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TRADIZIONI POPOLARI ITALIANE

'lor. GILLSEPPt liKLLUCCI

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31 Feticismo

primitivo in stalla

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E LE SUE FORME 01 AOATTAMENTO

(con 74 illustrazioni)

Perugia, 1907 - Unione Cipografica Coop. €difrice

Prof. GIUSEPPE BELLUCCI

TKVDIZIOM l'Dl'OLVKI ITVMAMÌ

IL FETICISMO

PRIMITIVO IN ITALIA

E LE SUE FORME DI ADATTAMENTO

(con 74 illustrazioni)

PERUGIA

UNIONE TIPOGKAFICA COOPERATIVA (palazzo I'ROVINCIALE)

1907

H

3-7-- S-<S

riic tlicorx of Ilio soni is one |irinci- p;il pari of a system of religious pliilosopliy, wicli unites in an unlìroken line of inental conno- xion, the savago fotisli-worship- per and the civilised Christian. K. 1^. Tylok.

. . la philosopliie théolotrique, con- vcnahleinent approfondie, a tou- .jours, évideniment pour base né- cessaire le pur fétichisme, qui divinise instantanément chaque corps ou chaque phénomène, su- sceptibles d'attirer avec quelque energie la faible attention de l'u- inanité naissante.

COXITK.

Tout dans la nature, avant de rcpren- dre ses proportions et son rang dans la sèrie des choses, a passe par la divinité.

Lf.kévre.

Les idées religieuses transforraées en superstitions sont la forme la plus indistructible des pensées humai- nes.

Balzai.

PREFAZIONE

Una delle sorg'enti principali da cui lo srii- dloso attinse in copia notevole i materiali ne- cessari per costruii'e la psicologia e la storia comparata delle religioni, fu quella delle scienze antropologiche, le quali contribuirono allo scopo, segnatamente con due delle principali loro di- ramazioni. Si chiamò ditatti a concorso l'Antro- pologia etnografica, concernente l' esplorazione metodica e la conoscenza dei popoli selvaggi o semi-selvaggi viventi, mancanti di letteratura religiosa; ed un potente sussidio derivò pure dall'Antropologia preistorica, per mezzo della quale si ricostituirono le Società umane primi tive, vissute anteriormente all' esistenza di qual- siasi monumento scritto.

Un' altra diramazione delle scienze antropo logiche, avrebbe pure potuto prestare alla psi- cologia ed alla storia comparata delle religioni un valido aiuto, ma il suo concorso fu finora limitatissimo: accenno, all'Etnografìa delle so- cietà civili, If quali, sebbene vantino una storia

delle vicende religiose che le interessarono, seb- bene i vari componenti di codeste società possano essere seguaci di una od anche di parecchie forme di religioni viventi, pure negli strati più bassi che le costituiscono, si mantengono tut- tora integri o debolmente trasformati, moltissimi elementi psicologici del sentimento religioso pri- mitivo dell' Umanità.

Un esempio di quanto asserisco, mi ha sem- brato potesse trarsi dal . risultato di alcuni miei studi e ricerche, proseguite con paziente assi- duità per oltre trent' anni di tempo nelle diverse contrade italiane, che con intento naturalistico od antropologico mi fu dato di esplorare. Scru- tando difatti dal punto di vista del sentimento religioso l'animo di quelle genti italiane, mag- giormente abbrutite dall' ignoranza e quindi molto tormentate dalla paura, ebbi agio di rac- cogliere, sia direttamente, sia col mezzo di per- sone egregie, che si compiacquero di aiutarmi, non solo una mèsse preziosa di notizie e di pen-

IX

sieri, ma anche un numero copiosissimo di og- getti, ai i^uali i sentiiìicnti religiosi si riferivano e rimanevano per così dire immedesimati (1).

Non ostante però la raccolta di tali ogg-etti possa dirsi doviziosa, pure essa sta a rappresen- tare soltanto una piccola parte del numero no- tevole di amuleti o feticci, che mi fu dato di vedere e di esaminare, e che non riuscì a to- gliere dalle mani dei loro possessori, perchè trattenuti da una fede incrollabile, e circondati da un culto sincero e profondo.

a) Ardì. jMi- F.Xntrnj). e l'Etnol., Voi. XXXI, 1901, pag. 35 e seti. Amuleti italiani contemporanei. Catalogo descrittivo della ootlezione inviata ali" Esposizione nazionale di Torino. Perugia, Un. Tip. Coop., 1898. L'intiero catalogo fu riprodotto nell'Atlante annesso all'opera di Piero Giacosa, Magist)-i Salernitani nondum editi. Torino, Frat. Bocca, edit., 1901, pag. 7-27: ed i diciotto car- toni (45 X 32), che contenevano gli amuleti esposti, furono ripro- dotti nelle tavole eliotipiche dcU'.\tlante, N. 37, 38, 39. Amuleti italiani antichi e contemporanei. Catalogo descrittivo. .Ann. della Fac. (li Medicina dell'Univ. di Perugia. Voi. XII, 1900, pag. ZÌQ. Questo catalogo fu riprodotto per intiero nei BuUetins et Me- moires de la Soc. d'Anthrop. de Paris, 1900, V" serie, T. V, [la- gina 27.5-2S7.

Ebbi già r onore di esporre il risultato dei miei studi e delle mie ricerche in una confe- renza plenaria, tenuta in Roma dinanzi al Con- gresso internazionale di Psicologia (1) ; sem- brandomi però queir esposizione troppo breve ed imperfetta, divisai di riunire il notevole ma- teriale raccolto in un lavoro di sintesi, corredan- dolo delle opportune e necessarie illustrazioni. Ed ora publico questo mio studio, lusingandomi che possa essere riguardato come un modesto contril)uto allo incremento della psicologia e della storia comparata delle rehgioni, che, se- condo le vedute della moderna Antropologia, sono semplici capitoli della storia naturale della specie umana. Ponio-ia.

Giuseppe Beli, ucci.

(1) Atti ilei V" Coujxi'cnso ini crna/ioiialc di l'sicolo,t;i.i, tornito in Hoina nel 190.5. Koma. Koiv.ani e C. cdilori. HKKi. ])a<i. 144-14().

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IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA

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CAPITOLO I.

Le muiicrosc t^- (lilim-nti osservazioni etnoo'ratiche, Fctici-

smo in ge- gU studi e le conclusioni della Mitologia comparata nerale.

hanno addimostrato che tutti i popoli della terra sono passati per una fase religiosa primitiva, che De Brosse, primo a concei)irla ed a metterla in ri- lievo (1760), chiamò Feticismo (1). A questa fase si fermarono, e si fermano tutt' ora i selvaggi nella manifestazione dei loro sentimenti religiosi, mentre la storia addimostra, che anche presso le genti per- venute ad un alto grado di coltura, la fase medesima durò lunghissimo tempo, sul>ì modificazioni diffe- renti, e non si spense completamente, dinanzi al progresso raggiunto nel campo delia civiltji, ne col succedersi e col dominare di credenze religiose nuove, relativamente evolute.

11 nome particolare di Feticismo dato a code- sta forma di religione primitiva derivò dal nome di Feitivo, in italiano Feticcio (oggetto incantato,

(1) De Brosse, l»' ci'itc ilcs Dim.t; fetiches oh parallèle de l'ancienne rclii/ion de l' Knyiitc uvee la rellgion. actuelle de yi- Ovitie.

GIUSEPPE BELLUCCI

fatato), col quale i viaggiatori Portoghesi designa- rono la prima volta quegli oggetti, che videro ve- nerati ed adorati dai selvaggi nelle regioni dell'Africa occidentale e segnatamente nella Nigrizia. Essi nota- rono che a codesti oggetti o naturali, o a bella po- sta conformati ed ottenuti, si attribuiva una potenza di ordine superiore, soprannaturale ; un' influenza po- sitiva sugli elementi della vita e sugli organi fisici sia dell' uomo, sia degli animali ; un' azione decisa sui sentimenti e sulle passioni umane; un potere validissimo contro le forze fisiche deboli o poderose, che in natura si manifestano.

Osservazioni ulteriori addimostrarono poi che i feticci non si limitavano ad una regione ristretta, ma si trovavano ordinariam(;nte in tutta l'Africa, at- tribuendosi generalmente ad essi il potere di pre- servare con la loro semplice presenza i malefici ef- fetti delle streghe, di prevenire e guarire le malat- tie, di proteggere il guerriero dallo effetto micidiale delle armi del nemico, di tutelare il cacciatore dal morso degli animali feroci, contro cui deve lottare per impadronirsene. Dalle accurate indagini dei viaggiatori si pose dipoi in evidenza, che si posse- devano feticci, dai nativi indicati coi nomi di grigri, juju, per gli uomini, per le donne, per i bambini, ]:>er gli animali domestici, per gli alberi fruttiferi, per i seminati ; si notò che i feticci applicati a prevenii'e od a guarire le malattie, le quali secondo i concetti animistici si ritengono determinate da spiriti male- fici, che hanno preso possesso delle persone malate, si specializzavano per le malattie della testa, del collo, del cuore, delle braccia, del petto, (M dorso, dei

IL FETICISMO IMM.MITIVO IX ITAM.V ó

reni, delle j2:ambe, dello ofinocchia, dei jìlcdi. 8i sc- analò che i feticci erano costituiti di fusti di alcune piante, di radici di certi ajlx'ri, di sciupliei bastoni; dallo corna di una specie di cervo, da<;-li artigli e dai denti del leone, del leopardo e di diversi al- tri animali; da franinienti di legno rozzamente e fantasticamente scolpiti ; da taluni ossicini ; da certi semi ; da perle di vetro ; da alcune sorta di ciottoletti bianchi o diversamente colorati ; da penne; da conchiglie; da pezzi di metallo, di avorio, di osso, di ambra. Ciò che peraltro ebl^e ad impressionare maggiormente i viaggiatori, i na- tui'alisti, i missionari delle diverse credenze reli- giose, fu in tutti i casi la forma di culto, di ve- nerazione, di adorazione, che i nativi delle diverse contrade africane attribuivano a codesti feticci, la fernni fiducia che tutti nutrivano per lo virtù ad essi assegnate.

Osservazioni ulteriori praticate all' infuori del- l'Africa nelle altre regioni della terra, tuttora abi- tate da tribìi selvagge o semi-selvagge, confermarono r esistenza di costumanze e di credenze religiose consimili a quelle messe in rilievo nelle diverse con- trade africane ; di guisa che potè ritenersi stabilito il principio generale, ammesso da De Brosse e poi condiviso e sviluppato da Comte, Tylor o da molti altri, che l'espressione piili semplice e primitiva del sentimento religioso nell'uomo selvaggio si manifesta con la forma del feticismo, incidentalmente posta in rilievo la prima volta "riguardo a talune contrade africane.

Relativamente a questa conclusione fu da taluno

GIUSEPPE BELLUCCI

osservato, che il principio di riporre fede in oggetti ma- teriali diversi, a cui si attribuiscono virtù di ordine soprannaturale, non può dirsi carattere esclusivo delle religioni più basse od inferiori, ma si manifesta eziandio qual" espressione di eulto esteriore nelle religioni più evolute, anche in quelle monoteiste ed antropomorfe. Si sa difatti come in mezzo alle genti più progredite e civili, ad esempio tra quelle che osservano i precetti della religione di Cristo, nella forma del Cattolicismo, l' applicazione dei feticci sia estesissima, palesandosi sotto forma di reliquie, di scapolari, di cuori di Gesù, di cuori di Maria, di cordoni, di medaglie, di statue, d'immagini in legno, in metallo, in cera, in carta. Non potrebbe dirsi pertanto, si riflette da taluno, che il Feticismo costituisca per se stesso una forma di religione pri- mitiva, (luando lo si vede in pratica applicato nelle forme religiose più evolute e ritenute superiori. E l'osservazione avrebbe a prima giunta un'apparenza di fondamento logico, che forse trasse in inganno anche alcune menti acute e positive, come quella di Lefévre (1), il quale ebbe a dire, che il feticismo è una forma di culto, anzi è il carattere di tutti i culti ; come quella di G. De Mortillet (2) il quale si espresse dicendo: che l'amuleto, corrispondente al feticcio, è il primo prodotto della religiosità ed è i)ui"t' l'ul- timo, perchè anche a' nostri giorni vediauKj fiorire più che per lo innanzi gli amuleti.

(1) .\. Lekkvre, La ì-eUfjion, Paris. Hcimvald. 18'J2, pa<r. XVII.

(2) DicliuìUiuire des Sciences a/itln-opolof/iqiws. l'aris, i)ag. 60.

IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA

derivato.

E tuttociò sarobbo esattissimo, se la nostra at- tenzione si fermasse ai soli nomi e non si rivolgesse anche ai particolari, che sotto lo stesso nome possono essere raccolti. Ove si tenga conto però delle seguenti considerazioni, dovremo persuaderci del contrario.

11 fctieisniu nei selvaggi costituisce 1' unica Difforenzc

"^ tra il leti-

inaiiifcstazione di carattere religioso ; il feticcio risiilo in-i-

emana direttamente dal pensiero del selvaggio me- feticismo desimo e rappresenta un' entità sacra per se stessa, riconosciuta e venerata da un solo o da pochi, in- dipendente da tutte le altre entità, che si repu- tano incarnate^ negli altri feticci. Nelle diverse forme di religioni più evolute, i feticci sono manifestazioni secondarie o parziali di una o più entità superiori, che stanno a capo della forma religiosa, che ne sono il princii)io informatore ed a cui tutti i feticci dipendenti si trovano con determinati criteri coor- dinati. Siffatti feticci sono riconosciuti e venerati da miglinia, da milioni d'individui, seguaci della forma religiosa fondamentale. Questi non prendono parte alcuna alla formazione dei feticci; ammettono quanto ad essi si presenta o s' ingiunge ; venerano con cieca fede il feticcio ed all' infuori del culto esteriore, cTie ad esso prestano, gli adoratori riman- gono passivi al feticismo loro imposto o suggerito.

Il feticista selvaggio è generalmente sacerdote di se stesso, fabbricandosi con criteri personali i propri feticci; presso le triln'i selvagge possono esistere ta- lora fabbricatori di IV'ticci per professione, ordina- riamente streghe o stregoni, venerati ancor essi come persone feticce. Nelle forme religiose suptn'iori il se-

GIUSEPPE BELLUCCI

guace del feticismo uou si occupa di preparare feticci ; li riceve e li riconosce, quando i sacerdoti, divisi in gerarchie differenti, li presentano a lui; i sacerdoti più elevati in grado possono anche apparire alla niente credula de' fedeli, come altrettante persone feticce e ricevere da essi adorazione e preghiere.

Il feticista selvaggio abliandonerà il feticcio, (piando questo non corrisponderà più alla sua aspet- tativa ed a suoi desideri, sostituendolo indifferente- mente con altro oggetto su cui, tino a prova con- traria, riporrà la più profonda fiducia, senza che nessuno de' suoi correligionari prosegua ad adorare il feticcio abbandonato e s'interessi della sorte di questo. Il seguace di una forma religiosa superiore potrà invece abbandonare, se vuole, il feticcio fino allora venerato, sul quale crederà di non poter ri- ])orre ulteriore fiducia; per questo fatto parziale però, la perdita di un adoratore non toglierà nulla alla fiducia, che i suoi correligionari avranno per lo stesso feticcio, il quale rappresenta una piccola parte di un tutto sacro e venerato, dalla generalità dei fedeli riconosciuto ed ammesso.

L' entità incarnata in un oggetto addivenuto fe- ticcio, entità che darà ad esso particolari virtù pro- tettive, non può contemporaneamente esistere in nessun altro oggetto ; codesta entità potrà per volontà del feticista trasferirsi da uno in un altro corpo, ma sarebbe una vera contradizione lo ammettere, che la stessa entità, la quale anima e vita ad un fe- ticcio, possa aver sede contem])oraneamente in al- tro corpo ed esistere isolata, indipeiuleute dal corpo -stesso.

IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA

Nelle tonile religiose j)iù evolute invece, l'en- tità che si venera nei feticci, Ini un carattere asso- lutamente spirituale ed astratto e può per tal ragione ritenersi esistente, non S(ilo all' infuori dei corpi, ma contenip(U'aiieainente in iiioltissinii feticci congeneri. La fede cieca nella sua esistenza sarà, poi fortificata dalle praticlie di riti speciali e dalle riflessioni di tutti coloro, che sono deputati a farla riconoscere ed accogliere.

Esiste quindi una differenza essenziale fra il fe- ticismo, che diremo primitivo, ed il feticismo, che riguarderemo come derivato o conseguente ; e mentre il feticismo dei selvaggi, secondo quanto De Brosse ebbe a rilevare per primo, è l' unica manifestazione delle loro credenze religiose, il feticismo che con- segue dalle religioni superiori, rappresenta un' ema- nazione secondaria del concetto fondamentale, che informa ciascuna di esse. Naturalmente fra questi due estremi potranno esistere gradi intermedi, dei quali non occorre occuparci per il momento, pre- mendo soltanto di stabilire, che altra cosa è il feti- cismo primitivo, altra è quello che deriva da forme religiose evolute e superiori. Nel corso di questo medesimo studio avrò occasione di ritornare su c[uesto argomento e sarà allora meglio chiarita la differenza fondamentale esistente tra codeste due manifestazioni del feticismo e dimostrata la neces- sità di non confondere ulterionueiite 1" una con l'altra.

Le osservazioni e ricerche sul sentimento reli- . ,.f?sì del

feticismo e

gioso presso le tribù selvagge e semi-selvagge, isti- passasr-^io

, ^ ,^ ,1 ,. 1 , ;il politei-

tuite dopo che De Brosse ebbe formulato intorno al smo.

GIUSEPPE BELLUCCI

feticismo le sue prime conclusioni, addimostrarono che questa forma di relig-iosità primitiva non si pre- senta soltanto con il semplice culto degli amuleti o feticci, ma si estrinseca eziandio, sebbene ciò avven- ga in una fase piìi elevata, mercè il culto di persone, di animali, di piante, di rocce, del fuoco, dell'acqua, del vento, del temporale, degli antri, dei guadi, de' passi difficili, de' luoghi, ove per fatto naturale o per mano di uomo rimasero uccise persone.

Nella fcise piti semplice e per così dire iniziale, il feticismo assume una forma individuale o tutt'al più familiare ; nella seconda piìi complessa ed ele- vata prende invece una forma collettiva e si estende ai clan, alle tribù e di sovente a tutto un popolo. In tutti quest'incontri però l'entità che anima il fetìccio, comunque e dovunque sia rappresentato, si riguarda sempre incarnata nei singoli oggetti o localizzata in siti determinati, dai quali non può per stessa rimuoversi; però ciascuna entità, dif- ferente e indipendente dalle altre, non ha i caratteri di un'entità astratta, che possa esistere isolata e separata dagli oggetti materiali in cui la mente del feticista la ritiene esistente. Quando il feticista giun- gerà con la sua mente infantile a concepire un'idea astratta, ad immaginare per esempio che l'entità, la quale anima e virtù particolari al feticcio, potrà da esso esulare ed esistere fuori dell'oggetto mate- riale, librata nello spazio, allora avverrà la crea- zione di una prima divinità specifica, e comincerà a prepararsi lentamente quella trasformazione, che condurrà dalla forma i)rimitiva del IVticismO alla forma più cNoluta del politeismo.

IL FETICISMO IMMMITIVO IN ITALIA

Augusto Comt(> pose in rilievo ([Uesta trasfor- mazione con tanta precisione e chiarezza, che io non so trattenermi dal l'ifcrin- per intero alcuni de' suoi pensieri a tal riguardo. « Di mano in mano che fu riconosciuta la somif^lianza essenziale di certi fenomeni, resi manifesti in diversi cori>i. si vide la necessità di ravvicinare tra loro i feticci corri- spondenti, riducendoli infine al più importante, che da quel momento s'innalzò al posto supremo di una divinità, ossia di un agente ideale, ordinariamente invisibile, la residenza del quale non potè piìi ri- gorosamente stabilirsi. Non potrebbe esistere difatti, a rigore di termini, un feticcio comune a parecchi corpi; ciò sarel)be una vera contradizione; ogni fe- ticcio essendo naturalmente dotato di una indivi- dualità materiale. Quando, per esempio, la vegeta- zione consimile di differenti alberi di un bosco di querci, dovè intìne condurre a rappresentare nelle concezioni teologiche pi'imitive, ciò che i fenomeni da essi offerti avevano di comune, codesto essere astratto non fu più il feticcio si)ecitico di alcun albero, esso addivenne il dio della foresta. Ecco dunque il pas- saggio intellettuale dal feticismo al ]»oliteismo. ri- dotto essenzialmente all'inevitabile preponderanza delle idee specitìche sulle idee individuali.... » (1).

L'Umanità lui incominciato pertanto a conside- rare tutti i corpi come dotati di una vita propria, di volontà e di passioni: fra codesti corpi, la inte- ressarono maggiormente (|Uelli. a cui prestava mag-

(1) A. CoMTE, Coum de l'hi[o.w/jhk- punitive, Paris, Baillière, 1877, t. V, pag. 74.

10 GIUSEPPE BELLUCCI

giore attenzione, o che per diverse ragioni e circo- stanze, le sembravano dotati di maggiore energia o di presumibile efficacia. Piìi tardi, e poco a poco, questi concetti primitivi e per così dire infantili si generalizzarono ; i jn-incipì feticistici fondamentali si formularono, per trasformarsi rapidamente in vere divinità, in entità astratte esteriori alle cose, diret- trici di un insieme di fenomeni e di esseri, con i quali non fu più possibile confonderli come per lo innanzi.

Amuleti PreuK^sso ciò possiamo ora dimandarci, se nel-

(outcmVo- l' Italia nostra, che in un periodo di tempo remo-

ranci.

tissimo ebbe abitatori allo stato selvaggio, il feti- cismo primitivo, che dovè certamente manifestarsi in quelle particolari circostanze di tempo e di am- biente, abbia lasciato tracce evidenti di in mezzo air odierna civiltà, in mezzo alle credenze religiose dominanti, dopoché altre forme di religione, pre- cedenti l'attuale, tramontarono per sempre dinanzi all'evoluzione del pensiero umano, anche in materia di fede.

Per rispondere adeguatamente al quesito pro- posto, occorre che io jn-emetta talune considerazioni. Proseguendo alcuni mici studi di Paleoetnologia nelle diverse regioni d'Italia, ebl)i moltissime oc- casioni di trovarmi a contatto delie genti semplici e jn-imitive delle campagne e delle montagne ita- liane, compiacendomi di scrutare il loro pensiero dal punto di vista del sentimento religioso, dei fe- nomeni natur;ili. delle circostanze atte a jìrodurre o ad arrestare il corso delle malattie, della possi-

IL FETICISMO l'UlMlI'IVi) IN M'ALIA 11

hilitù clic taluni individui ;i<j;-i.sc'aii() a distanza col loro si>-uardo fascinatore e producane» non solo nia- Ifsscrc, ma anche la morte deiruumo edenji ;iiiiniali, la rovina dei seminati e dei frutti delle piante arl)o- ree. Dinanzi al mio scetticismo vedeva di sovente insistere con maggiore calore i miei oppositori e spesso, a conferma, in apiiogo-io di quanto sostene- vano, mi presentavano oggetti diversi, che ritenevano dotati di particolari virtù, che conservavano con cura gelosa, come oggetti preziosissimi e portentosi. In sulle prime mi contentai di osservare siffatti oggetti sing(ìlari, ])ren(lendone nota; ma confesso il vero, non detti ad essi l' importanza che meritavano e li lasciai ai loro possessori; riflettei piii tai-di all'interesse che si sarebbe raggiunto per gli studi nostri, rac- cogliendo tali oggetti per valersene poi a scopo de- scrittivo e comparativo. Mi riuscì per tal guisa di for- mare una collezione di amuleti italiani contem])oranei, che ra})presenta per le dottrine di Psicologia popolare un monumento prezioso ed incomparabile. Contempo- raneamente misi insieme una serie numerosa di no- tizie e di documenti relativi al feticismo, interes- santi le diverse contrade d'Italia, ma segnatamente quelh' della sua parte meridionale, notizie e docu- menti che attestano le manifestazioni sopravviventi delle diverse fasi del feticismo.

Ora, sebbene riconosca, che parlando in generale del feticismo primitivo in Italia, sarebbe cosa pro- ficua per gli studi di esporre in un tutto coordinato, (pianto sopravvive di codeste manifestazioni di una fede religiosa primitiva, pure reputo opportuno li- mitarmi nel presente studio alla fase i)iù semplice ed

12 GIUSEPPE BELLUCCI

iniziale del feticismo, con T intendimento di trattare in un lavoro ulteriore della fase più elevata di esso. E ritengo necessaria questa opportunità, anzitutto perchè desidero aggiungere ancora altri elementi a quelli di già posseduti ; poi pereliè mi sembra logico percorrere quello stesso cammino, che la filosofia ebbe a seguire, quando con De Brosse rilevò anzi- tutto la fase iniziale del feticismo e più tardi con Comte e con Tylor, coordinò ed illustrò i partico- lari più elevati di esso.

La prima cosa che dallo esame della mia col- lezione apparisce, si è la più stretta analogia fra gli oggetti che la costituiscono e quelli di sopra se- gnalati, come osservati \v prime volte presso le popo- lazioni centrali dell'Africa, segnatamente della Xi- grizia, sui quali si fondarono i primi studi intorno al feticismo.

Come i feticci africani, questi dell'Italia nostra si rinvennero in uso od applicati presso gli uomini, le donne, i bambini, gli animali domestici, gli alberi fruttiferi ; come quelli africani, questi dell' Italia no- stra hanno avuto efficace virtù, e l'avrebbero tuttora, contro i fenomeni naturali; contro una serie nume- rosa di malattie; contro le avversità della soi-te ; contro i sentimenti nndvagi ed invidiosi deiruomo ; se la passione del collezionista non li avesse allonta- nati dai loro possessori. Ove pertanto potessero com- pararsi tra loro due collezioni, l'una costituita di grigri, raccolti fra le tribù selvagge africane, e l'al- tra formata, come (]uella che mi riuscì di formare, con amuleti provenienti dalle diverse contrade ita- liane, si ii'i ungerei )l)e ad ammettere in entraml»e la

IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA 13

più jx-rfctta ;ui;il()<2:iu <" si dovrebbe foiiehiflcre, che i materiali costituenti le due collezioni ])roveii- gono da g'eiiti doiniuate dallo stesso jx'nsiero. l'uà sola diff'ereiiza tuttavia risalterebbe all'occhio del- l'osservatore; nella collezione di amuleti italiani contemporanei si osservano forme di o<x^-etti. che ricordano sindioli, rappresentazioni tifj^urate della religione cristiana, ciò che inutilmente si corchc- ret)be in nna serie di ///•/(//•/ africani o tra i feticci provenienti da altre reg'ioni abitate da genti selvaggie o semi-selvagge. Della causa di tal differenza darò oi)portuna e conveniente spiegazione più innanzi; ritietterò solo per il momento, che parlando del feti- cismo primitivo tuttora esistente in Italia, è mestieri tener sempre presente, che il nostro paese non co- stituisce altrimenti un ambiente selvaggio o semi- selvaggio, come lo fu in altri tempi, quando il feti- cismo doveva rappresentare qui, come altrove, la sola manifestazione del pensiero religioso. In altre pa- role devesi considerare, che gli avanzi del feticismo primitivo in Italia si trovano ora commisti con quelli delle credenze religiose che succedettero ad esso, modificati il più delle volte dalle influenze inces- santi, che le forme religiose ulteriori determinarono sulle primitive.

Ma (jual' è, si addimanderà, il conci-tto filosofico L'animi- che può aver determinato codesta forma i)rimitiva di cip?òfi\oio-

culto presso le genti arretrate nel cammino dello '"'co mior- '- '^ iiiatore del

incivilimento, si trovino queste ad abitai'e tuttora loticismo.

terre inospitali e selvagge, ovvero dimorino, come

in Italia, nelle stesse contrade abitate da genti prò-

14 GIUSEPPE BELLUCCI

gredite, civili? Se per rispondere a questo quesito fondamentale, s'interrogano coloro che nel nostro paese seguono ancora i principi del feticismo primi- tivo, poco di concludente si ritrae dalle loro rispo- ste. Nella maggior parte i feticisti continuano per cieca tradizione, per quella forza d'inerzia, che in con- formità della inerzia fisica fu giustamente designata col nome d' inerzia psichica, a seguire quanto loro fu insegnato dai padri e dagli avi, cheli precedettero; molti si stringono sulle spalle, sanno che dirvi, o tutt'al più rispondono : « si è fatto sempre così » ; po- chi pili intelligenti e più. scaltri vi comunicano i loro pensieri. Non vi parleranno del feticismo in generale, delle cause prime, che determinano negli amu- leti l'esistenza di particolari virtìi; ma vi diranno come e perchè una sorta di amuleto può acquistare la virtù che gli si attribuisce ; come si può speri- mentare se tal virtù ò posseduta, quali sono le per- sone atte ad ingenerare tali virtù, se primitivamente non esistenti ; come le virtù possedute dagli amuleti possano per talune circostanze perdersi o rendersi nulle. Ebbene queste risposte, il più delle volte monche ed incomplete, vaghe e talora fantastiche, raccolte con cura e conservate, sono state di un sus- sidio prezioso per comprendere i concetti informa- tori del feticismo nc^le contrade italiane.

