bosan. Journ. de phys. LXXXVII 468,t. I 1-5 --H. provincialis CAREN. Mem.dell’Accad.di Tur.XXV 279, t.XI 1-2, 9-3. --Huz. Journ. de Pharm.1825, t. III 18, 20.--H. medicinalis et troctina Sure. App. 124, n.1.-- Ja- trobdella officinalis et provincialis BLAINv. Dict.des sc. nat.XLVII 255, LVII 560,t. XXXV 4.-- Aup. Dict. class. d’hist. nat.XV 110.-- DetLe CH.Mem. su gli anim. s. vert.147, t.I 1-8.-- H. officinalis Deru. Hist. des sangs.11.— Moog. Monogr. des Hi- rud.112,n. 1 et 2, t.V1,2.--FiLip. Mem. sulle Sang. 26.-- Epw. in Lim. Anim, s. vert. V 521, n.1.--Guer. Icon. X 2,3. 2 ) H.sanquisuga ( s. nera o cavallina ) Lin. Corpore cinereo-nigricante, inferne viridi nigro-maculato, margine flavicante. Syst. nat. II 1079, n. 3; cur. Gm. VI 2095, n. 3; Fna. svec. 2079; Amoen.Acad.VH 44.--MutL. Hist. verm. 38, n. 468. -—- IH. nigra Hrut, Hist. anim.16.--H.vulgaris Rat Insect.3.-- Periv. Ga- zoph.t. CKXX 7.--Bera. Act. Stock. 1758, n. 4, t. VI 3,4.-- Gist. Act.Stock.1758, p. 95, n.2.— Bosc Ilist.des vers I 246, n.3.--Cov.Reg.anim.11! 214.--Haemopsis sanguisorba Sav.Syst. des Ann. 116, n.1.--Caren. Mem. dell’Accad. di Tur. 286, t. X 8.--Sorc. app.225, n. 2.--M.vorax et nigra JoHnns. Treat.med. Leech.132, f.5.—Huz. Journ. de pharm. 1825, p. 121.--Aup. Dict class.des sc. 108 nat. XV 110.--BLarnv. Dict. des sc. nat. XLVII nogr. des hirud. 108,t. IV 5. — Firie. Mem. 252, LVII 561. — DeLLE CA. Mem. su gli anim. s. vert. I 48, t. I 9-11.—Haem. vorax Moog. Mo- sulle Sanguis.26.—Epw. in Lam. Anim. s. vert. Vi521in.2. Habitant ubique in stagnis: prima utilissimus phlebotomus praecipue haemor- rhoidum, maximoque aegrorum damno postrema. $ XXXII. Errosperra ( ErrospeLLA ) Brarnr. Corpus subdepressum, praehensili disco postico; os dentibus cartilagineis inermibus; puncli oculares. 1) E. sebetia (e. sebeta ) D.-Cu. Corpore viridi-flaveolo, aurantiaco marginato, ac per longum S5seriatim pun- ctato; oculis decem. Mem. su gli anim. s. vert. I 49, t. I 12. —- Fer. Bull. des. sc. nat. V 376. 2 ) E. parthenopeia ( e. partenopea ) D.-Ca. Corpore viridi-fusco, longitudinali linea mediana albicante, annulis superne papillosis; oculis quatuor. Ench. di Tossicol. 257, t. XXXIII 3. Rarissime occurrunt in aquis Sebetz, vel puteorum huius civitatis. ( XXXIII. PownroBpeLra ( PoNpELLA ) LEACH. Corpus cylindraceum, spiniformibus verrucis ac extremitatibus praehensili di- sco ornatum; os papillis tribus; anus supra discum posticum. P. verrucosa ( p. verrucosa, o moricata ) Lr4cw. Corpore griseo, nigris punctis duplici serie; tuberculis muricatis argenteo-pun- ctatis, posterius incrassato; disco antico cartilagineo, margine acuto, 6tuberculato. Misc.Zool.II 11,t.LXIV 1-2;p.spinulosa t.XLV. --Hirudo marina Ronp.De Pisc.II 111 ic.—GEsN. Aquat. IV 433 ic. -- H. muricata Lin. Fna. svec. 284; Mus. Ad. Fr. I 93, t. VIII 3; Syst.nat. cur. Gm.VI 3098, n. 9.--M7. piscium Basr. Op. subs. T 82, t.x 2.--PEvn. Brit. zool. IV, t. XX 14. -- Bosc Hist. des vers I 248. -- Bruc. Enc. meth. t.LII[5.--Albione muricata et verrucata Sav. Syst. des Ann. 110-11. —- LrAca Mise. zool. XIII 12, t. LXV.-- DeLLE CH. Mem. su gli anim. s. vert.I 50,t.114.FeR. Bull. des sc. nat. V 376.— Mog. Monog. des Hirud. 136, n. 1-2, t.VII 4-5.-- Cuv. Reg.anim.III 216.--BcaInv. Dict.des sc.nat. XLVII 242; P.spinulosat.XXXIV.-Epw.in Lam. Anim. s. vert. V 524, n. 1-2.--Gru. Echinod. und wurm. 60, n. 1-2. Tenacissime adhaeret Razae Torpedinis cuti. f XXXIV. Syrrauxevrus ( Stroncoro ) D.- Ca. Corpus oblongum, annulato-reticulatum; os inter tentacula laciniata; anus verrucaeformis; por: bini ventrales; apertura postica labiata. 109 1) S. balanophorus ( s. balanoforo ) D.-Cr. Corpore roseo, rubris lineis tessellato, glabroque, proboscide muricata. Mem. su gli anim. s. vert. I 22, t. I 1-3. Gm. VI 3094, n.1, s.saccatus n.2; Amoen. Acad. --Vermis macrorhynchopterus et microrhynchopte- IV 454, t.1I1 5.— S. reticulatus Mart. On mar. rus Rowp. De Ins. et Zooph. IMI 109, IV 110. verm.14-6, t. I 2-3.— Syr. tesselatus RAFIN. - V. m. Rondeletii Gesn. Aquat. 1026.-- Syrine Dec. sem. 32.—Fra.Bull.des sc.nat. XIM 141, Bonap. Anim. mar. 83, t. VII 6-7. — Lumbricus Cuv. Reg-anim.III 243.--Leuck.Anim.mar. 20, phalloides Part. Spie. Zool. X 12, t.18.— Sipun- t.13.— Doy. in Lam. Anim, s.vert. III 469, n. culus nudus Lin. Syst. nat. IT 1079, n.1 et 2; cur. 1 et 2.-- Gru. Echinod. und wurm. 43. 2) S. echanorhynchus ( s. echinorinco ) D.-Cx. Corpore luteo-fusco, nigro-maculato, verrucoso; proboscide zonis fimbriatis ; oculis internis geminis, ore tentaculis cartilagineis uncinatis coronato. Mem. su gli anim. s. vert. I 133, t. X 8- Ph.longicolle Rupp.Atl. zu der Reis.in nord.Afr. 11.--Fer. Bull.des sc. nat.XIV 271. --Phascolo- 9,t.II 1.--Gru. Echinod und. wurm. 46.-- Doy.in soma granulatum Levcg. Anim.mar.22, t.15.— Lam. Anim. s. vert. III 469, n.7 4. 6 XXXV. Morornvripivn (OLorurImIo ) D.-Cr. Corpus utriculatum , subannulosum, extremitatibus antica ore, postica ano communitum; por: gemini ventrales. H. papillosum (0. papilloso ) D.-C. Corporecoeruleo,tereti-oblongo,medio angustato, crasso, papillisconicissparsis. Mem. su gli anim. s. vert. IV 201, t. LXII 19. i S.‘echinorhynchus, balanophorus, quem gigantea dimensione vidi penes San- giovanni, ac holothuridium papillosum,in maris nostri arena cryptisve reconduntur. VI, ANNULOSA NEMERTEA, G XXXVI, Porra ( Poia ) D.-Cu. Caput subtrigonum, saepe punctis ocularibus, fissuris binis lateralibus; corpus elongatum, transverse rugosum, vel subannulatum; os inferum; anus extremo postico. Mem. su gli anim. s. vert. IMI 177, t. XLIII 7. 1) P. punctata ( P. punteggiata ) D.-Cx. Corpore luteo-fusco, subtus roseo, supra convexiusculo, postice attenuato an- nulato; capite 3gono, punctis nigris lateralibus. 2 ) P. oculata (P. occhiuta ) D.-Cx. Corpore luteo-roseolo, filiforme crini equini adinstar, longitudinaliter rugulo- 0; ca pite semicirculare, punctis cculiformibus hinc inde octo. Mem. su gli anim. s. vert.Il 177, t. XLIV 1. du 110 3 ) P. pusilla (P. piccina ) D.-Ca. Corpore coerulescente; cylindraceo-depresso, transversim substriato; capite ovali, punctis ocularibus octo ad latera prope seriem internam. 4 ) P. tetrophthalma ( P. quadrocchiuta ) D.-Ca. Corpore coeruleo, lineare, depressiusculo, annuloso, superne roseis lineis lon- gitudinalibus binis ad caudam usque protensis. 5 ) P. delineata ( P. lineata ) D.-Cx. Corpore luteo, rubris lineis longitudinalibus depicto, elongato, tereti; capite semicirculare, lateribus nigro-punctato. Mem.su gli anim, s.vert.Il 427, t.XXVIII 3.— p.681.--Notogymnus Drepanensis Nonnm.in Law. Borlasia striata Astrol.Tabl. gen. 951, t.XXIV 3. Anim.s.vert.IIlI 613.--Gru.Echinod. und wurm. -- Notospermus Drepanensis Huscx. Isis 1836, 57,t.18. PRETI 6 ) P. coerulea ( P. cilestra ) D.-Ca. Corpore coeruleo-fusco, elongato, antice expanso, postice attenuato, subannu- loso, asperulo. Mem.su gli anim.s. vert. III 181, t. XLIII 9.-- Borlasia viridis Gru. Echinod. und warm. 59. 9 ) P. geniculata ( P. articolata ) D.-Cx. Corpore viridi, teretiusculo, flaccido, postice attenuato, geniculis zona alba; ca- pite ovale, depresso, lateribus sulcato. Mem.su gli anim.s. vert. II 177, t.XLIII 10. --M,annulata Gru.Echinod.und wurm.57,t.I 7. 8 ) P. bilineata ( P. duolineata ) D.-Ca. Corpore luteo-fusco, ligulato annulatoque, supra lineis albis geminis paralle- lis medianis per longum digestis; capite ovato, vix distincto. 9 ) P. rosea ( P. rosina) D.-Cu. Corpore superne roseolo subconvexo,inferne planulato luteolo,transverse stria- fo, marginibus albicante; capite lanceolato. 10 ) P. syphunculus ( P. sifoncino ) D.-Ca. Capite 3gono; corpore cinereo aut viridi-subtriquetro, vix. annuloso, fragili, postice lanceolato, marginibus attenuatis albis. Mem.su gli anim.s.vert.II 427, t.XXVIII 1-3. --Meckelia somatotomus Leuck. Anim. mar. 17. (XXXVII. OpayocePHaLus ( OriocerALO ) Brarnr. Corpus cylindraceum, vermiforme, polymorphum; caput elongatum, hinc inde fissum; os inferum, 1) O. murenoides ( 0. murenoideo ) D.-Ca. Corpore viridi-fusco, rigido, subtereti, inferne planulato, fusco-variegato; ca- pite roseolo, 2lobo. 110 Mem.su gli anim.s.vert.IV 204, t. LXII 6. 2) O. polymorphus ( 0. polimorfo ) Rein. Corpore luteo-fusco, flaccido, abrupte-annuloso, angustato, supra convexo, subtus plano; capite 8gono, depresso. TubulanuspolymorphusMem.su gli anim.s.vert. IV 204,t.LXIT8.--T.polymorphus et elegans Rein. 3) O. bilineatus (0. bilineatus ) Rein. Corpore luteo-fusco, marginali linea rubra, supra convexo, subtus planulato; capite tuberculo mediano ac foveis lateralibus praedito, ore trigono. Cerebratulus bilineatus Mem.su gli anim.s.vert. IV 204, t. LXII 9.—C.marginatus ReIN. f XXXVIII. Prosroma ( Prosrowo ) Due. Corpus oblongum, molle; os antica, anus postica extremitate. P. candidum? ( p. biancastro ) Duc. Corpore viridi-flavicante, lineari, depresso, flaccido; capite 4oculato. Ann. des sc. nat. XXI 74, t. IT 3. f XXXIX. Barawocrossus ( BaLanogLosso ) D.-Cx. Corpus planulatum, linguaeforme; proboscis elongata; anus posticus. o B. clavigerus (b. clavigero ) D.-Cu. Corpore luteo, branchiis dorsalibus clavatis, variegatisve serie duplici. Mem. su gli anim.s. vert. IV 141, t.LVII 3. Habitant in neapolitano mari, et celeri motu uti murenae ac hirudines agitantor. VII. PSEUDANNULOSA PLANARIEA. G XL. Pramarra ( Pianaria ) Lin. Corpus elongatum, gelatinosum, complanatum; pori gemini ventrales;os anticom. 1 ) P. syphunculus ( p. sifoncino ) D.-Cx. Corpore luteo, nigro-punctato, triquetro; capite antice semicirculari, syphun- culato, posterius attenuato. Mem.suglianim.s.vert.II1 120, t.XXXV26-27.-- Leptoplana pellucida Gru.Echinod.und wurm.53. 2 ) P. luteola ( p. giallastra ) D.-CH. Corpore extremis attenuato, luteo, marginibus nigro-radiato, areis ovatis pua- ctis ocularibus praeditis. Mem.su gli anim. s.vert.IH{ 120,t.. XXXV 28. 3 ) P. aurantiaca ( p. ranciata ) Cur. Corpore elliptico, complanato, superne rubro alboque punctato, margine 112 undulato albicante, linea mediana lutea ; oculis aggregatis in tentaculorum basi. Reg. anim. III 267.--DeLLEe CH. Mem. su gli 11.--Guer. Icon. t. X1 3. anim. s. vert. LXXVIII 1 et pl. lava? t. CVIN 4 ) P. violacea ( p. violetta ) D.-Ca. Corpore violaceo, superne maculis albis, obverse-ovato, marginato; oculis ag- gregatis inter tentacula auriformia apice albicantia. Mem. su gli anim. s. vert., t. CVIMI 10. 5 ) P. tuberculata ( p. tuberculata ) D.-Cx. Corpore fusco, linea albicante mediana marginalique, tuberculis apice albis, subtus plano coerulescente; geminis laminis tentacularibus, margine duplici puncto- rum albicantium serie. Mem.su gli anim.s.vert.IIT 120, t.XXXV 29- Cuv. Reg. anim. III 267. -—- Tisanozoon Diesingit 30.--P. Brocchì? Ris. Prod. del! Eur. V 264.— Gru. Echinod. und wurm. 51, t.19. 6) P. Mulleri (p. Malleriana ) D.-Cr. Corpore ovato-cordato, supra fusco-rubro, subtus coerulescente, margine at- tenuato, undulatoque;oculis aggregatis extremitate antica 3loba, linea mediana alba. Mem. su gli anim. s.vert.IV 197, t.LXXxIII 14- 15.—-Sav. Ann. d'Egypt. t. V 6. 7) P. Dicquemari Cp. Dicquemariana ) D.-Ca. Corpore luteo, papilloso, margine nigricante variegato; oculorum acervis tribus pone tentacula geminata. P. verrucosa var.Mem. su gli anim. s. vert. IV 197, t.CVII 1. prada 8 ) P. neapolitana ( p. nepolitana ) D.-Cx. Corpore luteo, aurantiaco, marginato, superne fusco-variegato; oculorum acer- vulis tribus, quorum postremo minore, inter tentacula cylindrica apice albo. 9 ) P. atomata? ( p. atomata ) Mur. Corpore fusco, albo-punctato; oculorum areis binis. 70601. dan. I 115, t. XXXII 3-4; Prodr. 1706. —DeLte CH.Mem. su gli anim.s. vert. IV 196. -- Lin. Syst. nat. cur. Gm. VI 3091, n. 37. done sî 10 ) P. torvoides ( p. torvoidea ) D.-Ca. Corpore viridi-fusco, albo-punctato, oblongo-lanceolato,anticetriangulari, ocu- lis marginalibus, supra convexo linea mediana nigricante. ; P. nigra? Du. Ann. des sc. nat* XV 143, t. s. vert. ITI 609. IV'10,15.-- Polyceles nigra Enr. in Lam. Anim. 11) P. nesidensis ( p. nisitese ) D.-Ca. Corpore luteo, nigro-variegato elliptico, subtus coeruleo, antice oculorum acer- vationibus geminatis. *©! Mem! su: gli abim.0s. ‘vert, t. XCIT1,2. 468 //3 6 XLI. Aprrsroprerus ( ApsiostortERo ) D.-Crr. Corpus repens, expansum; fentacula bina, auriculata ante oculos; os anticum. A. neapolitanus (a. napolitano ) D.-Cr. Corpore laete-virente, reticulato, maculis albis sulphureo-punctatis. Mem. su gli anim. s. vert. IV 311, t.LI 8. In Pausylipi litore vidi eum latere in ulvam lactucam. V. PSEUDANNULOSA EPIENTOZOOICA. G XLII. Paoenicurus ( FeNicuro ) Rup. Corpus polymorphum, parasiticum; porus anticus. Ph. varius ( F. vario ) Run. Corpore supra convexo aurantiaco, maculis coeruleo-fuscis,rubro variegato; subtus albicante, ovato-depresso; antice semicirculare, postice 2-3fido, rubroque. Entoz. syn. 573, et Hydatula varia Ren.--Ver- des sc. nat.V 377.--BarR Nov. act. Academ.nat. tumnus tethydicola Otto Nov.act. Acad. nat. cur. cur. XII 2.-- Cuv. Reg. anim. III 268.—-GueR. XI 2, t. XLI 5. — Planaria ocellata DeLLe CH. Icon. XI 8. -- Gru. Echinod. und wurm. 49,— Mem. su gli anim. s. vert.I 59, t.II 9.--Fer.Bull. Kro. in Muct. Arch, 1842. Adhaeret hinc inde in Thethydis leporinae dorso. G XLII. Ocrocorrze ( Orrocotito ) D.-Ca. Corpus inferne cotylis ( bothriis ) 4fariis, marginalibus. O. comatulae ( 0. comaticolo ) D.-Ca. Corpore ovali, testudineo, supra convexo, subtus plano, margine attenuato. Comatulae mediterraneae autumnali tempestate parasiticum,etamyzostomate cir- rhifero Low. (Ann. desse. nat.,2.ser. XVIII 291,t.HX 6-21) toto coelo diversum. ( XLIV. HMecrocoryre ( Errocoto ) Cur. Corpus elongatum, postice unilaterale cotyliferum. H. argonautae (e. argonauta ) D.-Ca. Corpore roseo fusco-punctato, capillari, posterius sensim sensimque incrassato, acetabulis pedunculatis 35, coniugatisve. Tricocephalus acetabularis Mem. su gli anim.s. 156; Reg anim. INI 266.--Norpm.in Lam. Anim. vert. II 225, t. XVI 1.--Fer.Bull.des sc.nat.XVI s. vert. MI 601, n. 2.-- Polyporus Argonautae 155.--H. argonautae Cuv.Ann. des sc. nat.XVIJI Gru. Echinod. und wurm. 49. Habitat super argonautae Argi corpore. dv ( XLV. Frrarra loliginis ( Filaria del Calamaro ) D.-Ca. Corpore tereti convoluto , antice subechinato. Mem. su gli anim. s. vert. IV 6, t. LV 10. 2 ) F. aphroditae ( f. afroditiana ) D.-Cx. Corpore coeruleo rigido, capite subclavaeformi, cauda attenuata. ( XLVI. Ascaris totari ( Ascaride del totaro ) D.-Cg, Corpore luteo spirali rugoso, extremitatibus extenuato. Mem. su gli anim. s. vert. IV 200, t. LIV 22. ( XLVII. BorariocepHatts loliginis ( Botriocefalo del calamaro ) D.-Ca. Capitegloboso,collo coarctato, corpore compresso sensim sensimque extenuato, Mem. su gli anim. s. vert. IV 200, t. LY 17. ( XLVII. Taewra echinorhyncha ( Tenia echinorinca ) D.-Ca. Corpore annuloso, postice retuso ,rostello filiformi echinato ,articulisbrevissimis, Mem. su gli anim. s. vert. III 70,t. XXXV 13. --Duy. in Lam. Anim. s. vert. III 444. f XLIX. Ecuinorayxcnus totari ( Echinorinco del totaro ) D.-Cx. Corpore luteo, lineari, eylindrico, subannuloso; proboscide setiformi rigida , collo inferne aculeis curvis muricato, postice incrassato. Mem. su gli anim. s. vert.,t. LXXI 12-13. 6 L. Scorex 2batus ( Scoloce bilobato ) D.-Ca. Corpore tereti,antice lobis binis, medio cotylifero,postice rotundato. Mem. su gli anim. s. vert. IV 60, t. LV 9. G LI. DisorurioRayNcHuus totari ( Dibotriorinco del todaro ) D.-Cg, Capite bothriis muricatis, Mem. su gli anim. s. vert. IV 201, t. LV 16. f LI. Mowosroma Thethydis ( Monostomo teticolo ) D.-Ca. Corpore lutescente, lineari-depresso, 2) M. totari ( M. totaricolo ) D.-Ca. Corpore luteo-carneolo,lineari, conico-elongato, annuloso, posterius attenuato, Mem. su gli anim.s.vert,IV 152, t. LV 14; XCII 3. | 3 ) M. sepiolae ( M. della seppietta ) D.-Cx. Corpore luteolo-ovato, antice filiformi, rigido, acuto. for, (41 Mem. su gli anim. s, vert., t. LXXI 16. A ) M. octopodis ( M. del polpo ) D.-Cxa. Corpore clavato, antice filiformi. Mem. su gli anim. s. vert. IV 200, t. LV 8. $ LIMI. Disrowa carenariae ( Distomo della carinaria ) D.-Cr. Corporeluteolo,hyalino,cylindrico,capiteclavato; poro ventrali infundibuliformi. Mem. su gli anim. s. vert., t. LXXV 5? 2 ) D. octopodis ( d. del polpo ) D.-Cx. Corpore ovato, luteolo punctato. Mem. su gli anim. s. vert. IV 61, t. LV 20. 3 ) D. totari ( d. del todaro ) D.-Ca. Corpore carneolo, clavaeformi, poris proboscideis. Mem. su gli anim. s. vert., t. LXXI 14. 6 LIV. Crsricercnus sepiolaé ( Cisticerco della seppietta ) D.-Cr. Corpore ovali inflato aggregato, rostello elongato, tereti-muricato. Mem. su gli anim. s. vert., IV 61, t. LV 5. 6 LV. Porrsroma loliginis ( Polistomo loliggineo ) D.-Cx. Corpore luteolo, lanceolato-depresso, antice discoideo,cotylis sex pedunculatis. Mem. su gli anim. s. vert., t. XCII 2. 6 LVI. Aupursroma loliginis ( Anfistomo lolligineo ) D.-Cr. Corpore flavo, cylindrico-elongato, rostello ore 4cotyli, cauda exteriuata. Mem. su gli anim. s. vert.,t. XCII 4-5. Vitam degunt memorata entozooa intra ac extra corpus horum animalium. III. ZOOPHYTA. TARIGLITLIBIETIBTBIBIIITBITBIBTIIBBLITIATABITBBIBIBBTIBTULLITBTLL II BD ILL DI DATI IVIBLLDIBLBLA BL LILLA 006 I. ECHINODERMATA HOLOTHURIEA. (I. Carropora ( CamronotA ) Esca. Corpus vermiforme, cylindricum, crassum, papillis vel pedibus tubulosis ca- rens; fentacula apice digitata. C. Chiavi (c. di Delle-Chiaie ) Gru. Corpore luteo-fusco, per longum Svittato, scabriusculo; 12 tentaculis 4dactylis. 138 /(6 Echinod.41.—Fistularia reciprocans Forsx.Fna. aeg. 121, t.XXXVIII A.--MuLL.Zoo].dam. I 109, t. XXXI 1-7; Prodr.2811.--Holothuria inhaerens Lin.Syst.nat.cur.Gm.VI 3141, n. 14.--Brue.Enc. meth.,t. LXXXVII 1-4.--DeLte CH. Mem. su gli anim. s. vert. IH 69, t. VII 4. +- DesLoxe. Enc. meth. sup. JI 459, n. 6.— Cuv. Reg. anim. IMI 240.--GRav, Terg. 108.- BLamv. Dict. des $6.- fat. XXI 317 ; Actin. 195. --C. inhaerens EscH. Zool. atl. — Pentacta inhaerens JarG. De Holoth. 13, n. 11. — Dactylota inhaerens Bran. Prod. descr, anim. a Merts. obs. in Mem. s.-Petersb.-- Dus. in Law. Anim. s.vert. HH 444,m. 6.—Synapta inhaerens Wrea*in AgAs.Prod.des Echinod., n. 1. GI. Horormuria ( OLotURIA ) Mur. Corpus cylindraceum subcartilaginosum, papillis supra conicis, subtus tubu- losis; tentacula ad os peltata; porus genitalis in dorso ad oris vicinia; anus postice. 1) H. tabulosa ( 0. tubolosa ) Lx. ‘ Corpore dorso luteo-fusco; papillis albicantibus conicis ac tubulosis in ventre albo nigro-maculato cylindricis; tentaculis 20 incisis. H. tremula Syst. nat. 1090, n. 3; cur. Gy. VI n. 2.--Tiep. Anat. der Ror.-Holoth. 1, t. I 1-3. 3138,n.3.-Holotumi 1 species Roxp.Zoopht.125.-= Genitale ALDR.Zooph.509.--EpipetrumGesn.De a- quat.IV Paral.27.--G.marinum Bet. Aquat. 441. --PLanc.Conch.min.not. 108, t. VIII AB.-Men- tula marina Vanp. Diss. 89, t. III 1-3.--Holothu- rius Rondeletii Jonst. Exs. 56, t. XIV 1.--Hydra BoxHap. Anim. mar. 75, t. VI, VII 1-5.--SoLANp. et ELL. Coral., t. VINI 45.—-Bruc. Enc. meth., t. LXXXVI 32.--DesLonc. Enc. meth. sup. Il 400, —DrtiLf Ca. Mem. su gli anim. s. vert. 1220, t. VII 1.—-Cuv. Reg. anim. III 239.--Grav. Terg. 105.-JarG. De Holoth. 20.--BLa1nv.Actin.192, t.XII.--Telenota tubulosa BaAN.Prod. descr. anim. 1. c.--Fistularia tubulosa Dur. in LAM. Anim. s. vert. II 447, n. 2.—Gru. Echinod. 35. a)H. Columnae D.-Ca. Mem. su gli anim.s. vert. I 110. -- H. tota fusca Boran. Anim. mar. 75.