1 IIISi* t, UL pi L, RRRTAATA. i II, _ mne na ts mecra: arte pini dà — ana ACI EI IAT ERE SATIRA RTS DIATTZIZA ALATI L a 1a) # Ì (} il i = E ai Il lei si = @ Lap: ao” 1a Pe Na, ve a “a Pre È N dre a SO e, INS Dai = i a asi Nea - ” n PE Si N è e bee, E sn fg VC » n i » Vaia Pi di ea i FRS - ; ra x ù ta si = dip I GIORNALE SCIENZE NATURALI ED ECONOMICHE I E._— ©0Ctbp(tr(0 elle ee GIORNALE DI SCIENZE NATURALI ED ECONOMICHE PUBBLICATO PER CURA DELLA SOCIETÀ DI SCIENZE NATURALI ED ECONOMICHE DI PALERMO VOLUME XIV. — ANNO XV (1879). Palermo STABILIMENTO TIPOGRAFICO LAO via Celso, 3A. 1879. re al riu suda RI » INDICE GENERALE DELLE MATERIE CONTENUTE NEL VOLUME XIV Anno 1879. Elenco dei componenti della Società di Scienze Naturali ed Economiche. .... sine Pac. Enumerazione e Sinonimia delle Conchiglie Mediterranee, pel socio Marchese di Monterosato » Sulle relazioni fra le Traiettorie, le Brachistocrone e le Funicolari, pel prof. Dino Padelletti » Lepidotteri nuovi e rari di Sicilia esistenti nella collezione di Giacomo Pincitore Marott. . ) Un’osservazione intorno ai massimi e minimi di una funzione reale di una variabile reale, nota del prof. Cesare Arzelà. 0 .....0 00% SII NERI Ne ioRa ta elfo tetens e alto ta steie Ne RSS) Sull’equilibrio delle volte simmetriche simmetricamente sopraccaricate. Teoremi del prof. Gio- vanni Salemi Pace. ....... dEi o ale oo a da ota/dr0. o orso 0) dodo Sulla comparsa del Pagrus Ehrenbergii, Cuv. Val. e del Chrysophrys Caeruleosticta, Cuv. Val. nel mare di Sicilia. Memoria del socio prof. Pietro Doderlein........... Do eda d Nuove specie di funghi ed altre conosciute per la prima volta illustrate in Sicilia dal prof. GQUISENDERIAZSENGULAAIZEA No Ne e leale en tette scogoa dI Sui fossili del Calcare cristallino delle montagne del Casale e di Bellampo nella provincia di Palermo, per il prof. G. G. Gemmellaro........ OPEC O RR Oo cado Sopra una nuova specie di Fourcroya, per Agostino Todaro FO E IGO Hood) BULLETTINO DELLA SOCIETA’ DI SCIENZE NATURALI ED EcoNOMICHE INSLO SedntanidelA2:cennaro 41379 atte e an errante lea SOS) N. 40. Seduta del 2 febbraro 1879..... atea lara ualelialele aLotalsss leleine Te i acetato )) Na eSe data de1le9 Marzo ASTON Se VO A eo alone ra eee crete neo » N. 42. Seduta del 27 aprile 1879..... afelsrotza nto Rieta a TRES OO e CIO OO Needs: SedutagdolR438 mao et0 AB UG e Ri tarare ciaooo nn racco falsi) N. 44. Seduta del 410 luglio 1879........... 112 213 XIX XXII 1 ac diodi auto donano gr 20M LI (eri BucLLETTINO DEL R. OsseRvaTORIO AsTRONOMICO DI PALERMO i. Gennaro 1878. — Rivista, note ed osservazioni meteorologiche del gennaro 1878. Pac. 5 2 HebbraroWMA8 8: MA ME tt e Rate Diciaà So oedo cì ) 411 3. Marzo 18118 = demerito eta e 0 e I SOLO e o o 4. Aprile 181389 I0OME Rata eee Ste lele ses feta toe irioio ste DIEDE 5. Maggio ABITI NT bio co) ZI9 6. Giugno 41878. — Idem..... Do 00 oa Oo ovo o Biodioio do cv alia A 7. Luglio ARITMIE sli DUO. 8. Agosto ep = 1 dodo otte ooago baco nosso SO Cco 0 dd becco doc ) 44 9 Settombret48185— demi tette note PIRRO ERO TOI Fre gaeta eta ie 10:SOttobre\MN1818-=— Meet one e Goto ») bi N44 Novembre*1818 20M ee 12 Dicembre AEM AME 2a za zan Elenco dei soci della Società di Scienze Naturali ed Elconomiche al 30 novembre 1879. UFFICIO DI PRESIDENZA Presidente — Gemmellaro prof. comm. Gaetano Giorgio. Vice-Presidente — Inzenga comm. Giuseppe. Segretario — Paternò di Sessa D.r prof. cav. uff. Emanuele. Vice-Segretario — (\ampisi prof. cav. Giovanni. Tesoriere — Cacciatore prof. comm. Gaetano. SOCI ORDINARI 4. Albanese prof. cav. Enrico. 2. Albeggiani prof. cav. Giuseppe. 3. Basile prof. comm. G. B. Filippo. 4. Cacciatore prof. comm. Gaetano. ò. Caldarera prof. cav. Francesco. 6. Campisi prof. cav. Giovanni. 7. Corleo prof. comm. Simone. 8. Cuccia prof. avv. Simone. 9. Cusumano prof. Vito. 10. Deltignoso prof. cav. Gaetano. 44. Doderlein prof. cav. Pietro. 12. Fasce prof. cav. Luigi. a o 0 Da Dì e vi (CS a [sniilesa DN . Albeggiani ing. Michele Luigi . Federici prof. cav. Cesare. . Gemmellaro prof. comm. Gaetano Giorgio. . Inzenga prof. comm. Giuseppe. . Paternò di Sessa prof. cav. uff. Emanuele. + Roiti prof. cav. Antonio. . Ruggieri avv. comm. Leonardo. . Sirena prof. cav. Santi. . Todaro prof. comm. Agostino, Senatore del Regno. . Turrisi di Bonvicino barone Nicolò, Sena- tore del Regno. SOCI CORRISPONDENTI . Anca barone Francesco . Alfonso prof. cav. Ferdinando Arzelà prof. Cesare . Bianca Francesco . Briosi prof. Giovanni . Caliri prof. Filippo . Capitò prof Michele . Ceradini prof. Cesare . Damiani prof. cav. Giuseppe . Denza cav. Francesco . Di Betta Conte Carlo . Di Blasi prof. Andrea — Palermo. —_ Id. _ Id. _ Id, — Avola. — Roma. — Palermo. —_ Id. — Roma. —_ Id. — Moncalieri. — Modena. — Palermo. QD —1 0) UW x I 9 ta . Di Maria Marchese di Monterosato . Di Menza consigliere Giuseppe . Emery prof. Carlo . Fileti prof. Enrico . Fileti D.r Michele . Finocchiaro-Aprile avv. Camillo . Koerner prof. Guglielmo . Liben prof. cav. Adolfo . Macaluso prof. Damiano . Maggiore-Perni avv. Francesco . Menabrea di Valdora S. E. il Marchese Luigi . Mattura prof. cav. Sebastiano . Naquet cav. prof. Adolfo . Oglialoro D.r Agostino . Padeletti prof. Dino + Patricolo prof. Giuseppe . Perez prof. comm. F. Paolo . Pintacuda prof. Carlo Pisati prof. Giuseppe . Randacio prof. cav. Francesco . Salemi-Pace prof. Giovanni . Sampolo prof. cav. Luigi - Schiaparelli prof. comm. Luigi . Spica D." Pietro . Seguenza prof. Giuseppe . Tonelli prof. Alberto . Traina avv. Tommaso SOCI EMERITI - Blaserna prof. comm. Pietro . Bruno prof. comm. Giovanni - Cannizzaro prof. comm. Stanislao . Napoli prof. comm. Federico . Tacchini ing. comm. Pietro - Tasca d’Almerita conte Lucio + Theis ing. cav. Guglielmo . Tommasi-Crudeli prof. comm. Corrado Palermo. Id. Cagliari Palermo. Catania. Palermo. Milano. Vienna. Catania. Palermo. Londra. Palermo. Parigi. Messina. Napoli. Palermo. Id. Id. Roma. Palermo. Id. Id. Milano. Padova. Messina. Roma. Palermo. Roma. Palermo. Roma. Palermo. Roma, Id. Id. Id. ENUMERAZIONE E SINONIMIA DELLE CONCHIGLIE MEDITERRANEE pel socio MARCHESE DI MONTEROSATO MONOGRAFIA DEI CHITONIDI DEL MEDITERRANEO La presente monografia sui Chitonidi del Mediterraneo, devesi riguardare, come una spiegazione delle note intorno alle specie di questa famiglia, che furono pubblicate nella prima parte della mia « Enumerazione e Sinoni- mia (1). » Questo soggetto è stato recentemente trattato dal D." Tiberi, uno dei no- stri conchiologhi (2), come pure, è già qualche tempo, con molto successo, dal prof. G. Capellini (3) e dal prof. A. Issel (4). I Chitonidi sono stati da lungo tempo oggetto di discussione ed hanno tormentato la mente dei naturalisti intorno al posto che debbono occupare nella Zoologia. Ultimamente il D." H. v. Ihering (5), ha dimostrato ana- tomicamente, che non sono Molluschi e che invece si debbono classificare nei , Vermes “, tral’Amphineura e la Neomenia. Questa opinione però tro- vasi in collisione con quella dei più celebri anatomisti di questo secolo, i quali hanno trovato più affinità fra i Molluschi e i Chitonidi, che fra que- sti e gli Anellidi e i Crostacei. Difatti i Chitonidi hanno gli organi della circolazione come quelli delle Conchifere , ed il piede e la radula come nei Gastropodi. Io rinvio il lettore al famoso articolo sui Chitonidi di W. Clark (6), onde avere più dettagliate informazioni sulla loro organizzazione. (4) Giorn. Se. Nat. ed Econom., Vol. XIII, Palermo 41878. (2) Boll. Malac. Ital., 1877. (3) Journ. de Conchyl., 1859. (4) Boll. Malac. Ital., 1870. (5) Vergel. Anat. des Nervensyst. und Phylog. der Moll., Leipzig 1877. (6) Brit. Mar. Test. Moll., p. 239 a 248, London 4855. Giornale di Scienze Nat. ed Econ., Vol. XIV. 2 10 ENUMERAZIONE E SINONIMIA L’embriologia e lo sviluppo furono trattati da Lovén (1). Un riassunto di queste cognizioni trovasi nella British Conchology (2). Le ultime conclu- sioni del prof. W. H. Dall (8), il quale ha tenuto presente le vedute del D. v. Ihering, riassodano la posizione dei Chitonidi nei Molluschi. Egli consacra varii capitoli al sistema nervoso, circolazione, organi sessuali, svi- luppo, dentizione, ecc. Ma malgrado tutte queste osservazioni, la classificazione dei Chitonidi, come anche quella dei Brachiopodi, resta ancora un problema. $ Io ho già diviso i Chitonidi nei due generi Chiton e Acanthochites. Ora propongo di aggiungervi l’Acanthopleura, come un terzo e distinto genere. Nella mia « Enumerazione », trovasi indicato come semplice sezione. Que- sta è la sola innovazione che mi permetto di fare al piano che mi sono im- posto e ch'è al tempo stesso la mia guida. Abbiamo dunque tre generi : Chiton (4), Acanthopleura (5) e Acanthochi- tes (6). Le nostre specie di Chiton si dividono in tre sezioni. Tutte le specie hanno le sei valve intermedie divise in due aree : area mediana o dorsale e aree laterali o triangolari. La scultura delle valve ter- minali corrisponde a quella delle aree laterali. Le divisioni e suddivisioni del genere Chifon sono desunte : I. Dalla conformazione del lembo. II. Dalla presenza o dalla assenza dei denti nelle valve terminali. III. Dalla forma delle laminette d’inserzione. IV. Dalla presenza, dall'assenza o dal numero delle incisioni laterali, che sì trovano nella parte delle laminette, ch'è in contatto col lembo. La prima divisione abbraccia le specie a lembo tessellato, coperto di squa- (4) Trans. of the Royal Acad. of Sciences at Stochkolm, 1855. (2) Vol. III, p. 203 a 240. (3) Scientific results of the Explor. of Alaska, in Bull. U. S. Nat. Mus. — Article IV. (Comu- nicato dall’autore). (4) H. e A. Adams si servono in vece del genere Zophkyrus, nome applicato da Poli all'animale, ed impiegano il nome generico di CQkifon, per le specie a lembo spinoso, citando fra i sinonimi la Acanthopleura (The Gen. of. rec. Moll., I, p. 474). (3) Più esatto e conforme ad una corretta nomenclatura sarebbe servirsi del nome generico di Hanleyia, Gray (Guide to Brit. Mus. p. 186, 1857), il cui tipo è l’H. dedilis, Gray, o Chiton Han- leyi, Bean. (6) Il vocabolo AcantRochites, significa: assenza di spine. Trattandosi di un genere che ha specie fornite di setole , troverei più esatto sostituire a questo nome quello di Acanthochiton, Herrm., già adottato da varii serittori. DELLE CONCHIGLIE MEDITERRANEE 11 me, disposte simmetricamente in configurazione romboidale, sempre in di- rezione orizzontale dalla testa al piede. Le valve terminali hanno constan- temente dei denti. Le laminette delle sei valve intermedie sono ben sepa- rate e portano nella parte laterale una incisione per lato. L'orlo dei denti e delle laminette è pettinato. Il nostro tipo è il C. olivaceus. Tre specie nel Mediterraneo. Questa sezione, secondo H. e A. Adams, è compresa nei generi Radsia e Gymnoplaa, fondati espressamente da Gray (1). Il loro tipo è il C. squa- mosus delle Antille, ch'è affine e che è stato confuso col nostro C. oliva- ceus. Confronta pure con le caratteristiche assegnate da Risso al suo ge- nere Lepidopleurus (« bordure externe couverte de petites écailles ») (2), ma il di lui tipo è il C. Cajetanus, che manca appunto dei caratteri del lembo designati. Un altro sinonimo è il sottogenere Clathropleura, propo- sto dal D." Tiberi (3), per le specie che hanno un lembo della medesima conformazione, però il di lui tipo è il C. Zaevis, una specie, la quale pos- siede un lembo di tutt'altra struttura (4) e che appartiene ad altra sezione. La seconda sezione ha specie a lembo granelloso come la pelle di zigrino. Queste piccole granulazioni non sono sempre regolarmente disposte e non hanno in tutte le specie la medesima direzione. Le valve terminali hanno denti. Le laminette d’inserzione delle sei valve intermedie, hanno una in- cisione per lato. L'orlo non è pettinato. Il nostro tipo è il C. Rissoi. Sei specie nel Mediterraneo. La presente divisione si suddivide : a, per le specie che, conservando quasi gli stessi caratteri del lembo, mancano di denti nelle valve terminali e d’incisioni laterali nelle laminette. Esempio : C. Algesirensis. Una sola specie nel Mediterraneo. b, per le specie a lembo strettissimo, poroso; a laminette subtriangolari e anche mancanti di denti e d’incisioni. Esempio : C. Cajetanus. Una sola specie. Questa seconda sezione è compresa nel genere Lepidopleurus 0 Lepi- dopleura degli autori. La suddivisione a, nel Leptochiton di Gray (5), dove può anche essere inclusa la suddivisione bd. (1) The Gen. of rec. Moll. I, p. 459. (2) Europe Mér., IY, p. 267. Lepidopleurus, è stato in seguito adoltato da H, e A. Adams (1. c., p. 471) per le specie a lembo granelloso. Jeffreys ne fa lo stesso uso (Brit. Conch. III, p. 210) e Tiberi, seguendo questo autore, corregge Lepidopleurus in Lepidopleura (Boll. Mal. Ital. III, p. 136). (3) Boll. Malac. Ital., Vol. III, p. 136. (4) Sarà utile riscontrare le osservazioni fatte a proposito di questo sottogenere nella mia « Enu- merazione » (p. 48, in nota). (5) H. e A. Adams, 2. c., p. 472, t. 33, f. 4. 12 ENUMERAZIONE E SINONIMIA La terza sezione ha specie a lembo assai largo, flessuoso, composto di numerosissime ed approssimate spicole, in direzione da sopra in sotto, for- manti un tessuto. Guardato con una forte lente appare celluloso. I denti delle valve terminali sono numerosi. Le laminette si estendono al seno cen- trale e portano quattro incisioni, due per lato. L'orlo delle laminette è ta- gliente e non pettinato. Il nostro tipo è il C. laevis. Una sola specie nel Mediterraneo. Questa sezione corrisponde esattamente al Callochiton, Gray, secondo H. e A. Adams (1), il cui tipo è il C. laevis. Non abbiamo nessun rappresentante nel Mediterraneo della sezione a lembo coriaceo, sfornito di squame o di granulazioni, che corrisponde al genere Tonicia o Tonichia di Gray (2). $ Sl nostro tipo del genere Acanthopleura, o più correttamente Hanleyia, ha le sei valve intermedie con una scultura bipartita, ma non ha aree pro- priamente dette. Le valve hanno la forma di quelle del Chiton. Le lami- nette delle sei valve intermedie come quelle dell’Acanthochites, ma senza incisioni laterali. La valva anteriore ha una espansione a forma di lamina senza denti, nè incisioni. La posteriore è leggermente crenulata. Il lembo è spinoso. Una sola specie nel Mediterraneo. $ Il genere Acanthochites (o Acanthochiton), ha delle caratteristiche assai rilevanti. Caratteri di minore importanza costituiscono generi da tutti adat- tati nelle varie classi dei Molluschi. Io l'ho ristaurato al rango di genere, tale quale fu fondato da Risso (3). H. e A. Adams spingono l’importanza di questi caratteri sino a costituirne una apposita famiglia (4). Le valve intermedie sono cordiformi e immerse nel lembo. L’ area mediana è sosti- tuita da una carena liscia o a scultura interna (insculpta). Le aree late- rali sono larghissime e piane. La scultura non accenna alcun segno di (4) H. e A. Adams, 2. c., p. 470, t. 53, f. 2. (2) H. e A. Adams, 4. c., p. 473. A questa sezione appartiene il C. marmoreus, Fabric. , dei mari d'Inghilterra, che fu erroneamente citato da M’ Andrew, come di Cartagena (ved. Brit. Conch. V, p. 199). (8) Europe Mér., IV, p. 268. (4) 2. c., p. 480. DELLE CONCHIGLIE MEDITERRANEE 13 accrescimento ed è composta di granulazioni ben distinte e circoscritte , concave in alcune specie. La valva anteriore ha una larga espansione, ta- gliente a forma di lamina con cinque profonde incisioni; la posteriore ha l'espansione più larga, spessa, quadrilatera e porta una incisione per lato. Le laminette delle sei valve intermedie sono sviluppatissime, alate, ungui- formi, taglienti, anche con una incisione profonda. per lato. Il lembo è lar- ghissimo, carnoso, vellutato, guarnito di setole nel suo margine e di ciuf- fetti anche di setole negli interstizii delle valve. Questi ciuffetti sono quasi sempre al numero di 18, compresi i quattro della parte anteriore. Tre sole specie nel Mediterraneo (1). I. GEN. CHITON, (Ln.). 1. Sezione 1. CHITON OLIVACEUS. Spengler — Skriv. of Naturh. of Selsk., 1797, p. 73, t. 6, f. 8 a de. È la specie meglio conosciuta e la più sparsa di quelle del genere Chi- ton, che si trovano nel Mediterraneo. La sua dimora è littorale in pros- simità delle coste, attaccato al di sopra o al di sotto delle pietre, sino a due metri o poco più di profondità. Preferisce di restare sempre sott’ ac- qua in quei siti ove l’acqua è limpida. A questa circostanza si deve attri- buire la nitidezza della superficie della conchiglia, la quale è raramente coperta di Serpulae e di altri corpi marini. Queste nozioni sono state det- tate con molta chiarezza da varii scrittori. i Gibilterra, è l’ultima stazione Mediterranea segnalata da M'Andrew. Nes- suno dei moderni scrittori lo cita come Atlantico, ma Spengler indica an- che come patria Mogador, nella parte Atlantica del Marocco, il signor Hi- dalgo mi ha fornito esemplari da lui raccolti a Cadice, ed è compreso da M’Andrew nelle conchiglie delle coste del Sud della Spagna e del Porto- gallo. È bensì ricordato da Philippi, Seguenza e Brugnone, come un fossile Calabrese e Siciliano, da Rayneval e Ponzi, non che da Conti, come un fossile di M. Mario, e da Appelius, come della panchina Livornese. Nel Crag d'Inghilterra a Selsea (A. Bell). È costante nella sua forma, negli ornamenti e nel numero dei denti, ma è variabile nel colorito. L’interno è di un bel verde che tira nell’oltremare. (4) In seguito saranno date le figure di questi tre generi e delle loro divisioni e suddivisioni , come pure delle nuove specie e di quanto occorre per maggior chiarezza di questo lavoro. 14 ENUMERAZIONE E SINONIMIA Il colorito esterno è l’olivaceo, d'onde il nome di olzvaceus. Le sue varietà si possono dividere in aspersae ed unicolores, ad esempio del prof. A. Is- sel, che così le nomina (1). Quelle della prima categoria da me osservate, sono numerose. Le più rare sono quelle unicolori; verde, violaceo, rosso di cinabro ecc. Quest'ultima fu anche annoverata da Spengler e si trova ra— ramente in poche località. Io l’ ho incontrato due o tre volte a Palermo. Nelle coste di Provenza è stata trovata da Ancey e da Sollier, dai quali ne ho avuto qualche esemplare. Ve ne sono con le valve estreme brune, a- vendo il rimanente della conchiglia grigia, o punteggiata, o marmorata, o a grandi macchie, che si continuano nel lembo. Altri hanno la carena bianca sopra di un fondo scuro e sono citati da Capellini e da lssel. I miei più grandi esemplari misurano la lunghezza di 35 millimetri e pro- vengono da varie località della Sicilia e da Malta. In nessun'altra località credo che sorpassi questa lunghezza. Nella mia raccolta si trova una serie di esemplari a cominciare da due millimetri e mezzo sino agli adulti. I più piccoli mostrano la loro caratteristica bistriata scultura. I caratteri specifici sono stati esattamente dettagliati da tutti gli autori che l'hanno descritto, e perciò, trattandosi di una specie tanto conosciuta, mi dispenso dal ripeterli. Philippi (2), lo figurò in modo da mostrare la con- formazione delle valve e delle laminette, le quali portano una incisione per lato. I denti e questa parte delle laminette sono pettinati. Questo carat- tere, proprio delle specie della prima sezione, non si scorge nella figura data da Philippi. I nomi che ha ricevuto sono numerosi. Io ne conto sino a 14, molti però dei quali non gli competono. La nozione che sia il C. olivaceus di Spengler (3), fu suggerita dal D.* A. L. Mòrch al 1872, epoca in cui io la resi di ragion pubblica (4). La fi- gura data da Spengler, nella sua monografia del genere, è eccellente e le indicazioni che l’'accompagnano sono così esatte, che non fanno menoma= mente dubitare sulla sua identificazione. Il metterla in dubbio farebbe sup- porre, che non sì conosce quest'opera, che del resto, è assai rara. Questo Chiton è generalmente conosciuto sotto il nome di C. Siculus, Gray (1831), nome adottato da Philippi nel secondo volume dei suoi Molluschi Siciliani ed in seguito da Weinkauff nella di lui opera sulle conchiglie del Medi- terraneo. Anteriore a questo nome e però quello di C. sulcatus, Risso (1826), nome, che per la prima volta fu messo da me in evidenza (5), dopo (4) Boll. Malac. Ital., 1870, p. 5. (2) Enum. Moll. Sic., I, t. VII, f. 3. (3) Il C. olivaceus di Sowerby, è una specie esotica. (4) Not. Conch. Med., p. 28, Pal. 1872. (5) Not. Conch. Med., p. 28, Pal. 41872. DELLE CONCHIGLIE MEDITERRANEE 15 di averlo verificato sul tipo stesso dell'autore a Nizza. Questo nome speci- fico fu impiegato da Wood per altra specie esotica (1). Il nome di C. squa- mosus, Lin., fu erroneamente attribuito a questa specie di Poli, Payrau- deau, O. G. Costa, Scacchi, Maravigna, Philippi (nel 1° volume), Requien ed altri. Il prof. Deshayes (2), rilevò l'errore e lo cambiò in C. Poli, in onore di colui, che lo aveva così ben descritto e figurato. Petit insiste sul nome specifico di sguamosus, sulla impressione che la specie Linneana delle Antille sia identica alla Mediterranea di cui ci occupiamo. Sotto la medesima impressione vi attribuisce, ma a torto, i seguenti nomi : C. fes- sellatus, Dillw. (4); C. bistriatus, Wood; C. obscurus, Sow. Abbiamo pure il C. subdivisus di Renier ed il C. striatus di Chiere- ghini (5), due nomi senza descrizione. ll C. Astuarii di quest’ultimo autore è forse una mostruosità a sette valve della stessa specie. Io ho visto l’esem- plare originale nella collezione del D.* Nardo al 1872, ma non ricordo ora bene se è precisamente una mostruosità del C. olivaceus o di altra nostra specie. Nardo chiamò C. rubellus una varietà rossastra figurata da Chiere- ghini. Il C. Zibinicus di Doderlein, è un fossile mioceno del Modenese, che ha molta affinità col C. olvaceus, ma non è lo stesso come vogliono Coppi (6) e Tiberi. La mia opinione è basata sopra esemplari originali dalla colle- zione Doderlein appartenenti al Museo Paleontologico di Palermo. Tanto meno poi doversi riferire al C. miocenicus di Michelotti, che ha le strie‘ più impresse. Il C. affinis di Issel (7), gentilmente comunicatomi dall'autore, è una specie del Mar Rosso, che può riguardarsi come equivalente del C. oliva- ceus. 2. CHITON CORALLINUS. Risso — Eur. Mér. IV, p. 268. — Ph., Moll. Sic. II, p. 83, t. XIX, f. 14 (C. pulchellus). ì Specie più scarsa, ma abbastanza divulgata nelle collezioni e vivente (1) Gen. Conch., 1818-18. (2) Desch.— Lanck., Vol. VIII, p. 504, 1836. (3) Moll. Europe, p. 87, 1869. (4) Con lo stesso nome Quoy e Gaimard indicarono un altro CQhiton della Nuova Irlanda. (5) Il C. striatus di Lamarck, è una specie d’ Australia. 72 C. striatus di Barnes, è creduto una varielà del C. squamosus delle Antille. (6) Framm di Paleontologia Modenese—Estratto dal Boll. del R. Com. Geologico, 1876, n. 8-6, p. 16. (7) Malac. del Mar Rosso, p. 234. 16 ENUMERAZIONE E SINONIMIA dapertutto da un lato all’altro del Mediterraneo e dell'Adriatico. La sua preferita dimora è nella zona laminare . attaccata o nascosta nelle cavità dell’ Eschara foliacea. Raramente si trova in prossimità della zona coral- ligena. lo l'ho di molte località. Non è Atlantico. Fossile di M.° Pellegrino e Ficarazzi. Citato anche da Tiberi come un fossile Modenese, indicazione che merita conforme. Il colorito dominante è il rosso di mattone. A causa di questa tinta, è stato da Olivi o da altri scrittori sulle conchiglie Adriatiche, riferito al C. ruber, specie settentrionale. Le varietà intieramente gialle, violacee ed al- bine, sono scarsissime. Quelle macchiate, sono più frequenti. Il lembo ha delle macchie più o meno rade; qualche volta ne presenta quattro simme- triche, due anteriori e due posteriori. L'interno è rosso o bianchiccio. Il carattere che lo distingue a colpo d’occhio dal C. olivaceus, è la sua piccola costante statura e le proporzioni più strette. Volendo poi esaminarlo attentamente si scorgerà una notevole differenza nella scultura. Le sue valve terminali sono infatti liscie invece di radiate e liscie sono pure le aree la- terali o triangolari. Le aree mediane sono longitudinalmente striate, ma alcune volte presentano una scultura più forte e delle volte più obsoleta, d'onde le contradizioni che si rilevano nelle diagnosi dei varii scrittori che l'hanno descritto. Le squame che ricoprono il lembo sono piane e di forma oblonga, avendo una disposizione orizzontale dalla testa al piede. Nei pri- mordii le squame sembrano delle piccolissime cellule. Nel C. olivaceus, la disposizione delle squame è meno obliqua e sono più tumide, addossate l'una all'altra ed in proporzione meno numerose. Si notano pure delle differenze nel numero dei denti delle valve termi- nali. L'orlo dei denti e delle laminette è pettinato. I più grandi esemplari misurano 15 millimetri di lunghezza. I sinonimi li ho suggerito a poco per volta nelle mie pubblicazioni ed io sono stato il primo a riconoscere, che il C. corallinus di Risso, appar - tenga a questa forma (1). Esso è con certezza il C. rubicundus di 0. G. Costa ed il C. pulchellus di Philippi. Quest'ultimo nome fu cambiato in C. Philippii dal prof. A. Issel, perchè esiste un altro C. pulchellus di Gray, più antico (1828) e di altri mari. Tra i nomi non bene accertati, ma pos- sibili, vi sono il C. Freelandi di Forbes ed il C. scytodesma di Scacchi. 3. CHITON PHASEOLINUS. Monterosato. — Not. Conch. Med., 1872, p. 25. — Nuova Rivista, 1875, p. 21. — Enum. e Sinon., 1878, p. 17. (4) Journ. Conchyl., Avril 1878, p. 147. DELLE CONCHIGLIE MEDITERRANEE 17 C. testa angusta, valvulis obtusis non carinatis; areis lateralibus et valvulis extremis non striatis sed concentrice rugosis; areis mediis, lon- gitudinaliter obsolete 2-3 striatis; limbi squamulis minutissimis subimbri- catis. Long. mill. 15; lat. mill. 7 *],. Specie non conosciuta ed appartenente al gruppo delle due precedenti per la conformazione del lembo. Io ne ho scoperto una trentina di esem- plari sugli scogli coperti d’ Eschara della zona sublittorale , in un'acqua limpidissima o nella parte sottostante dei massi riparati dai flutti, all’Are- nella presso Palermo, alla profondità di 3 a 4 metri. Valve separate le ho ottenuto nella spiaggia della stessa località. Il prof. A. Costa, mi offrì un esemplare da lui trovato nelle medesime condizioni nel Golfo di Napoli. Non si conosce di altri punti, nè fossile. Il suo colorito è il verde pisello. L’interno è bianchiccio, che tira nel verde. Uno dei miei esemplari è albino. Il C. corallinus è quello che ha più affinità, ma il C. phaseolinus è più stretto avendo la stessa lunghezza. La sua superficie è levigata e guar- data con una forte lente apparisce munita di minute perforazioni. Le valve terminali e le aree laterali sono senza strie come nel C. corallinus, ma in vece presentano delle cospicue rugosità concentriche. Le aree mediane hanno qualche leggiero indizio di strie: due a tre e non sempre. Il dorso è convesso come nel C. Risso? e non carenato come nel C. corallinus, sic- chè la conchiglia è più piana. Le laminette d'inserzione sono assai sviluppate verso i lati e portano una incisione per lato. L'orlo dei denti è anche pettinato. Il lembo è munito di squame piccolissime e numerose, una sovrapposta all'altra e più imbricate che nelle due descritte specie. Tali differenze non credo che possano risultare dalle differenti condizioni fisiche nelle quali vivono il C. corallinus ed il C. phaseolinus, La nostra specie non è annoverata che nei miei cataloghi e non fa parte della monografia del D." Tiberi. \ 2. Sezione 4. CHITON RISSOI. Payr. — Moll. Corse, 1826, p. 87, t. III, f 4e 5. Il C. Rissoi è abbastanza sparso nei nostri mari, come indicano le loca- lità segnalate sin'ora. É più sviluppato nelle coste di Provenza (H. Martin, per fede di Petit e per esemplari comunicatemi dallo stesso H. Martin, da Ancey, Artufel, Sollier), Cannes (Depontaillier); coste della Liguria, parti- Giornale di Scienze Nat. ed Econ., Vol. XIV. 3 18 ENUMERAZIONE E SINONIMIA colarmente a Genova e alla Spezia (Jeffreys, Capellini, Issel, Tapparone- Canefri). Meno abbondante si trova nel Mar Toscano (Castelli). Civitavec- chia (Donati). Scarso nel Golfo di Napoli (0. G. Costa, Scacchi, Philippi ed altri); Corsica (Payraudeau e Requien); Sardegna (Tiberi); in Sicilia, senza precisa località (Philippi, Maravigna, Caron), e precisamente a Catania (Calcara, Benoit ed altri); Messina (Granata); Palermo, Trapani e Magnisi (Monterosato); Malta (Mamo, per fede di Caruana); Mahon e isola Cabrera nelle Baleari (Hidalgo); Gibilterra (M’Andrew); Algeria (Deshayes, per fede di Capellini, come C. Meneghinii, e Weinkauff con la stessa denominazione). Adriatico a Zara, a Puntebianche e a Novegradi, con varie denominazioni (Klecak); Neresina (Grube); Mar Egèo (Forbes). Non è Atlantico, ma è compreso nella nota delle conchiglie delle coste del Sud della Spagna e del Portogallo da M’Andrew. Non si conosce come un fossile dei nostri terreni. Con dubbio è citato nel Crag da Searles Wood. Philippi (1), dopo Payraudeau, ne assegnò e precisò i caratteri specifici. Le descrizioni date in seguito dagli altri autori concordano l'una con l’al- tra. Tra le figure quella che offre una migliore idea delle specie, è quella data da Capellini (2), sotto il nome di C. Meneghinii. Il prof. A. Issel ha dimostrato, che i denti delle valve terminali variano nel loro numero ed espone uno schema di sette casi diversi da lui osser- vati (3). Egli è perciò di opinione, che non esiste, per questo riguardo, al- cuna differenza specifica tra il C. ARissoi ed il C. Meneghinii. Crede in- tanto, che il nome di Meneghini possa restare nella nomenclatura per de- signare una varietà a grandi dimensioni e ad ornamenti rilevati. Secondo me questa tale forma corrisponde al tipo di Payraudeau, nè vedo negli e- semplari comunicatemi dal prof. A. lssel, una rilevante diversità tra questa e quella, ch'è da lui distinta col nome di carinata (4). Vi sono dei gra- duali passaggi, che non ammettono queste distinzioni. La scultura si compone di rugosità ondulate e concentriche nelle aree laterali e di strie longitudinali, sottili ed impresse. nell’ area mediana. Le valve terminali sono decussate, ma in esemplari di alcune località, la scul- tura è più debole. Le valve sono sottili. Il colorito è un misto griggio, qualche volta rossastro, cosparso di pic- coli punti e di macchie bianche, o raramente biondo uniforme. L'interno è bianchiccio con delle lividure che tirano nel verde. Le laminette sono ben separate, taglienti ed hanno una incisione per lato. (4) Moll. Sic., I, p. 408 e II, p. 83. (2) Journ. Conchyl., 1859, t. XII, f. 4. (8) Boll. Malac. Ital., 1870, p. 7. (4) Boll. Malac. Ital., 4870, p. 7, t. I, f. 3, d. DELLE CONCHIGLIE MEDITERRANEE 19 Il lembo è apparentemente granelloso; guardato con una forte lente mo- stra delle innumerevoli piccole squame irregolarmente disposte. Esemplari più stretti a scultura obsoleta e a carena piana, formano un passaggio tra la forma tipica e la mia var. /ragilis (1). Questa varietà si distingue pel suo colorito uniforme di vino claretto, e per avere una con- chiglia più piccola, sottile, e perciò fragile, e un poco lucida. Le strie e ‘ le rugosità spariscono e si convertono in perforazioni, sicchè l'aspetto è totalmente diverso. Il lembo ha però la medesima conformazione. Questa forma l'ho soltanto da Palermo, trovata raramente nella zona laminare. Il tipo è sublittorale. Il C. Mediterraneus, (Gray ms.), Reeve (2), il cui tipo è stato da me esa- minato nella collezione Hanley, è un esemplare della stessa specie un poco più stretto e con le aree più granulate. Io ho la identica forma da Palermo. L'habitat dato da Reeve, è : « Mediterranean », senza precisa località. 5. CHITON FURTIVUS. Monterosato — Not. Conch. Med., 1872, p. 29. — Nuova Rivista, 1875, p. 21.—Journ. Conchyl., Avril 1878, p. 147.—Enum. e Sinon., 1878, p. 17. C. testa minuta, plana, lata, laevigata; areis lateralibus concentrice et subquadrate sculptis, parum elevatis; limbo tenui scabritia obtecto. Long. mill. 11),; lat. mall. 4 1]3. Trovato da 20 a 30 metri di profondità presso Palermo, da dove ne ho avuto in varie riprese una cinquantina di esemplari ancora vivi, ottenuti con la draga che usano i pescatori, assieme a piante e conchiglie della zona laminare: Aissoae, Jeffreysia opalina, Murex (Ocinebra) corallinus, ecc. Nei suoi movimenti è piuttosto rapido ed è presumibile, dal modo come è stato preso, che in certe ore galleggi fra due acque. Una simile circo- stanza è stata ricordata da M." Petit (3), pel C. fulvus di Wood (4). Il colorito è variabile. La più parte degli esemplari sono verdastri a mac- chie rosee; altri sono di una tinta fosca a grandi macchie irregolari di un bianco di calce. x La scultura è uguale in tutti i compartimenti. Le aree laterali sono ap- (4) Enum. e Sinon. p. 17. (2) Monog. Chiton, t. XXII, f. 157. (3) Cat. Moll. Europe, p. 263 e 264. (4) Gibilterra, è stata indicata da questo autore come una delle stazioni di questa specie. Essa è una specie Atlantica delle coste del Portogallo e della Spagna e raramente fino a quello della Francia ad Arcachon (Lafont). 20 ENUMERAZIONE E SINONIMIA pena rilevate. I segni di accrescimento sono subquadrati ed occupano tutta la superficie, ch'è quasi liscia ma non lucida. Il lembo è munito di microscopiche granulazioni bionde o rossastre. Nel Journal de Conchyliologie (1), io ho dato una sommaria descrizione del C. furtivus, paragonandolo al C. ruber degli Inglesi, specie setten- trionale, alla quale, non senza dubbio, l'avevo altre volte identificato o rav- vicinato a titolo di varietà. Questa mia nota del 1878, è anteriore alla prima parte della memoria del D." Tiberi sui Chiton del Mediterraneo (2), che porta la data del 1877. Che la pubblicazione del D." Tiberi del 1877 sia. posteriore alla mia del 1878, si scorge in varii punti ove si discutono le mie vedute (3). Il Dottore forse per sue vedute particolari, che non spiega, omette il nome specifico di C. furtivus, riserbandosi soltanto a citare con diffidenza il C. rubder (4). Lo stesso autore in una « Appendice » (5), com- parsa pochi mesi dopo e inserita nel medesimo organo di pubblicazione nella quale è pubblicata la prima parte, si ravvede e si compiace di nominare il C. furtivus, ma questa volta per rigettarlo completamente, dicendo che io non l’ho mai descritto. Egli forse non aveva presente il mio articolo del Journal de Conchyliologie. Si mostra inoltre sorpreso e mi rimprovera, ser- vendosi di una critica alquanto acerba, come io a poco per volta, abbia potuto elevare questa forma al rango di specie. Questa è la seconda fra le cinque specie descritte, non conosciuta dal D. Tiberi. 6. CHITON MARGINATUS. Pennant — Brit. Zool. IV, p. 71, t. XXXVI, f. 2. — Jeffr., Brit. Conch. II, pio22le0Vip. 199; t. LVI, LR Scarso nel Mediterraneo e Adriatico, nella zona soi ore in prossimità della laminare, sotto le pietre. Nelle coste di Provenza (H. Martin ed al- tri); in quelle della Liguria (Jeffreys, Issel); Mar Toscano (Caifassi); Golfo di Napoli, (A. Costa, Tiberi); Corsica (Requien); Palermo (Philippi); Mon- dello (Monterosato); Cartagena; Mahon e Palma nelle Baleari (Hidalgo); « Med. 40 f. », valve (Jeffreys); Adriatico (Stossich, fide Jeffreys); Crivizza (Grube, come C. variegatus). Nell’Atlantico : dalle coste del Portogallo sino a quelle dell'Inghilterra, dove è più abbondante che nei nostri mari. Fos- (4) Avril 1878, p. 447. (2) Boll. Malac. Ital. Vol. III, 1877. (3) Boll. Malac. Ital. Vol. III, p. 188. (4) Boll. Malac. Ital. Vol. III, p. AM. (3) Boll. Malac. Ital. Vol. III, p. 487. DELLE CONCHIGLIE MEDITERRANEE 21 sile a M.° Pellegrino (Monterosato). Citato da Tiberi come un fossile Mo- denese, indicazione che merita conferma. Inghilterra e Norvegia (A. Bell, Sars). Specie consimile al C. Poli, in quanto al numero dei denti e alla forma delle valve, non che pel colorito del lembo. Si distingue facilmente per tutte le altre sue particolarità. La scultura è finissima ed è composta di regolari granulazioni divise in due direzioni: una in quelle delle aree la- terali e l’altra in quelle delle aree mediane. Le aree laterali sono poco ri- levate. Le valve sono a forma di scudo, cioè più prodotte verso la parte centrale. Il colorito varia dal verde al giallo, punteggiato 0 marmorato. L’interno è liscio e sovente cenericcio. La dimensione non eccede 16 a 20 millimetri di lunghezza. Il lembo è variegato a quadretti bianchi e verdi, ed è coperto di minutis- sime granulazioni. Philippi descrisse questa specie col nome di C. variegatus (1). Con lo stesso nome fu descritto anteriormente da Leach (2). Io ho esaminato il tipo di Philippi al Museo di Berlino, con l'assistenza del prof. v. Martens. Su questa identità era stato mosso un dubbio da Weinkauff (3). 1. CHITON POLII. Philippi — Moll. Sic., I, p. 106 e II, p. 83. Dovunque sparso e comune in tutte le nostre coste, sopratutto nelle re- gioni meridionali, tenacemente affissato nelle cavità delle roccie calcaree e sugli scogli di attuale formazione, ad un livello compreso nei limiti della marta, restando allo scoperto o a fior d’acqua, alle ingiurie dei flutti, in compagnia del Mytilus minimus e delle Patellae. Questa zona è chiamata da M." Vaillant, in un lavoro sulle zone littorali di Saint-Malò: zona sub- terrestre. La Littorina neritoîdes, vive in una suddivisione di questa zona anche più elevata. Il Trochus turbinatus, il T. articulatus ed altri Trochi, la Setia fusca, ecc., abitano il medesimo livello del C. Poli. L'apatìa, o piuttosto l’immobilità di questa specie, è caratteristica. Essa è eminente- mente Mediterranea ed è strano, come Payraudeau non la citi di Corsica, mentre vi è abbondante, come in tutte le isole del Mediterraneo. Io l'ho di venti località. Forbes; lo cita del Mar Egèo sino a ld braccia di pro- fondità. Non posso spiegarmi questa indicazione di profondità in una specie (1) Moll. Sic. I, p. 407 e II, t. XIX, f. 13. (2) Jeffr. — Brit. Conch. III, p. 224. (3) Boll. Malac. Ital. 1870, p. 136. 22 ENUMERAZIONE E SINONIMIA tanto littorale. Non è citato dell’ Atlantico, ma il signor Hidalgo mi ha spedito bellissimi esemplari da lui raccolti a Cadice. Erroneamente il D.* Tiberi (1), crede dover riferire a questa specie il C. cinereus da me citato fossile dei Ficarazzi (2), ma in un'appendice alla di lui memoria altre volte menzionata, si corregge (3). Fossile di Messina (Seguenza). La conchiglia è sovente erosa per l’azione dei flutti o coperta di una crosta algoide, che la rende spesso irriconoscibile a coloro i quali non hanno una perfetta conoscenza delle altre specie che vivono nei nostri mari. Gli esemplari di Algeri e di Orano, sono senza alcuna specie d'incrostazione e mostrano il loro naturale colorito di un griggio di cenere con delle scre- ziature simmetriche verdastre o bianchiccie (4). L’interno è variegato di verde e di rosso. Le valve sono spesse. La forma è ovale. La lunghezza non eccede ordinariamente i 15 a 16 millimetri, ma alcuni esemplari di Algeri avuti da M.* Joly, misurano sino a 21 millimetri. Al- tri dell'isola di Capri presentano una uguale dimensione e una insolita spes- sezza. Grandi sono pure gli esemplari di Cadice. 1 miei più giovani di Pa- lermo sono lunghi 2 millimetri e mezzo. Le valve terminali, le aree laterali e quelle mediane hanno tutte hai me- desima scultura, composta di fitte e ben rilevate granulazioni ad eguale distanza fra esse, senza direzione, nè confluenti verso alcun punto. La for- ma delle valve è a scudo come quella del C. marginatus. I denti sono 9 nella valva anteriore e 11 nella posteriore. Le laminette sono ben separate e taglienti ed hanno una incisione per lato. Il lembo ha quasi sempre delle macchie quadrate alternanti bianche e verdiccie come nel C. marginatus, o è unicolore scuro. Esso è di una me- diocre larghezza ed è armato nel margine di un rango di setole piccolis- sime, mobili come gli aculei di un « riccio di mare », variegate e a punta ottusa. Nelle altre specie il margine è ciliato. L’intiero lembo è coperto d'innumerevoli piccoli tubercoli a diversi colori : bianchi, griggi, cerulei o del colore delle macchie. Questi tubercoli non hanno una disposizione sim- metrica e sono così piccoli, che bisogna per distinguerli bene, di una forte lente. Questo è il C. cinereus di Poli e di altri antichi autori delle conchiglie Mediterranee, ma non di Linné. Esso ha varii altri nomi. Tra questi vi è il C. crenulatus di Risso (5), nome non ricordato da altri scrittori, che sa- (4) Appendice ai Chitonidi Italiani — Boll. Mal. Ital. 1877, p. 146. (2) Monterosato — Cat. Conch. foss. M.e Pell. e Fic. — Estratto dal Boll. del Real Comit. Geolog. 4877, n. 4-2, p.8 (3) Boll. Malac. Ital. 1877, p. 156. (4) Monterosato — Journ. Conchyl. 1877, p. 30. (5) Europe Mér., IV, p. 267. DELLE CONCHIGLIE MEDITERRANEE 23 rebbe il più antico e adottabile nel caso che fosse bene ni Io non l'ho visto nella collezione Risso. È bensì il C. Euplaeae di 0. G. Costa, secondo il prof. A. Issel e secondo il tipo, ma la descrizione e figura (1) non confrontano. Ho pure verificato per ben due volte nella collezione di M- Petit, ora del Museo del Jardin des Plantes, ch'è il C. Caprearum di Scacchi, da esemplari autentici. Uno di questi mi fu donato al 1869 da M. Petit e fa parte del mio gabinetto. Un altro nome inutilmente proposto è il C. decipiens di Tiberi (2), ma pare che lo stesso nella sua seconda edizione ne abbandoni l'idea. 8. CHITON MINIMUS. Monterosato — Enum. e Sin., p. 17. C. testa minima, convexa, arcte elongata; superficie puncticulato-perfo- rata; areîs lateralibus parum elevatis; limbo sub lente minutissime et ir- regulariter squamuloso. Long. mill. 5; lat. mill. 3. Palermo nella zona laminare, una dozzina di esemplari trovati in varie riprese. Nel Golfo di Lione (H. Martin) e nelle coste di Dalmazia (Brusina), Questa è la specie indicata da Jeffreys (3), come C. cancellatus, G. B. Sow., specie Atlantica e Nord-Atlantica. Tanto il prof. H. Martin, che il prof. Brusina, vollero gentilmente farmi dono di alcuni dei loro esemplari così definiti. La nostra specie è più piccola, proporzionatamente più stretta, non ha la caratteristica decussata scultura del C. cancellatus e possiede invece delle numerose depressioni puntiformi secondo la direzione delle aree. Esso non è con certezza il giovane stato di alcuna delle specie Mediterranee a me conosciute, perchè di tutte le specie ed anche di questa ho osservato lo stato giovanile. Il C. cancellatus è un vero Leptochiton, la nostra specie è un Lepido- pleurus. La sua forma è quella del C. Rissoi in miniatura. ll lembo è largo in proporzione della conchiglia ed è ornato di piccolissime squame aguzzate, disposte senza regolarità. Nel C. cancellatus, il lembo è granelloso. lo non avrei dovuto servirmi del vocabolo minimus, perchè fu impiegato x da Spengler. Fortunatamente il C. minimus di Spengler, è sinonimo di C. (4) Cat. Sistem. e rag. delle due Sicilie 1829, p. IV, t. 4, f. 3. (2) Boll. Malac. Ital. 1877, p, 44l. (3) Brit. Conch. III, p. 217 e V, p. 198. Questa indicazione è stata confermata sulla fede di Jeffreys, da altri autori, ma devesi abbandonare. 24 ENUMERAZIONE E SINONIMIA ruber (1); cosicchè non vi è nessuno inconveniente a lasciare questo nome specifico. Nel caso che qualche purista volesse cambiarlo, potrà servirsi di quello di cimicoides. Questa è la terza specie fra quelle descritte, non conosciuta dal D. Ti- beri ed è la causa di una delle di lui invettive contro di me (2). 9. CHITON PACHYLASME. Seguenza ms. — Monterosato, Enum. e Sinon., p. 17. C. testa minuta, aspera; areis lateralibus valde elevatis; valvula postica septem-radiata, antica scabra; limbo sub lente tenuissime sabuloso. Long. mill. 5-6; lat. 3 *ja. Trovato dal prof. Seguenza nei mari coralligeni dello stretto di Messina sul Pachylasma giganteum, dal quale prende il suo nome. Questa specie offre delle caratteristiche rilevanti. Io suppongo che l’esem- plare comunicatomi non abbia ancora raggiunto l’intiero suo sviluppo. La scultura è composta di 7 raggi rilevatissimi nella valva posteriore. Hanno la stessa scultura e sono egualmente rilevate le aree laterali. La valva anteriore e le aree mediane hanno la superficie scabra. Il lembo è sottilissimo e quasi coriaceo. Il colorito come quello del C. Cajetanus. Le sue affinità apparenti sono con questa ultima nominata specie, ma io non ho potuto osservare i denti per cui mi contento di lasciarlo in questa sezione alla quale per altro si avvicina per la conformazione del lembo. Questa è la quarta, fra le 9 specie descritte, non conosciuta dal D." Ti- beri. (a) 10. CHITON ALGESIRENSIS. Capellini — Journ. de Conchyl., p. 7, t. XII, f. 3 a", b", e". Vive ad Algesiras (Tarnier, fide Deshayes e Capellini); Tolone (Mittré, come C. albus); Martigues (H. Martin); Civitavecchia (Donati); Sicilia, senza precisa località (coll. Calcara e mio gabinetto); Catania (Aradas); Palermo, valve (Monterosato); Algeria (Deshayes, in Mus. Parisien.); Adriatico? (Kle- cach, come C. albus ?). Nell’Atlantico : La Manche (Deshayes, in Mus. Pa- (4) Brit. Conch., III, p. 226. (2) Boll. Malac. Ital. 1877, p. 4b4. DELLE CONCHIGLIE MEDITERRANEE 25 risien.); Biarritz (Fischer); Setubal (Hidalgo); Mogador e Canarie (M'Andrew); Senegal (coll. Petit). Io l'ho della più parte di queste località tanto Medi- terranee che Atlantiche, comunicatomi dai naturalisti designati o l'ho ve- rificato nelle varie collezioni. Non sì conosce come fossile. Specie travisata e segnalata come var. alba del C. cinereus, che non è dei nostri mari. Io non posso niegare, che esiste una rassomiglianza fra il C. Algesirensis ed il C. cinereus (1), ma d'accordo col D." P. Fischer (2), non trovo che vi sia nessuno inconveniente a distinguere con un nome le forme peculiari di una regione, quand' anche potessero avere la medesima origine di quelle di altre regioni, conosciute sotto altri nomi. Esempii di que- sto genere sono il Mytitus edulis ed il M. Galloprovincialis, il Cardium edule ed il C. Lamarckti, il Trochus tumidus ed il T. Racketti, ecc. ecc. Il D. Tiberi nella sua prima edizione dei Chitonidi lo riferisce al C. Ca- jetanus, ma dichiara di non conoscerlo (3). Sarebbe dunque la quinta spe- cie fra le 10 qui enumerate e descritte, da lui non conosciuta. Si distingue dal C. Rissoi per avere altre proporzioni, per la sua mag- gior depressione, scultura, colorito, lembo. Ma quello che poi lo rende in- contrastabilmente diverso, è l'assenza dei denti nelle valve terminali e l’as- senza delle incisioni laterali nelle laminette. La scultura è invariabile in tutti gli esemplari raccolti tanto nei nostri mari che altrove. Questa persistenza nei suoi caratteri, in regioni tanto lon- tane, mi dà occasione di affermare il suo valore specifico. La scultura si compone di strie granellose nelle aree laterali, dove si os- servano da 5 a 6 rugosità concentriche, le quali si vedono pure nelle valve terminali. Le aree mediane hanno delle sottilissime e numerose strie longi- tudinali come nel C. Risso:. Le valve terminali mancano di denti. Le laminette sono sporgenti e man- cano d'incisioni laterali. Questi caratteri lo avvicinano al C. cinereus. Il lembo è coperto di piccole ed irregolari asperità ed è assai più largo di quello del C. cinereus. Il colorito è giallo sflavido uniforme. Qualche volta si vede ai lati un leggiero strato ferruginoso. Questa bella forma dovrebbe essere definitivamente annoverata come Me- diterranea, senza che sia confusa con nessun'altra specie. Un nome manoscritto , che ha fatto il giro delle collezioni, è quello di Leptochiton granolyratus di P. Carpenter, il cui tipo di Mogador, mi è stato donato dal fu M’'Andrew. (1) S'intende con questo nome parlare del €. aseZlus, (Spengl.) Forb. e Hanl. (2) Journ. Conchyl. 1878, p. 375. (3) Boll. Malac. Ital, 1877, p. 4142. Ciorna!e di Scienze Nat. ed Econ. Vol. XIV. 4 26 ENUMERAZIONE E SINONIMIA (65) 11. CHITON CAJETANUS. Pol'—=.Test. atri Sie] tayoA4r dI Si trova in tutti i punti delle nostre coste, ma non molto abbondante; qualche volta introdotto nelle cavità praticate dalle conchiglie perforanti. Estende la sua dimora nell'Atlantico, M." Cailliaud lo cita dell’imboccatura della Loire-inférieure, ch'è la sua stazione più settentrionale. Gli esemplari di questa località sono per lo meno il doppio di quelli che si trovano nel Mediterraneo. Questa circostanza farebbe supporre ch'è di origine Atlantica. È citato pure delle coste del Nord della Spagna da M’Andrew. Non si cono- sce come fossile. Gli esemplari giovani somigliano al C. cancellatus, di cui si è già par- lato. Questa specie non ha sinonimi ed essendo ben conosciuta mi dispenso dal descriverla. 5. Sezione 12. CHITON LEVIS, var. DORLE. Capellini — Journ. Conchyl. 1859, p. 6, tav. XII, f. 2, a", 6", ct. — Ph. Moll:“Stie. It VI £ 4 Specie piuttosto scarsa della zona laminare, attaccata alle vecchie con- chiglie o ad altri corpi marini. Nelle coste di Provenza (H. Martin, per fede di Petit e per esemplari ricevuti); Cannes (Depontaillier, anche per esem- plari comunicati); Nizza (Verany); Genova (Verany, Issel); Spezia (Capel- lini); Civitavecchia (Donati); Gorgona (Caifassi e mio gabinetto); Napoli (0. G. Costa); Palermo e Trapani (Philippi, Monterosato); Messina, nei fondi coralligeni (Seguenza); Corsica (Requien). Non citato delle Baleari nè di Sardegna. Malta (Mamo, per fede di Caruana); Algeria (Deshayes, Wein- kauff e mio gabinetto); Mar Egèo (Forbes); Adriatico (Danilo e Sandri). Conosciutissima come una specie Atlantica e Nord-Atlantica, dove si trova la forma tipica che manca al Mediterraneo. Citato come fossile di M.* Pellegrino e Ficarazzi (Brugnone), di Pisa (Manzoni), ecc. Per lo più di un bel rosso a macchie gialle, che si continuano nel lembo. Gli esemplari albini si trovano raramente. La superficie è quasi liscia e la scultura è composta di strie d’accrescimento subquadrate e concentriche DELLE CONCHIGLIE MEDITERRANEE 21 che abbracciano le aree laterali e le mediane. Le aree laterali sono poco rilevate. Nelle aree mediane si vedono da ogni lato cinque o sei strie, o me- glio cicatrici longitudinali. Questo carattere è stato bene espresso da Ca- pellini ed è quello che distingue il nostro tipo da quello dei mari del Nord. La nostra conchiglia è inoltre più piccola, più convessa e più vivamente colorita. Il tipo della specie è di Pennant. Il lembo ha dei riflessi metallici. Questa particolarità dipende dalla sot- tigliezza del tessuto. Io l’ho descritto a p. 12, nei caratteri del lembo as- segnati alla terza sezione. Qualche volta presenta quattro macchie simme- triche, due anteriori e due posteriori, come nel C. corallinus. Il margine del lembo ha delle setole rade ma visibili. Nello stato giovine è ciliato ed al- lora è il C. stigma di O. G. Costa. I denti sono da 16 a 20 nella valva anteriore, 15 nella posteriore. Nelle laminette si vedono due incisioni laterali per lato invece di una. Le lami- nette abbracciano l’intiera valva e negli esemplari adulti sono assai svi- luppate. Philippi (1), lo figurò in modo da mostrare la conformazione delle laminette e dei denti. | { miei più giovani esemplari misurano 2 mill. e '/, di lunghezza, compreso il bordo. Una varietà sublittorale più piccola, che ho chiamato minor (2), si trova a Palermo. Essa è di un colorito di piombo col lembo argentato. I sinonimi di questa specie si riferiscono al tipo del Nord, per cui non è necessario citarli essendovi una differenza nella conchiglia. Erroneamente il C. rubicundus di 0. G. Costa, è stato altre volte riferito a questa specie. x Come si vede più sopra, rubicundus, è sinonimo di corallinus. II. GEN. ACANTHOPLEURA, (Gun.). 15. ACANTHOPLEURA HANLEVI. (Bean) Thorpe, 1844. — Jeffr., Brit. Conch. III, p. 215 216 e V, p. 198, tav. LV, f. 5. È stato sin’ora trovato vivente nei nostri mari in poche località e non tutte quelle segnalate possono dirsi esatte. Il D." Tiberi ha dichiarato, che gli esemplari annunziati come del Golfo di Napoli (3), trovati da Acton e De Stefanis, sono esemplari d'Inghilterra da lui donati come tali. La loca- (4) Moll. Sic. I, t. VII, f. 4, 6. (2) Enum. e Sinon. p. 48. (3) Brit. Conch. V, p. 198- 28 ENUMERAZIONE E SINONIMIA lità della Spezia citata da Jeffreys, si riferisce ad un giovine esemplare del C. Cajetanus, per come ho potuto verificarlo al British Museum, dove è de- positato. Io però l'ho trovato non raro a Palermo da 50 a 150 metri e qual- che volta nel mare coralligeno di Sciacca. Un esemplare mi è stato dato dal signor Caifassi, come preso a Livorno. Fossile si conosce dei Ficarazzi. Nel crag d'Inghilterra, come C. strigillatus, S. Wood. La sua distribuzione nell'Atlantico del Nord è estesissima. Jeffreys cita con accuratezza tutte le località, tanto di questo lato quanto dell'altro lato dell'Atlantico e dà tutti i suoi sinonimi, alcuni dei quali sono anteriori a quello che adottiamo. Il C. mendicarius, Mighels e Adams, citato come tale, è però reputato dagli autori Americani, come specie distinta. Anche fossile di Norvegia. Io ho già descritto qualche particolarità della scultura, delle laminette, dei denti e del lembo. Siccome questa specie non potrà confondersi con nes- sun’altra così mi dispenso dal ripetere i suoi caratteri, rinviando il lettore alla British Conchology (1). Questo è l'Hanleyia debilis, (Baird ms.) Gray (2). IIl. GEN. ACANTHOCHITES, (Leacn) Risso. 1%. ACANTHOCHITES FASCICULARIS. (Lin.) auct. — Jeffr., Brit. Conch. III, p. 211 e V, p. 197 e 198, t. LV, f Specie poco conosciuta e scarsa nel Mediterraneo. La più parte delle lo- calità sin’ora segnalate con questo nome si debbono attribuire alle due spe- cie seguenti e alle loro varietà. Certamente il D." Tiberi non conosce que- sta specie, che indica di varie località, nessuna delle quali è stata da lui verificata. Egli cita la figura data da Poli (3), che si deve riferire al C. discrepans. Gli esemplari da lui inviati con questo nome, come di Sardegna e di Napoli, sono C. discrepans. Le località certe sono poche e meridio- nali. Io cito soltanto quella già data da Philippi, presso Catania all'isola dei Ciclopi. Questa località è stata verificata da Calcara, dalla cui collezione io ne ho qualche esemplare. Altra incontrastabile località è Palermo, tro- vato da me, come pure Trapani e Magnisi, da dove ne ho delle valve. In Algeria è stato trovato da M." Joly. La medesima località è data da Wein- kauff e suppongo che sia esatta. A questa si può aggiungere Nizza, s'è (1) Brit. Conch. III, p. 215. (2) Guide, p. 186, 1857. (3) Test. utr. Sic., t. IV, f, 3, 4. DELLE CONCHIGLIE MEDITERRANEE 29 vero che questa specie corrisponde all'A. carinatus di Risso. Quelle delle coste di Majorca e della Spagna date da Weinkauff e da M’Andrew, non mi sono state confermate da Hidalgo. Si citano pure : il Mar Egèo (Forbes) e la Morèa (Deshayes), due località possibili, perchè entrambi questi autori, erano al caso di conoscere tanto l'A. fascicularis quanto l'A. discrepans. Una riserva però mi permetto di fare, malgrado la grande autorità di que- sti scrittori, ed è : ch'essi non citano che una sola specie di questo genere ed è perciò probabile che intendano parlare della più comune, ch'è l'A. di- screpans. Resta ancora quella delle coste del Piemonte già annunziata da Jeffreys, ed in questo caso faccio la medesima riserva; difatti nell’intiera di- stribuzione geografica del C. fascicularis, data nel terzo volume della Bri- tish Conchology (p. 212), questa località non è confermata. Dalmazia (Bru- sina), è citata nel V volume di quest'opera a p. 198, e questa è certa (1). La sua distribuzione Atlantica, è estesa dalle Canarie sino ai mari di Nor- vegia. Fossile nel Crag. Questa specie è littorale ed è la più piccola delle tre di questo genere. Spesso è nera o con la carena di un bianco di calce (2). Le sue granulazioni sono ovali e rilevate e convergono verso il centro. La carena è liscia, mar- cata da linee interne. Le laminette e i denti sono come nelle specie seguenti. Io non conosco altri nomi che esattamente si possano riferire a questa spe- cie, eccetto quello, che pure è dubbioso, dato da Risso e già da me nomi- nato. Philippi lo distinse come var. minor, perchè la sua var. major, si ri- ferisce alla specie seguente. 15. ACANTHOCHITES DISCREPANS. Brown — Ill. Conch. (1827), p. 65, tav. XXI, f. 20. — Ph., Moll. Sic. I, t. VII, f. 2, a, è (bene), come C. fascicularis. Specie littorale comune in tutto il Mediterraneo dove è ben sviluppata, e dove vive nelle medesime condizioni del C. olivaceus. Il D." Aradas ha trovato a Catania esemplari di una insolita robustezza. Le sue varietà sono meno comuni. Io ho già citato la var. minor-flava (3), la quale è pure ge- neralmente distribuita, ma più scarsa. Nel mio gabinetto vi è di Palermo, di Napoli, del Mar Toscano e di pochi altri punti. Esiste un’altra varietà (1) Questa specie è citata da Grube come di varie località delle coste della Dalmazia, ma anche ìn questo caso io credo che si tratti dell'A. discrepans. (2) Monts. — Journ. Conchyl., Avril 1878, p. 147. (3) Enum. e Sinon. p. 18. 30 ENUMERAZIONE E SINONIMIA anche più piccola, marmorata, col centro delle valve o la parte più spor- gente della carena di una leggiera tinta rosea. Questa graziosa varietà si trova in Algeria, da esemplari che ho comprato a Parigi; a Palermo e Ma- gnisi, dove l'ho io trovato, come pure in Sardegna (Tiberi, varietà dallo stesso non nominata) e nelle isole Baleari (Hidalgo, da un esemplare tro- vato in mezzo alla forma tipica). L’albinismo si verifica raramente. Un esem- plare di Cannes (Depontaillier), ha delle bellissime macchie lanceolate nere sulla carena, in un fondo intieramente albino. Il colorito dominante è ver- dastro. L’interno è per lo più di un bel verde che tira nell’oltremare, come nel C. olivaceus. Gli esemplari dell'Atlantico sono più dilatati dei nostri; quelli di Madèra sono piccoli e quasi neri. Fossile è citato di Reggio, Pezzo e Carrubare (Philippi), di Ficarazzi e M.° Pellegrino (Brugnone). La scultura si compone d'innumerevoli piccole granulazioni ben circo- scritte, rotonde, concave nel mezzo. La carena è lucida, liscia e mostra delle linee longitudinali interne. Le laminette e le incisioni sono descritte più sopra nei caratteri asse— gnati al genere Acanthochites. Philippi (1), figurò questa specie onde mo- strare la conformazione delle laminette. I ciuffetti di setole sono di un bel verde argentato (2). Dello stesso co- lore è il rango di setole che si trova nel margine. Il lembo è vellutato ed è della tinta verdastra delle valve. Jeffreys è di opinione che possa essere il vero C. fascicularis di Linné. La consuetudine invalsa fa sì, che il nome di discrepans prevale e che è anche preferito a quello di A. communis di Risso (1826), ch'è di un anno più antico della specie di Brown. È anche il C. globulosus di Chiereghini. 16. ACANTHOCHITES /JENEUS. Risso — Eur. Mér., p. 269. Vive nella zona laminare attaccato alle vecchie conchiglie e ad altri corpi marini, in compagnia del C. corallinus e del C. laevis, var. Doriae, in molti punti delle nostre coste. Nel Journal de Conchyliologie (3), l'ho ri- portato come vivente nel mare di Palermo e di molti punti del Mediter- raneo. Questa asserzione mi viene gratuitamente niegata dal D." Tiberi (4). Nella mia collezione vi sono esemplari da me trovati a Palermo, S. Vito (4) Moll. Sic. I, t. VII, f. 2, d. (2) Monts. — Journ. Conchyl. Avril 1878, p. 147 e 148. (3) Avril. 41878, p. 147. (4) Boll. Mal. 1877, p. 438. DELLE CONCHIGLIE MEDITERRANEE dl e Napoli; esemplari di Gorgona (Caifassi), di Genova (Issel, come C. fasci- cularis, var. rubra) e delle Baleari (Hidalgo, assieme all’ A. discrepans). Citato di Nizza (Risso). Le differenze furono bene assegnate da Risso, il quale distinse tre forme. L'A. aeneus è più grande dell'A. discrepans, ha le valve più cordate, più arcuate, a colori ardenti e spesso rossastro. I ciuffetti di setole sono color di rame dorato. Il lembo è più largo e più spesso, le setole del mar- gine sono più numerose e più lunghe. L'animale è di una colorazione di carne viva. Le granulazioni sono più distinte. Io la ritengo per una forma, che viste tutte queste differenze, può essere ben distinta dalla precedente. ERRATA Pag. 1, lineo 5 in nota, Vergel—si legga : Vergl. Pag. 5, lineo 30, M. Mario —si legga : M.° Mario. Pag. 7, lineo 3, di Poli—si legga : da Poli. Pag. 7, lineo 2 in nota, Desch.—Lanck. — si legga : Desh.-Lamk. Pag. 8, lineo 6, conforme — si legga : conferma. SULLE RELAZIONI FRA LE TRAIETTORIE, LE BRACHISTOCRONE E LE FUNICOLARI PEL PROF. DINO PADELLETTI. Data una forza F variabile in grandezza e direzione, la Meccanica si può proporre tre differenti problemi : 1° determinare la frazettoria, che un punto libero M descrive sotto l’a- zione della forza F; 2° determinare la brachistocrona corrispondente alla forza F, ossia la curva tracciata fra due punti dati A e B e tale che quando il punto mo- bile M, soggetto all'azione della forza F, è costretto a rimanere su questa curva, arriva da A in B nel più breve tempo possibile; 8° determinare la funicolare corrispondente alla forza F, ossia la curva secondo la quale si dispone in equilibrio un filo flessibile e inestensibile sotto l’azione della forza F. Scopo di questa nota è trovare le relazioni, che esistono fra la traiettoria, la brachistocrona e la funicolare corrispondenti a una stessa forza F. Quando p. es. la forza F è la forza di gravità, queste tre curve son la parabola, la cicloide, la catenaria. Dovremo perciò cominciare dallo scrivere le equazioni della traiettoria sotto una forma un poco differente da quella ordinariamente usata, e che ho avuto altrove occasione di svolgere. (Giornale di Matematiche di Napoli. Vol. 14). Riferendoci a un sistema di coordinate ortogonali 0 (XYZ), sieno X Y Z le componenti di F parallelamente agli assi coordinati : indicheremo con v la velocità di un punto, con T la tensione di un filo, e con p il rag- gio di curvatura di una curva. 81 Le equazioni differenziali del moto di un punto libero di massa 1 sotto l’azione della forza F SULLE RELAZIONI FRA LE TRAIETTORIE, LE BRACHISTOCRONE E LE FUNICOLARI 33 dea si posson scrivere, sostituendo alle derivate rispetto a f quelle rispetto al- l'arco s d dx Va (077 =X d dy DRS Dida da i d dz va (0a) =2 ossia dix dv dx pi e — —— = { e ds? sub ds ds X Dy dv dy a 2 nr SI (2) Li ds? seÙ a ds ds na d?3 w dv ds sy dia de ids TE DI STRA dot. Eliminando tra queste equazioni v —— si ha ds dix dy d?z }_ | E TEtE Me PE- RS eee Pe (3)° i ds? X TORI Ci ds? Y TS Ci ds? 4 de ‘DE dy "= da ‘ds ‘ds ds o eliminando v? d da dz d. d. d PZ-GY e ay ND ( 4): 8 8 Me ds ds DIALO, ds dy da _ ds dy ds dx de dz © dx dy dy dx ds ds ds ds ds dsìî . ds ds ‘de ds ds ds? Il valor comune di questi rapporti è v*?; ma per un noto teorema il suo quadrato è anche dato da cati a e) (2) ]- e ina, \ 2 2 2 2 2 2 [++ ate ef Ron che per essere i A Giornale di Scienze Nat. cd Econ., Vol. XIV. 5 34 SULLE RELAZIONI FRA LE TRAIETTORIE, LE BRACHISTOCRONE E LE FUNICOLARI de d2x dy dy ds dz _ 0 ds ds ds ds? ds dst — sì riduce a > dx dy dz \? 2 2 Lpd maree dthe ei, NECA LIA (XK +Y9+Z dix \2 d?y \2 dz \2 [(F8) sn 7) | Il numeratore è il quadrato della componente normale F, e il denomi- natore è eguale a roL il valor comune dei rapporti (4)° è quindi F,. p, co- me doveva ritrovarsi in virtù della relazione dì F=— p Dalle (2)? possiamo invece eliminare v*, il che dà dv dx dv dy dv ds n rara E de dui n da ds? ds? ds? Saeco dv e eliminando ancora v = dz d?y d?x d°z dy - d?x ci Valea... aa a dy da _ de dy © da da dai da da dy _ ly Fo ds ds ds ds? ds ds? ds ds ‘ds ds ‘ds ds 3 ° So dv Il valor comune di questi rapporti è v gr Ma come precedentemente x si vede che il suo quadrato è anche espresso da (+ vizi) ds ds? ds? 2 2 2 X+Y+Z— 0 EDO = ds? (7 (ca che è eguale al quadrato della componente tangenziale F;, come doveva accadere in virtù della relazione dv a Combinando le (4)* e (6) si ha anche dz dy dx dz dy dx Ri E SULLE RELAZIONI FRA LE TRAIETTORIE, LE BRACHISTOCRONE E LE FUNICOLARI 35 Il valor comune dei rapporti (7)? è F 2 —_— p F 2 — dv t ds Se le forze F ammettono una funzion di forza U, e U, v, sono i valori iniziali di U e v, indicando con A la costante delle forze vive, si ha Uh v = 1A (GEE = U CA Us. vii= Zu. he h —_ Ue a) 2 Uo. Il valor comune dei rapporti (4)? (6) (7)° è allora rispettivamente 2 4 h d 2 + h, de, du ds Sio: Le equazioni differenziali della brachistocrona corrispondente alla forza F sono (*). d 1 da X alata?" (1). SETE SAL RAR AI di v di o d Ad da Z 0 Ta calare) ANI rire nda Sostituendo alle derivazioni rispetto a # quelle rispetto a s si può scri- vere dix dv dx ? —__- —— ——— —_— == CATE po rar ran Sr dîy dv dy b Ra gna == (2) Sint d°z dv dz 2 ———____- ——- de? na o dv Eliminando v * 8 dè d*z rc GE v — Z b ds? 199 ds? do ds Cale ua da ds ds ds (*) Battaglini. Meccanica razionale. Tomo I, p. 402. 36 SULLE RELAZIONI FRA LE TRAIETTORIE, LE BRACHISTOCRONE E LE FUNICOLARI e eliminando ancora v? dy dz dz dx dr dy Cl ei O br e (4) dy d*z da d@y TT dz d°x de dz T dx dy dy dr ds ds? de ds? de dsì — ds ds ‘ds det © ds de Il valor comune di questi rapporti è — v*, ma per quel che precede è anche pF,, dunque nelle brachistocrone Dil F,=t a Eliminando v? d d d d di dz id ey ey 5)b ds ds 333 ds ds Ma des de (9) d*x ER d'y TERE d?z ds? ds? de? ia dv ed eliminando ancora v “ dz d'y d2z d'z diy dix si Lane Than i na a (6) dy dz ds dy TT dz d°x dr dîz © dex dy dy dix ‘ds ds? de ds? ds ds? ds de ds dst — ds ds: Combinando le (4). colle (6)? d d d. d d d Ve ig I. pg: PENA: x 22 Lola (7 de e RI A d°z d?y dix d°3 d2y dx Ya La Siae} Xi Ta È i S OT Il valor comune dei rapporti (6)? è v soa ma per quel che precede, esso è anche F,, dunque per le brachistocrone è dv F, = Vv as come è naturale, essendo introdotta dalla resistenza della curva soltanto una componente normale. Si noti la identità delle (4)? (5)° (6)* (7) colle (4)? (5). (6)? (7) e la stretta affinità delle (2)? (3)? colle (2)? (3). Cerchiamo adesso quale è la forza F' capace di far percorrere al punto M la brachistocrona, quando M fosse libero, introducendo la condizione che la velocità di M in ogni punto debba essere ancora eguale a quella che aveva quando era costretto a percorrere la brachistocrona stessa. Chiamando X' Y' Z' le componenti di F' dovremo avere per le (2)* SULLE RELAZIONI FRA LE TRAIETTORIE, LE BRACHISTOCRONE E LE FUNICOLARI 37 d?x dv dr Td NY Vga CRT O org ev 2 Tei dr roi d23 dv dz ; 2 e ——_TT CIS ati rale Pio ì dv dr tie Serao de ds ; dv dy i dv dz F' è dunque la risultante di due forze, una eguale ed opposta a F, e un’altra, le cui componenti sono dv dx dv dy dv dy Wi e de earn Mor pr cioè una forza 2v — diretta secondo la tangente alla curva. Decomponen- do — F nella componente tangenziale — F; e nella componente normale — F,, si vede che essendo la prima eguale a Di F'ha per componente tangenziale + F, e per componente normale — F,. Si ha quindi : La brachistocrona corrispondente alla forza F è traiettoria libera per una forza F' equale a F e posta simmetricamente a F rispetto alla tan- gente della curva. La velocità del moto libero sotto l'azione della forza F' e la velocità del moto sulla brachistocrona sotto l’azione della forza F sono eguali în ogni punto. Di qui si rileva immediatamente che le componenti tangenziale e nor- male di F sono per la brachistocrona ammettendo invece come noto questo risultato, si può stabilire subito il teo- rema precedente. Questo teorema è evidentemente invertibile, ossia : La traiettoria di un punto libero M sotto l’azione di una forza F' è brachistocrona corrispondente all'azione di una forza F eguale a F' e po- 38 SULLE RELAZIONI FRA LE TRAIETTORIE, LE BRACHISTOCRONE E LE FUNICOLARI sta simmetricamente a F' rispetto alla tangente della curva. Le velocità dei due movimenti sono eguali in ogni punto. $ 3, Le equazioni della funicolare corrispondente alla forza F sono, indicando con T la tensione nel punto (x y 2), e supponendo il filo omogeneo e di densità = 1. / d \ (TE) +X=0 O n (TL) +Y=0 ds | a (TE) +Z=0 ds che si possono scrivere d°x dT da Lagnot api o A da dt dy 2; 4 CAVA - —— _—_ feno] ni osa dz dT dz dana ano Bot SESIA est Eliminando fra queste equazioni 7 Si ha dix d3y dz z T_—_P +X T-— +Y T_- + È ds? ds? DA ds Cee 3 a ds ‘ds ds ed eliminando T dl 7__® dig de da y_Wx Ti e ac Mi dale ds (gna ds dy — di dx de da © de dy _ dy ds ds ds = ds ds ‘ds ds: ds ds ds ds? ds ds? T F, = — ai Eliminando invece T dT dr dT dy dT dz Miriana Cee e Fra ieer nel VI ds? ds? ds SULLE RELAZIONI FRA LE TRAIETTORIE, LE BRACHISTOCRONE E LE FUNICOLARI 39 sa dT e eliminando ancora --— ds d°z d°y dx d°z d?y d?x ee uan a (6) dy d°z ds dy © ds dr de dz © de dy dy d2x ds ds ds ds ds dst © ds ds las ds. © de ds s E dT . Il valor comune di questi rapporti è — gg da cui 3 dT atei Combinando le (4)° e (6)° dz dy da dz dy da ma (7) dz d2y 7, e ge g Py dx ds? ds? ds? ds? ds? ds? Le (4) (6) (7)° sono ancora identiche colle (4)° (6)? (7)? e (4). (6). (7)°., e le (2)° (3) (5)? hanno colle (2)? (3)? (5)? e (2). (3) (5). una stretta affinità. Proponiamoci ora per le funicolari la identica questione che abbiamo ri- solto nel precedente paragrafo per le brachistocrone, trovare cioè la forza F' o (X' Y' Z') per cui la funicolare è traiettoria libera di un punto, quando si pone la condizione che la velocità di questo moto libero debba essere eguale in ogni punto alla tensione del filo. Avremo allora per le (2) scri- vendo T invece di v , dr dT da È del, d?y day orig d°z dT dz ; e confrontando colle (2) Xx=-—-TX= —T vu We — TY= — vw Z=-TA=—v. x La forza F' è quindi parallela a F, diretta in senso contrario, e eguale a F moltiplicata per la tensione del filo. Se fosse invece data la traiettoria, che un punto descrive liberamente sotto l’azione della forza F', e si volesse cercare per qual forza F questa curva sarebbe funicolare colla condizione che la tensione del filo sia in ogni punto eguale alla velocità v del mobile, otterremmo analogamente 40 SULLE RELAZIONI FRA LE TRAIETTORIE, LE BRACHISTOCRONE E LE FUNICOLARI i 2: VESTI p.U “mi OLE T Y/ Y' dir aio T Z' Z' Aa NI di cioè la forza F è parallela a F', diretta in senso contrario, e eguale a F' divisa per la velocità v del punto. Ritroviamo così i teoremi già dati da Mò5rus (*). La funicolare corrispondente a una forza F è la traiettoria libera di. un punto di massa 1 sollecitato da una forza parallela a F, diretta în senso contrario ed eguale alla forza F moltiplicata per la velocità v del punto. La traiettoria libera di un punto di massa 1 sollecitato dalla forza F, è funicolare per una forza F parallela a F', diretta in senso contrario, ed eguale a F' divisa per la tensione del filo. La velocità del mobile e la tensione del filo in ogni punto sono eguali tra loro. 8 4. Combinando questi teoremi con quelli del $ 2 si ha inoltre : La funicolare corrispondente alla forza F è brachistocrona per una forza F' disposta simmetricamente a F rispetto alla normale della curva ed eguale alla forza F moltiplicata per la velocità del punto. La brachistocrona corrispondente a una forza F' è funicolare per una forza F disposta simmetricamente a F' rispetto alla normale della curva ed eguale alla forza F' divisa per la tensione del filo. La velocità del punto mobile sulla brachistocrona e la tensione del filo in ogni punto sono eguali tra loro. 8 5. Applicando questi teoremi al caso in cui la forza F è la forza di gravità o più generalmente è costante in grandezza e direzione, otteniamo : La parabola è brachistocrona per una forza costante disposta simme- tricamente alla direzione della gravità rispetto alla tangente alla curva in ogni punto — è funicolare per una forza verticale diretta in alto e in- versamente proporzionale alla tensione del filo. (*) Mosius. Lehrbuch der Statik. Leipzig 1837. B. 2. S. 224-224. SULLE RELAZIONI FRA LE TRAIETTORIE, LE BRACHISTOCRONE E LE FUNICOLARI dl La cicloide è traiettoria libera per una forza costante posta simmetri- camente alla direzione della gravità rispetto alla tangente della curva — è funicolare per una forza inversamente proporzionale alla tensione e po- sta simmetricamente alla direzione della gravità rispetto alla normale della curva. La catenaria è traiettoria libera per una forza verticale diretta in alto e proporzionale alla velocità — è brachistocrona per una forza proporsio- nale alla velocità e posta simmetricamente alla direzione della gravità ri- spetto alla normale della curva. $ 6. Nei paragrafi 1 2 3 abbiamo trovato tre sistemi di equazioni, che portano ìi numeri (4) (6) (7). dz n da dz dy , dr aa ae a a o dy d'a ds dy © ds da do ds © de dy _ dy dx ds ds? ds ds? ds ds? ds ds ‘ds dst ds ds diz d*y dx dz d*y dx x) lee eni sea dy ds _ di dy di dè de dz de dy dy dx ds ds? ds ds ds dsìt ds ds de ds ds ds? dz dy dx dz dy dx Libra dA Ze a Lo a (7) da ey TI dx GS d*y dx VE Late Xe a i quali godono della proprietà di essere sistemi di equazioni differenziali comuni alla traiettoria, alla brachistocrona, e alla funicolare, che corri- spondono alla forza (X Y 7). È facile scuoprire il significato di queste equazioni. X Y Z, CEL d'y d' . De E BIN ACUTE 3 - Ia n son proporzionali ai coseni di direzione di tre rette che sono la forza F, la tangente #, e la normale principale p. Quindi dz dy dy da dy da ela on ai a dîz d’y d*x d?z d?y d>x e LA e SILA regni. SAMIR del dy d°z dz d*y da dix dr d°z der dy dy d3x de ds ds dst, ds ds? ds ds, ds ds = ds ds Giornale di Scienze Nat. ed Econ., Vol. XIV. 6 42 SULLE RELAZIONI FRA LE TRAIETTORIE, LE BRACHISTOCRONE E LE FUNICOLARI sono proporzionali ai coseni di direzione delle perpendicolari ai piani (F #) (F £) (é p). Le equazioni (4) (6) (7) esprimono che queste perpendicolari coincidono, cioè che le rette F # p sono nello stesso piano : F cade nel piano osculatore (£ p). Si ritrova così che : La traiettoria, la brachistocrona e la funicolare corrispondenti a una data forsa F godono della proprietà che la forza F è contenuta in ogni istante nel piano osculatore della curva. Si può del resto verificar facilmente che le relazioni (6) sono una conse- guenza delle (4). SÙ Supponiamo ora che la forza F sia costantemente parallela a una dire- zione fissa, che prenderemo per asse OY. La curva (traiettoria, brachisto- crona, funicolare) sarà evidentemente piana, e potremo prendere il suo piano per piano XY. Indicando con N la porzione di normale contata fra il punto della curva e l'asse OX, avremo Yy Rai N N e quindi (considerando solo il valore assoluto del rapporto per le traiettorie n No ey (8) pl ga per le brachistocrone egualmente Yy b ZI A 8) - e per le funicolari NICO vd =s Supponiamo inoltre che la forza sia proporzionale alla potenza m' della ordinata, ossia Y —_ ay”, essendo a una costante. La funzion di forza U è ay MEN e quindi chiamando U, y i valori iniziali di U v U, = ay ma SULLE RELAZIONI FRA LE TRAIETTORIE, LE BRACHISTOCRONE E LE FUNICOLARI 43 Per le traiettorie e brachistocrone ACI al dea day te PA ia STO m+1 mt 1 m+1 e per le funicolari Carta a rsa A SR RI T - m+I E n4t1 m+1 pnt Se si può scegliere y, v oppure yo T, in modo che le costanti & A' delle forze vive 2ay, "1 — Rie dg TO. PEC m+l h' T QUI tri SaR gi ne41 vadano a zero, si ha per le traiettorie N mt! (9)? Ra = STI per le brachistocrone egualmente P 2 e per le funicolari N Dando in questo caso all'asse OX il nome di direttrice, si può enunciare il teorema: Il rapporto fra il raggio di curvatura e la porzione di normale inter- cettata fra la curva e la direttrice è costante per ogni punto della curva. Questo rapporto è anche indipendente dal coefficiente a. Se m=0, si può sempre soddisfare alla condizione enunciata, e sì ritro- van le relazioni per la parabola p= 2N per la cicloide p== 2N per la catenaria RENE ma la posizione relativa Queste relazioni danno i valori assoluti di a pf E È È : d N della curva e della sua direttrice ci mostra facilmente che considerando Di come positivo quando N è contato dalla curva verso il centro di curvatura è per la parabola 44 SULLE RELAZIONI FRA LE TRAIETTORIE, LE BRACHISTOCRONE E LE FUNICOLARI (10): 0=/—2N per la cicloide (10b9__p=+2N per la catenaria (10)° p= — N. Anzi nel caso di m = 0, siccome collo spostarsi dell'asse OX Y non can- gia, si vede che qualunque sieno y, v, 0 Yo T., Si potrà sempre traspor- tare l’asse OX parallelamente a sè stesso in modo che la costante delle forze vive si riduce a zero; la parabola, la cicloide e la catenaria ammet- ton sempre una direttrice e il teorema sul rapporto costante fra N e © ha luogo per qualunque curva appartenente a questa famiglia. Ma potrà accadere che la condizione 4 =0 non possa venir soddisfatta; e in generale quando è soddisfatta, essa introdurrà una relazione fra i pa- 3 7 oe N Li rametri della curva considerata, talchè il rapporto % non sarà costante per tutte le curve corrispondenti a Y= ay”, ma soltanto per una classe par- ticolare di queste curve. Così ad es. se m = 1, l'equazione della traietto- ria (supponendo che l’asse OY passi per il punto più basso della curva) è 4 ne “ (e? + ag) per cui non ha luogo in generale la relazione A=0: perchè questa abbia luogo, fra i parametri c e n deve sussister la relazione d= 0 la curva viene allora a contenere un solo parametro variabile invece di due, e prende la forma della catenaria ordinaria 4 Y = Fa (ec? + CL) dar È : È ; N 2 per cui l'asse OX è una direttrice, e il rapporto a ha il valore costan- te — 1. Perchè l'equazione A4=0 possa esser soddisfatta per le traiettorie e bra- chistocrone deve essere ayst4 n+1 e Non si avrà soluzione quando m + l è pari e di segno contrario con a, come è p. es. il caso per la traiettoria (ellittica) di un punto sollecitato dalla forza Y = n Perchè sia possibile la condizione A' = 0 per le fu- nicolari, deve aver luogo una relazione di segni inversa alla precedente. Nelle brachistocrone possiamo anche supporre v= 0; la condizione A=0 dà allora SULLE RELAZIONI FRA LE TRAIETTORIE, LE BRACHISTOCRONE E LE FUNICOLARI 45 Vo _ 0 ossia per valori positivi di m + 1 = 0 e per valori negativi di m + 1 Uni =a0S la quale ultima soluzione è da rigettarsi. Si ha dunque una direttrice tutte le volte che m +10, e la direttrice passa allora per la posizione iniziale del punto mobile (*). $ 8. Le curve, che godono della proprietà di avere il rapporto A costante , possono immaginarsi come generate dal rotolamento sulla direttrice di altre curve, dotate pur esse di una proprietà caratteristica. ® = Quando una curva A notata senza strisciare su una curva B, un punto O rigidamente unito alla curva A genera una linea (2), a cui si dà il nome di Rulletta. Se in un dato istante il punto di contatto fra A e B centro di istantanea rotazione) è M, MO è la normale alla rulletta (a) nel punto O, e su questa retta si trova il centro di curvatura C di (a) corrispondente a O. Sieno PQ i centri di curvatura di A e B nel punto M, e quindi P Qla normale comune a queste curve : poniamo ‘Mo=r MCO=r' Ure MP=R È He ; N (*) In questo caso particolare ho già dimostrato la proprietà del rapporto — nel Giornale di Ma- tematiche di Napoli, 1875. È 48 SULLE RELAZIONI FRA LE TRAIETTORIE, LE BRACHISTOCRONE E LE FUNICOLARI fra queste diverse qualità sussiste la relazione seguente, dovuta a A. TRANSON 41 DI , 4 4 —— 5° —— = > E = (- = pr) 08 RF Se la linea B si riduce a una retta, che diremo direttrice è R' — co e (+ i) cost = l. nella qual formula si prenderà il segno + o — secondochè i punti O C sono separati dal punto M, o si trovano ambedue dalla stessa parte di questo punto. Nel primo caso è p = r' + r, nel secondo p=r' — r. Queste formole conducono a una costruzione grafica semplicissima. Si uniscano O e P, si tiri la normale OM, e una perpendicolare a questa retta in M, che incontra la OP prolungata in D, la retta DQ taglia la normale x MO in un punto C, che è il centro di curvatura corrispondente a O. D G Se la curva B si riduce a una retta, bisogna condurre dal punto D una parallela a PM, e questa retta incontra la normale MO nel centro di curva- tura cercata. Si osservi che in questo caso per ottenere i valori di r 7’ p non è affatto necessario di disegnare la curva A nelle diverse posizioni, che prende ro- tolando sulla retta B. In una posizione qualunque della curva A si scelga arbitrariamente un punto M della sua periferia, sì ripeta la costruzione pre- cedente, e si avrà in CO il raggio di curvatura della rulletta («) corrispon- dente alla posizione, che occuperà 0, quando M sarà divenuto punto di contatto. SULLE RELAZIONI FRA LE TRAIETTORIE, LE BRACHISTOCRONE E LE FUNICOLARI 47 G Abbassando da P una perpendicolare PE sulla OM abbiamo OM: 00: 08» OM Se consideriamo la curva A come immobile e riferita a un sistema di coordinate polari, di cui O sia il polo, OM è il raggio vettore r della curva A, e nello stesso tempo la porzione N di normale della rulletta (a) inter- cettata fra il punto O di questa rulletta e la direttrice. Possiamo dunque enunciare il teorema: Il rapporto .fra la normale contata fino alla direttrice e il raggio di curvatura della rulletta descritta da O è eguale al rapporto dei segmenti determinati dal polo O nella proiezione del raggio di curvatura corri- spondente della curva A fatta sul raggio vettore. Chiamando & il rapporto di questi segmenti NEL P Si intenderà X positivo, quando OE OM hanno lo stesso senso, cioè quando È 5 ; oi SI E cade fra O e M, e negativo nel caso contrario : il segno di = Verrà al- lora positivo, quando N e p hanno lo stesso senso. Quando % è costante , si ha subito una proprietà della rulletta (a), che le può servire di definizione. Se p. es. A è una circonferenza e O un punto della sua periferia, X è costante = '/, : se A è una parabola, e O ne è il fuoco, per una nota proprietà della parabola, £ è costante = — 1; se A è una spirale logaritmica, e O il suo polo, la proiezione del centro di cur- x vatura sul raggio vettore è precisamente il polo, quindi &% è costante = 0, 48 SULLE RELAZIONI FRA LE TRAIETTORIE, LE BRACHISTOCRONE E LE FUNICOLARI Facendo rotolare sulla retta direttrice B una curva A, che goda della proprietà di avere il rapporto & costante, sì otterranno quindi delle curve, che potranno considerarsi come traiettorie, brachistocrone e funicolari di un punto sollecitato da forze perpendicolari alla direttrice, e proporzionali alla m° potenza della distanza alla direttrice ; i valori assoluti di m e K son legati dalla relazione m+-1 re 2 se si tratta di traiettorie e brachistocrone, e da quella se si tratta di funicolari. Queste curve soddisferanno inoltre alla condizione che la costante delle forze vive vada a zero. Potremo dunque dire : La brachistocrona di un punto pesante (cicloide) è la curva descritta da un punto della periferia di una circonferenza, che rotola su una retta. La linea d’equilibrio di un filo pesante (catenaria) è la curva descritta dal fuoco di una parabola, che rotola su una retta. Se la curva A è una spirale logaritmica, abbiamo visto che 4 = 0 cioè p= 0% : sì ritrova così la nota proposizione. Quando una spirale logaritmica rotola su una retta, il suo polo descrive una retta. Si può assegnare un'equazione comune alle curve A, per cui il rapporto k è costante, ed eseguire una prima integrazione. Sia 9 l'angolo compreso fra la tangente alla curva A nel punto M o il raggio vettore MO, e p la perpendicolare abbassata da O sulla tangente : avremo r — pseno = kr e siccome seno = p=r ica r dp dp dr (do pa integrando DEC L'equazione della rulletta (a) sì determina pure senza difficoltà. Riferia- moci a un sistema di assi ortogonali OX OY, di cui OX coincide colla di- rettrice : avendosi allora Neg Vi (2) SULLE RELAZIONI FRA LE TRAIETTORIE, LE BRACHISTOCRONE E LE FUNICOLARI 49 PEen LL 2]! Co da l’equazion cercata è y L + [1 +(4 DI ]= Ponendo dy Crea de — 4 d 2 Ye + kE (1 # 23) = 0 fa k Li 0. 14-22 Yy Integrando e indicando con C una costante arbitraria 14 = Cy* È 7 d Riponendo per 4 il suo valore + TL ci = da VECI e finalmente essendo D un’altra costante arbitraria Supponendo ASIA ice, ki=1 sì ritrovano le equazioni della parabola, della cicloide, e della catenaria Giornale di Scienze Nat. ed Econ. Vol. XIV LEPIDOTTERI NUOVI E RARI DI SICILIA KSISTENTI NELLA COLLEZIONE DI GIACOMO PINCITORE MAROTT. Fra i Lepidotteri Ropaloceri della mia collezione alla quale da parecchi anni assiduamente e con grande amore mi sono dedicato , taluni avvene che mi sembrano veramente meritevoli dell'attenzione degli entomologi. Di questi alcuni sono di forma affatto nuovi, mentre altri appartengono a specie conosciute bensì, ma modificate in guisa da costituire nuove aber- razioni. Ho coscienza di aver fatto del mio meglio per accertarmi della veridicità dei fatti che vado ad esporre; del resto avrei voluto ancora indugiare queste partecipazioni se il veder continuamente descritte sui periodici esteri cose siciliane non mi facesse temere di vedervi un dì o l'altro annunziate queste stesse mie osservazioni: a questo si aggiungono i terribili guasti che con- tinuamente l’Antrenus Museorum reca nelle mie collezioni e che mi costrin- gono a far presto. Or se in una piccola e privata collezione quale si è la mia si trovano delle cose pregevoli e rare, lascio a voi il considerare quanto in contrap- posto sia grande e direi quasi inesauribile la ricchezza entomologica di que- sta nostra cara terra natale, e quale grande rammarico è per me quello di non poter rintracciare cose sì rare e belle a causa dei mezzi scarsissimi di cui posso disporre. Sento intanto il dovere di ringraziare i professori Gemmellaro e Doder- lein che in ogni tempo mi hanno ispirato fede nella scienza e coraggio a persistere nella carriera degli studi. Modificazioni del Papilio Machaon Linn. Di questa bella quanto comune specie ne posseggo un individuo 7 (v. fg. 1) che ha una taglia metà dell’ ordinario , infatti la sua larghezza misurata all'estremo delle ali anteriori è di millimetri 32 e le sue code sono molto corte. Questo individuo è una varietà accidentale bensì, ma che ho visto in diversi anni costantemente riprodursi; e parmi che si appartenghi alla LEPIDOTTERI NUOVI E RARI DI SICILIA ol generazione estiva, stante non aver mai trovato di tali soggetti nella II e IIl generazione. A tal riguardo posso asserire di aver notato tre genera- zioni nel Machaon, l'una che si sviluppa in primavera, proveniente dalle crisalidi che hanno svernato, l’altra che nasce e si svolge in estate, e la terza finalmente che si genera sul cader della state, e termina col finir dell’au- tunno. Di quest'ultima generazione ho raccolto molti e belli individui nei primi giorni d’inverno in riva al mare ed in luoghi ben soleggiati, così al- l'Acqua Santa ed alla Vergine Maria, spiagge vicino Palermo. Da questa osservazione e da altre simili che in varie occasioni mi è occorso di fare si può dedurre la conseguenza che la posizione nostra rispetto all'equatore è tale da accrescere, diremmo quasi, l’ energia vitale nello sviluppo delle specie. la varietà di cui mi intrattengo l'ho ottenuta da larve raccolte sul Foeniculum Piperitum Tin. (Sic. Finocchiu asinaru), (v. fe. Ill). Parlando del Papilio Machaon devo notare che io ho osservato delle ben serie differenze fra gli individui di questa specie secondochè i bruchi si sono alimentati di Ruta Graveolens Linn. o Bracteosa Boc. (v. fe. 11), sul Foeniculum Dulce Lamk. ovvero sul Foeniculum del Cupani e su di altre piante ancora. Questi fatti, che da altri sono stati anche ripetutamente osservati, meri- tano davvero una seria attenzione, non tanto per se stessi, quanto per le illazioni che se ne possono cavare e per le profonde modificazioni che ver- rebbero di conseguenza a risentirne le teoriche dei moderni entomologi, non escluso Staudinger (1). Modificazioni ed ibridismo della Pieris Rapae Linn., ed ab. Todaroana (Pincitore-Marott). Parecchie volte si è creduto dagli entomologi che alcuni individui di questa specie di taglia estremamente piccola costituiscano una vera varietà, mentre poi questa opinione è stata gagliardamente da altri contradetta. Di tali soggetti la fig. V ne presenta uno 7 che appartiene alla gene- razione estiva. Or, ad eliminare l’idea da altri ammessa, e fra costoro dal prof. A. Costa nella sua Entomofauna del Napolitano vol. 2°, p. , che cioè, da mancanza di alimentazione o da altri disagi provenissero tali va- rietà posso assicurare: 1.° Che tutti gl’'individui così piccoli da me in dodici anni trovati sono stati sempre 7; 2° che provengono da individui ugual- mente piccoli; 3° che essi anche garentiti e nutriti nel miglior modo con- servano la loro taglia; 4° che avendoli educati con poco cibo e nelle con- dizioni le più sfavorevoli al loro sviluppo, ho ottenuto bensì degli individui rachitici, rattrappiti, affetti da carie, ma non mai la varietà anzidetta. (1) Vedi Catalog. der Lepidopeteren des Europischen Faunenghbiets. 