w I 4* ^ id TRATTATO DI CHRISTOFORO ACOSTA AFRICANO Medico, & Chirurgo DELLA HISTORIA, NATVRA, ET VIRTV delle Droghe Medicinali , & altri Semplici Tariffimi, che vengonoportati dalle Indie Orientali in Europa, Con le Figure delle Piante ritratte, & difegnate dal viuo porte a' luoghi proprij. J^uouamente recato dalla Spagnuola nella no/Ira Lingua-» . Con due Indici, vno de' Capi principali, l'altro delle cofe di più mo- mento, che fi ritrouano in tutta l' Opera-». CON PRIVILEGIO. IN VENETIA, M D LXXXV. Predo à Francefco Zileccì . t - =1 ) *•.'*" ■!■** AL MOLTO MAG ET ECCELLENTISSIMO Semplicetta de' tempi nofiri, // Signor Melchioro Guilandini . co 2> O L t o Magnifico Signor mio ofleruandiifimo . Douendo io publicare col mezz^o dello mie Stampe a beneficio vni- uerfale vn belliffimo Trattato delle Droghe,8c altri Sempli- ci runiTìmi , che vengono portati dalle Indio Orientali in quelle nóilre parti, de' quali per lo pallato o nulla, o poca, o del tutto falla, & fauo- lola cognitione fi haueuaj8c" cercando diperfo- na , che con la fu a auttorità potellefauorire que- lla mia fatica, niuna mi Ci è parata dauanri più atta, Se più proportionata alla cola della quale fi tratta , che V. S. perciò che efTendo ella fiata., , fin dalla (uà prima giouanezza, che fi partì di a 2 Prillila Pruffiafua Patria piena di vnnobiliffimo difide- rio d'inuefligare per ogni via poflìbile la hifto- ria , la natura , & le proprietà de' fémplici-medi- camenti , &C emendo giàperuenuta a quel colmo di perfezione , che da ognVno vien confeflato lei non folo in quella profetinone, ma in ogni guifadi belle lettere non hauer alcuno fuperio- rejàlei con gran ragione doueua io dedicare^ quell'opra . Oltra di ciò mi fon mollo a far que- llo, fperando di dar a lei qualche fatisfattione di cofa, che ella già molto ha bramato ,'percio- chehauédo intefo da vn gentil'huomo di quella Città,che molto l'ama, & apprezzalo quàto de- fiderio ella già anni vintifette li mettefTe in viag- gio per andar alle In die Orientali^ quàto 1 a For tuna le Ha fiata contraria > mi giouerà di rame- morare à quello propoiito , quanto ho faputo da lui della peregrinatione di V. S. perche da que- llo fi potrà farragione, che fé il Signor Dio le ha «effe concefìo grafia di condurla à fine, come el- la haueua già cominciato, molto più piena , &C più vsile informationehaurebbe riceuuto l'Eu- ropa delle cofe delle dette Indie, che fin'hora non l'è flato apportato. Ma non fi può contrastar coi Cielo. Da lei certo nò è macato di metterli ad o- gni pericolo pergiugere à buo termine della fu a honeflaintentione * Perciò eh e fin dal M. d . tv it, ella ella S'inorò col Clarifiìmo Signor Mann de'Ca- ualli Cauaher di buona memoria , che anda- ua Bailo per nome del SerenilTìmo Dominio a Coltatinopoli ; nel qual luogo gionta,&: feoper- to l'animo fuoali'IlluitriiTimoMonfignor delta Vigna allhora Ambafciador del Re Chriitianif- fimoàqucllaPorta, fu da fua Signoria IlluftrifTì- ma fauorita & còdotta a baciar la mano al Gran Signore , dal quale impetrò vn Comandamento ampli/lìmo non folamcte di andarper tutti i fuoi Regni, ma di paifar oltre in altre Prouincie an- chorafenz^a impedimento alcuno .Ma la Fortu- na naturalmente inuidiofa della Virtù, fi pofeal contrailo di sì bel principio 5 perciò che giunta al Fiume Tigre, per la guerra, che allhora faceua il Re diPerfianel Corafìan,lefu còtefo il pafTarpiù oltre. Quindi hauendo confumaci tre anni in di- uerfe parti dell'Ada, il quarto anno fé ne pafsòin Orfa,in Aleppo,in Damafco,in Hierufalem, o£ in Gaza , &: finalmente nel Cairo con fperanza o per via del Sino Perfico,o del Mar Roffo di feguir il fuo viaggio .Ma ne anco quefto per diuerfi ac- cidenti,che lungo farebbe il raccontarli, le ven- ne fatto . Si volfe poi à tentar la via di Lisbona,& imbarcatafi,nauigò in Sicilia. Di là partita fopra vna nane per Portogallo, nel viaggio fu la naue ali alita da dieci Galeotte di Corfari,&combar- tuca3 tuta,& vinta, effondo rimai! molti paffaggieri morti Se feriti, tra' quali fu anchor efla ferita , Se prefa; S£ condotta con gli altri in Algidi, fu da- ta per decima ad AfTan. Barbarofla figliuolo che fu delgia flmiofo ChairadinRe d'Algieri ,ilqua- le la donò ad vn fuo Chiaus , che la fece vendere al publico incanto. Quiui dimorata in feruitù per none mefl, fu fatta rifeuoterc dall'Eccellen* tiffìmo SignorGabrieleFaloppio, vero fplendo- re d'ogni virtù , che allhora fi ritrouaua Lettore di Medicina nello Studio diPadoua , per dugen- to feudi d'oro. Manorccontenta la Fortuna di ha uerle interrotto il viaggio vna,& due volte, di ha uerla condotta ferita,, in feruitìi con pericolo d el la vita,&: con perdita di tutte lefue fcritture,&; di e gni altra fu a co fa, 1 a volle ridur'anco più p reffo alla morterchenon haueua fatto prima; perciò ehe nel fuo ritorno d'Africa inltalia, la naue, fo- pra dellaquale ellaera montata,,corfa per venti contrarij in Barbaria sfi fommerfe y &C ella alliga- ta advna tauola,nuda,& percoffa fra li fcogli appena con vn poco di flato , che le era rimafo fi- nalmente fi faluò. Eflendo poi giunta àGenoua, &C giuntainfieme la fam&del fuo valore in Italia, fu da quefti llluitriiiimi Signori condotta alla cu ra dell'Ho rto Medicinale, & ali a lettura de' Sem- plici nello Situila diPadoua . Nelqual carico el- la laha cosi bene fatisfatto &C alle loro Signorie II- lulhiflìme j&là tutto lo Studio , che (e ben più volte ha fatto ogni opra per impetrare licentia dal Serenilfimo Dominio di ritornar à fare que- llo ino viario nell'Indie Orientali; nondimeno non ha mai potuto ottenerla -, hauendo antepo- ngo quelli Signori IlluflniTìmi il beneficio dello Studio di Pado uà, &L di tati, che quiui concorro- no fin d'oltre i monti per v dirla, alla fu a gratifi- catione. Ho raccontato volentieri ragionando con ella lei i fuoi traua^li,sì perche effendo fuori de' pericoli, giouatal'hora il rifrefcarla memo- ria degli infortunij partati ; come perche lepoffa parer più grato il mio dono,portàdole io in que- llo Libro nò folo 1 a Hiftoria di gran parte di que' Semplici, che colà nafeono, narrata da perfona^ dotta SCeiperta, che lungamente è dimorata in-. quelle Prouincie ; ma i ritratti anchora dal natu- rale di buona parte di loro ; per la cognitione de' quali ella fi haueuapoftoà (offerire tanti diteg- gi, occorrere tanti nfchijonde fé non in tutto, almeno in qualche parte ella potrà appagare il Ilio defideno . Gradirà ella dunque nonlblo il prefente, ma l'affetto dell'animo, colqual glie le dò j ilquale è tutto pieno di amore ,& di riuer en- za verfo di lei ; laquale piaccia al Signor Dio di di conlèruare lungaméte per beneficio del Mon- do Tana Rallegra nella fuagratia. Di Venetia , il dì primo di Gennaio. M D L X X X V- Di Voftra Signoria Afrettionatiffimo Seru icore Francefco Ziletti . AL MOLTO ILLVSTRE SENATO DELLA R E € A L CITTA di Burgos Capo di Cartiglia^, & Camera- di fu a Maeltà, Chrìftoforo Acojia Africano . S . E n t e n z a fu di Efiodo(moI tollluitre Senato) riferita 8C lodata dal Prencipe dell'elo- quenza Cicerone nel fuo per- fetto Oratore , che l'huomo grato deue enere come i pò- neri , 6c humili Contadini , i quali al tempo de' lor ricolti pagano quietamente quello, che rice- uettero in fede . Deiìderauaio (poi che mi ven- gono menojcome a loro,le rendite annuali ) che non follerò itati tanto grandi i benefìci], che V.S. mi fece , quando con publico , ex: honorato fala- rio mi riceuette nel feruigio di quefta così chia- ra &£ illuftre Republica,ò'che le mie forze foriero maggiori, benché le hauefll cercate ad impre- ftido, che potelfero co' miei feruigij compiacer al mio defiderio 3 che uè io mitrouareitato lun- gè di giungere all'obligatione,nellaquale io mi b veggo, veggo,nè V.S.cofi certamete in effa mi fouerchie rebbe di ragione. Ma poi che quefto è impofilbi le, farà co fa prudere feguir il configlio di Tullio nel libro primo delle Epiftole familiari,doue di- cerie è cofa da cuor generofo voler Tempre do- uer più a cui fi deue molto. Et codio hauendo con la pouertà del mio ingegno affaticato mol- to inquefta opera5laqual'è vnveroeiTempio, 8c ritratto di molte piante medicinali non cono fciute 3 né vedute da niuno delli Antichi , iqu ali fcriiTeroinqueftamateriajdefidero infieme obli garmi anchorapiu a V.S.có fupplicarlache pre- da a bene di accoglierla (otto le ali della fu a pro- tettione , che le fera luogo làcro» doue potrà (tare fieura da denti velenofi di tanti detrattori,quan- tiquefta età di Rame produce, imitando in que- fto vltimo,poi che nel primo non pollagli eser- citati Contadini , iquali quando piantano piante tenere &: dilicate, procurano di appoggiarle a grandi &C forti arbori,che le difendano da venti tem petto fi , oc ecceiìlue pioggie, Se afpri geli ; fa cendo ancho quello, che gl'ingeniofi Dipintori fanno ne' loro merauigliofi ritratti ,cheper dar l'ultima perfèttione a quello,che hano operato le loro mani artificioie/oglìono illuftrarli con l'o- ro de più fini caratti . Et coi! farà ragione, che V. S.riceua quefta opera , come fattura di quegli a cui cui V.S. diede luogo in coli chiara Republica, co prendola col manto delfuofauore, non mirando al piccolo feruigio,checon lei gli fifa, ma alla ferma & gran volontà , con laquale gli fi offeri- fce;come fece quel gran Xeife Re di Perfia,quan do con allegro volto riceuette il tratto d'acqua, ch'un femplice Paftorello gli offerfe nelle fu e ma ni, laquale io lafcio a fua correttione, & ammen da nelle mani molto illuitri diV. S.lequali ba- feio moke fiate . Quefto fuo Seruitoro . Chriftoforo Aco&l. \ GLI Simon Gcnòuefc T So caco Theofrafto Sudimco S.Thomaifo Suida Greco V Strabone Valerio cordo. lì Fine della Tauola de gli Autori . Quefti fono gli Autori, de' quali in quefto Trattato fi fa mentione,oltra molti altri Medici,& buoni letterati, che in quefta Tauola no nomino,come fono Medici Arabi, Perfiani,Turchi)Coraflàni>Bragmani, Chine fi , Canarini,Decanini, Malabari,Giogui, lapponi, Danheini, Malaici, Bengalefi,Guzarati,Cambaiéfi, Pitagorici , Bancani , Rumes , & altri di altre nati o- ni ■■> &,con molti di quefti ho communicato fopralc cofe,che in quefto,& nell'altro Libro ho trattato,pe- legrinando io in quelle parti per mare } & per terra. . . tiqa2 • i PIANTE DELLE DROGHE difegnatc dal Naturalo. Ianta dell' Arboro Trillo 168 Piàtadell'Aloe 159 Pianta dell Auella- na Indica 72 Pianta dell Ambari . 221 Pianta dell'Ananas 268 Piata dell'Ananas Brauo 265 Pianta del Banguc. 276 Pianta della Cannella a Foglia della Cannella. 3 Pianta del Legno della Chi- na 60 Foglia del Legno della Chi- na ài Pianta delle Carambole 191 Pianta dclli Charameis 244 Pianta del Caius 246 Piantadel Carcapuli 2-74 Pianta del Calamo Aroma- tico 289 Pianta de' Dorioni 174 Ritratto dell'Elefante 320 Ritratto dell'Elefante arma- to 321 Pianta de' Fichi d'India 36 Pianta dclli Garofani 24 Pianta della Galangi 45 Pianta del Gengioiio. 196 Pianta dellHcrba Viua 181 Pianta dcll'Herba Molle 1 83 Pianta dell'Herba di Malu- co 279 Pianta della Iaca i99 Pianta del Iambi 203 Pianta del Legno delle Ser- pi 257 Pianta del fecondo Legno del le Serpi 259 Piantadel Macer 32 Pianta della Moringa 262 Pianta del Mangas 240 Piata della Noce Mofcata 28 Pianta del Negundo mafehio 210 Pianta del Negundo fèmina Pianta del Nimbo 214 Foglia del Pepe cauata dal naturale \6 Pianta delPepe nero 25 Pianta del Pauate 42 Pianta de Pomi dell'India 85 Pianta de Pignuoli di Maluc- co w 237 Pianta del Sargazo 271 Pianta dello Spodio 22! Pianta del Tamarindo 50 Pianta dclZaffarano delle In- • 'die 193 Il fine della Tauola delle Droghe difegnatc dal Naturale . TAVOLA DELLE DR O ,G H E, che.fi trattano nell'Opera. EU' Arboro i*5- Trifto !'DeirAnacardaÌ75 il Dell' Amomo \&9 Dell'Aloe Dell'Ambra DegliAmbari Dell'Ananas Dell'Anil Dell' Afta fetida Dell'Ananas Brauo Del Bangue Della Cannella Del Legno della China i45 160 222 269 3r3 2 19 2<5<5 277 I 6z De' Cocchi contra veleno 83 99 Dell'Herba Molle DelI'HerbaViua Dell'Herba di Maluco Della Iaca Dellilambolani Dellilambi - Dellilamgomi DeMa Lacca Del Legno di Maluco Del Secondo Legno delle Ser- 182 i79 150 200 202 204 206 88 252 -,„„ pi Delia Canna Fittola Della Canfora Del Care Delle Cubebe Delle Carambole DeiHCharameis DelCarcapuli Del Coito Del Calamo Aromatico Del Cardamomo Del Caius Della Datura De Demoni Dell'Elefante ,& fu e qualità 320 Del Folio Indiano Del Fico dell'Indie 5 7 De' Garofani,^ della lor Pia- ta 23 Della Galanga 46 DclGengiouo 197 260 258 33 207 302 Del Legno delle Serpi DelMacer De'Mirabolasi Della Manna Della Mori nga 184 Delle Mangas 241 514' Della Nlocéll'a Indiana 73 Del Nimbo 2I5 DelNegundio 212 Deli'Opio 314 Del Pépe 17 (to7<5 103 192. 245 275 3°4 290 295 247 6j 171 08 Della Palma, & del fuo frut- De' Pomi dell'India Della Pietra Bezahar DelPauate De' Pignoli di Maluco Del Reobarbaro De Sandali Della Spica Nardi- Delio Schinantho DelSangazo 272 Dello Spodio 224 Del Tamarindo 86 n8 43- 238 217 124 132 139 DelTurbit Del Zafrano delle Indie 5i 228 i94 Il finedella Tauola delle Droghe , che fi trattano nell'Opera, TAVOLA DELLE COSE PIV NOTABILI, che nella preferite Opera fi contengono . ss*5 Ben Mefuai citato à carte 31 Aben Mcfuai citato dell'Aerea 75 Morxi infermiti »i Aceto fatto di Tamarindo 52 Aceto come fi caui della Palma 78 Aceto Canarino come fi ficcia 245 Acqua di vita cauata della Palma ■* 78 Aetio.e fuo carne errore 187 Albazari citato V 3 1 Albugerio citato /. 55 Aloe migliore .' 155 Aloe e fuo temperamento 158 Aloe e fua pianta difegnata dal naturale ,\ 159 Aloe & fuo nome 145 AloediSocotora.come Ci conofea 146.147 Aloe vfato da Medici Arabi,Perfiani,& Turchi,& Gentili 148 Aloe &dccottione delle fue foglie per purgare 149 Aloe & fua herba,& fua virtù. 150 Aloemetalicofefitroui 154 Aloe & come fi adopri dalli Indiani per purgare 1 54. 1 5 5 Aloe non fifalfificain Socotora 145.146 Aloe, & fuoi nomi 145 Aloedouefitroui in abondanza v 145 Aloedouefiamigliore *4S Amato Lufitano citato 34 Amato Lufitano & fuo inganno, circa i Tamarindi 5 5 Amato Lufitano della Noce Metella 70 Amato Lufitano citato 48 Amato Lufitano della China 64 Amato Lufitano 92 e Amato TAVOLA. Amato Lufìtano tieite che in Lisbonanella' Cafa delle India fi troui ogni fpecie di Cinnamomo 9 Amato Lufìtano citato dal Chermes 98 Amato Lufìtano del Nardo 132 Ambari arboro& frutti di fegnati dal viua v 22X Ambari arboro& frutti defcritti 222 Ambari & fuoi nomi 222 Ambari come fi vii ne' cibi 222 Ambra in pezzi di molta grandezza ,'& pelo 162 Ambra nonconofciuto fé non da Greci moderni 163 Ambra migliore 165 Ambra douefì trota in maggior quantità 164 Ambra vfato ne* cibi 164. Ambra &fuo valore . 164 Ambra &fuacomplcflìone ,\. 164 Ambra &fue virtù: , 164 Ambro gri fo doue fi troui .84 Ambra & fuoi nomi. j6a Ambra, che cola fia v 1 60 Amomo, & varietà d'opinioni circa diluì • \^9> Ànacardo & fuoi nomi 175 Anacardo dekritto- 1-75 Anacardo rimangia inconferuadifale&acqu& 176 Anacardo & fua complefuone,& fuevirtà 1 7J Ananas brauaarboro& frutti defcritti. 255 Ananas brano & fùó Iucca à che gioui 2 6j Ananas brauo& fuoi nomi 2^7 Ananasfrutto defignatodalviuo „- 268. Ananas frutto portato dal Brafilnelk Indie 269 Ànanas & fuoi nomi 2.69 Ananas come fi pianti 269 Ananas & fua temperatura. 2 69 Ananas come fi mangi 2^9 Ananas brauoarboro& frutti difcgnatidal viua 26$ Ananas &fue proprietà 260 AndreaBelJunenfe & Tuo errore 3 1 3 Andrea Matthiolo della Manna de Greci 3 1 1 Andrea Matthiolo citato 71 Andrea TAVOLA. Andrea Matthiolo dcll'Anacardo 175 Andrea Vcflalio della China 65 Andrea Matthiolo 65 Andrea Marthiolodella Lacca 9o Andrea Matthiolo del Nardo 132 Andrea Matthiolo & fuo errore 1 88 Andrea Matthiolo & Tuo errore 70 Andrea Matthiolo citato 124 Andrea Matthiolo riprefo 14 Andrea Matthiolo citato ?j Andrea Bellunenfe della Canfora 188 Angelica herba & radice deferitta dal Ruellio 2 84 Anil&fuoinomi 313 Ami herba deferitta 3 1 3 Anil come fi prepari per far il color Azurro 3 1 3 Antonio Mufa del Sandalo 1 2 7 Antonio Mufa ingannato dello Spodio 2 25 Antonio Mufa de Tamarindi 54 Antonio Mufa & fuo errore 284 Antonio Mufa citato 23 Antonio Mufadel Nardo 13» Antonio Mufa & fuo errore 287 Antonio Mufa deH'AIoe,& fuo errore 1 5 o Antonio Mufa ingannato della cognition della Cannella 14 Antonio Mufa ingannato nell'Hifloria del Pepe 19 Arabi ingannati nell'Hiftoria del Pepe 19 Arabi inuentori & efperimentatori della Canna fittola 99 Arabi difefi 2 85 Arboro Trifto & fuo frutto, & virtù 1 66 ArboroTriftodifegnato dal naturale 168 Arboronel monte di Zeilam-, che luce la notte 12 ArboroTrifto,&fuoinomi 165 Arboro Trifto defcritto 165 Areca &laNocella Indiana .* 74 Areca, &fua temperatura 74 Areca &fue virtù 74 Areca,&ftupefatiua 74 Areca, &fua acqua distillata 74 e 2 Areca T A V O L- A. Areca conferuata per mangiarli ; 74 Archelao 9©- Aromatico Garofanato di Mefue 26 Afla fetida adoprata ne'cibi molto nell'India 2 80 Affa fetida e fue virtù 281 Afla fetida doue fi troni in maggior quantità 281 Affa fetida come fi caua dall'arboro 282 Affa fetida in controuerila preflb a Dot tori. /. 279 Affa fetida che eofafia 279 Affa, fetida e f noi nomi a 79 Affa fetida e fuo nome proprio a 279 Affa fetida e fuefpecie .• 282 Afma e fua cura *■•'■ 238 Afma e fuo rimedio 245 Auerroe,& fuo errore circa l'Ambra .*. 16 1 Auerroe citato 104 Attuario : .• 9 s Atabari citato delfAreca ** < '•"- •' 75 Auerrois citato 3 8 Auerrois ingannato dello Spodio 226 Auicenna del Folio Indiano .% ni Auicenna ingannato nella hiftoria del Pepe 19^2 1 Auicenna ingannato nelf hiftoria de Tamarindi 5 j Auicenna chiamatoda Medici ArabixPerfiani> e Turchi Abolhai S48 Auicenna'dell'Ambra 160 Auicenna ingannato della Lacca . " '■!•'' 90 Auicenna dello Schinanto 141 Auicenna 2 7 Auicenna e fuo errore »• 187 Auicenna & fua opinione de Fichi d'India- 5 & Auicenna dell'Anacardo 175 Auicenna chiama la Cannella Darehini conrnome Perfiano 8 Auicenna del Zaftran Indiano 195 Auicenna citato 39 Auicenna difefo dello Spodio 226 Auicenna e fuo errore del Calamo aromatico 2 9 * Auicenna citato 47 Àuicen- TAVOLA. Auicenna& Tuo errore 91 AuiccnnafudiTartaria 279 Auicenna della temperatura della Lacca 90 B BAncani, e loro opinione delle anime fiumane 282 Bangue di fegnata dal viuo [276 Bangue deferitta 277 Bangue,&fuovfo 277 Bangue come fi prepari 273 Bangue e fuoi nomi •.• 278 BedigorascitadodelIAreca .\ 75 Belunnefe citato 48 Bengiuì diuerfo dall' Aifafetida 284 Bengiuidouenafca A - • „ 284 Bengiui nome, onde deriuato 285 Bcngiuinoefuoiaomi 287 Bengiuinoefuo arboro ' •. »*• 287 Bengiuino come fi colga 288 Bengiuino e fua temperatura V 288 Bengiuino e fue virtù 288 Betelecfuoinomi .*. jo8 Beteleefuevirtù v. 108 Betcledefcritto 108 Bocca &fuo mal odore corretto 48 Brafauola .♦, 91 Brafauola del Nardo 132 C CAlamo aromatico difegnato dal viuo 289 Calamo aromatico, & molte varietà d'opinioni in- torno di lui 290 Calamo aromatico e Tuoi nomi 190 Calamo aromatico fi femina nell'India .*. 290 Calamoaromaticoefuevirtù 291 Calamo aromatico non efTer l'Acoro 2 92 Calamo aromatico diuerfo dall'Acoro, & dalla Galanga 293 Calecut Gran mercato dell'India diftrutto da Portoghefi 1 2 7 Calecut e fuo territorio deferitto 128 Cambaritte villa nell'India, Porto & fcala delle mercatie 3 04 Cancamo T X V O L A, Cancamo efter l'Ani me 95 Cancamogomma& arboro chelaproduce 96 CancamoTecondo Paulo. 96 Caricamo non fi conoscere 94 Cancamo non eflere ilBenioino 94 Canfora fai fificata jS6 Canfora e fuo arboro onde filila deferitto 185 Canfora e fua temperatura 189 Canfora non conofeiuta da Greci 184 Canfora e me fpecie V 184 Canfora e fuoi nomi corrotti pretto agli Arabi 185 Canfora che coiàfia 185 Canna lift ola non conofeiuta da Diofcoride& Galea© 99 Canna fìttola douenafea 99 Canna fiftola& fuo arboro, & frutti deferirti 99 Canna fìttola e ma abondanza 100 Canna fittola &" fuoi nomi 100 Canna fìttola, & fua temperatura ,\ i0o Canna fìttola perche vfatadaglilndiani 100 Canna fìttola e fua elettione j id Canna fìttola cóme fi correga 101 Canna fìttola &fue virtù jd Cannafìftolaverdecondìtavfata dagli Indiani dilicatì joi Cannella e fuo arboro e fruttidifegnati dal viuo 92 Cannella efoglia del fuo arboro difegna tabella grandezza naturale 3 Cannellato arbore, fiore, & frutto deferita 4 Cannella doue fi troui più perfetta 4 Cannella che co fa fia 4 Cannella e fuoi nomi diuerfi& del fuo frutto 5 Cannella & Caffia lignea& la cagion dell'errore de Medici,& Specialiintorno ad ette .. 5 Cannella & varie opinioni di lei tragli antichi 1 Cannella di Zeilam, &del Malabar chiamata con due nomi diuerfi 1 Cannella facilmente fi corrompe e perde dellafua bontà, • & quanto fi conferui 9 Cannella ecinnarrtomo vna cofa ifiefla-. 9 Can- T A V OLA. Cannella in Pcrfìano fi chiama Darchini , in Arabico Qucr- fta, oQiierfeeo 8 Cannellav&fuo color nero &bianco,ondcnafca. i° Cannella chiamata Caflìa lignea, onde 7 Cannella, & Tuo frutto oglio medicinale 1 1 Cannellate virtii,&complclTione i2«x3, Capra eia midolla del Cocco feccaal Sole,. laqual fi man- gia, come caftagne 80 Carabc 9 1 Carambole arboro & frutto difegnati dal viuo> 19 1 Carambole e fuoi nomi 192 Carambole e fuo arboro deferitti 192 Carambole vfatene cibi, & in medicina i92 Carbone fatto delle feorce del Cocco &> Carcapuli arbori e frutti difegnati dalviua 274 Carcapuli ar_borov e frutti dclcritti. 2 74 Carcapuli ne cibi 254 Carcapuli e fuo vfo nella medicina: £a 2 75 Cardamomo e fuefpetie r. 29 j Cardamomo e fuoinomi 295 Cardamomo non con® feiuto da Greci 29 £ Cardamomo degli Arabi diuerfo daquello de Greci 299. Cardamomo fi femina nell'India 299,. Cardamomo e fuo vfo nelle Indie 300 Cardamomononefì'er M eleghe tra. -Jt 302, Cardamomo come vfato nelle Indie 303 Caria che co fa fia 44 Garnofitànel collo della vefìca e fuo rimedi o> 64 Carambole e fue virtù 192. Catedouenafca 114 Cateefuo arboro de (critto 114 Cate eTrocifci fa tti del fuo legno,& a che giouino 1 1 4 Cate effer il Licio de Greci, & de gli Arabi, & de Latini 1 1 5 Cate come vfato dagli Indiani , &fue virtù n& Cate e fuoi nomi 114 Cate e fuo vfo nelle medicine 117 Caflìa lignea e Cannella vna cofa iftefla % Caffia lignea non conofeiuw ne da Greci,nè da gli Arabi 5 Caffia, TAVOLA,. Caffia,& Canna fiftoladhjrrfe |oi Caius arboro , & frutto dileguato dal viuo 246 Caiusarboro & frutti defcritti 247 Caius & fuo vfo ne cibi & fue virtù 247 Caius doue nafce .». 248 Charauis come vfati ne cibi 245 Charameis&fuoinomi 24y Charameis arboro & frutti difegnati dal viuo 244 Charamei* arbori, & fue fpecie defcritti 245 Charameis,& fue virtù 245 Chermes & fue virtù 97 China,fuadecottione,& modo di prenderla 61.63 China radice di fegnata dal naturale 60 China &fua foglia difegnata dalnaturale 61 China &fùoi nomi .*. 62 China defcritta . 62 China radice, & fue virtù 6% China Regno, &fua grandezza 188 China defcritta nel Libro del R.P.Frate Gafparo della Croce, dell'Ordine di SanDomenico 189 China radice fi mangia frefca nella Prouincia dellaChina 64 China radice,& acqua difHllata 64 Chini nauigauano in India 7 Chini fingeuano le fauole della Cannella,che racconta Plinio, & Herodoto 8 Chini gente intelligente 307 Ceruello raffreddato , & fuo rimedio 48 Cinnamomo Mufilitcio s'intende per la Cannella di Zeila ii Cocco frutto della Palma 76 Cocco frutto della Palma defcritto 78 Cocco & acqua dolce, che fi ritroua in lui delicatiflìma 78.79 Cocco di Nalediua,& fue virtù 83 Cocco &fua fcorza contra veleno 2 3 Colera fi purga co' Tamarindi 52 Colera & humori adufti purgati da' Tamarindi 5 5 Colico,& fuo rimedio 48 Contufioni&lor rimedio 213 CordefattedellefcorzedelCoccOj&lorcondkione 79.80 Cornelio T A" V O L A. Cornelio Tacito 9& Cornelio Celfo dello Schinanto 14 1 Corto &fuoarborodefcritto /. 304 Cofto& varie opinioni diluì 304 Corto & Tua elcttione 304 Coftoadoprato moltoin Medicina da' Medici Indiani 305,' Corto &fuefpecie 305 Corto &fuoarbore,& frutto 3°ó Corto fi porta dall'India corrotto v 306 Corto vfato da Chini 307 Corto & fua temperatura .*. 307 Corto & fue virtù 307 Corto & fuoi nomi 304 Crocodili nel fiume di Cranganor 225 Cubebe non eflere né il Carpello , nò frutto del Mirto falua- tico 106 Cubebe non efler feme di virtù 106 Cubebe & perche vfate da Medici Indiani v 106 Cubebe diuerfedal Mirto 104 Cubebe&Carpeiiocome fi deonovfare 105 Cubebe fi cuoceno doue nafeono , perche non fi poflono fe- minare 103 Cubebe fé fiano vn'altro genere di Pepe 1 03 Cubebe portate alla China per Medicina \» 104 Cubebe, &loro nomi 103 Cubebe,&lor'arboiodefcritto 103 Cubebe doue nafehino V 103 Cubebe molto ftimatedouenafeono 103 Curodapalaarboro,& fuadefenttione 35«3^ Curodapala, & compofitione della fua feorza per Io fluf- fo f 36*37 Cuore confortato da' Garofani 26 Cuore,fua palpitatone , & rimedio 48 D D Enti fortificarvi con l'Arcca 74 Datura eifer la Stramoni a di Diofcoridc 70 Datura pianta difegnatadalànaturale 66 d Datura T A V O L A. Datunffte fpecie,&fuadefcrittione 67 Datura &fuoi nomi 67 Datura effer la vera Noce metella delli Arabi 68 Datura data dalle innamorate a loro amanti per leuarloroil fentimento 68 Datura veleno come fi curi 68.69 DemoftratO) .: 9 1 Diatrionpipereon 22: Digeftione aiutata da' Garofani' . 2 6 Digeftionecon che fi. aiuti 48 Diocles v 9r Diofcoride dell'Aloe 147 Diofcoride dell' Anacardo- 1 75- Diofcoride,&fùo errore .•- 198 Diofcoride ci tato 97 Diofcoridedel Gengiouo J39 Diofcoride}&fuoerrorecircailFolio'Indiano> 109 Diofcoride citato: 39 Diofcoride citato1 93 Diofcoride del Nardo, & fuo errore 13:3. 134 Diofcoride dello Schinanto 140 Diofcoride ingannato neli'Hifìoria del Pepe r?.2 o Diofcoride, & fuo errore circa il Folio Indiano» 1 1 o Dolori delle giunture, &lor rimedi} 213 Dolori freddi con che curati 48 Dorioni frutto di Mal aca; 175 Dorioni & fuo arboro defcritto> 1% 1 71 Dorioni contrari j al Betele r.73 Dorioni & fuoarboro difcgnato dal viuo> 174 Dottor Orta,& fua opinione dell'Acoro 49' Droghe come foflero portate anticamente in Aleuandria. 147*143 ..' E EBbrezza , & fùo rimedio 3 8 Elefanti di Zeilam migliori degli altri r* Elefante fi appoggia all'arboro del Cocca 19 Elefante deferi tto 323 Emigranea , & fuo rimedio» £4 ErifTpcle TAVOLA. Erisipele come fi fanno 4j Erifipelc mcdicafi con le foglie de Tamarindi pefte 5 2 Erifipele curare con la Datura €9 F F Accia come fi netti di macchie 31 Febbri continue & ardenti medicate co' Tamarindi 5 5 Febbri coleriche &vfo del firopo de Tamarindi 5* Febbri ardenti 44 Fegato confortato da' Garofani 26 Fegato come fi fortifichi 31 Fegato, & fua infiammagione , & fuo rimedio 44 Fegato & fuo ardore refrigerato da' Tamarindi 5 5 Fegato caldo & fuo rimedio 79 Ferite accioche non s'infiammino 44 Ferite s'impiaftrano attorno con foglie de Tamarindi peftc perimpedir l'infiammagione 51 Fiato puzzolente come fileui 3 1 Fiele & fua virtù 155 Fico d'India ritratto dal naturale 5 6 Fico d'India &fuoi vari) nomi , „\ 57 Fico d'India arboro & fua deferittione 5 7 Fico d'India in qual paefe abondi molto 5 8 Fico d'India come fi pianti 59 Fico d'India &vfo delle fue foglie 59 Fico d'India frutto fecondo l'opinion d'alcuni, con chepeccò Adamo 59 Filone del Nardo 131 Flegma fi purga co' Tamarindi 5* Flegmonifirifoluonoconlcfogliede'Tamarindi,& come 57 Filemone - 91 Fluflb d'ogni fpeciecomeficuri da' Medici Bragmani, Canari- ni, ScMalabari 34 Fluflb d'ogni fpetie con che fi curi 36 Fluflì con febbri ardenti come fi curino 69 Fluflb & fuo rimedio 2 75 Fluflì colerici come fi curano 74 Foglie del Cocco perche vfo 81 Folio Indiano &fuoi nomi 108 d 2 Folio T A V^ OLA. Fòlio Indiano diuerfo dal Zembul " i 08 Folio Indiano doue nafca 109 Folio Indiano diuerfo dal Betele .».•■■ IOP Folio Indiano defcritto 1 09 Folio Indiano à che gioui 112 Folio Indiano quando manca,con che fi deuefupplire 1 1 3 Frati ingannati nell'Hiftoria del Pepe 19 Frati commentatori di Mefue, & lor errore 41.48.9 1 Frati commentatori di Mefueingannati intorno allaLacca 94 Frati & loro errore circa lo Schinanto 142 Frenefia & Malinconia medicateco' Tamarindi 55 ! ... G A GAmbegonfie con che fi profumino 3 8 Galanga,& Tua temperatura 48 Gàlanga,& fue virtù 48 Galanga pianta ritratta dal naturale 45 Galanga &fuadefcrittione : v 46 Galanga come fi pianti 46 Galanga &fuoi nomi 47 Galanga & pane fattodelle fue radici lì 47 Galanga non ben conosciuta da gli Arabi 4* Galeno citato fopra il Macer,&Macis 38 Galeno v 91 Galeno citato 23 Galeno della Manna 3 1 o Galeno ingannato nell'Hiftoria del Pepe i 9 Galeno dell'Aloe 150.151 Galeno citato 93 Galeno del Nardo .*. 23 2 Galeno citato .*. 3° Galeno del Gengiouo i9^ Galeno del Folio Indiano & 112 Galeno citato dal Chermes 98 Gange fiume da gl'Indiani chiamato Garga 133 Garofani &fuoi nomi 26.27 Garofani & lor facultà .** Garo- TAVOLA. Garofani fi conferuano più lungamente Spruzzati con Tacqui del mare 25 Garofani verdi & lor conferua in Zuccaro , oucr in aceto & fale 25 Garofani & loro acqua diftillata t j Garofani nafeono più abondantementeneil'lfole di Gc- loulo 26 Garofanai loro arbori fruttano in otto anni,& durano cèto 16 Garofani vfati da Filici Indiani per li dolori della tefta 25 Garofani con Noce Mofcata, Macis, Pepe lungo, &nero,ado- pratine profumi per far fudare quelli , chepatifeono dolori artetici,&fcabbia 26 Garofani, & lor complelfione, fecondo Paolo Egineta 26 Garofani & loro arboro difegnato dal naturale 24 Garofani,&loroarboro,fiori, & frutti deferitti 2 J Garofani portati in Europa tutti nafeono nelle IfolediMa- luco 25 Garofani, Sdoro arbori faluatichi nafeono da le 25 Garofani da che tempo fi coglieno 25 Garofani che ftan fu l'arboro due anni chiamati madri de Ga- rofani 2 5 Garofani fi feceno al Sole dapoi ricolti 2 j Garcia di Orta citato - 125 Garcia d'Orta dell'Anacardo 176 Garcia d'Orta del Zaffran Indiano 194 Garcia d'Orta del Turfeit 228 Garcia d'Orjta del Calamo Aromatico 290 Garcia d'Orta del Collo 305 Garcia d'Orta del Cardamomo 302 Garcia d'Orta del Coito 3 ©4 Gengiouo difegnato dal viuo 195 Gengiouo&fuoinomi 197 Gengiouo deferitto 197 Gengiouo douenafea 197 Gengiouo quando fi coglie 197 Gengiouo come fi conferua 197 Gengiouo condito 198 Georgio Agricola - 91 Gengiouo T A V 0 L A. Gengìbuo non nafce in Arabia 198 Giunture,&fuoi dolori, & rimedio 62 Gionturè&lor dolori, &lor rimedio 216 Gonfiezze & durezze vecchie 6± Gonorrea & fuo rimedio 79 Gora & fùo rimedio 6z ^c H HAboan fa citato dalr*Areca 74 Hemorróidi & fiffuredel federe, & fuo rimedio 38 Herba viua&fuoi nomi 178 Herba viuadéfcntta ' 178 Herba viua &fua proprietà 178.179 Herba viua dìfegnata dal viuo 18 r Herba moli e deforma ,♦. 182 Herba molle,&fua proprietà' 183 Herba molle & fue virtù 1 8» Herba molle difcgnata dal viuo 183 Herba di Malaco difegnata dal viuo „\ 249 Herba di Maluco defcritta 250 Herba di MalucO,fuovfo&fue virtù 250 Hcrmolao Barbaro del Nardo .*. 132 Hernia acquofa , & fuo rimedio 64 Hernia ventofa,& fuo rimedio £4 Herodoto racconta fauoledellaCaffia lignea ì Herodoto della Manna 3 1 1 HidropifiaTimpanite,& fuo rimedio 38 I v. IÀmbi frutto & arborodefcritti 2 04 Iambi &lorvfo ne cibi 205 Iambi conditi &lorvfo nelle febbri coleriche 205 Iambi&lornomi 205 Iambolani che frutti fiano 202 Iambi frutti &arboro designati dal viuo 203 Iangomi frutti,lor proprietà,&lorvfo 206 Impetigini comefileuino 23^ Indiani compofitori di fauole 166 Indiani faceuano fcalanelMalabar 7 Indiani prefero da Chini leggi ,eoftumi, arte del far nauilij,& dina- TAVOLA. dì nauigare 7 Indouinilndiani,& loro inganni 177 Infermità fredde curate con loglio del Mari* 30 Infermità antiche, &lor rimedij 64 Infiammagioni ventofe , & lor rimedij 2 1 3 Ingrauidarledonne,rimcdio 213 Ifaac citato dell'Areca 74 Ifacfi .-. 40 Ifidoro ingannato n ell'Hiftoria del Pepe 1 9 Ifoladilaoa 103 liole fommerfe .v 84 L LÀcca come fTgeneri 87 Lacca & varie opinioni di lei v 88 Lacca &fuoi nomi 88 Lacca come veramente fi generi 88.89 Lacca come fi mefcoli con al tri colori 89 Lacca,comefifalfifichi \- . ^9 Scbmanto,& fuo fiore negletto da gl'Indiani 140 Scbinanto&fuovfo j^r Schinantononefler il Calamo aromatico 143 ScbinantononeflerGalanga 143 Scbinanto,&fue virtù *.» 144 Seme delLegno di M aluco addormenta gli vccelli,& gli veci- deanebora 253 Sepulueda,& fuo errore id Serapione 3 1 Serapione de Semplici citato 31 Serapione circa i Fichi d'India v 58 Serapione dello Scbinanto 14! Serapione dell'Ambra x6o Serapione ingannato nell'Hiftoria de Tamarindi 53 Serapione citato 7°-9i Serapione & fuo errore 92. Serapione,& fuo errore intorno allaLacca 93 Serapione, & Tuo errore 104.&105 Serapione del Sandalo, & fuo errore 126 Serapione dell'Aloe ^8 Serapione dell'Anacardo 175 Serapione,& fuo inganno d'intorno alla Canfora 1 85 Serapione, & fuo errore 187 Serapione del Turbit • 231 Serapione,& fùò errore del Calamo aromatico 292 Sete acquetata da' Tamarindi 55 Socotora J46 Sorbe come nafeono nell'India 93 Sotaco *.• 9 1 Sonno prouocato con fogni fantaftichi 69 - Speciali T A V O L A. Speciali ammoniti à non porre inluogo di Cinnamomo la Cannella trifta 9 Spica Nardi , & varietà d'opinioni di ki 132 Spodio difegnato dal viuo 223 Spodio di ducfpecie 22 j Spodio non fu conofeiuto da' Greci, & poco da' Latini, & da gli Arabi 224 Spodio che cofafia 224 Spodio canna deferitta 224 Spodio canna, & fua grolfczza .-. 225 Spodio lignifica due cofe 226 Spodio,&fuc virtù v 226 Spodio canna, & Tuoi nomi 227 Spodio,& fuo prezzo nell'India 227 Stomaco confortato da' Garofani v 26 Stomaco come fi conforti 31 Stomaco , & rimedio ottimo al vomito, & alla fua debolez- za 34 Stomaco, fua freddezza con che fi curi 47 Stomaco,fue paffioni , & rimedio ^g Stomaco , & fuo ardore come refrigerato da' Tamarin- di 55 Stomaco, fua debolezza , & rimedio 62 Stomaco, & fua debolezza come fi aiuti 247 Storace nafee nell'Ethiopia ,\ 2 85 Strabone citato 40 Sùdireo citato .\ 91 Suida della Manna 3 1 o T Amarindoarboro ritratto dal naturale 50 Tamarindo arboro,& frutto deferita 51 Tamarindo frutto, &fue virtù V jx Tamarindi come fi conferuino 52 Tamarindo frefeo conferuatoin Zucchero 52 Tamarindo ,& fuoi nomi 52 Tamarindo T A V O LA. Tamarindo in che Regione meglio alligni 52 Tamarindo arboro nuoce con l'ombra come la No- ce 52.53 Tamarindo non conofciuto da gli antichi Greci 53 Tamarindi non fi fofifticano nelle Indie 54 Tamarindi, & modo di adoperarli 55 Tamarindo, & fua compiendone 5 5 Tamarindi, &lor virtù .\ 55 Tatnbul cflere il Betele 1 1 1 Tefta,fuoi dolori antichi, & rimedio 6% Theofrafto citato 23 Theofrafto della Lacca 90 Theofrafto V gt Theofrafto citato 93 Theofrafto del. Nardo r 3 2 Theofrafto della Manna 3 1 1 Tolomeo citato .♦. 40 Tofle vecchia,& fuo rimedio 62 Tumori flemmatici, & malinconici medicati con foglie dì Tamarindo 52 Turbit , & varie opinioni di lui 228 Turbit,& fuoi nomi 229 Turbit comenafca .•. 229 Turbit doue nafca 230 Turbit & varile opinioni di lui rip rotiate 233 Tuj:bit,&fue virtù .\ 234 VAlerio Cordo del Cinnamomo 9 Valerio Cordo ingannato neli' Hiftori a de' Tamarin- di 53-&54 Veleno grande nell'India 137 Ventre con che fi riftringa 3 Valerio Cordo ingannato dello Spodio Jì 22(5 Vafi fatti della feorza del Cocco 80 Veneree felle accrcfciutedal Garofano x& Venere TAVOLA. Venere aiutata dalle Cubebe 105 Ventre , & Tuo dolore con che fi curi 47 Vermi del corpo , & Tuo rimedio 3 7 Vermi generati in quelli che frequentano l'vfo dell'oglio del Cocco 81 Vermi del corpo come fi facciano morire 2 1 6 Vefica,&fue viceré, &lor rimedio 62 Vino cauato della Palma 78 Vifta chiarificata da' Garofani 26 Viftacomefireftauri .*. 26 Viceré vecchie con che fi rifoluino 64 V lecre del membro , & fuo rimedio 64 Viceré & fua cura 260 Viceré, &lor rimedio .». 213 Vnguento dell'herba di Maluco 251 ZAfFrano dell'Indie difegnato dal viuo 195 'Zaffrano,&fuoinomi 194 Zamano,& fuo vfo 194 Zcilamlfola deferitta 1 1 Zuccaro cauato della Palma .\ 78 IL FINE. 1 a : L A V. T T D R E AL LETTORE. *i* Chrifìiano, &: prudente Lettore, Vtti gli huomini desiderano di fapere dice il Filofofo nel princi- pio della Tua Metarìfica. Hebbc- ro tanca forza meco quefte parole, che mi fecero , lafciata la mia pa- tria , cercar per diuerfe Regioni, & Prouincie, huomini fauij , & dili- genti, da' quali ogni giorno io poteiTi apprender qual- che coti dinuouo; come fecero ne' fecoli paflati molti huomini prudenti j fecondo che riferifee SanHieroni- mo nella prefuione della Bibia a Paulino. Et iimil- mentecffèndo deiiderofo di ricoglier dalle mie lunghe pcrcgrinationi qualche frutto ; procurai di vedere per uiuerf e Regioni , & Prouincie la diucriità delle Piante, che perlaialutchumanalddiohi creato ; &mi abbat- tei nelle Indie Orientali nel Dottor Garcia di Orta Me- dico Porroghefc(huomograue, diraro, & pellegrino ingegno, le cui laudi laicio à migliore occafione, per ellcrtante, che quando penfallìdi haucrne dettomol- f tei tcjfarebbonopiù quelle che haurei lardato adietro) ilqualccompofein quelle parti dell' Afia vn Libro in Lingua Por toghefe intitolato Colloquio de' Semplici, & Droghe, &cofe medicinali dell'india, Se di alcuni frutticene in quelle para nafeono. Et così come la Tua opera tratta di di uerfe Medicine, Se Piante, & altre cofe pertinenti alla fallite humana ; parimente tratta anco di altre, che fono inutili, Se fenza alcuno beneficio per- ieli elfendoli (tato neceffario il trattarle, per feguire lo itile de' Dialoghi, ne5 quali quelli , che parlano foglio- no deubrfi,& dipartirli fuori di quello , che tocca al lo- ro principale proponimento-, non mancando anco di ttouaril àciafeun palio molti errori, liquali fé ben Ia_, buona f Se che queftononfi poteua fare fé non da cui, co' fuoi propri] occhi le haueflè vedute , Se prouate 5 ze- Jofo del bene di queita terra con la charirà che lbn'obli- gato a' miei proiiìmi, deliberai prender quefta fatica, &difegnardalviiiG£ÌafcunapiantaJcauata dalia radi- ce, ce , olrra molte altre cofe , che io vidi, & i I Dottor Gar- cianon potè, per lec.gioni dette. Benconofco, can- dido Lettore, il pericolo , nelquaJc io mi fon pollo im- prendendo quell'opra a tempo , che la malitia humana regna cotanto , &è incollarne di riprender molte fiate quello , che non s'intende . Ma io mi conloìo , che fo- no palìati per quello guado molti huomini iaui', iqua- li fé per quella paura il lor camino hauefiero abbando- nato,non farebbe peruenuta à noi la cognitione di mol te cofe,che con la loro indurirla , ingegno , & diligenza fonovfcitein lucci beneficio delie buone lettere. Et benché io non mi polla contare nel loro nu mero , & ìau mia audacia paia maggiore per mettermi a trattare di alcune negligenze , che iono Hate ne' Greci , Arabi , &C Latini intorno alla cognitione di quelle piante, 6c Dro- ghe, nate parte per la poca diligenza, che in quello het>- bero gli Antichi, & Moderni; parte ancora per non ha- uer potuto vedere quelle piante nelle Regioni , douc nafeono , & hauer creduto alle altrui incerte relation! j tuttauia meritare perdono,poi che io mi fono difpollo àfcriuere,come teitimonio di veduta, & tale, che pof- fo dare intiera , & vera relatione di quanto in quello breue Trattato ho ricolto . Et certo non mi ha mollo à ptender quella fatica alcuna vanagloria di volere elTer tenuto per dotto, oche mi li attribuita per quella via pjùdiquello,cheiomerito,&puòcapercinmc, mafo- lo èftato il mio fine defideno di feruirti co lana & inde xa volontà. Et tengo per fermo, che le in quell'Opra non lodallì i'vtile , almeno terrai per buona la dili- genza, & per honcftala fatica; non biafimando l'af- fetto 3 col quale ho procurato (peregrinando per tan- f x te, te,&sì diuerfe terre , di vedere co' miei ocelli propri) quello di che altri per fola vdita fcriiìèro. Conoico checiòfipoteuaifcriuerein iftile più elegante; ma io amo meglio icriuer verità .certe, .che parole limate. Et Umilmente io ti prego, che prendi il mio defidcrio nella (ìimachedei,& non miri al piccolo volume di queiVopera -, perche fé bene pare piccola in quanti- tà, tuttauialafua qualità è grande. Et fé troucrai al- cuna cofa in lei , che ti recailè difguilo ; portati in ciò come prudente, & confiderà, che non fcriuo per te fo!amente;&: che quanti ìiuomini fono, iono tan- ti i pareri ; & così potrà eiTere , che quello 3 che à te non gradirà , darà ad altri fatisfattione. Et fé farai così , pro- curaro di offerirti vn'altro Trattato maggiore, & più coppiofo col reftante dell'Herbe, piante, Frutti, Au- gelli, & Animali così terrestri , come acquatici, che in quelle parti,& nella perfia, & nella China fi ritroua- no,nó difegnati dal naturale fin'hora , & de5 quali mol to poco fi è icritto ; con altre particolari curio/ita, che perauentura ti daran molto diletto . Et così farò fine fottomettendomi in tutto alla corretti one , & cenfura- de5 fauij, &finceri Lettori, iquali Cogliono riprende- re (blamente quello che pofìòno y & deono con ra- gione. Et quelli, che molli da inuidia, vorranno fare il contrario, prego; che prendano prima la penna in manoy& fermano per mandar qualche cofa in luce; perche allhora fi auederanno , quanto più facilcola fia il dir male y che fcriuer bene quello ,. che ha da vicir nel publico. LO STAMPATORE A' LETTORI. ■"to MK '^H1 ■ * fct 'Olendo io feguire il, buon principio dato già da Al. Cior dano Zìi etti mio Zio nel pro- curar di far communi all'Ica- Illa le fatiche di quelli Autto- ri Spaglinoli , che hanno fcrit- to le Hiftone di diuern* Semplici^ Animalieri e nafeono così nelle Indie Orientali, come nello Occidentali 5 Se hauendo egli pollo in luce la> prima , 6c feconda parte delie cofe fcritte dal Dottor Monardes Medico di Sin iglia ; ho volu- to dami al prefentc quefto Trattato di varie, &C diuerfe Droghe, Se Semplici medicinali dell'In- die Orientali fcritto dal Dottor Chriftoforo Acofta , ilquale lungamente è dimorato in quel- le parti, $C inficme i difegni di quelle che egli con gli occhi Tuoi proprij ha veduto . Et in ciò ho ferii ato il coftumedcl detto mio Zio, cioè, di non daini il detto Auttore mozz^o , & tronca- to, come altri fogliono fare, mentre vogliono abbreuiare,^ metter le loro mani nelle fatiche altrui ; altrui; ma così integro , come egli ftcifo Io fciif- fe nella Tua Lingua. Lo accettarete adunquo Volontieri,afpettandolaterz->a Parte del Dottor Monardes già canto defiderata da voi , laqual tuttauia è fotto le Stampe 3 non vi e/Tendo difca- ro di fauorire la mia buona induftria , laquale tengo impiegata Tempre a giouarui nel modo che può venire dalle mie deboli forze^ . / *§§" L I B R O C H F T R ATT A DE-LLE DROGHE MEDICINALI, & de* loro benefici; . Della Cannella* Capitolo J. O i, che tra le Droghe medici- nali, vna di quelle, onde è (e- guita tanta confiiflone tra i Sa uij antichi , è (tata la medici- nale, odo ri fera,& grata Can- nella \ farà bene che di lei pri- mieramente fi tratti laqual'è quelta , che qui è difegnaea da vn ramo del proprio Arboro . Pianta rianta della Cannella,. Foglia della CanùcIIa. Di quella grandetta è la foglia deltArbotà della Cannella , & alcune minori , co* me e nclli Aranci * DELLA 4 DELLA C A N N #L L A. 'Arboro della Cannella è della grandezza d'un' Arancia, & no Fono di maggiori , & di pia pic- coli . La foglia è come quella del Lauro più larga , & più chiara di colore , & non con* afriutjta ; & ha^ tre neruetti, come fi m0ftra nella figura. 11 fuo fiore è bianco, & poco odorifero, llfuo frutto è della grandezza.dellc oiiue dclli oliuari faiuati- chi , & di color verde; & quando fi fa maturo , va roiTeg- giando ; & eifendo maturo, fi cangi a in negro, & tra- fparente;& in cotale ftagione lo colgono; & ha dentro di fé l'olio, come quello delle dette oliùe, & la polpa della medefima maniera .' Fa vn fucco yntuofo, & verde, & il fuo odore è come quello delle bacche del Lauro. Il fuo fapore è acuto con vn poco di amaritudine . Ha quefto fruttò al pièdouc ftà attaccato vn piccolo cappuc- cio ( come fi vede nella figura ) Iifcio de non cofi crelpo, ne afpro,. com'è quello delle ghiande deli'Efculo. L'ar- boro è difWolti rami , & i germogli fono alquanto di- ritti . Di quelli arbori ha gran quantità per li bofehi del Malabar ; ma la Cannella di quelli, &c di molte altre par- ti non è coli buona , ne coli aromatica , come quella di Ceilan . Ha quefto arboro due feorze, & la Cannella è lafeconda feorza, laqualc tagliata, & polla in terra, da fé medefima fi forze col calor del Sole , &c diuiene colo- rita, effendo prima il fuo colore, come di cenere; & di tre in tre anni torna à generare nuoua feorza; i nomi del- la àuàlé &5q i feguenti. Gli DELLA CANNELLA. 9 Gli Arabi la chiamano Salihacha,& Sclichaj & ancho la chiamano Querfaa, &Querfecn. I Chini, Darchi- ni. Quelli di Ccilan, donde viene la migliore, la chia- mano Cuardo . & coli quelli di Malaca , Caifman . Et in Malabar , Camiaap. 1 Canarini , l'ArboroGiacdraj && la Cannella, Techii & coli chiamano tutto inficme nel loro linguaggio Techigiacdra. In Greco **<"* In Lati- no Cada. In Casigliano Cannella . In Portoghefc Can- nella. In Catalano Cannella. In Francete, Cancllc . In Hebraico Cinamon . In Todcfco Zimmctreerlim, zim- metridem. In Vafconccfe, Cannella -t ncll'Inglcfe Cina- mon . In Fiammcngo , Caniel , &: Cinamon -t de in Sco- da, come gli Inglefi . 1 Turchi alla Cannella dicono Darchini } &c al luo frutto Fuchome darchini . Ha vn'abulo tra Medici & Speciali di poncr' in luogo di Callìa lignea,la Canella,eiTendo la Cannella la medcll jna Caflìa lignea. Ma quello crror nacque dall'elTcre por- tate quelle droghe coli di lungi, che li (crittori antichi non poterono hauere perfetta notitia di loro . Et perche à quel tempo erano di molto prezzo, quando mancaua^ no, fingeuano molte fauolc,lequali Plinio, & Herodoto p[inIib- riportano ; &c poi che è coli chiaro , che fiano fauole fal- fe, non debbo recitarle qui. Falfìficauano ancora in quel tempo la Canella,per cilerne poca, & valer molto Sciì- milmente le poncuano nomi diuerfi , cflfendo tutta vna fpecic . Quella Cafsia non fiì conofeiuta da Greci , ne da gli Arabi j &: ciò per la lontananza , & poco commercio che haucuano con quelle regioni -y & quelli che la porta- uano à vender' ad Ormuz , Oc in Arabia , erano Chini; & quindi la por tauano in Aleppo città pnnei pale, & capo della C&.19. ó DELLA CANNELLA. della Soria& quelli , che la portauano di là à Greci , di- ccuano loro, chel'haueuano nella loro Terra, ò nella Ethiopia , & che la coglieuano con molte fupermtioni,& cerimonie , per venderla cara . Et perche tutta la Ethio- pia è conofeiuta da Portoglieli , i quali per mare , &c per terra l'hano caminata,& fi è fàputo certaméte no trouar- fi in lei Cinnamomo,nè cafsia lignea,& i medefimi Ara- bi la vanno à comprare in India -, io non pollò imaginar- mi che ella quindi veniflc -, perche tutta la cofta di Gui- nea ( che èl'Ethiopiadifotto dell'Egitto) per li golfi del mare,& fra terra è conofeiuta, & caminata. & dalla Ifola di S.Thomc fino a Cofala , & Mozambichc, fono anda- ti alcuni Portoghefì per terra ; & quindi paffarono fin* alla città di Goa.Et dal Capo di buonaSperàza fin'a Mo zambiche,& fin'a Melinde,fono flati huomini per terra, i quali fi erano perduti in mare: &ioconoboi vno di quelli huomini , & inficme nauigammo buona pezza ,& ne quelli, ne alcuno de eli altri videro , mai irL, quelle parti Cannella . Et coi! è manifcflo , che in ambedue le Ethiòpie di fotto dell'Egitto fi sa, che non fi troua Can- nella, ne meno ve ne ha nell'Ifbla di S.Lorcnzo.Et poi che giamai no è flato tanto conofeiuta la rotondità del mon- do , quanto ella è al prefente , principalmente da Porto- ghefì; non dubiti, alcuno che fiano per mancare queflc due medicine cofi fìngolari. Anche il detto Garzi a de Orta , degno d'ogni credito , afferma haucr conofeiuto vn Sacerdote, chedairifoladiS.Thome,fin'in Cofala,& Mozambichc fu per terra, & quindi andò alla città di Goa* il quale cofi come gli altri, non vide Cannella ih quelle parti . Et fé alcuni flanno ancora ciechi, &pcr^ tinaci in cotale antica , & falfa opinione > & non credo- no efTere DELLA CANNELLA. 7 no c(Tcre la vera Cannella il vero Cinnamomo:& la Can- nella grotta, la Cafsia lignca(comc hoggidì lo tengono i buoni Filici, & buoni letterati alla lor maniera, Arabi, Torchi , Corazani , i quali rutti chiamano la Cannella groflà,Cafsia lignea , & quelli che dubitano eflèr effe, (è per la molta quantità che di lei al prefentc fi hi ) fappia- no,cKcnon fanno in quelle parti nefluna differenza tra nonni della Cannella , & della cafsia lignea, come noi al- tri;pcrchc la verità fi è,che non ha tra lei differenza fc no di più fina , & più groflaj né fi trouarà Medico,nè Spe- ciale , ne alrra perfona, che gì amai habbia veduto altra cola. Et acciochc fi conofea, donde è nato l'errore di chia mar f aCanella Cinnamomo,&alla Cafsia quelli altrono mejfi deue fapcre,chc molto tépo ha,che i Chini nauiga- uano à quelle terre dell'Indi a^& citendo quelle genti bar- bare , &fcnza alcuna politia,prendcrono da' Chini lcg- gi,coftumi 5 maniera di far le naui , & del nauigarc . £c erano le lor naui in sì gran numero , che raccontano gli Ormuzini trouare ferino ne' loro libri , che con vna fola marea entrarono nella lfola di Geni, che al prefentc fi chiama Ormuz , quattrocento naui grofTc j & che vna fiata fc ne pcrdeiono inficme nelle fccche di Chilao più di dugenro naui . Similmente, che detti Chini portaua- no Oro , Seda , Mulchio , Perlc,Porcellane , Stagni, Alu- mi , & molte altre cofe; & diMalaca portauano San- dali, Noci mofeate , Mafia , Garofoh, Legno Aloe, &c. di'foi"*' & da Ccilam la buona Cannella ; & i marinari portaua- no da1 bofehi del Malabar, Cannella Gluatica , & grolla, t&equminchamolta-, & anco portauano quella Can- nella tnfta,& grolla di boa . Et che in qucfto Malabar fatcuano ìtala di Pepe , Cardamomo, & altre Droghe, che £ DELLA CANNEILA/ che portauano ad Ormuz , & alla colia dell'Arabia; ftt* quai luoghi veniuano a comprarle i mercanti, che di là le portauano in Alexandria , &in Aleppo , &in Dama- fco. Et che dimandandoti* a quei Chini ; che cofa era quella Cannella, chchaueua tal'odore , & fapore ; dice-* uano cui quelle fauole, che conta Herodoto, & altre molto maggiori , per venderla meglio . Et che hauendo efsi veduto la Cannella di Zeilameffer molto migliore^ che quella di Iaoa,& quella del Malabar, le poterò due nomi , non effondo altro che feorze d'vn'arboro fìmile in. tutto , eccetto che per la qualità della terra varia nella bontàj& che tutta la Cànella,chc al prefente viene in Por togallo ( donde poi fi iparge in ogni parte ) è il vero cin* namomo di Zeilam . Perìaqualcofanon fìha che du- bitare di lei.Et perche quefti Chini la portauano à vede- re à quelli di Ormuz, la chiamauano gli Ormuzini,Dar- chini } il che in Perfìario vuol dire legno della China : & così la vendeuano in Aleflandria , & nelle altre parti f mutandole il nome per venderla meglio à Greci; & chia- maronla cinnamomo ; ilche vuol dir , legno odorifero ; & alla cannella di Iaoa , & a quella del Malabar ( per eflèr peggiore ) pofero nomcCays manis, che nella lingua Malay a vuol dire , legno dolce: & cofì à quello, che è vna fola cofa , & vna fpecic , variarono i nomi . Et benché a.acan.lb'Auicennachiamairc la Cannella Darchinij non perciò e r*8- nome Arabico , ma Perfìano ; perche molti nomi pone Auicenna nel canone , che dice eiTerc Perfìani : perche il più commune nome della cannella in Arabico è Qucr- iaa; che benché Andrea Bcknèn^dica che qneflo nome il è della Cannella groflàj nódimeno Querfaa , & Queft- ffecn, vuol dire Cannella di qualunque maniera ch'ella £ 1 fia. DELLA CANNELLA: 9 fia.&i Greci, corrotto il nome della Cafsìa , che craj Caysmanis, la chiamarono Cafsìa. Onde fi fan no am- moniti h Speciali, che in luogo di Cinnamomo no pon- feftp»» gano Cannella trilla, ma della buona, poi che di lei han- uauìimi no tanta abondanzaj&lafcino di raddoppiare il pcfò££cE della Cafsìa lignea in luogo del Cinnamomo . X'SÉo Notiii,chc la Cannella è vita delle Droghe, che più fa die non è cilmentc fi corrompe , & (cerna della f uà bontà ; perche l il più che fi vede durare principalmente nell'India , & nelle partidamare, è vn'anno, nella fua perfettiono . Ma il Cinnamomo,& la Cafsia lignea fi tengono per vna fola cofa , tutto che non fi fia mai ciò ben faputo ne da Greci , ne da gli Arabi . Notili, che li Manardo dice, non ci eilcre vero Cinna- Manata nomo ; & Valerio Cordo , che dice , che non of Tebhc- Bejjj direche mancafsimo del vero Cinnamomo, ma che nc^-, Cor riabbiamo qualche fpecie. Il Lacuna dice.alie^ando Ga- ncl <*»rp«. lcno, che la Calcia lignea 11 conuerte in Onnamomo;p fijl }7.& C- m. And. La- ro che à lui par meglio il dire, che il Cinnamomo fi con- Cl uerte in Cafsia lignaj perchevna fpecie non fi può con-^"?-11, uertir nell'altra più perfetta col tempo ; anzi in altra men &i.iib.i. perfetta . Amato Lufitano afferma , che vi erano tutte le guato Jpecic:& coltui imitarono gli altri : & ali'vltimodiccJruafiDf°'- celi , chechi andarà allacafa dell'India in Lisbona , tro fcor ,,bf-1- uara tutte le fpecie di Cinnamomo. Ma non vene ha,co- tu m'è flato detto, fé non vna buona, laqual è quella di Zci- lan,& vna peggiore,che è quella di laoa , & del Malabar . Quanto a quello che dicono,che al tempo de gli Impc radori Romani, fi ftimaua gran teforo un legno di vero Cinnamomo,& ch'ai tépo di Papa Paolo I. ic ne trouò vn pezzo, & fu conicruato nel tempo dcll'lmperadorc Ar- fi cadio IO DELLA CANNELLA, cadio. &c. Egli è pò (libile , che quello folle flato portato di Alexandria, & che non folle itato confèruato tanti an- ni . Cofa chiara è , che al prefente fi fa molto più in va giorno perii Portoghcfi , di quello,che nel tempo dcRo- mani fi poteflefaperin cento anni. Quando fi v edera vna Cannella bianchiccia, & l'altra negra, nafee perche eflcndoilluo colore cineri ciò, quan- do tagliano, &cauano lafcorza di detti arbori coli dcr tronchi, come de* loro rami fottili , la pongono in terra perche fi fecchi; & quella che non è ben gouernata , reità biancheggiando ; & quella che fi fccca di loucrchio, ò fi corrompe , fi cangia in negra ; & quella che debitamen- te fi goucrna , reità ben colorita . » . La radice è quali fenza lapore, & ha odor di Canfora j della quale radice , & delle feorze verdi, fi diftilla acqua molto foaue , & grata al gufto , oltra le fue eccellenti vir- tù . Et quella , che da luoi fiori fi diftilla , che è molto pò ca j non è tanto aromatica , né di tanto valore come quel- la delle feorze . Quell'acqua fi diftilla dalla Cannella ver* de,tagliadofi in pezzetti minuti,& ne* lambicchi ordina* rij,& non coll'ordinccheinfegna Andrea Mattinolo. Et quella delle feorze verdi è la migliore j perche de' fiori fc ne fa molto poca, per eflcr più debole, e meno vtile. Il più che quell'acqua fcrue in quelle parti, fi è nelle vi- uande , che fi condifeono con lei in luogo di Cannella ì Et nella Medicina per li dolori dello ltomaco,& colici procedenti da cagione fredda ; perche caua la ventofità; & prouoca l'orina,& leua il mal odor della bocca , de de' denti , & conforta il cuore, & lo ftomaco . Giouaal fega* to , & alla milza,& al ccruello,& a nerui.Gioua alliaffan ni , & pallioni cordiali. E' contra i veleni t & morii vele* nofi« DELLA CANNELLA. x, nofi . Fa moucr & difccnder i menftrui . Gioua il vomito, & incita a mangiare . E' di molco vtilc alle pafììoni dell a matrice . Fa beneficio a deboIi,& fpafimati , & a quelli , che patifeono il morbo comitiale • & è molto grata al gii fio . Finalmente apre , taglia , digerifcc, (calda _, & forti- fica. Del frutto di quello arboro fifa oglio medicinale per le infermità fredde, ìlqualc non ha niente di odore, fc non quando fi abbrufeia , & poco . Notili , che quando.fi dice Cinnamomo Mufilitico , s'intende dell'Itola dtZcilan, laqual èmontuofa , & è all'incontro del monte Corin. Queft'Ifoladi Zeilan cotanto celebrata,^ con gran fa gione,ha di lunghezza ottanta leghe & più -di larghez- za trenta ; & quella è la più fruttifera , & la migliore del Mondo -, & la chiamarono alcuni Taprobana , ò Sama- tra . Nella coda à fronte di quella Ifola,ftà quel Promon- torio chiamato capo del Comorin. E' quella Ifola mol- to popolata , benché ila montuofa in molte parti ; & le fue genti tono chiamate Giungale. Et è quella Ifola del ChnitianilTimo Redi Portogallo; &i Re di lei gli fono foggetti.In queft'lfola fi trouano Noci mofeate, Garofo- li,Pepe, & ogni gencratione di gioie, fuor che Diamanti. Ha Oro, Argento, & Perici boi chi fono tutti pieni di va- rietà d'augelli quanta fi conofea nella circonferenza del Mondo;& oltra l'innumerabile varietà d'augelli , ui fono molti Pauoni, Galline, & Colobi . Vi fono molti anima- li di molce fpecie diffcréti, & tra di loro, Ccrui,Porci,& Lepri. Vi fono molte differenza di frutti filueftri, & i più faporofi,& foaui Aranzi,chc fin'hora fi fappia . Vi fono delle noftrc frutte, & Fichi, & Vua. Vi è Lino,& Ferro . I naturali di detta Ifola fauolcggiano, dicédo, che quiui è B i ilParadifò. ii DELLA CANNELLA, il Paradifb tcrreftre, perche vi fi troua vri* altilfimà motà- gna,laqual chiamano la cima di Adamo j & dicono efli, che quiui in alto è il pie di Adamo impreflò,& altre fauo le , eh' efli dicono nella medefima guifa. Nella qual cima affermano i Gentili di quelle parti , che Adamo fece pe- nitenza j Se i fogues, che fono pellegrini ; icjuah vanno fa cendo penitenza davn luogo all'altro , indrizzano il fuo pnncipal pellegrinaggio alla detta cima. Onde mi after- maronoalcuni diqueit),rhe nell'altodi dettacima, ha- uea vii'arboro mezzano, & molto groflo, con la foglia pie colàj& crefpa,di color di poluerc,& la feorza di color di cenere , il qualarboro di notte ncll'of curo rifplcndeua, & tanto , che fefaccua grande ofoirità,pareua,chc quiui folle vn fuoco viuo;& che di giorno non dauafplendo- re alcuno . Io non Mio veduto, & mi fono ri meno a quel- li,chc me l'hanno affermato .