-- Fer. Bull. des sc. nat. XIV 270. 2.) H. Forskahk (o. Ferskliana ) D.-C#. Corpore viridi-fusco coerulescente, papillis dorsalibus conicis apice albo, ven- tralibus cylindricis confertisque; tentaculis viginti, pelta 3chotomo-pinnatifida. Sunto di mem.18,n.1;Mem.su gli anim.s.vert. 11f,n. 5. — Fistularia non descripta Forsk. Fna. 2-4?--Aup.Descr.de l’Eg.XXIII 17,n.2-4.--FER. Bull. des sc.nat. XIV 270.--Bra1nv.Actin. 192. aeg. 12, t. XXIX A.--Sav.Echinod.d'Eg.,t. VIII -- Dus. in Lam. Anim. s. vert. III 454. 3) H. Polk (o. Poliana ) D.-Cu. Corpore castaneo, papillis tubulosis extremitate alba, dorsalibus conicis raris incurvis; tentaculis viginti laciniatis. Sunto di Mem. 19, n. 4; Mem. su gli anim. s. vert. 1 412,t. VI 1.--Fer. Bull. des sc. nat. XIV 270.--BLAINv. Actin. 192.--Duy.in Lam, Anim. s. vert. IH 454. 4) H. Sanctori ( o. Santoriana ) D.-Cx. Corporé castanea fusco, papillis supra conicis, maioribus tantum albis, subtus tubulosis confertissimis; tentaculis 20, pelta 4lobo-multifida, Sunto di mem.19, n.5; Mem.sù gli an. s.vert.I 412, t. VT 2.—Fer. Bull. des se. nat.XIV 270, —- Brarsv.Actin.192.--Agas. Prod. des Echin. 5.-- Duy. in Lam.An.s. vert.IH 454.--Gru.Echin. 31. 117 5) ZL. regalis (0. di Colonna ) Cur. Corpore lutescente punctis rubris sparso, rigido, scabriusculo, oblongo, sub- triquetro depresso, margine ancipite; supra papillis conicis elongatis vel retusis raris, quorum binis posticis maximis; subtus tubulosis, attenuatis, rubellis; ano parvo fere supero, ore infero tuberculifero; tentaculis 20, ramoso-multifidis. Reg. anim. II 239.-- Pudendum regale pisca- torum CoLum. Aquat. IV 26, t. XXVI 1.-- Sav. Echin. d'Eg., t. IX 2-3?--H. triquetra DeLLE CH. Mem.sugli anim.s.vert. IM 71, t. XXXV 16 mor- tua.--Aun. Descr. de l Eg. XXIII 18? -- BLAINv. Actin. 192. -- H. Columnae Jara.De Holoth. 22, n.2.—-AGAs. Prodr. des Echin.,n.5.—Duy.in LAM. Anim. s. vert. III 450, n. | 4. -- Gru. Echin. 33. 6 ) H. maxima (0. maggiore ) Lim. Corpore cylindraceo-oblongo, lutescente, rigido, superne tantum convexiuscu- lo, papillis conicis confertis, areola ac tubulo nigro communitis, subtus tubulosis ni- gricantibus; tentaculis 20, elongato-peltatis, 4partito-multifidis, papillosisve. Syst. nat. cur. Gm.VI 3142, n. 20.—Fistularia maxima Forsk. Fna.aeg.121,t.XXXVIIITB.--Sav. Echin.d'Eg. VIII 5.--DeLLE CH. Sunto di Mem. 13.--Aup. Descr. de l’ Eg. XXIII 17.--DesLONG. Enc. meth. sup. II 401, n. 4.-- BLAINv. Actin. 193.-JaEG. De Holoth. 22, n.3.-—- Dus. in LAM. Anim. s. vert. III 448, n. 4. -- H. mammeta Gru. Echinod. 35. (III. Sporaprpus ( SporapiPo ) Branpr. Corpus cylindricum, membranaceum, papillis tabulosis praeditum. S. Stellati ( s. di Stellati ) D.-Ca. Corpore coeruleo-fusco, maculis albis, subtus cinereo; tentaculis 12-19 pelta- to-incisis. Holothuria Stellati Santo di mem. 20, n. 6; Mem. su gli anim. s. vert. I 82, t. VIH 3. — Fer. Bullet. des sc. natur. XIX 270. — BLAINv. Actin. 192. — Agas. Prod. des Echinod., n. 5. =- Duy. in Lam. Anim. s. vert. HI 454. — GRU. Echinod. 37. (IV. Payriopuorus ( FiLuororo ) Gru. Corpus papillosum, cylindraceum; fentacula ramosa. 1) Ph. penicillus ( {. pennello ) D.-Cr. Corpore vix crasso albieante, papillis undique tubulosis, approximatis; tenta- culis duodecim, frondoso-piînnatifidis, quorum quatuor minoribus. H. penicillus Mem. su glî anim. s. vert. HI 70, t. XXXV 1-3.-- Muct. Zool. dan. 1 36, t. x 4; Prodr. 2809.--Lin. Syst. nat. cur. Gm. VI 3141, n. 12.-- BruG. Enc. meth., t. LKXXVI 4.--Des- LonG.Enc. meth. sup.H 460, n.10.— Psolus OKEN in BrAarv. Actin. 196.—Pentacta penicillus JAEG. De Holoth. 13.—- Dur. in Lam. Anim. s. vert. INT 416, n. 10. -- Ph. urne Gru. Echinod. 39. 2 ) Ph. fusus ( f. fuso ) D.-CR. Corpore muricato, luteo-fusco, nigroque punctato, papillis litoideis conicis api- ce styliformi; tentaculis decem albis, luteo-rubro maculatis, alterne ramosis. 5 118 H. fusus Mem. su gli anim. s. vert. IlI 71, t. XXXV 11.--MuLL.Zool.dan. 1 37, t. X 5; Prodr. 2809.--Lin. Syst. nat. cur. Gm. VI 3141, n. 13. --Brug. Enc. meth., t. LKXXVII 5, 6.—BLaInv. Dict. des sc. nat. XXI 319; Actin. 193. -- Synapta fusus JacG. De Holoth. 16, n. 8.--Dus. in Lam. Anim, s. vert.III 444, n. 5.-- Psolus fu- sus Gru. Echinod. 38. ( V. Penracra ( Pentatta ) Gorpr. Corpus elongatum, cylindroideum; fentacula ramoso-pinnata; papillae tubu- losae, bifariae, seriebus quinque ab ore ad anum extensae. 1 ) P. pentactes ( p. pentatta ) &orpr. Corpore scabro, supra rubro-fusco, subtus albicante, papillis tubulosis acutis, coniugatis 5-fariis; tentaculis denis, 2pinnatifidis, fuscis, inaequalibus. JaeG. De Holoth.12, n. 2.—Prin. Hist.nat.IX 2.--Ronp. De Insect. 131.-- Gesn. de Aq. 308. AtDpR. Zooph.093.--Cucumis marinus JonsT.Exs. 5, t.XX.—-Vanp.Diss,87, t.II 12.--PLanc.Conch. min.not. 99, t.VI deg; Com.Bon.V 242, t.II 1-3. -- Holothuria pentacta Muri. Zool. dan. I 110, t. XXXI, III 45, t. CVII 1-4; Prodr. 2806.--FABR. Fna.groen]. 352, n. 343.--Aphrodita 4.Hirt Hist. 2) P. doliolum ( p. anim., t. V.—-Hydra corallifera Penn. Trans. phil. 1761, p. 75, t. I 3.--Dico. Journ. de phys. 1778, p. 287, t. XI 1-76.--Lin. Syst nat. cur. Gm. VI 3139, n. 8.-- Brue. Enc. meth., t. LXXXVI 5. Destonc. Enc.meth.sup.l! 459, n. 3.— BLarn, Actin. 193.--Cladodactyla pentactes BRAN. Prod. des Echinod. cit.—-Duy. in Lam.Anim. s. vert.IlI 441, n.3. botticella ) Gorpr. Corpore rubro-atro maculis fuscis, glabro, crasso, papillis tubulosis apice al- bo; tentacalis rarius 10, ramoso-laciniatis, Actinia doliolum Part. Misc. zool. 41, t. IX, X 10.—Bruc. Enc.meth., t.LXXXVI 6-8.--Cuv. Reg. anim. III 240.—-DesLone. Enc. meth. sup. II 459, n. 4. -- DeLLE CH. Mem, su gli anim. s. vert. III 71, t. XXXV 8: var. tentaculis 10, quo- rum binis minoribus.--BLArnv. Dict. des sc. nat. XXI 317; Actin. 193.— JAEG. De Holoth. 12, n. 5.--Agas. Prodr. des Echinod. 10.+Cladedactyla Bran. Prodr. descr. anim. in Mem. s.-Petersb. cit. Dos. in Lam. Anim. s.vert. III 443, n. 4. — C. doliolum et Dicquemarii Gru. Echipod. 39 et 40, n. 1. 3 ) P. cucumis ( p. cocomero ) Brarny. Corpore lutescente, crasso, papillis acuminatis 5fariis; tentaculis 10 aequali- bus, extremitate ramoso-pinnatis, Actin. 195, t.XIII 4; Fne. frang,,t.12,--PLANC. mis Ris. Prod. de l’ Eur. V 291, n, 66. An prae- Conch. min. not. 99, t, VI de. -- Holoturia cucu- cedentis varietas ? 4 ) P. Planciana ( p. Planciana ) D.-Ca. Corpore tuberculis parvis sparso, papillis ambulacrariis binis, alternis; tenta- culis 10 inaequalibus, ramoso-pinnatis; ano ossiculis quinque 2fidis coronato. Mem, su gli anim. s. vert. t. CVI 8-9.--Pranc. racusana Gru. Echinod, 40, n. 2, Conch. min. not. 99, t. VI f?--Cladodactyla sy- 5) P. 4quetra ( p. tetraquetra ) D.-Cx. Corpore castaneo,glabro,angalisbipapilloso-tubulosis; tentaculis denis frondosis. Mem.su gli anim.s.vert.IMI 71, t:XXXV 5 mor- tua.--An Doris tetraquetra? PaLr.Nov.act.Acad. 119 Petrop. Il 237, t. V 22.—-Lin. Syst.nat. cur. GM. VI3106,n.18.--Dor.inLam.Anim.s.vert.III 442. Hae holothuriarum species in parthenopeio mari abunde piscantur. ll. ECHINODERMATA ECHINIDEA. 6 I. Ecainus ( Ecnino, Ancino ) Lim. Corpus orbiculare testaceum, externe echinatum, tuberculis imperforatis; acu- lei articulati, decidui; ambulacra ab ano verticali ad os inferum 5dentatum radiate tia, fasciis margine porosis. 1 ) E. esculentus (e. mangereccio ) Lin. Corpore violaceo, hemisphaerico, inferne depresso; areis obsolete tubercula- tis, aculeis albis brevibus canaliculatis, apice retusis; fasciis denis porosis, pedibus bijugis tubulosis, disculo osseo terminatis. Fna.svec.2116; Syst.nat.cur.Gm.VI 3168,n.1. -—-Ronp. De Pisc.XVIII 578 ic.inf.-ALpR.Aquat. 405. — Gesn. De Aquat. IV 350. — Melo marinus PLanc. Conch.min.not.21,ap.t.I A.--GuaLT. Ind. Test., t.CVII BE.--Cydaris miliaris KueIn Echin. 76, t.XXXVHI 1.—-Lisr. Trans. phil. LXIX, t. III 13.-Rumpa. Mus. 31, t.XIII BC.—SegA Thes.III 2k, t.XI 4 ab, XII 1, 6, 8,9.—-Kxor Del.nat.sel., t. D1,II 1.--Ar6.Conch.307, t.XXV F.—Dav.Cat. 410, n. 926. — Brua. Enc. meth., t. CKXXII 1.--Sav. Echinod. d’Egyp., t.VII 2.min.--DELLE Cr.Mem. su gli anim. s. vert.II 361, t.XXIII 1.-- Destonc. Enc. meth.sup.Il 588, n.1.--Cuv. Rog. anim. III 232.-- BLarnv. Actin. 228, t. XIX 1-7.--AGas.Prod. des Echin., n. 7.--Doy. in LAM. Anim. s. vert. III 538, n. 1.--Gru. Echinod. 32. a) Var. sp. violaceis Ktein Echinod. 74, t. XXXVIII 1.-- Brue. Enc. meth., t. CXXX 1. -— SeBA Thes. III, t. X 14 -- Epw. Reg. anim. zooph. VIII, t. XI. 2) C. ventricosus (e. ventricoso, a. reale ) Bau. Hemisphaerico-ventricoso, basi pulvinato, violaceo; aculeis raris, brevibus , canaliculatis, apice albo retusis; fasciis seriatis 4porosis, pedibus osseo disco den- ticulato ac umbilicato terminatis. Enc.meth.,t.CXXXII1-3.-Eckinometra? Ronn. De Pisc.581.—GEsn. Aq. 351.—Cidaris miliaris et esculenta KLEIN Echinod.II 74, t. I AB.--E.escu- lentus RumpH. Mus., t. XIII B-C.-- E. orientalis Sepa Thes.III 4,t.XI AB.—DesLone.Enc.meth. sup.II 588, n.2.—BLAInv.Dict.des sc.nat.XXXVII 91; Actin. 229. -- Duy. in LAM. Anim. s. vert. III 359, n. 2.-—-AGAs. Prod. des Echin., n. 7. 3) C. sardicus (e. sardo, melonciello ) Lrw. Hemisphaerico-conico, inferne ventricoso, rubro-purpureo; fasciis porosis re- etis,ac pedibus biiugis albis, sutura mediana impressa; aculeis purpureo-luteis, lon- gis, acutis, striatis, rarisque. Syst. nat. cur. Gm. VI 3178, n. 35.--C. sard+ su KLFN Echinod. 147, t. IX AB, t. LIV 4-6. — Scir. Corp. mar., t. XIII 1, XXXVI 2. -- Pane. Com. Bondn. V 236,t.14-5.--Bowan.Recr.Il 92, n. 19, f. 10. — Muxx. Zool. dan. Prodr. 2845.-- Bruce. Enc. metb., t, CKLI 1,—DeLLE CH. Mem. 120 su gli anim. s. vert. II 363, n. 4. --Cov. Reg. anim. II 233. -- €. inflatus BLarnv. Dict. des sc. nat. XXXVII 91; Actin. 229. — DesLone. Enc. meth, sup. IT 589, n. 9.—Ris. Prod. de l' Eur. V 276.-AGAs. Prodr. des Echinod. 190, n. 7.-DuI. in Lam. Anim. s, vert. III 361, n. 9. 4 ) E. sawatilis (e. sassatile, angino comune ) Lim. Globoso, dilute virescente; fasciis porosis 4plicis, pedibus elongatis, attenua- tisque; aculeis confertis, longis, acuminatis, tenuiter striatis. Mus. Lud.Ulr. 708; syst.nat. cur. Gm. VI 3171, n. 6.— E. ovarius Ronn. De Pisc. 578 ic. sup.— — Gesn. De Aquat. IV 358. — Arpr. Exs. 402.— Rumpu. Amb. 31, t. XIV 4. — Cidaris rupestris KLreIn Echin. 111, t. V et XXX AB. — Pcanc. Conch. min. not. 21.-- Kxor Del. nat. sel. T, t. D 111, 6.—SeBa Thes. II, t. X11.--BasT.Op.subs. III 112, t. XI t-8.--Reaum. Mem. de l'Acad. des sc. 1712, p. 177, t. VIIM.—Guatr. Ind. Test., t. CVII A. — Cardus marinus PaeLs. Zee-eg. 18, n. 16. -- Bru. Enc. meth., t. CKXXIH 3.— Sav. Echinod. d’ Eg. VIE 2. — Tiep. Anat. des Stein- seeig. 67, t. IX1-6.—-DeLLE CH. Mem. su gli an. s. vert. Il 363; e. neglectus 362, t. XXIV 13, 16. — E. pallidus Aup. Desc. de lEg. XXIK 15. — Cuv. Reg. anim. IN 232. — Grav. Terg. 94.— DesLone. Enc. meth. sup. Il 591-92, n. 20 25, 28.-- Agas. Prodr. des Echin. 190, n. 7. -- BLAInv. Pict. des sc. nat. XXXVH 88; Actin. 226-28.—E pallidus,neglectus,lvidus Dus.ia Lam. Anim. s. vert. III 367. n. 20, 25, 28. -- Gru. Echinod. 30 5) E. maliaris ( e. migliare, castagnola ) Lrw. Hemisphaerico-depresso, minimo, compacto virescente; fasciis porosis, pedibus 2iugis elongatis; aculeis sparsis, brevibus, acutis. Syst. nat. cur. Gw. VI 3169, n. 20.—-C.milia- ris KLEIN 82, t. IT A-D, t.XXXVIII 2, 3.—-MutLL. Zool. dan. prod.2847.—Fag. Fna. groenl. 372, n. 368.—-SLoan. Jam.II 268, t.CCXLIV 1-3.—-Dav. Cat. I 450, n.928. —Guart. Ind. Testac., t. CVII GHILN.— Sea Thes. III 18, t. X 1-4. -- Brue. Enc. meth., t. CXXXIMH 1-2. — Descone. Enc. meth. sup. H 591, n. 26.-—- Dee CH. Mem. su gli anim. s. vert. II 363, n. 5.—Cuv. Reg. anim. MI 233. — BrAarnv. Actin. 227. -- Dur. in Lam. Aniîm. s. vert. IH 367, n. 26.-Acas. Prod. des Echin. n. 7.—Gru.Echinod. 32. 6 ) E. neapolitanus ( e. napolitano ) D.-Cx. Hemisphaerico-depresso, violaceo-atro; fasciis decem porosis, pedibus seriebus quatuor, elongatis, superioribus tubuloso-discoideis, inferioribus acutis tpinnatis; ano 4-G6valve; aculeis striatis, mediis longis, subcompressis, reliquis apice obtusis. Mem. su gli anim. s. vert. II 364, t.XXII 11. —Gru. Echinod.31.--Duv. Anat. comp., 2. edit. VI 469. — KRoHNN Ann, des sc. nat., 2. ser. XVI 289. (HI. Croarrs ( Carite ) Lam. Corpus sphaeroideum, aut orbiculato-depressum; ambulacra quina, ab ano ad os radiantia, fasciis multiporis; spnae mobiles, supra tubercula articulatae, deciduae. C. hystrix (c. istrice, noce di mare ) Lam. Globoso, viridi, compacto; ambulacris porosis, linea mediana rubra flexuosa, pedibus 2iugis, longiusculis; aculeis minimis albis,depressis confertisve,maximis elon- gato-teretibus, sulcatis, luteis, rarisque. Echinus cidaris Fna. svec. 2118; Syst. nat. cur. Gm. VI 3174, n. 8.--Estrice marino Imp. Stor. nat. 784. «- Echinometra circinata GuALT. Ind.testac., t.CVIII DE.--C.papillata var. 3 KLEIN 129, t. VII BC.--Scin. Corp. mar., t. XXI 1-4. — SepA Thes. III 30, t. XIII 11, 12. --KxnorR Del. nat. sel. 87, t. D 2.-- Bon.Recr.II 29, f.17, 18.--Fav.Conch.,t.LVI 101.--C.p. minor PnELS. 121 Zee. egel. 29, t. IM 1-3.-—-Bruo. Enc. meth., t, CXXXVI7,8.--DeLLECH.Mem.su gli anim.s.vert. II 364, t. XXII 1.--DesLone.Enc. meth. sup. II 195,n.3.—Ris.Prod.de l'Eur.V 278, n.28.--Cuv. Reg. anim. III 232. — BLaInv.Dict. des sc. nat. IX 199; Actin. 121, t. XX 5.--Agas. Prod. des Echinod. cit. -- Dus. in Lam. Anim, s. vert. III 380, n. 3.--Gru. Echinod. 32. GI. Sparawcus ( SpatAGO ) Law. Corpus ovatum, cordiforme, subgibbosum, spinis minimis obtectum; ambula- cra subquina, inaequalia; branchiae pinnatae; pedes tubulosi, apice umbellati; os transversum, labiatum; anus marginalis, oppositus. 1) S. ventricosus ( s. ventricoso ) Lam. Ovato,luteo,supra gibbo,subtus plano;ambulacris branchio-dorsalibus opposi- tis rectis, posticisobliquis; aculeis superioribusacutisconfertis, inferioribus spatulatis. Echinus spatagus Lin. Fna. svec. 2117; Syst. nat. cur. Gx. VI 3199, n. 12.-- Imp. Hist. pat. 780. -- Brissus ventricosus LESK. ap. KLE. Echi- nod. 247,t. XXIV AB, XXVI A.--PneLs. Zee-eg. 39, n. 4.--Boc. Observ. 296.-- SciL. Corp. mar., t. IV 2-3. -- RompH. Mus. 36, t. XIV 1. -- GIN. Adr.IT41,t.XXIX 174.—GuarTt.Ind.Test.,t.CIX A.--Dav. Cat I 419, n.949.--S. flavescens MuLL. Zool. dan. Prodr. 28/9.--Brve. Enc. meth., t. CLVIIM 11.-— Dette Cu. Mem. su gli anim. s. vert. II 365, t. XXV 1-8. —- Cuv. Reg. anim. III 287. — DesLog. Enc. meth. sup. II 686, n. 2. -- S. maculosus et ventricosus BLAINV. Actin. 203.-- Agas. Prodr. des Echinod. 184.-- Duy. in LAM. Anim. s. vert. III 324,.n, 2. -- GRU. Echi- nod. 27. 2) S. purpureus (s. porporino ) Lam. Cordato-oblongo, purpureo-violaceo, supra convexo, subtus complanato; am- bulacris quatuor, binis branchio-dorsalibus obliquis, totidemque posticis, lacuna mediana elongata; aculeis parvis confertis, maioribus raris acutis striatisve, inferis medianis cochleariformibus. Anim.s. vert. par Dos. III 324, n. 3.--Echinus spatagus et Brissus Ronp.De Pisc.580.--Grsn. De Aquat. 351.--Arpr. Test. 403.--Iwp. Stor. nat. 781.-- Boc.Observ. 296, f. 1. -- Lesx. ap. KLE. Echinod.235, t. XLII 3-5, XLV 5; s. lucunosus 221, t. XXIII AB, XXIV ab.-Are. Conch. 311, *t.XXYV 3.—DaAv.Cat. I 418, n. 947.--SciL. Corp. mar., t. VIII 3?,X1 3, XXV 2.--RumpH.Mus.36, t. XIV 2.--GUALT.Ind.Test., t.CIX C.--MvuLr, Zool. dan. 1174,t. VI; Prod.2850.--E. lacunosus PIN. Brit. zool. IV 69, t. XXXV 76.-- Lin. Syst. nat. cur. Gm. 3199, n. 73; e. purpureus 3196, n. 13. -—Brue. Enc. meth., t. CLVII 1-4, CLVI 3.--De- sLone.Enc. meth. sup.II 686, n. 3; 688, n. 13.-- Cuv. Reg. an.IIT 237.--S. meridionalis Ris.Prod. de l’Eur. V 280.--BLarnv.Actin. 202, t.XIV 1-3. --S. Desmarestii Gorpr.Petref. 153, t.XLVII 4.— Micraster canoliferus Agas. Prod. des Echin. 184. 3 ) S. arcuarius (s. arcuario ) Lam. Ovato-cordato, luteo, supra minus gibboso; ambulacris’ branchio-dorsalibus Ò Y 122 obliquis, longissimis, lacuna intermedia profunda; aculeis ventralibus medianis co- chleariformibus, reliquis acuminatis. Anim. s. vert. par Dus. INI 328, n. 13. --Spa- tangus pusillus Lesk. ap. KLE. Echinod. 230, t. XXIV CDE, XXXVIII 5.--SciLr.Corp.mar., t. X 4°-Sepa Thes. III; t. X 21 AB.—-Lin. Syst. nat. cur. Gw. VI 3198, n. 94.—-Bauc. Enc. meth., t. CLVI 7-8.--E. brissus Arc. Conch. XXVI 1. — Kworr Del. nat. sel.,t, DI14.— Sav. Echinod. d’Eg., t.VII 5-6.—S. gibbus DerLe CH. Mem. su gli anim. s. vert. IV 209, t.LXVIII 8. -- De- song. Enc. meth. sup. Il 688, n. 15. -- S. ca- naliferus Aup. Desc. de l' Eg. XXIII 6,— GoLpr. Petref. 154,t. XLVHI 1.--RLAINv. Actin. 201.— Echinospatagus cordiformis Baey. Echin. 61, t. Vj et Echinocardium Sebae Grav in Lam. cit. — Amphidetus Sebae et pusillus AGas. Prodr. des Echinod. 184. -- Gru. Echinod. 29. Descripti Echin: anni omnibus fere temporibus frequentissime apud nos obve- niunt: inter edules,praeter neapolitanum,a KrozNNIO perperam cum e. aequitubercu= lato Brarny, confusum,sunt scitu dignissimi esculentus,ventricosus,saratilis,miliaris, 111], ECHINODERMATA ASTERIDEA. GI. AsrerIas ( ASTERIA, STELLA MARINA ) Lim. Corpus pentagonum, depressum, lobatum vel radiis divisum, supra convexum, subtus planum; os centrale in commissura ambulacrali canalium inferiorum. 1) A. exiqua (a. è piccina ) D.-Cu. Corpore viridi pentagono convexo,cerebrite orbiculari enteroideo,subtus luteo, plano, aculeis oralibus ventilabriformibus, dorsalibus fasciculato-S5fidis, lateralibus Sfidis, inferioribus 2fidis; pedibus in dorso clavaeformibus, ambulacrariis tubulosis, Mem. su gli anim. s. vert. II 254, t. XVIII 1. =Pentaceros plicatus Lincx Stell.mar. 25, t. III 20.— Sega Thes. II, t. V 14-15.— A. minuta Mutt. Zool. dan. prodr. 2835. —Fas. Fna. gro- enl. 370, n. 395. —Lin. Fna. svec. 2112; Syst. mat. cur. Gm. VI 3162, n. 4. —Movrac, Trans. phil.V9.—Baue. Enc. meth., t.C 1-5.—SAv.Echi- nod. d' Eg., t. IV 2.--A. calcar Aup. Descr. de l' Eg. XXIII 11.-- Destonc. Enc. meth. sup. TI 116, n. 8.—Cuv. Reg. anim. II 226.— Asterina exigua Narpolsis1834.—An palmasterias pulchel- la, minuta BLAINv. Actin.238, t.XXII 5.— Asteri- na minuta AGAs.Prodr. des Echinod.1. c.--Mzck, Anat. comp. IX 49.—-Was. Lebrh. II 300. —Duy, in Lam. Anim. s. vert.III 241, n. 8. — Gru. Echi- nod. 26.—Astericus eriguus MucL. Inst.nov.1840, 2 ) A. membranacea ( a. membranacea ) Gu. Corpore rubro, pentagono-coriacco, paxillis stellatis raris, cerebrite lamino- so-radiato; inferne luteolo, squamis semicircularibus pectinatis; pedibus superis ac inferis tubulosis, coniugatis, Sfariis. Turp,Stor.nat.,t.del Mus.—PalmipesLincg Stell. enar. 29, t. I 2.—Retz. Act. Stock. 1783, n. 6.— Lan. Syst. nat. cur. Gu. VI 3164, n. 27.—Brue. Enc. meth,,t,XCHX 2-3,—DeLiE CA. Mem, su gli anim. s. vert. II 254, t. XVIII 2. — DesLone. Enc. meth. sup. Il 118, n. 18, 19. —Cuv. Reg. anim. 226. — Palmasteriaz membranacea, rosacea BLainv. Actin. 237, t. XXIII 2. — Anseropoda 123 membranacea, rosacea NarDo Isis 1834. — Palmi- rosacea 245, n. 19. — Gru. Echinod. und wurm. pes membranaceus AGas. Prod. des Echinod., n. 26. — Astericus membranaceus MuLL. Inst. nov. 8.—Dur. in Lam. Anim. s. vert.IMI 244, n. 18; a. 1840. 3) A. aurantiaca ( a. ranciata ) Lin. Corpore coccineo, disco amplo prominente, paxillis apice ovato 3seriatis, ce- rebrite laminoso-stellato; radiis quinque extremitate recurva, apophysibus latera- libus spina unica lanceolata; subtus spinulis albis imbricato; ambulacris pedibus acuminatis, geminis. Syst. nat. cur. Gw. VI 3164, n.8.—-Barr.Icon. s. vert. II 325, t. XIX 1.