52 LEPIDOTTERI NUOVI E RARI DI SICILIA Or questa varietà sarebbe bene contradistinguerla coll'epiteto minor giu- sta come propose il sullodato prof. Costa. La fig. VIII presenta un altro individuo di P. Rapae £, ed a fianco di essa, perchè meglio si possa istituir paragone, si vede un’altra $ apparte- nente al tipo normale (v. fg. IV, destra 9, sinistra 2). Quando si osserva questa varietà ricorre subito alla mente la Pieris Napi 8 ab. 9 Bryoniae (v. fg. VI1) (1). Al pari di questa si rende singolare per l'ampiezza delle macchie dell’orlo e costali, ed i caratteri di questa aberra- zione che presento vanno ben riassunti nella semplice espressione obscurior. Alla stessa vorrei dare il nome di Todaroana in onore del mio caro mae- stro di Botanica, illustre Commendatore Todaro. Non si può in vista di questo fatto fare a meno di formarsi il concetto che le varianti di questa aberrazione stanno allo stesso livello della 8 ab. 9 Bryoniae della Napi. Oltre la varietà descritta un’altra variazione della Rapae da me studiata e che posseggo nella mia collezione è l’aberrazione Leuca. Il suo carattere differenziale sarebbe ben definito colla nota espressione (absque maculis). Questa ab. appartiene al solo 7 (v. fe. IX). E finalmente presento un curioso esemplare di Rapae 9 (v. fg. VI), che nel taglio delle ali e nello assieme presenta qualcosa di curioso che non potrei ben definire, ma che risalta immediatamente non dico all'occhio del- l’entomologo , ma eziandio di chi ha una certa pratica di insetti. Ardisco supporre che essa sia una forma ibrida prodotta dallo accoppiarsi del 7 della Brassicae colla £ della Rapae. Pieris Daplidice Linn. La figura X presenta una Daplidice 7 le di cui dimensioni sono tanto piccine da impressionare vivamente. Come si vede essa ha soli millimetri 15 nella maggior larghezza. L’ho trovato sul Pellegrino ed in luoghi aridi e sabbiosi, e sulla spiaggia della bella Mondello, durante i mesi più caldi della estiva stagione. Costituisce essa una varietà ? In verità non potrei per adesso asserirlo. Devo qui far notare che le Daplidici della I generazione hanno il di- sotto delle seconde ali « magis flavae » mentre che quelle della II genera- zione, ossia estiva sono costantemente « dilutius flavae. » (4) Ho creduto di riportare la figura di questa importante oscillazione dal tipo, onde si possa meglio istituire confronto stante la medesima servire più volte come termine di paragone in que- sta rassegna. LEPIDOTTERI NUOVI E RARI DI SICILIA 53 Passaggi della Galatea alla ab. Leucomelas Hub. x La Leucomelas è una aberrazione della Galatea 9. L'’illustre Staudinger ne riassume i caratteri nel modo seguente « 9 alis posterioribus subtus unicoloris albis. » Io posseggo parecchi individui di Galatea in cui le macchie del disotto delle seconde ali spariscono mano mano e costituiscono tal serie di graduati passaggi da presentarvi una vera catena, una vera scala che conduce l’os- servatore dal vero tipo della Galatea all'ab. sudetta (v. fe. XI). La stessa osservazione è stata da me fatta per la Colias Edusa Linn. ed ab. Helice (1) e per l’Arge Pherusa e var. Plesaura Bellier (2). Ho anche trovato in Sicilia, e credo che altri l'abbia pure trovato la.d var. Turcica della detta Galatea, la quale è dallo Staudinger indicata con la frase diagnostica fere tota nigra. Ho ragione di ritenere che più abbondante la si debba trovare nella parte meridionale dell'Isola. Dal punto di vista della Geografia Zoologica questa varietà è importan- tissima dapoichè la stessa fa attribuire un carattere veramente orientale alla nostra entomofauna. Lo stesso può dirsi di quel grosso Bombice serigeno da me per la prima volta trovato in Sicilia che è la Lastocampa Othus Drury. ed annunziata nel Bullettino della Soc. Entomologica Italiana anno IV, vol. 1°, pag. 105. e della quale ebbi in seguito ad intrattenermi lungamente nelle Petites Nouvelles Entomologiques, anno 1873, l° agosto. Seconda generazione dell’Arge Pherusa Bell. e nuova aberrazione. In un mio opuscolo (3) col quale feci note alcune osservazioni su questa bella ed importante specie annunziai che verso la fine di maggio e fin dopo la metà di giugno la sì trova in non piccol numero alla Cirbda (0 Xirda) e nel Vallone sotto Montecuccio, località non molto elevate sul livello del mare. Per ulteriori osservazioni ho dovuto convincermi che gli individui che si trovano in tali luoghi ed a tale epoca appartengono ad una II genera- zione e che sono di aspetto del tutto diverso di quelli appartenenti alla I generazione; credo anche si nutriscano di piante diverse che non l’Ampe- lodesmos Tenax Linn. poichè a tale epoca, questa pianta è di già quasi secca del tutto per gli estivi calori. Ho creduto ben fatto di rappresentare nell’ annessa tavola due individui della I e II generazione (v. fg. XII). (4) Vedi Bull. Entomologico Italiano anno 1872 vol. (2) Dell’Arge Pherusa e della sua varietà Plesaura Pal. 1877. (3) Opuscolo citato. d4 LEPIDOTTERI NUOVI E RARI DI SICILIA Inoltre devo far cenno di una variazione della stessa Pherusa che si ri- produce costantemente e nella quale le variazioni sarebbero della stessa importanza e tenore che distingue la var. Bryoniae della Napi tipo (1). Seconda generazione della Epinephile Janira var. Hispulla Hub. La stessa somma di differenze che ho osservato per l'Arge Pherusa se- condochè appartiene alla I e II generazione devo notare per le Hispulla che si sviluppano in autunno dopo essersi nutrite durante la state, quali differenze possono riassumersi colla nota frase—magis dilutior e ciò stante che la Hispulla per se stessa confrontata col tipo la si può dir dilutior (v. fe. XII). Notisi che questa varietà è una di quelle che fanno attribuire come dissi caratteri più meridionali alla nostra entemofauna ; infatti la si trova pure nella Mauritana, nella Siria e benanche nelle Canarie. ELycaena Melanotoxa (Pincitore-Marott). L’anno 1872, nel Giornale di Agricoltura e Pastorizia allora diretto da quel benemerito uomo che fu il Comm. Gaetano Vanneschi, pubblicavo la mia Melanotoxa che allora ritenni una semplice var. dell’Icarus (2). Confronti ulteriori e più maturo esame oggi mi convincono che la mia cara Melanotoxa è davvero una nuova specie, che, se si vuole, può dirsi per semplice norma di chi studia — distinguenda a L. Icarus. E poichè in quel giornale non potei per mancanza di mezzi darne un disegno, così torno a pubblicarla illustrandola (v. fe. XIV, « e £). Per me così può definirsi — Melanotoxa dicitur propter nigrum arcum qui subtus alis anterioribus atque in medio interni marginis stat. Similis Astrarche sed generaliter fuscior; macula externi marginis fulviores sunt. In agro nostro perrariora est Icarus, volitat mense aprilis, maij, atque seepe iunii. Per tutt'altre osservazioni rimetto i lettori alla citata rivista. (4) Rincrescemi non poter dare un disegno di questa varietà perchè di tre esemplari che ne possedevo, due furono durante l’inverno distrutti dal tarlo ed uno che avevo affidato tempo fa al litografo Frauenfelder fu smarrito con tutta la scatoletta che lo conteneva! Nè mi è stato possi- bile durante questa primavera rintracciarla a causa del pessimo tempo. (2) Questa specie è stata pure trovata dal sig. Luigi Failla Tedaldi da Castelbuono, sulle Ma- donie. Vedi Catalogo dei Lepidotteri Ropaloceri delle Madonie. Bullettino Entam. Italiano, anno XI. Spiegazione della tavola III. Fig. I e X rappresentano il solo profilo dello insetto. Fig. II, III, IV, VII, VIII rappresentano cioè, il lato sinistro la faccia superiore, ed il lato destro l’inferiore di uno stesso individuo per ogni disegno. Fig. XI, XU, XII. Le due mettà di ciascun disegno sono prese da individui differenti. Fig. XIV « il di sopra, fig. XIV Bf il di sotto della Me/anotoxa. UN’OSSERVAZIONE INTORNO AI MASSIMI E MINIMI DI UNA FUNZIONE REALE DI UNA VARIABILE REALE NOTA DEL PROF. CESARE ARZELÀ 1. Sia y una funzione reale di una variabile reale x data nell'intervallo da a) a bd). Secondo il concetto di Dirichlet s'intende che ad ogni valore reale di x nell’intervallo considerato corrisponde un unico e determinato valore di y. Suppongasi che la y sia funzione continua e che in nessun tratto, an- che piccolissimo, si mantenga costante. Sia M il massimo assoluto dei valori di y, m il minimo assoluto nello intervallo (a, 6); (1) M ed m, come pure a e ., siano finiti. Se si considera y variabile indipendente nell'intervallo (m, M), la x non avrà, in generale, un unico valore, compreso tra a) e 5), corrispondente ad ogni valore di y. Se ad ogni valore di y nell'intervallo (m, M) corrispondesse un unico e determinato valore di x, compreso tra a e ò, ciò significherebbe, che quando si considera y funzione di x variabile da a e 5, essa y prende ciascuno dei valori compresi tra m ed M una volta sola; giacchè se y prendesse un certo valore £ due volte, cioè, per due differenti valori di x, a, e «,, al- lora, quando poi si considerasse y variabile indipendente al ia 6 di essa corrisponderebbero due valori per la «. Ed è anche vera la reciproca, cioè, che se y, mentre x variabile percorré l'intervallo (a, è), prende ciascun valore compreso tra m ed M una volta sola, considerata poi y variabile, x è funzione di y ad un sol valore com- preso tra a e d, perocchè è evidente che possono aversi per la x, più va- lori compresi tra @ e è, solo per un valore di y che si incontra più di una volta, quando « variabile percorre l’intervallo (a, 5). Quindi se la x è funzione di y a un sol valore, compreso tra a e è, co+ me y lo è di x, si può dire senz'altro, che la y va sempre crescendo o (1) Vedi: Fondamenti per la Teorica delle Funzioni di variabili reali del prof. Ulisse Dini, (pag. 36). 56 SUI MASSIMI E MINIMI DI UNA FUNZIONE REALE sempre decrescendo, mentre x percorre l'intervallo (a, è), e i numeri M e m sono i valori di y corrispondenti ai valori estremi a e d della variabile x. Per conseguenza, se y non va sempre crescendo o sempre decrescendo, mentre x percorre l'intervallo (a, 6), cioè se ammette dei massimi e dei minimi in punti interni dell'intervallo, necessariamente, considerata y va- riabile, a certi valori di y corrisponderanno più valori di x compresi tra ROLL 2. Poniamoci dunque in questo caso cioè, abbia la y dei massimi e dei minimi in punti interni dell'intervallo considerato, non escluso anche che ne abbia un numero infinito nell'intorno di certi punti. Consideriamo un valore y= € compreso tra m ed M, ovvero anche uno di questi stessi; sia x=« un valore di x, compreso tra a e è, corrispondente a quello; esiste- ranno sempre dei valori B—e ovvero B+e di y (indicando e un numero positivo), tali, che a ciascuno di quelli o a ciascuno di questi ovvero an- che a ciascuno di quelli e di questi corrisponda sempre per x almeno un valore reale, e che differisca da a infinitamente poco, quando e sia infi- nitamente piccolo. Primieramente, che o per valori y_=£ + o per valori y=6— e, e po- tendo essere piccolo ad arbitrio, o anche per gli uni e per gli altri deb- bano sempre aversi valori reali corrispondenti per la x, è manifesto; giac- chè, se la x cessasse di esser reale per gli anzidetti valori di y, ciò signi- ficherebbe, essendo y funzione continua, che è y= 8 costantemente; il che si è escluso. Inoltre si può anche dire che ciascuno dei valori che la « può assumere in qualsiasi punto #8 + ovvero 6—e deve differire dal va- lore a, perchè altrimenti per quest’ unico valore x = « la y funzione am- metterebbe più valori, il che non è; perciò, mentre y variabile percorre l’in- tervallo (m, M), la x prende ciascun valore compreso tra a e 6 una volta sola. In secondo luogo, tra i valori che x può assumere corrispondentemente oay=b+£0ay=#—e uno differirà da « per una quantità infinite- sima con e. Al valore y= # corrisponda dunque un valore reale x =4%; sì consideri l'oscillazione (1) di ampiezza finita o infinitamente piccola, facendo la quale la y prende una volta, in uno degli estremi o in uno dei punti intermedi, l’anzidetto valore 8; giacchè y, nel fare questa oscillazione, va sempre cre- scendo o sempre decrescendo, a ciascuno dei valori di y èn essa, corrispon- derà un solo valore di x; e così considerando la x come funzione ad un sol valore di y, mentre questa fa una sua oscillazione, si potrà dire che x è funzione continua di y, giacchè dalla y= Y (x) si deduce x = Y (y); e (4) Vedi libro citato : pag. 7. DI UNA VARIABILE REALE 57 le due «= Y (4), y= f () ci dicono appunto che se « può, in un tratto qualsiasi, sia pure piccolissimo, essere considerata come funzione a un sol va- lore di y, ivi è pure funzione continua, come y lo è di «, il che è quanto sì voleva. Segue di qui, che se per un certo valore y = £ si hanno per la x più valori reali corrispondenti. variando y sempre crescendo o sempre decrescendo con continuità nell’in- tervallo (8 8 — A) ovvero in quello 8 8 + A), potendo A essere anche infinitamente piccolo, uno almeno di quei valori di x, conservandosi reale, varierà pure con continuità; e se più fossero, che si conservano reali nel- l’anzidetto intervallo, ciascuno varierebbe in esso con continuità; dimodochè quei valori si potrebbero considerare come distinte funzioni continue e mo- nodrome di x, ovvero come rami di una stessa funzione polidroma. Aggiun- geremo inoltre che, per quanto dicemmo in principio intorno al caso in cui ad ogni valore della funzione data corrisponde un solo valore per la fun- zione inversa, ciascuno dei rami della x, che può essere considerato come una funzione distinta in un intervallo dove è variabile la y, deve essere sempre crescente o sempre decrescente. 3. Dimostreremo ora che se in un certo intervallo, finito o infinitamente piccolo, in cuì si considera variabile y, esistono due rami x, e x, della x che per y = £ divengono eguali ad e, cioè si ha x, = % = <, essi non possono essere contemporaneamente crescenti ovvero contemporancamente decrescenti, e che il valore y = £, per cui divengono eguali, deve essere un estremo dell'intervallo, nel quale quei due rami esistono insieme. Suppongasi che mentre y varia crescendo ovvero decrescendo nell’inter- vallo, sia pure piccolissimo, (6, #,) che si considera, x, e x. vadano conti- nuamente crescendo o continuamente decrescendo insieme; se mentre la y percorre quell’intervallo tendendo al valore 6, (che mostreremo poi essere un estremo) dove sì ha x, = %, =", essi x, e 4, andassero crescendo, per un certo valore #' diverso da 3 si dovrebbe avere xi = a, < « e %, = & < © essendo a, diverso da a, € p. e. a, < 4; allora %, crescendo con continuità da a, ad a, prenderà pure il valore a., e per x. = a, si avrebbe y = £' diverso da #'; quindi per x, = «, e per xx= 2, si avrebbe y= e" e y= 8; cioè al valore a, di x corrisponderebbero due valori per la y. A- nalogamente si ragionerebbe se x, e x, andassero decrescendo. Si è qui ammesso che 2, sia diverso da 0»; è manifesto che se si volesse supporre a, = «4, sia che indi, pei valori successivi di y, x, e x, cessassero di essere eguali ovvero anche se in un tratto, comunque piccolo, non però in tutto l'intervallo che si considera, prendessero gli stessi valori, si po- Giornale di Scienze Nat. ed Econ,, Vol. XIV. 8 58 SUI MASSIMI E MINIMI DI UNA FUNZIONE REALE trebbe poi sempre applicare il ragionamento precedente ai punti di quel tratto in cui non prendono gli stessi valori, e perverremmo alla stessa con- clusione cioè che, se per y = # si ha 2, = €, = 2, al variare di y deb- bono variare l'uno crescendo, l’altro decrescendo, e così essi possono dive- nire eguali in un punto solo. Per fissar le idee, suppongasi che x, cresca e x, decresca quando y va avvicinandosi a 6; se 6 non è un estremo dell’intervallo in cui x, e 2, coe- sistono 0 per y = 68 + e ovvero pery =6— e, e essendo sufficientemente piccolo, o l'uno o l'altro o ambedue 2, e x» continueranno a esistere; esi- sta x,: assumerà valori maggiori di « quando y oltrepassa il punto 6; giac- chè , prima che y avesse raggiunto il valore #8, x, decrescente assumeva pure valori maggiori di a, così essendo x, e x, funzioni continue, esisterà un valore a' che ambedue «, e x, assumono l'uno per un valore y = g' l'altro per y = #8"; e questo è impossibile. Dunque rimane provato che il valore y = # per cui si ha x, =ax.=a, è un estremo dell'intervallo in cui essi x, e x, insieme esistono. Occorre appena accennare che per un certo valore y= 3 possono dive- nire eguali ad uno stesso valore a due rami soli, giacchè se più rami p. es. tre divenissero eguali in uno stesso punto, due di essi dovrebbero neces- sariamente essere insieme crescenti o insieme decrescenti : il che non può accadere, per quanto sopra dicemmo. 4. Queste considerazioni sulla funzione inversa di una funzione data, ci conducono subito a parlare dei massimi e dei minimi di questa. Diremo che la funzione y nel punto interno x = @ dove ha il valore 8, ha un massimo o un minimo isolato, se esiste un intorno (a — e a + £°) assegnabile, entro cui la y non abbia altri massimi o minimi. Ciò posto, delle considerazioni precedenti dedurremo con facilità la se- guente proposizione : Affinchè il valore # della y corrispondente al punto x = « interno dello intervallo (a, è) sia un massimo o un minimo isolato, è necessario e suf- ficiente che esista un intorno assegnabile (6—A £) nel 1° caso, (8, £+A4) nel 2°, entro cui, considerando y variabile indipendente, ad ogni valore di y in esso compreso corrispondano per la x due valori reali e disuguali , che divengono eguali per y=8; senzachè con ciò sia escluso, che contem- poraneamente vi sieno anche altri valori reali per la x; questi però, quando vi sieno, dovranno avere con ciascuno dei due precedenti una differenza che non potrà ridursi infinitamente piccola quanlo y si avvicina a 4. La condizione è necessaria. Infatti, se in « si ha un massimo o un mi- nimo isolato della y, esiste un intorno assegnabile (a—e a+), in cui la.y non ha altri massimi o minimi. Quindi mentre x varia da a—e ad a, se si tratta di un massimo, la y andrà crescendo continuamente da B8—% a g, DI UNA VARIABILE REALE 59 posto che per e=a—e si abbia y=0—A, e per e=a, sia y=g, e mentre 2 varia da. a ad a+e', y andrà decrescendo da 8 a B—/X, avendosi y==8—k per e—=a+=s'. Se in « vi è un minimo, allora y decrescerà da 8+% a 8, quando ® per- corre l'intervallo (a—e, a); crescerà da B a f+£, quando x percorre quello da a ad +5. Giacchè y è funzione continua, mentre x percorre l'intervallo (x—e, a) la y prenderà tutti i valori compresi tra B8—A e 8 nel l° caso, tutti quelli tra + e 8 nel 2°; ciascuno però una volta sola, perchè y è ivi sempre crescente o sempre decrescente; e mentre x varia da « ad a+:'la y pren- derà tutti i valori compresi tra g e B—k nel 1° caso, tutti quelli tra P4+/ e 8 nel 2°. Sia h0,; allora è subito ma- nifesto, che tutti i valori che y assume quando cresce da {, a £,, gli as- sume pure quando decresce da ?, a {,; ma giacchè precedente a f, si ha il massimo {, così nel decrescere da f, a ?, y prenderà pure o tutti o al- meno un tratto dei valori che prende fra g, e @, : si hanno dunque tre oscillazioni : da fo a f:, da gf, a fs, e da 8, a g, in ciascuna delle quali, almeno per un certo tratto sia pure infinitamente piccolo, y passa per gli stessi valori; se fosse invece £,<£{, si considererebbero le tre oscillazioni da g, a f, da g, a f}, da B, a £, e si perverrebbe alla stessa conclusione; se ora, invertendo come al solito, si considera y variabile nell’ intervallo (m' M'), essendo m' e M' il minimo e il massimo assoluto di y funzione di x nell'intervallo (a a+), è evidente che esisteranno dei valori di y, a cia- scuno dei quali corrisponderanno per la funzione inversa x almeno tre va- lori compresi entro (a a+) e l'intervallo (m' M') comprenderà il valore f= f(@), non escluso il caso, che questo possa esserne un estremo. Così è dimostrato quanto si voleva anche nel caso ora considerato per la f (x+9)—f (a), perocchè preso ad arbitrio un intervallo (f—A f+4) esisterà sempre un intervallo (a a+) minore di un numero e piccolo ad arbitrio, in cui variando x, il massimo assoluto di y sia appunto £+% ovvero sia minore di 8+/ e il minimo assoluto sia f—A ovvero un numero maggiore di questo: e allora per questo intervallo (e a+) si applicherebbe il ragionamento pre- cedente. i 2.° Rimane ora a dimostrare che la condizione è anche sufficiente. Pongasi dunque che essa sia verificata; se in ogni intorno 8—A, £+k dove sia variabile y, comunque piccoli si prendano % e %, esistono sempre dei valori di y per ciascuno dei quali la ® abbia più di due valori differenti da « per quantità arbitrariamente piccole, ciò significa, che quando si consi- dera y funzione di x, essa y prende ciascuno di quei valori non per un solo valore di x ma per ciascuno di quelli sopradetti che a quel valore di y corrispondono : cioè, dunque y prende uno stesso valore per più di due valori di x i quali, per essere supposti così poco differenti da « come si vuole, saranno tutti compresi in un certo intervallo (a—e a+’) piccolo ad Giornale di Scienze Nat. ed Econ., Vol. XIV. 9 62 SUI MASSIMI E MINIMI DI UNA FUNZIONE REALE arbitrio : e così si è condotti a concludere, che, in tale intervallo variando la x, la y fa più di due oscillazioni, e giacchè è funzione continua assume effettivamente almeno un valore massimo e un minimo; sia il massimo nel punto a=a, il minimo nel punto ex=<,; si prenda un intervallo intorno al punto e=« da cui sieno esclusi questi punti se entrambi sono fuori di a, e se uno cade in a, si escluda l’altro; sia (a—e «+-l:e reciprocamente; e inoltre, se 8 è un massimo la f(x y)=o0 per valori di y < # e vicinissimi a 8 ammetterà due radici in x reali e dise- guali vicinissime ad a; se 8 è un minimo, ciò accadrà pei valori di y>#; ed è evidente che si potrà distinguere il massimo dal minimo anche osser- vando che : se pg è un massimo, pei valori di @ compresi tra (x—k, a+k), k sufficientemente piccolo, la f(x y)}=0 ammetterà una sola radice reale y compresa tra 2 e 8—A, potendo A essere infinitamente piccolo, quando si prenda % convenientemente; se 8 è un minimo, siffatta radice y cadrà tra Be f+h. Queste osservazioni ci conducono immediatamente a ritrovare pel caso qui considerato una nota regola per la distinzione del massimo dal minimo. Essendo la f(x y) razionale, intera e di grado m si ha: 66 SUI MASSIMI E MINIMI DI UNA FUNZIONE REALE PG, vi + (6 Lett) + paled4a)0 iui ala) e le derivate di ordine m saranno costanti. Se per un sistema di valori x=2, y=f sono sodisfatte le condizioni 2), ordinando secondo le potenze di ’ sì avrà Da i a AE 75) i era (mia Erri deri to mi de) x==a, Y=B df d°f +h (1 + de dy AUIOSSTO ) XZA9, YyY=8 h® (d? f d*f (th da ao .) PIERONI he ( (01 ) eagraslienmilà 1.2.m \dy" a” Se (TA Di) non è zero, la f(a+%k, 6+h)=o0 per ogni valore di %, che qui supporremo sempre reale, ammette m radici 4, una sola delle quali diviene piccola quanto si vuole coll’impiccolire indefinito di £; ciò si fa manifesto, quando si osservi, che coll’impiccolire indefinito di % in valore assoluto può rendersi piccolo quanto si vuole in valore assoluto il termine indipendente da Ah, e questo solo può rendersi tale; dal che segue subito che siffatta ra- dice & deve necessariamente essere reale, perchè se fosse immaginaria, al-. lora sarebbero due le radici, il cui modulo si riduce piccolo sinchè si vuole all’impiccolire di &. Così è provato nuovamente, ciò che già sapevamo, che cioè , sodisfatte le condizioni 2) in un intorno del punto « esiste un solo ramo reale della y, che per x=< assume il valore 8. Dobbiamo ora vedere se l’anzidetta radice % sia positiva o negativa. Per quello che dianzi dicemmo, esiste dunque un numero positivo ho, e corrispondentemente , un numero positivo 4%, tale che per tutti i valori di k minori in valore assoluto di %, la f(c+k, 6+A)=0 ammetterà una sola radice f compresa tra —h e +h; e assegnato un tale valore %, anche per ogni altro numero 4', minore di A, si potrà assegnare un numero cor- rispondente %', minore di %, tale che per tutti i valori di % minori in valore DI UNA VARIABILE REALE 67 assoluto di %', la f(a4+%, 6+h)=0 ammetta una sola radice A compresa tra —h'i e +h'0- Per distinguere se tale radice A cade tra 0 e +/, ovvero tra —h, e 0, vediamo i segni di /f(a4+%, g+h). Dalle cose dette apparisce, che A, può essere preso piccolo quanto si vuole, e così anche che richieda un valore corrispondente %, piccolo pure quanto si vuole; diguisachè se nella /(2+%, 68+4) s'intendono sostituiti per hil valore t/%, e per & il valore &, o anche un valore qualsiasi minore di k, in valore assoluto, la f(a+/%; #+4), non essendo zero per tale sistema di valori di % e di A, avrà un valore di segno eguale a quello della quan- TEU kt (d% di a 51 (201) #* (77): Vai € a, giacchè per fatto della piccolezza di % diverranno trascurabili, per la de- terminazione del segno di f(2+%, f+A4), in ciascun coefficiente delle suc- cessive potenze h°, A', A*, h°.... tutti i termini all'infuori del primo, e per fatto della piccolezza di & diverranno trascurabili i termini in A*, 43, ...... Per A=0 poi, il segno della f(c+%, 844) sarà dunque quello di c) ka! d?!f ei (un). a, i d&f df : Abbiano (5) e (1) segni eguali; allora la 6) avrà segno eguale do?! x, B (3) alla c), finchè innanzi ad A, si prende il segno +, mentre se si prende il —, tenendo fermo 4, e prendendo poi in luogo di %, valori più piccoli di esso si perverrà a rendere la 6) di segno contrario alla c), il che mostra subito che la radice & della f(c4+%, £+A)=o0, della quale qui è quistione, È d*! d 5 : cade tra o e —h,; se invece (TL) e (sh) hanno segni contrari, O 8 Cor allora la detta radice f cade tra o e +/’.— Quindi il valore 8 è un mas- | dif df i i î RS simo se (TA) e (3) hanno segni eguali; ed è un minimo se hanno a, 1 segni contrari, Si può esservare che i massimi e i minimi del ramo y sono radici reali del discriminante D(y) rispetto a x della f(x y)=0, e precisamente quelle radici alle quali, dalla stessa f(x y)=0 corrispondono radici in x reali e comprese tra a e d. 68 SUI MASSIMI K MINIMI DI UNA FUNZIONE REALE È manifesto poi che uno stesso valore f potrà essere, corrispondentemente a differenti valori di x, massimo o minimo di uno stesso ramo y o di più rami come anche differenti valori , {',... corrispondenti a uno stesso x=a potranno essere massimi o minimi di differenti rami. 8. Pongasi ora che nell'intervallo da a a d vi sieno radici reali del di- scriminante D(x) rispetto a y della f(x y)=0; e che a una di queste radici = corrisponda, dalla f(x y)=0, una radice y=?, che sia radice del di- scriminante D(y) rispetto a ®. Se al solito si suppone che mentre x percorre l’intervallo da a—% ad a+% esistano i rami reali y, y».... yr reali e finiti e i rimanenti sieno sempre fi- niti e immaginarii, per un siffatto valore x=« due o più di questi rami reali diverranno eguali tra loro e assumeranno il valore £. Pei valori di x nell’intervallo da a—%k ad a+% la /(% y) potrà porsi sotto la forma f(x y=[y—%(2)] [Y—o.(2)].... [y—or(2)], ee, 4) dove pi(2), 92(0), .... 9,(x) rappresentano Yi Y2.... Yr € sono, quando ciascuna si considera a sè, funzioni di x sempre continue e a un sol valore reale e finito dentro l’in- tervallo considerato, e 9(x y) è una funzione che per x compreso tra a e b non è mai nulla per valori reali di y. Ammettasi che per x—=c divengano eguali a £ due soli dei rami y1 y2.... Yr, cioè, sia p,(e)=p(A)=P. 1.° Il valore £ può essere un massimo o un minimo di y, senza essere nè massimo nè minimo di 2. Per l’ipotesi fatta, f è radice doppia della f(a y)=0; cioè per e=a, yv=f saranno verificate le MC er f(e y)\=0: WA 6 essendo poi un massimo o un minimo di yi, pei valori di y tra f_h e 8, (A positivo e sufficientemente piccolo) ovvero per quelli tra 6+% e 4, secondochè si tratti di un massimo o di un minimo, esisteranno due radici in a reali e diseguali della y—g;(x)=0 le quali saranno anche radici della f(x y)=o0 e diverranno eguali ad « per h=0; inoltre pei valori di y tra B—h e Be per quelli tra £ e #+h esiste una radice semplice reale della y—0:(e)=0, che sarà pure radice della f(x y)=0, e per h=o0 diverrà eguale ad a; dimodochè a sarà radice tripla della f(® 6)=0; ma giacchè non si può escludere che radici immaginarie coniugate esistenti per valori di y tra 6—h e 8+h, divengono reali ed eguali ad « unicamente per h=c, così sarà « in generale, radice multipla di ordine dispari eguale almeno a #.— Saranno quindi per x=a, y=/ sodisfatte le equazioni d fw) _ fe _,_ ele _, SE) _, 45 MINI Rie sir ali DI UNA VARIABILE REALE 69 Reciprocamente, se, per x=a, y=f sono verificate queste equazioni, e se in un intorno (x—k, a+k) del punto « esistono due rami reali della y, che per e—=« assumono il valore @, sarà f un massimo o un minimo di essi. L'essere a radice multipla di ordine dispari della /(« 8)=o0, significa che pei valori di y compresi tra #—A e B8+k esiste certo una radice reale della f(€ y=°, che si riduce eguale ad « per h=o0, e questa radice reale in x rimarrà sempre compresa tra a—k e a, ovvero tra « e a+k, ovvero anche tra «—k e «+, essendo X un numero positivo; inversamente, per x varia- bile in siffatto intorno del punto a si avrà almeno un ramo reale y che per x=e assume il valore 8; ma giacchè g è radice doppia della f (a y)—o0, così si vede subito che dovrà pure esistere un altro solo ramo, epperciò appunto reale, della y, che pure assume il valore 6 per x=x. Dunque pei valori di x compresi in un certo intorno del punto @ varrà la formula 3), nella quale sia ” eguale almeno a due. Poniamo ora che valga pei valori di x compresi tra a—%k e a+% (& numero positivo) cioè, che al- meno i due rami reali y, e y,, che per a=a assumano il valore 6, esistano in tutto l'intervallo da a—% ad a+k.— Di qui deriva subito che delle ra- dici reali in x della f(x y):=o0 per y variabile da 6—%h a 6, 0 da 6+ha 8 ne esiste più d’una; perchè entrambi i fattori y_9(2) : 9-90) debbono pure annullarsi per sistemi di valori di x vicinissimi ad 0 e a # rispettivamente ; debbono quindi esisterne almeno tre : d'altronde non ne possono esistere più di tre, perchè due soli rami y, y, assumono il valore B per a=a, cioè per questi valori sono verificate le due y_p,(0)=0, y_p:()=0; e rammentando le: considerazioni generali dei N.i 3 e 4 si ha, che una di queste equazioni per un valore y vicinissimo a # può ammettere al più due radici reali in x vicinissime ad «, una minore e l’altra maggiore, e che il valore 8, per cui esse divengono eguali è un estremo dell'intervallo in cui esse esistono ; rimane dunque provato che per y minore o maggiore di 6 si hanno tre radici reali in x della f(x y)=0 vicinissime ad @, e g è un massimo o un minimo di uno dei due rami; è un massimo se le tre radici reali in x vicinissime ad « esistono nell'intervallo 6—A, 6; è un minimo se esistono nell’intervallo g+A; 8. — Di queste tre radici in « reali nell’inter- vallo c—A, 8; in quello p+A, 8g due divengono immaginarie nell'intervallo 8+A, & o in quello B—A, f rispettivamente. Si è condotti più facilmente a una regola per distinguere il caso del mas- simo da quello del minimo, riguardando « variabile nell'intervallo da a—% ad a+k; allora è manifesto che, se % è sufficientemente piccolo, ad ogni valore di x compreso în ‘uno dei due intervalli a — &, « ovvero a a +% (a Giornale di Scienze Nat. ed Econ., Vol. XIV. 10 70 SUI MASSIMI E MINIMI DI UNA FUNZIONE REALE escluso) corrisponderanno dalla /(xe y)=0 due soli valori di y reali e vici. nissimi a @, minori entrambi di #, se questo è il massimo di un ramo, mag- giori se ne è il minimo; mentre nell’ altro degli anzidetti intervalli si a- vranno pure due soli valori reali di y vicinissimi a ?, ma saranno uno mi- nore l’altro maggiore di f. Dobbiamo dunque ricercare, quand'è che, sodisfatte che sieno le condi- zioni 4), esistono in un intorno a—% «+% i due rami reali y, e y,, e come si distingue se £ sia un massimo o un minimo di uno di essi. Si riprenda la formula che dà /(a+%, 8+/) : nel caso nostro essa diventa: fatti d2+4f patta d3t+2f km dnf f (a+k, B+4)= +1) datti E 242)! da 3? (m) de ( CA Yo) , d°f ka d*f +h (175° cm +.) a, f AI + cu TE 2 dety EMIR ) a, 8 h3 d*f 1.2.3 va ga a, f Sr h® d"f 1.2...m La a, B ovvero anche — ]p2t+4 1 detf a, 4h es em) al Sa (s_1) !\da'-!dy 2a, d? +h{ (FE) -+lao,-+Huo, | ; a, sand SER d°f 5 d'f supposto che tra le quantità ( Ta "i ; ( Ta a) pe RAV sia ( da dy 2, a, g d; g la prima che non è zero; w,, w,, w,, w, sono quantità che, coll’impicco- lire indefinito di X e di f in valore assoluto, impiccoliscono esse pure in+ DI UNA VARIABILE REALE 10h definitamente o almeno pei valori di % e di / minori in valore assoluto di certe quantità determinate, divengono e rimangono sempre più piccole di quantità finite. 2 Giacchè (E) è supposto diverso da zero, così dalla forma precedente 2, sì vede che la f(a+k, 6+A)=o0 per 4=0 ammette due radici & eguali a zero; per % che impiccolisce indefinitamente si hanno dunque due sole radici A, il cui modulo impiccolisce pure indefinitamente, mentre i moduli delle al- tre radici A rimangono superiori a una certa quantità finita, senza però di- venire infiniti, giacchè supponiamo che il coefficiente della più alta potenza di A contenga un termine indipendente da K. Le due anzidette radici & divengono dunque per %=°0 infinitesime degli ordini rispettivi a, e a,, e si avrà, come è noto (1) a +a,==2t+1. Se queste radici fossero immaginarie, sarebbero immaginarie coniugate, e dovrebbe perciò aversi 20+f gra ora l'ordine dell’infinitesimo per 4—=o0 del coefficiente di A nella f(a+k, +4), per le note relazioni tra i coefficienti e le radici, sarà eguale o superiore al minore dei due a, e a, : e quindi quando fosse a,=%,= 2t+1 a,=i,= 9 dovrebbe aversi 2t 1 s-15 a È Per conseguenza se è 24+1> 2(s—1) si può dire senz'altro che quelle due radici 4 considerate pei valori assoluti di % minori di un certo numero positivo %,, sono reali. Se poi è 2t+1 < 2(s—1), ciò significa che esse radici / se sono reali pei valori positivi di %, cessano di esserlo quando % passa dal positivo al ne- gativo; e se sono reali pei valori negativi di %, cessano di esserlo pei va- lori positivi. Pongasi che siano entrambe reali così per X>o come per ko o per k2(8—1): allora esistono in un certo intorno (a—k, «+%.) i due rami reali y, e y,, e come già sappiamo, il valore f$, che essi assumono per x=2, è un massimo o un minimo di uno di essi. Vediamo come si distingue l’un caso dall’altro. È chiaro che il valore £ sarà un massimo, se a destra o a sinistra di k—=o le due radici reali X, delle quali si è parlato sin qui, sono entrambe negative; sarà un minimo se entrambe sono positive; e giacchè al cambiare il segno di % una sola di esse cambia segno, così si vede che effettiva- mente o a destra o a sinistra di %=0 esse saranno ambedue del medesimo segno. Indichi &, un numero positivo tale che per tutti i valori di & minori in valore assoluto di un certo numero positivo %, la f(c+%k, f+h)=0 ammetta due radici f comprese tra / e —h,; e tutte le altre radici abbiano moduli superiori a una certa quantità determinata, ma non però infiniti. Tali numeri & e %, per quello che dianzi dicemmo, è manifesto che esi- steranno sempre ; inoltre, per ogni altro numero 4'h < ® esisterà pure un numero corrispondente #', così che i due numeri hh e #'o godano rispetto alla f(a+%, B+h)=o0 la stessa proprietà di cui godono i due h e ky; dimo- DI UNA VARIABILE REALE 73 dochè si può prendere piccolo ad arbitrio un numero 4, e sempre esisterà un corrispondente %, tale che per tutti i valori di % minori in valore asso- luto di %, la f(2+%, 8+%=- ammetta quelle due radici reali comprese tra +h e —ho. Nel caso nostro si tratta di investigare se per % > o o per k2Us- 1). Conseguenza questa, alla quale avremmo potuto pervenire anche più di- rettamente.—Facilissimamente, applicando il noto teorema di Descartes, si stabilisce la seguente regola: Se i segni delle tre quantità offrono due permanenze, il valore f è un massimo; se offrono due varia- zioni, è è un minimo; se una variazione "seguita da una permanenza, # è un massimo se s è pari, un minimo se s è dispari; se una permanenza seguita da una variazione, accade l’inverso. 2.° Il valore # comune per x=a ai due rami reali y, e y, esistenti nello intervallo (a—% «+%) sia un massimo o un minimo per entrambi. Allora per tutti i valori di y compresi in un intervallo da #—% a f ov- vero in un intervallo (£+A, {) esisteranno per ciascuna delle due y-9.(0)\=2, y_9,(0)\=0 due radici reali in x che si riducono eguali ad « per h=0; sarà dunque £ radice doppia della f(x y)=0 per x=2, e « radice quadrupla della stessa per y=?; e perchè possono esservi coppie di radici immaginarie in x che si riducono reali ed eguali ad « unicamente per y=8, così dovrà dirsi, in ge- nerale, che a è radice multipla di ordine pari eguale almeno a 4; quindi per x=a, y=0 saranno verificate le df def f (ee y)=° GE TEO 000 dari == m) LA —0 con Î32 CO Rn > e pei valori di y tra E—h e f ovvero per quelli tra f+h e B la f(@ y)=o0 ammetterà in x quattro radici reali differenti e vicinissime ad «, se sia l sufficientemente piccolo, Le equazioni m) saranno verificate anche se f è un massimo di un ramo e un minimo per l'altro. Infatti, avendosi y,=y,=8 per a=a, sarà £ radice deppia della f (a y)=0; inoltre essendo £ un massimo di y, la yo, (0)==0 pei valori di y tra f—h e f ammetterà due radici reali in x diseguali e che DI UNA VARIABILE REALE 75 divengono eguali ad «a per h=0; cosicchè a sarà intanto radice doppia della precedente; essendo poi f un minimo di y, la y—pa(0)=0 pei valori di y tra B+% e g ammetterà due radici reali diseguali e che di- vengono eguali ad « per h=0 : e così « sarà radice doppia anche di que- sta, e per conseguenza radice quadrupla della f(x, f)=0; e in generale, a cagione delle coppie di radici immaginarie che possono ridursi eguali ad a unicamente per y=#, così a sarà radice multipla di ordine pari eguale almeno a 4. Saranno dunque anche in questo caso per x=2, e y=@ verificate le pre- cedenti equazioni m); e si distinguerà questo dal caso precedente osservando che pei valori di y vicinissimi a £ tanto minori che maggiori debbono esi- stere due radici reali in x e diseguali. Ma tutte queste condizioni possono pure verificarsi in un terzo caso, in quello cioè, in cui £ sia un valore comune dei due rami reali y, e y, senza essere nè un massimo nè un minimo per alcuno dei due, Poniamoci infatti in questa ipotesi; ? sarà intanto radice doppia della f(e, y)}=2; ed essendo per x=2, y=f soddisfatte le due y_9,(e)=0, Yy—9,(e)=0 e non essendo 8 nè un massimo nè un minimo di ?,(x), o di p,(x), per y compreso tra 8—A e ? come per y compreso tra f+A e £ (A al solito suf- ficientemente piccolo) esisterà per ciascuna di quelle equazioni una semplice radice reale x che diviene eguale ad « per A=0; dimodochè per y=£ la f(e yo ammette una radice doppia x=s; ma, al solito, a causa di cop- pie di radici immaginarie in x, potrà « essere radice multipla di ordine pari, eguale almeno a 2; saranno così anche in questo caso verificate le equazioni m) però con #Sl; e pei valori di y vicinissimi a 8 tanto minori che maggiori esisteranno nella f(x y)= due radici in « reali e diseguali. Riassumendo, possiamo dunque dire: Se in un intorno determinato («—k, «+%), dove si consideri variabile x, esistono due rami reali della y definita dall’ equazione f(e y)=0, che per x=« assumono, essi solamente, il valore comune f?, che è un massimo o un minimo di entrambi ovvero massimo di uno e minimo dell’altro oppure nè massimo nè minimo di alcuno, allora per x=@, y=f saranno verificate le relazioni df sof d*1f f (e y\=0 a: == ve Tiri = m) LAI, I dy = con SI, e ora proveremo, che, ammessa l’esistenza di due rami reali della y nello 76 SUI MASSIMI E MINIMI DI UNA FUNZIONE REALE intorno a—%, a+k, l'essere verificate per e=a, y=f le relarioni m) porta che il valore £ comune ai due rami sia un massimo o un minimo di en- trambi, ovvero un massimo dell’uno e un minimo dell’altro oppure non sia nè massimo nè minimo di alcuno. Giacchè nell'intorno (x—%, «+/) esistono almeno i due rami reali y, e Y», così pei valori di x compresi nel detto intervallo varrà la solita formula f(e yY=[y—9,(0)] [yo (2)] y_o(2)]... [yoo(2)] Ha %. Perchè per «=a y=$ sono sodisfatte le due f(x y=o0, d = o così lo saranno le due y_9,(e)=0 y—p,(x)=0 e per x vicinissimo ad a g,(r) e 9.(x) assumeranno valori vicinissimi a &; quindi inversamente, se si considera y variabile in un intorno (8—A, £) (f preso convenientemente), ad ogni valore di y corrisponderanno valori reali di x vicinissimi ad a, se sia A piccolissimo, e che divengono eguali ad « per h—=o0; e di siffatti valori di x ve ne potranno essere al più quattro; per- chè da ciascuna delle due y—9,(x)=0, y—p.(x)=0, ai valori di y vicinissimi a f, come si sa, corrispondono al più due valori di x vicinissimi ad a.— Se le due radici reali in x vicinissime ad « della y—?,(xe)=0 si hanno pei va- lori di y minori di (, allora è noto, che è f un massimo di g,(x); e se al- trettanto accade per la y—9,(x)=o0, allora sarà f un massimo comune ai due rami; se invece, così per la y—9,(x)=0 come per la y—9,(x)=0 le due ra- dici x vicinissime ad a si hanno per y maggiore di 4 allora è 8 un minimo comune. Ma potrebbe accadere che la y—g,(x)=0 ammettesse due radici reali in € vicinissime ad « pei valori di y vicinissimi a 8 e minori di £, e la y—9,(x)=0 le ammettesse pei valori di y superiori a 6; allora 8 sarebbe massimo di g,(x) e minimo di g,(x). Infine se per y< 8 e vicinissimo a 8 la y—9,(x)=o ammetterà una sola radice reale in x vicinissima ad @, questa radice non cesserà di esistere per y>£É; e giacchè « deve essere radice multipla di ordine pari della f(x y)=o0 pes y=£#, così dovrà accadere altrettanto per la y—p.(x)=0; f non sarebbe allora massimo nè minimo di alcun ramo.—In questo caso, e solamente in questo, potrebbe essere i=1. Importa ora che vediamo come sì possa riconoscere l’esistenza dei due rami reali y, e y, nell'intorno del punto x=a, e come si distinguono l'uno dall'altro i tre casi qui contemplati. La considerazione per la quale si ottiene tale distinzione è la seguente: Se 8 è un massimo o un minimo comune, la f(x y)=o0, pei valori di € DI UNA VARIABILE REALE 71 compresi tra a—k e a+% ammetterà due radici reali y vicinissime a 6, se sia x vicinissimo ad «, e entrambe sempre minori di 8 ovvero sempre mag- giori. Se 8 è massimo di un ramo e minimo dell'altro, pei detti valori di x la f(x y=0 ammetterà, come dianzi, le due radici y, ma l’una sempre minore di 6, l’altra sempre maggiore. Se 8 non è massimo nè minimo di alcun ramo, le anzidette radici y esi- steranno pure, ma ciascuna, minore o maggiore di £ per xa. Avremo qui la formola MI AE RE; f(a+k, B+h)= 20 (DI +lao,) TL =1)! ea +etw,) + a, B a, 8 h? d*f ag (FE Hewo,+ho,) a, B ita (a) (E) (ig) ammettendo che tra le quantità | alli sia (il pri- 2, È a, È a, È ma che non è zero; e denotando w,, w,, w, funzioni razionali e intiere di k; w, una funzione razionale e intiera di &X e A. Anche qui si vede che al- l’impiccolire di %, i moduli di due radici / impiccoliscono indefinitamente, mentre i moduli delle rimanenti rimangono sempre superiori a una certa quantità finita senza però divenire infiniti, giacchè supponiamo che il coef- ficiente della più alta potenza di & non contenga %, o almeno contiene un termine indipendente da £. Vogliamo dunque ricercare quando le due radici A ora menzionate sieno reali, il che equivale a ricercare quando esistono i due rami reali y, e yy: e investigando poi i segni di queste radici distingueremo i differenti casi. Se a, e a, sono gli ordini degli infinitesimi di queste radici & per k—o sì sa che a,+a,=2t e per le note relazioni tra i coetticienti e le radici, dovrà anche essere s-l=a, SMGACAZCAI Queste due radici possono essere immaginarie solo quando sia a,=2,=f; il che porterebbe t s—l, ciò è sufficiente perchè le due radici A,, A, sieno reali; ma se è #< s—1, potranno essere reali o immaginarie. Si riconosce in ogni caso, se le A, A, sono o no reali, mediante la se- guente osservazione : Perchè, per i valori di 4 minori in valore assoluto di un certo numero positivo ko, la f(x+k, f+h)=o0 abbia reali le due radici 4,, &,, i cui moduli decrescono indefinitamente al decrescere di X in valore assoluto, è neces- sario e sufficiente che sieno tali le radici del trinomio hs (4 RE! ( d'f Re Co a ag) =DI \datay) È OI dat a. a, 0 CIG: >» 9 Ammettasi che le due menzionate radici &, A» della f (+, 6+A4)=-o sieno reali pei valori di &X minori in valore assoluto di un certo numero positivo ko; ciò significa che preso un numero positivo A, sufficientemente piccolo, esiste un numero positivo %, tale che, se nella f(«+%, f+A) si dà a k un valore compreso tra + e —%»,, e indi tenendo fisso questo valore di % si fa variare Ah da +, a —h, la f(a+k, P+h) cambierà segno due volte e propriamente esisterà un tratto di valori di &, pei quali la /(c+%, 6+4) avrà segno contrario a quello che ha per h=h, e per A=—h.—E giacchè le radici A,, A, divengono nulle per %—c0, così si potrà prendere il numero h, piccolo come si vuole, e tale anche che richieda un corrispondente #» piccolo pure quanto si vuole. Si sieno presi A, e /% così piccoli che la /(c«+k, f+Ah), per h=% e per k eguale o minore in valore assoluto di %,, non essendo zero, abbia il se- eg TC . è 4 4 gno del termine 9 (TE): ciò potrà sempre ottenersi, perchè, tenuto pri- As mieramente fisso il valore di %, dando ad A valori positivi via via più pic- coli si perverrà a rendere i termini in h*, h*..... così piccoli in valore as- soluto, da non avere influenza nel segno dalla /(x+k, 4+h), che verrebbe così ad avere il segno della quantità d°f ARA ( d'f k (d>f 3 di +ho,) L= la +luvs) cala +h,) x, 0 A, x, g se da questo punto in poi, si tien fermo A e se occorre, si fa impiccolire %, si vede, che si perverrà a fare acquistare alla /(c+k, +4) il segno del d°f t : h? ermine Von (75 ; che sarà pure, se % è abbastanza piccolo, il segno del A, trinomio DI UNA VARIABILE REALE 79 h? 2) Di hk! ( d'f =» ka! (74) 2 - (s—1)!\dat-!dy (20)! \da® a, Bb 2, A, Si può dunque dare ad A un valore positivo f, e a % un valore qualsiasi numericamente minore di un certo %, così che il segno della /(2+%, B+A) he (d?f sia quello di la) e la 2, f(a+k, B+h)=c abbia due radici reali &, 4, comprese tra +’, e —/. Ciò posto, si tenga fisso un tale valore di % e si faccia percorrere ad A l'intervallo da +/% a —/o; per un tratto di valori intermedi la /(c+%, 84%) 3 £ RETTA, 7 avrà segno contrario a quello di (A) che conserva sempre il mede- a, È simo segno per tutti i valori di % da +/%, a — escluso, s'intende, il va- LI Li lore h=0, pel quale %? (FE) è nullo; ciò significa che per quei valori di a, B h, il segno della f(a+%, 8+/) sarà il segno della quantità hk"13 d'f kt d'f (s—1)! (2% +) st sali +) ‘a, È ossia, a causa della piccolezza di %, il segno della hk { d'f ) k® ( d*f (s—1)! on + 0 (13) 8 in SIE che sarà dunque contrario a quello del termine hi? ZL) | I È a, B Ma questo prova evidentemente che anche il trinomio 24 vela) “na a, 8 a, ? x, cambia segno, quando, dato a & il valore fissato precedentemente, si fa in esso variare f da +/%, a —%; dunque esso ha le sue radici reali. 80 SUI MASSIMI E MINIMI DI UNA FUNZIONE REALE Reciprocamente se le radici del trinomio pei valori di % minori in valore assoluto di un certo numero positivo k, saranno reali, anche le due radici hs h, della f(c+k, B+h)=o i cui moduli decrescono indefinitamente al decrescere di X in valore asso- luto, a partire da un certo valore di % in poi, saranno reali. La dimostrazione si fa in modo analogo alla precedente. Nella f(a+%k, 6+4) si diano a % e ad % valori tali come già si è visto or, È 3 : Rena: IRE che è possibile, che il segno sia quello del termine (I) ; e impicco- a, lendo ancora %, se occorre, sarà pur questo il segno del trinomio. Da questo punto in poi si tenga fisso % e si faccia percorrere ad È l'in- tervallo da +% a —/ : per ipotesi il trinomio cangia segno due volte, cioè, esiste un tratto di valori di % pei quali esso trinomio acquista segno con- o 3 È I oi trario a quello che ha il termine ST) che conserva sempre lo stesso a, segno. eccettuato, s'intende, il valore &=0; cioè dunque sarà la quantità hk= (_d'f ) R* (d*f (s—1)! —- ali (20)! (79) a, B 2, ; no z ? ChEASd a che per quei valori di h avrà segno contrario a quello di (I) e darà a, B il segno al trinomio; ma se il valore considerato di % è sufficientemente piccolo, il segno della precedente sarà il segno della hk* ( Cr ho) fa (2 +lao,) (s—=1)!\daetTtdy (2)! \da® a, f a, che sarà dunque, per quei valori di % contrario a quello di 5 (74) a, B cioè a quello di h® {d*f 3 SE +ao,+h0,) ; a, f} ma, potendo i valori qui considerati per % essere piccoli quanto si vuole, perchè può esser tale %,, il segno della DI UNA VARIABILE REALE 81 Ga (a +iew ) + +61 (2L +0) È a, È ”’ » sarà quello della f(c+k, B+h)= (7 +lno,+M0,) + + N (af n +ao,) 4 (CIO) a, B ka (df È +an(as to) | a, LB “dunque la f(a+#, £+h) cambia segno nell’intervallo da +% a —-VW. Possiamo dunque dire in generale, che la condizione necessaria e suffi- ciente perchè in un intorno (a—%, a+) esistano i due rami reali y, e y, è che si verifichi la diseguaglianza corea) la) (an Zy Bb x, 3) Se è #>s—1, si vede che al decrescere di % in valore assoluto, essa fi- nisce sempre coll’essere verificata; dimodochè resta così nuovamente pro- vato, ciò che sapevamo, che esistono allora i due rami reali y, e %,. Se è f=s—1, essa diviene 9 0, ( a, f Se è f - CA a, a, D) Sf È è a (2 (È Lis © (1) sono di segni contrari, allora essa è sempre verificata, a, se sono 1 segno eguale, il decrescere di % in valore assoluto finirà sem- pre col non esserlo. ‘Quando, sia per f=s—l sia per fs—l cioè a, s—l a, a', non potranno essere eguali; e se a’, è il minore, sarà a',=s—l, e quindi a',=f--s+1. Si consideri ora #s—l; nella f(2+%, p+h)=o0 che è identicamente sodisfatta, se a % si danno valori pei quali esistono le radici reali A, &,, e & rappresenta appunto una di queste, indicando « la differenza tra 4', e una di esse pongasi A',+ in luogo di h; avremo: e (2 +kw VEGETA Moi a di +) + (20! \de® —1)1 \dxt! dy CA a, (hy'+e)? (7 Si 5) TO +hw,+kw, ) 0 a, B che si riduce all’altra eabtagio hke È ek'4 ZQeh',+-e8) /d?f ao etiani* Gni aa a toa) + (7 (Ge +hosrtho,) a, 8 a, 8 h', 2 + = ( hw,+kw, ) è a, 8 dove w':, w', significano che in wi, w, ad x e ad y sì son datii valori a e 8 e A nelle due ultime parentesi rappresenta h'u1+e.—Si divida per /'; diverrà 1 a Rial Er Sri x re e ei (gt 1) a, $ DI UNA VARIABILE REALE 83 1 BRR & d*f 1 st (24 I (1 +hno+ho,) + (M0+h0,) 0 a, B a, B che sarà dunque identicamente sodisfatta quando % h', £ sono presi come sopra dicemmo. Giacchè è s—1l<# ed h' diviene infinitesimo di ordine s—l così per k=0 otti k° divengono infinitesimi i rapporti Fi» 7, come pure lo diviene h=h' +8 LI 1 RA . . x mentre n rimane finito e diverso da zero : dimodochè, essendo le w per CI k=o quantità finite, la precedente si riduce all'altra : AED fis ria (2 ) LL se, (s_1) R, di = 2) ta mt n) \dy a, è a, il che ci mostra che si hanno per e due valori «, e e,; che per k=o0 diven> gono infinitesimi l'uno d'ordine superiore a quello di 4',, l’altro di ordine eguale; ora, giacchè hx—h',; essendo a1s—1 non cambiano i loro segni, al passare di 4 dai valori positivi ai valori negativi, se è s—l pari; li cambiano se è s—l dispari. Tenendo conto di questa osservazione e ricercando i segni di h', e W': colla nota regola di Descartes, si ha immediatamente. Essendo s—1 pari e <£ se le tre quantità d'f d'f d*f dy? = a) (a) a, B a, f} a, È offrono due permanenze o due variazioni, f è un massimo o un minimo ri- spettivamente di ambedue i rami; se una permanenza ed una variazione 0 viceversa, allora 8 è massimo di un ramo, minimo dell’altro. Quando s—1 è dispari, # non è mai massimo o minimo di alcun ramo. Nel caso in cui è # P(a'-2,'); quindi nel caso in cui la volta venisse effettivamente costruita, appena di- sarmata, inevitabilmente cadrebbe. 2. Caso. — Che la curva dy incontri la curva aB. Essendo la prima di- scendente e la seconda ascendente rispetto al giunto verticale in chiave, come abbiamo fatto osservare, esse possono intersecarsi ma non confondersi; allora le due curve hanno una sola ordinata comune. Ma questa ordinata è proporzionale alla spinta orizzontale in chiave; è la sola che soddisfa con- temporaneamente la (1) e la (2), e ci vien data nella sua effettiva direzione, posizione e grandezza; dunque resta dimostrato il secondo teorema : « Data una volta in equilibrio non vi ha, nei giunti in cui la volta « tende ad aprirsi, che un solo gruppo di punti coniugati che hanno co- «mune il medesimo valore possibile della spinta in chiave. » CoroLLari. — l. Il caso in cui la dY incontra la a8 ha luogo dunque quando la volta è in equilibrio. Or, questo equilibrio può essere più o meno stabile, e in ogni caso è sommamente utile poterne precisare il grado. La costruzione grafica che venghiamo di tracciare risponde come vedesi, a questa parte del quesito; ed invero, quanto più il punto d'incontro di dr con «8 è vicino ad a, tanto meno stabile è l'equilibrio della volta; quanto più il punto suddetto d'incon- tro è vicino a #, tanto più stabile è l'equilibrio della volta. Ecco perchè noi diciamo poco stabile quelio stato di equilibrio ch'è relativo ad un punto qualunque d'incontro delle due curve d7 e «€; e perchè diciamo molto sta- bile quello stato ch'è reiativo al caso in cui la è) incontri la «8 nel punto B; difatti, in quest'ultimo caso i centri di pressione coniugati nei letti AB, MN, CD, coincidono coì rispettivi punti di mezzo dei letti medesimi, e la resistenza della volta è relativamente la massima poss:bile. 2. Quando la volta è a costruirsi, è in facoltà del costruttore di condurla nello stato d'equilibrio molto stabile. A tal uopo egli deve soddisfare la con- 100 SULL'EQUILIBRIO DELLE VOLTE SIMMETRICHE dizione che la è) incontri la «6 nel punto 6; e per ciò ottenere è necessa- rio aumentare la resistenza delle parti inferiori della volta , tra le nascite ed i letti di rottura, in guisa che si abbia 6y = 68, equazione che per la (1) e la (2) sì traduce in quest'altra : e cera) (a mtenendo i punti di passaggio delle forze nei punti di mezzo dei giunti AB, MN, CD. Così per es. nel caso particolare da noi accennato, indicando con r il raggio dell’intradosso, con e lo spessore in chiave della volta, con 2 l'an- golo del letto di rottura colla verticale, e finalmente con e' lo spessore a determinarsi delle parti inferiori della volta, debbonsi nella (£) sostituire i seguenti valori : 1 p=p (+14 e R=(PE on) Sen #; sl 2 [\re)*-r9)(1--cosz) TOM ipy y=(r+ >) (1—cos 2); Pi i [(r+e)—r"] + [(r+e!)}—r"] (90°—2)); e x=T4+ ò a MdA Une on Paco [1+e)?--r®]3+[(r+e)*—r?] [90-23]? e y=IT+3 espressioni dipendenti da quantità note, a meno di e', la quale si potrà quindi determinare mercè la (8), fatte le debite sostituzioni. Supponendo, come nella fig. 13, 10:00:01 0 o sono : i p = 16,043; x =-9,016; cd = 4,928: SULL'EQUILIBRIO DELLE VOLTE SIMMETRICHE 101 y= 4,895, P = 16,043 + 5,758 e' +-0,2879 e", Xx, = 10 + 0,5 e pt 1930024+-51,464 e14-5,446 e34-0,181 e. 6 16,043+-5,758 e'4+-0, 2879 e'? 3 yi 10005; che sostituiti nella (8), questa si trasforma nella seguente equazione di 3° grado : e'*—8,432 e'?--301 e'+1693,513—0 le di cui radici sono reali, cioò e,'=9,334; e,'=19,435; ey'=—16,337. Soltanto la prima di queste radici risponde alla soluzione del problema, come sì riscontra nella fig. 14 nella quale abbiamo ripetuto la costruzione grafica (*). La quistione potrebbesi, se si volesse, risolvere graficamente per tenta- tivi; ma ad evitare le costruzioni infruttuose, è bene, mercè il calcolo te- stè indicato, determinare lo spessore e' che bisogna assegnare alle parti inferiori della volta, per ripetere poi la costruzione grafica come mezzo di verifica. 3. Caso. — Che la curva dy cada al disopra di ag. ln tal caso è evidente che le parti inferiori della volta presentano un' eccesso di resistenza; per qualsivoglia valore della spinta orizzontale in chiave, la volta sarà in equi- l.brio; e siccome per la resistenza che presentano le parti inferiori, le parti superiori della volta possono in chiave sviluppare tutta quanta la loro azione, la spinta che realmente si verifica è la 66 e la volta sarà molto stabile. L'eccesso di resistenza delle parti inferiori ci accusa un’eccesso di spes- sore che alle stesse trovasi dato; si può dunque o per tentativi o per so- luzione diretta, ridurre questo spessore e portare la curva d7 a passare pel punto 4; la stabilità della volta non verrà per questo menomamente dimi- nuita, e allora il gruppo dei punti coniugati nei giunti in-cui la volta a- vrebbe tendenza ad aprirsi e che avranno comune il massimo valore pos- sibile della spinta in chiave, sarà quello dei punti di mezzo dei giunti me- desimi (**). (*) In questo caso è manifesto che le parti inferiori della volta funzionano come piedritti. Se la volta fosse posata sopra piedritti, la determinazione di e’ importerebbe dunque determinare lo spessore di quest'ultimi. (**) Per essere più brevi nella nostra esposizione abbiamo creduto utile, svolgendo il processo algebrico, di riferirci nel contempo al processo grafico in cui esso si traduce. Volendo però trat- tare il problema senza ricorrere a quest’ultimo, basta calcolare le due serie numeriche dipendenti dalle equazioni (1) e (2), sostituendo in queste le z e le y corrispondenti alle varie coppie di punti coniugati, e discutere queste due serie non altrimenti come abbiamo fatto colle curve af e cy. 102 SULL'EQUILIBRIO DELLE VOLTE SIMMETRICHE Teorema 3. — Data una volta simmetrica, simmetricamente sopraccaricata, in equilibrio, non vi ha che una sola curva dei centri di pressione che real- mente si verifica; questa è determinata se si conoscono due punti per cui essa viene a passare; lo è del pari se si conoscono l'intensità della spinta orizzontale in chiave ed il punto di sua applicazione. Ma peri due teoremi precedenti, noi sappiamo determinare l'unico valore della spinta in chiave che nella data volta realmente si verifica, non che il gruppo dei punti co- niugati sui letti della chiave, di rottura e della nascita, pei quali deve passare la curva dei centri di pressione; dunque è dimostrato il terzo teo- rema : « Il gruppo dei punti coniugati nei giunti in cui la volta tende ad aprirsi «e che hanno comune il medesimo valore possibile della spinta in chiave, «non che quest'unico valore ad essi relativo, corrispondono all'unico modo « in cui l'equilibrio della volta realmente si verifica. » Il metodo da noi esposto evidentemente è estensibile a tutte le volte simmetriche, simmetricamente sopraccaricate , siano policentriche'o ad un solo centro, complete od incomplete, estradossate parallelamente o orizzon- talmente, abbiano o pur no piedritti; giacchè in tutti questi casi diversi le esperienze di Boistard ci danno le medesime leggi fondamentali, che sono quelle stesse dalle quali ci siamo partiti. Notiamo soltanto, che nella dimostrazione del secondo teorema noi ab- biamo implicitamente ammesso, che variando le azioni e le reazioni delle diverse parti di una volta, i centri di pressione nei giunti in cui la volta tende ad aprirsi si spostino di quantità proporzionali. Ed invero stando ai risultati delle esperienze di Boistard, non possiamo non ammettere una legge proporzionale nello spostamento dei punti suddetti, quando si suppongono variabili le azioni scambievoli delle parti diverse della volta; difatti, se così non fosse, non potrebbero questi punti trasportarsi dall’estradosso all'intra- dosso e viceversa, allorchè si fanno variare solamente le intensità delle reazioni. ì Tuttavia data una volta, indagare con esperienze dirette le posizioni dei centri di pressione nei giunti in cui essa tende ad aprirsi, sarebbe secondo noi un lavoro molto pregevole; e a noi sembra che il metodo esposto apra una via a questa indagine. Trattasi difatti di verificare, se i risultati teorici siano confermati o pur no dalle esperienze dirette; e in quest'ultimo caso, quale la variazione nella legge secondo la quale si spostano i centri di pressione al variare delle intensità delle reazioni. Ridotto a questi termini, il problema sperimentale è senza dubbio molto più semplice di quello, d’indagare i centri di pressione nei giunti in cui la volta tende ad aprirsi, senza veruno elemento sulla posizione di questi punti nei giunti medesimi. . SULL'EQUILIBRIO DELLE VOLTE SIMMETRICHE 103 Che che ne sia egli è certo, che se pel rigore del processo è desidera- bile che esperienze di questa natura vengano ad arricchire il patrimonio della scienza, non è da dubitare che l'influenza di una lesge diversa di quella che noi abbiamo ammesso, non possa essere trascurabile rispetto alle curve a? e dn, e quindi r'spetto alla vera curva dei centri di pressione. Fin qui noi abbiamo fatto astrazione delle proprietà fisiche della materia; perchè se non possiamo da un canto sottoporre a calcolo le deformazioni che ne possono risultare in una data volta, esse non possono d'altra parte allarmarci; sia perchè per la poca compressibilità delle pietre, specialmente quando la volta è costruita in pietra da taglio, le influenze non possono essere che piccolissime; sia perchè i larghi limiti di stabilità che general- mente siamo obbligati d’introdurre nelle costruzioni per considerazioni di- verse, ci rassicurano che i risultati reali non possono allontanarsi molto da quelli che ci è dato di prevedere. Finalmente perchè una volta sia in equilibrio, non basta che non possa aver luogo il movimento di rotazione ; è altresì necessario che su nessun giunto le parti della volta possano scorrere le une sulle altre, e sopra tutto che su nessun giunto nei punti più cimentati della materia vengano oltre- passati gli sforzi specifici permanenti. Pertanto, com'è risaputo, la curva dei centri di pressione deve soddisfare le tre seguenti condizioni : 1. Deve cadere tutta quanta nello spessore della volta e dei piedritti, dato che riposi sopra piedritti. 2. Bisogna ed è sufficiente che in tutti i giunti la direzione della rea- zione faccia colla normale al piano dei giunti medesimi un’angolo minore dell'angolo di attrito di pietra sopra pietra. 3. Gli sforzi di compressione nei punti più cimentati della materia, non devono oltrepassare il limite pratico di resistenza. Or, noi crediamo che sia merito del nostro processo permettere, che que- ste condizioni vengano verificate a posteriori, con rigor di metodo, e non poste a priori come taluni sono stati costretti di fare in difetto della solu- zione diretta del problema. ‘ Ed invero, in ogni caso particolare il costruttore, assunto un dato spes- sore in chiave, può anzitutto determinare la volta di massima resistenza, come per es. abbiamo noi fatto nel caso della fig. 14. Nei giunti in cui la volta tende ad aprirsi si hanno allora gli sforzi limiti di compressione cor- rispondenti su ciascuno di essi allo sforzo medio relativo; giacchè la rela- tiva reazione passa pel punto di mezzo di essi giunti. Questo sforzo determinato resta tuttavia a verficare la condizione, che in nessun giunto lo sforzo di compressione oltrepassi il limite pratico am- missibile a seconda della resistenza specifica del materiale e del relativo 104 SULL'EQUILIBRIO DELLE VOLTE SIMMETRICHE grado di sicurezza. Or, se gli sforzi medi suddetti di compressione risultano inferiori al limite pratico ammissibile, è segno di potersi ridurre tanto lo spessore in chiave, quanto quello delle parti inferiori della volta. Dunque, non solo è possibile di costruire in ogni caso, la volta di mas- sima resistenza, ma è altresì possibile di ridurne lo spessore al limite stret- tamente necessario e corrispondente allo sforzo medio compatibile colla re- sistenza specifica del materiale. In altri termini, noi possiamo risolvere, specialmente per le parti supe- riori della volta, il problema che si propose Yvon de Villarceau, senza mo- dificare la curva d'intradosso. Così per es. nel caso della fig. 14, la spinta applicata nel punto di mezzo del giunto in chiave risulta di 13,377. Supponendo il peso del metro cubo della muratura di ch.i 2200, essendo lo spessore in chiave di m. 1,50, lo sforzo medio di compressione per c.° q.° risulta di circa ch.i 2. Se il limite pratico ammissibile fosse per es. di ch.i 20, si avrebbe dun- que in chiave uno sforzo di circa un decimo di quello ammissibile. Lo che dimostra in quale sensibile proporzione puossi ridurre lo spessore in chiave, e di conseguenza quello delle parti inferiori, in una volta simile a quella in esame. Notisi, che lo spessore di m. 1,50 in chiave, assegnato a questa volta, è quello che dà la teoria che presentemente s'insegna. Il risultato ultimo del nostro procedimento si è quello, di ridurre sensi- bilmente lo spessore delle volte in chiave e di aumentarlo nelle parti in- feriori; sicchè il grado della loro stabilità, a parte del limite relativo alla resistenza specifica del materiale, dipende dalla resistenza di quest'ultime. Questo risultato trova una luminosa conferma nella pratica delle costru- zioni, nella quale è stato sin’oggi quasi un’argomento di maraviglia vedere delle volte con spessori esilissimi e molto ribassate, resistere considerevol- mente, purchè posate su robusti piedritti. Abbiamo già applicato il processo a parecchi casi, ed i risultati ottenuti ci sembrano di somma importanza; per quanto modesto sia il lavoro, noi, il di cui compito è quello di portare nel campo pratico i trovati della scien- za, ne faremo, di seguito a questa, una speciale pubblicazione. Un parallelo tra il metodo da noi esposto ed i processi noti per rintrac- ciare la curva dei centri di pressione in una data volta; o meglio, un sem- plice riferimento ai principî fondamentali da cui essi derivano, è più che sufficiente a mettere in evidenza gli errori che sino ad oggi sono prevalsi nella soluzione geometrica di questo problema. Ciò ci dispensa di discen- dere ad un esame critico delle varie teoriche; non crediamo però poterci egualmente dispensare di rilevare le inesattezze del così detto metodo com- SULL'EQUILIBRIO DELLE VOLTE SIMMETRICHE 105 plementare dell’Ingegnere A. Durand-Claye (Annales des Ponts et chaus- sées, 1857), e della teoria recentemente esposta dal Dupuit (Traité de l’e- quilibre des voutes ecc. Paris 1870). Considerando una volta qualunque ABCD fig. 15, per l'equilibrio di ro- tazione rispetto per es. al letto di nascita CD, devesi avere : Qy=P(x—2') Ora, secondo A. Durand-Claye, Peaucellier ed altri con loro si ammette, che « possa variare da OD sino ad OC, ed y da OB sino ad OA; e che i limiti di Q siano quindi 2! vc! (a) ET e STO Ciò è evidentemente erroneo. Difatti, data la volta, essa si può trovare in uno di questi due stati : o in quello in cui prevale l’azione delle parti superiori sulle inferiori, o in quello in cui l'azione delle parti inferiori pre- vale sulle superiori. A questi due stati differenti in cui la volta si può trovare, corrispondono due sistemi particolari di P_x, x', y e quindi di Q; talmentechè, dato uno di questi due sistemi, non è permesso di ammettere che i valori possibili di Q possano variare facendo variare solamente x ed y per tutta l’ esten- sione del giunto in chiave e nelle nascite; e molto meno che i valori di Q possano esser dati dalle relazioni (a) e (b). Giacchè, se Q si trasporta in A, lo che accenna ad uno stato di equilibrio limite, la risultante di Q e di P può tutto al più passare per C, giammai per D; e se la Q si trasporta in B, la risultante di Q e di P può tutto al più passare per D, giammai per C. Ma vi ha di più, in una medesima volta non è possibile che i centri di pressione possano da A e da C passare in B e in D, o viceversa, senza non ammettere la variazione di P e per conseguenza di x e di «'; lo che equivale allora a supporre una volta diversa da quella assunta. Secondo i fatti sperimentali, se la volta è nel primo stato, posto che siano S ed R rispettivamente i punti di mezzo dei giunti alla chiave e alle nascite, è chiaro che Q può variare tra i limiti : P(0C—x') . P(OR—2) EFOLE E ROSA 1 centri di pressione non possono cadere in SB e in RD se non quando prevalgono le azioni delle parti inferiori sulle superiori; ma allora, anche quando l’intradosso resti lo stesso, la volta è diversa dalla prima, e rispetto ad essa i limiti di Q sono: POD—a, dI P'(0 R_z, Di OB OS Giornale di Scienze Nat. ed Econ., Vol. XIV. 15 106 SULL'EQUILIBRIO DELLE VOLTE SIMMETRICHE Durand-Claye finalmente si serve della terza condizione che deve soddi- sfare qualunque possibile curva di pressione, per costruire il profilo delle forze, date le quali in grandezza e pos’zione, in nessun punto dei giunti che si considerano siano oltrepassati gli sforzi specifici permanenti. La mercè di questo profilo, egli restringe i limiti tra i quali la spinta deve cadere. Invero, egli sarebbe razionale se per lo meno costruisse il profilo delle forze che producono lo schiacciamento del materiale di cui la volta si com- pone; sebbene questo profilo non lo condurrebbe allo scopo. È facile però osservare , che se costruttori diversi ammettessero in una medesima volta limiti diversi di sforzi permanenti, il profilo delle forze corrispondenti per ciò solo varierebbe ; e in conseguenza varierebbero i limiti dell’ intensità della spinta. Ma è mai possibile che in una data volta i valori ed i punti di applica- zione della spinta in chiave, possano variare a volontà del costruttore, senza nulla mutare nelle condizioni meccaniche del sistema ? Se così fosse basterebbe dire a qualsiasi volta data come narrasi che Giosuè abbia detto al Sole, fermati, ed il problema sarebbe senz'altro ri- soluto. Ma non è questo il caso, e con ragione possiamo fare un richiamo ai termini esatti del problema. « Domandare difatti, quale forza bisogna ap- plicare in chiave per mantenere in equilibrio una semivolta data, è al certo un problema indeterminato; ma domandare, quale la forza di compressione che si sviluppa nella superficie di contatto di due semivolte che si appog- giano l’una contro l’altra, è un problema diverso, e non ammette che una sola soluzione. » Venghiamo adesso alla teoria di Dupuit. Questo illustre costruttore francese si parte da un pensiero di Mery, il quale parlando dell’indeterminazione del problema della curva dei centri di pressione in una data volta, in vista delle diverse curve possibili con- chiudeva dicendo : « ce n’est que par des considérations plus ou moins in- certaines sur les effets du tassement que l'on pourrait prévoir la courbe qui doit se réaliser. » Guidato da questo pensiero egli è rimasto colpito dal fenomeno che si manifesta in tutte le volte comunemente costruite coi principî della teoria sino ad oggi applicata, cioè : dell’abbassamento delle volte in seguito al loro disarmamento, e dell’aprirsi simultaneo dei giunti in cui la volta tende a rompersi, all'estradosso nelle reni e all’intradosso in chiave. La costanza di questo fenomeno avrebbe potuto invero condurre il Dupuit ad una teoria più esatta di quella che ha esposto, se lungi di fermarsi ‘a constatarne gli effetti, egli si fosse spinto a studiarne le cause; nè a lui mancava il forte ingegno e lo spirito vivace di penetrazione; ma come dice SULL'EQUILIBRIO DELLE VOLTE SIMMETRICHE 107 egli stesso, dopo di aver fatto una severa critica delle diverse teorie sull’e- quilibrio delle volte, i semble qu'il ne soit donné à chacun que de faire son relais; » e per nulla occupandosi delle cause, fece una legge degli ef- fetti. Difatti, generalmente lo spessore che si assegna alle volte in base alle formole in uso è tale che, supponendo applicata, come si pratica dai co- struttori, la reazione in chiave al terzo superiore del giunto, e. la reazione nel letto di rottura al terzo inferiore, ne risulta una curva di pressione quasi sempre ammissibile; i costruttori quindi ritengono che essa sia quella che realmente si verifica, e costruiscono la volta nelle condizioni così stu- diate. Ma, in generale, le due condizioni (1) e (2) che determinano l'equilibrio della volta, non soddisfano in simili casi l'equazione (3), se non per punti che cadono tra 0 e ‘/, dei giunti in cui la volta tende a rompersi, a con- tare dagli spigoli di rotazione; sicchè disarmando la volta così costruita devono inevitabilmente aprirsi nel senso ben noto, i giunti in cui la volta tende a rompersi; e tanto più abbassarsi il vertice, quanto più i centri di pressione nei giunti medesimi sono vicini agli spigoli maggiormente ci- mentati. Si aggiunga, che pel diseccamento delle malte, o per la compressibilità di tutto il sistema, per quanto lieve esso si voglia supporre, i centri di pressione subiscono un'altro spostamento verso gli spigoli anzidetti; la somma degli effetti di cui discorriamo deve dunque non solo assolutamente mani- festarsi, ma essere più o meno sensibile, a seconda che la volta trovasi in uno stato di equilibrio meno o più stabile, nel senso da noi dichiarato. Il fenomeno pertanto, pur facendo astrazione dell’influenza della compres- sibilità dei materiali, è una conseguenza inevitabile del profilo assegnato alla volta, incompatibile col presunto grado di stabilità, per eccesso di spes- ‘sore in talune parti e per difetto in altre; ma il costruttore deve e può rendersi ragione di questo fatto; deve e può eliminarne le conseguenze, in quanto da lui dipendano. Ecco come sviluppando la genesi del fenomeno abbiamo noi creduto di poter dire, che Dupuit elevando a legge taluni effetti osservati nelle volte in seguito al loro disarmamento , vorrebbe dare gli onori di teoria ad un difetto di equilibrio. Ma a parte di ciò seguiamo lo stesso autore nell'esposizione della teoria ch'egli ha formulato in base alle sue osservazioni (*). « Immaginiamo che debbasi disarmare la volta rappresentata dalla fig. 16, e che la semivolta sia abbandonata a se stessa per un'istante brevissimo ; cerchiamo qual'è il movimento che si sviluppa. (*) Dupuit. Op. cit. pag. 59 e seguenti. 108 SULL'EQUILIBRIO DELLE VOLTE SIMMETRICHE « Pria di tutto osserviamo, che al principio del movimento non vi ha in chiave veruna spinta orizzontale, e che in questo momento la semivolta si. può considerare come una massa isolata abbandonata a se stessa. « Traccisi la curva statica IFPZ, la quale nel caso cade tutta quanta fuori dello spessore della volta. Questa curva è data dai punti d'incontro della verticale che passa pel centro di gravità della parte di volta superiore al giunto che si considera, colla direzione del giunto stesso, giacchè si sup- pone Q =0; essa viene quindi a passare pel punto del giunto base del pie- dritto, sulla verticale del centro di gravità di tutto il corpo della semivolta. Il tracciamento di questa curva non ha altro scopo che quello d’ indicarci lo spigolo rispetto al quale la volta gira, e come vedesi esso è quello che sì proietta in D. « Questo risultato si può difatti verificare col metodo di Coulomb. « Determinato il giunto di rottura, noi sappiamo in quale senso si muo-. verà la volta, e possiamo descrivere con un'arco di circolo la traiettoria di ciascuno dei suoi punti. Applicando al movimento del giunto in chiave il principio di d'Alembert, trovasi che il punto per cui passa la risultante, 0 ciò che l’autore chiama, è centro della spinta dinamica è dato dalla re- lazione : DIA — 32/40) « Sia d per ipotesi questo punto; noti essendo d e D, per essi è deter” minata la curva di pressione dinamica dBR, la quale verificasi nel mo- mento in cui ha luogo il disarmamento della volta. « Per avere un'idea esatta di questa curva, immaginiamo la curva statica corrispondente al valore di Q che produce l’equilibrio rapporto al punto di rotazione D. Avremo allora due curve statiche; l'una corrispondente a Q=0, ar i ponendo Ed = H. z-e.(14 aa, (9). e:l'altrata.0* = « Or, la curva dinamica che passa per il punto D cade tutta tra queste due curve; talmentechè, se nel giunto AB si suppone una forza 9g crescente da o a Q, la curva dinamica si trasporta verso la seconda curva statica, colla quale finisce finalmente per confondersi. « È questo ciò che precisamente avviene nel disarmamento. « A misura che le due semivolte reagiscono l'una contro l’altra, la spinta q sì sviluppa; diventa in chiave, ove prima era nulla, sempre più grande, e quando 9 raggiunge il valore di P(a—a') H (*) Dupuit. Op. cit. pag. SULL'EQUILIBRIO DELLE VOLTE SIMMETRICHE 109 l'equilibrio si stabilisce necessariamente! se il disarmamento è stato con- dotto lentamente. Che se il disarmamento venisse fatto in modo brusco, la q sorpasserebbe il valore relativo all'equilibrio ; la curva statica si lasce- rebbe indietro il punto B, ma la curva dinamica non potrebbe abbandonarlo, poichè questa non può uscire dalla massa che si considera . « Il risultato del disarmamento brusco è dunque quello, di spingere la curva di pressione verso l'estradosso, in cui potrebbe determinare un nuovo punto di rotazione e produrre la rottura della volta; ma se questa ha sufficiente spessore, è chiaro che dovrà stabilirsi immediatamente una posizione d'e- quilibrio, quando il lavoro prodotto dalla caduta della volta sarà equiva- lente al lavoro della compressione della muratura. Durante questo movi- mento il giunto CD tende a chiudersi, ma non si potrà chiudere comple- tamente, attesochè il materiale non è dotato di perfetta elasticità. « La volta dunque non potrà ritornare alla posizione che aveva prima del disarmamento; l’amplitudine delle oscillazioni dovrà quindi diminuire, e la volta si assetterà rapidamente nella sua posizione d’equilibrio coll'intensità della forza Q@ già calcolata, e colla curva di pressione statica che n'è la conseguenza. Possiamo quindi fare astrazione delle oscillazioni che sono la conseguenza di un disarmamento brusco; poichè se la volta resiste, il ri- sultato finale è sensibilmente lo stesso. « Così, qual che si siano i movimenti che si sviluppano durante il disar- mamento, la curva di pressione passa sempre per D, punto di rottura, e ci passa ancora quando l'equilibrio si stabilisce. « Benchè la curva statica non sia, durante il movimento, che una costru- zione puramente ideale , è utile indagare le variazioni della sua posizione a misura che in chiave si sviluppa la spinta. « Supposto che questa forza sia 9g, minore di quella che produce l’equi- librio, la curva statica avrà la posizione dsr più prossima al corpo di mu- ratura, ma in gran parte tuttavia fuori di esso. Qual che essa siasi, può valere ad indicare la posizione delto spigolo DD di rotazione, meglio della ipotesi g=0; è perciò che volendo determinare questa posizione di D, con- viene attribuire a g un certo valore. « Se quindi supponesi che 9g progressivamente cresca, la curva dsr sì viene sempre più avvicinando allo spessore della volta, rientrando sempre più in esso, sino a che pel valore di Gee sa la curva statica passa per D. « Se la volta è discesa a questa posizione lentamente, cì resterà; se il disarmamento è avvenuto bruscamente, dopo una serie di oscillazioni più 110 SULL'EQUILIBRIO DELLE VOLTE SIMMETRICHE o- meno grandi, ci tornerà sempre, giacchè l'equilibrio non è compatibile che con questa posizione. » . i « Esaminiamo le conseguenze di una curva dLR' che non tocchi in alcun punto l’intradosso; se la confrontiamo colla cura che passa per D e di cui abbiamo dimostrata l’esistenza, è facile vedere che alla prima corrisponde una spinta maggiore. « Ora, qualunque siasi il modo di formazione della volta, bisogna pure am- mettere che prima del disarmamento non vi ha spinta, e che durante tale operazione questa forza passi per tutti i valori inferiori a quello relativo all'equilibrio; laonde prima di arrivare all'intensità che fa mestiere supporre per avere la curva interna, deve questa esser passata per quella che basta all'equilibrio. Se il disarmamento si fa lentamente, è chiaro che qualunque movimento deve cessare da questo istante, e che la curva non può progredire verso l'interno; se poi il disarmamento si fa bruscamente, la spinta potrà oltrepassare tal limite per effetto della velocità che la volta avrà acquistato, ma reagendo bentosto contro la volta stessa dovrà scemare d' intensità e dopo qualche oscillazione arrestarsi alla forza che basta all’equilibrio. » Tale ragionamento, osserva il prof. Clericetti (*) è esatto. Ma noi por- tiamo opinione diversa di quella dell’egregio professore; dapoichè quest'ul- timo ragionamento ci sembra un'illazione delle premesse che l’autore ha posato, e questa illazione è per lo meno tanto inesatta, quanto lo sono le premesse dalle quali emerge. Ognun vede difatti che la teoria del Dupuit suppone : 1. Che dall’'istante in cui la centina si abbassa, le due metà di volta ab- bandonate all’azione del proprio peso reagiscano progressivamente l'una contro l’altra, sviluppando una forza che cresce sempre più finchè risulti sufficiente all'equilibrio. 2. Finchè la spinta non abbia raggiunto il valore sufficiente all'equilibrio, il punto D funziona da cerniera. 3. Che la curva dD è la curva definitiva di equilibrio, quando q=Q essendo Q l’intensità della spinta propria all'equilibrio. Il primo di questi tre principî è, secondo noi, esatto; e la nostra teoria mette in evidenza come la spinta in chiave, dall’istante in cui comincia la reazione scambievole delle due semivolte, cresca progressivamente sino a raggiungere il valere Q proprio all'equilibrio. Però durante questo intervallo sempre breve, noi ammettiamo che la g non solo cresce sino ad attingere il valore di Q, ma che si trasporti pure di posizione. (*) La cerniera ed il principio dei punti di egual pressione nelle volte. Milano 4877, pag. 43. SULL'EQUILIBRIO DELLE VOLTE SIMMETRICHE TODI Il secondo principio invece a noi sembra inammissibile, giacchè i punti per cui passano le reazioni si spostano, durante il disarmamento, non solo in chiave ma in tutti i letti della volta. Mano mano dunque che la g cre- sce e si trasporta in chiave, variano e si trasportano del pari le reazioni negli altri giunti della volta, e non vi ha ragione che induca a ritenere, che sul letto di rottura per es. il punto D debba restare fisso. Le esperienze di Boistard dimostrano tutto il contrario. Comprendiamo come mai il Dupuit dominato dagli effetti osservati in parecchi casi particolari, abbia potuto ritenere quest'ultimo fatto; però non vediamo le ragioni che lo autorizzavano ad ammettere implicitamente, che le volte da lui osservate fossero delle volte tipo, corrispondenti alle perfette condizioni della loro massima stabilità possibile ; e se ciò non era, come mai egli abbia potuto disgiungere lo studio di tali effetti dall'influenza che le teorie dominanti potevano avere nel determinarli. Se la parte a queste teorie dovuta fosse stata insieme discussa, certamente sarebbe stato facile a lui precisarne le cause e conchiudere, che il fenomeno era sempre la ma- nifestazione di un medesimo caso, il quale per ciò stesso non poteva con tutto rigore costituire la regola generale di una nuova teoria; vera teoria essendo quella che abbraccia tuttii casi possibili, dimostrandone ‘ognora la genesi. Finalmente, che al valore di Q proprio all’equilibrio corrisponda la curva dD non è affatto dimostrato ; è bensì vero che ad una curva dLR' corri- sponda una spinta maggiore di quella relativa alla QD, e che la prima non possa quindi verificarsi se la seconda è la curva propria all'equilibrio; ma se questa è quella che devesi determinare e dessa non può mai coincidere colla .@D, bisogna necessariamente ammettere la possibilità di una curva interna come la dLR'. Quest'ultimo caso, secondo noi, è frequente; e sempre possibile tutte le volte che si voglia, purchè ai piedritti, o alle parti inferiori della volta, si dia la sufficiente resistenza. Le ricerche di Scheffler sulle proprietà delle possibili curve delle pres- sioni in una data volta, sono già nel dominio della pratica, la quale se ne giova con maggiore fiducia che non del metodo di Durand-Claye e della teoria di Dupuit; ma a noi l’applicazione alle volte del principio della mi- nima resistenza sembra discutibile, e non sapremmo accettare tutte le con- seguenze che con mente vigorosa il D." Scheffler ne sa dedurre; torneremo quindi su questo argomento in altro lavoro. SULLA COMPARSA DEL PAGRUS EHRENBERGII CUV. VAL., E DEL CHRYSOPHRYS CAERULEOSTICTA CUV. VAL. NEL MARE DI SICILIA MEMORIA DEL SOCIO PROF. PIETRO DODERLEIN Direttore del Museo Zoologico nella KR. Università di Palermo Letta nella seduta del 10 luglio 1879 alla Società di Scienze Naturali ed Economiche di Palermo, e riportata in estratto nel relativo Bollettino n, 1% della Società stessa. Onorevoli Colleghi, Nella tornata del 12 gennaio dell’anno corrente io presentava a questa illustre Società due esemplari adulti del Dentea filosus Val. (Dentice a lun- ghi filamenti dorsali) presi poco tempo prima nelle acque marine della Si- cilia, dei quali mi faceva a rilevare i caratteri distintivi, ponendoli a con- fronto con quelli presentati dalle altre specie congeneri, egualmente dotate di lunghi filamenti dorsali, soggiungendo che la predetta specie di Dentice per le sue particolarità organiche poteva riguardarsi come il rappresentante mediterraneo dell’ affine Dentex Nufar Ehrenb. del Mar Rosso. Particola- rità che vennero riferite in estratto nel relativo Bollettino n. 9 di questa illustre Società. Oggi mi è grato annunziarvi la comparsa e presa nelle acque stesse della Sicilia, di due altre ancora più rare specie di pesci, che unitamente alle pre- «cedenti già note, concorrono ad arricchire viemaggiormente la già ricchis- sima fauna ittiologica di quest'isola (1). Sono desse una specie di Pagro alunghi filamenti dorsali, che offre i principali caratteri del Pagrus Ehren- bergii Cuv. Val., ed una grossa specie di Orata propria dei Mari delle (4) Dopo la pubblicazione del recente mio prospetto metodico, inserito negli Atti dell’Accademia di Scienze Lettere ed Arti di Palermo, questa fauna venne ad accrescersi di altre 3 specie, talchè oggidì essa conta 407 specie di pesci, 383 delle quali assolutamente marine, e le altre fluviatili, o fluvio-marine. SULLA COMPARSA DEL PAGRUS EHRENB. E DEL CHRYSOPHRYS CERULEOSTICTA 113 Canarie e delle coste occidentali dell’Africa, che s'ebbe dai signori Cuvier e Valenciennes il nome di Chrysophrys caeruleosticta. {Il primo di questi pesci venne già avvertito dal Forskal (1771) e dal Geoffroy S.'* Hilaire (1803) presso le coste della Siria, e successivamente descritto e dedicato dal Cuvier (1830) al sommo Ehrenberg, che pel primo seppe distinguerlo dall’ affine Pagrus Spinifer Forsk. del Mar Rosso (1). Codesta specie è tuttora assai rara nelle collezioni ittiologiche d'Europa, poichè a quanto ne dicono gli autori, non ne esistono che 2 soli individui, (uno dei quali imperfetto), nel Museo Britannico (2), ed alquanti giovani esemplari, riportati dal Geoffroy, nel Jardin des Plantes di Parigi. Noi più fortunati degli altri collettori, potemmo testè avere due magni- fici soggetti adulti, maschio e femmina, il primo dei quali dai valenti pre- paratori di questo Museo venne montato a secco, ed il secondo preparato a scheletro, e dei quali esemplari potemmo altresì ritrarre ed utilizzare per la collezione del Museo, l'apparato branchiale, il digerente, il riproduttivo ed alcuni organi dei sensi. La seconda specie, cioè il Chrysophrys caeruleosticta Cuv. Val., sembra che tratto tratto comparisca in bande numerose nelle acque delle Canarie, ove porta il nome di Sama (3); ma è la prima volta che ne venne segna- lata la presenza nel Mediterraneo. Di questa specie caratteristica per un imponente apparato di validissimi denti canini e molari, potemmo avere un grossissimo esemplare maschio, della lunghezza di 72 cent. (62 cent. dal margine dell'occhio alla base della coda esclusa la codale) e del peso di 10 chilogrammi. Stante la rarità di questi pesci, ed alcune differenze notate nelle descrizioni che ne diedero gli autori, ho creduto opportuno di ritrarne dal naturale l’imagine fotogra- fica, ed annetterla alla presente memoria, onde rendere vieppiù evidente la loro determinazione, e completare i particolari caratteri distintivi della specie. Pagrus Ehrenbergii, Cuv. Val. Niun dubbio, che i pesci testè colti nel mare della Sicilia appartengono alla famiglia degli Sparidi, ed al genere Pagrus Lin. Le forme massiccie del corpo, la dimensione media delle scaglie, la disposizione dell'unica loro dorsale, anteriormente spinosa, posteriormente munita di raggi molli, che possono nicchiarsi in una sottostante doccia, la posizione delle altre nata- toie, l’anale armata di 3 spine, e principalmente la conformazione delle mascelle fornite sul dinnanzi di denti conici o canini, e posteriormente di denti molari rotondati, disposti in due principali serie per parte, ce ne por- gono una non dubbia prova (3). (A) Cuv. Val. Hist. naturel des Poissons vol. VI, p. 153. (2) V. Giinther. Catal. of the Acanthopt. Fishes vol. I, p, 474. (3) V. i corrispondenti caratteri in Giinther, 1. c. p. 465. Giornale di Scienze Nat. cd Econ., Vol. XIV. 16 114 SULLA COMPARSA DEL PAGRUS EHRENB. E DEL CHRYSOPHRYS CERULEOSTICTA E dapoichè le specie appartenenti a questo genere, vennero opportuna- mente distinte dal Giinther in specie a dorsale bassa uniforme, ed in specie a raggi spinosi della dorsale protratti in più o men lunghi filamenti, torna evidente che i suddetti Pagrus debbano ricercarsi fra le specie del secondo gruppo. Fra le numerose specie che si trovano comprese in questo gruppo, quella denominata Pagrus Ehrenbergit, Cuv. Val., offre, come dissi, la massima corrispondenza di caratteri colla specie nostrana, e come cercherò di dimostrarlo, esponendone le particolarità distintive. Ho già premesso che amendue gli esemplari testè colti nel mare di Si- cilia sono adulti. Il maschio, che è alquanto più lungo, misura 38 cent. di lunghezza del margine posteriore dell'occhio alla radice della coda, esclusa la pinna codale; mentre la femmina che proporzionatamente è alquanto più alta, offre la lunghezza di 35 cent. nella stessa misura. Il peso però di en- trambi allo stato fresco ragguagliava i 7 chilogrammi per ciascuno. La forma del loro corpo, come nella massima parte dei Pagri, è ovoidale allungata, lateralmente compressa, colla testa proporzionatamente breve, la fronte arcuata, il muso sporgente ottuso, le mascelle subeguali. ll loro tronco che è complessivamente più alto nella regione pettorale, decresce a grado a grado posteriormente, per terminare in una robusta coda, cui tien dietro un’ampia codale biforcata a lobi affilati ed eguali; mentre il loro profilo anteriore discende dalla dorsale con una curva obliqua fino al livello degli occhi, d'onde procede quasi rettilineo fino all'apice del muso, abbas- sandosi con una inclinazione alquanto più rapida che nel Pagrus vulgaris, e meno verticale che nel Pagrus orphus, ed in parecchie altre specie affini. L'altezza massima del tronco nei predetti esemplari, cade fra la 3* e la 4° spina dorsale, immediatamente dietro l’ origine delle pettorali, e resta compresa 2 volte e */, nella femmina, e 3 volte nel maschio, nella lunghezza totale del pesce. Cotali proporzioni offrono invero una lieve differenza colla misura di 3 '/, volte la lunghezza del corpo, osservata dal Giinther negli esemplari del Museo Britannico; che perciò sarebbero un po’ meno alti de- gli individui nostrani, e più conformi nelle proporzioni al Pagrus vulgaris. La lunghezza del capo nei nostri esemplari è contenuta 4 volte nella lun- ghezza totale del pesce, mentre la sua altezza lo è 8 '/, volte. L'occhio in entrambi gli individui sta sull’alto del capo; ha una forma alquanto ovoidale, ed è proporzionatamente un po’ minore di quello del Pagrus vulgaris, poichè il suo diametro maggiore entra per 4 volte nella lunghezza del capo, e per un po’ meno di 2 volte nello spazio interorbitale. Le natatoie di questi pesci offrono il seguente notamento : SULLA COMPARSA DEL PAGRUS EHRENB. E DEL CHRYSOPHRYS CAERULEOSTICTA 115 DER: Re aC ila 50. L'unica loro dorsale che, come si vede, componesi di 12 raggi spinosi, e di 10 molli od articolati, sorge alquanto dietro la base delle pettorali, e si stende fino ai */, della lunghezza totale del pesce. I suoi 2 primi raggi spinosi sono cortissimi, ma tuttavia abbastanza sviluppati da sporgere fra le scaglie del dorso; talchè riescono un po’ più alti di quelli degli affinis- simi Pagrus Spinifer Forsk., e P. Filamentosus Cuv. Val., e meno pro- minenti di quelli dell’analogo Pagrus auriga Val. Il 3° raggio spinoso si trova protratto in un lungo sottile e pieghevole filamento, che uguaglia in lunghezza le */, parti dell'altezza del corpo, e che, ripiegato posterior- mente, raggiunge l’ultimo raggio spinoso della dorsale, e forse anche il primo raggio dorsale molle, in taluni esemplari adulti e ben conservati. — Il 4° raggio è del pari prolungato in sottile filamento, ma più breve di ‘/, del precedente; il 5° ed il 6° sono gradatamente più corti, ma sempre al- quanto pieghevoli; gli altri 6 restano per lo contrario spinosi, rigidi, appun- tati, però tutti gradatamente decrescenti in lunghezza sino al penultimo od undecimo che è il più corto attingendo appena alla metà del 4° spinoso.