- Oltra di ci© fono in quella Ifola molti Palmari y & gli Elefanti che fono in lei, fono i migliori di tutti quanti gli altri dell'altre parti, che fi co nofconoj& fi tiene per certo,che ruttigli altri Elefanti,ef fendo con quefti,gli obedifcono . Or tornando alla virtù della Cannella, ella è calda , & fecca nel terzo ordine : prouoca l'orina : coftringe leg- gici mente . E' molto conueniente nelle medicine , che fi- fan no per rifehi arar lavi fta.Et ne gli empiaftrimolJifica- tiui, applicata con mcle,leua le macchie della faccia yÒc fa venire alle donne le loro purgationi . Beuutaj uale con- tra i morii delle vipere: de contra i rifcaldamenti interni ; Scontra il mai di Rene :& mettefi nc'profumi per di- fbppilarela matrice. Non fi deuc incolpar Diofèoride, perhauerfi ingannato nella cognitione della Cannella, come fi ricoglic dalfuo libro primo al capo decimoterzo, poi DEtULlÀ' C AT4N ELLA. 1 3 poi che nel fuo tempo non eraconofeiuto , nò difeoper- to quello,che è ai prefcnte.Et perciò fi dice & con ragio- ne j Suraus ficut pucri incollo Gigantis , &: vidimus ea , quae Gigantcs,6c paulo plus . Nel medefimo errore cade Galeno nel primo hb.de gli Antidori . Non manco col- pabileè Phnio al lib. vigelìmoprimo nel cap. nono,& duodecimo:& Columclla al hb. terzo nel cap. ottauo de Re mitica . Non foche vedere in c|ucllo,che dice Teofra- fto nel lib.nono nelcap^ quinto de Hiftoria Platarum,di ccndoiche fi tagliano i rami,& fi fcccano in piccoli pez- zetti j & che li cuicno dentro di pelli frcfche di buoi , ac- cio che i vermicellijche nafeono delle peili,mangino , &C rodano il legno di dentro, ò la midolla inutile } & che ro- dendo i vermicelli la midolla non buona, refta fola h feorza buona, & odorifera . In ciò io non ho che arguire , poi ch'ella è fintionefauolofa.il medefimo dice Plinio nel hb. duodecimo al cap. decimonono, co' fegni(comc gli pai uè lenza vederla) della piata , & della fuaclettione, imitando Teofralto. Le cui parole , per efler tanto lon- tane dilla verità in queitocalo,lafcio io a fiuij , & curio- fi . Nel medefimo hb.& cap. fcriue Plinio, che in Arabia fi perfe tutto il Cinnamomo, come in Giudea il Balfamo, cofi per fuoco , come perirà de Barbari j& che alihora non vi era più Cinnamomo.Ma poi ch'egli è cofi chiaro, eh* quello non fi i cofi, io non ho che trattar di lui ; il che fé coli fbire , nelle Indie Orientali , nella Perfia, & nella China^&a molti efperri Medici curiofi , & inquinatori della Natura, nò prendercbbono,nè vferebbono per vero Cinnamomo, la Canella di Zcilan;& per Caflìa hgnca,Ia Canelladi laoa, & quella del Malabar^ ne tanta, né cofi b uona ne ucnirebbc a Portogallo ogrfanno -} né io hauc- rei ,4 DEL LA C A NN Et L A . rei veduto tanti arbori di lei in quelle parti,doue con di- ligenza, & curiofità( fecondo il mio potere ) procurai di vederne la verità .Ne fi può paflàr con filentio la poca ra gionCjC'hebbe Andrea Mattinoli nel riprender del tutto Amato Lufitano, per hauer detto,che noi non manchia mo del vero Cinnamomo -, perche in quello caio è mol- to più degno di riprensione il Mattinoli , non lo creden- do . Et quanto lunge da quel che fia il Cinnamomo, hab > bia fcritto Antonio Mufa nel fuo lib. de efamine i omniumfimplicium;fipuonotarafol.44i. & 44 3«& 5 6i.Trac.de Corticib.& $ 6u fin 5 67.C0I refto,ch'egIi allega de gli alberi , liquali inficine con lui non conob- > bcro l'ai boro della Can , : nel- la, ilqualc è lo ftampato . con verità. Pepe Pepe nero. ■ . - . :■* Foglia del Pepe eauata dal naturale » Nel Malahar ne'bofchi di €r angariar prefio al fiume Mangateprefiquefta foglia dalla propria pian- ta* l'anno del Signore. M.D.LXIX. DEL .r. • DEL PEPE CAR II. W . -. ■ Humano il Pepe nel Malabar, Molanga : In Canarin,Min : In Ma laca,Lada: In Arabia,FilfiI: In Guzr zarate,& Dccanin, Meridie : In Ben gala , Morois } & il Pepe longo 19. BengaIa,dou'egli è naturale,^ chiar ma Pimp.inil,& Pepinili:In Gualca gna,Pipcrrd:ln Gicco,.*Y& quanto la pianta è più uecchia, tanto è più fruttifera ; & fruttifica , & crei ce tanto , quanto è l'arbo- 10 , doue fi appiglia . La fua radice è molto piccola , & fupcrficiale;& ad ogni picciuolo di foglia fa vn grafpo ài Pepe , come fi vcdc,il maggior de1 quali ha fino cinquan- ta grani, & il minore fino a trenta. Quado qucfto Pepe è verde, lo pongono in falc , & aceto per mangiare , cornei Cappati , ilquale chiamano cfli Achar . La pianta del Pepe negro , bianco , & lungo non è la ìftefia ^ perche al più , il luogo , doue nafce il pepe lun- go è lontano dal Malabar , doue fi troua nero , & bian- co , intorno cinquecento leghe , che è in Bengala , & in laoa. Di pepe bianco fono nel Malabar poche piante, &tra loro è molto ftimato coli per mangiare, come per li bifogni della Medicina j del quale fi preuagliono con- erà ogni ueleno,& per alcune infermità delli occhi. Quelle due piante del pepe negro , & del bianco fo- no coli rimili y che per la molta fimilitudinc,che han- no , ho difegnato qui lòlamence la negra j & non hanno altra differenza , fc non , che la foglia della bianca è più fonile ,& più lifeia qualche poco. Onde il Pepe bianco £ più- aromatico , & di miglior gufto , che il neroj & qucftc foglie non vlàno quelli di quelle parti nelle co- te di medicina, ma ben quelle del nero ne' dolorfcco- liei. DEL PEPE, i9 liei, & in ogni doglia di corpo per cagion fredda, vn- gendole con oglio di Coco ( il qual è frutto di vn'arbo- ro,chedà tutto il neceflàrio alla vita fiumana : & que- llo arboro è quello , doue ftà appoggiato l'Elefante , del qual fi dirà al Tuo luogo : Se con fcaldatc fopra la cenere, le applicano fui ventre con buon'effetto . La pianta del pepe lungo mi fu affermato eflèr molto diuerfa:maionon la vidi; perche mi fecero prigione inMalabaratempo,chcio fperauadi andar a vederla a Bengala . La maggior quantità di pepcnegroè in Malabar,& per quella coita dal capo di Comorin fin in Cananor j Se quel, che fi troua in Malaca, non è cofi buono .Sene tro- uà anco in Qucdaa, Se nella Sunda , Se in alcune Ifole della laoa ; ma tutto è poco , Se non cofi buono , come quello del Malabar : Se di quello fi porta la maggior par te per Pegu , Se Martaban , & per la China , doue fé ne confuma in gran quantità ;& il più di quello di Mala- bar fi confuma nella propria terra -, perche benché fia terra calda, Se piccola, tuttauia ui fi confiima molto pepe , principalmente dentro fra Terra più che fu le riue del Marc }& ne portano cfTì qualche parte per Terra ca- ricato fopra carri al Balagatc , & quindi Io portano i Mo ri al Mar Rollò. Del pepe, ne della fila pianta nonhebbero buona, ne vera notitja la maggior parte di quelli , che ne han- no fcritto. In cotale errore cade Diofcoride,ingannato da falfa relationc -y Se Plinio, Galeno, Ifidoro*,Auiccnna, Se gli Arabi ; Se fimilmentc i moderni Antonio Mufa , Se i Frati ; Se non fenza coIpa,non hauendo vfato diligenza di fapcrc di vna cofa tanto cfpcrimentata come fia quella C 2 pianta, io & É É qP Ì ■•■* È. • • ■ , pianta , & il fu'ò frutto , & come il matura, & come fi co- glie, & quando. - Quello Pepe Tempre ftà verde nel grafpo fin'alla fine di Decèmbrc , & fin' a mezzo Gennaio è in tutta la fua pérfettione .Lo cogliono, & afeiugano al Sole primi cheli venda, & fé lo cogliono prima , fìmarcifee , & li guaita^. Quanto a quello , che dice Diofcoridc , trattando del Pepe • che è arboro piccolo,& che produce uh frutrb lun go a modo di uagina , ilqual fi chiama pepe lungO;& che cj'entro ài cotal vagina ltannò alcuni granctti limili al Miglio Y& che quello è il perfetto Pepej& che apren- doli le vagine, fi /cu oprorìo alcuni grafpetti attaccati, & pieni di detti grani, i quali cogliendoli prima, che bobbi ano finito di maturare, fono forti ;& che quefto è il Pepe biàntoY& che il nero per efler colto maturo, &c con itigione,è migliore, & più aromatico, & più aggra- dinole al gufto , & più foaue, & più acuto che'l bianco j & che il più debole di tutti è il bianco, per efler ricolto prima che fi maturi -v& che la radice è limile al Colto . In tutto quefto egli fi ha ingannato, fi come egli è ma- jSitèftòV' ^'Plinio dice nel lib. ìz. al cap. 7. che gli arbori del pe- pe fono limili alji Giunipcri>& chefolamente nafee allo incontro del Monte Caucafo j & che i fuor femt fono fi- lmili a quelli del Giunip ero, & che fi diuide, & fcpara 5Vn feme dagl'altro nelle cafellc della uagina, come gii <>robi,ò Pifelli j& dice, che nell'Italia fuvn arborò di quetti che fomigfraua a Mirto , & che ne fono nella par- ate dell'Arabia chiamata Trogloditica ,& cheli chiama 'fccHinguaggio dèlia terra,dou 'c^ìi fi trouayBracàmaftn , e'";: ì l - - &ia D E l P E P X *t & in quefto, & nel refto,chc di lui dice , non ho che ra- gionare , poi cheli vede tutto il contrario. Le altre co- fe,ch'cgh dice di quello,a che gioua,fono di Diofcóndc , &appreilò lì reciteranno. . Autcenna fa due capito!i,vno del Fulful, & l'altro del Darfulful (che è Pepe lungo )& riporta quel , che diflè Diofcoridc, come ancho fece Scrapione, de Semplici al cap. 367. ' Or poi che fono piante diuerfe, & la lunga è molto di- uerfa dalla bianca , cV nera • non è melticri , che in luogo del Pepe lungo fi ponga del negro -, & poi che il bianco è più foaue , & più aromatico , meglio è ad oprar quello, quando fé ne ritrouarà & quando nò (poi che tra loro il bianco, & nero hanno più conuenienza, che col lun- go) in luogo del bianco,adoprino del nero, & non del Jungo . Ve n'è vn' altro , che è vuoto , chiamato tra loro Caria - rin, ilqualeadoprano ordinariamente 1 Bragmani Me- dici , & i Medici Canarini per la pallione co erica, infer- mità chiamata Morxi; la quale infamità è tanto acuta, chevecidein quattordici hore , & manco :& quefta in- fermità chiamano gli Arabi Hachaizaj&i lì poria ben chiamare Peihlenza particolare . Di quefta vclenofa infermità curò Dio per Te mie ma- ni molti in quelle parti Orientali . Et come lì curi detta infermità , & altre molte , che ntll'India fono communi, nell'altro trattato che riabbiamo alle mani fi dirà median teil fiuordiuino.Serue fìmilmente detto Pepe per far fputare -y & lo mettono nelle cauerne de denti putridi -} & èalguftopiu mordace. iìt perche è più mia'profefiione di operare, che di parlare, ìi D E L P E P E. parlare, hCcio di aggiunger qui altre cofe , che accrcfce- rebbono troppo quello trattato , nel quale {blamente mia intentione fi è ( come teftimonio di ueduta ) di fatif- fare con la pittura , & vero ritratto di dette |ùyi té * Il pepe fcalda , prouoca l'orina , gioua aliacligeftione, attrahe , rifolue , & cftirpa gli impedimenti , che offufea no la villa . E vtilc a tremori della febbre cofi beuuto, co me applicato . Soccorre a morii delle fiere . Caua la crea tura morta del ventre ; Se credei! che pofto nella naturi della donna dopo il parto , le toglia la fperanza di ingra- uidarfi più . Dalli vtilmente a bere a modo di Icttouario eontra la toflè , & contra tutte le pailìoni del petto . Ap- plicato con mele gioua alla eichirantia. Beuuto con le foglie frcfche del Lauro , faria i dolori del corpo j & ma- fticato con vua pafla, purga il flegma dalla tefta . Confcr- ua la fanità f acqueta i dolori ; dà appetito di mangiare • te mefèolato nelle falfé, gioua a digerir le viuande* In- corporato con Pece,rifblue le fcrofoie ; & con nitro, estir- pa la Morfea.Scrapio ne al luogo citato, dice, che me- fcolatocon aceto in forma d'empiaftro, rifolue le pofte- mc, ò durezze della Milza, & beuuto fa il medefimo;& prohibifee i dolori, & le ventosità, che fono nello ftoma- co , & nelle budellc 5 & taglia il flegma vifcofb , attacca- to al petto , & al polmone , & alle budellc -, & che offen- de ifebrici tanti: & fé alcuno vfa molto il Pepe, gli prò- uocai'orina: & fé poco, muoue il ventre^ . Di cu tte tre le fpetie del pepe fi fa il Diati ionpipereon, ilquale nelle infermità fredde , & numide dello ftomaco è molto falubrc rimedio j la cuiaccenfione, & caldezza non pafla le prime vene; pcrcioche hauendo confortato lo ftomaco , &c rifolute le ventofitàdcl corpo, fi cftingue, & ammorza DEL PEPE. 13 & ammorza fubito . Et quanto di più d'intorno al pepe dice Antonio Mula nel fuo libro dcll'ciTarnc de fempli- ci à fogli 409. fin 4 14. & in Galeno neh" 8- delle facoltà de* femphei medicamenti fi potrà vedere . Dice Theofralto nell' Hiltoria delle piante nel lib.p.al cap.tx. che fono due generationi di pepe, uno tondo, & l'altro lungo : & taccia figura delle piante , come quello che non le ha uedute . Et quanto parla il Mattino- lo Sencfc del Pepe , & delle fuc piante nel commento del fecondo lib. di Diofco- ridc al cap. 153.fi potrà vedere, ilquale fi auicina più alla verità in queita lnfloria* . Pianta ** .. I ... f .3 3 tamcnte da Medici Bragmani Macrc ) parlò Galeno. Auicenna fa due capitoli nel lib.i.al cap.45 6.del Ma- cis, & alcap.6s>4.delThalisfar,cioè, delMacer. VnMe- dico del Re di Cochin aliai buon letterato, mi diiTe,ch'io non dubitaflì,che quefta feorza non folle il Macer di A ui cenna,& ch'era ignoranza arguir fopra cola tanto chiara: & che quando di ortto Macer non li vedelfe altroché gli effetti coli differenti dal Macis , dourebbe ballare per chiarezza della iua differenza : quanto più poi l'Arboro, il frutto, la radice, la feorza, la regione, la qualità, & gli effetti : & che per tale 10 l'hauefle , poi che coli chia- ro lo vedeua . Dio! coride nel libro primo al cap. 93. dice queite parole: Il Macero è vna Icorza che fi porta da_, Barbarla, roiligna, grolla, al guito grandemente cor Itrettiua. Beueiiper lilputi del langue, perla diifente- ria, & per li rlulli del corpo.Le cui parole moftrano mol- to clu aro , che Diokoride parla della feorza già detta , &£ non dei Macis. Ben li caua da Plinio , & da Galeno , che non hanno eonolciuto il Macis, come il è detto < Et perche Gale- no , & 1 lmio dicono portarli il Macer dell'India : & Dio- lcoride dice , che lì trag^e di Barbaria , parue ad alcuni , che detti Greci non conoicelfero ne il Macis , ne il Ma- cer, poi che variano tra loro i luoghi donde il trngge . Ma quello none inconuemente, perche a quel tem- po , ch'eili Greci videro il Macer, doueua eifer loro por- rato per via della Perha con le carauane,ll comeilpor- taua il Cinnamomo , &c la Cannella venduta da Chi- ni, iquah a quel tempo doueuano portaredetto Macer daMalabarjfìcomcdilàportauanoilPepe, & la Can- nella grollà(comc nel capitolo della Cannella è flato det- to) 40 DEL MACER. to.) Et cofi come hcbbcro tante confufioni della Cannel- la, nonèdamerauigliarfi che ne riabbiano hauuto an- che nella cognitionc del Macer,della cui feorza i Chini, Iaponefi, Dacheini, Malaici, & Bcngaleil adoprano molto ne medefimi effetti di vfcite& rluflì difangue, & fé la portano da Malabar:& in tutti gli Hofpitaii di quellepartifi adopraordinariamentt. Dice Tolomeo: Nel Fiume Indo giace vna certa Ifo- la, ò città, laqual fi chiama Barbaria, dallaqualc fa- cilmente/i portaua il Macer, oucro perche fi portailc dall'Arabia per quel Golfo del Mare, il quale dall'Ifola Barbariaè nominato Barbarico. A ^quello dice S trabo- ne : Tutte quelle cofe , che l'India produce, cioè da quel- la parte che guarda verfo l'Oftro, fimilmcnte in Ara- bia nafeono. Dice Plinio nel lib. il, alcap. 8. Il Ma- cer fi conduce dell'india con la feorza rofleggiante, di grande radice,del nome del fuo aiboro.Nonfu afeofa quefta differenza a Serapionc, dapoi che tolto dali'autto rità d'Ifach , che'l Macis era vna coperta della Noce Mo- (cata,diffechc altro era quello, del quale parlaua Dioico ride, perciochelafaòfcritco j! Macer eflèr vna icorza del legno , ò coperta . Onde Auicenna fece i due capitoli , cioè, defcriffeil Macisefler coperta della Noce odorata alcap. 455. & il Macere icorza di radice al cap. 6 9 4. lot- to titolo di Thalisfar . Il che è chiaro argomento , che il Macis, Se il Macer fiano tra loro diuerfi in qualità, fò- ftanza , figura , pianta , & regione, poi che il Macer è icorza della radice dell'arboro, che fi troua nel Mala- bar : & il Macis è coperta della Noce Moicata , che na- fee in Banda cofi Iunge vno dall'altro . Appreflò che Ga- leno , Diofcoride,nè Paulo non cono/ccrono , ne parla- rono DEL MACER. 4* rono del Macis coperta della Noce odorata Mofcata ^ poi che non ne fecero mentione ne'loro fcritti. Oltra-, diciòell'endo il Macis odorato caldo, &c (ecco nel fine del fecondo , & dentro del terzo , & di parti molto tenui, Seguitandoli morde la lingua, & rende vn giocondilli- mo odore, &lafcia vna leggierilìima amaritudine con vna certa aitringenza , è cola chiara , che non può eiTer il M acer , poi che Galeno dice, come in vero fi troua effe- re, che il Micerèdifohunzapcr la maggior parte fred- da terrcltre , & per la minore calda . Benché i Frati , che feri fièro 1 Commcntarij fopra Mefue^ffermino che non è differenza tra il Macis, c'IMaccr, nella qualcofa han- no moltraro poca diligenza. QueftoMacer, chiamato da gli Arabi Thalisfar, il chiama da Greci , & Latini Macer , & Ma- chir. In Italia Macero. Gli altri nomi delle parti , & terre , doue na- fee y & doue fi conofee & viaggia fi fono detti . Pauate. 4* PAVATE, D E L P A C a p. V A VI. T E. 43 I è vn'altra pianta, la quale fi èlater- | za fpccicdi queftì arbori contra fìui- I lo, & fi chiama communementc nel Mar Pauatc ; & 1 Bragmani , & Cana- rini le dicono Vafaueli. I Portoglie- li Arboro contra l'Erifipcle . Quefto è vn'arboro piccolo , & di poche rame , di altezza di otto fin nouc piedi . ha le foghe rare , &c della grandezza delle più piccole foglie dell'Arancio , con le quali hanno mol- ta fimiglianza : ma non h 1 quel cuore piccolo al gambo come la foglia dell'Arancio , &c è di vn verde molto bello dall'una & l'altra parte. Il (uo fio r'è piccolo, & bianco: ha quattro piccole foglie in circuirò, & neh mezzo vna fibra bianca con la cima verde, &c di lontano ha gran fomiglianzacon la Matrefilua. Il fuo»odoreè proprio come quel della Matrefilua. Il fuo> ferr.e è rotondo, & della grandezza del feme,ògranodel Lcntifco tutta d'un verde ofeuro , & quando fi matura, fi cangia in nera. Il tronco, & rami tono di colore cinericio, la radice bian- ca, & infipida con vn pocodiamaro, & ilfuo odoreè molto poco. Or benché quefta piantagioui contra i fluf- fi , come le altre due, non ho da compararla à nefluna di loro, perche è di molto minor effetto , & ancho a rifpct- to dell'altre ( coli del M teer , come del Carodopala) per- che chi la conofee, non la vfa per li fluffi, ma follmente fcnevagliono per la notabile virtù che Dio le diede per medicar , & fanar ogni Erifipela, principalmente s'ella è da colera pura , nella quale applicando di detta radice , ò F * del 44- DELPAVATE. del tronco , élie fià flato in infufione di Caria ( la qual'è Vn'acqua di decottione di Rifo,lafciado quell'acqua pri- ma alquante horc perche fi faccia acida ) vngono l'Enfi- pela, &: danno deli'ifteiTo a beuer'alpatiente in quantità conueniéte due fiate al giorno effendo lo flomaco vuoto. Alla medefima maniera danno quella radice con quella Caria a beuer a quelli che patifcono infiammatane di fegato , & nelle febbri ardenti, mefcolandole vn poco di fucco delle foglie del Tamarindo. Lo applicano d'in- torno delle ferite, perche non s'infiammino -, & perche- le difendano dalli humori che corrono ad effe . Et per-, che di quello terzo nominato Pauate, in molte di quel- le parti fi troua più quantità , che della feconda chiamata Curodapala , ò Coru , adoprano quella , la quale hai fiori bianchi & molto odorifcri,in luogo di quel- l'altra che li tiene gialli, &c ì con molto poco , ò niente di odo- rcv. «$$* Galanga. G A L A N G A- 45 46 DELLA GALANGA. GAP. VII. quella Galanga, medicina molto ne- celfaria , & vfata , degna di efler tenu- ta in tutte le Spedane , li trouano due fpccic,vna piccola, & molto odoro- la,laqualli porta dalla China con il Rcobarbaro alle parti dell'India , & di là a Portagallo , & quella chiamano li Chini Lauandou. L'altra è maggior di quella di foglie, & diradici, la qual nafee in grande abondanza nella Iaoa , & nel Mala- bar , & quella farà dipinta qui per efler la più ordinaria, & che in maggior quantità lì adopra . Quella Galanga è di altezza d'una pertica, & alquanto maggiore ne'luoghi morbidi . Le fue foglie fono limili a quelle del Telìicolo che Diolcoridc deferiue nel terzo libro al cap. 13 j.tut- tauia fono le foglie della Galanga molto più lunghe, & più larghe, & fon verdi chiare dalla parte di fuori, & ver- di feureai dentro; il cui caule è comporlo di foglie ag- giunte come il detto Tefticolo. Ilfuo fiore è bianco, & lenza odore : la fua ferri enza è piccola, & della quale non lì fa Mima . La fella della fua radice è grotta , & bulbofa : & le radici, che fono adoperate, fono a modo di Gengio- uo , ma tuttauia maggiori . Fa alcune tellicciuoie in al- cune delle radici, come l'Hallula Regia, che inllpa- gna chiamano Gamones. Nafce trappiantandoii con le radici , le quali lì van+ no attaccando l'una all'altra, &lmokiphcando molto. Chiamali quella tra li Canarini, & Bragmani ( che fo- no gente molto affettionati a quella medicina coli per gli huomini , come per licaualli, &inlìemc la mangia- no eili DELLA GALANGA. 47 no e/li co Rifi , & col pefce , & coll'infalata ) Cacchiaru. Gii Arabi , Cauclgian . Nella Iaoa , Laneuax . Nel Ma- labar , Cua . Nelqual Malabar la vi ano tanto, che oltre il valerli di lei per l'ufo di Medicina , fanno di dette radi- ci farina , della qual fanno certa maniera di pane , come focaccie fottili , le quali chiamano Apas , impaliate con latte di Coco,& alcune fiate con Sura,& con Iagra,che fi fa della Palma , come nel fuo capitolo fi è detto: & man- giano detto pane per delitia , & lo dano nella debolezza, & nella freddezza dello ftomaco , dolori del ventre , paf- fìoni di Matrice , & difficoltà d'orina , nelle quali paf- fioni d'orina fa tal effetto,» che a quelli, che non poiìo- no orinare , ò fia per cagion di materie grolle & flemma- tiche , ò per ventofirà , ò per adunanza di arena , cofi nel Membro, come nel collo della velica, & ancho che fia per conglutination di carnofità nel collo della vefica , ò nella via, gli danno mangiare di detto pane con vn fia- to di Ninfea ( che è come acqua di vita ) & fopra l'ingui- ne , &c collo della vefica , & membro pongono foglie di Ninfea , ò Golfan del rio ( come chiamano in Ifpagna)& quelle foglie tanto rileua che fiano di Ninfea bianca^, come della gialla, la qual in Ifpagna fi chiama Golfan amanllo) &quclte cotte nell'acqua, & pelle, & appli- cate cofi calde, fanno merauigliofo effetto, tutto ch'el- la fia fredda , & i fuoi fiori fi numerino tra le cofe fredde cordiali j della quale Diofcoride nel lib. 3. & Galeno nel- l'ottano dc'fcmphci diflcro tante lodi .. Di quefta Galanga fecementione Auicenna confula- mente nel cap. 111. lotto nome di Calungiam,& nel cap. 396. fotto nome di Caferhcndar, benché fi prefuma de' Greci , & degli Arabi 3 cofi come di Auicenna , & di Se- rapione,, 4* DELLA VALANGA. rapione } che non hebbcro perfetta notitia di quella Ga- lanpa. Il Belunenfc recita da Auicenna nel fuo Dittio- nano , dicendo , che Auicenna fcriuedi due, &; che non fono fé non vna. Antonio Mufa prende l'opinione dal Leoniceno ,i il quale prefuppole, che qucfta, laquale nelle Speciene fi chiama Galanga, fia l'Acoro :& quanr- to lìa diuerfo quello che fi adopra hora in molte Speda- ne per Acoro dal vero Acoro , & dal vero Calamo Aro- matico, a fuo luogo lì dirà. L'opinione de Frati Italtani, che feri fiero fopra Me- fue , tenendo che la Galanga che fi vfa , Ila la radice del Gionco odorato, è molto lontana da ragione, oc con., molta gli riprende Amato Lufìtano ai capitolo del- l'Acoro . Il Mattinolo fopra Diofcoride nelfb. i.alcap. z.nel penfarehc la Galanga fia radice dello Squinanto, s'in- ganna, & la fila opinione è lontana da> ogni verità, co- me fi fa , poiché la Galanga, chenafcenelMalabar, & nella laoa , & nella China , è coli diuerfo in figura , fo- glia, radice, qualità, & regione, dallo Squinanto, che nafee nell'Arabia, cioè, in Mafcate, &inCalaiate, ben- ché nelle terre di Idalcan , & neli'ifola di Gòa fi troui molto Squinanto. E la detta Galanga calda, & feccanel terzo ordine. Giouaallepaflioni dello ltomaco, & della Matrice da_* cagione ventola , & al colico . Manicandola , & tenen- dola nella bocca, corregge il mal'odo' e. Aiuta la dige- ritone, & cura turni dolori freddi. Odorandola gioua alceruello raffreddato. L buona alla palpitatione del cuore : & fcalda le Reni fredde : & è amica a Madonna Venere. ) X'opinionc, DELLA GALANGA. 49 L'opinionc,che hanno il Manardo,& i Frati,chc (criC- fcro (òpra Mcfuc , dicendo, che il Calamo Aromatico è l'Acoro :& che quello, che chiamiamo Acoro,non è : & quel, che tiene Antonio Mura col Leoniceno (a quali paruc che quella, che nelle Spccieric fi chiama Galanga, (la l' Acoro : perche quello che il vfa per Acoro , è vna ra- dice di GladioIo)è contrario a quello, che tiene il Dottor Orta, dicendo, che non parecllèr tale, per eflèr radice fenzafaporc, &fcnza odore, calda & acura : condi- tioni ncceflanc all'Acoro, il qual fallamcntc chiamiamo Gladiolo:& che l'Acoro none Calamo aromatico, per- che l'Acoro è amaro di laporc, & il Calamo aromatico è acuto : & l'Acoro è radice di colore bianca , & il Cala- mo aromatico è più giallo: & che molto manco fi dee dire , che Ìj. Galanga fìa l'Acoro , perche la Galanga è più calda,& con più foaue odorerà: a quello che gioua la Ga- langEL TAMARINDO. $, l'ombra della Nogara a quelli , che dormono fotto di lei • Gli amichi Greci non conobbero quefta medicinarnè di lei parlarono bene Auicenna , Mefuc , Scrapionc, Va- lerio Cordo , & il Lacuna . Mcfue dice , che è frutto di Palme faluatichc dell'In- dia : & in ciò fece errore . Auicennadice, chei nuoui fono migliori . Scrapionc dice , che in Ccfarca nelle terre d'Aman , ne fono , & che hanno la foglia come falici, & che fono frutti di color rollo . Egli è cofa nota , che in Ccfarca non fono di que- lli arbori, ne ancho nella terra di Aman, ch'c nel territo- rio delia Soria-. Il Lacuna dice, ch'è vna Specie di Dattili , che vengo- no dalle Indie Orientali , & che per quefta ragione pare a lui , che i Tamarindi non iìano diucril da' Dattili Thc- baici , veduto che gli conducono di Leuante,& che han- no la medefima forza & virtù , che hanno quelli . Et di- ce più ,che fecondo che dicono alcuni , l'arboro del Ta- marindo e vna lpecie di Palma faluatica , che ha le foglie lunghc,& acute nella punta , limili a quelle del falice : & che alle fiate ritrouano dentro di loro alcuni olii gialli , & di diuerfc forme : & che li tengono perfetti quelli ,. che jofleggiano , eflendo teneri , frefchi,& gialli : &chc fi falllficano con la polpa de' pruni lecchi. Ma non fono eilìfpceie di Dattili, ne hanno tal figu- ra , né fono Palme nell'India Orientale,. che diano frutto di Dattoli,anzi per non ellcrne nel! India, vengono por- tati d'Arabia per mercantia, douc fé ne confuma in gran quantità : & allo'ncontro i Tamarindi vengono portati in Arabia , per non- eflèruenc : & più per cflèr gli arbori, coli di u ci fi dalla Palma, Et 54 DÈI TAMARINDO. Et quanto a quello che paiono Dattili Thebàic! , noti hanno che fare con loro: & pcrauentura quelli che com- prano i veri Tamarindi tolti dall'India per quelle parti, penfarono che follerò di quella terra propria , coli come alcuni dkòno > chela buona Gdhhella è ài Aleppo, ef- fendo nondimeno portata quiui dall'India , come fi è detto. Et gli Arabi > che negociano nell'India, perche troua- rono ne Tamarindi gli olii , li chiamarono Tamaras dei - l'India, & non perche parino Tamaras , ne perche l'arbo- roche gli porta, habbia le foglie, come dicono, altri- menti di quello , che fono figurate , ne gli odi tono gial- li , come in loro fi vede, ne di diuerfe forme : mi di co- lore terrestre lucidi, & molto duri, di forma rotonda.,, come Lupini piccioli » Et perche i Tamarindi vengono ammaliati acciochc fi confcruino meg'io , & hanno po- chi olii : perciò furono coli mal conolciuti . Valerio Cordo nelle giunte che fece ibpra Diofcoridc dice , che Oxiferis è il Tamarindo . I Frati dicono, che poche fiate vengono all'Europa i veri , & che i buoni fono Leyron fecondò Mefue. Quanto a Tamarindi, che dicono condurli dell'In- die lofifìicati, non fi la, ne fi trouà tal cofa la , perche vagliono molto vii predo , efièndouene molta abondan- za -, & i pruni fecchi vagllono più di loro . Per la qual co- fa non ho dacredere , che vengano fofiiticati . 1 Tama- rindi , che chiama Mefue dal Cairo, vuoltìire, che quel- li del Cairo fono migliori , &ciò è, perche dall'India an- dauano al Cairo , & di là in Alexandria , & quindi a Vc- neria. Dice a ntonioMufa, ch'egli è chiaro non eiTer'il Tamarindo , il Mirabolano di Plinio , & di Diofcoride , perche DEL TAMARINDO. hj perche qucfti non hanno odi , & 1 Tamarindi si . I Tamarindi, fecondo Mefue , Abenroiz fono freddi, & fecchi nel fecondo grado . Beuuci , pungano la colera , & gli hu mori adulti. Sono vtili conerà le febbri conti- nue, & ardenti , contra la frenefia , & malinconia, &c contra tutte quelle infermità^che procedono dahumorc adulto, o colerico, oda flemma falfo. Acquctanolafc- te,& l'ardore dello ftomaco, & dei fegato. Conuiene prima che fi adoprino,lauarli bene dal lalc, poi-che ven- gono falati dall'India, acciocheii confcruino meglio . Mefue nel hb.i. a fogli 60. oc Albugerio dicono : 1 Ta- marindi cftinguono la colera, & leuanola fete, & ac- quetano il vomito,& fermano il flufio dello ftomaco per cagion del vomito . Mufebab . I Tamarindi fono fred- di nel terzo grado. Mollifcono il ventre &c. Si- milmente fi ingannò Amato Lufitano fi co- me gli altri che non conobbero i Ta- marindi , ne videro il loro arbo- 10 , nella narrationc 1 3 5. & il Matthiolo nel li- bro 1. alcap. 1*7. FICO J« fICHI DELL'INDIA. DEL FICO DELL'INDIE. $7 CAP. IX. I chiama qucfto Fico in Malabar Pa- laon. InDccanin, &inGuzarare, Se in Bengala, Qucli : &c nel Canario. Qucli. I Malaici , Piflaon . In Ara- bico Mula, ouer Amula. Auicenna, Serapione,&Ralìs lo chiamano coll'i- {tcflo nome . I Portoglieli chiamano alcuni di queftì Fi- chi Cenorins, alcuni altri Cadelms, &c ad altri Chinca- panoes. In Guinea Bananas.&i Cafri di Cofala,Innin- ga. Il proprio nome di ciafeuno di detti Fichi tra gli Arabi , & Perfiani ( fecondo , che mi certificò vn curiolò Medico natio di Ormuz)è Mous, &il FicoDaracht* Mous . & dille , che Mula , ouer A mufa , è corrotto . Ha quefto bello & piaceuol arbore dieciotto , ò venti palmi di altezza ; oc confìtte di adunanza di molte feor- zc congiunte vna con l'altra. Il (uo tronco è grotto della grottezza d'una gamba d'un'huomo.La radice rotoda , & grotta , cibo molto familiare a gli Elephanti . La f uà bel- la foglia è verde chiara di dentro via, & più ofeuradi fuori. E' lunga fin dieci palmi, &due & mezzo larga-, & ha per lo mezzo fin'alla punta vn ncruo grotto, & e tutta piena di fibre tranfuerfali . Dall'occhio di detto ar- boro efee vn germoglio della grottezza del braccio d'un' huomo diuifo in molti nodi , & in ciascuno ha dicci , & quattordici Fichi :& dalla cima di detto arboro efccvn bel pomo di fiori ammaliati infl«me , & tra loro intorti # che fanno la figura d'una Pigna rotta di colore . Non dà detto arboro più chevn folo ramo di Fichi, il qual ne porta da cento fin dugento:& di detti Fichi fi trouano H molte 58 DEL FICO DELL'INDIE, molte ipccic , alcuni molto gialli , lifci , & lunghi , & di molto buon faporc , & odore , chiamati nel Malabar Se- norins . Altri ne fono nel Malabar chiamati Chincapa- noins , i quali fono verdi , lunghi , [& di buon fàpore . Lodano.molto quelli di Cofala, chiamati da i Cafri In- ninga . Di quelli arbori fi troua quantità grande in Malabar , & in Bengala, & in Bazair, & nella colta, delti Abiffini , &nel Capo verde. & dicono, che ve ne fono nel Cairo, in Damafco,Hierufalcm,Martaban-,, & in Pegun , & in molte altre patri , come in Venetia, &c nella nuoua Ifpagna , &c nel Perù . Di quelli Fichi 11 fro- llano alcuni grollì quanto è lungo vn palmo, & man- giarti! alleilo con Vino, Cannella,& Zuccharo;& ancho- ra cotti con Zucchero , & Cannella gii portiamo con noi inmano.pcr buon condito. . I Medici della propria terra lodano tanto quelli Fi- chi, che per dieta gli danno alli infermi di febbre, &c d'al- tre infermità . Auiccnna nel lib.x.al cap. 49 z.dice,che'l nutrimento di detti Fichi è poco 5 & cheaugumentaJa_, colera , & il Phlegmaj& che gioua all'aduflione del pet- to , ài del polmone -} &c che aggraua lo flomaco • & che è buono a* colerici , dopo l'hauerli mangiati , prender dell'Osimele con la Temenza, & a' flemmatici, del Mele r & che augumenta il feme ; gioua alle rcni-,& pro- uoca l'orina. Rafìs al cap.' 3.. ad Aanlmfore, &Serapione al cap. $4. dicono, che fanno danno allo llomaco , & gli leuano l'appetito y& la liceità. Moliifconoil ventre^ & leuano l*af prezza della gola. Dice Serapione , che la Mu- la è calda & numida nel fin del primo grado ; & che gio- ua al dolor del petto, & del polmone -t & che chi man- giamola fpcflb di detti Fieni, patifee grauezzadifto- maco; DEL FICO DELL'INDIE. 5» maco : & che fanno crcfcerc la creatura nella Matrice ; Oc che eccitano la dilettationc carnale . Non fi pianta detto arboro, fé non vna fola fiata; & dalfuopiène nafeono de gli altri fenza piantargli. & ciafeuno di detti arbori dà vn folo ramo di Fichi , co- me s'è detto j & clTendo maturi , tagliano il ramo , & l'arboro fi (ceca , ò lo tagliano per darlo mangiare a gli Elefanti domeftichi . Et alcuni delle fòglie più adentro dell'occhio del detto arboro , & del pomo di fio- ri inficine fanno conferua con Gcngiouo verde , Pepe, & Aglio nel fai e Se aceto, per mangiar in luogo di Cappari . Sopra di quelle foglie , per cfTcr molto tenére /verdi , frcfche , Se grandi , giacciono per Io caldo . & le pongo- no fopra le feottature del fuoco . Il Mattinolo fece mcn- tionedi detto arboro nel primo libro diDiofcoridc al capitolo il 6.fol. 141. Molti tengono, che co quello frutto peccaflc Adamo, per eflef molto foauc di odore y Se di faporc , Se per efTcr la foglia cofi bella, & cofi grande, che copre bene vn'huo mo . Dicono , che vn Frate di San Franccfco molto cu- nofo, il quale fcriflc dc'mifterij della terra Santa, lau dando molto detti Fichi,tiene la medefima opinio- ne : del che io non voglio difputarc . Il Rucl- lio parla di quefti Fichi , allc^ gandtì Strabone , Se Thcofra- ao. H t LEGNO *> LEGNO DELLA CHINA. h *i Foglia del Legno della China. DEL LEGNO DELLA CHINA. — Ve's t a eccellente & medicinal pian- ta (chiamata in CanarinBonti ; Ornel- la China Lampatan;& in Dccanin Lam paos : & inPortoghefe Paoda China ; & in Latin RadixCine, vel Chine. ; & in Arabico , & Perdano, & Turco , Chop- china)nafcc nella China abondantiflimamente }& ii- milmcntc fi ritroua in Malabar , in Cochin , in Cranga- nor , in Coulaan , in Tanor, & in altre parti . Ellaèvna pianta molto folta di piceiolini rami fpi- nofi , & molto fimili alla Smilacc aipera : & la più grof- ù. verghetta non partala groflezza del dito più picciolo della mano . La fua foglia è della grandezza della foglia delia Piantagine maggiore, & come quefta che è qui difegnata cauata dal viuo dalla mede/ima pianta . La tua radice è della groflczza del pugno della mano , & mino- re . E' folida , pefantc , & bianca , &c alcuna colorita : & trouanfì molte di loro attaccante vna con l'altra . Quella radice in tutte quelle parti Orientali, è in molto vfo. Si prende per tutti li dolori delle giunture : per le oppila- tioni della Milza, & debolezza dello ftomaco, &pcr li dolori antichi della tefta,Durgulos y Talparias piaghe, Toilèvecchia^Sciatica, Gota . & perla Paralifia, & Po- fteme fredde. Nelle viceré delle reni & della Velica cor- retto con liquiritia . Prendefi fpecialmcnte con meie,& con Zucchero , & fatta polucrc con vino : & prcndendo- fene l'acqua cotta con lamedefìma radice, il più ordina- rio mangiar di quelli , che la prendono , è gallina cotta ì lcffo, DEL LEGNO DELLA CHINA. 63 Ieflò,& pane leggiero; & alcuni die la vogliono più ftrin- gere j bifcotto con pollo rofto i fenza ber vino. Coli buona è quella radice in fc , che comportatile in quelle parti da molti fi prenda,ftando fufo, mangiando carne, & pefee con ogni larghezza , & difordine fenza far loro maggior male di quello, che hanno. Ma l'ordine più commune,chc nel prender l'acqua della decóttionc di detta radice fi tiene cofi nella China, come nelle Indie , è vn'onciadi quefta r adice, & due dramme di radice d'A- pio ( il qual chiamano i Chini , Gante) in Tedici quarta- li d'acqua a fuoco molto piacevole, & fenzàfumo, fin che fi confumi li fei . oc li dieci ferbaUó in vafo vetriaro , & ogni giorno la bcono frefea , 'perche da vn giorno al- l'altro fi guafta . Et di queiVacqua prendono vna Cop- pa alquanto calda la mattina, itandofi per due hore fui Ietto , & dapoi lcuati , prima che cenino , prendono al- trettanta acqua , & tra il giorno beuono della iftcìfa de- cottione fredda : & quefta è quella che in quelle parti fi prende con maggior ordine &c grettezza. Lafpiuma- che queft'acqua fa nel cuocerfi , fi ferba per lauar le pia- ghe,^ le gonfiezze . & quelli che hanno dolori , & gon- fiezze, gli pongono al vapore, ch'eiTàla dell'olla quan- do fi cuoce , difcoprendola:( perche fi cuoce itando fem- pre la bocca dell'olla chiufa ) l Medici Portoghcfi foglio- nò dar queiVacqua della radice della China per altro or- dine, che è, rettificandola nel cuocerfi con la detta ra- dice dell'Apio, & con Rofeiecche, con Orzo, & con ra- dice d'Endiuia, con Rofmarino, & Liquiritia conforme/ al bifognodiciafeuno. & purgando alla prima i patien- ti, & dando loro crifticri della medefima acqua cotta^> che bcono t&c con mele, quando è meftieri , & non vie- tano 64 DEL LEGNO DELLA CHINA, tano il mangiare polli cotti, & temperati, oui cotti, & duri , &melc -t & beonovino temperato con la medesi- ma acqua , & non fanno molto fcrupulo del fale , ne del panfrefeo. Nelle infermità antiche, & nelle viceré vecchie, nel- le gonfiezze , & durezze di molto tempo più , & con mi- gliore effetto che nelle paflìoni frefchc , lì tiene per ifpe- riehza ch'ella gioui . Molti fogliono andando in cami- no per terra , &c nauigando per Mare , prender le matti- ne, & le notti due dramme della poluere di detta radi- ce con vino, ò con l'acqua cotta della mede/ima, Scia, loro buon prò. Il più tempo che prendono ordinaria- mente di quella radice in poluere, ò in conferua, fi è dai trenta fin'ài quaranta giorni. Nella China fi man- gia quella radice frefea cotta con la carne coli, cornei Nauoni , & non è nemica , ne ingrata al guflo . . Similmente fi diililla l'acqua di quefta radice quan- do la cogliono frefea^ > la qual vfano i più dilicati . Tuttauiadi quell'acqua fi confuma in gran quantità, & fi ha gran fede in lei oltra delle infermità già prima., dette , nella Paralifia , nell'Henna humorale , & ven- tofa , nella Emigranea, nella Carnofità del collo della vefica, & del membro; & nelle fuc viceré. Scaccia le renelle, & incita molto laluiluria: & benché quell'ac- qua diflillatafia buona, la cotta è migliore tuttauia. Quella radice fi conferua per molto più tempo in- eroilandola tutta con Pepe disfatto , & conferuandouc- la dentro. Amato fòpra Diolcoride nel libro primo alla nar- ratane 104. a fogli 141. mette la radice della China nel numero delle Canne, dicendo che fi ftimà per buona DEL LEGNO DELLA CHINA. IP -^n ^ ^uc^a pianta fi trouano tre Spedo ," C\ ,s?kf*\x^h\ delle quali quella che è ltampataèla./ prima, per cfler quella, chepidordi- , nariacr.cnte fi adopera, & tanto, che poche innamorate hfeiano di tenerla tra le fue gioie per l'effetto , che fi dira. Queltaèvn'herba, ò fornice della grandezza del Mal- uauifchiOj&piuramofa, & nel fuito molto limile. Le fue foglie fono molto limili di figura, &di grandezza alle foglie della Stramonia, cheDiofcoridcdeicriuenel libratogli 534. Tuttauialonopiu intagliate per lo cir- cuito al modo delle foghe del Xanthio, ( che volgarmen- te prcllò di noi li chiama Lampazos) i fiori lono bian- chi , & lì fomigliano al viuo co'fiori della Smilacelilcia ,- la quale in llpagna chiamano Corregaela mayor. La iua radice è bianca, la cui lcorza ha il fapore alquanto amaro, &c afpro, &£ ilfulto, & germogli amareggiano più che la radice. Il fuo odore è limile all'odor de' Na- uoni, & odorandoli molto fa Itarnutire. Il Tuo frutto fomiglia molto al frutto della Stramonia, è ritondo &c della gtandezza d'una Noce , di color verde , & tutto Ipi- nolo, ma non pungono dette fpine : nafee in luoghi ombroiì , &c vicini all'acqua . Chiamali quella pianta in Malabar Vnmatacava. In CanatinDatiro. Gli Arabi NoceMetella,&Marana. I Portoglieli Danna , & la Burladora . I Peiiiani , & Tur- chi Danila. I Medici Indiani graduano quella pianta fredda nel terzo grado , & fccca nel fin del fecondo. Quello frutto ( il qual fi tiene da molti buoni lettera- I 2. ti,& DELLA DATVRA. 68 ti , & dal più de i Medici di quelle parti per la vera Noce Mctella de gli Arabi ) è tutto pieno di Temenze della grandezza di vna Lente , & di quel mede/imo colore , & di figura di cuore : il cui fapor'è come quello della 11 orza delia Tua pianta . Il mal'uio delle innamorate fi è dar di quella femenza fin mezza dramma infufa nel vino, ò in_. qaellojdichepiufì diletta. & quel che la prende, reità alienato per grande fpatio di tempo ridendo, o pian- gendo , o dormendo con varij effetti ; & molte volte par-i lan io , & hfpondendo il pouero , che Mia prefa di ma- niera , che par'alle volte , ch'egli fìa nel fuo giudicio , cf- fendone in vero fuori, & non conofcendola perfona, con la qual parla , ne ricordandotene pallata l'aliena- tionc.Sono tato macftre & efperte molte Cortigiane nel- li effetti di quella femenza, che la danno per quàte horc vogliono, che'i poueretto reiti addormentato, o fuori di ientimento.Lt certo fé hauelfi da contare quanti ho io veduto & vdito in quello calo : & la differenza delle per- fòne, che io ho veduto in quelle alienationi, confume- rei molta carta : ma perche non fanno al cafo , gli lafcio . Solo dirò che non ho veduto morir alcuno , che i'habbia prefo. ben vidi alcuni per qualche giorno andar alquan- to perturbati r ma quello era per effer loio fiata data in_» eccefliua quantità, laquai le è moita, vecide: perche quelli femenza ha parti vclenofe , benché la diano i Gentili per prouocar l'orina con Pepe, & foglia di Be- tele:& dicono che fa buono efretro -y il che io non vidi, nèefpenmentai perhaucr altre medicine puliicureper lo detto effetto . Et fé alcuno di quelli ,, che hanno prefo di quella fe- menza , chiamano Medici Spagnuoli ,, fogliano curar- li prò- DELLA DATVRA. g9 li prouocando loro il vomito, acciochc euacuiao tutto ciò che tendono nello llomaco -, &i euacuano , & diucrti- fconconcnlticn acuti, &con legature, &ventofe, &c alle fiate col falaflò . I Medici Gentili , & Chriftiani del- la terra non fanno lor'altro che prouocarli il vomito , &c alcuni chrirtieri , & alcune legature forti , con buone freghe . & fé ciò non baita, fanno lor bagno d'acqua cal- da, &gli prouocano lifudore, &dapoi il vomito dan lor bere di buon vino con Pepe, & Cannella, sfuggo- no molto il filafTo , & le ventole , & nel mangiare lono più audaci che li Spagnuoli; & coi! dopò euacuata la-, materia , danno loro mangiare buoni polli grofli , & vi- no dolce,odi vua palla. Pongono quefh femenza in infuiTone di aceto per vna notte , & poi la tritano molto bene, & fregano le impetigin^&l'erifipcle instabili, & miliari ; & in poche fiate che l'applicano , lì rilanano .. Beuuta di quefta radice alla quantità d'una dramma con vino , prouoca molto profondo fanno con varie rapprefentationi di fegni, & ìlluhonifantaitrcfie. Le altre due Iprcie di detta pianta lono quali limi- li nella figura & frutto j eccetto che variano nel colore dc'fiori , ch'una gli ha come la prima della figura , ma lono di colore , & il pie vn poco roflòj& i fiori della terza tirano più a quelli dclhufquiamo ; & di quelle due vltime , per eller velenole , non vfano fé non per ve- ci d ere. Con tutto ciò della ferrenza d^lfa feconda, luqual ha i fiorigialli , fanno i Medici Br.jgmani alcune pillo- le come grani di ^epe di grande effetto nel tiftringer fiulli con kl bii ardenti, & nella dilemeria.. Le quai pillole 7© DELLA DATVRA. pillole fi fanno in quello rnodo; Pigliano della fèmen- aa di quello fecondo frutto vna dramma , Pepe lungo , & Pepe nero,fandah bianchi , & borace , & radice di bi- fida qual'è vna radice, che viene daiMonti di Benga- la ., & Patanne ) & delle foglie di Banguo ( la qua! è vn'herba come Canape ) di ogniuno mezza dramma^ . Tutto ciò tritano bene con acqua fu le pietre, che i Pit- tori fogliono tritar i colori : & di quello fanno le pillo- le , delle quali danno fecondo che loro pare . Andrea Mattinolo nel primo libro di Diofcoride fo- glio i.65. trattò di quella Noce Metella , adduccndo confufe opinioni da Serapione, & d'altri :& nel fine ri- prende Leonardo Fuchlìo ; perche dice , che la Noce Metella è il frutto della Stramonia , con quelle parole $ Oltra di ciò io non fo da qual ragione moilò Leonar- do Fuchfio ( nel fuo vltimo libretto, doue folamentc rillrinfelc figure delle piante in piccol forma )habbja detto che le Noci Metelle fiano frutti fpinofi di quella^ pianta forefliera, la qual egli per innanzi nel fuograi*- de volume haueua chiamar© Stramonia, Maio mi tengo al parere di Leonardo Fuchfio, &à gli altri tuttoché tengono,ehe la Noce Metella fia il flut- to della Stramonia, il quale fi fomiglia in tutto col ftutto di quella Datura . Et coli pare che quella pianta fia la Stramonia di Diofcoride, & quello in che varia, farà dalla regione. Amaro Lufitano nel commento del libro primo di Diofcoride,allanarrationei6i. tiene, chela Noce Vo- mica delle Spedane, & la Metella fia tutt'una ; & non_, ri porta le piante , ne maggior chiarezza, che quanto dice Serapione della Noce Metella al capitolo 3 obli- quale DELLA DATVRA. 7i qualenonèdiuerfonel parer di quelli, che tengono la Noce Mctella per lo frutto della Stramoni* . Della cura de i danni , che fa quefta Noce Metel- la, trattò An- . drea Matthiolo nel lib. 6. di Diofcoridc, fo- glio 736. W& «* - AVEL- 7* AVELLANA INDICA E 71 DELLA NOCELLA INDIANA. C A P. XII. VEST'ArboronelMalabar, (douenec maggior abondanza, fi chimaPac, & il Tuo frutto, , ch'c quello che fi vfa nel- la Medicina , Areca ) gli Arabi chiama- no Faufel . I Cuzarati , &c Decanini , Tupari ; & il frutto fccco Chiccani . In Malaca,Pinan.InTeclamPoay. In Canari n a jl'ar boro, Mari;& al frutto Popara j & a tutto infieme Popara Ma- ri. Auicenna nel lib.z.cap.ntfi.lo chiamano Fiifcl:&i Portoglieli Auelaa da India, & Areca. 1 Turchi , & Per- miani Fu fui. E Arboro molto alto, diritto, tordo , lottile, &diui- fo in nodi da tratto a tratto dal pie fingila cima_, . Er per- che è molto fpugnofo , è molto difficile da rompcih , & tanto ch'una uimena di detto tronco fatta di groflèzza di due diti, fuole tener fermo vn grande Crocodilocofì nell'acqua , come in terra , attrauerfàndcgliele nella go- la; il che e l'artifìcio, col quale lo cacciane, &\ccido- no in quelle parti, come io vidi n.oltc fiate. Le foglie fono più larghe , & più lunghe , che quelle della Palma del Coco. Fa quelVarboro dinanzi dell'oc- chio vn'adunanza di foglie congionte col tronco, dalle quali cleono alcune vimene fonili con alcuni nodi, & tutte molto piene di fiori piccoli bianchi, & quali fen- za odore. & quelle uimene fi empiono del frutto chia- mato Areca,il quale è grande come vna Ncce} & non, e . ritondo, m a p,ù lungo in forma di vn'ouo piccolo -y lau .cuifcorzaeftcìioreè molto verde, & e/Tendo maturo., K vien 74 DELLA NOCELLA INDIANA, vicn molto gialla. Quella fcorza e molto languida,& ar- rendcuole^ ha quello frutto di lontano gràde fomiglia- za co' Dattili maturili frutto, che fi ferra dentro di detta. fcorza ( il qual fi mangia ) è bianco , & molto dur©,della grandezza d'una gtande Callagna, con vnagufeiacome la Caftagna,& tutto pieno di uene colorite. L' Areca è fredda & fecca , Conforta lo lìomaco . Re- prime il vomito. Fortifica le gengiue, bidenti , che fi vanno forando. Elìupefattiua, & inebria tanto chi la mangia,chc quelli che pati feono dolori graui, per non fentirli , mangiano quello frutto , Vfano i Bragmani , & Canarini Fifici della Terra per grande lecrcto l'acqua diftillata dell'Arcca , per curar i flufli colerici . Sogliono lòtterrar quello frutto frefeo nell'arena,per- chediuenti migliore, & più gratojilqual mangiano oidi nanamente con foghe del Betele, & con le gufeie netta- no i denti . Fanno ancho quella A reca in pezzi,& la lec- cano al Sole; &lène adopra molto coli nel mangiare, come perlauandcaflringenti;& quella fecca^chi amano Chiecani « Etquello,che dipiudiceSerapionc, fi potrà vedere nel hb.Semplici al cap. 345 . del Faufel , & della Nocel- la Indiana. Haboanifa>diceii'Arboro Faufcl è limile al NigiI , & produce le gufeie, nelle quali è il Faufcl, come il Datti- lo j & queft'arboro non è nelle Terre de gli Arabi . lfaac,& Benàmran ; II Faufelèla Nocella Indiana, & il frutto è limile alla Noce Mofcata nella grandezza , & nel colore:& in ella fono crcfpc,& nel fuo laporc è po- ca caldezza con poca amaritudine :& fi porta da fimp* &è DELLA NOCELLA INDIANA. 7y & è fredda, &c fommamentecollrettiua, & fortifica le mcmbrai& la fua virtù è come de Sand ili rolli,& gioua alle pofteme calde ; laquale quando non fi tr oua , ponefì in luogo fuo il pefofuo di Sandalo rollò, & la mctàd; iuo pefo di Coriandolo frefeo . Atabari dice ; Il Faufcl è freddo, & molto coftretriuo, & fortifica le membra , & la virtù fua è come quella del Sandalo roflb. Mabazcr dice ; Il Faufcl è freddo & fecco , & è buono alle infermità calde , quando con lui fi lenifcc il luogo . Bedtgorasdicc; Egli è buono alle Pofteme grolle, & dure. Mefarugie; Egli èconuenicnte al dolore de' denti, & alla fcabbia delle palpebre . In AbenMefuay; Il Faufcl è freddo & fecco nel terzo grado , &c coftrettiuo.xonferifcc a* dolori de denti, & for tifica i denti molli, &legengiucconlafua aftringenza. Reprime la caldezza de gli occhi quando fc ne fa Cchol, ò empiaftro . Affermano in alcune Terre dell'Arabia eficrancho di quelli arbori, comcinDofar, &inXael, Porti del Mare , che fono i luoghi che cfli più amano. DEL- 7* DELLA PALMA, ET DEL SVO ER.VTTO. C a p. Xm. 'arboro, al quale ftà I'Elephante appoggiato , è quello , che dà quel frutto che fi conduce in Spagna^, chiamato da Portoghefì Coco , per rifpetro di quelle tre punte che tie- ne; Se al medeilmo arboro Palmie- ra , & dalli Malabari Tenga Mo- ran , & al frutto Tenga . In Malaico all'Arboro Tacan, &c al frutto Nichor j & ancho fi chiama Maro, Se il fuo frutto Narel. Quello nome Narel è commune a tutti li Perfiani , & Arabijbenchc dicono i Periiani,che'l vero nome del Co- co in Arabico, & in Perfiano è Nargel , & non Narel } Se allaPalmcra in Pcrfian Darach , Se in Arabico Sjger In- di» I Turchi alla Palmera dicono Agach, & al frutto Cox Indi , I Bragmani chiamano l'arboro Maro, & il fratto Mirala - Se cofi dicono nel lor linguaggio Maro N iralu . Auicenna le chiama Iauzi alindi , che vuol di- re Noce dell'India . Serapione , & Rafis chiamano l'ar- boro Iaral Narc , che vuoi dire arboro , che da i Cocchi . Quett'arboro è molto alto , Se non molto groiìò . Ha li fuoi rami, chi amati Palme, nella maggior cima, Se fono fei,o fette diretti alla cima : Sciano verdi chiari per ogni parte . E arboro molto dritto, Se cinericio nel colo- re , il quale è fatto a mano a mano per lo circuito dal pie fin'allacima a piccoli fcalini, per li quali afeendono i Negri* mpdo di fcala>, E arboro molto fpugnofo, Se ama DELLA PALMA, ET DEL SVO FRVTTO. 77 amai luoghi maritimi , &c arcnofi . Il fuo fiore s'affo mi- glia a quello del Calcagno . Il fuo frutto tutto fu l'arbore e maggiore della tefta d'un'huomo, & di figura Ingo eoa tre coite , & molto verde chiaro neJ coloi e , Seminano i medefìmi Cocchi , &c di loro nafee le Palm ere , le quali lì trafpiantano ; & le Iegoucrnano be- ne, danno frutto in pochi anni; per lo cjual crrctto le danno cenere, letame di bue, & acqua, & con quello crefee, & fruttifica molto prelto;& quelle che fono vici* ne alle cafe,pcr lo beneficio che fanno loro , fono più belle j le cui radici fono piccole , &c fupcrficiah , riflet- to alla grandezza dell'arboro , il quale dal pie che è grof- fo , i\ vi fottigliando verfo la cimagli legno di quello gio uà a molte cof e. Nelle Ifolc di Nalediua fanno di qucft'arboro folo tu tea vna nauc , con tutti i fuoi chiodi , arbori , antenne , vele, lille, capi, corde, &ogni fartia, &: tutte lecofeche fan meftieri alla detta nauc lòno fatte di detto atboro . Fattala nauc, &polta in Mare, la caricano di mercan- tia della med clima Palmera, di ogiio, vino, aceto, zuc- caro negro, frutti, acqua, &c acqua ardente. Di que- llo legno fanno caie molto ben ferrare, forti, Òi molto bene intagliate ; & de rami ( ch'elfi chiamano Ola ) le co- pronoin luogo di coppi. ÓV: difendono molto dall'ac- qua. CóqueltamedefìmaOiacuopror.01 N midolla, laqualc anzi che fi cangi in negra , è molto te- nera & bianca,& mangiali con fale , & fenza , & con ace- to^ Pepe alle uolte,tiene ilfapore dcCirciofE: &c quan- do alquanto fi comincia a indurire, tiene il fapore del capo del Cardo . La midolla di dentro , che ftà attacca- ta a quefta fcorza, è languida , & dolce , & tutto il vacuo di dentro è pieno d'un'acqua molto chiara /dol- ce , & foaue j & quefta fi beue ordinariamente fui mez- zogiorno fenza che faccia faftidio con la fùa dolcezza. & fi trouano di quefti Cocchi , che hanno dentro di fc tre , ò quattro DELLA PALMA, ET DEL SVO FRVTTO. 