Ma sarebbe stato impossibile riunire insieme questi sparsi brandelli di Psicologia popolare in un nesso logico, se gli studi dell' Etnografia comparata non avessero arrecato allo scopo il più efficace soc- corso. Là dove le ti'ibù selvagge si trovano ancora in quel periodo primitivo di sentimento religioso, che

IL FETICISMO l'HI.MiriVO IN IIAMA 1.'»

fu chiamato feticismo. 6 stato possibile rilevare il concetto informatore di esso; ^li studi e le osserva- zioni dei naturalisti e dei tìlosofi hanno terminato \>fì- ammettere, che il feticismo conseo-uc dal principio tilosotico fondamentale dell'animismo, così bene il- lustrato dal classico lavoro di E. B. Tylor. Per co- sifatto principio, alla mente ristretta del feticista tutto ai'pare animato; tutto vi\-e; tutto è dotato di un potere reale, benché il più di sovente misterioso ed inesplicabile; tutto richiede un culto od una vene- razione particolare; tutto addimanda offerte e pre- g"hii're, perchè a seconda dei casi si plachi l'ira del feticcio 0 dell' amuleto corrucciato, o se ne procuri con maggior sicurezza il favore o l'aiuto. Per lo stesso principio generale dell'animismo, dal selvaggio e dall' uonu:) di mentalità inferiore si ammette an- cora, che l'entità animatrice di un amuleto, mentre può rimanere in esso indisturbata perennemente, garanttmdo così all' oggetto la conservazione della vii-tù o delle virtù attribuitegli, può in altri incontri abbandonarlo, per trasferirsi altrove, impartendo al nuovo corpo virtù singolari ch(^ non possedeva, virtù che vengono a cessare colà, dove lo spirito animatore non ha più residenza.

Ciascun grigri delle genti africane come ogni amuleto italiano è, quindi ritenuto sede di un ente so- prannaturale, indefinibile, impalpabile, ma creduto reale, a cui si attribuiscono le virtù specifiche ad essi assegnate. E siccome nei concetti psichici delle genti di mentalità inferiore è quello, che tutti i fenomeni naturali, tutte le malattie, tutte le avversità che col- piscono l'Umanità, provengono da spiriti malefici.

16 GIUSEPPE BELLUCCI

che vanno ad impossessarsi dell' uomo o degli ani- mali in cui il malessere si manifesta dipoi, così gli amuleti destinati a proteggere dalle malattie con- tengono o naturalmente, o per incarnazione deter- minata, un' entità, generalmente corris^jondente a (luella del male, atta a combattere la causa prima e non il male per se stesso, che si ritiene conse- guenza della prima. Ed ecco perchè i grigri degli Africani, come gli amuleti delle regioni italiane, esercitano meglio una virtù preventiva, di quello che un' azione curativa, quando il male siasi già di- chiarato. Si segue in questo caso il concetto dell'afo- risma latino « ahlata causa, tollituì- eff'ectus », e si mira per conseguenza a combattere la causa, piut- tosto che a correggere l'effetto che ne può derivare. Il feticismo realizza così, non volendo, una forma singolare d'igiene o di medicina preventiva, che per talune malattie può arrecare od avere arrecato ef- fetti benefìci. Si conosce difatti quest'oggi quanto concorra al miglioramento della salute, singolarmente nelle affezioni del sistema nervoso, il fenomeno sug- gestivo di possedere un oggetto, talora insignificante, su cui si ripone fei-ma fiducia, che cooperi alla gua- rigione. Ed il fenomeno suggestivo s' intensifica maggiormente, quando 6 a conoscenza del malato, che altri, ]*i'inia di lui. si giovò con vantaggio si- curo del medesimo oggetto o di altro consimile.

Persistei!- Avrò occasione di addimostrare {nii oltre come

za del feti- i, ^i-^i- ii ^ i- n

cisiiio nella iK'H*' Contrade italiani', e de] i-csto anche m (juelle

d?erna' iUi- '^•'l''" =lltl''" regioni, il feticismo el)l)e ol'igille tìno liana. dalle più lontane <'i)oeli<' preistoriche. Mentre però

IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA 17

in ([iK-i rc'iuotissimi tt-mpi il concetto animistico do- veva informare con criterio unico il sentimento re- ligioso dei componenti delle tribù primitive, che abitavano l'Italia nostra, attraverso l'enorme di- stesa di tempo che ci separa da quelle lontanissime etii, il concetto animistico informatore è andato in gran parte dileguandosi, sia per la sostituzione im- posta dalle credenze religiose, che si susseguirono, sia per le lotte ac- ^^

canite, che si combatterono sem- pre tra le religioni che si sforzarono di dominare, con quelle che per ne- cessità di cose furono costrette a ^ tramontare. Ma se in gran parte ' >

eblie a dileguarsi il concetto ani- mistico, che informava il feticismo vX*"

in quei lontani tempi, non tutto •'

ebbe a scomparire ; difatti i nume- rosi amuleti italiani, che eostiuii-

scono ora la mia collezione, e que- t'iis. i.« cuspide di

,. . , 1 1,- ,• ^ freccia in selce del

gh sparsi brandelli di stona e psi- ^^^.^^^ neolitico,

cologia primitiva a cui ho accennato con appicagnolo

di sopra, conservati nella memoria ^^ argento per so- -, ,, . ,. . , T T ,, spenderla. Ritenu-

delle genti semplici e credule delle ta quale punta di

diverse regioni d'Italia, stanno a un fulmine caduto, dimostrarlo. Citerò fra moltissimi, (-^io"teieone. Mace- alcuni esempì, che stanno a pro- vare ciò che ora ho asserito.

E da tutti conosciuto che le cuspidi di freccia (tig. l.*e 2.\) e le accette levigate (fig. 3.'') adoperate dall'uomo nel periodo neolitico dell'età della pietra, furono e sono ritenute dalle ^enti delle nostre cani-

18

GIUSEPPE BELLUCCI

pagne, e molte volte anche delle nostre città, come la parte materiale, che il fulmine o la saetta condu- cono al suolo. Ma questo er- rore di attribuzione, che una volta era verità anche per le genti studiose, non basta; si ritiene fermamente che le punte del fulmine, rappresen- tate, come si è detto, da armi od utensili litici dell' epoca preistorica, preservino da ul- teriori scariche fulminee il possessore, la sua casa, le per- sone e gli animali che vi sono raccolti ed abbia perfino un raggio di azione, che può estendersi a sette case, poste air intorno di quella in cui il fulmine è custodito. Quat- tro cartoni della mia colle- zione di amuleti, contengono una serie numerosa di sup- posti fulmini caduti (92), cia- scuno de' quali meriterebbe un' illustrazione speciale sia per la forma, sia per la na- tura della sostanza minerale (li cui è costituito, sia per le particolarità della legatura in metallo con cui fu circondato, sia infine per le considerazioni storiche 0 psicologiche, che a molti di essi si riferiscono. Non posso entrare in questa illustrazione par-

Fio. 2." Cuspide di frec- cia in selce del perio- do neolitico, elegante- mente contornata in argento con occhiello per sospenderla. Ri- tenuta quale punta di un fulmine caduto. (Pesco Costanzo, Afjui- la) Gr. nat.

IL FETICISMO rUIMlTIVO IX ITALIA

19

tioolareggiata. ma non posso tacere però, elic in ciascuno di (|U(i fulmini si riteneva dai possessori esistente lo spirito, la Ibrza del fulmina, attribuen- dosi ad essa propriamente, e non ad altro, 1' azi(»ne pre- servatrice di parafulmine, che ciascuno di quegli oggetti va- leva ad esercitare. Tanto è vero ciò, che, secondo la credenza popolare, la jìarte materiale di'I fulmine può ve- nire disarmata della forza spi^- citìca dello spirito fulmineo che possiede, ponendo l'og- getto a contatto del ferro o trovandosi l'oggetto stesso in- cidentalmente a contatto di Fig. 3.-» - AcccUa levigala (|uesto metallo. Egli è perciò che i fulmini i <|uali sono custoditi entro le casse do- mestiche con le biancherie, o si tengono in tasca dalle persone, si avvolgono accuratamente con pelli, con tela, con carta, perchè con tali mezzi si evita al- l'occasione il contatto diretto del ferro, e si allon- tana il pericolo eli veder disarmato il fulmine pro- tettore delle sue particolari virtìi.

Che poi siffatte pietre del fulmine sieno ritenute sacre, venerate ed adorate con forme esteriori ma- nifeste di culto, potrei citare qui numerosi esempì a provarlo; mi liuiiterò peraltro a notarne alcuni, per- chè altamente dimostrativi ed istruttivi. Il raschiatoio

in serpentino del periodo neolitico con foro per ap- penderla. Ritenuta quale pietra di un fulmine ca- duto. (Trasacco, Aquila) Gr. nat.

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GIUSEPPE BELLUCCI

preistorico, rappresen- tato dalla fig'. 4.* munito di un foro dovuto a ca- rie naturale della selce, pel quale oggi passa una striscia di cuoio, fu da me trovato in una casa di campagna, appeso a capo del letto fra immagini di santi, un crocefisso, ed una corona di rosario ; nel posto riservato, come facilmente si compren- ' de, agli oggetti sacri, degni di venerazione, secondo la religione cri- stiana. La stupenda cu- spide di selce rappre- sentata dalla fig. 5.* contornata da ricca montatura in argento, all'occhiello della quale trovasi tuttora il nastro che la teneva sospesa, fu pure da me rinvenuta a capo di un letto fra le ^ imuiagini sacre.

A dimostrare poi maggiormente la venei-azione particolare che si nu- tre per codeste pietre del fulmine, e la forma di culto, che i feticisti addimostrano verso tali oggetti.

o ^

IL KKTICISMO PRIMITIVO IN ITALIA

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(lev' essere ricordata anche un' ulteriore circostanza, derivata dalle mie ricerche ed osservazioni. Nelhi serie numerosa e varia (li forme fulminee esi- stenti nella mia colle- zione, devonsi notare ^ due cusjudi di freccia l»i"eistoriche, legate in argento e munite di occhiello per appender- le, le quali risultano e- videntemente cosparse di olio ; posseggo pure un'altra cuspide di frec- cia avvolta in carta, assai unta con olio, allo scopo indicatomi, di as- sicurare mafferiormente

V*

la virtù protettrice as- segnata a siffatto amu- leto. Indipendentemente da questi tre esemplari ho poi avuto occasione di vederne altri nelle mani dei possessori, a cui inutilmente 'li ri- chiesi, egualmente im-

In-viiti di olio per unzioni precedenti. Ritengo che la pratica di tale unzione derivi da un concetto feticistico molto primitivo e risalga ad un epoca re- motissima ; originalmente deve aver rappresentato un' offerta o pratica propiziatrice, analoga ad altre

FiG. 5. a Cuspide di selce del periodo paleolitico in forna ditriangolo isoscele, detta di Moustler, ritenuta quale punta di un fulmine caduto. (Salle, Chieti) Gr. 1/3.

GIUSEPPE BELLUCCI

consimili, che vivono tuttora presso talune tribù selvagge (1) o che furono se-gnalate coni' esistenti presso popolazioni storiche o protoistoriche (2), di- rette egualmente ad assecurare con maggiore effi- cacia le virtù dei feticci.

Altro esempio dell' esistenza di un'entità spi- rituale, indii^endente dal corpo in cui si conserva, ma da cui può anche esulare, si ha nel corallo, i di cui amuleti non solo hanno notevole diffusione in Italia, ma si ambiscono e si conservano con cura gelosa nella maggior parte delle regioni terrestri. Ma perchè il corallo abbia insite le virtù specifiche, che gli si attribuiscono, è necessario che non sia stato mai tocco dal ferro dell' artefice, che si mantenga

(1) Nelle isole della Società gì' indigeni adorano grossi pezzi di legno o frammenti di colonne basaltiche, abbigliati con orna- menti e cosparsi profusamente di olio.

Altri esempi di pietre sacre venerate nelle regioni dell'India, cosparse ritualmente con butirro o con olio, trovansi rifei'iti nelle opere seguenti: Asiatic Researches, VII, 394; Join-it. R. Asiat. Soc, 1843, VII, 20.

(2) In talune regioni montagnose della Norvegia gli abitanti usarono lino al termine del secolo XVII di adorare alcune pietre rotonde, che sottoponevano normalmente a certe iiratiche, tra le «luali era quella di cospargerle ben bene di burro.

Teofrasto, vissuto quattro secoli prima dell'era attuale, rac- conta che i Greci superstiziosi, quando incontravano lungo le vie le pietre sacre, le cosparge\ano di olio, ed inginocchiatisi dinanzi ad esse, le adoravano e poi riprendevano l'interrotto cammino. Sei secoli più tardi Arnobio, uno dei primi dottori cristiani, riferendo secondo i propri ricordi lo stato mentale degli adoratori delle pietre, racconta che allorquando egli era pagano, si fermava di- nanzi alle pietre sacre cosparse di olio, e dopo aver rivolto ad esse parole lusinghiere, dimandava a quegli oggetti inerti il favore di alcune grazie, come se dessi avessero avuto il potere di cor- rispondere alle sue preghiere (Tvlou, Op. cit., II, pag. 215-218).

IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA 23

grezzo, come si raccog-lio dal fondo del mare, o come spesso ritrovasi dopo giorni di forte Vmrrasca, gettato dai marosi sulla spiaggia (fìg. 6.").

Il corallo grezzo ò un talismano efficacissimo contro il fascino; lo sguardo malefico dell'occhio fascinatore si spezza e addiventa inattivo dinanzi all'amuleto, che si rende facilmente appariscente pel suo color rosso e che a tal line preventivo si tiene esposto sulla persona. Ebbene, mentre la liducia è generale in cosifatto amuleto ed i timorosi del malocchio vivono tran(|uilli nella sua efficacia, quando hanno ad esso affidato la lor sorte, la fiducia viene a pei'dersi e la salvezza contro il pericolo viene to- talmente a mancare, quando casualmente l'amuleto si spezza e si divide in frammenti. Secondo la cre- denza popolare, quel non so che di principio anima- tore, che risiede nel coi'allo e che ad OSSO. efficace virti!i contro il malocchio, esula del tutto dall'og- getto materiale in cui ò contenuto e gli sparsi fram- menti del corallo rimangono per tal modo destituiti di ogni virtù contro i malefìzì dell'occhio fascina- tore.

Un' altra virtù specifica del corallo rosso ò quella di regolare il corso naturale dei menstrui. A tal fine si adoperano grossi acini di corallo grezzo, che le donne abitanf;^ le campagne italiane sogliono te- nere gelosamente custoditi, serbandoli però nascosti all'occhio profano dei loro misteri. Perchè è da sa- persi, che il corallo rosso impallidisce durante i pe- riodi mensili e riacquista poi il suo colore bello e vivace, quando è trascorso il momento critico. Mi son sentito dire, die il corallo animala anche lui durante

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GIUSEPPE BELLUCCI

FiG. 6." Aimileli in corallo -irezzo; due a foi'iua di raniilicazioni montate in argento, per uomini ; due a l'orma globulare, sem- plicemente perforati, per donne. (Territorio di Perugia e di Norcia, Umbria) Gr. nat.

IL FETICISMO l'UIMMIVO I.\ ITAMA 2.)

le ricorrenze mensili della donna che ne ì- in pos- sesso e riacquista dipoi il colore primitivo. ])cr(luto in (|U<'11(' circostanze.

Quanto ho riferito intorno al corallo vale a di- mostrare che le virtù specifiche, che gli si attribui- scono, devonsi a qualche cosa di estraneo al corallo per so stesso considerato; che questo qualche cosa, che anima e dA vita al corallo, può in casi spe- ciali, di rottura o di contatto col ferro, esulare com- pletamente, ammalarsi anche in altri incontri deter- minati, ristabilirsi dipoi nelle condizioni primitive, normali.

Un terzo esempio di concetti animistici, che danno ragione delle virtìi conferite agli amuleti, si ha in ([uei eiottoletti di ]»ietra verde, designata col nome di serpentina, ai ([uali si attribuisce la virtù, non solo preventiva, di proteggere il fortunato pos- sessore dal morso dei rettili venefìci e per estensione dal morso degli scorpioni e de' ragni, ma si ritiene ancora che possegga un'efficacia curativa energi- cissima. Deposta difatti sulla ferita derivante dal morso di uno degli animali sopraindicati, assorbe secondo la credenza popolare, istantaneamente il ve- leno inoculato e rende nullo così il pericolo, che dall'introduzione del virus potrebbe derivarne.

Ebbene anche questo amuleto, a somiglianza del corallo, deve adoperarsi sotto forma di eiottoletti na- turali, grezzi o semplicemente levigati dalle acque cor- renti (fig. 7.^), perchè se lavorato con attrezzi di ferro perde le virtù;, che gli si attribuiscono, come viene a perderle, se casualmente si spezza o si divide in frammenti. Ho trovato riferito questo stesso prin-

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GIUSEPPE BELLUCCI

cipio, benché con minore estensione, ad altri amu- leti, come ad esempio alle pietre aquiline o g'ravide, alle pietre simulanti la forma dell'utero, alle pietre streg-onie, ai diaspri, alle nefriti, alle malachiti, ai

Fio. 7/' Ciottoletti di forma e levigatezza naturali in pietra ser- pentina; lino perforato, l'altro contornato in argento con oc- chiello per appenderlo. (S. Lucia, Gualdo Tadino, Umbria) (ir. nai.

zaffiri. Deve avvertirsi però, che per gli amuleti de- rivanti da queste pietre naturali, è più comune il pensiero che rompendosi, perdano le virtù specittche, di quello che sia il concetto, clie la lavorazione con attrezzi metallici faccia perdere ad essi le virtù spe- citìche ass(_'gnate. In og'iii modo però il pensiero ani- mistico emerare evidentissimo dalie considerazioni

IL FETICISMO l'IMMlTlVO IN ITALIA

suesposte intorno a codesti oj^'j^'ctti ; il ('(irailo. nioltr pietre, possc^-g-ono naturalniontc un princijìio, una forza, una entità distinta dalla corporea, alla quale devonsi le virtù specifiche che loro si attribuiscono; entità che può esulare per circostanze diverse, j^e- neralniente se gii oggetti naturali si spezzano o si riducono in franniieiili : in molti casi, se il ferro in- tacca a scojx) di lavoro gii oggetti stessi e procura così con la sua abrasione o scalfitura l' uscita del- l'entità invisibile, che rimane invece custodita entro la corteccia o superfìcie naturale dell'oggetto litico.

Dalle numerose indagini e comparazioni isti- tuite ho potuto acquistarmi poi la convinzione, che il concetto di allontanamento dell' entità specifica, che virtìi ai feticci, in conseguenza di rottura o di contatto col ferro, costituisce una caratteristica generale dei feticci primitivi, l'impiego de' quali si conservò fino all' età presente, connesso con il ri- cordo, non solo delle loro virti!i specifiche, ma an- che delle circostanze speciali in cui tali virtù sa- rebbero casualmente perdute.

Xel suo classico lavoro, Primitive culture, E. B. Tylor insegna che « prima di riguardare un oggetto come feticcio, bisogna assicurarsi bene, se la persona a cui l'oggetto appartiene, considera che un'entità spirituale sia in' esso incarnata, che qualche cosa di non corporeo eserciti, mediante l'oggetto stesso, una particolare influenza; che per lo meno l'oggetto si ritenga come feticcio. Bisogna dimostrare inoltre che l'oggetto in questione è considerato come provve- duto di una coscienza propria e di un potere per- sonale; che gli si parla, che lo si adora, che gli si

28 GIUSEPPE BELLUCCI

indirizzano preghiere, che gli si offrono sacrifìci, che lo si accarezza o lo si maltratta, secondo il pen- siero che siasi condotto bene o male, od abbia o no corrisposto ai desideri de' suoi adoratori ».

A me sembra che gli esempi di sopra riferiti, per testimoniare la persistenza del feticismo primi- tivo nelle contrade italiane, concordino esattamente con i suggerimenti savi ed opportuni dell' illustre Filosofo inglese, e reputo ch'essi valgano a far com- prendere il profondo rispetto di cui gli oggetti in questione sono circondati, a metterne in rilievo il carattere sacro, a spiegare il culto che talora si presta a codesti feticci primitivi, i quali proseguono a spandere la loro luce modesta e misteriosa, anche in mezzo alle pompe ed al fasto delle credenze cri- stiane, in mezzo allo splendore sempre crescente dell'odierna civiltà.

Nessuno prega del resto, se non lia la convin- zione di essere ascoltato; e se tanta parte dell'Uma- nità addimostra ancora un culto così intenso verso i feticci primitivi o verso quelli recenti, eh' ema- narono od emanano direttamente dal proprio senti- mento religioso, ciò avviene certamente, perchè gli adoratori attribuiscono ad essi, scientemente o no, intelligenza e volontà consimili alle proprie facoltà personali, perchè gli adoratori credono fermamente di essere dai feticci ascoltati, compresi ed esauditi nelle preghiere, che ad essi fervidamente rivol- iTono.

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nei.

CAPITOLO II.

Gli amuleti contemporanei raccolti nelle diverse Amuleti contrade italiane ed ordinati nella mia collezione e'jnJotolsto- acciuistano un interesse considerevole e dal lato psi- pa^r^^oni colonico e da tinello archeologico, ove si pongano ^^n gli a- in comparazione con gli amuleti venuti in luce da tompora- talune necropoli e tombe preistoriche e protoistori- che esplorate nel suolo italiano.

Parecchi trovamenti avvenuti in Italia, ma se- gnatamente fuori di essa, hanno addimostrato che l'uomo primitivo, seguendo i concetti dell'animismo, cominciò a valersi di particolari amuleti, non solo nel periodo neolitico, ma anche in quello paleolitico dell'età della pietra. Gli amuleti incominciarono di- fatti ad usarsi nell' ultima epoca geologica, detta quaternaria ; e l' uomo ripose fin d' allora su codesti oggetti un culto, un' adorazione così intensa e straor- dinaria, che non solo li conservò gelosamente du- rante la vita, ma volle, o vollero i suoi contempo- ranei, che non mancassero presso di lui anche nella tomba, sia perchè la loro protezione continuasse dojK) morte, sia perchè il defonto potesse valer- sene, se un giorno avesse dovuto abbandonare il sonno eterno. Non posseggo amuleti, del resto ra-

30 GIUSEPPE BELLUCCI

rissimi, di così lontana origine, ma segnalo la cir- costanza, che taluni amuleti italiani contemporanei della mia collezione, comparati con quelli, si tro- verebbero assolutamente corrispondenti. Posseggo invece amuleti provenienti da necropoli preistori- che della prima età del ferro, esplorate nell'Italia centrale, altri raccolti in tombe etrusche e romane, che offrono con gli amuleti contemporanei delle di- verse regioni d' Italia una strettissima analogia. Anche in tal caso, senza perdermi in lunghe de- scrizioni, preferisco procedere per via di compara- zione con le seguenti rappresentazioni tìgurate.

•Mj.

FiG. 8. a Accette levigate in giadeite del i)eriodo neolitico dell'età della pietra. L'esemplare a s. è fasciato da due lamine di rame collegate in alto con un appiccagnolo in ferro. (Da una tomba della la età del ferro ; Capestrano, Chieti). L' esemplare a d. é fo- rato air apice per appenderlo ; ritenuto come saetta, proteggeva la casa da scariche fulminee, (\ocera Umbra) Gr. nat.

IL FETICISMO l'i; IMITI VO IN ITALIA

FiG. 9.a Osso del tarso e metatarso di un rapace (f'aln^s /j infranto nell'estremità superiore. Kra fasciato a scopo ornamen- tale nella sua lunghezza con un nastrino di bronzo, di cui restano soltanto alcuni anelli. In una delle teste articolari deircstremità in- feriore, passa, per un foro prati- catovi, una catenella, che sostiene un pcndaglino formato da due solide ,-:triscio di bronzo, forate a capo, con intacche sugli spigoli. Anche nelle altre due teste arti- colari dovevano esistere otiginal- nicnte pendaglini consimili, poi- ché presentano ancor esse un foro voluto per uno scopo parti- colare. In molte parti della sua superlicie l'osso presenta mac- chie verdastre ed azzurrastre d'i- drato e fosfato di rame.

Il tempo e le condizioni na- turali derivanti dal seppellimento hanno molto danneggiato que- st'oggetto singolare, che per i particolari che presenta, rivela indubbiamente un carattere sacro ed è uno splendido esempio di feticcio primitivo, insignificante per stesso, sebbene abbellito elegantemente da decorazioni metalliche. '

Da ima tomba della necro- l)oli preistorica della prima età del ferro. (Umana. Ancona) (ir. nat.

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GIUSEPPE BELLUCCI

FiG. lO.a Osso del tarso e meta- tarso di un falco (1). Era conservato da tempo remotissimo entro un sacchetto di tela con altri amuleti comtemporanei, e ritenuto efificacissimo contro il maloc- cliio ed i malefìzi delle streghe. (Bevu- gna, Umbria) Gr. nat.

Quest' osso di rapace entrò a far parte della mia colleziono due anni pri- ma dell' altro, rappresentato dalla figu- ra 9. a, con cui è posto in comparazione.

(1) Gli uccelli da preda, e segna- tamente i falchi, ispirarono sempre la maggiore fiducia presso tutte le popo- lazioni dell'Europa antica, come atti a presagire l'esito delle umane imprese in generale. E la liducia in codesti rapaci, prosegue' a manifestarsi presso molte popolazioni selvagge o semi-selvagge vi- venti, in cui si rispecchia il pensiero profetico antico e presso le quali il volo ardito di un falco, compiuto piuttosto a destra che a sinistra dello stregone o del sacerdote, 1' augure antico, presagi- sce anche oggi l'esito fortunato o mcui) delle conquiste guerriere.

È molto probabile che l'origine del feticcio costituito dall'osso di un falco.

si trovi nel concetto, che rappresentando esso una parte di quel- l'animale, che anticamente o modernamente presagi la sorte pro- pizia o la vittoria ad un uomo o ad una collettività d'individui, conservi, secondo il pensiero animistico, la virtù primitiva e valga tuttora ad esercitarla.

IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA

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FlG. ^ /■(' -iJ- Frammento di corno di Crrn's. mancante della punta. K perforato nella jìarte supc- riore e per il foro passa un anello in lilo di bronzo, an- nodato in forma lirimitiva, mercè cui ["amuleto pote- va tenersi appeso. L'ogjjetto è molto alterato per il lun- go seppellimento. Da una toml)a della necropoli della età del ferro. (Nu- mana, Ancona).

1(1 (I.). I':stremità di corno di Crrnis, fascialo in alla base, con anello lisso por appenderlo. Amuleto cont neo contro il malocchio. (Perugia) Gr. nat.

argen(o cmpoi'a-

FlO. I2.a 1(1 >■./. chèla o pinza di gam- bero, fasciata in tutt.i la sua lunghezza da un nastrino di bronzo, ri piegato a cappio supe- riormente. L'oggetto è molto calcinato. Da una tomba della necropoli della 1" età del fer- ro. (Cupra -Marittima, .\scolii.

1(1 (L). Chèla o pinza di gambero fa- sciata in argento alla base, con catenella pu re in argento per te- nerla appesa, .\mulelo contemporaneo, abba- stanza comune, contro le streghe ed il malocchio. (.\.(iuila) (ir. nat.

34

GIUSEPPE BELLUCCI

FiG. 13.a (u s.). Denti canini di volpe o di cane. Quello al di sopra lia un foro nella parte radicale, per cui doveva passare un legame atto a sospendere l'oggetto; quello al di sotto ha l'intiera radice accuratamente fasciata da un nastrino di bronzo ; verso l'a- pice [iresenta un foro in cui appariscono resti di un anel- letto in ferro, destinato ad ap- pendere l'amuleto. Questi due denti, ma singolai'mente quel- io rappresentato in basso, so- no convertiti in odontolite (1). Kntrambi furono rinvenuti in tombe differenti di una ne- cropoli della la età del ferro. (Forni presso Rotella, Aquila).

fa d.). Denti canini di volpe 0 di cane. Quello al di sopra ha nella parte radicale un foro per passarvi un le- game atto ad appenderlo (Ca- ramanico, Chieti) : quello al di sotto ha la parte radicale fasciata con lamina di argento terminata da un anello per aiìpendcre l'amuleto. (Perugia).