— I successivi raggi molli non sono molto elevati, e presi insieme impartono una lieve convessità al margine superiore della natatoia. Le pettorali di questi Pagri constano di 16 raggi articolati. Esse sono lunghissime, lanceolate, falciformi, a raggi superiori ed inferiori più allun- gati degli altri, in modo da presentare una lieve sinuosità al terzo inferiore della stessa natatoia. La lunghezza di codesta pinna, presa dal 4° raggio superiore che è il più lungo , è pari nel maschio alle 3 ‘/, parti, e nella femina alle 3 */, parti, della lunghezza totale del pesce, e raggiunge poste- riormente il primo raggio molle della corrispondente natatoia dorsale. Le ventrali sono '/, meno lunghe delle pettorali, ma la loro spina è ba- stantemente lunga e sottile. L’anale sorge di fronte al 1° raggio molle della dorsale. La sua prima spina è breve, più esile di quella del Pagrus vulga- ris e dei susseguenti due raggi spinosi, che sono robustissimi, e subuguali in lunghezza ed in grossezza. La codale è forcuta flabelliforme , e come dissi, a lobi eguali ed affilati all'estremità, L'apparato dentario dei nostri Pagri sì compone di 6 denti conici 0 ca- nini, sorgenti nella parte anteriore della mascella inferiore, e di 4 consi- mili nella superiore; susseguiti immediatamente in ambe le mascelle, da un piccolo gruppo di denti granellosi minuti; e nella parte posteriore e late- rale della bocca, da un vario numero di denti molari rotondati, disposti in 2 serie principali per lato. Però i 4 denti conici più esterni della ma- 116 SULLA COMPARSA DEL PAGRUS EHRENB. E DEL CHRYSOPHRYS CERULEOSTICTA scella inferiore sono robusti, lunghi, puntuti, lievemente inarcati ed impian- tati sull'orlo anteriore di essa, in modo da sporgere alquanto all’avanti ed in alto: mentre i 2 conici mediani riescono assai più esili e retroposti ai primi. I denti granellosi che loro succedono, sono piccoli rotondati e di- sposti in un piccolo gruppo irregolare a scardasso. I susseguenti molari si stendono, come si disse in 2 serie parallele per parte, tanto nella ma- scella inferiore, che nella superiore, cui resta annessa una terza serie più interna ed irregolare, costituita da esilissimi denticini granellosi. Esaminando però con più accuratezza codeste varie serie di denti si trova, che nella mascella inferiore la serie laterale più esterna dei molari è co- stituita da 11 denti rotondati di mediocre e pressochè eguale dimensione; i 4 primi dei quali, sono alquanto conici e lievemente appuntati nel mezzo, mentre i 7 susseguenti o posteriori presentano una superficie perfettamente liscia e rotondata.—La seconda serie o mediana si compone anteriormente di 4 piccoli denti rotondati, alquanto più grossi dei granellosi retroposti ai canini, e posteriormente di 5 altri grossi denti molari rotondati presso- chè uguali di forma, che superano in dimensione tutti gli altri denti della cavità orale. — La terza serie od accessoria più interna, si compone di 10, 12 piccoli denti granuliformi, disposti irregolarmente in un'unica fila, cui tengono dietro nel fondo della bocca ed anche di fianco, parecchi altri e- silissimi denticini granulari, ancor più minuti e rudimentali degli anteriori. Nell’apparato dentario della mascella superiore domina una disposizione ed un ordine pressochè eguale, tranne che la terza serie accessoria di denti molari vi si trova formata da denticini assai più esili ed irregolarmente di- sposti dei corrispondenti dentelli della mascella inferiore. Codesto carattere ravvicinerebbe invero gli attuali pesci alle specie del genere Chrysophrys, e forse ve li farebbe comprendere, qualora tutti gli altri caratteri, e principalmente la presenza del caratteristico gruppo di denti a scardasso sottostanti ai canini, e la mancanza del grosso dente o- valare centrale, non concorressero a renderneli abbastanza distinti. Tuttavia non può negarsi che la predetta specie di Pagro costituisca un graduato passaggio nella serie dei pesci sparoidi, collegando fra loro i prea- cennati due generi, d'altronde abbastanza affini anche per l’interna loro organizzazione. I denti faringei degli attuali Pagrus, come risulta dalle annesse figure, sono numerosi, sottili, conico-puntati, lievemente uncinati, e di varia di-- mensione. Essi stanno disposti in un piccolo gruppo radiato a spazzetta sulle ossa faringee superiori, ed in parecchie serie lineari, sui faringei in- feriori, l’ultima delle quali serie, si trova formata da denti più lunghi ed acuti, che però non uguagliano mai in dimensione ed in robustezza i conici anteriori della cavità orale. SULLA COMPARSA DEL PAGRUS EHRENB. E DEL CHRYSOPHRYS CERULEOSTICTA 117 Questi pesci hanno il corpo coperto di scaglie ctenoidi di mediocre gran- dezza, più alte che larghe, col margine posteriore liscio rotondato, e colla superficie esterna lievemente segnata da strie d'accrescimento. La dimen- sione delle loro scaglie è pressochè uguale nelle varie regioni del corpo, tranne che nella regione della nuca, della spalla e della coda, ove sono più piccole, e più fittamente accavalcate. Sulla spalla però si rimarcano al- quante scaglie distintamente striate, laddove il muso e la mascella inferiore ne sono affatto prive. Generalmente si contano 50 a 51 scaglie lungo la linea laterale del loro corpo, 16 a 17 in senso verticale nel punto più alto del tronco e circa 6, 7 scaglie fra l'angolo del sott’orbitale, ed il margine posteriore del preopercolo. La loro linea laterale è tracciata un po’ più so- pra il ‘/, superiore del tronco; essa procede parallelamente alla curva del dorso senza però attenersi alla linea mediana della coda. I suddetti Pagr: allo stato fresco presentavano una leggiera finta rosea uniforme, alquanto più carica sul dorso e sul capo, e volgente all'argen- tino nelle parti inferiori del corpo, coi fianchi spruzzati per lungo da pa- recchie piccole macchie azzurre, disposte in 5, 6 serie irregolari parallele. Le loro natatoie offrivano tutte la stessa tinta, ma la dorsale era ancor più sbiadita del tronco. Prendendo ad osservare gli organi interni di codesti pesci, egregiamente sezionati dal Preparatore signor Riggio Giuseppe, si è potuto avvertire che il loro stomaco è ovoidale, di mediocre dimensione, modellato in forma di sacco conico-allungato, e munito come nella specie comune di 4 appendici piloriche digitiformi, della lunghezza di 3, 4 cent. ciascuna, disposte in giro intorno il breve tratto intestinale retrostante all’ estremità pilorica, dietro cui si stende la massa intestinale formata da un intestino piuttosto largo, floscio della lunghezza di circa 55 cent. che termina con un breve tratto rettale muscoloso che sbocca nell’ano. Le ovaje della femmina presentano una forma a fuso allungato della lun- ghezza di 10 cent., la sinistra alquanto più corta della destra. Esse sono distintamente separate fra loro nella parte superiore fin quasi alla loro im- boccatura in un brevissimo ovidutto comune, della dimensione appena di 2, 3 cent., che sbocca all’esterno mercè un esile poro addominale retro- anale. Codeste ovaia erano bensì piene di minute uova, ma ancor poco svi- luppate. L'apparato maschile non ci fu dato di esaminare, attesochè l'in- dividuo corrispondente era stato in parte sventrato dai pescatori. La vescica natatoia era piuttosto grande, di forma oblonga che disten- devasi dal capo alla regione addominale con pareti molto sottili argentine. Lo scheletro dei nostri Pagrus Ehrenbergii, non offre differenze notevoli da quello del Pagro comune. Tuttavia notasi che il loro feschio è molto più ristretto ed elevato di quello del P. volgare. La cresta cefalica formata 118 SULLA COMPARSA DEL PAGRUS EHRENB. E DEL CHRYSOPHRYS CERULEOSTICTA pressochè tutta dal sovraoccipitale è molto più alta ed arcuata, e le creste laterali, assai più marcate e sporgenti dalle corrispondenti creste del vol- gare. Lo stesso osso frontale è più compresso lateralmente, non meno che obliquamente troncato nel dinnanzi e percorso da esilissimi solchi verticali ondulati, assai più esili di quelli del Pagro comune. L’intermascellare è robusto, ma breve, lievemente arcuato e munito di un lungo processo posteriore internasale; il mascellare è piano e liscio ai lati e notevolmente smarginato sul davanti, nel punto ove si articola collo intermascellare. Le ossa nasali sono lunghe tubulose e protratte quasi fino all'orlo della mascella superiore. La mandibola o mascella inferiore è del pari breve, arcuata, robustissima; il suo osso denfario ch'è molto allargato all'’imbasso, offre una larga marginatura posteriore per l'impianto del corrispondente osso articolare. Il preorbitale dei nostri Pagri è grande di forma quadrilatera, più alto che largo, a superficie liscia segnata soltanto da irregolari rugosità e pun- teggiature superficiali. Le susseguenti piccole ossa sotto-orbitali formano una ristretta serie arcuata intorno l'orbita, dalla quale serie sporge nel lato interno, come nelle altre specie congeneri, una lamina concava, cocleari- forme, orizzontale, destinata a sostenere il bulbo dell’ occhio; lamina che poi si connette coll’entopferigoideo mercè un processo a forma d'arco. Quanto alle ossa componenti l'apparato opercolare, si può notare che il preopercolo è 3 volte più alto che largo; la sua lamina posteriore è bastan- temente dilatata, con margine rotondato liscio, e con superficie esterna contrasegnata da lievi strie radianti; mentre la porzione anteriore si trova aftorzata da una valida cresta verticale, parallela al margine posteriore del- l'osso, nella quale si schiudono i canali mucipari e parecchi distinti fori. L’opercolo è pure allungato di forma triangolare ed alquanto sinuoso nel suo lembo posteriore. Esso è del pari limitato anteriormente da una sottile cresta ossea che discende obliquamente all’imbasso, e termina, convergendo col margine posteriore dell’ osso, in una punta ottusa. Il sotto-opercolo è quasi verticalmente situato , di mediocre larghezza ed a lembo posteriore pressochè rettilineo. Le ossa inferopercolari hanno il margine inferiore ro- tondato e notevolmente dilatato , talchè in posizione naturale vengono a toccarsi fra loro nella regione jugulare, ricuoprendo pressochè completa- mente il sottostante apparato ioideo ed i 6 raggi bianchiostegi che vi sono annessi. Il tronco conta 24 vertebre, come nelle altre specie congeneri, dieci delle quali sono addominali, e 14 codali. Tutte queste vertebre vanno munite di validissime e lunghe spine nevrali; e le addominali di robuste apofisi emali divergenti, alla cui estremità, alquanto dilatata, aderiscono lunghe ossa co- SULLA COMPARSA DEL PAGRUS EHRENB. E DEL CHRYSOPHRYS CERULEOSTICTA 119 stali, e più esternamente a queste altrettante più esili spine intercostali obliquamente dirette verso la coda. Tutte le spine internevrali destinate a sostenere i raggi dorsali, tranne le 3 prime, sono tutte dilatate come nella specie tipo. Ma ciò che v'ha di singolare negli esemplari nostrani, si è che le apofisi sì nevrali, che emali della 5°, 6°, 78, 8° vertebra codale si mo- strano notevolmente ingrossate nel mezzo, e modellate in forma di fuso, senza che perciò la normale doccia che le percorre per lungo, si trovi mi- nimamente alterata. Sarebbe forse questo un caso patologico di supereso- stosi o di rachitismo in codesto individuo ? Istituendo ora un confronto fra i caratteri zoologici profferti dai nostri due esemplari del Pagrus Ehrenbergii con quelli delle specie affini, do- tate del pari di lunghi raggi dorsali, si rimarca : Primieramente che havvi qualche lieve differenza nella proporzione del corpo e nella disposizione dei denti fra i suddetti esemplari ed i corrispondenti individui dell'Ehrendergi che si conservano nei Musei di Londra e di Parigi; ma che tuttavia sì gli uni che gli altri differiscono concordemente dal Pagrus vulgaris Cuv. Val. per la presenza dei caratteristici raggi dorsali allungati, per la relativa di- mensione minore dei primi piccoli raggi spinosi, per la proporzione più alta del corpo, il profilo più arcuato della fronte, la minor dimensione de- gli occhi ecc. 2. Che essi differiscono dal Pagrus auriga Val. e dal Pagrus Berthelotti Val. dell'Atlantico, per il diverso numero dei raggi delle natatoie, (segnati in questi ultimi come D ‘'/,, A */,), per i raggi dorsali allungati più nu- merosi, ma meno alti, per il corpo e la nuca meno elevati, e finalmente per la mancanza delle zone alternanti rosse ed argentine che nell’ auriga attraversano verticalmente i fianchi. 3. Che essi differiscono pure dal Pagrus spinifer Forskal dell'Oceano In- diano, per il corpo meno alto, per i raggi dorsali più elevati, i piccoli raggi spinosi più sviluppati e più sporgenti di quelli di quest'ultima specie. 4. Che essi differiscono eziandio dal Pagrus filamentosus Cuv. Val. per la proporzione meno alta del corpo alla nuca, gli occhi meno grandi, il capo men lungo, e meno largo, per un numero maggiore di raggi dorsali prolungati.in filamenti, e per la diversa dimensione delle due prime spine anali. 5. E che da ultimo essi diversificano da tutte le suindicate specie, per la forma dell'apparato dentario e per la presenza caratteristica di una terza zona accessoria di piccoli denti granellosi, non avvertiti nelle specie pre- cedenti. Senonchè è da notarsi che le suindicate differenze specifiche che inter- vengono fra codeste specie di Pagri, sono basate sopra particolarità così poco rilevanti e persistenti, da indurre naturalmente nel sospetto che pa- 120 SULLA COMPARSA DEL PAGRUS EHRENB. E DEL CHRYSOPHRYS CERULEOSTICTA recchi di cotali Pagri a lunghi raggi dorsali e principalmente il Pagrus Auriga, Berthelotii, Filamentosus, ed Ehrenbergii non costituiscano che un'unica e medesima specie, distinta in altrettante varietà locali, a seconda della diversità dei climi, dei siti, delle proprietà fisiche delle acque, e dalle molteplici influenze vitali in genere che viggono nei singoli mari da essi abitati, come avviene altresì di osservare per tante altre specie ittiologiche a distribuzione geografica più o meno estesa e cosmopolita. Ed invero valga in proposito il fatto che il Guichenot ha già incontrato nel Mediterraneo presso le coste d'Algeri una di codeste specie affini, cioè il Pagrus auriga Val., specie che il Giinther identifica col Pagrus Berthelotii Val., e dice abitare tanto i mari delle Canarie, le coste di Madera, ed il Mediterraneo. Si noti pure che il Pagrus spinifer Forsk. indigeno dei mari indiani, venne sinonimicamente aggregato dagli autori recenti al Pagrus Longifilis Cuv. Val., altra specie che si credeva distinta, mentre si mostra cotanto somi- gliante al P. Ehrenbergii da essere stato altrevolte confuso con esso. Ar- rogi pure che gli stessi due individui dell’Ehrendergii testè colti nel mare di Sicilia, presentano qualche leggiera differenza nella proporzione del corpo e nella rispettiva lunghezza dei loro raggi dorsali (particolarità che costi- tuiscono uno dei principali loro caratteri distintivi), e ciò tanto fra loro, quanto coi campioni conservati nei Musei di Parigi e di Londra ed illustrati dal Cuvier e dal Giinther. Epperò quand'anche non si volessero invocare le belle teorie dell’illustre Darwin, stando al semplice fatto, è d’uopo convenire che certe forme di pesci si ripetono costantemente nelle diverse regioni del vasto mare, diffe- rendo unicamente fra loro per alquanti caratteri esterni e più superficiali, indotti molto probabilmente in essi dalle molteplici e svariate condizioni vitali del mezzo in cui vivono, differenze che, sia che i suddetti individui provengano o no da un unico ceppo, perdurano in loro, e riescono altresì a perpetuarsi ereditariamente per certo tempo nei loro discendenti, ripar- tendo questi in altrettante razze o varietà più o meno affini, che possono di leggieri esser prese per altrettante specie distinte. Che se vogliamo procedere ulteriormente in codesto sistema di confronti e di accentramento di specie, troveremo altresì come lo nota lo stesso Cu- vier, che il sommo Linneo sin dal 1754 aveva segnalata l’esistenza nel Me- diterraneo di un Pagro a lunghi filamenti dorsali, a denti canini sporgenti, a molari rotondati, che nella descrizione del Museo del Principe Federico di Svezia egli contradistinse col nome di Sparus Hurta (1), specie che per consentimento dello stesso Cuvier s'approssima molto alle fattezze del Pa- grus Ehrenbergii (2) o come mi sembra anche a quelle del Pagrus auriga Valene. (4) V. Lin. Mus. Ad. Friderici, t. 2, p. 75. (2) V. Cuv. Val. Hist. Nat. Pois. vol. II, p. 153. SULLA COMPARSA DEL PAGRUS EHRENB. E DEL CHRYSOPHRYS CERULEOSTICTA 121 Il Risso cui non era isfugita la frase Linneana, rettificando in parte al- cuni caratteri, ed aggiungendone altri estranei, riferì malamente cotale specie nella sua ittiologia di Nizza ad un pesce di quelle coste, noto sotto il nome di Ravella (1). Nella seconda edizione del suo libro, inserita nel 3° volume della sua sto- ria naturale delle produzioni dell'Europa meridionale, il Risso non registrò più lo Sparus Hurta di Linneo fra le specie del genere Pagrus, ma tra- sportandolo nel genere Aurata, e modificandone ulteriormente i caratteri lo rese vieppiù distinto ed irriconoscibile; e ciò è sì vero che dai tempi di Linneo l'originaria specie del sommo Svedese, coi precisi caratteri assegna- tigli dall'autore, non venne per anco riscontrato nelle acque del Mediter- raneo. Stante le quali precedenze, e l'indubbia fede che deesi riporre nelle de- terminazioni del sommo Linneo, qualora mi fosse dato di asardare un'idea tuttochè strana ed ancor poco fondata, io direi che lo Sparus Hurta di Linneo, nè già quello rafazzonato dal Risso, è il prototipo dei Pagr: a lun- ghi filamenti dorsali del Mediterraneo, ed una delle tante varietà locali, oggidì smembrate in altrettante specie distinte, cui dagli autori recenti vennero successivamente assegnati i nomi di Pagrus Ehrenbergii, Auriga, Berthelotii, Filamentosus. S'io abbia colto o no nel vero, lo diranno le ulteriori indagini ed osser- vazioni (2). 2. Chrysophrys caeruleosticta Cuv. Val. Addivenendo ora all'esame della seconda specie di pesce testè rinvenuta (4) Risso, Ichtiologie de Nice, p. 235, n. 26. (2) Non posso negare che la frase originaria dello Sparus Hurta di Linneo non corrisponda pie- namente ai caratteri del Pagrus E%renbergii od a quelli dell’affinissimo P. Auriga. Ma non è im- probabile che cotali differenze possano dipendere dallo stato d’imperfezione degli esemplari osser- vati da Linneo, o piuttosto dalle alterazioni che questi subirono nel loro trasporto dal Mediterra- neo in Isvezia, per essere deposti nella collezione del Principe Federico; ma è altresì innegabile che il complesso dei caratteri vi corrisponda pienamente, come lo comprovano i seguenti confronti e gli annessi segni affermativi che vi apposi. Ecco pertanto la frase Linneana quale si trova notata nel prodromo del secondo volume della descrizione del Museo del principe Federico a pag. 75, e riferita dal Cuv. Val. nella plauditissima sua storia naturale dei pesci vol. VI, p. 153. Sparus Hurta Cauda bifida (sì!) Corpore fasciis transversis rubris (sì nell’auriga) Dentibus La- niaris erertis (sìl). Habitat in Mare Mediterraneo (sìl). Dentes primores superiores quatuor grossi canini (sì!). Inferiores tres prominuli (sì per parte!). Laniarii inferiores exerti (sì!). Molares utrinque obtusi rotundati (sì!). Membrana branchiostega quinque (ci mancherebbe il 6° raggio). Corpus latum compressum antice declive (sì!). Linea laterali modice curvata (sì!). Pinnae in fos- sula reconditae (sì!) D ‘4/,, (Risso dà invece come nell’Ehrenberg. '/10). Tertio longo (sì!) P. 16 (sì). Primo simplici fere adnato quarto longissimo (sì!). V. '/; breviores (sìl). A 3/y validi (sì!). C. 417 bifurca (sì). Giornale di Scienze Nat. cd Econ., Vo]. XIV. 47 122 SULLA COMPARSA DEL PAGRUS EHRENB. E DEL CHRYSOPHRYS CERULEOSTICTA nelle acque di Sicilia. (Il Chrysophrys caeruleosticta Cuv. Val.), poche cose posso soggiungere in proposito, dopo l’accurata descrizione che ne diedero tanto i signori Cuvier e Valenciennes nel vol. VI della loro storia naturale dei pesci (1), quanto lo stesso Valenciennes nella parte ittiologica dell’opera di Backer Webb e Berthelot sulla storia naturale delle Canarie (2). Descri- zione cui l'esemplare nostro corrisponde in massima parte. Tuttavia ricor- derò alcuni suoi caratteri principali, onde ne resti meglio constatata la de- terminazione, e si abbia modo di registrare quelle speciali differenze, forse locali, che intercedono fra esso e i corrispondenti esemplari delle Canarie. Questa specie, prescindendo dai caratteri generici propri al genere Chry- sophrys, è principalmente riconoscibile per l'imponente apparato di grossis- simi denti canini e molari onde ne è armata la bocca, per la mancanza del gran dente ovalare della fila mediana dei molari, che caratterizza la den- tizione delle altre specie di Orate; e finalmente per la grossezza ed il no- tevole allargamento delle mascelle, destinate a sostenere il validissimo suo apparato dentario. D'altronde anche nel nostro esemplare la forma del corpo, che molto si confa alla figura data dal Valenciennes, è massiccia, ovoidale allungata, come nei corrispondenti individui delle Canarie; il capo voluminoso, la fronte rigonfiata, la nuca alta ricurva con profilo ad arco di cerchio, che discende obliquamente sino presso la bocca, il muso ottuso , le mascelle subeguali, l’inferiore delle quali globosa e prominente all’ imbasso ; le labbra grosse tumide e sparse, massime le superiori, di robuste papille. Questo esemplare misura 72 cent. in lunghezza totale, e 62 cent. dal margine dell'occhio alla radice della coda, esclusa la codale, e 24 cent. in altezza, presa questa alla base delle pettorali; corrispondendo in esso l'altezza, come negli esemplari delle Canarie, ad ‘/, della lunghezza totale del corpo compresa la. codale. Il suo capo entra quasi per ‘/, nella lunghezza stessa. L'occhio è di me- diocre dimensione , piuttosto rotondato, con un diametro che può essere compreso 5 volte ‘/, nell’ altezza del capo ed un po’ più di 2 volte nello spazio interorbitale. Il sott’ orbitale di questo pesce è mediocremente grande , più largo che lungo, privo di scaglie, ma sparso di molte rugosità irregolari, ed un po’ sinuoso nel suo margine inferiore, in modo da ricuoprire soltanto la parte anteriore del mascellare. Le guancie sono pure alte, scagliose. Il preoper- colo che è altissimo presenta posteriormente un lembo abbastanza largo, (4) Cuv. Val. Hist. nat. des Poissons, vol. VI, p. 110 (1830). . (2) Webb e Berthelot Hist. Nat. des Canaries. Ichtyologie, par M. Valenciennes, Paris p. 341, pl. VI, fig. 2. Ved. anche Giinther Cat. Acanthop. Fishes, vol. 1°, London 1869. SULLA COMPARSA DEL PAGRUS EHRENB. E DEL CHRYSOPHRYS CERULEOSTICTA 123 a superficie splendente, grossolanamente radiata, a margine posteriore ro- tondato. L'opercolo al contrario è ristretto di forma triangolare, alquanto sinuoso posteriormente, ed appuntato all’imbasso, coperto come il sottoper- colo di scaglie, delle quali se ne contano 8 serie in corrispondenza del suo angolo posteriore , che è il punto della maggiore sua larghezza. Il sotto- opercolo è molto lungo strettissimo, e poco distinto esternamente dall'oper- colo. L'infra-opercolo presenta per lo contrario una forma quadrilatera, col margine inferiore rotondato, ed è abbastanza sviluppato, come nella mag- gior parte degli sparoidi, in modo da incontrare nella regione jugulare il corrispondente suo compagno, e ricuoprire in parte l'apparato ioideo. Nello esemplare del Chrysophrys che abbiamo sott'occhio, si osservano eccezio- nalmente 5 raggi branchiostegi nel lato destro e 6 nel sinistro. L'apparato dentario del nostro esemplare è formato, come in quelli delle coste delle Canarie, da 4 robustissimi e grossi denti conici o canini, inse- riti sul d’innanzi della mascella superiore, e da 6 consimili nell’inferiore; i 2 intermedi dei quali si mostrano alquanto più esili e retroposti dei late- rali. Questi denti però non sono susseguiti come nei Pagri del caratteri stico gruppo dei piccoli denti conico-granellosi. Ai denti canini, in entrambe le mascelle, tien dietro nell'interno della bocca un certo numero di grossi denti molari rotondati, i quali nella mascella superiore si trovano disposti in tre serie per ciascun lato, ed in due serie nella mascella inferiore. Nella serie esterna dei molari, che in entrambe le mascelle è formata di 8 denti, rimarcasi che i primi 3 denti sono lievemente appuntati nel centro, mentre i successivi hanno una superficie ottusa e perfettamente rotondata. La serie mediana o più interna dei molari invece è costituita di 8 denti tutti rotondati ed ottusi, fra i quali, tre più interni sono più grossi degli altri, supplendo in tal modo al dente globoso ovolare che caratterizza l'apparato orale delle altre specie di Orate; la terza serie finalmente di denti molari della mascella superiore sì compone di 8 denti rotondati ed assai più pic- coli degli altri. Senonchè è sempre d'uopo di ritenere, che anche in questa specie, come nelle Orate congeneri, la forma dell'apparato dentario possa variare coll’età. i ll notamento delle pinne di questo esemplare differisce alcun poco da quello osservato dal Valenciennes negli esemplari delle Canarie, come ri- sulta dal seguente confronto : Es. di Sicilia : DIAL RAGI (I, Poi Es. delle Canarie : D'/,Ace/ (sie) P-16; (© 17, V 4, In entrambi gli esemplari i primi due raggi spinosi della dorsale sono corti, il primo anzi cortissimo; il quarto è il più lungo, e resta compreso quasi 124 SULLA COMPARSA DEL PAGRUS EHRENB. E DEL CHRYSOPHRYS CERULEOSTICTA tre volte nell’altezza del corpo ; il 5° ed il 6° sono pressochè egualmente allungati; gli altri decrescono gradatamente sino all'ultimo, cui succedono i raggi molli alquanto più estesi, che, presi in complesso, impartono una forma rotondata al margine superiore di questa parte della natatoia dorsale. Le pettorali sono lunghe, falciformi, pari in lunghezza ad ‘/, della lun- ghezza del corpo, non compresa la codale, talchè ripiegate posteriormente si stendono fino al 3° raggio molle della dorsale come nella specie tipo. L'anale anche nel nostro esemplare è preceduta da tre forti spine, la prima delle quali alquanto più corta delle altre due che sono robustissime e ricurve; mentre la parte posteriore a differenza degli esemplari osservati dal Valenciennes, sì compone di 8 anzichè di 6 lunghi raggi molli. La co- dale è ampia e distintamente bipartita nel mezzo in 2 lobi larghi ed eguali. Il corpo del nostro Chrysophrys caeruleosticta è coperto di grosse sca- glie ctenoidi, a superficie liscia, a margine posteriore ellittico , pressochè di eguale dimensione menochè sul capo, sulla faccia, e sulla regione pet- torale, ove sono desse assai più esili, allungate, e più fittamente fra loro imbrecciate; non meno che lungo la linea laterale che è tracciata sopra scaglie più piccole e subtriangolari. Di queste se ne contano 50, 51 nel senso della maggior lunghezza del pesce e 28, 24 nel senso della maggiore sua altezza. La fronte, la mascella superiore ed inferiore ne sono affatto prive. Allo stato fresco questo pesce presentava una viva finta rosso-dorata, che persiste alquanto anche nel suo stato di preparazione, coi fianchi e le guancie irregolarmente spruzzati di buon numero di piccole macchie azzurre. Una marcatissima zona dorata a mezza-luna, sorge sulla sua regione in- fraorbitale, ed una grossa macchia bruna sulla regione della spalla e lungo il margine anteriore del sovraopercolo. Le natatoie tutte erano amantate da una leggiera tinta rosea uniforme. Qualunque somiglianza che questa specie potesse offrire cogli esemplari . del Pagrus Ehrenbergii, come potrebbe forse sembrare per certi rapporti, riesce eliminata dalla forma generale del corpo, dalla grossezza e maggiore sporgenza e rigonfiamento del capo, della nuca, delle mascelle, dalla mi- nore lunghezza e diversa proporzione dei raggi spinosi dorsali, e più che altro dal grossissimo apparato dei denti canini e molari, onde ne è fornita la bocca. La comparsa di questa specie di pesce nei mari della Sicilia, concorre ad avvalorare viemaggiormente il notevole rapporto di affinità zoologica che intercede fra la fauna ittiologica del Mare delle Canarie e quella del Mediterraneo ed in particolare del Mare della Sicilia. NUOVE SPECIE DI FUNGHI ED ALTRE CONOSCIUTE PER LA PRIMA VOLTA ILLUSTRATE IN SICILIA DAL PROF. GIUSEPPE INZENGA CENTURIA SECONDA (Cont. e fine, vedi vol. XII, pag. 9). 69. AGARICUS APPLICATUS, Batsch, Ser. I. LEUCOSPORUS. + Tris. XII. PLEUROTUS, Fries. Agaricus applicatus, Batsch. f. 125. — Sowerb. t. 301. — Berkl, Outl. p. 139. — Quel. p. 80. — Kickx. Belg. p. 160. — Fr. Syst. Myc., vol. 1, p. 192. — Ep. p. 137. — Ep. Ed. Alt. p. 180. — Gillet les Champ. et., Pars. 2°. Agaricus epixylon, Bull. t. 581, f. 2. — Schum. Saell. p. 366. Agaricus epigaeus., var. Pers. Syn. p. 484. Agaricus striatulus, var. hirsutulus, Alb. et Schw. p. 232. Osservazioni. — Il colorito del fungo secondo il Gillet op. cit. è azzur- rognolo, mentre negli esemplari da noi raccolti sempre cinerizio oscuro, corrispondente allo obscure-cinereus della diagnosi del Fries op. cit. Stazione. — Nei luoghi incolti boscosi sopra foglie e rami di arbusti fra- cidi in mezzo al musco, ovunque nelle campagne palermitane dall'autunno per tutto l'inverno. 70. AGARICUS ATRORUFUS, Schaeff. Sen. V. PRATELLA. — TrIiB. XXXIV. PSILOCYBE, KFries. Agaricus atrorufus, Schaeff, t. 234. — Fr. Syst. Myc. vol. 1, p. 293. — Ep. p. 230, — Ep. Ed. Alt. p. 300. — Weinm. p. 258. Agaricus montanus, Pers. Obs. 1, p. 9. — Syn. p. 428. — Fr. Syst. Myc. var. Db, p. 293. — Id. Obs. 2, p. 175. Osservazioni. — Gli esemplari da noi raccolti in diversi anni corrispon- 126 NUOVE SPECIE DI FUNGHI ED ALTRE CONOSCIUTE dono fedelmente alla citata tav. 234 dello Scheffer, ed alla diagnosi del Persoon, ove rimarcasi il carattere dello stipite dello stesso colore del cap- pello, come nelle figure dello Scheffer osservasi manifesto, e non già pal- lide-spadiceo come avverte il Fries nell’Ep. p. 230. 71, AGARICUS CLAVUS. L. Ser. I. LEUCOSPORUS. — Tris. IX. COLLYBIA, Fries. Agarieus elavus, Linn. FI. Suec., n. 1212. — Bull. t. 148 A-C, 569. — FI. Dan. t. 2265, f. 1.—Weinm. Ross. p. 100.—Cooke Brit. p. 60.—Kickx Belg. p. 150.— Quel. p. 63. — Paul. t. 97, f. 3. — Waill. Par. t. 11, f. 19-20. — Fr. Syst. Myc.I, p. 134. — Ep. p. 94. — Ep. Ed. Alt. p. 123. OsservazionI. — L’Agaricus clavus del Briganti (Hist. Fung. Regni Neap. p. 29, t. V, f. 4) corrisponde all’Ag. esculentus, Wulf. — Ved. Fries, Ep. Ed. Alt. p. 121. STAZIONE. — Raccolto, durante l'inverno, in mezzo all’erba, nell’ Istituto Agrario Castelnuovo. 72, AGARICUS CRYPTARUM, Léttel. Ser. I. LEUCOSPORUS. — TRICOLOMA, Fries. Agaricus eryptarum, Léttellier, Figures des Champignons de suppl. aux planches de Bulliard, tab. 611. OsservazionI.—Affine per la forma all’Agaricus edematopus Weinm. (vedi tav. 299 dello Scheff., e tav. '76 del Bulliard) però ne differisce principal- mente per le lamelle non scorrenti, ma soltanto poco aderenti allo stipite. Rimarchiamo l'odore disgustoso spermatico, che presenta questa specie da noi raccolta a Palermo. Stazione. — Raccolto in gennaio nella interna fracida cavità di un gi- gantesco tronco di Erythrina Viarum del Todaro nel R. Orto botanico pa- lermitano, specie distinta di albero di ornamento in Sicilia, un tempo con- fusa coll'Erythrina Corallodendron di Linneo. NUOVE SPECIE DI FUNGHI ED ALTRE CONOSCIUTE IT! 73. AGARICUS DEALBATUS, Sow. Ser. I. LEUCOSPORUS. — TrIB. VIII. CLITOCYBE, Fries. Agaricus dealbatus, Sow. t. 123. — Fr. Syst. Myc. 1, p. 92. — Ep. p. 63. — Ep. Ed. Alt. p. 88. — Pers. Myc. Eur. p. 120. — Grev. Edin. p. 376. — Secr. n. 1018. — Hogg. et Johnst. t. 10. — Weinm. Ross. p. 6l. OssERVAZIONI. — Specie variabilissima specialmente pel cappello ora cen- trale allo stipite ed ora eccentrico, a contorno ora integro, ora sinuoso e spesso lobato, non che ora piano, di raro convesso, e per lo più concavo negli esemplari da noi raccolti. Stazione. — Nel R. Sito della Favorita, boschetto di Diana, in mezzo al- l'erba e_ più frequente nel terriccio coverto di musco, nell'autunno. 74, AGARICUS ELATUS, Batsch, Ser. IV. DERMINUS. — TrIB. XXIV. HEBELOMA, Kries. Agaricus clatus, Batsch. f. 188. — Berk. et Br. n. 1238. — Saund. et Sm. t. 42, f. I. — Fr. Syst. Myc. p. 248. — Ep. p. 274. — Ep. Ed. Alt. p. 24I. — Gillet les Champ. Part. 2°, p. 927. STAZIONE. — Per tutto l'autunno comune nei boschetti di leccio del R. Sito della Favorita, ed ovunque nell’agro palermitano. 75, AGARICUS FRAGRANS, Sow. Ser. I. LEOCOSPORUS. — Tris. VIII. CLITOCYBE, Fries. Agaricus fragrans, Sow. t. 10. — With. 4, p. 161. — Pers. Syn. p. 455.— Swartz, 1808, p. 245. — Fr. Syst. Mycol. 1, p. 171. — Ep. p. 78.— Ep. Ed. Alt. p. 105. Léttellier, Fig. des Champ. de suppl. aux planch. de Bulliard, t. 658. — Brig. Hist. Fung. Regni Neapolitani, p. 41, t. 19, f. 1-4. — Hoffm. Ic. Anal. Fungo- rum, t. 3. Agaricus gratus, Schum. Saell. p. 277. Osservazioni. — Costante negli individui da noi raccolti l'odore gratissi- mo di anisetto frammisto a quello di farina di recente molita. Stazione. — Nei boschetti ombrati del R. Sito della Favorita nel volgere dell'autunno. 128 NUOVE SPECIE DI FUNGHI ED ALTRE CONOSCIUTE 76. AGARICUS FULIGINARIUS, Weinm. Ser. I. LEUCOSPORUS. — Tris. IX. COLLYBIA, Fries. Agaricus fuliginarlus, Weinm. Ross. p. 108. — Fr. Ep. Ed. Alt. p. 127. Agaricus sericellus, Pers. Syn. p. 358. Srazione. — In mezzo al musco dei boschetti del R. Sito della Favorita, comunissimo durante l'inverno. 77. AGARICUS LACTEUS, Pers. Sen. I. LEUCOSPORUS. — Tris. X. MYCENA, Fries. Agaricus lacteus, Pers. Syn. p. 394. — FI. Dan. t. 1845, f. 1. — Weinm. Ross. p. 115. — Secr. n. 954. — Berkl. Outl. p. 123. — Fr. Syst. Myc. 1, p. 152. — Ep. p. 103. — Ep. Ed. Alt. p. 135. — Obs. I, p. 38. Agaricus nanus, Bull. t. 563, f. 3, N. 0. Agaricus papillatus, Hoffm., Nomencl. t. 3, f. 2. Agaricus tenuîs, Bolt. t. 37. Stazione. — Nei boschetti del R. Sito della Favorita nel volgere dell’au- tunno e per tutto l’inverno. 78. AGARICUS RUSTICUS. Fr. Ser. I. LEUCOSPORUS. — TRIB. XI. OMPHALIA, Frices. Agarieus rusticus, Fr. Ep. p. 124. — Ep. Ed. Alt. p. 159. — Berkl. et Br. n, 1217. — Oudem p. 124. — Alb. et Schw. n. 663. Agaricus ericetorum, Pers. Obs. Myc. I, t. 4, f. 12. — Fr. Syst. Myc. I, p. 165. Agaricus niveus, Fl. Dan. t. 1015, f. 1. Osservazioni. — La più precisa figura che corrisponde agli esemplari da noi raccolti è la sopra citata della Flora Danese t. 1015, f. 1. Srazione.—Raccolto nel podere dell’Istituto Agrario nei margini dei viali coverti di musco per tutto l'inverno, spesso associato all’ Agaricus pyxt- datus. NUOVE SPECIE DI FUNGHI ED ALTRE CONOSCIUTE 129 79, AGARICUS SEPTICUS, Fr. Ser. I. LEUCOSPORUS. — Tris. XII. PLEUROTUS, Rries. Agaricus septicus, Fr. Syst. Myc. I, p. 192. — Elenc. Fung. I, p. 26. — Ep. p. 136. — Ep. Ed. Alt. p. 179. — Létell. t. 705, f. A, B, G, D. — Weinm. Ross. p. 132. — Berkl. Outl. p. 137. — Kickx. p. 159. Agaricus pubescens, Sow. t. 321. Agaricus flabellatus, Bolt. t. 72, Î. 2. Stazione. — Parassito a virgulti e ramaglia di alberi ed arbusti nello stato di fracidume per tutto l'autunno, nel R. Sito della Favorita. 80. AGARICUS SYLVATICUS, Schaeff. Ser. V. PRATELLA. — Tris. XXXII. PSALLIOTA, Fries. Agaricus sylvaticus, Schaeff. t. 242. — Krombh. t. 24, f. 9-10. — Fr. Ep. p. 520. — Ep. Ed. Alt. p. 280. OsservazIoNI. — Gl' individui di questa specie da noi raccolti in diversi tempi, si sono presentati sempre piccoli in rapporto a quelli dello Schaeff. della citata tavola 242; in modo che per questo solo carattere distintivo di grandezza non crediamo formarne una specie nuova. STAZIONE. — Comunissimo in autunno nei terreni incolti dominati dal Ro- smarino, forse perchè parassito allo sfacimento ed al terriccio di questo ce- spuglio. | 5 81. AGARICUS TENER, Schaeff. Ser. IV. DERMINUS. — TrIB. XXVII. GALERA, Frics. Agaricus tener, Schaeff. t. 70, f. 6-8. — Sow. t. 35. — Pers. Syn. p. 386. — Brig. Hist. Fung. Neap. p. 95, f. 5-10. — Fr. Syst. Myc. I, p. 265. — Ep. p. 204. — Ep. Ed. Alt. p. 267. Agaricus foraminulosum, Bull. t. 535, f. 1, 403, f. b, c. Srazione. — In primavera e nell'autunno trovasi comune ovunque in mezzo ai prati. Giornale di Scienze Nat. ed Econ. Vol. XIV. 18 130 NUOVE SPECIE DI FUNGHI ED ALTRE CONOSCIUTE 82. AGARICUS TRECHISPORUS, Berkl. . Ser. IV. DERMINUS. — Tri. XXVI. INOCYVBE, Fries. Agaricus trechisporos, Berkl. Outl. p. 156, t. 8, f. 6. — Fr. Hym. Suec. II, p. 346. — Fr. Ed. Alt. p. 236. — Pass. Fung. Parm. Stazione. — Comunissimo nelle campagne palermitane in mezzo all’erba dei prati naturali per tutto l'autunno e parte dell'inverno. 83. BOLETUS CANDICANS, Fr. Secrt. A. — CORTINARIAE, Fries. Bolctus candicans, Fr. Ep. Ed. Alt. 507. Boletus pachypus, Krombh. t. 35, f. 10-12. OsservaZIONI. — Questa specie confusa dal Krombhlotz col Boletus pachy- pus del Fries per differenza di caratteri rimarchevoli merita in verità di essere distinta e separata, per come lo stesso Fries nell'ultima di lui opera Hymenomycetes Europaei, sive Epicriseos Systematis mycologici, Ed. Alt. ci avverte alla p. 507. Boletus pachypus Krombh. t. 35, f. 10-12, Sand. et Sm. t. 11 colore totius albo (etiam stipitis) a meo videtur diversus nec unquam inter innumera B. pachypodis exemplaria similem inveni. Forte nova species, B. CAN- DICANS dicenda. Trattandosi come gli individui da noi raccolti in diversi tempi manife- stino questi prominenti caratteri meglio ancora delle citate figure del Krom- bhltz non ci sembra superfluo di pubblicare le nostre nella presente Cen- turia. FISURE E SPIEGAZIONI. Tav. X. Fig. IV. Fungo nel suo completo sviluppo. — Fig. IV.. Sezione verticale dello stesso. Stazione. — In Palermo nei boschetti di Leccio del R. Sito della Favorita per tutto l'autunno. NUOVE SPECIE DI FUNGHI ED ALTRE CONOSCIUTE 131 S4, BOLETUS LANZI, Nob. SecT. A. — CORTINARIAE, Kries. Boletus pileo pulvinato, margine acuto, sicco subtomentoso, tubulis sub- liberis sulphureis, poris concoloribus, stipiteque pileo concolore sub» ventricoso, basi purpurescente. Ssoridiis albidis. DESCRIZIONE. Il Boleto Lanzi di mezzana grandezza ha il Cappello in forma di guan- ciale, acuto nel suo contorno ripiegato al di sotto, alquanto tomentoso, di color giallo, spesso sparso di tubercoli sulla sua superficie. I Tubuli sono quasi liberi, di colore solfureo, che al taglio si mucchiano qua e là di tinta az- zurrognola, coi Pori ugualmente solfurei che gradatamente si accorciano verso lo stipite. Lo Stipite è dello stesso colore del cappello, in proporzione lunghetto, rigonfiato verso la base più o meno rosseggiante. La Carne del cappello omogenea a quella dello stipite, densa, elastica, che rotta o ta- gliata diviene in parte turchina. Sporidii ovali bianchicci. Dedico questa mia specie al carissimo amico Dott. Matteo Lanzi di Roma della Micologia odierna italiana distinto cultore. FIGURE E SPIEGAZIONI. Tav. X. Fig. III. Individuo nel suo completo sviluppo. — Fig. III. Lo stesso tagliato verticalmente nel mezzo. — Fig. III;. Lo stesso inclinato per osservare la superficie inferiore del cappello. Stazione. — Nei boschi di Leccio per tutto l'autunno in mezzo al musco ‘nel R. Sito della Favorita. 85, BOLETUS LUPINUS, Fr. Tris. IV. — LURIDI, Eries, Ep. Boletus lupinus, Fr. Ep. p. 418.

DIDO » 20 » 20 » 30 » 12 » if » 19 » 16 » 10 » 30 » 159 » 140 » 140 20 146 BOLETUS aetnensis, Inz. .... _ RENCUSSEROSUK AES det not - aestivus, Slotterb. +. 00000000 _ acunthordes; Bull... 2.300 stega ale — QnCUAr USE BA VSC -_ guperormis Bollo nia io — BR nzi cet — PIA ea e i = bulbosus, Schaeff. SASÀ —_ CAD ALORN SARE — COSTONCUSTENNIC DRM ate ene _ CONALELOUSTASCNACH e o ee eo _ cellulosus; El. Dan. +00 e oencle _ CUCOUSTO RIOT — confluens, Schum.. eta et oe —_ COMUCCUS BUE te _ _ Heads gene _ CRASSUPESTES CHIA tate oe _ CLOCCUS; Celso eta e te _ CIUSIQUUSSA PIANO o te e _ dimidiatusFhumb. ne _ FTERIARI o co diamioen corso _ ele ERO EE —_ erythropus, Ktobh. . +... +00 —_ esculentus, Pers. . +. << oss _ Hlabelliformis, Scop." << an — IMI LASSO a AI —_ fulvidus,E. -ueeià sal - gigantéus, Pers. ..e 0.6 0100 _ hepaticus, Schaeff. |. 0.0 + 0% — RENSUTUS, SCLAA Snare e — UNDI'ICALUS, DOW, 02 eee nn _ IMRISUS NI - —_ lacci Tee ene -_ Wanzi cinzia DEE bibio.o —_ lingua-cervina, Sckrank. . ... > _ JUpious Brie do aaa _ IUPIRUSS NANI Ate RE _ marmoreus, Req..... 000000 _ Messanensis@1az, atte arene _ mitens, (Bale. at _ milidus violascens, Alb. . LL... - obliquatus, Bull. . INDICE ALFABETICO è ® 0 0 0s 00 ° 00 e 000 e 00 < 0 00 © e e 0 ss s è . e 00 o 0 sa ° ® 0 0 00 . e 0 000. 0 è e 0 0. © 00 CONO 0 0 00 ® 00. è 0 00 . CSA ° . è 0 00 ® 00 eo © è ° e 0000 4 006000 CCI DC] 0 DC] . . 0 0 . + + «Vol. via Pag. » » | TB — MIRO ARS Til - gi ia — A e RIS SIR I e XII XI VI VI » » Moe Bb INDICE ALFABETICO BOLETUS. pachypus, Krombh, + 0.000.000 000 SE — panormitanus, Inz. +... 00-10 eresse —_ papyraceus, Schrank. . . ...0 0000000000 . » _ IPS irta lattato lato cea I — proleus, Bolt... .. al'el'ellol ella eVe (eta tale teca oto (stia Fttere 10 — rubeolarius, SOW. ..... ela eta talia ta ta a lololioro sine e _ TUGOSUS, TacQi +. .0 0000000 otra reo — sanguineus, Krombh. . e... 0000000000000 ur —_ _ SAGRE oe ro nn » _ SafanasteLenza NC ir Aaa eee e RI E OI) — SIGUIUS,10Z...-. aaa stoto. nre alole reiniala stu nola dn ne » — SUOLO TLENLOSUSSABO Ode Ee Mei ee ee oe DOTRÒ : » -— sulnhureus, Bull aetnanet enna ag » — tease BO 1252 atotero ata lalate pla'olotalate nata —_ LOSIACCUS ODESSA fetale eee O —_ tuherosass Lettere alata eletta ate ele nta areale — EIMICALUSSESCHMI Me e e ee - variegatus, Schaeff. +. 0 cer r00000 coco cos 00 9 _ DERRICCUS OBEOVal Vanna) norreno talala toto ee et 0» — VORO ARS ROIO INI, CANDHTARPDELUS: bryapiius; Pers. raseatate te seta lele atei cca ee CONE _ METICLA TY O ee ascidi SSR Sd) GEAEHRUS\dewudatus, Li.i< » SPHAERIA concentrica, Bolt. ........ SITR PILE MES PARO : » _ corniformis, B--i a ala GOTI ALICANA AAA TA TO, » — fraz esibiti canna ia SERIE RIM » —_ biberon ola et . . » — tumieataà; adr att bian ai = regalini ele A SREREUMORIEsO bai EL uc inn n re SE, » —_ SPECLOSU MPI SET N e . » MABEODHORA" hirsuta], o WUd 0 AT 4] » — IMESENICHICANPETS eat Sl PIERA È » —_ papyrace1i, FI. Dan. +... 000 dite » —_ tnemellna;SWArt.t1 RI are o pasa » — tnemelloides; ‘Chevallic. >. + noe - 5 » TRICHIA coccinea, Bull... ... RARE TI A did di » Giornale di Scienze Nat. ed Econ., Vol. XIV. XII VI VII VII 150 INDICE ALFABETICO TRICHIA denudata, Wither. ........ d'ale Wie ee N «+ + Vol. via Pag.159 TUBER aestivum;:Vatt:=10, 000 ne I So FRONTI » 25 -_ AMOR CISSE aceto ate alte (Nata ee te) A » 25 = Blotit, Eud. Desl..... ae UN te OD Ceo dio o + > XI » 25 — bohemicwni CGord. +. 000 a als te eee ee ee ae RI » 25 —_ CIURTIUMIISOW dtt vie ii allea eslcta alia DEI » 25 _ RIGIUM CANTO IE «è altere ache tes 180, dalia to 7 (el DAL » 25 VALSA TUDCHNOSAIOSCOPy san alto avente atolaia Neo eia ore eee O » 139 TAVOLA DEI NOMI VOLGARI DI DIVERSE PROVINCIE AgaCiCO MOSCALIO: + + + +0 è a eladie a » ... Agaricus muscartus, L. Agarico piperno. +... + «e e. ee e sie LUctarius: piperatus, Scop. BOtì. . 02000 osdi ose Agaricus Caesareus, Scop. Bolesfré 200» elefial a aretalia (0 e ate ata sO SULINAS,, LONZ. Enierona vane Roe iaepe etaa a Ve BOT: Bolè porcin. . .. + DIE o asicotià oo Ro + «+. Boletus edulis. Bolè real. .... parsiaataetere ee nasale ra BOC; BOle[OSPerDiCciosO:: alzate aaa ene e Va OA BUSARMALAt e a sO ee Saetta e eee ee Va VABAFIGO (piperino, Bubbola maggiore. ....... Tee gr o Agaricus procerus, Scop. Bubbola mezzana ...... ee VEC BUDbolagmaggiore: Ceppatello buono di selva. . ... acalerstateUsiadnVi- BOE, Porcia. Cocch indormia...... e OI RAVISIVA [CALI CONMOSCARIO, Cocchomattit tt. MOV ZA LICOMINOSCARIO. BACERENFICMOSIA lla e e nia e sara VI Agarico Moscario. Conconi anioni rutto Vs CBOGi: Concounin. .... È RUE GIO OO IO VOI COCUMEltr-dsraroto adora dat e ++» V. Bubbola maggiore. Denti osdoralenti ei ela can grant Hydnum repandum, L. SNO Sta e ere Sit et VS Boéi. RODSOBCOSSOR Aa a no te V. Boéi. HOMIsscalengRit tie ae ene V. Bolè porcin. RETUSENTOA O gio «e ee eV. Bubbola maggiore. Founs d’ la gamba lunga. ...... «+ «es V. Bubbola maggiore. RISO ate eee nente one ep Vi BOI: FROZECOcCOMN st tane nno de Nite Ol Runssoeufsz ot nr ciottolo se MAO CI: Hunsherellodigelatina: 0 «+ è +-+ V. Agarico piperino. Fungo poveraccia . . . . +. viola iero bioio V. Agarico piperino. Fungo: porcino rta ttt algo alata ale Me (BOONPOICIN: Fungo sottana ........ a erale te e a (olle 60 Va ABILICONPIPErimo. Fums neigra. oa a ae eo e Gauneberi en RARE da eee ee Teli e e Russula heterophylla, Fr, L3pacendro. +... cel .00 000 - aree . V. Lactarius torminosus, Fr. Ere RASO nale Erapa ve re eun VISIONE Lera ratio alate Manno deste ». V. Giaunet. Madalena =. te senato n iene e etniag VE UDOIAZIONEE MAIORCA V. Bubbola maggiore. Mazza di tamburo + +. .6.000+0 +++ V. Bubbola maggiore. Bubbola maggiore. Agarico piperino. Pelliccione serpentato. . .. . +... +, ++ V. Bubbola maggiore. Ombrella..... PRI AT E A ORO ATTO Pevera®bianca eee. IE ERO V. Agarico piperino. Polimata ene Site etto sota «+ V. Bubbola maggiore. Porcino ne Serate cho tia isa taraiie 0 RON BDIERRONCINO Porcino: malefico: e e e NERONE Pratajuolo maggiore .......... +00. Agaricus arvensis, Schaeff. Puinaro bianco. . «+. + «0 e es » age Ve ABACiCO piperno. Sanghin rous-dau lat ce. eo e LOCCANIUSCVOLCINUSSORL. Steccherino dorato... ..0..0 00660. V. Dentino dorato. Tignosa bianca... + ele eee io ance AGIICUS MAPPATE E Tignosa bigia. «area e Ser eo VI Ia NOsa bianca: Tignosa dorata. ...... Si SINO dae « » V. Agarico moscario. Tignosa maggiore rossa . . +. e + 00660 +. V. Tignosa dorata. Tartnfosnostrale'-5- catasta arteria se UUET aestivum, Vitt. Dowolaceios a REA A ORA Agarico moscario. Wovolo.n iena eat VECI Uoyolo: malefico». > s'alarrereto e ale rstet a e TA FALICOMIMOSCANIO, Uovolo:ordioario iO RIE Uovolo -selvatico. ...-..vo ae eee na VAIO MOSCALIO, Verino. rosso malefico: ot atea ceco ei BOSCO! TAVOLA DEI NOMI VERNACOLI SICILIANI Funcia campagnola (1)... .. Funcia castagnara . 00.000. Funcia ‘di celsa. ... 0 Funcia di chiddi russi bianc Funcia di ferra. . KEunciatdi silicio (25 fate Funcia di latticuognu .... Funcia di Levanzu . ...60+ Funcia di 'mbriacula . . + + + Funcia di quercia . ...... Funcia di SUvaru. .. 060., Funcia di vigni . 00000. Funcia di zasa......... Funcia lardàra:.. + + «+. «.e-° Funcia lattàra . L00000. Funcia ’ncarcaterra . . . +. - Funciu capiddinu ....... Funciu d’ulmU...6. 00. Funciu jaddU.......+0° Funciu vilinusu . 00. +0. Mussu di voi..... hi vilinusi. . Agaricus arvensis, Schaeff. Boletus Messanensis, Inz. Daedalea quercina, Pers. Agaricus Mappa, Fr. Agaricus ferulae, Lanzi. Russula heterophyUa, Fr. Russula delica, Fr. Agaricus nudus, Bull. Agaricus ferulae, Lanzi. Agaricus zizyphinus, Viv. V. Funcia di celsa. Polyporus arcularius, Fr. Boletus fulvidus, Fr. Agaricus fascicularis, Huds. Boletus Satanas, Lenz. Lactarius piperatus, Scop. Paxillus involutus, Fr. Agaricus procerus, Scop. Agaricus sinuatus, Bull. Polyporus intybaceus, Fr. V. Funcia lardàra. Boletus Aetnensis, Inz. (41) Specie ripetuta per inavvertenza in questa seconda Centuria, ved. Cent. prima. INDICE GENERALE AVVERTIMENTO ......... é RIP O ROTA 0) È 1. Boletus Friesii, Inz. ... +. Dico Rrossictolo abota go SEO ) 2. Daedalea Inzengae, F.......-. aura I mo SEO e 3. Polyporus lucidus, Leyss. . . +... +... È du dloroto a sra.o ò » 4. Agaricus dryophillus, Bull. ...... a RL TTONE ROTAIA ASSISI AR e) 5. Polyporus arcularius, F. rr diioloioi dista PES RS » 6. Agaricus radicatus, Belt. etere nn BE OO iO 7. Daedalea quercina, Pers... ..... SITA Sio oo oto và sd » 8. Peziza subularis, Bull. ....-. 0 asa las esita dere caste velata RARO) 9. Agaricus cristatus, Batsch. .... - DINO SR sco ie 10. Polyporus ulmarius, SOoW....... nale We fee oO la leali s » le — candidus, Roth. ..... eTora droxol odralibalo a divi So) 12. Boletus: Messanensis) Inzona ee eta e eee » 13. _ fulvidas: ea Se e retata . oretta al 1A. Helvella\elastica BH OR pistole iaia le «e 15. Fistulina hepatica, F. ........ FIGO Saro ID era od 0 Si iT 16. ‘Agaricus appendiculatus, Bull". +++ ave 0a ant set Io — CIYpeolatius OBOE a - . » 18. —_ LiMosus Bulls ante toretele 5 o " Seal 192 Pag lUsSIRVO ULI SBr ee o II se G5 OLIO 20.Agaricus.nudus;. Bullet e e, nale etragie tao » 2. — VESUMIAMUS:EBLIgHA fat Rete e e die » 22. Polyporus sulphureus, Bull. ..... Steota c Soon » DINA garicus sinuatus: Bull to ene Skate le Tei e DI. — pyxidatus Balle e e SISI CION O O IEio 00 CITE RIA 25, Stereum. speciosum, Brie 2a 9 dee Lea 20, Arcyria:punicea Er ni ore ehe I Nodo » 27. Boletus panormitanus, Inz. ... nada sà d'oc oo » 28.. Boletus Aetnensis pedate Cio FR o SIE » 29. Polyporus intybaceus, Fr. ..... cMle fatie]CoMe fe feMe {e e MEN do 30. Hydnum repandum, L. atea 5 gb Re » 31. Agaricus melanopus, Fr. ...... 0. Aosta valo POME Aaa » 32. ‘Boletus Bellini, Inz.-......% DO co RD 33. Agaricus pantherinus, DC. ... ..... o ele]ie delieNieVis(i= Gelli motan 34 —- procerus, Scop..... ore af e| telo lo\a folio Me Rete E v Pag })) » » » » » » ) » » » » » » » » » »d » » » VI » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » VII » » » » » » » » » » » XI » » » » » » » INDICE SENERALE 159 SovAgaricus. cyatiformis, Bulli... espe nea oa BIO L'ON SoE Vol. xn Pag. 12 36. —_ fascienlaris;Huds.ta eta ara 0 PERENNI (ero did DI ‘2 dt — parvulas, Wenn: Ai igiene de e 38. — ferulde; Lanziyo nes Re e n iti ST SR) Sean harclusksEorcish 2 e n d040Agarcus-perbrevis, : Velma. ana e ei ta ate renga e AD MiiCoprinuscephemeris. Bull: e RR n 16 Sosslcaetarius..torminosns; Er oO Nut e eh Dardi 16 iMmabBolyporos: vulgaris Best e ie I e o DA ULTI 44. — violaceus, Fr. ...... DIC SIRO AAA! ORA II PN DIM DOS TIA 45. Agaricus ericaeus, Pers. ........ 5 DION LERIOE istante vita DIDO RAS 46. Lentinus cochleatus Fr. ....... SRTUORRN e PR Seta Aaa » » » 18 AA ZArICIS MUSEO rale etti enti ee ego Vago PR SEE Sr I Pi Co. 48. — Caesareusi*"Scop, 7; ella atea ne rie ae tela e e) 49. —_ ZIENPMINUS:g NV O e ED Da II 50. Peziza sicula, Inz. ........ ISO Eine RETTA ON E DITA 5I. — BufoniasgBers- n to DINO) » 23 59I —_ migrella:BPersi. tati ea eee ae eolie SM A BT! 59 Coprinus micaceus, E. ....3.. e. MR RSI II IA ROTA COME MO eee AOL 54. Panus rudis, F. .......... SERE Re COND elio a VA ROONEY No pe. SoralicotlaWlUDLricaMPers- Rete sta 0 ar eta atene eco eretto e ne RES pa o HE IENE VIE IReeitOO A RSSE E) o) OS S7eCantharellus:bryophilus; Fr... ... DES IRA Die en 26 58. Hygrophorus coccineus, Fl. +... 00.010 00010 EEN TO) BOZsIactarius vole museo ese ee e ela 8 ateo PD begrolctastedn is Balli al lea niet ente, DD BI 61. Agaricus arvensis, Schaeff. ........... RO PET A Se MIN 1) 62. Hygrophorus chlorophanus, Fr. ..... sia n È pi Sd o e ica GOA paricusi mappa; (Ere = stereo cuenta SRLenE SNO. RO GiSEActariusspiperatUs, SCOP:: 0.000 arene ariana n ea onestà 0 65. Russula heterophylla, Fr... ........ BISON, GESTORE SCOVARE TO ) ye ea SG) 66%Agarieus praecox, Pers. c.ca aerei III RICA II o NST A RIE E AE GIALOyperns migrigangg El, alette sleale di Sele te ARTO ERE ER o 68. _ polymorphuas; ROstk. .‘- " 0 ceo «10 0 aereo sonno sul 126 70. —_ A LLONLU US TESCNACt EN een PIMA25 TUO — clavus; ale: Si doo io seo DI lenire PRESSE AE REA » 126 72. — ervprarami. Letelli sta state sro ene TIC » 126 SES AA ]DALAS: NOW i SERRA PA RIE. » 127 74. _ CIALUS BASCHI Ie et DI e127 75. — IEARLANSIISONVA EIA Re ect » 127 76. — TU IEMARIOS RAVEN MI A Neto eo I 2 71. —_ RCCCOSAARErS Ati o ateo e Na » 128 156 78. Agaricus rusticus, Fr... ... SE b, SES L'olree Ne TRL — Seplicus Bin Mou sta ia FU . e'Qauol nile 80. _ sylvaticus, Schaeff. . .... . RO ERE SRO 8I. _ CeneniSchaeie e eee ae RETRRANSo CESIRTO 82. _ trechisporus, Berio BRR IRE 83. Boletus candicans, Fr... ....... cao : da co 84. —_ Lanzitvinz: e RR e Ò 5 85. — li pio userei . SONO o 86. —_ Satanas; Lenz: NR DIO OE ERO 20 RO 87. —_ SICULUSSRINZE Re i a i Seco 88 Glavacia IMUSCOLResA0l. Me BRIO x Sic 89. Coprinus panormitanus, Inz. ....... SESb ig cdr SI 90. Langermannia candida, Rotstk. ........ 5 È 0 91. Phlebia mesenterica, Fr. TRILO NARA igedriato SaronanO 92. Polyporus applanatus, Wallr........ So RR rd 93. — CHOCCUSAOPELS MI e 5 RC, SONO 94. — LICANLCUS OR e Mare ic O I SIE 95. -- PerennIstel, e a I 3 BSc 96, Russulafdelica Ero a RR ae ca ESE 97. — NISFIgANSs OM ne en spente SIC I NR 98. Sphaeria concentrica, Bolt. ..... AT e agio sche 99. _ corniformis, Fr. . 5 RR atei @is o. e Melato algo e 100. Stereum hirsutum . ..... Cari VPI oi A ARIE o INDICE GENERALE — . 128 129 129 129 130 130 131 131 132 134 134 135 136 136 136 137 137 138 138 139 139 140 140 SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO DELLE MONTAGNE DEL CASALE E DI BELLAMPO NELLA PROVINCIA DI PALERMO PER IL PROF. GAETANO GIORGIO GEMMELLARO (Continuazione). » NerIToPsis TarAMeLLII, Gemm. (Tav. IV, Fig. 9 e 10). LIRE IE SERE E TT IA ER EE RI MAN i dna ez A I RR en o ata o in ». Conchiglia obbliquamente ovale, alquanto rigonfiata, quasi così alta che larga e senza ombellico. La sua spira, prominente, risulta di 3 a 4 giri, il cui ultimo grandissimo, da formare quasi l’intiera conchiglia, è legger- ‘mente depresso ed escavato presso la sutura. Essa ha l’ apertura largamente ovale, che termina indietro strettamente angolosa; il suo lato columellare è escavato e strettamente incrostato. Questa conchiglia è ornata di cingoletti longitudinali, numerosi e ine- guali, de’ quali 5 a 7 sulla parte centrale dell'ultimo giro sono più grossi e prominenti degli altri. Questi cingoletti, che sono quasi imbricati per lo ‘incontro di numerose e fine strie trasversali d'accrescimento, vengono an- “Cora intersecati da pieghe prominenti, larghe e superiormente rotondate, di cui se ne contano da 7 a 8 sull’ultimo giro. Questa specie è affine alla precedente dalla quale sì distingue per essere ‘di forma obbliquamente ovale, anzichè trasversalmente, e per essere al- Giornale di Scienze Nat. ed Econ. Vol. XIV. 22 158 SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. quanto escavata indietro, lo che non osservasi nella Neritopsis Sophrosine, Gemm. Inoltre nella specie in esame i cingoletti longitudinali sono più grossi, ve ne sono alcuni più rilevati e grossi degli altri nella parte cen- trale dell'ultimo giro, e le pieghe trasversali sono molto più rilevate e meno numerose. Essa proviene dal calcare cristallino bianco della Montagna del Casale della provincia di Palermo, ove non è molto comune. Nel Museo di Geo- logia e Mineralogia della R. Università di Palermo se ne conservano quat- tro esemplari. Spiegazione delle figure. Tav. IV, Fig. 9. Neritopsis Taramellii, Gemm. vista dal lato dell'apertura. Fig. 10 idem; vista dal lato opposto all'aper- tura. NeRIToPsIis CANAVARII, Gemm. (Tav. IV, Fig. 20 a 22). Questa specie, di cui l'esemplare qui disegnato ha le seguenti dimensioni Luaghezza: cd et ri e O MIAO MESERO ne Latghezza tt pat RI O n I Ro I IO TION III Co arriva ad avere una grandezza maggiore, avendone un altro di cui la lun- ghezza è di 30m, Questa conchiglia è ovale trasversalmente, quasi globosa e senza ombel- lico. La sua spira, alquanto prominente, consta di giri, il cui ultimo è grandissimo, ventricoso ed escavato lungo la sutura. La sua bocca larga- mente ovale termina indietro un poco acuminata. Il lato columellare è for- temente escavato e depresso sulla regione ombellicale. La sua superficie è ornata di cingoli longitudinali, fini e numerosi resi imbricati dall'incontro di finissime strie trasversali d’accrescimento. 1 cin- goli non hanno tutti la stessa grandezza, ma di tratto in tratto ve ne sono alcuni più grossi e prominenti, fra' quali se ne rinvengono da 3 a 5 più piccoli. Essi vengono intersecati sull’ ultimo giro da 8 pieghe trasversali, piuttosto strette, rilevate e rotondate superiormente. Questa specie è vicinissima alla Neritopsis ornatissima, Stol. proveniente dagli strati di Hierlatz. Se ne distingue perchè è provvista di pieghe tra- sversali, meno numerose, più grosse e rotondate superiormente, e di cin- goletti più fini e non alternanti. Essa ha eziandio la bocca più larga e il lato columellare escavato e depresso sulla regione ombellicale. x Questa bella Nerifopsis è stata trovata nel calcare cristallino grigio della SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. 159 Montagna di Bellampo presso Palermo. Nel Museo di Geologia e Minera- logia della R. Università di Palermo ne abbiamo due esemplari. Spiegazione delle figure. Tav. IV, Fig. 20. Neritopsis Canavarti, Gemm. vista dal lato della bocca. Fig. 21 idem; vista dal lato opposto alla bocca. Fig. 22 idem; un frammento d’un altro esemplare ingrandito per far ve- dere la sua ornamentazione. NeRITOPSIS BINoDosA, Gemm. (Tav. IV, Fig. 18 e 19). DER EZZOnEe E e Rd talee poi LET eZzA io RETE dea EER E AA It) ine Conchiglia ovale trasversalmente, più larga che alta e senza ombellico, La spira formata di 3 giri è pochissimo prominente. Essa ha l'ultimo giro grandissimo e provvisto, un po’ al di dietro della metà della sua altezza, d'una carena che lo divide in due parti, la cui posteriore, declive ed esca- vata al centro, si prolunga sul giro precedente da dar luogo ad una sutura imbricata e lineare. La sua apertura è grande e rotonda. Questa conchiglia porta sulla superficie dell'ultimo giro 6 pieghe trasver- sali, fortemente nodose sulla sua parte anteriore e sulla carena, e strette e quasi scancellate nel loro tratto intermedio. I nodi della serie posteriore sono più grossi di quei dell’anteriore, ma questi stanno concatenati fra di loro. Queste pieghe vengono intersecate da numerosi cingoli longitudinali, i quali non essendo ben conservati sugli esemplari, che ho sott'occhio, non sono al caso di poterne dare una minuta descrizione. La Neritopsis binodosa, Gemm. è molto vicina alla Neritopsis Busam- brensis, Gemm. da cui differisce per avere la spira meno prominente e le pieghe trasversali meno grosse e binodose ; oltre a ciò questa specie non è affatto rimata ed ha la bocca più grande. Affine ancora coni giovani della Neritopsis immanis, Gemm. se ne distingue, perchè ha la bocca più rotondata e perchè la serie anteriore dei nodi è più in avanti di come si trova in questa specie. I due esemplari della Neritopsis binodosa, Gemm., che si conservano nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo, proven- gono dal calcare cristallino bianco della Montagna del Casale della pro- vincia di Palermo. Spiegazione delle figure. Tav. IV, Fig. 18. Neritopsis binodosa, Gemm. vista dal lato dell'apertura. Fig. 19 idem; vista dal lato opposto all'aper- tura. 160 SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. NeRITOPSIS IMMANIS, Gemm. (Tav. IV, Fig. 14 a 17). Lunghezza sv, td rc a I OO ATE 38” Larghezza. “. Lin, Vate SUI EROE RR N RE RI IO O la 47° Questa conchiglia è grande, ovale trasversalmente e senza ombellico. La sua spira risulta di 3 giri, il cui ultimo è fortemente arcuato, grandissimo e carenato indietro. La sua bocca è obbliquamente ovale; il lato columel- lare fortemente ‘escavato ed incrostato. Essa è provvista di pieghe trasversali più o meno grandi, alcune delle quali divengono estremamente nodose sulla sua parte anteriore e sulla ca- rena. Ne' grandi esemplari le pieghe sono nodose nella prima metà dell'ul- timo giro, mentre in quella esterna mancano di nodi. Queste pieghe ven- gono intersecate da cingoli longitudinali scancellati. Gli esemplari giovani della Ner:fopsis îimmanis, Gemm. si distinguono dalla Nerifopsis binodosa, Gemm. per le differenze sopra indicate. Quando questa specie è adulta prende un aspetto tutto proprio, per cui facilmente si distingue dalle sue congeneri. Questa specie proviene dal calcare cristallino bianco della Montagna del Casale della provincia di Palermo. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo se ne conservano alcuni esemplari. Spiegazione delle figure. Tav. IV, Fig. 14. Neritonsis immanis, Gemm. vista dal lato dell'apertura. Fig. 15 idem; vista dal lato opposto. Fig. 16 idem; altro esemplare visto dal lato dell’apertura. Fig. 17 idem; lo stesso visto dal lato opposto all'apertura. NERITOPSIS PLANISPIRA, Gemm. (Tav. IV, Fig. 11 a 13). Lunghezza. fee e URINE e RENO DE DA AVIO 1 ile Larehezza: antifa e OM TONE 1555 Conchiglia depressa indietro e largamente ombellicata.. La sua spira, piana, è formata di 3 giri, divisi fra di loro da suture fortemente impresse e quasi canaliculate. L'ultimo giro è fortemente carenato sul terzo poste- SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. 161 riore della sua altezza. Essa ha l’ombellico largo e profondo. La sua bocca è rotonda, e il lato columellare appena escavato. La sua superficie è ornata di cingoli longitudinali che sulla parte poste- riore o depressa dell'ultimo giro sono alternanti in grossezza, mentre sulla sua parte anteriore fino al contorno ombellicale se ne trovano da 6 a 7 più grossi e sporgenti, fra cui ve ne ha intercalati 3 o 4 più fini. Questi cin- goli sono resi flessuosi dall’intersecazione di forti strie d’accrescimento e di pieghe trasversali. Le pieghe, che sull'ultimo giro sono al numero di 7, sulla sua carena prendono la forma di pieghe spinose, molto sporgenti e depresse d’avanti indietro. Questa specie è interessantissima, perchè è una forma intermedia tra le Neritopsis e le Nariche. Essa sebbene sia spessa ed abbia l’assieme delle Neritopsis, pure per la configurazione della sua bocca, per l'andamento del suo lato columellare e per il suo largo ombellico avvicinasi alle Mariche. Questa Neritopsis non ha specie affini. Essa proviene dal calcare cristallino bianco della Montagna del Casale della provincia di Palermo. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo se ne trovano quattro esemplari. Spiegazione delle figure.-l'av. IV, Fig. 11. Neritopsis planispira, Gemm. vista dal lato dell’ apertura. Fig. 12 idem; vista dal lato opposto all’aper- tura. Fig. 13 idem; vista dal lato posteriore. PILEOLUS, Sowerby. PiLeoLos Tater, Gemm. (Tav. IV, Fig. 23 a 26). RENE ZAR ONE SIR AE Li tn 4°” LIETTA A O IE RES I A E CAO SEE GENE PESTO clap Gea Conchiglia irregolarmente conica, la cui altezza è minore della metà della sua larghezza. La sua superficie superiore è liscia e soltanto provvista di strie d’accrescimento obbliquamente concentriche, ed ha l’ apice molto ec- centrico trovandosi inclinato verso il lato posteriore della conchiglia. La sua base ha un contorno più o meno irregolarmente circolare e frangiato. La sua apertura è piccola e semilunare, con il labbro esterno liscio, e l’in- terno dentellato. L'area columellare è fortemente incrostata, liscia, convessa ‘e con contorno ovale. Questa specie è affine al Pileolus laevis, Sow. da cui si distingue non solo 162 SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. per la posizione del suo apice che è molto più laterale e inclinato indietro, e della sua apertura che sta più di lato, ma pure per la mancanza del cer- cine sul suo labbro esterno. Questa specie è piuttosto comune nel calcare cristallino bianco della Mon- tagna del Casale della provincia di Palermo. Nel Museo di Geologia e Mi- neralogia della R. Università di Palermo se ne conservano sei esemplari. Spiegazione delle figure. Tav. IV, Fig. 23. Pileolus Tatei, Gemm. visto dal lato dell’apertura. Fig. 24 idem; visto di lato. Fig. 25 idem; visto dal lato dell’apicc. Fig. 26 idem; altro esemplare visto dalla stessa parte. LITTORINA, Férussac. LITTORINA SsINISTRORSA, Gemm. (Tav. IV, Fig. 36 a 38). Lunghezza degli esemplari disegnati Re RI Era Larghezza. ip ice de N I Ra ya Angolos:spirale; da: nr e OO RR SO a Conchiglia sottile, sinistrorsa, liscia, conoide, allungata e senza ombel- lico. La sua spira è formata di giri piuttosto alti, convessi e un po’ coar- tati indietro, il cui ultimo è alquanto angoloso in fuori. Essa ha le suture lineari e distinte. La sua bocca è intiera, ovoide e un po’ obbliqua, e il lato columellare escavato. Le sue strie d’accrescimento, fortemente obblique, leggermente sinuose e dirette indietro presso il margine posteriore de’ giri, sono un po' larghe e irregolari, percui la superficie della conchiglia’ pare che risulti dalla so- prapposizione di spesse lamine imbricate le une sulle altre e con margini irregolari, come si osserva sopra alcune Littorine. Questa specie, per la configurazione del suo lato columellare per la di- sposizione delle sue strie d'accrescimento e per la loro sinuosità diretta in- dietro presso il margine posteriore de’ giri, credo che debba considerarsi come una Litftorina. In questo genere le specie lisce, quantunque non siano le forme dominanti, pure non sono rare, e non solo nell'epoca presente, ma ancora in quelle passate. Nei terreni secondarî abbiamo la Liftorina bo- noniensis, de Lor. proveniente dal portlandiano di Ningle presso Bulogne- . sur-mer, e la Litforina undata, Stol. dal gruppo d'Arrialoor presso Coma- rapolliam (Indie). SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. 163 Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo si conservano sette esemplari di questa specie che proviene dal calcare cri- stallino grigio della Montagna di Bellampo presso Palermo. Spiegazione delle figure. Tav. IV, Fig. 36. Liftorina sinistrorsa, Gemm. vista dal lato dell'apertura. Fig. 37 idem; altro esemplare visto dal lato op- posto. Fig. 38 idem; un frammento per far vedere la disposizione DELE strie d’accrescimento (ingrandito). AMBERLEYA, Morris et Lycett. AnpERLEYA DestLonecHAanpsi, Gemm. (Tav. IV Bia 272,29): Eunphezza'ealcolata tt ee Ae e 9018 449 I Aolezza e ROIO LOT ta Ameolorspira ele N ro 0 017° Conchiglia sottile, turbinata, ventricosa e non ombellicata. La sua spira, acuta, risulta di 6 giri convessi resi angolosi, anzi carenati, dalla presenza d'una serie longitudinale di grossi tubercoli concatenati fra di loro. L’ ul- timo giro è grande e alquanto ventricoso , il quale al di sopra del terzo posteriore mostrasi fortemente angoloso per la presenza d'una serie longi- tudinale di tubercoli. Questo giro nella sua porzione posteriore è escavato e nella anteriore convesso, declive ed esteso in avanti. I suoi tubercoli sono grossi, al numero di ll e più o meno concatenati fra di loro. Essi nella loro parte anteriore vengono circoscritti d’ una leggiera depressione lon- gitudinale , la quale è anteriormente limitata d’uno stretto cercine più o meno chiaro e distinto. La sua bocca è ovale e strettamente angolosa in- dietro; ha il lato columellare escavato e strettamente incrostato, e il lab- bro semicircolare e sottile. Questa specie per la sua ornamentazione, se si toglie l’Amberleya nodosa, Bachm. e l’Amberleya mediterranea, Gemm., non ha affinità alcuna con le numerose specie che oggi si conoscono di questo genere. Essa si distingue dall'Amberleya mediterranea, Gemm., con la quale è vicinissima e proviene dalla stessa zona geologica, per essere meno sfusata, per avere i giri più fortemente angolosi e il lato columellare più escavato. Inoltre essa manca delle pieghe trasversali che si osservano sulla parte anteriore dell’Amber- leya mediterranea, Gemm., come ancora i suoi tubercoli sono più grossi e meno numerosi per ogni giro. 164 SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. Questa specie si trova nel calcare cristallino bianco della Montagna del Casale della provincia di Palermo, ove è piuttosto comune. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo se ne conservano varî esemplari. aaa delle figure. Tav. IV, Fig. 27. Amberleya Ducoli î, Gemm. vista dal lato dell’ apertura. Fig. 28 idem; vista dal lato op- ur all'apertura. Fig. 29 idem; altro esemplare visto dal lato opposto alla bocca. - AMBERLEYA MEDITERRANEA, Gemm. (Tav. IV, Fig. 30 e 31). Lunghezza: calcolata ro o o Larghezza: n Let ALTI GRISO MR OASI CERO VITTO ion Angolo: spitàle da a e Ve I SII IR RO ANI Conchiglia sottile, turriculata, ventricosa e non ombellicata. La sua spira, molto prominente ed acuta, consta di giri resi angolosi, un po’ al di dietro della metà della loro altezza, dalla presenza d’una serie longitudinale di nodi alquanto compressi a’ lati. La parte posteriore de’ giri è leegrermente escavata e liscia, mentre l'anteriore è declive e presenta un certo numero di pieghe trasversali più o meno rilevate, che semplici o anastomizate mettono capo ai nodi. L'ultimo giro, grande, ventricoso e angoloso presso il suo terzo posteriore, è un poco escavato nella sua parte posteriore, e fortemente convesso ed esteso in avanti. Sulla sua parte anteriore si tro- vano delle pieghe trasversali, numerose, irregolari e indecise, che al diso- pra della metà dell'altezza del giro divengono nodose, formando una serie longitudinale di nodi più o meno distinti. Al di dietro di questa serie lon- gitudinale di nodi le pieghe si deprimono, dando luogo ad una escavazione longitudinale, ed ivi ordinariamente anastomizandosi, si spingono indietro producendovi un’altra serie longitudinale di tubercoli, grossi, un po’ late- ralmente compressi ed avvicinati che rendono angoloso questo giro. Esso nella sua parte posteriore è soltanto provvisto di forti strie trasversali di accrescimento. La sua apertura è ovale, appena angolosa in avanti e for- temente indietro; ha il lato columellare le@grermente escavato ed incrostato, ed il labbro sottile e semicircolare. Questa specie si distingue dalla precedente per le differenze sopra indi- cate. SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. 165 Essa è stata precedentemente da me chiamata Amberleya Lycetti, ma vedendo che il Moore ha dato questo nome ad un’altra specie, proveniente dal lias superiore de’ dintorni di Compton (Inghilterra), ho creduto neces- sario cangiarle il nome. Essa è comune nel calcare cristallino bianco della Montagna del Casale della provincia di Palermo, della quale nel Museo di Geologia e Minera- logia della R. Università di Palermo se ne trovano molti esemplari. Spiegazione delle figure. Tav. IV, Fig. 30. Amberleya mediterranea, Gemm. vista dal lato opposto all’ apertura. Fig. 31 idem; altro esemplare visto dallo stesso lato. HAMUSINA, Gemmellaro. Riunisco sotto questo nome un gruppo di gasteropodi, che hanno la con- chiglia sottile, sinistrorsa, conico-turriculata, tubercolosa, oppure muricata e senza ombellico. La sua spira è acuta. L'ultimo giro esternamente ango- loso è un po’ piano o convesso in avanti. Ha l'apertura rotonda; il lato co- lumellare escavato e incrostato; ed il labbro semplice che termina indietro prolungandosi lateralmente. Le sue strie d’ accrescimento sono molto ob- blique. Queste specie di gasteropodi, sebbene abbiano la forma di molti Trochidz, se ne allontanano per la sottigliezza e per le anomalie che presentano le loro conchiglie. Questi due caratteri le legano strettamente alle Lifforinidi, essendovi in questa famiglia le Amberleye, le Onkospire e le Melaraphis che hanno la conchiglia sottile, e le Littorine che spesso si presentano mo- struose. Le Hamusine si distinguono dalle Amberleye per il loro assieme, per lo svolgimento de’ loro giri a sinistra e per la forma dell'apertura; e dalle Onkospire non solo per queste differenze, ma ancora per la mancanza delle tracce degli antichi peristomi sui giri. Esse all'incontro hanno una grande analogia nella forma e nell’ornamentazione con gli Hamus (==Tectarius Valenc.); però ne differiscono perchè sono sinistrorse e sottili, e perchè mancano di strie longitudinali sul labbro e di callosità sulla parte anteriore della loro columella. . Lo Stoliczka, nella sua classica opera Cretaceous Fauna of Southern In- dia, vol. 2, p. 263, Palaeontologia Indica, occupandosi dei diversi generi delle Liftorinae, così si esprimeva sopra alcune specie fossili che allora ve- nivano considerate come Turbiî. « A few large, and generally reversed spe- cies, like Turbo Bertheloti, d’Orb. or Turbo Hornesi, Stol. from liassic de- Giornale di Scienze Nat. ed Econ., Vol. XIV. 1 23 166 SUl FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. posits, have most probably to be separated into a distinct genus, belonging to this sub-family. » E realmente, a mio credere, nè l'una nè l’altra di queste due specie si possano correttamente considerare come Turbi. Anzi sono d’avviso che il Turbo Bertheloti, d'Orb. debba riferirsi al nuovo ge- nere Hamusina avendone intieramente i caratteri fondamentali. Non così per il Turbo Hornesi, Stol. che ha tutt'altro stampo e che non può affatto disgiungersi, come dirò in appresso, dalle Scaevole. Questo nuovo genere è caratteristico della serie delle formazioni liasiche. Hanusina DAmesi, Gemm. (Tav. IV, Fig. 39 a 4l). Lunghezza: i tea e ca fe ER] O RN L'arehieaza:i e iena ee RN o OA MMC SANE AES a Angolo spirale da ta o a A I E SO SAN I VA O OR Conchiglia sottile, sinistrorsa, conico-turriculata e senza ombellico. La sua spira, acuta, risulta di 7 a 8 giri, carenati presso il terzo anteriore e piani indietro. L'ultimo è angoloso esternamente e piano e liscio in avanti. La sua bocca è rotonda, il lato columellare escavato ed incrostato , ed il labbro semplice, che indietro si prolunga lateralmente. L’ornamentazione di, questa conchiglia varia con l’età.I suoi primi 3 0 4 giri hanno una carena finamente granulosa presso il loro terzo anteriore, ed un cingolo longitudinale lungo le suture, de’ quali l'anteriore è semplice e il posteriore granuloso. Negli altri giri il numero de’ cingoli longitudi- nali si fa sempre maggiore, contandosene, sull'ultimo degli esemplari adulti, 3 sulla parte posteriore della carena, e 4 su quella anteriore. Questi cingoli non sono della stessa grossezza, ma aumentano di dietro in avanti, e quei che si notano sulla parte anteriore della carena alternano in grossezza fra di loro. Essi vengono intersecati da pieghe leggiere, numerose e fortemente obblique, che li rendono più o meno granulosi a seconda la loro maggiore o minore sporgenza. I granuli della carena hanno la forma di miglio. Tutta la superficie della conchiglia è inoltre ornata di strie d'accrescimento, nu- merose, fine e anche esse obbliquamente dirette. Taluni esemplari di questa specie presentano l’ anomalia d'avere alcune pieghe molto più prominenti e grosse delle altre. Questa Hamusina non ha veramente specie affini. Si distingue dalla Ha- musina Zignoi, Gemm. perchè è meno sfusata, perchè è ornata d’un numero SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC, 167 maggiore di cingoli longitudinali, e perchè i suoi giri sono carenati più indietro. Essa proviene dal calcare cristallino grigio della Montagna di Bellampo presso Palermo. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo si conservano 6 esemplari di questa specie. Spiegazione delle figure. Tav. IV, Fig. 39. Hamusina Damesi, Gemm. vista dal lato dell’ apertura. Fig. 40 idem; vista dal lato opposto. Fig. 41 idem; esemplare giovane visto dal lato opposto all'apertura. Hamusina Zignor, Gemm. (Tav. IV, Fig. 42 a 46). Eeeehezzat rio SIA ARRE O RO e O TI ES EZZA: a IR I RI AMBO E o e i ATISOLONS PURA R e re I IE SR e era SI Conchiglia sottilissima, sinistrorsa, conico-turriculata e senza ombellico. La sua spira, acutissima , consta di giri piani, leggermente gradinati in- versamente in avanti, di cui l’ultimo è angoloso in fuori e quasi piano in avanti. La sua bocca è rotonda, il lato columellare escavato e fortemente incrostato, ed il labbro semplice e indietro prolungato di lato. Questa specie è munita di pieghe trasversali, numerose, strette e leggiere, che lungo il margine anteriore de’ giri divengono nodose, mentre svani- scono verso la loro parte posteriore, e in loro vece vi si nota una serie longitudinale di piccoli granuli. Tutta la sua superficie è ornata di strie longitudinali estremamente sottili, le quali venendo intersecate da strie di accrescimento obblique, flessuose, ineguali e fine le rendono flessuose. Quasi tutti gli esemplari di questa specie presentano l'anomalia d'avere alcune pieghe trasversali estremamente sviluppate. Questa Hamusina si distingue dalla precedente per le differenze sopra dette. Essa proviene dal calcare cristallino bianco della Montagna del Casale della provincia di Palermo, ove non è molto rara. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo ne abbiamo varî esemplari. Spiegazione delle figure. Tav. IV, Fig. 42. Hamusina Zignoi, Gemm. vista dal lato dell'apertura. Fig. 49 idem; visto dal lato opposto. Fig. 45 idem; altro esemplare che presenta l'anomalia d'avere alcune pieghe più grosse delle altre. Fig. 46 idem; altro esemplare che ha la stessa anomalia. 168 SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. SCAEVOLA, Gemmellaro. Conchiglia spessa, sinistrorsa, più o meno conico-turriculata, oppure co- nico-depressa ed ombellicata. La sua spira, acuta e qualche volta poco spor- gente, è formata di giri più o meno convessi ed ornati di cingoli longitu- dinali, che vengono intersecati da pieghe trasversali, variciformi, che sono le tracce delle bocche successive. La bocca è rotonda e più o meno mar- ginata. Le strie d'accrescimento sono perfettamente trasversali, fine e spesso profonde da dare alla superficie della conchiglia l'aspetto laminare. Grande è l'analogia che hanno le Scaevole con le Liotie è per l'ornamen- tazione e per la conformazione della bocca e per la presenza delle tracce delle loro antiche bocche sui giri. Però la loro forma dominante che è co- nico-turriculata, anzichè globolare o discoide, come si trova ordinariamente nelle Liotie, lo svolgimento de’ loro giri a sinistra, che non si conosce in nessuna delle specie di questo ultimo genere, e la conformazione della loro apertura che, sebbene sia marginata, manca dello spessimento calloso che si nota nelle Liotze, me le fa considerare da loro diverse. Fino a pochi anni addietro si credeva che le Liotie fossero comparse as- sai tardi sulla superficie della terra; ma ora che si sono ragionevolmente riferite a questo genere varie specie della serie de’ terreni cretacei, giuresi e liasici (1) che venivano rapportate a’ generi Turbo, Solarium, Straparo- lus e Delphinula, non è da meravigliare se considero le Scaevole, per la loro grande analogia che hanno con le Liotie, come un nuovo genere di gasteropodi, appartenente alla famiglia delle Liotvidi. ll Turbo Hoòrnesi, Stol. degli strati di Hierlatz, il Turbo Bertheloti ? Moor., non d’Orb., proveniente dal lias superiore di Compton (Inghilterra) e il Cirrus Fournetti, Dum. del lias superiore di Crussol (Francia) sono tre specie che debbono riferirsi a questo nuovo genere avendone proprio tutti i caratteri. Le Scaevole sono finora caratteristiche della serie delle formazioni liasiche. (4) Il signor Canavari nel suo bel lavoro intitolato « Sui fossili del lias inferiore nell'Appennino centrale » fa conoscere sotto il nome di Straparolus circumeostatus, Canav. una Liotia, che è l’esem- pio della più antica specie di questo genere. Pf > SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. 169 Scaevora Busamprensis, Gemm. (Tav. V, Fig. 1e 2). Meu abezzatt. 1: LS tto DE ARA RE LI RE Ai II Das Dezza tao. cileno ARR RR Anpealospiale data o e i dea 58° Conchiglia spessa, sinistrorsa, conico-turriculata ed ombellicata. La sua spira, molto acuta, risulta di 8 giri convessi, il cui margine posteriore si prolunga sui precedenti dando luogo a suture superficiali, imbricate e fles- suose. L’ombellico-è largo, ma non molto profondo. La bocca rotonda e mar- ginata. Questa conchiglia ha delle pieghe trasversali, tracce delle antiche bocche, cui sull'ultimo giro se ne contano 10, che si prolungano le@giere e indecise sulla sua faccia anteriore arrestandosi al contorno dell’ombellico. Esse ven- gono intersecate da cingoli longitudinali, i cui tre anteriori ingrossandosi sulle pieghe rendono i giri tricarinati. La superficie della conchiglia è or- nata ancora di strie longitudinali numerosissime, fine e alquanto flessuose, che intersecando le numerose, profonde e irregolari strie trasversali d’ac- crescimento la rendono alquanto corrugata. Sulla sua base tanto le strie concentriche quanto quelle trasversali d'accrescimento sono molto più fine e superficiali. Questa specie è vicina alla Scaevola (Turbo) Hornesi, Stol. e alla Scae- vola (Turbo) Bertheloti ? Moor., non d'Orb. Differisce dalla prima specie, x perchè i suoi giri sono tricarinati e le suture punto profonde, e perchè è più largamente ombellicata e manca alla sua base di cingoli concentrici. Essa si allontana dalla seconda specie per avere i giri più acuti e tricari- nati, l’ombellico molto più largo e il lato columellare meno rovesciato e largo. Essa è frequente nel calcare cristallino bianco della Montagna del Casale della provincia di Palermo. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo se ne trovano varî esemplari. Spiegazione delle figure. Tav. V, Fig. 1. Scaevola Busambrensis, Gemm. vista dal lato dell'apertura. Fig. 2 idem; vista dal lato opposto all'apertura. 170 SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. SCAEVOLA INTERMEDIA, Gemm. (Lav: Vy Bio an9) TIIENEZZa e I O IR E IIC IRR OO ci Larghezza: lia cre RI e ELI PRETE UIAO cCATO ABANO na Angalo:spiralesti=z là a ul teiRA e PM OO Conchiglia spessa, sinistrorsa, conica, così alta che larga e largamente ombellicata. La sua spira, acuta ma non molto prominente, è formata di 6 giri molto convessi, divisi fra di loro da suture profonde. Il suo ombellico è largo, ma non molto profondo. La sua bocca è rotonda, marginata e un po’ coartata all'orlo, il labbro è internamente scrobicolato. La sua superficie è ornata di pieghe trasversali, variciformi (tracce delle antiche bocche) che sull'ultimo giro si estendono sulla sua faccia anteriore arrestandosi al contorno dell’ombellico. Esse divengono più numerose con lo svolgimento della conchiglia, infatti sull'ultimo giro d'un esemplare della lunghezza di 15% ve ne sono 7, mentre su quello d’un altro della lunghezza di 25% se ne contano 10. Queste pieghe vengono intersecate da cingoli longitudinali, un po’ distanti l’uno dall'altro, de’ quali sopra ogni giro ve ne sono ©, e sull’ ultimo, dalla sutura al contorno ombellicale, se ne contano da 9 a 10. Inoltre tutta la superficie della conchiglia è munita di strie di accrescimento trasversali, fine, profonde e irregolari che vengono incrociate da strie longitudinali, estremamente fine, numerose e soltanto distinguibili con forte lente d'ingrandimento. Questa specie si distingue dalla Scaevola liotiopsis, Gemm., con la quale è molto affine, per essere meno sfusata, per avere i giri più convessi, le suture profonde e l’ombellico meno largo; oltre a ciò ha i primi giri ornati d'un numero maggiore di pieghe trasversali. Essa è comune nel calcare cristallino della Montagna del Casale e rara nel calcare cristallino grigio della Montagna di Bellampo della provincia di Palermo. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo se ne conservano molti esemplari provenienti dalla prima località ed uno dalla seconda. Spiegazione delle figure. Tav. V, Fig. 7. Scaevola intermedia, Gemm. vista dal lato dell'apertura. Fig. 8 idem; vista dal lato opposto. Fig. 9 idem; altro esemplare visto dal lato dell'apertura. "n SERE PR LE 0 PIO ari ile SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. 171 ScAEVOLA LIoTIOPsIS, Gemm. (Tav. V, Fig. 3 a 6). VE ULI A I EP PRA ARI) no Stai e ME ORE IR DI cao a Pereltezzal Dita a Ra N Rit Questa Scaevola è spessa, sinistrorsa e irregolare nel suo svolgimento. Essa fino alla lunghezza di circa 14" si svolge regolarmente. La sua spira è crescente sotto un angolo regolare di 90° a 94°, i suoi giri sono piano— convessi, l’ultimo un po’ angolato all’esterno e l’ombellico grandissimo e imbutiforme. Al di là di questa lunghezza la conchiglia cresce rapidamente; ed allora si presenta con la spira convessa, con l’ultimo giro rotondato allo esterno e con l’ombellico larghissimo. La sua bocca è circolare, marginata e dilatata in fuori. Ognuno dei suoi quattro primi giri è ornato di 3 a 4 pieghe trasversali, variciformi che sono le tracce delle antiche bocche. Poscia queste pieghe aumentano di numero fino a contarsene da 8 a 10 per giro, e sull’ ultimo si estendono non solo sulla sua faccia anteriore, ma si prolungano sulla parete dell’ ombellico. Queste pieghe vengono incrociate da 2 a 3 cingoli longitudinali per giro e sull'ultimo da 6 che van mano mano cancellandosi sulla sua faccia anteriore. Tutta la superficie della conchiglia è inoltre prov- vista di fine e profonde strie trasversali d’accrescimento, che vengono in- tersecate da strie longitudinali estremamente fine che sono soltanto visi- bili con lo aiuto di forte lente d'ingrandimento. Questa specie si distingue dalla precedente per le differenze sopra dette. Essa proviene dal calcare cristallino bianco della Montagna del Casale e di quello grigio della Montagna di Bellampo della provincia di Palermo. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo se ne trovano varî esemplari della prima località, e due della seconda. Spiegazione delle figure. Tav. V, Fig. 3. Scaevola liotiopsis, Gemm. vi- sta dal lato dell’apertura, Fig. 4 idem; vista dal lato opposto. Fig. è idem; altro esemplare giovane visto dal lato dell'apertura. Fig. 6 idem; visto dal lato della spira. 172 SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. TEINOSTOMA, H. et A. Adams. Ternostoma NeumayrRi, Gemm. (Tav. V, Fig. 15 e 16). Lunghezza WEAR EA LE RISOLTI RCA ne CARE GSO pi Larghezza dt 9A MIE e N TE RT O PI x Questa conchiglia è piccola, spessa, liscia e quasi orbicolare. La sua spi- ra, ottusissima, è formata di 5 giri, divisi da suture lineari e distintissime. l’ultimo giro è grandissimo e rotondato all'esterno. Essa ha la base piana e pulita. La sua bocca è circolare, un po’ angolosa indietro, e con contorno spesso e semplice; ha il lato columellare provvisto di spessa, larga e liscia callosità, che estendesi sull’ombellico coprendolo in gran parte. Questo Teinostoma distinguesi chiaramente dal Teinostoma macrostoma, Stol. proveniente dagli strati di Hierlatz per essere con la spira più ottusa, per avere i giri più rapidamente crescenti e per mancare di spesso peri- stoma esterno. Questa specie è stata trovata nel calcare cristallino bianco della Monta- gna del Casale, ove è rara. Nel Museo di Geologia e Mineralogia di Pa- lermo ve ne sono due esemplari. Spiegazione delle figure. Tav. V, Fig. 15. Teinostoma Neumayri, Gemm. visto dal lato dell'apertura (ingrandito). Fig. 16 idem; visto dal lato opposto (ingrandito). CROSSOSTOMA, Morris et Lycett. CROSSOSTOMA ANGULATUI, Gemm. (Tav. V, Fig. 12 a 14). Ttanghezzar e e e e RESINE VO O RATTI Larghezza 3 et re e NILO PAT e Dole Conchiglia spessa, conica, più larga che lunga e più o meno rimata. La sua spira; acuta e crescente sotto un angolo regolare o leggerissimamente concavo, è formata di 6 giri piani fra di loro divisi da suture distintissime SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. 173 e un po’ profonde. L'ultimo giro è grande, alquanto carenato all’esterno e convesso in avanti. Il suo ombellico varia in larghezza; in alcuni esemplari venendo quasi intieramente coverto dalla callosità, e in altri meno. Essa ha la bocca circolare con il contorno fortemente incrassato e rovesciato in fuori formandovi un largo peristoma. La superficie di questa conchiglia è ornata di strie longitudinali finissime che sono distinguibili con lente d'ingrandimento. Sulla base della conchi- glia vi si notano delle strie concentriche ancora più fine delle altre. Questa specie si distingue facilmente per la forma e per l’ornamentazione dalla Crossostoma (Delphinula) reflexilabrum, d’Orb. e dalla Crossostoma Pratti, Morr. et Lyc. che sono le due specie, che pria d’ora si conoscevano con certezza di questo genere. Il Crossostoma angulatum, Gemm. è comunissimo nel calcare cristallino bianco della Montagna del Casale della provincia di Palermo. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo se ne conservano moltissimi esemplari. Spiegazione delle figure. Tav. V, Fig. 12. Crossostoma angulatum, Gemm, visto dal lato dell’apertura. Fig. 13 idem; visto dal lato opposto alla bocca. Fig. 14 idem; altro esemplare visto dal lato opposto alla bocca. PLOCOSTYLUS, Gemmellaro. Conchiglia spessa, liscia, pulita, depressa, quasi rotelliforme, oppure un po’ turbinata. La sua spira ottusa consta di giri più o meno crescenti ra- pidamente, l’ultimo de’ quali è grande e rotondato all'esterno. La sua base è più o meno appianata. Essa ha la bocca rotonda. Il suo lato columellare, dritto, corto e contorto sopra se stesso, termina in avanti troncato, in modo da produrvi una specie di piccolo tubercolo, Il labbro è semplice ed ottuso, le strie trasversali d'accrescimento sono estremamente fine e leggermente obblique. Questo gruppo di piccoli gasteropodi ha l’ assieme delle Camizie, dalle quali si distingue per la mancanza del falso ombellico. Queste conchiglie sono piuttosto comuni nel calcare cristallino della Mon- tagna di Bellampo presso Palermo, delle quali ne conosco tre specie. Riu- scendo, però, molto difficile di poterne preparare d’un modo preciso la bocca, mi limito a farne conoscere una sola specie. Giornale di Scienze Nat. cd Econ., Vol. XIV. 2% 174 SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. PLocostyLUs Typus, Gemm. (Tav.*VI, Fig. 1052): Btonghezza:" ion RI E IAS A AO na Larphezza i 080 IRON ONT ERRO Conchiglia spessa, liscia, pulita, depressa e rotelliforme. La sua spira, ottusa e corta, è formata di 5 giri rapidamente crescenti, divisi fra di loro da suture chiarissime. L'ultimo giro è grande e rotondato all’ esterno. La sua base è appianata. Essa ha la bocca rotonda. Il suo lato columellare, semplice, dritto, corto e contorto sopra se stesso, termina in avanti troncato in modo da dar luogo ad una specie di piccolo tubercolo. Il suo labbro è semplice ed ottuso. Questa specie proviene dal calcare cristallino grigio della Montagna di Bellampo presso Palermo. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo se ne conservano alcuni esemplari. Spiegazione delle figure. Tav. VI, Fig. 1. Plocostylus typus, Gemm. vi- sto dal lato della bocca. Fig. 2 idem; visto dal lato opposto. (Queste due figure sono ingrandite). PLEURATELLA, Moore. PLEURATELLA BRACHYURA, Gemm. (Tav. V, Fig. 17 e 18). TMSEEZZa: E MAE ORI A e RR E Lats hezza ts ia IS I, SR IR MII O Questa conchiglia è spessa, perfettamente liscia, rotelliforme ed ombel- licata. La sua spira consta di 5 giri, quasi piani e crescenti rapidamente. Le sue suture sono distintissime ed impresse. Essa ha la bocca grande e quasi rotonda, La sua columella corta e spessa termina in avanti con una piega curvata, nel cui centro vi è un solco profondo e largo. Il labbro, se- milunare e sottile nel centro, va ispessendosi come passa ed incontra la base della columella. Questa specie, quantunque abbia la base del suo lato columellare meno prolungata in avanti della Pleuratella prisca, Moor., che è il tipo di que- SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. 175 sto genere; pure essa ne ha tutti i caratteri essenziali, da non lasciare dub- bio sulla sua determinazione, La Pleuratella brachyura, Gemm. si distin- gue dalla Pleuratella prima, Moor. per avere la spira meno ottusa, e la base della columella meno lunga. Questa ultima differenza dando luogo so- pra questa parte della columella, ad un solco meno esteso di come sì os- serva nella Pleuratella prisca, Moor. fa a prima vista dubitare di questo ravvicinamento. Essa è rarissima nel calcare cristallino bianco della Montagna del Casale della provincia di Palermo. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo si trova soltanto l'esemplare qui disegnato. Spiegazione delle figure. Tav. V, Fig. 17. Pleuratella brachyura, Gemm, vista dal lato dell'apertura. Fig. 18 idem; vista dal lato opposto. TURBO, Linné. Toro cHRYsostomomEes, Gemm. (Tav.- VI, Fig. 3 e 4). ia cRerzii nei a n agile aa aieziot. ARIE LVICONIEN AR AVE PSE: - 5 Conchiglia spessa, liscia, quasi globosa e senza ombellico. La sua spira, corta ed ottusa , è formata di 5 giri convessi, che crescono rapidamente. L'ultimo giro è grande e rotondato all’esterno. La sua base è un po’ ap- pianata. La sua bocca quasi rotonda termina acuminata indietro. Il suo lato columellare è spesso e un po’ calloso. Questa specie non ha punto affinità con i Tur lisci e piccoli delle for- mazioni liasiche, quali sono : il Turbo bullatus, Moor. il T. nudus, Moor. il 7. latilabrus, Stol. e il T. tiro, Dum. (1). L'ultima specie, con cui ha qualche lontana analogia, ha la spira più alta e crescente meno rapidamente, e la bocca non angolata indietro. Questa specie ha l'assieme d'un Chrysostoma; ma, non vedendovisi chia- ramente l’ espansione callosa del lato columellare che si estende sulla re- gione ombellicale, ho creduto conveniente considerarla come un Turbo. Essa proviene dal calcare cristallino bianco della Montagna del Casale x della provincia di Palermo, ove è rarissima. (4) Il Tate « The Yookshire Lias by Tate and Blake, London 41876, p. 343 » considera questa specie come una varietà del 7urdo solarium, Piett. Stando alle descrizioni e alle figure che ne han dato gli autori non mi pare probabile tale ravvicinamento. 