79 ò quattro Quartilli d'acqua quando fono verdi. Quella acqua chiarita, & col filo Zuccaro è molto in vfo a quel- li , che hanno eccefliuo calore nel fegato , & nelle reni , & i quelli che hanno la Gonorrea . Però fi chiarifica nel- la propria lagna ( che coli (ì chiama quello frutto quan- do è verde.) Quell'acqua dura molto , & tutto l'anno vi fono di dette Lagne , che da noi altri fi chiama cocos , & da Nairi , ò Malabari Tenga. Etdnpoi, che quelli fi fanno duri, & formano dentro la lor midolla , dura bianca, &(aporofa, ha infc quel di dentro che rclla concauo vn'acqua chiara , ma non tanto dolce , come la prima • & quando è in quello fiato , la chiamano i Ma- labari hleui . Quell'acqua ne i frutti che fono vecchi , fi conuerte in vn pomo bianco , fpugnoio , & lifeio , che occupa tutto il concauo , di fapor dolce , Quello frutto ha due feorzegroflè prima, chefi venga alla midolla , la qual fi mangia loia, &: col Zuccaro della medefima Palma chiamato Iagra, &c con Aucla, laqual è fatta di Rifo cotto in acqua , & dapoi pcllo , & molto ben fccco al Sole.Lo mangiano ancnora con una generatione di Pcfce fecco,che viene dalle Ifolc di Nale- dma, & pare carne di Vacca falata, chiamato tra loro Comalamafa(cheèbuona01iuaabeuitori)& di que- lla miftura mangiano non folamentc le genti della tcrra^ ma i Portoglieli anchora.Fanno appreflò di detta midol- la latte per li brodi , come quella delle Mandorle . Di quelle feorze c'hanno il detto fruttola prima qua do è frefeo , è moltogrofia , languida, & arrendeuole per di dentro -y & quando ella è fecca , fi fa di lei tutta la cor- darla, & tutte le corde 5 & Iarde delle Naui, & di tutti gli altri Nauiiij , come nelle noilrc parti di Spagna fi fan 8o DELLA PALMA, Et DEL SVO FRVTTO. £in di Sparto. A quello Tomento dicono i Nairi Cairo : del quale fi Temono molto in quelle parti j& perche non fi putrefa, né fi corrompe nell'acqua falata, rinftoppano con elio iNauilijj& coli ferue loro di lana , gottonc, ftoppa,& lino , Se /parto . & pofto neli'aqua fai ata , non folamente non fi corrompe, ma gonfiandoli nell'acqua , rende 1 Nauili j più licuri,piu faldi, & meglio inftoppatì. Dell'altra feorza, che cuopre la midolla ( laqualc è negra, & dura , da noi altri chiamata Cocco, & da quel- li della Terra Xareta ) fanno fcodclle , & vafi , co' quali beue la gente baila . Appreflò,di lei abbrufeiata fi fcruono in luogo di carbone , il qual è molto buono per gli Orefici , de'quali molti ve ne lono , che lauorano co- fid'oro, come d'argento in quelle parti, buoni ^sfot- tili artefici , & di poco interefle, i quali vanno per le cal- li gridando il loro officio con vn palmo di Canna in ma- no, il qual ferue loro per accendere il fuoco ; &convn-, Corrczuolo, & martello, & due Borili (che tutto por- tano (eco )& in cafa di ogni particolare che li chiama-», fanno ogni opra di Oro & argento, fi come ne fono ri- chi efii. La midolla di quefti Cocchi fi fecca al Sole, di fi chia- ma Copra. Emolro faporofa, & ferue in quelle parti per frutti , come nell'Europa la Caftagna fecca . Ciucila fi porta ordinariamente pcrmercantiainOrmuz, & in Balagate,& per altre terre, che mancano di lei . Di quefta medefìma Copra fi fa ne' Tor chi l'oglio i fi come noi lo facciamo delle Oliuc , & fc ne fa aliai quan- tità. E molto chiaro & lottile, & arde molto bene, & Ce ne confuma molto. Si mangiacolriJ(one'brodi,fi & frig- ge il pefee con lui. Di DELLA PALMA, Et DEL SVO FRVTTO. %i Di quell'oblio fono due fpccic, vnofi fa della Copra fccca , come fi è detto j l'altro de Cocchi frefehi ; Se fan- nolo peftando il Cocco molto bene, Se infondendoli ac- qua calda di fopra, Se fifpremc quella corpulenza , Se cofi refta nuotando fopra l'acqua Poglio. Di queilobeuono una buona coppa per euacuare Io flomaco, & mollificar' il ventre-, il che fa molto bene fenza alcuna moleitia^, ò danno j & quello è molto in vfo . Altri ui mcfcolano l'cfpreflione del Tamarindo, Se alcuni l'infufione de Mirabolani Chebuli , Iiquali tra loro fono più in vfo ; Se lodano molto quella maniera^ di purgare. Loglio che fi fa della Copra è molto buo- na medicina, & molto approuata per li ncrui, Se per lofpafimo, Se per li dolori antichi delle giunture, Se per curare tutte le ferite frcfchc, Se le piaghe vecchie. Curano con lui per quell'ordine . Empiono di quefVo- glio vn'alueo , ò una Almadia , ( laquale è vna barca fat- ta di vn fol legno , nella quale cape vn'huomo diftefo ; ) ouero qualuquc altro vafo doue vn'huomo polla capire, Se cflèndo caldo l'oglio, lì mette il paticnte dentro,& qui- ui lilafcia ilare fin che fia guarito, dandole da mangiare, Se nettandolo dalli eicrcmenti . Oltra che è communc opinione, fi vede continuamen te per ifperienza,che quelli che vfano molto ne cibi que- llo Cocco, generano molti vermi, a quali tutta quella terra di Malabar è molto fossetta . La Palmcra non diftilla da fc oglio nefluno , ne tiene altro oglio, come difiero alcuni, le non quello che fi fa del Cocco uerde , & fecco, come fi è detto . Fanno oltra di ciò delle fue foglie ombrelle grandi & piccole p*er lo"SoIe , Si per la pioggia, &: ftuore, &moltealtrc L cofe. Bx DELLA PALMA, ET DEL SVOFRVTTO. cofe. Oitf a di ciò ha queft'arboro neli'eftremo un ger- moglio ferrato fimile alli Palmetti dell'Africa, ò dell'Ai- garuc •> &c mangiafi ò con &le , ò fenza di lei, come i me- detimi Palmettij & i migliori più faporofi,& più filmati fono cjuelli della Palmcra vecchia .Et fappiafi, che tagliando/i quell'occhio all'arbore, lì feccafubito tut- to, & non dà pili frutto. B E' ■■ ■ «3 DE' COCCHI CONTRA VELENO. C A P. XIV. L Cocco delle Ifole di Nalediua è molto lodato dalla gente della ter- ra , & daiMalabari , & fi tiene in molto pregio coli dai Re, & Si-T- enori di quelle parti,come da i po- polani , contraogni veleno , & al- le febbri, fpafimi , & paralifìa^, oppilanone , & colica ; di modo , che per lo più delle in- firmiti, che occorrono, fubito il Cocco di Nalediua fi propone. Lafcorzaancoraè molto in vio per beuere con lei, della quale fanno uafi incaftrati nell'Oro & ar- gento in forma di Naui, ò Galee, Se appendono in vna cadenella dentro di quelli vali vn pochetto della fua pro- pria midolla : Se tanta è la fede che tengono nell'acqua, che beuono in quelle feorze, che prefumono non poter' eflcreorTefi daueleno alcuno, &.cheglipreferuada mol- te infirmiti; nelle quali io vidi cader molti, che ordina- riamente beueano nelle dette (corze.Et ccrto,tutto che io ne cercaili con diligenza,mai però n5 vidi effetto buono, chéfaceiTero quefte feorze; Se credo che il fuo molto vaio re,&ftima no gli venga fé non per cfìèr cofi nella opinio- ne commune . Alcuni auezzi a beuer con elle , mi afTer- mauano,che trouauano per ifperienza , che fcaldauano .il fegato, cVfaceuano danno alle reni , & generaua pie- tra . Con tutto ciò uagliono molto , Se fi vendono i mol- to prezzo , & molto più vagliono douefono , che lungc di li: Se ve né è alcuna di quefte feorze , che fenza guar- nimento vale cinquanta ducati, & più. Quella feorza è più negra, & più lucente, più lunga Se maggiore, che L 2 le altre - S4 DE' COCCHI CONT. VELENO. le altre de' Cocchi comuni , & molte di quefte vengono attaccate a due a due , & della grandezza de' Telticoli d'un Toro,& non fono congiunti, ma fi toccano l'uno con l'altro di maniera, che d poflòno fcparare . La me- dolla di dentro è dura , bianca , & porofa . Si rompe con difficoltà, & non ha fapore alcuno . Prendefi di quefta medolla di pefo fin dieci , ò dodici grani di frumento in vino , ò in acqua rofa , come fi conuienc . Crcdefi, & hafli per certo, ch'efehino quefti Cocchi d'alcune ìfolc , che fono fommerfe fotto'l Mare, le quali furono già habitatc -y Se io pallai iopra di loro , & fui in alcune, c'hoggi dì fono difeop erte , & habitate con difi- dcrio di vederle Palmcre , donde quefti efeono ; le qua- li non vidi, ne trouai perfona di credito, che le haueflè vedute . Il Mare porta quefti Cocchi alle fpiag^f ^^-—-^g^T/^r s^ 1 li Wm0a pL Er cflèr quefto Parboro , nel qua- le fi genera la Lacca, medicina mol- to neceflaria , &c vfata nelle Speda- ne ., & della quale è ben giufto che il fappia la verità diluì ,"i#qual va attorno confufa , & nafeofa, mi è parato bene di lui , & della Lacca, & delie Formiche, che in lui lo lauorano, parlate in que- fto primo libro. ? Quell'arbore fi chiama in Canarin Bor » In Decanin Ber. In'Malaca, Vidaras. E diuerfo nella grandezza, & nelle foglie dalle Giuggiole, che in Ifpagna fi chia- mano Azòfeyfas , & in Portogallo Mazaan da Nafega , delle quali trattò Galeno nel libro fecondo delle facoltà ■de gli alimenti al capitolo 3i.Diquefìe Giuggiole fifa quclfiroppo tanto lodato peringroftar , & denfar le ma- terie fottili.&coIeriche,che corrono appetto. Et porto chefiano differenti, perefTere quefto Pomaro-tnaggiorc che quello delle Giuggiole, & hauer la foglia molto più fi milealPApiolo, & manco ritonde, nondimeno il frut- to li forni, gli a molto. Quefti Pomi, de'quali parliamo (chiamati tra5! volgo di Decanin Ber) alcuni fono più dolci, §£ maggiori dclli altri, & niun di loro fi viene a maturar tanto , che fi pollano conferiate , & durare co- me le Giuggiole,& tempre tégono qualche fapor acido. Dal che fi raccoglie, che non fono quefte pettorali, co- mele Giuggiole, delle quali fifa il iìroppo pettorale. Di quefti Pomi fono maggiori, & migliori quelli di Ma- laca, che quelli di Malabar, & a tutte vanno innanzi quelle DE' POMI DELL'INDIA. 87 quelle di Balagate. QuelVarboro è grande, di molta foglia, & di moiri fiori , & frutti . Quella foglia ècome quella del Camue- fo,& manco tonde. Everdeofcura dalla parte diden- tro, & per quella di fuori bianca, pelola, come la fo- glia della Saluia -&ilfapore terreitre. Il fuo fiore è pic- colo & bianco , compollo di cinque foghette lenza odore. Continuamente fi vede queil'arborosiìla Prima- uera pieno di formiche alate, le quali fono dipinteli! quello ramo; che lauorano la Lacca ; del qual poi che la oc- calione ci li offerilce , dire- mo quello , che hab biamo letto, veduto , & vdito di lui. DELLA ■"88 DELLA L A 41 C A. C A P. XV-I. A Lacca è Medicina vfata, & necefia- ria , della quale non è manco confu- sone, che dell'altre Medicine, le qua- li vengono dalle parti Orientali } que- lla fi chiama Lacca , & in Arabico, Perdano, & Turco LocSumutri, co- me fcdiccfTero Lacca diSamatra. Non perche fitroui Lacca inSamatra , né quefta confini con pergu ( doue ne èia maggiore abondanza; ma perche la portauano gli Arabi di quelle parti in Arabia ; & l'altre nationi fi pen- farono , che veniflè di là , & per quello che fi dirà innan- zi , le pofero quefto nome LocSumutri ; & coli fc ne rc- ftò nelle bocche di molte nationi ; tutto che il proprio nomedellc terre, dou'è più naturale, & migliore, co- me in Martaban , & in pegu , fi chiami Troce ; & di là Io portano quelli di Martaban, &di Pegu a vendere aSa- matra,& quefta è l'occafione , perchegli Arabi la chia- mailèro LocSumu'ri. Tra le varie, & confale opinioni che ci fono di det- ta Lacca, ne furono alcuni, che penfarono, chein Pe- gu i fiumi vfei fiero del loro corfo , & fito j &: che nel lu- to , & fango che reftaua , fiponefiero verghe piccole , & che fopra di loro fi generauano alfiunc grandi formiche con ali, chcvolauano, &cheponeuano quella vacca fu le veighe,& legni, & che perciò fi trouaua molta Lacca porta ne' legni . Ma la verità di ciò fi è, chein certi ar- bori grandi di quelle parti, principalmente in quello che è qui dipinto, alcune formiche della grandezza di qudttecIWfònofòprail difegno della medefima pianta degnato DELLA LACCA. 8* disegnato , con ali che volano , & legambepiu lunghe , che quelle di Spagna, lauorano perii rami più lottili di queft'arboro la detta Lacca, coficome le Api lauorano il Mele j & le genti di quella terra rompono queiti rami , & gli afeiugano all'ombra, & cauata la Lacca da i Legni j reità in cannuoli , & in molta di lei il legno attaccato ; &c coli e migliore quella, che ha manco Legno, & manco mcfcolata di terra. i Et che fia vero , che le formiche generino la l acca ne' detti arbori , ben fi vede j poi che molte fiate fi trouano nella medefima Lacca fepolte le formiche , & gambe , & ali di loro;& molti pezzi dc'mcdefimi rami pieni di Lac- ca vengono in Spagna, che i curiofi conducono: & il peggio c,che molti Speciali cofi come copranola Lacca co' iuoi legni: cofi J'adoprano,& vedono co Joro,ne* qua- li non fi troua beneficio alcuno per l'ufo della Medicina ; &fc alcuno ii riprende, rispondono, che poi che cofi gli comprano , cofi ii vogliono adoperare, perche tut^ toè Lacca. Ma non cadono in quello errore li Speciali prudenti , & ni mici dclli abufi . Poluenza quella gente la detta Lacca, & la diffolue con quei colore , che vogliono , , di rotto , verde , negro , giallo ; & fanno i fu oi cannuoli fottili , che fono quel- li , che vengono in Spagna , per figillarc le lettere, & fan- no de gli altri cannuoli groili& grandi per fuoivfi me* chanici , come i filiti da tingere i legni de letti , fc- dic,&altrecofediIegnoda tornire, che vogliono tin-* gere . Il che fanno menandola detta Lacca per lo tórno lui legno , & col calor,che ella riccuc in quel veloce mo- ui mento, reità il legno tinto di quella Lacca, che tardi li cado. M G li 9* DELLA- LACCA. Gli Orefici anchora ne empiono le opre vuote che "fan- no d'oro ,ò d'argento, perche remino più falde, &piu congiunte , & luftrcj empiendole di quefta Lacca iiu polucre, &fcaldando il pezzo pieno di lei al fuoco, la* qual disfacendoli dentro, la lafciano raffreddare, òlai pongono in acqua j & coli fopplifce la Lacca al difetto del metallo. Quefta Lacca fi falfifìca con ragia oc cera -t & Il cono- fee la fallita nel romperla, ò abbrufciandola nell'odore della ragia & cera , & nella tencrezza.I nomi che Pandct- tario , & altri le pofero , chiamandola Aec , & Ancufal , fono corrotti , & non vi fonoin quclleparti . Prcfumefi da Auiccnna , che non Ila flato conofeiu- tala Lacca, ne veduto l'arboro, fui qual le formiche lo lauorano, nèilmodo; poi che la fa limile all'arboro del- la Mirra , il quàl è differente da quelli , ne* quali fi fa la-. Lacca , com'è chiaro per iadefenttione di Diofcoride, &. del Mattinolo nel libro primo al capitolo 6y.& di Plinio ne) libro n.al capitolo i $.òc di Thcofrafto nel libro p.al capitolò 4. dcll'hifloria delle piànte; & perchè la Mirra è gomma di arboro , &hagrauifIìmo odore., come dice Diofcoride nel luogo detto, & Galeno nel libroprimo degli Antidori, Oc è pungente, & amara , giurinola, diffeccatiua , &: aftringenteJ& fcalda , &c ammazzai ver- mijComc dice Galeno nel libro 8 . de'femplici ; & la Lac- ca fatta per le dette formiche in fu le rame di detti arbori non ha le dette qualità. Auicennafalafua qualità limile alCarabe, chiama- mato in Ifpagna Alambre, & Ambra da Rofarij, del qual lafciarono fcritte tante & cofi poetiche fìntioni mol ti auttori , come Cornelio Tacito, Pithia , Archelao, Su- dirco, DELLA LACCA. 9i dirco , Nicia , Philcmonc , Brafauolo , Sotaco , Scrapio- nc , Mctrodoro , Gcorgio Agricola , Plinio , Demolirà- to , Theofraito,Dioclcs , & altri molti .Il quai Cai ab e è conglutinatiuo , & aftringcnte, & di lui li fanno i pa- ililli astringenti , che Galeno nel libro 7. della corapo- fìtione de' Medicamenti fecondo i luoghi j& Paulo nel 7. volume ; & Attuano in quello della compofitionede Mcdicamentidicono.&la Lacca è apcritiua , &pere£- fcr tanto apcritiua , commanda Auiccnna , che li ammi- mitri con cautela. Dice anco Auiccnna, che mancan- do la Lacca, fi ponga in Tuo luogo il fangue di Drago: il quale è coli notabile errore, come, quello de' Frati fo- pral'Antidotario di Mefuc, che nella compofitione del Dialacca dicono ; cc mancarà la Lacca , in Tuo luogo fia pofto lagrima di Iangue diDraconc, non hauendo ri- guardo chela Lacca è apcritiua,& prouocatiua dc'Men- ltrui,&il fanguedi Dragone, grandemente aflringen- tc , & conglutinatiuo delle piaghe freiche . & tanto ltrin- ge,chcprohibifcc, che non cadano i denti, & ritiene ogni fluita del ventre, & fa celiar li rluilì del Iangue, qua- lità tanto diuerfe dalla Lacca. Dicono , &: fi tiene per certo non ellcr in Samatra niun'altra Lacca fé non quella che vi ii porta di Iamai, dondcquellidiPcggcnlavcndenoa i p ortoghefi , & cflì la vendono a gli Arabi , Pcrfiam , & Turchi , & la porta- no in Spagna. L'errore di chiamarla loc Sumutri ^nac- que da Chini , i quali portando quella Lacca ad Or- muz, &.all'altrc parti (prima elici Portoglieli acquiftaf- fero quelle terre, & fignoreggi altero il Marc di quello parti , come hora fanno ) pcnlauano che folfc ài Sa ma- ira, & per tale la teneuanoj& coli fu quello in ganno oc- M 2. cafionc su DELLA IACGA. cafioùé^oll'errorcdcifuoiiiomeirf, ;;! , chi ìb .oìScrapionela chiama Sac, cioè, Lacca ; & dice; alle- gando Diofcoride ,chcè gomma , che nafee nell'Arabia, ìimilc all'arboro della Mirra y Gallega Rafisj che dice ch'ella cade dal Cielo (oprai rami della Gubera } &: Ifaac, il qual appreffo dice eflèi colorata , che cade (òpra i legni fottili, & che tingono con efla i panni . Dicono ancora, che la portano di Armenia . Il qual tutto appar'cilère er- rore, perche Sac è nome corrotto, & Diofcoride non_, fcrifle di detta Lacca , ne Serapione la conobbe -, perch'e- gli pensò , ch'ella fi Gaffe il Cancamo di Diofcoride , il qual non è cofi , come bene notò Amato Lufitano nel commento del libro primo di Diofcoride alla narratio- nc2 3.dondecauaducfpcciedi Lacca, parlando à que- llo modo ; Tutti quelli che hanno penfato il Cancamo eflère la Lacca , fono incori! in merauigliofo errore : ef- fendo il Cancamo vna Gomma odorifera : & la Lacca, oucr mangiata ,oucro ne profumi , fi conofee eifere fen- za odore ; La quale al prefentc i Portoglieli portano d'In- dia,roiTa,trafparente, che ferue principalmente alle tin- ture ;& di quella le Spedane preparano vna certa com- pofitione , chiamati Dialacca , la quale , come lappia- mo di certo, no ne goccia di Gomma , ò d'arhoro , ò di pianta alcuna , ma più tolto lierco, ouero carafa , come lacera dell'Api. Nei Regno adunque di pegu , detto cofi preflò a. gl'Indiani , cllendo la terra più dell'ordinar rio bagnata ò dalie pioggie, ò dall'arte, le formiche pre- dette afeendonofopra alcuni legni fonili cofi preparati da gli habitanti, ne' quali generano la Lacca. & per quel- ita cagione veggiamo nella Lacca elfi legni > i quali lenza dubbio nò fono dWarboro che producala Lacca,c©mc Jinnora DELLA LACCA. 93 • fìa'hora tutti quafi fi hanno creduto . Vi è un'altra Lac- ci artificiale , laqualc vendono i Tintori de' panni , la quale rifulta dalla fece del legno Braiìl, detto Verzino, &dal Chermefe,la quale viano principalmente i pitto- ri per fare il colore rollo ofcuro.Quefta Scrapione , inet- tamente certo , cófonde con la prima Lacca. Onde mol- ti hora con vergognoiìilìmo errore ledimi dali'auttoritì di Scrapione , la mcfcolano nella compoiìtionc della Dialacca . Fin qua Amato Lufitano . Dice oltra di ciò Scrapione , ch'ella è il mi le alla Mir- ra , & allo Storace -, nel che appar chiaro non l'haucr co- nofeiuta ne Paulo , né Serapione, poi che tanto fuori del vero cller della Lacca, ne hanno parlato, come chiaro fi vede , poi che la Lacca non ha ne l'odore , ne la qualità -, ch'elfi le dannose è gomma di arboro limile alla Mirra, ne fi troua in Arabia , com'è fli dicono ; poiché e mcrcan tia che fi porta per Arabia dall'India , nel che fi compia- ce molto , come di cofa , che quelli dell'Arabia adopra- no , & ne hanno bifogno , & non ne hanno nello lor terrò . Quanto a Rafis, nel dire, che cade dal Cielo fopra i rami della Gubera , è fallo -, poi che Gubera in Arabico vuol dire Sorba, ouer Scruas , ò Sorbe ( come dicono gli Italiani)dclle quali lungamente (cri de Theofrafto nel li- bro 3 .al cap. 1 1 . della hiftoria delle piante:& Diofcoridc nel libro 1. al cap. 1 3<5.& Galeno nclhb.8.defemplici5& nel lib.r. delle facoltà de gli alimenti . lcquali Sorbe, non fono in tutta l'India, come l'inganno dell'oliue fanati- che di Plinio -y perche non è alcuno, che ne habbia vedu- to in tutte quelle parti; ne manco ui fono Nefpole,chia- matc in Arabico Anzaruut: ne fi conducono dell' Arme- nia, 94 DELLA LACCA. nia,nè quiui fòno,comc fi ha hauuto certezza . Dicono! Frati Italiani fu i Comcntari di Meme , che niun'huomo iia veduto la vera Lacca nell'rluropa , & che non fi ha da credere, che la natura mancaiìc hora in cotal medicina, benché molti credano eflèr ilCancamo di Diofcoridc, in quanto la deferittion della Lacca per Paulo, & Dio- feoridc conuienc al Cancamo . Ma detto Cancamo fi prelume non cflere conofeiuto, ( tutto che alcuni lo ten- gano per lo Belgi oi no) poi che non fi fa che infuo luò- go fi polla poner il fangue di Drago . Buona è l'opinione de Frati nel dire, che la Natura^ non douca mancar hora in quefta medicina; & dicono il vero j perche hoggi fono le terre, i ferri plici , & le Me- dicine,^ Tufo di loro più conofciuto,che mai fia flato. Ma nel dir che non ci fia,errarono ; poi che ella ui fi tro- _ua,& tale è, & per tale i'ufanò gli Arabi,i Perfìani, i Tur- chi^ Gentili. * Meglio haurebbero fatto a confeiTare, checofipoco nchabbianofaputo effi , come Serapione , & Auicenna; & che del Cancamo non habbiamo cognitione, poi che non è Bclgioin , come notò bene Amato Lufitano fbpra Di ofeoride, al cap. del Laferpitio , & al cap. del Canca- mo , nella narratone 23. & ciò èchiaro , & palefc , poi che non fi troua in Arabia j & la Lacca è quella che riab- biamo, & per Lacca vfiamo. Et molti buoni Fifìci, & buoni letterati Mori,& Gentili in quelle parti, & in tut- to Balagate vfano la Dialacca-, perche in tutte le compO- fìtioni nelle quali noi poniamo Dia-, pongono cfsi Dal. ; 1 fb Se con tutto ciò pareflfe ad alcuno , che non ci folte h vera Lacca (perche Te 1 Greci Sconobbero, ella è ilCatf- camò; DELLA LACCA. $; camoj& Ce non la conobbero, ella è quella di Auicen- na, & di Serapionc; & cofil'una, come l'altra non ha., odore, ne è buona a profumar li vcfti menti , ne meico- lata con Mirra , & con Storace accrcfce odore -, ma più tofto lo diminuifee j & che perciò non vi è ne Lacca , né Cancamo ) auifino & intendano , che la Natura, laqual non fece alcuna cofa in vano , ne manco è diminuta , ne foucrchia , non fu defettiua in queite Medicine cofi ce- lebrate da Greci , & da gli Arabi \ ma che ci fono . Et^ cofi manco inconuenicnte farà a dire, che Auicenna, ne Serapionc nonconofcelfcro la Lacca , &c errarono nel te- ner , che mancaifc , &: manchi in lei la Natura, che affer- mar quello, chediflcro;poichciifa, & fi vede chiaro, che la vera Lacca è quefta , che adoperiamo &C teniamo nelle Spedane , & che viene dall'Indie Orientali , & luo- ghi che fi èdetto in Ifpagna. apertale la tengono tutte le regioni dell' Afia , & dell'Africa , & la maggior parte dell'Europa ;& cofi la chiamano i proprii Indiani . Et benché i Frati, che fcrilfero fopra Mefuc, ouer'altri con- tumaci , & perfidiofi tengano, che non fc netrouij non perciò fi muta la cofa del fuo eiTcrc 5 poi chefi è veduto , che Serapionc fi ingannò credendo che foffe il Cancamo diDioicoride,&diPauIo} &chc Auicenna cadde nel medefimo inganno , & non conobbe la Lacca . Etaquclli , che hannodetto , chepoi che riabbiamo la Lacca , & non lo polsiamo negar con ragione , in luo- go del Cancamo , fi può dir che manco male è mancar d'una medicina , che di due • con tinto ciò ( perche non manchi né vna , ne l'altra ; poi che la Natura non mancò in loro , ne hora ci fono manco medicine , che nel tem- po de noftri paifati ) è bene, che fi fappia, che ci fono & 96 DELLA LACCA. & Cancamo , & Lacca . Del cui parere è il molto dotto , & molto efperto, & no meno inueitigatore deféereti del la Natura il Dottor Garzia di Orta , |>rouando,che Can- camo è l'Anime ; poi che Cancamo non è Bcngioino, né fi troua nell'Arabia, come fi è certificato. Prouafi, che ila Anime ; perche è buono per gli odori, & molto vfato ne profumi , & fi p orta a Portogallo dalla Ethiopia, ter- ra , che confina coli' Arabia j & d'Africa ; & dalla Mina : & che'l Cancamo fia Anime , i detti Portoglieli , che lo conducono , & altri che l'hanno veduto , & Amato nel libro primo di Diofcoride , nel capitolo del Cancamo, & BriiTòttQ (apicntiflìmo Medico , che lo vide nauigan- do a quelle parti , lo affermano j il quale è Gomma d'al- cuni arbori delle dette parti , i quali hanno la foglia, co- me di Mirto . Di quello fi troua vna Speciedi bianco , & l'altra di quali negro in qualche parte limile alla Mir- ra , & odorofo j &: perciò lo pofe Diofcoride tra le (pecic della Mirra ;&Serapionc lo chiama Amineaj onde pa- re che co vocabolo corrotto i portoglieli lo chiamino A- nimejil qual fi vfa cétra i dolori del capo da cagione fred da , & ne' profumi è molto vfato j & coli è in vfo in luo- go di Cancamo adoprar Anime . Dice Paulo nel lib. 7* della lua Medicina. Il Cancamo è lagrima di Arbore nell'Arabia fimiic alla Mirra, di grato odore, del qual anco fi vagliano ne' profumi. Dalie qua^ tutte cole fi fa manifeilo,poi che cofi è la verità , che il Cancamo è l' A nime • & che per tale fi dee tenere . Et chi ne dubitarà, tenendo l'Anime per fpecie di Carabc, guardi che mol- ti tennero che fua fpecie folle il Cancamo -y & che àuì- cen na ri p rendendoli tdiiie, che non è Carabc -y m a che e in virtù come elio, Onde cofi è manifcJfto, che. non manchiamo- DELLA LACCA: 97 manchiamo né della tacca , né del Cancamo . Quahto al dubio , che alcuni hanno fc fi debba chiamare la Lac- ca , Lac, ò loc, ò Lue, chiamandoli nella principal ter- ra donde viene Troce ; fc alle Medicine non ben cono- feiute non mutaiferoi nomi, ma loro laiciaflcro i pro- pnj delle terre , doue nafeono , non ci farebbe l'occafio- nc , che ci è di tanti errori , & contentioni tra gli Arabi, Greci , & Latini . Ma perche di detta Laccai haueano bifogno non tanjo per medicare, & valerli di lei , come di Medicina ncceilaria ; ma anco per tingere, & disfa- cendola reltauacondcnfata. come loc, che è più denfo, & più fpeflò , che la fapa \ b chiamarono Lue , & cofi le reitò il nome de gli Arabi ; che la comprauano da Chi- ni j & dapoi nel dimandarla a gli Indiani di Lue , in Loc, le rimale l'ufo & corruzione nel nome ; & quello fi tie- ne per cofa certa . Or poi ch'egli è cofi chiara la differenza , eh e dalla Lacca, al fangue di Drago, non fi confenta mettenti., fuo luogo fangue di Drago, nella confettion Dialacca j ne fi creda , che Lacca fia quello , che gli Arabi chiama- no chermes, ò charmen ; poi chevno è Gomma. ( fé cofi fi può dire) cauata per le formiche dell'arboro, come da fua cagione materiale , lauorata fopra li medefimi ra- mi , come l'Api lauorano il mele -y & l'altra è femenza in tuttocofi differente, comefivede nella defenttionc di Diolcoridc nel libro 4. al cap. z 3. del Coco da tingere, &c Andrea Mattinolo nella efpofirione del medefimo cap. adduce i fuoi fegni , & qualità molto diuerfi da- quelli della Lacca.,. Delle virtù di quefta grana, chiama- ta Chermes da gli Arabi, & ndie Spedane Grana dsu Tintori, & in Spagna Grana para tinier, oSimientedi N Coicoia, 98 PELILA LA£CA» Cofcòia , & in Portogallo Gran de Carafco) fcriilè Gale- no nel I1br07.dc {empiici conducile parole $ Il grano da Tintori poilìedc^ potenza coftrettiua iniìeme & ama- ra . dilTecca f ènza pungere . Onde fi conuiene alle ferite grandi > & fpecialmcnte de nerui . In Amato al cap. del Grano Tintorio , nella narratione 51.& in Plinio nel lib. 5>.al cap.4i.pu0 leggere colui che vor- rò più fapere di detta granai . Della* qual Mcfuc de gli Elettouari a fo- glio 44. tragge la com- poiìtion dell'elee* tuario, ouero cófèttio- ne Alchermes . . . ..,» DELLA DELLA CANNA FISTOLA. Cap. x v i j. 9* Er efTer la Canna Mola ordinaria, tanto vfato , volcua tralafciare di parlar di lei, benché fìa fiata occul- ta a Diofcoridc , & a Galeno ? che le i Greci l'haucflero conofeiuta Oc ifperimentata , ben fi dee credere, l'haueriano lodatay& haucrian det to molti beni di lei . Quella è l'ordinaria , che nelle Spe- dane li confuma ; ritrouata , lodata , & ifperimentata^ da gli Arabi ; i quali fenza lor colpa , ma ben per colpa di Gerardo Crcmoncfe (ilqualpernotraslatar bene l'A- rabico, glie le dà) vengono impugnati dal Manardo , da Nicolò Lconiceno,& altri Moderni , non mirando , che gli Arabi dicono di lei in verità tutto quello che fi ritro- ua in lei , & a che ella gioui . Trouafi quella Canna fittola nel Cairo , & in molte altre parti , coi! nelle Indie Orientali , come nelle Occi- dentali. Sene troua ancor molta in Malaca,&in Siam, & in molte altre parti . Delle Orientali la miglior'è quel- la che fi troua più volta al Settentrione, &c fopra tutte quella di Cambaia . L'Arboro fuo è della grandezza^ d'un grande Mandolaro :Ie foglie verdi hanno grande fimiglianza col Perfico , & nelle terre manco numide, le ha alquanto più iìrettc . I fiori fono gialli, & l'odore non è ingrato. Nel cader del fiore, nafee la verde Canna fiflo- la,Iaqual è d'un verde molto bello tinta quando è ucrde: & ma turandoli, fi cangia in breue termine in negra; & qucfla fi troua dalla minore fin la maggiore di due fin N t cinque ioo DELLA CANNA PISTOLA: cinque palmi , di lunghezza in tutte quelle parti Orien- tali j fenza che fi vii diligenza , ne induftria di feminarla, per nafcer ella da fc per li campi, & bofchi in grande jquantità buona , & piena di midolla . Et cofi godono di lei gli' Orientali con minor fatica che gli Occidentali, principalmente quelli delllfolà di S. Domenico , douc dieci! , che fi femina perche uenga buona . E tanta la quantità che fi troua di lei in Cambaia ( do- Ukè la migliore ) che danno vn CandiLdìlei-( ch'è cinque- cento oc ventidue libre) per vna moneta, che vale trecen- to & fefìànta Marauedis . & nelle montagne di Cranga- nor , & per tutto il Malabar quando è più cara, vale vinti Marauedis la libra . i . Ghiamafì in Arabico Hiarxamber, & tengonfipcr corrotti gli altri nomi,che fé le danno in Arabico, per e£- fcr quello il proprio-,! Gentili Canarini la chiamano Ha fanguia, & l'arboro Bahoo* & anco i Canarini chiama- no 1 arboro Baua , & la Canna fittola Bauafenga . I De- canini, &Bragmani Bauafinga . I Guzarali Gramala. I Malabari Condaca . I perfiani , & Turchi la chiamanti Hiarxamber ; & mi affermò uno nominato Gogecela molto buonmedico Perfiano,chc quefto nome era ucra mente Pcrfiano,8dl proprio Severo nome Arabo era Ga fàtfalus. Tienfi la Cannafiftola per temperata tra ealdo , & freddo, Ite nel primo grado h umida ,. benché Mefue vo- glia, che declini un poco al ealdo } &: Antonio Mufa al caldo, &humido nel primo, ò nella prima parte del fecondo : &c gli Indiani , a' quali non fi dà intiera fede nella graduatione , la fanno fredda , & numida ; & l'ufa- no molto per purgare la colera , & gli humori , che fono nella DELLA CANNA FISTOLA: ioi nello ftomaco,& nel ventrc.Per chiarificai* il /angue fem pre la correggono con vn poco di Riobarbaro , & mol- ti iogliono dar con lei alcuni grani di Cinnamomo per rifpccto delle ventofità j & de 1 femi non fanno calo , & li gettano via . Quanto a quelli , ch'adoprano la poluerc della Tua feorza per prouocarc i Menftrui , & facilirar il parto , &: efpellcr le fecondine, fi tiene per pazzia, per efler molto fredda , & fecca . Et fé Scpulueda lo attribui- re all'ifpcrienza , con la qua! dice che fi trouò , con più ragione fi poria attribuire cotale effetto alla decottionc dell' Artcmifia , & al Mele, con li quali fi mefcolò /Tan- to più che fenza quelli aiuti fuolc la Natura espellere le fecondine , & le cofe, che la virtù retcntiua nlafcia, OC di fgi unge da fé. Etaqueftodiceil Lacuna, ch'è buona la feorza della Canna nftola folutiua, perche giamai le grauidc non partorifehino, ma creppinocon la creatu- ra nel ventre. Et non vale, né fi approua l'opinione di quelli, che tengono quella d'Auicenna , dicendo, ch'egli comanda ch'ellafia data per facilitar il parto j poi che quella non fu la intentione di Auicenna . Per la qual cagione è fla- to pofto per regola generale, che quando fidila Cafìia-. nelle Medicine folutiuea s'intenda Canna fittola -y de in tutte l'altre per Calila, fi prendi la Caflia lignea, ch'è la Cannella , come nel fuo cap fi dichiarò . Della Canna fiftola fi elegge la frefea , grolla , lucida > piena, & pefante.Chiariiìca il fangue-purga leggiermen- te l'humor colerico , &: flemmatico; raffrena il furor del- la colera j tempra il calore delle reni j mitiga l'ardor del- la orina • fcaccia le renelle delle reni,& vieta che uè fé ne generino . Netta leftrade dell'orina, ck la velica ..Prouo- cail lot DELLA CANNA FÌSTOLA, ca il fonno ; & èlenitiua del petto. lt non fi permette da- poi prefa , che fi tardi molto a mangiar fopr a di lei ; per- che la Natura no l'accolga in luogo di cipo,& anco per- che fortificata col mangiare, opera, meglio, Oc efee più frcilmcnte del ventre : nel quale quando ella fi ritiene m@lto, produce dolori dibudelle, & ventofità. per di fuori fi applica la detta Canna fittola nell'Enfi- pole,& infiamagioni.E in ufo per tutta l'India di purgar- li i dilicati, le donne & fanciulli con la detta Canna fifto- la verde condita , della qual prendono fin' un'oncia con buon'effetto. & la condifeono quando è molto frefea, & molto tenera prima che la feorza fc le indù- rifea, ponendola a molle prima in ac- qua frefea innanzi; che la cuc- cano in Zucchero : & purga mo- dera- tamente , & fenza molcftia . V DEL? DELLE CVBEBE. 103 GAP. XVIII. E aromatiche, & Veneree Cubebe , chiamateda gli Arabi Cubtbc,òQua- bcb. & nel volgar Arabico Cubaba-» Chini ; & nella laoa , dónde fi tragge , Cumucos j & da tutto il refto della ; gente Indiana Cubai Chini ; & que- lla volgare denominatone della China , non viene loro perritrouarfl nella China, ma perche Quando i Chini in que* primi tempi ( prima che i Portoglieli occupafle- ro l'indie ) nauigauano quel Marc Indico, & portauano lcmercantie che ritrouauario in quelle parti a i luoghi doue andàuano -y & quando i Guzzaràti , & Arabi che vdiuano a chiamarle Cumuc, vedendo ^ che i Chinile conduccano , corrottamente le chiamarono Cuba- ba Chini . Eli detto frutto d'un'arboro, il qual dioono e/Terc come vn mediocre pomaro, le cui foghe fi auiluppano comeHedera, o come le foglie del Pepe , con le quali tiene fimilitudincj benché fìano più piccole^ &c non è ar- bore come il Mirto , ne fi aflbmiglia alle fuc foglie . Na- feono in grafpi non come l' Vua , ma ciafeuno pènden- te da vn pie. Sono le dette Cubebe tanto ftimarc nella fua propria terra, che prima > che le lafcino vfeire , ie cuocono accioche non fi pollano feminaré altrouc ; & cofi aflèrmano molti, che fono Itati ncinfola della laoa . & quefta fi crede elTere la cagione , perche nell'Europa Ci corrompono cofi tolto . E' opinióne di alcuni , che le Cubebe fiano un'altro genere di Pepe • il che non èj per- che il Pepe di Cunda non è diuerfo da quello del Mala- bar; ro4 DELLE CVBEBE: bar^fisquelVarboro è differente nell'Arboro, nel fiore ^ de ncl'tnitca: Dalla medefìma Cunda portano le dette Cubebe alla China per Medicina, &non per mangia- re , come fi fai! Pepe,, Della, qual portano gran., quantità. MattheoSiluatico dice d'auttori ràdi Serapione, che le Cubebe de Mori fono il Mirto faluatico di Diofcori- de ; oc che la deferittiòne di Galeno intorno le Cubebe è quella di Diofcoride del Mirto faluatico . &c la ragione, che perciò adducono, è molto debole, parendogli , che Diofcoride, & Galeno non potettero rcltar ingannati in niuna cola, &c lanciare diicriuerne molte, come nota Auerrois nel quinto del Colliger^perche certo molte co- fclafciarono crii di fcnuerc,che non peruennero alla lo- ro notitia..& quando Serapione, & gli altri Arabi par- larono di alcune Medicine dell'India di vditaj & quan- do efli vedeuano , che alcuna Medicina feruta da Greci, giouaua per alcuna cofa , fubito diccuano -y cjuefta è Me- dicina vfaca da Greci chiamata col tal nome, il quale in^ ganno, & confufione era aiutato dal non faper loro la lingua Greca ; & per tal cagione errò Serapione, óchii imitò pandetario,& gli altri. Mache le Cubebe non.» fìano il Mirto faluatico , è chiaro ; perche il Mirto fal^ uatico è quello , che chiamano Rufcus , oucr Brufcus^ la cui molto conofeiuta radice enrra nel fìropo di radici :&c di tal parere è il diligente Rucllio . Le Cubebe hanno buon'odore, & non hanno grani denrro ; & il Mirto non ha odore, &c tiene grani . Le Cu- bebe hanno il (apore acuto , & il Mirto dolce . Ruelho , &i Frati che fenilero fopra Mclue, hanno il carpello perle cubebe di Serapione, & di Auiccnna -t perche nel- le coni' DELLE CVBEBE. IOJ lecompofitioni, douc Galeno pone Cirpefio, Scrapio- nc pone Cubebe : onde fi conclude, ch'elio le faccia tutta vnacofa. Et chc'l Carpello non fia cubebe, fi vede per le ragioni dctte,& per l'errore in quello calo di Serapione, il quale fece preluppofito, che Galeno & Dioicoride doucifcrofcriucreogucofa, & non lafciar di fcriuerc coli alcuna. Dal che non fcguiuaalrro inconueniente-, poi che Dioicoride & Galeno ialciarono di fcriuerc del- le cubebe, come di cola non pei uenuta alla loro noti- da, perrilpctto d'cller Medicina foreltiera, & nata in Ifole coli lontane dal luogo dou'elh habitauano . Tan- to più che Galeno dice eller il carpello vna certa nerba limile alla Valeriana:& dice il Lacuna , che poi che la ra- dice della Valeriana è loia in vfo, fi deue anco della lo- ia radice delle Cubebe tener conro . Et Galeno parlando del carpello , giamai non parlò del luo frutto , ò Temen- za ; ma folo de farmenti , i quali dice eiler limili a 1 cin- namomo . Et dice il Lacuna , che per quello li pollono intendere le radici per eiìère in fé lteile larmentofe. Et colili rifoluedi prendere il carpello per le Cubebe de gli Arabi. La quale opinione io Ialino alla buona ragio- ne , che la giudichi . Et polio che Auicenna , & Serapio- ne conoiceflero bene quefta Medicina , non intendero- no però bene Galeno, ne Dioicoride, come fi conclude. Or perche dice il Ruellio,che miglior carpello è quello di Ponto, & che nella Sona ve ne è molto, & perciò alle- ga Attuario. Ma non fi fa che ne in Ponto, ne nella ^o- ria iiano altre cubebe , eccetto quelle , che per mcrcan- tia portano d'irfdia , le quali adoprano in gran quantità i Turchi, & Arabi per Medicina -y & il principale effet- to fuo è per aiutare Madonna Venere. Ben pona ellc- O re, io e molto diuerfò in figura , grandezza , odore, & faporc , & nelle fibre, ònerui. Et non e ne il Malabatro, ne il Folio Indiano; perche il Folio Indiano , ouer Cadc- gi Indi , ouer Tamalapatra ( da gli Indiani , &c da Greci , '& Latini chiamato corrottamente Malabatro ) è vna fo- glia molto limile alla foglia della Cannella, ò dell'Aran- cio ; ma più lottili nella punta . Sono di colore verdi ofeurc . Hanno tre nerui fin'alla punta, vno nel mezzo, &gli altri due, che lo accompagnano. Il fuo odore è molto loauc, &c non tanto forte come quello dello Spico Nardo, nècomc quello del Macis , & è più congionto all'odor de Garofani , che a quello della Cannella . Queftc foglie non nafeono nell'acqua, (come per falfa informatone pcnfaronoDiofconde , &c Plinio, i quali fi ingannarono, penfando , che nafeeflero nello Lacune, come le Lenti dell'acqua) ma fono foglie d'vn' arboro molo grande,il qual nafee lunge dall'acque, per- che è arboro laluati co , & Montano ) principalmente in Cambici, doue ne fono molti arbori • le cui foglio lotto di quello nome Tamalapatra non li dimandarà in Spccieria alcuna , che non l'habbia, in quanta quantità, cheli vorrà. Quanto a quello , che dice il Frate , il quale compofe il Modus faciendi, che nella terra del Pretto Giouanni fi troua detta Foglia Indiana , & che alle fue mani per- uennero quelle foglie intitolare foglie dell'aiboro della Cannella , & che nonglipareuano nate nell'acqua, ma fopra di ai boro • & che in fuo mancamento fi potria po- nere Spico, o Macis, ben p oda efTere, che quelle foilc- 10 itate foglie di Cannella , benché fiano diuerfe, perche: la fegl.a della Cannella è un poco più piccola, & manco acuta ,«to D£L FOGLIO INDIANO. acura nella punta , che quella del Folio Indiana . Si dubita appreflò come pollano uenirc le foglie del Fo Ho Indiano , ne della Cannella dalle terre del Pr e fio Gio- uawii,nellc quali non fi ha faputo, ne vdito fin'hora,chc fi troui Cannella, né Folio Indo ■. Ne vi ha perfona , che quiui andaffe , che ne vcdcilè ;come fi fa ogni giorno , per lo molto commercio , che hora ui fi ha più che mai per innanzi fia flato . Dice Dio(coride,che alcuni per la fimiglianza dell'o- dore diflero efler foglie dell'arboro dello SpicoNardo^ & che ricogliendole, le paitàno con vn filo -y & che coh le conferuano per venderle j & chenafeono nelle Lacunq di aequa, nelle quali fé non fono abbruciate , non na- fconopiu5&: che il migliore è il pia frefeoj & quello che nel nero biancheggia è l'intero , e'1 frcieo ; & che ha da ferire il ceruello coi luo forte odore, & durar' in co- tale odor molto tempo • & che limigli al Nardo , & non habbia fapor di fale. Ai che fi rif ponde , che l'odor non è cofì gagliardo rome quello del Nardo, poi che è più foa- ue ; &c che il Nardo non è arboro , & che hon cogliono a quel modo le foglie , né le infilzano ; ma che le cogliono in gran quantità , & ne fanno legazzi , ò fardelli per ven- derle . Et poi che non nafeono nelle Lacune , che ragio- ne vi è , perche fi debbano abbruciare le Lacune per lo- ro riipetto? Quanto al colore ,.ellc fono d'un verde chia- ro quando le cogliono; & quando le conferuano vanno col tempo perdendo detta chiarezza, & cangiandoli più in negre , & cofi reitano d'un verde molto ofeuro . Et è vero , che quello ch'è huouo , & intiero , è migliore ; ma ilfuoodorenonferifecil ceruello tanto, come gli altri odori, che fono più gagliardi. Et benché Attuario dica, che DEL FOGLIO INDIANO. u, che fi chiama Tembul, nondimeno fi inganno con e gli altri , poiché Tcmbulèil proprio Bctclc, & non il Folio Indo, come fi è detto. Plinio dice,che uc né in Soria con foglie ritorte, don- de lì caua l'oglio per l'unguento odoroio y & che nell'E- gitto uc n'è più abondanza -, &c che il più lodato , & mi- gliore viene dall'India ; Siche il genera, & nafee fopr«u Facqua • & che ha più odore , chel Zaflrano ; & che tut- to il noitro fa , & ha odore di Saluia y & che quello di manco bontà , è più chiaro , & maggiore • & ch'é limile al Nardo ; & che pò Ito in vino , eccede a tutti gli odori ; & che'liuo prezzo &: iibmafuin citremo y perche ualle fin trecento libre , oc il luo oglio fin' à feicento . A que- llo fi ri fponde, che il Dottor Orta, & altri curioii , &C noi altri perlanoitra parte habbiamo polio ogni dili- genza per fapere, fé fi rrouaua nella Soria , ò nell'Egitto ; rna ne da Mercanti di quelle parti , ne da alcuni Medici e Speciali del Cairo, ce di Damafco, ex: di Aleppo fi po- tè (apere,{enÓ, che non vi era, ne fapeuano,che folle nel- la Soria, ne nell'Egitto. Del fìio odore ben fi vede, che none tanto come quello del ZafTrano, ne come quello del Nardo y né ha che fare col Nardo, che viene da da» gcnto leghe più lunge dal luogo, doue fi porta il Folio. Oltre di ciò il Nardo fi femina , & il Folio è arboro molto grande, & laluatico. Etchepolto il Folio nel vi- no , preceda a tutti gli odori , non ho che dire , le non che come al tempo di Plinio non il trouaua Ambra , ne Mufchio,nè Bcngioì, né altri molti odori, ch'ai preiente ci fbno,& la politia del viucre vi difcoprédo, &c accreicé do, poteua parere a Plinio quello il migliore. Ma s'egli ci rollè hora , ben lì crede ch'egli parhrtbbc altrimenti . Ee ni DEL FOLIO INDIANO. Et non /la alcuno , che creda , che gli odori Ci Ciano per- duti , anzi fé ne (ono discoperti molti più che non erano innanzi j poi che hora il Mondo è più difeoper to , &Ia^ politia, & deiitie iono più accrefcmte . Galeno , & Ra- iìsnon dicono di lui cofa nuoua , Ce non (blamente, che hanno la virtù dello Spico . Auicenna dice , eh e con giorno a quella medefi ma virtù, & che naice in acqua, &c in terra fangofa,fenza hauer radici come la lenticchia dell'acqua . Alcuni penlàrono , che folle coli come le fo- glie della Ninfea, òNenufan, &hauea la virtù del La- ferpitio , & dell'oglio del Zaffrano j & ch'era più ga- gliardo^ ma tuttoil retto di quello è falfo in Diofconde & Plinio, com'è flato rifpolto ; perche Auicenna , Sera- pione , & Rafis non feppero più di quella medicina ol- tra i Greci, che Solamente fapere, che il Malabatro prcC- foa Greci era Folio Indiano, & trailatarono quello che dillero i g reci . Differo di più a che gioua , ch'è per pro- uocare l'orina: &: pcrlomal'odor della bocca.: & per conferuare i veltimenti ,.& guardarli daogni gencratio- ne di tarli : & all'ultimo dicono , che gioua come -Io Spi- co Nardo. Ma di tutti quelli , li fenttori moderni , che confeflano non lo cono/cere , nèhauerlo veduto, lì tie-r ne che dicano meglio . Dicono altri, ch'in fuo luogo videro portar foglie del- farboro de Garofani; altri della Cannella, come diflè quello , che fece il Luminare maius , che vn Mercante li vendette foglie di Garofani, dicendogli, ch'era Folio d'india :& l'altro Frate, che fece il Modus facicndi, di- ce,che gli dierono per Folio Indiano , foghe di Cannel- la . Antonio Mufa dice , che lo vide in Venctia , Se che gli inoltrarono il Folio Indiano della Soria, & quello dell'In- DEL FOLIO INDIANO. ,I3 dell'India -, ma ch'egli non lo connobbe . Ma quegli che dille delle foglie de Garofani , non douea fapere, che douenafee il Garofano, fin douenafee il Folio India- no , è nauiganonc di due anni di camino , oltre la diffe- renza ch'è rra loro due . Et quello , che dille delle foglie della Cannella ; elle non fono Folio Indiano, ma po- rla eifere che egli haueile ritrouato le proprie della Gan- nella.Quanto a quello , che fi poria metter in luogo di Folio Indiano,mancando di luijil Dottor Orta è di parere, & con ragione, che fi pongano in fuo luogo foglie di Garofani j & non fi tro- uando quelle , ponghino Can~ nella lecca, ò Spico Nardo; ma che non ponga- no Macis, per no gli ek- fer coli fimile, come l'altre cofe dette. 31 DEL M4 DEL C A T E. C A P. XX. L Catc cofi chiamato volgarmente nelle Indie , & nella China , ò Cato ( come alcu- ni lo chiamano in Malaca, douc fi confu- ma in molto gran quantità; perche fi man- gia, & fi maftica per l'ordinario colBctele) fi fa divn^ grand'arboro chiamato nella terra douc nafee, Hac, q Hic, com'è nella terra di Cambaia , nella quale fi ritro- ua la maggior quantità ; & nelle terre di Bazan , & di Minora, &c diDaman; nella terra ferma di Goa; &in altre molte parti, benché non in tanta quantità, come nelle prime. Dalle quali fé ne leua gran quantità per Malaca , & per la China , & per l'Arabia , & Perfia , & Coraflan .ma à quelle viti me fé ne porta minor quanti- tà, vfandoneefli più per Medicina, che per mangiare, ne mafticar col Betele . Ha queft'arboro la foglia minu- ta , & della guifa della foglia del Tamarifco alquanto maggiore, & non la perde in tutto l'anno. Fa fiori, & non frutti : & dicono, che i fiori fon come quelli del Ta- marifco , il quale non fa frutto , ne femenza . E' arboro fpinofo di molto duro , fòldo , & pefante legno ; & af- fermano, che mai non fi putrefa, ne fi corrompe coro acqua, ne con Sole; Se che refifte a' colpi per la fua durez- za piùchc niun'altro legno ; & cofi lo chiamano molti Legno, cheferapreviue. Di quefto legno fanno i Trocifci Medicinali, per \i nulli , &£ paflloni de gli occhi , per fortificarle gengiuc , & i denti , de' quali caccia i vermi , fé ve ne fono nati ; & vecidei vermi del corpo. Fafienci Trocifci, peltando molco minutamente detto legno, & cuocendolo .Dapoi che DEL CATE. il; che fi è ben petto, formano diluii fuoi Trocifci , ò fon- de con vna tanna fatta d'una cerca Temenza negra, & mi- nuta chiamata Nichani. Della quale fanno pane, co- me quello della Centena di Spagna , & con la detta fari- na, & cenere d'un legno negro, ch'è in quella terra, & fenza di lei, fanno 1 fuoi Trocifci , ò cillelc, & le feccano all'ombra , perche il Sole non lcui loro la virtù j & a que- llo modo i'vlano, &c adoprano tutte quelle genti , &c cofì lo fanno, 6c adoprano i molto difcrcti, diligenti, & politi chini. Quello Cate nò è medicina nuoua, ne hora fi fcriue di leijperche tiene per certo il iauio,& diligente Dotror Or- ca {&£ cofi lo terràno quelii,che ciò bene considereranno) che quefto è il proprio che chiama Galeno, Plinio, Dio- fconde,Auicenna , Serap'one, & Rafis, Lycium , &c i Greci a»x/oi>- perche fi tiouò prima in Licia prouincia^ della Turchia, ò perche quiui fi trouaua migliore in que tempi. Quello chiamarono gli Arabi Hacdohoc, &Hadad. Eciì prefume, che quefìofia il proprio Licio ; per- che tutti li fcrittori antichi & moderni, Greci, & Ara- bi , & Latini antepongono il Licio Indiano a tutti gli al- tri j & anco perche al medefimo modo, che l'ufano gl'In- diani , l'ufano tutti; & nel modo di farlo fono poco di- uerfi;& perche tutte ie cofe, allequah gioua il lìcio, gioua anco il Cate ; al medefimo modo l'ufano tutte quelle genti. Et poi che il Cate tiene le conditioni, & virtù , che tiene il buon Licio , non ho da poncrui fcru- pulo , perche gli Arabi non lo chiamano Cate; perche molte cofe perdono il nome nella propria lingua coli'u- (o della lingua foreftiera. Si verifica oltra di ciòconGa- P z lcno, ii6 DEL cate: leno,che quello Cate fia il Licio,il quale dice ch'è vn'ar- boro fpinofo,& che il migliore è quello dell'I n dia , & che ve n'è molto in Licia , &in Cappadocia, & che ha virtù di riitrignere, & difeccare. Con Plinio ancora, il qual dà auantaggio all'Indiano , & nel modo del farlo è quafi vna cofa iltefa. Con Diofcoride appreilò , che lo- da più quello dell'India , & nella defcnttione dell'arbo- 10 è diuerfo poco dal Cate , & lo fa arboro piccolo , ef- fendo grande ;& dice, cheli fomiglia al Bollo, &che il .pili nafee in Licia, & Cappadocia. Et quando dice à- chegioua,dice come glialtri, perriltringere, & con- fortare-, & perrifoluereleofcuritàdegliocchi- & perle afprezze ,& pizzicore , &c vecchie diltillationi, chelo- glionoloprauenirealle palpebre: alle gengiue piagate j alle galle: alle labbra fpelle: al federe aperto j & ailiri- fcaldamenti : a'fluilì ftomacali, & difenterie. Et della medeiìma maniera ch'egli dice, l'ufano quelli di quelle parti . Auicennalo chiama Hacdhadh , & dice ch'è più gagliardo , & migliore quello dell'India , che quello che viene dalla Meca,ilqual Cate di Meca dicono eflère il proprio , che portano dell'India ; & dice , che mancarL- do di lui, fi può ponere in fuo luogo Sandalo, & Are- ea , ch'è la Nocelndiana , ò Faufel , come nel fuo capi- tolo fi dichiara . Vfano di quefio Categi'Indiani me- fcolatoconla detta Areca, &con Betele, & da fefolo lènza altro mefcolamento , coli per le cofe dette , come per la relaifatione , & mollificatione delle gcngme; & per beuer coll'acqua fopramodo per efler i aporofo , Io tengono quelle genti inviò dal principio di quelle por polationi . DiceRafis, che fi fa difuccodi Berberi fatto molto denfo DEL CATE. u7 dcnfopcrdecottionc: Il medefimo dice Scrapione, chia- mandolo Hacdhadh. IlScpulueda dice, che lo fanno ài (ucco di Matrililua , &: hiteilo dice Valerio Cordo . Antonio Mula dice , che non lo conolce, fé non che per li legni di DiolcondCjgli pare che Ila Bollo . I Frati dilìderano molto , che li ritroui il vero Lido ; perche Felu2,haragi , che per confìgho d'Auicenna li pone in luo luogo , è l'arboro del Licio , lecondo la tra- dottione del Betlunenfe , del cjuale Umilmente man- chiamo r& che per ponerui in luo luogo Faufcl , eh' è l' Areca , ouerNoce d'India, & Sandalo, è più di ricol- ta d'hauerfi le Noci d'India: &confcflàno di non laper ben ciò che lìa : il che potrà fapcr bene quello che non lofapeile poichefefi domandarà nella cala dell'India , in Lisbon',11 potrà hauer dell'Indie quanta quantità cT Areca, oucr Faufel,che vorranno &; verde , & lecca :& lèinlfpagnamanca, è per non vfarfi troppo curiofità. Conclude!! poi , che mancando queito Licio dell'India , lì ha da porre in Tuo luogo il Licio di Licia : perche que- lla è la unendone delli Icrittori : & mancando vno &i l'altro , fi vfi quello che iì fa di Berberis , & di Matrefil- ua,ò dc'rruni faluatichi anringenti.Et intendafi,chc non fi chiamò licio per eilèr della Licia : ma perche quiui fi trouò l'ulo di lui , ouer quello di quella Medicina , che fi a (lì mi gli aua à quello dell'India. Et cofi per manca- mento del Licio dell'India fi doueua vfarc di quello di Licia per ragione, poi che in niuna Regione nonfivli, tanto il detto Cate,ò Licio, quanto nell'Indie, perii me- defimi effetti , che dice Diolcoride nel li bro primo al ca- pitolo 1 1 1.& Galeno nel lib.y.dc femplici , & gli altri. DELLA Ii8 DELLA PIETRA BEZAHAR. CAP. XXX Enche nell'altro trattato, che fpe- riamo di fcriuere di tutti gli anima li , ferpenti , & augelli eofi della^ terra, come dell'acqua, che fono in quelle parti , trattarono di tutte le pietre prctiofe,, & medicinali j m'èparuto nondimeno in quefto luogo di trattare della pietra Bezahar ; della quale affer- mano con vnaviua voce tutti quanti quelli , che di lei ìcriiTero , & quanti l'ufarono , &c vfano , ch'ella fia il più vniuerfale & predante antidoto contra tutti i veleni , de di tanta virtù , & efficacia, che non folo preia per boc- ca , ma anco applicata di fuori , gioua mirabilmente fo- pra tutti gli altri rimedi j,& medicine contra veleno . Quefta pietra Bezahar il troua di varie forme , gran- de & piccola , & varia nella figura , de ne' colori } perche fé ne troua di mezza ottaua di pefo fino dodici , & quin- dici ottauc , fecondo ch'io vidi ; & altre fi trouano mag- giori di quelte,fecondo che dicono . Variano nella figu- ra j perche alcune fono rotonde , come Nocelle , & Nó- ci , Se altre fono più lunghe , come oui , & della mede/i- ma forma j altre triangolari j & altre fchiacciate, come caftagne ; & in fine altre come colonne . Variano ne' co- lori • perchealcuneiono verdi ofeure, & altre di colore di Melcnzana ; altre più ofeure ,&c altre quafi gialle ;& altre verdi chiaro . Si genera quefta pietra dentro d'un certo ricettacolo particolare dello ftomaco d'un'animale, quali di figura , & fimiglianza di Caprone , tanto grande quanto vn_» grande DELLA PIETRA BEZAHAR. u, grande Montone , & alquanto maggiorc,di color rollò, quali come Ceruo, leggiero., & viuo di fentimento, chia- mato tra Perfiani Pazan. Trouanfi di detti animali in alcune parti delle Indie Orientali , Se nella Perfia , Se nei Corazan, & nelle Holc delle Vacche, che fonooltra il Capo di Comorin , Se in alcune parti di Malaca . Ns fo- no anco nelle Indie Occidentali, fecondo cheriferifeo Pietro di Ofma , nella lettera , ch'egli fenile al Dottor Monardcs, dicendo, che nelle Montagne del Regno del perù (ì trouano alcuni animali , i quali fono quali come quelli dell'Oriente , ne' cui flomachi fi trouano quelle eccellenti (lime pietre^ Se con* come quelle pietre varia- no in figura, & in colore; variano anco nella foilanza_, alquanto , & nel pefo -t perche della medefima grandez- za , Se corpo fi trouano alcune più leggiere dell'altre ; Se altre più , ò meno dure; Se con più, ò manco feorze, ouer camicie ;& alcune fi trouano tutt'uno fin'all'inti- mo fuo ; in altre alle fiate fi troua vna cofa, come polue- rc; in altre alcune fiate vna cofa come nerba, ò paglia fec- ca,& minuta; Se in molte trouano vna fola paglia molto fotnlc , Se piccola dentro nel mezzo della pietra, fopra la quale penfano alcuni, che fi formi quella pietra . Chiamali quella pietra propriamente tra Perfiani , Arabi, Se Corazani, Pazar, prendendo il nome dall'ani- male, nel quale fi genera , il quale fi chiama Pazan; al- tri chiamano quella pietra Belzahar; altri più corrot- tamente la chiamano Bezar; Se il volgo dell'India-, Se molti portoglieli che lo feguono , & imitano in quello, corrompendole del tutto il nome, la chiamano pietra del Bazar,come fé dicefièro,pictra della Piazza,in quan- to fa Piazza tra quella gente principalmente in Malabar fi chiama. 