-Aup. Descr. de l'Eg. plant. MCCLXXXI.—Stella 1. Rowp. De Ins.119. =—Grsn. De Aquat. IV 919? —Jonsr. Exs., t.VII 9.—Astropecten Lincx Stell. mar., t. IV 14, V-VI 16, VIII 12, XXVII 44, —Sesa Mus, HI, t. VII 2, VIII 6-8.--Mutt. Zool. dan. III 3, t. LXXXII 1-3; Prod. 204; Act. Nidr. IV 425, t.XIV 3-6.— Bruc. Enc. meth. , t. CX 1-5, CXI 1-6. — Sav. Echinod. d’Eg.IV 1. —Tiep. Anat. des Pomeranz.- seest. 35, t. V 1.— DeLLe Cu. Mem. su gli anim. XXIII 1.—-DesLong. Enc. meth. sup, 11121, n. 31. — Cuv. Reg. anim. III 227. — Grav. Terg. 102. -- Stellaria aranciaca NARDO Isis 1834.— AGAS. Prodr. des Echin., n. 1.—Pentasterias aurantiaea BLAINv. Actin, 239. — JonH. Mag. of hist. nat. 299, f. 46.—-Guer. Icon. I 1.—-Duy.in LAM.Anim. s. vert. II 251, n. 31.— A. aranciaca et bispi- nosa Gru. Echinod. 2%. — Mul. Inst. nov. 1840. 4) A. bispinosa ( a. bispinosa ) Orro. Corpore atro-violaceo, disco elevato ano praedito, cerebrite laminis excentri- cis, paxillis 9stellatis; radiorum apophysibus spina laterali spatulata; subtus car- neolo, ambulacris pedibus tubulosis, coniugatis, retusis. Nov. act. Acad., nat. cur. XI 285,t. XXXIX. -- DeLLE CR. Mem. su gli anim. s. vert. Il 355, n. 5: War. radiis superne fuscis, inferne di- ‘ Iute roseis, papillis tubulosis apice retusis 356, t. XX 11. —Grav. Terg. 96.—Pentasterias bispinosa Bra:nv. Actin.239.-Agas.Prod. des Echin., n.1. —A. platyacantha Pr. in Wirem. Arch, 1897. —Dus. in Lam. Anim. s. vert. III 259, n. + 3.-- Gru. Echinod. 25.- MuLL. Inst. nov. 1840. 5 ) A. Imperati ( a. Imperatiana ) D.-Ca. Corpore roseo, disco amplo, cerebrite planulato ovali bipartito mesenterifor- me crenato; paxillis basi 4fida, apice ovali 2stellatis; radiis septem longissimis, apo- physibus semilunatis aculeis medianis maximis; subtus albicante, ambulacris pe- dibus longis, acuminatis, 2seriatis. Notom. comp. I {61.—- Imp. Stor. nat., tav. del scr. del'Eg. XXIII 9.—A. ciliaris Par. in Wirem. Mus.— Cometa CoLuw. Aquat.INI 5, t.VI 1.—Sav. Arch.1837,p.194.—Duy.in Lam.'Anim.s. vert. II Echinod. d’Eg., t. til 1-9.— A. Savignit Aun. De- 258,n.+49. Hemichemis ciliarisMut. Inst. 1840. 6 ) A. Ionstoni ( a. Jonstoniana ) D.-Ca. Corpore coeruleo, disco radiis aequali, cerebrite semicordato convexo lamel- loso-bifido, paxillis 2stellatis; radiorum apophysibus inferne spina unica depressa praeditis; inferne albescente, pedibus coniugatis. Mem. su gli anim, s. vert. I 356, t. XVIII 4; Anat. comp.I 141, t. Il 12.—Jonsr. Exs., t. VIII 124 11.-—Brua. Enc. meth., t. CXI 3-1? pur. in Wieem. Arch. 1837. — Duy. in Lam. Anim. s. vert. III 259, n. | 6. = Mutt. Inst. nov. 1840. 7) A. pentacantha (a. pentacanta ) D.-Cx. Corpore luteo, disco ac cerebrite convexo ovali lamellis excentricis radiantibus e peculiari calyculo obortis, paxillis 1-2stellatis; radiorum apophysibus aculeis di- gitatis; subtus albo,ambulacris pedibus coniugatis. DeLLE CA. Mem. su gli anim. s. vert. II 356, t. XVII 3 — Bru. Enc. meth., t. CXI 1-28 -- Mecx. Anat. comp. IX 50.— Duy. in Lam. Anim. s.vert.IMI 259, n. + 6.-Gro. Echinod. 25.-MULL.» Inst. nov. 1840. 8 ) A. subulata (a. subolata ) Lam. Corpore rubro-lutescente, disco minimo, cerebrite laterali convexiusculo ova- li lineolato-flexuoso, paxillis aculeis 4seriatis; medio bipartitis ac capsula articula- ri coniunctis;radiis quinque elongatis teretibus; pedibus in dorso lanceolatis, latera= libus clavatis, ambulacrariis tubulosis, coniugatisque. Douy. Anim. s. vert. III 256, n. 44.--DesLona. Enc. meth. sup.11l 124, n.44.-—-Derre CH.Mem. su gli anim. s. vert. II 258, t. XXI 6.—BLamnv. Actin. 240. -- Chaetaster subulata MuLL. Inst. noy. 1840.--Gru. Echinod. 22. 9 ) A. variolata (a. vaiuolosa ) Lam. Corpore rubro-fusco, disco parvo, cerebrite disciforme plano lamelloso-ente- roideo;radiis cylindraceis scabris,ossiculis rhomboideo-oblongis 5seriatis, aliis mini= mis rectis, foveis porosis hac illac; ambulacris pedibus tubulosis, coniugatis. Duy. Anim. s. vert. IMI 253, n. 36.-- Pentada- ctylosaster variolatus Lincx. Stell. mar. 34, t. I 4, VIII 10, XIV 24.--Bruc. Enc. meth.,t. CXIX 4-5.-- DesLona. Enc. meth. sup. II 122, n. 36; a. pustolosa 123.-- Cuv. Reg. anim. II 227. —- Pentasterias variolosa BLAINv. Actin. 240.--An- seropoda variolosa Narpo Isis 1834.— Linkia va- riolata Agas. Prod, des Echinod., n. 5. -- MULL. Inst. nov. 1840. 10) A. rubens (a. rossa ) Lin. Corpore rubro, disco parvo, cerebrite subcentrali concavo laminoso-radiato, spi- nulisque marginato; radiis cylindricis, areolato-spinulosis; pedibus ambulacrariis tu- bulosis retusis coniugatis, in dorso attenuatis fasciculatisve, Syst. nat. XII 1099; cur. Gm. VI 3161, n. 3.-- Stella zaffarana CoLum.Aquat. obs.II 5.— Mot. Zool. dan. prodr. 2830.—Fas. Fna.groenl.167,n. 362.-- Barr. Icon. plant. 130,t.MCCLXXXVIII.-- LincK Stell. mar.,t.IV 5, XXX 50, XL 70.--Bast. Op.subs. III 116, t. II 1-4.—-SeBa Thes, HI, t. V 3, VI 3-4.--JonsT. Insect. XXVI 51.—Brue.Enc, meth., t. CXIII 112, CXXII 3-4. -- Spix Ann. du Mus. XIII, t. XXITT.— Sav. Echinod, d'Ez., t. IV 3.--DeLLE Ca. Mem. su gli anim. s. vert. II 354, t. CVII 1.-Avup. Descr. de l’Egypt. XXIIT. —Desrone. Enc. meth. sup. Il 121, n. 28.--Cuv. Reg. anim. III 227.—Pentasterias rubens BLAINV. Actin. 239, t.XX A4B.—-Fcem.Brit. anim. 486.-- Jonnsr.Mag. of nat. hist. 1836, f. 20.--Stellonia rubens Narpo Isis 1834.--Agas.Prod. des Echin., p. 6.--Duy. in Lam. Anim, s.vert. II 250, n. 28. »Asteracanthion rubens MuLL. Inst. nov. 1810. 125 ( XLI. AprysroprErus ( ApLiostortERO ) D.- Cr. Corpus repens, expansum; fentacula bina, auriculata ante oculos; os anticum. A. neapolitanus ( a. napolitano ) D.-Ca. Corpore Jaete-virente, reticulato, maculis albis sulphureo-punctatis. Mem. su gli anim. s. vert. IV 311, t.LI 8. In Pausylipi litore vidi eum latere in ulvam lactucam. V. PSZUDANNULOSA EPIENTOZOOICA. f XLII. Paornicurus ( FenicuRo ) Ru. Corpus polymorphum, parasiticum; porus anticus. Ph. varius ( F. vario ) Ru. Corpore supra convexo aurantiaco, maculis coeruleo-fuscis,rubro variegato; subtus albicante, ovato-depresso; antice semicirculare, postice 2-3fido, rubroque. Entoz. syn. 573, et Hydatula varia Ren.--Ver- des sc. nat.V 377.--BaER Nov. act. Academ.nat. tumnus tethydicola Orto Nov.act. Acad. nat. cur. cur. XIII 2.-- Cuv. Reg. anim. NI 268.--GurR. XI 2, t. XLI 5. — Planaria ocellata DerLe CH. Icon. XI 8. -- Gru, Echinod, und wurm. 49.-- Mem. su gli anim. s. vert.I 59, t.II 9.--Fer.Bull. Kro. in MucL. Arch. 1842. Adhaeret hinc inde in Thetkydis leporinae dorso. $ XLII. Ocrocoryze ( Orrocotito ) D.-Ca. Corpus inferne cotylis ( bothriis ) 4fariis, marginalibus. O. comatulae (0. comaticolo ) D.-Cx. Corpore ovali, testudineo, supra convexo, subtus plano, margine attenuato. Comatulae mediterraneae autumnali tempestate parasiticum,eta myzostomate cir- rhifero Low. (Ann. des sc. nat., 2.ser. XVII 291,t.IX 6-21) toto coelo diversum. ( XLIV. Mecrocoryre ( Errocono ) Cur. Corpus elongatum, postice unilaterale cotyliferum. H. argonautae (e. argonauta ) D.- Ca. Corpore roseo fusco-punctato, capillari, posterius sensim sensimque incrassato, acetabulis pedunculatis 35, coniugatisve. Tricocephalus acetabularis Mem. su gli anim.s. 156; Reg.anim. III 266.--Norpw.in Lam. Anim. vert. II 225, t. XV] 1.—Fer.Bull.des sc.nat.XVI s. vert. NI 601, n. 2. -- Polyporus Argonautae 150.--H. argonautae Cuv.Ann. des sc. nat.XVIII Gru. Echinod, und wurm. 49. Habitat super argonautae Argi corpore. 5 Vv 126 $ XLV. Frrarra loliginis ( Filaria del Calamaro ) D.-Ca. Corpore tereti convoluto , antice subechinato. Mem. su gli anim. s. vert. IV 6, t. LV 10. 2 ) F. aphroditae ( £. afroditiana ) D.-Cx. Corpore coeruleo rigido, capite subclavaeformi, cauda attenuata. ( XLVI. Ascaris totari ( Ascaride del totaro ) D.-Ca. Corpore luteo spirali rugoso, extremitatibus extenuato. Mem. su gli anim. s. vert. IV 200, t. LIV 22. ( XLVII. Borarioceprnatus loliginis ( Botriocefalo del calamaro ) D.-Ca. Capitegloboso,collo coarctato, corpore compresso sensim sensimque extenuato, Mem. su gli anim. s. vert. IV 200, t. LV 17. ( XLVII. Taewra echinorkyncha ( Tenia echinorinca ) D.-Ca. Corpore annuloso, postice retuso ,rostello filiformi echinato,articulisbrevissimis. Mem. su gli anim. s. vert. III 70,t. XXXV 13. --Duy. in Lam. Anim. s. vert. III 444. $ XLIX. EcurnorayrxcHts totari ( Echinorinco del totaro ) D.-Cx. Corpore luteo, lineari, cylindrico, subannuloso; proboscide setiformi rigida , collo inferne aculeis curvis muricato, postice incrassato. Mem. su gli anim. s. vert.,t. LXXI 12-13, ( L. Scorex 2batus ( Scoloce bilobato ) D.-Ca. Corpore tereti,antice lobis binis, medio cotylifero, postice rotundato. Mem. su gli anim. s. vert. IV 60, t. LV 9. ( LI. DisornriorayNcuts totari ( Dibotriorinco del todare ) D.-Ca. Capite bothriis muricatis, Mem. su gli anim. s. vert. IV 201, t. LV 16. $ LII. Moxosroma Thethydis ( Monostomo teticolo ) D.-Cx. Corpore lutescente, lineari-depresso, 2 ) M. totari ( M. totaricolo ) D.- Ca, Corpore Iuteo-carneolo,lineari, conico-elongato, annuloso, posterius attenuato, Mem. su gli anim.s.vert.IV 152, t. LV 14; XCII 3. 3 ) M. sepiolae ( M. della seppietta ) D.-Cx. Corpore luteolo-ovato, antice filiformi, rigido, acuto. 127 Mem. su gli anim. s. vert., t. LXXI 16. A ) M. octopodis ( M. del polpo ) D.- Ca. Corpore clavato, antice filiformi. Mem. su gli anim. s. vert. IV 200, t. LV 8. G LIMI. Disroma carenariae ( Distomo della carinaria ) D.-Ca. Corporeluteolo,hyalino,cylindrico,capiteclavato;poro ventrali infundibuliformi. Mem. su gli anim. s. vert., t. LXXV 5? 2 ) D. octopodis ( d. del polpo ) D. -Cu. Corpore ovato, luteolo punctato. Mem. su gli anim. s. vert. IV 61, t. LV 20. 3 ) D. totari.(d. del todaro ) D.-Cx. Corpore carneolo, clavaeformi, poris proboscideis. Mem, su gli anim. s. vert,, t. LXXI 14, $ LIV. Cysricercnus sepiolaé ( Cisticerco della seppietta ) D.-Ca Corpore ovali inflato aggregato, rostello elongato, tereti-muricato. Mem. su gli anim. s. vert., IV 61, t. LV 5. 6 LV. Porrsroma loliginis ( Polistomo loliggineo ) D.-Cx. Corpore luteolo, lanceolato-depresso, antice discoideo,cotylis sex pedunculatis, Mem. su gli anim. s. vert., t. XCII 2. 6 LVI. Ampuysrowma loliginis ( Anfistomo lolligineo ) D.-Ca. Corpore flavo, cylindrico-elongato, rostello ore 4cotyli, cauda extenuata. Mem. su gli anim. s. vert., t. XCII 4-5. Vitam degunt memorata entozooa intra ac extra corpus horum animalium, III. ZOOPHYTA. BAILLILIBALLILITIBBLBDIDBDBBBDILITTIABBTIBBLBTIUBLLLTBILTILIULTIBBLLTILLULTBLA BIL ILITLA DI BIL TILIIAIIIIL00L0006 1. ECHINODERMATA HOLOTHURIEA. (I. Curropora ( Carronora ) Escg. Corpus vermiforme, cylindricum, crassum, papillis vel pedibus tubulosis ca- rens; fentacula apice digitata. C. Chia (c. di Delle-Chiaie ) Gav. Corpore luteo-fusco, per longum Svittato, scabriusculo; 12 tentaculis 4dactylis, 128 Echinod.41.—Fistularia reciprocans Forsx.Fna. aeg. 121, t.XXXVIII A.-Muxt.Zool.dan. I 109, t. XXXI 1-7; Prodr.2811.--Holothuria inhaerens Lin.Syst.nat.cur.Gm.VI3141, n. 14.--Brue.Enc. meth.,t. LXKXXVII 1-4.--DeLLe CH. Mem. su gli anim. s. vert. III 69, t. VII 4. ——f Destoxe. Enc. meth. sup. JI 459, n. 6.-- Cuv. Reg. anim. IMI 240.--Grav. Terg. 108.- BLamv. Dict. des sc.- nat. XXI 317 ; Actin. 195. --C. inhaerens EscH. Zool. atl. — Pentacta inhaerens JaeG. De Holoth. 13, n. if. -- Dactylota inhaerens Bran. Prod. descr, anim. a Merts. obs. in Mem. s.-Petersb.-- Dus. in Lam. Anim.s.vert. HI 444, n. 6.--Synapta inhaerens Wiee'in AgAS.Prod.des Echinod., n. 1. GI. Horormuria ( OLorurIA ) Mur. Corpus cylindraceum subcartilaginosum, papillis supra conicis, subtus tubu- losis; tentacula ad os peltata; porus genitalis in dorso ad oris vicinia; anus postice. 1) H. tubulosa (0. tubolosa ) Liv. Corpore dorso luteo-fusco, papillis albicantibus conicis ac tubulosis in ventre albo nigro-maculato cylindricis; tentaculis 20 incisis. H. tremula Syst. nat. 1090, n. 3; cur. Gw. VI 3138,n.3.--Moloturii 1 species Roxp.Zooph.125.— Genitale ALDR.Zooph.509.--EpipetrumGesn.De a- quat.IV Paral.27.—-G.marinum Bet. Aquat. 441. --PLanc.Conch.min.not. 108, t. VIII AB.—Men- ‘ula marina Vanp. Diss. 89, t. II 1-3.--Holothu- rius Rondeletu Jonsr. Exs. 56, t. XIV 1.—-Hydra Bonap. Anim. mar. 75, t. VI, VII 1-5.--SoLAND. et ELL. Coral., t. VINI 45.—Bruc. Enc. meth., t. LXXXVI 32.--DesLoxc. Enc. meth. sup. Il 400, 2) H. Forskahl (0. n. 2.--Trep. Anat. der Ror.-Holoth. 1, t. I 1-3. -—-DeLLe Cu. Mem. su gli anim. s. vert. 1220, t. VIN 1.—Cuv. Reg. anim. III 239.--Grav. Terg. 105.—JaeEG. De Holoth. 20.--Brarny.Actin.192, t.XII.--Telenota tubulosa Baan.Prod. descr. anim. 1. c.--Fistularia tubulosa Duy. in LAM. Anim. s. vert. MI 447, n. 2.--Gro. Echinod. 35. a)H. Columnae D.-Ct. Mem. su gli anim.s. vert. I 110. — H. tota fusca Boran. Anim. mar. 75. Fer. Bull. des sc. nat. XIV 270. Forskliana ) D.-Cr. Corpore viridi-fusco coerulescente, papillis dorsalibus conicis apice albo, ven- tralibus cylindricis confertisque; tentaculis viginti, pelta 3chotomo-pinnatifida. Sunto di mem.18,n.1;Mem.su gli anim.s. vert. Ili,n. 5. — Fistularia non descripta Forsx. Fna. aeg. 12, t. XXIX A.--Sav.Echinod. d'Eg.,t. VIII 2-42--Aup.Descr.de l'Eg.XXII 17,n.2-4.--FER. Bull. des sc.nat. XIV 270.—-BLa1inv.Actin. 192. -- Duys. in Lam. Anim. s. vert. III 454. 3 ) H. Poli (0. Poliana ) D.-Cu. Corpore castaneo, papillis tubulosis extremitate alba, dorsalibus conicis raris incurvis; tentaculis viginti laciniatis. Sunto di Mem. 19, n. 4; Mem. su gli anim. s. vert. 1 412,t. VI 1.--Fer. Bull. des sc. nat. XIV 270.--BLAaInv. Actin. 192.--Duy.in Lam. Anim. s. vert. III 454. 4 ) H. Sanctori ( 0. Santoriana ) D.-Cx. Corpore castaneo fusco, papillis supra conicis, maioribus tantum albis, subtus tubulosis confertissimis; tentaculis 20, pelta 4lobo-multifida. Sunto di mem.19, n.5; Mem.su gli an. s.vert.I 112, t. VI 2.—-Fen. Bull. des sc. nat.XIV 270. — BLamv.Actin.192.—-AGAs. Prod. des Echin. 5.— Duy. in Lam. An.s. vert.IH 454.--Gru.Echin. 34. 129 R. Aldrovandi (r. Aldrovandiano, cappello marino ) Cor. Corpore coerulescente, roseolo-hyalino, disco hemisphaerico tenuissime papil- loso, margine cyaneo crenulato, hac illac bifidoque; pedunculo cylindrico brevi , Spartito, brachiis cylindroideis apice 3gono pertusis; aperturis respiratoriis semilu- natis, margine incrassatis. Journ.de phys. XLIX 436; Bull. des sc. II 69; Reg.anim.III 278.—-Pulmo marinus MATTH.Com. in Dioscor. I 278.-- Potta marina ALpr.Zooph.IV 575, t. XVII 18.--Urtica soluta Gesn.De Aquat. IV 1040.-- Reaum. Mem. del’Acad. 1710, p.478, t. XI 27-28.— Halipleumon Macrì Oss. sul polm. mar. 1788; Att. della R. Acad. II 50, t.1 1.--Me- dusa pulmo Lin. Syst. nat. cur. Gm. VI 3155, n. 17; m.octopus 3157,n.27.—M.undulata Pen.Brit. zool.IV 58.-- Bort. nat. hist. Corn. 258, t.XXV 15.--Lesu. Voy. t.XIV.-- R.undulata FLEM. Brit. anim. 502, n. 68.--R. Cuvieri Per. Ann. du Mus. XIV 362; EysenH. Nov. act. Acad. nat. cur. X 377, t. XXXIV.— DeLrLe CA. Mem. su gli anim. s. vert. I 80, t. LXKXIV 10.--BLarnv.Actin 297.-- EscH.Acal. 45, n. 1.—Guer.Icon. XV 1.—Cephea rhizostoma Dos. in Lam. Anim. s. vert. IIT 183, n. 6; c. Aldrovandi, n. 7. (II. Cassiopea ( Cassiopea ) Lam. Corpus gelatinosum, orbiculare-depressum, subtus pedunculo centrali nullo , brachiis 2partitis; aperturae quatuor respiratorio-ovariae. C. Borbonica ( c. Borbonica ) D.-Cu. ‘Corpore viridescente-coeruleo, hemisphaerico, margine attenuato crenalato ; subtus tubero 8brachiato, brachiis 2partitis, margine fimbriatis; capitulis peduncu- latis, minimis albis, majoribus violaceis, zona albicante ac stoma centrali praeditis; aperturis respiratoriis lunulatis. Mem. su gli anim. s. vert.183, t. III-IV. -- FeR. Bull. des sc. nat. VY 377.--Cuv. Reg. anim. III 279,— Rhizostoma Borbonica EscH. Acal. 54, n. 12.-- OgEx Isis 1834.-- BLAINv. Actin. 292,-- Guer. Icon. XV 2.-—- Dus. in Lam. Anim. s. vert. II 174, n. } 6; 185, n. | 4. SII. Avrezra ( AvreLIa ) Lam. Corpus gelatinosum, orbiculare, margine cirrosum; subtus 4brachiatum; ora quatuor, totidemque aperturae respiratorio-ovariae. A. aurita (a. orecchiuta ) Lam. Corpore coeruleo , hemisphaerico , limbo lobato tenuiter cirroso; brachiis canaliculatis, marginibus membranaceo-ciliatis, promontorio centrali 4angulari ; oribus quatuor semilunato-operculatis, aperturis respiratoriis circularibus. Anim. s. vert. par Dus, III 175, n. 3; 176, n. 6; cephea polychroma 182, n. 2. -- Urtica sexta Ronp..De Pisc. XVII 384. - ALpr. Zooph. IV 574.-- Medusa aurita? MAcR1 Oss. sul polm. mar. 19; m. tuberculata 20.--M. aurita Lin. Fna. svec. 1 1287; Syst. nat. cur. Gm, VI 3153, n. 5; m. tyrrhena, n. 18; m. tuberculata, n. 19. -- Murt. Zool. dan. II, t. LXXVI-VII; Prodr. 2820. — Fagn. Fna. Groenl. 363, n. 356. -—- M. cruciata Basr. Op. subs. I 123, t. XIV 3.-- Bruco. Ene., meth.,t. XCIV 1-3.--Garp, Med. 12,t. I.-- BAER in Meck. Arch. VIII 369, t. IV. — A. rosea PER. 5 aa 130 Ann. du Mus. XIV 358; a. amaranthea 359; a. tu= berculata 361.-- DesonG. Enc.meth. sup. II 133, n. 3.-- Cyanea aurita Cuv. Reg. anim. III 277.—- Cephea tuberculata Esc. Acal.56, n. 2; 62, n. 1; 65, n. 7.-- BLarnv. Actin. 203, 293, 296.--EHR. Mem. de l’Acad. de Berl. 1836. — Strobila SARSs in Mutt. Arch. 1837, p. 192; Ann. des sc. nat., 92. ser. XVI 321, t. XVI 49-61. — Duys. in Lam. Anim. s. vert. III 175, n. 3.-- Epw. Reg. anim., Zooph. XI, t. XLVII 1. G IV. Peracra ( Peracia ) Esc. Corpus gelatinosum, hemisphaericum, margine $Stentaculatum; os inferum , brachiis 4, totidlemque aperturis respiratorio-ovariis cireumdatum. P. panopyra ( p. panopira ) Esca. Corpore roseo-violaceo, papillis ovalibus rubro- punctatis inaequalibus sparso, disco hemisphaerico, margine extenuato, obsolete denticulato, tentaculis octo longis muricatis praedito; brachiis interne canaliculatis, aperturis respiratoriis semiluna - to-marginatis. Acal. 73, n.1, t. VI 1; p. cyanella 74, n. 2, t. VI 2.--Medusa pelagica LoerF.It.105.—Lin.Syst. nat. 1098; cur. Gm. VI 3154, n. 10. -- Sw. Act. Stock. 1787, t. V.--M.panopyra Per.Voy. t.LX12; m.cyanella Ann.duMus. XIV 349.—M.pelagia Bosc Hist. des vers II 140, t. XVII 5.-- DesLone. Enc. meth. sup.II 218, n.12, 15.--DeLLE Cu. Mem. su gli anim. s. vert.IV 207, t. LXVI 1.--Cov. Reg. anim.III 276.-- BLAINv. Actin. 302;p. cyanella, t. XXXVI.-LEs. Cent. zool., t. LXII.--P. noctiluca CHÙam.Voy. pitt.I 3, t.II.— P.panopyra, denticu- lata Bran. Mem. sur les Med.46, 147, t.XIV 1,2. —Dianea panopyra, cyanella Du. in Lam. Anim. s. vert. III 156, n. 12, 14.— M. Stentaculata Macrì Att. della R. Accad.V.-— GueR. Icon. XIV 1.-- Epw. Reg. anim., Zooph. VIII, t. XLIII, XLIV. GV. ZEovorea ( Equorea ) Lau. Corpus gelatinosum, orbiculare margine ciliato, brachiis nullis; os inferum, centrale, tubulosum. 1) E. Forskahliana ( e. Forskahliana ) Lam. Corpore coeruleo, disco hemisphaerico-depresso, crasso, margine attenuato , velato; subtus lamellis 3gonis radiato-cirrosis, ore laciniato. Anim. s. vert. par Dos. III 136, n.6.-- Medusa aequorea Fossk. Fna. aeg. 110,t. LXXXII,—FaB. Fna. groenl. 364, n.357.—BasT. Op. subs. II 55, t.V 2, 3.—Lin. Syst. nat. cur. Gw. VI 3153, n.4. -- M. patina Mop. Act. Stock. 1790. — Bruca. Enc. meth., t. XCV 3.— E. Forskalea Per. Ann. du Mus. XIV 336; et Lesu. Voy.t. VIII 2.-- De- sLonG. Enc. meth. sup. II 270, n.5. — Cuv. Reg. anim. II 276. — XE. Forskalia EscH. Acal. 109, n. 1.--BLAINv. Actin. 277. — E. violacea Epw. Ann. des sc. nat., 2. ser. XVI 195, t. I 1; Reg. anim., Zooph. X, t. XLII 1. 