176 SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. L’esemplare disegnato si conserva nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo. Spiegazione delle figure. Tav. VI, Fig. 3. Turbo chrysostomoides, Gemm, visto dal lato della bocca (ingrandito). Fig. 4 idem; visto dal lato opposto (ingrandito). Turso PALMIERII,J Gemm. (Tav. V, Fig. 10 e 11). Trunghiezza: o SR ile AIA DECORI IE i Laxshezza, Gar. Ciel ope culle Bien elia Conchiglia spessa, turbinata , strettamente ombellicata e con spira cre- scente sotto un angolo alquanto convesso e formato di giri fra loro divisi da suture canaliculate, che vanno man mano allargandosi con lo svolgi- mento de’ giri. Essi sono ornati di pieghette alquanto obblique, ineguali e più o meno distinte, che presso il margine anteriore sono sporgenti e ri- piegate sotto forma di spina e che lungo il margine posteriore de’ giri sì arrestano formandovi una serie longitudinale di granuli, piccoli e fra di loro concatenati. L'ultimo giro porta due carene all’esterno, delle quali la superiore è un vero cingolo crenulato, e la posteriore, ordinariamente più saliente, è squamoso-spinosa. La base è munita d'un certo numero di grosse pieghe che, semplici o anastomizate, camminano obbliquamente verso il con- torno ombellicale, rendendolo grossolanamente granuloso. Tutta la superfi- cie di questa conchiglia è ornata ancora di cingoli longitudinali, che si assottigliano verso la sua base, e, che venendo incrociati da strie trasver- sali d’accrescimento finissime, divengono alquanto flessuosi e imbricati. La bocca è circolare e con contorno spesso. Questa specie non ha affini nella serie delle formazioni liasiche. Il Turbo Philemon, d’ Orb., di cui il Tate (1) ci ha dato un esatto disegno , la ri- chiama, quantunque esso sia piccolissimo, per l’assieme e per l’ornamenta- zione della sua base. Il Turbo Palmierii, Gemm, è una specie piuttosto comune del calcare cristallino bianco della Montagna del Casale della provincia di Palermo. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo se ne trovano varî esemplari. Spiegazione delle figure. Tav. V, Fig. 10. Turbo Palmieri, Gemm. vi sto dal lato dell'apertura. Fig. 11 idem; visto dal lato opposto. (1) Op. cit. pag. 344, P1. IX, fig. 25. SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. LETO Turso LePrus, Gemm. (Tav. IV, Fig. 32 a 35). Runstezza* calcolata, 11 FS: An bre LEM SrL e, TE E Mionenezza, Osti IA ale e ae o 140° Ancolo:spirale dai. "5 to REST n LO 08I Conchiglia sottile, conica, turriculata, rimata e con spira prominente for- mata di giri provvisti, quasi alla metà della loro altezza, d'una carena fran- giata. L'ultimo giro è un po’ ventricoso. La base è convessa. Le suture sono lineari, distinte e irregolarmente ondolate. La bocca è quasi circolare con l'orlo anteriore regolarmente rotondato e alquanto effuso. La superficie di questa conchiglia è ornata di linee longitudinali, numerose e avvicinate fra di loro, che vengono intersecate da strie trasversali d’accrescimento più o meno forti che alla parte posteriore de’ giri si spingono in avanti. Sulla sua base le linee longitudinali si osservano soltanto nella parte periferica. Questa specie, sebbene sia sottile come le Amber/eye, pure la sua forma, la sua ornamentazione e la direzione delle sue strie d'accrescimento l’ al- lontanano da loro. Il Turbo liasicus, Mart. della zona ad Aegoceras Mo- reanum, d'Orb. di Leury-Semur (Francia) e il Turbo minax Chap. et Dewal. del macigno d’ Aubange (Luxemburg) sono due forme anch'esse con giri carenati, ma molto diversi dal Turbo leptus, Gemm. Esso proviene dal calcare cristallino bianco della Montagna del Casale della provincia di Palermo ove è comune. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo ne abbiamo varî esemplari. Spiegazione delle figure. Tav. IV, Fig. 32. Turbo leptus, Gemm. visto dal lato dell’apertura. Fig. 33 idem; visto dal lato opposto. Fig. 34 idem; altro esemplare visto dal lato dell’ apertura. Fig. 35 idem; visto dal lato opposto. Turso Amarii, Gemm. (Tav. V, Fig. 46 a 48). iene vili Argine, done Mastlifaza ti it © a ARIE ano 1a ne SI ie Mscoloisprale;dagS: iosa VIT pote 10°, a 82 Conchiglia turbinata e più o meno rimata. La sua spira, prominente ed acuta, risulta di 6 giri leggermente escavati nel centro e muniti di pieghe 178 SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. trasversali e leggiere fortemente nodose in avanti e indietro. L'ultimo giro, grande e ventricoso, porta sulla metà della sua altezza una serie longitu- dinale di nodi pliciformi, variabili in grossezza, che lo rende carenato. La sua base è più o meno convessa e prolungata in avanti. Essa è ornata di un certo numero di pieghe variabili in grossezza , raggianti ed obblique, le quali sul davanti della carena si deprimono dando luogo ad una esca- vazione longitudinale. i Quando questa escavazione è forte le pieghe la limitano anteriormente, producendovi un’altra serie longitudinale di nodi. Tutta la superficie di que- sta conchiglia con la lente d'ingrandimento si vede reticolata per lo incro- ciamento di finissime strie longitudinali con quelle obblique d’accrescimento. Sulla base si notano soltanto le strie d'accrescimento. La sua bocca è lar- gamente ovale e quasi canaliculata indietro; il lato columellare è fortemente incrostato. Questa specie è molto variabile, il che dipende dallo sviluppo maggiore o minore dei suoi tubercoli, e della depressione che trovasi sulla parte ante- riore della carena del suo ultimo giro. La forma fig. 46-47 è quella domi- nante, in cui sull’ultimo giro la carena, che risulta di 13 tubercoli fra di loro concatenati, è limitata in avanti d'una leggiera depressione. Questa specie presenta tutti i passaggi fino alla forma fig. 48 in cui vi sono sull'ultimo giro due serie di tubercoli, delle quali quella che forma la sua carena ri- sulta di 11 grossì tubercoli fra loro staccati, e l’altra di tubercoli meno grossi, ma che manca quasi completamente nella forma tipo. Questa specie appartiene al tipo del Turbo Palinurus, d'Orb. dal quale sì distingue a colpo d'occhio per essere meno turriculata e più fortemente nodosa. La sua bocca è poi molto diversa, essendo largamente ovale, in- dietro quasi canaliculata e con il lato columellare meno largamente incro- stato. Questa bellissima specie è comune nel calcare cristallino della Montagna del Casale della provincia di Palermo. Nel Museo di Geologia e Minera- logia della R. Università di Palermo se ne conservano moltissimi esemplari. Spiegazione delle figure. Tav. V, Fig. 46. Turbo Amarti, Gemm. ty- pus visto dal lato dell'apertura. Fig. 47 idem; visto dal lato opposto. Fig. 48 idem; var. visto dal lato opposto alla bocca. TROCHOPSIS, Gemmellaro, 1878. Conchiglia turbinata, o conoidea, spessa, liscia e imperforata. La sua bocca quasi circolare e acuminata indietro termina con bordo un po’ internamente — incrassato, oppure provvisto d’uno stretto e piccolo peristoma esterno. Il SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC, 179 lato columellare, fortemente escavato e incrostato, porta un solco più o meno stretto e distintissimo che dalla sua parte posteriore estendesi all'anteriore. Il labbro esterno è provvisto internamente di quattro pieghe longitudinali crenulate e permanenti, che negli adulti si arrestano presso il terzo esterno dell'ultimo giro, formando in questo tratto una superficie perfettamente li- scia, che termina con il labbro. Le sue strie d'accrescimento sono finissime, un po’ obblique e falciformi con la convessità diretta in avanti; sull'ultimo giro ve ne sono alcune forti e variciformi. La presenza e l'andamento delle pieghe sulla parte interna del labbro di queste conchiglie si vede chiaramente su' loro modelli interni, sui quali rimangono le impronte di queste pieghe, consistenti in profondi solchi cre- nulati, che corrono longitudinalmente sopra i loro giri; questi solchi sull’ul- timo giro degli esemplari adulti si arrestano presso il suo terzo esterno, che è perfettamente liscio. Questo gruppo di gasteropodi ha il lato columellare provvisto d'un solco come i Prisogaster, ma se ne allontana per la presenza nell'interno del labbro di quattro pieghe longitudinali, crenulate e permanenti che si ar- restano ad un certo periodo dello svolgimento della conchiglia. Le Monodonte, i Clanculus e gli Euchelus hanno il labbro internamente più o meno crenulato, ma in nessuna specie di questi gasteropodi questa crenulazione si arresta con l’ età. Questa differenza, d’unita all'altra della configurazione del lato columellare che nelle specie di questi generi ter- mina con uno o più denti, oppure che questo lato è torto a spira produ- cendovi un falso ombellico, distacca tutte queste conchiglie da’ Trochopsis. ll Turbo Piettei Mart. per la configurazione del suo lato columellare pare che debba riferirsi a questo nuovo genere; ma, non conoscendo se l'interno del suo labbro sia provvisto di pieghe longitudinali, non si può con sicurezza stabilire tale ravvicinamento. I Trochopsis provengono dal calcare cristallino bianco della Montagna del Casale della provincia di Palermo. — Trocnopsis Monor, Gemm. (Tav. V, Fig. 19 a 23). 1878. Trochopsis Moroi, Gemmellaro, Bullett. della Società di Sc. Nat. ed Econom. di Palermo, seduta 14 luglio 1878. p. 3. i ti e cant at a 0 1900 LET AR E I DV E EE SETA TRRRIS (iP E 2 BIRRE O en ella al e eo Malt n° 9 180 SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. Conchiglia turbinata, solida, liscia, non ombellicata. La sua spira, acuta e prominente, risulta di 6 giri convessi, i quali essendo escavati indietro pre- sentano il loro margine posteriore che ricopre un po’ del giro precedente. Le suture sono distinte. La sua base è appena convessa. Essa ha la bocca quasi rotonda, e provvista d'uno stretto peristoma esterno; il lato columellare, for- temente escavato, incrostato e liscio, porta un solco stretto e distintissimo che dalla sua base estendesi alla parte anteriore di questo lato. Il suo lab- bro esterno è provvisto internamente di quattro pieghe longitudinali, cre- nulate e persistenti, che negli esemplari adulti si arrestano presso il terzo esterno dell'ultimo giro dando luogo in questo tratto ad una superficie per- fettamente liscia. Le sue strie d’accrescimento sono finissime, obblique, falciformi e con la convessità diretta in avanti, alcune d'esse sull’ ultimo giro sono prominenti e variciformi. Questa specie è molto vicina al Trochopsis affine, Gemm. da cui si di- stingue per avere la spira regolarmente crescente, per essere più sfusata ed avere la bocca provvista di peristoma. Essa è comune nel calcare cristallino bianco della Montagna del Casale della provincia di Palermo. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo se ne trovano varî esemplari. Spiegazione delle figure. Tav. V, Fig. 19. Trochopsis Moroi, Gemm. visto dal lato della bocca. Fig. 20 idem; visto dal lato opposto. Gli si è staccata porzione della conchiglia dell’ultimo giro per far vedere sul sot- tostante modello interno l'impressione delle pieghe longitudinali interne del suo labbro, le quali si arrestano presso il terzo esterno del suo ultimo giro. Fig. 21 idem; altro esemplare in cui è stata tolta porzione della con- chiglia per far vedere sul modello interno le impressioni delle pieghe lon- gitudinali dell'interno del suo labbro. Fig. 22 idem; altro esemplare visto dal lato opposto alla bocca. Fig. 23 idem; altro esempiare adulto visto dallo stesso lato. TrocHopsis AFFINE, Gemm. (Tav. V, Fig. 24 e 25). bimghezzar, pifor case AR lr Larehezza. ce el ati ri LA eee e Angolo Spirale: dg, eo tan EER E ca SRO La conchiglia di questa specie è conoide, liscia, quasi così alta che larga e imperforata. La sua spira, crescente sotto un angolo leggermente convesso, è formata di 5 giri convessi, il cui ultimo è grande. Le sue suture sono SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. 181 distintissime. La base è appena convessa. La sua bocca quasi rotonda ter- mina acuminata indietro. Il suo lato columellare, incrostato e fortemente escavato, ha un solco stretto e distintissimo, che partendo dall'angolo po- steriore della bocca, estendesi all'estremità anteriore di questo lato. Il labbro esterno è provvisto internamente di quattro pieghe longitudinali, crenulate e permanenti, che verso il terzo esterno dell'ultimo giro si arrestano, dando luogo ad una superficie liscia, che termina con il labbro internamente in- crassato. Le due pieghe anteriori sono più larghe delle altre. Le strie di accrescimento sono finissime,; obblique, falciformi e con la convessità diretta in avanti; sull'ultimo giro d’alcuni esemplari ve ne ha alcune variciformi. Questo Trochopsis si distingue dalla specie precedente per le differenze sopra indicate. Esso è piuttosto comune nel calcare cristallino bianco della Montagna del Casale della provincia di Palermo. Nel Museo di Geologia e Mineralo- gia della R. Università di Palermo se ne conservano alquanti esemplari. Spiegazione delle figure. Tav. V, Fig. 24. Trochopsis affine, Gemm. vi- sto dal lato dell'apertura. Fig. 25 idem; visto dal lato opposto. Troecgopsis conicom, Gemm. (Tav! V, Fig. 26). Lune TIMOR MVS ie agi TE Ronn de a A RT aa cca A TERI Rene Le e E n Ar al Conchiglia trocoide, conica, quasi così larga che lunga, liscia e imper- forata: La sua spira è formata di giri piani, divisi da suture distintissime ed impresse. L’ultimo giro lungo più del resto della spira è alquanto an- goloso in fuori. Essa ha la base quasi piana; la bocca rotonda e il lato co- lumellare fortemente escavato, incrostato e solcato da dietro in avanti. Sulla parte interna del labbro porta quattro pieghe longitudinali, crenulate e per- manenti che si arrestano presso il terzo esterno dell'ultimo giro; in questo vi è una superficie perfettamente liscia che termina con il labbro un po’ ispessito. Questa specie è molto vicina al Trochopsis affine, Gemm. Ne differisce perchè i suoi giri sono piani e divisi da suture impresse, e l’ultimo giro leg- germente angoloso all’esterno. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo si conservano tre esemplari di questa rara specie che proviene dal calcare cristallino bianco della Montagna del Casale della provincia di Palermo, Giornale di Scienze Nat. ed Econ. Vol. XIV. 25 182 SUl FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. Spiegazione delle figure. Tav. V, Fig. 26. Trochopsis conicum, Gemm. visto dal lato opposto all’apertura. TrocHopsis ? pusiuoi, Gemm. (idaw.. V.. Fio. 2706:28). Lunghezari}el Stio ti aa lai re Larshezza nate ea i ire ca ly) Te Conchiglia conica, liscia e senza ombellico. La sua spira, crescente sotto un angolo regolare, è formata di 5 giri piani, il cui ultimo è angoloso al- l'esterno e piano in avanti. Le sue suture sono distintissime e piuttosto larghe. La sua bocca quasi rotonda è un po’ angolosa in fuori. Il lato co- lumellare non si conosce. Il labbro porta internamente due pieghe longi- tudinali, crenulate e permanenti, l’una delle quali è sulla sua parte ante- riore e l’altra in corrispondenza del suo angolo esterno. Non conoscendo il lato columellare di questa specie la riferisco con dub- bio a' Trochopsis, In quanto alla presenza delle pieghe che si estendono fino al labbro, ciò potrebbe essere dipendente dall’ età ancor giovane di questa conchiglia. Essa si distingue dal Trochopsis conicum, Gemm. per essere con spira più acuta, con l’ultimo giro più angoloso esternamente e per avere due pieghe longitudinali nell'interno del labbro. Questa specie è rarissima nel calcare cristallino bianco della Montagna del Casale della provincia di Palermo. Nel Museo di Geologia e Minera- logia della R. Università di Palermo si conserva soltanto l’ esemplare qui disegnato. Spiegazione delle figure. Tav. V, Fig. 27. Trochopsis? dubium, Gemm. (ingrandito) visto dal lato dell'apertura. Fig. 28 idem; (ingrandito), visto dal lato opposto. Gli si è tolta un po’ della conchiglia per far vedere sul modello interno l'impronta delle pieghe interne del labbro. TROCHUS, Linné. Trocnus VoLtaI, Gemm. (Tav. V, Fig. 35 a 38). Lunghezza Mr o 31 ao ao O eo Gareliezza: UTO IRAN RAS) + Gin SARTO e TI Angolo «spirale ce So oi To e GUI SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. 188 ‘ Conchiglia conica, quasi così larga che alta e senza ombellico. La sua spira, crescente sotto un angolo più o meno convesso, risulta di 10 giri piani, provvisti sulla loro parte anteriore di due solchi longitudinali, alquanto di- stanti fra di loro, stretti e profondi. L'ultimo giro è fortemente angoloso e tagliente all’esterno. La sua base, fortemente concava e ancor più de- pressa al centro, è ornata di fine strie concentriche, inegualmente distanti fra di loro e che si arrestano circa due millimetri in dentro del suo margine esterno. La sua bocca è fortemente depressa, quindi più larga che alta e tagliata a sbiego. Le sue strie d’accrescimento sono distintissime e fortemente obblique. ll Trochus Ariel, Dum., il Trochus Augusti, Dum. e il Trochus ebur- neus, Dum. per la loro ornamentazione sono vicini a questa specie. Essa però per l’ornamentazione e la conformazione della sua base, come pure per la forma della sua apertura si distingue facilmente da queste specie. Il Trochus Voltai, Gemm. è frequente nel calcare cristallino grigio della Montagna di Bellampo presso Palermo. Nel Museo di Geologia e Minera- logia della R. Universita di Palermo se ne conservano varî esemplari. Spiegazione delle figure. Tav. V, Fig. 35. Trochus Voltai, Gemm., visto dal lato della bocca. Fig. 36 idem; visto dal lato opposto. Fig. 37 idem; altro esemplare esternamente logorato visto dal lato dell'apertura. Fig. 38 idem; visto dal lato opposto. ZIZIPHINUS, Leach. TrocHus (ZizipHINUS) cRISTALLINUS, Gemm. (Tav. V, Fig. 34). Lunghezza dell'esemplare disegnato). een Ln LE TEITEZZZORRA. dettata det eat AR Ma ele 2,40 PP i ARR AIAR ca a IRR E E te LA ARI 10) 1 APRE VARIE VOS APRI Tae cc. Conchiglia piccola, conica, più lunga che larga e senza ombellico. La sua spira crescente sotto un angolo regolare, risulta di giri piani divisi da suture distinte e quasi impresse. Essi sono ornati di strie longitudinali, fine ed equidistanti che si arrestano presso il margine anteriore de’ giri, la- sciandovi una superficie liscia che li rende marginati. L'ultimo giro è for- temente angoloso in fuori. La sua base quasi piana è provvista di strie di accrescimento fine e distinte, che lungo la periferia sono intersecate da due strie concentriche fra di loro distanti. La sua bocca è quadrangolare e de- pressa. 184 SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. Questa specie è vicina al Trochus torosus Stol. degli strati di Hierlatz. Ne differisce per avere i giri meno fortemente marginati e soltanto in a- vanti, per essere ornato di strie meno numerose e per avere la base con due sole strie concentriche periferiche. Il Trochus (Ziziphinus) cristallinus, Gemm. è una specie rarissima del calcare cristallino grigio della Montagna di Bellampo presso Palermo. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R, Università di Palermo se ne ha un solo esemplare. Spiegazione delle figure. Tav. V, Fig. 34. Trochus (Ziziphinus) cristal- linus, Gemm. visto dal lato dell'apertura. Trocnus (Zizipuinus) Biuuienensis, Gemm. (Tav. V, Fig. 30). LUNEHeZza sele I een atte e COSTO RI CONSE I N SERIERO REINER ossi L'altezza: ie E E I asta RANE TRONCA RIA, CIDICSINNOOI O a Angolo spitale:da* 0 0% ai Ne de dea e TI SRO NO Conchiglia sinistrorsa, conica, più lunga che larga e senza ombellico. La sua spira, crescente sotto un angolo regolare, è formata di giri quasi piani, lisci e fra di loro divisi da suture lineari e distinte. L'ultimo giro è fortemente angoloso in fuori. Essa ha la base quasi piana. La sua bocca è quadrangolare, e il lato columellare, un po’ spesso, leggermente curvato e liscio, termina in avanti unendosi al labbro ad angolo retto. Questa specie è vicinissima al Trochus (Ziziphinus?) Silvestri, Gemm. dal quale si distingue per avere i giri meno piani, le suture più fine e su- perficiali e la base perfettamente liscia. Inoltre è molto più piccola e l’ul- timo giro è più fortemente angoloso. Essa proviene dal calcare cristallino grigio della Montagna di Bellampo presso Palermo, e nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo se ne conservano quattro esemplari. Spiegazione delle figure. Tav. V, Fig. 30. Trochus (Ziziphinus) Billie- mensis, Gemm. visto dal lato della bocca. x SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. 185 Trocnus (Zizipninus?) SiLvestRII, Gemm. (Tav. V, Fig. 29). Lunghezza dell’esemplare*disegnato,. treat e ‘808 DOT ATAONEIA TI anal SEA a A n o i A RIS i Ampeloi Spiralegee i BILSTEIN: SEI MU stiate 85 Conchiglia sinistrorsa, conica, più lunga che larga e senza ombellico. La sua spira è composta di giri lisci e leggerissimamente escavati al centro o piani, de’ quali gli ultimi due sono alquanto gradinati inversamente. L'ul- timo giro è angoloso in fuori. La sua base è quasi piana, ed ornata presso il contorno esterno e la regione columellare di strie concentriche finissime e fra di loro serrate. La sua bocca è di forma quadrangolare. La sua su- perficie mostrasi ornata di strie d'accrescimento assai forti ed obblique. Questa specie è talmente vicina alla precedente che, in sul principio, credeva fossero la stessa cosa. Però, avendo rotto l’ esemplare fig. 29 e avendo visto che la sua base è striata, sono ritornato ad esaminarla con più diligenza, e mi sono convinto che sono due specie distinte. Essa è af- fine al Trochus Deshayesi, Terq. del gres infra-liasico di Hettange e al Trochus sinister, Benek. del dogger di Volano; ma più vicina alla prima, anzichè alla seconda specie. Differisce dal Trochus Deshayesi, Terq. per essere più sfusato e con gli ultimi giri meno gradinati inversamente, e per avere la base meno convessa e striata, e la bocca più alta. L'esemplare, qui disegnato, che proviene dal calcare cristallino grigio della Montagna di Bellampo presso Palermo, e un altro, che è stato tro- vato in quello bianco della Montagna del Casale della provincia di Paler- mo, sono i due soli esemplari che conosco di questa specie. Essi si conser- vano nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo. Spiegaziane delle figure. Tav. V, Fig. 29. Trochus (Ziziphinus?) Silve- striî, Gemm. visto dal lato della bocca. Trocuus (Zizipninus) Acriarpi, Gemm. (Tav. V, Fig. 39). LEE ai SE Re o LT RI A pal n i a ri e Lin, 12 ‘seglienpale dana a n an alunna 186 SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. Conchiglia conico-depressa, così alta che larga e quasi rimata. La sua spira, crescente sotto un angolo alquanto convesso, risulta di 6 giri larghi, piani, lisci e anteriormente provvisti d'uno stretto e leggiero cercine lon- gitudinale. Le sue suture sono lineari e distintissime. Essa ha l’ultimo giro carenato all’esterno. La base è quasi piana e declive. Ha la bocca quadran- golare, e il lato columellare spesso , debolmente curvato e liscio termina ottuso in avanti. Questa specie non ha affinità con nessun Trochus liasico. Fssa è comune nel calcare cristallino bianco della Montagna del Casale, e rara in quello grigio della Montagna di Bellampo della provincia di Pa- lermo, Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Paler- mo se ne hanno molti esemplari della prima località e due della seconda. Spiegazione delle figure. Tav. V, Fig. 39. Trochus (Ziziphinus) Achiar- dii, Gemm. visto dal lato della bocca. EUTROCHUS, Adams, Trocnus (Eurrocuus) Riczrarni, Gemm. (Tav. V, Fig. 40 e 4l). L'unghezzalicalcolata è vate i starseniao Lao o Liamghezzaià ttt ventata iN uva Amgolouspirale a; ..Ja pedana ae Conchiglia sinistrorsa, conica, più lunga che larga e ombellicata. La sua spira, crescente sotto un angolo regolare, è formata di giri bassi, il cui ultimo è carenato e frangiato all’esterno. La sua base è piana. L'ombellico di regolare grandezza è imbutiforme e circoscritto d’uno spigolo tagliente. La sua bocca è quadrangolare. I giri di questa bella specie sono ornati in avanti di pieghe trasversali fortemente nodose, e indietro d'una serie di granuli fra di loro concatenati. La superficie della conchiglia è eziandio munita di strie d’accrescimento finissime ed obblique che vengono intersecate da strie longitudinali, nume- rosissime ed estremamente fine, soltanto visibili con forte lente d'ingran- dimento. La sua base presenta delle pieghe trasversali, leggiere e quasi cancellate che sono il prolungamento di quelle dell'ultimo giro, le quali insieme a numerose strie d’accrescimento vengono incrociate da strie con- centriche finissime. Questa specie non ha forme affini nella serie delle formazioni liasiche. Essa proviene dal calcare cristallino grigio della Montagna di Bellampo SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. 187 presso Palermo, ove è rarissima. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo si ha soltanto l'esemplare qui disegnato. Spiegazione delle figure. Tav. V, Fig. 40. Trochus (Eutrochus) Achiar- diî, Gemm. visto dal lato dell'apertura, Fig. 41 idem; visto dal lato oppo- sto all'apertura. TECTUS, Montfort, Trocaus (Tecrus) Antinori, Gemma. (Tav. V, Fig. 31 a 33). Lunghezza degli esemplari disegnati . /. . . . . . . 0. 135° 30" Rarshezza er i) di ale I o ant AREGlo Spiral paio LATI RR I) dor x Questa distintissima conchiglia è sinistrorsa, conica, assai più lunga che larga e senza ombellico. La sua spira crescente regolarmente consta di giri piani, il cui ultimo è all’esterno con carena un poco frangiata. La sua base è appena convessa leggerissimamente depressa nella sua parte centrale. La bocca è quadrangolare, e il lato columellare, sebbene non sia ben conser- vato negli esemplari che ho sott’ occhio, si vede chiaramente che è torto sopra se stesso e spesso. La sua superficie è ornata di 12 a 13 pieghe trasversali, strette e poco prominenti, le quali vengono incrociate da 1 o 2 cingoli quasi cancellati. Inoltre vi sono delle finissime strie longitudinali che vengono intersecate da strie d’ accrescimento, molto obblique, numerose e anch'esse finissime; però fra queste se ne notano alcune pronunziatissime, La sua base è prov- vista di finissime strie concentriche che stanno fra di loro serrate presso la regione ombellicale. Esse vengono intersecate da fine strie d’ accresci- mento. Essa in tutta la serie delle formazioni liasiche non ha specie affini. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo ve ne ha quattro esemplari che provengono dal calcare cristallino grigio della Montagna di Bellampo presso Palermo. Spiegazione delle figure. Tav. V, Fig. 31. Trochus (Tectus) Antinori, Gemm. visto dal lato dell'apertura. Fig. 32 idem; visto dal lato opposto. Fig. 33 idem; altro esemplare grande allo stato di modello interno. 188 SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. TROCHOCOCHLEA, Klein. Trocuus (TroctococLHEA ?) BeLLampeNnsis, Gemm. (Tav. V, Fig. 44 e 45). Lunghezza. » i» Li i ea cere eee Larghezza; ie RN e e ER E AT Oa x Conchiglia spessa, conica, più larga che alta, liscia e non ombelllcata. La sua spira, ottusa e crescente sotto un angolo convesso, è formata di giri quasi piani. Gli ultimi giri presentano una carena longitudinale che diviene sporgente ed acuta sull’ultimo dividendolo in due parti, delle quali la posteriore è piana e leggerissimamente escavata, e l'anteriore, che co- stituisce la base della conchiglia, mostrasi fortemente convessa. La sua bocca è quasi ovale. Il lato columellare non si conosce bene, perchè incrostato di calcare, però avendo distrutto con l’ acido azotico questa incrostazione si vede che questo lato è spesso, e la spessezza si fa maggiore verso la sua parte anteriore, lo che pare essere dipendente dalla presenza d’un tu- bercolo su questa parte della conchiglia. Il labbro è spesso. Questa specie non ha affini nella serie delle formazioni liasiche. Vicina alla Trochococlhea (Monodonta) arata, Lyc. del Forest Marble di Laycock (Inghilterra) ne differisce per avere la spira meno elevata e per mancare delle linee longitudinali che si osservano sopra di questa specie. Questa rara conchiglia proviene dal calcare cristallino grigio della Mon- tagna di Bellampo presso Palermo. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo se ne conservano due esemplari. Spiegazione delle figure. Tav. V, Fig. 44. Trochus (Trochococlhea?) Bel- lampensis, Gemm. vista dal lato dell’apertura. Fig. 45 idem; vista dal lato opposto. CALCAR, Montfort. CaLcar Waageni, Gemm. (Tav. V, Fig. 42 e 43). Iunghezza!®% Cifennt Mea ei IIIRO 1 SNATIONRONRNRO RI RIPA I 13 Latbhiezza (035008 ID Rie A e lina Conchiglia trochiforme, più alta che larga e ombellicata. La sua spira, prominente, è formata di 6 giri piani, ornati di rughe obblique, granulose SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. 189 in avanti e indietro , e ripiegate a forma di pieghe spinose verso il loro terzo anteriore, al disopra del quale vi è un solco longitudinale stretto e profondo. L'ultimo giro ha esternamente due carene delle quali la posteriore risulta di grosse rughe ripiegate e spinose, e l'anteriore è granulosa. La sua base piana, oppure leggermente escavata, è provvista soltanto di ru- ghe leggerissime che dall'ombellico si irradiano alla periferia. La sua bocca, quasi ovale, ha il lato columellare incrostato , piano e che si continua in avanti con il labbro. ll Calcar Waageni, Gemm. non ha specie affini nella serie delle forma- zioni liasiche. Nel trias vi è il Trochus calcar, Miinst. sp. che gli è molto vicino. La forma liasica si distingue da questa specie per avere un numero minore di giri, che sono provvisti d'un solco stretto e profondo nella loro parte anteriore, e per avere la base mancante di strie concentriche. Il Tro- chus calcar, Minst. che è stato riferito dal Laube (1) a’ Pachypoma, mi pare che se ne allontani, mancando il suo lato columellare della prominente callo- sità che termina in avanti troncata, e che è caratteristica di questo genere. Questa specie è comune nel calcare cristallino bianco della Montagna del Casale della provincia di Palermo. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo se ne conservano varî esemplari. Spiegazione delle figure. Tav. V, Fig. 42. Calcar Waageni, Gemm. visto dal lato dell'apertura. Fig. 43 idem; altro esemplare visto dal lato opposto. Le figure non sono state eseguite esattamente. DISCOHELIX, Dunker. DisconeLix Favreri, Gemm. (Tav. V, Fig. 49 a 51). Larghezza PRE tosc re DEV ieri al Liri Taliban" vi SR ansi siae st a Conchiglia sinistrorsa, depressa, discoidale, liscia e largamente e profon- damente ombellicata. La sua spira concava risulta di giri un po’ quadran- golari e avvolti sullo stesso piano. Essa porta per giro tre larghi cercini, che passano per il suo lato esterno, ove divengono leggermente sinuosi indietro, e poscia si prolungano sopra quella ombellicale facendosi più ri- levati. Fra questi cercini si notano ancora numerose e fine strie trasversali d'accrescimento che hanno la stessa direzione, e fra le quali ogni tanto se ne vedono alcune più pronunziate. La sua bocca è quadrangolare. (4) Die Fauna der Schichten von St. Cassian, Wien, 1865-69. Giornale di Scienze Nat. cd Econ., Vol. XIV. 26 190 SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. Questa specie sì distingue da tutte le Discohelix lisce della serie delle formazioni liasiche per le sue proporzioni e per la presenza de’ cercini che cingono i suoi giri. Fra le specie ornate vi è negli strati d'Hierlatz la Di- scohelix Reussi, Horn. che è provvista pure di cercini, ma essa è striata longitudinalmente e trasversalmente, ed è così piccola che riesce affatto im- possibile poterla confondere con la specie in esame. Essa è piuttosto rara nel calcare cristallino bianco della Montagna del Casale della provincia di Palermo. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo ne abbiamo tre esemplari. Spiegazione delle figure. Tav. V, Fig. 49. Discohelia Favrei, Gemm. vi- sta dal lato della spira. Fig. 50 idem; vista dal lato dell’ombellico. Fig. 51 idem; vista dal lato dell'apertura. DisconeLix Loriori, Gemm. (Tav. V, Fig. 52 a 54). Lunghezza; ii ET e ti a DI ATRIA i Sa Larghezza; 10030: ted i Oa E Re A LI gra x La conchiglia di questa specie è sinistrorsa, depressa, discoidale e lar- gamente e profondamente ombellicata. La sua spira piana consta di giri quadrangolari e avvolti un po’ obbliquamente. Essa ha i primi giri lisci, piani e soltanto marginati all’ esterno d'uno stretto cercine. Poscia essi si provvedono di leggiere pieghe, e finalmente sugli ultimi giri esse diven- gono fortemente nodose all’esterno. Sulla sua faccia ombellicale i giri sono disposti a gradini, angolosi e granulosi; i quali granuli nell’ultimo giro si ingrossano in modo da prendere l'aspetto di pieghe fortemente nodose al- l’esterno.. Esse si estendono, per congiungersi con quelle della faccia om- bellicale, in modo sinuoso sul margine esterno della conchiglia, e lo rendono ondoloso. La sua bocca è quadrangolare e un po’ più alta che larga. Le sue strie d'accrescimento sul lato esterno sono leggermente sinuose indietro. Questa specie appartiene al tipo della Discohelix sinistra, d' Orb. sp. e della Discohelix tuberculosa, Thor. sp. Si distingue dalla prima specie per essere meno depressa e meno lentamente crescente, per avere un numero minore di pieghe sull’ultimo giro e per mancare di strie longitudinali. Più vicina con la Discohelix tubercolosa, Thor. sp., quantunque questa provenga d'un piano geologico molto più giovane, ne differisce per avere la spira più piana e il contorno esterno fortemente ondoloso, e per essere provvista di pieghe meno numerose sull'ultimo giro. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo si SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. 191 conservano tre esemplari di questa specie, che è stata trovata nel calcare cristallino grigio della Montagna di Bellampo presso Palermo, Spiegazione delle figure. Tav. V, Fig. 52. Discohelix Lorioli, Gemm. vi- sta dalla faccia ombellicale. Fig. 53 idem; altro esemplare visto dal lato della bocca. Fig. 54 idem; vista dal lato della spira. BIFRONTIA, Deshayes. Birrontia Scaccna, Gemm. (Tav. V, Fig. 55 a 59 e Tav. VI, Fig. 5 e 6). RARERRezZZa n et a AA 10 Ct be 2857 Liahezi fa eo Ta ER ei rn od ero DI Conchiglia perfettamente discoidale. La sua spira è piana e soltanto un po’ depressa ne’ grandi esemplari, avendo l’ultimo giro spinto indietro. Essa risulta di 6 giri triangolari, posteriormente piani e divisi fra di loro da su- ture distinte, e anteriormente carenati. ll suo ombellico è grandissimo e completamente apparente. Ne’ primi giri la parete ombellicale è perpendi- colare, ma poscia va mano mano inclinandosi all’esterno, talchè dà luogo negli ultimi giri ad una superficie convessa. Gli esemplari che hanno una larghezza di circa 14"" presentano il contorno ombellicale crenulato, però superata questa grandezza lo hanno completamente liscio. L'ultimo giro è limitato esternamente d’una carena fortemente sporgente, la quale è poco saliente ne’ grandi esemplari. La sua bocca è triangolare e sinuata in alto. I primi giri sulla loro faccia spirale sono ornati di pieghe trasversali, piccolissime, strette, e alquanto sinuose ch’'essendo più forti lungo il lato esterno lo rendono quasi crenulato. Gli altri giri sono perfettamente lisci, notandovisi soltanto delle distinte strie d’accrescimento, fra cui molte for- tissime. Queste strie d’accrescimento mentre sulla faccia spirale de’ giri sono sinuose indietro, su quella ombellicale hanno la convessità diretta in avanti. Confrontando l’ andamento delle strie d'accrescimento di questa interes- santissima specie con quelle della Bifrontia marginata, Desh. della Bifron- tia laudinensîs, Desh. e della Bifrontia serrata, Desh., esse nel loro an- damento confrontano perfettamente. Ciò mi ha spinto a considerare questa specie come appartenente a questo genere, anzichè come uno Straparolus, il quale genere, che che ne pensino alcuni paleontologisti, è distinto dalle Bifrontie, avendo le sue strie d’accrescimanto tutt'altra direzione. 192 SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. Lo esame della direzione delle strie d'accrescimento delle conchiglie, che è di grande interesse per la determinazione generica de’ gasteropodi, es- sendo stato fin'ora trascurato dalla maggior parte de’ paleontologisti, non sono al caso, per mancanza di materiali, di potere asserire se fra le diverse specie liasiche, che sono state riferite a' Straparolus, alle Discohelia e a' Solarium vi siano delle Bifrontie, e quali siano le loro affinità con la specie in esame. Nell'eocene del bacino di Parigi vi ha la Bifrontia mar- ginata, Desh. che è molto vicina per la forma, sebbene assai più piccola, alla Bifrontia Scacchii, Gemm. Questa però ne differisce per essere più depressa, ed avere l’ombellico molto più largo. La Bifrontia Scacchii, Gemm. è una delle specie più comuni del calcare cristallino bianco della Montagna del Casale della provincia di Palermo. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo se ne conservano molti esemplari. Spiegazione delle figure. Tav. V, Fig. 55. Bifrontia Scacchii, Gemm. vi- sta dal lato della spira. Fig. 56 idem; vista dalla faccia ombellicale. Fig. 57 idem; esemplare giovane visto dal lato della spira. Fig. 58 idem; altro esemplare visto dalla faccia ombellicale. Fig. 59 idem; visto dal lato della bocca. Tav. VI, Fig. 5 idem; un frammento di giro visto dalla faccia posteriore per far vedere l'andamento delle strie d’accrescimento (ingran- dito). Fig. 6 idem; visto dalla faccia anteriore o ombellicale per far vedere l'andamento delle strie d'accrescimento (ingrandito). Fig. 7. Bifrontia mar- ginata, Desh., un frammento di giro visto dalla faccia posteriore per far vedere l'andamento delle strie d’accrescimento (ingrandito). Fig. 8 idem; visto dalla faccia anteriore o ombellicale per far vedere l'andamento delle strie d'accrescimento (ingrandito). SOLARIUM, Lamarck. SOLARIUM GLATCUS, Gemm. (Tav. V, Fig. 62 e 63). Lumohezza i ia ae a O SI RAR UO POR AR Larehezza ti si. Leno a ea ARRESE NEO, O Dr Conchiglia spessa, quasi orbicolare e liscia. La sua spira, depressa e ap- pena rilevata, risulta di 5 giri piani, alquanto depressi al centro e divisi da suture distinte. L'ultimo giro è angoloso esternamente. La sua base è rigonfiata e regolarmente convessa. Essa ha l’ombellico largo, apparente ed ornato all'orlo di 14 piccole pieghe. La sua bocca è quasi trapezoidale. SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. 193 Questa specie è molto affine al Solarium lenticulare, Terq. del gres ad Aegoceras angulatum, Sow. d'Hettange, da cui sì distingue per essere più grande, per avere i giri depressi al centro e l’ombellico ornato d’un nu- mero maggiore di pieghe (14 invece di 7 a 10). Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo si hanno due esemplari di questa rara specie, che proviene dal calcare cri- stallino bianco della Montagna del Casale della provincia di Palermo. Spiegazione delle figure. Tav. V, Fig. 62. Solarium Glaucus, Gemm. vi- sto dal lato della spira. Fig. 63 idem; visto dal lato della bocca. SOLARIUM MELLONI, Gemm. (Tav. VI, Fig. 9 e 10). A e A A A a O A MR ONE RE ORO ca RE E E AZA: CB ARRE RAP a COLPIRONO SORIA 2I SESTRI Lo RO Conchiglia piccola, spessa, liscia e trocoide. La sua spira, ottusa e poco sporgente, consta di 6 giri stretti ed escavati al centro, ognuno de’ quali è ordinariamente provvisto di quattro pieghe trasversali, leggiere e dispo- ste in serie con quelle de’ giri susseguenti, le quali danno alla conchiglia l'aspetto d'un bassissimo prisma tetragono. Alcuni esemplari, però, oltre di queste quattro pieghe, ne hanno una quinta oscurissima. L'ultimo giro ha esternamente una carena ondulata. La sua base è convessa. L’ombellico è di grandezza media ed ornato al contorno di quattro grosse pieghe. La sua bocca è quadrangolare e molto più alta che larga. Le sue strie trasversali d’accrescimento sono un po’ obbliquamente dirette in avanti e punto sinuose. Questa specie per la sua forma si distingue facilmente dalle sue conge- neri liasiche. Nella serie oolitica vi sono il Solarium altum, d'Orb. sp. e il Solarium turbiniforme, Lyc. che la richiamano per l’ assieme. Però, essi essendo ornati differentemente e punto con spira quadriplicata, credo un fuor d’opera fermarmi sulle loro differenze. Questa specie non è rara nel calcare cristallino bianco della Montagna del Casale della provincia di Palermo. Nel Museo di Geologia e Minera- logia della R, Università di Palermo ne abbiamo 6 esemplari. Spiegazione delle figure. Tav. VI, Fig. 9. Solarium Mellonii, Gemm. vi- sto dal lato della spira. Fig. 10 idem; visto dal lato dell'apertura. 194 SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. TROCROTOMA, Eudes Deslongschamps emend. Eug. Deslongschamps. TrocHOTOMA CONFR. PAcuYSPIRA, Eug. Desl. (Law, VW. ‘Hig, 240602); 1866. Trochotoma pachyspira, Eug. Deslongchamps, Nouvelle note sur les genres Trochotoma et Ditremaria (Notes Paléontologiques, p. 61. Pl. IV, Fig. 4). 1877. » » Hermite, Note sur le genre Trochotoma (Bull. de la Soc. Geol. de France, p. 690, 3* serie, tom. V). Questa Trochotoma è comune nel calcare cristallino della Montagna di Bellampo, e piuttosto rara in quello della Montagna del Casale della pro- vincia di Palermo. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Univer- sità di Palermo si trovano molti esemplari di questa specie, ma tutti in cat- tivo stato di conservazione, talchè sono stato obbligato di dare la figura di due esemplari di piccole dimensioni, che sono discretamente conservati. Questa specie, per la forma de’ giri, per la larghezza dell’escavazione della sua base, per la prominenza che ha presso la rima respiratoria e per l'or- namentazione, corrisponde al tipo della Trochotoma pachyspira, Eug. Des]. proveniente dal lias medio di May e di Yontaine-Étoupefour (Francia). Però stando alle figure, che ne dà il suo illustre autore, le sue strie lon- gitudinali sono più numerose di quelle che ornano i giri della specie di Sicilia. . Spiegazione delle figure. Tav. V, Fig. 71. Trochotoma confr. pachyspi- ra, Eug. Desl. vista dal lato della bocca. Fig. ‘72 idem; altro esemplare visto dal lato della rima respiratoria. TROCHOTOMA N. SP. (Tav. V, Fig. 69 e 70). Garghezza.. i n n li RR e gi I I LO Questa rarissima specie proviene dal calcare grigio della Montagna di Bel- lampo presso Palermo. L'unico esemplare che se ne conosce è quello fig. 69 e 70, che essendo sciupato, mi limito a farne conoscere alcuni caratteri. Que- sta Trochotoma è conica e spessa. La sua spira è fornita di giri legger- SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. 195 mente convessi, striati longitudinalmente in avanti, e provvisti di due lar- ghi solchi indietro. La sua base, leggermente convessa e liscia, ha nel cen- tro una grande escavazione liscia ed incrostata. La sua rima respiratoria non è ben conosciuta; essa sta situata sul terzo posteriore dell'ultimo giro e circa 9%» indietro del labbro. La traccia della rima respiratoria, consi- stente in uno strettissimo solco, si nota sopra un cordoncino longitudinale che divide i due solchi posteriori dei giri, La bocca è stretta e tagliata a sbiego. ll lato columellare in fondo dell’ escavazione mostra una forte si- nuosità. Questa specie per la sua ornamentazione e la forma de’ suoi giri si di- stingue facilmente dalle Trochotome finora conosciute. Spiegazione delle figure. Tav. V, Fig. 69. Trochotoma, n. sp. vista dal lato della spira. Fig. 70 idem; vista di lato. Trocnorona MeNneGHINII, Gemm. (Tav. VI. Fig. 11 e 12). E EA e — RESI peli IAC ORS TRA ORO RI N NT o Vie DA ia EER MITO RO IE STATA 0 Age iapalog spiate artno ve Ten Aa ii: 880a. 86° Questa conchiglia è conico-turbinata, alquanto più larga che alta e leg- germente gradinata. La sua spira, alta ed acuta, è crescente sotto un an- golo regolare. Essa è formata di 9 giri leggermente angolosi, che sono striati longitudinalmente. L'ultimo giro è angoloso all’esterno. La sua base appianata e striata concentricamente ha nel centro una profonda escava- zione imbutiforme e liscia. La rima respiratoria non è ben conservata ne- gli esemplari che ho sott'occhio. Su’ loro modelli interni si trova molto avvicinata al labbro, e corrisponde all'angolo de’ giri, su di cui se ne os- serva l’antica traccia, che consiste in una stria un po' più larga di quelle che li adornano. La sua bocca è obliqua e compressa. Il lato columellare presenta in fondo dell’escavazione una leggiera sinuosità , e la sua piega longitudinale interna sta situata sulla metà dell’altezza di questo lato. Questa specie è vicina per la sua ornamentazione alla Trochotoma ve- tusta, Terq. dalla quale differisce per essere più conica, per avere l'angolo spirale più acuto, la base più strettamente escavata e per essere ornata di strie longitudinali più numerose e fine. La Trochotoma Meneghini, Gemm. è piuttosto comune nel calcare cri- stallino bianco della Montagna del Casale della provincia di Palermo. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo se ne tro- vano varî esemplari. 196 SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. Spiegazione delle figure Tav. VI, Fig. ll. Trochotoma Meneghini, Gemm. vista dal lato della rima respiratoria. Fig. 12 idem; altro esemplare visto dallo stesso lato. TrocHtotoma Hermite:i, Gemm. (Tav. V, Fig. 65 a 68). Lunghezza; i selena e ei OM Larghezzawo il «atti. dle too eee Conchiglia spessa, quasi trochiforme, depressa e con spira bassa ed ottusa. I giri al numero di 5 sono regolarmente convessi ed ornati di stretti e su- perficiali solchi, fra’ quali ve ne ha uno o due per giro più larghi degli al- tri. Essi vengono intersecati da strie d’accrescimento , chiare, oblique e un po' distanti le une dalle altre, che con il loro cambiamento di direzione determinano chiaramente l’antica traccia della rima respiratoria, che con- siste in un solco simile in grandezza agli altri che ornano la conchiglia ; il quale corre un po’ al di sopra del centro de’ giri, ed è trasversalmente provvisto di strie semilunari. L'ultimo giro è rotondato all’esterno. Essa ha la base convessa e striata concentricamente alla periferia; mentre al cen- tro presenta una larga e profonda escavazione imbutiforme completamente liscia e incrostata. La rima respiratoria non è ben conosciuta. Essa si ar- resta circa 6 avanti del labbro. La sua bocca è obliqua e dilatata. Il labbro in dietro un poco ispessito si spinge fortemente di lato. Il lato co- lumellare in fondo dell’escavazione è fortemente sinuoso. La sua piega in- terna è assai sporgente e sta situata sulla metà della lunghezza di questo lato. Questa Trochotoma non ha specie affini nella serie delle formazioni re- tiche e liasiche. Essa è comune nel calcare cristallino bianco della Montagna del Casale della Provincia di Palermo. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo se ne trovano varî esemplari. Spiegazione delle figure. Tav. V, Fig. 69. Trochotoma Hermitei, Gemm. vista dal lato della spira. Fig. 66 idem; vista dal lato della bocca. Fig. 67 idem; altro esemplare visto dal lato della spira. Fig. 68 idem; visto dal lato della bocca. SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. 197 DITREMARIA, d’Orbigny emend. Eug. Deslongchamps. DITRENARIA TROCHOIDES, Gemm. (Tav. VI, Fig. 13 a 16). Enne lezzat a tist e I A ia PS REZzak: vega tto tate ti8 peer Ma Vi e ARE oss parallel ae e e a Lardo 88° Conchiglia spessa, trocoide e un po’ più larga che alta. La sua spira, alta ed acuta, è crescente sotto un angolo leggermente pupoide. I suoi giri, di- sposti a gradini e un po' angolosi verso il loro terzo posteriore, mostrano sopra il loro angolo, che è rotondato, la traccia della fessura respiratoria, consistente in uno stretto e leggiero solco. Essi sono nella loro parte po- steriore ornati di quattro solchi stretti ed uguali, e nella loro parte ante- riore d'altri quattro solchi, molto più larghi, profondi ed ineguali, dei quali, contandoli d’ avanti indietro, il terzo è quello più largo. Sulla superficie della conchiglia si vedono distintamente le sue strie obblique d’accrescimento, delle quali nella parte posteriore dei giri molte sono fortissime. La sua base è quasi per intiero profondamente escavata , incrostata e liscia, lasciando alla periferia una stretta superficie striata concentricamente. La fessura respiratoria non è ben conservata; il suo angolo anteriore si arresta circa 4um prima del labbro. La sua bocca è stretta e raggrinzata. Il labbro, che è molto esteso lateralmente, ha nell'inconto con il giro precedente un forte ispessimento ed è nel fondo dell’escavazione calloso. Il lato columellare dentro l’escavazione è anch'esso calloso. Questa specie è molto affine alla Ditremaria gradata, Gemm., da cui si distingue per avere gli angoli dei giri arrotondati, questi ornati di solchi molto più larghi e la base più largamente escavata ed incrostata. Questa specie è rara nel calcare cristallino bianco della Montagna del Casale della Provincia di Palermo. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo si?conservano gli esemplari qui disegnati. Spiegazione delle figure. Tav. VI, Fig. 13. Ditremaria trochoides, Gemm. vista dal lato della bocca. Fig. 14 idem; vista dal lato della fessura respira- toria. Fig. 15 idem; altro esemplare visto dallo stesso lato. Fig. 16 idem; un frammento di giro per farne vedere la ornamentazione (ingrandito). Giornale di Scienze Nat. ed Econ, Vol. XIV. 27 198 SUl FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. DITRENARIA GRADATA, Gemm. (Tav. VI; Fig. IM). LuaDehezza. o A IA OA RODI A ne Larghezza i Lt Ret. A A O e a Questa conchiglia è trocoide, un po’ più larga che alta e gradinata. La sua spira, crescente sotto un angolo leggermente convesso, risulta di giri provvisti presso il loro terzo posteriore, d'una carena che li divide in due parti, delle quali la posteriore è piana, e l’anteriore declive e leggermente escavata al centro. La parte anteriore de’ giri è ornata d’un solco longi- tudinale che occupa l’escavazione, e di strie longitudinali. D’esse se ne con- tano 2 dalla sutura al solco longitudinale, e 3 da questo alla traccia della fessura respiratoria che cammina lungo la carena de’ giri. Sulla loro parte posteriore si trovano soltanto 4 strie longitudinali. L'ultimo giro è quasi bicarenato. La sua base leggermente convessa e striata mostra nel centro una profonda escavazione liscia e leggermente incrostata. La sua bocca è stretta e raggrinzata. Il lato columellare ha in fondo dell’escavazione una forte callosità. Il labbro ne ha un’altra allo stesso livello, e in fuori un grosso ed ovale tubercolo. La fessura respiratoria si trova non ben conservata, essa si arresta circa 5"» indietro del labbro. Il signor Etudes Deslongchamps (1) ha dimostrato che nelle sue Trocho- ma affinis e Trochotoma acuminata l’animale qualche volta dopo d'avere terminato la conchiglia con la chiusura della fessura respiratoria e la depres- sione del labbro, non ha cessato di accrescerla nuovamente, riproducendo, a qualche distanza d'esse, un’altra fessura respiratoria e una nuova depres- sione del labbro. Questo fatto ha luogo ancora presso alcune Ditremarze; infatti nella Distremaria sp. n., fig. 18 e 19 si osserva presso il terzo esterno dell'ultimo giro l'antica traccia del lato columellare, e un po’ indietro sulla parte pesteriore dell’ultimo giro l’antica fessura respiratoria. La Ditremaria gradata, Gemm. è vicinissima della Ditremaria trochoides, Gemm. Ne differisce per avere i giri più fortemente angolosi, anzi carenati, e l'ultimo quasi bicarenato, e per essere ornata diversamente. Inoltre la sua base è meno largamente escavata ed incrostata e il tubercolo esterno del labbro più robusto. Questa rara Ditremaria proviene dal calcare cristallino della Montagna (4) Mem. sur les Trochotoma. (Mem. de la Soc. Linneenne de Normandie, p. 404, t. 7, Paris, 1842). SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. 199 del Casale della Provincia di Palermo. L’esemplare disegnato si trova nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo. Spiegazione delle figure. Tav. VI, Fig. 17. Ditremaria gradata, Gemm. vista dalla base. CRYPTAENIA, Eug. Deslongchamps. CRYPTAENIA ROTELLABFORWIS, Dunk. (Tav. V, Fig. 60 e 61). 1851. Pleurotomaria rotellaeformis, Dunker, Ueber die in den Lias bei Halberstadt vorkom. Versteinerun- gen (Palaeontographica, vol. 1, p. DUE Tab” XIII fio. 19). 1855. » » , Terquem, Pal. de l'étage inf. de la form. liasique de la Prov. de Lu- xembourg (Mém. de la Soc. Geol. de France, s. (2, tom. 5, ‘part. 3; p. 272, Tab. XVI, fig. 11. 1865. » » » , Terquem et Piette, Le Lias inf. de l'Est de la France (Mém. de la Soc, Geol. de France, s. 2, tom. 8, p. 57). 1867. » » , Dumortier, Études pal. sur les dep. Jurass. du bassin du Rhone, 2 p., p. 44, PI. XVI, fig. 8 a 10. 1879. Cryptaenia rotellaeformis, Tate and Blake, The Yorkschire Lias, p. 335. IL AZZ PMINIARO I PARE A TOI PINO e Cn ra Sezze e o I e I N AR 4 I cinque esemplari, che ho sott'occhio, della Cryptaenia rotellaeformis, Dunk. del calcare cristallino della Provincia di Palermo, sebbene siano un po’ più depressi del tipo di Halberstadt, gli corrispondono in tutti i carat- teri essenziali, da non lasciare contestazione alcuna sulla loro determinazione. Ecco la loro descrizione : i Conchiglia eliciforme , liscia, pulita e imperforata. La sua spira, poco saliente e con apice ottuso, consta di sei giri appianati, appena convessi e divisi fra di loro da suture un po’ rientranti, ma lineari e distinte. La fa- scia del seno, di media grandezza e piana, sta situata un po' indietro del- 200 SUl FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. l'angolo rotondato dell'ultimo giro, talchè una linea centrale tracciata lungo il diametro laterale della conchiglia lascia la fascia del seno un po’ indietro. La lamina posteriore dell’ ultimo giro si salda sul lato posteriore della fascia del seno. La sua base è leggermente convessa ed ha l’ombel- lico coverto d’una circostritta callosità. Il lato columellare è sinuoso e in- grassato. Le sue strie d’accrescimento sono finissime e distinguibili con la lente d'ingrandimento. La Cryptaenia rotellaeformis, Dunk. è molto affine alla Cryptaenia he- liciformis, Desl. Gli esemplari della prima specie provenienti dal calcare cristallino della Provincia di Palermo si distinguono dalla Cryptaenia he- liciformis, Desl. della zona a Terebratula Aspasia di Sicilia per le seguenti differenze : 1° essi hanno l’apice più ottuso; 2° i loro giri sono più appia- nati, e mancano della stretta e leggiera depressione che trovasi sulla parte posteriore dei giri della Cryptaenia heliciformis, Desl., la quale depressione rende i suoi giri più convessi; 3° hanno la base meno convessa; e 4° la loro callosità ombellicale è più circoscritta e spessa, ma meno escavata. Questa specie è stata trovata nel lias inferiore di Halberstadt (Germania) nella zona ad Aegoceras angulatum di Cliff e nella zona ad Artetites Bu- cklandi di Redcar (Inghilterra) nella zona ad Arietites Bucklandi di Siory e di Drevain e nella zona ad Aegoceras angulatum di Hettange, Saul e Saint- Menge (Francia). In Sicilia si trova nel calcare cristallino bianco della Mon- tagna del Casale e grigio della Montagna di Bellampo della Provincia di Palermo. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo se ne conservano cinque esemplari, due provenienti dalla Montagna del Casale e tre di quella di Bellampo (Provincia di Palermo). Spiegazione delle figure. Tav. V, Fig. 60. Cryptaenia rotellaeformis, Dunk. vista dal lato della spira. Fio. 61 idem; vista dal lato dell'apertura. CRYPTAENIA CONFR. COMPLANATA, Eug. Desl. (Tav. VI, Fig. 20 e 21). 1866. Cryptaenia complanata, Eug. Deslongchamps, Note sur les Lep- tomaria et Cryptaenia et. (Notes Paléont., p. 179, PL... VE ie): L'esemplare, di cui qui do la figura, confronta con la Cryptaenia com- planata, Eug. Desl. Però la Cryptaenia di Sicilia essendo in cattivissimo stato di conservazione e provenendo da una zona geologica inferiore a quella, . ove è stata travata la Cryptaenia complanata, Eug. Desl. (in May Fran- cia), non sì può asserire con tutta sicurezza che appartenga a questa specie. SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. 201 Questo esemplare, che conservasi nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo, proviene dal calcare cristallino della Mon- tagna di Bellampo presso Palermo. Spiegazione delle figure. Tav. VI, Fig. 20. Cryptaenia confr. compla- nata, Eug. Desl. vista dalla faccia spirale. Fig. 21 idem; vista dal lato dell'apertura. PLEUROTOMARIA, Defrance. PLEUROTONARIA cONFR. SturI, Neum. 1879. Pleurotomania Sturi, Neumayr, Zur Kenntniss der Fauna des un- terstein Lias in den Nordalpen (Abhand. der K. K. Geolog. Reichsanstalt, B. VII, Heft. Di poebuggrap, d, Hp. 19) L’esemplare proveniente dal calcare cristallino grigio della Montagna di Bellampo presso Palermo, che pare di doversi riferire a questa specie, è in cattivissimo stato di conservazione. D'esso si ha soltanto un frammento dei tre ultimi giri che nella scultura confrontano perfettamente con il tipo di Pfonsjoch. f EMARGINULA, Lamarck. Emarcinuta Lepsiusi, Gemm. (Tav. VI, Fig. 29 e 30). ATICIZEn vela EE e LEI RE AAA RICO PIO SCION (cl Eoe ROMA IGre pOsUeriore: i. i i 0. a e Le nei ala » LEE EN n era Lea Ro TA he or ta E AR EPA i Conchiglia spessa, a forma di berretto frigio, alta e con base quasi circo- lare. ll suo apice è fortemente curvato e spinto indietro. Essa ha la faccia posteriore alquanto concava e l'anteriore molto convessa. La sua superficie è ornata di 13 coste raggianti e di strie trasverse d’accrescimento, distanti fra di loro, ondulate e ineguali che si osservano soltanto negl’interstizî delle coste. Sulla costa centrale del suo lato anteriore si vede uno stretto solco provvisto di strie semilunari, che termina alla base con l’intaglio. Esso è stretto e lungo 3"". Questa specie per la forma richiama l’Emarginula Meneghiniana, Cana- vari, proveniente dal lias inferiore di S. Eustachio presso Sanseverino-Marche; 202 SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. però se ne allontana* per avere l'apice più ricurvo e per essere ornata d’un numero minore di coste raggianti (13 invece di 20 a 40). Questa Emarginula proviene dal calcare cristallino bianco della Montagna del Casale e grigio della Montagna di Bellampo (Provincia di Palermo). Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo ve ne sono 4 esemplari della prima località, ed 1 della seconda. Spiegazione delle figure. Tav. VI, Fig. 29. Emarginula Lepsiusi, Gemm. vista dalla faccia laterale. Fig. 30 idem; vista dalla faccia anteriore. EnarcinuLa Busamprensis, Gemm. (Tav. VI, Fig. 24 a 26). Altezza ita r RE aen DAI AO PARE OVITERRa Diametro;antero-pposferiore dl be, St OE Deira » lateraleft att, Ria A O De L'Emerginula busambrensis, Gemm. è una delle specie più comuni della Montagna del Casale della provincia di Palermo. Essa è piccola, a for- ma di berretto frigio, più larga che alta e con base circolare. Il suo apice è curvato e spinto in dietro. Il lato posteriore si mostra leggermente con- cavo, e fortemente convesso l'anteriore. Essa è ornata di numerose costi- cine longitudinali, alternanti in grossezza, che vengono intersecate, d’unita a’ loro interstizî, di lamine trasverse, numerosissime e serrate che danno alla superficie della conchiglia un aspetto finamente cancellato e subsqua- moso. Presso la sua base alcune di queste lamine trasverse sono più robuste delle altre. | Sulla parte centrale della sua faccia anteriore vi è una costicina longi- tudinale più grossa delle altre, piana e provvista di sottili lamine semilunari, la quale termina alla base con un lungo e stretto intaglio. Esso è lungo 4", Questa specie richiama per la forma in qualche modo l'Emarginula no- bilis, Eug. Desl. del lias medio di May (Francia). Ma se ne distingue a colpo d'occhio per aveva l'apice più curvato e spinto in dietro, e il lato po- steriore più corto e concavo. Inoltre la sua ornamentazione è molto diversa. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo si conservano moltissimi esemplari di questa specie. Spiegazione delle figure. Tav. VI, Fig. 24. Emarginula Busambrensis, Gemm. vista di lato. Fig. 25 idem: altro esemplare (modello interno) visto dalla faccia anteriore. Fig. 26 idem; un frammento della conchiglia presso il margine (fortemente ingrandito). SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. 203 EuarcIinuLAa Bionpia, Gemm. (Tav. VI, Fig. 27 e 28). ALCezza) dI SI a RAMI ATRIA BEAR RO TINTI PATO A UG Diametro dierozzoni CITE RS A RAR OR METTE STO » lateralent: INA te RR e Aa i Lei LL AID? Conchiglia piccola, capuliforme, più larga che alta, e con apice un pò ot- tuso, leggermente curvato e spinto in dietro. La sua faccia anteriore è leg- germente convessa e la posteriore soltanto sotto l’apice concava. Essa ha la base circolare. La sua superficie è ornata di 46 a 48 costicine radiali, uguali ed equidistanti, le quali, con i loro interstizî, vengono incrociate da lamine numerose sottili e serrate. Nel centro della sua faccia anteriore vi è una costicina più rilevata e grande delle altre, la quale sulla sua superficie mo- stra delle lamine trasverse , distanti e semilunari e che termina alla base con l’intaglio. Esso è stretto e lungo circa 3", Questa specie ha una lontana analogia con l Emarginula planicostula Eud. Desl. Però se ne allontana per avere l'apice più ottuso, curvato e spinto in dietro, e il lato posteriore molto più corto. Inoltre la sua base è circolare, mentre nell’Emerginula planicostula, Eud. Desl. è ellittica. Questa rarissima specie è stata trovata nel calcare cristallino bianco della Montagna del Casale della provincia di Palermo. L’esemplare qui disegnato si conserva nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo. Spiegazione delle figure. Tav. VI, Fig. 27. Emarginula Biondii, Gemm. vista di lato. Fig. 28 idem; vista dalla faccia anteriore. EnarcinoLa Monime, Gemm. d(Lav2 5 lo. 2210023). Altezza... PRETI PAGO REA TOR Un Diametro antero- I efazione N NE TAN ORTA Crea » laterale ti oa Questa elegante conchiglia è di forma conica, più larga che alta e con apice acuto, curvo e spinto un po’ indietro. La sua base è di forma ellittica. La sua superficie è ornata di costicine longitudinali, numerose, uguali e più strette dei loro interstizî. Queste costicine presso l’apice sono fine e 204 SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. rotondate, ma, come sì irradiano verso la base, vanno man mano ingrossan- dosi ed appianandosi. Esse e i loro interstizî vengono intersecati da nu- merosissime lamine trasverse sottili e flessuose, le quali hanno la convessità diretta in alto negl'interstizî intercostali e la convessità rivolta verso la base sulle costicine. Sul centro della sua faccia anteriore vi è una costa molto più grossa e rilevata delle altre, su cui si notano delle lamine semilunari e distanti fra di loro. Essa ha alla base un largo e alto intaglio. Questa specie per il modo elegante delle sue sculture si distingue facil- mente da tutte le sue congeneri. L'Emarginula Monime, Gemm. proviene dal calcare cristallino della Montagna di Bellampo presso Palermo. Nel Museo di Geologia e Minera- logia della R. Università di Palermo se ne hanno quattro esemplari. Spiegazione delle figure. Tav. VI, Fig. 22. Emarginula Monime, Gemm. vista di lato. Fig. 23 idem; un frammento di conchiglia fortemente in- grandito. F EnarcinuLA Nesti, Gemm. (Tav. VI, Fig. 31 e 32). IEZZO: n Pt RIA SETA IA NET A II REIT RAMI. AIAR VAGIORAI, VV IERI SRI Diametro. Anter0-POSteriore ser et a FO E E STO] 55 _ laterale 0 dti tt Line ECO STIRO PST Conchiglia piccola, scutiforme, più larga che alta, con apice acuto, leg- germente curvato e un poco spinto indietro. Il suo lato posteriore è al- quanto concavo, e l'anteriore leggermente convesso. La sua base è el- littica. La sua superficie è ornata di 28 costicine raggianti, alternanti in grandezza fra di loro, e di pieghette concentriche e grossolane che sì ve- dono più chiaramente ne’ loro interstizî. Sulla sua faccia anteriore ha una leggiera depressione longitudinale e di forma triangolare, nel cui centro vedesi una costicina meno rilevata delle altre e che presso alla base termina con l’'intaglio. Esso è largo e lungo 3", Questa Emarginula per la grossezza delle sue pieghe concentriche si di- stingue subito dalle specie liasiche fin'ora conosciute. Questa rarissima specie è stata trovata nel calcare cristallino grigio della Montagna di Bellampo presso Palermo. L'esemplare qui disegnato si con- serva nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo. Spiegazione delle figure. Tav. XXVIII, Fig. 21. Emarginula Nesti, Gemm. vista dalla faccia superiore. Fig. 22 idem; vista di lato. SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. 205 SCURRIA, Gray. ScurriA unpATIRUGA, Gemm. (Tav, VI, Fig. 51 a 50). BOZZA N a EI ea O PER E nt n Re do Diametrofantero=postellore: at. Ne e 400 (6007 » IO POR e TR EE I eZ Conchiglia grande, spessa, conica, alta e con base ovale. La sua faccia anteriore ne’ giovani ha un contorno rettilineo, che diviene più o meno con- vesso negli adulti. L'apice è strangolato e termina con punta mammillata. Fsso è subcentrale avvicinandosi maggiormente al margine anteriore. Essa è ornata di rughe concentriche, più o meno ondolate e più o meno distanti fra di loro, che verso la base della conchiglia si mostrano più avvicinate e regolari. Tutta la superficie di queste rughe è provvista di finissime strie concentriche. Oltre a ciò dal suo apice si irradiano delle linee leggerissi- me, distanti e longitudinali, che ne’ grandi esemplari svaniscono comple- tamente. La sua apertura è larga, ovale e con margine internamente in- tegro. Questa bellissima specie richiama in qualche modo nell’ ornamentazione la Scurria (Patella) Hettangiensis, Terq. del gres a Belemnites acutus di Rimogne, e del gres ad Aegoceras angulatum di Hettange, Viville e La- val-Morency (Francia). Ne differisce, però, per essere più grande, più alta e meno ristretta anteriormente. Essa è comune nel calcare cristallino grigio della Montagna di Bellampo, e rarissima in quello bianco della Montagna del Casale della provincia di Palermo. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo se ne conservano 8 esemplari della seconda località, e 1 della prima. Spiegazione delle figure. Tav. VI, Fig. 51. Scurria undatiruga, Gemm. vista dalla faccia superiore. Fig. 52 idem; vista di lato. Fig. 53 idem; al- tro esemplare visto dalla faccia superiore. Fig. 54 idem; visto di lato. Fig. 59 idem; un frammento di conchiglia (ingrandito). Giornale di Scienze Nat. ed Econ., Vol. XIV. 28 206 SUl FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. Scurria DumortieRI, Gemm. (Tav. VI, Fig. 49 e 50). Altezza i. pinta renti et io e ae oe Diametro, antero-posterioneg Nu i e a » laterale ni zie de i e E e Dea Conchiglia spessa, patelliforme e con base ovale, di cui la maggiore lar- ghezza è verso il suo margine posteriore. La sua faccia anteriore è legger- mente convessa. L’apice è centrale, fortemente strangolato e termina con punta mammillata. La sua superficie è ornata di strie concentriche, un po’ forti e quasi rugose, le quali nella parte posteriore della conchiglia ven- gono incrociate da linee raggianti, leggerissime e indistinte. La sua aper- tura è larga, ovale e con margine all’interno integro. Nella figura, che ho dato di questa specie, le linee radiali sono esagera- tissime e nel numero e nella forza. Questa specie ha molta analogia nella scultura con la Patella Hennocquii, Terq. del gres a Belemnites acutus d'Eteiguer e del gres ad Aegoceras an- gulatum d’Hettange. Però la specie di Sicilia se ne distingue per avere lo apice quasi centrale e con punta mammillata. Essa è piuttosto rara nel calcare cristallino bianco della Montagna del Casale della provincia di Palermo. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo se ne trovano tre esemplari. Spiegazione delle figure. Tav. VI, Fig. 49. Scurria Dumortieri, Gemm. vista dalla faccia superiore. Fig. 50 idem; vista di lato. Scurria ZitteLI, Gemm. (Voll XVI Tavo: 6029: AME ZZA e e TA RE ISPA FARABPASORES VAC SOR ORO Dr Diametro: Anbero= posteriore, ite IIS RA AT IAN IO NE VLAN AVO » lattera ten e o e AE MEO I TAP ARR Conchiglia spessa, piccola, alta, liscia e con base ovale. Il suo apice è quasi centrale, strangolato e termina con punta ottusa e mammelionata. Sulla sua superficie si vedono soltanto poche strie concentriche forti e a forma di strangolamenti che indicano gli arresti d'accrescimento della con- chiglia. La sua apertura è grande, ovale e con margine internamente in- tegro. SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. 207 Essa non ha specie affini in tutta la serie liasica. Specie rara del calcare cristallino bianco della Montagna del Casale della provincia di Palermo. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Uni- versità di Palermo ne abbiamo due esemplari. Spiegazione delle figure. Tav. l, Fig. 1. Scurria Zitteli, Gemm. vista dalla faccia superiore. Fig. 2 idem; vista di lato. SCURRIOPSIS, Gemmellaro. Conchiglia spessa, conica ed alta. Il suo apice è dritto e più o meno quasi centrale. Essa ha l'apertura grande, ovale e con margine internamente in- tegro. La sua scultura consiste in costicine raggianti, che vengono inter- secate da strie concentriche sottilissime e serrate, e di tratto in tratto da strangolamenti prodotti dagli arresti di sviluppo della conchiglia. Le sue impressioni muscolari sono laterali, simmetriche e forti, lasciando la faccia anteriore della conchiglia intieramente libera. Il carattere dipendente dalle impressioni muscolari, che stanno situate nella conchiglia molto più lateralmente di come si trovano nelle Tecturidi e nelle Patellidi, è di tale importanza che ci autorizza a potere elevare questa specie ad un nuovo genere distintissimo da que’ fin'ora conosciuti. Le Scurriopsis per la loro forma conica, per l'apice dritto e quasi cen- trale e per il margine internamente integro hanno più affinità con le Scur- rie, anzichè con tutti gli altri generi di Tecturidi e Patellidi. Esse intanto oltre che se ne allontanano per la posizione delle impressioni muscolari, ne differiscono ancora per la forma dell'apice e per la scultura, essendo le Scurrie con apice centrale che termina con punta mammillata, e prive com- pletamente o quasi di strie raggianti. Questa certa analogia di forma, che hanno le Scurriopsis con le Scurrie, è la ragione che me le fa considerare come appartenenti alla famiglia delle Tecturidi e non a quella delle Pazellidi; poichè in quanto al carattere a- natomico, se si accettuano le Tecture che hanno le impressioni muscolari dissimmetriche, gli altri generi di queste due famiglie non presentano fra di loro alcuna differenza. Intanto essendo pochissime le Patellidi e le Tecturidi mesozoiche, di cui sì conoscono le impressioni muscolari, riesce estremamente difficile di po- gtere indicare quelle che, fra le specie conosciute, appartengono alle Scur- riopsis. Stando però alla loro forma e alla loro ornamentazione pare pro- babile che la Patella arachnoidea, Morr. et Lyc. la Patella granifera, Buv. e la Patella Perthensis, Buv. possano far parte di questo nuovo genere. 208 SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. ScuaRIOPSIS ALTISSIMA, Gemm. (Tav. VI, Fig. 44 a 46 e Vol. XV, Tav. I, Fig. 3 e 4). 01101157." 00 RIDIRE REA OG ORI er) Greco Te dalai i i e) gt Diametro antero=posterttore®t i. tnt ee SR ON CR a Desa —_ laterale. ca Rene e I SE PE e I 2 ie Conchiglia spessa, piuttosto grande, conica, altissima e con base ovale. La sua faccia anteriore è più o meno convessa, e la posteriore rettilinea e spesso concava presso al margine. Il suo apice è quasi centrale. La superfi- cie della conchiglia è ornata di costicine raggianti, piccole, numerosissime e alquanto ineguali, che vengono intersecate da strie concentriche, sottilis- sime, uguali e serrate, c di taluni leggieri strangolamenti concentrici indi canti gli arresti d'accrescimento della conchiglia. La sua apertura è grande, ovale e con margine internamente integro. Questa specie è piuttosto comune nel calcare cristallino bianco della Mon- tagna del Casale della provincia di Palermo, della quale nel Museo di Geo- logia e Mineralogia della R. Università di Palermo se ne trovano varî e- semplari. Spiegazione delle figure. Tav. VI, Fig. 44. Scurriopsis altissima, Gemm. vista dalla faccia superiore. Fig. 45 idem; vista di lato. Fig. 46 idem; un frammento di conchiglia ingrandito per farne vedere l’ ornamentazione. Tav. I, Fig. 2 idem; modello interno visto lateralmente per far vedere la impressione muscolare. Fig. 3 idem; lo stesso visto di sopra. Scugriopsis NeomayRI, Gemm. (Tav. VI, Fig. 38 a 40 e Vol. XV, Tav. I, Fig. 3 e 6). AUPOZZar A PIRA HI L Sl iui eno ne AO Diametro antero=posteriore.i 0 0: 0. 0 anta 2907 1285800 DEE _ laterale». ga tai e Lara ila 2a Conchiglia spessa, grande, conica, alta e con base ovale, la cui parte anteriore è un po’ più stretta della posteriore. La sua faccia anteriore è più o meno convessa e la posteriore rettilinea, oppure leggermente con- vessa verso la base e concava vicina l'apice. L’'apice è quasi centrale av- vicinandosi un poco più al margine anteriore. La sua superficie è provvista SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. 209 di costicine raggianti, leggiere, piccole e numerosissime che vengono in- crociate da strie concentriche sottili, eguali e serrate, e da forti strangola- menti concentrici. La sua base è ovale, grande e con margine internamente integro. Questa specie si distingue dalla precedente per essere meno alta, per avere la faccia anteriore più convessa e l'apice meno centrale. In quanto alla ornamentazione le sue strie concentriche sono più serrate e meno sot- tili, e le costicine raggianti più leggiere. La Scurriopsis Neumayri, Gemm. è comunissima nel calcare cristallino bianco della Montagna del Casale della provincia di Palermo. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo se ne trovano molti esemplari. Spiegazione delle figure. Tav. VI, Fig. 38. Scurriopsis Neumayri, Gemm. vista di lato. Fig. 39 idem; vista dalla faccia superiore. Fig. 40 idem; al- tro esemplare visto di lato. Tav. I, Fig. 5 idem, modello interno visto di lato per far vedere l'impronta muscolare. Fig. 6 idem; modello interno visto dalla faccia superiore. Scur®iopsis Sartoriusi, Gemm. (Tav. VI, Fig. 4l a 43). I A i i e lo DIEbieHOLAntero-POSCerToFe el Sala ie e oi e DE » laretal ere acta Conchiglia spessa, conica, un po' alta e con base ovale, la cui maggiore larghezza è indietro. Il suo apice è quasi centrale avvicinandosi dippiù al margine anteriore. Essa è ornata di costicine raggianti strettissime e nu- merose, divise fra di loro da interstizî di esse più larghi. Esse vengono in- tersecate da strie concentriche e numerosissime e da strangolamenti con- centrici più o meno forti e numerose, ch'estendendosi fino all'apice, presso alcuni esemplari, pare ch'esso termini con punta mammillata. La sua aper- tura è grande, ovale e con margine integro internamente. La Scurriopsis Sartoriusi, Gemm. è affine alla Scurriopsis altissima, Gemm. dalla quale si distingue per essere meno alta e per avere l’apice meno centrale, le costicine raggianti molto più strette e gli strangolamenti concentrici più numerosi e forti. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo si conservano alquanti esemplari di questa specie provenienti dal calcare cri- stallino grigio della Montagna di Bellampo presso Palermo. Alla Monta- x gna del Casale della provincia di Palermo è rara. 210 SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. 1 Spiegazione delle figure. Tav. VI, Fig. 4l. Scurriopsis Sartoriusi, Gemm. vista dalla faccia superiore. Fig. 42 idem; vista di lato. Fig. 43 idem; un frammento di conchiglia per farne vedere l’ornamentazione (ingrandito). Scugriopsis BLaxei, Gemm. (Tav. VI, Fig. 47 e 48). 0 W LRSYA A PRC MORO PD MS DAVE E e Diametroranterosposteriere i! MIMETICA SE IRE » laterale ast e n e e LI E rr AINSI 20 a Conchiglia spessa, conica, poco alta e con base ovale. Il suo apice è acuto e quasi centrale. Essa è ornata di costicine raggianti, larghe, piane, numerose e divise fra di loro da interstizî lineari che vengono intersecate da strie concentriche, finissime, serrate e numerosissime. Sulla sua superficie si no- tano ancora di tratto in tratto delle forti strie concentriche d’accrescimento a forma di leggieri strangolamenti, che producono una deviazione nell’an- damento delle costicine raggianti. L'apertura è grande, ovale e con mar- gine internamente integro. Le sue impressioni muscolari sono laterali, simmetriche e forti come le altre Scurriopsis. Questa specie per la sua ornamentazione si distingue facilmente dalle con- generi. Essa proviene dal calcare cristallino bianco della Montagna del Casale della provincia di Palermo, ove non è molto rara. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo se ne hanno varî esemplari. Spiegazione delle figure. Tav. VI, Fig. 47. Scurriopsis Blakei, Gemm. vi- sta dalla faccia superiore. Fig. 48 idem; vista di lato. PATELLA, Linné. PatELLA TERQUEMI, Gemm. (Tav. VI, Fig. 33 e 34). AITEZZA I e Sa Ma gini Ca NE INI ARI fs or DIAMOLTO A NUELO=POSPERIOre Su MR I I » PASTA OE At, e 1, e Ue RE AR MBBON ON eT o CROT Oer SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. QI Conchiglia conica, alquanto alta e con base ovale. Il suo apice acuto è an- timediano. La sua superficie è provvista di 14 coste raggianti, ottuse e quasi nodose, che partendo dall’apice, si estendono alla periferia della conchiglia. Verso la metà della sua altezza si vede un secondo ciclo di costicine secon- darie, ancor esse quasi nodose ed ottuse, che al margine divengono della stessa grandezza delle principali, Sulla faccia anteriore della conchiglia le costicine secondarie mancano. La sua apertura è evale e con margine in- ternamente dentato-crenato. Ritengo essere questa specie una vera Patella per la sua ornamentazione e per il suo margine internamente dentato-crenato. Essa è vicina della Pa- tella cristallina, Gemm. dalla quale si distingue facilmente per la presenza delle coste secondarie e per il suo apice acuto. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo si trovano tre esemplari di questa specie, provenienti dal calcare cristallino bianco della Montagna del Casale della provincia di Palermo. Spiegazione delle figure. Tav. VI, Fig. 33. Patella Terquemi, Gemm. vista di lato. Fig. 34 idem; vista dalla faccia superiore. PATELLA CRISTALLINA, Gemm. (Tav. VI, Fig. 35 a 87). ATEERZ AA SR TRO RR ono gi eta SI Dramelzogapiero=posterione nti Ul Te IERI a Ta eda! Lo 2e5 » laterale catia abete date Lattea To via aatoiore Conchiglia conica, un po’ alta e con base ovale. Il suo apice è ottuso e antimediano. La sua superficie è ornata di 14 a 16 coste raggianti, ottuse e distanti, che partendo dall’apice vanno al margine della conchiglia. Esse vengono intersecate da strie concentriche d’accrescimento, delle quali al- cune, essendo un po’ forti, le rendono quasi squamoso-nodose. L'apertura è grande ed ovale con margine internamente dentato. Questa vera Patella si distingue dalla Patella Terquemi, Gemm. per le differenze sopra indicate. Essa è rara nel calcare cristallino bianco della Montagna del Casale della provincia di Palermo. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Uni- versità di Palermo se ne hanno due esemplari, de’ quali quello disegnato è allo stato di modello interno. Spiegazione delle figure. Tav. VI, Fig. 35. Patella cristallina, Gemm. modello interno visto dalla faccia superiore. Fig. 36 idem; lo stesso visto 212 SUI FOSSILI DEL CALCARE CRISTALLINO EC. di lato. Fig. 37 idem; un frammento della conchiglia di un altro esemplare per far vedere l’ornamentazione (ingrandito). LAMELLIBRANCHI MACRODON, Lycett. Macropon SPALLANZANI, Gemm. (davi VISITS: 19)! LAFMO Rezza, e ETA yo Set FSE A IST SRI archezza a o SM inno a e E e Conchiglia allungata, stretta, assai inequilaterale e più o meno sinuosa presso il centro del margine palleare. Essa è ornata di costelle raggianti, piccolissime, strette e serrate che vengono intersecate da strie concentri che finissime, fra le quali ve ne sono molte fortissime e irregolari. Le co- stelle raggianti sono più chiare presso la regione palleare della conchiglia, anzichè nella regione apicale che è quasi liscia, trovandovisi le costelle scan- cellate. La regione boccale è corta, stretta e con contorno rotondato. La regione anale è lunghissima e termina con margine troncato. Dal suo apice, che è ottuso e curvato, parte una carena che estendesi al margine palleare circoscrivendo il corsaletto, che è ornato di costelle raggianti, rese quasi squamose dallo incontro di lamine concentriche e sottilissime. L'area liga- mentare è quasi così lunga che la conchiglia. Sul margine del cardine si vedono pochi denti anteriori obbliqui e paralleli, e due denti posteriori lun- ghi che si prolungano fino al margine posteriore. Questa specie ha molta affinità con il Macrodon (Cucullaea) Hettangien- sîs, Terq. Essa si distingue da questa specie per essere più stretta ante- riormente, per avere il margine posteriore troncato e per essere più forte- mente carenata. Inoltre la sua ornamentazione è ancora alquanto diversa; essendo lungo il suo margine ornata di costelle longitudinali della stessa forza ed avendo alcune strie concentriche fortissime e irregolari. Questa specie è piuttosto comune nel calcare cristallino bianco della Mon- tagna del Casale della provincia di Palermo. Nel Museo di Geologia e Mineralogia della R. Università di Palermo se ne conservano varî esemplari. Spiegazione delle figure. Tav. VI, Fig. 7. Macrodon Spallanzantîi, Gemm. valva dritta. Fig. 8 idem; valva sinistra. SOPRA UNA NUOVA SPECIE DI FOURCROYA PER AGOSTINO TODARO Nessun giardino botanico in Europa si ritrova in condizioni così favo- revoli, che quello di Palermo, onde coltivare le varie specie dei generi Aloe, Agave, Fourcroya, Stapelia ecc. che provengono sia dal Capo di Buona Speranza, sia dal Messico. Ma più di tutte la cultura delle specie di Agave e Fourcroya dee atti- vare l'attenzione di coloro, che, sia per ragione della loro professione, sia per semplice diletto, si occupano della cultura delle piante ornamentali; le specie che costituiscono questi generi sono in moltissimi casi piante gigan- tesche, che, vivendo presso di noi in piena aria, per la mitezza del nostro clima possono prendere, coltivate in piena terra, quello sviluppo, che presso a poco hanno nelle regioni, dove sono indigene, l’ osservatore può allora formarsi una giusta idea della loro inflorescenza, e dei caratteri dei loro verticilli fiorali. L’Orto Botanico di Palermo possede una serie discretamente numerosa delle varie specie di questi generi, e varie di esse sono già fiorite, ed a misura che ciò accade si sono rettificati i falsi nomi, con cui spesso sono messe in commercio dagli orticultori, e si sono meglio precisati i loro ca- ratteri. Ora sin dall'anno 1877 fiorì nel giardino botanico di Palermo una specie di Fourcroya che si era ricevuta col nome di Fourcroya tuberosa. Non era agevole per noi il formare uno esatto criterio per riconoscere questa specie. Il primo che avesse descritto la Fourcroya tuberosa fu il Miller (Dict. n. 4) il quale passando in rassegna il genere Agave, dopo di avere interloquito sulla A. foetida Linn., descrive l'A. tuberosa, alla quale dà per carattere radice tuberosa foltis longissimis marginibus spinosis, e dice esser vicina all’A. foetida Linn., avvertendo, che se ne distingue, perchè le foglie sono dentate nei margini, e sono terminate da una spina, ed osserva, che Lin- fiiornale di Scienze Nat. ed Econ. Vol. XIV, 29 214 SOPRA UNA NUOVA SPECIE neo confuse questa specie con l’A. foetida. Inoltre vi riferisce il sinonimo di Aloe americana tuberosa minor Pluk.,che dal Linneo era stata riferita all’A. foetida, per la quale circostanza sembra che il Miller ne avesse de- sunto, averla Linneo confusa con l'A. foetida. L'Aiton nella prima edizione dell'Orto Botanico di Kew (7. Kew,, ed. 1, 472), e poscia nella seconda edizione (77. Kew., ed. 2, tom. 2, p. 303) la ri- conosce come una buona specie, e la riporta al genere Fourcroya già sta- bilito dal Ventenat (in Ust. ann. 19, 54) e ne descrive due varietà l’una a spine solitarie, l’altra spinis duplicibus. Inoltre soggiunse : flores magni- tudine florum F. gigante, duplo fere majoribus quam in A. cubensi; av- vertendo essere una specie caulescente, senza però riferirvi il sinonimo del Pluchenezio, che ci avea riferito il Miller. Willdenow (Sp. pl. 2, p. 124) non vide la pianta e ne dice quel tanto, che ne avea scritto l’Aîfon nella prima edizione dell’ Hortus Kewensis. L'Hawort (Synopsis plantarum succulentarum, ed. Norimb. 