17.0 DELLA PIETRA BE2 AH ARI fi chiama Bazar ; & vendendoli quelle alcune volte nel- le piazze per pazar ., ò Bezahar , che vuol dire con- ti a vcileno , o Signora , & Regina de veleni ; i popolari la vennero a chiamar Bazar, che vuol dire Pietra del mer cato,ò della piazza. Di quelle Pietre fi trouano alcune falfificate , le quali contrafanno tanto induftnofamentc ( fecondo quello che s'è potuto intendere) con creta, & calcina fatta di fcorze di Oitriche , & con fangue fecco , &c delle mede- fime pietre Bezahar piccioline , tutto peftato focalmen- te , & non facon che altro incorpora? o in modo, chepa- iono naturali , & vere pietre Bezahar . Lt perche tra lo- ro, la pietraquantoè più grande, più vale (perche di- cono eflì , che quanto ha maggior corpo, tanto ha mag- gior virtù) le contrafanno i faiiarij della grandezza,chc loro pare di douerne hauer più vale , & coprir meglio il loro inganno, il qual fi conofce nella viuezza del colo- re , & nella pianezza & agguaglianza della icorza pri- ma , nel pefo, & nella leggerezza, & nezza ìlluftrezza , & nel romperla, o confa mandola da una parte,neU'ordinc delli sfogli , che ha di dentro (benché alcune fé ne ritro- uinofenza)oltrediciòfi conofce nella fua fofhnza, & nel ferrarla dentro del pugno della mano in modo, che per altra parte non polla vlcirne il fiato,fofIìàdoui,fe non per lei ; la qualfcè falfa, rompendola da vnaparte, &C foffiandoui, l'aere vi efee dall'altra parte, ò la .pietra ri- fuona j il che non auicne di quelle,che fono vere . La ba- gnano anco con la lingua dalla parte che vogliono 3 Se la fregino vn poco su la calcina , ò (ul muro , ò togliono vnpocodipolueredi calcina nella mano, & quiui fre- ginola pietra vn poco f & s'ella è vera,, tinge fubito la calcina DELLA PIETRA BEZAHAR. ni calcina d'un color verde bello ; & fc è fjlfa , non dà quel colore alla calcina , òcCclc dà alcun colore , è mol- to più morto. Viali molto ordinariamente in tutta l'India, Perfia, Arabia, Oc China di queita Pietra conerà o gnigencratio- nc di veleno, &c conerà tutte le ìntìrmiràvelenofe, ma- linconiche , oc vecchie ; nelle quartane, &C febbri diffici- li, nella lepra, nella kabbia, nel prurito, &c nell'ulce- re vecchie; nelle impetigini, nelle Virueles, y leram- pion, nella colerica pacione, & nelle ìnhrmiràpeiti- lcnti , &c contagtofe fa effetti grandi . Vlanla i laiii , &c deboli per rinforzarli, & rifar carne, & per diradicar ogni melanconia, & catriuo appetito di mangiare- & per facilitar il parto , oc cacciarne le fecondine -, per nettar le reni, & la velica dell'arena, & materie groilc-j &c perii vermi, & morii delle Vipere, & di tutti i fer- pi , &c animali velenofì ; & nelle ferite delle freccie ve- lenofei& nelle apofteme maligne, poi che fono apcrtej & nelle f crofole aperte li pone di detta pietra con merar uigliofo effetto. Quefte fono le virtù & eccellen ze di quella eccellen- tiflima,&: Bezahartica pietra, nelle quali tuttte, òpcr la maggior parte, io ho fatto ifpcrienza di detta Pietra^ interra, & in Mare, &in diuerfi luoghi; 8c nel relto delle virtù , ch'io Iafcio di dire , mi rimetto a gli antichi, che di lei IcnlTero, inalzandola fopra tutte le Medici- ne , & rimedij che fono contra tutti i veleni ; & a Mo- derni , come ad Andrea Mattinolo nel lib. 5. di Diofco- ridc,al capirolo 73. foglio 6j%.Òc al Dottor Garcia di Orta efperto nelle Medicine dell'India , della quale fcri- ue egli nel fuo libro al capitolo proprio di detta Pietra, Q &al ii% DELLA PIETRA BEZAHAR. & al capitolo della Colerica paflìonc- & ad Amato Lu» fìtanonel libro fecondo di Diofcoride allanarratione-/ 3 9. foglio 170. &c al Dottor Monardes , &c a gli altri , che di detta Pietra fenderò i Tra quali fi può vedere ciò che di lei dice vn Pietro d'Ofma in vna lcttera,che dal Regno del Perù fcriiTe al Dottor Monardes ; le quali pietre del Perù (erre la parte fola nelle Indie Occidentali, doue fé* condo che afferma il detto Ofma, fi ritrouano dette Pi e* tre ) fono di minor virtù, che non fono tutte quelle , che ir ntrouano nell'Oriente j le miglior delle quali fono quelle di Pcrfia.. Quefte pietre fi crede , che fi generino nelli ftomachi di detti animali, mediatela virtù d'alcune herbe medici- nali , che fono in quelle parti, doue trouano detti ani- mali, delle quali fi pafeono. Laqual Pietra fi fuolo prendere da due grani di pefo fin dieci,hauendo riguar- do alla qualità del patiente , & alla fua infirmiti . Dicono , che alcuni Mori di Ormuz , & del Corazan prendono fin trenta grani di detta pietra di pefo -y & che ancora fogliono alcuni grandi, & ricchi purgarli due £ate all'anno , & dapoi purgati, prendere per cinque mattine fin dieci grani di detta pietra in acqua rof a , di- cendo che con quello fi preferuano dalle infermità, & conferuano la fanità ,; & giouinezza. Altri la fogliono prendere , fecondo che dicono , ogni quindici gior- ni vna volta per fortificar i membri principali, &: per for- tificare i membri genitali .. Affermano, che nelle parti, che fono detti animali, doue vanno ad vccidcrli , i cacciatori conofeono nel ve- derli,qual di loro ha pietra grande , & dicono,che quel- • lo di lorojche ha gran pietra , camina più greue, & ma- linconico, DELLE PIETRE BEZAHAR] *#j lincònico , che gli altri , & fi muouc con molto minor lcggicrezzaj& che alle fiate ne fogliono trouarc alcuni di morti , ne' cui ftomachi trouano pietre grandi . E' tan- ta la ftima , che fanno i Gentili , & Mori di dette pietre , che dicono, che fé ben il Signor Dio creò il tutto per be- neficio dell3huomo , tuttauia , che in parte è male adoprare detta pietra con gente che non fia nobile , & ben nata ; poi che per quel- li , che non fono tali creò Dio in luogo della pietra Bezahar la radice della Mo- nnga , le cui virtù fi vedranno nel fuo capi- tolo. 1 «tè* 4&f DÌ 1*4 DE SANDALI. CAP. XXII. L cordiale fandalo nafeein Timor, doue ne e maggior quantità, & douc Jo chia- mano Chandam , nome generale a tut- ti i vicini di Malacaj &gli Arabi corrom- pendo il vocabolo , lo chiamarono San- dal , nome commune tra tutti i Mori di tutte le nationij &i Canarini, & Decanini, &Guzarati lo chiamano Cer- candaanacem. Quello Sandalo fi troua migliore, èV: in maggior quantità in Timor, & Ji d'intorno per quelle Ifolc , & piincipalmenteil Sandalo bianco, & giallo ^ perche il rollo, ò vermiglio folamente fìntroua in Ta- nazann , & in parte della colta di Charamandel ; & da quella parte traggono tutto il Sandalo vermiglio, del quale (i adopra nell'indie molto poca quantità ;pcrcio- che folamente l'adoprano nelle febbri, & nelle ìnfìam- magioni. 11 più fi traggepcr l'Europa- benché i legni del fandalo rollo, che fono molto grandi , vagliano più tra loro , che tra noi altri ] perche adoprano quefii legni grandi co' loro Idoli, & ne' loro Tempi), ma il bianco & giallo fi adopra in tutta l'India, & per tutte quel- le parti in molto maggior quantità lenza comparatio- nc,chc nell'Europa-perche la maggior parte de Gentili , & de Mori d'ogni qualità fi vngono il corpo più , ò me- no con quefto Sandalo disfatto inacqua, ÒV pelto in., pietra, come quelle de Pittori; & quello fanno coli per l'ufo antico, che hanno di vngerfì, & lauarfì il più di loi o ogni giorno , come per render buon'odore , per ef- Tergente molto amica de gli odori, & per iftar frefehi rifpctto al grande calore della terra. UMatihiolo Senc- fe dice, DE SANDALI xl$ fc dice , che nafee in ambedue le Indie j il che s'intende inquella,ch'èdiquà.,& in quellla ch'è di là dal fiume Gange. Il Dottor Garzia di Oria, come diligente, & prattico di quelle parti, afferma, chenonnafee il San- dalo rollo, le non nell'india di qua dal fiume Gange 5 il qual fiume fi chiama da quelli del luogo Ganga ; oc che l'altro Sandalo biàco, & giallo nafee oltradi detto fiume Gange j & perche per la Ìimiglian2a , oc poco odore , che il Sandolo rollo , &il legno del Brani hanno, gli con- fondeno alle fiate l'uno con l'altro : mafidiftingue & conofee , perche il Brafil è più dolce , &c tinge le lane j & il Sandolo non è dolce , né tinge . Quanto al Sandalo bianco, & giallo, che nafee in tutte le parti delle Ifole , & Porti di Timor, dice; che quello del Porto di Mena è il migliore di tutti • perche ha poco legno &c molta ontuofità,nellaquale ontuofìtà(ch'è l'oglio di dentro , ha l'odore j & che ii Sandalo giallo del porto di Matomea non vai tanto per hauere molto le- gno , &c poca ontuoiiti ; & il Sandalo del porto di Ca- manacc vale molto manco,per hauer anch'egii molto le- gno , & poca midolla; & eguale a quefto è il Sandalo del Porto di Cerai ago. Si ritroua anco Sandalo bianco, de giallo in vn Porto della Iaoa, chiamato Emberbali, il quale è d'un'odor molto gagliardo , & dura quello mol- to.poco tempo ; perche pattato vn'anno, fi tarla il legno, & cofi lo tagliano , &c lo lafciano più nell'Vnto . Del San- dalo di Macazza non ii fa conto,per eflèr trifto , & poco. Del Sandalo il migliore, & il più ftimato è il giallo , ò ci- trino; Se dapoi di quefto, quello dell'llola di Timor, doue ne e molto del bianco , & poco del citrino, il qua- le è molto più odorifero , & dura in lui più il fuo odore . Sono i25 DE SAHDAL fl Sono i mercanti di quelle parti tanto dilicati , & efperti, che in vedendoli Sandalo, fubito dicono , d'onde egli c,& quanto vale. Benché qucfti Sandali fiano diuerfi in bontà & colore j nondimeno1 non fono diuerfi gli ar- bori; perche fono tanto fimiliin ogni cofa( come dico- no ) che folamente quelli , che li maneggiano , & fon di loro molto efperti , gli conofeono . Io, benché riabbia^ veduto molto Sandalo di tutte le fpecie nelle Indie, ferri- pre nondimeno l'ho veduto tagliato ; & anco ne ho ve- duto rami con foglie fecche; marnai non vidi niuno di detti arbori verdi, né mi fon ritrouato tra loro . Notifi , che fono tre arbori, &c non vno , ne due . L'arboro , fé* condo che dice il Dottor Orta , & altri affermano, è del- la grandezza d'una Noce . Ha la foglia molto verde , & minuta , della figura della foglia del Lentilco . Tiene il fiore azurroofcuro,&fenza odore, &c il frutto verde Se infipido è come vna ciriegia alla figura ; & quando è maturo, cade fubito ; il che fi conofee quando fi muta in negro . Quefto non fu conofeiuto dalli antichi Gre- ci, ne da gli Arabi. Rafis non dice di lui che cofa egli Ila , ma folamente a che gioui . Serapionc antepone il citrino à turtigli altri , &c dice, che il rollò è dapoi di lui ; &dice, che fi tragge della Soriaj & allega Galeno. Ma falualapacefua, il Sandalo non nafee nella Soria, co- me bene fi sì ; anzi più torto è ordinaria mcrcantia , che fi porta dalle Indie, & luoghi detti alla Soria . Bench'e- glihaueife potuto intendere, che fi traggeua della So- na , ma non chenafceua in lei . Quanto all'errore di al- legare Geleno in quello fempliee, non è merauigliav, che coftumc era de gli Arabi ( per la Jftima che faceuano ài Galeno, nell'udjr dire ad alcun Greco, che Galeno - parlaua DE SANDALO. J17 parlaua d'alcuna Medicina) benché non lo vedefìero, crederlo 5 prefumcndo, che Galeno non haueflè trala- fciato di conofccrle tutte. Quello che ne dice Auicen- na , de Auerrois , già lì è detto . A quello che dice Anto- nio Mufa , che a Portoglieli lì dee hauerc obligo del San- dalo ^pcrcioche lo conducono dal campo di Calecut, doue iì coglie } & che Calecut è la principal fiera , che fia nell'India , fi dee fapere ; che la Città di Calecut, la qua- le fu già ne primi tempi , fu molto celebrata in tutto quelle parti, &: tanto, chc'l fuonome, & la fua gran- dezza non folo neh' Alia , ma in tutte l'altre parti del Mondo hebbe nome ; &c in lei li laccua tal fiera , che da_, tutte l'altre parti quiui conduceuano ogni diucriita di mercantic- & i Chini (come gente di que' tempi molto eiTcrcitata in cotale nauigatione , &c grandi mercanti) te- neuano in dett 1 Città la lor cafa di commercio, chiama- te anco al dì d'hoggi Chinacota 5 & portando quelli molta varietà di mercantie , portauano ancor tra loro Sandalo , il quale vendeuano quiui ; onde veniua poi lc- uatoper Ponente. Ma come gli habitatori di Calecut fecero vn tradimento a Portoglieli nel principio ch'efìi difeoprirono quella terra, vedendoli i Portogheiì mal trattati , & poco fìcuri nella inconllanza, & maluagità di quella gente ; fé ne andarono al Re di Cochin , il qua- lc gli riceuctte allegramente, &gh direle, Scconfcruò; & 1 Portoglieli ne lo pagarono coli bene , che di piccolo Re, lo fecero Imperatore, & maggior Signore di tutto ilMalabarj&gh furono grati, & gli fonohoggidìin.» ricompenfa di quella amoreuolezza, & lealtà j & infie- me per molte fiate diftruiìèro i Ponoghefi Calecut, &c caligarono la iua maluagità, & tradimento 3 &diftruf- lei a n8 DE SANDALI, fero la Città, & tutti i ricchi Mori , & mercanti, & le piazze nobili, & 1 mercati, ch'erano in quella, co* me nelle Croniche , & Hiltone dell'India potrà vedere il curiofo. Perlaqual cola, per la molta abondanza di Sandalo , che dalle altre parti portauano a vendere a Ca- Iccut (donde in que' tempi fi dilìribuiua per tutte l'altre parti ) non è merauiglia, che fi ingannale Antonio Mu- fa,penlandofi,che ne campi di Calecut nafeeffe il Sanda lo j nel qua! Calecut fono molte montagne afpre, & di- rupate, piene di Elefanti, Tigri, Porci ièluaggi , Lon- ze, ferpi de Capi Ilo, & altre molte fi ere -T & i pozzi are- no!! , &ci campi Iterili pieni di Palme, che producono il Coco , ò le Noci d'India ( come nel fuo capitolo fi ve- derà ) & tutto circondato da Mare , 8c da fiumi ; & per quella cagione fi finì & confumò già la nobiltà , gran- dezza , & ricchezza , &fplendidezza del popolo di Ca- lecut , & h fuoi famofi mercati -t &c al preiente trionfano i Portoglieli di tutte quelle parti, come affolliti Signori di tutto quel Mare,& cofte;a quali non fi dee meno ( per hauernedifcoperto, & farti partecipi di tante, & coli Angolari medicine, & palefati tanti Mondi, & tante Re- gioni con lelorolunghiflimcnauigationi, &£ conia in- duftria , & nobiltà de loro animi ) che a Tolomeo per la fua dotta Cofmografia. Onde rra l'altre cofe, & ricche mercantie, conducono hora quelli, che vengono di Ma- laca , & di que' Porti , le loro naui cariche di Sandalo al- la Città di Cochin , & di Agiioa ( (cale principali dell'In- dia per quelle parti. ) dalle quali fi diuide il Sandalo coli per quelte , com e per quelle per tutto il Malabar , & per Canara , Se per Bengala , & per il Decanin , & per il Gu- zarate,& per Ormuz , & per l'Arabia ; & la minor quan- tità, DE SANDAL I. xx9 tira , e quella , che conducono per Portogallo , & Ifpa- gna , & per tutte quelle altre parti , doue le ne confuma molto meno che in quelle , come s'è detto . A quello , che dicono alcuni , che il Sandalo Citrino fi chiama Machazari , ò Mazahari , come dicono i Frati nell'Antidotano di Mefue al capitolo i j. De Aromat. rof.Gabnehs.foglio 7o.Machazir , id elt odoriferi ; que; quidemexpofìtio bene conuenit Sandalo Citrino ; per- che il Sandalo Citrino è il più odorifero , che tutti gli al- tri. Et dice Senipionc, che quando fi dice Sandalo, per eccellenza s'intende citrino ; & coli dicono i Frati, che non fitroua Sandalo citrino nell'europa, eccetto che nel Cerne fi ritroua in molti legni ; &c coli dicono altri ,: come ilSepuIueda, il quale dice, ch'è meglio poner la metà di poluere di Sandalo rollò , & l'altra mera di bian- co ; & anco li loda , che ha veduto Sandalo giallo . A quello fi niponde ellcr vero , che il Sandalo giallo , ouer citrino è migliore, & più odorifero ,& di più valore; Se che parimente egli è vero,chc in quelle parti fi troua mol to Sandalo giallo , come s'è detto.Et che Ila poco Sanda- lo giallo nell'Europa, anco quello è la vedrà. Ma la ca- gione di ciò, fi è; ch'egli è piùilimato,& più fi vende nel- l'Ada, che nell'Europa;6V per quella cagione, & per la poca inilanza &c curiofità delli Speciali , non vicn con- dotto in quelle parti; ondenon rella di venire, perche nella mancamento. Qjjanto al nome di Machazari , ò Mazahari , dice il Dottor Orta,che gli pare , che voglia dire tratto di Malaca , &c che pona cller che folle quello nome corrotto , &c dir,Mazarrani ; che vuol dire, de gial- li, ò de gli a zarlranati ; il che pare più a propofito . poi che Muzafi ani vuol diregiallo,òcitrino;ilqua e è più R odorifero, Ho DE' SANDAL I. odorifero , come certifica Mefuc, & i Frati nelPAnrì- do tano al capitolo 261. foglio 446. dicendo •> Repcri- tur quandoque fenptum Sandali Mahazari , quod acci- pitur prò Citrino. & Mcfue de Aromatico rofarunu , Sandali Machazari , id eli , Sandali Citrini , qui funi, magis odorati . & il molto dotto Giouanni Fragofo dice nel fuo de Aromat. rof. Gabrielis, exMefue,per Sandalos Mazachari , Citnnos ìntcllige odoratiorcs j ipfi enim fumendi funt femper -, quum Sandalorum iimpliciterfitmentio. & alla ime, fiao d'una, ò d'altra maniera y tra Sandali il Citrino è migliore di tutti gli altri . Quanto alla mifturadi poner vna metà di rollo , & l'altra metà di bianco , quello non è vfar del Citrino -, anzi parrebbe che folle meglio poner tutto del bianco j perche il bianco è più vicino alla natura del Citrino; &c perche ambeduclitrouano in vna medelìma terra :& il roilb nafee molto lontano dal luogo,doue nafee il bian- co , &: giallo ; come nell'Ifolc di Timor, doue nafeono i due : oc il totìo in Tanazarin , terre che confinano con Malaca . Dicono alcuni , & affermano , che il Sandalo non ha odore , Ce non dapoi , che ha perfo la feorza , & fi è fatto molto fecco ., Vn'altro legno odorifero, & che tien molta fìmiglian za col Sandalo bianco fi troua in certe parti della coita di Melinde , & nell'I fola di San Lorenzo ,.& in alcune parti del Malabar, col quale fi vngeno i Negri per li caldi; ma nmnodi quelli è Sandalo, ne corrifponde con le fuo qualità .. Quello legno odorifero del Malabar , ( il qual fi chiama traloro Sambaranc) vidi io in Tanor, & in_. Cranganor } ma non è Sandalo, ne i Medici di quelle «rare lo tengono , per tale ; faluo che dicono cflcre /pecie. diluì,, DE' SANDALI. ,3, di fui,& clVc buon legno per la gente che poco può,& lo laudano per l'Erifipcle, & inhammagioni; & Viano fuc- ilo legno , come il Sandalo vermiglio , ò rollò . Sono tutti i Sandali freddi nel terzo gndo, & fecchi nel fecondo. Giouano, principalmente il giallo j ò Ci- trino, & bianco, contrai dolori della tclla da cagione calda,,. Età deliranti, &: che fono apparecchiati a ca- dere in frenelli, applicandoli fopra la fronte, & le tem- pie. Petti, &infufi inacqua rofa, &sgrc^o, tempra- no il grande ardore dello itomaco . I rendendoli per bocca, rifrefeano, & danno vigore nelle febbri ardenti. Applicandoli con acqua rola (opra il cuore, fegato ,& polli , allegrano & vinificano li fpiriH virali, mcfcoLti con le mediali'- cordiali. Il Santi ik) colorito , òrofTo, refifte al catarro, &aIlediltilhtioni, chefeer-dono dal- la teftì ■& applicato v.oi luccodi Piantagine, odiSola- tro , òdiSeunpieuiu.^òdi Torrulaca, è vtileallcinfiam- magioni ; alla gotta calda j &c contra ali'apollemc calde. De Sandoli fcrilTe Auicenna nel libro de viribus cor- dis , lodandoli per fortificare il cuore, & per darli allegrezza ; per la qua l cagione fi pon- gono nelle Medicine cordiali ; & di tutti loto fi fa nelle Specierie il Diatrium Sandalorurru molto vtile per le febbri putri- de. R z DELLA DELLA SPIGA NARDI. Gap. XXIII. Tanto intricato Labirint© , & varietà d'opinioni, & inconltan- ftanza di giudicio quello, che li tra uà fcritto fopra del Nardo , che mi pare più ficuro allegar qui ciò che di lui dice il Dottor Orta , & le lue qualità, & relettionej&: lafciarii relto al curiolo lettore , che lo legga in Galeno nel primo libro de Antidotisj & nel libro 8. de facultate fìmpli- cium medicamentorum -f & nel I1br09.de compoflt,, medie, fecund. loc. in Philonis Antidot. & nei Mat- tinolo fopra il primo libro di Diofco. capitolo 6. & in Theo frailo nei libro primo, capitolo lO.&nelhb. ^ca- pitolo 7. & in Diofcoride nel hb pnmocap.6 in Amato Lufitano libro nel primo, Diofcoride alla enarrano. 6. &: nel Manardo Ferrarefe al lib.<5. delle fue epiltole nell'epi-. ftola j.&allib.g.delmedefimovoluiTieneirepift^.&in Hermolao Barbaro,& nel Ruellio,al lib.fecondo nel ca- pitolo 5.1n Antonio Mufa , il quale co i due compagni infiemecon Plinio furono negligenti; al qual Plinio, fecondo la verità, la ragione, hiperienza , &.la dottrina de Dottori in quello propofito allegati , pare, che non fi debba credere a quanto ferine del Nardo nel libro 1 1. al capitolo del Nardo . Similmente potrà vedere il Lacuna nel primo libro di Diofcotidc al capitolo é.con le con- fusioni del Braiàuoia nel fuo elfame de fem plici . Que- llo adunque è quello Spico Nardo anticamente apprez- zato y col quale fi faceua quel pretiofiflimo vngutnt© unto DELLA SPICANARDI. in tanto ftimato , &: di tanto prezzo , che meritò per Io Tuo valore, chefenefaceflcmentionenei facro Luangtho, dicendoli, che quell'unguento potcuacilcrvendu io per più di trecento danari ; il che a cjuel tempo era grande-» valore . ht non è merauigha , che folle tanto lìimato al- l'hora detto vnguento, chef! faceuacol Nardo, poiché mancauano à quel tempo 1 molti &pretiofi odori, do quali hora abondiamo , & i quali coli il tempo, & le dc- litic , come l'eltrcma diligenza , & lunghe nauigationi ci hanno diLoperto. - Jb' quello Nardo il proprio, èvvero, che di quello parti ne portano, cantile Spceienedi continuo li ado- pra j& quello e he da molti e desiderato, oc da alcuni du- bitato che ila d'elio , come dalla terza epillola del fello libro del Manardo lì raccoglie, lit le ad altri tempi ne era poco , & fi faliihc.ua per lo fuo molto valore ( il qua- le fecondo Plinio al libro li. capitolo 1 1. era grande) al prefentc non fi ha che temere di falfifìcatione, pereiler molto conof ciuto , cv perche fé ne porta con le naui Por- toglieli dalle parti Orientali tanta abondanza nel Po- nente , che vai coli poco , che non porta la fpefa à faliifi- carlo , come fi faceua anticamente . Et anco le ne troua più hora che prima j perche con più diligenza coltiuana quelle genti la terra , che lo produce,com'è in Mandou , & in Chitor , & in alcune parti di Bengala d'intorno al belli fhmo fiume Gange , che da Indiani è chiamata Ganga-,. Chiamali il Nardo prefTo a que'GJtih Cahzcara',& Aui céna con tutti gli Arabiche hora fi trouano lo dimanda- no Cebul,che vuol dire in Arabico,Spicaj& cofi lo chia- mano in Arabico Ccmbuilndi jcome le diceiìero) Spica* d'india. f34 DELLA SPICANARDI. d'India. Ec quella , che noi chiamiamo Spica Celtica^, chiamano efh Cembul Rumi , che è quanto a dire , Spi- ca della terra de Rumi. Etnon è merauiglia,chc Mat- theoSeluaticoerriil nome, chiamandola Cenubel, ò Cobcl, poi che non fapeuabene la lingua Arabica, ò per ventura i nomili erano corrotti. Dice Diofcoridc nel capitolo 5. del primo libro , che fi trouano due fpe- eie di Nardo , vna delle quali fi chiama Indica , & l'altra Siriaca , non perche il trouino in dette regioni ; ma per- che del Monte medefimo,doueciaicuna nafee, vna par- te riguarda verfo la Soria , & l'altra verfb l'India : & par- lando delladettione,dicej che tra Nardi Indici ne è vno, che fi chiama Gangetico,pcrrifpetto del Rio Gange, il qual palla preflò ad vna montagna , nella quale egli na- fee ; & che quella fpecic, per cagione della molta humi- dtradel luogo,è di minor virtù; benché nafea più alta: & che da vna loia radice produce molte fpichc folte di mol ti capelli intricati & di grauiflìmo odore. Ma quella che nafee bene all'alto del Monte pare più odorifera, & ha la Spica corta , & è vicina d'odore al Cipero , & poffic- de tutta l'altre conditioni che la Soriana. Ma in tutte quelle parti non fi conolce altra Spicanardi , fé non-. quella, che nalce nelle terre di Chitor, & di Mandou, terre, che confinano col Deli, & con Bengala, & col Dccan;&:cofi quelle terre, come l'altre molto più in- nanzi, fono tutte in India. A quello che dice , ch'una è Indiana, l'altra Soriana; perche vna parte del Monte, doue ciafeuna di quelle nafee, mira verfo la Soria , & l'altra verfo le Indie; fi rifpondc, che nelle Indie fono Monti , ne' quali nafee detto Nardo ; Scìa, faccia. , ò par- ie di detto Monte, che guarda verfo il Ponente, dou'è fituata DELLA SPICANARDI. i35 fìtuata la Soria , è molto lontana j & oltra di ciò non na- fee tutto nel Monte , che guarda veri o la Soria , ma in moire parti di quella regione , douelo feminanoj & quello che naicc fenza feminare , è in molto poca quantità. Qucih Spica ertfee producendo dalla radice vn fo- lto corto fopra la terra , il maggior di tre palmi di gran- dezza , & altri più piccoli, & lubito dalla radice elee det- ta Spica , dalla quale su per lo fuito va produccndo alcu- ne fpiche , & coli la portano a vender a Cambaìete , Currate , Goa , &c altri Porti del Alare , doue la compra- no i Mercanti Arabi , Periìani , & douc fi adopra mol- to • perche la minor parte fi conluma in huropa. Appi elio non tengono in quei luoghi vna migliore del- l'altra; che benché alcuni di quelli Nardi iianofporchi pereilère molto pieni di polucre fatta da capelli della propria Spica, non fé ne curano peròi Mercanti, ma rutte lo comprano j perche fi ferueno della detta poluc- re per lauarfenc le mani . Quelli che la coglieno , & poitano a vendere, dicono, che nafee nelle valli, & ne* Monti, & non tengono per migliore vna dell'altra, che tutte mefcolano infìcme : ne Tauantaggio della gran- dezza è molto da vna all'altra fpica ; &c l'odore è tutto vno di quello , che è frefeo 5 perche il vecchio perde par- te del fuo odore . Plinio dice, ch'è vn frutticc piccolo, & negro, &: debole, & ch'una (pecic , la quale nafee d'intorno al fiume Gange, è del turro bialìmata^ & poi gli dà molto prezzo. Ma comete detto , in quelle parti non fi troua altro, ch'vna (ola Spkanatdi, laqunle è quella, che fi porta a quelle parti del loncntc- & tutta viene d'intor- no a l. i36 DELLA SPICANARDI. no al fiume Gange . Di quefto folo , poi che altro non è, fi vagliono tutti i Medici Arabi , Perfiani, India- ni, & Turchi, cofì nelle loro terre, come nell'India, doue molti habitano , medicando coli i Re , & Prencipi con detta fpica , come l'altra gente . Del prezzo e gran valore , nel quale era , non ho che dire; perche di ciò direbbe Plinio più il vero, che della defenttione della Spica ; percioche in que' tempi non., erano quelle parti cofi difeoperte , conofeiute, & carni- nate, come al predente ; ne vi era con loro il commer- cio , che hora vi è . Per la qual cola non è mcrauiglia , che valclTe molto prezzo,& non fé ne fapeiTe la veri rà co- fi cerra , come al prefente . A quello che dice il Lacuna nel capitolo 6. del primo libro di Diofcoride,pritna;che il Nardo, che ordinariamente ne vendeno nelle Speda- ne non è Spica , ma radice j non contradice Diofcoride, quando afferma, che il Nardo Indico da vna fola radice produce molte fpichc . Dice poi, che la Spicanardi è ha- uutainfofp etto nell'india*, perche di lei fi fa vna fpecic di veleno mortifero, chiamato Pifo, il qual non fola- mente beuuto , ma applicato ali'huomo, quando Suda , lo vccide; onde l'ufo del Nardo in quelle parti viene te- nuto per (ofpetto . Dice di più, che viene della Sotia . Ma la Spicanardi è quella,che s'è detto,& in tutte le parti dette lì vfa, & fé ne confuma in molta quantità-, & tra Mori,& Gentili fc n'adopra molta, & non hanno il fuo vfo in (ofperto, ne in tutte quelle parti fi fa fare del- la Spicanardi cotai veleno 5 ne veleno che fi chiami Pifo mai il Dottor Orta conia fua diligenza non potè conoscer nell'India, nèio fteflò per quelle parti ; ben- ché ne dimandala a molti, II DELLA SPICANARDI. i37 Il maggior veleno che tra loro riabbiano , è quello chiamato Bicho di Ormuz, ilqualeè come vnoStin- co , del quale, & del fuo horribilidimo veleno , & del- la lottile , & diabolica arte , che hanno per vecidc- re con lui, Udirà nel libro de gli animali. Oltra que- llo mortifero veleno vie la Manga feroce, della quale s'è parlato j & ap predo il veleno che fanno delle barbe della Tigre j&vn'altrod'un'herbalattuofa, della quale ha molto abondanza nel Malabar ; & anco vfano per ve- leno il Napello. Quanto al venire della Soria, fi ha dafapere; che Io portano d'India in Alepo, ch'è in Soria; & di Alepo in Venetia. Coli s'intende quello delSepuIueda, de Spi- ca Alcep, cioè , Spica di Alepo- perche Alepo fem- ore fu capo della Soria, & principale fcala dell'India-, per Ponente , com'è è al prefente. L'altra fpecie detta dal Sepulueda Satiech , &: Satiach , vuol dire Satingan , ch'è vn porto molto celebrato in Bengala, dou'entra^ il fiume Gange . Coli reità a noi il noitro antico, & ce- lebrato Nardo , il quale fi può vfarc lenza fofpetto di falfifìcatione • perche tutto è frefeo , e buono ; & fc è vec- chio , il conofee nel mancamento del fuo odore , il quale con la vecchiezza fé gli diminuifee. E la Spicanardi , fecondo Galeno al libro 8. della facoltà de femplici medicamenti , calda , fecca , & adringente, vale al fegato, & allo ftomaco , alla rc- tentionc dell'orina, al ventre, al petto, & alla teda. Il redo a che feruc lì può vedere nel capitolo 6. del li- bro primo di Diofcoride con la fua elcttione. Si fuo- lemefcolarc la Spicanardi col Rhabarbaro , non per S refide- Ug DELIA SPICANARDL «fiftcre ad alcuna fua malignità ( che non è nel Rha- barbaro ) ma per fargli più aperta ftrada. Tuttauia tra buoni Medici fi tiene per meglio à\ far quefta me- fcolan- za con Cinnamomo in luogo di Spica. & DELLO 1\9 DELLO SCHINANTO. C A P. XXIIII. V s a t o Schinanto , chiamato da Latini Iuncus odoratus , da Catalani Palla de Carnei } da gli Italiani Giun- co odorato , ò come lo chiamano i Francefi , Pailturc de Chamcaulz , fi e la Palla de Camelo de Ponoghcfi , ò Paia de Meca de Casigliani j la quale fi chiama Cacha- bar, &c Haxis Cazulc in Mafcate, & in Calavate terra dell'Arabia , doue n'è tanta,quanta è l'herba in Europa , douc pafcolano gli armenti. Quefta nella Perfia,chc confina con le dette terre, fi chiama Alaf, che vuol di- re herba; & nell'India il fuonomc volgare fi è Erua di Mafcate , ò Palla di Meca . Dalla qual Meca , eaminan- do per terra , fono le dette terre molto vicine : & cofi gli Arabi di Mafcate, &diCalagiatc vanno in breue tem- po per terra a Meca , per eifer molto più vicine , che per mare. Et chiamarle Pafcolo, ò Paglia di Camello noiu è molto fuori di ragione • perche nelle terre , dou'ècjuc- fl'herba , fono molti Camelli ; tuttauia non fono efii fo- li , che pafcolano di detta herba , & de f uoi fiori , per- che dell'ideila ( come herba & pafcolo communc , & or- dinario ch'ella è , & in molta abondanza ) mangiano , & fi nutrifeono i caualli , & Muli } & tutto'l rclìode gli ar- menti, i quali fono in gran quantità. E* tanta quefVherba , che oltre i molti fafei , che i Marinari portano nelle Naui per vendere ; i Mercanti de caualli ancora ne portano molti Iegazzi & fardelli, per poner nelle naui lotto i piedi de caualli , acci oche la lo- ro orina, & fterco non faccia mal'odorc, & acciothe S z filano i4o DELLO SCHINANTO. ftiano più netti , & più caldi ; & lordandoli vn Ietto dì detta herba, Io gettano in Marc, &nc fanno vnaltro di netta. Et benché in Arabico fi chiami Cachabar , &c HaxisCazule- tuttauia la chiamano in altre parti del- l'Arabia, Adchar, checoflla chiama Auicenna . Sera- pione la chiama 4 dcher^ & quello è il più ordinario no- me tra Medici Arabi, & Perfiani, che fi ritrouano in India . Il fiore di quell'herba , chiamano Foca , il quale mai viene con la paglia; perche non fanno quelle bar- bare, &feluiggie genti (doueha quelVherba) cafo al- cuno del fiore- &c li Speciali dell'India non vi pongono diligenza d'hauerli ronde fi hanno per corrotti i nomi, che Mattheo Siluatico gli pone di Azquir, & Adcaram. I natij del luogo , doue nafee queft'herba, non l'ufano tanto in Medicina , come gli Arabi , & Perfìani : perche il più che fé ne ferueno , fi è per lauarfene con la fua ac- qua . Diofèoridc nel libro primo al capitolo 1 6. dice , chequefto Iunco odorifero fi troua in Africa, &c nel- l'Arabia , & nella regione Nabathea , donde viene il più ecceilente,& che proihmo a quello in virtù è lo Arabico, chiamato Babilonio da alcuni, & da alcuni altri Theu- chitis ;& che il peggiore di tutti è quello, chenafeein A frica j & che ferueno all'ufo quotidiano i fiori , le can- nelle^ le radici. Il Lacuna dice, che dello Schinanto ne manca il medefìmo Schinanto , ch'è il fiore . A que- llo rifponde il medefìmo Garzia Orta- ch'egli è vero , che Ci troui nelle dette parti , & che tutte fono fotto il nome di Arabia, & che quanto alla region Nabathea ( la quale è prouincia dell'Arabia pretto alla Giudea det- ta cofi da Nabatoch nipote del Re di Pcrfia ) non fi certi- fica,fé quiui fi troui, ò nò j perche i Medici , che furono» ili DELLO SCHINANTO. ,4, in Hicrufalcm , & in Galilea , & in que' luoghi , gli dif- fcro , che tutrolo Schinanto , che fi adopraua la , era portato dal Cairo :& che quello del Cairo nonfapeua- no elli , (e era di là , ò fé vi lì portaua dalla colta di Ma- fcate j & cflcndo le genti di quelle parti poco curiofe, chenonèmerauiglia, fé non lì fa di molte herbe medi- cinali , &c che poria ben'cflère, chefìtrouaiìein Babilo- nia . Et perche Diofcondc dice , che il peggior di tutti è quello, che nafee in Africa, &c non nominala parte d'Africa d'onde viene il cattiuo ■ non ho da dirnev altro . Quanto al fiore (chiamato Schinanto corrottamen- te dal vocabolo Greco Sch^nu anthos, come è adire, fior di Gionco ; perche Anthos in Greco lignifica fiore, &c Schainos il Gionco) egli è vero,che'l fiore di quello gion- co odorifero fi è perduto d'ufarc per la poca diligenza de Medici , &delli Speciali . Et fi dee notare, eh ogni fia- ta, che fi ponerà quello nome, Schenos, fi ha da inten- dere il Gionco odorifero. Cornelio Celfolo chiama^ Gionco rotondo , & quafì tutti i Greci gionco odorifero. Il chiamarlo Celfo Gionco rotondo,col qual ha qualche lomiglianza, benché non crefea tanto alto, auiene per far differenza dal Gionco triangolare ; & eli altri lo chia- mano Gionco odorifero, per fare difteréza dal commun Gionco . Dice anco Auicenna , ch'vno è Arabico , & di buon'odore gl'altro della terra dell'Agiamij & quello èquellodiDamafco. Dicedi più Auiccnna,cheloSchi- nanro hall frutto negro,allegando Diofcondc . Ma po- trebbe efiere , che il Diofconde, doue Auicenna Ielle coli , folle errato , o folle errore del f uo traduttore , poi che Dio! conde non dice coli* Scrapionc dice allegan- do va ,4t DELLO SCHINANTO: do vn Bonifaa , che Io Schinanto è vn'herba , che ha le radici fotto terra , & che ha molti rami fottili , & duri , & che ha il frutto fidile a' fiori delle canne , & chc'I più fottiicè minore, & che poche fiate nafccfolo; perche quando il vede vna di quefte piante , fé ne feopre molte d'intorno di lei j & che nafee nelle Ifolc , & ne' prati j & che quando fi fecca, refta bianco. Ma già fi è detto, che lo Schinanto non è pianta, maherba, come dice il medefimo, il quale moltra negligenza à chiamarlo vna fiata herba , &c l'altra pianta;& non nafee nelle Ifole , ma nelle terre dette . Quanto all'odore , quello che ha lo Schinanto frefeo , è buono ; ma non l'ha di rofa -, & non èdamerauigliarfijperciochcpochc fiate fida nel vero •con propria comparatione nelle cofe di buon'odore. MatthcoSiluatico dice, che ficonferua per dicci anni j il che mi par che non farebbe mcrauiglia per efler herba, che ha poca humidità.Ma quello che diceys'intende non le restando l'odore, & nelle terre afeiutte, &lunge dal Mare-, perche nelle marine, & numide, non ficonfer- ua ,& dura poco . I Frati dicono, che non è fiore, ma folamen te radice, & paglia ;& che la paglia, che nelle Specierie fi vende per Schinan to , non ne è aItriméti,co- me è opinione di moìtidotti;& che non è quello di Dio- {coridc, confiderandonc beneifegni, che gli aflègnaj & che non ha le radici notabili per l'ufo della Medicina , ma capillari, piccole, &di niuna forza ; &chc molti credono, che la radice del Calamo aromatico fia la ra- dice dello Schinanto ;& che altri tengono che la radice della Galanga fia dello Schinanto, con quel di più che nel luogo recitato fi può vedere. Il che cfCcr tutto con- trario potrà vedere chi è curiofb , & non affezionato co- fi per DELLO SCHINANTO. ,43 fi per via d'efpericnza , come per la riprenfìonc, che in doloro dà AndreaMatthiolo fopra il cap. 1 6. del hb. primo di Diofcoride j notando quiuii inanifeiti errori, che in ciò hanno commeflo;& rnoltrando,che non han- no intelò 1 Frati Diofcoride , ne guitato lo Schinanto^fo che fc l'hanno veduto, dee cflerc itato tanto vccchÌQ,chc hauca perduto l'odore , & faporc . De i medeiimi errori gli nota Amato Lufitano nel libro primo di Diofcoride alla narrationc ló.Dal che fi raccoglie la negligenza de Reucrendi Frati in quello cafo, i quali (benché fìano ri preti da altri , che hanno veduto , Se conosciuto il contrario) non patiscono orTefa nella loro dignità, & fapcrc . Et fé bene tutti i fegni di Diofcoride non., conueniflèroallo Schinanto > non refla perciò di ciTere quella, chefemprefu, & per tale lo chiamano, Se vfano i Medici famofi di quelle partij & il fiore chiamano Fo> ca, come s'è detto, & confeiTano quelli nomi eilcre Gre- ci , ad imitatione de i quali lo chiamano Schinanto, ef- fendo cfli Arabi, di natione . llcheèproua fìretta, poi che per ragione meglio lo doucano elh conoscere, che Diofcoride , ellcndo quelli di Mafcate per terra vicini a Meca . A quel che dice , che è Calamo aromatico , non ho che dire di lui, poi che lo Schinanto aflòmiglia il Qonco ; & il Calamo aromatico ha le fòglie , come l'A- coro j &il Calamo è molto più caldo, &i ha la radice molto maggiore i&k) Schinanto nafecin Mafcatc,co» me s'è detto j& il Calamo nell'India, donde lo portano per mcrcantia nell'Arabia , comealfuo capit. fi vederi* Tuttauia egli è ancor peggio a dire , che ila Galanga; poi che la Galanga nafee nella China , la quale per lo manco è lontana dicci mille leghe da Malcate-& nella radice & fiori i44 DELLO SCHINANTO. fiori fono cofidiucrfi, che non fi hadoue compararli , come nel capitolo della Galanga fi vederà dipinto, la quale nafee in Goafeminandofi, &c lo Schinanto nafee in tanta abondanzain Mafcate , come s'è detto, fenza fc- minare . Dal valor loro anco fi lafciano ben conofeere ; perche quelli che daranno Galanga, & Calamo per Schi nanto, reftaranno bene ingannati nel prezzo j poi che dal molto , che vagliono quefte due medicine , al poco che vale lo Schinanto , non è comparatione . Quelli poi che non fi contenteranno del vero, & non vorràno lafcia redi itar proterui nella loro pertinacia , ftiano nelle loro confufioni quanto vorranno. Ma chi vorrà vedere più chiaramente quanto i Frati al luogo citato fi fiano ingan nati circalo Schinanto, leggano , & veggano Amato Lu- fitano , & il Mattinolo ne luoghi detti , & vederanrìo la verità , tenendo lo Schinanto freico nelle mani . Dello Schinanto Galeno nel libro 8 . de medicamenti fempliei dice cofi- Scrigni anthos modicè calfacit,modi- ceq;ctiamadftringit, necplanèatenuitatis natura alic- nus eft. Quocirca his de caufis vrinam mouct, mélèsque ciet adhibitum fiue in fomentationem , fiue in potioné. Prodeft & iecoris <omachi,acventrisinflammationi- bus . Magis eo adftringit radix. Quod vero fior em vocar, .calidus eli : porrò in omnibus fui partibus,inalijs ma- gis , in alijs minus guftantibus apparet adftri- cìio . Proinde medicinis , qua; Hasmo- toicis , fiue fanguinem reijcien- tibus exhibcntur, commifee- tur. DEL- DELL'ALO!. C A P. XX v. '45 Loes, ò A loa, è Latino, & Gre- co; &gli Arabi lo chiamano Cc- bir. I Gazzarati , oc Decanini, Areaa. I Canarini(chc fono gli ha- bitatori allarma del M:re) lo chia- mano Otecomer . 1 Calligliani Aziuar.l Portoghefi Azeurc,ò Azc uar . Si fa egli del Cucco d'un'hctba , la quale è chiamata in Portoghefc Herba Babofa- Di quella herba è molta quantità in Cambaia, & in Bengala, & in altre molto patti. Ma quella di Socototaè molto più lodata, & è meteantia per Turchia, pet Perfia, per Arabia, &: per rutta l'Europa , & perciò lo chiamano Aloe Socotrino. Quefta ifola è lontana dalle bocche dello ftretto del Mar rollo cento & ventiotto leghe.; onde fi può dir che fia-. tanto dell'Arabia, quanto dell'Ethiopia; poi che ddlev bocche dello Itrctto vna parte è Arabia , l'altta Ethiopia; & non è quella doue fi fa , Città , come dice Andrea La- cuna ; ma tutta l'ifbla • la quale non haCittadi, mapo- pulationi con molti armenti . Non fi laitrica la terra per cogliere la lagtima, che ui cade , perche non è Città , ne nell'lfola Ci tt oua tanta politia . Nò fi falfifìca per la mol- ta abondanza , che in quell'lfola fi troua di-detta herba , ma per la poca diligenza , che i Negri di quella terra via- no nel lafciar mefcolatc dcll'altteJicrbe t che con quella-, chiamata Babofa fi mescolano nel coglierla • perciò non parcelle fiavnocofi buono come l'altro. Non fi creda, che fia migliore quello di cima, che quel dimezzo, &c peggior quello più fotto del fondo -t ne e pieno di arena, T fefi m 146 DELL'ALO E. fé fi fa con diligenza /perche tutto quello di quelli Ifola èbuono. Ne fi falsifica con Gomma Arabica, & Aca- cia, come dice Plinio , & Diofcondc ; perche in quella-, terra ha molto poca, ò niuna Gomma, & Acacia, fe- condo quello , che fi fa . Ma poria eifer , che detto Aloe fifalfificalTe in altra, terra : & non faalcaioiinome di chiamarlo iucca citrino, dicendo che per eilere dì Sòco- tora , è migliore ; perdici Pcrfiani , Arabi , & Turchi in Orm.uz(douelo. portano a vendere) fanno molto bene difeernere vno dall'altro. Et oltre lafamacommunc, in- formandotene molto bene il Dottor Orta da vn ricco mercante-, & buon letterato al fuo modo,chiamato Co- gcperculin(il quale nell'India feruia a quel tempodi Se- cretano a Gouernatori) come fi chiamaffe l'Aloe in Tur- chcfco,,Pcrfiano, & Arabcfcoj gli dille, che in tutto quelle lingue era nominato Cebar-, & fimilmente gli dilfe, che il migliore di nitriera quello di Socotora, &c che ne era in altre molte parti dell'India, donde lopor- tauano adOrmuz , & Aden , &a Gida j & quindi per terra lo portauano al Cairo , di onde poi eraportato in Alexandria per il Nilo ; &: che facilmente conofceuano i Mercanti quale era quello di Sacotora, & qual quello di Cambaia, & dell'altre parti. Etdapoi diquelto an- dando il medefimo Dottor Orta avifitare il Nizamoxa, eh'è vno de maggiori Re di Decan , chiamato Oniza ma- luco ; il quale oltre all'eiTcreletterato al ilio modo , tiene ancora prcilb di fé buoni Medici della Perfia ; della Turchia , a quali dà grandi entrate, & falari} : & da que- lli dice , che Teppe quefto più particolarmente ; & che gli diilero di più , che fi conofecua, & diftingueua quel- lo di Socotora -, perche in lui lì adunauano bene tutte le fuc DELLA LO E. f47 lue parti inficine, & nell'altro Aloe non faceuano per- fetta miflioneipcrciochc il fucco era di diuerfe herbe; &c che quella era cofa molto nota ; & che l'iftclTo Re ha- uca Tempre di quello condotto di Socotora. &cofinon fono due , ne tre fpecic , come dicono i Dottori , ma vna fola • & quello ha da intendere colui, che non vuole, che il luogo varia la fpecie , che folo ve ne è di buono, di tri- llo, & di fohìhcato . Di modo che ne anco l'herbe non fono diuerfe in bontà j perche ladiuerfità in bontà non fa , che le parti non fi mefcolino bene, poi che fono d'u- na fpecie ifieflà . Et che alcuni Dottori lo chiamino fuc- co Citrino,non è merauigha^perchc non hebbero la mi- ra, fc non al colore . Ma la verità è , che Ci chiama coi! . Quanto a quello,che dice Diolcoride}&: Plinio, che'l migliore di tutti è quello dell'India ; &c altri dicono, ch'è quello d' Alexandria -òdi Arabia, non fiintendafim- plicemente, che quello portato dall'India folle miglio- re, ma che prima folle portato da Socotora in India -y perche già ho detto, che portano Aloe di Cambaia, &. di Bengala ad Ormuz, & Aden,& in Giudea (come noi altri corrompendoli nome lo chiamiamo, pcrch'eiTìIo chiamano Gida)& tutto che ne poi tino fempre d'altre. parti, & che ne portino d'ogni guifa, tuttauia quel di Socotora è il migliore. Et quel che dice Mefue, chenc ha vno condotto di Sacotora , & l'altro di Perfia , & l'al- tro d'A rmcnia , &c l'altro d'Arabia -, in ciò diccmen ma- le de gli altri , perche tutto quello , che dell'India porta- no a Portogallo , è condotto da Socotora in India : &c quando dicono condotto d' Alexandria , intendali , che ne gli anni palTati fi portaua molta quantità di Droghe ad Or muz , &c di là a Bazora , & di là ad Aden , & a Gi- T z da,& i48 D E L'L1 A LO E. da,& quindi per terra con le carouane de Camelli la por tauano al Suez , ( il quale è termine , ò gomito del Mare) & ad Aleflàndm Porto del Nilo donde poi andaua nel- lcgalee di Venetia, per venderli , &corrrmunicarfi a tut- taT'£uropa . Et non perche in Alexandria vi fi trouaflc Aloe, perche quiui fi faccia, ne manco ha Riobarbaro in Alexandria . Mattheo Siluatico lo chiama Saber , ò Canthar , o Rcamal : Se Scrapionc Saber , douendofi chiamar Sebar: ma quella è colpa del traduttore, ò del tempo che tutto guaita & confuma rpcròegh lochiamo Sebar : & coli Ila nell' Arabico,Sebar. PrefTo a Filici dell'Arabia , & Perfia , & Turchia, iìvfa molto quefta Medicina; percioche fono elfi ìn- ftrutti d'Auicenna , ch'elfi appellano Abolahi , & da fuoi cinque libri de Canoni : & da Rafis , che chiamano Benzacaria: & daHali Rodoan, & da Mefue, tutto ch'e- gli non fia quefto che noi vfiamo. Hanno ancora tutte l'opere d'Hippocrate , di Galeno, d' Aditotele, & di Pla- tone , tutto che non le riabbiano cofi intiere , come fono nel fonte Greco. I Filici Gentili dell'India l'ulano an- cora nelle purgationi , & centra i vermi , & ne colliri j-} OC anco quando vogliono incarnar qualche piaga r oc tengono perciò nelle loro Spccierie vna Medicina chia- mata Mocebar,fatta di Aloe, & Mirra,la quale effi chia- manoBola : & quefta vfano molto per medicar eaualli, & per ammazzar i vermi delle piaghe • & però non è mc- rauiglia, che preftòdi noi fi chiami l'Aloe malamente Cauailino, come fcriue vn^auttore moderno , dicendo, chc'l più trifto fi confu ma da Malifcakhi . Ma l'opinio- ne del Dottor Orta , fi è, che l'Aloe chiamato Cauallino non fi adopri né per huomini * ne per eaualli , ma ben> del D E L L A L O E. i4J> del Socotrino . Di maniera che quello che dice Scrapio- nc per auttoritàd'Alganzi, fi deue intender, cheper me- dicar caualli,& piaghe fi può vfarc con manco fpefa il Cauallino . Jbt dice egli , che vn gran Medico Gentile dei gran Soldan Badur Re di Cambaia per medicina molto famigliare^ benedetta ptendeua pezzi delle foglie dcl- l'herba, della quale fifa l'Aloe, & cocendolicon Tale, dauadi quella decottione a bcuerefìn'alpcfo d'otto on- eie, perlaquale il purgauano quattro, ò cinque volte fenza n oleitia, ne danno alcuno: & io vidi vfar di que- lla decottione , che il Dottor dice, in molte parti dell'In- dia :& nel Malabar fi tiene per medicina molto fami- gliare , & fenza timore la danno a fanciulli , & a donne grauidc con quello ordine j Prendono fin'a treonciedi queita foglia , & fatta in pezzi , le pongono due dram- me di fai grolla, & a fuoco lento le danno vnboglio,& colata l'acqua, le pongono hVun'oncia diZuccaro, & la laf ciano tutta la notte al lereno , & la mattina ( cornea dire alle lei horc dopo mezza notte ) dannodi quell'ac- qua cofi fredda a quello, che vogliono purgare, & non lo laici mo doj mir fopra: ma fc vuol palleggiare per l'al- loggiamento , fa migliore efletto . Pallate tre hore dapoi tolto, prende quattrooncie di brodo di pollo con al- quanti grani di Maflici,& vn'hora dapoi mangia , & bc- ue il vino ben temperato : & trouaiì , che queito fa buo- no effetto. Si vana la quantità di quell'herba, & acqua, fecondo il loggetto che l'ha da prendere. & tanto è m vlo queita maniera di purgare per gente nobile, com'è an- co la Manna, & la Calila verde in conferuadiZuccaro, che per maraujgha non ne uogliono alcun'alrra delle no itre Specienc . Nella Città di Goa fi dà quelt'hcrba pe- to, IS* DEL V A LO E. fta,& mefcolata con latte a quclli,chc hanno piaghe ncl-' le reni , ò nella Velica j & a quelli che fanno renelle per via dell'orina . Si vfa anco l'Aloe nelle rotture de piedi de falconi (come nell'Europa fanno li Stroccieri ) & per maturir i Phlegmoni. Onde non par che'l Matthiolo Se- nefe dica bene , quando dice , che qucft'herba è più per vederli, che per l'ufo della Medicina. Viano i Medici Indiani di maturir i'apofteme calde con qucft'herba ar- rofti ta nella cenere calda , & pedata con buti ro j& fé vo- gliono maturirlc più tolto , le aggiungono fior di farina di frumento , & fungia di Porco . Antonio Mufa , & al- tri moderni dicono , che l'amaritudine manca a que- ft'herba in Spagna ; il che non è in quelle di quelle parti, le quali amareggiano moltojèV: tanto più, quanto più fo- no vicine alla radice, con vn graue odore in tutta, ben- ché nella cima delle foglie non ila punto amara. Quel che dice poi Antonio Mufa , che quel di Socotora è più amaro j èfalfo; perche tanto amareggia quello dell'In- dia , quanto quello di Socotora ; & quel di Spagna non-, tanto; benché in alcune parti di Spagna, & in molti luo- ghi di Portogallo ho trouato queit'herba tanto amarai , quanto quella, che hoguftato nell'India, & di coi! tri- llo, & peggior odore . Dice il Siluatico , & Plateario,chc tutte le cole amare quanto fono più amare, tanto fono migliori, eccetto i'AÌoe;& Antonio Mufa moitra di fen- tir'il contrario^ & a mio giudici© meglio; perche il fapo- rc amaro preferuada putrefattione, & fa altre buono operationi . Delle medicine , dou'entra Aloe , fc fi han- no da prendere a digiuno , ò doppo mangiare ; &: fé il ha da tardar troppo a mangiar dapoi, parla Galeno, év commanda , che fc ncjdiano cinquepiliole tanto grandi quanto DELL' AIO E? *5i quanto grani di ceci , perii dolori della teda . Et Plinio dice, che molto buona medicina; &chedapoi prelà, fra poco fpatio fi prenda il cibo; il quale ha da edere pò- co,& buono . Qucfta è molto buona prattica , & molto vfata da Filici Mori di quelle parti j perche eflendo l'A- loe medicina debole, non opera fé la natura non viene Fortificata, con vn poco di cibo molto nutritiuo,& mol- to poco in quantità j perche lo polla digerire , accioche fortificata faccia migliore cuacuatione . Paulo dice,, che fi ha da prendere digiuno, & riprende quelli , che lo danno dopo il cibo • perchedice, che corrompe elfo ci- bo . Ciafcuno di queiti ha delle ragioni dalla lua parte, & telli t & fi poflono tutti ben'accordare . Et perche è communcquedionefeil cibo fi ha da mefcolar con la medicina, ò nò^mi farà perdonatole ho parlato troppo fopra di ciò . Qued'herba non ha gomma, faluo che alcuna fiata ic goccia dalle foglie vn'acqua vilcofa, fa qual non fi vfa, né le ne fa calò . Dice il Ruellio , che le pillole di Rafis , che fi danno nella Pelte, compodc da Ruffo, portano Aloe, Mirra, Ammoniaco, &incenfo,& Vino. Dice di più il Ruellio , che non fa la cagione perche i Ma- hometani han voluto cauar l'Ammoniaco, l'Inccnfo, e'1 vino , & hanno aggiunto più Zafferano . Molti fono del- liferittori moderni cotanto aftettionati , che periodar & inalzar molto i Greci, dicono male de gli Arabi, &£. d'alcuni Mori nati in Ifpagna, & d'altri delCorazan>& della Pcrfia, chiamandoli Mahometani Barbari ; il che elfi tengono per lo peggiore epitheto del Mondo;& fpe- cinlmente gli Italiani hanno quello coftumc( non eden- do però Greci quelli, che al prefente chiamano Romei , ò Turchi), ij4 DEL L1 ALOE, ò Turchi) & benché non fi neghi la medicina di Ruffo effer molto buona , & quella ch'efli dicono; tuttauia le pillole di Rifis fono molto buone, Se da molti ifpcri- mentate : Se ìlZifFrano vi fi pone per e(Ter cordiale, Se ape-ritmo , Se per altre molte virtù ch'egli ha . Quanto aìli Romei , Se Turchi ( benché non fia quella quiftione medicinale) poi che il commune tiene quelli due nomi perfinonomi, penfando, che fignifichinovn'iftcfla co- la , fi hadalaperc, che fono molto diuerfi; perche i Tur- chi fono quelli della Provincia di Natòlia, Jaqual pri- ma fi chiamaua Afia minore ; Se i Romei fono qucUi.di Collantinopoli , Se del fuo Imperio, il quale è con- giunto con lei. Di quelli foldati bianchi Romei, & Tur- chi, vanno molti nelle guerre con i Re dell'India, Se mantengono tra loro la lor diuerfità ; Se dicono , che quando Conftantino lafciò Roma al Padre Santo, & vcnneaConftantinopoli, le fu dato priuilegio, ch'ella fìchiamaiTe Roma, Se elfi Romei. Or tornando allo Aloe, fi rifponde a quello , che dice il Manardo, Se al- tri moderni, i quali riprendono Medie, Serapione, Se Auiccnna ; perche dicono , ch'egli apre le vene , Se ch'è cattiuo contra le hemorroidi ; Se perche dicono gli Ara- bi , che mefcolato con mele, purga meno: Se perche af- fermano efler manco nociuo allo llomaco, che l'altre medicine folutiue.. Perla qualcofa il Manardo, & gli altri dicono, che non Solamente egli non aprel'hemor- roidi , ma che più torto le ferra , Se che allo ftomaco non fi può dire, che fia manco nociuo, anzi che li gioua mol- to , Se non gli fa danno alcuno ; Se che infieme con Me- le è più folutiuo , che l'altre Medicine folunue . La pri- ma cofaprouano per molte auttorità di Galeno , Se altri molti D E L L' A L O E. ,55 molti . La feconda premano per eflerc il Mele folutiuo , dicendo, che ducfolutiui purgano più che vno. Ri- spondendo alla prima, Antonio Mufa parla, come huo- mo lenza affettione, & concede clTervcro il primo che dice Mefue , & che apre l'hemorroidi , & che coli l'ha ifpcrimcntato molte fiate. Et dice il Dottor Oi ta , ch'an- ch'erto lo ifperimentò , & vide molte volte ch'egli fu ca- gione di gran dolori con flutto dell'hemorroidi , & che tutto ciò può fare l'Aloe con la fua amaritudine , apren- do le vcne,& ftimulando la virtù cf pulfiua ; & che a que- llo modo purga il fiele dell'animale porto nel ventre, ò nello mbilico, come dice Diofcoride, & Scrapione. Al ferrar delle vene , che prouano per auttorità , rifpon- deno con Giacopo de partibus , che riftringe & confon- da applicato di fuori, & apre prefo di dentro ; & che quello hanno molte medicine, le quali prefe per di den- tro, fanno vnaopcrationcj & applicate di fuori , vn'al- traj come la Cipolla,chc prefa di dentro, conieruaj& ap- plicata di fuori ^impiaga. Alla feconda , doue vien ripreio Mefue per dire , che purga meno con Mele ; fi dice,che poi, che ambidue fo- no folutiui il Mele, & l'Aloe -y il più folutiuo, ch'è l'A- loe, èopprerto & debilitato dal meno lolutiuo, eh e il Mele. Alla terza ( nella quale riprendono Mefue, per- che dice, ch'è meno nociuo alloltomaco, eflendocon- fortatiuo dello rtomaco ) fi ha da intendere, che confor- ta lo ilomaco per accidente , cacciandone li mali humo- ri fenza nocumento alcuno, ò con poco- & à qucfto mo- do fi hanno da intendere le auttorira allegate per lo Ma- nardo , & gli altri moderni . Con qucfto reftano difciol- tc le quiftioni , &: s'intende , che cofi come nelle prime V qualità, 154 D E L V A L O E. qualità ', ciò fono,caIdo jj freddo , humido , & fecco , il rimeflb in grado , ch'è manco caldo , rimette & indebo- lire il più intenfo grado, ch'è il più caldo ; cofi nelle fe- conde, e terze qualità, che fono purgatiuo, òdiureti-l co, ch'è quello che fa orinare j il più forte & intenfo, ch'è il più folutiuo , ò purgatiuo , fé fi accompagna con l'altro men folutiuo , vien indebolito dal mcn folutiuo j & cofi l'Aloe, eh è più folutiuo, mefcolatocol mele, eh e più debole folutiuo , diuiene in tutto manco folu- tiuo . Di quànaf ce, che più fi purga vn'huomo con dic- ci grani foli di fcammonea, che con cinque dramme di foluriui , Se vn'oncia di Caifia, & vna dramma di Reo- barbaro j doue entra più di dodici grani di Scammonea^ & quefta è cofa efperta , & la ragione è la detta . Quanto all'Aloe metallico , che alcuni hanno detto J che fi trouaua d'intorno Hierufalem , il Dottor Orta da fé, & io per me fteffo l'habbiamo cercato, & la verità fin - foora non fi èfaputa. & dimandando io di ciò in quel- le parti ad alcuni mercanti Indiani , & ad alcuni di loroj ch'erari Medici', & ad altri Speciali , & figliuoli di Spe- ciali, & ad alcuni Lapidarij, chediceuano eflcre dclli habitatori in Hierufalem , tutti ad un modo diccua- no effer cofa ridicola , ne mai ritrouata in tutta Pa- leflina . Quanto al modo di purgar con lui di que' Medici In- di ani , cidi ne danno le pillole con quell'ordine , che noi altri le diamo in Spagna , & la beuanda anco come noi, nello (puntare l'alba del giornOj& fanno ftar fenza man- giare y ne bere , né dormire cinque hore j & fcinquefto tempo non fa opcratione, danno per confortare lo fto- rnaco , d'ordine d'Auicenaa , due dramme di Mattici disfacci D E L V A L O E. t55 disfatti in acqua rofa,& gli fan fregare il ventre con fiele di Vacca, & gli fin porre (òpra l'oTibiluo pezze di tela bagnate nel med ci imo fiele, per mouerli il corpo, &c ftimularc la virtù efpulfiua , ledi quelto è bifogno. Et fcfipurgarannobene, pallate ledette cinque hore, gli fanno bere treoncic di brodo di pollo molto ben tem- perato , & altra cofa non mangiano; & dormono qual- che poco i & beuono qualche poco d'acqua rofa ; & da- poi che h inno dormirò, fbghono purgarli bene. Etdi- cono,chc quella buona operatione li fa per fortificarla natura, & la virtù col brodo, col Tonno, & con l'acqua rofa j &c che fc fi mangiaflc moho , farebbe occupata nel digerire, & non purgatebbe tanto. QtJcftaè lapratti- ca più commune de Filici letterati di quelle parti. tt non e quella loro prattica fenza ragione ; perche il fie- le è folutiuo perdi fuori mordicando la virtù efpulfiua; & quanto al non mangiar carne , egli è vn'efpreiTo tefto d'Auicenna, nel quale dice, che quello che hadatoirc medicina, deue torla molto per tempo la mattina, & tardare il cibarli- & pallate tre hore, prender quattro on- ciedi pane con vino, & poca acqua-, & fei hore dai oi entrar nel bagno , & vfcitone itarfì in ripoio- &dapoi mangiar quello che fha bene. Queftoèil teito d'Aui- cenna tradotto in Spagnuolo, benché le vlrime parole fiano nel tefto del Bcllunenfe. Donde d comprende, che 1 Filici Mori non hanno quella vfiinza , & prattica^ fenza auttorirà , né manca di ragione la loro operat;one} tutto che Mattheo de Gradi efponga quello idlo ad al- tro modo, applicandolo {blamente alla Sciatica. Ma> faluo miglior giudicio, fi può applicare in molte infer- mità . Quanto al bagno , benché lo facciano , non è pc- V x iòne! ì56 DEIL'ALO E. rò nel medefìmo giorno , ma l'altro dapoi. 