Questi due amuleti contemporanei erano ritenuti validi con- tro il malocchio: sospesi al collo dei bambini aggiungevano alla efficacia generale la virtù di favorire la dentizione Gr. nat.

(1) Lo smalto ed il cemento dei denti si convertono in fo- sfato di rame verde azzurrastro pel contatto prolungato in am- biente umido con oggetti di rame, trasformandosi così in un mi- nerale, detto odontolite.

IL FETICISMO ritlMITlVO IN ITALIA

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Fio. 14. a (altoj. Dente di suino, fasciato con lamina di bronzo alla base per appenderlo. K profondamente calcinato ed in jrran parte convertito in odontoUtc Rinvenuto in una tomba della necropoli preistorica della età del ferro. (Numana, Ancona).

(basso). Dente di suino, fasciato in argento alla base, con anello per tenerlo appeso. Amuleto contemporaneo comunissimo contro il malocchio e le streghe. Si fa anche portare dai bamlìini per favorire la dentizione. (Perugia) Or. 2/3.

36 GIUSEPPE BELLUCCI

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Fui. 15." (a s.j. Ciottoletto iu steatite a l'orma di utero, perforato air «apice. La superficie è ornata di linee trasversali paral- lele, simulanti i)ieghe di una membrana. In una tomba con suppellettile caratteristica della 1" età del l'erro. (Petrignano presso Castiglione del Lago, Perugia).

(a <i.). Concrezione limonitica a forma di utero, contornata da una fascia in argento, terminata superiormente da un anello per sospendere l'amuleto. .Scuotendo l'oggetto si avverte un suono, che è prodotto da alcune parti del minerale, distac- catesi naturalmente e mucfventesi nell'interno. Amuleto de- signato col nome di piett-a (/ruv-ida, pietra (Iella gi-avidama, pietra aqi'ilina ; è ritenuta di sperimentala efficacia per fa- vorire il l)Uon andamento della gravidanza e ([uindi contro gli aborti : è valida piti tardi ad assicurare il parto normale. A tal fine le puerpere tengono l'amuleto costantemente so- speso 0 legato al braccio sinistro, durante i uo\c mesi della gravidanza, ed allor([uando avvertono i i)ritni dolori del parto, lo applicano alla 'coscia sinistra. (Perugia) (ir. nat.

IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA

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Fio. 10." (dito). Disco in osso por- forato nel centro. Fu formato, prelevando con un taglio la parte esterna di un osso craniense umano, probaliilmente il fron- tale. I{ichianuv le rotelle craniensi del periodo neolitico dell" età della pietra. Rinvenuto in una tomba della necropoli della 1" età del ferro. (S. scolastica presso Norcia, Umbria).

(basso). Frammento di osso cra- niense tmiano con margine terminato da suture. Appartenne al cranio di un uomo frequentemente colpito da assalti epi- lettici ; era ritenuto amuleto validissimo a preservare e guarire gli accessi epi- lettici. (Collepepe presso Collazzone, Pe- rugia) — Gr. nat.

Fio. 17." (u s.). Opercolo di TrocÌMs ; mol- to calcinato. In una tomba del- la necropoli della 1" età del ferro. (Montel- paro, Ascoli).

('«r/.^. Oper- colo di Tvucfius contornato in argento, termi- nato da un a- nello per ap- penderlo. Amuleto contemporaneo, ileìio occìrio di S. Lì'Cia e rite- nuto eflicace a preservare dalle malattie degli occhi e per osten- sione, contro il malocchio. (Papiano, Perugia) .— Gr. nat.

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GIUSEPPE BELLUCCI

FiG. 18.a (aito). Conchiglia di CijiJraea perforata per poterla rito- nere appesa; molto calcinata. Da una tomba della necropoli della la età del ferro. (Montelparo, Ascoli).

(basxo). Conchiglia di Ci/jJì'ara perforala per tenerla appesa. Amu- leto contemporaneo, ritenuto validis- simo a difendere uomini ed animali dal malocchio, dalle streghe e dalle malie, che queste jiossono detenni- nare (I). (Montemelino, Perugia) Or. nat.

(1) Molto probabilmente reflica- cia dell'amuleto, rappresentato dalla Cyoì-ui'a, originò primitivamente dalla corrispondenza della sua aper- tura con la forma vulvare. Per il fatto di trovarsi questa forma in og- getti natui'ali, e quindi al riparo di possil)ili osservazioni e reticenze nel portare sulla persona tali conchiglie, (|ueste si accreditarono sempre più come amuleti, ritenuti di sicura erti cacia protettiva. Al contrario le forme \ ulvari semplici, rappresentate da particolari pendaglini in bronzo, o

le forme impresse in pesci od in piccoli istrumenti decorativi di uso personale, conmnissime nella prima e seconda età del ferro, si resero rarissime dipoi, anche di fronte alla maggiore rigidità dei costumi, fino al punto da mancare del tutto, o quasi, contem- poraneamente. Nel numero di oltre 1500 amuleti italiani della mia collezione, posseggo soltanto un solo amuleto in cui è intenzional- mente rappresentata la forma suddetta.

IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA

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Fio. 19.a (ouu). Conchiglia di <i/j)i-aea perforata, con anellino di bronzo per tenerla appesa ; comple- tamente calcinata. Da una tomba della necroiìoli della la età del ferro. (Mon- telparo, Ascoli).

(basso). Conchiglia diCi/pì-afa contornata da una fascetta in argento con anello per tenerla appesa. A que- sto amuleto si attribuivano le me- desime virtù assegnate a quello de- scritto alla lig. 14." (bosso). (Pila, Pe- rugia) — Gr. nat.

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GIUSEPPE BELLUCCI

FiG. 20. a (alto). Due conchiglie di Cypraea perfo- rate e collegate da un anellc in ferro per appenderle. Le cipree sono profondamente calcinate e l'anello di ferro è completamente ossidato. Da una tomba della necropoli della la età del ferro. (Mon- telparo, Ascoli).

(basso). Conchiglia di Cijpraea abbracciata da una legatura in argento, di fat- tura uìolto singolare, munita di anello per tenerla appesa. .\nnileto contemporaneo a cui si riferivano le medesime vir- tù descritte per gli oggetti delle fig. 14. a e 15. a (basso). (Chieti) Gr. nat.

IL FETICISMO l'UIMll'IVo IN ITALIA

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Vii:. 21." (a sj. Tre valve di l'ectvnciih's sovrapposte, con foro all'iimhone i)el ([iiale doveva passare un legame, clie serviva a riunirle ed a tenerle appese; molto calcinate. Da una tomba della necropoli della 1" età del l'erro. (Montelparo, Ascoli).

(a dj. Due valve di PectunatUts ed una di ('anlita. sovrappo- ste, con foro all' umbone, per cui passa un legame, che le

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GIUSEPPE BELLUCCI

tiene appese al i)inziere (1). Nella valva di Cardita, ricoperta da quelle di Pectunculus, è fissato un frammento di pelle con pelo di Tasso (Meles taxi's L.), amuleto ritenuto dovunque efficacissimo contro le streghe ed il malocchio (2). (Mena- freno, A(niila) Tir. nat.

Fio. 22.a (a s.j. Forma di pesce in bronzo perforata nel capo per tenerla appe- sa. Nella regione ven- trale presenta un in- cavo longitudinale ca ratteristico, dalla for- ma di vulva, che do- veva certamente tro- varsi in relazione con le virtù conferite al- Tamulcto. Da una toni- 1 )a della necropoli della 2;' età del ferro. (Costa- forte, Macerata).

((/ (I.). Fonila (li pesce in osso per- forata nel capo per te- nerla ai)pesa. Ventre

molto turgido in segno di fecondità. Amuleto contemporaneo ra- ramente portato dagli uomini, più di sovente dalle donne e ritenuto valido contro la sterilità. (Rocca Montepiano, Aquila) Gr. nat.

(1) Il pinzicve è un attrezzo in luetallo od in osso, che con- tiene un piccolo gancio, per cui si fa ])assare il Ilio che si viene svolgendo e torcendo dalla conocchia al fuso, onde non s'impigli in altre parti. K d" ordinario collocato sul petto all' altezza della spalla sinistra. Nel pinzim-e di argento rappresentato nella fig. 18." (a (l.) vedesi r.\rcangelo che uccide il Drago, siinljolo cristiano, che sta a rappresentare la vittoria del bene sul male.

(2) Le valve del Pccti'nculi's e della Cai-dita costituiscono da sole un amuleto efficace per proteggere dagli effetti del ma- locchio e dai malclìzi delle streghe; il pelo di Tasso aggiunge la sua incontestata virtù contro i medesimi efl'etti. Nello insieme pertanto i due amuleti congiunti, rinforzano reciprocamente la loro azione specifica e costituiscono in complesso un amuleto di sicura e sperimentata protezione, non solo per gli uomini, ma per gli animali domestici, segnatamente per gli e(|uini e l)()\ini.

IL FETICISMI» riti M 11 IVO IN IIAIJA

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Fic. :2:i." (a s.). 'ra\oleti;i di schisto argilloso arglUite perfo- rata per appenderla. In una tomba con suppellettile carat- teristica della 2' età del ferro. (Campagna i)resso Bastia, Pe- rugiai.

fa (I.). Tavoletta di scliisto argilloso argilUti- con il lato infe- riore curvilineo, perforata superiormente. Amuleto contem- poraneo ritenuto validissimo a preservare dalle streghe e dalle loro malie, uomini ed animali. (Fonte Vetriana, Gros- seto) — Gr. nat.

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GIUSEPPE BELLUCCI

Fio. 24.» (a s.). Frammento di raschiatoio in selce dell'età della pietra, rinvenuto in una tomba della necropoli estrusca. (Orvietoi.

(a (l.) Frammento di raschiatoio in selce dell" età della i)ietra, fasciato alla base con lamina di arjrento, munito di anello per tenerlo .appeso. Ritenuto, come pietra del fulmine, qvuile amuleto validissimo a preservare dalle fulminazioni uomini, animali, case. iAsser}>:i, Ac|Uila) (ir. nat.

IL l'ETICISMO l'UIMiriVO IN ITALIA

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Fin. ió.i l,;i cubili de di (Veccia a forma trian polare con panilio, avente un t'oro per carie natu- rale (li. In rinvenuta in una tomba della necropoli etrusca. (Orvietoi.

Essa è posta in com- parazione con una cuspide di freccia consimile, cu- stodita in un sacchettino «li tessuto grossolano, aii- lichissimo (Sulmona, A- quila), e con un" altra cu- spide di freccia, avvolta accuratamente in un pez- zo di tela lìianca (territo- rio di .\tri, Teramo) (2). En- trambe queste cuspidi di freccia erano ritenute co- me punte di fulmini caduti

e conservati con grande gelosia, ipiaii si<'uri protettori sone, animali e case, da nuove scariche fulminee.

La comparazione dei tre oggetti i-appresentati dalla lig. l'J.a ha anche lo scopo di addimostrare un modo possibile, per cui un feticcio primitivo può. dopo parecchi secoli, ritrovarsi spoglio da (piegli involucri, che molto probabilmente lo protessero prima del sotterramento, analogamente a i(uanto si veriticherebbe per taluni amuleti 0 feticci contemporanei, se fossero deposti sotterra - Gr. lo.

di jier-

(1) Un foro, esistente in un oggetto naturale, aggiunge par- ticolari virtù a ([uelle che 1" oggetto avrebbe già di per sé, indi- pendentemente da quel carattere accidentale.

12) Le cuspidi di freccia preistoriche ritenute come fulmini, si avvolgono in tela, in pelle od in carta, perchè non subiscano il contatto col ferro, che le disarmerebl)e delle loro virtù speciliche.

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GIUSEPPE BELLUCCI

FiG. 26.a (ulto). iFraianiento di Denta- llum l'invenuto in mia tomba della necropoli etnisca. (Orvieto).

(basso). Frammento di Dentalnun, amu- leto contemporaneo, designato comunemente' col nome di o.-iso strillone e ritenuto valido :i prevenire ed a guarire i dolori artritici ed i dolori ai denti. iCivitella d"Arna, Penig-ia) Or. nat.

fj^r V\G.21.^ (a s.). Frammento

^K^ (li ramo di corallo roseo pallido

^^t^ |)('r effetto di calcinazione. È ter-

9Ka3 minato inferiormente in forma

fallica e nella parte, che corri- sponderebbe al glande, presenta alcune linee incise ed una forma di croce come segni di tatuaggio. Da una tomba, con un mezzo asse l'oiiiano. I Aquila).

ra d.ì. Frammento di ra- mo di corallo di un bel color rosso terminato a forma fallica e superiormente fasciato in argento con anclletto. Amuleto contem- poraneo contro il malocchio, lo streghe e le loro malìe. Perugia) Gr. 2, 3 .

IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA

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Fio. 28. a (a s.). Valva di Cardium tuberculaU'm forata all' iim- bone per tenerla appesa; molto calcinata. In una tomba con monete romane. i.\quila).

(a il.). Valva di Cardii'm (orata all' umbone ; per il foro passa un nastro, poi annodato, diretto ad appendere l' amuleto. Nella concavità della conchiglia è fissato un frammento di pelle con pelo di Tasso. Amuleto contemporaneo contro il malocchio e le streghe, trovato appeso esteriormente nella regione superiore sinistra del- petto di una donna. Sui par- ticolari e sull'efficacia di ((uesto amuleto, vedi le considera- zioni esposte per ([uello analogo, rappresentato dalla lig. 21.» (has.so). (Scanno, Acquila) Gr. nat.

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GIUSEPPE BELLUCCI

FiG. 29."^ fa s.). Ci- lindro in serpentino per- forato per tenerlo appeso ; ha forma fallica inferior- mente. (Circhio, Aquila).

(a d.). Cilindro in corallo rosso fasciato in argento con anello per ap- penderlo. Ha forma fallica inferiormente. Amuleto contro il malocchio e lo streghe. (Perugia) Gr. nat.

464?

Fio. 30." (a s.). Mano serrata in bronzo, con pollice tra r indice e il medio. Ha un anello per tenerla appesa. Da una tomba con oggetti in ter- ra cotta di carattere romano. (Aquila).

/'a ci.). Mano serrata in corallo rosso con pollice tra r indice e il medio ; è fasciata da una lamina in argento con anello per appenderla. Amu- leto contemporaneo contro il malocchio. (Perugia) Gr. nat.

IL FETICISMO PRIMITIVO IX ITALIA

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FiG. 31." (a (L). Crescente lunare in bronzo, nella curva interna del quale vedesl effigiato un volto umano; ba un'appendice nella curva esterna per sospenderlo ad una cinghia di cuo.jo. Amuleto verosimilmente destinato per cavalli. Da una tomba con suppellettile romana e con altri oggetti relativi a barda- tura equina. (Aquila).

(a s.). Crescente lunare in argento, nella curva interna del quale vedesi effigiato un volto umano ; ha un anello per te- nerlo appeso. Amuleto contemporaneo comunissimo nella regione degli Al>ruzzi e della Campania, contro la .iettatura e contro le streghe. (Aquila) Gr. nat.

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GIUSEPPE BELLUCCI

FlG. 32.» (a S.). Cornetto in bronzo con foro ed anellino mo- bile per tenerlo appe- so. In una tomba con suppellettile romana. (Perugia).

(a d.J. Cornet- to in osso terminato superiormente a forma di mano, che serra un anellino di argento, u- tile per appenderlo. Amuleto contempora- neo contro il maloc- chio e la jettatura. (Chicti) Gr. nat.

IL FETICISMO l'IUMITlVO IN MALIA

;')!

Fiti. :53." (a .s.). Chiodo in lerro lirorondaiuoii te modilicato dall'os- sido e dall' idrata- zione. K ripiegato nella parte cor- rispondente alla punta e nel foro passa un anello in bronzo fuso, per appendere 1' amu- leto. Da una toin- l)a con oggetti ro- mani. (Passignano, l^erugia).

(a d.ì. Due cliiodi prelevati da una cassa mortua- ria disotterrata. A- imileti contempo- ranei ritenuti effi- caci, col portarli indosso, a combat- tere malattie d' in- dole reumatica e segnatamente osti- nate cefalee. (Te- ramo) — (Ir. nat.

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GIUSEPPE BELLUCCI

Fio. 34.» Calti)). Acini in pasta vitrea perforati, con rappresen- tazioni figurate dell' occhio, detti perciò vetri dall' occhio. Quello a d. é di color giallo con quattro paja di occhi, rap- presentati da dischi azzurri contornati da una fascia bianca; quello a s. ha su fondo nero tre forme di occhi, ottenuti con zone di color giallo. I colori vivaci accuratamente adoperati da\ano maggior risalto alla forma degli occhi, su cui si do- vevano fondare le virtù di tali amuleti. Da tombe romane, (a d. Ascoli, a s. Todi).

{basso). Agate zonate rese a forma globulare con foro. La di- sposizione dello zone richiama la forma del bulbo deirocchio con pupilla (a d.); la forma dell'intiero occhio umano (a s.), reso più verosimile dal colore delle zone e dalla marezza- tura che queste presentano, col variare di posizione dell'og- getto. Questi amuleti contemporanei sono detti pietre dall'oc- chio e si ritengono validissimi, anzi sono di preferenza ri- cercati, contro il malocchio. I raggi dell" occhio jettatore si spezzano dinanzi allo sguardo fermo e profondamente espres- sivo di codesti occhi protettori, vincendo perciò ogni loro ef- fetto malefico, la d. Aquila, a s. Perugia) Gr. nat.

IL FETICISMO i'RIMITIVO IN ITALIA

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h'iii. 35." (a s.). 1'eudai.dio clavifonuc in vetro verde, con foro ; richiama la forma fallica. Da lina tomba con o^%''ctti e mo- nete dell'epoca romana. (Peru- gia).

(a d.J. Penda^rlio in cri stallo tersissimo, cla\ifonne, fac- cettato longitudinalmente e ter- minato in forma di piramide: ri- chiama ancor esso la forma fal- lica. K fasciato da una lamina di argento con anello fisso per ap- penderlo. Amuleto contempora- neo ritenuto validissimo, come oggetto brillante, contro il maloc- chio, segnatamente per bambini. (Falena. Chieti) Gr. nat.

E le coniparazioni potrebbero ancora proseffuire Deduzioni

1, / ., . ,... derivanti

se quelle addotte non fossero sittticenti a stalnlire, dalle coni;

clie molti amuleti di cui si vale il popolo italiano di precedenti! og'g'i, furono gìh introdotti nell' uso, dalle g-enti che abitarono le terre italiane nei periodi di tempo primi- tivi dello incivilimento, e che gli stessi principi ani- mistici, che l'uomo vivente ha conservato e conserva rig'uardo a molti di essi, devono aver guidato l'uomo primitivo delle ultime epoche preistoriche e dei primi periodi storici, nella scelta o nella preferenza di uno, anziché di un altro amuleto. Dalle dimostrazioni comparative precedenti vediamo anche affermato il principio, che l'uomo di oggi conserva gelosamente non solo le antiche tradizioni, ma agli stessi og- getti naturali od intenzionalmente ottenuti, presta oggi, come prestò per lo addietro, la stessa forma di culto; ed ai medesimi feticci, a cui anche gli uomini

54 GIUSEPPE BELLUCCI

primitivi si raccomandarono, dimanda difesa e pro- tezione contro i fenomeni naturali, contro i pretesi malefìzi degli uomini, contro le malattie, contro le molteplici avversità della sorte.

La collezione di amuleti antichi italiani, della quale, oltre alle illustrazioni precedenti ho pubbli- cato per lo addietro un catalogo comparativo (1) rappresenta pertanto nel suo muto linguaggio una pagina eloquentissima della psicologia dell' umanitn primitiva; essa addimostra pure, che l'umanità nei primi tempi dello incivilimento doveva credere, come crede quella vivente, alla potenza delle stre- ghe, all'azione funesta del malocchio, all'azione pre- servatrice dei fulmini caduti e poi raccolti, all'azione benefica di taluni oggetti contro le malattie, per la scelta dei quali dovevano seguirsi quegli stessi con- cetti, che si seguirono poi e si seguono tuttora per adottare e prescegliere gli amuleti contemporanei.

L' esame degli oggetti raccolti in codesta col- lezione comparativa, costituisce poi la ])iù eloquente dimostrazione, non solo dell' esistenza di un fetici- smo primitivo in Italia, tìn da quando le condizioni dei suoi abitatori erano quelle di genti molto ar- retrate nelle vie di'llo incivilimento, ma della so- pravvivenza eziandio del feticismo ])rimitivo in mezzo alla società contemporanea, e della differenza logica, fondamentale, già sostenuta, tra il feticismo primitivo e le forme dori vate, ulteriormente da esso.

(1) Università di Perugia: A/mali della Facoltà di Medicina, 1900, voi. XII, pag. 239.

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CAPITOLO III.

La so])ravvivt'Uza del feticismo primitivo in Anuiloti mezzo alla civiltà attuale ed all'ombra delle dot- .'d amuleti

trine di una tbriua religiosa relativamente evoluta.

recenti

^h

lascia di gik presupporre, che persistendo dalla piìi l'emota antichità fino ad og:gi i concetti animistici informatori del feticismo primitivo, siasi pur prose- guito e tuttora si prosegua sulla hase di quelli, a formare nuovi feticci, che dovranno (jualificarsi come recenti, in comparazione con quelli antichi, designati col nome di primitivi. E con ia parola recenti, in- tendesi qualificare, sia i feticci formati alcuni secoli addietro, sia quelli che possono aver avuto origine oggi stesso. Come linea di divisione tra il periodo di tempo in cui s' imi)iegarouo i feticci primitivi e <|uello in cui vennero in uso i feticci recenti, re- puto opportuno ammettere il momento, in cui la religione di Cristo fu definitivamente affermata ; ma t|uesta linea di divisione deve ritenersi soltanto ef- ficente per comprendere meglio l'indole diversa di molte rappresentazioni feticistiche, non già per sud- dividere il feticismo in due sorta ditfei-enti, trattan- <losi come si è detto di sopra, di una prosecuzione

56 GIUSEPPE BELLUCCI

non interrotta del feticismo primitivo sulla base dei principi animistici, dai piìi remoti tempi ad oggi.

Ammesso ciò, deve riflettersi anzitutto, che Tam- biente in cui il feticismo primitivo ha proseg-uito a manifestarsi, dopo T introduzione della religione di Cristo, è stato notevolmente differente da quello in cui il feticismo primitivo si svolse nelle lontane epoche precedenti. E ciò ebbe a verificarsi, sia per il fatto dell'aumentata coltura generale, sia per l' in- fluenza della religione dominante, la quale s'impose sempre più alle masse credule ed ignoranti, non solo coi suoi princi])!, ma con tutte le forme del culto esteriore, atte ad impressionare maggiormente T im- maginazione dei fedeli, di quello che a persuaderli e convincerli sulla vera essenza dei principi reli- giosi. Il feticista risentì necessariamente l'influenza di codesto ambiente particolare e pur' esplicando a suo modo il concetto animistico che lo ispirava, l'icorse e profittò di sovente nella creazione di nuovi feticci, anche ad oggetti od a parti di essi, che presentavano qualche attinenza con la religione dominante. Nel percorrere però questa via, seguì semplicemente la propria iniziativa, e non obl)edì ne ad ordini o ad imposizioni della Chiesa, ai suggerimenti de' suoi sacerdoti. D'altra parte però non bisogna credere che tutti i feticci recenti sieno stati scelti fra oggetti o parti di essi, attinenti piìi 0 meno direttamente alla religione dominante ; il pensiero feticista si esplicò liberamente, formando contemporaneamente feticci, talora con oggetti non aventi relazione alcuna con la religione cristiana, talora ricorrendo per formarne altri, anche ad og-

II. rETICISMO l'IilMITIVO IN ITALIA 07

filetti rivestiti di carattere sacro od aventi almeno le apparenze di sillatto carattere.

(ili esempi seguenti, scelti tra i molti che potrei addurre, cliiariranno meglio questa suddivisione degli amuleti italiani, che rappresentano la prose- cuzione del feticismo primitivo nel suo periodo più recente. Avverto poi che in queste manifestazioni del feticismo non devono esser comprese quelle, che attualmente o per lo addietro derivarono dalle dot- trine del Cristianesimo nella sua forma cattolica, e che solo per quanto potranno aver relaziona col fe- ticismo primitivo, saranno esaminate più innanzi. Aggiungasi che nella scelta di codesti esempi, ho dovuto attenermi a quegli amuleti o feticci, che presentavano caratteri sicuri di recente formazione e contemporaneamente non avevano relazione alcuna con gli amuleti antichi preistorici o protoistorici, ond' evitare il possibile scamicio di una formazione nuova di amuleti o di feticci, con la prosecuzione di (pielli introdotti e venerati fin dall'epoche più remote.

La corda di un individuo impiccato sia per vo- Amuleti

recenti de- lontìi pi'opria, sia per punizione comminata dalle stituiti di

leggi, rappresenta un talismano prezioso per assi- sacro.^^^^ curare fortuna nelle imiirese e felicità nella vita a colui, che addiventa possessore anche di un piccolo frammento di essa. Lo spirito dello impiccato, che non potè liberamente esulare, a cagione dello strin- gimento del collo, passò secondo i concetti animi- stici, dal corpo dell' impiccato alla corda che gli pro- curò la morte ; e sarà questo spirito, che prosi'guirà

58 GIUSEPPE BELLUCCI

ad animare la corda fatale, che per un principio di opposizione o contrasto, tanto comune nel pensiero umano, mentre fu causa di una fine disgraziata allo impiccato, procurerà vantag-gl favorevoli a chi riuscirà ad avere in possesso almeno un frammento della corda portentosa e s' immedesimerà dello spi- rito che contiene.

La corda esistente nella bara, che ha servito e serve al trasporto dei trapassati, costituisce un altro amuleto potente, ricercatissimo, non solo per to- gliere ai buoi il vizio di dare di cozzo con le corna, ma di comunicare ad essi un" energia muscolare no- tevolissima, che si manifesta siffattamente col tiro, con il trasporto di pesi straordinari, da meravigliare certamente coloro, che vedono esplicare dai buoi un' energia assolutamente eccezionale. Il procedi- mento psichico, che deve aver guidato l' uomo nella formazione di cosifatto amuleto, dev'essersi fondato sulla credenza animistica, che lo spirito dei trapas- sati sia non solo migrato nella corda della bara, ma che la stessa corda ablna accumulato successivamente gli spiriti degl'individui morti, su di essa ulterior- mente trasportati. Condensati così gli spiriti abban- donati da molte persone col}) ite da morte, si veri ti - cherebbe un caso singolarissimo di migrazione spe- cifico per la sorta dello animale in cui avviene e per la localizzazioni' in un organo determinato di esso. Conseguirel)b(' da ciò. da questa sorta di uma- nizzazione dei muscoli cervienli su])eri<:)ri del bue, non solo un'esplicazione insolita di energia, ma un cambiamento ))rofondo nel carattere dei buoi, per cui rimarreblx'ro ammansiti e resi incapaci a dare ulte-

I

IL FETICISMO l'KlMITIVO I.\ ITALIA f)!»

rionncnto di cozzo verso ^li uomini. Una coiiffnna a (lucsto modo di vedere vieii sui»-o-('rita dal fatto, che più volte ho sentito ripetermi, che la corda della bara ha tanto mag'g-iore etiicacia, ciuanto ]ni\. lung-a- mente fu usata, mentre si ritiene di debolissimo ef- fetto, se dessa fu di recente ai)plicazione.