1819, p. 79) nulla aggiunse alle cose dette dall’Aifon, solo tolse dalla F. tuberosa del- l'Orto di Kew la varietà B, che inopportunamente riferì alla F. cubensis. Il Roemer e lo Schultes (Sp. pl. "7, p. 1, p.'730); seguono del tutto l’Ha- wort, ed escludono dalla F. tuberosa la var. B riferita dall’ Aifon e dal Will- denow, ed affermano, che a questa specie si devono riferire come sinonimi la F. spinosa del Targioni Tozzetti (Obs. bot. n. 16) il sinonimo del Rodati (Ind. hort. bon. et obs. de Agaves speciebus, p. 27, tab. 1) il sinonimo di Aloe americana tuberosa minor spinosa del Commelino (Hort. 2, p. 35, fig. 19) e quello del Pluchenezio (Alm. 18, tab. 258, fig. 1). Riferisce alla F. cubensis Jacq. VA, tuberosa var. B. dell’Aîton, come avea opinato lo Hawort. ll Salm-Dyck. (Hort. dyck. pag. 7 e 8) riporta come coltivata l'A. foe- tida L., lA. tuberosa Mill. e lA. Commelini specie novella quest’ultima, che era stata precedentemente confusa con l'A. tuberosa, ed alla quale egli ri- ferisce il sinonimo Aloe americana tuberosa minor Comm., che dice bene rappresentare la pianta dallo stesso descritta, avvertendo, che l’unico difetto che ha quella figura è quello niîsî quod, aculei nimis sint validiusculi. Da quanto scrive nelle osservazioni esso avvicina la sua pianta piuttosto all'A. foetida (F. gigantea Vent.),.che all’A. tuberosa Mill.; poichè la sua pianta ha le foglie più larghe dell'A. foetida, la quale alla sua volta l'ha più lar- ghe dell'A. tuberosa; inoltre secondo lo stesso lA. Commelini ha le foglie più ondolate dell'A. foetida, ed ha il margine rivestito di spine dalla base sino alle due terze parti; mentre l'A. foetida ha le foglie senza spine nei margini, e nell’A. tuberosa le spine rivestono il margine delle foglie sino al loro apice. Sino a questo punto noi avremmo, che pei caratteri dati dal Salm-Dyck. DI FOURCROYA 215 queste tre specie sarebbero distinte fra di loro sia per la larghezza delle loro foglie, avendole più strette l'A. tuberosa Mil., un po’ più larghe, l'A. foetida Linn., e molto più larghe l'A. Commelini Salm-Dyck., sia pel ca- rattere delle spine del margine della foglia poichè l'A. tuberosa le avrebbe sviluppate in tutto il margine, lA. Commelni sino a due terze parti, e l'A. foetida ne sarebbe del tutto priva. Ma in quanto alla riconoscenza dell’ A. tuberosa la frase specifica, che dà di questa specie, e le diverse osservazioni, che vi fanno seguito, im- barazzano la riconoscenza della specie descritta dal MzUer, Il Salm-Dyck non parla del carattere della tuberosità della radice; dice le foglie essere ondolate sui margini, e coi denti remoti fra di loro, e quasi inermi; asse- gna alle foglie la lunghezza di due piedi e mezzo, larghe un pollice alla base e tre nel mezzo, e che nel genere Agave, e precisamente alla specie riferibili al genere Fourcroya, non possono esser considerate come lunghis- sime; finalmente esso nella descrizione dice che le foglie sono acute absque aculeo terminali carattere, che fu palese, come la specie riferita dal Salm- Dyck. non pare essere identica a quella del Lamark. La nostra pianta adunque non può aver relazione, nè con A. foetida nè con l'A. Commelini; l’unica alla quale sarebbe vicina effettivamente sarebbe l'A. tuberosa. Ma alla stessa non si attaglierebbe il carattere classico attribuitogli dal Miller di foliis longissimis, nè quello di radice tuberosa; carattere il primo ripetuto dal Lamark nel Dizionario enciclopedico, nè quello di esser ter- minato da una spina che accennerebbe ad una spina molto sviluppata; nè le foglie sarebbero così strette, da meritare il nome specifico di angusti- folia, col quale si coltivava secondo il Lamark nel Giardino botanico di Parigi, Inoltre la nostra pianta non sarebbe nè caulescente nè quasi caulescen- te; per come i botanici sin ora ricordati descrivono l'A. tuberosa; e molto meno l'avvertenza, che le foglie nell’ A. tuberosa sono subtus asperis, e che l'A. Commelini ne differisce perchè sotto non offrono questo carattere, si attaglierebbe alla stessa, sicchè si allontanerebbe sempre più la idea, che la nostra pianta potesse riferirsi all’A. tuberosa, nome col quale l'avevamo ricevuta. Al lavoro del Salm-Dyck. succede l’opera del Roemer. (Amar. 4, p. 294) ma non sembra, che esso avesse veduto viventi le specie del genere Agave, sicchè il suo lavoro è piuttosto opera di compilazione, che originale. Alla pubblicazione dell’opera del Roemer fa seguito quella del Kunth (Enum. pl. tom. V, p. 841 e seg. 1850), dove egli segue alla lettera per la descrizione il Salm-Dyck., ed in quanto poi ai sinonimi, che esso riferisce alle varie specie , siegue il Roemer. Esso riferisce alla F. tuberosa la F. 216 SOPRA UNA NUOVA SPECIE spinosa Targion. Tozz. (Obs. bot. n. 16) i sinonimi del Rodato (Ind. hort. bon. et obs. de Agav. specieb. p. 27, tab. 1), e ritiene come distinta la F. aspera Roem. (A. aspera Jacq. Enum. 307), riferita, secondo noi, inoppor- tunamente all’A. tuberosa per aver comune con lo stesso il carattere delle foglie, dorso ad tactum asperiuscula. Vi esclude bene a proposito la va- rietà B dell'Azfon e del Willdenow che riferisce inopportunamente alla F. cubensis Haw. (A. cubensis Jacq.), mentre come da qui a poco sarà rile- vato essa costituisce la F. geminispina del Jacobi. E precisamente a questo illustre monografo, che noi dobbiamo la illu- strazione di una moltiplicità di specie, che appartengono a questo genere. Egli in rapporto alla F. tuberosa vi esclude i sinonimi del Rodato, e del Targione, riferitivi dal Kunt, e ben a ragione; la dice caulescente, con foglie poco numerose, che terminano în apicem longum rectum, inermem mox marcescentem, al di sotto scabrose, ed in quanto al margine le caratterizza toto margine angusto-rufescenti lato-undulato dentatis. La pianta così descritta dal Jacobi non pare essere l'A. tuberosa Mill., ma piuttosto l'A. tuberosa del Salm-Dyck; precipuamente per il carattere dell’apice della foglia, e non ha rapporti con la pianta coltivata nel nostro giardino, appunto per il fusto caulescente, e perchè l'apice delle foglie è marcescente ed inerme; mentre la nostra pianta è realmente acaule, e l’a- pice termina in una punta spinosa, quantunque brevissima. In questo lavoro del Jacobi, si riportano tutte le specie pubblicate poste- riormente all’anno 1850, e tra esse è l'A. Nlavo-viridis Hook, non che le altre specie del Koch, addippiù la specie della quale fu di sopra cenno, cioè la F. geminispina, cui è riferito il sinonimo del Willdenow di A. tuberosa var. B spinis duplicibus; mentre poi la pianta istessa, cioè l’A. tuberosa var. B, Ait. (Hort. Kew. ed. 2, 2, 303), è riferita sotto la F. cubensis ; quando la pianta del Willdenow è la identica di quella dell'Azton; poichè Willdenow la registra nel suo species plantarum senza averla mai veduta, e sulla fede dell’Aiton. Più tardi nel Nachtrag etc. der Agaveen il Jacobi (ann. 1867?) pubblica altre nuove specie tra le quali la . lipsiensis (pag. 54) la F. striata (p. 56), che sembrano avere rassomiglianza con la F. tuberosa; ma che non si pos- sono riferire alla pianta coltivata da noi col nome di F. tuberosa appunto per l'apice della foglia, e per esser le foglie scabre al di sotto. Un'altra specie forse ancoressa vicina all'.A. tuberosa del Jacobi, e del Salm-Duck, è la F. atroviridis del Jacobi e del Goeppert (Jac. Agaveen n. 108) che il Baker nel suo ultimo lavoro sul genere Fourcroya ritiene esser piuttosto una specie molto vicina all’A. gigantea. Finalmente il Baker nell'opera sopra citata (The species of Fourcroya in Gard. Chron. tom. XI, new ser. p. 627 e seg.) fa un gruppo speciale dove DI FOURCROYA 217 colloca la F. tuberosa, insieme con le F. geminispina, selloa, Commelini, fiavo-viridis, cubensis, elegans, e la descrive come una specie che ha un fusto al di sotto della rosa delle foglie alto da 6 a 8 pollici, con le foglie scabre al di sotto, senza che l'apice fosse pungente, coi rami della pannoc- chia semplici, con le foglie lunghe da 2 a 3 piedi, e quindi sembra che fosse ben distinta dall'A. tuberosa Mill., e piuttosto essere identica a quella descritta dal Sam-Dyck.; e neppure potrebbe riferirsi alla nostra pianta. La nostra specie è del tutto distinta altresì dalle altre specie enumerate dal Baker; ed è appunto per questo che noi la ritenghiamo come una nuova specie. Ritenghiamo altresì che la F. tuberosa dei moderni botanici per tutte le probabilità non è lA. tuberosa del Miller e del Lamark. FOURCROYA PUBESCENS Top. F. caule inferne brevi tractu foliis numerosis (circiter 100) fere om- nibus persistentibus in orbem dispositis vestito, deinde usque ad quintam partem inferiorem folia pauca invicem remota bracteiformia emittente, coe- terum usque ad apicem florifero; foliis fibroso-pergamineis, laete viridibus elongato-lanceolatis, basin versus paullo augustatis et incrassatis, in apicem acutum, spina brevissima (2 mill. longa), cornea, pungenti terminatum, ex- currentibus; supra ima basi ventricoso-convexis, deinde in medio canalicu- latis, utroque latere explanatis, subtus laevigatis, in parte inferiore tumido- convexis, deinde coeterum convexis, margine spinis e basi lata subdeltoi- dea in apicem falcatum antice incurvatis, rufescentibus, corneis, sinuato- dentato; paniculae compositae pyramidatae ramis superne tantum ramulisque per totam longitudinem puberulis, floribus odoratis, subbinis, e pedunculo brevi gracili pubescente bulbilligero nutantibus; foliis bracteiformibus sub umbella sitis, e basi latiuscula statim augustatis, in reliqua laminae parte ovato-lanceolatis, concavis, margine spinoso-dentatis; bracteis subramis in- ferioribus paniculae ovato-ellipticis, adscendendo gradatim minoribus, oblon- gis, vel lanceolatis, margine subintegro ; perigonii laciniis usque ad ova- rium liberis, tribus exterioribus oblongis, tribus interioribus majoribus sub ellipticis, staminibus in medio incrassatis stylo trialato brevioribus, ovario pubescenti, capsulis ellipticis glabratis. Fioritura. Nel principio dell'autunno da Settembre a Novembre. Fiorì la prima volta nel nostro giardino l'anno 1877, ed un altro individuo è fiorito nel corso di questo anno, Abitazione. Ignota, probabilmente oriunda dal Messico. Descrizione. La radice della nostra pianta, non ci sembra aver nulla di 218 SOPRA UNA NUOVA SPECIE tuberoso, la base del fusto, che rimane un poco sotto terra, emette radici fibrose ben sviluppate, e perisce dopo, che la pianta ha fiorito, dalla parte inferiore non emette rizomi mercè i quali la pianta possa moltiplicarsi. Dopo il corso di più anni di vegetazione, si costituisce una rosa di foglie, ed il tronco, sulle quali queste si sviluppano, si eleva a poco a poco, e co- stituisce la parte foliata del fusto, la quale, nel tempo in cui si sviluppa dal suo centro la parte fiorifera, arriva appena a sollevarsi sul suolo 40 centi- metri; nel momento della inflorescenza ha poco meno di 100 foglie, comprese quelle, che si sviluppano nella parte inferiore fiorifera a molta distanza fra di loro, queste foglie sviluppate in tal punto sono per la loro forma inter- medie tra le foglie normali e le brattee. Le foglie normali sono di un verde allegro, eretto-patenti, dopo l’antesi esattamente orizontali, allungato-lanceolate, avente un metro e 30 centi- metri circa di lunghezza, e terminano in una punta acuta, che ha all’api- ce un brevissimo mucrone lungo circa due millimetri, corneo, pungente ; alla base sono slargate; tanto al disopra che al disotto sono tumide, car- noso-fibrose; questa tumudità si diminuisce sensibilmente a misura che si procede verso la parte superiore , indi sono convesse ed a circa un sesto della lunghezza della foglia la superficie è già piana; ma istantaneamente principia nel centro a formarsi un canale, il quale poscia è molto pronun- ciato a partire dal terzo inferiore, dove i due lati della lamina sì spianano e prendono una direzione orizontale in rapporto al bordo del canale che rimane nel centro, nel terzo superiore il canale si slarga, e la foglia è quasi spianata, restando leggermente concava per tutta la sua larghezza, poscia verso l’estremità i due lati si rialzano, e si saldano all'apice estremo, ove si sviluppa il piccolo mucrone. La superficie inferiore da tumida diviene convessa; questa convessità è maggiore verso la base, ma procedendo verso l'apice diviene minore, e non offre alcuna scabrosità nella sua superficie. La larghezza della foglia presenta egualmente varie dimensioni nelle sue varie parti, al di sopra della base slargata, che abbraccia per più di un terzo la circonferenza del fusto, si restringe bruscamente, ed ha appena la larghezza di 6 centimetri, procede in tale dimensione per un breve tratto, ma indi a poco si slarga, al di sopra della mettà arriva ad attingere la larghezza di 12 centimetri, poscia sì restringe dapprima lentamente sino a */, della sua lun- ghezza dove conserva ancora la larghezza di cent. 9 '/,, poscia il restrin- gimento è rapido, e la parte estrema della foglia è lanceolata. Il margine è spinoso-dentato e fra un dente ed un altro è sinuoso, i denti sono situati a breve distanza, hanno una base slargata in forma di delta, che si pro- lunga in un’apice spinescente molto incurvato in avanti, il centro della base del dente è verde coi margini cornei, biancastri, l'apice è corneo di color di castagno, che tende al rossiccio; fra un dente ed un altro il mar- DI FOURCROYA 219 gine segna un seno semicircolare; nel maggiore sviluppo questi denti com- presa la base di tessuto erbaceo, e l'apice corneo sono lunghi circa 5 mill. verso l'apice della foglia offrono un leggiero rimpiccolimento; verso la base l’apice di questo dente è meno incurvo, e qualche volta quasi dritto , il dente si rimpiccolisce sensibilmente, e non raggiunge a superare, due mil- limetri in lunghezza. Queste dimensioni da noi or ora accentuate nelle fo- glie, e nelle loro varie parti sono attinte delle foglie dell'individuo che fiorì in questo anno, il quale prese un maggiore sviluppo di quello che fiorì nell’anno 1877 sulla quale furono eseguite le nostre tavole. Arrivata l'epoca della fioritura dal centro della rosa delle foglie si slan- cia il fusto fiorifero, che riunito alla parte del fusto che produce le foglie normali arriva a raggiungere l'altezza di metri 7 in circa (6, 95); ad un metro e 70 cent. del suolo principia la pannocchia che è più lunga di me- tri 5 '/, (5, 55). Dai 40 centimetri di elevazione dove termina il fusto ri- vestito dalle foglie normali sino a che si sviluppa il ramo inferiore della pannocchia, le foglie subiscono una metamorfosi, e prendono una figura difforme e diversa delle brattee, che si sviluppano alla base delle divisioni della pannocchia; lungi di essere avvicinate fra di loro nascono a qualche distanza, sopra la loro base assai slargata, che abbraccia una buona parte del fusto, si restringono subitamente per poi dilatarsi nuovamente, e se- gnando una circonscrizione ovata alla loro base si prolungano in una punta lanceolata; hanno il colore delle foglie normali, sono canaliculate , quasi accartocciate nella metà superiore e terminano in una punta acuta munita di un piccolo mucrone, il loro margine è dentato come nelle foglie, ma i denti si rimpiccoliscono nel margine della metà inferiore, che corrisponde alla parte dilatata delle foglie sino a che spariscono presso il quinto infe- riore. Per questi caratteri delle foglie che si sviluppano sul fusto, fra le foglie normali e le brattee, la nostra pianta è ben differente dalle altre spe- cie di Fourcroya che hanno fiorito nel nostro giardino, e si avvicina alla nostra F. altissima tuttavia inedita, colla quale non ha poi nulla di comune, mentre la nostra F. altissima ha il fusto molto più elevato della Y. g9è- gantea e la F. pubescens è anco più bassa non solo della F. gigantea, ma ancora della F. elegans. Avvenuta l’antesi tutte le foglie, tanto normali che trasformate, da eretto- patenti prendono nel rapporto dell'asse, su cui sono nate, una direzione e- sattamente orizontale. L’inflorescenza è costituita da una pannocchia composta, avente una forma piramidata, molto ornamentale, costituita da circa 60 rami primarii virgati, patenti sin dal loro primo sviluppo, leggermente pubescenti, ma che in pro- sieguo divengono glabrati nella loro metà inferiore, il primo che si sviluppa verso la base della pannocchia ha una lunghezza di 80 cent. ma poscia im- 220 SOPRA UNA NUOVA SPECIE mantinente i rami susseguenti si allungano e sorpassano il metro in lun- ghezza, poscia a poco a poco si raccorciano costituendo una piramide; i rami secondarii sono pubescenti, molto più gracili dei rami primarii, patenti nel rapporto agli stessi, di color castagno, lunghi sino a 25 cent. e nati di tratto in tratto sui rami principali, a due a due ma non perfettamente op- posti, ma alquanto discosti fra di loro, ma dal terzo inferiore del ramo prin- cipale sino all'apice dello stesso si vanno abbreviando, finchè affatto spa- riscono; e nei rami superiori della pannocchia vengono alla fine a mancare; ì ramettini più lunghi sopportano da 10 a 15 fiori, alla base di ciascun ramo principale vi è una brattea, verde anco durante l'antesi di forma oblonga, ovato-oblonga o ovato-lanceolata che a poco a poco nei rami più elevati sì rimpiccolisce e si restringe ad un tempo, il suo margine è intero; i ra- mettini secondari hanno ancor essi alla base la loro bratteolina, la quale ha una base slargata, e si prolunga all'apice in forma di triangolo con l’an- golo superiore un poco più allungato, pubescente, di color di castagno che si dissecca durante l’ antesi, lunghe non più di 7 millimetri; sopra di questi ramettini sui rami primarii semplici, e sull’apice dei rami primarii si sviluppano due peduncoli raramente uno, nascenti ancor essi da una bratteo- lina molto più piccola, lineare, acuta, pubescente; essi sono gracili, pube - scenti, oscuramente angolati; all'angolo esterno dei detti due peduncoli si sviluppano due bratteoline pubescenti e colorate, come quelle che nascono sotto il peduncolo di forma lineare, assai piccole, interamente aride, dal cui centro sorge durante l’antesi, o poco dopo, un piccolo bulbettino ovato-el- littico, che indi si ingrossa e costituisce il bulbettino, che riproduce la pianta. I fiori sono odorosi, di color bianco sporco, con una tinta verdognolo-gial- lastra, e pendenti dall’apice del peduncolo. Il perigonio è composto da due parti l'uno aderente con l’ovario, l'altro di sei lamine prive di ugno, interamente libere fra di loro, senza costituire alcun tubo nella parte inferiore, ma alla loro base si forma una escrescenza carnosa, che si sviluppa sopra delle logge dell’ ovario; sopra di questa e- screscenza stanno inseriti gli stami, e nella sostanza cellulosa della stessa passano i tre canali conduttori dei tre stili, canali che si mantengono tut- tavia divisi fra di loro, non solo nel mezzo a questa sostanza cellulosa, ma procedono anco distinti e separati non solo all’interno di quella parte tria- lata dello stilo ma anco sino quasi all'orificio dello stima. Queste lacinie sono disposte in due ordini, tre più internamente , e tre più esteriormente, le tre più esterne sono più anguste di quelle interne, ob- lunghe, aventi 32 mill. di lunghezza e 10 in larghezza, con una piccola protuberanza alla base, striate longitudinalmente da entrambi i lati, nella pagina superiore di color verdognolo, verso il margine hanno una tinta più DI FOURCROYA 221 sbiadita quasi bianca tendente al giallo assai scolorato; esteriormente questo colorito è meno vivace e questa pagina è ricoperta da una miriade di punti luccicanti, che nella superficie dell’ovario si sviluppano in peli. Le tre laci- nie più interne sono oblongo-ellittiche, molto più larghe delle tre esterne lunghe 32 mill. larghe 15 mill. con l'apice esattamente ottuso, e ristrette un poco verso la base ; il loro colorito , le strie longitudinali ed i piccoli punti luccicanti sono come nelle lacinie esterne, però nel centro del loro dorso hanno una carena, che parte dal centro della loro base, e che si pro- lunga restringendosi verso il loro apice; nella pagina superiore alla parte opposta vi corrisponde un piccolo canaletto; questa carena ha origine dac- chè nella buccia del fiore allorchè principia ad ingrossarsi, le tre foglioline esterne non ricoprono esattamente le tre interne , le quali col loro dorso, si aprono una via fra le più interne, e la carena prende un notevole svi- luppo. Gli stami sono più brevi delle lacinie del perigonio , essendo lunghi 20 mill.; Ja loro tinta è quasi eguale a quella del perigonio, ma il colore giallo vi è più predominante. I filamenti per un breve tratto alla base sono se- mirotondi, canaliculati all’interno, e rotondati al di fuori, poi si slargano in una lamina più carnosa, e questa parte assume una forma ovata, schiac- ciata da alto in basso con una solcatura alla parte interna, che è in con- tinuazione colla solcatura della parte inferiore, e termina in una punta, che si restringe bruscamente prolungandosi in un filamento subulato, che va ad inserirsi nel dorso della antera, poco infra la mettà. Le antere sono gialle, lineari, introrse, biloculari, saldate le due logge fra di loro per quasi tutta la loro lunghezza restando libere per un breve tratto verso la base. La colonna stilifera è uniforme pel colore agli stami, lunga 23 mill., sic- chè in lunghezza supera per poco gli stami, e, siccome questi sono durante l’antesi patenti ed un poco incurvati verso il pistillo, sembrano molto più brevi di quello che in realtà non lo fossero, inferiormente è trigona, e gli angoli si prolungano in una membrana diafana, che ristretta alla base poi si dilata tutto ad un tratto, e forma tre ali, i di cui apici vengono in con- tatto coi tre stami più esterni; l'estremità di questa ale si appiattisce, e si dilata; poscia queste tre ali nella parte superiore si restringono subitamente, e formano un piccolo corpo piramidale trigono con l’apice allungato, la cui estremità è terminata dallo stigma. Oltre a queste tre ali sporgenti dalla base di questa colonna stilifera partono sei linee rilevate poste due a due fra un'ala ed un’altra, e che si prolungano anco al di là dove queste ali si arrestano, e, scorrendo nel mezzo ai tre angoli, vanno a saldarsi verso la parte estrema con gli angoli stessi; lo stigma è insensibilmente dilatato in forma di un piccolo anello circolare, frangiato di piccolissime glandule dia- fane ed incolori. L'ovario è pubescente con peli brevi, folti, luccicanti, dia- Giornale di Scienze Nat. ed Econ., Vol. XIV. 30 222 SOPRA UNA NUOVA SPECIE fani, cilindraceo, lungo 23 mill. circa, leggermente ristretto alla base, nel suo stato incipiente ha sei strie, le quali a misura che si ingrossa spari scono e precisamente quelle che sono opposte alle tre foglioline esterne, mentre le altre tre, che sono opposte alle tre foglioline interne, divengono tre solchi molto profondi onde la capsula è trigona con gli angoli ottusis- simi, La capsula arrivata alla sua maturità prende una forma quasi sferica, lunga circa 6 centimetri, nella circonferenza ne misura 12, ‘di color verde gaio, coronata al di sopra dalla protuberanza carnosa, che si costituì sopra l'apice dell’ovario, alla cima del quale rimangono aderenti le basi delle lacinie del perigonio, che si disseccano; alla base della stessa sopra l'articolazione del peduncolo vi è una piccola protuberanza carnosa trigona, i di cui angoli procedono paralleli agli angoli della capsula; quando avviene la disartico- lazione del peduncolo, questo lascia alla base della capsula una escavazione circolare. DI FOURCROYA 223 SPIEGAZIONE DELLE TAVOLE ‘lavola I. (V). Pianta intiera molto rimpiccolita. Tavola II (VI). Foglia alquanto rimpiccolita. i. Base della foglia. 2. Parte media della foglia. 3. Apice della foglia. 4. Taglio transversale della base protuberante della foglia. Tavola III (VII). Fiore e frutto. . Fiore veduto lateralmente. . Fiore veduto di prospetto. . Ovario. . Lacinia esterna del perigonio. . Lacinia interna del perigonio. . Androceo e gineceo. Stame. . Pistillo veduto in prospetto. . Capsula. . Capsula tagliata transversalmente. 2 DA DI we (4 2 o * sguiz daga fatato BULLETTINO DELLA SOCIETÀ DI SCIENZE NATURALI ED ECONOMICHE DI PALERMO N. 9. — Seduta del 12 gennaro 1879. — Presidenza del Comm, G, G. GEMMELLARO, Sw 0 1 © & è do I TILL A 0 0 = DS Ta o DO > Il Segretario presenta le seguenti opere pervenute in dono alla Società: . Atti del R. Istituto d’Incoraggiamento di Napoli, t. XIV. . Atti dell’Accademia Gioenia di Scienze Naturali di Catania, t. XI e XII. . Il Circolo Giuridico. Annata 1878. . Proceedings of the American Academy of Art and Sciences, vol. XIII, part I. . Transaction of the Connecticut Academy, volumi I, II e II, e vol. IV, parte I. . Verhandlungen des Naturhistorisch-Medicinischen Vereins zu Heidelberg. B. II, fasc. 2°. Nature, sino a tutto dicembre 41878. . Bulletin de la Société Géologique de France, terza serie, t. V, n. 7. . Atti dell’Ateneo Veneto, serie terza, vol. I. Memorie del R. Istituto Veneto, vol. XX, parte II. . The American Journal of Sciences and Arts, sino a tutto dicembre 1878. . Report of the Commissionen of Agricolture, for the Jear 1876. . Records of the Geological Survey of India, vol. X. + Memoirs of the Geological Survey of India, vol. XII, XIII, . Memoirs of the Geological Survey of India. Palaentologia Indica. . Atti della Società Toscana di Scienze Naturali, vol. III, fasc. 2°. . Atti della Società Italiana di Scienze Naturali di Milano, vol. XIX. . Atti del R. Istituto Veneto, serie quinta, t. IV, dispensa prima e seconda. . Bulletin de la Société impériale des naturalistes de Moscou, année 1878, n. 1. Il socio Pror. DoDERLEIN ricorda aver egli asserito nelle precedenti se- dute, che la fauna ittiologica dei mari della Sicilia non era peranco com- II pletamente conosciuta, e che parecchie altre specie di pesci, sia novelle, sia esotiche, od indigene ma rare, vi si sarebbero ulteriormente rinvenute. Il fatto ha oggidì confermato la sua previsione, poichè dopo la scoperta del gigantesco Cybium Veranyi Dod, specie novella dei nostri mari, del Lobotes auctorum Gunth, proprio dei mari Americani, del Caranex fusus, e del Caranx Carangus indigeni delle acque orientali d'Europa, del nor- dico Lamargus rostratus, del Pomatomus telescopium e di tant’altri ra- rissimi pesci, egli viene oggidì ad annunziare la comparsa nelle acque di Sicilia di un’altra assai rara specie di pesce, propria dei mari delle Canarie, il Dentex filosus Val., che venne colto nello scorso novembre nelle vici- nanze di Palermo, e ch’egli presenta all’adunanza egregiamente preparato dai valentissimi preparatori del Museo zoologico della nostra Università. Questo pesce è di fatto una bella specie di dentice, caratterizzata prin- cipalmente da una notevole estensione di alcuni raggi ossei della natatoja dorsale, particolarità che le valse l'attuale nome di dentice filoso. — Essa venne scoperta e descritta per la prima volta nel 1836 dal signor Valen- ciennes nell’ opera sulla storia naturale delle Canarie dei signori Webb e Berthelot , e successivamente rinvenuta dal signor Guichenot -sulle coste dell'Algeria ove tuttora è rarissima, e fra tanto illustrata, dal Cuvier, dal Boccage, dal Giinther nelle splendide loro opere ittiologiche. Codesta specie di pesce rassomiglia per la tinta alla varietà rosea del dentice comune, ma il rialzo della cresta sagittale mediana che le sporge sulla fronte, le imparte tale impronta, che mentre per un lato la rende af- fatto distinta dalla specie comune, la ravvicina per l’altra alle fattezze del celebre pesce Paolo dei pescatori Siciliani (Dentex gibbosus Cocco), talchè può dirsi esser d’essa intermedia per forma alle due precedenti. L'esemplare attuale presenta una lunghezza di 38 cent. misurato dall’oc- chio alla base della coda, esclusa la pinna codale; ed un’ altezza massima di 14 cent. nella regione pettorale. Vivente esso offriva un peso di oltre 2 chilogrammi, particolarità tutte che lo dichiarano adulto , e lo escludono dalla categoria dei pesci che in età giovanile hanno taluni raggi delle na- tatoje prolungati in filamenti. Il suo corpo ha una forma ovale-allungata, compressa dai lati, col capo più alto che lungo, e con un profilo superiore obliquo, ma alquanto più cadente o verticale di quello del dentice comune. —Ha occhi rotondi, di mediocre grandezza, notevolmente discosti dall’apice del muso, ed intermedi in dimensione fra quelli del dentice volgare e del dentice macroftalmo; Muso ottuso; spazio interorbitale tondeggiante; bocca armata di 4 robusti denti canini allungati e ricurvi per mascella, seguiti da 10, 12 altri denti più corti e conici, disposti in una sola fila per parte, dietro i quali s'erge una larga e fitta sona di minutissimi denti vellutati !' che fasciano in parte anche esternamente i denti maggiori. — La sua na- III tatoia dorsale conta 12 raggi ossei robusti ed elevati, e 10 molli od arti- colati; di questi il 3° raggio osseo si trova proteso in un lungo filamento flessibile, uguale in lunghezza alla metà della dimensione totale del pesce; cui tiene dietro il 4° raggio che è alquanto minore, e successivamente il 5° che raggiunge in lunghezza un po' più del terzo della lunghezza totale del corpo. — Le Pettorali sue sono lunghe appuntite , falciformi e formate da 14 raggi, il primo e l’ultimo dei quali doppii; l’Anale è più alta della dorsale e conta 3 raggi ossei ed 8 articolati; le ventrali sono al solito formate da 1 raggio osseo e da 5 molli, il primo dei quali più allungato degli altri; la co- dale è ampia, forcuta, coi raggi estremi appuntiti; le sue scaglie sono larghe ctenoidi, intermedie in dimensione fra quelle del dentice volgare e quelle del dentice gibboso. Il Colore del pesce è uniformemente roseo, volgente alquanto al bianco argentino sul ventre, con 13, 14 linee strette brune, che decorrono lungo i suoi fianchi e si stringono convergendo verso la coda. Una grande macchia fosca, rotondata, domina all'origine della sua linea laterale, sopra l'angolo superiore dell’opercolo, ed insieme ai preaccennati caratteri, concorre a dif- ferenziarlo dalle altre specie indigrene affini. —Le ventrali e la codale hanno una vivace tinta rossigna, ma mancano della stretta zona nera avvertita negli esemplari delle Canarie. La scienza nostra mercè gli accurati lavori di Bleeker, di Gunther, di Cuvier e Valenciennes conosce oggidì parecchie specie di dentici a raggi delle natatoie prolungati in filamenti, e fra questi il dentex nufar Erhemb. del mar Rosso, il D. filamentosus Cuv non Valen, il D. filamentosus Rippell. (synagris dei moderni) dell’Indie, il setigerus Cuv. (Synagris sinensis Giin- ther) ecc.; ma tutte queste specie, sia per la relativa forma e proporzione del corpo, per l'allungamento di alcuni raggi speciali, sia per la disposizione dei denti, e pel colorito, offrono tale differenze da non potersi confondere colla presente. Tutto al più potrebbe dubitarsi che il Dentex nufar del mar Rosso (Polysteganus nuphar Klunziger), possa essere un rappresentante In- diano del dentex filosus delle Canarie. Il nostro socio pertanto mercè l'attuale comunicazione viene ad accrescere di una novella specie la già ricchissima fauna dei mari siciliani. Il socio Pror. Dino PapeLLeTTI fa la seguente comunicazione sulle rela- zioni fra le traiettorie, le brachistocrone e le funicolari. Relativamente a una forza data F variabile in grandezza e direzione da punto a punto la Meccanica si può proporre tre problemi differenti: 1° deter- minare la frajettoria che un punto libero M descrive sotto l'azione della forza F — 2° determinare la brachistocrona di un punto M sotto l’azione della forza F — 3° determinare la funicolare corrispondente alle forze F, ossia la IV curva secondo cui si dispone in equilibrio un filo flessibile e inestensibile, tutti i punti del quale son sollecitati dalle forze F. Fra la trajettoria, la bra- chistocrona e la funicolare, che corrispondono a una stessa forza F (come p. es. la parabola, la cicloide e la catenaria, quando la forza F è la gravità) esistono delle relazioni. Quelle fra trajettoria e funicolare sono state espresse da MòBrus nel teorema che la funicolare corrispondente alla forza F è trajet- toria per una forza F' parallela a F, diretta in senso contrario, ed eguale al prodotto di F per la densità e tensione del filo. Quelle fra trajettoria e bra- chistocrona si possono riassumere nel teorema che la brachistocrona cor- rispondente alla forza F è trajettoria per una forza F' eguale a F, e posta simmetricamente a F rispetto alla tangente in ogni punto. Le equazioni della trajettoria, della brachistocrona e della funicolare che corrispondono a uno stesso valore di F, ammettono un sistema di equazioni differenziali comuni, che ha la forma di un'eguaglianza fra tre rapporti. Mediante queste equazioni si trovan facilmente le proprietà comuni alle tre curve, come p. es. che la forza F è sempre contenuta nel piano osculatore, e altre proprietà che, senza essere identiche, hanno fra loro una stretta ana- logia, come p. es. la espressione della componente normale della forza. Se si suppone la forza F costantemente parallela a una direzione fissa p. es. all'asse OY e proporzionale alla potenza m° dell'ordinata, ed è pos- sibile scegliere la velocità iniziale e posizione iniziale in modo che la co- stante delle forze vive si annulli, si trova che il rapporto tra il raggio di curvatura e la porzione di normale intercettata fra la curva e l’asse OX è costante per le trajettorie, per le brachistocrone , e per le funicolari. Le curve che godon di tal proprietà si possono ottenere, facendo rotolare su una retta curve tali, che prendendo il punto descrivente come polo di un sistema di raggi vettori, i segmenti determinati dal polo sulla proiezione del raggio di curvatura fatta sul raggio vettore, sieno in un rapporto co- stante. In questo caso si trovan p. es. la circonferenza e la parabola : fa- cendo rotolare una circonferenza su una retta, un punto della sua periferia descrive la brachistocrona di un punto pesante (cicloide): facendo rotolare una parabola su una retta, il suo fuoco descrive la traiettoria di un punto sollecitato da una forza proporzionale all’ordinata, ossia la funicolare di un punto pesante (catenaria). Il socio rror. E. ParerNÒ dà un breve cenno delle esperienze compite nel suo Laboratorio intorno al cimene ed ai fimoli. Comincia dal richiamare le sue precedenti esperienze su questo argomen- to, esperienze per la parte fisica compite insieme al prof. Pisati, ed espone poscia quelle fatte ora in comune al D'. P. Spica sul cimene dall’ alcool V cuminico in confronto al cimene dalla canfora. Questi due idrocarburi con- siderati dal Kraut come identici, forniscono invero solfacidi -e timoli che dànno sali e derivati identici; la identità si estende inoltre nella forma cristallina e nelle proprietà ottiche dei nitrosoderivati dei timoli, determi- nate dal D'. R. Panebianco. Però uno studio sommario degli ossiacidi prepa- rati col metodo di Kolbe da questi timoli ha dato per quello dalla canfora un acido fus. 149-150° e per quello dall’aleool cuminico un acido fus. invece a 139-i40°. Gli autori credono quindi molto probabile che non ostante la grande somiglianza i due idrocarburi siano isomeri e che siano l'uno parametilpro- pilbenzina, l’altro parametilisopropilbenzina, come era da prevedere. Spe- rano fra non guari di pervenire a risultati decisivi. Il prof. Paternò ha inoltre continuato insieme al signor Canzoneri lo studio comparativo del timol della canfora e di quello naturale. Gli autori hanno per ora preparato il nitroso-derivato del canfotimol ed i corrispon- denti nitro ed amido composti.—Hanno inoltre ottenuto un derivato bromu- rato dell'etere metilico del timol naturale ed hanno esaminato i suoi pro- dotti di ossidazione con l’acido nitrico; hanno di più trovato che l'etere meti- lico di quasto stesso timol per la ebollizione con l'acido nitrico diluito for- 0CH; 4 Chiana \CH, nisce un acido C, H. NO. (COOH fusibile 174-175° il cui sale di bario cristallizza con 2 H;0. Lo stesso socio PRor. PATERNÒ espone in seguito che ha intrapreso insie- me al D. Oglialoro lo studio della lmonina, principio neutro che si con- tiene nei semi di limone e di arancio, e considerato da Schmidt come iden- tico alla colombina principio simile contenuto nella radice di Colombo. Essi però non solo non confermano questa identità, ma hanno trovato che la co- sidetta colombina è un miscuglio di due sostanze distinte fus. una a 182°, l’altra a 218-220° e differenti anche nella composizione dalla limonina; per quest’ ultima hanno trovato il punto di fusione verso 275° e non ha 244° come si trova indicato. < Si riserbano di pubblicare in seguito con maggiore estensione i risultati di questo lavoro. Il socio Segretario E. Paternò VI N. 10. — Seduta del 2 febbraro 1879. — Presidenza del Comm, G. G. GEMMELLARO, Il Presidente comunica le lettere di ringraziamento dei nuovi soci prof. Cesare Arzelà, prof. Antonio Roiti, D.» Agostino Oglialoro, prof. Michele Capitò , prof. Giovanni Salemi-Pace, consigliere Giuseppe Di Menza, D. Pietro Spica, prof. Carlo Pintacuda. Il Segretario presenta le seguenti opere pervenute nell'ultimo mese in dono alla Società : . Annual Report of the Department of Maines New South Waldes for the Year 1876. . Railways of New South Waldes — Report on their Construction and Working — Sidney 1876. H. C. Russel — Climate of New South Wales, Sidney 1877. C. Robinson — The Progets and Resounces of New South Waldes — Sidney 1877, disp. 25. . Journal and Proceedings of the Royal Society of New South Wales, vol. X. Smithsonian Report for the Year 1876. . Proceedings of the Boston Society of Natural History, vol. XIX, part. I e II. . Proceedings of the American Academy of Arts and Sciences, vol. XIII, part. I, Boston. . Proceedings of the Academy of Natural Sciences of Philadelphia. Annata 1877. . Nature, N. 480 e 482. . Journal de la Societé centrale d’Horticulture de France, t. 12, fasc. di novembre 1878. . Sitzungs-Berichte der Naturwissenschaftlichen Gesellschaft Isis in Dresden. Jahrgang 1878, Ja- nuar bis Julì. . Il Circolo Giuridico. Dispensa 106, ottobre 1878. . Bullettino Meteorologico dell’Osservatorio di Moncalieri. Vol. XII, N. 6. . Osservazioni Meteorologiche fatte presso le Alpi e gli Appennini. Anno VII, N. 11 e 42. (Ss oo LAI PEN NS 9 > i a T i o Il Pror. INZENGA comunica speciali osservazioni micologiche sopra alcuni parassiti vegetali dell'ordine dei funghi, finora poco conosciuti o non co- nosciuti ancora dalla scienza, che perturbano, alterano, e qualche volta di- struggono l’organizzazione di esseri vegetali di ordine superiore, ed ani- mali, ai quali si attaccano. Parla di quello che chiamasi volgarmente dai contadini palermitani, ver- me del fichidindia, che sviluppasi nel centro dei fusti di questa pianta , e che prende proporzioni col tempo gigantesche, al punto di disorganizzare e distrurre intieramente la pianta istessa. — Questo sedicente verme altro non è che un fungo, del quale non si sono potuti sinoggi ben definire i caratteri della sua speciale riproduzione per determinare con esattezza il genere e la specie. In seguito si occupa delle così dette radici bianche del sommaceco, con- seguenza dell'aggressione e dell’attacco, di un altro fungo parassitario, che VII sviluppasi sottoterra sulla superficie epidermica delle radici, e determina la morte dell’ arbusto. Di questa specie si è potuto sinoggi rintracciare il solo micelio, ma non si è potuto comprendere il fungo completo cogli or- gani della sua riproduzione per potersene determinare la specie. Desta l’attenzione in ultimo sopra una specie di muffa che sviluppasi sui virgulti del sommacco ripostato in luoghi umidi che arreca sviluppo di pu- stule nella membrana muccosa dell’uomo, e qualche sintomo allarmante di veneficio negli organi interni della digestione : è questo un altro fungo già determinato da micologi col nome di Leptetrichum glaucum, del Corda, del quale altrove non si sono sperimentati i sinistri effetti che si sono spe- rimentati a Palermo. Il socio TaccHINI rende conto alla Società di talune deliberazioni prese dal Consiglio Direttivo di meteorologia nella sessione del dicembre ultimo riguardanti la rete meteorologica italiana, e il congresso meteorico inter- nazionale che si aprirà in Roma il 14 aprile del corrente anno. Riguardo alla rete meteorologica italiana venne accolta la proposta del nostro socio di organizzarla in base alla divisione del Regno per provincie, cosicchè il numero delle stazioni fondamentali dovrà elevarsi a 69. Pel servizio internazionale di meteorologia vennero scelte numero 26 sta- zioni, delle quali 19 sul Continente, due in Sardegna e 5 in Sicilia, cioè Messina, Palermo, Girgenti, Siracusa e l'Etna, e per quest’ultima stazione presenta i disegni dell Osservatorio etneo , la costruzione del quale dovrà venire completata entro il 1879. . Pel congresso meteorico di aprile il socio enumera le quistioni principali che vi saranno trattate, che sono le seguenti : 1. Possonsi stabilire fin d'ora alcune regole definitive per la più conve- niente esposizione dei termometri destinati a dare la temperatura dell’aria. 2. Si sono eseguite dopo il congresso esperienze comparative per apprez- zare i differenti metodi appropriati a determinare la temperatura del suolo ? 3. Si sono fatte dopo l'ultimo congresso esperienze decisive per trovare un metodo semplice e pratico per determinare l’irradiazione, e quale rap- porto esiste fra essa ed il vapore acqueo nell'atmosfera. 4. Quali progressi si sono fatti nei metodi per determinare l’umidità del- l’aria. o. Quali progressi hanno fatto i metodi per la determinazione dell’evapo- razione ? 6. Devonsi cambiare in seguito ad esperienze posteriori, le decisioni del primo congresso concernenti gli strumenti ed i metodi per misurare la quan- tità di pioggia e neve caduta. 7. Come si può dedurre dalle indicazioni dirette di anemometri differenti il valore assoluto della velocità del vento ? VIII 8. Si sono scoperti dopo lo stesso tempo migliori metodi per misurare l'ozono contenuto nell'aria ? 9. Quali progressi hanno fatto i metodi per la determinazione dell’elet- tricità dell'aria, e quali risultati hanno dato finora le osservazioni di questo genere. 10. Si sono potute organizzare delle osservazioni orarie nei luoghi della zona tropicale situati sopra il continente ? 11. Quali progressi hanno fatto, dopo il primo congresso, i dispacci me- teorologici e come si può contribuire nel loro sviluppo. 12. Quale progresso ha fatto la meteorologia marittima. 13. Quali sono i risultati ottenuti dalle osservazioni simultanee, e come sì può contribuire al loro sviluppo ? 14. Quali osservazioni si sono fatte sopra alte montagne e per mezzo di ascensioni in palloni aerostatici e quali misure bisognerebbe prendere per favorire lo sviluppo di queste osservazioni e renderle utili ? 15. Il comitato dopo aver presa conoscenza del progetto del signor Wey- prect per istabilire parecchi osservatorii nelle regioni artiche ed antartiche, collo scopo di organizzare un sistema di osservazioni meteoriche e magne- tiche orarie, fatte simultaneamente tutt’ intorno al polo; è di parere che queste osservazioni saranno della più alta importanza per il progresso della meteorologia e per lo studio del magnetismo terrestre , e crede quindi di dovere raccomandare a tutta questa impresa nell’interesse della scienza. In qual modo può il congresso per sua parte contribuire al successo dell'impresa. 16. In qual modo si dovrà procedere per fondare stazioni meteoriche in regioni remote, dove finora non sì è potuto stabilirne ? 17. Conviene raccomandare per le carte sinottiche , l’ adozione generale di un dato meridiano primo per esempio quello di Greenvich ? 18. In qual modo si può meglio organizzare e sviluppare la compilazione e la pubblicazione di carte sinottiche, abbraccianti considerevole proporzione della superficie della terra ? 19. In qual modo il congresso può contribuire allo sviluppo della me- teorologia agricola e forestale. Sebbene il comitato abbia già incaricato alcuni scienziati di fare dei rap- porti speciali sulle quistioni anzidette, pure egli accetterà col massimo in- teresse e terrà nel debito conto tutto quanto gli possa venire suggerito dai cultori della fisica e della meteorologia a mezzo di comunicazioni verbali, o in iscritto o a stampa. Durante il congresso sì terrà anche una esposizione di strumenti di meteo- rologia, e perciò il Ministero di agricoltura e commercio fa appello al volen- teroso concorso degli Istituti scientifici sì nazionali che esteri e dei privati che possiedono strumenti meteorici che o per valore storico o pel pregio IX dell'attualità meritino di figurare in una esposizione e di venire apprezzati dal congresso. La domanda deve indirizzarsi all'ufficio centrale di meteoro- logia in Roma il 20 settembre non più tardi del 15 febbraio, e gli strumenti accettati dovranno essere spediti entro il mese di marzo all’ ufficio mede- simo , pel quale invio sono concessi i ribassi di tariffa sulle ferrovie con- sentiti per le altre esposizioni. Il socro Pror. Cesare Arzera’ fa la seguente comunicazione : Sia y una funzione reale di una variabile reale x, data nell’intervallo da a a b; secondo il concetto di Dirichlet s'intenda che ad ogni valore reale di x nell'intervallo considerato corrisponda un unico e determinato valore finito della y; suppongasi inoltre che la y sia funzione continua, e che in nessun tratto, neppure piccolissimo, si mantenga costante. Un massimo o un minimo # della y lo diremo isolato quando esiste un intorno assegnabile (a-: «-e') del punto «= corrispondente a y=#, entro cui la y non ha altri massimi o minimi. Quando questa condizione non si verifica, intorno al punto «= la y ha infiniti massimi e minimi. Un'osservazione assai semplice e quasi direi intuitiva, mi ha condotto a dimostrare due proposizioni, le quali possono forse riuscire utili in alcune ricerche. Sia 2 il massimo valore assoluto, n il minimo assoluto della y funzione di x, nell'intervallo (a, b). Se si considera y come variabile indipendente nell’intervallo (m, M) e la x dipendente da essa y, si vede subito che, in generale, x non avrà un unico valore, compreso tra a e d, corrispondente a ciascun valore di y. Se ad ogni valore di y corrispondesse un unico valore di x, compreso tra a e b, si potrebbe senz'altro concludere che la y considerata funzione di x nell'intervallo (a, b) non ha alcun massimo o minimo dentro l’intervallo medesimo; e reciprocamente. Quindi se la y ha dei massimi o dei minimi nell'interno dell'intervallo (a, b), la x considerata poi come funzione di y nell’intervallo (m, M) dovrà ammettere, almeno in certi tratti, più valori corrispondenti a ciascuno di y; e qui pure è vera la reciproca. Dunque sî potranno studiare î massimi e i minimi della y, studiando la funzione inversa x. Ed ecco ora le due proposizioni relative a questo: 1. Affinchè il valore £ della y corrispondente al punto x = « interno dell'intervallo (a, b) sia un massimo o un minimo isolato, è necessario e sufficiente che esista un intorno assegnabile (#-h #) nel 1° caso, (8/8 + h) nel 2°, entro cui, considerando y variabile indipendente, ad ogni valore c X di y in esso compreso corrispondano due valori reali e disuguali per la « che divengono eguali per y = £; senzachè con ciò sia escluso , che con- temporaneamente vi sieno anche altri valori reali per la x; essi però, quando vi sieno, avranno con ciascuno dei due precedenti una differenza che non potrà ridursi infinitamente piccola quanto y si avvicina a #. 2. Affinchè in ogni intorno (a—£ «+ e'), e ed e' piccoli ad arbitrio, di un punto x=« la y abbia un numero infinito di massimi e di minimi , è necessario e sufficiente che in ogni intorno (6—h €+k), (essendo # il va- lore corrispondente a x=x e h e £ piccoli pure ad arbitrio), dove si ri- guardi y variabile indipendente, si trovi sempre più di un valore di y pel quale due valori di x, che sono reali e disuguali per valori di y minori 0 maggiori di quello, divengono eguali ad un unico valore tanto prossimo al valore a quanto si vuole. Terminerò questa mia comunicazione facendo osservare che se in parti- colare la y è una funzione algebrica definita da un'equazione f(x y)=o il teorema 7 ci conduce a considerare il discriminante rispetto a « della f(x y)=0; alla quale conseguenza del resto si perviene facilmente anche colla ordinaria teoria dei massimi e dei minimi; e noteremo infine che in questa considerazione del discriminante consiste appunto il metodo col quale in Algebra Elementare (vedi Bertrand) si fanno alcune ricerche di massimi e minimi. Il Pror. DopERLEIN (relatore) presenta all’adunanza un lavoro del signor Giacomo Pincitore Marott. {l Doderlein nota non essere questa la prima volta che il signor Pinci- tore diede saggio de’ suoi studi, avendo egli già pubblicato parecchie me- morie di Entemologia che sono state vivamente apprezzate ed encomiate da altri Entomologi nazionali ed esteri, ed in particolare dal prof. Targioni Tozzetti negli atti del Ministero di Agricoltura e Commercio. Nell'attuale memoria il predetto signor Pingitore imprese particolarmente ad illustrare alquante farfalle diurne della sezione delle Ropalocere, delle quali descrisse alcune interessanti e rare varietà dipendenti sia dalle loca- lità di monte o di piano ove vissero quelli insetti, sia dal tempo in cui sbucciarono dalle loro crisalidi e quindi dalla prima o seconda generazione cui appartennero , sia infine dalla natura delle piante di cui ebbero a nu- trirsi i loro bruchi. Soggetto interessantissimo, che esteso a più larghi confini, potrebbe dar luogo ad utilissime deduzioni. A comprovare il suo assunto il Pincitore espone in una cassetta : 3 diverse varietà del Papilio Machaon, una delle quali in parte mela- niana prodotta dall’ essersi il suo bruco nudrito del foniculum piperitum Tineo, XI 3 altre varietà della Pieris rape, una delle quali di minor dimensione, tuttochè contestata da altri autori, 2 varietà della Prieris Daplidice, una delle quali notevolmente minore dal tipo comune, e le altre di minor intensità di colore, 3 passaggi graduati della Melanargia Galathea alla varietà leucomela. Una varietà ed una seconda generazione della Melanargia Pherusa. Una seconda generazione più stabilita della Epinephele janira ecc. E finalmente alquanti esemplari di una novella specie da esso denomi- nata Licena melanotoxa che differisce per maggior dimensione e per parti- colarità di tinta e di disegni dall’affine Lic@na Icarus. Epperò il Doderlein propone che la memoria del signor Pincitore venga accolta e pubblicata negli atti della Società. Il socio Segretario E. Paternò. N. 11, — Seduta del 9 marzo 1879, — Presidenza del Comm. G. G. GEMMELLARO, 1l Presidente comunica le lettere di ringraziamento de’ nuovi soci: prof. Cesare Federici, prof. Enrico Albanese, prof. Francesco Randacio e prof. Michele Albeggiani. Il Segretario presenta le seguenti opere pervenute in dono alla Società. 4. Atti del Reale Istituto d’Incoraggiamento di Napoti, 2° serie, tom. XV, 4878. 2. Relazione Accademica de’ lavori del R, Istituto d’Incoraggiamento di Napoli, 1879. 3. The American Journal of Science and Arts, editori J. D. and E. Dana and Silliman, vol. 47, cat. 97 e 98 — 1879. 4. Verhandlungen des Naturhistorisch-Medicinischen Vereins zu Heidelberg, tom. 2, fasc. 3, 1879. 3. The Finantial Reform Almanack, 1879. 6. Guide du Naturaliiste, par Mr Bouvier, année I, n. 41, 1879. 7. Bulletin de la Societé Géologique de France, 3e ser., tom. 7, n. 1 — 1879, 8. Journal de la Societé centrale d’Horticulture de France, 2° ser., tom. 12 — Décembre 1878. 9. Il Politecnico, anno 26, n. 4 e 2, Milano 4879, 40. L’Economista, 242, Firenze 1878. 44. Bullettino meteorologico dell’ Osservatorio del R. Collegio Carlo Alberto , vol. 13, n, 7, Mon- calieri 1878. 42. Il Circolo Giuridico, vol. 9, anno 9° disp. 107, Palermo 1879. XII 48. Atti del Collegio degl’Ingegneri ed Architetti in Palermo, fasc. 2, Palermo 1878. 44. Bullettino dell’Agricoltura, n. 7, anno 13, Milano 1879. 18. Capitò e Pintacuda — Corso di Meccanica applicata alle macchine, vol. 1°, parte 1°, Palermo 1873. 16. Dino Padelletti — Regolatori a forza centrifuga, Firenze 1875. 47. Capitò — Considerazioni generali sulla fognatura della città di Palermo. IL Pror. E. ALBANESE discorre sugli effetti della medicatura antisettica, e comunica i risultamenti ottenuti nella sua clinica. Egli non è partigiano di alcuna teoria sulle infezioni chirurgiche, ma inclina a credere esatte le teo- rie del Pasteur. Fa una brevissima esposizione delle medicature in voga nei diversi Ospedali. Ritiene che siano da considerarsi come medicature anti- settiche: la medicatura all'alcool, l’ovattata o occlusiva di Guerin; quella coi solfiti proposta dal Poll, quella col permanganato di potassa e la medi- catura all’acido Salicilico, al timol e specialmente all’acido fenico che porta il nome del prof. Lister. Nella sua clinica ha dato la preferenza alla medicatura di Lister, ma ha ottenuto pure buoni risultamenti col permanganato di potassa, coll’ acido salicilico ed in qualche caso anche coi solfiti. I risultamenti ottenuti nella sua clinica sono molto importanti per essere presi in considerazione dai pratici e da coloro che s'interessano delle at- tuali quistioni scientifiche e dell'igiene ospitaliera. L'ospedale della Concezione dove si trova la Clinica Chirurgica è un vecchio convento mal ridotto, le infermerie sono senza ventilatori e senza finestre di riscontro. Fin dal 1869, quando prese la direzione della Clinica Egli rivolse tutta la sua attenzione alla parte igienica, sosituì la bambagia alla filaccia e le bende di mussolino nuovo e di garza a quelle fatte con tela usata, logore e mai abbastanza nette. La prima medicatura adottata fu la più semplice, fatta colle sole pezzuole bagnate in una soluzione di fenato di soda, e con tal mezzo la mortalità dal 25 per °/, fu ridotta al 17 per °/,. Fin dal 1871 fu introdotta la medicatura antisettica; da quell’ epoca gli operati ricoverati nella clinica furono medicati col sistema di Lister. La mortalità in quell’anno fu del 10 per °/,, ma nel 1872 salì al 13 per °/: © nel 1873 al 18 per °/,, e si ebbero a lamentare molti casi di pioemia per- lochè fu obbligato di sospendere il suo insegnamento per sgombrare le sale. Nel 1874 la mortalità fu del 14 per °/,; e nel 1875, raddoppiando di vigi- lanza e di attenzione, discese al 12 per °/,. Ma nel 1876 gravi infezioni vennero nuovamente a manifestarsi in quelle infermerie, specialmente nelle sale di deposito dell'ospedale, sì che fu ne- cessario di sospendere nuovamente l'insegnamento e sgombrare le infer- merie. Nel 1877 appena aperte le infermerie si dichiararono nuove infezioni XIII settiche che l’obbligarono nuovamente a chiudere la clinica. La mortalità che nel 1876 aveva salito al 25 p. °/, in quest'anno, nei pochi mesi da gen- naro a marzo, si elevò al 29 per °/,! Lo sconforto il più completo aveva invaso il professore, ed era per ab- bandonare la medicatura antisettica, e cercare in altri espedienti, e spe- cialmente sul mutamento dei locali, il rimedio che invano cercava nell'uso dell’acido fenico. Ma avendo notato che le setticoemie erano quasi sempre osservate nei fe- riti o in quelli altri operati, che, precedentemente alla loro ammissione in cli- nica, erano stati medicati all’ufficio di accettazione dello spedale o nelle sale ospitaliere, pensò di rivolgere le sue attenzioni sul modo come praticavansi nell'ospedale le prime medicature, e persuaso che l’esito funesto era d'’at- tribuirsi alla maniera con la quale si facevano le medicazioni nelle altre infermerie dell'ospedale, in contro senso assoluto di quello che egli faceva in Clinica, organizzò in modo il servizio chirurgico nell'ospedale della Conce- zione che il personale sanitario addetto nelle altre infermerie e nella sala di accettazione fosse tutto sotto l'immediata dipendenza del Direttore della Clinica, onde da per tutto venisse scrupolosamente eseguita la medicatura antisettica, e specialmente nell'ufficio di accettazione, dove facevansi le pri- me medicazioni. In aprile 1877 fu riaperto con tali ordini il compartimento chirurgico nella Concezione, e da quel tempo a tutt'oggi le pessime condizioni dell'ospedale sì mutarono in buone, nè si dovette lamentare che un solo caso d’infezione settica, di maniera che la mortalità fra gli operati di alta chirurgia dal 15 p. 100 discese al 5, 30, per 100. In una media complessiva così il professore riassume i risultamenti da lui ottenuti : Da gennaro 1871 a marzo 1877, furono praticate in Clinica n. 478 opera- zioni, fra le quali si deplorarono 73 morti, dei quali più di 38 per pioemia. Proporzione della mortalità: 15, 30, per 100. Da aprile 1877 al 20 febbraio 1879, furono praticate n. 256 operazioni di alta chirurgia. con 14 morti, dei quali un solo per risipola. Proporzione della mortalità 5, 30, per 100. Riduzione della mortalità colla esatta medicatura alla Lister del 10 per cento ! Ma ben più importanti sono i singoli risultamenti che egli presenta in diversi quadri sulle varie operazioni di chirurgia, e specialmente sopra quelle nelle quali più facilmente sogliono manifestarsi le infezioni. Nelle amputazioni e disarticolazioni dal 1871 a marzo 1877, — 66 operati, 9 morti. Da marzo 1877 a febbraio 1879—30 operati, 1 solo morto per collapsus ! Prima epoca, proporzione mortalità 15,45, per 100. XIV Seconda epoca id. 6,66, per 100, E giova notare che nella prima epoca furono praticate 8 amputazioni della coscia con 4 morti e nella seconda 10 amputazioni della coscia con 1 solo morto ! Nelle resezioni. 1° Epoca — 78 resezioni — 14 morti. 2° Epoca — 46 resezioni — l morto. La proporzione della mortalità nelle resezioni sta nel primo tempo del 17. 95, p. 100; nel secondo del 2, 17, p. 100! Tali risultamenti comparativi lo spingono a ritenere, che gli insuccessi della medicatura antisettica, di cui si parla in diversi ospedali e specialmente in Francia, sieno da attribuirsi, non solo al modo come essa è praticata in taluni siti, ma perchè in molti ospedali questa medicatura è stata fatta per taluni ammalati speciali e come un saggio. Ora egli crede che fino a che la medicazione antisettica non sia usata generalmente, e fino a che saranno trascurate le prime medicature, essa non porterà alcun utile risultamento. Nell’ospedale di Edimburg, in quello di Halle sotto il Prof. Volkmann, in quello di Monaco sotto il Prof. Nussbaum le infezioni settiche sono scom- parse, come scomparvero in quello della Concezione di Palermo per la grande cura che si mette nella medicatura e per l'attenzione che si usa nelle prime medicature. Egli conchiude che la prima medicatura è quella che decide della vita di un ferito, di un grave fratturato con lesione di parti molli e di un ope- rato. IL socio Pror. A. Rotri riferisce il seguente fatto da lui osservato. Se in un liquido si trova immersa una lastra solida girevole attorno ad un asse, la corrente elettrica, nel passare per il liquido, tende ad orientarla: e precisamente tende a disporla nella direzione delle linee di massimo flusso se è metallica, e in direzione perpendicolare se è coibente. Il liquido, del quale egli si è servito, è una soluzione di solfato di zinco al massimo di conducibilità, che riempiva per l'altezza di 32% una cassetta di vetro larga 50", ove si trovavano due elettrodi di zinco amalgamato oc- cupandone tutta la sezione. Nell'intervallo fra gli elettrodi, che era di 46", e con un’inclinazione sul loro piano di circa 45°, era sospesa verticalmente la lastrina solida, connessa mediante una sottilissima bacchetta di vetro ad uno specchietto. La sospensione era costituita da due fili di bozzolo lunghi 2]mm e distanti fra loro di mezzo millimetro circa. Le deviazioni angolari impulsive, osservate con connocchiale e scala, ri- sultarono comprese fra i 3 e gli 8° quando la corrente era fornita da 12 ele- menti Stòhrer a bicromato potassico. XV Una lastrina circolare di zinco amalgamato del diametro di 27m", dello spessore di 2%" e arrotondata sull’ orlo, qualunque punto occupasse nella cassetta, deviò costantemente in modo da chiudere l'angolo che faceva colla direzione della corrente. Il medesimo disco di zinco verniciato con gommalacca, un disco di eba- nite di uguali dimensioni, ed un rettangolo di vetro (grosso 11, alto 22m, largo 28m, attaccato alla bacchettina con pochissima ceralacca pel punto di mezzo del lato maggiore orizzontale) deviarono costantemente in modo che si sarebbero disposti ad angolo retto colla corrente, se non vi si fosse opposta la forza direttrice della sospensione bifilare. Si tratterebbe ora di determinare la legge colla quale questa forza pon- deromotrice interna della corrente varia al variare delle circostanze: ma siffatte misure sono osteggiate dalle azioni molecolari della superficie li- quida attraversata dalla bacchetta di vetro, azioni che il socio mostrò es- sere analoghe alla elasticità di seconda specie presentata dai solidi. Biso- gnerebbe dunque ricorrere ad altra disposizione sperimentale e, in vista dell'importanza teorica che potrebbe avere tale studio, egli si affretterà ad intraprenderlo tosto che avrà i mezzi necessari. Ir socio Pror. TaccHini informa la Società sulle pioggie di sabbia verifi- catesi in occasione dell'ultimo scirocco del febbraio 1879. La corrente sci- roccale si manifestò a Palermo nel giorno 24; il cielo caliginoso presentò prima del tramonto del sole un intenso calore di arancio rossastro, notato altre volte collo scirocco, e indizio sicuro della presenza di polveri finissime sospese nell’ aria e trasportate dal vento. Infatti nel seguente mattino col cadere delle prime goccie di poggia sì ebbero traccie di polviscolo amosfe- rico, che venne poi levato dal pluviometro, dopo che da Termini il diligen- tissimo prof. S. Ciofalo aveva mandato un campione di polveri da lui rac- colte in quella stazione. Anche in Napoli per effetto della medesima cor- rente l'atmosfera presentò le stesse apparenze, poi cadde polvere, che da principio si credette proveniente dal Vesuvio; il prof. Riccò ne raccolse ab- bastanza per mandarne un saggio a Palermo. La polvere di Napoli ha lo stesso colore giallognolo e finezza di quella raccolta dal Ciofalo, quella della nostra specola essendo di tinta meno viva, perchè mista a polviscolo locale biancastro, la quale differenza si è riscontrata altre volte. Onde vedere se vi era qualche cosa di comune ai tre esemplari, il socio fece eseguire dal chia- rissimo prof. Macagno direttore della Stazione Agraria di Prova, tre pre- parazioni microscopiche, in ciascuna delle quali con un ingrandimento di 500 il Macagno notò la presenza di piccole sfere nerastre e sospettò che si trattasse di ferro meteorico, nelle apparenze fisiche intieramente comparabili ai granuli del Tissandier: coi reagenti chimici poi venne confermata la presenza del ferro XVI metallico. Anche con una calamita si riescì a separare dal polviscolo certi piccoli ammassi, che guardati al microscopio presentarono caratteri comuni alle sferette delle preparazioni. Il socio avverte, che questo è stato un primo esame, che egli si affretta di comunicare, perchè gli sembra che la presenza del ferro in questa forma nei tre campioni di polvere di scirocco, sia un fatto molto importante per la metereologia, e forse nuovo, perchè finora nelle polveri di scirocco raccolto in Sicilia non fu avvertito. Il socio dichiara pure di avere eseguito col Macagno delle misure delle dette sferule di ferro, le quali si mantengono fra limiti pressochè eguali in tutti e tre gli esem- plari, e quel che più importa stanno in accordo con le cifre date dai signori Meunier e Tissandier per le sferule magnetiche trovate nelle roccie appar- tenenti agli antichi periodi geologici e nei sedimenti del mare. Perciò fa notare il socio, che la presenza del ferro nelle polveri sciroccali potrà ser- vire di guida per andare in cerca del luogo d'origine della polvere e quindi completare le cognizioni sulla via seguita da questi cicloni: inoltre aggiunge che anche le traccie di ferro scoperte in alcuni pozzi o trovate deposte in roccie elevatissime in punti così diversi della superficie terrestre, potreb- bero avere, almeno una parte, un’ origine consimile, anzichè intieramente cosmica, come si crede da taluni. In altra seduta il socio si propone di ri- tornare sull'argomento, estendendo l'esame ad altri campioni di polveri rac- colte in Palermo, a Termini, e in altri posti di Sicilia. La materia organica vegetale fu trovata dal Macagno predominante nel campione di Napoli; qual- che filamento di penicillum glaucum, pezzi di conferve, del genere codium, parecchi protococchi e in particolare il Protococcus pluvialis : detriti diversi vegetali, frantumi di foglie, polline, numerose spore e microzimi. Tra le sostanze minerali egli notò , oltre ai granuli di ferro, cristalli rombici di spato calcare, più alcuni ammassi amorfi di selce, calce, ecc., e così in quello di Termini e Palermo, colla sola differenza che per quest'ultima stazione la materia minerale era più abbondante. I campioni delle dette polveri furono anche presentati in seduta. Ir socro Pror. Cusumano intrattiene la Società sulle dottrine di Carlo Marx. I. Carlo Marx, il più importante e il più dotto tra i socialisti odierni, è il capo-scuola di una teoria socialistica, se non nuova negli scopi che si propone di raggiungere, alquanto differente dalle altre per i suoi metodi. In età ancor giovine Carlo Marx, nato a Trier nel 1818 e oggi vivente in Inghilterra, pubblicò alcuni articoli nel giornale Deutfsche-Franzésische Jahrbichern che egli redigeva insieme ad Arnoldo Ruge, e nel giornale Vorwiirts redatto da Heine. Nel 1847 pubblicò l’opera — Misère de la Philosophie reponse à la Phi- losophie de la misère par M. Proudhon : è un lavoro di polemica contro il XVII socialista francese. Nello stesso anno, unitamente a Federico Engels altro notevole socialista tedesco, pubblicò il così detto programma del partito comunistico che ebbe 12 edizioni e fu tradotto in parecchie lingue. Nel 1848 diresse il Rheinische Zeitung che si stampava in Colonia: nel 1853 pubbli- cava lo Enthillungen ueber den Communisten Process in Còln (Rivelazioni del processo contro i comunisti in Colonia). — Opera più importante fu quella apparsa nel 1859 col titolo Zur Kritik der politischen Oekonomie (Critica dell'Economia Politica). Le idee economiche di questa opera si trovano ri- prodotte nell'opera magistrale di Carlo Marx, Das Kapital apparsa nel 1867, tradotta in lingua russa e francese nel 1872, nel quale anno se ne facea una seconda edizione tedesca. È di questa ultima opera che io darò un brevis- simo sunto. II. L’opera Das Kapital di Carlo Marx corrisponde ad un primo volume di un trattato di Economia Politica che sarà diviso in 4 volumi : essa tratta della produzione capitalistica dei beni, cioè di quel sistema di produzione in cui il capitale non appartiene al produttore cioè all'operaio, siccome av- veniva nelle corporazioni di arti e mestieri, ma bensì ad una persona estra- nea alla produzione, cioè al capitalista. III. L'idea principale dell’opera di Marx, del resto tolta in prestito al Carey ed al Bastiat, è la seguente : cioè Marx parte dalla premessa che < lavoro sia il fondamento e la misura del valore (ricchezza) e che la virtù produt- tiva del capitale, il quale per sua natura è improduttivo, deriva da ciò che il valor di uso (utilità) della forza di lavoro è maggiore del suo valor di scambio, val quanto dire che nel fatto il lavoro si vende meno di quanto vale e che il capitale acquista la sua produttività usurpando le forze del lavoro. Ecco in qual modo Carlo Marx spiega questa tesi. La prima forma del capitale, egli dice, è il denaro : il capitalista compra con esso una merce su? generis, che è il lavoro dell’uomo, la quale produce un valor di uso, cioè la ricchezza. Questa merce-lavoro ha un valor di uso e un valore di scambio che possono essere diversamente apprezzati. Sta in questa caratteristica del lavoro dell’uomo , il mezzo con cui il capitalista, traendo profitto del valore di uso del lavoro, retribuisce nel valore di scam- bio del lavoro cioè nel suo prezzo, una parte del valor di uso prodotto, non già la parte intiera — Se p:e: per produrre il valore di L. 2 in oro od ar- gento (valore che rappresenta i mezzi di sussistenza necessarii alla vita di un operaio per un giorno) si richiedono 6 ore di lavoro, e l'operaio è ob- bligato a lavorare per 12 ore, allora il prodotto delle seconde 6 ore di la- voro andrà a totale beneficio del capitalista, perchè l'operaio, lavorando 12 ore, riceverà sempre per sua mercede la somma di L. 2; di tal guisa l'operaio che produce un valor di uso ossia una utilità di L. 4 in 12 ore di lavoro, d XVIII non ha come compenso del valore di scambio del lavoro che L. 2, cioè la metà del valor di uso prodotto. Marx esprime questo ragionamento con una figura, a — ò..... c, che significa la durata reale del lavoro di ore 12; in cui a — . rappresenta la durata necessaria del lavoro per produrre una ricchezza di L. 2, e d..... cla parte di valor di uso prodotto che il capitalista ruba e non compensa all'ope- raio. Ecco spiegato, dice Marx, il modo, con cui i capitalisti arricchiscono sem- pre più e gli operai sempre più s'impoveriscono : ecco trovata la sorgente del capitale, ossia della ricchezza odierna, nel furto che si commette agli operai. L'accanita battaglia per la così detta giornata normale di lavoro che i capitalisti vogliono sempre più allungare e gli operai diminuire, dimostra ad evidenza questo fatto. Carlo Marx fa la storia di questa lotta tra capi- talisti ed operai dal secolo XIV ai tempi odierni, specialmente nell’Inghil- terra. IV. Potrebbe farsi a Marx l’obbiezione che il soprappiù di valore o ric- chezza prodotto dal lavoro nella giornata reale del lavoro di 12 ore, sia do- vuta in parte ai mezzi di produzione cioè al capitale : ma egli risponde che il capitale non è che lavoro morto, improduttivo, e che riceve la sua effi- cacia dal lavoro vivo. A dimostrar questa tesi è destinata la dottrina che il lavoro è fondamento e misura dal valore. V. Visto il modo con cui nasce questo soprappiù di valore prodotto dal- l'operaio e non a lui compensato e che Carlo Marx chiama soprappiù as- soluto di valore, egli procede a trattare del soprappiù relativo di valore, il quale origina dalla diminuzione della durata necessaria del lavoro. Sia a — bla durata necessaria del lavoro: a — ò..... c la durata reale del lavoro : la linea d..... c rappresenta, come dicemmo, il soprappiù asso- luto di valore che i capitalisti rubano agli operai. Ma se la linea a — d che rappresenta la durata necessaria del lavoro, diminuisce, allora cresce il soprappiù relativo di valore. Ora secondo l'Economia Polilica le seguenti istituzioni economiche, cioe ; 1. Associazione e divisione di lavoro. 2. Libertà di lavoro. 3. Grande industria. 4. Applicazioni dei trovati scientifici alle industrie , cioè le macchine; (fattori, questi, che costituiscono il progresso economico ossia il lato carat- teristico dell'ordinamento industriale odierno) hanno lo scopo di rendere più produttivo e di dare maggiore efficacia al lavoro dell'uomo, val quanto dire tendono a diminuire e a rendere più corta la linea a-——b: di guisa che l’o- peraio potrebbe produrre le L. 2 che gli bisognano per la sodisfazione dei XIX suoi bisogni, non più in 6 ore, ma bensì in 4 e anche in 2 a seconda del progresso economico. Pur tuttavia nel fatto l'operaio lavora 12 ore al giorno: quindi i capitalisti rubano agli operai non soltanto il soprappiù assoluto di valore rappresentato da d-—c ma anche il soprappiù relativo di valore rap- presentato dalla diminuzione della linea a—d. Ed ecco come, conchiude Marx, progresso economico pei capitalisti si- gnifica regresso economico e miseria per gli operai. Carlo Marx dimostra col metodo storico e statistico la verità di queste sue opinioni descrivendo minutamente la condizione degli operai inglesi che non si è punto migliorata, malgrado il progresso economico dei tempi nostri. Noi abbiamo detto , così segue Carlo Marx, che il denaro fu la prima forma del capitale. Ora la storia dimostra, confermando le nostre deduzioni, che storicamente il capitale (la proprietà) ebbe origine dal furto e dalla vio- lenza. Due terze parti dell’opera di Marx sono destinate a descrivere questo processo di spoliazione, come egli lo chiama, accennando 1° alla espropria- zione degli agricoltori inglesi nel secolo XVI; 2° alla vendita dei beni ec- clesiastici e dei beni comunali all’ epoca della Riforma; 3° alle leggi che abbassavano il salario; 4° agli abusi e ai latrocinii che gli Europei com- misero in America; 5° al commercio dei Negri: 6° e per l'Inghilterra spe- cialmente, al sistema coloniale, al sistema protettore che vi durò per lungo tempo e al sistema finanziario che pesava specialmente sugli operai. La Rivoluzione sociale tendente a mutare quest’ ordine di cose ossia ad abolire il furto che la classe dei capitalisti fa alla classe operaia, ecco l'unico rimedio proposto da Carlo Marx. E questa parola fu scritta infatti sulla bandiera dell’Infernazionale di cui Carlo Marx fu anima e vita sino al 1869. In Germania Lassalle, Bebel, Liebknecht, Leopoldo Jacoby, Giovanni Ja- coby, Schweitzer, Hasenclever svilupparono le dottrine di Marx. Queste sono state confutate da Jiger, da von Sybel, da Treitschke, da Wagner, da Strasburger, da Meyer ed in Italia in un lavoro pubblicato nel 1877 dal mio collega ed amico prof. G. Ricca-Salerno. Della confutazione delle dottrine di Marx, dirò forse in altra occasione. Il socio Vice-Segretario G. Campisi N. 12. — Seduta del 27 aprile 1879. — Presidenza del Comm. G., G, GEMMELLARO, Il Segretario presenta i seguenti libri pervenuti in dono alla Società : I. Bulletin de 1)’ Académie royale des Sciences, des Lettres e des Beaux-Arts de Belgique t. 41 e 42, 1876; t. 43 e 44, 1877; t. 45, 1878. XX 2. Annuaire de l’Académ'e royale de Belgique 1877 e 1878, vol. due. 3. Jahrbuch der k. k. Geologischen Reichesanstalt, N. 3 e 4 del 4878. 4. American Journal of Science and Arts, N. 99 e N. 100, marzo ed aprile 1879. B. Il Circolo Giuridico, fasc. di dicembre 1878. 6. Il Politecnico, fasc. di marzo 1879. 7. F. P. C. Siragusa. L’anestesia del Regno vegetale, p. 20. 8. F. P. C. Siragusa. La Clorofilla, disp. di p. 43. 9. Journal de la Société centrale d’Horticulture de France, fasc. di gennaro e febbraro 1879. 40. Atti della Società italiana di Scienze Naturali vol. XX, fasc. 34. 44. C. Pintacuda. Del lavoro regolato delle macchine d’estrazione dalle miniere. 42. L. Sampolo. L'Università di Palermo e il suo passato. 43. P. F. Denza. Il Congresso di Meteorologia di Parigi. 14. Anales de la Societad Espanola de Historia Natural. Tomo VII, quaderno 1°, 2° e 3°. 45. Mémoires de l’Académie des Sciences, Inscriptions et Belles-Lettres de Toulouse, t. X. 16. Bullettino Meteorologico del R. Osservatorio di Moncalieri, vol. XIII, N. 8, 9 e 40. 47, Osservazioni Meteorologiche fatte nelle stazioni italiane presso le Alpi e gli Appennini, anno VII, N. 41 62. Il socto MarcHEsE DI MontEROSATO dà una monografia della famiglia dei Chitonidi, molloschi del Mediterraneo. Egli intende svolgere il programma annunziato nella prima parte della Enumerazione e Sinonimia, cioè, di descrivere i caratteri di ogni specie 6 la loro distribuzione geografica e geologica. Divide la famiglia dei Chitonidi in tre generi : Chifon, Acanthopleura e Acanthochites. Il primo di questi tre generi è diviso in tre sezioni, Gli altri due ge- neri non hanno che un solo tipo. I caratteri che hanno apprestato all’au- tore la divisione delle tre sezioni, sono desunte : I. Dalla conformazione del lembo. II. Dalla presenza o dalla assenza dei denti nelle vulve terminali. Il. Dalla forma delle laminette d’inserzione. IV. Dalla presenza, dalla assenza o dal numero delle incisioni laterali nella parte delle laminette, ch'è in contatto col lembo. Le specie di questi tre generi conosciute sin'oggi nel Mediterraneo sono al numero di 16. Di queste non meno di 4, sono nuove o non descritte sin’ora. I loro nomi sono i seguenti : Chiton phaseolinus,. Monterosato. C. furtivus, Monterosato. C. minimus, Monterosato. C. Pachylasmae, Seguenza ms. Il pror. G. SaLEMI-PACcE espone la dimostrazione dei tre seguenti teoremi relativi alla curva dei centri di pressione nelle volte simmetriche, simme- tricamente sopraccaricate : Teorema I. « In una volta simmetrica in equilibrio i centri di pressione « nei giunti in cui la volta tende ad aprirsi, sono punti coniugati; tali che D7) XXI « non può ammettersi una variazione della spinta orizzontale in chiave senza « non ammettere uno spostamento simultaneo di questi punti, e viceversa. » Teorema II. « Data una volta in equilibrio non vi ha, nei giunti in cui « la stessa tende ad aprirsi, che un solo gruppo di punti coniugati che « hanno comune il medesimo valore della spinta in chiave. » Teorema IlII. « Il gruppo dei punti coniugati in cui la volta tende ad « aprirsi e che hanno comune il medesimo valore della spinta in chiave, « non che quest’unico valore ad essi relativo, corrispondono all'unico modo « in cui l'equilibrio della volta realmente si verifica. » La sola enunciazione di questi tre teoremi fa presentire, Egli dice, a chi conosce il problema del tracciamento della curva dei centri di pressione in una volta simmetrica, problema sin’oggi ritenuto indeterminato, che esso sarebbe dunque più che determinato; difatti, se per definire la curva dei cen- tri di pressione in una semivolta, che possiamo limitarci a considerare data la simmetrica, occorre conoscere due costanti, che possono essere, o tre punti per i quali la curva deve passare, o l'intensità della spinta ed il punto di sua applicazione in chiave; la nostra teoria appresta invece quattro co- stanti, le quali sono i tre punti pei quali la curva anzidetta viene a pas- sare nei giunti in cui la volta tende ad aprirsi; non che l'intensità della spinta orizzontale. Fatto quindi un rapido cenno dei progressi della teoria sull’ equilibrio delle volte, dai primordii del secolo scorso ad oggi, si ferma di proposito sulle esperienze eseguite da Baistard nel 1796, riassumendo le leggi fonda- mentali che se ne dedussero. Ricorda quanto se ne sia avvantaggiata la teoria analitica; deplora la poca o nessuna applicazione di queste leggi nei processi geometrici, ed in questo fatto pare a lui di trovare la causa per la quale il problema rimane tuttavia indeterminato. Difatti, egli dice, fatta prima astrazione delle proprietà elastiche della materia, il problema non è stato risoluto. Il processo grafico per rintracciare in una data volta l’unica curva dei centri di pressione che in esso realmente si verifica, lo trova nella dimo- strazione stessa dei tre surriferiti teoremi; fatta la quale egli ne deduce taluni importantissimi corollarii, relativi all’abbassamento o al sollevamento del vertice di una volta, dipendentemente dal grado di equilibrio in essa viene costruita, e alla facoltà ch'è data al costruttore di prevedere e di eliminare le deformazioni corrispondenti. L'autore conchiude la sua esposizione dimostrando l’inesattezza del così detto metodo complementare dell’ ingegnere A. Durand-Claye, a torto ri- tenuto, tra le soluzioni indirette, come il più felice e meglio conducente allo scopo. Il socio Segretario e E. Paternò XXII N. 13.— Seduta del 18 maggio 1879, — Presidenza del Comm. G. G, GEMMELLARO. Il Segretario presenta le seguenti opere pervenute in dono alla Società: 1. Anales de la Sccietad Espanola de Historia natural, t. VIII, quaderno 1°. 2. Atti della R. Accademia dei Fisiocritici di Siena, vol. II, fasc. 1°. 3. Nature, N. 495 e 496. 4. Osservazioni meteorologiche fatte nelle stazioni italiane presso le Alpi e gli Appennini. Anno VII, N. III. 5. Bullettino meteorologico in Moncalier', vol. XIII, N. 41. 6. Atti dell'Ateneo Veneto, vol. II, puntata I e II. 7. Bulletin de la Société royale de Botanique de Belgique, tom. XVII. 8. Il Politecnico, numero di aprile 1879. 9. Journal de la Société centrale d’Horticulture de France, marzo 41879. 10. Gazzetta Clinica dell’Ospedale di Palermo, anno XI, fasc. 3 e 4 44. F. Denza. La corrispondenza meteorologica italiana. 12. F. Denza. Misure Magnetiche in Italia. 43. G. B. F. Basile. Osservazioni sugli svolgimenti dell’ Architettura odierna all’ esposizione uni- versale del 1878 in Parigi. 44. F. Denza. Anemagrafo e Pluviometro. 45. F. Alfonso. Un rimedio contro il Mitilaspide degli Agrumi. 46. Catara-Litteri. Orazione inaugurale nella R. Università di Messina. In seguito lo stesso Segretario, prof. ParERNÒ, presenta alla Società un lavoro del D." Ippolito Macagno, Direttore della Stazione Agraria, intitolato: Ricerche chimico-idrologiche sulle acque potabili e d’irrigazioni di Paler- mo. Il prof. Paternò fa presente alla Società, come la conoscenza della com- posizione chimica delle nostre acque fosse della più alta importanza tanto più ora che si agitano importanti quistioni igieniche, e quindi come oppor- tuno riesca il lavoro con tanta cura ed assiduità condotto a termine dal prof. Macagno, e come gli si debba essere grati per avere, appena giunto tra noi, rivolto la sua attività su questo argomento. Egli accenna che que- sto problema aveva già attirato l'attenzione del prof. Cannizzaro, il quale sino dal 1865 per accordi presi con l'autorità comunale aveva fatto incaricare il D." Amato delle analisi delle nostre acque, soggiunge però che gli studî dell’ Amato, per le vicende del 1866 e degli anni seguenti e per i muta- menti avvenuti nella amministrazione comunale, sebbene in gran parte com- piti, non furono sottoposti all'attenzione del pubblico e rimasero negli ar- chivi municipali. Inoltre per desiderio manifestato dallo stesso prof. Maca- gno, il socio Paternò dice che giustizia vuole si rammenti che il prof. Cor- rado Tommasi-Crudeli, principalmente dopo l'epidemia colerica del 1866, in varie pubblicazioni ed in pubbliche conferenze aveva cercato di attirare la attenzione sulle nostre acque potabili ed aveva previsto che esse non pre- XXIII sentavano le condizioni igieniche richieste per una grande città conforme- mente ai risultati ora ottenuti dal Macagno. . Il socro Pror. GemmeLLARO presenta alla Società la continuazione del suo lavoro intitolato: « Su’ fossili del calcare cristallino delle montagne del Ca- sale e di Bellampo nella provincia di Palermo. » In esso viene alla. illu- strazione delle seguenti specie: Neritopsis planispira sp. n., N. Taramelli sp. n., N. Canavarti sp. n., N. binodosa sp. n., N. immanis sp. n., Pileolus Tatei sp. n., Amberleya Lycetti sp. n., Amb. Deslongchampsi sp. n., Littorina (Melaraphis?) sini- strorsa sp. n., Hamusina (gen. n.) Damesi sp. n., H. Zignoi sp., n., Cros- sostoma angulatum sp. Trochopsis Moroi Gemm., T. conicum Gemm., 7. affine sp. n., Turbo Palmierii sp. n., Scaevola (gen. n.) Busambrensis sp. n., Sc. liotiopsis sp. n., Sc. intermedia sp. n., Trochus Silvestrii sp. n., T. cristallinus sp. n., T. Voltai sp. n., T. (Tectus) Antinori sp. n., T. (Eutrochus) Richiardii sp. n., T. (Ziziphinus) Achiardii sp. n., T. (Zizi- phinus) Billiemensis sp. n., Solarium Mellonii sp. n., Sol. Glaucus sp. n., Discohelix Favreîi sp. n., Disc. Lorioli sp. n., Trochotoma pachyspira Deslong. T. Meneghini sp. n., T. Hermitei sp. n., T. (Ditremaria) gradata sp. n., T. (Ditremaria) trochoides sp. n., Pleurotomaria (Cryptaenia) ro- tellaeformis, Dunk.? P. (Cryptaenia) complanata, Deslong. T. meridionalis sp. n., Emarginula Lepsiusi sp. n., E. Busambrensis sp. n., E. Biondti sp. n., Patella Terquemi sp. n., P. undatiruga sp. n., P. altissima sp. n., e P. cristallina sp. n. Il socio pror. Dino PADELLETTI fa la seguente comunicazione Sul problema delle Tautocrone. Il problema delle fautocrone è celebre per il gran numero di eminenti geometri, che l'hanno fatto argomento delle loro investigazioni : esso ha financo avuto l'onore di una storia speciale in un opuscolo del dottor Ohrt- mann, fatto recentemente tradurre in lingua francese e ristampare in Roma per cura del principe Boncompagni (Ohrtmann. Le problème des tauto- chrones : essai historique. Traduit de l’allemand par C. Dusausoy. Rome 1875). Si dice, come è noto, curva tautocrona corrispondente a una forza F una curva (4) tale che un punto M obbligato a percorrere la curva (2) e soggetto all’ azione della forza F, arriva in un dato punto A della curva (2) sempre nello stesso tempo, qualunque sia il punto B della curva, da cui è partito. Nel problema di determinare la curva (A) quando è data la forza F, si suppone sempre che il mobile M porta dalla posizione iniziale B senza velocità : non è quindi privo di interesse il ricercare come si mo- XXIV difica la soluzione, quando il mobile M non parte dalla quiete, ma possiede una velocità iniziale v. Prendendo il punto di arrivo A per origine degli archi, chiamo s l'arco compreso fra A e la posizione del mobile M a una epoca qualunque #, e « l’arco compreso fra il punto di arrivo e il punto di partenza: limitandosi al caso in cui la forza F sia espressa per l'arco s, e la velocità iniziale v sia espressa per l'arco a, si giunge facilmente al se- guente risultato « perchè esista una curva tautocrona, deve essere la ve- locità iniziale vo proporzionale all'arco a, e allora la curva, che è tauto- crona nell'ipotesi che il mobile parta dalla quiete, resta ancora tautocrona quando ilmobile possiede la velocità iniziale vo. Il breve calcolo, che segue, è uno sviluppo del metodo indicato da Pui- seux per il caso della tautocrona di un punto soggetto a un'attrazione verso un centro fisso (Giornale di Liouville, 1844). Sia © l'accelerazione del punto M, e 9; la sua componente tangenziale. Il principio delle forze vive, applicato tra la posizione iniziale B e una posizione qualunque del mobile dà vi — o=2 f* 91 ds. Supponendo e, espresso in funzione di s, si ponga Sads=Y 0) L) da cui v — vw =2 [Y (a) — (6). Sostituendo a v il valore 2° ricavando dt, e integrando fra 0 e a, si ha per il tempo T necessario per arrivare da B in A ds ara) T=f VR VO=V@] x Per ipotesi è v espresso per a, quindi ponendo SSA (Ci) si ha ds 1 o t=vrf VII (YA) Perchè la curva sia tautocrana deve essere XXV Si fa sparire « dai limiti dell'integrale colla sostituzione s=a, il che . dà ax dz 1 LI i Va 1) VI OFT AT (8) Eseguendo la derivazione sotto il segno integrale, la (2) dà O /@-+f0)+Ya-4+Y=Y-T 1 (a). L’equazione (3) deve essere identicamente soddisfatta; ora per 2= 1 ri- mane integrando fa=c e v= V2f(=aV2e il che mostra che v dev'essere proporzionale a a. L'equazione (3) si riduce a Yla— Y (A=Y(c)— $ Y (2); scartando la soluzione Y (az) = cost, che è priva di significato meccanico, si vede che la funzione Y deve soddisfare alla relazione Y(a)— — Y' (x) = cost. 2 Questa equazione integrata dà vY (2) = NW a Dt (GI da cui p = Y()=20's. La velocità iniziale v, dev’ esser dunque proporzionale ad a, e 1’ accele- razione tangenziale proporzionale a s. Se si fosse supposto v = 0 la (3) darebbe per 9, ancora la stessa forma. Questo risultato si verifica facilmente a posteriori. L'accelerazione tangen- ziale 9, essendo proporzionale a s, il moto sulla curva è un moto armoni- co, la cui equazione è a +uws=0. Integrando s=Ccoswt+ D sen wf e determinando le costanti colla condizione (s=« v=%) per #t=0 f XXVI v 2 sen wî (O) sà C0S w + Il tempo T necessario per arrivare al punto A, ove s=0, è dato dalla espressione 4 (DI le= vai arc tg TO che è indipendente da « quando » è proporzionale a «. Il socio PRor. ArzeLA' fa in seguito la comunicazione seguente : Quando si abbia un sistema di due equazioni della forma L= 0 con gradi qualunque e con coefficienti reali dati comunque, ci si può pro- porre la questione del determinare il numero delle soluzioni reali, che il sistema dato ha dentro un rettangolo assegnato. Sieno a ed a' i limiti assegnati per la 2: 5 e d' quelli assegnati per la y. Se si conoscessero le radici reali x, x... 2; che la 9 (x) = 0 ha tra a ed a', la questione sarebbe subito risoluta; ma, almeno in generale, delle dette radici x, %,... 2; si sa solamente determinare il numero, e per ciascuna di esse sì sanno trovare valori approssimati tanto quanto si vuole. Nella breve nota, che qui presento, si mostra che questi valori appros- simati possono essere presi in modo che se nella f (x, y) = 0 si sostitui— scono successivamente alla x siffatti valori, per ognuno di essi si avranno tanti radici reali y corrispondenti, comprese tra 6 e d', quante precisamente se ne avrebbero, se si sostituissero, anzichè i valori approssimati, le:radici medesime x, x... ds. Se ora si considera che un sistema di due equazioni 2) f(ey=0 Y@a,y)=0 può sempre ricondursi a uno della forma precedente , così si vede come anche per il sistema generale 2) si possa per la via qui accennata, risol- vere la questione posta a principio. Ma non è certo questa la via più agevole: la questione deve essere dun- que, come già è stato fatto, considerata sotto aspetto ben differente; e io pure mi propongo di ritornarci sopra. 11 socio pBor. TaccHIni rende conto delle osservazioni solari dirette e spettroscopiche da lui fatte durante il primo trimestre del 1879.1l numero delle giornate di osservazione fu di 35, e la frequenza delle macchie solari risulta di XXVII 1,00 pel gennaio 0,00 pel febbraio 0,00 pel marzo Media 0,33 per giorno Questa cifra è inferiore a quella ricavata dalle osservazioni del 1878, per modo che l’attività solare calcolata colle osservazioni di Palermo in ragione del numero ed estensione dei gruppi e nell’inversa delle giornate senza macchie, sarebbe rappresentata da 71,53 nel 1877 1,06 nel 1878 0,01 nel 1879. Analoga diminuzione ebbe luogo per le protuberanze idrogeniche, quasi tutte confinate nell’ emisfero boreale del sole, ciò che sembra essere uno dei caratteri del minimum. Le facole invece si raggruppano intorno allo equatore, presentando inoltre una marcata frequenza ai poli. L'esame delle righe del magnesio e della 1474 K dimostra pure la diminuzione di atti— vità, perchè nel primo trimestre del 1878 si ebbe 17,7 per le db e 28, 5 per la 1474 K mentre nel 1° trimestre del corrente anno si trovò 0,6 per le b e 1, 2 per la 1474 K. In conclusione dall’assieme delle serie diverse dei fenomeni solari osservati, si può dire che il minimum delle macchie di ac- cordo colla diminuzione degli altri fenomeni, si estese anche al primo tri- mestre del 1879. A questo proposito il socio fa menzione di una sua nota letta nel marzo 1876 sulla neve caduta a Palermo a partire dal 1792, e dei ragionamenti esposti allora per ritenere che i successivi anni 1877 e 1878 almeno, avrebbero dovuto figurare per nevosi, come nel fatto avvenne : ed ora egli richiama l’ attenzione sulla nuova combinazione, che cioè in ra- gione del prolungarsi del minimum dell’attività solare, anche l'inverno pel 1879 in Sicilia, va compreso fra i più ricchi di quella meteora, e nota spe- cialmente come nel corrente maggio colle ultime nevi, siasi verificata in Palermo la bassa temperatura di +8, 9 nel giorno 15: temperatura vera- mente eccezionale. La serie delle osservazioni termografiche sicure non incomincia pel no- stro Osservatorio che dal 1865, nel quale anno si ebbe al 4 di maggio la minima temperatura di + 9,7. Ora esaminando i minimi del maggio in questo periodo dal 1865 al 1879, si trova il fatto curioso, che negli anni intorno al maximum delle macchie solari, cioè dal 1868 al 1873 la minima temperatura del maggio oscilla fra + 12 e + 16 gradi, mentre negli anni precedenti e seguenti, cioè nei periodi del minimum dell'attività solare, la minima temperatura del mag- gio sì tiene più bassa, ed è compresa fra +9 e + 12 gradi. Se questi fatti bastassero per dichiarare sicuro un tale rapporto fra le condizioni solari, e XXVIII quelle speciali meteorologiche per la Sicilia, allora sarebbe anche lecito il ritenere che l'inverno e la primavera normali per Palermo, dovranno ri- comparire al 1881 per continuare fino al 1886. Il socio infine presenta un campione di polvere meteorica caduta abbon- dantissima colla pioggia nella notte del 17 maggio corrente, che osservata al microscopio presenta come quella del febbraio ultimo numerosi globuli di ferro magnetico. Il socio Segretario E. Paternò N, 14, — Seduta del 10 luglio 1879. — Presidenza del socio anziano prof. Comm, GIUSEPPE INZENGA, Il Segretario presenta le seguenti opere pervenute in dono alla Società : 4. Atti della R. Accademia dei Lincei, serie terza, vol. IL 2. Nature, dal n, 499 al n. 504. 3. Atti del R. Istituto Veneto, t. 5, dispensa 3, 4, 5, 6. 4. Bulletin de la Societé Imp. des Naturalistes de Moscou, anno 41878, n. 2. 5. Atti dell’Ateneo Veneto, serie III, vol. I, puntata I. 6. D.r Zona Temistocle. Relazione sull’orbita del Pianeta Imele 190. 1. Luigi Sampolo. Discorso pel decimo anniversario della fondazione del Circolo Giuridico. 8. Bullettino dell'Agricoltura, anno XIII, n. 25. 9. Journal de la Societé centrale d’Horticulture de France, avril 1869. 40. The American Journal of Sciences and Arts, giugno 1869. 414. Bullettino Meteorologico dell’Osservatorio di Moncalieri, dicembre 1878 e gennaro 1879. 12. Memorie del R. Istituto Veneto, vol. XX, parte II 13. Atti della Società Toscana di Scienze Naturali, vol. IV, parte 10. A4. Processi verbali della Società Toscana di Scienze Naturali dall’adunanza del 13 gennaro 1878 a quella del 9 marzo 1879. 15. Gazzetta Clinica, anno XI, fasc. V. Il pror. Ranpacio dopo alcuni cenni sulla importanza che sempre più vanno prendendo gli studi del sistema nervoso, e in questi ultimi tempi specialmente quei della sua porzione centrale pel rinvenimento dei centri psico-motori, accennò pure come causa d’impaccio al relativo sviluppo lo isolamento nel quale si pongono i clinici, i fisiologi e li anatomici i quali invece dovrebbero giovarsi a vicenda quasi in un laboratorio comune. Passò quindi a dichiarare, che nei cervelli umani specialmente le diffe- XXIX renze sono innumerevoli, non solo quanto alla forma esterna, ma anco ri- spetto alla interna struttura. E che quindi i fenomeni svariatissimi della vita di relazione abbiano fondamento in ciò, mentre è impossibile spiegarli sulle basi di un tipo unico, come suol farsi. Una di queste varietà ebbe ad osservarla in un fascio di fibre midollari, che già partenti dai peduncoli cerebrali passano poi nella capsula esterna e antimuro — con più giustezza chiamato da Rolando la valle di Silvio — e di là attraversa l'isola di Reil per portarsi nella scissura di Silvio, da dove curvandosi verso l'interno raggiunge la sostanza perforata anteriore. Ma che ivi si porti nel decco del corpo calloso, mentre un fascetto talvolta si fonde, oppure porta il suo contingente alla formazione della corda del Lancisi del lato corrispondente. Se non che, egli dice, un fascetto si uni- sce per lo più alla radice esterna del nervo olfattorio. Ha riferito altresì che il fascio unentesi al becco del corpo calloso e l’altro alla corda del Lancisi siano da considerarsi come un’anomalia, an- che perchè talvolta si trovano nell'emisfero cerebrale destro e tal’altra nel sinistro solamente. Tuttavia, egli disse che questo fatto trovi il suo riscontro specialmente nei mammiferi ed in particolare negli erbivori, mentre poi nella foca si os- serva a preferenza. Però , che in quelli animali il grosso fascio principale dalla scissura di Silvio vada nel nervo olfattorio, da dove si curva in parte per raggiungere la radice interna dello stesso nervo e portarsi quindi nel becco del corpo calloso. Frattanto indicò, che la radice esterna del nervo olfattorio possa dirsi mo- trice, ritenendo che tutti i nervi anco sensoriali siano provvisti di tre ra- dici, vale a dire, della motrice, sensitiva e del gran simpatico. Disse pure di aver osservato la presenza di una diramazione dello stratto cinereo dell’antimuro, la quale nuova diramazione da quello stratto si di- stacchi ad angolo acuto fino al secondo giro dell'insula. E che ciò possa avere un rapporto con l'organo della parola non possa attendersi senz'altro stante ancora le opinioni così disparate in proposito. In ultimo espose di aver trovata una zona, da paragonarsi a quella di Vieg d'Azyr, la quale dalla sostanza midollare dell'ultimo giro dell’ isola si estenda curvandosi fino alla circonvoluzione temporale ascendente. Conchiuse che la natura non ha mai fatto nulla d’inutile specialmente negli organismi superiori, e che perciò anche questi diversi organi da lui scoperti debbano avere un'importanza che a chiarirla se non del caso ci sia d'uopo dell'aiuto dei clinici e dei fisiologi. 