2 ) ZE. Rissoi (e. Rissoana ) Per. Corpore coerulescente-hyalino, disco circulari complanato, margine membra- naceo-cirroso, ore fimbriato. Ann. du Mus. XIV 338; et Lesv. Voy. t. XIII 1-2.--DesLone. Enc. meth. sup. II 372, n. 14.— EscH. Acal. 111, n. 10.--DeLLE CH. Mem. su gli anim. s. vert., t.LXXIII 1-2; Anat. comp. 1112, 131 t.18.- Dus. in LAM. Anim. s. vert. III 139, n. 15. G VI. OcranIA ( OceANIA ) Pir. Corpus orbiculare, margine interno cirratum; os inferum, centrale, tubulosum. 1) O. phosphorica (0. fosforica ) Per. Corpore coerulescente, disco hemisphaerico, margine membranaceo-diaphano, interne tentaculis fusiformibus spiraliter lineolatis tribus aliis ovatis alternantibus, roseis vel coeruleis; tubulo orali 9dentato, longoque. Ann. du Mus.XIV 344.— Spatt. Viag. alle Sic. EscH. Acal. 97, n. 1.-— BLAINv. Actin. 282, t. 111 37.-- DesLonG. Enc. meth. sup. Il 246, n.4.—- XXXIII 3.—Dus. in LAM. An.s. vert. III 154, n.4. 2) O. marsupialis (0. marsupiale, mozzica-cazzilli ) Esc. Corpore luteo-coerulescente, disco hemisphaerico-oblongo marsupiiforme , margine tentaculis quatuor longis extenuatis; tubulo orali 4lobo. Acal. 101, n. 12.— Urtica soluta PLANcH. De conch. min. not. 41,t. IV 5.--Medusa marsupia- lis Lin. Syst. nat. cur. Gx. VI 3154, n. 8. -- Mop. Act. Stock. 1790. — Bru. Enc. meth., t. XCII 9. -- Carybdea marsupialis Per. Ann. du ( VII. Drawara Mus. XIV 333, n.2; et Lesu. Voy. t. V 8.— Des- Lon. Enc. meth. sup.II 163, n.2.—Epw. Ann. des sc. nat. XXVIII 248, t. VI 12 ; Reg. anim., Zooph. IV, t. LV 1.--BLAIsv. Actin. 275, 660. -- Dos. in Lam. Anim. s. vert. II 131, n. 2. ( DianEA ) Lam. Corpus globosum, gelatinoso-compactum, margine cirrosum, subtus longe pe- dunculatum; os tubuloso-lobulatum, terminale. 1 ) D. proboscidalis ( d. proboscidea ) Lam. Corpore roseolo-hyalino,disco hemisphaerico, margine extenuato 6lobato-cir- roso, pedunculo conico elongato; tubulo orali 6lobulato. Anim. s. vert. par Dos. III 154, n. 3. — Me- dusa proboscidalis Forsk.Fna.arab.108, t.XXXVI 1.--Lin. Syst. nat. cur. Gm. VI 3158, n. 34. — Bruc. Enc. meth., t. XCII 2, — Geryonia hexa- p'ylla PéR. Ann. du Mus. XIV 329; et Lesu. Voy. t. IV 4-5.—DesLonG. Enc. meth. sup.Il 246, n. 3.-EscH. Acal. 88, n.5. — DeLLe CH. Mem. su gli anim. s. vert.,t.LXXIII 9.--BLArmv.Act.288. --Bran.Veb. schirmq.153, t.XVII.--Guer. Icon. XVI 2.--Epw. Reg. anim. Zooph. I, t. LXXII 3. 2) D. Lucullana ( d. Lucullea ) D.-Cx. Corpore coeruleo, disco-convexo conoideo, margine attenuato cirris longis aequidistantibus, brevissimis alternantibus; pedunculo brevi, tubulo orali pentago- no, laciniato-crispo. Mem. su gli anim. s.vert., t.LXXIV 1.—MART. Mem. de s. Petersb. VI 341. $ VII. Carzirzor ( CALMROE ) Pin. Corpus campanulatum, hyalinum, gelatinosum, margine tenuiter cirrosum; os inferum, tubulosum, 4lobo-laciniatum. 132 C. Basteriana ( c» Basteriana ) Per, Corpore coeruleo, disci limbo dupliciter cirroso, serie extima longiore; orali tubulo lutescente, 4partito, laciniato. Ann. du Mus. XIV 342. — Medusa Basr. Op. subs. II 35, t. V 2-3. -- M. marginata Mop. Act. Stock. 1790. -- Brue. Enc. meth., t. XCIV 4,5.-DesLono. Enc. meth. sup. Il 164, n. 2.— EscH. Acal. 101, n. 2.—-Cuv. Reg. anim. III 278. -—DeLLe Cu. Mem. su gli anim. s. vert., t.LXXI 1-9.—BLAmnv. Actin. 294, t. XXXY 2. — Dos. in Lam. Anim. s. vert. II 145, n. 2. In mari nostro Medusae verno praesertim tempore habitant; marginem discì , et brachia alternatim extendendo ac contrahendo progredientes. V. AKALEPHA VELELLIDA. VereLLa ( VELELLA ) Lam. Corpus liberum, cartilagineo-membranosum, ellipticum; os tubulosum, supe- rum, concavum, tentaculis circumdatum; lamina cartilaginea interna. V. limbosa ( v. lembosa ) Lam. Corpore coeruleo, tubulo orali conoideo,tentaculis externis attenuatis multise- riatis, reliquis tubulosis luteis apice pertuso; laminis cartilagineis, triangulari striola- ta infera, superae spongiosae ellipticae sulcatae centroque umbilicato oblique nexa . Anim. s.vert.par Duy.IH 99, n.2-3, n. | 2-9.-- Vela marina Imp. Stor. nat.912 ic.--Urtica mari- na soluta CoLum.Aquat. obs. XXII, ic. 1-2.—-Me- dusa Galera Loerr. It. 104. -- Phyllidoce Brow. Jam. 387,t.XLXIII 1.--Macri Oss.sul polm.mar. 46. -- Holothuria spirans Forsk. Fna. aeg. 104, t. XXVI k.--Mi velella Lin. Syst. nat. cur. Gu. VI 3155, n.12; 3143, n.23.—Brua.Enc.meth., t.XCII 1,29.-V. mutica, tentaculata Bosc Hist. des vers II 158, t.XTX 3, 4.—-V.scaphidia Per. Voy.,t.XXX 6.--DesLone.Enc. meth. sup.II 768, 1-3.--DeLLE CH. Mem. su gli anim. s. vert. HI 240. -- Fer. Bull. des sc. nat. XII 373.--Cuv.Reg. anim. III 284. — V. oblonga, sinistra, lata Cnam. Nov. act. Acad. nat. cur. X 364, t.XXXII 1-3.-- V. spirans, septentrionalis, caurica, indica, tropica, pacifica Esca. Acal. 171, t. XV 1-5.; Voy. de Corzs. Il 200. -- V. marginata? Q-GArm. Voy. de l’ Astrol. 586, t.LXXXVI9.-- BLaInv. Actin. 301.-- Les. Voy. 52, t. VI 1,2.-- Guer. Icon. XVIII 3. Autumnali tempestate saepe observatur, oleoque frixa gratissima. VI. AKALEPHA BEROIDO-CESTICA. (I. Beror ( Beroì ) Law. Corpus ovato-oblongum, liberum, gelatinosum, hyalinum, postice attenuatum, intropressum; apertura antica 2labiata;costae longitudinales ciliatae, aequidistantes. B. ovatus ( b. ovato, palloncello ) Lar. Corpore roseo, ovale-cylindraceo, Scostato; apertura marginata, postice vix 2lobata. Anim. s. vert. par Duy. III 51,n. 2; d. cylindri- cus 50, n. 1.--B. novemceostatus 37, n, 5;b. pilevs 52, n. 9.--Forsx. Fna. aeg. 111, n. 29.--Medu= sa beroe Lin. Syst. nat. X 660; volvox MI 1324, ni. 1; v. dicaudatus 1325, n. 2; M.infundibuliîh, m. pilews cùr. GM. 3152, n. 13, 14.—MuLt. Zool. dan. prodr. 2816-17.—-Gron. Act. helv. IV 36, t.IV 1-5, V381.—BasT.Op. subs. I 124, t.XIV 6; m. ovata III 123, t. XIV 5. -- Brow. Jam. 384, t. XLIII 2. — Mart. Spitzb. t. p, f. gh. — Mop, Act. Stock. 1790. — Siap. Phys. belust. 47, t. XI 1;'2.-- Scoress. Ecoc. Reg. I 549, t.XVI 4? B. ovatus, pileus, hexagonus, 1 novemcostatusBrue. Enc. meth. VII 169, t. XC 14. —B. macrostomus Per. Voy. I,t XXXI 1.— Destono. Enc. meth. sup. IT 140, n 1-3,—Cham. Nov. act. ‘Acad. nat: cur. X 360, t. XXX 3; È. capensis 361, XXX £ AB; b. punctata 361 XXXI 1 ABC; bd. constricta G HI. Carcranira 133 361 XXXI 2.— Detre Ca. Mem. su gli anim. s. vert.ITI 59, t. LII 1; IV 31.—B. pileus, elongatus Ris. Prod. de l'Eur. mer. V 303, n.1,2.—-B. glo- bosus Cuv. Reg. anim. III 280.—-B. ovata, capen- sis, punctata, Medea constricta Esca. Acal. 37,38, t.III 1-6. — B. ovatus, macrostomus BLAINv. Dict. des sc. nat. XXXIX 116; Actin. 144, 145, 149, t. VII 1,--B. macrostomus Les. Voy.,t. XV 9; cy- dippe pileus Ann. des se. nat., 2, ser. V 256; Idya Delle Chiaij Ann. cit..V 256,257.— Eur. Akal. 1838, t. Vil. Idya Mertensiana Mem. de s. Pet. II. —Guen. Tcon. XVII 2.-B. Forskahlianus Epw. Ann. des sc. nat., 2. ser. XVI 207, t.V 1,VI ft; Reg. anim., Zooph. XI, t.LVI 1.—-Cav.Tab. ined. (CartianIra ) Per. Corpus liberum, gelatinosum, hyalinum, ‘cylindraceum, lateribus alatum; os antice, anus postice. C. diploptera (c. bialata ) Per. Corpore coeruleo-irideo; discis natatoriis hinc inde binis ellipticis cifiatis, ore infundibuliformi. Sophia diploptera Msc.; Anù. du Mus. XV 65, t. II 16.— Destonc. Enc. meth. sup. Il 163, n. DeLLE CH. Mem.su glî anim.s.vert., t.CVI 15.-- Blamv. Actin. 151.-Dus. in Eam. Anim. s.vert. 2.--Escu. Acal. 28.--Cuv. Reg-anim. III 282.— III 41, n. 2. 6 IL. Arcrvor ( Atcinoi ) Rure. Corpus gelatinosum, ‘hyalinum, cylindricum; «disci natatiles Taterales; costae 8 longitudinales, ciliatae; os anticum, brachiis 4 cinctum; anus oppositus. A. papillosa (a. papillosa ) D.- Ca. Corpore coeruleo-coruscante, oblongo-subtetragono, 8costato, papillis tubu- losis sparso; ore infundibuliforme, fimbriato-plicato; cirris 4gonis, saepius convolu- tis; discis ad latera binis, ellipticis. Mem.su gli an.s.vert.IV 30, t. LI 1.—BLainv. Actin.643.--Dvr.in Lam. An. s.vert.III 46, n. 2. IV. Cesrum ( Cesto, cinta ) Lesu: Corpus taeniaeforme, liberum, gelatinosum, elongatum; costae Slaterales, ci- liatae, marginales, coruscantesve; os superum, anus inferus. C. Veneris ( c. di Venere, Zecarella ) Lesv. -Corpore coeraleo-hyalino,extremitatibus semicirculari,superficiebus linea me- diana ancipiti longitudinali; ore, anoque infundibuliformibus. 5 be 134 Nouv. bull. des sc. III 69, t. V 1.--Cuv. Reg. anim. II 283. —— DesLone. Enc. meth. sup. II 192.-- Ris. Prod. de l Eur. mer. V_303.—DEL- VII. LBsCH. Mem. su gli anim. s. vert. IV 31, t. LIL 9.-- BLarnv. Actin. 156, t. VII 1.--GueR. Icon. XVIII 1.—CAv. Tab. ined. AKALEPITA PIYSALIA. GI. Pursazra ( Fisae ) Lam. Corpus natatile, ovale, lateribus depressum, subtus ascidiorum recemis pendalis. Ph. cymbiformis ( f. navicella ) D.-Ca. Corpore coeruleo-hyalino, gelatinoso-compacto, 3gono, inverse naviculari , dorso 3carinato; antice vesica hydrostatica maiore, reliquis minimis, aeque ac asci- diis, pedunculis elongatis racemiferis insertis. Mem. su gli anim. s. vert., t. LXX 1. (II. Paysopzora ( Fissorora ) Lin. Corpus liberum, verticale vel horizontale; vesicae natatiles superne confertae, inferius haud secus ac ascidia centrali stipiti elongato rare adnexa. 1) Ph. hydrostatica ( f. idrostatica ) Lin. Corpore conoideo, basi truncato; vesiculis pedunculatis lunatis medio ancipi- tibus, apertura terminali circulari; filamentis ascidiferis fasciculatis. Syst. nat. cur. Gm. VI 3159, n. 1. — ForsK. Fna. aeg. 119, t. XXXIII E e 1, 2. — Mon: Act. Stock.1789.—-Bruc. Enc.meth.,t.LXXXIX7-9,— Decre CH. Mem, su gli anim. s. vert.IV 29, t. L 4.--Cov.Reg.anim.III 287.—-DEsLone. Enc. meth. sup. II 622, n. 1. — Ris. Prod. de l’Eur. mer. V 305.—Esca. Acal. 145, — BLAInv. Actin. 115, 636. - Duy. in Lam. Anim. s. vert. III 81, n. 1. 2) Ph. rosacea ( {. rosacea ? ) Forsx. Corpore ovali, vesiculis superis 3lobis apertura mediana confertis, tubulo cen- trali extremitate argentea coronato;racemis elongatis pluribus, ac vesiculis renifor- mibus compositis, Fna. aeg. 120, t. XLII 23. -- Lin. Syst. nat. cur. Gm. VI 3159, n, 2.—Mop. Act. Stock. 1789. --Bruc. Enc.meth.,t.LXXXIX 10-11.—-DESsLONG. Enc. meth. sup, II 670, n. 2.—DeLLE CH. Mem. su gli anim. s. vert., t. LXX 2. -- Athorybia rosa- cea EscH. Acal. 154. -- Cuv. Reg. anim. III 287. —Ph. disticha Les. in GuE&a. Icon. XIX 2.-- Rho- dophysa rosacea BLainv. Actin. 123. — Rhizo- physa rosacea Dos. in Lam. Anim. s. vert. III 82, n.2. I (II. SrepzanomIA ( STEFANOMIA ) Per. Corpus cylindraceum, vermiforme; vesiculae aeriferae cartilaginosae axi cen- trali adhaerentes, posterius elongato ascidiis racemisque oviferis praedito, ac serta- ceam funem foliosam aemulante. 1) S. ophiura ( s. ofiura, ghirlanda ) D.-Ca. Corpore ovali anterius strobuliformi, vesiculis apertura circulari,rhomboideo- - 135 falcatis imbricatis, posterius acinaciformibus, ascidiis eotumque ovariis fimbriatis pedicellis comuni stipiti spirali adnatis. Mem. su gli anim. s. vert. IV 30, t.L7.— Physsophora ophiura Barv. Actin. 637. 2) S. uvaria ( s. uva ) Lesu. Corpore coeruleo, mutico, stipite centrali pervio; vesiculis supremis trigonis, inferis ovalibus, ascidiis ovalibus basi filamentis simplicibus vel racemosis. Voy. t. III 1. — Apolemia uvaria Esca. 143, t. XIII 2.—BLaINv. Actin 110, t. III 1.—Dus. in Lam. Anim. s. vert. III 25, n. 2.— $. contorta, prolifera Ebw. Ann. des sc. nat., 2. ser. XVI 217, t. VII-X; Reg. anim., Zooph. X., t. LIX 1. SIV. Rarzorarsa ( Rizorisa ) Lan. » Corpus liberum, vesicula hydrostatica terminali maxima reliquis minimis, haud secus ac ascidiis axi centrali connexis. 1) R. filiformis (r. filiforme, Coronella ) Per. Vesicula terminali ovali, apertura labiato-marginata; minoribus axi luteolo, ascidiis oppositis 1lateralibus. Voy. t. XXIX 3.—Physophora filiformis FoRsK. Fna. aeg. 120, t. XXXIII F.--Lrn. Syst. nat. cur. Gm. VI 3159, n. 3. — Bruc. Enc. meth., t. LXXXIX 12.—-Mop. Act. Stock. 1789.— R. pla- nestoma PER. et Lesu. Voy.,t. XXIX 3.—DeL- ce CH. Mem. su gli anim. s. vert. IV 30, t. L. 3.-— Cuv. Reg. anim. II 287. -- DesLona. Enc. meth. sup. Il 670, n. 1. Ris. Prod. de l’ Eur. mer. V 305. — Epibulia filiformis EscH. Acal. 148. — R. filiformis Bcarnv. Actin. 118, 636, t. II 1. -- Dus. in LAM. Anim. s. vert. III 82, n. l. ( V. Hrrpopoprus ( Irropono ) Q.-Garn. Corpus ovatum, segmentis discoideis compactis imbricatum, inferne cirrosum. 1) H. luteus (i. giallo, unghia di cavallo ) Q.- Garm. Corpore luteo, discis cartilagineis semilunatis margine externo oblique exte- muatis, instar brizae glumarum imbricatis; inferne cirris elongatis, fasciculatisve. Ann. des sc. nat. X4 A; Stephanomia hippo- INI 287.— DeLre CA. Mem. su gli anim. s. vert. poda Q.-GArm. Voy.de l’Astrol. 67, t. II 13-24. -- Cav. Tab. ined. optima.— Gleba Bruce. Enc. meth., t. LXXXIX 5-6.--G.exrcisa OTTO Nov. act. Acad. nat. cur. XII, t. XLII 3.--Cuv. Reg. anim* II 65, t.XLVII 8-9; IV 6, t.L 1-2.-- Protomedea lutea BLAINv. Actin. 121, 638, t. IL 4.— GueR. Tcon. XIX 4.+-Duy. in LAM. Arim, s. vert. III 77, n.gle G VI. Doziorum ( BorticELLA ) Orro. Corpus hyalinum, tubulosum, gelatinosum, compactum, extremitatibus retusum. 1) D. mediterraneum ( d. mediterraneo ) Orro. Corpore coniforme, exterius glabro. Nov. act. Academ. nat. cur. XI 2, t. XLII 4.— DELLE CE. Mem. su gli anim. s. vert. II 66?, t. LXXVI 5.--Cuv. Reg. an. TI 282.--Branv.Act. 142,616, t.VI 10.--Dus.in Lam. An.s.vert BI 75. 136 2) D. papillosum ( b. papillosa ) D.-Cir. Corpore conico, tuberculis sparso. Mem. su gli anim. s. vert., t. LXXVI 6. 3 ) D. sulcatum (b. sulcosa } D.-Ca. Corpore externe sygmoideo-sulcato, marginibus subundulatis. Mem. su gli anim. s. vert., t. LKXVI 7. Statis annis, vernalique tempore Acalepha descripta apud nos gregatim veniunt. VIII. POLYPA ACTINICA. GI. Zoanraus ( Zosnto) Curi Corpus conicum, radicatum; os Centrale, tentaculis cireumdatum: 1) Z. lobatus ( z. lobato,) D.-Ca.. o Corpore luteolo, carnoso, terete, sulcato, disco-orali; lobulato. Z. Ellisii Mem.su gli anim. s. vert. III 99, t.. XXXVI 1-2,--Brarnv.;Actin..668.- 2) Z. arenaceus ( z. arenoso ) D.-Cx. Corpore fuseo, coriaceo-arenoso, .turbinato; ore tentaculis,seriatis: cincto . Mem. su gli anim. s. vert., t. LXXX 11-12. GI. Cerrantaus ( Cerianto ) D.-CH. Corpus eonico-cylindraceum, in tubulo coriaceo liberum; apertura infundibu» liformi tentaculis apice pertusis, marginalibus centrali serie maioribus; postice ex tenuatum, ac foratum. 1 ) C. cornucopia ( c. cornocopia.) D.-Ca. Corpore violaceo-fusco, maximo; tentaculis longis 3seriatis acque ac brevibus, coeruleo-viridescentibus; posterius foro terminali amplo. Mem. su gli anim. s. vert. , t. LXXXII 16, CIII 8. 2) C. Brerae (c. Brerano ) D.-C#. Corpore medio,luteolo, longitudinaliter fusco-fasciato; tentaculis longis albo- maculatis; foro minimo. Mem. su gli anim. s. vert., t. CIII.2-1; Anat. cur. Gm.,.VI.3836, m 24. — 7. solitaria RAPP comp. I 142, t. Il 6.—-Sparr. Mem. della Soc. ital. Nov. act. Acad. nat, cur. XIV 645, t. XXXVIII HI 627. — Tubularia membranacea Lin. Syst. nat. 2; Polyp. 48. 3) C. actimoideus ( c. attinoide ) D.-Cx. Corpore luteo-fusco,turbinato, minimo; apersura tentaculis pluribus cincta;po- stice fovea ac poro centrali praedito. (II. Acrivra ( AttINIA, Ardichella ) Lrw. Corpus conicum, liberum; os tentaculis foratis circumdatum. s 3 137 1) A. crassicornis ( a. crassicorno, a. capelluta ) Liv. Corpore viridi-fusco, flaccido, vix elevato, tessellatoque; tentaculis elongatis, apice rubro incrassatis. Priapus senilis Fna.Svec. 2103; A.senilis Syst. nat.II 1088 ; cur.Gw. VI 3132, n. 2. — BELL. Aquat.342.—-Urtica explicata Gesn. De Aquat. V 1037.--U.rubra ALpr.Zooph.568.—-Jonsr. Exs., t. XVIII 2.--Mut. Zool. dan. 177; prodr. 2792. --BasT.Op.subs. III 120, t. XIII 1.-- Dico. Trans. phil, LXII, t. XVI 10, XVII 11.--StRorm. Fund. 1 204.-- Gunn. Act. Stock. 1767, t. IV 4, 5. —- Fagr. It. norw. 261.--A, felina Bru. Enc. meth. VII 10, t. LXXII 7.—-Macrì Att. della R. Accad. Il 67, t.II 1-2: an a. plumosa? Murr.--Cuv. Reg. anim. II 261.--BLarnv. Actin. 326. -- Isacmaea crassicornis Enr. Corall. der Rothenm. 41. -- A. rubra GhAv. Terg. 123.--Duys. in Lam. Anim. s. vert. III 407,n. 2.— A. gemmacea lonnsr. Brit. zooph. ODE 2 ) A. pedunculata (a. pedicellata ) GaerT. Corpore viridi, flavescente, rubris tuberculis apice pertusis per series longitu- dinaliter dispositis; tentaculis plurimis brevibus, rufis vel fuscis. Hydra calycifora Trans. phil. 1761, 14 AB.-- H. verrucosa Pen. Brit. zool. IV 49, n. 38. — A. glndulosa Brue. Enc. meth.VII 15, t.LXX 4.— A.coriacea Spr. Ann. du Mus. XIII, t.XXXII 1.-- Cuv.Reg.anim. III 292.--OrTo Act.Acad.nat.cur. XI 293. --DeLLe Ca. Mem, su gli anim. s. vert. II 44, t.XVI 10.--A.pedunculata et glandulosa BLa- Iinv.Actin. 326.-RAPP Polyp.und die Act.51, n. 4,5, t.I 3-4.--Grav. Terg.135.—Cribrina glandu- losa EnRr. Corall. d. Rothenm.41.--Duy. in LAM, Anim. s. vert.III 426, n.10.--A. rhododactylos, bi- maculata Gru. Actin.4,t.I 1 iun.; a. rubri-puncta- ta 4, 14.—-FLEM. Brit.anim. 498.--TewpL. Mag. nat. hist.IX 303.--TonnsT. Brit.zooph.202, n. 2. 3 ) A. effoeta (a. effeta, a. torza ) Lin. Corpore castaneo longitudinaliter albo-vittato, urticante,subcompacto, conico- elongato; tentaculis brevibus lutescentibus, vittis fuscis communitis. Syst. nat. cur. Gm. XI 3133, n. 5.--U. Stttardi Gesw. Aquat.IV 1011.--Ivp.Tav. del Mus.--Bas. Op. subs. J 122, t. XIV 2.--Bive.Enc.meth., VII 11, t.LXXIV 1.--DeLte Cu. Mem. su gli anim.s. vert .1I1 242, t. XVI 12, A. hyalina 243; III 73, t. XXXV 24 pulla.—Ris.Prod. de l’Eur.mer.IV 285, n.47?--Fer.Bull.des sc.nat. XVII 472.-- A. bruna Cuv. Reg. anim. III 292.-- Grav. Terg. 136. -- Cribrina effoeta EnR.Corall.d. Rothenm.41.--Dus. in Lam. Anim, s, vert. IN 408, n.7.--Gro.Act.i2. 4) A. Rondeleti ( a. Rondeletiana ) D.-Cx, Corpore albo rubro-fusco, vel luteo per longum fasciato, elevato, compacto, ur- ticante;tentaculis pluribus luteo-roseis; basi tuberculis pertusis, duplici serie. Mem. su gli anim. s. vert.IIl 72, t. XXXV 18 : an praecedentis varietas? -- Urtica Rox. De Pisc. XVII 531. — Gesn. Aquat. IV 1039, ic. 3. — Imp. Tav. del Mus. sinist. -- Rappr Polyp. und d.Actin. 54, t. II 2.--BLAINv. Actin. 326. 5 ) A. carciniopados (a. carciniopado ) Orro. Corpore submucilaginoso roseo-albescente, maculis rubris tessellato, superiori margine denticulato,basi expansa trochis vel naticis adnata; tentaculis roseis Aseriatis. Nov. act. Acad» nat. cur. XI 2, t. XL*--Medu- sa palliata Fapr. It. norw. 327. — A. maculata Apavs Lin. Trans, V 8.--Bonap. Avim. mar. 136, t. XI 1.— DeLLe Ca. Mem. su gli anim. s. vert. Il 242, t. LXXV 23.--A. picta Ris. Prod.de l'Eur. mer. V 286.— BraInv. Actin. 328, -—- A. effoeta 5cc 138 Terr. Brit. fna. 131.-- RAPP Polyp. und.d.Act, 58, n. 17.--Grav. Terg. 133.--A. parasita Due. Ann. des se. nat. VI 93, t. VI 1.-- Crbrina pal- liata Er. Corall. d. Rothenm. 41.-- A, parasita Dov. in Lam. Anim, s.vert. III 426, n. -9.-- Gru. Actin. 13.--Jonxsr. Brit. zooph. 218, n. 32. 6 ) A. aurantiaca (a. aranciata ) D.-Ca. Corpore longitudinalibusvittisalbis,aurantiacisalternantibus,cylindraceo eleva- to;tentaculis laete-virentibusmultiseriatis,apice aeque ac tuberculis sparsis rubro. Mem. su gli anim. s. vert. II 438, t. XXIX 25; HI 73, t. CHI 6.-- Dos. in Lam. Anim. sans vert. II419, n. 44.-- Gru, Actin. 5, t. 15, 7)A. Cari (a. di Carus) D.- Ca. Corpore subcompacto castaneo,zonis fuscis concentricis parallelis, haud secus ac tentaculis brevibus, 3seriatis, subulatisque; tuberculis albis pedunculatis intra di- sci superioris marginem, Mem.su gli anim.s.vert. II 243, t. XVII 1.