11 qual ba- gno è di comandamento a Bragmani , Se Baneani , & a tutti i Gentili , che niun giorno mangino , fé prima non iihannolauato, ò bagnato tutto il corpo: &iMori li lauano, effendo fani,almena ogni tre giorni . Nell'anno del noftro Redentore Giefu Chrifto millecinquecento feffantanoue ( ftando io nella Città di Santa Croce di Cochin per Medico dell'Ho! pital Reale del Sereniamo Re di Portogallo con falano) cade il Re di Cochin(Géti- le Bragmane , & frate! d'armi del Chriftianiflimo Re di Portogallo) in vnagraue infermità di febbre Continua, la quale gli foprauennc,eiTendo molto debole, 5d confu- mato per i'ulo Venereo j & volendoli egli medicare per le mie mani iolamente fenza interuento de fuoi Medici, nella prima vifita, che gli feci ,. fece patto che io haueflì riguardo come lo medjcafiì; percioche, fé ben gli co- jftailè la vita , nonhaueria perciò lafciato di lauariì ogni giorno. Del modo con che locurai,&fanai&di quel- lo , che lucceffein cotakeura (perche in altro luogo più proprio a queftamatena {pero di dirlo ) fi tace per hora. Quanto alla pianta dell'Aloe , benché Diofcoridela dc- fenua nel libro teizo -y & che nella figura non ila diuer- faincofa alcuna da quella, che nafee in tutta l' Alla, & nell'Arabia, da quella che nafee in Roma, & per tutta Italia, & in Ifpagna , tuttauia , perche non reftì quell'o- pra imperfetra.dclla f uà figura j la dipingerò qui . Que- ft'herba con la tua radice foghonoi popolari in Ifpagna fofpendcre per le caie , credendo, che le preferui da fp aiti maligni, & da fattu re •,& è tanta la fuahumidità vifcofa, che tutto l'anno fi fuoleconferuar verde, &c in vigor e^onde alcuni la chiamarono Sempreuiuo marino:; &i. D E L V A L O E. iJT Sci Catalani, Azoucr ; gli Italiani, nerba di Aloe; I Francefi , Pcrroquec , 6\: Alocs- 1 Todcfchi, Biter Alocs, ouer Alepatick • l Greci , Aao» . Il migliore Aloe è quello di Socotora , il qual fi cono- Ice dalla buona mefeoianza di tutte le Tue parti infieme ; percioche l'altro non moitra coi! buona minzione, come fi è detto. Il migliore adunque è il più chiaro , &piu vnito, il più libero d'arena, & da immondicie, il più co- lorito, & lucido, il piufimile a color di fegato, quel che W rompe con più facilità, & più tofto fi disface in_r liquore, & finalmente quello, ch'è più amaro al gufto. Tiene l'Aloe facoltà contrarie , è caldo nel primo grado intenfo, ò nel fecondo rimcilo, & fecce nel terzo . Per la qual coia non pare a Galeno di darlo a vecchi fenza., notabile neceflirà, nèagiouenieftremamente caldi, & lécchi , faluo fé in loro non fòprabonda molto la colera ; perche confuma, & difecca quelli Se quelli notabilmen- te : & per eflèr amaro, è infieme altri ngente.Riftringo, ferra, & reprime ifluffi del fangue- diilècca le piagno maligne , & conrumaci j difleccaòi condenfa i corpi; falda le ferite frefche ; incarna le piaghe principalmente de membri genitali j &c riduceinfìcme i preputij de' fan- ciulli aperti . Mefcolato con fapa , fana le Poftcme,. & le fitlure del federe . Reprime l'ufcita dell'hemor- roidi-& leua le vnghiCjChefoglionofoprauenire àgli oc- chi. Incorporato con Mele, rifolue il liuore, &cauirà degli occhi^ mitiga le rugole infiammagioni , che fi ge- nerano negli occhi, & moderai! pizzicore de cantoni de gli occhi . Applicato con aceto, ckogliorofato foprala fronte, & le tempie, leua il dolore della reità j & con vi- no, mantiene i capelli, che cadeno. Gaigarizatocoru mele. ,5g DELL'ALOE. mele 8c con vino ,è vtile , alle infiammagionidelku, gola y alle gingiue; & a tutte le parti , che fono den- tro della bocca. Applicato con fiele di Toro, & ace- to (opra l'ombilico , vecide &c difcaccia tutti i vermi dei ventre . Tutte quelle virtù ha egli applicato di fuori» Prcfo poi per bocca, foiue il ventre, & apre le hemonoi- di, tirando à quelle glihumori colerici, & acuti:& è Me- dicina molto amica , Se grata allo ftomaco; perche lo purga fenza alcuna violenza, & lo libera dalli humori uifcofi& groflì , che fono attaccati alle fue toniche, cuacua vniuerfilmente la flegma , & Iacolera ; & beuu- toncvna dramma con acqua di Aflènzo, vecide & di- fcaccia i vermi del corpo . Beuuto al pelo di tre obo- li, ò di vna dramma con acqua, cacciala ittentia. Si fuol darne,perchc purghi perfettamente , tre dramme ; & meicolatocon l'altre Medicine folutiue, fa chenon offendano tanto lo ftomaco . L'Aloe lauato è manco fo- lutiuo, che l'altro; ma purga lenza mordicatione alcu- na . Mefcolato l'Aloe con Mirra, preferua da corruttio- jie non 10I0 i corpi viui , ma i morti ancora . Leg- gi Diolcoride nel libro terzo al capitolo z 3. & Galeno nel libro 6.de lem pli- cimcdicament^&nelljbro g. della compofltione de Medicamenti fe- condo i luo- ghi» ALOE. ALOE. M* uà D E L L' A M B R A; C A P. XXVI. E j. L* A M b R a fa il Dottor Gar- da di Orta vn capitolo nel fuo li- bro , delle cui parole ponerò qui quelle , che fanno più al cafo . Ara- bar delli Arabi , & da Latini Am- barum, è nome molto volgare nel- la maggior parte de linguaggi, Se queI,doue variale molto poco}& la ragione che rende il Dottore, per la quale fia queltonomc quafi loifteflòin tutte le lingue j (ì è , che ci fono alcuni nomi, che non fi variano ,& fé fi variano, è molto poco, come è l'Ambra, l'Arancio , & il Sapone . Alcuni dittero, che l'Ambra era /pernia diBallena. Altri affermarono eflcre fterco di animale; di Mare, ò fpiumafua. Altri dittero effer e fonte, che forgeua nel profondo del Mare ; & quefta è la opinione più accetta- ta. Auicenna, & Serapionc dicono, cheli genera nel Mare, fi come fi generano i fonghi nelle pietre , & ne gli arbori • & che quando il Mare e tempeftoio, getta fuori da fé delle pietre, con le quali vien'anco l'Ambra. Que- fta ragione viene anco admefta; perche quando foffia> molto il Leuante, getta il Mare da fc molto Ambra a Coffala, & alle Ifole del Comaro, & di Angoxa, &c a Mozambiche, & a tutta quella colta ;perciochclo man- dano da loro le Ifole di Nalediua . Quante , & quali fia-- no.qucfteIfolediNalediua, & perche fi chiamino cofi (poi che non fa al cafo in quefta materia, & i curiofi han- no ftampe a baftanza , nelle quali lepoflono vedere ) la- feio di dire aìprefentc . Dicono di più Auicenna , & Se- rapione, DEL IMA MB R A: ui rapionc, chcvnpcfce chiamato Azel alcuna volta in- ghiottì qualche quantità d'Ambra , &che mangiato, iubitofenc muore, cVcchc dapoi morto andando fopra dell'acqua, gli huomini di quella regione lo tirano a ter- ra^ apercolo,gli cauan fuori del corpo l'Ambra,ilqua- le non è buono;&: fé qualche parte di quello è buono , è quello che fi ritroua più predò alla fpina;& che quello è buono & puro fecondo la quantità del tempo, che di- morò nel ventre, ò d'intorno alla fpina . Qjielìa è cofa fauolofa , a quel, che fi vede ; perche non fi troua cotal Ambra, & anco perche gli animali irrationali per in- ftinto*naturalc cercano i cibi, che più loro conuengo- no, &non quelli che fono loro velenofìj eccetto che quando fono mcfcolati , oc che inileme col buono , in- ghiottano il velenofo , etme fogliono i ratti effer ingan- nati con rifagallo mefcolato con altro cibo , ch'elfi man- giano j onde col buono prendono il reo . Per la qual co- là non fi dee crederc,chc'l pefee cerchi l'Ambra per veci- derfi . & cifendo l'Ambra cofacofi principalmente cor- diale ; feilpefceloinghiottc, & perciò ne muore ; de- ueeflèrcilpefccinfe molto velenofo. Quefte ragioni , benché non concludano come dimoftrationi, almeno fono pefuafiuc . Notabile errore co mmeflè Auerrois, dicendo , ch'era Vna fpecie di Canfora , la qual nafee nelle fonti del Ma- re , & che nuota fopra l'acqua , &: ch'è la migliore d'ogni altra , la quale in Arabico il chiama Afcap ■> & i Filici di quelle parti dicono , che non fanno che vi fia cotal cofa . Et riprendendo i'Orta Auerrois di coi! grande inganno, & errore , & di cofa cofi indegna d'un fi buon Filofofo , lo riptoua co due ragioni j l'una perche dice effer la Can- X fora i6t D E IL' AMBR A. fora nata nel mare; & perche la Canfora è fredda & Ice** ca nel terzo grado, & pone l'Ambra caldo & fecco nel Ce* condo . Onde è manifeito , che non fono comprefi fot* to d'un genere . Et coneludendo dice, che coli come nek le terre ne fono alcune róde come la Rubrica s & Bolo Armeno \ & alcurialtte bianche , come la creta ; & altre d'altri colori; colinone inconuenientc, che fi trouino terre, ò Ifole della mede/ima maniera dell'Ambra j & quello ò ila la terra fungofa , ò d'altra guifà . Et che ciò iia la vedrà, fi proua per la molta quantità che. d'elfo ri* forge , perche già fé n'è veduto vn pezzo grande quanto vn'huomo ; & vn'altro fc n'è veduto di nouanja^ahni lungo , & dieci otto largo . Similmente dice , che alcu* ne perfone affermarono , che andando per Mare troua* rono vn'Ifbla di Ambra , & facendole vn legno , torna* rono alla terra onde fi eran partiti per prouederlì di Na* uilio,&di vettouaglie, & quando ritornarono a cercai l'Ambra , nonio trouarono. Dicono che nell'anno mil* le cinquecento cinquantacinque fi trouò oltrailcapodi Comorin vn pezzo d'Ambra , che pefàua d'intorno 4 trenta centenara , & penfandofi colui che lo trouò > efee folle pece liquida , lo diede per buon mercato j ma cam- biandoli in molte mani , ritornò fui fuo primo prezzo evalore ; Sila parte doue fi trouò eraa fronte deli'ifola di Nalediua . Dicono ancora , che fi trouano bene fpc£ fo attaccati nell'Ambra becchi di Paflère, & cappe di Mare , & altre cofe x che fé le attaccatiano , & che il più netto,è il migliore . Oltra l'Ethiopia fi troua Ambra in Timor ,, & nel Brafil ,, & inSetubar in Portogallo , Se in Peniche,&in altrcpartifeneharitPouato,béche in poca quantità. Se ne tròu a ancora alcune fiate in. Baiòna*a\ Gafc DELL'AMBRA. i6j Galicia , & in Baiona di Francia . Quelli , che vengono dalle Indie Occidentali , dicono , che fi troua Ambra nella corta della Florida , & dicono noneiTcrc fpcrma,nè Aereo di Balena ; perche la Balena , e'1 Aio graflb è di molto mal'odorc , & molto diuerfo dall'Ambra ; & che anco in molte parti fi ritrouano Balene , & non Ambra ; & che in altre,doue non fon Ballcne , fi ritroua alle fiate dell'Ambra . Si proua che no n ila Schiumai perche doue folTero pietre intorno , & nel fondo del Mare , fi genere- rebbe da' veti la fchiuma.De Greci foli Aetio , &C Simeo- ne parlarono di qucfto femplice . La miglior Ambra è quella,ch'è leggiera di pefo , & di color berrettino -, ouer cmella,che ha vene bianche , & berrettine ; & quel!a,che poftoui vn'aco dentro, rende fopra la punta più oglio , è migliore . Il Lacuna dice , che quello che tira alquanti* al giallo, &è d'odore dilicato, &c quello, che tutto fi disfa , & fi mefcola con facilità , è il migliore ; & quan-? to è più negro , è peggiore. Quello , che dice Serapio* ne , ch'è molto trifto , è bianco come ouo d'oca; ma non fifa,chefiritroui cotai Ambra, fé non fofTè fofìfticata congedò. Il Mattinolo nel primo libro di Diofcoridc fa tre differenze dell'Ambra. HMinardo ficontradicc, dicendo nell'Elettuario de Gemmis , che l'Ambra è cola nuoua , & che non lo apprezza tanto quanto colta : &c nello clcttuario di Ambra dice, che la fua compofitionc ■è molto pretiofa, la quale egli vfaua molte fiate nelle donne ,& ne' vecchi . Nel che pare chiara lacontradit- tione di quefto Dottore , dicendo neli'Elettuario de Gemmis, che non vale tanto, quanto corta; & in quel- io dell'Ambra lodandola . Quello che dice Serapionc l che molto nevienc dalle terredelZing, s'intende dalle X t parti i*4 D E L L'AMBI' A. parti di Cofala, perche Zing, ò Zang pretto a Perii , & Arabi vuol dire Negro \ & perche tutta quella coda del* l'Ethiopia è de Negri i lachiama Serapione delZing. Et anco Auicenna fa mentione di quella diMehnde, chiamandola * Imendeli ; & quello che chiama Sclachi- ticù, viene dall'efler di Zeilà la quale è una delle più bel* le ifole del Mondo,comc in altro luogo fi è detto,& po- polata di molte Città. Etbéche vi fiagran quàtiràd'Am? bra in Cofala, & nella corta dell' Arabia,tuttauia la mag- gior quantità è nella colla dell'Ethiopia. Vfano gli In- diani , & Mori ricchi n cito l'Ambra ne* cibi come Medicina,conformi ad Auicennaj& tra quefti tanto più vale l'oncia,quanto è maggiorcil pezzo . Et benché pred fo a Mori, & Genti vaglia molto l'Ambra, tutrauiapref- fo a Chini vale molto più , & tanto, che nella China vrt pefo di venti onde afeefe a prezzo di mille & cinquecen* to ducati: ma hora vale molto manco per la quantità che ne hanno portato , & portano i Portoglieli. Quelli Chi? ni lo (limano- molto , perche l'hanno per buono per Io euore,perloceruelIo, & perlo(lomaco,& per l'ulo del- le Donne. E' l'Ambra caldo e (ecco nel fecondo grado-, & Amato col teftimonio d' Auicenna di.ce,che caldo nel fecondo, & (ecco nel primo. Forti fica il cerueilo,& il cuo rx> confortai membri deboli;a(Iòrtiglia l'i ntelletro,viuÌT fica i fetJtimenthreftituifce la memonajallegra i malinco nidi difoppila lamatricesgioua il (uo profumo allo fpa- fimo,& paralifia, & mal caduco ■■> corregge l'aere peftife- ro ; &c è di molto beneficio a vecchi , & a freddi di com- piendone. Quegli che defid era intendere piùparrico'ari- tà , leggali Dottor Manardes nellalcconda parte dclfii© . > DEL- 15$ DELL'ARBORO TRISTO. GAP. XXVII. Asce vn'arboro in alcune parti dell'India, principalmente nel Ma labar , doue ne ha moka quantità, il quale è della grandezza, &qua- li della f embianza almeno nelle fo- glie del Pruno, ò Armcniaco. Olia mafi queft'arboro in Canann , Pa • rizataco.In M 'laio,Singadu &c 1 Portoglieli , lo dimada- no Arbol trifte;& in Arabico,Guart.ln Perfiano,&: Tur- co.Gul.ln DccaninjPul.Qucito arbore fa molti rami iot tili , & diuifi pei ordinccon nodi da vno /patio ali'altro, & da ciafcun nodo efeono due foglie, vna per ciafeuna parte, d ila gradezza dalla foglia del Pruno, ò Armenia- co molto 1 fcia come quella dalla Salma dalla parce di fuori, & coperta da vn pelo bianco;& dalla parte di den- tro pm verde,& qualche poco alpra, & non tanto taglia- ta all'in tornOjCome quelle dell'Arni eniaco nècon tate ve ne.Elcc da ogni pie di foglia vn picciuolo con cinque ca- pitelli piccoli nella cima, & ogni capitello ha quattro fo glietre piccole d'intorno, & fuori d'ogni capitello cleono cinque fiori, vno per ciafeuna foglia, & l'altro nel mez- zo,iquali di giorno (tanno molto chiufi & raccolti;& fa- cendoli notte , fi aprono. Quelli capitelli mandano fuori da fc alcuni fiori bianchi molto belli, della gran- dezza, &c fembianza del fior dell'Arancio, ma fono pm fotti li , più belli, èkpiu odoriferi. Il pie di quello fiore è più rollo, che giallo ; &ferue quello pie in quelle par- ti per tingere con eflòil brodo, come fi fa col ZafTrano ordinario. Tienfi dalle genti del Pa eie per cordiale; ma - . èva xU DELL'ARBORO TRISTO, è vn poco amaro , ch'io lo guftai colto dall'arbore , & nel mangiare fempre gli fi troua quel poco di ama- ritudine. Sono quegli Indiani molto fauolofi, & fan., profeflìoncdicomporfauole, & parlare con metafore^ Se di queft'arboro dicono efli, che già fu vna donzella molto bella, figlia d'un gran Signore, chiamato Pariza- taco ; & che quella dongella fu innamorata del Sole , i{- qualc la lafciò per amor d'un'altra ; & ch'ella in difpctto del Sole II veci fé, &ei!endo abbrufeiata ( com'è lorvfo) che della ma cenere fi generò quell'arboro; perla qual cagione i fuoi fiori abhorriicono tanto il Sole , che gia- mai alla fua prefenza non appareno . Egli è cofa certo di gran piacere a vedere qucfto frefehi-flimo arboro di not- te tutto pieno di detti bclliflimi fiori con vn'odore tanto foaue , & grato , che certo al mio parere tra tutti i fiori , ch'io ho odorato , niuno (e le agguaglia , principalmen- te entrando difubito,dou'è l'arboro ; perche dapoi che fono toccati con la mano , odorano poco i & ftando co- fi fiorito, & frefeo tutta la notte, al nafeer del Sole nò fo- lamcnte cadeno tutti i fiori in terra fenza reftarne alcu- nojma l'arboro ancora, & le foglie paiono reflar langui- de , Se quafi feccho . Il frutto di detto arboro è della grandezza d'un Lupi- no, & di color verde chiaro , fatto in figura d'un cuore/, con vna diuifion nel mezzo per la lunghezza , con la quale quello frutto fi congiongej &in ciafeuna di det- te parti ha vn ricettacolo, nel quale fi ferra una femen- za della grandezza della fèmenza delleearobbc fatta nel- la medefima figura di cuore . Quefta femenzaè bianca , Se tenera, coperta da vna pellicciuola verde chiara, èi fapore alquanto amara . Dicono i Medici Gentili , che l'ufano DELL'ARBORO TRISTO. ,$7 l'ufano nelle Medicine confortatine del cuore . Molti Vice Re dell'India, &: Capitani, & altre per fone par- ticolari, tentarono di condur detta pianta in Portogal- lo, ma non vifTe in naue. Et alcuni altri colfcro la Te- menza a buona ftagione, &Ia portarono in validi ve- tro ben chiufi, Se in vafi d'argento , & di legno,& d'altro per feminarla; il che fecero con ogni diligenza ; ma non nacque in Portogallo . Nel Mala- bar , & in Goa, & nel fuo contorno na- ice di modo , che ogni ramo di detto arboro, che fi pon- ga in terra, appren- de bene. AMO- t5g ÀRBORO TRISTO. 169 DELDAMOMO. CAP. XXVIU. ' Tanta la diuerflrà delle opi- nioni, che fono (opra l'Amorno, che benché io hahbi a tentato di faperne la verità i tuttauia per non ellcrnc molto certo , lai cieronne il determinare a miglior giudicio del mio : & quel ciancio che ardi- rà di concordare qucllo,che dell' A memo dice Dicfcori- de nel primo libro al capitolo 14. & il Dottor Lacuna-, nella Tua efpofirione ; &: il Mattinolo Senefe (oprai! mc- defimo capitolo ; & Amato Lufìtaro (òpra il mede/imo alla narrationc 14.& Serapionc,e'l Fucino, & Gslcno nel libro ó.defemplici medicamenti , & altri, con quello, che ne dice il Dottor OrtaJiuomo degno di credito, non fata poco . Il quale dimandandone ad vno Speciale Spa- gnuolo di linguaggio, ma Giudeo per falfa Religione, che dille eiTcr di Hierufalé, che gli dicellè, ciò ch'era l'A- morno; detto Speciale gli rifpofe^h'era Amama in Ara- bico, che vuol dire Pie di Colombo ; & ch'elio io cono- fceua molto bene, & lo hauea nella fua terra. Dapoi quello feppe egli da Fifici del Nizamoxa, che non fi tro- uaua in quelle parti dell'India; ma che tra l'altre medici- ne, che portauano al Re di Turchia, & della Perfia, & Arabia , gli portauano l'Amomo ; & che glie ne diedero vnamoftra, la quale egli portòaGoa; & inoltrandola^ alli Speciali, tk. comparandola con le deferittioni di Diofcoride, parcuaatutti conforme alladefcrittionc; &chefi (ìmiglirmaalPièdi colombo ; &cheper Iaderi- uationedeinomePièdi Colombo, era Amomo preflò Y d'Auicenna. i7o DELI/AMOMO. d'Auicenna . Et vn Bragmanc Medico in Cochin mi affermò il medefìmo , dicendo , ch'era vero quanto il Giudeo hauea detto , che Amama in Arabico era Pie di Colombo , &c ch'egli me ne farebbe haucrc da vn'altrofuo fratello gran Medico, & Cirugi- co,iIquaI viueua in Chaul, & face- naia compofltion della Theria- ca contra veleno . Et pcr- ch'egli poi mai non me la diede, ne io altro- UC; non la vidi, non la deferiuo qui. DE* DO- «7i D E' D O R I O N I. C A P. XXIX. N o frutto hauc in Malaca tanto fapo- rito , & odorifero , che vince il fapo- re, & odore di tutti gli altri frutti , che fono in quella terra , i quali fono mol- ti , & buoni ; il qual tutto che non fiso pervfo della Medicina > tuttauia per efler coli buono , & per farne mentione il Dottor Orti nel capitolo della Datura,fc ben egli non lo vide, mi lon mono io come teftimonio di veduta , a parlare di lui , Se adifegnarlo. Chiamafi queftofrutto in Malagio(ch'è la terra dou'egli iì troua ) Duriaon , & il fuo fiore Buaa, &l'arboro Bataru. E* qucft'arboro molto alto , & molto grande;& il fuo legno è molto robufto , & maflìccio , & la feorza è grof- fa,&fofca. E'arboro folto di molti rami, &di molti frutti, il qual chiamano Duriaon; & dicono gli huo- minichelo mangiano, che precede ad ogni frutto del mondo nel fapore . Et è in tanta buona opinione preffo a quelli di gulto dilicato , che par loro non efler poflibi- lc a fàtiarfi di lui ; &: però gli danno moki titoli . Io vi- di alcune ftanzeferitte infila laude per vn difereto Poe- ta , & tali , che fé fi poneiTcro qui , piacerebbono a cui le leggeflo. Qucfto frutto è della grandezza d'un'ordinario Mel- lone. Ha la feorza molto grò (Ta, tk tutta piena d'alcu- ne punte piccole ; &: grolle , le quali pungono come (pi- ni . Il fuo colore di fuori è verde , & fa alcuni fegni da^' vna punta all'altra a modo di Mellone, &: apertoci fi ve- de di dentro alcuni appartamenti per lungo, inciafeu- Y z no de* i7i DE DORIONI. no de'lquàii ha tre Se quattro Celle, ò appartamenti , den- tro de' quali fi ferra per ciafeuno vn frutto molto' bianco , come capo di latte , della grandezza ciafeun di loro d'un'ouo di gallina . Il mangiar di qucfto frutto è come il mangiar bianco, tuttauiapiufaporito, & più odorifero \ non è cofì molle , ne fi attacca alle ma- ni . Et fé alcuni ài detti frutti non fono di dentro mol- to bianchi •; ma gialli ,ciòauiene, perche fono putrefat- ti , ouero che fono flati tocchi dall'aere, ò dall'acqua. Ggniuno di detti Dorioni ha quattro frutti ; & quelli che ne hanno cinque ,. non fono buoni 7Sc quelli, che ne hanno tre, fono migliori; & quelDorione,eheha qual- che rottura, ò fiilura,non viene comprato; perche è cat- tino . Et è tanta l'abondanza di detto frutto in Man- iaca, che vagliono l'uno quattro Marauedis principal- mente il Giugno, Luglio , & Agofto; perche ad altri tempi fogliono valere fecondo che gli flimano :& nclli appartamenti , che fono in ciafeun di quelli , non.paflàr no i frutti che dentro del pome fi ferrano, il numero di venti . il fiore è bianco declinante al giallo; & la foglia è di lunghezza di mezzo palmo, aguzza, &rileuata, Se intagliata tutta attorno di minuti tagli , &c diduediti &C più nel largo?. Di fuori è quefla foglia verdechiara ^òcói dentro verde feura declinante al rofTo> & ciafeuno di det- ti frutti che fono nel Dorione ha dentro vn'oflò delia grandezza dell'olio del Pertico, ò del Nofperfico non ri- tondo, ma al quanto più lungo . Il faporedi quello o£ fo è molto infipido .. &/ì ftringe nella gola come le Ne- fpole verdi , & non il mangia . Quefto frutto fi rompe co' piedi quando fi vuol mangiare, per cagione de5 fuoi fpini , E1 caldo& humido , & molto facile da digerire. Et è DE' DORIONI. i7$ Et e cofa da marauigliarfì della grande inimicitia,che ha- il Betele col Dorionc; la qual è tanta , che fc in vna borfa pienadiDorioni,òirivnàcafa , doutfiano, o in altro» luogo doue fi crouino , faran polle alcune foglie del Be- tele ; fi corrompono efìi , & fi putrefanno tutti , & a chi ne mangia molti, fé egli fi fente infiammato per loeccef- fiuo loro caldo , col metterfìfopra lo itomaco vna foglia di Betele 5 cella il rifcaldamento , & il trauaglio di fubi- toi&fc mangiano (oprai Dorioni alcune foglie di Be- tele, permeiti che ne mangino, non genera mokftia, ne rifcaldamento alcuno. Et quella è vna delle cofe oltre il fuoloaue faporer perla quale dico- no,chc l'huomo non fc ne può f atiare 3 &: quegli huomini, che non ne han più mangiato , i primi che odorano, par lo- ro od ore di Ci- polle gua fte; aia guidandoli, non mangiano altra cofa, che meglio lorfappià, &: pa- ri odora- la, DORIO- «74 DORIONL «75 DfiLL'AN AC ARDO. CAP. XXX. 'A n AC ardo chiamato da gli Arabi Balador , & dagli Indiani Bibo , & da' Portoghcfi Faua di Malaca ( & del quale parlò il Mat- thiolo nel primo libro di Diofco- ride al capitolo 141. facendolo cal- do & fecco nel fin del terzo corro- fiuo , & vclenofo ) è vn frutto molto communc, &c del quale è grande abondanza nelle più parti dell'india, &' nelMalabar. E' molto limile alla Faua. E verde chiaro quando e frefeo , ma quando è (ceco fi cangia in nero &: lucido . Ha dentro di le vna medolia fìmile alla mando- la , & tra la medolia bianca , 5c la feorza negra ,, ha vn'ò- glio molto corroiluo. Qucfto frutto pofe Auicenna, &Serapionc'traì veleni; & il Matthiolo ncLlibro 6. di Diofcoridc al capitolo 5. commemorandolo per veleno, dice quefte parole; Gli Anacardi adunque quando il bc ■ » uono , oueroil mangiano, fannonon poco incédio nel- > la gola, & nel gorgozzule , & coi! parimente nello ito-, maco infiammando tutto il corpo , &c generando la feb- , bre . Caulàno oltre à ciò paraliila in alcune membra del , corpo, & corrompono l'intelletto; pcrciochccon Tee-, cefliuo calore, che pofleggono , abbrufeiano l'humore malinconico. In tutto il Malabare fi coftuma coLfuc- co di qucfto frutto fecco far piaghe, &: abbrufeiar la car- ne in luogo di Cauftico. Mettendo di qucfto fecco nel- le cauerne de denti putrefatti , gli corrompe, & ardev, & gli rompe tutti in breue tempo ; &fcfi rompe det- ta frutto con la bocca , la punge 64 arde .Scruc anco- ra que- ìji DELL' AN AC ARDO. raqueitofuccode'1'Anacardo fecco rnefcolato eon cal- cina per vergar i panni di gottone, &; le altre cofc, le quali voglione fegnare ; perche li fegna coli forte 3 che per molto che fi laui, non (e ne puòleuarpur'un poco 4per forza, fé non col fuoco. li Dottor Orta dice , che l'Anacardo e frutto Medicinale^ Se che vien'ufato iru -quelle parti in infufione di latte, per l'Alma, .& contrai vermi ;Se che fi mangia fatto in cqnfcruadi fale; Se fi vendeordinariamentene' mercati, come in Ifpagnale Oliue . Poi torna a dire , che quando è fècco , fi feruono di lui in luogo di cauftico , Se per medicare le Scrofole .. Non gli piacciono anco -quelli, che io fanno caldo , Se fecco nel quarto , ne quelli , che lo fanno nella feconda parte del terzo ; dicendo \ che frefeo non è cofi caldo , Se fecco non è ìagioncuole ch'egli fia tanto caldo, come l'altre fpecierie . Quello, ch'io ho veduto di queito frut- to, fi è , che mentre è frefeo , porto in conferua di fale & acqua per molti giorni,come fanno in Ifpagna delle Oli- ue ; fi vende fu i mercati, & fi mangia non folo da fc, ma per appetito , meicolandolo con Rifo cotto , come fan- no del frutto chiamato Manga, Se d'altri molti frutti, che fono acri di fapore,li quali fbgliono mangiare col rifo , Se ad altro modo non fi mangia . Quando poi egli è fecco , benché prefb tutto inlieme corroda , Se abbru- feiaituttauiaciononfa tanto con l'altre parti, quanto con i'ogIio,ch'egli ha tra la feorza , Se la mandola , prefo folo, ò applicato da iè. Alcuni gli ieuano la feorza di fopra. Se nettata la mandola dell'oglio, ch'ella ha fopra di (e , gli Ieuano un'altra pellicciuola , con la quale fi co- pre quella bianca mandola, poi la mangiano perbcuc- re. Io guflai di queito frutto verde polio in conferua, &la DELL'ANACARDO. i77 Clamandola fccca; ma ne all'uno, ne all'alerò modo è cofadilicata:&fcnz,i dubbio quel liquor negro, come oglio , ch'ella ha tra la feorza, &c la mandola; e molto corrofiuo , & velenofo. Pongono vna di quefte faue fu la punta d'un coltello , & la pongono al fuoco d'una candela , 6C neli'abbru- fciarfiècofa mcrauigliofa da vedere Io rtrepito,ch'ellafa con tanti (coppi) , &fcintille di fuoco , che manda fuo- ri come raggi, con tanti colori , che communementev ingannano in alcune occafioni i Negri , & le donne del- la terra, ponendo loro m fanta(ìa,chein que' raggi, &: fcintillc di fuoco vengano li fpiriti , & gli parlino , ò fac- ciano fapere quel, che cercano di intenderla loro:&con quella menzogna ingannano gli ignoranti , mettendo loro in tetta quello, che vogliono; &c dando loro rifpofta di quello, che difìderano di fapere, come meglio loro piace . Et perche tutti quefti Gentili Arufpici , incanta - tori,icongiuratori,&: fattochieri, de indouini, vfano di parlar poco , & rifponder tardamente , e con grauità ; fono nelle loro rifpofte fempre ambigui , & nfpó- dono a quello, che dimandano ( benché non lo fappiano ) di maniera , & con tanta cautela, che in qualunque mo- do che fucceda , l'honor è loro; & dicono che indouinarono, & ch'elli lo profeteggia- rono. 2 DEL- 178 D£LL*HERBA VIVA; C A P. XXXL J I troua vn'herba in alcune parti dei- \ l'Afia, chiamata dal vulgo Herba vi- ua ; da Iogui nel lor linguaggio Herba (i \ b^ d'Amore ; da gli Arabi ,& Turchi^ ^^^^^^' Suluc; da Perfiani, Suluque. Quie- — "=-— — ' ft'herba è della figura,ch'è qui dipinta. Ha le radici molta piccole, (k nel circuito otto rametti due diti leuatifopra la terra,intagliati,& compaflàti . Le foglie per ordine davna, & altra parte fi ailòmigliano molto alle tenere foglie dell'ER VO chiamato da' Gre- ci Orobo, Rapportano qualche fembianza di quello del primo Polipodio, che'l Lacuna difegna nel libro 4. al capitolo 1 87. ma fono molto più minute, & lifeie d'ambedue le parti convn verde gratiofo, come quello delle foglie del Tamarindo. Produce dal mezzo dell'oc- chio della radice ( pcrcioche manca di fufto) quattro fio- ri gialli molto belli alla vifta , à modo di alcuni garofTol- letti picco li , & fenza niun'odorc . Ama luoghi caldi, & numidi. Ha queft'herbavna proprietà con" merauiglio-r fa,che confonde la ragione , & è quefta ■■> ch'effondo mol- to frefea , & vigorofa , (e la vogliono toccare , va ritiran- do le fue foglie , & ricogliendole lotto il fuo fonile fufto, & fé la toccano, ii moltra in vn fubito tato languida, che par che li fecehi :&: quello ch'è più da marauigliarfi , fi è, che nel lcuar via la mano da lei , torna fubito nel fuo pri- mo ftato ■■> & tante fiate langue,& torna frefea, quante la* toccano > & leuano la mano. Mi affermarono, ch'u- n^huomocuriofo ,& Filofofo impazzì, &nel Malabar prclTo a Cochin fi precipitò dalla ripa del fiume fopra la fp eeu- DELUHERBA VIVA. i7P la fpeculatione di detta herba . L'herba vidi io , & la colli con tutta la Tua terra fenza toccarla , & la piantai in vn giardino , do uè fi conferucs ma non vidi il pazzo . Dimandando io ad alcuni Medi- ci della terra , (e fapeuano alcuna virtù di queit herba , ò fel'adoprauano,mi affermarono, che giouaua per far ( quel della Madre CcIertina)tornar vergini le donne cor- rotte , s'egli è il vero ; & che per riconciliare beniuolen- za haueua merauigliofa efficacia. Vn Medico Genti- le^ buon letterato al lor modo (vedendoli difiderio, ch'io haueua di fa pere le proprietà di detta herba) mi dille, ch'egli me ne moftrarebbevna , ch'egli fapeua di lei coli certa, ch'iogli ragliarti la tefta, le non la trouaua vera > &c era , ch'io nominarti la Donna di qualunque (tato ii forte , & che facendo ciò, ch'egli mi moftrarebbe con queli'herba;lafarei inclinar a tutto ciò, eh io volef. fé. Ma vedendo io, che non era cola giuria il faper que- lle cofe, ne il farle, nonio volli, ne glie ne conienti. Non potei faper altro di detra herba, fé nonché viene ftimaia molco da Gentili, principalmcnteda Bragmani, Canari , & logui . Vidi a cafo andando vn giorno a ve- der del l'herba prerto al fiume Mangatc, vn Gentile fen- tato fu la terra,il quale cantaua alcune parole,che recita- ua; & parlandoli io, & egli non mi rifpondcndo; fece feg no con la mano all'interprete, che conduceuamecoj il quale intcfolo, fi partì in fretta, de mi fece partir feco • dicerìdo , ch'io fapefli , che quel Gentile era Indouino d'un Capitano di quslla terra , il qual erti chiamano Caimah & che ftaua quiui gettando le fue forti iopra l'hcrba viua; tk che per far quella malia nettaua tutta la terra d'intorno a quell'herba , quanto è grande vn'huo- Z z mo, iga; DELL'HERBA VIVA. mo,& che dicendo certe parole, afpectaua il primo au- gello , o altra cofaviua , che palTatTe di fopra 1 nerba i & che la pnmajchc vi pafTaua,durantc quelle pàrolc,la ba- gnauain fanguc; &c fé non poteua hauere queli'ilteiìò, augello , ò animale j ciò faceua d'un'altro di quella, talcfpecie i &queJfto faceua con molte ceri- monie v & a quello modo> faceua l'in- ganno 3& la triftezza . Et perche io tengo ciò per burla, & cofa indegna da fa- perfì,nonne di co più. Da poi fidila detta hèrba fecca nel- le vefti d'una Don- na innamo- rata. K E R- 181 HERBA V I V A .. 1& °^^Z~W%k£rr k ^fà vfcL^||r" J £v 1 ir Jp « wEHk \ B / n&j Lr^àKft^»ir \i*S~E>^V sSI&èfs DELL'HERBA MOLLE. GAP. XXXIL E' Giardini de' curiofi fi ritrouà vn'altra herba , la quale s'alza cin- que palmi da terra, & fi attacca a arbori, & pareti. Ilfufto è lotti- le, non molto tondo , d'un verde molto bello fparfo da fpario a (pa- tio di alcune punte, ò fpinipicco- li , & acuti . Ha la foglia della grandezza di quefta qui 'difegnata più piccola aliai, che la foglia della felice fe- mina . Ama luoghi numidi , & petroli, & chiamali vol- garmente Herba Delicata, perche toccandola con la ma- no fiinuechia, & infiappiicc ; &c leuandole la mano, ri- torna nel fuo ftato;ma non coli tofto,nècon tanto fenti- mento, come la prima ^ Ha quefta vn'altra proprietà molto diuerfa da quella ddl'Arboro Trifto ■■> & quefta è , ogni notte nel tromontar del Sole,infiappirfi,& leccarli di maniera , che pare morta ; & leuando il Sole , tornar arinuerdirfi;&quantoilSoleèpmalto,ella ftà piuvi- gorofa,&tutto'l giorno va volgendo le foglie verfo di lui . Il fuo odore , & fapore , è il proprio delia Glizirriza > & ordinariamente la sente della Terra maftica quefte foglie pei la tofte , & per nettar il petto, & chiarir la voce. Ser- ue al dolor delle Re- ni i & falda le ferite fre- sche. HER- 183 HERBA MOLLE. 184 DELLA CANFORA. CAP. XXXIII. Ra i famofi, & dotti Greci fin'aldì d'hoggi non fi è faputo , che alcuno fcriueiTe cofa alcuna della Canfora, medicina eoli adoperata & neceiìaria, accetto .{blamente Aedo fcrittor ctid- — ■* dernoi&nonèdamerauigliarfi, che nei Greci, negli Arabi non riabbiano lafciato perfetta noti tia-dellecofe, ch'erano di luoghi lontani, & rimo- ti daloro ; poi che delie cofe , che l'huomo ha nella pro- pria terra a pena può dare.perfetta relatione di tutte; on- de non fono da incolpare quelli che della Canforanoru hanno fcritto tutta la verità . Quella Canfora è di due guife, vna fi chiama di Bor- neo, la qualcmai non fi conduce all'Europa, per eifer- ne molto poca , &daproprij del luogo molto ltimata j &c ancho perche vale tanto vna libra di quella di Bur- neo, quanto Val vn Quintale ( che fono quattro anfore) della Canfora della China, la quale è quella , che viene in Europa . Di quella Canfora di Borneo fanno i Gen- tili Baneani , Decanini , & Canarini , & i Mori mercan- ti , che la maneggiano , quattro parti , diuidendola per alcuni cri uelli di metallo, co' quali fcielgono, &diui- dono le perle ; i quali Criuelli fono ordinariamente quattro, tutti forati a proportione, maggiori , minori, oc più piccoli; &i! più piccoIo,dcpiu piccoli fori ; (k co- fi fingono in detta Canfora eller quattro parti,Capo, Pe- tto, Gambe,&Piedi& tra di quelle (per eilere molto iti-, mata in molte cofe , & adoprarfi molto ne'cibi ) vale vna libra di Canfora di Capo ottanta feudi ; del Petto venti, delle DELLA CANFORA: 185 dcllcgambe dodici; & de piedi quattro,&: cinque feudi; & quello più communcmcntc; che quando fi fa,chc ne è poca , crefee il precio.Sono quefti Mercanti cofi efpcr- ti> Se viuaci,che non fi poffono ingannare, ne mcfcolar- gliene vna co n l'altra , che fubito le ne aueggono . Si troua di detta Canfora in Bornco , & in Bairros, in, Samatra, Se in l'aceri; Se 1 più de i nomi onde di lei feri C- fero Auiccnna, &Serapione fono corrotti;perche quel- la che chiamò Serapione Adepanzor; è di Pacen, ch'è inSamatra: & quella che Auicenna chiamò Alzuz , di- cono elìcr della Cunda, ch'è terra confine a Malaca : Se quella che Serapioncdicc, che fi porta della regionedi Calca , ha da dire di Malaca; poiché ve n'ha in Bairros, eh e là d'intorno. Quella Canfora non è midolla deirarboro,ma Gom- ma,che'I legno fuda da le, & parte fi aduna dentro del medefimo legno . Dice il Dottor Orta , ch'egli vide vna menia del legno della Canfora , che haueua vno Specia- le , Se vn'altro legno di groilezza d'una gamba d'huomo del qual fecero dono ad vn Gouernatore delle Indie; Si ancovn'altra tauola d'un palmo nelle mani d'un mer- cante , i quali tutti legni moftrauano d'cfleredellarboro della Canfora. Io hebbi alcuni molto dilicati pezzi di Scacchi, Se vna caiTctta , doue fi lerbauano fatto ogni cofa del legno deli'arboro della Canfora, fecondo l'odor che haueano, copertale mi fu dato, ma non fudaua- Canfora ne la calla , né i pezzi;ben'è vero,che manegyia- doli bene, fi viuifìcaua in {ci molto l'odore della Canfo- ra . Queft a Canfora iuoi'eflerc molto bianca fenza mac- chie né rode, nò negrc;nè fi diftilla, come dicono li fcrit- tori, né ii cuoce perche venghi bianca; & di ciò non Ci A a ha 18* DELL AvC'AN FORA., ha da dubitarciperchc il contrario fu falla refationc, che fu data ad Auicenna , &c Serapione,; comedi terre mol- to lontane : & feSerapione allego Diofcbride fopra la. Canfora , fu ingannato . Quanto alla falfificatione del- la Canfora , in quella di Burneo , foglionfi alcune fiato ritrouare mefcolati alcuni pezzetti di pietre molto fotti- li ;& alcunealtre fiate vna certa Gomma, che chiamano Derros , &c qualche polucrc d'un certo legno ; ma a Mer- canti & conoicitori di cotal mcrcantia non ftà coperto detto inganno. Quella che fi troua con macchie nere, òrofTe, dicono eficre perefiere Hata mal gouernata, ò perche fìa bagnata ; & quelle macchie le lcuano i Banea- ni, lauandola fegretamente , (accommodata in vn faz- zuolo, in acqua calda con fapone , & con fucco di Li- moni ; &c dapoi che l'hanno ben lauata, l'afciugano al- l'ombra , & reità molto più bianca , & non perde molto del pefo . Di dette due fpeciedi Canfora (benché con- fufamente, fa mentionc Serapione, dicendo che la mag- gior parte di detta. Confora fi tragge d'Harizj & ch'è me- no che quella della China .. Il che fi ha da intendere, che la maggior quantità ,, che fi conduce, è del Chincheo , & ch'è più che l'altredi Burneo > perche di lei non fi tro- ua quantità maggiore , che d'una dramma ; & quella è la verità, poi cheil tefto di Serapione è corrotto : & i pa- ni di Canfora,che vengono del Cincheo, chiamato Chi- na, fono di quattro onci e, & più.. Dicono , che l' Arbòrò della Canfora è come vna Noce , & ha la foglia bianca , come quella del Salice, & il legno di colore diFago, & che non è leggiera , né porofa . Quello legno , come di- ce Auicenna, è mediocremente mailìccio. Dicono di più , che 1'arboro.è grande, alto , fpatiof o , & aggrade- uole DELLA CANFORA. i87 uolcallavifta,& che manda fudando fuori di fé la Can- fora . Non pongo qui il dileguo di quell'arboro -, per- che io non lo vidi. Qjianto a quello , che dicono , che il nuolgono moki animali alla lua ombra per eller difc- fì dalle fiere rapaci, (ì tiene per cofa iauoloia; perche ma- le difenderebbe quell'ombra dalla Tigre, fiero & cru- dele animale ( de quali ho veduto alcuni ) il qual fola- mente con la veduta del fuoco, chegirandoanorno ve- locemente la corda accefa d'arcobufofìfa, iì tiene in.» dietro. &iohcbbi cfperienza di ciò molta ne'c ampi , & ne bofehi . Dicono, che ne ^li anni che fono molti tuoni, & tempefte , fi troua più abondanza di Canfora ; nel che pare che follerò male informati Auicenna, Scrapione, & A e tio, perche neli'Ifola di Samatra , &: d'intorno a lei, auengono molti tuoni per la maggior parte dell'anno, per cflcr vicina alla linea equinottiale ,doueogni giorno poco , ò molto pioue j onde pare che i tuoni , ò la pioggia non debbano efière cagione della molta , ò po- ca Canfora. La Canfora della China , che fi dice di Pani , fi preìu- me eflerc fatta della Canfora della China di m anco prez- zo mefcolata con qualche parte di quella di Burneo : OC qucfto non bene fi la, perche viene di luoghi molto den- tro della China , che chiamano il Chincheo , luogo do- ue capitano pochi Portughefi. Dicono ibaneani, che ben pare che la Canfora della China fia com pofta , per- che col tempo fi guaita & cuapora , &: che quella di Bor- nco mai non fi guaita . A quello chediceilManardo, che la Canfora è cofa Jiuoua, & ch'egli crede che ila cofa comporta &c non-. A a x fempliee, i88 DELLA CANFORA, femplicc , fi dee fapere , che fé è compo'fta , è di due ge- neration! di Canfora ■■> & benché euapori > non è perciò molto corruttibile ; onde le cofe eompofte fono più atte a corruttione . Dice Andrea Bellunenfc nel fuo Di ttio- nario, che l'acqua della Canfora (fecondo gli Arabi) elìce dell'arboro della Canfora ; & chel'acqua & Tarboro fono caldi nel terzo grado . Ma di quell'acqua non fi fa fìn'hora cofa alcuna , ne fi ritroua riuomo che dica di hauerla veduta ,&c fé ella fi trouaffe, bene fifaperebbc. IlMatthiolo, &ilRuellio dicono, ch'è migliore quel- la della China, & che la migliore dell'altra Canfora fu purificata per vn Re della China. Nel che pare che fi fìano inganati ; perche la Canfora di Borneo per efler in maggior prezzo, & più ftimata, fi vende à ragion di Cà- tes , il qual'è pefo di venti oncie , & quella della China fi vende a ragion di Barcs ( ch'ogni Bar è di pefo intorno a feicento libre ) Et quanto al Re della China, non fi ha da incolparlo che falfifichi , ne compona la Canfora , per- ch'egli è vno de maggiori Re,che li fappia eflèrlioggr tra tutta la gente del Mondo, delqualchi Volefie parlare ? & del fuo Regno, farebbe meftieri difar'un gran volu- me, perche quella China per grandezza di Regno, per numero di genti , per eccellenza di politia , & di poffef- fioni, & di ricchezza, & di gouerno, vince ogni altro Regno del Mondo . & fono tante, & cofi eccellenti le co- fe degne di memoria, che fono tra loro.che non fo io chi poffa effere ballante, ne con qual lingua ad efplicar il molto che ha in quello Regno . lir benché le cole lonta- ne per la maggior parte logliano nfonar nella fama più di quello , che in loro delle fiano J in quelle della China auienc tanto alcontrarioj che per molto che fé ne dicef- - fe„ DELLA ANFORA. ,89 fc , mólto niù e , & molto maggiore , & più diuerfa im- prdlìone fa il vederle , e liei leggerle , ò vdirlc . Per quel- lo ch'io ho veduto, letto, & vditodilci, non fo qual huomo vedendola, non dicefle a bocca piena, che le grandezze della China fi hanno da vedere, oc non da leg- gere, ne vdire . Chi vonà veder qualche parte del molto, che nella China li ntroua,legga il libro che fece il Reuc- rcndo Padre Frate Gafparo della Croce dell'ordine di Santo Domenico ; & vedrà che tra le molte & diuerfe mercantic & cofe , che vengono dalla China , Tono mol- te varictàdi va/i d'argento, molto riccamente lauorati, turto il feruigio della cafa , &c letti , &c fedic tutto fatto d'argento di nleuo, & delicatiiiìmamcntclauoratoco'l bonno. Molta quantità di leda lauorata, &daIauora- re , che per non dar dubbio al Lettore , mi tacerò in que- llo luogo. Vieneanco molto Oro, Mufchio, Perle, Ar- gento viuo , Rame, Onaprio,molte Porcellane, Se di ef- ie alcune, chevagliono due volte più che Argento, Se altre molte cofe coli di mcrcantie, comedi dilicatezzc. Io trouai per mein quelle parti due Stucchi di Argento con tutti 1 ferramenti Chirugici coi! i piccoli, come tutti gli altri più grandi da Caurerij , Speculi, Seghe , Martel- li , & tutti di argento iauorato , Se tanto riccamente fat- ti , che tra gli Orefici di quell'arte no lì potrebbe diman- dar più. Chiamano gli Arabi la Canfora Capur, Se Ca- fur , facendo poca differenza dal P. all'F. Rafìs fa la fua^ qualità fredda, Se humida i Auicenna fredda Se lecca nel terzo grado > & i più feguono Auicenna i benché per lo fuo grande odore , Se per cffer'cuaporabile , ila paruto a molti ch'ella Ila di compiendone calda , Se non è fé noiu fredda, co me lì vede ne fuoi effetti, poi che applican- doli ,9o DELLA CANFORA, doli in qualche oftalmia molto calda, & in qualche fcot- tatura di fuoco , ò in qualche infiammagionc , le rinfre- fca fommamente ; & umilmente tutti i Gentili la gra- duano fredda & fecca. Quanto al fuo grande odore, perche la Canfora è euaporabilé, & manda fuori quei ch'ella ha ; & la Rofa , e'1 Sandalo per cflcre coftrettiui,lo ritengono in loro,& no lo lafciano eiTalare,ella viene ad hauer l'odore più grande . Dice Auicenna , che la Can- fora fa vigilie , il che non è effetto di cofe fredde, ma più tofto prouocano il fonno . A quello lì dice ch'ella fa & ìbnno & vigilia . La poca quantità di fuori , ò di den- tro prouoca fonno ; & la molta , & l'cccefliuo \{6 di odorar- la , feccan do il ceruello è cagio- ne di vigi- lie. CARAM- 191 CARAMBOLE. 19* DELLE CARAMBOLE. CAP. XXXIIII. L frutto chiamato da Portoglieli Carabole ; & da Decanini , & Canarini, Camarix; da quelli di Malaca Bolimba ; da i Malabari CatamboIas;a quali anco dicono i Canari- ni, Carabeh;& iPerfìani Chamaroch; & in Turco,& in Arabico non han nome; perche non le han- no conolciute; è frutto d'un'arboro della grandezza d'un Cotognaro,che halafoglia come quella del Pomo, vn pò co'piu lunga, tinta di un verde o( curo, & al fàpore alquan- to amara . Il fiore piccolo , bianco,& rollò, molto bello & aggradeuole. Ha cinque fogliette fenza odore alcu- no^ il faporc di detto fiore è il proprio dell' Acetofa . Il fuo frutto è tanto grande , quanto un buon'ouo di galli- na oblongo , giallo, bello, diltinto in quattro parti, con lcconcauità alquanto a dentro, chegli danno molta-, grada. Ha dentro alcuni piccoli, & teneri offetti. Il fuo ìapore è d'un'agro molto faporofo . Quello frutto s'ufa molto inMedicina, & ne' cibi; perche lo danno a mangiare quando è maturo a quelli , che hanno febbri coleriche ; & fatto in confcrua di Zuc- caro, lo danno in luogo di firopo acetofb . E1 confcrua molto faporofa, &cdi molto appetito. I Canarini fan- no del fucco di qucfto frutto ( con altre medicine ch'effi hanno della Ior terra ) Colliri; per le nebbie degli occhi. Vidi io vfare quefto frutto fecco in poluerc con foglie di Betele , ad una Comare per cacciare le fecondine da- poidel parto, &la creatura morta nel ventre. Detto frutto in conferua è tenuto molto in vfo . ZAFRA- *?3 ZAFFRANO DELL'INDIE. Bb i?4 ZAFFRANO DELL'INDIE, e a p. XXXV. L Zaffran dell'Indie :, tenuto da al- cuni per lo Curcumani, o Meimi- ran, è chiamato da gli Arabi Ha- bet ; da Pcrfiani, Darzafd,da i Ma- lachi , Cunhet ; da Malabari , Ma- rnale; da Canarini, Aladi. Anco Io chiamano molti Arabi Curcum-» i & i Turchi Saroth . Ha le foglie maggiori, &: più larghe, che quelle del Tefticolo detto Serapias , del colore delle foglie della Scilla , più chiare , & più fonili . Il fuo pie- de, ò tronco è fatto di congiontione di foglie. Laradi- ce è molto limile al Gengiouo di fuori, & di dentro è molto gialla . Mafticando detta radice, per la ma molta humidità,non fi fente di fubito nella bocca il poco ama- ro,ch'ellaha ; ma di là ad vn pocofifente alquanto di amaritudine,abbrufciando la lingua non tanto, quanta il Gengiouo . Quella radice è vna medicina molto vfa- ta nelle Indie coli per tingere i brodetti ; come per le in- firmiti de gli occhi ; & per la fcabbia con fucco di Aran- ci , Litargirio , & Oglio di Coco . E' mercantia ,. che fi porta in abondanza per l'Arabia, per la Perfia , oc per al- tre parti. Nèèmolta nelMalabar, inCochin, inCa- nanor,in Calecut , in Tanor . Dicono i Perfiani,& Ara- biche non fi troua nelle lor terre , ne in Turchia, fé non quella, che portano d'India. Prefume il Dottor Qrta, che Auiccnna ìcriuefle di detto Croco nel libro fecondo al capitolo zoo. chiamandolo Calidunium, oCalet- iìum : & che di ciò parla Auicenna con timore, come di cofa^ DEL ZAFFRANO DELL'INDIE. \9$ cofa , che non era nella fua regione i allegando opinioni d'altri: noneflendo merauigliache al prefentetia il no- me A rabico corrotto , perche egli pare, che co/ì eh Ara- bi,come gli Indiani le chiamino Aled,il qual nome può efière flato corrotto , chiamandolo poi Caletfìum • & che più l'obliga a penfar ciò, vedendo quanto egli fcriiTè nel capitolo De fece fece de Curcuma,o Curcumani che fi contorma con cjuefto . Et perche in quelli due capitoli fa quelle medicine gialle, & dice che giouano a zìi occhi ; & perche quelle cofe ficonuengono alla Celidonia,difTèro alcuni,chc que- lla medicina era la Celidonia. Ma ben conliderando, e^li parc,che ne detti due capitoli Auicé nanóhab bia parlato fé non di quefta medi- cina. Bb 1 GEN- I5>6 GENG IO V O. 19J DEL GENGIOVO. CAP. XXXVI. ps|Ì L Gengiouo (chiamato da Latini Zingiben da gli Arabi, Perfìani, &c Turchi, Ginzi- bil.IGuzarati, & Decanini, & quelli di Bengala , quando egli è frefeo , lo chiama- no Adrac y & quando è lecco , Suete . I Malabari al ver - de&fecco, dicono Ingi. Quelli di Malaca, Aliaa. I Catalani Gingcbre. Gli Italiani Gengiouo. IFrancefi, Gingembre . 1 Tede fchi Ingber . I Portoglieli Gcngibre ) è di altezza da tre fin quattro palmi : hi le foglie molto limili a quelle dell'hcrba , chiamata Lachrima lob ■■> ouer MiliumSolis: il furto e della groflczza dell'Asfodelo ,, ouer Hartularegia:è tutto fatto d'un'adunamentodi fo- glie, di modo che lìmiglia alle piccole canne verdi. Le radici fono quali limili a quelle dell'Iride:. Nafce quello Gengiouo in molto grande abondanza per tutte le Indie Orientali , come in Bengala y in Dabul , in Bazain , & in tuttoilMaIabar,dou'èla maggior quantità. Il miglio- re nafce di feme,& di radice comunque li femini v òdda fé lenza feminarfi nafce in molte parti, &ù non molto a dentro fra terra ; ma follmente ne luoghi più vicini al Marc. Quello Gengiouo Ita tutto l'anno verde, & per conferuarlo , lo colgono il Decembre, & Gennaro , & lo feccano , &c cuoprono di Creta , per turarli i pori , & bu- chi, ch'egli ha , perii quali lì corrompe facilmente; & anco perche con la Creta lì conferua più frefeo , &c reità piulaluahumidirà fana, &.egli più preferuato da ver- mi . Gallato frelco , punge la bocca molto poco , & fi fente molto manco che il lecco i & quanto il fico dou'e- glinalceè più humido, tanto è egli manco acuto ; &. quanto^ rp8 DEL GENGlOVO: quanto è più Cecco , più punge. L'ufano nel principiò della tauola verde in insalata ; & oltre che egli è appeti- tolo ; mollifica il ventre ; &c d'altra parte ferma l'ufcita nata da indigefcione . Fanno di detta radice confèrua di Zuccaro, pestandola prima molto bene, de infonden- dola in molte acque, perche ila più dolce . Et di quello quello, che ricolto in buona Stagione, & ben curato , & preparato prima che lo cuocanonel Zuccaro, è molto buono , & molto faporofo , & tenero al mangiare 5 & quello , che lafcia fili nella bocca, & amareggia , è triflo. Serapione lo chiama Lingibil ; ma il nome è corrotto. A quello , che dice Galeno , che viene di Barberia; fé per Barberia egli intende regione Straniera , dice bene . Dio- fcoiide diflè,chc ve ne ha nella Trogloditica, & nell'Ara- bia ; &c che nelle Ifole del Comaro fi troua,che fono con- fini alla detta terra ; &c nell'Ethiopia molto poco . Mav in quanto egli dice, che ve ne ha nell'Arabia, eglifi in- gannò 5 perche quiui non ve ne ha , ma è mercantia che vi fi porta . Dice oltra di ciò Diofcoride nel libro fecon- do al capitolo 149. chele radici del Gengiouo fono pic- cole , come quelle del Cipero , & non fono cofì , ma co- m e fono difegnate . Et non fi deue vituperar, nèlafciaro quello , che è coperto di Creta ; dicendo che per eflèr fo- rato , trillo , &c putrido lo incretarono ; perch'cgli non vien coperto di Creta per quelle cagio- ni, ne perche pefipiu; ma fola- mente per confèruar- lomegIio,comc s'è detto. IACA. I A C A. ì99 ÌÒO DELLA I A C A. C A P. XXXVII. I ritroua vn'arboro in alcun e Ifolc del- l'India preiTo all'acqua, chiamato da Malabari Iaca : & da Guzarati Panax: da Canarini Panafu ; il quale tutto che non fìaMedicinale } tuttauia per efler lui , & il fuo frutto coli bello , & di tanto ftrana grandezzate ne dee far tnentione, & dife- gnarlo. E'ildcttoarboro moltograndc,&molrogrof- fo . La fua foglia è d'un palmo verde chiara con vn ner- uogrofTo, & duro nel mezzo . Il pomo è grande, lun- go , & groflo , & tutto verde ofeuro , coperto d'una du- ra, & grolla feorza, tutto circondato di punte, come dia- manti, & ogni punta ha uno fpino corto, & verde, & le punte nere molto iimili alli {pini del Dorionc; ma non fono coi! acute, ne pungono, benché lo minacciano. Il più piccolo di detti frutti è della grandezza, come la maggior Zucca , & più graffo ; principalmente nel Ma- labar > perche quelli di Goa fono peggiori , & più pic- coli, & più infìpidi ; ma quelli del Malabar molto mi- gliori. Quando il detto frutto è maturo , ha buono odore5 del quale fono due fpecic , vna chiamata Barca , ch'eia migliore in tutto ; & l'altra chiamata Papa, ò Gi- tala!, la quale è più trilla i & quella vltima li conofeev nella tenerezza 5 perche ponendomi! la mano , dà luogo al dito, come la pafta . Il prezzo del migliore di detti frutti non pafTa intorno quaranta Marauedis. Nafce quello frutto dal Tronco dell'arboro,& da' rami,& non nafce dal rullo, ò piedi delle foglie, come gli altri frut- ti . Tagliando quello frutto col coltello da vna cima al- l'alerà DELLA r A C A: i<5i l'altra fi moftra di dentro tutto bianco, & carnofo, di~ uifò tutto in cellette, ò ricettacoli pieni di Caftagne, più lunghe & più grolle de Dattili , & bianche di dentro come le Caftagne ordinarie , & coperte d'una tonica fo- fca . Mangiate quelle crude, hanno vn (apor tcrrclìre, & afpero,come Ja ghianda verde; & producono molte ven- tolìtà: ma arroltitc come le Caftagnc di Spagna, haru buonfapore,&inciranoalulTuriai per lo che la gente poucra l'ufa molto. Ciafcuna di dette Caftagne è coper- ta d'una carne gialla qualche poco vifeofa ; & benché fia diucrfadalDorionc, tiene tuttauia con lui qualche il- miglianza . Qucfta carne, che copre le Caltagne, è di buon faporc; & quella ch'è della Iaca( chiamata Bar- eoa) è molto buona, &hai!fapore limile al Mellone j ma è molto difficile da digerire , & oppila molto : & di- cono i Medici della terra , che fé fi corrompe nello fto- jnaco , genera humori velenofì; & che quelli,chc hanno in molto vfo il mangiare di quelto frutto, fono apparecchiati a cadere nella vclenola , & peilìma infermità chiamata Morxi. Quelto frutto chiamano gli Arabi Panax y &c Iaca ; &c i Perfìani mu- tando il P. in F. lo appellano Fa- nax. Ce DELLI D E L L I I C A P. M B O L A XXXVIIL N I. I è vn'altro frutto chiamato volgar- méte Iambolani , che s'aflòmiglia alle Oliue mature di Corduba .. L' quefto frutto acerbo nel fapore , & ftnnge la gola . La foglia è cjuafì come quella-, del Corbczzuolo , ò Albatro de gli Indiani . 