11 socio PROF. S. SIRENA fa la seguente comunicazione : Sulla riproduzione de’ nervi periferici. g XXX Nel 1876 insieme al prof. G. Piccolo, io pubblicai nel nostro giornale un lavoro dal titolo : Sulle ferite del midollo spinale : In quel lavoro, oltre a diversi fatti, che non mi occorre di ripetere qui, potei dimostrare che; re- ciso in parte ovvero in totalità il midollo spinale, i capi di esso (cefalico e caudale) si riunivano per un tessuto di cicatrice, e non per riproduzione della sostanza nervosa. Ora partendo da questo, io mi sono fatta la domanda, se ciò avvenisse nelle recisioni dei nervi periferici. Intanto debbo premettere che fin da tempi remoti, nella scienza è stata ammessa la rigenerazione dei nervi periferici. Infatti Fontana (1) nel 1781, pel primo dimostrò che, un nervo reciso, i capi di esso sì riunivano per una sostanza molto simile al tessuto nervoso. Mi- chaelis (2) in seguito (1785), spingendo più avanti le sue esperienze, dimo- strò che, escindendo in un nervo un tratto di 9 a 12 linee, i suoi capi (cen- trale e periferico) sì riunivano per mezzo di fibre o tubi nervosi di nuova formazione. Arnemann (3) nel 1797, e Miiller (4) più adi, posero in dubbio i risultati delle osservazioni dei loro predecessori. Se non che in seguito Prevost (©), Steinriick (6), Nasse (7), Giinther e Schén (8) confermarono con nuovi lavori le esperienze di Fontana e Michaelis. Al giorno di oggi poi, per tacere di un numero abbastanza notevole fi mo- nografie in proposito, Schiff (9), Brown-Sèguard (10), Philippeaux Vulpian(11), Bruch (12), Eulenburg e Landois (13); Langier (14), Robin, Ranvier (15), (4) Fontana, Sur le venin de la vipère. Firenze 1781. (2) Michaelis, Ueber die Regeneration der Nerven. Cassel 1785. (3) Arnemann, Versuche iber die Regeneration. Goltingen ‘1797. (4) Muller, Handbuch der Physiologie des Menschen. Bd. 41. Coblenz 1835. (5) Prevost, Ueber die Wiedererzeugung des Nervengewebes. (Froriepls Notiz. Bd. 17, n. 360, 4827. (6) Steinritck, De nervorum regeneratione. Berolini 1837, (7) Nasse, Ueber die Verinderung. d. Nervenf nach ihrer Durchschneid. (Miller’s Arch. Ihrg. 1839). (8) Gunther e Schòn, Versuch. und Bemerk. iiber Regenerat. der Nerv. etc. ‘Miiller’s Arch. Ihrg. 1840. (9) Schiff, Sur la régéneration des nerfs etc. (Compt. rend. t. 38. Paris 1854). (10) Brown-Sèguard, Cas de régéneration complète du nerf sciatique. (Compt. rend. t. 82). (41) Filippeaux e Vulpian. Note sur les exp. demonstr. que des nerf séparés etc. (Compt. rend. 4859). Idem, Note sur la régéneration etc. (Compt. rend. 1864). Idem, Recherches sur la réunion etc. (Compt. rend. 1863. Gaz, hebd. 1863. N. 52-55). Idem, Recherches experimentales sur la réu- nion etc. (Journ. de lr physiol. VI, 1864). (12) Bruch, Ueber die Regeneration. ete. (Arch. f. sv Heilk. 4855. (13) Eulenburg e Landois, Die Nervennaht (Berl. Kl. Wochenscbrift Ihrg. 1. 1864. N. 46, 47). (14) Langier, Compt. rend. Paris 1864, vol. 57. (45) Ranvier, Recherches, sur l’histolog. et la physiol, des nerves. (Arch. d. phys. normal et pa- tol. IV, 1872). XXXI Billroth (1), Virchow (2), Neumann (3): Hermann Eichhorst (4), e moltissimi altri autori, che qui taccio, ammettono tutti la rigenerazione dei tubi ner- vosi in seguito alla recisione di un nervo. Soltanto gli autori non convengono fra di loro, relativamente al modo come questa rigenerazione avviene; alle alterazioni ed alla estensione delle alterazioni che subiscono i tubi nervosi in seguito alla recisione del nervo. Così, in quanto alla prima quistione, Gunther e Schòn fanno derivare le nuove fibre da linfa plastica, la quale si depositerebbe fra i due capi del nervo tagliato: altri le fanno derivare da cellule fusiformi, le quali dispo- nendosi in serie longitudinali si anastomizzerebbero per mezzo dei loro pro- lungamenti. Secondo Neumann, al contrario, la rigenerazione avviene per formazione di fibre nell'interno dei tubi vecchi degenerati, e per Billroth, per allungamento del cilindro dell'asse preesistente. Inoltre Waller (5), Bruch limitano l'attività rigenerativa al solo capo cen- trale; Schiff al capo periferico; sicchè secondo quest'ultimo le nuove fibre partirebbero dal capo periferico e anderebbero a congiungersi coi tubi del capo centrale. In quanto poi alle alterazioni ed alla estensione delle alterazioni che su- biscono i tubi nervosi, taluni non vi vedono alcuna degenerazione; altri vi vedono degenerazione granulo-grassosa in ambo i capi (centrale e perife- rico); altri in un capo soltanto, nel periferico; tali altri come Waller, Bruch e Benecke (6) sostengono che, i tubi nervosi si distruggono in totalità per degenerazione grassosa. Lent (7), Hielt (8), Eulenburg e Londois, Hertz (9) al contrario, sostengono che, si distruggono soltanto la miellina ed il ci- lindro dell’asse; mentre la guaina di Schwann rimane intatta. Schiff, Philip- peaux, Vulpian, Krause (10), Magnien (11), Neumann, Erb (12), Laveran ri- (41) Billroth, Die allgem. chirurg. etc. 1870. (2) Virchow, Die Krankhft. Geschwiilste : Bd. 3 1863. (3) Degeneration und Regeneration etc. Leipzig 1868. (4) Hermann Eichhorst , Ueber Nerven degeneralion und Nerven regeneration. Archiv fir pa- thologische Anatomie und Physiol. Berlin, 1874. Bd. 539. (5) Waller, Nouvelles recherches sur la régéneration etc. (Compt. rend. t. 34, Paris 1852). Idem, Nouvelles observations sur la régéneration etc. (Compt. rend. t. 34). (6) Benecke, Ueber, die histolog. Vorg. in durchscbinitt. Nerv. (Archiv f. pathol. und physiol. Bd. LV, 1872) (7) Lent. De nervor. dissert. commut. ac regeneration. Berolini, 18535. (8) Hielt, Om nevernas regeneration, Helsingfurs 1859. Idem, Ueber. d. Reg. d. Nerven. (Ar- chiv. f. pathol. Anat. Bd. XX, 1861). (9) Hertz, Ueber Degeneration und Regeneration durchschnitt. Nerv. (Archiv fur pathol. anat. Bd. XLVI, 1869). (10) Krause, Ueb. die Endig. d. Muskelnerv (Ztschr f. rat. Medic. Bd. 20). (41) Magnien, Recherches expérimentales sur les effets etc. Paris 1866. (42) Erb, Z. Path. u. path. Anat. periph. Paralys. (Deutsch. Arch. f. kl. Medic, Bd. 5. 1869, XXXII tengono che, il cilindro dell’asse si conservi e che invece si distrugga sol- tanto la miellina per riassorbimento (1). Un altro punto quistionabile, è, se col ristabilimento della continuità nel nervo reciso ovvero esciso, si ristabilisca nel capo periferico la funzione. Haighton (2), Steinrick, Nasse, Gunther, risolvono la questione afferma- tivamente; i chirurgi in senso contrario. In mezzo a tanta diversità di opinioni, valeva la pena investigare se in seguito alla recisione di un nervo si riproducano i tubi nervosi; come sì ri- producano; quali siano le alterazioni che, essi subiscano, e fin dove queste alterazioni si estendano; e da ultimo se colla riproduzione dei tubi nervosi sì ristabilisca nelle parti innervate dal capo periferico la funzione. Ho fatto le mie esperienze sulle rane, sui conigli, sui piccioni, e sui cani; in essi, sia per non crearmi difficoltà all'operazione, sia per avere maggiore campo nelle investigazioni microscopiche, ho prescelto il nervo grande ischia- tico, ovvero il plesso brachiale. Nel primo caso ora ho reciso solamente, ora ho escisso per parecchi mil- limetri lo ischiatico a livello del bordo inferiore del quadrato della coscia; nel secondo, ho reciso i rami terminali del plesso brachiale, proprio alla loro origine. Nell’uno e nell’altro caso non ho curato mai di ravvicinate fra di loro i capi del nervo reciso; soltanto li ho rimesso nell’interstizio muscolare nel quale camminava il nervo. Quindi ora dopo 24 ore, ora dopo pochi giorni, ora dopo qualche settimana, ora dopo parecchi mesi dall’ operazione ed anche anni (8) ho ucciso l’' ani- male ed estratto il pezzo, che ho indurito in una soluzione allungata di acido cromico, ovvero nel liquido di Miiller. Sia che abbia reciso, sia che abbia escisso il nervo, all’autopsia (ove l’a- nimale sopravvisse per parecchi giorni) ho trovato costantemente i due capi (centrale e periferico) riuniti fra di loro. Nelle prime 24 ore, che sieguono la recisione, la estremità di taglio dei due capi, e con ispecialità del capo centrale, diviene leggermente tumida; il nevrilemma s’iperemizza. Dopo 48 ore la superficie di recisione dei due capi si ricuopre di bottoni carnosi, i quali per il modo come sono disposti costituiscono una specie di cappelletto al capo nervoso medesimo. Alla fine del 5° giorno talvolta, ed in generale nel corso della 2.° settimana nelle re- cisioni semplici, (nei cani) per l'avanzamento dei bottoni carnosi, i due capi sì riuniscono. (4) Secondo Neumann la miellina non si riassorbirebbe; soltanto essa subirebbe una modificazione chimica per la quale scomparirebbero i caratteri differenziali della miellina dal cilindro dell’asse. (2) Haighton, Reil’s Archiv. f. d. phys. 1797. (3) In due casi l’animale fu ucciso dopo 3 anni dall’operazione. XXXIII Il tessuto di riunione, è allora molle, di colorito rosso bruno. In seguito, dalla fine della seconda settimana, va scolorandosi e divenendo sempre più resistente. Contemporaneamente sulla estremità del capo centrale si forma un pic- colo tumore, neuroma; l'estremità del capo periferico ingrossa leggermente; mentre all’opposto il tessuto di riunione sì riduce; sicchè a periodo avan- zato nel punto di riunione dei due capi, il nervo offre una specie di colletto. Nei casi che la recisione cade sul punto di divisione dello ischiatico nei due poplitei, la riunione si fa ugualmente come sopra; poichè i capi inferiori (popliteo esterno ed interno) convergono verso il capo superiore, in guisa che al punto di riunione, il nervo per il neuroma suddetto, piglia l'aspetto di un ganglio con le rispettive radici (1). Aggiungo che i capi nervosi, non che il tessuto che li congiunge , aderiscono colle partì circostanti ; sicchè l’estrazione del nervo è alquanto difficile, e spesso debbonsi rompere le ade- renze col coltello per poterlo estrarre. Nei casi di escisione di un piccolo tratto (6-12") del nervo, ovvero in quei casi in cui ì due capi sì allontanano molto l'uno dall'altro, la riunione avviene dopo un tempo maggiormente lungo, e ciò che di ordinario si os- serva è questo: Verso il 12° giorno dall'operazione, i due capi del nervo sono riuniti per mezzo di un cordoncino di apparenza nervoso; in seguito questo cordoncino, filamento dapprima, ingrossa e contemporaneamente si accorcia; sicchè i due capi del nervo (centrale e periferico) vanno sempre più ravvi- cinandosi; alla fine della terza settimana quindi, ovvero nel corso della quarta essi sono intieramente riuniti, ed il tratto del nervo dove ebbe luogo la riunione presenta gli analoghi caratteri su esposti (neuroma all’ estremità del capo centrale, colletto in corrispondenza del tessuto di riunione ecc. ecc.) Nelle rane la riunione si fa con più lentezza che nei cani, nei conigli, e nei piccioni, laonde alla fine della seconda settimana e talvolta anco della terza dopo della recisione semplice, i due capi del nervo non si sono riu- niti, sopratutto se le rane non furono convenientemente alimentate, oppure furono operate dopo parecchie settimane che erano state tenute in casa in appositi recipienti. l Nel rimanente vi si osservano gl’identici fenomeni che nella recisione dei nervi nei conigli, nei cani, e nei piccioni. Coll’esame microscopico (dopo 48 ore dalla recisione) sopra tagli eseguiti nel senso della direzione del nervo si vede : dilatazione dei vasi con riem- pimento di globuli sanguigni. Inoltre il nevrilemma è ingrossato, infiltrato di globuli sanguigni e di cellule embrionali; la superficie di recisione è ri- coperta da un tessuto infiammatorio; cioè formato da fibrina rappigliata in (4) A _24 giorni dalla recisione osservai con molta chiarezza questa particolarità. XXXIV is forma di una finissima rete, e da elementi cellulari linfoidi, i quali sono im- prigionati nelle maglie di questa stessa rete; più vi si vedono chiazze di globuli rossi stravasati. Sicchè pare che in seguito alla recisione, primiera- mente si versi del sangue alla superficie di taglio dei due capi del nervo (centrale e periferico) ed indi vi si sviluppi proliferazione cellulare. Questa proviene dal nevrilemma, dal connettivo perivasale, e dal connettivo inter- tubolare. Aggiungo che l’iperemia è più pronunziata nel capo centrale. I tubi nervosi sono di grandezza normale; la miellina, specialmente nel capo periferico è segmentata; il cilindro dell'asse vi si conserva intatto. Cinque giorni dopo la recisione , nei tagli perpendicolari alla direzione del nervo, esegu ti a due o tre millimetri in sopra della superficie di. re-. cisione del capo centrale, i fasci tubolari si vedono ingrossati. Infatti la specie di sfere, che risultano dal taglio trasversale dei tubi ner- vosi (1), sono più grandi che allo stato normale e sopratutto delle sfere che negli analoghi tagli si osservano a due o tre centimetri in sopra della re- cisione. I tubi nervosi sono dilatati; il loro contenuto è diviso in grossi seg- menti. Inoltre nel connettivo intertubolare non che nel nevrilemma e spe- cialmente attorno i vasi, si vede una notevole quantità di cellule di nuova formazione, rotonde ovvero stellate con protoplasma granuloso. Questa pro- liferazione cresce sempre a misura che si va verso la superficie di recisione del nervo, ed in ultimo si sostituisce completamente al connettivo fibrillare e reticolare preesistente. Nel capo periferico i fasci tubolari conservano la loro grossezza; la miel- lina è di aspetto granuloso , e contiene una discreta quantità di granula- zioni grassose; il cilindro dell'asse si conserva intatto. Nel rimanente anche qui si nota l’ analoga proliferazione che nel capo centrale. A livello del punto di riunione dei due capi havvi solo tessuto inflamma- torio, nel quale sopratutto verso la periferia, esistono globuli sanguigni li- beri, riuniti in chiazze di grandezza varia. Aggiungo che il lume dei vasi con frequenza è ripieno di cellule rotonde granulose. Questo tessuto muove d'ambo i capi del nervo, e con precisione dal con- nettivo interstiziale sia interfascicolare, sia intertubolare e dal tessuto pe- rivasale. Dopo 12, 15 giorni si notano gli analoghi fenomeni; soltanto i tubi ner- vosi del capo periferico sono degenerati in grasso; mentre nei tubi del capo centrale si osserva solo la segmentazione succennata. (1) I tubi nervosi camminano in fasci nel nervo , e ciascun fascio è circondato da una guaina propria connettivale, nevrilemma ; quindi è che se si fa un taglio perpendicolare alla direzione del nervo i tubi si vedono disposti in lobi circondati da connettivo fibrillare. A questi, per fa- cil'tà di linguaggio io do il nome di sfere. $ XXXV Al 21° giorno, il tessuto di riunione dei due capi offre un aspetto lacu- nale, ma non ben definito ; poichè i sepimenti sono poco accentuati e le lacune piccole. 1 tubi nervosi del capo periferico sono atrofici, ma conser- vano il cilindro dell'asse, anzi taluno contiene pure delle fibre endogene; quelli del capo centrale sono dilatati e nel loro interno offrono qualche fibra endogena. Da ultimo, dopo parecchi mesi dalla recisione, a livello del rigonfiamento centrale le sfere succennate sono molto più grandi di quelle che si otten- gono nei tagli trasversi eseguiti a 3 centimetri in sopra, ovvero 16 milli- metri in sotto del punto di riunione dei due capi del nervo. Esse sfere mul- tiple poco in sopra del rigonfiamento, si riducono a misura che si va verso il punto di riunione, e proprio in vicinanza di questo non se ne osserva che una sola, la quale relativamente a quelle che si ottengono in distanza della cicatrice o punto di riunione, è grande, ma i tubi nervosi che com- prende sono in minor numero per l'aumento sensibile del connettivo inter- stiziale. Il connettivo lasso interfascicolare, e quello compatto che riveste i fasci tubolari sono scomparsi e sostituiti da un tessuto lacunale , che si perde insensibilmente fra i tubi nervosi; laonde questi nei tagli trasversi non si vedono più limitati in forma di sfere, come di ordinario, ma sibbene con- fusi col tessuto lacunale. I tubi nervosi sono ingranditi, contengono nel loro interno 3, 4 ed anche 5 fibre secondarie (fibre endogene); la loro guaina è un tantino più spessa del consueto. Il connettivo intertubolare è più svi- luppato del normale. Il tessuto lacunale , è formato da fasci connettivali frammisti a cellule fusate, i quali s' intrecciano fra di loro lasciando delle lacune più o meno larghe, che sono occupate da tubi nervosi di: nuova formazione, i quali come i tubi preesistenti, contengono nel loro interno più cilindri dell'asse, o fibre endogene. I vasi sono dilatati ripieni di globuli sanguigni, ed aumentati notevolmente di numero; di essi se ne vedono moltissimi in mezzo ai tubi nervosi, dove allo stato normale sono scarsi, ovvero mancano, come è nei piccoli fasci; ma il maggior numero si osserva nel tessuto lacunale; cammi- nano sui sepimenti connettivali, che circoscrivono le lacune, ed alla peri- feria del taglio (superficie del nervo) sono talmente ravvicinati gli uni agli altri che, pare costituiscano una specie di membrana attorno del nervo me- desimo; d’onde il colorito rosso che questo presenta sul vivente. Con una soluzione ammoniacale di carminio, il tessuto lacunale si ‘colora intensamente, e rapidamente; mentre le dette sfere si colorano difficilmente e leggermente, ed in esse si colorano la guaina di Schwann ed il cilindro dell’ asse ; la midolla rimane estranea ; sicchè per mezzo della colorazione col carminio ho potuto seguire con molta precisione l'andamento del tessuto lacunale. XXXVI Ora è facile scorgere che, la specie di neuroma, il quale si forma all’e- stremità di recisione del capo centrale, è dovuta : 1° allo ingrossamento dei tubi nervosi preesistenti, i quali come ho dimostrato, contengono nel loro interno delle fibre endogene; 2° alla formazione di nuovi tubi nel connettivo lasso, che si frappone ai fasci nervosi; 3° allo sviluppo esagerato del con- nettivo interstiziale, non che ai vasi di nuova formazione. Poco in sotto del punto di riunione dei due capi del nervo, si nota ugual- mente la disposizione in sfere dei tubi nervosi. Se non che, queste sfere sono assai più piccole di quelle, che si osservano nel capo centrale, e con ispecialità a livello del rigonfiamento. I tubi nervosi sono rimpiccoliti, non presentano fibre endogene, ovvero qualcuna soltanto; mentre il connettivo interstiziale è moltissimo sviluppato; in altri termini havvi sclerosi. E di- pende dallo sviluppo del connettivo la conservazione del volume del nervo, mentre i tubi nervosi sono atrofici. I vasi sono numerosi, ma molto meno che nel capo centrale. A livello del punto di riunione dei due capi del nervo, le dette sfere sono intieramente sostituite dal tessuto lacunale suddescritto, con la particolarità che, a questo livello, esso è molto più ricco di connettivo fibrillare ovvero fascicolato. Infatti nella parte centrale del taglio, le lacune nervose mancano, e sono sostituite da connettivo fibrillare raggiato. Aggiungo che, anche qui i vasi non sono così numerosi, come nel rigon- fiamento centrale. Ed ora ecco in riassunto il risultato delle mie osservazioni : 1. Reciso ovvero esciso per un piccolo tratto (6 a 12 mm.) un nervo, i capi di esso, centrale e periferico, rimessi soltanto nel loro letto, si riu- niscono. 2. I due capi del nervo, sopratutto il capo centrale, dapprima s'ipere- mizzano. Sicchè in essi, maggiormente in vicinanza della superficie di re- cisione , i vasi si vedono sensibilmente dilatati, e ripieni di globuli rossi. Quindi nelle recisioni semplici la superficie di taglio dei due capi si ricuopre di bottoni carnosi, i quali aumentando sempre di più s'incontrano e rista- biliscono la continuità del nervo. Il tessuto di riunione in principio è formato da cellule, le quali sono im- prigionate in una rete omogenea; e da vasi di nuova formazione, i quali sieguono l'andamento della rete suddetta. In seguito (corso del secondo mese dalla recisione) la detta rete è sosti- tuita da un tessuto lacunale fibrillare, e le cellule in essa contenute si tra- sformano in tubi nervosi. Onde in ultimo vi si vede un tessuto lacunale ner- voso. Questo stesso capita nel nevrilemma dei due capi del nervo, dove in principio havvi iperemia con proliferazione cellulare. XXXVII Sicchè anche questo, in ultimo si converte in tessuto lacunale nervoso. Nelle escisioni, dapprima i capì del nervo sono riuniti per un filamento di apparenza nervoso, il quale ingrossando sempre più finisce per ristabilire la continuità di tessuto fra i due capi. Il tessuto di riunione anche qui offre la struttura di quello che osservasi nei casi di recisione semplice del nervo. 3. Sulla estremità di recisione del capo centrale si forma un neuroma, il quale è dovuto: ad ingrandimento dei tubi nervosi preesistenti con for- mazione di fibre endogene, e a formazione di nuovi tubi nervosi con che sì accompagna sviluppo di nuovi vasi e di connettivo. 4. Nel punto di riunione dei due capi del nervo, i fasci tubolari ner- vosi sono evidentemente interrotti, e riuniti per la formazione del tessuto lacunale nervoso suddescritto ; cioè di un tessuto nervoso, che per la di- sposizione dei suoi tubi non è perfettamente identico al normale. o. In seguito della recisione, nel capo periferico (poichè pel capo cen- trale è riconosciuto) i tubi nervosi non si distruggono. In essi si altera sol- tanto la miellina, la quale in ultimo. per degenerazione eranulo-grassosa sì riassorbe. La guaina di Schwann ed il cilindro dell’asse si conservano. Sicchè l’atrofia che subiscono i tubi nervosi del capo periferico, avviene per la distruzione della miellina e l’accollamento della guaina anista al cilindro dell'asse; con questo havvi inoltre sviluppo esagerato del connettivo inter- stiziale; in altri termini sclerosi. 6. Nelle parti innervate dal capo periferico, malgrado la riunione fra i due capi, la funzione non si ristabilisce mai intieramente. Infatti in ani- mali che lasciai sopravvivere per parecchi anni (rane, piccioni, cani e co- nigli) vidi sempre nelle parti cennate paralisi di senso e di moto più o meno completa, ed inoltre atrofia dei muscoli, frequentemente associata ad infil- trazione grassosa. 7. Poco dopo della recisione dello ischiatico, ovvero dei rami terminali del plesso brachiale, la temperatura nelle parti sottostanti al taglio aumenta da quattro a cinque gradi, e si conserva tale per parecchie settimane; indi comincia ad abbassare, ma non ritorna mai al primiero stato. Sicchè trat- tandosi di arti, fra quello sano e quello dove fu reciso il nervo havvi sempre una certa differenza nella temperatura; in più sempre nell'arto operato. 8. In seguito alla recisione dello ischiatico, i cani poggiano il piede po- steriore sul suolo, per la superficie dorsale . ì conigli ed i piccioni per la regione posteriore del tarso; quindi nel primo caso sulla faccia dorsale, nel secondo sulla superficie posteriore del tarso, e nell’articolazione tibio-tarsica, per gli urti meccanici, che subisce l'arto, si produce una infiammazione flemmonosa più o meno grave, che in taluni casi ho veduto terminare colla gangrena, e quindi coll’amputazione spontanea del piede (conigli); in altri con ascessi; in tali altri casi, la infiammazione si propaga alle parti dure e h XXXVIII causa : osteiti produttive, anchilosi per fusione delle teste articolari (piccioni conigli) ecc. In un caso notai pure nel piede posteriore sinistro di una rana. nella quale aveva reciso lo ischiatico sinistro, la presenza di un epitelio- ma, che per la sua singolarità ho fatto disegnare. Il socro pror. V. Cusumano fa la seguente comunicazione : Proseguendo le mie ricerche sugli scrittori di Politica nei secoli xv, xvI e xvi in ordine alle discussioni economiche delle quali diedi un cenno in un mio lavoro, (Dell’Economia Politica nel Medio Evo. Bologna 1876), fui in parte fortunato nel trovare un libro ancora ignorato nella storia della scienza economica, e del quale mi piace dare oggi alla Società nostra una brevissima relazione. Però è giusto che io dichiari che il libro di cui darò un sunto era stato scoperto, alcuni mesi addietro, dall’illustre mio maestro prof. Luigi Cossa, siccome egli stesso mi annunziò quando io gli diedi no- tizia del nuovo economista anche da me rinvenuto. Il nuovo economista è Vittorio Lunetti, autore dell’opera : Politica Mer- cantile. Delli espedienti ed arbitrii per pubblica utilità, nelli quali con vere ragioni st mostrano le cause delli danni della Città e Regno di Na- poli e il vero modo di rimediarli. Quest'opera venne stampata a Napoli nel 1630, ma era stata presentata per la pubblicazione sin da gennaro del 1619 siccome si apprende da un decreto del duca di Ossuna che si trova riportato nel libro. Il Vittorio Lunetti è quindi contemporaneo di Antonio Serra che scrisse il suo Breve Trattato nel 1613 e che è stato ritenuto dagl’italiani come il primo scrittore di Economia Politica. I rimedii proposti da Lunetti per mettere un'argine alla decadenza eco- nomica del Regno di Napoli sono i seguenti : 1. Ritenendo il Lunetti, in ciò conforme alle opinioni di Marcantonio de Santis, che l'alto corso dei cambii sia dannoso alla nazione, ne propugna l'abbassamento per opera di una legge siccome in quell'epoca venne fatto. Però questa limitazione legale è riferibile soltanto al corso dei cambii con l'estero e non mai al corso dei cambii all’interno. Antonio Serra scrivendo contro il De Santis dimostrò valorosamente la fallacia di questa opinione. 2. Poichè il commercio interno del Regno di Napoli era decaduto oppure trovavasi nelle mani dei forestieri, il Lunetti propone la istituzione di una nobiltà mercantile che si acquisterebbe dopo avere esercitato per un de- cennio l'ufficio della mercatura. 3. Anche allo scopo di promuovere il commercio esterno si riferisce l'al- tra proposta di fondare una marina di guerra per la sicurezza del com- mercio. XXXIX 4. Proposta più importante è quella di sostituire ai molti banchi pii al- lora esistenti in Napoli una sola Banca di giro nelle mani del Governo. Questa Banca unica dovrebbe ricevere le monete secondo il loro valore reale e non nominale , e in tal modo sarebbe tolto l'inconveniente in cui erano caduti i Banchi pii di ricevere la moneta scarsa e di favorire l’alte- razione monetaria. o. Un Ufficio di Abbondanza incaricato della compra e della vendita dei grani, sarebbe annesso a quella Banca. Tommaso Campanella avea fatto, in quell'epoca, una simile proposta nel suo Arbitrio o Discorso primo. 6. Il sesto rimedio contro la decadenza economica del Regno di Napoli vien riposto nella esatta coniazione delle monete; ed alla buona conserva- zione di esse è anche destinata la Banca di giro. 7. Infine il Lunetti, sempre allo scopo di promuovere il commercio ester- no, propone l'abolizione delle imposte doganali, e sostituisce alle medesime una gabella sul vino. L'autore nota a questo proposito i vantaggi della li- bertà economica. Però in molte pagine della sua opera il Lunetti è preoccupato dell’ ab- bondanza della moneta, della quale vuole proibita l'estrazione. Non si com- prende come queste opinioni mercantiliste possano conciliarsi colle idee li- berali sostenute dall'autore quando ragiona della abolizione delle dogane. È questa una incoerenza che si trova in molti scrittori di quel tempo, i quali, a creder nostro, dovranno essere classificati tra 7 mercantilisti mo- derati. Ad essi appartiene certamente il Lunetti, che la storia della scienza economica potrà mettere accanto ad Antonio Serra, a Monteretien de Va- teville e a Tommaso Mun. Il socio PROF. DopERLEIN presenta all'adunanza due altre, ancor più rare, specie di pesci, prese di recente nei paraggi occidentali della Sicilia, che concorrono ad arricchire viemaggiormente la già ricchissima fauna ittiolo- gica di questa Isola (1). Sono queste una specie di Pagrus a lunghi raggi dorsali, che offre i principali caratteri del Pagrus Ehrembergii Cuv. Val., ed una grossa specie di Oratfa, propria dei mari delle Canarie e delle co- ste occidentali dell’Africa, che s'ebbe dal Cuvier et Valenciennes, 11 nome di Chrysophrys caeruleosticta. Il primo di questi pesci fu già osservato dal Féòrskal (1775) e dal Geof- (4) Dopo la pubblicazione dell’ ultimo prospetto, redatto dal Doderlein, questa fauna s’acerebbe di altre 3 specie, talchè oggidì novera 407 specie; 383 delle quali sono esclusivamente marine, e le altre fluviatili, o fluvio marine. XL froy S. Hilaire (1803), nelle acque orientali del Mediterraneo presso le co- ste della Siria, e venne successivamente descritto e dedicato dal Cuvier (1830) al sommo Ehremberg, che pel primo seppe distinguerlo dall’ affine Pagrus Spinifer del Mar Rosso. —Codesta specie è tuttora assai rara nelle collezioni ittiologiche d'Europa, poichè, a quanto ne dicono gli autori re- centi, non ne esistono che due soli individui, uno dei quali imperfetto, nel Museo Britannico di Londra, ed alquanti giovani nel Jardin des plantes di Parigi. — Noi più fortunati degli altri collettori, potemmo testè avere due magnifici soggetti adulti, maschio e femmina, il primo dei quali, dai valenti preparatori di questo Museo venne montato a secco, il secondo a scheletro, e dai quali esemplari potemmo altresì ritrarre l’ apparato bran- chiale, il digerente, il riproduttivo, ed alcuni organi dei sensi. La seconda specie, vale a dire il Chrysophrys caeruleosticta Cuv. Val., sembra che di tratto in tratto comparisca in bande numerose nelle acque delle Canarie, ove porta il nome di Sama, ma è la prima volta che ne venne segnalata la presenza nel Mediterraneo. Di questa specie, caratteriz- zata da un imponente apparato di validissimi denti canini e molari, potem- mo avere un grossissimo esemplare maschio, della lunghezza di 60 cent.i, e del peso di 10 chilogr.— Stante la rarità di questi pesci, ed alcune diffe- renze notate nelle descrizioni che ne diedero gli autori, il socio ha creduto bene di ritrarne dal naturale l’imagine fotografica, onde annetterla all’in- tera memoria, che verrà tosto pubblicata negli atti della nostra Società di Scienze Economiche e Naturali. Premesse queste considerazioni, il Doderlein passa in rivista i caratteri distintivi ed anatomici presentati dai suddetti due Pagrus, discute le dif- ferenze specifiche di essi, confrontandole con quelle profferte dalle specie affini, e ne trae la convinzione ch’ essi offrono la massima corrispondenza di caratteri con quelli assegnati al Pagrus Ehrembergit! Cuv. Val. Senonchè il suddetto professore fa notare che cotali differenze specifiche sono basate sopra particolarità così poco rilevanti, e persistenti, da indurre il sospetto che parecchi di questi pesci, e principalmente i Pagrus auriga, Berthelotti, Filamentosus, Ehrembergii, non costituiscano che una mede- sima specie, modificata in altrettante varietà locali, per differenza di clima, di proprietà fisiche delle acque, e per le influenze vitali vigenti nei mari da essi abitati, come avviene d’osservare per tante altre specie ittiologiche più o meno cosmopolite.— Cotale supposizione egli la fonda sul fatto che una di cotali specie affini, (il Pagrus auriga), venne di recente riscontrata dal Guichenot nel Mediterraneo presso le coste d’Algeri; che alcuni Pagri a lunghi filamenti che altrevolte si credevano specie distinte, vennero di recente riconosciuti identici; che gli stessi individui maschi e femmine te- stè colti nel Mar di Sicilia, presentano qualche leggiera differenza nella XLI proporzione del corpo, e nella lunghezza rispettiva dei raggi dorsali, (che ne costituirebbero i principali caratteri di distinzione) tanto fra loro, quanto coi campioni conservati nel Museo Britannico , ed illustrati dal Cuvier, e dal Giinther. Che anzi procedendo ulteriormente in cotale sistema di accentramento di specie, il professore trova che il sommo Linneo aveva di già segnalato nel Mediterraneo un Pagrus a lunghi filamenti dorsali, a denti canini spor- genti, a molari rotondati, che nella descrizione del Museo del principe Fe- derico egli contradistinse col nome di Pagrus hurta, specie che per con- sentimento dello stesso Cuvier s'avvicina molto al Pagrus Ehrembergii ! — Codesta specie trasformata nei suoi caratteri originali dal Risso, venne da quest'ultimo malamente riferita ad una specie di pesce delle coste di Nizza nota sotto il nome ARavella; ma in realtà dai tempi di Linneo dessa non venne più riscontrata nelle acque del Mediterraneo. Attalchè il professore soggiunge, se gli fosse lecito di asardare una idea, tuttochè strana, ed ancor poco fondata, egli direbbe, che il Pagrus hurta di Linneo, nè già quello rafazzonato dal Risso, è il prototipo dei Pagri a lunghi filamenti dorsali del Mediterraneo, ed una delle tante varietà locali, oggidì smembrate in altrettante specie, cui vennero successivamente asse- gnati i nomi di Pagrus Ehrembergii, Auriga, Berthelotti, Filamentosus. S'egli abbia colto o no nel vero, lo diranno le ulteriori indagini ed osser- vazioni. L’ora tarda, non permise al nostro socio di compiere la comunicazione relativa alla seconda specie testè riscontrata, che non pertanto verrà de- scritta ed egualmente illustrata nella memoria da pubblicarsi negli atti della nostra Società. Il prof. Paternò presenta alla Società per parte del socio PROF. ANTONIO Roiri la seguente nota col titolo : Nuova forma dell’azione cataforica della corrente. La cosiddetta endosmosi elettrica od azione cataforica della corrente, come propose di chiamarla più propriamente E. du Bois Reymond, è ben noto che consiste nel trasporto dei liquidi attraverso a setti porosi, per lo più nella direzione dall’ elettrodo positivo al negativo. Questo fenomeno , sco- perto da Reuss, fu poi sottoposto a misura da G. Wiedemann, il quale ne stabilì le leggi : e Quincke osservò in seguito che esso si verifica, seguendo le leggi medesime, anche senza setto poroso, ma in un semplice tubo ca- pillare, sia adoperando le correnti delle macchine a strofinio sia quelle di pile idroelettriche con grande forza elettromotrice. (Vedi Gustav Wiedemann. Die Lehre vom Galvanismus, vol. I, p. 576 e seg. Braunschweig 1872). XLII Ora in occasione di certe esperienze, che con tutt'altra mira facevo ese- guire dallo studente signor Michele Cantone, ho osservato un fatto che deve appartenere alla stessa categoria. Un cannello di vetro del diametro di 10 mill. colla forma di U caudato ha saldati alle estremità A, B dei rami laterali due fili di platino. ll ramo di mezzo, prima aperto in C, servì all'introduzione di acqua distillata ed all'espulsione dell’ aria e d'una quantità considerevole di vapore, e venne poi chiuso colla fiamma mentre il tubo si trovava in un bagno d'olio ri- scaldato che teneva l’acqua in ebollizione. Ai fili di platino furono saldati dei fili di rame che servivano da reofori essendo in comunicazione coi due poli di una macchina di Holtz mossa a mano in tempo col metronomo. Le saldature ed i fili erano coperti da un grosso strato di mastice e di guttaperga per attenuare la dispersione. Si fece scorrere l’acqua entro il tubo fino a che fosse distribuita ugual. mente nei due rami laterali, poi si fissò l'apparecchio una volta per tutte davanti ad un catetometro in maniera che i tre rami fossero verticali cogli elettrodi in basso. Sul catetometro si leggevano direttamente i cinquantesimi di millimetro, ma i numeri che seguono sono ridotti a centesimi. Si fece una grande copia di determinazioni, ma qui riferiremo le sole medie di due giorni, notando che il trasporto dell’acqua avveniva nella di- rezione della corrente, cosicchè s’inalzava il livello nel ramo comunicante coll’elettrodo negativo. XLHI AAAAAAARANADIIIIIIDIIIIISIIIDAANADIA ARRAARIIADIIDIRIRDISIIIISPIIDIISIISIPIIDAIIA ila GIORNO A EE e di livello ce È DR RNA [SIRO SER ni 12 Maggio] + | 1| 8 | 1mm78| 0,580 i Toi l Si 348) UD i » 1 SARI MRO i ra 1 1400584 10/58 i ORE 60 060. i pa 2 Ta 2227 10,61 I i cin 2 eo ano. "7 Maggio E Il 1 0 ,48 0,48 o na 2 San on 050 O n, 2 DAR die 0A i ne S 1Es 10100 TA NOOSISSSSSSLSISSILSLSSSSI e DOSDILSD_OIEIDOSDDIISD Di qui si vede che il fenomeno varia da giorno a giorno collo stato igro- metrico e colle condizioni dell elettromotore. Ma in uno stesso giorno si verificano le seguenti leggi: La quantità dell’acqua che passa nella direzione della corrente da uno all’altro ramo è: 1. Proporzionale al tempo. 2. Proporzionale alla velocità della macchina, e quindi all'intensità della corrente. 3. Indipendente dal valore assoluto del potenziale elettrico. Quest'ultima proposizione risulta ancor più rigorosamente prendendo per ciascun giorno le due medie dei valori di c secondo che era in comunica- zione col suolo l’uno o l’altro elettrodo e poi calcolando le medie generali dei valori così ottenuti. Da un 150 osservazioni risulta in tal guisa : salato L'eletirada positivo L10004 ata a n = 0595 » » epatiti eine ciao a lai 0,522 con una differenza di . . n VO ‘ che rientra a pieno negli errori o Parimente viene confermata la seconda proposizione dalle medie generali che sono: RO ORIO E nn COL feagrevoloeiaionpia si. n a 0,517 colla insignificante difliereuza dhe ee do, 0,005 XLIV Le ragioni che m'inducono ad attribuire questo trasporto di acqua alla azione cataforica nello stratarello liquido aderente alla parete di vetro fra i due menischi, sono le seguenti : 1. 11 verificarsi della legge medesima stabilita da Wiedemann e da Quincke. 2. L'aver osservato direttamente il moto di qualche finissimo granellino sospeso nell'acqua. 3. Il non aver notato sensibile variazione di livello in un tubo contenente un liquido molto più conduttore quale è la soluzione acquosa di bicromato potassico. 4. L’avere scorto un semplice sussulto nell’essenza di trementina all’atto che fra i due elettrodi si stabiliva o si toglieva una derivazione metallica. E precisamente all'atto della elettrizzazione si vedeva il liquido risalire lungo la parete per un tratto di 4 mill. circa, in guisa che aumentava la curva- tura dei due menischi e poi scemava alternativamente ad intervalli rego- lari. Ma anche dopo mezz'ora di azione continuata, i menischi erano sen- sibilmente al livello primitivo. Si noti però che per la grande resistenza dell'essenza di trementina, fu impossibile impedire una copiosa dispersione lungo i reofori. 5. Come ultima conferma bisognerebbe operare sull'alcool rettificato per constatare se si trasporta in direzione opposta alla corrente, come osservò Quineke. Finora non ho cimentato che un alcool a circa 40° Beaumé , ed ho veduto che si trasporta nella stessa direzione dell’acqua, sebbene con velocità minore. Il socio Proc. PATERNÒ comunica alla Società i risultati dell’ analisi chi- mica del solfato sodico naturale recentemente trovato a Bompensieri presso Montedoro. Esso in due determinazioni ha dato identicamente 55,68 °/, di acqua di cristallizzazione , ciò che mostra che come il sale di Glauber , il solfato sodico naturale ha la composizione Na, SO,+10 H, 0 (la quantità di acqua richiesta per questa formola essendo 55,90). Inoltre ha trovato che il sale secco contiene (media di due determina- zioni concordanti) il 56,20 °/, di SO, mentre pel solfato sodico si calcola 56,33. Finalmente questo minerale è esente di cloruri e contiene soltanto tracce di magnesio e di calce così piccole che è stato impossibile determi- narle quantitativamente, e che certamente insieme sommate non figurano I IAS Finalmente il Segretario prof. Paternò annunzia alla Società di avere ri- cevuto una lettera dal socio corrispondente prof. Carlo Emery, contenente la seguente dichiarazione : XLV Cagliari 6 maggio 1879. Avendo il litografo, contro il mio espresso volere, tirato a trasporto l’in- cisione delle tavole annesse alla mia memoria, Sulla cornea dei pesci os- sei, inserita nel vol. XIII del Giornale di Scienze Naturali ed Economiche, ne consegue che le figure (specialmente le fig. 2, 3, 4, 35, 38, 83 e 84) hanno perduto molto della loro precisione e non lasciano più riconoscere taluni particolari qualchevolta importanti. Inoltre le lineette che segnano il luogo al quale si riferiscono le lettere sono talvolta scomparse nel tra- sporto. In alcune figure è segnata una % invece di x; nella fig. 17, « in- vece di a, errori che io avea segnalati sulle prove, ma non furono corretti prima della stampa. Di tuttociò importa sia il lettore prevenuto, a discarico della mia respon- sabilità d'autore. Il socio Segratario E. Paternò % si x y L #4 | RO : ni ( ì “ H x f; i i L . B l'a x ì î Pa do URI : » ì pe i U } i , TI A + Mei CALI Ta ue di Re Ra d ‘è PUO “E abi DU al vi ni N î N] n ; Wi £ TA di rai MR \É » dada ir TRIPLA aki n DiL crrif, a A A % £ 7 È; ù; 4 ; * si È o KIVISO E 7 n al fa ° alpiaitoti cisur bi. '& i o Mud" Poe: ie Strato DAT st gta È cia a 13 La ani A "n ì i: x di ta | Y » Sal @ 0a Pà cla È re DAI x Ù po! F1 pT7° } bel Dar Li x i Ò Ù CD) A È I a (ars A 3 SR] sid d y w I s nS 4 % Epi a Lun È &, pula È dà VO e Fa a 4 cali SCI È va è 44 Del Ro 2 - f dae ‘ Pose $ BULLETTINO METEOROLOGICO DEL REALE OSSERVATORIO DI PALERMO Anno XIV. — Vol. XIV. — 1878. PALERMO STABILIMENTO TIPOGRAFICO LAO via Celso, 31. 1879. ill Lea Ù FL Lyé co ‘al 17 SRD î i ANIIESITA IO (A È MPA (i 14 La "I 4% RSA til b ati di alto Aid Soa ro) È Fano: r i fi ha ey È AL fedi alzAnat pista LACIE Vita Lia c: h Mati; ATRA I" , E6| TO) EMRSVI lesa Veg A PISTE ste tariteatià ostrfia cesti: der ie agree Mena A (ada PUSGR DA add, d,0: sit, parer: ini i date sof (o (13 59 ee: er dali sani Ca Led Wier matipiita ih sala Era ib at ollatano8) RCS Pagni. alt dia to. Pa Stagno sua ite 145° dia dh 1 SR a senta: Di a x Sal. st A. foi | BULLETTINO METEOROLOGICO DEL REAL OSSERVATORIO DI PALERMO ——»> Vol. XIV. Anno 1878. Il nostro bullettino meteorologico, che, siccome è ben noto, forma parte del Giornale di Scienze naturali ed economiche, non potendo veder la luce che insieme a quella pubblicazione, vien di necessità ad esser reso con qual- che ritardo di pubblica ragione. — Ciò non pertanto siffatto ritardo si at- tenua sempre più, e per lo avvenire ci è dato sperare che la pubblicazione segua immediatamente alla fine dell'anno d'osservazioni. Per altro il più vasto indirizzo che abbiamo assegnato all'Osservatorio, che già va a trasferire i suoi apparecchi alla nuova sede in Valverde, richiederà senza dubbio qualche innovazione sia nella redazione del bullettino , sia nella sua pubblicazione. Giova infatti conoscere che sin da dicembre si sono iniziati i lavori per l'impianto della novella stazione che sarà annessa alla Società d’Acclima- zione, e che sarà il centro della rete termo-pluviometrica, che a simiglianza di quanto praticasi nelle altre Provincie Italiane, va anche ad istituirsi nella Provincia nostra, giusta l’ultima deliberazione del Consiglio Direttivo di Meteorologia. — A tal uopo abbiam reclamata la cooperazione dei signori Sindaci dei comuni prescelti allo scopo, dei quali molti ci han cortesemente risposto, di pochi altri attendiamo l’adesione. In esecuzione della deliberazione del Consiglio, l'ufficio centrale di me- teorologia ci ha fatto tenere i termografi ed i pluviometri pel corredo delle stazioni della nostra Provincia, le quali, mercè il buon volere e lo zelo delle autorità municipali, nutriam fiducia che in breve potran mettersi al- l’opera per preparare quegli elementi che torneranno a grande utilità agli studi meteorologici locali, e serviranno alla soluzione di problemi di somma importanza per l'ingegneria, ed in vari rami della civile bisogna. A BULLETTINO METEOROLOGICO Ci sarà poi sommamente grato, ed anzi sarà nostro precipuo debito, se- condare gl’intenti della illustre Società d’Acclimazione, la quale ha accor- data generosa e disinteressata ospitalità all'Osservatorio meteorologico, of- frendo l’opera nostra in quelle esperienze che giudicherà utili imprendere in riguardo alle influenze meteorologiche sulla coltivazione e sull'agricoltura. Ed infatti per bene adempiere al sudetto computo, sin dallo scorso anno pregammo $S. E. il Ministro d’Agricoltura e Commercio, onde al nuovo Os- servatorio avesse voluto concedere l’uso degli apparecchi di meteorologia agraria, che la stazione agraria di prova per mancanza di località non ha potuto mai sperimentare: oggi, mercè nuovi accordi presi con quella stazione, per iniziativa dell'onorevole Direttore, il Ministero ha con piacere aderito alle istanze nostre, di guisa che il nuovo Osservatorio sarà nella possibilità con tanto valevole aiuto di imprendere quelle esperienze di meteorologia in rapporto all’ agricoltura, che potranno condurre a risultati di pubblica utilità. G. CACCIATORE. DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO 5) Osservazioni Meteorologiche del Gennaro 1878. NOTE 1 a 4. Tempo piovoso e venti piuttosto deboli. d. 6. TE 8. 9. 10. LI Pioggia nel mattino, indi cielo vario ed a sera bello. Mare lievemente mosso. Giornata bella. Nel mattino cielo coperto con libeccio debole : alle 2% e 30% s. piovig- ginoso; al cominciar della notte, e durante la stessa, vento fortissimo di OSO a colpi. Continuano i venti gagliardi del terzo quadrante, che spirano piuttosto caldi nel pomeriggio. Cielo coperto, ma a sera bello: mare agitato. Nel mattino leggiera pioggia; venti gagliardi del terzo quadrante e mare agitato : nella sera leggiera pioggia. Cielo coperto, ed alle 3 s. piovigginoso : venti gagliardi di ponente e mare agitato. Giornata piovosa, venti deboli, e mare mosso. 12 e 13. Tempo piovoso, venti deboli di ponente, mare calmo. 14. Venti di tramontana, pioggia e mare mosso. Nella notte ha nevicato sulle montagne. . Cielo misto, venti gagliardi del terzo quadrante, mare agitato. . Cielo oscuro, umidità forte, e mare agitato. Sera piovosa. . Cielo coperto, venti deboli del terzo quadrante, mare calmo. . Cielo coperto piovoso, mare mosso, venti varî. . Cielo bello, venti freschi del primo quadrante, mare grosso. . Cielo coperto, venti freschi del primo quadrante, mare agitato. . Cielo coperto e mare agitato : venti regolari. . Cielo nuvoloso vario, mare calmo, venti regolari del terzo e quarto quadrante. . Giornata bella, mare calmo, venti regolari del terzo quadrante. . Venti forti di ponente e mare agitato : cielo coperto. . Burrasca da ponente con mare grosso : venti forti e pioggia. . Forte burrasca da ponente con venti impetuosissimi; mare grosso, piog- gia, grandine e neve. 6 BULLETTINO METEOROLOGICO 27. Continua la burrasca da ponente, con pioggia, grandine, neve, mare grosso e venti impetuosi. La forza del vento nella notte è stata tanto forte che ha danneggiati molti fabbricati, svelti molti alberi, e devastati varî giardini. Tanto in questo giorno che nel precedente, a causa della tem- pesta dominante, fu impossibile misurare la velocità del vento, e perciò si è notata la forza relativa. Per la mancanza di questi valori la media dell'ultima pentade è erronea. 28. Coll'aumento della pressione la bufera della nota è calmata : cielo varia- bile, mare grosso. 29. Venti leggieri, mare calmo, cielo coperto, e piovigginoso nella sera. 30. Variabile piovoso : mare calmo. A mezzanotte baleni a SSE. 81. Cielo misto, venti variabili del terzo quadrante, mare lievemente mosso. DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO. 7 Osservazioni Meteorologiche del Gennaro 1878, ‘ini inimi Massimi ° o Massimi e minimi A RSS ay Barometro ridotto a 0 Daranigliici | Termometro centigrado NOLI TT TÈ*T___—————_m6 ur====> n -—-_———. 7 n ______ Dm 9hm, | 42h 1 3h, Sh Sh iz IT) (Ohm |12h 3h | 6h, 9h 12h — 1 || 154.09| 754.06| 753.38: 733.30! 733.82) 754.41 755.91| 753.04 (13.2 [43.1 [42.9 |11.5 (11.3 (10.6 || 13.5 | 104 2 || 53.63 53.51) 53.19, 55.1 55.18, 54.68 53.70 = 53.60/11.1 |13.8 [43.3 (11.8 (13.1 LE 14% | 92 3 || 54.43] 53.97] 5310) 32.68] 52.25! 51.66 55.06 31.66 ,(10.2 (12.0 [12.2 (10.9 (10.2 | 8.90 13.9 | 8.7 4 || 50.50] 50.55) 51.73 32.05) 52.59! 53.11 53.11] = 49.90)| 9.8 [14.3 (10.7 | 8.8|87|89" 116! 72 5 || 55.95) 56.03) 36.53 3706 58.03, 58.01 58.50, 33.01 114.5 [13.2 112.8 (11.4 | 9.3 | 83] 132) 7.8 6 || 59.05) 58.86] 58.75 5921! 39 26| 59.20 59.40 58.04 [11.8 13.4 [12.9 |} 9.8 | 8.2 31137] 73 1] 58.92) 58.34) 57.09 56.33, 35.53) 53.24 59.20 55.26[11.5 [14.1 [13.6 [13.4 (13.6 [13.3 || 146] 75 8 | 53.414| 5171) 50.95 50.82 50.89 50.28 55.24 50.2813.7 [16.1 [16.5 (12.5 [14.7 (41.8 || 17.3 | 10.7 9 | 49.72) 49.43] 48.915 49.32) 50.19! 50,55 50.53) 48.91 )(13.2 [15.3 [15.1 |42.9 [11.8 {10.6 || 16.1 | 10.5 10 || 53.53) 33.43] 53.430 5348| 54.35) 54.71 54.71, 30.55,(11.9 (12.7 [12.4 )11.7 [40.2 [10.0 | 134 | 9.7 11 |) 55.37] 535.32) 341! 54.79 34.19| 54.46 53.40, 34.461 9.2 | 9.6 (10.4 | 9.7 | 95] 89 10.7] 79 12 || 53.52] 52.91] 52.83) 52.50) 35.06) 53.02 54.46] = 52.50;110.3 |13.0 |t1.2 )41.2 (11.0 [10.4 || 13.8 | 8.0 13 || 53.03] 53.392] 43.21: 33.84) 53.33) 55.53 55.55| = 53.02/[11.3 (11.8 [12.2 (10.2 | 7473] 12.8] 7.3 14 || 59.17] 59.47] 59.73 60.25) 61.26| 62.04 62.04; 33.55) 7.9 | 9.3 | 84/75|88|84| 97] 73 15 || 62.40) 62.31] 61,24 61.09 60.90) 60,35 62.40) 60.35! 9.2 [113 |11.5 | 9.6 | 3.1 | 84 || 41.7 5.8 46 || 60.291 60.02! 59.10) 38.93) 39.05. 58.47 60.353 = 38.47|/10.7 111.7 [14.4 (10.9 | 9.7 {10.3 | 117) 80 17 || 56.93] 55.99| 535.16, 55.12) 55.12/ 534.81 38.467] 54.81 ;|12.3 [14.5 |13.7 (12.9 [14.0 [11.2 || 14.8 | 8.2 18 || 55.37] 55.66) 56.03 36.30) 58.08 59.16 59.16! = 54.60/11.1 |42.9 [12.5 [12.2 [10.0 | 8.3 || 371| 8.3 3O | UP Get Gioi ctm ge coi Sim oiniss Malti\g6| $i GI[ISI) so 20 || 64.66) 64.71) 64.61! 64. t. .3 È 53. : î i CIRCE i 21 66.50| (6.84) 66.56 67.18 61.50; 67.99 67.99 63.51 || 7.7 [40.2 [10.2 | 9.5 | 6.5 | 6.1 || 10.5 5.3 22 | 68.07) 68.17) 67.42, 67.18 66.22! 65.34 Su O To 12.1 j11.3 fo ni 12.1 | 5.5 23 || 6312) 62.05) 60.94, 39.87) 58.55) 56.90 63.341 56.90.11.3 (16.8 (13.7 [42.5 [11.6 [11.6 | 15.4 | 6.8 24 || 55.45) 5459) 54.05) 54.03) 53.65] 53.40 36.90) 53.40;(13.1 [14.7 |13.5 {41.8 (12.3 [12.4 || 15.3 | 10.8 25 || 49.26) 47.04] 44.58; 43.11 41.90) 41.19 33.40) = 41.1940.9 [13.5 [13.3 [12.2 |12.6 |12.4 || 44.2 | 10.6 26 | 35.30) 36.33 di.8s lo de uo dA So da Se ci Ca do i o 53 CASI] SZ0S| 5222 52.96| S301 S5.06|| ss.001 48040 98 | 9.4 [103] 8781 |89| 104| 69 DI Hi Do Sii dom assoli GI SERI ne ere Sir (| di 51.99) 31.65) 50.43 30.76| 30.69 i ;2.5 50.27 (| 9.5 |11. : î È { © Î Sì 50.93] 51.44| 52.20 52.91] 53.95) 54.86 54.86) 50.27]| 88 [10.3 | 91 | 8.2 | 6.5 | 6.4 | 113 | 6.0 M. || 755.651 753.45) 753.08; 755.09) 755.34 753.36]| 757.40] 753.26|[10.46/12.08|11.70/10.50| 9.6519.25 || 12.80! 7.67 Osservazioni Meteorologiche del Gennaro 1878, Tensione dei vapori Umidità relativa Stato del Cielo —__mse —TT—_—_ 9h 12h, 3h Gh, 9h 12h Dito 120/30] 6h, 90 42h Jim | 12h 3h |, 6h gh | 12h Il 9.01 8.84 8.58] 8.69' 9.30) 8.63] 84: 78| 77! 85, 931 9I (lose. Osc. |Cop. {|Cop. |Osc.c.p.'Cop. 2 8.26 8.60! 9.18 9.25! 8.69 9.06, 8% 73 | 81 89|$2| 88 Osc. Cop. Nuv. Bello Ose. Osc. 3| 8.87) 7.90) 796| 7.431 6.36) 6:62) 76] 75| 75] 76| 74] 71 oscc.p.|Cop: [cop: [cop |Nuv. [Misto 4|| 5.53| 5.52 6.79) 7.48) 7.60 6.68| 61 | 53 | 70 | 88 90| 78 {Nuv. Misto. |Cop. Osc.c.p. |Osc.c.p. 'Osc.c.p. S| 8.38! 8.08) 7.74) 8.20) 7.46] 9.93] 83] 72| 70| 81] 8&|&{cop. |Cop. |Nuv. Bello |Bello |Lucido 6 7.361 7.23] 7.65) 7.86. 6.44| 5.821 71| 63|69|87|79]69/pello |Nuv. Nuv. Lucido |Lucido |Lucido Il 6.691 7.42: 7.97| 6.75) 6.04, 6.69| 69| 62) 69! 59/52|59cop. |Cop. {Osc. |cop. |Cop. |Nuv. 8Ì 6.81) 6.84! 6.97) 7.90) 5.34| 7.25) 58 | 50! 50| 73 52] 70/Cop.v. |[Cop. [Cop. |Nuv. [Bello {Bello 9| 7.99: 7.06; 6.94] 6.70! 6.78 6.68 67 55 54 60 | DI 70 Cop. V. Cop. Cop. Cop. Cop. Bello 10| 6.13] 5.76) 6.32) 5.91] 630; 6.36 59| 53 | 61/38! 66] 70cop. |Cop. |Cop. |Osc. ose. Osc. 11 6.73; 7.51; 7.62! 8.04, 7.81; 7.84|771|84| 81 89 | 88 | S8|lose.c.p. |Osc. Osc. Osc.c.p.|0sc. Nuv. 12] 7.68) 7.96 8.44! 8.32: 8.44 6.12f 82 | 71 | 85] 84/73. 63 |Osc.c.p. | Cop. Osc.c.p. |Osc.c.p. Misto. |Cop. 13] 5:92| 5.06) 4.70) 6.2%| 7.18| 6.98|59 | 49| 44| 61! 93| 9lcop. |Misto |Cop. v. (Bello |Osc.c.p. |Oscs 14] GAI] 4-84] 5.46. 6.21. 4.90) 5.33] SO | 53| 66, 80, 58) 56/\)sc.c.p. |Osc. Cop.c.p. |Cop. Osì ose. 15 5.19 5.69. 6.03] 5.95 6.071 6.00! 60 | 97 59 [| 68! 15 73 Cop. Cop. Nuv. Nuv. Lucido Cop. 16| 7.21| 8.02! 8.32! 8.62; 7.69! 7.33! 75 | 78 ni 89 | 85] 78|\0sc. Osc. Osc. Osc.c.p. |Osc. ose. 177.30! 7.13) 7.42! 741! 7.49] 7.37 68| 58| 64] 67, 76, 74 /lRello Cop. |Osc. ICop. Cop. |Cop. 418)| 7.79 1.44] 8,26, 8.08) 7.63) 6.93 79] 67] 77] 76 83 | 85 lose. Cop. Cop. Cop. Cop. Cop. 19) 4-41) 3.74) 4.61) 3.57! 4.29, 3.80] 48| 40 53/ 43| 52/ 47|Misto Bello |Bello |Bello Cop. Nuv. 20|| 3.92) 3.47) 4.13] 4.44 3.02. 5.06]: 47 | 39 | 47) 54 | 66] 69Cop. Cop. osc. Cop. Cop. Cop. 2A 4.50! 4.701 4.38) 5.42. 5.22] 5.56) 57| SO | 47/58/72! 79/cop. |cop. |Cop. Cop. |Cop. |Bello 22) 6.07, 6.03) 5.53! 6.61| 6.07) 5.82 63 | 59 | 53| 66, 75| 78|Bello Cop. Cop. v. (Cop. Bello Bello 23 6.96) 7.36) 7.42) 7.90 6.90) 7.011 70 | 59 | 64| 73| 61) 69 Bello |Bello |Nuv. |Bello |Lucido |Bello 7.05) 1.18] 5.74| 5.85) 6.01] 6.29|63 | 58| 50|56| 56] 59lcop. |cop. |Cop. |Nuv. ‘Bello |Cop. 7.32] 6.81: 7.05 71.24, 6.88! 5.60 13] 59 62] 68/63) 52/0s c.p [Cop. Cop. osc. Nuv. Bello 6.70| 2.87! 4.24) 5.561 7.02| 6.56] 73 | 35| 58| 79! 96 | 92|lOsc.c.p. |Osc.c. p.|Ose.c.p. |Osc. c.p.|Cop.c. p.(05c.c.p. 5.17] 5.15| 3.92| 6.04) 4.891 5.49] 68 | 66 | 75 74 | 64 | 68 lOsc.c.p. |Osc.c.p.'Osc.c.p.'Osc. c.p.Osc.c.p.|Osc.c.p. 3.25. 4.96! 9.07] 4.74, 4.68] 4.021 36 | 56 | 54 | 56 58 | 49 Lucido Cop.c.p.|Cop. Nuv. Cop. Cop. 4.73| 4.65 4.94) 6.23) 6.77) 6.58] 6t | 4#1| 31,66! 76) 71]|cop. |Cop. |Osc. |Osc.c.p.|Cop. |Cop. 6.40) 4.53) 5.36] 5.60| 5.40] 5.42) 69 | 44 3 | 61) 76| 77|Misto |Nuv. |Cop. |Osc.c.p.Cop.c.p. [Bello 5.A1| 3.51) 5.47| 5.47) 7.75, 5.38] 60 | 59 | 63 | 67 | 79| 75 |\Mislo [Osc.c.p. |Cop. Cop. Bello |Lucido 6.51! 6.30 6.57. 6.79! 6.52! 6.40/68.2159.2/63.6171.2 72.8 73.0. i Osservazioni Meteorologiche del Gennaro 1878, BULLETTINO METEOROLOGICO \Evaporazione Gasparini Forza del vento in chilometri Ozono | | : ——— _———__ || $hin., hs. 12hm. Totale 9hm. 120, 3h, 6h 9h, 12h || $hm j 9bm [i201m ) 3hs | 6hs 9bs | 12h 1) 0.C0 | 0.00 | 0.00 | 0.00 | 3.71.) 0.60) 48| 25) 0.0] 1.3] — {30 | 20/0070.) (60 5.0 | 6.0 2] 0.00 | 0.25 | 0.00 | 0.28 | 2.3 | I14| 4,3 1,7) 8.5 9.9] 6.0) 40 | 5.0 | 5.5 | 6.0 4.5 | 8.0 3! 0.00 | 000 | 0.00 | 0.00] 12] 30] 73] 44 50| 85] 90! 50! 60 50| 70 7.0) 40 || 0.00 | 0.00 | 0.00 | 0.00. 25 | 41|211| 00] 40 40 60) 20 | 50 40| 70) 60) 60 S|] 0.00 | 0.52 | 0.37 | 0.89 (| 1.3 | I1.0] 34] 23] 46] 30] 80] 1.0 | 40 | 50) £0 2.0] 2.0 6; 0.38 | 0.40 | 0.35 | 1.43 | 2.1 0.8 | 50) 83) 2.7) 39] 7.0) 2.0) 45 | 50| 35 35] 10 fl 71.81 | 0.57 | 1.65 | 4.03 |] 4.9 | 330 2.51 2.3 | 37.9, 300] 5.0] 2.0) 301 30] 3.0 4.0; 4.5 il 81.75 | 0.55 | 0.95 | 3,25 | qst! 33.3 | 10.85 34) 0.6) 98] 7.5, 30) 50; 50| 40! 2.0/ 20 190/00 | 1.10 | 0.00 | 110 (11421 84 |251|443| 69 5&| 70| 30| 30] 50| so | 30) 30 10] 0.00 | 0.38 | 0.37 | 0,75 || 8.9 [ 44.0] 7.3! 12.7) 41: 17) 50] 3.0) 50 | 5.0 5.0 | 50) 20 14] 0.00 | 0.00 | 0.00 | 0.00 || 4.0 40 26| 40| 00) 531] 70) 20) 2.5 | 5.0 15 2.0 | 2:53 12) 0.00 | 0.00 | 0.00 | 0.00 {| 4.0 | 4.9 | Ol 40) t&| 55) 70] 30) 2.3 | 23) 3.0 31001255 13]| 0.00 | 0.59 | 0.00 | 0.59] 26 17° 45 33 40! 70) 7.0) 3.0 | 30] 3.0] 450 30) 35 14] 0.00 | 0.00 | 0.00 | 0.00 |] 8.4 | 18.6 | 92 | 12.3 | 33 | 13.9 100] 5.0 | 5.0 | 7.0) 6.0 9.0 | 4.0 43)| 0.28 | 0.67 | 0.95 | 1.90] 3.0 | 18.6! 11.5| 91) 47! 164) 90| 2.0 | 60) 7.0) 6.0 5.0 | 4.5 16] 0.20 | 1.67 | 2.13 4.00] 34 29) 59 26) 13! 00) 7.0] 30) 30] 35) 35) 40) 45 17) 0.40 | 0.70 | 0.41 | A.54| 0.0) 8.3) 6.7] 62] 0.6; 2.5) 60] 2.0 | 3.0) 30 40) 5.0! 45 18! 0.44 | 0.00 | 1.33 | 1.77 || 7.9) 22) 2.5) 50| 37]18.7]) 7.0 3.0 | 3.0 | 50 | 40 | 3.5) 3.5 19) 0.00 | 1.15 | 1.19 | 2.34 | 16.6 | 15.4! 11.8 | 10.3 | 8.2) 8.6] 10.0) 5.0 | 6.0 | 6.0| 50 60] 40 20) 0.38 | 0.68 | 042 | 1.41 [109] 75) 94] 66] 63) 86) 60| 50 | 50) 55 55 6.0] 1.0 24) 0,36 | 0,45 | 1.01 | 1.820 34] 45 97) 78) 8.1 13.2) 7.5) 10) 40 | 50) 35 50] 20 22) 0.29 | 0.47 | 0.68 | 144} 7.7] 653 8.6 434 | 5.3 | 17.4) 75] 15 | 30) 60) 40 7.0) 2.5 23) 0.02 | 0.78 | 0.50 | 1.60 18| 7.3] 2.5) 3-7] 95) 00) 100! 3.0 | 3.0 | 5.0) 40 3.0 | 2.0 24) 0.40 | 4.20 | 1.18 | 2.78 || 10.3 | 11.2 | 30.3 | 47.1 | 28.5 | 45.4 || 7.0) 5.0 | 5.5 | 5.35 | 5.0 6.0 | 3,5 25]| 0.17 | 0.00 | 1.12 | 1.29 (12.6 | 19.1 | 25.6) 98 | 367/219) 80) 30 | 60 | 60, 53.5 8.0 | 40 26 0.00 | 0.00 | 0.00 | 0.00 || 53.0 | 8 7 8 8 7 || 85| 3.5 | 400) 6.0 | 90 9.0 | 40.0 271 0.00 | 0.00 | 0.00 | 0.00 | A a 251 7 7 6 33.8 | 40.0 | 5.0 | 10.0 7.0 8.0 9.0 71.0 28 0.00 | 0.00 | 0.00 | 0.00 || 32.9 | 46.7 17.0] 75 | 47122400] 45 | 601 6.0 | 5.0 5.0 | 40 29 0.00 | 0.05 | 0.43 | 0.43 |; 14.8 | 2.2] 40] 25 3.7] 90] 7.0) 2.0 | 350 3.0! 3.0 5.5 | 6.0 30) 0.00 | 000 | 0.00 | 0.00! 3.3 | 17.5; 4.7) 7.0] 8.2] 7.7] 9.0) 3.0 | 45 | 3.0) 50 6.0| 7.0 31)| 0.29 | 0.00 | 0.44 | 0.73 || 9.6; 13.7 | 11.3 | 49 | 98! 74] 7.0| 40 | 50) 5.0| 50 6.0 | 5.0 M.11 0.24 | 0.40 | 0.52 | 1.161 8.9 40.2 88] 641 7.6 110.9] 7.5! 34 451 54! 4.7 SA | 3.7 Osservazioni Meteorologiche del Gennaro 1878. Wo e ; Pioggia] Stato Direzione del vento Direzione delle nubi in del millimetri] mare 9h 42hm 3hs. 6hs. 9 hs. |12hs 9hm 12h 3h 6h 9h 12h alle 8m 10 0 0 0 Calmo | 0 (0) » sa » )» 7.50 2 210 N N NNO (0) NNE » » do » » 2.66 Di 31 ONO ONO ONO 0 (0) OSO NO )) » No » » 24.33 3 4| ENE ENE NE Calmo | 0 ONTO » OSO] » » » » 7.62 2 DIOSO E NE NE (ONSLO) 0 » » » » » » 3.81 3 6, OSO NNE NE 0so | 0S0 USO » » » » » » » 2 7 0SO SO RIO) 0SO (OXSKO) 0SO » ») ) » )) D) » 2 8|| 0SO So Sto) (OXSTO) OSO) (0) » » » » » ) y 4 9| 0SO (URSKO) 0s0 0S0 (OSIO) OSO oso| oso! OSO. » » » 2.16 3 10) OSO 0 0 () 0 (0) » » » » » » » 3 140 0 0 0 Calmo | 0 » » » » » » 3.77 3 12|0 (0) (O) (0) (0) (0) il» » » » » » 8.90 2 13) 0 0) ENE NE (0) (0) » » » » » » 0.95 2 14) N N oNO ONO ONU N N ” » » » » 4.00 3 15) 0 0 (1) (0) (0) SO) NO » » » » ONO! » 3 16 0so |0SO | NE | SE 050 | Calmo || » » 5 » » » 0.34 3 17) Calmo | 050 0 0 (0) oONO » » 5 » » » » 2 18| 0SO N (0) (0) 0 OSO » » » » » » 0.89 2 19)| NE NE NE NE NNO NE » » » | » » » ) 3 20] NE NI: NNE N N OSO || » » ; | » DIRI » 4 210 NNE NE NE (0) OSO i » » » » » » 0.51 3 22) 0SO NNO KO (0) (Ul) (O) Il» » Seo) » » » 2 23) OSO OSO 0 (1) (0) Calmo » » » » D) » » 2 240 OSO 0 (0) o, ONO » oso, 0 » » » » 3 25] ONO 0) 050 0 oso 0 ONO| 0 0 » » » 1.72 4 261] OSO (0) 0 (1) 0 (0) OSO] 0 0 » » » 941 6 27/0 (0) 0) (0) (0) (0) lo» (0) » » » » 12.84 8 28|| NO (0) 0 0 0 NO i» 0 lo) » » » 3.19 L) 29). 0SO So NE NE 0 0 » » » » » » 0.09 4 30|| SO 0S0 0s0 (0) 0 o) ONO| » 0 » » » 4.81 2 34 SO 0 | () (0) 0 SO I ONO| 0 0 » » » 1.71 3 DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO Osservazioni Meteorologiche del Gennaro 1878, —___________' ET: Nuvole 9hm 42h SERI 6h 9h 12h ul e} _ Vol., Dens. TRA Vol.| Dens,jMassal No bens..Massa!| Vol. Dens.,Massa|| Vol. | Dens.j Massa|| Vol. Dens.j Mass 1 100] 0.8 | 80.0 || 100 0.8] 80.0 | 98 | 0.7 | 68.6 90| 0.6 | 54.0) 100) 0.7| 70.0]190 | 0.7 | 63.08 21 25 4 | 10.0) 90 6| 540% 40 6| 24.0] 10 5 | 5.0] 100 7| 70.0 {100 8 | 80.0 3] 400| 1.0 [100.0 || 99 $ | 79.2) 98 7 65.6! 70 7|490|| 20 6 | 12.0 || 50 6 | 30.0 4 20) 0.5| 100] 50 6| 30.0 || 99 7 69.3 || 100 8 | 80.0 || 100 8 | 80.0 |100 9 | 90.0 5 99 8| 792% 99 7|693| 30 5 | 15.0) 40 4| 4.0 D 4| 08] » » » 6| 10 4 4.0 40 5 | 20.0, 20 5 | 10.0 » » )) » » )) ) » » 7 98 3 | 49.0] 98 6 | 58.8 |100 7700) 98 768.6) 80 6 | 48.0 |] 20 6 | 24.0 8| 70 5 | 35.0 90 5 | 45.0] 90 6| 340: 3 5 | 450 2 4 | 0.8 || 15 bordo 9 75 6 | 45.0 90 763.0 || 95 7| 66.5 | 60 6 | 36.0]| 98 6 | 55.8 || 40 5| 50 10) 98 7| 68.6] 85 6| 51.0] 98 768.6 | 100 7| 70.0 | 100 7| 700|100) 7700 Ag} 400 7| 70.0 || 100 7| 70.0 [400 7 | 70.0 | 100 720.0 | 100 7 70.0|130 |) 6 | 18.0 42) .95 6 | 57.0 | 95 6| 57.0 100 7 | 70.0 |) 100 71700] 50 735.0) 60 1|42.0 43|| 80 6 | 45.0 50 6 | 30.0) 80 6 | 48.0) 10 5| 5.0) 100 7| 70.0 |100 7| 70.0 14)| 100 7| 70.0 || 100 7| 70.9] 99 7693) 98 768.6) 400 7 70.0 100 7| 70.0 15 70 5 | 35.0) 95 6 | 57.0! 40 5| 20.0) 20 5 | 10.0) » » » || 70 6 | 420 16) 100 7| 70.0 || 100 8 | s00!100 $ | 80.0 || 100 8 | S0.0.| 100 8 | $0.0 |100 1| 70.0 47) 15 5 1.5) 75 G| 45.0 99 7693] 60 6 | 36.0 | 98 6 | 58.8 || 95 6 | 57.0 4g) 100 7| 70.0) 98 7|68.6| 98 7| 68.6) 70 71490 80 756.0] 70) 5350 19] 50 5 | 25.0|| 15 5 750 10 4| 4.0 5 2 10 85 6 | 51.0 || 30 5 | 150 20) 953 6 | 27.0] 99 6 | 59.4 (100 7| 70.0] 96 6576) 99 6| 594 || 98 6 | 58.8 21) 90 6| 540 || 96 6 | 57.6 90 6 | 54.0). 85 6 | 51.0) 95 6| 57.0 || 15 DO 22) 10 4| 40| 70 6| 42.0! 60 5 | 30.0] 70 5 | 35.0 | 10 Sl TEOR) MISE NS N0055 23)) 10 4| 40 15 4| 6.0; 30 5| 43.0] 10 4| ko se x da n se 24]| 90 6| 54.0 || 85 6| 51.0 80 6 | 480 || 40 4 | 160 5 5| 2.519 | 7) 66.5 25|| 100 8| 800] 98 7| 68.6. 98 7 68.6) 100 7) 700) 30 6|418.0)|15| 6| 90 261 400 8 | 80.0 || 100 8| 80.0 100 8 | S0.0 |) 100 8 | 50.0|) 98 8 | 78.4 |[100 8 | 80.0 27) 100 8 | 80.0 || 100 8 | 8.0 100 8| 80.0] 100 8 | 80.0 |! 100 8 | 80.0 |'100 8 | 80.0 28] » » » || 99 7) 69.3 | 70 749.0! 20 4| 80) 95 6 | 57.0 || 60 3 | 30.0 29) 90 5 | 45.0] 95 6! 58.8 ‘100 6 | 60.0 || 100 6 | 60.0" 98 7 68.6 [100 5 | 50.0 30) 30 5 | 25.0] 30 5| 15.0: 98 6| 58.8) 100 6| 60.0] 95 7| 66.5) 10 DAG 34)| 50 6| 30.0] 99 7| 69.3! 90 6 | 54.0) 60 6| 36.0|| 15 i 0) » » m.|| 70.8 43.7 || 82.3 54.3 (80.6) 53.9 || 64.3 42.5 || 65.7 4.1 ||56.9 38.0 Medie barometriche Medie termometriche 9h 12h 3h 1 6h 9h; 12h | Comp. p.dece- 9h 12h, 3h | Gho | Sh | 12h jComp.p.dec, 1p.|754.06 D- 02|733.99;754.08|754.38 [734.34] 754. tn 754.15|.p-| 10-98] 12. 6s| 12.38! 10. 83| 10.36] 9.64| 11.16),, 2 | 54.87) 54.29] 53.83] 53.87] 34.08| 54.00] 34.46 92 | 42.82 14.32 14.10] 42.06) 44.40) 10.83| 42 48 82 3 | 56.82) 56.67) 56.39] 56.49] 57.07| 57.08) 56.7 13) 58.23 || 3 9.53| 14.00) 10.74 9.64| 8.96 868) 9.76), 4 | 59.91) 39.78] 59.461 59.51| 59.97] 60.20| 59.S1; & | A048| 11.75 19.18 10,58) 9.26] 8.88] 10.36 510.06 5 | 60.48) 59.74] 58.77] 58.27] 57.56! 56.96| 58. 63, 53.561) 5 | 10.66 12.94) 12.56| 11.46] 10.22] 9.88 11.29} 9 6 | 47.77] 48,23] 48.05] 43.29) 49.01] 49.63] 4849| 6 8.67] 9.750 9.27) 8.38] 7.52) 7.551 8,52 sO Medie tensioni Medie umidità relativa 9ho 12h 3h 6h [TT 12h _.Comp.p.dee.||_ 9h 12h 31 Gh 9h 12ù Comp. Je “de c. 1p.| 8.01) 7.79) 8.04) 8.21) 7.98| 7.58 19%, 1.36 ||} b-| 81.6 | 70.6 | 746 | 83.8 | 84.6 | 83.8 | 79.9) 24y 2 6.97| 6.86) 7.21) 7.02) 6.18] 6.56) 6.79; 2 64.8 | 56.6 | 60.6 | 67.4 | GE6 | 67.6 | 63.1 | "° 3 6.39) 6.21) 6.45) 6.95) G.64| 6.461 6.51) g.3g ||3 71.6 | 63.2 | 07.0 | 77.6 | 77.4 | 76.4 | 72.2 ) 68.9 4 6.13) 5.96] 6.55) 6.42) 6.42) 6.10 6.26} ; 4 63.4 | 56.4 | 64.8 | 65.8 | 72.4 | 70.6 | 65.6 ) °° 5 6.38 6.42) 6.03 6.54| 6.22 6.06 6.27, s 9 ||5 66.9 | 57.0 | 35.2) 64.2 | 66.6 | 67.4 | 62.7 } g3y 6 3.18| 4,61 5A7| 5.60| 5.75) 5.57 5.314 © 6__| 61.7 | 51.2 | 59.2 | 68.2 | 74.3 | 72.01 664 | °°° Barometro Termometro Medie evaporazione Gaspari. : Hassimi Minimi aarani | Minimi | ; | Hi oa —q20 | Comp. -p.dec. + | 753.66 752.24, È p. .32) 8.68 p. | 0. i 0.07 3 2 | ‘SRO, 198.76 | Sa:60 192.42 |» 15.02! 117 | 9106 8.892 VR | 0,60 | 0.66 | 2.05 REL 3 57.97 53.48)» 3 14.74) 726 3 0.06 | 0.25 | 0.19 | 0.50, 4 61.315 59-66 | 3492 36-60 | 7 12.08 mo j 15 1387 0.27 | DE | 140 | 224 Via 5 62.361. 56 47 5 3.50 71.80 5 0.25 | 0.55 | 0.96 | 1.79 6 Bigi) 50.83 | 23.0gi 50-27 Il 11131 1231] g67 033/13 0.03 | 0.01 | 0.14 | 020 $ ca 2 10 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche del Gennaro 1878, nai ’ Quantità » Medie dell’Ozono ela ipiougia Medie forza del vento 8h 9h 12h ; hs 6h 9h, 12hjComp. p.d mm. 9hm 12h 3b , 6h, 9h |12h {Com.p.d. 1p.|7.2| 3.0 4.h 5.3 | 60|49 | 5.2 5.0 }4.3 1|45.92 (13 08 1p.| 2.2 | 6.0] 7.6] 2.1 4.hl 5.0; 4.6 13 2 |6.3| 2,6 4.1 | 4.6 3.5 | 3.9 | 2.5 3.9) [2] 2.16 ; 2 9.3 |12.0|10.1| 8.2|10.4 10.2, 9.9 È 3 8.0 | 3.0 3.8 [49/42 | 4.4 | 2.8 4,5 45 3|17.62 (18.35 3 44 | 9.6) 6.4| 6.5 2.7] 9A 6.4 6.5 4 7.2) 3.6 4.0 | 5.0) 44 | 4.9 | 2.9 4.6 I 4} 1.23 4 7.1 | 7.3) 7.3) 6.1] 4.0; 1.1| Het 5 8.0 2.7 4.3 | 5.5| 44 | 5.8 | 2.8 4,8 | ss ||} 2.23 134.34 5 74) 9.8/15.3|/10.3 17.6|19.6/13.3),7 0 6 8.6 3.1 6.5 | 5.3) 5.8! 6.7! 6.5 6.2 (°° ||6|32.14 | 6 122.7 |A6.5] 6.2] 5.3] 6.4/14.0/20,8\ °° Numero delle volte che si osservarono i venti N NNE |NE| ENE | E ESE | SE |SSE| S SSO | SO | 0SO | 0 | ONO |_NO | NN0|Calm.| Pred. Ipse » 4 2 1 )) » » )) » )) 4 41 3 » 2 2 (0) 2 » 4 1 » » )) » »| » » 4| 18 6 )) O) » )) (UXS0) 3 D) » 1 41 » » » » ) » LI » 20 3 3 » LI (0) 4 3 DI 9 » n » » » » » D) 7 6 Li )) [| 2 NE 5 » { 2 ) ) ) » » ) » » 7 15 2 1 41 1 (0) 6 » » 2 » » » »| »| » » 5 4 | 23 » 2 » » 0 Per decadi id.) | 1 dò 2 1 » » » )) » 4 22 17 3 » 2 2 OSO 2 3 LI 10 1 )) » » » » » 1 7 26 4 3 LI 3 (0) 3 ) 1 4 D) )) D) » » » » 5 11 38 2 3 1 1 (0) Tot! 4 3 19 3 1 » » ) » ») 10 40 84 9 6 4 6 (0) Medie serenità | Massa delle nubi 9h 12h 3h 6h 9h 12h |[Comp. Dec. 9h | 12h | 3h , 6h 9h , 12h| Comp. Dec. ip. | 31.2 | 412.4 | 27.0 | 44.0 | 35.6 | 32.0 d 33.7 1P-|37.8 |62.5 [49.1 [38.4 |46.6 [32.6 471.8 13.6 2 29.8 | 19.4 | 19.4 | 424 | 44.0 | 67.0) 37.0 2 |40.3 |47.6 153.8 [37.9 [35.5 (21.3 39.4 I 3 41.0 | 12.0 | 46.2, 34.4 | 30.0 | 28.0 | 21,9 21.9 3 |56.0 |56.8 (55,5 [44.7 [49.0 [48.4 51.7 Î 51.6 4 28.0 | 22.6 | 18.6 | 33.8 71.6) 214 | 22.0 Î x 4 45.9 !152.1 |58.4 !44.7 [61.0 |47.2 | 51.5 5 40.0 | 27.2 | 28.4 | 39.0 | 72.0, 72.0 | 46.4) 33.9 5 302 IRE 434 |35.2 |16.3 [18.1 32.8 43.3 6 33.0 | 12.3 7.0 | 20.0 | 16.5 | 38.3 | 21.5 \ 6 |43.3 [62.1 |63.6 [54.0 |59.7 [40.8 53.9 { Numero dei giorni Sereni) Misti | Coperti [Con piog| Con neb.| Vento forte; Lampi | Tuoni jGrandine| Neve] Caligine| Rugia d 1 p. » 1 | 4 5 1 n » » ) » » » 2 1 1 3 1 » )) » ) » » » D) 3 » 1 4 4 » » » ”» » » » » 4 1 » 4 2 » » )) » D) » » » 5 2 » 3 2 » 2 » » » ”» » n bi » 2 4 6 ”» 3 4 » 2 2 "a » Tol. 4 3 22 20 1 | ò 1 0 2 2 0 (1) Medie mensili Barometro dalle 6 ore di osservazione . . . .. 755.33 | Velocità del vento in chilometri . . . +... +. 10.3 Dai massimi e minimi diurni... + + + +. ++. 53.38 | Vento predominante... .. 0... 000 0. Differenza. ...» . 0.00 Termometro cenligrado. . + . + +. + + + + + + + .40.59 | Massima temperatura nel giorno 8... . +... 17.3 Dai massimi e minimi diurni... ....... +. 40.23 | Minima nel giorno » » 29... ..... 0 41 si =_= Escursione termometrica .. +... + e lele AI Differenza ...... 0.36 | Massimaaltezza barometrica nel giorno 22. . . 769.17 ——_- | Minima nel giorno 26... ... ++. + è è + 732.39 Tensione dei vapori . . +... +... + ++ 6.54 | Escursione barometrica . . PRE GAI A ATA e RL Umidità relativa . . .... » +++» ++ + ++ 68.0 | Totale Evaporazione - Gasparin .. +... +... 35.04 Evaporazione -ALmometro - Gasparin » + + + ++ + 1.16 | Totale della pioggia . . ee ee VADA, SELMA AI e a e a ZI Massa idelle Midi 0 N, nt al IAS 02010! IAT ia LE SIRIO La USS a 9 a Wo DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO ll Osservazioni Meteorologiche del Febbraro 1878. = NOTE . Cielo coperto piovoso, venti deboli del terzo quadrante, mare calmo. . Pioggia, venti deboli, mare calmo. . Pioggia, venti deboli di ponente, mare agitato. . Nel mattino, pria di far giorno, forte temporale del primo quadrante; con pioggia, grandine e vento impetuoso. Indi cielo piovoso e venti del quarto quadrante : mare agitato. . Giornata bella, mare calmo, venti regolari. . Cielo coperto vario, mare calmo, venti regolari, Tempo vario piovoso, mare calmo, venti regolari. . Cielo bello, mare calmo, venti regolari. . Cielo vario e piovigginoso sul mezzodì. Mare calmo, venti regolari di ponente. . Cielo bello, mare calmo, venti regolari. . Cielo coperto, venti del terzo quadrante, mare calmo. . Venti forti del terzo quadrante e mare mosso; cielo corperto e piog- gia nel mattino. . Durante il giorno cielo coperto con alta corrente di tramontana; mare agitato, venti gagliardi, sera bella. . Giornata bella, mare calmo, venti regolari. Dopo le 7 p. m. cielo neb- bioso, ed indi coperto. . Cielo coperto, umidità forte, venti sciroccali deboli, mare calmo. . Cielo variabile coperto, pressione forte, mare calmo, venti deboli. . Giornata bellissima, mare calmo, venti deboli. i . Cielo sereno, mare calmo, venti deboli. . Cielo coperto, mare calmo, venti variabili. . Tempo piovoso, mare calmo, venti deboli. . Cielo vario, mare calmo, venti regolari. . Cielo coperto vario, mare calmo, venti deboli. . Cielo coperto, mare calmo, venti deboli. . Tempo piovoso, mare calmo, venti debolissimi. . Cielo coperto piovoso, mare calmo, venti debolissimi. . Tempo piovoso, mare calmo, venti deboli. . Cielo misto, mare calmo, venti deboli. . Cielo coperto, mare calmo, venti varî. 12 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche del Febbraro 1878. imi inimi Massimi î Ù Massimi e minimi : dratiezatari) Barometro ridotto a 0 Faro metrici Termometro centigrado o TT'T_r,«xyyesen_Tt___a=zs>3z3=+w==-— T—=< _ ._—,,,,,-—_ —_rwT_Tt-.\|.-TTT_-oeoe__r_—=<( rFTF —_ 9hm. | 12h 3h, _ 6h 9h 12h 9hm )42D | 3h | 6h j 9h , 12h 1 || 755.94| 755.73] 754.91: 754.56] 753.96] 755.49 753.94] 753.49 | 6.5 (40.0 | 9.7 | 8.8 87/83 | 105] 46 2, 50.41) 49.82) 49.49) 248.94| 49.40j 49.53 53.19 43.761 7.3 (11.0 | 98/94 | 79 (84/115 6.0 3 || 48.71] 43.22) 47.07] 47.39| 43.29| 4948 49.53 46.68 | 7.0 | 8.4 | 8.8 | 11/62/5350 104| 5.3 4 || 54.58] 56.05) 56.31] 57.29) 58.38| 59.66 59.66 49,48 || 8.2 [10.4 | 9.9! 9.1 | 7.4 | 8.0 I 10.5! 50 ò 62.32| 62.69) 62.88| 62.74] 63.57/ 64.09 64.09 59.66, 9.0 |10,2 10.3 | 9.2 | 6.8 | 6.9 || 10.6 6.4 6 || 63.97) 63.67) 62.44) 64.98) 61.80/ 61.41 63.97 61.44 || 8.4 (10,6 [10.8 | 9.9 | 7.0) 6.7] 109| 59 7 60.97] 61.05) 60.84) 61.20) 61.96] 62.70 62.70 60.81|| 8.3 (12.1 |11.3 [10.3 | 8.7 | 7.6 || 124 | 60 8 || 63.42| 62.61 62.78) 62.91) 63.05) 63.38 63.42 62.54 || 8.5 [11.8 [11.7 (10.8 | 7.7! 6.7 | 12.3 5.9 9 || 62.74| 62.86) 62.10 61.94] 62.01] 61.65 63.38] = 61.65 {10.4 (14.3 [11.6 (40.4 | 9.3 | 7,3 [| 12.4 5.8 10 || 60.99] 60.86| 59.57) 59.43) 59.25) 59.09 61.65 59.09 || 9.0 |11,9 |14.9 |10.4 | 7.6 | 8.3 || 12.4 5.4 11| 57.08] 36.93] 55.89! 55.67] 55.77) 54.31 59.09] 54.31 (11.7 [15.1 |14.3 |13.2 [42.1 [12.2 {| 15.6 | 7.7 12 | 54.79] 5479 53.48| 53.92] 5541| 56.73 36.73 53.48 [113.1 [45.4 |15.7 |44.1 [12.9 [12.6 || 15.8 | 11.9 13 || 56.63] 60,90) 61.23 62.95] 63.88| 64.94 64.94 56.73 (112.4 |13.6 [12.5 [10.9 | 9.1 | 6.6 || 13.7 6.6 14 || 65.02) 64.91) 63.78 63.49] 62.95) 61,89 65.29 61.89! 8.7 [11.4 |11.5 (10.4 | 8.0 | 8.1 || 11.7] 54 15 || 61.53] 6419) 60.94! G1.45) 61.86) 6340] = 63.10/ 60.45[10.6 |13.4 [12.7 [12.0 11.2 | 9.0 | 440| 80 16 || 64.80! 65.40! 63.66) 66.72) 67.30, 68.02 68.02 63.10 [12.2 '12.7 |12.3 [41.9 [11.0 ]11.2 || 13.1 9.0 17 || 69.17] 69.47) 68:32) 68.51] 68.29) 67.95 69.25 68.02 |14.7 [12.9 |12.5 |11.6 | 8.9 | 1.4 || 412.9 14 18 || 66.74] 66.48) 64.93: 64.73] 64.44| (63.75 67.95 63.75 [10.4 (12.5 |12.3 [11.0 | 9.2 | 6.6 || 13.0 6.3 19 || 61.58] 62.90) 61.50; 61.3%| 641.65, 61.27 63.75 61.27 [11.7 (13.6 [13.2 |12.1 (10.0 | 7.9 || 14.4 6.6 20 || 61.05] 61.02) 60.59 61.10| 62.08] 62.95 62.95 60.25 (12.1 13.2 |12.5 (10.5 [10.5 |10.1 || 13.8 6.8 21 65.05] 65.44] 65.43) 65.91 66.46; 66.53 66.53 62.95 (11.1 [13.2 |13.0 [41.5 (40.4 | 9.7 || 13.6 6.9 22 || 66.84] 66.73] 65.63; 65.33] 65.43! 65,20 66.84 65.20 142.5 [12.7 |12.6 |42.1 [11.4 | 8.6 || 13.7 8.6 23 || 6478] 64.49] 63.93; 63.90) 63.67) 63.10 65.20 63.10 112.2 (42.7 [15.0 (44.9 [14.5 {11.0 || 14.0 8.0 24 || 72.17) 61.59) 60.64j 60.41) 60.52] 59.00 63.10 59.00 [113.0 [16.2 |13.4 [11.7 [10.9 [11.7 || 16.5 | 9.6 25 || 57.69] 57.43| 56.41| 56.27) 56.42: 56.49 59.00 35.87 |113.6 [13.6 |13.6 |12.6 (10.6 (11.0 || 44.5 9.9 26 || 56.98] 57.46] 57.68) 38.24) 59.59| 60.53 60.53 56.49 (11.9 (13.5 |12.6 (12.4 (11.4 [10.4 13.9 9.8 27 63.07] 63.43| 63.01] 63.42] 63.62| 63.81 63.81 60.53 (12.7 13.5 |43.7 [42.7 |10.7 | 9.4 || 14.6 8.8 28 || 63.90) 63.60| 62.85 62.69 ig 61.89 63.90 61.89 (12.2 (13.9 |13.5 [11.8 [11.2 Di 14.6 | 7,5 | | 760.94] 761.09 | 760.40; 760.57] 760.91' 760.99]| 762.43) —759.02|110.70,12.59|12.22(41.14|] 9.671 8.95] 13.16\ 7.28 Osservazioni Meteorclogiche del Febbraro 1878, Tensione dei vapori Umidità relativa Stato del Cielo NESS = —P—__asm = == —— ghm| 12h; 3h Gh, 9h 12h pr era gr go rd) vi In | 12h Al 5.64) 5.941 6.77| 8.86) 6.03, 5.95] 781 64 | 75! 81, 721 72 /Osc. Osc. Osc.c.p. jOsc. Ose. Nuv. 2| Hina] 6.10! 7.16) 6.38) 7.51| 5.21}| 84 | 62/79] 72/96 | 6£ Cop. Cop. |Osc.c.p. (Osc.e.p. |0Osc. Misto. 3| 9.45) 6.11] 6.49, 1.24) 5.50] 5.30 73) 74 | 73 9ò | Liri 18 [fop. Osc.c. p.|Osc.c.p. | Cop. Nuv. Lucido 4| 6.55) 7.08° 5.75) 5A] 3.52) 6.13 SL] 66|63| 60; 71| 76/Cop. Osc. 'Osc.c.p. Misto. |Cop. Osc.c. p. Sl 5.73! 4.38) 5.40 G.A7) 6.31) 5.931 67) 47| 58 7185) 79 /Bollo Bello Nuv. |Nuv. Bello |Nuv. 6 6.43) 3.78/ 6.22) 6.76 6.62] 6.16 78 | GI | 64 | 88| 84/cop.c.p.{Osc. = lOsc. cop. Lucido Bello Il 6.49; 5.21) 6.61] 6.63) 7.46, 6.80| 79 | 49 | 661 71 $5| 87 [Nuv. Nuv. :Cop. Cop. Cop.c.p. |Cop.c.p. BI 6.70) 6.31| 6.14) 6.56! 6.31) 6.05) SP | 61! 60| 6S| S| 82 (Nov, Bello |Bello |Bello |Bello {Lucido 9| 6.23! 7.31] 8.08) 7.68, 6.78) 6.12| 66| 73| 79| 83 | 77 | 80 Cop. Cop. Cop. |osc. Nuv. Bello 10) 6.07) 6.25, 6.931 7.62] 6.26; 6.17| 71 | 60| 67] 8189) 73/Lucido [Bello , |Nuv. |Bello |Bello [Bello 14|| 5.34) 4.67; 6.09! 7.35, 7.63; 8.20|52| 37) 50| 65/73; 77|vebb. v.\Cop. |Osc. lOsc. |Osc.c.p. lOsc. 12] 7.29) 7.38] 6.70) 6.57: 7.29) 7.24] 65| 57/30! 54] 96. b6cop. Bello |Cop. v. |Cop. v. |Cop. {Cop. 13] 8.20] 7.48! 6.82! 6.05 6.45) 3.58 77] 64] 63] 62! 75: 77 (Misto |Cop. iCop. |Cop. |Bello |Lucido 14 6.03/ 5.071 5.46, 6.35 6.351 6.391 72 | 50 | 561 67, 79) 729 Lucido |Bello |Bello . |Nuv. (Nebb. |Osc 15) 6.68, 7.23! 7.90! 7.71) 7.13) 7.191 70) 6372/74) 77 da Ose. Cop. ose. ose. Cop. Osc. IG] 7.36 6.34| 6.94! 6.59. 7.37! 6.94 70) 58| 65] 63| 75 S9[nuv. |Cop. |Cop. |gsc. |Cop. |Osc. 17] 7.90) 6.93) 6.821 7.60. 7.02! 5.10 77| 62|63| 74; 52 66 (Bello [Bello {Bello |Bello |Lucido |Lucido 18| 4.13) 8.02) 8.1%4| 7.85 7.53) 6.00| 46| 7£| 76) so: S6' S2/Lucido [Bello (Bello [Bello |Bello |Bello 19) 6.37] 6.16) 6.281 6.36| 7.46] 6.511] 62| 53 | 56| 60] 781 82 )sc. Cop. |Misto |Cop. |Cop. Nebb. 20|| 6.01) 5.92! 7.41] 8.54) 8.03. 7.10) 57 | 52]|69| 90! 8t| ‘6/Cop. |Cop. Osc.c.p. |Osc.c.p. |0sc. Osc. 21|| 7.08! 6.64) 7.23; 8.02: 7.91) 7.22) 72) 59|65|79|S3| $0/Bello |Bello |Cop. IBello |Bello |Cop. 22] 7.18| 7.20) 8.20) 8.A4| 7.84 7.32) 72| 67] 75) 77:38, 81 (cop. |Ose. [Cop. [Cop. |Cop-. . |Bello 23 7.24] 7.77| 7.59, 7.66 7.78| 7.03! 68 | 71 68] 74) 14, ‘2 |Nuv. Cop. 05. Cop. Ose. Osc. 24| 6.99) 7.15] 6.99| 8.50! 8.33) 6.84|62|52|61|83| 86) 66|vuy. |Cop. |osc. |Osc. |Cop. .|Cop. 251) 6.63] 7.36: 3.72) 8.82 6.42! 7.97|57 | 61|75|81| 87! 81!/xebb, v.[Cop. Cop. Nuv. Osc. Osc.c.p. 26| 7.54) 7.66) 8.57! 8.45 8.32; 7.91; 73 | 66 mo 791 83 | 85/0s e.p |Cop. Cop. Cop. Cop.e. p. {Bello 27| 7.17) 7.78) 8.29| 8.51 8.38! 7.29] 71 |'68| 71] 78] S7| $3|Misto |Cop. Cop. Cop. Nuv. Lucido 28| 6.20, 8.17) 7.4) 7.60, 7.25) 7.37 77 | 69 | 64] 74] 13, 73ll0sc. |Cop. |Cop. {Nuv. |Cop: |Ose. esa | Di | | | | | | | [ ; | 6.13 6.67! 711. 740 7.20 6.67|170.1(61.2|66.7|7%.2 801/77, ! DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO. Osservazioni IMeteorologiche del Febbraro 1878. Evaporazione Gasparini Forza del vento in chilometri Ozono | $hm., 3hs. 12hm. ‘fotale| 9hm. , 120 3h, 6h , 9h 12h || shm {| 9hm |i2nm , 3hS | 6hs | 9hs | 12h 1) 0.61 | 0.00 | 0.00 | 0.61 4,5 0.6 | 4.1 | 1.8 4.5 | 10.8 71.0 4.0 2.0 2.3 3.0 3.9 3.5 2 0.00 | 0.15 | 0.00 | 0.45 1.8 0.4 PI | 4.0) 1.3 4,6 7.9 1.0 4.0 5.0 d.ò 7.0 8.0 3 0.00 | 0.00 | 0.00 | 0.00 84 9.8 4.8 6-5 h.3 5.1 || 90 9.0 6.0 6.0 6.0 7.0 5.0 40.00 | 0.00 | 0.00 | 0.00 | 2.0 | 17.0 | ast | 90| 3.7] 7.3] 400] 40 | 45, 60] 50 | 60] 25 51 0.00 | 0.00 | 0.93 | 0.93 6.1 AD) ADI 3.0 9.0 8.3 7.0 3.0 5.0 6.0 5.0 3.0 4.0 6) 0.32 | 0.253 | 0.57 | 1.44 | 4,1 2.2 | 2.3 3. 6.7 1.2 7.0 3.0 3.0 4.0) 4,5 3.3 3.0 7 0.23 | 0.90 | 0.00 | 1.13 | 6.3 DADA 4.6 4.0 0.0 6.0 3.0 3.0 | .0) 4.0 6.0 3.0 81 0.00 | 0.90 | 1.05 | 1.95 4.3 Spa, 4.3 3.8 dA | 9.7 7.0 Î 4.0 5.0 3.9 3.5 6.0 9! 0.40 | 0.00 | 0.59 | 0.99 0.0 | 8.7 | 14.4 | 13.4 3.3 | 8.6 7.0 4.0 4.0 7.0 6.0 7.0 3.0 10) 0.33 | 0.90 | 0.75 | 1.98 d.5 5.4 8.9 5.9 3.9, 12.4 7.0 4.0 3,5 9.0 3.3 35.0 2.9 44|| 0.45 | 4.17 | 0.48 | 2.10 4.0 | 12.3 | 44,0 4.5 1.8 8.4 6,5 Z.0 3.0 3,9 3.3 4.0 7,0 12] 0.00 | 1/90 | 0.74 | 2.66 | 173 | 158 | 20.6 | 292 | 19.2 | 499] 75] 40 | 30] 50 | 35) 70 13)| 0.46 | 0.95 | 1.63 | 3.04 | 21 | 125 9.0 5.6 | 11.1 | 44.5 7.0 2.0 3.0 8.0 1.0 6.0 14] 0.42 | 0.35 | 0.95 | 1.82 3.9 8.9 8.7 4.2 5.4 1.8 6.5 3.0 4.0 d.0 5.0 1.0 4,5 45) 0,30 | 0,55 | 0.64 | 1.49 34 VELI 9.3 e 0.6 9-2 9.0 3.0 3.0 9.0 9-0 2.0 4.5 160.01 | 0.85! 0.77! 1.63] 07] 54| 65] 22) 10) 00 30] 20/35 | 30) 70 25) 10 17) 0.08 | 0.75 | 1.70 | 2.553 0.0 2.6 3.1 1.4 4.3 9.2 6.0 2.0) 4.0 5.0 6.0 3.0 2.5 18] 0.20 | 0,80 | 0.65 | 4.65] 22! 4.7] 48] 25] 31] 47] 5.0/73.0 | 3.5 45] 7.0 | 10) 10 19) 0.45 | 0.67 | 1.04 | 2.16 0.0 0.7 | 16.3 8.2 3.7 6.5 6.0 4,0) 3.0 9.0 6.0 5.0 4.0 20)| 0.22 | 0.87 | 0.00 | 1.09 | 0.0 4,3 8.8 0.0 0.7 0.0 TEO) 3.0 Da 4.0 8.0 2.0 2.5 24) 0.46 | 1.06 | 1.13 | 2,35 3.9 8.6 7.8 3.9 6.1 4.5 6.0 4.0 9.0) 6.0 6.0 | 10 2.3 22) 0.00 | 0,60 | 0.51 | 1.4i 0.0 5.3 0.3 2.9 0.0 7.0 3.5 1.0 3.0 3.9 70 | 10 3.0 23) 0.34 | 0,70 | 0.72 1.76 0.0 4.9 4h 0-0 2.6 0.0 || 6.0 2.0 4.0 | 3.3 60 1.0 1.5 24)| 0.45 | 0.15 | 0.23 | 0.83 0.0 1.9 3.3 0.0 3.1 4.0 3.0 3.0 1.0 3,5 7.0 1.5 6.0 25) 0.22 | 0.48 | 0.00 | 0.70 0.0 5.8 1.7 DEI 1.0 0.0 3.0 0.5 2.5 3.3 | 2.0 1.0 4,0 26] 0.00 | 0.60 | 0.00 | 0.60 0.7 9.0 4,8 3.5 14 0.8 6.0 0.5 d.0 6.0 | 5.5 3.0 6.0 27) 0.30 | 0.85 | 1.05 | 2.20 0.9 2 4,2 3.5 5.0 3.1 || 8.0 0.5 4.0 4.0 40 6.0 2.0 28)| 0.20 | 0.80 | 0.89 | 1.89 1.4 5.9 | 11.3 6.7 2.1 0.0 6.0 | 3.0 1.0 3.0 | 3.0 4.5 4,0 A | | m.ll 022 | 0.62 | 0.61 | 1451 29! 60) 751 sal sol sa | CA E E AL E 0 A Osservazioni Meteorologiche del Febbraro 1878. (RG g Pioggia Stato | Direzione del vento Direzione delle nubi sa ia » dl. imetri 9h {42hm 3hs. 6hs. 9 hs. | 12hs, 9hm; 12h 3h | 6h 9h |; 12h alle 8m 1 SO 0 0S0 0SO (0) ESE )) » » » )) D) 1.64 3 2)| NE NE NE 0 0 ONU ) ) » » » » 9.17 2 30 (0) (0) (0) 0 SO (0) ) » e” » » 3.19 3 4 0S0 NNO N N 0 0S0 0 » » » » » 41. 3 sì OSO NE NE NE OSO OSO )) )) » » » ) 0.09 3 6) 0 NE ENE NE 0S0 oso VO UL » 3 » » » 2 7 0S0 NE ENE NE (0) Calmo || NNE| » NE 5 » n) 0.89 2 8| 0S0 ENE ENE NE OSO 0S0 ENE| » » » » 0.06 2 9| Calmo | 0 NNO 0 (0) 0sS0 » (0) NNE| ” » » 0.04 2 i (0) 50 » » » Ù » )) » 2 » » » » » » ONO o È 0S0 o » » 0.89 - » » » du | » » » » » » n 3 SSO 0 » » » » » » 2 Calmo NO » » » » » » DI 0S0 » » » » » » » 2 QI » » » | 0 » » » 3 (0) » » » » » Calmo || » » » | (0) Saga [a 443 2 A | (0) » » » » ”» DI 2 S (0) » » ) » » » p cal no D) » » | ORO » » Ù RL 3 (0) » » » » » .97 cino » » » 0 » ) SA 3 » » » » » » d 0s0 NNE| » Da » » » 0,28: 2 Calmo » » ONO| » » » » 2 14 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche del Febbraro 1878. | | | Nuvole | 9hm : {2h 3h (RENDE 9h 12h rr cere Ce e es È | || Vol., Dens. Massal Vol.| Dens,jMassaliVol.jbens. Massa] Vol. Dens.;Massal|Vol.|Dens.j Massa||Vol. Dens. Massa 1100) 0.5 | 500/100 | 0.7| 70.0 j100] 0.7| 70.0 | 100| 0.7 | 700 100) 0.7] 700/53 0.5 | 15.0 2 70 5|a5.0| 99 6 | 59.4 {100 7| 70.0 || 100 7| 70.0 || 100 7| 70.0 || 50 5 | 25.0 3| 90 i | 63.0 || 400 7 70.0 100 770.0) 98 768.6] 25 5 | 12.9 || » » » 4 80 7| 56.0 || 100 7| 70.0 (100 770.0 50 6 | 30.0] 98 6 | 54.8 |1100 7| 700 S| 5 s| 25] 43 4| 6.0 || 20 4| 80] 25 4 10.0) 5 4| 20/30) 6) 180 6| 90 6 | 54.0 [| 100 6 | 60.0 100 7| 70.0] 98 6 | 58.8 » )) ) 20 5 | 10.0 7 40 6| 24.0] 40 6| 24.0] 98 7|68.6) 90 7) 63.0) 95 7) 66.5 || 85 6 | 51.0 8 30 5 | 15.0|| 15 35| 75|12 5| 60) 8 4| 3.2] 40 &| &0| » »| » 9 90 5| 45.0] 98 7| 6861 80 756.0) 100 7700) 20 5| 400] 5 5| 25 10) » » » 15 5| 75/25 5 |42.5|| 10 4 4.0 2 4| 08] 5 Dama: til 50 3 | 13.0] 95 4 | 33.0 (100 5 | 50.0) 100 5 | 50.0 || 100 7| 70.0 {100 8 | 80,0 12) 80 7| 560) 15 5| 7.580 648.0) 70 6 | 42,0) 98 6 | 58.8 || 90 8 | 72.0 43 50 6 | 30.0] 90 G| 54.0 99 769.3]. 60 6 | 36.0 5 5| 2.5) » » D I&| » » » 2 4} 08%" 8 &| 32] 40 4 | 16.0] 90 3 | 27.0 [100 4 | 40.0 15)| 100 7| 70.0] 98 5 | 490/100 7| 700) 100 8 | 80.0] 93 6 | 58.8 [100 5 | 50,0 16) 40 5 | 200] 70 6| 42.0! 85 6 | 51.0) 100 7700) 98 6 | 58.8 [1100 6 | 60.0 17) 10 5| 5.0 ò DIE 5| 2.5 2 4| 08 » » » » s îI 18| » 0) i) &| 20] 8 5| 40) 8 S| 40) 5 5| 250 5| 6| 30 19] 100 7|700| 98 6 | 58.8! 50 5 | 25.0) 85 71595) 98 6 | 58.8 || 40 3 | 12.0 20)| 70 5 | 35.9] 98 6 | 58.8 [100 7| 70.0) 100 770.0) 10 7| 70.0 (100 7700 2A 5 5| 2,5] 1° 8| 7580 6480] 10 S| 5.0 5 4| 20/90 4 | 36.0 22) 80 5 | 40.0 || 100 7| 70.0! 80 6| 48.0] 80 6 | 48.0|| 80 6 | 48.0] 20 k| 80 23) 30 4 | 12.0 90 6 | 54.0 100 7| 70.0) 9% 6 | 54.0 || 100 6 | 60.0 |[t00 5 | 50.0 24|| 30 4 | 12.0] 96 6 | 57.6 400 7| 700] 400 8 | s00| 95 7 | 66.5 || 95 6 | 57.0 25] 60 3| 180] 95 6 | 57.0; 99 7| 69.3) 40 6 | 24.0 || 100 6 | 60.0 [100 7 | 70.0 26) 400 7| 700] 60 6 | 36.0 | 95 7] 66.5] 90 7| 630) 98 768.610 k| 40 27|| 50 71|35.0|| 80 7|56.0 | 80 7| 56.0) 70 6| 42.0) 20 6 | 12.0] » » » 28)| 100 5 | 50.0] 99 6 | 59.4 | 90 71) 63.0) 20 4 | 8.0] 90 6 | 54.0 [100 6 | 60.0 | | m.|| 37.2 32.9 Il 68.4 41.8 75.7 50.3 || 65.5] | 42.5 || 62.4 38.6 ||51.6 30.3 Medie barometriche Medie termometriche 9h, 12h sh | 6h 9h 12h | Comp. p.dec» 9h 12h, 3h 6h 9h 12h |Comp.p.dcc. 1p.|754.33|754.50 |754.07/754.48|75%.72/755.19| 734.50,75g gg||}p.| 7.60] 9.94) 9.70) 8.72) 7.40) 7.36| 8.45) 9.092 2 | 6242] 62.21| 61.54! 61.49] 61.61| 61.65 64.82(198.16) 2 8.92) 11.54) 11.46/ 410.30] 8.06| 7.32 9 60 | 3 3 | 59.61] 59.74] 59.06] 59.50] 59.97) 60.19! 59.68) go gg] 3 | 14.30| 13.78) 13.34, 42.12) 10.66| 9.70 14.82 111.50 4 | 64.67] 64.99] 64.20] 64.48) 64.753] 64.79 66.65 216% L4162| 12/98] 12.56) 11.42| 9.92| 8.64| 411.1941413 5 | 63.31] 63.08| 62.35] 62.36] 62.50] 62.06| 62.61) go gg] © | 12.48| 13.68) 43.12) 11.96] 10.90] 10.40 12.09 012.11 6 | 61.32] 61.50) 61.18| 61,451 61.92] 62,08] 61.57( 92-99 6 | 19/27] 13.63! 13/17] 12.30] 14.40) 10.301 12.14 0°5- Medie tensioni Medie umidità relativa 9h, 12h 3h 6h 9h, 12h Comp.p.dec. 9h 12h 3h 6h , 9h 12h |Comp.p.dec. ip. 5.97| 5.72) 6.25) 6.75) 6.7] 3.70) 6.10, g.39 1 p.| 76.6 | 62.6 | 696 | 76.0 | 79.8 | 73.8 | 734 ) 733 2 6.38| G.A7| 6.80) 7.05] .6.62|] 6.26] 6.55} ‘-°< ||2 75.0 | 60.8 | 67.2 | 75.4 | 820 | 81.6 73.6 | : 3 6.74] 6.37) 6.59) 6.84) 7.04) 6.92) 6.75) ggg ||? 67.2 | 54.2 | 57.8 | 66.4 | 74.0 | 76.6 | 65.7, 676 4 6.36| 6.67] 7.12) 7.38] 7.42| 6.32 6.88) : 4 62.0 | 59.8 | 65.8 | 73.4 | 81.0 | 75.0 69.5 | 07. 5 7.14) 7.24) 7.715) 8.23) 8.05) 7.28) 7.61) 226 ||d 66.2 | 62.0 | 68.8 | 78.8 | 82.6 | 77.2 | 72.6 ) 73.9 6 7.8%| 7.87) 3.09) 8.19] 7.98] 7.52 7.94) * 6 73.1 | 67.7 | 71.3 | 710 | 81.0 | 80.3 ! 75.2 ; Barometro Termometro Medie evaporazione Gasparin 1 Massimi spin ; DIECI Minimi i Do i da COMUIRIOO ALE p. .70 5.46 pi È È È È 10 63,091 159.75 | ‘64:10 199.32 2 11:90 41.30 Sao 5.63 2 026 050 059 La 0.89 3 61.83) 57.37) SL .16 7.92 i : .2 } 4 66.38) 64-10 | 6328; 90-32 4 tia 1307 | 733 151/; 0.19 | 079 | 083 | {61 iu 5 64.131 64.22 46 8.60 5 D £ .52 d 6 cEIzi 63.46 | Speri 90-83 | 16,37 1441 | g70) 865] 017 | 0.75 | 065 | 156600 aumen DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO 15 Osservazioni Meteorologiche del Febbraro 1878, Numero dei giorni Sereni) Misti | Coperti [Con piog| Con neb.| Vento forte) Lampi | Tuoni Grandine) Neve] Caligine| Rugiada 1 p. 1 » 4 6) » » A D) » » » 1 »i 4 3 » ) » » D) )) » )) » 2 3 1 » 1 » » » » ) » 2 » 3 1 » » » » » » » » 1 » 4 | 2 » » » » » » )) » » 1 2 p » )) » » » » )) » L 5 bj 20 14 0 | 1 LI 0 4A 0 0 0 Medie mensili Barometro dalle 6 ore di osservazione . .... 760.80 | Velocità del vento in chilometri... ... +. 5. Dai massimi e minimi diurni. . ......... 60.72 | Vento predominante... .. +... + + + +». 080 Differenza. .... . 0.08 Da; Termometro cenligrado. . .. ........... 10.88 | Massima temperatura nel giorno 24... .... 16.5 Dai massimi e minimi diurni. . ..........10.22 | Minima wel giorno » »_ d.. ..... OI EHI 3 = e istunsione te rmometnicaneto tt 00. 0004159, Differenza ...... 0.66 | Massima altezza barometrica nel giorno 17 . . . 769.25 ———<— | Minima nel giorno 3... +... DO CLONI 746.68 Tensione dei vapori ..... 0.0... 0 + e. 6.96 | Escursione barometrica . . 0.60 22.57 Umidità relativa +... .... «++ + ++ +... 71.6 | Totale Evaporazione - Gasparin . . ..... 40.47 Evaporazione-Atmometro - -Gasparin adele, etto flat STRO UTOLA CREA DIOOGIANe, a) ee e ala eee II STATO Pi e ARCI Massadelle nubi eee at ae IRE OZONO RR I e 1 —=—_e=="=°—————_—_—_—rr————————_—_—_==" = ’ Quantità : I Medie dell’Ozono dUilai pioggia Medie forza del vento 8h 9h 12h y ohs) 6h 9h | 12h;Comp. p. d.|| } mm. | — 9hm {2h , 3D 6h, 9h |12h, Com.p.d. p.| 8.1 34 4.3 | 51| 50 | 5.3! 4.2 5.0 (7, 8 | 1|48.50 0) 9 Itp.| 4.6 | 5.7] 5.8] 5.0] 3 8| 72 5. 5 6.8 | 3.3 | 3.6 |5.0|47]|50]|35| 464° 2) 0,99 4° (2 | 42) S.I] 90! 6.4 46, 5.6 57 3; 6.5 34 asd 160 5.90 02:38 EG 4.h 7 1 13] 0,89 % 0 ld 6.4 (11.4/11.8] 9.8] 7.6/10.0; 9.4 6.4 5A | 28) 33|43] 6827/46] 38% 4] 413 (7 |& | 0,6] 2,9 8.0) 2,9] 26! 61] 3:54 5 43 | 2A | 34/40/57 |11|34| 34 (38 (3| 1-13 2 3.46 |5 | 0.8] 53|3.5| 2.0 2.6| 2.5 2.8) 33 6.7 165 3.514.351 42/521! 4.0 LEVE 6 Pa !6_‘1, 0 | 5.9] 6.8] 5.2] 2.8] 1.5) 3.94 Numero delle volte che si osservarono i venti N | NNE |NE| ENE | E | ESE|SE|SSE| S| sso |so|ose|o |oro]| no nua Calm.| Pred. LL#2 » 6 » » 1 » » ) )) DI 7 40 i » ) (0) » D) Li 5 » » ) » ) » ) 9 6 )) )) | 2 oso 1 » 4 3 1 » » ) 1 » 9 8 1 » ) » (USTO) 1 » 10 A 1 » ) » )) ) 4 5 4 1 » ) 6 NE » » 7 d 3 )) » » 1 » » $ » )) » » 9 (ORIO) 1 » 2 2 » » ) ) » pe) 5 DI 3 2 » 1 0sO Per decadi 2 » 13 d » 1 » » ) ) 2 16 16 Î 4 » 2 2 050.0 2 D) 44 4 3 1 » » ) 1 14 42 2 )) » ) NE.0S0 ì » 9 4 3 » » » 1 » » 13 2 | 3 2 » 10 OSO 5 D) 36 3 6 2 » ) 1 3 | 43 30 | 6 2 2 18 GSO Medie serenità | Massa delle nubi 9h 12h 3h 6h 9h 12h |Comp. Dec. 9h | 12h | 3h 6h 9h 12h | compe Dec. p. | 31.0 | 47.2 | 16.0) 25.4 | 344 | 58.0 | 30.3 i 122 1D-|41.3 (55.1 [57.6 |49.7 [41.9 [25.6 45.2 I 37.0 50.0 | 46.4 | 37.0 | 38,8 | 14.6 | 71.0 5%.0 f 2 |27.6 |33.5 '42.6 [39.8 [16.3 (13.2 28.8 44.9 | 40.0 | 22.6) 26.0 | 21.8 22.0 (29.4 | 38.2 bj 34.2 |29.9 (48.1 [44.8 [43.4 |484 41.5 } 372 36.0 | 44.8 | 30.4 | 41.0 | 30.8 | 51.0 | 47.1) °° || 4 ‘26.0 !32.8 [30.5 !/40.9 [35.0 |29.0 DRD 59.0 | 20.8 8.2 | 36.0 24.0, 19.07 27.8} 99.1 5 Le 49.2 |64.f (2.2 41.3 |44.2 43.5 0 16.7 | 20.3 | 14.7 40.0 | 30.7 | CLORO 6 |51.7 |50.5 [61.8 [37.7 |44.9 |21.3 4.5 a 16 16 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche del Marzo 1878. ARANAANI NOTE Cielo coperto vario durante il giorno: sera bella. Mare calmo, venti deboli. 2 e 3. Tempo bello, mare calmo, venti regolari. 4. Cielo coperto vario, mare calmo, venti regolari. Nella sera forte umi- dità e rugiada. 5 e 6. Tempo bello, mare calmo, venti regolari. Nella sera rugiada. 7. Cielo coperto e spesso piovigginoso; mare lievemente mosso, venti fre- schi del quarto quadrante. 8 e 9. Cielo bello, venti gagliardi, mare lievemente mosso. 10. 10° 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 200 22. 23. 24. 25. 26. 21. Giornata bella, mare calmo, venti regolari. Cielo coperto e nella sera piovigginoso; mare lievemente mosso, venti forti di libeccio. Corrente del quarto quadrante, mare agitato, pioggia. Venti forti di ponente e mare agitato : cielo coperto piovigginoso. Giornata burrascosa, mare grosso, pioggia, grandine, venti forti. Neve ai monti. Cielo bello, venti gagliardi del primo e quarto quadrante, mare agitato. Cielo coperto vario ed a sera piovoso; mare agitato, nel mattino venti gagliardi. Venti forti del quarto quadrante e mare grosso: cielo coperto, e nella sera pioggia. Continua la corrente del quarto quadrante con venti forti, mare grosso, cielo coperto piovoso. Nel mattino leggiera nevicata per pochi minuti. Venti gagliardi di ponente e del quarto quadrante, pioggia, mare agitato. Corrente del quarto quadrante, mare lievemente mosso, cielo misto. Cielo bello, mare calmo, venti regolari. Nella sera rugiada. Tempo piovoso, venti deboli, mare calmo. Venti forti del terzo quadrante, mare lievemente agitato nella sera, cielo piovoso. Tempo piovoso, venti gagliardi del terzo quadrante, mare lievemente mosso. i È Venti gagliardi del terzo quadrante, mare mosso, cielo piovoso. Burrasca del quarto quadrante, mare grosso, pioggia e grandine. Nella notte tempesta : venti impetuosi del quarto quadrante e pioggia. Indi giornata variabile, mare mosso, venti gagliardi. . Corrente di scirocco, mare agitato, cielo coperto vario. . Cielo coperto, corrente forte di scirocco, mare mosso. . Variabile; a mezzanotte cielo coperto e venti forti del quarto quadrante. . Cielo coperto piovoso, maestrale gagliardo, mare agitato. DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO. 17 Osservazioni Meteorologiche del Marzo 1878. Massimi | o - o Massimi ce minimi a Re Barometro ridotto a 0 Dara cirici Termometro centigrado E Echi IT ge" — —— — — An _ Mt =_= n 9Yhm, 12h 3h, _ 6h, 9h, 12h Om j92h 3b | 6h 9h) 12h | 1 || 761.28) 76133) 760,98: 761.19) 761.52] 761.54 || = 761.89] 76092 (4&.A [44.7 |14.& ‘13.6 |10.4 ‘10.1 || 15.2 | 410.1 2 61.53] 61.75) 61.52| 61.68| 6149; 60.96 61.89 = 60.96/12.9 [14.5 [14.5 143.5 [11,3 [1222 169 | 1.9 3 || 60.44) 60.96) 60.47] 60.87| 64.65) 61.57 61.82) 59.89 (14.2 [13.1 [13.5 113.7 (11.2 10.4 15.7 | 104 4 || 63.00] 63.04) 63.05) 63.15) 63.70) 64.20 64.20] 61.57|[14.6 [15.4 |16.6 '13.7 [14.4 |107!! 15.6, 93 5 || 64.52) 64.44 63.67] 63.52 63.84) 62.88 65.52) = 62.88,13.3 [13.9 |13.8 |12.4 | 9.6 | 94 | IK.3 79 6| 6182) 61.52 59.99 59.64 5852) 57.26 62.88| 57.26|125 {17,3 (142 (13,5 (11,9 [12.5 | 15.2] 7.6 7| 52.93) 5191) 50.01] 49.61) 50.28) 51.03 57.26] = 49.13 ||13.A [139 [16.3 [13.4 (12.7 |12.9 || 14.9 | 11.7 8 || 52.14) 5205] 50.46 49.92 50.09) 49.96 524%| 49.04/(45.1 [18.0 [174 (13.9 [129 (12.4 | 18.7! 414 9 || 50.63) 50.75) 50.71) 51.82) 53.341 54.58 $4.58) = 49.96/13.9 [16.4 |15.6 (43.5 |12.6 (10.0 || 186.0 | 10.0 10 || 57.37] 57.04) 57.986) 38.33) 58.49| 58.41 38.59 51.58 (13.0 15.1 [144 113.4 [42.4 [13.4 || 16.4} 8.3 fi || 57.60) 5697) 55.9 36.39| 56.33 38.41] 33.66/46.0 (17.6 (17.8 12.7 [12.3 || 194 | 41.4 12 55 98| 55.48) 54.61| 54.52) 34.48] 53.13 56.33 53.13 {11.6 |11.7 [12.6 ;12.3 11.1 |1t.A4 || 13.0 | 105 13 |) 34.72] 54.69) 50.18: 48.88] 48.9%| 47.01 53.43] = 47.01/113.5 [15.5 [15.8 {13.7 (12.9 (13.4 || 16.9 | 10.4 14 || 45.07) 49.06] 49.456! 51.78) 53.12) 55.36 53.36] - 45-49 ./10.4 | 8.0 | 9.9 66/90|73]| 131) 7.3 15 || 537.68] 57.79) 537.59 56.9] 537.09| 56.66 57.79] 53.36: 9.6 |10.5 [10.3 |90|71|69| 117] 63 416 |) 5446! 53.29! 52.881 53.31) 53.64. 53.47 56.66] = 32.13;(10.5 '/13.5 [13.3 !10.0 | 94 | 93| 155 | 62 17 || 5377] 53.39) 52.99) 52.32) 5250/ 32.73 53.77] 32.23 ./10.3 [10.8 [10.7 | 9.6 | 96 | 81] 115) 84 18 || 53.75) 54.26) 55.74 56.80) 57.64) 57.17 58.02 52.41 | 710|80|74|7.7|80|7.7]) 84) 43 19 || 56,92) 56.53) 54.93; 54.41) 534.07, 52.83 57.17] 52.89) 8.9 [ff.1 [13.3 | 9.9 | 94] 9.5 || 139 6.7 20 | 5265) 53.17) 53.56) 5443) 53.30) 56.17 56.17 52,22 14.4 12.7 |12.8 :11.2 [40.0 [40.2 || 13.7] 8.3 21 || 57.36) 57.54) 57.49) 57.68) 5841} 37.80 58.54| = 36.17|13.0 [13.4 [43.3 [12.0 | 9.7 7.8] 146] 7.8 22 || 57.62) 57.42) 56.37] 55.87) 56.00! 54.36 57.80) 54.3642.5 [13.1 [13.9 (42.5 [11.3 [10.3 14.8 | 6.8 23 || 5217) 51.74) 50.47; 49.61] 4946| 48.25 54.36] = 4825 :(f4.1 [13.4 |16.4 143.4 [12.9 (13.1 || 17.1 | 10.0 24 || 47.96] 48.01) 47.42: 47.61) 48.03] 848.73 48.75] 46.99;(15.1 [16.2 [162 !42.8 [12.3 |12.1 || 18.1 | 41.6 25 || 49.58| 49.55] 49.04] 49.30) 49.66 49.48 49.66) = 48.57/12.6 (14.0 [14.0 [12.1 [11.5 (10.7 || 45.6 | 10.2 26 || 50.47) 50.69) 50.84] 34.91) 53.56) 55.75 55.73) 49.18/412 |11.1|97|95|96 | 7.5. 122) 6.4 27 || 57.98| 58.35) 38.05) 58.22) 55.35] 57.80 38.80] 55.75 |10.7 [12.2 |42.2 (40.3 | 7.9 | 6.0 136| 60 28 || 56.91] 53.60) 51.88 SA.17| 50.77, 49.24 57.80] 49.24 112.2 18.2 [20.1 |16.8 [17.2 |19.£ || 206] 5.9 29 471.11] 46.23) 45.52) 43.94| 45.27| 45.93 59.24 43.94 121.2 2.0 |24.9 |21.3 |19.3 |16.3 23.5 | 16.3 30 44,95] 44.58] 44A47| 44.19) 45.68 45.93 45 93 44.04 |117.5 |18.9 [47.3 |16.2 |12.9 112.1 ;| 20.3 | 11.1 34 || 45.42) 45.79) 45.58) 46.72) 48.18| 48.94 48.94| 45.22(11.6 |42.9 (13.4 |12.2 [10.2 | 8.8 | 14.6 | 8.8 M. || 754.79) 754.69] 754.13: 754.10] 754.62: 734.48|]| 756.51] 752.61|[12.78/1%.05]44.24142.31|411.35/10,72] 15501 8.89 - Osservazioni Meteorologiche del Marzo 1878, Tensione dei vapori | Umidità relativa Stato del Cielo TT ___————_essw— TT i em — msn pin ==> — e Prezzi 9hmj 12h) 3h, 6h, 9h_, 12h [pr 12h, 3h, 6h, 9b 42b | vim 2h 6 gh 42 Il 8.09, 8.36, 8.37) 748° 7.97, 7.21] 671 69 68! 