Nelle ca'npagne, specialmente ai crocicchi (h'ile Anmioti

vie, località favorite per lo incontro delle streghe, la !;^i„"tV' '^dì

Chiesa cattolica o la pietà dei fedeli hanno collocato '^■ai'^ttere

^ sacro, a-

da tempo imniìigini sacre entro edicole, ovvero hanno venti però

qualche re- innalzato grandi croci. In molti luoghi le immagini la/iono con

dipinte, il piìi d'ordinario, della Madonna col bam- c'ri? bino, si venerano come portentose per la guarigione delle malattie, che affliggono la povera umanità. Ma il jiortento o l'efficacia della Jladonna dipinta, non si addimosti'a come conseguenza della fede sincera nelle sue virtìi, nel suo diretto aiuto, nella sua va- lida intercessione; prende invece l'aspetto singola- rissimo di una fede pagana, materialissima, in cui il lato animistico del feticismo risulta evidente. È costume difatti nelle campagne dell'Umbria, che nelle circostanze in cui si manifesta il male in una famiglia di contadini, un congiunto del inalato, ge- neralmente una donna, accorre all' immagine di Ma- ria al prossimo crocicchio; raschia e raccoglie in un cencio un po' d'intonaco, esistente vicino al- l'immagine, e torna al malato per appendergli al collo il piccolo involucro, che contiene i frammenti polverulenti dello intonaco raschiato. Se il malato guarisce, nel primo giorno che uscirà di casa ripor- terà pi'rsonalniente ali" immagine dii»inta della Ma-

60

GIUSEPPE BELLUCCI

KiG. 36.'» Edicola in muratura, oretta presso un crocevia nel- 1" aperta campagna, con immagine della Madonna in tavola rettangolare di majolica, colorita a smalto. Nel lato destro di (luesta conservasi appeso un grappolo di sacchettini votivi, mentre nel lato sinistro trovavasi quello rappresentato dalla fig. 37". Entro i sacchettini si raccolse la raschiatura dello intonaco distaccato dalla supertìcie dell' edicola, di cui non resta che la parte supcriore da utilizzare allo scopo. Origi- nalmente l'immagine della Madonna era dipinta sulla pa- rete di fondo dell'edicola: di mano in mano però fu raschiata ancor essa e sostituita con la tavola di nìajolica. (Magione, Perugia) Gr. i/ioo-

IL ITCTICISMO PRIMIl'IVO IN ITALIA <!!

donna il sacchetto, esprimendo sentimenti di animo grato r di devozione infinita. Se inv<'Cc il malato soccombe ])cr la Inrza dtl male, il sacchetto restc'.rà appeso al collo *• sepolto con il cadavere. Il lato animistico a tal riguardo sta in ciò ; dalle genti dello campagne si crede fermamente, che lo spirito del male passi dallo individuo malato a raccogliersi nella raschiatura dello intonaco, contenuta nel sac- cliettino, e che riportando alla Madonna l'intonaco prelevato prossimamente alla sua immagine, lo si restituisca, con il male assorbito dalla [jersona, che ne era stata colpita.

Xelle mie escursioni nelle cami)agne d'Italia ho incontrato immagini di ^Iadonn(N di Santi e di Sante, specializzate a guarire certi mali e non altri; vi hanno ad esempio immagini, il di cui intonaco ra- schiato assorlje e guarisce ostinate cefalee; altre, che guariscono i mali che incolgono il ventre: altn.', quelli che si manifestano con dolori alle articola- zioni od alle ossa. L'edicole di queste immagini sono ricoperte di sacchettini multicolori, contenenti pol- vere d'intonaco, su cui migrarono le malattie che af- fliggevano i miseri mortali. Ma la scena è assoluta- mente singolare, quando si ha la ventura d' imbat- tersi in un' immagine della Madonna, l' intonaco cir- costante della quale abbia la virtii di assorbire qual- siasi sorta di male. L' immagine si presenta come circondata da grappoli numerosi di sacchettini vo- tivi, che la gratitudine e la devozione ingenua dei beneficati ha restituito con sentimento sincero di gra- titudine e col pensiero di ritornare altra volta a va- lersi di un mezzo così facile di guarigione, come

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G1U.SEPPE BELLUCCI

quello che in prece- denza fu sperimentato sovrano da moltissime persone.

Un secondo esem- pio di amuleto o fetic- cio, destituito di carat- tere sacro, ma che ne ha qualche apparenza, è formato da una sort;i di moneta di arg-<'nto. coniata durante il i»*'- riodo delle Sedi vacan- ti, a' tempi dell'antico Governo pontiticio. !><• monete di tal g-ener< portano impressa n loro rovescio la rappre- sentazione simbolica dello Spirito santo, sotto la forma di un colomlxi in mezzo ad una rag- giera, in mezzo a giri di splendore, fra nubi e più solitamente fra lingue di fuoco. Caduto il Governo pontificio tali monete cessarono di aver corso legale, ma proseguirono e prose- guono tuttora a circola singolarmente fra quelle

FiG. 37.'! Grappolo di sacchcttini ripieni di polvere e di frammenti d' intonaco distaccato dalla su- perficie dell' Edicola, rappresen- tata dalla figura precedente. O- gni sacchettino costituì anzi- tutto un amuleto, poi fu resti- tuito come ex- voto all' imma- gine della Madonna. (Magione, Perugia) (ir. 13.

re fra le mani del popolo e delle madri di poveri bam-

IL FETICISMO PKIMiriVO IN ITALIA

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bini, f;K-ili (|U('sti ultimi, nei j)i"inii tempi della loro vita, a cader vittima di affezioni nei'vose con forma convulsiva. Tali monete sono ditatti ritenute <|iiali amuleti validissimi e ricercati, attriliueiidosi ad essi

Fio. 38.» Monete pontificie di Sede vacante, dette dello spirito .■<aiHo. .vmuleti contemporanei contro le convulsioni della prima infanzia, dette infantignole. (Perugia) Gr. nat.

la virtù di rendere immuni i hambini dagli accessi nervosi convulsivi della i)rima infanzia, designati volgarmente col nome d' infantignole, e di guarirli se ne fossero stati colpiti.

Per ([uesto dui>lic(^ scopo preventivo e curativo siffatte monete si trovano perforate per appenderle

64 GIUSEPPE BELLUCCI

al collo dei bambini ; ovvero presentano piccoli fori centrali e smarginature nel contorno, per fermarle con cuciture fra le pieghe degli abiti, affinchè il bambino sia sempre provveduto dell' amuleto protet- tore e non abbia la possibilità di perderlo. Inda- gando qual sia stato il nesso logico, che deve aver condotto ad attribuire a tali monete T efficacia di un amuleto o feticcio, non son giunto a stabilire gran che di preciso ; la risposta più comune che ho sentito ripetermi, e che per stessa non aggiunge alcuna nuova cognizione, è stata quella, che le monete dello Spirito santo, si designano con tal nome, sono ef- ficacissime a tener lungi dai bambini le infantignole. Vedn'iiio più oltre però, parlando dell' evoluzione nelle forme e nelle credenze specifiche degli amuleti, come anche prima delle monete dello Spirito santo, esistessero già, a proteggere i l^ambini dalle infan- tignole, altri amuleti, rappresentati da piccole chiavi in argento od in bronzo, diversamente conformate e designate col nome di chiavette dello Spirito santo, alcune delle quali furono fortificate da particolari benedizioni dai ministri del Culto cattolico.

È a ritenersi perciò che il concetto sacro dello Spirito santo collegato a tali amuleti, sia derivato da suggerimenti della Chiesa dominante, e che sta- bilitosi questo pensiero nella j^sicologia popolare, facilmente si utilizzassero al medesimo scopo quelle monete, che si trovavano in circolazione, le quali per ragioni particolari portavano impressa la rap- presentazione simbolica dello vSpirito santo. Ciò che premeva peraltro di stabilire si era, la formazione di un nuovo feticcio in un periodo di tempo recente,

IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA (Jl'ì

ed in un ainìiiciitc dominato da credenze reliji^iose diverse da quelle del feticismo primitivo; i- la mo- neta di Si'de vacante, detta dello Spirito santo, ce ne ha Dtferto un esempio eloquentissimo, anche per- di»' la sua nriirine non può datare che dal H\i)') (l).

Una serie di amuleti, istruttivi al i>iù alto Aimiloti

rocenti ri-

^rado e per la loro composizione e per il carattere suitanti da , ,, , , , . ,. niescolan-

(h'Ue persone che attendono anche o^gi a prepararli, zo «u ojT^ret.

è rapi)resentata da certi brevi o brevucci, che si f'or- ,atterc sa- mano allo scopo di tener lungi le streghe e di pre- lillg^tum servare, segnatamente i bambini, dai loro maletìzì. '^',5'^'*' '^'^' l^•r ottenere questi brevi o brevucci bisogna ricor- ri're a persone, che sono ritenute quali streghe o stregoni, ma che per riuscir nell'intento, occorre tingere, di non conoscere l'attribuzione di cotesta <iualità. Queste persone preparano a richiesta amu- Itti complessi, con sostanze che conservano gelosa- mente presso di loro a tale scopo precipuo, regolan- done principalmente la composizione sulla maggiore o minore offerta di danaro. Ecco la costituzione di due brevi, esistenti nella mia collezione, i quali rap- presentano gli estremi della serie, in relazione con la maggiore o minore facoltà di spendere dei ri- chiedenti.

Il primo contiene: sale benedetto; foglie di olivo l)enedette: un frammento di rete di mai'e i-uliata. Il

(1) Le prime monete di Sede vacante risalirono al 1470; ma «niello, elle hanno impressa nel rovescio la forma simbolica dello Spirito santo, datano solamente dal 1655 e furono coniate durante il periodo della Sede vacante, fra Innocenz'^ X ed Alessandro VII.

66 GIUSEPPE BELLUCCI

secondo contiene invece : pelle con pelo di tasso ; rete di mare rubata : tela di stola rubata ; pane benedetto ; cera benedetta ; olivo benedetto ; sale benedetto ; corda di torre di sette campane ; nove chicchi di g:rano! Singolari miscugli di oggetti, imbevuti di fede cristiana e di fede pagana, a cui l' ignoranza e la scaltrezza di coloro che li preparano, V igno- ranza e la fede cieca di quelli che li richiedono, attribuiscono virtù sopranaturali, ritenute vere e i^o- sitive, mentre non si avvedono e non potrebbero disgraziatamente avvedersene, che in realtà non esi- ste virtù alcuna negli oggetti adoperati, non esiste l'aduggiamento delle streghe, il male profondamente temuto, che gli oggetti stessi dovrebbero prevenire e combattere.

Conosciuta la composizione di codesti brevi, po- trebbe dirsi che ognun di noi sarebbe capace di for- marne; ma l'amuleto o feticcio non avrebbe in tal caso quella virtù, quella sicura efficacia che gli si at- tribuisce, se preparato da persona, che si ritiene non solo pratica dei malefizi e delle arti di stregoneria, ma capace eziandio di esercitarle all'occorrenza. Vi ha di più ; le persone in voce di streghe o di fat- tucchiere, abitanti nei paesi o nelle campagne, co- noscono la forza nel malefizio delle loro compagne in stregoneria, ed esagerando a scopo di maggior lucro la supposta potenza del nemico, mostrano di dosare la composizione del feticcio, anche secondo la presunta capacità della loro avversaria.

Mi sono presentato un giorno in un paese del- l'Abruzzo aquilano ad una di queste megère, detta « la prufite » indicatami come strega; dopo averle

IL FETICISMO PKIMITIVi) IN ITALIA G<

aclcìimandato di prepararmi un breve della iiiajrjjinr potenza possibile, volli esporle come per incidente, tutta la mia erudizione in fatto di stregoneria, mo- strandomi convinto della verità dei particolari che riferiva e guardandomi bene di accennare meno- mamente all'idea, che io la ritenessi in concetto di strega. KMuscii ad entrare nella fiducia di ([uella donna, ed a forza di dire e di dare, la persuasi a cedermi tutto il materiale che possedeva per for- mar brevi contro le streghe, materiale per stesso singolarissimo, che ora trovasi nella sua totnlit.Y nella mia collezione.

Oltre ad una stola intiera ed intatta, rubata di recente nella sagrestia di una chiesa vicina, ebbi un batuffolo di rete di mare rubata, una striscia di pelle di tasso con pelo ; buona parte della muta di un serpe, la pelle <Vun cervionej altrove u cervone (1); coccole rosse di ginepro ; coccole rosse di asparago ; sale cristallizzato benedetto. La vecchia donna che mi cedette questi articoli soggiunse, che li avrebbe presto radunati di nuovo, cosicché la sua industria non veniva a ricevere sospensioni ; anzi nella notte susseguente alla mia visita, si disponeva a recarsi alla marina per rubare un altro pezzo di rete, in sostituzione di quella a me ceduta. E quando reca- tomi alla marina, dimandai ad alcuni pescatori, se si fossero mai avveduti, che nelle reti da loro distese sulla spiaggia mancassero talora alcune parti ta- gliate e rubate ; « pur troppo, mi risposero, ciò ac-

(1) Con tali nomi distinguesi il rettile Elaphis 'luadriUnea- tus, Lacépède.

iìS GIUSEPPE BELLUCCI

cade di frequente, e conosciamo anche le autrici di tali dispetti, ma cosa volete farci ; se talvolta qual- cheduno de' nostri compagni ha in qualche modo reagito verso quelle vecchiarelle, ha veduto dipoi le proprie reti gettate a mare, ritrarsi solitamente deserte di pesci. Quindi lasciamo fare; tìngiamo di non avvederci del furto che ci vien fatto, e ci adat- tiamo così ad un male minore, perchè non e' incol- ga un male maggiore » (1).

Compresi in tal modo che l'esito fortunato o me- no della pesca si veniva a trovare in una certa rela- zione con il furto delle reti, tacitamente consentito; che la formazione di brevi atti a scongiurare i suppo- sti malelìzì delle streghe verso i bambini, aveva una lontana relazione per uno degl' ingredienti normali con la professione florida o meschina dei poveri pescatori. Così nella vita pratica si concatenano i fatti più disparati, si armonizzano gli oggetti, che sembrerebbero non avere e non potessero mai avere tra loro la piii lontana "relazione.

Gli esempi addotti hanno pertanto addimostrato la prosecuzione non interrotta di una pratica, che •origina fin dalla più remota antichità, quella cioè

(1) Il furto, riguardo agli amuleti aumenta in generale le virtù che ad essi soglionsi attribuire. Alcuni amuleti poi comin- ciano ad essere dotati di particolari virtii nel momento medesimo in cui l'oggetto, che li rappresenta, é rubato. K ciò rientra nella teoria generale del feticismo, poiché il feticista pensa già d' in- carnare 0 d' immettere nell" oggetto, che si dispone a rubare, le virtù speciali, che costituiranno poi la sua particolare caratteri- stica. L" audacia e le astuzie occorrenti per derubare un oggetto vivamente desiderato, aumenteranno notevolmente il suo pregio nella mente del feticista, se saranno coronate da esito favorevole.

IL FETICISMO PlilMinVU IN ITALIA fiM

(li toniiai'c iiiiiulcti 0 feticci con o^(i;'('tti i più rli- versi e nel ina<2:j^ior numero di casi iiisi<:^nitìcanti, at- tribuendo ad essi virtù straordinario, soin'anaturali, e circondandoli di particolare venerazione. Alcuni degli esempi riferiti hanno pure addimostrato l'esi- stenza di talune persone, clic ])otrel)bero ciualiticarsi come gli stregoni dei feticisti, alle quali si attribui- sce una potenza magica superiore, ritenute })erciò capaci di formare amuleti o feticci di un' efficacia sicura in determinate circostanze.

Persiste <iuindi nell'etA moderna, in mezzo alla società civile attuale, non solo la fede cieca nelle virtù dei feticci, informati a quegli stessi principi animistici, che incominciarono a manifestarsi tìn dall' età più remote, ma persiste eziandio quella forma primitiva di organizzazione feticistica, che si verifica tutt'ora fra le tribù selvagge o se mi -sei v-agge viventi, e che doveva esistere fra le tribù preisto- riche e protoistoriche, che poi)olarono un giorno le contrade italiane.

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CAPITOLO IV

Influenza della reli- gione cri- stiana suo li amuleti de- rivanti da credenze feticistiche primitive.

Fu già rilevato in antecedenza clie gli avanzi del feticismo primitivo i quali ancora permangono nelle contrade italiane, pel fatto di manifestarsi non piìi in un ambiente selvaggio, ma in un mezzo so- ciale relativamente evoluto, dovevano trovarsi, come difatti si trovano, commisti agii amuleti introdotti più tardi dai seguaci della religione cristiana, oggi dominante nella forma cattolica.

Le ricerche proseguite nelle campagne e monta- gne italiane hanno naturalmente confermato questa conclusione ; nello stesso tempo però hanno addimo- strato r esistenza di un fatto singolare, che collega il feticismo primitivo con il feticismo conseguente dalla religione dominante, che diremo cristiano. È conosciuto il fatto, che la Chiesa ha strenuamente combattuto, come combatte tuttora i principi delle forme religiose differenti, che l' hanno preceduta o che vivono contemporaneamente a fianco di essa. Era ed è questione di ambita supremazia ed anche di esistenza, perchè nella lotta con l'Entità o Di- vinità ritenute false e bugiarde, la Religione cri- stiana confidò sempre e confida di vincere, after- luaiido ed estendendo con ciò mag'ffiormente la sua

IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA

autoritri sulle masso credule ed ossequenti. Nella strenua lotta elle lia combattuto e coml>attt', hi Chiesa cristiana, nella sua forma cattolica, si è poi sempre dichiarata nemica delle fattucchierie e stre- gonerie, riguardandole sia come sopravvivenze delle relig-ioni pagane, die la precedettero, sia come ma- nifestazioni demoniache, ostili al principio ed al retto intendimento della Chiesa stessa. Mentre però aper- tamente, e per così dire officialmente, si è addimo- strata in tal modo, tacitamente e per così dire nella vita pratica, si dovè adattare ai tèmpi, agli am- bienti, alle condizioni delle cose e degli uomini, as- sorbendo nei suoi principi fondamentali con modifi- cazioni larvate, singolarmente nelle forme esteriori del culto, una quantitA notevole di quei principi, <li quelle forme, ch'esistevano nelle religioni abl)at- tute ed altre i»i'endendone a i)restito dalle religioni viventi. Ma ciò, che non si crederel)be, fosse av- venuto, è il fatto, posto in evidenza da molti esem- plari della mia collezione di amuleti, che la Reli- gione cristiana nella sua forma cattolica ha assorbito e modificato, non solo il concetto generico del feti- cismo, poiché questo si sarebbe in certo modo com- preso, ma anche le rappresentazioni materiali, gli oggetti medesimi, facenti parte del feticismo primi- tivo, adattandosi e piegandosi con scaltrezza ed acume, con opportune concessioni, alle credenze fe- ticistiche delle masse ignoranti.

Questo adattamento, questa forma evolutiva nel concetto degli amuleti, è risultato dallo esame com- parativo di un numero rilevante di esemplari rac- colti nelle diverse regioni italiane, per cui si addi-

72 GIUSEPPE BELLUCCI

mostra, che dalla forma rozza di un oggetto natu- rale qualsiasi, a cui soltanto il principio animistico avrebbe potuto conferire le virtù di un feticcio, si giunge per gradazioni alla forma di un simbolo cri- stiano, materializzato però nella stessa sostanza del feticcio primitivo, dinanzi al quale si resta indecisi, se la fede si debba riporre sul simbolo, o sulla so- stanza, ovvero debbano essere contemporaneamente soggetto di culto, sostanza pagana e simbolo cri- stiano. Meglio che ulteriori dimostrazioni a parole valga all'uopo l'esposizione dei fatti; ed io pongo qui alcune serie di forme di amuleti, che varranno a mettere in luce questo singolare argomento.

Serie Prima

Fulmini o pietre dei fulmini.

Differenti sono le forme dei fulmini, che se- condo la credenza popolare costituiscono la parte materiale, litica o metallica, delle scariche elettriche atmosferiche. Una delle forme più comuni, anche perchè quella che la rappresenta, trovasi notevol- mente diffusa in condizioni naturali, è quella delle asce levigate in pietra verde, che furono utensili usatissimi dall' uomo nel periodo neolitico dell' età della pietra (1). Ora con siffatte forme di fulmini esistenti nella mia collezione, si rende possibile di- mostrare il cambiamento verificatosi in tale feticcio, per opera segnatamente della religione cristiana.

(1) Vedasi su ciò, pag. ]"

IL FETICISMO l'IM.MITIVO IN ITALIA

La fìjf^, 39." rappresc'iit.i una forma naturale di ful- mine, costituita da un ciot- tolo appiattito (li calcare si- liceo nerastro, durissimo, con miiiiei'osi ci'istallini di iiii'ilc nello impasto. Todesto i)re- teso fulmine è toj^giato fi «ifros- solauo ta*i'liente nella parte inferiore, senza che 1' uomo abbia però concorso per ot- tenerlo. Il colore nero, la foi'ina di g'rossolana accetta, la durezza notevole, la pro- prietà di dare scintille con l'acciarino, il luoji'o del tro-

FiG. 39." Pietra del ful- mine ; forma naturale. (Rose, Cosenza) Gr. 1/2

.^.'■"^

Fici. 40." Pietre del fulmine, una delle (juali in astuccio di cuojo: asce levigate del periodo neolitico. A a. (Atri, Teramo); nel centro (Castelnuovo, Assisi, Umbria) ; a d. (Cancellara, Foli- gno) — (ir. 1 o.

varnento, devono aver fatto ritenere come un ful- mine caduto, la pietra naturale rinvenuta e rac- colta, attribuendosi i)oi ad essa quelle virtù, che

74 GIUSEPPE BELLLXCI

furono assegnate a forme analoghe, come quelle rap- presentate dalla figura seguente.

La fig. 40.'' addimostra la forma di tre amu- leti 0 feticci, costituiti da accette levigate in ser- pertino, appartenenti al periodo neolitico dell' età della pietra. Quella a s. è intiera e conservata così come fu raccolta : quella del centro, fu perforata all'apice per tenerla appesa: quella a d. trovasi cu- stodita in un involucro di cuojo, cucito accurata- mente nei margini, di guisa che i suoi particolari non sono manifesti. E ancor essa un'ascia levigata, perforata all'apice, il margine tagliente della quale fu troncato, per sostituirvi una superficie piana, riducendolo così a brunitoio, utensile adoperato dif- fusamente nelle prime età metalliche fi).

La singolarità di questo preteso fulmine si trova anzitutto in stesso, perchè munito di sacra be- nedizione, poi nelle particolarità dei seguenti og- getti con cui è riunito nell'involucro di cuojo:

1." Foglie di un rosajo, racchiuse in carta, sulla quale sono impresse a stampa, preghiere in lingua latina e l'immagine di S. Francesco, che ri- ceve le stimate. Le foglie di rosa, presentano chiazze color ruggine, somiglianti a quelle, che si veggono nelle foglie tratte dal leggentlai'io roseto senza spine, attiguo alla chiesa della ^ladonna degli An- geli, presso Assisi, dal quale con tutta i)robabilità provengono ;

(1) Vedasi: Bellucci (}.. Matoiali paletnologici della Provin- cia dell' Umbfia; Kicercho e studi, voi. I. pa?. 95. Perugia. Unione Tip. Coop.

IL FETICISMO PKIMiriVO IN ITALIA

2." Un frainniento di nastro in seta l)ianca- stra, con parecchi fiocchi di seta rossa aderenti, consimile ad altri, che si distribuiscono in taluni Santuari ;

3.° Un piccolo involucro di carta, contenente una certa quantità di sostanza polverulenta, deri- vante da raschiatura d' intonaco di (jualchc tempio o località sacra ;

4." Una carta, in cui trovasi impressa a stampa una preg'hìera, illeggibile i)er lacerazione della carta stessa, di cui però sono tuttora manifesti il princi- l)io, rappresentato da una formula, solita ad adope- rarsi in certi scong-iuri, i- la tìn*-. La preg^hiera comincia con la formula :

+ 1 + 1 + 1 + 1 + 1

e termina con le parole :

iiìì Amen e tre Credo.

L'amuleto complesso di cui si è data la descri- zione, era conservato con moltissima cura e vene- razione da una vecchia donna, che lo custodiva con altri oggetti di carattere sacro, entro una borsa col- locata sotto l'origliere del letto (1).

Come ben si comprende dalla descrizione sud- detta il feticcio pagano primitivo, il preteso fulmine caduto dal cielo, è addivenuto un feticcio cristiano, custodito con la stessa cura e gelosia, con cui si cu-

li) Come particolare storico ricordo, che questo amuleto fu <l;i me acquistato in un anno di penuria di generi alimentari, cambiandolo con quaranta chilogrammi di frumentone !

76

GIUSEPPE BELLUCCI

stodiscono le reliquie di esclusivo carattere sacro, e soggetto come queste alle medesime forme di culto esteriore.

La Hg. 41.^ rappresenta uua forma di croce, perforata all' apice per tenerla appesa, tratta da un'ascia levigata in giadcite del periodo neolitico, segata anzitutto longitudinal- mente e ridotta poi mercè se- gature laterali, accuratamente condotte, all;i forma attuale di croce.

Questo singolare amule- to, benedetto dal l'arroco, si trovò appeso a capo di un letto in mezzo ad oggetti di- versi, di carattere esclusiva- mente sacro.

Dell'antica pietra dd ful- mine non resta pertanto in questo feticcio cristianizzato, che la provenienza e la so- stanza ; ogni altro carattere del feticcio primitivo è scomparso. Alla venerazione però per il simbolo cri- stiano, che l' amuleto oggi rappresenta, si aggiun- geva nel possessore la fede nelle virtù dell' antica pietra del fulmine, di cui oltre al ricordo vivo ed indelebile, permaneva sempre una parte della so- stanza che la costituiva.

FiG. 41.^ Pietra del mi- mine : ascia levigata del periodo neolitico, ridotta a forma di croce. (S. De- metrio, Aquila) Or. 2/3 .

IL FKTICISMO l'IMMITlVO IN ITALIA

Serie Seconda.

Saette o pietre delle saette.

Un'altra fonila, forse la più coimnic <• caratte- ristica, della parte materiale delle seai-idic i-lettriche atmosferiche, è quella che presentano le cuspidi di freccia, di giaveUotto, di lancia, di pugnale, gik adoperate dall'uomo nel periodo neolitico ed eneo- litico dell'epoca preistorica. Tal forma è comune- mente designata col nome di ju'efra della saetta, o semplicemente con quello di saetta. Fu accennato gic\ a questa forma in antecedenza (1), quando si volle addimostrare il carattere, che tali cuspidi liti- che avevano assunto nel culto feticistico delle genti italiane, e dalle considerazioni ulteriori vedremo, come le conclusioni allora formulate, ricevano la più am[)ia conferma. In questo capitolo però le pietre delle saette dovrebbero essere esaminate dal punto di vista delle mutazioni di forma, che per influenza delle dottrine cristiane potrebbero presentare. Deve subito osservarsi però, che a causa di una difficoltà, che può ben dirsi tecnica, ed in conseguenza di un principio tradizionale tuttora vivente, non solo la forma primitiva di tali saette non fu variata, ma sulle loro superfici non fu nemmeno inciso o scolpito alcun attributo simbolico, relativo alla religione cri- stiana.

La difficoltà tecnica deriva dalle proprietà na- tui'ali (Iella selce, minerale di cui sono generalmente

(1) Pag. 17.

78 GIUSEPPE BELLUCCI

costituite le saette. La selce non può adattarsi a forme determinate, se non che con un lavoro di scheggiatura mercè accurata percussione, e mentre gli artefici dell'epoca preistorica erano abilissimi in tal genere di lavoro, per effetto di una pratica lun- gamente acquistata, a partire dalle prime età metal- liche fino ad oggi tale pratica andò sempre più per- dendosi e con l'arte non più necessaria scomparvero anche gli artefici, che la coltivavano. La durezza e la proprietà di scheggiarsi a forma concoide, che la selce presenta, oltre ad aver reso irregolarissime le superfìci delle cuspidi litiche riguardate come saette, devono poi avere impedito, che su di esse s' inci- dessero o scolpissero segni simbolici attinenti alle dottrine cristiane. Il principio tradizionale poi ge- losamente conservato e pervenuto attraverso i secoli fino a noi, deve avere a sua volta contribuito a la- sciare immutata la forma primitiva di tali saette, che si ritengono cadute sulla terra dalle regioni su- periori del cielo. Si disse già (1), che il contatto del ferro riesce a disarmare delle loro molteplici virtù sopranaturali le pietre delle saette; ora senza il sus- sidio di percuotitori o martelli di ferro o di acciajo, sarebbe impossibile modificare opportunamente le forme primitive delle pietre delle saette.

Queste considerazioni, senza essere assolute, pos- sono servire a dar ragione del perchè tal forma di amuleto o di feticcio primitivo non abbia ricevuto mutazioni col variare successivo delle credenze re- ligiose, avvertendo che le considerazioni enunciate

(1) FiVg. 19.

IL FETICISMO l'KIMlTIVo IN ITALIA 79

cmorgono ikìii solo dallo csaiiif (l<-llc mniitToso saette, che s((ii riuscito a possedere, ma da (|U<'llo eziandio di un ^nxu numero di tali aiiiuN-ti. che ho veduto nellr mani dei possessori, da cui però non }iotci averli per la mia collezione. Non una vulta mi fu dato di vedt-re una forma di saetta in pietra silicea, che portasse inciso o scolpito qualche sim- bolo sulle sue Bupei'fìci. ovvero fosse ridotta, come in altri amuleti si verifica, alla forma di simbolo cristiano e segnatamente a (piello di croce.

Ma se la forma delle cuspidi silicee, riguardate come saette, non venne mutata, si ebbero applica- zioni così molteplici e varie di tali amuleti o feticci })rimitivi ai principi delle dottrine cristiane, da non aver alcun dubbio nello asserire, che la forma li- tica delle saette fu fatta propria dalla religione cri- stiana, così come il feticismo primitivo l'aveva già fatta sua, e l'aveva riguardata degna di venera- zione, di culto.