11 fapor della foglia è molto naturale con* quella del Mirto verde . Il colore del legno di fuo- ra è come quello del Lentifcoi & è frutto, da mangiarli coi Rifo cotto appetito- lo & ordinario . Non è Medici- nale , ne {limato molto, Però non lo dipin- go altrimen- ti. IAM- 10 J I A M B I. Ce a icf4 D E* I A M B I C A P. XXXIX ÌN'ALTRO frutto ha nelle Indie tanto aggradeuole alla vifta , oc ta- to foaue di odore, & tanto grato al gulto , ch'è degno di eflcre dife- gnato , & che fé ne faccia mentio- nc , okra ch'è medicinale . L'arbo- ro, che produce cjuefto frutto d chiama lambcro, & è della grandezza del maggiore Ara- ciò di Spagna , fk molto folco di rami , &c di grande om- bra , molto bello alla viltà , cV molto più il fuo fiore , e'i fuo frutto . Il tronco , & le rame fono fofche di colore, & fi rompono con molta facilità, &: la foglia è molto bella, & molto hfeia, tinta di fuori d'un verdechiaro, & di dentro più ofeuro , con vn neruetto alquanto grof- fo nel mezzo, & con molte venette ricamare d'ambe- due le parti. Ha ciafeuna foglia di lunghezza vn palmo, & tre diti la maggiore. II fuo fiore è rollo e purpureo, d'un color molto viuo, con molte fibre , ch'efeonoda tutto quel di dentro . E' il fuo colore , & eflo tanto bello, che dà gran piacere alla vifta; & il frutto, il cui no- me è Iambo, fi è della grandezza d'un Pero del Rc;& è di due maniere , alcuni fono tinti d'un rofio tanto ofeuro , che paiono neri i& i più di quelti non hanno ofli dentro, & in tutto fono migliori . Gli altri fono bianchi , & hanno vn'oflo bianco non molto tondo, duro, & della grandezza d'ungono diPcrfico, lifeio, & coperto d'una pcliicina bianca , & pelofa ; & a quelli ( benché fian de- gni d'eflcr mangiati dal più dilicato huomo del mondo) Ti primi vanno innanzi . Il fuo odore è come di fina ro- DE I A M B I. xo5 fa , & è freddo , Se humido , & molto molle nella boc- ca i la cui feorza è canto fottilc , & tenera , che non lì può leuarecon coltello. Quelli arbori ficcano le loro radici molto nella terra i &da quattro anni innanzi rendono frutto, del qual fi caricano molte volte all'anno, &gia- mainonfi veggono vuoti di fiore, & di frutto i Itando quali fcmprcilpièdell'arboroin tutto l'anno colorito di que' bei fiori , che alle fiate pare il terreno lotto al fuo pie tinto di colore di grana \ & coli tiene femprc ne'mc- defirrù rami fior, & frutto verde, & maturo- pendio vn fiore va cadendo , & l'altro nafecndo; & de frutti vno fi va maturando , & l'altro crefeendo , & l'altro il va co- gliendo . Et crollandoli l'arboro, confacilitàcadcil frui- to maturo ima togliendoli dai rami , filcuano, & di- ltaccano. Sogliono mangiar/i nel principio del cibo., & tra il giorno . Sono freddi , & numidi , & chiaman- fi nel Canarin, & nel Malabar Iamboli . Il fapor del fio- re è molto fimilc alle Viti. Di qucfto fiore,& frutto fi fa molto laporofa conferua di Zuccaro, & è molto vfata nelle febbri coleriche, & per mitiga- re la fetc. Chiamano gli Arabi quc- fto frutto,Tupha Indi. I Perma- ni, Tafat. I Turchi, Al- ma.! Canarini, Iam- boli . I Porto- ghciì,la- bi. OELLI DELLI IANGOMI, CAP. XL. ' I Sono alcuni altri frutti chiamati Ian- gomi , i quali fono quali fimiJi allo Sorbe , & nel colore , & nel faporc, co- me le Prunc,ritondi, & mal maturi i il cui afboro è come quello del Pruno nella fembianza , nella foglia, &nel fiore. Si troua coli ne' campi, come ne' bofehi , &C nelle polTeffionii & per mangiarfenc il frutto , benché fia maturo, fi maneggia pri- ma co* diti i &c è molto attin- gente j & per lo mede- fimo effetto di aftringc- rc viene egli vfato. DE MI- DE MIRABOLANI. C A P. X L I. Mirabolani per eflcr medicina benedetta,/, & (anta, fono polli tra le medicine Sacre i perche eflcndo folutiui , euacuano , & pur^ gano il corpo da fuperflui , & trilli hu- mori, confortando il cuore, e'1 fegato , &c lo lloma- coì & mefcolati con altre medicine vehementi , raf- frenano la loro malignità, & acutezza, oc efìì perdo- no vna certa lor natura oppilatiua , che hanno . Di que- lli Mirabolani fono cinque fpecic diuerfe , nate da dir uerfì arbori, & interré diuerfe. Quelle cinque fpecic fono Citrini, Chcbuli , Indi, Emblici , & Bellerici .Na- feono in terre diuerfe, come in Bengala, nel Decaon,, inBifnagar,& nelGuzarate, douenafeonoi Mirabo- lani Chcbuli ;& in tutto ilMalabar, in Dabul,, Cam- baia , e in Batticala fi trouano le altre fpecio . Et quelli fono quelli , che (I conducono in Europa fec- chi,&in conferua; &: principalmente quelli che con- ducono per le Specierie fono delle terre più volte alla-. Tramontana, per efler meno foggetti a putrefattione,fe- condo che l'efpcrienza ha moilrato . Et quelli Filici Gentili di Goa affermano, che nella loro Ifola hanno le tre fpecic vfate nella Medicina, chiamate nel lor lin- guaggio Antichi; & il Vulgo le chiama, Arare; cioè, ri- tondi ■■> che fono quelli chiamati da noi altri Citrini , co5 quali purgano la colera . Et li fecondi chiamano Annua- li ■■, & noi altri Emblici . Et i terzi Rezanuale ; &: quelìi fono gli Indi . Et gli altri chiamano Gotin , cioè ; Belle- rici. Et i Chebuli chiamano Aretca ; & quelli ch'elfi me- no vfano. ±0% de» mirabolani: novfano in Medicina fono li chiamati Amuali, cioè» Emblici . Et benché fi mangino frefehi per appetito , come in Ifpagna le prime fiefche; tuttauiadc fecchifi fcruono per conciar le pelli in luogo di Sumaco ; & per far tintu- ra -, &c per mefcolarli coll'aceto del paefe ( il qual è quello , che fi fa della Palma , come al fuo luogo fi dice ) al qual danno faporc, oc lo fanno più forte. E'fouer- chia la dipintura di detti arbori , per non hauer molta diuerfitàtraloro , benché ne fia alcuna come diremo. L'arboro de' Citrini è mezzano di grandezza , & ben folto di molti rami , & bene ordinati , & ha la foglia co- me quella del Sorbo . Quello de gli Emblici ha la foglia minuta com e quella deli'Helechio, & più groflà . Quel- ìo de gli Indi ha le foglie firn ili a quelle del Salice . I Bel- Icrici hanno le foghe quafi fimili a quelle del Lauro nella figura > ma non coli grandi, ne coli groflè , & il co- lore più bianchiccio . De' Chebuli dicono eficr la foglia iìmilcalla foglia de PerficL Queftarboro de Chebuli non vidiioi ma dicono eflcr dell'ifleilà grandezza de gli altri , i quali tutti fono delia grandezza de Pruni, ma più ritondi, & di più ampia,& folta coma .- Sono i Mirabolani freddi nel primo grado , & Zecchi nel fecondo ; & quefta èia qualità, che tutti gli danno, hauendò riguardo alloro pelo, & faporc acctofo. Gli vfanoin decottione per purgare, dandone molto mag- gior quantità, che noi altri. Viano ancorai Chebuli, Citrini , & Indi in conferua di Zuccaro ; & quefti Che- buli fono da quelle genti molto più (limati , che da noi altri , principalmente quelli che eccedono la commune grandezza . Vien'u/i- J>F MIRABOLANI. 2è£ Vien'ufatoilfuccodi tutte quelle fpecie di Mirabo- lani frefehi ne" flufli : & 1 medelìmi Citrini , cv: BcIIcrici nei principio del mangiare da quelli che hanno fìuiìo, & lo iìomaco lubrico . Il color de Citrini e tra il verde e'1 giahVgrorti di feor- za, graui, & pieni, c'iluo orto molto leggiero . Gl'Indi (che tono 1 più negri di tutti ) quando fono maturi , fo- no groili , iodi , & fenza olio . I Chebuh hanno il color rollò ofeuro , la fcoiza grolla , foda , & greue i & ponen- doli nell'acqua, fé ne vanno al fondo. DeBellenci, &c Emblici fono migliori i graui, fodi, pieni, fuccofi,& con pochi olii. Darti la infuiione de Mirabolani perfol- uer'il ventre , & per pu rgarc ; & la poluere per conforta- re^ rilrringere . Fortificano tutti i Mirabolani le mem- bra interne; rifuegliano il fentimento, & l'ingegno; al- legrano il cuore ; chiarificano il fangue , cacciano la Me- lanesia , & producono buon colore . I Citrini purga- no la colera; reprimono l'infiammaggione de gli occhi; chiarificano la viltà ; afeiugano le lagrime importune. I Chebuli purgano il Flegma, & giouano alle feb- bri antiche. Gl'Indi ( chiamati negri )eua- cuanola Melancolia, & la colera adu- lta ; & giouano alla Lcpra , & al- la Quartana . Gli Emblici, &c i Bcllerici purga- no più il Flc- gma., & confortano il ceruel- lo. Dd NE- ZIO NEGVNDO MASCHIO. NE- Ili NEGVNDO FEMINA. Dd .2 T2, DEL NEGVNDIO. CAP. XLIL VE arbori fi ttouano in moltepar- ti dell'India ( principalmente nel Malabar) coli medicinali & tanto in vfo,che in moke infirmiti fi va- ghonodilorocon buon fucceilo. Vno di quelli è Mafchio, chiama- to da Canarini Varalo Nigunda; & è grande come vn Mandorlo, & ha la foglia dalia par- te di /opra verde alquanto intagliata d'intorno ; dalla parte di fotto è pelota , & come la iftefla Saluia . Ben fi poria comparare quella foglia del Mafchio nella gran- dezza, & fembianza di lungc con la foglia del Sam- buco >& il fuo fiore è molto cornfpondentc al fiore del Rofmarino. L'altro chiamato Ncgundo femina^ o Norchila da Portughefi ; fi chiama communemente nel Canarina Niergundi ; & nel Balagate Sambali \ & nel Malabar Nochie :& le due piante collii mafchio, come lafemi- na chia mano gli Arabi , Perfiani , & Decanini , Bacchiej & i Turchi Ayt. Lr della medefima grandezza del primo , & ha la fo- glia maggiore , & fenza intagli , & più rotonda > & que- lla fi aiìomiglia molto alla foglia del populo bianco » L'odor ,&fapore delle foglie d'ambedue lefpecieèco- me quello della Saluia j ma manicandole , lafciano pili amaritudine & acutezza , che quelle della Saluia . Nel- la fuperficie della maggior parte di dette foglie , fi troua la mattina attaccata vna fchiumarnoko bianca, che da lei fi diftilia la notte . 11 DEL NEGVNDIO. , nj Il fiore prima che fìa aperto e alquanto fofcoj & aper- to , è molto limile al fiore del Rolmarino . Il luo frutto è molto umile al Pepe nero, & è di fàpore acuto. Noru abbrufcia quello teme tanto, quanto il Pepe, ma poco meno del Gengiouo. Ticnfì qucft'arboro per mezza- namente caldo , & il luo feme vn poco più . La foglia , fiore, & frutto fuo fi adopra( coli pelli, & applicati, co- me cotti inacqua, òfrittineiroglio,ò come meglio pa- re ) in tutti i dolori liano da qualunque cagione li voglia; & principalmente ne' dolori delle giunture da aigion fredda , & nelle infiammagioni ventole fa mirabili effet- ti. L'applicano nelle contufioni ancorai & quefte fo- ghe peliate & applicate alle viceré, benché fiano vec- chie , le digerifee, mondifica, & le riduce a perfetta fa- nità , le il corpo non fi troua molto impuro . & certo in piaghe , in apolteme , & in contufioni fa tali effetti, che distrugge 1 Chirurgici. Le donne filauano d'ognitem- po tutto il corpo con la decottione delle dette foglic,deI- lc quali fi vaghono in molte cofe . Et tanta è la fede , oc confidenza, che nelle dette foglie, fiore, & frutto han- no le donne per concepir, &: ingrauidare,che lapidareb- bcro chi lor voleile dire il contrario . E' tanta la quantità , che di detti arbori medicinali fi confum.iin tutte quelleparti, cheloconofcono, chele Dio non gli prouedtua col raddoppiarli i rami che li ta- gliano , già farebbero confumati , ò venuti a molto prezzo ) ma quanto più li tagliano, erompono, tan- to più crefeono j & tutto l'anno hanno le foglie. E' tutta quella pianta molto conofeiuta & vfata dalle Comadri. NIM- 114 NIMBO. DEL NIMBO. CAP. 215 X L 1 1 1. Avvi vn'altroarboro molto me- dicinalc,& molto ftimato da Chri- ftiani , & Gentili , & da tutti quel- li di quelle parti dell'Indie, 1 quali albori naiconoin poche terrei & nelle più, doue fi conotee, fi chia- ma Nimbo ; & i Malaban lo oliia-: mano Bcpolc.E della grandezza del f rallino , col qualo di lunge ha gran fbmighanza . Le foglie fono verdi d'o- gni parte, &non fono fofche, né pelote , & in tutto il circuito fono minutamente dentate, & acute ; &fonoi rami molto pieni di foglie . 1 fiori fono molti , bianchi, & minuti , & hanno cinque foglictte , & nel mezzo pro- ducono alcune ponticellc gialle , & odorano come Tri- foglio odorato . Il fuo frutto è come le oliue piccole tin- to d'ungiallo chiaro, & la feorza molto lottile, & na- fccapiede' rami. Di quelle oliue fanno oglio molto medicinale per li ncrui, & nel Malabar viene adoprato molto per guari- re ferite, & punture dc'nerui, fpafìmi, &: altre molte cofe . Le foglie di detto arboro ( le quali fono mezzana- mente amare) fono fommamente buone per curar pia- ghe callofe , fordide, & cauernofe, benché fìano di mol- to tempo , cofì ne gli huomini,come ne caualli , appic- candole pcfte con vn poco di fuccodi Limone ; & que- llo folo bafta a digerire , mondifìcare , incarnare , & ci- catrizare , fenza alcun'altra cofa . Io certo vidi grandi effetti di quefte foglie, & dell'o- glio di quello frutto : &il Dottor Ortaèbuoatcftimo- nio ». istf DEL NIMBO. nio,poi che co eiTefanòil fuo cauaIIo,come riferifce egli nel Tuo libro . Vfano ancora il fucco di quelle foglie co- fi prefo per bocca ( mefcolato con vino , ò acqua , ò con brodo di pollo, oda fé folo, eome meglio lor pare & piace) come applicato di fuori (opra l'ombilico con vn poco di fiel di bue , ò d'aceto, ò d' Aloe ; ouero da per fé, per vccidcr ogni generationc di vermi , & cacciarli fuori del corpoj& è rimedio familiare & eccellente per le gen- ti di quelle Tcrrc,lc quali per la maggior parte fono f og- gctte a vermi , & principalmente nel Malabar . Si tiene anco quefta foglia , fiore , & frutto molto in vfo ne' dolori delle giunture , nelle gonfiezze, nella debolezza de' membri , & nelle apo- steme. Et loglio di quefto frutto fi adopra ordinariamen- te affai. DEL 2*7 DEL REOBARBARO. C A P. XLIIII. 7fC ,^T <.» k^Ci/r s^sTroTiì L Rcobarbaro (medicina Angolare,' & degna d'cllere honorata da tutta la generatione human a ) fi rirro uà iolam-encc nella China, donde lo portano a vender a Cantar ( che il Porto dei maggior commercio della China , douc Hanno i Porcu- ghcfi)&dilà lo conducono per Mare all'India: & di qucfto , che viene per Marc non il fa molto calo per ve- nir per la maggior parte guaito ( perciocheilReobarba- ro li corrompe molto facilméte nel Marc') &. dellamedc {ima Terra dentro della China lo portano alla Tartaria , & per la Prouincia di Vzbcche lo portano ad Ormuz, &c a tutta laPcrfia , & Arabia , & Alexandria, donde fi di- ftnbuifcc per rutta l'Europa:& quefta è la verità del Rco- barbaro guanto fìn'a queft'hora fi ha potuto fapere; nèhoioritrouacoalcrodilui, ne il Dottor Orca con la fua diligenza non ha potuto intender più. di lui, fenoli che non Te ne troua in alcuna parte delle conofeiute , ec- cetto che nella China . Benché fi dica, che nella Prouin- cia di Vzbeche in vna Cicca chiamata Camarcandar fi ricroua qualche Rcobarbaro 5 ma che non feruc in quel- le parente non per purgar i Caualli , come fi fa nella Pcr- fia,& nel Balagaces& quello fi prefume efTèr quello chia- mato Turchefco , del quale dice il Lacuna, ch'è il peg- giore, & manco efficace, &c che lì compara alRiopon- tico ; ma non s'intenda, che fia di Turchia , ne di là intorno . A quel che fi dice , che il migliore è quello , che vie- Ec nedel- zi8 DEL REOBARBARO. ne dcirinciia ,' &: pòi queflVche viene di Barberia ; fi ha da intendere , che viene dalla Chi na all'India , & in Bar- barla prima che a quefte parti , poi'che folamentc egli fi troua nella China , come fi è detto ; & di quefto ch'è il migliore, quello che portano per terra in Perfia,& quin- di a Venetia per la via d' Alexandria, & per la via dlAlc- po,& Tripoli di Sona-, & da Vencria Io portano in Spa- gna^ quefto è migliore, perche palla manco Mare, &c il più del camino è per terra ; & quello , che conducono d'India a Portugallo, fi guafta più prcfto,per paflar mol- to Mare> . Quanto a quelli che feri fiero del Reobarbaro , dicen- do,che lagehtedi quelle parti lo fuol metter in infufio- nc, & poi (premerli la fbftanza „ & di quella efprcflìo- ne purificata al Soie, far trocifei, per purgarne! Princi- pi; 6£che atioi mandano le radici vincide,& lenza virtù; fappiafiùii certo , che tal cofa non è vera ; & poria-» eflfcr , che folTeftata leuata quefta fama, per quello che fogliono fare alcuni mercanti Gentili, perche non fi corrompa cfto Reobarbaro cofi tofio (come vno di que- ili mercanti Canarini h uomo da bene mi affermò, giu- randomi tutto quello , che potea giurare, perche gli c|lo eredeilì ) che {blamente per preferualo da vn certo Ver- me, che lo fuol mangiare , &per preferuarlo meglio da corrasione , gettauano di fopra à quel Reobarbaro, ch'è più porofi>, ò colto di più tempo, dell'acqua cal- daia non ardente; &chepauaca facquapereiTo^'a- feiugauano corrpanni & l'àppendeuano ne* fili, perche fi afciugaflc ; & che alle volte gli turauano qualche buc- eo con Pepe pefto,& con cera ; & quando era lecco , Io conferuauanodcntrodclPfilioydoucficonfcruauamol- to più DEL REOBARBARO. 4,9 to più tempo -, & che quel pezzodi Reobarbaro nel qual £crouiu.i (I buccola, doucera ttrtreappelo; quello era il preparato; & che tra loro non lotcneuano per peggio-. re,nè gli parea che haueflc pcrio molto della fua~virtù> & chegettauano via quell'acqua, nèh raceuadi-lei conto. Qudto è quinto ho potuto fapcrc del Rcobarbaro più particolarmente. Si elegge del Reobarbaro il più frefeo ; quello che ti- ra al rollo ofeuro ; quello che eilèndo raro , e greue ; &C quello che iniìeme è amaro, &' altri ngente al gufto, &C mallicato tinge molto^comc Zaffrano . E caldo , & lec- co nel fecondo grado •;■& è di alcune parti terrestri , dal- le quali tiene l'attringenzavai di alcune aeree, che lo fan- no cilerccofi leggiero ;& di alcune ignee , donde nafee l'amaritudine, ch'egli poflcde. h' il Reobarbaro medicina tanto benedetta , & fama, che per mancare d'ogni malitia, lo danno in ogni tem- po, & ad ogni età a fanciulli, & a donne grauidefenza fcrupulo . Quando vogliono folamentc purgare , &c mondificarc li membri intcriori, & aprire le oppila- tioni, 11 dà la infufìone; & quando vogliono riliringere, fìdàinpoluere; per lo quale effetto è meglio arroltito. Se col Reobarbaro in inf.ufionc, fi mefcola laSpica Nar- di, rende la virtù più efficace. Non patifee detta ra- dice decottionc; perche cuocendoli, fc li nlbluc la fua facoltà. Purga la colera, & il Phlegma;mondificalo ftomaco; conforca il fegato, & la milza; disfa le oppilationi ri- belle ; chiarifica il fanguc ; rifolue l'Ittetitia , & l'Hidro- pifia; acqueta le febbri ardenti ; riitringe ogni Annodi fangue^ Dato in poluerefinuna dramma con legittima E e x M umici, zio DEL REOBARBARO. Mumia,& Con aequa di Piantatine, prcferua da ogni inconucnientc quelli,che fono caduti d'alto; arrofbto &: datoa bere con acqua di capitelli di rofe , gioua* con tra la diiTen cena » alla qual gioua ancora arroftito, & dato con vino aftringen- te,.&fuccodiPiantaginc. Con* feruafì il Reobatbaro in- uolto in panni ince- rati , o dentro del Mi- ò dei pa- lio. . mas X . .1 amba: Zìi . I I AMBARI. Ili DE GLI AMBARI. CAP. XLV. 18115^5131' ^ R B ^ ó,cticdàiIfrutto,chiamato fe SjLfffl Ambari,ègrande&groiTo. Lafoglia è della grandezza di quella della Noce, ma non di quella figura , ma come è dipinta. Quefta foglia fi è d'un verde chiaro piaceuole, & tutta Jauorata di molte vene, che la fan no parerbuona .11 fuo fiore è bian- co, & piccolo. Il frutto è della grandezza d'una Noco verde. 11 fuo colore è più verde chiaro, & più leggiadro che la (cor za della noce.il fuo odore è grauc quàtìo è fre- feo j & il faporc acerbo ; & dapoi ch'è maturo , fi volge in giallo, &c ha miglior odore ; & il lapore d'un'agro ap- petitolo. Xa midolla di detto frutto è cartilaginofa, Se clurafirta tutta d'un adunamento di nerui molto duri, & molto interteffu ti. Chiamali queft'arboro in Cana- rin, Arftbarej & il frutto Ambarcs. In Peritano, Am- bcreth. In Turchefco, Harb. & danoi altri Ambare, come i Canarini . Per eflerc quefto frutto d'un'agro gra to, ferue inluogo di agretto nei cibi, &faporij Se quando e maturo , fi mangia con falc , oc aceto , & in queft aconferua fi mantie- ne molto tempo. Incita detto frutto l'appetito di man-' , giare ; Se gl'Indiani lo tengono per buono co- irà la colera. SPODIO S P O D I O. uj : - Ì24 D£LLO spodio: C AP. XLVI. Ò S podio , ouer Tabaxir de Pcrfia- ni ( da quali prefero il nome gli Arabi, come lo prefe Auicenna, & altri, perche Tabaxir tanto vuol «dire in lingua Perfiana , comehu- midità, che dentro d'alcuna cofa fi fia coagulata ) non fu conofeiuro da Greci , né di lui fcrifTcroi & da Latini,&da gli Arabi fu moltòpòco eonofeiuto : onde jRafis parlando di que- llo Tabaxir , diee^ achcgioua> & non diche fia fatto , come Serapionc , Or lo Spodio ( fecondo quello, eh'è in verità, & il Dottor Orta dice, & io vidi trarlo della fua canna ,douc fi genera, & in vn bofeo di Tanor difegnai qucft'arbo- ro , ò Canna, all'ombra del medefimo , di Nouembre, l'anno del Signore mille cinquecento fettanta uno) è vna humidità bianca coagulata dentro de' Cannuoli d'alcu- ni arbori, ò per meglio dir canne, le per efferyane^ no- dofè fi poilono chiamar cofi . E' quella canna grande,^' grolla , oc tanto alta , come il Populo, & alcune più, tutta piena di nodi, come la canna . Produce da le molti rami diritti , & molto folti di foglia, tre& quattro fiate maggiore che la foglia del- l'olmo , & più fonile . Di dette canne fi trouano vna più grotta dell'altra, & fimilmentc fono diuerfe ne* nodi} perche vna hai nodi di due palmi & più di lunghezza , & l'altra ha molto maggior diftanza ; & fimilmentc è più vana , ò vuota l'una dell'altra . Alcune di quefte , principalmente nel Malabar , fi trouano DELLO SPODIO: xi5 trotiano tanto grolle, che ne fan barche,noncauando- le , ma tagliando vna diidctte canne per mezzo, &: lafcia- dola d'ambedue le tcllc ferrata da fuoi nodi mede/imi; & fopra di lei vanno due negri ignudi (che l'ufo di quella terra è andar ignudi, tentando ogn'undiloro fu i capi del Mambu ( che coi! chiamano la barca ) con due remi vno per mano,di tre , ò quattro palmi ogn'uno,co'quaIi vanno vogando per quel fiume Mangarc, & fopra di quella canna pailano da vna parte all'altra , gente nu- da con le gambe raccolte. Io vidi nella corrente del fiu- me di Cranganor due ài quelli Indiani fopra vna di que- lle canne paflàrcon molta fretta per la corrente del fiu- me all'insti , tagliando l'acqua in parte , dou'ella correa più furiofa; & molti per quel fiume vfano di quelle can- ne in luogo di barche, per andar ficuri dai moiri Cro- codili, o Caimani (com'eflì li chiamano) che vi fono; i quali fono Lacertoni molto grandi , & crudeli , che af- famando molte & diuerfe volte le barche piccole , & grandi , & coli l'huomo, il bue,il ceruo ,il porco,il buf- falo, òaltro animale qual egli fi fia,& inghiottendolo,fc nell'acqua, ò d'intorno di lei li poflòno coglierei mai non fi ha veduto( fecondo che dice la gente di quella ter- raglie habbiano afTalito le barche, che fi fanno di quelle canne ; & mi affermarono alcuni di quelli , che molto volte aucniua che il Lacerto paflaua nuotando preffo di quelle barche fenza mouerfi contra di loro . Or ritornando alla materia, dico; che Io Spodio, il quale fi ritroua nelle dette canne più in vna , che nell'al- tra, è anco di due maniere, vno bianco, &c groflò; & l'altro più cincricio , ò negro ; & non fi tiene per peg- giore l'uno dell'altro i perche dicono , che per effere fla- Ff to nd DELLO SPGDIO. to moko nella canna , Inumidirà lo volge in quel colore^ . r Et poi che fi vedetanto chiaro quclì'eiTcre il vero Spo dio i & che non è fatto diradici delle notare canne ab- bruciate, come molti hanno fcritto; ne è carbone di canne abbruciate ; ne metallo , ne fatto di metallo ; non ho da addur qui le cole derte d'Auerrais , da Valerio Cordo , & da Antonio Mufa , dal Manardo,& da altri ; ì quali, per eiTerc la nauigatione cofì lunga , & poco vfa- ta in quei tcmpi,fi ingannarono per le fal(e,& diffettiue rclationi. Etinctòiiiibcra Auicenna dall'errore j per- che in quello nome Tabaxir, del quale egli parlò, s'in- gannò il Traduttore, del quale fu la colpa . Or in con- clusone io dico , che fìgm fìcando quello nome Spodio due cofe i quando vien commandato,chc ti vfì lo Spodio delle canne d' Auicenna , di Coralli abbrufeiati, ò di ofli di Elefanti abbrufeiati ( poi che tutto quello per lo più è errore) (I miri alla compofìtione ; &ie ella farà di Gre- co > fi vii del vero Spodio di metallo; & fé farà di Ara- bo ;,di quello Spodio , del quale fi tratta in quello capi- tolo ,, & fé farà di Latino , fi confidcri fé la compofìtione cdatorflperbocca, oda applicarli di fuori* & fé l'in- tcntione dell'Aurore, che la compofe farà per rinfrefea- reil cuore,, il cerueflo, e'1 fegato, òlercnii òfcfì vorrà riflringcre Qualche flullo ; fi dee vfarcdi quefto Tabaxir d'India,, del quale fi tratta qui* perche per quelle cofe giouay & per loro i'ufano in quelle pani i proprij del Paefe , cofi come quelli dell'india , che fanno medicina, Isadoprano per le accenfioni interiori ,, & citeriori , & per 1 e fèbbri coleriche, & per ti ftufli ; &c i Medici Arabi, Perflani x & Turchi I'ufano per iemedefime cofe dette ^ &prhv DELLO SPODIO. n7 & principalmente per lf flufli colerichi , & fimilmcntc fanno quelli i noltn Trocifci con fcn. e di Acctofa . Et lai dando da parte la diuerfità delle opinioni di di - uerlì Dottori lem plicilli, che trattarono di quella ma- teria, per eiler breue, poi che quali tutti parlarono ad vn modo, fia ammonito ogn'uno , che non fi admetta* l'opinione di quelli , che dicono , ch'è men male pren- der lo Spo dio tatto delle radici delle noilrc cane; percio- che quello non è medicina cordiale, com'è lo Spodio, nènnfrefea. Ne meno quella di coloro che dicono, che fi faccia di Coralli , ò di Auorio abbrufciato;perchc non fu quelta l'inccntione d' Auicenna , ne egli lo difle . Mol- to meno li dee ad mettere quella di coloro, che dicono M che fi fa delli odi de gli Elefanti abbrufeiati ; perche itL, quelle parti non fi adoprano in cóla alcuna. Chiamali quelle canne la doue fi genera lo Spodio , Mambu da^ tutta quella gente j & lo Spodio Saccar Mambu,chc vuol dire Zuccaro di Mambu; & chiamali coli per clTèr dolce. Dal che appare manifclla mente, ch'errino quelli , che lo fanno amaro . Et perche lo togliono da quella gente i Mori dell' Arabia,& quelli della Pcrfia,& delia Turchia, che fono luoghi , a quali fi porta per mcrcantia lo Spo- mi haparuto cofacó- uementenon lafciar quello tratta- to priuo di lui ) benché dall'altra parte mi il fa molefto lo fenuere di cofa , che non ho veduto , ne cflàminato , com'è que- llo Turbiti la cui pianta io non vidi, & per quefta ca- gione non la disegno, tutto che mi fìa Irata data difegna- ta nell'India j ma io non ne dilegno alcuna in queito li- bro fé non quelle , che io co* proprij occhi ho veduto, & .ritratto tenendole dinanzi : ma dando credito al Dottor , Orca in quello, ch'egli fcriuc del Turbit , dicendo che io ha veduto ( alqualc fi può di tutto dar fede, come ad , huomo , che ne è degno ) feguirò quello , ch'egli ne feri- ne j&coii il più che io in quefto capitolo ne dirò, farà ila fomma di quanto egli dille del Turbit . Vero è , che ItandoiiQ già per partirmi per Spagnanella Città di San- ta Cróce di Cochin nell'India, & mancandomi il tem- po da fpecular più ; moftrai il capitolo del Turbit del Dottor Orta ad vn Bragmane M edico molto buon lette- rato al lor modo, & molto curjofo, & buon fcmplici- ila ^leggendogliele per molto fpatio, & interrogan- dolo, & ponendoli alcuni dubbi) i mi diflè, encomi af- fcrmaua elTer molto ben detta ogni cola, & che tutto ciò ch'egli driceuadel Turbit , era vero i & me ne moltrò al- cuni pezzi coli del gómofo , come di quello lenza gom- ma i & del bianco, & del nero j del qual nero mi dille % ì ■ ■ che DEL TVRBIT. 229 che quanto a fé , lo volcua più torto, & che meglio fi tro- uaua f eruito con lui ; ma che il vulgo fi era dato ad ado- prare il bianco,di fortc,chc non accadeua ad oftinarfi Co- pra qual folle il migliore , poi che il bianco era già bene acceteato dal popolo. Con quella confidanza, &coil» quella che nel Dortor'iohauea , tradufli ciò , ch'egli ne dille più a propofito, per chiarezza della detta Me- dicina. Il Turbitcofi chiamato da noi altri (per Io cui man- camento alcune fiate li Speciali diligenti, &di buona confcienzalafcianodifarcil Diafinicon, & altre com- pofitioni , nelle quali egli entra, dicendo che più torto vogliono mancare di loro nelle Spccicric, che hauerle tritte , & adulterate, il che è buona cofa , fé la fanno con q ueita i ntentione ) è chiamato da gli Arabi , Pcrfiani , oc Turchi col medefimo nome, & benché Andrea Bcllu- nenfe emendando il tetto, lo chiami Teibcti tuttauiai Medici letterati di quelle nationi lo chiamano Turbit, & non Tcrbct.I Guzzarati,doue ne è il più, lo chiamano Barcaman ; I Canarini di Goa , Tigar ; Gli Indiani , Tc- rumbu.Nafce il Turbit nella fuperficie della terra , cioè, non ha la radice profonda , la quale è piccola, & il tron- ; co, ò fulro fuopoco più della grandezza d'un dito, & » più groilo -, & quello tronco , ò principio del ramo , è il buono ; le fuc foglie fono diftefe per terra, comeTI-Iede- jra. Fa la gomma intorno alla radice, ch'èil furto, ouer tronco , col quale alle volte viene la radice mefcolata . Le foglie & fiori fono come quelle della Malua France- sca , i quai fiori non lì mutano tre volte il giorno, come dittero alcuni. Ilfapor del tronco, rami*, &foglic, è infipido quando fi coglie . Nafcc nelle terre maritime , ma -ìjo /DEL TVRBIT. ma non molto pretto al mare i perche fi ri troua lontano due , ò tre leghe douc non giunge il Marc, contra quel- lo che alcuni fcriflèro , che li douca giungere l'acqua del Mare ^ Nafce la maggior parte in Cambayette , e in Cu- rate, nel Diu, &Bazain co'fuoiterritorij; & qualche parte in Goa ; ma quello non è tenuto da i Medici della terra per buono , ne vlano d'altro , che di quello di Gu- zarate ; & di là lo portano in gran quantità nella Perfia-, nell'Arabia , & nella Turchia ; & lo conducono in Spa- gna per la via di Portogallo : & benché vna fiata ne cort- duflero in Portogallo quaranta Quintali i nondimeno il manco è quello , che viene a quefte parti . Dicono an- cora, che fé ne troua in Bifnagar, & in altre partii ma tutto non ècofi buono,come quello di Guzaratc . Nafcc da fc fenza piantarlo , ne fcminarlo : & quel Tuibit, che videro Meni e , Serapione , & Auicenna, era del Guzara- te ; perche quefto conducono per mercantia le naui, che vengono per Ponente . Non ha il ramo diuifo nella par- te di fopra i perche tutto è pieno di foglie, & fiori, come s'è detto; ne meno è peggiore il non gommofo,chcil gommofo ; perche il più della gomma nel Turbiti! fa xon arte, ò torcendolo, o pungendolo frelco,perche get- ti la;gomma \ &c quefto gli fanno , perche fanno elfi, che quefto è vno de' fegni , che noi altri cerchiamo , & per Io quale diftinguiamo il buono dal reo ; & quefto fi hafa- puto veramente ; & quello , che non ha gomma non fi tiene per peggiore, poi che l'ha dentro, & è tutto vna medefima pianta . r Quanto all'cflcr bianco , & nero, egli è còftume dei- li Speciali dell'India , chiamati Gandis , di feccare il .Turbit al Sole, & all'ombra > & vedefi per ilpericnza, che'I DEL T VRBIT. 13* che'l Cecco al Sole diuien bianco, & quello all'ombra,1 nrgro > ma per loro vfo tengono efli per migliore il lecco all'ombra , benché fia nero. Vfano gl'Indiani di quelle parti il Turbit per purgare il Phlegma, rcttificàdolo con Gengiouo , douc non fia febbre; & il rettificarli il Tur- bit col Gcngi ouo,è in vfo ; benché Rafìs lo rettifichi con oglio di Mandole dolci , per timor della efeoriation che può fare. Dice Mcfue,che il Tutbit ha le foglie firn ili al- la Ferula,cecctto che fono più piccolc,& ch'egli è di quel le piate,chc fanno latte,& che ne èdi domeftico>& di lal- uatico;di bianco, & di negro, & di citrino i di gradc,& di piccolo; & che nafee ne' luoghi più fecchi per la graflèz- za del dio lattc;& che ha (ette conditioni,bianco,vacuo, arondinofo , ò limile alla canna, groiIò,& che ha la feor- za limile a color di cenere , & che è piano , &c che facil- mente fi rompe , & nuouo , & che il gioflò non è buo- no.Maperchedi quello parlò Mefuc per vdita,non potè certificarli in tutto; perche le foglie non fono limili alla Ferula , ma alla Malua chiamata Malua Franccfca. Non ha latte. Nonne è di domeftico; perche tutto è iiluc- lkc.Tiouafcne di grande, &: di piccolo (com'ei dice) di bianco,di negro , & di giallo ; non perche fia cofìdal fuo nafeimento; ma perche il mal gouernato non è bianco. Nafccne' luoghi numidi , & ne' fecchi; ma più ne gli numidi , che ne' fecchi ; &c non ne fecchi ( com'egli di- ce) per cagione della fua latte. Et per efler bianco, & gommofo, non è migliore, come se detto; ne è fatto come canna % ne la fila icorza è cenercnte , né è molto li- feia ; mafolleuata,& afpra , & folca . Et il frefeo è buo- no ; ma non è frangibile , fc non è fecco . Ne ha ragione ncldirCjche il grotto non fia buono, perche anzi pare ch'egli ijt DEL TVRBIT. ch'egli habbia più virtù , eccetto fc non fofic guado . Et a quello che dice Auicéna , che tutta la Tua rettificatone fi è ftroppicciandoli la feorza, acciochc non rcfti cenere- te, ma biàca,fi dice * che quello folo è buono per véderfi. Dice Serapionc per auttoritàdi Diofcoride,& d'altri,chc nafee nelle Ipiaggc del Marc , & ne* luoghi, che folamétc là marca pienaricopra; &che ha la foglia molto fìmile alla foglia dell' Arafàtis ; & che fono le foglie più groflè; & che ha il tronco , ò fufto lungo due palmi} & che fi di- uide sii la ci ma ; & che muta il fiore tre fiate al giono , Ja mattina bianco ; & a mezzo di rollò , & la notte rofato ; & che la radice è odorata ; & che quando fi manica, fcal- da la lingua > & che gioua contra i veleni , come le altre medicine Bczaartichc.Qucfte,& altre cole dice per aut- torità di Galeno, tradotto per Albataric,& per altri Ara- bi i ma il Dottor Orta vide il Tuibit nafeerc pretto al Marc, ma non tanto,chc la marea piena,nèfcema lo po- lene toccare di due ò tre leghe ; né ha la foglia come del- la pianta detta Arafàtis , ne llàtis : & vn moderno dice , che non le ha ne anco come laMalua, ne come quelle del Mirto , come dice il Leoniccno ; poi che fono diucr- fc dalla Malua . Il tronco , che dice cfTcrc di due palmi , alcuno fc ne troua tale , & maggiore . Non muta j! fiore tre volte al giorno , ma lo ha tempre bianco , & alle fiate mefcolato di bianco, & roflbjòi la radice nò è odorifera, ne mordica la lingua ; né vfiamo la radice , ma il fufto , ò tronco,chc ftà dirtelo con le foglie per terra, come l'Hc- dera ■■> ne la vide vfarc , ne fpcrimcntò contra veleno . Diofcoridc parla della Pitiufa, la quale è vna ipecic di Titimali, ò dell'herbe che gettarlo latte in modo , che pare che lia il Turbit,& colilo fentono alcuni moder- ni i DEL TVRBIT. 133 ni ; fedirono ancora, ch'è Tripol?o,dcl quale parlò Dio*. fcondctSc è trailatato al fine del tello di Serapione:& At- tuario Greco dice, che la Pitiu fa è il Turbiti & elicne è di bianco , &c di neroi& che f dfamentc vfano alcuni per Efula il Turbit nero i & di quello parere èilMatthiolo Senefc, il qual dice, che Alipo e il Turbiti & che Ali- pia è la Tua lcmcnz.i; & ch'egli ciò non crede, perche il Turbitnon hifemcnza,& più perchepurgila Melan- conia, & il Turbit purga il Phlegma; &i Frati dicono quanto ne dicono i moderni i &, Antonio Mula tiene il medefimo . Tutrauia dicono, che è vero quello , che del Tripolio dicono Diofcoridc, Galeno, & Plinio i perche lo hi per lo Turbit di Serapione, & che perciò paretut- Itovnoi & affermano di più detti Padri, che il Turbiti clic nelle Specicric fi vende , non è il Turbit di Medie i &c che quelli,che lo colfero co le proprie mani, lo diflero lo- roipcrchc non hauea le foglie della Portuhca:& anco có- cedono,cheil Turbit di MefucnóilaTapha} & che con lor danno ne fecero ifperienzai perche lauorandolo, fi gonfiarono loro le mani, & lafaccia,&però, che non fi ha da dare per Turbit. Dice anco, che il Turbit, che fi porta di Puglia , è la vera Tapfìa i &c che ha radici grandi'} & che non fi hadadare,fe non fei meli dapoi ri- colto i né quando è mangiato dal verme . Quelle cofe, _& altre molte, che non fanno al propofiro,dicono mol- ti fcrittori moderni più ben'ornate, che vere. Ma a que- llo fi dice, che l'herbe,& piante latticinee, che fono mol te , per la maggior parte fono velenofe , & cofi di quelle dell'Europa, & d'altre molte fono tutte quelle Terre del- l'India piene . &c volfe il Signor Iddio , che ben che foiTe- roil più di quelle velenofe, nondimeno giouaflèrp ad Gg alcune ij4 DEL TVRBIT. alcune cofe ì & altre che foffcro puro veleno lenza faper- fi à che pollano giouare ; come l'Efula , ò Scebran ,- è veleno, & doue tocca il fuò fucco, ò la fua latte sgon- fia. Ne è vnaltra in quelle parti , come Cardi gtoih , di foglie foprapoflc, & attaccate vna (opra l'altri, molto fpinofe , & lattuofe, laqual anco è puro veleno. Le Manghe Brauc ( ch'è vn frutto fìlueftre grande, come vn Cotogno, di color verde , lifeio , & lattuofb ) fono tanto velenofe, che quando alcuni Gentili fono difpcrati di viuere, mangiano quello frutto, col quale lì muoiono fubito,fenzachevi fi troui rimedio ; come nei fuo ca- pitolo fi dirà. Et coli ne fono molte altre lattuofe , con le quali pur- gano , & curano alcune infirmità ; & vna di quelle è il T urbi t ima non ha latte, & fé pur ne ha, è tanto pocoj che non fc ne fa cafo , & non è medicina vclenofà . Pur- ga il.Turbit lenza moleflia, ne trauaglio, & lovfano molto gli Indiani in brodo di pollo , ò in acqua in mag- gior quantità, che non lo diamo noi altri ; & quello non gonfia le mani , né la faccia , come fece quello che difTc- ro 1 Frati , il quale poria eiferc fiata alcuna delle lattuo- fe, come l'Efula. Etcofiè manifeflo, che quello Turbit non e Eiìite^ né Tri polio , ne Pitiufa , ne Ifàtis,nè Alipum, ne A li pia, fuo feme i poi che il Turbit non ha feme , ne ha 1 e foglie limili alla Ferula , né alla Portulaca , ne al Mirto , ne na- fcc tanto predò al mare, che lo copra l'acqua ; ne muta il fiore, ne il colore tre fiate al giorno. Per quelle, & molte altre cagioni nonèil Turbit de' Greci, nèdegli Arabi propriamente : ma quelli Arabi vedendo vfar il Turbit alle lor genti portato dalle Indie, cercarono di trouar DEL TVRBIT. i)S trouar ne* Greci qualche medicina , che fi li fimigliafTc, perche dauano cili tanta auttorità alli fcrittori Greci , che parca loro, che doueflcro fapcr tutto ; & la cagione* anco fu , perch'elfi lono ilari primi fcrittori delle cole/ humanc; che delle Ornine primi fcriflcro ghHcbrei. Quella fu la cagione , chcScrapionc tradulfcal rìncdcl tetto il capitolo del Tripoli o di Diofcoride , perche gli paruc, che non porelìe efìèr medicina alcuna, delia* quale 1 Greci haucllcro lalciaro diferiuere. Ma il rem- po difeopritor d'ogni cola , hadilcopcrto hora quella» medicina efler propria di quelle terrei perche a Diofco- ride non fu pò (ubile conofeerc ogni cola , parlando egli molte volte, fecondo la fama. Il Lacuna tiene, chela Pitiufa ila il Tutbit negro; & lo Alipio fia Turbit bianco, & buono; al che è flato detto , che neflìm di quelli non è Turbit bianco , ne nc- gro j ne manco è Elùla , la qual è forte folutiua ; ne Ali- pio , perche l' Alipio purga la Melanconia, &ilTurbit iolamcntc il Phlegma . Né è radice odorofa, ne mordica la lingua il Turbit ; ne e limile alla Ferula , ne alla Portu- laca , ne al Mirto ; nè-ii follala dalla terra , ma fta fparfa per terra . Etcofièmanifciìoperqueftc, & per altre molte ra- gioni, ch'elio non è alcune delle medicine difegnateda moderni. Et quello che viene di Puglia non e Turbit, ma certa herbadi latte ; & alcuni vogliono , che fia la ve- ra Tapfia; perche ha radici grandi, & il Turbit di quel- le parti le ha molto piccole,& folo fi vfa il fu fio, ò tron- co . A quello che dicono i Frati Speciali , che non fi dc- ucvfare, fc non fei meli dapoi ricolto ;& che non fi dee anco vfarc quello } eh e tarlato dal verme ; dico, che l'ul- G 2 3. timo l& DEL TVfcBIT. xtfmo è molta vero n perche Fa India è; molto foggetta a putréfattjoneJirtmoaochcJlRcobarbaro,& alcrc Me- dicine non fi polFonafoitentarc quattro meli dell'annoi cioè, Io inuerno ( ch'è Giugno, Luglio, Agofto, & Set- tembre ) & quello, principalmente nelle parti da Marc. I A quanto dicono „ che ha da: ftare (ci meli ricolto pri- iffla cheli vili non parlano bene , perche!! coglie di No- uembre, Dccembrey Se Genaroj & leftelTe più di lei -meli , li corromperebbe anco, nelle terre,, che ftan molto Junge dal Mare , nelle quali pei eflèr meno numide , li conferuano le Medicine più lungo tempo . Si con-? elude in fine g che quella Medicina non fu del tutto conofeiuta da Greci i & da qui auanti non fi chiamarà più ■i ; Turpetum , ma Turbit, benché il nome Ila Barbaroipcrchc il Turbit del Cìio proprio nome refta appaga- to^ FIGNO: ■ j :k i Q i PIGNOLI DI MALVCO. a *3? *3* D E* P G N O L I C A P. DI MALV X LVIII. C O. • N'ARBORofi ritroua nel Mala- bar cofi ne' giardini particolari ; come in alcuni bofehi, il quale è della grandezza d'un Pero . La fo- glia è tinta d'un verde chiaro dalla parte di fuori , & di dentro pili ofeura, èmoltofottile, & molto Iifcia i & manicandola fi fentc molto mordace al gufto, lafciando nella lingua vna molto viua acutezza. Il fuo frutto è della grandezza d'una Nocella triangolare , & di dentro tutto diftinto in ricetti, ne' quali conferua il Te- me , il quale è bianco , fodo , rotonda , & della propria grandezza d'un Pignolo mondato . Vfàno molto nell'In- dia quelli Pignoli cofi per guarire alcune infirmila ; co- me perche la malitia humana pofia mandar ad effetto la fuamalaintcntione. Prendono due di detti Pignoli , & gli mondano d'una fottilecopctta , ò pclliciuola, che han di fopra,& peftati , gli mefcolano in vn crifticro co- mune perla feiatica, & difficoltà d'orina >& per la boc- ca lo danno con brodo di pollò , per eradicare gli humo- riputridi,&vifcofi, ciperi' Afma, perla quale gli loda- no 3 & vlano molto. Le buone donne anco di quelle parti , amiche de' lóro mariti glie ne danno fin quattro per bocca; per mandare i poucr'huomihi all'altro mon- do, ma vfandoli con ordine spurgano gli humori graf- fi , & freddi . Infufi nell'acqua , & vngcndo con elfi le Impetigini dapoi che prima fi faranno ben fregate, le fana DE PIGNOLI DI MALVCO. 139 le Tana molto bcne,& prcftojma {caldano moltoi& io gli efperimcntai. Li chiama il vulgo Pignoli di Ma- luco , douc dicefi , che fono quelli arbori in gran quantità ; & che detti Pigno- li in quella Terra fono medicina molto famigliare per pur- garli con loro . I Ca- narini li chia- mano Gè paio. man; J03VJ te IC K M A N G A f." : ■ ■ : :. : ! I I »8 I ' ' gn :'..-. o \ " y • paii .ma; 14 r DELLE MANGA S. CAP. XLIX. * L'arboro, che produce il frutto , che chiamano Mangas., grande, & di molti rami i & il det- 10 trurro è communemenre i o- co magg ore, ch'un'ouo d'Occa, tuttoché in alcune parti dch'Iodii iì ritroui qualcheduno di quelli frutti, che pela due libre, &:pm. Trouanfene in molte parti, come nel MaLbar, in Goa, nel Guzarare,irL. Balagate , in Bengala, inPegun, inMalaca, &in Or- muz, douefono molto buoni, & in moire altre parti delle Indie. Oi quelli alcuni fono d'un color verdechiaro, altri gtalle,& altri melcolatc di rollò, & verde chiaroi& i'arbo ro è tutto vno . £' quefto frutto molto faporofo , & odo- rofo, &c quello ch'è buono, auanza i pomi Cotogni, Mangiaufi fatti in fette con buoncoltcllo , che li tagli fenza rompere. Li pongono in infulioncinvinoima fenza quello , & in ogni maniera ha buon fapore . Fan- no quello frutto in conferua di Zuccato pei conleruar- Ioì esanco l'aprono per mezzo, & l'empionodiGen- giouo verde, d'Aglio,&: di Senape , & con falc, ogf io , &c aceto lo con (emano per mangiarccolRifb, &c lcnzadi lui, in luogo di oliuc > Sbanco lo Giano molto bene con falc , & lo cuocono in acqua per venderlo nelle piazze . 11 detto frutto è freddo^ humido, benché la gente vol- gare il faccia caldo,dicendo , che fi ardore a chi lo man- gia j & coli anco i Filici della Terra lo fanno caldo, & l'infamano dicendo che produce mal Franccfc, Eri fi pc- Hh le, M* DELLE MANGAS. le , Febbri coleriche , Phlegmoni, & Scabbia . Il che po- riaciTcre , putrefacendo/i detto frutto nello flomaco. Ma nel tempo che fi troua detto frutto ( per eflcr molto calda ftagione)auengona quelle medefime in alcuni che fc ne guardano , & nonio mangiano per la detta cagio- ne . Quello frutto prima che fia ben maturo , & Hagio- nato , è acerbo di fapore , & quanto più è congionto al- l'olio , è più agro ; ma è molto dolce , & faporofo matu- ro . L'odo è molto duro, inuolto tutto in alcuni come fi- bre , ò ncrui duri , & molto intralciati j & di quelli alcu- ni gli hanno più pieni di detti ncrui , che gli altri . Den- tro di quello offa li ferra la midolla lunga » &groiTa quanto Vna Ghianda diRoucre. E' bianco >& coperto d'una pelle bianca ; il quale mangiandoli crudo è ama- ro ; ma gioua per veciderci vermi , & perii fluffi i & ar- roltito ha fàpordi Ghiande . Si ritrouano anco di dette . Mangas fenza odo, & molto buone da mangiarc.Chia- malì detto frutto in Canarin Amboiin Perfiano, & Tur-: chefeo Amba : &: dura su l'arboro da Aprile fin Noucm- bre , & in alcune terrcpidjchc nelle altre . Vn'altrafpecic di quello frutto fi ritroua làluatica, chiamato Mangas Brauas , il quale è cofi velcnoio , che in quelle parti lène feruono 1 Negri per veciderfi ^per- che mangiandone vn poco , fubito muoiono ; & fc lo mangiano mefcolato con vn poco d'oglio >. muo- iono con più preftezza i perche l'oglio lo fa più gagliar- do., ma all'uno & airaltro modo è tanto velenófo, & vecidc con tanta preftezza , che contrala fua malitia non fi fa fin'hora rimedio alcuno. Edetto frutto ver- de chiaro , & qualche poco iuftro , &c lattuofo . Ha poca carne , perche tutto ègroflò cuoio /oprai! fuo o£ j fo, DELLE MANGAS. MS Co , il quale e molto duro , & cartilaginofo. E' della grandezza d'un gran Corogno , & per rutto il Malabarfltiouagran quantità di det- ti arbori , iquali lono minori, che li domeftici, & la fo glia più piccola, & grolla. Se ne fcruo- no 4 loro fanciulli per trarre in luogo di A rari- zi. «fa Hh » CHA- M4 - • * C H A R/À M EIS. ! 4 B3 4H HI LI C H A R A M E I S , C A P. L I quello arboro fono ducfpecie,vna della grandezza d'un Nefpolo co la foglia verde- chiara, laqualc s'allòmigliaalla foglia dcj Pero. Il frutto è come Nocelle molto giallo tutto inquartato , & bello . Il fuo fapore è il proprio del- l'agretto , con vn'agro appetibile , il quale fi mangia or- dinariamente frelco , maturo , & f alato . La feconda fpecic è della medefima grandezza ; ha la foglia più piccola , che quella del Pomo . Nafcc ne' bo- fchi , &: monti lungc dal Mare. Ha il frutto maggiore de' primi. Di detti fratti danno i Medici Canarini mcfcolati con Sandali per le febbri . Della prima fpccie,laqual nafee intorno al marc,cleg- gonoi EX canini, & Canarini,& la gente della tcrra,l'ar- boro. che ftà più lugc dal mare ; & della feorza della radi cc,laquale è alquanto lattuofa,prendono tanto, quanto quattro diti , & la pedano molto bene con vna dràma di Senape, & la danno bere a gli afmaticùraqual fa gagliar- da cuacuarionc per vfcita,& per vomito;& fc l'euacuatio ne è troppo immoderata,mangiano d'una Carobba fre- fca,ò bcueno vn fiato d'aceto Canarino; ilquale è acqua, nella quale fi è cotto Riio^afciata vn dl,o due fin che di- uenghi acetofa. Quell'acqua fcrue a Canarini per aceto, & la tengono per Medicinale* & anco lauano la tefta a gli infermi con acqua frcdda,fc ìlflufTo non cefTa.Sono q.(li Charamcis i qlle pti molto in vfo p la gola,&li magiano p appetito vcrdi,maturi,& falati,&: in cófcrua di falc , 6c aceto*& nc'codiméti>&brodetti,chc vogliono agri.Chia màfiinCanarin,&inDccaninArazaauali, &c5emente Charameis In, Arabico,Pcrfiano>&Tuxchefco, A m bela. CAIVS - ' ■ o • fbup ( cai y s. ■ • . DEL C , A I. V S,. C a p LI Vis T'arborò è detta erandcz- 1 o7Hi /- 5IPr i- ' à za don Granato. La toglia e yeme chiara, & grolla . 11 fior ^anco>quafi come quello del- l'Arancio, ma ha pm foglie, & manco odore. Produce que- r ft'arboro vn frutto chiamato Òaius, volgarmente , il quale per eiTeré molto ftomacale , & faporofo,è da tutti quelli che lo prouano molto apprez- zato . E quefto frutto , ò Pomo , grande come vn grarL. Pomo , molto giallo , &c odorofo . Ha molto Cucco , & è di dentro tutto fpongiofò, &non ha oflb alcuno. Il fuofaporeèdolciflìmo, & fi attacca alquanto alla go- la . Nafce due fiate all'anno a quefto modo •■> efee prima il fiore , & da quello una Faua grandedella figura , che èdifegnata, & tra la Faua & il fiore nafce il Pomo ; & quefto Pomo va confumando la Faua, & quanto più egli crefee, tanto più ella il feema , fin che ilCaius è maturo ; il quale li conofee, quando egli è ben giallo , ò ben rollò , & odorofo i perche di quefti due colori il tro- uano i & ellcndo maturo, gli refta fopra la medcflma Fa- ua nell'occhio , & con lei fi coglie . Mangiai! detto frut- to dopo pafto bagnato in vino, & anco lenza; nel qua- le oltre l'eflèr molto faporofo, fi troua molto notabile beneficio per la debolezza dello ftomaco , & vomiti , & per l'appetito perfo. Et *4S DEL CAI VS: Et quelli, che non hanno bifogno di detto aiuto, pri- ma che lo mangino, lo lalciano bagnat'vn poco in acquai a quello modo è molto grato all'appetito . Quello fi ucto è tenuto in molta fuma, oc non fi troua in ogni parte -, ma nel- la Città di San- ta Ciò ce «di Cochin ne è in molti giatdi- ni,&hor- ti. HER- t49 HERBA DI MALVCO: li DELL'HERBA DI MALVCO. CAP. LII. V E s T.'herbi ha di lunghezza due e tre cu- biti , & in luoghi morbidi , & numidi pa£ fa cinque . E tutta d'un bel verde , & la fo- glia è molto fottilc, & bianca, intagliata tutta d'intorno , dellagrandezza,&fcmbianza della fo- glia del Sambuco . Il fuo fuflo è fottile , & tenero , & al- quanto uoto di dentro. Quella pianta non afecnde in alto da fc , (è non viene aiutata , come i Gelfomini ; ma il diftende per terra, come l'Hedera, & da vnfolopi»»- dc produce molti rami , & quelli producono da fc radi- ci , come la Menta , ò la Mcliflà ; & fi attaccano in ter- ra in modo che trafpiantato , & apprefo vna fiata vno di quelli piedi , ò rami, fi augumentano molto . Il fiore di queft'herba è giallo come il Zaflrano , & ha molta fi- miglianza co' fiori della Camamilla , alquanto maggio- ri , & tutto l'anno ftà frefea & morbida . Chiamali com- munemente rimedio dc'poueri, & diftruggimento de Chirurgici . I Canarini la chiamano Brungara aradua , che vuol dire,che ha il fiore come Zaffrano. £' detta ner- ba molto in vfo cofi in Maluco , onde fi dice elìère la lui origine ( per elTere molta in quella parte, & vfarfi mol- to quiui in tutte le cofe di Chirurgia)come in tutte quel- le parti dell'India, nelle quali tutte ella fi troua; perche; ogniuno la tralpianta , & la llima molto , con ragione .. Cuoccno le foglie di queft'herba con oglio , & l'ingrof- fano con cera a modo d'unguéco, per curar tutte le vice- ré cofi nuoue, come vecchie, benché fiano con perdita* della foftanza ; oliano fanguinolenti , òfordide; o pia- ne , ò caucrnof e,o maligne, &c putride^on effetto mara- uigliofo; DELL'HERBA DI MALVCO. ici uigliofo ; & io iteflo vidi in piaghe vecchie di gambe , & in due ferite nuoue f ir grandi, & buoni effetti. L'ulano anco ad vn'altro modo. Da rami , òfultidi quciVhuba cauano la pellicina, ch'ella ha tra la icorza,&ilfulto, la quale ella lafcia da le come il Canape; & infufa quclta pclhcinainogliodi Coco commune, &inuo!ta nello proprie foglie , la pongono fono la cenere calda , & co- nvella è calda,& lilciaja peitano,& pongono Ibpra le fe- rite, nuoue & fanguino(e,grandi, ò piccole, & in pochi giorni le laida mirabilmente lenza infiammar, nò apo- itemare. Mitiga ogni dolore; Ibgna ogni fluflb di lin- gue ; & in fine lenz'altro aiuto Io lana perfettamente ; & nelle punture, & ferite di nerui è rimedio lìngolarc. Al medelìmo modo i'ufano nelle Poltcmc aperte, permon- dificar, incarnar, Se cicatrizar;& l'i ftc Ilo fanno nello piaghe vecchie, &cauernofe, nelle quali alle volte fen- z'altrapreparatione,l'applicanofoIamentcpeita. Et per eller quelli effetti di detta herba molto certi , fi vfa generalmente in tutte quelle parti, &lì tiene in mol- ta itima, & molti nauiganti portano l'unguento fatto di leiconoglio, come s'è detto, con tanta confidenza, co- me feco arreccalfero tutta la Chirurgia humana: & coli in qualunque occafìone Chirurgi- ca, l'unguento dell'herba di Ma- luco vi innanzi , come rimedio ifpc- rimenca- to. li i DEL- DEL LEGNO DI MAL VCO. CAP. LUI- N Maluco fi troua vn'arboro do- mcftico della grandezza del Coto- gnaro, ilquale ha la foglia come di Malua commune. Il feme come Nocelle , alquanto minore , & più lifeia la feorza , & più nereggian- te. Queft'arboro fi femina , & fi coltiua ,. & non fi troua fuori de particolari giardi- ni i & lo ftimano quelle genti cotanto, che l'afcon- dono fin'alla veduta d'altrui . Chiamali queft'arboroiji Maluco(ch'è la terra doue nafce)Panaualic gouernando il molto prudente, & valorofo Don Luigi di Taide Vice Re in quelle parti, fi chiamaua il legno di queft'arboro medicinale, ftimato molto con ragione, del nome del inedefimoVicc Rei perch' egli ru quello , che feccvfcir in luce tra noi altri le fue eccellenti virtù . Et fu cofi i che vii Gentil'huomo Portoghefe, chiamato Hcnrico di Li- ma , trouandofi in quelle parti di Maluco , & vedendo la diligenza , con la quale i Negri di quella parte tratta- uano i &: gouernau ano queft'arboro, & in quanta fti ma era tenuto , &.difiderando di faperli fuoi effetti , feppe di lui molti de i benefici), che apprcflò fi diranno •> & co- me cofa tanto nece£iaria,& degna da fapcrfi,& cofinuo- ua per noi altri, prefe vna parte del tronco di detto arbo- re^ laorferfe al ViceRe,come amatoredellccofe buo- ne , & diligente inueftigatore de fècrcti della Natura . Et nell'anno fettant'uno dimandandomi il Vice Re, feio fa- pcflì alcuna cofa di detto arboro ; Se dicédogli io alcune lue virtù, ch'io haueua vdito, &c dolendomi di non., . 1 ' ; i Iona.- DEL LEGNO DI MALVCO. 