64, 841 18 Cop. Cop. Cop. jNebb. {Lucido ‘Lucido 20 703) 7.93! 8.55: 8.75! 3.62 7.96| 63 | 65 | 71 76 | 86 | 75 {Bello |Nebb. |Bello Bello {Lucido Lucido 3| 7.48] 8.84] 7.32] 9.53. 8.20/ 7.73]| 62| 69| 56| 81|83|82/ebb, v.[Nebb. |Nebb. |Nebb. |Lucido {Lucido sl 8.50| 7.84 8.81: 9.56) 8.81] 8.38 69 | 61/73 821 88 | 87 [Bello Cop. ose. Cop. Cop. Misto. ò 5.40) 5.98| 5.22' 7.47) 6.26] 3.40 47; 50| 44| 70/ 70] 61 (Bello Bello Nebb. [Bello Lucido |Lucido 6 5.54, 6.41] 7.86] 8.28: 7.66] 7.65] 51 | 53 | 65 12|74| 71 (Lucido {Lucido |Bello |Bello ;Lucido !Misto 20 6.58] 6.931 7.17] 8.02] 6.70, 7.90] 59 | 59 | 59/ 72| 61] 71 (Cop. Cop. ;Osc. Cop.c.p. Cop. |Cop. BI 6.69; 6.82] 7.03; 7.42! 7.77] 7.47) 52| 44! 48|63| 70| 70/Nebb. |Nuv. jBello |Misto [Bello Lucido 9| 166! 6.78, 8.1%| 7.29. 7.71) 6.70) 63 | 49 | 62 63] 71 | 13 [Lucido Bello Bello, |Bello Lucido |Lucido dol 7.23) 621) 799, 8.84) 652: 6.10] 63 | 48| 65| 77]| 641] 54 Lucido |Bello |Cop. Bello ‘Bello |Bello si 7.02, 7.98; 8.54; i 7.65; 7.18 52|53| 56] | 70; 67 (Cop. Cop. Cop. | Cop. |Cop. 2| 8.08] 7.18) 7.96) 8.02. 7.08) 6.85] 79| 76|73|75| 72 69/cop. [Osc.c. p.iOse. [Cop |Bello {Cop: 13 7.54| 694; 1.02; 6.81) 6.93| 6.46 65 | 53 | 52| 58° 62| 98 (Bello Bello INuv. Cop. Cop. Cop. 14| 4.15] 6.451 3.71) 6.41. 3.42/ 4.33) 4£ | 80| 4, 86. 39| 51 [Osc, Osc.c.p. |Osc.c.p. |Usc. ‘Cop. |Cop. 15] 2.45 2.72: 2.95) 4.67; 4.43 4.26 27, 29 | 32 56, 59| ST[Bello [Misto [Nuv. Nuv. Lucido |Bello 16 4.20| 4.60) 5.63! 7.86. 7.87) 7.46| 44 | 40 | 49 83 | 89 | 85 |[Cop. | Cop. iCop. Osc.c.p. |Osc. Osc. A7|| 5.29, 5.43, 4.94) 6.38. 6.03| 4.79 57 | 56|51| 71 67) 59 (Osc. jCop. |Cop. l0sc. Osc.c.p. |Osc. 18 | 6.20; 3.31| 2.86; 2.78) 3.71) 4.30! 56) 41|37]| 33 | 46] 55 |/0sc. Cop. Cop. Cop. Cop. Bello 19) 6.02 5.36) 4.49| 4.45) 6.27| 6.32] 70] 54 | 39| 49| 71| 71 |Osc.cp lose. Cop. v. |osc. {Osc. Osc.c. p. 20] 7.13) 5.08; 5.70! 7.14) 6.70 6.53/ 71 | 46 | 51 12/73 | 74/Cop. |Cop. |Nuv. Misto |Cop. |Misto 21|| 7.23) 7.72) 7.78) 7.60. 7.57) 6.47) 65 | 67 | 68 13| 84| S2/Misto |Nuv. Nuv. {Lucido |Lucigo |Lucido 22] 7.30, 6.93; 8.79| 8.88! 8.99 8.27] 67 | 61] 74| 82 90| 88/(Cop. Cop. Cop. l0sc. Cop. |Osc. 2531 7.42) 7.96) 6.53, 6.52; 6.34: 6.811 62| 70] 47 51 | 37] Gljnebb. |Osc.c.p.'Nuv. o |Nebb. [Cop. ‘Cop. 24| 7.69, 8.17) 7.911 8.21, 8.63 242] 60 | 60 | 58 181) 71 (Cop. Cop. (USCA IOse.e.p. {Osc.c.p. |Osc. 25] 8.08) 7.60! 6.51 6.13. 3.80) 5.94] 78 | 64| 54 dai 37 | 62/Misto Cop. Cop. Nuv. (Bello Bello 26;) 3.88 3.73! 2.79) 3.53' 357 5.361 39 | 339 | 31] 40 40) 69/0sc, Cop. {Cop. !Cop.. -|Cop. Osc.c.p. 27) 4.73) 3.831 5Ai| 3.62; 5.65] 5.14] 49 | 36 | 39 60 | 11 | 73(Nuv. |Misto i!Misto. 'Cop. (Lucido |Lucido | (28! 5.84, 5.311 5.42. 6.28, 4.70| 4.581 55 ) 34 | 31 4 | 32 | 27 |[Nebb. Cop. Cop. Msc. Cop. Cop. 29|| 5.53) 6.65! 5.01! 5.08) 5.65) 7.34] 29| 30 | 25, 27) 36] 53/Cop. |Cop. |Cop. lose. Cop. lose. | 30!| 9.10. 6.80, 6.86; 7.78. 6.82] 7.54| 61] 42|47| 57) 64| 72(Nebb. [Bello Bello !Lucido {Lucido |Cop. | 34 6.63) 6.34! 6.231 7.28) 4,59, 3.95) 63 | 57|55| 68| 49) 46/0sc. [ose. Nuv. v. |Cop.c.p. Muy. I Bello M.jl 6.52 6.43. 6.46. 7.00" 6.65! 6.47!55.0(33.8152.765-4166.8:67.2! | DI 18 \Evaporazione Gasparini Velocità del vento in chilometri BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche del Marzo 1878. || 8hm. (3 de) cea = Wp Sa coos-sossomnossososo-s=ooosososos90ì sulo9SLencoe-Sw 33£%3553353555oswoenNOSSE 3hs. 12hm. Totale[| 9bm. I 12h) 3h 0.70 | 0.80 | 1.66 || 1.0) 78| 3.1 1.00 | 0.65 | 2.35 || 10) 97] 4,3 0.80 | 0.85 | 2.10] 00| 51) 49 0.75 | 1.06 | 2.51| 41| 3.9) 49 2.52 | 1.26 | 3.82( 68 | 8.6 3.7 0.90 | 1.25 | 2.97 || 113 29| 47 0.90 | 0.81 | 2.21 || 9.9 | 3g 1.95 | {of | 3.651 24! 32 | 29.8 235 | 1.60 | 424) 341 | 16.8 | 238 120 | 1.44 | 344) 12) 99| 93 230 | 1.13 | 3.67] 08 | 14.4 | 25,6 0.00 | 0.00 | 0.00 || 4.9 | 13.61 33.6 1.68 | 1.77 | 3.45 99 97° 8.6 0.00 | 0.00 | 0.00 || 24.6 | 30.0 | 17.9 455 | 1.71 | 4.04 || 10.7 | 16.7 | 10.1 1.27 | 0.00! 1.51 || 25.1 | 185] 0.7 2:52 | 0.00 | 3.85 || 12.8 | 15.0 | 244 2.33 | 1.53 | 3.86 || 26.3 | 39.7 | 34.3 0.40 | 0.00 | 0.99 | 7.7) 14.3) 97 1.73 | 1.64 | 3.39) 0.0| 22.4 | 191 1.45 | 2.51 | 4.12] 7,5) 5.5) 8.5 0.12 | 0.00 | 042} 2.7 69 | 0.9 121 | 150} 271 | 34 | 25.1 | 134 0.00 | 0.00 | 2.60 || 25.1 | 19.0 | 20.8 0.00 | 1.42 | 1.42 || 0.0| 0.7 | 21.6 2.73 | 0.00 | 2.86 || 12.0 { 38.7 | 374 2.45 | 2.06 | 4.51 || 18.6 | 32.1 | 12.4 247 | 3.54 | 6.05 || 21| 8.3 | 13.6 4.10 | 2.80 | 8.84 |: 22.3 | 8.81 28.7 2.53 | 1.67 4.70! 7.7] 56 | 11.4 0.46 | 441 | 2.57/ 20.8! 5.3 | 12.4 0.39 | 4.14 | 2.96! 8.6 13.6 ' 14.6 LZ è ma limone dà = I o (SS LS) niro suoi iv vivir navoiiuohnon»tio nos csuroowvoe nese w0w90N ona di won nn e — I sò Snia i ps 00 dear od sò [i Sai Loro aoanocvupsuinzcobuiobrb uo [el ho) (I pà ©3 sd DI (5) SEN WOENICENNW INI SMI [calLesd Gaza uan-iopornnuypbu>ivavSopwine vuoti 2, LS i O ho s=SosnSopò dda Ozono | shm | 9nm |i2nm 3hs | 6hs 9hs | 12h i Osservazioni Meteorologiche del Marzo 1878. Direzione del vento E Oni Dì Ci di sò 2 m 20)| Calmo 24) ONO 22)| ESE 412hm. 3hs. 6hs. 9 hs. E E NE (0) E E NE (OXSIO) E È ENE (0) E NE NE 0 NE NE NE (ORKO) E ESE 0so0 (0) (OSLO) ONO (O}SI0) 0S0 oso (0) 0 NNO ONO (0) NNE NE NE S so oso OSO 0 oONO (0) 0 (OXSTO) (0) oso N (0) ONO (0) (0) NE NNE 0) io) X0) NE (CISKO] NNO NO NO ONO ONO NNO N NO ONO 0 0 (0) ONO (0) NO (0) NE E Calmo | 0 ENE L E Calmo (0) 0S0 0sSo 0S0 BIO) SO (ORTO) OSO E 0 0SO (0) 0 (0) NO 0 (0) 0 NO 0 (0) (O}°10) Io) E S SE S E 9hm Direzione delle nubi 12h » 6h )) Pioggia|| Stato in del millimetri mare 9h ) 12h alle 8m » » » 1 )) D) » 1 » » » 1 » » » LI » » » 1 » » » 2 » ” » 2 » » » 1 » » » 2 » » » 2 » » » 2 » » 4.13 3 » oNO 0.06 3 () » 4.63 || 6 » » » ò » » 0.95 3 » » 2.22 3 » » » 4 » » 0.44 4 n WS 1.08 3 » » » 3 » » 2.16 2 )) » 0.89 2 » » 3.31 bh) » » 1.24 3 » » 2.85 3 » DÌ 0. 64 6 » ») » 3 » » 3 )) » 3. » 2.42 2 DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO Osservazioni Meteorologiche del Marzo 1878. 19 | Nuvole dI 9hm 12h | 3h 6h pre Sh 12h 7 Pe _ T_T = Pr —_| Vol., pens. mai Vol.| Dens, inca vor Dens.,Massa]| Vol. Deus. Massa] Vol.) Dens., Massa]|Vol. Dens., Massa 4} 98 0.6 | 58.8 98 0.6 | 58.8 |! 90 0.5 | 45.0 80 0,3 | 24.0 » » » » » » 2 5 £| 20) 60 3 | 18.01) 45 &| 6.0 5 2} 1.0 » » » || » » » 3! 30 2 6.0 60 2 12.0 || 20 2 4.0 30 2 6.0 » » » » » » 4 10 4| 40] 98 5 | 49.0 |100 6 | 60.0) 90 5 | 45.0]| 9 | 0.6] 57.0||50) 0.6 | 30.0 5 5 4& 2.0 ò 4| 2.010 2 2.0) 5 2! 1.0 » » ) » » » 6| » » » » » » 4 4 | 1.6) 4 4 | 1.6 » » » || 50 6 | 30.0 7| 90 6| 540 99 7| 693 |100 7| 70.0) 98 768.6) 95 6 | 37.0 || 90 6 | 54.0 8| 40 L| 4.9 25 4 | 10.0 |} 10 4 4.0) 50 4 | 20.0 4 4 1.6 » » D) 9 » » » 15 4 6.0 | 10 4 4.0 || 10 4 4.0 » » ) » » » 10) » » » 8 4| 3.2) 90 545.0) 5 4| 2.0 5 4| 2.0] 20 4 | 8.0 dall 95 4 | 38.0] 95 6|57.0| 98 6 | 58.8] 95 7| 66.5 || 60 7| 3420 12) 90 763.0) 100 7) 70.0 |100 7700) 06 | 67.2) 8 5| 4095 6 | 57.0 43 30 5 | 13.0] 15 S| 75) 20 5 | 10.0 90 6 | 54.0] 98 7) 68.6|| 98 8 | 784 44|| 100 8 | 80.0] 100 8 | 80.0 |100 8 | 80.0!) 100 g | 80.0 96 7| 67.2) 25 1| 175 15) 25 & | 400/ 50 5 | 25.0; 40 5| 20.0) 30 5 | 15.0 » » » || 10 3| 3.0 16) 60 S| 300] 70 5 | 35.0) 99 7693 || 100 9 | 900) 100 8 | 80.0 |100 6 | 60.0 17) 100 6 | 60.0 9s 6 | 58,8% 95 6 | 57.0|) 400 7 | 70.0)| 100 7| 70.0|100 77100 18/| 100 8 | s0.0/| 96 7| 672! 85 759.5) 90 763.0) 99 7| 69.3] 10 5| 5.0 19) 100 770.0] 100 7) 70.0) 60 6| 36.0 | 100 g | 80.0/| 100 7 70.0 |100 770.0 20) 60 6 | 36.0] 60 6 | 36.0! 40 6 | 24.0). 50 s| 25.0] 70 5 | 35.0 || 50 6 | 30.0 24]| 50 6 | 300] 30. 6 | 18.0 20 642.0 » » » |» » » » » » 22) 70 5 | 35.0] 90 5| 45.0 95 5 | 47.5) 400 9 | 90.0|| 80 6 | 48.0 1100 6 | 60.0 23) 60 2 | 12.0 || 100 7| 70.0 20 5 | 10.0) 60 3 | 18.0|| 90 6 | 54.0 | 80 6 | 48.0 24)| 96 6 | 57.6) 98 6 | 58.8 400 7 70.0) 100 7| 70.0) 100 7| 70.0 |[100 7 | 70.0 25]| 50 5| 25.0] 90 6| 540 90 6| 54.0). 40 5| 20.0) 10 5| 5.0] 10 5| 5.0 26)| 100 6 | 60.0] 95 7| 66.3 98 7| 68.6) 90 8 | 72.0] 98 7 68.6 [100 8 | 80.0 27) 30 5 | 15.0) 50 6| 30.0 30 5] 25.0|| 70 4| 28.0) » » » » » » 28) 30 2| 6.0] 60 4| 240 80 5) 40.0) 100 5 | 50.0) 80 5 | 40.0]| 90 5 | 45.0 29) 95 4 | 38.0) 98 4! 392 90 4 | 36.0) 100 5 | 50.0! 98 5 | 49.0 (100 5 | 50.0 30) 100 2| 20.0] 153 &| 60 5 2| 40) » »| _» » »v| » || 90] 6 | 540 34|| 100 8 | 80.0) 4100 6 60.0 40 6| 24.0 90 6| 54.0] 20 5 | 10.0 || 15 5 7.5 m.|| 58.4 31.8 || 66.9 38.9 60.4 35.9 || 62.9 39.3 ||] 49.7 32.3 |149.2 31.2 Medie barometriche Medie termometriche i_ 9h, 12h, 3h |_ 6h 9h | 12h | Comp. p.dec. 9h, 12h, 3h Gih 9h Î 12h | Comp.p.dcc. 1p. 762.43|762.30/761.94:762.08/762.42/762.23/ 762.19,7,g n5||1 p.| 13.82| 44.66 14.48| 13.38] 10-78) 10.56| 12.95 ),3 3, 2 | 5498) 34.83] 53.81] 53.86] 54.16] 54.25) 54.31) ‘°°-<°|| 2° | 13,52) 15.54| 15.18] 413.48] 12.50| 12.48 1373 | £ 3 | 54.21) 54.20| 53.56) 53.03/ 54.00| 53.70] 53.90) x, gg] 3 | 12.22) 12.66) 13.28 40.60| 10.56] 10.1k| 14.70), g7 4 | 54.31] 54.13] 54.02] 54.25] 54.63| 54.42 54.29| c 4 9.62| 14.22) 11,50 9.68] 9.28] 8.96] 10.04 (°"- 5 | 52.94) 52.85] 32.10] 52.01] 52.25/ 51.67| 52.30, sy gg 5 | 13.46] 14.02) 44.76 12.56] 11.54] 10.80 12.86},3 n 6 | 5044] 49.87] 49.36] 49:36] 50.30] 50.60] 49.93( °1- 6 | 14.07] 16.22| 16.27) 14.38] 12.85] 11.68] 14.25 11900 Medie tensioni Medie umidità relativa 9h , 12h 3h 6h 9h, 12h Comp.p.dce. 9h 12h 3h bh 9h 12h |Comp.p.dec. 1 p.| 7.30) 5.82) 7.67) 8.54) 7.97) 7.34| 7.77 7.50 1 p.| 61.6 | 62.8 | 624 | 74.6 | 822 | 76.6) 701) goa 2 6.74] 6.63] 7.64] 7.97) 727) 746| 724) * 2 38.4 | 50.6 | 59.8 | 69.4 | 674 | 67.8 | 6224 °° 3 5.85) 6.57] 6.03 6.40) 3.94) 5.82) 6.10, = gp||3 53.4 | 58.2 | 59.6 | 67.8 | 60.4 | 61.6 | 584) sge 4 5.77) 4.716) 4.712 5.72) 6.42) 5.89 5.50} < 4 59.6 | 47.4 | 45.4 | 62.4 | 69.2 | 68.2 | 58.7 . 5 1.54) 7.68) 7.50) 7.47) 747| 6.98) 744, gyg |> 65.6 | 64.4 | 60.2 | 69.0 | 74.1 | 72.8 | 67.6 ) 179 6 5.92] 5.44] 523] 592) 546] 5.65) 53/53) © 6 49.3 | 39.5 | 38.0 | 493 | 47.8 | 56.7] 46.8 ; Barometro Termometro Medie evaporazione Gasparin A I Minimi ; ; Spi ghinimi ; Ù ni 12h ionniDidete A .86/2% 761.24, p. 514) 4° ,42 pi È 445 | 0.92] 2.48, Li 57:09\130.07 51.99 796.61 2 1010 15.89 0-60) 9.46 è 046 #.ce 136 324 | 2-86 3 56.20, 31.33 .16 9.48 È 020 | 4.11 .92 | 2.23, n $6.36/102-28 3201) 51.85 E 12.60 13.68 72 7.95 ||} 043 | 1/66 | 063] 272) 2:41 5 .82 87 : ; ,28 5 0.55 | 0.56 | 1.0 49 A 6 32.760 53.28 | 2989( 49.38 |G 17.801 16-92 | 9:35 ®26||5 0.53 | 236 | 491 | 1934393 20 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche del Marzo 1878. _ —_— _ _TcTIT=: = ; ’ Quantità ; - Medie dell’Ozono dolla pioggia Medie velocità del vento gh 9h | 12h Spe 6h 9h | 12bhjComp. p. d. mm. 9hm ,12b | 3h, 6h, 9h |12h Com.p.d Ip. 1] 0.00 fo oo |ip-| 2-0 | 7.0| 3.6| 2.6| 50, 5.5. 4.3) go 2 2) 000 4 0 |2° | 3.5 | 81/150] 8.9] 3.6, 81' TR 3 i 31 882 (13 s 3 |102 |16.9/19.2] 8.8|15.8:49 5 15.2 45 4 4| 4.69 4 144 |22.0|17.6|14.5) 76° 7.1 1391 5 $| 7.57 (13 ts |P | 7.1 |11.4]13.0| 6,8) 6.8j10,0 9.314 g 6 6| 5.91 6 1'3.9 |16.5/419.3|11.8| 9.8,41.9 13.8) Numero delle volte che si osservarono i venti N NNE | NE | ENE | E ESE | SE |SSE| S sso | SN0| 0s0 | 0 | ONO | NO | NN0|Calm.| Pred. ip.) » » 8 1 7 1 »| »| » » 2 8 3 » » » LI NE.0SO 2 » 41 2 ) 3 » » 1 4 » I 7 8 3 Li [| » (0) 3 2 41 1 O) » » » » » » 2 8 40 6 » » » (0) 4 2 » { » » » » » ) » 3 I 71 & 6 4 2 (1) 5 » » 1 1 & LI » » » » 2 10 5 L i » 4 oso 6 » » )) 2 3 » 2 ) 2 » 3 4 13 LI 3 2 1 (0) Per decadi id., » 1 10 4 40 4 » 1 1 ) 3 15 II 3 4 [1 1 oso 2 & 1 2 » » » )) )) » )) 5 9 17 | 40 6 [1 2 (0) 3 )) D) LI 3 7 1 2 ”» 2 )) 5 14 18 2 4 2 5 (0) CORI NO E e ele Lu Medie serenità | Massa delle nubi 9h 42h 3h 6h 9h 12h |Comp. Dec. 9h | 12h | 3h 6h 9h 12h | Comp. Dec, fp. | 704 | 35.8 | 53.0 | 58.0 | 81.0 | 90.0 64,7 | 67.0 1P-|14.6 |28.0 (23.4 |15.4& (114 | 6.0 16.5 17.0 2 74.0 | 70.6 | 57.2)| 66.6 | 70.2 | 68.0 69.3 % 2 [11.6 |17.7 124.9 [19.2 |13.1 (18.4 17.5 pì 3 32.0 | 28.0 | 28.4 | 21.0 40.6 | 42.4 32.1 I 24.5 3° [412 |47.9 |47.8 [54.0 |41.3 [39.6 45,3 I 50.5 4 16.0 | 43.2 | 24.2 | 12.0 6.2 | 28.0 16.9 AO 1552 153.4 [48.6 (65.6 [04.9 47.0 55.8 * 5 | 368) 184 | 350 | 40,0 | 44.0 | 420] 35.74 3,g ||5 [319 ez 38.7 i 35.4 |36.6 | 38.6 31.3 6 24.2 | 30.3 | 39.5 | 25.0 | 50.7 | 34.2 | 34.0 \ 6 |36.5 |37.6 |32.4 [42.3 |27.9 [39.4 36.0 f Numero dei giorni Sereni] Misti | Coperti {Con piog| Con neb.|Vento forte) Lampi Tuoni yGrandine{ Neve] Caligine] Rugiada 1 p. 3 » 2 » » » » » » » » 2 2 4 }) pi » » )) D) » » » » 1 3 1 1 3 3 » 3 » D) 1 » ) » 4 ) LI 4 4 » 2 )) » » 1 » » 5 1 1 3 4 ;I 1 » N) )) » » 1 6 2 » 4 3 » 2 » » 41 i » » To!. il 3 17 14 L | 8 (1) 0 2 2 0 4 Cel‘ EE T _——————_____—_—_—————__e—_—--_ttòÉ6 Medie mensili Barometro dalle 6 ore di osservazione . . . .. 754.48 | Velocità del vento in chilometri . . . +. + +» 10,7 Dai massimi ce minimi diurni. . ......... 734.56 | Vento predominante... .. 00.000 +4 0 Differenza . .... +. 0.08 Termometro cenligrado. . . . . .. 00.6. 1259 | Massima temperatura nel giorno 29... . + +» 25.5 Dai massimi e minimi diurni . . 66... 6... 12.19 | Minima nel giorno 18°... 6.60. o.0 4,3 i —— | Escursione termometrica . 0.0 21.2 Differenza ...-.. 0.50 | Massima altezza Daretuetiioa mei La 5... 764.52 _——m Minima nel giorno 29 . 5 vile senta 743.94 Tensione dei vapori. . e er ee eee 6.60 | Escursione Darometrica . aio l'elogio apra «+ 20.58 Umidità relativa + + 00.6.6006... LU oa 60.6 | Totale Evaporazione - Carpazi alt are Pale 93.82 Evaporazione - Almometro - Gasparin ....,.. 2.96 | Totale della pioggia +... +. + 00 0a. + 26,99 TTT near DOCET 42.1 Massa delle NUDI +... e.0 000% FACMENRO ERO 34,9 OZONO . . . +. + 0000 0 0 0000 ein [—_ee@"@yz -——_rr-r@—————@—m@@@—i b9 DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO 21 Osservazioni Meteorologiche dell’Aprile 1878. nr NOTE . Venti gagliardi di ponente, mare mosso, cielo misto e nella sera piovoso. . Continuano i venti forti del terzo quadrante, con mare agitato, e cielo misto. . Cielo bello, mare agitato, venti gagliardi del terzo quadrante. . Cielo bello, mare calmo, venti regolari. A mezzanotte scirocco. . Corrente calda del terzo quadrante e venti forti nel mattino. Mare lievemente mosso, cielo vario. . Cielo bello, mare calmo, venti regolari. . Cielo coperto nebbioso : a tarda sera nebbie basse generali e rugiada. Venti deboli, mare calmo. . Cielo coperto nebbioso; mare calmo, venti deboli. Nebbie basse ed umidità. . Cielo bello, mare calmo, venti regolari. . Tempo bello, mare calmo, venti regolari. Nel mattino nebbie. . Cielo misto, mare lievemente agitato, venti forti di tramontana. . Cielo misto, mare calmo, venti varî. . Corrente del terzo quadrante e pioggia. Mare agitato. . Cielo vario, mare calmo, venti regolari. . Cielo lucido, mare calmo, venti regolari. . Cielo bello, ma a tarda sera coperto. Mare calmo, venti regolari. A mezzanotte SO gagliardo. . Cielo coperto vario, mare agitato, venti forti del terzo quadrante. . Cielo misto, mare agitato, venti forti di ponente. . Cielo misto, venti caldi del terzo quadrante, mare agitato. . Cielo misto, mare calmo, venti regolari. . Nel pomeriggio temporale dal terzo quadrante con pioggia, vento forte, e tuoni: grandine per pochi secondi. Burrasca dal quarto quadrante. . Burrasca dal quarto quadrante e mare grosso: a mezzodì forte piog- gia mista a minuti fruscoli di neve: lampi e tuoni. . Cielo misto, venti di ponente, mare agitato. . Cielo coperto, mare lievemente mosso, venti forti. . Cielo coperto, mare lievemente mosso, venti regolari. . Cielo nuvoloso vario, mare calmo, venti regolari. . Cielo coperto, venti gagliardi di ponente, mare agitato. . Cielo nuvoloso vario, venti di ponente e maestro, mare lievemente agitato. . Cielo bello, mare calmo, venti regolari. . Cielo coperto, e nella sera piovigginoso; mare calmo, venti deboli. 5) 22 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche deli'Aprile 1878, Massimi || 45.97] 45.95) 45.79 46.46| 46.92) 47.39 47.30) 43.79 17.8 10 || 48.72] 49.05 41..09| 49.10) 50.8%| 50.89 50.89 47.30]17.2 11 || 5043| 50.58) 50.28) 50.50] 51.20) 50.77 51.20) 50. 28! [16.6 6 ps È o Massimi e minimi | | e Barometro ridotto a 0 Maroni Termometro centigrado RI —-——_!|tf!Tr—_—_—_—____u — in. 9hm.; 12h 3h, 6h 9h, 120 Ohm j120 (3h) 6h. 9h 28 | 1 || 150.37| 750.64| 750.96; 751.07] 751.64] 751.42|| 732.09] 748.94 {11.8 12.4 [IL 14.5 | 8.6 2 81.62] 51,57 51.261 51.071 53.66; 54.45 54.43] 50.79 (15.7 16.6 145.0 18.4 | 10.7 3 || 55.85) 56.09] 56.07) 36.58| 58.03; 50.59 58.39] 50.45 ito. 0) 18.3 {15.5 19.0 | 10.4 4 || 59.0] 59.02] 58.45) S7.74) 37.71] 55.71 59.04] 55,71 |15.1 152 IS. | | 93 5 || Spsk) 5430) 54.58) 56.86) 55.40, 55.35 55.71) 54.30 20.1 24.3 [18.6 Î 14,8 6 || 55144| 55.36) 55.411 55221| 5537] SsA5| 55.4 55.41 |[18.7 17.7 |16.8 12/7 7 | 5638) 537) 32.67) 52.54| 52.67 5161] 55.15] SI.G7[163 15.5 | 12.0 8 || 5068| 5001| 49.05) 47.90, 47.72) 47.22 51.67) 47.22;145.7 17.2 | 42.8 9 12 || 50.62) 50.59 50.37] 50.26| 30.72] 50.77 51.25 49.931: nà Goran ommenvoooSi purasimvoosomwalzoo wi aio DIL TS mira urta ut 00 © ve Sio vo 00 em 00 een 13 || 20.57) 49.43) 49.25: 49.31] 50.59| 51.74 54.75] 49.0616.9 1212 | i È 14 || 53.99) 54.80) 55.181 3638| 58.28] 59.06 59.06] = 51.74)/14.7 2 145. . 13 | Gs.60| 60.65] 60.24! 60.30) 60.82 60.25 60 86| 58.62::17.3 15. ; 46 | 59.63! 59.561 58.67, 57,98) 57.70; 33.57 60.25 = 55.37|[16.0 È 17 || 5436] 54.69) 53.87) 53.78] 53.600 33.73 553.57 53.66 (18.9 ut Stio pnr Corano; (=) 5 n n n n n m——_—- a See fuit bal et e e tà e ° 18 || 5448| 54.32) 54.16. 54.60] 54.89) 54.87 54.87) 53.73/17.3 IIS psporirrrauemnwoasbirnuoBQoaonniio o 0 = ioioiretomeivn1> == EVI Vede Lod ed Ledda Aido li DD DI © I O DIA n Ot GO IO II I DD DO © Die Lt 00 Et IN GO see 00 re 00 LO SI GO 0 O SI ni a Naàìn i wa nà == = (214 (i<7 fa nità e TY e ie DI e nt e — nn na 175 17.8 24 {47 i 17,3 |16 49 || seo] 5662) 5622) 5443) 50.23; S5.45l 55.451 96 22 [1207 9514 |20 6 20 | sq7t| 36.10) 52.541 54.98) 5i.4&| 50.32] 554s| 50. sito 18.2 {17 9 21 || 4BUQ| 4866) 87.10 47.39) 4132; 4633] 50.32) 4633\/17.8 19.9 (43. ‘6 22 || 44.33 45,20) 45.25) 45.90| 46.631 47.38|| - 4738] 4271/1437 141 [13. | ‘8 23 || 4979| 48.95] 49.29) 50.42] 54.30] 51.43] 51.43] 47.38|15.8 1774 [465 |13 " 24 || 50.39) 49.85) 49.06 4899) 49.18 50.48|| = 51.43) 48.99|19.6 23.5 122.3 (21.2 | ‘0 25 | 79.50) &O.T4| 49.591 49.34] 49.76) 40.38] 50.48] 49.39(18.2 197 17.5 |16 6 | 1 26 || 43.5 49.40] 49.45) 49.530 30.06 50.37] 50.37 458.9514189 18.2 |16.7 (13,3 | 6 27 || 54,03] 51.13] 54.09) 34-41] 52.55] 5245) 532.57 30.37 (18.9 170 (171 |16 19.6 28 || 54 4h 3487) 54.98 55.54) 56.00, 55.90 56.00] 51570166 (17.8 |475 (46.5 |14 19.6 | 13. 59 || 3695] 5747| 56.881 57.08) 57.75] 57.33] 57.73] 55.68/16.9 118.0 |19.3 [15.6 |13 I 19.8 | 1100 30 || 3740) 55.79] 55.54) 546.88] 564. I 53.27) 57.33] 53.27|15.8 (18.8 |174 |16.8 [16 I | 19.5 | 110 n. |] 752.69) 752.64] 752.33! 752.45) 752.99! 752.84]] 756.03) 751.10][16.92117.71]17.67/16.16|14.49:13.91) 19.39! 12.00 Osservazioni Meteorologiche dell’Apriie 1878. Tensione dei vapori | Umidità relativa Stato del Cielo «aes 7 TT ee__e="T 37 TTT, rr ____—____zttm rr ————— — ghmj 12h, sh 6h, 9h_, 12h San 12h DI 6h, 9n 42h vaim 12h 3h | 6h 9h | 12h Al 4.28, 4.38| 5.83] 6.43| 6.13) 6.61]| 41! 38 66! 67 [Misto |Cop. (Cop. jNuv. |Nuv. Bello 2] 7.08) 6.351 7.54| 8.26] 7.48| 7.72 33 | 44 si 65 | ti 66 [Misto |Cop. {Cop. Nuv. |Cop. |Bello 3 6.52] 7.01] 5:88| 6.82; 6.40| 6.33) 48 | 46 | 37 52 H; 67|[Bello |Nuv. Nuv. [Ncbb. Lucido |Lucido 4 6.33| 7.95, 8.00) 7.69 7.66) 3.69 49] 61| 62 60 | 66 | 23 [Lucido |Lucido |Bello Cop. Cop. Bello di 6.20! 5-96| 6.93’ 8.30) 7.53| 8.76] 33] 29| 37| 52! 54 | 70 /(0sc. Osc. ose. Cop. Bello . |Lucido 6 7.57) 8.08 8.44] 8.07(10.17| 8.34] 47) 52| 56 s6| 84| 73/[Bello Bello |Nebb. |Cop. Lucido Lucido 2Î 9.85;10.31)10.45/10.94 10.84 10.86: 81 | 79 | SV 88 | 90 | 94|Osc. Nebb. :Nebb. |Osc. Cop. Lucido 8|10.49 11.20,10.9%| 9.61| 9.89/10,.46;| 77] ga! 75 ce | 72| s4|[Nebb. |Nebb. |Nebb. {osc. Osc. Osc. 9 8.51! 9.36] 9.1210.06. 9 6i| 9.12] 56| 64| 60] 76] gg) 76/Nuv. |Lucido {Bello |Nebb. |Lucido |Lucido 10), 9.42 7.61) 8.53, 9.68] 9.03) 8.21|| 65 | 49 34 17 79 | 75||Nebb. Nebb. |Cop. Nebb. Lucido |Nebb. u 8.45) 8.67, 8.25. 6.82 7.59) 5.35 60 | 60 59 | 52 70 | 47 |Nuv. Cop. Cop. v. !Nuv. Bello |Cop. 12) 5.78 6.89, 9.09/10.06| 9.59! 8.69] 41 | 4, | 66 31/79, s3{Ncbb. Bello Misto. Bello |Cop. Nebb. 13 7723) 706! 8.20} 7.84| B.4£| 7.80| 50 | 56| 77] 68! z| sE(cop |Osc.c. p.iOsc.c.p.;Cop. |Cop. |Misto 14| 9.21] 8.581 9.17 9.10; 9.59; 8.08) 74 | 66| 711 71. g6| 78|Bello |Nuy Nuv. Bello Cop. Lucido 15) 6.86 6.79 649! S.A5 8.02) 7.04) 47, 47) 43) 61 ! 721 6$||Lucido |Bello |Bello [Lucido |Lucido |Luc:do 16 8.69| 8.17) 7.351 8.11, 8.77 5.00!| 6% | 56 | 48 59 | 69 | 32 ;|Necbb. |Bello |Nuv. Nuv. Misto |Osc. 17| 8.38) 9.46) 8.56! 8.22 8.23] 7.951 52| 5646] 56, 59| 60|[Cop. |Cop. |Nuv. [Nuv. ICop. |Cop. 18 7.11| 7.30) 7.25) 6.73; 8.01) 7.70 53| 50| 49| 47| 61] 59|(Cop. v. Cop. Misto |Misto |Bello |Lucido 19) 6.62; 7.01] 6.52) 7.20] 9.45;11.24] 36 | 33 | SI 40 | 72| 93|Ncbb. Cop. Cop. Cop. Bello |Lucido 20|| 7.80) 9.94! 9.50 9.69/10.24 7.45) 51 | 69| 6I| 66/79] 50|tucido |Cop. Cop. Osc.c.p. | Bello Bello 24] 7.86! 8.06 1.64 6.15! 7.24) 7.07) 52| 49 | 44 48 65 | 65 ||Cop. Cop. Cop. Cop. Cop. Cop.c.p. 22|| 8.16; 9.26! 9.08! 8.23! 8.36; 8.23| 70] 88| 73] 70: 70) 70|Cop. |Osc.c.p.jOsc, |Cop. |Cop. |Cop, 23| 9.591 8.10) 8.A0, 8.77) 9.82: 9.371 72 | 55 53 | 63| gz| 9W||Cop. Cop. Use. Nuv. Lucido Lucido 24| 6.76| 5.37| 4.79) 4.73. 5.27 749]| 40 | 24 | 22| 24| 28] 47|/Cop. ose. Ose. Osc. Cop. 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Totale 9hm. 12h dh, 6b 9h, 12h | 8hm j 9hm [i2nm | 3hs | 6Ghs 9hs | 12h 0.00 | 1.63 | 0.00 | 1.63 |; 4&.1 | 15.5 | 15.2 | 8.0 | 7.7) 9.6 0.00 | 3.97 | 1.44 | 5.41 [264 31.2) 234 | 17.4] 9.4 | 16.4 0.69 | 3.30 | 2.49 | 6.48 1 241| 95 | 4123 | 6.0! 0.7| 8.7 0.69 | 1.87 | 2.24 | 4.80 |l 00| 58 |11,3] 00 | 09] 6.3 2:39 | 3.45 | 1.53 | 7,39 | 32.4 | 35.1 8g&| 00 00| 00 0.40 | 1.67 | 1.64 | 374 | 08] 29] 44] 0.0] 00] 0.8 0.27 | 1.32 | 0.80 | 2.39] 20| 2.20 271 0.0| 3.5: 0.0 0.00 | 1.47 | 163 | 312| 08| 56| 37] 21| 33| 00 | 0.40 | 2.27 | 2.30 | 4.97 0.6 1.1 6.1 3.2 4.5 2.4 0.00 | 2.00 | 1.70 | 3.70 ]] 5.9| 28] 20] 28 | 00 | 1.0 0.20 | 2.50 | 2.14 | 484 5.0 | 26.3 | 329 | 16.4 3.7 0.0 || 0,46 | 2.60 | 1.75 | 481 || 10.2 | 21.2 | 12.6 4.2 4,5 2.6 0.00 | 1.62 | 1.15 | 2.77 | 23.3 | 19.8) 58| 74) 31] 43 0.00 | 2.35 | 4.70 | 4.05 || 5.1; 82) 77) 7.9 |/411| 4 0.00 | 2.75 | 1.80 | 4.55 3.0 151 9.5 0.0 | 10.6 TRI 0.68 | 2.25 | 2.48! 5.41] &7|AL4| 64| 09] 6.6! 13.1 1.29 | 3.80 | 1.44 | 6.53 || 30.3 | 22.4 | 174 | 21.0 | 11.0 0.0 0.92 | 2.32 | 1.53 | 4.79 || 16.7! 341.7 | 264 9.4 | 204 2.4 0.90 | 3.60 | 5.57 |10.07 | 21.4 | 415.2 | 13% 249 6.7 0.6 0.66 | 1.82 | 2.03 | 4.51 5.1 8.2 3.1 0.0 1.0 | 416.3 0.65 | 2:64 | 0.00 | 3.29 li 204& | 9.81 128 | 26,6 | 274! 264 0.00 | 0.00 | 1.25 | 4.25 || 30.8 | 146 | 12.6 9.8 9.1 | 13.5 0.25 | 3.15 | 1.55 | 4.95 || 9.7) 13.6 | 25.71) 5.3| L4| 2.4 Ì 0.42 | 4.76 | 3.78 | 8.66 2.2 | 10.8 | 33.2 | 40.0 2.5 2.9 0.00 | 2.05 | 2.33 | 4.38 4.8 6.9 LERL BI) 1.4 0.0 | 0.17 | 2.28 | 2.30 | 4.75 8.6 | 25.8 | 31.7 | 10.6 711121 | 0.40 | 2.65 | 2.15 | 5.20 || 24.7] S1| 25.6) 5.6 | 14.7] 6.5 0.00 | 2.30 | 2.47 | 4.77 || 18.5 | 14.7 71.4 0.0 1.3 7.3 | 0.10 | 2.68 | 1.47 | 4.25] 47) 5.8) 7.9 51) 43) 40 0.67 | 1.23 | 1.60 | 3.50 1.1 | 42 | 4,5 0.0 1.0 0.0 | 041 | 2.41 | 1.88 | 4.70 11 14.7 13.4" 13.0 FA 5.8] 5.6 OsservaZioni Meteorologiche dell’Aprile 1878. Ì Eni i Pioggia! Stato Direzione del vento | Direzione delle nubi ingr ‘del millimetri| mare 9h 42hm. 3hs. 6hs. 9hs. 12hs i 9h 12h IN 6h 9h 12h alle 8m oNO 0SO ONO [Ù) (0) (0) NO 0 ONO 0 » » 1.34 3 So oso 050 0 0 SO OSO) oso| OSO. 0 » » » 4 050 oso OSIO N (OSIO) SO 0 » » » » » » 3 Calmo | NE NE Calnio | 0SO S » » » » )) )) » 2 SO So ENE Calmo | Calmo | Calmo » » » » » » » 3 (0) E NE Calmo | Calmo | SO » » » » » » ) 3 E ENE ENE Calmo | 0 Calmo D) » » » » n » 1 NE ENE E NE (0) Calmo » » ) » » » ») 2 ESE E NIE NE (0) (0) » » » » » » » 2 N E ESE N Calmo | 0 » » » » » » » 2 N N N N 0 Calmo » N N N » NO » 1 NO N NE NE O - (0) il” ) ) » » » » 2 SO 0s0 0S0 ID (OSIO) (6) OSo| 0SO| 0S0) so » » 6.04 2 NE NE NE NO OSO OSO » » » » » » » 3 OSO E ENE Calmo | 0SO (ORSO) » )) » » » » » 2 ESE E E NE USO SU) » » » » OSO| » » 2 SO so No) 0sS0 0SO Calmo » » » lo) » » » 2 0 0 0 (0) (0) ONÙO o (0) (0) (o) (0) » » 3 so RIO) Rio) (0) 0 0SO » D) » | » » » )) 3 ENE NE E NE (ORIO) (USO, » » »_| 0 Sig (Maat » 2 (0) (0) OSO 0 ono ON) (0) ) oso! 0S0| » » 4.63 2 NNO ONO 0) NO NO ON0 NO ONO| 0 NO » » 20.37 5 (0) 0 oNo ONO (0) (0) (0) » D) (0) » » ) 4 SE SO So NO) ESE Sio) 0 D) » » » » » 3 NE E E NE E Calmo || 0 » » » » » 0.73 3 MO) (0) 0) NO | 0SO oso | 0 (0) (0) NO » » » 2 0 0sS0 (0) (0) 0 (0) | 0 (0) (8) (0) » 0 » 3 NO (0) (0) Calmo | 0 (0) NO (0) » » » » » 2 E E E E E 0s0 » » » » » » » 2 E E E Calmo | 0SO Calmo b) » » » » » » 2 iI Ì 24 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche dell’Aprile 1878. Nuvole hm F 12h PID 6h Ghio ge Vol. Dens, Massall Vol.) Dens. Niassa|Yor. Dens.jMassa]| Vol. Dens.jMassa||Vol.| Dens.; Massa||Vol. Dens.jMassa al sol 0.5| 250 80| 0.6) 480/80] 0.6 480) 40) 0.5) 200 0.5 | 15.0||20 | 0.5 | 10.0 2 50 5 | 25.0| 70 6 | 42.01 90 1| 63.0 || 30 5 | 15.0) 80 5 | 40.0 || 40 5 | 50 3 5 4 2.0 30 4 12.0 || 50 4 | 12.0 40 2 8.0 » » » » » » 4 » » » | » » mo 1 0.5 60 3 | 18.0 60 4 | 24.0 5 4 2.0 3] 100 4 | 40.04 100 & | 40.0 [100 5 | 50.0] 60 4 | 24.0 5 4| 2.0] » » în 6| 10 1 1.0) 10 2 2.0 |] 30 3 9.0 60 3 | 18.0 » » » » » ni 7) 4100 4 | 40.0 || 100 3 | 30.0] 60 3 | 18.0] 100 4 | 40.0 98 3| 49.0) » » ; 8| 400 3| 39.0) 98 3| 28.5) 98 3 | 29.4 | 190 4 | 40.0 | 100 4 | 40.0 ||100 8 | 50.0 9| 40 4 | 16.0 » » » ò 3| 15] 40 2| 8.0 » » » » » » 10| 60 2 | 12.0] 90 3| 27.0] 98 z| 39.2, 60 3| 180) » nol: Sb 50, (000 till 20 4 8.0 | 90 5 | 45.0 || 60 s | 30.0! 40 4 | 16.0 4 3 1.2 || 70 5 | 350 12| 40 3| 12.0] 15 4 6.0| 50 5 | 25.0: 15 4| 6.0] 80 4 | 32.0 || 40 "| 8.0 13| 70 6 | 42.0 || 100 7| 700|100 7| 70.0) 70 5 | 35.0) 9 6 | 57.0 || 50 5 | 25.0 151 15 5 1.5 30 6 18.0 | 40 6|24.0| 5 È) 2,3 90 6 54.0 D) » » 15 ) » D) 2 4| 08) 2 4| 08 » D) ) » » » » » » 16| 95 2 | 19.0] 10 2 20% 30 3|] 90 40 3 | 12.0] 50 4 | 20.0 [1100 5 | 50.0 17| 98 5 | 490) 95 5| 475/20 5 | 10.0] 40 4 | 160) 80 6| 43.0] 80} 6 | 480 18 70 6 | 42.0! 75 6| 450] 50 6| 30.0 50 5 | 25.0 4 4| 1.6) » » » | 19| 95 3| 28.53 70 5] 350 95 5| 475) 60 4| 24.0! 4 4| 1.6] » » » 20)» » » | 98 5| 4901 70 4 | 28.0) 100 5 | 50.0! 2 4| 08) 5 2| 10 21) 98 5 | 490] 93 5 | 49.0 1,99 7| 693] 70 6| 420) 95 7| 66.5) 90 6 | 54.0 22 70 7490 100 8 | so. 100 7| 79.0] 60 4| 240 98 1| 68.61 70 6 | 420 23) 98 7|68.6| 70 6| 42.0 ;100 6| 600) 30 4| 20] » » » » » 2411 60 4 | 24.0 || 100 6| 60.0 ‘400 6 | 60.0 || 100 fi | 60.0] 98 6 | 58.8 ‘100 6 | 60.0! 25|| 50 5 | 25.0 || 40 5| 20.0; 90 6| 54.0) 80 4 | 32.0 || 100 5 | 50.0|| 50 2| 10.0] 26) 30 5 | 15.0 80 6 | 48.0] 80 6| 48.0 40 5 | 209.0 2 4 0.8 3 4 2.0 (27 80 6 | 48.0 60 6 | 36.0 |, 60 6 | 36.0 50 6 | 30.0 80 G| 48.0|| 70 5 | 35.0 28) 70 6| 42.0] 70 6| 42.0 | 70 6| 42.0) 10 4| 40) » ) D) » » » 29) »I » » 15 4 6.09 || 5 4 2.0 60 4 | 24.0 » » » ) » » 30 100 4 | 40.0 || 100 5 40.0 ;100 5 | 50.0) 100 b) » 95 5] 47.5 )| 95 4 | 38.0 | il M.|| 55.8 25.3 |! 63.1 32.3 163.9 34.5 |, 03.7 23.%.]] 44.9 24.2 la 16.2 ;| Medie barometriche Medie termometriche i 9h 12h 3h | 6h 9h | 12h Comp. p.dec. 9h 12h sh 6h 9h Î 12h |Comp.p.dec. 1p. (BE 34|754.32|754.26:754.38/735.29/755.10 po 62,750, 61 1 p.| 15.74] 47.30] 16.76) 15.12] 13.66) 43.52] 15.35 13.60 | 2 | 5404] 50.75] 50.34] 50.36] 50.70 50. 45| 50.60) 2 | 16.74] 17.12] 17.39| 45.82] 1438) 13.74] 15 851 se 3 | 53.05] 53.21] 53.06] 53.35] 54.32] 54.52 33. 53) sp 30 3 | 16-42) 16.64] 15.52 46.92| 12.62] 11.78) 14.65 },g, È o | 35/60] 53 46) 56.69] SASSI 54.61] 53.99] 54.82( ‘5% 4 | 18.16] 18.70) 19,50’ 17.56] 15.62| 16.22) 17.631" 4 5 | 43.44] 48.43| 48.06] 48.33] 43.84| 49.00] 48.52, sy gg] 5 | 17.02) 18. 58) 19.04) 17.02| 15.44] 14.18| 16.88 Ù16 69 6 | 53.69] 53.67] 53.58] 53.68] 54.23] 53.80 53,18) 51. 6 117.42] 17.94! 17.98) 16.54| 15.20] 14.02) 16.50 Medie tensioni Medie umidità relativa 9h, 12h 3h 6h 9h 12h, Gomp.p.dec. 9h 12h 3h 6h 9h 12h Combi p.dec. 1” 608) 6.33 6.84| 7.50) 7.04) 6.63) 6.74 NT 1 p.| 45.2 | 43.6 | 488 | 58.6 | 60.6 | 59.0 62.0 2 9.11) 9.34) 9.50) 9.67) 991) 940) 9. 48 2 65.2 | 65.0 | 65.0 | 726 | S12 | 80.4 in 5 ;| 3 7.51) 7.66] 824) 8.39) 8.63) 7.39) 7.97) gog [[3 544 | 54.6 | 63.2 | 66.6 | 78.2 | 72.0 | 66.8) 600 4 7.85) 8.38) 7.83! 7.99] 8.94] 7.57) 8. Ab 4 541.2 | 52.8 | 47.0 | 53.6 | 6x.0 | 58.8 | 55 21 5 8.58 8.13) 8.09) 7.87| 8.37) 8.59) 8.25, 8.52 ||} 59.8 | 54.6 | 51.4 | 36.4 | 66.4 | 72.2 601 IT 62.7 6 8.67) 8.70 8.51| 8.88| 8.82] 9.26) 8. ‘80, 6 61.0 | 57.0 | 56.0 | 646 | 72.0 | 84.2! 65.3 ei Barometro Termometro Medie evaporazione Gasparin pertinenti: EA 3 n : i Massimi Minimi : î Massimi } Minimi ; n Di uh Coi noe p.p.dec. " . | 755.98 752.84 p. 8.70 0.76 p. 15 È: 5 d. | PRI 0933 56.03 | ‘f9/]0(151-13 || > 18.90 18.80 | 19/49/ 11.59||2 ozi 1.5 1.2 358 ; 4.36 5 54.82 51.93 3 8.02 10.60 3 0 È b DI 4 56.32 50-57 5350) i D 20.48 19-25 | 1346} 1205 |; 0.89 | 3.16 | 2i6t | 6.26 | 5.23 5 50.21 6.95 20.74 12.28) 5 ; 52 } 6 da -g0i 52.50 | 51.97, 59-46 || 6 19,62] 20-12 | 12/46) 12:37 || 6 0.27 | 2.23 | 2.00 | 450 | 450 DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO 25 Osservazioni Meteorologiche dell’Apri!e 1878, E - Quantità ie. veloci Medie dell’Ozono della pioggia Medie velocità del vento 8h 9h | 12h 3hs) 6h 9h ) 12h Comp. p. d. mm. 9hm 12h, 3h , 6h, 9h |12h |Com.p.d, 1 p. 1| 1.34 1.34 1p./18.9 |[19.4|14.1| 6.2 3.1) 8.1 41.8 7.0 È 5 hi ” È ss sE Li SI Lol 0.8] 23) : .0% N .3 .6/13.7] 7.2] 6.0 3.6. 9.4 LO [Naz LEO [E [ta ralizai dal da outil 5|25.73 }os .6 |11.1|17.8/16.6| 8.3] 8.6/12.7) 6 { [|6l°°5° {25236 Ji09 [11.1|15:4| 43 sa 6.0| 8.9} 10-8 Numero delle volte che si osservarono i venti | N NNE |NE | ENE | E ESE | SE [SSE| S_| SSO | SO| 0S0 | 0 | ONO | NO | NN0|Calm.| Pred. ip.| 1 » 2 LI » » Bi O) 5 8 b) 2 » » ò 0S0 2 2 » 5 3 5 2 » » » ) I » 6 ) » » 6 (0) 3 bj ” 5 1 2 » » » » » 4 8 4 » p, » 2 (OXSKO) 4 » » 3 LI 3 f » » ) » LI 7 7 » » » 1 |S0.0S0.0 5 » » 2 » 3 4 41 » » » DO IS | 8 6 2 4 4 (0) 6 » » » » 8 » » » ) » » 5 11 » 3 » 3 0 Per decadi fd. 3 » 1 4 5 2 » ) 1 » 6 8 11 2 » 11 (0) 2 5 » 8 2 5 1 » » » » 8 15 11 » 2 » 3 oso 3 » » 2 » 41 1 1 » )) & 6 19 6 5 A 4 (0) Tot.| 8 » 47 6 24 4 41 » 41 )) 18 29 4i 8 7 1 18 (6) Medie serenità | Massa delle nubi 9h 12h | 3h 6h 9h 12h | Comp. Dec. fp. | 59.0] 44.0] 39.0) 54.0 | 65.0 | 83.0 | 590 52,8 1P.|18.4 |28.4 [34.7 |17.0 |16.2 | 34 | 19.7 I 19.1 2 38.0 | #10 | 44.8 | 28.0 60.4 | 70.0 EG oe 2 |419.8 |17.5 ‘19.4 |24.8 |17.8 (12.0 18.5 3 74.0 | 52.6 | 49.6, 74.0 | 46.6 | 68.0| 60.2 I 53.7 3° |43.9 (28.0 (30.0 |11,9 | 28.8 (14.0 21.4 I 22.8 4 28.4 | 30.4 | 47.0] 42.0 | 72.0 | 63.0 | 47.1 ° 40 127.7 135.7 (24.9 /25.4 [14.4 (19.8) 24.6 5 245,8 | 184 2.2 | 32.0 | 218; 38.0] 22.9) 36.0 || 5 Fo 50.2 [62.7 |34.0 |48.8 (33.2 | 45.3 35.9 6 54.0 | 35.0 | 37.0 | 48.0 | 64.6 | 66.0 | 494°" 6 |29.0 [34.4 [35.6 [25.6 [19.3 |15.0 | 26.5 Numero dei giorni Sereni) Misti [iconcen Con piog| Con neb.|Vento forte} Lampi | Tuonì yjGrandine| Neve[ Caligine| Rugiada 2 » 1 p. 2 DI 1 » 1 » ) ) » » 2 2 1 2 » 3 » » » » » » 1 3 2 2 1 1 n » » ” » » » ”» 4 » 4 1 » » 2 » » » D) » » 3 » 4‘ 4 3 » 3 3 2 4 1 » » 6 3 » 2 » » L| » » » » » LI Tot. 9 10 fi ò 3 | 7 3 2 1 1 » 2 Medie mensili Barometro dalle 6 ore di osservazione . . ... 752.69 | Velocità del vento in chilometri . .. +. ....9. Dai massimi e minimi diurni... ........ 752.56 | Vento predominante... .. 0... 0000. 0 Differenza. ...-. 0.09 Termometro cenligrado. . . . +... +... + + 16.14 | Massima temperatura nel giorno 24... .... 25.0 Dai massimi e minimi diurhi .. 1.0... ..... 15.70 | Minima nel giorno A... 8.6 : -————— | Escursione termometrica .......... AGE Differenza ...... 0.44 | Massimaaltezza barometrica nel giorno 15 . . . 760.86 . . ———— | Minima nel giorno 22...... alte ela ZA Tensione dei vapori . +... +. +... +...» 8.23 | Escursione barometrica,. ......... REC IASAS Umidità relativa +. ......-.... + «+ +++ 61.6 | Totale Evaporazione- Gasparin . ........ 140.93 Evaporazione -Atmometro - Gasparin . ...... 4.730 | Totale della pioggia. . ......+ 0... 33.41 SEREMUAME Pe tao teen 47,5 Massa delle Nubi ....... 0000000 29,9 OZONO er eee e Seta den 26 Sender IO» 8 12. 13. 14 21 23 25. 26. 21. 28. 29. 30. dl. BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche del Maggio 1878. NOTE Cielo coperto, mare calmo, venti deboli di levante. Cielo oscuro e nella sera piovoso: mare calmo, venti deboli. Corrente di ponente e venti forti : mare agitato, e nel mattino cielo piovoso. i e 5. Tempo bello, mare calmo, venti regolari. Cielo misto, venti varî gagliardi, mare calmo. Cielo misto, venti regolari e mare calmo. a 11. Tempo bello, mare calmo, venti regolari. Cielo coperto piovoso, mare calmo, venti varî. Cielo bello, venti gagliardi del quarto quadrante, mare agitato. al 20. Tempo bello. Rugiada nelle sere del 14, 15 e 19; nebbie basse alle mezzenotti del 15 e 18. e 22. Corrente calda di scirocco, con cielo caliginoso il 21, e misto il 22. e 24. Tempo bello, mare calmo venti regolari. Cielo bello e mare calmo. Alle 7 p. m. comincia a soffiare vento caldo del terzo quadrante , che eleva la temperatura, e che più tardi, au- mentando di forza, solleva enorme quantità di polvere. Cielo coperto, mare lievemente mosso, venti regolari. Cielo coperto , aria calda e venti deboli, mare calmo. A mezzanotte aria secca soffocante. Cielo coperto e nebbie; venti varî, mare lievemente mosso. Tempo bello, mare calmo, venti regolari. A mezzanotte nebbiette. Cielo bello, mare calmo, venti regolari. A mezzanotte rugiada. Cielo misto, mare calmo, venti regolari. A mezzanotte nebbie. DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO. 27 Osservazioni IMeteorologiche del Maggio 1878. lee 2 Massimi DER j Massimi Barometro ridotto a 0° assint e MIRI | Termometro centigrado e minimi barometrici 5 lermometrici CR Mi rari — o > io ee A a ra 2 Yhm. 12h 3h 1 _60 9Lo N SI2D00) {9hm ;12h RIN bh 9h ) 12h 1 |] 152.17] 751.96) 731.63; 750.5%| 751.41] 750,51 || 753.27| 750.54 /20.7 (24.0 [21.7 [20.5 [18.8 119.2 || 23.6 | 15.3 20] 49.42/ 49.57) 49.57] 48.48) 48.88) 48.48 50.54] = 48.18(18.6 [19,2 [18.4 4.5 SITLS 19.7 | 14.8 3 || 48.77) 48.91] 49.15f 49.84) 50.86| 50.68 50.86/ 47.62 (15.8 [17.5 [18.0 116.9 [16.9 [16.7 fl 18.6 | 16.1 4 || 51.97] 52.59) 52.56] 52.63) 33.66) 54.38 54.38| 50.63 /(20.1 [20.3 [21.4 !19.9 [16.0 [44.9 Îl 223! 14.8 5 54.80) 54.73] 53.89) 54.10) 5444) 352.88 54.80 52.38 19.7 |20.2 419.2 [19.3 16.3 |16.0 21.3 | 13.3 6 | 50.77] 50.34] 49.37 2945 5068) 50.30 52.88| 48.90 (20.1 [23.5 [26.9 [22.8 [17.0 (16.9 || 25.9 | 15.3 7 || 50.55) 50.93] 51.45] 51.92 52.37] 52.62 52.62| = 50.38 |(19.6 [19.6 [19.3 [19.8 [17.4 '16.2 || 21.0 | 16.2 8 || 52.35) 51.97) 51.66| 51.72) 5222) 52.45 52.62] = 51.34(22/8 [26.7 [25.6 21.5 [17.3 [17.0 || 26.6 | 44.8 9 || 52.32] 52.42) 52.47] 52.47) 52.691 52.87 52.87] 5243:(20.8 [19.5 |1S.3 [18.0 [16.5 [16.1 || 22.4 | 14.8 10 || 52.98| 52.91] 52.71 52.98] 53.49] 53.70 33.70) 52.71 |18.6 (19.2 [19.2 |18.9 [16.9 [16.3 || 20.5 | 15.2 11 || 54.03] 53.83] 53.23] 5271] 52.66| 52.25 54.03] = 52.23/(20.7 [20.6 [20.6 {20.0 (18.5 [18.3 || 21.5 | 44.7 12 || 50.83] 50.90) SI.10| 50.90] 30.93| 530.91 52.251 = 50.40/20.3 [21,8 [20.0 |19.5 [17.1 {16.8 || 23.3 | 16.8 13 || 31.00] 51.06] 51.14] 51.49] 52.08] 52.02] 52.08] 56.91/[20.4 [21.2 [22.1 [19.1 [17.5 (17.4 || 22.8 | 15.5 14 || 52.99] 53.06] 53.23) 53.50) 54.21| 54.60 54.60] = 52.02:120,7 [23.5 |20.6 120.4 [17.3 [16.4 || 34.2 | 15.6 15 | 55.39] 55.50) S5.19| 55.84 56.40| 56.52 5652) 54.60518.6 |18.1 |19.9 |18.4 (17,2 {15.2 || 20.7 | 14.5 16 || 57.13! 57.97 57.87) 57.86) 58.22) 93.1t 58.74] 56.52/20.6 !19.8 [20.6 |20.3 [17,2 [15.8 || 21.6 | 44.4 17 || 57.83 59.09| 59.28] 59.13) 5933 60.13 60.13] 33.746.214 [21.2 [20.3 (49.1 |17,2 [15.7 || 23.1 | 14.3 18 || 60.34] 60.48] 60.02! 60.23) 60.48 60.31 63.62 = 59.91/20.2 [20.4 |20.8 |20.3 [18.0 [47.3 || 23.2 | 45.0 19 || G0.43| 60.01] 57.47) 58.74] 58.79) 58.42 60.53| = 58.42//22.5 |22.6 [22.5 [20.5 [19.4 [17.3 || 24.1 | 15.9 20 || 57.29] 57.09] 56.42) 53.62] 55.62| 54.56 58.42] 54.56/[21.9 (249 (21.5 (21.8 [20.1 (48.4 | 26.4 | 15.6 21 || 53.43] 33.83] 53.01] 52.23) 5479 3044 di.i 51.44 125.5 [25.0 [23.3 [26.1 [22.6 126.3 || 26.5 | 18.4 22 || 31.531 SI.S4| 51.97] 53.94| 5636! 56.26 54.3%| = 30.18/26.7 [28.8 [24,2 [20.3 |20.4 |17.7 || 29.3 | 17.7 23 || 5445) 54.34| 54.97] 55.04) 55.52) 35.70 55.70] = 5%.08:/20.2 |20.3 |20.6 [19.7 [47.2 {15.5 || 22.0 | 16.0 24 || 55.70] 35.59) 53.17] 54.64| 54.561 54.20 53.50) = 5%.20|20.0 (20.2 [20.1 |19.9 (17.1 |16.0 || 21.6 | 13.9 25 || 51.80] 51.50] 50.21) 49.58| 49,30) 49.32 54.20| = 49.30/(20.1 (21.1 [223 [22.0 (23.5 122.7 | 23.5 | 14.5 26 || 54.24| 54.64] 56.49 34.24) 54.63| 54.60 55.69] = 45.93/24.0 |21.6 |20,9 |20.1 {18.7 [16.7 {| 22.6 | 16.7 27 || 52.47] 52.19) 534.38] 40.30) 50.11] 49.38 36.60] = 48.62/120.4 [22.3 |25,8 [24.7 |22.8 [25.4 || 26.3 | 45.7 28 || 51.00) 54.63] 52.52 54.59) 55.26, 35.65 53.65/ = 49.39/(23.9 (24.6 [24.3 {21.5 |19,5 |17.7 || 29.7 | 17.7 29 || SGAS| 56.43] 56.58) 56.72) 56.98/ 56.24 36.581 35.50 (22.2 [21.0 [20.8 [20.6 [18.8 [16.8 || 22.9 | 16.6 30 || 36.19 56.49) 56.39 55.94) 56.04 55.43 36 49] = 35.43//20,3 [20.0 (20.8 |20.2 |19.0 !17.9 :| 21.7 | 15.3 34 || 54.08) 54.07] 52.68) 50.80] 51.38| 31.32 55.43] _50.80([21.0 [21.0 [22.1 [21.3 [19.8 [18.2 || 22.4 | 16.2 M. || 753.741 753.79] 733.46. 753.46] 753.81! 753.70]| 755.00] 752.33 [[20.77/21,34]24.32/20.23/18.25117.46] 23.16! 13.43 Osservazioni Meteorolegiche del Maggio 1878. Tensione dei vapori | Umidità relativa Stato del Cielo —=_r——r—_Te Ae — e —-= rr —_—_ II 12h, Sh 6h, 9h {2h |phm fn) 125, 35, A 6h, 9h 42h] vim 12h | 3h, 6h 9h Î 12h 9.631 7.92] 8.76| 8.93 10,24! 9.46] 33 | 43 50 | 63 | 57 (Bello Cop. Nebb. jose. Osc. Osc 9.66| 9.46! 8.82/11,33/11.63/14.01| 61 | 57 2 92|83]|83/0sc. |Osc. Osc. Osc.c.p.|Osc, Misto 3110.67 951/4045 10.29! 9.73] 9.38! s0| 64 63 | 72 | 68 | 63 [lOsc. Osc. Cop. Nuv. Nuv. Bello sl 9.47] 8.49. 7.82; 945| 9,881 8.44 52] 48/ 24] 53 | 73] 67 [Lucido |Bello Bello Lucido |Lucido 'Lucido S| 847! 8.55| 9.30' 9.80} 9.42) 8.16] 43; 48 | sg | 59| 68| 604Bello |Bello |Nebb. |Nebb. |Lucido | Misto GI 8.061 7.38! 9.00| 6.42/11.20| 9.33] 46 | 34 | 39 | 31| 78 | 65 (Osc. Osc. |Cop. |Nuv. |Cop. Lucido 70 9.38,10.61] 9.12] 9.93] 3.75, 9.68] 39 | 62/57/3259] 69 /0sc. Cop. Cop. |Misto. |Lucido |Lucido 8 6.97) 8.03; 7.97/40.44 10.60 10.30 34 | 33! 33 | 9#| 72] 73 (Lucido |Bello |Bello |Bello |Lucido |Lucido 9 7.50/10.67/11.98 12.32 i2.07|11.33| 41| 63 | 77| S0| 87) 83/Nebb. {Nebb. |Nebb. |Nebb. (Bello |Nebb. 10|11.90| 9.72. 9.72,10.60 10.70 10.37| 74 | 59 | sg | 63! 75] 75 (Cop. Cop. Bello [Lucido Lucido |Lucido 14/140,23‘14.62111/77/11.69 12.01/11.26!| 56 | 64 | gg | 67] 76, 72|beilo |Bello [Bello !Cop. Cop. Nebb. 12/110.33 9.27, 10. 80'11.84,12. 212.18] 58 | 48| 6a] 709) 86° 86 /0sc. Osc. Osc.c.p. |Osc. Cop. Osc. 13/110.43 40,54; 8.95) 9.50) 8.30! 7.50 57 | 56 | 25] 53! 56| SI|\Misto |Nuv. Bello |Bello |Lucido |Lucido 14] 8.53 3.52,10.58' 9.98 11.73/11.61| 47] 59 | 59! 56 80| 85{Bello |pello !Bello |Bello |Nuv. |Nebb. 15|\12/39 12.14! 943/1252 12.80 40.22] 781 78| 55 | 8! 88! 79|Bello [Bello |Bello [Lucido |Cop. Nebb. 16|| 8.87/12.41/11.62/11.66 12.07) 9.20! 49| 72| gg | 66| 83! 69/Nebb. -/Bello Bello Bello Bello Lucido 17| 9.08] 8.50/11:36,12.53) 7.96/10.19| 48 | 45| 6g| 78 54 77|Ncbb. |Rello [Bello |Nebb. [Bello |Bello 18) 9.81 11.30;12.71| 43.32.1320, 8.29] 56| 63 | 70| 75| 86| 56 Lucido |Nebb. |Bello |Bello [Bello |Lucido 19/14.51) 9.9;114.04/14.73/13.41/12.30|| 57 | 49 | 69| 82| 80 84{Lucido |Bello |Bello [Bello |Lucido |Lucido 20|10.68/11.58 13.6512.10 11.92 11.52} 55 | 59 | 73| 62| 63] 73[Nchb. |Nebb. |Ncbb. |Nebb. |Lucido |Lucido 24|| 7.39/10.30; 9.20 8.71! 9.80] 5.56) 32 | 44 | 38 39 | 48| 22|Nebb. |Lucido |Lucido Lucido |Bello |Cop. 22] 9.44] 5.91/12.04/42.86/41.83. ‘11.48 36| 30| 54] 73! 73; 76|Osc. Misto |Cop. v. |Cop. Nuv. Nuv. 23//16.96/12.74|10.88/12.62/11,50! 9.921 85 | 74 | 60| 74|79| 76Cop. |cop. |Cop. |bello [Lucido Lucido 24|10.23 11.42/10.59|10.29 11,14] 9.21||59| 63| 61] 50 | 77) 68/Bello [Misto |Cop. |Nuv. Bello |Nuv. «PE 10.58: 7.56| 9.72. 4.44) 5.81|| 50 | 57 ul 49 | 19| 28 [Lucido |Lucido |Lucido |Nebb. |Bello |Lucido 5.92) 8/26! 7.57) 9.03! 9/76/10.13) 32 | 43 $2/61|72(Cop. [Cop |Gop. |osc. |Bello [bello BI 142.49, 11.83|10.75/10.95' 9.34) 5.95) 70 | 58 46| 24/0sc. |Osc. 'Osc. ‘Cop. |Bello |Nuv. 28|12.86:11.95(14.66/12.46/11.69/11.34 58 | 52 st | 65 69 | 75 lose. Cop. |Cop. |Cop. |Nuv. |Nebb. 29|40.94/12,23 14.12/13.77/43.62 40.21| 53 | 66 76| 84; 72/Lucido {Lucido |Cop. Bello |Lucido |Bello 30|\12.74/11.74/11.61j12.62/13.20/12.53| 72] 73 si | 72 HE 82 \ncbh. INuv. |Bello |Nuv. |Bello |Nebb. si 12.59|12.74/11.76/11.79 43. 04 12.4 sl 68 | 69 63 | 76 Nebb. Nebb. Cop. Cop. Lucido |Bello n.li10.00.10.27 10.47:14.09 10.95, PROB È 28 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche del Maggio 1878. Evaporazione Gasparini Velocità del vento in chilometri Ozono | | 8hm., hs. A2hm. TPotale]| 9hm. | 12h 3h , 6h 9h, 12h | $hm ; 9bhm |12hm | 3hs | 6hs 9hs | 12h 1| 045 | 2.90 | 1.72 | 4.77 ]) 00| 29] 2.5 | 19 | 0.7| 00 20.26 | 1.42 | 0.00 | 1.68 3.0 3.3 1.5 2.0 8.6 9.8 301 0.22 | 1.10 | 1.26 | 2.58 || 22.8 | 37.4 | 16.4 | 21.6 | 15.5 | 17.4 4) 0.24 | 3.70 | 2.67 | 6.61 Il 11.0 | 16.3 | 13.4 4.3 6.9 | 12.4| 51) 0,38 | 3.30 | 1.64 | 5.32 4.3 6.0: 7.7 0.5 6.3 9.8 6 0.86 | 2.60 | 3.34 | 6.80 9.7] 8.7|196]|451| 06| 6.3 74.21 | 1.65 | 2.03 | 4.89 9.8 4.5 3.41 12.4 | 10.17 2.1 | 8| 0.31 | 4.03 | 2.85 | 7.27 | 12.4 | 14.7 | 416.7 | 05| 18] 28 | 9! 0.45 | 2.80 | 2.05 | 5.30 5.8 | 11.9 9.7 4,2 1.5 IO) 10) 0.23 | 1.89 | 2.33 | 4.45 4.5 9.1 9.7 3.3 1.0 0.0 44] 0.00 | 2.77 | 2.36 | 5.13 2.4 4.3 9-3 0.0 35 0.0 12) 0.47 | 1.03 | 0.00 | 1.20 1.7 I 1.0 4.6 3.3 hh 13| 0.29 | 2.68 | 3.25 | 6.22 | 20.2 | 17.5 | 16.0 | 111 2.9 7.8 13 0.82 | 3.60 | 4.46 | 5.88 24 93 | 33.7 1.7 4.5 0.0 15)| 0.94 3.20 | 1.65 | 5.79 6.2 6.1 8.5 0.0 1.3 4.6 16 0.72 | 3.031 2.07! 5.864|| 50| 69 46| 26) 11, 11.3 171 0.65 | 3.75 | 2.06 | 6.42 0.4 7.3 | 13.4 0.9 0.6 5.0 18) 0.59 | 2.85 | 2.73 | 6.22 || 1.7) 8.7]119| 00| 835 74 19) 1.22 | 2.85 | 2.19 | 6.26 5.2 6.6 | 16.0 9.9 1.0 4.7 20]| 0.76! 2.25 | 3.11 | 6.12 2.2 7.9 | 10.3 0.0 1.1 2.8 24)| 0.84 | 3.85 | 3.05 | 7.74 2.5 | 14.1 4.1 1.0 2.6 | 11.3 22)| 1.50 | 4.03 | 2.42 | 7.95 || 13.3 67| 42.9 2.7 1.3 1.0 23|| 0.15 | 2.75 | 1.39 | 4.29 1.2 8.3 | 14.8 PRI 7.9 3.7 24|| 1.26 | 3.43 | 2.36 | 7.05 7.6 | 11.4 1.1 1.7 4.2 6.3 25) 0.61 | 3.95 | 4.28 | 8.84 3.2.) 12.6 3.3 1.7 | 15.2 | 44.6 | 26|| 1.55 | 3.37 | 2.65 | 7.57 || 13.1 904 14 6.5 2.3 0.0 27 0.33 | 1.55 | 2.95 | 4.83 3.5 14 0.6 2.6 | 10.5 0.0 28/| 1.75 | 3.80 | 1.29 | 6.84 2.2 | 23.6 | 18.3 4.9 6.9 0.4! 29] 1.56 | 3.47 | 1.83 | 6.86 3.3 9.3 | 43.2 0.0 0.7 5.6 30) 0.45 | 3.70 | 4.86 CRI 7.1) 106 8.9) 8.0) 2.6 00 31|| 0.37 | 3.02 | 1.67 | 5.06 5.2! 6.7 5.9 2.3 14 0.0 M.l| 0.66 | 2.90 | 2.15 | 5.711 GA! 9.9! 11.3 4A 451 6A Osservazioni Meteorologiche del Maggio 1878. DEI ESE , Pioggia], Stato Direzione del vento Direzione delle nubi in del millimetri] mare Rigat9.1 12hm. 3hs. | 6hs. 9hs. 42hS. 9hny 12h EIN 6h 9h 12h alle 8m 4] Calmo Ù ESE È E Calmo » ) )) | » » » » 1 2|| N NE NE (0) (0) NNO » D) Dt » » 5.59 1 3/0 (0) (0) ONO 0 (OMO) (0) (0) O) ONO » » 0.70 3 4 NNO NE ENE E oso | 05v » » ” » » » » 3 5 E E E E (O}SK0) RIO) » » » » » n» » 2 6] ESE SSE S N So OSO » » ) » » » » 1 7 0sS0 oso oso OSO OSO (0) 0S0) 0S0, OSO » E) » 2 8| ONO so OSO) oso 0S0 (0) » » » » Ù) » » 2 9 E E NE NE OSO (0) » » » » » » » 1 10) E NE NE NE oso Calmo » » » » » » ” LI {4|| E NE È Calmo | 0SO Calmo » » » » » ”» » 1 42/| NNE N Ss NE (OISTO) (0) » » » » n » 0.45 4 13)| NNO ONO (0) N ONO (OSLO) NO » » » » » » 2 14 NE NE N E E Calmo || » » » 0) » » » 2 45) NE NE NE Calmo | ENE SO | » » » » » » » 2 3 16)| NE NE NE NE oso SO |» » » ) È) » » 2 17) NE ENE ENE È OSO 0sS0 » )) D) » » » » 1 18]| NE E ENE Calmo | 0S0 OSO || » » » (0) » ”» » 2 9 NE |NE |E ENES USO "| .0S0 [us n A O | 20) SE NE E Calmo | 0SO OSO || » » » ” » » » n i 241)| NE ESE ENE ENE 0s0 0 » b) b) L) » » » 1 | 22 SO SO (0) E oso S » n » » » » » 2 3 23)| NE NE NE E 0 0 » » » » » » » 2 i 24 NE NE NE E (0) OSO » » )) » » » n 2 25) ENE EN E ENE SO IO) » » » » » » » 1 26 ENE E ENE NE Calmo » » » » » » n 3 27| ENE ENE E (OO) Calmo (0) » » » ”» » » 2 28]| E N NE ENE E oso » » » » » » » LI 29) NE NE NE Calmo | 0S0 oso » » D) » » » » 2 30)| NE NE NE N È Calmo » » » » » » » 2 34|| NE NE E NE ENE Calmo » » n» » » » » { DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO 29 Osservazioni Meteorologiche del Maggio 1878, Nuvole 9hin 12h 3h Gnesgi Yh 12h TT ——— T_T—t ga — Sc lrn” ]—!"1:'o_ _—_coocull-=-sr_<"Tcic® — È ro Vol., Dens. Mastai Vol. Dens, jMassaljYol., bens ,Massal| Vol. Dens..Massa Vol. |Dens.] Massi Vol. Dens, Massa Al 15] 04 60] 98) 04| 392/70 0.3 210] 100) 0.4 | 40.0 || 100 | O4| 40.0 (100 | 0.4 40.0 2100 5 | 50.0 || 100 5 | 50.0 [100 6 | 60.0! 400 6 | 60.0 |] 100 6 | 60.0 |} 50 6 | 30.0 3 100 770.0 [| 100 170.0) 98 768.6) 40 9 | 20.0] 40 5 | 20.0 5 4 2.0 tl » » » 4 4 | 01.60) 2 4| 0.8 » » » » D) » » » » SILE 2 0.8.| 10 3| 3.0 Il 30 3 9.0 || 30 3 92.0] » » » || 50 4 | 20.0 6| 100 5 | 50.0) 100 5| 50.0) 70 5 | 35.0] 20 4 8.0 60 6 | 36.0]. » » » 7 100 6 | 60.0) 95 6 | 57.0] 90 6 | 54.0) 50 5 | 25.0 » » » » » » 8 » » » 2 3 0.6) 2 3 0.6 2 3 0.6 » » » » » » 9 30 1 3.0 || 30 2 6.0 || 60 3 | 18.0) 60 3 | 18.0]| 10 2 2.0 || 40 2 8.0 10) 90 bj 45.0 SO 4 32.0 Il 10 3 3.0 » » » » » » » » » 11 5 4 2.0 5 2 1.0 || 10 4 4.0 || 90 5 | 45.0] 95 5 | 47.5 || 60 2420 42) 100 5 | 50.0|| 100 5 | 50.0 100 6 | 60.0 || 100 6 | 60.0) 98 6 | 58.8 Do 6 | 60.0 13 50 5 | 25.0] 20 3 | 100| 8 5| 40 5 i RSI 6) » ” » S 14} 15 1 1.5 5 2 1.0]; 5 5 DID 5 3 1.5 40 4 | 16.0 ‘190 3 | 300 15) 10 5 5.0] 15 4| 6.0} 5 4| 20 » » » 96 6 | 57.6 || 50 2 10.0 16) 70 1 7.0 15 4| 6.0 î 15 4 6.0 2 4 0.8 4 4| 1.6] » nl» 17) 30 3 9.0 2 k| 0.8" 2 &4| 0.8] 20 2 6.0 0 3 3.0) 3 D) 1.0 18» » » 30 3| 90 | ò 4 | 2.0] 15 PACI) » » » » » 19)» » » 2 3| 06% 2 3| 0.6 p) 3 SSA 00 » » || » » » 20) 30 2 6.0 60 2| 42.0" 60 2 | 12.0 30 DI 6.0. » » ) » » » 21)| 100 1 | 400 » » ni» » » ) » » | 10 3, 3.0] 80 4 | 32.0 29) 100 5 | 500 50 4 | 20.0! 60 5| 30.0] 70 4| 250] 20 4| 80/40) 4 | 160 23) 95 4 | 35.0) 90 3 | 45.0; 80 3 | 24.0 6) 4| 2.0 » » » » » » 24 Di 5 40 5 4 | 20.0! 70 4 | 28.0) 20 3 6.0 5 4| 2.0] 20 4| 8.0 25 » » » » » DIS ) » 20 2 4.0 | 15 4 6.0 || » » » 261 60 4 | 24.0 90 4 | 36.0! 90 % | 36.0 || 100 5 | 50.0] 15 b) 7.5 || 10 4 4.0 27) 100 4 | 40.0 || 100 4 | 40.0 190 4 | 40.0) 80 4|32.0|| 40 4 | 4.0|| 30 5 | 15.0 28) 100 5 | 50.0] 95 5 | 47.5 Î 10 4 | 28.0 60 4 | 24.0) 20 4 | 8.0] 60 3 | 18.0 29 » » » » » » | 60 5| 30.0) 40 % 4.0 » » » 5 2 1.0 30) 80 4 8.0 || 20 4 | 8.0: 5 2 1.0) 30 4 | 12.0 ||- 15 4 | 6.0 || 50 2 | 10.0 Il 95 3 | 28.5) 95 3| 28.3! 70 4| 28.0) 60 4 | 24.0 » » » || 10 4 | 4.0 M.|] 50.3 20.5 {| 46.5 20.8 32.8 49.4 | 36.4 15.7 || 25.1 12.9 ||27.9 10.4 Medie barometriche Medie termometriche 9h 12h sh | 6h 9h { 12h | Comp. p.dec- 9h 12h 3h 6h 9h | 12h jComp.p.dec. 1p.|754.43| 751.35|751.36751.42]751.78!751.33] 751 42 131. 66 1 p.| 18.98) 19.64) 19.7%| 18.22| 16.72) 16.32] 18.27 118.86 _—__——————-+-+#+#+—————__—____T_--ki<:i/i Mens 019 Massatdell Cn Ubi e e eo A 00. | OZON0. . + a rale Reino ea SITORGRA È, 2 9 NE 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO 31 Osservazioni Meteorologiche del Giugno 1878. RAAANANIIISISSNNIADAA NOTE Cielo coperto, venti varî, mare calmo. Durante la sera baleni; alle 10 s. temporale con pioggia, tuoni e baleni. all’8. Tempo bello. e 10. Cielo nebbioso durante il giorno. Nelle prime ore del mattino vento forte di ponente che fu seguito da breve pioggerella. Durante il giorno cielo e venti varî, ed all’1* s. gocce. Sera bella. Tempo bello. A mezzanotte nebbie basse. Cielo misto : in tutto il giorno nebbie generali ed umidità forte. Nebbie e cielo coperto: mare calmo, venti deboli. A mezzanotte nubi temporalesche. A 0% 25" a. m. leggiero temporale con forte pioggia per pochi istanti : indi cielo vario, venti del quarto quadrante e mare calmo. Tempo bello. Nella sera baleni a SO. Dalle 11" m. sin dopo le 3% s. venti forti di Nord. Cielo misto, mare calmo, venti regolari. Cielo nuvoloso vario, venti gagliardi del primo quadrante, mare calmo. Cielo coperto, mare calmo, venti regolari. Cielo bello, venti forti del quarto quadrante, mare calmo. 21 a 23. Tempo bello. 24. 25 29. 30. Cielo coperto, mare calmo, venti regolari deboli. a 28. Tempo bello. Durante il giorno cielo nuvoloso vario; in tutta la sera baleni conti- nui. Verso le 10% 45% s. il cielo si copre: è un esteso nembo che si alza da SE. Succede un tuono, indi un altro seguito da grossa piog- gia che dura appena due minuti: il cielo torna tosto sereno. Nel mattino ad 1" e I5" temporale con colpi di vento fortissimi, lampi, tuoni, pioggia e grandine. Durò circa 40 minuti. Durante il giorno scirocco e temperatura elevata: cielo bello, mare agitato nel mattino ed a sera calmo. 32 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche del Giugno 1878. SR CORE Massimi ‘ A o Massimi e minimi : aree Barometro ridotto a 0 BA TOGNI Termometro centigrado AOL 9hm. , 12h. 3h, 6h, 9h, {2h Shm (12h. 3h | 6h, 9h 126 {7° 1 || 752.44) 752.48] 731.28: 752.06] 754.48] 754.78 ||. 734.78] 751 28123.6 [24.5 [25.0 [22.7 [24.2 [19.1 || 27.3 | 17.4 2) 56.82) 57.38) 57.27) 37.40) 57.381 57.24 58.03] 54.78[21.3 [21.4 [21.3 (20.6 [19.6 [47.4 || 22.4 | 16.6 3 || 57.21) 57.50) 56.77) 56.02] 56.29] 55.90 57.30) 55.90 [20.5 [20.8 [21.1 21.5 [19.3 [17.5 || 224 | 15.6 4 || 56.33) 56.39] 56.03] 53.70] 55.90| 56.19 56.39] 55,25 1|21.5 [22.4 [22.7 !22.7 [20.4 [18.0 Il 33.0! 175 3 | 55,76) 56,21) 55.93| 55.14) 553.40) 54.90 56.19] = 5%.90,23.3 |23.5 122.8 [24.0 [20.3 120.6 || 23.6 | 17.8 6 | 54.92) 55.19] 54.53 54.53) 5506] 54.66 53.28] = 54.05||24.1 |23.9 [28.1 |24.7 |20.9 {19.7 || 28.9 | 17.8 7| 536.06) 56.45) 56.8Ì| 57.06) 57.47] 57.73 57.73] 54.65|(22.8 [22.2 |22.8 [22.5 |20.5 [18.2 || 23.5 | 18.2 8 || 58.67] 58.59) 58.36| 57.52! 37.63) 57.96 58.69) = 57.36,(22.4 |22.5 |22.7 (22.6 [20.1 [18.8 || 23.84 47.1 9 || 5744] 57.34| 57.06) S6.17| 56.44! 55,85 57.96] 55.85/221 [22.6 [22.6 |22.3 |20.5 [20.1 || 24.5 | 16.7 10 | 54.79) 54.93| 55.06] 54.78] 55.06) 34.53 35.95) = 54.02|(24.7 |27.0 |2%.8 |24.5 [22.0 [20.4 || 28.1 | 18.5 11 || 54.56] 55.60] 54.14| 53.70] 54.21) 54.60 56.33| = 53.47//24.5 [23.9 |27.5 |27.4 |22.5 [209 || 29.7 | 49.7 12 || 54.27) 54.16] 53.96| 53.38] 34.05) 53.94 34.60| = 53.40(24.4 |25.9 |28.9 |27.9 [22.8 [21.3 || 30.3 | 19.5 13 || 5440] 54.18] 53.881 53.44| 53.28] 52.49 34.64| = 52.49|122.8 [24.2 |23.9 (22.6 [22.5 [21.6 || 24.7 | 20.1 14 || 50.69) 50.63] 49.08) 4933| 49.24| 49,67 52.49] 48.85 )124.7 [24.2 |25.3 [24.7 |23.0 |22.5 || 27.7 | 19.8 15 || 49.53| 49.87) 49.91! 49.92) 50.67] 51.27 34.27) 48.001:25.5 |27.1 |26.2 [25.0 (21.7 (20.5 || 28.4 | 20.5 46 || 51.541 54.421 51.60) 54.40] 51.86; 51.85 52.03] = 50,52 [25.0 !24.6 |24.0 (23.1 |20.9 |18.6 || 26.5 | 48.6 17 52.83] 53.00] 53.29) 53.24) 53.50) 53.63 03.63 51.83 ||22.1 |22.3 |22.8 [22.2 |21.2 |19.0 || 24.0 | 17.9 19 || 54.06) 54.32) 54.31; 34.33| 54.34) 53.80 94,91 53.48 ||22.8 |25.7 |24.0 |23.0 |21.7 [22.6 || 24.5 | 48.5 19 || 54.21) 5406) 54.04] 32.48] 52.94] 52.98 94.81] 52.26 |/24.1 [23.3 |25.4 |23.2 [22.2 [21.9 || 25.5 | 20.1 20 || 33.85) S%.10| 53.94) 54.48] 54.90) 53.35 55.33| = 52.98//25.2 [25.2 |25.0 122.2 [21.1 [19.5 || 26.3 | 19.5 21 || 5635) 36.71) 56.66, 56.46| 57.13] 57.52 57.52] 55.35|23.7 |22.3 (23.1 |22.4 (20.5 (19.6 | 242 | 17.4 | 22 || 57.90] 58.03) 57.70) 56.85| 57.28 57.48 98.08| = 56.88 (23.1 |23.5 [23,5 (23.4 [24.3 [19.9 || 25.0 | 17.2 23 || 5678) 56.73) 56.08] 53.30) 55.71] 55.26 97.48] 55.26//25.3 [25.4 [25.1 89 22.6 (21.0 {| 25.6 | 17.3 24 || 53.95] 53.69] 53.37 52.92| 33.09) 92.82 55.26| = 52.92|124.9 |24.7 [24.7 [23.6 [22.9 |21.4 || 26.1 | 20.8 25 || 53.68] 53.75) 53.48) 53.95] 54.17] 54.09 54.17 52.82 (23.5 (23.7 |243 [22.8 [22.8 120.5 |.25.0 | 19.8 26 || 54.16] 54.40] 53.99 54.01 3420] 54.17 54.21] 33.70/(23.8 [24.3 |24.6. [23.2 |22.2 [20.8 || 25.0 | 18.5 27 || 53.75] 53.64| 52.77] 51.86] 52.16] 52.19 347] 51.86/24.1 |23.8 [26.1 [24.4 |24.5 [20.7 | 26.5 | 49.3 28 || 51.70] 54.70] 51.54 54.59) 52.17, 51.82 52.36] 51.54/(24.5 |25.7 |25.5 [24.6 121.6 |20.3 || 27.4 | 19.3 29 || 52.92] 53.13) 53.27| 52.44| 52.84| 52.22 53.74| = 51.29]|[25.7 |25.9 |26.3 |26.8 |24.2 [22.6 27.0 | 19.2 30 || 33.14] 53.01) 52.90) 52.71| 52.97, 53.01 53.14| 31.38|(31.1 |34.1 |28.6 [27.8 (25.4 ani 34.7 | 20,8 m. || 754.48) 754.59] 754.29, 754.00] 734.37! 754.32]| 755.28] —753.26||23.89 24.28|24.62(23.71|24.64/20.26,] 26.051 18.56 Osservazioni Meteorologiche del Giugno 1378, Tensione dei vapori | Umidità relativa Stato del Cielo Smm| 12h, 3h, 6h, gh 12h [ot 420) 3h 6h, 9n,A2D/ dam | 12h 5ì 6h] gh 12h 140.69 14.54 11.87 14.73 12.6213.59)| 49 | 50| 50! 72, 67! 83|INebh. |Nebb. |osc. ose. Cop. Bello 2(12.86|13.62/13.18/13.14/12.38|14.95|] 68 | 73 | 70| 73 | 73 | 81 [[Nuy. Bello |Rello |Bello (Bello {Lucido 312.74 13.48 |43.77 1242/43.32/12.62;| 74] 7&| 74] 64|80|85/Bcllo [Bello |Bello |Nebb. Lucido |Nebb. 4\42.90|43.14 12.95112.47|13.89/11.13 68 | 65 | 63 | 59 | 78| 73|Lucido |Lucido |Lucido |Lucido 'Lucido Lucido 9|10.72!12.79|44.83'14.10/13.47/41.92| 50 | 59 | 72| 64| 76| 66/[Lucido |Lucido |Lucido |Lucido |Lucido [Lucido 6|13.87|11.59| 7.05|10.63| 9.53] 9.70] 62| 53 | 25| 49| 52| 57[pello Bello |Bello |Lucido {Lucido |Lucido 1|113.33/1%.22)14.06|13.40|13.51,12.49| 65 | TI 68 66 75 | 78/Bello Bello |Bello Lucido |Lucido |Lucido 8|11.13/10.32, 9:60/41.30/42.06| 9.26|| 56 | 51! 47| 56| 69| 57|Lucido [Bello Bello Bello Lucido |Lucido 9|11.46113.02/12.70|14.64112.43/12.22)| 58 | 64| 62| 58| 69] 70 Nebb. Nebb. |Nebb. |Lucido |Lucido |Ncbb. 10), 9.87| 8.92/43.45:10.60/10.03/12.34|| 43 | 34 | 58| 46! 51| 69/|ncbb. |Nchbb. |Nebb, |Nuv. Bello |Nebb. 11|42.02/14.49:14.33/12.0% 14.69 14.54| 33 | 66 | 52| 45/72, 79 Cop. |Cop. Nuv. Bello |Bello 'Lucido 12[13.85(14.80/10.93/14.61,17.04 14.93] 61 | 60 | 37| 52 | 83|79|Bello |Bello |Bello |Misto |Cop. Lucido 13|16.53/16.36,16.54)17.17/17.06/16.41]| 80| 73 | 75] 84: 84| 86/Ncbb. |Nuy. Nuv. Cop. Osc. Nebb. 14|16.22/17.71)17.26/18.90/17.97|17.57| 70 | 79 | 72 82 | 86 | 87/Ncbb. |Nebb. |Cop. Cop. Cop. Cop. 15}|12.36,10.53/40.1|11.07|10.33,40.95]] 51, 40 | 43| 47, 54| 61/Nuv, Bello |Bello |Nuv. Nuv. Nuv. 16|| 9.99 /10.39:10.45/11.00 12.49! 7.50 42| 43 | 57] 52| 68, 47|Bello |Bello (Bello |Bello |Nuv. |Lucido 17|12.07/14.00/13.53(14,71:13,71|12.30] G1| 70| 65| 74| 73| 75 Cop. Nuv. jNuv. Cop. Nuv. Lucido 18|14.18)15.46]1%.93/45.89/19,35| 9.36 69| 71| 67] 76) S0| 46(Nuv. Nuv. Nuv. Nebb. Bello Nuv. 19|16.07/17.08|15.27(16.28|16.04(15.72| 72] 80| 63| 77] 81] 80/0sc. Osc. Osc. Cop. Cop. Cop. 20|10.79;10.33/11.71|13.26/14.41(14.13]| 45 | 43 | 50| 67] 77) 84|Lucido |Bello |Nuv. Nuv. Cop. Bello 24|[14.09/11.80/11.31|12.0713.05|12.53| 51 | 59 | s4| 61|73| 74((Bello |Nuv. {Nuv. |Cop. |Lucido |Misto 22||42.24 11.83/12.79 Ab-46 18:77(19.58| 58 55 | 59| 66/78] 80/Lucido {Lucido |Lucido {Lucido |Lucido {Lucido 23//10.27|10.05|11.81/13.18(13.34;13.24|! 43 | #2] 50| 60) 65| 72/|Bello [pello |Lucido |Bello ‘Bello |Gop. 24|/14.5515.71|15.71/15.87/16.64|15.53]| 62 | 68 | 68 | 73| 80| 82/(Cop. Cop. Cup: Cop. Cop. Bello 25|/14.41|43.29:14.08/15.67 15.67:14.30]| 67 | 70) 62] 76 76| 80|Nuv. Nuv. Bello |Nuv. Bello |Misto 26|14.39/12.30/15.25|15.9%15.53/14.12| 66 | S£ | 66| 75| 78| 77 [Bello |Bcllo Bello |Bello [Lucido |Lucido 27|43.70]14.06/11.04/10.23 10,93113.23]| 61 | 64 | 44 | 46| 57| 73/Nuv. Cop. v. | Nuv. Bello |Bello |Lucido 28/13.30; 9.26/12.20/41.79,12.53] 9.19] 58) 38| 50| 51 | 65| 52|lLucido |Bello Bello |Lucido |Bello |Lucido 29|41.76/13.77/14.24/12.22 413,64/11.30| 43 | $5 | 561 47|61|56|Nebb. |Bello {|Nebb. |Ncbb. |Nuv. Misto do 10.41 CORI 13.69 31/22/46 52| 63| 66 |\Nuv. Nuv. Bello |Lucido |Bello |Lucido | | | n.ll12.67 12,58/13.03'13.47/13.76 12.711%58.0158.3 57.5[62.3171.5:74.8! DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO. 33 Osservazioni Meteorologiche del Giugno 1878, Evaporazione Gasparin|l Velocità del vento in chilometri Ozono Shm., 3hs. 12hm. Totale 9hm., 12b 3h, 6h 9h 12h || shm | 90m |/12nm , 308 | 6hs 9hs | 12h 11 0.75 | 2.80 | 1.553 | 5.10) 3.3) 9.7 11.1 | 0.0 | 74) 3.6 2] 0.45 | 3.63 | 1.35 | 5.43 || 42.1 I 4.2 84 5.3 4.6 | 10.2 3! 4.45 | 3.55 | 6.35 [11.32 || 11.6 | 12.3 6.4 2.8 3.4 5.9 4|| 0.38 | 3.43 | 2.65 | 6.46 || 5.7 7,1 8.7 0.0 5.1 6.1 5) 0.57 | 3.28 | 2.82 | 6.67 { 3.9 8.3 54 41.2 2.3 14 6 0.20 | 3.62 | 5.16 | 8.98/ 46) 33]| 48| 29 34 6.9 710.00 | 3.68 | 2.52 | 6.20 8.9 8.9 40.6 34 0.0 4,9 | 8| 0.37 | 4.15 | 290 /| 2.45| 88| 87] 95| 25] 06] 8.3 9 0.65 | 3.80| 2.67 | 742 49| 64|4119] 13| 101 00 10/) 0.28 | 3.45 | 1.41 | 5.414 |! 7.6 | 14.7 8.5 0.0) 4.8 1.7 414]| 1.24 | 2.75 | 0.99 | 4.98 162 3A 1.5 3.3 Zio 0.0 12) 0,58 | 3.23 | 3.65 | 7.46 3.8 | 4.8 2.3 2.9 35 0.0 13'| 0.00 | 3.20 2.37 3.57 9.2 6.6 5.3 3.6 1.0 0.0 | 14) 0.28 | 2.68 2.77 9.73 1.3 73 4.6 6.3.| 0.6 0.0 45] 0.00 | 35.10 | 3.73 | 8.85 9.1 | 29.0 | 235 | 21.4 8.2 24 16 0.47 | 4.70 2.16 |! 7.93 0.5 | 18:3 | 22.8 5.0 | 10.3 | 3.3 171) 0,74 | 2.51 3.03 | 6.25 8.0 | 10.6 | 14.3 2.2 1.5 6.4 | 18) 0.64 | 2.80 | 1.70 | 5.44 7.3 | 10.3 | 13.1 2.9 0.7 8.6 19) 0,82 | 1.53 | 1.82 | 4.17 | 9,5 6.2 1.9 0.0 0.n 6.9 20) 0.33 | 5.00 | 3.93 | 9.26 || 8.7 | 39.0 | 28.6 9.8 0.7 2.9 24 0,00 | 3.55 | 3:50 | 705 /| 80 | 124 [107 74] 25] 240 22 0.32 | 3.78 | 2.83 | 6.93 |I 4.8 69 d.4 | 0.0 0.5 d.1 23 0.6£ | 4.08 | 3.45 | 8.47 4.3 8.2 | 9.5 0.0 0.5 9.8 ì 241 0.45 | 2.75 |-.236 | 5.26 1.4 Bò 9.7 1.2 4.5 0.0 25) 0.22 | 4.02 | 1.96 | 6.20 5.1 1A 8.7 4.0 0.0 0.0 | 26) 1.09 | 3.78 | 1.71 | 6.58 5.5 | 10,5 | 13.7 2.2 1.0) 1.1 | 27]| 1.48 | 4.03 | 3.03 | 8.24 9.7 8.3 | 12.6 | 16.1 3.7 4.6 28) 0.535 | 4.22 | 3.00 | 7.77 2.0 9.7 | 10.5 0.0 4.1 9.8 Ì | 29 4.42 | 2.58 | 7.00 nea 9.4 6.9 1.0 14 8.3 30) 0.35 | 5.10 | 2.91 | 8.36 I 15.53) 95 | 132 0.0) 00] 24 | | M.!1 049 1: 3.62 | 2.78 | 6.891 6.3‘! 10.2 ' 10.1 | 3.6 2.6] 4.0 | | | Osservazioni Meteorologiche del Giugno 1878. Nos baie 2 Pioggia|| Stato Direzione del vento Direzione delle nubi in del millimetri mare 9h 12hm. 3hs. 6hs. 9hs. 12hs. ah, 12h — 3h | 6h | 9h | Î2h_ alle 8m || ESE ESE NI; | Calmo | OSO 0S0 » bon » » » » 0.09 1 2); NE NE NE NE NE SO » i » » » » » 1 3 NE NE NE E 0S0 E » » » » » » » LI &| NE ENE ENE Calmo | N SO » » » » » » » 1 5|| ENE ENE ENE ENE OSO (0) )) » D) » » » » 4 6|| ENE È SE DI OSO (0) » » » » » » ) 1 7 NE NE ENE ENE Calmo | OSO » » )) » ) » » 1 8|| NE NE ENE ENE (OREO) IO) » » » » » » D) 1 9 NE ENE ENE NE 0SO Calmo )) D » » )) » » | 1 10)| NE ENE ESE Calmo | E oso » » D » » D) TI MB. |E ESE | ENE N Calmo » » » » » » ) 1 42| ENE È È E E | Calmo {| » D) » » ) » » 4 13)| NE E 3 E E Calmo || » » » » » » » 1 44|| ESE ENE ENE E E Calmo | » » » (t) » » 1 15 N ONO | ONO ONO OSO OSO » » » ONO » » 0.57 2 16/0 N N ENE E (OTO) » ) » » » » )) 1 17) NE NE | ENE E (OSIO) so » » Dolo) » » » LI 18 E ENE E È OSO SI) (0) » » » » » » 1 ‘19)| E NE È Calmo | Calmo | S » » » » » » » { 20) NE N oNO N (0) \ NE » » » » » » » LI 24)| NE | NE NE NE (0) so » » » » » » » 2 22) NE NE ENE Calmo | 0SO SO D » ”» » » » » 1 23|| NE NE È Calmo | OSO (UTO) » » » » » » » LI 24|| E ENE ENE È ENE Calmo (0) » » » n » » LI 25) È NE NE NNE Calmo | Calmo » » » » » » » LI 26! E ENE E | LE (STO) oso » » » » » » » 4 27 È E | (0) : NNO (0) 050 (0) » (0) » » » » 1 28] NE E E Calmo | 0SO 0SO » » » » )) » » 1 29| NNE I E E E so » » ” » » » 0.51 1 I SO SE ENE | Calmo | Calmo oso 0 » » » » » 0.76 3 i | EE EEA desta » » | BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche del Giugno 1878. Nuvole | | 9hm 12h | IPER 6h CEE Th se - —=a—-——_=s5r5% = Asi d rn — | valle nariatassa Vol. Dens.jMassalVol., pens. Massa | Vol. Dens. Massa) Vol. Dens.j Massa Vol. Dens. Massa 1| 60 0.3 | 18.0 || 98 0,3 | 29.4 {100 | 0.4 | 40.0 || 100 0,5 | 50.0 || 70 | 0.6 | 42.0 |1 0.5 3.0 2| 30 4 |42.0| 15 b) 1.5 ò 4 2.0!) 5 2 1.0 b) 2 1.0 » » » 3 4 1.6 5 3 1.5. 2 2 0.4 || 20 2 4.0 » | » » || 40 2) 8.0 4 » » ) )) » b) » » Do! » » » » » » » » » DÌ > ) »o ‘| )) » DIGO » Di » » » » » » » » » 6 5 3 1.5 10 4 4.0 | 5 2 1.0, » » )) D) » ) » » » ll 43 4| 6.0] 10 4| 4.0) 15 5 1.5 » » » » » » » » » 8 » » » G3 1 0.5 | b) 3 4155 5 2 1.0 » )) ) » » » 9| 30 2| 60 40 2| 38.0] 40 2| 8.0) » » » » » » || 60 4| 6.0 10) 100 | 1 | 10.0] 10 2 2.0 | 60 3 | 18.0) 30 4 | 12.0 2 3 0.6 || 30 LI 9.0 11 90 4 | 36.0 | 98 5| 490] 30 4 | 12.01 10 b) 3.0] 8 3 2.4 » » » 12 81 2 1.6 5 2 1.0 | 10 3 3.0 ;| 50 4 | 20.0])) 60 4| 240 » » » 13| 30 2 6.0) 23 4 | 100| 30 4 | 12.0) 70 4 | 28.0 || 100 6 | 60.0 || 90 3| 27.0 14 70 2440) 90 3| 27.0} 80 4 | 32.0 || 60 4 | 24.0) 95 4 | 38.0 |100 6 | 60.0 15 20 4 8.0 || 10 4 4.0 i b) 4| 20 30 5 | 15.0] 30 3 | 15.0 | 30 5 | 15.0 16 2 4 0.8 5 “ 2.0 8 4 32 15 4 6.0 || 30 S| 15.0 » » » 17) 95 z| 380) 20 4 8.0} 30 4 | 12.0] 80 4 | 32.0] 40 4 | 16.0 » » )) 18) 40 4 | 16.0! 40 5| 2001 20 5| 10.0) 20 3| 60 5 4 | 20.0 || 40 4 | 16.0 19 100 6 | 60.0 190 6 | 60.0 100 6 600) 70 4 | 28.0). 80 5 | 40.0 || 80 4 | 32.0 20 » » » Il 15 5| 7.51 30 5| 450) 20 5 | 10.0) 60 9 | 30.0 || 10 4 | 40 24) 5 4| 20] 20 4| 8.030 4 | 120] 60 4| 240] » »| » ||50| 4|200 23 » )] » » )) DIRLO). » » » » » » » » dl » » » 23 5 3 1.5 2 3 0.6: » » » 10 4 4.0 10 4 4.0 || 90 4 | 36.0 24 70 4 | 28.0] 95 5| 475. % 5| 45.0) 70 4 | 28.0) 80 5 | 40.0] 19 FER) 25) 30 5 | 45.0) 50 6| 18.0. 15 5| 7.5) 20 S| 10.0] 5 4| 2.0] 50 5 | 250 26) 10 4 | 40| 10 4| 40 15 3| 7.5 9 9 | 29) » DI » D) » » 271 40 624.0! 60 6| 36.0! 40 5| 20.0 5 4| 20 53 4| 20) » ) » 28» » » 4 | 1.6! 2 4| 08 ” » » 2 3| 06) » ) » 29 30 2] 60) 10 4! 40 9 3| 28.5) 20 3| 6.0! 20 4 | 80/50 5 | 250 30)) 40 5 | 20.0) 40 5| 200 | 15 4 6.0 » » » 2 4 0.8 » ) » M.|j31.0 11.2 !| 29.1 12.8 29.2 42.2 |{ 25. ___T 10.5 |] 23.6 11.4 |:125.3 9.6 Medie barometriche Medie termometriche 9h , 12h 3h (N 9h 12h | Comp. p.dee- 9h 12h RI) 6h 9h 12h /Comp.p.dec. Ip. 755.74|755.89/753.46;755.26|755.83|755.80 153.66,753 97 1 p.| 22.04] 22.46] 22.58! 22.30] 20.16! 18,52/ 21.34 21.88 56.38 36. 30] 56. 36] 56.01] 56.27] 56.15] 36.28/ ‘°° 2] 23.16) 23.6%| 24.20) 23.32) 20.80/ 19.44] 2243 I : 3 52.63] 52.89] 52.49/ 51.96/ 52 29/ 52.39] 52.39/7s) 89 3 24.38| 25.06) 26.36, 25.46| 22.50) 21.36] 24 19 123 46 4 | 53.30 33.10 53.42] 53.79] 53.51) 53.521 53.39( 0" 4 | 23.84) 23.82) 24. si 22.74! 21.42] 20.32] 22.73 j9% 9 55.73] 55.78] 55.46| 53.10] 53.48| 55.43] 50.59, 173%.18 5 24.10) 23.92| 24. 23.16] 22.06] 20.43] 22.97 l23 96 6 | 53.43] 53.12] 52.89] 52.52] 52.87| 32.68] 52.871 6 | 25.84] 26.76 to 25.30; 22.92] 21.441 26.75 )0°- Medie tensioni Medie umidità relativa 9h, 12h 3h 6h 9h 12h ,Comp.p.dec. 9h 12h 3h bh 9h 12h |Comp.p.dec. 1 p.| 11.98] 12.91) 43.32] 13.25] 43.14] 12.25] 12. 84,19, 16 1 p.| 61.2 | 64.2 | 6558 | 66.4 | 74.8 | 77.6 | 68.3 63.1 2 11,98) 11.61) 11.37) 11.51) 1151] 14.14] 14.52; 2 56.8 | 54.6 | 52.0 | 55.0 | 632 | 66.2 | 58.0 3 44.20] 14.80) 13.97) 14.76) 15.42) 14.88| 14.67 13.97 3 63.0 | 63.6 | 53.8 | 62.0 | 75.8 | 78.4 | 66.4 65.8 4& 12.62) 13.45) 13.18] 14.23] 14.40] 11.80) 13. 128) h 4 57.8 | 61.8 | 60.4 | 69.2 | 75.8 | 66.4 | 60.2 | 5 12.51| 12.94| 13.14| 14.19) 14.69) 13. 89 13.56, 143.13 ò 56.2 | 58.8 | 5896 | 67.2 | 74.4 | 77.6 | 65.5 60.7 6 42.71] 11.57] 13.20] 12.90| 13.51] 12. sj 12.70, 6 52.8 | 46.6 | 52.4 | 34.2 | 64.8 | 64.8 | 55.9 i Barometro Termometro Medie evaporazione Gasparin : Massimi É go ; aa Agi] i Minimi x | ui ELI 0 COME . | 756.54) 5442)mup p. 6.92 $ p. L72 4 .9 i 3 |57. 1010” 56.82 | ‘55,191194.80 2 i T6i 24-15 17.86) 17.29 (2 0.30 ot 293 | 6.93 59 3 53.87, 91.18) «g- ‘ 28.16 19.92 3 0 39 2.70 6.52 . 5 56.50) ue 3 ® 95 .18) n 18 ‘50, 5 0.2 64 | 28 12 6 9501 55.01 | s1ogi 53-29 || G 23.12] 20-65 | 19/42] 18-96 || 6 0.63 | 4.31 | 265| 759 | 745 SN 7 a DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO Osservazioni Meteorologiche del Giugno 1878, 35 Medie dell’Ozono della pioggia Quantità Medie velocità del vent (0) Î 8h 9h 12h | ts Î 6h 9h, 12hjComp. p. d. mm. 9hm 12h, 3h, 6h, 9 |12h |Com.p.d. 1 p. Il 0.09 I 0.09 |[1p-| 7.3 | 8.3] 8.1] 1.9 4.6 5.4) 5.9 2 2l ‘n 6 0a 70) 84) 91] 2013) 39 3:34 5.6 3 3| 0.57 0.57 |3 | 49 [10.2] 7.4) 7.5) 3.2] 0.5, 5.6) 74 4 4 » 3 4 6.8 |16.9|16.1|] 3.9| 2,7. 5.6 81) p 5 fede e SERI 9 Rie e 1 2747) gq 6 | |6] 1.27 i ‘5° 16 17.6 | 9.5|11.4| 3.9] 2.2] 6.4! 6.8ì " Numero delle volte che si osservarono i venti N NNE NE | EN& | E ESE | SE [SSE| S | SSO | SO | 0S0 | 0 | ONO | NO | NN0|Calm.| Pred. ip. 1 » 40 6 2 2 ) » » » 2 4 4 » » )) 2 NE 2 » » 7 8 3 LI 1 ) » » LI ò 1 » » » 3 ENE 3 2 » 1 4 12 2 » » ) D) ) 2 » 3 D) » 4 E 4 4 » 5 3 7 » » » i) ) 2 3 2 1 » » Di E 5 » 1 10 4 4 )) )) » » » 2 3 1 » ) ) 5 NE 6 » 1 41 2 41 » 1 » » » 2 6 2 » » 4 3 E Per decadi id. 1 » 17 14 5 3 [ » ) ) 3 9 2 » » » 5 Nk 2 6 » fi Ci 49 2 » | » 4 » 2 5 2 4 » )) 6 E 3 » 2 A 6 lò » 1 ” » » 4 9 3 » D) 4 8 E Tot.| 7 SASA 39 5 2A OA » 9] 23 7) 4 » 1 19 E Medie serenità | Massa delle nubi ; 9h 12h jComp. Dec. 9h | 12h | 3h _, 6h 9h; 12h) Comp. Lec, | 85.0 90.0 | 84.1 } 82.2 1P.| 6.3 | 7.7 | 8.5 |11.0 | 8.6 | 2.6 14 54 | 99.6 | 78.0] 834°" || 20|47]|37/72|26]| 01) 22 3.4 I Di 41.4 | 56.0 | 55.5 } 38.5 3° |13.1 [18.2 [42.2 [f8.0 [27.9 |20.4 18.3 18.3 | 570 | 20 | 615 (095 |% l250 19,5 (200 (164 [206 [104 | 183| 13 81.0 | 60.0| 71.87 ,79 || 5 Le 14.8 (12.9 (13.2 | 92 (1722 428) 02 | 9.2 | 90.0 | 82.7\ 0° 6 |10,8 [13.1 |12.6 | 2.1 | 2.3 | 5.0 7.6 Î 9 Numero dei giorni Sereni] Misti | Coperti {Con piogy Con neb.| Vento forte) Lampi | Tuoni {Grandine| Neve] Caligine] Rugiada 1 pp. 4 » Î 1 4 D) » 1 4A » » » » 2 & 4 » » 2 » ) » » » D) » 3 3 1 1 1 2 1 1 1 » » » » 4 3 1 1 » » 1 41 » )) ” » » 5 4 » 1 » » » » » » D) » » 6 5 » » | 2 » 1 2 2 LI » » ” To!. 23 3 4 | 4 4 | 3 ò 4 1 0 0 0 Medie mensili Barometro dalle 6 ore di osservazione . . ... 734.35 | Velocità del vento in chilometri . .. . +... 6.4 Dai massimi e minimi diurni. . .......-. 754.27 | Vento predominante... 06.0.6600, È Differenza. .... . 0.08 | Termometro cenligrado. . . + +...» + +.2307 | Massima temperatura nel giorno 30....... 36.7 Dai massimi ec minimi diurni. . ..........22.30 | Minima nel giorno 3... +... 15.6 ——__ | Escursione termometrica . ........... 19.1 Differenza ..., +. 0.77 | Massima altezza barometrica nel giorno 8 . . . 758.69 MINIMA UCI IN IORTONlo Nt e e e e ate one 748.00 Tensione dei vapori i += «+ e + e 00 + ce ses» 19:09 | Escursione baromelriGa e. re 10.69 Umidità relativa . +... 6%. 0.00 e 63.2 | Totale Evaporazione - Gasparin ......... 206.77 Evaporazione-Atmometro-Gasparin . ...... 6.89 | Totale della pioggia . . Sia CECO 1.93 Serenitane (lrn ANO E RO SI TI) Massa delle nubi ....,.. arl'al'isr ariete 41.3 Ozono: iaia 36 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche del Luglio 1878. AAAAAAARARAANNISNSNN NOTE 1 a 2. Tempo bello, mare calmo, venti regolari. 3. Durante il giorno venti forti del quarto quadrante e mare assai agi- tato; cielo nuvoloso vario, 4. Cielo nuvoloso, venti forti del terzo quadrante e del quarto; mare grosso, 5. Venti forti del quarto quadrante, mare grosso , cielo nuvoloso vario durante il giorno e sereno a sera. 6 a 11. Tempo bello. 12. Venti deboli, nebbie, umidità forte, ed a tarda sera rugiada copiosa. 13. Tempo bello, mare calmo, venti regolari. Nella notte rugiada copiosa. 14. Tempo bello; nella sera nebbie basse e rugiada. 15 al 23. Tempo bello. 24. Corrente calda di mezzodì; mare calmo, venti deboli, temperatura molto elevata, e nella sera forte umidità e nebbie. 25. Durante il giorno cielo nuvoloso; a sera coperto, venti turbinosi e leg- giera pioggia ad intervalli. 26. Corrente del quarto quadrande. A mezzodì temporale di breve durata preceduto e seguito da forti tuoni nella direzione di SO. Mare agita- to, venti forti. 27. Cielo nuvoloso vario, mare agitato, venti forti di ponente. 28. Cielo bello, venti forti di ponente, mare agitato. 29 a 31. Tempo bello. Alla mezzanotte del 31 nebbia generale. DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO. Osservazioni Meteorologiche del Luglio 1878, 37 orto ad Massimi Barometro ridotto a 0° Massimi e minimi |l—rermometro centigrado e minimi barometrici 5 (eniiomaiti una -—_--- n _m—— || _—r 9hm. 12h 3h 6h 9h, 12h 9hm j12h 3h fih 9h I 12h 1 || 754.25) 754.44| 753. 93! 753.75) 753.93] 754.19 154.56] 753.02 26.6 |26.6 |26.7 |26.7 |24.3 122.6 || 27.0 | 21.2 2 54.09] 54.06 ‘53. 93] 52.11) 51.77j 51.57 54.49 51.57 [27.1 26.3 |26.8 '26.5 [25.0 (21.8 28.1 | 22.4 3 || 51.45] 51.62| 54.41] 51.72) 52.30| 52.93 52.93 50.39 127.5 |29.0 [27.4 (25.2 |24.3 [22.3 { 30.1 | 22.3 £ || 53.83] 53.70) 52.88! 52.99) 53.73| 54.23 54,23 52,93 [126.0 |24.A |24.7 ‘24.0 |21.9 [21.2 | 27,5! 209 5 56.37| 57.38) 57.75) 58.32) 58.63) 59.43 59.43 54.23 22.2 |22.5 |22.3 [21.4 |19.7 j47.2 23.9 17.2 6 || 60.05) 59.94| 60.03! 59.49 599%| 59.55 60.46 59.14 | 23.8 |23.1 |23.5 |23.1 [20.4 (18.3 || 24.9 | 16.5 Li 59.40] 59.32| 59.09 58.28) 58.32) 37.67 59.55 57.67 122.6 [23.1 |23.7 [24.0 |21.4 |19.3 || 24.4 | 16.5 8 57.55] 5747) 57.19 56.43 56.71) 56.83 57.73 56.43 ;|23.6 |23.5 [24.5 /23.4 [21.8 ‘20.3 || 26.4 | 43.3 9 57.45) 56.84| 56. 65: 56.62| 56.941 57.61 57.61 36.23 |24.4 25.4 |26.2 |25.1 [23.6 [22.6 || 26.9 18.5 10 57.27) 57.58] 97. .26| 56.64 36.71] 93.79 57.61 53.75 126.2 |26.5 |28.6 |27.2 [24.6 |24.8 || 29.7 | 20.7 11 55.56| 55.72] 50. 301 54.97] 55.10) 54.39 93.15 54.39 130.3 |28.4 {29.0 |28.6 |26.6 {24.1 || 31.1 23.3 12 54.62) 34.79 54.67| 54.67] 54.57|] 5451 54.85 54.51 126.0 [25.2 [26.3 |25.6 [23.9 [22.3 || 28.5 | 22.3 13 54.34| 54.51) 5436: 53.80] 54.33| 53.96 54.16 53.80|125.7 [25.3 [25.1 [25.1 |23.4 [21.6 || 26.8 | 21.6 14 54.19/ 54.37] 54.451 53.93] 54.30] 53.99 34,02 53.66 )/24.8 |25.3 |25.7 |25.3 [23.8 [22.4 || 26.6 | 20.4 15 33.80] 54.99 54.250 53.99 54.80/ 54.67 95.41 53.56/26.4 |25.6 |28.2 |27.3 |24.9 (23.2 || 290 | 20.2 46 54.95| 55.23) 55.00, 54,58) 54.90! 54.37 93.64 53.70||129.2 !27.9 [29.4 [29.5 [25.6 [24.7 || 30.2 | 21.9 17 56.32) 56.74) 56.76 56.82) 57.65) 58.19 58.19 54.57 127.6 |27.2 [27.1 [27.7 [24.4 [23.7 || 31.2 | 22.0 18 59.22| 59.21) 58.90. 58.76] 58.93) 58.84 60.32 58.19||126.7 |27.0 |26.8 {26.4 |23.4 [21.5 || 28.3 | 24.2 19 58.90| 59.02] 58.79, 58.18| 58.25, 58.18 59.06 58.18 /126.9 [27.3 |27.1 [26.2 [23.2 |21.8 || 28.3 | 19.4 20 57.22] 57.37) 57.47) 56.54| 57.04| 57.35 - 58.38 56.54 ||26.4 [26.2 |26.8 (26.3 [23.6 (23.4 || 28.2 | 20.2 21 57.62| 37.73] 57.57) 57.47] 57.95. 58.41 58.11 37.15 {126.5 |27.3 |26.9 |26.5 [25.6 |22.9 || 28.0 | 20.6 22 58.66) 58.77] 58.35) 058.60) 58. 801 98.36 58.80 57.74 | 26.9 [27.6 |28,5 |27.9 [25.2 |23.6 || 29.2 21.4 23 58 36| 58.18| 57.55] 36.42) 56.01| 55.47 98.36 33.41 ‘127.8 |27.3 |27.5 [26.8 (25.1 !24.4 || 29.0 | 21.6 24 || 52.53] 52.46) 52.10 52.09] 52.47] 52.45 55.47 51.65 [134.8 [32.2 |30.1 |28.4 |26.6 [25.0 37.2 | 22.9 25 52.40] 52.29] 52.14| 51.78] 51.39) 51.04 92.56 91.04 ||27.4 |26.9 [272 |26.9 [26.1 {28.5 || 28.4 | 23.9 26 || 50.62] 50.55| 50.40) 30.27] 50.51| 50.55 51.04 49.41 !|27.0 |26.8 |26.6 |25.3 [23.8 [23.1 || 30.0 | 23.1 27 50.26] 49.22] 49.11| 49.21) 49.42] 49.69 50.55 48.54 1!25.7 [26.7 |25.8 [25.0 |23.8 {23.7 || 27.7 | 22.3 28 50,39] 50.88 50.84, 51.32) 52.43. 53.07 53.07 49.69 126.6 |26.7 |27.0 |25.1 [253.6 [22.1 28.2 | 21.5 29 || 54.41] 54.60) 54.33) 51.34 55.14 | 35.32 55.32 53.071/26.0 |26.3 |25.4 |25.2 [22.5 ce 27.2 | 19.8 30 35.85) 55.71] 55.61] 50.56) 50.46 54.94 56.19 34.94 [127.1 |27.0 |26.6 [26.3 [23.7 (22.4 .| 28.0 | 49.7 31 53.11] 52.71] 51.61] 50.81| 50.63| 50.05 54.94 30.05 |[26,9 |26.7 |27.8 [26.8 [24.3 |23.9 | 28.2 | 20. 9 M. || 755.41) 755.49] 755.22; 754.95] 755.22' 755.16 756.19] 754.21 {[26.53'26.34|26.62/25.96|23.87,22.67.| 28.311 20.7 Osservazioni Meteorologiche del Luglio 1878, Tensione dei vapori | Umidità relativa Stato del Cielo 9hm| 12h 5h 6h, 9h ; 12h I STTREDIE I CINITATO 12h oh 6h | gn 428 jim 12h 3h 6h Î 9h 42h 5 14.37 ,13. A1(16. .05|16. 101 18. 60, 17.86)! 55 | 51 | 63 88 [Bello Lucido {Lucido |Lucido 'Bello Lucido 2114 93|19.42!17.61/16, 89! Ita. 09|16. 16] 56 | 76 ci 66 = 69 [[Nebb. Bello Nuv. Cop. Nuv. Nuv. ao 45142.38|43.70|15. 70/42. 9%/11.03;| 60 | 41 | 50| 65| 57 | Sò [Lucido |Bello Nuv. Nuv. Nuv. Misto 9. 198 .39) 8.96|10.30|10.53| 9.64|| 39 | 47] 39| 46| 54 | S1|[Bello Cop. v. |Bello Cop. Nuv. Cop. 8.17 È 99) QA4!| 9.52/10.41| 9.69] 41] 44/45 | 50]| 641| 66'Nuv. Cop. v. |Cop. v. {Nuv. |Lucido Lucido 9. 661 9.20/10.00|10.09)A1.89|/4A1.11|! 44 | 44 | 46| 48| 67] 71[[Bello Nebb. Nebb. |Lucido Lucido |Lucido 7 i11. 92] 12.07)12.18|10.76|11.92,14.23]| 58 | 57 | 56, 49| 64 | 68|[Lucido |Lucido |Lucido |Lucido |Lucido {Lucido 8014. 0 {14.58;14.80/14.80 13. 66/13. #7 65| 68° 65| 69) 70) 76/Lucido |Lucido |Bello |Lucido [Lucido |Lucido d|113. 69! 13. 90,13 76/14.43/13.53:15.46)| 60| 58| 54| 641 62] 76/Lucido |Lucido |Lucido {Lucido |Lucido |Lucido 0/41. 17/15. 47: 9.19117.48/13.24; 7.88] 46| 60| 321 64| 53 | 34|Lucido {Lucido |Lucido {Lucido |Lucido |Lucido n 10.57/12.92:10.06/12.2812.17,A1.15| 33 | 45 | 33| 42| 47| 50Lucido |Lucido {Lucido !Lucido lLucido |Lucido 2/17. 92/48. 79 17.56/17.99 18. 49, 17 ‘69| 12 | 79| 69] 74| 8%, 88 [Bello Bello Bello Bello jCop. Lucido 13 16.14/47.44/17.03/16.51| (16.50. 118. 43! 66 75 | 72| 70: 77] 7 |Lucido |Bcello Bello Bello Lucido Lucido 14|16.34 16.21 1j16.66,17. 2617.13/17.43;| 70 | 68| 68; 72 | 78| 87[Lucido |Bello {Lucido |Lucido /Lucido |Lucido 15|(17. 86. 13.3312.53|16.58/18.60 419.10 71, 75 | 44| 61; 79] 90/Lucido |Bello Lucido |Lucido {Lucido |Lucido 16|115.77! :47.67| 8.38! 8.6 16.13 14.68 52 | 63 | 27] 28 | 69 | 63 |Nuv. Cop. Misto Lucido |Lucido |Lucido 17|48.81/18.49/16. 79;15.79|17.64|17.54| 68| 69 | 67| 57) 78| 8I|[Lucido {Lucido {Lucido |Lucido |Lucido [Lucido 18|16.40 14.46113.56)13.13 13.32/11.67 63 | 55 | 52| 51 | 62| 61|Lucido {Lucido {Lucido |Lucido |Lucido |Lucido 19;12.65| 9.35|11.70/13.25/13.28/11.79]] 48 | 35 | 44| 52| 63| 61||Lucido [Lucido |Lucido |Lucido |Lucido |Lucido 20 9.43,12.75/12.71 14.75 14.68 13.99] 559 | 50 | 48] 58| 68] 67 [Lucido |Lucido |Lucido |Lucido |Lucido |Lucido 21||13.57/12.91113. 5015. .65 15.15/14.12) 53 | 48] 51 | 61| 62| 68{Lucido |Lucido |Lucido ‘Lucido |Lucido |Lucido 22|143.33 15.33/15.48/'153.85/47. 8746851 50 | 56 | 53) 57, 75) 69|Lucido |Lucido !Lucido |Lucido |Lucido |Lucido 231(15.02!16.58/16.09 19,31 | (IT. 73:35.550 54 | 61] 59| 74| 7 | 68]Lucido iLucido |Lucido |Lucido ‘Lucido |Lucido | DA 8.14|14. 119. 40|19.85/19.24/19.07|| 21 | 40| 61] 70| 74| 81{{Lucido [Lucido |Lucido Lucido ;Lucido |Lucido ni 18. ‘14/49. 44/19. .83/19.82 20. 50;11.67 69 | 72| 74| 75] 82] 40||Nuv. Bello Nuv. Cop. Cop. ose. sol .81! 117. .61;14 -88) 12.16'10.12;11.00;| 56 | 67 | 57 | 51) 46| 52|/(Cop. Cop. c.p.|Cop. INuv. Cop. Misto 14.76|10.98/11. 86/11. 39,42.92,13.96]| 48 | 42 | 48 | 48 | 59 | 64||Nuv. INuv. Nuv. Bello Bello Bello "i 13.54.43. &5 13.43,43. 76,13.04/13.16| 52 | 52| 51) 58] 60| 67|[Nuv. }3ello Bello Bello Bello Lucido 29/14. 5614. 35! 14.08/18. 37|44.86/44. 79| 98 | 56 | 58, 60) 73) 76 (Bello Bello Bello Lucido |Lucido |Lucido 30!) 9.48:10.0112.17;12.03/13. A4|10. 38]| 35 | 38 | 47 sii 60 | 51 Lucido [Lucido |Lucido |Lucido |Lucido ;fLncido 34|12. .32112.7 71 14.31 13.39/45.11 16. 56 47 | 49 | 52 1|6 67 | 75 (lucido |Lucido {Lucido {Lucido |Lucido |Lucido m.113.62 14. 35'1300 1600'15.90 19.01/532|s63|53.3(592 605/615 ; ] à 9 38 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche del Luglio 1878. Evaporazione Gasparin|| Velocità del vento in chilometri Ozono | || 7hm., 3hs. A2hm. fotale[|9hm., 42D | 3h, 6h, 9h, 12h |/8hm | 9hm [i2hmy 3hs | 6hs | 9hs | 12h 1] 0.54 | 4.05 | 1.53 | 6.12) 1.7] 66| 8% | TO Ia se 2: 4.3 3.80 | 2.90 | 8.07 4.7 3.4 3.7 0.0 0.6 41 3, 0.25 | 5.33 | 4.17 | 9.65 4.0 | 27.7 34.5 DR 23202051 4)| 0.35 | 4.70 | 3.97 | 9.02 | 17.3 | 24.4 | 33.4 | 26.6 | 22.7 | 11.6 57) 0.88 | 4.85 | 3.22 | 8.93 (, 38.4 | 26.4: 23.5 8.6 4.1 6.4 6| 0.31 | 442 | 1.05 | 5.28] 0.0| 67] 95] 00] 46| 82 "| 4.15 | 3.75 | 7.90 || 5.4 8.5 8.2 0.0 2.5 PIVi | 81 0.25 | 3.45 | 2.67 | 6.37] 3.5 da, 7.5) 00| 26) 3.6 9, 0.76 3.42 | 3.07 | 7.25 | 4.1 8.3 9.7 6.6 3.0 0.0 10, 0.68 | 3.90 | 3.78 | 8.36 1.6 9.8 3.9 0.0 5.0 8.7 . 44) 0.27 | 4.58 | 3.57 | 8.42 0.0 8.4 6.2 0.0 14 2.1 12) 0.60 ! 3.50 | 2.33 | 6.43 4,8 3.2 4,1 8.9 4.0 0.6 13 0.27 | 3.80 | 2.19 | 6.26 4,3 8.9 9.5 3.6 0.0 4.3 14 0.13 | 3.88 | 1.96 | 5.97 5.4 | 10.3 ri 2.1 0.0 3.0 45) 0.54 | 3.15 | 3.31 | 7.00 43 | 11.0 | 10.4 1.6 1.4 2.7 16) 0.34 | 2.85 | 4.40! 7.59 | 0.0 | 102] 59| 07) 23 0.0 17| 3.25 | 3.76 | 7.01) 0.0 | 164 | 134 | 21 31| 0.0 18) 0.39 | 3.90 | 5.10 | 9.39 || 6.1/10.8|115| 2.7) 35) 49 19 3.70 | 3.67 | 7.37 7.0 6.7 9.7 1.9 4.5 | 411.1 20)) 1.03 |! 4.15 | 3.00 | 8.18 94 8.6 9.3 4.9 4.7 4.5 (24)| 1.145 | 3.70 | 3.06 | 7.91)! 5.0 4.9 6.5 dh 0.0) 8.1 22 0.10 | 3.12 | 3.47 | 6.39 1.8 57 5.2 0.0 0.7 4.6 231) 0.95 | 2.55 | 2.86 | 6.36 1.8 9.4 1.1 2.8 5.9 9.3 24| 0.84 | 5.40 | 2.45 | 8.36 6.8 3.4 | 10.6 4,5 2.7 0.0 25) 0.78 | 3.60 | 4.00 | 8.38 1.1 71.6 9.0 3.3 | 11.0 | 16.9 | 261) 0.20 | 1.70 | 2.97 | 4.87 || 30.0 | 26.8 | 42.2 | 28.3 | 33.5 | 12.3 | 27) 1.03 | 2.45 | 5.41 | 8.89 9.7 | 35.3 | 24.0 | 22.3 | 19.0 | 10.4 | 28! 0.74 | 5.30 | 2.98 | 9.02 || 18.7 | 28.2 | 28.9 | 15.6 6.3 6.8 | 129] 0.80 | 4.32 | 2.34 | 7.46 5.5 | 12.3 1.1 6.2 4.5 3.8 | 30)| 1.06 | 3.20 | 3.66 | 7.92 | 4.3 | 72: 49] 42 | 2.6 | 3.1 34) 0.89 | 3.60 | 3.47 | 7.96 | 2.9 (A1A 71.3 2.8 27001 238 | | m.ll 056 1 3.79 | 3.21 | 7.561 6.7 11.8 ' 11.9] 641 591 5.6 | —rr_ _ÉÉ_u yg1212 ca" Osservazioni Meteorologiche del Luglio 1878. : AA ; Pioggia|| Stato Direzione del vento Direzione delle nubi in del millimetri mare 9h 42h. 3hs. 6hs. 9hs. 12hs. 9hmj 12h 3h 6h 9h 12h alle 8m 1|| NE ENE E E ID) so9) » ) » | » » )) » 1 2| ENE ENE E Calmo | N SE » » » (0) )) » » 1 3 E N 0 NKO) (0) ONO » )) » (0) » ONO » 2 4 SO (0) 0S0 ON) (0) NO » 0) SO ONO » NO D) 3 3 NNO NNO ONO NO OSO OSO » NO NO » » » » 4 6 Calmo | NE NE Calmo | 0SO (OXSKO) » ) » )) » » » 2 7) ENE NE NE Calmo | OSO OSO | » ) D) » D) D) » 1 8|| E NE ENE Calmo | 0SO OSO » ) » » » » » 1 9| NE NE ENE ENE (0) Calmo » » » }) » » » 1 10) E E E Calmo | OSO SU » » » » » » » 4 44| Calmo | ESE ESE Calmo | NNO SO » ) » » » » » 1 412]| E NE E IDI (0) (VISTO) » » » » » » » 1 13} E ENE ENE E Calmo | 0SO » » » » » » » 1 14} NE ENE ENE ENE Calmo | SO » » D) )) » )) » 1 (15)| NE E È DI 0sS0 OSO | » ) » » ”» » » 2 16 Calmo | E È L COISTO) Calmo ) )) » » » )) » 1 til Calmo | E E E ORIO, Calmo || » » » » » » » 1 18|| NE ENE ENE ENE SO SO ) ) » » » » » 1 19 NE DI ENE E 0S0 SU | » ) » » » » » 1 120) NE ENE ENE ENE oso | SO Il» » » » » » )) 1 24|| NE È DD ENE Calmo | OSO | » » » D) D) » » 2 22] NE NE NE Calmo | OSO OSO | » » a » » » 1 23]| E L E NE 0S0 OSO | » » » » » » » 1 24|| SO S E NE RENE Cal mo D) » » D) » )) » 4 25) NE ENE NE ENE NE XU )) » » )) » » » 1 26! OSO ONO (OAI0) ONO ONO OSO | 0 ONO| ONO| GNO| » » 1:59 2 270 0 (0) (0) (0) ONO | (O) 0 » » » » » 3 28] NO (0) (0) 0 0 0S0 (0) ) ) » » » » 3 29] NE NE NE NI 0 SO (0) » » » » » » 2 30)| NE NE NE NE 0s0 0S0 | > » » » » » » 4 31|| NE E E ENE | OSO NE i » » » » » » » 1 DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO 39 Osservazioni Meteorologiche del Luglio 1878, Nuvole 9hm 12h sh 6h 9h 12h EI i ros e |P Vol. Dens. Massal Vol.| Dens, nasa va Dens.,Massa!| Vol. Dens.jMassal| Vol. Dens.| Massà Vol Dens. Massa 4 10 0.4 4.0 » » DAD » D) » » » 4 0.4 1.6 » » ) 2|| 30 1 3.0 2 0.4 0.8 !| 30 0.4 | 12.0 |] 60 0.4 | 24.0 || 20 4 8.0 || 40 | 04 | 16.0 3) » » » 2 2 0,4 || 20 4 8.0 40 5 | 20.0 20 5 | 10.0 || 50 5 | 25.0 4| 10 5 5.0 60 5 | 30,0 | 45 5 7.5 || 60 S| 30.0 30 | 6 | 18.0 || 60 4 | 24.0 5) 39 6 | 21.0 60 6 | 36.0 I 10 6 | 42.0 20 5 | 10.0) D) )) » » » ) 6 4 4| 16 20 3| 6.0 Î 20 3| 6.0 » » » ) » » » D) » 7 » » » ) ) » » » » » » » ) ) » ) » » 8 » » » » D) » | 2 5) 0.6 » )) » » ) ) » » » 9 » » » » » » » » » » ) » » ) » » » » 10 » » » » » » || » » D) » ) ) » » » » » » 41 » » 4.2 )) ) » {| ? » » )) )) » D) » » O) » » dal 3 kl ol A AA: DI 20) e E 20 1198 6|588|| v| »| » 43» » » 8 ola Elo DOS E) 4 | 2.0 » » ) ) » ) 14 » » )) 2 2 0.4 )) )) » ) ) » ) )) » » » » 15 » » | 12.0 2 2 0.4 iL D) ) » ) )) ) » » » » » 16) 30 4 » 80 3| 400% 50 5 | 25.0 D) » ) ) » » » » » 17) D) D) D) D) » pe ) » » » » » » D) ) | » )) 18 » » » D) ) » || ” » ) )) » » ) ) » » » » 19 » » » » » vl » » » )) » » » » » » » 20 D) » » » ) » ||? » ) D) » » D) » ) » » » 21 » )) )) D) » » i 2 4 0.8 » D) )) )) D) » ) » » 22 » » » » » DIS » » » ) » ) » » | » » » 23 » » » » » » ) » DI » )) )) » )) » ) » » 24 » ») » » » » i » » » » » » » » ) » » » 25] 30 4 | 12.0] 15 4| 6.0; 20 z| 8.0] 80 5 | 40,0) 98 6 | 58.8 100 6 | 60.0 261 80 6 | 48.0] 98 1|68.6|85| 7) 595) 40 6 | 24.0 70 6 | 42.0|) 50 6 | 30.0 27) 40 5 | 20.0 40 5| 200! 30 5 | 15.0) 45 5 1.5 8 5 4.0 || 15 5 7.5 28) 20 5 | 10.0] 15 5. (7.51 45 5 | 07:5 || 10 3| 50 2 4£| 0.8 » » » 29] 45 5 TAO) 15 5 02 4 0.8 ”» » » » » » ) » » 30 » » » )) )) » | » )) » » » ) » » )) » » 34 » » D) » » D) | » » » » » ) )) » » » » » m.l] 9.4 4.3 1| 13.2 7.0 11.9 6.3 || 10.8 5.3 || 41.2 6.5 |/10,1 5.2 Medie barometriche È Medie termometriche 9h 42h sh 6h 9h 1 12h | Comp. p.dec. 9h 12h sh 6h 9h | 12h |Comp.p.dec. 1h. 754.00) 754.18|153.90;753.78/754.071754.47 134.06,75g 9% 1 p.| 25.88| 25.70) 25.58| 26.72] 23.04! 21.62] 24.43 2.02 58.28| 38.23) 58.04| 57.49] 57-72] 57.48] 57.87) °°. 2 24.12] 24.32| 25.50] 24.56| 23.30] 21.06| 23.61 I i 5 54.50| 54.88| 54.50] 04.28] 54.62] 54.30| 34.52) 55.91 3 56.58] 25.96) 26.86, 26.38| 24.52| 22.66) 25.49 (25 15 4 37.32) 57.54] 57,32] 56.98| 57.37] 57.39] 57.31; Se 4 97.36) 27. 121 21. “ 27.22] 24.04| 22.96] 26.02 H 5 | 55.91) 55.89] 55.54] 53.27] 53.32] 55.0%| 55. 50, 353.84 || 3 28.68| 28.26) 28.04) 27.24%| 25.72] 24.43| 27.14 l26 22 6 52.43] 52.28] 51.98] 51.92) 52.26] 52.27] 52.19; 6 26.551 26.70 26. 53! 25.62) 23.62] 22.83) 25.31 ti Medie tensioni Medie umidità relativa 9h, 12h ED 6h 9h l2h Com LE p.dec. 9h 12h 3h bh 9h 12h Comp: p.dec. i p.| 12.72} 12.87) 43.09) 13.76| 43.91| 12.88| 13 12.88 1 p.| 50.2 | 51.8 | 52.6 | 58.0 | 65.4 | 65.8 | 57.3 37.8 2 12.21) 13.04| 11.99) 13.45] 12 85| 14.83) 12. 361 2 54.6 | 57.4 | 50.6 | 58.2 | 64.2 | 65.0 | 58,3 3 3 45.77) 16.74| 14. 11, 16.12] 16.58| 15.90) 15.98 14.98 3 62.4 | 68.0 | 37.2 | 63.8 | 73.0 | 78.0 | 67.1 61.8 4 14.55| 14.54| 12.63) 13.11] 15.43) 13.98 13:98 “Li 4 53.2 | 54.4 | 47.6 | 49.2 | 68.0 | 66.6 | 56.5 | * 5 13.76) 15.75] 16.86) 18.10| 18.10) 15.05 16.27,,, 69 ò 49.4 | 55.8 | 59.6 | 67.4 | 73.6 | 65.2 | 61.8 i 53.3 6 42.74| 13.20| 13.45) 12.85] 13,20| 13.31] 13.42}0* 6 49.3 | 50.7 | 52.2 | 52.5 | 60.8 | 64.2! 54.9 4 Barometro Termometro Medie evaporazione Gasparin ; Massimi n pai 3 poni Minimi ; I oa (RI Comprpaleo: p. | 755.07 Di P. P. } 5 3 i 9 58.59(136.83 | ‘57°9g(794.73 2 26. sol 26.82 18 so 19,45 2 0.40 d37 286 113 7.14 5) 54.99 n 53.98 +40 56 0. , .6 ; 4 3892| 56.65 | Dogj S0-11 |y 2024 26,82 2056) 21.25 ||, 035 | 357| 399/70 } 7.86 3 56.66) no 54 64 5 .36 2.08 aio 0.76 N) RI : 6 sg.52i 35.09 | 50,95) 52:78 || 23.22) 29-22 | 21.99; 21.65 || g 0/79 | 345 | 347] 7604758 40 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche del Luglio 1878, i 7 È Quantità E 3 Medie dell’Ozono [oa pioggia Medie velocità del vento NAf dBA A AR SAAS ll VAART — 8h 9h | 12h | hs) 6h 9h j 12hjComp. p. d. mm. 9hm 12h 3h, 6h, 9h |12h|Com.p.d 1 p. Il » » |lp-|12.6 | 2.9) 3.8 £.5| 4.6/14.8/13.9) 99 2 2 » 2 (47.7 | 7.7] 8.8/10.5] 6.2 20.4| #5 3 | da 3 |20/1 | 69 7.6(10.0| 7.8|19.2 48) 53 4 4 » 4 |13.3 | 1.3] 3.4] 2.5] 2.8:13.2 58) o 5 b) » î 1.59 5 |10,6 | 3.5) 2.5) 3.7 ola 9.9) 9.6 6 61 1,59 i 6 8.9 | 4.8] 25] 3.5] 7.8] 6.5/13.7) © Numero delle volte che si osservarono i venti N | NNE|NE|ENE|E|ESE[SE|SSE| S| SS0|SO/0SO| 0 | ONO| NO | N0/Calm.| Pred. ip.| 2 » A 3 5 » A ) ) ) “ 3 2 A E 2 )) » 7 A » » )) » » L| 7 LI 3 » » 6 NE.0SO 3 » » 3 ò 8 2 Dad » 2 4 1 » » 4 4 E ni » » 3 KI 8 » D) » ) » 4 4 » » » » 4 E 5 » » 9 4 6 » » » LI » 2 b) ) » » » 3 NE 6 ) » | 40 LI 2 ) »| »| » » 4 6 | 10 5 1 » ) NE.0 Per decadi id. 2 » 8 7 9 ) 1 » | » 3, 10 503 3 2 7 OSO 2 » D) 6 12 16 2 » » » » 6 8 1 » » 4A 8 E 3 » )) 19 5 8 » » ”» 4 » 3 11 10 5 1 )) 3 NE Tot. 2 » 33 24 33 2 1 » 1 » 12 29 16 8 4 3 18 NE.E Medie serenità | Massa delle nubi 3h 6h 9h 12h {Comp. Dec 9h 12h | 3h , 6h 9h |, 12h|j Comp. Dec. 73.0 | 64.0 | 85.2 | 70.0) 75.1 | 86.8 1P.| 6.6 |13.4 19 16.8 | 7.5 [13.0 11.9 I 6.2 96.0 | 100.0 | 100.0 |100.0 | 98.5 2 0.3 | 1.2! 1.3 | 0.0 | 0.0; 0.0 0.5 96.0 ) 98.0 | 80.4 [100.0 | 95.1 Î 9.9 3 0.2 | 1.1 | 4.9 | 0.8 [11.8 | 0.0 2.6 I 2.6 90.0 | 100.0 | 100.0 | 100.0 | 94.7 4 2.4! 8.0 | 5.0! 0.0 | 0.0 | 0.0 2.6 95.6 | 84.0 | 80.2; 80.0 | 88.5 Î 85.0 5 | 24 |1.2| 1.8 | 8.0 [11.8 [12.0 6.2 8.5 78.0 | 89.2 | 86.7 | 89.2 81.5 6 |44.2 [17.3 |13.8 | 6.1 | 7.8 | 6.2 10.9 | Numero dei giorni Sereni] Misti | Coperti |Con piog| Conneb.| Vento forte; Lampi | Tuoni fGrandine| Neve| Caligine Rugiada 1 p. 5 » Î » » » 3 D) » » | » )) » 2 5 D) » » » » » ) » » » » 3 5 ) » » 2 » ) » » )) » 3 4 5 » » » » » » » )) » )) » 5 4 I » » 1 » » » » D) » » 6 5 » 1 4 1 3 1 1 )) » » D) Tot. 29 1 | 1 1 4 | 6 1 4 0 (1) 0 3 Medie mensili Barometro dalle 6 ore di osservazione . . ... 755.24 | Velocità del vento in chilometri . . + +. +. +» 8.0 Dai massimi e minimi diurni... . +... +. 759.20 | Vento predominante .. +... 0... + + è». NE.E Differenza. ..... 0.04 Termometro cenligrado. + + . «+ . . + + + + + + + + 29.33 | Massima temperatura nel giorno 24. ...... 37.2 Dai massimi e minimi diurni .. +... .......24,9% | Minima nel giorno 6 € 7... .......... 16,5 ‘ -————- | Escursione termometrica . . ..... + O RZONA Differenza ...... 0.79 | Massimaaltezza barometrica nel giorno 6 ISOLE Minima nel giorno 27... +. + + 0 + + + + + 748.54 Tensione dei vapori . + +... + + +... .. ++ 1618 | Escursione barometrica . . , . +... +... 11.92 Umidità relativa +. ......-.... » + + +++ 59.3 | Totale Evaporazione- Gasparin ......,. . 234,61 Evaporazione - -Almometro - Gasparin . ...... 7.56 | Totalc della pioggia +. . .. 0.00.00. 1,99 Serena cei SERE RT E EVITO) Massa nudi LE Ri 5.8 | Ozono . . . +... .- DEAR DEETAIST RON do 4. 5) 8. 9 20 22. 23. 24. 25. 26. DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO 4l Osservazioni Meteorologiche dell’Agosto 1878. NOTE . Durante il mattino venti forti del quarto quadrante, che poi piegano per NE ad OSO. Cielo vario, mare agitato. . Tempo bello, mare calmo, venti regolari. . Corrente intensa di scirocco, e burrasche di pioggia pria del mezzodì, ed alle 9 '/, p. m. La pioggia era carica di polvere rossa, che d’ordi- nario è trasportata dall’Africa dai venti meridionali. Nel mattino pioggia, e poi giornata variabile con sera bella. Mare calmo, venti regolari. a 7. Tempo regolare. A tarda sera nebbie basse e rugiada. a 19. Stagione regolare. e 21. Nelle ore meridiane vento forte del quarto quadrante. Tempo regolare. Alle 11 e */, p. m. per improvviso sollevarsi dei venti di mezzogiorno, un nembo di polvere copre la parte settentrionale della città; ed il SSO comincia a spirare con forza. Nel mattino forti colpi di vento di mezzogiorno e scirocco: durante la giornata calda corrente di libeccio e cielo temporalesco. Mare agi- tato. All’l1 p. m. tuoni, e nella sera baleni. Venti forti del quarto quadrante, mare agitato, cielo coperto nel mat- tino ed a sera bello. Nelle ore meridiane venti forti del quarto quadrante. 27 a 31. Tempo bello, venti regolari, mare calmo. 10 42 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche dell’Agosto 1878. Massimi Barometro ridotto a 0° MOSSO IU Termometro centigrado ie minimi ermometrici TT Tr ttn—_—_—t____————————_ I nr — gh, 12h , “gh ) 6h; 9h, .12h 9hm 12h 7 35 | 6h | 9h j12hbf 1 || 750.70] 751.43| 751,39" 751.74] 732.45] 752.72] 752.72] 749/20 (25.1 [25.4 (25.4 [24.1 [23.2 ‘20.3 || 27.0 | 20.3 2, 52.56| 52.64] 52.37| 52.21 52 Ai 51.27 52.72] = 54.27(125.5 [25.2 [25.9 125.7 [23.7 [222 || 261 | 18.7 3 || 51.17] 51.60) 81.79] 51,34] 54.66| 54.46 54.661 = 51.17/|32.2 [31.4 [28.3 (27.5 [25.7 [23.7 | 3561 24.7 4 || 54.82) (54.80| 54.54| 54.76) 55.42] 55.18 55.A8| 53.141|26.6 |27.4 [27.1 '25.3 [233 [22/3 !l 28,2! 223 S| 55.37] 55.52] 53.43] 55.26] 55.33/ 54.93 53.57] 56.93,25.6 [26.1 126.3 /23.7 [23.2 j22.0 || 274 | 20.0 6 | 5345) 55.63) 59.28) 53.12) 5392) 55.43 53.92 = 54.93|25.7 [25.1 [25.9 (25.7 [24.9 j22.3 || 26.5 | 19.9 T| 55.71) 55.75) 55.80) 55.60) 56.10) 56.54 56.34] 53.43/|27.1 [248 [27.8 [28.2 [25.2 (25.0 || 20.2 | 21.7 8 || 57.06] 5672) 56.68) 56.53) 56.68! 56.64 57 53| = 56.53:(28.0 [26.8 [26.7 125.8 [25.0 /23.8 || 28.8 | 23.2 9 || 56.64| 56.48| 56.261 56.05] 56.47! 5638 56 64| = 55 83/26.6 [26.9 (28.2 [26.9 [23.9 [22.2 || 28.4 | 22.0 10 || 5581] 55.60] 55.15) 54.67] 54.72) 54.25 56.38] = 5423/[25.6 [26.6 |26.2 |25.4 |23.4 [24.9 || 27.0 | 20.4 11 || 5376) 53.60) 52.91] 53.46 3537 53.39 54.25] = 52.84//26.2 [26.6 [27.0 26.2 |23.9 [22,3 || 27.8 | 20.2 12 || 5364| 33.73) 53.77) 53.66) 54.30] 5476 54.76] = 53.39:26.0 [26.5 [26.7 |26.1 [23.7 [21.6 || 26.9 | 21.6 13 | 55075) 53.67) 55.571 53.53| 56.22! 56.29 56.29) 54 76126.4 |26.3 |26.3 [25.2 [22.7 [21.4 || 27.2 | 19.6 14 || 5633] 56.22) 55.66 5361] 55.71) 54.90 56.39] = 54.90:|26.0 [26.0 |26.0 {25.2 [23.5 [21.4 || 26.6 | 19.4 15 || 5435] 54.18] 53.90: _53.44| 53.77) 52.02 5490) 52.02:27.4 |273 |28.3 [27.2 [24.2 [23.1 || 290 | 20.8 46 || 53,861 53.86! 53.67 53.51] 53.80: 53.93 53.93] 32.02;28.5 !27.5 [28.3 [27.9 [25.5 [23.7 | 290 | 21.6 17 || 5464] 54.61] 5445) 5%48| 5486f 54.91 54.91] = 53.93,286 [29.1 |27.7 [27.6 |23.2 [23.3 || 29.8 | 22.3 18 || 55.27] 53.29] 55.22 54681) 55.14, 54.79 53.401 5% 70;27.2 [27.2 |26.6 [26.5 (24.0 [22.3 | 284 | 24.5 19 || 54.69] 54.48] 53.84; 33.53| 53.74, 5271 54.79 52.711270 [29.0 [28.3 |27.7 [25.4 [24.7 || 29.3 | 209 20 || 53.01] 52.76] 52.94] 52.93] 53.53| 33.75 53.13| 51.64/(29.5 [304 [287 [27/4 [23.1 [22.3 || 307 | 223 21 || 5460| 54.70] 54.76) 55.02] 5574; 536.02 56.02| =33.73/27.9 [28.8 |28.3 |26.9 [23.6 122.1 || 29.4 | 20.6 22 || 5688) 57.15] 56.68] 56.63] 57.01! 56.54 57.43 56 02 |26.t 27.2 [27,0 [26.4 (22.9 [21.5 | 27.5 | 20.5 23 || 56.46| 55.66] 54.66; 53.62] 53.12) 50.94 56.34] = 50.91:26.2 [27.2 [26.9 [27.1 [246 (25.6 || 280 | 19.6 24 || 5035| 50.07 49.70) 49.84| 530.34] 50.52 50.91] 49.30]|33.3 (36.1 [34.1 [294 |26.5 [25.2 || 37.0 | 2512 25 || 51.27] 51.49| 51.50; 51.73| 52.92| 53.54 53.54] = 50.52,(27.1 (27.2 (279 [26.0 (23.0 (24.3 || 28.0 | 21.3 26 || 54.25] 54.10] 54.29) 34.85 35.96) 56.06 56.06] = 53.54:(269 [28.5 [274 |25.5 [23.7 [21.8 || 29.8 | 20.1 27 || 57.18] 57.04] 56.81] 56.77] 37.28] 3778 37.18] = 56.06/127.0 (26.8 [26.6 [26.3 |24.3 [23.3 || 28.0 | 20.5 28 || 58.36] 58.40| 58.83 57.59] 58.04, 57.73 58.83] = 57.59//27.0 (28.4 |29.1 [27.5 |25.7 [24.4 || 298 | 21.6 29 || 58.49| 57.77] 57.29) 57.03] 57.10| 56.01 58.26/ 56.01 [28.5 [28.7 [28.1 [26.9 [24.5 [23.0 | 29.8 | 21.2 30 || 56.33] 56.22 56.16] 53.99) 56.14 55.42 36 36) = 55.42/128.3 [29.0 [28.1 |28.2 [26.2 123.3 || 29.9 | 24.8 31 || 35.95) 53.66| 5563) 93.75] 58.75| 53.58 56 21| = 54.78|[290 |29.9 [29.0 {27.6 [26.1 [24.9 || 30.4 | 24.3 M. || 54.79] 54.72) 546.54 54411 54.89 54.63 55.45) 53.601127.36 27.82|27.54/26.60/24.31122.88;] 28.90 21.18 Osservazioni Meteorologiche dell’Agosto 1878. Tensione dei vapori | Umidità relativa Stato del Cielo JIM 12h, 3h 6h 9h 12h n _-—T—[ i — a e 9hm| 12h, 3h 6h, 9h, 12h fora 12h 3h | 6h | 9h (42h | 1|14.94/14.08112.75|10.70 11.55 11.661 63 | 58 | 53 | 48] 55! 