--A. Actin. 326.--A. adspersa Grav.Terg. 127, n. 3.-- concentrica Ris. Prod. de l'Eur. mer. IV 285, n. 5Î.--Fen. Burt. desse. nat. XVH 472.--Brarnv. Dus. in Lam.Anim, s. vert, Ill 419, n. 45.=GRU, Actin. 10, 8 ) A, rubra (a. rossa ) Brvc. Corpore rubro-corallino, basi coeruleo; tentaculis longis acuminatis, Sseriatis, tuberculis albis pedunculatis cinctis. Enc. meth. VII 13, t. LXXI 6-9. ---Urtica rue bra Ronn. Pe Pisc, 550. — U. purpurea GESsN. Aquat. IV 1039,—Priapus ruber Forsk. Fna.aeg. 101, t. XXVII. — Zethys mentula Lin. Mus. Ap.Frip.193; A. equina Syst.nat. XII 1088, n.1; A. rufa cur. Gm. VI 3131, n. 1, -—- Mutt. Zool. dan. I 76, t. XXIII 1-5; prodr.2797.--Basr. Op* subs.II 120, t. XIII 2?--Hydra mesembrianthemum GaerT.Trans.phil. LIT.—-A.anemone, hemisphaeri- ca Pen. Brit. zool. IX 106, 104.--A. mesembrian- themum EtL. et Sor, in Tovrt. Brit. fna. 131.— DeLLe Ca. Mem. sugli anim.s. vert. IT 252, t.XVIE 1.—Fer. Ball. des se. nat. XII 472.— A. corallina Ris. Prod. del Eur, mer. V 285. -—-RapP Polyp. und. d. Act, 52, t. M 1.— A. pourpre Cuv. Reg. anim. III 292.—Bcarnv. Actin.326.— A. maculata ApAwms Linn.trans.Y 8,-GRAv. Terg. 119, n. 2.-- --A.zonata RatH.Fna,d. Erym.140.—Grv.Actin. 10.—Guer. Icon. XX 1. -- Duy. in LAM. Anim. s. vert. III 406, n. 1. — A. margaritifera TeMPL. Mag. nat. Hist. IX 304, f. 50. -- Ionnsr. Trans. n. soc. II 243; Brit. zooph. 211, vig. 31. 9) A. elongata (a. allungata ) D.-Cx. Corpore rubro-fusco, valde longo, punctato; tentaculis brevibus 3scriatis, basi vix ampla, Mem. su gli anim. s. vert. 1830, t. LXXX 19: huc, an ad sequentem speciem pertinet?--Gven, moschata ( REIN. )rhododactyla BLAIsv. Actin. 318 Actin. 11, 10) A. bellis (a. bellide ) Soz. et Ezx. Corpore luteolo, papillis pertusis transverse Gseriatis, basi angustato, fasciis longitudinalibus, intra binas maximas tribus minoribus; tentacalis Gseriatis, varie gato-zonatis fuscis. Corall.2, n.2.--Hydra calyciflora GxERT. Trans, phil. 1761, t.16 ABC.-- A. pedunculata PEN. Brit:zool. IV 49, n. 37. -—-BauG. Enc. meth. VII 14, t. LXI 4,-.Cuv. Reg. anim. IMI 293. -- RaPe Polyp. und d. Act. 50, t.11, 2.-- DELLE CH. . ‘Mem. sugli anim. s. vert., t. CVIT 1.— Gray. Terg. 130. Actinocereus pedunculatus BLAINV. 139 Actin. 327.=Cribrina bellis Em. Corall. d. Rot- henm. 41.-Duy. in LAM. Anim. s. vert. III411, n. 18.--Gru. Actin. 12. 11) A. diaphana (a. traslucida ) Rarp. Corpore pallide-roseo, tereti, elongato, transverse-striato, hinc inde pertuso, vittis albis longitudinalibus minimis; tentaculis longis, 3seriatis. Polyp. und d. Act. 57.—A.nudata? Mart. Voy. a Ven. II 525.—-Cribrina diaphana Duy. in Lam. Anim. s. vert. III 426, n. 8. (IV. Carvorarizra ( Gariorira ) Lim. Polyparium lapideum,radicatum, simplex vel ramis turbinatis, longitudinaliter striatis, cellula terminali lamelloso-stellata pro aclinia praeditum. 1) C. calycularis ( g. calicetto ) Lam. Corpore actiniae rubro-luteo , cylindraceo, ore centrali tentaculis marginato: calyculis lapideis a crusta surrectis, 6gonis, centrali promontorio poroso. ‘Astrea calycularis Anim.s.vert. II 348,n.2;Enc, meth. 169.--Brow.Jam. 392, n.2.—Pxxr.Elench. z00ph.318, n. 186.—-Medrepora calycularis SPALL. Mem. della Soe. Ital. I.+Cav.Polyp.mar. 248, t. Ill 1-5; m. denudata 57, tt. 6-8.--Lin. Syst.nat. cur.GmM.VI 3768,n. 7.--Pori Test. utr. Sic. 1123, t.XX}II3.--Rapp Polyp.39.-Cavolinià rosea Scuw. Beobach. 40.— Cladocorà calycularis Saw. Hand. 417.-- Dee CH. Mem. su gli anim. s. vert. IL h4k, t. XVIII 7. — Fer. Bull. des sc. nat. XII 472.--DrsLoNg-Enc. meth. sup. II 109, n. 11.— Guy. Reg. Anim. TI 313.--BLammv. Actin. 367. --Astreoides luteus Q.-GaAIm; Ann, des sc, nat. X 187,t.IX1-6.B; Voy.del'Astrol.IV200,t.XV16,23. 2) C. ramea ( g. ramosa ) Lam. Actiniis luteis: ramis teretibus 2partitis, striatis, cellula apicali promontorio centrali lamellis radiatis e comuni basi obortis. Anim. s. vert. par Epw. II 354, n, il. — Porus matronalis Imp. Ist. nat. 651. — P. ma- gnus Bava. Hist. pl. Til 807; Pin. 367.--MorIs. Hist, pl. II 656, t. X 1.--Shtaw. Afr.app. 48, n.36, t.XXXVI.--Berx.Mus.,t.XXV.—Coralloides Los. Hist. 651.--Perrv. Gazoph.,t. LXXVI , n. 7.--Anthophllum saxeum Ruwpr. Amb. VI 245, i. LXXXVII 4.— Acrophora alba Torrus. Hist. nat.,t. X 13. — Caryophyllus marinus PLANCH. Conch. min.not.,t.X 13.--D' Aus.Ic.misc.XLVII, --Madrepora ramosa Gin.Adr.I 8, t. XI 5.—Dox. Adr. 50, t.VII; Trans. phil. XLVII 105, t. IV.--M. Imperati Woxm.Mus.233.--M.maxima TouRNEF. Inst. bot. 573,t. CCCXL.--Patrt. Elench. Zooph. 302,n.176.--Bow.Mus.Kirk.CCLV 6.--Knorr Del. nat. I,t.A VII 2.--MuLt. Zool.dan. prodr. 3042.-- Lin.Fna.svec.2216 Syst.nat.cur.Gm.VI 3777, n. 93.--SoLanp. et Ell. Corall.,t. XXXVIII.— Esp. Zooph.I,t.IX etX 10 A.—Pot1 Test.utr.Sic.I1 191, t.XXX15.-C.arborea Lamx.Exp.meth.des Polyp. 50, t. XXXVIII; Enc. meth.175.--Lithodendrum ràmeum Scuw. Handb. 416.--Cuv. Reg. III 313. --DeLLe CH. Mem. su gli anim. s. vert. IV 206, t. LXV 5,6.—-Dendrophyllia ramea BLArNv.Actin. 354, t. LIII 2. — Oculina ramea Eur. Corall. d. Rothenm. 80. 3) C. fascicularis (.g. fascetto) D.-Ca. Actinia etentaculata, ore finctere praedito : cono lapideo externe lamellis fle- 140 xuosis radiato, fasciis tuberculatis. Mem. su gli anim. s. vert. IV 207, t. LXVI 7, cur. Gm. VI 770, n. 69, et Lam.Anim.s. vert.par 14-16: dubitanter c. fusciculari Lin. Syst. nat. Epw. II 349, n.4, retuli speciem hanc. Zoanthi, cerianthi, acliniae, caryophylliae ubique occurrunt in mari nostro. IX. POLYPI MYDRACI. GI. Osetra ( OseLIA ) Lamx. Polyparium lapideum, incrustans, punctis, tubulisque compositum; disco he- misphaerico foris sparso. O. radiata ( o. raggiante ) Q.-Garm. Disco orbiculari convexiusculo, foris confertis; tubulis conicis, apice grosse denticulatis, sparsis. Q.-Garm.Voy.de l'Uran., t.LXXXIX 12.--DeL- 11.--BLAInv. Actin. 422.-Epw. in Lam. Anim. LE CH. Mem.su gli anim. s.vert.IV 207, t. LXVI s. vert. II 241. (II. Tusuripora ( Tusorirora ) Lavx. Polyparium lapideum, parasiticum, incrustans, tubulisque praeditum. 1) 7. annularis ( t. anellosa ) Part. Crusta lapidescente expansa; tubulis elongatis cylindraceis, transverse rugosis, confertisque. Eschara annularis Elench. zooph. 48, n. 13.-- 1.-- BLAINv. Dict. des sc. nat.LVI 34.--Epw. in De MottL.Monogr. 36, t. I 4.--Lamx. Polyp. co- Lam.Anim.s. vert. II 245, n. 7; Ann.des sc. nat. rall. 229, t. VII 4.-- Tubularia dnnulata Dee XII 332. Cu.Mem. su gli anim. s.vert. III 117, t.XXXVII 2) T. fimbria (6. fimbriata ) Lam. Crusta lineari, subrepente, apice erecta; tubulis elongatis distinctis, unica su- perficie longitudinaliter dispositis. Anim. s. vert. par Epw. II 243 n. 2; 7. fim- ryî? Aup. Descr. de l'Eg. XXIII 60.--Destong. briata Ann. des sc. nat. VIII 330, t. XIV 2.-- Enc. meth. suppl. II 759, n. 2.— DELLE CH. Cellepora ràmulosa Mutt. Zool. dan. prodr. 3049. Mem. su gli anim. s. vert.,t. LXVII 20.—-BLAnv. --Lin. Syst. nat. cur. Gm. VI 3791, n. 1.--Esp.I, Dict. des sc. nat. LVI 33 ; tubularia fim'riatà? t. V.--Sav. Polyp. d'Eg. VI 4.— Proboscina Bo- Actin. 425. 3) 7. ramea (1. ramosa ) D.-Cu. Stipite ramuloso, fistuloso, circularibus foris sparso, ramulis tribus, basi sub- retortis coalitisve, tubulosis, alternis distichisque. Cellaria ramea Mem. su gli anim. s. vert. III Coral. 31, t. XVI A (exc. syn. ). 46, t. XLVII 31, 33.-= Zubularia ramosa? ELL. 141 4) T. foraminulata (t. pertugiata ) Lam. Lamina discoidea, incrustante, ramoso-reticulata, lamellis obliquis; pagina in- feriore ancipite, superna poris medianis, lateribus tubulosa. Anim. s. vert. par Epw. II 243, n. 4; Ann. des sc. nat. VIII 332.—Destona. Enc. meth. sup. II 756, n. 4.--BLAunv. Dict. des sc. nat. LVI 33, ( IN. Corwurarra ( CornoLaria ) Lam. È t. XL 3; Actin. 425, t. LXTI 3 a: spectatne po- tius ad speciem praecedentem ? Polyparium tubulosum: polypî $Stentaculati. C. rugosa (c. rugosa ) Lamx. Tubulis luteis, iufundibuliformibus e stipite radicanti surrectis : polypo tenta- culis pinnatifidis. Polyp. corall. 229, t. VII 5; Exp. des polyp. 17, t.LXXVIII 4; Enc.meth.219.--7ubularia cor- nucopia Part. Elench. zooph. 80, n. 37.-- Cav. Polip. mar. 250, t. IX 11-12.-- Esp. Supp., t. XXXVII 3. -- ScHw. Hand. d. nat. 425. -- Cuv. Reg. anim. IIl 300. --Destonc. Enc. meth. sup. II 219.— DeLre Cu. Mem. su gli anim. s. vert. IN 117, t. XXXVII 4-5.-- Rapp Polyp. 36. -- BLarnv. Actin. 499, t. LXXII 4.-- Eow. in Law. Anim. s. vert. II 129, n. 1.--IoHnsT. Brit. zooph. 192, v. 27. G IV. Tusurarra ( Tusoraria ) Lx. Polyparium basi fixum, tubulosum, corneum, simplex vel ramosum: polypi ore centrali, tentaculis biseriatis circumdato. T. indivisa (1. indivisa ) Lam. Tubulis aggregatis,simplicibus,basi extenuato-implexis, transverse-rugosis; po- lypis roseis, corpore turbinato, tentaculis marginalibus longis,tubulum oralem am- bientibus, minimis. Anim. s. vert. par Epw. II 124, n. 1; ft. La- ryne, n. 2.--Fucus vermiculatus Bosc Mus.258, t. VI 5.--RaI Syn. 31, n. 4.—Juss.Mem. del’Acad. des sc. 1742, t. X 2.—-Basr. Op. subs. I 28, t. II 3, 4;1IT2-4.--SorAnp. et ELL. Corall.31, n. 1,2; Trans.phil. XEVHI, t. XVII D? C; Corall. 45, t. XVI d.--SeBa Thes. HI, t. CVI 7.--PaLt..Elench. zooph. 81 , n. 38-39.— Mutt. Zool. dan prodr. 3068.-- Lin. Syst. nat. cur. Gm. VI 3830, n.1; t. muscoides, n. 5.--Esp. Zooph., t. X 1-3; t. IV 1, 2. — Bosc Hist. des vers III 77-78, t. XXVIII 5. -- Lamx. Polyp. corall. 229, n. 368-69; Exp. meth. des polyp. 17.—-Destona. Enc. meth. sup. IT 757, n. 3-5. -- Cuv. Reg. anim. III 299. — FLem.Brit. zooph.512, 552.--BLAInv.Actin.470; Dict. des sc. nat.LVI 28, 29.--List. Trans. phil. 1834, t. VIIM A. -- Egr. Corall. d. Rothenm. 74; eudendrium bryoides 71. -- Jonsst. Brit. zooph. 113, t. III 1, 2; £. laryna 115, t. II 3, IV 3-5. f V. Frusrra ( FLustra ) Lin. Polyparium submembranaceum , flexile , lapidescens vel frondescens, radica- 5 dd 142 ; tum; cellulae una vel utraque superficie dispositae,ore terminali: polyp? Stentaculati. F. pyriformis (f. pereforme ) Lamx. Fronde laminosa lutea, rameo-sinuosa, cellulis rhombeis medio gibbis, aper- tura circulari: polypis tentaculis elongatis, capillaribus. Polyp. corall. 103, t.14; Enc. meth. 409.— 11, 13.-- BraInv. Actin, 451.-- Epw. in Lsm. Destonc. Enc. meth. sup. II 409, n.20.--Det- Anim. s. vert. Il 221, n. 36. LE Cu. Mem. su gli anim. s. vert., t. CVII 4, 5, ( VI. Paerusa ( Ferusa ) Lanx. Polypariumlaminosum coriaceum,una superficie tubulosum:polyp: ut in flustris. Ph. tubulosa ( f. tubolosa ) LAnx. Stipite frondescente, succineo imbuto colore, ramis planulato-ovatis; tubulis inclinatis, apertura rugosa. Polyp. corall. 119, n. 23, t.II 1; Expos. meth. CH. Mem. su gli anim. s. vert. IN 117,t. XXXVI des polyp. 3, t. LXIV 12, 14.-- Sor. et Et. 2,3. --Cuv. Reg. anim, IN 304.—-BLArnv. Actin. Zooph. 17, n. 11.--Esp.Zooph., t. IX 1-2.-- Cav. 453, t. LXXX 1. — Epw. in Lam. Anim.s. vert, Polip. mar.247, t.IX 10.--OLIv.Zool. adr., t.VIMI IH 241, + Jonnst. Brit. zooph. 271. 1-4.--DesLong. Enc. meth. sup. IL 616.--DELLE ( VII. Zoosorarroy ( Zoosorrio ) Ear. Polyparium phytoideum, hyalinum, gelatinosum, rameum, radicansque: poly- pi ovales, ore Stentaculato. Z. verticillatum (2. vertecillato ) D.-Cu. Stipite coerulescente, albo-punctato, tereti, marginibus ancipite, stolonifero; 3chotomo, articulis angustato;ramis verticillatis,clavaeformibus: polypis ovatis, ten- taculis filiformibus longis, proboscide muricata. Mem. su gli anim. s. vert. III 203, t. XLVII Voy.del'Astrol.952, t.XXVI 1-7.--BLaInv. Actin. 1,2.--Lanuta Imp, Stor. nat.735.—Z. pellucidum 493, t. LXXXI 6,—Epw. in Lam. Anim. s. vert, En. Symb. phys., t.II[ 10.--Dedalaca mauritiana I 172, Q=Gam. Voy. de l Uran. IV 290, t. XXVI 1,2; Frequentissime in neapolitanis eryptis, scopulisque obviam veniunt, x. POLYPI SERTULARICI, GI. CAMPANULARIA ( CAMPANOLARIA ) Lam, Polyparium phytoideum, filiforme, repens, corneum, surculis tubulosis , sim- plicibus vel ramosis; calyces campanulati, margine dentati; pedunculi elongati , contortique elevati, 143 1) C. dichotoma ( c. dicotoma ) Law. Stirpe filiformi,simplici vel dichotoma; pedunculis annulosis, calyce campanu- lato; vesieulis axillaribus obovatis. Anim. s. vert. par Epw. II 133, n. &. — Ma- drepora plataeformis LoeFFL. Act. Stock. 1752, t. III 5,10. — EL. Corall. 37, t. XII ac AC, t. XXXVII ABC. -- Sertularia longissima PALL. Elench. zooph.119,n.69.--MucL.Zool.dan.III 61, t: CXVII 1,4.--S. dichotoma Cav. Polip. mar. IIL 194, t. VII 5-7. -- Lin. Syst. nat. cur. Gw. VI -3855, n. 22.— Bosc Hist. des vers 99, t. XIX 3. =Laomedea dichotoma Lamx. Polpy. corall. 207, n. 349.—Ris. Prod. de l’Eur. mer. V 309, 314 —DrsLonc. Enc. meth. sup. II 482, n. 5.—-Cov. Reg. anim. IN 300. -- DetLe CA. Mem. su gli anim.s, vert. IV 147, t. LXIII 7.--Mey. Nov. act. Acad. nat. cur. V 17 et 193, t. XXX.--BLAINV. Actin. 374.-- Lisr. Trans. phil. 1834, t. IX-X. --Monopyxis geniculata Erg. Corall. d. Rothenm. 73.--GranT Outl. of comp. anat. 10, f. 5. -- JounsT. Brit. zooph. 150, t. XXII 1,2. 2) C. Caulini (c. Cavoliniana ) Epw. Stirpe simplici, elongato, flexuoso, pone ramos annuloso, subdichotomo; caly- ce campanulato, margine integro; vesiculis ovatis, axillaribus, collo retuso. Lam. Anim. s. vert. JI 133, n. | 5.-- Sertula- ria geniculata CAv. Polip. mar. 205, t. VIII 1,4. --DeLLe Ca. Mem. su gli anim. s. vert. IV 143, t. LXIV 22, 24, 28. (syn. excl.). 3) C. racemosa (c. grappolosa ) Enw. Stirpe ramoso, lutescente-fusco, pedunculis elongatis, calycibus campanulatis, margine dentato; vesiculis racemosis, ramis subarcuatis. Lam. Anim. s. vert. II 134, n. | 8. — Sertula- ria racemosa Cav. Polip. mar. II 160, t. VI 1.— Lin. Syst, nat. cur. Gm. VI 3854, n. 63. —- Bosc Hist. des vers III 98. --Lamx. Polyp. corall. 195, n. 329.-- DesLong. Enc. meth. sup. II 683, n. 23.--Cuv. Reg. anim. III 301.--DetLe CH. Mem. su gli anim. s. vert. IV 142, t. LXlI[4, 26.- BLa!nv. Act.480,--Eudendrium racemosum Enn. Corall. d. Rothenm. 72: Mihi videtur huc perti- nere tubulariam ramosam SoLanp. uti ex icon. LXXX 3 BLarnv. Actin.470 VI 1-2, ac JOHNST - Brit. zooph. 116 clarissime apparet. GII. Searuzaria ( SertoLara ) Lin. Polyparium phytoideum, corneum, surculis tubulosis, lateribus dentatim cel- luliferis; cellulae calyciformes, distinctae, dentatim prominulae; vesiculae gemmi- ferae, calycibus maiores. 1 ) S. parasitica ( s. parassita ) Far. Denticulis verticillatis, turbinato-ciliatis. Fna. groenl. 447, n. 461. -- Cav. Polip. mar. III 181, t. VI 8-13.—-Lin. cur. Gm. Syst. nat. VI 3860, n. 37. -- DeLLE CH. Mem. su gli anim. s. vert. IV 148, t. LXIV 17. 2) S. misenensis ( misenese ) Car. Ramosissima, dichotoma; denticulis alternis tenuissimis divaricatis, vesiculis ovalibus, pedunculatis, axillaribus. Polip. mar.III 187, t. VII 1,2.--Liw. Syst. nat. cur. Gm. VI 3854, n. 62. -- Bosc Hist. des vers III 98.- Lawx. Polyp. corall. 194, n. 327, — DrsLong. Enc. meth. sup. II 683, n, 21, = Dette CH. Mem. su gli anim. s. vert, IV 142, t. LXII 5. 144 3 ) S. polyzonias (s. polizonata ) Er. Stirpe sparse ramoso, denticulis ovatis alternis; ovariis obvatis, transverse rugosis. Corall. , t. Il a4, XXXVHI AI. -- Cav. Polip. mar. 224, t. VIII 12, 13, 14.-- Cuv. Reg. anim. III 301.-- DeLLe Ca. Mem. su gli anim. s. vert. IV 142, t.LXIII 9.--Epw.in Lam.Anim. s. vert. II 152, n. 7 (excl. synon. ad s. Ellisii ciusdem pertinentibus ). 4 ) S. pumila ( s. piccina ) Liv. Surculis numerosis, tenellis, simplicibus, ramosisque; denticulis oppositis, mu- cronatis, recurvis; vesiculis ovatis. Syst.nat.cur.Gm. 1844, n.2.--Corallina pumila Rai Syn. 37, n. 19-20, t. II 1.--Morris. Plant. hist.III 650, t.IX 2.--Reaum.Mem. de l’Acad. des sc. 1711, t. II 4 M.—-Part. Elench. zooph. 130, n..79.--Etr. Trans. phil. XLVII, t. XXIII 6; LVII, t. XIX 11; Corall. V 8 Aa. --Sepa Thes. HI, t. C 1.--Esp.Zooph.sup. II, t. X.—-Cav. Polip. mar. 210,t. VII 8-10.--Dynamena pumila Lamx. Polyp. corall. 179; Enc. meth. 290.-- DeLLE CH. Mem. su gli anim. s. vert. IV 128, t. LXII 10 . --Cuv. Reg.anim. II 301.--BLarnv.Actin.484,- Lisr. Trans. phil. 1831, t. VIN 3. —FcEM. Brit. anim. 544. -- Jounsr. Brit. zooph. 125, t. IX 3, 4, -—-Epw. in Law. Anim. s. vert. Il 145, n. 14. 5) S. pinnata (s. pennata ) Soravp. et Err. Surculis simplicibus, pinnis alternis, subincurvatis, denticulis obsoletis remo- tissimis secundis; ovariis oblongo-tubulosis, axillaribus. Zooph. 46.-- Ra1 Syn. 39, t. II 2.--ELL. Co- rall. 19, t. XI aA.-- Cav. Polip. mar. III 228.—- S. setacea Part. Elench. zooph. 148.— Lin. Syst. nat. cur. Gm. VI 3856, n. 24. -- Bosc Hist. des vers III 118.—Aglaophenia pinnata Lamx. Polyp. corall. 172; Enc. meth. 19.—Sav. Polyp. d'Eg., t. XIV.-- Aup. Desc. de l' Eg. XXITI 78. — Ris. Prod. de l Eur.mer.V 313,—-DesLong.Enc. meth. supp. Il 19, n. 18.— DetLe CH. Anim. s. vert. IV 144,n. 8.-- Plumularia pinnata Actin. 477.-- Epw. in Lam. Anim. s. vert. I! 161, n. 12. -- JonnsT. Brit. zooph. 145, t. XVII 4, 5. G IMI. AxreNNULARIA ( ANTENNOLARIA ) Lau. Polyparium phytoideum, corneum, surculis tubulosis simplicibus aut ramosis articulatis, ramusculis piliformibus circumvallatis dentibus prominulis, secundis, calyciformibus et polypiferis. 1) A. antennina (a. antennina ) Frem. Surculis subsimplicibus verticillatis, setulis denticulis secundis, calyciformi- bus; ovariis axillaribus pedunculatis, oblique retusis. Brit. anim. 544 et var. 1, 2.--ELL. Corall. 15, t.IX ab ABC; Phil.Trans.XLVITI 630, t. XXI 43; et Soanp. Corall. 45, n. 14.-Rar Syn. III 34, n. 10.-—-Periv. Plant. ital., t. II 10.--Boc. Mus. 528, t.VI 2.--PLugN. Phyt., t.XLVIII 6.--Grn. Op. 16,t. XI 25.--Sertularia antennina Lis. Syst. nat. cur. Gw. VI 3850, n. 14.--Parr. Elench. zooph. 146.--Esp. zooph., t. XXIII 1-4.--Nemertesia an- tennina LAMx. Polyp. corall. 163, n. 271 ; Exp. meth. des polyp. 10.--A. indivisa Scaw. Handb. 42:--DesLone. Enc. meth. sup. II 266, n. 1.-- Cuv. Reg. anim. III 301.-- DeLLe Cu. Mem. su gli anim.s.vert.IV 144,n. 7.--BLArnv.Actin.486, t. LXXXII 3.--Jonnst Brit. zooph. 139, t. XVI. -- A. indivisa Epw. in Lam. Anim. s. vert. 1I 156, n. 1. 145 GIV. Proworarra ( Proworaria ) Lar. Polyparium phytoideum, corneum, surculis simplicibus vel ramosis, ramulis ealyciferis; calyces prominuli, secundi, dentiformes, subaxillares. 1 ) P. myriophyllum ( p. miriofillo ) Lax. Stirpe flavicante, 2partita, tenuissime striata, basi bulbosa radicifera; rachi- de alterne pinnata, pinnulis ilateralibus, calyculis procumbentibus, basi 1squamo- sis, margine subintegro. Anim. s. vert. par Epw. II 159, n. 1.— BAR. Ic. plant. 1292, f. 2. -- Moris. Hist. plant. III 650.-- Z4nIc. Monogr. ven. 171%.--MyriophyUlum pelagicum Gin. Adriat., t. XI124.— Anisocalycum Don. Adr. 24.-- PrTIv. Plat. ital.,t. II 11.—ELL. Corall. 14, t. VII a A.—-PaLr. Elench. zooph.153, n.96.—Sertularia myriophyllum Lin. Syst.nat. cur. Gm. VI 3849, n. 10.—Cav.Polip. mar. III 231. PoL1 Test. utr. Sic.I 35, t. VI 16. -- Aglaophenia myriopylium Lamx.Polyp.corall.166.—-Sav.Polyp. d’Egyp., t.XIV 42-Avup. Descr.de V'Eg.XXIII 78. —DrsLong. Enc. meth. sup. Il 17, n. 9. —Cuv. Reg. anim. III 301. -- Dette Cu. Mem. su gli anim.s.vert.IV 145,t.LXII2,13.—Branv.Actin. 4T7.--FLEM. Brit. anim. 547. JonssT. Brit. zooph. 148, t. XIX 4, 5. 2 ) P. pluma ( p. piuma ) Few. Denticulis secundis, imbricatis, campanulatis; ovariis gibbis cristatis, surculis pinnatis, lanceolatis, alternis. Brit. anim. 546. -- Pinnaria Imperati Boc. Mus. 257, t. VI 6. -- Merc. Metall. VI 129. -- Sertularia pluma Lin. Fna. svec. 2245; Syst. nat. cur. Gm. VI 3850, n. 12.