253 lo haucrc veduto ; mi die una parte di quello, ch'egli hauea, comandandomi, ch'io lo ifpcrimentaiii con giu- dicio& ragione , non auenturandola vita d'alcuno ,&c poi l'auifallè di quello, che feguiffe . Il che io feci, coi! in alcuni delli Hofpitali, che aqucltempoiomedicaua, come nel mare per lo viaggio di Portogallo in diuerfe inrìrmità , che nella lunga nauigatione occorrono, vfan- do il detto legno nel modo, che (1 dirà, con piu,& mag- gior ragionc,che mi folle poflibile; &c gouernandomi m parte con le relationi , chehaueua hauuto diluì, & del modo di viario ; & aiutato con quello^e feppe di lui in Maluco il detto gentil'huomo . Onde ifpcrimentanda- lo , vidi le operationi , èV ertetti feguenti . ' Primieramente {[ icme di detto legno haucua io ve- duto per i nnanzì , che m'era ftato donato , per darne alli vccellijperche in quefto fé ne feruono cofi in quelle par- ti, dou'è naturale, come in molte altre dell'India , per doue lo portano , Se fi vende ; & l'ufo fuoin quefto fi è, di darlo alli vccclli faluatici in poca quantità mcfcolata con Rifo cotto , i quali mangiandone cadono addor- mentati, di ftupidi , & quelli che ne mangiano troppo, fé ne muoiono prima che fia lor dato foccorfo;il quale è, acqua fredda gettata loro fopra la tefta , con la qual cofa ricuperano tolto la falute . Le Gaze fono quelle,che più tolto muoiono mangiandone, & di quella femenza non ho faputo altra cofa- Quanto al benedetto , & Tanto légno di queft'aibo- ro , fé cofi chiamarli può ( del quale al prefente io ho un poco, che ftimo molto) drco,chc ferue contra ogni gene- ration di vencno, prendendolo per bocca , & applican- dolo di fuori . Per la bocca fi prende con feliciflimo fuc- ceflò in 154 DEL LEGNO DI MALVCO. cedo in acqua rota, ò in acqua commune , ò in brodo di pollo , fatco in polucrc in quantità conucnicntc ai bilo- gno , & (oggetto del panencc \ & quetta non padà dicci grani di pelo al più ; & di qua m giù . Ne* mot ii di Vipe- ra, & di ierpe , che lono molto velenofe , & altri alpidi {imiìi , il via beuendo detta polucrc con acqua: & appli- cando la medelìmapolucrelopra la moidnura.Nel mc- deilmo modo fanno nelle fentedclle faette velenofe, le quali ii vfano molto in quelle parti . La poluere di detto legno ii fa rafpàdolo, con vnalimadicubio di Raggi a,o con piccola lima di ferro . Di quello lì dàin quantità di mezzo ièrupulo al più robufto, & forte in acqua chiara vn poco calda , ò rofata , ò in brodo di pollo temperato la mattina a buon'hora, hauendo cenato poco . Fa eua- cuar, & purgare tutti gli humori, principalmente gli humori grò ili , viicofi , &c malinconici nelle quartane di molti giorni ; nelle febbri continue ; nella Iliaca; nelle ventoìlca; nella hidropi ila; nellerenelle, & pietre delle reni , nelle difficoltà d'orina ; & nella perlifera colerica^ padlone;& in altre infirmità,come ne* dolori vecchi del- le giunture , & de bracci ; nelli icirri ; & nelle fcrofolc . Vccide anco ogni fpecie di vermi , &gli caccia fuori , & riftora l'appetito perduto di mangiare; & fé è fouerchia* la euacuatione, beuédo il patientcmezzaicodella di Ca- nia , che acqua di decottione di Riìo , ò mangiando del pollo , di fubi to cella. Colà certo da edere ltimata mol- to , & cheli ritroua in molto poche medicine, che dia* nelle mani del Medico , ò dell'Infermo il purgare qu an- to vuole , &c gli par bene . Ha di più , che (1 prendefen- za horror, né puzza, né noia, nètimor,nèfaftidio;iru piede , palleggiando , & come il vuole lenza la molcdia delie DEL LEGNO DI MALVCO. i)5 delle communi & noiofe purgationi com polle . Occor- fc con quelli purgationenauigando il marea molti di rnalgoucrno, &temerarij, fir pencolofidifordini , Ite non tar loro alcun danno . Ne' dolori di tefta antichi ; nelle Emigrance , nelio ftrepito dell'orecchie ; ne' do- lori arteria, & dello llomacoinel male della Matrice ; tte nell'alma l'ho veduto a fare buon'effeto.Percagion delle quai cofc,& della confidenza, che in quelli cali io hauc- uain lui, vfai quella medicina molte fiate ìncomplef- fìoni, età, & regioni diuerfe,con moka felicità, &j buon fuccelfo, lenza molelha, ne accidenti i faluo che nelle complcllìoni coleriche, SUtomachi caldi, daua qualche trauaglio,&pcna finche mangiauano. Ad alcuni an- co prouocaua vomito; & alcuna fiata a* coleri ci daua_, qucihpoluere melcolata con firopo acctofo , ò dentro d'una carambola condita, ò fatta in pillole con Zucca- rorofato. Dadi la mattina a buon'hora. Non mangia- no , ne beono fin che non ha purgato quel che pare, che baiti ; la qual operatione fatta , fi prende vna fcodella di brodo di pollo repido , &c mezz'hora,ò vna dapoi, man- gia del pollo , & beue molto poco vino temperato mol- to bene con acquai & tutto quel giorno non beue cofa alcuna finche non ritorna a cena, la qual cena dcu'eiTc- re molto poca,& di facile digellione. Il giorno feguentc prenderà Zuccaro rofaro con acqua di Buglofla , o di Borraginc,ocommunc,in luogo di quc(le,&£ il fuo Chri flicro lauatiuo. Suole lafciar alle fiate ad alcuni accensio- ne nel federe , & ad alcuni ( benché a pochi ) L'he- morroidi. Quello è quanto io ho veduto & ritrouato di quello legno chiamato Panaua; il qual venne da Maluco: & quello i56 DEL LEGNO DI MALVCO. quello fu il primo che vcnilTe nelle noftremani. Hora in quelle parti fi va molto vfando,& è già in tanto cre- dito, che fcnza timore alcunofì p rende per molti deMi effetti , ch'io ho detto . Io ne prefi due fiate per dolor co- lico , & per vna Emigranea , & mi fece molto buon fcr- uigio . Et per eflère le lue operationi cofì buone , & fini- re {& non faper fin'hora altro di detto arboro medicina- le,per la molta ftima nella quale lo tengono i negri di quelle parti ; i quali procurano di occultare le fuc virtù, lequali deono eflèr più di quelle che Tappi amo)(pe riamo,che il tempo difcopritor di tutte le co- fe,ne discoprirà il retto di quella medi- cina occulta a noi altri ;& fé farà a tempo, che nell'altro trat tato , che habbiamo nelle mani pof fiamo dir- ne qualche cofa,diremo ve- ramente quanto ne fapre- mo. LEGNO *;7 LEGNO DELLE SERPL Kk DEL LEGNO DELLE SERPI. CAP. LIIII. Ve herbe li ritrouano nel Malabar molto diuerfe di fìgura,& di nafeimento , & amé- due chiamate legno delle Serpi, per eiTcr ogniuna di loro rimedio (ingoiare contra-, ogni morto di Scrpiila prima delle quali è qucfta,laqual nafee , come l'hedera . Il fuo colore & fembianza è co- me il Draconcolo maggiore , oucr Dragontea,ò Scrpcn- taria , detta in Caftigliano Taragontia , & di lunge pare vna ferpe naturale . Le foglie fono della grandezza &c quafì del fembiante della Brionia , ò Vite alba > & fono tutte intiere,& hanno vn neruo groflb nel mezzo, & cin- que,© fei per trauerfo; hanno olerà di eia alcuni fori pic- coli, i quali vanno crefeendo con la foglia fin che l'apro- no del tutto , & la riducono , che diuiene , come foglia di Vite. Altre fono tutte intiere ; &c alcune hanno i fori piccoli , & altre grandi; il che fa quefte foglie tanto dife- guali , che a pena s'aflomigliano vna con l'altra. Ha que- ii'hcrba tanca (ìmighanza di ferpe, che chi non la cono- fcefTc , ne haueflè veduta di giorno , vedendola di notte alla Luna,gli parerebbe ferpe viuo.E' tenuta volgarmen- te per molto eccellente a i morii de' ferpi , & delle Vipe- re ; & k genti della terra, che vanno in campo, per la maggior parte la portano fèeo -, perche in quelle par- ti fono molte diueiilta di ferpi, & di Vipere ;& dicono cili, chcfolamente dall'odore di quell'herba fuggono le ferpi) & fé circondano con ella la ferpe , che noiLpoffa fuggire fenza toccarla > che fubito creppa, & muore; oc ciò affermano di certo. SECON- M» SECONDO LEGNO DELLE SERPI. Kk % ltfO DEL SECONDO LEGNO DELLE SERPI, C A P. tv. Vesta è la feconda herba centrale ferpi, la quale è molto ftretta,. & fotti- le, & ha lòlamente tre fòglie della grà- dezza,che qui fono difegnatc , le quali fono molto molli , & lifcie d'un verde oleuro. Non le ho veduto ne fiore, ne frutto, ne ho trouato perfona, che mi diceflè hauerlo mai veduto. La radice è lunga e fottilc della groilezza d'un dito di fanciullo : fa in alcuneparti alcuni capi pic- coli , & fi efttnde molto fotco terra , ma non molto pro- fonda. La prima icorza di fuori è molto lottile , &ro>- uana fenza niun fapore al mafhcare ; ma dapoi manica- ta , lafcia nella bocca vn fapor foaue con odor pròprio di. Mufchio. Quefta feorza è tutta piena di fiflure intor- no per molte parti, laquale da fé fi va diftaccando da vn'altra Icorza gialla , & più grolla, che le èfotto, laqua- le ha il proprio odore del Trifoglio odorato, ò reale . Il fàpore è più dolce , & molto più foaue, che quello della. Glicirriza ; & mafticandofì, lafcia vn'odore molto foaue con vn'amabilemordicatione per piccolo fpatio. llfu- fto di dentro è bianco, legnofo, duro, & fenza fapore. Il fapor delle foglie è come quello del Nauo- Alza quefta radice vnaponta quattro ditta dalla terta > & chiamano i Canarini queft'herba Duda fall . Infufa quefta radice in acqua rofa , ò communc , ò in vino ( che a tutti que- lli modi hifano) è rimedio molto certo,&ifperimentato centra ogni morfo diferpe. E' molto invio contra le* febbri continu'eyiafTczze » debolezze di ftomaco , & tre* raor DELII. LEGNO DELLE SERPI, igi mor di cuore . La danno contra ogni veleno ■■, & mi af- fermarono molti , che ìolamcnte portandola in maio, rcftauano iicuri da ogni generationc di Serpi, &c dà alcrc limili belile velenofc ; & ch'era cofa certa , che mostran- dola a qualche ferpe, ò vipera, cllalafugg*ua;&: fc/i poneua dinanzi dalla ferpe, con gran tremore faggiua in altra parte. Nafcc nc'luoghi humidi,& tra gli a; bo- ri , principalmente intorno a cefpugli, & non molco lunge dal mare. Quelli che hanno mal'odorcdi bocca, ò di denti guaiti , la mafticano molto ordinariamente, & la pongono nelle ca ucme de' déti guaiti, alqual effet- to è molto lodata. Vi è vn'al tro legno dc'ferpiia quelle parti, il- quale è vn- arboro grande ; ma que- llo dipingeremo nell'altro li- bro. MOù z£z, M O R I N G A. DEL L A C A M p. O R I LVI. N G ié3 A. tà A Moringa e dell'altezza d'un Len- tifco, col quale molto fi raflòmi- ' gliano le foglie. Non fa molti ra- mi, ne molta ombra. E' tutta no- dofa , & tanto facile da romperli , che coli l'ifteiìo arboro , come li rami fi rompono con molta facili- La foglia verde oicura d'un color molto viuo ; il cui faporeè delle foglie del Nauo. Il frutto è d'un palmo & mezzo di lunghczza,groilò come vn Rauano di colo- re ri m elio tra verde, Se rouano, tuteo di fuori in otto fac- cic, &di dentro bianco midollofo, & pieno d'i alcune cicerchie verdichiare, & molto tenere , di figura di Lu- pini diuifi in certi ricettacoli , più acuti nel iapore , che le foglie . Mangiali queif o frutto cotto con la carne, & in altri (apori. La radice di quelt'arboro è l' Vnicorno , &la pietra Bezahar, & in fine la vera Theriaca della gente volgare contra ogni generationc di vencno, £>c morfi delle peftilenti ferpi dalla corona , & ogni gene- rationediferpi, & animali vclenofi ■■> &cofibcuuta, co- me applicata di fuori, è molto approuata, & ifperimen- tara . Nella colerica paflione fa fingolar'efFetto ; & im» qucfto cafo l'ho fpcrimcntata io co molto buon fucce£- fo. Mcfcolano queftaradicecon li rimedij contra gli humori malinconici ; & è dalli infermi Lazarini molto conofeiuta , & vfata, come rimedio, il quale affermano fanar molti , continuandoli . Molti di queftì arbori fi ntro- ié4 DELLA MORINGA. lìtrouano in molte parti dell?lndia,principalm ente per tutto ilMaiabar prelTo al Mangate, douc ne fono molti , molto morbidi , & di molto frutto i xl qual iì vende ordinariamente , come lefaucfrcichcìn Ifpagna. Chia- mafi in Arabefeo , & Tur- chefeo , Modano. In Perlian, Tamev. In Guzaratc, Ttt- riaa*. ANA? 26J ANANAS BRAVO. LI t66 DEI/ANANAS BRAVO. C A P. LVII. 'Arso ro ,„ che chiamano Ananas brano è di altezza d'una lancia , molto lifcio , diritto , ritondo, groflò , come vn' Arancio, di colore verde biachieg- giante,& tutto pieno d'alcune puntu- rc.Le foglie tutte fpinofc nelle cimc,& nel mezzo, con alcune fpine molto tenere , & poco noiofe . Ciafcuno di detti arbori al piede ha vn grande cefpuglio delle medelìme foglie fpinofe maggiori di qucJkdeH'arborOj&diluntariofìailomJglianocoll'er- Da dell\Aloc,maicno più lottili, & fon verdi chiare. Si congiungono lotto terra ledette radici, &nafcc l'uno dell'altro arboro principalmente perle fìepi, òchiufu- rc de gli fiord di maniera,che fanno un bel ferraglio Da' rami elcono alcuni occhi di foglie congiontc ìniicme, molto gialle, & tencre^d'unbdorc molto foauej & que- lli fono i fiori, da ciafeun de' quali efee vnafpica , la- qu ales'allbmiglia con quclla,che produce la cannai ma è più grolla, più vnita, & più bella} & quella ha l'odo- re del Cedro . Pende da detti rami vn fruito , che chia- mano Ananas filueftre , per hauer qualche fimiglianza coldomeftico. E della grandezza d'un Mellone, tinto d'un rollo bello, &piaceuole,. turto diuifoin parti co- me la Noce del Ci preflo, quando è fccca .. Nella prima fu per ti eie mcftra alcuni angoli, che di lùge pare vna gra- de Pigna. Le foglie tenere di detti occhi, ò fiori % fi man- giano cofi frefehe. Han fapor da Cardo ; & fono di mol- to poco nutrimento . Il fapor di quello Pomo x del qua- le mangia molto poca gente , è dilicato con vna terreltri- citadc DELL'ANANAS BRAVO. 267 citade auftcra , & poco grata al gufto . Quelli arbori , &c le loro radici lono molto fuccpii. Quello lucco coli del- le radici , come del tronco prelo in quantità di iei,fin 'oc*, toonciecon Zuccaro la mattina a digiuno, è rimedio eccellcntillimo , & molto ìlpcrimcntato per lo nfcalda- mcnto del fegato, &: delle reni, & piaghe delle reni, &c l'orinar renelle, & feorticatura della verga; nelle quali pailioni fa rara operano ne con molta preltezza^&: quel- li che orinano renelle, &gli iìfcorticala verga, nlana per lo più in tre fiate , che lo prendono. Dicono che gio- ua ancora alla Diabete ; ma io nò ne ho hauuto ifpencn- za. Chiamali in Arabico Queura-In Perflano Ana- nafa , & Angali . In Decani n,Queuxa ; & il fiore ( che è l'occhio odorofo delle foglie ) chia- mano in Arabico Chuxtaid.inPcrfìa- noPixcoxbuith. I Turchi non-, l'hanno , né lo conoscono. Gli Arabi lo lauda- no molto per le medefi— me paflioni, &per l'crifìpc- lc. LI 1 ANA- Ut A N A N A S: *:S DELL'ANANAS, C A P. i6p L V 1 1 1. ì Ve s to Pomo peregrino , lacuiori-P di T. del gine dicono ciler venuta del B'rafiI,don*-rJL defur portati i primi alle Indie Onen- \ tali, &doucallignaronOcofì bene, co- me nelle Occidentali , & horanefono in gran quantità per ogni parte diede) cdella grandezza d'un Cedro piccolo, moltogiallo, Se molto odorofo quando è maturo i & rende tanto odore, che nel calle fi conofee la cafa , dou'egli è riporto . Il (uo fapore e molto fòaue,& egli in le molto (uccofo . Di lun- gefi famiglia all'Acanto, ma non ha li fpinicofi acuti, ne pungono. Da ciafeun piedc(ilquale è dell'altezza d'un Cardo da mangiare) produce vn fol Pomo nel mezzo, & nel fìio circuito molti figliuoli; & alcuni di loro efeo- no con frutto ; onde cogliendo l'Ananas, piantano (libi- to i figliuoli >& da ciafeuno efee vn cefpuglio col Tuo Po- mo, come il primo; & fi ri coglie nel termine d'un'anno. La radice di detto cefpuglio è fimigliante a quella del Cardo da mangiare ; & le foglie hanno fcmbianza col medefimo Cardo, benché più con quelle dell'Ananas Silueftrev . Chiamali communementc Ananas; & da Canarini Ananafla . I primi di qucfti frutti , che fi venderono nelle Indie valfcro ( al minor prezzo ) dieci ducati 1 uno ; & al preiente , non perche fiano diminuiti nel fuo odo- re, & fapore i ma per la grande abondanza, che in tutte quelle pani fi ritroua di loro , vagliono i più cari due Reali.Detto frutto è caldo, & humido. Mangiali prepa- rato, & bagnato in vino ,comc il Cotogno . Si digenfee facil- x7o DELL'ANANAS. facilmente , & fé fé ne mangia troppo , infiamma , co- me i Dorioni di Malaca. Aprendolo per mezzo, & tor- nando à congiungere le parti djuife, fi vnifee co- me il Cocomero i & tagliandoli con vn col tclio, lafciandouelo dentro per vn di, ò per vna notte , guaita & confuma tutta quella par- te del coltcilojchc rc- ftòdcntro.Fin" horanon fc ne fa altro v(b , che quello del ga- llo. SAR- *7' S A * G A Z O. GAZO. C A P. LIX. E £ molto profondo &. lungo ma- re della molto famofa & non me- no temuta volta no, fecondo il lor volere ; de lo prendono con Zuccaro , fiele fi z78 DEL B A N G V E. & fé fi vogliono dilettare in varietà di fogni , aggiungo- no a quelta compofìtione Cafora della buona^Garofoli, Noce mofeata., & Macis.Etp allegrare,& far ftar di buo- na voglia , & principalmete per far li bé poteti co le don ne,aggiungono Ambra, &.Mufchio,& co Zuccaro fan- no il loro elettouaro. Molti mi affermarono , che p l'atto Venereo quefta femenza , & foglie haueua grandifììma efficacia ionde non dee hauer che fare col Canape , benché lo fbmigli molto ; poi che Diofcori- deferiue al luogo citato, ch'egli fcalda & fecca, & nfolue la virtù genita le. Chiamano gli Arabi il detto Baneue, Axisj IPeriiani, Ban- gue^lTur chi, Afarath^I Decanini, Ban- gue ; & cofi il più delle altre na- tioni. m DEL- DEL LASSA FETIDA. CAP. 179 LXII. 'Alt 1 h t , l'Angiudcn , ì Aflà- fetida , dolce &c odorata medicina (della quale tra i Dottori è ilata^ differenza cv controlla iìa ) è vna Gomma , che portano dalCora- zanadOrmuz,&daOrmuz all'In- die , &c dai Guzarate,&. dal Regno di Deli ( terra mol to freddala quale dall'altra parte con- fina col Corazan,&colpaefedi Seruan,come lente Aui- cenna . Quella gomma è chiamata da gli Arabi Altiht, & Antit; & da gli Indiani Ingu , òlngara. L'arboro, donde c(cc Ci chiama Angiuden , & altri lo chiamano Angcidan. NondifegniamoqueilarborOjperchenon lo riabbiamo veduto, perciochela góma viene di lunge per la terra a dentro ; onde non è da merauigliarfi , lo non fi fa bene la fua rìgura ■■> & Ce Auicenna le pole per la medelìma cagione molti nomi; perch'egli puòeiière, che fi variano 1 nomi fecondo le Terre, & che in vna fi chiami Altiht, nell'altra Almharut , poi ch'ella paifa per Terre , ch'ufano diuerfì linguaggi . Tieni! elici pro- prio nome di detta gomma Ila Lafer, &non Aflà; ma che il terr.po l'habbia corrotto. Onde Gerardo Cremo- nefe nel cap. del difetto del coito in Rafis,hcbbe opinio- ne, che Alnhtfoliefucco di Ghzirriza apprefo, 6c in- groflato. Mali può difendere Gerardo, perche non è itato Arabo, ma di Andaluzia; oue la lingua propria, nella quale Auicenna fcrilTe, fu quella , che Ci vfa nella Sona , oc nella Mefopotamia , & nella Tartana, donde era Auicenna.Qucita lingua fi chiama Arabi, & nel lin- guaggio i8o DELL'ASSAFETIDA, guaggio de'noftri Mori, Magarabi; il che vuol dire, Moro di Ponente;perchc Ma, in Arabico vuol dir Del, & Garbi , vuol dire Ponente. Et perciò non è mcraui- glia che falli Gerardo; perche Altiht non vuol dir'altro, che Arboro dell'Alia fetida , & molte fiate fi prende la Gomma per Tarboro . Che ciò fia vero , fi vede chiarov perche ella fi applica per drizzare il membro virile , cofa molto vfata in quelle parti; &nonè a propofìto vfar di quel fucco di Glicirriza per la diminutione del coito ; & nelle diuifioni pone RafislV Itihrper li piaceri di Ve- nere ; & Ada dolce non viene pofto da alcun Dottore Arabo , ne Greco , ne Latino, che fiad'auttorità? per- che Glizirnza fi chiama in Arabico , Cuz; & il fuo fucco cotto, & ridotto in forma di Sapa chiamano gli Arabi Robalzut; &: li Spagnuoli corrompendo il nome, lo chiamano Rabazuz. Di fòrte che Robaìzuz in Arabi-- co vuol dire,fucco ringrolfato di Glicirriza;perche Rob, è fucco ingroifato , Se Al , articolo del Gcninuo , De, & Cuz , Ghcirnza , & tutto infieme vnito , lignifica fucco ingroiìato di Glicirriza ; onde non fi può chiamare que- fìo fucco , A (Ta dolce . Et a quelli , che dicono , che Af- fa fetida, &c Laferpitio fono diuerfe medicine(perciochc il Laferpitio è medicina per la cucina , & per medicare > oue l'Alfa fetidagioua al medicare (blamente) &chefc la vfallero ne' cibi , ò brodetti , gli guattarebbe tutti col fuo horrendo odore; fi rifponde & con verità , che la co- fa più vlata,chc fia in tutta l'India,& per tutti i fuoi luo- ghi , fi è quella Alla fetida cofi per medicina , come per lifapori;& fc ne confuma in quelle parti quanti tàgran- de;perche tutti i Gentili,principalmcntc quelli di Cam- baia , & i Pittagorizi Baneani , la comprano & mangia- no or- DELL'ASSAFETIDA. *8, no ordinariamente più òmeno, fecondo le loro forze. Et perche quelli non mangiano carne , i principali condimenti co' quali la mangiano fono herbaggi, Se Bietole , con le quali affermano ch'è buona . I Mori an- cora mangiano di quefta Ailafetida, ma in manco quan tità ; percioche queiti folamcntc la mangiano per medi- cina. Dicono quelli , che mangiano quefta Ailafetida , che oltra l'incitar molto l'appetito di mangiare,che quel poco d'amaro, eh' ella ha, èfaporoiò; & che dapoi in- ghiottito , refta la pcriona,che la mangiò molto conten- ta ; & coli la loda molto di buon'odore, & fapore la gen- te di quella Terra ; & credei! , che ciò nafea per lo conti- nuo, vfo che hanno di mangiare quefta medicina . A quelli , che dicono , che quefta medicina fi via fo- llmente nelle compofnioni y fi dice, che fi ingannano, come fi ingannò il Sepulueda; Benché ilGuancrio, &c molti vfano quefta medicina da fé fòli .Gli Indiani la lo- dano per lo ftomaco, perfaciiitar il ventre,&: per confiir mare le ventofità. Curano con quefta medicina anchora i caualli , che fanno molta ventofità ; &c tanto apprezza- no quefta medicina^ che la chiamano quelle genti, &: principalmente quelle di Biinagar, Cibo de Dei. Ben- che Mattheo Siluatico dice , ch'è veleno , Se allega Gale- no . Ma non fi troua ne in Galeno, ne in alcun Semplici- fta Greco quefta cofa ; anzi dicòno eiler buona contra il veleno, laPeftilenza, i Vermi, & la Rabbia, che fono contrarij cffettimel che pare, che Mattheo Siluatico non habbia ciò ben confidcrato. Gli Indiani pongono que- lla gomma nelle cauerne de' denti guafti,chc dogliono; benché dica Plinio , che vno che fé la pofe nella ca- uernad'un dente, hebbe tanto dolore, che fi gettò da Nn vna z8i DELL'ASSA FETIDA. vna fineftra . Ma ciò poriaeflèr fuccefìò per quel tale molto ripieno di humori ,, i quali mouefTc la detta me- dicina - La maggior quantità di quefla fi ritroua in Chitor,in Mandou , & in Deli . La portano ancora da Ormuz co- me mercantia per Pcgu , Malaca,& Tanaflàrim ; & fem- pre la detta Gomma vale molto, la qual folamente è in vfo , & non la radice ,, ne le foglie dell arboro , donde il caua ; delqual dicono cauarfi,dandoli tagli , per li quali diflilla ., Quello arboro fomigliano efli aL Nocellaro nella grandezza -, & nella foglia .. Si mantiene, & conferua queftagomma ncHcpclli de' Buoi, vntecon fangue me/colato con farina di tormen- to ; onde quando vi fi rrouaràtalcuna cofa ,. che parife- mola , non fi ha da tenere per fallita, come, hannoferit:- to alcuni"., Or*ègH occorfe , che dimandando vn certo huomo ad vn Banean e letterato, per qualcagione egli mangia- uadi quella gomma, poi ch'ella; vcniuamefcolata eoa* fangue di bue; il Raneane glirifpofe,, che quella medi- cina era tale, che in lei, non fi doueua hauer riguardo ad alcuna regola .Quelli Baneani non.mangiano carne, ne eofa di fangue; 6c tengono la trafmigratioiie delle anime ne' buoi .. Di quella Aita fetida fono due fpecie„vna ch'è netta, & chiara ; & l'altra ch'è torbida & lorda ; la quale netta- no i Baneanrprima , che la mangino; quella ,.ch'è net- ta ,èdi colo re, come di chiaro;& lucente Ottone ;& di q uella è la maggior parte di quella,che fiadopra nel Gu- za rate, doue la portano da Chitor,, &; da Patanc , & da* Deli ;; & l'altra conducono dallo flìctto, & da Ormuz. : ~ Onde DELL'ASSA FETIDA. ±85 Onde vale la migliore ( che è la chiara , & lucida ) molto più che l'altra, la quale,pcr cfler di manco prezzoli ado- pra più tra la geme poucra coli ne cibi, come nella medi- cina. L'odor della m)gliore(ch'e quella cheportanoal Gu zarate , come Ci è detto ) è pju gagliardo, che quello del- l'altra ; benché ambedue riabbiano aliai triito odore- Ma quella gente tiene per buoa'odorc quello, che più pollcnre ; onde dicono elh , che quella ha buon'odo re ; perche ha l'odorepiugrande. Quclt'odorc è quali limile all'odore della Mirrha ; & quella è la cagione, perche Auicennaladiuifein Feti- da , & odorola ; perche diceuano , che la Fenda haueua odore di Porriima nò è cofi,perchebcn cófidcratala ma- niera di parlare delh antichi,non chiamano ia cofa odo- rola per hauer buon'odore ; ma per hauer l'odor grande; onde chiamano aromatico il Calamo, il quale a giudi- ciò di tutti , fi poria chiamar più tolto fetido . Ha trifto odore ancora la Mirrha, l'Aloe,& loSpico. A quelli , che vogliono , che quella Aflufetida com- mune iia quella , che per tale fi via ; & la odorofa il Ben- giuì ( poi che non ci ha efpreilo Capitolo di lui ) &c dico- no, ch'èpiur3gione,chc la radice dell'arboro del Bengi- ui fia buona per condire 1 cibi, che l' Aflafetida; & che le i Bancani la trouano iaporofa, & buona p magiare, ciò a- uienc per cflerevlati a mangiare herbe, & altri cibi pò- co faporofi,&chefecódo che dice Antonio Mufa.quel- li che nauigano a quelle parti , & vanno a cercar il Bégi- uì, dicono diferi uendo i'arboro, cifer conforme alladc- fcrittionedel Laferpitio;& più, che quelli della medefi- ma Terra coiìrctti dalla venti , chiamano la detta Gom- ma Lafcrpitio ; fi rifpondc al primo , che non fi può ^p- N n x plicar 284 DELL'ASS A FETIDA.' plicar nome antico alla medicina , ò a Semplice;nuòuà* mente ritrouato in noftro vfo ; perche non fu poiTìbile j che gli antichi vedeffero tutto , & tutto fcriueiTèro . Et al f ecódo, egli è chiaro , che Antonio Mufa in Ferrara fu ingannato da colui , che gli die falfàmente queitarela- tÌQnc>perciocheI'arboro del Bégiuì è diuerfo dal Laferpi tie>j& quefto del Begiuì nò fi fa,che fia fé no in Samatra, & in Sion ; & in tutte quelle Terre non fi chiama fé non Cominhan,& no Laferpitio.il quale Bengiuì non fi tro- tta nell'Armenia, ne nella Soria,nè nell'Africa , né meno in Cirene, poi che pretto de gli habitatori di quelle Terre non ne è memoriav& la maggior parte^doue li adopra il Bengiuì,fiè nell'Arabiajbenchefìadopramoltoin tutte l'altre parti,come ne' Regni di Deli, & di Mandou, &: di Chitor.Et poi che d'Africa, d'Armenia,di Giudea, di So- rda^ di tutte quelle parti lo vano a torre in India& por^ tar alle dette parti ; è cofa chiara , che Antonio Mufa fia flato ingannato ; perche s'egli fi troualfe, dou'egli dice, non andarebbono a torlo in altre parti per mercantia; perche in fuo luogo porian portare qualche altracofa, chepiuvalcrebbe. IlRuelliohuomo (dotto) & degno di molta laude , ii quale traduffe Diolcoride , dice nel fuo libro delia na- tura delle piante, che in Francia nafcevna radice grofia & grande , di fuori nera , & di dentro bianca ; & la dife- gna con la figura fogIie,&c.&: dice, che cofi la radice,co- me il feme, &lalagrima hanno odore molto foauey& che per eflTere medicina approuata,- le pofero nomi ma^ gnifichi, come Radice Imperatoria, Radice Angelica , Radice dello Spirito Santo ; & dice , ch'ella gioua a mol- te cofe , efiendo calda } & fecca nel terzo grado ■•> &c. ch'è vnica DELL'ASSA FETIDA. *8r Vnìeacontra veleno, & che preférua dalla contagionc peftilcnùale ; fk che togliendoli per bocca in. quantica d'un Cecel'inucrnocon vino, &: nella ellate con acqua rofa,non fentiranno quel giorno pe(tilen2a;perchc (cac- cia il veleno per orina , & per (udore , & dice di piu,.che vale contra molte altre infirmici, lodandola molto; & dice effer queita il Lafcrpitio Gallico^ dice , che il fuo- co, ò lagrima ha odore di Bcngiuù &che i dotti fono d'opinione , che ila Bengiuì ; &: che quello è liquore Ci- renaico, ò fucco Cirenaico, che partorì la Giudea, & lo mandò in Francia j'onde dice , che fi deurebbe chiamar Bengiudeo; & ch'èilato corrono il vocabolo, chiaman- dolo Bengiuì . Ma io non ho da trattare della differenza , ch'è dall'u- no all'altro ; perche l'arboro del Bengiuino ègrande,co- meii dirà,& molto diuerfo^ maggiore, che quello del- l'Affa fetida y onde farebbe ragione , che (e folle Laferpi- tio Cirenaico , nefuife quiui alcuno, &c fene trouaffe al- cuno in Giudea, nella qual regione non è memoria tra gli huomini , che mai fia (tato quello femplice. Et ben e chiaro che fia cofi ■■> perche fé anticamente folle ftatOi fa- rebbe reflata qualche memoria di lui neilagéte di quel- la Terra ,& farebbe dato lodato da Dauid, & da Salo- mone, che tanto lodarono gli odori. Et certo il nome ingannò il Ruellioj il qual dice, che (ìchiamaua Ben- giudeo iilche vuol dire figliuolo di Giudea. Ma più to- lto fi ha da credere , che lì chiamaile ( come è [a verità ) Ben Iaoi , che vuol dire figliuolo della Iaoa, douefe ne ritrouagran quantità. Oltradiciòil Ruelhololoda,di- cédo,che prefo a digiuno,acqueta,& ammorza ogni di- molo della carne^oue di tutta l'Affa fetida (i fcriue,& ve- de per r85 DELL'ASSA FETIDA, de per ifpericnza,ch'ella non lafeia cadere il membro vi- rile . Il Mattinolo dice, haucr tenuto l'iiteiTa opinione! ma che dapoi coftretto dalla verità, renne il contrario . La cui opinione, & d'altrui , ch'egli adduce fopra di ciò, fi veggono nel luo commento del libro terzo di Diofco4- ride al capitolo 78-doue recita le parole diTheofrafto nel libro d.al capitolo terzo della Hiftoria delle Piante. 'Onde non hanno ragione quelli , che per cflèrc troppo anettionati a' Greci difprezzano , & abhorifcono gli Arabi,doucparlano bene . A quello che dice lo fcrittore Milanefe, che naicc nel MontcParopanifo; & che alcuni huomini di Macedo- nia gli diilero, che lo haueuano veduto nel Monte Cau- cafoi& che quefto ha molto grande odore •> & allega il fuggi tiuo Lodoui co Barthema, il quale non pattando Calecut , ne Cochin ( come fi fa per quelli , che in quel- lcpartiloconobbero) fcrhTe quello, che li piacque nel fuo libro, pensando pcrauaura che dapoi di lui non an- dattero altri cu rio fi all'India , iquali vedeflèro molte co- fe contrarie a quello, ch'egli l'criiTe& diflciche il miglio- ire di tutti è quello di Samatra.Ma il Milanefc ò fcriflè co mcvolfe,ò luinganato da Macedoni ;poi che molti Ro- mei , &Turchi,che vanno a quelle parti ogni giorno, lo portano per mercantia . Et tornando a quello , che dice il Milanefe del Bengiuino di Macedonia ; poria forfè ef- fèrcStorace i tutto chenon fi lappia eiìcr Storace al trou e che nella Ethiopia,doueè la Mirrha. Di maniera che-» del Bengiuino fi trouano tre differenze;, l'una fi chiama mandolato , perche ha dentro di fc alcune mandole bia- chc,& quanto più mandole tiene, tanto migliore vie- ne estimato ,& e più vendibile, che tutti gli altri > & la* maggior DELL'ASSA FETIDA. n7 maggior quantità di quello firitroua inSionc, Se iru Marthabano; & quello è quello, del quale dille Anto- nio Mula , che veniua mekolato con tanna della radice delmcdelìmo. Nel che s'ingannò del tutto; perche la* gomma è tutta vna, grolla l'una, l'altra Cottile, l'altra quali dura i & tutta coL tempo fi fa più bianca al Sole,& quella lì fa alle fiate in farina, ch'è quella, che dice An- tonio Mufaciler farina della radice , & è delle mandole, come fi puòifpcnmentare pelandone alcuna . . Vièvn'alrroBengioino più nero nella Iaoa , & in Sa- matra , Se quello è di manco prezzo. Vn'altro è nella illcfla Ifola diSamatra, il quale è nero, &cauato dalli arbori nouclli , & quello fi chiama Bcngiuino di fiori , il quai nome mcrirò, per lo fuo foaue odore, & gran- de fragranza, & vale queltodicci volte più, che L'altro . Gli habitatori di quelle Terre chiamano tutte le dette fpecicdiBengiuinaCominhan, Si. iMori, Louanlaoi; cioè lncenlo della Iaoa ; perche da quella parte hebbero prima i Mori notitia diluii Se perche quelli chiamano ì'incenfo Ionam ( il qual chiamano 1 Decanini, Se G aza- rati, Vdo)non è mcrauiglia, che chiamando i Greci l'In- cenfo Ohbano,gIi Arabi imitandoli lo chiamailero cor- rottamente Louaru . L'arboro del Bcngiuino ( fecondo la: verarclationc) è grande , alto, bello, di molti, &: ben'ordinati rami , Se di grande ombre. E' il tronco di quello arboro di molto grande altezza , molto groffo , di legno molto forte , Se molto faldo , Se maflicio , Se molto difficile da tagliarli. De detti arbori fi trouano alcuni ne' campi, & bofehi di Malaca,nc' luoghi numidi, & a gli arbori piccoli,& prin cipalmcntec|uclli di Bairos, rendeno il Bcngioino mol- to buono irg.j DELDASSA FETIDA. to buono j diramato di fiori i & quello è migliore , che- quello di Sion ; & quello di Sion è mjgliorc , che tutti gli altri . Cogliefi il Bengiuino,dando alcuni tagli a gli arbori, acciocheda loro diftilli quefta gommain più quantità, come fanno in Europa a Pinni > : La foglia di quello ar-^ boro èpiu piccola,cbe quella deliimone>& no coli ver- de, & dalla parte di fuori più bianca .. Notali del Ben- giuino mandolato , chciion è tanto odorofo,come il ne-j ro'cauato da gli arbori giouenii perche; anco la gomma vecchia coi tern'po perde l'odore , come haltie cofe ,■ ma il fuoco , abbrufciandole ambedue , moftra la*diuerlìtà dell'odo re; perche miglior fragrantia è quella del nono , negrp,che quella dei Mandolato.Ma perche ^quello bia- co mandolato è più bello ,&ii negro ha miglior odore $ mefcolano quelli, che li maneggiano ambedue,l'unocoI l'altro j& cori lo fanno più vendibile, più bello, &di miglior odore . E* il Bcngioino caldo & fccco nel terzo grado . Ha potere di attenuare , confumare , & rifoluerc gli hu- mori grò ili. Pollo ne' profumi, rifolue ogni 'corrut- tione, &infettione, & malignità dell'aere j onde il fuo profumo è molto vtile nella peftilcn- za . Conforta il ceruello ; fortifica tut- te le potenze dell'anima . Eilir- pa le infirmità fredde della tefta; cilendo prima purgato il cor- po. -lo ■- 3 . q/iol-C'o CALA- ftl» CALAMO AROMATICO. Oo DE.L DJTÀMG AROMATICO. LXIIL. CALAMO C a p.. r: OMAJL O N o tante, & cofi diucrfe le dubbio*- fe , & confufc. opinioni che del Cala- mo. Aromatico; molti moderni Dot- tori hanno fcritto,confondendolo al- cuni coll'Acoro , altri con la Galanga con moki -,j& lunghi difcorfi, che io tengo per. più ficuro (poi che io veggo che quanto il Dot tor Òj tane fcniTe,è la pura verità ) di non vicire di quel- lo-, che egli di queita. medicina dille , & fcriffc ; per cio- chc: JOhmo Aromatico, diedi quelle parti portano, &. ordina r.urnentefi adopra nelle Spedarle, è il proprio, & vcio.Giiamovmedicina nell'India molto vfata coli ne gli riuomini, & donne ■■> come ne' caualli.. Chiamati ucl Gazante , doue ne è maggior quantità Vax. InDecanin, Biche. In Malaca,Danngoo. In Per- nia, Heger . In Arabia ,.CaiTab,& Aldirira.. Nel Mala- bar,, Vazabu .. Et in Cuncan (che è la falda del Mare ) "Vaican ..Effe bene L'Arabo Scrapione. lo, chiama Affa • beldiriri ; nondimeno Scrapione è corrotto,, & Auicen- na è corretto ^perche gli Arabi Phifiei Io chiamano cofi, & Catlàb,, vuole direlo ifteiTo che Càlamo , & Aldirira, degli; Aromatici » & Ditire èil medefimo , chepreiTo di noi Aroma :: & queftoi fi caua da Auicenna .. Et perche quclli'di Màlacaiconobbero quefta medicina per via de Mori ,, che erano: del: CoraiTan >, la chiamarono; Darin- gpo, corrompendo la-Voce Aldirira .. Per effere: quefta* Medicina cofi vfataintuttala India, fi femina .. Et ben- ché il Rucllio dica,ehe.lia buoiL'ódorcfrefco, nondimc- no ha^ •DEL CALAMO AROMATICO. i9l no ha l'odore molro grande, & acuto, principalmente la radice , perche la foghi ha l'odore più Aromatico: &: fccco, ha molto maggior odore. Ilchcauienein alcuni fcmplici medicamenti, che quanto fono più fccchi, tan- to più odor hanno , come il Sandolo , & l'Agui- la, &c. i quali hanno tutto il lor buono odore dapoi ca- uad della terra, & lecchi . Il più che di quefto fi porta per Ponente , è di quello di Balagate , il quale adoprano molto le donne per lo male della Matrice, & per le infer- miti de neruii&nc'caualifeneadopra in quelle par- ti gran quantità, principalmente al tempo freddo i per- che glie lo danno mangiare la mattina peftato con aglio, & Ameos ( cioè Cornino faluatico ( con falc , butiro , 8c Zuccaro ■■> &c quella mefcolanza ( la quale è molto ordi- naria) chiamano Arata. Galcno,& Hippocratc chiamano detto Calamo Aro- matico , Vnguentario . Plutarco, Calamo Arabico.Cor- nelio Celfo , Calamo Aleflàndnno . Ma gli Arabi , che conducono a vender caualli nell'India , tutti affermano , che non ne è d'altro nelle loro terre , fc non quello , che/ portano dell'India per mcrcantia, & che fi adopra fra lo- jo, & lo tengono per buona medicina, benché non fia naturale del lor paefè. Onde coli fideue intendere, che quelli, che lo chiamano dell'India, & dell' Arabia , vo- gliono dire,che dell'India Io portano in Arabia; & quel- li che lo chiamano Aleflàndrino, fi deono intendere^, ch'è quella la via, per la quale lo conducono a Vinitia- m , & a Barutti , & a Tripoli di Soria . A quello che dice il Manardo, che lo vide in Panno- nia , & ch'era tanto frefeo , che pareua edere flato porta- to di luogo molto vicino,poria cflerc ch'egli fi ingannaf- Oo x fe,& m DEL CALAMO AROMATICO: fc ; & fé pure lo vide i che foflfe flato portato in qualche baril di terra, come portano piantato il Gengiouo ver- de ; perche fé quiui fi ritrouaiTe , non vi farebbepor- tato per mercantia ordinaria. Quelli poi, che per fondar la loro opinionc,chc l'Acoro Ila il Calamo Aromatico o Galaga,dicono,& affcrmanOjche il Calamo Aromatico è radice,& noncannais'ingannano,& non hanno ragione in ciòi perche quello,che fi adopra del Calamo aromati-- co, è canna , & non radice -y perch'egli fi femina ordina- riamente -y &c la radice è molto piccola, & alcune fiate, che fi abbatte a venire le radici con le canne, non fi fa ca- fò di loro , ne fichiamano aromatiche, per edere odoro- fe , perche aromatico in Arabico non vuole dire odoro- so j.ma Droga portata di quelle parti . Et olerà di ciò non vi ha Calamo Aroniatico;ma Gioco odorato; tra quali è tanta difFereza,come da Gionco a Canna. Quato a quel- lo, che ha il Calamo dentro di fc , che diilcro elTcr hmile ateiadi ragnò,fi ingannò Auicenna,&Serapione(iqua- li haueuano più ragion di confìderar ciòcche i Greci)poi che fi vede chiaro , che quel , che ha di dentro , è vna fo- ftanza porofa,di colore alquanto giallo .Altri fono, che confondono l'Acoro col Gladiolo , dicendo alcuni, ch'è negro , altri ch'è bianco , & che mordica , & ch'è caldo nel terzogrado ; non fi trouando in eflò alcuna acrimo- nia, né calore, & ciò non folo nelle regioni fredde, ma nelle calde . Et non può effere , ch'una medicina calda , & fccca nel terzo r piantata in altra parte , non rcfti Cal- da 5 perche quefte qualità feguono le fpecie , & non fi p olTono' leuar via del tutto , come fi vede nell'Acoro or- dinario . Onde appar fenza dubbio , che l'Acoro non fia il Gladiolo, chepcitalefìvfai & che ò manchiamo di lui,ò DEL CALAMO AROMATICO 193 luiiò non lo fanno elfi tremare ne luoghi,d' me dice Dio- feoride , Galeno , & Plinio, ch'egli nalcc . Et non e ragio- neuolc ( poi che il difetto de curioiì lo fi mancare ) che li prendi per lui il Calamo Aromatico, poi che Auiccnna, & Serapionc fanno tre capitoli, del Calamo Aromatico, dell' Acoro, &: della Galanga.Quelli che Icnilèro del Ca- lamOjdillìro^hc n'era nell'India; & coli è il vero; perche non ne è in altre parti i & dell'Acoro non dicoao, che ne Ha, fé non nell'Europa. Et i Filici Arabi, Turchi, Perfia- ni , Coraflani , & dell'India non conolcono l'Acoro i & oltra di ciò il- Calamo è caldo, &c (ècco nel fecondo grado i & l'Acoro nel terzo : onde non può cifer tutto vno. A quelli che dicono , che la radice della Galanga e l'Acoro , poi ch'ella ha tutti i legni dell'Acoro i firi- fponde,chc non hanno ragione , nume nel capitolo del- la Galanga fi vederà; perche la Galanga fi pianta ordi- nariamente , & le fue foglie non fimigliano al Gladiolo. Et più, che la Galanga ha diuerfa complcfiione , & noib è appropriata a quello, che è l'Acoro, Se il Calamo j per- che quelli lono appropriati a' nerui ; & la Gilanga allo itomaco , & a rifoluer le ventofirà, &c. Et piu,che quelle due medicine, cioè , Galanga, & Calamo, fono mer- cantie molto ordinarie, & inolio conofciutcirrquelle terre dal principio , & molto in vfo di condurli da quel- le parti in Ponente :& non èragioneuolcofà , che ^In- dia debba perdere due medicine cofi buone, coi! anti- che , & cofi vfitc , per vna che non è della fua terra ; poi che del perderli non hanno gli Indiani la colpa , dicen- do Plinio , chel migliore è in Ponto , & poi in Galacia , & tra quelli quel di Candia . In mancamento di Acoro vlaua lP4 DEL CALAMO AROMATICO, -vfaua il Dottor Orta del Calamo Aromatico in maggior quantità, per «{fere vn grado manco caldo & fecco , & cofì èmanifcfto non ciTcr Acoro quello, che per Calamo Aromatico fi vfa. Quel che dice Marcello , eh'è Can- nella ; per eflfcr cofa tanto lontana dalla ragione , & dalla verità , non merita che fé le contradica . Il Calamo adunque , il quale è qui difegnató,trat- to dalproprio,il aflòmiglia nelle foglie vice- do della terra pur'aflài al Gladiolo > le radici , del quale fi vanno attac- cando , he congiongcndo vna con l'altra . Ama luoghi humidi , oc nafee inu molta abondan- zaj„ DEL *95 DEL CARDAMOMO. CAP. LXIIII. El Cardamomo(mecricina,&mer cantia molto viata nell'India , la^ quale fi porca per Africa, Alia, Ite Europa) ferme Auiccnna nel capi- tolo del Cacolaa i &Io diuideirL. maggiore, & minore, (te per quefii due nomi fono conofeiute quelle due fpccic di Cardamomo da Filici Arabi ,.& daMcrcà- ti . Et ambedue i detti. Cardamomi fono nell'India ■■> & la maggior quantità da Calecut fino a Cananor. Et benché fc ne ritroui in altre parti del Malabar ,, oc nella Iaoa; tu t- tauia non è in tanta quantità , ne tanto bianco di feorza. Chiamali nel Malabar,. Etrcmelli .In Zeilam, Enzal . Tra quelli di Bengala, Guzarate,& Decanin, Hil, & Elacln;&: ciò predò de' Morii perche i Gentili di detti luoghi lo chiamano Dorè . Per quella cagione fono tan- te confusioni ne' nomi di quella medicina fcritta da gli Arabi y perchcalcuni lo nominarono con la lingua In- diana, & alcuni altri con. l'Araba \ il che fu occailonc a tanto errorc,& dubbio, quanto è flato tra molti. Et bec- che Serapionc chiami vno di quelli Chacolaa , & l'altro Hilbanej nondimeno il ha da intendere, che il tello da corrotto , & che deue dire Cacolaa Ehil . & fc le voglio- no aggiunger Bane , prima &. meglio fi deuedirc , Bara, che in lingua Dccarim vuoldire, Grande . Per la qual co- fa Cacolaa (come dicono tutti gli Arabi) òCaculec( co- me dice Auiccnna ,oElàchi , vuol dire Cardamomo . Et fé tra Greci , &c Latini non ha nome , ciò amene , perche non lo conobbero j onde fi crede , che Galeno non ifcri- uefTc t95 DEL CARDAMOMO. ueflèdi quefto vii che oltre che k> dimoftra l'ifperiefifca ^ & il capitolo del Cardamomo , lo dice Aucrrois ; perche dicendo Galeno, che il Cardamòmo non è cofì caldo, come il Nafturtio , ma ch'è più aromatico , & più fapo- rofo,& che tiene alquanto di amaritudine ; & non con- uenendoli quefte cole, ne hauendo egli faporc di Na- fturtio ; egli è fegno , che il Cardamomo , che vfiamo , non è quello, del quale egli fcriiTè. DiccDiofcoridc, che ^migliore fi porta di Comagena , & d Armenia , & del Bosforo, & che anco fi porta d'India , & d' Arabia; & poi dice,che ve n'è in quelle parti,doue fi porta per mer- cantia dall'India. Ond'egli è chiaro, che fcquiui fi troua quello , che dice Galeno, & Diofco ride, non deuc cfTc- re il Cardamomo vfuale dell'India; ma deonoefleredue cofe -s & non vna fola . Et fé voleflero dire , ch'è quello , che Auicenna,& Serapione chiamano Cordumeni,non ho di che contendere ; perche quefto non è quello , che Auicenna, &c Serapione chiamarono Caculaa , o Hilj & tanto più, che Diofcoridc nelle conditioni, chegli aflègna, dicc,ch'è difficile da rompere,& chiufo ne' fuoi ricetti, è acre, & alquanto amaro, & cheilfuo odore offènde il ccrucllo; le quali tuttecofe fono al contrario di quefto chiamato Cardamomo -, perche non è né diffi- cile da romperli, riè offende col fuo odore il ceruello, ne è amaro ; ma folo ha vn fapor acre non tanto, come il Pe- pe ,ò i Garofani; Se fé ben nella bocca fa acqua, tutta- uia è più aggradeuoie.Et fé quefto, che fi vfa hora fìchia ma Cardamomo, non ellendo quello de Greci , la colpa è ftata di Girardo Cremonefc nella fua traduttionc;ilqua le per non conofeere quefto Semplice> per la molta lon- tananza di quelle tene , & per non efter ritrouata in quel tempo DEL CARDAMOMO. a* tempo la nauigatione, ne commercio con ette, liaiìc- gnò il nome, che meglio li pame;& molto meglio fareb- be {tato l'hauerlalciato il nome in Arabico, poi ch'cra> medicina non conofciuta . Ne meno è queito il Carda- momo di Plinio i perche Plinio ne pone quattro fpecic. Vno molto verde & grotlò ,& il migliore, difficile da ró- perliil'alìro che nfplcnde di color roilcgiantc di Oio ; & l'atro più piccolo , & più negi o 5 &: l'altro di varij colori, & che lì rompe facilmenre. Ma il Cardamomo (come lì vede ogni nova poi che fi ha nelle mani )halafcorza,do- uelìchiude,bianca, &etIoènero, &con facilità fi rom- pe, &c non è amaro, ne negro di fuori i &. molto meno fi ritroua verde , ne vano di colori, come lì vede ;& mol- to diuerlo è l'ordinano Cardamomo da quello , che dice Valerio Cordo,che il maggiore è, quali come vna Ghia- da , & il minore, quali come vna Nocella \ poi che il maggior Cardamomo non è più grande di vn Pignolo con la fuafeorza. Seminali il CardamomOjComc in Ifpagnai legumi , & il più alto è di tre palmi, dal cui fillio lottile pendono le vagine , ò ricetti , in cialcuna delle quali fi rinchiudo- no da dicci fin venti granelli coli piccoli, come fi veggo- no. IlRuelliodice, ch'è vn fruttice, òcefpuglio limi- le allo Amomoi &che li coglie, come l'Amomo nel- l'Arabia. Dal che è mamfelto;quclIo, ch'egli dice non ef- fer'il Cardamomo; poi che dall'india lo portano per l'Arabia , & per lo Ponenre ; oltra che quiui non ha l' A- momo ; mandando i Redi quelle parti d tor l'Amomo di Ponente, per fare le loro compofìrioniTheriacali. Dice anco per auttoriti di Theofraiì:o,ch'è vicino al Nar do, & al Collo . Ma in ciò pare,ch'cgli fi lìa ingannato > Pp pei cioche 3oo DEL CARDAMOMO, perciochcil Nardo, & il coftofiritrouanoin Chitor, &i in Mandou ■■> doue il Cacolaa , ò Cardamomo ( come di* damo ) fi rirroua in Malabar . Dice di più, che dette Se- menze fono bianche, & che fcaldano , & leuano vefichc nella bocca ; ma cjuefto ( falua la Tua pace ) non cape nel Cardamomo , o Cacolaa 5 poi che la feorza è bianca , & il feme nero; & prefo in bocca, tira tanta acqua,che non pare che fia caldo ; onde prefero occafione gli Indiani di dire , ch'è freddo di compleflione ; & cofi vlano le Indie ordinariamente quefto Cardamomo per mafticatorio, per difgrauar ,& nettar la tefta . Andrea Lacuna , che traduflè Diofcoride , dice , che nelle Specicrie fi moftrano tre fpeciedi Aardamomo, maggiore, minore, & vn'altra > ch'è Nigella ; &c che tutte fono aromatiche, & mordaci al guftov &cheilCarda- momo maggiore fi forni gli a al Fiengrecoi& ch'è più ne- ro , & più piccolo ; &c che'I minore corrifponde nella fi- gura al maggiorei& che non è rotondo,nè ha tanto cor- po, & declina più a colore rouanetto i &c il terzo ( ch'è la Nigella citrina ) è diuerfo folo nel color negro . Di ma- niera che conclude, che la prima fpecic è la Meleghetta „ ò grano del Paradifo ■■> & che quefto è il Cardamomo , di cui fcriue Diofcoride » Et dice di più , che vn Mercante glie le moftrò tutte tre in Venctia l'anno quaranta otto > & dapoi dice molto male de gli Arabi \ & che confon- dono tutte quefte fpecie . Ma lenza cagione, & non è co- fi come egli dice, fecondo che è manifefto per quello che fé ne è detto , & fi dirà i perche Diofcoride non vide il Cardamomo con feorza, poi che dice, che è la Mele- ghetta -, ne quella conobbe Diofcoride y ne fèppe douev nafeefle. Et il maggiore ch'egli dice haucr'il colore ro- uanetto 4 DEL CARDAMOMO.' 301 uanetto , già è chiaro che non è cofi ; & Ja Nigella non-, è in quella Regione, nèfa le operatiogi del Cardamo- mo, bt il Mercante, che gli dille, che di Armenia fi condii ccuano le tre fpecie di Cardamomo a Vcnctia, fi ingan- nò;s'eravero Cardamomo; perche fc era tale, era venuto dell'India perviad'Alctfandria, ò per alcuna delle altre vie, per doue Tuoi venire. Si conclude adunque, che il Cardamomo de Greci non è quello de gli Arabi. Et quello, che dice il M inardo, &c altri Ieri tto ri mo- derni , che il Cardamomo degli Arabi è medicina nuo- ua , &c che nondeue vfarlì, poi che Galeno, & Diofcori- de Prcncipi della Medicina non l'ufarono,non ha ragio- ne in fc ; poi che ogni giorno il feoprono noue infirmi- ti, come il Malfrancese, & altre, per rimedio dellequa- li volfcilmifcricordiofo Iddio darne in ciafeuna terra-, medicine, con le quali ci curaiììmo;ondc per quella no- ua infermità nedilcopri la Radice della China,& la Zar- zapariglia,& il Legno Guaiaco, & altre nuouemedici- ne.dellc quali ci fcruiiTamo,nó cllendo prima vfate.Cofi pcrmeilc,che cercaiììmo , & inquiriilìmo noue medici- ne; & cele moltra aiutando la noltra debolezza, & po- co fapere;poi che quello,che fappiamo,è la minor parte di quello che non lappiamo. Et non hanno ragione gli amatori de Greci di vituperargli Arabi , & le loro me- dicine,quando le trouano ifperimentate nelle terre, do- ue naf cono , & doue le vfarono Auicenna , A benzoar jj ifaac , Razis,& altri; i quali non fi può negare ciìere Ita- ti buoni litcrati. Or tornando al Cardamomo (per adoperarlo medi- cando fecondo Galeno, poi che non è quello quello, del quale parlò ) fi dice ; che nelle ricette de Greci , & de La- Pp 2 tini 3ov del cardamom:o; tini antichi , i quali non feguironogli Arabi , per Car- damomo^ vii quello di Galeno, & non lì dia la colpa a chi non l'ha . Ma nelle compofitioni, & cure de gh Ara- bi j & Latini moderni fi deue vfareil Cardamomo mag- giore , & minore , che fono gli ordinari j.Nonfi del Car- damomo maggiore , & minore > che ambedue fono di yna medefima figura, & non fono diuerfi in altro, che in grande, & piccolo. Et che il Cardamomo minore non fia quella femenza, che per lui fi vfa in Ifpagna, chiamata Meleghetta,ouer Grano del Paradifo, fi ha verificato per molte perfone curiofe, che andarono nell'India, & in Meleghetca ; i quali affermarono,mai non hauer veduto in Meleghctta il Cacolaa , o Cardamomo i & che fi fa^» molto bene nell'India , non cfTere Melcghetta . Si deue anco hauer riguardo,comc Auicenna trattando del Car- damomo , lo doueua diuiderc in Cardamomo maggio- re, & minore iellendo il maggiore nell'India, &: il mi- nore in Mcleghetta, quattro mille leghe difcofta di là» Onde bene considerando,. Auicenna chiama la Mele- ghetta Cobembaguc ; & per ragione è ella; poi che dice, che la portano dailc parti di Coifala,la quale è terra con- tinua alla Meleghctta. Et porrà etlere ancoraché in Con- fala , o nel fuo paefe fi troui la Meleghetta » & fé non lo fappiamo , ciò attiene dalla barbarie di quella gente fel- uaggia . Ciò anco fi vede, perche non era ragione, che Auicenna fcriueffe due capitoli di vna fola cofa . Ticnfì per vero ,. che in Zcilam fi troui vn'altra fpecie di Carda- momo maggiore, & meno aromatico, che l'ordinario* cofi è la opm ione del Dottor Garziadi Orta (prattico di quelle parti ) che fi vii di quefto ordinario maggiore , & minore. Etpcrche il minore è più Aromatico e he'l mag- giore. DEL CARDAMOMO. 30$ giore, &il più Aromatico è migliore > fi dirai che il minore uà maggiore in virtù, & minore in quantità. Reità rà dunque la Meleghetta,&: Cobembaguc,da vfar- fi folamére,doue fi trouerà difpcnf ata nelle medicine de gii Arabi . Andrea Bcllunenfe dice , cheCaeule è Car- damomo maggiore; & Alcal,ouerHahaleil,oucrCair- bua , & Eilbua, fi è Cardamomo minore; ma quefli no- mi fono deprauati ne libri Arabi ,&c non è merauiglia dell'inganno del Bellunenfe, che non ne hi hauuto vere informationi ; per non eflère flato mai in quei luoghi . La gente di quelle terre vfa molto ii Cardamomo nel- le medicine, &lo maftica con la foglia delBetelc, &: per le folo,per diseccare, & far buon'odore di bocca, 6C fortificare lo 1 toma co. Et quellorche dice Matthco Siluatico, chei Prillici Indiani vfano la radi- ce per le febbri, 6C che narce in alcu- ne apriture di afeuni arbori; non è coli , poi che non ha radice, che faccia aL cafo; ne fi pre- de nelle feb bri; nenafee, fenonfè:- minato in ter- ra. DEt 3°4 DEL COSTO. CAP. LXV. L Collo ( del quale Galeno col re- tto de Grcci,& Plinio co' Latini an tichi & gli Arabi fanno molte fpc eie) molti Speciali moderni dico- no cfìerne in Ifpagna , & gli Italia- ni nel lorpaefe; & coli dicono,chc la negligenza nolìra ci fa mancare del naturale dc'noftri luoghi ,& vfar quello che vieno d'India . Ma tra dotti , &c moderni fi tien per vero , & il Dottor Orta è di tal parere, che non ne fiafenon vn fo- lo;& quello fi chiamain Arabico Colt, oucr Caftj & nel Guzarate Vplot;in Malaca, douc fc ne adopra più, Puc- chio ; &per quello nome è chiamato dagli Arabi , da^ Greci, & da Latini . Nafce nelle terre confinanti tra ben- gala, & il Deli, & Camfeaia, terra di Mandou , &di Chitor,donde portano molti carri caricati di quella me- dicina , & di Spico , & di Boralo , & di molte altre mer- cantie alla città chiamata Amadabar, la quale è fra ter- ra . Lo portano anco aliafamofa città di Cambaiette, la quale èfcala& porto, donde fi prouede la maggior par- te dell'Ada, & tuttala Europa, capane di Africa. Et perche alcuni tengono che laxadice fola fia quella, che fi adopra teglie ben e che fi fappia, che la minor parte èia radice, perche tutto ilreflo è del legno, & non vale più l'uno, che l'altro. Dicono quelli , che hanno veduto detto aJboro , che egli è conforme al Sambuco, & che i fuoi fiori hanno buono odore . Del Collo fi elegge il bianco dentro , & chchalafcorzaTouana, benché alcuno ha il colo re del i Bollo, D E L C O S T O. 30.5 Bollò, & la feorza gialla . Tanto gagliardo è il Tuo odo- re , che la ad alcuni doler la tclla . li Tuo iapore è acuto come quello dell'altre fpccie, quando egli è frelco, & quando è vecchio, amareggi a alquanto , &c ha men odo- re, & fi disfacc in poluere molto facilmente . I Phiiici Indiani lo adoprano molro in Medicina , & i mercanti lo portano ad Ormuz , donde fi prouede tut- ta il Corazan> &c lo portano in Perfia,& in Aden , donde poi fi fornifee l'Arabia,.