Gli esempi seguenti addimostreranno anzi che la nuova religione andò a tale riguardo più oltre dell'antica, poiché le pretese \sae<fé', rese sacre mercè apposita benedizione rituale, furono poi corredate di quelle decorazioni esteriori, che si usarono e si u- sano tuttora per le altre reliquie sacre, ad esempio per i frammenti delle ossa dei martiri cristiani o di coloro, che dalla Chiesa furono elevati al grado di beatitudine o di santità.

La fig. 42." rappresenta due forme di cuspidi litiche : in alto, quella di una cuspide di freccia, ritenuta quale pietra di una saetta, che si vide ca- dere al suolo e si raccolse scavando dipoi ai piedi

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GIUSEPPE BELLUCCI

della querce da essa colpita. Si trovò conservata entro una cavità della gola del camino in una casa di campagna, at- tribuendosi ad essa con ferma fede le virtù protettive con- tro nuove cadute di fulmini o di saette. Per quante ri- chieste ed indagini facessi ai possessori di tal forma di saetta, per accertarmi se a suo riguardo si nutrivano pen- sieri di carattere sacro, se- condo le dottrine cristiane, non riuscì a staliilire nulla di sicuro. Questa forma di saetta, come molte altre che pos- seggo, esprime quindi, se- condo me, le credenze tradi- zionali primitive, non influen- zale da pensieri sovrapposti, derivanti dalle dottrine della religione cristiana.

La stessa fig. 42.'' rap- presenta in basso la forma di una bella cuspide litica di ])ugnal('. alla base del quale trovasi legata una cor- dicella, per cui mezzo si teneva appesa nella gola (li un camino di una casa di campagna. In seguito ad indagini, riuscii a conoscere che tal forma di saetta era stata benedetta dal parroco ; e nella mente dei possessori ritenevasi, che la benedizione impar-

FiG. 42.» Pietre delle saet- te Un alto: Cortona, A- rezzo) ; {in basso : K:\bbrL. Spoleto, Uml)ria) Or. i/o.

IL l'K'l'ICISMo l'IM.MI I IVO IX ITALIA .SI

tit.i .(Vrssc reso |>iii sicuri' ed ctticiici Ic vil'tìl lia- tiir.tliiH'Ut»' possedute dall' aimiletc», di preservare dalle ruluiinazioiii (1).

La tì^-. 4^1.' rappresenta la seiii- pliff parte inferiore di ima cuspide di treccia di torma triauo'olare, troncata poco al di sopra del i>"ainl)o o i)edun- colo. K fasciata in arj>"ento con anel- li-rto tisso. ed io la trovai appesa a capo di un letto, fra le iinma}i"ini sa- cre, in una casa isolata di canipatrna. (^hiesto eseni|)lai'e di stirffn presenta , , , ... _ i, . un particolare interesse, perchè addi- tra della saet- niostra come le virtù [)rotottive delle ♦^^ (BJi'tiola,

\Itirsc imi** !"*('-

srif'tfp caduto, si posseggano anche dai ruo-iai " Gr fraininenti di cuspidi litiche, se na- nat. turalin<'ntc rinvenute infrante.

La tii>-. 44.' comprende le forme di cintine cn- sl>idi di fi'eccia o di giavellotto del periodo neolitico, contornate elegantemente in argento e munite di anel- letto fìsso per appenderle : tutte erano conservate Con molta cura e gehisia, venerate dai possessori tjuali pietre di tiaette cadute sul suolo e riguardate validissime a proteggere; da ulteriori fulminazioni.

L'accurato lavoro di montatura in argento, le (iiinensioni non ordinarie delle cus|)idi litiche, la loro forma accuratamente simmetrica, dii'ei (piasi

(1) Parlai la prima volta ilei riiu c-ristianoi<ittolic«i di Itcìio- dirc le pretese saette in uno dei primi niifi studii palei iioliigici. inserito negli Atti della Sof. it. di sr. /lat. di Milnno. \iii. \I\ . 1871, pag-. 1»).

82

GIUSEPPE KELLICCI

ricercata, ini conducono ad estendere a tutti questi est'inplari e ad altri consimili, il signiticato, che riu- scì a precisare per uno di essi (a s. in basso), quello

Vui. 44." l'rctre delle saette: in alto da s. ad.: (AjeUi, Guriano Siculo, Cocullo, prov. di Aquila): in basso: iPesco Costanzo, Aquila: Letto Falena, Cliieti) (ir. 2'-,.

cioè di oggetti rc^si sacri, per benedizione impartita dai ministri del culto e quindi ritenuti quali oggetti di devozione, dal punto di vista delle dottrine cri- stiane. Ritengo (jiiindi clu' le cinque cuspidi litiche d<;lla tig. 44.'^, veramente pregevoli per molti par- ticolari di forma, di lavoro e di decorazioni, rap- presentino il conc<'tto di cinque feticci primitivi.

IL FKTicisMo i'i:iMrn\ii in haij V

S3

rivestiti (li ranittcr»' s.-uid sccviikìd le (Inttriiic cri sti>ui«'. e tr;istonii;iti in i-tii(|iiif n feticci cristiani.

La \ìix. 1.")/ ra|i|)rcsciita una cu- spide (li freccia |ireistnrii-a. cinitor- iiata ili ai';iiiit(i. e iiiuiiita di catenella in ottone, per la ipiale trovavasi cnii- «i'iuiita. ali 'estremità di una corona <li rosario, con una nieda<ilia di carattere sacro. La coi'nna. da cui pendcvaiici (jiiesti due og'jictti. fu trovata appesa a ca])o di un letto con un ('rocefisso. un ramoscello di palma l)enedetta e(| una candela egualmente heiiecU'tta.

La particolare posizione della cii- s|>ide litica ali" esti'einità di una co- rona di rosario (li. il collocamento di «piesta corona tra o^"i;vtti d' incon- ti'stahile cai-attere sacn». concorrono ad impartire alla pret«^sa saetta il con- cetto di r<^li(iuia sacra, secondo le dot- trine della relitrione cristiana.

]>a tig. 4t).' rappresenta una forma di reli(iuiario, lavorato certamente da monache, nel (piale, al di sotto di un cristallo, (' rac- chiusa una cuspide di freccia in selce dell'epoca prei- storica, rijjfuardata come saetta. Tale reliquiario, sin- golarissimo per la conformazione e per il contenuto, fu da me trovato a capo di un letto, fra iminasrini

Ki.:. 45.» Pie- tra della saet- ta. (S. Loren- zo, Aquila) (ir. nat.

(1) L<? corone di rosari(j e le iiietta^lio, prima di essi;re usate dai fedeli, devono essere consacrate mercè forme rituali di pai- tieolare l)ene<li/.ione.

S4

GIUSEPPE BELLUCCI

(li Santi, un Crocefisso ed un honen Christi, quando, in un i>-ioru() di forte temporale. e1)l)i casualmente a ricoverarmi in una povei'a casa, pi'ossima al vil-

FiG. 46." Pietra della saetta, entro un reiii|ni;irio. iS. AiioIIìikuc Marsciano, Perugia) Gr. 1/2 .

hifi^gio di S. Apollinare. (Jiraudo per la casa ed en- trando nella camera da letto della vecchia donna che colà abitava, osservai con vera meraviglia, come

IL KKTlrlSMi» l'KIMniVC» IN IIAI.IA

85

una caiulcla anlcssc diiian/ci a (|ucl n-litniiario I Ap- presi allora, clif la punta di saetUi, custodita nel i'('li<|iiiario. era stata Itcìicdctta dal Parroco <■ cln- per devozione <• cnn ferina tede, (piella povera vec- chia suoleva accen- dere dinanzi ad essa una candela henedei ta. tutte le volte idic il tuono i"iiiiiore^';4'ia- va da lun<>i, prean- nunciando il tempo- rale o la «i'randiiie. .Mi a^'^iunj>"eva con iiif^enua sicurezza : che porclieric (li. iir acci ne sporche (ac- (|ue miste a g-ran- dine), sarebbero mai cadute nel territorio protetto dalla poten- te reliquia, eh' essa possedeva.

La flg. 47.' l'ap l)resenta tre cuspidi di treccia in selce dell' epoca preisto- rica, due delle quali colU^gate ad una catenella di argento, che serviva a tenerle sospese ; la terza col-

;. 47.' rioire ilello saette; da s. a li. : (Trasacco, Scontrone, i)rov. di Ai|iiila ; Cortona, Are/./.o) Gr. '/j.

(1) Chiaiiiansi jKirclirric, sjiurcisie, le cuspidi del lulinine e delle saetto, e d'ordinario ilcsifjnansi con (|uesti pseudonimi, es- sondo roffola goneralnionto osservai,!. i|Uolla di non nominare mai fulmini, saette.

86 (ili .SEPPE BELLUCCI

locata in un castone di argento, tci'niinato all' estre- mità con (lue lino-uettc. i)ci- uic/zd tlelle (juali I'oìt- getto era fissato ad un;i ta\iili'rr;i di legiKi.

Q,uésti tre oggetti, pregevolissimi non solo \H'r la conforma/ione. ])cr Teleganz.-i e l;i finitezza d(^lla de- corazione nii'tiillicM. m;\ jinclic ])<■]• j [larticolari sto- rici elle ,1 ciasciiciiniio di essi si riferiscono, furono trovati. (|U;ili sjiclic cadute dal cielo, in mezzo a numerosissinii c.r-roto, in tr<' chiese ditt'erenti ed in regioni d'Italia al)l)astanza lontane ti-a loro. 1 due ])rimi. con cat<'nelle. ei'aiio consaiTati ed offerti ad immagini miracolose di Mad<inne : il terzo fu con- sacrato ed olferto ad un grande Crocefisso, venera- tissimo dai fedeli.

Così le cuspidi litiche, che le gi'Uti italiane ado- perarono un giorno, prima (die la storia registrasse le nmane \icende. i»er rendere piii acuminate e nu- cidiali le l(.ro ai'uii. ehhei'o fortuna davvero singo- lare, tjuando r ignoranza umana cominciò ad inter- pretarle come la parte luateriale delle scariche elet- triche, che scoccano con immenso laimore dai nend)i tempestosi sulla terra desolata. ( )ltrei)assato il pe- riodo della religione feticistica pi'imitiva, le pretese saette fui'ono poi riguardate (|uali atti'ihuti della più alta divinità dell'Olimpo, e come tali, ritenute sa- cre e venerate durante il lungo periodo delle civiltà classiche e sotto l'impero dille religioni politeiste. Atterrati gli anticlu Dei e disarmato per sem{)re Giove fulminaiore, le pretese saette riuscirono an- cora a salvarsi dalla rovina generale delle dottrine pagane. La religione cristiana mm xalsc allora, poi a cancellai'e dalle menti umane l'antico er-

II, FKTICI.S.MO l'Ul.MllTVo IN M'ALIA 87

rorc. <■ iiii'iiti'c i ti'dt'li |)r(>sci;uin)ii(). coiiic pros»*- ^uoiiu tuttora, a riv(jlf;-(r(' allr [ìn'tcsc saette pre- ghiere e iiiaiiifestcìzioni esteriori di culto, la (yhi(^sa non esitò ad ace.ofj^iiei'N-, rome le accoj^lie tuttf)ra, nel l'antlieou riccliissiiiKi delle luidtiforiui ed innu- mt-revoli reli(iuie eristiaiic.

SioRiK I'kuza

Pietre sanguigne o del sangne.

Il dias|irii di eolor l'osso o rossastro, i diaspri verdi eoli maeeliie rosse, soniifj^'lianti a gocciole di sangue disperse, tìirono ritenuti e si ritengono tut- tora (piali amuleti a\-eiili virtù preservative, atti perciò ad impedire luseita de! sangue da qualun- <]ue parte del e(»rpo. e \ irtiì curative, singolarmente tiinostatiche. nei casi in eui il sangue sgorghi da ferite o con fonile emorragiche fluisca dall' interne cavità del corpo umano. Applicando in questi ul- timi incentri la piiiva del sanijiu' sulle ferite, o poneiidoLi a contatto delle regioni esterne, aventi relazione con i visceri o con le cavità da cui il sangue si crede provi-nire. 1" effetto topico, il risul- tato benefico, vengono rapidamente raggiunti.

Mentre però nei diaspri sanguigni la forma del- l'amuleto non \-eiiiie. viene ricercata, perchè la virtù è possi'duta dalle macxdiie di aspetto sangui- gno che contengono, e non dalla pietra consid<'!rata nella sua forma e caratteri generali, nel caso dei

88 GIUSEPPE BELLUCCI

diaspri rossi o rossastri si volle invece, che t'ossero naturalmente piriformi, i>er 1' analogia che in tal caso avrebbero presentato con la forma delle goc- ciole di sangue fluenti dalle ferite. Pertanto al co- lore del diaspro, che richiama quello del sangue, al noto carattere di pietra più fredda delle altre, si aggiunse anche la forma particolare, che 1" amu-

I iiihriai : a il.: (Pe-

leto doveva natumlmente ])resentare, associandosi così diversi caratteri, che per magia simpatica contribuivano a conferire all' amuleto le virtù pre- ventive e curative, che nei casi opportuni doveva esercitare.

Le tìg. 48.'' e 41».'' presentano tre esemi^lari di pietre del sangue somiglianti a grosse gocciole di tal liquido; nella fìg. 48." l'esemplare a s. è perforato, e pel foro passano ancora avanzi di una cordicella, per mezzo della quale si poteva appendere al collo

IL FKTICISMO I-KI.MITIVU IN ITALIA

81)

(li una persona; l'cst'inpliii'i' ;i d. è invece contor- nato in ar^H'iito con anelletto tisso per appenderlo.

FiG. 4<.)." Pietre del .•>aii^..L . '. >.. (i del Lago, Perugia) (ìr. nat.

Casti"] ione

L' esenii)lare a s. della tiji'. i!i. ', ]>ertbrato al- l'apice, ha un nastro di seta rossa, annodato a fiocco, per mezzo del quale si teneva appeso a capo di un letto tra immagini ed oo;getti sacri. Dimandando al possessore la rag'ione, jier la (juale tale amuleto si trovava collocato in un ])osto così speciale, fui da

90 CrlUSEPPE BELLUCCI

esso assicurato, clic in seguito della particolare be- nedizione, impartita dal PaiToco. (piella pietra del sangue, aveva aggiunto alle virtù i>riniitive, molte volte eilicacementp s|)(a'imentat<\ 1<^ particolarità pre- ziose di un oggetto di devozione di un oggetto sacro, a cui con luaggiiir tiducia poteva ricorrersi in caso di l)isogno. Ter (jucsta ragione la jiictra del sangue si conservava a capo del letto, unitamente al lumen Chrhti (■(! alla palma, oggetti sacri, entrambi be- nedetti ed eflit-aci. il primo a guarire le convulsioni infantili e /'nfaìif ignote, il secondo ad allontanare la grandine. ('oni|)i'e.<i allora, come la pietra del san- giii' fosse ancor" <'ssa addivenuta oggetto sacro, e da .ferircio pagano si fosse trasfornuita in feticcio ci'istiaiio. a\\iandosi e(»sì i)er lente mutazioni a quella forma tinaie, jier rui i cai'atteri pi'imitivi dell'amu- leto pagano si \aniio a trovare sotto la forma di sind)olo cristiano, come 1" esemplare a d. della stessa lig. 4'.l" addimosti'a maiiifestaniente.

\ella forma di croce di (pu-st'oggetto non resta flifatti dell'amuleto primitivo die la sostanza, il dia- spro rossastro: ma siffatta sostanza, sebbene si ri- guardi sempi-e provvista delle antiche virtìi, per lontana tradizione ed esixM'ieiiza l'iconosciute (l),

il) l''r;i i l;inli t•.•l^i ili jiiiiii'ifiioiii di ciiini-iMgie, elio la Storia raucmUa cniiu- avvenute per mezzo del diasi^ro rosso, mi piace ricordare il sejiuente, che interessa non solo per stesso, ma iinclie porcile si riferisce a due nomi illustri ucirArto italiana (Re- cin- bli'n; t'aris, 190:!. Il, p. 88).

Il pi(Uii-f. Luca si-inorelli, precursore di Michelangiolo andò un i;iiirnn. nel suo >essantanove.-)imo anno di età, a collocare

IL FETICISMO l'IUMllIX (I I.\ IlAUV IM

non i";ii)|>r('S('iii,i .iltriiiK'iiti la ji'ucciola <li saiif^'uc lluciiti'. ('Ih- per iiiaji'ia siiii]>atica doveva c.cMiforrrrc ad aiTcstarc l' ciiiorran'ic ed i Mussi saiijfuifi'iii. ma offre la toi'iua di mi siiiiltolo. clic s' inipoiK' a tulli i fedeli, ])er uiez/o del (juale si sono sostituite e ^i sostituiscono le fonile |iriiiiiti\('. con\enzionali deii'li anuileti o feticci pa-^aiii.

La piccola forma di croce si ottenne da una ta- voletta di diaspro a piani paralleli, accuratamente seg-ata. l'na lastra di arg'ento .contorna l'o<>-i;-etto in tutta la sua «ifrossezza ed i lembi di codesta lamina, (jentinati a piccoli trian>i'oli. si trovano riljuttuti sulh' due supertici dt'lla croce. Tu anelletti> (isso, nella parte superiore. ser\i\a a sos[iendei"e la croc<-tta di diaspro rossastro a capo di un letto ove fu tro- vata, provvista della fede antica nelle virtii emo- statiche, e della nuova ì\h\c- conferitale dalla forma simbolica e dalla rituale benedizione ci'istiaiia.

jtersonaliiifiitf in uii;i ciiiis,! di Arezzo, un quadro onlinatojjrli dalla confraternita di S. (icrulaiiio. In quel triorno, Giorgio Vasari, ancora j^iovinetto, conolilie il buon vecchio ; per una delle tante eventualità della sorte, il futuro storico delia pittura italiana, fu colpito da una forte emorragia e svenne. Siiinorelli accorse pron- tamente, e fece scivolare fra le spalle del giovane un pezzo di diaspro, che operò in modo l>enetico od arrestò istantaneamente l'emorragia.

Da ((uesto racconto si deduce, che Luca Signorclli doveva avere in tasca la pietra del sangue, alla virtù della (|uale ricorse con esito sicuro. K presumibile però, che tale amuleto non fosse il solo e che signorellL disponesse della borsetta misteriosa, so- lita a contenere amuleti per diversi generi di malattia e contro le intluenze sinistre, come nei secoli decorsi si costumava di por- tare, e come, sebbene rarissimamente, si suole da (|ualcheduno, (I meglio da qualcheduna, portare indosso anche oggidì.

92 GIUSEPPE BELLUCCI

Serie Quarta

Pietre della gravidanza o pietre gravide (1).

Questo siiiji^olare amuleto è costituito da una concrezione arf>'illo-ferrug'inosa, solita a rinvenirsi in forme globulari o consimili ;i quella del rene. Di un colore marrone scuro allo esterno, questa pietra fa sentire un leggero rumore, (juando si scuote in vici- nanza dell'orecchio, rumore dipendente dal fatto, che durante il diseccamento naturale della concrezione, si sono distaccate nella parte interna alcuni frammenti, che con lo scuotimento si muovono entro la cavità formatasi per il diseccamento medesimo. Tuttociò è spiegabilissimo, e all' infuori della singolarità della cosa, nessun' altra deduzione trarrebbe oggi un na- turalista, che si facesse ad esaminare consimili og- getti. Coloro però che primi si fecero ad esaminare questi minerali, provarono un'impressione molto di- versa; inesplicabile dapprima il rumore che tali pie- tre facevaìio sentire; inesplicabili poi le pietruzze esistenti neir interno, e che apparvero a coloro che con pensiero e curiosità di bambini ruppero le pri- me concrezioni per vederne il contenuto. Qual si- gnificato dopociò doveva ritrarre 1' osser\atore igno- rante da un minerale così sing(»larmente costituito? Con pensiero animistico si rigiiardarono come pietre

(1) Queste pietre sono dette anche aquiline, perchè si ritenne, che l'aquila le portasse nel suo nido; volgarmente sono desi- gnate col nome di pleh-e pregne.

ir. KICTICISMl) l'KIMl l'ivo IN ll'AI.IA iKJ

inadl'i. clic nel loro inlcnio ji'cncr;iv;iiio in'ctiv li- ^"lic. M;i 1,1 t;mt;isi;i sp.iziò poi lihcraiiiciltc. (|U;ili(lo si coiicc|)ì il pciisicro. dir le iiictni/z<' li;::lic s.-irch- l)cl"o (liiti- ;ill.i luci' (Lille picti'c iil;i(iri; clic (jucstc iiisoinm,!. collie |iieire <;-i';ivi(|e. ;ivrel)l)ero pai'torito le i)ieti-ii//.e. diesi t roxa \aiio foriiiate iid loro seno. Da (|Uesta coiidiisioiie. rireiuita come x'cra dalle tiiiiaiiità passate, ed ancora patrimonio intellettuale di, liTaii parte dell' umanità \i\-eiite. si trasse un'al- tra conseg-ucii/ca. loyit-a ap|iari'nti'iiiente secondo la premessa.

Se in natura esistono pietre n-raxide. (pieste de- \-oiio possedere, per ra^i'ione di simpatia, una rela- zione con la y'raNidanza delle donne. d(wono posse- (h'i'e \irtù etiicacissinie. non solo per assicurare l'an- danieiito normale del puerperio, ma per allontanare le possiliilità de^Liii alioni. per facilitare i parti. E con (piesto concetto, di una semplicità infantile, le concrezioni arg'illo-ferruginose addivennero feticci od alluditi ricercatissimi e di sperimentata efficacia non •>o|i, per le donne, ma peide femmini- prejj^nanti de- uli animali domestici. Si \oll<' estendere l'efficacia di codeste pietre. dav\'ero fortunate, aiidie ajj^li al- l'eri fruttiferi e si pro\ò, e si credè di poter asse- rii'e. die let^-ata una di tali pietre alle parti superiori di un albero, le frutta pendenti tenevano (1) e ma- turavano ei^'reii'iamente: mentre se la pietra jj-ravida si lei^ava ai |)iedi dell'albero stesso, le frutta non fciirriiiHi altrimenti e cadevano tutte a terra.

il) H liilld |i('r cui <ili all'eri Iriiltifci'i cDiniui-oiio o lu) a m;i- tura/.ioiic le IVutta, i' volganncnt'^ iiiilicatn con ri'si)rc>si(iiic, ^c- /"■;■'• I) utili irnn-e le fn'tta.

i)4

GIUSEPPE BELLUCCI

A codeste pietre gravide si conferirono quindi, e si conferiscono tuttora, virtù straordinarie, indi- jjendenti anche dal sig-nifìcato fondamentale ad esse attribuito. E una vera fortuna il possederle, sia in

Iì(i. od." Pietre (Iella gravidnn/.a: a s.: (Pieve Tiuin;!, Anconai: 'I <l. : (A(iuila) Gr. nat.

|ir<i|)ri<ià i\'), sia in prestito. (|uan(l(> la donna, per In sl;ii(i interessante in cui si trova, voi>-lia affidarsi ;illc \ii'tii protettive di codesti feticci, in cui alita iiatui'ainiente, secondo il concetto animistico, uno s|)irit(> simpatico, quello della i2:ravidanza. favore- ^■olissim(» alle condizioni sprcinli in cui la (loinia si trov;i.

(1) Gciiei'aliiient.o le itietrc, i/raridc sono <lal<' a imlo jicr i uovo mesi che dura la gravidanza, mediante prestazione di un pegno di valore, che ne garantisca la restituzione e con l' inte- resse anticipato di lire cintiue. si ]iuò quindi ritenere, che una pietra gravida rappresenti un capitale di cento lire, e difatti que- sta somma od un oggetto di valore i-quivalente, è richiesta a ga- ranzia o in vendita da coloro che ne posseggono una, non come corrisposta del valore intrinseco, ma come capitale atto a pm- duriie I' iuleresse.

Il, l'IOTICISMO IMMMiriVfi IN ll'ALIA

^

Dalln scric di pietre </nni</f dif | u isst j;-;:!! niH.i ini:i coUcziniic ti-;i*;-^'() i (nuitti-t> <'S('iii)il;iri r;i))f>rc- scntHti (l;lllc liji". ."»().* e ;")! .". ))cl- ;i(l(lilll(istnil'c. conif anche ìlei i-aso di <|Uesto aimileto siasi verilieata (jucila trasfoi'ìuazioiic lenta itia in-(tfonda. ciie ha convcrtito un feticcio i>a<:'ano in un 'i;^"<:ctt<i sacro, in vin feticcio cristiano.

51." Pic^lre (lelhi jxravidanza ; '/ ■<.; iCfirtona. Arezzo): « d. (Muccia. MaeoivUai (ir. n;it.

La t\g. aO.' coni|»rende due cseinphiri : hi jiriìna a s. è una forma naturai»' di pietra f/rarida, che si trovò conservata in una borsetta di cuojo con nitri jinmleti ; è levij^atissinia e fu i>iù e più volte adoperata con successo dalle donne incinte. A d. è rappresentata una forma di pietra jjravida resa <li- scoidale e contornata con lamina di arj^ento. mu- nita di anel letto per tenerla appesa sulla persona.

I.ia tìg. 51.* ha a s. \u\ìì pietra gravida reniforme, contornata accuratamente con lamina di argento, munita di due eappiole liell' estremità laterali. Vvr

I

96 GIUSEPPE BELLUCCI

queste si faceva passare il nastro di seta, che do- veva tenere legata la j^ietra gravida al braccio sini- stro, durante i nove mesi del puerperio e più tardi, alla coscia sinistra, appena si avvertivano i dolori, che prcannunciavano il parto, (^mq.^ìsì i^letra (ji'avlda, fu usatissima e sempre con risultati favorevoli ; la donna, che ne era in possesso mi diceva, che tale jnetra r/ravida era semiu'c impeg'nata : appena suc- cesso il parto in uii;i di»mi;i, che ^a\■('^•a ritenuta in prestito, si trovava subito a collocai-hi presso un'altra (1).

Nella stessa i\^. f)!." a d. è rappresentata un'al- tra pietra (jrarida di forma discoidale, contornata in argento con anelletto Asso per tenerla appesa. II feticcio o amuleto primiti\'o ha in ({uesto caso un suggello particolare, iniiiresso dalla religione domi- nante: la pietra (jracidd, \h'V la sua particolare co- stituzione, non poteva essere adattata ad una forma simbolica. <' si rese sacra, l)enedicendola ed inci- dendo sulla sua sup(M'fìcie il nionograiuuia di (Jesù. Fu rin\eiiuta api>esa. VAmV ex-voto, in mezzo ad al- tri di carattere molto primitivo, in un Santuario rinomatissinu). luèta di numerosi pellegrinaggi, elu- si dipartono con ingenua Wxh' da i-egioni lontane.

(1) l'ci' coinin'ondere la fede illiiiiilata ohe su lati inclrc cjì-ariile In riposta, l)asta le.ygere (luanto siili' arifomenlo <'■ scritto in alcune luilìblicazioni del secolo XM od in quelle anteriori. Scelgo ad osouipio il Tesoro delle gioie pubblicato dal Tozzi (Pa- dova, IG20. pafi'. 200). Vi si Icorge : « fa partorire le donne con gran l'acilità e poco doloi-e, legata alla coscia della gamba si- nistra ». Se una donna incinta, specialmente primipara, legge questo periodo, rimane lalinentc suggestionata dal suo signifi- cato, da non poter fare a meno di pr()\ vedersi dill'amuicld. do- tato di cosi peculiare etticacia.

II. l'pyriCI.SMo l'KI.MITIVO IN ITALIA 97

AiicIk- Iv jnetre (/ravide liauiio <|uin(li percorso il cammino seguito da altri amuleti <> feticci anti- cliissimameute orij^'iiiati. Semplici ciottoli d.-iiipriiiia, come in natura si raccol^'ono, addivennero cloj») una serie di trasformazioni intermedie, vere reliquie sa- cre, benedette dai ministri del culto, ed ammesse, com' e.r- roto insieme con le immap-ini sacre nei tempi cristiani.

Serie Quinta

Legno st regonio.

Il le<i-no dell' a^i-rifog-lio (Ilex aquifolium L.) detto comunemente (auro spinoso, legno santo e vol- garmente legno stregonio, possiede incontestate virtìi contro le streghe e le loro malìe. Per tale ragione è comunemente usato quale amuleto efficacissimo in tutte le regioni dell'Italia centrale e meridionale (1).

Gli oggetti rappresentati nella tìg. 52." addi- mostrano la medesima evoluzione di forme e di con- cetto, segnalata già per altre serie di amuleti. Da un frammento irregolare e grezzo di legno, tratto da un ramo di una pianta di agrifoglio, si passa ad una forma di amuleto, che ha qualche carattere de- corativo e sacro e si termina con la forma di un simbolo cristiano, di quello piìi comunemente rico- nosciuto, il segno di croce.

I

(1) Nello Provincie Calabresi è conosciuto col nome di Tii- foiiìio.