-Ett. Corall. 13, t. VII bB; et SoLanp Corall. 43, n. 12.-- PaLr. Elench. zooph. 149, n. 93.--Esp. Sup. II, t. VIT.—Coral- lina falciformis Sega Mus. IT, t. CI 1.— Cav. Po- lip. mar. 210, t. VII 5, 6.--Bosc Hist. des vers UH, t. XXIX 1.--Aglaophenin pluma Lamx. Polyp. corall. 169; Exp. meth.des polyp. 11; Enc. meth. 17.--BerT. Amoen. ital. III 107, n. 2.--DESLONG. Enc. meth. sup. Il 17, n. 11.--Cuv. Reg. anim. III 301.-DerLe Ca. Mem. su gli anim. s. vert. IV 145, t. LXXII 1, 2.— Ris. Prod. de l’Eur. mer. V 313.—Lisr. Trans. phil.1834,t. VII 2.-- BLaInv. Actin. 477.--P. cristata Epw. in Lam. Anim.s. vert. II 161, n.4.--Jonnsr. Brit.zooph. 113, t. XIX 1-3, XX 1. 3 ) P. secundaria ( secondaria ) Cav. Stirpe minimo, sulphureo, incurvo; cellulis campanulatis, ovariis axillaribus. Polip. mar. TII 226, t. VIII 15, 16.-- Lin. Syst. naf. cur. Gm. VI 3854, n.61.--Aglaophenia secundaria Lamx. Polyp. corall. 291; Enc. meth. 9.--Desronc. Enc. meth. sup. HI 19, n. 19. — DerLe CH. Mem. su gli anim. s. vert. IV 146, t. LXIII 8. -- BraIinv. Actin. 477. -- Epw. in Lam. Anim. s. vert. II 168, n. 27. f V. Pewnarta ( Pennara ) Gorp. Polyparium phytoideum, corneum; surculi tubulosi graciles, simplices vel ra- mosi, ramulis calyciferis instructis; calyces prominuli, secundi, dentiformes, sub- axillares. P. Caulini ( p. Cavoliniana ) Eur. Denticulis secundis, ‘stirpe contorta, 2pinnata. 146 Corall. d. Rothenm.50, 70.--Sertularia pennata su glianim.s, vert. IV 145 (syn.exc.),t, LXIKI Av.Polip,mar.1II 134,t.V 1-6.--DeLLE Ca.Mem, 3. =-EDpw. in LAM. Anim. s. vert. Il 161. G VI. SERIALARIA ( SERIALARIA ) L4m. Polyparium phytoideum, corneum, surculis gracilibus, fistulosis, ramosis, ca» )yciferis; calyces eylindracei, prominuli, paralleli, seriatim cohaerentes, in massas distinctas vel in spiram dispositi, S. lendigera ( s. lendinosa ) Lax. Stirpe articulato subdichotomo,implexo; denticulis cylindricis secundis paral- lelis, ad genicula minoribus, Anim. s. vert. par Epw. II 169, n, 1.-- RAI Syn. 38, n. 3.--ELL. Corall. 27, t. XV 8B; et So- LAND. Zooph. 52.— Part. Elench. zooph. 124, n. 73.-- Sertularia lendigera Cav. Polip. mar, HI 229, t. IX 1,2.--Lin. Syst. nat. cur, Gw, VI 3854, n. 20.--Bosc Hist. des vers III 117. -- Ris. Prod. de | Eur. mcr. Y 315,—Amathya lendigera Lamx, Polyp. corall. 159, n. 265 ; Expos, meth. des polyp. 10; Enc. meth. 43.--ScHw. Handb.d. nat, 426.--DerLe CA, Mem. su gli anim. s. vert. IV 146, t. LXHNI 6,16.-- DesLong. Enc. meth. sup. II 43, n. 1.-- Cuv. Reg. anim. NI 301, -- List. Trans. phil. 1834.--FLEM. Brit. anim. 547.--Jo- ENsr. Brit. zooph. 251, v. 40, $ VII. Cerzaria ( CelLagia ) Lam. Polyparium phytoideum, surculis ramosis, tubulosis, subarticulatis corneo» lapidescentibus; cel/ulae seriales, concatenatae vel adnatae, plus minusve incrusta» tae ad polyparii superficiem; vesiculae gemmiferae nullae. 1) C. ceroides (c. cereo ) Soranp. et Er. Stirpe radicifero, subprocumbente, cylindraceo, articulato, flavicante; geni- culis rachide coniunctis, cellulis elongato-adpressis, apice surrecto recurvo, apertu- ra circulari; polypis proboscide tentaculis filiformibus cincta. Corall. 25, t. V 6BCDE.— Cellularia opuntidi> des PatL. Elench. zooph. 61, n. 20. -- Sertularia cereoides Lin. Syst. nat. cur. Gm. VI 3862, n. 75; s. opuntivides 3863, n. 77. — Bruce. Ene. meth. VII 435, n. 3.--Lamx. Polyp. corall. 127, n, 237; Exp. meth.des polyp.5, t.V 6; Enc.meth. 178.--Ris. Prod. de l Eur. mer.V 317, n. 29.— Salicorniaria ceroîdes Cuv. Reg. anim. III 303,-- Desconc. Ene. meth. sup. II 178, n. 4.—DETLE CH. Mem. su gli anim. s. vert. II 45, t. XLVIII 83,85.—BLanv. Actin: 455, t. LXXV 7.--Epw. in Lam. Anim. s. vert. II 177, n.2. 2 ) C. salicornicides (c. salicornoidea ) Laxr. Stirpe albida, lapidescente, minuta, dichotomo-articulata; geniculis radicife- ris clavaeformibus; cellulis rhombeis, apertura circulari. Anim. s. vert. par Epw. II 176, n. 1.--Barr. Icon. 1273, n. 8.--BavH. Hist. pl. JI 811.--Boc. Mus. 250,--PerIv. Plant. ital., t. 11 9. -- C. far eimimodes Sor. et ELL. Corall. 26, t. XXIII. (.salicornia Patt. Elench. zooph. 72.-7Tubularia fistulosa Lix. Syst. nat. cur. Gm. VI 3831, n. 3.-- Brua. Enc.meth. VII 445, n.1.--Esp.Sup.I!, t.Il. --S. dichotoma Scuw. Hand. d. nat. 428.—Lamx. Polyp. corall. 127, n. 236.--Sav.Polyp. d'Eg., t. VI 7.-- Aup. Desc. de l' Eg. XXIII 61.-- DELLE CH. Mem. su gli anim. s. vert. IV 37, t. LITT 9, 6. --Salicorniaria salicornia Cuv. Reg. anim. II 303.--DesLon. Enc.meth.sup.II 178, n. 3.—-Faàr- 147 cimia fistulosà FLem. Brit. anim. 534.-—BLAnv. Actin. 455, t. LXXVII 1. 3)C. pumicosa (c. pumicosa ) Lrv. Stirpe lapideo, cylindraceo, dichotomo; cellulis ventricosis ovalibus, apertura terminali semilunata, basi denticulo praedita. Tubipora pumicosa Syst. nat. ed. X 789; cur. Gm. VI 3791, n. 3.--Porus eschara BorL.Cornov., t. XXIV 8.-Ert. Corall. 75, t. XXVII fF; 72, t. XX dD. -- Millepora pumicosa Part. Elench. zooph. 154, n. 157. -- PLANc. Conch. min. not., t. XXVII 1. -- MoLr. Zool. dan. prod. 253. — Tovrt. Brit. faun. 206.--Bosc Hist. des vers III 147, t. Il 3.--FLEM. Brit. anim. 532.-- LAMx. Polyp. corall. 91, n. 180; Enc. meth. 183, t. i CDLXXX 2.--TonnsT. Trans.new.Soc.II 267;Brit. zooph. 273, t. XXXII 1-3.--DeLLe CH. Mem. su gli anim: s. vert. IV 208, t. LXVII 1,2. --Cuv. Reg. anim. INT 304.--TempL. Mag. nat. hist. IX 469.--BLAInv.Actin. 443,—-Epw. in Lam. Anim. s. vert. II 256, n. 1. 4 ) C. plumosa ( c. fastigiata ) Law. Stirpe ramosissimo, cellulis 1lateralibus alternis, extrorsum acutis; ramis di- chotomis erectis, fastigiatis. Anim. s. vert. par Epw. 1 129, n. 21.— Rar Sw. 37, t. II 1.--Cellularia plumosa Patt. E- lench. zooph. 66, n. 24.—Cav.Polip. mar. HI 237, t. IX 3,4.-- Beuc. Enc. meth. VII 448, n. 7. — ELL. Corall., t. XVII.--Sertularia fastigiata Lin. Fna. svec. 2254; Syst. nat. cur. Gm. VI 3858, n. 32.— Fagr. Fna. groenl. 415, n. 458.--Bosc Hist. des vers II 131. — Crisia plumosa Lamx. Polyp. corall. 113, n. 255; Enc. meth. 226. -— DesLong. Enc. meth* sup. IT 226, n. 12. -- Cuv. Reg. anim. TII 302. -- DetLe CH. Mem. sugli anim. s. vert. IV 143, t. LXIV 10.—-C. fastigia- ta FLEM. Brit. anim. 539. -- TemPL. Mag. nat. hist. IX 468. -- Bicellaria fastigiata BLArsv. Actin. 459. -- Ionnsr. Brit. zooph. 294, t. XXXIX. 5 ) C. neritina (e. neritina ) Lay. Stirpe ferrugineo, ramoso, dichotomo; cellulis alternis lateralibus, extrorsum mucronatis; osculis margine subfuscis. Anim. s. vert. par Epw. II 190, n.22.--EtL. Corall. 35, t. XIX 7.--Trans.phil. XLVII 115, t. V aA; et SoLanp. Corall. 22, n. 2.--Cellularia.ne- ritinà PaLL. Elench. zooph. 67, n. 25. -- Brue. Enc. meth. VII 449, n. 8. -- Sertularia neritina Lin. Syst. nat. cur. Gu. VI 3859, n. 34.-- Esp. Zooph., t. XIII 1-3.—Bosc Hist. des vers III 131.-- Achamarchis neritina Lamx. Polyp. corall. 135, t.iIII 2; Exp. meth. des polyp. 6; Enc. meth. 2.-- Sav. Polyp.d'Eg., t. XI 1.—-Aup. Descr. de l'Eg. XXIII 69.-- FLem. Prit. anim. 539.--Ris. Prod.de l'Eur. mer. V 318.—-Drstone. Enc. meth. sup. II 2, n. 1.--Cuv. Reg. anim. IMI 302.— DeLLE CH. Mem. su gli anim. s. vert. IV 147, t. LXIV 26.— BLaInv.Actin. 459, t. LXXVII3.--Jonnst. Brit. zooph. 293, n. 1. 6) C. Caulini ( c. Cavoliniana ) Epw. Stirpe tubulis seriatis, subclavatis, apertura laterali. Anguinaria Caulini Anim. s. vert. Il 195—Ser- 11.--DerLe Ca. Mem. su gli anim. s. vert. IV tularia mollis Cav. Polip. mar. III 221, t. VIII 147, t. LXIII 11-24 (exc, syn. ). 148 G VIII. Cerrepora ( CeLLePoRA ) Liv. Polypariumsublapideum, intus porosum, in crustam expansum, surrectum vel fron- descens; frondes complanatae, lobatae aut ramosae; superficies externa e cellulis unico stratu coalitis; cellulae urceolatae,ventricosae, membranaceae, exserentes, confusae. * Apertura orbiculari. 1) C. melobesia (c. melobesia ) D.-Ca. Fronde incrustante; cellulis compactis, conicis, apice pertusis, glabris. Mem.su gli anim. s.vert. III 36, t.XXXHI 11.-- Melobesia membranacea, pustulosa, farinosa, verru- cata Lanx. Polyp. corall. 315, t. XII 2,3.-Sav. Polyp. d'Eg., t. VI 2.—-Destoxe. Enc. meth. sup.II 514, n. 1-4.—Codonytes Edwardsii Aup. Deser.de VEg., XXI 59.--Ris. Prod. de l'Eur.mer.V 311. —Cov. Reg. anim. III 304.--Epw. Ann. des se. nat., 2. ser., VII 330. 2) C. hyalina (c. trasparente ) Farr. Lamina incrustante, cellulis ovato-oblongis, diaphanis, ore operculato. Fna. groenl. 345, n. 442. --Cav. Polip. mar. III 242, t. IX 8,9.--Lin. Syst. nat. cur. Gm. VI 3792, n. 6.—Bosc Hist. des vers III 122. — Esp. Zooph. I, t.1? — Lamx. Polyp. corall. 87 ; Enc. meth. 181.-- Descona. Enc. meth. sup. Il 181, n. 1.--Bory Dict. clas. d’'hist. nat. II 308, n. 3.--Cuv. Reg. anim. III 304. — Epw. in Lam. Anim. s. vert. II 261.— Berenicea hyalina FLEM. Brit. anim. 533.—BLAINv. Actin. 145.-. Lepralia hyalina JornxsT. Brit. zooph. 277, n. I. 3) C. spongites ( c. spongita, cruosco ) Farr. Basi incrustante, explanationibus a crusta surgentibus, tubuloso-turbinatis , ramosis, varie coalescentibus; cellulis seriatis, osculo suborbiculari. Foa. groenl.434, n. 439.—Porus anguinus Imp. Stor. nat. 632.--GuaLT. Ind. testac. post., t.LXX. -- Lapis spongiae Boc. Mus., t. XXVIII. — Box. Mus. Kirch., t. XI X.--Adarce Merc. Metall., n. 112.—-Millepora spongites SoLAnp. et Ett. Corall. 132.--Eschara spongites ParL. Elench. zooph.15. --Cav. Polip. mar. I, t. III 16-18. —-Liv. Syst. nat. cur. Gm. VI 3791, n. 2.--Esp. Zooph. I, t. XLI3.—De Mott Esch.; t.13.--Lamx.Exp.meth. des polyp. 2,t.XLI 3.--Bory Dict.clas.d’hist. nat. IIi 308, n. 2.—-Ris. Prod. de l' Eur. mer. V 337. --DeLLE CH. Mem. su gli anim. s. vert. III 37, t. XXXIII 21. — Eschara spongites BLaInv. Actin. 429.- Epw. in Lam. Anim. s. vert. II 258, n. 7. 4) C. perlacea ( c. perlata ) D.-Cu. Lamina incrustante,cellulis subcylindricis,ore marginato tuberculato, perlaeeis. Mem. su gli anim. s. vert. III 37, t. XXXIV 4,6; var. ore denticulato-cyathiformi. — BLaInv. Actin. 444. -- Escharina perlacea Ebw. in Lam. Anim. s. vert. II 234, n. 15. 5) C. Rosseli (c. Rosseliana ) Sav. Cellulis 1lamellatis, byalinis, ovatis,transverse sulcato-rugosis, forisque cinctis. Flustra Rosseli Sav. Polyp. d'Eg., t. X 11.-- AUD. Descr. de l’Eg. XXIII 69. -- DeLte Ca. Mem. su gli anim. s. vert. INI 37, t. XXXIV 4.5: 6) C. imbricata ( c. embriciata ) D.-Ca. Lamina incrustante, lapidea, cellulis rhomboideo-squamosis, imbricatis. Mem. su gli anim. s. vert. III 37, t. XXXIV 11-12.--BLammv. Actin. 44l%,— Escharina imbri- cata Epw. in Lam. Anim. s. vert. II 235, Di 17: “T)ÙC. edronata (è. coronata ) Sur. Cellulis ovatis ventricosis, laiteribus tuberculo conico spinuloso, ore 3spinoso. "TATO cdrnlià Zooph. d' Éo. si 6/--Aop. gli anim; s. vert. III 37, t, XXXIV.31-32. Descr. de l' Eg. XXIII ab — Detx Co. Mem. su 8,0 Ronchi Ce. Ronchiana ) D.- Cu. "Bilameliata} incrustante; cellulis ovatis subdepressis, incutvatis, imbricatisve. Mem.su gli Anim.s. vert.IMI 38, te RAXIV 19-20 vert. II 235, n. 18. -- Esharina? Ronchi Epw. in Lam. Anim. S. È 9 ) C. tuberculata (c. utenti) D.-Ca. | Cellulis ventricosis, pone apicem | tuberculo 4quetro praeditis. Tema. ‘su gli onim, Ss, vert. III 38, t. XXXIV. 23-24.--Epw. in Lam. Anim. s. vert.II 259, n.10. 10) C. ciliata (e. cigliata ) Furnr. Lamina crustacea;;lapidescente; cellalis ore ciliato, 4-7spinosis. Fna- groenl. 434, n. 441.--Eschara erustaced*-s: vert. IN 38, t. XXXIV 25-28: ciusdem polypus PatL.Elench. zooph,38,n.6.--Lis. Syst. nat. cur. operculo peltato-pedunculato praeditus.—Bereni- Gm.V1 3792, n.5.--Bosc Hist. des vers III 122.-- cea utriculata FLEM. Brit. anim. 533. — Jorssr. Lamx. Polyp. corall. 93.— Destonc. Enc. meth. Trans. n. Soc. I 268, t. XII 6; Lepralia ciliata sup. II 183, n. 16.--DeLLe CH. Mem. su glianim. Brit.zooph. 279, t. XXXIV 6. 11) C. ovoidea (c. ovoidea ) Lanx. Lamina incrustante; cellulis ovoideis, subventricosis distinctis. Polyp. corall. 89, t.I 1 aB; Exp. meth. des 8.--DetLe CA.Mem. su gli anim. s. vert.III 38, polyp. 2, t. LXIV 4,3; Enc. meth. 182.—Sav. t. XXXIV 33. BLarsv. Actin. 444 —Epw. in zooph. d’'Eg., t. VIII 1. --Avp. Descr. de l’Eg. ‘Lam. Anim. s. vert. H 259, n. 9. XXIII 65.--Destona. Enc. meth. sup. Il 182, n. 12) C. Imperati (c. Imperatiana ) D.-Ca. Laminis luteis, convexis, fragillimis; cellulis prominentibus,seriatim dispositis. Mem. su gli anim. s. vert. IV-210, t. EXIX , 7-14. 13 ) C. Magnevillana (c. Magnevillana ) Lawx. Cellulis distinctis, aggregatisve,ventricosis, parietibus compressis, externe se- riatim pertusis. Polyp. corall. 89, t.I13 aB; Exp. meth. des. Mem.su gli anim. s.vert.IIl 38, t. XXXIV 34.-- polyp.2, t.LXIV 2, 3; Enc. meth.182: var. cellulis DestovG. Enc. meth. sup. HI 182, n. 8.- Cuv. externe oblique sulcatis.—-Sav.Zooph.d'Eg., t.VIII Reg: anim. IH 303.—Bcamnv. Actin.444.--Epw. 6.— Avp. Desc. de lEg. XXIII 66. -- DeLLe CH. in Law. Anim.s. vert. II 260, n: 15. ** Aperturà semilunari. 14) C. Macry(c. di Macri ) D.-Cx. Lamina incrustante, cellulis subdepressis ente operculo corneo. . Mom: su gli anîm. s: vert. IN 38, t. XXXIV s. vert. IT 235, n, 16, 9,10.-- Escharina Macry Epw. in Lam. Anim. 150 15 ) €. muricata ( c. moricata ) D. -Ca. ;Cellularum superficie ‘continua, echinato-spinulosa.* © * ita Meri. su gli anim. s. vert. II 38, t. XXXIV vert. II 252, n. 10, DEA SER dr Grov: 17, 10.--Discopora muricata Eow. in Lam. Anim. s. nu11: 16) C. Becquerehi ((c. Berijidcelifinz) Sir. -Cellulis obovatis , luteis , fragilissimis,, punctatis ;; apertura basi globifera. Flustra Becquerelii Zooph. d' Eg. IX.13.--Avp.. Dese. de I Eg. XXIII 68. *** Apertura ringente. z Ia) Cc. labiata ( c. labbrata ) Lasa Cellulis ovoideis, imbricatis, labio superiore cristato. i Polyp. corall. 89, t. 1 2 aBCD; Exp. meth.des. Cr. Mem. su gli anim. s, vert. TII-39,.t. XXXIV polyp. 2, t. LXIV 6,9; Enc. meth. 182, n. 7.-- 13, 14.--Epw. in Lam. Anim. s. vert. Il 260, n. Drsconc. Enc. meth. sup. II 182, n. 7.—-DeLLE 14 species non descripta. ‘18 ) C. Larrey(c. Larreyana) Sar. Cellulis hyalinis resupinatis, basi conico-plicata. Zooph. d'Eg., t. VIII 5.--Aup, Desc. de l' Eg. vert. II 39, t. XXXIV 15-16. XXIII 96. -- Dette CH. Mem. su gli anim. s. 19 ) C. personata ( c. mascherata ) D. SCI Cellulis palato depresso , perimetro pertusis. Mem. su gli anim. s. vert. III 39, t. XXXIV s. vert. II 236, n, 24. 17-18.—-Escharina personata Epw.in Lam. Anim. **** Apertura dentata. 20 ) C. rostrata ( c. rostrata ) D.-Ca. Cellulis continuis complanatis , ore 4dentato, dente supremo longe rostrato. Mem. su gli anim. s. vert. III 39, t. XXXIV s. vert. II 252, n. 11. 21,22. Denon: rostrata Epw. in Lam. Anim. Apertura lineari. 21 ) C. urceolata ( c. orciuolata ) D.-Cr. Cellulis ovato-ventricosis, distinctis, punctatisve. Mem, su-gli anim. s. vert. Ill 39, t, XXXHI vert. 11 264, n. 3. 8-6.--Berenicea urceolata Epw. in LAM. Anim. s. SIX. Mirrepora ( Mitrepora ) Lix. Polyparium lapideum, polymorphum,ramosum aut frondescens, pertusum;pora simplices minimi,interdum perspicui, axi vel explanationi polyparii perpendiculares. 1) M. truncata (m. troncata , corallo falso ) Mv. Ramoso-dichotoma, ramis teretibus truncatis; poris Suncialibus, operculatis. Zool. dan. prodr. 3043-—-SrRorm. Fund. I 142 groenl. 432, n. 435.--PaLL. Elench. zooph. 249, d; Act. Haun. X 258, t. IX 10. — Fagr. Fna. n. 153.--SoLanp. et El. Corall. 141, t. XXII 1-8. -- Myriozoum Don. Adr. 55, t. XII ; Trans. phil. LVII, t. XVII, 1-8. — Madrepora truncata Gin. Op. posth.1I 8, t. 13.—M. piscatorum Mars. Hist. mar. 145, t. XXXII 134.—Besr. Mus. , t. XXII=CAv. Polyp. mar. I-II, t. III 9, 11,21; t. IX 7.—-Lin. Syst. nat. cur. Gw. VI 3784, n.5 --Lamx. Exp. meth. des polyp.47, t. XXIII 1.— | 151 DesLonc. Enc. meth. sup. JI 546, n. 3. -—- DELLE Cu. Mem. su gli anim. s. vert. III 42, t. XXXII 16,17.--Ris. Prod. de l'Eur. mer. V 347. — Cuv. Reg. anim. III 316.-- BLAINy. Dict. des sc. nat. XXXI 82; myriapora truncata Actin. 427, t. LX.XI 2. — Myriozoon truncatum Eur. Corall. d. Rothenm. 154. 2) M. drepanensis ( m. trapanese ) D.-Cu. Stirpe cylindrico , 2fido; cellulis apertura orbiculari , margine prominente , operculo corneo clausa. Mem. su gli anim. s. vert. III 41, t. XXXIII 25. 3 ) M. cervicornis ( m. cervicorno ) Lin. Stirpe rubro, dichotomo,depresso,scabriusculo; cellulis apertura subcirculari. Syst. nat. cur. Gm. VI 3784, n. 7-— Porus cervinus Imp. Stor. nat. 820. — SoLANnD. et ELL. Corall. 134, n. 8.--PaLt. Elench. zooph. 152, n. 155.--Mars. Hist. mar. 144, t. XXXII 152.— Bon. Mus. Kirch., t. COLXXXVI 13. -- Gin. Op. post. II, t. V 14.-- Bor. Cornw., t. XXIV 7. -- Lamx. Enc. meth. 374.--DesLox6.Enc. meth.sup. Il 375, n. 5.—Ris. Prod. de l'Eur. mer.V 349.-- DetLe CH. Mem. su gli anim. s. vert. III 43, t. XXXIII 28.--BLaInv. Actin. 428.--Cettepora cer- vicornis FLEM.Brit.anim. 532.—-Eschara cervicor- nis Epw. in Lam. Anim. s.vert.IT 267, n. 5; Anr+ des sc. nat. VI 19, t. I 1; Reg. anim. Zooph.V, t. LXXXVI 1.--JoHnsT. Brit. zooph. 276, t.XXXII. 4 ) M. miniacea (e. miniata ) Lx. Minima, sublobata; poris crebris, minutis punctata. Syst. nat. cur. Gm. VI 3784, n. 6. --M. rubra SoLANp. et Er. Corall. 137, n. 12.—M. pumila Part. Elench. zooph. 251, n. 154.-- Madrepora ramosa Brow. Hist. Iam. 391, n. 1.-Esp.Zooph. T, t. XVII.—Destoxe. Enc. meth. sup. II 546, n. 8. -- Polytrema corallina Ris. Prod. de l' Eur. mer. V 340.-- DeLte CH. Mem. su gli anim. s. vert. III 43, t. XLVIII 29-30. -- P. miniacea BLAINv. Actin. 480, t. LXIX,—-Epw. in Lam. Anim, s. vert. II 309, n. 8. 5) M. coriacea ( m. cuoiacea ) Part. Semiorbiculari, rarius porosa. Elench. zooph. 262, n. 162.--Muscus lapidosus Imp. Stor. nat. 840. --Snaw. Afr. app. 47, t.T. -- Bon. Mus. Kirch., t. CCLXXXIX 16. -- Lin. Syst. nat. cur. Gm. VI 3788, n. 25.--Cav. Polip. mar. III 258, t. IX 15.—-Der Le Cu, Mem, su gli anim. s. vert. III 44, t. XXXIII 29, 22. 6 ) M. ovata ( m. ovata ) D.-Cu. Stipite ovato, semilunaribus poris pertuso. Mem. su gli anim. s. vert. III 44, t. XXXIII 18, 19.--Escharina ovata Epw. in Lam. Anim, s. vert. II 310. $ X. Rerepora ( Retrpora ) Lam. Polyparium lapideum, intus porosum, explanationibus tenuiusculis, fragilibus 152 vel in ramos liberos; «aut in reticulum praestantibus; ce/lulae polyporum'unilatera- a ad supernam vel infernam polyparii superficiem pertusae. 1) R. cellulosa (r. cellolare ) Murr. Explanationibus lapideis, tenuibus, reticulatim fenestratis, torbinatis, nadute: crispis, basi infundibuliformibus. Zool. dan. prodr. 3047.-- Retepora Imp. Stor. nat. 722. -- Ronp. Aquat. 133. — Grsn. De Aquat. IV 369.—-Eschara TouRNEF. Instit. 976.-- E. retiformis Rai Syn. 31, n. 1.— Merc. Metall. 109. -- Poxrop. Hist. nat. Norw. I, t. XIV F.-- Strocm. Fund. 1142 a. —Act. Nidr. IV 77, t. III 1 d, 3. -- M. retepora Patt. Elench. zooph. 213; n. 148.—M. foraminosa SpaLr. Mem; della Soc. Italiana 11. -- Soranp. et Ecc. Corall. 137, n. 14, t.XXV f dDF.--Anc. Oryet., t. XXI, — Reticulum marinum Rumpn. VI 247, t. LXXXVII 5.--Bon. Mus. Kirch.,t. CCLXXXVI 10.--Kxorr Del. nat., t. A IM 3. -- Mars. Hist. mar. 149, t. XXXII 162. — Giv. Adr. 9, t. IV 9. — Se- 2) R. frondiculata ( r. Ba Mus. HI, t. C 11, C 5,6.- Rort. Corn., sti XXIV 10.--Cav. Polip. mar. I, t. Il 12-15. --Poci Test. utr. Sic. IL 188, t. XXX 15.--Lin. Syst. nat. cur. Gw. VI 3788, n. 21, -- Esp. Zooph. I, t. T.-- Lamx. Exp. meth. des polyp. At, t. XXVI 2.--Scaw. Hand. d. nat. 431.-- Ris. Prod. de l'Eur. mer. V 343, n. 100. —-DE- sLoxe. Enc. meth. sup. II 669, n. 1.-- Cuv. Reg, anim. III 316.-- DeLLe CH. Mem. su gli anim. s. vert.IV 198, t. LXVII 8.