66/[Nuv. Cop. |Cop. Nuv. Lucido |Lucido 21 9 53|10.79/11.79;13.23!13.63 12.95] 39 | 45 | #7| 53] 62| 6|lLucido [Lucido !Bello |Cop. Bello |Lucido 7.79) 9.59|15.90|16.64,47.36 ELI 22 | 28| 55| 61| 71 | 80{(Cop. Cop. |Cop. Cop. osc. Cop. 4|17.34|17.06 14.75;16.39,16.0513.36 ; Cop. Bello |Lucido |Lucido 9|15.32/41.67/44.38 44.75 13.43) 9.88Î 63] 46 | 56] 60| 64] 50![Bello |Bcilo [Lucido |Lucido {Lucido |Lucido 6)113.39/13.89/16.19|16 31 /45.38:44.20| 55 | 57| 65 67| 66] 70/[Lucido |Bello {Nuv. (Cop. Cop. Lucido Bello Lucido |Bello Bello iLucido |Lucido 7(15.44(15.11]16.63/41.69 12:22 11.07) 56| 51|60!41|51 | 47 8/114.37/18.54|18.23 49.16/19.28/19,10| 51 | 71! 70] 78] 82 87|(Cop. Bello |Bello |Bello |Bello |Lucido 9116.29/17.37/13 72/16.46/16.89,13.04]| 63| 66| 48| 621 77| 76/fLucido |Bello Lucido |Bello Lucido |Lucido 10/14.47/14.38,16.89;17.75 16 50:13.44]| 59 | 57] 67| 74| 77] 69/Lucido |Bello Bello Bello |Lucido |Lucido 14/11.77/10.73:12.92/13.93 14.18 13.20] 46 | 41 | 49| 55| 64 | 66/Bello INuv. Nuv. Bello |Lucido {Lucido 12/15.08|14.94/13.17/15.19 15.46 19091 60 | 58 | 58| 60/71, 73 [Bello Bello Bello Bello Lucido |Lucido 13|14.15/43 19.15.06 15.05,14.96; 12 99 Lucido |Bello Bello |Lucido |Lucido {Lucido 14|44.0515.42/15.96/16.45:15.76 14.07.| 56] 62 | 64; 69 ; 73 | 2&|[Nebb. {Bello |Bello |Nuv. Cop. Lucido 15||12.04 14.23: 9.69 13.39 13.00 40.54 45, 53 | 33| 57; 58| 5OlLucido {Lucido /Lucido {Lucido {Lucido |Lucido | 16/(13.03'17.53/17.30/13.14'16.97!/1%.45| 45 | 64 | 60| 54 | Lucido |Lucido |Lucido |Lucido |Lucido |Lucido ; 17|112.28,415.47/18.36'19.96 18.59/17.08/ 42 | 52 | 67| 73, 78] SO/[Lucido |Lucido |Lucido |Lucido |Bello Lucido 18)(47.18)17.18 19.81/48.82:18.63/14.32 64 | 64 | 77] 73| S3| 72]|[Lucido |Lucido [Bello [Bello {Lucido |Lucido 19!17.13/14.81|17.99/19.43/21.13/19.65]| 65 | 50 | 63| 69| 88 | 85 [Lucido |Lucido [Lucido |Lucido |Lucido {Lucido 20/42.93, 8.75/13.59(14.39,14.79 12.41] 42 | 27 | 46| 53 | 68| 62//Lucido |Lucido |Bello Bello Lucido |Lucido 21 [11.94 10.82|11.79]12.82 13.53/12.53 43 | 37 | 41| 49| 62| 63{{Lucido |Lucido: ‘Bello Bello Lucido |Lucido 22|113.98 12.47/12.26 12.96 12.20) 9.46: 55 | 46 | #6] SL, 59| 49 Lucido |Lucido |Lucido |Lucido jLucido |Lucido 23;/10.81/10.52|14.01/15.28/14.91/ 9.93" 43 | 39 | 53 | 57/ 65| 4I{fLucido [Lucido |Lucido |Bello Lucido |Lucido 2A| 6.48) 9.58| 9:68/15.46/19.30|19.34] 19 | 25 | 261 51|75| 81|[Cop. (Misto [Cop |Cop. [Lucido |Nebh. 25/1580 /46.17; 9.77(13.88 42.14) 9.72] 59 | 53 | 35 | 55 | 58| 52 /Osc. Nuv. Bello |Bello |Lucido |Lucido 26;111.02]11.51;12.22|15.38/15 4613.99); 42 | 40 | 47 | 63; 71 | 72//Bello Bello Bello Bello Lucido |Lucido 27|/13.64]15.46|16.46/17.19/47.00/1%.33] 51 | 59 | 64] 67] 75| 68{{Lucido |Lucido |Lucido |Lucido ILucido |Lucido 28 13.26,13.44/13.70 14.68,14.23/12,871| 50) 48 46 | 54 | 58| 57/lLucido |Lucido |Lucido |Lucido Bello Lucido 29| 9 23,14.82:153.02/17.9214t.97/42.14] 3a | 5î | 53, 68! 66| 58 Lucido |Lncido |Lucido |Lucido |Lucido {Lucido 30!/11.63 14.12)18.42/16.75 17.80)13.7 41/47) 64 59, 70 | 56 {Lucido /Lucido |Lucido |Bello Lucido |Lucido ARE | 48) 611 68 | 72 | 57 |Lucido [Lucido Lucido |Lucido |Lucido Lucido 34|14.46 16.97,18.13]18.81/18.0% n. 7114.75:45.69.15.63|13.62 49.9 50.3 54.4 60.6 68.9 ‘65.6 l 13.28 13.7 DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO. 43 Osservazioni Meteorologiche dell’Agosto 1878, Evaporazione Gasparin|l Velocità del vento in chilometri Ozono Tm. 3hs. 12hm. Totale|{9bm., 1207 3h, 6h, 9h_, 12h || bhm dI 2 7 == i. | ; ' m | 9hm jîi2nmy 3hs | 6hs 9hs 2 1] 0.78 | 3.55 | 2.76 | 7.09) 33.1 | 214 | 134 | 8.7 [osa] 5.2 DI 2 4.29 | 3.90 | 3.50 | 8.69 5.3 9.0 8.6 5.5 2.6 0.0 3, 0.90 | 3.45 | 1.901 6.23 2.4 | 11.3 Lei) 1.8 9.0 7.5 41 0.00 | 3.00 | 3.36 | 6.36 || 6.5 60| 66| 88| 34] 2.7 S| 0.74 | 3.83 | 3.00 | 7590 46] 47 75) 06) 6.3 | 104 6 2.30 | 2.75 | 2.15 | 7.20 | 4.9 71.0 8.6 7.1 1.1 9.6 71 0.60 | 3.80 | 2.80 | 7.20 ]|i 5.4 | 13.4 6.4 0.7 1.8 4,8 8|| 0.90 | 2.08 | 2.33 | 5.33) 89) 5.9 | 104 | 546| 09! 00 9), 0.77 | 3.35 | 3.01 | 7.13 4.9 6.0 8.2 9.3 7.0 3.8 10) 0.89 | 3.60 | 2.36 | 6.85 0.0 1.3 9.9 4.3 2.9 9.6 44] 1.54 | 3.40 | 3.77 | 8.71 ALI Ti=9) 4.1 3.8 2.5 7.0 12) 0.28 | 3.55 | 2.357 | 6.40 7.5 1.1 9.1 5.8 0.6 7.6 13)| 1.48 | 3.45 | 2.95 | 7.88 2.8 9.3 | 41,9 1.4 6.6 | 11.4 14] 0.75 | 3.40 | 2.18 | 6.33 || 48/121] 94| 7.9) 09] 8.3 45)) 1.17 | 3.45 | 2.08 | 6.70 2.3 1.4 9.5 4.6 3.9 4.8 16} 1.67 | 3.55 | 1.85! 7.07] 40] 64] 5.7] 14| 0.7! 43 17155 | 3.30 | 2.76 | 7.641 1.9 9.3 | 10.5 4.6 3.5 | 10.4 18)| 0.99 | 3.00 | 2.55 | 6.54 dh 5.7 4A 6.2 PAS) 1-9 19| 0.85 | 3.05 | 2.42 | 6.32 48) 62° 42) 18] 00| 0.0 20) 0.68 | £4.60 | 3.38 | 8.66 3.8 | 23.8 | 18.3 4.3 5.3 | 410.0 24 1.47 | 4.35 | 2.85 | 8.67 Rea 2287/603153 9.0 4.6 | 40.9 22]| 2.60 | 4.15 | 3.35 [10.10 1.0 9.3 7.5 6.8 6.5 | 11.6 23) 1.35 {-3.10 | 2.40 | 6.55 4.5 nei 6.8 2.3 2.2 | 16.4 2411 3.40 | 5.45 | 090 | 9.75 [| 21.6 | 13.3 | 15.0 5.1 2.6 1.5 25] 0.72 | 5.25 | 6.08 [12.05 || 26.8 | 31.6 | 22.4 | 13.0 8.6 | 10.5 26) 1.92 | 4.55 | 3.05 | 9.32 0.6 | 23.9 | 23.0 4.71 3.0 6.9 271 4.45 | 3.40 | 2.35 | 6.60 2.6 9.3 8.6 3.4 1.1 2.8 28] 1.20 | 445 | 4.04 | 9.36 34 5.5 da 2.6 1.4 0.0 29] 2.89 | 6.60 | 5.06 [14.55 3) 9.4 | 14.6 5.0 4.3 2 30]| 2.69 | 6.35 | 3.94 [12.98 || 3.2 | 78; 6.2] 1.3) 00 | 0.0 3A] 2.01 | 3.90 | 4.06 | 9.97 || 6.9; 59 35) 42 00! 98 PRTER Mans | M.i1 132 | 3.80 | 2.92 | 8.04 Il 6.4 © 10.6 ‘ 10.2 d.4 3.0 | 6.6 Osservazioni Meteorologiche dell’Agosto 1878. ra 9a i Pioggia|} Stato Direzione del vento Direzione delle nubi in del millimetri mare 42hm. 3hs. a 9hs. 12hs. 9hm) 12h 3h 6h 9h 12h alle 8m 1 ONO | NE OSò | OSO No | ONO| N | » » » pinta 2 NE E (OSTO) Calmo ) » » » » » » 2 3 E ENE (0) SO) » » » )) » » 4:21 2 4 E E N 0s0 SO D) )) » » D) » 0.64 2 5 NE ENE (OXSTO) OSO » » » » » » D) 2 6 ENE ENE NE OSO | S0 » » » » ) » » 1 LI E E E OSO SO D) » » » » n) » 1 8 ENE ENE ENE oso Calmo » » » » » » » 1 9 ENE ID) (0) (UNTO) OSO ) » » » » » » 4 10 E E E 0S0 SO » » » » » )) » 1 14 ENE E ENE OSO | 0S0 » » » )) » » » 4 42 ENE ENE ENE oso | 0S0 7 » ) » » » » » 1 13 NE ENE NE Oso | 0S0 || » » » » » » » 1 14 ENE ENE NE OSO | OSO » » » ) » » » 2 15) NE NE ENE ENE OSO | SS0O ) » » » » » » 1 16) NE ENE ENE ENE (DISTO) (OXSTO) » » » » » ) » 1 47)| ENE E NNE ENE (STO) Sio) Il» » » » » » » 1 18)| NE NE ENE ENE OSO 0so » » » » » » » 1 49)| NE E È E Calmo | Calmo » » ) )) » » » 1 20|| E ono ono NE 050 OSO | » » » » Fei » 1 21|| NE 0 NNO oNO O (OSKO) D) D) D) » D) » )) 1 22|| NE NE ENE ENE (STO) OSO || » » DI O) » » » 1 23]| ENE ENE NE ENE OSO SSO » » » )) )) » » 1 24|| SO RIO) 0SO S N oso » » » » » » » Bj 25) ONO N ONO NNO (0) sO |» D) » » » » » 2 26!| ENE ONO oNO NE oso RIO) Wi » » » » » » )) 2 27) NE NE NE NE (ORTO) OSO {| » » ”» )» » » » 4 28] NE ) E ENE E Calmo || » » » » » » ) 1 29)| ENE DI ENE ENE oso | SO » » » » » » » 1 30) ENE E E E Calmo | Calmo » » » » D) » » 4 30] E E E E | Calmo | OSO | » » » » » » » 1 | BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche dell’Agosto 1878. rn Nuvole 9hm Î 12h 3h ui FILA 12h | #7 es — 1 Vol.| Dens.jMassaliVol., Dens.,Massa]| Vol. Dens.Massa|| Yol.| Dens.| Massal[Vol. Dens.. Massa 4 vs De ST 70 0,6 | 42.0 70) 0.6 | 42.0) 20| 0.5 | 10.0 » » D) D) » » 2 » » ) » » » 40 2 2.0 80 4 32.0 10 0.4 4.0 » » 3) 95 3 | 47.5] 80 5 | 40.0 || 96 5| 48.0) 98 5 | 49.0 || 100 6 | 600 | 90 | 07 | 63.0 4| 20 4 8.0 | 90 5|45.0| 70 5) 35.0] 15 4 6.0 » » » ) » » 5 5 5 2.5 2 2 0.4 » » » » » » )) » )) » » » CUOESY » » 10 2] 2.0; 20 4 | 8.0). 95 5 | 41.5] 98 9] 49.0) » » » "| 2 1] 02 » » » || 2 3 | 0.6 2 2| 04 D) » D) ) » n» 8 95 & | 38.0] 45 4| 6.0) 10 3| 3.0] 10 3| 3.0 2 2] 0.4] » » » 9 » » » 2 3| 0.6] » » » 4 &| 1.6 » » » » » » 40 » » » 2 4| 08] 4 4| 1.6) 15 4 6.0 » » » » » » Al 5 4| 2.0) 40 5| 200] 40 5 | 200 2 3| 0.6 » » » » » » 49) 2 3| 0.6 2 3| 0.6| 2 3| 0.6 2 3| 06 » » » » ) » 13 » » ) 2 2 0.4 | 2 2 0.4 D) )) » » )) » » » ) 14) 80 2 | 16. 40 2| 2.0| 15 2| 3.0] 40 4 | 16.0) 90 545.0] » » » 15 » » » » » » ) » » » » )) » » )) » » » 16 » » » » » I) » » » » » » » » » » » 47 » » » » » » » » » » )) » 8 4| 32] » » » 18 » » » » » » || 2 3 0.6 2 s3| 0.6 » » » {| » » » 19] » » » » » » » » » » » )) » » » » » » 20) » » » » » » | 2 3| 0.6 2 3| 0.6 » » » » » » DI » » » » » » 4 4£| 1.6 2 4| 0.8 » » » D) » » 29) » » ) » » »l » » » » » » » » » )) » » 23 » » » » » » » » » 2 2| 04 » D) » » » » ze) 60 5 | 30.0 50 5] 250% 98 5 | 490) 90 5| 450 » ” » || 30 3) 90 9511 100 6| 60.0] 40 6| 24.0: 5 4 2.0] 10 5 5.0 » » » » » » 26 2 4 0.8 || 10 5] 5.0| 8 S| 4.0] 10 4 4.0 » » » » » » 27 » » » » » » » » » » » » » » » » » » 28 » » » » » » » » » » » » 2 4 0.8 » » » 29)» » » » » » » » » » » » » n » » » » 30) » » » » » » | » » » 2 4 0.2 » ) » » » » 34 » ) » » » »_ i » » » » » » » » » » » » m.|| 16.8 1.6 || 14.1 7.4 115.3 1.4 ||16.7] | 7.6]/40,3 5.4 || 4.0 2.4 Medie barometriche Medie termometriche 9h , 12h 3h | 6h 9h | 12h | Comp. p.dec. 9h 12h, 3h 6h 9h 12h ]Comp.p.dec. 1p.| 52.92] 53.14] 53.10; 53.06] 53.93/ 53.71| 53.31 54.60 1 p.| 27.00] 27.04] 26.60] 25.66] 23.82/ 22.40| 25.37 25.57 2 | 56.13) 56.04 55.83| 55.39] 55.98| 55.84| 55.90 È 2 26.72/ 26.96] 26.96] 26.40| 24.48] 23.08] 25 77 I n 3° | 54.77] 54.68] 54.36] 54.28/| 54.67| 54.27] 54.50 54.29 3 26.34] 26.54) 26.86) 25.98| 23.60) 21.90] 25.20 (25 9% 4 | 54.30] 54.44] 54,02] 53.85] 54.21] 04.02 56.09| A | 4 28.16] 28.58| 27.96] 27.42] 24.76) 23.26] 26.691" 5 | 53.91] 53.81] 53.46) 53.37] 53.83) 53.51| 53.65 5509 ò 28.15) 29.30) 28.84) 27.16] 24.12| 23.14| 26.79 îo6 or 6 | 56.71] 56.53] 56.50] 56.33] 56.71] 56.43 56.531 DIA 27.18] 28.50] 28.00| 27.00| 25.08] 23.78! 26.69 )9" Medie tensioni Medie umidità relativa 9h, 12h 3h 6h 9h, 12h _ Comp.p.dec. 9h 12h 3h 6h , 9h 12h |Comp.p.dce. 1 p.| 12.93] 12.64| 13.91] 14.34] 14.45) 13.0&| 13 56 14.61 1 p.| 50.8 | 48.0 | 53.2 | 58.0 | 63.4 | 65.6 | 56.8 60. 4 2 14.79) 15.96] 16.33) 16.27| 16 09] 14.57 13.67| 5 2 56.8 | 60.4 | 62.0 | 64.4 | 70.6 | 69.8 | 64.0 | 3 43.42] 13.71] 13.76] 45.20] 14.59) 12.95) 13.93 15.41 3 52.4 | 53.2 | 52.6 | 60.8 | 67.4 | 66.6 | 58.8 4 14,51) 14.75] 17.41) 17.49] 17.98| 15.58 16.29 î 4 51.6 | 51.4 | 62.6 | 64.4 | 77.4 | 73.0 5 ò 11.80) 11.51| 11,50) 16.10] 14,42/ 12.20| 12.59 13.63 6) 43.8 | 40.0 | 40.2 | 52.6 | 63.8 | 37.2 6 42.20| 14.05] 15.61| 16.79] 16.25] 13.40] 14.72] Ca 44.0 | 48.8 | 55.8 | 632 | 69.7 | 61.3 Barometro Termometro Medie evaporazione Gasparin 1 TS IS REITI 1 a OI RI 1 o'Ta 3555 2.90 ; p. 04,14) 01.94) p. È p. f È È 9 56.60( 135.38 56.40| 750.01 2 27.98 28.42 2 TI 21.02 2 1.09 312 2.53 ò 55.32 î 50 20.32 -0 : È È 34.56 54.94 33.00) 53.29 i 20 sa 28.47 21.2) 21.02 || È 1.15 | 350 | 259 5 94.8) 9.9 1.44 ò +9 hb ; 6 57.251 56.03 | 55.57, 53-83 |] G 29.62] 29-80 | 21:57} 21-50 || 6 1:98 | 4.76 | 304 DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO Osservazioni Meteorologiche dell’Agosto 1878, 45 ; ’ Quantità i e Medie dell’Ozono oil pioggia Medie velocità del vento 8h 9h 12h } hs ) 6h 9h; 12h, Comp. p. d. mm 9hm 12h, 3b , 6h , 9h [12h |Com.p.d, 1 p. i I| 1.85 1.85 [1p-[10.4 [10.5] 8.8| 5.1| 3.5 5.2) 7.2) ce n 2 ‘n _$ 9 (2 | 48 | 79 86) 5.51 2.7 56 5.91 6.5 3 I 31 » ua 3 | £6| 88] 81] 59| 2978 6326 A ; bl | 3.6 [10.3] 9.2] 3.7) 24! 6.4] 59 2, 5 {Sh 6) » i o) bj 11.9 (17.3/16.6| 7.2 4.9|10.2 11.3) 8.3 6 6 » 6 3.4 | 8.8| 9 9] 3.5] 1.6; 4.4! 5.3) ” Numero delle volte che si osservarono i venti N NNE | NE | ENE | E ESE | SE |SSE| S | SSO | SO | 0S0 | 0 | ONO | _ NO | NNO|Calm.| Prod. ip.| 1 » 6 3 7 » DORADA RE » 3 6 4 1 1 » 1 E 2 » » 2 8 7 » 1 )) )) ) -3 6 L| ) ) » 2 ENE 3 » » 9 10 1 » » » )) 4 D) 9 » » ) » )) ENE 4 » » b) 8 5 » )) » » » 4 LI » 2 » » 2 ENE 5 2 » 14 5 » » » » 1 TI 3 6 3 3 » 2 ) OSO 6 » » 6 6 11 » » » » ) 2 b) » 2 » » 4 E Per decadi id. 1 RAEE RIELETTO i 3 E 2 » » 14 18 6 n» » » b) LI 1 16 » 2 » )) 2 ENEL 3 2 » 410 | 11 11 » » ”» 4 1 R) 11 SR ) 2 4 |ENE.E.0SO Tot.| 3 )) 32 40 31 )) 1 » 1 2 12 39 9 8 1 2 9 ENE Medie serenità | Massa delle nubi 42h 3h 6h 9h 12h |Comp. Dec. 9h |} 12h | 3h , 6h 9h, 12h] Comp. bec, fp. | 68.0 | 51.6 | 50.8 | 57.4 | 78.0 | 82.0 | 64.0 15,9 1P.|16.4 [25.5 [25.4 [19.4 |12.8 (12.6 18.7 12.4 2 80.6 | 94.2 | 928 | 74.8 | 80.0 {100.0 | 87.i % 2 7.6] 1.9 | 2.6 (117 | 9.9 0.0 5.6 Î i 3 82.6 | 89.2 | 88.2) 91.2 82.0 |100.0| 88.9 Y%.2 3 3.2/4.6 | 48/34 | 9.0 | 0.0 4.2 | 22 4 100.0 | 100.0 | 99.2 | 99.2 | 98.4 [100.0 | 99.5 i) 4 0.0 | 0.0 | 0.2! 0.2 | 0.6 | 0.0 ga, se 5 | 680| 82.0| 786 | 79.2 41000, 90 83.6) 9, ||5 DL | 9.8 [10.5 [102 0.0 | sE SI 6 | 99.7 93.3] 987! 930 | 99.7 |100,0 | 99.1) °** || 6 |0.1]0.8]0.7]07]01]00] 04 (s Numero dei giorni Sereni) Misti | Coperti {Con piog| Con neb.|Vento forte; Lampi | Tuoni }Grandine| Neve| Caligine] Rugiada 1 p. 4 )) | 1 2 » » 1 1 ) » ) » 2 5 » » » 1 )) » ) » )) » 1 3 5 » » » » ) ) » » » ) » 4 5 » » » » » » » » ”» )) » 5 4 41 » » » 1 1 4 » » D) ”» 6 6 » » » » » » ) » » » » To!. 29 1 1 2 1 | 1 2 2 0 0 0 4 Medie mensili Barometro dalle 6 ore di osservazione . . . . , 754.66 | Velocità del vento in chilometri , . . .. . +. 7.0 Dai massimi e minimi diurni. . .. +... +» + 754.52 | Vento predominante, . . +. +6, + + + è ++ ENE Differenza. .....0.14 Termometro centigrado. . . . ...........2508 | Massima temperatura nel giorno ci +00. 37.0 Dai massimi e minimi diurni .. +... ....»..25.04 | Minima nel giorr:0 SITO RTRT AN e CHI | 7 Escursione termometrica .......... <= _ 18.3 Differenza ...... 1.04 | Massimaaltezza barometrica nel giorno 28. 758.83 1 ———— | Minima nel giorno 1... ++ + 749.20 Tensione dei vapori .. ... 0... 0 + + + 14.46 | Escursione barometrica. . e... 0... 9.63 Umidità relativa + +»... +. ++, +. +, + 98.3 | Totale Evaporazione - Gasparin LA alte aaa Evaporazione-Almometro - Gasparin . ...... 8.04 | Totale della pioggia .. ..... 0.0 1.85 Sereniltit sotto era è rato Ade ererò 87.2 rei ee i 6.2 OZONO EE Ret ee RATE il 46 _ 28. BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche del Settembre 1878. DOVN NOTE . Cielo lucido, tempo regolare. . Cielo nuvoloso, mare calmo, venti regolari. . Corrente del terzo quadrante. Alle 9 '/, a. m. forte acquazzone di breve durata. Nella sera pioggia e baleni continui a Nord: mare lievemente agitato. . Alle 9 3/, m. ed alle 8 s. temporali con forti scariche, pioggia e forti colpi di vento. Mare lievemente mosso. . Nel mattino temporale con pioggia copiosa e forti scariche elettriche. Mare agitato, venti gagliardi del primo quadrante, cielo coperto. Alle 10 '/, s. pioviggina. . Dalle 2 alle 3 a. m. nuovo temporale; pioggia copiosissima, fulmini, e colpi forti di vento. Durante il giorno cielo coperto e mare agitato : nella sera baleni. A mezzanotte si sente il muggito del mare. . Cielo coperto piovoso, mare agitato, venti varî deboli. . Giornata piovosa, ed alle 2 p. m. forti scariche elettriche. Mare agi- tato, atmosfera calma. . Cielo coperto, mare calmo, venti varî. . Cielo bello, venti varî, mare calmo. . Cielo nuvoloso vario, mare calmo, venti freschi di ponente. . Tempo vario, ed alle 10 a. m. pioggia. Venti freschi di ponente e mae- stro; mare calmo. . Cielo coperto ed alle 2 p. m. piovigginoso. Mare calmo, venti deboli. . Cielo e venti varî, mare calmo. . Cielo nuvoloso vario, venti variabili, mare calmo. . Cielo bello, venti freschi del terzo e quarto quadrante, mare calmo. . Cielo nuvoloso, mare calmo, venti varî regolari. . Cielo bello, mare calmo, venti regolari. . Cielo nuvoloso vario durante il giorno, venti regolari, mare calmo. . Cielo coperto, mare calmo, venti regolari. . Nel mattino pioggia : sera bella. Mare calmo, venti deboli di ponente. . Cielo nuvoloso vario, venti gagliardi di ponente, mare calmo. . Cielo coperto durante il giorno, ed alle 3 4, p. m. leggiera pioggia. Venti varî, sera bella, mare agitato. . Forte libeccio : cielo coperto, mare agitato. In tutta la sera baleni a tramontana, ed alle 11 '/, s. pioggia e tuoni. . Pioggia, mare mosso. Nella sera baleni e tuoni lontani. . Coi venti di ponente e libeccio continua la pioggia ed il mare mosso. . Coi venti forti di ponente e ponente e maestro, continuano le piogge e il mare mosso. Cielo coperto vario durante il giorno, sereno nella sera. Mare calmo, venti regolari. 29 e 30. Tempo bello, mare calmo, venti regolari. n Be ta DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO. Osservazioni Meteorologiche del Settembre 1878, 47 Massimi | ; o Massimi e minimi | » LE Barometro ridotto a 0 Biramelnici | Termometro centigrado e minimi. n 9hm., 12h 3h 6 9h, 12h 9hm 42h | sh | 6h ) 9h ) 12h 1 || 756.83] 756.82] 756.53: 756.31| 756.94] 753.88 7157.34| 759 88 [28.3 28.7 |27.9 [27.3 |25.3 03.2 29.0 | 23.2 2 56.28] 56.03] 54,57] 34.28) 54.26; 52.74 56.25 52.74 126.7 26.4 [27.2 {25.9 25.5 [23.4 || 274 | 22.3 3 51.15) 51.30] 50.15) 50.45) 50.84| 50.1% 52.74 50.14 {25.0 23.4 [24.3 (22.7 (17.9 [19.91 260 | 47.3 4 50.50] 50.57| 50.74| 54.46) 53.40) 53.20 59.20) 50.14 ;|23.1 |24.5 |24.3 ‘253.9 |22.0 [20.3 | 25.4 18.0 ò 55.02) 55.40) 55.19) 54.79) 55.80| 33.70 55.94 93.20 124.0 |25.2 )25.9 |29.7 |24.7 124.2 26.4 | 20.4 6 5445] 54.19] 53.66 53.61) 5386) 53.04 55.70 53.04 [25.6 26.1 |26.1 {25.5 (23.3 (22.4 || 26.8 | 21.0 LI 53.45] 53.44| 52.74] 52.58) 52.73) 52.45 55.72 52.45 [124.1 (268 |26.0 !23.2 (22.2 |22.1 || 26.0 | 21.5 8 54.96] 51 SI| 50.95) SiI.11! 51.98) 51.724 52.45 50.66 122.7 |22.6 |24.5 {23.1 |22.3 /21.1 || 23.7 | 2i.1 9 52.85| 53.03] 52.60 52.81) 353.721 53.24 53.82 54.74 125.0 [25.7 |25.5 |24.9 [23.3 [21.4 || 26.4 | 19.9 10 || 54.20] 54.20) 53.69 53.68| 54.10) 53.38 54.20| 53.24/(23.7 [25.4 [25.6 |25.1 |23.3 [21.7 || 26.4 | 20,5 11 54.37] 54.25) 54.09) 54.27 sa 55.33 35.33 53.38 125.4 |26.0 [26.0 (24.7 |22.3 [22.1 || 27.6 | 24.7 12 55.48| 35.29) 54. 76; 54.84] 35.32) 5426 55.48 54.26125.1 |26.1 [25.8 )23.5 [21.8 [20.5 || 27.3 | 19.9 13 54.21] 54.27] 53.70! 53.74| 53.97| 53.82 54.34 53 521/2%.8 [23.4 |26.7 |24.5 |22.9 (21.7 || 27.3 | 198 14 33.75] 53.69 53.431 53 54) 54.50] 54.89 54.89 53.43 i 26.0 |27.8 [25.7 123.8 [21.9 |206 || 28.9 | 20.6 15 55.82] 55.90) 55.521 55.60) 36.12) 56.42 56 40 54.771:25.9 |27.2 |26.9 [25.1 |22.5 120.8 || 28.6 | 19.2 16 37.051 57.07] 56.50, 56.36] 56.64. 36.30 97.13 56.30 {26.3 26.5 [23.7 (22.9 [20.5 |19.1 || 28.3 | 49.1 17 35.92) 56.23] 55.97) 59.19) 5642) 56.81 36.81 39.78 ]24.8 [26.3 |2%.7 |23.4 (21.1 [199 || 27.4 | 18.7 18 56.65) 56.33| 55.83: 35.65) 55.38) 54.96 97.05 54.96 24.6 [24.4 |24.3 [23.5 |21.4 |19.6 || 25.9 | 48.9 19 55.24| 55.35) 55. 09, 55.13] 53.46; 55.18 93.93 54.60 1124 5 |24.3 |24.0 [23.4 |20.5 |19.9 || 25.0 | 49.0 20 55.45) 55.08) 54.69: 54.52| 54.69] 54.17 55.45 54.17|/24.0 (24.4 |24.4 |23.9 (22.0 (24.6 || 251 19.6 21 54.40 34.48 53.26 53.11 33.93] 32.93 96.41) 32.93 120.4 24.0 |24.6 |23.1 |22.4 122.1 || 25.4 | 21,0 22 5431) 54.19) 53.63] 04.24] 54.42! 54.50 54 62 52.93 ‘123.9 |23.5 |22,7 |21.7 (21.0 |20.7 24.1 20.7 23 55.06 5E 61| 54.17) 54.01) 53.48) 50.79 55.47 50.79 |24.0 25.7 |25.0 [23.3 |207 (22.5 || 26.7 19.7 24 4819] 47.93] 47.72) 47.10) 47.%| 47.52 50.79 47.52 ][27.3 [30.9 |29.2 (26.2 |26.0 |24.4 || 31.8 | 22.4 25 47.58| 47.12] 46.11) 46.28] 46.40) 45.24 41,52 45.24 [19.2 23.0 |23 2 120.8 |17.6 16.2 || 24.7 | 16.2 26 47.5%| 47.23] 48.41) 48.48) 409.14) -49.60 49.60 45 24‘119.2 |19.0 |24.2 [18.4 |17.9 |18.0 241.2 | 15.2 27 30.36| 50.66) 50.66) 51.17) 52.38] 55 32 33.32 49.60 {121.9 23.1 |22.8 |20.8 |20.0 |1N.6 || 24.4 | 17.3 28 55.17] 55.45] 55.64 55.39) 56.35 06.70 56.70 93.32 ‘122.7 |22.5 [22.9 (21.3 /19.0 17.8 23.9 | 17.8 29 57.92] 58.03] 57.57) 57.63| 58. :08| 58.17 98.46 96.70 :|22.5 |22.5 [22.7 [21.9 [18.1 [ue 22.7 | 416.8 30 59.18) 59.13) 58.67) 58.23| 58. 19 98.14 59.18 58.14 [22.3 (22.7 |22.4 |24.2 [18.4 ti 23.3 | 15.7 M. |] 754.04] 753.99) 753.53: 753.58] 754.03: 753.67 754.19) 752.69 {|24.17 24.93]|24.84,23.48/21.58120.66] 26.11 19.48 Osservazioni IMMeteorologiche del Settembre 1878. Tensione dei vapori | Umidità relativa Stato del Cielo SAOA_— to _ r——. am) 12h) 3h, 6h, 9h _, 12h CERI] 12h AI dh 1 9b142h]| Jam 12h 3h 6h 9h 12h 117. 99.16.81 118. 06|17. 30 17.26,14.59 si 12: 69/Lucido |Lucido |Lucido ‘Lucido |Lucido |Lucido 217. 67/18.79/18.49/18.53/18.23/17. st) 68 60 ds 75| 84t|[Bello [Bello |Nuv. [Osc. Cop. |Bello its. 01/14. 47|42. 94|11.09 43.57!11.60 57 | 54 | 89 | 67 |Cop.c.p. |Cop. Cop. Cop. Cop. c.p.| Bello 413. 03|13.96 14. 24,13. 34/15. 83!14.75 ci | si 63 | 61] 81] 83 /0sc, Cop. Nuv. Misto Osc. c.p.|Cop î 14.42145.57/15.66 14.06/16.22/16.53]| 63 | 66 | 63 | 57] 70] 74"Cop. v. |Cop. Cop. Nuv. Cop. Nuy 616. 56115. 89/15. 02|43. 81;47.44|16.81/! 68 | 63 | 60 66| 81|81{misto |Osc. Cop. Cop. Cop. Cop. i (13.61;14. b1|15. 60|46.46|16.90 16.27] 64 | 62 | 62, 78 | 85 | 82 (Cop. Cop. Cop. Cop. Cop. Cop. 8|i16. ‘93/17. ‘51;18.02]47.56 46,84|16.71| 82 | 86! 95| 84/84! 90llose. |Osc.c.p.|Osc.c.p. (Cop. |osc. |Misto dts. 01!16.44,16 79/17.1617 ‘9715.89 604| 66) 69] 73) 84 | 89 /Nuv. Cop. Cop. Cop. Cop. Cop. 0/15. 143/177 38! 15. 49, 15.80/14 86;13.25]| 63 | 72) 63| 67 701 69|[Lucido |Bello Bello Bello Bello {Lucido 1|/14.25 /14.05/12.87!16.68 14.32 n 43| 39 | 56|51|64| 72; 73|Cop. Misto |Nuv Nuv. Bello ‘Misto 12|13.76/44. 33,13.83\15.61 16.12.14.30| 58 | 37 | 56| 72| 83 80/Copn |Cop. |Nuv. :Nuv. [Bello |Nebb, 13|13.11|43/24/16.48/15.66,16.12/16.53]57 | i5 | 55] 68' 78 | 751(Cop. iCop. |Osc. |Cop. |Cop. |Cop. 14|143.98 13. 28114. 75)15.23:14.57;12. 80) 55 | 48) 601 70 | dd 72|[Cop. v. |Cop. Misto Bello Lucido |Lucido 15|113.44 113. 14:13.67 |12.43)16 20 43. 02 53, 49 | 52| 52; 80) 71|Lucido |Nuv. Cop. Cop. Nuv. Lucido 16|13.52'43. 23; 41.76'14.96'14.46'10.77!| 53 | 51 | 48| 72 | 841 | 66 (Bello Nuv. Bello |Bello Lucido |Lucido 17) 9.96,413.57; ‘45. 219/16.1%/16.61|13.40 43 | 53 | 66| 66, 77) 76/Nebb. Cop. Nuv. Nuv. Bello Bello 18|/14.23. 1%. 69, 14.75(44.41:14.39/13.60 62 | 65| 65| 67/6 SO|Bello |Nuv. I Nuy Nuv. Lucido |Lucido 19)12.65/14.57114.60/13.48/13. 83/13.10]| 53 | 64 | 66 63 | 77) 76|Bello |Cop Cop. Nuv. Lucido 'Lucido 20/14. 6015. .56/16.23|15.00 15.49 13. 79]; 66 70| 71) 68| 79| 72 /Nebb. INuv. Cop Cop. Nebb. ‘Cop. 24 |[15.49/14.94113.90|14.82 14.61|15.10;) 87 | 67 | 60 11/74] 26|0sc.c.p. (Cop. Nuv. Bello Bello Misto 22|110.82; 8. 96! 8.87/40.65! 9. 16, 10. 23; 49 | 42 43| 5d, 53 | 36 ||Bello Bello Bello Cop. Cop. Bello 23'|10.91/11.12:11.87/13.06/13.87;13. 40: 49 | 45| 50] 61] 76] 66/Cop. ic op. Cop. Cop. Bello Lucido 26|13. 41 13.11] 111.74|12.09! 9.84|13. -36] 50 | 39] 39] 48] 39] 59|Cop. Cop. Cop. Osc. Cop. Osc. c.p. BS\1i: 138) 914: 110.65 9.09! 91910, 03| 81|46|50|49|65| 73/0sc.cp. (Cop. [Cop (cop. |Cop. |osc. 26/14. 29/12.45/10.21|11.63/11,61}11.88| 68 | 74 | 54 | 74| 76| 77 (Cop. [Cop. Cop. |Osc.c.p. (Cop. |Cop. 7|10.82] 9. 36110. 4212.2512. 9A 12.70] 55 | 44 | 51] 67| 71| 80|(Bello Bello Cop. Misto |Cop. Bello i 13.28.12. 9 12.83/13.50,13. 50/12. 44 65) 64 | 62| 12| 83) 82 ICop. op. Misto Nuv. Lucido Lucido 29/113. 0813.0812. 47/12.34 43.00: 40. 96) 64| 64| 61, 63 84] 74|ello | Bello Bello Bello Lucido |Lucido 30! 9.40;11. e Sr .24(12. 82/14. 96 47] 57 | 60 | 74) 84| 84|Lucido {Lucido |Bello Lucido Lucido |Lucido I M.ki13.69 13.89 13.91,14.16 14.53|13.65161.3 59.4 |59.5165.7175.7 175.1"! i | 48 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche del Settembre 1878. Evaporazione Gasparin| Velocità del vento in chilometri Ozono | Thm., 3hs. 12hm. Totale] 9hm. , 12b sh 6h 9h 12h || Shm | 9bhm |i2hm, 3hs | 6hs dhe ion. 1)| 0.99 | 3.20 | 2.79 | 7.04 3.7 7.9 4.6 | 3.3 4.6 3.6 211 0.80 | 2.80 | 2.13 | 5.79 6.5 1.3 6.9 5.8 4.1 4,3 3 0.87 | 0.00 | 0.00 | 0,87 | 29.2 | 17.9 | HA 5.4 8.4 | 13.8 4 0.00 | 0.00 | 2.61 | 2.64 |! 40.4 3.8 4.6 TEA NAZIA 4.3 51 0.00 | £.00 | 3.65 | 4.65 7.5 | 16.5! 18.8 8.6 6.5 4,2 | 6 0.00 | 0.00 | 2.63 | 263 || 48 | 417] 62] 34| 11]| 38 | | 71 0.02 | 1.63 | 0.83 | 2.48 || 13.9 3.1 4.3 0.6 1.0 0.0 I 8 0.00 | 0.00 | 0.00 | 0.00] 0.0 | 0.0! 0.0] 00| 0.7] 5.5 H 9 0.00 | 3.70 | 2.36 | 6.06 4.2 6.6 9.7 7.7 0.5 0.0 10 0.84 | 295 | 3.11 | 6.90|| 6.6 | 5.8 | 7.3 | 10.2 | 10.5) 9.6 44 0.44 | 3.25 | 221 | 5.90 104 | 19.5 | 21.0 | 148) 71) 79 12 0.79 | 4/40 | 225 | 444 | 3.5| 1.0] 461/451) 1.3) 88 13)| 0.33 | 1.67 | 1.43 | 3.43 0.0 5.4 1.4 5.1 2.7 0.0 14] 0.62 | 2.70 | 2.23 | 5.55 || 43.8 71.5 | 18.7 5.9 3.3 2.6 | 45) 0.72 | 2.30 2.60 | 5.62 9.2 8.7 | 18.8 9.1 3.9 0.0 16) 0.63 | 2.95 | 2.08 | 5.68 || 15.7 | 17.2 22.3 | 11.1 2.8 12.8 171097 | 2.05 | 1.49 | 4.47 Dl 4.9 9.9 6.5 3.3 | 12.4 18|| 0.50 | 2.50 | 1.86 | 4.86 4.2 8.0 6.5 dh 3.7 | 14.0 19]| 0.19 | 1.80 | 1.20 | 3.19 0.6 9.5 6.9 1.8 6.5 8.0 | 20)| 0.60 | 1.90 | 0.75 3.23 | 1.7 | 10.5 6.9 4.2 5.7 3.8 241 0.70 | 0.60 | 0.76 | 2.06! 2.0 54 2.6 3.8 34 4.2 29] 1.69 | 3.25 | 2.44 | 7.08 |{ 23.8 | 23.4 | 19.6 | 10.2 d.d 3.0)” 23] 0.76 | 2.45 | 0.45 | 3.36 8.3 715 8.4 2.6 3.0 9.3 24|| 0.65 | 3.55 | 3.73 | 7.93 3.0 | 17.2 | 24.5 | 21.9 9.3 6.0 25/| 0.00 | 0.00 | 0.00 | 0.0 2.8 1.3 94 5.5 | 15.4 | 12.7 26 0.00 | 0.00 | 0.00 | 0.00 9.6 14 9.4 8.0 2.9 7.1 | 27 0.00 | 2.45 | 0.71 | 2.86 || 13.3 | 17.5 | 38.9 | 24.4 4.6 7.6 2g|| 0.45 | 4.55 | 2.45 | 4.15 3.8 | 15.8 | 12.2 4.7 3.0 4,5 | 29] 1.10 | 3.70 | 3.18 | 7.98 0.5 7.9 8.7 1.8 5.4 | 12.7 30| 1.37 | 2.75 | 2.00 i 0.06] 43| 6.2] 2.5) 38 90 | | m.l 0.52 | 1.93 | 1.78 | 4.23 11 7.21 9.3 14.2 7.4 4.6 | 6.3 | | Osservazioni Meteorologiche del Settembre 1878. SIMAAE A } Pioggia|| Stato Direzione del vento Direzione delle nubi Li del millimetri! mare 9h |42hm. | 3hs. | 6hs. | 9hs. 12hs. || 9hm, 12h. 3h | 6h 9h ) 12h || = ||alle 8m 4|| ENE E E ENE oso (OISIÙ) )) » » | » » » » 4 2| ENE ENE ENE ENE ENE 0) » » » » » » » 1 3|| OSO (0) oso 0 oso OSO (0) 0 (0) » » » 20.08 2 4 NO ENE E NE 0 (ORIO) No » ) » » » 4.93 3 5] NE ENE E NE ENE NE ) » » » » ) 8.40 3 6|| NE NE E E oso (OXSTO) » ) » » » )) 10.69 3 7| NE EN ESE 0s0 (OXSI0) Calmo » )) » » » Dj 0.44 3 8|| Calmo | Calmo | Calmo | Calmo | 050 0SO » )) » » ) D) 25.22 3 9 NNE ENE NE NNO 0SO Calmo » » » » » » ) 2 10) NE E E 0 (DITO) SO » » » » » » D) 1 14] 0 ONO (0) (0) 0 (OSIO) () O) 0 » » » » 1 120 (0) NO NO (0) SO (0) » » » » » 2.10 4 13) Calmo | ENE 0S0 ENE SSO Calmo » » » » » ) » 1 14) 0S0 (OSIO) ONO (0) oso oso (0) » » » » » » 1 15) SO E N N 0SO Calmo » ) » » » » » 1 16)! SO (0) ONO ONO (0) oso so OSO] » » » » » I 17 E DI ENE ONO 0S0 SO » » » » » » » Le 18| NE NE NE NE ONO SO » » » » » » » 1 19] NNO NE NE NE 0SO 0S0 » N » )) » » » 1 20)| E E ENE NE OSO OSO » » » » » » » 4 210 0 ENE 0 (STO) (ONSKO) » D) D) » 5) » 7.30 1 22|| 0 (1) (0) (0) (0) oso » » » )) » )) » 2 23)| OSO > E E (0) RIU 0 » » » » » 0.06 2 2 3 3 3 2 2 1 24|| NE so Io) oso 0SO (OXSIO) » » » » » 0.13 25)| OSO 0S0 (0) 0S0 (ORTO) oso ll » » 0S0| » » » 5.40 261] ONO (0) 0sS0 OSO oso (OTO) I ono| 0 » D) » » 18.94 27) ONO (0) ONO (6) (OSIO) 0so » » » » » » 1.46 280 ONO ONO ONO (0) (OXSTO) 0 (0) ) » )) » » 29| ENE ENE E NE 0s0 0sS0 » » » » » » » I DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO Osservazioni Meteorologiche del Settembre 1878, 49 Nuvole 9hm 12h 3h 6h 9h 12h Vol., Dens. 3 Vol. Dens, ses voy Dens.,Massa|| Vol. Dens.,Massa Vol. Dens.| Massà Vol. Dens. Massa] 1 » D) » D) )) » | » » » » )) » » ) D) ) » » ll 2 & 0.4 1.6 5 0.4 2.0 | 30 0.4 | 12.0 || 100 0.6 | 60,0 80 0.6 | 48.0 S| 04 2.0 | 3) 60 71| 42.0 90 763.0! 96 6 | 57.6) 96 6 | 57.6 98 7 | 68.6 || 10 5 | 53.0 4! 4100 71) 70.0 96 71| 672) 40 6 | 24.0 50 5 | 25.0 || 100 7) 70.0 || 50 6 | 30.0 5| 70 6 | 42.0 96 6 | 57.6 || 65 6) 39.0 || 40 5 | 20.0 99 6 | 59.4 || 20 6; 12.0 6 50 4 | 20.0 || 100 7) 70.0; 95 6 | 37.0). 60 5 | 30.0 90 5 | 45.0 || 90 5 | 45.0 7| 80 5 | 40.0) 99 6 | 59.4 || 99 7) 69.3) 98 6 | 58.8)| 99 6 | 59.4 || 95 5 | 47.5 8| 100 7| 70.0 100 7| 70.0 |100 770.0) 98 6 | 88.8 || 100 7| 70.050) 5|250 9| 40 4 | 16.0] 90 6| 34.0 | 70 6 | 42.0] 60 5 | 30.0|| 95 6 | 57.0 || 80 6 | 48.0 40} » D) » 40 5| 5,0 | 10 5 | 5.0 10 SN ERas0 8 S| 40] » » » Ai 70 7490 50 6 | 30.0 || 40 6 | 240 20 9 | 100 s bj 4.0 || 50 | 6 | 30.0 12 90 6 | 54.0) 60 6 | 36.0) 30 6| 180) 20 5| 100) 5 4 | 2.0]150| 3 | 15.0 43) 95 5 | 47.5 98 6 | 58.8 1100 6 | 60.0 95 6 | 57.0 98 6 | 58.8 || 70 5 | 35.0 14) 60 6 | 36.0] 80 6 | 48.0 |; 50 6 | 30.0 || 16 4 4.0 » D) ) » » » 18 » » ) 30 5 | 15.0 i 90 5 | 45.0]) 80 5| 40.0 20 4 8.0 » » » 416) 15 6 9.0 30 5 | 15.0 / 10 òd 9.0 15 5 do » )) » » ) » 17) 20 2 4.0 90 6 | 54.0) 40 5 | 20.0 30 4 | 12.0! ò 4 2.0 5 4 2.0 18 10 (o) 6.0 20 6 12.0 || 40 6 | 24.0 20 4 8.0) » » ) » ) ) 19) 45 5 7.5) 70 6 | 42.0 || 95 6 | 57.0] 30 4 | 12.0 » D) » » » » 20) 60 3 | 18.0 40 5 | 20.0 i 80 6) 48.0 95 6 | 57.0)| 60 3 | 18.0 || 60 4 | 24.0 | 24|| 100 7| 700) 98 6 | ‘58.8 1] 30 5 | 15.0 ò k| 20] 10| ,5) 5.0] 50 5 | 25.0 22] 10 bj 5.0 10 b) 5.0! 15 5 1.5 90 6 | 54.0 60 5 | 30.0! 40 dò 5.0 23)| 60 6 | 36.0|| 80 6 | 48.0! 95 6| 57.0). 60 3 | 350.0) 10 5/50) » » » 24 90 5| 45.0 95 S| 475: 98 6 | 58,3 || 100 7 70.0)) 95 7| 665/100) 7700 25]| 100 7| 70.0) 98 5 | 490: 95 7| 66.5) 90 763.0) 70 7| 49.0 [100 7700 26]] 95 7 | 66.5 98 7) 68.6 | 85 759.5 100 7 70.0 98 768.6 || 70 71490 27 45 ò 1.5 45 5 CI 99 8 | 79.2 50 6| 300) 60 î 42.0 | 15 ò 1.5 28) 70 71|490) 93 766.5 50 6| 300) 20 &| 8.05» » » || » » » 29 10 6) 5.0 h) 9! 2,5 IRE ò 5 25 2 3 0.6 » ) » » D) » 30 » » » » » )) | 2 4 0.8 D) D) » D) ) D) ) D) » M.|| 49.6 29,5 [| 61.6 37.7 58.5 36.1 | 51.5 29.6 || 45.6 28.0 [32.7 18.2 Medie barometriche Medie termometriche 9h , 12h 3h 6h 9h | 12h | Comp. p. 5 9h 12h, 3h 6h 9h 12h Camp: p.dec. Li 753.96|754.02/753.44;753.50|754,18|753.53] 753. 11,35 34 1 p.| 25.42] 25.64| 25.92) 25.10) 23.08| 22.20) 24.56 24.23 93.38] 93.33| 52. 73] 52.76] 03.28| 52.77] 53.04) 2 24,62| 24.92] 24.94| 24.36| 22.88| 21.68] 23.90 I 5 54.73 54.68] 54.30| 54.40] 54.45! 54.88| 54.66) ss og 3° | 25.44] 26.50 26.22, 24.32| 22.28] 24.4£| 24. 632 (23.7 4 | 56.06] 56.01] 53.62] 53.57| 55.76) 59.48 38.15| © «20% | 25.84| 25.16! 24.62) 2336] 21.10] 20,02] 23.48 629-75 5 51.91] 51.61] 50.98] 54.07| 51.16) 50.20]. 51.15 52. 80! 5) 22.96] 25. 42| 24.94 23.02| 21.48} 21.18] 23.17 toa 85 6 | 54.03] 54.30] 34.12] 54.18] 54.89] 35.19]. 54. ‘45 FÀ 6 21.72] 21.96] 22.40| 20.72; 18.68[ 17.74) 20.54 054. Medie tensioni Medie umidità relativa 9h 12h 3h Gh 9h, T2h com DE p.dec. 9h 12h 3h Gh | 9h 12h |Comp.p.dce. 4 p.| 15.62) 15.92) 15.88| 14.86) 16.22) 15.06 15.88 1 p.| 64.4 | 65.0 | 634 | 62.2 | 77.4 | 75.4 | 68.0 70.9 2 15.51| 16.27) 16.18| 16.56] 16.74| 15.79 te, 11) DI 2 68.2 | 69.8 | 69.8 | 73.6 | S0.8 | 81.4 | 73.9 3 43.69) 13.61| 13.92] 44.68) 15.46| 13.82| 14.19 14.03 3 56.4 |.53.0 | 54.8 | 65.2 | 77.6 | 74.2 | 63.5 65.0 4 12.99) 14.32) 14.52) 14.33] 14.52] 12,87] 13.920" 4 55.8 | 60.6 | 63.2 | 67.2 | 78.0 | 74.0 | 66.5 de 5 12.80) 11.45] 11,40) 11.93] 11.56| 12.42] 11.93 11.98 5) 63.2 | 47.4 | 48.4 | 56.8 | 61.4 | 66.0 | 37.2 I 62.4 6 41.57| 11.84] 11.59) 12.59] 12.67| 11.99 12.04| È 6 59.8 | 60.6 | 57.6 | 694 | 79.0 | 79.4! 67.6 e Barometro Termometro Medie evaporazione Gasparin ; Massimi ; Minimi 5 Ra 3 Minimi Î o Î O dal Comp-p: 9hm., 12h | 3h, 6h, 9h, 42h Ohm yj12h | 3h | ih ) 9h ) 12h farai 1 || 758.75) 758.66] 758.31" 758.12] 758.44] 757.40] 758.75) -757.40//22,3 |22.5 |22.4 |21.8 [19.0 |18.4 || 23.3 | 46.5 2} 57.62) 57.58) 57.42) 57.10) 37.72j 56.69 57.93] = 56.69(123.2 |23.1 [23.0 {22.1 |20.4 (18.3 || 2641 | 17.6 3 || 59.414| 59.35) 58.94| 50.27] 59.64| 59.84 59.34| = 56.69 |22.7 |22.9 [22.7 |21.8 [19.5 |17.9 I 24.4 | 47,9 4 | 60.79) 60.90) 60.67] 60.67| 61.49] 61.35 64.35] = 59.84;|21.9 |22.3 [22.2 ‘21.2 |18.4 [17.4 ! 23.1 16.7 5 | 62.15] 62.25] 61.79) 61.69| 62.22] 61,28 62.34| 61.28 ,21.7 (22.3 \22.3 [21.4 [18.2 j16.8 || 22.9 | 15.9 6 || 61.85) 61.60| 60.97) 60.97) 609%) 60.20 62.26] = 60.20||21.9 |22.0 |22.3 |21.2 |18.6 {16.6 || 22.5 | 15.7 7 || 60.50) 60.81] 59.62 59.70) 59.97] 59.65 60.50) 59.62|121.8 |22.8 |22.9 [21.8 [18.9 [18.7 || 23.4 | 16.3 8 | 59.04) 5865) 57.67] 57.34 56.98) 55.53 59.65| = 55.53|[23.4 |26.3 |24.6 (23.6 |23.1 [23.4 || 26.7} 47.1 9 || 56.54) 56.15) 56.92] 56.64| 57.21] 57.08 57.52) 55.48123.8 [27.2 (20.4 |20.7 [21.3 |20.4 || 27.5 | 19.9 10 || 58.46] 58.39) 58.49) 58.34| 58.95) 59.87 59.42) 57.08|(21.5 [24.7 |24.7 )21.4 |18.4 |16.4 || 22.3 | 16.4 11 || 59.99 60.02) 58.72) 59.90) 59.89) 59.76 60.02| = 58.87||21.4 |21.8 |24.5 |20.0 |17.4 |16.8 || 22.3 | 46.3 12 || 60.06) 39.79) 58.67) 58.48) 38.59) 57.08 60.06) = 57.08 (241 |22.2 [22.3 (20.5 |17,9 [46.5 || 23.3 | 15.4 13 || 57.26) 56.95) 55.231 54.30) 54.67| 54.% 57.26) 53.75|[21.4 (24.7 |22.1 [21.7 |22.2 [17.7 || 23.3 | 16.3 14 || 35.55) 55.80) 55.61) 5590) 56.26] 5543 56.36] = 54.16)/19.5 20.9 |20.4 (18,7 [47.9 [17.7 || 22.8 | 17.7 15 || 53.83) 55.77) 55.32) 55.47) 55.69) 55.89 55.89 54.82/:21,5 [25.0 [23.5 (22.3 (22.7 (20.9 || 25.6 | 17.0 46 || 357.461 57.31) 37.43 57.51) 57.94! 57.60 58.17) 55.89|(22.7 '22.3 [22.1 (21,9 |21.5.|19.4 || 23.5 | 47.6 17 || 58.02] 57.97) 57.61) 57.81 57.78| 57.43 58.02) 57.45 21.8 [22,2 [22.1 |21.5 [19.9 |19.3 || 23.0 | 17.4 18 || 57.00) 56.72] 56.00: 35.53) 55.13) 53.22 57.45) 5%.71|\22.1 |27.8 |27.6 |26.3 |27.4 |25.8 || 27.8 | 47.5 19 || 55.46| 34.92) 54.92 56.18) 56.59: 56.81 56.81 55.221|28.3 |30.6 |25.1 |22.8 |20.% [19.4 || 31.6 | 194 20 || 57.97] 57.81) 57.21/ 57.37 57.33] 36.18 58.10] = 56.18||22.9 [23.3 |22.9 |19.8 [17,5 {17.5 || 24,3 | 16.6 21 || 55.83) 35.79) 35.08) 54.47) 54.74) 3441 56.48) = 5%.11[(24.8 [23.8 [22.9 [21.6 (22.4 |23.0 || 24.5 | 161 22 || 54.11] 5%.0%| 54.30] 54.46 3425] 54.58 54.58) = 53.10|24.1 |27.0 [26.6 |23.6 |22.4 [21.2 || 27.5 | 20.8 23 || 56.10] 53.89) 55.96 56.38| 56.99) 36.87 56.99] = 54.58 122.9 [25.8 [23.4 [24.3 [20.4 |19.2 || 27.5 | 19,2 24 || 5742| 537.39) 57.10) 57.18| 57.64| 87.36 87.14| = 56.82|(21.6 [22.2 |22.3 [20.4 |19.2 [46.6 || 23.3 | 14.8 25 || 57.51] 57.41] 56.80 56.75) 56.70) 55.64 57.61) 55.64((21.1 |20,7 |207 [19.1 |47.7 (19.3 || 21.9 | 15.3 26 || 55.50) 55.45) 55.40) 53.35) 55.26| 54.67 35.64] 54.67|123.7 (25.5 [25.3 [21.7 [21.1 [20.3 || 26.3 | 19.1 27 || 54.28] 534.02) 53.11) 53.00) 53.13] 32.07 34.67] 52.07/24.4 |27.8 |27.6 (24.0 |23.4 |23.0 || 2814 | 20.0 28 || 52.30] 51.75) SIAS' 51.42) 51.63, 52.47 82.47 50.81]|26.9 [26.7 |28.0 [25.3 |2%.4 |22.4 || 28.2 | 22.0 29 || 53.03] 52.97] 53.03] 53.56) 54.35) 54.62 34.62] = 52.47]||23.3 |22.8 |19.7 |18.4 [18.2 (17.3 || 239 | 47.3 30 || 57.40) 57.49] 57.19 57.20) 57.43 57.44 57.65] =—54.62|119,2 |19.3 [19.9 |47.6 |13.7 (15.5 {| 419.9 | 13.7 31 || 57.06) 57.08] 57.17) 57.05] 57.32| 56.31 57.64| 36.31|19.7 |20.4 |48.8 |18.2 (15.7 |16.6 || 21.8 | 15,0 M. || 757.50) 757.38| 756.94! 757.02] 757.24! 756.84|| 757.92) 755.99]|/22.42/33.64]|22.86/21.43|19.97\19.02] 24.53| 17.21 Osservazioni Meteorologiche dell’Ottobre 1378. Tensione dei vapori | Umidità relativa Î Stato del Cielo pe x = ln — —_ a ae fim) 12h, 3h "Gi gh, 42h [Ofm 12h 3h] 67 90 A2D| im | 12h gh | 6 dh 12h — 1 11.64/12.29,13.46|12.87/13.81;12.82/| 58! 61| 67) 6685! S1|lLucido |Lucido |Bello Bello Lucido !Lucido 2|11.86|13.5t/12.93/13.16/13.73/13.78! sd 64 | 62| 67] 77) 88||Misto |Nuv. Cop. Cop. Cop. Bello 3/13.43(13.31|43.43 14.31|14.28/12.53)] 635 | 64 | 65| 74| 85 | 82/{Nuv. Bello . {Bello |Cop. Nuv. Lucido 413.44 13.68 :12.34|12.92|12.82/11.33]| 69 | 68 | 62 | 69| 81 | 77 (Bello Cop. Cop. Nuy. Bello Lucido 9|11.40/41.95/13.2042.50/12.49/11.46| 59) 60| 66| 66|80|80!Bello [Bello |Bello |Bello |Bello |Lucido 6|10.82/10.76/11.64|42.16/42:39|41.87| 55 | 55 | 58] 65 | 78| 84||Bello |Bello |Bello |Bello |Lucido [Lucido 1(11.79/11.79/12.99/13.50(16.26 12.18 61 | 57| 63/| 70] 82| 76lBello |Bello |Bello ‘Bello |Bello |Lucido 8|10.96;11.07/14.57]11.77| 9.50] 8.16] 51] 431 63| 54| 45 | 38|Lucido |Nuv. Nuv, Osc. Cop. Osc. 9|14.50:14.64/15.33 12.93/13.02/13.58)| 53 | 43 | 86| #11 69| 76|Cop. Osc. Osc.c.p. |QSC. Cop. Cop. v. 1011.97 11.55,12.16/12.19|16.96/11.99| 63 | 60| 63| 64| 82] 87|Bello |Bello [Bello |Nuv. Nuv. Bello 11(11.13/10.88:11.67/12.1314.67,41.04| 59 | 56 | 61| 70| 79) 77/Bsilo [Bello |Rello [Bello |Bello |Lucido . 12/(11.31(10.50/10.58/12.43/12.09 11.50] 64 | 53 | 53| 69] 79) 82|Nebb. |Nuv. Cop. Cop. Nebb, |Ncbb. 13|12.03/42.00/12,37|12.00 10.94/11.77| 62 | 62 | 63 | 62! 55 | 78llosc. Osc. c.p.|Cop. Misto Osc. Osc. 14|13.2013.58)13.60/13.23/13.87/13.54| 78| 74| 78) 82. 91| 90Osc.c.p.|Cop. |Cop. |Cop. Osc.c.p. {Misto 16|13.28/16.15/47.13/16.91/16.34/14.50]| 65 | 81| 87|87|85| 87|cop. |Cop. |Cop. 15|14.97 14.13,16.44|15.44)11.56/43.58/| 78, 60| 76| 76 51| 74|[Lucido |Bello |Cop Bello. |Nuv. Lucido Osc Osc. SC. 17|114.31}415.04(15.77/16.31(16.13|14.72]| 74 | 76| 80] 85| 93 | 88|Lucido |Bello Bello Osc Bello Lucido A8|A4.77) 7.53] 7.05) 6-10, 3.23] 4.73| 15 | 27 | 26 19] 8.44| 6.41\11.81|15.34|15.33|14.98)| 29 | 20 | 50 20|(13.2811%.37/12.05|13.33 11.32) 8.97) 74 | 68 | 58 21/10.45/10.27/14.77|15.91/12.22/10.45) 52 | 47| 71 22|| 9.34/10.01 11.69 12.37 12.04 42.62] 42 | 38 | 45 23/(11.43/11.53 12.37) 9.58 14.74/13.231] 53 | 47 | 58 24|[12.99 12.31|11.80|12.80'12.47|11.16| 68 | 62 | 59 25)(11.76/12.16:12.46/12.83 12.65/14.37| 63 | 67 | 69 26;| 9.58/10.30/10.77|11.85 11.17/11.66)| 44 | 42 | 44 27(14.13|10.63/10.43|13.12 10.36) 7.83]| 49 | 38 | 38 24 | 12 19/Nebb. |Cop. Cop. Cop. Ose. Osc, 7% | 86| 89 ||Cop. Cop. Cop. Cop. Bello |Lucido 78) 76) 60 |Nuv. Bello |Bello Lucido |Lucido |Bello 83 | 62| 50 ||Cop. Cop. |Cop. Osc. Cop. Bello 58) 60| 67 |(Cop. Cop. ose. Cop. Cop. Cop. 51 | 66| 80 ||Cop. Cop. Cop. Cop. Cop. Ose. 72 | 75| 79|Cop. Cop. Cop. Cop. Cop. Lucido 718 | 84| 68|Bello |Bello |Bello |Lucido |Lucido. |Lucido 61) 60| 66 Bello Bello Nuv. Lucido ‘Lucido |Lucido 59 | 48| 38 {{[Nebb. |Nuv. Nuv. Misto |Bello Nebb. 28|| 7.77) 9.87) 8.01] 9.66, 8.85/12.50)| 30 | 38 29 | 40 | 39 | 62/[Cop. Cop. Cop. Cop. Bello Misto 29 13.71 |16.50/13.69(13.26 (41.90 11.44] 6i | 70| 80, 84| 77) 78 Cop. Cop. ose. Osc. Osc.c.p.|Osc. c.p. 301] 9.44| 7.34) 7.64| 7.72) 8.54) 8.99 57] 44| 44| 54) 73] 68|Cop. |Cop. Cop. Lucido {Lucido |Lucido 31 N044 110.27 11:68/11/75 10,35 10.19| 61 | 58 | 72 | 76 | 78 | 72|Cop. |Cop. |Cop.. |Cop. {Bello |Misto M.{\11.83 11.69 12.51:12.70/12.10 14,67/59.4|55.1|61.4167.5171.0!72.6"! nm. 0.40 0.22 0.40 0.25 0.47 SD GO m1 Gì Gia Di IV sù a sco . . . dà osaui Siv x Sa csnSPSMPNOTRTISN ro = cssc-ccssse naso Evaporazione Gasparin 1.65 'IISICASICA mori Rui tivonocoovrvriuIotrorpIoccosTuUio pa Dr DINI DI pa © ir i iù ie ia DD te) © it DT DE DI DE Ut DI Di re O = ©) O pn CO VV Sa O OO UN = o] 1124] Calmo 25) Calmo 26] OSO 27] Calmo 0 42m. ENE EXE SO DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO. 53 Osservazioni Meteorologiche dell’Ottobre 1878, Velocità del vento in chilometri Ozono 3hs. 12hm. Totale 9hm., 12h sh, 6h 9h, 12h | èhm j 9bhm ]i20m | 3hs | Ghs Qiis | {2h 4.83 | 3.88] 0.5] 48] SA | 3.0) 34 | 2.6 4.40 | 3.72 DIR 8.2 5.0 1.1 1.4 4A 1.80 | 4.00 8.1 4.9 9.6 5.3 3.3 8.6 1.18 | 3.03 |l 4.3 9.0 8.9 14 4.7 9.9 1.54 | 3.83 4.5 7.1 6.6 5.3 3.3 | 43.0 | 1.71 | 3.80 | 44] 60| 65] 40) 14] 76 I 1.44 | 3.88 | 1.3 5.9 6.1 8.3 2.9 9.6 ; 2.49 | 445 45 Da Sil 437 AA 1.33 | 279] 06) 41] 40 59] 27| 46 1.02 | 3.55 4.4 5.1 6.5 4.5 9.5 9.6 1.41 | 3.84 5.8 9.0 7.3 22 8.6 | 12.2 e 1.21 | 3.50 2.0 5.0 94 4,6 3.1 "| 12.8 | 0.00 | 0.24 9.0 | 13.5 2.6 4,5 3.1 6.5 0.00 | 0.0) || 40) 22) 59| 14 40 | 0.0 1.45 | 3.31 0.0 1.5 34 1.3 2.9 1.4 0.71! 2.01 || 0.0/ 53 34| 21| 00| 0.0 0.43 | 2.27 0.0 5.9 6.5 1.0 0.6 1.6 | 5.53 | 2.65 4.8 | 12.6 | 21.6 | 19.4 | 24.8 | 28.3 | 1.09 | 6.16 4.3 | 32.6 | 40.6 3.4 7.5 9.6 2.09 | 3.82 0.0 5.5 | 10.2 41.3 6.6 3,2 1.28 | 2.69 0.0 1.1 4.1 9.9 4.2 DOd 1.90 | 4.22 0.5 0.6 1,9 9.4 0.0) 0.0 4.33 | 3.53 1.0 44 | 23.8 D.4 2.5 0.0 2.03 | 3.65 0.0 9.5 | 16.7 0.0 4.2 | 411.3 1.06 | 2.60 0.0 71.9 6.2 5.6 2.5 | 11.9 | 1.57 | 5.49 || 15.3 | 220 4.1 3.4 3.0 4,2 | 3.22 | 6.35 0.0 | 17.2 | 24.3 4.9 | 19.6 | 16.0 241 | 7.94 || 248 | 473/216 | 146 | 198 | 35 | 0.00 | 1.84 2.3 3.7 9.4 | 12.0 4.0 5.1 1.72 | 3.07 {| 40.6 | 210 | 14.7| 97) 9.1] 6.6 1.22 | 4.93 || 4.1 19,3 | 13.5) 0.5) 3.9 21.5 1,52 | 3.62 I] 3.51 96 9.4 4.7 DE ZIO, | Osservazioni Meteorologiche dell’Cttobre 1878. HE BENI: : Pioggia!| Stato Direzione del vento Direzione delle nubi in del millimetri| mare 3hs. 6hs. 9hs. 12hs. 9bm,y 42h 3h 6h 9h 12h alle Sm ENE ENE OSO 0SO » ) » | » » » » 1 ENE NE (EISKO) 0SO ) » ARL est) » )) » 1 NE NE 0S0) NO) )) » ) )) » » » LI E E (ONSXO) (ONTO) » )) » » » » » 1 ENE | ENE 0s0 RIO) » » » » )) » » 4 ENE E (ONTO) 0S0 » » DLE D) » » L È NE 0sSo 0S0 » » )) » » D) » 1 E 0sS0 OSO NO )) ) » » » » Dan i) (OSIO) 0SO OSO 0S0 » » » » » » 6.99 2 NE NE (0) OSO » » » » » )) » 2 NE NE 0 OSO ”» » » » » » » L E NE OSO oso » » » » » » » 1 SO I) SO (USTO) » » » » » ) 9.54 1 NE (0) (0) Calmo » » D) » » » 5.46 2 E ENE (PISCO) E » » » » » » » 2 EXE NE Calmo | Calmo » » » » » » » LI ENE NE 0S0 OSO » » D) » » » » 1 so SI) (OXSXO) S ) » » n » ”» » 1 ENE ENE OSO 0SO » » » » » » 0.67 2 ENE 0 (0) (ORKO) | » » » » » » » 2 NE NE (OXSLO) S » » » » » » » 1 NO E Calmo | Calmo » » sisi lay » » » 1 (ORSO) ONO 0s0 Calmo || » » » » » » » 1 ONO Calmo | 0 0SO » » » » » » ) 2 NE 0 0 O » » » » » » » 1 (MISTO) SO (OXSIO) oso | » » » » » » » 1 Sio 0SI) OSO sso » » » » » » » L So 0s0 0S0 SE |» » » » » » » 2 (0) ONO (0) (0) ” » » » » » 0.60 2 ono |oNno | 0 0 O) NO | ONO| » » » 0.48 2 NO ) O) so O) N) | » 0.16 2 ENE ENE ENE ENE ENE ENE | (ci (30) d4 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni IMeteorologiche dell’Ottobre 1878. Nuvole è de |a dea _—r Ì —— Vol. Dens. Massal Vol. Dens_jMassa] Vol.) bens.,Massa;| Vol. Dens..Massa|{ Vol. | Dens.| Massa]|Vol. Dens.jMassa 1 ) » » | ) D) naz 0.4 0,8 2 0.4 0.8 » » » » » » 2 so] 05|250| 20) o6|a20]|70] 5| 350) 98/ 5| 490] 95) 05475) 5| 04| 20 3 350 6 | 18.0 b) & 2.0 ò 5 2.9 70 3 | 35.0]| 20 6 | 12.0 » » » 4| 40 ò 5.0 95 6 | 57.0) 90 6 | 54.0 20 4 8.0 10 b) 5.0 » » » sl 2 3 0.6 | 40 6) 5.0 || 10 ò 9.0 È) 3 1.5 8 & 3.2 D) » » 6, 2 2 0.4 5 5| 25) 5 S| i255. 8 | 32 » » » » » » 7 2 1 0.2 9 4 2.0 || 15 5 7.5 40 4 4.0 2 4 0.8 » » » 8| » n| » | 40 5 | 20.0 |] 20 5 | 10.0 || 100 4 | 40.0] 80 5 | 40.0 [100] 4 | 400 9 98 6 | 58.8 || 400 6 | 60.0 |100 7| 70.0 || 400 7 700 98 6 | 58.8 || 60 6 | 36.0 10) 4 5 2.0 410 dò 5.0 ò 4 2.0 40 5 | 20.0 30 5 | 15.0 || 10 5 5.0 Mil 5 5 2.5 b) ò 2.5.|| 5 h) 2.5 2 4 0.8 2 & 0.8 » » ) 12 30 2 6.0 30 4 | 12.0 || 80 4 | 32.0 80 4 | 52.0 20 3 6.0 || 30 3 9.0 43)| 100 7 20.0] 100 7) 700) 98 6 | 58.8 90 6 | 30.0 || 100 6 | 60.0 [100 6 | 60.0 15 100 7| 700) 80 7| 56.0| 99 7693 || 96 6 | 57.6 || 100 8| 80.0||50| 6 | 30.0 15 » » ) 5 5 Did ) 80 5 | 40.0 2 2 0.4 40 4 | 16.0 » » )) 16| 60 4 | 24.0 90 o | 45,0] 98 6 | 58.8 || 100 7 70.0] 100 7 70.0 |100 S| 50.0 17» ) » 2 2 0410 6) 3.0 || 100 3| 30.0) 40 4| 4.0 » ) » 18 60 3 | 48.0 98 5 | 58.0] 90 5 | 45.0 9 3 | 47.5] 100 6 | 60.0 [100 170.0 19] 60 5 | 30.0 60 5 | 30.0 || 90 5) 45.0 98 6 | 58.8 4 4 1.6 » » )) 20) 40 £ | 16.0 || 10 4| 4.04 5 4 2.0 D) ) » » » » || 10 £4| 4.0 21)| $0 4 | 32.0 so 4 | 32.0! 98 6 | 58.8 || 100 5 | 50.0 90 5 45.0) 40 5 5.0 22] 60 5 | 30.0 60 5| 30.0 :100 6 | 60.0). 90 4 | 36.0 60 4 | 24.0 || 60 5 | 30.0 23)| 98 5 | 490 60 5 | 30.0! 60 5 | 30.0 90 5 | 45.0 93 6 | 58.8 [100 6 | 60.0 24|| 90 5 | 45.0 95 6| 57.0; 70 5 | 35.0 80 S| 40.0 98 6 | 58.8 )) » » 2351 5 4 2.0 5 Hi MEELEMIAO 5] 40 ) D) D) » » » ) » ) 26) 4 3 1.2 || 40 4| 4.0 || 20 4 8.0 » » n » » » » » )» 27 40 2 2.0 20 & 8.0 | 40 4 | 16.0 50 4 | 20.0 5 4 2.0 || 20 3 6.0 28] 70 4 | 28.0 90 5| 45.0 || 95 5 | 47.5 80 5 | 400 15 4 6.0 || 50 4 | 20.0 29] 60 4 | 24.0 98 6! 58.8 (100 7 70.0 || 100 7 70.0! 100 7| 70.0 |100 8 | 80.0 30|| 60 5| 30.0] 95 6| 57.0 || 60 5 | 300 » » ) ) » )) » » » 31) 85 6 | 51.0 98 G| 58.8" 99 7 66.3 90 5 | 45.0 b) 4 2.0 || 50 5 | 25.0 M.|| 40.9 20.6 {| 47.1 26.3 59.2 31.1 || 56.7 ___l 29.8 || 42.3 24.4 ||30. 6 17.0 Medie barometriche Medie termometriche 9h 12h sh | 6h 9 12h | Comp. p.dec. 9h 12h 3h 6h 9h 12h |Comp.p.dec. 1p.|759.74|759.75|759.37/759.37|759.78|759.21 159.53 )759 16 1p.| 22.36] 22.62/ 22.52! 21.66] 19.10] 17.76] 21.00 21.31 2 | 59.27] 59.02) 58.67] 58.60] 58.84] 58.27| 58.77)" | 2 22,48| 24.00| 22.38] 21.74| 20.06] 19.10] 24.63 | ù 3 | 57.74] 57.67| 56.71] 36.81] 57.02| 56.62] 57.09 56.97 3 20.98| 22.32] 21.90, 20.6%4| 19.62| 17.92 20:30 lp] 68 4 | 57.12] 56.95] 56.57| 56.88| 56.96) 56.65 36.851 ; | 4 23.56] 25.24] 23.96) 22.46] 21.34| 20.28] 22.84 45° 5 | 56.20) 56.10] 55.86] 55.85] 56.06| 55.71| 55.96 55.33 ò 22.30| 23.90) 23.18] 21.20| 20.36| 19.86| 21.80 to 67 6 | 54.93] 54.79] 34.46] 54.61] 54.85] 54.55 54.701 MSI) 22.87] 23.75] 23.25] 20.87] 19.42] 19.181 21,59)" Medie tensioni Medie umidità relativa 9h , 12h sh Gh 9h 12h ,Comp.p.dec. 9h 12h 3h 6h 9h 12h |Comp.p.dec. 1 p.| 12,35) 12.95] 43.07) 13.15| 413.43] 12.39) 12.69 12 48 1 p.| 64.4 | 63.4 | 640 | 68.4 | 81.6 | 81.6 | 70.4 66.9 2 11.41] 11.36] 13.34) 12.51) 12.23) 11.56 12.07} ; 2 56.6 | 54.6 | 66.6 | 64.8 | 71.2 | 72.2 | 63.8 7 3 42.53] 12.22) 12.93| 42.99| 12.01) 12.29) 12.50 12.54 3 68.0 | 64.0 | 66.2 | 71.8 | 71.0 | 80.2 | 69.7 67.0 & 13.22] 10.90] 12.76) 413.60| 12.46| 11.58 12,58) o ho 63.4 | 54.4 | 60.2 | 69.6 | 70.4 | 68.6 | 64.4 | x b) 11.13) 411.26] 12.62| 12.74| 12.22| 14.77] 11.95 41.23 R) 56.0 | 52.2 | 60.4 | 69.4 | 69.4 | 68.8 | 62.5 { 59.5 6 40.34| 10.48| 10.34| 11.23] 10.19] 10.45 10.51} i 6 90.8 1-48.3 | 51.2 | 618 | 62.5 | 64.0! 56.4 dl Barometro Termometro Medie evaporazione Gasparin ; Massimi ni nia ; SIANO pgibuma i ia DE di Comp:oesi p. | 760.05 ” 98.98 P. 3,9 .92 p. ,35 c $ 2 59.81(159.95 | ‘57.58 197.98 : 26.8) 26.02 | 47.085 47-00 2 0:76 | 4.36 | 460 | 5.10 } 3.69 E) 97.92) » DI. 14 ye E 3.46 16.48 0. .9( 0.8 D È DIOZE SI.8I 320 55.81 i Zio 24.75 tTm) 17.09 i 05 | 1.86 | 197 | 58 } 2.28 5 96.62 4.85 .94 .24 0. .3% | 4.52 5 6 55.45) 50.03 | 33:49( SH47 || 24-70) 28-82 1 97:85) 17-54 || 6 016 | 1:86 | 108 | #06 399 seit Dda sia DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO Osservazioni Meteorologiche dell’Ottobre 1878, 55) o ’ Quantità . DI Medie dell’Ozono della pioggia Medie velocità del vento 8h 9h | 12h hs) 6h 9h | 12h;Comp. p. d. nm: 9hm ,12h 3h, 6h, 9h 12h |Com.p*d. a 21 6.9 È 1847 6.2 4.8 ts 9.3] 30 DO 15.0 |i 4.2 | 6.2) 5.7) 2.8] 4.5] 6.6 5.0 n f ‘flos o {ts 67 li | ta 124104] 54| 2.90 85) 773 03 5 i ò » 1.24 dò 0.3 | 4.6/11.8| 4.5 2.1| 5.8] 4.9) 8.3 6 61 41.24 È ‘6 9.5 |21.7|14.7] 7.3] 9.9] 7.814.8) ° Numero delle volte che si osservarono i venti N NNE | NE | ENE | E ESE | SE |[SSE| S SSO | SO | 0S0 | 0 | ONO | NO | Nx0| Calm, Prod. Ap.| >» » 8 10 2 » » » » » 2 8 » )) » ) » ENE 2 1 » 5 6 3 » » » » » 2 42 1 » » » ) (ORTO) 3 » » 8 LI b) » » » ) » 2 8 4 » » » 2 NE.0S0 4 ”» » 5 6 » » ” » 1 » ò 6 2 » D) » 5 | ENF.0S0 5 1 » 3 2 » » » » » » 4 4 5 2 » ” 7 0 6 1 » » 2 2 D) 41 » » 1 6 10 9 3 1 1 4 0S0 Per decadi E POR | » | 13 | 46 5 D DI Eni INS) ) 4 20 19 » » » OSO 2 » )) 13 1 5 » » » 1 » 7 14 6 » » )) 7 OSO 3 2 » 3 4 2 » 1 ”» )) 4 10 44 14 5 1 4 8 050.0 Tot.| 3 » 29 27 12 » 1 D 4 I 21 48 21 5 i 4 15 OSO Medie serenità | Massa delle nubi 9h 3h 6h 9h 12h vOIIDI Dec. 9h | 12h | 3h , 6h | 9h y; 12h) Comp. vec. ip. 81.6 64.6 | 61.0 73.4 | 99.0 75. 6; 70.3 1p.| 9.7 |15.2 19.5 18.9 [13.5 | 0.4 12.9 16,0 2 78.8 71.0 | 48.4 | 58.0 | 66.0 65.0 2 |42.3 |17.9 ‘18.4 |27.4 |22.9 (16.2 19.2 i 3 53.0 27.8 54.0 | 47.6 | 64.0 | 504 I 48.7 3° |29.7 |28.6 (40.5 |24,2 |32.6 [19.8 29.2 29.1 4 56.0 41.4 | 21.4 | 57.2] 58.0 | 47.0 p 4 317.6 127.5 |31.2 !45.3 [27.1 [24.8 28.9 3 5° | 334 FRIZIONE Di pi 37.6 di 313 (190 | 3111 206 6 51.8 | +0 | 46.7 | 79.2 | 63.2 | 50.6 5 6 |22.7 [38.6 [39.6 |29.2 [13.3 |21.8 27.9 È Numero dei giorni Sereni] Misti | Coperti {Con piog| Con neb.| Vento forte; Lampi | Tuoni yGrandine| Neve| Caligine Rugiadal 1 p. 4 LI | » » » » » » ) | » ) » 2 s LI 1 1 » » 1 1 » » » » 3 2 4 2 2 D » 1 1 » » » )) 4 2 1 2 1 2 1 » » » » » 1 bj 1 0 4 » » » » » D) » » » 6 3 0 3 3 » 1 » » » » » » Tot. 15 4 12 LI _2 | 2 2 2 0 0 0 I Medie mensili Barometro dalle 6 ore di osservazione . .... 757.15 | Velocità del vento in chilometri . .. ++... 6.6 Dai massimi e minimi diurni. . .... +... 756.95 | Yento predominante . +... +... + + + ++ 0S0 Differenza... .. + 0.20 Termometro cenligrado. . » +. +. . + ++. + + ,21.55 | Massima temperatura nel giorno 19. BREA) I) Dai massimi e minimi diùrni . . +... ++... + + 20.87 | Minima nel giorno 30... ......... 13.7 4 ———- | Escursione lermometrica ........- «e. 17.9 Differenza ...... 0.68 | Massimaaltezza barometrica nel giorno 5 . Mito 34 È : Minima nel giorno 28... +». + + + +. + + + 750.84 Tensione dei vapori . . +... + + +... +. + + 12.08 | Escursione barometrica. . . +... ... 11.53 Umidità relativa +. ++... +... +0. ++ 65.5 | Totale Evaporazione- Gasparin . . +. +. + + + 113.06 Evaporazione-Atmometro - Gasparin ....... 3.62 | Totale della pioggia... .. +... +... 23.90 SEFCDIARAt e RR Sl e I Mastai e eo N e e ZE OZONO Erario eten teinn 56 Ut Ka dI O BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche del Novembre 1878. NOTE . Venti del 3° quadrante e cielo coperto; mare agitato. . Venti forti di OSO con pioggia e mare grosso. . Venti forti di ponente e cielo piovoso; mare grosso. . Venti forti di ponente e libeccio con mare grosso e pioggia sulla sera. . Continua la corrente intensa del 4° quadrante con mare grosso e cielo nuvoloso. . Durante il giorno i soliti venti forti di ponente e libeccio con mare grosso e cielo piovoso. Sera calma. . Cielo bello, mare lievemente mosso, venti regolari del 3° quadrante. . Venti gagliardi di ponente e libeccio; mare agitato e cielo nuvoloso vario. . Alle 2 a. m. lampi e tuoni per temporale lontano a Nord. Cielo coperto e venti gagliardi di ponente. Mare lievemente agitato. . Cielo misto, venti deboli, mare calmo. . Cielo coperto, venti varî, mare calmo. . Pioggia copiosa e venti varî. . Venti forti del 3° quadrante e cielo bello; mare calmo. . Pioggia copiosa e venti forti del 3° quadrante : mare grosso. Alle 9 °/, m. lampi e tuoni. . Venti varî e gagliardi del 3° quadrante, cielo misto, mare agitato. . Venti fortissimi del 3° quadrante, cielo vario, mare agitato. . Piegando a ponente i venti hanno diminuito d’intensità : cielo oscuro, e mare agitato. . Cielo bello, mare calmo, venti regolari del 3° quadrante. . Cielo coperto, venti regolari, mare calmo. . Nel mattino pioggia copiosa, poi cielo vario e mare calmo, venti soliti di OSO. . Tempo piovoso, mare calmo, venti varî del 3° quadrante. a 26. Venti regolari, cielo vario, mare calmo. Cielo coperto, mare calmo, venti deboli del 2° e 3° quadrante. Cielo oscuro e venti forti del 3° quadrante. Mare calmo. Nel mattino leggiera pioggia; corrente di ponente, mare agitato. Venti deboli di ponente, cielo coperto, e dopo il mezzodì pioggia. Mare calmo. -_—__—a——t— ——tt—t—T—ttteoao‘!‘ 6 —_ —————————————————<€«<«£ OD Pa avea DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO Osservazioni IMeteorologiche del Novembre 1878. 97 Massimi : o Massimi e minimi : RERZERR RI Barometro ridotto a 0 Pera sici Termometro centigrado | © minimi 9h 26 3h, 6h, 9h 126 | —{_ iShm120n | 3h | 6h | 9h 12h 136.39| 756 23) 733.58; 756.13] 756.25) T54.04|| 756.32) 754 04 (20.5 [21.8 [22.6 [17.6 [13.5 (15.7 22.7 | 14.6 54.06] 50.40] 49.08] 30.36 51.531 51.71 54.0%| 48.63((20.4 [22.6 [24.6 (16.6 (13.7 [14.9 || 234 | 14.7 52,34) 51.99) 52.00/ 54.84] 52.10] 53.17 53A7| 51.55 (16.4 (AGLI [460 |12.9 [16.5 [13.1 || 16.9 | 43.4 54.44| 54.08] 54.08] 53.73) 53.03) 48.10 5644| 48.10;|15.2 [17.4 |16.3 ‘15.4 (14.3 |16.2 47.7! 120 46.88) 46.43 45.38) 46.33) 46.49) 45.97 48.10] 45.38 120.5 [22.6 121.7 [19.0 [17.9 16.8 |{ 22.8 | 16.0 47.21) 47.86] 46.701 49.60 5109] 52.68] 52.69] 45.97|18.2 [18.2 (16.8 (14.5 [14.3 [14.6 18.6 | 14.1 54,39 5440) 5408! 5492) 35.62) 56.29] 56.29) 52.68[(15.7 [16.5 |16.3 |13.3 [12.2 (12.7 | 47.5 | 119 57.36| 5728) 57.00) 5719 57.43) 57.66)| 5766) 56.29;/16.9 [20.3 [19.0 [15.8 |15.8 lag.4 || 20.7 | 122 59.64| 59.74| 59.651 59.74| 60.24! 60.74 60.74| = 57.66:46.5 [17.0 [16.6 [14.7 {15.2 [15.4 || 17.5 | 13.9 62251 62.44| 62.34 62/30] 62.70) 62.70] = 62.80) 60.74|[16.4 |46.5 [15.9 |13.9 [11.4 | 9.8 | 16.6 | 98 64.51| 60.32) 59.50) 59.10] 57.83] 56.64 62.70] = 56.61||14.9 [17.6 |16:8 |15.3 [16.5 [17.5 || 17.6 | 9.4 56.33] 533.57) 53.95) 52.86| 33.39| 53.46 57.46| = 528611454 [14,8 [15,0 )15.0 [16.4 [46.2 || 18.1 | 14.9 53.92) 53.65) 52.481 5144| 51.20| 49.46 53.34 49 46|17.4 |20.6 |21.1 |19.5 |19.6 19.7 ||] 21.5 | 13.4 11.36 42.83) 46.661 4999) 52721 5279) 52.79] 41.36/21.6 [15.7 [14,3 (13.3 (40.6 [120 | 22.3 | 40.6 55.351 56.0%| 56,051 57.29/ 58A0| 58.14) - S8A4| 52.621:13.3 145.4 |13.8 [12.9 (13.2 :41.7 || 18.5 | 14.5 37.71) 57.01) 56.45 56.60) 36.99, 56.48 98.18 56.18 [15.2 !18,2 |18.2 [16.8 [16.4 [17.1 || 19.0 | 41.2 36.28| 55.73) 54.87] 55.33| 55.07] 34.97 56.48 54.17.1176 |18.6 |17.8 {15.7 |15.0 [14.8 || 49.7 | 14.4 54.57] 54.20) 53.85: 54.06) 54.17) 54.141 54.97 53.21 (15.4 |19.A |19.4 (16.8 14.1 {13.4 || 20.9 | 43.4 54.42] 54.05) 53.74 53.75) 52.99, 51.17 55.07} 5147/15 4 [19.0 |18.6 [16.6 (15.1 |45.7 || 19.7 | 42.4 52.34| 52.82| 5348! 546.77) 55.80] 55.84) 55.84] 49.55|164 [18.8 (18.8 (15.0 [13.9 143,5 196 | 135 54.88] 53.00) 52.52) 53.39| 54.60) 35.73]| - 56.13] 30,93/45.1 [ASA [14.7 |13,5 (12,7 112.7 || 19.2 | 12.2 59/35] 59.19] 59.20] 59.74| 60271 60.52) = 60,52) 53/73 |l5.4 [46.9 [16.1 143.2 [12.9 [13.3 | 18.3 | 12.6 60.45) 60.15] 59.64) 59.61) 59.89) 60.02 60.52 09.20 14.5 |17.4 |18.0 45.1 |135 {13.4 || 18.9 | 10.4 6033| 60/25) 5991) 59.85) 5994| 59.80] 60.60) 59.80]|15.4 |18.3 |18.6 {15.2 [15.5 [44.7 | 19.3 | 11.9 58.64| 58.59) 58.101 57.67] 58.06| 57.93] 59.80) 57.53/[17.3 [21.6 [218 [19.2 (48,6 (18,8 | 22.7 | 167 59.12| 58.91] 58.67) 58.46] 58.79] 58.62] 39.12) = 5730|194 [20.4 [20.8 [18.6 (18.2 [16.3 {| 213 | 15/6 57.78] 57.80) 57.16) 56.93) 57.33] 56.07 58.62] 56.01 (24.2 |22.5 |21.9 [20.8 |19.3 {46.7 || 22.5 | 15.7 55.09| 53.99] 52,87 5254] 52.70 52.13) 56.60] 52.12/18.0 [22.8 [22.7 [23.1 |22,3 [21.5 || 24.3 | 16.1 54.76] 54.68] 54.89] SG.47| 56.63! 56.53] 56.63] 51.30/[16.8 [17.6 [16.9 [14.6 [13.6 (12.9 | 21.5 | 42.4 56.16] 55.61] 54.51) 53.99) 53.55. 52.84 97.40 52.84 ||14,3 |A7.1 [14.0 [43.5 [13.0 pe. 47.71 | 12.6 755.40) 755.48] 754.81; 755.20] 755.55: 755.21 756.96] 753.03 ||16.89 18.64]|48.07,15.90|15.24:44.9%] 19.89! 13.03 Osservazioni IMeteorologiche del Movembre 1378. Tensione dei vapori | Umidità relativa Ì Stato del Cielo ==, "Te na __T-:TT__ zum TP_ TT oe sara ron 1 9hmy 12h, sh, 6h, 9h, 12h [prc 12h, 3h 6h; 9h 142h/ 9hm | 12h 3h 6h 9h 12h 110.35 9.£1 10.55 |11.69 10.58) 7.081] 581 49 | 52! 78 SH! 53|Cop. |Cop. |Cop. [Bello |Nuv. |Cop. 5| 94 9.51! 8.82) 7.67! 5.96] 5.85/| 53 | 47 | 46/55] 45| 46 (psc. Cop. Misto Bello Nuv. Nuv. 3] 518 5.60| 8:86] 8.151 4.80) 484] 37] 41] 74| 74) 39| 43|(Cop Cop. |Cop. p. |Osc.p. |Cop. |Misto 5 5.90| 5.79, 7.09] 6.82] 7.54|10.43 46 | 39 | 5I1| 53| 62 76|/Cop. v. |Cop. Cop. Osc.p. |Osc. Cop. 6|10-9%, 8.64| 8.76 8.73)10.09 9.79] 59| 42| 45 | 53) 66 | 69'Nuy Cap. Nuv. Bello Nuv Misto 7 8.44, 8.67/10.21] 9.86 9:59| 7.61 52| 56 | 72 80 | 79 62 ose Osc. | Misto Cop. Osc. osc. gli 8.08; 5.97] 6.46| 7.66) 7.12, 8.02] 61 | 43 471 67) 67) 73/Nuv. Nuv. Bello Bello Bello Lucido 9| Sa3] 8.33) 7.26) 8.45| 8.28| 8.42] 60| 47! 44| 61 62 | 70|{Misto Cop. Nuv. Bello Bello Bello 0 8.771 7A7| 70%| 6.69. 1.63] 7.38]| 63 | 50 | 50| 541 59 | 57|[Cop Cop. Misto |Cop. Nuv. Misto i 6.911 5.72 6.831 8.29) 7.13] 6.93| 30 | 41| 51] 70| 71| 76 [Cop Cop. |Cop. |Cop. |Bello |Lucido L 7.39, 1.59; 8.33! 8.85) 8.42) 7.78] 62| S41-| 59] 63] 98 j-52 Cop. Osc. Osc. Cop. Bello Bello 2|/11.6)(11.70/14.44 11.03; 9.91! 9,35] 89| 93| 90] 87| 71, 68/0sc.p. |Osc.p. {Osc.p. |Cop. Osc. Cop. H 9:30| 9.29! 9.84] 8.29] 8.63] 8.17 63 | 51 | 53 | 49 54 | 48 [Bello Bello Bello Lucido |Bello Misto 4| 8.68| 9.00, 6.93! 6.31 7.15] 6.77; 45 | 68 | 57, 60, 75 | 65 |0sc. Osc. Cop. Bello Osc.c.p.!Bello 13] 6.99 7.50! 6.89| T.A7| 7.41) 6.93] 62, 33|52| 63, 66 68 [Bello |Cop.v. |Cop. v. [Bello |Cop. |Bello 16 8.41| 3.19| 4.51! d.A2. 6.27! 7.50! 67) 33 | 30| 38] 45 | SI [Bello Bello Nuv. (SICA Osc. Cop. 17 9.18) 7.76 8.51}10.06 9.69| 9.81| 61| 49| 56) 76) 70) 78|0sc. Osc. Osc. Osce. Osc. ose. 18) 8.00) 8.26) 6.49, 7.10 8.54 3.09 62| 50| 39 50| 72, 71 (Bello Cop. v. |Bello Bello Lucido [Lucido 19 8.40) 7.26| 9.66] 9.37) 9.63] 9.63] 65| 42 | 61] 67| 73 | 73 |[Nuv Cop. |Osc. |Osc. |Osc. /Osc. 20 9-16) 8.45! 7.38| 8.42) 9.57) 7.66] 62 | 52| 46| 62| 81 | 67 Cop Bello |Bello |Bello |Cop. Cop. 2I|| 9.63! 8.73] 7.66| 6.81! 741| 7.90 75 | 57 | 62| 59| 66| 72|[Cop Cop. Osc.p. |Bello Nuv. Nuv. 22|| 7.63, 7.36| 7.59| 8.08) 7.53, 6.69 59 | 51|56]| 72, 68| 59 Nuv Cop. Misto |Lucido |Lucido |Lucido 231 7.181 7.45) 7.09) 8.10) 8.40) 7.60! 58 | 50| 46| 64| 73 66 (Bello Nuv- |Nuv. |Nuv. |Bello INuv. 24 9.38/10.41 10.93] 9.83! 9.38| 9.34|| 72 | 67 69 76| 72| 75 ||Bello Nuv. Nuv. Lucido |Bello 'Nebb. 25| 9.36/40.12: 8.84| 8.88 8.84 7.54| 64 | 53 | 45 | 54| 55 | 47 |[Misto Nuv. Nebb. |Nebb. Bello Lucido 26 7.67) 9.59 10.90! 9.80) 9.77] 9.16 46 55 | 60) 62, 63 | 66/Cop (ORG: Osc. Nebb. Cop. Cop. 27) 645) 7.71] 8.36) 8.33: 7.87) 9:31 35 | 38 | 43] 46 | 47 66 ose Cop. Cop. Cop. Nuv. Cop. 58| 8.93, 7.61! 7.59) 4.77, 5.39) 5.611 53) 37 | 37) 23] 27] 30/l0sc. Osc. Osc. sce. ose. Osc. 29/11 48; 8.50) 8.53] 8.88 7.84) 7.90] 78 | 57| 60, 72] 68) 71 Cop. Bello |Bello |Lucido |Bello \Nuv. 30 ai 6.60, Di 8.78 8.24] coul o 435 | 83) 76) 74 | 68 Ile Cop. Cop. Osc. p. 10sc. IR p. M.il 8.53 8.03! 8.31. 8,98! 8.16! 1.861159.9 50.5 (54.5'62.4 63.9 164.5" I | 14 58 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche del Novembre 1878. \Evaporazione Gasparin| Velocità del vento in chilometri Ozono | Fun. 3hs. 12hm. Totale[| 99m. 12D, 3h, 6h 9h, 12h || shm | 9hm |i2nm | 3hs | 6hs 9hs | 12h 11 0.28 | 1.90 | 0.80 | 2.98 | 13.4 | 14.0 | ET 2270 SIR ME 20.80 | 2.80 | 0.20 | 3.80 || 44.4 | 19.0 | 28.6 | 11.5 | 28.9 | 22.0 3! 6.93 | 000 | 020 | 1.13 || 200 | 16.2 | 121 | 124! 21.0 | 16.7 4)| 1.20 | 1.45 | 0,00 | 2.65 |l 12.1 | 123 | 9.7] 6.6 | 1.9 | 28.5 5) 0.00 | 3.70 | 0.77 | 447 8.3 | 20.6; 255 | 117] 07| 73] 6, 2.13 | 1.00 | 1.06 | 4.13 | 23.0 | 17.6 | 4.2 4.0] 00] 9% 7 0.90 | 1.45 | 1.50 | 3.85] 1.4 | 4050 7.81 18] 33) 28 | 811 0.45 | 1.80 | 1.55 | 3.80] 4124 | 17.7 | 10.2] 27 | 15.1 | 5.8 9! 0.50 | 1.80 | 1.26 | 3.56 || 8.5 | 16.7 | 16.3 | 11.1) 8.9 | 46.4 10] 0.59 | 1.20 | 0.84 | 2.63 || 47 4.1] 3.3] 06 2.7) 65 44] 0.76 | 0.70 | 0.96 | 2.42) 26] 0.5 |192| 0%4| 3.8 | 11.2 120.00 | 0.00 | 0.00 | 0.00] 2.1] 40 #0] 33 051| 66 13] 0.38 | 1.93 | 1.724 | 4.05 0.0 | 13.7 295| 42| 7.7 | 154] 1%) 0.00 | 0.00 | 0.00 | 0.00 || 36.1 | 20% | 27.6 | 14.2 | 20.1 | 20.2 451.03 | 1.80 | 1.50 | 4.33 || 14.7 | 187] 245 | 49) 5.0! 6.0] 160.55 | 2.701 2.00! 5.25 || 2.7 | 26.0 | 36.4 | 31,3 | 11.4 Î 47.8 (17, 160 | 1.00 | 0.98 | 3.53) 8.8] 465119] 42) 3.3] 3.9 | 18) 0.32 | 1.40 | A45 | 3.17| 00| 93| T4| 46| 83| 34| 19 0.50 | 0.53 | 1.15 | 2.20) 03] 08! 54 | 00] 74| 2.6 20; 0.81 | 0.05 | 1.30 | 2.16 || 42.7 | 16.2) SA | 6.5) 3.5) 44 (24 0.75 | 1.05 | 0.07 | 1.87]! 0.5 | 2.2] 28.6 | 13.3 | 34| 5.5 122 0.35 | 1.25 | 098 | 2.581 746/107] 6.2] 00| 00] 1.9 1231 0.17 | 0.75 | 0.28 120 | 3.8 | 494 | 8.1) 42] 31) 1.9 124) 1.27 | 0.15 | 0.95 | 237)) 0.0) 2.7) 4.0] 0.0] 00) 40 [25] 0.28 | 0.62 | 4.65 | 2.55 || 0.0| 47) 84] 44| 11| 34 | 126 0.40 | 0.60 | 1.07 | 207] 9.8, 29] 5.5] 00) 2.7) 06 | 27) 0.48 | 1.40 | 1.90 | 3.78 |] 5.4 | 310 SIT SS 00 | 12811 0.60 | 1.20 | 3.80 | 5.68 || 2.8 95 | 23.5 | 26.3 | 31.0 | 26.1 | 29]| 0.37 | 2.145 | 1.03 | 3.55 | 2.1 | LE ASIT | 7] M8 tg 52 130 0.02 I 0.37 | 0.96 | 1.35 | 4.13 87 | Dial sig Ni] 25301 | | mil 062 | 1.23 | 1.06 | 2.91 di 8.8! 116/133 | 641 7.51) 9.7 Osservazioni Meteorologiche del Novembre 1878. Red i Pioggia|| Stato Direzione del vento Direzione delle nubi in del millimetri] mare 9h 42hm. 3 hs. 6hs. 9hs. 42hs. || 9hm, 12h 3h 6h 9h 12h alle 8m 1|| 0SV 0SO SO OSO 0Sò oso ) ) D) | )) » » » 2 2] SO (OSO) (ORIO) OSO (OSIO) (ORKO) SO) » » » ) » 1.59 3 3| 0SO UNO) 0 0 OSO 0 oso) oso, 0 » OSO] » 1.72 3 4|| ONO (OSIO) (OSIO) (OSIO) 0s0 (OTO) ONO| 0 » » » » 1.94 3 3|| 0S0 (ONTO) (ISO) (OSIO) (STO) OSIO) ) 0so| 0S0) » » » 0.43 3 6 OSO OSO OSO (OSIO) Calmo | 0 » )) » » » » 0.64 D) 7 0S0O 0 NNO 0 0 INISTO) )) » » » » n) ”» 3 8] 0SO 0s0 0S0 oso OSO (UTO) 0S0) oso) » )) » » » 2 90 ONO (0) (0) (0) 0 0 ONO| » » » » » 2 10|| 0 lo) E 0 0 TISTO) 0 » » » » » D) 2 44 E 0 E E 0 ESE » » » » » So) » 2 12] ONO 0 E NO (0) SO » » » » » No) 31.22 2 13] Calmo | SO O) NE so S )) » » » » » 0.00 2 1| SS0 |oso |oso |0 0 so SO | 0s0|) 0_| » » SO || 15.40 $ 15) OSO 0s0 OSO SO) 0s0 OSIO) 0s0) oso| OS0| » 7) » » 4 16! OSO SO so SSO E SS0 » » » » » » » 2 17) OSO 0s0 ONO 0 (6) S O0SO| » » ”» » » » 3 18]! Calmo | SO 0sS0 0S0 (0) (OSIO) » » ”» » » » » 2 19) 0S0 ENE NE Calmo | 0 oso » » » » » » )) 2 20| OSO 0S0 | so 0s0 | oso OSO 0S0| » » » provalo 71.64 2 21) OSO ENE 0 oso | 0 0s0 » » » » » » 0.52 2 22) 0SO 0SO 0S0 Calmo | Calmo | 050 » (0) Mii » » » 2 23)| ENE oso Rio) (STO) (ONÌ0) oso » » » )) » » » 4 24 Calmo | ENE NE Calmo | Calmo |! 0SO » » » » » » » 2 25) Calmo | 0SO SO) SS0 oso | oso (0) » » )» » » » 1 26] NU ENE NO Calmo | E (ORTO) 0 » » » » » )) 1 27) S SESTO E E E Calmo ) » » » ” » » 1 28)| E ESE SO 0s0 SIO) SO » » » » » » Di 2 290 ONO 0 0 0S0 (OSO) » 0 » » » » 0.22 3 30)| 0SO 0 0 0 0 0 » o) » » » » 1.27 2 | I DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO. Osservazioni Meteorologiche del Novembre 1878. 59 | Nuvole 9hm î 12h Sh 6h 9h 12h SEE PT = rg CI ro n = N Vol. Dens. Massa] Dens {MassaliVol., Dens.,Massa!| Vol. Dens.jMassa]{ Vol.; Dens.j Massa Vol. Dens. Massa al 90| 0.5 | 45.0 0.5 | 47.5 i 95 | 0.6 | 57,0) 15) 06) 90] 30] 0.6] 18.0)|70| 04 | 28.0 2)| 100 4 | 40,0 6 | 48.0! 50 6 | 30.0 |] 45 6| 90 40 6| 24.0 || 40 6 | 24.0) 3 80 6 | 48.0 6 | 54.0 || 99 769.3 || 100 7700) 70) 6] 42.0] 50 6 | 30.0 4| 90 5 | 45.0 3 | 30.0] 98 5 | 49.0 || 100 6 | 60.0] 100) 6| 60.0] 70 6 | 42.0 5| 25 5 | 12.5 6 | 42.0 | 40 6 | 24.0 3 4 20 40 6 | 24.0 || 50 6, 30.0 6) 100 6 | 60.0 6 | 60.0, 50 6 | 30.0] 80 5 | 40.0] 100 1 70.0 |100 770.0 7 30 5 | 15.0 5|150| 5 4| 20) 8 4| 32 4 4| 16) » v| » gl 50 6 | 30.0 6 | 54.0 |) 30 5 | 15.0 5 4 | 2.0 5 4| 20) 5 10055 9 96 6 | 57.6 6 | 42.0 | 50 6 | 30.0 80 6 | 48.0 40 6 | 24.0 || 50 7|35.0 410) 80 6 | 48.0 6 | 57.6 |! 70 6 | 42.0] 90 5 | 45.0 2 2 04 » » » Ai 90 4 | 36.0 6| 600 )100 6 | 600) 95 6570) 5 4| 2.010 4 | 4.0 12} 100 8 | 80.0 8| 80.0 100 8 | 80.0). 80 6 | 48.0 || 160 1700 | 70) 5 | 35.0 43 10 4 | 4.0 4| 20| 8 S| 40 » » » || 10 4| 40||50 5 | 25.0 14)| 100 7700 7] 63.0 | 80 L 96.0 | 5 % 2.0) 100 7| 70.0 4 E 1.6 45 5 5 92.5 6 | 36.0 I 60 6 | 36.0 5 È) 2.5 BI) 5 | 40.0 5 4 2.0 tel 5 4 | 200 4| G0% 30 4 | 12.0 || 100 7 | 70.0 || 100 6 | 60.0 | 95 5 | 47.5 47 100 6 | 60.0 6 | 60.0 100 6 | 60.0 | 100 7 70.0]] 100 5 | 50.0 |!100 6 | 60.0 4g 40 4 4.0 5 | 30.0! 45 4 6.0 2 3 0.6 | » » ) » ) » 19 40 5 | 200 5| 40.0 400 5 | 50,5 || 100 1700 | 100 6 | 60.0 |100 6 | 60.0 20 95 6 | 48.0 ò TER D) 2.3 5 4 2.0) 95 5 | 47.5 720 5 | 35.0 24] 95 6 | 48.0 6| 58.8 100 1| 70.0) 5 4| 20) 4 5 2.0|| 20 4 | 80 23) 20 5 | 100 6 | 36.0! 50 6 | 30.0 D) » » » ) » » » » 231) 15 2 3.0 5 | 10.0; 50 5 | 25.0 30 3 9.0 15 % 5.0 || 30 4 | 12.0 24 4 2 0.8 5 | 12.5 40 5 | 200 » ) ) 6) 4 2.0 || 30 2 6.0 Os! 50 5| 250 5 | 10.0 40 2 8.0 10 2 2.0] 9 4 2.0 ) » » 26 80 4 | 32.0 4 | 40.0 100 5 | 50.0] 20 2 40) S0 6 | 48.0 |] 80 5 | 400 27|| 100 4 | 40.0 5 | 490! 98 3 | 49.0] 99 5 | 495 20 5 | i00| 70 4 | 28.0 28)| 100 5 | 50.0 5 | 50.0 100 5 | 50.0 || 100 5 | 50.0 | 100 5 | 50.0 | 100 6 | 60.0 29| 80 6 | 480 b) 1.510 4 4.0)» )) » 15 4 6.0 || 30 4 | 12.0 30 4 5| 20 5 | 35.0; 96 6 | 57.6) 100 7 70.0]| 100 6 | 60.0 || 90 6 | 54.0 ti | m.|61.5| 34.8 38.1 64.7 33.9 [145.4] ——| 26.5 |[ 48.7 28.5 [46.1 23.1 Medie barometriche Medie termometriche 9h 12h 3h | 6h 9h | 12h | Comp. p.dec. 9h 12h 3h fih 9h | 12h {Comp.p.dec, 1p.|752.22|751.83|751.22;751.68|731.89/750.60 151.57,13, 17 1 p.| 18.60] 20.10] 19.2%| 16.24] 15.58! 15.34] 17.52 16.50 2 | 5617] 36.34] 55.95] 56.75) 57.42] 59.01] 56.77j0°*%%|2 | 16.74] 17.70] 46.92] 14.44] 13.78] 13.32] 45 8 | do 3 | 53.70) 53.68) 53.73] 36.13] 54 65] 34.09] 54.33) sy, yg| 3 | 46.52) 16.82 16.60 43.20| 13.26| 45.42] 16.07),g 4 | 55.02| 54.76] 34.481 54.90] 54.99] S6.51| 54.78) °*0|4 | 16.00] 48.74] 18.56 16.18| 14.90] 14.90] 46.54) .30 5 | 58.73] 58.24] 57.87] 58.03] 58.33) 58.80] 58.37, 7 gg 5 | 15.54 48.46] 17.84| 15.24 14.64) 14.58 16.03 117,0 6 | 56.58] 56.20] 35.62] 55.67] 55.S0| 55.24] 55.85) °° %Il 6 17.94| 20.02| 19.26) 18.12] 17.28) 16.081 18,12 (47-08 Medie tensioni Medie umidità relativa 9h 12h 3h 6h 9h 12h ,Comp.p.dec. 9h 12h 3h 6h 9h 12h |Comp.p.dec. 1 p.| 8,30 7.79 8.82) 8.61) 7.79) 7.60) 813,7 96 1 p.| 50.6 | 43.6 | 53.6 | 62.6 | 58.6 | 57.4 | 544) «7 1 2 SUOI 7218/0756) 813) (79S) #60) "zone 2 37.2 | 47.4 | 52.8 | 664 | 676 | 67.6 | 59.8 | °° 3 8.87| 9.02) 8.69) 8:43) 8.26) 7.80) 8.51) gay (3 64.2 | 65.2 | 62.2 | 65.8 | 64.2 60.2 | 63.5.) g14 4 8.57) 7.38) 7.32) 8.07] 8.74| 8.54 8.11} : 4 63.4 | 45.6 | 46.4 | 58.6 | 69.8 | 78.0 | 58.64 °° 5 8.64] 8.81) 38.42) 8.34] 826] 7.81) 8.38, gas ||3 65.6 | 35.6 | 556 | 65.0 | 66.8 | 63.8 | 62.3 ) ng g 6 8.68| 8.01] 9.06] 8.11] 7.82) 7.91) 8.27} © 6 58.6 | 46.4 | 56.6 | 558 | 55.8 | 60.21 53.6 4 °°” Barometro Termometro Medie evaporazione Gasparin î Massimi IUol ; pEenIE petinimi j Î i Ri) | da [E Own Edge lado 749.54 p. n.64 .08 f p..|- 0. -9790x 3.00 ) 39 2 | ‘58190, 299.66 | ‘54/67, 192.10 |» 18.18 19.41 | 1933) 13-23 2] 99 Li | 123 | 3.59) DL 3 57.280 50.58) & 3 .60 11.96 043 | 0.8 0.84 | 2.16, ‘ 56.111 56.69 | 59.86, 51-72 |} 19781 19.69 | 1990) 1244 È AT | 138] 3304 si 5 sont] Sea 5 19.68) ones | 12:36 5 | 0.56 | 0.76 | 0.79 d 6 51.610 98.56 | 5591 9527 ]|6 21.46] 20.57 | 44.48) 13-42 || 5 0.37 | 1.44 | 175] 326 | 2-08 i 60 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche del Novembre 1878, ; ’ tità . x Medie dell’Ozono E n Medie velocità del vento sh 9h 12h hs) 6h 9h | 12hjComp. p. d. mm. 9hm12h ; 3h _, 6h ì |12h [co ped. ID: 1| 5.35 5.99 |1p-|19.6 |16.4|15.7| 8.9 it. 515.6, I. 2 al sce | 999 [2°" 1159 |13:3| &.4| 54] 601182) 820114 5 fo |A|MOSE tecno? [ita (siano ca 7.4|11.81 1) 105 î 1| 7.64 % |'L9 [108(13.7| 93| 6:8142,3) 9,6(105 5 ) 5| 0.52 9.01 |B | 2.3 | 7.9|10.4| 34| 1.5] 3.3 4.8) g È A___Il6l a9 6 | 48 | 8.3/106] 7.8|10.7; 6.8! 8.2) 9-5 Numero delle volte che si osservarono i venti N NNE |NE| ENE | E ESE.| SE {SSE| S sso | Ss0| 0s0 | 0 | ONO | NO | NN0|Calm.| Pred. 1p.| » » » ) » » » ) » » 2 24 3 1 » ) )) OSO 2 » ) )) D) 1 D) )) )) ) » )) 15 13 1 » 1 LI 050.0 3 ) )) 4 ) 4 1 » » A A 6 7 6 A 1 » 1 0S0) 4 ) » 1 1 DÌ » )) ) 1 2 % 13 % 1 » )) 2 oso 5 ) » 1 3 » )) ) ) ) 1 D, 45 2 » » » 6 (OXSKO) 6 » » » 1 5 4 » »| 1 1 3 h) 8 4 1 » 2 (0) Per decadi Id. » ) D » 1 ) D » » » 2 31 16 2 ) 1 1 OSO 2 )) ) 2 LI 5 1 » » 2 3 10 20 40 DI 1 » 3 (OKSXO) 3 » )) 1 4 5 LI » » 1 2 ò 20 40 LI 1 ) 8 oso Foti sa ag AR o Co 70 SN 0s0 Medie serenità | Massa delle nubi 6h | 9h 12h |Comp. Dec. 9h | 12h | 3h , 6h 9h |, 12h] Comp. bee. lp. 93.0 | 44.0 | 44.0 | 34.8} 122 1P-|38.1 |44.3 [159 30.0 |33.6 (30.8 37.1 } 33.6 2 41.4 | 169,8 | 69.0 | 49.5) 2 |424 |43.7 /23.8 [27.6 [19.6 21.7 30.1 È 3 63.0 | 41.0 | 72.2 | 45.8 I 42,3 3 |38.5 [48.2 |47.2 [21.9 [37.2 [13.5 bh î 34.9 4 38.6 | 21.0 | 27.0 | 38.8 "a 4% 130.4 !28.7 [26.1 !42.5 [43.5 [40.5 35.3 o 5 91.0 | 95.2| 840| 72.0} soq ||5 to; He 30.6 | 2.6 | 24 | 32) 139) 009 6 36.2 | 37.0 | 26.0 | 28.2 4 6 |34.4 |36.3 |42.1 [34.7 |34.8 [38.8 | 36.8 i ; Numero dei giorni Sereni, Misti | Coperti |Con piog| Con neb.|Vento forte, Lampi Tuoni yGrandine| Neve] Caligine] Rugiada 1 p. 3 | 1 4 » LI )) » » | » D) » 2 3 D) 2 1 » D) 1 » » » » 3 3 ) 2 A » 1 1 1 ) D) )) )) h 3 1 1 1 » î A » » ”» » » b) )) A 1A | 1 » » LI » » D) » 6 4 » l| 2 » 1 » » » » » » To!. 16 3 11 | 13 () | % 4 3 0 0 0 0 Medie mensili Barometro dalle 6 ore di osservazione . . . . . 755.28 | Velocità del vento in chilometri . . . + +. +» 9.9 Dai massimi e minimi diurni. . ........- 735.00 | Vento predominante... . +... ea (WSKO) Differenza . .... . 0.28 Termometro cenligrado. . . . +... +0... 16.63 | Massima temperatura nel CI 28. otete ARIO Dai massimi e minimi diurni. . ..........16.44 | Minima nel giorno 11. 1 ntRA dat Spare voti AO Escursione (ermometrica pra Boe BE) ——— — Minima nel giorno 1%... ... » c coi è 18430 Tensione dei vapori . +... +60... 2. 8.20 | Escursione Darometrica . . . + +... ven 21,4% Umidità rel'aliva ». #0... e a 0. SRI IOLO 99.0 Totale Evaporazione - Gasparin ......6.- 87.16 Evaporazione-Atmometro - Gasparin . . . . . . + 2.91 | Totale della pioggia +... +. 0000 62.26 SOrenilA I e e e ele e ratto e è. 44.9 Massa delle SDUbI Sto e ato BASE) be) OZONO: Le etto ee a eee ACRI Differenza ...- +. 0.19 | Massima altezza barometrica nel giorgio; 10... 762.80 |/—_—t———___e=r”([£cfc££GGG G|—C——ZGÒ=+Òa«&Ò:;-r’F E. tt] .r.\lf€gHHÀl.. —ggr9[I[([I"®“-&ELM®MÌ DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO 61 Osservazioni Meteorologiche del Dicembre 1878. RAAIIIPISSDSSSIINIIO NOTE x . Tempo piovoso, venti freschi, mare mosso. Colla pioggia è caduto an- che un po’ di gresile. . Venti forti e piogge leggiere: mare grosso. . Continuano i venti forti con pioggia e mare grosso. Nella sera all’ac- qua erano misti dei ghiacciuoli. . Venti forti, mare mosso, leggiere piogge. . Venti moderati, mare meno mosso, cielo coperto. . Venti moderati, pioggia, mare agitato. . Venti gagliardi: pioggia nel mattino, mare. agitato. . In tutta la giornata leggiera pioggia, ma venti gagliardi e mare mosso. . Leggiera pioggia nel mattino; venti gagliardi, mare mosso. . Piovoso; mare tranquillo, venti deboli. . Durante il mattino venti fortissimi, mare tempestoso, pioggia. . Venti moderati, pioggia nel mattino, mare mosso. . Venti e mare tempestosi : nella sera pioggia. . Venti moderati, ed alle 9 p. m. cielo piovigginoso : mare mosso. . Venti gagliardi, mare mosso, pioggia. . Alle 4 e 30 a. m. tuoni, baleni, pioggia e grandine. Durante il giorno, mista alla pioggia, cade grandine. Le Madonie sono coperte di neve. Mare tempestoso. . Venti impetuosi, mare grosso, cielo coperto. . Venti forti, e nel mattino pioggia : mare burrascoso. Nel mattino vento d'uragano, specialmete alle 5. . Venti fortissimi di ponente e libeccio e mare grosso. . In tutta la giornata, ma specialmente la sera, forte scirocco. a 26. Cielo coperto vario, mare tranquillo, venti gagliardi. . Venti deboli, mare calmo, pioggia nella sera. e 29. Venti deboli, mare tranquillo, cielo vario. Cielo coperto e nella sera pioggia : venti moderati, mare tranquillo. . Giornata bella, mare tranquillo, venti deboli, nella sera umidità forte e rugiada copiosa. 15 62 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche del Dicembre 1878, 1 SORA PRE Massimi Barometro ridotto a 0° Tasse ni (| Termometro centigrado e minimi | ermometrici dee III cipria 2 FT]. __—- ——_——_——_—="e-v" _Yr.. 9hm., 12h 3h, 6h. 9h , 42h 9hm 12h 73h | 6h) 9h j 12h 1 || 751.33] 754.43] 750.74: 750.65] 751.08] 751.36] 753.16| 75036 [12.4 |11.8 [42.6 [14.5 [10,9 111.5 || 13.7 | 101 2, 49.72] &9.11) 48.50] 48.63| 48.43; 47,88 51.50) 47.88(11.8 [14.9 (44.5 [12.5 [12,6 [12.3 | 15.1 | 404 3 || 46.34] 47.68] 47.18| 49,42) SI.17| 52.23 32.23] — 46.30 (12,7 (42.0 [13.5 [12.6 [12.0 (10.6 13.3 | 93 4 || 52.86] 53.00) 53.33) 54.33) 55.26] 55.27 53,27| 52,00|/12.6 [14.1 [13.3 11.4 {11.2 [109 ll 14.9! 100 5 || Ss.d6| 54.75) 54.26) 53,51) 53.92) 5342 55.60 53.12,41.8 [13.7 |13.4 [11.2 (10.796 14.7] 95 6 || 50.92] 50.64| 49.73) 49.40) 4926) 49.09 53.12] = 49.09|11.2 [13.6 [12.6 [11.0 [14.3 (11.4 || A&4| 94 7| 48.75) 49.49) 41.54 47.97) 48.48) 48.87 49.47] 47.50( 9.5 [120 [11.9 [10.3 [10.6 or 12.7 | 95 8 || 47.80] 4756| 46.16 44,99! 45.69 45.90 49.25) 44.90]| 9.9 (14.9 [11.4 (11.4 [11.1 10.9 || 13.8| 82 9 || 47.74] 48.01] 47.52) 48.28) 49.04) 49.77 49.77] = 45.80 :141.8 [13.2 [13.4 [12.5 [12.8 [12.8 || 143 | 101 10 || 52.66| 52.97| 52.46] 52.38) 54.57] 49.89 52.97] 49.50|(12.9 [13.7 [43.1 [14.4 [10.6 | 9.9] 13.7 | 97 11| 44.09] 42.32) 45.03 47.12) 47.80) 48,55 48.55] =40.18!|17.7 |17.7 [16.6 [15.0 [14.2 [12.0 || 18.0 | 40.2 12 || 53.02] 33.54] 53.71] 54.40) 54.55] 5446 54.53] = 48.55/41.8 [12.2 [11.8 | 9.8 | 95 | 92] 12.4/ 92 13 || 48.69] 46.04| 46.44! 48.20] 49.41| 50.76 54.461 4414|/14.0 [17.4 [17.4 [13.5 [13.3 (12.5 || 17.5| 84 14 || 51.08] 54.32] 50,861 50.58) 50.63| 49.59 541.32] = 49.59]11.7 (12.9 [12.6 (11.9 (41.4 [10.7 || 13.6 | 40.5 15 || 45.82) 45.08) 46.27) 47.60) 48.54) 48,23 49.59 44.68/11.A [45.2 [11.46 (10.6 | 9.5 | 84] 152] 84 416 || 50.561 51.00! 52.24) 56.07] 54.82) 54.75 34.82) = 48.23]| 86! 93 | 78/96 92/91] 929) 70 17 || 53.30| 53.03] 50.84| 49.42/ 48.58| 47.81 54.75] 47.31 12.9 [14.4 (144 [12.9 [15.5 (15.1 [| 15.5 | 7.8 18 || 46.38] 47.33) 48.57: 31.36] 52.26) 53.09 53.09] = 42.20;16.5 [17.4 [15.3 [13.0 [12.2 [11.9 || 47.7 | 417 19 || 54.53] 51.89] 51.40] 51.66] 52.55; 52.15 53.09] = 49.413%15 8 |18.4 |18.3 [17,0 [18.2 [18.5 || 18.7 | 419 20 || 53.66) 33.66) 52.66) 54.57] 50.92) 51.04 53.89] 50.53{[18.5 [22.5 [22.7 (20,5 [22.5 24,9 || 22.7 | 16,2 21 || 52.35] 52.45) 52.47] 53.25) 54.69: 55.47 55.47 31.04|118.8 [24.9 [20,3 [17.7 |46.4 [14.4 || 22.0 | 144 22 || 55,39] 58.38] 59.21] 58.73] 5924! 59.50 59.50) = 5347133 [44.0 [13,9 [42.4 [12.1 [12.0 || 14.8 | 41.8 23 || 59.95] 59.30| 58.48] 57.44| 57.31) 56.74 60.07| = 56.7113.1 [14.4 [15.0 (13.8 [13.8 [14.4 {| 15.0 | 102 24 || 56.78] 56.61) 56.33) 56.81] 57.54| 58.47 58.17] 56.33(17.3 [18.5 [16.4 [14.2 [12.5 [42.3 || 18.5 | 111 25 || 60.91] 61.38) 61.38] 61,76 61.89) 61.43 62.45] 58.17/(13.0 |14.5 |142 [13.1 [42.6 (12.2 || 14.7 | 9.6 26 || 60.88 59.47| 58.15) 58.10) 58.41| 58.12 61.43] = 3792/13.4 |16.6 |18.0 (16.3 [15.5 |15.4 || 180 | 9.6 27 || 57.46] 56.81) 56.71 56.78] 56.90] 36.56 38.12] 56.56/17.0 [47.8 [16.6 (13.3 14.1 143.7 || 18.0 | 42.4 28 || 56.97] 57.05) 57.03 57.61] 58.30, 538.53 58.53/ = 56.56.116.5 (13.7 [15.2 (12.4 [10.0 | 9.5 | 15.9| 92 29 || 5925) 59.451 59.16| 59.77] 60.60| 60.72 60,72) = 58.531[12.3 [14.4 (44.2 (13.1 [11.2 [9 | 164 | 88 30 | 61.76) 61.48| 61,38) 64.49) 61.44 61.70 641.70) 60.72|(14.2 [14.8 [44.4 [12.0 [41.2 110.2 || 14.8 | 9.8 34 || 63.82) 63.66] 63.81] 64.08| 64.21| 64.22 64.22) _61.70|41.2 |14.6 [14.2 {12.3 |10.5 10.1 | 14.6 | 99 M. || 752.891 752.84| 752.63; 753.06] 753.48! 753.51]| 755.00) 750.75 |[13.32/14.98|44.50/12.89|12.56/42.42]| 15.351 10.44 Osservazioni Meteorologiche del Dicembre 1878. Tensione dei vapori | Umidità relativa Stato del Cielo TT ——— _ ue-—-y _yTyTT®*Tnoc,rrr- 9hm 12h |! 3h 6h 9h 12h rr n —__emr si = — "ect res peanrazze) 9hm| 12h; 3h 6h, 9h, 120 pen 12h, 3h | 6h, 9n 42h Al 6.76! 7.13) 5.60] 6.14] 7.91) 6.491 63 | 69 (51, 61,81! 64/Osc.c.p.ICop. |Cop.|Mistoc p.|Cop. |Nuv. sl 7.24) 7.43! 7.18 8.02| 7.59 8.16 70] 59 | 58| 74] 70| 76/Cop. Cop. Osc. Cop.c.p. | Cop. Osc. c.p. 3 6.93 6.441] 6.22] 7.33] 6.07| 6.11] 63] 61|54| 68|58| 64/Misto |Cop. |Cop. {Cop.c.p.|Cop. |Nuv. 4l 6.64| 7.42 5.93) 6.50| 6.32] 5.93 61] 62|52| 66| 64 | 61 {Misto Cop. Nuv. Nuv. Cop. Osc, SÌ 6.19! 7.051 6.28! 6.67) 6-05] 5.95 60] 60| 55| 67/63 | 66'misto |Cop. |Cop. |Cop. |Cop. |Cop. 6 6.79 6.40] 6.17] 6.91] 6.73] 6.43] 68| 55|37|71]|67|6£|Misto |Cop. |Cop. Cop.c.p. |Cop.c.p. | Cop. Il) 6.88) 4.05) 4.44| 5,73] 5.43, 4.87] 78| 39/42 61 56|53/(Cop.v. jNuv. Cop. Cop.c.p. |Nuv. Nuv. 8 7.21 7.07) 7.48) 6.90! 7.08] 7.20] 79] 68! 74| 69] 72 | 74 |[Nuy. Cop. QOsc.c.p. |Mislo Osc.c.p. | Cop. 9| 5961 6.46) 623) 7.03! 6.32] 7.23] 58| 55|55|65/59|66/Nuv. [Nuv. Cop. |Cop. Cop. |Ose. Ol, 5.99 9.16) 3.53] 6.90| 7.26; 7.80 54 | 44 | 49| 69| 76] 85 [Misto Cop. Osc. Osc. Osc. Osc.c.p. 1 9.12) 8.97; 8.45! 8.01] 8.36, 8.08| 60 | 59 | 60 | 63| 69 | 77 (Cop. Cop.® |Cop. Osc. Osc. Osc.c.p. 2 4.9] 5.60, 4.94) 5.81} 6.44) 5.95Î 48 | 53 | 48] 6&| 72 69/0sc. Cop. Cop. Osc. Osc. Misto 3|| 8,23] 9.30! 9.57) 8.03] 5.75) 6.35 69| 63 | 65 | 70! 54 | 59//0sc. Osc.c.p. |Osc.c.p. i0sc.c.p. |Osc. Osc. 4ll 7.19] 6.46) 6.06! 7.42| 7.02] 7.94] 70) 98 | 56, 71° 70| 82//0sc. Cop. Osc. Osc. |Osc. Osc. 15|| 8.75 8.91, 8.56) 6.94) 8.27] 7.21]| 89, 69| 85] 72, 9) 87/[Cop. v. [osc. Osc. Cop. Bello Cop. 16]! 4.70] 5.02) 5.61! 4.63! 5,08! 4.83! 56 | 57.71] 52| 58] 56//Osc. Cop. v. |Cop. Misto. |Osc, Nuv. 17|| 6.22, 6.39 6.51) 6.46/ 5.72/ 6.69 56 | 52| 53/38) 43 52/(Cop. Cop. Cop. Cop. Osc. Osc. 18|/10.94) 9.46) 7.44) 6.87) 7.01] 7.77] 78] 62| 38| 61| 66| 73 (Osc.c.p. Cop. Cop. Misto Cop. Osc. 19) 9.20] 9.50) 9.03| 8.73] 6.70] 7.04] 69| 60| 57 61| 43| 44&[[Cop. Cop. Cop. Nuv. Bello Lucido 20|| 7.47) 5.13! 4.75| 4.80) 3.09] 3.95]] 45 | 25 | 23 | 27] 15| 20 Cop. Osc. Osc. Nebb. Bello Nebb, 21|| 6.60! 5.41] 7.26| 7.53! 7.59) 6.99) 41| 26| 41] 50| 56 | 57 (Cop. Nuv. Cop. Bello Bello Bello 22/1 6.46, 5.56 5.39) 5.83! 6.47; 6:07| 57| 41|45| 54) 61] 58 [Misto Cop. Cop. Nuv. Cop. Nuv. 231 6,22] 6.93| 7.50, 7.60) 7.48) 6.27! 55 | 589 | 59| 65| 64| SI |[Cop. Cop. Cop. Cop. Nuv. Bello 24|| 5.61] 7.43) 9.23 9.25! 8:83| 9.01) 38 | 47 | 66| 77|.,82| 84/Bello Bello Bello Bello Lucido |Lucido 25) 8.83] 8.56: 8.86/ 8.39° 8.57] 7.94] 79] 70| 74| 75) 79| 74|[Bello Nuv. Cop. Osc. Osc. Cop. 2611 7.351 7.93! 7.60 7.85) 8.24| 8.27]| 64 | 56 sa | 57/63) 64|[Cop. Bello Cop. Cop. Nuv. Nuv. 27) 7.82] 8.91] 9.64/10.06' 8,17] 7.66]| 54 | 59 | 69 88 | 68 | 66||nello Cup lose. Osc. Bello. |Bello 28/| 8,18, 8.35] 8.91) 9.08| 8.21] 7.231 67) 63 | 69| 84 | 90 81[[Cop. Cop. Nuv. Bello Bello Lucido 29) 6.94] 7.36! 8.61! 8.27| 8,20! 9.42 65 | 60| 72 îi | 83 | 88 {Nebb. |Cop. Nebb. Cop. Cop. Cop. 30)) 8.24! 7.88] 9.43) 9.69] 9.48] 8.57]| 69 | 63 13 | 93) 93 | 92 Cop. Osc. Osec. Osc.c.p. | Cop. Lucido 31 7.96) 8.50) 9.25, 8.88) 8.15 8.99| 80| 69 | 77| 83 | 86 | 97 ||Bello Bello |Cop. Bello Nebb. Bello m.il 7.187.401 7.15: 7,31) 7.03) 6.99163.2156.2/58.4 66.3 66.4 ‘67.5! di —ee SD O mi UT 1) NI E = Gi Ve Cd Ma DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO Osservazioni Meteorologiche del Dicembre 1878, e Evaporazione Gasparin] Velocità del vento in chilometri Ozono 7hm., 3hs. 12hm. Totale hm, 12b ) 3h 6h 9h 12h | $hm | 9hm [i2nm | 3hs | 6hs 9hs | 12h 0.00 | 0.00 | 0.00 | 0.00 || 11.4) 05 | 15.1| 8S4| 7.9) 6.0 0.48 | 1.67 | 0.00 | 2.15 || 40.1 | 28.6 | 2431 98 |4149| 8.1 0.00 | 0.64 | 0.00 | 0.64 || 25.3 | 31.7 | 25.2] S9 27.8] 8.1 0.38 | 0.80 | 1.09 | 2.27 || 22.5 | 15.2 | 189] 15.2| 11.5) 5.7 0.66 | 1.05 | 0.64 | 235 / 08] 76/123] 49| 87] 27 | | 0.00 | 0.40 | 0:88 | 128 || 54 | 73] 47| s2|134| 63 | | 0.00 | 0.00 | #.20 | 1.20 || 98/412 1351 8.5 | 200101 | 0.00 | 0.00 | 0.00 | 0.00 | 13.7 | 2.7 | 20.0 | 12.1 | 15.2 | 13,7 : 0.58 | 0.90 | 1.04 | 2.52 || 43 | 13.0 | 13.7] 84 | 8.8 | 42.3 0.30 | 1.10 | 0.00 | 1.40 | 2.2 | il1| 5.4 5.4] 7.0 40 0.00 || 54.8 | 47.4 | 172) 6.9] 1.8| 8.1 11.8] 82/185) S4| 5.8] 45 36.5 | 44.7 | 35.9 | 292 | 191] 3.3 6.9 | 164) 34 | 00) 00| 1.5| 0.7) 7.2] 134 | 234| 8.61 5.0 0.00 | 0.00 | 0.00 | 0.00 || 39.7 | 33.8 | 37.5 | 9.2 | 114} 8.1 | 1.17 | 1.15 | 2.47) 4.79 || 35.2 | 218 | 27.2 | 16.53 | 23.8 | 29.7 I 0.00 | 0.00 | 0.47 | 0.17 || 32.2 | 25.1) 20.8 | 6.5) 2.9) 0.0 | 0.38 | 1.13 | 2.10 | 3.61 | 35.7 | 24.3 | 20.6 | 24.8 | 16.7 | 26.7 I 3.47 | 3.72 | 4.45 | 8.64 || 22/275) 94] 3.5 | 34.9 | 49.0 | 3.68 | 1.95 | 1.83 | 7.46 {41.5 | 12.3 | 6.9 | 10.1 | 11.8 | 5.6 I 0.92 | 1.15 | 4.27 | 3.3£ | 5.0 101] 466| 94| 7.3) 5.7 | 0.41.| 1.27 | 1.50] 3.48 || 93) 65/059) 77] 44| 1.7 0.95 | 2.25 | 0.70 | 3.90 || 24.3 | 10.7] 119) 7.0| 2.6| 3.1 0.60 | 0.40 | 1.05 | 2.05 || 2.9) 21428) 2.2) 0.6 8.2 Ì 0.50 | 1.60 | 1.05 | 345 0.0) 69 | 284 | 45.2) 45 | 53.8 Î 0.50 | 0.90 | 0.00 | 140] 3.6 | 0.2) 35]|127]| 2.6| 30 0.00 | 0.85 | 0.90 | 1.75 |] 1.4 3.7] 85) 34 | 50) 2.8 | 0.50 | 0.50 | 1.05 | 2.05 | 0.0 | 30 3 e 0.25 ;] 0.40.) 0.00 | 0.65 77] 125) 34) zo T4| 3.8 0.00 | 0.30 | 0.80 | 140] 44| 07] 29) 26| 46! 23 | 0.68 1 0.98 | 0.89 | 2.53 Il 15.2 15.0! 14.8) 9.5 | 40.01 8.5 | L Osservazioni Meteorologiche del Dicembre 1878. ] me ‘ Pioggia] Stato Direzione del vento Direzione delle nubi in del millimetri| mare 9h 12hn. 3hs. Ghs. 9hs. 12hs. 9h 12h 3h 6h 9h | 12h alle $m NO (0) (0) (0) (0) to) ONU) » » (0) » » 2.17 3 (ONTO) oso (OSIO) (0) (0) (o) 0sS0|) oso) 0S0; 0 (0) » 0.45 h (0) oso (USKO) 0 (o) lo) (o) (0) oso 0 » 0 41.85 4 0s0 (USO) OSO oso (UO) (o) 0 (0) oso 0 » 0 0.73 4 NE oso 0 (0) (UISTO) (OSIO) (0) (0) (0) (0) (0) ONO, ” 3 0 0 (0) 0s0 0s0 ONO (0) 0 0 » » ONO| 2.35 3 0s0 oso oso ONO (STO) 0 | 0S0|) 050) 0S0! ONO| » 0 DIRE 3 (OSIO) 0S0 0 ) 0 0 (o) ) » lo) » 0 3.56 3 0 (0) 0sS0 (0) (ORTO) (0) (0) (0) oso) 0 oso| 0 0.38 3 (0) (0) ONO 0s0 (0) | 0 (0) (0) » (0) » D) 0.54 3 0s0 (OISTO) 0S0 (ONTO) O0S0 | 0 (0) 0S0|) 0S0| » » » 2.08 5 NO ONO (0) (UNCO) OSO | Uso | NO ONO| 0 » » (o) 2.03 3 SO SO Sto) 0s0 0s0 so I OSO) 0S0| » » » ONO|| 1.27 3 0s0 N NNE Calmo | Calmo | 0 (0) NO » » » » » dò (OSO) (ONTO) NO ONO 0 0 ‘ oso] oso, 0 ON0| » » 13.86 3 NO ONO ONO (o) (VISTO) 0S0 NO ONO| ONO| » » » 5.85 6 SO NO) so (OSTO) USO (OSIO, SO SO SO » » » » 5 | SO Sto) 0 (OSIO) 0s0 Calmo | » so | 0 » » » 4.13 6 oso SO OSO 0S0 0sO 0s0 (0) Dj ONO]| » » » » 5) E SO E ESE (0) 0S0O D) ) » » » » » 3 SO (OXSTO) 0S0 ONO (ORTO) o . (0) » (0) » » (0) » 3 ONO (OJSLO) 0 (0) | 0s0 (4) ONO) 0 (0) » » » » 2 SO 0S0 0so 0s0 0s0 (OSTO) » 0S0| 0S0| » » » » 2 | SSO Rio) ONO (0) | 0 (0) » » » » » » » 3 | 0 E NE E | 0S0 (OSIO) » ) NE » » ) » 2 Calmo | E oso | oso {oso | 050 | » » Ì " » 5 » 2 | SSU ID NNE CORTO) oso 0sS0 | SSO| » » » » » 7.48 2 Lol oso |0 ono | o0s0 oso |oso | 0 » o) » » » » CM Calmo | NE NE (6) (0) 0S0 » » » » » » » 2 0S0 ISO) NE NE lo) 0 » » » » » » 8.77 2 IU | ENE ENE 0S0 (ASSO) (9) i » » NE » » D) » 2 Ì BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche del Dicembre 1378. 64 | Nuvole 9hm 12h GI)! PERA, 6h pr FRASA Pani ID a Vol. Dens_jMassal Vol. Dens. Massa) Vol. Dens. Massa] Vol.| Dens.| Massa]| Vol. Dens., Massa {|| 100 0.6 | 60.0 95 0.6 | 57.0 ! 70 0.6 2, 90 0.5 | 25.0 80 0.6 | 48.0 || 40 | 0.6 | 24.0 2 90 5S|4zso| 90 6 | 354.0 ‘(100 7) 70.0]| 95 1| 66.5) 98 7 63.6 |1100 8| 80.0 31) 50 5 | 25.0 90 71| 63.0 || 98 168.6 90 763.0 60) 742.0 || 40 È) 20.0 4| 50 5 | 25.0 85 6 | 54.0 | 30 6 | 18.0 20 4 8.0 99 6 | 58.4 [100 5 | 50.0 5 50 4 | 20.0 95 5 | 47.5 99 7) 69.3 90 9 | 45.0 96 6 | 57.6 || 60 3° 18.0 6 50 5| 25.0) 90 6 | 54.0, 98 1|68.6]| 90 7) 63.0|| 98 7)| 68.0 || 80 6 | 48.0 7 60 6 | 36.0 40 6| 24.0 90 6 | 54.0 90 6 | 54.0 20 6 | 12.0 || 30 5 | 15.0 8| 40 5 | 20.0] 98 6 | 58.8 (100 7| 70.0) 50 6 | 30.0 | 100 6| 60.0 || 60 5 | 30.0 9 30 5 | 15.0] 40 5 | 20.0 | 70 6 | 42.0] 90 71|630] 9 6 | 57.0 ||100 8 | 80.0 10 50 3 | 15.0|| 95 5| 47.5 |100 6 | 60.0 || 100 7 70.0) 160 7| 70.0 |100 7| 70.0 11] 95 5 | 47.5 98 6 | 58.8 || 95 6 | 57.0 || 100 5 | 50.0 || 100 6 | 60.0 |100 6 | 60.0 12|| 100 5 | 50.0 99 95 | 49.5) 98 3 | 49.0 || 100 6 | 60.0 || 100 6 | 60.0 || 50 4 | 20.0 431] 100 5 | 30.0] 100 6 | 600/400 770.0 | 100 5 | 50.9 || 100 6 | 60.0 |1100 6 | 60.0 14)| 100 6 | 60.0 98 6 | 58.8 |100 6 | 60.0 || 100 71 10.0 || 100 7 70.0 [100 6 | 60.0 15 95 6 | 57.0] 9 7) 66.5 100 770.0) 98 1) 68.6 8 53 4.0|| 90 6 | 54.0 16/| 100 8 | so.0f 80 71) 56.0! 96 7) 67.2 50 5 | 25.0 || 100 7 70.0 || 20 5 | 20.0 17 70 4 | 28.0 90 5 | 45.0 | 90 5 | 45.0 70 4 | 28.0 || 400 6 | 60.0 |{100 6 | 60.0 18 100 71| 700) 98 7|63.6| 60 6 | 36.0]. 50 4 | 20.0) 95 6 | 57.0 {100 5 | 50.0 19 95 5 | 47.5 98 6 | 58.81 80 5| 40.0 30 5 | 15.0 10 4 4.0 » ) » 20| 60 3 | 180 || 100 5| 30.0 100 5 | 50.0) 50 2 | 40.0 3 4| 2015 2| 30 all 60 4 | 24.0] 20 4 8.0! 95 4 | 38.0 10 4 4.0 | 10 4 4.0 || 10 4 4.0 929|| 50 8 | 250 90 6 | 54.0! 95 6 | 57.0 40 5 | 20.0 95 5 | 47.5) 30 4 | 12.0 25 80 6 | 48.0 96 6 | 57.6) 96 6 | 57.8) 80 6 | 48.0 40 5| 20.0 || 10 4 4.0 DE 5 9 1.0 5 4 20% 2 4 0.8 2 4 0.8 » D) » » » » 25]| 10 5| 5.0] 40 5 | 20.0; 98 6 | 58.8 |) 100 6 | 60.0 || 100 6 | 60.0 || 80 5 | 40.0 26]) 70 5 | 35.0 10 h 4.0! 60 4 | 24.0 90 bj 45.0 20 4 8.0 || 30 5 | 15.0 2 5 3| 415) 70 4 | 28.0 100 6 | 60.0 || 100 T| 700 45 51 7.5) 15 50 75 28) 60 5 | 30.0] 96 6| 57.6 || 40 5| 200) 2 4| 08) 2 &| 08] » » » 29 20 3| 6.0] 95 4! 38.0 | 60 3 | 18.0) 98 5| 490! so 5| 40090) 5450 30) 98 4 | 39.2 [{ 400 5| 50.0 100 6.| 60.0 |) 100 6 | 60.0 90 6 | 54.0 » » » 31) 10 3 3.0 b) 2 1.0 80 5 400 15 3 4.5 60 3 | 18.0 || 10 4 4.0 M.|| 63.6 39.1 || 77.9 44.1 84.2 50.1 || 69.4 aste 40.2 || 67.7 40.9 ||55,2 51.4 Medie barometriche Medie termometriche 9h 42h 3h 6h 9h 12h | Comp. p.dec. 9h 12h 3h 6h 9h 12h |Comp.p.dec, Ip. 751.08] 751.19/750.79;751.31|751.97/751.97 151.39 750, 18 1 p.| 12.26] 13.30] 13.46] 11.78] 11.48) 10.98] 12.24 {1.94 2 49.57] 49.53] 48.68] 48.60] 48.80| 48.70] 48.98 2 11.06] 12.88| 12.48| 11.32| 11.28] 11.02) 41 67 I s 3 47.94| 47.66| 48.46] 49.58] 50.18/ 50.32/ 49.03 50.231 3 3.26/ 15.08] 13.96 42.16] 11.58| 40.56] 12.77 aa 05 4 51.09) 51.39] 51.44) 51.62] 51.83| 51.77] 51.47 4 14.46] 46.40) 15. 14 14.60] 15.52) 15.30] 45.33 {09.00 5 57.68] 57.62) 57.37| 37.60] 58.13] 58.26| 57.78 58.77 ò 15.40| 46.60| 15. 96; 14.24| 13.42] 13.06| 14.73 Una 19 6 60.02] 59.65] 59.37] 59.64] 59.98] 59.97 59.771 a 6 13.77] 15.65 45.43| 43.23) 12.08| 11.80) 13.66 4 Medie tensioni Medie umidità relativa 9h, 12h 3h 6h 9h 12h Co Va p.dec. 9h 12h 3h 6h 9h 12h |Comp.p.dec. 1 p.| 6.75) 7.09] 6.25) 6.94| 6.79] 6.52 6.55 1 p.| 63.4 | 62.2 | 540 | 67.2 | 67.2 | 66.2 | 63.3 63.0) 2 6.57) 5.77) 5.98) 6.70) 660) 6.71) 6. ‘301 2 67.4 | 52.2 | 55.4 | 67.0 | 66.0 | 68.4 | 62.7 A 3 7.65) 7.85) 7.52) 7.24) 7.17] 7.10) 7.42 6.98 3 67.2 | 60.4 | 62.8 | 68.0 | 74.2 | 74.8 | 67.4 59.6 4 7.65] 7.04) 6.67) 6.30) 5.52] 6.06) 6. ‘54 4 60.8 | 51,2 | 52.4 | 51.8 | 45.0 | 49.4 | 51.8 | È 5 6.74] 6.72] 7.65) 7.72] 7.80) 7.24) 7.31) 1.85 b) 54.0 | 49.6 | 57.0 | 64.2 | 68.4 | 64.8 | 59.7 66.4 6 7.75) 8.15] 8.36] 8.97] 8.35) 8.31] 8.40) 6 66.3 | 61.7 | 68.7 | 79.8 | 80.5 | 81.3! 73.1 5 Barometro Termometro Medie evaporazione Gasparin : Massimi LO) ; ian Ari i o) RECPE ta 3 |Comp:p:deei +. | 753.99 749.97, p. ” .80 P. È È È 2 "| ‘59/92(192.23 | ‘47/361 148.06 2 13 79 14.0 9:59) 9.56 2 0:18 | 0.48 | 062 | 128 1.38 9 51.69 4542 d.94 9.34 4 Di 0g] 52.81 | (7:58 46.50 4 16. 0, 16.12 10.90) 10.13 ||} 1.00 | 1.20 | 125) 34 | 3.44 5 59.13) + 55.54 17.00 1.42 nd ; 1.40 1,27 1 6 G0.19I 59.96 | 38,06) 97-10 || 15,95} 10-47 | ‘9gg 10-65 || g 0:29 | 0.76 | 065 | 1683 253 DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO. 65 Osservazioni Meteorologiche del Dicembre 1878. ; D Quantità È 10° Medie dell’Ozono ila pioggia Medie velocità del vento 8h 9h | 12h j hs ) 6h 9h y 12h;Comp. p. d. mm. 9hm,12h 3h, 6h, 9h |12h |Com.p-d. Ip. 1(15.20 fai o6 |1P-|20.0 |16.7/19.2| 9.4/1%.2; 6.1/14.37 19 g 2 2| 8.86 È 12 7A | 9.1[11.4) 8.5|12.9) 9.3 51 È 3 ? [B|ISZE Pooaa [3 [221 [2iSiG2|129 7.4 45/16.6),3, 4 4| 9.98 pi 4 |29.0 |26,5|23.0|12.1|17.3:22.7 24.8) i 5 î 5 » (15 95 5 |10.6 | 8.3/10,8| 7.3 co 4.9 7.9) 6.4 6 6115.9535 ì 6 2.8 | 4.6] 8.3] 6.7| 3.2] 3.7] 4.9) © Numero delle volte che si osservarono i venti N NNE | NE| ENE | E | ESE|SE |[SSE| S | SSO {SO | 0S0 | 0 | ONO | NO | Nxo|Calm.| Pred. lp.| » » b| D) » » D) » D) D) »| 13 | 45 » 1 » » (0) 2 » » » » )) » » » ) » » 14 16 D) » » (0) 3 1 1 » ) » » » » » » 4 13 5 2 2 » 2 0S0) 4 )) » » » 2 1 » » ) » 8 43 2 2 1 » 1 0S0 5 » » 1 » 2 » » ) » 1 3 42 8 3 )) » ) 0S0 6 )) 1 4 2 2 D) » » » 1 4 16 6 1 » » 2 oso Per decadi UT) D 1 » » )) » ) ) » » MU 31 3 1 » » (0) 2 1 1 » » 2 1 » ) » » 12 26 7 % 3 » 3 oso 3 » Mi (29.5 2 4 » )) » )) 2 4 28 du 4 » ) 2 0sS0 Tot.] 1 2 6 2 6 A » » )) 2 46 78 52 | 14 h D) ò 0s0 Medie serenità | Massa delle nubi 9h 12h sh 6h | 9h 12h |Comp. Dec. 9h | 12h | 3h 6h 9h 12h | Comp. bec. ip. | 32.0 9.0 | 20.6 | 34.0 | 13.4 | 22.0 | 25.0 ) 239 1P-|35.0 [54.5 [53.6 |41.5 [54.9 (38.4 46.3 I 46.5 2 54.0 | 27.4 8.4 | 416.0 | 17.4 | 26.0] 24.9 ( °° 2 |22.2 |40.9 /'58.9 [36.0 [53.5 (48.6 46.7 5 3 2.0 2.0 1.4 0.4 | 18.4 | 12.0 6.0 } 17.6 3° |52.9 [58.7 |61.2 [59.7 |50.8 150.8 55.7 è 41.6 4 15.0 6.8 | 14.8 | 50.0 | 38.0 | 49.0] 28.9 6 0° 4 148.7 (55.7 [47.6 119.6 |38.6 (26.6 SOS ea 5 59.0 | 49.8 | 22.8 | 33.6 | 51.0; 74.0 | 54.7} 49.5 5 di EE 42.5 |26.6 26.3 |12.0 26.0 26.1 6 56.2 | 31.3 | 26.7 | 32.5 | 55.5 | Tia 6 |49.1 |29.8 [37.0 |38.2 |21.4 |14.9 26.2 ° Numero dei giorni Sereni Misti | Copertì |Con piog| Con neb.|Vento forte; Lampi | Tuoni {Grandine| Neve] Caligine| Rugiada 1 p. » » 4 » 3 » » 2 » » » 2 D) 4 4 5 » » ) » » » D) » 3 » » S (A » 2 D) » ) » » » 4 » 2 3 2 » 4 A 1 1 » » » 5 2 » 3 » » » » » » » » » 6 2 2 2 2 » » A 1 » » » 1 Tot. 4 5 22 WE - 0 9 2 2 3 0 0 LI Medie mensili Barometro dalle 6 ore di osservazione . . . .. 753.07 | Velocità del vento in chilometri... +... +. 42.2 Dai massimi e minimi diurni. . ......... 752.87 | Vento predominante... .. «+. +. + è è e. 050 Differenza. .... . 0.20 Termometro cenligrado. . . ............ 13.39 | Massima temperalura nel giorno 20. .....» 22.7 Dai massimi e minimi diurni. . ..........42.83 | Minima nel giorno 16. .............- 7.0 i, — i Escursione L1ermometlrica + +... +e 0 15.7 Differenza ...... 0.56 | Massimaaltezza barometrica nel giorno 31 . . . 764.22 È È 5 ————< | Minima nel giorno 11 ......000 6. 740.18 Tensione dei vapori .. . .. Seki e ole CISA BI MESCUTSIONERD ATOMI Ca IE = eng tele te 24.04 Umidità relativa È Rs lee LI CRAC e 0 + e ++ 63.0 | Totale Evaporazione- Gasparin . . ..... + 61.05 Evaporazione-Afmometro - Gasparin . ...... 2.55 | Totale della pioggia +. +. +. e 0 e 00» 69.23 SEEM: Rat RE + 30.3 i Massa delle nubi LARE +. 40.1 OZONO: 5 Ret. AVCARIMA 41 L Sa f. Il Direttore del R. Osservatorio G. CACCIATORE. ted - OMAR AI UL OO st O Di n dele - " h ‘ ” pare Ps Pe e «blend a‘ Vigolalootali +colssyiro0y BRA A P } | fu pis "ai bi No y , ins patti PEG A C TO dice dini art + IA biatol ee air x Pia h ua Yi PIE ITTIIZATO I 3 Varini ; SR e AR mA 3 ioni {SL ‘Omasotali4ibo1E : è CEL'UI k ù Pari i Pi x i RI du x LC va af ky LIO gle : L'AS x I °° ae fia Ì da >, SIL È ha" ‘ ì 190) MI : t i bian AT te, ITA, ' qua 1 » ' Asd i vi ì hai Vr e: i (73 & SPELL * pi = [| via STE nine SPE ” vast@ A x < 3 Ra rss z er f - 1 0: : riv tea anaanoa «(ale ARE ero ) ‘ y 4 0I-A Vous i Y Peas mas b s a “ Uta i en CESTZAR NOTO, I ve pp: pile TE è raga. È 4 Bani i i dpr del 1) AR PATIDAIRg Li o . , RA i PETRA c \ \ \ ; e LL dr > G77 0 RN | PULL 2 234 Zi r7g, 20 FESTA ER lt gen siae Ste x I Ì | i i | | ] [] 5 . / \ =} SEA Faz] i ì a ra E LI AT ARE ER EM i Ca . è SOIA Fig. 7, I PPELELFà] VA uan 20|20 = [] SA [ PE 10 | î D, 5 = | fi d È ; Dr | dui I) o $ i "f 50" i IS Le = > se e | "3 T = A TITO - 3 careta To A a e Î Ì | | | j Liri Nic pelo cri ia Giza ocio TATA SARE Pr f a sis arse nen Che g214 Pal: ue SR “ati a * "a | | nei | | : LA P ri: | È ;i | È | E: de] i J È : Ea al A 5 Cal al È E 00 TAV. Il ala parallelamente - Poco stabile. strados Volta e lin inci iii iii iii e __ __r-rmv——————————————————————-——-——_—zm —— I ( —— SE so [do er: LT AE. 'AR'UAMTZRZA orta re et Rua —rcc—- cacca oo i fn (do) 0009=I | TT 7 5 . I Pa | i I / \ l] : 7 i E. CUENRSRE \ ' 11657 \ I i, N i 1 ; \ Ne Ure DA) l'a Sa Vi di | ‘I fe» DR Fa | [CA ) \ # | [e] x } I] ..9 x ti .Ì n; wi Ss. Pot) ci | < ©! — .. LI a li pe re Mk [I ° ea 1 ; e. 6 hezze o perficie C) £ Fo ln mp tici coli Ei Ù Vi KS ” E] n So. Ra 27 ì espe? My a - È Pe SL AR (e “ra A Pa ua A I | uu / Ì d £ i ri \ i rasi \ ì aa r \ / ui GO N , 1] e] x RA f i È 7 A Noro) SÙ Pa Hi = 4 pi ai x pe È pi a 928 $ L= 4 naruto -=----—--——=—= x I = Io p f - 40" aes ale der ao i — ep È si e ai, È n > uh © I , “” « è opto , LI Li ì d \ DI ( AS ì 3): BUIO Giouludad did LIA Ta ua rouet (ela 4 La! na ATO . ‘ . mi bi. Ra Lo Ma (E È at Ha ® Ul 3 ui; rd TRSS "ALI ri,” dn i AI è P Ò È ; a Se x VII TAV BO LETUS Satanas I. STEREUM Hirsutum - ce ’ TAV. VIII Palermo Lit. C. Visconti sl i lav. se a NAMIV, 0 O Li ; FOURCROYA PUBESCENS loD. AGIO Peo FOURCROYA PUBESCENS Too x COLLIAT AR TIZIA _— L] D “* i A V » e LI © al” ) SÒ Ù * @ Pa l Ò b i ti PAL) n È it vi ? al s »- % AL si Sa x 4 ; K