& la Turchia. Scrapionc lo chia- ma Cholti> ma il tefto è corrotto j perche fi ha da diro Cali , cioè , Coftus , che coi! il ritroua fcritto in alcuni libri; & de gli Arabi alcuni lo chiamano Calti alcun'al- tri Colt ; & altri , Corti . Quanto alle tre fpecie del Co- lto (del quale i Dottori di tanca auttoritàicriuono^Vno e Arabico , ii quale dicono effer bianco, lifcio, & Aro- matico ; & l'altro Indiano , negro , lifcio ,. &c amaro ; & l'altro delia terra della Sona di colore di legno di Bollò-, & di odore coftrettiuo , &c parimente il Colto dolce , &: l'amaro)i Mercanti dell' ArabujdellaPcrfìa^cV: della Tur chia, che di quelle parti dell'India lo portano per mer- canta, dicono i chela maggior parte ficoniummain Turchia, & nellaterradellaSoriai& tutte quelle natio- ni dicono, chenon ne hanno d'altro nel lor paefe . Di quello è tellimonio di molta auttorità il Dottor Orta , il quale con ogni diligenza ne inueftigò , & fpeculo tutto quello , che tu poflibilc , & non rttrouò altro . Quanto al Colto dolce, & amaro, fi dee Capere, che quanto il Colto fi va più inuccchiando, tanto più fi vi mutando nel colore , & fapore in modo, che il colore, il qual da prima era bianco, quando fi corrompe, fi can- gia in nero , & fra mezzo quello tempo fi fa giallo. Ec perche }o6 D E L C O STO. perche detto Co fio viene a noi da Terre molto lontane, & per molto lunghi viaggi , ne riabbiamo molto poco, che non fia ò corrotto , ò incominciato a corromperli ; Quello che fi va corrompendo , & no è bianco, chiama- no amaro j &c quello, che è buono, chiamano dolce . Et perche i Mercanti, che lo portano, fono di diuerfe pani, prefero occafioncdi dire , che vnoera nell'Arabia , I'al- tro nell'India, & l'altro nella Soria i eiìèndo però la ori- gine di tutti nell'india . Andrea Lacuna npiende li Spe- ciali , che per au3ritia,ò negligenza non traggono il Co- ito da Venetia,doue viene di Aleilandna,&cheadopra- no in fuo luogo vna cofa , che non ha che fare con lui in alcuna parte ;óc altri, che non facendo quello, che deo- no adoprano in fuo luogo la radice delia Menta Roma- na, chiamata Pfeudo Colto de' Moderni , ò Collo fal- fo. Nella qnal cofa il Lacuna bene direbbe, fé il Colio checonduceilèroda Venetia , folle Irato prima condotto qumi deli'ndia lenza gualiadì, nèfaliificorfi ;ma per più certezza lo porian trarre da Lisbona , douc io tioua- rebbono buono, &fenza faliilicaifi : & in ciò li deue incolpare il Pandcttano, di accecare con la fua ceci- tà molti . Dicono che l'arboro del detto Collo è come ilSam- bucco, & il luo frutto molleJ & che diftacca da fé la icor- za con molta facilità. Lfchino adunque di dubbio quelli, che vi folfcro en- trati , penfando che il Colio dolce poria eilère perduto p la molta diilanza de luoghi, & per lalungheazzdcl tépi« Perche meglio , & con più verità fi può dire , & credere, che al prelente , per elTcrc le terre più conofeiute ,& di- feoperte , fi difeoprano anco meglio gli crrori,& ingan- ni paf- V DEL COSTO. scy ni paflkti . La maggior colpa in ciò è (lata di quelli, cho 5cr vender meglio la loro mercantia, li poncuano nomi iuerfi, & fingeuano,chc fuilè de luoghi, che meglio lo- ro parcua. Et benché al prefentc la verità non folle tanto chiara , ne il haueflè di ciò più occafionc, & certezza per credere,che quello foilc il vero Collo , baltarcbbe /aper- tene 1 Chini (gente tanto dilcrcta, tanto in teiligente,& curiofa ) vfano quello Collo , & lo adoprano per l'ordi- nario nelle loro medicine. Il Collo e caldo , prouocariuo dell'orina , &del Mcn- flruoigioucuoleaIIcinfirmitàdeHamatrice,amminiitra to in profumi, &c in fomcntarioni . Con incenfo, &con vinogioua a morii delle vipere. Vccide i vermi del cor- po. Applicato in forma diempiaitro,inrìammala pei- Je,& tiragli humori alla parte di fuori. Gioua ailolpa- fìmo, & alla paralifia, & a tremori delle febbri, & a do- lori del petto . Beuuto con Mulfo , cioè,con vino mela- to, riiueglia la virtù genitale.Mefcolafì nelle medi- cine contra veleno, & giouai^ fecondo Gale- no nel libro fetrimo delle facoltà de femplici medicamenti ( a dolo- ridel fianco; &con acqua di mele fcaccia le mac chiCjChcfailSo le fu la fa e eia. Qq DEL- 3°8 DELLA MAN N A. C A P. LXVL A foa.ue , faporofa , & medicinal Manna ( della quale tanti huomi- ni dotti hanno fermo.) fi ritrouain quella prouincia di Vzbeehe Ia^, maggiore di tre fpecic, donde Iìl» portano ad Ormuz,& a tutta la In- dia j & oltre a quelle tre % ne fono altre due fpccie di lei in quelle parti jeccettuata quella di Calabria , che colà, non li porta . Delle tre prime, l'una èbianea , minuta, granaiola, & ha fembianza di confet- ti; ,,& è dolce come il mele \ de quella chiamano quelle genti Xircaft, oXirquciljcome le dJceiìero,Iatte d'arbo- K>; perche Xir preilo a Pei Cam. vuol dire latte. Di quer fla dicono alcuni, che ella èrugi:tda,che cade fopra que- gli arbori,d©ndc h cogliedo , ite. la conferuano invali di vetro molto ben chmii,&dif eli dall'aere. Altri dico- no, che è gomma, la qiial nafee damedeiìmi arbori ; &c quello li potrà vedere in Auiccnna,eome natio di det- ta P rouincia, & natonelia città chiamata Boccora . L'altra fpecie della Manna lì chiama. Tiriamiabim , ©Trungibim ; Se dicono che quella nafee fopra i Cardi, donde la cauano, battendoli con legni . li fuo colojr è tra iolTò,& rofato; & è della grandezza delfeme del Corian- dro>Di quella hannoalcuni opinione , cheélla fia frut- to di que^Cardir altri che liagpmma,òraiaIoro ; & que- lla viene adoprata molto nella Periia,& inOrmuz ; per- che i Pcrfiani la tengono per migliora più lana ; & coli danno di quella ad ogni perfona, per dilicata& morbi- da, che ella li Ila , & ad ogni etade : & l'altra non danno fin'a DELLA MANNA.1 30* fin'a quattordici anni di età. Laterza fpccie conducono per la via di Bazora, città molto nominata nella Pcr(ìa,& quella viene in maggiori pezzetti , & mefcolara con al-, cune foglie i è bianca , & 11 fomiglia molto con la Man- na di Calabria i & quelta è ordinariamente in vfo,& non fi corro mpe coli tolto , & vale più danari . Vn'altra por- tano a vender per l'India liquefatta in vtri , & botti , co- me vn bon mele bianco^ & quelta il corrompe molto fa- cilmente. Tutte queltcfpecic di Manna purgano con-» facilità fenzamoicltia, ne danno. Vn'altra il vende io* Ormuz , & in altre parti dcll'India,dondc la portano per altri luoghi, laquale è in pezzetti alquàto maggiori, che quella di Calabria , & non bianca . Quelta purga mol- ta, &: con qualche violenza i & perche ella fa maggiore operatione, il volgo la tiene per migliore, &iiadopra aflai tra la maggior parte della gente communc , coil per quelta cagione, come per non valere tanti danari, quan- to le altre : & vuol eilcr tenuta molto guardata dalla hu- midità, perche iì corrompe molto per lei. Or vfando molto quelta ipecic di Maria vn Medico Bragmane mio familiare, & pacifico nella città di Cocchin,& lodando- la di ogni eccellente bontà , dicendo che fc valeua mctb danari che l'altre, eflendo migliore di tutte loro, ciò era, per la molta quantità , che ne era . Ma parendo a me co- la comporta, & invaginandomi, che elio la componete fcincafafua (perche 10 feppivna fiata, che egli nonne haueua di alcuna fpecic,& haueua mancamento di que- lla) &hauendomi detto egli per lo innanzi , che glie le conduceuano da Ormuzidi la a pochi giorni ellcndo in- ucrno( tempo nel quale non nauigano in quelle parti, & fenza che fuife gionto di fuori Nauilio alcuno , che la Qq 4 poteflc 3io DELLA MANNA! potcfie haucr condottai me ne maitre vna quantità di nuoua» E per concludere , il buon Gentile mi confefsò, che la faceua , come altri la faceuano in Perfia , douc egli haucua ciòimparato i in quello modo j Prcndeua della farina di A'mido bianca, & buona •■> & della Manna qua- lunque fi foflè delle quattro ipecie , ma principalmente diquella,che fi èdetto fimigiiarc alla Calabrefei & della Scammonea, di vna femenza , che portauano di Bengala chiamata Vifa , la quale è come la Caraputia ■■, & alle fia- te le mefcolaua della polucre di vna radice bianca lattua fa ,, chiamata ,. Dante ; &: con Zucchero , & con alquan- te goccic di acqua odorifera ,„ faceua quella compofitio- ne, & l'affinauaalSole. Et queita miconfefsò ìlfalfiu rio in grande fecreto, dandomi la mano> che io non la feoprifiì almeno in quelle parti . Et non è merauiglia ,. che fi falfifichi la Manna, poiché fi falfi fi canale Pietre Bezahar , le quali vengono contrafattc in Ormuz , & nel Malabar, & in vna Colonia detta Cochin, douc rifiede il Re r& ciò tanto bene, che anco gli eiperti di loro fi irt- gannano nella prima coperta, òfupcrtìcie, la quale fc non fi rompe , non fi difeerne dalla naturale x come io vidi. La Manna non è Medicina nuoua, ne nuouamente vfata,nèfu incognita alli Antichi, i quali molto bene la conobbero , come fi ricoglic dalle laro fcritmre ; ben- ché da loro manco vfata , che da gli Arabi , a quali non. fu afcofalafua virtù, & la fua potenza, come a loro più familiare . Eflere ftata conofeiuta da gli antichi fi com- prende da Galeno nel libro terzo de gli alimenti, nel ca- pitolo del Mele > douefa grande ,& copiofa mentione di lei . Il Dotto Greco Suida la conobbe fimilmente y. quando DELLA MANNA. 3M quando la chiama Mele caduto dal Cielo . Dal libro vn- decimo di Plin. al capitolo duodecimo fi caua, quando dille; Viene quello Mele dall'aria, & principalmente nel nafeimcnto delle ftclle, &c. Non parue amara, ne da cflcrcfp rezzata a Pomponio Mella nella fuaCofmogra- phia nella deferittione dell'India, quando ditte; L'India in alcune parti è di tanto graffo , & tanto fertile terreno, che in lei il Mele cola dalle frondi;& non dubito nien- te , che egli non l'habbia intefo per quella Manna, ò Me- leacrco. Theophrafto per auttorira -di Hcfìodo nel lib. terzo al capitolo nono della Hifloria delle piante non fc ne kordò , come nelle parole , che di lei dice, lì vedrà. Quella fi intende qui per la Manna foluciua de gli Arabi , & non perla Manna de Greci , la qual confonde Serapione con quella de gli Arabi. Della qual Mannade* Greci pailò Galeno nel libro decimoterzo della Mctho- do ; &c nel quarto della compofitione de' medicamenti fecondo 1 luoghi ; dicendo , ch'ella eiala fece dell'Incen- fo dotata di vna leggiera aftringenza. Et nel quinto libro del medefimo volume,dicc ; chela Manna è vn medica- mento , che più deli'Inccnfo aftringe . Vedi il Matthio- lo nel primo libro di Diofcoridcafogli 73. Al fine che l'Olibano delle Specicricfia la Manna de Greci, &cho ila diuerfa vna dall'altra,!! vede chiaro,& fi caua da mol- ti auttori, come da Hippocrate, da Paulo, da Actio, da Aleflandro Tralliano , da Cornelio Cello , da Oriba- fìo, èv da Plinio nel libro duodecimo al capitolo de- cimoquarto , nel quale trattò delle fpecie dello In- cenfo . Di vna , & dell'altra trattò il Lacuna lungamen- te nel primo libro di Diofcoride al capitolo 19. & nel fe- condo al capitolo 74. Et benché egli & altri tengano, che la jiz, DELLA MANNA. che la Manna, che cade fopra le pietre fiala peggioro; tuttauia Amato Lufitano tiene contraria opinione, nel iùo Commento fopra Diofco ride, nel primo libro allav rnartationc y&. Il^datthiolo nel primo libro diDiofco- ride Cerine JugaJiiftoria-fua^ d'altrui della Mana>& del- le Tue lpecie , come nel luogo che fi da a fanciulli , :& adonnegrauidc . Mescolata con al- tri folutiui, accréfee le loro Ìor2e, principalmente con,. Siropo rofato loiutiuo , con Caflia , con Reobar- baro, 5ccon infufìone di Tamarindi i per- cheméfcolata co quelle ha più vigore , & fa migliore operationc.La più ordinaria in Ifpagna è quel la di Calabria , ma la migliore,& più eccellen- te * quella , che per viadi Vinetia viene diLeuan te. DEL- D E L L' A N I L. C A P. 5'J LXVII. VAni l, benché non fia fcmplicc me- dicinale , nondimeno per ellcr merca- tia vfata , offerendofene l'occafione , fé ne parlerà cofi corfìuamcntc , lafcian- done ildifcgno . L'Anil,cofi chiamato da gli Arabi, & Turchi, & da tutti que' Linguaggi ( laiciando il Guzarate,che è il luogo do- ue lì chiama Gali, & al prefente nel detto Guzaratcda alcuni mercanti lì chiama Nil)è vn'herba,chc fi femina, & lì aifomiglia col noftro commune Bafilicò . Coglicno quella hcrba,& la pongono a leccare per tempo, &da- poi la macerano hene,& lapeftano molro forte co vn le- gno dentro di alcune come Pifcine molto nette: & poi the è ben pelta ,, l'adunano & la pongono ad afeiugarfi il giorno al So le, & mentre fi va feccado, pare di color ver- de, &c più lecca, fi moitra di color azurro chiaro, &da- poi leccata bene, fi cangia in color azurro ofeuro; & co- li la lafciano lecca fin che ella diuicne del più fin'Azurro ofeuro, che poiTaeirere. Et quanto quello è più netto della terra, & più puro, è migliore .Prouafi il buono ab- bruciandolo con vna candela accefa , perche non refta con arena, ma con: vna farina molto minuta. Altri lo pongono inacqua, & fc nuota di ibpra fenza andarfene al fondo, lo hanno per buonojdi modo che ha da cfler leggiero, & di buon colore, & netto di terra- DEL- LL'OP IO. C A P. LXVIIL 'Opio medicina, & mercantia molto vil- tà^ neceflària principalmente in tutte quel- le parti delle Indie ( percioche in molte di lo- ro li vfa a mangiarne ordinariamente , & fc ne forniscono cofi, come il Contadinodi pane per tutto l'anno , & a che effetto lo mangiano Udirà afuo luogo ) non è altra cofa , cke gomma, ò lagrima di Papauen,de* quali fi trouano in quelle parti , oc principalmente in Cambaictte, olerà le noitre ordinarie, dell'altre, per la morbidezza, & qualità della terra, tato gradi, che fi vede alcun gufciodil^apauero, che tiene vnainghiftara d'ac- qua i C^uefti iì chiamano in quel linguaggio , come nel- lo A rabico Cax cax . Di detti Papaueri fi fa I'Opio, dandoli tagli, accio che per efli fi diftilli , & corra la lagrima . fct non fi deedubi- tare,che quello no fia lo iftelTo Opio ordinario, chiama- to da Greci Opium, odagli Arabi Ofiom,ò Afiom(no- mc comune , &c ordinano fra tutti i Mori ) ma da i Mala- bari, Se d'altre molti gcnci corrottamente chiamato An- fìaomXa cagione perche lo chiamano gli Arabi Ofiom, fi è , perche gli Arabi prefero molti nomi da Greci in molte medicine,Iaquai lingua Greca appellano eflilhu- nani , quali lingua Ionica; &c perche i Greci lo chiama- no Opium , &preflò a gli Arabi quella lettera F , &la lettera P , fono fòrellc ; prendendone efli vna per l'altra , lo chiamano Ofiom , o Afiom, non facendo differenza dal P , all' F. Cofi come dicono alia Peonia Faunia , mu- tando il P, in F. come in molti nomi , & parole efli fan- no . Di quello Opio fi trouano moke differenze ( benché tutto D E L L' O P I O. 315 tutto fia fatto di Papaueri) vno è l'opio del Cairo ,il quale eili chiamano Meccri, il quale è bianco, & buono, Se vale molti danari, & fi tiene che queito fia quello, che tra Medici fi chiama Thebaico. L'altro è l'Opio di Adem, &di altre parti vicine al Mar rollo, il quale e nero, & molto duro :& quefto in alcune terre vai molto, in alcu- ne altre molto poco, fecondo l'ufo che ne hanno. Quel di Cambaiapoi,&di Chitor, &dclMandon,c più rollo & tenero,& vale in molte terre aflai più , per eiìcr quiui più in vfò per mangiarne . In modo che ognuno vale più, o mcnojfecondo l'ulo^che fé ne ha;perche alcuni lo voglio- no bianco ,& altri nero. La maggior quantità diOpio, che fia, è di qucllodi Cambaia di vna terra chiamata Ma- lui. Che lì faccia l'Opio della lagrima che (blla per li ta- gli fatti ne' capi de* Papaucri, è cola certa. Se quegli che a notòri occhi che lo videro, Se alla notfxa Se humile penna, la quale per leuar leconfufìoni ciòferiuc, non louorrà credere , legga Diofcoride nel fuo libro quarto del Papa- uero , Se il Lacuna nella fua cfpofitione , Se il Mattinolo fopra il medefimo, & Galeno, Se Plinio, con Amato Lu- fìtano , fopra lo iftcflb i no lafciando i Frati , Se l' Antido- tario di Meme al capitolo dcH'Opio : Se fé non baftaran quefti, volgano gli occhi a Paulo , Se alla confettion di Fi- iònio, Se non fi [cordino della differenza , che era tra l'O- pio , e'1 Meconio. L' l'Opio freddo nell'ecceilò quarto , &: tanto ftupefattiuo,che vfandofi male,vccide ■■, La cui pof- fanza , Se qualità , Se il modo& cautela dell'ufarlo , potrà il curiofb ùedere nel libro fefto di Galeno de* medicamen ti fecondo i luoghi del dolore del capo, & nel libro terzo del medefimo, dell'inriammagione delle orecchie, doue ne ammonifee Galeno, che ci guardiamo dali'ufar l'Opio R r temerà- 3ié D ELL'OPI O. temerariamente, &: fcnza conlidcratione , llmodòcoru* che li ha da correggere , & amminiitrarc , dal medeiimo Galeno fi può cauarc dal fuo libro ottauo della compofi- tione de" medicamenti fecondo i Iuoghi,dicendo j Mefco lanli le cole calde , le quali pollbno condurre la ftupefat- tione d elle fredde, poi che quelle da le fono di tardo tran- iito . &c. perche è tanto grande la fua freddezza , che le- tia il fenu mento alle parti , & coli addormenta, & ofeu- ra il dolore, benché accrefea la cagione, cheloproduf- fe , & lafcia i membri dolenti più deboli . Per la qual co- fa no fi deue amminiftrare, fc non doue fono i dolori co- li eccelliui , che non fi acquetano co alcun'altro rimedio. Quanto alla differenza, ch'è tra l'Opio , e'IMcconio non ne è d'altra fé non, che l'Opio è fatto di quel liquore, che per li tagli fatti ne capi de'Papaueridiltilla, princi-^ palmente de' Papaueri bianchi, che £il più che fi fa nello parti dettei & benché in alcune parti li faccia qualche^ Opio di Papaueri negri3è coli poco , & fi poco in vfo,chc non le ne fa cafo \ & il Meconio è fatto di fucco cauato di tutta l'herba, del fulto, delle foglie, & de1 capi. Et ben- ché quello li venda coli nella fua purità, mefcolanza,& amaritudine li conofee . Il più fi mefcola colmedefima Opio j & fé alcuna fofilticatione è in lui, è quefta , & non di mefeoiamento di altre herbe, fecondo quello, che io riebbi modo di faperc. ; QuelVOpio fi mangia molto ordinariamente in quel- le terre,cofi perche dormendo,o mezo alienati tra la vigi- lia e'1 fonnonon fentano le loro fatiche * come per l'effet- to Venereo,per lo quale béchc ripugni alla ragione,l'han- nointantovfo, cheèil più ordinano, &familiar reme- dio che habbiano i vili figliuoli di Venere. Che l'ufo del- l'Opio D E L V O P I O. ,l7 l'OpiOjper la Tua itupcfattiua , & narcotica qualità , deb- ba far impotenti quelli , che fono auczzi a mangiarne , la ragione il concede, oltre la cfpenenza; & coli fentono non (olamentc tutti 1 noltn feguaci della Medicina, ma tutti gli altri Medici Arabi , Periìani , Turchi , Corafani, Sundafi,Malaici, Chini, Mal bari con tutta la caterua de' Medici Canarini, Dccanini , & Bmgmani, &c. che Ma è tanto efficace la imagmation delia gente plebea^, della impotenza cauano potenza, & cefi per le lue difo- nefte dilettationi carnali , di ordinano lo vfano i & peg- gio èjchcaccommodatopcr habitovna Hata il guito, &c l'appetito a lui , nonio potlonolafciarefenza grande ri- fchio della vita,la quale manca loro, mancandoli l'Opio, fé con buon vino puro in luogo dell'Opio non ^h {occor- rono. Il che a calo feppi da vn dilcreto&lauio Turco al lor modo natio di Adcm , il quale ( nauigando io per lo Mare dell'India alla volta del capo di buona Speranza in vna naue, nella quale il pouero Turco con altri Turchi, & Periìani , & Arabi erano condotti prigioni in Portogallo, & fìfoftentauanodi alquanto Opiocheafcofoiccopor- tauano,dcIquale per eilcr poco prendeuano come per me dicina) mi difle,chc fc non daua loro Opio,non farebbo- no viuuti due giorni ■-, & non me ne trouando io da darne loro, mi dille il detto Turco, che poi che io in quella Na- ue haueua carico di curar gl'infermi , & {occorrere a me- fchini , che fapefli di certo , che le non daua loro deli'O- pio , egli & tutti i fuoi compagni fé ne f irebbero morti , per lo continuo vfo, che fin dalla puentia h.iucuano di mangiarlo ; &c al fine vedendo che lononnehaueua, mi dille , che fc a tutti quelli huomini auezzi all'Opió io dcf. fi ogni mattina vn fiato di vin puro, & accrescendo ia, Rr 2 quantità, 3i8 D EX UOPI O. quantità, glie ne faceffi dare anco trai giorno, che tutti camparebbero dalla morte, che loro fopraftaua per man- camento deli'Opioi &chefapcfli, che quefto era folo ri- medio, per rimedio dell'ufo, &c mancamento ; benché ciò folle rimedio per loro molto duro,noiofo,& per cflc- recontra la loro legge; ma che poi che la neceilìtà della vita li conftringeua cotanto , che per forza conueniuano ciòfopportare. Codio feci lor dare il vino per l'ordine del detto Turco , & niuno di loro non morii & prima che pailaiìè il mefe,non volfero più vino , & non fece lor male il mancamento dell'Opio ; & tentandoli io alle fiate con vino, & cercando ad alcuno di dar vn pocod'Opio , che io haueua nella Speciaria mia della Naue per curar gli in- fermi , non vollero ne vino, nèOpio. Or ricornando alia cagione , onde fiacche facendo I'O- pio col iuo v(o impotenti i portenti r fia mangiato & vfa- tocofi ordinariamente per accrefeer la loro potenza ; (ì deefapere,che quefti, benché lo facciano lenza ragione,!! poflonotuttauia fondare in quefta,cioè,che perche la vir- tù imasnnatiua aiuta molto la dilettation carnale , &C perche ella è fupcriore della virtù cfpuliiua,obcdiicc a lei,, la qua! virtù ìmaginatiua quanto è pm forte, tanto più tolto riduce a termine il dishonefto atto Venereo, per- che comanda la virtù imasnnatiua alla elpulfiua, che man di il feme genitale a tefticoli, & quanto più fivigora la imaginationein queftoatto, tanto più tolto viene il feme al membro. Et perche quelli che mangiano quefto Opio iranno mezi alienati , & quafi priuati di giudicio , & ra- gione, per mancamento della imaginatiua,fìniicono que fio atto Venereo più tardo;& perehe le feminc per la mag gior parte non gettano il feme coli tolto, come rhuomo, tardan- D E L L' O P I O. }i9 tardando egli, ella cflercica la fua opcratione, onde iìicce- de per lo più che ambedue vengono a fornire l'atto vene- reo ìnlieme ; & per quello icruc il mangiar dell'Opto. Si può dire ancora, che perche l'O pio con la iua ni ol- ta freddezza oppila , & ferra le ftrade, per le quali viene il feme genitale dal ceruello,però per quello trattenimento fi viene a fare il condimento de due amanti infieme. Ma la lor Filofofia non è quella , né adducono quelle ragio- ni , ne attendono ad altro, che all'effetto. L'ordinario vfo, che hanno di prender ogni giorno dell'Opio, fi è da venti grani fìn'una dramma. Io co- nobbi nel Malabar in Tanorvn Canacapolanairo, fcri- uano di camera del Re di Tanor molto difereto, & viuo , &c molto alliuo, & di grande fcrittura, il quale ne man- giaua ogni giorno al pelo di cinque dramme , & alla mia prefenzalo prefe. Et il Dottor Garcia di Orta (a cui fi dee dar fede^ cre- denza in quello) narra che efib conobbe vn Secretano del Nizamoxa, Corafano di natione, che ogni giorno ne mangiauatretolas, che è pelo di dieci feudi &mezo, ma che detto Corafano,bcnche folle grade fermano, &buon letterato, & buono fcnttorc,tuttauia fempreeraibnnolé- to , ma che mettendoli in compagnia , & in conuerlatio- ne,parlaua come huomo difereto, & buon letteratojdon de fi può vedere quanta forza habbia l'ufo,c'l coftume. TRAT- $io TRATTATO DELL'ELEFANTE & delle Tue qualità. i E n e h e io haueflì congionto qucftò trattato dell'Elefante al libro , che ho per le mani di tuttele piante, frutti , vc- celh , & animali di quella parte dell' A- fia, tuttauia mi è paruto di aggiongerlo a quelle cofe con alcune vere hiftorie di lui, che fi vederannoj & benché io habbia fcritto mol- to TRATTATO DELL/EFANTE. 311 to di detto animale, tuttauia fono coli notabili , vere, &C memorabili Jc molte cole, che di lui fi poiIonodirc,8£ tante , che per molto che di lui fi parli , non fi deue tener per poco. Di tutte quelle cole diremo le più vere, & molte volte vedute co' noltri occhi propri) , ponendola Tua figura & effigie primieramente cauata molto natural- mente , accioche nulla manchi a quello trattato , la qua- le è la feguentc . Ili TRATTATO DELLO ELEFANTE. E L Malabar , doue ne fono,fi chia- mano Anne. Nell'Arabia, Fil, & al iuo dente, Cenalfil. InGuzara- te , & in Decanin fi dice Ati. In Ca- narin Acete . Nel linguaggio de Carni dell' iìthiopia, Itembo . In La- tini Elefansj& al fuo dente, Ebur. In Casigliano, &: Portoghefe Elefante ; & al Tuo dente , Marfih in Catalano, Vori ; in Italiano Auorio . InFran- cefe , Elefante ; & al fuo dente Iuoire . In Tcdefco Al- fant Bein, & Elfandn . In Inglefc, Olefante. In Fia- mengo Olofante . In Scocefe, come gli Inglefl . In Greco, aXs^ctq ■■> & lob lo chiama in Hcbreo, Vehmoth; & in niuna lingua non fi chiamavano, come dice Simon Genouefc. E1 l'Elefante animale capace di difciplina& obedien- te all'huomo, & il più domeftico, & atto da appren- der tutto ciò, che gli viene infegnato, che niuno altro de gli animali faluatichi , come dice Ariflotile nel^li- bro ottauo de gli animali ; che più domefticabilc di tutti gli altri animali faluatichi fìa l'Eefante ■-, percio- chemolte cofe apprende egli, & intende, poi che an- co fé gii infegna ad adorare 1 Re . Di cjucftiii troua- no quantità grande nelle Indie Orientali, & nella Chi- na , & in Zeilan , & in molte altre parti dell'India, & nel- l'Ethiopia . e' l'Elefante animale benigno,di fua natura clemente, vergo- TRATTATO DELL'ELEFANTE. 313 vergognofo , aucduto , & amorcuolc , come più oltre Ci moitrarà . £' grande di corpo , & cofi lo deferiue Eliano al capitolo 3 1. della grandezza degli Elefanti y dicendo, Gli Elefanti fono di altezza di nouc cubiti , & di cinque di larghezza &c. E' groflfo,&: di gran vcntre,taciturno,& molto graue al vederci ma leggiero al caminarc. Ha tefta grande, & colio corto , le orecchie grandi & larghe, & il maggior Elefante le ha fin tre palmi di lunghezza, & vno & mezzo di larghezza . Gii occhi molto piccoli , & mol- to viui s & la bocca grande,nella quale ha folamentcdue denti mafìellan bianchi di fei,fctte, & più palmi ciafeu- no . Ha le gambe grolle, grandi, & forti con tutte lefuc gionture ordinarie , le quali non fono molto apparenti, per eflcr le gambe rotonde, Scoperte di grolla, &foda pelle , quale è quella di tutto il fuo corpo , tanto afpra , & rugolà , & di coli rari , & corti peli , che pare pellato . Ha i piedi tondi di circuito di quattro palmi, &piui vecchi; in ciafcuno de' quali ha nella parte baila , che va per terra cinque diti piccoli, & didimamente formati, &grolli, in ciafcuno de' quali termina vn'unghia, che pare vn tagliere Ha la coda tanto corta,che la maggiore non gionge a quattro palmi, & di molto corte, & rare fc- tole y & oltra ch'egli è la verità, che l'Elefante ha tutte le fue gionture, come qualunque altro quadrupede (con- tra quelli,che non lo videro coli da preilo,come io)l'afFer mano anco liferittori moderni, come Luigi da Ca da Mollo nobile Vinitiano, chelovide, & Andrea Mat- tinolo , & altri . Camina l'tlefante tanto quietamente , che parendo di caminar poco, palla innanzi a qualun- que huomo, che corra a piede. Adopra &poiTedein buona parte l'Elefante quali giudicio fiumano; ma però Sf non 3t4 TRATTATO DELL'ELEFANTE! non fi dice ch'egli habbia giudici© humano , benché fia molto dilciplinabilc, come dice San Thomalofopradi Iob , al capitalo 40. nella lcttionc 1. con quelle parole > llchc non iì dice pcrch'egli habbiaintelletco,, ma per la bontà della naturale emmatiua . Ha egli gran memoria* nella quale conferua tenacemente tutto ciò, ch'egli ap- prende- Obcdifcc a colui, che logouerna, & facilmen- te intende il linguaggio , che gli viene infegnato, princi-* palmente quello dellafua terrai col quale intendendo i tuoi goucrnatori, gliobcdilce in tutto ciò, che com- mandano . I domeltici ordinariamente ferueno de gli ordinari j feriuigij ne' fiumi ,. caricando, & divarican- do le naui „ &: {fingendole al mare ,, & tirandole a terra , quando bifogna .. Portano pefo grande fopra ciafeuno de' denti coi] come vna gran traue,,ò vn martello, ò mez^ 2a botte piena di vino,, ouei'ogho; Scaltri peli grandi, come l'artiglieria ,. che li cambiada luogo a luogo . Non prendono il carico co' denti,, ma con la tromba, della quale fi vagliono in luogo di mani, in quello modo;ac- commodano vna corda grofià, & forte a quello,che han no da lcuare , & prendono la cordairt bocca dando ne' denti le volteche ballano,, & a quella manieri portano il carico, o trahédolo per terra, ò ieuandolo in aere, feco do la qualità del carico > nella qual cola hanno tanto auedimento , & portano illoro carico ( fecgli è di cofa , che fi polla rompere , ò ìpandere) tanto fi curo , quanto bifogna ; 8>c fapendo vna fiata doue l'hanno da portare, non accade fenon moftrarloro il camino , perche l'han- no a mente per far bcncil loro feruigio . Gilio dell'Ele- fante al capitolo 5. afferma efljèrc cofi la verità , che l'Elc- antc piange di notte la fua forte di feruire co miferabi- li, an- TRATTATO DELL'ELEFANTE 3*5 li , anguftiofe, &dolorofe mormorationi ■> & fc mentre egli è in quello piamo, (opramene qualche pedona, con vna cet tacommouonc di vergogna, modera i Tuoi lamé- li , & lafciai dolenti , & aftcrruofifuoi gemiti . Ha l'Ele- fante in fé fpi ricopi precminenza, A: arroganza, & ha guftodi honore, &vnodc'maggioricaibghi_,chcgli fi poiradarc, fi è, il dirli parole ;oltraggio(c, & tuttoché fìano benigni, cuttauiaiono molio vcndicatiui. Eha- no nella hiitoria de gli Elefanti al capitolo 4. conta di vno, che fenile perdirrto ordine alcuni vcriiin Lanno. Et qu into alla loto difciplina , & obedienza , & dello (tu dio, oc cunohrà, che hanno della Mufica, fi legga in Porphirio,ò Eliauo, Eliodoro, Oppiano , & G1I10. &c. Oilcru mogli Elefanti vna certa maniera di Religio- ne, inclinandoli al Sole, quando egli nafcc,& alla Lu- na ; & del modo , col qualeolTèruano qucltamaniera di Religione, & come òfterifcono rami alia Luna crefeen- tc , le il diligente lettore particolarmente Io aiorràfape- rc, legga Eliano nel trattato dell'Elefante al 9. capitolo,& i9.doue dice quelle, &: altre moltccoicciell'Elefantc, & di molte di loro fono io tcftimonio di veduta . Afferma Ciccrone,chc l'Elefante ha gran couencuolczzacron l'in- gegno ,prudenza,& fentimento deirhuomo,} ilcheap- parc in molte cofe , le quali fi veggono , & fi leggono del iuofapere, &c della fuafagacitài comedi quelli che do- ucndo vna fiata eder condotti a terre itrane,& foreltiere t nonfivolfcro mai nelle nauiimbarcare,ie prima non fu loro giurato da quelli , chegli conduceuano , di douer- gli ritornare al proprio luogo,dondegh cauano . Quan- toal Coito di queito animale , dicci! Mattinolo , citan- do Arinotele nel libro 6. al capitolo 17. della Hiftoria de S f z gli ani- 3*4 TRATTATO! BELI^ELEFANTE. gli animali, che gli Elefanti non vfano il coito eoa le fc- mine, ne generano prima^cne riabbiano compiuti ven- ti anni. Ma ccnfiderata bene l'opinione d' Arinotele nel luogo citato, egli noft fente che gli Elefanti generino nel' l'età diventi anni, ma che comincino a congiongerfi con Jefemincvbenche dica Ariftòtele nel lib. js al cap. 4. che- le Elefanti femine-, cominciano a congiongerfi dì dodi- ci, ò quindici anni ; & che l'Elefante mafehio di età di cinque, ò di fei anni comincia ad vfar'il coito, ma lo tra- lafcia per tre anni. Plinio dice, che il mafehio comin- cia di età di cinque anni , & la femina di diecijil che non li fa veramente ^nè manco fi fa appunto quanto tempo duri il parto di detto animale, per elTerc animai molto catto, & che mai non fi congiongecon la femina, fé non in luogo molto folitario , & ilpiufecrcto, & occulto ch'egli poffa ritrouare, per effere molto vergognofo. Egli e opinione di Eliano nel trattato della caftità,& bontà de gli Elefanti al capitolo 22. & anco è opinione d'altrui, che vada pregna vn'anno & mezzo & due ■■> la verità della qualcofamainon potei fàpere da alcun Nairo, ne Gen- tile , tutto che lo cercaflì con diligenza. Trouai fòlamen- teprefuppofito in alcuni , che vadano vn'anno, & lo prefumcno per quella furi a Venereà,chc ogni anno vie- ne vna fiata a mafehi , i quali eflèndo coli cafri fi prefu- me non foprauenir loro quel naturai defìderio , fenona tempo, chefìa meftieri di ingrauidare le loro femine. Ma di quefto non fi ha più certezza . »: Nonficongiongegiamailo Elefante, fé non ciaict*- no con la fua femina propria foIamente,afrine di produr re vn fuo fimiIe,comc dicono i natij di quelle parti,affcr- mando, che fifepara l'Elefante dalla femina, come la fente TRATTATO DELL'ELEKANTE. 317 ferite pregna . Quanto cafto , gclofo, & inimico d'adul- terio iìa quefto animale,leggafì in hliano al capitolo 3 6. dell'odio de gli Elefanti contra gli adulteri . Ha l'Elefan-. te molto timore del fuoco , &c il freddo l'offende molto. Viucno fecondo alcuni dugento anni, &c fino agli ot- tanta il conferuano nel loro vigore . Anltotelc dice , che viuc dugento anni , & che flonfcc fino fettanta . Vfano l'auono ordinariamente per confortare la virtù vitale, rinfrefear il fegato , &: riftringer i fluflì biàchi delle don- ne. Gioua alle lunghe oppilationi, & mitiga i dolori dello ftomaco ; &c è buono contra il morbo regio, effon- do vuoto lo ftomaco , dandone vna dramma con vino , doue non Ila febbre ; & doue ne è , con acqua di Lupuli, ò di Cicorea ; & l'ufo fùo nel beuere fa le donne feconde per ingrauidarll. E'I'Auorio freddo &fccconeI primo grado, llchc fi intende folamente de' denti dell'Elefan- te y perche quelli fono in vfo. Abufo , &c fintione fu quello, che alcuni fcriffero, dicendo, che lo Spodio fi faccua de gli olii abbrufeiati de gli Elefanti . Ma ciò non è vero 3 perche doue gli vecidono , di loro non fi vaglio- noincofa alcuna; & ione vidi molti, nèmaìmitro- uai , che vcdcflì abbrufeiar gli olii , ne valerli di loro ; fé non folamente della carne da mangiare per la gemo vile, & barbara; & de denti per gli effetti di medi- cina, & per gli vii delle arti, de' quali ( per ciTere i na- ti j del luogo gente fottile, & ingcniofa) fanno cofe molto Gentili . Quanto a quelli, che fcriffero , che gli Elefanti haueuano cornij il dee intendere, che fono quei due lun ghi dècitile gli efeono dalla bocca,perche niuno Elefan- te ha corni . Et quelli denti fono il vero Auorio , che noi vfiamoìcontra quello, che dille il Fuchfìo nel libro,ch'c- gli 3 *t TRATTATO DELL'ELEFANTE, gli fece della compofitione de' medicamenti, che non fi trouaua vero Auorio, & chel'ordinarioyche vfiamo è di dentidi Pefce marino ; nel che mantfetìamcnte,&fenza niun fondamento fallò, eflendo .dotto m altre cofe. Quello che diilc Paulo Egineta,cheiivaleuano delle ào- ro vnghie , nacque dall'eilere male informato , percheirt niuna cofa non il vagliono dell'unghie dell'Elefante, ne iì troua in loro alcuna virtù . iPlinio nel libro primo in., inditi capitoli fa vna lunga liiftoria dell'Elefante,douo contamoltecoledegne di memoria. Ma noineconta- remo alcune veriflìrne, le quali fonofeguite nel modo , che fegue . Fu vn'Elefantc, che fi arTaricaua fui fiume di Cochin, il quale parlò due parole i come è manifefto, pervnapublicateftimonianza, cheli cauòdclcafo nel- la detta Città ; ;&c fu , ch'cflcndoil detto Elefante itanco pcr'lafatica, & volendoci xipofare,&non a'ffaticarfi più, lo richicfeil Capitano della Citta, ch'era acquei tempo , che continuale ancora nella fatica,& che li gettane vna Galeottainmarejgiàche l'hauea mona; èVritenendofi l'Elefante 3iì vollcal Capitano a richiederneJoeondolci paiole,dicédoli , che lofaceffcpcr fuoamore,pcrche era cofache bifognaua, & importauaper feruigiodel Chri- itianiflimoRc di Portogallo;& loEléfantelcricandò al- la Galeotta ., dicendo Hoo, Hoo ; che nella lin^uaMala- bar (la qual'è la propria della terra , douel'antmale era nato ) vuoldire;, fi voglio : & gettò la Galeotta, moflr a n- dofene molto contento . Communeoopinione è in quel- le parti ;, che gli Elefanti fi intendano parlando tra loro ; . &Oppianoancerma,'chcgli elefanti parlano, «& fi inten- donoco'loro gouernatorL Afrermadi piu<&ciò fi tiene per vero , che quando fono micini alla morte., conofeo- no TRATTATO DELL'ELEFANTE. 319 no la !or f.iralc neceflirà . Or a quello ìftcllò Elefante fuc- cclley ne tardando il fao gouernatore a dargli il cibo or- dinirio, &n(entcndofi l'Elcfintc della tardanza,gli dif- fé il gouernatorejchc non g! i daua da mangiare,per cfler lacaldara,doueicgh appaiccchiaua, rotta, & che la por» tailc aJ calderaro , che la conciailè , & haucndola porta- ta l'Elefante , il Calderaro la conciò male i il che veduto dal gouernatore , gridò con l'Elefantc,oltraggiandolo di parole , & glie h fece ritornare al Calderaro , perche la> conciaflc bene; mail Calderaro induflriofamcnte, & per malitia fece molto peggio di prima , & la ruppe più di quello, cheitaua, &lareftituì all'Elefante; il quale la prete con la (uà tr > mba , & la portò, al fiume ch'era vi- cino , & la empì d'acqui ; & vedendo ch'ella era più rot- ta, che prima non eia, la ritornò alla porta del Calde- raro, dando grandi mugiti ,, a' quali traile vn fattore-» del Re &t altre perfone, conofeendo , che l'Elefante fi la- mentaua; & il Calderaro dimandandoli perdono con_. amoreuoh ,& dolci parole, li conciò molto bene la fua caldara , &glie la ritornò , & l'Elefante tornò dinanzi di tutti colovo ad empire la fua caldara d'acqua nel fiume, & vedendo, cheitaua. bene, la ritornò alfuo gouerna- tore , facendo primacenno a quelli, che itauano prefèn- ti , com'egli li prendeua per tcitimoni j . Del faperc , & giudicio degli Elefanti, oltre moltealtrecofc vere, che di loro fi contano , fc neveda vna, che narra Eliano al ca- pitolo 11. Della Sapienza dell'Elefante 5 Che vedendo vn'Elcfantc, che'I fuo gouernatore gli afeondeua vna par te del cibo , chc'l fuo Signore gli daua , tacendo fé la tol- fe con la tromba , & lamelle nella fua pentola per fatif- farfi dell'ingiuria che colui glifaceua. Altre molte hi- ftoric W TRATTATO DELL'ELEFANTE, fio rie , come quelle contano quefti auttori, & Plutarco, le quali preflb di loro fi potran vedere . Auenne vna fia- tatile feiogliendofi vn'Elefante del luogo,doue ftaua le- gato con ie fìie catene di ferro> per cagione d'una certa in- fermità , che ogni anno gli viene ( come più innanzi nel- le infirmiti , che gli Elefanti patifeono , & del modo di medicarli, fi dirà ) & perche quando fifciogliono con», qucfto dolore , tutti quelli , che fi trouano dinanzi , &c poflòno cogliere , con quella furia vecideno ■■> non per- che l'Elefante di fua naturale inclinationc offenda l'huo- mo , fc non gli dà cagione ) & ritirandoli molte genti da vn'Elefante che feruiua il Re di Portogallo nella Città di Goa ( la quale è quella douc rifiedeno i Gouernatori , &C Vice Re , il quale ftaua legato, come fi è detto , &c rom- pendo le fue catene , entrò per la Città , & in vn calle in contro vnafchiaua, che haucavn fanciullo in braccio, la qual vedendo venire l'Elefante cofi furiofo, fuori di fc da paura, laici ò la creatura nel calle alla porta della fua medefima cafa, ferrando dietro di fc con preftezza la por ta \ & giongendo l'Elefante alla creatura , la prefe con la tromba , & fenza farle male alcuno, la pofe fopra vn co- perto bailo, ch'era quiui per mezzo, & Jafciandola-., confiderò fé ella ftaua ficura; & poi pai so oltre con la fua furia . Et fi dee fapere , che l'Elefante ciò fece per grati- tudine , & fapendo ciò che faceua , & non vecife il fan- ciullo,per conofeer, ch'era figlio d'una dona, che viueua in quella cafa , la quale vendeua alla porta pane , & frut- ti, &altrccofe da mangiare, & haueua incoftume di dar fempre a quell'Elefante pane, ò frutti, & a qualun- que de gli altri domeftici , ciafeuna volta , che paflàua- no per la fua porta :& in quel tempo venne occafionc, cheil TRATTATO DELL'ELEFANTE. 351 che il grato Elefante le pagò le pie opere vfate da lei per innanzi verfo di lui . Auennc ad vn'altro , che correua^ nella pianzza di Goa furiofamentc , che vn'huomo in- fermo gli cadde dinanzi , & non potendo ifchiuarlo, l'E- ie fante lo ricolfc nella fua tromba, & lenza farle male alcuno , lo ripofe (òpra vn poggio; &c diccua qucit'huo- mo , che nella medelìma piazza poco innanzi , che que- ft'Elcfante cadette in quella infcrmirà.gh haueua elio da- to di fua propria mano vn gran frutto, che in quella ter- ra fi chiama Iaca, del quale fi tratta nei capitolo 37. Al- tre molte cofe, &narrationi vere fi tralafciano qui del- l'Elefante, per fare l'hiftoria più breuc. Quanto ali' Auorio , che cofa egli fia , & di che quali- tà , già fi è detto . Nelle cofe medicinali foli gli Arabi , &c Torchi , che medicano con Auicenna , l'adoprano come noi altri lo adopriamo . Et poi che fi è parlato di Auicenna, egli è bene, che fi fappia donde egli fu, & quale contra l'opinione commune, che vicn tenuta di lui, presupponendo, ch'egli folle Prencipe,ò Redi Cor- doua , il che non fu cofi , ne fi ritroua nelle chroniche di Spagna vn cotal Re , ne in Siuiglia , ne in Toledo i ma^ quello che fi troua per certo fi è , che Auicenna fu natio d'una Città, che fi chiama Bochoraa , la quale fi troua^ nella Prouincia di Vzbeche , la quale è parte delia Tarta- ria , donde viene molta Manna. Quello Auicenna non fu Prencipc , ne Re ; ma gouernatore ( che in quelle par- ti fi chiama GoaziI ) &c fu molto valorofo, & potente con le fue lettere; l'opere del quale fi trouano in quelle parti nel fuo proprio linguaggio . Ma ritornando all'ufo del- l'Auorio nelle cofe gentili , fé ne adopra ogni anno nel- le Indie più di fei mille Quintali , il quale viene portato T t da Zofa- 33* TRATTATO DELL'ELEFANTE da Zofala , & da Melinde , & d'altre parti dell'Ethiopia ; & quefta quantità è oltre molto altroché manda alle In- die il Re di Portogallo per mercantia \ benché nel Mala- bar fiano molti Elefanti , & molti in Bengala , & in Ori- xa , & nel Patane , & nelle parti di Dccaon , di Cotama- lucojche confina con Bengala . Ne è anco quantità gran- de in Pegun , &in Marraban , & in Sion ; & dicono,che il Re di Sion fi chiama Re dell'Elefante bianco, per ho- nore, perche vccifèvn' Elefante bianco. Ne fono anco in gran numero nel frefeo , & fertile Zeilam > & quefti Elefanti di Zéilam fono più domeftici, & intelligenti , che tutti gli altri di tutte quelle parti ;&cofi li denti ài quefti tali per edere più fini , & di grande eccellenza f o- pra tutti gli altri, fi adoprano più negli vii di medicina, & ne gli artifici] più politi ; & uagliono molto più ; ben- ché anco, quelli di Pegun fono buoni . Tuta li fei mille Quintali che quiui vanno di Zofala, & quelli , che per via di Portogallo fono portati dall'Etiopia, & d'altre mol te parti delle Indie , fi confumano tutti nella China , & in Cambaia , okra molta quantità di Tartarughe, che fi adoprano ogni anno ; Oc fempre ne vengono tratte altro- ue , per molte che ne portino ; & quefto per le molte co- fe dipolicia,coffini, caffè, tauole, fcrittori, pettini, tauolieri da giocare, & altre molte cofe, che fanno del- l' Auorio , come i manili, chele figlie de Baneani (lequa- li offeruano l'ufo Pitagorico ) confumano in molta qua- tità ; perche morendo alcuno loro dependente , rompo- no tutti i manili , che portano alle mani , & braccia (che poffono efiere d'intorno ventilò trenta quelli, che ognf- una di loro porta) & quando finifee il duolo,nc fan d'al- tri nuoui j & quefta brutta vfanza duraràloro, quanto durerà TRATTATO DELL'ELEFANTE. 33 j durerà la loro diabolica fupcrftitionc . Et perche dicono alcuni, che gli Elefanti mutano i détiifappiafi,chc non è cofi , & che non gli murano , fc non quando gli vecido- no, &glic li cauano. Et perche non fi mcrauigli alcu- no, che uiuendo l'Elefante tanto, & non hauendo fé non due denti , fi troui tanta quantità d'Auorio , quan- ta le ne confuma ogni anno ; & tanto più , quanto le fc- minc di quella fpecie non hanno denti, & le alcuna ne ha, non palfano vn palmo ; fappiafi,chcfeviè tanto Auorio,ciò auienc,pcrche vi fono molti Elefanti,liqua- li vengono vecifi, per mangiarne la carne, & venderli détii & è cofa certa, che fono più Elefanti ncll'Ethiopia, che Vacche nell'Europa. Sono gli Elefanti molto fogget- ti alla malinconia, come diccSan Tomafo fbpra lobi l'Elefante è animale mclancolico, & di fccca complcflio- nc , & habita nellctertc calde ; onde contra il caldo, & la fecchezza cerca il refrigerio della humidità , & dell'om- bra. Che fiano gli Elefanti molto foli tari j, lo afferma-. Aditotele, dicédo, Tra gli animali ,gli Elefanti ftàno nel- le folitudini ; & principalmente tra le Canne , Salici , &: luoghi ombrofi, che fono prelTo a' fiumi. Sono gli Ele- fanti molto paurofi la notte, &: quando dormono,fi fue- gliano co impeto,&: timore fpauétandofi;per la qual co- la i loro goucrnatori , che fi chiamano Nairi , dormono fbpra di loro, &loro parlano, & impedifconoloroil fonno . Patifcono molte fiateinfirmitàdi fluflo di cor- po ; & fono tantogclofi , che per gelofia cadono in mol- to gran furia :& chi vorràlcggerc lecofe notabili, cho fanno per amore , & per gelofia , legga Eliano nel trat- tato dell'amore de gli Elefanti al capitolo 2. & alcuna vece fanno loro alzar la palma del pie- de , la quale battono con alcune bacchette, dicendo lo- ro , che per le loro pazzie , gli caftiganoi come fanciulli. Oltra che-gli Elefanti domeftici fèruono ne5 icruigi com- muni , coli in quello , cherferuono i.quadrupedi dòme- itici i come in quello, che. feruòrio;i, facchini a feruono anco i Re alla guerra nel modo, che nella figura fi ino- ltra, & fi dirà . Et vi fono Re , che hanno mille Elefanti da guerra 3 & altri più , &c irseno,fecondo le forze di eia- feuno. Vanno alla guerra armati nella fronte, & nel petto , come caualli coperti con ,moItc campanelle pen- denti dal pettorale , & dalle cinghie, con le quali vanno legati i cartelli di legno , che portano fbpra di loro i den- tro a' quali vanno Nairi di guerra co' loro fchioppetti, & raofchctti , archi , & faettej & ciafeuno di quelli Elefan- ti porta vn gouernatore, al quale obedilce. Portano di più i detti Elefanti da guerra in ciafeuno de' denti vrrarmadadue tagli inchiauata, colia quale feri/cono, & di/cordonano i ioldati . Et auiene alle volte , cfrefien- do TRATTATO DELL'ELEFANTE. 53j do ferito vno di quelli Elefanti , ritorna a trauerfb pieno d'ira , & di paura isbarrattando, & difordinando i fuoi ; & per quefto nella guerra cgniun cerca di ferire gli Ele- fanti . Fanno anco per effercttio , & a bella porta com- battere gli Elefanti domeftici vno con l'altro, & effendi fatto loro animo con parole vane, combattono per lo va loie di fc fteiìi con ogni crudeltà, & furia , ferendoli con denti , & con l'armi da due tagli quando le hanno , in- contrandoli furiofamentc a teita per celta in modo , che molte volte reità mortovnodiloroicV per quello effet- to fogliono alcune -fiate incbbriali. Tra domeftici, &C faluatichi fuole aucnire , fc con ira cogliono vn'huo- mo con la tromba, che lo gettano tanto alto, che pri- ma che giunga a terra fene muore ; &C alle volte ftrin- gendolo con la tromba , lo fcauezzano ; & alle volte gettano J'huomo a terra , & gli pongono il piede fo- pra del corpo , & coli lo fchiacciano . Quanto a quel- lo che dice Plinio, che'l fiato degli Elefanti tirile ferpi fuori delle loro caucrne, io Io cercai condiligenza dau molti Nairi-, & da altri Chriiìiani , &c Gentili, ne' qua- li non trouai memoria di tal colà, dicendomi, che mai ciò non haueuano vdito, ne vedutoi& che non combat- teno co le lerpi,nè mangiano carne , ma folaméte herba, frutti, & riii,& cofe tali. Et ch'egli fia vero , ch'elfi no ma- gino carne, lo dice ancoilgloriofoS. Thomalonelcap. 4Q.deila lctrione feconda fopra di Iob. coli ; l'Elefante no è animale, che mangi carne,ma herbe, & cofe tali, come fa il bue. Dice Plinio, che quando l'Elefante mangia ve- leno, cerca l'oli uo per medicarli > la verità del qual fatto io non potei ritrouare; perciochenell'Ethiopia, dou'eili fono, & p le parti deli'India,doue io gli vidi , nòli ritro- Tc 3 uano 3>6 TRATTATO DELL'ELEFANTE. uano 01iui;& anco credo io , che per il loro giudicio , & naturale inftinto non mangino veneno , poi che di tuttii viuenti egli è proprio fuggir la morte;& il loro ordinario mangiare fono arbori feluaggi, palme, & frutti, che-» .per quelli bofehi ne Tono molti. Beuono acqua,& vino, fc 11 da loro , & qucfto in gran quantità ; & tanto beueno in vna volta , quanto il diligente lettore potrà vedere iru Arsotele nel lib g.deH'hiltoria de gli animali,doue trat ta della quanta, che egli heue in vna fiata,la quale è mol- togrande. Dice Plinio, che dalla Taprobana vengono i migliori, &: piubellicolì Elefanti. Se Taprobana vuol dire-Zeilam , come alcuni riebbero opinione > egli è ve- ro, chefonoi migliori, più dornabili,& bellicolìdi tut- ti i& fé vuole dire Samatra; vene fono anco, ma.non> coli buoni, come quelli diZeilan . Et coli s'ingannano molte fiategli huomini ,penfando,che alcune eofe ven- gano d'alcune parti, venendo d'altre più lontane,fi come penfarono molti , che la miglior Lacca veniflè da Sama- tra , & perciò fm'hora la chiamano Loe fumutrii & non- dimeno la Lacca no viene , fé non èi Pegun, come al fuo luogo li è detto ; il che anco può effere de gli Elefanti di Samatra,& fi come fono anco le abufioni,ehc fi fonodet te del Cinnamomo , il qual vero Cinnamomo viene di Zeilan , come nella fua vera pittura , & defenttione fi è dichiarato . Sono gli Elefanti di coi! chiara memoria, & buono ingegno , & che non folamente intendeno bene il loro linguaggio naturale, ma facilmente ne appren- dono ogni altro ; & quelli che vengono da Zeilan al Gu- zarate , & al Deeanin , facilmente intendono il linguag- gio , & alcuni che furono condotti in Portogallo, impa- rarono il Portqghefc . Sono gli Elefanti y anagloriofi, & defiderofi TRATTATO DELL'ELEFANTE 337 defidcrofi di honorc,pcr lo quale li ho veduti fare di gra cofe ; come vno,chc nel fiume di Goa creppò , per voler portar eflò f olo vn gra pezzo d'artiglieria , & cio,pcr ha- ucrlo riprefo il luo goucrnatorc, moftràdoli due Elefan- ti piccoli , che veniuano per portarla. Et coli come fono molto vcrgognoii , aueduti • & grati del benc,che loro fi fa ; cofi all'incontro fono molto vendicatiui delle ingiu- rie. Aucnne vna fiata nella Città di Cochin, che tiran- do vnfoldatovna feorza di Coco ad vn'Elefante domc- ftico , & dandoli nella teita con lei , l'Elefante la prefe, & non potendofì vendicare , la ferbò nella bocca lenza-, volerla trar fuori, lin che paflati alcuni giorni , vide a ca- fo quel foldato, che glielehaueua tirato andar palleg- giando per vna itrada , il qual veduto , prefe nella trom- ba lafcorza , che confcruaua : & auicmatolì al foldato, gliela tirò, moftrandofì contento dihauerfì fatisfatto dello affronto. Nel mcdelimo Cochin auenne , che di- cédo vn ioldaro villania ad vn Nairc Goucrnatore d'un'- tkfantc,per ellcrgli paffato predò fenza torfì giù di ft ra- da , & volendo! cne vendicare l'Elefante , & il Naite non loconfentendo, dapoi paiìàti alcuni giorni, affatican- doli l'Elefante fui fiume, non ellendo prefentc il fuo Naire, vide il detto foldato fra gli altri , & lo prefe con_. la tromba , & non fi curando de gridi , & della moltitu- dine , che glie le dimandaua , Io portò dentro del fiume, che fi chiama Mangatc, il quale palla preffo alla Città di Cochin, & quiui attuffò nell'acquail pouero foldato tante fiate, quante gli parue, & ciafeuna fiata che lo pò . neua fotto acqua , lo lcuaua in alto , & gli lalciaua vfeir l'acquai & fadsfatta bene la fua volontà, lo ritornò a po- ncr in piede nel proprio luogo, donde l'hauea tolto. Auenne 338 TRATTATO DELL'ELEFANTE. Auenne in qucfta rnedefima Città, ch'elTcndo entrato vn'Elefante con la Tua furia in vna Lacuna , giófero a ca- fo certi garzoni predo di lui, & vcdendolo,u ritirarono , & non volendo fuggire vno di loro , venne l'Elefante ver di lui , inoltrando humiltà,.& accarrczzò il garzone con la tromba , & foauemente lo prefecò ki^&c lo pofe fopra dife,& palleggiò co lui per la Lacuna, &c lo tornò al luo- go , donde lo tolfe , facendo fcfta; &c hauendociò narra- to ilgarzone,andarono molti con lui,&fìpoÌero di lun- ge fopra de gli arbori, per vedere ciò che fuccedeuai & il garzone auicinandofi, come la prima volta, l'Elefante tornò afare il medefimo che prima; il che per molte fia- te feceil garzonc,fin che con buone parole , che gli infè- gnaronoa dirli, lo tornò piaceuole, & lo condulle al- la Città. Dice Plinio , che l'Elefantcha gucrracol Rinoceron- te per lo pafcolo . Molti Rinoceronti fono in cjuellc parti di Cambaia, che confina con Bengala ; & an- co ne fono nel Parane , doue lo chiamano ., Ganda . E* il Rinoceronte animalcmoltogrande, robufto , di molto fiero , & horribile alpetco -, crudeliffimo , & indom ito . Ha vn folo corno fiflfo nellafrontc corto , & groilò, con molti peli folti al la radice del corno ; come a tuo luogo nell'altro libro fi conterà di lui , & delle fuev qualitàinel quale col più de gli animali di quelle parti lo daremo figurato . Et quanto al fuccodcll'Orzo , colqua- le dice Plinio , che a gli Elefanti fi acqueta il dolore della tefta , fappiafi,che neil'E miopia, doue iono , non fi tro- uaOrzo , ne meno nelle altre parti, douefono Elefanti, faluochein Bengala, teinCambaia, chefe ne rroua in moltopocaquantita.il modo didomarli, &infegnarc a noucl- TRATTATO DELL'ELEFANTE. 339 nouellijfi è, con isferze, & parole ingiuriose, &con fame ; & dapoi di quefto,con molto dolci parole , &, ca- rezze, & piaceuolczze, & con moke buone opcrationi che loro fanno . Et in Pcgun metteno i grandi dentro di alcune cafe grandi, le quali tengono per quello effetto con molte'porte piccole ; & da quelle porte gli ferifeono con lande, & Zagaglie, poi fubito fi ritirano fuori j &: coli dali$una,&: dall'altra parte li perfeguitano , &feri- feono tanto , &c con tanta deftrezza , che l'È finte non ne può cogliere alcuno,perche fono le porte , doue fi ritira- no fatte in modo,chc (tanno molto lìcuri ; & tato mal gli fanno,chc con ferite, fatiche & fame gli ftàcanoi& all'ho ra gli dicono, che tutto il male, veggono che gli ha fatto è ftato p fuo bene,& p fuo ammaeftraméto;& pchc péfano cHi,che no vagliono , ne poflbno alcuna colacene fi rico- jioicano,& fi gettino 1 terra, che gli accarezzarano,come amici , & che li trattarà molto bene; pche li vogliono fo- laméte pfar lor benc,& honorarli,&tenerli,in loro cópa gnia.L'Elefante intédédo qucfto , fi getta 1 terra gemédo, & fubito vno de Maeftri lo laua con acqua, & l'unge con oglio,& gli dà da mangiare, & a ciafeuna hora gli doma- rla comcftà,& fc vuole alcuna cofai&cofi accarezzando- lo,lo doma . Mi contò un'huomo degno di fede,che ita- do in Pegun,vide il Re accompagnato da dugento mille, & più huomini andare alla cacciai che faceuano cerchi di modo , che ogni fiata fi andauano ìtrincendo più, fin che hebbero dentro grande moltitudine di Cerni, Ca- pre , Porci ,& Tigri , & altri molti animali, & grande quantità di Elefanti cofiviui, come morti per le ferirei & dille, cheindetto cerchio furono rinchiufì quattro mille Elefanti tra* rnafchi & femine , & piccoli , & che il Re, 34© TRATTATO DELL'ELEFANTE. Re, ilqualefi chiamaua Vizamoxa, glilafciò andar tut- ti, &che folamente dugcnto ne ritenne tra grandi, & piccoli, per non difpopolarnc il monte ; &chc quefti con grolle traui , & arbori tagliati lafciarono in luogo cofiftretto, che a pena capiua ciafeuno de gli Elefanti tra le traui , & che con loro ingegni di corde grafie fatte di Rotas ( le quali Rotasfono alcune molto lunghe ver- gile, & fottili, & hanno fembianza di Cannauera,& fo- no tanto forti , & di tanta tenerezza, che di loro fanno co rde,come vogliono al Jor modo) lilegoronò i picdi,& i denti con lemaniin modo,chc gli fecero ftar quieti fen za poterli mouerej &dapoigli cinfero ciafeuno con due corde , & gli cauakarono , &c ferendoli gagliardametc, a ciafeuno di detti Elefanti vn Maeltro di quelli che gli in- iègnauano[ chiamati nel Malabar Nairi , & in Decanin Piluane ) diceua, che fapefledi certo, che a quel modo, &c peggio fempre li farebbono fin tanto , che a ferite , & fame gli haueflèro vecifi, fc non mutafTer© opinione; &c che qu andò eonfèntiiTcro alla verità, & lafcialTero la loro ira ferina, él poco conojfcimentodi ragione, li feio- glierebbono,&vngerebbonoconoglio, & li trattareb- bonoda amici. Etdapoi che fi inoltrarono obedienti , gli melTero ciafeuno de i feluaggi tra due domeftici , di- cendoli, cheli configliaflero, & coligli menarono a la- uare , oc gli vnfcro con ogIio,& gli dierono ben da man- giare. Et dille, che con quefto ordine fecero quelli man* fueti , & fanno anco gli altri . Contano d'un grande Ele- fante, che ftau a nel monte di Zeilan, & tanto aueduto, che potendolo hauer il Renelle mani, gli mandò Ele- fanti femine molto domeftiche , &'deftre,auifandoIe , che non confcntiflcroalli Elefanti, che fieongìongeffe ro con TRATTATO DELL'ELEFANTE. 54, ro con loro,fc non vcnifTero con effe al loro alloggiame- lo. In fomma fi conta per certo,chc quelle Elefante con- duifero feco alquanti Elcfannalla Città, & tra loro ven- ne quello difiderato dal Re; &c coi] per amore della fe- mina reltò prigione , & fo^giogato . Non fi marauiglio- rà di quello chi leggerà le hiltoric di Eliano dell'amore/, ingegno, gclofia,& ambitione de gli Elefanti, & princi- palmente al capo i5. Dice Plinio , che col mafticare , & fremer de' denti de Porci, gli Elefanti fi fpauentano ; ma il contrario vidi io, & cofiè chiaro ; poi che ne' bofehi, &nc'ccfpugli del Malabar, doue fono molti Elefanti , fono i Porci Cin- ghiali innumerabili , i quali pafcolano tra gli Elefanti , &nonfiipauentanodiloro. Tra gli Elefanti domeftici ancora (tanno molti Porci, mangiando , &c mafticando predò di loro, & gli Elefanti non fanno alcun calo di To- ro. Et ne gli Elefanti che fur condotti in Portogallo fu fatta l'efperienza , ponendo de Porci con loro , de' quali non fi curauano . Quanto a quello , che dice Plinio, che gli Elefanti abhorrifcono molto i Ratti ; egli è il vero, perche doue ne fono , dormono gli Elefanti con le loro trombe raccolte , perche non le mordano , ne entrino in loro ; & per la medefima cagione abhorrifcono molta più le formiche.. Et perche tutto ciò- che fi è detto dello I efame , è il più vero di ciò che fi fa, non recito molte altrecofe, che il Mattinolo Scnefc, & altri molti narrano; benché del medefimo Elefante , & delle Droghe medicinali , che di quelle parti iì portano in Europa il DottorOrta con ftu- dio,& diligenza faille egli il piudivdita^io per vedu- ta de gli occhi miei , per dipingerle ^Sccauarlc dal viuo; eoa 3fi TRATTATO DELL'ELEFANTE, con le mie mani nelle proprie terre, doue fi troiiano , ac quiftandole a coito della mia libertà, & del mio fangue, per poterne fcriuer co più verità cofi in quello, come nel l'altro libro , che mi reità nelle mani. Ma chi vorrà vedc~ re più particolarità,& varietà d'hiftorie deH'Elefante,Ieg- ga Eliano , Pietro Gilio , porphirio , Heliodoro , Opia- no, A theneo, Plutarco, Filoftrato, Ariftofanc, Bizan- tino, &; altri molti, & graui auttori, che dcll^Elcfante fcriflcro molte hiftorie,le quali io per brcuità,& per nar- rar (blamente le più certe , mi taccio . IL E I N E. Regiftro. ** ABCDEFGHIKLMWOPQJISTV XY2. Aa Bb Ce Dd Ee Ff Gg Hh li Kk LI Mm Nn Oo Pp Q^q Rr S( Tt Vu. Tutti fono Duerni eccetto T t, che è Terno. *t. /"■ e ■ 155 WlJ»( 1 ti {