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GIUSEPPE BELLUCCI

L'og'g'etto a s. rappresenta l'estremità superiore (]\ un bastone, formato di legno agrifoglio, conser-

KiG. 52." Legno stvegonio; a s. e nel ce/Uro : (Badiola, Marsciano, Umbria) ; ad.: {CoUepepe, Collazzone, Umbria) Gr. nat.

vato (la tcmix) immeinorabile a scopo protettivo nel- r angolo di una camera, in prossimitA del letto. 1/ oggetto centrale era originalmente rappresentato da un lungo ramoscello cilindrico, fasciato superior-

IL FETICISMO IMtl.Ml rivo IN ITALIA il9

menti' da una lamina metallica con foro, attraver- sato da una cordierlla, che serviva ad appendere l'a- muh'to a capo di un letto fra le iniuiagMiii saere (1). La crocetta rappresentata a d. si ottenne dalla ]iarte centrale di un ramo dello stesso lef^fiio aj^i'ifof^'lio ; sotto la forma di un simbolo cristiano essa nasconde (|U<'llo stesso leono, a cui per antichissima tradizif)ne sogliono conferirsi particolari virtù protettive contro le streghe (2).

I due oggetti di legno agrifoglio rappresentati a s. e nel centro, non sono intieri ; dai loro possessori non ottenni che una piccola parto degli amuleti, per- chè se mi fossero stati ceduti nella loro intierezza, le streghe avrebbero subito visitato i possessori, re- cando loro molestie e danni. Lo stesso principio ebbi a constatare quando richiesi di avere la crocetta di legno stregonio ; la donna che ne era in possesso e che ricordava di conservarla da oltn^ cinquant'anni, non mi cedette la crocetta, senza prima aver trattenuto un po' di raschiatura, effettuata con un vetro sulle parti laterali della crocetta medesima. Senza questo provvedimento la vecchia donna si sarelibe trovata allo istante disarmata contro le malìe delle streghe, mentre per tanti anni era rimasta incolume dai loro fastidì e dalle loro molestie.

(1) Quan Jo obbi occasiono di vederla così collocata, mi parve a prima giunta, una di ipielle candele benedette, che sogliono di- stribuirsi ai fedeli nel giorno della Candelora (2 Febbraio), dotate ancor esse di straordinarie virtù protettive e curative.

(2) Anche oggi, in un convento di Cappuccini, a Monte Malbe presso Perugia, si confezionano crocette consimili, facendone poi commercio, per proteggere i bambini dalle insidie delle streghe.

UKJ GIUSEPPE BELLUCCI

Serie Sesta

Pietre stregronie o contro le streghe.

Con la designazione volgare di pietre stregonie si qualificano alcuni minerali, rappresentati da nia- dreporiti o poliporiti fossili, i quali manifestano sulle loro superftci numerose macchiette, irregolar- mente circolari, di tinta scura, formate dalle sezioni radiate dei singoli animali madreporici, già convi- venti in società, e cementati da una pasta calcarea di tinta grigia. La fantasia popolare ha veduto in codeste sezioni radiate la forma di piccole stelle ed ha perciò designato l' insieme dei fossili, anche col nome di pietre stellarle o semplicemente stellarle.

Molte sono le virtù conferite a codesti amuleti, ma la principale è quella di proteggere dalle insi- die e dalle molestie delle streghe; e siccome sono i bambini che di preferenza si trovano esposti ai loro malefizì, così è costume di dare a questi amu- leti protettori la forma di cuore, quale simbolo dello affetto, che si nutre per i bambini medesimi. Indi- pendentemente però da codesta forma, ed in specie (|uando tali amuleti non devono portarsi appesi sulla persona, le forme possono essere varie e più gene- ralmente presentano quelle di yjiccoli ciottoli irre- golari o discoidali.

La pietra stregonia è un amuleto ricercatissimo e comune in un' area italiana notevole, il di cui cen- tro di diffusione trovasi nella regione aquilana, dove i giacimenti del cretaceo e dell'eocene sono ricchi di madreporiti e corallari fossili.

IL FETK'ISMd l-KIMI rivo IN l'IAMA

1(11

La tig. 53.» rappresenta sette esemplari di pie- tre titregonie, diretti a diiiiostivire 1<^ inutazioiii av-

Fiii. 0:5." l'ietre sti-efronie. (I.oealit;'i diverse della iirovincia di Aquila I Gr. 2,V,.

ì

venute nella Ibrnia di (|uesto amuleto, che a partire da quella natur.de di ciottolo discoidale, figurata isolatamente in prima linea, va assumendo un con- torno seiìipre più regolare, quello della forma di cuore, dai)prima semplicemente perforata alla base, come lo addimostrano le tìgure della linea eentrale, da ultimo elegantemente contornata in argento, con anello tisso, per appenderla sulla persona.

102

GIUSEPPE BELLUCCI

Le ultime due forme della tìg. 53." che si tro- vano rapprcsoutntc nd una seni;) niao'O'iore nella

Fio. 54. a Pietre .stregonie con simboli cristiani. (Provincia di .\(iuila) Or. I/.J.

tifi'. 54.", presentano incisi e scolpiti simboli cristiani, addimostrando il tatto, che la Chiesa, impossessatasi

FiG. .')5." Pietra, steiionia con ligure siniboliclie cristiane. (Pro- \incia (li A(|iiilal <ir. lo.

anche di (piesto feticcio, v' impose indelebilmente il suo suffffello e lo rese amuleto cristiano.

Ifi l'F/nCISMO l'KI.MiriVO I\ ITALIA

10.5

Nell'apice della forma di cuore r.ippi-csciitata a 8. nella fig. 54.* sono incisi, sebbene rozzamente, i tre chiodi sacri; iiell.i |i,ii-te i)Osteriore della />/e- tra stregonf'a fig'urata a d. è scolpito, simmetrica- mente al contorno, il seg-no di croce.

Fi<;. 56." Pietra stregoiiia i-on liguri vincia (li A(|uila) (ir. ' j.

iiiihdlielic cristiano, d'ro-

Interessantissimi risultano poi dal punto di vista dell'adattamento delle dottrine cristiane ai feticci pag-ani primitivi, i due esemplari rappresentati dalle tig. .').')." e ")(;." Sulla pietra stregonia di entrambi ò scolpita nel diritto la figura del Redentore, e nel ro- vescio della prima la ligui-a della ]\[adonna in atto di preghiera, mentre nel rovescio dell' alti-a vedesi scolpita l'immagine di Cristo crocefisso.

Così la fede per antichissima tradizione rii)osta nelle piefrc nfregoìiì'e, viene per il credente cristiano

104 GIUSEPPE BELLUCCI

ad invigorirsi mag"giormente, mediante le figure sa- cre in esse scolpite ; e le misere streghe, gih rese neir impossibilità di recare malefizì per la presenza della pietra nemica, dai fori innumerevoli ed innu- merati, rimangono assolutamente atterrite e fugate al cospetto delle immagini sacre più venerate e, se- condo il concetto popolare, maggiormente temute.

Skrir Settlma

Chiavi per il mal caduco.

Fra 1(^ diverse malattie a cui l' uomo va sog- getto, quelle d' indole nervosa furono sempre le piii difficili ad interpretarsi dalle genti ignoranti. Le loro manifestazioni improvvise, 1' apparato complesso, so- vente convulsivo, con cui si presentano a coloro che si sforzano di soccorrere il malato, il loro rapido disparire, senza lasciare tracce apparenti del turba- mento cagionato, indussero a ritenere, con pensiero animistico, che il mal caduco od epilessia derivasse dall' effetto funesto di spiriti malefici, impossessa- tisi della persona malata. Da questo pi'incipio deri- varono naturalmente i molti metodi attuati e sug- geriti [)er procurare hi guarigione del male; tutti, se ben si considerano, diretti a liberare il malato dalla presenza degli ospiti importuni (i dannosi, clie lo hanno invaso. Tra codesti metodi vi ha quello di ricorrere all'uso del ferro, metallo che sotto forme differenti si è sempre riguardato come nemico de-

II. KKTICISMO l'RIMllIVO IN IIAMA lUf)

g'ii spiriti maligni, dclli- streghe «^ delle loro malìe. In (|iU'lla forma di malattia nervosa, che volgar- mente si designa eoi nome di lual caduco (1), è di- tatti consigliato l'impiego delle chiavi di ferro per prevenirla e coml)atterla. Ed è tradizione jxiiìolare molto dilfusa. che ove si riesca ad immc^ttere una chiave di ferro nella mano contratta di una persona colpita dal mal caduco, l'assalto e])ilettico cesserà di un tratto e le condizioni normali non tarderanno a ristabilirsi. Da ciò i tentativi che si fanno ])er riu- scire nell'intento, senza riflettere, che se la chiave potrà ad un eei'to momento introdursi nel pugno stretto di chi fu colpito dal mal caduco, ciò dii)en- derà dal fatto, ehe le contrazioni muscolari si tro- \-eranno già nella fase di stanchezza ed il povero malato sarà in \ ia naturale di liberazione dall' ecci- tamento nervoso, che lo a\ev;i colpito.

Xon ostante ciò, iirima cura delle persone vol- gari ch(» si trovano a soccorrere il malato, è quella di adopei'are qualsiasi chiave che sul momento ca- [)iti alle mani ; è però comune credenza, che se l)uò disporsi di tina di cpielle chiavi, che in casi ]>recedenti si addimostrò efficace allo scopo, sarà cosa migliore e desiderabilissima. Anzi in alcuni paesi della regione montana dell'Umbria ho trovato, che presso qualche persona, generalmente una doinia, suole custodirsi unitann-nte ad altri amuleti la chia- ve di ferro, specitica per il mal caduco, che si va

(1) Morbus sucer dei modici rlassici; male di S. Donato nelle regioni meridionali d'Italia; mule di S. Valentino nollc regioni settentrionali.

106

GIUSEPPE BELLUCCI

prontamente a richiedere neir eventuale circostanza in cui taluno sia colpito dal male.

La tìg'. 57." rap- ': ' l)resenta due forme

(li chiavi adoperate come amuleti contro il mal caduco; quel- la a s. è una chiave ordinaria, che per molti anni fu conser- vata da un uomo di Spinazzola, il quale andò soggetto in un periodo della sua vi- ta a frequenti assalti epilettici. Nella cir- costanza di uno di questi, parve che la chiave, allora per la l)riiiia volta adope- rata, riuscisse favo- revolmente, e fino d'allora quel povero uomo volle sempre tenerla legata con una cordic<'lla al suo polso destro. Egli attril)uiva alla sua influenza, con la fede di un feticista convinto, T esser rimasto immune ne- gli ultimi anni di sua vita dagli assalti epilettici, ed era tanta la liducia ch'esso riponeva nel feticcio protettore, che molte volte, sembrandogli di provare

FiG. 57." Chiavi por il mal caduco: as.: (Spinazzola, Bari); a d.: (Val- fabbrica, Perugia) Gr. i-j.

IL FirriCISMO l'KI.MI l'lV(» IN IIAF.IA lOl

i sintomi precursori del male, striiij>;'eva subito la chiave nella mano, vd il male dilc^-uavasi pronta- niciitf. .Mia morte del i)OSsessore, pi'ocurai die sif- fatto feticcio, dotato di così preziose virtù, fosso conservato nella mia collezione.

La forma di chiave rappresentata a d. nella H- yura óT.', ha pure risoluto con successo favorevoli' numerosi casi di mal caduco ; fu trovata [iresso una donna settimina (1), che la teneva in custodia con altri amuleti, per concedeva in prestito, mediante (pialche dono, quando nel suo paese verificavasi la necessita di adoperarla. Ma non è più una chiave ordinaria; alle virtù della chiave di ferro contro il mal caduco, si a«"<2:iunf>vva in (|uesto amuleto l'ef- ficacia del simbolo cristiano, incluso nel! "anello con- formato a cuoi"»', simbolo atto ad allontanare di per s("' g-li spiriti malctici. da cui il mal caduco si ritenne e si ritiene provenire.

Anche le chiavi per combattere il mal caduco liainio ([uindi subito quella mutazione speciale, che altri feticci ebbero pure ad incontrare col volg-er del tempo e delle credenze religiose. Da feticci ado- pci-ati nella loro forma semplice e naturale addiven- nero feticci preparati, intenzionalmente muniti di simboli cristiani.

(!) Hettimiiie e settimtni sono i settimi nati in nna liuniizlia; essi sono naturalmente dotali di parecchie virtù, specialmente mediche; diconsi anche virtiniti.

Il capitolo dei Settimini è uno dei più singolari nel campo delle Tradizioni popolari, anche per i rapporti eh' e^so proenta con alcuni elementi dell'Etnogralia contemporanea. Nutro la spe- ranza (li poterlo prossimamente illustrare.

108 GIUSEPPE BELLUCCI

Serie Ottava

Chiavi contro le convulsioni infantili.

Le malattie d' indole nervosa con forme convul- sive a cui vanno soggetti i bambini, designate co- munemente col nome di convulsioni della prima in- fanzia e volgarmente con quello d' infantignole, sono dipendenti, secondo la credenza popolare dall' in- fluenza di spiriti maligni, ed in particolar modo dall'opera nefasta delle streghe e degli stregoni.

Come mezzo preventivo e protettivo si adopera un amuleto speciale in tVìrma di piccola chiave in argento, detta comunemente chiavetta dello Spirito santo, che solitamente vedesi appesa con altri amu- leti al collo dei bambini. A somiglianza poi di quanto si i)ratica con le chiavi di ferro nel caso del mal caduco, si procura che la ciiiavetta dello Spirito santo sia stretta nella mano dei bambini, nel momento in cui sono assaliti dalle convulsioni, con la ferma fi- ducia che, ove si riesca a farla impugnare, si ale- resti istantaneamente il male, che li ha C(tli»iti.

Questo amuleto, come lo designa anche il nome con cui si specifica, dev' essere di tarda creazione, o per lo meno deve rap|)reseiitare un;i iiidditicazione o variante di altro amuleto, forse la semi)lice mano in pca, che origina Un dall'epoca preistorica il), e che in precedenza doveva essere addpei-jito al me- desimo scopo.

(1) Pag. ()2, lig. 38."

IL FETICISMO l'ItlMri'IVi) IN ITAIJA

10!>

Le chiavette dello Spirito santo sono chiavi sim- boliclic; esse non furono mai dcstiuatc ad un uso pratico; sono f^'cncralnicntt' in arii'riitn. rai-anifiilr (li bi'onzo o di oftoin'. La tonua lU'iiuitix'a di esse ll;l la |)art(' corrispondcnU" al- lo in<>'t'»>'no. l'apprcscntata <la una mano serrata, col pollice tra l'indice ed il medio, in quella torma eli»' dicesi mano in /ira : laloi-a ciuesto simbolo speciale è anche ripetuto all' estre- mità della piccola chiave, come nell'esemplare rap- presentato a S. nella flgU- fio. 58." chiavette dello Spi- ra 58.% lìresentandosi così rito santo. (Perugiai-(U-. 2/3. nell'amuleto medesimo due

forme di mano in fica e rinforzandosi naturalmente le sue virtìi specifiche.

Richiedendosi poi più tardi che le chiavette dello Spirito santo fossero rese sacre mercè 1' atto di una benedizione rituale, i ministri del culto cattolico de- vono aver consigliato od obbligato i feticisti a sosti- tuire il simbolo pagano con il simbolo cristiano del segno di croce ; ed è forse da questo momento clu^ le piccole chiavi in argento adoperate a prevenire ed a combattere le convulsioni infantili, si dissero chiavette dello Spirito santo, invocandosi nell'atto ri- tuale della benedizione l'altissimo potere della terza persona della Trinitji cristiana.

Anche per tale amuleto si veritlca i>ertanto un

110

GIUSEPPE BELLUCCI

cambiamento sin^^olare nei particolari che lo costi- tuiscono e specialmente in t|uelli destinati a proteg- gere pili efficacemente i bambini dalle influenze ma- lefiche che possono aduggiarli o dan- neggiarli. La ftg. 58.'' rappresenta di- tatti due forme speciali di piccole cliiavi in argento; l'antichissimo se- gno pagano della mano hi fica, che si vede nella chiave a s., è sostituito dal segno della croce cristiana, inciso nella lamina dello ingegno della chia- ve figurata a d. Fra codeste due forme di chiavi può collocarsi quella rap- presentata dalla flg. 59.% la (piale rap- presenta una chiave con la mano in fica nella sua estremità inferiore ed una croce inclusa nell'anello superio- re. È una forma intermedia singolare, Spirito santo q\^q addimostra come il simbolo cri- Tr. na .( ). gj-j.^j-j^ ^^^^^ ^ giunto ancora a sostituire del tutto quello pagano, ed entrambi si trovano bel- lamente associati nello stesso amuleto, contro il co- mune nemico.

Vedemmo poi per lo addietro (2) come partico- lari circostanze influissero, a che alle piccole chiavi in argento contro le convulsioni della prima infan- zia, si aggiungesse in alcune regioni d'Italia, un altro amuleto, rappresentato da una moneta in ar-

pie 59." Cliia- vetta dello

[1} Vedi nota alla paj. (2) Pag. 82.

Ilo.

IL FETICISMO l'IJIMiriVO IX ITALIA

111

g-i'iito, portante imiircsso il sinilxìlo dello Spirito santo; un esemi)larc di questo amuleto èqui l'ipro- dotto dalla tig. 60.».

(^>uantunquc tali monete non rappresentino medag'lie appositamente coniate a sco}»» sacro, pure per il simbolo cristiano, generalmente \-ene rato, impresso nel loro rove- scio, addimostrano ancor esse l'eNoluzione subita dagli amu- leti specifici contro le convul- sioni infantili. Dalla chiave simlxilica con le mani in fica, si passa alla forma di chiave,

che dello Spirito santo non ha che il nome, e si giunge per mutazioni intermedie all' amuleto, che porta impresso il simbolo cristiano, generalmente co- nosciuto, dello Spirito santo.

FiG. (50." Moneta dello Spi- rito santo, (l'crufria) Oi-. nat.

Serie Nona

Unghia della gran bestia.

Con questo nome si designa oggidì l'unghia del CerviiK alces L., dell'Alce comune, che si ritiene possedere virtù contro i veleni ed efficacia notevole contro le streghe ed il malocchio (1). Gli amuleti

(Il Originahnoute intende vasi per unghia della gran bestia (liiella del rinoceronte; per la difficoltà di procurarsene traui- iiicnti, dev'essere stata sostituita con quella dellWlcc.

112

GIUSEPPE BELLUCCI

formati con quest" img-hia sono generalmente costi- tuiti da una tavoletta tagliata in codesta sostanza, incorniciata poi con lamina di argento e munita di

due cappiole laterali, per cui r amuleto si collega o ad un na- stro, o alle due estre-_ mità di una collana di coralli. La forma più comune dell' a- muleto è quella ret- tangolare rappresen- tata in alto nella fi- gura 61.". La forma di cuore, rappresentata inferiormente nella stessa figura, porta inciso nel diritto il monogramma di Cri- sto sormontato da croce e sovrastante ai tre chiodi sacri ; nel rovescio contie- ne, fissato mercè ma- stice, un frammento dell'unghia di Alce. Anche per que- sto amuleto si ve- rifica (luindi (luanto si è posto in evidenza per gli amuleti delle serie precedenti ; al semplice concetto pagano, primitivo, sulle virtù dell' amuleto, si è ag- giunt(j il pensiero della protezione esercitata dal sim-

FiG. 61." Unghia della gran bestia: in alto : (Perugia) ; nel centro : (Te- diano, Norcia, Umbria) CtT. nat.

IL l'ETICIS.Mo l'K IMITI Vii IN ITALIA 113

bolo sacro, che af>'li ocelli del feticista cristiano, non solo aumenta le virtù si)ecitiche dell' unuileto, ma permette di poter confidare sulla sua efficacia, senza contravvenire ai precetti della relif^'ione vi- vente.

Serie Decima

Crescenti lunari, ranocchielle, rospi, inimag'ini di S. Donato.

Nel sommario di questa serie si ravvisa tale distanza fra g'ii oggetti accennati dai singoli titoli, che a nessuno verrebbe in mente d' intravedere una l'i'lazione qualsiasi tra di loro. Eppure ciò che a pri- ma giunta sembrerebbe impossibile, verrà messo in evidenza dalle considerazioni e specialmente dalle comparazioni seguenti, sopra una serie singolare di amuleti, ritenuti efficaci a prevenire ed a combattere i malefizì delle streghe.

Nella parte più meridionale dell' Umbria, ma segnatamente nella tìnitima regione degli Abruzzi, si costuma di portare indosso contro le malìe delle streghe (fascino, malocchio, jettatura, fatture, liga- ture), alcune forme simboliche in argento di cre- scenti lunari, di ranocchielle, di rospi, talora sepa- rate, più comunemente congiunte, come si vedono rappresentate nelle figure 62.', 68.", 64.*.

L'origine di questi amuleti è molto ivmota e più oltre si cercherà d' inti^'pretare il significato dei diversi simboli clic li costituiscono, e che hanno et'tì-

8

lU

GIUSEPPE BELLUCCI

cacia in quanto rappresentano attributi specifici delle streghe. È da osservarsi però, che tali amuleti infor- mati a concetti esclusivamente pagani, non potevano esser tollerati dalla religione cristiana, tenuto conto

eziandio del fatto, clie non godevano di una fiducia ri- stretta a pochi individui, ma diffusa a mol- tissimi ed in un' area di e- stensione note- vole. Pertanto, sebbene si ve- rificassero casi di transazione, come lo addi- mostra l'esem- plare della fi- gura 64.'', in cui si rileva un singolare con- nubio di con- cetti pagani e cristiani, pure si provvide a modificare profondamente il concetto I>agano, a cui l'amuleto primitivo era informato.

Nella regione degli Abruzzi e specialmente nella provincia di Teramo è veneratissimo un santo, di nome Donato. La fede assegna virtìi straordinarie a

Vii:. t)2." Forme di rospi, di ranoccliielle e di crescenti lunari in argento : in alto as.: (A(iuila): a d.: (Campagna, Saler- no) : in basso: (Atri, Teramo) Gr. i'2-

IL FETICISMO l'UlMiriVo IN ITALIA

115

(lia-sto invittd cainpioiic della i'clii>'iono cristiana, (iliariscr dal mal fadut'o; anzi (jUcsto male, che si dosiji^na col nomo di male S. Donato, è, secondo la monte infantilo della maj^'^'ior

parte dei fe<le|i. il male ]il'i)pri" del

santo, per cni nessnno mo^'lio di Ini, elio lo distribnisco, ])otrà ;^"iia- riiv coloro, che ne furono colpiti. 8. Donato proviene e guarisce l'i- drofobia; previeni' e combatte gli effetti sinistri del malocchio; è ti- nalmente un santo anti-streg'onico ]»er eccellenza. Per tutte queste pe- culiaiM vii'tìi l'immagine di S. Do- nato era proprio quella, che faceva a proposito, per essere collocata in sostituzione delle forme di ranoc- chielle e dei rospi negli amuleti in argento contro le streghe. E difatti si formarono amuleti nuovi, nei ciuali il concetto religioso cristiano subentrò, alnu'no in parte, al concetto pagano; ma nella con- formazione generale, nello stile, nei particolari, si copiarono esattamente gli amuleti antichi, che si distinguevano per le forme di ranocchielle e di rospi, che vi erano rappresentate. Ora senza entrare in uno studio minuto di particolari, basta che il lettore confronti le forme di amuleti rappresentate dalle figure 62.^, 63.', G4.', 65.», perchè da codesto esame comi)arativo vedrà emergere ad evidenza la conclu- sione di sopra formulata.

Fkj. 63. a Forma di ranocchiella, in- clusa in un disco, costituito da una treccia: in argen- to (1) Or. I o-

il) Vedi nota alla \)a>:. HO.

116

GIUSEPPE BELLUCCI

Sono sing-olarissimo le due forme rappresentate in alto della tìg. ()5.", in cui S. Donato impugna il simbolo anti-stregonico, la ftdce lunare, e lo squadra contro il nemico perverso, che ardisce insidiare il possessore dell'amuleto. Nelle altre due forme, rap- presentate in basso nella tlg'ura sud- detta il santo è spogliato dei sim- boli efficaci contro le streghe ; anzi il termine della serie è rappresen- tato dalla semplice figura del santo, in atto di benedire, privo di qua- lunciue ricordo, anche ornamentale, che negli amuleti precedenti lo ac- compagnavano. Per giungere però rauocchieiia sul a quest' ultima forma, che ha un

crescente luna- carattere esclusivamente sacro e cri- re; inargento (li . n T

Gr. nat. Stiano, quante torme intermedie si

dovettero immaginare, quanto lenta fu l'evoluzione delle forme rappresentative, che si dovè percorrere, perchè filialmente la psicologia infantile dei feticisti riponesse fiducia nella sola immagine di S. Donato, sostituita a quella delle ranocchielle e dei rospi 1

FlG. 64.

Forma di

(1) (jli amuleti rappresentati dalle tre liii'ure 59.'', 63.", 64.^', non esistono nella mia collezione. Le figure furono tratte da una tavola (XIV). che illustra l'interessante lavoro di R. T. Giinther, dal titolo « The Ci.maiu'ta, its structure and development » inse- rito nel voi. XVI, 1905 del Folk-i.ore, Transactions of the Folh-ìore Society of London. L'amuleto rappresentato dalla 11°;. 64.", trovasi anche tra le illustrazioni dell' opera di F. T. l';l\vorthy, The Evll Eye, London. Murray, IS9.'), pag. 311, lig. 1.52. L".\ut. lo riguarda come unico, por l' iscrizione cristiana di cui è munito, ed indica che l'originale esiste nella collezione Neville Kolfo. che ora dove trovarsi ad Ileacham, Norfolk, Inghilterra.

IL FETICISMO l'KIMll'IVO IX ITALIA

117

Epi)urc' non ostante ([aostc li-iitc inutazioni, che noi eoniprendiumo thcilnientc. ma clic i meno veg- genti tardano a percepire, sia i»cr iial arale diffidenza, sia per torpidità di niente, T etìetto voluto da coloro che iinniag'inarono la sostituzione, non si è ancora raggiunto, segnatamente per gli estremi della serie, rappresentati dalla scni])liee figura del santo.

Nelle regioni caiiiix'- sti'i e montuose, nei paesi e nei villaggi dell' Aliruz- zo teramano, sono diffusis- sime (lifìitti tutte le forme illustrate di questa serie singolare di amuleti in ar- gento, ma le più comuni sono sempre quelle in cui si trovan(j ranocchielle e ros])! ; meno comuni, quel- le, in cui S. Donato im- pugna la falce lunare; ra- rissime le altre, in cui il santo è rappresentato dalla semplice immagine, priva di ogni simbolo superstizio- so. L' immagine del santo si comprende e si venera come cosa sacra, ma senza i simboli che fanno al- lontanare le streghe, o le trattengono dallo (esercitare le loro malefiche azioni, la sola figura del santo non apjiare sufficienti^ come amuleto, non parla abba- stanza alla mente del feticista, che abbisogna di ve- derla congiunta ai simboli cai'atteristici, in cui per

Vìe. (55." Kapprescnt.-izioni diverse di S. Donato: in ar- gento. (Atri, Teramo) (ir. 1/2.

118

GIL'SEPPE BELLUGCI

antica tradizione è riposta la virtù preventiva e pro- tettiva contro le streghe. S. Donato è un santo mi- racolosissimo e jjer bène, mi diceva con semplice ma eloquente espressione una donna delle campagne abruzzesi ; ma se non ha i corni in mano, non riesce a far fuggire le streghe 1

Per accreditare maggiormente V immagine di S. Donato, la si rese anche capace di arrecare for- tuna a coloro che ne erano in possesso ; e non bastan- do la rappresentazione del- la gibbosità naturale, di cui il Santo sembra fosse affetto, e che da sola ac- cenna di già a portare for- tuna, la si volle munita del magico num. 13 (tìg. (Ki. '). sorgente inesauribile di di- sgi-azie per coloro che di tal numero sono sprovvi- sti, sorgente invece bene- fica di fortuna e di feli- cità nella vita, per coloro elle (li tal numero sono in

Fio. fio." Imiuayine di s. Do- nato in argento, con sim- boli diversi. (Atri, Teramo) Gr. nat.

possesso 1

Siamo (luii(|U(' di tinni- te ad amuleti di receiitissiiiia l'oniiazioiu' e perciò di particolare interesse pei' i nostri studi, metten- dosi per essi in evidenza (jiude sia stato il concetto psicologico seguito dai feticisti per formarli. L'im- magine del santo, che deve rappresentare nell'amu- leto complesso la parte imposta dal pensiero cri-

IL FRTICrSMl» l'RIMITIVf» IN ITAMA 11!»