--BLaInv.Actin, 433, t. LXVI 1.-- Jonnsr. Mag. of nat. hist. VII 639, f. 69; Brit. zooph. 297, v. 46.--Epw. in Lam. Anim.s.vert. Il 276, n.2; Reg. anim. zooph. II, t. LXXXVII 1. frondicolata ) Lamx. Stirpe lutescente, 2ramoso, dichotomo-flabellato; superficie laevi sulois lineo- lata, altera scabra poris prominulis. Anim. s. vert. par Epw. II 277, n. 3; Aornera frondiculata Enc. meth., t. XLVHI 4; Ann. des sc. nat. IX 209, t. IX 17; Reg. anim. zooph. VI, t. LXXI 1. Facr. Fna. -—- Frondipora Imp. Stor. nat. 722. —- groenl. 432, n. 436. — MuLL. Zool. 3046.--Forsx. Fna. aeg.138.-—-Mille- pora lichenoides PaLt. Elench. zooph. 215, n. 150.--M. tubipora ELL.Corall., t.XXV 5B; et So- LAND: Corall. 139, n. 16.-- Sepa Mus. ITT, t. C 3) R. favosita (r. Ramis reticulato-dichotomis, flabellat dan. prodr. 10. -- Mans. Hist. mar., t. XXXIII 162-61 —Gin. Adr. I, t. I 4.-- Lin. Syst. nat. cur. Gm. VI 3785, n. 11.— Esp.Zooph. I, t. HI. -- Ris. Prod. de l Eur. mer. V 344, n. 101.-- Lamx. Exp. meth. des polyp. 41,t. LXXIV 7-9, t XXVI 1. --DesLonG. Enc. meth. sup. II 460. -- DeLLE CH. Mem. su gli anim. s. vert. IV 199, t. LXVII 14.—BLArnv. Actin. 419. favosità ) D.-Cu. is, incurvis; superna superficie hexagonis poris pertusa, inferne laevi longitudinaliter lineolata. Mem. su gli anim. s. vert. IV 199, t. XLVII 7. $ XI. Copoxrres ( Coponito ) D.-Ca. Polyparium orbiculare, lapideum, plano-convexum, supero in disco porosum ; pori minimi vel ce/lulae seriatim dispositae. 153 1)C. cardunculus ( c. cardonceilo.) D.-Ca. Discocellulis spiralibus; lamellis 3gono-pyramidalibus,tubulis in seriem digestis. Mem. su gli anim. s. vert. INI 48, t. XLVII 3790,n.34.--Melobesia radiata SAv. Zooph.d'Eg., 24-28.--Millepora cardunculus Cav. Polip.mar. It. VI 3.--Aup. Descr. de l’Eg. XXIII 60. 71, t. III 19,20.— Lin. Syst. nat. cur. Gm. VI 2) C. infundibulum ( c. imbutiforme ) D.-Ca. Cellulisinfundibuliformibusserie duplici concentrice in lamelloso discodispositis. Mem. su gli anim. s. vert. III 49, t.XLXHI 3) C. squamata (c. 23-26.—-Bra1sv.Actin. 675. squamosa ) D.-Ca. Subglobosa, laminis squamoso-imbricatis; cellulis seriatis, foro rotundo. Mem.su gli anim. s. vert. IV 155, t. LVII 18,19. Campanulariae, Sertulariae, Antennulariae, Plumulariae, Pennaniae , Seriala- riae, Cellariae, Celleporae, Milleporae, Reteporae ac Codonytes in neapolitano cre- scunt laetissimo litore: fucis, lapidibus, lignique frustulis adhaerent. XI. POLYPI LITH0-CERATODENDRI. GI. Corativn ( Coratto ) Lar. Polyparium fixum, dendroideum, inarticulatum; axis lapideus, ad superficiem striatus; crusta corticalis in vivo mollis,sicco porosa; cellulae sparsae; polypi Sciliati. C. rubrum (c. rosso ) Lam. Stirpe ramoso-dichotoma,carne miniacea, lubrica,vasculosa;osculis 8valvis co- nicis, subhiantibus, sparsis; polypis albidis, 8tentaculatis, bifariam cirratis exserenti- bus; osse lapideo ruberrimo, striato, et foveolato. Anim. s. vert. par Epbw. Il 470,n.1; Reg.anim. zooph. IV, t. LXXX 1.— Gersn. Lapid. 132 ic.—- AtIR. Mus. met. 290.-- Bon. Mus. Kirch. 265, t- CCLXXXIV 1. Rai Hist. pl. I 60.—-Boc. Obs, 1674.-TourNEr. Inst. bot. 572, t. COCXXXTX, --Mars.Hist.mar. 108, t. XXI-XX[X; 168, L.XL 180.--Merc. Metall. 114*-- KnonR Del. nat., t, A 1,2; A II 4.--Soranp. et Ecr. Corall. 90, t. XIII 3,4.--Madrepora rubra Lan, Syst. nat. X 797; Isis nobilis Il 1286, n. 6; Gorgonia nobilis cur. Gm. VI 3805, n. 33.—PaLL. Elench, zooph. 223, n. 142. --ELt. Corall. 93, t. XXXV a.— I. rubra RovEn Prodr. 521, n. 1.-— Corallum rubrum Dos. Adr. 13,t. V.—Sepa Mus. III 115, f. 1-7. Gn. Op. post. 7.-- BLacw. Herb. 5, t. CCCXL! ab. --Cav. Polip. mar, 32, t. II.--Bosc Hist. des vers III 23, t. XXVI 5-6.—Lamx. Polyp. corall. 456; Exp. meth. des polyp. 37, t. XIII 3; Enc. meth. 211. --Scuw. Hand. 43%. — Desron. Enc. meth.-sup. II 211,--Ris. Prod. de l'Eur. mer. V 332.--DeL- LE CH. Mem. su gli anim. s. vert. III 22, t. XXXII :3.--Cuv. Reg. anim. III 311.--BLAINV. Actin. 502, t. LXXXVI 2. «- C. nobile Eng. Co- rall. d. Rothenm. 130. $ II. Corgoni 4 ( Goraonia ) Lin. Polyparium fi xum, dendroideum axe centrali corneo, ac crusta carnosa corti- ciformi compositum; po/ypi Stentaculati. 5 gg 154 1) G. verrucosa (g. verrucosa , palma marina ) Lim. Stirpe miniacea, laxe ramosa , flabellata , ramis subcompressis , flexuosis , verrucosisve. Syst. nat. cur. Gm. VI 3804, n. 8. — Litho- pAyton marinum Gesn. Lap. 135, 137 ic.--Co- rallina alba Log.Hist.650.—Fuco vestito IMp.Stor. nat. 653. — Baun. Hist. pl. 171, ic. 809. — Ceratophyton flabelliforme Rat Syn. 32. —Tounm. Inst. bot. I A.— Periv. Mus. 10.-- SLoan. Jam. 156; Act. angl. XLIV 51, t. II.— Titano-cerato- phyium Borra. Ind. 117, n. 4, 5.—-Mars. Hist. mar. 91, 96, t. XVI, XVIII, XXI. - Sepa Thes. MI 106, n. 3.--Knorr Del. nat. I, t. AV 1.—Gin® Adr. I 14, t. VII 20, 21.—-Part. Elench. zooph. 196, n. 2. —SoLanp. et EL. Zooph. 89.— Bort. Cornw. 238, t. XXIV 1.—Forsxk. Fna. acg. 129, n. 81.— Cav. Polip. mar. I, t. IV 1-16. -- Por Test. utr. Sic. II 222, t. XXX 17.—-Esp. Sup. II, t. XVI.--Bosc Hist.des vers III 36.--BeRT. Amoen. ital.III 93, n. 2.—-Lamx. Polyp. corall. 411; Enc. meth. 444.—-DesLoxe. Enc. meth. sup. II 444, n. 30.-Scaw.Handb.433.-Rrs.Prod.de l'Eur. mer. V 327.-DeLLe CH. Mem. su gli anim. s. vert. II[ 28, t. XXXIII 4. -- G. viminalis Sow. Brit. misc. 81, t. XL. — FLEw. Brit. anim. 512. —- Bratmv. Actin, 505, t. LXXXVII 3. -- JoHnsT. Brit. zooph. 182, t. XXV 1.— Epw. in Lam. Anim. s. vert. Il 492, p. 12. 2) G. viminalis ( g. viminale ) Pazz. Stirpe flava, longissima, dichotoma; Elench. zooph. 184, n. 116. -- Isis Plocamum Merc. Metall. VI 128 — Soranp. et ELL. Corall. 82, t. XII 1.-Lin. Syst. nat. cur. Gm. VI 3803, n. 31.—Porr. Voy. II 56. —- Bosc Hist. des vers II 32.-Lamx. Polyp. corall. 414; Exp. des po- vp. 34, t. XII 1; Enc. meth. 445,—Rrs. Prod. de l Eur. mer. V_ 327, n. 56.--DesLonG. Enc. meth. ramis pendentibus, teretibus, coniunctis. sup. I 415, n. 35.—DetLe Ca. Mem. su gli anim. s. vert. IV 201, t. LXV 2: G. Bertoloni Lamx. Opp. citt. 414, 445, ac Esp. II, t. XI A: in- termedia mihi videtur inter hanc et sequentem speciem.--Pleraura viminalis Eur. Corall. d. Ro- thenm. 141.-- G. graminea Epw. in Lam. Anim. s. vert. II 496, n. 23. 3 ) G. ceratophyta ( ceratofita ) Liv. Stirpe rubro,cylindraceo;dichotomo; Mus. Tess. 118; Syst. nat. cur. Gm. 3800, n. 6.--Baur. Hist. pl. INI 806. — Lithophyton mari- num Gesn. Lap. 136 ic. -- LoB. Iist. pl. 650. — P.urEN.Amalt.102,CCCCLIV 13.--Corallina fru- ticosa Boc. Mus. 8 ic.--Periv. Gazoph., t. XXXI 8 --Mans. Hist.mar. 99, t. XIX 83.--CaEsg. Ca- rol. Il, t. XIII[.-Sepa Mus. III, t. CVII 3.—Gin. Adr.,t. VII 21?--Kxorr Del. nat., t.AV 2.—-Mus. Gottw., t. XLVI I. — Forsx. Fna. aeg. 128, n. ramis virgatis, pinnato-ventilabriformibus. 78.—-Porr. Voy. II 55.—EsP.Zooph., t.XIX.—Bose Hist. des vers 30.—Bert. Amoen. ital. III 91,-- Lamx. Hist. des polyp. corall. 413, n. 574; Exp. des polyp. 34, t. XII 2, 3; Enc. meth. 445.--Dsa- sLonc. Enc.meth.sup.lI 445, n. 34.—-RIs. Prod. de l' Eur. mer. V 228, n. 59.--Cuv. Reg. anim. III 301.— Detre CH. Mem. su gli anim. s. vert. IV 202, t. LXV 1.--BLArwnv. Actin 305. -- Epw. in Lam. Anim. s. vert. II 501, n. 35%. 4 ) G. iuncea ( g. giuncacea ) Sorawp. Stipite albo-coerulescente, cylindraceo, indiviso, elongato; superficie spiculis lithicis teretibus muricata, verrucis polypiferis Sdentatis. G. iuncea Mem. su gli anim. s. vert. IV 201 ( syn. excl.), t. LXIV 15; Dese. degli anim. inv. della Sic. cit. V 26, sup. 63: an species distincta a g. tuncacea Ebw.in Lam. Auim.s.vert.11 499, n.38, 155 5 ) G. Rissoi ( g. Rissoana) D.-Ca. Stipite rubro-fuscescente tereti, ramoso; ramis alternis, apice clavaeformibus , calyce polypifero 8dentato. Mem. su gli anim. s. vert., t. LKXXI 4. $ III. Paromaria ( PavonaRIA ) Cor. Corpus liberum, 4gonum; polypi 1laterales, sessiles, 8tentaculato-pinnati. 1 ) P. 4drangularis ( p. quadrangolata ) Brarnr. Stipite carneolo, elongato, viminali, apice attenuato, basi bulbosa ; calycibus polypiferis. Actin. 516, t. XC 1.—Mop. Act.Stock. 1786, n. 5.--PennatulaquadrangularisParL. Elench. zooph. 372, n. 219.--P.antennina SoLanD. et ELL.Co- rall. 63, n.5; Trans. phil. LITI 431, t. XX 4. --BozAp.Anim. mar. 112, t. IX 4,5.—Lin. Syst. nat. cur. GM. VI 3865, n. 7. -- DesLoxa. Ene. meth. sup. II 423, n. 2.— Funiculina tetragona Lamx, Enc. meth. 423.-- P. antennina Cov. Reg. anim. III 319. --Epw. in Lam. Anim. s. vert. IK 6/4, n. 2.-Enr. Coralli. d. Rothenm. 54. GIV. Pewwartza ( PennatoLa ) Lin. Potyparium liberum, carnosum, penniforme, inferne nudum, superne pinna- tum,axe osseo suffultum; pirnae distichae, patentes,complanatae, plicatae, margine superiori dentatae, polypiferae; po/ypi tentaculis radiatis. 1) P. grisea ( p. bigia o levigata ) Bram. Corpore luteo-fusco, laevi, basi turgido, conico-bulbiformi; pinnis semilunatis margine convexo, spinis longis ac polypis albis; osse cylindrico , extremis attenua- to, medio incrassato. Actin. 517, t. LXXXIX 1; Dict. des sc. nat. XxXVNI360.-Ronp.Aquat.129.-Geswn.De aquat. IV 695.-+Imp.Stor. nat., t.Mus.-At pr. Zooph.IV 8, t. XVIII 35.— Penna marina Ionst. IV 5, t. XX.-- Sepa Thes. III 39, t. XT8, XVI 8 ad. — Barr. Icon, t. MCCCXVT.+Periv. PI. ital., t. I 8. --ALp. Ann. acad. 1 77 ; t. VI 1,2.—Bonan. Anim. mar. 109, t. IX 1-3.--P.spinosa SOLAND. et ELL, {Corall. 62, n. 3: — ELL. Trans. phil. CI LIIT, t. XXII_6-10.—Pacr. Elench. zooph. 367, n. 214. -—-Mop. Act. Stock. 1756, IV 5, $ 10; p. palmata $ 12.—Lin. Syst. nat.cur.Gm. VI 3863, n. 1. — Esp. sup. II, t. I.—DesLon. Enc. meth. sup. ll 608, n. 314. -- P. spinosa et grisea DEL- LE Cri.Mem. su gli anim.s.vert.IMI 9-10, t. XXXI 1, 3.— P. spinosa Guv. Reg. anim. III 316. — Rapp Polyp. 34.—Epw. in Lam. Anim. s. vert. Il 644, n. 3,4. 2) P. rubra ( p. rossa o scabra ) Lim. Corpore carneolo, albo-lineolato, fusiformi,scabriusculo,rachide unica ex par- te muricata; pinnulis confertis semilunatis,arco maiori polypiferis; osse 4gono. + Syst. nat. cur. Gm. VI 3864, p. phosphorica n. IV 8, t. XVI 11-36.-Imp. Ist. nat. 746. —Bane. 2, rubra n.4; Fna. sv. 2260; Amoen, Acad. IV con. MCCCXIIT.—-Gin. Adr., t. LV 114.--JoxsT: 256.--Penna aliaGesn. Nom. 273.-A:p®. Zooph. Exs.lV 5,t. XX.—PLanc. Conch.min. not.18, t 156 VIII ED.--Prriv.Pl.it., t.I 5,6.-ELL.Act. angl. LIII, t. XIX 1-5.--Tounn. Inst. bot. I 569.—P.ro- sea BoRap. Anim. mar. 101, t. VII 5; p. rubra, t. VIII 1-3.--PontoP. Dan. atl., t. XXX 1-3; pinna pinnacea Norw. 196, t. XVII 1-3.—Mutt. Zool. dan. prodr. 3075.--Mop. Act. Stock. 1786, n. 5. $ 18; p. rubra $ 13; p. stupata $ 16.--ALR. Ann. acad. I, t. VI 3-5?--PaLr.Elench. zooph. 368, n. 215. -- P. britannica SoLANp. et ELL. 61, n. 1; Act Angl. LITI 420, t. XIX 1-5; p. italica SoLAND. ct ELL. n. 2, Act. angl., t. XXT 1-2. -- Bosc Hist. des vers 62, t. XXVIII 3, 4.—Esp. supp. II, t. Il, III. DesLonc. Enc. meth. sup. Il 607, n. 1,°. - Ris. Prod, de l'Eur. mer. V 356.--P. rubra t phosphorica DerLe Cu. Mem. sugli anim. s. vert. III 10-11, t. XXXI 14, 15.--Cuv. Reg. anim. III 318. — BLAINv. Actin. 517. —FLem. Brit. anim. 507.--Eur. Corall. d. Rethenm 66.--JonnsT. Brit. zooph. 175, vig. 22.—P. phosphorea Epw.inL\xw. Anim. s. vert-Hl 643, n. 1; p. granulosa n. 2. XI. POLYP] SARCODENDRI, GI. Losuraria ( Losoraria ) Lam. Polyparium dendroideum , basi radicatum; polypi sparsi, retractiles in pro- pria locula, 8tentaculati, striati laciniis pectinatis. 1) L. palmata (1. palmata , mano di angiolo ) Lam. Stipite albo elongato, ramis flavicantibus; cellulis prominulis, calyce polypife- ro, laciniis externe aciculis hyalinis praeditis. Anim. s. vert. par Epw. II 632, n. 3; Ann. des sc. nat. 2. ser. IV 335, t. XIV 1; a stellatum 337, t..XV 1; Reg. anim. zooph. XCHI 1. -- Manus marina Gesn. De Aquat. IV 525,ic.-- BavH. Hist. pl. IH 803. — Barr. Icon. MCCXCHI, n. 1. — Tourner, Inst. bot. 596. — Mars. Hist.mar. 85, 1653, t. XV 74, 75, XXXVIII-IX. -- Bonap. Anim. mar. 114, t. IX 6-7. —Pranc. Act. sen. JI 222, t. VINI 6-8.—PerIv. PI. ital.,t. I 2-3.— Gim. Op. post. I 45, t. L 105.—-PaLt. Elench. zooph. 349, n. 203.--ScHaEFr. Pol, flor,1755 , t. III.--SpALL. Journ. de phys, XXVIII 188; Mem. della Soc. ital. III 603. -- Bruce. Enc. meth. II 21. -— Bose Hist. des vers III 130. —BRerT. Amoen. ital. III 97, n. 1; Mem. Soc. ital. XX 6,—Alcyonium exos Lin. Syst. nat. cur. Gm. VI 3811, n. 2; a. arbo- reum, n.1.--Esp. Sup. il, t. 1T.--Lamx. Polyp. corall. 336, n. 463. — Dece Ca. Mem. su gli anim. s. vert. III 17, t. XXXII 2.—Ris. Prod. de l'Eur. mer. V 363.—DesLonG. Enc. meth, sup. Il 498, n. 5,—L. exos BLarnv.Actin. 522, t. XCI 1. — E&R. Corall. d. Rothenm. 58. 2) L. digitata (1. ditata ) Lam. Stipite brevi rubro-amarantheo, lithieis spiculis rubro-fuscis tessellato, ramo- so-digitato; calycibus polypiferis aciculis rubris exterius communitis. Anim. s. vert. par Epw. II 631, n. 1; . co- noidea, n. 2; Reg. anim. zooph. HI, t. XCIV 3,— Rar Syn. 37, n. 2.— Brey. Ephem. nat. c. VII, VII 159.--Juss. Mem. de l’Acad. 1742, 294, t. JX 1 A.--Ett. Corall. 83, t. XXXII aA. 2; Trans. phil. LI, t. XX 10-13; et SoLamp. 173, n. I, --Parr. Elench. zooph. 351, n. 205.--Basr. Op. subs, 1 24, t. Il 6, 7. -- Merc. Zool. dan. prod. 3078; a. cydonium Zool. dan. HI 1, t. LXXXI 3,5.—Fa8. Fna. groenl. 447, n. 462, 64.-- Lim. Fna. svec. 2226; Syst. nat. cur. Gm. VI 3812, n. 5. — Baue. Enc. meth. VII 20, n. 13. -- Bosc Hist. des vers III 130, t. XXX 4,5. — Sprx Ann. du Mus. XII 451, t. XXXIII 8-14. -- Lamy. Polyp. corall. 336,t XI 4, XII, XIV 1; n. 466. --Cuv. Reg. anim. III 32t.--Distone, Enc. meth. 157 sup. Il 498, n. 1; 7. conoides, n. 2.— GRANT rall. d. Rothenm. 57.--JonxsT. Brit. zooph. 188, - Edinb. journ. VIII 104.—-FLEM. Brit. anim. 515; t. XVI et seq.-Rarp Polyp. 24. e. Mulleri 516.—Brainv. Actio. 521.--Eur. Co- G II. Neprara ( NepreA ) Brarny. Polyparium basi tantum spinulis obtectum, extremitate' ramosum , nudum ; polypi retractiles, Stentaculato-pinnati. N. spinulosa ( n. spinolosa ) D.-Cr. Stipite fusco, basi aggregato, tereti, inferne aciculis fusiformibus tecto; supe- rius ramulis digitato-quinatis, polypis spinulis circumdatis. Lobularia spinulosa Mem. su gli anim. s. vert. Alcyonidia elegans 630; Ann. des sc. nat. 2 ser. III 19, t. XXXII3.--BLarnv.Actin. 522.--Ammo- IV 323, t. XII et XIII optime. thea spinulosa Ebw.in Lam. Anim. s.vert.Il 628; GII. Avrmezia ( ANTELIA ) Sur. Polyparium in massam corporibus marinis adnexum; polypi sparsi, re- tractiles , Slobulati. A. rubra ( a. rossa ) Brarnr. Corpore rubro cylindraceo, gelatinoso , surrecto; polypis 8lobato-crenulatis ; e peculiari calice porrectis. Actin. 524, t. LXXXVITI 7. —- Aleyonium ru- podium rubrum EnR.Corall. d. Rothenm., f. 62- brum Murr. Zool. dan. IMI 2, t. LXXSII 1-1;- —Epw. in Lam. Anim. 8. vert. IF 625, n. 3.- Prodr. 3081.—FagRr. Fna. groenl. 447, n. 463.-- JonnsT. Brit. zooph. 191. Lin. Syst. nat. cur. Gm. VI 3815, n. 15.—Sym- G IV. Imperara ( ImperATA ) D.-CH. Polyparium carnosum,subarticulatum; polypi non retractiles, rari, pedunculati, ore 8dentati, saepius deficientes. 1) I. nodosa (I. foraminosa, rognone di mare) D.-Ca . Corpore carneolo albicante, ramificationibus venulosis et foris ellipticis communito; calyce pedunculato, $sulcato; polypis luteolis, apertura 8dentata. Polyclynum nodosum Mem.su gli anim. s. vert. Polip. mar. 267.--Merc. Metal.VI 106.--Lamx. Ill 96, t. XXXVI 27, (syn. excl. ). — Alcio- Polyp. corall. 65, n. 120 (excl. syn. ). nio foraminoso Imp. Stor. nat. 733, f. 2. —Cav. Latitant imo in pelago, scopulisque adhaerent. XII. Z0OOPHYTA AMORPHA. GI. Sponcra ( Suona ) Lin. Corpus polymorphum, fixum, molle; in vivo irritabile , exsiccato flexile , po- 5 hh 158 rosissimum; @ax?s fibris ‘corneo-reticulatis contextus; crusta gelatinosa, fugacissima: 1°) S. officinalis (‘s. comune ) ‘Erw. Sessili, subturbinato-rotunda, superne plano-convexa, molli , tenace , super- ficie reticulata, poris magnis. Syst. nat. cur. Gu. VI 3820, .n. 8.-- MATT. Mat. Med.527.—Gesw. De aquat.IV 1066.—Imp. Stor. nat. 227. --Baun. Hist. pl. II 818. —S. globosa SLoan.Jam.I 62, n,35.--TotrveF:Inst.bot. I 575.-Mutt. Zool. dan. prod. 3087.— STROEM. Fundam. I 128.— PaLL. Elench. zooph..387.,jn. ‘, 234.--SoLanp..et ELL. Corall. 183, n. .4.--ELL, .corall. 20; Enc. meth..zooph. 332, n. 1.--Achil- leum officinale Scuw. Handb. d. nat. 121. —Cuv. Reg. anim. ITI 322. —BLarsv. Dict. des sc. nat. XV)105:; Actin. 529, t. XCMI 3.-- Sav. Zooph. * d'Eg. 114. — Aup. Descr.de lEg.XXMI.-- Ris. Prod..de.l’Eur..mer. V.369.—DetLe_CH. Mem. su gli anim. .s. vert. JM ill, n. 1.—-GRANT, Ann. des sc..nat..XI 194.-LAM. Ann..du Mus. XX Trans. phil. LV 288, t. X DE.— Cav. Polip. 370, n. 14; Anim. s. vert. par Epw. lI 541. mar. 266.--OLIv. Zool. adr. 265.—-LAMx. Polyp. 2) S. usitatissima ( s. fina) Law. Turbinata, tenace, molli, porosissima, foraminibus in cavitate subseriatis. Ann. du Mus. XX. 383, n. 45; Anim.'s. vert. ‘meth.‘sup. ‘11345, n. 68. — Derte(Cu. Mem. su par Epw. 11 552, n. 43.--Ronp. De zooph. 134. gli anim. s. vert. IIl 1f2;n.:2. -- Lamx. Polyp. corall. 41. — DesLoxc. Enc. su 3) S. rubra (.s. rossastra ).Liw. Tenace, simplici,rubro-fusca,subrotunda,tuberculis:elevatis,poris aequalibus. Syst..nat.cur. Gx. VI 3819, n.19. — Bosc sup. Il.31, n. 46.--DetLe.Ca. Mem,su gli.anim. Hist. des vers III 141.—-Lamx. Polyp. corall.+33. s. vert. III 112, n.3. --Sav. Zooph. d’ Eg. 1:4.-- DesLone.. Enc. meth. 4 ) S. angulosa ( s..angolosa ) Lar. Erecta,pyramidali,cartilaginea,angalisflexuoso-porosis,aperturisrotundisciliatis. Ann. du Mus. XX 376, n. 23; Anim. s. vert. —DesLox. Enc. meth. sup. Il 339, n. 36.--DEL- ;par Epw. 1I:547, n..23; an'S. rimosa? n.25. — LE Ca. Mem.isurgli canim. s. vert. (II 113, t. Lamx. Polyp. corall. 51; Enc. meth. zooph. 339. XXXII 2324. 5.).S. setulosa ( s. setolosa.) D.-C'E. Ovato-reniformi, luteola,.reticulata, papillis .conico-setulosis, foris sparsis. Mem. su gli anim. s. vert. .1Il 113, t. XXXII 25-26. 6.) S. maculata (.s. macchiata ) D.-Cu. Tenui, coriacea, porosa, luteo-fusca, albescentibus maculis fucata. Mem.su gli anim.s.vert.JII 113, t. XXXVII 6. 7) S. rosea (;s.:rosina ).D.-Cu. Ovali, tenuissime porosa. Mem.su gli anim. s.vert.II 113, t.XXXVII7. 8) S. miniata (s. miniacea ) D.-Ca. Ovata, coccinea, cellulis minimis. Mem:su gli anim,s.vert. 1IT113,t. XXXVIE8. -S. cinnaderina BERT: MomiîSoc.Ital.XX.7, t.13. 9) S. reticularis‘(:s. reticolare ) D.- Cn. Orbiculari, ‘coriacea, fusca, albis fibris reticulata. Mem. su gli anim. s. vert. III 113, t.XXXVII 9. 10) S. subplicata (-s. quasipiegata ) D.-Ca. Laminis flavis, imbricato-plicatis, minimis, :sparsisque. Mem.sugli anim.s.vert.III 113, t.XXXVII 10. 11 ) S. coerulea ( s. cilestre ) Ris. «Crustacea,mollissima, depressa, coerulescente, interna superficie foraminulosa. Prod. de l’Eur. mer.V 373.—DeLLE CH. Mem. su gli anim. s. vert. TII 113, t. XXXVII 11. 12) S. cellulosa ( s. cellolosa ) D.-Cr. Superficie denticulata, lobis acuminatis, foris amplis. Mem. su gli;anim..s. vert. III 113,t. XXXV]I 13. 13 )S. fistulosa:( s. fistolosa ) D.- Cu. Tubulis-conicis, solitariis, apice recurvato-pertusis, externe=striatis. Mem.-su gli anim. s. vert. III 114,t. XXXVII 14:15: var«superficie muricata. 14) S. inflata ( s. gonfiata ) D.-Cu. Vesiculis ovatis,globosisve, solitariis,muricatis, 1locularibus,apice foro praeditis. Mem.su gli anim.s.vert IIl 114,t.XXXVII 14. -—Saxv. Zooph. d’Eg.Il1 6?--Aun. Dese. de l'Eg.cit. 15 ) ‘S. purpurea ( s. porporina ) Rss. Plurilobata, purpurea, tenera, porosissima , lobis conicis, apice patulis. Prod. de l'Eur. mer. V 376.--DeLLE CH. Mem. su gli anim. s. vert. IMI 114, t. XXXVII 19. 16 ) S. cylindracea ( s. cilindrica‘) Gin. Erecta, carnea, intus cava, fragilissima et porosissima; ramis cylindraceis fi- stulosis, externe tubulosis. Adr. 43, 92. -- OLIv. Zool. Adr. 261.-- Ris. gli anim. s. vert. III 144, t. XXXVII 20-21 : Prod. de l'Eur. mer.V 375.—DeLLE CH. Mem. su var. ramulis repentibus. 17) S. triangularis( s. triangolare ) D.-Cu. Massa lutea, triangulari, ventilabriformi, margine cristato-dentato, poris sparsa . Mem.su gli anim.s.vert.HI 111, t.XXXVII22. 18) S. Imperati ( s. d’ Imperato ) D.- Cu. Rubro-fusca, tubulis elongatis, apice foraminosis aggregatis, e luteo-fusca mas- sa coriacea, horizontali, surgentibus. Mem. su gli anim. s. vert. II 114, t. XXXVII 8-23.--Alcionio.molle Imp. Stor. nat. 732, f. 2 19) S. subdichotoma ( s. quasidicotoma ) D.-Cr. Stipite lutescente tereti, ramis subdichotomis, virentibus, cylindraccis. Mem. sugli animis.vert. IMI 11%, t.XXXVII9, 20 ) S. foveolaria ( s. foveolaria ) Law. Ramosa rubro-elongata , ramis teretibus extremo attenuato, superficie spinu- losa , foveolata. 160 Ann. du Mus. XX 457, n. 135; Anim. s. vert. n. 147.—DestLone. Enc.meth. sup. II 367, n. 175. par Epw. II 573, n. 135. --PLANc. Conch. min. —DeLLE CH. Mem. su gli anim. s. vert. IV 150, not. App.II 31, t.XIII.-LAmx. Polyp. corall. 80, t. LXVIIT 9. 21 ) S. clathroides ( s. clatroidea ) D.-Cr. Incrustante, subplana, coccinea, lamelloso-clatbrata. Mem. su gli anim. s. vert.IV 150, t. LXVI 3. 22 ) S. dichotoma ( s. dicotoma ) Lin. Ramosa, coerulescente, subdisticha,tenace; ramis dichotomis, erectis,tomento- sis, teretibus, apice subulatis, lutescentibusque. Syst. nat. cur. Gm. VI 3822, n. 14. -- Litho- min. not. App. 11 115, t. XII.--Esp. Zooph. II , dendrum littoreunm Rumpa.Amb.,t.LXXXVI 32— t. IV.— Lawx. Polyp. corall. 67, n. 124; Ene. Mutt. Zool. dan. prod. 3088. — PonroP. Hist. meth. zooph. 360.—-Ris. Prod. de l' Eur. mer. V nat. norw. 1 255, t. XII 7.--Stroem. Fundam. 376, n. 182.—DesLone. Enc. meth, sup. II 360, I 146, n. 3.—-Gon. Act. Nidr. IV 79, t. V1, VI n. 138.--Lam. Ann. du Mus. 447, n. 102; Anim. 1.--S. cervicornis Par. Eiench. zooph. 388, n. s. vert. par Epw. II 556, n. 102. — DELLE CH. 236.--SoLanp. et ELL. Corall. 187, n. 6; ELL. Mem. su gli anim. s. vert. IV 150, t. LXVI4. Trans. phil. LV 289, t. XI 1.-- PLanc. Conch. i 23) S. clathrato-hyalina (s. cancellato-trasparente) D.-Ca. Incrustante, fragilissima, reticulato-byalina, superficie papillosa, aciculis cor- neis cylindraceis. Mem. su gli anim. s. vert. 1830, t. XCVI 4-5. 24) S. mesenterina ( s. mesenterina ) Lam. Erecta, lutea, ventilabriformi, margine lobato-inciso. Anim. s. vert. par Epw.II 564, n.93.--LAMX. sup. II 357, n. 126.—DeLLEe CH. Mem. su gli Polyp. corall. 63, n. 115.--DrsLonG. Enc. meth. anim. s. vert. 1830, t. LXXVI 8. 25 ) S. flustraeformis (s. flustreforme ) D.-Ca. Laminosa, lutea, plana, margine 5lobato, ciliato. Mem. su gli anim. s. vert. 1830, t. CVII 10. ( II. Arcronivx ( ALcronio ) Liw. Corpus polymorphum , carnosum , exsiccatione durum vel coriaceum, fibris corneis, minimis , implexis, pulpa persistente obductis ; oscula ut plurimum ad superficiem varie disposita. 1) A. ficus (a. ficoforme ) Gx. Corpore virente, turbinato, fovea terminali, intus fibris laxe intexto. Syst. nat.cur. Gm.VI 3813, n. 10; spongia fici- et ELt. Corall. 175, n. 2, t. LIX 4.--ELL. Co- formis 3825, n. 48.—-Alcionio Imp. Stor.nat. 733, rall. 82, t. XVII 8B.--Part. Elench. zoph. 356, f. 1.--RaI Syn. 21, n. 3.-—A. tuderosum BATH. n. 209.—-Bnue. Enc. meth. VII 25, n. 14.--Esp. Hst. pl. IIl 817,—Merc. Metall.VI 102.—-Mars. Zooph. sup. II, t. XX 4.--Poyr. Voy. Il 57, 61. Hist. mar.87, t. XVI 79.—-A. pulmonana SoLanD. -- Bosc Hist. des vers III 147.— Lamx. Hist. des Polyp. corall. 47; a. ficus Exp. meth. des Polyp. 29,t. LXIV 4,—Destona. Ene.meth. supp.ll 349, 161 n.88.--Choanites ficus MoNT.Geol.179.--A. ficifor= me Epw. in Law. Anim. s. vert. Il 599, n. 3. 2) A. domuncule (a. casupola ) Ociv. Corpore tuberiforme, flavo-aurantiaco; apertura subterminali clliptica, lacvi; intus spongioso-suberoso. Zool. adr. 241,—Gry. Op. post. I 33, t. XLIX 104.--A, dulbosum? Esp. Zooph. sup. 11 41, t. XI; a. taberosum AI, t. NIN. -- Spongia do- murcula Best. Amoen. ital. 266. — Lamx. Po- Iyp. corall. 28; Enc. meth. zooph. 337.--Destona. Enc. mett. sup, Il 337, n. 28. -- Rappr Polyp. 26.--Anthelia domunewia BLarnv. Actin. 524, t. XCI 35.-Epw. in Lam. Anim.s.vert. IL 600, n.4. 3) A. pyramidale ( a. piramidale ) Brave. Corpore pyramidali rubro-fusco, alboque variegato, apertura laterali ac infera orbiculari, margine laevi flavoque; intus cuniculo ramoso,massa spongioso-corticata . Enc. meth. VII 26, n. 15.=4. conicum PLanc. Conch.min.not. 113, t. X B.--A. cotoneum Patt. Elench. zooph. 359, n. 211,--Bosc Hist. nat. des vers II 133.--Lamx. Polyp. corall. 342, n. 176. -—Destone. Enc. meth. sup. II 27, n. 18. 4) A. cydonium (a. cotogno ) Liv. Corpore albo-flaveolo, informi, aperturis orbicularibus vel ovatis, ac minutis- sime poroso; intus massa fibroso-spongiosa, lineari cortice tecta. Syst. nat. cur. Gu. VI 3816, n. 9. -- A. duro Imp. Stor. nat. 893. -- Vespetwn marinum Amb. VI 259. -- Don. Adr. 58, t. VIN AB. -- Pane. Conch. min. not.113, t. X C?-Sepa Thes. III, t. XCIX 4.--Bov. Mus. Rirch. 287, f. med.--FAp. Foa. groenl. 448, n. 46%, « Bave. Enc. met. VII 25, n.13.--Lamx. Polyp. corall. 338, n.466; Enc. metti. 25, n. 13.--DesLone. Enc.meth. sup. It 24, n. 2,7.--4. eydaris Ebw.inLaw. Anim. s. vert. I 598, n. 2,15; Mem. du Mus.I 77, n. $. 5) A. melongaena ( a. melonzana ) D.-Cn. Corpore albicante, ponderoso,ovali, cortice tecto;apertura orbiculari maxima, superficie poris sparsa; inlus massa fibroso-aciculariì, cavernosaque. Alciento tuberoso Imp, Sfor, nat. 729. GHI. Terra ( Tema ) Lax. Corpus orbiculare, tuberosum, basi affixam,nucléo centrali lithicis aciculis fa- sciculatis ad corticis papillas radiantibus, ac foraminosa pulpa intermixtis, 1) 7. Iyncurium (+. lincurio, portogallo marino ) Lam. Sphaerica, rubro-aurantiaca,superficie papillis giobosis. Anim. s. vert. par Epw. li 592, n. 5. -- 7. sphasrica Boy, Adr. 65, t.IX AB. Aleyonies Mans. Hist. mar. 82, t. IV 72, 73. — Pcanc. Coneh. min. not. 115; Act.Sen. 218, t. VII 1,2. -—Aleyonism aurantivum Par, Elench. zooph. 357, n. 210,--Lin. Syst. nat. cur. Gm. VI 3812, n. 7. -—Brve. Ene. meth. VII 22, n, 12.--Poir. Voy. II 58.--Bosc Mist. des vers III 132. -- Esp. Sup. I, t. XIX 3. -- Eamx. Polyp. corall. 343 ; Enc. meth. zooph. 27. — Spongia verrucosa MonTaG. Wern. Mem. V 117, t. CXIM 4-6. -— DELLE CH, Mem. su gli anim. s. vert. IH 116, t. LXVI 19.-- Rapp Polyp. 24.--Destove. Ene. meth. sup. 3 27, n, 20,--Frex. Brit. anim. 520, i 162 2) T. Donati (t. Donatiana ) D.-Cr. Globoso-depressa, lutea, superficie papillis conicis, apice rotundatis. Don. Adr. 66, t. IX DE.-- A. flavum Pranc. XIX 4,5?-- Brue. Enc. meth. VII 23.--Ebw. n Conch. min. not. App. ll 114.-—-Esp. Sup. II, t. LAM. Anim. s. vert. II 592, var. 2. 3 ) T. cirrosa (1. cirrosa ) D.-Cn. Globosa, lutescente, superficie papillis conicis, apice 3cirris. A) T. pyrifera (1. perifera ) D.-Cu. Stipite radicifero, tereti, hispido; ramis alternis, incrassato-pyriformibus, api- ce foraminoso. Mem. su gli anim. s. vert. IV 151, t. LXVI 2. Spongiae, alcyonia et tethyae Neapolis ac puteolorum inbabitant crateri. ASISI9 imnDIiCa, —____ EE SI. POLIPIFSERTOLARICI. | © II. pescrizione IcoNICA— Tavola 167.725. T. DESCRIZIONI Z00LOGICO-NOTOMICHE.--S@r- XIV. POLIPI CERATODENDRICI. tolara pennara 5, racemosa 6, parassita misenese dicotoma 7, genicolata piuma I. DESCRIZIONE ZooLoGICA — Gorgonia ver- piccina 8, polizonia secondaria lendinosa rucosa giuncacea ceratofita 26, viminale miriofillo 9, antennina molle pennata fa- Rissoana; Pavonaria quadrangolare 27; stigiata 10, neritina 11; Cellepora mori- Pennatola bigia 28, rossa 29. cata melobesia orciuolata spongite traspa= II. DESCRIZIONE NOTOMICA—Comuni integu- rente perlacea Rosselliana 13, Macrì em- menti 30, scheletro 31, organi gastrici ed briciata labbrata Larreyana mascherata ovari 32, fosforescenza 33. Ronchiana rostrata 14, tubercolata ciglia- III. pescRIZIONE 1c0NICA---Tavole 77.° 159.* ta Folineana coronata ovoidea Magnevilla- 34, 160.°-162.° 165.8-67.° 35. na Imperatiana Cavolinense 15; Cellaria cereoide 16, salicornoidea pomiciosa. TI. pescrizioNeE IcoNIcA — Tavole 64. 69." 134. 136.2157.217, 158.°166.° 167.° 18. XV. POLIPI SARCODENDRICI. I. DESCRIZIONE ZOOLOGICO-NOTOMICA. == Lo- bolaria palmata 36, ditata; Neftea spino- xIl. POLIPI MILLEPORICI. sa 37; Antelia rossa; Imperata foramino- sa 38. T. DESCRIZIONE z00L0G1CO-NOTOMICA — Mil- IT. DESCRIZIONE NoTOMICA, — Integumenti lepora troncata 19, trapanese cervicorno scheletro organi assimilatori ed ovarî. miniacea cuoiacea ovata; Codonito cardon- III. pescRIZIONE Iconica—Tavole 85.° 160. cello 20, imbutiforme squamoso; Retepo- 161.° 40, 163.* 161.° dl. ra cellolosa frondicolata 21, favosita. II. DESCRIZIONE ICONICA — Tavole 5.° 69.° 136.2 22, 167.* XVI. AMORFI. I. DESCRIZIONE ZOOLOGICO-NOTOMICA -= Pre- liminari 41, Spugna comune fina 45, ros- sastra angolosa setolosa macchiata rosina miniata reticolare quasipiegata cilestra cel- lolare 46, fistolosa gonfiata porporina ci- x, POLIPI LITODENDRICI. I. DESCRIZIONE ZOOLOGICO-NOTOMICA — Co- rallo rosso 24, lidracea triangolare Imperatiana 47, qua- sidicotoma foveata clatroidea dicotoma me- senterina clatrato-ialina flustreforme 48 ; Alcionio ficiforme casupola piramidale 49, cidonio melongena; Tetia lincurio 50, Do- natiana cirrosa 51, perifera. II. prescrizione TconIca — Tavole 26.° 33.* 81.2 126.° 133. 161.° 163. 168.° 52, 169." 170.° 53. XVII. APPENDICE: GEODENDRICI. I. pESCRIZIONE. -- Corallina officinale rossa Calvadosiana palmata. 1 Il. pescrizionE 1CONICA -- Tavole 134." 166.° 54. XVII. SUPPLEMENTO. tomo I 54, II 55, Ill NEREIDE. V. ANELLOSI AFRORITICI. T. DESCRIZIONE Z0OOLOGICA. -- Alitea aculea- ta 56, istrice; Polinoa squamata asterico- la lunata 57; Poliodonta masce'losa; Siga- lio fasciato arenoso squamoso 58. II. DESCRIZIONE NOTOMICA. -- Integumenti , tubo digestivo, sacchi ieeorarì, organi ses- suali 59; respirazione, canali sanguigni, nervi 60, II. DESCRIZIONE ICONICA. — Tavole 3.° 60, 96.* 58." 94.2 98° 99.2 109.%133.2 61, 129.2 139.° 144.° i tovo IV. Oloturia maggiore 62, Tav. 171.” 165.* tomo V. Cellepora trasparente 63; Gorgonia giuncacea, Tav. 170. 61.%; Tetia lincurio var. 64. ANIMALIA EVERTEBRATA SICILIAE n i CITERIORIS. I. MOLLUSCA. I. MOLLUSCA CEPHALOPODA, I. Octopus vulgaris, macropus, 4cirrus, tu- berculatus 650.— II. TreMocTOPUS viola- ceus.-III. ELEDONA moscata, Aldrovandi 66.--1V. Lotico vulgaris, subulata, sagit- tata 57, todara.--V. SepioLa Rondeleti , macrosoma 68. ---IV. Sepia officinalis, Dorbignyana. 163 Il. MOLIUSCA PTEROPODA. I. HvaraEa Sdentata 69.--II.CLEoDORA cus- pidata, lanceolata. — III. CrESEIS striata, zonata 70, acicula.--IV. CrmpuLiA Pero- ni. 5 V. Tiedemannia neapolitana 71. HI. MOLLUSCA GASTEROPODA. I. Limax ater, agrestis, variegatus, sylvati- cus 72, —II, PrRoNIA parthenopeia.-- I. EotIs peregrina, affinis 73, Cuvieri.--IV. TuitoNIA thethydea. --V. Tueruys fim- bria, leporina 74. --VI. Doris Argo, ver- rucosa, limbata 75, tuberculata, Leuckar- ti, grandiflora, gracilis, Schultzii, Scacchi 76, parthenopcia, lutescens, fimbriata. -- VII. PLeuRoPAYLLIDIA lineolata 77. -- VIIL PreuroBRANcHUS Meckelii , auran- tiacus, ocellatus, stellatus, tuberculatus, Forskahli 78. -- TX. PLEUROBRANCHIDIUM Meckelii. -- X. ApLYsIA leporina , Cuvieri 79, Poli, fasciata, neapolitana 80. -- XI. DoLapeLLA neapolitana, -- XII. Norar- cuus neapolitanus. XII. DoRIDIUM car- nosum, Meckelii,aplysiaeforme 81.--XIV. GastERoPTERON Meckelii.--XV. UMBELLA mediterranea 82.— XVI. PTEROTRACHEA hyalina, Friderici, coronata, umbilicata.-- XVII. CarmtnaRIA mediterranea 83. -- XVII. JanTHINA communis. -—-- XIX. SvaarETUS halyotoideus , neritoideus 84, Morelli, flavus. 1Y. RIOLLUSCA ACERPHALA. . CravaceLLA sicula, balanorum 85.--II, Terepo navalis, Bruguieri, bipalmulata. --11I.GastRocHAENA cuneiformis 86.--IV. Ascipia mamillaris 86, rustica, prunum, Cuvieri.--V. PaatLUSIA sulcata, monacus, mamillata 87, intestinalis.--VI. CrNTBAIA microcosmus, papillosa, serotum 88. -- VII. CLAVELINA lepadiformis.--VII: Bo- TAÀYLLUS gemmeus, rosaceus, stellatus , Leachii, niveus, ciliatus 89, violaceus. -- IX. PoLvycycLus Reynieri, elongatus. -— X. PoLycLyNum Saturnium, septosum , stellatum , vesiculosum, diazona, fuscum, viride 90.--XI. Aprypium lobatum,areo- latum.-- XII. DipeMNUM roseum, album 91.--MIT.EvcorLium hospitalium 9 f, sub- gelatinosum, roseum. -- XIV. Pyrrosoma gisanteum.--XV, SatPA maxima, pinvata 92, democratica, Tilesii, cyanca , nea- politana 93. i 164 II. ARTICULATA.. I. AVNULOSA TURICOLA. I Ampiarzate Olfersii, nesidensis, neapo- litana, flexuosa , Meckelii.--II. SERPULA infundibulum , fimbriata, 3quetroldes %. --HI, Sageitri Lucullana, denudata, eu- placae, infundibulum.--1V.CLyWENA nea- politana.--V. PecriNatIA auricoma 95.-- VI. Syrnostoma diplocaitos. — VI. STY- LarIoanES moniliferus.-- VIII. SPERNASPIS Thalassemoides 96. ll. ANNULOSA LUMBRICEA. IX. Lumpaicus terrestris, iuloides, pusillus. x, Luwpniserts fragilis, Rolandi, s.- Hi- lairii 97, coccincus, nesidensis, syphodon- ta.—XI. GLycrra syphostoma.--XII.Nats serpentina, coccinca, Qpunctata, probosci- dea, De Horatiis 98. XIHI. CinraTHU- rus Lamarckii, filigerus.«-XIV. OPMLIA bicornis 99. MF. ANNULOSA NEREIDBA. XV. AngwicoLa piscatorum.— XVI. Eomer gigantea , sanguinea 101, Bertolonii, vittata, zonata.-XVII. Oxopuis filicor- nis.«-SyuLIs gracilis ? Rudolphi , Tied- manni 101.— XIX. Hesioxe sicula,.--XX. Lycasris Blainvillei, Otti, Okenii 102. XXI. Nersis Ranzani , Edwarsii, cauda- ta, coccinea, ventilabrum, ‘cornis, the- thycola, flezuosa, Gtentacnlata, delineata 103. — XXII. DropatrA neapolitana. — XXIII. Lysinice parthenopeia. -— XXIV. Arcrore candida. -- XXV. PavrLopoce - Paretti 104.— XXVI. Nernrys scoloperi- droides. IV, AVNULOS® SOUAMATA. XXVII. HaLwrHEA aculeata, hystrix 105.-- XXVIII. PoLywoE squamosa , astericola, lupulata, XXIX, PoLvoponraes maxillo= sa 106.--XXX. SicaLion vittatum, are- nosum, squamosum. V. AVVNULOSA ASETIFERA. XXXI. Hrnupo medicinatis, sanguisuga 107. . --XXXIT, Eaponperri sebetia, partheno- peia. — NANI, PonfobbELLA verrucosa 108.-- XXXIV. SYPMUNCULUS balanopho- rus, cchinorhynchis.-- NXXV fototnu- RIDITM papillosam. VI. ANNULGSA NEMERTIRA. XXXVI. PotiA punctata , oculata, pusilla, 4ophthalma , delineata, coerulea, genicu- lata, bilineata, rosea, syphunculus 140. --XXXVII. OpayocEPHALUS murenoides, polymorphus, bilineatus.--XXXVIIT. Pro- sToMa candidum ?--XXXIX, BALANOGLOS- sus clavigerus. VH.PSEUDANNULOSA PLANARIBA, XL. PLasanIa syphunculus , luteola, auran- tiaca 111, violacea, tuberculata, Mulleri, Dicquemari , neapolitana , atomata, tor- voides , nesidensis 112.-- XLT. ApLysIo- PTERUS napolitanus. VIT. PSEUDANNULOSA EPITEN- TOZOCIC. XLII. PrroenicuRos varius. — XLI. Octo- coryLE comatulae. — XLIW. Hc rocory- LE Argonautae 113. -- XLV. FiLanix lo- liginis, aphroditae. — XLVI. Ascartg to- tari.-XLVII. BoremiocermaLts loliginjs. XLVII, Taenta echinorbyncha.—XLIX. Ecnison&yxcHos totari.--L. ScoLEX ZUo- batus. -- LI. DisoraniorayncHUS totari. =- LIT. Moxosroma Thethydis, totari, se- piolae, octopodis 114.—LIII. Disroma ca- rinariae, octopodis, totari.--LIV. Cysri- cercus sepiolae.-LV. PoLysTomA loligi- nis.=- LVI. AMPHISTOMA loliginis 115. II, ZOOPHYTA, I. ECHINODERMATA DOLOTHU- BiE4. T. Carnopota Chiai.--I. HorotHURIA tub losa, Forskhalii, Poli, Sanctori 116, rega- lis, maxima.—- HIT. Sporapipus Stellati.-- IV. PayLropHorts penicillus, fasus 117. —V. PentACTA pentactes, doliolum, cucu- mis, Planeiana, #quetra 114. IH. ECMHINODERMATA ECHINIDEA. I, Fominvs escalontus, ventricosus, sardicus 119, saxatilis, miliaris, neapolitanus 120, =- IT. Cyparis hystrix. -- SPATANGUS ven- ‘tricosus , purpureus , arcuarius 121. TIl. ECHINODERATA ASTERIDEA. T. ASTERIAS exigua, membranacea 122, au- rantiaca, bispinosa , Imperati , Jonstoni 123, pentacantha, subulata, variolata, ru- bens 124, angulosa, Savaresy.--II.OpAIU- ‘Rs lacertosa, Rondeleti 125, cordifera , Tenorii, squamosa, echinata, tricolor 126, pentagona, Ferussaci, Cuvieri , cancella- ta, maculata , variegata, rufa 127. -- III. EuryALE costosum. — IV.'COMATULA Adeonae , rosacea, bicolor 128. IV. AKALEPHA MEDUSINA. I. RarzostoMA Aldrovandi. -- IT. CASSIOPEA Borbonica. — III. AURELIA aurita 129. — XV. PELAGIA panopyra. -- V. AEQUOREA Forskahliana, Rissoi 130.-- VI. OccANIA ‘phosphorica , marsupialis.—VII. DIANAEA proboscidalis, Lucullana 134.--VIMI. CAL- LIRHOE Basteriana. W. AKALEPHA VELELLIDA. VELELLA limbosa 132. VI. AKALEPITA BEROIDO-CESTICA TI. BEROE ovatus.--II. CALLIANIRA diplopte- ra.--III. ALcynoE papillosa.-IY. CestuM Veneris 133. VII. AKALEPHA PRYSALICA. T. PaYsALIA cymbiformis.--II. PaysopHoRrA hydrostatica , rosacea 133.-- III. StEePHA- NoMIA ophiura, uvaria.--IV. RHIzoPHysA filiformis.—-V. Hrpporus luteus 135.--VI. DoLIioLuM mediterrancum 136, papillo- sum, sulcatum. WII. POLIPI ACTINICI. . ZOANTHUS lobatus, arenaceus.--II.CERIAN= THus cornucopia, Brerae, actinioideus 136. — IM. AcTiINIA crassicornis, pedunculata, effoeta, Rondeleti, carciniopados, auran- tiaca, Cari, rubra, elongata, bellis 138, diaphana.--IV.CanvopuyLLIA calycularis, ramea,; fascicularis 139. IX. POLYPI HYDBACI. i. OgELIA radiata. -- II. TuoBULIPORA annu- Jaris, fimbria; ramea 140, foraminula- 165 (a.--ITI. CORNOTARIA rugosa.—IV. TuBu- LARIA indivisa 141.--V. FLusrea pyrifor= mis.--VI. PHERUSA tubulosa. - VH. Zoo- ‘BoTHRION verticillatum 142, X. POLYPI SERTULARICI. . CAMPANULARIA dichotoma, Caulini, ra- cemosa.--II.SERTULARIA parasitica, mise- nensis 143 , polyzonias, pumila, pinna- sta.--III. ANTENNULARIA antennina 14%. IV.PLUMULARIA miriophyllum, pluma, se- cundaria.--V. PennarIAa Caulini 143.--VI SerIALARIA lendigera. — VII. CELLARIA ceroides, salicornioides 146, pumicosa, plumosa, neritina , Caulini 147. -- VII. CELLEPORA melobesia, hyalina, spongites, perlacea , Rosselii, imbricata 148, coro- nata, Ronchi, tuberculata, ciliata, ovoi- dea, Imperati, Magnevillana, Macry 149, muricata , Becquerelii, labiata, Larrey, personata, rostrata, urceolata.--TX. MiL- LEPORA truncata 150, drepanensis, cervi- ‘cornis, miniacea , coriacea, ovata 151.-- X. ReTEPoRA cellulosa, frondiculata, fa- vosita 152.--XI. CoponyrEs cardunculus, infundibulum, squamata. XI. POLYPI LITMO-CERATODEN- EBRIUI. I. CoraLium rubrum 153. — II. GorGONIA verrucosa , viminalis, ceratophyta , iun- cea 151, Rissoi.--IH{, Pavovania 4dran- gularis.--IV.PeNNaTULA grisea,rubra 155, XII, POLYPI SARCODENDRICI. TI. LoBuLARIA palmata , digitata 156. --II. NePTAEA spinulosa.--JIV.ANTRELIA rubra. -- IV. ImpERATA nodosa 137. XIII. ZOOPHYTA AMORPHA. I. Sponcia officinalis , usitatissima, rubra, angulosa , setulosa, maculata, rosea, mi- niata 158, reticularis, subplicata, coe- rulea, cellulosa, fistulosa , inflata, pur- purea, cylindracea, triangularis, Impe- rati, subdichotoma , foveolaria 159, cla- throides, dichotoma , clathrato-hyalina, mesenterina, flustraeformis 160.--1T. AL- cronium ficus, pyramidale, cydonium, melongaena 161.--1H. TeTHYA Iyncurium, Donati , cirrosa, pyrifera 162. DU VIRLAO tg di Da = ARGINE A fel su Saona Pi CE ITNIRA O na vi = are % ; Et sì MO X vw »