Stiano, agxiuiijj'i' og'j^'i forza <■ virtù ai simlioli pa- gani, come questi indirettanicntc ne partcciiiaiin a (.lucila. Ma t'iii deve guadagnare aiii-oi-.i il eredito necessario nella virtù di allontanare le stregiic. (■ preoisanieiite l' immagine del santo; e (|Uaiidc per lunga esperienza codesta immagine avrà acquistata la ti(Uu"ia lU'cessaria lU'lla mente dei feticisti, i sim- Ixili i)agani cadranno ad uno ad uno. e l' imnnigine del santo rimarrà sola a dinn)strare la desiderata efficacia. Verrà poi un tempo più lontano, in cui sia per una maggiore estensione di (jneir umana xii'tù. che dicesi buon senno, sia per aunu'Uto di liu-e ir- radiata dalla scienza, anche rimmagine di 8. Do- nato scomi)arirà come amuleto, relegata dove pur- tropiio vanno a finii'e tutte le umane illusioni.

Potrei aggiungere altre serie di amuleti, se <[Uelle esposte non paressero sufficienti ad illustrare il principio enunciato, che cioè la religione cristiana nella sua forma cattolica, introdusse nel suo culto esteriore anche i feticci primitivi ; li benedisse prima e poi, per via di adattamento, consigliò d'imi)rimere o v'impresse il suo suggello con forme simboliche conosciute, rendendo per tal modo i feticci primitivi, oggetti sacri e degni di venerazione, anche dal ])unto di vista dei jìrincipì del Cristianesimo. Cosi lo stesso amuleto, dinanzi agli occhi del credente, mantenne le \irtù, che secondo i concetti animistici gli erano state dapprima attribuite e ne acquistò delle nuove, secondo i concetti cristiani; si ebbe pertanto un con- tenuto di ijaganesimo rivestito di cristianesimo, ili- nanzi al (piale il cre(h'nt(% non contravvenendo altri-

120 GIUSEPPE BELLUCCI

menti ai precetti della religione dominante, come adoratore di feticci pagani, si trovò per sua fortuna e tranquillità in santa pace con la divinità primi- tiva ritenuta falsa e bugiarda e con la rappresenta- zione della divinità nuova, riguardata come vera e genuina.

Ma la Chiesa non si termo a questo primo adat- tamento; riconobbe, e non poteva non riconoscerlo, che proseguendo in tale indirizzo, transigeva aper- tamente con le proprie dottrine; allontanandosi al- lora sempre più dal feticismo primitivo, sostituì ai feticci già cristianizzati, feticci nuovi, differenti per forma e per sostanza da quelli. E la sostituzione avvenne, come vedrà dagli esem])! qui appresso illustrati, mediante oggetti consacrati con riti spe- ciali ed aventi apparenza esclusivamente sacra, ai quali però si assegnarono quelle stesse virtìi sopra- naturali, che il feticista, seguendo i principi animi- stici, che nella sua ignoranza lo ispiravano, attri- buiva ai suoi gri-gri, ai suoi amuleti. Se non che men- tre il feticcio primitivo rappresenta un oggetto di creazione e di adorazione individuale, ed ogni feti- cista conosce ])t'r ])roi)ria dottrina le virtù che gli sono conferite, il feticcio cristiano rappresentato da un' immagine, da una medaglia, da una reliquia, da una figura in cera, non rende di per palesi le virtù sopranaturali assegnategli, se non iscriven- dole suirtmiuleto medesimo, ovvero corredandolo di (jualche ])articolare tìgurato, per cui lo scopo tinaie addivenga intelligibile anche a coloro, clie non giun- gono a decifrare segni scritti.

IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA

121

Agnus Dei.

Fio. 07." Borsa in seta rifaniata in oro ed in argento ed ornata di lustrini, entro la quale si conservavano i due Ag/ii'^ Dei, rappresentati in basso, ritenuti <iuali potenti amuleti j;randi- niCutri. (Gubbio, Umbria) (ir. '/o.

In un mio studio precedente ebbi giji occa- sione di ricordare i due amuleti cristiani, figurati qui sopra, riferendo contemporaneamente in (juale circostanza particolare ebbi occasione di vederli ado- perati come amuleti o-randinifug-i, a difesa di una pi-o-

122 GIUSEPPE BELLUCCI

prietà campestre (1). Oltre questi Agnus Dei, ne conservo nella mia collezione altri due esemplari, uno dei quali proveniente da Norcia (Umbria), ri- guardato come validissimo antiepilettico; l'altro, trovato a Citerna (Umbria), ritenuto come sicuro mezzo protettivo contro le fulminazioni. Nelle mie ricerche ebbi più volte occasione di osservare alcuni Agnus Dei, collocati entro cavità sull'alto delle torri campanarie, specialmente deg'li antichi monasteri, come protezione contro i fulmini, come difesa con- tro le tempeste dell' aria e singolarmente per tener lungi le grandinate. Incontrai la più grande resi- stenza per ri trarli dai luoghi, ove si trovavano col- locati e dovetti desistere dal desiderio di possederli. In parecchie circostanze ebbi poi agio di osservare altri Agnus Dei, a cui i possessori non attribuivaiu) alcuna virtù specifica, inen^ite al concetto psicolo- gico degli amuleti pagani ; per tal ragione questi non sono considerati nel presente studio, rappresen- tando oggetti di juiro culto.

Ritornando agii esemplari raccolti, mi sorprese la designazione di virtù così dissimili ad essi attri- buite; e mentre trovava facile di spiegare, come \o stesso amuleto potesse per gii uni avere efficacia contro gli spiriti maligni, che fabbricano sulle nubi la grandine, e per altri avesse virtù contro gli spi- riti congeneri, che dalle nubi tempestose scoccano sulla terra i dardi fulminei, mi riusciva difficile com- prendere, come ad un amuleto consimile fosse attri-

(I) Bellucci Gusei'I'k, La yramUne nelV Viìibvia, Pcnijj;ia, Un. Tip. Cooii., 1903, pajif. Ti.

Il, FKIICISMO l'KI.MiriVO r\ ITALIA 1 2."i

l)uit;i la virtù (li tener lun^i ^"li assalti epilettici. Il rinveiiiniento casuale di una stampa i)reziosa (Ij, jriuuse a t'Iiiarire le incertezze, e t'orni (juella raj^ionc, che non trovava, sej;aien(l() il concetto psicoloo^ico senii)lice ed uniforme dei feticisti. Il titolo della stampa, i i)articolari dell'editore, l' impronta di un A(jni(.s Del a lianco dello stemma j^entiiizit) del pon- tefice vivente (Leone XII), sorniontat(j dalle chiavi apostoliche e dal triregno, danno alla stampa me- desinìa un carattere officiale, e conferiscono a quanto in essa è asserito come materia di fede, il mag'jjfiore fondamento di autentica e genuina espressione.

Codesta stampa enumera le grazie ed i henefici, che secondo la Chiesa cristiana cattolica i fedeli pos- sono impetrare nelle diverse contingenze della vita mercè gli Agnus Dei; grazie e l)enetici, che trascrivo seguendo la dizione e la grafìa originale, omettendo soltanto quelle, che per essere esclusive a' principi ideali della fede, non hanno interesse nel presente studio.

lo stesso PouteHce con divotc (frazioni prega

il Signore Iddio, ohe si degni benedire, fi;rtutiticare, e consacrare quelle fonile di Cera, e comunicar loro tale virtù, che chiunque con vera fede, e divozione le usi, venga ad impetrare le grazie, e iK'uefici seguenti :

1."

Il) iato ed uso delle CEKE sìacke volgcD-tnente cltiumate Agnus Jj-:i, Koina, 1828, nella Stamperia della Keverenda Camera aposto- lica. — Un esemplare di codesta stampa è presso IWutoro.

124 GIUSEPl'E BELLUCCI

2.« Che air aspetto dell' adorabile seguo di Croce impresso nelle medesime Cere si atterriscano, e mettano in fuga i maligni Spii-iti, si dileguino i nembi, si acquie- tino i venti, cessino i tuoni, siano dissipati i turbini, i fulgori, e le tempeste.

3.0 Che per virtù della Divina benedizione va- gliano queste Cere contro tutte le diaboliche frodi, in- sidie, e tentazioni

4." Che le Donne incinte portino senza pericolo, e diano felicimente alla luce il loro feto.

5." Che niuna disavventura avvenga a clii divota- mente gli porta: che niun'aria pestilenziale, e corrotta gli sia nociva, niun morbo caduco lo assalga : Che sia preservato dalle tempeste di mare, dalle inondazioni e dagl'incendi; e niuna malignità possa contro di lui pre- valere.

()." che sia assistito ne' prosperi, e ne' sinistri av- venimenti : Che dalle umane, e diaboliche malvagità sia custodito, e difeso, da subitanea morte, e da ogn'altro male, e pericolo liberato per i misteri della vita, e pas- sione di Gesii Cristo.

Per le virtù seg-nalate negli articoli precedenti, gli Agnus Dei possono quindi riuscire efficaci come : antidiabolici, antistregonici, antimiasmatici, antiset- tici, antiepilettici, antiabortivi e favorevoli al parto normale. Riescono inoltre efficaci contro le tempeste dell' aria (comprese le grandini), contro i tuoni (?), e le folgori ; contro le tempeste di mare, le inonda- zioni, gr incendi; conti'o le morti improvvise, contro ogni malattia ed ogni pericolo morale o tisico. Rie- scono infine auspici sicuri di fortuna e di felicità ne' prosperi e ne' sinistri avvenimenti, a cui runniD può trovarsi esposto.

ir. l'iri'KMSMo l'iu.Mi rivo in itama l-Jf

^/AfplKs Dei r;ii)|)i"cs('ntt'i'('l)l)(,' perciò un;i sorta <li aiuul('t(t o feticcio oninihiis, un i)resi(lio universale validissimo, un' ancora sicura di salv(';iza, indispen- sabile all' uomo nel mare l)urrascoso della vita. Di- sgraziatamente con tutte le belle cose che possono impeti'arsi nn ree 1" uso (lef>'li A(/ìnis Dei, ancor <[uesti ottrono il lato manchevole, comune a tutti ^\[ amu- leti o feticci ; se non sono protetti dalla tede più pro- fonda e più di vota, anche gli Agnus Dei, pur benedetti V consacrati dai l'ontefici. si riducono a semplici frammenti di cera impressa, a semplici articoli di una collezione psicologica, atti a dimostrare la fa- tuità delle credenze umane e l'artificioso studio se- guito per educarla e per mantenerla.

L'attribuzione di una serie di virtù così nume- rose e disparate agii Agnus Dei, riuscirebbe perù assolutamente inesplicabile, se non si richiamasse il concetto fondamentale, ch'ebbero i Pontefici per ad- divenire alla formazione ed alla diffusione di cotali forme di Cere sacre. I Pontefici, vissuti principal- mente nei primi secoli dell' èra cristiana, persuasi della grande difficoltà, per non dire impossibilità, di abolire gì' inveterati costumi del paganesimo nei popoli, che pure avevano abbracciato i principi del cristianesimo, si proposero di santificarne in qualche modo gli usi. E riguardo agli amuleti o feticci pri- mitivi, dopo aver notato, che nonostante gli anatemi inliirti ai credenti nelle loro misteriose virtù, pur nondimeno proseguivano ad essere ritenuti salda- mente come oggetti di fede, procurarono anzitutto, come già si è veduto, di renderli sacri dal punto di vista delle dottrine cristiane, poi li sostituirono

126 GIUSEPPE BELLU(;CI

con medaglie, con reliquie, con immagini sacre, con forme particolari di cere, attribuendo a ciascuno di questi oggetti consacrati con riti speciali, quelle medesime virtìi, isolate o cumulate, che i feticisti conferivano ai propri feticci. Ad evitare peraltro un numero straordinario di amuleti cristiani, che si tro- vasse in corrispondenza con tutte le singole possibili virtù, si cumularono sopra un medesimo oggetto, numerose e disparate attribuzioni, e ciò non solo per comoda ed opportuna sintesi, ma anche perchè la fede non vacillasse o non si perdesse, quando casualmente una delle tante attribuzioni conferite non si vedesse esplicata, allorché nell' atto pratico si confidava di ottenerla.

Il concetto della preparazione degli Agnus Dei in cera non fu del resto assolutamente originale, ma derivò dallo adattamento alle dottrine cristiane di (luello figure di cera conformate a disco, che gii antichi Romani solevano regalare ai loro clienti nella circostanza delle feste Saturnali, secondo il decreto d(4 Tribuno Publicio. Queste figure di cera, a so- miglianza delle bulle metalliche, si portavano ap- pese al collo, ed erano non solo simboli di libertà, per cui r uso n' era vietato ai servi, ma ritenevano virili protettive straordinarie e si riguardavano come ])reziosi amuleti. E gli Agnus Del sostituendo nel mondo cristiano codeste bulle Romane in cera, pre- sentarono anzitutto forme semplicissime (1), e virtìi

(1) Quando s' iucoiiiinciarono a sostituire lo bulle in cera Ro- mane, nei primi tempi della Chiesa, gli Agnus Dei si costituirono con i frammenti del Cereo pasquale dell'anno precedente, che nel giorno del Sabato santo soleva spezzarsi, quale simbolo del risorto

ir. FETICISMO l'UIMlTlVO IN IIAMA. ll^'i

liinit.'itc: i»iù tardi, fonile currispoiulciiti ;i c|ii<-lli- discoidali od elittichi', clic si usai'oiio dai l'oiitclici aiK'JH' ili ((uesti ultiiui tempi, e atlril)u/,ioiii dispa- rate o molteplici.

(41i A(/nHs Dei si portarono come le l)ulle Ro- mane in cera, appesi al collo o sulla jjersona; si collocarono nei medesimi luoi^hi in cui per lo innanzi si i)onevano i feticci pagani corrispondenti ; oppure si aggiunsero ad essi, confidando di ottenere dalla riunione dei due feticci una maggiore e più sicura protezione per V uomo, una difesa efficace contro i pericoli naturali, ininaccianti le abitazioni, le mèssi, le frutta pendenti nelle ubertose campagne.

Mi sono intrattenuto forse a lungo sui partico- lari degli Agnus Dei in cera; ma nessun oggetto sacro, dal punto di vista cristiano cattolico, raduna come gli Agnus Dei un numero maggiore di quelle virtù specificlie, che costituiscono la caratteristica degli amuleti o feticci pagani; cosichè, sia per que- sto carattere precipuo, sia perchè la loro origine ri- monta ad epoca remota, sia infine per il fatto, che è la suprema autorità della Chiesa, che investe delle numerose e straordinarie virtù codeste forme spe- ciali di cera, gli Agnus Bei rappresentano il tipo degli amuleti o feticci cristiani, a cui per adattamento ul- teriore si applicarono le virtù, che costituiscono l'es- senza fondamentale degli amuleti o feticci pagani.

Kedentore. Su questi frauiuicnli (.•onforiuati a bulle, soleva inipri- rneisi una forma di agnello, ed il popolo, a cui tali fraiiimcnli si di- stribuivano, si valeva di essi per proluuiare le case e le canipagnc. allo scopo di cacciarne gli spiriti maligni e di preservarlo dalle procolle. (MoRONi, Op. cit., t. XI, pag. 94: t. LVII, pag. 111).

128

GIUSEPPE BELLUCCI

2. Benedizione di S. Francesco.

'ienore ù 0iiHt et>«npoicaevi>iii la. tua ri vw^o 4 tf « irSi^ore ibbi» ii le mism- t 1 rer^ e 11 du }»»<■»« ìI'S'Miiore iii{nl«. sui i I SanU ben«iiiionp»Amfa j

I Mum.i)v.^'1.5. 26. '

I " J

Si <■/ via/te i /ec[^ a /tarici/'f CAjù)fTc egn tii- va. fe^ ^UfSfO' £ea*onjon e poiché é slcLit spt

Fio. 68." Benedizione di s. Francesco, impressa ed illustrata in tela, con indicazione delle numerose virtù che possiede. (S. Maria degli Angioli, Umbria) Or. nat.

QiK^st' amuleto eristiano è costituito dalla clas- sica benedizione, che S. Francesco impartì a frate Leone. L' espressione di un sentimento religioso, che si rivela ispirato dalla più candida sincerità e dallo amore più reverente verso Dio, si è trasformata in uno specifico singolarissimo, che si distribuisce og-

IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA 129

gidì profusaiìiPiitc iiisiciiic ad altri feticci, dai re- ligiosi fraiicescaiii a 8. Maria degli Angioli presso Assisi. Tale benedizione ò anzi addivenuta un amu- leto o feticcio molto accreditato, e per usufruire le straordinarit' virtù, descritte a piedi di essa, i fedeli sogliono portarla indosso, qua e presidio personale, ovvero la fissano sull'interno delle porte delle loro abitazioni, (piale presidio collettivo.

Non potendo trasfoi-uiare in feticcio il pensiero di S. Francesco, perchè come da (piesti fu espresso, rimaneva nel campo delle pure idealità, i Cristiani cattolici riuscirono per altra via a raggiungere lo scopo, trasformando in feticci i frammenti di tela o di carta, in cui il pensiero di S. Francesco fu impresso. Le virtù specifiche vennero pertanto a risiedere sui frammenti di tela o di carta, i quali acquistarono non solo efficacia particolare contro le fulminazioni, ma risultarono validi come antiepilettici ; come feb- l)rifugi; come anestetici, singolarmente in occasione dei parti; contro le morti improvvise, e quindi co- me antiapopletici ; contro le insidie dei nemici e contro tante altre umane afflizioni, che si compre- sero tutte sotto la voce di altri mali.

Poteva facilmente presumersi, che la benedizione di S. Francesco a frate Leone, impressa su tela o su carta, addivenisse per i fedeli cristiani una forma di abituale e di vota preghiera, perdi'"' i pensieri espressi da S. Francesco, facilme)ite intelligibili, pos- sono essere rivolti a qualunque persona abbia fede in Dio; ma difficilmente si poteva supporre, che codesti pensieri fossero trasformati in feticcio, con V esortazione di portarlo indosso, per usufi'uire delle

130

GIUSEPPE BELLUCCI

virtù di cui si dice investito, e con l'aggiunta sug- gestiva di averne sperimentata V efficacia nelle di- verse circostanze in esso determinate.

3.

Medaglia di S. Andrea Avellino.

Fio. liv»." Medit^lia di S. Andrea Avellino: aninlelo coniri plessiii. (Pila, Perugia) Gr. nat.

l'apo-

II santo, che nel diritto della medaglia è rappre- sentato come officiante la messa dinanzi all' altare, fu, appena questa iniziata, colpito d' apoplessia, e stramazzato al suolo, addivenne cadavere.

Nel rovescio della medaglia è impressa la se- guente invocazione : per | iNTERCESszone/n sancii an- Dreae \ AVELL^n^ APOFLET^■co | morbo corrept | i a

SUBITANEA | ET IMPROVISa | MORTE | LIBeva NOS | .

Per quel principio pertanto di opposizione o di antipatia, applicato nella formazione degli amuleti

IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA

i:ìi

o feticci, la rappresentazione tipfurata del caso diso^ra- ziato toccato ad un individuo, addivenne sicuro pre- sidio, percliè fosse tenuta lungi ad altri la ripetizione di un caso consimile. Perciò la nicdag-lia di S. An- drea Avellino ò ricercata e ritenuta cjuale amuleto, atto a preservare dai colpi apopletici le persone che lo portano indosso, che credono alla sua azione pre- servativa, e che le rivolgono preghiere, per essere lilxrati da quella forma di morte improvvisa, che S. Andrea Avellino ebbe ad incontrare.

4. Medaglia di S. Anastasio.

Kio. 70." Medaglia In bronzo di S. Anastasio; amuleto contro le streghe ed il mal caduco. (Perugia) Gr. nat.

Nel diritto l'immagine di S. Anastasio; nel ro- vescio è impressa la seguente iscrizione: imago san-

132 GIUSEPPE BELLUCCI

Cti I ANASTAS?'/ MONaC^■ | ET MkBJTirìS \ OUIUS kSP'ECtuS I FUGARI DAEMONeS | MORBOSQ^te ] REPELLI-ACTA | 2.

concila' Niceae | testantur | romae | .

In relazione con quanto si enuncia nell' iscri- zione precedente, la medaglia di S. Anastasio di so- pra figurata, fu trovata gelosamente custodita, quale amuleto atto a porre in fuga le streghe e quindi a non temei-e dei loro maletìzì, riguardandosi nello stesso tempo quale mezzo efficace per combattere l'epilessia.

Come non avere fiducia del resto nell'azione benefica della medaglia di S. Anastasio, quando gli atti officiali del secondo Concilio di Nicèa ne rile- vano e ne documentano la sicura efficacia? Non sarà contro i dèmoni ch'essa ha sperimentata la sua azio- ne, ma chi non sa che le streghe rappresentano una emanazione demoniaca, contro la quale bisogna di- fendersi, come contro i dèmoni stessi? Nel numero infinito di mali, che possono colpire l'Umanità e che la medaglia di S. Anastasio vale a respingere, 1' e- semplare figurato era stato usufruito, come presidio contro il mal caduco, perchè persona della famiglia, presso la quale si conservava, era già stata colpita da assalti epilettici. Tale medaglia di S. Anastasio, resa sacra da rituale benedizione, sostituì pertanto due sorta di amuleti pagani, quello contro le stre- ghe e quello contro il mal caduco od epilessia.

Nella collezione di amuleti italiani, che sono riu- scito a formare, posseggo anche un altro esemplare della medaglia di S. Anastasio, conforme in tutto al modello figurato ; però la dicitura del rovescio è in esso ad un certo punto troncata, terminando con

IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA Viìi

la parola DAEMOxe.v. La virtù di conil)att('rc Ir iiia- lattie in g-enerale, l'attestazione del Concilio di Xi- cèa, .-ono taciute. Forse si vide il bisoiai-no di ridurre l'ctlicacia di tale amuk'to ad un compito più mo- desto : e forse per misura di prudenza e di rig'uardo, si vide conveniente di omettere l'attestazione del secondo Concilio di Xicèa, risultando nella realtù della vita, che i mali colpivano anche coloro, che pur si trovavano muniti della medaglia, a cui era attìdata e attestata la virtù di respingerli !

5. Medaglia di S. Benedetto.

Fk;. 71." Medaglia di S. Benedetto; a'vuileto contro la grandine. ((iaglietole, Gualdo Cattaneo, Umbria) Gr. nat.

La medaglia di S. Benedetto, nel rovescio della quale è impressa la classica croce, è adoperata quale amuleto per scopi differenti nelle regioni dell' Um- bria. Quella di sopra rappresentata fu da me rin- venuta come amuleto protettivo contro la grandine.

134 GroSEPPE BELLUCCI

collocato allo scopo, sull' alto di una querce, posta nel confine di una proprietà rustica (1). Si ritiene che la grandine non possa entrare in un terreno, sulla fronte del quale si trovi la medaglia protet- trice suddetta.

Alla stessa medaglia di S. Benedetto si attri- buisce la virtù di proteggere dalle fulminazioni gli edifici; e per tal fine suole collocarsi sia sull'alto degli spigoli degli edifici, al di sotto delle grondaie; sia neir interno delle torri campanarie. Nella mia collezione posseggo altre medaglie di queste diverse provenienze.

Un'ultima virtù, conferita alla medaglia di S. Be- nedetto, è poi quella di togliere ai ladri l' idea di rubare ; in relazione con questa singolare virtù si ritiene, che le medaglie collocate sui confini delle proprietà rustiche, come preservatrici contro la gran- dine, valgano anche ad impedire i furti campestri (2).

La medaglia di S. Benedetto riunisce quindi molteplici e disparate virtù, come in generale è ca- ratteristica degli amuleti cristiani ; alla efficacia grandinifuga unisce la virtù d' impedire le fulmina- zioni e quella di preservare dai furti.

(1) BiiLLUCci GiusEi'PE, La grandine nell'Umbria ; Perugia, Un. Tip. Coop., 1903, pag. 39, fly. 5.'

(2) Singolare è il modo con cui tale efficacia viene raggiunta. Un ladro si dirige ad un luogo determinato con la ferma inten- zione di togliere ciò, che appartiene ad altri. Ad un certo punto, quando egli non si accorge di ssere di fronte alla medaglia di S. Benedetto, le idee gli si confondono e nella confusione, perde proprio il pensiero, che lo spingeva ad appropriarsi ciò, che non era suo. Ritorna allora indietro, seu/a riflettere altrimenti allo scopo per cui poco jìrima andava innanzi!

IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA KJÓ

('). Polvere delle S. Mura della S. Casa di Loreto.

P'iG. 72.» Busta di carta suggellata, contenente polveri delle mura della S. Casa di Loreto ; amuleto riconosciuto validis- simo contro le malattie in generale, contro i dèmoni e le stre- ghe. (Gubbio Umbria) Gr. ^'4.

Nella notte di ogni Venerdì santo si sog-liono ripulire accuratamente le mura della S. Casa di Lo- reto e la S. Statua, togliendone le polveri che vi si

136 GIUSEPPE BELLUCCI

depositarono lungo il corso dell' anno precedente. Queste polveri si vagliano per sbarazzare da esse le sostanze estranee grossolane, che casualmente potrebbero contenere ; rese per tal modo uniformi, si adoperano poi per confezionare amuleti, accluden- done una piccola quantità in apposite buste di carta, che si suggellano e si distribuiscono ai credenti in correspettivo di qualche elemosina.

Queste polveri sono ritenute come mezzo pre- ventivo sicuro contro le malattie ed a tal fine si portano sulla persona; nelle circostanze poi che il male sopraggiunga, si consiglia di valersene come mezzo terapeutico per uso interno, di sicura e pro- vata efficacia. Ed i credenti suddividono all'occa- sione in più piccole prese tali polveri e le ingeri- scono, involgendole nelle ostie, o sospendendole nel- r acqua, nel caffè, nel brodo ! ! ! Non si crederebbe tanta ignoranza e tanta cecità in coloro che danno consigli ed in quelli che li accettano ; eppure anche nel secolo XX succedono tali aberrazioni, e non solo per le polveri delle mura della S. Casa di Loreto !

È vero del resto che esistono masse ignoranti, le quali i)ur troppo bevono ciecamente qualunque liquido loro si api)resti ; ma è vero ancora eh' esi- stono persone intelligenti e coscienti, le quali non dovrebbero commettere o tollerare 1' errore di pre- valersi della cecità di quelle, contribuendo a ricon- durre la fornui religiosa, di cui si vantano seguaci, ad un livello più ])asso delle manifestazioni primi- tive del sentimento religioso dell' Umanità.

L' amuleto formato con le polveri delle mura della S. Casa di Loreto ha qualche relazione con

IL FETICISMO PIUMITIVO IN ITALIA Vii

quollo descritto in prccecU'nza, costituito con l;i pol- vere dell' intonaco raschiato presso le sacr«' ininia- ji^ini (1). Però i feticisti primitivi delle nostre cani- pag'iie, tuttora fedeli al principio animistico, che per antica tradizione interpetra la genesi delle malattie, ritengono che ])er guarire, l'amuleto portato sem- plicemente sulla persona, deve assorbire il male; mentre i feticisti cristiani e cattolici, non seguendo il principio animistico suddetto, consigliano invece al malato, se desidera guarire, di assorbire diretta- mente r amuleto. Due principi totalmente opposti ; per il primo, lo spirito del male deve uscire: per il secondo, lo spirito sacro dev' entrare.

Gli amuleti contenenti le polveri delle mura della S. Casa di Loreto, che oggi si distribuiscono, sono un poco dissimili esteriormente da quello rap- l)resentato dalla tìg. 72.", che si distribuiva parecchi anni addietro; anzitutto le buste sono piti piccole e la proporzione della polvere è minore, forse per le aumentate richieste; in secondo luogo la graziosa ed artistica incisione in rame, che rappresenta il tra- sporto leggendario della S. Casa attraverso le re- gioni celesti, è sostituita da una rozza incisione in legno, priva di ogni concetto artistico. Una variante però, di carattere internazionale, trovasi nelle buste odierne; queste portano impresse su tre linee oriz- zontali la dicitura poliglotta seguente:

POLVERI DELLA S. CaSA DI LoRETO.

POUSSIÈRE DE LA S. MAISON DE LORETTE.

STAUB VOM HL. HaUSE VOX LoRETTEX.

(1) Paj,'. 59-62; lig. 36.' e 37.'.

138

GIUSEPPE BELLUCCI

Così italiani e stranieri in santa armonia utiliz- zano, e molti di essi ingeriscono ancora, quelle pol- veri, che sollevate durante i pellegrinaggi per lo at- trito sul suolo, ricadono lentamente e si accumu- lano sulla supposta S. Casa di Nazareth (1), acqui- stando per il contatto con essa, virtù terapeutiche di sicura efifìcacia.

7. Medaglia di S. Domenico da CocuUo.

FiG. T3.« Medaglia di S. Domenico da CocuUo: amuleto contro la rabbia, il veleno, il dolore dei denti. (Sulmona, Aquila) Gr. nat.

Le virtù specifiche deir amuleto sono chiara- mente impresse sul rovescio della medaglia, e non più in latino come ne' casi precedenti, ma in ita-

li) Ho detto sìippostu perché anche indipendentemente da ogni ra},àonamento fondato sui principi della Filosofia positiva, recentissime publicazioni del barnabita De Feis e del canonico

Ili FETICISMO PRIMITIVO IX ITALIA 139

li.-iiKi ,1 tutti iiitflli<;-il)ilc. La fiducia in tale anuilet<i è siaiza limiti, scj^-natauifutc nella rc^'idiic aliruz- zcse, ov' è ritenuto come antiral)ico ed antiiiexral- g-ico per i denti. II santo è rappresentato nel diritto della niedaf>iia; alla sua sinistra r l' imiiiaji'iiie di un dente molare, che rappresenta (piello lasciato in dono dal santo a Oocullo, da cui derivano le virtù antinevralti'iclie dell'amuleto. A destra della Hg'ura vedesi impressa la torma di un ferro della mula, che soleva condurre il santo, ferro lasciato ancor esso, unitamente al dente, quale presidio salutare a CocuUo; dal ferro della mula derivano le \irtìi antirabiche ed antitossiche dell' amuleto.

La niedagiia di S. Domenico da Cocullo. l)e- nedetta e toccata alle reliquie del santo, è un amu- leto accreditatissimo, il quale ha sostituito amuleti pagani, che già esistevano, contro il dolore dei denti e contro i veleni, introducendo però nel feticismo contemporaneo il concetto della virtù antirabica, che nella mente dei feticisti primitivi non si era formu- lato.

Plinio ricorda (VII, llj che da Marso, tiglio di Circe, ebbe la gente Marsica il nome, l'arte de' vene- fici e quella d'incantare i serj)!. L'antico mito di Marso, assunse forma e caratteri cristiani e passò, in- torno al milk', in 8. Domenico da Cocullo, nel quale si conserva tuttora, integro e fiorente.

Chevalier, addimostrano con documenti e con rigore di lnj^ica, che tuttociò elle si è detto e si ('■ pensato, in ordine alia S. Casa di Nazareth, ed al suo trasporto dall'Oriente a Loreto, con fermata a Tersatto, non ha alcun fondamento di verità ed è il risultato di una pura e grossolana costruzione lej^gendaria.

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GIUSEPPE BELLUCCI

Medag-lione di S. Antonio.

PiG. 74." Medaglione in bronzo di S. Antonio per buoi e cavalli; amuleto che protegge il bestiame dalla morte improvvisa, dalle malattie e dalle disgrazie accidentali. (Assergi, Aquila) Gr. nat.

In una forma di scudo, sormontata da una co- rona nobiliare, è rappresentato il santo in piedi, avente a sinistra raffigurata la testa e V estremità anteriori di un porco, a sinistra una fiamma con

IL FETICISMO PRIMITIVO IN' ITALIA 141

lin<^iio sinuose, simboli clic acc()ini)aj;^nano solita- mente la figura del santo e la rendi »no facilmente riconoscibile anche ai uhmu» iiitdligi'nti.

I^a corona nobiliare che sornKMita lo scudo è da Cdiirc. lìerchè (jucsto titolo gentilizio possedeva il ltro|iri<'tai"io del Ix-sti.-iiiie ;i cui il medaglione ;i))- parteiieva; altri medaglioni portano invece la corona liaronale, o qutdla da marciiese ; come n'esistono alcuni, che non presentano verun simltolo gentilizio, perchè il proprietario del l)estiame non era insignito. Comunemente i medaglioni sormontati da corona hanno forma di scudo, mentre (|uelli che ne sono sprovvisti hanno forma circolare ; in tutti esiste però superiormente una cappiola, per raccomandarli alla cinghia, cln- li sospende o sul frontale dei buoi o dei cavalli, o sul petto di questi ultimi. Nella parte in- feriore dei medaglioni notasi poi un anello od un semplice foro, diretti a sostenere un fiocco di lana rossa, che al concetto ornamentale unisce la virtù del color rosso, contro gli effetti sinistri del fascino.

1 medaglioni di S. Antonio sono comuni nel- l'Abruzzo aquilano e nelle regioni umbra ed asco- lana, che lo conterminano ; sono tutti benedetti dalla Chiesa e resi sacri nel giorno di S. Antonio (17 gen- naio), quando la statua del santo, collocata sulla porta della chiesa, beni'dice con tre inchini solenni tutto il bestiame, schierato in beli' ordine sul piaz- zale anteriore. In quel giorno sono moltissimi i capi di bestiame, singolarmente bovino, che portano sul frontale il medaglione protettore. In ogni circostanza poi in cui si teme dell'esito delle malattie, come du- rante i parti diffìcili, il colono è pronto a munire

142 GIUSEPPE BELLUCCI

l'animale del medaglione protettore, che suole del resto conservarsi ordinariamente come vigile custode nelle stalle.

1 medaglioni di S. Antonio esercitano la virtù protettiva sul bestiame domestico in generale, segna- tamente su quello bovino ed equino, i capi dei quali sono di maggior prezzo. Lo preservano dalle disgra- zie accidentali, dalle malattie, dalla morìa (1) ; as- sicurano r andamento normale della gravidanza e dei parti ; allontanano le streghe ed impediscono gli effetti sinistri del malocchio ; è tale la fiducia che si pone nell'efficacia di tali medaglioni, che se ca- sualmente vengono a perdersi, gravi preoccupazioni si determinano nell'animo dei contadini, prevedendo disgrazie, malattie ed anche la morte, per i loro ani- mali. E ciò addimostra che la fede non è riposta nel santo, idealmente considerato, ma è connessa al me- daglione che lo rappresenta, come si verifica del re- sto per tatti gli amuleti o feticci pagani.

Gli esempi addotti addimostrano ad evidenza la trasformazione [)rofbnda, che hanno subito i feticci primitivi nella forma cattolica della religione cri- stiana, e confermano l'esattezza della conclusione precedentemente formulata (2), riguardo alla diff'e- renza radicale esistente tra il feticismo primitivo e quello derivato, conseguente dai principi di una for- ma religiosa, che si ritiene più evoluta. Le rappre- sentazioni materiali del feticismo primitivo con sim-

ili Mortalità dovuta a malattie epidemiche od infettive. (2) Pag. 7.

IL FETICISMO PRIMITIVO IN' ITALIA 143

boli cristiani iiiipiN'ssi, e (incile avcjiti un cai-attfri- csscnzialniciitc i-ristiaiio nella l'arnia ed un si;i-in'li- cato pag'ano nella sostanza. |i<)iii;i>U(i la cnuelusioMf predetta al ripai'o di o<i-ni (Uil»l)in.

E qni è o|)p()rtunn rilevare coiuc nella scelta deo-li aniulcli, che do\cvaiiii dimoslrai-c la [)i'osecu- zione del feticisnn) primitivo in grembo alla n-lig-ione cristiana, furono preteriti g'ii eseni})lari ]>iù tipici, anzitutto i)erchè alcuni rappresentavano un' emana zione diretta della sui)rema autorità della Chiesa cat- tolica, ov\-ero quella di una collettività di ministri del culto da essa dipendenti ; in secondo luogo perchè le virtù specifiche attribuite, si trovavano chiaramente espresse in og-ni amuleto, o con segni tli scrittura, o con simboli tìg-urati. Ove g:li esempi addotti non si fossero mantenuti in questi limiti ri- stretti, ma sufficienti allo scopo, la descrizione dei feticci cristiani, muniti di virtù sopranatui'ali di ca- rattere pagano, avrebbe vagato in un cam])o senza confini, r estensione del quale è meglio additare semplicemente, di quello che rilevarne gì' intiniti particolari per tentare di percorrerlo.

E notevDlissimo dilatti il numero delh- reli(|uie cristiane e di oggetti avi^nti carattere sacro, a cui furono poi attribuite virtù sopranaturali, che per il latto di non portare impressa alcuna designazione, non apijariscono gcmeralinente quali amuleti o feticci air occhio dell' osservatore superficiale, che li ri- guarda invece quali semplici oggetti di culto. E fa- cile comprendere del resto, come la religione cri- stiana nella sua forma cattolica, essendo andata ad infrantix'rsi nei criteri fondamentali del teticismo, sia

144 GIUSEPPE BELLUCCI

per necessità di adattamento, sia per il principio psicologico di acquetare con forme facilmente com- prensibili le coscienze timorose, abbia determinato la conseguenza, che i fedeli alle sue dottrine ne se- guissero spontaneamente lo esempio, ed esplicassero i loro sentimenti religiosi nella forma medesima, seguita dalle menti piii tarde ed ottuse dei primitivi dell'Umanità. E tal conseguenza ebbe a manifestarsi anche più fàcilmente, perchè in seno della stessa Società, ove i principi cristiano - cattolici vengono mantenuti e diffusi, si trovavano di già individui, elle indipendentemente da ogni suggerimento diretto o indiretto della Chiesa, proseguivano per lontana tradizione o consuetudine a manifestare in forma feticistica i propri sentimenti religiosi.

Così una delle grandi religioni, che pure ha il vanto di essere la più evoluta, addivenne essenzial- mente feticistica, e non ostante le alte idealità che la informano, incomprensibili al maggior numero de' suoi proseliti, si mantenne e si mantiene all'uni- sono per il lato feticistico, con le più semplici e po- vere manifestazioni del sentimento religioso, carat- teristiche delle tribù selvaggo dell' Umanità.

CAPITOLO V.

Notammo fflù., che dal punto di visl;i iisicolo- Mutamento ., . ,. ,,,... . . "<?' l'oncft- gico il concetto informatore del reticisnio primi- to psicoio- . . ,...,,,,.. cico infor- tivo SI riassumeva nel principio dellanimismo, per matoro doi

il quale agli occhi del selvaggio, dell'uomo di men- '^^'"''■'• talità inferiore, del credente in generale nelle virtù dei feticci, tutti i corpi si ritengono dotati di vita, di volontà, di passioni, conformi a quelle che nel- l'uomo stesso si verificano (1). Notammo pure che con lo sviluppo intellettuale di gran parte dell'Uma- nitA, questo concetto fondamentale deiranimismo si riconobbe erroneo, di guisa che gli oggetti naturali non ebbero più agli occhi di molti, e singolarmente degr intelligenti, quell'animazione intrinseca, quel- l'energia propria, che un giudizio infantile aveva loro assegnato o prosegue ancora ad attribuire ad essi.

Conseguentemente a ciò bisogna ammettere, che un certo cambiamento si è verificato nella concezione psicologica dei feticci; per il feticista primitivo di- fatti le virtù che si conferiscono ai feticci od agli amuleti, sono un'emanazione di quell'energia, insita naturalmente in essi, che il feticista con un sem-

(1) Pag. 15.

40

146 GIUSEPPE BELLUCCI

plico atto volitivo evoca nel momento opportuno, per vederla esplicata ad un fine determinato. Invece per il feticista derivato o conseg-uente da forme religiose superiori, come ad esempio dalla forma cattolica della relig-ione cristiana, i feticci non posseggono naturalmente virtù specifiche. Perchè queste possano esplicarsi, è necessaria una sorta di preparazione, mercè pratiche rituali diverse, le quali investono dello spirito sacro gli oggetti, da cui possono ema- narsi poi virtù feticistiche sopranaturali. E si noti, che se l'amuleto o feticcio proviene direttamente da ministri del culto, che gerarchicamente possono ap- partenere a gradi differenti, le virtù possono essere conferite anche nell'atto stesso, in cui le operazioni rituali rendono sacro l'oggetto (esempio tipico: Agnus Dei in cera) ; mentre se l'amuleto o feticcio vien for- mato spontaneamente, da un semplice seguace delle dottrine cristiano-cattoliche, le virtù feticistiche po- tranno essere differenti ed evocarsi al momento op- portuno, come nel caso dei feticci primitivi ; (esem- pio tipico: ìnedaglia di S. Benedetto).

Rilevata questa differenza esistente dal lato psi- cologico nell'essenza dei feticci primitivi e di quelli emananti da una delle forine religiose superiori, bi- sogna notare come gli amuleti o feticci di queste due diverse provenienze vainio dipoi a ritrovarsi all'unisono, quando nella vita pratica esercitano le virtù in essi esistenti, o naturalmente possedute, o virtualmente conferite. Per l'andamento normale dei parti tanto varrà difatti una pietra gravida (pag. 92), quanto un Agnus Dei in cera (pag. 121) ; per com- l)attere o fugare gli spiriti maligni, sotto forma di

IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA 111

Streghe o di drmoni, tanto varrA la pietra strcj^o- nia (pag. 100), (|uanto la medaglia di S. Anastasio (pag. 131); per non tcnin-c degli effetti dannosi di nuove fulminazioni, sarà egualmente cftìeaec di pos- sedere un preteso fulmine (pag. 72 1. oppure di esser muniti della classica l)enedizione di S. Francesco (pag. 128). L' effetto suggestivo sani in (piesti casi egualmente raggiunto, o con uno, o con l'altro amu- leto, indipendentemente dal concetto psicologico che fu seguito, per riconoscen» ed ammettere le virtù si)ecitìche nelle due sorta di amuleti, il i)rimitivo od il derivato.

Mentre però attraverso i secoli vh^w a verlfì- catriono

, . , ,. , i'ondanien-

carsi questo cambiamento nel concetto fondamen- tale, (icter

tale relativo all' essenza degli amuleti o feticci, un feùclsino. altro principio restò invece sempre integro, dai pii!i lontani tempi ad oggi, quello cioè che guidò e guida l'uomo a premunirsi di amuleti o feticci, a cui come ad àncora di salvezza si affidò e si affida tanta parte dell'Umanità. Per quanto s'iiulaghi e si rifletta, nessun sentimento umano può addivenire ragione sufficiente e perenne della manifestazione del feticismo^ come il sentimento della paura, che ri- specchia quello della propria conservazione. E alla paui'a ed a' suoi tormenti, che noi dohl)iamo l'origine e la i)ersistenza di una pratica, che dall'epoche pre- istoriche giunse sino a noi ; che si manifesta nel- l'ignorante come nell'uomo intelligente; nel selvag- gio ateo, come nel civilizzato credente in Dio.

Se dal punto di vista del razionalismo, e quando ancora lo studio comparato delle religioni non era

148 GIUSEPPE BELLUCCI

iniziato, si riconobbe esatto 1' aforismo di Petronio, « primuH in orbe Deos fecit timor », altrettanto esatto e corrispondente al vero deve riguardarsi il prin- cipio, pel quale alla medesima causa da cui deriva- rono le divinità, deve assegnarsi la creazione degli amuleti o feticci, i quali rappresentano un'emana- zione dell'intelligenza, più semplice di quella che concerne le piìi elevate idealità religiose.

Non avendo in se stesso sufficiente energia mo- rale e materiale, per fronteggiare impavido le molte avversità, sia naturali, sia da altri determinate, l'uomo trovò facile scampo nel riporre cieca fede in oggetti diversi, 1' uno più singolare dell' altro, i quali portati sulla persona o collocati sulle pareti delle abitazioni, portati dagli animali o appesi ai rami delle piante, valessero ad allontanare pericoli, vincessero la forza di mali minacciosi, si riguar- dassero insomma come sicuri, infallibili presidi con- tro ogni sorta di avversità nel faticoso cammino della vita

Il sentimento della propria debolezza, ingenerato dalla paura, viene per tal guisa sostituito da quello di una forza indomita, che determina il coraggio nelle imprese più ardite, la tranquillità dell'animo nelle circostanze più controverse; e sotto questi au- spici, che pur provengono da un semplice ed inav- vertito effetto di suggestione, l'uomo timoroso sugge- risce a so stesso con calma e serenità, quale sia la miglior linea di condotta nelle molteplici vicissitu- dini della vita.

Raccogliendo amuleti nelle diverse regioni di Italia e trovandomi il più delle volte a contatto con

IL FETICISMO l'KIMIlIVO IN ITALIA 11!»

persone, nelle (|a;ili l'evoluzione int»MlettU!il<' ii<m ebbe eainpo di manifestarsi, io rimaneva meravifj;liato nel sentire, con (|uanta intima eonvinzionesi asserisse, essere impossibile temen; del malocchio, possedendo una pietra dall'occhio (pag\ 52), temere delie fulmi- nazioni, quando si è in possesso di mi lulmine ca- duto {\y,\g. 72); temere delle stre<»-he, (piando si lia la ventura di possedere la pietra strep)nia. dai punti innumerevoli ed innumerati (pag. 100).

Ed è ricorrendo allo stesso sentimento della paura, che può spiegarsi il fatto apparentemente sin- golare ed inconcepibile a prima giunta, che la liducia riposta nelle virtù degli amuleti non è una carat- teristica delle sole genti al)brutite dall' ignoranza, ma si rileva eziandio in persone intelligenti e fu notata pili volte anche in alcuno, che nelle vie diverse della civiltà tracciò solchi profondi ed indelebili.

Egli è che l'uomo dòtto, il soldato più corag- gioso, r atleta più robusto, mentre determinano in noi la più sincera ammirazione per i risultati della profonda dottrina, per le imprese guerresche più ar- dimentose compiute, per la straordinaria energia mu- scolare, che taluno di essi può presentare, non sono d'altro lato affatto scevri di sentimenti di debolezza verso alcune cause esteriori, che loro si presentano la prima volta; oppure se anche note per antece- dtMiti impressioni, temute fortemente per gli effetti sinistri che determinarono. Suggestionato da codesti effetti, ovvero dubitoso dinanzi ad effetti ignoti, l'uomo rimane nella circostanza invaso da un sen- timento di debolezza così manifesto, da temere for- temente della sua conservazione ; la ragione resta

150 GIUSEPPE BELLUCCI

in tal' incontri così fattamente schiava del timore, che in quel momento, di fronte a quella determi- nata contingenza, l'uomo dòtto, il guerriero, l'atleta, valgono quanto il contadino, il pastore, il selvaggio contemporaneo.

Si provi a rinfrancarli con parole persuasive, ad ispirare loro coraggio, a far conoscere che fu- rono presi da un timore esagerato ; non si riesce a nulla. Si sussurri invece all' orecchio di poter loro procurare un oggetto, che con la sola presenza po- trà salvarli dalla fortissima impressione di sgo- mento da cui furono dominati, e voi li vedrete ria- nimarsi di un tratto, confidare nella forza ignota, ma facilmente creduta di un oggetto, che il piìi delle volte sarà insignificante ; sfidare il pericolo prima temuto, riconoscerne poi l' inesistenza o V e- sagerata entità, e dichiarare di essere stati vinti da un sentimento irresistibile di angoscia timorosa, che senza 1' aiuto di un amuleto efficace non avrebbero mai potuto vincere.

Potrei citare molti esempi a provare quanto as- serisco, poiché dopo avere avuto occasione di rac- cogliere amuleti, di conoscere i molti particolari delle virtìi ad essi assegnate; dopo aver acquistato la convinzione della illimitata fiducia, che le per- sone timorose, ignoranti o còlte ripongono in essi, più volte ho profittato di alcune circostanze propizie per farne soggetto di studio.

Valendomi degli amuleti raccolti lio procurato difatti di dominare con essi le diverse manifesta- zioni della paura, di cui intravedeva l'esistenza nelle persone che formavano il soggetto del mio studio.

IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA If)!

Ed in questo indirizzo di ricerche ebbi anche cir- costanze opportune per notare, che aUorf|iiando da una persona tiiiiorosa si può sapere, che l'anuih-to, di cui el)be il i)ossesso, riusci ;^ià in più-cedenza con hi sua virtù intrinseca a debellar»' una malat- tia, a far superare un pericolo, a scongiurare gli effetti sinistri di uno jettatore, la fiducia aumenterà senza limiti, e l'oggetto fatato, sel)bene insignificante l>er stesso, non sarà soltanto gelosamente custo- dito, ma come abliiamo veduto per la maggior parte di essi, si circonderà di forme diverse di culto e l'iceverà una profonda venei'azione.

Lo stesso sentimento della paura, che concorre ad interpretare la fede negli amuleti o feticci, pos- sibile a dimostrarsi e nell' ignorante e nello intelli- gente, riesce a. si)iegare la persistenza del feticismo primitivo e di quello accortamente modificato, nelle diverse fornu' delle religioni superiori, tra le quali, come abbiamo già veduto, in quella cristiano-catto- lica. I riformatori, gli apostoli, i sacerdoti in gene- rale di molte credenze religiose, non poterono e non possono non riconoscere, che l'uomo, considerato in generale, non giunge a comprendere le alte idealità delle religioni dette superiori. Per calmare le appren- sioni dello spirito nelle molteplici e diverse contin- genze della vita, per acquetare i tormenti ingenerati dalla paura, ò necessario che l'uomo ponga fiducia in qualche cosa di materiale, di tangibile, che im- pressioni profondamente i sensi e non rimanga, ))rin- cipio astratto, invisibile nelle nebulosità dei cieli. Profittando dei principi dell'animismo, studiosamente adattati, i ministri del culto delle divc^-se religioni

152 GIUSEPPE BELLUCCI

videro e vedono perciò l'opportunità d'investire og- getti diflferentissimi di particolari virtù, facili ad es- ser comprese e ritenute come reali anche dalle menti infantili. Così venne a stabilirsi la piìi corrispon- dente analogia con quei concetti psicologici del fe- ticismo, che l'Umanità primitiva o selvaggia adottò e prosegue ad adottare per esprimere i sentimenti di carattere religioso ed il feticismo addivenne gra- duatamente un carattere di tutte le forme religiose. In conseguenza di ciò 1' uomo, o si trovi a sa- lire i primi gradini della scala interminabile dello incivilimento, oppure ne abbia di già ascesi parec- chi, ricorse, e ricorre alla creazione ed alla vene- razione degli amuleti o feticci, perchè il concetto psichico che li stabilisce, si adatta alle intelligenze pili tarde, calma le apprensioni delle intelligenze più aperte, suggestiona tutti coloro che son presi dalla paura, alterazione della mente, che per una causa o per l'altra può incogliere, con forma più o meno grave. (]uasi tutti i componenti dell'Umanità.

Kpiio^o. Gli argomenti trattati posero anzitutto in rilievo

l'essenza del feticismo primitivo^ che Comte chiamò fondamentale, e la ditterenza che deve stabilirsi tra le manifestazioni feticistiche primitive, corrispondenti a quelle, che appariscono presso le genti selvagge, e le manifestazioni feticistiche derivate o conseguenti, le quali emanano da forme di religioni dette supe- riori (Gap. I).

Le molte comparazioni poste in evidenza nel capitolo secondo addimostrarono poi, che le genti italiane odierne, lu'oseguono a riporre fiducia su fé-

IL FETICISMO l'IM.MiriVO IX ITALIA li'»;}

ticci cunt'oniii e cunsimili a (|IR'11ì, di cui si preval- sero i loro antecessori, vissuti non solo nei periodi archeolog'ici delle civiltà etrusca e romana, ma nel- l'epoca pi'eist(n'ica eziandio, e seg'iuitanu'nte nel pe- riodo della ijrima età del ftu'ro (Cai). II).

Indipendentemente da ciò, molte delle genti ita- liane vissute, e molte di quelle contemporanee, pro- seg'uii'ono ad estrinsecare il concetto psicolog^ico in- tbnnatore del feticismo primitivo con la creazione di amuleti o feticci recenti, suggeriti da circostanze complesse e dissimili, che per lo addietro non si erano presentate, e che di necessità dovevano de- stare nuove manifestazioni feticistiche (Gap. III).

Parallelamente a questa continuazione, molte l'orme feticistiche primitive penetrarono in seno alla forma religiosa cristiano-cattolica e da essa vennero accettate ed ammesse nelle forme esteriori del culto, sia dopo averle investite di carattere sacro, mercè r atto rituale di una semplice benedizione, sia col derivarne forme singolari di adattamento, sia infine, col produrre feticci nuovi, aventi un'essenza esclusi- vamente cristiana, nui una veste esteriore di attri- buti pagani, corrispondenti a quelli assegnati agli amuleti o feticci primitivi (Gap. Ili, IV).

E come si veritìcò questo mutamento nelle forme e nelle sostanze, si manifestò pure col volger del tempo un cambiamento, nel concetto psicologico in- formatore dei feticci. Rilevato il quale, fu indagato qual si fosse il principio fondamentale determinante le manifestazioni feticistiche, e si trovò che questo corrispondeva al sentimento della paura. Sentimento generale, che spiega le povere ed uniche manifesta-

154

GIUSEPPE BELLUCCI

zìoni di carattere religioso dell' umanitA nascente e le manifestazioni feticistiche inerenti alle religioni superiori; che spiega come il selvaggio e l'uomo civilizzato, r ateo ed il teista, abbiano reagito e reagiscano con singolare uniformiti d' intenti, di- nanzi agli stimoli tormentosi della paura, procu- rando di superare con gli stessi mezzi le tante dif- ficoltà, che si frappongono allo incedere tranquillo e felice dalla vita umana (Gap. V).

1^^

INDICE degli argomenti e delle illustrazioni

CAPITOLO I.

('"eticismo in generale l'ay. 1

Differenza tra il feti(ùsino pi-iniiiivo eil il fetici-

■*nio derivato . . » 5

I-'asi del (eticisnio e passanrf^io al politeismo. . » 7

Amuleti italiani contemporanei » 10

L'animismo, principio lllosolico informatore del

feticismo » l:i

Persistenza del feticismo primitivo nella Società

odierna italiana (Fig. l»-?") » H>

CAPITOLO II.

Amuleti preistorici e protoistorici Compara- zioni con gli amuleti contempoi'anei IKig. S.^-Só.") . » 2'J Deduzioni derivanti dalle comparazioni precedenti » óa

CAPITOLO IH.

.Vmuleti primitivi ed amuleti recenti ...» .55

Amuleti recenti, destituiti di carattere sacro ([-"i- gure 36."-38.") '....» 57

Amuleti recenti, destituiti di carattere sacro, aventi però qualche relazione con oggetti sacri. . » 55)

Amuleti recenti risultanti da mescolanze di og- getti con carattere sacro ed altri destituiti di tale carattere » 65

CAPITOLÒ IV.

lulluenza della religione cristiana sugli amuli'ii derivanti da credenze feticistiche primitive . . 70

158

GIUSEPPE BELLUCCI

Esempi di forme di adattamento.

Serie prima. Fulmini e pietre del lulmine (Fi- gure 39."-41.") Pafj. 72

Serie seconda. Saette o pietre delle saette (Fi- gure 42."-47.") » 77

Serie terza. Pietre sanguigne o del sangue (Fig. 48.»-49.")

Serie quarta. Pietre della gravidanza o pietre gravide (Fig. .")0."-51.")

Serie quinta. Legno stregonio (Fig. 52.») .

Serie sesta. Pietre stregonie o contro le streghe (Fig. 53.a-56."). . . ......

Serie settima. Chiavi per il mal caduco (Fig. 57.")

Serie ottava. Chiavi contro le convulsioni in- fantili (Fig. 58.''-60.a)

Serie nona Unghia della gran bestia (Fig. 61.")

Serie decima. Crescenti lunari, ranocchielle, rospi, immagini di S. Donato (Fig. 62."-66.") . . . » 113

»

87

»

92

»

97

»

W)

»

104

»

108

»

111

Esempi di amuleti cristlvni.

1. .ignus Dei in cera (Fig. 67.») ....

2. Benedizione di S. Francesco (Fig. 68.")

3. Medaglia di S. Andrea .Wellino (Fig. 69.").

4. Medaglia di S. .\nastasio (V\\i. 70.")

5. Medaglia di S. Benedetto (Fig. 71.") .

6. Polvere delle S. Mura della S. Casa di Loreto (Fig. 72.")

7. Medaglia di S. Domenico da Cocullo (Fig. 73."

8. Medaglione di S. Antonio (Fig. 74.") .

CAPITOLO V.

Mutamento nel concetto psicologico informatore

dei feticci

Cagione fondamentale determinante il feticismo. Epilogo

»

121

»

128

»

130

»

131

»

133

»

135

»

138

»

140

» 145 » 147 » 152

TKADIZIOM POPOLvVRI ITALIANE

N. 1. La grandine nell'Umbria, con note esplicative e comparative e con illustra- zioni ...... L. 2,50.

N. 2. Il feticismo primitivo in Italia, e le

sue forme di adattamento, con 74 illustra- zioni ...... L. 4,00.

In carta distinta . . ."^ » 5,00.

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\. '■>. Una pagina di psicologìa popo- lare; gli Amuleti.

ÌV'. 4. Il ful|nine nelle tradizioni popolari

antiche vv-iiC)derne.

Prezzo del presente volume L. 4.

Rivolgere dimande e cartoline-vaglia all' Unio- ne Tipof/raficci Cooperntiva in Perugia.

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UNIVERSITY OF TORONTO LIBRARY

GN Bellucci, G^iuseppe

^^ Il feticismo primitivo in

B4. Italia.

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